~v'li/ GENNAIO-FEBBRAIO l<J49
ANNO 96° - P'ASC l 0
GIORNALE DI
MEDICINA MILITARE FONDATO NEL f85J
PUBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITÀ MILITARE
DIREZIONE REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA DIFESA- ESERCITO - ROMA
GIORNALE DI MEDICINA MILITARE MINISTERO DELLA DIFESA- ESERCITO - ROMA
SOMMARIO RUCCTA!':TE: L ' infonunistica d t guerra e le donne mnrocchinate
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CHIUCII'I: Contriburo anatomo-clinico alla coo?scen?.a della cachessia ipofisari:l C!CIANI: Un nuovo apparecchio guida-cilindri multi p:o per i saggi sugli antibiotici col metodo " cilindro-pi~tra " STEA.RNS: Una nuova diagnosi del cancro
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SPEZZA FERRI: Rccupero dei materiali dì medicatura
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FERRAJOLl: Il reumatismo articolare acuto c i suoi esiti neU 'esercito
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ZUCCHI: Di due casi di edema provocato curati con l'applicazione dì apparecchi gessati
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ZOLLO: Contributo pratico al nuovo trattamento della parotitc epiJcmi.ca e delle ~ue complicazioni con il bulirrato di n. esile con bismuto . . . . RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA
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ATTUALITA'
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UBRI, RJTIISTE E GIORNALI
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CONDIZIONI DJ ABBONAMENTO PER IL 1949 ITALIA:
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per gli uftictali meJici e chimici-farmaci~ti in S<'tvizio e in çongedo per i Comandi, Circoli, Enti vari c privati
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C~MBIO 01
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NORME PER I COLLABORATORI La collaborazione è libera, ma la direzione si riserva il giudizio uella scdtn dei lavori senza essere tcnut;1 a rendere conto delle cvcnruali non accettazioni. Le opinioni manifestate dagli autori non impegnano le responsabilit~ del periodico. Tutti i lavori inviati per la pubblicazione devono essere inediti e devono pervenire alla redazione nel testo definitivo, corretto, firmati dall'autore; devono inoltre essere dattilografati o scritti con carattere facilmente leggibile. Ad ogni lavoro è concesso un massimo di ro pagine di stampa; per la pubblicazione dei lavori che superino le JO pagine gli •utori sono tenuti al pagamento della spesa per le pagine in più. a prezzo di costo. Per ogni lavoro (esc:luse recensiOni, notizie c sommari) sono offerti gratuitamente 20 estratti con cope-rtina, frontespizio, impaginatura c numerazione speciale. Pu stampa anticipata degli estratti c per un maggior numero di essi la spesa relativa viene addebitata agli autori a prezzo di costo. Le spese per clichés e tavole fuori testo sono a c:trico degli autori. Le bibliografie annesse ai lavori originali, perchè siano pubblicate, devono essere brevi c redatte correttamente. Ciascun lavoro deve essere seguito da un breve riassunto (non piu di 15 righe). l manoscritti non vengono restituiti, 3nche se non pubblicati.
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Treqnarti Plenrotomo Jadevaia Il Trequarti Pleurotorno JADEVAIA manica lo (fig. J ) si compone. di 2 parli : una cannula curva ceotimetrata (fig. 2 ) e un maodrioo flessibile io spirale di acciaio (fig. 3), che è fissabile mediante inn~sto a baio netta (fig. l-a) ed estraibile pe r I' introduzione di un catetere Nelaton. Presenta scarico dorsale ad oliva (fig. l·b) ed arresto di sicurezza cernierato scorrevole e regola bile con vite di fermo (fig. l-c). Il Trequarti Pleurotomo è costruito in varia grandezza : quello grande permelle l'introduzione nel cavo pleurico di un ca tetere Nelaton 24. Hg. l
Fig. 2
Fig.
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UROTROPINA nome depositato L' Urotropina, disintossicante e antisettico generale interno di alta efficacia. è indicata in tutte le affezioni batteriche e specialmente in quelle delle vie urinarie e biliari : cistiti. cistopieliti. colecistiti acute e croniche, ecc.
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GENNAIO -FEBBRAIO 1949
GIORNALE DI MEDICINA MILITARE PUBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANIT A' MlLIT ARE
L' I NF ORT UN I ST ICA D I GUERRA E LE DONNE MA R OCCHINATE 'i d J. gu1. mnl. pr(lt . .\ltKliHt H1111\' ' '
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Tra le forme di otfe:-;a inflitte ali<' no:-;tre popolazioni. durante l'ultima guerra. clalle truppe allC'ate. merita specialE' menzione q tH'lla della violcn za CH,rnale sulle donne. Kon l' 11ost.ro intento esaminare 4uoslo immondo c:apitolo della criminalith eli guerra. ma solo conRi<.lerare la questione sotto il profilo med ico-lcgal<' P "'tabilire lìno a che punto i Yari casi possono rientrare nell'applieaziOJw cl<:'lla legge ::;ugli infortunati ei,·ili eli guerra. L 'ayycnim~nto t'legato alla irruzione. in alcuni ::;attori del nostro t erri lo l'io. della ':-;oldataglia ma rocchina per mano della Ftanciu che ne ha fatto slnunen1o di C'fferatezza bellica e veiC'Olo eli disseminazione <1 i q nei mali con t agi osi uniYersalmente conosci uti sotto l'etichetta cl<:'l ::;uo nome. Fu cos1 coniato il nwabolo di cc marocC'hinata " per qualificare ogni atlo eli Yiol0nza carnale consumato da truppe straniere S Ltlla nostra popola?.ione femm ini le. L"n rileYanlc numero eli casi l\ passa lo so l t o il c·on lrollo dci nost.ri organi sa11i tar i militari ai fini dell'accertamento medico-legale. però di gnm lunga inferiore a quello reale C'h e. per moti\'i d Ì \ '<'1'8Ì . di ordine prevalentemente 111orale. (• t·imasto occultato o ignorato. L a irruzione di maggiore entità si è av'Uta nella p rovincia di Frosinone e t erri tori 1i mi t rofi. cl onde abbiamo t ratto gli ot tocento caRi <'h e h anno fonnaio la base di questo nosl ro st uclio GU atti di Yiolenza, ~poradic i in alcu ne localita, hanno as:-;unto qua <' Hl il carailer<' <li nna ventatA epidemica. I n pil1 <li un paese l 'im p€'to bestiale si è abbattuto con cieca irruenza al punto rhe poch<' sono ·s ta te le donne che hanno aYuto la \'enlura di sottrarsi alla brutale aggressione. Esperia. Castro ùei Yolsci, J>ont ecol'vo ~ono sta te le località eli quella zona maggiormente colpile: la viol0nza <.· s ta i a perpetrata quasi in ogni
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ca~o ad opera di più soldati. senzn disUnz ione per l'etit della vittima (variante fra i 12 e gli ~O anni) c Renza alcuna c·onsi<J~ra zione p er il loro stato fisic.:o (persone degenti in letto per inf<'rmit.à in aLlo, deficienti menta! i, Cl'<:.). X ella quasi totalità df>i casi. le Yiolentate presentasano seg11i evidenti d i pereos~c ricen1te nel ten tat i\'O di oppor~i alla YioJenza. R llcvanle il numero del le \'iltime infettate di blellorragia e di sifilide; numerosi i ra~i di contagio coniugale rla parte di donne che. conlagiate da ma~ ·ocehim . hanno secondariamente trasmesso la malati ia al proprio mari lo :-;ono regi~ tra! i parer<' h i casi di gravidanza. alcun i modi c qual('he su i c idio. Ai fini clel nostro studio i ca!:'i ~ono stati raggruppati in base all'età delle• dtlimc (Specchio A) c in base alle eomplican~e morbose ~cg t tilc alla Yiolenza C'amalo (Specchio B) in modo da potere stabilir<'. c·on niterio uniformf>, il grado della invaliditil al la\'Oro che llf> è derintta c la sua classifica rispetto alle tabe1le ,·ige111 i.
Specchio .\
Età N. \lttime
Bo-6 I
6o-s I
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40- 31 1
16-12
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Prima questione da ri-:;oJYero è se la« marocc.:binala ,, co tituisee infortunio <'iYile di guena. ai sensi della legge l h agosto 1940, n. 11 90, e al n. L. 27 febbraio 1919 , n. 239. Ricordiamo che, in conf01'm i Ul delle dette leggi. è conees~a la pensione pridlegiata eli guena, al eH tadino, la cui inYalichtà sia <loYuta a qualsiasi. fatto di guerra che ne sia stata la caus-a violcllta. d i retta e immodjata. E, pertanto. e~"endo il fatto di che l raftasi ac<'aduto a{l opera di forze armate o, per lo meno of·casivnato dalle ope1 azionj di guerra, p osto che i m axocchini facevano parte regolare cl elle ion~c annate francesi , non Yi è cluhhio che 1'P\'ento in parola sia da, considerar i fatto di rtuerm a srnso llell'articolo 2 legge 26 ottobre 1940 11. 1543. Abbiamo giù, in allro :-;Indio (1). discusso questo rslremo della logge c ad es. o rimandiam o per una più <'stesa C'Ognizione. Il secondo quesito è se dal falto di gncna. rome ~opra <'Hralierizzato. sia <101'ivata llllH causa Yiolenla dii'Ptia e immediat~l del danno.
3 ~ello .studio sopra l'ieordato ah1J1amo illu~lmto questo punto
e abbiamo chiarilo che la legge no11 ri<'hiede. come alnmi pretenderebbero. <"he il fai lo di guena <lC'hba es~ere sempre violento. potendo, inYcce, essere sf01nito eli ogni <"ara t t ere di YlOlen~a (u qt1alsiasi fatto di guena ,). L'esseu;,iale i~ che dall 'cvento si origini la causa \"iolenta del danuo. LJ'nJt ra parte in quesri cn:-:.i è lo stet.so fatto di guena che ha ca.JHttere di YÌOlen~a irruzione domieiliarc <lei utal'O('<'hini- e, pertan10, in e"si coincidono la ,·iole nza dell'evrnlo (' quello della rau:-.a. E' da considerare, altresì, che. nei casi di ('UÌ l'i occupiamo. neanche occorrerebbe l'C'stremo della c·ausa violenta (lei tera a. legge 1)-.. agosto 19-tO). potendo essi rienl n-ne tra i <'Hsi di invalidità per« malattie derivanti da se,·izip e maltraltanteJHi n eli <'Ui alla 1ett. b) della legge. pei qu<.tli, <ome è nolo, non è ric·hie:-;la lrt <"ondizionc delhi cau!':ia violenta. Il terzo quesito riflC'tte l'<'lemento fondamenta](' della qu<'~-,tione e <'ioè :sC' la causa \'iolenta Yiolenza <'Hl'nale - sia statu causa direi t a e immediHta di inz-rtlitlità. Se non esi:-;te in,·alidità. pur e:-<sendo,·i il fatto di guena e la causa ,·iolcnta. la legge non troYa ca mpo di applicazione per l'indennizzo. Ecl ò chiaro. La legge lmllC' pcn'"'ioni privilegiate in grnere e di guerra in ibpecie e la legge :-;ugli infortuni civili eli guerra, informata ad HIHlloghi criteri giul"idiC'i, considerano esrlusi,·anwnte il campo fisico-economico dell'infortunato e pen·i(> gli clementi di esamP ,-,ono la capacità lm·m·atiz'a, riferita alla integl'iUt fisica de1l'indi,·iduo e la menomazinne di essa derivata dall'ev<'nto d1 servizio, e che vi<'ne proporzionaJmenle risan·ìta con l'indenniUL "\'ell'Istituto delle pensioni di gucna t'. dunque. insito il co!lcetlo giuridico della indennita che lo ~ta(o conisponde, quale ristoro del l1tc1'o cessante. a rolol'o che sono divenuti in tutto o in parte inabili al lavoro p('r causa di gurna. !\el campo infortunist.ico tlel la voro l'inclennith. come è noto. vi0ne ragguagliata al salario che l'operaio infortunato percepiva aJl'atto dell'infortunio, meni re ne,l campo pensionh·dico di guerra. non essendo s!ato possibile adottare la stessa nonua. l'indice ec·onomico del militare è clato da1 grado che egli a\'('\·a JWll 'escrrito. P er i ciYili infortu nati vale il grado di soldato indistintamen1c per lutti.
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(~uanto :-~opra ahhiamo c·1 eduto oppor! uno premett('re p<'L' chiarire meglio la posizione !!Ìttridica clclla donna. cb<' abbia subìto violenza carnale. C011l1C'!--Sa. per co~1 dire. ad eventi bellici. Dallo 1:ìpecchio B l'iaS;-;uJ1ttYO dei cHsi. vediamo <"he quasi lulle le donne violentate hanno contnuto il C"ontagio vPnereo. nc11e :-;ue varie forme , con ::,tH'<·essi,·e complicanze infiammatorie della ~fern genitale o m•rvose, o traumatiche.
Spett'hio B Postumi di annC'ksi le blonotT<-~gi<·a · 50".. ; Yulvo-vagi11 ile blenorragka: 20 .. : Tnfrzione luetiea: lO ~o ; . 'talo neurosiro po~t-traumatico: 5' ·• Blenorragia e sifilid<': 10"{ · Unn·idanza: 2 °~ : E ili di se,·izi<': :3 "~ In t;:tli casi la vittima della' iolenza <:amale t·ienLra, evidentemente, nella tutela della legge sulle pensioni <.l i guena. in quanto la forma morbosa. insorta, per ron tHgio o per complicanza. importa una minorazionP della capacilh lanmtfÌ\'H . .'1 tratterit solo <.li Yalutare. castJ per ca o. il grado e la (ltt rata della inYaliclità C'Oll'-'eguita alla forma morbosa. Però quc· ti ragi. per quanto numerosi. ntppreselllano solo una parte dei ca~i di \' iolenza carnale e prec·i amenle quelli, co11 cleverginazione o non . che presentano snccessive complicanze. R esterebbe, invece, fuori il semplice stu pro o, comunque, 1a Yiolenza carnale senza complic~mze patologiche. 'Qui nou c'è in ,·aiLrlità. C't>, o ci può essere. il danno. I n base ai noli priJ lripi i della legislazione penRim1i~tira di guerra. in tali condizimli è es.c1u. v la risarcibiliUt. Ma si avverte subilo che tale ~iluazione è ben lungi dall'appagare il senso di giu. tizia e la deficienza della legge ci a.pparc in tutta la sua iniquiU1 (1). ( l ) \ Ull Ì' [uori luogo ri cortfart• d w f(U ~ c:[o l U r·pe allo di \ iolen /Ll ha CO!' t itu il o '-Cmprc, prc<:so lntli i popoli, un 1·rnto eli par1tcoletrc 1-{1'~\\ilit prr· cui sono tntlora <'••m m in al e pene !!t'a\Issime. Oirb. anzi, clw i oir't r·igor·o<.i ;.nrto ... lali gli alttwli allrati eome rtle,asi dai vecd~i codtci penali rmnrPse. in!!te... l ' l'di laluni ~lati deltTniont• d' \m(•rica, rht> romnttna,·ano pct· tale t•ealo la p(•na di Ittor·te. SolLo la nrgina \ illol'ia altr~ prua di rnnrff' ru -.n:-liluita in ln!!biltt•t'ra la drporlnzione a dta (' JW!!Ii Stntr dt•lla \ ' inrinia <' dt'l l\tis<:uur'i il ll('!:!' t'o rhe ~luprava l·~ bianca. fino al 1 ~60, er•n <'••nd:tnnnlo alla castr'07.iom• . .\llnalmt>r111' 'ige nei \art r ndrri un rrnir!lrmt• o:onr r llo l!irrt·idit·o d t• l J'eat o e l'applirazionc m• è r'-lesa daltn
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PPr meglio rcndt'lcene conto è lwnc ...,offcrmarsi sulla Yalntazione ciYilistica di tale \'iolazrOilC. La \'iolenza can~alc può non produrre alcun dnnno fisi<'o. ma limitare il suo effetto solo nello stato morale della donna per le reazioni psi<'hiche C'Ile suscita nella ,·itiima. Ebben e, se il fatto determinante co!:-tilui:-.ce r<•alo (art. 2033 codic<' ci\·.). anche tale dmmo dà diritto a 1·isarcimento. E poiehè noi ca:-;i di semplice YiolaziollC tlc>lla ltberUt :-.c::-,~uale <la noi ~opra pw~pettati. riconerel>bero gli e:,tremi del delitto di Yiolenr.a carnale, il danno pun1mente 1noralP. ::;e fosse inferto <la un privato. ~are hbe sicuramC'nte ri::mrcihile. "\la tlull è '-'Ollanto fìuo a questo punto ;malogi<'o che noi intendiamo fnr <'ttrico della sna deficienza <-dla legge infortunistiea di gn<:'na. \oi dobbiamo c·onsiderare anche i <'asi. non numerosi. nei quali la dolenr.a cèlrnale a<lduee quella moltcplicp minorazione :-.ociale alla quale la donna violrntata vn fa1alnH'n!e soggetta. come Hell 'e,·enieilr.a in cui le jmpetlisra di prender<' mnrit(,. Ln <ln nna aYrrhbe aYuto mHl famiglia. s i s;-u'<'hbe <TentcJ degli aff<'lti Nl anehbe anche. llOrmalmcn!e. rict'\'Uto flal m:ll'ilo il manlenilllrnlo (art. HG cud. civ.) cui ha diritto. come(' noto. anchC' dopo la ~Ppamzione c·oniugale e an<'he nel ra·so di adulterio. Jn tali <'VeHienze il (launo co~tituis<.:e mu1 ,·era r propria perdi t n patrimoniale dw potrebbe inquaclrarsi nel cmu_ ·('t t o di lun·o rr·ssantt>, pure con prot~rie carai teristiche. Comprendiamo che la legi:-lar.i011<' infortunistica di guena non possa ahbl'a<'('iarc se non ~]tuazioni di danni dNi\·anti da jn\'alidità fi~ù·:1. ~f~ dobbiamo pur ri<'ono:-c.·erC' clw. nPi C<hi accennati, esist<' un danno patrimonia1e e cl1e c=--~o non è tldelalo dalla legge. L'esclus ione dal risarcimento rtpj)are poi ancon• pi.Lt ingiustificata quando. per effetto dellH ,·ioh•nza. la donna ~tbhia percluta la propria vcrginilil. Qui il da11110 (,ben definito nella sua gm\·ith irreparabile pN l'allemzione HHatomic<l subita d<l1la vittima. e per ln larga ript-l'rll13Sione ~ulln SliH fut.nnt siM tCnHlzioue ~ocinle. Eppul'e. anche in que"li rn~i. non \' erificando~i minorar.ionc della capac·ità laxorat i va, la legge non tmn1 applicazione. Tn collclui-'ionf'. la legge non <'on.;;idera il danno patrimoniale. così come i· l'Onfigurato. pN il moti ,.o sopnt R<Tenna lo rlella d(Jfln:! l i~i•·<~ llJ< 'JJk ll'l'!!Jiit'. : Jdllil;l '' •H itw r cunc•. :dia nt~·n·lt•ic·p, \oiPlldn-.i plll lll't · In I'OI'ITIZIIIflt' dt'lla lllu•J·I:·c li-"Ìt'.t (' lltoralt- clt>lla 1 il l !OHI. Ol'l!t' IIP. (jiiC·lt, t llo~l l · ll""'' tlt'llllt, rltt· il Lrllt l:tllcl o \ lle:t(o 111111 lw ":tplllo p iT\1'Dlrt•. Ol' ~apulo, n polulo rrpt' tllW J't', <'lw h.1 l:t-r·ialn 1u il!lia ia l' llll!!li:ti:t •li 1 illime. ri:-.11ll:1 llll (HliJ Ìiu t•cJ i• ')ll .o~l t'tllt~iclt•I;Jin t'"•'l'l'lllll 1'1111:-t'II)JIII ;ttlt• lrllppo• eli o1Ct'11p:tZ111llt• C:lllllt' ~ ~~ lll't•dn ill• llu·n.
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non cl0rinlzione da inYaliditit lì&tca e non <'01110mpla il danno morale. p<'r quanto rile\ an t il--~imo. in quanto pssa e~dude nettamente il principio della ri...,~nrihililà dei danni mot·ali. Tra i casi di Yiol0nza <'HI'I}ale con sempli{'e deflorazione ah biamo se ello i due ·s 0gurn t i che ripor t i amo a t i l olo eli esempi i . O.cazione. perchè clanno oc·casione eli farr ulili l'ilievi sulla claf-1si fie azione fJ·l'O})OSta d n ll a competente commissione medica petlsioni di guerra. tratta da considerazioni umaniiHrie. nul in ma nifec..la opposizione ai principi della legrre. l o (' \:-;0,
.\ Lucia. clisnetto d i Ca.,crla. di anni 22. conta(lina.
Dagli atti risulta che. nella no t le tra il 2L e 22 maggio 19·1±. mentre dormiva con i suoi genitori in Hn<l ~" ament della propria allilazione. in b01·gala X di ~e·Hsa Aurunca. ed H seguito eli inuzicme i m p1·oyvisa nella. canwra stessa eli clur mi l i lari marocchini C'lw C'I'Hno penetrati dalla finestra. fu :::oUopostn a violenza carnai<' prima clall'nno e poi dall'altro. mentre il padre veniYa immohi!IzzHto e la madre lennta c:otto minacrin delle armi. ,,·~·w,,e obbietti1·o: f. ame nctuo-p~i('hico 11egati\To. Appal'ati o1ganiri sani. E~amc df'i genitab (prati('ato il 3 agosto 1 94~ presso la Clinica o;.;lelrico gineeologica dellTni\'ersità di :\apoli): nrl complesso 0sistono Regni eli una <leflornzione eli antica d aUt. ~rgatÌ\'O 1'0same de l sangue per la. lne. Propo~ta l'ottaYa c·alegorin a vita.
2" C" \l'O.
F. Fiorenza. da Ses a .\ umJH·a. casalinga. di anni lo. Risulta dagli a l t i eh e il 1:3 marzo 19±+. nella campagna con tnHin ~. C .. la ctùsa di ab i !a%. ione fu inva::;a da alt'u n i Holdati ma rorchini i quali. uno clopo l'<lllm, hanno sotlo poslo la ragazza a violel l%.H rarnal0. lliE'Jllrp i l padre era t m li rnnto solto mina<·~.·ia d i mi Ira.
'
/~':...a me obbiettiro: apparatt organici ('liniC'amrnte sani. ~e gatiYo l'esame nemo pgichico. Esame gineC'ologiro eseguito pre~so la C'linic·a dell'Cnjyersità di ~apoli il ± ago~to HU., nrosso imene ramoso e sfran gialo ron intacca turn C'h e raggiunge <leciRarn0n le la ha se del
(1
7 ('Ontorno ..\nm·s~i ~ani. ~el cumple:::.-..u "t'!.! lll di una de floraziollC anlica.
Categoria propo;:,Ut: otta\ n a ,-ita. Come (· dimostrato nel t('sto, lt• propo ... te. tanto 11el 1° che 2" C'ai'o. henchè il'\ p i ntle a ('l'i t eri <li tnm1 ni t~1. ~ono in giu=--tifirate. l !~:c' l
J)ohbiHmo innawd tllt.to rileY;He che ln procedura cl01la legge :--ulle pen ~ioni eli guena male si ada l ta a qu<'sta spedale I()l'ma di infol'lunio. Pmcedura frautumata in fonnalih1 campliente e difficili. attra\·<'rso organi sa ni1 ~ni p<>rifcriri inadeguati e insuffic ientemente attrez?.ati. conYogJiati in un congegno ammi nist 1atiYo e diretliYo ceni w l<' lll<l~todontico. c·o11 a ridosso un Comit:1to di Jiquid azion<' il <'Ui funzioltamcnto può rafhgunn·si a<l una batt eria di cont agocce. contro la quale urga la fiumana inePs·sante d olle pratiche C'he promanann dagli uffici e che agli uffici ritornano. dopo lunga stazione quarantenaria, a st illiridio. E quando la pratìra è decisa e pedeitu. tra~conono mesi e mesi perc·hè al paziente (~i<'). r he attende da anni. giungH la notifica del <lerrcto da pn,rte del Ministero del TeRoro. Xei 90 giorni suc<'es:-.ivi a l la no! ific·a egli può fare ricorso alla Cmte dei Conti e qui mi fermo. per non immettere il Jet l ore in un altro cir('uito non nwno complicalo e traYagliato (1). B reve: le formalitit legali della pcn sionistica c1 i guen a. (11011 parliamo, pel' carità. cli quelle delle pensioni privilegiate ordinarie). non ::;ono adallabili a casi che. per lc1 loro natura c> rapida mu tevolezza della sintomatologia obiet t ivrt P s u biett i ,·a. richiedono immediatezza di accertam('n(i e pronle7.za di proYvedimenli. ( l ) Ali c> lumwLra-i 111 ['1 t •I'PdU!':lll ""'ono a![g-ì 11111.!<'1-.i q ucllt• der l\ :11111 d n non infn·qucn li Lriudizi soJullta r·i del Lnmilnlo di hq uida tiont' p!'nsioni !!1 1rt'r:J. C ilo il ... egut•nlc ea-.o: una inforlnnala cl\ il t>, duraulp tut allnt·me :H'J'Po ' 19.12), ··l1lw fn1·lp lra ltllla p-.ic h iro, co n si'!!IIPIIII' spm·mu d PIIe arfc>J·ic rctin 1!'he 1'1>11 cdl'ma d1ffu ... o ùi lu iJ c, il le-. ... ulo rrlin ic'' i11 0 .11., ,..urc<''-SÌ \a a l1·ofìn p r·i nt;Hin dt·i lt<'1'1i ollirt t' CCCII:\ bilaiPI'alt•. . L a Corllmi;;-.ionr· .\l rdic':t ~11(H'JI"n' ~'" l"'''""'' rwrt·re d1 dipt•u d cua• d:t rat i':1 scr' l ZIO l!llt'IT:t '"t•d uia '2 1 OllOIJJ'f• 1913). I l Com il :l lo, • ' l'll7.:t t'lllr:ll'è 111 nwr il t• al fallo1·o· diuìo·o . ne~nna tali' dipl'lldCI1· t.:• ' "llobr•t' 19-16), flCI'dtt'o 111'1 c;t;,n non .... 1 1er·dìca l:t cond,zi oJ ri' prr\Ìsla dalla l c~ge, tn qu:llllu non puà considl'rtu·si {1/l/ol'l' IJI'/iu·n lo ~' 1"1'' ""'" d1 1111 ullorntt'. Il r.CJnnl alo olc,·e :"t'l'l· litta ìdPa a~-.:u •·nu fu-.:t 'Iii l'i 11 for'llllli" d 1 l!li<'IT<I dal rnolllf'Jiio cll<' itle ul i fi ca 11t>llu -. p:~n'u ir> il l'all o oli ttl l!'l'l':t . \ p( ca~u ;;;peci liro l:1 P''"iziOJH' nwdirn·li'!.Wit• o un JtolreJ,hc a1 t' re IC'rurill i più l• n·rhi e. indi,..rnl ihilt_: all:11'1111' :tCJ't'(t f;~l[o di !!lll'l'l'::t}: l raUIIta p;;ji'(Jico o "P:t\t>Jllo (cau..,n uolt•nla\: le,.,wno IIPIII'I>I'I'liiiÌI'n ( tr,..intll' di rrf ln .. imnl!'dinl:r ola ca11"~' ' iu(,.ttla · n.'rilil lim alich1;'1 \ (llr;•l'r la coudizionr. clw, pl't'\ ,.. [a ol::llln lo'!.!!!t'. 11011 ... i "ar.·hbe l t'l ifkala?
Consideriamo per pot'o il caso della fanciulla eli 1G anni caso sopra illustrato -- che, stuprn t a il 13 mar;!;o 19-14. viene sottoposta a Yisita nella Clinica ginecologu·a <li ~a poli (p8r incarico della C.M.P .G. di Caserta) il + agosto 1948. Dovendo la pratica percorrere la tJ·afila degli uffici , passare (non se ne comprende il perchi') per la Commissione Medica Superiore, e poi per il Comitato di liquidazione, occonerà aneor pilt di un aww per giunge1·e alla stazione dei decreti. che. nel caso sopra riC'OI'dato, darà lu ogo aù un decreto negativo. Ma quel che è più interessante. nel no~tro studio rilevare è che. attraverso la lunga e intricala prorccl urA. Yengono elusr esigenze medico-legali imprescindibili. In tema eli stupro occo1Te senza meno l'accertamenlo dello stato <lllatomico della sfera genitale e che ::;i prQvYeda il più che possibile sollrcitamente, poirhè le modif1cnzioni dci reperti a11atomo-patologici sono tanto pilt noteYoli quanto più è lontana la violenza. 1hw a mancat;e completalllente. Così. nei casi eli stupro con integrità clell'imene- come pU<\ ve l'i ficarsi nelle minorenni dai 1O ai 12 anni per ragioni an a tomiche - restano elementi prol;ativi solta11to le lesioni cutanee (le gmffiature. le escoriazionL le contusioni. le e<'ch im osi. ecc.) che subiscono modificazioni nei rapporti col tempo. R endono la questione mec1ic·o-legale ancora pitt indaginosa e delicata la complicazione coll'infezione blenorragica o luetica da vagliare a distanza di tempo. il conta.gio stesso propagato al marito dalla donna violenl ata e infel tata; la subentrata gra,:idanza e successiva maternità ecc. Bisogna }1nche chiarire i casi d i simulazione. di pretesiazione, di autolesione e eli iutte le altre pratiche fnwd olente che si accompagnano sempre a queste ~i tuazioni. -on' ci intl'atteniamo sui singoli argon1ent1. essendo :;ufficiente. ai fini del noslro prPsente stllcl io. averne fatio cenno. Riferiamo il seguente caso pal'ticohnmcnte inleress<'lnte pel' la comples·s i tà <.lelln questione medico-legale. L a ci vile C. Francesca di Gaeta no, eli anni 26, Comune di }'alva terra (l'rosinone). SpaRata da d llf' a 1m i. ha una baru bina ài 18 mesi perfettamente nonuale; di illi1Jala coJH.lotla morale. ll 28 maf!O'io 19,J.4 veniva ao·!.nedita e Yiolenlaia <la tre :-iOl""a l:'v dati marocchini rimmwnclo con l ngial a cl i malAttie veneree. l L marito, ritornato (lalle carceri di Palilla doYe e l'a sta lo 1·inchiustJ daj tedeschi. rongiunwmdosi t·m'?lfl/menfp r·on la IIIO[tlie. ancora inconsapwcole del contn(tio. coutrrr:sse auclz'P(tli la infezione l·e-
9 ne/'( a (Informazioni Coma n do ('L' .. ~lNlieo Condotto. l "flicialc Sanitario). Ri<.:oYerata dopo :;;ei me~ i (11 dicembre l 1>44) 1wlla Clinica <lennosifilopatica eli Roma , le fu risc·oJltrato sifilodcrma papuloso con papule erosiYe alla mueosa ho<'cale. papu 1 <' alla yulnl. :-;ifiloderma maculoso s ul tronco, ingon..!,o pluriglandolare. Rientrò in cliniea per cri tema dill'u--o del corp(} il l fel>l>mio 1945 c poi il 9 dicembre 191 G. 11 H) novembre 1947 Yisilata dalla l'ommi:--~ione ~lcdH'a Pensioni di Guerra eli Roma. proposta per la \' f eategoria per anni due per postumi di anncs.-ite e nd\'o Yaginite da contagio vent:>J'<•o gonocor<"iro e hwl iro. ( :mdizio <"OnfermHto dalla Commi...;sione ~Icdkn ~uperiore il 3 giugno 194·'. La infortunata. ospite abituale di S. Uallicano. allend(• all<'<>l"a la definizi one d0lla pral ira dal t 'nmitato di liquidazione Pem.;ioni <li UtWITa, dopo piì1 di 4 anni dalla subita ·t:iolemm. E' altresì, da definit'e la posiziorw del marito di honte al diritto del risarcimento: il nesso dell"illfezione della moglie con la causa violenta. diretta e immediata ('·iolenza <"H male). Ilo n ~i interrompe con J'infezion<> dr l m.arito (l ). l~n
breYe cenno ronYiene anche farP ~nlla misura dvll"indennizzo che vione attribuito alle infortunate nei 11on pochi ca~i eli ricono·sciulél invalidità per lesiuni o infermith romplh·;mti la violenza carnalo c, cioè, s ul rome Yieno dass in ralo il danno da parte degli organi sani!Hri c· amminis.tratiYi <l<'lla Di rrziolle t-ienerale Pensioni di Guena. J>er cptanto riguarda la dassihcH e cioè lct categoria della p en~ione da attl"ihuir<' alle <l<' l te infortumtte, non vige alcuna prassi. n(• ' i c' stata ancora elaborazione ginrispru<lenziale, poic-l1è ncssm1 <·aso Anora di donne \'iOlentate è pervenuto all'esame' della sPzion<' giurisd izional<' drlla Corte dei Conti. L 1 C'ommissione :.\fedi ca ~~~peri me per le pcn..,ioni di guerra ha espresi"ìo finora il parer<.' di concedere per gli e:-; i ti <lell'in fezionc gonocorrira (annessiti. metriti. vaginiti. <'<'<'.)e dei conserntivi fatti ,, nenotiri ll, l'olta,·n <"Ht<'goria tnh ..\ ) pc1· due • l l11 n liri fl'l'lltÌIIc. l:t rausa 1 iol<'lil<~ non -.j c•-.nut'l-.rP ndl:t donna 1 ioiPul:tln In qual<', JH' t' rffrtlo dt•l c·oulngio, diH•nl n 1 Piro lo di 1n fc>zione .C<Hl p•·opag-;~l.i<>llc• di. rellft a lla nuo1a 1il li 111a. Tnllo eii> d iriauH,. "~'JIPIIt· -.;('J r ;t lillt'l"tJI<'. (Wl' quP!Ii rh<' ..,j occ·upauo di'Ila lllillt·•·in. ma ,...-,n l i [c•r•ni <hl\ ani i all:t han·iPra do•l fa ,.,,11,11 t•in/1'!1/u,
due/l''· llllllll't/itt/tt, r ...... <"nJIIP ((t]'o l Jlllo•nrlono.
IO
anni, e. in qual<:he caso pilt gl'ave, la settima per am1i due ( l) , pe1 gli esiti di luc una se t t ima per due anni ed alla scademm. per lo piil ancora tm 'otl a\·a per due anni. Per i c·asi di semplice clen"r~inazione , non s i t' ancora pronunciata, si<"chè non Rappia mo· ancora se •SH t':'l da essa condivisa la proposta fatta dalla Commissione Medica P ensioni <11 Guena di Ca. erta pC'l' i due casi da noi sopm illustrati della ottava categoria a Yita. R non sappiamo neanche in base a quale criterio la ConuniRsionr iVI.edica Pensioni eli GuctTH eli Caserta. abbia classificaLi gli esili di deflorazione. senza complicanza. in s~ categoria a Yita, C'è <la supporre che abbia fatt o rientrare il caso nel n. ;) cle1r • catrgoria chr tratta delle « cicnlrici di qualsia'si parte del corpo ... a <l me n l i o retratte ... l). Cet·to l'appl icazimte potrehbò sern l.>ra l'e a1qmmto ardita. ma nessuno polrc>bbe nrgare agli r siti di una deverginazione violenta e hl'lltalr i caratteri della c;C'Htrice << re! ratta n . Keanrhr pel'ò c011 talE' atto eli spinta béneYolenz.a e eli umana comprensione può ri tenersi soddi::.fatta la dO\Terosa riparazione economica di un danno tanto ri le\·anle : danno non solo morale, ma. <'ome abbiamo dimostralo. an<'he patrimoniale. Poirhè. in l cndiamoci ben<'. il danno moral c> individualt· non è for::.e così rclatantr C'ome in lempi ordinari. e~·sendo il fat1 o attribuito alle i nelut t abili en ' ni enze della guerra c> aYendo colpilo la gene ralità delle clonne. ~ La mostruosità della vecchia di RO e piìt anni, sot toposla alla . tessa violenza della fanciulla di 12 anni. fa pensare alla fatalih't di un cataclisn"Ht che attenua l'importanza moral~' dell'a vv0nimento. :\fa noi abbiamo già illustralo il coef.ìistente danno pa t rimonial(;> che deri \'a dal fa t t o che la donna cleverginata è socialmente <lerl::fssata e perciò le ('On seguem:e si riflrt lono non solo sulht sna si-s temazione H vveni re, ma anche su l s uo col locamento nel rampo del lavoro e quindi in nna ridur. ione della sua capariUt eli gu adagno. Per i casi di violenza camale ('Oll complicanzr infetlivr (blenonagi a . sifilide). ancora più opinabil0 ri sembra la rlassilìra 'l
l.a ddlt· llt• r
T on1uaa ... ina. di Fl'ltt'P. nuni l !l. tla \ ·Noli,
Il n-:>-19-11. <t!.(t:"feditn da -.old nti 111(11'1•C'Chini, il':l't'inala IJl llll(l ('<JS:t rolonica. deflnra ln . 1 i~> knl;da co ntro ll<tlttt·a. P r·o1tla~ i nl:1 d 1 hlt>uo1'rag 1n. Hi t't l\·p r·;da pl'i111:1 al l'o'>IWdnle di All' l'sa, poi in que llo di V<'l'ol i t'poi n!'l ~- (;:-~1 lic:wo d i Rollla. \ 1-.Jtnla dalla CutuuJi..,,inne .\led. Pt'll'. (iU<'rl'n il 3- 12- l !l ~ G. Jti'OJHhla p<'r la 7• cal. prt• anni dnl' pPr: po,lumi di aniH"-"IlP biPttOI'I':l!!ica t' n;•nro,i con ..... c·utiHl a 1 l(•lt>I IJ.a
carnai<' liiu il it.io r onft'l'lll:ll!t d al ln C:ommi"s ionr' :\I Pcl. Supl'rimc.
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~egtlita dalla Commis~imw Medica :-;upNior<'. Concedere ad una gioYine donna stuprata e contagiala un::~ '-'" categol'ia per due anni sembra. in V<'l'itit, una irrisione (l) . .\nche Yolendosi attenere al piit riQ.Ol't)SO criterio di <:lassiIì.ca.. noi lroYe1·ennno ffi<'glio ri"pondente alla rraltA della situa:r.ione non conglobare la jnfezione. lC' comp]i('::tnzc infiawmatorie degli a11nessi C'i ronsecutiYi iatli mwrotici in una unica r-~ categoria. mn tcnrrc distinf(' 1<' ,·arie Ynci e attribuh·e. per ciascuna d i essL'. rl isti n t a dassifiC'a. P er la sHìlid<'. poi. l'alto cnnsro;;so sanitario propone la classifi('a drlla 7" categoria con la diagnosi di« rsiti <li lue n. ::'iamo nel pNioclo in cui certanH'nle non si può parlare eli esiti. ma di una .!!l'Cl\'<' infezione in pieno clecor~o con consegnenr.e morbose di noleYole entitÌl an~·h<' sulla prole. Per 1utto dò una 7" cFttegoria pC'l' due anni non può ritcnc·rs1 :-.olid i:·..,facent<' (2). ~Ii rendo perfetta mente conto delle difficoltà d i classificare le infPzioni veneree eh<'. nel l::t pensionisl i<: a di .~uerra, tratt<mtlosi di militari. per ,·ecchi niteri e radicale <;upPr-dizioni. sono da rilf:'nE'rl"i e~clu<;c da ogni beneficio e pertanto tali voci non figurano affatto rH'lle tahrlle delle infermiUt. )fa ltt-1 nostro c·Hf'o. la infezione della donmt rappres{'nta l'effetto di un::t. aggre .;;~ione. di tma inoeula11ione ,-iolenta c eioè un fatto nuovo e non pr<'vi~to qunndo venne compilaln la legge sulle pensioni di guena. ~aturalmente la sua e~tensioiH' ai danni civili eli guerra ha 1 rns portalo con sr la la eu nn e le con1 rnissioui mediche devono C'olmarla con niterio analngi('o. ?\oi rileninmo rhe. tutto COll~i der~lo. lrt infrzione sifilit1r:1 polrC'hbe Psserr compresa tra le mfermiU1 gm,·i al punto da determinare una notevole incapaC'Ì l h al lavoro proficuo. almeno p0r i primi due o t re anni. e. <·ome tale. essere classificata alla quinta <'<-1teg:oria o alla quarta -.rconclo i casi . r l ) L;1 fi1il1· \l. \'iiii'Cn711w d1 E1rliiH•. atllll 1/, da Valle d1 ~P•~••u (l.al irw). llPflurala c t'<•ula!!wla da .. ,,ldali JJI:II'occhiui il 16-1-19-U. . li 30-~-1 !J-lfi 11 ~ 11 al a dal1:1 C.o111 1111"'"'111' \l t• cl. P t> n~:;_ (,. d 1 11oma. prupo-.t a per l ·" " •·al. pc·•· :111111 diii' pPl': a rcliq11ali .ti \llho-,·ntduilc dn violenza t"arnnlt' c conl a:.!io hii'OOI'I'<H!Ìi'o . l oiuclizJo c·c,ltfc•ltU<do dalla LtoltllllÌ..,..,IOIII' ~II'ÙH'a Supl'l'ÌOrl' il lt-.-t-19-l". "2 ' l.a I'Ì\Ìlt- \. 11:111:1 fu ~crafì110. d1 an111 :?6. ContUIH' di La<..lro dei \•olsri. \!!!!I"Cthla c> dPilol·ala da marurrhi111 Il :2'i-:i-l!JI!. rnn:~-.e ('nula!!iala c• <'Oill'l'pÌ tllllt
lmmbintt.
lllllul<J nwralll:'• aulc·I'Ì<JI'IIH' Ill p "<.tH'rc•..:... i,:nnf'ul,• a lln ,·ioleuza ;;ubi l a.
\ ''!l:lla Il 5-11-l!qG dalla C.ollliiii""Ìolll• ~ll'<llra Pen". (;ul'na eli Honaa. propo..,la c·nl. p1'1' :Ili Iii dii{' P<'J': rl'liquuiJ d t Jlljr:iollc' lttt•Jir•c c· ... indi'ome IW\ ro;.ica d: \ ol••nt.a carn:dl'. f :JIIoll71fl rnufo•nnalo• d:11la Cnnami..,~tttfl ·' \lc'oiH'a !':-IIJ't'I'ÌIII'I' il l:i-!1-194/
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Conclnden<lo. anl.'he con quP:,ti accorgimenti e fatiC'O'i adattamenti. appare manife~lo <'hf'. comunqm• ;-; i con:-.idc1i. la leggt.• sugli infol'tunati ch' ili eli uuerra non è adatta a pl'OYYetìere alla tu le la cl elle Yittime della hm tale Yiolenza Jll<trolThina. Essa. in fai l i, o non risponde pN nulla alle e;,igenzc dello "peciale infùl'tunio, o risponde in moclo inadeguato, lale, umd, da potersi t'itenere irriso l'io. E ben si C'Olllpl'en<le: quando l-iOrsc l'Istitnto delle pensioni di guenH , esigen~e rli tal natnnt non si preYi<lero. poid1è quasi non esistcnmo . .:\è la norma dt·llo ~peciale cliritto r.on•.,ente. per la sua prcci~a fhwl 1tù , uno sYilnppu eYoluliYo in tale direzione giuri<lico-sodale. Il Yoler dilatare una ]pgge eh fondarnt•ntalf' essenza econumiea. fino a comprendE-l'C <'H"i di preYalettle c·ontf'nnto l'tico-:--ocia le. ~ignific·a Yoler forzare l n leQ"ge a danno della materia da tu tela rf'.
Dimostrato che la « mam<·chinata " cchlitu is<'e fotto tù ~tuc · r 'l'a. il quale riw•ste. rome causa delriuforlnni o i <'Hnllteri di Yiolcnlo. diretto e immediato. abbiamo prE>t·isalo per quale p<utr tale infortunio ::thhia i reqmsiti per la rio;;c-ucihilita ai termini e nello <>pirito della legi-dazione speciale. La !< marocchinata » ~i <'Oncn t a. c·ome Hl>i>ia m o ,-i:-. tu. sotto
due forme e. cioè. Yio lf'n za c·c-unale pu rn e ~emplice e Yiolenza ('arnale complicata da <'onseguenze patologi<'he. Tanto nel l'uno f'hc nell'altro easo In violenza carnale l't'Slé-1 l'tlot·i (l ::tl campo di applicazione della legge sugli infortuni civili di guerra. mentre Yi rientranl} Il' sol0 conseguenze patologiche <'omplicanti clelia scc·onda forma c'solo in qmmio Ìll\'<llidanti. Resta fuori. ciot>, un danno nPlla pen;o,w. di notevole enliUt. un danno che. come ahhiamo dimostrato. l.• <lllciH' patrimonialr. ma <'he non incide sulla capacita lavoratl\' H dell'indi\'icluo. In al! ri termini la << marorchina tR n per le ..,ue conseguf'11ll soYrapposizioni patologklw e. eioè. per ]a ~ma parte aggiuntlnì nel quadro della violcnr.n c·runale. è tutelaln dalla legge sug li iltforl~tni. eli guerl'a, menll·e. per la sua p<HtC' E'SS('ll7.iale (Yiolenzn c·arnnl<? a sè stante) non lrO\-a posto in qneF-ta 1n·ov-.;-idenza le gislaliva f' resterebl)(' quindi eselu-,a da ogni risat·c·imeuto.
TnttaYia ci sembra. <'hf'. us<'<:>ndo clnl <·an1po della pen~ioni =--tica di guerra. la no~tra l<'gislar.icme oft'n1 la po~:-.ibilith. sia purp
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HWcliante opportune predsFLzioni. di Yenirc incontro allt-) necc•;-; '-itil clt questa ::;p<'<'iale ('ategoria eli infortunate. PPr migliore <·omprcnsione. è bene rifarsi alle origini dcglt ('\·enti in discussione. r doè n ftnel periodo eli tempo in cuì ~tn t·he uli atti delittuosi del genere erano regolati dal comando alleato in tegimr armistizitdt>. ' P<'r quanto si debba deplorare l'inerzia clell'autorità alleata di fronte all'imp en·ersat·e delle Yiolenze maroc('hine. dohb1amo ricono-.,ccre che il comando al irato è stato sollecito nel dare rot·so a tu tti gli acr<'l'tamen!i neC'essari intesi ad ideltlifiréHe le vioICDZ<' <'a mali operate da :-.oldati mar<)(·chini. tanto ('he il comando fran(·pse racrol s<' le isumze cl i 25.000 Yit t ime. H i·mlta. altrC'sì. clw a Ila eia t a d i l'essazione del periodo armi~tiziale. per 3000 domanclr l'istt·unoria ri~ultò ('Ornpl<'tata e. in part<>, si era pron·pclut o al paga me n lo della inc10tlllit~l nssata. dal comando ste~so in mi~u t· a Yé1l'iabile fra le 20.000 e le ()0.000 l ire. Xon nhhia111o elementi i!~' sh1hilire i crit<'ri adottali nel determinare gli indennir.zi <'. s(abilirne la enlitit. Certa cosa è <'he indennizzi Y<'nnero c·om·~?ssi anche 1wl ~a ~o 111 cui non risultava menomata la ca paritit laYoraliva. Ciò significa <'he il comando franrese ha inteso di dover IH'o'·''edere alla riparazione di danni. deri,·anti da atti di violenza carnale. Hnclw CJlW ndo non coesislBRS<' (li m inuzionr di capacità al la v oro. Alla c·es:3azi.one dello sta10 armibtiziale. il comando alleato, ('(m apposite corwenzioni, ll~1 :tllrihuiio al goYerno italiano il ·omp1to di continuare il pagamento degli indennizzi relativi alle .1000 istanze da esso definile - pagamento a cui hanno provveduto o stanno anror pt·ovveclendo le in tendenze eli finanza e di conclune a termine le islruttorie dellr altre l -20.000 istanze da e so mccoHe. come sopra si è cl<'llo. Que·"'ti arcord i trovarono posto. insiemr ad altri oggetti di dan ni bellici, nel R.D.L. 21 maggio 1946 n. 451 che. n<'ll'artirolo l. lettera d). contempla i << danni dipendenti da azioni non di combatiimenlo da parte degli alleati "· Per la 1iquidazione dei dPtti dm111i eon lo ~t esso R. D.L. vcni,·a istituito un appm; ito uffirio prrsso il Mini Rtero del Tesoro. eufemiRticamente denominato ufficio requisizione alleata (E.RA.) (1). Il Espcrtta appo-.rln itlC'ht<•sLt :;i pt'O\ \Celo· alla liquidazionf' tu l'in r/1'/ lui/n r/i-
.,,.,.,.:t"llale, wcondo <·rilPt' i fì.:;s:Jli dallo s i t>;;so ~l in. rl ~:•l Tesoro <' <'Oncordalo coll'n p· l'""tl •' comitato con~-oull h" prr\ i"' o dali n le!!:!!:<'. \ rl. 6.- Il Cnrn. i· ""llliH'''" da uu C<lll,i!.dwH' dt '-'Ialo ( PI't• ... idPnlc \. da nn C:on.
Però le 20.000 ista11ze lasciate dal comando fmnce~c. all"atto della su a patlen za d all'Italia, sono dmaste al'cnntona le non sì ::;a belle se nei sotterranei de l comando stesso o negli archivi del ) 1inistcro del Tesoro Italiano e pare che l'intromissione di nn on te protettore (sul tipo dell'.\ ssociazione Sazionale in[(·~· tun ati civili di guena, e. cioè, sen za akun cantllere o r i C'ono~ci menlo ufficiale) abbia creato a l Tesom l'aLibi per la~('iare le co·s c allo statu quo. Tutto, adunque. l' rimasto fermo a quei p u n to morto e, frattanto, la pttbblica :-;tampa. che in ut. primo tempo era insorta concorde per stigmalizzare la lurpc de'.·a~ta zione marocchina. :-.i è acquietala P<l è rimasta vore damante in deserto la parola di un autore\'ole parlamentare che in,·oraYH provvedimenti per lo infelici ,·ittime della guerra (1). R iassumendo. ri:::;ulla chinro <'he il Govemo Frances<.· aYe\·a es plicitamente riconosciuto eli <lovere anno,·erare. fm i danni meritevoli di i ndennizzo da parte sua, anche le u matO(Thiuate, e che questo suo intendimeu to l'cadu to nel \'clllO con la subentranza al comando frnnrese delle auloritù italiane. 1Ia cio 11011 può significare che il governo italiano abbia cli-;<'onosciuto l'obbligo di proseguire e portare a fennine l'impegno già a...,:-;unto dal govomo francese c in via eli e~rcuzione da parte dello stesso. Riteniamo. pertanto. tli poter concludere. per quanto la lo'~uzione del R. D.L. non contempli manifestamente que-;t i fati i (e ben se ne comprende la ragione). rhe l'intento clel legislatore, in aderenza agli accol'<li avVOJitlti fra i due govemi, sia ~tato 'luello di includere nella tuteln del R. D.L. anche gli atti di Yio:enza comp iuti c;ulle donne. i quali. come abhiamo acc·pnnato. producono, noi limiti considerali e con le a\'Yerlenze fatte. danni <l i rantttere pa.t rimon i al e. \ .fa l si com prende <'Ollle il Mi11 ir-;tero del T esoro non abbia ancora w-alo il mezzo ofl'crtogli da qnesta nol'lna di legge per definire il grave e innrc;cioso problema. Dohbi.'!l,mo ritenere che ciò sia diprs0 dal fatto \..'he non esiste anrorn un regolamento per l'ap plic:=tzionc del H..D.L. In altri termini e~iste la lC'ggf' rhe preY<'<le l'indennizzo. s1glre1·e Je lla C:o1·l,• dei Conii, tl:1 un .\\'\ot':Jio cll'ilo Slalu, d:1 1111 :.lclllill·o dt•l ~li11. Incl11-.l 1·in P Conllll<'rt'io, dn 1111 ,\lemhJ'o d t•l \l i11. rll'lln Oif<o:-n, da 1111 F 11 nzion:nin drl Tt•-.oJ·o P dn nn ~l<>nJIH·o drl C.om. lnii'J'IIIini'll'l'iah• dei pl'l'lli. l l. o11. I;Jn\alllli p,.,·,iro, nel l~l l j, lw 1'1\!tlto :ti :\lilll'lro dl'lrlukru•• ,. al1'.\llo <.ommi-. ...ai'Ju fH'I' i' l:riPIU' e la Sanità un'inl•'l'l'••l.'azionc>, llt'l n•no,•'t'l'p • 'lll:di fJrOIIPd JIIlt'llll inlt•utlnno p1'1'1111Pre a fn1o11' d••ll1• 111fcliri donlll' JuarutTinn:lil' di E-.pf'l'I:.J ( Frn:-Ì illllll' ) ''· ,, :-,,•c·o Jido unn pu J,Jllic·n d idlÌaraziunt· fnll:1 dal Si 111I:J''" eli t] ll!'l CtJI IIllllC, inl'alli ,.,11 :?.:.oo ;Jh . .;i ('()ll i llllll /()() "••11111' l' io l··nlalr•. rior In ljll:i'Ì lllI~Jlil;ì dl')lf' dolili!' di'l Comullt' Tu l l t• inf<•llalt•. akuue llH•J k. aill'l' m .. riltlltidP. f) i I[IIP'-Ic• dnniH' lll11ll•· ""Il" !!Jtllani, altre l!lll\:uu-.-.Ìilll', ,, ùilc'nlauo a loro 1olla dufondJtnri dPI mali' dJc' P"l·i:llln : ::t tull•• c·ii• :-1 <H!!!Ilill!!t' il prnhll'ma dc•i fì!!li nal i ù:-~111' ,.,,Ji,iJ;• \ l!dl'll'l.l' '·
111a ...,enza nonne che ne regolino ~ ·appliC'azione o stabi.hscano il •JIWufum . lasciato dalla Legge (nwero troppo genencamente)
;JJ]a <liscrezione del ~Ii nislero del Tesoro.
l>ala la comples 1tà della materia e la nwlteplirità dei ca i. lllla reaolamenlazionc è', rome è OYYio, as. o lui a mente indispeno ~abile.
Tl regolamento offdrà il modo di rip rendere la questiono e <lPfinirla in modo eq no e HO(lclisfacenle. A nos~ro ayviso :-;a rGhbe bene comprendere ill una Yocc di Tahella lo speciale infortunio. attribuendogli una categoria tì~sa rale da adeguarla all'entità del danno morale e patrimoniale. La categoria fi a pot rcbbe essere ragguagliata alla quinta <lclla pensione <li guena. integranclola, ca o per raso. con la calcgoria rispondente alla fonna morbosa 8\'E'nlualmente complicante. Così, per esempio il caso di violenza carnal e con infezione si rilitica verrebbe das~ i fi.ralo con m1a quintA per la violenza ('arnale (o quarta ~e vi h 1 rl evcrgìnazionr) e. in più , una quinta per l'infezione luet ica. l l caso di Yiolenza carnale con inff'zione l>lenonagira. aunc~sile ...gonococcica e fatti neurotiti, verrebbe clas ificata con una quinta a Yita per la violenza. piil ollant per tre anni. rinno' ahile, per ciascuna delle tre forme morho.'e sopraggiun te. \at uTalmenl e il richiamo alle calcgorir della pensione di ~ucna avrebbe solo camltere di semplice riferimento, restando la li<]uidazione clell'ind·o nnith assolul:un olll e indipendente dn q U('lla legislazione d i guena che rome abb iamo già accennato rìspomle ad altri principi e si concreta nrl diverso sistema rhe l'proprio della legi slazione italiana s ugli inforltlllati di guerra. A questo proposito si potrebbe os~en· are che la concessione drll"ind~nnizzo in q ucslioue potrebbe co ·tituire una deroga al n osi ro 1stema eli iud<.·n nizza, onde semLJrere bbe incongruente il pa~a mento di una indennib't per sempl i C'e Yiolenza carnale. Ciò rosti luirebhe nn a provvidenza eccrr.ionn le in fa'v·ore di qu(•:-;ta cat.egol'ia <li il1for!unati, e potrebbe essere invocata da :t 1tre ('a tegorie di danneggiati di guerra che n on sono oggi ront r. m plat.e nella prede t! a legis lazione. \oi non ci . rntian1n di dividere tale prrocrupazione, con~i dt·w.nclo che. a nostro aYYiso, non Yi è danno che po"ssa parifi('il "l a quello in di. ru~~imw nel suo com p l~ so e che abbia un <'onlcnuto altrettanto profoncl:-u nenlc lesi,·o della personalith del (la n neggiato.
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Tratlasi. non bi:-;ouna d i menticarlo. d i un delitto che. solo per le speciali cir('ostanze di guerra in cui ebbe a verificarsi. potè sottrarsi ai rigori della legge penale e alle re~ponsabilità ch·ili Yerso la vittima. l' i<lucendos~ all::t Sf'tllplice figura di un danno di guena. r.la che ri sia una riparazione almeno nel CCI m po dei danni bellici. E' la puhblica coscienza che lo reclama. D'altrc1 parte ogni dubbio è assorbito dal fatto che il diriU.o all'indennità è ::;t ato gih riconosciuto dal Uoman<lo francese al quale è subentrato. per un preciso mandato. il GoYerno Italiano. t\arehbe. pertanto. ~trano ed incomprensibile che il Governo 1 taliano negasse quanto era stato già rironosdulo e concesso in favore di Yittimc italiane. dal nemiro. :--;i ravviserebbe. infine. l'opportunità che la pensione. rome sopm stabilita. venisse capitalizzata c pagata 1nw tantmn per evi larr alla don nn il rinnovarsi mensilmente della mortifica zio ne. chwanti allo sportello dell'nffìcio pagatorc. pe.r ricevere il JHr>liu m cl el suo infama.nlc infortunio. L'indennizzo assumerebbe cos1 la <ligni tìt di un normale cliritlo eli riparazione eli un danno di guerra, corrisposta dal Go\'erno Italiano per tonfo del Governo Allealo. sul capitolo gw scontato delle riparazioni. Resta inteso. d'altra partE:', che non potendo"i negare al danne~gialo il diritto d i opzione per quel qualsiasi trattamento eronomico ed assistem~ialr rhe egli riteness<' pilt favoreYole, in base ad altre leggi vigenti. anche l'infortunato pN violenza carnale può sempre optare pol trattamento delln logge sugli inforlnna.ti civili di gt1errn , <'On le morlaliUt e nei limiti da questa ~Uthiliti.
ISTITUTO DI ANi\TOMI.\ PATOLOGICA OELL'L::-.=t\'ERSIT.-\' DI
~OMA
D irettore : Prof. (;, Son1
CONTRIBUTO ANATOMO-CLINICO ALLA CONOSCENZA DELLA CACHESSIA IPOFISARIA (MALATTIA DI SIMMONDS DA INFARTO NECROBIOTICO DELL' IPOFISI ~
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La caches~ia ipofisaria, sindrome bene individualizzata nota pure sotto il nome di <<malattia di Simtnonds >J dall'autore che per primo ne ha identificato il quadro completo, è malattia rara se non eccezionale, tantochè i casi fino ad oggi dimostrati in vita sono scarsissimi (circa 50 secondo H ;.mau) c riguardano quasi esclusivamente malati giunti ad uno stato estremo di cachessia. Se è merito del Simmonds di avere per così dire isolato in modo dennitivo la forma morbosa non si deve dimenticare che altri AA. l'avevano preceduto nell'osservazione. E precisamente L. Messedaglia che ne aveva dato chiaro accenno nella ben nota monografia sulla Acromegalia e, quasi ndlo stesso tempo, Tamburini. Oltre alle fonne classiche nelle quali la cachessia domina il quadro morboso, esistono forme fruste o attenuate che sfuggono facilmente, c nelle quali non si pensa alla genesi ipofis1ria: ciò perchè, come osserva Reje, la clinica di esse è tuttora mal defi ni ta; delle guarigioni eflettive infatti sono state osservate soltanto in casi nei yuali ia cachessia era in rapporto con lesioni sicuramente dovute a sifilide acquisita localizzata al lobo anteriore dell'i pofi si . I sintomi che caratterizzano la malattia sono : la denutrizione fino al marasma e alla cachessia grave con cute secca c rugosa, l'adinamia, la son nolenza, fino all'ipersonnia e al letargo (forma letargica), la caduta dei peli dei genitali e specie delle ascelle, la caduta dei denti, l'ipotensi!)ne arteriosa, il torpore psichico, l'ipotermia, l'atrofia dei gen itali interni ed esterni (Pende, Di Guglielmo, Fumarola). Si accenna inoltre in alcun i casi ad eosi nofilia, ad atrofia della LOandJbola (Reiche e Jacob) ed in altri al vomito (Rcje). alla diarrea, ai dolori addominali ecc. (Reje). Però, come L ichtwitz ebbe a osservare già nel 1922, anche la cachessia - che è sintomo di capitale importanza - può talora mancare ed essere presenti altri sintomi particolari. Il reperto anatomo-patologico consiste in atrofia del lobo anteriore dcl l'ipofisi, determinata da cause diverse, con probabik partecipazione di alcuni centri diencefalici (Di Guglielmo). 2
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Giom11ie di Mt:dif'in.t llilttare.
18 ln questo breve accenno alla malaltJa converrà però far notare anche che non sono infrequenti i casi ove - pur esistendo alterazioni gravi della ipofisi - mancavano i principali segni clinici ncuroendocrini (De Angclis, Mingazzini, Mencarelli , Nohecourt, Van Bogaert, Brossilowskj), lo stesso dicasi di altri dove, esistendo grave cachessia riportabile clinicamente ad interessamento ipofisario, facevano difetto le alterazioni della ghiandola (Gocbel ecc.). Nel caso che forma oggetto del presente studio ho avuto occasione c possibilità di vedere una gra ve forma di cachessia nella tluale era evidente e non discutibil e il rapporto diretto di intcrdipcndenz.a dalla lesione riscontrata a livello del lobo anteriore dcli'Ipofisi. Tale lesione ripeteva come elemento causai<:: unico e determinante la infezione sifilitica ignorata e non trattata in precedenza. Riporto l'anamnesi, l'esame obiettivo, il dr;cor~o particolareggiato del processo morboso cd insieme il reperto anatomo-istologico. A questo seguono le osservazioni e le considerazioni conclusive che mi SLmbrano non prive d'interesse data la singolarità dd caso. Anche se tlucsto non rappresenta una eccezionalità anatomoclinica trova posto fra altri bene documentati e permette di prospettare c di prendere in considerazione alcuni punti della patologia ipofisaria così plurimorfa e complessa ave la malattia di Simmonds rappresen ta un capitolo di notevole interesse. Anamnesi. - L 'infermo A. C., da Viterbo. camenere. Ji anni 30, che forma oggetto di questo studio, fu al.:oho il 5 novembre 1932 al "j' PadigHone del Policlinico. Dall'accurata storia clinica raccolta risultavano muti i precedenti ereditari in specie per ciò che si riferisce a tubercolosi, lues, neoplasmi : c anche nell'anamnesi pcr~nalc passata mancava ogni dato degno di riHevo. 11 p. contrasse matrimonio all'età di 22 anni con donna ~tpparentemente sana da cui ebbe ue figli a termine c non .tborù; dei figli due monrono per malattia non prec i~abile, l'altro è vive1nc c sano. Il p. è modico fumatore c bevitore. L 'attuale malattia risale :1 circa un anno fa e si iniziò con malessere generale, astenia, svogHatezza al lavoro, facile stancahilità, sudorazioni notturne, talvolta tosse con scarso espettorato muco purulemo. Da quattro mesi si è accorto che la regione latcrocervicalc sinistra è andata aumentando di volume senza notare in detta regi011C sensazioni dolorose speciali. Una settimana prima dclringresso. il p. ha a\VCltito parestesie all'avambracno destro e alla metà sinistra della regione frontale oltre che iperosmia, due giorni prima di essere :1ccolto nell'alzarsi dal letto ha nutaw scomparsa della motilità degli arti di destra senza perdita di conoscenza. li linguaggio era possibile ma avveniva con devia zione della rima boccale. Da all or:~ accusa Heve cefalea accessionale a ùpo gravativo fronto-parietale non intensa, senza disturbi a carico del visus, non diplopia, non scotomi : si lamenta soltnnto di non percepire più gli odori nè i disgustosi, nè i piacevoli Appetito consen•ato, incontinenza di urine, nlvo stitico. Al momento dell'ingn.:sso in ospedale il suo stato obbiettivo si può in breve così riassumere: individuo di costituO'-ionc scheletrica regolare con note dell'abito piccolo. Sensorio leggermente oau-.o, decubito supino quasi obblig:.to, cute bruno-pallida con qualche chiazzetta cicatriziale alle regioni ipocondriachc senza speciali caratteri. TI capo è semiruotato verso destra, la meù sinistra del collo ì: 'porgente per tumeiazione ,·hc solleva la cute all'altena dcll.1 parte di mezzo del mtmolo sternO-cleido-ma,toidco.
La rumef:wionc che è di consi~tc:nza discreta, di for ma ovoiJale con grande asse verticale mobile sui tessuti sottostanti e poco dolente, risulta formata di piccole masse ror:ondegg1anti e quasi indipendenti le une daUe altre (che si interpretano come ghiandole linfatiche tumcfatte). Nulla alk altre staziollJ bnt~ghiandolari. Nulla alla li ngua ed al cavo orale. Polso 66 piccolo, molle, respiro 20 misto, temperatura 36. Nulla di notevole agli organi toracici ed addominali ad eccezione di scarso c:narro bronchiale alle basi polmonari.
Sistema nervoso. • L'espressione del volto è depressa, lo sguardo poco mobile, la metà destra della faccia spianata rispetto alla sinistra, la tima palpebrale destra ristretta. Oculomozione complct..lmente normale a ùestra e a sinistra. Negli atti di corrugare la {ronte, chiudere gli occhi e mostrare i denti, la metà destra della faccia resra quasi immobile e solo la rima palpcbralc si riduce c la metà destra ùclla fronte presenta rughe poco marcate. Velopendolo mobile, 11gob mediana, non deviata. voce rauca. Movimenti del capo possibili e completi. Arti superiori: il destro in semiflessione e lieve adduzione è adagmo sul petto con la mano e le dita semiflesse; nei movimenti passivi - tutti possibili l wmpleti si apprezza lieve ipertono, i movimenti attivi \Onr> li mit:~tissimi al braccio cd all'avambraccio, appena accennati alle dita; il sinistro t: in cstcmione. Tonalità, movimenti amvi c passivi, forza muscolare normali. Arti inferiori: il demo poggia sul piano del lcuo in lieve rotazione estern:l, movimenti passivi completi con ipertono, il sollevamento dal piano del letto è possibile per un periodo di tempo discreto ma ridono m confronto dell'arto di sinistra, forza muscolare ndona, possibile l'estensione e la flessione della gamba sulla coscia e i movimenti delle dita; il sinistro è in estensione, tonalità, movimcmi passiv i cù attivi, forza muswlare normali. Assenza di disturbi trolìci agli :arti superiori cd inferiori. Rinessi: tendi nei e periostei superiori ed inferiori normali a sinistra, 'ivaci a de~.tra; cutanei: :~ddominali normali a s. torpidi a d .. Babinsky presente a d. assente a s.. Mulo~i: faringeo presente d'ambo i lati, congiuntiva le torpido a d. normale a s., corneale idem . Le pupille reagiscono lentamente alb luce, meglio all'acc<r modazione. Sensibilità tattile c dolorifica diminuita nella metà destra del corpo, normale a sinistra, batiestesia c stereognosi normali. D 'ambo i lati non si apprezzano tremori nè spasmi nè cloni . Assenti pure i movimenti coreici atetosici c atassici. Le prm c dell'atassia din:~mica (indice-naso, calcagn~rotula) si compiono negli arti di destra in modo lento ma senza spiccato disordine. Assem..a di adiadococinesi. Non Romberg. Senso subiettivo di parestesic all'arto ~uperiore destro, di cefalea front~cipitale, di diminuzione del visu ~ c Ji sete viva. Dal lato psichico si nota lieve ritaruo alla risposta deUe domande. L'andatura, senza essere sorretto cd :~iutato, è appena possibile e avviene lenta, con l'arto inferiore destro in estensione c con la pianta del piede destro che stnscia al suolo. Esame rettale negativo.
. n decorso della malattia dall'ingresso dell'infermo in ospedale (5 novembre 1932) al g1orno della sua m o ne ( n aprile 1933) si può brevemente riassumere togliendo dal protoco.Uo del decorso clinico, j dati principali riguardanti lo stato dell'ammalato oltre che 17 ncerche del laboratorio. Ritengo utile per rendere più chiaro l'insieme dei sintomi eli nferire subito che non si notò mai temperatura febbrile - ad eccezione degli ultimi giorni e che la quantità delle urine fu ~empre notevole. pur oscillando precedenti la mone e.ntr? ~ti vasti da tre a otto litri nelle 24 ore sia in rapporto a cure adauc al caso, SJ.:l 1n mmor grado spontaneamente. s-ro novembre : stato invariato, permane cefalea c parestesie nelb metà destra del cor~. E same oftalmoscopico: lieve edema peripapillare e rerinico in 0.0. Prc~sione artenosa rilevata all'arto superiore" sinistro: massima 1 t o. minima 70. Puntura lombare e~guita in posizione seduta: si estraggono 20 cc. di liquor xantocromi ro. Pressione iniZI~• le al Claude 6o, terminale 30.
20 11-17 no\ embre: la tumeta;GJonc latcro-\:en·iLalc ~uustra è aumental.l d t volume, latcralmcnu. giunge lin sotto la mastoide e ~i delimita bene. mcdialmcnte ove i ~uoi conimi sono ptù Lontusi oltrepassa appena il margine unt·rno tldlo sterno-t:kido-mastOideo, in profon<..lit(t >embra un po' lissa. La motilità dcU'arto wfenore d. si l: anwra ridotta, quella Jcll'~lrto superiore omonimo t' scmnparsJ del tutto. Si aggiunge la paresi del retto esterno di s. c .tpp:uono scosse ni>tdgmiformi dei globi oculan tanto nello 'guardo verso destra che \'Cr>o sinistra. Il p. :1\ \'Crtc difficoltà nella deglutizione tamo pt-r i cibi solldi Lhe per i liquit.h, la diuresi i: aument.Jta ed oscilla da n :' 7500 a &>oo nelle: 24 ore. Azotemia 0.26 " ,.,.. E>amc del liquor: pre>enza di fine rcuwlo. albumina o.6o ,, ; glucosio 0,46 00 ; :--on ne -t ~ +, P:uu.l) , R. \.\'. ncgati\a, m.Jsticc: preuptt.Jtiom: del 4" grado di E.rnanud. Takat:1-.\ra: reazione luettLa. utodiagnosi: numermi linloctti. L'indagine r<tdiologica del (f;l nio mostra presenza di opacamento del seno frontale sinistro accompagnato da cakiflcaziom: della porzione più anteriore della ralu.: terebrale. Nella proiezione suhmento bregmatica 'i nota un'opacizzazione lieve della regione della coana JestrJ. c del forame lacero antc:riore dello sre~~o l.Jto. Le formazioni della grande ala dello sfenotde corrispondenti ~no meno nenc (Ctò iarcbbc sospcnan l'c\tstenza Ji un corpo opaco a questo li,cllo, tumore craui~faringco:). R. \V, nel sangue negati\a. 19-21 novembre: persi~te ~cfalca ~ub-continua t:omt~tente m una \C:ll\<l7tonc.: di cosut zione pericranira. Non vomiw. L'1nfermo a\verte una migliore funzione motona dell'ano inferiore destro, infalli riesce a ~ollevarlo alquanto dal piano del letto in twnplt:ta estensione. Esame l:tring-eo: paralisi quasi completa ùclla corda vocale ùe~tra. S'inizia il 2r una cur:t di endopituitrina (una flala pro dic): la diuresi da 7000-&>oo ll11 ' diminuisce fino a 3 4 litri nelle 24 ore. L'infermo accu~a acccss1 dt scO\SC doniche a l.trico dell'arto superiore destro. Tendenza al pianto, aumento dcll'cmoti\ttà. Una ~econd.1 pumura lombare fatta allo scopo di esegutrc una pneum~' entricolografia dette cgualt rispmtc alti prima sia per ciò che si riferisce alla pressione che agli e~ami c-himico e rirologtco; la pneu moveJ1tricolografia mostrò una minore ampiezza del 'cntricolo destro di diflìcile interpretazione radiologir::~. Esame ocu lare: O. D.: vi~u, 7/ 10, O. S.: 5 ro. Parcsi dell'abdu ceme e del retto interno di destra, pcrò con l'esame del campo visivo cseguito con la prova dell'indice non si riesce ad apprezzare una limitat.ione per lo meno notC\olc del campo stesso. r-12 din·mbrc: cranio-percu,sione particolarmemc dolcme nella regione tcmporo-parietale sini~tra, ptosi palpehralc \upenorc sinistra. midriasi bilaterale, riflc~'o pupillare alla luce presente a d. quasi abolito a s. Oculomozionc ridotta d'ambo i bti specie :t carico del globo oculare sinistro, mentre a d. prevale la paresi del retto interno. La diuresi oscilla dai tre a sei litri. Sopraggiunta sonnolcnz~t notevole e dimagramento del p. Dal 2 1 dilemhrc al 10 gennaio, il pa:~icmc viene ~onoposto a quanro applicazioni di Roentgentcrapia ed in questo periodo ~i nota non infrequentemenre ec-Litazionc motoria agli arti di destra. \'iene eseguito l'esame istologiw di un frammento di ghiandola !infatica prcle\'ata dalla tumefazione sopraclaveare. La nspo~ta dell'esame eseguito dal professar 1azari è la seguente: " La ghiandola è qua~ i completamente nccrotica, solo nella periferia della parte necrotica si vedono ~car~issimi re,idui di tessuto granulomatoso (tubercolare?). Si è trovata una unica cellula gigante non tipica con i nuclei a corona " · D:tl ro gentwio al 20 marzo il p. viene sottoposto ad una cura antiluctira di Ncosalvarsan endoH·n:t L' complessivamente si iniettano gr. 4,8o di Kcosal\':~nan. l n yuesto periodo si riduce la tumefazione linfoghiandolare sopr:tdaveare. A cariw dl'i globi oculari per ciò che si rtfcrisce ai tnultcoli in dipendenza del 3°, 4°, 6'. 1' paio L al fondo dell'occhio si nota: ptosi palpebrale bilaterale, oftalmop!cgia completa bilaterale (soltanto l'abduzione a d. è con~er\'ata), edema papillarc c pcripapillare. A d.: paralisi dell'arto superiore e parcsi dcll'arto inferiore con ipotrofia c flacciùità specie.: alla gamba e ali':J\'ambraccio. Riflessi: a cl. clono del piede costante regolare c durevole, gli altri riflessi tendi nei e pcriostci molto \ i1 aci. a s.: il rotuko :~ppcn:-~ ri~pondc ron la contrazione dd quaclricipite
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mentre è netto il riflew1 wtHrolatcrale, gli altri normali. S(·n,ihilttù integra. Pupille midriati<he rigide alla lud:. bame emocitomt:trico: (,,R. 4·lJ30, Hh. yl:!. \alore globuLHl' t; globuli bianchi 8.ti5· ncutrofili so. eosinofih 1. linfocttt 4u, monociti 9· )ìulla a cari.-o Jdla ~cric rossa. La quantità delle urine oscilla da 2 :t 3 lttri. l':ei diversi esami di urina St è notato solo il peso specifico sempre basso ( HX>4·too6) e nessun altro elemento patologico. Il dimagramento permane spiccato accentu:mdosi giunH• per giorno. '\!el mese di marzo si praticano oltre sci applicazioni di Roentgcmcrapia. Nell'ultimo mese Ji \·ira ~i accentua la de nutrizione progressiva e la cef:1lca; il p. :unrnala d i otite purulenta dcstr:l acuta senza risentimenw m:t~toid eo e poi di eresipeln facci.d t· c il gio rn0 11 :tpri lt' \'iCnt' :t morte . .\n ot"•IA (Pt o f. Bompta 111 ) . <;tatiJ di 'piceno m.tra .. nu. Lt calott:J dd cranio all'infu,,n ddJ".l,petro pallido della diploc non presenta altri paniwlari rilievi. All"~same della cornessità del cervello si nora una depre\sione dell't·mi,fero smt\tro all'altezza delle cirwn\oluztoni centrali, di colorito lc:ggcrmcnte ocracco. dt lOil\1\lcnza minore, le meningi appanscono normali. Nulla ~i ap prezz:t all'esame della base dd Lcn.ello c a carico dt."i nervi aanici e dei vasi all'infuori lkll'aspello .· .tenotico dd lume dclb .;arotidc sinistra la cui parete è fortemente ispessita. T ale i~pc~simentt; st continua arKhc nella si lviana, mentre non si continua nella cerebrale ameriore ove si nota un::t chi:tz:t.t'lt:t g iallast ra . J'v1cntre rimane dubbia 1:1 n;ttu r:t dd l'al terazione cnccfalit:t a cervello chiuso il fatto di una alterazione :tll'altcaa tk l u: ntro semio,·:Jle di sin isu a appare subito evidentissimo :>olia superfìcir di sezione uttc.:nut.l con taglio medio f ronta lt. Praticato qucsro taglie, sì rtM:Olllra tuua la s<l\tan;t;:t del <.cmro semiO\·ale di sim~tra tr.J\formata in una \"asr:t .t.ona di rammollimento hianco che ,j e~tencle dalla corten:ia l111o at nuclei della hase. Per tale lcswnc il corno ::ntcno rc dd \cntricolo laterale ~tni,tro è dilatato e il ~ellO i: ~pinto verso de~tra . la tcsra del nudeo cautbto è disf:tua. il tes\uto nen oso che circonda questo t ammollimento app:trt~e :~ne h 'esso all'ispezione maLroStopica modificato e di 3\(>Ctto non comp.ntu ma rarcf<tllo fino ai talami onici c al c hta~ma ottico. Macroscopica.meme ri~ultaw ne~at i \'(; con lllt taglto lronralc eseguito anche sul ponte c wsì pure l'esame dcl l'cm i,fc.:ro di d .:Mr:t e del corno an tcrinre del vcntrirolo destro per quamo si ri(criscc a ll'unico taglio frontale e~egu ito. La prC\:isazione dcJI'c,tcn,ionc del rammoll imenlo potc\,t .tnrht· aversi praticando ul tcriori sezioni. ma ,j vo lemmo limitare all"unico taglio fatto per non alterare troppo la \Ostanza nenosa gi~ in gran parte modificata dal processo morhow. Dopo set.ionato il peduncolo ipofi:...1rio nella sua parte più alta. nell'a~ponare il rer\dlo, e dopo di J\er fatt.l una inci~ione circolare lungo i punti di .mac.:o della tenda tldl'ipofi~i e abbattlltc;: le apolt~t , hnoidee posteriori st prcb •• la ghiandola pttuitarla: già ad un primu esame lJU<..M.L .tpparr· aumentata di consistcn:ta per quanto la forma c il volume siano normali. Ma il f.lllo Jdl"alter<tzione ipolisaria appare C\ identissimo sulla SUJ>erlìrie di >ezione oucnut.t lOil un taglio meùio frontale Praticando questo taglio si o~scrva come la consistcn7.a de lla ~hiandola si:J aum entata c 1:t supcrlìcic di sezione di Illustra 1 :~ presen.<:a d i una 7ona :tsc iutt~l dì colorito grig io hiaru:astro l hc occupa buona partt della \uperficie dr taglin intorno nlb quale si nota una Hrisci.t d i tc~SlllO ghiandolare di aspetto normale. L:t zona grigio hianc.hlr:t :t>>umc J'a,pl·tw ddl.t neno:.i e questo ca nttne vtene convalidato J.tll.t 'oll<l netta delimit~llionc in w n l rollio wn il rim:lllcntc t es suto ipofìsario, c più t:tnlt dim<Nrato dall"e>ame i~tologico. (,,à durante l"autop,i.t abhtamo suhiw messo in rap?<Jrto ti gr;l\c stato morboso ri!l<ontrato nell'infernw c: spcualmc.:ntc il dimagramento progrcsst\ o con l'alterazione ipofisaria esattamente interpretata ;li l<l\ olo anatomico e the forma l'argomento dominante t!ella presente nota.
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Procedendo nella sezione con l'apertura della cavità toraro-addomin:.lic si not:t la completa scomparsa del tessuto gra~m souocutaneo delle pareti c delJ'epiploon che ì: ridotto ad un souilc velo che l: disposto nella metà superiore dell'addome. Il cuore è piccolo e co!orito in bruno, le \'.tlvole aortiche ~uffìcicmi alla prova dell'acqua. ' ulla ai ventricoli c agli atri. L'aorta sopra cardiaca è ispessita con chiazze rn:ldrcperlacce alcune zigri n.1tC altre lis.:c.: che si .lltcrnano a tratti depres~i. Ori!ici delle coronarie pcrvi. La le)ionc ddl'aorta wpracardiat.l si estende aLl'arco c si lo~alizza anche all'inizio dci grossi vasi. Polmoni congeMi wn quache focol::uo di polmonite terminale. Reni pallid1 con disegno conservato. FegaLO piccolo con m:-~rgine taglicme coloriro in hruno senza altri particolari rilievi, mil7.a piccola nm polpa conservata, follicoli \isibib, nulla alla capsula. T esticoli piuttosto piccoli, l'aUJuginea è d1 a~petto normale, :.Ila sezione di taglio i tubuh si. sfilano bene. Si .1sporta anche qualche linfo-ghtandola delle regioni sopracbvcarc e cervicale sinistra che appaiotlll poco aumemarc di volume c si osserva che il tratro della carotide al collo non presenta speciali rilic,·i degni di nota.
Diagnosi anatomica. - Aonitc tìhro~a con zone d1 assotughamc:nto nella pane mizialc: dell'aorta (integro il resto della aorta). Sderosi dc.:llc pareti della carotide c della ~ìlviana di sinistra, con stcnO)Ì di alto grado dd lume. Vasta malacia dell'emisfero sinistro comprendente il cemro semiovale e le pani finitime dc1 nuclei della ba:>c. Dilatazione del corno anteriore del vcmricolo laterale s. con sp<mamclllo \Crso dcstr:J del seuo. Zona eh nccrosi comprendente i due tcr7,i dd l'ipofìsi del segmento antcro-superiorc. Peso dcll'ipollsi gr. o,7o. Focolai di hronco polmonite. Stato maramico del soggetto. Pc~o degli organi: cJore gr. 230, fegaw gr. 1200, reni g•. 26o. milza gr. 230, lC~ticoli gr. 30. Per gli esami isrologici SI asportano pezzi delle regioni sopracardiachc dell'aorta c dell'arteria polmonarc, di trattil di arterie ~i iYiana di destra c di sinistra e della basilare, pezzi di tessuto ner\'OSO (zona Rolandka, n:ntro semiovale, talami ouici circoscriventi il terzo vcntricolo, nervi ottici). l'ipofisi, pcz1i di testicolo e rene c qualche linfoghiandola della regione sopradaveare di sinistra. Da questi pezzi fissati in alcool c formalina ven gono allestiti i prep:1rati necessari cd eseguite le seguenti colorazioni: emamssilina-eosina, Van Gieson, Wèigen per le fibre clastiche, Sudan per il grasso, Tumbull per il ferro. Esame u tologtco: dcll'aona, dell'::~ncria polmonarc. delb sih·i:ma di destr:J c di sini stra e della basibrc. Aorta. - Nelle sezioni dell'anna colorate con cmatossilin:J cosina c proseguendo ndl'osscn·azionc del lume e dd 'a so vcrw l'esterno si osserva che gli strati superficiah dell'intima presentano ispcssimcnri non uniformi ma a chiazze ove si not:Jno cellule fusate in mezzo :~d una ~ostanza fondamenta le abbondame, memre negli strati più profondi si scorge un connetti,·o molro più compatto e pm"Cro di nuclei. La media in alcuni tratti è di aspetto normale, in altri presenta evidenti in filtrati pan ic.:ellulan auorno ai vasavasorum c vicino a questi infiltrati le tibrO<ellule muscolari appaiono omogeneizzate con scomparsa dei nuclei e dt:posito di s:.li calcarl'i. In corrispondenza dei suddetti inliltr:ui gli strati pa•.tllcli della media Slc~~a sono interrotu c questo f::~no risulta più evidente nei preparati colorati con il metodo di Wcigert, che permette di riconoscere come negli interstizi di queste arce diradate, ove le fìbro-<:el lulc muscoi:Jri ed cl~~liche appaiono interrotte, si noLa l'esistenza di numerosi piccoli lumt vasali appartenenti al tessuto di granula7ione che riempie le aree >tC\SC. Intorno :~Ile medesime arce gli strati elastici muscolari della med1a dimo~trano, specie per i low nuclei. un oricm:.mento diYcrso da ljuello degli strati normali paralleli al1.1 circonferenza del v:1so. Nei preparati ~.:o l \'an Gicson si scorge che in alcune di queste aree più piccole le fìbrocdlule muscolari sono costituite da un tessuto wnnctti\o tihrillare ben riconoscibile per il colorim rosso brillante che questo assume. "lcgh strati intermedi cd esterni della tunica media si nota ::~nche l'esl ...tenza di alterazioni dci \'a\a 'a so rum consistenti in ridu:I.Ì<JOc dci lumi ,·as:Jii per ispcssimcnto dell'intima più accentu:llo da
un lato che dall'altr(>; ne risulta cioè la posizione eccentrica del lume residuo ristretto come è caratteristica dei processi di endoarterite obliterante. Alterazioni simili ma molto più evidenti si trovano a carico dei vasa-vasorum dell'a,·ventizia: a carico delle vene si no(a un ispessimento degli str:ni av,·emiziali perivenosi. menlre a carico dei vasi arteriosi è manifesto per il maggior numero di essi un ispessimento ineguale dell'intima. Sì ha .cioè anche qui espressione manifesta di endo-arterite secondo il cosidctto tipo dcll'endoarterite obliterante, mentre a carico delle vene è frequente il rilievo di una periflebite sclerosa. Evidenti sono pure gli infiltrati parvicellulari che si accompagnano nel tessuto finitimo ai vasi, alle alterazioni vasali descritte. Negli strati più esterni dell'avventizia ovc si è in presenza di tessuto adiposo si nota pure .infiltrazione diffusa di elementi parYicellulari. Detti in fìltrati sono talora localizzati intorno ai tronchi nervosi. L 'esame istologico del l'arteria polmonare non fa apprezzare alterazioni degne di nota. fl fatto di evidenri alterazioni dei vasi di medio calibro apparisce invece evidentìssimo all'esame istologico dell'arteria Silviana sinistra, ovc, essendo l'intima notevolmente ispessita c in moJo i11cguale 11ei vari tratti del vaso, il lume risulta r idotto ad una fessura irregolare. il tessuto che costituisce l'intima appare per la maggior parte come tcssuw fibrillare lasso con elementi cellulari ~ottili che si congiungono con quell i degli elementi vicini .costituendo delle maglie con sostanza interposta di aspetto omoge11eo. L'elastica interna si presema spessa, ma in modo discontinuo, perchè alcune zone di elastica prendono più intensament<= il colore in confronto di altre, d'onde, in qualche tratto, ne risulta l'aspetto monitifonne del nastro. Inoltre l'andamento dell'elastica interna è vario nei diversi tratti del contorno del vaso perchè nei due terzi di esso appare (ortemente sinuoso mentre nel rimançnte si presenta a volute molto ampie qu:Jsi rettilinee. La tunica media solo in qualche punto si presenta molto assottigliata, mentre nel resw è ùi aspetto normale; l'avventizia è di vario spessore mentre elementi di infiltrazione parvicellulare sono anche dimostrabili nel suo spessore specie intorno ai vasa-\'asorum il cui llll'ne è ristretto per ispessimemo irregolare dell 'intima. Alterazioni simili dimostr:J l'arteria Silviana destra mentre l'arteria basilare risulta normale.
Esam e i.<tologico del c-ervello (zona Rolandica e centro semiovalc, dei talami ottiCI circoscriventi il terzo vcmricolo e dei peduncoli cerebrali): dall'esame iswlogico della re gione Rolandica dell'em isfero sinistro si ricavJ quanto segue: (ematossilina-eosina) procedendo dall'eslerno verso l'interno troviamo che la leptomen inge è ben conservata e così pure i vasi sia di piccolo che di mc;;çlio calihro che in essa decor rono. lntorno ad alcuni spazi perivascolari noi troviamo dissem.innti abbastanza frequentemente dei focolai d'inJiltrazione parvicdlulare. A contatto i mmediato della teptomeningc si riscontra una zona sottile caratteri zzata da zolle di tessuto necrotico come di un detrito finemente granuloso tinto in rosa dall'eosina. Oltre questo sottile strato contiguo alla pia mcninge. noi troviamo negli strati superficiali che la tcssitllra del tessuto nervoso è in gran parte scomparsa e sostituita da Wta i mp:tlcatura a maglie ampljssi me occupata da numerosissime cellule ova ii grandi, ~on protoplasma riempito di hni granuli e nucleo piccolo rotondeggiante, che corrispondono alle cellule granulose tipiche dci rammollimenti cerebrali. Anche negli strati pi"l1 profondi il tessuto nervoso è profondamente disorganizzato e offre un aspetto fondamentale areolare a maglie più o meno ampie. Osscrvall(Jo diversi prepanni .sì vede che in alcuni le cellule nervose sono in gran P_ane. d istrutte c quelle residue presentano segni di profonde alterazioni consistenti in nduz10nc del corpo cellulare ed aspeuo 10sco omogeneo del protoplasma, mentre in alu·i le cellule sono guasi del lutto scomparse e solo si riscontrano piccolissime vestigia di
prmoplasma. l nuclei òdle t:dlule ncr,ose per lo più c;ono colorau. altre 'olte p1cnouci mentre quelli della ncuo~lia appaiono più numerosi c spesc;o ri~onfi. I vasi sono ben conservati c negli spazi pcriva'><.olan sa notano degli clementi \J'>l:olari ripieni di zone di p•gmento ocraceo che si dimostrano e\\erc di t.:mosiderina p::1 l h~ LO! metodo di Turnbull ~~ ha in confronto di questi granuli la çaraneristica rc,1ziom· dd ferro. Si osservano altresì infiltrati a tipo linfoidc o dementi lellulari del tipo delle ~dlulc granulose disposte qu.tst ;1 manicotto attorno alle p;lreti va:.:1li.
Esame istologico del teuuto llt'rVOJO circosu-ivente il terzo ventricolo. - Per prendere in esame le formazioni nervose adiacenti al terzo vemricolo ed allo scopo di non suddividere troppo con numerosi t.lgli la ~ostan7..a nervosa per ctmservare meglio i rapporn di essa, abbiamo tagliatO un largo blocco (di tessuto nervoso fissato in formalina) comprendente nella sua parte di mezzo alla faccia inferiore quella piccola porzione della base del 1x:duncolo ipofisario che rimane adiacente al terzo vcntriculo asportando l'ipolìsi, comprendente inoltre il terzo 'entnwlo. le porzioni anteriori dci due talami ottici c la mct:i 'upcriore dci peàuncoli cerebrali. Nell'esaminare questa forma7ionc, scguendola con tagh scri:m, abbiamo potuto \edere che la base del pcdunrolo dcll'ipofisi (che a piccolo ingrandimento apparisce come un:1 semi luna delimitata verso l'alto da uno spesso strato d'infìltra7ionc parvicdlulare) presenta l'aspetto de lla nccro~i perchè non \'i si distinguono nt· cellule, nè nuclei, nè frammenti di nuclei, ma apparisce come un detrito omogeneo timo debolmente in azzurro. Segue al di sopra <.li e>>a la 7011:1 d'infiltrazione parviccllul.ut the cirwnda la pane nccrotica c pit) in alto il tc\:.uto nt·no<,t> le cui maglie sono dilatate e lhe presenta numerosi infiltrati parviceUulari Ji,J><>Mi .1 manicotto intorno ai \'a~i. Proseguendo ndJ'o,scrvuione 111 M:llSO laterale si ri!.Conua la \O~tanza nigra di Socmmering c adiacente a questa 1 fa~1 di f-ibre del peduncolo cercbr.lle. l usi di <JUeH'ultimo appaiono circondati <.l.l abbondanti infiltrati di clementi con nucleo rotondo in mezzo ai yuah si nota Cjualchc cellula granulare (ciò che non si now nella regione corrispondente d1 destra). rJ tessuto ncno~o app.1rc anche pot:o colorato c con fibre di>tanziate per edema. Esame istologico tlt:i nerui ottici. Non si dimo~trano particolari modifi.cazioni a carico delle fibre, del fine reticolo di nevroglia e della guaina. Emmt! ùtologico de//',pojìj'i (c:mato,,.-eosina). - La ghiandola è occupata per 2/3 dcii:! \U,t c\tCJ~sione da una \·a;tn ;-on.1 <.li nerro~i che assume un colorito rosa-pallido, c ncll:1 ,rona nccrotica non è distinguibile akuna struttura c non 'i t>~'cn-ano nè nuclei, nè fram m::nu di nucleo. In alcuni traui \Oitanto dell'area nccronca è po;~ihlle riwnosccrc strur ture particolari di form.1 alquanto irregobre, rotondcggtantt U\ \HO O\ alar1 t! i 'aria grandc77.a. Dalla loro dispmizione. ma più che rutto dai rapporu wn il conncui\'0 der i' ano J\pclli i~tologici i guaii ricordano la carattcri~tica tli~po,ilionc ad a'colo degli clementi ghiandolari. Sempre nella zona nc.:rotica c più prccisJmcntc verso !.1 pt:rif<.:ri:t di tJllt:>ta, si ditfe n·nzia la presenza di alcuni blocc:ht:tti rowndeggiami [OJm:ttL da sostanza omogenea. :Jcidofil:l, a contorni non ben neui, tJUasi sfumati. Tali h lucchctti la cui grandezza è rilcribi le a quella delle cellu le giganti tipo L::.nghans si di,linguuno dal resto del tessuto ptù che altro per la più Jntcn~J affinità tintorialc YCr'iO l'co,in~l. La mancanza di nut lei cd ~1nche di qualsiasi residuo crom:ttinico, la indistinzionc dci limiti. i rapport• con il tes\uto necrobiotico cd i caratteri complessi' i di que~to. permettono di escludere che le formazioni descritte rappresentino t:cllulc giganti altcr:tte nel pr<X·csso disrrutri\'o. Verso i margini si ricava l'impressione che il cotHllttivo sia un poco alterato. ma non è possibile affermarlo ron assolutJ certezza poichè non 'i è: potuto seguire il reperto \U numerose sezioni.
2) In ogni modo 1l fano che ri,ulta M:nza alcun tluhhio .1crertato ì: che 10 m~.u.o alle fibrille connetti\ ali non tendenti ;tIla c;ckro~i esiswno 111flltr.Ili di elementi linfo-monocitari. E' d.t ntcnere che l:\ zona mnrginale dove il connctti\o " presenta infiltrato rapprc'>t:llli la zon.1 di p:ts~aggio [ra la p:ute necrobiorica e il paren,·hima residuo. Quest'ultimo rappresenta l ~ strutlura caratteristica ~td ahcoli c cordoni separati da tessuto connettivo, non uniformemente distribuito :l seconda dci tratti. l vasi sanguigni interposti fra gli alveoli e i cordoni ~ono per lo più dilatati e pieni d 1 sangue. ~on esistono alterazioni apprezzabili delle paret1 : l'endotelio ì: M>Uile, i nuclei allungati, norm.tle l:t disposizione della <romatina. Entro gli alveoli e i cordon1 si distincon \·aria g uono chiaramente i vari tipi d1 cellule - fondamentali. h.N>flle. acidofile. distribu zione di quest' ultime. In un trntto Jcl p:trenchim;l, ove ì: aumcnmtn 1l nmnc.:ttivo inter~t iz i ;llc.: t' O\'C gli al\ coli piuttosto rimetti sono costituiti d:~ poch(· cellule 1 aggruppate, iv i le cellule acH.Iofile .1ppariscono più numerose. In gem:re lt· cellule che riem piono gli ah·eoli non ~ono stipate Ira loro ma dir;ldate. Oalh1 zona 1n cui si ricono!>Cc arKor:l il parenchima ~1x:citico con IJ \lruttura caratten~tica si pas\3 in :.ltra zona O\C d p.trem:hima è \ClSlituito complc.:tamente di! un tessuto C()tmeni~o la~:.<>, wn nudei in qu:1khc punto più adden,ati e .:un sottili \'<1\i c:tpillari . Tra gli clementi che occup:tno tlliC~to tessuto ~c ne rilevano alcuni di figura ovalare o rotonc:lcggiantc con protopla~m a ampio c carico di granul:1zioni giallo \'erdognolo come da cri~talli di emo~idcrina. Un \';ho ..anguigno di un certo ra lihro compreso nella se7.ione n()n dimostra altera;.ioni apprezzabili n~ nella parete nt· nel trano circostante. Nel conntuivo che so~utu1sce il parenchuna nc1 tratti più \ rcini a (jllcqo si tro\':t ancora qualche (dlula dell'ipofisi isolata. Altrmt l'.tumc.:nto del connctli\o e la diminuziont· delle cellule indicano b 111t7iale tendenza <11la "(lcrosi. Al Ji là del tratto del parcnchima con~crvato ~i not:t la çapsula fibrosa dell'organo con gli elementi (ascicol:ui disposti p:Hallelamcmc fra loro. A completamento J el qu<1dro istologico es posto. per se stesso tamo sig nifìrarivo, si ritiene opporntno di aggiungere anche qualche altro rilie\(> integrati,·o de~unto dall'impiego di altri mctcxli Ji coloraziont•. 'ici prep:~rati allestiti col metodo di Wt•lghert per le fibre elastiche si rile\'a ndl:t parre ll<.:lrotica la esi,tcnz:t .li t'\ili tìbre ela..richc re~iduc di'poste :l semicerchio che delimir.1no .l loro volta lum1 \ a\ali n pieni d1 mmcriale necnr tico (trombosi di \J~i nella p.trte nccrotica). Negli ~lCs\1 prcparnti si rilc\·a anche che pur .tttr:l\t'rso la necro~i permane conservata la rarallc.:ri.,tica arc hiteltura di cordoni cd alveoli della g hi:llldola. mentre in altri punti la nc·rrosi ì: tanto ma~siva da non perm ettere il riconoscimento eli .1lcuna ~trut lura. Il metodo di Van G ieson permette di meglio differenziare i particobri istologici del connenivo wn infìltrati linfa monocit;lri. i quali - come si è detto CO\lltuirehhero la zona di dem:trcn1one dell'c~re\(, tratto nccrobiotico-i'ì<·hemico. Acca nto al tc.:~\uto necrotico t:~i~lc un.1 zona di aspetto reticolare a larghe maglie le lUi pareti corri\JXmdono .tllo Mrom.l ddl'organo. Que\tC maglie - Ja cui ri\ulta la dinon conte ngono clementi idemific:.hili con quelli sposizione rericol:nJ tcstè accenna r,, caratteristici dcl1;1 ghiandola. Conreng<mo i n vece clementi molto più YO I um i nosi, dal citopla~ma abhnnda111e c in appa t cn7a grnnuloso, dal nucleo unico e laterali n;lto. e tlu::tlche volta con due nu1 Ici. l caratteri permettono di diffen·n;iarh mme <ellulc granulo-gra~sose. N ei prepar.Jti allestiti con il metodo Ji T urnhull per il ferro nel tc.:..-uto addt'nsato intorno alla partt: ne~.rotita si nota b e~i,tcnza di numermi dementi cellul.1ri di :tspcrto allungato come fibrobla~ti imensamuttc tinti in blu lOrn:: se il corpo cellulare fo~~e del tuno impregn::tw o imbibito da sali di ferro. La intcn.sità di tale impregna:t.iont è \ariabile in quanto che per alcuni si ri ~ohc nella prescnz:t di numero~i fini granuli nel corpo lcllulare, per altri in una roloraziont' diffusa bluastr.l, c per alrri a ncora nella presenza di
masse amorfe intensamente tinte in hlu che nascondono completamente il nucleo dell'elemento cellulare. E' degno di noLa anche il rilievo che la parte libnllarc del tessuto (della capsula) e <.Ielle pareti degli :tlvcoli è ditfusameme colorato in blu. Negati\·a anche impiegando i metodi ~peciali di Pappenheim e di Unna la 1icerca delle pbsmocellule, tale wncl usione vale anche per gli infìltrati perivascolari. L 'esame del lobo nervoso non wu~cnte Ji mettere in evidenza particolari modificaZJon: strutturali che meritano menzione :mchc per quauto riguarda il comportamento dei vasi c la Jisposi7ionc del pigm<:mo.
Esame istologico del rene (ematos~.-eo~.)- · Lie\·e i\pessimento più imenw in qualche u:mo della capsula (per sovrapposi7.ionc di ~trati connettivali fìbrillari). Nello straro cocticale risalta evidemc la presenza di tratti di tubuli contorti dilatati: alcuni di essi, che lo sono maggiormente, presemano l'epitelio assottigliato cd il lume occup~1to da materiale ò'aspetto omogeneo timo debolmente in 10sa. Tale materiale in alcuni tubuli non è omogeneo ma form:tto di ammassi rotonJcggianti c:ome goccioline quasi del tutto rifrangenti. l tubuli pure prc\ alenJo nelle zone lOrti.:ah si tro\·ano wlora an.:hc di~tribuiti negli strati profondi. Degli altri tubuli contorti l'epitelio è normale. In numero~i eltmcmi e-pitcliaiJ però non si distinguono nettamente i limiti, e si nota l'aspetto areolare del protoplasma come per disf::tcimento dello stesso, sebbene appaia ben conservata b strunurn c la forma de l nuc leo. Infine si nota la presenza Ji ~e/ioni di tubuli culi alterazioni più gravi per l:J perdita completa del nuc.:leo e per disfacimento delle LaratteriMiche strunurali (Xr tui rcsiduauo zolle di protopla~ma granulow a limiu indistinti. 'ella midollarc si ossen·ano grandi e piccole zolk di pigmento giallo \·enlastro che non Jà la reazione del ferro. J glomeruli appaiono Hormali per l'integricl dell'epitelio capsulare, per la completa pcrvictà degli spazi del Bowrnnnn, per l'aspetto del gomitolo \'ascobrc con nuclei normali. E··ame utologìco del testicolo (em:twss.-eos.). · Si not:1 innanzi WtlO l'isf.>cssimento delle pareti dci tubuli seminiferi. rhc sono costituiti da tessuto fibroso disposto a strati concentrici intorno al lume dei tubuli. l nuclei dell'epitelio scminifero appaiono in genere ben colorati: ~olo pochissimi gruppi di pochi tubuli appaiono come obliterati non riconoscendosi 11 lume c l'epitelio che lo rì\ este. Il connettt\O lìh roso che co~tituiscc la parete di questi tubuli ri,ulta pure colorato meno intensamente. Lt dispo~izione generale dei rubuli è quella di trovarsi ra\ vicinati tra loro con il u.:,suto interstiziale imcrpo'ilO scarw c a struttura piuttostO lassd, Nel tessuto intcrstiziale si notauo dememi voluminosi, per lo più riuniti in piccoli gruppi ma ben <.listimi fra di loro. T:tlt clementi spiccano nei preparati per la loro LOnalità giallo ocra. di forma rotondeggiante oppure ovalare: i loro !uniti sono netti. Il nucleo, piccolo rispetto al prowplasma, per lo più rotondo c uniforme tinto dall'ematm~ilina si trO\ a tah·olta i n ptl\izione eccenLrica. Esame lstolog/co delle linfoghìandole sopradavecn i: c::~p,ula modic:.unemc 1spessita :di'infuori <.li un punto circoscritto ovc tale ispessimenlO raggiunge grado notevole. 11 tes'>Uto della capsula wrri~ponde a connetti vo denso fascicolato con sottili nuclei interposti. Nel lume <.li pin·ol i \<l~Ì sezionati nello spessore della capsub spesso si nota l'accumulo ùi clementi a tipo linfoiùc. TI tcs~uto linfo adenoide non dimostra la normale architettura c la netta distinzione fra follicoli, cordoni e senj intermediari. La formazione dci follicoli apparisce appena accennata per l'accumulo di clementi linfoidi in aree rotondcggianti al di sotto della npsula. In tutto il rc'to Jel parenchima Ji.,ulm la notevole iperplasia così del tessuto linfatiw vc:ro e proprio come degli elementi degli endoteli dei seni. Lo sLrorna l'onneuivale ì: i'fX'~sito, ed in alcuni tr~ui le Lra\'::tturc connettivali prcsent:tno numermi ribro-blasti. l n pumi circo>critti si not:l .1nCOr:1 l 'i~pcs.,imento eli fìbrc collagt·nc. d':t~petto
2] omogeneo, per dcgencraz1on~: ialina del connettivo. Infine i vasi nello spessore della ghiandola prcsemano un ispessirncnto dcll'::;v·v·enrizia in forma ùi mati fihrillari concentrici al lume del vaso.
In complesso sì nota: ipcrpla5ia linfatica c degli enc.lutdi Jci ~cni, ispessimcnto dello stroma particolare, qualche zona di ~derosi del conncmvo, .tùùcnsamcnto degli strati a\ \Cntiziali delle piccole arterie c ispcs•imento ineguale della tap-.ula della ghiandola.
Riassumendo quindi nel nostro caso si è trattato di un uomo di 30 anni, che, senza precedenti anamnestici, - c.on una ~indrome emiplegica insorta acutamente e con successivo c ceno risentimento diencdalo-ipofìsario dì natura climca dubbia (tumore, lues ?) - (: deceduto dopo cinque mesi dall'inizio del male presentando inoltre un ~1uadro Ji gra\·e c:tchtssia, attribuita - pt:r alcuni segni dei quali sarà fatto cenno ptù oltre - a vasto processo neoplastico della fossa media di sin ima. L 'autop~ia ed il reperto istologico hanno dato ragione del triste epilogo dimostrando i segni certi di un processo sifìlitico di data non recente che aveva interessato l'aorta, ma in modu spectak le artene cerebrali , producendovi la vascolite luetica a carattere oblitcrativo causa del vasto rammollimento nel centro semiovalc di sinistra e dell'infarto necrobintico-ischemico esteso ai due rerzi della ghiandola ipofìsaria e al suo pcduncolo. Caso senza dubbio molto interessante che invita a considerare isolatamente le note anamnestiche e ~intomato logiche oltrechè il decorso clinico, al fine di mettere in luce i principali riltevi di carattere clinico per farne il confronto con altri stati morbosi simili, ed inoltre per richiamare l'attenzione su tutto il complesso di o~scrvazioni messe in evidenza al tavolo anatomiCo e desunte da numerosi preparati istologici di vari tessuti cd organi. Prendiamo prima in esame i dati principali offertici dall'anamnesi c dall'esame obbiettivo al momento del l'ingresso in ospeJalc c all'infuori quindi dci datt di laboratorio. In un paziente dept:rito, astenico, depresso c <;t:nza febbre erano preminenti sugli altri i seguenti si ntomi: tumefazione linfoghiandolare nella re~ione cervicale di sinistra iniziatasi tre mesi innanzi cd emiplegia destra dt data molto più recente. Appariva subito chiara l'idea di considerare detti sintomi dipendenti da u na 1101:a unica, ossia che un processo morboso a carico delle linfoghiandole cervicali di sinistra e contig110 ai grossi vasi del collo . si fosse esteso Interessando detti vasi e complicato con un proccs!>o della stessa natura a carico dci vasi cerebrali di sinistra con successiva emiplegia destra. Ciò perchè l'emiplegia manifestatasi in modo rapido doveva con molta probabilità riconoscere un meccanismo di alterazione vasale. La natura di tale vasculopatia poteva essere: flogistica (acuta o cronic:t) - tnssica - degent:rativa - ncoplastica. Analizzando queste varie c:tuse si escludevano per prima quella flogistica di arterite acuta perchè non esistevano sintomi di flogosi acuta in atto o di data recente, e per la stessa ragione le cause tossiche. l n ~ccondo luogo si esclude-
'"ano le arteriti croniche non ~pcc1fich<.: per la mancant.a di ogni disturbo circolatorio in precedenza, il non abuso aliml'nt:trc o alcoolico , il silenzio nell'anamnesi fanùgliare c ereditaria. Rimanevano da wn~idcrarc le forme croniche cosidettc specifiche - ruben:olari c lueticht c <.Juelle neoplasrichc. Per un processo t.b.c. delle linfoghiandole cervicali erano clementi negativi la mancanza della febbre c l'emiplegia cht , dovcnJo riconoscere la stessa natura del processo linfoghiandolare, appariva in ipotesi molto rara se non eccezionale. Dati i rilievi obbiettivi della tumefazione linfoghiandolare cervicale (ghiandole piuttosto mobili, di mediocre grandczl.a e consistenza) nc~ sun elemento permetteva di distinguere una forma di linfoma t.b.c. non suppurante da una forma molle di linfoma maligno (Dc Quervain) - ad eccezione della sopraggiunta paralisi molto ptù rara nella forma t.b.c ..- pertanro il nostro ragionamento scartò l'ipote)i della natura lUbercolare orientandos; verso le due ultime possibilità casuali: lues (congenita o aCtjUisita) tumor. La l ues ereditaria tardiva cerebrale c mirlollarc può riprodurre il quadro dello lues acyuisita di gucsti orga11i: paralisi ocubri, cm1plegie, turbc intellettuali (Nicola~-Moutot-Durant), ma la negaLività dell'anamnesi c wpratutto il non aver mai rilevato nel caso in esame alcun aìtro elemento obbiettivo nei rimanenti organi ed apparati, fecero eliminare la po.,~ihilit;t Ò1 un processo luerico congenito. Anche per la luc acquisita non ci era cii aiuru J'Jnamnesi pcrchè la malattia veniva negata reci~amc:nte dal p. e la moglie aveva condotto 3 grav. a termine.: e non aveva avuto aborti. Dovevamo quindi riferirei ai soli dati della tumefazione linfoghiandolarc , nella regione ~opraclaveare di s. all'altezza della parte di mezzo del muscolo sterno-cleido-mastoideo, poco dolente, a limiti indistinti, che nei giorni seguenti all'ingresso si era resa meno mobile. Tali caratteri, se potevano corrisponder.:: J quelli di un processo sihlitico delle linfoghiandole non escludevano con certezza una neoplasia. E quindi non avendo in nostro possesso dati di sicuro orientamenw lasciammo in ~o speso la diagnosi per l'una c l'altra possibiiirà: linfmarcoma o lues, risen·an<ioci di ammettere l'una o l'altra a seguito delle ri~po~te delle analisi in corso. Sulle particolarità dd dccor o vogliJm0 richiamare brevemente l'attenzione: la malattia si è svolta fin dall'inizio senza febbre, con cefalea a carattere leggermente costrittivo, che non fu mai intensa, con ipotensione arteriosa c urine abbondanti, pallide, a basso peso specilìco. A yuesti sintomi si aggJUn ga l'edema peripapillarc rilevato fin dai primi giorni di degenza. Sebbene uno dei più costanti segni di tumor ~ in senza dubbio la cefalea pur è vero c be esso1 è oltremodo \'ariabilc d'intensità e sede c tju indi i caratteri del dolor capitis leggiero non ci autoriz7avano ad aggiungere cl ementi di negativita per il tumor. La poliuria ci orientò verso la parte del cervello ove ritenemmo tos~ero irritati i centri diencefalo-ipofic;ari, e della sede rospcttata ci diede ragione la cura con la pituitrina cui conseguì una discreta diminuzione delle urine
(Maranon, Ferranini). Dico <:entri dienc.efalo-ipofisari perchè « la tendenza che predomina attualmente tra i patologi è quella di determinare attraverso le osservazioni cliniche e le ricerche sperimentali i sintomi che dipendono da lesioni della ghiandola ed i sintomi che dipe11dono da lesioni infundibolari c dei centri diencefalici. Mentre alcuni parlano di lesioni della ghiandola, altri AA. ritengono che queste debbono essere considerate d'importanza secondaria di fron~e a quella degli organi nervosi soprastanti )) (D1 Guglielmo). Le reazioni sulliquor orientavano nett.uncntc ~terso la lue3 ma la R. W. era negativa e qualche giorno dopo anche la R. W. del sangue dette eguale risultato. Per altro invitavano a pensare al tumore in primo luogo l'ipertensione del liquor (6o al Claude), in secondo luogo l'esame radiografico che si limitava però a fare qualche prudente riserva. Per quanto riguarda l'ipertensione del \iquor è noto che essa è sintomo di grande importanza a favme dei tumori cranici, ma questo sintomo è presente secondo Marai'ion anche nel diabete insipido. Ora, la poliuria del nos•ro paziente riconosceva una genesi cliencefalo-ipofisaria come quella del diabete insipido e per tanto con eguale meccanismo patogenetico si sarebbe prodotta l'ipertensione. Questa, considerata come sintomo a sè stante, non rappresentava alcun elemento pro o contro il tumore, ma permetteva soltanto di prospettare le seguenti eventualità; l'ipertensione deriva da un processo neoplasrico a sè stante, o perchè questo ha dato sintomi di diabete insipido, oppun~ l'ipertensione deriva da un processo non nP.opbstico (ad es. sifilitico) che ha dato sintomi di diabete insipido. Il responso radiografico pt>r l'opacan1ento del seno frontale di sinistra, la calcificazione della porzione più anteriore della falce cerebrale e l'opacizzazìone delle regioni della coana e del foro lacero anteriore di destra, offriva in ipotesi l'eventualità di tumore cranio-faringe() mentre alcune risposte sierologiche del liguor ùwitavano a pensare alla lues. l fenomeni rilevati a carico dei muscol i ocul.ari che accenno in sintesi e in ordine cronologico (paresi del retto esterno di sinistra, paresi del retto esterno di destra, ptosi palpebrale superiore si ni ~tra, reazione pupil\are alla ~uc~ presente a destra assente a sinistra, ptosi bilaterale, oftalmoplegia) se ci m~cavano con certezza la rapidità progressiva del processo morboso come avv1ene nei tumori . dimostravano anche un netto oscilbre dei sintomi propno della lues cerebri. Il responso biopsico u frammento di gh iandola lìnfatica quasi completamente nccrotica con scarsissimi residui di tessuto granulomatoso (t.b.c. ?) con un'unica cellula gi~ante non tipica con i nuclei a corona», non ci orientò sulla natura del processo morboso c quindi sul trattamento curativo che fu così procrastinato. L 'assenza costante del vomito, il lieve oscillare dei sintomi paralitici a destra (ipotono, ipertono), con fugaci manifestazioni d'irritazione rnotoria a
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tipo clonico, non ci avevano illuminato nella diagnosi allorchè decidemmo d'iniziare la rontgenterapia perchè la tumefazione linfoghiandolare sopraclaveare era amnentata discretamente di voltunt.:. La cura antiluetica subito dopo iniziata e protratta per un mese e mezzo permise di in iettare endovena gr. 4,80 di Neosalvarsan che il p. sopportò senza alcun minimo disturbo. La tumefazione sopraclaveare cominciò a ridursi dopo le prime applicazioni rontgenterapiche c tale diminuzione di volume continuò durante la cura antiluetica; oltre a ciò non si notarono altre modihcazioni apprezzabili. Non osservammo la caduta dei peli del corpo come nei casi di Reye, Lichn..,irz, Budde, non ipotrofia della mandibola come nel caso di Reiche, non riduzione Jell"crnoglobina ed eosinofilia, o ipotermia come nei ·casi di Simmonds, Grabe, Messedaglia, (riferiti da Knoll), non canizie come nei casi di HLirth!e e Knoll, non oftalmoplegia già osservata da Budde, non manifestazioni allucin atorie e deliranti come nei casi di Grabe e Jakob: nel caso attuale due sintomi prev:1lsero su tutta la sintomatologia: il dimagramento c la poliuria. Un elemento di discreta importanza poteva venir offerto dai risultati delle cure praticate. Per quanto riguarda l'azione della pituitrina è noto che essa dimùlllisce la eliminazione dell'acqua attraverso i reni, si potrà discutere come agisca questo meccanismo di azione: se eccitando un centro ipotalamico che diminuisce la diuresi (Hoff e Verner); oppure se il meccanismo antidiuretico si esplichi a livello dci reni (Kurose e Poulson) o invece debba ricercarsi in seno ai tessuti, ristabilendo il potere di fissazione dci tessuti per l'acqua e il sale (Labbé, Veil , Greppi). Il problema dottrinale interessa certamente. Ma anche all'infuon del problema dottrinale interessa l'accertamento del risultato : la diuresi si ridusse notevolmente e nei giorni in cui il medicamento veniva soppresso questa aumentava. Si è avuta quindi conferma di un fatto ben noto. Ma agli effetti della diagnosi nessun elemento nuovo risultò dall'esperimento terapeutico per definire la natura del processo morboso. La terapia sostitutiva non poteva aiutarci a stabi lire se quello fosse granulomatoso ovvero blastomatoso. Per quanto concerne l'azione curativa òei raggi X è noto che essa ha duplice scopo: 1° - quello di modificare l'attività secretiva della ghiandola nel con· cetto d'influire beneficamente contro la disfunzione ipofisaria, c a questo proposito la cura deve essere tentata anche nel diabete insipido (L. Siciliano); 2° - quello di agire sulla formazione neoplastica da cui deriva il disturbo funzionale - qualunque sia la sua sede di origine, perchè i risultati, sebbene non costanti nè definitivi, incoraggiano al tentativo di per sè innocuo (Nemenow). Ma sia nell'un sens0 che nell'altro non ci potemmo rendere conto di sensibili modificazioni del processo morboso, perchè ad eccezione della tumefazione sopraclaveare che si ridusse di volume, i sintomi nervosi c in special modo lo stato grave del paziente continuarono invariati.
3I Infine anche dal trattamento antiluetico non risultò alcun miglioramento. Furono citati anche di recente casi indubbi di sifilide cerebrale in cui il trattamento curativo è stato ineflì.cace : fra gli altri mi sembra utile accennare a quello di Milian e Mourrut- nevrite ottica ed emiplegia in un sifilitico regolarmente trattato si n daJI'inizio del contagio - c a quello di Weissembach e Gilbert «d iabete insipido ed emiplegia insorti contemporaneamente in un sifilitico non cu rato c non migliorato con la cnra '' pcrchè hanno qualche analogia con il mio. Ma q ueste eccezioni non infìrmano l'efficacia delle cure anti.siiilitiche ormai largamente documentata dall'osservazione clinica e eia quella sperimentale. Nel nostro p. il trattamento antisifilitico fu iniziato poco dopo quello Rontgen in modo che la riduz10nc della tumefazione linfoghiandolare poteva essere attribuita all'uno o all'altro trattamento. E probabilmente l'iniziale riduzione della tumefazione è stata la consct,ruenza delle prime radiazioni mentre la cura specifica ne ha determinata una ulteri0re riduzione. Bisogna anche considerare che le lesioni cerebrali c sopratutto ipofisarie. in gran parte a tipo distruttivo, non potevano modificarsi con l'una o con l'altra cura, mentre quella anti luetica avrebbe dovuto essere molto più prolungata per influire nei tessuti circostanti alla necrosi. Comunque anche le cure condotte non ci aiutarono a stabilire la nJtura della malattia. Riferendoci al solo trattamento la diagnosi sarebbe rimasta sospesa fra lue c neoplasma, scnonchè il giudizio diagnostico si orientò verso quest'ultimo, per qualche risultato d'indagine fra cui quello radiologico, e per il notevole e rapido aggravamento fino alla morte che avvenne 20 giorni. dopo terminata la cura antiluetica. Ma non è tanto sul le particolarità del decorso che abbiamo voluto richiamare l'attenzione, quanto sui rilievi che il reperto anatomo-istologico ci permette di fare. U caso da me osservato rientra evidentemente nelle forme di ~ifilide ignorata. E sono sufficienti i rifer imenti anatomici e clinici per di mostrarlo. Veniamo quindi ad esporre qualche considerazione fondata sui risultati della necroscopia e degli esami i.stologici. Che trattisi di una forma di sifilide estesa aJl'aorta e alle arterie cerebrali, alle ghiandole linfatiche ed ai testicoli non v'ha dubbio . Già l'indagine macroscopica aveva rilevato l'ispessimcnto delk paren della carotide e delle arterie Silviane e l'aspetto stenotico dei lumi, l'aonite limitata alla porzione iniziale dell'aorta con chiazze madreperlacee lisce e zigrinate, estese a nche all'origine dci grossi vasi. L'esame istologico d'altra parte mise in evidenza processi di endoarterite a carico delle arterie Silviane secondo il tipo della endoarteri te obliterante; infiltrati parvicellulari nella ~edia (mesoarteritc) e nell'avventizia dell'aorta, oltrechè ispessiment1 dell'intima ; 1spessimento delle pareti dei tubuli seminiferi dovuto a strati fibrosi concentrici disposti intorno al lume dei tnbuli, disorganizzazione della normale architettura delle linfoghiandolc per: accumulo di...elementi linfoidi, iperplas1a
del tessuto linfatico e degli endoteli dc:i seni, ispes~imento dello stroma con degenerazione ialina, e ispessimento dell'avventizia dei vasi. Numerosi dati inducono ad ammettere che: le alterazioni descritte siano da attribuirsi al periodo secondario dell'affezione:, la stessa moltcpliciù delle lesioni in sc.:di diverse fa pensare alla gene ra li 7.z~zione del processo. D 'al tra parte il tipo della cnòovascul ite c delle lesionj pcrivasali ben note fino dalla magistrale descrizione che ne ha datu il Banti corrisponde in -!Uanto si verifica nel periodo secondario della lue. ln:ìne mancano nei nostri reperti le manifestazioni gommose dd granuloma luerico cioè quei reperti che sono caratten stici del periodo teniario: wrrisponclono infatti alla tendenza delle lesioni :t localizzarsi e ad approfo11d irsi. Qui invece il carattere fondamentale è dato dall a generalizzazione quasi sistematica ad organi diversi. Dalle sommarie ragioni c~poste si ricava fa •egue11te conclusione prima: il reperto di autopsia e l' c.;cmu: macroscopico degli organi mentre esclude la presenza del sospettato tumore c: nelle linfoghtandoft• cervicali e nel cervello 1 iconosce la natura sifilitica del proceuo morboso. Ma l'esame anatomico del cranio e del suo contenuto ci permette subito di fare un'altra considerazione, riguardo all'interpretazione dei raòiogrammi, per ciò .che si riferisce alla calcifìc:lZione della porzione più anteriore della falce cerebrale, all'apparire meno netto delle formazioni della grande ala sfenoide, e alla minore ampiezza del \entricolo l.ncrale destro con la prova della pneumoven tricolografia. Il non aver riscontrato all 'esam e autopsico le ragiori di questi rilievi radiogra fici (ad ecce7.ione della maggiore ampiezza del ventricolo laterale sinistro) lascia alquanto perplessi . Si ricava la impressione di rilievi non bene delìniti o di dubbia interpretazione per la possibilità che corrispondano a condizioni diverse difficilmente identificabili. D a queste considerazioni risulta la co,;c/wione seconda: che L'C'same del cranio ~ del suo contenuto mentre documenta la eJatta interpretazione radiologica della maggior ampiezza del cornf) anteriore del ventricolo laterale sinistro (perchè questo appariva dilatato dall 'autopsia) non riconosce tutti gli altri rilievi sui quali si era baJato il soJpetto diagnostico radiologrco. Sulla localizzazione del processo sifiliti co ai vasi cerebrali mi sembra utile qualche considerazione particolare. Che il processo abbia colpito maggiormente i vasi dell'emisfero di sinistra anzi.:hè quelli di destra lo dimostra oltre il vasto focolaio di malacia nell 'em isfero s., l'aspt:tto stenotico del lume della carotide s. c g li infiltrati perivasal i riconosciuti vicino al locus nigcr di s. e assenti a d .. Il maggiore interessamento d<.i va!-Ì cerebrali di si nistra da parte del viru~ sifi litico si potrebbe forse spicg<m: con la condizione ;matomica che l'arteria carotide c;inistra prende origine diretta dall'arco dcll"aorta a dtffercnza della carotide di J ema . Potrebbe anche spiegarsi con p:mjcolari condizio ni funzionali dei vasi dell'emisfero di simstra rispetto agli omologhi controlatcrali. Inoltre la distribuzione divena richiama l'attenzione su even-
33 tuali r.tpporti esistenti fra le linfoghiandole sopraclan·an di sinistra e la carotide dello stesso lato. Che la sifilide produca lesioni variamente localizzate ndle artene cerebrali è ben noto dai numer0~i reperti anatomici (Kaufnunn Strumpell) e que~ta diversità di distribuzione dà ragione- mercè i compensi funzionali dell'oscillare di sintomi caratteristici della malattia. Che essa possa produrre nei rami arteriosi di medio calibro proliferazioni fino alla ~tenosi dei lumi c perfino \'oblirerazione ùclla carotide cerebral e era già noto a Fournier, il quale magistralmeme riferiva già nel 1879 « qu'on pos~édc une demi duzaim: dc cas, dans les quels la carotide cérébrale a été trouvée oblitéréc par le tait de compression et de thromboscs dérivant de lésions ~pccifiques "· Quindi il fatto di aver trovato nel ca~o attualt> ii restri.ngimento del lume della carotide dt smistra e delle Si.lviane conferma la relativa frequenza dci fenomeni stenotict nelle arterie dei vasi cerebrali anche di grosso calibro. Circa i rapporti esistenti tra processi sifilitici - in ispecie gornmost localizzati intorno ai vasi e dis5eminazione dei medesimi attraverso i vast è ~tata ridùamata l'attenzione anche in passato dallo stc~so Foumier il quale scriveva : « on a meme prétendu que les vaissc:aux servcnt cn quelques sones Je conductcurs à la gomme pour l'introtluire dans le parenclùme cérébrale » c nel suo trattato cita il caso ùi Gowers ove, dall'c~tremità di ciascun prolungamento fibroso in connessione con un sifiloma della dura madre - ~i staccava un vaso. Ma nel caso ora descritto già l'indagine macroscopica aveva rilevato l"assenza di qualsiasi segno di pcriadenite delle ghi.tndole cervicali e il tratto della carotide primitiva al collo era libero di aderenze. L'esame istologico d'al tra parte ha messo in evidenza come l'inlìltraz.ionc specifica comprenda in prevalenza la tunica media c l'in tima del vaso anzichè l'avventizia, ed ha escluso inoltre processi gommosi a carico delle ghiandole. Dalla suddetta considerazione si deduce la condtl.iione terza: la vascolite .•i{ilitica dei vasi cerebrali pret'alentemente localh:zata alle arterie di sinistm, pur riconoscendo la medesima natura morbosa delle altera:::ioni delle glwwdole liufaticlze al collo, è da ritenersi indipendente nella successione del processo morboso. In riguardo al vasto focolaio di rammollimento bianco del-
l'emisfero di s. (che appare legato ali 'affezione sifilitica delle arterie della base del cervello e sopratutto all'arteria della fossa di Silvio, ove si sono dimostrate quelle note anatomiche che H eubncr per primo ebbe a rilevare) esso è apparso così evidente sia all'apertura del cervello sia agli esami istologici delle lesioni malaciche (fibre in stato di sfacelo, cellule granulo-gassose) che ritengo opportuno non insistere oltre nel descriverlo: sopra tutto perchè, ad eccezione della vastità della zona cerebrale compromessa, esso non presenta altri rilievi di particolare importanza. In vece degno di notnole interesse c.pparc lo studio delle alterazioni ri~contrate nell'hypophysi~ cc.:rebri e nel suo peduncolo. Dalla complessiva de-
34 scnzione dei preparati istologici risulta evidente che la zona necrotica non è di natura tubercolare: I ~ - per la mancanza di lesioni tubercolari ncll'encefalo e nei suoi involucri; 2 ° - per la stessa configurazione, per la forma caratteristica della zona di infarto; 3" - per l'assenza di cellule giganti epitelioidi e iinfoidi c di formazioni nodulari identificabili con le alterazioni che caratterizzano il granuloma tubercolare; 4" - per l'assenza dei focolai caseosi; s" - per la presenza di estese c gravi lesioni di tipo endo-arteritico nei vasi de] cervello sicuramente l uetiche; 6" - per le alterazioni vascolari presenti nella /,ona ischemica. Nè d'altra parte è possibil e di ÒeJÌnire la lesione come (( silìli de sclcrogommosa " anzitutto per la configurazione del tratto ischemico, per la netta delimitazione di questo, per la mancanza di tutti gli d ementi che siamo soliti di riscontrare nel granuloma luetico (linfociti, plasmacellule, cellule epitelioidi, qualche cellula gigante, in.tiltrati pcrivascolari, lesioni prolificativc, endoarteritiche, ecc.). Non esiste alcun dubbio che qui siamo di fronte ad un vasto focolaio necrobiotico ischemico dipendente da gravi lesioni di circolo c dalla lue. Le argomentazioni sopra esposte (delimitazione, zona di demarcazione, aspettu microscopico della zona infarcita, mancanza di formazioni nodulari, caratteri della sclerosi ecc.). permettono senz'altro di affermarlo. L'infarto dell'ipofisi non rappresenta reperto di eccezionale rarità: 1n ogm modo sicuramente non è frequente. Simmonds ne ha raccolto tredici casi (1914) che ~gli descrive in un vasto e completo iavoro che si può definire fondamentale anche per la dil igcnza dell'indagine bibliografica. Troviamo quindi ricordati, fra gli altri, i casi Ji Benda, Ponfich e Glinsky di necrosi circoscritte dell'ipofisi consecutive ad infezioni pucrpcrali. Pepere (1922) ha descritto vere necrosi ischemiche nell'arteriosclerosi e nell'arterite sifilitica; Sotti (1925) ne ha illustrato un caso particolarmente interessante per la discussione patogenetica e per i riferimenti riguardanti disturbi di circolo nell'ipofisi di donne gravide; Kraus ( 1927) ha confermato la interdi pendenza frequente del la nccrosi ipofisaria da disturbi circolatori (così i tumori della sella comprimendo il peduncolo ipofisario determinano stasi del circolo; nello stesso modo agiscono i conglomerati di tubercoli, mentre nei processi luetici è l'endo-arterite obliterante che li produce). Senza estendere ulteriormente l'indagine bibliografica mi limiterò a ricordare gh studi di Verga (1930) sull'argomento con il contributo di altri due casi, quelli di Ralò - quattro casi d'infarti ipofisari - e tra i più recenti quelli di Guccione (1934) e lo studio di Shecnan che comprende necrosi ipofisarie sopraggiunte dopo il parto.
35 Riferendomi alla mia O\Scrvazione deriva la concltuione quarta che i:: 1 due terzi della pars glandu!nrù dell'ipoftsi ed il itto petluncolo sono trasformati in una vasta zona dt necro;i ischemica dipendwtc dalle alterazioni sifilitiche dei vasi della base del cervello. La sopraddetta quarta conclusione porta a considerare un po' più da vicino la circolazione dell'ipofìsi, ma a questo propo,itu l'ultima parola sulla definitiva irrorazionc vasalc della ghiandola non è stata ancora detta. Testut dice che le arterie dell'ipofisi provengono dalle carotidi interne dalle qua!i si stacca nel seno cavernoso un ramoscello che è l'arteria ipofìsaria; Pende ritiene molteplici le sorgenti vasali (aorta, poligono dd Willis, arteriole della dura e della pia); Sotti, nel lavoro sull'infarto ncuohiotico ischcmico ddripofi si, riferisce per esteso la vascolarizzazione della ghiandola citando i numerosi autori che più particolarmemc se ne occuparono; ancor più recentemente Verga è ritornato sull'argomento portando un contributo sul medesimo soggetto. D a questi lavori mt.:ntre apparisce paciJìco che sulla vascolarizzazion(; del lobo posteriore della ghiandola i diversi AA. che se ne occuparuno (Luschka, Benda, Simmonds, Merkel), citati dal Soù i, sono concordi nel mctterla in connessione con le arterie ipofisee inferiori che ~i distaccherebbero dalla carotide nel suo decorso nel seno cavernoso - non risultano così unanimi le idee dei medesimi in rapporto alla vascolarizzazione del lobo anteriore. A questo proposito mentre: il lobo mteriore ~arebbc irrorato da un· arteriola propria nascente dalla carotide nel ~uo decorso nel \eno cavernoso (arteriola propria Hypophyseol>-Benda) - ciò che potrebbe spiegare secondo Sunmonds la possihilità di alterazioni t.:mboiichc nel lobo .tnteriorL - dal complesso del le ricerche di Fuchs (1924) Guizzetti ( 1927) ikolskaja (1929) n sult.a che la vascolarizzazione della parte anteriore è data prevalentemente da1 vasi che scendono dall'alto ossia dal poligono del Wi ll is. Quindi: accordo unanime sulla circolazione del lobo posteriore, divergenze su yuella dd lobo anteriore. C'è da ritenere - :1lmeno in parte - che queste divergenze: sulla reale vascolarizzazionc dell'ipofisi derivino dalle numerose variazioni individuali sulla distribuzione dci va!>i. Quale che sia <.JUC~ta distribuzione, l'infarto si stabilisce in ca~o di trombosi o Ji embolia di un distretto vascol.m:, ~c rimangono insufficienti i rami collaterali . Questi rami collaterali insuthcienti possono derivare da una ~ola oppure da un numero maggiore di arterie, oppure possono, appena penetrati nel lobo anteriore, capillarizzarsi, come r itiene Launois; in seguito a disturbo di circolo di una certa entità la conseguenza sarà la stessa : disturbi regre~~ivi fino alla necrosi di un numero maggiore o minore: di dementi cellulari. Ad ogni modo è Ct"rto che b circolazione sanguigna è intimamente connessa con il circolo sanguigno della ba~e del ce:vello (Pende). c quindi ess<t SI altera nei processi infettivi acuti e cronici th carattere generale, come nellt alterazioni regionali Jel circolo. A tale proposito merita dJ essere consultato li lavoro del Sotri che è a questo proposito esauriente <: ne precisa la patogenesi.
Nel caso da mc descritto, per le alterazioni della carotide di sinistra e delle silvianc, p~r la trombosi dei vascllini nella partc necrotica, .11 deduce la ~onclusrone quinta: la ueao.•i c.>tesa ai due tc:r-:::i dct lobo ghiandolare ed al suo peduncolo det'e metter.;i in ntpporto conseguen::iule alle alterazioni ...ifi!itiche già il!tmratc dai va.;i arteriosi del circolo della bajc. Lo swdio del presente ca..;o che ha offerto l'opportunità di mettere in rapporto il diabete insipido c la grave cachessia con l'infarto necrobiouco i~chemico dell'ipofisi c del -;uo peduncolo, permette di fare qualche altro ri· lievo clinico c anatomico su di esso. Jn riguardo al diabete insipido il mio caso conformerebbe la concezione di Bauer (secondo la quale nei cast di diab~te inripido, ove è aumentat.t la diuresi acquosa ecl il peso specifico è qua~i normale. la pituitrina è indlìcace e la insulina riduce la diuresi; mentre ove la poliuria è legata a diminuita concentrazione è nulla razione dell'insulina, cd efficace particolarmente l.t pituitrina) perchè la poliuria ridotta dalrcstratto post-pituit::trico si accompagnaYa alla diminuila concentrazione delle urine. Kon confama invece le idce di quelli AA. (Hous~ay, Bia~otti) che attribuiscono il diabete insipido ::td iperfunzionc del lobo anteriore: perchè qut'sto appari\ a nel mio caso quasi del rutto distrutto; perchè la patogenesi del diabete Insipido ~i ritiene oggi rappresentata in lesioni dell'apparato intundiholo-tpolìsario. Si è tentato Circoscrivere più esattamente il punto essenziale di questo sistema regolaton: per la patogenesi ùella poliuria: se cioè le lesioni che la determinano debbano ricercarsi nella neuroipofìsi o nel suo peduncolo (Cushing). oppure nel mesencefa1o, in particolare nel tuber cinercum (Camus e Rous\y). Si è venuti alb conclu ~ione che la poliuria può essere determinata sia da alterazioni neuro-ipofì-;arie che dei centri diencefalici. Il peduncolo ipofìsario viene quindi considerato la via di pa~saggio ciel secreto della ghiandola ai centri nervosi. a ~uisa di nn vero organo neuro-cndocrmo comprendente lo stimolo ormonico specifico per !.1 funz10ne della parte nervosa (Raab). In conformità dell'accordo quasi unanime fra le corrcìazioni della ghiandola c i centri dicncefalo-ipofìsari (riconosciute oltrechè dai fisiologi da numerosi reperti clinici c anatomici . Fcrranini, Di Guglielmo, Longlmano). appare oggi arbitraria la concezione di alcuni (fbuer, Aschner) che dubitano di rapporti diretti fra le suddette formazioni, tanto pitl che in qualche caso di diabete insipido (Di Guglielmo) con sole le~ioni della porzione anteriore dell'ipofisi, si è data importanza alla ghiandola c ai centn ipotabmici. In riguardo alla caclzes...ia questa è ~rata osserv.Jta anche con ipofisi normali (Badouin, Lhermitte, Lcreboullet, Goebcl) oppure in casi in cui esistevano lc~ioni di tipo diverso nelle regioni circostanti. In proposito si deve ricordare che altri AA. (Campailla, Steinctz e Thau) ritengono che pnrna di considerare la cachessia nettamente distint~l da una forma d'insufficienza ghwndolare multipla, debbano venire eseguite più accurate c sistematiche indagini anche sulle altre ghiandole endocrine c forse anche sul si~tema ncuro-vcgetativo.
37 ljucsto indirizzo interpretat ivo risulta con maggiore evidenza conval idato da quei casi nei quali facevano difetto i sintomi ipofisari, pur essendo l'ipotìsi invJsa e distrutta dai processi neoplastici che .1\·n·ano op~'ur no rispetL<HO 1 centri ipotalamici, oppure risultando invasa e distrutta da processi gommosi (Mencarelli) o di altra natura. Pur attrihut.ndo tutto il l<,ro valon; a tab ril1evi, il dato anatomico ddla lesione ùel lobo anteriore è riconoscmto dalla maggioranza degli AA. , c da alcuni (CondorcJli) ritenuto C•>~t.m te, tanto da lar ammettere la sindromt - 11ci suoi punti essenzi<JI i - dovuta ad aho liz10ne del1a funzione ipofisaria. caSO in parola per l'infarto necrobiouco i\chcmiCO della p<~r<. glandulari~ dcll'ipof.isi c del suo peduncolo e dci centri nervosi del pavimento del 3 ven · t1icolo viene a confermare !.1 concezione oggi riconmciuta più accreditata dalla maggioranza degli autori. Dall'insieme di questi rilievi de!lunti in parte daìl'esame della letteratura. in parte dalle osservazioni svolte nclk pagine che pru:cdono, mi seml>ra essere autorizzato a formulare una considerazione Ji car<tttere generale: chL ogni contribu to anaromo-clinico che si informi alla più ~tn.:tta obiettività nei reperti ed alle maggiori cautele nelle interpretazioni .tggiunge sempre yualche nuovo elemento integratJ\'O delle conoscenze su le smdromi net!ro-ipotìsarie. U contributo attuale, confortato d,t numerosi reperti istologici, ~~ cr'a proposto questo scopo in un campo di ricerca do\'c non mancano òiffìcoltà ed incntezze e che pertanto othe sempre nuo\'i elementi interessanti per p1tJ concrete indagini.
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RHs,u:-J o. - E\po~ti brc\Cillc.:nt~ i \lntomi. al più c.:ostantc repato anauumco tlc:ll:! cachessi•l ipofis:tria, an c: n nato <h cast mn alreraztona gra\ i q>otì,:tric: m.antanti dc 1 pnnupali segni neuro-cndoaini e \'iceversa. rikrir:t poi la ~wri.1. lo st;lto, d decm'o della malattia e il reperto autoptico, l'.\. conclude trauar\i di !un non ren:nte delle arterie ce· P;bralì c:tU \;1 Ja \ a~to r.unmulhml.'nW del t entro ~t'mtm aie Ja 'ini,rra c d t nt'c.:rO'I 1ki 2 3 ddla par~ glandulari' delripoti,, c.: del suo pnluntolo. Discusse le ,·arie possihilit.ì etiologirhc, all' inru ori di t]ualun<]Uc da to di l:thor.atorio, la diagnosi ~i oriemb 111 moJo dt"ci!>O \l.'r'o k due Jlitt ptoha tl\ t': lu e~ .tt<]Ui,ita o proces~o ncoplastico. ~fa l'uno o l'altro ~iudizw daagncr,riw fu dm uto ditTcr irl 111 allt:\a delle ri~po~te degli accertamenti in 'o;,o. ' L'A. viene poi a rit hianl.lrc l'aue nzion c ~ullc particolari t~ del ueco r'o c 'iullc nspusre dt laboratorio al fine di illuminare la diagno~i: b poliuria. la tt·fale.t, la negati\ i1:1 della R. \'·:., l'apertensionl del liquor. i rilic'i radiogr.liÌti, l'o\tallart dei \lntomi: in1ne gh scarsi eleme nti c non decisivi ddb ri;po,l,l biop\lt;l, l':tunH nto della tumefazione linfoghiandolarc, ecr. Ma ta li elent('tlli integrati\ i non ]X'tlll i\CIO dd an ire la di~gnmi tlt tl.ltur:t nmasta incerta fino ;lli'obitus :t\TCnuro .:irça un anno dopo l'anizio ddb 'inromatologia morbosa. . . Le cure nel fraucmpn condotLe no·1 furono '>l'~u ire d.t ,o.,tanzl.dt tll iglior.unento. lo ~tato gra\'c r imasçro in v:1ria ti, c :tg! i cllctti de lh diagno~• IICS\Ull t· km cnto llllo\o risult ò dalk ,·urt iauc per aiutar,j a Jdìnirc IJ natura del pnKt'''o morbo'<>' se <.J~~llo fosse granulom.uoso o hLl\tomaro,o. Furono ti continuo a~gr:n a multo del !t. CIJn~lztoni gene rali e la progressiva t',lrhn,i;a insieme a <]ua lchc fl'>llltaro d 1 tndag'nt· t h e ci ll'du~sero a formubrr la diagno'i di yut''>l<> :111z.icht· di luc,. 1 \lntomj c
L't:same anatomico pcrrui~t· di escludere la presenza dc:1 ~mpcttaLO tumore ndk l111 fughtandolt cen·icali e nel t: e n ello c m:onobbe la natura ,j Ili! tic a del processo morboso. In panicolare qunto c.:samc pçrmi~e di fare le segut·nti wmiderazioni di <<lr,tttcre lUilcf USI\'0:
1" - riguardo alla n::tturJ sitiliura ess::t \·enne nh:nta w n ccrtezz:l a quelle =' htrazioni che si \'erifìcano nel periodo secondario della luc, ovc il carattere fondamc.:nt.tlt: è d:no d:~lla gener:~lizzazionc quasi sistematica :~d org:~ni di\'cr'i; 2" - riguardo :~ll'es:~mc.: r::ttliologico del cranio c dd suo <:ontenuto, esso documenti> l'es:ma imtrpretazionc r:~diologica delln maggiore ampiezza del corno anteriore del \Ciltric:olo latera k sinistro, 111:1 non riceJIIobhe gli altri rilit:\'Ì sui tlunli si era basato il sospetto di:Jgnostico rad iologico dcll'ipotetiw tumor: t- riguardo :~Ila \':tsLulitc silìlirica, riconabbc h ~tcss:J nmura delle alternioni delk lin(oghiandole cer\'ic:Jli di ,iuima, ma dimostrò J'indipcnc.kn7.;\ d:t queste nella successione dd tempo: -to riguardo al \iiMo rammollimento bianw dell'cntisfcro sini~tro permtse di n.ct· tcrto 1n dipendenza dell'atfez1unc ,iftlitica delle arterie ddla h:t\<', c. riconohhe ugual :>1C, rani~mo circolatorio dell'utLtrw ncc.robiotico dell'ipofìsi. L.1 di:~gno'i isto-patologic.t :: 'Lal-1 f::ttt:l dopo :1vcr escluso roo ccrtez;.a la '11anc:lnza di ogni c:lrmt·nto LUberrobrc c sclero gommoso ddla zon:t necrobiotica. Successi,·amente 1' i\. riferì \Ct· su Il' i rfarto Jell'ipofisi eh:: l: rcpcrro non ~icuramente frctjucntc, su lla ci rcola7 ionc :.rtcriosa ipolìsariJ, sulla patogcnc~i ,Id diabete insipido c su lla cachessi:~. TI ca~o può brevtmcntc: sintctÌ7.7:trsi: lues ignorat:t in uomo di 30 anni, difTu~a in di,crsi org:.tni c prinçipalm..:mc ai \asi cerebrali, det"rmin::tnL \'asto rammollimento dd rLntro ~emiov:tle ,jni)tro c •nf.trto necrobiotico-ischcmtru dci 2 3 anteriori della pars ~landulans Jelùpofisi -: dd pcduncolo dclripoiìsi. con diabct<· 10\lpido, cachessia e obirus sopra~~iumo circa un anno dopo l'inizio dei sintomi.
BIRLIOGR.-\FIA
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MEDAGLIA D'ORO AL V. M. ALLA MEMORIA GIOVANNI PA LMIERI All:1 rn~moria dello ~tudmte di mcthcina Ciownni f>a!miel'l, Ò<l Bolu~n.1. è stata I.J ~ledagli.1 d'Oro al \'. :\L:
conccs~;l, con la seguente mom aziunl.,
( SlUÒellte Ulll\'ersitario del 6" :.Jnllu medicina si arruolò ncll.J dina, as~umendo la d irez ione Jel 'tt:nizio saniwrio.
;o" Brig:H;I c;aribsl
' Dur<lnte tre g10rni Ji aspri l.omh:ntiment i contro 'u' a.:hianti for .te tc:deschc, •1 prodigò IIKCSS:Jntcmcm e ed :llnorevolmc: m e a curare i fe riti e quando il proprio reparto nuscì .1 sganciarsi Jall'accc:n.: hi am{'n to nemico, non volle :.bbandonare il suo posto c, quale <~JX,.,tolo di c.:onforto, cons..:io del1.1 !Ìnc: che lo attenJc,a, restò presso i fern1 aftìdati alle sue cure. Ma il nemico ..opraggiumo non ri't)X'llÒ la ~ubl ime ;:t ltena òell~ sua missione c barbar;um:ntc lo trul idò. Esempio fulgido di spirilO tlel dovere: e eli cru1ca gc:nt C?. di (;uzzo (Romagna), 30 'Cttembrt' 1444 .,_ rc;sid Ann{)\eria mo Cwvonnr Palmi~n fr:-t i nos1ri Caduti ~: addi ti;lmo il suo ~acritirio alle g im:1n i gt'nt'r;l7ioni di meòici.
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J>,rcuurc · Col. mul.
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ISTITl ' IO D'J<,IJ '1- E MH KO~IOUK,J \ Dirnl >re: Ten. col
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UN NUOVO APPARECCHIO GUIDA- CILINDRI MULTIPLO PER I SAGGI SUGLI ANTIBIOTICI COL METODO '' CILINDRO- PIASTRA.,
Fin dall'epoca della scoperta ddla pcnicillina, lo stesso Flerning c successivamente gli nitrì studiOsi si sono intcre<.\ati per tro\'arc un metod<• semplice e pratico per titolare la penictllina t. per saggi.trne l'attività antlbtotica . . . . sut germt '' 111 vnro 11 . Tra i numero' i metodi propo.,ri a tale 'copo, uno, che per la sua semplicità ed esattezza ,·iene oggi da moltL ricercatori preferito, è <.1uello Lhc va sotto il nome di " Metodo cilindro-piastra "• de~critlo nel 1941 da Heatlcy, Abraham e Col\. c poi modificato d~ Schmidt c Moycr nel l94+ Come è noto, esso consiste nel po!>are sulia superficie ddl agar, msemenZ:.tto co l germe da saggiare, un numero variabile (2-6) fìno a 40 (lkadell, Mitchell c Bonner 1944) di cilindretti di vetro o di .tlluminio, lasciandoit aderire alla superficie ddl'agar per il loro stesso peso. Tak sistemazione, però, a mio parere, se può d.tre dei risultati costanti nella formazione degli aloni di inibizione batterica, non è scevra di inconveruentt. ln f..ttti, ovc i cilindri non aderiscano pufettatnt:ntc alla supertic1c del terreno nutritivo, ne risulta una certa ditfìcoltà nel la deposi7.Ìone cnLro di essi delle diluizioni di penicillina, con con~;egucnte caduta e ro\'e!>ciamento della soluzione o fuoriuscita di e~!>a dal di sotto, tra margine inferiore del cilindro c superficie dell'agar. Per evirare guesto, un me7.zo <:!>iste cd è quello di pressare leggermente i cilindri sull'agar in modo da affondarli per qualche millimetro, senza arrivare a toccéu·e il fondo dell a pi:~stra. Tak procedimento di tecnica è stato già praticato con buoni risultati in un l;l\oro fatto in collaborazione con Aibcrghina su un saggio comparativo dci diYersi metodi sulla penicillino-scmii>iiità dei germi, in corso d i pubblicazione. Si ovvia co!.Ì a un semplice inconveniente: a lJUcllo di non poter inclinare la piastra per l'osservazione cn·ntualc senza far rotolare i cilindrt e a quello di non far diffondere la penicillina al tlisouo Jell'agar, tra lluesto e il fo ndo di vetro della piastra.
Nei suddetti metodi è nozwne comune come sia delicato e indagmoso posare i cilindri, uno ad uno, con una pmzena sterile e come (anche per l'operatore più esperto) non sia sempre possibile: farli cadere sull'agar dqlla stessa altezza e quindi con pressione uniforme, in modo che aderiscano alla superficie dell'agar. D'altra parte, il procedimento tecnico di posare i cilindri sull"agar, previo lieve riscaldamento (Hcatlc.>y ecc.), con cui si ottiene l'adesione sulla piastra. per la fusione dell'agar e un ineguale affondamento in esso, non è risultato idoneo per la impossibilità dì operare neile ste~c;e condizioni, unifo,.memente, per tutti i ciiindri. Ne deriva, logicamente, una gnmdc discordanza di risultati, anche operando con lo stesso metodo e con le stesse diluizioni dosate di penicillina. Rendendosi conto di tali difficoltà dì tecnica, nel r944 M. D. Reeves e W. H. Schmidt hanno ideato un complicatissimo apparecchio per la posa contemporanea dì più cilindri (5) sulle pìame di agar inscmcnzate con germe da saggiare verso la penicillina, apparecchio che, molto ingombrante e costoso, se pure, a quanto descritto. rapido c preciso. mal sì adatterebbe ai b1sogni lim itati di un comune laboratorio di analisi cliniche e batteriologiche. Ren è vero che tale apparecchio porta un serbatoio multiplo inttrcamhiabilc, mediante il quale si possono preparare in poco tempo numerose piastre in serie, ma, per gli usi pratici, esso è troppo delicato c difficile da maneggiare. Con esso, se si è risolto il problema della ~ìmultaneità della posa dci cilindri, non si è tenuto conto affatto della difficoltà successiva del loro riempimento, essendo i cilindri soltanto <<poggiati)) sull'agar. Nessun cenno è fatto nei riguardi di un qualche << dispositivo » che ne permetta l'affondamento per gualche millimetro, onde avere una maggiore mancggcvolczza della piastra preparata. Sempre nel I944• G. W. Beadle, H. K. Mitchell e D. Bonncr hanno proposto un altro apparecchio molto più semplice, con cui sì riesce :t depositare simultaneamente 20-40 cilindri su piastre di agar-germi retlangolari, appositamente preparate. Anche qui si tratta di " posa ~imultanea c non dì lieve affondamento, con gli inconvenienti già descritti. Cn.:dendo pertanto che non ~arcbbc stato inutile apportare qualche contributo alla standardizzazione delle tecniche di saggio della titolazione della penicillina e della penìciJ lino-sensibilità <<in vitro col metodo « cilindropiastra dì Abraham e Headey, ho ritenuto opportuno modificare la sistematica del metodo, infossando i cilindri nello spessore dell'agar-germi, senza per altro r<tggiungcn:: il fondo della piastra. A tale scopo, sia per la posa contemporanea, sia per il wntemporane(l infossamento parziale, ho ideato c wstruito un semplicissimo apparecchio che permette la posa simultanea di 2-6 cili ndri sulla mperficie dell'agar, '11Cntrc )l
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43 un dispositivo, in esso appan:cchio incorporato, ne permette l'introduzione:: parziale nello spessore dcll'agar, ad ugu_ale profo.1di~à, perchè esercita su
tutti e contemporaneamente la stessa presstone, pre,cntJvamente graduata. Con tale sistema si evita la caduta eventuale dei cilindn durante il ricm pimento con la penicillina cd è facilitato il trasporto della piastra dal tavolo di lavoro al termostato r \'iccvcrsa, per la lettura e la misurazione degli aloni di m1bizione batterica. DESCRlZJ O:-lE E FU~ZION.\MF.:'\TO DELL APPARECCH10. 1
L':.:pparecchio (vedi lìgg. 1-2 e tavola fuori testo) consta essenzialmente di: a) un robusto corpo di metallo leggero o d1 altro materiale che non si deformi alla sterilizzazione. in cui sono stati praticati sci fori, equidistanti dal centro cd ai vertici di un esagono inscritto in una circonferenza, nei quali fori vengono introdotti i cilindri, eh~.: dovr~mno contenere la penicillina; b) un sotti le disco sup~o:riorc di alluminio che, al momento opportuno, deve funzionare da coperchio; c) un sottile disco inferiore di alluminio, leggermente più grande del pn:c.edente, che, durante la manualità, dcv·~ funzionare da fondo per i fori guida dell'apparecchio c da chspositivo di pressione sui cilindri. l suddetti due dischi (b c.: c), forati anch'es~i 111 punti corrispondenLi <l quelli del corpo dell'apparecchio, sono tenuti ad tS!.O aderenti a mezzo d1 una robusta molla. inYisibik cbll'estcrno. Ecco, in dettaglio, il funzionamento nei diversi tempi.
A) Carica dell'apparec!Jio: 1" - si ruota il disco superiore. J mezzo della manopola di ebanite esterna (A), lino a far combaciare i suoi fori con quelli del corpo dcll'appa · recchio (tacca d'arre~to); 2 - si ruota il disco inferiore, a mezzo della manopola interna (B), fino a che 1 fori di esso non combacino più con quelli del corpo dell'apparcc.chio. In tal modo, il fondo dci diveni buchi sarà costituito dal disco stesso : 3' -si introducono i cil indri nei fori-guida con una pinzetta e si riporta •l disco superiore nella po~izione primitiva di chiusura; 4" - si avvolge il tulto in carta e si m<:ttc in autoc lave per la sterilizzazione.
B) PoJ·a dei cilindri: T ' - si toglie il coperchio di \'Ctro della piastra nella tluale precedentemente si sia versato c solidificato l'agar inscmcnzato col germe in esame, e, operando rapidamente, b si ricopre con l'apparecchio guida-cilindri sià ste-
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rilizzato. Poichè esso aderisce perfettamente, a mezzo di una scanalatura ci rcolare, all'orlo della piastra c deborda da esso, non c'è nessun pcncolo di inquinamento; 2 u - si ruota la nunopola tnterna (B) fino all'auc~to, in modo d.1 aprire il fondo dei fori-guida. Kel momento in cui i fori del disco inferiore coincidono esattamente con quelli del corpo dell'apparecchio (tacca d'arreSto), i cilindri scorrono nei fori-guida e vanno a posarsi sulla ~uperfìcie dell"agar.
C) Affondamento dei cilindri: r'' - si riporta il disco inferiore nella primitiva posizione (chiu~ura) girando, in senso inverso, fino all'arresto la manopola interna (B): 2"' - si preme la stessa manopob (B), la cui escursione è ~ta ta preceden · temente graduata in 2 rnm. Questo movimento, cssendo l'asse solidale col disco inferiore, ne dctcrnuna l'abbassamento, ma, poichè esso è- stato riportato in posi?.ione Ji chtu· sura, eserciterà su tutti i cilindri una lieve pressione, uniforme ed egualt. per tutti, pcrmettendone !"affondamento ncll'agar Jlla profondità stabilita:
3' - si toglie I"Jpparccchio e si ricopre la piastra col ~uo coperchio. L'apparecchio può servire per diverse piastre, ricaricandolo con altn Cilindri steril i e ripetendo gli stessi procedimenti .li tecnica sterilmemc. La fig. 4 mostra una piastra insernentata con un ceppo di micrococco terragcno e saggiato col metodo cc cilindro-piastra H, usando l'apparecchio sopra descritto. La chiarezza dci risultati c la regolarità di essi è evidente. R!A~SUNTO. L'A. descrive un >uo nuovo apparecchio per la posa e l'aifondamtmo parziale ed uniformo<.: dci cilindri ndl'ag:.r, per i saggi sugli antibiOLics col merodo coMderto "cilindro-p iastr:~ )> . Riporta inoltre il funzionamento ncs suoi dettagli e ne dimostrJ i vantaggi. rntnt.:rali~ e dl\l"g"na ùcll" \utorc. L "app.arccch>o •u dcscratw c >tato rc:1l1U.•t• d.al tecniCo mccc:lniCo "i(· Tdle~cha, dell.t Scuob •h S.1111tà Mtll!:lJc, .1 çu i va ti mio ringrazi<Hltent<J, E" an cor''' il rd.IIJ\'o br~\'etl<l comr tl.t \ 'crb:1le n. 4() Rc):.'tro n. li ddi"Cf6on l'rmmct.lk <Id Cummunn c <kll'ln.tu,ui.a da Fircn~:e Scrva11o Brt'\l'tli 111 Ùal<l 16 dacct11brc JCJ48.
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UNA NUOVA DIAGNOSI DEL CANCRO (·)
Nel suo laboratorio di Ncw 1-:laven, Connecticut, il dott. 1-:larry S. N. Grecne si dedica da anni a ricerche sul cancro. I suoi esperimenti hanno rivelato una quantità <.li fatti che, pur avendo ben pm.a attinenza con l'argomento· principale, rivestono un profondo interesse per la !.cienza. Circa 15 anni fa, il dou. (Jreene si pose qul~tl problemi: 1 .' - Perchè è possibile: trapiantare alcuni tumori c altri no, e quak è la causa di questa diversit~?
2 ." - Qmle è il metodo più semplice per studiare questa diversità? l motivi per cui si cerca di trapiantare i tumori sono ben chiari: noi non po~s iamo studiare il cancro nell'uomo, perchè non pos~iamo eseguire.: esperimenti sul corpo umano, ma possiamo trapiantare il tumore in un animale da esperimento c in esso eseguir~ tutte le nostn: ricerche. Avviene però che di due frammenti dì tumore, apparentemente identici, uno può attecchire nell'animale che lo accoglie, c l'altro no. Per trO\Jrc la ragione di questo diverso comportamento, il dott. Green scelse come animali da esperimento la cav1a e il coniglio, e, come luogo di innesto, la camera anteriore dell'occhio. E' dimostrato che l'occhio è un posto ideak per i trapianti, s1a perchè la reazione dell'organismo Jl corpo estraneo è ivi lent.l c debole, sia perchè è possibik con trollare, sent.a l'aiuto dd microscopio, lo sviluppo del te~suto trapiantato. Il dott. Grccn osservò che, trapiantando nell'ncchio di una cavia un frammento di tessuto tumorale sviluppatosi in un. comblio, si potevano verificare due eventualità : o nella cavia si s,·iluppa\·a il cancro. c il coniglio da cui aveva prelevato il frammento moriva di cancro: o nella C:l\ ia non si sviluppava nulla, c il coniglio non mori,·a. Da ciò ebbe ongine un nuovo metodo di diagnosi del cancro : si prende un frammento Ji tessuto sospetto e si innesta nell'occhio di una cavia; se attecchisce e si sviluppa si tratta di cancro. Il valore dell a .prova non -;i limita a questo. Per ragioni ancora ignote, le cel lule che si svi luppano ndl'oc..:hio della cavia ripn.:ndono la loro originaria forma c struttura. Così, mcntn.: l'istologia non è spc.)so capace di dim se il framm ento esaminato appartiene a un cancro prim itivo o a una metastasi, la prova del trapianto lo dice. Infatti, le cellule che si sviluppano nell'occhio dt una CJvia sono identiche alle cellule dell'organo nel lluale il cancro si è formato, anche se al tempo del trapianto esse erano di,cnute irriconoscib1li.
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,. V'è perb un inconveniente. Tessuti non cancerosi potrebbero pun; attecchire c svilupparsi nell'occhio della cavia c ciò infirmerebbe la specificità della prova. Per eliminare questo dubbio il dott. Crecne comincièl J. trapiantare ogni sorta di tessuti animali negli occhi delle cavie e dei conigli. Egli osservò così che il tessuto adulto normale non si accresce. Il te~suto embrionale, invece, prelevato da un embrione di meno eli 5 mesi, attecchisce facilmente. Ciò non è poi sorprendente se si pensa che le cellule embrionali sono, viste al microscopio, del tutto simili alle cellule cancerignc. Una deduzione può allora farsi da yuesta osservazione: tutti gli embrioni '>Ono simili, in partenza, sia l'embrione umano che quello della cavia. Apparentemente, gli embrioni c i cancri si comportano tome tessLtti noP. umani che si accrescono in corpi umant. Una delle differenze tra i trapianti di tessuti cancerosi c quelli di tessllli embrionali sta nd fatto che questi ultimi cessano il loro accre~cimento quando hanno riempito tutto l'occhio dalla cavia, mentre, come è logico, i tessuti cancerigni, per natura aggressivi, non si arrestano nel loro sviluppo. Il don. Greenc, entusiasmato dail'esito di queste ricerche, compì e~pe rimenti òi trapianto ~crvendosi dei tessuti più di\'ersi: frcumnenti <.h cervello (che sviluppandosi producevano voltagg1 elettrici ~imili a quelli dt cervelli 1n fase di la\'oro); frammenti di cuore (che sviluppandosi mostravano una contrazione ritmica abbastanza sorprendente): ccc. Ogni parte abbastanza grande pe:: poter es~cre !)t::parata da un embrione è stata dal don. Grccn trapiantata con successo. Per<>ino embrioni interi si accrebbero tranquillamente nell'interno ~.lell.orchio di ca,·ia. Come è chiaro, i risultati ottenuti offrono un campo straordinariamente fertile di tecnica per future ricerche che non vertono solo sul probiem.t Jcl cancro, ma su tutto il più complesso problema dell'accrescimento. La « Yale Medicai School », una delle più importanti Gniversità di America, in cui ii dott. Grecn è profe!>sore di Patologia, c il <l Janc Coffin Childs Memoria! Fund (or Medicai Resc:1rch u, che hanno finanziato l{LICSte ricerche, hanno ambedue riceYuto dal dott. Grcene pilJ di tjllanto cr.t prn·isto.
JSTJTUH) D')(, ffl"f
r>I·LI.'li~ I\'F RS!T:\'
DI ROM t\
DuT ll<>tT: Prnf. \'. l'tsro'"
RECUPERO DEI MATERIALI DI MEDICATURA 1-t.'rt. Ci ti,
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.tlllltJ voJnnt;ltin
Il materiale sanitario di medicatura c, in maniera particolare, il cotone tdrofilo, ha raggiunto in <.tuesri ultim i .1nni un costo veramente elevato. La ragione principale è che il cotone idrofilo viene nella totali tà fornito dall'estero ed il prezzo di acquisto, che prima della guerra mondiale 1914-'I15 si aggirava su lire 2,50-3 al kg., è sa lito in questi ultimi tempi a TOOO lire al libero commercio ed a 1.304 quale prezzo di vendtta presso gli Ospedali militari e tende sistematicamente ad aumenrare di costo. D a tempo venne sentita la necessità di provvedere, con qualsiasi mezzv, a realizzare la più stretta economia del materiale, sia riducendone sensibiìmente il consumo che studiando la possibilità d1 recuperare quelle parti già utilizzate le qual i, non essendo intrise di secreti purultnti o eh sangue, fossero più facil mente idonee ad una ra7.ionalc rigenerazione. Il problema non è assolutamente nuovo; da parecchi anni si era tentato di sostituire il cotone idrofìlo con tessuti spugnosi, anch'essi di cotone. Questi tessuti, durante la prima guerra mondiale, furono adottati negli Ospedali militari del Belgio e su tale impiego effettuò i primi studi in Italia il prof. Masnata di Pavia. Ma ralto costo dei tessuti stessi c la difficoltà di ptocurarli, pari a quella riguardante l'acquisto del cotone idrofilo, non dettero la possibilità di insistere su ta le sostituzione. N el m arzo 1936 il chirurgo prof. D onati, uno degli antesignani del recupero dei materiali di medicatura, riferì come - da preciso controll o effettuato durante i mesi di gennaio c febbraio ste~!'o anno - era resultato che, limitando il consumo della medicawra, si era :~.vuto nel febbraio ur. esito di m. 500 di garza per 225 interventi contro m . 1300 per 231 inter-venti praticati in gennaio. Ciò dimostra chiaramente che, oltre al recupero ve.ro e proprio della medicatura usata, è possibile realizzare ~.en sibil i cconomte mediante la maggiore parsimonia nei le sale chirurgiche c di medicazione. . Lo stesso prof. Donati studiò la po~sibili tà di ·sostituzione del materiale dt rnedicatura col carbone di paglia contenuto in sacchetti che veni vano applicati sulle ferite: ma i resultati furono poco favorevoli perchè, mentre la tela ass~rbiva la parte liquida degli essudati. diversament~ accadeva per gli elementi morfologici i quali co~tituivano una membrana di ostacolo tra la tela e b ferita, determinando focolai di irritazione della ferita stessa e dei tessuti circostanti . .f. -
Gio,·ri<l/e di ,\ft•dl(·ina \ 11/irar<
so Fermo restando il prinCJpto che la prima economia sostnnzialc: e positiva consiste nel praticare l'uso ~iei materiali di medicatura con la più stretta parsimonia, senza inutile sperpero e senza lussuose e vistose applicazioni, la Direzione Generale di Sanità Militare, nel I<)36, intravide c studiò la possibilità di effettuare. con mezzi di facile impiego, il recupcro della medicatura usata; e, per portare immediatamente su un piano di azione questa idea. incaricò la Ditta Siemens di fornire agli Ospedali militari una piccola lavanderia elettrica il cui complesso constava di Lre apparecchi: una lisciviatrice, un idroestrattore, un mangano a riscaldamento automatico. Con tali apparecchi gli Ospedali militari, sulle direttive che la predetta Direzione Generale di Sanità emanò a suo tempo con alcune circolari, iniziarono dal novembre dell'anno 1939 le operazioni di rccupero. servendosi dei materiali di medica tura raccolti dai reparti degli Ospedali stessi e dalle f nfermerie presidiarie, cd i primi resultati risposero pien:.tmt'nte ~ol i o scopo c dettero la sicurezza che, sempre più perfezionando~! tale servizio cd adeguando le disposizioni su un pi:.tno uniforme per tuttt gli Ospedali e gli Enti milttari interessati, si sarebbe giunti ad un gr;"tdo di efficienza tale da realizzare la più alta vittoria in un settore veramente importante tra i problemi autarchici. Il recupero dei materiali di mcdicatura presso gli Ospedali 1nllitari veniva praticato nel modo seguente: Tutti i giorni, nei vari reparti (specie in yuelli ch1rurgici c dermocdtici) si raccoglievano i materiali di medicatura già usati che, dopo una prima cernita grossolana, erano trasportati in un locale annesso alla hl\·an deria c sottoposti con accuratezza alla sdczione dei tre tipi - garza, fasce c cotone scartando c distruggendo le parti impregnate di sangue o pus ed effettuando la cernita e rimozione di materiali estranei (cerotto adesivo, ecc.). Il personale addetto a tale operazione era opportunamente difeso, servendosi di combinazione da disinfettore, gttanti di gomma c lunghe pinze. I materiali cerniti erano quindi collocati in sacchetti a rete ed tmmersi per un ?Criodo non inferiore alle 12 ore in una vasca ad acqua corrente. Quindi i materiali erano portati alla lisciviatrice e tenuti per un'ora in tale apparecchio, con acqua in continua ebolli.lionc. Successivamente si procedeva ad un primo lavaggio, dopo di che il matenale \'eniva di nuovo lisciviato e bollito. La medicatura, così generosamente lavata, passava nell'idrocstrattore centrifugo; quindi il cotone andava compresso in sacchi di juta a chiusura ermetica, mentre la garza, le pezze laparatomiche e le fasce erano stirate al mangano anch'esso riscaldato automaticament<.:. Tutte le pezze di garza orlata c recuperabiJe presso gli Ospedali erano ordinatamente disposte in pacchetti da so o roo pezze, mentre le parti di garza inutili7.zabili ed i residui delie orlature venivano riuniti in sacchi e, ltnitamcntc al cotone idrofilo, inviati periodicamente all'l~tituto Chimico Far-
sr maceutico di Firenze per il successtvo trattamento di cut c1 occuperemo ptu avanti. La garza e le fasce rccuperate in Ospedale e restituite ai reparti eli provenienza, dopo sterilizzazione in autoclave, erano pronte per la riutilizzazione. Tale reimpiego si ripeteva numerose volte per gli stessi materiali ed anche quando essi non erano piìt impiegabi li venivano altrimenti uti lizzati inviandoli all'Istituto Chimico F::u-maceunco. Presso il predetto Istituto le operazioni di n~c upero entravano in una fase di imponente costruttività, per la completezza degli impianti capaci di effettuare il ripristino eli cospicui quantitativi dt mcdicatura, COtl tutte le caratteristiche sostanziali della medicatura nuova e mai utilizzata. Il cotone idrofilo subiva una seconda cernita e quindi era introdotto in un autoclave gigante orizzontale, a circolazione forzata di acqua la quale era portata ad una temperatura di 130° e ad una pressione di 1,8-2 atmosfere. T erminata questa prima operazione, il cotone veniva convogliato, a mezzo carrelli, in una prima vasca lavatrice cd immerso in un bagno cl1 acqua zerolizzata perchè, contenendo il materiale con molta probabilità ancora sapone delle precedenti lisciviaturc, si sarebbe formato un sapone di calce insolubile. Una volta lavata la medicatura, sempre automaticamente, era avviata ad un grandissimo mastello di legno nel quale era immessa, a circolazione, Llna soluzione dilui ta di ipoclorito di sodio; <-luindi il cotone passava in una seconda vasca di lavaggio ove 1'operazion~ si protraeva fino a quando la medicatura si fosse liberata anche dell e minime tracce di ipodorito. Dalla vasca di lavaggio b medicalura passava in un idroestrattore e quindi in una sfioccatrice ove il cotone, ridiventato leggero, mediante due trasportatori pneumatici arrivava, sempre umido; in essiccatoi da cui. dopo 2o-25 minuti tornava ad uscire per essere ripreso da altre condutture pneumatiche e convogliato fino alla carderia. La cardatura veniva compiuta per mezzo di tre sistemi rotanti forniti successivamente di 20.000 - 30.000 - -fO.ooo punte ciascuno, intercalati da tre apparecchi ove il cotone era compresso in falcl e sempre più fitte ed om.ogenee. Il cotone era quindi trasportato ai L aboratori dell'Istituto per la sterilizzazione ed il confezionamento dei pacchi Con le operazioni così schcm:lticamcnte descritte, i materiali l11a11tenevano inalterati i coefficienti essen zia!i e sopratutto quello di idrofihzzazione. Infatti, da accùrate e ripetute esperienze valutative, è costantemente resultato che mentre il cotone mai nsato e sterilizzato raggiungeva il coefficiente n. 25 di idrofilizzazione, quello recuperato si manteneva poco al disotto di 24. Per maggiore chiarimento, si precisa che il controllo del tasso di assorbimento del cotone recnpcrato e rigc::ncrato è effettuabile con un apparecchio ideato dal Baroni. Il principio da cui partono le esperienze è il se-
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'rl~ .
guente: ,, Le capacità di as~orbimento del cotom: idrofilo sono in din:tlo rap porto alla superfìcie assorbente ed in rapporto inverso alla compress10ne ''· L'apparecchio del Baroni è cmtiruito da: a) una vaschetta di zinco cicli;, capacità eli 300 eme. e profonda 6 mm. la quale deve essen.: collocata 'li una superficie perfettamente pianeggiante (cormatahile con appan:cchio di livel lo); b) un cestino cilindrico di tela di nikt:l alto mm. roo per 36 di diametro e della c:Ipacità di J oo cc. Si appronta una faldina di cotone rigcnerato alta ro cm. e del peso di 10 gr. c si arrotola intruducendola poi nel cestino cilindrico con una compressione lieve ma tale da a~\icurare un.l perfetta tenuta. Si pesa il cestino contenente la faldina di cotone arrotolato e lo si Immerge per poch: secondi nella vaschetta riempita lino :-tll'orio di ac'lua distillata. Si ripcsa il c<..stino. L'aumemo di pc11o dO\ uto all'acqua .morbita d.llla faldina segna il wdhcicnte di assorbimento del cotone rigenerato. Rapportando la esperienza a una faldina di cotone idrofilo non rigencrato, il Baroni ha potuto rica,·are k sehucntr medie dei 1 esultati dc ile sue cspcner1ze: Cotone
Coefficiente di assorbimento dopo 10" di immersione ))
))
Cotone
nuo\'O
ri~cntrato
25
.2J
33
30
Il grande impianto centrale costituito prc~so l'Istituto Chimico Farmaceutico di Firenze consentiva, oltre che il rccupero dei quantitati,·i di cotone così come venivano inviati dagli O~pedali, anche la possibilità di addizionare al cotone stesso percentuali di sostanze affini (tessuti di ra1on, ritagli eh gar za, ecc.) le quali non turbavano menomamente i requisiti fond.unentali d1 cui era costitu ita la falda di cotone c non ne diminuivano, neppure scnsibil mente, le proprietà di morbidczza. di compattezza della trama e di idrofi lizzazione. E' ovvio che con tali operazioni, nei tempi pa~sati, ~i rese possibile la realizznionc in modo veramente brillante del problema difficile della fornitur,l dei materiali di medicazione che si dimostrò tanto più dfìcact e sos t~m:l.lalmentc utile quando, in caso di emergenza, c nei primi temp1 della second~ guerra mondiale, si dovette forzosamente acctlerar;: il ritmo dti comum1. I primi studi in l talìa, su questo problema di così grande importanza economrca, vennero compiuti nell'Ospedale Maggiore di Parma - nell'anno 1936 - dai proff. Marginesu c Visconti. Dalle l01o esperienze emerse che il cotone idrofilo, sottoposto a trattamcnlO di recupero e rigenerazio11e, acquista•.-.t quasi nella ìntcrezza le caratteristiche essenziali di compres~ib1lita c di aw)rbimento.
53 La Direzione Generale di Sanità Militare che ha sempre seguito con vivo interesse questa attività mai prima di allora realizzata, wme abbiamo innanzi detto , costituì fin dal r939, presso gli Ospedali militari dipendenti, tanti centri propaganda c di feconda rea! izzazionc delle sue direttive. Devo a tale proposito ricordare il ten. generale medico proL Mazzetti - allora Direttore Generale - che, con perspicace intuizione, quale autore\'ole ed appassionato igienista, volle che le operazioni di rccupcro della mcdicalura fossero generalizzate in tutti gli Ospedali c le formazioni sanitarie militari, in attesa, auspice la Sanità Pubblica, di estenderne il beneficio anche agli Ospedali civili, presso i quali Enti vi sarebbero state sicuramente più larghe possibilità di retmpiego dei materiali di medicatura.
Durante gli anni r939-4<>, Jìno all'inizio della ~econda guerra mondiale, ebbi l'incarico dalla Direzione Generale di Sanità Militare di studiare piu profondamente ed accuratamente questa importantissima branca della nostra complessa attività sanitaria ed intrapresi una serie di ispezioni presso gli Ospedali militari ai quali era stato gù fomito il complesso Siemens. Citerò pochi dati orientativi riguardanti alcuni Ospedali da mc visitati nell'aprile 1940: Ospedale mi\. di Palermo: aveva rcalìnato, dall'ottobre 1939 all'aprile 1940 il seguente recupero: Cotone idrofilo Garza idrofila Fasce Spediti a Firenze: Cotone idrofilo Garza idrofila .
Ku· b'
6S
N.
26 160
Kg.
21
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))
37
Ospedale militare di Bari: recuperati nel bimestre gennaio-febbra1o '40: Cotone idrofilo . Kg. 22 Garza idrofila . l• 7 Fasce N. soo Ospeda!e militare di Torino: recuperari Ja novembre 1939 a marzo '4o: Kg. 79 Cotone idrofìlo . ,, so Garza idrofila . N. 26o Fasce Anche gli Ospedali di Alessandria, M1lan(J c Firenze avevano raggiunto soddisfacenti resultati nelle operazioni di recupcro.
54 Se traduciamo in valore cf1ettivo le cifre di cui sopra, è (acilc dedurre che, estendendo a tutti gli Ospedali militari e civili la po~si bilità di effettuare il reimpiego dei materiali eli medicatura, il vantaggio economico sarebbe veramente considerevole. Infatti, pur restando nell'ambito dei dati ricavati dai soli Ospedali militari di Palermo, B:.tri e Torino, per una atti\ità Circoscritta a pochi mesi, si hanno cifre complcs~ivc pari ad una economia in valore approssimativo come dal prospetto seguente: Prttzo appro~simath·o
.\lat~riali
Cotone idrofi lo Garza idrofila Fasce
di ,·rndita al puhblico
Kg N.
I90
L.
120
"
1)20
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19Q.OOO
6oo.ooo
64-000
Totale L. H)-HOO Rientrato dal molto istruttivo giro (h ispezione, ebbi la visione chiara anzitutto della immensa utilità di tale servizio ai fini della economia in uno dei settori più gravosi del nostro movimento amministrativo, ma, e sopratutto, di come avrebbe dovuto essere realizzato per una più proficua resa cd un piÙ vasto impiego dci materiali da recuperare ; feci in tale senso le dovute proposte alla Direzione Generale di Sanità militare, ma la imminente seconda guerra mondiale impedì di portare a compi mento e perfezionare le operazioni di recupero. Oggi, a distanza di otto anni da queìl'epo.:<l, ho voluto ritornare su quanto era stato allora compiuto. Molti Ospedaii militari dovrebbero ancora avere in dotazione i vari componenti il complesso Siemens e la nostra industria nazionale dovrebbe essere in grado di efl'ettuarne la fabbricazione. Della grandiosa e modernissima attrezzatura pre~so l'Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze poco o nulla sarà forse rim<lsto. lo penso che è questione unicamente e principalmente di buona volontà e, con la stessa passione con cui le nostre form:!zioni sanitarie in Territorio hanno creato dal nulla la loro nuova, opero~a esistenza, si potrebbe anche riprendere in esame il problema del re..:upero del materiale di medicantra. Sarebbe questo un alto titolo di benemerenza da aggiungere alla appassionata, fattiva missione che il Servizio Sanitario Militare, anche in tempo di pace, va compiendo ai fini di un piu grande benessere economico nazionale. RIAssu:--~-ro. - L'A. tr:nta dd rccupero dc.:l mat(·r i:tle di mcditatura che, primo della Mconda guerra mondiale Yeniva realizzato ai fini autarchiù - prcs<;o g li Ospedali militari e ~uggcriscc la opportunità di rip•enderc in co;amc il ripristino d~ tale.. atti· vità che segnerebbe una forte economia sul bilancio delle ~pese per l'acqui~to dci m;1rcriali stc~~i.
55 RIBLIOGR.\ FI.\ t. I.~SNAT\: .\tti della Societ•Ì itah;ana di chirurgia - XX\ III Congrc,~o. 1920. LIONATI: L'Ospedale ~faggiorc, marzo ~<no. ~ARONJ: H.ivista di lg:cne e Sanità Puhhlica, 1902, pag. ll3<J· e \'asçO"lTt: L'.\tCill'O Parmense, vol. \'ITJ, fa~c.
MARCI"<! \U
r. 19)(1.
La morte ha ghermito Antonio Spe:::zaferri ancora giovane, quasl tmprovvisameute, qurmdo attendeva le bozze di questo articolo pe1· la correzione. Era malato da tempo: vittima anche Lui della sfortunata campagna di Russia1 ove aveva contratto una grave nefropatia, il male si era progressù,amente accentuato culminando in un irreparabile ~·compenso cardio-renalc. M a, pur conscio della gravità del male, non aveva mai perduto la Sua esuberante attività e, soprattutto, l'abituale buon umore. Solet'a scherzare con gli amici sttl Suo "pazzo cuore" ... E il cuore Gli è mancato, spegnendo/o in un attimo ma la.•cùmdogli sul voito la serenittÌ che era stata la norma di Sua vita. Antonio Spezzaferri amcwa il "Giornale di Medicina Militaren di cui attendeva con impazien~a l'wcita di r1gni numero: nella p1ùnavera del 1945, capo-sezione alla nostra Direzione Genf'Yale di Sanità, Sua prima cura fu la ripresa della pubblicazione - Jo.;pesa durante la guerra -- di questo nostro periodico cui ho avuto il piacere, per Sua segnalazione, di ridar vita. Con il cuore greve di amare-;;-za ci separiamn perciò da Lui che fu ami~o buono e generoso, mentre seJJtiamo che un altro lembo della nostra giovinezza, non facile n è felice nell'accavallani degli eventi più grandi di noi, se ne t!(l con la Sua fine immatura. La Sanità Militare perde un brillante Ufficiale e un colto professiotJista che assolse il Suo compito sempre col più fattù'o enill.iiasmo. Sia di conforto ai familiari il noJtro affettuo.ro imperituro ricordo.
A. C. r
ISTlllJIO DI l<òii-SI-. r Ili \IH"R<>IIl<H .(J(; J.\ l>FLL' IJ'.:I\'I-R:-.IL\ ' 1>!1;1.1 [) ldfnrc l>IKIZH>~E DI
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IL REUMATISMO ART ICOLARE ACUTO E I SUOI ESITI NELL' ESERCITO 1'111. ( lol,
Jllcd , doti , J'I RRI<((O f iR iti JOII
Solo da qualche anno, in Europa e m Am~rira. l'lgient· h.1 ..:onunciato a fissare la 'ua Jltenzione sul reumatismo aruwl.uL acuw. wmo <Ome malattia infetti,a. quanto p,:r le gravi complicazioni che c.'>\.1 mùuce a carico Jcl LUOrc t· spec ialmente Jell'endocardl(), Lhe sboccano t)uasi ~empre, per esiti cicatriziali perm;lllt'ntl, 1n 1 JL.i vah·olari organici. E' nola la tehce espressione di Rouillaud che il r. a ..t. lambht:e le articolazioni c morde il cuore e, pcnanto, con~iù crata sotto questo punto di 1 ISla, non è Ja mer:IIÌ· g liare St' da mohi oggi quest:J malauia, a c:tusa anche della 'u:t gr::tndc diffusione fra 1 giovani, viene considerata come una 1era piaga sociale, la qu:1k. pcrche Laus:J di nume rose itl\'alidità precoci, vuole misun.: preservalfici sistematiche .11 pan della tuhercolosJ L dcii.! ~i hli tic. La frequenza delle complicazioni card•ache (endocarditi, pcru:artl1ti) nd r. a. a. tlc1c con:.•tlcrarsi assai elevata se permi\c .1 Bouillaud \ 1836) di formular~: qudle famose leggi Ji coincidenza, secondo k C(U:Jii la wmplictnza di una cndOt':Jrdu<:, di un:t pcric:Jrdite, d1 una cndopcricardite è la regola nel corso di un r. :1. a. 1iolcnto c gl·neralizzato, mentre tali complicazioni rappresentt:rebbcro l'eccezione nelle forme lcgg<:n:, parziali, ap•rettiche della m:~l attia. Vaqucz (42), \ulla scorta anche Ji os~crvazioni di pedi:~tri comt Thcadlc, Roger, Berge ron. ritiene però che la secontla legge Ji Bouill:JUd rro1·i riscontro solo nell'adu lto, mentre nell'età g iov:tnilc la coincidenz:1 delle l'ompli..:anzc ca rdi:~ c h e del'<.' c~sere consiJerara sempre r.:ome a~~ai frequemc :~nchc nelle forme di r. a. a. par7ialc. apiremco. Stati~liche rilevate da gran numero di ca,i os~enati 111 pal·si dl\er~i confermano la grande frequenza di complic:l/ion1 , anliache nel r. a. a .. L'cndoc:~rduc intenerrebbe come cornplir.:anz:J nel 50 , Jc1 Ghi ~nondo Homllaud, nc:l 20-2!1 . ~econdo Barnberger c !<Kwud, nd l)" IO% secondo \',lllci\; l:1 pencarJite, nd 75 de1 t·a51 secondo Wil lianh. nel 54 ., sécondo T aylor c nel 2o , secondo \VunJerlilh c Lcudct (25). Secondo Pnhr:un (p). le complic:~nzc cardiache raggiungerebbero la pLrlcntuale del 34· 3 .-. nel rcum.lli~mo degli atlulti e <JUella :l'>sai più clcvaw Jt:l (x>-~o '., nei bnciulli. Secondo una strll; ,t il.J più recente di :-.ìe nninger (21.)), la freque nza de lle ,·omplicazioni cardiache asn.:ndcrebht'. >pecie fra i g iovan i, :Il 61,il2 '.,dei c:~si di r. a. :1. COJHcmpl:ni (Gos) : distinguendo fra i casi esamin:ui yuelli nei qua li la mal:mia facci'~' la ~ua comparsa per b prima ,·ulra e quelli recidil'i, I:J fretJUCnza Ji tali complicanze fu prt·~~o n poco uguale nei due gruppi (rispctti1 amente, il 62.38 "· • e il 6o.7 ":. ). <;ccondo llis (28), le compii· canzc canli:~chc si a.rcbbcro c;olo nel 30' , dei ca,i Ji r. a. a .. mentre, '>t:Condo Pugy ()4). lc'ion1 organiche di cuore conseguirebbero :~1 reumati>mo nel (,0 °,, dei c:Jsi. \·:~n Conta (.p ), d1c ha ~eguito pe1 5 anni 2 14 soggeni colpiti da r. a. a .. ha ri'iContraw solo nel 36 '., dei ca;i lo stahilini di una tarJiop:nia. Da una inchiesta condoua 111 ltali.1 sulle malanie reum:Jtichl· da Petragn:~ni (~o) nel penodo ·~H2-I9~6. risulr:~ che lt: romplicazioni più freyuenti dd r. a. a. sono quelle a
57 ca neo dd ~uore (44-2 .. ), s!::gune dalk romplican7.e delle si erose (],2' ,), da quel h.: a .:arico delle arùcola7ioni (~,2".,) e dci vasi (o,6".,): b ffiLtJ, all'im:irca, dei ca~t presi in esnmc (4588), c ciot· il 44,8",>, Jcwr~ero senza compliraz.ioni. L e differen ze, talora notcvoli, fr~l k perr::ntunli riportate dai di, t.:r'i ossen arori 'ono certamente da imputare al fatto ..:he l'''l' 'ono le risultanti di os... en a:~ ioni cliniche, rhc ncces,ariamente risentono della di ,·er,nà dei criteri semeiulogici \cguiu nel riwnosumento delle complirann Lardiache nel corso clel reum.nismo: e.;;;c però, ci dicono come. in una pcru:ntuale comunque ass::~i cle\ :tt;t di casi, il cuore H:nga tnten:ssato dnll'inft:zionc reumatica in maniera Ji regol:t gni\C e quasi sempre irre,·crsihilc. La lotta contro le malattie reumatidH~ - intesa nel senso di c:nnpagna organtaata ad. un pn:ci'>O scopo di profilassi sociak ha a\ uto l:l suJ prima cmgine :1 Londra, in epoca assat reccme ( 1924). fino alla qu;tle ti problcm:t del r. a. >1., rome quello delk malauie rrumatiche in genere, si p uò dire sia rimasto completamente ignoraro. ,\ncora oggi non si posseggono dati suf fic ientemente sicuri ~:i rca la morbosità per poli;trtnte reumatica, non essendo che da sol i pochi anni questa n1:1lattia sottoposta al l'obbligo della denuncia e non in tutti i pac~i (in Italia, solo dal HJ40). l dati ~tatistici esiMenti riguarcl.1no un pcricxlo .:osì bre\e da non me ritare di e\">Cre presi in molta considerar.tone, anche pcrch~ non possono the dare un affidamento dd tutto relath·o ,1 ç,JUsa dei moht t::tsi siLuramcnte sfuggiti alLI denuncia. 1\l:lnca ancora fra i medici una ,uffici ente con~apt \'Oiez7:t dell'importanza della denuncia nei riguardi dd r. a. a .. il n ti carattere t n~et ùvo non è peraltro da tutti ammesso c quel lo diffu,ivo t: dai piLt negato; d'a ltro canto, i dati st<Histici esistemi ,uJ r. a. a. ~i riten~wno in gr:~n p.1rte allungo periodo Jcl rcl~llh. conflitto, che è stato r:tu\a, come tullc.: k guerre. di grande rila...:i:Jmt·nto nelle denuncie delle m.tlattie infcni,·c in genere. (;li unici dati stati\lki attenclihili < he si posseggono sulla polianrite reum:ttica ~ono qu elli re la tivi a lla mort:J.Iit~t. Conl rontando questi con le cifre di mortalità per tutte le altre forme del gruppo delle malattie rt·umalichc, possi:1mo ,·aiutare, si:J pure apprm,imativamcntl', in quale proporzione il r. :1. a. incida sulla morbmit~ romplessi,·a per le malanic reumatiche in genere e quindi anche la guota del danno erononucv e SO<.iale < he ad esso compete. Da una Matistica riportata da Petragnoni (30) relati\a al cinquantennio r887 19.36, risulta co~ì ~:he la monalità per r. a. a. in Italia è di hen un terzo superiore a q a ella per reumati smo cmnico (mortali tà per r. a. a.: media. ad periodo accen nato, ,8,8 per un milione di abitanti; mortalità per reumatismo cronico: meòia, nello stesso periodo. 25,7 per un milione òi Jhitanti). E' quindi d:t presumere che la morbosità per r. a. a. oltrepas~i di molto quella per teumatismo cronico c che il rapporto fra le due st.t !liÙ elevato di t1uello che ~i registra [r:~ le ri~pettive mortalità (3 :2): infa11i, un numao 'icuramentc rilevame di ca~i .li r. a . a. ~fugge :tlb camlogazione non l•gur:tndo lJUCSto quale causa del decesso, attribui to, invece, :1 malattie organithc di cuore, rilonducibili all :t prcgrcssa polianrite reum:nica. Stabilita così l'incidcrl7a del r. :t. a. rispeno alle allre forme Jcl gruppo delle malatue reumatithe. ~i può giungere aJ una ,·aluta7.ionc approssimad,·:t del danno economico e sociale che da esso deriva, principalrntnte sulb ~c<>rta d i rile\'otmclllt sraristici degli Istituti di Assicura?ionc. In Svt11.1. 'cconrlo h.Jhlm< llr, circa )<U>0<• (ìl 0,2• cldl.t popuLI/11111< '"'li< 1 '""" k J'"'"nt· ~o)pÌtl' d.1 in\ ,afulatà f)(.'rln.lllllliC .1 C3U,~I dc.: l J t·um.lti~nln ~ar•u;of.trl: C\'loO UO\ ,J,t, f c.·rl.tntu, .11 Jlllll\o )Wt,lt ~ tra le C.III\C clt invalidll;'t <"<>n Ull,l J'ICrCCIIIU,tk. nrl t<p!-, 'ul (ul,tl<· eli lJU<\l<. cid l .l.4°u (Od l<1!l ! ! , '><>lo il 9,1' .. ) ri,pcttu ;t) <;S' per la whrrcolu" c al 3· 1' pn k dTcnun• ~J,cridw 111 !.!<''"·re·. in comprc:'o al pncro (3 4).
In rinlandi3, ;econdo l lobt1 c Rant:h,llo che nJnno condntw nn'mchit,l.l qJ 1</).t)()(l ,lhll,tnll. il reumalÌ\1'1111 ~nicolarc WlJnl<hht. eire~ al o.<)"., ddl.1 popola1ion<· (l')). In "orvq.:i.l, 'econdo Rumdhof. ' ca'i eh rcum:ttl'mo in ptr"m' al di 'Olio dò 115 anm cor• "ponder~bbc:ro ,Il o.J'n ddb popoiJnun< ~otalc. In n~nim.uca. ti l( <kllc in\'alidu:. '""" imputaiHh .•1 rcumati,mo (' '"'" il 12" :tll.l tulX'rto!as( (J.J).
In Gcrmant.t. •ccnn<lo Zimmcr. •l r~um.ui,mu ,arebbc fr.t glt npcr.ti utto ,·olte ptù lrcqucmc dt IUII<' k affeztont tuh.:rcobn c·. •emprc fr.t glt "l""r;u, rappre~ntt·rchhc, 'ccnndo S"mmcrtdcl. l'tt"i. <kltc cau<e di mJI.IIII;t 'lei l<J2). l.• Allgtmtirw Orhl..ranl..cnka""· d><- ntllliV,t il 67''• <lc!(h operai di llt rluw, accu..(> 2') nul.t c"'' di r<·unuum1o co•• t<~> mila seuimanc d t Ja,oro perdute Cv;). ln Oland a, il rcum.Hi>mo r;tpprcsenta 1.1 c.Ha,.t del ()0~ di tullc k pt·nwJll i di iaw,tlidllit cnn<.:c"e <i:tlln Srato (Dt· M11ntcr , 34). ln Inghilterra, 'ccondc1 Lurd Honkr (2J), le: pcr,on, .t~ft·tr.e d.• rcumat i,mo ascentkrcbbcro ad un llllllunc; la m orlx>>ll.l 1-..:r anfcrmttà rcum;llichc, '"condo ùatt del Mani;tc:ro della Sanità tnl:lc,c:. ,,arcbhc ndl.i pupo!.niunc tkl lkgnn L'ntto dd 2.j"o. D.l\lll>tm (I>J c.tkola che •n Sccnia vi ,,trd>krn, ogni "uno. 33-l·~il nuon c.,,a da m alante rcum.uad•c ~<mpr.. t n Inghilterra. \econdo Glo•er ( ~')) '" TOOO '""curata, 1 colpiu ogna anno dal reumatL\mo ""'"· m mcdi:t, 2ì,;. Secondo un'inchte,IJ del ~ltnl\tcrn della Sanità, su '4 maiHmt <li ·'"''curau, al rcum.•u,mo rapprt>enta un ~~~~~ c~rca di tutu k '·'"'<' dt "" .tiHltt;ì e nel I•t27 cm t<) :ti !c: assicurazinnt ingk~t p•ù di 5 mihont dì sterltne, oltre la J><·rrllla da 1 l nultoni di ,t·ttim.Hl<' di "'"""· ~el C<>ll!(fl'"" d t Bath del Hjlh, ,a C;l lcolò che il chmnn •·cmmmicn ptr "' Nazione a•ctnd ~ 111 llll :t n no, tr l l "Ili ;1\\(Uarall , J C l fC:t l ì mi lion i <li sterlint• ' "'''<' "' cu1.1 c I.!Voro perduto (35). l'a là l'r.mci.<, non C>i~tono statisttcht comple"i'c. Wci»cnb.tcb t tp<Jrta k cifre d.nc c.Ia Locp~r. lkrgcron e Varam, Ctf(.l glt allontJnan•cnll d.t un ,ettore del fron re nd U)a6 a c.tusa dd reumamnw (• •n). '-ccnndo Blum e WJ,ner, nel Hi30, si eh~ frJ j!lt opcr;~i c gh impicg.tu ddLt rete fcrr.llJ d•·ll' \ h.t7tJ c l.urena, a cau'::t dd rcum.tmmo. b pcrditJ dd 211'\, di l!inrn•Ht' i.lvuram·c: c le pc:nSJ<>na <uncc"c: r.tggaunsero il '3·(•', U-ll· Negh SLJti Untll tl'.\ m<:nca, ><:wndo 0>~<><><1, ti rcumammo colpu·d>bc •l 11''0 ddl.t popol.t~tonc ror.tk. con un dan11o per la l"aL.ionc, nel "IY· da 7 m1lioni c mezzo di settimane dt 1.1\·oru pl'Cdutc ( l- ktchc:r), senz,t calcolare i molti milioni di doll.t ri per spese di malatti.t (35). Per ctò cht· 1iguardJ ti •·rwnarismo :tcuto, scrondo Atwatcr ( t) che nel ' "o studio ,j è basato specialn~utc ;ullc 'tatistichc d t murt.l l•rà, es"'' ha dimc»trato una diminuzione:, nei prima 25 anni del ~ccolo, sia nel nu mero de• .;."a. che 1n quello dc1 murt1 (morta li t~ : da l.j,(i p<.·r 100 miiJ nd '9'' 1 J 3,0 nel I Q1~): IJ mortai n~ 'OIIchhc: più dc1.1t.t lr.t le donn<.· clw non (ra j!lt uomtna (t:CC<lto, p<.:rb, che nel periodo cldLt guerra), nca J mretti urbant che· nun in quelli rural. c nelle r~Lzc di cnlnrc. In una staosric:t d1 ~" •mia ""'· !.t lctaluà iu dr 1,7 P' r '"" n13lau. N ella Rcpubbhc.t ,\rJ:cnuna, nel 1935. '' rq,..,trarono 4663 deccm per f('Umati>mo. )jb dct quah 111 f:anciulla al d1 ~otto dct 5 ~nn1 d1 età. ,\ Hucnm ·A) re>, nel 1()34• il rcumausmo fu 1.1 cau,.a <h l>cn <110 òeccs,i fra ragJui .al rh 'otto dci 15 anni, ptit d<.·lla d ifterite .•all.a qll.tlc pu ln '"'"'' anno tkhbono ,,,c, iversi ;68 decessi (H).
r.·.•
Per quanto riguarda l' Italia, wno ~t~llc più sopra riportate le Ctlre della mortalid per r. a. a. e per reumatismo cronico, tratte dalle statistiche puhhlicate da Petragnani (1. c.): non si hanno però J ncora statistiche complessi,·e relati,·e alla morbosità. [n tuui i modi, il danno economico dm mo alle m:tlattie reumatiche in genere de" e essere considerato .wche da noi ingente: .\gostini c.Ikola t he, fra le cause che determinano a~segnazione <.li pensir)J1e per invalidità in Italia, il reum:nismo figura nella proporzione del 12'\., percentuale che è supcrOt:l in una stati~tica dì Andrei e Rav enna, nella yuale il n:um:nismo appare fra le cause di invalidità totale nella percentua le ùel 17,5"·• (35). Le cifre surriportare relative ai ,·ari Paesi ci danno un'idea sufficiente della gravità dd danno ~conomiLO e sùCiale causato dal reumatismo. Se \1 wnsidera che d ell'ingente danno che 1.: malattie reumaùche 1n genere tomportano. una buona metà, forse i due terzi, è sicuramente da riportare al r. a. :1. (chè tale può considerarsi, all'incirca, l'incidenza della sua frequenza nel comple~:.o delle malattie reumatiche), se si tiene, inoltre conto che la poliartritc reumatica predilige l'età gìo' ani h:. è pienamente giustificata l'attenzione che oggi l'fgic ne dedica a qucst:1 malattia c la n cce~sitn di ricerche c studi ~istematicì \'Oiti ad una migliore cono~ccnza della sua tpidemìologia, che permetta di attuare una più cftit.:acc profilassi indi,iduale c sociale.
. . ..
Mi è sembrato. pcrc10, opportuno, allo \COpo dì portare un contributo all'argolllcnto, ftcccnarc la ricorre n7a del r. a. a. nell'ambie nte militan:, ' ioè fra individui giovani, di \'arb origine e co~titu zionc. quali per"<'ngono a ll'::uruolarnenlo dalle nostre regioni.
59 Le collettività militari suuo tb ritenne a pr;ori particolarmente esposte al r. a. a., giacchi: numerose cause occaswualt, uni1ersalmeme riconosciute wme le più imporranti nd determinismo della poliartritc reumatica -quali le pcrfrigcratiOIII ripetute, le orusche va• iaziom di temperatura, l'um1d1tà, gli alloggiamenti inidonc1. glt ~tra pazzi IÌsìn wn la stanchcua e la fatica che ne comc:guono, l'età dci soggcut, cn. trovano tutte nscou tro, cd al più alto grauo. nelle wntllzioni Ji vita c di lavoro d~:i soluatt e nel particolare carattere dell'ambiente militare, ;tssodanJosi tra di loro in rapporti ,·ariabili con le mutevoli condizioni c he la vim militare offre cd i cui esLremi 1·annu dall:1 vita di guarnigione a quella dci campi c manovre in guerrn . Esse ofTrono, pertanto, rclauvamentt' alla malattia che ci iut<.·rc\\.1, un materiale particolarmente degno di indagine c di studio. Inoltre, le st:Histichc militari, a differenza di quelle et\ ili. renuono po>sibilc un 'indagine quale quella propostad, in quanro il r. a. a. vi comp;trc ton voce propria e con dati numerosi che possono con\iderarsi completi c degni di affHiamemo, sia perchè nelle c..olletti1 ità militari è ohbligarorio il rico,·ero in luoghi di cura anche per forme morhose ltr1 i - per modo che nessuu ca~o di malattia sfugge ai riepiloghi statistici - sia per la maggiore completezza delle diagnmi in 1 ista di una ~uc cessiva valutazione mcdico-lrgak. Nelle stati~tiche sanitarie civili, 01e ~i eccenuino quelle di enti a~sicurativi. il r. a. a. non ha trol'ato fino ad oggi menzione. il che rende impossihik nel la popolazione civile una indagine diretta, condona wn criterio analogo. Ma. dall'indagine nelle collettivit;, mili tari, sebbene limitata ad una ali~uota della popolazioue app:~ncncntc ad un solo sesso e ad un solo gruppo di et:'t, \ Ì potrebbero anche trarre elrrncnti orientativi per una valutazione. seppure inJin:tta t :tppro~simativa. del danno \tx.iale inJotto dalla malatti:l nella popolazione civile. Per l'indagine proposta mi, mi -.ono limitato al solo Escn ito. Come materiale statistico, mi sono servito dei dati riportati nelle ' Relazioni mediro--;tatistiche mlle condizioni sa nttaric del R. Esercito ·• (.14), elaborate a cura della Direziout Cenerate di Sanità Militare <.lei Mintstero della Guerra c da quc,to pubblicate annualmente dal 11!67 :~1 r935, con la sob interruzione (dall'ag-osto HJ14 a tutto il I<po) degli anni della prima guerra mondiale ~ Ji 'luelli del successivo, immcJiaw dopoguerra. Di tutto il suddetto lungo periodo, ho però ri tenuto opportuno !imitarmi a prendere in esame le sole statistiche relative al quinclic\:nnio I<)20-H)3): in queste.:, infatti, la poliarrrite reumatica compare sotto la propria voce d i ((re umatismo anicol:trc acuto>> cd è perciò nctt:lmcntc dist inta dalle altre malattie teumatichc. mentre che appar\: co nfu~:J con queste nelle MJti)tit ht· relatiYe al periodo anteriore alla prima guerra mondiak, nelle quali le mabttie reumatiche sono tutte riportate ~otto l'unica Yoce generica Ji " reumatismo '' (fino al HJOO) o distinte sottO le due voci di •• reumatismo muscohlre •> e di " reumatismo articolare " (dal 1901 al I9f4), quest'ultima voce non sufficientemente esplicita per ciò che rij!Uarda la 1·rra natura delle forme morbose sotto di essa catalogate. l risultati della presente inda~inc ~ono riportati nelle tabelle che seguono. J\) !L R. A •.~. (~!ORBOS!T \
l' lllìi\Hl. iT\ )
~ K.\ l.E TRl'PPE DTSI..()CA Il· 'Il L l FRRITORIO :-IAZ!O'<An.
'. - MoRsos>T\. La l.tbcll.t l npon:t la morbmit:'t. gt·llct:tk ,. per r. a. a .. rcghtr.tl.t twii'E"·rçito negli anni tlal t<)>f al l'Il~· çon > valori mcdi rclamt .ti periodo. l-<: morhmitèì •ono c~prc~,,· d.11 numero dci ~otruffici.tlt ~ tnilu.Jri dt lWJ'I"' (gli ufficiali ,ono t\Ciu't tl.t ques1" ~r.uisticnc). ricm..r tti 111 u,t;cun anno negli "'l'<"< l.! li ,. ndk infermerie di corpo, n portato o1 1.noo della torza media prc,l'l11<". P..r 1l r. a. a .. !a tahell.l riJ~>rl<t. mohre. il numtro cki rtco\Ct,HI m ci.t\Cun anno propoutun:tlc :1 1.1~10 riço,·crati per tullc le m.,l.lttie. l valori della morbmit!! gcmrak n,:u.ud.mn solo i rtn>\cr.ui 10 curil, c'o.cnclo e'Cimi dal cum puto 1 ricoverati in osscn":lzionc per prmnd1nwnri merlico-lcg.lh: e\\C, pcrl.lnto. esprimono !a murbosità gcncr.tle eHeni,·amentc vcrtflc:Ha,j in ciascun :mno per tullc lr \,trie malattie. Dttti \":llttri. Òl<cr~ l.lmcntc de\'ati. non debbono m~r.tvu:lt:tr~:. t1.1to che ncll'bu <i tu ì: prc,criuo il ricoH'ro nei luoghi eli curo~ .111d1c t!cllc forme murl""<" piì1 h.1n.1lt. mJlc,seri febbrili comprnl.
6o J.
4
~tnJ{J:o~JI \ f'I:.R l.lOCJO IH \.'-\~C II\ ,
l)llt'\L,t ~ rtln .tlnlc "'"' per ).!h ulumì 5 .liti» d l] 'lusndtcrunìn !""'"' 111 Wthi<kt.tztunc. c"ctulmi imzo.ot.t nel 1 l.t caralognonn< d, :!t dt\<P.t' I•JIITIC ,,-condo ti p:tne di n.I>Ota de1 m.ti.HL Lt• ,(,oti,uchc <hl 1'•3' ,ol •••.l'5 ropurt.tno, pn:.tnlu, 1 1 c"''-' 10 luu).!ho eh cur~. per cÌ.I>CUn:t mJI.1111.1, di,unu .o <;('Conda ùcl luog•> d t n.l,nt.,, ondo.:.11n d.oll d11 '"' ''" mtliwn, c con ciire prupor;oon<tlt ,1 1 .ouo n.1ti n< l tu 1 itorio d t c i,l\wn.t <111 1\I<Hle. Per <jU.Lilt<> IIJ.:U.ll'<l.t !.1 111111 hnn:, gt·ncralc, n et ) :>n n i 'uddtlli, . .wc h,· \C cun qu.tldt,· ':lrÌJIIunc, k lll.ll;.:.!IOri ... t ... pr 'i rz.Jnu3h th 111.1 • 1 '' tt bcru tr.a 1 n!\11 nl"t turn,,n delle cl1\i\ion1 n11ht:1ri <li c_:al.IOL:Uo, (. •;.. 1~1Ti. ~tcs5oi'll. , .... i.:tii, R.urnJ.~ ( JUUJ'Il (. H.u i. in I,TO\ lllOC tlUHl<h prt\ .ll(,'ll(t.:lll('ll {t'"
.,,.,,f. ··-
••d
Tabella I.
Morbosità generale e morbosità per r. a. a. nell'Esercito italiano (quindicennio J92l . 1935). f~icovrrati
Rico,eratì per r. a. a .
per tltlle le
cau"'e morbo,e.
A :-l N l
----
-
Prr 1000 della for~a medi•
Per 1000 della fona med•~
Per 1000 degli amm•l•ti
1921
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mendumali; !t- mmun ir.1 quel h dd l1 " '"''"n' d t ~ft t.111o , "'"• Brcs.:1.1, Tne>IC, "Jovara, l'.tdu\ a, Poaccnza c R:l\cnnJ, tr.1 1 prownit•llti qlllndì d.1 l'' ""'"l=Ì<: '" ll<'lllriotuli, L~ p iù alt.o morbo~it~ \~nnc rc:gt,lr3t;t fr.t i n.tt1 nel distretto d i Per quantu rt~uJrd.o ti r . .1 .. 1 d 111 tcl.tll\1 '""" riJ~•n. ti nella tJbt:lla Il. .,, nlc\J .:hc b 'llorl><~>ll.l per r . .1. . c ,l,ot.t !"Ù b.'"·' tr.l 1 11.111 ndk pro\111'<' 11leridton.Jio cù jp,ul.tn d'!t,tlta (tcmton d,·lk DiviMont di Ban. l'.tkrmo. :\1'· "ina, ccc.) pc:t 1 <Jll.ol i, peraltro. 1.1 nunhm ttà g< nn.tlc rcgi,tr:l, per lo >l<:\\o per iodo, \;l lon ptlt clcv.ni che n<>~1 fr.1 i 'c llentrioM ii; •·"·' inu;IL tni,Htl, con 1 \,tlori p•Ù cln.Hi ira 1 na11 nei tantori drllt: l li\ L'ioni do Tcorino, Cuneo. "\u\ .Ira . \lcv... andriJ. V"tron.l, Hull.anu. c;uruia (~ P.tltH\d. nel ng,u.udl ch:t 'luali. 11\VC'Ce. la morl')(hitj glnt:r .t)c COIHClll)~>r lllt:JilltlllC f~):!)::ÌUilj:l: prupOf/.IUill 111111nri . CIIJ ,tpp.trC J'lll di L• W t"< l C\ idcOIC \l - d"'f'O .twt ragg-ruppa to 1 valcut drlb morhmll:'• per r. :t • •1. tcl.ttl\,1 .11 n.tti IH:I vari LC:II> Wrt div" '"n,tli, .1 ''""nd .t d~ll' .l l'l'· " l<'ncnn gcogt.thCa d i 'l"'"i .tll'lt,tlt a \Cttcntrinn;ok, ccnlt.tk o mcndiuna k- imuhtrc '" n< ncJvanu k "'fXllt'< mnltt·: " nk' .< co'ì che l'mculcn11 dc\1.1 m.tl.tttiJ ira i 1111ht:1n nati ncll'lt.tlt.• 'enc:ntrinn.tl< (dl\t,tont dd P~t·muntt'. l.tguri.•. Lomh. rd1,1, Tre \'eneztc cd Emilu) Ì; del ;.!ì"l,..,. fr.1 i mtlll.tri n.tll nel! ltalt.t (entrale (l>" "ioni ddk March1. L'mbria, To,c:•na, L.tllll c Abruzzi) è tkl S·U"/110 t' di'l -l•3.l" ,,., (r.1 qudh n.tt i nt'll ' lt.tli.l m <r ithnna lc ed in,ubrc (Utv i\ iont <ld i.J l'ugh,t , C ompanid. C.tl.tbr ia . Stctl ia e S.tnk;.:n~) .
" ·'!"'''·
6r i• • f\fORBn\JT\ \ ~U.O'-U\ 111111 L.l ~·.u:alog.aztonc dc:t nliht.•n
I'JUII I ,,HJ'I }'\liHTt\lt
tKu\t:f.lh
nc.t
NU\1\
Oll]"t,cllltf'f)k\\U'H'.
)uf~~hi (11 (tJr.t, .1 ~·t.uncl.l (ldl.1 prufc; .... ,tone t.:..,c.....ut.ILt
prun.1 d•:ll"mcorpuramcntu, mill,l n, 11, n"'trc -wmuch" .1 partir< .t.tl "•:' Pc..·r a \Ctlcnn•u ,,,1,.. IH) l• a rs~aunlo ,l._aU.l np.trll/ton"-·· "n.on,to 1.1 potc:"lollc t "-l h H.H.I pnm.t dcll'n~eurp<• am~nto. dc1 nuht.lll ricunrati 10 tuili 1 luu,::hi dt etna J'l"f r. '· .1. (i ,ouuthc..•l• d t c:arrll"r.t ,t,no comprc·•t ncll l \o(\. c f\t. nun.1l, -.uh.drt·rnn cidlu 'l.ltn •) "'' nport.llll• 1'-. p tre.:
Tabella Il.
M edie, per H quinquennio 1931 - 1935, della morbosità per r. a. a. nell'Esercito italiano, secondo il luogo di nascita dei colpiti indicato dalla Divisione militare (per lOOO nati nel territorio di ciascuna Divisione). 01\"1::.10:\f
OIVISIONL
ToriHt)
IO,~
Abha;ia
4 ,()
~nva r a
1,7
Bologna
s.;
i\,ti
i,"l
Ravcnn~
4,'>
t\l e,sandria
h,l
Ancona •
5,1
Cun ro
10.~
Firen 7e .
5 .4
Imperia
'·ij
Livorno
5,3
Milano
3.7
Roma
'>,l
Piac~nta
5,h
Perugia
(1,4
Brescia
-l,h
Bari
3.~
Verona
b,7
Chieti
1,7
l:lollano
h.h
~a poli
'> .4
radr>V!t
hA
Catanzaro
5,8
Udine
1.8
Palermo
4,8
Ooritia
(),4
Messina
4,4
T1 ieste
4,';
Cagl inri
5.3
;•mpurttnn.olt della lr<"quc0/,1 tldL& m .• l.ltll.l che et tlllcr<·"·' 111 ''·'"'un J!IUJ'J"' eh prol<>'iuni. 'upponcndo uguJic a 1.000 il tot.•lc dct ca,, da mal.ttttc. S.orchbc 'tato plll uH<·rc"antc - allo -.cop<• <h confrnntJre le cifre oucnut,· 1"-' un •L•tn grup•~• d1 prnfc"'"'" con qudlc cd.•u'·c .td un altro gruppo detuminare 1.1 frequenza <idi.• poli.trtru, rc.unauc;• •n rJpporto .1 1.0<•• in.tindm c-.crcenti la '''"·' prole'""'"" ma dai dt...:umcnt• ddl.1 •l.lll,llc.• ,.tnatan.• mllt.>rc non è l"'"'btk dt·•umcrc la forz:t mc•h.t l< proft-ssioni (t.th. 111 ). l \.don rl[lftrf.lti - pur non poL,·nd"· p< r i.l raginnt.' 'uu. po,ta. t'"'tH: P' t.:~i alb lt:ucra. ;.tg h cHctll th un confronto lr .• k tll t<· d 1 lllclllull.a nelle ,·arit profc"io111 •cmbrano ind icJrc. gro.«o /1/(JdiJ. che il r. .1. a. 111ciùc in gr.ulo 111ino rc fcJ coloro che d.1 ci, ili c•<·•n tal.llll• proft·"ioni ~eden u rit•, ciK (o mponan" una .1ttivit:'1 h"c~ li111at.>ta cht· ,; ,,·,1 ~-:c .1l np.11 " cl.tglt :agen ti metcrco logici (pr~tf\"\\ICilli•tÌ. studenti, Ì mpt~g.tl l. .ultlt•llt a 'CII iz1 d <JI11C> IICÌ, cCC.). ))l <JUC,to, ~arit data r;l,l:1011l
""'"'cl"
ptù
\tHto.
4·
\tuRbfl\11\ I,IR .\.R\11 l
Cu11.11,
L, mnllt della morho.u:, p<r r •.1. ~pp..1rt,·ntn7.1.
C'
n.·f:un·e
.t 1 ptno,Jn
·'·
n·gt,lr.ltl fr.1 i :"llllll.on, di,untt pu
.,,~l·lt,~') (nlc.nn
gli .ìlHll c.l.ll
••,.!}
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HJ2').
\nn1 ,. Curp• .!t
le cui ~l.lll~ucht.:
m.lflc.lnn dc t datt rcbm 1), '><Jilo "l~•rt.lt<' ndl.t tal>dl,, l\' con ç~lr~ proporzionali. nttrnutc p.H.t· ~rm.tndo ti numero dc1 mal.ttc p•·r qnnt.t m.ol.lltl.t .llb tnr7.t mnlc.1 '"l'l'"'t.< ucu.olc. 1"-' ct.l•cuna arm.1
o rorpo.
~•
l.fM
,c • uomin1.
Tabella
Numero dei malati di r. a. a., nell'Esercito italiano, classificati a seconda delle professioni esercitate dai colpiti prima dell'incorporamento (cifre proporzionali a tOOO casi di qualunque malattia, nelle rispettive categorie professionali. Medie per il settennio t928 - l934). PI{OPF.SSION I
''/ro
Albergatori caffettieri, ecc.
10,7
Minattll1 1 c;.olforari, ecc.
u,6
Industriali c commercia nt i
10,5
Ma rinai. pescatori, ecc.
0,6
PROFESS I 0:-.1 1
0
/oo
Agricoltori
9,9
Tipo&rafi, Jitog rafi cariai
(>,4
Optrai chimici in gener..
9,-l
Barbieri, parmcchieri, ecc.
n,4
filatoi, cordai, ecc.
9,3
Venditori am bul anti
6,l
Sportivi
9,'3
Sarll, ecc.
5,'1
l"'acchini, canlonitri, ~cc.
9,1
Carrt:ltu.•ri, cocch•en, t•cc..
S,t\
Mugnai
8,4
l mpi~gatì
5,7
Muratori , irnbiauchini, ecc ..
7,7
Operai non specificati
..,,,
l.enditori al nunuto
7,6
AdMtli ai ~er"izi dorne,tici
:;,o
l ramvieri, frrrovieri, ccc.
7,6
Personale subalterno dello S tato e di altri i:'nti Pubblici
Fategnanri, vtrniciatori
7,4
5,0
Studenti
5,5
Calzolai, guantai, ecc.
7,2
SpediiiOnteri, sensah
5,0
Metallurgici e meccanici Artisti
pubblici e privati
7,0
Proprietari, benestnnti
4,4
Professionisti
l,b
Insegnanti
2,4
Medici
1,9
(),9
Orologiai, ottici, ecc.
b,7
fornaciai, vrtrai, ecc..
6,7
Tabella IV.
Medie, per il quindicennio t92t - l935 (meno gli anni l923 - l925) , della morbosità per r. a. a., in ciascuna Arma o Corpo (cifre proporzionali a JOOO della forza media di ciascuna Arma o Corpo). A R MA
o CO RP O
Of•Jt.J
ARMA
o CORP O
()/VII
1- -- Artiglieria alpina
14,6
AutOIIII)bilisti
5,88
Alpini
12,82
Artiglieria
5,65 5,49
Allievi Card>inieri
10,66
Cavalleria
Compagme Sanità
7,77
Compagnie Correzione
4,63
Granat ieri
7,73
Bersa~:lieri
3,8
l ameria
6,88
Carri arma li
3,11
Oenio
6,05
Compa~tnie distrettuali
2,7
Compagnie Sussistenza
5,95
Carabinieri
1,78
l \'Jiori 'cl"'"i ai Carn ~rma11 •.tlL\ruglkri.l alpinn e .1llt Comp.l)-:111~ D1,1re1tuali nguanlann per gli alui dut·. dal ~<•~'· C"rndu ~lato il relativo pcr~nalc comput:~to negls anni prcccdcnlt, qudlo ùcii'Arugliena alpin:1, con 1',\rughcri.l. c quello dei Carri rmau < delle Compa,emc Dlstretruah con la Fantcn«. St."Condo le stesse staU\llclw. tnnltrc. la morbo~rtì gencr;llc, per tUth k C<lU\C di malatua, intc""·1, an linea di ma,\rma, tuili gh an m. le vari~ armi nel seguente urd111< ckcre-ccntc: \ llie\1 C1r.,buucn. Bcr,,1gheri. C:t\':llleria. bnt~·n.r. <Jran.uicri. Compagnie eh S.tnuà . .\ruglieria, Genio, .'\ni!thcria alpina . .\lpinr, AutomolniJ,u, Comp<l)!lllt di Sussistenza, C.~rn .1rrtt.tl1. Compagnie di CoHc'"'11<', Compagr.1c Drstrcttunh t <'•trabulrcn. 1 ptnodi a datare, per i primi, cbl 192!1 c,
5· - M'oRsosJTÀ HR D" t>' O" l Mli 11" ' l 01 Rblll>,ZA . L:1 tabella V ripnn.t le cifre eli morbosrtà per r. a. a. (lll<dtt' nel pcnodo), regislratesi nclk clrvtne Divi~ioni milit.lfi d, ll'\llknl.l rH·I JWnodo t921 -HJ35 cc i c·<prc:''' ""' cifre proporzio11ah .1 1.000 della torza mnha prc,cmc in Cl.t,cun.J delle r i<pcttin cirm,cri1inm TabeUa V.
M edie, per il periodo l92l - $935, della morbosità per r. a. a. nelle varie Divisioni militari di residenza dei colpiti (cifre proporzionali a lOOO della forza media presente nel territorio di ciascuna Divisione militare). DIVISI O ~I
MILITARI
....
DIVI S IO~I
'/
MI !.l i ARI
11
hu
----Cun~o
10,1<)
V~rona
l, l ')
5.04
·r ri~ste
9,28
Padova
Uoluno
8,88
.\\ila no
~ .9S
Asti
S,7
Abbuia
4,91
Torino
8,5-1
Udine
4,9
Ooritia •
7.19
Chi~ti
4,&1
Novara .
11,<)9
Ancona
~.57
Catftnzaro
o,H
fireuzc .
4,0
li restia
6,3 1
Napoli
4,0
Roma
6,07
Ravenna
3,99
Piac~nza
11,01
u,·orno
3,72
Al~ssandria
1,!8
Cagliari
3,66
lmpnia
5,2h
Palermo
3,25
lloloana
:,,!1
Messina
3,13
Peruaia
'i,ts
Bari
2,92
.. l\d quintliccnnw prcMJ 111 c'amc, l ~ rn 01 hos11à prù clcv:na per r . .1. a. " i: avut~ cluntlu e fra lllllnan r<:l>1demi nei territori delle DI\ 1~ roni militdn <.li Cuneo, Tric:' t< , 13olzano , Torino, Goriz·a, Novar.t, in rtgiom , çioè, dcll'lt.llia \Ctlclllrionale, mcnu·c la morho>IIJ pi1\ b'" 'a ,i ~ regisuata Ira ~;li appartencnu alie Div,çioni di HJri. Palermo, Mts,in.1, Cagliari, 10 I..UIIc quindi dcU' lLJ.! ia mc· lldmn;tle t'Cl insulare. Somnunrlo i '.tlnn ddl:t morbosi t:. relativi .ti l(' varie Div i>roni , disun1e .1 ><·cort<l.t della Iom dislocazione gcugralic.• nell'ltJ.lta ,eltenmonalc, centrale n Jllenclionale-msuiare. e nc~''anclonc le rispetti\'e medie, appare noidcnle che il r. a. a. h.1 rnci"l m.,ggtormcnte fra i mihtJr: rt<ldtnh nell 'Itaha >Cltentrionale (6.jb"/ ). meno fra quelli rc,icknti ndl'ltaha centrale (4•7.3°/., 11 ) 110 e meno ancor;~ fu quelli cicli~ Dr\l;ron i ch~locate nell'lt:tli.t mcndron le cci insulare (.3.by' 00 ). Per quanto riguarda la murlx"it;r g<ncrale. dt,tinta pn le DI\IMnni dì rc,idcnzJ ,Jcj malati. 'lU~StJ, da un calcolo eseguun scconcln lo >lt~'o metodo . .tpparc 'u pc;r g1ì1 u,~;u.tk nell'Italia >cilenI l<>nak·, ccntrdlc c mendicmalc-imui:Jrc.
'·"k
{t,. •
.\fiiR.K<'Sn\ ' I l JH\lKSI
\tl"'l
UILt·\,,t),
1. .1. a. nei un mc<~ dcll':lllllCI, " 1ipo1L1 ncll.t t:tbdL, \ '1, per cJ,I\.:llll .utno d,·l pcnnclot prc"' 111 ,.,,,mc: 1<)2l• IIJ3S (meno do .HIIH d.tl 1423 .ti '"2~. k cu1 ott•ttcht: llt.Ul\.IIHJ c•ei d.ttt rd.ttl\t). t nunt<ru Jei c.t'i eia lxlh.tnntc rcunl.Ua.a H.·~t,tr.ll1'1 ncll'f,"-·rut' ll\:a \Jri mc.-s1. c·,prt,,i tn ,,frt" propur11on~ah ~l aoo.oou unnuni th fur.tJ JlH"<COtt In 4.}UL") JIH.:'\..' l- • ),, 11 tt.:ncr Ctllltfl t..ht. ll' propor /.tnni dc '.!h .11nfll.I)Jt1~ ,1\ Ut1'1 in (13'CUll
,\ llu 'CUJ'<• d1 1nd.1garc: l'ancl.uncnto ndl 'l '<f<'ll<• dtll.1 morl)(l'it:Ì l"''
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C',Zi.;4r~ /~o ..l"..t.,-l',dot~ '/ft(J·p~/,J(J'_, ; '/fTUI"I. ;;>~d~ /:'.;1'( n a/.,,. ((1/1';; J"U,. ~,( f":UI 1f(,04'1'd 1"• , , ;,
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,t._ttt- c.dcol.llL ln h.,. .., al nunlt.lo dt. l nco\c.·rat1 1n mu1a t <•t-:lll J.!'''nH.•, .111/IC.h~ al to lo.tl\ dc1 nwl'cr:tti in ~, i a,Cllll mr,c. l'''' ,.,.il:ttt' l'c 1rort· che p1o<ltll'lc:hbc d tlolfnnllc numc:ro dei gtornt
ll1l'l' . . ..une'
cornp<•lu.·nu 1 !<~lll,k-!t~h 01l'"l. S1 nlc\ . .1 come. ntt ,,,ri ann1,
l pnJ b~'''i \.tlori <.li
nlurl.,_. ~uà 'l
rq,:l'tr:.nrt ...t·nltlrl' nq.!l1 ultun•
s m< t mentre pau dt\Jli .app.taon•• <Judli corr"l"•nclc-n•t " ntc~t ir.t t! )!<111'''' t-..1 t lu~:t.o. Il m.t'
''111" clcll.1 morl>c>'tt.'t c.ulc. or.t •n khbr.uo. or.t tn m.uzo. , J"ir iJUjiiUttclllt:lllc in gougno o 111
luglau . t \:tlrut p tlt h.t"i ,; rq!l,tr.lno. invece, liti \,lfi ann1. o.jllJ" scmp1c art c•llohrt t 111 ~dtc:mbrt. ()liC:\ln .mdamc:11tu della nwrhmil io è Collft·rm .tlll l re'u mq.:liu cvidtn lt cl.tllr medie. riportate in e.o kc .ol tabdl.t. dclk morbU>II.'t mcn,ili I l )!1\lrJ tc nei \.tra ,tllttt tkl l'' ltJ<Iu t>r<'•o in C\:tmc. e d .ti ·..:.r.1ficu CCJO c'"l: Olc:tll! ~o... trtntn. l'u o.jUanto n;:u.t d,, J•• morl~•'ltà ;:<ncr.JI< nc1 \,lrÌ mc'i cldJ'.tnno. 'l"r'ta < rik,ah1k dalle <lall· \llclll •.•Io per ICI tkt l'i .tnnt dd pcrtc-.:lo prt·'o 111 COII'tckl.tztunc. L< multt mcn>tlt dt·ll.t morbo,ttl gutc:r.tk per dn to l"'l tndo (numllo degli .11nmalatt rico\'cratt nc·l mc'c l'C l tu tte le cali'<' d1 malal11a, ripoll.JI~> ·' JOO.CK>II ddb ton 1 mtciJ.I a l giuflln) f.tnno n ln.u·c valori m.o"uni nel lu:_:I.(J (1<>1•), Ù.ll <Jil.tll ,, 'ccndc ,t.:r.JCI.II.tmt n[(' .1 '.tl<>ll mtntnll nd 110\Cillhrr ( 1 , ) t) c nd tli.-,·tnbre ( u 1 .l~l d, .,., un .IUnlc.:IHu n..:pçntlnct nd t!Cnn.uu ( IC~•.n..p, 1.1 nlurho,ll..t .J.!<Olr:tl( u~ualc nc1 "'"-~' 'UCCt:'"l' i. •w..r H: t ndc.·n: rnudtc.lnlt:lllC' nd rn.l~;,!Hl fl!).tllfl hrU"~Clllh lltt.• d \ .dn1c. 11l.t..,..11llt• J071dc:tlu dd lu~hn.
~t rn Hlllc.:ne ~lt\al1 c
c nd t:•u,:.:no ( 1;n93i)
~~re .....cl\.:hc l (,_)Uinch
... T .abella VI.
U1
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c;· >i ~
Numero dei casi di r. a. a., nell'Esercito italiano, nei diversi mesi dell'anno (numero dei ricoverati per r. a. a., in media, ogni giorno nei mese, riportato a 100.000 uomini di forza presente in quel mese - Anni J92J, t922 e J926 - 1935) .
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1926
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1927
0,7
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1928
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1,0
0,7
0,9
1,2
1,3
1,1
0,7
0,6
0.8
1.1
1,0
1931
1,0
1,6
1,4
1,2
1,8
1,4
1,0
0.9
o,o
O,Y
1,2
1,0
1,2
1932
1,5
1,5
I.O
2,0
4, l
3.3
2,2
I.O
1,0
0,8
0,9
1,1
1,9
1933
1,0
1,0
1,2
1.8
2,7
2.4
1,8
1,2
0.8
0,9
1,0
1,0
1,5
1•n1
l ,3
1.7
1,2
0.9
1,1
0,9
1, 1
0,$
0,7
0,7
0,7
1,2
I.O
3,0
2.<1
1,7
1,2
0,1)
1.1
1,7
1,7
1,75
1.33
1,06
1,06
1,33
1,32
1921
1935
l
1, 1
1,5
1,6
.. Media
1,69
1,78
1,78
l l
l l
l
l
l
1,6
2.7
l
l l
-1,64
2,04
1,92
0\ Vl
66 MnRHtiT\.
j.
L.1 tdbd!J VII ripon• la nwn.llu:.. < ,c:<ncralc, c per r. a. a .. rq:t,U.tt.t ndi'Eseretto nel qumth· ccnnio 1911·1935• espressa tlal num<ro du morii, ovunque deceduti. p<r tUlt( le cau~c c per r. a. a .. riportato a 1.000 ddla forca tntdta nell'anno. Per il r. a. a .. la 1.1hdb ripona, inohrc. il numero <1e1 mor11, on c1ascun anno, nfcrlln ·' lf>O dccc'" per tUll(. le CdU-t. nun.:l~< gli indici eli lctalttà per ognt anno (numero dci morti per r. a ..1. su 100 ca;,i di tale mabt11.1• per ct.t~cun.t colonna. la tabella, inline, npona i "~tori mcdi rclau" :ti periodo.
Tabella VII.
Mortalità g~n~ral~ e per r. a. a., n~ll'Es~rcito italiano (quindicennio l92H935). prr tuuc le cau~e (per 1000 della fo~rta medta)
.\Ioni per r. a. a.
~Ioni
.~
'\ N l
per l Otl della forza
per 100 ml)rti 1•er
l per lOl ~as' di r.a.a.
media
O~rti C!tUSA
tletolita)
19!1
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3,7
11,01
11,4
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l. l
1.0
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1,3
11,7
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l,ll
11,03
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0,5
1931
l/1
11,0'1
1,2
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l, 7
ll.ll'l
2.4
ll,9
\ledi e
_l,h
O,OYt
l l
tl,ÌI)
l 'alon ;tssai bassi delJ;t moualna pc:r r .1. ·'· ncll'l:><:rcito non cun,cntono uno studto detta· gliJI<>, emi come è stato iatto per la murhmità l', patanto, non si >ono fan(' indagini sulla mortalità in rapporto .11 luogo di nasci1.1 e alle divt"oni d t appanencn?a dci dcçl'duu. all'arma cui qucsu ·'P par trnc' .llln, a t me.i in cui avvennero t dccrs". ecc. ecc.
B) lt. R. A. A. (M0RB0S l1'À li MORTALITÀ) l'RA LE TRUP PE NELLJ:. COLO"' l L •
."'i
c 'cmbrato •ntcrcssant.e indagare circa l'tnlidcnz:. dd r. .1. .1. Ira le truppe çoloniali, liHcn· .lcntln per <]UC\lc ;,Ìa le truppe metropol!ranc disloc.1te ncUc v:~rie colomc, sta le truppe mcligcnc, rt'cllll.ll<' nei pnsscd.menti coloniali fro~ le mpcn.ivc popolazioni. Ho dmuw ltmttare l'indag~m· at soh -1 anni che Yanno rlJI t<tH .ti 1931>. per k colonie del l'A. O. (Entrca e Somalia). mentre che per le colonie dell'A. s. (l'npoht.tnia c Circnaiça) ho potuto <"'tcmler!J anche agli anni 193i c •93ll. l..<. ontchc fonti dalle qu;~Ji. IDI ani. è ~tato possibijc desumere 1 dati necessari wno le rclnioni ufhciah elci Mmtstero c'ella Gu~rra, rcl.lll\1' alle truppe colomali disloC11~ ndl(' quanro colonie, eh~. llll/1>11<'" nd '!!3~. S1 arrestano ti ,.,~h (·H· 4';). <". per <JUd chc
n.r.;uardJ b TripohtJOta c la Circn.11~.1, le r.l.~;iunt per gh .mnt ''J~ì c 14_\ll. cnmptl.tt<' ci.li ri'JlClll\i I>trettori di S~nul (lns:r.w:olle 'Ì• 1!> ~ Stnt>l .W• 40) e pubhh<.ll< ,uJ Ctornak dt }.kchcm.t Militare. Le due tabclk Vlll e IX ripnrt.tnn. pc:r .r.:h anni 'udclcttl, 1 ciJu rdati'i .db tnntbcJ\It.l ~enerale ttl a quella per r. a. ·' · (cilrc: propouwnat. a 1.000 ddb forza mnli.t) In 1.- '' "l'l~ muropohtane t quelle indig<nc. d"Ull(;tlllttHe per '"'''""'' <lrllc 'l""trr" cnlntllc,
Tabella Vlll.
Morbosità generale fra le truppe (metropolitane ed indigene ) delle varie Colonie (cifre proporzionali a JOOO della forza media) . .\t L T R 0 P O L l T A N l
ANNI
TripolitaniR
--- -~,
193'3
l Ci rtnaica
Eritrra
lNDlOI:Nl Somalia
Tripolitania
Cirenaica
Eri trea
Somalia
1}<1
SO<l
- - - -11- -- - - - - - - - - H()
385
2JQ
JJI
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21 j
JllS
1'11
193~
3.!0
107
1935
;n~
Jj7,7
3M,5
355,4
373,4
21>11,1
1121,4
1936
527, 1
-lt)S,<I
4h7
31 J.J
191,8
3211, 1
1)7,7
1937
5~()
117
184
'Hl
1938
H5
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2711
h-I!,J
~·15,7
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- - -· - Mtdit
4h,b
l<JI,l
J'.lO.b
H9.lJ
!lh,S
Tabella IX.
M orbosità per r. a. a. fra le truppe (metropolitane ed indigene) delle varie Colonie (cifre proporzionali a lOOO della forza media). J-;P I OINI
,\\ L l R O P O L l T A N l AXNI
Tripolitarua
Lir:naica
l
Eritrea
Somalia
Tripolitanì~
Cirenaica
fritrea
1933
3 .1
l.l
l,o
1,1
1934
1.7
1.3
1,:Z
O,S
0,7
J,l
1935
S.48
1.6
o.~
0,47
0,\3
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1936
5,1
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ll,SJ
0,9!
1,1
1,9
1937
I,J
J.lll
8,11
Hl
~l-
1137
2,33
IJ,til
1.83
Medie
J,'>4
l.nt
l,')
3.h5
.•..,
-ll
1,4
J 101
4.2
;,]1
- - -.!,2.0
::!,l7
Per ciò eh~ ngu.trtl., 14 mnn:~htJ, tl r ..1. a. " prc:"nt.l udlt wlun1c con ctfre dd tull" insignì· Jc.tntl: quas1 sempre null.t, per il pcnoclo con\Jdcr.Hu, nell'A. S. ((1\C " eccettuino un metrupohtano •·d ~n indigeno deccclull nd "133 1n l rt)l(>luama), "'sa r"uh.1 (crfrt proporzionali a t.n<><> <Iella forza mt•<ha) per l'Entrca: tlcl u,os fr.t i rtlttrupoln~nt e del o.o4 frJ glt indigen i nd HJ3) t del o.o r fra 1 metropolitani c d d u,ol fra gli ind tg<·n • nd rq31\ ; JlCr la Somali:~. csq mortalità risult.t : J>N > 193'5· dc) 0,07 fra Ì mctrllpòlit.Jni c nulla fr.l ~h J lld igtr~i e. per d l llj(\, del 0,02 fra i ntCII"O j • ·Ili~ Ili C dd li,O(, fra gli indigeni. La mortali ci p< r Ili Ile k r11:d.mic: {t~cltht <ptimlt le cJu•c: <h m•" 1e r~pprc,cn-
li
68 tatc da infortuni, omtcidi, 'uicidi c k:;ioni di guerr:t) è >tat.t, in medi.1, per i periodi cons1dcratt c pa 1.000 della forza media: fr" i metropolitani, del 2,X8 in Tripolitani.t, del 2, 04 in Circn:~ica ,. del 4,<1 1 nel!~ colonie dell'A. O.: fra g li indigcnt, del 7,;:~ in TripolnaniJ, dell'n,R2 in Cirenaic• e del 13,26 nelle due colonie dell' ,\ . 0 ..
11 r. a. n., in Colonia, fm {c truppe (mt·tropolitanc ed indigene) opn·antr nella gufl'ra itafo-etioprca (ottob1·e 1935·magg•o 1 \1.36). Mi i: sembrato interessante intbgare c1rca l'incidenza del r. a. a. fr.t k truppe. c metropolitane, e ind tgcne, imptegarc nelle opern1oni bellicltc in A. O. durante h campagn:l italo-etiopica. A questo scopo. ho raccolto ed clabo.rato i dati srati>tici contenuti nella già citata " Relazione mcdiçoMati>tica wlle condizioni :.:u1itarie delle Forze Armare ncUc coloni~ negli anni 193) t' 1936 " (45), calcolando la mnrbnsit;,, >Ì.t generale, che per r. a. a., relativJ alle truppe. e metmpolitane, c indigene. di,rintamentc, per le une c per le altre, per quelle oper:turi d~II'Eritrca e JXr quelle operanti dali. t Som~li~. La talxlla X riporta, pcrt:mtn. le mw hmit:ì generali per r.ooo dd la rorza media e, per quanto rigu:trda il r. a. a., le cifre eli morbosirà :•ssolute c quelle proporzion~li a 1.000 dclb forza media <:J a t.ooo armn;tlati per tutte le cause morbo~e. La >tessa t~bdla riporta anche ruui i suddetti valnn di morbosità. c.tkobri sul totale complc:.siw> di tu tte le truppe rnetropolit:tnc c di tutte quelle indigene p:trtc~ipantt ,tllc operazioni in o\. 0 ..
Tabella X .
Morbosità generale e per r. a. a. fra le truppe metropolitane ed indigene, operanti dall'Eritrea e dalfa Somalia, durante la guerra italo - etiopica (ottobre !935 - maggio t936).
REPARTI
Morbosità per r. a. a.
M orbosità ge· nerale. Per 1000 fol"la media
Numero
dei casi
Per 1000 amma-
della l Perforza1000media lati per tutte le cause
l Metropolitani delle truppe operanti
s.ss
dall'Eri tre~
324,3
623
2,87
dalla Somalia
352.9
80
1,78
'i,Oi
325,6
703
2,68
8,16
Metropolitani: complessh·amente Indigeni delle truppe operanti dall'Eritrea
357.8
44
0,87
2.43
dalla Somalia
222.4
27
0,76
3,4ò
102,3
71
0,82
Tnùigeni: complessivamente
l
2,7~
l
La morraln:, per r . a. a. i: stata durante 1 mesi di gut·rra in A. O. dd tutto 1mignilic:uuc, s1:1 fr:1 i metropolitani, eh~ fra gli indigeni: 'ompk'>i\':unentt·, 3 \oli decessi fra i metropolitani (mortalità <>,Ot"(,., f. m.: lct.tlità o,.p'J{,) ".J uno ,,.]., fra glt indigeni (mortahtà o ,<>l 0 ì,.,, t. m.: ktal ità o,uJ'':,) di ambedue i fronti, eritreo c somalo.
Allo scopo di una valutazione approssimativa Jei danni deri1·anti Jal r. a. a., mt c sembrato opportuno integra re la presente indagine con quel la relativa all'incidenza di alcune cardiopatie, e prccis:uncnte dei vizi valvolari orgJniri , fra i giovani di sesso maschile che cadono sotto la nostra osservazione di medi.:i miliwri. Come già accennato, la più frequente complie<l7 ione del r. a. a. (; infatti rappresenta t:~ chll'enclocardite reumatica, ia cui g ua rigione comporta quasi sempre lo subilirsi d i esiti perm<Jncnti rappresent:Jti rla vi-zi valvobri : d'altra parte, ~ noto che la caus!l pitl frequente dci· vizi organici di cuore nell'età gio,·an ilc è tapprcsentata dal r. a. a ..
C) l VIZI VAL\'<JL.IRI ORGA~H'I DI Cl'ORE FR.~ l ~IILl'IARl r:-;Cll RI'OR.I'II E FRA l c;JO\ ' A:-1 o\1.1 F Vl~!TE
DI LllVA.
l dJ ti sotwripurt,llÌ >i 1 if<ll'"'"" " tUlll 1 \IZI org.•n•ci <h cuore lt.l 1 gtO\';mi tli <lil miluarc, 'cnzJ dt>llllZiCJnc c1rca la lnro nrigtne c n.nura: es<i pt:r<'> pur rum <"<ndo mtq,:r.tlmrmc rifcnbih al r. a . .t. - tiJt<f \'et.ì g10v.uule det '"~J!ellt fra i <luali ,,·nn<ro "'""'""uti. "'"" d.1 comida.lfe ndl~ grande m:rgg~<'r.t nz:t, conw dr n:nur:t r<um.ltJc:t. l.a tabel l.t Xl npnr t,l, Jl<'r 1l lJU indiccnniu liJ21-l!J35· •l lllllnero d, i viz1 ,·ah·olari , n pre,< i in c1frc propul'liunah a u•><> dtll.t furn media, liCt>flmcou tJ fr.t i mdi1.1ri ddl'l 'l'tCÌtu ncmt'lat t 111 tuili i luoghi di cura.
Tabella Xl.
V izi valvolari organici di cuore fra i militari dell'Esercito italiano ricoverati in tutti i luoghi di cura nel quindicennio l92l - l935 (cifre proporzionali a !000 della forza media). ANNI
n/..,~
A:-\NI
lw
ll, 56
0,~3
192<)
1022
o,)~
1930
0,67
1023
0,45
1931
o, 72
19l~
o, 53
IQJ!
IJ,38
192'>
0,60
IQ33
1926
o,~Y
1934
1927
0,11()
193)
0,37
1928
O, 57
Med1n nd periodo:
0,50
1921
0,34
l
0,28
l.,t ,cg.:<l•tc t.ol>dla Xli nporLo. t'prt·"r ''·"!''<' con nlrc propurziun.rli a t.<!<Kl .tdl.t iurLJ. mc.lìa. dc.·l (uor~ L tlu gru... -..i \.hl~ c.:ht.:, nei \,Ul .11HU c.!dlo ,,c.,,n (X:rint:lo, f.u fllfl iJ .:ausa lr.t t llll il t:ll r Jdl huettu (go:. '"'"' pnr.Hl) d t l" o\\cÙimcnu d1 1 iturrn.o ' t h '" c<libiln.'t o tli lung.1 liccn/.1 olt ClHl\·aJc,,tlll,l, <l i~tinu, pn l'una < pu g lt a ltri . .1 \((onda che r \'edimcnti ~tC.:\~Ì vtnnero pn·,, IH.:l primo mc'<: di ~cn·ltiu n m:i n1c'i ,uc:çt·,,i\'i . l valori rrpmt.llr ,t,umu ,, tlrrCI l'entità dclk pcnlit~ - J'<:r 1~ m.ol.uru.- dd cuore c: der .~:ru"i 'd'' >l.t dcfinttÌ\·c per ritorm.o (l.> murt.oillil per <Jif<''tc: nulanie c. fra t milit.u i. 'cmpre a".u h.1".1 ,. <lU.l>t onsr~nthcotn te). che: ''"'l"'r.•n<c l'' r rt\LCiiblilt.ì o per lun~il< h.«nzc d1 '""' ,tk>CUIZ;l, che t'E,crcitu subr,cc . in m<·tf i,r, ogna Jntll>, f1.1 1 mi lit.u• lltcorpuratt. l d :ru l)ll,Jillllll<JUc rel:u iv • ad un gruppo di fll.alattic c non .n '"li 'izi organica Ji cuore l,ur~ sono m t•ritevuh d t c•.rtsitkraz irnlt', tn lJU'IIHu, •·ome le >t:tti >ttdlt dmwst r;Jno. , , rz i 'al\'ula> t rappr.:\l'nr .o nu ndl'l:o.cJCHo la grand 1· lll.t):giuranz.t Jellc •nal~ttk clt cuore, 111l'Lllfc." le., nl.liJ.tul' dc.:1 !-!ro''' v~•'• \()J)f' 'cmpre ~oiHUlUlc: in clf~t: nuninlt:. Purchc, po.:rù, 10 ul modo, l'rndag-ine s.orçbllt" nm."t,t hmrt~ra >Oiu .1 <tttcr J.:Ì<•\'aflt gi:, tncorpor;ui ndi'I-.M:rcno L eroe solo ;!li un.• p.ute ddb l"'l~·l.•zr"ol<: ma,dulc dd l't r.• mrlll.tre (lo-H .tnnr). il che renderebbe solo lontJn.mten({: ·' PI'ro"imatl\ o 111 1 nfcrimcn to ..r ll' incidc r't/.,1 dci vizi org.1nrcr di cuore fra (j<lC\ J,J , ho nt<·nuto opponun<' •cccrt.trc il numero dci '·'" d1 'i7i ,·:tlvul:u i riconosCiuti l ra i gioV:lni che " prescnrano ;1lk \'l'Ile dr Il\ 1 . , quali, com, c noto. r.lppr<:\entano il totak deib pnpol.u ionc ma<clnlc a W anni dr <l•Ì. A qunto ''"l"'· \,lknd.>fni .leo d.tll ,t.Hi,tici conl<'nuti ndL Rdu.toni ,uJk opcra/.toni d i lev.\ , che per CÌ;l\cufl~ cb"e nngunu pubblicate a ,ura dd Mrni,tcru ddl.t c;ucrra (4")· ho r.\Ccolto ed elahor.llo 1 datt rrport.llt ndb tahdl.1 XIII. l dmt si 'ifcmwno a J!l cl.1" 1 di lc\'a, dall.1 cl;l\<c I Xj! a lla cJa,sr (c~~IH,.I '-!ucll.l dei r~;'. per la qu.olc non 1111 t' sta to l'""tbrlt· ' tntf'.ICCl.lf'l la rl' I:Hi\ .t puhblic.lli<liW): pe r cr.lscuoJ.o d.rsse, b rab<-lta riporta il '"t•k dcglo r'crmi di ]e,a \lsrt.lli. ol numero tka riform.tlt l'<r tullt" Il' •·•u•e (c<cJu,.a 1l Olunero dci c.1'1 cl1 lll;tbtll<.:
l'""
"J '"
l..a h.t,\a ~tatur:t) t"'JHt·,\u in olrl· .l,~lutt"" t·tl 111 cifre propur/Jf)n:tli :1 ••x• ,J,IT.\11 cci al Otllllt'rn .h·• nfc 1rm~ui per 'tZt ors,:.Jnici eia c.:uorc.:. t:'Prt'''"· 'l"('~to. St;l in cifrt· 3\(iolutc, ,.,, in c1Ìn• pro~ ,rzinn .• J:. <.: ~l l .cx>o rHornl.HÌ, <' a 1. 1)oo \l'ila ti.
T a bella XII .
Malattie dd cuore e dei grossi vasi, che dettero luogo a riforma e a rivedibilità o a funga licenza di convalescenza in militari dell'Esercito italiano (quindicennio 1921 - 1935 - cifre proporzionali a 1.000 deffa forza media). Riformati ,\~Nl
Nclprim~ mes~
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1.31
1,87
0,41
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0,87
3, 15
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!,75
Considerazioni. La morl>osità per r. :.1. :1. ndi'Esercito si è agg irata, nel quindicennio I92I· HH5· Hl torno ad un.t media annuale dd 5,55 •Jt .,0 della forza meJia su una morhosità complessi\·a, nello stes<,O periodo, del 59.~,8 n " " ~cmpr.: nspeno alla forza nwdia. Fra tutte le cause di malattie, f1 a i militari, il r. J. a. figura nello stesso tluindicennio con la percemu:~ l e dell'l:l,l:l6"1,,., (media annua dei ricoverati per r. a. a .. riportati a 1.0oo r icoverati per tutte le ç:.usc) e, pertanto. la morbosità per r. a. a. può considerarsi nell'Eserc ito non indifferente. Ctò anche tn ..:omiderazione dcUa quota ass:u cle\·ata con la quale incidono suUa morbo~ilà wmplessiva (r;t i militari (che ne risulla i n ceno t)ual modo ialsaca) le affezioni banali c di p<KO como, t)uali i leggeri suni di m~lessere fc·bLrile e le febbri infettive di breve durata - che solo nelle wUcttività militari danno luogo a nco\ero le quali. messe tmtemc, hgurano nel quindi..:ennio preso in l sa me con l'eievat:l media annu:1 del 136,73", ., 0 della torza media. Se, quindi. lnli affezioni Ji poco conto vcni~scro escluse dal compmù, la morbosit~ l'omplc''>iva si ridtlrrebbc ,t d una m'.:dia annua dd 45ì· t"/,.,. L m., p<.' l CUI l.t morbosil:l 'pecifica per r. a ..1. nell'E-;crcito salirehhc da 8.X6 a 10.21l \U 1.000 malati per qualunque causa. Fra le ma lattie infettive .:h<.: colpiscono le colleltività miliwri, il r. a. n. occup;,~ uno d c i primi po~ti, preci,amente il terzo. vencnd::J, con la ~ua morbosità del 5·'i5";,,., f. m ..
71 Tabella Xlii.
Riformati per tutte le cause morbose (esclusa la bassa statura) e per vt%f organici di cuore. Classi di leva ~872-f910 (Età media alla visita di fevat anni 20).
C LASS I D I LF.\'A
Iscri tti di le\a
t-:at i nel
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Riformat i per tutte le cau~e (e~cl usa la bassa s tatura) per 100 v i;itati
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dopo l'influenza (<he nel yuindicenmu pre~o in esame raggiunse una media d1 mor:lOsità del 17.33" "" f. m.) e dopo la parotite epidemica f12,16" ,,,) e pr~cedendo il morbillo (4,46°/.H·), b m.1laria prim1tiY:l (3,31" .,,1) , la tu bercol o~i acccna.ta in tutte le forme 0 l'Ò in tutte le locali zzazioni (3, 1t / 011 ), l'infezione tifoidc c paratii'oide (2,44"1,,,,), la scarla ttina (0,23°/11 .,), la d issenteria nelle d ue forme amebica c bacill:lre (o, 16"j 11,}, la febbre o nd ulante (o, 1 1''1 1111 ), la meningite c. s. epidemica (o,ot/, 11 ) e la tltftc ritc (o,o6"f.,.,). Per ciò che riguarda le altre malattie di natura rcumatica,un raffronto è po.,sibilc solo con il reumatismo muscolare, che '" l'unica, delle forme ùcl gruppo, contcmphu..t nelle nostre staùstiche milnari, oltre naturalmente il r. a . ..t.: liÒ perchè tutte le <lltrc forme di natura reumatica, specie croniche, può dirsi non interessino b patologia dell'ct;Ì giovanile e qui ndi le collettività militari. Nel periodo preso in esame, il reumatismo mu~olare rag g iunse una morho~ilà media del 13,34"/1111 , più eh~ doppia quindi della morbo..id registratasi nello ~tesso periodo per il r. a. a .. L 'andamento dci i:~ morhosit?l per r. a. a., nei ,-ari ,wni del periodo, non ci mostra nulla di caratteristico: essa oscilla wn alti c bassi che 'i allonranano, in genere, assai poco dal ,·alore medio summcnzionato c senza seguire akuna regola. Si rilc,·a solo un ,-alore assai cfc, <llo c note,·olmentc lontano da quello mcd w per il 1921 ( 17,!]-)" ,,. f. m.), che però trova riscomro in valori pure a;,sai elevati. c Jclla morbosità generale in guell'anno (915", ,,.,), c della morbo~ità rd.1tivn a qu.1si tutte le m:1lauie infcuive summenzionare, che tutte, all 'i nfuori dell 'inilucnza, raggiu nsero nel HJ21 i valori più elevati Ji mo rbos it~ per il periodo esaminato, anche assai lont;Jni da i rispetti\i valori medi per il periodo ~le~~o. St. b de\.11 .. morbu,atl ~c:!lcrJ:k. n.·:_:a,tr.H.t'i nc.·l ltJ.ZI. pub lru\ .an; giu~t•fic.;.•.tionc,: nd nunu.:ru n h. · ,·:.ntc di mt..nn. n le" tli guerra. che, 111 .lll<"a dclb ,i,tcmaz~<~nc tldlr pratiche mnlico-legah ()'<-n""'11, C\CC). u'utrul\.lllo ancor3 111 'luell'annn dd ricm·ero negli ,t.rhtlrrnrnu 'anirari mihtari. :lhrctl.rnto nun pub d"'' per c>èo che concerne le alte: mnrbo~uà rclari,·c allt ,,,,-;, rnal.uuc inicni'c 1 • •>. :l. coml~~'n''· l'cr <JUCstc b 'lucgaz10ne del {..Jltn non c faç~Jc, anthc: J't"rChè nuncano 1 tlati td.lll\1 agli anni amcccdenll (il I<Jl l è il primo anno, dopu il con lliuo I<Jq I IJ I ~. per 1l qu:rlc MJI10 '1:111 pubblica ti <Ltll 't:nistici): 1 <lll.l li, '"· come è prcsumihik, inclrc:"scro 111 <]U:tll!!l nfcrcnti,j cui a 11111 d , guerra ""'d""H;, nctevolmcnlc dc\cllt', gimuhciKrcbbcro L• 'lll'l""'7"•nc o ddl'immcdie~lo dopoguerra che gli altr VJJOII r(').!l'lr:lll ncJ 11)21 flt'r k IO li.I!I1C mkUIVC C p<-, Il r . •1. 3 .. rapptnl"llllll<> l'ullllllt) 'tr;I\CJCo 'anrtano tld cnnlliuu. e'pre"1nnc tld perdurare, oh re l.• ti ne della :;ucrr••· cldlt- contli7ioni di di,a~in per le U'uppc
l"on ~i può cscgum: un ~icuro raffronto fra le cifre delb morbosiù negh anni presi in esame e g uelle rcl:nive a periodi precedenti, le cui stati,tiche, anzichè la v<n di rc•Jmatismo articolare ac uto, riportctno solo quella meno precisa di « reumatismo muscolare,, o q uella, adclirillura più generica, di n reumatismo" · Souo tali voci. wn il r. a. a. vero e proprio, trovami q uinJi cat.llog:ne, nel primo ca<,o, anche le affezioni febbrili banali a car.merc reumatico, nonchè i p()\_hi reumatismi :micolari cronici che ,j ris(ontrano nell'Esercito, c, nel \ccondo, tutte le .1hrc forme del gruppo, prim~ fra tutte ti reumausmo muscolare. Ciò ci dà ragione dci valori assai più elevati che si riscontrano. ad esempio, nel decennio 188o-JS89 (Quinzio, 33) - nel guale In morbosità per "reumatismo'' fu del T0,48°f 010 della f. m. - o nel q uinquen nio lt)OC)- 19' 3• per il qua le si giu nse (valori mcdi), su u n:~ morbosità generale del 722°1 00 f. m., ad una percen tua le dì ricoverati per '' reumatismo articolare" del 16,8°/ 00 della fon•a c ùcl 23-3" "" ammalati per tutte le rn:~lattie. L'n r~1ffr.mto non puc·, u.;.:ualnlliHC l'<.:~utr't çun i dati ripun.lll ll.1l Ltvi 122) ndi.J ~u.t prc.:~t·\·nla: 1nc1non.1 ,. \nlntj)fllllc:lrl.l \llhtart: • . dtl' n\'·ru.utu. pc-ril. d1 l'''<:rl' rÌt'nnL•tt pc:r il loru \,l lt •r"-" lltchc:ttivn.
DJIJo 'i'"glio <ki luglo ,,ullt.ori rcbti\Ì .1 eire 1 JfM.OOO ~OJ.!J.!<ltt :~ppancnulll :lllc cl""' d.ol 1'>o;., al J~'<6J. , c."i tii .. rnllll.Htsmo :~rucol.llt' · l'"llu la qu~le \un·, pr<c''·' l':nHorc, •khhon" tlll('ll<kr" com!" <:se ,1nçhc .tl u <: l orme reum.Hichc d 1\t"r'c d.tl r. a. a.) ll'llll:lwno pari al ~~,H"/,,. .Id totale dd lc schede esaminate < .11 43.f•"/,.,, dtl numrro complr" i\'C> (1.p.R.J7) de1 '"gl!<:lll 1\lllrti. rifNmnii c ri cono~t·iu Li .1nHn.l1a11 dl·J _)no.uou P"'~l ~n L';lme
73 Per ciò che riguarda gli altri e~crciti, le uni.:hc \t.tti~tiche ur• po' r::centi che mi è riuscito di consultare >ono tluellc rcLui'e all'esercito ingl::~e c limitat.lmente al seuenniu !922-1928 (47): durante il quale la morbo~ità per r. <L a. lra i sonuflìdali e m ilitari di truppa raggiunse la mnlia c..lell'r,7''l 1111 della forza, LOn un massimo del 2" ., 11 nel H)23 cd un minimo de11'1:5" ,,, nd 19.25 c ne\ 1926. ~ello Messo periodo. la media della morbosità nel nostro Esercito fu, rmece, del +39'' ..., f. m.: tale: \'alore, dr~rctamente più elevato, può essere in parte addebitato al tatto che le ~wustiche inglesi tengono conto \Oio dei ricoverati in osped:~lc, a differenza delle nostre, le.: quali comprendono, irwece, anche.: i ricoverati nelle in[cnncrie. Ad ogni modo, però, nell'esercito inglese, l'i ncidenza dd r. a. a. c..lc"e con moltJ probabilità e~'ere considerata inferiore a quella che si \Crilìca !icl nostro Esercito . . \ ngu.udC) dt e;; ... ~ reni 'tranu.:ri, c ...c:•npq, c.l.a tt.:m.·r pn:'c. n te; al critl·no thrlUI\o '<guito ndl.1 cont· ptlazJonc tlc.·1 d.ni ... tau,tJCI, 1l carattere (tc1 ,11,~of 1 l""KfCtll. ~tnc se c.ll co .. cntltllll' o ~c \ulnnt.trt .1 c:traner.: prolc"innal<:. cd , 1'"'l'usi h ndlt<"''• J'<"f l'tdoncn.t . DitJtti. l.• più b·"'a mot bmit.ì p<r t n. ' '· ncll'clcrciw tnglt·,c potr<.:bbc {or'L ltll\'.11<:, 111 p.>rt<", h ,u.t r.lgtonc nt l rcclu t.tmcnlo \olon . lario, SC;,!liÌto d~•gli tn;:k!-.1. 1l l)UJlc con,._·nh: uno.1 't:k:nc>nt .1"ai più larg.1 L rigoro,a. p<.·r la c.1u ..lh: ,·engono 1nc.:nrporati 'H,t.:gt'ltl ohn: che.- n''lltttzionalnlcntc..· uhu,ti t• 'll•incla p~trti\.·ottnnc.·nlt rc,1 .. •lenii .u huun J"·•g• ddl.t \ll.t mihtarc - .1nche cun un l'·'"alu indenne d.t 'l''<' hc' i au.tcclu di r. a ..t •• cu'ì frcc.l\ll'Hti ir.t 1 j.:IO\Jni c gl1 .ululc,_,ccnu. che..· ..t.:U.lr{nc._lo '::n7:e t:~ltt t:,lntt.t(l pc.:r lu 1ncnu 'cmcwloglt.tntcnlt· nkvabtlt. nnn "'"" bc1 lm cnt. llltll\ttluabtli .•llt t'mlr< ""'' clt lna c d1 .trruolamcnto. l'otdtc c ri,aptllo d1c· 1111 r . :t. a. ,.,[fl-rlo, :onchc lin•·. ptnli,ronc .1 Tt'éldtH, ~ :1>'.11 proh.•bl!c che molt1 dt•i casJ cht· '' \Cnhcano lr;~ 1 nollri militan noll 11.11111 che """''' pm'''ét' ddl'inlcz•llllt rcunt.nic" i,llllll3t~ nd loro dt termmt """ tbglt 'tr3pJni ~ d,ti di"tJ.!i ddl.t 'ila milit.>rc. \Ila più bJ"J rnn~hosità pu r • .1, ,,, nd!'c,crcito 111)!11',(' ""n d,.,, poi ,.,,ere <,ll,llko l .ttldt·,u:nnull•• p1Ù ~'Taduale c rncnu b.ticn", c.:ua 'ono !'louupo'l1 '-tun rntlu.ui pc..:r 1 • h..nn.t più lun.!.!.\.
Per l'esercito francc:;e non ho potuto consultare stall.,tiche recenti. essendo andate perdute con la guerra qudle conservate press0 la no~tra Direzione C:cncra lc <h Sanità .Militare. Sfogliando però b lcttcralllra medica m ilita•·e, apprendialllf) dn h.dsch ( 15) che.: nel periodo 1H76-Jlì8:; la morbosit:\ per r. a. a. nell'c~cn:ito franccsr di~locato in pntna tu del 24,43 per mille uomini pre:.cnti. Secondo Marvaud (25), nel J~·cennio 18lìo T8S9, la proporz.ione media annuale dci c:-1si di r. a. a. fu, fra le truppe francesi, pari a (Irta il 20°J 00 dcgli uomini prc,::nti (percentuale calcolata .,olo .,ui rÌCO\Cri in ospedale, c'dusi i casi di rico,·ero nelle infermerie). Da llll confromo con le cifre, riportate per I'Es<.'rt'iìo italiano da Qui n zio (l. c.) e relative ::1llo stesso periodo ( t 88o- t 88q), .,rmbrcrehhe dunque che la morhilità per r. :1. a. nell'esercito fr::1ncese sia stat:t maggiore che non fra i nostri soldati cd .tnche in misura notevole, dm o che il 16.48 ' , f. m., denunciato da Quinz.i~) per il nostro Esercito. .,, nferisce .li rcumatismo. ~ia articolare, che muscolare c ,·om· prende, con i ricoveri in mpedale, anche quelli nelle infermerie.
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Secondo M :t >vawl. la mal.tllia 'i d in"" ',..· ' nlll'C,t"rcit., frane<:'< P><:nn l rc'lucntt fr.1 i 'llllltllk tali c i sold.111 CPII ptù dt un :tll lHJ <h 'Cr\1710, rhr non nc·i "')!):l'Ili .111.: Jrmi da lll<"lln <li un :1111101 (fr.t que.çti ult•m•. CITCJ •l <lopp~o dci!J frC<lU<'O/a r<gt,trata fra 1 pnm1 c qu.t~i 1l 1nplo <h tJudla rd.IU\',1 .. i !lllllul'liclah). Il r. ·'· ·'· '·•rcbht·. inohr~. lr.t k truppe. ,,.,;~; pii> frc•p••·mc dd rnun,111111111 mu,colarc, che fig111erebhe (Colin. cn.tt" •'-• :'\b n.tutl) nella prnJ'k>rtlnnc <h 1 'u { c.1'i di malatue rcum.luche c. prn.1kntcrnen1e ndl.> forma th lnmh.<J.:.t:inc: ar.c .. r.> pii1 t aro ,;m.:hh. tr.1 1 ~<>ld~ti, il rcum.t· tismo ;lrlJCO);_lfC çronico (' r,lri,:-.Ìilto. prtl. tllH.,J1o <;erchrl lt" ipt;l fllTtticn, C:llh.l cii un clcce.,,o 'ti ugnt 2) motti pn r . .1. a.
Per l'esucito tcdcsw, .tpprenJiamo da Kelsch (1. c.) che b morho\ità per r. :1. a., nel \'entt'nnio 186ì Ilì3<J. fu all'incirca dd 7·7·5° della forza. La nlJI:tttl;t, eh~ .... J~J.Jf,l\.l nc:l l~k· IOlllll\11 .u.t un.l lllod~,... n:t tid s n"" (lh.l cldla lfiTI'.t .uuif·, negli àlllll \UCCt:'lsi\ 1 aumt nt.lildn di frnJllt'll/.1. t,tnto cl. l l,lK~nrn~t-re ne. 1 1~l..;q un;.l n'lorhu,H:L p1l1 che ~lopp1.1 , qunsi dell' t i" ,,,,. T"k prngrc"i'" c gr.•du,tk .tunHnto d ell,1 morh'"";' per r. ·'· .1. n..! lo sp:.:z_to d t un ventennin tu p uucobnncntt \t.'ll'Jhi lc: in alcune.: g-ttnrn ig1oni. cotllc ttucht· d; Mnn.1cn e d1 ] (;tltiHI\l'f, lll'ILJ op1.1k llhlln;J l.l lll:ti.IIIIJ quintuplJ,:Ì> <jll.lli nel \'UliUlllÌo la 111.1 frc<llll'llZ.I; t~lc aun1cntn. ~e'(unùo 1\.c.:hd•. poich~ ndlu !tolc.",,o pLriotlu nun '' 'Trilid• nc.·,,una mnditicuuuH• :"'Hl~ htentalc che puss:t g,•u't11Ì(.IrJ,,, rt",t.l. punn•ppn. 'tnt.t ..picc.tz O:l(" pl.tu . . i:l, 1C.
74 Per le forze armate degli S.U.A., 1 ipono alcune cifre. che, se poco signiticau' c perchè aswlute, pure ritengo siano t.h un qualche interes~c in ~pJJnto rifcrentisi al periodo assa1 rccemc dell'ultimo grande conflitto. Nell'esercito americ:~no, dal gennaio 1941 al t " agosto 1945, si sono avuti ben 17.000 casi di r. a. a., •4·.H 4 se ne ebbero nella marina dalrinizio della guerra al 1 " gennaio 1945, e qualche migliaiO nell'a\iazionc per la quale mancano dati precisi (:~6).
'l !
Una Catalogazione de1 colpiti J ~cconJa del luogo Ji nascita, IndicatO dalle di\ isioni mihwri territoriali di provenienza, dimostra, per il quintluennio 1931-1935 (tabe lla II). dtc l'inci<.lenta Jcl r. a. a. nel no~tro Eserl ito è magg10re tra i militari nati nelle rcgiom deli'Tralia seu cmnonalc - per i quali la morbo~ità ri~ulta del 5,8 per 1.000 nati in quei minore in quelli nati nell'Italia cemralc (5.33" .,.,) e minore. ancora fra i nati territori nell' Italia mcridionalc-imulare (4,33 °/00 ): per contro, la morbosità generale segue nello stc~so periodo un compon amento del tutto invcr~o, risultando più elcvaw fra i militari nati nelle provincie meridionali, che non fra i nati nel settentrione d'Italia. Una analoga comtatazione statistica era ~tata fJtl:l dal Livi (1. c), nel cor!>O dell'indagint" antropo metrica condotta fra gli appartenenti alle clas~i dal 1g58 al r863, relativamente, però, alla voce più generica di ,, reumatismo :micolare >> : raggruppando le cifre date dal Livi. per le ''arie regioni d'Italia, !>CWndo il criterio da noi seguito (rcgion1 delrTtalia settentrionale, centrale e meridionale insulare), b distribuzione geografica del r. a. a., relativamente al luogo Jì na~l itJ dci colpiti , risulta la seguente: 28,4°/ 00 per l'Italia settentrionale, 2),I 0 J00 per l'Italia tentrale e I!!, _f "" per l' Italia meridionale e imulare. Il Livi dà riltevo al fatto e wsì lo commenta: cr dato che le forme rcum:nichc hanno spessn come rausa on:asionalc l'influenza dci climi freddi cd umidi, si dovrebbe trovarne una molto maggiore frequen7a tra gli indi' •du1 nati nel mctzogiorno. Tmece, sah·o qualche irregolarità, si ''critica tutlO l 'opposto c si presentano più soggetti ai reumatismi gli ind ividui nati nell'alta Italia, c he non i meridionali ... Le due ossen azioni - (1uella nsultata dalla presente indagine e relativa al r. a. a. e <Juclla del Livi a proposito tlel reumatismo articolare - trovano conferma c, ne llo ste~~o tempo, .:onfono l'una nell'altra. Esse, però, non sono di facile intcrpret..t.~:ionc. Il trovare uua malattia più frequente fra i nati di una regione e meno frequente fra i nati di un'altra, può essere attribuito a tlifferenzc dell'ambiente (clima. alimentazione. •g•ene delle ahitazioni, ccc.) od anche alla differente costituzione fisica delle popolazioni. acquisita od ereditaria, che dia ad esse, per quella nulaui<•, una differente recetti,•ità. N el nostro .:aso, :11lora - poichè il redutamento seguito nel nostro EscrcilCI è a tipo nazionale. nel semo che i nati in un dato tlistretto 'engono all'atto dell'incorporamento 'parpagliati nei reggimenti di tutta lta!i:J, presso i tluali wmlucono tutti c sempre lo ~tesso regime di ''Ìt:.:, in condizioni ùi ambiente, tli :~ l imcnLazione, di alloggiamento. ecc. identiche - scm brercbbc di potere escludere:, quale t"ausa della di,ers.t incidenza riscontr;.ta fra i nati nelle di,crse regioni d'Italia, l'influenza di fanori estrinseci ai colpiti c di dovere, invece. pwspcuare la possibilid c he nei ~eltentriona li esista una parucolarc, maggiore disposiziom: ad ammalare di r. a. a. che non nei meridionali c negli insulari, ::~ll,t quale d••rebbc.: maggior rilievo una minore disposizione verso le malattie in genere, come dimostrato ncll:1 pre~cntc inùaginc dalla comemporanca, pitl bassa morbosità generale registrata~i fra tri essi. Tale di,crsa disposizione a lle malanie reumatiche. ed al r. a. a. in ~prcie, rib·ata fr:t i nati nei tre diversi grand i compartimenti d'Iwli(l, non potrebbe :~llora che essere riferita a dì,·ersità ·.l'ordine ~:ostitu:~.i onalc fra i dt\'t:rsi gruppi etnili corrispondenti . l .t COSltlU /.tOl\C è \[,tl.t U.l rnolu ,...." ;., CCII1\UIU.17.1!lllC ,,u.lk r.•uon· llllr11l\('(O ,,.,... ,,,)(lllcn!e r . a. a . c :tllc m3l.tmc rcllnHtìcne 111 genere. St-cond" Wc,d. ll:ommcn,chlag (<;). l.t ''"tituzinnc ipopl.t>lica c 3\lcnic.. c le >1•1;fll.llc ddl'•nl;tntiJi,me> , dd hnf~ll\llln prc\,trrt·bb.rc• fra i c.>lpilt d:t r. ~ . .t .. tanw JJ poter , C<lll\llkr tre qu.tlt tnclt11 .lllenclthtlt <li prt•tli,po,ll.ll •llc aiiJ mJI.uu.t; Schmtdt .!chnt,cc il r . .1. 1. come un l .tmo 111 \çtllo ,u J ccppo tlc·ll'.l\ tcn i.t cong.:n rt.t c I.Ù\\t'fl\1<111 .tllcrma cltc :t]
75 colpì,ce qu.hi 'C1Up~e.· ...oJ.!~t:tti ~un,nicamentc r.uati. ()",,luo c.Jnto~ 'oC'tnprc.: alla t:H~ c: b congenita alla poh.trlruc .ICUIJ - dtmo>trata dal fano .:hc \Jn rncmbrt d1 una SI~"-' tJrnt~:h.t, ,111clw •c no:t connn~nu, f''"'"nn contrMrc la malaui.~ (.Ji••;.., oldl.l tolalit;. dca cas1. '<"Coo.lu Ll\1 flll.:O 1 - c l"ered udrietà. dt<·. n<·a h.unbim r~um.nici. può n"'r" ,J,m,,lrala in un.J prnpor/.IIIIH' ,iw '·' al.tl ;o',. t lhr,tham). al 3-!'':', (r:ulkr. Krch .. )..11 l""• (StenlJCCJ (5). '-JU•:... t.t
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Un tentativo di defini1.ionr dc.:l t ipo antropometrico, prevalente fra i colpiti da reu mati~mo articolare, può ..:<m,ic..lerar~i t]Uello del Livi, il quale ha indagato circa la ~talUra
cd il perimetro wracico tr.1 i mi litari ammalati di wli torme morbose, distinti a seconc..la del luogo di nascita: b statura mcdi:J dei quali, in~. delle 16 regioni da cu i provenivano, nsultò inferiore alla media per quelle regioni, in 7 superiore cd in r uguale: quonto al turace, il p<:rimctro torJcico mcJio nei colpiti superò il perimetro normale. per quel wmpartltnCnto. in 10 regioni, fu aJ esso u~uale in ~. non raggiungendolo nelle altre ). ScconJo Baxrer (2), .:he ha indag:no fro i riformati alle 'ime di arruolamento nell'neretto americano Jurante la ~uerra d1 'ecessione, la propor7tone generale dei rifìutati ~'l<!r reumatismo cronÌl:o. che fu del 2,45'' ..... \ariò secondo l.t \latura progressivamente e regolarmente col crescere di lllle,ta: del 2.67'' ,,, fra i ~oggetti d1 statura inferiore a 61 pollici (m. 1,549), essa raggiunge gradualmente il 7·5'' '"' fra 1 'oggetti di statura uguale u .. upcriore a 7.3 pollici (m. a.H'j4). ( dati antropomerri..:i riportati dal Li, i presentano una certa di~<;ordanza e sono- con qudli assai più regolari riferiti d.ll Boxter in un certo contrasto, solo in pane giustificato dol fatto che i primi si ritc.:ri,cono ad a[fezioni reum ntic he prcvnlcntemente acute ed a ~oggetti già :1rruolati e quindi abili al servizio militare, mentre i secondi riguardnno il rcumati\mo cronico t: soggetti gilldkati inabili al servizio militare. Comunque. \Ìa gli um che gli altri non po'sono ritenersi ~uffitienri - in 'iuanw relativi alle due M>k mi\Urt~ della \tatura e del pea imetro wrae1ro alla costruzione di un tipo morfologico, al ~u1 comple\\0 di qualità :anatomich e e funzionali addebitare una porticolare recetti\ id 'cr~o k malattie reumatiche . Pt:r ..:iò che rigu:mJa L1 morhosità per r. a. a. fra i militari in relazione alla pro(es'iom: e'ercitata prima dell'incorpor:lmtllto, i dati riportati nella tabella lll metterebbero in evidenza, in line~1 di rn:h~im:l, una minore incidenza del r. a. a. fra coloro che d:-~ civ1li esercitavano profcs,inni snlcntarir, mentre una più a lr.a morbosità si avrebbe, in genere, fra coloro eh,· da borght·,j ,·onduce,·ano mestieri che com ponano una attività lì~ica intensa con l'esposiziOne :tgli agenti metereologici l'd alle loro variazioni. Ciò, con molta probabilità. è:, più che ad altro, imputobilc al fatto lhc mggetti provenienti da prufe~~ioni ~eJentarit, :1 cau,:l delle loro particolari :mirutlini (]'rofessionisti, studenti, im piegau, :1tldeni a ser\'izi domc~uci, ecc). 'engono per lo più ancorporati in armi e corpi ~pctializ7ati coa servizio meno gra\O:.O. od anche adibiti. durante la ferma, a mansiona men,> buwse (uffici, magazzini, ..,cn izt tli :mendente, ccc), in condizioni quindi di dover S\·olgere una atti\ ità fì..,ica ridotta etl al riparo dagli agenti rlimatici e dalle loro va1·iuioni. ~ottratti perciò all'influçnza di quelle cause che m.1ggiormenre giocano nel detcrmini~m<J Jdlc forme reum:nitht· in genere. L'incidenz1 del r. :l. a. si riH·la maggiore in alcune armi, che non in oltre (tabell:l 1\'). Le più e le\ :w: medie tli morbo~irà :lllnuale si registr:~no, nel periodo preso in esame, fn1 le tru ppe .tlpinc (artiglieria alpina, 14,6'",,,; alpini, T2,'h",,,) e gli allie,·i carabinieri l ro,O(J•1.,,): le più basse fra i r:1rabin1eri ( 1.78'' .,,,), gli oppancnemi alle compagnie distret tua li (2,i'" .,.. ). i carristi (3,6" , ,) c i bersaglieri (3,8 °100 ): una morho ... ità intermedia (intor no al 5 ]"'.,.,) presentano la Fanteria, il Genio. l'Artiglieria. la Cavalleria e 1 Corpi mt nori. lndubhiamente. tale di' cr'o l<>mportamento della morbosn:a per r. a. a. nelle di,cr\è :trmi e corpi tro,·a la sua giustilirazione, in linea di mas,ima. nel di,crso grado di robu· ~tctza medio degli inc..li\·idui ad es.,j appartenenti (l'assegnazione delle reclute alle di\·erse
armi ~ fatta principalmente in ba!>C a cmeri di idoncit~ iÌsica ~tahthu dal regolamento) c nei f:mori - estrinMxi ai soggetti c.: pctuliari, imece, .tllc armi cui es~i :tppartengono relativi nl servizio. all'addestramento cd ;tl l'impicgo per ciascuna pr:uic:ni; cd, intatti, la morbo•itiì per r. a. a. nelle varie :mni segue, groiJU modo, lo stc~'<> andamento della morbo~ità generale, che, come o'' io, 1. legata esci mi' a mente ai ~uùdcui elementi. ')o lo per le truppe alpine 'i può rib·are un l'ontrasro fra t 'alori Jclla morbo~ità gcnerak c quelli della morbosità per r. a. a.: I'Aruglieria alpina c gli alpini, infltu, risultano e\~cre i corpi più colpici d:tl r. a. a., mentre nella scala della morbosità generale occupano due degli ultimi post i (rispeuivamente, il nono c il decimo). Tale elev:na incidenza del r. :1. a. è certame m.: da attribuire, in part:.-, al carattere partiwlarmente gravoso del se n i7io in ta li corpi 'peciali, il cui impiego e addestramento. \H>Igendosi sempre su terreno momagnoso, comportano faudtc assai note\ oh, certamcnte superiori a quelk cui sono souop<>'ll i solùati di altre armi, cù, in parte, ~tll'influ cnza del clima rigido di montagna e dtlle sue varinioni, cui gli .dpini sono c~post i: ciò - mi sembra opportuno di far rilevare nonoswmc che r::d i ~oldati siano tutti reclutati sul posto (le truppe alpine sono k sole nell'Eser~ito p:.-r le quali vic.:ne seguito il tipo regionale cJi 1eclntamento) fra la popola11onc tlelle stesse zone di momngna ove hanno 'ede i battaglioni, per modo che il loro scn i1io mtlitarc 'iene a. s'·olg~r'i negli stes't luoghi O\'e h.1nno sempre vi\,Uto e sono le Ml~'>C influerve climatiche. Dall:1 tabella V ~i rilcv:1 che il r. :.~ ..1. è più frequente fra i militari :tpparten::nti nllc Divisioni di~lOL.Jte nelle regioni Jdl'lt.dia o,c;ttentrionak (6,38''' ..,,). meno fra qudli delle 1)i,·isioni dell' Italia centrale f4.73" .,.,) c meno ancor.l Ira quelli d::lle Di\'isioni ddi'Itali.1 meridtonale et! imularc.: ().89· .,,). Tale dimibuzion.; geowatìca per la quale IJ in.:iJcnza della malaui:J 'a regolarmc.:ntc diminuendo dalk regioni ~eucntrionali a quelle meridionali trova, t:on molta prob:1hilit~, b sua ragione nelle differenze di clim;"t, ~cn sibili f'ra le diverse regioni di un P;tC\t., che, come il no'>tro, a CJ LJ S:l della sua cunfigur.1 zione geogr~dìca allungat;J, 'i c~tcnde d.1l nord al 'ud nell'ambito di ben 10 paralleli \dal 47" a l 37" N.). Il r . .1. 1. c matuu.1 c:•,.._. r~tr.1 nu cli ·ni t\Ulllll, .. hn..: nc., ~c..:rnprc ptu lrc..qw.:ntc..· \l;J \iJ che: ci ,j a\ \'ICJIIJ .rllt: regioni tcrnpc:ratc. l n F.urop~t. c.·,,o 1ncidc rn..at:glurmcntc nc..·11t· rtj.!ioni '\-'tll'll1r10il.lli c..· o:entr;ll l dd (rllllinen tc (ndk qu;J IJ , <ccundn l lir,ch. gl i .ll1li11;1Llli d i r . a. ·'· r;lpprc,cnlann dal '5 .11 ~'>"-, di llltll i rico\cri 1'".'"' i grandi "'l" d.lil) .:on frcqutnt.a \ariabilc .1 'l't·ond.J dclk """ : "'"i. ~·!o.istono rq.:,ioni dd nnrd ,. dd cutUc• ddl'Lt~~up.e. cht· gu4.1rthht,:rn th utu inlllHinlf.'t t}U·''i ;a,,,l , t.t \·erso qut·,l.l malattia (l.orno\aglia. l\Oic tll \\'iglu e eh (;unnncy. L. contl'.l <h lk.lllf;llng nd !Id. gio, il tl"trcllo <11 kkat.-r 111 Ru"'·'· n ·r.) ( ·~•·
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A f:l\'ore di tale modo di vedere, p;lrlano anche O\scn·azion i rclatin: alle nu~Lre <.o· lon ie. St• si prendono in consideraziont' i ljllozienti di morbosità per r. a. a. fra le truppe metropolitane Ji~locatc nei nostri p<mt.dimcmi coloniali, si rile\a, infaui, che la graduale diminu710ne neU:1 tret.]UCrtza tlella malattia. notata in Italia lbllc regioni settentrionali alle meridionali, continua quasi regolarmeme nelle nosrre colonie dell'A. S. e dell';\. 0., via >JJ 'h~: si pa!osa da t]uelle più ~eucntrionali a c1udk più ,-ici ne Jll'equatorc: così, l'incidenza per r. a. ;J. le truppe metropolitane dd!'.\. S. (del 2,77"/,., nella Libia. p:.:r il scssennio ILJ33-L931l) è i n f~:riore a quella rcgistrat:t in I):.Jtri:~ fra le truppe dis locate ncll'lta lta meridionale ed msular~. diminuisce ancora fra le truppe metrupolit:tnc ddl'Erirr(;a (1.55"/ 0 ., . per il quadrit:lllti•) I93)-Ill_36). raggiungendo, ndlo ~tes~ p::riodo quadricnnale. fra quelk di\locare in Somalia. il ,·alorc più basso ddl'r.4~ ... (,·alon per 1.000 ddla furza medi:1). Tale fatto - ddh graduale decrescenza della frequenza ddla malattia wl pa~ sa re da lk regioni ~cuent rio n a li a q LI elle più rneridionn l i, di mostrata da Il n presente i ndaginc per le nustrc truppe ndl'ampio trmw gcogr:~fico the Ya dal 47" p:trallelo N. (wnfini settenrnonali dell'Italia) all'equatore (Somalia) - trm;1 ~icuramentc la sua ragione ndlc difterc.:nz~ di clima, del quale è risaput.t l'influenz~1 nd determini~mo dtlle malattie r(;u
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77 matiLhc: il r. a. 01., malattia dci paesi a clima temperato, tocca il suo massimo di frequenza ncll'ltali:~ settentrionak e di qui l'a diminuendo regolarmente verso il sud (Italia centrale e meridionale-insulare), fìno a toccare valori minori nelle regioni a clima subtropicale (Libia, Eritrea) e ,·alori minimi in quelle tropicali (SomaEa). Dai d3tt relauvi ;tll'c>crcito lrancc'c nel periodo t1';6·tH1I3, si rik,·,t che, ri>pt:llo ad lll13 nwrJ-.... mà media per r . •t. a. fra le trupp.: in p.Hri.• dd 2~ ·43 per mtllc cldb lorz.1. " ebbe fra le; truppe dtslocatc in Algcn:~ c Tunhi :l un .1 mnrbmitJ che non raggiunse neppure l.t mct.'t di t.tlr ulorc (A lgeria, 13,2" ' '": Tuni,ia, 11.<>0 ,1,., ). T.tlc difftrellt.J i: mc",t c!.t Kc1-_çt, (l~) 111 rd:tzionc con L1 rarità del r. a, a. nei climt >Ubtn,picali.
Per ciò che rigu:lr(la l'and:lmento della rnorbosità per r. a. a. nell'Esercito attraverso i vari mes1 dell'anno, questo t: dirnostr:.lto dai d:.1ti riportati nella tabella VI e reso meglio e1·idenre dal grafico çon c~si J:.1ti costruiLO. Si può rilevare come, nel nostro Esercitò e nel nostro clima, il r. a. ::1. sin mabttiJ del p ri mo semestre dell'anno, che tocca in questo periodo le più alte medie di morbosirà mensili (media nel l semestre, r,8 su roo.ooo della forza mcdi:~), le C]Uali, inn:..:e. si riducono nt:l secondo semcstn: ai Yalori più bassi dell'anno (media nel Il ~emestre, 1,3). Un attento esame Jel grafico mostra come il minimo assoluto di morbositÌ si abbi:: nel ~ertembre e nell'ottobre (r,o6): di qui la morbosità cresce modic:~mcntc nel novembre ( r•.F), si mantiene quasi immutata nel dicembre, per salire brusc::1mente a "alori, Ji mese in mese più clcl'ati, nel gennaio. fehbr:.~io e marzo (r,]8), diminuire di poco nell'.aprile (r,64). toccare il rnossimo assoluto nel maggio (2,04) c di qui scendere grJdar:nnentc, attral'erso i mesi di giugno (r,y2), luglio (r,75) e agosto ( 1 ,,)3), IÌno al \':.llorc minimo del settembre c dell'ottobre. Abbandonando le medie mensili per quelle trimcstrali, è possibile a1•erc una visione - corrispondendo approssimativamente i vari trimestri alle quattro stagioni - dell'andamento stagionale della morbo~it~ per r. a. :1. nell'E~ercito. Si rile\'a così che le morbo~ità più eleYatc sono quelle clell'inl'erno (media nel I trimestre, I,75) c della primavera (media del lf tri· mestre, r,iln), ma speci:~ l mente di quest'u ltima: le stagioni di più bass;1 morbosità sono, invece, l'estate (media nel III trimestre, 1,38) e ~pecialmeme l'autunno, nel quale si re~i stra il valore p it\ b:~sso di turro l':mno (media nel IV trimestre, r,23). L'elevata morbositÌ primaverile potrebbe trO\·are una giu.<tifìc::t7-Ìonc nella chi:1mata alle armi, che fino a pochi anni fa aveva luogo nel marzo: ciò non in firma, però, il concetto di un :.l correlazione, derivante dai dati surriport:.lti, fr:t la morbosità per r. a. a. e le stagioni, dimostrata clal1':.1ndamento Jell:J malattÌJ nelk stagioni stes~~. che, così come (; stato descritto, si può rilevare in tutti gli anni del lungo periodo da noi preso in esJme. Sccondr, lksnicr, che londa la sua opin11mc sul llllllll'W cki rico,·en mcmih ne«li ospcd:11i di Pa .·igi, la moruo,ità per l' a. a .. nd clima di quesl.l Citi:Ì, saJCUl)(' prcsMI a poco u;.•alc in tuni i mesi dell'an •to. <ll'c si esdud.t un,, non ('C!S t,llHe prdcrcnza pc•· l 'e'late c per il mc<e dt luglio in panicolar modo. Alla st'"'·' C<•ndthionc giun~:c M.m:t, •td l,t h,t,c dei r icm-cri ,cttimnnali negli ospedali di Lione (1 S). ' · Contr~riamen tc il t precedenti, .tltn autm i, cl"· ,; snnr, interes<all dd l 'argomcnw. sono concordi 11~1 ncono,ccre unJ ncttn mfluc111a delle >tagiont sull'and,lm,·ntr> della morb<httà per r . a. a. nell'anno: Le m~r!te methdi dci ricoven nll'o5pcdalc cld \'ai de Grace, nel decennio 1XHo-tXH9 , meuono in luce una ptu devara ire<lucnta ddl.1 malaui.1 nd l ;emc'Lrc dell'anno, con un ma"imo di mc'>fbosità in rnmavcra (m.Jrl.o, ,1prile c maggto) cd un miuimn 1n autunno (<.<:ncmbrc c ottobre). ll irsch ( 14), d~e ~a riunito i dali relativi a no\t grand i citt:; dd nord e del centro d'F.urop:1 (Copenaghen, Kt·rlino, l.tpsta, Dresda. \\'urtzrbourg, Bonn. Fr.tncoton~ sul M~no, Mon.tc'1 c Zuri_go), ha potuto stabi hre eh~. IO <JUasi llltlt', il r. a. a. wc c:t tl suo nus,imo eh l'rc:quenza in primavc:ra o 111 inYernc> il ouo mintmo in auHm.n.o o 111 t'State: Jc medie: prop<orzion:di d i IHI!t· k o'sc:n·.tzionJ. cvmpks>i,·ament,·. <'·'scgnercbbrn alla pnmavcra il .~o. r di morbo,ità, ;d l' imcrno ii ~~~.3. :tll'au tunno il 21,3 c all'est;llc il 20.2. In lnghi llur.~ . . l l:ty~a.nh 1., (u) e Fullct (4). a qu.'" so :.nnt d, dist.an~'' l'u no dall'alrro. rift•rismno clati presso a poc" rdentrct sull andamctllo dd r. a. a . nelle vane srag•on1, osser\':JW in due cli\'Cf\t cinà: (;1 mor ~stt.à, massima in inverno, >arcblw stat a minima 111 e'tatc. Sewndo Gahb.et (w), le cui osservazion i ~•flettono .2000 ricoveri. n~gli mpccbli di Lu!1dra nd p<:ri(~lo. tR7,3 ·188r, b morhosità massima per · .1. .1. sr avrebbe nel! :t Llllln n '· m•n••re ndi 111\ crno. mentre ti nmumo st rcptsu crebbe nella l'rima-
,
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\U~. <q,'llH;\ dali C\t~tc. Stcnndu Scn~tor (3h), rl ma<srmo tldb frc<JU<nt~ 't aucblx nd prun" " ncll'ulwno sem~>trc dell'anno: •ccondo )oc hm ~nn ( 19). nel periodo prmuvcrilc r<l anche dur~t11< t c.tldi t'<tivj. Secondo Atwatn ( t ), ne~h Stnli Unicj. il r. ·'· n. prt''J trd>bc nei mc<r rll\ ernali t p•rm.wcrili. •\"3' poù dc~:n• di coosodauonnc dcbhcmo con~idn•tr't, .o <JUCStu prupo-.uo, 1 <l.ou tk,umi tlall< 't.Jli\Uchc mrlitan, in quanto ntercntbt a 'a•tt colletti\ rt:"o nmogcnt:c t delle qual& i: t~ottament< llP(.I )'t:ntrtà llUinCr&C.J. ciÙ eh~ permette )'e~prc•~ionc 'tatl\I1C3 in CUre. ;t dtftcrenta tJcJ)c prcce<:kntr, pmporzoonali Ji 1ntnplc;,u della popolaz10ne eu & csM: so nit'r"cono. Pu 1\·,.·rcito fr~nct'>t, neglt .Jnn& Jl!84-t ~<JO, l' ~nd.II11CIHO del r. n. a. mo;tra (tS) una asce>.t cht· inizia in rwvcmhrc n t licemhrc, cnn&inu.& hnu ;l marzo " .1prile, mc>t nc1 qu.tli 'il'Oc to<:calo &l m,t<\unn th mvrbmrt.ì: d& qui comincia &1 tk'Chnn che s& .trrc,t.t generalmente in ago,to, )·H modo che .ognsro. ><:Hcmhrc c o!tnhrt r.>pprc:.cntanu i mc,, "' J'!U b."'·' morlx»&tà. L';tndameoto tklla malaui.l m:ll"c<crcito rr.lllt:C'<. (' <jllllldl J«a& simll~ ~ <]Uclln nel no,tru Esercito, ,oJc) che da no& 1! ))('tiCKio cl& noluzionc e JliU lungo th 1111 mc,<'. m <jU.lnto l'a;ces.r, tl)lt.tatasi :tnch 'cs,a nel novcmhrc-d ict mhn, " prolung.o oh re l' apnk lì no ,,J m~_g gio c. ugualmcnt<', •l declino continua nell'agosto fino :ti 'cttcmbrc. co11 1111 pcri(Kio ti& min'm" mor bo:.n:t dr soli due me>& (~rtcmhrc c ouobre), antichi: t!& tre 'ldl'c.rrCHn tedesco (4X•4'J). ncgl• ·'""' tl.tl rt-67 al tl\1>1!, 1 ~:rafici ddk 'tau,tichc ~.tnlt.lrte mostr.lll<• dtc nd nord ddla c;crman&a il rMJm;t • ti'mo aumenta '"'" b fine dell'anno, g&ungt· durante l'mHrno al 'Il" ma'"mo t· mrorno a r:tlt clcv;Ho h vello " mantiene tino al grugno, \ccndcndo qu111th r:tpid~mcntt. per wcot<, &) mtr11mo ne l lu~:lio " nel l ';~go•t!l, con>crvando'' quindi tale f111n :t l novembre. La ,.,1.1 diflcrenz:t con l'.wcbmt nto 1 nel nostro E.crc&to c che in Germ.Jnia il peri•"lo eh noluz•onc della malattia c più lungo. cominciJndn prima, ncll'ottohrc, c termtnancl,, dopo. nell'ago,tu. Per eu'> ,hc rigu;trtb truppt· cum1><c 111 colono.t. 1\.d,ch (<~) nie"'''. cht· l'.md.tmrnto dcii;, malania r.elk \Jrtc su~ont, 111 Tunt\l.t c &n Al):ena. è qua" tld rutto p.trJllclo :t qudlu 'urnicrno per k truppe france" in p.nru, mc '' t'<lutlann piccole. •n'I).!Jlltic:.tnti irrq~fll.truà c 'Ctrtt mtnun h.J l li,elli Jll:t~~lrns c min11nt .
l ri~ultati Jdla presente inJagine, rela tivi al nostro Esercito per il non brc\e periodo cli 15 anni, concordano, 111 hnea di ma,~ima, con la maggior pane delle osscr\'azioni citate, riferemhi, sia a popolazioni li\'ili, che a colletti,·ità mtlnari di lltvcrse regìom d'Europa. T a le uniformità ncll'andamcnw stagionale della malattia in regioni diverse, con la costante predile:t.ionc Ja questa <iimostrat:t O\'unque (in Europa almeno, lnghil teaa, Germania, Francia, Italia) per le st:tgioni fredde e umide, t aratterizzatc da bruschL modific:azioni dello stato :tunosferico, inducono ad attribuire la massima importanza. nella sua genesi, ai fattori metcreologici. Come e in che mi~ura, però. ciast uno degh elementi mctereologici di un clima giuochi in tale influenza. non è facile roo;a precisare. (,,,blx:t (10) nega alLI tcnpc.:r.•tura qu.rlunqut: &mport.rnta t: trova una ecru çorrdaz10nc lr;t ti p.:riu.lo delle p&ogge c quello d& mas<tm.1 frequenza ddla malatt&;>. F<lkt«:n (!l), al contr.or&o, anchhc: cun\lat.Ho a K&d che 1.1 maggwr lrcqucnz,, dd la nulattr;o tmnc:&de c.::Nt !.1 tltmtnu7&ont· delle p&og~:t. l'.1umenrn <lelk qual&, specie: se ;tccompagnaw ati una temJlU.l!ura mul&.1 tln·ata. >t·mhrcrebbc o<1.1 col.11 "'' l.t morbi!& t\: rome Gnbbct, rgli ncg;t qu~lunquc 11npmtan7:o .d ia tcmpcratur;l media ecl .ùk ~uc l:triu.&oni. Secondo ll ir!.<:h (q). l~ frequenza nei vari mesi del rcumati<mo articol.tre sarebbe om·cr,,omt'nte pmp<>rJ.ion:tlc J!l't·ntn:, delle prog~:•· cd alla tc.:mpcratura mc.:d&a in ci.t'Cun mc,c: t'ettr fatturi larchbero. l~rb, n><:ntirc &l loro eltcttn ,ulla morbo~uà a distanL;o cl& qualche •ctumana. Pon c pwpc:&N> .ttl attr&hu&rc &mportanL..& alla fnrz;~ clc& \emi mi\urata .lll';•nemomttrn, aYcnd,. cnn,tar:tto che 1 ptrt<>tlt di più el c' ata frequ~n'a t!ella m.&IJtt&.t, rcr In mrno :t Mnnaco. cninci,ero con <Juell& nei quali il 'cr11u Yi ~offib con m.tggion: 1 iolt:nl:t.
La mortalirù per r. a. :t. ndi'Escn ito è: assai ba~sa (tabella \ ' TT). ~el quindicennto prc~o in e~me, infatti. il numero dci morti per tlucsta malattta risulta tn media dd
o,o36"1 uu della L m ., dinanzi ad una mortalità per wtte le cause del 3,6"/ou• con unre
quot:r, riportabi lc :rl r. :1. :1., su roo morti per ogni causa , dell'T,!. Anche l'indice d i lctalità ~i può considerare a~~ai basso, dato che su 100 malati di poliartrite acuta nell'Esercito, solo 0.76 giungono all'esito letale. Fra le mal::mtc. cau~ Ji morte nell'Esercito. il r. a. :1. <><:cupa una deglr ultimi posti, ''enendo dopo le m::al.nue dell'app~1rato respi ratorio, la tuhcrcolosi, l'infezione tifoidc. le malattie dell'apparato digerente, l'influenza. le malattie del sistema nervoso, dell'apparato uro-gcnitale. del ~istcma circolntorio. degli orcct h i e dei seni mastoidei c le mal::mie esantematiche: es~ precede solo le malattit àeliJ pelle e dei \UOÌ anne~~~. la malarin e le mabttie delle O'~a e degli organi della locomozione.
79 Data una mortalità così bassa, l'importanza Jclla malattia, pertanto, deve i ntcndersi tutta nella sua morbosità e nei suoi esiti morbosi. Passando a considerare la morbosità per r. a. :l. fr:J le truppe metropolitane dislocate nelle colonie (tabelle VIli e IX). è possibile rilevare anzitutto che, in genere, fra queste, l'incidenza Jella mal.lttia è in(eriorc a quella che si registra fra le truppe in servizio nella madrepatria. Relativamente ali:! stessa morhosità in ciascuna colonia, si rileva, poi, che questa è maggiore (ra i militari dell'A. S. {2,77°/00 ), è minore fra quelli dell'E ritrea (1,55°/00 ) e minore ancora fra quelli della Somalia (t,4°/00 ); questo, in parzia le contrasto - ciò che ne accentua il significato - con la morbositi't generale, che, invece, relativamente alle stesse tru ppe metropolitane, si prcst:nta ugualmente massima in Libia (4r8,5°jQ 0 ). ma nella Somalia (379,9% J maggiore che nell'Eritrea (300,8°/c.,,). E' ~Lata fatta antecedentemente qualche considernione circa tale diversa incidenza Jella malattia, fra le colonie in genere e il territorio. nazion::llc, e fra colonia e colonia: essa, in quanto regolarmente decrescente dal settentrione verso l'equatore, con molta probabilità è da mettere in rapporto, come si è detto. con le considerevoli differenze di clima, esistenti fra l'ltalja c le varie colonie, scaglionate da nord n sud su latitudini diverse ed a notevole distan2.a. Per ciò che riguarda le truppe indigene, i l r. a. a. incide maggiormente fra le truppe della Somalia (2,ti3°, 00 ), meno Era quelle della Libia (2,18°/0 ù) c meno ancora fra quelle dell'Eritrea (o,63°f 00 ): e ciò, parallelamente alla morbosità generale, che risulta pitt devata fra le truppe indigene della Somalia (529,2°/ 0 , ) , meno fra l{Ltelle della Libia (346,8"/,.,) c meno ancora fra guellc Jeii'Eritren (2 to,8° ' 11 , ) . Tale piil elcv.lla fn.xp•enL• della malattia fr.• le Lruppc indigu1c di una regione a cbma equatoriak. quale la Somalia. semhrcrebb~: conu-astare con quanlo soprn affermato, ui un;l progressiva diminuzione cldla morbosità per r. a. a. via 'i" che ci si avvicina all'equa tore: principio a fa,·ore uel qual e parla , d'alu-ondc, la pllt bassa frequenza della malattia. rispello all' Italia cd alle altre colonie più settentrionali, registrata fr.t 1,- truppe metropolitane della stessa Somalia. La pn'• dev:na morbo;ir-:. fr3 gli indigeni d i questa çoloniJ, in quanto si accompagna ad una più elevata morhosità generale, non deve essere :addebitata al d ima. ma piuttosto essere interpretata come espressione della rarti_colare debolezza di co,111U7.ionc cle1 Somali. rn.z.1. come i: noto , nomade cd o li,·dlo economico cd ~limemare n~sai basso.
Ad un raffronto con le truppe metropolitane, l'incidenza del r. a. a. risulta, in ciascuna colonia, in genere, minore Era i militari inJigcni che non fra i metropolitani. meno che in Somalia, dove, im·ecc, essa è. fra i primi, più elevata (2,83",',,-,), che non fra i secondi (1,4°/00 ) : lo stesso accade per la morbosità generale, che, più elevata fra i metropolitani che non fra gli indigeni in Lihia e in Eritrea, è, invece, più ba~sa fra i primi che non fra i secondi in Somalia. La più ele, ata morho>itil, c gcncr.llC. c per r . a. a., fra le truppe mclropolitant· rispetto .1 qudk md ,genc io una stessa coloniJ. è ~ssai probnh>lmente da mettere in rclnione çon i disagi ddl'acchmatamento, relativi alle prime <"d ines>St<.:nll per le seconde. che rendono i metropolitani più facile ~rcdn delle malauic in genere c quindi anche del r. :1. a . : questo non si verifica. però. per b Sonu· lm. le cui truppe indigene pre~(·ntano invece una morbosità. c gt·nerale . c per r . a. a., superiore a tt~lla dt i meu-opolitani. ciC'> che (· impu t"hi k. ("nn molt:1 proh:1hilità. all:1 <leficicnte robu<tczza c<htitU'l.ICl•tale della razza «>mal~.
T dati finora riportati e le consiJerazioni che ne deri vano 1 iguardano esclusivamente truppe in tempo di pace. Allo scopo di indagare circa il comportamento della morbosità per r. a. a. f ra truppe impegnate in operazioni di g uerra, per qua nto riguarda le nostre truppe, mancando, purtroppo, statistiche sanita rie relati ve alle due grandi guerre mondiali del secolo, ho dovu to !imitarmi alla sola guerra italo-etiopica (ottobre 1935-maggio 1936). La quale, però, per essersi svolta in Africa, riunisce gli effetti Jei
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dtsagi c delle c0ndizioni tn genere inerenti alla guerr:t, con t1uclli derivanti dai particolari <.arattcri di clima c di :tmbicntt ùdlc regioni coloniali nelk quali le operazioni si wol~cro. Comunque. anche !.C wn tali particolari c:.ratteri, ritengo che la guerra italo-ctiopica pos~a fornire sull"argomento dati ùi un certo interesse, essendo e!>sa (ra le più grandi campagne coloniali che la ~tori.t riwrùi: la quale vide impegnali, su due fronti, etiopico c ~omalo. profondamente di\t:f\i per car:meri del clima c Jcl tt.rreno, masse rilevanti di truppe, sia metropolitane, 'ia indigene, in uno sforw di uomini, oltre che di mezzi, che deve ritenersi notcvolis~itn<J, ~c si pensa a nche alla enorme eMensione dei territori occup:.tti combattendo, nc.:l hrc\'c 'JXlzio di nO\'e mesi (forza media mensi le: sul fronte eritreo, metropolicani 221.751, indigeni 50.50'): sul fronte som:do, metropolitani 44.658, indigeni 35.o8o). Fra le truppe metropolitane impegnate !>ui due fronti. l:t morbosità per r. a. a. fu del 2.(18' ,.,, f. m., supcriorL ,1 <JUCI!a (r,.o"' ....) regi~trata'i nd periodo di pace 193:; rg~o fr,l le truppe metropolit.lne ddk dut: colonie, Eritrea e Somalì.t: essa fu però notevolmente infenore a quella a\·utasi t.ello \lCs~o anno tr935) fr:J le truppe tn Patria (6,3° ....). L:J mor ho~ilà gencr:tlc fra i metropolit:llli fu, durame la camp:~gn:J, dd ~25,6" ,,., f. m., un po' infcnorc a quella del 37~ , ,. regi~trat:J~i fra i metropolitani Jdle Juc colonie prima dcll::t guerra, nel quadriennio ~udtktto: essa fu anche note\olmcntc inferiore alla morbosità go::nernlc :J\ masi nel 1'))5 fr;r le truppe nel territorio nazion::tlc (5~!2" ,,,). Dalle cifre surri portate, si rile\·a anzitutto l:1 b:1s~a morbosità generale, che caratterizzò la grande speJi zionc coloni:tle, inferiore pcrlino. sia pure di poco. :1 quella rcgistratasi, in pace, negli :1nn1 immcdi:namcnte prn·edt:tlli il ronflitw, fra i metropoltwnì degli stessi territori. Rel:t ti\·amem~.: :1l r. a. a .• e.-,,~· ciir~: •i dimostmno poi rome le condizioni di guerra abbiano determinato un ~uo incremento (fino quasi al ùoppio), ri~petto alla frequenza ùel tempo ùi pace, fra 1 mctropolit:Jni della \tl·ssa A.O.: con tutto questo l:t dcn:J morbosità rimane pcrò, notC\'olmentc inferiore (meno ùella metà) a quella che in tempo ùi pace si registra fra 1 no,.tri soldati in Patria, in un clinn cioè temperato, chl i· p1ù fa,·ore,·<llc di quello tropit.;llc o preuop:cale allt malattie reumatiche. Per ciò che rigu::trda, infine, i due diversi fronti, la m::tlania fu più frc4uemc fra le truppe mctropolit:Jnc oper:lnti dal fronetc cri trt:o (2.87°'.,,,) c meno ira qudk opcr:Jnti dal front... ~om:tlo ( 1,78" ,..,), ciò che conkrma ancora un::t volta la già a$,crita influenza dd clim:t. ~ Per quel che rigu:trda le trurpe indigene, per qudk opcr:tnti dall'Eritrea (Corpo u'Armara Eriueo). la morbosit:t pt:r r. a. a. subì durante la guerra un lic\'e incremento (o,R7' " '"; 0,63" .,,1 nell'.mtcguerra). contemporaneo :JJ un para lido aumemo della morhosità generale (357.8'' , ; :uo.R' "" prima della guerra). Le truppe operami dalla Somalia prcs~.:marono, invece, con un:J morhosità gencralc ass:Ji bassa (224 ' .,.,), una morbosità per r. :J. a. anch'essa notc,olmLnt.: scarsa (o.76" , ,): un raffronto con le cifre rclati\C ;tlla Somalia dell'anteguerra (morbo~irà gcncr:Jl~: 529,2 " 11 ,,; morbo~uà per r. a. a. 2,8~ " .... ). t:hc er:J prcsidi:tt:J da tepani C\du~i' amente somali, sembra poco opportuno, dato che :JI!e operazioni belliche sul fronte som:tlo p:trtccip:trono, con reparti reclutati localmente. :tnchc dt,·isioni libiche eh.: wstiwirono la grande maggioranza degli effetùvi indigeni opcrami. A proposito Jcll'atHI;tmcnto della morbos i t~ nei \':tri mesi Jelle oper:.zioni, il raffronto, infiue, fra le \':tric llll:Ùie mt.:nsili mostra dte il r. ;t. a. toccò la sua massima ircqucnza, fra le uupp.: metropolitane operanti, e dall'Eritrea, t.: dalla Somali:J, nel t" c nel 2" trimestre del 1~)36 (l·.ritrea, mpctti\'amente, 0.36 e o. B "'.,,.: Somalia, in amhedue i trimestri 0.20' .. .,). nel periodo cioè in cui le operazioni ~~ wol~ero più intense (nel l\' trimestre del 1935: Eritrea o.IS c Somalia 0,12 •, ,): lo \te,,o può dirs1 per le truppe indtgcnc operanti dall'Eritrea (1\" trime,tre 1935· o.o2; l c Il trìmt:stn.' I<JjO. rispeni,amcnte, o.11 e 0,15 " ., .. ).mentre dll pt:r qu.-lle dcii:J Somalia (o,25. o,l') c o.o4 " ,.,).i dati appaiono irrego!Jri e tali da non con,entire un analogo commento.
D.1l r~ppurto dd!.• Ct>lllnll"l""' :->anll.JII.I Jn;.:lne. fiJW•rt.llo eia l..l\<"1,111 1~1). '""h·• eh<· !',.,,, citu Ìn)!lc><:, durame l:t ;:uun <h Cnull':. (1'-~.J-1'><;(•). ehlx- p<r r •.1 .1. < lCUIIl.lll'm" (I<JOJCo, '" un.1 furzJ mcdi.J di ~4·).!l) uun••n• . .:;: o14 llfO\c.·r.\11 tnl:otlli•'IIÌ. '-n 1° ) c.: .!:;; n1o1"t1 (1nnn.1lH..t. 6.;... lctalit~. 4,6%). " o o L'in flucnz.1 del'.• ;:u"rr;l '""·' 111 •rho< li,, pc:r r. :1. J. ~ dun"'1r.11.1 in nl.llll<r-• inc,.fu1.1h1lc: J,,JI :tu d.liHC'Otu t.ld tt n1al.ttt1J. n,·ll'l·....'-''- l'J ('fll'''·tnu tlur.lnh: la C.lmp.tgiiJ ~~~n; C'omt.• tltnln~tr;Jnn le ~~~• ,,,ti\.'hc. ndl'c.;~crcu • tulc...,,.,, t;OOt .tra,unc.: tth. .1 1 cuuHine J.nltunt.ntu 'tagt•JILtlt c.ldl.t n1:ilattia più ~nrr .l flfiJrtblt) J'jr._c.:_i clcn7.l dd L .1. ,J. IIH/I,l IH.:l 1\,/0 l.t ">U~I a'(:\.:!\a l tt·l \.llllf(.' th.l l'c.:, l..l lt·, Hl tJ.CCI'IltlU;:. Cioè, c.lt:IIJ J110bJJH,LZ1C'.fl( . l .tg~IUHgL tl 'lht ll).l\\11110 ndl "ottobtl CtHl lt opt:1il:ll01H iiJ P,llt'rLI \<.:re C prnp nl' rd inLornu .ld l'\"•• '' m:11uienr h111 1 .11 du.:c:r,lbr<.:. per dcdin.nc.: punto .. lo 1.1pulamt"ntc.. nd g:crHl;Hn, 111<'1 ' i"< cl"Jl" l~ line dcl l'.trm i,tilill ()11). 1'\:lll · r~~crcltn LcUc,co (Y. \kr1n;.~ '~). dur.ll llt.· 1. 1 JHIJl)J gutrr;-, montb.dt". \ l d '\1\ lt
f<-hlu .uo t m.trzu tX j t. n•·• J•r111ll
ad Ur'l .HIIlll'tHo c.kll.t morbo, IIJ per r. ·'· a .. CI'J'C: Illl .ti '"" l"' d , JUC<. parucoltrmc.tllc· ll t.II C.IIo ne.·• J'rlllll moi dd conflitto (J.gosto lCJl.1·).!1Uf!nu ltfl~l: 111 ~4;~ullo l Incidenza n1mho ..:1 :tndt'J chm•nut·ndo. pur nm.lllc ltt.lo ~up<nurc " qudl.t dci 1empo eh pxc, ,, ''ou'·' for''"· 'ccond .. '. \1c: t iO)!. cldl'.thJtudme clc:1 , .. )ci.H1 .n clt\ai;Ì c deJI'danliOolZI()OC' dl.1 'o.t:gt.lll I'ICC.h'P"'U. Lt.. ml:"ÒU.: pu tutt'• 1l p~nn.-lu c1cJia gut·tr.l ,j tnn~ •trano, t>erÌ>, I"Ù dc\"31<: per l'c.·,<·rcttoo eh l!"·''"';:i..nc: che.· 1x:r <Jllello hdhg<·t.llll<" (morb<"llà I"T t ..1 . •1., rncd1c JIJI-4 .. 11 11'-. t.·~crcitn eh '.!tLtrlllgumc.·. •::;.,., ,..,: C'<ICHo hclli,gtr.uuc. 1).~ 0 /,u 1 ). to~ eh.: non u·snhr.a di l.tc•lc: 'ru.:;:~tzioru.:. ro~p,'rl·,l."tllu uJu 1l prnnf• l..1 "'-~""·' d.tlb '(U-lÌ\ 'ununuJmcntc al 'l'-·untlo 'l rsf<,rnl\a. Lr- Jnc:dit.· di lll••rllC,,H:l '"'' tlut. c,t·n.·ui fu rono. poi, iuft:nori .lll.l ml'<li:l n.~.t!;,tr:U.t pc:-r l \(l'"' pcriodu d•• lla c""·' .nnnul.u. <h H<rhno per ;.:h ind l\"lc.lu i eh ''""" tn~I'Chlle dell.t \!C''" d~ (1~.<J..J 11 11 ) . cto. puchL. :t 1111o 1'-lll.'H. 4.-llll'' tl ultun1 t..: r~•no pLr la ll1.1 ~J.!IUr JMrte so,g~t·tti rltiut.tu alle 1 I'Ìlt milll.ll l t• qumd1 dd• .. li ,. 1.11.tl1
E' noto the la gra-,i tà del r. a. J. ~la nelle gra\"i c.:ompliruioni cardiathe, sperie enJucardilhc, che ad essa ,j Jnompagn.lno c che, guarendo, csil;lllO qu.l\i wstantemenre 111 vi7i 'aholari organic.:i. Sull':1h1,,Jil1<l fretJUenza di tali complicanze vere metasra~i car· diachc: del reumatismo. totnt Juhmon ebbe a dctìnirlc - ,. ~ già detto nella pane introdutu,·a del pre~ente la\"oro. l \"il. l \ Jhol.tn or~anrcJ. ''m'")!Ut:lltl
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ln prC'\ .•knz:1 l.t n1itralc:
Run1lxr~. eli 39) ca" c.h \ iZ t ~arch.tci, P·'"·tiJ per la C:hn i<,t l\1nl ~<.1 eli
nlltrak, il ;:c)''.. b mitralc ,. l'.wrt.l ~ ti ,, ... 1.! '"'·' .ruru (7).
\t.:~cmcJ•,
L'P"·'· 1l ~~,-~. int<rr":l\ .tl1u l.t
Pertanto, per una ,· a lu tazion~: d<.:i d<Jnui rausa t1 dal r. a. a .. san.: bbe crraro basarsi solo sulla morbo<it:ì c monalit?t ad c...·sso r~:bti1 t:, ~enza tt:ncr conto dd danno de rivante dalle gra1i c pcrm.lllemi lesioni organkhl a c.:arico Jel cuore. thc ad esso rc,idu<Jno. La pcrremualt:, nc:lh1 111:1.,.,;, dt·lk t.lrÙiopatic, tli tlucllc con~egue nri al r. a. <l. de'c Ìnt<.'nder'i induhlù!lllllllC J~\ai cl n .Ila. l )al rapporto sullo \l:lto \:-tnitario della popol:lzionc.: ingleS<. relatil o all'anno 1y27 (51). :~pprendiamo. ad ~ ~mpw, c...hc, su 297 casi ùi cardiopatie fra bambmi. ne furono trOI ate solo 10 congcniu:. c.: solo 2lJ di natura non reu dclk c..ardiop.me gio,·anili ,arebbc di origine rcumatic.::-t. Sewndo matica: pertanto, rR7 dati, rÌta\ati da 1054 casi ossc.:n alt da \\" tckoff e Li ngg e riportati da \' ezzoso e Puddu (43). di tutte le cmliopatic...· in gim.tn i fr:t i ro c i 19 ann1, l'So ';. circa sarebbe di ongint: reumatica: Jetta perccntuak stenderebbe al 70 ·• circa frn i cardiopatici di 2o-2y anni cd al 6v ·:.. fra c...1uelli di ~o 11J :Jnni, diminuendo progres~ i v::um:nlt:, nei gruppi Ji età succcs~ivi, a '<1lori sempre inferiori :1 yuclli in1 ccc proporzionnlrneme crescenti, re lativi ~~ tutte le altre c1 u ~c t.li ,;mlinpatie. Da tali dati risuh:-t quindi che il r. a. a. t la ~ausa della mas~ima parre t.lelk rn;d.tllÌL di cuore fra i giovani. Se, però, si considera che m una :Jitissima percentuale di t.u-diopatic...-i (Jal 50 al 75 "., circa, ~ccondo Yezzoso e Puddu) il processo morbo:..o ,j in'1~1ura nei primi 10-15 anni di vit:l, l: giustificato concludere che la maggior pane Ji tutti i cardiopazienti derivano la loro tnfermiù J<J un prcgresso r. a. a. sofferto. per lo più. 111 età gio,·anile. ()u.tntu 'npra concuni t !'on 11n .th1.1 (on~!.lt.lztnnt· stati,llcl. D.rll'c.· ... unt· eli ~)3~ c~tsi c.h t •• t. :t. In '"!:!:Citi (b t a 6o ;Inni. ""'"'"'' .d l" H l... l< lpht" llmpit.th <l.tl HtH .11 t•ljfi ( \'~zzo'o e Putlelu. -!>). Il lrc:']lltf\tJ del pritno ~HI.ll(ti n·unl .ltl\''· ' ''jlt.ltn .1lk vane.: ctit. ri,uhlrc:hbc a l'ulcin.·.t Il ..,L'c_uuuc: 9
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soggetti fra i 5 e i 10 anni, il JO'~; fra i 10 c i 15, il 25":,; fw i 15 e i 20, il 13%; fra i :20 e i 25, il 7%; e quiodi progrc>sivamcnte decresctnte nelle età successive. Il primo attacco di r. a. a. - malani 1 che tende alle recidive, le qunli, secondo Roll)', imervcrrebbcro nel 38,4 % dei casi (28) colpisce dunque a preftn:nza soggcui in ctil giovanile, in quell'età , cioè, nella quale si assi~t<: all'instaurarsi della maggior parte dci vizi cardiaci.
Quanto sopra giustiflca l'indagine, sussitliaria a quella ~ul r. a. a., circa i vizi organici di cuore nell'Esercito. A proposito di <.Juesto, apprendiamo dai dati riponati nella tabella Xl che il numero dei ricoveri per vizi v:~ l volari organici di cuore, fra i militari regolarmente incorporati, è stato, in media, nel quindicennio 1921-1935, del o,so 0 / 00 f. m., quindi, ogni anno, in una collettività di 25o-26o.ooo uomini, sui I25- 130 c:~si. Queste citre, però - in quanto relative ai soli ricoveri in cura - non rispecchiano ìa reale incidenza nell'Esercito delle cardiopatie, sulla quale è possibile farsi un'idea più vicina al vero dai dati riportati nella tabella XII, relativa alle malattie del cuore e dei gr()ssi vasi, che, fra i militari dell'Esercito già incorporati, dettero luogo, durante il servizio, al provvedimento definiti"o di riforma o a quelli temporanei meno gravi di rìvedibilit.1. o di lunga licenza di com·:~lescenza. Da detlJ tabella - premesso che le malattie dei grossi vasi costituiscono nell'Esercito, rispetto :1 l!uelle del LUure, quantità trascurabili e che, fra tuue le malattie di cuore, i vizi valvolari organici rappresc~nrano la grande maggioranza - si rileva che il numero dei ri(ormatJ per le cause in questione raggiunge, nel periodo preso in esame, la media del 9!1 "Jo0 L m .. Di tJic percentuale - rebtiva a casi, che, per il grave provvedimento di riforma preso nei loro riguardi, debbono consitlcrarsi di entità clinica tale da comportare un effettivo grado di inabilità - la parte maggiore, e cioè il 2,69 "/00 , riguarda soggetti riconosciuti nel primo mese dall'incorporamento, per i quali l'intcrm.ità, sfuggita al vaglio delle visite di idoneità, è da ritenere fosse preesistente all'inizio del servizio, il quale, è da presumere, altresì, non abbia potuto :~vere su di essa nel breve periodo di un mese uua plausibile influenza aggravante; la pane minore ( 1,12 °f00) riguarda, invece, soggeni nei quali l'infermità venne riconosciuta dopo il primo mese di servizio e, pertanto, essa sta ad indicare la percentuale approssimativa, fra i soldati, delle cardiopatie già esistenri allo stato potenziale che gli sforzi e i disagi clel servizio militare misero in evidenza. Il numero dei rivedibili o inviati in lunga licenza di convalescenza, cioè dei ca~i. agli effetti della validità, meno gravi, appare, inYece, assai minore, del o,66 °{0 ,1 L m., con una prevalenza dci soggetti riconosciuti dopo il primo mese di servizio (o,38 °/ no), la cui infermità, già potenziamente esisteme, è quindi da presumere abbia risentito dei disagi della vita militare fino al punto dì t·ivelarsi. Complessivamente, nel periodo considerato, il numero delle cardiopatie, rivelatesi fra i militari incorporati e tali da dar luogo nei loro riguardi a provvedimenti di inabilità definitiva o temporanea, è stato del 4•i4 °/00 f. m., pari, ogni anno, per una collettività aggirantesi sui 250·26o.ooo uomini, a circa 1120 casi. Di tali, solo un terzo (1,50 °/"0 f. m.) sarebbe imputabile al servizio militare, quale elemento rivelatore di cardiopatie potenzialmente preesistenti, che, senza gli sforzi e i disagi della vita militare, sarebbero rimaste ancora, per un tempo forse anche assai lungo, allo stato latente, in attesa, per rivelarsi, di un regime di vita, particolarmente faticoso o di uno stato morboso intercorrente. Di queste cardiopatie, riportabili ai disagi della vita militare, sarebbe interessante - ma purtroppo ciò non è possibile, essendo le nostre statistiche del tutto mute al rigu:~rdo - poter precisare la ripartizione nei 'ari periodi del servizio (mesi del servizio nei quali si rivelarono), allo scopo di poter meglio valutare nel tempo gli effetti traumaùzzanti sul cuore da parte del servizio militare: ciò sarebbe anche utile perchè trasferendo la questione sul piano della profilassi in genere contro le cardiopatie - fornirebbe indicazioni preziose, in base alle quali poter dosare razionalmente l':~ddestrn· mento dei sold:~ti, fino a realizzare una gradualità nell'allenamento sicurameme non noc1va.
Le >tatistiche relative ali 'E>crcuo ing le>c mo>tr:mo che nd per iodo 1920-28 \'CIHtCro riformati, 1n med ia, ogni anno, per vizi· ,.3lvolari ~:ard t aci, ed entro i primi 6 mesi dall 'arruolam~mo, o,75 p~r 1.000 eli min ati per tu tte le cnu>e. T:1Jc cifra non è confron t:thile con qudb, che per lo ste>so JKriodo >i potrebbe desumcre per il nostro Eserci to thll.t tabella Xli , i cui va lori sono riferiti, anzichè al totale degli eliminati, alla for za med ia c riguardano, inoltre, un gruppo piL• va>to di infermi tà, d istinte a seconda che il loro ricono>cimento aYvcnnc prima o dopo 1:1 fine dd primo mr>c di 'er\'i7.to. A questo proposito, mi >1<1 lecito notare che mi sembra più raziona le i l cri terio inglese di considcr:lfe come pr esurnibilmen te impu1:1bili al servizio militare i ,· izi ca rdiaci rivebtisi dopo fi mesi dall ' iniz io del servizio stesw, anzichè dopo un solo mese conK vit·ne fatto da noi: ci<'> pcrchc non sembra che un solo mese di >ervizio militare (il quale, per di pttt, e)sendu il primo, ,·iene Jd <:>sere >peso quasi lUClO nelle operazioni Ji visi t~, vestizionc, vaçcinazioni, prime istruzioni teoriche, ccc.) comporti, tutto somnuto, uno sfono fisico Ja pane della n:cluta, suffiocnrc :\ >laLcnti~zarc c rendere evidente 1111:1 cardiopatLt potenzi~le preesi>rcn tc.
Assai più i nteressante mi ~embra la tabella XIII, che, fra gli altri dari, riporta le medie (cifre assolute c percentuali) rel:ni,·e ai riformati per soli vizi organici di cuore fra gli iscritti d i leva ;1ppartenenti a 38 classi, ciò che equivale a Jire fra tutta la popolazione civile maschile d' Italia a 20 anni di età e rela rivameute acl un periodo di 38 anni. D aUa tabella si ri leva che. fra i maschi di 20 anni Ji tutta Italia (in media, 423.805), i vizi organici Ji cuore sono in media, ogni anno, l'r,88 "/00 : su una media annuale ùi riformati per tutte le rausc, esclusa la bassa statura, di 63.o82 giovani (pari al r4,5o6°:no di tutti i visitati), quelli riconosciuti affetti da vizi organici di cuore rappresentano, in media, ogni anno, il 16.329 "j 00 • Tali ci Ere sono probabilmente inferiori al vero: la rapidità delle visite ai consigli di leva c la loro relativa accu ratezza a causa dell'affollamento degli iscriui· fanno ~ì che vengano riconosciuti in quella sede solo i vizi organici semeio logicamente molto chiari, permcuendo invece che stugg:mo alla diagnosi dei periti tutti quei vizi cardiaci ùi diEI-irile rilievo. Le cifre suddette andrebbero, pertanto, integrate da quelle - che nessuna statistica purtroppo, però. riporca - relative ai vizi cardiaci riconosciuti l'anno successivo alle visite di reclutamento pre~so i distretti ed a q uelle presso i corpi al momento dell'incorporamento, le q uali, come noto, rapp resentano dopo la visita d i leva il sr:condo eù il terzo vaglio sanitario, attraverso i c1uali il futuro soldato deve passare prima del giudizio definitivo di idoneità al servizio militare. Nel l'Eserci to tnglesc, il llUr11tro dcglt cltnlin:ni :dl.1 ,.;,ira di ~rruolamcnw rdw corri,ponde :1 qnd lc che sono presso di nni le visite, insieme, pr~s"' i constgl i di !cv~. i clistreui e i corpi) per vizi organici d i çuore, risulta per il periodo HJ20· l \)28, del Jb,)j per t .ooo r iformati, :u.,ai vicino quindi al t6,329 pc.- T.OOo elimin;ni per tutte le cause, segnato rL!lle no>u·c \ tatistichc pt·r gli >tess1 vizi di cuore c p<T il periodo assai più lungo di 38 ~nni. E' da pensare, però, che ];~ incidenza dci vi1.i cardiaci fra l:t popolaz10nc m:tschilc in,t.;l<'>c ,,ia superiore a qudb che si verifica fra la popolazione rn as!:hile italiana, da to il tipo di rcdutamcnro \()lontarin seguito dagli inglesi (non obbligatorio. come d~ noi), per il qudit! colnrt• che a;pirano ali~ p rofessione militare è t la pensMC che siano fr.r i giovani più sa n1. che si semano, oh re tutto, anch.e fi~ic~mentc più portati all a Yita mil ir~re: nonostante ciò, pu r svolgendosi, nel recluta memo ;nglese. la selezione su una massa cospscuamcnte meno numerosa, fatta d i soggetti, si può dire, già au tosekz~<>nalisi , le çilre nei due paesi dci r ifiut.tli per vizi c~ rd i aci ;i C<]u ivalgo no quasi, essend o anzi, sia i'Ur~ di poco, pilr elevate per gli ingk,i.
Comunque - ammesso che la incidenza dei viz i cardiaci, fra i maschi di rutta Italia a 20 anni di età, non superi il valore dell'1,88 °/00 - si può, raddoppiando questa cifra, calcolare approssimativamente la i ncide nza dei vizi stessi fra tutta la popolazione italiana a 20 anni: per le femmine d i tale età è. infatti , assai improbabile che la incidenza dci vizi valvolari di cuore sia inferiore a quella riscontrata f ra i coetanei di sesso maschile, dato che, corrie è risaputo, fra le fe mm ine il r. a. a. (causa, come si è visto, della grande maggioranza delle cardiopatie giovanili) risulta essere più frequente che fra i maschi. Con tale calcolo - del semplice r:.rùdoppio della incidenza m aschile - è da presumere, infi ne, che ~i resti sempre al disotto della vera incidenza dei vizi di cuore nella popolazione totale a 20 anni di età, a causa anche della p revalenza numerica delle femmi ne sui maschi, che si registra nella nostra popolazione.
:-:di., Jl"l'"l"''""'~ Cl\ 1k ùq.:h ~1.111 L m li, le L.lrchnpaiiC <ii orlt-: lnc 1eum.11tça o'cill.mo. per 1., I'"Jw>lniom inf.mrilc. lr.1 d "·) c •l t." c fr.1 1 ,C:""""' .11luhi, fra 1! o/> c: l' 1 '",.
Con un tale LJkolo. ~ia pml molto appro,,imamo - ,~he porta a nrca 1! 4 '/., 0 l'in udcnza dL·i '11i <h , twn· ir:1 la ,o!. t :t!itJlH!la della popol:Jzionc itali:~na a lO :Inni di ct;l 1icordando i dati 'tatiMici cit.tti. second<• i yuali t1 7o-~o' , di tutte le.: card10paut rht '' m:~nit~·,tano intorno ai 2u .111111 JK•~son., LOn,idc r.lr'i di origine n:um.HÌ<a, (; fatllt fan1 un'~tlea Jdl'cmiù dc1 dan111 LJu,:ui fra L1 nostra popolaziOII< dal r. .1. il .. l:.ss1 debbono ton~iderarsJ \eramu1te inge111i, se ì: \Cro che le t:trdiop:Hil g im·antl1 (rappn;scmanti, d'oùtrondc:. il 50-75 ", di lllllt le rnalattit di LUorc) produwno un lungo periodo di in' alitlità trJ 1 2o (_ i 40 an m. portando all\·,ito lctalt, nella maggior partt dci ca\1, prima du 40-')o anni (4 )). 'h:gl 1 S1.111 Un11 1. d r .•1. "· ,. k cudinp.llll' 1<~1111 1 .1ll<ht r3pp1c'rlll811<> la p1ì1 comun< cn'"' dJ rnnnc. d.tt .., li 111 ann i ~.:d n<c.:ttp.tlh• al -.ccondn ll(I\C(l fr~t le.· ~,..tu ...e di 1nonc.: tr.l l lt) t i 24 .•tHH (-l_)J . :-,·.-o11tlo ! lullt) ( 131. l.t <lurat.< m«h.ì ddl.1 "'·' 11u c.utla••r<UillJIÌCI ~ fln,ton cr.1 r.d "'~'· t h >11111 ;h.=; contf'J t ~:; dt·ll.l p~•1 otul~me Jlt ;,:t·n<.:r<:: 't.condu Jono. (.!o). 'Il •,"'f• CJttlt•lllllnl.Uici dJ hu ''-·.~uiti l'< 1 lo ann1 .1 Bn,ton .. 1ll.t Ji nc: dì t.dc.· l'l riodo . .lO\ rrano rnorti. ''::; rr.t lhJ CtJ\ lJ C.: ltl ~1d un.1 VÌ I.l dd t tlttn ~nlt·nl.lrt.l. 201; non t r;lno in ,t.!r,uln di panccipart' .1d t'\t.Tci/1 'J'(•rtnl <' 'olo 4lq t.·ranu in t.:r•ttlo t h l'HJHiurr~,.· un;l \l t.• nortn.dl·.
Conclusioni. L'iah.idt;nz.t dd r.•t. a. ndi'E~erutu italiano può con,idcrarM p1uuo~to nlt:\,mte.
. \ d csSJ ronwrrono l'cd gicl\ ande Jei ~o!Jati (seLondo l:.dlef~en (8). ad cscmp:o. ~u 100 ' .. ~i di r. :t. a., 41,5 riguarden:hbcro soggetti fra i 20 e i 2y anni c 25,2 ~oggetti (r;t i 10 e
i H) anni) c le condizioni di ambiente c di \' ita che il scn izio militare nccess~tri.tmcme L:ornpon:t. E.' infatti nota l'azione pn:di,ponemc c.:'ercìtata dalle perfrigcrazion1 L dal l'affaticamento: i bruschi raùreddamenu. specie \t: :1 carico d1 un organismo an:.tldato t:d in traspi1Jzionc. l.1 c~posizionc prolungata al freddo c :~Ile intemperie in genere du•·:Httc una marcia o per unJ notte passata all'aJdian io, l'ene,so di movimenti e l'abuso funziOnale lldlc arti(obzioni per una ntarLia lunga t faticosa. in una parola lo str:lp<llzo II\Ìlo e b Linea, con l'allogg•.•mcnto ~rcs<,o inidoneo, sono tutti elemcmi, che nt·lb ,·ita mdit.tre concorrono a creare un complesso fisico :1mbicmalc l:lvorc,olc :11l'i11\0rgenz:-a dd r. :1. a. o alla ri,cL17ionc di wmplic:u1ze can.li:tLhc residu:Jtt ad un prcxesso prt:!!resso, ~oifcno prima dell'.lrruolarnenLO. La prt•scntc indagine ~talisti.:a dimostra che, ncli'EseniLO, b morhmit?l per 1. :1. a. ri~cnte l'in()ucnza d ei due fattori. f;Jtita c perfrigernzioni: è, in(atti pill dC\'atJ in alcune armi ri chiedenti servit.io ed nddcstramt:Jli(J più gr:l\'osi, e in guerra per le wmlizioni inidonee (h '1La c gh ~trapan1 che guc.:sr:t comporta. La rnorhosità. inoltre, è m;tggiort lt';l le i.ruppe Jisloc:nc nei climi più ~cllL' IItrionJli c nelle stagioni fredde c umide. carat tcrizzate da brusche variazioni dello stato :Jtmn~krico; decresce ,·i:-a via che ;.i discende 'cr~o l'equatore. ~ t.n è possibile precisare come c in che misura !!iuochi la su.1 pane c 1ascun l attore mctneologico. Alla rnorbosit?1 per r. a. a. concorrono, inoltre. fattori indi' idu;lli, probabilmente d'indole coqituzionale. A quest:t ipote\i ~ i è indotti JJI!a constatazione che il r. a. a. è ndi'EserciLO più frequente fr.1 1 soggetti nati in regioni s::ucntrionali <.: meno fra C)uelli nJti nelle prO\ incie mcridionalt d'ltah:~, indipendentemente d.ti fatton dimatio. giacchè 1l nostro reclutamento militare h::t sempre seguito il criterio di distribuire le reclute nei \ 'ari reggimenti sen7.;J tener conto del di'>tretro di provenienza. L'indagint ncllr nostre colonie ha umfermato l'influenza del duna sulla morbosità per r. a. a .• che. n~petto alle truppe metropolitane, è ri:.ultata minon: che in Patria e progrcs~i,amcntc dc.:~res.:ente 1 ia via che ci si avvicina all'equatore. Il confronto fra t ruppe metro poi itant• c di colore di mostr;l una maggiore morbosi d rr:t le pri mc; ma
..
questo ÙalO non è molto attendibile in ,· ista d i accertare la ri ~pettiva rcccnività primaria, in quanto i due gruppi hanno d iverso acclimatamento, stante la rebti,·:t brevità della ferma coloniale delle truppe metropoliwne. La rnOL wlirà per r. :l. a. raggiunge, ncll'Eseròto, cifre assai basse. del rutto insignificanti . Una indagi ne statrsttca sulle ca rdiopatie reumatiche non è possibile neli'E~::rcrto, non disponendosi di dati circa gli esiti cardiaci dci casi di r. a. a. occorsi fra i militari durante il loro periodo cli servizio. D'altra parte, a questi non pmrehbc essere dato ~uf6ciente valore, gia(chè, wme i:: 'noto, i vizi cardiaci non sono soliti instaurarsi dopo un solo attacco della poliartrite, ma, i n genere, dopo recidi ve dell'infezione (alle quali il reumatico acquista una sempre maggiore disposizione). le quali, essendo breve la ferma. sfuggono ol rilcvomen to mi litare. Ma le statistiche miliLari possono fornirci, con i ,·alori rclati.Yi all'incidenza delle malattie cli cuore riconosciute durame il servizio militare o in occasione delle visite di idoneità al servizio stesso, dati di u n:1 <]ualche utilità od una \':tlutazione del danno indono dal r. a. a. in quella aliquota Jel la popolazione ci,·ile di sesso maschi le corrispondente all'età m ilitare. L 'indagine, svolta in questo ~en>o e secondo <..1uesto criterio, ha messo in evidenza che le cardiopatie giovani li, quali si riscontrano fra i soldati e fra i gio,·ani che >i presentano allc visite di leva, cioè nelb popolazione maschi le italiana n 20 anni di età, toccano percenruali veramente ele\·.lte. La maggior parte di esse è \'erosimilmente da riferirsi ad infezioni reumatilhe solkrte nell'età premilitare. d che sembra indubbio per i vizi organici Ji cuore d iagno>ticati ..tllc ,·isite pres~o i consigli di IC\':1 o fra i milit:~ri durante il primo mese di ser\'izio cd t: :Jssai probabile per un::J gr:ln parte delle cardio!Xltie riconosciute fra i ~oldot.i dur;:lllte i successi\'i mesi del la ferma, a\'endosi rJgione di presumere assai basso il numero dci \'Ì7i Ji cuore comcguenti ;l poli:Htrirc reum;nica sofferta durante il ser\'izio m!litarc. Le cardiopaùe, riscontrate fra i ~oldati c fra i gioYani che si presemano alle 'isile di le\'a, ~ono. pertanto. da ritenere, in grandissim:-r ma~gioranza, espressione dell' i ncidenz:~ del r. a. a. nella popolazione ,·ivile maschile nelle ed anteriori all':~rruobmenro, per cui pmsono 'ier\' ire ad una valutazione indiretta del danno economico e sociale indotco dalla m:-rlattia nelb nostr:J popo l~1 zi one, relativamente a quelle et~. T:1 li etiì, prima cioè dci 20 anni, d'a ltro c:~nco. sono le più importanti ai fini della nostr:~ indagine, in tluanto è in corri~pondenza di esse che con maggiore frequenza si m:.lllifesta il primo attacco dell:J polianrite, con il quale si genera il reLUnatico recidivame (hc, {1uasi i'at:-rlmenre. ' ' :l innmtro .tll::l cardiopatia. Di tali carcliopatie, il servizio militare ha una responsahilir21 assai limit:Jta e. se mai. rcbti\':t a guei vizi di cuore riscontr.tti dopo il primo mese di ser\' iZif) (nu, ::1 mio parere, sarebbe meglio, come fanno gl i inglesi. prendere in consider.tzione, a quesro proposito, ~olo i vizi m:~ ni fcsta tis i dopo 6 mesi dall'incorpor:1memo), per i quali è presumibile che gli sforzi c i disagi connessi al ser\'izio mi lit:Hc ahbi:wo concor.~o alla loro manifestnione cl inic::~. Le elevare cifre di morho~it21 per r. a. a. registrate dali 'E~erc:iro potrebbero indu rre a riconoscere nel serYizio mi litare una causa di m inorazione deli<J capacit~L lavorati' a clell'individuo con danno per la ~oci età. Ma, dalle st.HÌ~tiche precedentemente riportnte, risulta che Pel 75% dei casi d i r. a. a. il primo attacco della malattia risale all'età prem ilitare. Sono questi soggetti ex-reuma tici che al imentano le sta ti~t ichc mi litari. data la nota tendenza dcii:J malattia alle rccidi\'e, per l ;~ quale essi fa.:i lmente ,.:111no incontro durante il periodo del servizio mi litare, a causa anche dei disagi ad esso connessi, :.1 nuovi attacchi d i poliartrite. Questo modo di vedere trov:J conferma anche nell'esperienza dei medici mili tari, che, in un'alta percentuale di casi, rilevano nel pa3sato anamne~t i co dei soldati colpiti da r. a. a. precedenti attacchi della malattia. Il ~en·izio mi litare, pert:tnto, m:-rlgrado gli sforzi
86 c i disagi che esso compona, sarebb~ responsabile solo di un muumo numero dci casi di r. a. a. primitivo e quindi della creazione di nuo,·i reumatici; ma si de\'C obbietti,·amentc riconoscere che esso largamente concorre all'insorgenza di recidive nei soggeui che gi:\ ~offersero tli un primo au::tcco della malattia. Resta tutt>tvia da domandarsi ~c tali individui, qualora non fossero stati arruolati, r.on sarebbero ugualmente andati incontro alle recidi'c della polianrite, così come si osserva per le donne. Comunque, dovendosi riconoscere un:1 rcspons::tbilità, \i:J pure rcl:niva, al servizio mi.litarc, si rende necessario affrontare nell'Esercito il difficile problema di una più attenta di)crimina:zione dq~li ex-reumatici e quello tlella profilassi. Poichè non sarebbe possibile eliminare in misura sufficicm.: tlalla vita del soldato tutti quei fattori (fatica c pcrfrigcrazioni) che tanta importanza hanno nel determinismo della malattia, occorre cercare di immeucrc nella 'ita militare solo soggetti dal p::~ssato sicuramente indenne tla attaethi reumatici. L 'tdcalc quindi sarebbe di poter eliminare alle visite di idoneità tutti quei soggetti che banno già ~offerto di r. a. a.: ma ciò, come è ovvio, sarebbe im possibile, non essendo un pregresso attacco di poliartrite reumatica sempre obbienivabile { non essendo sufficiente d solo rihe'o an.tmnestico a giustificare il gra,·e provvedimento <.Iella inabilità. L'unica aZLone preventiva possibile da parte dell'Esercito potrebbe essere rappresentata dalla eliminazione, alle visite di idoneità, di tutti quei soggetti che pre -.entano lesioni organiche anche minime e ùisfun7ioni cardiache anche lievi. Tale prov\ <.:dimenro, anche se non giustifica m da una obbligata correlazione nella recluta fra cardiopatia c r. a. ~L., consente tuttavia di tutelare meglio l'interesse della società poichl: "t:rrebbc cO$Ì c.-lirninata gran pane dei soggetti ex reumatici che giungono alle :-.rmi, cioè gli tm!i, idui più e~posti al r. a. a. e <tuindi :1l pericolo di gr::l\'i cardiopatie m!no ratrici. Di yui la opportunità dell'istituzione. presso gli Ospedali militari, di centri <h in dagine cardiologica, :lttrcz7:Jti dt tutti i più moderni mez7i <.li indagine ed affidati ad u~riciali medici di p::micol::tre competenza. Ai cemri dovrebbero essere avviati per l'ossen·a,..ione tutti (luci gio' ani per i quali, alle vi~ite di idoneità, l'indagine anamnesoc:-t :neuesse Ln e,·idcn7.a un pregresso r. a. a .. L'elimtna7ione <.lei soggeHi ex reumatici. a causa di lcsiont o disfun?.ioni cardiache anrhe lievi cvidenzi:ne dai Centri cardiologi< ì, ~arebbc induhhi,Hncnte una misura di grande interesse sociale, risparmiando alla n:t7ione la minora11one di molt( unid la\·or;uive nelle età di maggiore rendimento. Rt.\SSUNTO. - L'A. ha .:ondotrn una tndagine staù~til;J sul n::umatismo articoLm: acuto nell'Esercito italiano, rdati'<lmem~ al quindicwnio Il)ll-1935· L'incidenza della maiJtna, studiata net suoi \ari aspetti, può wnsiderar~i. nel nostro Esercito, piuttosto rilevante e riò in rapporto all'c.:tà g iovanile dei soldati ecl alle condi:zioni di amhientc c di 'ira che il ~cn·izio militare wmport,L. L'indagine ha confermato, fra l'altro, la not:-t azione predl\poncnte dt fattori quali la fatica c le pcdngeraziont c l'i mponanza, al t tguardo, Jel clima: c~tc~a alle truppe in colon ia, sia metropolitane, che iudigenc, C\\a comcntc le ~te\Se conclusioni. La mortali d per r. a. a. raggmnge ndl'Escretto, si:-t t n Patria, d1e in 'oloni:J. cifre a\.sai basse, del tutto imtgnitìcanti. Per quanto riguarda gli esiti cardiaci ai <lualt Jebhono essere riferite b gr:n·it;L e l'unportanza economica c sociale della mal:mia - l'indagint• ~ ~rata portata. oltre che sui militari rdatÌ\ amente allo stesso periodo di rs anni, fra i p. im ani di leva, appartenenti alle classi dal 1872 al rgro, ciò che eg uivale a dire il totale dellil popolazione civile ma schile italiana .1 20 :Jnni di età. Essa ha dimostrato che i \ izi \'alvolari organici di cuore wccano in tale aliquota della popolazione italiana percentuali \'era mente elevate: tali cardiopatie giovanili - in quanto, per la maggior parte, riferibili ad infezioni reumatiche sofferte nell'età prcmilitare sono da ritenere espressione dell'incidcn:za del r. a. a. nella popolazione ri' ile maschile nelle età anteriori all'arruobmento. per cui possono
scn·irc ad una valutazione indiretw del danno economico e sociale indotto dalla ma lattia, relativamente a quelle et:t, cnc sono, d'altronde, fra tutte, quelle nelle quali con maggiore frequenza la poliartrite acuta fa la sua comparsa con quel primo attacco che genera il soggetto reumatico recidivante, futuro cardiopatico. Viene discussa la responsabilità del ~erùzio militare, quale fattore favorente la morhosità fra i giovani per r. a. a . e ttui ndi quale causa di minorazione, per gli esiti cardiaci che ne conseguono, della capacità lavorativa dell'individuo con danno per la società. Data l'importanza e la gra' ità del prohlcma economico c s<x:iale rappresentato dal r. a. a. e dai suoi esiti, da tutti oggi riconosciuta, sarebbe opportuna - non potendo eliminare in maniera suffici..:nte dalla vita del soldato tutti quei fattori che tanta importanz.a hanno nel determinismo della malattia c nell'aggravamento dei suoi esiti cardiaci, C\entualmente preesiMcnti, fìno alla cvidenziazione cliniLa una più allenta discriminazione alle visite di 1doncità degli ex-reumatici, con l'cluniuazione almeno ùi quelli che presentano lesioni organiche o disfunzioni cardiache anche minime. A ciò si potrebbe giungere meùiante l'istilllzionc presso gli Ospedali militari di centri cardiol ogici, attrcnat1 con tutti i più moderni mezzi dt ricerca, ai tluali dovrebbero essere a\'\'iati per esamt accurati tutti quei giO\ .tni per i quali, alle '1~1te ùi idoneità. l'inda gine .1namncstica mettesse in evidenza un prcgrcs~o r. a. a.
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CC:--:TRO ORTOPI. IJICO E "\ IULIL:\TI "V. I'UTTI •- HOLO<,,.\ l>~rc.:tt<;rC:
Prof. O.
SII< .l l t rn
DI DUE CASI DI EDEMA PROVOCATO CURATI CON L'APPLICAZIONE DI APPARECCHI GESSATI l )OJll.
.\1 HRTU
z, CCIII
Durante il perioJo di guerra si può comtatarc l'appariL.1<Jttl' di ~indromi morbos,· a (:lraltere strano, le quali non hanno che una vaga corrispond~:nza con quelle (hc lormano il quadro simomarologiw delle malattie del tempo di p;K<:. ComiJcrando k particolari condizioni p:.ichiche ne li~: quali M può ven1n: a tnJ\ .tre il '>oldato nel periodo l>cllico, possiamo rcnJcrci conto come queste sindromi, i ntcres~ami si può J ir~: ogni ,i,l::ma apparato, tro\'Ìno il più delle volte riferim~:nto nei wmplt'>5i tb ~imubztonc ~:d autolcsiomsmo. St prt.:~t.:lllJno tUtl.1\ ta tJe1 lasi che possono r~:ndnc 1 111cditi pcrplc~'' proprw p<:r il •Jr.ttterc di abnormitiì che li distingue c rare pensare perfino a nuove enti~;;.\ nosologtehe, Lome quakhc Yolta c.. aHcnuto. E' nostra imenzionc comiJcran: in questa nota glt edem1 p··o\ o.:ati, J1 cui SI ì: potuta t·onMntart la riappari none Jur:mte l'ultimo con fimo mon d tale come ~ t J era :l\ H"nuto nel preceJentl, c cle~niH:rc dul .-ast J~sa1 tnteressann IJ<.:t"on.i 1l Centro Puui di Bui.Jgna durame: i primi anni di guerra, c~~i che lurono Lrauati con l'.tppli..:a71one Ji appanx..:hi ge~sati. Gli edemi da ~t.hi vengono prodotti tluJndo \l \uolt: dunustran.: l'c,isten7.1 d1 una sindrome dolorifica o muwria. 111 'ef,'"llito ad una lt:,Ìone prn:eJenH.:, oppure '~'117.:1 eh..: la stori:~ ~.li11ica ttt.: metta in ,., IUCil7:1 akun:-t. Più frct]Ucnti ;1gli arti inferiori, perchè di più facile- provoc;tzìunc. cs.,i possono e~'><.:re prodoni in due mod1: o ton mezzi \ asotostritti\1 o con traumatismì piccoli c rtpetuti. Col sl\tt:ma Jclh \asorostri7ione prattcna cott legature d1 ogni spcliC, per u,t.tcolare il circolo rcl luo. comt. clastici Jnchc con fibbie pu- :1llcnt:t re o sLringen: S\:tondo il bì,ogno, n.lstri. pc..ai di spago, l:tzzoletti, ccc .. sì oucngono gli nlcm1 da ~tasi, in un primo tempo molli. in \t·gmto duri, sino <lJ a\·crsi una pscudo-elefamia" dell"anu Interessato. Con ti scconJo ststema, anch'esso molto usa w, ciO<'· 1uello dci ptecoli c rt petlllÌ traumatism i contusivi, si detcrmìn .l la cosidetta cellulo-dermitl· dett:l ;lnthc eJcm;1 dure} autotraumatico. l due 'ìstemi prcJctti 'ono '>pesso U'>.1ti insìt.:mc. in ma)!giore o minore misura. alternando in questo moJo il Mmulaton: 1.1 costrizione dell'arto .-on k lxmìturl a pi,.-oli n1lpi sulla parte prcslclta. Nelb maggior p:.trte dei casi non l' b.-ile distinguere lt.: lormc \Cre dalic provocate, c l:t di:.tinzìone vicnc fatta mediante 1':111amne~ì c la diligcntc ispeltone del !.t JXlrte, sopr.:tttutto ncercando t}ualche segno di \ ioknza (k rm1Jdcue 'Pil ) <"hc subito dt.:ponc: per il Ltto ,lutolcsioni)tico. Non così avviene in altri CliSi, nei qua li l'interrogatorio de l pazienl<. risulta del tutto ncgati'>o c non si può ricavare da altre ronti noti7ic riguardanti le cirwstanzc allegare Jall'intercss:~to, circost;tnze ndlc quali avrebbe a\ uto origine.: la form:~ present:na. Inoltre l:t ri cerca delle tracce dci mezzi pro\·ocatori può r~~ere ncgati,a. poichl: il p:-tzic.:nte h:~ ::tbusato di manovre dolose prima della dcnunci:1 di malonitl e ricorre penanro per il mantenimento del suo stato a manowc che non ril"hicciono gran tempo c che egli rieSl"e a praticare a tempo opporntno senza essere ,·iHo t sem:a la(nare traco.1 alcuna. In altri casi l'intere)sato dimostrando una scalu c?.za eccc7ionale, nescc a toglicrsi la legatura p:~recchio tempo prima che avvengo la visita medica c riesce in qucsw modo
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a non farsi cogliere in fa llo anche in seguito a ripetuti controlli, oppure ~i serve per le manovre autolesionistiche, assai ::accortamente, di corpi ben levigati e convessi, quali .ad e~empio cucchiai, boni~!lie, fondi di gamella, o difende la parte con panni, cotone ben \tratificato od altri mezzi protetti\ i prim::a di accingersi a tr:wmatinarla, per pre servare la cute da abrasioni, ecchimosi ecc. Sono appunto questi ultimi casi che po~~ono rendere perplessi i meJici sull'origine Jella forma prc~emata. Dew perciò essere tenuto ben presente rhe, quando La storia c l'indagine clinica non ;l\lrauno poturo mettere in evidenza la causa dell'edema, bisognerà volgere la merue .alla probahi lit3 di trov~ rsi di rronte ad un caso di :wto-lesion ismo e, di conseguenza, osscn are bt>ne il pazieme tenendo presente le comidcrazioni prima riport:lte per poter .arrn·are ad un.l Jimostra7ione del fatto. aturalmeme, pnma di giungere ad una diagnosi di certezza, bisognerà escludere ad una ad una tutte le mJ ianie che possono pnxlurre edema, ed escludere così, oltre i fatton eziOlogici più comuni, anche quelli che possono dare forme tali da fare realmente so)pcttarc 1:! buona fede del soggetto affetto. come per esempio gli edemi nelle lesioni cerc:hro-spinah, le forme riflesse e le angioneurotichc. L'applicazione di :1pparecchi ~essati (; un mezzo v:~ l ido per smascher:~rc la simula zione ed è stata usata m·i due ca~i c~<:cor~i al Centro Punì che dcscri,·erò.
l·og. '· • r tftml " cal n ddlc gambe e del p1e<li con pelle 1e;a c lucida. L'edema c: più accc-mu,Hn a sinistra. 1 ca.•o . • Soldato C. G .. Ammesso al Centro nell'aprile 1941. Presentant notevohs~ima tumefazione dc~l i arti inferiori dal ginocchio al piede inclu~o, con cure tesa lucida pallida.
La prc,~ione del diw lascia\'a impronte pro(ondt: c durature c si rilev:wa purt· netta dimmu;ione Ji temperatura rispetto alle co!>Cie. La tumefazione a.t soprattuno notc\·ole alle regioni mallcol:tri cd all'arto inferiore di ~ini~tra c ,j arrC\ta,·a bruM:amcmc al livello dci ginCX"lhi (Jig. t). L'esame funzionale meucva in CYtdenza normali mm imenti delle anche e Jet gmon-hi, mentre appena acccnn::tti t:rano i movimenti di flesso-estensione e di lateralid dci piedi. Il pazicntt: riferi,·a di a\cr sofferto di ,imomi di congelamento qualche mese prim:t durantt: la c:tmpagna d'Albania. Era stato tn seguito ricmerato in diveni ospedali c gli edemi che.: presentava messi in relazione con le forme morbose più disparate, perchè nessuno a\'c\'J pen<;,~to all"autolesionc. Giunto al nostro Centro, dato che non era rc~~'ibilc classir.care gli edemi presentati nè come esito di congclamcmo nè fra quelli conos..:tuti nel campo della patologia c della clinica, si credette opportuno fare immobilizzare ~li ani m(criori del pniente jn un grande apparecchio gessato comprendente anche il bacino.
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Lo St<'"" '·"" ddl.1 h)!. 1 .1 ch,tanz,1 eli trl' ~inrn1 <lall'immodc~ h rH Hl h 111 n dd p.uicn~ .. 111 gr Hld~ apparecchio \.!l'-
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c.!op11 J'unmnhlllZ:tJIIOne c '!;,to
po,tt.·n~ '' menrc.
A pplicaw l'apparru:hio g<.:.,~:tto, )i pot~ l'Utl$taWrc che, a poche ore di Ji~tanza, l'edc· ma era prt:'>\uchè regrcditu 111 tot:.llità e <hc la cute dei piedi appari\'a non più tesa c lucida, ma Lten'ì gnwos.t. Tultù l'.tppa~cd.hio dopo tre ~1orni, le conJJztoni degii arti inlcnori e r.111o d ÌH'Hlltc pn.:,~oc hi· wrmali, J immtrando così t h iara mc mc tlualc era
'Ul:l l'ong111t: Jcll\:Jcma (llgg. 2 c ~). Con oculati~~ l llla ,·igll,lllZa fu po~stbile e1 iwrc il ripetersi delle mano1 n: autowntm:,·~ t:. dopo un l ;do di cure fisiche. il paziente fu
J in1e~so compktamull.: guanto. Soldato C. C .. Ammc,~o al Ccmro nd diccmbn: I<J42. notevol is,ima edematosi dell'arto inferiore sini~uo. In wn i~pondcnza della caviglia si riscontr:l\ ano dci di~turbi trofìci consi!.tc.:nri in dcsyuamMione, con lULc cianotica c lrc.:dJa. Alla pressione un po' acccntu:na. poichè si tr:lll.l\~1 di edcm;1 duro, appariva 1.:1 Jdcmc il segno della fovea. L:1 motilità ;1tti1·a e passi1a dd ginocchio era indcnnt., i 11101 i menti del h [lbio.wrsica limitati tblla wn:ulcnza dci tessuti. Il p:edc si presc.:m:l\ :1 in hc1c equin:~zionc r la motilit;l delle dna era r.dotra. L'edema si arrestala con hnca di demarcazione neu:~ al Gli"O popliteo. 11 paziente .dTerm:.11 a d i avere an usato ~in dall'infanzia scmo Ji peso :~ll'ano inferiore siniHro c lhc.:. r;chiamato Ja qualche tc111po a pn·stan: 'L n i1io mil1tar~.:, l'arto si era tumcfatto in 'c.:guito .tlk marce cd :~Ile fatilhc in gu1ere "l'>tc.:nute.
:z" caso.
l'res(.:nt~l\·a
hg. -l· - Notnol" eclu u ,, cJI7..1 tkll.t gamba t piede 'lll'''ro con Cllll tc>a. lucid.1 c m.trcll:ll.l. Sull.1 i:ll'( ta antu1orc. al lt·uo infc, ,orc·. " notano di
"'Il'
cÌ>,I IriC<' biop>ÌC.I.
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~- . Lu ''' "'' ca"• tlt 11.• ti ~r. 4 ' '"' JJ<»lcnormcn:t·.
({KOier;no inizialmente :tll'<hpcdale ~ltltare cr:1 stato oggctro di ;lltc:nti ~tudt: M g iui~>C: pcrl111o a pratic:trgli una biopsi:J ed c~ame i~wlogico ed a cons.tkrarlo come un l<l\O r:~ris~uno di edema trofo-neurmico (lìgg. 4 c 5). Tra~ferito 111 seguito al Ct·nuo Putu ndle condizioni predcnc c con la ferita thirurgica, e~llo della biop\ta. 11on rip::mlta, l'cniva subito confez.ion:lto un :tpparecchio di ttu.:a con pil·dc inc l u~o: dal lato non atTetto si fele arri1·are il gesso sino al ginocchio. );,,no co~ì immobilizz.tto era posto inoltre in rcdinazione (hg. 6). Oopo akuni gior111 st notò lht il gcs") era d11 cnuto Jhnormemente largo. !Jopo vctlti giorni si tagliò J'app:~recd11o a l'ah·c c la gamba >i prc~cntò detumcfana, nsciutt:J ..:on norm:~li rilievi an;nomici c fl'fita ..:hirurgic::l rompletamclllc cicatrizz:lta. Dopo :1!-
93 cuni giorni si norò che la gamba rorn:11·a ad ingrossarsi: fu coniczionato allora un appa retchio gessa to tor::tco-brachia le, immobi lizzante i tlu:: ani ~upcri ori così d:1 impedire al paz ienrc c.li procur::trsi l<J V:l~ocostrizionc dell"arto (fig. 7).
F1g. 1•. - Lo >lo>o ,.,,,.o ddla hg. ~· lmmobihaa~.Jonc in gc:.so comptf·nden tl' ~1no Hltcnon.. "JJHstro. anca (' coscia contrn lat<:ra~c. Il p;t'l.ic.·ntc..: ~ a 1euo çon arto 111lcnon: _,in Jstru
d'anc;;l,
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r t·c~i nazion(· .
Fig . Ì· · Lo 'll'M~tJ c.tsu 1lt·lla lig . -1· l:nmoh.l1//.,11..ionc in gc~v• m.l .. ,1n.~ir1 1f •rJcn ..
brachia le, confczwnJio con l'accorgmH ntr> di i!CCt•nw.Jr<: l';lhdu7.iunr <: l'C\tra rot.l /JOnc. in modo d.1 impulirc Ji pazicnlc d 1 I<>CC.If'' con lt tn;mi gli oru in fcrion.
Qu:.li1do do po qualche rempo l'appa recchio fu tolto, Si constatò che la gJmba non si era ulteriormente tumefatta c così r imase anche successivamente. Obbligando poi il paziente a ca m m in a re si ottenne un m igl iorJ mcnro progressi,·o si no :~ Ila scomparsa dc-
94 finiti\ a dell'edema, la cui natura era st:~ta anche in questo caso brillantememe dimostrat:~ come imputabile all'autolesionismo (ligg. 8 e 9). Il paziente venne pertanto dopo breve tempo inviato guarito al Corpo dal quale d1pende,·a. l ca~i riferiti dimostrano the l'applicazione di un apparecchio gessato è mezzo vnlido per smascherare la simulazione in casi fortemente sospetti. L'apparecchio gessato infnui, mediante la sua azione immobilizzante e proteuiva, vict:J al paziente di procu-
Fig. 8. - Lo stc'w c;N> t!db fìg. 4· Ri,ultato Jopo 'ne al p~7icnte tu ammobilizotato r<:r \1!1111 gaorna an gesw d'anc;a e wcce,~i' .unente 111 gesso toraco·brachi.ale. dat.a b ricomparsa dell'edema. Sa nota la ~om pars~ totale dell'edtm.a .1 carico ,Iella gamba e del pacdc smastro e la riduzione ddl.a caça~ric<: Jdla gamba ~inastrJ. Fig. 9· - Lo Mow caso dclb tig. 4· Risultato dell'immobilizzazione. Puicnte visto posteriormente.
ra rsi sia la vaso-costrJZIOnc sia ulteriori traumatìsmi dolosi. Deve essere confezionato però con l'accorgimento di wmprendcre non solo la parte interessata ma anche le zone viciniori per impedire al paziente c.li fare scivolare le mani sotto di esso per raggiungere la sec.lc prescclta per l'autolesione. ~d primo caso descritto infatti, interessante ;;mbeduc gli arti inferiori, fu confeztonato un apparecchio comprendente Jnchc il bacino; nd secondo caso. interessante un solo arto inferiore, l'apparecchio compre~, oltre il bacino, anche l'arto non interessato fino al ginocchio. Io quest'ultimo c.:a~o. dato che l'edema era ricompat so dopo quakhe tempo, si ricorse alla immohrlizzaz10ne degli :mi superiori, per togliere co~ì al paziente
95 ogni posstbllità di azione autolesiva . Si potè constat:trc così la diminu~10ne di volume dell'arto in breve tempo ~i no a li:t scomparsa totale c stabile dell'edema, com e et a già :tvvenu to nel primo caso. Tutto C]Uesto no n si sarebbe \cr ilìcato se g li ed emi avessero avu to w1a origi ne basata su altera:z.ioni o rga niche genc r<Jli o locali. L'applicazione degli apparec~:hi gessati permise di poter dimostrare resattt''l/:J del sospetto clinico, che tro\"ava conferma nell'esito delle p ro\C. All'applicazione d<.gli app arecchi gessati va riconosciuto inoltr<. il pregio di raggiungere lo scopo con u na (C rta deganza, senza bi>ogoo di r icorrere ad atti brut:~ li, come p otrebbe essere la legatura d el paziente . p("r irnpc:Ji rgli di eseguire le ma novre necessarie :1! mantenimento dd suo stato.
BI BLIOGRAFl.\ c.~RVAGito
F.. : M edicin.t legale mil itare.
Milano, Casa Ed. Corticc.:lli. HgX.
CHVJCNY P.: Oedèmc tn,ulorc. Hull. .\led. 25 IlO\'. 1908. - Diagno\tlquc de, mal.tdte' simulén. Pari,, B.1illièrc & Fik np:-i. CtAMPOLI"<t: Simula7ioni e pro\O.::t'liorH di infermità. 1\fil,tno, Soc. P.1l. l~J . .\[cd .. ltJ21ì. D 'A LESSANDRO R. : r..teJtcina c medicina legale mtlitan:. Roma, L. Pozzi Ed .. 1939. M ORANDI C.: Un C:J\O poco comune di autolesione. btratto Jnl \ol. pubbl. dalla Ri,. Zd~chia in onore del prof. :-.11rto, 1942, Ed. Italiane.
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Nuovo a gente a ntibetterico d i inte nse ellività su ger mi gre m-positivi e gre mnegetivi.
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CONTRIBUTO PRATICO AL NUOVO TRAT TAMENTO DELLA PAROTITE EPIDEMICA E DELLE SUE COMPLICAZIONI CON IL BUTIRRATO DI N. ESILE CON BISMUTO (~p.
mnl. dolt. \l 1u<> Zm1o, c•uo l<.:pa l< tnf<'lll\1
Tnl\o interessante wmunic<:~re i hrill:1nti ri~ultall ottenuti nel trattamento di w l<l>i ù i parotitc epidemica t ddle sue complicazioni (orchiu cJ irenrofie aoniche delle parotidi) con la nuova terapi.t: butirrato di n. esile as<>onato wn b1smuto ( 1 ). F111o a qualche anno la il bismuto tro,·a,·a applu:a11onc oolo come ::Hniluetico oppure ir1 al< un L affezioni gastro ime~tinali. Rt:ltntemente il bismuto associ::tto J lipoidi (nm1 plcsso lccitino bismutico) ~ i L affermato c trova numerose ind icazioni per via parenter:1k c per via rcuale specie ntllc tonsilliti. >tomatiti, sinu~iti c raffreddamcnro delle appen diciti acute.:. N'uo,·c pm~ibtilrà sono ~t.lle offerte ini'Cle d.tll'associazionc di piccole quan tità di lmmuto con bmirrato di n. esile nel tr:mamcnto del gozzo acuto, dello struma tiroideo 'cmphce normomet:~bolico (Brunelli e Lllln), dell'orchiepididimite acuta go nocoetic;t c da ban:~li !Brunclli).
11 bMimuo di 11. e··ile, che è c.lerÌ\<lLO dall'alcool e~ilico, è stato oucnuto sperimentalrnent< sottoponendo ;tll'::tzionc dci raggi X una soluzione acquosa Ji glicerina e ~i tro1.1
in natura ndi'Heracleum Gtganteum, Heracleum Spondtlium, ccc.. c~Lcritìcato con \ari radicali J1 acidi organici qu:~li l'acetiw. il butirrico, ti cJpron1co, ecc .. L'aw>einzione di bi~ntuto con btttirrato di n. esile, nel preparato usato, è perfc:tw mente atomica e per l;, sua speciale costituzione chimic:1 prcsent:J c:1raucri di rias~orbi menco c diffu~ihilità tali da dare il m:~ssimo Jei risult:Hi .
.\lecmnumo d'azioll(. <.-:ontro,cr~c \Ono le opinioni dc1 di1·er5i ricercatori sul mcc canismo d'azione della hl\muto-lecitino terapia nelle mhJmmazioni. Alcuni sostengono l'azione <hrcna del hi~muw sui germi, ( a11sa dci prou.:s\i inlìammatori; :~Itri sostengono che il bismuto abbia il potere di modilìrare, in qualche modo, il terreno ~ul quale i germi si sono impiant:lti. Le 'tc<.~c ipotesi si sono fatte qu:tndo si è trattato di inrcrpretart· il mcrc;Jni'>mo di aziont: del bismuto ndla luc:. Il buormto di 11. ude invece mamfest.1 già di per St' potere mluui1o sul sistema reticolo·l\tiOCHario, 1er'o ti quale h:1 dimo~trato Ji pm.,cdere uno spcdal~ tropismo. CA~lHlC:\ ,
La mia casisnca " rifcnsce a W casi, tutti gio' ani militari, tr:ma(l con bt4tirrato eh n. est/e .t..-ocÌ:lro al bi~muto, e che, in hase alle m::tnik\lazioni cliniche, ho suddin'o in tre grupp1. T gruppo: comprendi: n. 53 casi di p:Hotite epidemica semplice; [[ gruppo: si riferisn· :1 37 casi di p:troLite cpidemil:a complic:rt:l ad orchi te;
97 III gruppo: in cui sono compresi 9 casi di ipertwfia cronica delle parotidi. Mi limito, per ragioni di spazio. alb pubblicazione di un numero ridotto di casi, ritenuti i più significativi, dei l)9 trattati. Tutti però i casi trattati hanno esordito a guarigione wtro poch i g•ornt di cura.
Parotite t•pidemica semplice. caso: Carabiniet·e L . Gennaro. - Il 26 marzo 1948 ricoverato al Reparto Infettivi dell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi accertata: parotite epidemica. Esame obbiettivo: parotidi e regioni parotidcc ingrossate, tumdatte. dolenti. Temperatura 40.3. 31 marzo 1948: prima Jmezione intramuscolare di butirrato di n. esile e bismuto. Alla seconda iniezione: tcmp. 36,8. Scomparsa della tumefazione delle parotidi.
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2 ° raso: Soldato
L. P. Domenico. - Il 29 marzo 1948 ricoverato al Reparto Infettivi del-
ro. M. Celio, Roma.
Diagnosi accertaw: parotitc epidemica. Apirettico.
31 mar:,;o 1948: prima iniezione intramuscolare di butirrato di n. e>·ile e bismuto. 2 aprile 1948: seconda iniezione dello stesso preparato. 3 aprile 1948: scomparsa completa della tumefazione.
3" caso: Artigliere V. Pietro. - Il 29 marzo 1948 rico\·eraw al Reparto Infettivi dell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi accertata: parotitc epidemica. Temperatura 3!!,5. 31 marzo 1948: prima iniezione di butirrato di n. esile c bism uro. 2 aprile 1948: seconda iniezione dello stesso preparato. 3 aprile 194ll: scompars;~ della tumefazione. Temperatura normale.
4• caso: Soldato G. Francesco. - 11 30 marzo 1()4R ricoveraLO al Reparto Infettivi dell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi accertata: parotite epidemica. Temperatura massima 3llo4. 1° aprile 1948: prima fiala di butirrato di n. esile e bismuto . .3 aprile 1948: seconda lìala dello stesso preparato. 5 aprile 194H: terza fiala dello stesso preparato. Dopo la seconda iniezione m ig[ioramento. Dopo la rerza iniezione caduta della temperatura c scomparsa della tumefazione delle parotidi.
5" caso: Allievo carabiniere C. LanfratlcO. - Ricoverato il 31 marzo 1948 al Reparto Infettivi dell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi accertata: parotite epidemica. Temperatura: api rcttico. 1° aprile 1948: prima fiala del succitato preparato. 3 aprile 1948: seconda fiala. 4 aprile 1948: miglioramento. 5 aprile 1948: scomparsa dellà tumefazione.
6° caso: Lanciere A. Santo. - Ricoverato il F marzo 1948 al Reparto Infettivi dell'O. M Celio, Roma. Diagnosi accertata: parotite epidemica.· Temperatura 37,5. 2 aprile 1948: prima f.ìala del succitato preparato. 4 aprile 1948: seconda fiala. 5 aprile 1948: miglioramento. 6 aprile 1948: scomparsa della tumefazione. Seguono altri 47 casi tutti riso lti dopo 2-3 iniezioni. 7 -
Giornale di M,-dicilla Mi/it<Ke
Parotite complicata ad orchite. Domenico. - Ricoverato il 24 marzo 1948 al Reparto lnfettivi deU'O. M. Celio, Roma. Diagnosi: parotite epidemica con orchite desLra. Temp. massima 39,9· 3 aprile 1948: prima fiala di butirrato di n. esile e bismuto. 5 aprile 1948: seconda fiala dello stesso preparato. Scomparsa tumefazione delle patotidi. 7 aprile 1948: terza fiala dello stesso preparato. 8 aprile I948: migliorato e caduta della temperatura. IO aprile 1948: la tumefazione del testicolo desLro è s.::o.mparsa. 1° caso: Soldato S.
Vittorio. - Ricoverato il 2 aprile 1948 al Reparto Infettivi dell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi: paroùte epidemica con orchi te D. Temperatura massima 39·9· 3 aprile 1948: prima fiala del succitato preparato. 5 aprile 1948: seconda fiala del succitato preparato. 7 aprile r948: terza fiala del succitato preparato. 9 aprile 1948: quana fiala del succitato preparato. Migliorato c caduta temperatura. IO aprile 1948: tumefazione del testicolo D. scomparsa.
2° caso: Soldato M.
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0
caso: Aviere F. Pietro. - Ricoverato il 3 marzo 1948 al Reparto Infettivi dell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi: parotitc epidemica con orchi te D. Temperatura ma~sima 39·7· 5 aprile 1948: prima fiala di butit.,.ato di n. esile c bismuto. 7 aprile 1948: seconda fìala dello stesso preparato. 9 aprile 1948: terza fiala dello stesso preparato. 12 aprile 1948: migliorato e caduta temperatura. 14 aprile 1948: tumefazione del testicolo D scomparsa.
4° caso: Soldato V. Donato. - Ricoverato 1'8 aprile 1948 al Reparto Infettivi dell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi: parotitc epidemica con orchite S. Temperatura massima 38.7. 14 aprile 1948: prima fiala del succitato preparato. 16 aprile 1948: seconda fiala del succitato prepara LO. 18 aprile 1948: tumefazione del testicolo S. scomparsa.
5° caso: Allievo carabiniere B. Dome11ico. - Ricoverato il 7 aprile 1948 al Reparto Infettivi dell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi: parotite epidemica con orchite S. Temperatura massima 40. 14 aprile 1948: il testicolo S. aumentato di volume. 16 aprile 1948: prima fiala del succitato preparato. 18 aprile 1948: seconda ha la del succitato preparato. 19 aprile 1948: migliorato e caduta temperatura. 23 aprile 1948: tumefazione del 1es ti colo S. scomparsa.
6° caso: Soldato M. Elio. - Ricoverato il 26 aprile 1948 al Reparto Infettivi deii"O. i\1. Celio, Roma. Diagnosi: parotite epidemica con orchit~ D. Temperatura massima 40. 28 ·aprile 1948: prima fiala del succitato preparato. 30 aprile 1948: seconda fiala del succitato preparato. 1° maggio 1948: migliorato e caduta temperatura. 7 maggio 1948: tumefazione testicolo D. scomparsa. Seguono altri 3T casi che hanno risposto ttJtti in modo decisivo al trattamento con butirrato di n. esile e bism uto.
99 Ipertrofia cronica delle parotidi. Antonio. - Ricoverato l"u settembre 1948 al Reparto Infettivi Jell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi: ipertrofìa cronica delle parotidi. Temperatura massima ~8.2. 12 settembre 1948: prima lìala di butirrato di n. e.cile c bismuto. 14 settembre 1948: seconda fiala dello stesso preparato. 16 settembre 1948: terza fiala Jello stesso preparato. 17 settembre 1948: :~pirettico e migliorato. I t! settembre 1948: quarta fiala del succitato preparato. 19 settembrc- 194R: ipertrolìa cronic-:1 Jelle parotidi scomparsa.
1• caso: Soldato C.
.·lvierc R. Emilio. - Ricoverato il 29 settembre 1948 al Reparto Infett ivi dell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi: ipenrotìa rronica delle parotidi. Apirettico. I otrobre 1948: prima fiala di butirrato di n. esile c bismuto. 3 ottobre' 1948: scconJa fiala dello stesso preparato. 5 ortobrc 1948: terza fiala dello ~Lesso preparato. 7 ottobre 1948: quart.l fiala dello stesso prcpar:no. 8 ottobre 1948: migliorato. lO ottobre 1948: ipertrofìa cronica delle parotidi scomparsa.
:2• caso:
3" caso: Allievo carabiniere C. Giuseppe. - Ricoverato il 17 ottobre I<J48 al Reparto Infettivi dell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi: ipertrofìa cronica delle pmotidi. Apirettico. 19 ottobre 1948: prima fiala d i butirrato di n. esile c bismuto. 21 ottobre 1948: seconda fiala dello stesso preparato. 23 ottobre 1948: terza Jiala dello stesso preparato. 24 ottobre 1948: migliorato. 25 ottobre 1948: yuana fiala dello stesso preparato. 31 ottobre 1948: ipertrofìa cronica delle parotidi scomparsa. 'f0 caso: Soldato T. Mario. - Ricnvcr:no il 19 ottobre 1948 al Reparto Infettivi Jell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi: ipertrofia cronica delle parotidi. Apirettico. 21 ottobre 1948: prima fiala di butirrato di n. esile c bismuto. 23 ottobre 1948: seconda fiala dello stesso preparato. 25 ottobre 1948: terza fiala dello stesso preparato. 27 ottobre 1948: migliorato. ;3 novembre 1948: l'ipertrofia cronica delle parotidJ (; scomparsa. 5° caso: Soldato A. Antonio. - Ricoverato il 10 novembre 1948 al Reparto Infettivi dell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi: ipertrofia cronica delle parotidi. Apircttico. 12 novembre 1948: prima fiala di butirmto di n. esile e bismuto. r4 novembre 1948: seconda fiala dello stesso preparato. 16 novembre 1948: terza fiala dello stesso prepara w. 17 novembre 1948: migìiorato. 19 novembre 1948: l'ipcrtrofia cronica delle parotidi Ì; scomparsa. 6• caso: Allievo carabiniere R. Antonio. - Ricoverato il 5 novembre 1948 al Reparto In· fettivo dell'O. M. Celio, Roma. Diagnosi: ipertrofìa cronica delle parotidi. Apirettico. 7 novembre 1948: prima lìala di butÌI-rato di n . esile e bismuto.
100 <J ncn cmbre 194~1: seconda fiala dello ~tesso preparato. J t no,·embre 1948: terza fiala dello stesso preparato. 12 novembre 1948: nugliorato. 14 novemhre 1948: l"ipenrofÌ,l cronica delle parotidi c .,.·ompar~.t.
Seguono altri 3 casi in , ui 1'1pcrtrofìa cronica della parotidc è scomparsa dopo ~-'4 iniezioni d i Crino,•al \' alc:h.
L'a~sociazionc di butilr<~to dt n. t•..-ilc c bismuto (Crin<»-JI-Valeas) nella cura dcll11 IMTOllll epidemica c sue compltr:l71nni (orchitc • ipertrofia cronica della paroridc) ha Jato 1 seguenti risultati: J. In tutti i 99 cas1 trattati. J1 .. ui 53 affetù da pa•ouclt' \emplicc. 37 da parotitle compiKata ad orchire. q Ja 111ertrofia cronica della parotidc. 1 risultati si sono manik ~tali ottimi nel giro di poch1 gwrm d1 cura. 2. Fin dalla scconda-rcn:a 1niczwne (praticare a giorni alter n•). si è a' uta, nell.1 quasi total ità dei casi, la cadur:. della temperntura c Jopo la quarta iniezione si è osscr vnta, in genere, la scomparsa della tumefazione della parotidc c dei testicoli. ~· • La terapia con butnrato di 11. esile c bismuto costituisn: un recente sistema di cu ra del la parotite epidemie:~ c ~uc.: ,omplicazioni su cui si è rc\o manife~to il potere risolvente del preparaco. 4· • Alle dosi impiegate il butùrato di 11. eJile e bio,muto ~ stato sempre perfetta· mcntt' tollerato. RIA~~t>'T<J. - Sono o,t.JII tratl.lll tfo} casi di parotitc ep•d~:m1c:a c ~ue complicazioni (orchite-ipcrtrofìa cronic.:a dcii.• parotidc) con il butirrato di 11. esile e bismuto. Detto preparato ha dimmtrato ottimo potere ri~oh·entc. ~pecic a c:arico delle compi icnion i della parotirc .
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• IMPORTANTE! Pubblicheremo fra breve,
riprendendo un'antica
consuetudine,
«RUOLI DI ANZIANITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO M ILITARE, aggiornati
alla data di pubblicazione. Preghiamo i Colleghi che desiderano riceverli di prenotarsi tempe· stivamente rimettendoci, a mezzo del nostro c. c. postale n. l 8551 , la somma di l. 160.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• ••••••••••••••••
Chirurgia. La febbre negli .•pie·n ectomizCiornale Ira!. d i Chirurgia. \'o l. 1\', n. 11, non:mbre HJ4X.
T oRKACA:
zati.
Nel Ùet·orso po~t-upcrawno della ~rk nectomia può osservarSJ un partKol.ue tipo tli febbre. che: è imerc:,,ame non per la gravit~ che può a\sumerc bu1'Ì p::r l'ori ginc di essa, che cusriru1~<.:t un knomeno eli diH1cJ!e interprcwz1onc Questo particolare ripo Ù1 11.:hb1c non c da mettcr ~i in rapporto ,·on 1nfc:t.iunc dd la ft rita operatoria, cumplica:t.ioni polmonari, trombo-flcbiti della vena splcn ka, nè ..:on le cosiddette febbri post operatorie Ja as~orbimento, in cui lt elcvaz1on1 termiche <;Qno modeste e la durala ~ limir.Ha a po rhi giorn1. L 'A. riporta le numero\1.. 1potcs1 c.:he sono state avanzate per sp1cgare la febbre negli splenectomizzati. Bond pensa ch c la lebbre sia dovuta a moditicaziolll dd sangue, wnsegucnti alla splenecromia, sull.t cui n<1lllra però non si pronu1WÌ:1 : Silveslrini, in considerazione di llJH> ,pJenc:ctomizzato per morbo d i Ba n ti febbricitante. :lll'assorbimc:nto d i proteine prove nienti tlalla scis~ione di sost:111ze ros'>il he r ht•, formatc~i nel sangue c nd teg:Ho per .tLione della milza malata, 'errebbcru, dopo l'a~port<ILi one ddla <:<tusa no\.lt. dJ~intq,rrate tlai poteri organici di d1fc-.1 l' riparazione. 1-Jcrxzd pema che la ft·bbrt pm~a spiegarsi con lesioni della coda del pancrca~. tlovutc :1lla legatura dei 'asi spie n ici c: wnscc~ti' a necrosi dd tessuto ad ipow retropc:ntone,lle: Simon all:1 diminuita rni,tcnza organica agli agenti mic1<JIIlci, L"onsccu ll\';l all'cstirpazionc della nHII.I. che ha un :nti\o potere battericida: .l d1c non sarchi)(: ronferm:uo dalle O\\tn ;l/ioni di Tloff. m:m e di H einelke. Recentemente Saarcn Jll;1.1, .1\lndn \Ìsto wmparire febbre c)e,·:ua in trt 'Pknecto· lllJIZati per lesioni di guc.:n ''· t ritornato
all'ip<>te~l ddl'urig1ne dt essa da
le.aoni pancre:Hithc (edcm,1 pancrcatico. nccrosi o panaeatitc). L·r\. ri port.l b sua esperienza ba;ata su S ; p lcncctomi7t:lll per cau se diverse (>plcnumegali.l o:ungl·suzi.l emorragica con Lir rosi cpauc:1, mal.nti.l di Banri (2), cirro'i epari,a 'pknomc.:galiLa. •poplasia midolla re 'pknomLgallla, porpora emorragica, itu:ro cmoliuw, spleumnq~alia brucdlar~.-). .':d Jecorso p<Jst opnatorio di sette c'l SI <>1 \'eritirò fehhrt·, thc.: .1ndò da un minimo th tre giorn1 ad un nwssimo d i r8. A spiegare l'origine.: di tak febbre l'A. crede di pot~rc escludere k ipotc~i '>urriferite: egli crede più proh:tbik o la formazione di essudati nel focolaio di operazione (Brogsit tc r-Zimmerman) oppure la presenza di una raccolta c.:malll.l nella profondità, che, per quanto non dJ proporzioni tali da rcn dersi diniomcnll.: r~.;peribile, potrebbe r:1pprcsenrare l.t !>orgcnte della febbre (Quenu). L 't\., però, Jmistc nell'osservare che l'origine della fehbre negli splcnectomi7z ati resta am:or;t un problema da risolvere. Il Torraca , nel ~uo intere;santc lavoro, J;\ a nche utili indicazion i cii tecnica. 1,\J>J.\'AI.\
C.: \ul/<1 mra della calcoloJt dell'ureure pelt•ico. - Chir. hai.. \ul. l L fao;,.. 2 ). nur/o-gaugno I\)4!>.
PETROB0:-.1
Il problcm,t tcrapc:util·o della calcolo'i Jdl'urctcrc peh io.:o non t: ancora ben dc tinito o.: ogni metodo di Lllra va valutato in rapporto .11 1olumc, :1spetto c contorni de l celico lo. 1\ nzit ullcJ lJlW bi asi cura va i n sl:lur:H:I al più prc·~to po~' ibil e, onde e,·itare lesion 1 gr;n 1 ;! ';1rico dd rene (idrondro,i. atroha, fenomeni :.uppurativi). L':\. riporu i 'ari mc.: todi Ò1 terapia. di\Cutcmlonc i \ ':lnlJggi c: gli ,,·antaggi. Le çure mnlithe (ta.tttamento dieteric.:o, iJropJnÌ<u l medic.:amcmo;o) 1anno 1111 z i.ttL al pitl prt~to pu~sibi le . :-Jelb crisi
102
a..: uta Jolot ifica da colica è consigliabile l'uso di belladonna c di atropina, c~r ;1s wciano il potere amispasuco alla con!>cr' az1one delJa pen!>talst ureterale, ..:he puo favorire la m•grazione dd ~:alcolo. Il metodo di Gisscl (somministrazione per os di Ioo-2oo gr. pro die di glicerina) pL1Ò rius~:ire utile nell'espulsione d1 calcoli p14-:coli c rotondi. Anche l'immissione del catetere a dimora può dare nsult:Jto favorevole in qualche caso: però non è esente da pericol1 e va praticato solo dopo aver eseguita una buona urografia discendente per lo studio del grado d1 dilatazione delle v1e escretrici a monte del calcolo. Quando i metodi surriferiu non danno cs1LO po~iti\o conviene ricorrere, senza pcrdu.a J1 tempo, al trattamemo ~..h1rurgico, dopo aver precisato il grado di mobilità de l calcolo c la distanza esatta <hllo sbocco urctcrale in vescica. Le vie di accesso all"uretcrc pclvi..:o si possono ridurre, secondo l'A., a tJU:lttro: 1° - via iliaca laterale. in d 1car~• per i calcoli fissi a 6 cm. dall'orifizio 1n vescica: 2n - ,·ia addominale media le: dai 6 ai
4 (.In.;
r· - via paravescicale: dai 4 ai 2 cm.;
4"
\ ia transvescicale: dai 2 cm. allo sbocco. L'operato Ji calcolosi uretcrale non va perduto di vista: allo scopo di evit:lre, nei limiti del possibile. le recidive, dovrà continuare a praticare cure medicamentose. dietetiche. vimminiche c trattamento iùropidiw con acque oligodinamiche. J.~n"EVAI\
SM~.,.
W. c HEr-:ROTIN E.: Le perfola:::ioni acute d.l ulceri ga>tro-duodenali e p~pti che. - Acta Chir. Belg., 46, 417-452,
1947· I 240 casi analizza.ti dagli AA. s4 rHeriMr>no agli anni 1935-1945 c sono stati ope rati da 24 chirurghi differenti. Dopo ricor'èi sulla frequenz.1 delle perfor Jzioni glt AA. constatano che quesre si npartiscono su tutto l'aru1o. Ne lla loro serie esse rigu:~rdano quasi esdusiv:~mcnte il sesso m~~«:hile. Il mass:.WO ai frequenza
sija tra i 30 c i 6o ann·. Si rr:~ua per lo pil'.a d1 ulceri ga~triche. Nello studio de. sint~.mi, hanno no .t'o che il poeumoperitonco è stato o~~cna.to
solo nel 6o% d'ci. casi. L:! lr.tllocito a, su èiata in 64 casi, mos:ra llll~ relaz:o~ tra il numero aci leu~Q(.Ì'J c liJ setticiLà dd liquido pcriwncalc:. La diagnosi non offre cifficoltà. ~ cw-a appl.;cata è :.rata nella rrugg;or parte dei. casi ·l'a.ffon.d.1me·nto per lo più con epi ploonplas ica Le complic.lzioni sono spesso polmon.u.a l ' pcritoniòche. In 59 d~i. più della metà rbuhaoo dovuti a peritonitc associata a complica zjoni polmonnri gravi. Tra le altre cause b;sogna ri.corU:l,re: due volte laJ sconoscenz.a di un'altra perlorat.Ionc (su 33 autopsie, 7 volte furono tCOIVatc perforazioni. multiple), tre rilasdo.mcnti di sutur.a, tre occlusioni del tenue per pcritonitc, quattro per O$truzioni secondarie 'Cb C1Cellùggio, tre morri per emorragia, otto <.k."Ccs-t per clisturbi. circolatori. Se la mor:al.tà globale è st:lt.a del 24,6%, gli AA. hanno \Ìsto questa abb:ssarsi. progressivamente negli anni. Nel 1945 essa. fu oel 4%. Gli AA. parlano dci fuuori o.a.i quali la mort'all.i.tà <:Dipenderebbe. All'infuori dcl.h ir.fluenm a~l tempo decorso e deUa sede della le.\i.one, si noterà il sesso: nessuna delle otto donne operate è deceduta; co~ì l'età, l)J. cui influenza è capitale: nbSut.o ì: morto ai età infer ore ai. 30 anni. Lo setti. cirà Jel liquido pcrnoneale gioca un ruolCJ importan:e. E' sta a pralicara in 64 p.-.z e.1ti un'analis1 bat.teriologicJ c la mortalità è molto più cb·J.Ia nclk: 1x:rforazioni a cultura posiriva c s~al.mente quando è s.~ta. tro>1J.ta un'assoc.i.:Jzione di parcx:chi germi. Tuttavi:~~ l'assenza di germi nel liqu no peritonealc non mette .:1! riparo di una, periton.itc mortale. Dopo qualche considerazione sulla tec1110 e l'anestcs;h, gli AA. s ud.iano i r .sul tat: lon:ani. Osservano che quando deb 00:10 ri:oml arire disturbi a ispcptici, questa si avranno nel primo anno. P .ù de lla mc· l Jei pazienti hanno veduto persistere o ri comparire tnli disturb . Quatrro c si hanno
1 03
presentato perforaziOni iterative. Cinque volte su aieci è s ato osservato un catt.vo d sultato in seguito a. gastrectomiJ da ste· nosi per ulcera perforata. La gastrecwm't\ praticata u lteriormente in un certo num l o di malati ha dato ouoni risultati. In conclusronr. per gli AA., gra7t(' at per fezionamenti dcll'aoestesio e delb preancstesia e graz. c alla penicillina, la sutura ael· L perforazione costituisce un metodo sem plice, efficace in certi limiti, ma, i eu~ risultati lontani sono cattivi. E' da proscrivere la gast:ro-enterostomii"'. La gas>rectolll.Ja secondaria assicura con una mortalità r:dot· tu (rj21) la guar.gione di coloro che continuano a soffrire. Non è perciò preferihile applica:rc la gastrectomia illllllCoiata ? Sembra risultare dallo stud :o cri'ico delle statistiche che b mortalità della g.J.Strectomia immediata non superi quella o.el la sutura seguita poi ~Ila resezione. Tuttavia se è legitt.lllO gastre:ctomh7.Jre un malato affetto da ulcera callosa che a.luimentt continuerebbe a soffrire, 9(;mbra per gli AA. inutile voler gastrcctomi77m·e un matJ;tto giovane con una perforazione acuta duodenale che ha tutte le pos.9 oil1tà ai guarire con il 9(;Jllpice infossamento. Gli AA. sono perciò f:avorevo~ J. unt posizione ecle ttica, co •si.stente secon.cio Mi:~ laret nello scegliere i malati per la resezioo.e senza troppo aumentare il rischio di retta dell'opera-;r..onc.
P. Mttdicina.
M.: Il trattamento dellu IJOmbosi corotwrio.1 con infarto miocardico mediante gli antiroagulanti. Clinica Nuova, vol. VTT, n. r 2, t')-31 lugl io H)48.
SltlFANINI
L'A. illustra k ~l<'"abilità c le lunitazioni del trattamcntc ddla trombost ~:oro narica con anticoagulanti 'ulb base dei dati raccolti nel1~1 letteratura e tlca risultati re~apcutici oucnuti in un gruppo di infertnl da lui osservati. L'esito immediato {' futuro degli cpi,odi
di trombo~i coronarica con infarto mtocardico nella massima parre dct casi appare legato a lla graviù ed alla estensione tic ile rom pl k·azioni tromboembolichc, consistenti nella formazione di trombi « murali " nell'interno delle cavità cardiache, nella zona cndcx:ardica corrispondente a quella de!rtnfarto miocardico, e di trombi nell':tlhero ~:~rtolatorio periferico con succe~si ,.a cmbolt.t polmonarc o sistemica, re>pon~ab ah: in gr.tn parre della ckvata mor· talità t h c SI riscontra i n tali casi . Contribui swno all'ulteriore c~tcnsione Jell'cx:clusionc coronarica ed al determini· smo delle -.omplicazioni tromboemboliche le particolari condizioni umorali (iperproteinemia, ipcrmosi, aumento della \Ìscosità sterica, della 'elocità da scdimentazione delle cmazit. della velocitù tli retrazione del coagulo, etc.) che caratte rizza no lo stato di ipcrwagulabilitlt tlcl ~angue circolante. che si osserva in alcune malattie cardiache in genere c nella trombosi coronarica con infarto del miocardio 111 ispecie. Su tali bast teoriche è fondato il trattamento ddl'infarto miocartlico mediante gli a nticoagu lanti (eparina e dicumarolo), capaci di limitare la estensione dell'occlusione normalizzando lo stato di ipercoagulabilìtà, dì prev~nìre la formazione tli trombi ~ìa murali che periferici. di tacilitare la parziale nsoluzionc del trombo gtà formaw~i e la nt analizzazionr del 'aso occluso. E. prdcr tto all'cp:Jrina il dicumarolo, perchè t] ucsto è d i basso costo c può essere somministrato oralmente:. Data b lentezza della sua azaone anticoagulante d1e si manifesta a da~tanza di 24-48 ore dall'inizio della sommint,tra7ione. da alcuni è usata contemporaneamente l'eparina nelle prime 24-36 ore, m:1 tale terapia combinata non è necessari<~ . rl::t to che le complicazioni trombocmbo liche più serie nel corso della trombosi coronarica con infarto miocardico sopral'vcngono tra il trr7o cd il quinto giorno. quando è già sicura la ipocoagubhilità tletcrmi nata dal dicumarolo. La dur;Jta del trattamento ~ 111 media di 4-o serrimant:. tempo in cui sia la cpitelizzazìonc dd trombo che il ritorno alla norma del1;1 iprrw:~gu labilità del sangue cirrohmc ~ono prcsu mibi lmentr complrti.
Durante.: la \Oilltnl m~traz10ne dd d1t umarolo è nccc.:~~arw Jl controllo g10rnal ic.:ro o trisenim:lllalc dell'attività protrombimca. t hc.: può abbassar~i per l'azione del oicumarolo con pericolo di complicazioni r.:morr:•gichc. Segno premomton. ì: l'ematun.t. per cui !'.\. nei Gl'i tranati ebbe cura dt C\aminare a giorni .dtcrnJ 1l sedimento delle ur1ne. RiSt:omrando ematuria micro\Cop1 L.l. egli prov1 idc Immediatamente a sospendere il dicumarolo ed a somministrare vi t:lmina ~ ogni 4 ore per 24 ore per 11:1 endovenosa. Arrc.,tatasi l'ematuria tu n prc.:sa la terapia anncoagubntc 'c.:nza ultcriori comphcanon1. Usando la tt:lnll;l ddb :,ommlm\li.II.Jonc rcfraua dd dicumarolo ogni 6 ore. fu J)Ossibilc all'A. mantenere costanti i livelli di attività protrombinica, cosicchè il controllo Jel tempo di protrombina potè es sere limitato ad r o 2 l'olte la settunana. cd alcuni pazienti potettero e~serc tr.mati per periodi di tempo da h a 18 mcs1. Il trana mento prolungato <on dJcum:lrolo è opportuno nei ~oggetti anerio~clc wtici od ipertc~i c hc abbia no in prcccden/.a sofferto di alt ri ;Jttacchi di inf:trto dd mioc:~r<.lio.
In tali ca .. i l11~ogn~• renae prcsentc però non solo d perimlo delle complirnioni emorragiche.:, 111.1 anche la tenden7:J del dicumarolo a causare una :tncmia ipocromi ca. Perciò l.: consigliabile un periodico con trollo delle condizioni em:nologirhe dell' infermo. . Controindkazioni all'uso prolungato del tbcumarolo nel tra!lamento d1 maLmic mediche sembrano essere le seguenti : 1 ° - ipoviraminosi C e K; 2" - insuHìt it•nza renalc ed e1utic1; )" - stato di debilitazione; 4'· - st;lto fc.:hh r ile gravc.:: , 5n - discra,ic ematiche (leucemia. trom hocitopcnia); 6" ipcrtuhiotH di grado cle1 ato: 7'' - ipeniroidJ,mo; go · diabete; </' - conlt'mp~~r;rn ..a rcrapi.1 um ,,tlidlici. L'A .. nel concludere che i riMtltat i cl inici c i d:ni 'pcrimcnuli sono in f.rl'orc
dell'accclt.IIJOne degli am1wagulanu nd trattamento dell'i n fano dd m10cardJO, fa ri[c,are la esistenza di ipotc.:~i cd osservazioni contraManti d:t p<~rtc di altri auwri. Difatti \.V,tnmann o~~c.:n ,, ~hl· la orclu~ionc di un vaso ~oronarico pub nserc spesso dt·rcrminata da un <'lll,Jtoma >ubintimale. Que~to ~• formerebbe per 1..nwrragia di capillari, d1 origine a1 vcntiLJale ed imimale, prcsenri" nelle placche arteriosclerotirhe. L'A., pur ritenendo ~hc la ipoprotrombinemia è ben !ungi dall'essere un segno costante.: o significativo nell'infarto miocardico. m:orda che Dolcs 111 64 casi ha riscontrato 'crnprt ipoprotromb1nc.:mia ed ha ottenuto favorevoli ri~ultat1 terapeutici con la vitamina K, che avrtbhc detenninato immediato miglioramento della ipotrombincmi~1. della ipertensione r del do· !ore. oltrr.: che una dimìnu'lionc ddb mortalità. L'azione della 'itamina K \UI dolore si eserciterebbe anche quando la morfina fallisce, il che farebbe pensare che il dolore nell'occlusione coronarica acutJ ~ì.a determinato d:~IJ'cmorragia ìntramuralc dei vasi coronarici. abbia cioè una patogcnesi che si avvicina :1 <1uella del dolore dell'aneurisma discendente dell'aorta. La propo,i?.ione conclusi 1 J dd l'.\. (: nella constatazione del fallo cht• due sostanze ad azione (( antagonistica », quali il dicumarolo c la vit:Jmina K. producono effetti rerapcutici \latisticamente simili cd egualmente soddi~facenti nel trattamcmo dell'infarto miO<·ardico. Cosicchè il problema non \olo tcrapeutico. ma clinico, dc1·e comidcr:Jni :lncora aperto alla discussione. f)' i\ 1TII.10
R. c PtRANI C. L.: l! cuore nell'zm:mia. .\merican He.Jrt Journal. n. \. mauo 1947·
LA:-<Gt.:-IIX>R~
Mo!:o • •Hcr~.;~sa.L~·e questo -.tuò:o degli ,\A. circa i rapporti tra cuore c stato uremiro, comidcrati at ra\erso un':utcnti:J LÌS.1.min~ clinica1 , clcttrocardiogratìca c anatomica d: ben 27 casi.
Dal punto ùi 't:.lu Jstologico la sola lesione carartcrisuca ~ da'a oalli perict.rd te, che è pre::.entt. nd 41 ,o dei casi osservati. Al rontrario, il m,oc:~rdio non mostra altre le ~coi che quellt. imputal::ili rulla ipcrten5iouc artcr.osa, l<=fioni cui si aggiungono w1.1 degencra7Jonc grassa diffusG, un ri gonhtmcnto oelle fibre muscot.l.fi c un t..Jc;ma intcrstizilile. Sembrerebbe cht: la dcgcn::raziooe gra~s.1 dtpcnda da.l.l'a.ncmi:J, mcn'rt. gli altri oue rep<-Tll pos>ano eSS<:rt .tttributti all'intas_..icazionc urem!ctl, pur non essendo specifici di essa. Non è qu.ndi p<>Sf~bik ihdividualiZ7arc una mioc,:Jrd te ur<.'Tlltca Le mocJ;fica7ion1 del cuore sinistro con9Ccu•ivc all'tpcrtensione, le altcra7joni miocarttche secondarie alle lesioni corOJ'klnche. b pericardite, le varllzion.i nell'equilibrio <legli elettroliti ( hc mettono capo all'ipocalcem.a e rull'i pcrkaHemia1, Wif!O rcsponli~tbili clclle alterazioni dci tracCÌialtj elcuroca1"diografici. Ma t:J]i alterazioni sono, 1n gu><.:
ralc, di minima erui.à. perchè tutLt qu<-~Ù !attori agiscono spesso in senso opposto tra loro. Gli AA. insistono sull'ìmporm,nza dell'aumento ael potass.o nel s:wguc, (X-TC:hè es.~ modific:~~
l'aspe.to• degli clcttroca.rdiogrammi, in particolare per quanto ri guOIItl~a l 'onda T. D'alt113 parte l'i.ntossi.c.-1.zionc oa
potas.s:o sarebbe la causa j!llllledjara di lllQJ' te alm~no in un QU III'o oei casi di uremia nell'uomo. Così pu.re b constatazione di onde_. T strette e alte, :.t:gno elenr.co iniziale dell'iFerkalicmia. comenre di esprim ~re un pronostico immcdia·o pitt grave. TRII· I L~1 J l
G EFlER
v..-. )., Lt:.A.'H" \\'_ (; .. L tcnn::.'l
P. F., t-.hm:R l. E. t: DwoRtN ~l : Il cuore nella poliomielite tlntt:riore ruuta Amcrican H cart Journal. n. 2, frbhr.•ic 1 947·
Senza <.'ubbio• l'ek:ttrocardiogr<~tiÌ;I, tjUC <ta nuova d~li<t~ta 9;:icnza. diagnostica, ~r·.n I!C sempre più i clinici a sen·-ni Jdl'indagioc elettrica p<-T s,clare e segillrc le condizioni patologiche c.'cl mi<X'ardio nel corSo l'elle ma1"1tt e ; nfcttive acute, sia a s<Opo 1.hagnoot.ico, che pronostico c ter'apcutko. lrtJ questo lavoro gli AA. studriJITlO ben 167 parL:enrj affetti da polcmielitc anteriore
ii.Cuta (P.A.A.) oa!
quali non cr.t ~tatu ac-
cusata alcuna r.lfdiopatit> e che clinicamente - m.1 non S<;IUpre - pn:S<:mavano un soffio sistolioo, d!al sigr.ilìcato non prect·
sato.
Di questi inh:r mi. 226 lurono esJminati cçgraficamcntc constatandosi tlcllt anomalie acl traccaro in 32 di essi. Si (: 1 oHJ'o così const::Jtan non t:'>•,en i rapporto 1n l\ ù ùel scggeno t: la lr<.·quenza ùcllt .tnomalit: t.-cgrafichc, mentre quan:o più c~S(· •ono (re quenti tanto riù l'affez.ione ckcorrt: in modo gra,·c. Tali J.ncmnlk: c()l[llf)·l·ono prcco<-< mente m l (Orso t~c!la P. A ..\ . e pePjstono per lo IIJ(;I10 parecchie •crtimanc Secondo 1 'ari casi sono :.tatt. ~~ate 1-: segut:nli pr ncipli modtfi.-.Vloni elettri che: cin--.a t l ritmo, una. rachicardi,, ~nu s:de dissociata oalla temlx:ratUt a: c rea la
onda P, essa si presem~l alta (' ;tppuntit:-~. 1l rratto PR è :tllunga·o, l'as~ elettrico è talora de"iato a sinistra; il Lrano ST sli,eJlato n bru.so: l'o11dt T appiattita, Ulvcrtita o c.i.fa.sica nell'un.'\ o nell'altra deri~azionc.
Non mancano, naturallllente, altre anomalie, di cui è ov\' :o rerò far cenno. rKIHLt;Tll
QLIC:K , . \ H \1~ :-.11
). : S/((dt .ìllll't'nignw del-
le altua::uon, della fu n~tone t:most.1:Ìca nell't'mofilùt. :\mt:r, Journ. Med. Se., L'A .•1. propo,,ito d ~l l'cmofilia pubblicò nd 1935 i risulta:i dei primi dosa~gi preCISi d i protrornhinemia,, mo~tr:tnno dte il tasso della protrombina rìm.·uw normale in quesr.l m:ù:ttti.a. La trombopbsr na è lo' e•::: d.. :~ .....;Ne. 1l problCITl;_t Jcll't:rnofìlia è l;unquc centrato su quest'altro (auore in(j~pcns~thi le della coagulazione.
La rrombo plastina esiste nelb (ra?.ione Jcl plasma_ C'All c;tkio ~ indi~pensabi !c per l.,, comcrsiont· ùt:l ,a pro rrombin.1 t' trombma. chi-. c~~_, \te~sa. tra~lobu l nicJ
sforma poi t l fibrinogeno in l'ihr M Per alcuni autori le pia~ttine sono cstr;ulcc alla su;~ forma.:tiont:; altri pensano ;mccc che esse intcrl'ongano nella cor.~gula7.Jone, I'Crsando la tromboplastin..1 nell" circolazione.
I06
B1sanoo.<.i su una serie di esper.enze scm}Jlici ma J•ettSSÌt-3Jilti una grande abilit;, di m~lD'ipolazionc
(pcrchè bisogna prcscrv:~rc
nel modo migliore il d<.lic:no equ.i.lihrio fi siro-chimico del sangue), L'A. propone wta soluz;onc ai problemi pnma oetti, giun gendo a. risultati assai interessanti. Le esperienze consistevano nell'osservar.-.: la coagulazione di un sangue cmolìlico. al quale erano stlati aggiunti \'Olta a volta
differenti f..ttori di coogula7ione. Eo:o le cons•at:uioni: 1° - !>C
si
aggiun~c
tromboplasu.na
;-a.
u.n sangue emofi!H.aco, questo si coagula com:· un sangue normale. Ne risulta che 1.a teoriJ, so:on.do la quale l'emofilia sarebbe uovutaJ alla prC!.Cnza nel sangue d1 una sostanza amitromboplastica, non è esatta; 2° • gli <:.'S t<.atti di pla.str .ne contengono così po<:J rromboplastina che bisogna domandarsi. se anche queste picx:ole quantità non siano legate all'.mpurità nell'estratto; 3° · il coru;umo della pr<l{rombino, du l'ldJYce la coogulazionc è così aebole nel S."~'nguc emofiliaco, che praticamente non è dosabile. L'indice di consumo della pro trombma., che consiste nel detertcinare ciò che resta oelLa protrombina nel siero dopo
coagulazione, costituisce a bto delb misura dci tempo di COQgularzione un e"(lffie funzion.1.lc importante ncll'emofil a: 4° - tn.1 se si agg.ungc al sangue emofiliaco o pla~ma normale o tromboplastina prep..1'1'3-ta. partendo ·dal cervello ol coniglio, si constata~ che il consumo di pro tromHna aumenta in fone proporzione. Il plasma normale e la protrombi.n:t rapprt · sentano dunque un fattore di a·tivazione specifico cella protrombina. Si osserva d'altra parte che l~11 tromboplastina estratta daJ cervello di conigl.i.o, quando si inietta dircttamen•c nelle 'e n(., provoca in nan z :mtto una coogu.lazione int.ravascoi.Jce: è possibile quinoi che l'estrauo cer<:brale conten~ l'atti\'azione allo stato libero, suscettibile di reag re irrunrdia~. mente. Nel plasma invece il fallare sJ.TCbbe allo· stato di precursore inatti\'o. La trasto:-mazione dj questo in fattore a•ti\o non si farebbt·
che prog;rcsslvamente, pen:hè una •ola trJsf()!1llazionc oi plasma~ è capace di migLorare la oo<agularzione <.l.i un sangue emofiliaco almeno per 24 ore. Lenngenhager ave,.:: già sospettato l'e>1stenw di tale pre cursore: lo eh:amava protrombochinina. Poirhè il termine di tromboplasti.na è am . messo do. tutti, Quick ha proposto eLi chiamare protr()'!D.bopl.as•iu.ogcno il suo pre<.ur sor<. :
5"
s. può ron cen rifug:tzioni rapidi'
eliminare dal s:mgue le piastrine. Se st aggiunge ad un sangue cm:)lìliaco così pri vato oì piastr:ne sangue normale pure st·nZ;J piastrine, non •i osserva più l'aumento del consumo della pro<rombina. Invece bast:t che uno dei due ~gui abbia conservato le p.astrine, perchè la coagu1.:7jone divenga normale. La prcs::nza at !rombociti è dunque necessaria c i trombociti degli emofiliaci producono gL: stessi effetti di quelli c.egli individui norm:ùi. Poi.chè bt•ogna che qualche cosu determini b trastocmazion<! del tromboplastioogeno in tromOO. pla.stinQl attiva, è logico attribuire questo fal w alle prJstrine. Questi elementi sotto l'effetto dei traum: libererebbero un enzima speciale responsabile della rrasf<KDlazione oel trombopl.astinogeoo. Nell'emofilia le piastrine conservano questa proprietà lil3 non h'anno :11 di:spooizione del tromboplasti
nogen.o. Riassumendo la coaguln.ione notmaJe <i fa in tre fasi :
l.
Attivazione C>CI tromboplas'ÌtlO
geno:
Trombopi:ISti.nogeno + Enz ' m:~ trotn· boci ari o= T romboplastina.
IL - FormJz.ionc:: dclw rroml:i.n1: Pro.rombtna + Trombopla~una Ca Ici o - T romb:na.
+
Hl - Trasforma7ic>JI(; del fibrino~:,'>\:n.o i.1 fibrin:1:
Hbnnogello + Tromb na = Fibr lLt. L'as•cnza del troml,opbstinogeno c <}Uin o: della trombiOt.:a. è ail1 ba. e delle al er zio111 diateùhc d~·ll'emofilia. Ma Lt c.ausu, di quc· sta deficienza primiti' a rimane misteri063.
P.
107 R~diologi~. \ fA RZOCCHI G. : Co11mierazioni sugli a .• pt:tti
rudiologict del/t: dt~odeniti. - Ann:~ l i di Rad . D iagn., vo l. XX, f:1s.: . 1\', pag. 214.
1948. L>al punto dt 'i)t.l pratKo i.J duodenite mer ita di essere Lonstderata come una ma lattia bene md n 1duata, l.! LUI ''ntomatologia però in certi casi può anche e~scre sovrappon ibilc a yuclla u lcer osa. Essa può sussistere anc he du sola cd t: alq uanto più freq uente della ga~tritc. "ldla diaguo'i dif~ fc:rcnzia le con l'ulcera. l'autore aHerma ~he bisogna bas<1r~1 fondamentalmente sul segno ddla nicch1a; però, anche in presenza d i questa immagine. si potrà restare in dubbio se attrib ui rla ad un'u lcera di faccia con p lichc raggiate e con vergenti o ad u na pseudonicchia, determinatasi neg li interstiz i di più forma7 ioni polipoidi ra> vicina te. Comunque l'errore del radiologo 10 un senso o nell'altro sarà giustificabile. perchL non esiston o limiti nctt1 tra d iscinesia du~ denale, d uod enite ed ukcra, che sono tre tappe successive nella evoluzione el i u na uni ca m alattia. Nel tratteggiare il yuadro radiologiw classico della duoden1te. l'autore riuni,n· in tre gruppi i \l Il tomi principali, <. •Il><:: 1° - aiLcr.JZioni delle pliche muco\e, che in casi rari assu mono aspetto chiazzato per la presenza d i piccole e rosion i superficiali; nella seconua c terza porzione il d isegno mucmo può assu mere 1':-~spcuo <~ cassettoni ;
2° - turbc dcll.1 motilità e del tono; la motili tà può c~~crc aumentata o dimmuita: \t può essere 1pcnonia e spasmi o ipotonia;
3° - tmbt- dd 1<1 ~n rt·zionc; p i1'1 \p\ ~~o 'i è ipersecreziune che diluisce d mt7/0 dt contrasto c manucne in sospcn\lorw pk coli fiocchi di mu.:o n t" l quali si il1< o r pora la barite. .\i \( gni r.Hliologiti clcn,·:~u ~i può aggiungere l"indeterminatez7.1 dci contorni del duodeno. Posta la d iagnosi di duodenite, hisogna precisare se si tratta di form::. acuta o di
forma cronll.l. Caratteri~Liche <.Ielle forme duodcnitìche ,\tUte sono h vari:~bilità delLI plicatura muto~a, !"aumento della mot ilità d uo<knalc c della secrezione mucosa. ]\"elle forme aoniche invece la p licatu ra mucosa appare ipertrofica, rigida c con deformazioni stabili: la mobilità delle pareti duodenali ì: diminuita e il transito del pasw opaco ì: rallentato: i contorm del duodeno sono 1rrcgolan ma preCI\1. l n mancanza di sufficienti riscrmtri anatom opato logici, I':J u tore pone in forma dub it:Hi ,·a :1ku nc sue :1ffermazio ni .
P. SAI.S.\'10 D.: Voll'olo ddl'urt:terc!. - Annali d1 Rad. Diagn., vol. XX. pag. B9, T94X.
GIORDA:-."0
Nel cor\o di 1111.1 u rograiÌ;I, CM:guita in donna g ra\ ida :.~Il' In iz io dd quarto mese.:. il radiogramm,l eseguito r~ minuti dopo l'iniezione dd meno di comrasto, dimo~trò che 1 ren1 erano un po' spostati verso il basso e che l' u retere destro, nel punto di passaggto tra colletto c fuso principale, descr iveva un completo r ipicgam ento su sè stesso, assumendo u n aspe n o interpretabile come volvolo. Un successive> rad iogramma di deuaglio d imost rò la ~rompar~a ddla singolare unmagiue ure1cr;~lc. ~ella uHerprctazione del ~ingoiare quadro radwgrafico. l"Auwre emcnc l'ipotesi {ht.: il nauo tntziale dcll\lretcrl destro sia entr:Jto ad t lll Lcrw mom ento in contra?.ionc c in fnsc d i ipen ono, mr nll"c il segmen to uretcrale souostan te :11 coll<:tto tro,.a,·asi i n stato d i i poLo no c t hc le tibrc mu~colarì longnudinali del condono ure· terale abhiano wolto un'azione rctraeote, ,o~Ì da sl:rarc in alto la porzione ipotouica del l 'ulttcn: Io m ha re e dar luogo alla in flcs3ionc.: \ ' t ipo (< \o]vo lo>>. L 'abbassamento d i :1h1bo i reni, rad i ogr:.~fìcamcnte documcmatt•. ha contribuito a destra, as~ siemc ;1d un mo,·imento intrin~t·co della parete uretcralc, allo ~uhilint dd particolare aspetto ddl'urctac. Il caso illustrato infine duno\tra lhe anche g li urctcri, in ct-rti momenti e per cause varie, possono a~sumere atteggiamenti, ,ja pure fugaci, rhc ricon.h1no altri
108
--imJii aspem oss::n au in altri \'ix cn a mu ~col:uura (i,c ia. N<·l te~to sono riprodotti cinque radiowammi tht: documentano l'interessante a~pt•tto e wmportamento dell'uretere.
P. S.-.t.~.~t->o Fo:-v r~>~ NE. R.
t:t \V ~rnER P.: lJocuments rudiologiques conamllnt c in q eu.; dc ht'mie d1aphramaflque. journ. de Rad. tt d'élenr., rome 29, a. 1948. p.tg. 4ì2·
\'cngono nport:Ht bre\t:mentc le storte clinllhe cd i risultati della ncerca r:JdiolcJ gica relati\i a cinque ca~i di ernia dia frammatica: tre della forma traumatica c due della forma (()ngenita. l primi tre casi non aggiungono nuo' 1 dati alla conoscenza Ji questa forma mor· hosa. Richiamano però su di essa l'attenzione degli 'tudiosi e fanno presumere cht l'erma diaframmatic:J traumatic:J ~ia ptÌt frc<JUcntc di quanto possa credersi. E' quindi opportuno vmoporrc ad es.lme r:ldiologico tutti i feriti c traumatizzati del torace, pensando :Jib possibile esistenza di un 'ernia diaframmatica. Più interessanti ~ono i due casi eli ernia diaframm:nica congcn ita. Il primo caso era rappn:semato Ja un 'er nia Jell'hi:ltus esofageo c roe~t>t eva co11 una sindrome anemica. Esso po11t ti pro hlema dell'origine dt que~ta. che accompagna alcune ernie diafnunrnatichc congenite. Nel caso particolare si è avuta una rapida guangione dell'anemia dopo la cura chi rurgica dell'ernia. Nel secondo ca:;o, raris~i mo. l'ernia dt.t frammatica coesisteva con un polmone :l< ccssorio, costituito da tc~,uto polmonarc normale ma molto :nelcn.tsico. fornito dt .1Hwro hronthtale t' con :11npia wmunica zione tra pedunc:olo bronchiale del poi mont at-ce,sorio cd esofago termlllalc. Il polmon~: .l(ccssurto all'intt•rvcnto :tppan c come una focaccia .tppiartita di tirca 12 t lllllmetri d t diametro e 2-~ centtmetri di ~pcs~o re, debordali~\' dal sacco erniario. La '.I~Lolarizza7iont· del polmone atcessorio era addom111ale. Potcht ti descritto polmo ne accessorio era cornpkto. si dt'\'e ro r1
dudcrc che esso t nato da un abbozzo ~uo proprlO, indipendente da quelli nor mali. Tuni i unquc ca'' sono stati operati con surrc,so. Dalla c1>perienz:t operawri<t pn sonate nelle ernie diaframmatichc, gli AA. concludono pronunziando'' in fav<1re Jella ,·i a alta. tra nsph:u n ca, d.t rssi consider~na metodo di \l'Cita.
E :-o tue:> \'lA: La semc:IOI!Ca rad10logu•1 dell'apparato respiratorio. - Roma, Ecli tort: .\bruzzini, 1949. L. 4.000.
L:t illatcria di <JUt·sw libro ~ trattata 111 cinque capiroli nei <JUali 'ono descritte sutrcsstvamellle l'an.nomia degli organi respiratori ron la .:orrispondente semeiotica rad10logica. la topografi;t, la radiologta della fum~wne del rcsptro, la tecnica e la tli.tgnosLka raJiologica; c1uest'ultima pane racchiude una classificazione delle irnma gint radiologiche c uno ~hema per la lettura del radiogr:11nma. Il volume e preceduto da una prefaztone del prof. E. Milani che in proposito scri,·e: '' Il libro del Via esce dalla solita fa lsariga dei trattati e l'autore ha ce.rc:no J i 6ssare col meLoc.lo originale i dati di scmciotica radiologica del polmont nei suoi tostirucnti elementari an:nomici (alveoli, acini, lobuli, zone. lobi, tessuto intersti ziale, """· bronchi, ecc.) per pa,sare alla semciotic.t radiologKa nei ca~i patologici eh(.' rolpiscono que~tt clementi '' · :-\t i si n~olt capitoli r e'posizione. che è chiar:1 c ,uffi ... ientcmentt' completa, è accompagnata da ...,hemi l riproduzioni di radiogrammt in buona p.tne originali, i llu~li illustrano gl i argomenti tr:ruati. '\l'cl complesso ti volume è una uttk guHhl per mc:diri <. studenti e completa in modo degno la letteratura radiologica italiana. ( ;randc: ,ura hJ messo l'cditort· nflinchl. l:1 veste tipogralìca fosse perfeua in ognt ~UJ parte. G. LANERI
109
SchumogrAfia. .\tEU.O C.
e ,\:-.TONIOTII F.: Le mdugmi sclu:rmografiche nella patologia del lavoro. Bollettino Schermograhco Jel l'A.C.l.S., n. 4·5. novembre diccmbrt•
•94il.
2,55 '0 alle forme atti\c e ddl 1 •·73 ",. alle forme inattive, mentre il personale Ji fatka contava nd pruno tipo 0,28 ",, e nel secondo tipo 2.59 Gli AA. ~ulla bn~c d t talt dati traggono delle giuste considcraziom conclusive fra cui la necessità di un maggiore sviluppo fra le masse operaie della schermografìa che tlovrebbc esse1c poi obbligatoria per gli addetti a 4uellc bvor<lz,Ìoni che minano di continuo le rcmtcnze fisiche dell'indi 'iùuo ed estesa, po~sibilmente, anche a• lomponemi della bmiglia del lavoratore.
Per fare risaltare il chiaro valore '-he le indagini schermografiche hanno nei riflessi delle masse lavoratrici, gli AA. <itano interessanti dati statistici. Su diverse migliaia di fcrroHcrt franl"eSt schcrmografati, Denker rilevò 1·1,2 ·~ ;\L\SS \ di forme polmonari tbc .. fra aui\'C t•cl inat· uve. c;wvt:-..Azzo , ._ c PR••:r.zo E.: L'utilità d(l In eermania. Lotz. t-ra gli opcr,ti Jel la schermografia 11(1/a diagnosi precoa l 'indu~tria pesante, riscontrò il o. t,, Ji della mbercolosi polmo11are con portico forme attive cd il 0,50% di forme inatfare riferimento agli arruolamentt det tive. militari di P. S. Bollettino Schermo ln Olanda, fra i lavoratori delle fabbri grnfico dell'A .C.l.S .. nn. 4 5· novembn:che « Philips li, da Burgcn c V an We;:cl ùicembrc •44H. furono riscontrate il 0,43 );, di forme auivc. Ourante l'ultimo conflitto mondiale, fra In una indagine ,dll.·rmogralìca svolta 111 oltre 125.000 operai dell'indumia bellica quattro giorni su 206to allievi sottufficiali degli S. U. A. 1'1,3 "o , fra forme attive cd di Pubblica Sicurezza. provenienti tutti manivc, era colpito. dal servizio atti\O dt guardia. gli AA. han Le ricerche del 1945 di Dircu, in lnghil- no ottcuuto i ~eguenti risultati: reperti terra, su 34.227 addetti a svariati tipi di negativi 11. 1845; cnsi di mnlanie Ji cuore industrie, diedero l't ,30 '};, di forme atti ve n. 5; casi di anom:tlit· del torace n. 4; cast ed il 2,5% di forme inattive. di tubercolosi inauiv:1 n. 79; cnsi di ruber Le Stazioni schermografìchc impiegare colosi attiva n. 2 1 (controllati poi c con dall'U.N.R.R.A. in Polonia rilevarono fra fermati clinicamente e radiogralìcamente presso il Dispensario centrale dell'Ufficio gli operai il I 3,5 ~o di forme auive ed inat· ri ve, mentre in Grecia furono il 7.2~ <l{,. d'igiene Jel comune di Roma). Le recenti ricerche in Italia. rondone :-.lei fa~ciwlo sanitario di ciascuno dei 21 casi ùi tubercolosi atti\·a risultavano, ~no la guida del Jon. Maisani, capo Jel per gli ultimi cinque anni, condizioni di Centro schermogralìco dell'A.C.I.$., fra il 1947-48 sui lavoratori di Chi'tt Scalo c di salute buone, tnli da poter permettere un ininterrotto servizio nella P. S. che, come B ussi dimostrarono 0.99 % Ji tbc attiva tutti sanno, t veramente gravoso e pieno e 2,48 /(, di tbc. inattiva; sugli :tddt"tti alle manifatture di tabacchi di Pcscarn c Chicli di disagi. Gli stessi :1gc nti nvenno ~upc· 1,52 "{, di tbc. attiva c 2,17 'lo di tbc. inat- rato ogni anno la vi~ita medica di raf ferma ed erano stnti dichiarati idonei fisi tivn. camente per essere ammessi al corso sot· Da alcuni dati raccolti da A n ton iotti sn tuffìciali. schcrmografìe praticate in 3.500 addetti al Gli AA. mertono pertanto in eviden7a Poligrafico dello Stato in Homn, le bioni specifiche Jell'apparato re,piratono hanno 1:. particolare insiùio~ità della tubercolosi che riesce nd ocrultani in modo sorprendato 1,04 70 di forme alti\ c l' 5.98' di dente anche tra gruppi di indi\ idui che forme inattive. Deuo A. ha :mch c rik\ ato. non mancano di controllo sanitario conti· comparativamente. che gli imprc~M>ri al nuo, c la dcci~iva importanza c utilità che rotocalco hanno dato un conrrihllto dd
110
ha, per sventare simili forme specifiche, la schermografia. All'infuori di questa, infatti, nessun al tro mezzo diagnostico, con una anamnesi completamentt: muta. avrebbe potuto m soli quanro giorni identificare su 2o66 agenti di P. S. ben 21 casi di thc. atÙ\'a ed allontanarli dalla comunità della caserma con i relam·i provvedimenti medicolegali delle competenti autorit~ sanitarie. L'indagine eseguita ha confermato l'im ~ portanza che riveste la schermografia d1 massa nelle collettività militari anche dal punto di vista ~ocìale cd economico. E' in ~ fatti evidente che l'allontanamento dal servizio dei m:ni agenti all'imzio di un corso di sei mesi (nella stagione invernale). già di per sè wtensamente gravoso per le fatiche alle quali gli allic,·i vengono sotto posti, ha permesso eli evirare ::~Itri c::~si di tbc. soprattutto quando si considerino le condi7ioni di superaffollamemo delle c:~ mer:nc c delle :tulc. Ed allo Stato è dt:ri varo indubbiamente u11 rilevante vantaggio C(onomico.
A.: Contt·rbuto dell'A .C.I.S. alle indagini schermografiche di massa. Organizzazione c sviluppo del Servizio Schamografico in Italia. Nuovo orientamento della lotta antitubercolare. -
MAJSAI'J
Bollettino Schermogralico dcii'A.C.l.S .. n . .3· ottobre 1948. L'A., che con tanta competenza e pa~ sione dirige il Servizio Schermografico dell'Alto Commissariato per l'Igiene e la Sanità pubblica, dopo avere ricordate le origini e lo sviluppo in Italia di questo servizio, di recente istituzione, con~iJera l'importanza che esso ha attraverso le sue Stazioni lìsse e mobili, in una visione moderna della lotta antitubcnolarc. Il Maisani segnala la necessità di creare sopFatutto dei servizi mobili, c prende in attento esame la funZione della Stazione scnennograt1ta nei suo1 legami con i Consorzi antitubt:rcolari e con i Dispensari. La Stazione Schermografica perderebbe ogni \igniti ato se non potesse av\alersi del
prezioso ausilio dci Consorzi antitubercolari e dc1 Dispensan, unico c sostanziale completamento Jella sua esistenza. Il lavoro che la Stazionr -.chermografica inizia deve essere poi completato da quello del Consorzio amitubercolare. Ora, dice l'A .. se questo bvoro può considerar~i complctamcmo dell'attività del Consorzio perchè non creare un nucleo, più organico e quindi più proficuo, fondendo in una unica attività e t)uella Jelle Stazioni schermografiche e quella del Consorzio, U'acndo dall'unione dci due lavori l'unico, completo e valido presidio sociale antitubercolare> l Servizi l>Chermogr:~fici cd li Con:.orzio a!llitl>c. potrebbero in tale modo co~ùtuirc.: quello che il Maisani chiama con una visione più ampia uConsorz1o prO\inciale di medicina sociale''· F. dalla creazione di tale Ente ne con~guirebbcro indubbiamente van~.aggiosi risultati, sopratutto quando se ne consideri la sua posizione nella restante organlzzazJOne dei servizi. ·on va dimenticato. a tale uopo, l'indispensabile appoggio, a titolo di collaborazione o di con.suleuza, degli Istituti di radiologia universitari cd ospeda1ieri da considerare, unitamentc alla Commissione consultiva per la tbc., come branche collaterali di consulen7.a del Servizio Centrale Schermografico. L'A. passa qui ndi in rassegna i compiti del Consorzio antitubercolare che così concepito (vi è unito uno schema), attraverso la sua Stazione schcrmogralica fissa provinciale c l'ausilio Ji quella mobile regionale, sotto il diretto conll'ollo dell' A.C.l.S., costituisce il nucleo centrale di una vasta organizzazione verso la q uale convergono da ogni Ente sociale (scuole ed ospedali, organizzazioni sindacali e collegi, ecc.) gli individui per un control lo possibilmente periodico. non solo per quanto concerne l'endemia tubercolare, ma anlhc per le infermità extra tubercolari. l Consorzi debbono essere a loro volta in diretto rapporto con 1 Pohambulatori mediw-chirurgici e specialistici, nonch~ con i Centri di cura per cardiopatici, ai quali po~~ono sml\lJre individui bisognevoli. fnfinc i sanatori, 1 pre,entori, le colonie. non-
l l l
d1l- i villaggi sanatoriali costituiscono le ultime derivazioni indispensabili per il wmpletamcnto dell'opera del C'..onsorzto. MASSA
S. e DALL'AcQt:A R.: L'esame .cchermogroftco nelle Univerjità. - Bollettino ~chermogralico drli'A .C.I.S .. n. 3· ouohre 1941<.
P Ene.:An
Cii !\.\. dlu\trano 1 risultati ottenuu in 11n esame ~thcrmogr::lliw di massa in ~:am
po universitario oeguito a Torino nel feh braio-maggio 1947 presso appomo Centro ~hermogralico iMiwito dalle autorità u :1 'rrsitarie. Le iml:!gini vennero praticate soltanto aglt immatricolati del ,~ anno nl agli stu denti del 3° c 4° anno di medicltla. Com plcssivamcme furono schermografati 152 r studenti, 120<) maschi e 312 femmine, èon 1 seguenti risultati : .11asrhi
N~~talivi t. b. c.
115; - 74,8 °0 256 - lb.5 ••
l'atol. non l.b.c. e anomalie varie
IlO- 7,1•.,
f ' tmmiru
QIO (74,3•. ) 245 (7b,8•,) 200 (16,8° ) 50 (15.6•;,) 113 (7 ,59 •:.1
17 ('i,27~,.)
Nei 256 tbc., secondo la classificazione adottata dall'Alto Commissariato per l'igiene e la sauità pubblica, sono \lati compresi tutti coloro che dimostrarono di aver avuto un lllcontro, radiologicamente visi btle, con la tbc .. sia ~otto forma di calct fìcazioni ilari o parenchimali, d t strie di fibrosi o sclerosi . di esiti di pleurite, oltre
naturalmente alle forme p tù gravi e diffuse. \.osì in ellnti nei wpradetti 256 casi di tlx. devono cs~crc considerati: radiologtcamcntc c dinicamente inattivi: 11. 237 (15.3 %); - in stadio di attività: n. 19, pari all"r,23 '" del totale schermografati, dt cui 15 maschi (1,22'ì") c 4 femmine (1,25'7<,); Dei li) studenti con lesioni in \t::Jdio di alti\ ità, wlo 2 erano in pt ccedenza a conoscen7a del proprio stato cd avevano instaur;\la adatta tcrnpia. Glt altri non sapevano di esser<· ammalati e benchè alcuni Ji essi avessero comult:no medici privati, la vag;l sintomatologia acrusata non aveva pcrmcs~o di fare la diagnosi di tbc. l noltre 37 studenti sono risultati affetti da forme spcufi<:he che, pure non presentando segni di attività, a\n,mo tale grado di diffusione o tali .:amttcri~tichc da consigliare periodico controllo dinico-radiologico. Dat dnl! sopr<~ nteriti gli AA. traggono numerose cd mtcressami considera7ioni a riguardo del sesso, dell'età, della classe sociale. ecc c concludono mettendo in evidcnz;J l"import:lnza della :.cbcrmografia nella lotta contro la che., \[>ccie nei riguardi di wllcttivir:t e convivenze, come scuole, ca\crme, collegi. fabbriche, e propugnando, per quanto riguarda le Università, rc~tensionc di tale indagine a rutti gli studenti con carattere di obbligatorietà, specie pa gli in\{ ritti alle facoltà di medit·ina, l l'adozionL di altre prO\ ,·iden7.<' antitbc: fra cui quella dell"<t'>'>btenza sanitaria agli ammal:tti. MASSA
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SPUNTI DI CLINICA. SINDRO.\IE VI CUSCH!XG ASSOCIATA A UN CARCINOJIA BRACHIA H. Dancot c P. Du\lln 1iferi~ono di un caso di morbo di Cusching 111 un uomo di 41 anni nel quale l'autopsia rivelò c:Jr~ttteristiche alterazioni dci basolìli ipofìsarj senza aumento Ji numero, un gono colloide, ipoplasia delle cortico-surrenali, atrofia delle \ it· .\eminali, aumento anormale di grasso del fegato ~ un tumore maligno del mediastintl .mteriore a piccole cellule con punto di partenza branchiale o umico e nccamcnte \·a<;eo lan:nato. a \lrutrura endocnna (Acta Clin. Belg.. ) H)48. 26~-21):;).
LE.
UN C.·ISO 0/ DERM.ITOMIOSJ'f'E ACUTA viene descmto da j. Holmes e O. \!al (Brit. Mcd. ) .. n. 4575· I948, p. sn-514) in un g10vinetto di 15 anni che soffrì d1 Jul. gravi attacchi della malatua. L'untrcs~c del C<l\0 - a pane la rarit:Ì dell'affezione. morbosa- è dato dal fatto che da un frammento di muscolo furono mc~~~ •n evidenza, con la biopsia, degli streptococchi ,,,,.,dans, ciò che d:-.rcbbe ragione alla teoria infettiva più che :~llergka della m.dania: l'A. pensa the la gravità Jel quadro cliniw potrebbe e~s::re dovuta .1 una re:vio1K allergica dei mmcoh c della pelle contro lo ~lreptococco '1ridans. dando ragione ali '1 fX>lesi th un ·:t~~ociaz1one eliologica fra la dermaromio~tl~, h pcrianerite nodosa, il lupus eritematc>~o e la sindrome di Libman Sach~.
AMIOTROFI.-1 .V EVIULC!CA. SINDROME DELLA CINTURA SC-IPOLARE. Durante gli ann1 di gutrra I94I· l i)4S è stata osscnata. con una certa frequenza. una smdrome neurologica caratterizzata Ja mizio con dolore al sommo della \<·apola, irra diantesi al braccio o al collo, quindi, dopo un tempo variabile da poche ore a 15 giorni, paralisi flaccide dci muscoli del cingolo scapola re e a volta del braccio. M. J. Personagc e j . W. A. Turner (The Lancet. 26, vol. l, 1948, p. 973-978) ne riferiscono ben 136 casi di • ui 1p in militari ingles1 molto ~pesso convalescenti per malattie o ferite. Niente febbre; ~intomo dominante il dolore. con iperestesia muscolare assai viva. La paralisi. th tipo flaccido, si stabilisce di hotto e raggiunge il massimo quasi immediatamente o, i•n ogni modo, assai rapidamtntc e fa pensare a una polinevrite o a una radicolire. A volte lesione bilaterale, ma non necessariamente simmetrica. Liquido cefalo-rachidiano nor male. Non recidive. In gcm:re risoluzione favorevole specie se paralisi incompleta. Etio lo~1a oscura. Cura: all'inizio analgesici, quindi fisioterapia. UN C ISO DI MIEL/1'1:..' UOPO V. / CCINAZ!ONE ANTIRABH!CA è riferito d.1 J. Ansell (Hnt. Mcd. J., n. 8, 1947) , he, in base all'episodio. mortale, c ad altri casi con,1mili, propone di praticare ogni giorno la ricerca della cutircalllvità ,·nccinica e procedere, a seconda dei casi, :t una cura desensibilizzante oppure a una terapia antii~ta minica quando ~i impone.: un'urgente vaccinazione antirabbica (morsi del capo, del col lo). Questo perchè il cane che aveva morsicato il paziente fu riscontrato immune da rahb1a con,alidando così l'ipotesi della patogenesi allergic3 deii.J miellte da \<ll'Cino. SU UNrl NUOVd SINIJROME DI CUERR l è stata riLhi:tmata l'mtcnzione, all'ultimo Congres~o di Mcdit-ina d i Bologna (ottobn· 1948), da Landolfi. Si tratta di una forma ùi cefalea che si pre~cnra quasi costantemente verso le ore ~ del mattino: l'infer mo \i ~,·eglia e non può ri1ddormcntar'i perchè la 'Offerenza ~ refrattaria a tutti glt
rq analgesici. Si verificherebbe specialmente nei distonici neurovcgctativi c sarebbe accompagnata da una triade sintomatica <.JUasi immancahile: astenia, dimagramento rapido, prurito intenso. Unico rimedio l'autosangue. SUL " CUORE POL. lONARE CRONICO " hanno rich iamato recentemente l'attenzione, al Congresso lntcrnaziona le di Cardiologia (Chicago, 1948), Vacuero, Espino, Fishkder e Dorbccker rifcrenùo su 150 casi (Acta Cardiologia, suppl. IIT, Hì48, p. 35). Sul '' Cuore polmonan: acuto " è olLremoùo interessante lo stud io di R. Zuckermann. A. Esranùia, J. Z:11nora e E. Barbato apparso su "Arch i vo~ del lnstiruro dc Carr.hologia de Mcxico ,, vol. 2!1, n. 4, r94H, p. 582. SIL!COSI E F,-JTTJ DI GUERRA ASSOCIATI. -· ]. LedertJ (Arch. Belg. Med.
Soc., 6- 1941l. p. 207·214). visitando numerosi minatori che ch iedevano la pensione di gt~erra, è rimasto sorpreso ùal gran numero di pa7.icnri che presentavano lesioni polmonari da si licosi complicanti l'apprez7.amenro dell'invalidità dovuta al fatto di guerra. •\gli effetti medico-legali l'A., ricordati i simomi clinici e radiografici. il meccanismo patologico della silicosi co:,,e della silico-tubercolosi, traccia tluesto schema quale risultato delle indagini: u) riconoscere CH·ntu,llmente l'esistenza di un pncumoconiosi; b) determinare le affezioni ~l~sociatc soprattutto cardiache e le complicanze parti<.olarmentc tubercolari; c) apprezzamento dei di~turbi funzionali; d) determinare. infine, la pone da atLribuire alla malattia silicotica indipendente e :u fatti di guerra. (l);, un riassunto di " Arch. \ •[ecl. Belg. ·•, f:JSC. V-VI, 1948). UN CASO DI DUI?F;TE Df'i TRAUM ATISMO DEL TRONCO viene segnalato da Loyot, G irault, Hadot e Arnoux (Presse Mé<..licale, n. 54, 20 settembre 1947) i quali . come metodo di cura. hanno associato all'insulina un tranamentu prolungato con Vitamina Br c con onde corte tr:mspancreatichc (il paziente presentava una sintomatologia neurologica caratterizzata da aboli7.ionc dci riflessi tendinei e cutanei). Il caso non è frequente c meno frequente :Jncora la gua rigione - come nd paziente curato dagli AA. dato che nei 2/3 dei casi con lesione pancrcatica la morte è l'esito ahitualc. UNA FORA!f.-1 DI VARICELLA D A RICKETSIA hanno di recente descritto autori americani e francesi. La malattia, che sembra cpidemi.:a. dall'aspcuo clinico atipico c a decorso benigno, è car.ttterizzata da una piccola escara di inoculazione, l'esantema è caratteristico. Il germe responsabile è st:llo chiamato Rickctsia Acari. (La Presse Médicale, n. 42, 1948). UN'EP/DE.\1/A Dl VAWULO I N SEGUITO A VACCINAZIONE è stata causata da un giovane il quale, prima ancora cli essersi rimesso dalla vaccinazione, aiut:~va i compagni a mungere: delle \'Jcchc. Tutti <.juelli che ehhero contatto con le v:~cchc si ammalarono di vaiuolo e nella linfa degli animali fu accertato il virus vaccinico (« Ann. Ravasini )), n . 1 , febbr:~ io l94<.J). SULL'iNTOSSICAZIONE GRAVE DA VITAlv!IN1l D2, A. Bieber, in '' Ri,·. Cl in. PecJ. >> (40: -18-2. 194ll) emette l'ipotesi di una prccon: alterazione funzionale dci centri nervosi - sistema diencefalo ipofisario - qu:~k risposta a un'improvvisa, brusca alterazione dell'equilibrio chimico-fisico del sJngue pro\'ocato dall'iperdosaggio di vitaI,nina D2. Si spiegherebbero, così, i l':tri sintomi : vomiw, polidipsia. anoressia, poliuria, apatia, abulia ccc.
In u Riforma Metli.:a >> (1948, n. 15-rG) Tocco descrive una grave sindrome tossica da iperdosaggio di vitamin:J Hr (crampi muscolari. formicolio c ~ensazioue clolorosa dei 8 -
Giornale ,!, \(ediàna .\lilit.Jt<·.
114 muscoli Jegli arti, difficoltà della deambulazione, dolore :Jrutr\,imo all'ipocondrio de~tro con diffusione agli arti. Decor'o ;~bh:manza lungo).
UN CASO DI RECIDII A DI P.-IRALISJ 1.\"F -1.\'TJLJ:. \lll1e dec;crino da ~i. ~lcu mer (Acta Pacd. Belg., 2-194H. &) 1()0). A 9 mesi e mezzo pnmo attacco risolto in tre rncsi in guarigione .:omplcta. r ~ anni c cinque me~i più t,1rdr recidiva. L'eventualiù è assai rara e sta a confermare cht: gli ammalati, in apparenz:1 ben guariti, non conSt guiscono l'immunità: cos::r que~t:r rih:1dita dal Laboratorio.
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SULL.-1 MALATTIA DI LOUSTl!."I N pubblicano un intcrc~':rmc swdio H. BbnkoiT e R. Dclcoun (Le Scapel, n. 101. HJ48). E" riferito il c:l~ di una famiglia in cui ~u 2-f rersone ••Jipite 13 present:l\arw Jd lc sderotichc bleu, uno dci 'cgru accessori Jclla ma l:ttua. In base alla polimorfa \llltornatologia si distinguono ':rrre forme dell'affezione: !.1 rnalauia di Lobstein propnamentc ùctta, la malattia di Morc1urno c la malattia Ji Ra' rna c Pccher. Gli AA. dr'iCutonu 'ull.. p:nogenesi e prospenano i risultati delle loro ricerche dioiche e umorali.
UN CASO DI PURFJ/?IA ICUT.·I IN UX SOLD.ITO JIRITA.VNICO DI 26 , /NN/ viene descritto da E. PctriL (Brit. \fed. J., 1tJ48. n. 455H). Il militare presentò 1m provvi~:llnentc una debolezza mus.:olare gcncralizzaw, 'lllilllli ~•mc,mi addominali e men ta li, lieve ipertensione. un modico incro e un eccesso di uroporfìrina lll nelle unnc. Esrsteva inoltre fotosensibilizz::r7ione ,piccata, sintomo a~sai raro ndla porfiria acuta. In una sorella del paziente fu rinvenuto, nelle urine, del porfohilinogcno. Evoluzione fa\0 revolc ma. come spc,~o a\' iene in tale affezione rnorbo~a. recidiva poco tempo dopo. L'A., che traccia dettagliatamente 1 quadri della porriria wngcnira c di quella acuLa. pt.,spctra h facilidt della dr.tgn0\1 a pano, però. che ogni \Olt:l ' ' pt.nsi a tali forme. U.V CASO DJ ESCEF IL/TE VACCJ.\'/C.-1 rn un Jdolec;cc.-ntc, guanto c:omplet,t· mente dopo 21 giorni ÒJ lDma 3\Suluto, è rifcnto da P. (,ovacrts (Acta Clin. Belg.• ~. 194!l, 167·181 ). L a complicanza 'topra\\ enne al r2." giorno dalla vaccinazione. Ricupero rapitlis~imo al 21" giorno Ji mabtti:J c in altri 12 giorni riprc~:J Ji tutrc le funzionr. Se· ...ondo l" A., nonostante la pcmib1liL~ di guMigione completa, t rimarchevole il fatto che dopo 3 settim ane Ji paralisi wt:J ic il ~·t:rvello abbia potuto rin1pcrarc l'integrità della ~ua funzione. Il successo scmhr<l dm uto all'idratazione :1bbond:rme clur:~ntc tutto il pe· riodo Jel corna e alla ~ommirmtraz.ione di penicillina .:be permi,c di stroncare le ink zioni secondarie all'inizio: tali mi~urc sono di import:JllZ:l capi1:1le per 1l trattamento dei mabti caduti in coma Ji tlua"ia" genere. FRATTURA DELL.I I'RI\1 i E SECOXD -1 C0.\7 UL./ CO.VTROLATERALE .\. Guggenheim e Cohr. rr chramano l"anenzwm ~t: ~1uc~ta en:ezronale complicanza, poco nota in lerteratura, dopo l"ullcn·enro per toratvplastica. fn 2o8 operau gli AA. hanno trovato 8 \Oitc fr:ltlura della l o della Il o d1 cmrarnbe le costole controlatcralr ( ~-~"" ), in genere al livello Jcl terzo medio della cmtola .:on (rallura trasversa completa (ì rasi su H). L a frattura fu sempre scoperta, rr.eno che in 1111 ,-a~o. radiologic:rmclll<.:.
DOPO TORACOPLASTIC.I.
LE ,. P.JRAPSOR!.1Sf "· CJucsto importante capitolu della dermatologia c:rt:ato da Brocq è ripreso c trattato diffu~;rmcntc da S. Lapit:re ne~li '':\nh. Beige Oermat. et Syphil. (4-1948, p. 40-7'5). L".\. distingue due forme: t u • la \'Ccchia parap~na'i a gocce o pitinasr hcnenfmk (.. ronica. acuta o vanrolr · torme e la \·arietà ?eneralrz..tata o paracher:ltosi variegata); 2 "'. la malattia di Rron1 (parapwriasi in planht c ,u,· \arictà rcticolate gener.tli.t· zatc J1 cur bisogna di,ungm·lt· lt poichilode! .l'ti di Ptrgc,. Jawhi. rl lupus e:.antematico, il lichcn pi::1no ecc.).
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QucMo secondo gruppo pn.:scnta ddlr .dhnità con quello della mtcost fungoide che può manifestarsi anche 30 anni dopo il dtbutto di una malauia di Rrocq. Da ~cgnabrc che mcnm.: wle affezione prc~nra una ipcr.1llcrgia ai di\cr~i allergn1t. la mico~t fungoidc dimostr:l un'anallergia (Arch. J\téd. Rdg .. fa<,c. 4' . 1948). DERMATITE DA STR./:!.PTOMIC!N /1. - Sono , t:nc se!!nalatt' . ~peci~ J .q~ l i S. U .. tormc di dermatite in infermiere addette alle iniezioni di streptomirina. t\"el '' BriL Mcd. J. .., {Il, p. 7'· HJ4H). ). Crofton c H. ~l. l'oreman riportano or:~ 4 <a~i oss.·n·ari in un gruppo di 8o infcrmH:re: irntazione mina h· cdem:lto,,1 1morno agh occhi, lalrimazione, eruzioni papuiO-critcmatose dc:l1;1 pi ega del gomito; in una le eru:rioni comparvero :~Ile dil:J c quindi irrita:tione degl i on:hi. 1'-:e~~un giontmemo d<~lle applicnioni topiche. Gtw ngione con la \mpcnsionc dd contatto lUI\ ~treptomilill.l. [' wmigliahik. pertanto, istruire il pcr~onak perchè C\ i t t nmtatt1 dtn Ili <·on il mcdi<amtntu.
TERAPIE MODERNE E NUOVI RITROVA TI. "UNA SVOLTA !MPOI?TAN TE NELL A TEH.JPIA DELLE MALATTIE DEL FeGATO» è il titolo della prolusionr all'inaugura7.ionc dell'Anno Accadem1co Hl48-4tJ dell'Accademia delle Soenzc di Ferrara. tenut:l il27 gcnna10 11}49 dol prof. G. C Dogliottt. OopcJ a\cr m:ordato i prinCipi Jtcteu~i e terapcuuu su cui " fonda,·a tino .1 qualche: tempo fà la ter..lpla delle t'paropaue in senso lato, ro. rifen~e su numero~e importanti ricerche par:J.llebmcnte e conwrdemente wndoue in Ospedali, C linilhc e L~1hor:J.tori americani i cui risultati apron<.• il t:ampo a nU(l\ i interc~~anti ec1 :~pp:tssJonanti problemi nel campo della diagnoscca. lldb nosograha t della terapia delle cpawparic croniche a sfondo cirrogeno. Il prof. Doglioui na~sumt' t dt~ute dapprima i prtncipt fisiopatologici c biochimici su cui ~i fonlla no le nuove ;:~pplicazioni tcrapcutiche c: pone poi nella giust<1 luce i risult:Jti f:l\ ore voli che w nseguouo alla pr:Hita :lltuazionc di tali vedut(:. Le st:J cistiche fornite dalle Scuole americane cd i risultati ottenuti anthc ncll'l,tituto diretto cbii'O., indicano con sufficiente chiarezza che quest:J ~,·olta nelb trrapia delk malattie del fegaro ha realmence portato noteYoh benefici ad un numeroso stuolo dt soffcrenti prima fa1:-tlmt'ntc c progressiYamente dcstin:lti ad una più o meno rapicb h nc. ed h:~ aperto la strada per studi se m prc p i Lt \'a '>ti c profondi. Dalle \':JSte '>t.Jtistirhe rif:=ritc risulta che il trattanwnto più con,-eniente cléha indi nzzarsi nel modo segucme · .lltmento nella dieta tldb ~1uota prnudica, alt:J restando la quota glicidic:J, mcmre 1~uella lipidica. rht. secondo ;Jkuni AA .. :1ndrehhc alquanto ri dotta, potrebbe. pur essa. ~ù·o ndo nltri. :1ggirarsi 'u un :t cifra 1 cl:Hil·:unc:lllc: alta, così da risultarne una ~ommin i ,trnionc tkci,amcntc elc1·at:1 di ralorie al imentari (3 oon-3.500 ed oltre, con malaro in ripo~): inoltre ag~:iunt:l gc:ncrnsa tli "sostanze lipotrope e spe cialmcntc lli roltna e di m!·ttonma (•• Key-substann di \Vm, 1n quanto la merionina contiene i gruppi CH " ed Sll cmramhi protettori 111 1·ic tlivc:r'c - della celluL1 epatica). La suddetta terapia non t'e lude naturalmente l'u~o di tjuegl i :tltri mez7.i rhe l'espe rienza ha dimo~traro cffic:aci nt"llc epatopatie (c,traui cp:uici. complesso \'itaminico R. 'ltamina C, C:\tratti cortlcOMtrrc.nali. t:n. ). T urta\ ia c.· ancor forse prematuro dire una p.uoln definiÙ\;1 in un campo cosl complt:''>tl c.· .1ncora c.osì oscuro della clinica e dell.1 ternpia. Nuove ricerche c nUOI'c cspcril·nzc wndo11t' con spirito di collahorazione fr:1 clinici e laboratorio doYranno illuminare le.: inc.-ertezzc.· c i cluhhi che ancom pcrm:mgono. La buona rimrita della nuo'·' terapia dictetico-mcdh amcntosa i h:~s::na su cluc fattori di prim:J importanza: Ja <'iagnmi pre<lllC: clw pcrmellr di intcn c.·ntre n clon· le (e~ioni anat~mi che sono tali da consentire :~ncora una rcgn''sione dt'II.J mnlattia c nna riprrsa funz.tonal c, c l't•snll:l preci,azionc diagn(J~tir:t. Perchl: IJIIC\to ~i po,~a rcalin;nc l'O. prc-
116 conizza c: propone la \i~tcmatka ricerca 111 tutti i malati di quei 'cgni biochimio c clinici che po~sano ri,·elare pn:coc.:emente stati Ji ~fTcrcnza dci 'i -.cere. Solo :mra,·erso una acwrata eJ estesa rtcerc.t di tali Jati il medico potrà porre una diagnosi precoce cd esatta ed intcn·enire con cftiraua e probabili~:<~ Jt successo a mcuo della terapia.
IUD/OTERAP/.1 DEI G. ISGU L!NFATICI E DELL.-1 :\liLlA NELL/1 .\ lA LITT!A DI BRILL-SYAJMci<Y. - La malattia di Briii-Symmery, o linfadenite full' <.:obrc gigante, è conosciuL:1 ~oprauuuo dai patologhi sì rhc nella m:1ggioranza dei ra~i "iene confusa col morbo di llodgkin, ma le differenze istologichc: fra le due malattit· sono nette ed evidemis~ime. Clinicamente, l'aumento dt volume dci gangli linbtici r:141 pn.:scnta il sintomo più app:nistt•ntc dell'affezione morbos:l, wn localizzazioni frequenti al c;n·o ascellare. alla catena tcn K:tlc, agli inguim. alla regione occipitale, e con caratteri non dttTerenti da quelli delle adcnopaùe della malattia di llodgkin. Rara la splenomcg;.~lla. Il trattamento raJIO-teraptw. d t cui riferisce S. H.ulx:nftld nel J..L\>LA. " ( ~-7-r 'J4H, p. 1!49-lh)) è consistito in un potenziale di :!00 Kilomlt\ ..1pplicati sui g;.~ngli e sulla mtlza, dost aumentate ~ino .1 ~ooo- 3000 r. in casi di sarcoma poliml)rto. :"e1 rasi di adenopatia to llitolare gigante i nsuh;Hi sono stati pressochè immediati.
L'AJJLAZJONE DEl. GANGLIO STELLARE SELL' JNCIN.l DI PETTO. sopprimcnd.J le vie del riflesso co1onario dilatatore pro\'OC:t spesso dci gravi accidenti (infJrto miot:,trdko. insufficienza circolatori:~ e. a mlta. morte imprcJ\ vtsa). Per tali motivi D. Oanielopolu (Acta CardioL. {-1948, p. •75-188) dopo lunghi anni dt t·,pericnza propone una Muova tt:, nica opera tona Lhe ha 1. hiamato metodo dd la sopprc\,IOnc del riflesso pre~sorio e l hl· ri~ulta sicuramente IÌsiologKo; si sopprimono. .:i<X·. i liklll asrenclentt che contengono le 'ie del riflesso coron:trio-costritrore. SULL'AZ!O).'E DEL • P.INP..JSIL •· (composw \tlltl·tl.:o ,irmlc agli antisp;t,mo dtl.i upo trasemin o tloLmun, u~ato per la prima ,·olt:t d:t c;runthal nel 11J4fi nel parLn~onismo) Dunham e Edw:trds riferiscono su H The Lan1.et • (no,. 1()48, n. 274) i risultati ottenuti in rq pazienti .-on grave sinromatologia: 1iduzionc del tremore, della rigidità mu,col.trl., della sa livnione c dc:i disturbi visivi; in genere ctTetti uguali a guclli della belladonna ron g lt stessi sintomi di intolleranza, sì che resta :ti medico la scelta del pre· par:tto in b:~sc alla ri~pnsta del p:1t.icn1e all'uno o ::di'altro mcdic:uncnto. L'.II.EL'DRINA i\'ELLJ;; CRISI ./S,\1.-IT/Cl-fr: ~i~ rl\d.u.1 un huon rimedio wmc: da esperienze di L. R. Krasno e \1. Crosman Jeii'Unin-r,ltil di lllinoi~ (Chicago). Es~a ric~ce a pre\enirc le crisi o a ridur n:.- gli dfetti. Una no' ità Wll\1\tl: nel fatto che gli •\:\. hanno somministrato il rnediGHnento solfato di nori.,<XIrina per 'ia orale. 1n pol,·erc:. LA PENICILLJN.I .VEL TI< ITTAMENTO DELI.F. ,\ F.Ff?ITI. - L:! "Sema1 nc dcs llopil:JUX >~ (24-52, HJ48) riporta un :1ccurato e aggiornato studio di F. Porge sull'el lit:lt ia de l tr:ntamento pen irillinieo nelle nefropatie. Nelle ncfriti acute il 70% dei casi ha ri~po~to con una rapida scomparsa Jell'albuminuria, della c:ilindruria c di tutta la ~intomatologia clinica: ri~u ltati simili nelle forme croniche :: a~~:1i modesti nelle piclonetritl. ln ogni modo. la pl·nicillinoter:tpia è da preferirsi ~rlla ,ulf;unidotcrapia soprat tuuo per la sua scars:1 to\\itità. IL GAS MOSTARD l AZOT.JTO. o diclorodietilmctilamlll:t, che ha, come sostan7a l.ltO~tatica, un 'azione 'pce~tìca 1111hitoria nel tes~uto linf.uiw, 'i ì. dimostrato efficace nella
c ura del linfogrJnuloma maligno c del linfosarcoma. ~aturalmcnte, il gas mostarda ::tzo taw t!aw la sua alra t(h'>itilà - non può soppiantare la rOì:ntgcnter:~pia. ma nei casi r:u!ioresi~tenti bisogn:. tencrlo prcscntc rome un ottimo cO;lÙiuvante.
II r P. Desal\c, \'ai Stena,ker L
\.
l krH.: hanno <l\UW, con l'uso di ipritc azotata. un
bnllamis~imo n~ultato nella cur.1 d t un <J'><l di mie osi fun~oiò:::: un mese dopo il tratta-
mento, scomp<lr\J dci tumori c delle .Hit•nopatic. Qu.1k ,ar;t l"ancnire ddi".Jmm.uro, ~i domandano gli i\.\.?
L'AZIONE ANTISPASAIODJC.l IJELL..J DfJJU?'UUNA <.. qam mc.:s~a in endenza da G. H. Marguarot, ). l. Ca~c. C. M. Cummin' c M. l. Cro~man ~he l'hanno usata con succc"o in 12 casi Ji di~c,rdine dell'apparato g.htroduoden.tlc. in du~· ddk 'ic bihari, in c:ìnquc del sistema unn:1no . .-\zionc imcma ,. pronta. ,·ariamc da una a 24 ore e più, supcrtorc di grJn lun)!a .t <luclla JdLnropina. In gcnert· 10 mgr. p~·r ,·ia 'ottocutanea, ripetuti se non si ha subno l'effetto. COL TRATTAMENTO .-/SSCJC/.11'0 .dC:IDO :V/COTJ.'V/CU-F.P..JIUN, l . l. 1\os-
bm avrebbe.: ollcnuto intcrcss:mti r i~ultati nella cur:1 degli actidenti ce rcbr:tli di origine .:irrol:noria. Dati g li insuccessi nel !t: cucdalo ma !aci c della terapia ,Kctikulini< .1. t.llt mctodu di cura merita di C\\Crt· esperimcnr.no. (Rn. \{éd. dc Li~gt·, 3-194H. p. 4'14·4lJS}.
CE:,·EI?I'.JZIONE TOT.ILF JRTJCOL.IRF. CO \l t TR.JTT 1\IF..\ 10 DELL ARTROSI DEFON.\1 ANTE {)OJ.OI<OSA. DELL'.-1.\'C l. già propo,t:t c· 'pcnmt·ntata da Ta,·c,nicr, fa dire a S. T cndT (Minerva Medica, 41, 1~ IO- Il)4lS). che: ha ottc:nulo ncl1'8o% tlei suoi '·'" la ~compa r ~'' immediata dci dolori, 'hc c~~a rostitui '>..:e llll m~·todo di t'lezione capace d1 apportare b ''ompar~a non solo dci ,intomi doloro~i 111:1 ;Jnth, dei ù.isturbi soggetti' i pilt gravi. NELL.-1 .\1 IL l T TI.·/ D./ SII: NO. che 'iene •ombattutJ con i più '' .IIIJII mezzi terapeutici, R. De Robcni!> ha ottcuuto soddisfacenti n'uhati wn l'uso Ji una ' ( luztone di 5 cc. di ipo~<JIIito Ji ~odio al 2o ';., pt·r 'ia enJO\cnosa. L'utilit3 tkl n.tttamuao i: ''a curaù1a che protlhmica. (La Settimana ~iecllca, n. )6- )<J. 7-2:-\ 'ett. 194!l}. CUR.r1 DELL'EMIPLEG/.1 lJ.I I CTUS. In cmiplegil', d isartrie cn. da i,tu,, Jatanti anche da mc!)i, F. Carrt'ga l' D. Kroge (Scmana i\kd., 54-~77. 1<147) hantw .11 uto !)Uccessi brillanltssimi con un loro mttodo di cura b:h:tlo ,ul!'e~tra7ionc abbond.tntt Ji l.c.r. eJ immedt.ll;J inie?ione endorachttka di uguale tJU;lntità di una mi\<'da di ossigeno (95 n) , .umlnde carbontc 1 (::; ). Lt dilatazione Jc1 1 J\i cerebrali prodott,l tbll'anidrid:: c:trbontra farebbe \(ompanrc· lo 'Pa!)rno dci capdLm 'oprattutto di 'iudli della 7ona emorragica. Si a1Tebbc anche un'azione inibitricc ~ull.t ripet iz ione dc~li 1<"111~.
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NEL TN.ITT. IME!VTO /JEU.'APOLHSSJA. K C. Ci lben c Cczo~ dL Tokats hanno ripreso il mt·todo di Lcrid1c <On'i'tente ndl'atH'\Il''i 1 dd g•111glio \Lellan· a~siru rando che la prc..:cx:ità dcll'intcncllto ~ alla base dd .u,n·,,o. IO-l) minuti dopo l'iniezione compare un:1 ~intlror11e di lllirncr t migliora lo st;llo ncurologito con ••p•e~a della coscienza, della p.trola. c regre!)\iont• drllc.: pMalisi. L't.:tTetto h..:ndico può n<Hl t'\\t'l't duraturo~ allor.1 <011\ !enc ripetere l'inrnn-nln dopo 12 orl. In 2) tasi co'Ì tl.llt:lll. gli _\ \. hanno registrato l<) ~uccessi. :\atur.llmentt' tale tr:ttt:l111llllo 1;1 a'socia to a 111111 gh altri prcsidi i rerapeutki dd c:tso. (!.A.M.. \., 1 )6 Hì48, p. O)l) Mie;). )IELLE CEF ILEE D ...J 1<./rJIJ f.VESTES/.1 1.1 , ·i t.unina fit enJoH·na (: d.1 prc· ferire agli :tltri rimedi secontlo tJU:llllo - già ~cgnal..w dal \lanstein <ht· llt' :1\t'Ya nperimemato d bcndìt·o effetto n..:lk emicranie 'Ìt'lll' nmfcrmaw da \'. '-'.1pcgno t· l. \'ajo (~t\ ra\\C. n. 1. gennain-lt:hln.uo 194iì). l>o\i \1\;ltC.:: )-1.2 m~r. IHI , a'i lie' i. ~i no a 25 mgr. in <.jUl'ili ir:n i. :IUITlclll;thili in oso di hi,ogno.
.-c.
NEI.L'EM ICI~. I J\1..1 PANOSSJSTJC,.I, l'uso di n:wt"<a iua cndoYcna (to di r>:corcaina AB) h:t dato buoni ri,ull:ni a ( ;, R. Perroni <ht l'ha esperimcnt:11.1 con sue
CC\~0 ndl.l Clinic.l Medica di .'v(essina in uue donne. L'A. :1Cccnna alk varie teorie sulb genesi dell'emicrania ]Mrossi~tic.t e si mc.:na di precisare in un'ulteriore pubblicazione 1 risultati dehniti,·i sulla riper, us~iom: delle inic7aoni endO\'CnJ di rclOrcaina sui v an ~istemi organici. (Riform,t \kdKa, 6r, '947· p. 2~ 24).
LE INIEZIONI DI SOLUZIONJ SCLEROS,Il\'TI ~ono state usate con un •cno $u.::cesso nelle ''arici c...otagec·. \loer!>eh le ha us.lte in 22 '"" (malattia di Banu, prima o dopo ablazione dcll.t milza. c cirrosi epatica con ,intorno iniziale un'ematemesi ma~ siva), e in 12 ha ottc·nuw l:J ..-,·ssazionc deii'Lmorragia. TI metcxlo t: controindicato nei casi 1.0mplicati di varici dd cardi'" che po'sono essert' o;coperte con la gastroscopia. :--lei ca'i nun imett;tbili l'A. rtcorda due metod1 ..:he hanno dato buoni risultati: l'an;l\tomo'i Ycna portJ 'cna ca\ a (li! Rlakcrnore) c la rc~ezionc dell'esofago c del c:mlias (Ji Phcrnistcr). IL TR 11'1'.-;l.\IEi\'TO 11/..: IJDLESON DELL.·I \IEUTENSE (sulfadia7ina a~so ' i.ll.t a piccole trasfusioni di sangue) è sl.IW ripreso da Mac D. l lolme' e R. Hughcs (Brit.
\led. )., q nov. 1948), che in dut: casi hanno ottenuto una rapida rcmi.,~ionc ddla sinto· matologia cinica. E...,j hanno u~ato 75 gr. di sulfauiazina i11 poco pitl di una \CLLimana c 2!lo g1. di 'anguc per 4 \Olte <l giorni alterni in uu caso. c. nell'altro. ~o gr. in 4 giorni c.: tre tr:J~fu,ioni .1 di)t.ln7a da ~ .1 '5 gwr111: la pnma di 2iiu ~r.. la 'cc:onda da 420 gr. c b terza di 112 gr. ESPEI<IE.\lZE NECEN7'1 .VEL TR l'fT HJE:VTO f)f.'f LI SIFILIDE.
S. La
pi~:re, in b.1,c: a lunglu c.: coscienziosi ~tudi, è: arri\ a tu Jlla wndusionc: <hc l'uso ,,.,-.oc.·iato
di no\·oar~c:!I<Jhenzolo c hismuto, in una <Ura suffilit•ntementc prolungata, resta il migliore sus~idio u.:rapeutiro. lnbtti la pc:nicillilla ha dato ddlc d t~i llu~i(JflÌ c gli arseno,~idi non 'i sono Jlmo,trati pi\1 effica<i dcgli :Jr\cnohc:nzoli. Tutt'al più css1. per l;1 loro minore: tm'>Kità, riu.,.:iranno utili neglt cpatopai!Cnti , nt"i \Trrhi t> nrglt imollr1 an ti aglì :Jrscno hwzoli. (Re'. Mfd. dc Liì:gt·, ~ 1948, pag. )l)·') l ?). L.:S .VI.. O VO 1.\'SF.TrtCJf). l E' lf. \.lETOSSICUJRO ·. aftìnc.: al D.D.T., prcPont dc ).tmours c C . .:hc puù c~serc U'>.ll<> in pohcrc, per nchulin.a;ioni e i11 .,o]nziune oleosa. Pcr r n~HIC cflic:Jcc per uwlt i s~imo tempo spruzzato .. ulk pareti dome~tit h~. . par<~ro d:dla Socit"t:l 1-•. 1. du
.\'EGLI EPITiiLJOJ,J/ SI. l CELLl.JLIRI O lE SNVO CELLl.JL.IRI, come anche :sui naevi in ,·ia dt tra.~(orm,tl.iunc, ri~pondc bc11e l'uso di podoflllina per via e~terna. 11 sucn:~-.<> di tale:: ll'Jttarllento •' 'ol:lto ~e~n:~ latu .t! 61' Cungrcs-;u dell'" :\ssoc Francese per il Progrcs:.o delle Scienze . . luglio I<J.I~. da Wy,s-Chud<~r.
L l TINOTRION .1 NEU.J:o; INFEZIONI LOC.,IU. F. Sciclounofl c S. Epinry hanno U'l.llo la ti rota icina. in soluziunc c in pomata, nella c ur:~· di 32 malati con foruncoli, ulcere 'aricosc, pia~hc: opc:ratorit· infcuc, ostt>omaehti e alrn: in[ezionl locah ott<·ncndo ~u..:ccs~i .l\S:ti incor:~ggi;lnti in hc11 ~o ca~i. Risposero ncgati\·:tmente altrawunento un:J piag.t nccrotica in diabetico e un'adenite ingtrìnalc fìstolizzat:J neopl:tstica. ln T) casi fu a~so "i,Ho !'u.,o th '>lllfamadiri. (Snveiz ~ltd. Woch .. ìH. Bo'). 144!l). PE.\'IC:IILII'v l N /010./TTIVI. Lc>tt·t .._mith, dt:i Labor:nori da rit:erthl' Claxo. LOillrando una muiT.1 Ji penicillum nutatum in un rnezzo contt>nentc una piccola tluanm:t Ji Lolfo radioalll\0, è: nuscitn a produrre: •· pl·nicallina radioattiva"· Tmeress.HttÌ espe ricnLe su1 gcr mi 'OliO state fatt<' con tale prqJ:Jrato JJ D. Rowky, S. \fillc:r e S. Ruwlands i yuJii, d.ri risultJti ••vuti, pensano che l'azione dclln pcuicillina non .,:a quclb di soflu.:arc i germi ma Ji pri,·arli. invc.:e. di ljUalcht· sO>tanza vit:tlc al loro 'O~tt:nt:tmemo.
INFORMAZIONI. JL 2' t-'ORSO DI PR/:.1' tR,/7.10.\E TECNJC.J ::.u/.1. l 'ìCHERMOGRAFIA l. ,t,lto tnaugurato ti 20 bctutaio ultttno nell'Aula ~lagna dcll'l,tnutu ~uperiore di Sanic.\ d.tll'.'\lto Commis~ario pet l'Igiene è ht Sanità Pubblica, on. prol. M.mo Cotellessa. Dopo il saluto ai presenti dd prot. Mais..tni, Direttor: del Corso c Capo dd Sen·izw Schermo grati.co delrA.C. I.S .. Lhe ha tenuto a mettere in rilievo l'importanza della ricerca schermogralica, il prof. L'Eiwre, scgrrtario generale della Fcdcrazion<.: italiana della tbc., ha ringraziato l' :\l tu Commissario }Xf la vi 1a wmprensiune dimmtrata verso i problemi dcll:J tlx. in Italia di cui l'attuale iniziativa (; una delle più prolicuc rcalizzaztoni. L'on. Cotellessa ha ribaòito la ncu;~,ità di tale collabora7.ione l' ' l è ,otfcrmato ~ull'importanza della diagnosi precoce nella lotta antnuhercolare. Infine ti prof. Arrili h.t tl'llUto la lcL.ione inaugurale parl.tndo del • ,ignifìcato. tnd.t gini, limiti e S\'iluppi ...Iella ><.hcrmografia . E ci ha fauu paniLolarmente piacere la rir \OCaztone del nostro mdimcmu:abilc Federico Bon:hcui the, in Italia, fu uno dei primi 3 tomprender<.: c a ~ostenere l'cdrtttvù \'alore Jei nu0\'1 metzi d'andaginc. t\lla cerimonia era presente il no~tro Direttore Generale dell.t Sanità Militare. gcn. mcJ. prof. Ferri, che gentilmente fu in1·ir::no :t prender po~to fr:~ le autorità al banco della prc~idtnza .
Il concetw della Sthcrmogralia di massa. ~pecic prn.,o k , olletti1·iù e <.'Oll\'!Ven:tc ('>l.uole, lollegi, ca~erme. Ln.J. 'i ì. oram:1i ariermaco, ndlt pm,ahahtl c nei suoi limiti. ~•a .tll'cstcro L·he in ltaha dimmtrando !.t grande importanza d1e e~so ha nella lotta an t itubercolare. Il Sernzio Schermograhco ~ \lato ufficialmente istituito an ltaha pre~~o L\lto Com massariato per l'lgiene e iJ ~anità Pubblica nel nmembrc IC.J45• .t"umt·ndo uno wiluppo ~mpre più intenso per merito ~pl=dalmcntc del dott. ~Lmani, capo del ~en izio ~tes ..o, t' nm l'appoggio della ~1assiont: Italiana dell'U.N.R.R.t\. Attu:tlmentc t:tle servizio, «>n le sue ormai numerose st:ti'.ioni tì~~c c mobili, c con un vasto programma di ultt•riorc sv iluppo, rappresenta il r icono~t· im cnto ufficiale dato dall'Italia alla schermografia gu:1lc mt·zzo essenziale per il dcpi.rtage ddla LUberwlosi fra gruppi d1 popolazione apparentcllìc:nlc sana. La nostra Direzionl' Ccncrak da Sanità. subito comprrsn dcll'incalcolahile importanza che le ricerche sthermogratìche (Xh..Oilo ;l\'ere nel campo militare. mprattutto in rapporto al giudizio di idoneità Ji,ica al .,en•i.-:Io militare, ha in attuazione tutto un vasto pro gramma di applicazione pranca della ~hermografia di ma''" nc:II'F.serciro al fine di ';{)Hoporre a detta indagine radwlof:ita tutti i cittadini che hanno obblighi di le\'a. L'attttudine fisica al scn·i;ao rmln.tre sar3 perciò \'a~li:ua anche ton l'e>amc schermo grafico cd è evidente l'importanza sociale di tale controllo. 'ia pl'r l'accertamento di tormc: attive ignorate. sia per l:~ dispensa <bi nnnpiere il servi;oio milit:Jr(· di coloro che all'esame '!Chermogn1fico dimostrino di avere avuto un importante IIKnntro ron b tbc. soltanto rad\ologic:.u nrnte a pprezzabile. Sebhenc l'applicazione dcll:.t ~dH.: rmogralìa nell'Esercito non potr~ avven ire che pc:r ~radi, in rapporto soprattutto alle: po,sibilità di ùisporre di un numero considerevole di Jtazioni schcrmografiche fisse l' mohili, tuttavia. con la gcntik <Ollahorazione Jel Servizio Schermografico deii',\.C.I.S. mn il C)Uale sarà pos,ihdc arri\are a una reciprocità d'a impiego ùci risperti\i impianti sono stati già eseguiti Interessanti esperimenti eli 11.:hcrmograiìa di ma~>a che 'ar.mno ulteriormente S\'iluppati. L'OPERA DELL.J S./N/T l' .\IIL!T. LRE ITAL/./,V l l\ t<USS/.1. In " Ra, segn.t Internazionale di Clinica e Terapta ,, (n 21-22. r; nmemhn: 1q4t!) leggiamo una
120 ::~ppass10n:na rie\'OCazione ùclla nostra Sanit~t Militate in Rus~ia di D. (;. Della Lo~gi.1. già otoi:nra del cc Centro Chirurgico di Worochilo' graJ "· Il rollega Dd la Loggia nport.l, fra l'al.tro, un encomio Jeii'Tmendemc dcll'8" Armata, gcn. Biglino, che tra!Kri,i:llllO perch(: rirorda ancora una volta la ligura nobilissim.1 clelia medaglta d'oro Bocchetti ::~lla cus memoria saranno presto rese ~olcnni onoranzt': I'TE~DE:-.:Z.-\ >S· :\ R:-.IAT.-\
- ~ TA TO
N. 2107, ~M Ot;c; t,: rro: Colonna Sanitaria T. C. Spo~gnuolo.
~1.-\G( .!OHI:.
P. :\-1. t<•.!.
) ) HJ.B
lnd1rr::u omessi. ~cll.t none del 23 gu111aio una ~r<J\\a <olonna. al comando del T. colonnello ~p.1 gnuolo, rostituita dal pcNm:lle degli mpetl.lli di risena N. 4 e . 7 l dagli osped.1h d.1 campo 23H lh8-829, usciva dalla c itt~r d i 'v\'oro<hi lovgrad cd affrontava, ~u tro una violcm;t tempesta di neve, la biau.:a sguallida opprimente immcn\ità deiiJ ~teppa. L.1 lolonna, retrogu:~rJia delle trupp. c; Jei :.en i11 dte nei ~iornt prc<edcnti a\C\:11\o abbanJonaro la città, non ;l\·cva altra J.lWtezionc eh~: lltu.:lb dat.l dai lUori l dalle armi di coloro che la costituivano. Una nuova bella p:1gina è \'enut;l ad aggiunger\t .dia sturi::~ dl·l ~en i ziu ~.11llt.trro militare. McJid, soldati di Worochilov,gr::~d: avete condu~o degnamcnt<.: il ciclo della \OStra attività insziatasi il 15 agosto sotto l.t guida del col. mc:d. Roccht:tu. n l a' ete onorato. come meglio non 'i sarebbe stato po~~ibilc, la memori.t dd \·ostro c.tpo .lllimatore in \ita ed oltre \ it:t Ji ogni impresa cui val~ono fede e ~aailil io, le 'ir11'1 le sole virttt lhc itnno i grandi popoli. Il Generale illlendente: f.to CARLO BIGLI 'IO
CO.VFERENZA DIPLOHATIC.J /.VTER.VAZIO,\ .JLE DELL.J CROCEJWSS.J. - 1L .!l apnle p. v. a\ r::mno 1nizio a Gtne\ r~l i la\ori JX:r b Conferen7il dtplom:ttila internazionale Jelb Croce l{os~a per l'elaborazione di nuo'e <Otl\'enzionJ umanitarie dc:stin.lll a proteggere le vittime dell:1 guerra: qucMioni già e~.1minme alla conferenza imcrn:11.ionale del la Cr<Xe Rossa tenuwsi a Stocrolma nel l'agosto Hl4R alla quale l'Ital ia partecipe> con una sua delegazione. t\ Gine\fa saranno ri,edute in modo definiti'<> le con\enzioni dd 1929 (Ginc\ ra) c del IIJ07 (l'Aia) c sarà redatto il testo di una nuo\ a lOil\enzionc pa la protezione dci civili in tempo di guerra: s:lranno inoltre tradotrc 1n .lccordi internazionali ie risoluzioni c gli emendamenti di Stocwlma. Rappresentanti del Miniqero dd l:1 Difesa alb pros~ima wnkrcnz;1 saranno. per l'Esercito il gen. med. Ferri, per la ~brina il gen. mcd. Pcruui, per I'Aeron~u1 ica il gen. mcd. Marulli. IL Il/ CONGRESSO !STER.\' IZ/0.\'..JLE DI \IF.DJCJ.VA DELL'.JSSJCLN.-1 ZIO.VE. •ono l'alto p:nronato deii'A.C.l.S., si .,,olgcrà, lOme già :1nnun..:iato. a Rom;-. nei giorni 6-7-8 e <) giugno 1949. Il gcn. med. prol'. Ferri, Capo ddla Sanità Milit;lrc dell'Esercito, (: stato d<.:.,ignato qtwle rapprescntatllc del Miniqero della Difesa nel Comi tato ù'onorl' del Congrc.,so. Nel pro.,., imo fasòcolo daremo dcnagli;ttl' noti7.ic dei l.t\ ori tn programma.
L'.\ (.(J,\ -CORSO PER ESAMI a 4'i pmti Ji mcdiw pro\incialc agg•unw di.! d.t"c in prm·a nell'i\ m mi ni \trnrone della S.l!lit:t J>uhhlila ~· \lato indetto d:-111'.\ lto Commi,_ sariJLo per l'fgienc c: la Sanità. Un terzo dei posti l. riservato agli Aiuti c As\Ì~tcnti l.Jni,er.,itari. 1\on pos,ono par tecipare ili concorso coloro i quali abbiano già pre~o pane a due prt·lcdenti cotKor.,i an.1· loghi ~cnz;t a'-er con'e~uito l'idoneit:l.
I 21
Gli aspiranti de\Ono pn.:~cntarc: le: Jom.111de c i documenti rc.:lati\ i alla Prefettura della provincia Ji residenza c, per la Siulta, al wmpctcntc Ufficio della Sann~ Pubblica. Il termine del concorso scade il 12 aprik del torre nte anno. Gli aspiranti non devono aver oltrep<hsato il 35" anno; tale limite di c.:tà è dc,·aro ai 40 :lllni per i Reduci c i Partigiani; per i ~lutilati t' per gli l m ;lltdi 1 hm n i di ed wno eJe, ati ::1 44 anni.
LI/ NANCA DELLA PELLE è già in ;Jtti\ itiì pre~so l'Ospedale ,IJ Srokc ;\lande' ilk (l ngh i l tcrr::~) fondata dal chirurgo A. Flatr. Que~ti ha trovato il modo di consen are a
lungo la pelle prele\·am ai pazienti in attesa di pr<xcderc .all'intc.:ncnto nelle più f:l\'orevoli condizioni. La conservazione si m;:tntienc per oltre sci mcsi. Il Han ha avuto 1'82°(, di successi rol suo metcx.lo (la pelle viene posta ~u uno straw di garza impregnata di lanolina o vaselina o altri grassi, arrotolata <;tn:ttamcnte c ttuindt posta in una honigh.1 che \iene immagan..inam in frigorifero e tenuta :l temperatura di poco superiore allo o"). TI muodo, come è c)\ Yio. nesce soprattutto uri le nelle: operazioni di pLhth.J . ... E QU'ELL.l DEI H.·ICILLJ TUliEJ?COLARI l' '(lrta dt 1ercnte in .\merita per J'iniziati\a della •• Awx:intone '\Jazionak contro la Tuherwlm.i • fX'r la rolti,azione dei bacilli tubercolari che poi vengono. a second:1 delle richieste di'>tribuiti ;l i v.1 ri istituti e agli studio~i . LQ SCI)po della hanr:1 è quello di darr b pos,ihilità di usare nelle ricerche ~u lla tube rcol o~i banlli di pro,·enicnz:l c \ 1n1len7a acct:rt.w.:. PRO/EZIO.\'/ DI LJHR/ PER .-/.\1,\1 /LITI. - Dal 1<J4) negli S. U. sono in uso negli o~prtbii alcuni ~peciali app.1recchi di proiezione per la riproduzione sul '>ofhtto della CJIIllTa dci degenti di testi Ji libri fotografati in microlilm. La hont21 del metodo è dimostrata dal fatto l he nel 1947 lfJilO Ili funztone 1000 protettort nrg-Ji (),pedalt .\llttari Americani, c i titoli dci libri in mi rrofìlm raggiungew1no i 1Kf.(l5. t\ <:<lpo di tak organizzazione è la " Proiectcù Book~ inc . . fondata cb E. Power.
IL PI<OF. FERRUCCIO IJANISSONI, di1 ::ttorc tkl Centro Studi di P:.icologia del Consiglio 0iazionale delle Rirerchc c membro ddh1 Commissione !\lista Permanente per l:1 Psicologia Applicata aii'E-.ercito, alla qunk h:1 d:no c dà hn dall;l cosutuzionc tutta la sua geniale fattiva t:'>pericnza, è st:Jto nominato Ordinario di Psiw l ogi ;~ :lll'Uni\ersità <.li Trie\tC. I nostri rallegr:~mcmi ptù 'i,·i e affettuo,i. COLLEGHI Ll/JI!.J</ DOCENTI. Il rcu. colonnello mt·diro della marina dotr. Giuseppe Pezzt, redattore-capo degli " .\ nnali di .\lcdicina :-.:J\':Jic c Coloniale •. ha conseguito, nell'ultima -,essionc di c.:sami, la lih('ra docen7a in Storia Jella mnhc11w. Il prof. Pezzi è autore Ji numerose e intere~santi~sime pubbliutzioni oltre l he nel c:.unp<• della Storia della mcd trin:~, in mn liri na n:l\ aie e tropu:a!c. Rallegramenti 'ivis simi e aug-urì.
l MEDICI LAùRE. .fTI NEL 1899· per ll·,t<'gg1arc il tinqu.lntenario di I.IUrc.:a. hanno dv•oluto L. I)<>oo a r;~vore tkgli orCani dci medici caduti in guerra c L. 15ooo all'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria intenden<.lo CO'>Ì rìwrdarc l'Opera 1'\azwnak di Perugia, concretat:l~i nel ì899, c parricolarmcnte l:1 memoria di Luigi Simonena che tanto si dedicò agli orfam, nonchè la memoria di un altro grande ()comparso. \ nùrca Fcrranini, che dette nel hbro " ~l edicina ltalica • dinw,tr;l/wne imperitura di l]UJnto h:~ fatto la medicina italian(l in op.ni scuore. Segnaliamo la nobile iniziativa :1 <tU.Jnti h:1:1no a cuore le soru degli orbni dci '>;lnirari. UN'. JLTN l 1?/U,\'/ONJ::: DI LAUNJ::.1TI IN MEDICJN ,J E CJJIIWRGI.J sar21, nel 'Q-il). quella dei laureati presso I'Univer~id di Roma nel 11}16. 1 lJUali potranno far pervenire la loro adc~ione al prof. Giuseppe Vid:m, Direttore delb Clini.:a Otorinolarin~oiatri ca ddl'l 'ni\ ersità di Rom:1.
J 22
JiEDICI ,'v -IZISTI r:otv'DdN!,i. ITI. - (, m..:Jki c due infermiere ac,maci dt a1..:r partectpaco .Jii'J~-.as,inio eut<J/l<lsico di 1 7~ ammalatt c dcbolt di mente sono comp.trsi alla Cun e d i :\ssisc di Dussddorf. Il dott. Wew.: ~ stato condannato .11l'ergasrolo e Jue ~ut: infermiert: nspt:tll\ a mente a 4 e 3 anni e mezzo d t carcert:. Assolti gli altri m edici. Il don. Wc~'c: era din.:uorc di una clinica per bambini deboli . . ILL'ISTITU TO SU!'E~IORE DI S/I N IT. J' il prof. Franco Ral><:ui h,t parlaw il (;]t isotopi radioattivi cd 1 principt fisici del loro uso com e indica wn ": argomento Ji grande attualità trattato magistcalmcntc dall'O. che ì: profeswre di lÌ,tca ncila fohnJ Hopkm < Un111ersity di Balt imor~ e un n oto studi oso dt fisica nucleare.
27 genn:uo ~orw su
Cl RLO FORL.IN IN l c ~tato cummemorJto .dia Sorbona Jal senatore proL \ . Spallicci, Alro CommissJrtO \ggiunto per l'lgiene c la Sanità Pubblica. alla prescn/a dct più alu esponenti ddlt nH.:dtcina t rnncesc. Il. PRI:'M/0 ,, TERME DI SIRMIONE " per il migli11r IJI'oro sull'asm.t bronchi.tlc L stato J{oma.
as~e~nato ~11 prof.
U. Scr:~fìni. della Clinica medu:a dell't.: mvcrsttà th
IL l CONGRESSO IT/JL//I NO DI C. INDIOLOGJA si s1olgc:rà ,1 Strc,a nei giorni 21{.24 maggio , .•1. Temi d t rd.t;rione: a) La teona delle dcri vJziun i un tpo lan; b) C:~rchopat ia r gra,·idanza. Il• .'<Xl V COi\·c;RESSO /T I l i-/N O DI STO.\!/ JTOUJGI l 'i terrà a C.tt.mio~ e Taormtna dal 20 al 24 apnle t. a. Per informazioni ri1olgersi al ComitJto prc~so la Clinl<..l oJontoi:nrica dell'Uni ' ersiù di Catama. Il. IJI CONGRESSO l t\ 'TERN. IZION.-JLE DI Nt:UROLOGIA avrà .:ome mie Parigi. Jal <: al 10 S('ttcmhre , . a .. Saranno trattati i seguenti temi: a) Il tal:uno c la \Ua p:uologta; bl Elcttroencef::tlografìa c eletlromiograha; c) Virus neurotropi; d) ChirurgiJ del dolore. f're~ident c ii prof. AlaJOuanine. IL f ' r·os GRESSO LVTERNAZIO.V,,ILE .,arà tt:nuto dal 22 al 2il .tprilc p. v. a lstanbul.
DI p,JTOLOGIA
CO.\IP. IRAT.-t
lJN CO:VGf<.ESSO lJNI VERSJTARIO INTERNAZION.-JLF. si svolger:\ ,, Berna d.tl 19 al 23 apr ile c. a .. Pcr ioforma7iont ril'olgers1 al dott. CeCJI. 13 Old Squarc, Lincoln's lnn. Londra.
CONGRESSO N ..J.ZION. ILE Dt:LL.I SOCIETd ' JT.-li.U.V. I DI El'vf;/TOLO GI /. J'.;ei giorni 24 c 25 del pro~>~mo me~e eli a prile si wolgcrà a Napoli il Co ng re,so .r-.;azionalc della Societù 1talian;l di Ematulogi:~. Lt rclnionc sulle mtJ!attit' t>morragiche sad svolta dal Prof. An gelo Baserga ddl'lJ ni,c:rsità di Pavia. S<"guiranno la discu s~ionc e lt• comunicazioni. Per info rm azion i Jivolgc' rsi .tlla " Segreteri a del Congr..:sso dell.t S.I.E .. Clinica ~[,di~·'· Policlinico, ~apoli ·•.
CO.VFt.'J<EVZE S('JE.VTJFICHt: .V ECU
OSPE[)AL/ JffLIT .J.R!:
novembre
' '148: Ospedale militare J i r\ncuna ( 1 novembre lCJ48): ,, Strcptomi;.:ina t: bacillo di K.och. Applicazioni in lerJpi.J per ti tcn. col. mc:d. Boll~1 dott. Lu 1gi. o~pedJk miliwn.: d i Nol'ara <ì noi'Cillbrc H)48): ,, L'anestesi.l <.011 '[>eci.llc riguardo a 4uella pcmluralc .. per ti s. tLn. mcd. Ra~ero don ..\ld o.
) ') l -:>
Ospcdak militar~ di Hari (X novc::mhre HJ-t8): " Il tr.tttamcnto della polpa dentaria •• per il s. tcn. mcd. Cap•Jtu don. l )omenicu ' Ospedale:: militare Jr Palermo ( 1) novembre I~J.t'l): ,, L n C;NJ di erma n:nrrak late· r.rlc.: " prr il cap. mcd. Ferro dott. Manfrcdt. OspcJalc Militare di Palermo ( 13 novemhrc tq4ll): " Cardiopatit' 'cn1.a reum<Htsmo n pe· 1l cap. mcd. J\lusotto dou. Francesco. Osp.::dak militare J1 RolnJ!na ( 15 noH:mbn: Il)..jX): , Elcnrubiogcnc~i Jell'deurocardiogramm.t " pt:r il 111<tgg. mcd. Dt· t'\ied~·rhiiuM:rn dott. Arnoldo. OspccJ.1k milit<Jre di :\nwna (15 no\cmhr ~ 1948): ,, Sulla disacificnione degli olii ,, f!~:r il magg. mecJ. Spada\ecchi;L Jott. Domenico. [nfermclla Pre,idiari,t di Trelllo (16 IIO\embre L~J.t8): •• E\\ent:a c limiti ddla pirewtc::rapia" per il cap. mcd. Doltin prof. <;iulio. Ospcd:~ le miliwr t' di ~lc,~i na ( 17 110\'t•rnhre HJ4li): " Un t a so di ntclt in gite tbc trattato con ~m:ptomit"in.t per il magg. mcd :O.Iauro dott. Bi;Lgio. Osped.tlc militare d t Torino (18 non:mbrc HJ48): " La hanca tk·l ,,,nguc: t dl'l pla~IIIJ della cill~ di Torino " per il Joct. Pcyrcui Francesco Ospedale militare: di ~a poli (22 nmcmbre t948): <• Cisti da echinococco del polmone dal pt•nto d1 \ 1\t 1 diniw ~ raJiolog1UJ" per il magg. mcd. ~lorctri dott. (;io"anni e cap. nwd. :-.iurolo dott. Carmine. Ospedak militare di Bari (21. no\embre ty4!:!): ,, Le ~icro~iti \'i,rerali C\\Utbti\'e. Oric:ntamemi di rura ron pani t vl.Jrl· rigu;Jrdo alla terapia urto con l'Ila mina l h a~~o ctata alla ~akw-tcrapta , per ti magg. mc.:J. LojoJi~c Jort. C.1t.11do. Ospedale militare dt r--;apoh (2>$ nm·é'mbrc: 11,14X): " Streptomirina c mcningitc tbc > fkr il cap. mt.:d. Diaw dou. Giu:.eppe. Ospedale: militart• di .\ncona (30 no~embn: 11)41!): ' Il Seni zio sanitario pn::.:.o C<>rpt e l'i~iene pcr~or1.1le ,Id ~oldato • per il .ap. med. !mb~·" dott. Gaetano.
NOTIZIE MILITARI. IL Jflt\'ISTRO J> !(.'Cl.i!WI ILI.. / SCUOT. l f)f S.JN IT ri ' .VI!IfLJI(F. E .JL. L'ISTITUTO CHI.\1/CO-F.IR.\-/ACEl.iTICO M IL/T. IRE. C0ntinu 111do il .. uo giro presso i \art ~tabilirncmi e l t'parti miluan. il ;o..tinhtro tlell;l l >tresa ~· .. tato •l 10 gen naio scono a Firenz~· O\·e ha \ isitaw 1:~ Scuola d1 Appk<tl.lOnc Aeronautica Ylilitare alle Ca~cin~·. il Collcgto ,, U. Yladclalena " Jcii'Opera Nazionah Figli Aviatori, l'Istituto G<..'Ograflw \11ilitarc 1·. nel pomeriggio. la Scuola di Sanit:ì ~lilitarc c l'htituto ChtmicoFarmaceuun• Milit:~r~. L'on. Pacciardi. :tC(ompagnato dal gen. Dc Simon::. C'..<,mandante i! Comilitcr, ricevuto d;ll gen. mcd. prof. Ferri, D1rcllorc Gtnc·r:~lc d1 Sanità .\1ihtarc, c dal colouncllo dott. D'Alcs~anJro, dirctwrc Jclla Scuola, dopo aver passato in rassegna gli Allievi Uffìci:~li ~lnlici c Chimi< i F.trmaciqi 'i<:hierati nel corrile: ~~ (: wiTet mato nei gabinetti c laboraton ~icnuhci iett:rc\\<tndo~i \n amentl' .alla iUustraztone ddlc varie llltività che via via n:uivano lla,~unte d;li ri~pctti\'i in:.cgnami molari. Rendendo>! conto deUe alte finalità di questo nuqro [stituto di ~ultura meuico-mi litare. il 1\'linistro non ha rhparmiato le: ~uc lod1 ed il 'un incitatnento al Direttore c al pcnonalc: della Scuola. 5uccessi\'amente cglt " e portato a Ca-.tdlu presso l'[stituto Chimiro-Farmaceuuco Mili t;tre che, dopo le deva~wzioni ;ubitc dai Tedeschi nel 194.~·44· ha ripre'o gran pane;; della "--a multiforme atti\ità. Il colonnello dott. Adibrdi, dircttorc dello Stabilimento, ha accompagnato. con il gen. Ferri, ti \-lini\tro ndla \ 1\ÌLa ai 'ari reparti Ji lavora7ione. c Wma atti\ tdt di la \'Oro. pure in w•tdizioni d t non wmplcta ciheLcnza JeUo St:~bilimcnro. h.1 lasciato profondamente imprc~sionato l'on. Pao.iardi che ha promesso, aii:J fÌnt' dci i ;~ \ i,ita, il suo intcrc\\arnnnu p,·rlhl· ,d più prc:sto i l.1vori di ri;mamento ,iano ultim,tti.
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PROA!OZION ! NEL CORPO S.JNITAR/0 .\1/L/]', l/~E ESERCITO. Da ten. tol. mt'd1co t1 colonndlo: Pultronc Raffadc; Ca' aniglia •\lfrcùo; T app1 Primo; P:1lmicri Alfredo; J'vlusumarra Nicolò; t\ ronica Ferdinando; P<mi Giuscppc: Perrironc (~iuscppc; Ro~a Guido. Da magg. mt'd. a lt'n. colonndlo: Colomhrita Filippo; .\rcthasw C tuseppc. /Ja cap. med. a maggiore: Luccme \ 'incrino: Napol itano Felice; !Ji :-.!odica Pietro: Anangeli Geranio; Amoro~i (,iuseppe :O.Iauini: \'anacon. Antonio; PetnKciant ~i col-1: Sotulc Leorhtrdo; Ardito VirKcnzo; .l >i Trapani Sah·:norc; Soprani Antonio. Da ten. med. a mpitano: Chicrichctlt tv(ansut:to; Zaccaria Luigi: Diaco (,tu-.cppc: T agliavia Benedetto; D'Angelo Glu,eppl; Bellu''' ~lichc:le: Ch ono Domenico; Capobinnc:o Andrea; Ri\'ona Amonio; Bellissimo Antonio; C:t~tcllano ~brio; De Chi:1ra h !ice; Roboui Tancrcdo; Amendola Michele; \larino \1ario; Bonatuto Luigi: Stro,Lio C.io 'ann1; Sante-Ila lg1no; Trombctta (,iu,epJX·· A tutti, i no!.tri r:tllegramenti c :mgurl \'Ìvi~simi.
QC.:.IDRI DI .·IV.I.\'Z.I,\/E.\'1'0 PER L'.ISXO '949· l limlll di anzianiu entro 1 quali sono comprc~i gli ufliLiali mcd ici c l'himici-f:l rrnaci:.tr in s. p. c. da 1alut.Jrc per l.t form:~:zionc dci quadri d i J\'::tnzamc.:nto per il c. a. >ouo i ~cguenu: Colonnelli medici: ultimo ~olonndlo da Yagliare Bianchini Acri>io; T en. rol. mnlici: uiLimo tcn. col. da vagliar~ C::llnpana Antonio: M:1ggiori medici: ultimo m ~1ggiore da \'agliarc Maltcse Francesco: Capit.tnt mc.:d1n: ultimo captrano da '.1glian: Jemmi Carlo. Per gli ufficiali rh imiei fnrma, i,ti sono conferma ti i l11niti dr.: ) 194!l. L'I.\'CITORI DEL COi\iCORSO PER .·ISSISTENTI .\ IIUT.-JRJ .\ELLE CL/.\ l CHT: E ISTITUTI UNJTI L:.'l~SIT. IRI per il corn:m e <tnno accademico 'ono ri,ulrati: Clinim chirurgica: Capirani: Musi Ili Clcmuuc, D c Si moli<' ~latteo. Cono GIU . seppl. Rizzo Damianno. Clintca medtca: Capi ta ni: Pona Gaspare, Mckhiond:1 E1·clino. Climca omlwica: Capitani: .,:ioretti F.nric.:o. ')amelia Igino. r:linmt otorinolaringowtnca: C:~pitam: Peder7oli franco. Ho, hicc.:hto \'ltlr<.:llZO. Cimica delle mafa11e nervose t' mentali: Capi w no Ma frei t\ lfonso. htituto di radiologia: Capitani: \' <Xi \'incenzo. \'nardi .\ntonio. SCUOI •. J DI S.J.vrr.-1' MIL/T,.JRF.. - Il r' marzo :wrù inizto ti primo cor~o .ti. lie\' i utlìciali medili J i complemento. della durata d1 qu:mro mt•>i. Il 2 wrso aHJ iniz;u l i 1 "::ttemhre. Attualmcnte. presso IJ Scuola. ~i S\olge un cor>o di Mcdi< in,, c.:olort i.rlc per uftì riali medici in s. p.. della durata di due me~i. wi panccip:tno dteCJ uflitiali 111f~riori. Cn '' condo corso tdentico si inizierà il 1" aprik p. '. e '1 panciperanno -l uffìriali medici \U periori e 8 inferiori. CO:VCORSO PER LJ S(J.\JJ.\'.1 ..J. TE.\'E,\ TI .\IEVICI S. P. E.. E' M:tta pro rogat;1 al l') marzo In da t,l di prc\C'nta7ionc dcllt· dom;111dc per partct i p; tre :t i wncor'4.1 per titoli ed c:sami a 120 po~ti di tc:m·nte med ico in '· p. e. di t'ui .thhiamo f.ttto .:c.:nno nel f .t'>Cltolo giugn~ago>to di yuesto giornale. COLLEGJ/1 Dé'CED U TI. - ,\ 6o anni ~ i ì: spento a \'i w Equtll\l, pac'c di na ,._ tta. il rolonndlo lll~:<!ico Emilio Dubhio\1 già dtrl·ttorc di saniù del Comiliru Ji (,11no\':t. Ottimo medico e ra.JIC)Iogo, \alc,roso soldato. rtOLC\c•le nclla \U:l multiforml' .ttti,itit resr:1 il lungo pcriodo tw~<.:orsu ncllo Yt·rnen <.Jualt: m..:dico c. 'uccc"'''amcntl', lJUaiL c.:apo della \Jtv.iont Italiana a Sana:~. La >ua opera. oltre ,he mrdira. fu molto apprez;:at:l :1nrhe tl.!l ~lirw.tcro :lc~l i Esteri iu li:tno.
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In et1t ancora più giov.tne ~ dc.:ceduto improvvisamente il tt·n. colonnello medico Mario Cigalll, da Ca~crlJ .. h-eva ~oli 52 anni c sembr,l\'a ancora pieno Ji 'ita e Ji anività. t'restava ~en izio, ultimameme. presso I'O~pedale miht:trc di K1poli. Alle famigl ie dci due Scomparsi. co~ì duramente prov:Jtc. lc ,·ondoglianze più \'i\ e e affettuose.: del Ginrnak di \kdicina ~!ilitare.
AXEL MUNTHE È MORTO Nell' azzurro di Capri il medico e l' artista si ritrovarono e nacque la « Storia di S . Michele » );cll.l hl.lll<'a nll.t roman;~ dt S . .\ltchek: b Torre tli .\!atc:rita ha is~<llo la bandiera a lutto c la c:Hnpanclla thc annunziava ~tlu 1 1lamc gli ospiti di ogni categoria tace: i\xel .\f unthe i" morto, a 42 anni, nc:lla Reggi.t Ji Swccolma. a~.;.;rito da Quegli che fu il ~uo grande . \m1.-o, Re Gu~ta,·o. Si è ~pento lonwno dall.1 ma Capri d1c an:va am:tto ~ona ogni altra co~.l c do'fe :l\ C\ a sempre speraw di linirc i .;uoi giorni: " Qui debbo tornare a morirt: ,, esclamò nel 1939 laS(;I:lndo l'l\ola per l'111combentL minaccia di guerra. Già da allora un crudele destino gli avc,·a pressochè spento le :~nurre pupille negandogli la gioia di quei wlori che lo a,·evano aiTastinam, m:t non ave' .1 affì::volito il suo entusiasmo per l'isob. [ rom.111i dell'ulumo otto.:t·nto ricorderanno l'clcgame medico \\cdc~e chL J\C\'J lo ~tudio in Piazza di Spagna l che ~i compiace'a pas~cggiarc per le \Ìl' della {ittà in un.1 fìammantc \'ctturn :1 C:l\'alli da lle 1uote rosse, in comp~gnia dci suoi inseparabili ca m: for'e un t:t n tino di .. nohi\mo - lO magio tlannuB7 iano~ - che non guastava ... ~[unthL era uno psichiatra, g1.J alli c'o di CharlOt di cu1 non condi\ ide,·a in pieno le idee, c da Parigi si era trasferito in Italia incontrantlo :~nelle qui le più larghe sim· p.ltie insicmt· con un buon \m·cesso protes\Ìonale. :-Jclle vacanze se n 'antlava a Capri e b \' ilb d1 S . .\ltthek lo t:olpì tanto chL 11nì per :.cyui~tarb. La rc.,taurò - un po' con cri te ri person:tli - 1 :~ riem pì tl i mobili e oggeni d'ogn i gene re. nc fece un museo non ortodosso nel yualc ama,·:. 1iccverc t' trauenere gli amin piLI cari. Più per sì: stesso che per gli altri scmsc. in quell'eccezionale ronmaggio, La ~toria d1 S. Michele r icordi .lutobiogralìci - c quando lo '>traordinario successo de l libro tìnì per mo ndare di ed1zioni in tutte le lingue il mondo intero. Egli ~teNJ rima'e mah: per tanto rumore intorno alla '>ua persona ... Aveva slOmmesso wn Re Cìusta\'O, <1uasi coet:Jnco, che gl1 <1'-rehhc ~opra\'\ i\>Ulo, e all.t scommessa s'era :tssociato. più ta rd i. Bernardo Sh:~w ... l\.on pos,iamo 11011 pc.:nsare al dolore dei due CranJ1 .\ miei cui :~uguriamo ant'ora molt1 anni di 'crena \Cethiaia.
I . IIIRI, BI~' ISTE E (·.:IOIINAJ. I
-
M.
Pa:.KUZZI:
Editor~:,
--/ 1
U/1 mt'dJCO di more - E.;p/orauonl l'li nperit'nU.
- Milano. c;arzanti
1948. L. 750.
1r. queste ~40 p.tgine, c:osì nitidamente 'tampatc da (,,1rzanti. non \J s:1 \C ptù :~m mirare lo ~ricnztato, il mJrinaio o l'artista . .\!ano Peruzzi, un:~ delle: più complc:tc figun: della Sanità milnan: manuima, g•à Capo dd Scn·izio sanitano dclb Mann:t. n.tssumt ne tre passiC.mi w n lo ~tc~~o ardore e cc le fa \'i\ ere con uguale 'msibilità profondl·ndoci noziont di paes:tggi esotici, di medicina coloniale. di pittura c scultura che: hanno costituito, tjuestc ultime - e r:~ppresentano tuttora pt:rchè l'artista non 'mobilita rn:Jt un felice connubio con la scirnz:~ in ttllla la su:t vit:t d t medico marinaio. Il ( ;cnaalt Peruz71 .<ente il mare tom:: sente d t:olort:, , ome Sl'ntt' la bmt~:nolog.a: un amore triparlllU l hc 'thra intenso nel 'uo libro e t:he qualche volt;l non In fa t'~Ìtare a ... prcndersela wn le lungaggtnJ della hurocrazia ufhciak. Non un libro episodico o avventuro\o l'epi~io e Ll\'V<:ntUJa non mancano - ma di osser,anc.ni: è la vita di un mcdiu, dt mar~ che h:~ gli occhi sempre bene aperti. che assorbe dal mondo esterno come dal propno camerino di bordo k tmpres~ioni più vive c aptrte c le traduce in unn forma chiara. ~emphLe. avvin..:cnt<.: anche quand" sfiora argomenti ~q utsitamcntt <cicmifili. Superfluo Yoler tent;tre un na,sunto dt i '.tn capitoli: i colleghi di m,lrc \i rivivr:1nno !:1 lnro misstone. ricorderanno esperienze. successi e delusioni, gli altri arricchiranno ti loro pJtrimonio ntlturalc dt tante sYanatc notizie, e tuHi sarnnno gr:ni all'A. per aver Iom regaLtto CJUJ!che or:~ serena c istrunha. ·.< Xl.mr Congr?( lntcmouonal dc .'vfédconr et de Pharnuuic M.'lttan·es" - Biìlt:, du 2 au 7 JUIII HJ47 Tome H - Comptc rwdu gén~ral, discussion des rappon~ et wmmun tcations. A cura del "Servicc Je Santé du Départerncm Miltrairc Fédéral della ConfcJeJaL.tonc Sviz7cra - 1949 (Benno Schwabt e C.ie Editeur~. Baie). In wu nitida, correttissima veste tipografica. vede la luce il secondo ,o]ume dcglt Aui dell'Xl Congresso Jnternazion:tlc di \fcJictna t F:trm::tu;t ,\lilit:1ri. Dohhiamo essere veramente grati per b bella pubhltca7tone :lÌ redattori e particolarmente :tl colon nello brigadterc Meuli, C:tpo del Servizio Sanitario dell'Esercito Svizzero c: Presidente del Congresso, c al capitano medico Grepptn, Segretano Gt'nerale. cui si do,ettr la per fella rius(it.l ddl'imponcme convegno, il primo dd dopoguerra r sicuramentt uno fra i più importantt fra quelli fino aò ogg1 tenuti. Chiude il volume una breve appendin: chl accenna all':utrczzmura scientifica. <anttaria. termale della Confedcrnione c allo Mato delb lott:t contro .1lcunc delle mal:m:c più gmvi e più importanti quali la rubnco]o,i. il can<:ro. le :~Elezioni mentali. ~umerme c helk fotografie nwn.lano. :,e pure tC m: fo\se htsogno. k indirnmricahili giornate :11 400 e pill congre~~isti: memorabile e alramc..nre dimo~tralt\ a quella del Susten w n la sua in~ttcsa tempe\1:1 di ne~c.
Conmbuti della medicina americana durante il 194!1. .\1. Mu,tlla. cht· è torrispondenre per l'Italia dd j.:\.M.A ... e di • El ll!a \t~dico . . traccia in questo 'urroso :trticolo su << Progre~~i di Tcr:tpi:t » (n. 1. genn. ll)49) un panor.tm:t aggiornatissimo e inrdligentemcntt seltzJonato delle contJUistt della 'nent.a medit:t amt·rirana nello ·scorso anno. Hicord:tti gli antibiotici più recenti - l'aureomicina (B. Duggar). la polinuxin,/ !Bcneditt e Ltnglikke). la cloromm~tmu (Burkhnlder) la bacillomicina (Landj. Warrt'll. Ro,cnman) - di rui già abbiamo bno cenno in questo Gwrnale . pani.-obrmentc intc:rtS<;.1nte. ;tnche per l'ambiente mtlitare. ci ~i rtvela b prniollintl (; che ndla
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dose <h 150.000 U, ingoiam in compre~~e non più tarJi di un'ora da llll <ontatto so~pctto. riesce ad annullare l'1nle:r.wne gono..:o<:cica. Ed ecco un lenno ali::~ buCit•·acwa (Mclency c Johnson) c alle ultime o>~crvazioni di Waksman - lo ~.:opritorc della strcptomicina su nuovi antibiotici cap::~..:i di ostacolare la 'ita di \ ir u' filtrabili c l'aClrescimento anor male di lC~\Ull cellulan tumori-simili. ?'el campo dci sullamichci troviamo 1l fmosulfazolo (~andcrs) che ag1sce contro i virus filtrabili e il « 6~57 •· (Bhatnagar, Fcrnandes, et:t.) wntro il ml<•ra. La IJ, (Fraenkel) e In U,. (Rickcs, Koniuszy, Brinck). entrambe antiancmiche, ~•>no le vitamine pitl importa liti scopen:.: n d r94li: la seconda soprallutto (la prima ha solo interesse ~iemifico) che sembrerebb.: e~\ere il principio annanemico di cui è r:trico l'estratto d t fegato e che 'iene rica\'ata dall:t fermtntaLion-. della stt,!hl muffa che dà la srreptomtcina. Il Dafte, infine, ha drmostr:no che rl no~tro organrsmo riesce a ncavare vitamrne d::~lle proteine. Fra gli :mtiallergici ~ il Dccaprin (Browne) e. nel rampo tempullico, il Fenuronc, :tntiepilcttico, la nitroaci'Jdma ..:onr ro il \'irus inflll!:l17alc ma ~o lo d(• l tipo B: e il caro amico Musclla giuM:llncntc se ne r:1mmarica ... << Thc pructtcc of endocrmolog) • di R. Greent: con la wllabor.1none dr :\. C. (;rooke, R. D. Lawrenct:, F. F. Rundlc, D. Hunter, J, M. Robson e P. H. Sanclifcr. Eyrc c Spottswoodc Lu..l. London, H)4H. pagg. 3M. h l'rtamme rmd V1/t1111Ìillhcrapit> di 1::.. Ahderhalclcn e c;. Mour•guaud. - Han' Hubcr Ecl. Berna, 194~. pagg. 408. Fr. ~,·rzzcri 28. E' rl pnmo "olurn(' <h un manuale cli terapra cht: esce sotto la d1reziom: dd prof. Gordolf di Herna.
Glr ''Alli del pl'lmo Convegno tlr Chm1rgm lnfortuuwica" (.~o mau.o-2 aprile 1947} hanno visto recentemente la luce in una di quelle nrridc, eleganti cdiz10ni clell'J.N.A.I.L. che siamo abituati acl ammir:1re. Numerose illmtrazionr correclano l'interessante volumt che tcsumoni:J la ''a~ta coltaborazion ~ ~uentifica clei ,-al•.lrosi chirurgh1 rhc fanno p<~rte ùell'fstitutO: collaboraZIOne apprezLaU\~una ed effìcaccmentc sotwhnt.ll<t nella chio1ra prefazione ti \ olumc del dott. Bargonr. L>irt·ttorc Generale dclt'L!':.t\.I.L. Sul duello Mendel-Lyj·enko - fr:r i g<.:netisti occid<.: nLa li e rus~i. lioè - :-.L Mu,Lfl<t _IJubblica un.1 garbata nota su "Il Progres~o Medico" ( r5 febbraio HH9)· A Stoctolma, nctln s(orsa t·starc, alt'8' Congrcs'o lntcrnazionak ùr (,cnctica prc"t' duto da Il. l. Mullcr, premio l"obel 1946, i genetisti nr\Si non credettero di partecipare perchè "troppo indaffar:ni nei loro hHorr "• lOme a\\CitÌ t'Atcaùt:rni:t delle Scit>nzt dr Mosca, -.: m:rncò, pertanto, un pubblico Jibattito sulla questione. Lyscnko - com'è noto - insiste su ll'azione c~scrw.iak dell'ambiente nella determi nazione delle mutazioni che sarebbero dovute, secondo la sua rtoria, :tlle reazioni del l'organiçmo all':~mhicntt' <' non ai cromosomi. TI duello continua. " Folta cndocrinologrcu " \'Cd<: la lult ~otto la dirczwnc di C. Cas~ano e C. Tarantino. Nel primo numero, un :~rtirolo di K. Pcndt. Auguri. ,, Psrchl' ,, è la nuo\a rivista direu:~ da N. Perroni ron b collaborazione di v:~lcnll p~icologi itahani e ~tranicri. Le :wgmiamo il successo migliore.
Seconda of/cnsu·a brrtanmca m .lfnca .•cttentnonalc c ripregamt:nto italo-red<'.<OJ nella Slf/rw orientale i. rl titolo di un:J re..:cntissima pubblicazionl' dctrUffìcio Swmo dello St:tto Maggiore- E~t·rcito, cbe riassume il ciclo di operJ z ioni d:ll tR novembrl' IIJ4f al 17 gennaio 1942. L'intcrc~santc monograha. red:ma dal generale Ferructio :-.t:Jnzctti .•1ppare in uu.1 chiara. corretla ediziont della TipoJ!ralia R(·gionale, Roma, l<I41J·
128 <l Sociologia psirhiatrica o bonifica lociale - Praxis per lllltl migliore umanitù ~>. "\,di'attuale disorient,tmento dei popoli che si affannano fra le ideologie le più di,·ers~. non è priH> d'interc''l questo 'i,·ace artimlo del proi. G. Boschi. direuore della Clinica delle malattie nen·mt e menuh Jeii'Uni,·ersirà di Modena, che non dn oggi si batte per la clev:l7 ione dd li "ello p~ich ico dell'umanità. L'.-\. ha panedpato all'ulumo Congre~so internazionale per l'igiene mentale tcnuw,j a Londra nell'agosto 1948 c h.t avuto campo di nbadire le ~ue osscn azioni di cui tro viamo un riassunto in "Ga71.etta S:tnitaria" n. r:z, dicembre 1948. Osservazioni acute, profonde, che investouo il va~to orizzonte della vita sociale, del governo dei popoli , della psicologia delle << nu,sc ''· c.: non trascurano di prospettare l'opportunità che a fìan Cl) dci go,ernanti faco.:iano sentire la loro 1nfluenza uomini che conoscano gli uomini (gli psithiarn ~ono dei biologi c degli psicoi<Jgi insieme ... ).
Grc.A'>~H
l>.· Studi t· ricerche •ulla manna c mannùe nalllrale. Ist. Polig. dello Staw. Roma. 1948. Quesu bre\e monografi,l, 'incitrice dd primo premio nel concorso bandito a suo tt•mpo tb l Ministero deli'Agricoltur.l e tlelle Fore~tc per il miglior la,·oro nel campo delle indicaLioni terapeutithe tlella manna. wde la luce tOn ritardo per le note contingenze hdlic~1c: lll.J non per t]Ue~to ~ meno in1erc.:~~antc e Ji attualità. e riesce certamente nel ~uo scopo di ,·alorizzarc l'impiego della manna ed estenderne c intrcrnentarnt• l' uso i n terapia, ::t p portando i n oltre un ottimo wmributo ,ti l'agricoltura c :ti l'industria nazionale.
ISTITUTO SIEROT ERAPICO E VACCTt\OG ENO TOSC.'\'t\0
'' S C L A \' O , (SOTTO IL CO!\TROl.l.O DELLO STATO)
S l E~ A PIKETTORE . I'ROF. uo1 r. DO.ME~ICO
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SIERI - VACClNI - ANATOSS INE ANATUHERCOLINE - SPECJA UT A MED ICINALI PRODOTTi AD USO \ 'ETERINARIO DIAGNOSTI Cl PRODOTTI AD USO DI LABORATORIO Direllon· n:;polucJbt!e: Gent-rale medico Pro L ( :uiòo Ferri Reduttore: Ten. col. medico Prof. Antonio Camp:ma Tipogralìa Regionale - Roma - Piazn Manfredo Fanti .•p
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TIPOGRAFIA ROMA
REGIONALE 1949
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MARZO-APRILE l'149
DI
MEDICINA MILITARE FONDATO NEL 185t
PUBBLiCATO A CURA
DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITA MILITARE
•
DIREZIONE REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA DIFESA- ESERCITO - ROMA
GIORNALE DI MEDICINA M ILI T ARE MINISTERO DELLA DIPESA- ESERCITO - ROMA
SOMMARIO IIU~IE: Coll.tborazklne fra mcdxci ci\·ili e malitari in caso da gucrr;t
Pag.
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VE:'\TUR.\: Un ruO\'O metodo di indagine e terapia delle psiconevrosi: la narcodnJli~i
CAVALLI c ARGE:-J llF.RI: Endoaneriatcrapia novocainica nei postumi di lesioni trnumatiche degli orti
DE.GL 'L'ICERTI TOCCI: Studio bio-fi)iologico sulb vaccinotcrapia endoveno~a nella infezione ebcrthiana • . PUCA : Le u ~ud:mici di sangue •
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CAMPANA: {'.or>O di etica medica inttrna.:ionale alla Scuola da Sanità Militare CAPPELLARO: Epidermide e infezione MOLlNARI : S1mulnione ed autolesionismo in pace e in !,Uerra
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CAPPUCCI: Concomitanza di ectopiJ reale c apparente del cri~tallinn
FORTE: Assorbimento ~d elimtnazionc della peniçillina in autosanguc '\\.''E'\DT: L'Universo di Albert F.in,tein RASSEGNA DELLA STA.\fPA .\IEDIC.I .1TTU/ILITA'
LTBR/, RIVISTE E GIORNALI
CONDIZIONI DI ABBONA.'v/ENTO PER IL 1949 I TALIA:
- per gli ufliciah medici e chimici-farmacisti in servizio e in çongedo 1.. 1200 - per i Comandi, Circoli, Enti vari e privati " 1500 Enno: 3000 CAMBIO DI Jl\DIRizzo: le segnala7 ioni devono essere nccompagnare d alla rimessa di L . 20 per spese di targbetta.
NORME PER l COLLABORATORI La collaborazione è Libera, ma la è!fczione si riKJ'va al gmdizio nella scelta dci lavori senza essere tenuu a rendere conto delle cvcnruah nor. accettazioni. Le opinioni mamfestate dagli autori uon impegnano le responsabilità del perioda~o. TuttJ i lavori inviati per la pubblicazione devono essere inediti c devono pcrven•re alla redazione nel testo definitivo, c::orrcuo, firmati cbll'autore; devono inoltre essere dattilografati o scritti con carattere (ncilmcme leggibile. Ad ogni lavoro è concesso un massimo dt 10 p~ginc di stampa; per la pubbl icazione dei la\'Ofl che superino le JO pagine gli dUtori sono tenuti al pagamento della spesa per le pagane in più, a prezzo di costo. Per ogni lavoro (escluse recensaoni, noti.t.ie c somruan) sono offerti gr:Huitamente 20 es tra tu con 'opcnina, fronrespizìo, imp"ginarura c numerazione spcaale. Per stampa an ti· cipata degli estratti e per un maggior numero di essi la spesa relativa viene addebitata agli auton a prezzo dì costo. Le spese per clichés e tavole fuon teSto sono a carico degli autori. Le babliogralic annesse ai lavori origi nali , pcrchè siano pubblicate, devono essere brevi e redatte correttamente. Ciascun lavoro deve essere seguiao da un breve riassumo (non piu di 15 righe). l manoscritti non vengono restitui ti , anche se non pubblicati.
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MARZO-APRILE 19"
GIORNALE DI MEDICINA MILITARE P UBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE Dl SANIT A' MlLIT ARE
COLLABORAZIONE FRA MEDICI CIVILI E MILITARI IN CASO DI GUERRA Don. J:r:c. ;R ER,KI'<F H t 'Il, 13ngadacr Gcncr .. l . Generai Slaff Corp> • U. S . .\rmy •
La collaborazione tra Sanità civile e militare non è cosa nu0va. Senza di essa noi non avremmo potuto conseguire i nostri successi nel passato. Il nostro Paese ha sempre anteposto i civili ai militari, e ciò giustamente. Il nostro Presidente, civile, è Comandante in capo delle FF. AA. cd agisce tramite il Ministero della Difesa, altro civile, che a sua volta ha dci Sottosegretari per l'Esercito, Manna ed Aviazione alle sue dipendenze, tutti civili. L 'enorme numero di personale sanitario impiegato ultimamente !.i è dovuto trarre dai professionisti ci vili degli Stati un iti poichè i quadri dcll 'Esercito n:golare disponevano soltanto di una modestissima aliquota rispetto alle imponenti necessità. Mentre i medici civtli vestivano l 'uniforme dovevano sottostare ad esclusivo controllo mi li tare. lJna piccola parte di essi, quali quelli impiegati nelle operazioni di servizio seletrJvo o come consulenti, dipendeva meno direttamente dall'Amministrazione Militare. Ma, sempre, le due categorie hanno dovuto lavorare assieme in misura che prima non era stata prevista o ritenuta necessaria. Un attento programma s'impone quindi urgentemente. Come non esiste una netta differenza tra il soldato cd il ci,·ilc, così non può esservi nemmeno un a netta differenziazione tra l'ufficiale medico che cura il primo e il sanitario che cura l'altro. Tanto si verifica sia nell a medicina curativa che in quella preventiva. Attualmente il compito dell'ufficiale medico è notevolmente accresciuto. Oggigiornu può accadere che la vita di un'intera popolazione di qualst~si paese sia affidata all'opera clegli ufficiali medici, dal momento che VJ può es• Il generale medico E. E. Hume fu Direttore degli ospedali del/'e,;ercito americano in Italia durante la prima guerra mondiale e Capo del Govemo Militare Alleato della V Atmata in Italia nel 1943 194S· Il suo nome figHra nell'Albo d'Oro della Scuola di Sanit?J Militare in Firenze di cui è Insegnante Onorario. Vecchio amico dell'ltalia, quest'articolo scritto per il "Giornale di Medièina Militare" ci offre un'altra prova della sua simpatia per 1l nostro Corpo sanitario. (N. d. R.)
sere una guerra nella quak venga impiegata la bomba atomica. Tutti i medici hanno funzioni militari in tempo di guerra: poco importa se essi lo vogliano o meno. Il loro compito non può essere assunto da altri. Una pubblica calamità può rendere necessario di sottoporre alla giurisdizione militare la popolazione di un intero paese. Io ho visto accadere proprio ciò in Scrbia nel 1919, in Italia nel 1943, in Austria nel 1945, e tanto potrebbe verificarsi di nuovo. · Così, in aggiunta ai molteplici compiti che ha avuto cd avrà un uf1iciale medico nelle FF. AA., se ne aggiunge uno nuovo, verosimilmente di e~ten s~.onc molto maggiore di tutti gli altri messi insieme. Mni come oggi l'intera cla!>se medica del nostro Paese, c ciò non è:: mcn vero in Italia e negli altri Paesi, deve essere organizzata in maniera da poter e~plic:uc queste vaste funzioni nel caso che nuove e terribili (orme di guerra dovessero presentarsi. Come sempre, anche in questo caso è meglio prev<.nirc che reprimere. La storia è piena di esempi di intima collabora.lione tra il personale sanitario civile c quello mihtare; non vi è !>tato alcun disastro, di vaste proporzioni, nel quale i due gruppi non abbiano lavorato fianco a fianco c condiviso pericoli e privazioni: inondazioni, terremoti, incendi, esplosioni c cosi via. Non sempre tale collaborazione (· stata determinata da legge marziale o da prescrizioni di governo militare: spesso essa si è sYolta su basi meno formali. In qualche caso un comandante militare, pressato dal pericolo, ha preso sotto il suo controllo sanitari civili in aggiunta a yuelli già alle sue dipendenze. Dopo tutto, l'ufficiale medico di tutti gli eserciti possiede la stessa istruzione professionale dei colleghi civil i; ognuno di essi deve aver frequentato le nniversità statali. Tutto ciò che le FF. AA. insegnano successivamente nelle S< uole, quali la.Scuola di Medicina Militare, servè a dare all'ufficiale medico alcuni elementi fondamentali sull'organiL.Zazione militare c circa i compiti dci servizi organizzati della difesa nazionale. Non vi è alcuna differenza nei princip1 med ici im pl icati. Così che quando un'emergenza nazionale rende necessario imporre l'uniforme a molti medici civili, non vi è cambio sostanziale nei loro compiti. Gli specialisti in questa o in yuella branca, comprese le specialità cliniche, la medicina preventiva, il laboratorio, e quelli iugaggiati nelle innumerevoli forme di ricerche spes~o continuano a lavorare in modo assai simile a quello con cui esplicavano le loro normali funzioni in tempo di pace. Tutto ciò è apparso evidente nella recente guerra e, forse, in proporzioni maggiori nella prima guerra mondiale. Ma ora, posti di fronte alla minaccia di una guerra atomica, così come va il mondo, noi delle FF. AA. ed i nostri fratelli della vita civile dobbiamo lavorare c lavoreremo ancora più intimamente insieme verso le stesse finalità . I nostri problemi debbono essere compresi non soltanto dalla parte medica ma anche dal pubblico in generale. La « America n Medicai Association >> a tale scopo, per esempio, sta patrocinando un film intitolato « Le responsabilità
del medico n~l!c gravi emergenze>> ed il nostro governo federale collabora alla sua preparaz10ne. Oggigiorno gli obbiettivi militari non riguardano soltanto la loro realizzazione essenziale e cioè condotta delle operazioni contro un nemico in armi . Una seconda missione, quella di governare le zone' occupate, è di non minore importanza. Nessuna neita differenza fra le due. Io ho avuto la responsabi lità di essere a capo di governi militari sia durante che dopo i combattimenti e posso assicurare che senza una scrupolosa preparazione di piani i Comandanti delle nostre grandi Unità Militari sarebbero stati molto imbarazzati nel loro compito di combattere il nemico. Le g uerre pa~satc hanno visto troppi esempi di comandanti di truppe costretti ad occupare una così gran parte del loro tempo per l'Amministrazione delle popolazioni nell'ambito del h zona di combattimento da non essere poi in grado di attendere pienamente alle opc· razioni contro il nemico: con risultati veramente disastrosi. Ma non soltanto durante una invasione del territorio nemico b responsabilità dell'Amministrazione civile deve essere devoluta al Comandante ll)i· fitarc: anche in una delle nostre stesse regioni possono crearsi delle situazioni tali per cui si rende necessario l'intr:-rvcnto dell'autorità militare nell'Amministrazione civ1le; e, naturalmente, anche i compiti dell'ufficiale medico devono essere in armonia a ciò. L'Autorità civile può essere rinforzata c sostituita dalla legge marziale, che Wellington definì non legge in sè e per sè ma soltanto il volere di un Comandante di una forza armata. Non vi sono malattie particolari per i soldati o i marinai. Ma esistono alcuni aspetti dello stato di salute ai quali il personale militare va specialmente mcontr•) a causa delle sue particolari abitudini e delle condizioni materialt. La presenza di forze armate di terra c del cielo fa sorgere speciali situazwni sanitarie, non a causa della loro veste militare ma pcrchè gli spostamenti di personale di una certa età, ad esempio, influiscono ~ulla vita di esso in nuove l;ondizioni, ecc. ecc.. Queste sono le vecchte considerazioni : le nuove dipendono da fattori che finora non erano ritenuti affatto militari. I problemi che allo stesso modo si presentano sia ai medici civi li che ai militari vanno sempre aumentando. Ogni nuova scoperta di armi da guerra ed il loro uso comporta una corrispondente urgente necessità per lo studio e la preparazione dell'intera classe sanitaria. Uso il ttrmine classe sanitaria nel !·UO più ampio significato, incltJdendo i dentisti, i veterinari, g li infermieri, i laboratoristi, i dietisti, quelli che si occupano di terapia tìsica e lavorativa, il personal e d'amministrazione, ecc . Parimenti, quando io parlo di ufficiale medico o chirurgo, ne parlo nel più largo signif-icato e non per indicare ufficial i che praticano chirurgia o che appartengono soltanto al l'Esercito. Non meno di coloro, il cui compito è quello di combattere contro il nemico, noi cl asse medica dipendiamo Ja tre fattori che, in linea di massima, sono alla base di tutta la preparazione relativa alla t,rucrra: potenziak umano, materiale e loro governo. Noi dipendiamo dai nostri organi legislativi, Par-
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lamenti, Congresso, Legislature ecc. per avere i primi due. Ma, infine, il modo con cui usiamo gli strumenti che c1 affirlano è un problema cl1e riguarda soltanto noi. Il bisogno sanitario deve essere calcolato, sia quantitativamente che yuabtativamente, in rapporto ad ogni cambiamento dei (attori strategici, tatt1ci e logistici. D i comune accordo i medici civili e mil1tari debbono preparare i piani per l'addestramento c l'appropriata sistemazione del personal<' di tutte le categorie, ma i bisogni delle FF.AA., per quanto grandi essi siano, non possono consentire di lasciare senza alcuna cura le comunità civili. Un fatto del genere non solo sarebbe contrario ai dettami um:~nitari ma sarehbe anche poco saggio dal punto di vista militare. Anche questo ~ un problema che stiamo affrontando. Nel nostro Paese, finora, non siamo stati col>tretti a impiegare personale parzialmente addestrato o non perfettamente idoneo dal lato fisico. In Europa, viceversa, da parecchio tempo si è dovuto ricorrere anche a tale personale. Noi dobbiamo considerare anche questo. Negli Stati Uniti abbiamo fatto scarso uso di piani di rotazione, per i professionisti di grido, fra compiti militari e compitj civili: pratica comune nell'ultima guerra, in Europa, dove le distanze da superare erano relativamente brevi. Il problema dd trasferimento di una popolazione, delle industrie di guerra, dei centri amministrativi è ovvio, ma la sua soluzione è tutt'altro che ovvia e facile. In tutte e due le guerre mondiali io ho veduto intere popolazioni spostarsi da una regione all'altra il che ha imposto problemi sanitari di vasta portata. Parimenti, queste guerre hanno dimostrato la vitale necessità di trasferire industrie di guerra in modo da renc!crle meno accessibili ad attarchi nemici: in tutto ciò il personale sanitario civile e militare cooperava per la sua parte. Da molto tempo voi, in Italia, avete appreso a risolvere questo problema. In America abbiamo imparato da voi. Abbiamo dinanzi a noi la spiacevole paurosa prospettiva di un'altra guerra. Malgrado gli sforzi del nostro Paese, per suo conto c in collaborazione con voi e con le altre Nazioni amanti della pace, per incoraggiare la libertà universale, noi vediamo la situazione monJiale peggiorare costantemente. Odi, amarezze, avarizia, ambizione senn scrupoli, tutto concorda a preparare un'altra guerra. Se ciò dovesse avvenire, che Dio non voglia, noi dobbiamo far fronte a mali concomitanti : tamc, malattie, disoccupazione, spreco di vite e di averi. E noi, purtroppo, sappiamo bene che l'andamento della guerra fa perdere ad ognuno qualcosa. Può sempre accadere di conseguire una vittoria militare e nello stesso tempo di perdere la battaglia della rinascita economica. Oggigiorno gli Stati Uniti debbono sostenere delle spese tremende, a carico di ogni contribuente, per aiutare proprio quei popoli con i quali fino a ieri erano in guerra. Recentemente un umorista mglese sosteneva che la via più facile per risolvere il problema economico dell'Inghilterra sarebbe q uell o di dichiarare guerra agli Stati Uniti e qui ndi arrcn-
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dersi immediatamente. Il risultato, diceva, sarebbe stato che no1 avremmo dovuto pensare a nutrire ed a vestire il popolo inglese. A mano a mano che la scienza fornisce il combattente di nuovi e micidiali mezzi per infliggere perdite umane al nemico, la medicina militare si affanna a trovare il modo di salvare le vite c diminuire le sofferenze dci combattenti. Noi siamo in grado di aJeguare la nostra opera a tale progresso. La tecnica in continuo sviluppo dei chirurgi militai i è tale che, malgrado i nuovi agenti di distruzione, le morti per causa della guerra van no dfettivamente diminuendo. Un errore frequentemente commesso dai profani è quello òi pensare che, con l'avvento di nuovi metod i di distruzione del nemico, nulla ci sia più da temere dalle vecchie armi c dal loro noto uso. Probabilmente, quando venne introdotta la polvere da sparo, vi furono di quelli che ritennero di non aver più nulla da temere dalle asce, dai giavellotti, dalle frecce, d agi i archi e dalle catapulte. Tale opinione, presumibilmente, era una specie di reazione alle credenze degli inveterati trad izionalisti i quali pensavano che ogni novità, come la poi vere da sparo, non potesse tener testa ai vecchi e provati metodi di guerra. Nei nostri tempi abbiamo avuto eguale scetticismo nella efficacia e nella praticabilit~ dell'aeroplano e del carro armato. Ma ritenere che una nuova invenzione renda di colpo inutili tutte le vecchie tecniche è ugualmente errato. Molto tempo dopo l'invenzione della polvere da sparo, gli uomini hanno ancora combattuto l'un contro l'altro, efficacemente, con armi da punta c da taglio e l'artiglieria non ha affatto rimpiazzato di colpo la balestra e l'ariete. In altre parole, vi è stato un periodo intermedio durante il quale i metodi vecchi e nuovi di cond urre la guerra venivano ugualmente imptegati. F orse noi ci troviamo attualmente in un tale periodo di transizione. Il mondo ha letto con orrore circa gli effetti della bomba atomica allo stesso modo che la passata generazione lesse con orrore dc:il'cffetto degli agenti chtmici. Il suono delle parole « gas velenoso » era per loro causa di timore allo stesso modo come il termine ((guerra atomica)) lo è per noi ora. C'è stato un tempo in cui abbiamo udito che, nel futuro, gli eserciti avrebbero cercato di annientarsi a vicenda mediante gli agenti chimici c che ogni altra arma mortale sarebbe ben presto caduta in disuso. Così, ora, taluni vorrebbero farci credere che la guerra atomica sarà l'unica arma dell'av,·enirc. Il buon senso tuttavia deve rassicurarci come rassicurò le genti del 1915. Vi sono molte altre forze che possono essere usate in gw.:rra oltre quelle dipendenti dalla fissazion e nucleare. Gli agenti chimici non sono stati usati nella seconda guerra mondiale. Rimane da vedere, se vi sarà una terza guerra mond1ale, fino a che punto verrà impiegata l'energia atomica. Uno dei molteplici compiti del medico è quello di instillare la speranza nei propri pazienti; entro e fuori le forze armate ciò fa parte della nostra missione. Oggi, mentre tutto il genere umano teme i pericoli derivanti daila
l34 liberazione dell'energia nucleare, se questa verrà ù~ata quale arma dai nemico noi dobbiamo dimostrare che la situazione è tutt'altro che senza spe· ranza come frequentemente afferma la stampa a sensazione. Ma per far fronte a questo eventuale pericolo la classe medica, ma~chìle c femminile, civile c militare, deve unire i propri sforzi in misura linora non mai concepita. I loro compiti saranno tutt'altro che individuali. L'(( integrazione l> è un termine molto sfruttato c caro alle penne dei moderni scrittori militari ed è un'attività che naturalmente non deve essere coHfusa con il lato delle operazioni prcttamcntc militari sul campo. Tn guerra l'ufficiale medico delle FF. A A. sarà il primo a rav\'Ìsarc il pericolo ed il primo ad essen: in grado di fornire i mezzi di difesa. Il suo compito è paragonabile a quello di un .1fficiale che per il primo deve riconoscere un attacco di agenti chimici od un attacco aereo. La responsabilità, quindi, di proteggere il popolo di una Na7.ione è una respons:tbilità comune. Mentre le dirctti\e da set,Tt!ire in tale funzione \engono date da coloro che sono ai più alti posti di governo, è ovvio che il relativo controllo debba e~sere sempre in mani civili una volta che il pericolo h. t superato la fase di attacco contro le sole Forze Armate: e, purtroppo, ct·~ si verificherà ben presto in ogni guerra. D'altra parte affidar~: la rcsponsa· b;lità acl Enti civili o a gruppi connessi non allevia gli ufficiali medtci dalla loro complessa missione. Se dovesse mancare, in qualsiasi modo, il controllo civile o fallire il nuovo sistema, allora dovrebbe intervenire l'ufficiale medico. L'amministrazione della salute in un paese che funziona ammirevolmenLe in tempo di pace sarà appena adeguata in tempo di guerra ~enza una considerevole :nodi fica c un 'adatta estensione. l problemi inerenti alla morbilità di una popolazione sono di per se stessi enormi, e ciò è vero non soltanto per coloro <.he si spostano a causa delle esigenze di guerra ma anche per i molti profughi e sfollati. Voi cd io abbiamo visto il nemico impiegare i profughi quale mezzo d'intralcio durante i combattimenti. In Italia i tedeschi facevano spostare gli abitanti di uno o più paesi costnngendoli lungo le vie principali verso le nostre lince e quindi facendo saltare i ponti alle loro spalle. Essi pertanto costituivano una responsabilità per i Comandi militari c dal momento che non potevano ritornare alle loro case od uscir fuori dalla zona sotto il fuoco, rappresentavano uno dei pil! gravi problemi per il Governo Militare Alleato. Se il nemico fo~sc stato in grado di impiegare armi atomiche il problema sarebbe stato di gran lunga più grave. Una delle cose che noi dovremmo maggiormente temere, nelle circostanze che io ho illustrato, è, per usare una espressione del Presidente Roo:ievdt, la paura per se stessa. li pericolo è grande ma la sensazionale pubblicità, le mezze-verità ed il desiderio di alcuni giornali e commentatori di ispirare terrore, possono benissimo causare il panico. E' importante che il pubblico sappia che il problema non viene trascurato. In questi ultimi anni la scienza medica ha subito profondi cambiamcnn
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più che in ogni altro periodo sin da quando van Leuwcnboek perfezionò, nel 1675, il microscopio. Ma tutte le scoperte e i progressi attuali, che sono scaturiti dalla recente guerra o che sono statt in certo Ljual modo attinenti acl essa, presi tutti insieme non eguagliano, nel significato, l'avvento d eli 'impi•::go dell'energia atomica. Sci anni fa la quantità di radio esistente nel mondo era d1 circa un chilogrammo, ma le colonne d'acqua che scaturirono da Rikini al tempo della seconda prova contenevano l'equivalente di più che un centinaio di tonnellate di radio. Prima della seconda guerra mondiale un numero relativamente esiguo di individui presentava localizzazioni da radiazioni professionali alle mani: ad Hiroshima c Nagasaki centinaia di migliaia di pen.one sono state esposte, c molte fatalmente, alle radiazioni ionizzanti. Sei anni fa la mag· gioranza dei profani non aveva alcun concetto ,li radiazioni ionizzanti tranne che quale mezzo per determinare la causa di una to!>Se cronica o per i suoi effetti su di un dente dolente; oggi miliùui di persone vivono nel pencolo di una possibile esposiztone, in tempo di guerra, a radiazioni ionizzanti, di grado incalcolabile, per la bomba atomica. Ancora oggi, mediante il rivelatore Geiger - cd ognuno conosce il significato eli tale termine - !>Ì può mettere in evidenza la presenza di un mìlionesimo di un milioncsimo di grammo di fosforo radioattivo, mentre. sei anni fa soltanto, un chimico pro· vetto mediante laboriosi sforzi poteva a stento rilcvarne la presenza di un milìonesi mo di grammo. Come, da una parte, la scienza cammina velocemente nel progresso dei metodi Ji distruzione umana, così, dali 'altra, la mc· dicina Hudia i modi per prevenirli. Uno studio fatto dal nostro Mini:~tero della Guerra, pubblicato nel 1948, ha mcs~o in evidenza il bisogno di un rigoroso t:: vasto controllo locale, p<1rttcolarrncntc per il Servizio Sanitario, nel caso di una seria emergenza Nazionale. Sui Governi degli Stati t dc; Mumcipi, con adeguata supervisi<mc federale, ricadrebbe la maggior parte della respomabilità: e ciò è come dovrebbe essere poichè il popolo degli Stati Uniti ha sempre creduto nei diritti e nelle responsabilità dell'autogoverno locale. E' stato proprio in difesa di questo principio che abbiamo condotto la nostra guerra di indipendenza. Il rapporto, or ora citato, ha fatto risaltare il doloroso fatto che la Direzione della difesa civile del Ministero della Guerra (costituita il 25 novembre 1946) non è stata in grado dì far gran che. Le: erano stati affidati yuattro compiti: a) la distribuzione dci compiti per la difesa civile alle esistenti o nuove istituzioni governative; b) i compiti che dovevano essere assolti dal Ministero della Guerra e l'assegnazione di essi agli Enti già esistenti o dì nuova formazione; c) l'organizzazione strutturale. dal piano nazionale fino ai gruppi operanti, c l'autorità che deve esser loro conferita per l'esecuzione adeguata dei rispettivi incarichi; d) l'azione, in materia di difesa civile, che dovrebhe essere correntemente espletata dal Ministero della Guerra in conformità delle precedenti disposizioni. Ma, riesaminando l'attività di tale uf
ficio. il Ministero della Difesa ha dichiarato: t\ è evidente, in retrospettiva, che l'organizzazione della difesa civiJe, malgrado il notevole concorso patriottico dei volontari civili, è stato inadcgu~lto a far fronte ad una sena aggressione ,. _ E' stata, quindi, suggerita l 'istituziom: cii un ufficio permanente allo scopo di intraprendere il <~ lento e noioso compito )) di progettare c creare una organizzazione per la difesa civile, sia nazionale che locale. Con tali precedenti, si raccomandò un'organizzazione per la difesa civilt da scindere in due parti, quella nell'ambito Jel Governo Federale e queila nell'ambito degli Stati. Il Governo Federale, in generale, dovrebbe avere la respons:1bil ità di formulare le direttive con alcune particolari respomabilità fissate per le FF. AA. e per i singoli Enti civili permanenti (Istituto della difesa civile); gli Stati, d'altra pane, dovrebbero avere l'incarico di stabilire c m ettere in opera le loro organizzazioni dt difesa civile con appropriate suddivisioni (Contee, Municipi, ecc.) per sorvegliare il fu nzionamento locale. Sono stati pubblicati i resoconti sanitari sugli effetti dell'esplosione delle bombe atomiche ad Hiroshima e Nagasa ki. Da essi si possono rilevare gli effetti patologici del calore, della pressione, delle radiazioni c così via. Tuttavia un altro fattore, che potrebbe venir trascurato a prima vista, è la total e distruzione degli istituti governativi. il fatto che tutte le Autorità cessarono di funzionare improvvisamente, creò qualche cosa di molto si mile al caos. Un pericolo del genere non deve mai essere dimenticato per le future evenienze. Esso, da solo, se non ve ne fossero altri, rappresenta un motivo più che giu ~to per l'intima collaborazione fra classe medica civile e militare. Deve essere anche ricordato che i paurosi effetti di una esplosione atomtca sono risentiti ad una grande di~tanza dal centro ste5so dello scoppio. Quando ~i pensa che, come è accaduto, si sono verificate scottature sulla cute esposta a distanze di rs km. dal centro dell'esplosione e che sono stati scoperchiati i tetti delle case a distanza di 8 km., si comprende il bisogno, in tutta la sua urgenza, di una speciale organizzazione locale. La guerra atomica riduedcchc vi sia una stretta corrispondenza sia medie::~ che politica, sia locale che generale, sia immediata che indiretta per un lungo periodo di tempo. Il termine (( guerra atomtca )) è diventato così fisso nella mente dci rubblico che si pensa alla energia atomica come a un'evenienza sinistra densa di orrore, di morte e di soffaenze. Ma ecco il rovescio del quadro: mediante l'energia atomica il medico può seguire, nei suoi dettagli, l'azione delle droghe, curare alcuni stati patologici (per esempio il fosfuro radioattivo nclb policitemia, l'iodio 131 nel carcinoma della tiroide, l'oro 189 in alcuni altri processi maligni) oppure mettere in e,;denza la presenza ed i movimenti di talune sostanze nell'organismo. Siamo soltanto all'inizio c nessuno ancora può predire fino a che punto si andrà avanti nello studio dei benefici effetti del controllo d eli'energia nucleare. Il cammino della scienza medica compiutosi negli ultimi sei anni non è certo legato tutto e interamente alla scoperta dell'energia nucleare. l
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grandi progressi nel campo degli antibiotici, di nuo\i agenti chimici (yuali i prodotti sulfamidici), i perfezionamenti nella tecnica chirurgica, le conquiste della legislazione sociale, i grandi spostamenti di intere masse di popolazione dovuti alla guerra, sono òa attribuirsi ad altre cause. Uno dei ricordi, di cui vado più orgoglioso, è quello di aver militato in Italia durante due guerre, c Ji aver ammirato la bravura del soldato italiano. lo ne conosco sia i combattenti che quelli di sanità che, sebbene inermi, sono esposti agli stessi rischi c pericoli. La vostra terra può ben essere orgoglio 5a dei suoi difensori . Il vostro servizio sanitario, come il nostro, \'ive per servire il proprio Paese e l'umanità. Quale più ambito compito per noi che quello di unire i nostri sforzi per stabilire una semp re c migliore comprensione con i colleghi civili dal momento che puè> darsi che dovremo lavorare ancora insieme ? Ciò, se è vivamente desiderabile in tempo di pace, rappresenta una assoluta necessità in tempo di guerra . Possano la voma terra e la mia, ed il mondo intero, venir risparmiati da un altro conflitto, ma se esso dovesse verificarsi, la sanità civile e militare siano senz'altro pronte a prodigare insieme la propria opera per il comune benessere.
(Traduzione dd cap. med. A. Mazzarellt~)
Il FUTURO DELLA MEDICINA IN TEMPO DI GUERRA Sotto questo titolo, in un articolo :.1pparso recentemente sul «} .A .M./\.'' (139, 8, 1949), il generale medico belga ). Vonckcn fissa, a conclu~ione, i seguenti quattro punti sui quali doncbbe basarsi la funzione del medico in tempo di guerra: r. - Il medico de,·e soccorrere allo stesso modo connazionali. alleati c nemict. 2. - In nessun caso :1 medico dovrebbe essere diMurbato per a\·er soccorso un frrito di qualunque nazionalità, razza, religione od opinione esso s:a, c quali che siano le circostanze nelle qua li i l fer ito viene trO\':llo. 3· - Il rncJico non può cooperare in alcun modo in azioni di distruz:one generale o ind ividuale. 4· - In definitiva questo assieme di compiti conferisce al medico uno stato legale in base al quale egli non può essere (auo prigioniero, anzi dc\'C aver garentiti, in ogni tempo e in ogni luogo, i diritti della ~ua completa libertà professionale.
CLI:-.liCA DELLE MALi\ TTIE NERVOSE E MENTALI 1)1· LL'UNl\'ERSITA' Dircuorc: Prof. C. C. RrQl i FR OSPEDALI- MILITARE DI
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Dr r<llore : Tcn. col. mcd. dorr. A-u KII>O P AUli l Rr
UN NUOVO METODO DI INDAGINE E TERAPIA DELLE PSICONEVROSI: LA NARCO ANALISI 1\·n. col. nwd. prof. V11 10R10 E . \'r,T t'R '· :Hulo '· c l. dcv.:cnre, c.rpo dd rcp.rno neurologico
Durante gli ultimi duri anni della guerra, sia per lo sviluppo cki mezzi d'ofTcsa (attacchi aerei in massa, impiego delle V-r e delle V-1) !'ia per gli eccessi di crudeltà semibarbara - cui hanno portato il fanatismo ideologico e il fenomtno della guerra partigiana con le C(Jnseguenti azioni di rappresaglia ·- i combattenti c la popolaJ:iooe civile di c1uasi tutto il mondo sono stati sottoposti a traumi emozionali intensi, freyucnv e prolungati, che hanno provocato l'insorgere in numero notevole di psirosi c nevrosi di guerra. Si rende quindi dì per se stessa evidente l'i mportanza dei metodi per il trattamento delle psiconevrosi funzionali in genere e in particolare modo di quelle di guerra; fra gli altri si è andato sempre più affermando quel nuovo metodo che, iniziato c sviluppatosi durante gli anni del conflitto nei paesi anglo-sassoni, dati i successi terapeutici riscontrati, si è introdotto poi rapidamente in Europa c quindi anche in Italia a liberazione avvenuta. Tale metodo, che è stato variamente denominato: « Narco!.intcsi >> da Grinker c Spiegel (r944); <' Psicoanalisi ch1mica " da Cossa e Auguin (1945); « Narcosuggcstione , da Spaccarelli c Cerquetelli (1946); si è affermato comun emente nella letteratura col nome originariamente datogli da Horsley nel 19~7 di « Narcoanalisi ll . Esso consiste essenzialmente nel provocare uno stato ipnagogico IJliettando lentamente endovena determinati pre}'arati barbiturici; durante tale stato di coscienza crepuscolare, l'accesso alla psiche del paziente si rende molto più facile; cadono le barriere inibitoric; il paziente è portato alla con fidenza e rievoca in genere spontaneamente, o saggiamente guidato dal medico, ricordi dd passato che erano stati respinti o occultati nel subcosciente; tra questi riaffiorircbbe l'elemento « refoulé " che aveva generato il conflitto, che sta a base della neurosi secondo la concezione psicoanalitica; il paziente se ne libererebbe, determinando così la scomparsa della fenomenologia psiconcvrosica a cui farebbe seguito infine la guarigione. Sono noti i vari metodi tcrapeutìci già precedentemente in uso per la cura delle psico-nevrosi in genere c per quelle di origine bellica in particolare.
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l metodi classici più comuni, applicabili nelle forme semplici, negli stati emozionali recenti c leggeri, consistono nel porre il paziente spossato, insonne, anoressico, irritabile, in un :1mbieute trnnquillo e possibilmente ameno. nel somministrargli sedativi ed ipnotici, nel praticare la comune psicoterapia ecc. Nelle forme più gravi ed in particolare nelle sindromi di intoppo o arresto psico-motorio con o senza fenomeni confusionali ha dato discreti risultati la shockterapia; ma la shockterapia con cardiazolo è poco indicata, sia per i ben noti inconvenienti do,·uti alla violenza della reazione, sia pcrchè fa insorgere sovente nuove impressioni terrifiche che si aggiungono ai ricorJi già angosciosi del paziente; lo shock insulinico, indubbiamente migli ore, non risponde alle esigem'<' militari a causa della lunghezn del metodo e delle difficoltà pratiche della tt cnic:t. L·elcttroshock è indubbiamente prefcribile per i buoni risultati già constatati nelle forme sopra accennate c per la semplicità e facilità d'uso; esso agisce però mt:no efficacemente nelle sindromi accompagnate da fenomeni fobico-osse~sivi o anr;osciost. E' stato inoltre spesso riJc, ato che l'amnesia da esso provocata, ~ovrapponendo~i all'amnesia traumatica già esistente, è frequente causa di deformazioni c complicazioni delle p~ico-ncvro~i che si vuoi curare. li trattamento suggestivo in ipnosi e il trattamento psicoanalitico praticato ~econdo la tecnica freudiana presentano gli stessi incorn<.:nienti dello shock insulinico; sono mezzi indaginosi c lunghi che è possibile esperimentare e talvolta realizzare con successo nella pratica privata, ma non si prestano al tmtLamento in massa di numerosi pazienti, che urge ricuperare al più presto. In alcuni 1stituti ncuropsichiatrici americani è stata adoperata, sembra con successo, anche la narcoterapia prolungata per vari giorni con barbituncl per via endovenosa. Un altro metodo abbastanza ori!!inaie è quello ideato ed csperimcnlato dal medico mi litare americano Ugo Hdgesson c consistente nel tentativo di distruggere il legame dci ri[lessi condizionati esistente tra le scn<;azionì varie - visive, auditive, olfattive - provate in battagiia e il sentimento di paura e di angoscia insorto nel paziente c ad e~se collegato. Onde raggiungere tale scopo egli ha !)Ottoposto quotidianamente c progressivamente i soggetti neuropsicosici - che, avendo già subito le cmoz1oni varie del combattimento, hanno un 'estrema ~cnsibilità verso i rumori - a delle prove rievocanti tutte le sensazioni del combattimento (scene di vita di trincea, di combattimenti accaniti; scoppio improvviso di mine, mitragliamenti, bombardamenti, ccc.) ma in condizioni di sicurezza assoluta. Tale metodo, per quanto geniale e brillante dal lato teorico, è di scarsa attuazione pratica e pertanto è stato poco usato c sperimentato, anche in America, per l'enorme dispendio di mezzi materiali richiesti. A tutti questi metodi antichi c recenti per il trattamento delle nevrosi di guerra sopra accennati, un altro ~e ne è aggiunto che si è imposto maggior-
mente per la semplicità della tecnica che lo rende di abbastanza comune impiego, per la rapidità c la dovizia dei successi terapeutici ed infine per i vasti orizzonti che dischiude nel campo della psicoìogia e della psichiatria: la narcoanalisi. A vendo avuto modo di sperimentare deuo metodo sia presso la Clmica Neurologica dell'Università di Milano sia presso il Reparto Neurologico dell'Ospedale Militare di Milano ritengo non inutile 1llu~trarlo succintamente ai Colleghi del Servizio Sanitario Militare espom:ndone la tecnica di impiego, i fatti accertati e le ipotesi emesse sul ~uo meccanismo di azione. L'idea di provocare uno stato di dormiveglia negli ammalati togliendo ad essi, anche parzialmente, il controllo del loro psichismo superiore non è del tutto nuova; già nel 1909 Silberer c Boris SiJis avev:mo fatto dei tc:ntativi sporadici in proposito; nel 1924 Claude, Borel c Robin avevano remato di servirsi di uno stato di subnarcosi eterea per !>bloccare gli schizofrenici e Baruk e la sua scuola nel 1933-36 avevano usato la anestesia alla scopocloralosi nella cura dell'isterismo. Il primo vero ideatore c propugnatore della narcoanalisi è stato Horsley in Inghilterra (1937); non risulta però che egli abbia avuto immediati seguaci cd imitatori. Sembra infatti che gli Autori americani (che sono quelli fra tutti che tllaggiormente si sono dedicati agli esperimenti di narcoanalisi) non abbiano calcato le orme dJ questi predecessori, ma piuttosto abbiano seguito un'altra <.hrezione. Nel trattare i soggetti psiconevrotici con la suggestione ed in partKolar modo con l'ipnotismo, essi (Kuble e Maryolin, Gill e Brennam, ecc.) eobero occasione di fare quella medesima constatazione che prima di t>Ssi già avevan fatto altri (c precisamente Blcuer e P. Janet) c cioè che l'ipnotismo agisce terapeuticamente non tanto a mezzo di una suggestione obbligata, ma piuttosto per il fatto che esso permette ai soggetti di ritrovare dei ricordi dimenticati e tra questi principalmente il rironio del trauma affettivo, che è ali 'origine della nevrosi. Ma l'ipnosi è un metodo abbastanza faticoso c molti ammalati non soggiacciono al sonno ipnotico. Era logico, quindi, che Jeltl ricercatori (Kublc e Maryolin, Yacobson, ccc.) tentassero di ottenere i medesimi risultati determinando uno stato ipnagogico servendosi di altre tecniche; o sottoponendo il soggetto ad ascoltare dci suoni monotoni e ritmici (Lovel e Morgan) o (acendogli ingerire o inicttandogli delle sostanze ipnotiche. L'iniezione endovena di preparati barbiturici e specialmente dci seguenti: Evipan, Amital sodico, Pentothal sodico, diede i migliori risultati c, come già ho accennato, ha costituito c costituisce la base del metodo narcoanahtico. In Francia studi e ricerche di controllo più recenti furono praticati da Cossa, Agid, Auguin (194'5); da Jean Delay (1946); da Targowia e c.ollaboratori nel 1947·
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In ItaJia in molte Cliniche ed Istituti specializzati sono state e vengono tuttora rondone delle ricerche in proposito; ne sono stati pubblicati recentemente i risultati da Spaccarelli e Cerquetelli (1946) e più recentemente da Alcmà (1947). Continuano tuttora all'estero e in Italia le ricerche e gli esperimenti per confermare l'efficacia del metodo c per studiarnc la maggiore pos!.ibilità di estensione alla pratica ncuropsichiatrica. La tecnica secondo cui si esegue in pratica una narcoanalisi è molto semplice e non richiede preparativi complicati. Il paziente viene messo a letto, in ambiente tranquillo, immerso in semioscurità o in leggera penombra, possihilmente lontano dai rumori ed esente da distrazioni. Si incomincia qumèi a iniettare il farmaco che pill si preferisce . I preparati pill usati sono: l'Amital sodico e il Pentoù1al sodico. Gli Autori francesi si sono serviti anche Jdlo Evipan c del Privénal; in Italia sono stati da qualcuno adoperati anche dei preparati nazionali: il Narcovene S. c il Farmotal. Tutti questi preparati sono derivati barbiturici inicttabili per via endovenosa, rhe praticamente differiscono l'uno dall'altro solo per una maggiore o minore rapidità nel provocare la narcosi e per la diversità del dosaggio di impiego. L'Amital sodico si adop::ra in soluzione all'q"{, ; il Pentothal sodico (saJe iodico dell'acido etil-(1-metil-butil)tiob~lrbiturico è posto in commercio in poivere in fi:.lle da 1 gr.; la soluzione viene preparata estemporaneamente al s•'., o meglio al 2,5"., ; quest'ultima essendo più diluita può venire iniettata con maggiore lentezza; il Privénal e il Narcovcne sono adoperati entrambi in soluzioni al I0° .. ; il Farmotal al 5".. . ella mia pratica mi sono servito sempre c soltanto del Pentothal sod ico. Nello stabilire la dose del farmaco da iniettare sono da tenere ben presenti due fattori: la velocità con cui viene praticata l'iniezione e le variazioni della sensibilità individuale al farmaco. L 'iniezione va comunque praticata con estrema lentezza: con l'Amital soclico in soluzione all'8';ù occorrono da 4 a 5 cc. di detta soluzione iniettata alla velocità di I cc. al minuto: con il Pentothal sodico ho sempre adoperato soluzioni al 2,5'}u iniettandole alla velocità di 2 cc. al minuto ; 10-12 cc. di detta soluzione si sono in linea di massima rivelati sufficienti a produrre lo stato ipnagogico; occorre però iniettare •Jna maggiore quantità (il doppio o il triplo) per mantenere e prolungare entro certi limiti lo stato stesso e per procedere all'indagine ed alla terapia narcoanalitica. S'invita il paziente a contare ad alta \Oce mentre si inietta il farmaco; quando il soggetto si interrompe o fa degli errori di numerazione, o rallenta il ritmo, o si esprime con voce pastosa dimostrando che sta per addormentarsi, s'interrompe l'iniezione e lo si inrominc1a ad interrogare, da principio su argomenti inerenti alla sua salute, sulle came che secondo lui hanno prodotto l'infermità. sull'inizio di essa c sull"idea che il paz1entc si è fatta della me-
dcsima. ccc. in modo da metterè pian piano in evidenza stati affettivi c situazion i emotive che possano avere rapporto diretto o indiretto con l'inizio della sintomatologia. Talvolta nello stato ipnagogico il paziente sogna parlando ad alta voce spontaneamente ed è sufficiente ascoltare quanto egli rivela. Se il paziente minaccia di addormentarsi si insi~te nelle domande per mantenerlo sveglio; se si addormenta subito all'inizio della iniezione si iniettano eventualmente 1-2 milligrammi di stricnina; quando il paziente tende a svegliarsi si ripiglia lentamente la iniezione del narcotico con la stessa velocità iniziale, in modo da mantencrlo nello stato ipnagogico, interrompcndola quando interviene il sonno completo. In genere è sufficiente iniettare HH 4 cc. della soluzione p:r ottenere lo stato ipnagogico c altri ro-r4 cc. a seconda della durata che si vuole imporre alla conversazione; non è necessario in linea di massima superare i 30 cc. per un esperimento completo. Al termine dell'esperimento è bene, per i motivi che ho accennato dianzi, lasciare tl soggetto immuso nel sonno, che può durare da pochi minuti a qualche ora. Al risveglio il paziente ha la ~ensazione di avere regol.trmcnte dormito c può beneficiare di eventuali suggestioni impostegli durante il dormivegl1a. I casi di intolleranza seguendo la tecnica sopraindicata, e badando soprattutto ad iniettare il f.trmaco con la ler:.tezza \'oluta, sono assai rari: essi consistono essem~ialmente 111 una apnea, che si può protrarre anche per parecchi secondi, ma che si risolve quasi sempre spontaneamente o iniettando lobclina o stricnina o anche, se si vuoi imitare gli Americani, niketamide (Vitamina B-6). Durame la narcoanalisi sono !>tate osservate delle rnodifica.zion 1 di ordine neurologico e di ordine psicologico. Dal punto di vista neurologico Targowia c collaboratori avrebbero osservato, a parte l'abolizione del riflesso nasopalpebrale c una esagerazione dci riflessi tendinei prcssochè costante, la compana di una ipcrtonia, di tremori e di fenomeni catatonici in buon numero dd le loro osservazioni; questa sintomatologia, che riprodurrebbe in certo qual modo qt~clla del parkinsonismo post-encefalitico, aveva anzi fatto emettere loro l'ipotesi di un'azione medicamentosa elettiva del farmaco !lui nuclei grigi centrali. Ma queste modificazioni di ordine neurolog1co non sono state confermate da altri Autori c anzi vengono negate da alcuni (Aiemà, ccc.). Non possono quindi venire prese seriamente in considerazione. Più importanti invece sono le modifìcazioni di ordine psicologico. L'effetto principale del farmaco si manifesta sulla sfera affettiva e sull'umore; i pazienti presentano un particolare stato di euforia; malgrado lo stato di sonnolenza i processi psichici non sono rallentJti, la memoria è netta, viva, precisa, le associazioni mentali sono più rapide e vivaci; tutto ciò senza che la critica venga abolita. Il fenomeno più interessante è dalO dal cadere
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delle inibizioni psichiche : la timidezza, la paura, la diffidenza, il mutismo scompaiono; i pazienti diventano lolluaci, rispondono con facilità alle domande; talora le prevengono. Essi sembrerebbero spinti quasi da una forza superiore, senza reticenze, a svelare al medico e a sè medesimi i più reconJiti recessi ciel loro Io profondo. Il barbiturico iniettato altera lo stato emotivo del soggetto, aumentandone la suggcstibilità e provocando una ipermnesia con richiamo non solo di eventi recenti contenenti elementi traumatizzanti psichici, ma anche talvolta di eventi remoti, dimenticati o non ben presenti alla personalità del soggetto stesso. La lenta introduzione del barbiturico provoca uno stato di sonnolenza, di prenarcosi durante il quale questi elementi m nes ici dimenticati o repressi riaffiorano c vengono rivelati dal paziente al medico; questi se ne serve per adoperarli in senso suggestivo mettendo! i a clisposizwne del paziente stesso, il quale a sua volta potrà riclahorarli in una sintesi che gli restituisca i'originario stato psichico, la critiGI, ecc. E' noto che le manifestazioni psiconevrotiche sono da considerarsi sovente come la estrinsecazione Ji una costituLione anormale m un sintomo c questa manifestazione, più o meno conclamata e palese, spesso è originata da un trau· ma. psichico non sempre noto cd identificabile, tal volta anche da stimoii affettivi, ambientali, non sempre riconoscibili . Questi possono essere tanto meno violenti cd intensi quanto più accentuata è la costituzione psiconevrotica del soggetto. Il sintomo con cui si manifesta la nevrosi può essere sovente di natura somatica: ceco perchè la narcoanalisi deve essere psicosomatica; vale a dire deve consistere non soltanto nell'esplorazione Jel comportamento verbale, ma anche in quella dei comportamenti somatici: attitudini, gesti, reazion i viscerali ecc. (Delay). Assai di frequente quello che mette il medico analista sul sentiero della giusta diagnosi è la comparsa di un sintomo somatico, sempre il mede5imo per lo stesso ammalato: un tic, una tosse spasmodica, una mi.nzione, un dolore addominale, ecc.; sintomo che ricompare costantemente ogni volta che il paziente durante il corso delle associazioni verbali nello stato i pnagogico rievoca il conflitto nevrosico. La narcoanalisi presenta una duplice possibilità ùi impiego: quale mezzo di indagine diagnostica e quale mezzo terapcutico. Quale mezzo di esplorazione psichica ai fini diagnostici la na1coanalisi permette, per il determinarsi dei fenomeni psicologici suaccennati e ii cadere delle barriere inibitorie, di accedere un po' più in timam ente e con maggiore facili tà alla psiche del paziente raggiungendo la soglia del subcoscien te. Essa permette altresì al paziente di prendere coscienza di sentimenti sgradevoli
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che per il loro contenuto angoscioso erano Hati profondamente nascosti o addirittura seppelliti nel subcosciente. E' possibile ottenere a mezzo della narcoanalisi l'esteriorizzazione di tendenze non esplicitamente formulate, o di ricordi e sentimenti noti al malato, ma la cui espressione allo stato di veglia è inibita da fattori affettivi, coscienti o incoscienu. Adoperata nella pratica psichiatrica comune, la narcoanalisi sovente ci rivela di più di quanto non si sia già appreso nel comune esame psichico col sistema dell'interrogatorio; consente quindi eli procedert con maggiore rapidità nella conoscenza degli ammalati rivelandoci in una sola seduta quanto avremmo appreso soltanto dopo numerosi e faucosi interrogatori. Il suo ausilio quale mezzo di controllo òiagnostico in psichiatria è tuttora allo studio. T argowia afferma eli aver potuto col metodo narcoanalitico chiarire più di un esame complicato e rettitìcare delle diagnosi errate. In alcuni ca~i questo Autore è riuscito a riprodurre a mez:;.o della narcoanahsi la manifestazione acuta di una psicosi in remissione, e ciò specialmente in soggetti isterici, in cui al risveglio si è avuta una grande crisi alla Charcot; o in ciclotimici in cui si è avuta la ricomparsa transitorta di crisi melanconichc deliranti o di accessi maniacali. Secondo alcuni Autori la narcoanalisi sopprimendo la reticenza o una componente dovuta a simulazione, permetterebbe anche di ottenere una visione precisa del meccani smo psichico e della reale entità dei disturbi. Lo stato ipnagogico potrebbe secondo essi - sopire la vigilanza del paziente simulatore portandolo a confessare. Cossa, Agid e Auguin riferiscono in proposito il caso di un giovane soldato che in servizio da appena un anno chit:deva una pensione per epikssia: durante la narcoanalisi confessò poi di aver presentato il primo attacco epilettico all'ètà di 15 anni. Simili constatazioni però hanno ottenuto ben rare conferme e non è possibile attribuire alcuna importanza al metodo ai fini della medicina legale civile o militare. Ancora più incerti sono i risultati per certe forme di paranoia e di parafrenia in cui è nota la cura con la quale il paziente tenti sovente di occultare o dissimulare il proprio complesso delirante. Dal punto di vista terapeutico, soprattutto nelle nevrosi emotive o reattive recenti ed in particolar modo quindi in quelle di guerra, i risultati sono in genere brillanti [)pccie secondo gli Autori americani cd inglesi; anche i francesi appaiono soddisfatti e sovente entusiasti del metodo. Nella letteratura si trovano descritti vari casi di guarigione abbastanza dimostrativi. Così Suttcr descrive il caso di un suo ammalato che ha visto scomparire tutti i sintomi della sua nevrosi il giorno in cui, durante la narcoanalisi, ha riportato chiaramente alla coscienza, rivivendola con i gesti e la mimica di allora, la storia di un idillio drammatico vissuto nel « maquis n .
145 Cossa, Agid c Auguin riferil.cono la guang1011e di un piccolo paziente le cui spiccate tendenze fohico-osscssi\e sparirono dopo che egli fu liberato durante la narcoanalisi da un ricordo terrificante. che forse non era del tutto incosciente, ma che veniva represso da forze inibitoric: (durante una seduta spiritica, il tavolo gli aveva predetta prossima la morte della madre). Ancora più dimostrativo dal punto di vi~ta psicosomatico è un caso descritto da Jca1'l Delay: " Cna fan ciulla da vari mesi non poteva deglutire; un esame radiografico aveva messo in e\'idenza una stenosi esofagea che fu ritenuta di natura cicatriziale da cause indeterminate. Dei tentativi ripetuti di dilatazione meccanica provocarono una ulcerazionc infetta dell'esofago, che rese necessaria una gastrotomia. Ricoverata qualche mese dopo in un reparto neurologico per il suo mutismo e per le profonde modifìc::tzioni del carattere (tristezza, apatia, ccc.) la p. venne sonoposta a trattamento narcoanalitico. Fin dall'inizio della narcoanalisi essa incominciò a parlare di un suo fratello deportato in Germania, che successivamente fuggito si era dato al « m aqui~ ,, e del quale non aveva mai parlato allo stato di veglia. Riferì che un giorno, mentre trovavasi a tavola, in seguito alla brusca minacciosa irruzione di una pattuglia tedesca, provò un improvviso senso di soffocazione con impossibilità di deglutire, ecc ''· Il Delay ritenne che quel trauma emozionale fosse alla origine dello spasmo esofageo; fece comprendere all'ammalata il legame tra quel sintomo e lo shock; la p. presentò una crisi convulsiva di tipo isterico, ma subito dopo la fine della seduta essa si alimentò normalmente per la prima volta dopo 14 mesi: da allora è completamente guarita dal punto di vista clinico c radiologico. Degno di rilievo è il fatto che lo spasmo esofageo era compar~o c.i11que mesi dopo il trauma psichico (irruzione dei tedeschi ecc.); esisteva dunque un lungo periodo di latenza fra il trauma psichico elettivamente dimenticato c la comparsa della fenomenologia morbosa, tipica fase di meditazione incosciente degli isterici. Questa dimenticanza o amnesia elettiva e disconoscimento sistematico, dovuti al conflitto con la censura, che non poteva tollerare nel campo della coscienza il ricordo penoso e lo aveva rinviato ncil'incosciente, erano ricomparsi elettivamente durante la narcoanalisi; non solo, ma malgrado il tempo cronologicamente trascorso dal trauma emotivo CJUCsto era rivissuto dalla p. nello stato ipnagogico contemporaneamente e unitamente ai sintomi somatici successivamente insorti e cht erano ad esso intimamente legati. Tipico <:sernpio questo della dissociazione fra il tempo sociale obbiettivo e razionale e il tempo individuale subiettivo cd emotivo. Interessante anche è un caso riferito da Coumel, PJrairc, ccc. Trattava:.i di un soldato francese reduce dall'Indocina che presentaYa tremore c contrattura all'arto l>uperiore destro di tipo parkinsonia nv senza precedenti encefalitici, insorti assai bruscamente ed accompagnati da depressione dell'umore e da turbe ccncstesiche. Sottoposto a narcoan:ùisi narrava una strana storia 2.
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GicTtla/~ tlt .lldi,m.t .\ filittrn.
daJla quale risultava che durante la sua permanenza in l n<..locina un prete annamita lo aveva un giorno maledetto poichè egli aveva imprigionati i di lui familiari. Ricoverato in ospedale per febbri malariche, aveva notato improvvisamente l'insorgere della sindrome parkinsoni.ana. Sottoposto a !>Uggestione nello stato ipnagogico egli pre~entava al nsvcglio e nei giorni ~e guenti completa scomparsa della sindrome: appariva stupefatto della propria guarigione c sembrava avere del tutto dimenticato la sloria narrata allo stato di narcosi . Non perfettamente concordi, e pertanto in lieve contrasto con quelle degli Autori anglo-sassoni e francesi, appaiono le conclusioni cui sono giunti alcuni neurologi italiani in base ai loro esperimenti, almeno per quanto è possibile dedurre dalle poche comunicazioni pubblicate finora in proposito. Spaccarelli e Ccrquetelli sono assa1 accorti nell'ammettere la facile possibilità di brillanti guarigioni attribuibili a sensazionali rivelazioni con spiccate reazioni emotive. Secondo detti AA. anche nello stato subnarcotico si urterebbe contro valide reticcnze a protezione di elementi convenzionali o intimi della personalità e pertanto molti recessi psichici complessi c segrcli resterebbero incsplorari; a meno quindi d i ammettere sensibili differenze (in rapporto a fattori sociali, razziali, ecc., non chiaramente definibili) (ra l'inconscio dei vari soggetti curati, essi dubitano che i successi dei narco-analisti anglo-sassoni e francesi siano da riferire alla rivelazione di elementi occultati, con conseguenti reazioni emozionali ecc .. Secondo gli esperimenti di Alemà invece il metodo avrebbe dato buom risultati non solo nelle psjconcvrosi, ma sarebbe comigliabilc nelle psicosi os~essive c nelle schizofrenie paranoidi non conclamate. Secondo detto A. la narcoanalisi presenterebbe un notevole vantaggio nei confronti degli altri mezzi di investigazione sia per i risultati effettivi (controllo delle notizie anamnestiche, smascheramento di latenti sovrapposizioni nevrosiche, controllo periodico o terminale degli effetti di una shockterapia, azione terapeutica) sia per la facilità della tecnica. Morpurgo ha recentemente comunicato al primo convegno della Sezione Piemotese-Ligure-Lombarda della Società Italiana di Neurologia che fra i casi trattati con la n. a. nella Clinica Neurologica di Milano banno risposto bene per lo più le neurosi di origine emotiva recente ed isolata; egli ha avuto anche risultati buoni in soggetti neurastenici c psicastenici su base costituzionale. Anche i risultati ottenuti nei casi da me trattati nella C linica delle Malattie Nervose e Mentali dell'Università di Milano e nel Reparto Neuropsichiatrico dell'Ospedale Militare di Milano - a cui accennerò solo brevemente sono stati soddisfacenti e tali da invogliare a persistere nell'uso di detto metodo: ho visto attenuarsi ed anche dileguarsi delle sindromi dolorose viscerali con turbe della cenestcsi, sovente associate a sensazioni angoscwse.
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Nella maggioranza dei ca~i i soggetti rrattati ripetevano nello stato ipnagogico quanto avevano già riferito allo stato di veglta; assai più raramente mi è stato possibile assistere a <.1uelle confessiotù o ri,clazioni descritte dagli Autori anglo-sassoni e francesi. Si trattava però in genere di confessioni la cui estrinsecazione era inibita da componenti angosciose o da complessi di timidezza , pudore, ecc. ln un caso ad es. la narcosi fece affiorare degli elementi del tutto nuovi: una giovanissima ragazza, ricoverata in Clinica per delle vaghe turbe ipocondriachc con senso di spasmo in sede epigastrica associato a lieve depressione affc:ttiva ed incontinenza emotiva, penistenti da vari mesi, ribelli a qualsiasi terapia (e che essa aveva allo stato di veglia attribuito al dolore per la morte recente di una ~arella), nello stato narcotico rivelò, dopo qualche reticenza, una sua recente vicenda amorosa (a cui mai prima aveva accennato) dalla quak affiora,·ano sentimenti di gelosia, ecc.. Dopo una sola seduta di narcoanalisi, tutta la fenomenologia morbosa scomparve: forse in seguito al senso di liberazione determinato dalla confe~sion e. Non posso però confermare l'ipotesi emessa da alcuni Autori (fra cui Cassa, Auguin, Agid) c che cioè la narcoanalisi - sopprimendo componenti dovute a simulazione, reticenza, o sapendo la vigilanza del soggetto - possa portare <.JUesti a delle confessioni contrarie ai suoi intcn:)si o che egli vuole decisamente tenere celate. Nelle ricerche csq,ruite anche su militari simulatori o pTLtcstatori ho sempre constatato che i soggetti durante la n . a. non dicono mai più di quello che vogliono dire e se talvolta ~i ottiene qualche elemento rivelatore di importanza medico-legale, ciò avviene soltanto accidentalm<.:nte in quanto essi non ne valutano l'importanza dannosa per i loro fini. Anche Cassa ha dovtlto - contrariamente a quanto aveva precedentemente ::~[fermato - rivedere c modificare in detto senso il suo convincimento. Sono dell'opinione peraltro che lo stato ipn agogico determinato dal barbiturico presenta qualche analogia (forse anche per il terreno costituzionale istero-nevrotico dei soggetti trattati) con lo stato di ipnosi provocata, ed in p.1rticolare con la fase di letargia più o meno lucida, durante la quale è ammessa la persistenza di un controllo inibitorio a protezione di recessi psichici intimi che il soggetto desidera celare. Come nell'ipnotismo non esiste un vero automatismo che paralizzi ogni autonoma attività cerebrale ed i comandi non vengono accettati jn modo servite ed i11cosciente, ma - quando siano in contrasto con gli istinti e con le proprietà acquisite di condotta mo~ rale e sociale del soggetto - vengono subiti controvoglia c provocando delle vere resistenze, anche nello stato ipnagogico chimico - per quanto mi è stato possibile rilevare - non sempre c con facilità crollano le barriere inib~torie, specie se esse sono a difesa degli interessi del soggetto o a protezione dt complessi psichici, che egli vuole decisamente mantenere segreti. E' comunque evidente che i risultati terapeutici migliori si ottengono nei casi in cui la sindrome psiconevrotica è sorta in seguito ad un trauma
emotivo e la guarigione è tanto più rapida quanto più recente è l'instaurarsi della nevrosi. Più incerto è invece il risultato delle nevrosi complesse o di <\ transfert )). In questi casi più spesso una sola narcoanalisi non si rivela sufficiente allo scopo, come nei casi sopradescritti riferiti da Delay, Coumel e da Sutter. Ripetendo la narcoanalisi più volte si ottengono assai spesso risultati migliori, in analogia con la psicoanalisi che, soltanto in casi eccezionali, riesce ad esumare radicalmente in una sola seduta un complesso patogeno; chè anzi caratteristica delle cure psicoanalitiche è la loro lunga durata. Anche Kuble L S. sostiene di avere ottenuto dei buoni risultati ripetendo più volte le sedute narcoanalitiche durante un paio di settimane, prendendo come punto di partenza gli elementi affiorati durante le sedute precedenti, parlando liberamente con l'ammalato allo stato di veglia, tra una seduta e l'altra di narcoanalisi, degli elementi tranmatizzanti rievocati, onde ren.derglieli sempre più familiari . Delay è anch'egli del parere che nelle nevrosi complesse su spiccato sfondo costituzionale e in quelle di « t:ransfert ,> una semplice n. a. non basti e che occorra in questi casi una n. a. condotta in profondità per la durata di alcune settimane, mettendo altresì in gioco tutte le risorse psicoterapiche atte a permettere una liquidazione del conflitto e un riadattamento all'ambiente. Le n. a. ripetute e prolungate potrebbero presentare però- secondo Cossa ed Auguin - degli inconvenienti. Condizione essenziale alla innocuità di una psicoanalisi è - essi dicono - il silenzio dell'analista. Se questi commette l'imprudenza di far parte agli anunalati delle conclusioni cui egli è pervenuto con la sua analisi, o deli 'interpretazione, per esempio, che la « chiave dei sogni freudiani » dà dei sogni del paziente, egli corre il rischio o di introdurre nella psiche del soggetto dei temi che non esistevano o, attraverso la rivelazione prematura di complessi effettivamente presenti, ma ancora ignorati, di provocare delle reazioni molto gravi che possono giungere fino al suicidio. Compito principale del medico analista è qtùndi di limitarsi soltanto ad essere una guida tecnica, un testimonio; di lasciare che il malato riesumi da solo i suoi complessi c ne tragga da solo le conclusioni. Orbene nell'analisi in istato ipnagogico il compito del medico è molto più attivo che nella psicoanalisi. [] malato, che si trova in condizioni di suggestionabilità assai maggiori che allo stato di veglia, non sempre parla da solo; il medico non può limitarsi ad ascolrarlo come nel metodo psicoanalitico, ma è. obbligato a interrogare di continuo, affìnchè il paziente non si addormenu. Ripetendo le sedute a lungo è difficile mantenersi nella parte di testimonio obbiettivo; moltiplicando le domanòe sul tema che crede eli avere sc~· perto, l'analista involontariamente finirebbe per suggerire egli stesso le ri-
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sposte a meno di non ripetere le stesse domande monotonamente finendo così con l'infastidire il paziente. E' bene quindi tener presente la possihliJtù che, come l'ipnosi su larga scala ha portato alle isteroculture, così le n. a. ripetute porrebbero tìn1re col fissare nella psiche di certi ammalati dei complessi che non esistono se non nella mente dell'analista. Con quale meccanismo d 'azione agtscc m senso terapeutico la narcoanalisi ~ Numerose sono le ipotesi emesse e tutte egualmente interessanti ; forse nessuna di queste da sola basta a dare una ~picgazione esauriente pur contenendo ciascuna un po' di verità. Secondo alcuni AA. (Sutter, etc.) è lo stesw stato ipnagogico che da soio determina la guarigione. La narcosi provocherebbe una dissoluzione del psichismo c la ricostruzione allontanerebbe o rimetterebh: al loro posto i temi ideo-affettivi che in conseguenza della malattia si erano emancipati e costitui ti in clementi parassiti. Ma quest'ipotesi della a dissoluzione-ricostruzione 11 che sarebbe in definitiva quella invocata per le terapie da shock, viene respinta da altri (Cossa, Auguin etc.) in quanto la narcosi non è abbastanza profoncla c duratura per produrre tali effetti; Cossa ritiene che la narcoanalist determini la guarigione soltanto allorchè es~a riport.t alla coscienza Jei ricordi obliati o re!.pinti con la loro carica affettiva normale c riesce a rcintegrarli alloro posto e cioè nel normalt sistema della loro evoluzione psicologica. Secondo Kubin la guarigione si otttene allorchè il materiale amnesico riportato alla coscienza riesce a coincidere e<>attamente col !IliO contenuto emozionale normale e con la coscienza vigile normale del soggetto. E' stato anche invocato il mecca nismo delle suggestioni praticare i11 istato di ipnosi chimica provocata; senza dubbio il medico narcoanalista pratica anche senza volerlo una certa suggestione durante lo !ltato ipnagogico. Ma, a parte il fatto che la suggestione tcrapeutica :-istematica non riesce utile che negli accidenti pitiatici a carattere neurologico, il metodo narcoanalitico è stato proprio ideato in seguito alla antica con~tatazione che l'ipnosi agisce di più in quanto permette il riaffiorare alla coscienza di fatti dimenticati, anzichè in quanto facilita una suggestione sistematica. Per Jean Delay la narcoanalisi al{i rebbe proprio secondo il principio della psicoan ~tlisi freudiana trasformando l'incosciente in cosciente con abreaz10ne emotiva. " E' il prendere coscienza del legame intercorrente tra le manifestazioni somatiche e lo ~hock emozionale cii> che condiziona la scomparsa cl elle prime )) . Si tratterebbe Ji una psicotcrapi..t ,, espressiva )) e non già « sopprcssiva » come lo è ad esempio l'ipnosi con !.uggestione. Non si tende a sopprimere il conflitto generatore del disordine, ma ad esprimerlo, l'esperienza avendo dimostrato che questa espressione di per se stessa reali1.za una catarsi.
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Ma allora, si potrebbe obbiettare, in che consiste la novità della narcoanalisi, se essa ha il mecle~imo meccanismo d'azione e il medesimo effetto della psicoanalisi di Freud ? La narcoanalisi avrebbe sulla psicoanalisi il vantaggio della rapidità; anzichè un trattamento di mesi o anni basta qualche giorno o al massimo qualche settimana per la liquidazione del conf11tto. Secondo Cossa non è neppure necessario invocare il meccanismo d'azione <Iella psicoanalisi: e ciò per il fatto che secondo questo Autore la narcoanalisi non guarirebbe che le nevrosi emozionali recenti, c il meccanismo di queste ul time non sembra essere nè così complesso nè così profondo come qudle di <t transfert H , le quali non sembrano essere notevolmente influenzate dal metodo. La narcoanalisi agirebbe sull' <t ansietà •J Jel paziente. La resistenza che questi oppone ai tentativi di penetrazione psicologica non ha un'unica origine, ma sono vari meccanismi a produrla: alcuni di questi sono coscienti (timore di dover confessare la propria paura, la propria debolezza, timore di poter essere considerato pazzo, etc.); altri sub-coscienti (rifiuto di riprovare l 'angoscia collegata al trauma psichico d'origine rievocando quest'ultimo, etc.). La narcoanalisi agirebbe su entrambi i meccanismi: coscienti c incoscienti; lo stato ipnagogico sopprime la resistenza cosciente abolendo il psichismo superiore; contemporaneamente il barbiturico scdando l'angoscia sblocca i ricordi di cui l'angoscia impediva la rievocazione. Tutto si svolgerebbe cioè mediante l'abolizione di un riflesso condizionato. Nelle nevrosi di guerra, per es., durante il combattimento, sono state provate delle violente emozioni: paura, doiore, terrore, etc.: ogni qual voi t~ il paziente tenta di rievocare i particolari dd combattimento, l'angoscia si fa sentire di nuovo così violenta da impedire con nettezza c completezza la rievocazione. Ma se si riesce a calmare l'angoscia a mezzo eli un narcotico (Pentothal etc.), nel momento in cui il p. rievoca il combattimento, si permetterà al ricordo di ria(fiorare liberamente. Riporta•1do più volte aìla coscienza tale ricordo e riportandolo ogni volta privo del ~uo contenuto angoscioso, il legame tra i particolari del combattimento e le sensazioni tormentose contemporaneamente provate si usura e f1ni~cc piano piano con lo scom parire. Si avrebbe allora la guarigione. Questa è la più suggestiva interpretazione di ordine psicologico del mc:ccanismo d'azione della narcoanalisi. Da qualche autore, però (Fontanier), è stata emessa l'ipotesi che oltre a un'azione di tipo psicoanalitico nella narcoanalisi bisogna prendere in considerazione anche l'effetto farmacologico del barbiturico. Ricerche assai recenti di esperimentatori prevalentemente americani ( Hunmich H . E., Himmich W. e collaboratori, H oagland e collaboratori, etc.) che hanno studiato il metabolismo delle cellule corticali sotto l'effçtto del Pentothal, avrebbero dimostrato che durante tale tipo di narcosi si avrebbe una anossiemia isotossica per depressione della circolazione cerebrale. Questa
depressione metabolica della normale attività funzionale delle cellule cerebrali si verificherebbe dapprima a carico dei lobi frontali, poscia a carico dei lobi parietali e temporali, in ultimo sui lobi occipitali e cioè in senso « caudalt ll, mentre al risveglio verrebbe ~eguito l'ordine inverso. Oltre a tale azione inibitrice sul metabolismo cellulare, il Pentothal e i preparati analoghi eserciterebbero anche una interferenza sulla funzione nervosa simile all 'azione antivagale del l'.nropina cd antimotoria Jel curaro. Questi dati fisiologici obbienivi non possono non venire presi 111 considerazione tanto più che l'idea di un meccanismo esclusivamente psicologico non è sufficiente da solo a spiegare la comparsa di fenomeni di ordine neurologico, come quelli osservati da Targowia e Ja altri (variazione dei riflessi, comparsa di nistagmo, di tremori etc.) o di ordine biologico: modificazioni metaboliche delle cellule corticali, variazioni dell'elettroencefalog ramma o dei valori cronassimetrici (Brazier, Drohoki, Hoagland c collaboratori). Anche Alemà associa ali 'interpretazione puramente psicologica del meccanismo di azione terapcutica l'esistenza di modificazioni biochimiche e bioelettriche che si accompagnano alla narcoanalisi e che ne costituiscono il substrato organ ico; probabilmente J'azio11e anossiemizzante e deafferentizzante delle vane zone dell'encefalo, provocata dal barbiturico, determinerebbe un turbamento delle normali gerarchie interneuroniche. Soltanto studi e ricerche sperimentali ulteriori e una diffusione semprt maggiore del metodo nella pratica cli nica quotidiana, potranno comunque permettere di fare più ampia luce ~ul meccanismo di azione della narcoanalisi. Riassumendo: La narcoanalisi è un metodo molto recente di esplorazione psicologica e di terapia delle psico-nevrosi: ha trovato largo impiego durante l'ultima guerra nei paesi Ji lingua anglo-sas~one c si è largamcmc diffuso in Europa dopo la lihcrazionc. Consi ste essenzialmente nel produm: uno stato ipnagogico iniettando lentamtnte endovena un dtrivato barbitunco (l'Amital e il Pentothal hanno dato i migliori risultati c sono più largamente impiegati). La tecn ica è semplicissima e di comurk' impiego; non presenta inconvenienti se si ha l'avvertenza di iniettare dosi liminari del farmaco c çon molta lentezza e se si escludono dal trattamento gli epatopa7.ienti. Durante lo stato ipnagogico l'accesso alla ~1siche del p. viene facilitato dall 'abbassamento e talvolta dal croll\1 delle barriere inibitorie, il p. diventa loquace, è portato alla wnfidenza: esteriori:a.a così ricordi, sentimenti o tendenze individuali che possono essere a lui noti, ma la cui espressione è repressa e inibita allo stato di vegli a, e che possono essere stati completamente dimenticati pcrchè respinti nel subcosciente della censura. E' appunto questo particolare stato euforico-confidenziale del paziente, questa irrefrcnabile spinta a confessare. che dà :.l metodo la sua spiccata importanza quale mezzo di esplorazione psicologica c di ausilio diagnostico nell a
pratica psichiatrica, in quanto permene di controllare la genesi di idee ddt ranti, o il camuffamento di alcune di esse, la remissione più o menc vera di una sinJrome morbosa, eventuali apponi o sovrapposizioni dovuti a silrlulazione, esagerazione, pretcstazione etc. ln una sola seduta narcoanalitica si ottenne quanto non si sarebbe forse ottenuto in dieci faticosi imerrogatori psicoanalitici. Dal punto di vista tcrapcutico i risultati più brillanti si sono ottenuti nelle nevrosi emotive (e specialmente in quelle di guerra e recenti); resta un po' dubbio il successo nelle nevrosi più complesse di 1< transfert n, che viene negato da alcuni ma ammesso da altn '\C si ricorra ad una narcoanalist in profondità ripetuta per qualche settimana, servendosi altresì di tutte le risorse di una psicoterapia adatta a risolvere e liquidorc il ((conflitto "· L'interpretazione del meccanismo di azione terapeutica è varia e dd tutto ipotetica: da alcuni l'azione terapeutica 'viene attribuita alla suggesnone praticata nello stato ipnagogico; da altri viene invot.ato un meccanismo di « distruzione-ricostruzione)); secondo altri il me<.canismo d t azione non dtfferirebbe da quello della comune psicoanalisi (e cioè al riaffiorare alla coscienza di ricordi obliati o respinti), sulla y_uale il metodo narcoanalitico avrebbe il solo vantaggio della rapidità; secondo altri, infine, non dovrebbe c~sere dd tutto trascurato un effetto « farmaco-d111amico )) vero c proprio del preparato barbiturico iniettato, come fanno pensare le modif-ìcazioni derivate nel metabolismo delle cellule corticali durante la narcosi; ipotesi tutte che meritano una più ampia disamina sperimentale. L'ipotesi più seducente e convincente è che la narcoanalisi agisca mediante l'abolizione di un rifbso condizionato; facendo cioè riaffìorare alla coscienza dei ricordi dolorosi o sgradevoii o sopiti o compressi e subliminari (quegli stessi che verosimilmente hanno determinato la sindrome) senza che- grazie all'azione sedativa del barbitunco - il soggetto provi la sensazione angosciosa inibente a cui detti ricordi sono assoc1at1. E' comunque da escludere l'utilizzazione del metodo ai fini medteo-legali in quanto nessun soggetto durante la n. a. farà delle rivelazioni che egli vuole decisamente mantenere celate o che ritiene contrarie ai suoi interessi. La narcoanalisi si è comunque rivelata un mezzo prezio o di ausilto dia· gnostico c di terapia c sicuramente incontrerà per la sua stc~sa pr::nicità di impiego, una diffusione sempre maggiore nella pratica neuropsichiatnca e 111 medicina psico-somatica. BIBLIO(; RAFI :\ Per brevit~ mi limito a citare i lavori prim:ipali, uci quali è possibik lrovare più ampie indicazioni su tutti gli autori citati nc:l testo.
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ENDOARTERIATERAPIA NOVOCAINICA NEI POSTUMI DI LESION I TRAUMATI CHE DEGLI ARTI C.op. mcd. dt compi, prol. M'Rc:O c,, utt, cap<l rcp.uto
'< ,,.,l. tnt'd. dt compi. <iutt. r. Aur.t,lhU, amto
L'introduzione di sostanze medicamentose a scopo terapeutico o diagno· stico direttamente nel lume arterioso risale ai primi anni del corrente secolo. Sebbene Palmieri riferisca che nel 1665 Maltagliato abbia esperimentato tale via in animali, c si ritrova una comunicazione su tale argomento di Parlavecchio, datata del 1899, purtuttavia la terapia endoarteriosa è legata al nome di Goyannes, spagnolo, che nel 1908-r909 proponeva una chemioterapia per tale via per processi tubercolari degli ani. Russi (Oppel); Americani (Rausonoff, Kolmer, Rulc, Esner); TcdcsciH (Otz, Steimann, Fritzsche); Spagnoli (Esteban); Italiani (Amalfitano, Zappdloni, Cinquemani, ccc.) studiarono in seguito il problema, usando i Larmaci più diversi, con risultati talora opposti, ma dove il metodo incontrò i maggiori favori fu in Francia (Huet, Bargeton, Goinard, Leriche e la sua scuola, Ti>:ier, Fredet, Luzuy ecc.). L'intendimento dci cultori di questa nuova via d'introduzione dei farmaci è quel la di poter ottenere, in un determinato territono, la maggiore <:oncentrazione di medicamento voluto, il quale agisca o per se stesso o mediante le modificazioni tissurali che esso produce. Così venn<.:ro, volta a volta, usati sali d'oro (Goyannes, Flarer) per affezioni tubercolari degli arti: mer· curocromo. tripaflavina, violetto di genziana (Arnulf e Frieh. Lucarelli, Do~ Santos, Lcriche, Binct, Malan) come antisettici; sulfanùdici (T agariello, Pin to, Lamas, Malan) come chemioterapici; penicillina, (Lamas, Glasser, Malan) come antibiotico; novocaina (Leriche, Corvalho), prisco! (Weissenbach, Faulong, Oudot), acetilcolina (Tagnon, Oudot), eupaverina (Leincr, Rendano), acido nicotinico (Turchctti), òolantin (Catalano) come spasmoli tici e vasodilatatori del circolo periferico; glicerina all'8•Y. (Bowesman), glucosio in soluzione ipertonica (Malan) come modificatori dell'equilibrio idrico emo· tis~uralc.
La soluzione di novocaina venne Introdotta circa venti anni or sono nella terapeutica dei disturbi simpatici da Lerichc, c, da allora, da lui e suoi allievi, correntemente usata per le infiltrazioni del sistema nervoso simpatico, sia centrale (catene pre- e latero vertebrali), sia periferico (tessuti).
15 5 D os Ghali esperimentò tale anestetico -- chimi~amente un cloridrato di p-amidobenzoildieti lamminoetanolo - nel 104 1, per via endovenosa, con ottimi risultati nelle turbe dell'equilibrio neuro-vcgetativo, ritenute responsabili di determinate sindromi locali, e così la Lerapeutica endo,·ena di tale farmaco si estese (Dos Ghali, Bourdin c Guiot) alle dispnee acute, specie nell asma essenziale, all'edema polmonare acuto, all'embolia polmonare, all'angina pectoris, agl i incidenti da intolleranza, agli arsenobenzoli (Vanhaecke), alle anurie (Girard), alla malattia da siero (State e Wangensteen), allo stato di shock (Djuvara c Coucou), alle nefropatie gravidiche (W alter e coll.), e sempre più crescono le indicazioni per l'uso di tale farmaco. Leriche, nel 1935, propose l'uso di questo anestetico per via arteriosa nelle crisi dolorose degli ammalati di endoarterite obliterante con l'intento di agire, anestetizzandolo, direttamente sul nervo di H eger, ritenuto responsabile degli accessi dolorosi, e riferisce risultati molto soddisfacenti . Estese, in seguito, l'indicazione di questa nuova terapia della novocaina ai congelamenti delle estremità, ai monconi di amputazione dolorosi e ad alcune turbe conseguenti a traumatismi. Ow mi risultati riferiscono anche Luzuy (r946) e Oudot (1947). Noi abbiamo voluto esperimentare gli effetti della soluzione all' 1-2" di novocaina introdotta per via endoarreriosa nei po\tumi di lesioni traumatiche degli arti, c i risultati brillanti ottcnutt ci permettono di usare, oggi, correntemente e con piena soddisfazione tak terapia. Le indicazioni ci sono date da: rigidità articolari postume a immobili7.zazione, edemi duri, dolorosi tipo St:crétan e molli post-traumatici, turbe locali del metaho l ismo calcico (osteoporosi dolorosa, mutazione calcica locale, ipercalcificazione), parestcsie e distrofie in sedi mmmatizzate, cianosi dolomsc. Tutti que~ti rcsiduati traum atici, ritenuti dovuti a squi libri simpatici della motilità vasale, sono stati trattati, d;1lla scuola francese di Leriche, prevalentemente con infiltrazioni della catena si mpatica e mediante infiltrazioni locali di novocaina, con l'intento di rimettere in stato d'equilibrio un « regime circolatorio divenuto anarchico dal traumatismo • . • Tout traumatisme est, en fait, un traumatisme dt: la vaso-motricité >• , e, partendo da questa formula, Lériche cd i suoi alli evi registrarono i m1gliori e maggiori successi nell a terapeutica delle turbe post-traum:ltiche. Noi aiJbiamo voluto usare la via endo,tneriosa pcrchè ci è :.embrata la più semplice e priva di pericoli, e come quella che ci permette la maggiore concentrazione di farmaco nella parte lesa. Mentre. yuindi, nelle infiltrazioni della catena ~impatica lo stimolo vasom otorio verrebbe interrono, per cos1 di re, dal centro alla periferia, nelle iniezioni endoartcriose, invece, agirebbe direttamente sulle terminazioni simpatiche periferiche, che sono le vere responsabili dello squilibrio locale. Usiamo una soluzione di novocaina all' r-2'\,, nella quantità di 10 cc. per iniezione, che eseguiamo a giorni alterni oppure ogni tre giorni. La tecnica
e la sede dell'iniezione sono guelìc note: direttamnltc nell'arteria femorale, al triangolo di Scarpa, per lesioni dell'arto inferiore; nel! 'arteria ascellare per lesioni del braccio e del gomito; nclrarteria omerak, alla piega del gomito, per quelle interessanti avambraccio e mani. Al,biamo praticato anche iniezioni direttamente nell'arteria succlavia. per una rigidità scapolo-omerale. postum·t a lunga immobilizzazione per frattura della testa dcll'omero. Il liquido viene iniettato alla veloci tà media di 45-60" per IO cc., nel senso della corrente sanguigna. Giunti al l'ultimo centimetro cubico dell'anestetico, ritiriamo un po' l'ago c iniettiamo la novocaina perifericamente all'arteria, con l'intento di portare un blocco ane~tetico sul simpatico periarterioso, al fine di prolung:trnc l'azione vasodilatatri<.e. Già all'introduzione di pochi centimetri cubici di ~oluzione il paziente avverte una sensazione di formicolio lungo tutto l'arto, cui segue un calore caratteristico, che, da determinati soggetti, viene riferito come urgente. Talvolta fa seguito all'iniezione una sudorazione profusa dell'c~tremità, che aura diverso tempo, e l'arto, al termotatto, si apprezza più caldo. Frequentemente abbiamo notato una reazione controlaterale identica, per riDesse tipo RrownSéquard-Tholozan. Le curve plctismografìchc, Lluando sono :-.tatt· eseguite, hanno sempn: denunciato un aumento di volume dell'arto interessato, indice della vasodilatazione avvenuta. L 'indice oscillometrico, dopo la brusca caduta iiDJnediatamcntc seguente la puntura dell'ago c dovuta preswnibilmentc al microtrauma prodotto sulle pareti arteriose, provocante una contrattura vasalc (Malan), aumenta d'ampiezza, per .tornare alla norma in 30-45 minuti. La temperatura locale si eleva di 3-7 decimi di centigrado c gradata·· mente ritorna a quella di partenza. Nnn ci è stato possibile cscbruire la capi llaroscopia per mancanza di strumentario adatto. La quantità di li<.luido iniettato è stata varia: in genere, nelle sindromi parestesiche, necessitano 20-30 cc. di soluzione di novocaina riparriti in duetre iniezioni; negli edemi duri 70-80 cc.; 40-50 cc. negli edemi molli; 70-80 nelle di~trofie. La dose media impiegata per le rigidnà articolari, specie quelle postume a frattura c ccrchiaggio della rotuh, si aggira sui 120-1Ho cc., e varia è pure la quantità di liquido iniettata nei ritardi di consolidazione delle parti ossee (60-120 cc.). I risultati ottenuti, com<.: sopra òicevarno, sono sempre stati brillanti c duraturi. Solo in dut:: casi abbiamo visto ricomparire, dopo circa tre mesi, un edema molle pcrimalleolarc in antichi frattur:ni della tibia e trattati con cndoartcriaterapia novocainica. In tali soggetti sono bastati 30-40 cc. di liquido iniettato a dì alterni per vedere scomparire definitivamente tak disturbo. Ci siamo soprattutto giovati di questa nuo,·a terapia nelle rigidità ddl'articolazione del ginocchio, po.,tume a intervento o immobilizzazione, per
157 fratture del menisco c della rotula. Le iniezioni endoarteriose di novocatna, associate alla fisioterapia attiva c passiva, ci hanno permesso, in tali casi, di ridurre il periodo di degenza degli ammalati a soli 25-30 giorni, ottenendo, in yuesto breve tempo, una restitutio aci integrum completa del l'articolazio ne. Un successo brillantissimo dohhiamo pure scgnalarlo in un ritardo d1 consolidazinne di frattllra ossea. Trattasi dell'agente di P. S. Giuseppe R ... di Giovanni di anni 38, proveniente a noi da un ospedale di provincia, ove era stato degente per circa nove mesi in seguito a frattura a farfalla del terzo medio della tibia destra. Erano !.tate praticate le più comuni e conosciute terapie recalcific.anti, ma l'esame radiografico, eseguito al suo ingresso al nostro reparto, dimostrava solo la presenza di scarso callo .fibroso. L'impotenza funzionale dell'arto era imponente. Iniziammo l 'cndoarteriaterapia novocainica con una soluzione all' 1 ,so".. di farm aco, alla dose di 10 cc. a giorni alterni, non :tssociata ad altra terapia, ed un controllo radiologico, eseguito dopo la quinta iniezione, ci rivelò la p1esenza di callo in via di calci fi cazione, che divenne completa. forse un po' esuberante, al termine della decima iniezione. Dopo altri ci nque giorni il paziente lasciò il reparto, avendo acquistato anche un'ottima funzionalità dell'arto. Abbiamo rivisto il soggetto dopo tre mesi e ci confessò che non ebbe più a lamentare alcun disturbo c che poteva eseguire perfettamente il suo SCl'VlZlO.
La nostra statistica, ricca ormai di oltre un centinaio di casi, non ha coaosciuto insuccessi e non abbiamo mai lamentato alcun inconveniente. Solo in un caso, Carabiniere Aldo G., di Giuseppe, di anni 35, fummo costretti a soprassedere al trattamento alla terza inie7.Ìone, pcrchè dopo un 'oraun'ora c mezzo dall'iniezione di novocaina il paziente era colto da forte rialzo termico, preceduto da br ivido c defervcscenza per crisi dopo due-tre ore, con sudorazione profusa. Trattavasi di un antico malanco, c la ricerca dell'emosporidio dura11tc l'accesso ha dato esito positivo pcr il Plasmodium Vivax. Probabilmente la nov1xaina iniettata c riassorbita mobilizzava cmo~poridi latenti . Talun i soggcni, al termine dell'iniezione, oltre le !.ensazioni locali dc:;crittc, lamentano vago malessere generale, sen(o di vertigine, l ievc ottusità auricolare e in alcuni casi _abbiamo anche registrato legger<: e transitorie lipotim ic, imputabili, però, a nostro g iudizio, piì't al trauma psichico dell'iniezione che al farmaco iniettato c riassorbito. L a relativa facilità della tecnica, l'assoluta mancanza di ogni controindicazione c pericolo, c sopr~lttutto il giO\·amcnto tangibile e duraturo c in alo1ni .:asi addirittura il recupcro di soggetti comiderati agli cfietti medicolegali come per lungo tempo non rccuperabi li, ci permettono, quindi, di consigliare questa terapia nei postumi di lesioni traumatiche degli arti.
rs8 RIASSUNTO. - Gli AA. riferil~Cono ~u una ricca casi~lica riguardante 1 poswmi di le:.ioni traumatiche degli arù, trattati con terapia no,·ocainica endoaneriosa. Gli ottimi, ~o:.tami c dur;oturi ri,uhati ottenuti fanno cons:gliare la pratica di quc~La ter:~pia.
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UNA LEZIONE DI CARITÀ FRATERNA
Il DOTT. ALBERT
SCHWEITZER
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Albert Schweitzer, tedesco, era uno studioso e un mu~it i'ta di 'alo re, ma il suo animo doveva essere quello di un apostolo se la '·isionc di una st::ttua raffigurante 1:1 sottomissione dci negri alle forze dci biam.hi lo indusse ad abbandonare ogni attività e a dedicarsi allo studio della medicina per intraprendere uua missione a ltamente uma nitaria prt:s~o le popolazioni Jcll ':\fric:J Equatoriale Francest:. Raggiunse Larnbarcné nel 1913 con la moglie, che aveva .,posato poco tempo prima c che lo seguì entusiasta di tanta abnegazione, e i primi tempi furono assai duri per la diffidenza e l'ostilità degli indigeni. io parte cannibali, e la mancanza di ogni risorsa mentre le più terribili malattie tropicali mietevano ogni giorno innumerevoli 'ittime. Ma la fede e la tenacia dei due coniugi ebbero ragione di tutti gli ostacoli e in brc\'C sorse a Lambarené un piccolo ospedale dotato di un modesto laboratorio. Sopraggiunta la prima guerra mondiale Albert fu fatto prigioniero dai francesi. Cessate le ostilità, pur stanco c ma lato, egli non abbandonò In sun idea e si mise in giro per l'Europa a dar concerti per raccogliere fondi per la sun missione. E nel 1924 potè finalmente LOrnare fra i negri ni quali p rodiga tu LLora le sue cure e la sua bontà infinita. Nella dura crisi morale di questo dopoguerra la figura di Albert Schweitzer rifulge luminosa a testimoniare che la bontà non è spenta nel cuore degli uomini e che la fede e l'amore del prossimo possono ancora darci quelli che S. Paolo chiamava i <<pazzi per amore di Cristo». Agli amici Alhert, <he oggi conta 70 anni, scriveva: «solo per mezzo dell'amore possiamo giungere alla comunione con Dio '' ·
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OSPEDALE MIJ.ITARf. PRI'JCIP,\LF DI VERONA l>io c llorc;
Ttn. col. mtd. dott. Gtt>rPPF [I>RH">
STUDIO BIO-FISIOLOGICO SULLA VACCINOTERAPIA ENDOVENOSA NELLA INFEZIONE EBERTHIANA
Dal 1934, epoca in cui si tenne il 40" Congresso della Società italiana di medicina interna, in cui il problema della vaccinoterapia endovenosa ndla mfczione tifoidea è stato oggetto di ampia relazione, sempre più numerosi sono apparsi gli studi stùl'argomento e le comunicazioni sui risultati clinici conseguiti, e sempre più concordi c favorevoli si sono fatti i giudizi c le opinioni dei diversi Autori. I casi di tifo addominale, che noi abbiamo avuto la possibilità di trattare con la vaccinoterapia endovenosa sono circa una diecina e comprendono soggetti in buona costituzione fisica provenienti un po' da tutte le regioni d' Italia con forte incidenza di meridionali. Su di essi la diagnosi di infezione eberthiana, a parte tutti i dati di probabilità del quadro clinico più o meno conclamato, è sempre stata accertata con la sierodiagnosi di Widal, ritenura positiva ad un titolo non inferiore ad 1 /so. In alcuni ammalati o~servati nei pri mi giorni 1.h malattia cd in altri in cui l'agglutinazione era risultata positiva, ma a titolo basso, la diagnosi di febbre tifoidea venne accertata ulteriormente a mezzo dell'emocultura, che ci ha permesso di isolare quasi sempre e precocemente il germe. Il vaccino da noi usato (r) è sul tipo degli anavaccini, che vengono preparati secondo gli stessi criteri immunologici c secondo una metodica simile a quella usata per le anatossine: in es~e cioè, mediante opportuni trattamenti fisici e chimici, viene a perdersi ogni proprietà tossica , mentre persiste immodificato il potere antigene. Il numero di iniezioni dt vaccino pr.tticato per ottenere lo ~febbramcnto e la guarigione definitiva è ~lato vario da ca!'o a caso c indubbiamente in rapporto a molteplici fattori, tra cui soprattutto devono essere presi in considerazione: la precocità di inizio del trattamento, il genio epidcmrco, la specificità dell'antigene contenuto nel!'anatifo.
Se non vi sono dubbi riguardo all'importanza del primo fattore nel determinare la gravità del processo in fettivo e la eventuale resistenza alla (t) Anatifo " SciJvo ·.
vaccinoterapia per l'interferenza delle più varie e possibili complicanze, meritano invece un cenno a parte gli altri due fattori. L a casistica nostra depone nella maniera più eloquente, che quanto più precocemente viene iniziato il trattamento vaccinico, tanto più pronta e rapida è la sua aziolle nel troncare la febbre e tutti i sintomi più spiccati della malattia, abbreviandone notevolmente il decorso. Riproduciamo qui la grafica febbrile di un paziente al quale fu iniziata la terapi a vaccinica entro la prima ~etti mana (grafico 1).
Grafico x.
L M. di anni 22. Quattro iniezioni di anavaccino hanno portato all'apiressia in I 3" giorno di malatùa.
Riguardo alla specifìcit~t dell'antigene contenuto nell'anatifo e alla sua enorme importanza per l'azione tcrapemica è indubbio, come sostiene Cesa
Grahco 2 ~ -
Ciornalt" d1 .\lt"dÙulll ,\filtrar(.
Bianchi, che nella vaccinoterapia anritifica occorre disporre di vaccini preparati di recente ed eventualmente di ceppi isolati durante l'epidemia in corso, essendo possibile anche nelle varie annate, e da regione a regione, risposte del tutto diverse, imputabili al diverso genio epidemico, pur usando le stesse modalità tecniche e persistendo quasi invariate le stesse condizioni di trattamento. Riproduciamo una grafica febbri le di un tifoso cui fu necessario praticare ben sette iniezioni di vaccino per ottenere lo sfebbramento c che noi attribuiamo a scarsa specificità del vaccino stesso (grafico 2). S. M. di anni 21 da Napoli. Gilmto a guarigione solo nel 4o settenario di malattia nonostante il precoce inizio della terapia vaccinica. La nostra esperienza al riguardo ci autorizza ad affermare che il vaccino antitifico, pur non eliminando il pericolo di complicanze, sicuramente ne riduce l'insorgenza, soprattutto nei confronti di qudle più temibili vale a dire enterorragie e perforazioni. E' nostro desiderio non dilungarci sulla tecnica impiegata nell'uso della vaccinoterapia endovenosa, nè sulle reazioni prodotte dali 'organismo del paziente, nè sui metodi atti a prevenire e combattere eventuali disturbi, che si presentano in corso di vaccinoterapia, che per la bisogna rimandiamo ai numerosi testi esistenti o alle esaurienti casistiche sull'argomento di nostri predecessori (Guarino, Zancan, Silvestroni, Gipperich). Noi prenderemo in attenta osservazione le moditìcazioni dal punto di vista fisiologico che si accompagnano all'iniezione endovenosa di vaccino. Sappiamo dalle ricerche di Pellegrini, confermate da altri autori, che durante il periodo della reazione termica si verifica un certo aumento del la pressione arteriosa, a cui si accompagna anche un aumento di frequenza del polso; caduta della pressione si osserva di solito quando la temperatura cade per crisi, ed allora anche il polso diminuisce di frequenza. Dalle nostre osservazioni risulta che la variazione di pressione oscilla in media tra i 20-10 cm. di Hg., la sua diminuzione comporta invece oscillazioni più piccole. La diminuizione di pressione che si verifica al momento della caduta della febbre non è mai tale da rappresentare un pericolo per l'ammaiato tanto più che, essendo tale fenomeno prevedibile, può efficacemente essere prevenuto e combattuto coi comuni rimedi analettici e con adatti farmac1 ad azione simpatico-stenica (simpatol, veritol, efetonina). Il controllo della pressione arteriosa, eseguito in numerosi nostri pazienti, ci consente di confermare i dati già osservati in precedenza da altri ricercatori. Riguardo al meccanismo patogenetico di queste modificazioni pressorie, noi pensiamo che l'aumento della pressione sia t 1erosimilmente in rapporto a stimo/azione dei centri vasocostrittori, legati alla ipertermia, mentre la di-
minuzione della pressione, che interviene all'atto dell'abbassamento della temperatura, interverrebbe con meccanismo identico al collasso. Ricerche collaterali hanno dimostrato che in tutti i soggetti, in seguito ad accesso febbri le procurato con un meccanismo simile al nostro (latte, vaccini, ecc.), si verifica sempre una prima reazione pressoria in senso positivo. Accanto a queste rnodificazioni dell'equilibrio circolatorio, che si accompagnano alla cosiddetta reazione da vaccino, avvengono modificazioni di significato immuno-biologico. T ra queste merita un particolare rilievo la modificazione del quadro ematico c precisamente dei globuli bianchi e della formula lcucocitaria. Pellegrini ha fatto importanti studi in proposito. Per parte nostra abbiamo osservato eh.:! generalmente la reazione vaccinica determina: 0 J - un aumento assoluto e relativo dei polinucleati; 2 ° - comparsa di eosinofili; 0 ) eccezionalmente di linfociti. Sor>rattutto importanti le reazioni dei singoli componenti della formula leucocitaria. E' noto infatti il diverso significato di risposte neutrofilc o linfocitarie o mo?onucleari di fronte ad una prova di stimolazione negli stati di ieucopema. Le variazioni indotte nel numero e qualità dci globuli bianchi dall'iniezione endovenosa di vaccino antitifico sono a loro volta espressione di corr ispondenti modificazioni a livello dei tessuti emopoietici, come si è potuto accertare dalle indagini appositamente eseguite. Si è visto che nell'acme dell'infezione tifoidea vi è contrasto tra la ricchezza di elementi nel midollo e la leucopcnia periferica. All'inizio c nel periodo di stato della malattia ~ caratteristico nel midollo uno spiccato rallentamento di maturazionc micloide con prcdominanza soprattutto delle cellule più immature (mieloblasti, promielociti, mielociti). Il vaccino risulterebbe capace di determinare un mutamento nell'essenza della maturazione granuloblastica, nel senso di esercitare uno stimolo citoevolutim, il quale è per così dire sufficiente a stroncare quel singolare freno antiespulsivo, cht: contribuisce a determinare la lcucopenia. L'inibizione sulla mobilizzazione di cellule bianche del midollo si intravede anche dal contegno degli cosinofili sempre assenti nella formula. Come effetto del vaccino si ha comparsa in circolo dt qualche cosinofilo. Prendendo ora in es:1me l'influenza che la vaccinoterapia esercita p1ù direttamente sui fenomeni immunitari, occorre poter stabilire le moùiticazioni che intervengono a carico di tutti i diveni tipi di ancicorpi, di cui alcuni è dimostrato che hanno azione diretta contro i batteri, altri contro le tossine cd i suoi derivati.
Nell'infezione eberthiana il ft>norneno imn,unita:io p1ù up1co c di più facile rilievo è il potere agglutinante del siero. Ricerche in tal senso ~ono !>t.tte tr:t gli altri accuratamente compiute rla M. Pellegrini. I risultati ottenuti possono essere così riassunti: La vaccinoterapia induce modifìcazioni nette sul potere agglutinante del siero, nel senso che si verifica un aumento l}uasi sempre cospicuo delle agglutinine fino a raggiungere diluizioni come r j12.000. L'agglutinazione del siero è in rapporto alle mutate condizioni immunitarie dell'organismo. E' però da dire che occorre in media t:na settimana dopo la prima iniezione perchè si abbia un aun1cnto ben apprezzabile c che di solito dopo la terza iniezione si raggiungono i valori più elevati. In correlazione a queste ricerche si è studiata la specificità d'azione del vaccino antitifìco. E' nota a questo proposito l'azione efficace esplicata dall'antigene tifico anche sulle malattie prodotte dallo stesso gruppo (Paratifo A c B), mentre determina l'aumento del le sole agglutinine specilìche per quei soli germi di cui è costituito il vaccino. Il fatto della specificità del vaccino ed il particolare comportamento deila sicroagglutinazione rappresentano utili criteri di Jiscussione in mento al meccanismo d'azione della vaccinoterapia e dci fattori che determinano la guarigione della malattia. Tra le molte teorie c le numerose ipotesi, che sono ~tate di mano in mano formulate dai diversi Autori circa il meccanismo con cui si esplica l'azione curativa del vaccino, problema questo che investe il campo così vasto c difficile dei fenomeni immunitari, è attualmente molto seguita la dottrina che riconduce tauto le singole manifesta-::ioni della malattia, quanto gli effetti della vaccinoterapia, allo stabilirsi e al modificarsi di uno stato allergico nell'organismo in rapporto all'iufezioue. E' noto che negli ammalati di tifo per le spiccate proprietà allergizzanti legate alle endoproteine del bacillo, si viene a stabilire uno stato di allergia che è facilmente svelabile mediante l'oftalmo-reazione con l'antigene specifico. Si è visto inoltre . che la reazione allergica è tanto più spiccata, quanto è maggiore l'acuzie della forma clinica c che permane assente solo nelle forme di estrema g ravità. Ricerche di T essier e Ji Pellegrini hanno potuto accertare sicure modifìcazioni dello stato allergico durante il decorso della malattia e precisamente una maggiore intensità di questo durante il periodo di incremento e in quello anfibolico. Come conseguenza logica di queste osservazioni, risulta che la malattia eberthiana è in stretto rapporto col fattore tossico proprio dell'agente mfettivo, con lo stato di sensibilizzazionc ed intense attività umorali ed istogene.
x6s Questa sarebbe la tanto disctma teoria che sostiene la base allergica delle malattie infettive. Zironi afferma che la fase febbrile di una malattia infettiva è concomitante ad uno stato allergico scatenato nel soggetto, già scnsibilizzato, per introduzione di germi, da contatti successivi con l'antigene stesso. In base a queste premesse, i vaccini specifici agiscono favorevolmente sul decorso di una malattia infcll iva oltre che attraveno la produzione di anticorpi, anche con una azione desensibilizzante cioè eli attenuare l'ipersensibilità allergica per modo che si rende possibile una più intensa difesa batterica ed antiendotossica Ji natura umoralc ed istioide. Indubbiamente molteplici ~ono i fattori che intervengono ed interferiscono nel processo di guarigione della malattia infettiva. L'azione del vaccino specifico si esplica attraverso una stimolazione di tutti i poteri di difesa dell'organismo, istiogeni cd umorali. Questi poteri di difesa entrano sì in azione durante il processo di guarigione spontanea della malattia, ma in taJ caso agiscono lentamente, al contrario di quanto succede nella vaccinotcrapia in cui /'eOetto loro è rapido e masstmo. Ci sembra quindi di poter affermare, allo H:.~to attuale delle nostre conoscenze sui complessi problemi immunobiologici, che i risuJtati bnllanti della vaccinoterapia sono dovuti in un primo tempo ad un complesso di fenomeni che si svolgono a livello dei tessuti (neuroistioide) c successivamente si manifestano e si rendono facilmente apprezzabili in circolo (reazione umo!'ak).
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OSPEDALE PSICHIATRICO PROVINCIALE DI
Direttore: Dr. pro f.
AKK!BALE
REGGIO CALARRIA PucA
LE "SUDATRICI DI SANGUE, Dr. prof.
ANN!&ALE
PucA
Magie, nelle quali fu maestro Apuleio Madaurense, trattato magistralmente dal nostro Francesco Geraci (1), spiritismo, occultismo, medianismo, fioritura di miracoli, sudor di sangue e stigmate religiose sembrano popolare questo tempo semiscuro del dopo-guerra, in cui la coscienza non sa trovare la chiarezza meridiana, nè sa adattarsi ai campi del conoscibile, ove sente il senso del limite e si genera paurosamente l'angoscia, perchè il limite è insuperabile e le porte dell'ignoto ermeticamente chiuse. E' la posizione drammatica dell'uomo, incontentabile e insoddistatto, che si riflette nel movimento e nell'esperienza psicologica dell'esistenzialismo, appunto con questo sentimento del limite e dell'angoscia (Kirkegaard). Movimento di rivincita dell'irrazionale, dell'ignoto, del sogno su quella che sembrò a Cartesio conquista della ragione, del pensiero, della idea. E' rivincita dell'inconscio, del sub-cosciente, del subliminare, dd dinamismo oscuro della persona umana sull'attività chiara della coscienza, voluta dalla psicoanalisi, dal Freudismo, dai cultori-filosofi dell'occultismo, medianismo, spiritismo, ecc .. E', in campo anatomico e fisiologico, rivincita dei nuclei della base. del mesencefalo, del cervello intermedio dell'archipallium sul neo pallium, sulla corteccia cerebrale, che fu agli onori della scienza per opera dei grandi anatomo-fisiologici della fi ne del! '8oo. E così sorge questo bisogno di evadere dal già noto verso l'ignoto e conoscere le forze oscure che dominano la vita, le istanze dell'aldilà, il mondo degli spiriti che fu sì caro a Platone, e le forze inter-umane. Naturalmente è sorta anche un a scienza, degna di rispetto, per opera di Myers, di Geley, di Richet, di E. Morselli, che si chiama metapsichica, parapsicologia, parapsicofisica, ecc., e che considera questi fenomeni oscuri che pur si verificano e si osservano, ma non si spiegano se non nel campo delle ipotesi, come disse Richet nella sua lezior.e conclusiva il 1926, alla Sorbona, che fu il suo testamento spirituale. Ma i problemi della magia, della metapsichica, e dell'occultismo possono ridursi a questo : Il pensiero umano e per esso la volontà dell'uomo hanno capacità ef(r) F. GERACI: Lucio Apuleo Madaurense. -
Reggio C., Giuli.
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fettuale oltre i limiti organici? ossia noi, con la nostra volontà, possiamo agire a distanza sulle persone e sulle cose oltre le possibilità della persuasione, suggestione e imitazione ? Questi quesiti sono risolti affermativamente da molti scienziati, dai metapsichici e sono fermamente accolti dai malati di mente. Il delirio di influenzamento è il tipico esempio della certezza che gli psicosici hanno nelle forze oscure o extrapersonali che li dominano e da cui si sentono influenzati. Anche Natuzza Evolo crede, e molti che vivono nel circuito di Natuzza sostengono, che la volontà di questa buona ragazza ha capacità effettuali fuori del suo organismo; così che una goccia di sangue caduta sul pavimento può imprimere sul fazzoletto un disegno quasi che una particella della volontà sia inclusa in quella goccia di sangue. Ma io non ho visto e la scienza si fa su quanto si osserva, non su guanto si riferisce. Natuzza Evolo certamente suda ~angue e inscrive nel lino, che le viene dispiegato sul petto, immagini, grafie, parole a volte nitide, a volte oscure, croci, ostensori, ecc., con lo stesso meccanismo della stampa, giacchè sul suo corpo l'immagine è rovesciata . Molti altri fenomeni vengono riferiti. Noi dobbiamo soltanto attenerci a quanto abbiamo osservato. Ma non è solo Natuzza che sanguina. Da venti anni le mani, i piedi \: le costole di Teresa Neuman stillano sangue. E stilla sangue Suor Elena Aiello, che fu descritta e commentata da V. Bianchi (r); e sanguina la Suora di Celico, con fatti mirabili , scarsamente controllati. E sanguina una ragazza del Jonio, che mi ha inviato un messaggio ematico : un vetrino porta-oggetti e copri-oggetti, con il prodotto della sua suclorazione. E in tutte queste donne, che vogliono insegnarci a decifrare i segni del nostro destino, più che mai incerti del presente e del futuro, noi riscontriamo le stigmate dell 'isterisn1o. La stessa T eresa Neuman di Konnersreuth (2) ché riprende l 'uso degll arti inferiori e della vista, perduti durante un incendio, ne è l'esempio tipico. La « Monaca santa » di Montaldo Uffugo tutta tesa al bene della gioventù femminile c alla pratica della carità, è anestesica in tutta la superficie cutanea ed iperestesica sui margini delle piaghe che riproducono le stigmate della Passione. L'ultima, la ragazza jonica. è stata sei mesi in afonia, con contratture e paralisi e poi ha cominciato a sudar sangue dall e orbite, dalle mani, dall'orecchie e dalle unghie. (x) V. BIANCHI: Riv. di Psicologia, anno XXII, n. 1, gennaio-marzo 1926. (z) A. SPESZ: Occultismo e miracolo. - T orino, Ma1ietti, 1933·
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Natuzza Evolo ha avuto convulsioni, pressappoco come quelle che ha descritte Charcot, visioni, pose plastiche, rapimenti estatici, dissociazioni e poi ha dato luogo a tutti i fenomeni di cui si ~ occupato largamente la stampa nazionale e, sembra, anche estera. Ma i fenomeni che abbiamo osservato c la diagnosi che abbiamo posta, non lasciano dubbi sulla costituzione isterica, che è sosten uta dai fatti di ~ug gestione individuale e collettiva.
Natuzza vive in un circuito psichico, in cui molti segni sono autoctoni c altri sono indotti. I disegni bellissimi su lino e su tela che Natuzza stampa e imprime a tinte ematiche al contatto della pelle, sono formazioni sue personali, però tratte dal mondo sensoriale e rapprescntati\·o, perchè niente si crea in questa grafia t·matica o in queste figurazioni artistiche, come dal pennello dell'artista. Invece tutto è riprodotto da immagini sensoriali impresse e riviviscenti con intensità allucinatoria. L·Ave Maria è la riproduzione fedele di una insegna su un quadro della Madonna, tsistente nella Cappella delle Suore del nostro Ospedale. (( Lodea " è la dizione delle luminarie degli archi di trionfo
sotto cui passa la processione; solo che manca il completamento della frase: Lode a Maria. La preghiera a San Luigi è scritta in un libro che Natuzza ha visto. Le frasi latine sono titoli o capilinea o passi rilevanti di libri di preghiere, di cui abbonda l'ambiente cristiano di Mileto, dove una popolazione d1 conta· clini vive osannando al Signore e si raccoglie nel suo ampio Duomo alle cerimonie solenni, dove uffìcia il V cscovo in persona.
Nei momenti pitl solenni di concentrazi0nc nustJca Natuzza riproduce le immagini che le sue pupilk fissnno t che la sua mente fa rivivere. Qui è il caso di accennare alla cap:Kità eidctica di certe persone, ossia ddla capacità di riproduzione delle immagini ~enza stimolo o quando lo stimolo non agisce. Noi abbiamo sludiato solo la capacit~t eidetica esterna, che permette la riproduzione delle immagini nella loro spazialità; ma questa capacità può esser anche interna e dare una riviviscenza di immagini che ha dell'allucinatorio. La differenza tra allucinazione vera e allucinazione interna è in questa proiezione spaziale. Natuzza, nei momenti buoni, non solo vede le persone evocate, c ne dcscrive i tratti e le caratteristiche. ma le sente, le riproduce nella vece, le Interpreta. O ra tutto questo, per lo meno in una prima fase, non è che disturbo scnsoriale o allucinatorio. E allora è chiaro che le immagini rivivono, si realizzano, prendono corpo e consistenza nella mente così fervida di Natuzza. ·
E possono anche proiettarsi, dalla corteccia alla sottocorticalità. C'è una interdipendenza tra rappresentazione visiva sostenuta da una forte concentrazione emotiva e i fatti trofici e vasomotori. Ci sfuggono alcuni anelli di questa catena; ci è solo nota la parte afferente dell'arco diastaltico, forse anche il centro che elabora, ma sono meno chiare le vie che dal centro vanno alla periferia. Ecco perchè i biologi che di questi casi non sanno nè debbono dare altro che spiegazioni naturistiche, fisiologiche, hanno chiamato in causa il sistema nervoso della vita vegetativa. Rimando ad un capitolo della «Biologia della vita emotiva » del nostro V. M. Buscaino, in cui sono descritte tutte queste formazioni dei nuclei della base e dei nuclei vegetati vi del mcsenccfalo, sul pavimento del III ventri colo e dell'acquedotto di Silvio. Stimolando alcune di queste formazioni si ha vaso-clilatazione o vaso costrizione, e, in un sistema capillare labile o ipersensibilizzato o allergizzato (dicono gli scienziati alla moda) anche emoplasmorrea. Ci sono dei casi eccezionali, in cui queste formazioni. sono comandate dalla volontà, come nel fachirismo. Solo che la volontà non sempre emana dalla coscienza; nè è sempre una rappresentazione chiara più un sentimento di sforzo, più un lìat volizionale, ecc. come pretendono i psicologi. Qualche volta emana da zone oscure: vi possono essere atti di volontà che balenano anche nelle zone oscure del sonno, del letargo e della catalessia (barometro psichico di Carus). E. Morselli (1), alle zone dell'incosciente irrazionale, che egli divide in ereditario, psico-fisiologico c individuale automatico, connette il << sub-liminale » il quale possiederebbe la facoltà di dirigere le emanazioni della miste· riosa forza biopsichica radiante, produttrice dei fenomeni ammirabili di criptoestesia e di telckinesia (chiaroveggenza, materializzazioni, allucinazioni veridiche). Una delle condizioni eccezionali in cui la volontà può sorgere dal fondo oscuro è l 'isterismo. La volontà dovrebbe in questi casi inviare comandi a queste formazioni della base e del cervello intermedio, che è sede del ritmo del sonno e della veglia, forse anche della coscienza dell'Io, ed è centro di tutti gli impulsi metabolici e viscerali e dell e sensazioni cenestesiche e delle emozioni e degli Ì!;tinti, sl che Buscaino trova <<risponden te ai fatti l'espressione che i gangli della base e il mesencefalo costituiscono un grosso centro vegeto-emotivo ». E' in questo centro che dovrebbero essere elahoratc le immagini e trasmesse alla periferia. Esistono queste vie efferenti ? Evidentemente sì. Esaminiamo l'esperimento eseguito da Beaunis (2), un (r) E. MORSELLI: La psicoanalisi.· Vol. f. - Torino, Frat. Bocca. (2) BEAu!'rs: Le sonnambulisme provoqué. - Paris, 1887.
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fis10logo francese. Egli toccando un punto del corpo alla Signorina A. E. durante il sonno ipnotico, le dice: «Al vostro risveglio, voi avrete una macchia rossa, che si produrrà sul punto che io tocco in questo momento ». L'esperimento riesce dopo dieci minuti dal risveglio. Lo stesso esperimento viene ripet~;~to da Fochachon sotto la sorveglianza di Bernheim (r). Bouru e Burot confermano il fatto, provocando per suggestione epistassi, sudori sanguigni, elevazione febbrile della temperatura. Mabille, un Di rettore di manicomio, provocò con lo stesso esperimento, in una sonnambula, delle stigmate all'avambraccio ripetendo il fenomeno meraviglioso delle stigmate di Lanze Lateau. E infine fu provocata la grafia ematica, sull'avambraccio di un emiplegico isterico, con la suggestione ipnotica. Natuzza invece produce sulla sua pelle le immagini grafiche speculari come la scrittura di Leonardo da Vinci. E allora, se a un comando ipnotico è concesso percorrere alcune vie, elaborare lo stimolo e rirrasmetterlo, ciò dimostra che vi sono vie afferenti ed efferenti; c che il centro di elaborazione (mesenccfalo e gangli neurovegetativi) hanno anch'essi una disposizione topografica e selettiv:l come la hanno le strutture della corteccia cerebrale. Solo che la corteccia cerebrale è l'organo della volontà cosciente, e la sottocorticalità l'organo della volontà incosciente o sub-cosciente. In Natuzza: queste immagini così vivaci che la sua retina fissa e trasmette alla corteccia occipitale, devono esser a loro volta trasmesse a quei nuclei vegetativi, che presiodono aJia vasodilatazione c alla diapcriesi, e da q uesti inviate secondo una particolare topografia ai minimi vasi san1,ruigni della periferia. Che quest'ultimi siano particolarmente sensibìlizzati o presentino una disergia è particolare di secondaria importanza. Il fatto è certamente eccezionale; è una rarità psicopatologica; ma finchè noi possiamo postulare una spiegazione analogica nel campo sperimentale della fisiologia, qual'è il sonnambulismo provocato, penso che non si debba ricorrere ad ipotesi soprannaturali, paranormali, spiritiche, medianichc, ecc. Sono fin 'oggi l'unico sostenitore che s'è pronunziato sulla tesi patologica nel campo mirabolante della sudorazione sanguigna di Natuzza Evolo. Certo i fazzoletti dipinti sono delle cose straordinarie, ma nego che essi riproducano un pensiero personale o una costruzione ideativa, bensì solo delle immagini sensoriali. Ma Natuzza non sa scrivere c come fa a riprodurre lunghe preghiere in latino ~ui fazzoletti ? E qui bisognerebbe citare Bergson e l'oppo~izione tra istinto e intelligenza. L'istinto (c queste attività ad esso molte vicine) è perfetto, volto sempre ad uno scopo, fisso nei suoi mezzi e nei suoi stru(1) B ERNIIEnc
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menti; l'intelligenza ha più vasti obbiettivi, più vana, mutevole, mo imperfetta nei suoi mezzi. Ba!'ta considerare la differenza tra un atto isti ntivo e una prama più o meno complessa. Questa ragazza scrive come per riproduzione fotografica, il che non impegna prassie ed automatismi aC<-JUisiti coscientemente. Questi fenomeni sono autoctoni; gli altri, invece, sono fenomeni indotti dal circuito psichico che si crea intorno a Natuzza. Tutto l'isterismo ai suoi esordi è un fenomeno di induzione, di suggestione, d'imitazione, di trasferimento di comandi da una persona o p•ù incombenti su una personalità succubc, plastica, ipersensibile, iperestesica. Natuzza cade in sogno catalettico, in stato ipcrtonico con anestesia completa c con la sintomatologia dello stato onirico (Babinski, asinergia de1 glob1 oculari) midriasi) parla a due voci; domanda all'anima del purgatorio c questa le appare e le risponde con la sua voce. E dice cose importanti ·~ fa considerazioni di alto contenuto morale e religioso. Per es. queste: <~ Come è bello Gesù Ja Salvatore, come è terribile da gi udicc l) ; o anche quel che dice il giovine poeta d'annunziano, Pasquale Murmura: " Sono stato filosofo c poeta, amav0 la gioia di vivere, ma che vale tutto questo se si peràe il paradiso ? "· O la medaglia d'oro Sandulli, morto eroicamente in combattimento: c1 Sono morto da martin.:: per la mia terra c ptr la mia fede e così contluistai il paradiso "· E la disperazione e le recrimina~ioni dei conJannati all'inferno. Ma rutto questo, molto spesso è monotono ed iterativo; c là dove i presenti cn.:dono di ascoltare la voce del padre o del figlio defunto o del parente lcntano. non so quanto vi mettano della loro tensione aspettante, sostenuta <h una credenza assoluta nel conforto del! 'aldilà. Ciò nonostante molti scettici che hanno assistito non confermano; altri sono dubbiosi. Ma molti, e sono i più, affermano c sostengono strenuamentt.: l'autenticità del fatto. Bisogna però considerare l'ambiente, la casetta dove vive Natuzza, in mezzo alle pareti coperte d'immagmi e di pitture religiose, tra gente devota, •Jrarrtc, che recita la sera in circolo il rosario mentre si attendono le rivelazioni dal regno dci morti per la bocca di Natuzza, il paese dove tutto gravita intorno all'Episcopio, dove preti, professori, chierici creano l'atmosfera mi~tica, di cui vive Natuzza. E poi bisogna considerare t}uesta buona donna, nei suoi traumi psichici, nella sua infanzia travagliata, nel suo complesso di inferiorità, nel suo bisogno di sfuggire alla situazione incresciosa, nel suo inconscio tentativo d1 rivalutarsi e di rendere più di quello di cui è capace la sua attività vitak (1). (1) PucA: La storia clinica di >Jatuzza E volo. - Giornale d'Italia, 12 febbraio 1948.
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E' qui tutta l'essenza dell'isterismo, secondo l'accezione di Jaspcrs, il psicopatologo esistenzialista. Altri vi aggiungono !"emotività, la suggestionabilità, l'insincerità, ecc.; il tutto sostenuto da un grande bisogno di richiamare l'attenzione e l 'interesse del mezzo circostante. Molte personalità in una, dice\a del Greco, c la possibilità di fonnazioni seconde, con automatismi psicologici differenziati, staccati dalle unità, diceva Janet. Queste personalità possono fissarsi e stabilizzarsi ad una detennmata epoca della vita in coincidenza di traumi psichici o di altre scosse organiche e poi permanere come infantilismi, anche quando la personalità è adulta. Erostrato, Salomé, Nerone, alcune grandi dame della Rivoluzione francese citate da Morselli, erano personalità isteriche. Ma ve ne sono anche molte che per que~ta natura esuberante, eccessiva, capace di compensazioni, sono dedite al bene, alla propagazione delle grandt idee, alle recise affermazioni mistiche. Ma noi non abbiamo bisogno di chiedere sostegno per la fede al campo della patologia; bastano le belle6ze della natura e delle strutture c delle i un· zioni armoniche degli organismi viventi. Comprendiamo perchè oggi e ieri, nei momenti più oscuri della vita Òet popoli, l'uomo cerca di bussare disperatamente alle porte dell'ignoto per avere un segno, un indizio di una vita migliore o dJ una vita che 5Ì prolunga oltre qn.esto angoscioso senso dd limite. L a ragione più non basta e la cnsi della civiltà è ravvisata da qualche filosofo in questo crollo dei valori razw.. nali. L a stessa scienza si ravvolgc di mistero nelle ricerche sull'energia atomica premonitrice di una palingenesi in cui il mondo sprofonderà. La psicologia ~tessa ci spinge verso il sogno, verso le interpretazioni oniriche; tutta la vecchia oniromanzia rinverdisce di nuovi apporti. E allora l'uomo si affida all e forze oscure, richiama gli spiri ti e le anime dei trapassati, crea i miracoli, le magie, le guarigioni mcdianiche, ccc.; ma coloro che non hanno perduto fede nello scibtle um.mo non disperano c cercano d1 ricondurre il tutto alla natura chiarificatrice e ordinatrice delle cose. Il caso riferito al recente Congresso <.h Psichiatria, ba suscitato interesse e sarà riportato integralmente negli Atti, anche con le ricerche eseguile sull'orientamento neurovegetativo e sull'allergia cutanea (intradermoreazioni all'adren:Jli na, acetilcolina, istamina, ccc.) le quali ricerche però sono un completamento e un lusso di indagini, ma non delucidano in nessw1 modo il meccanismo d'azione della grafia ematica, che postula una collaborazione eccezionale tra corteccia cerebrale e sottocorticalità, giacchè l'arco riflesso che è alla base del fenomeno, impegna zone rapprescntati\'C, centri ncurovcgetativi, ma non esclusivamente ca pillari sensibilizzati nella loro penncabilità da liberazione istaminica, come sostengono gli scienziati alla moda.
CORSO DI ETICA MEDICA INTERNAZIONALE ALLA SCUOLA DI SANIT A' MILITARE A.
C AMPANA
Con la conferenza inaugurale alla Scuola di Sanità Militare del 4 aprile su « La Medicina Militare sul piano nazionale », il geo. medico J. Voncken, Insegnante onorario della Scuola, ha iniziato il suo corso di « Etica medica internazionale » affrontando un complesso di problemi che tanto ci stanno a çuore e che, mentre andiamo in macchina, vengono ripresi e appassionatamente dibattuti alla Conferenza Diplomatica che si svolge a Ginevra. Assertore di quei principi d'internazionalità della medicina che sono alla base della nostra missione di medici, militari o non, e che, purtroppo, anche nell' ultima guerra mondiale sono stati così poco rispettati se non addirittura dimenticati, nelle sue lezioni davvero magistrali il gen. Voncken ha svolto i seguenti argomenti: « Storia del movimento umanitario - Movimento umanitario contemporaneo >> ; « La medicina militare sul piano internazionale »; « Situazione giuridica internazionale del medico l> ; « Organizzazione medica sul piano internazionale >> . Noi qui vogliamo soffermarci su una delle questioni più angosciose messa in luce nell'ultimo conflitto mondiale c con sì profonda passione trattata dal conferenziere: la degradazione della professione medica rivelatasi attraverso esempi davvero tragici nel corso di questi ultimi anni, e che non può intendersi se non come effetto della crisi morale sofferta dai popoli in conseguenza dell'era di barbarie creata dalla guerra 1940-1945· Per essa tutti i domini della morale hanno subìto delle gravi scosse, ma ve n'è uno che particolarme nte ci riguarda c che la medicina - basata su ciò che vi è di più sacro sulla terra, il rispetto della sofferenza umana - deve salvaguardare a tutti i costi perchè la possibilità e l'onta di essere coinvolti nel compimento di delitti di lesa umanità non abbiano a ripetersi nell'avvenire. Tale degradazione medica si caratterizza per vari aspetti: più recentemente, durante la guerra nei territori ()Ccupati, furono le sevizie contro il personale di soccorso, medici o infermieri, condannati per aver cun1to feriti del movimento clandestino : condanna ingiustiftcata, in diritto naturale, in quanto detto personale non poteva ri.fiutarst d t assistere un ferito, qualunque egli fosse, che ad esso si affidasse. Un secondo esempio di degradazione, e non delle minori, fu quello della
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collaborazione individuale e co1lettiva di medici alle tecniche di distruzione imposta da alcuni governi nei campi di concentramento. Non è ammissibile che la medicina, che ha una missione puramente salvatrice, possa essere trascinata a divenire uno strumento di morte: sarebbe la negazione stessa della sua essenza e del suo ideale. Come corollario di questo principio, se esso fosse ammesso, il medico potrebbe essere chiamato a collaborare al combattimento, e non saremmo lontani dal vederlo organizzare e dirigere la guerra batteriologica o biologica. Quale assurdità, allora, far sventolare sugli ospedali gli emblemi della Croce Rossa, quale ironia voler salvare i feriti dopo essersi adoperati a farli morire vittime del progresso distruttore della scienza medica 1 Processi clamorosi, e inquietanti per lo spirito umano, hanno messo in evidenza alcune violazioni della coscienza atta verso pratiche di narcoanalisi: ecco un'altra grave degradazione della professione medica perchè noi dobbiamo rispettare non solo il corpo ma anche l'anima dell'essere umano. Gli esempi citati hanno malauguratamente già visto la dolorosa realizzazione nella vita di alcune nazioni. E l'avvenire si adombra ancora: la Conferenza Diplomatica che si svolge in questi giorni a Ginevra deve riprendere lo studio delle convenzioni della Croce Rossa. Per una incomprensibile aberrazione vediamo delinearsi delle tendenze mostruose. Alcune nazioni arrivano persino a pretendere che il medico, facente parte integrale della macchina da guerra, non debba più essere protetto, nè godere della immunità e non captività in caso di cattura: suo solo scopo essendo il ricupero degli effettivi militari per aumentare il potenziale di combattimento, egli diviene un combattente e non deve più occuparsi di curare il nemico salvo quando le circostanze lo permettano. Questa tendenza della medicina, da cui si esclude ogni pietà e ogni rispetto della sofferenza, costituisce una delle degradazioni più dannose che si possano immaginare, e, se fosse accettata, il movimento umanitario della Croce Rossa sarebbe finito. Ora, noi dobbiamo tendere, per l'onore della medicina e per salvaguardare la civiltà, a che questo ruolo umanitario si sviluppi e si estenda e, per conseguire ciò, si rende necessario creare un'organizzazione internazionale della medicina (analoga al « Bureau lnternational du Travail 1>) che diverrà per i medici di tutto il mondo un'autorità morale superiore e che detterà il Codice di Diritto Internazionale Medico. Ma bisognerebbe, per questo, istituire un insegnamento di morale medica in tutte le facoltà di Medicina pcrchè tutti i medici, nel fondo della loro coscienza, abbiano una guida sicura che li difenda dal commettere degli atti contrari al loro dovere professionale, anche se le Autorità statali invitino a consumarli. Questo vasto e angoscioso problema del l 'avvenire della medicina, sul quale abbiamo ritenuto opportuno soffermarci, è stato ultimamente espo~to dal gen.
mo!dlco Vonckcn innanzi all'Accademia di Medicina di Parigi. E quest'alta Assemblea, all'unanimità, ha emesso il seguente voto per arrestare la professione medica sulla pericolosa china ove l'hanno spinta gli avvenimenti bellici: << L'Accademia Nazionale di Medicina, ricordando il processo eli Norim· berga e i delitti commessi in occasione di guerre e di conflitti di ogni natura contro la persona umana, particolarmente feriti o malati, prigionieri o detenuti, e ribellandosi a lasciare che il Corpo sanitario diventi strumento di qualunque pressione inficiante la loro integrità fisica, morale o intellettuale, fa voti che l'esercizio della medicina, in tempo di guerra come in tempo di pace, sia precisato da un Codice di Deontologia Internazionale a carattere obbliga torio, da stabilire da un organismo medico internazionale, codice di cui l'inse· gnamento sarà regolamentare nelle Facoltà c Scuole di Medicinn di tutti i Paesi. « L'Accademia Nazionale di Medicina ritiene che l'Organizzazione Mon · diale della Sanità deve essere informata di questo voto e chiede che esso sia rappresentato alla Lega delle Società della Croce Rossa dalla Croce Rossa Francese e trasmesso, inoltre, a tutte le altre organizzazioni di carattere internazionale ». Con il <• Corso di Etica Medica Internazionale » tenuto dal dott. Von cken alb Scuola di Sanità Militare di firenze, l'Italia, e per essa il nostro Mtn istero della Difesa, ha dimostrato di non aver atteso tale voto per prendere l'iniziativa in una materia così squi ~i tamente um<ma e latina: il gen. Voncken ha parlato agli allievi ufficiali medici e chimtci farmacisti, a quei giovani che rlomani potranno trovarsi nèlle dolorose condizioni in cui ci siamo trovati noi in quest'ultima guerra c che dovranno sapere qual'è il loro dovere, la loro condotta. Nella Scuola di Sanità Militare, accanto alla formazione tecnica, si forgia anche l'animo e lo spirito del medico militare: nessuna sede, quindi, più qualificata per la divuJgazione di principi che sono l'essenza della nostra missione. E migliore conclusione al corso non poteva dare il Rettore della Università di Firenze, prof. Borghi, prendendo la parola alla fine dell'ultima lezione del generale Voncken, per ribadire i concetti del conferenziere c ricordare che persino Ippocrate, nel suo « Giuramento >), sanciva che il m edico deve curare con lo stesso amore amici e nemici. Le lczion i del generale Von ken sono ~ta le segui te con la più vi va attenzione dagli allievi della Scuola, dagli Ufficiali medici del Presidio di Firenze c da numerosi medici civili e delle altre Forze Armate. Ci ripromettiamo di pubblicare per esteso, sul nostro Giornale, quella che riguarda la « Storia ciel movimento umanitario )) ' e di raccogliere in un numero speciale lo « Schema di Codice e di Etica Medica Internazionale >l elaborato dallo stesso ciott. Voncken, ripartito alla volta di Ginevra ove difenderà con tutto il suo ardore, insieme ai Capi delle Sanità Mil itari delle nostre Forze Armate, i principi che non da oggi va pr' dic:,ndo in omaggio alla nobiltà della no~tra missione.
EPIDERMIDE E INFE Z IO NE Don
D<i\o Ez•o c.,PPLLL.\Ro
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Il <.lerma c !"epidermide sono stati riumu nel concetto ùi organo cutaneo. L'originalità del la\'Oro Jìsiologico e la struttura citologica ci presemano l'epidermide come un organo caratteristico ed autonomo, per quanto al derma sia correlativo. l vari strati morfologici che compongono l'epidermide si risolvono in sostanza in uno strato ed in una sovrapposizione: uno strato biologico intcssuto di una uama di cellule che vivono e si riprcxlucono, cd una sovrapposizione costituita da una sostanza (cheratina) che ha sostituito il nucleo cd il protoplasma cellulare e che della cellula altro non conserva che l'impronta come di uno stampo. Si tratta quindi di uno strato escretore, che si ricopre del suo stesso escreto (sovrapposizione, strato corneo) completandosi in tale modo con la secrezione cheratinica il sistema delle secre7.ioni esterne generali, in parte glandolari (sebo, sudore). La questione se l'epidermide ùebba quindi considerarsi come glandola smisurata potrebbe anche essere studiata. La fa lsa cellula della stratificazione o sovrapposizione cornea può offrire l'idea dci tessuti mummifìcati col• sostan7.c catramose; nelle mummi.ficazioni il tessuto secco si riduce ad essere lo stampo del materiale usato. L'intonaco cheratinico è pertanto costituito da una ecatombe di cellule che null'altro conservano di sè che la pura forma di pseudocellule, di cellule sterili e morte, secche, mummiticate. Non si può affermare che l'epidermide vivente crea l'epidermide morta e che pertanto ci troviamo di fronte a due strati: uno strato di cellule vive cd uno strato di cellu le morte. Lo strato corneo è co~tituito dal prodotto di una secrezione e parlare di uno strato sarebbe lo stesso che considerare il bagno sudorifero o sebaceo come uno strato dell'epidermide; del resto, allo stesso modo che il sudore ed il seho finiscono per dileguarsi e cadere, la secrezione cornea, il cui attributo principale è la secchezza c la durezza, va continuamente disfacendosi in lamelle sottili che si staccano per un quanritativo complessivo medio giornaliero di w grammi e cioè circa 4 chili all'anno. Non si può quindi parlare correttameme di funzioni dello strato corneo, giacchè questo costituisce un mero sccrcto, mentre il fenomeno funzionale fisiologico della produzione di esso appartiene all'epidermide vivente; soltanto possiamo parlare di epifenomeni rclazionati agli attributi fisico-ch:mici dello esc reto cheratinico. T ali epifenomeni si riassumono come segue: r" - posizione di fronte ad agenti fisici, chimici, e soprattutto microbiologici; 2 ° - mediazione tra la pressione del mondo esterno e pressione sugli strati inferiori e qujndi sui nervi periferici; questi sono impressi indirettamente dal caos esteriore e direttamente dallo strato corneo (noi semiamo non il mondo esterno, ma il nostro strato corneo). Ne consegue una possibilità di difesa (non funzione): 0 I - mediante gli attributi di resistenza della stratiGcazione cornea, il cu1 superamento è indispensabile ai microrganismi per attaccare la cellula vivente; ~
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Giornal~ di Mt:dicinw
Hilital'< .
2" - mediame l'attributo di risonanza o di mediazione per il sistema nervoso periferico. Esaminiamo alquanto tali fenomeni ed epifenomeni, al cui studio intervengono tutte le scienze biologiche dando al dermatologo l'occasione di erigersi in un vasto campo di indagine c di svilupparsi dalle strettoie di un mero compito di studio della patologia cutanea. 2.
U.-:.-:A: Bcitr. zur 1-l•strol. u. Entwickl. der mcnscbl. O berbaut, Arch. f. m1kr. J\11<1l., vol. I:.!, p. 66;, 1R76; ZA~DER: Der Hau der menschl. Epid. Anar. Abt., t888 ; RE~.wr: Trané d'histol. pract., 1S9j; MIBF.U r: Derm. Gen., 19 10 ; THt' RISGfR: Regeneration of str:nifiec.J >qmunous epithdium, Anat. Ree .. .!8. r. 31·3X, 1~r24; PAnaT: Zum Bau der menschl. Haut, Zt. f. mikr. anat. Forsch., 1926, ,·ol. ;; f'I:<RL" Die nurmale Anat. der H:lut. Handb. der Haut u. Gcschl., 1~)27, l j r; 1-JOEPKE: Die H aut, Handb. d. mikr. An a t. der Menschen , Woilcnrlorf, 1928, lllft; TuuRit<CER: Anat. Ree., 49, r, 1928; PAnELT: Histologische u. bio!. Problemc der menschl. llaut , Zt. f. mikr. Anat. Forsch., 192y, v,>L r7; PERl<XOPf c PArzE1:r: in die llaut u. Gcschl. eli Arzt " Zider, 1934, vol . l; K. Z0L.A e ALteE Sc111n : M>totic rhythm in hum:m epitlermis, Proç. Soc. Expcr. ilio!. 3nd Mecl., '93K, p. 323-.524; 1\.. Zou Coona: Milotic rhythm in human cpidcrmis, jour. In ves t. Derma t. , 1939 p. 289-300; J. M. 11. MAc Lcoo c l. Mue,;nf.: Pracr. ll.1nd. of thc Pathol. (Jf rhc SJ..in., Lon<.lon , 1946, p. 29; DARtFJt, CI\',\TTE, F> ..l~lliK e TzA:<CK: Nouv. P>'<ll. I. 1<,136.
Le cellule cutanee in genere si riproducono per mitosi o cariocinesi (divisione indiretta). La divisione diretta (amitosi) si riscomra soltanto in alcuni stati patologici (Mac Leod e Muende, Patzclt). Hoepke ha visto nelle più alte strutture cellulari di condiloma, numerosi amitosi. Nella epidermide si è creduto che il processo generativo cellulare debba limitarsi soltanto allo strato basale e cioè alla parte inferiore dello strato germinativo (Unna, Zander, Renaut, Pinkus); Patzelt invece ha riscontrato il fenomeno germinativo anche negli strati annessi (1926-t929); secondo l?atzelt cattive condizioni di nutnzionc darebbero luogo a riproduzione amitotica. Frequentemente però era stata riscontrata mitosi negli mati superiori : così Hansemann (1891), Garrcn (1895), Rabl (1901). Schiifter (1922); tali ricerche sono state confermate da Prcnant, Bohm. DaviJoff, Bailey, Jordan, Kolliker, Krause, Marden, Hill. Tburinger ha stabilito che mitosi si hann•J anche negli strati medi dell'epidermide, ma che si trovano in maggioranza nello strato spinoso. Mibclli h:1 opposto le cellule corncificatc delle stratificazioni più superlìciali alle cellule delle stratificazioni sottostanti, ove non si ha traccia del processo di corneificazione, ma si tro\'ano invece le note istologìche della proliferazione cellulare (mi tosi). Si è potuto così definitivamente stabiiire: a) l'epidermide comprende uno strato organico inferiore che costituisce un problema citologico; uno strato superiore, strato corneo, non è altro che una ~ovrapposi zione di materiale escreto; b) lo strato inferiore è vivo c vitale c le cellule si riproducono per mito;i, il cui ritmo è più abbon~antc durante la notte (Cooper e Schifi); c) lo strato superiore presenta cellule sterili (cellule prodotte e non più riproducentisi a causa della deformazione, riduzione ed infine scomparsa del nucleo) e chcratinizr,ate (deidratazione, corneificazione, mummificazione e morte del protoplasma cellulare), e cioè cellule morte e mummificate. La mancanza del fenomeno riproduttivo (denucleazione). la corneificazione (deplasmazione) e la mummilicazione della cellula superficiale epidermica (pseudocellula) presentano nella patologia generale delle infezioni un interesse tale che può condurre a stabilire leggi fondamentali. Presentiamo intanto l'epidermide umana per la parte che ci interessa.
3· Etiam . M ., u•tcHr: Epi>tolac :u1atomicae, M. M31pighi e C. Fracassati, Ams terdam, 1662; R,, :-;\lu: Hi,tolo~ie tk· la peau , définition et nomcn cb turc clt·< couches dc l' épitkrme c hez. l'homme et )es
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Malpighi è stato il primo a distinguere il derma dall'epidermide ed a distinguere inoltre nell'epidermide la cuticola (strato corneo) ed una membrana traforata o retilormc (rete o strato malpighiano). Si è ormai d'accordo che la funzione specifica e fondamentale (Martinotù) dell'cpitlermitle è costituita dalla produzione (secrezione) di sostanza cornea. Particolarmente Mibelli e Paltzelt riconoscono nell'epidermide due strati essenziali: lo strato corneo e lo strato germinativo (strato malpighiano o corpo mucoso o reticolo di Malpighi). I due strati però non hanno uguale significato biologico e si distinguono prinCipalmente: 1° - per la deidratazione cellulare della SO\'rapposizionc cornea, mcmre lo strato mucoso presenta cellule con nucleo mucosico o vescicoloso; in proposito Rothman c Schaaf hanno messo in evidenza che le formazioni cornee sono estremamente povere di acqua in confronto alle cellule da cui provengono; 2'' - per la durezza del materiale corneo mentre.: il protoplasma delle cellule sottostanti è molle; 3" - per la trasformazione del nucleo e la sua scomparsa; 4" per la conseguente irriproducibilità delle pseudocellule corm:c; 5" - per la scomparsa degli organi cellulari e del protoplasma; 6" - per la ininterrotta deiezione e caduta delle cellule fa lse; 7'' - per il carattere dì prodotto di secrezione tlello strato corneo; go - per l'attributo di veicolo di deiezione che ~i riscomra nel prodotto cheratinico, nel quale sono sommerse c: mummificate le cellule. In sostanza lo strato inferiore (corpo vivo), più o meno completamente, produce, allo stato normale, cellule madri che vanno continuamente proliferando c dividendosi in cellule figlie, sospinte, senza più prolifcrazione (corpo sterile) verso la superficie dell'epidermide, dall'afflu ire dì nuove lellule e diventando sempre p iù din'crcnziate c poi definitivamente mummilìcatc c cheratinizzate, tiu;;cendo così a coprire (tegere, tegumcntum), sino a quando non saranno ~tarc:He c disperse, l'intero organismo. Una esatta divisione dell'organo epidermico dovrebbe quindi seguire la linea ove cessa la proliferazione delle cellule madri e comincia l'iocolaggio delle cellule figlie steril i e chcratinizzatc. Nell'epidermide la differenziazione citologica è basilare; l'attributo nucleare della cariocinesi è determinante; i comuni auribmi morfologici cel lulari hanno un'importanza secondaria. Etiam: MER1'SClll'>:<, : Hi>tulogi>che Studic·n iibcr Kcr.ttoh);~lin u. Pigmcn t, Virchows 1\. f. p:nh. An:n. u. Phys., 181\(). vol. 16, p. 53; BnA:-<CA: Le tégumcnt ext. et sé, clérivé,, Tr:lité d'anat. eli Poisicr ~c Charpy,
vol. ;, I!J04; EuRM.ANN e PtcK: Einf. in das mikr. St. <kr norm. u. krank. H aut, Vienna,
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F iladelfia, 1947; J. C. D1cK: Ob;crv. on thc elasric ti \Sue of thl' ,kin wi th a note on thc reticular laycr a t the junction of thc <lermis and epidcrmis, Jour. An a t.. 1947, p. 20 1-21 1 ; THt:Rr:<GER: Mitotic index of palmar and piantar epidermis in reponse w stimohtien, jour. lnv. Derm .. 1()39· p. 313-326: FELSCHER: Studics on the ~dberencc of thc epidcrmis t o thc çorium. Proc. Soc. Ex p. fiiol. a. Med ., 1946, p. 213·21').
La ~istema"ione dcll'epidermitle in strati morfologicamcnte t!iffercnziati allontana dalla visione del ritmo ca riocinetico e tletermina confusione. Comunemente si d istinguono 4 strati principali: germinativo, granuloso, lucido e corneo. MacLeod e Mucnde, Pernkopf e Patzelt, Pinkus d ividono l'epidermide, dal basso in alto, in 5 strati: basale, spinoso, granuloso, lucido c corneo. M:minotti distingue 6 strati:
t8o r" - basale; filamentoso (entrambi costituiscono il corpo malpighiano); 3" - preeleidinico; 4° - eleidinico; 5° - posteleidinico (il 3", 4" e 5" costituiscono lo strato lucido); 6" - cheratinico. Lo stato preeleidinico di Martiootti Gostituisce lo strato intermedio di Ranvier c lo strato corneo infrabasale di Unna; lo strato eleidinico c posteleidinico di Martinotti erano stati chiamati strato corneo basale o soprabasale da Unna. La parte più superficiale dello strato corneo (sovrapposizione già disfatta in lamelle) è stata chiamata stratum disjunctum da Ranvier. Daricr e collaboratori distinguono 8 strati: r • - basale o germinativo; 2" - fi lamentoso o spinoso; 3" - granuloso; 4" - preelcidinico di Martinotti o intermedio di RaJl\•ier o strato corneo infrabasale di Unna; 5" - eleidinico o strato corneo basale; 6" - posteleidinico o soprabasale; 7" - corneo; 8" - disjunctum. Merrsching nego la presenza costante dello strato granuloso. Unna quella dello ~trato lucido. La divisione in 4 strati (germinativo, granuloso, lucido e corneo) è seguita da: Hoepke, Kromaycr, Branca, Ehrmann e Fich, Bosellini. 2° -
4· Seguiamo le stratifìcazioni morfologiche dell'epidermide vivente secondo 4 piani (basale, spinoso, granuloso e lucido). La sovrapposizione cornea non è un piano biologie,">. A) Lo strato basale, così detto perchè è il più profondo della epidermide, è chiamato anche cilindrico, perch~ è costituito da una palizzata, generalmente unica, di cellule cilindriche o colonnari (talvolta però cubiche), disposte verticalmente alla linea ondulata tra l'epidermide ed il de rma. L~ denominazione di strato germinativo non ha più importanza dopo che si è poturo accertare in altri strati superiori dell'organo epidermico la presenza di cellule germinative, soggette alla vicenda cariocinetica. La struttura . comunque fi lamentosa e fibrillare, che domina tutto il quadro epidermico, si riscontraaltresì nello strato basale e lo immett:: inoppugnabilmcnte (Martinotti), nonostante qualche reperto sulle cdlule viventi, nel sistema epidermico; l'intera struttura epidermica, comprendente lo stesso strato basale, o la sua organica indipendenza, resta più evidente a causa della raggiunta possibilità di separare l'epidermide dal corium mediante ~cicli, basi, Ph neutro (Felscher); recenti ricerche di Dick hanno confermato l'assoluta distinzione dello strato basale di fronte al tessuto clastico del derma. Nulla tolgono alla sistematica struttura epidermica l'accertata presenza nelle cellule basali di corpuscoli del tatto di Merkcl-Ran\'icr, propri del derma (Becker e Obcrmayer), il continuantesi circolo linfatico (linfa epiteliale) c le relazioni di cvcruuale riflusso o deflusso nel derma della melanina epidermica (autoctona). Le cellule basali, la cui parte superiore presenta forma di cupola e quella inferiore è lenticolata e penetra nel tessum sottostantc del de rma, posseggono nucleo ovale e rotondo, ricco di cromatina, e presentano (specie al polo superiore) accumuli granulari di pigmento o di sostanza lipoide. La cariocinesi domina la riproduzione delle cellule basali. Esistono
cellule chiare (cellule di Masson) che si motiplicano soltanto nei processi neoplastici; esse si trasformano sotto l'intluenza di certi stimoli (raggi ultravioletti, raggi romgen, radium); non possiamo tuttavia fermarci sul rapporto di queste cellule con la produzione di melanina. Studiamo particolarmente nello strato basale: Eriam: P111. 1 fMI"'i: Conlf. ~ Ilo studio d~, pomi intcrcdlubri, Sperimentai~, 1904, p. 101H- •o22; On Lne epitndial in 1ne skin uf m'mmals, Quart. Jc.,ur. of ~.fic• os . Scicncc, voi, 6~. p. 101,
Sli~J'IRO:
1924; FAVR~: Le ncxlule de Bizzozero dans l'épidcrmc norma! cl d:u1s :c, épidermcs p:11h., Ann. dc Derm, et de Syph., ottobre 1946: MARn~OHI: Alcune ricerche sull'anatomia microsc. della pelle, G. I. D. c S., 1920, p. 594; Bu"cc,,: Uebcr das Vcrh. der sog. B">:ilmcmhran als Bimkmiucl zwisch. Epid. u. Cutis, Ar;:h. f. Dcrm. u. Syph., vol. 141, p. ll8, 1922; H F.RXEL\llR: Ueber cigcmiimliche Fasern in der Epidermis und im Epi thel gew~scr Schleimhau~ bcim :VIcmchen, Arch. f. Derm. u. Syph., vol. 21, r889 , p. 645-657; HEJDE:<HAJN: Plasma u. Zeile, Hanclb. der Anat. dc' Menschen, l!J07·I9Tl; J.<OASSOHN: Dcrm., 1938, p. 4; S. L.<PIÈRE: L:1 zone limite cntre l'épidcrme el k derme chez l'homme et chez l'embryon de mouton , Arch. Rio!., t'l3<), p. 343·367; Sn-ro" .1. s,r,·rcw: Dis. of the skin , Mosby, 1942.
a) I ponti intercellulari, costituiti da sottili filamenti che collegano le cellule basali, le quali non si presentano strettamente a contatto. La tenden:t.a più comune li considera come una espressione imercellulare o come una continuazione della struttura filamentosa o !ibrillare che rappresenta il quadra tipico, più o meno appariscente, della parte inferiore dell'epidermide o strato mucow (Kolliker, Unna, Cajal, Pianese, Pinkus, Pernkopf c Patzelr, .Martinotti, Bosellini , .MacLeocl e Muende, ecc.). Shapiro ha negato in generale un rapporto tra i ponti c la struttura fibrillare; Bizzozero li ha ritenuti una derivazione della membran~1 cellulare. Mibelli considerava i filamenti protoplasmatici (patologici) come un.1 continuazione dei ponti fi lamentosi extracellulari. Nel caso normale la tilamentazione è ridotta ai soli ponti intercellulari. b) I nodt.tli (noduli di Bizzozero) od ingrossamenti fusiformi (Mibelli) od ispessimenti a volte doppi (Martinetti) che appaiono nei ponti am.idetti, sono stati considerati come punti di incrocio o di saldatura delle fibrille o fi lamenti protoplasmatici (Henle. Hoepke), teoria accettata da Mibelli. l nocluli sono una caratteristica del quadro filamentoso di tutta la pane inferiore dell'epidermide e le probabili spiegazioni sono state riassume da MacLeod come: I 0 - noduli di sostanza cementante; 2° - noduli elastici che scompaiono allorchè le cdlule sono separate da edema; 3" • risultato di una illusione ottica nelle ricerche. c) Membrana cellu/m·e. Si sostiene (Hoepke, 1927; Pinkus, 1927) che le cellule basali siano prive d i membrana in senso proprio. Martinetti (r933) avrebbe osservato che la membran;1 cellulare appare nell'area chiara esistente tr:J cellula e cellula e si inizia in forma d i tanti puntini che poi si uniscono a monile, rendendosi bene evidenti negli strati alti. d) Membrana basale (Ranvier); Pinkus nega che sia visibile una sostanza cementante (Kittsubstanz) tra l'epidermide ed il derma; Hoepke ritiene possibile, Busacca necessaria, la esistenza della membrana; .Manganotti (1930) sostiene che esiste a contatto con lo strato basale una zona continua di fibrille argentolìle, costituita da uno sU"aterello di tessuto reticolare lameUare, doppiato da una fasciolina di tessuto argentofilo a tipica d isposizione reticolare (strato reticolare); Martinetti ha trovato fibre di collageno e (meno) di ela;tina e ritiene più logico pensare che attra\•erso ad un feltro. ad un fitto reticolo di fibrille, acl un tessuto fatto di f1ni maglie permeabili, avvenga UllO scambio di liquidi di nutrizione, più che per osmosi di una membran:1 ialina per la quale non tutti i prodotti possono passare; MacLcod e Muende ( 1946) scartano l'idea di un basement membrane, accogliendo l'opinione che le fibrille intcrepiteliali non avrebbero necessità alcuna di una sostanza cementante o di membrana. E' s~to ritenuto
che la membrana basale ~ia formata dall'unione di due strati: uno epidermico a\·entc.la ~tessa natura della membrana delle cellule epidermiche cd un altro dermico di na tura prccollagena ed argentofila (Lapière). Scambi dcrmo-cpidermici (non attravcr:.o una membrana basale, ma attraverso ad un fitto reticolo di fibrille, Martinotti) di mJ teriat. nutritizi farebbe• o supporre una rete trofica dermo cpidcnnica (Borrel, Pautner. u, y c Diss citati da Martinotti). r) Spirali di Herxheimer. Particolari allo suato ba~ale \engono indicati i filamenti swpl·lti da Herxheimer, co~tituiti d:~ fibrille a spirale, che si iniziano per lo più alla congiunzione dermo-cpiclcrmica (Sutton) cstcnclcndosi irregolarmente tm le cellule (Arg.tud) c dentro le cellule (Kromaycr) e che rappresenterebbero un sistema di canali (Hcrxhcimcr) o depositi di fibrina per J:~dassohn ed Ehrmann (accrescimento coincidente con depositi di fibrina patologica). Le spirali (Spiralfa~crn) in ~ostanza costituì rcbbero (Jadassohn, Martinotti, Oarier) gli stessi filamenti o fibrille epiteliali (Epithel tasern) propri dello strato inferiore in genere (tonofibrille di Hcinclcnhain; filamenti protoplasmatici), riuniti in fasci densi c sinuosi. Stimolazioni clcunche (Gatti) hanno contcrmato una maggiore proliferazione (uomo) delle cellule dello strato spinoso, d1 cui diremo appresso, nei conf• onti delle cellule basali, le quali im cee, in periodo di riposo :l\ rebbero maggiore prolifera? ione (Thuringer).
5· Ft111111: H11.zozERO: E~tr.Hto dd rcnd. dd R. Istituto I.omhardo. ~z. l ·J , [.ht.. tt>. d\;o: R'"'nR : Mode d 'union d es cellules du corps muqucux dc Malpighi, Acad. dc:~ 'cicnccs, vol. 89, 1879; FL~~~· '""'·: Ud~er imerccllul.trluckcn tkr l'.puhcl u. ihren Inhah. An. Hcfte, 6, p. 3·17, t891); LonTU.Ll ..: Mt<.LlORt'l: G. l. J)erm .• '9"''· p. H: \<frc;uoat('.t: G. l. Dcrm., 1()02' PAwq· G. I. Derm .. ·~.>f. t: •• , ...
B) Strato spit1oso. Lo ~tr<ltO basale e lo strato ~pino:.o (e per ~fihelli lo strato gra~ nuloso) sono stati considerati come uno strato unico ed indicato genericamente con 1:1 denominazione di strato tnCICOSO di Malpighi. n quadro dci due strati è sostan zialmcme dominato da due fattori: struttura filamentos:~ c prolifcra7.ionc mitosita. l ponti intercellulari sono più decisi c strettamente collegati t'On i filamenti nello strato spinoso; esistono i noduli che di preferenza si trovano nel mezzo dci ponti, e su questi ordinati uno accanto all'alu·o secondo una disposizione alquanto lineare (Pinkus); la membrana della cellula spinosa è generalmente negat:l (Hoepkc). Lo strato spinoso o filamcnroso prende il nome delb strunura fibrillare o lil.t mcmosa propria della cellula del corpo inferiore epidermico (cellula malpighiana). struttura denunciata principalmente da Schri:in ( 1863) c preri~ma da altri ( Bizwzero. Jllio c Ranvier, 1879), e non ancor:~ bene compresa. l filamenti plasmatici epiteliali o tunohbrille anebbero per Martinoni anche la funzione di proteggere il derma; se wlc lunzione si estenda fino a rendere le cellule poco adatte :1 sopportare l'inncstazione di materiale morbigeno può co~tituire un altro dei numerosi problemi sorti in proposJlo; Unna ha potuto stabilire che le fibrille non sono necessarie alla vitalità delle cellule, l::t quale resta anche quando esse vengono compromesse da edema intercellulare. Lo Mrato spinoso oHre :~Itri problemi concernenti la e~i stenza nel corpo ccllui:lrc di una d!sposizionc rcticolare (Migliorini), da cui Jeriverebbero i filamenti protoplasma tici (Pasini). Tra i processi spinosi esistono ~pazi (interspinosi od imcrciliari) tra loro inter comunicanti, in cui circola la linfa nutritizia (Flemming) c 'i trovano occasionalmente cellule migranti venute d:~l derma. Lo strato spinoso è il più grosso c comprende parecchie imp:~lcature di cellule grosse, irregolari, poliedriche, con tendcn7a a formare un mosaico anzichè una palizzata. La
pane orgamca e strutturale (a reticolo) del protoplasma cellulare (~pongioplasma) mediante i suoi fini filamenti si irradia attraverso gli ~pazi intcrcellulari nello spon· gioplasma delle cellule 'ici ne in modo d'e ne risulta una organic1 ronncssione (~lacLeod). comparata da Ranvier ad una unica 'asta cellula cbi numerosi nuclei.
6. Etwm: l..IKGERH.Il'S: Ucher thc llaut ckr Larvcn von S.<l.lm. mac., Arch. f. Mikr. An:n., H>l. 'l· p. 745-753, 1i!72; UKKA: Ucbcr das Keratol•yaltn u. sei ne Betlcutun)(, Monal>. L Pr~kt. D.:rm . l, l88l; w AWtHR: Untersudmngt·n ul)Cf ti Ìc; l listogenesc der Horngchildc, llcitz. 7.. Anat. u. Emhryol.. llcnlc- Fe\lg.1lx·. c8i!2; R"vc1 R: L'élcltlinc, Arch. de Pltysiol., ,<.,g4; R11..:t.h: Zdhtudien, .\rch. l. miJ..r. Anat., mi. 43· 1894, p. 377·423; p._, Rh M.: Sur cenai m illaments ay.Hll prohabkmeJH la ~igni fication d,· mitochondrics da11\ b couchc génér. cle l'épidcrm. Cpr. rene! hel1<l. Ac. do -ciencc,,
(
vol. J)O, 1910.
C) Strato granu/o;o (Unna) o strato di Langerhans (che lo descrisse) o strato chera· toialinico (Pinkus). E' caratterizzato dalla presenza nel protoplasma cellulare di numerosi granuli, che h.lnno forma rotonda o<.l irregolare, sono fortemente rifrangenti alla lucl. in modo che lo strato appare bianco e viene così attcnuat~l la trasparenza del sangue. Lo stratt> granuloso, secondo la variabilità dello spessore tlell'epidcrmide, consiste di circa 1 a 5 disposizioni cellulari, di cui ~oltanto le due più :dte ~i presentano ricmpit:.: di granuli (Hocpkc). l granuli sono coMituiti tla 'ostanza molto resi~tcllle cd hanno gr::.ndc affinità con la cmatossilina (metodo preferito di colorazione), il carminio, la tionina cd in genere con le colorazioni nucleari; non :l~>sumono però i colori grassi c sono !oeiolti dai liquidi digestivi. Ramier ha dimostrato che i granuli, wtto l'influenza di soluzioni salme lcloruro di ~io al 10 ~, ). si :mdrebbero trasformando nella stessa sostanza oleosa del pross1mo ~trato lucido (eleidina) c che pertanto essi non ~arcbbcro altro che ele1dina. Unna ha pertanto chiarito l'aff111it:t della sostanza dello Mr:no granuloso (cheratoialina) ton la sostanza dello str:no lurido (cleidina): ha mostrato inoltre il costante rapporto tra lo strato granuloso ed il proct!sw di corneificazione, in qu:~nto quello strato è assente allorchè tale processo è imperfeno. Quantunque l:1 so~tanza dello strato granulose, debba di~t i nguersi nettamente, pt-r k reazioni tin toriali. sia dalla sostJnza cornea, quanto dalla ialma (Mihelli), tuuavia, data la rassomiglianza dell:1 ialina di Recklinghausen c daLO il rapporto ~tabilito da Unna con il processo di corneificazione, Waldcycr, al lìne di distinguere la cleiclina Jcllo Hrato lurido dalla deidina in granuli dello strato granuloso, ha indicata quest'ultima con al termine (non corretto, ma accettato) di chcratoialina. La chcratoialina è una SO\tanza solida o sernisolida. insolubile io alcool, etere, cloroformio, acidi deboli ed alcali deboli; è digeribile nella pcpsina, solubile negli acidi forti, il che la differenzierebbe dallJ cheratina (MacLeod c Mucnde). Allontanandosi dal con<.etto che la chcratoialina si,1 un prodotto di degenerazione nucleare, e sulla constatazione che lo strato granuloso si presenta più ricco nelle regioni dove lo str:lto filamentoso o spinoso è più ricco di fibrille, Favre ritiene che i granuli di cheratoialina costituiscano il cornple5so frammentario dei filamenti di H erxheimer, i quali sarebbero mitocondrii che si spi ngono nello strato filamentoso allacciandosi, senza confondersi, con i filamenti di unione. i quali ultimi. a differenza di qudli. non tratterrebbero nelle cromizzazioni prolungate i coloranti. In genere sembra prevalente l'opinione (Kromayer) t he l.t cheratoialina provenga dalla rete fibrillare intercellulare (Mac Lcod c Muendc r946); si è sostenuta la derivazione dal nucleo (Krcibich, citato da Pinkus: Mertsching, Rosncr, Selhorst, Laffont, citati da Hoepke). particolarmente rlall<I cromatina (Ermt. D'Urso, Tcttenhammer, citati
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Ja Hocpke; Mibelli); Miglionni (1902) avrLbh(; notato che i granuli si antlrcbbero for mando nelle vicinanze del nucleo, contranamente alle precedenti os!><:rvazioni (1900) di W eidenreich, che li avrebbe rinvenuti anche ,,i poli delle cellule. La cheratoialina sarebbe un prodono di scambio del nucleo cellulare c del corpo cellulare (Rabl, 1897). Secondo Hoepke nucleo c citoplasma concorrerebbero alla formazione della chcrato ialina, il che darebbe parziale ragione alle varie supposizioni. Su non ( 1942) ritiene trattarsi di un prodotto degenerativo di albumina. Maninotti (1915 c 1933) ritienc triplice l'origine della cheratoialina. facendola dcri\'are: a) dalle fibrille (raro) per fe nomeno di fibrorrhexi~ e tìbrolysi~ ; b) dal nucleo per un processo quasi di cariolisi: la sostanza cromatica si andrebbe trasformando in tante piccole gocce o ~ferule. memre il nucleo assumerebbe un aspetto ~emilunare; in ultimo le gocce, fuoriuscendo dal nucleo, si ingrandirebbero e si trasformerebbero n(;i carattt:ristici granuli di chcr:noialina; inoltre la membrana nucleare residua ~i accartoccerebbe in un corp1ciauolo globoso picnotico, che subirebbe la sorte degli altri nuclei; c) dal plasma in m.ucria autonona. Lo strato granuloso appartiene ancora al corpo malpighiano od Jlla pane inferiore l'iventc dell'epidermide; tonofibrillc. ponti e noduli sarebbero :~ncora osservabili per yuanto incompletamente; os~ervabili !.ono le mitosi (Thuringer). Poichè la mummificazionc o rheratinizzazione dell'epidermide appare l'ultimo stadio del lavoro epidt:rmico, si potrebbe accogliere l'opinione che considera la cheratoialina come un grado rrepantorio della cheratina t' conferire a quella sostanza la Jeoomina7ione Ji prochcrarina proposta da Reinke ( 1894); a tale concezio ne si allinea Hlaschko: in ogni modo alln cher:ltoialina è conferito comunque un valore mediato, se non immediato, nei confronti JeUa cheratinizzazione da Apolant, Cajal. Kolliker. Kr<>mayer, Pawloff, Unna, Schumacher (citati da H ocpke).
7· Cl/11111:
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01111 : .\nn.! la Ulll\<rsala di nlC<Iu::ina. \hlano. l h);: Bt/11: Fludlll. Ardi. L u~rm. u. 42, p. :!3i· •l<y!l: CuH,o: F.lc•tlin. Munat>>ehr. f. pral... Derm . . 'ol. 46, p. 43'>• ••10!\;
D.\\ Eleidin l"CC •• M OI1.11SSChr. r. prak. Der m .• vnl. 49· p. )6, 190<); MAR1 llo:OITI: Ricerche <ul la fine struuur.l ddl'q>id crmicle um~n.t norm.dc an rapporto alla ' u:1 funzione ekidinochcra tinica, 1\rch. ì Zcllfnrvh. vol. 12. l<JI+ 1'. 4'\ - '41!•.: e '"1. '3· 1<!1';. p. 44f>·4)Q: c \'OI. 1'), 1<121, p. Bi·
C.W\Z/. 1 "l:
C) Lo strato lucido (co~ì chiamato da Oehl c Schron, 1!l57• t!opo che Gauthier :!\eva gi 1 de..critto una membrana lulida supcrficialis al di sopra dello ~tr~•to granuloso) l: un piano sottile che si trova tr~ quello cheratoialinico o granulo~o cd il vero e proprio strato corneo, di cui costituirebbe la base (Unna); è così chiamato in quanto. nelle -.ezionJ non colorate della pelle del palmo delle m:111i e della pianta dei piedi, :1pparc come una linea chiara semitrasparemc (stratum intermcdium di Ranvier), mentre la parte superiore si colora in nero. Unn,t ha distinto uno strato infrabasale, uno hasale ed uno superba~<~ le. ~l aninotti ha di~tinto: a) strato precleidinico od clcidinogcno. souile, di una o due file di clementi, costituito da cellule allungate in ~en5o parallelo :~ Ila cute; i granuli di cheratoialina conflui:.cono c ~i agglomerano; acl un dato momemo, b sostanza nudeare c quella cheratoialinica 5i fondono e la massa risultante muta affinità colorante; b) strato cleidinico, costituito di \'ari strati di cellule fortemente compresse le une sulle altr<', aJlungate in çenso orizzontale, omogenee, aventi un involucro :1 contorno irregolare; il contenuto cellul:lrc assume i colori propri dcll'eleid ina; c) strato posrclridinico o cher:ninogeno o prccheratinico, in cui la eleidina non manra mai.
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Mac Lcod Òt\ tdc lo ~trato lucido in tre strati di rui t! più basso contl·rrehhe glt•ugeno ma non cleidma, quello medio comerrebbe una grande quantità dt clcitlma cd acido olcico, quello superiore contt'rrcbbe anche gra\si c lipoidi. Si possono osservare tonofibrille n>n appropriata tolornionc. L e lcllulc dello SLrato lucido presentano un nucleo molto ridotto (Mibelli). L'elcidina (Hanvicr 1!l79, da J.~L1:ov = olio) o rneglio daidina (Pernkopf c Patze!t) non è un gra\so, nè oleico, nL w1cstc1 intco, ma albumina pura in stato hquido (Celi.~no), mentre per Unna sarebbe un tomposto di albumo>i c grassi; si scioglie in acqua, alcali, acidi, sali di metalli pesanti e >i Londcnsa, come l'albumina, in alcool, formahna . .:•ctdo picrico, acido aomico alla temperatura di 75 gradi; è facilmente cligcribtle da ••na soluzione di acido cloridrico e pepsina. Parrebbe che ormai si accolga generalmente il concetto che la clcidina provenga Jai granuli di chcratoiaJina (contro Jarisch, 19oo), che vanno l iqucfaccndo~i ed ammassandosi in gocce; la eleidina si trova anche in piccole quantit~ nelle zone alte dello sttato corneo (IIocpke) cd attorno agli sbocchi delle glandole sudoripare ( Buzzi). Nulla sappiamo circa la proliferazione cellulare in tale strato. l':on siamo riusciti ad avere nessuna notizia circa il rapporto esistente tra la cherawialina e la eleidina da una parte cd il comportamento C\ entualmente proliferativo dello strato lucido. L a denuncia da parte di \fibclli di un nucleo ridotto potrebbe riuscire grandemt:nt~ Significativa in proposito; :mcht: Martinotri na :IVUto il merito di richiamare l'attenZIOne sulla degenerazione del nucleo nello strato deidinogeno e sul rinvenimento di uu'area chiara (corri~pondente all'antico nucleo) nello ~Lrato eleidinico e nello strato posteleidinico, il che ia comprendere come il fenomeno \itale mitosico sia andato ormai scomparendo nello ~trato lucido_ Contro la presenza dt un nucleo sono Ehrmann e Fick, Darier; l'atrofizzazione del nucleo è stata sostenuta da Branca. Si ammette generalmente che la maggior p:lTle delle cellule, divenute ormai irregolari, pre~::ntino un nudco raggrinzito c disintegrato. La sterilità della cellula è raggiunw; tra poco la sostituzione del protoplasma mediamc la cheratina renderà della cellula sterile una cellula morta e mummifìcara. L:t vernice cheratinica inghiottirà le morte cellule e le portec?! con sè al di~t:tcco completo d~tll'organismo.
8. Etram: z."'". : UULtr,uchung~n uht l tkn \'c•hornung, pr<1Zl''· Ocr Rau tkr llllll'>lhl. Ep~tl.1\rch. f. All.ll. "· l'Ili ,;(•1., tXHR. p. )l; M• RC~: H~u der 111UI~chl. llornzdlc. Are h. r. 1111~r. :\nat.. vol. 56, p. 525·5.3'5· IIJOO; U--:>.:11: Ucbcrzu\.•mmcn,ct7.ung u. Hcd c utung der Horn,uiN.tnzt•n, Med. Klin. , vol. 4· r. ~·'i· IC)O!i; BtEOl R\1·"" ' l'h),iologie tkr Sttitz,uh\l:lll7Cn, H:mdb. der vcrl(l . PhysJOL tlt Wtntcr>tetn. vol. l· p. 3 H)· T 1~5. HJI4; S '"'"u"o: Biochem. Zt·lhChr., 1"22: Rot "" '" c S<:II~AF: ll.lndb. der HJIII unti c:cschl. 1/2. p. !04: (Àl\IU : Fi,iologi.l nnrm.1lc c patolo;:tc:t ddl.1 Clllc. Trc\C'. IIJJJ; OrRI,,L, Htal"·' Wuot,r.LR· On l..cr.mn ;llld ~ornitic,Hwn . .\era "'ecrbnd. ~lorph. '.;urm_ e P.•th.. "H"· p .>•·r t·d .\,rRlRl: i" cll.ll<>: \1\"·'"orrt : G. l. Drrm. c Sif.. "134· p 2,,~
La sovmpposizione cornea (\·aria dt spessore :,c.:wndo b topogralì:t, il 't:sso, gli indjvidui) è composta di cellule cheratinizzat~ (cornee), poligonali, serrate le une alle altre. La manc:tnza del nucleo ha fatto ritenere a Biedermann che si tratti di cellule morte; già Mcrck (rgoo) aveva considerato morte le cellule cornee. Hoepke non considera complet:tment~ morte le cellule cornee, in quanto all'uopo non potrebbe costituire un sintomo la mancanza del nucleo, tanto più poi che il concetto della vita non possiede tuttora suffìci.:nte precisazione. l n verità si tratta di detriti cellulari Immersi in un prodono di secrezione: la cheratina, ed in un insieme di elementi lipid ici, albuminoidici, mclanotici, cleidinici ed altri. l fattì sono questì, ma l meccanismi sono problemi in atto. Secondo Zandcr esisterebbero due diversi proce~~i di cheratinizzazione, in quanto
lo strato corneo delle superfici eli flessione delle mani e dei piedi (più spesso, omogeneo. formato da cellule distinte) risulta diverso da quello di altre superfici (cellule indt stime in fogli di sostanza amorfa). Unna ha creduto di rinvenire tre tipi di cellule cornee: 1° - cellule vuote, che non hanno :~lcuu apprezzabile contenuto e che consi stono del mero mantello di cheratina; 2" - cellule che hanno un contenutO (albumose cornee) solubile mediame i liquidi digestivi (azione combinata della pcpsina e dell'acido cloridrico); 3° - cellule che si liberano dal vero contenuto dopo che si sia operata la digestione delle materie digeribi li in alcali deboli (soluzione r'Yo NaOH). Unna ha inolu·e dtstinto nel mantello cellulare cheratinico (mediante procedimenti di idrolisi e dt ossiclazione): a) una cheratina A (esterna), resistente :~!l'acido nitrico fumante; b) una chcrati11a B (interna), resistente alla pcpsina combinata con acido clori-drico, ma digerita dall'acido nitrico fumante e che si formerebbe a spese del contenuto spongioplasmatico (non esisterebbe nei capelli); G') una cheratina C (evidente nei capelli); la proporzione sarebbe del 13'}0 per la cheratina A, del t o~{, per la cheratina B, di fronte al restante 77% composto da albumcsc. La sostanza cornea o cheratina è molto resistente c non è digeribile in soluzione di acido cloridrico e pcpsina. Le cellule profonde dello strato corneo contengono rrtaterialc grassoso (dimostrazione mediante l'acido osmico), in cui si possono u·ovare quantità relati\·amentc importanti di colesterina e di esteri colesterinici, e che è costi· tuito da eleidina. La parte più superficiale dello intonaco theratinico è stata chiamata stratum disjunctum da Ranvier. Martinotti distingue quattro tipi di cher:~tinizzazione: a) cheratinizzazione parenchimale o parenchimatosa (regioni palmari e plantari, polpastrclli, ecc.) in maniera generalmente amorfa; b) cheratinizzazione filamentosa o fibrillare nelle stesse regioni ad epidermide spessa e con aspetto Fbrillare, eventualmente con aspetto transizionale con il primo tipo; c) cher:~tinizzazione membranosa o lamcllare nelle regioni ad epidermide sottile, limitata alla sola membrana cellulare; d) corneificazione eleidocheratinica con i ntercalazionc, i n certe regioni d i cute d'aspetto morbido. quasi vcllutato, relativamente untuoso, di zone di cheratina pura con zone completamente costituite di elementi eleidinici. Martinotti ha avuto così il m ·erito di non confondere la eleidina che si trova nel corneo con la cheratina. Contro coloro che ammettono una relazione tra la cheratoialina e la eleidina da una parte e la cheratina, Cornei osserva che la cheratopoiesi avverrebbe anche dove cheratoialina ed eleidina non compaiono. Hoepke è del parere che la corneificazione non sarebbe un processo di degenerazione ma unJ produziont: cellulare di complicatissima natura. M:~c L~od, partendo dalla considerazione che persisterebbero (come parrebbe accertato) tuttora fì.lame11ti nelle cellule cornee, pensa che tluesti andrebbero trasformandosi in cheratina. Rothrnan e Schaaf ammettono un eventuale immagazzinamento liell'epidcrmide di acido oleico, condotto dalle vie sanguigne. Sammartino, contraddetto da Come!, vede nella cheratinizzazione un processo di cessione, non di assunzione di aminoacidi; Sannicandro, ritiene impossibile stabilire quale importanza il componente sollìdrico abbia come sostanza plastica della cheratina. Patzelt richiama l'attenzione sull'azione del sudore nella modificazione della elcidina in cheratina. Tn base anche a considerazioni di anatomia comparata Rosdlini scarta l'ipotesi che la ctleratina costituisca una secrezione dello strato mucoso od una derivazione dal circolo linfatico che giungerebbe dal derma negli spazi intercellulari degli strati inferiori dell'epidermide.
Si è sostenuto che la corneificazione.; dipenderebbe, in assenza degli altri componenti cellulari, dalla strena aùerenza ddle fìbrille che :~ltro non sarebbero che complessi di struttura micellarc (IJcrksen cd altri). Soltanto le cellule epiteliali cutanee e quelle delle muco~c prossime :~Ila cute (in parte la ,·agina) :.oggiacciono alb l heratinizzazione. Le pareti del poro ~udonparo, disposto obliquamente, non hanno epitelio proprio glandolare, ma sono costituite da cellule cornee, cd è da notare che il dotto sudoriparo prescnt:l disposizione a spirale. Lo strato corneo follicolare si continua nel lumen del dotto scbaceo (grosse glandole). Le cellule superficiali dello strato corneo vengono continuamente eliminate c sostituite da altre cellule provenienti dagli strati inferiori e che nel loro cammino 'if caricano di cheratoialina, di eleidi na c (inalmentc di cheratin:l, mentre si spogliano degli elemellli vitali (nucleo, protoplasma vivente).
9· l!uum: KooiM.": Ltpid' ol dw sk•n, Some ch.,ngc' 111 che lipi<h ol che q11d<·•m" during thl· proccs, <Jf keralini,,ll,un, An:h. t. Derm. J. Syph .. 1932, l, p. 445; )oRO\~ LLovo c M.\llRIOT" ~iochcm. ]., 1433, p. yu: P n'l. c PHII\1 Il<. ). Cl. In' . IIJ33· p. k9'J; SuLI\\S c Il l~" J. Ronc )mnt Surg., 1934. P. 1!!5; Goooun e MJCII\111 . Jour. Hiol Chem., 'Y34• p. 00); VlR,OK ,-\. WILKJRsos: 'Jhc chcm. ol hum3n cp1dc:rmis: .\mtnoJetd cont. o{ th~ strat. corn. anù ''' compar. to uther human \.:er.lllll,, j. Bini. Chem., Jl)34· p. 377: M's'"'"' K.- •\B: Jap. J. Dcrm. 3, Urol., HJ34 novem., n. 36, p. 556; BwtK: ~iol. Chcm., 'Y3i• p. iO!; lkocK e Vtc:KHY: J. Brol. Chcm., IIJ3'· p. 105-113; lkocK <: Ll''": 1 H10l. Chem., 193!<. p. 5li1: RLocK c H0111"'· : ). U1ol. Chem .. I<H<I. p. 68-;; PJLII\111 l'd En.ra s,,~ncc, l(ljk. n. x!<, l'· Il>; \\'LLUR<O~ c ru '"f: J. Btol. Chcm., "13'1· p. 477; Furx. \lna. St 11\lllll c l lmr: frn.lluung unrl ~tuffwechscl. ,\rch. f. Dam u. S~ph .. "H3· p. t t<>.
Abbiamo C<hÌ potuto esaminare in breve la stru tLura ed il la\'oro epidermico, culminante nel pa,saggio da uno ~trato muwsico in una $Ovrapposizione cornea, da uno str:~to biologico in uno ~trato chimico, da uno strato produttÌ\o e ,·itale in uno strato stcnlt: c senza \ ita, che '~~ kmamemc J1~perdendosi nelle proportioni di urca 4 chili all'anno (da 6 a 14 grammi :.~ 1 giorno, Pernkopf c Patzeil). La cheratinizzazione co~ti tui~ce un problema che deve essen:· ancora risolto, nonostante che la cheratina, anzi le cheratine, ahhiano formato Oj!gdto di approfondito c~amc dal punto di vista chimico. L'azione <h agenti C\l:::rm, 1l rapporro con il sudore, il fatture igroscopico, gli ek mcmi acidi cd alcalini quantitativamentl' legati a 1.011~ e cau\e di,·erse, la presenza cd ubic::tzionc di materia li \'.Jri (principalmente tiosina, cistina, triptofano), l 'c~uberanz:.l dello zolfo (Drech~ler), il romportam('nto di certi aminoacidi (S~11mnanino) cd il li,·ello di anelli anidrrCJ (Kestner). il rafironto lhrratino albuminico ddla cellula cornea (Unna), la privazione di cssigeno (Umu, Rothman c Schaaf), la tlifferenziazionc chimica (Unna) e citologica (Martinolli) della cherJtinizzazione, la c:Jpacità di tutti gli elementi epiteliali di produrre cheratina (Comcl), la possibi lità che g li epiteli possono corncifìca' si i n colture di tessuti ( Rothman c Schaaf), l'accertamento della chcrati nizzazione delle mucose: pro\sime alb cute. l'originalità cheratinica dei peli, unghie, lane, penne, artigli, corna, la patologia chcratinica ~ono problemi la cui tr:mazione ci richiedereblx. qualche volume. La biochimica ha wttopc>'>Lo ad attento esame, tr:l i composti dello zolfo, le cheraòne, riuscendo a \eparare (Jordan-Lioyd cd altri) b corteccia dal midollo del pelo ed a calcolarne la percentuale di zolfo (3,6o nella corteccia, 0,23 nel midollo); lo speciale tipo di cheratina delle unghie dipende dal .:ontcnuto di cistina (Paync ed altri, Sullivan cd altri). Block ha c reduto di distinguere tra eucheratinc (proteine degli annessi cpiderm1c1, come peli, artigli, penne. ccc., caratterizzate chimicamente da un contenuto di amino acidi basici come istidina, lisina ed arginina nelle proporzioni 1 - 4 - r2) e pseudoche ratine (principalmente rappresentate dalle proteine della cute normale e dalle neuropr()-
188 teinc in cui la proporzione tra lisina ed arguuna raggiunge l'unirà). Block e Bolling hanno stabilito che la maggior parte delle p~cudocheratine contiene tra 1 c 3 .,"' di zolfo, la cu1 met:à almeno si pres.:nta sotto (orma di cistina e la restante p::mc sotto forma di metionina (Wilkerson e Tulane). Block e Vi<:kery definiscono una cheratina come quella proteina la quale rhulta: 1° . re~im·nte alla dige~tione mcdiantt' pcp~ina c 1rip~ina; 2" - insolubile in acidi diluiti cd alcali, acqua e solventi organici; 3" - generativa in idrolisi acida di tali quantità eli i~tidina, lis111a~ ed argintna che le proporzioni moletolari di rali amtnoacidi ~i presentano all'incirca 1 - 4 12. La cheratina del pelo umano, ~ottoposta all'azione riduttiva, è stata osservata con reazione di precipitina; sotto determinate tondizioni gli antisieri conferiscono alle cheratine ridotte reazioni specifìche; differenze immunologiche sono osservabili in una singola preparazione di cheratina in dipendenza delle, stato di ossidazione o di riduzione della proteina impiegar:~ (Pillmer ed Ecker). La panicolare resistenza delb cheratin:1 in genere c dovuLa ai legami di~olfidici (Goddard e MiLhaelis). Si può estrarre mediante lisciva sodica fredda una cheratina incolore (leucocheratina); di questa si trova il 30 °~ nei capelli scun ed una quantità predominante nei c:1pelli chiari (Felix cd altri). Rothman c Schaaf stabiliscono da vari confronti la media delle sostanze che compongono la cheratina: C 48,7 ": ; H 6,59 " ,; N tl\,55 "o : S 3,92 ".,. E' qaro ,·aiutato in 15,09 · ,, l'azoto totale {~u base libcr:~ da cenere), mentre l'ammontare di cistina {2,)T ";.,) risulta più bas~o nelle unghie e più basso ancora nel pelo: la tirosina ed il triptofano corrispondono a 5·7 ed 1,49 ' del tluantitati\O asciutto libero da cenere; dopo la idrolisi acida la proporzione di ::~minoacido basiw risult<t· isudina 0,50 °\,, lisina 3>(>8 o;,, ar~inina TO,OI "., (Vernon A. Wilkerson). E' stato ritenuto lhe un<l sostann gram·po~iti\a (non çorrispondente ai granuli dt cheratoialina) <Ostituircbbe il componente cutaneo capace di pro,ocare la cheratinizza zionc (Masakaku K:JVah) Durante il procc~so di cheratinizzazione scompaiono i mito condrii delle cellule Rcrminative, mentre la colorahilità Jci lipidi nello ~trato cheratinizzato risulta diversa da quella dci lipidi negli wati superiori; le frazioni fosfolipidi si riducono a tracce; il colesterolo diminuisce e per metà si combina con ester; gli acidi grassi dello strato basale ~ono meno saturi di quelli dello strato corneo {Kooyman). La chimica dell'epidermide sembra \':>lgersi a nuove 1 ivelazioni, dopo la introduzione di metodi per swccare !'epidermide dal corion c la p:mc distale dell'epidermide dallo strato basale (Bambcrger F. Percy. Sunt7cff and Cowdry, \l!cthods for rhc \cparation of epidermts from dermis, T. P:H. Canccr. Tm. 1942, p. 413-42ù. In studi sulla salamandra è stato osservato che una singol:~ dose di raggi X di 550 r produce un effetto tnibitorio sulle miwsi curance (Luther \Volfang, Wcitcrc untersu chungen i.ibcr das Vcrhalten der Zelltcilungcn in der Hautrontgcnbestrahl. Salamanderlarvcn, Suahlcnthcrapic, 1940. p. •8s·205, n. (18). Altri studi hanno ponaro (Cooper Zola K. e H. Charles Fr:111klin, ~!itatic rhythm in thc cpidermis of thc mou~c. Aow1. Reé. n. 78, p. 1-8, 1940) ad osserv:Jrc differenze quanlitntive delle mitosi epidcrrnicht• tra le: ore notturne (più nell'uomo) c le ore diurne (più nel topo). Un fatto importante è stato mc~m in luce con la relazione dell'atti,·ità mirotica dell'epidermide nel topo al ciclo di estro, accertandosi un massimo :1l pro oestrus cd un minimo dur3nte il primo giorno di di-oestrus: la durezza dell'epidermide ~gue il ritmo dell':~tti' ità mitotica. essendo più robusta nel primo oestru~. ed anzi il massimo si riscontr:J subito dopo il periodo pro-ocstrus (Bullough, Clin. Changes in thc skin of the mou~c during thc ocstrus cycle, J. Endocr. 1943, p. 28o-287). T cngasi inoltre presente che la trasformazione delle cellule epiteliali in cellule cornee nell'epidermide ~ associata con una considerevole perdita di acqua, la quale evapora nella pcrspirario: la iperproduzione di cheratina dà origine :1d un aumento dell:t perspirario insensibilis (Stephen Rothman c Zachary Felscher, Tn·sensible perspiration
.and Keratin, Proc. Soc. Exp. Biol. a. ~led . n. 56, p. 159, 1944). Che la sovrapposiz10nc cornea peraltro non possiede reazione è dimostrato dal fatto che la reazione al nitro prussidc si verifica nelle cellule mucose e nello strato lucido, ma non nella cherauna (Oiroud e Bulliard, La kératinis:uion de l'épiderme et cles phanères, Arch. Morph. Gen. et Exp. n. 29, p. 7-83, 1930). Occorre anche ricordare l'osscrvaztonc di Patzelt per cui il processo cheratinizzante appare più manife~"to e robusto nelle vicinanze degli sbocchi sudori pari.
l ().
EtJJm: SlJTZ: \\'t·gen dc• lnld..tion , 111 Jlandu. der pa1hul. MikrUJg.tnJ>mco •n Kollc cd altn , vol. l , I!J27: Nnssu: D1c SraphdukoJ...J...cn. Ilandb. der path. 'Y11I..r., 1~27, \o\. IV, p. 437: GoT,C:II u cu : Allgcmemc Morpholog•c u . R1ol. der p.uh. M•l.ror., Hannh. der path. Mikror .. 1927, vol. l, p. JJ: H11cus: Saproph. u. path. R.1kt. der Haut. Handb. der l but une\ Gc:.chl.. 1932. \'Ol. Il. p. 301: VJUTIHLlR: Ueber Bezichungcn zw1scheo Kcimgchah u. phy~iol. Bc-.chaffenbeit der Hau1u hertliichc, 7.eu. f. H ygiene und lnfcl..uun~kr;mkheirco, \Ol. 123, p. 126, 1942: :-.:tlFlLO: Umers. ulx·r d1c Baktenen der mcnschl. llaut und tiber die natiirlichcn Abwchrl..r:iftt· der Haut und der Schlc1m· h:iute. Zt'll. f. Hyg. u. lnfcktiun,l.ranJ... .. \'Ol. 124, p. 429, 1943,
Tra le tante possibilità di di(esa (epifenomeni) conseguenti alla struttura cd alla composizione Jella sovrapposizione cornea, importamissima l: quella che dipende dal comport:lmento dei germi che ve ngono a trovarsi sulla patin:l cheratinica. L'intonaco cheratinico non s'inielta ; non può infcuarsi. Esso è composto di cellule ùenucleate c dcplasmizzate, di cellule mummilicate dalla cheratina c dal gra~~o, da pseudocellulc, da elementi che non sono più biologici e che appartengono alla chimica organica scnz'altra relazione con l'organismo ch e un contatto temporaneo. Ancora qualche germinazione, ancora una rara mitosi \Ì tnoltra ,·erso lo strato lu ctdo. Nello strato germinaù'o basale e spinoso la cellula epidermica è vi,·a e vitale, pos ~iede un nucleo intatto, circondato da una area chiara, c <}Ue~ta è circondata a sua volta dal citoplasma; si può discutere sull'esistenza, sulla visibilità della membrana cellulare, si può o meno accogliere l'ipotc~i, più o meno va ria , che questa sia stata sostituita da uno strato periferico ispcssiro, si può o non confermare la constatazione di Martinotti che la membrana cellulare. ini7.ia lmentc moniliforme c discontinu:J, appare nell'arc:t chi:1ra che circonda la cellu la, m:t ~ indubitabile che In cellul:1. a parte la caraueristica ~truttura spinosa, filamentosa, acanwsica, possiede ancora tutri gli elementi di un microrgantsmo vivente e riproducenrc~i prr cariocinesi (nucleo a contenuto fluido, ciwplasma gelatinoso con granuli 'ari). Nelle strato granuloso o chcratOJ.tllllico la cellula ancora si denuncia come vivemc; il nucleo esiste, Ya sgocciolando granuli di cheratoialina, c finisce per acquistare una forma :.cmilunare ( Maninotti); l:t sostanza cromatica si t trasformata in piccoli globi che andranno formando granuli cheratoialinici. N ello strato lucido. prugrt·~~i"nmentc 'erso l'alto, ~ i o~~cf\:1 ancora qualche .-ellul.t a nucleo più o meno integro, ma quc~Lo presto degenera, si w nfondc con la massa cndoccllulare, mentre la cellula si allunga, scopre un'arcola centrale chiara c si chiude in una membrana a contenuto omogeneo (Maninotti); più ancora in su le cellule vanno -:omprimendosi ad :-appiaucndo~i le: une sulle altre parallelamente alla .,uperlicic cutanea e del nucleo non conscr\'ano orma i che l'area chiara. Infine lo strato corneo (sovrapposi7ione cheratinica) si prc..cnta a cellule denuclc:tte; l'cleidina è stata sosti tu ira dalla chcraùna; il protoplasma si è mummificato mediante materiale corneo, e con clementi principalmente grassosi; i limiti della 'ita sono stati defintivamente sorpassati. Presto i detrimenti di ciò che fu una cellula si staccheranno e si volatilizzeranno.
ln tali condi:tioni l'infeztone (: da escludere. l depo~ill nutritiVI, parucolarmentc grassosr, superficiali cd inferiori dello strato corneo potranno servire (Hilgers) di robusta oasi ai microrganismi incolanti; lo su-ato corneo potrà forse lasciarsi auraversarc dai bacilli della peste e del mal rossìno, dalle spirochetc della (ebbre ricorrente c della sifilide e dalle l epto~pirc (Neufeld), ma l'infezione del cosl dello straro corneo non ;-i avvera pcrchè le cellule morte non si ammalano, non si inCettano, non sono sensibili all'azione eù ai residui dei microbi, i cui prodotti seguiranno la sorte prossima delle cellule cornee: saranno dcietti. La struttura della vernice cheratinit.l (termine questo gencraliz;.ato, ma che comprende elementi su~s1diari) è accompagnata da questo epifenomeno: la impossibilità che le cellule ricevano un danno biologico, 1n quamo esse non wno più ta li, non sono più prodotti attivi organici, non sono più le tessitrici imtancabili della trama vitale, ma non sono alrro che prodotti el iminati ed in via di deiezione, c cioè non so11o più cellule. E poichè lo str.lto corneo abiotico (Lcblosc) si estende alle mucose prossime alla c.ute, ivi compresa una parte della mucosa vaginale, e discende accuratamente sulle pareti del follicolo pilare, degli sbocchi delle glandole sebacec e nelle glandole sudoriparc, l'epifenomeno ~egue l'estendersi dcU'intonaco cheratinico. ·essuna tunzione teloologila, .-ome si è detto, ma una Ji~ultame immediata di effetto determinato da causa determinante. Il valore (fuori del concetto scientifico) biologico di tale epifenomeno è inc.llcolabilc. Etium: P. llort' )r Nsu': Oie Elcmclllc dt·r Pfl~nzcnpl t }"SicJiogic. traduzione dal da ne'c di Matlick, Jen:<, 1939; Rw u \: Malattie dclk p•.tnl<, Am~11 içe , l ~)ol~. p. l•l·
Ciò che M rclaziona all'orgalli\OW animale 'i \UJIÌlJ ugualmemc nell'organismo \egetale. Bene pcnanto si inizia la li~iologia {)ensen) premettcJu.lo le nozioni elementari d1 differenziazione tra ciò che l: vivo (da~ Lebcnde) e ciò che non è \Ì\CJ (da$ Lcblo~e). I disastri biologici organici dipendono ordunque dall'incolaggio di germi \'ivenri 111 cellule vi"e, eia una $Ìmbiosi od inva~ionc (infezion<:) dH.: non può concepi rsi se non in territorio di elcmc.:nti \'Ìtali, da una interferenza di plasma (o detriti di pla~ma c prodotti) e plasma invaso. E' elementare il concetto che la sola cellula \'ivente possa risentire un danno od una deviazione da agenti fisici, chimici c biologici e da prodotti di a210ne o di atti\ ità di tali agenti. Differente è il caso in cui ralu111 batteri, e\'entualmcnt.: saprotìti (bac. prodigw~us, bac. subtilis), possono diH'ntarc patogeni c monali se wcorporari, "i"i o morti, in quantità rilevanti, nei tessuti viventi per via inu-aperitoneale oppure per via intravrnosa (Se'tz). li lenomeno cheratinico importa l'cpi(cnomcno della insensibilità cd indiHercnz:1 pntogcna delle cellule o pseuc.locellule dd lo st~:ato corneo, il qua le è appunto pura so,•rappo~izione di materiali vari O\ e po~sono anche trovare ambiente nutritivo i microgermi (a causa d1 ~ostanze proteiche. di tlepo5iti di umori e materiali pro\'enienti dall'interno c dall'esterno dell'organismo); si tratta però c.li cellule che non si ammalano c non si ammalano pcrch~ non posseggono più protopla~ma od organi cellulari, nè pou-ebbero tra~mellerc alle ~ellulc figlie eventualmente i loro disastri organici pcrchè ~i r.ono svuotate del nucleo e più non si rip roducono; esse nè marciscono, n\: si c.lecompongono pereh!'! il fe nomeno cherati nico le ha mummifìcate mediante: sostam:a cornea, sempre in arrivo c sempre dispersa. G iunti a tale punto, cd escludendo la fenomenologia sperimentale deLla incorporazione venosa od iotraperitoncalc c.li determinati microgermi morti, le cui tossine potranno determinare il quadro proprio degli stadi avanzati a cu1 giunge la infezione per la massima moltiplicazione dei microgcrmi in sede, e partendo per altro dal presupposto che la infezione si basa <.ull'azione reciproca, ad un ceno grado, del macrorganismo c del microrganismo (Seitz) evidentemente viventi, si può concludere: 1° · lhc lo strato abiotico corneo co~titu i sce una p:m::tc isola nte tra le due azioni
. bioùche del microgerme vi'o attac..:ante e delle cdlulc 'J\ c sotto~t<tnt1 alla parete cherarinica che nè risente della infezione, n~ la riproduce: 2 ° - che la moltiplicazione dt cellule batteriche in territorio dt cellule vwe i: essenziale per lo stabilirst della mje~10ne; 3" - che la moltiplicaztone d1 ~cllule batteriche vi,·c invadc:nti e la moltiplicazione delle cellule vive dell'organi~mo i m a~o ~ono entrambe fattori ba,ilari per la estensione della iniezione. A tali conclusioni imporranti permette di giungere la effettuata constatazione di ciò che rappresenta lo strato corneo. Non è vano rammentare t:he nella citologia patologica vegetale la ipersensibilità cellu lare di fronte al microgcrme si risolve nella immediata soccombenza e morte della (Cllula :tmccata; i residui cellulari di soccombenza si portano a ditcsa delle cellule vicine; Lt rnJbttia in tali condizioni non può determinar.>i; il contagio è abortito.
Il.
Euum : j .Hl .I"OH:-> j.: P\cH.koonO<n . l>u !>3mml. l.d1. lkrm. , H.ollc , ;,, : , ,,oJ , l.
lnfd.tillncn ùn
H .1Ul
m i l ,lçn hJn.tlcn Eitcrcorcgern ,
La qucstioue se sia nen:~s<ll'io pc.:r lo s\'i luppo della infc.::t.iollt' la ~olu zionc di continuo c originariamente pri\'a di fondamento, dopo quanto ~1bbiamo detto; infatti è innegatile che le sole cellule vi,·c \i ammalano e ~he l'essenziale (: costituito dalla presenza di microgermi in cellule vi\ e. Lo studio dd la flora, eventualmente patogena, dello .>tra to corneo c dd suo ]i,·ello ecologico è importantissimo al riguardo. :-.Jcufeld ha portato 1n altro campo la questione della 1nclispensabile soluzione di continuo (frana dello straro corneo della cute e delle pro\~imc muco~) sostenuta per L1llcahimento dei bacilli tubercolari (R. Koch), delle spinxhctc della febbre ricorrente (Schcllach). per la invasione eh stafìlococ..:hi nello strato spino.>o (l:~dassohn), per b infc1.ione dd foraggio (Uhlcn huth); per Neufeld la cute c le muc<>sc si thsinfctterebbcro con mezzi propri in una maniera sclettiva e diversa dagli antis.ettici e Ji~infcttanti chimiri. Lasciando da parte le mucose imerne, prive di \rrato tomeo ma a contatto di secrezioni c fermenti particol:1ri cd eventualmente steri liz?.atori, t' porta ndo l'attenzione sullo str:Ho corneo in genere, quanto abbiamo detto autorizzcrchbt· a ritenere: 1 " -c he il fenomeno di theratiniaazione. per cui lt cellule organiche vanno hiolo gicamc:nte in ro,·ina, non potrà non influire sulle cellule: banerit:hc incolanti: 2° che la sterilità cd irnproducibilità delle cellule cheratinizzantisi non potrebbero trasmettere e moltiplicarL i disastri citologici dovuti ai germi: 3° - tali disastri sarebbero d'altra parte inartuabili a causa della mancanza degli organi del plasma cellulare. Ci basti di a\ere affermato un principio quasi Lautologico ma basilare. In infezione è una simbiosi tra elementi cellulari viventi che da nno ed assumotzo un incolaggio sopportabile dalle reciproche condi<Jioni biochimiche.
)2.
Se ciò rhe fa l'epidermide (funzione propria lìsiologica) cou la produzione dello nella morte continua dell'organismo in relazione alla circolazione periferica da un camo c ad altri fattori, compresi quelli dell'ambiente esterno. e se ci uo,·iamo di fronte a fenomeni di invecchiamemo delle cellule organiche ed alla conseguente eliminazione attra\·er\o la cute, questo organo fondamentale di elimina zione, resterebbe da studiMe e ~1abilire. e~reto cheratinico consista
Etu1111: M l~"" K>Uf.I\ILR: ll.iutrtlt.< u. 1-i.tut~'oph)·lax•c, ll,iiiC, Marn.•ld, IYlì: Ho~f\1\:-.''1: Drsch Mcd. WO'>Ch .• 'Y'Y· p. 12J3: Il . , \LUS\\ \Lll: Bntl 7Ur rra~~ der Unachc der Hcmmun~S\\Ìrkun:; dc, Spcichcls duf D•phrniebanlkn. /.~entr.llb . Bal.t.. •yjl\, n. 142, p. .~2-65; ScHtk'"" e L\XD.\t Zci()Chr. f. ll }g1cn~. n. 8!-, p. 12y, 1919: Bt ur,>CIH\\: Thc- morrahty o( haemohuc \trq>tococcu> un thc >l-In and othtr >urlace,, Jour. Hyg., Jyjll, p. 575·5!16; Ici.: Jour. Il}g., 1942, n. ·(2, p. 1il4 . W'I LI.IAM>, CL,\Yl'O' c Du'c.'' ': Lancct. '943· p. 522; DoLI) e )t Hsw<c: Zc1t. f. H yg., HJ19, n. Xl), p. 266; ARr<OLD e H\R'I: Am. }ou1. Hyg., 1934, n. 19, p. 217; ~ORTO' e Nov,: Am. Jour. Pubi Hcalth ., 1931; Bt.~RE.DI.A: ~tudc; ;ur l'immuolté òans le> malad1c> infecucusc>, Paris, MJ>>On, 19:z.K; Scu•n"' e M .\RCHIO'I'I: Klin. Wschr., 192b, \OI. 7• p . u; M•RCHIO'<I"I: Klin. Wschr., 1933. n. •7· p. 663; f.r-;n.rl\ c C""": Brit. }. Exp. Path., 1940, n. :!1, p. 33'Ji M:.M.CHIO"~I'<I, SCH\IIOT c KI EHK: Klin. Wschr. , 1931, n. 17, p. 736; T oPLE> c WrLSON: Prtnc. ot Bact. :~nel lm mun., vol. 11, ' !147• p . 10 19; Lt.st.u. }. II •RRl\: Vit:1min;, Ann. Rcvicw of Biocncm., 1933, p. 272; ABRAH~ II : Bioch. J., 1939, n . 33, p. 622; AR'<O~D, GnlHSO'-, M o:<l'COMER,, Hl ~L c SI'<GlR: Am. }. Hyg., n. 11 , p. 345, 19j0; BLOCH: Bczichungen Z\\1\CI.cn Hautkr. u. Stoffwechscl. Fr!(. IDD. Med., ryol!; Bu<.H\1 c:: eo...... nn: Am. }. Med. Sç1cn., n. 205, p. 785, '94.~; BJzrozE&o: Zbl. mcd. Wi,~ .• rl:l!ì5, n. 45; M"·CIOIL" Boli. R. Soc. d'lgllnc, 1889; U. S. NWY: Mcd. Hull., n. •t'. p. €>92, 1943; F'I.EM!XC.: Prue. Roy. Soc. Mcd., n. 24 (Sec. V Path.), p. 1, 1932: MLYI:.R K. ed altri: ). Bio!. Chcm., 1936, n. 113, p . 303 c 47\li MALLINCKROnr· ll At' PT: Klin. Wschr ., 11, p. 1739, •9Jl; PllKERT: Arcll. Gcwerl1\:p.•th., vol. ').
l'· 2X(J. I'J3~; HuuR : Zt. Hvg .. n. 120, p. of>~, 1tJ3!s: Ku" : D1c Cbemic, ''142, p.
1.
La !.ovrapposizione cornea è banerica mer~te indifferente c per tale incalcolabile at· tributo la cellula vivente ~ottostante non può essere messa in pericolo fi no a quando i germi non siano ad essa pervenuti, riuscendo a penetrare la ve rnice cheratinica o perve· nendo tacilmcme alla cellula vi,·a :mraverso le frane cheraùniche (soluzioni di continuo). Di frome ad una tale situazion.: la diffcrcnziazion.: dei microgermi dipende dalla loro .capacità ad attraversare o meno l'intatta copertura di cellule mummificate. Quali elementi si oppongano alla penetrazione dci microgermi c dei vi rus ve rso l'epidermide cd il derma è stato tentato di st:tbilire particolarmente in relazione : 1° - allo scarso contenuto d'acqua dello strato corneo (~lcllingkrodt-Haupt); 2° - in relazione al bagno (mantello) acido epicutaneo (Arnold, Schadc c MarchiomJli, Bergeìm e Cornblcet, U. S. Navy Mcd. Bull. 1943, Come!, Crosti, Meinerì, Ceruur ed alrri numerosi ita liani. Schmidt, Kidcr e Ausknccht, Pcrut~ c Lusùg, Schneider. Kitamura e Ma); 3' - in reluione pan~ialc al contenuto di gra~so non wnto cpicutaneo (glandole seLacec) q uanto delle cellult.: cornee (\'ienhaler); 4" · in relazione all'azione battericida (Hailcr) degli acidi scbacei (acido propioOICO, acido butirrico, ecc.); 5' - in rela~wne alla \Upcrficic gra~'a epidermica. compromcss.1 da una fonc de· _grassazione (Peuken ) e da conseguenti IJcunc; 0° in relazione al C:lr:Htcre epifìtiro, saprofìtico od in\'adcntc dei germi (llilgers); 7'' - in relazione ad un potere antisettico c debilitante dclln cute, 3\'Cnte per altro un potere eletti vo per alcuni microbi ( 'eufeld); 8" · in relazione alla scarsa comtsrcnza nutrnrzia poli"rtamrnica della tute ner confronti di batteri che hanno bisogno di molteplici \'Ìtaminc ( Kuhn): 9" - in" relazione ad ur1 parziale contributo difensivo apportato dalla elcidina, presente nello strato corneo c che contribuisce a conferire a questo quel sottilissimo into naco grassoso. ritenuto erroneamente dovuto solamente al scbo ( Martinotù); ro0 - al potere fagocitario epiteliale in genere ( lsikawa, citato da Manrnotti senza indicazione di fonte); 11 ° - parzialmente ad antibiosi (contrapposta ~ simbiosi) batterica (Ililgcrs); 12° - alla eventuale mancanza di condiziçmi cd elementi necessari alla parabiosì dci batteri cutanei ( Maggiora, Bizz.ozero. Bordoni, Rodclla, Soehgen, H oag, Reimano, Rabinowitsch);
1
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13° - in relazione alla dermofilassi csotropa od csolilassi, dovuta a materiali cucanei immunologi o tradormatori o debilitanti dci germi {dermalcssina di IloHmann, dermine di Bloch, reazione dell'intero organismo secondo Memmersheimer, anticorpi di Martenste' n); 14° - 111 relazione alla immun ità locale verso stafilococchi e streptococchi (Besredka); 15° - in rclnzionc \·aria ad una sostanza antibiotica o batteriolitica o lysozyme ( Fieming, 1922-1932), comiderata un enzima (Meyer, 19_36; Abraham, 1939) e che agisce su certi componenti polisacca rid i dci baueri suscettibili (Epstein e Chain, 1940); 16° - in relazio ne ad un potere wtaneo autosterilizzantc (Colebrok; Arnokl, Gustafson ed altri; Karns ed Arnold; Bunenshaw; Williams); '7" - in relazione ad una certa indiCferenza epidcrmicn, laddove la cute risponde reattivamente agendo contro l'azione di batteri (tre diversi rcppi di batteri proteolilici) sul collagene e l'elastina (Kowalcwski, A microbiol. study o( animai skio, J. Am. Leather Chem. Ass. 1940, n. 35, p. 656-663); 18° - in relazione alla inevitabile detersione cutanea da p:me degli operai a mezzo di materiale che fa decrescere l'acidità protettiva della cute e pred:spone alla insorgenza di dermatiti {ancora L. Peukert, The influence of the titration alcalinity of clcansing agcnts ecc., Arch. Dcrm. a. Syph., 1940, n. t8r, p. 417); 19" - in rclnione all'azione dit raggi, radiazioni (raclioatLivc; monocromatiche ultraviolette}, di onde elettriche ultracortc (Jordan, Theoreti~ç he unters. Ober clic Totung von Mllrroben clurch Strahlungen; Schwartz e Sauter, uber dcn Eioflus~ ultrakurzen elektr. Wellen auf die ncbendc Bakrcricnzelle; R. B. llaines c D. E. Lea, Thc action o( radio-active radiations on bacteria; Alex Hollandcr, modcs of action o( monochromatic ulrra\·iolet rad•ation on microorganisms; Ili congrcs~o intern. di microbiol. 19391940, Rcpt. Proc. New York, p. 259-265); 20° - in rcla7.ione ad un meccanismo difensivo proporzionato al maggior contenuto di lipoidi (Rciss H., I-listo!. Unt. der 1-Iaut des Praeputium Sancks unter bcsonclcrcr Beri.icksichtigung der Lipoide sowie der Ferhomungspr., Arch. Derm. u . Syph. 1934, n. ~~. p. 468); 21Q - in rela7ionc ad un fenomeno immunobiologico complesso il cui meccanismo occorre determinare per singola malattia ()adassohn, Handb. der Haut-u. Gesch., vol.
H, 1932): 22° - i n relazione alla batteriofagi a del derma. N onostante varie possibilità di di fesa della cute superficiale, si è potuto comprovare la lunga permanenza dello stafilococco piogcrto a ureo nella sovrapposizione cornea (riferimento in Vierthaler; esperimenti dell'Istituto di Igiene deli'Univers. di Berlino). Al III Congresso lntern. di Microbiologia, 1939, si è convenuto sull'azione sterilizZ:Itrice da parte della cute nei contro mi dei m:crobi (~larshall W. Jennson e Irwin Siger, The di~apea r:.nce of bacteri:. aplied to the human skin). Studi sulla fase alcalina della cute hanno dimostrato una crescita dei batteri (Witcomb e Lloyd Arnold, The rdationsbeep betwcen acid-base equilibrium a nd endog. bact. flora of the skin, J. Tnv. Der m . 1941, p. 3 17-324). L'incolaggio batterico delle mucose si presenta qualitativamente e quantitativamente diverso da quello cutaneo (Hilgers); certo, per quanto sottile, la cheratinizzazio ne delle parti adiacenti alla cute, a prescindere dagli umori {es. saliva) cd enzimi speciali, costituisce con ridotta potenza un intonaco che deve riuscire indifferente, quando non franato, alle invasioni batteriche. L'incolaggio qualitativo dcll'ep:dermidc t! stato minutamente descritto da H ;Jgers; b sterilizzazio ne cutanea per i vari microgermi è Stata studiata da Colcbrock (srreptococchi emolitici, proteus vulgaris, bact. Fried landeri, bact. coli), da Arnold, Gustafson, Karns ed altri (cromobacterium prodigiosum, bact. 5· - Giorno/r d1 Mrtlmmt Mi/ilarr
1 94
coli, salm. typhi, salm. enteritidis, staph. aureus), da Bunenshaw, Williams ed alui (strcpt. pyog.), da Vierthaler, da I'eufdd, ecc.. Trattati daboratiss;mi (Perla e Marmorston, • atural resistance and clin. mcd., Boston, 1941, p. 825) parlano della protezione meccanica della cute e delle ;nucose con· tro la penetrazione di agenti batterici la cui invasione non dovrebbe avvenire se non attraverso le brecce cheratiniche. Quale è tale protezione meccanica? Come si verifica l'incalcolabile epifenomeno per cui l'organismo non diventa preda delle innumerabili cellule estranee, che cercano di innestarsi nelle sue cellule, ricche di clementi preziosi per l'organismo attaccato e per i microgermi invadenti? Attraverso l'intonaco (heratinico, inteso da noi come elemento originale della stratificazione cornea. Ciò rivela che l'infezione è un incomro biologico, è un insediamemo del vivo nel vivo; la cellula morta, in biologia ,·egetale ed animale, si risolve in diiesa della cellula viva; nel mondo biologico la morte costituisce così una barriera di valore senza pari per la vita. Abbiamo evitato riferimenti alla patologia della cheratinizzazione ed a quella cheratinizzazione irregolare, eventualmente dovuta ad avitaminosi, che può favorire l'invasione batterica (Leslie J. Harris). Il nostro proposito è stato Ji t ichiamare l'attenzione su l fenomeno cheratinico, originale nello strato corneo di fronte ad clementi annessi, e su ll'epifenomeno di indifferenza della sovrapposizione cornea nei confronti dei microgcrrni.
Le indagini e le discusstoni dermatologiche si vanno sempre più ricollegando con quelle relative all'intero sistema organico d ai relativi drammt nosologici. In ciò /'auuiamcnto metodico di Bosclfini ~ sùlto di grande insegnamento. Con l'articolo di Cap· pellaro non può sfuggirei elle la dermatologia lascia ancora una volta i suoi più o meno limitati confini e si innalza ad affrontare problemi che interessano tutte le scienze mediche . A tale orientamento è ispirato non solo il prese1ltc articolo, ma una larga opera di Cappellar·o in cui, secondo una nuova originale sistemazione, vengono trattati tuttr i problemi di dermatologia alla stregua della più recente, della più ampia e robusta critica medica italiana cd internazionale. Attribuendo all'egregio studioso i nostri più larghi ('Onsensi, auguriamo per il· volume di prossima pubblicazione e per i suoi lavori lo fortuna che indubbiamente meri· tano.
N_ d. R.
OSPEDALE MILITARE DEL CELIO - ROMA Direttore: CoL me.d. prof.
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SIMULAZIONE ED AUTOLESIONISMO IN PACE E IN GUERRA Donor
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MoLJN.'.RJ
La simulazione c l'autolesione non si indovinano ma si diagnosticano. Simulatore è l'individuo che artatamente imita la sintomatologia di alcune malattie o si provoca la malattia con lo scopo precipuo in guerra di non essere iLlooeo ai servizio militare e alla prima linea, in pace di percepire indennità di malattia temporanea. Autolesionista è l'individuo che si provoca direttamente o per tramite di complice o per esposizione voluta di parte del proprio corpo lesioni organiche raramente gravi per cui in guerra deve essere allontanato dalle prime lince, in pace percepire indennità per lesione temporanea o pcrmaneme. A queste Juc categorie deve aggiungersi una terza di quelli che prolungano artatamente il decorso ed una quarta di quelli che aggt·avano le lesioni preesistenti. Una divisione è bene fare ed è simulazione ed autolesionismo in pace e simulazione ed autofcs!onismo in guerra, oltre a ciò, il caso sporadico c le epidemie. In vcrit.1 spessp si è messi in grave imbarazzo nel formulare il giudizio diagnostico perchè bisogna tener presente che vj sono diverse categorie tra i simulatori e gli autolesionisti; vi è il simulatore o autolesionista criminale, delinquente; vi è quello che è completamente normale e che freddamente simula o si provoca la malattia o la lesione; VI è il simulatore o autolesionista vittima di contagio, debole moralmente che si fa trascinare nel dolo e vi (: il pusillanime su fondo psicopatico che lo fa per paura della guerra o di essere ucciso in combattimento. Prima di decide re sulla simulazione u sull'autolesionismo, essendo i provvedimemi molto severi, bisogna basarsi su elementi !'lssolutamente sicuri, su esami psicologici e psichiatrici, su confessioni, su dichiaraZioni indiscusse perchè faci lmente si può sbagliare e perchè purtroppo alcuni riten uti simulatori o autolesionisti in seguito ad accertamenti diagnostici furono riconosciuti effettivamente malati e innocenti. La responsabilità quindi del medico che deve pronunciare il suo giudizio è grande, ~gli deve riflettere assai prima di concludere per la provocazione, soprattutto in guerra m cui la mutilazione volontaria viene assimilata a dise1·zione in presenza del nemico o al rifiuto di marciare contro di esso; è meglio farsi ingannare due volte che aversi a rimproverare la condanna di un uomo di cui non si è saputo riconoscere la malattia. Casi di simulazione più frequenti in pace sono le forme nevritiche periferiche, reumatiche in ispecie: sciatiche, lombaggini; le forme a carico dell'apparato digerente: gastriti, ulcere gastriche-duodenali, coliti; le forme a carico del cuore: aritmie, tachicardie, bradicardie; le forme a carico del fegato: epatiti, colecistiti, itterizie, ecc ... Casi di autolesionismo più frequenti in pace sono le forme di edema molle e duro doloso provocato e le fratture dolose provocate, dette a · cielo coperto. I casi di simulazione in guerra oltre tutti quelli di pace precedentemente enumerati sono : l'epilessia e propriamente l'attacco epilettico, le anemie, i processi infìam-
matori e suppurativi, le emottisi, le bronchiti, le ematurie false, le calcolosi, le parotiri, le tonsilliti, ecc... I casi di autolesionismo in guerra sono vari e sono provocati da agenti fisici chimici e da arma da fuoco e da taglio. Un breve accenno sulla simulazione perchè è argomento esaurientemente conosciuto da tutti i medici militari e da quelli che hanno esperienza mutualistica e Infortunistica. - Le forme nevralgiche e mialgiche in alcuni soggetti sono di difficile accertamento e qualche volta sono talmente bene simulati con particolari diagnostici acquisiti dal paziente e a volte favoriti da ricerche radiografiche e da etiogenesi multiple che fanno mcorrere in errate diagnosi. Tra i casi personali ho avuto nell'Ambulatorio Ostiense delle Casse Mutue dell'Industria di Roma, da me diretto, nel 1937 un caso di lombaggine e sciatica D., simulata a perfezione in un operaio, C. A., alcolista, luetico, disoccupato... con quattro lìgli; lo ricordo bene perchè un pomeriggio, in una ennesima \'isita per essere riconosciuto malato e in evidentissimo stato alcoolico, voleva ammazzare me, il capo del servizio sanitario c l'infermiere Missori. Egli infatti quel giorno ruppe alcuni vetri delle finestre , c con un pugno il cristallo del tavolo dell'anticamera dell'ambulatorio, ovc era seduto il Missori, cosicchè per minacce e per violenza fu arrestato e processato. Non fu condannato per mia bontà perchè al processo non infierii contro di lui per i quattro figli, tanto che dopo la sentenza cercò di baciarmi la mano. Egli aveva simulato in maniera tale da prendere la buona fede del chirurgo del Centro diagnostico e del Consulente dai quali fu riconosciuto c proposto per il massimo periodo dell'assistct1za e dell'indennità. In verità io non ero convinto della sua malattia, anzi non so il perchè ero sicuro della simulazione; infatti una sera lo feci seguire da un infermiere per controllare se effettivamente egli camminasse per come mi si presentava e cioè strisciando il piede destro e così sola'tnente lo potetti smascherare in pieno, poichè dopo essersi allontanato> un bel .po' dall'Ambulatorio si mise a camminare norma! mente. Egli qualche anno dOJPO confessò all'istesso Missori di aver simulato sin dall'inizio della malattia perchè disoccupato e di aver preso sempre per... il naso tutti i medici. - Gastriti, ipercloridrie, ulceri gastro-duodenali, coliti spastiche. - Tachicardie, arith1ie per ingestione di caffeina, decotto di tabacco, simpamina, ecc ... - Emottisi per simulare la tubercolosi, lesioni provocate delle tonsille, della lingua, della mucosa ora le, faci lmente messi in evidenza con esame obbiettivo locale, con sorveglianza e còn reperti radioscopici c radiografici. - Epatiti acute (fegato debordante e dolente per ingestione esagerata di alcoolici, cognac, liquori). Mancanza di riempimento della cistifellea per ingestionc di tre o quattro uova a tempo opportuno, dopo aver preso l'oral-tctragnost o altro preparare per ottenere reperto radiologico favorevole. - lttero per ingcstione di athebrin o di piccole quantità di acido picrico (qualche decimilligrammo) messo in evidenza per l'assenza di pigmenti biliari nell'urina; questa sostanza è pericolosa per l'intossicazione (contrazioni seguite da paralisi, vomito, diarree, dimagramento, anemia grave). - Bronchiti per inalazioni di sostanze irritanti (cloro) c sigarette con zolfo, ccc ... - Ematurie false (iniezione di ~angue in vescica per mezzo di catetere). - Albuminurie false mescolando albumine etereogenee (albume d'uovo, siero di latte) con l'urina. -Calcolosi vescicalt med iante piccok pietri oe introdotte attr:lVerso l'uretra in vescica. - Rialzi termici provocati con iniezioni di sostanze proteiche o vaccini o per processi irritativi o inliammatorii nelle regioni ascellari. , I casi che più frequentemente capitano in pace di autolesionismo sono: l'edema molle e duro doloso provocato e le j1·atturc a dc/o coperto provocate.
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L'edema molle è provocato o con laccio che esercita una costrizione circolare più o meno prolungata su dì un arto e propriamente sulle parti distali di esso (edema da stasi provocato) (fìg. 1 e 2), casi capitatimi nell'Ambulatorio Ostiense delle Casse Mutue dell'Industria di Roma, o con colpi leggeri e ripetuti con contundente duro e liscio (edema pluricontusivo provocato) che è il primo stadio dell'edema duro. Le prime osservazioni dell'edema doloso provocato furono fatte in Svizzera dal Secretan (1901), dal Valliet (1902) e dal Patry (1903) su operai italiani ivi temporaneamente emigrati per lavoro e la sede più frequente delle lesioni fu il dorso della mano. Secretan ritenne che la lesione fosse in rapporto con una unica azione traumatizzante (comusione) e la descrisse come tale. Patry prima di pronunciarsi sull'euogenesi avendo raccolti e seguiti molti casi fin dal 1899 e rilevando che erano tutti di operai italiani originari della stessa città, venuti a Ginevra ins:eme, abitanti nello stesso quartiere, suppose subito. che a provocare una forma traumaùa a carattere epidemico dovesse intervenire una condizione ben diversa dalla pura casualità e la supposizione si tradusse in certezza quando potè avere delle confessioni e sapere che le lesioni del dorso della mano erano l'esito di ripetute conrusiooi provocate, dopo aver fasciata con un panno la mano, mediante una bottiglia tenuta per il collo ed usata come corpo contundente. Con piccoli colpi ripetuti tutti i giorni per un quarto d'ora si provocavano una tumefazione, circoscritta, edematosa dapprima molto dolente, poi meno dolorosa e sempre più notevole. Nei primissimi giorni l'intervallo di circa 24 ore tra una serie di battiture e l'altra era in grado di far scomparire quasi completamente la tumefazione: successivamente un tale intervallo non era più sufficiente per produrre la scomparsa della tumefazione ed anzi la successiva serie di battiture trovando già la parte ancora tumefatta ne aggravava sensibilmente il quadro morboso. Dopo molti giorni non era più necessaria la battitura quotidiana per mantenere la tumefazione. Questa assumeva caratteri propri tali che perdurava per alcune s~trimane. e poteva essere a volontà protratta ancora con periodiche c più rare battiture (flgg. 3, 4, 5, 6 e 7).' Per i caratteri clinici fu definita edema duro (Secretan), pseudoedema (Levi-Bianchini), autocontusione (Kaufmann), celluloderrnite-autocontusiva (Bernacchi). . In ftalia il sapere che una lesione facilmenre provocabile poteva essere sorgente di indennità rapidamente si diffuse tra gli operai e vi furono delle vere epidemie nel 1907 a Livorno, nel 1907-1908 a Napoli e poi a Roma, a Spezia, a Piombino, a Genova ed in Sicilia. Le lesioni dolose si osservano sul dorso delle mani, al ginocchio, sul dorso dei piedi. La maggior parte delle ••olte la battitura è opera del paziente stesso per cui autocontus.ione. Queste ripetute c brevi battiture agiscono sui capillari e sul tessuto cellulare sotto-cutaneo. La protezione della parte battuta mediante fasciatura con panni permette quindi di agire sui capillari profondi senza indurre gravi lesioni cutanee, anche pcrchè l'azione sui capillari profondi è facilitata dal piano scheletrico sottostante contro il quale i tessuti di sostegno dei vasi vengono schiacciati. La lesione principale è data dalla rottura dei capillari e dei piccoli vasi e conseguentemente da lievi emorragie sottocutanee; al dorso della mano le emorragie si verificano oltrechè nel sottocutaneo, anche nel lasso connettivo peritendineo e più profondamente nel periostio dei metacarpei. La sintomatologia comprende quindi tre gruppi di reperti e il decorso viene con· siderato in tre stadii. In un primo stadio si ha l'edema molle che dura da pochi giorni a poche settimane; in un secondo stad;o l'edema duro che ha una durata molto lunga ed è soggetto acl artificiali riacutizzazioni; in un terzo stadio si verifica la tumefazione durissima, molto circoscritt:1, aderente allo scheletro con un prolungatissimo decorso. Tra i sintomi del primo periodo devono essere tenuti presenti i reperti di lesioni superficiali dermo-ep'dermiche, i peli spezzati, i solleva menti epidermici circoscrittì con
Fig. L - Ambul. Ostiense - Casse Mutue Industria di Roma. Edema molle provocalo da laccio. Operaia sorpresa in fl•1grante .
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Fig. 2. - Ambul. Ostiense - Casse Mutue Industria di Roma . - Edema doloso provocato da laccio mano S. (confesso).
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Fig. 3- - Ospedale del Celio. - Edema duro doloso provocato arto inferiore D. (piede fatto dci Livornesi).
Fig. 4· - Ospedale del Celio. - Edema duro doloso p rovocato arto inf. D.
F ig . 5· - Ospedale del Cdro . - Edema duro doloso provocato arto inf. D.
Fig. 6. OspedaLe del Celio arto inf. S.
Edema duro doloso provocato
Fig. 7· - Ospedale del Celio. arto inf. S.
Edema duro doloso proYocato
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raccolte di transudato, i p.ccoli tocolat di recenti emorragie con l'aspetto di piccolissime petecchie e di piccole pustole. Il disturbo funzionale è rappresentato da una difficoltà a flettere le dna e ciò non tanto perchè i tendini estensori incontrano qualche ostacolo a scorrere, ma perchè la tumefazione della cute e del sottocutaneo nd ogni tentativo di tensione provoca do lore. Le dita mantengono un tipico atteggiamento di parziale flessione. ~ella regione palmarc non si osserva alcuna alterazione. Kcl primo stadio se si impedisce l'ulter:or<; battitura si ha attenuazione dei sintomi obbiettivi in 20·JO giorni con guarigione completa. Nel secondo periodo le battiture hanno compiuto l'opera loro, la mano è (aua, cos~ dicevano gli operai l:vornesi e la tumefazione si mantiene per lungo periodo di tempo indipendentemente da ultedori bauiture. Questo secondo periodo può durare parecchio tempo, qualche mese, ma finisce quasi sempre con una rt:stitutio ad intcg· um e questo decorso si ossen·a anche nei casi in cui si imped:scono ulteriori manovre contusive. All'infuori della zona tumefatta non vi sono sintomi mo·bosi, quindi nè risemimenti in parte vicinà, nè risentirnemo generale e di regola l'esame radiografico non d imostra lesione del tcs~uto osseo. · Io, per incarico del Procuratore del Re di Rom:t, nel 1932·33-34-35· ho prestato la mia oper:t professionale per la repressione dell'autoksionismo. "el primo caso capitatomi di edema duro doloso non sapevo darmi conto del processo clinico e anatomopatologico perchè il reperto radiografico era negati\'o per lesioni a carico del tessuto osseo e mi resi conto rh:: la lesione tra do losa perchè, dopo :tver consultato il Lussena, ricorsi ad una fasciatura della parte interponendo pezzcttini di vetro c così il processo regredì in hrcve tempo. Quindi nei casi di edema doloso provocato bisogna ricorrere od alla fasciatura della parte interponendo pczzettini di \Ciro per C\ itarc le ulteriori battiture o ad apparecchi gessati immobilizzanti c alla son·eglianza speciale in maniera che non si continuino le manovre dolose. Un'altra lesione fu frcq ucme ncll'istesso periodo frn gli opc;·ai, più grave, e cioè la frattu ra completa a cielo coperto <.!eli~ ossa metacarpa li e delle falangi sia di un dito, Wl di più, meno frequenti quelle delle ossa metatars"che. L 'Istituto Nazionale delle Assicura1ioni Infortuni sul lavoro do' ette ,·ersare sul principio somme ingenti; ma i medici fiduciari, avuto il sento~~: del losco, denunciarono i casi sospetti al Procuratore del Re di Roma e così fu mmo incaricati del giudizio medico-legale e di redigere reln.ioni su questi casi, che presentavano alcune volte delle dillicoltà enormi. Coilaboravano con noi i Carabinieri c questi per ind:tgare, far p:trlarc e confessare si erano così special"zzati che coad:uva\'ano molto efficacemente con noi medici. A Roma si scoprirono vere associazioni a del"r~quere a Tes:accio, a San Lort.nzo, a Val Melaina ecc... , vi erano: il mazzolatore (quello che provoca\·a la lesione) e il mazzolato (che la subiva) c tn loro poi dividevano le somme percepite dall'Istituto. Dolorosamente vi fu mischiato e processato anche un medico che si era prestato. I provvedimenti furono tempestivi e severi e fecero sì che operai che si it'fortunavano p01 veramente sul lavoro c che dipendevano dall'Ambulator·o Os'iensc preferivano rinunciare all'indennità dell'Istituto Infortuni sul lavoro e si facevano medicare da me solamente presso l'Ambulatorio confe~sando che avevano paura di r:correrc all'Assicurazione Infortu ni perchè andav<.~ no incontro a noie e fastidi. Questi fatti incresciosi di auto-lesionismo con la guerra etiop'c:J e con la diminuzione delb disoccupazione sparirono wmpletamente. In guerra, la simulazione più frequente di malattia è ouella nervosa, in primo piano l't:pilt:ssia e propriamente l'attacco epilettico. Sappiamo che pochi sintomi obbiettivi sono impossibili ad imitarsi (pupille midriatiche c non reaventi alla luce, riflessi cutanei e tendinei aboliti, ecc...) per cui molta importanza ha l'assisrcrc all'attacco. Si osservano attitudini co:mc (camptocormia isterica post-trnumatica di Souques, atteggiamento deforme della colonna vertebrale per lo più in flessione consecutivo ad un trauma
Fig. 8. - Ospedale del Celio. D . Ja benzin:1.
As~esso provocato del ginocchio
Fig. 9· - Ospedale del Celio. D. da benzina.
Ascesso provocato del ginocchio
Fig. 10. - Ospedale del Celio. Ascesso provocato del ginocchio S. da petrolio.
F g. 11. - Ospedale del Ccho. Flemmone gangrenoso 1/' medio gamba S. (confesso da iniezione di feci).
Fig. 12. · Ospedale del Celio. - Ustione di !TI grado da so~tanza chimica.
lieve senza lesioni anatomiche apprezzabili in soggetto evidentemente isterico), contr~ltture muscolari, tic nervosi, sonnambulismo, ecc..., casi di tremori (il tremore muscolare vero è ritmico c regolare, quello simulato è in genere rapido, esagerato, ariunico, gwssolano). Nella simulazione della p:1ralisi un esame clinico accurato, la constatazione dci rifle~si e la mancanza di qualunque segno di renione elettrica degenerativa di solito chiariscono la diagnosi. U mutismo simulato talvolta è di difficile diagnosi; ma è facile presumere che se si possono escludere tutte le cause determinanti di questa si ndrome, la simulazione può essere messa in evidenza; essa è rarissima: su 2000 fer;ti nel periodo dal 28 ottobre al 7 dicembre 1940, passati dalla mia osservazione dirctt::a, nell'Ospedale da campo 424 sul fronte greco-albanese, un solo caso di mutismo vero completo temporaneo, durato 15 giorni, in segu:to a scoppio di granata e che aveva preso nel sonno l'uU!cialc. Il Tremollieres c Causade riferiscono che alcuni soldati marocchini si provocarono tumefaz1oni delle regioni paroùdee simulando la parotite, gonfiando le guance con notevole sforzo e comprimendo contemporaneamente con le mani le aperture della bocca e delle narici. Più gravi sono le bioni provocate che dobbiamo distinguere in malattie e lesiom traumatiche da agenti fis:ci, chimici e da arma da fuoco e da taglio.
Le malattie provocate generali c locali. Generali: a nemia provoc:ua con sostanze emolitiche o con inalazioni di cloro e di bromo. Per la letteratura la pscudo-malaria con punture di nloc ai fianchi o con infuso di lauroccraso difficile a scoprirsi tForgues). Deliqui con clisteri di decollo di tabacco in acqua alcoolizzata. Epidemia di dissenteria con ci1steri di allume (Forgucs) pro,·ocata da alcuni infermieri. Locali: tonsilliti con gargarismi di alcool caldo, petrvlio o decotto di euforbi::acee, ciiagnosi difficilissim:t qu:tsi impossibile a farsi. Urctriti con istillazione uretralc di sostanze irritanti; l'esame microscop:co della secrezione mette in evidenza in genere mancanza di batteri, ma possono anche cosl essere risvegli::ati vecchi focolai. Efficaci sono i preparati sulfamidici che dominano in breve tempo l'infezione. - Emorragie del condono uditivo a membrana integra (Gradenigo); più frequenti sono le ~uppurazioni provocate o gli aggrnvamemi di otorree preesistenti con iav::~ggi o instillazioni di sostanze irritanri o caustiche (benzina, csscn:t.a di trementina, olio di eroton, percloruro di ferro, tintura di iodio, succhi di erbe euforbiacee): quasi sempre si deve poi operare di urgenza c spesso con esito letale. L'autolesione è dimostrata solamente se si hanno resti Ji sostanza in loco. - Congiuntiviti purulcnte provocate d:t euforbiacee o da semi di ricino o da c:tlce, ecc.... - Adeniti inguinali per autolesioni suppurativc dell'arto inferiore da strof-inio con coperte dure e poi applicaz:oni di feci sulle lesioni che possono dar luogo ad ulceri bgc· denichc ad estensione rapida e progressi,·a. Dcrmatos:, eritemi, eresipela, flemmoni profo.,di provocati con so~tnnu ,·arie. - Oleomi o vascllinomi che si presentano come tumefa:t.ioni globose con edema duro dei Lessuti circostanti nelle rcg:oni glutec. Sostanze caustiche local i o iniettate sottocutaneamcnte danno nel primo caso escare rotonde, ben delimitate c secche con perdita netta di sostanza, nel ~econdo caso Jei flemmoni, che per la presenza di anaerobi determinano a volte flemmoni gassosi con gangrena del sottocutaneo. Iniezioni di benzina (figg. 8 e g), di petrolio (fig. 10), di feci (fig. 11), che hanno provocato vasti flemmoni tardi a guarire. - Edemi molli e Juri dolosi in isp~cic del dorso della mano e del dorso del piede, di cui ho già detto, oppure idrani del gomito ma più spesso del ginocchio per trauma violento o per traumi lenti e continui; trementina ini~ttata nell'articola?."one fino a dare
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artriti purulcnte del ginocchio da simulare il quadro clinico del tumor albus. Borsiti pre· _ rotulee per iniezioni di sostanze eterogenee (benzina, ecc.). - Prolasso del retto provocato per intromissione nell'ampolla rettale di un sacchetto di gomma gonfiato e poi bruscamente estratto; il prolasso però si riduce facilmente con manovre appropriate (due casi all'Ospedale di riserva n. ro a Leopoli). Lesioni p1·ovocate da agenti chimici e fisici. Congelamenti di l, II, III grado per esposizione voluta di parti distali degli arti in particolare delle dita dei piedi. Scottature di varia grandezza di I, II, III grado, prodotte con acqua o con olio bollente che non convincono per il tempo, la circostanza e l'anamnesi (figg. 12, 13 e q).
Fig. 13. - Ospedale del Celio. - Ustione di I e Il grado provocata Ja acqua bollente.
Fig. 14. • Ospedale del Celio. - Ustione di Il e III grado provocata da olio bollente.
Iniezione di aria nei testicoli da simulare orchiti ed orchiepididimite (due casi uno a Roma all'Ospedale del Celio e uno a Leopoli all'Ospedale di riserva n. IO - fig. 15). Dal lato chirurgico sono rari i casi di aggravamento di terita provocata (fig. 16); più frequente l'autolesionismo con arma da fuoco (figg. 17, 18, 19 e 20). D ifficilissimo in alcuni casi porre una diagnosi esatta di autolesionismo sia pcrchè è possibile che si verifichino in combattimento ferire provocate da vicino, sia perchè queste ferite non sem· pre appaiono come tali, s:a perchè possono avvenire accidentalmente. Le autoleJioni d'arma da fuoco sono essenzialmente ferite provocate da breve distanza 3/4 a carico delle regioni carpiche-metacarpiche falangiche prevalentemente con foro di entrata della regione volare, 1i4 a carico delle gambe e degli arti inferiori. Le caratterisLiche del foro di entrata quando l'autolesionista non interpone una pagnotta bagnata, un pezzo di legno o altro, sono evidenti prevalentemente per l'ustione, per l'alone nero dato dall'infiltrazione dei grani di polvere non bruciata; secondo lpsen, alla distanza di 2 cm. la zona di annerimento ha un diametro di 3-4 cm., a 5 cm. il diametro di 4-5-6 cm., a IO cm. il d iametro Ji 8-IO cm., a maggiore distanza il diametro va climi· nuendo. L'alone nero può mancare per impiego di polveri speciali.
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Autolesionismo con armi da taglio: sono molto più rari, un solo caso al Centro ospedaliero avanzatissimo di Berat (gennaio 1941) provocato con la baionetta. Un soldato confesso si era dato diversi colpi su di un dito che si era amputato al 3" o 4" colpo. A Taranto (1941) un marinaio fu giudicato dal Tribunale Militare Territoriale per essersi amputata la falange di un dito della mano destra colpendo con un'ascia, da lui freddamente acquistata per quello scopo, la mano appoggiata al tronco di un albero. Egli Fu difeso brillantemente dall'avv. Di Mase, valoroso penalista il quale sostenendo che non era residuata inidoneità al servizio militare potè far contenere in limiti non gravi la pena.
Fig. 15. - Ospedale Militare di Riserva n. ro. Lemberg. - Iniezione di aria nello scroto.
Fig. r6. Ospedale del Celio. - Aggravamemo di ferita chirurgica provoc:na.
i\1 Centro Ospedaliero avnnzato di Berat in gennaio 1941 vi fu una vera epidemia per autolesioni d'arma da fuoco che preoccupò moltissimo. Dalle prime linee aftluivano molti soldati provenienti dagli stessi reparti con ferite d'arma da fuoco nella regione vJ)Inre della mano sinistra, con aloni caratteristici di ustione e di annerimento per polvere, e questi soldati dicevano di essere venuti a colluttazione col greco e di essere stati feriti nel palmo della mano durante la lotta. Anamnesi poco chiara, uguale e inventata di sana pianta e lesione evidentissima di autolesionismo. i\ questa epidemia che fondatamente preoccupò fu necessario un esempio energico voluto dal Direttore del Ccmro, col. prof. Bocchetti, che riuscì proficuo perchè la voce che in simili casi sarebbero stati presi altri provvedimenti radicali e che non era facile passarl:1 liscia fece ridurre del tuno questa lesione, lesione che tiene inabile alla prima linea per lo meno due o tre mesi il ferito.
Ora una considerazione al riguardo dell'autolesionismo: paragonando i feriti che io ho avuto nel primo periodo bellico a Premeti, circa 2000, direttamente dalla prima linea nell'Ospedale 424, l'autolesionismo non vi era perchè il morale era alto, si avanzava in territorio nemico (28 ottobre-15 novembre 1940), nel secondo periodo più duro dal punto di vista bellico perchè costretti a rettificare le linee si principiarono a notare
Fig. 17. - Ospedale del Celio. mano S. (foro J i enu·.m).
Ferita d'a rma da fuoco della
Fig. 18. - Ospedale del Celio. - Ferita d 'arma da fuoco della mano S. (foro di uscita).
Fig. 19. - Ospedale del Celio. mano S. (foro di entrat:t).
Ferita d'arm::t da fuoco ali:!
Fig. 20. - Ospedale del Celio. mano S. (foro di uscita).
Ferita d'arma da fuoco alla
primi autole~ionisti che aument.~rono incredibilmente col peggiorare della situazione (15 novembre-dicembre l<)4o-15 gennaio 1941) e che diminuirono di c:olpo in seguito :~l pro\ vedimento, alla se,erità c alla fXr,ua~ione presso i ~oldau. Quindi a conclusione di lJU<IIl!O ho detto escludendo quei ca~1 di simul:~7ionc e d1 autolesionismo b:~nali c facili J meller~• in e,·idenza ci posMamo trovare dinanzi a cas1 Jn cu1 è necessario, dopo a\"er ponderato bene, denunciare pro\"ocando i necessari pro',·edimcnti e le non meno nele~~aric sanzioni, altrimenti ~i può avere la grande respon sabilitiì di non 3\"Cr rcpres~o a tempo una epidemia incre~ciosissimn. E' bene che tutti i medici mutualisti-infort unisti-militari si:lllo :1 conoscenza di <.JUC.: &Li casi perchè la lotta è imperniata sulla d iagnosi precoce c çhc a questi casi non sia data pubblicità altrimenti ~e vengono a tonosccnza del pubblit'o c delle persone che prc,)LJmono sapac. può gtttar~i. per bocca di gente leggera o perfida, discredito ed ombra ,)u quelli che hanno fatto il loro don·re nobilmente, riportnndo gloriose ferite degli arti superiori e inferiori. E ' toccato a me proprio <.h -.cntire al Centro Ospcdaliero di Scutan, nel marzo 1941, alcu ne signore che commenta\ ano :.ui feriti del mio reparto, non sospcnando di esSere ac;coltatc da me, ed io intenenni nel loro discorso e parlai a fa,ore del nostro eroicissimo ~oldato che sa dare tutto o parte di <>e stesso con fierezza. wsì come la notte del 15 gennaio 1940, tengo a riwrtlare, il ~oldaw Alfonso Mario Ca~siano, di anni 22 da T ar:lllto, laureando in legge, mentre gli amputavo la gamba S. al 1 /_~ med io, spappolata lha una granata, mi dichiarava che era contento di aver fatto tutro il suo dovere, orgoglioso di e ntrare nella grande schiera dei mutilati di guerra per il bene della sua Italia . e che era solamente addolorato di non poter continuare a combattere in primissima linea tra i prirnis,im i.
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Questa mia rassegna ~ statd oggetto di una conferenza tenuta agli Ufficiali medici .tella divisione u Centauro • in ottobre 1941 a Maniago, ed è stata aggiornata in settemlm: 1946 a Roma.
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CARMELO BOVA E' TORNATO IN ITALIA
AIUTIAMO l PICCOLI MUTILATI DELLA GUERRA Carmelo Ho\'a l! un piccolo mutilaw c.li am bo le bracci:-~ della recente guerra. Ebbe. la fortu na, in occasione Jel 6" Congresso Internazionale di Chirurgia tenuto a Roma nel maggio dello scorso anno, di essere presentato al dott. Hcnry Kessler d1 :"J'cwark (N. 1.), colonnello medico nella riserva e chirurgo onopcdi.,ta degli S. U. di rhi;lra fama, the lo ,·isitò. si rese conto di quanto st pote,·a fare e disse al ragazzo che lo aHebbe volentieri ri,·isto c lUraw in America. A pochi giorni di distanza dal ritorno a • cwark, il don. Kessler si vide presentare un pomeriggio, a casa, il piccolo Bova. « Non hai perduto tempo, ragazzo!))' c Carmelo fu, da q uel giorno, a(fidato alle cure del Professore. Oggi egli è d i n uovo in l talia fra i suoi cari. La protesi applicatagli i: una de lle più perfette c razionali cd egli può far tutto; ma anche dal lato morale il ragazzo ha subÌto una trasformazione radicale: era di"entato cattivo, aspro, sfiduciato ed ora m.' l suoi occhi ''è tanta dolcezza c un 'infinita riconoscenza per i suoi benefattori ~rchè non solo al don. Kcssler egli de,·e il suo miracolo, ma 'IOpranuuo alla cartl~ umana d~gli Americani in primo luogo che gli permise di raggiungere il chirurgo .1 ì'ewark. L'Italia ha J2.(XXl piccoli muti lati dell'ultima guerra. Recentemente due coraggiosi fi lan tropi, Bonzi c Lua ldi, arrischiando la propria vita, sono arrivati sino in Argentina 0.:011 un piccolo apparecchio da l no me simbolico, l'cc Angelo dci Bi mbi», per raccogliere fondi per un'opera di assistenza propugnata da Don Gnocchi. L'America ha t:lnta simpatia per queste piccole vittime della guerra e aiuterebbe di gran cuore un'istituzione che si proponc~sc la creazione di istituti di cura e di rieducazione adatti. Sappiamo che t)Uakhe cosa si va organizzando in Italia su iniziati\a appunto del dou. Kessler che promosse la forma7ionc di un Comitato italo-americano allo scopo di facilitare la frarcrna collaborazione fr.1 i vari gruppi, in Italia e in America, interessati alla riabili tazio ne dci bambin i ita lia ni mu tilati d i g uerra. Il problem::t è uno de i più umani c ap passionanti e il Governo, siamo sicuri, vor r~ intervenire per disciplinare le varie organizznioni, dare il suo contributo. che non sarà mai troppo grande, offrire a queste innoceuti disgraziate \'ittime della brutalità degli uomini il suo aiuto. Sono 12.000 ragazzi che de\'Ono tornare alla vita sociale, contribuire alla rinascita della patria. sono 12.000 ragazzi che hanno soprattutto bisogno dt sentire lo spirito della solidarietà umana.
O:':J>EL>.\1.1
\11LIT.\RE DI
Ulft'Hnr<: Tt n
cnl. clmr. A
MILA~O
p., \tu Rl
CONCOMITANZA DI ECTOPIA REAL E E APPARENTE DEL CRISTALLINO
Il caso dil1lco di cui parlo 'uol rappresentare il contributo di una esperienza per· sonale alla interpretazione esatta dei reperti oftalmoscopici per una corretta diagnosi •Il hni soprattutto d1 una giusta ,·alutazionc medico-legale. Un uomo, della età di 45 anm, ~• presenta alla vi~ita oftalmologica per valmaz10ne della sua idoncit~ a proficuo la\Of(). E,ercita il mestiere di facchino c ha notato, da circa due mesi, indebolimento della :lcutez,za visiva in <'lltrambi gli occhi. Atferma di aver visto in precedenza sempre bene. E' analfabel:l. L':~namncsi. raccolta framment~lriamente per via th un:1 cena torpidezza intellettiva del soggetto, peraltro robustissimo c ..-ostituzionalmcme disposto per una vita prevalentemente 'cgetativa e per l'esplica;.ione Ji una Jtl:l\ità quasi csclusi,amcnte fatta di fatica muscolare, mi apprende, inoltre, che il soggcuo, circa otto anni fa. ammalò Ji una malattia oculare che egli non sa precisare, per çui fu in cura presso uno specialista c che tale cura è durat:J fìno :1 circa due anni fa. Della stessa malatti:l ~arebbero stati affetti trt: ~uoi (rmclli . All'esame obbiettivo si rileva; 00 V -= 1/4 :..c. non migliora \:On !enti. 00 T - normale. 00 - Sulla congiuntiva tar~ak supcnorc strie cicatriziali che solcano la mucosa in varie direzioni c iperplasia delle lone di congiuntiva non cicatrizzate. Congiuntiva tarsnle inferiore di aspetto pallido. In 00 la nxtà superiore della ..:ornca è occupata da una tenue opacità solr:na da esili ramuscoli vascolari, quasi simmetrica nei due occhi, col margine inferiore un po' più denso e ..:orrispondente alla rima palpcbrale. 1'\ull'altro di rilievo al rimanente c~ame esterno. lJiagnosi clini•a: 00 tracom,t ut:atrizialc con panno. Praticando rc:~ame '>Chidscopico, not:.t~J astigmati~mo corneale irregolare c, nel campo pupillan. illuminato. la prc:.cnza di una linea nera arcuata e un p<>' frastagliata che, .:o~ì a tutta prima, poteva essere interpretat:.t unicamente come.: l'equiv<llertte oft::d n •oscopico dc.:! bordo infer iore della zona corneale pannosa. Volendo però indagare, entro i limi1i del possibile, date le alterate rondizioni della cornea, lo stato del fondo oculare c procedendo, a t:Jlc ~copo, per mezzo dell'esame ohalmoscopico a immagine diritta. c a pupilla dilatata, ossen·ai che nel camp<> \Ottostante n detta linea i particol:~ri del fondo potC\'::1 no essere colti \Cn7.a il sussidio di le mi addiz.tonali, mentre nel lampo soprastanre, corrispondente al tratto pannoso, pur tenendosi como delle alterate condizioni di rifr:~zionc e di trnsparenza corneale, era necessaria una lente addizionale di J 1-12 D. F~lcentlo ruotarc il globo \erso l'alto, :d limite fra questi due campi, cornpariv:.t, endo-
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bulb:u mcntc, una linea nera arcuata e nel passaggio dall'uno .Ili' altro ~i determinavanu degli effetti parallattici as~ai spiccati. Si veniva a scoprire così l'insospettata e~istenza di uno ~(>o\tamento del cnstallino 'erso il basso (ectopia congenita?) c la hnea ocra arwata endobulbarc corrispondeva C\ 1dcntcmcntc al bordo superiore del cristallino stesso. Per mezzo della semplice illuminazione schiascopica, nonchè dell'indagine oftalmo ~wpica ad immagine arrovesciata. questo stato di cose non ~i prestava ad essere indi\ i d u:no, nemmeno a pupilla dilatata, ,ia perchè nella posizione del bulbo richiesta da tjUCSti due esami le due linee nere tendevano, per così dire, :1 fondersi, figurando, (Jress'a poco allo stesso livello; sia pcrchè la presenza del panno corneale contribui va a m enomare ancor più le già scarse possibilità eh questi due meni di indagine non adatti a cogliere particolari di una cena delicatezza. Casi di tal genere, oltrechè dal punto di vista ottico-oftalmoswpico, ~no imeressam1 anche dal lato eziopawgenetico c clinico (specie quando .,i tratti Ji tspnmere giudiz1 di carattere medico-legale). ~ia per le deficienti cond1z1oni intellettuali del paziente, sia per altri motivi indipendenti dalla mia volontà, non ho potuto venire in posses:.o di tutti quei dau anamnestici e clinici, indispensabili per una fondata discussione ctiopatogenetica e clinica. Ma ho voluto ugualmente segnalare il caso, oltre che per le sue caratteristiche otticoohalmoscopiche, anche per dimostrare, una volta di pitJ se cc ne fosse bisogno, l'utilità dt espletare sempre, o per lo meno il più spesso possibile, :tnche quegli esami che per motivi apparentemente giustific:tti potessero sembrare superflui. E' presumibile, nel caso no!.tro, che, di fronte allo stato tracomatoso, nessuno si 11arebbe sentito di porre in dubbio che la minorazionc dell'acutezza visiva fosse dovuta al panno tracomatoso e che la linea nera, osservata all'illumi nazione schiascopica c all'esame oftalmoscopico a immagine Mrovesciata, corrispondesse al bordo inferiore del panno ~te~so. Tutto pareva concorresl>C ad allontanare il sospetto, se pur lÌ fosse stato. che sotto quel quadro, di per sè chiaro c convi ncente. si pmesse nascondere una alterazione d1 diversa natura e sede. Si potrebbe dire che il «caso n, cioè per me que ll 'es~1mc oftalmoswpico a immagine.: di ritta eseguito quasi per un di più, in quanto non vi era alcuna inùicazione che parti colarmentc lo richiedesse, il "caso » gioca a volte un ruolo importante in clinica. Ma da questa evenien?.a casuale si può ricavare il monito di abbo ndare anziche scarseggiare neglj esami e nelle ricerche anche là dove ciò sembrerebbe meno necessario. C ciò, come ho premesso, per una migliore valuta?.ionc medico-legale, nonchè a scanso, talvolta, di spiacevoli sorprese. RIA!.~Ur."TO. La coesisten?.a di una opacità corneale da pregresso panno tracomatoso o di una ectopia del cristallino, ind uce a considerazioni sulla opportun ità di un attento esame del soggetto anche oltre i lim:ti ritenuti suffìricnti aù una corretta dia gnosi, specie ai fini medico legali.
ASSORBIMENT O ED ELIMINAZIONE DELLA PENICILLINA IN AU T OSANGUE
Tenendo presente che il più degli ìn~uc:cessi della cura penicillinìca deve essere att ribuito all'enorme rapidità di eliminazione del medicamento attraverso i reni, si è in questi ultimi tempi cercato di ovviare a tale incom·eniente. La 1apìdìt:t dì assorbimento e d1 eliminazione della penicillina differisce minimamente qualunque SÌ.l il modo dì ~ommìnìstrazìone: la iniezione endovenosa di penicillina dà un rapido assorbimento con concentrazioni alte; per la iniezione intramuscolare la concen trazione nel siero non raggiunge nè mantiene i livelli dell'endovena e la escrezione ur ìnaria non l: prolungata; la iniezione sottocutanca dà livelli di concentrazione bassa rispetto alle altre mentre l'escrc7.ione urinaria è prolungata (il quantitatìvo di penicillina (; stato identico per tutte). Stando così le cose l>Ì è cercatu ti. porre un riparo a questo incom·ememe in vari modi sia so~pendcndo la pcnirìllìna 1n fluidi oleosi che ne ritardano l'assorbimento sia somministrandola contemporancamcmc ad altri farmalì che ne rallentano l'eliminazione. Metodi tutt'altro l hc pratici e non sccvri di pericoli. Tra le sostanze atte a tali sc.opi notia mo: il monoid rato di solfato di magnesio dì olio di pistacc hio con 250.000 U.O. : si è trovata, dopo 24 h., la penicillina nd siero dì sangue (A ilin e collab.); l'am ido-purato dì sodio; l'acido henzoico; il diodrast; l'ìodìopirìna; l'acido para-amm !noippurico; la caronamìde per via orale, la quale dà concentrazioni ematiche da 4 a 7 volte superiore a <j uelle riscontrate comunemente; la cera d'api e olio d'arachidi (Rornanski) ed altri cc:cipienti oleosi cci in ultimo in aurmangue. T più praticati sono il Romansk1 ed ora da noi l'au tosangue. Prend iamo in c~ame i risultati ottenuti dalla applicazione dc i d ue ultimi metodi. Tecnica eseguita: la sornministrnìone è stata p raticata con i J uc d i ver~ì metod i : 1. -Soluzione di 200.000 U.O. di penicillina in due cc. dì acgua distillata. Aspiratene roo.ooo Li. (1 cc.) in una siringa da 5 cc .. intìsso l'ago in una vena del gomito del paziente sì prelevano 3 cc. o più eh ~anguc. Si agita la s1ringa e si inietta la miscela nei J.:lutei (1• iniezione). Dopo otto ore e più ~i pratica la ..econda iniezionl: mediante lo stesso procedimento. · 2 . - J6o.ooo U.O. di penìcìllì na in (Cra d'api e olio d'ar;1chidì in una sola iniezione. CASISTICA. Abbiamo potuto trattare mediante i due metodi dì cura 110 rasi romplcssìvarnentc CO)Ì dì)tribuiti: 6o uretritì gonococciche antt'rÌori acute, 45 urctrìti croniche, 1 orchicpididjrnite, 10 affezioni dì altr:1 natura,
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Dci sessanta casi di uretriti g. anteriori acute trenta furono trattati con penicillina m autosanguc c i rimanenti trenta con il secondo metodo (16o.ooo U.O. di penicillina m cera). Abbiamo potuto constatare nei primi che la secrezione è notevolmente diminuu,, dopo le prime dicci ore fino a scomparire del tutto entro le Yentiquarrro ore dalla prar.a iniezione; in tutti i suddetti casi furono praticati dei lavaggi con soluzione di pt>rm.m g:lllalO li potassio. Rivisit:ni i par.icnti dopo trenta giorni circa c sottoposti ai comuni controlli, risultarono perfeu:uncntc guariti. Nei 1reuta casi trattati tOn re r:J d'api i risultati immcuiati erano identici c si rilevavano nelle prime V\:lltillU;lllro ore da lla unica init.zione. Però in 15 casi (50'}~ ) comp;1riva una goccella resi~tentc ai successivi trattamenti. l 45 casi di uretriti croniche (pazienti che avevano la malallia da u:mpo in,·etc::rato) iurono trattati con i seguenti meni: penicillina in auto~anguc ~olo; penicillina 111 auwsangue assieme a sulfam1dio per via orale; penicillina per irrigazioni locali con temporaneamente a penìcillina in autosangue per iniezioni intramuscolari. l risultati m tutti i casi furono inceui, imecc risultati ottimi e dur:nuri li a\emmo con solfonc (per 'i a endovenosa) e protargolo pn irrigazione. Il \Olo caso di orchicp1didimitc guarì. Splendidi ri~ultall ottenemmo con la pcui dllina per infiltrazione !orale 'ula od accompagnata ad iniezione in autosangue di penicillina. I d ieci casi di infezioni (ascessi; patcrccci; amraci; ecc.) di spettanza chirurgica Il abbiamo trattati alcuni pritn;t chirurgicamente (piccola incisione) poi, con 100.000 u.n. dt penicillina, sciolti in 6 cc di an1ua bidi$tillara. venivano fatte ddle iniezioni di un cc l'una (in lUtto s-6) intorn;J al focolaio (si potevano aggiungere le re$tanti 100.000 u.o. in autosangue per via intramus~obrc secondo la gravità). Dopo le prime 'entiquattro ore. le reazioni generali e locali diminuiscono fortemente tanto da dare un gran sollievo al malato e fiducia al medico. .\bb1amo potuto dedurre da quanto precede: 1" - che la cura penicillinica risulta migliore ritardando l'assorbimento con alllo )anguc c l'azione è maggiore se la di lu izione della penicillina è fau:1 <.:<>11 minore veicoiCJ .1cquoso ma con maggiore quantità di sangue; 2" - che il metodo in :tUlO\tlllguc è il più praùco; ~u - che con il sangu.._. la penicillina viene rafforzata nella sua azione baneriostatira; 4" ~ che riguardo alla via ti. . .ommini:.t~azione la differenza di concentrazione è minima; che il meccani:.mo d'a/.i<me per il ritardo d'assorbimento è dovuto. forse. alle proteine contenute nel plasma sanguigno che ritardano l'assorbimento, formando un complesso proteico. A loro si deve anche ascrivere l'azione stimolante delle difese organiche che coadiuva l'azione terapeutica della penicillina. Infatti se si combina la penicillina con proteine umane d'altre specie l'effetto è il medesimo; 6" - che l'azione non è dovuta in tutto allo stato fisico del miscuglio; infatti la f>enic illina dissolve il coagulo c ritarda il processo di coagulazione. Ciò si può vedere mrucndo sangue e penicillina, in d ilu7.ioni diverse, in provette. CoNsiDERAZIONI. -
s'
BIHLIOCRAFIA Gazzetta SanitariJ, ~. 1948. Terapia, n. 2ì.~· 1948.
T ,\GLIAVJA: SA '-'"INO.
L'UNIVERSO DI ALBERT EINSTEIN (olklll>
WJ·'IIll,
.luctwr,. eli
Sci~nce
lllu,llatnl •
•< Einsttin aveva ragione " : questo è il mes~aggio co~mito pruveuiente dagli espc runenti atomici succedutisi negli ultimi~simi anni. Mes~aggio il quale dice altresì che l' uni verso, quale concepito da Galileo t da ~ewton. ha ormai fano il suo tempo; c che il mondo della meccanica ~emplice, della forza di gravità, delle reazioni chinllche ~u perficiali, dello spazio e del tempo immutabili, t: solo un a~peuo particolare di una realtà molto più vasta. Il 29 maggio 1919 un'edi~~i dt sol~: rnostra'a che alcum raggt provenienti dallt lontane stelle possono pieg·tr~ i nel passaggio accanto a l ~ole. Quc~ta era la prova che l'an rico concetto della gravità era ~bagl i aw c che Einstein a\' t.:\':l ragio ne. Nel 1930 un esperime nto effettuato nei laborarori della Beli T elephone Company d imostrava che gli atomi muovemisi alle velocitJ più clc\'ate riducono la frequenza dclk loro caratteri~tl r.hc radiazioni. Da ciò - per un complesso di ragioni a cu1 ~archbt: troppo lungo accen Jtare - si poteva dedurre che alla velocità delb luce il tempo ~i arrc~ta. Le prove ora citate della verità delle teorie di Einstein cr;tno tutta,·ia prove d ifh 'ih, recondite o. come alcuni amano dire, • esoteriche "· Fino ;1 poco tempo fa . di ironte a ~imiti dimostrazioni, l'uomo deUa strada pme,·a crollare le spalle c limitarsi a dire che, in fondo, solo una do:nina di uomini, sull'intera terra. erano in grado di comprendere Einstein. Oggi, tutta\·ia, yut•sta .'!ltuat-ionc è cambiata. In .'!eguuo all'espcrimcnw di Alama.gordo, nel Nuovo Mcs,ico, il 15 luglio 1945, un piccolo quan titativo Ji materia fu au nicntato e in sua vece si chhc un'cnorme eru zione di cnc.:rgi;l. Q uel giorno il vecchio universo scompariva. Da quel g iorno sorgeva per ogni persona, ogni g iorno, la necc.-.s.tà di riesaminare i concetti tradi7ionali de l mondn tì~ilo, in ha'e ai qunli aveva fino a quel momento vissuto. L'ottimo ,·olume di Linwln Barne ha appunto lo ~opo dt aiutar l'uomo comune a compier questo riesame. Per riuscire in questo intento il Barnett non ci presenta una ennesima << spiegazione )), più o meno astrusa, nè una 'olgari1.Zazione inadeguata; ma viceversa, egli si sforza di costruire, nel lettore, pietra su pietra, uno~ nuo\'a concezione dell'universo: l'universo di F.instei n. E questo egli fa in maniera semplice. esponendo l'un dopo l'altro nuovi concetti cht> ogni persona \'Olonterosa di procedere al Ji là delle nozioni tradizionali apprese in gioventù è capace di comprendere, o almeno di intravedere. · Questi nuovi concetti abhraccinno un campo molto piLI ampio della mera rclativiti\ dello spazio c del tempo c dell 'equivalenza fra materia c energia. Uno di essi è quello secondo cui l'universo non è infìniro : lo spazio, infatti. secondo queste teorie, è ricurvo, .), meglio, curve quadrimensionali di spazio-tempo tornano \U se ~res~c a formare unJ tntità chiusa. A sentirle euunci:m.:, così, di punto in bianco, proposizioni di questo ge nere non fanno senso: ma non dimetichiamo che in altri ca~i proposizioni che sembravano inconcepibili si ~ono dimostrate ' 'ere. Einstein a' eva ragione. Questo universo «chiuso>> è misurahile in ba~e a calcoli astronomici. Il ~uo raggio è di 210 mila miliardi di miglia. E, cioè. un raggio solare, percorrendo lo spazio all:t 'clocità di 186 mila mi
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gita al secondo, descri,erebbe un grande cerchio cosmico e wrnerebbe al punto di partenza dopo poco più di 210 miliardi di anni terrcstn. Questo fenomeno non ha ancora poturo verificarsi perchè il mondo (: gwvane. Il primo raggio di luce emerso dal sole, quando il sole fu creato, ha avuto, infatti, solo il tempo di percorrere un centesimo di questo circuito cosmico: perchè il mondo ha una cd di soli due mi liardi di anni. Che questa sia l'età dell'universo è prov:~to dal fatto che le galassie, nel loro moto spir:~le nei cieli, si comportano come ~e provenissero da un unico centro compatto disgregatOSI due miliardi di anni f:~; è provato dal ritmo secondo cui la maggior pane delle ~telk tramutano la materia in energia: è provato dal riuno con cui l'uranio si trasforma in stagno e dai quantitativi di uranio e di stagno p~csenti sulla terra. Ecco, dunque, che la <<Creazione " - la «Creazione " con lettera maiuscola può farsi risali re a due miliardi di anni fa. Se questo è il <c primo principio " del mondo, quale sarà la fine? Il Barnett accenna varie ipotesi al riguardo. Egli, inoltre, nel suo ,oJume, ~piega la natura degli studi a cui ormai da anni Eistcin dedica la sua indefessa atti,·ità, la cosiddetta « teoria del campo unificato " • ossia l'unificazione. in hase ad un unico principio. della teoria dell'eleuromagnetismo, della gravità. della materia e del moto. (Radiomeuaggio della " U nivt:rsiu} per radi<J •l de " La Voce dell'A m erica u).
I STITUTO SIEROTERAPJCO E VACCINOGENO TOSCANO
"SC L AVO, {SOTJ'O IL COSTROLLO DELLO STATO!
S l E N A DIRF.HORE : PROF. DOTI". DOMENICO l)' ,\1\TO~A
SlERf - VACCINI - ANATOSSINE A>JATUBERCOLI NE - SPECIALJTA \IED ICINA LI PRODOTTL AD USO VETER INA RI O DiAGNOSTICI PRODOTTI AD USO DI LABORATORI O
- --,,- ---Chirurgia. P., ARNUL~ G. eL ANGl:.L j. (L ione): ConsidcratiotJS cliniqucs mr Ics
WERTIILIMf.R
Jroubles ref/e:res post-traumatiques de.• mcmhres et valeur de la tht:rapeutiquc Jympathiquc (Considerazioni climclu: sui disturbi rifleui post-traumatici degli cn·ti c valorc della terapia simpatica). journal de Chirurgie. 1948, 64, n. 7-H, pagg. 34•-358. 1..:~ terapia ~impaùca Jei disturbi tisiopatici po~l·Lraumatici iniziata nel 1916 da Le riche ha modificato il pronostico dei Ji~tur bi post traumatici degli arri che spesso 111 p ratica vengono misconosciuti. Sebbene, specialmente in Francia, se ne siano occupati autorevolmente Alhen, Fnr ment, Wenheimer (Congresso frant"CM: Ji chirurgia, 1927) i documemi che permettono d1 conoscerne il \'alon.' ~no ancora troppo rari. Ciò fa apprezzare maggiormente questo lavoro che può dini una 'era me~ :.<1 a punto clelia questione e~stndo basata sull:. cmervazione Ji .B ca~i. Per disturbi riflessi post traumatici gli AA. inrendono tutre le alterazioni funzio nali c le modificazioni obiettive degli arti secondarie ad un traumatismo e non spiegabili col danno anatomico ini7.ialc. Tali altera7ioni che sembrano esM:re la comeguenza di un meccanismo rifle~so scatenato dal traumatismo possono dipendere da semplici contusioni . distorsioni, lus~a zioni, ferite, ustioni, suppura7.ioni. L'instaurarsi dei vari quadri clini<i non sembra legato aù un terreno psichico particolarmente favorevo le c l'epoca della cumparsa è molto variabi le. da poche ore dopo il traumatismo, casi precoci, ad alcuni mesi. casi tardivi; va tenuta inoltre presente la possibilit~ di disturbi riflessi re ridivanti. Questi. esaminati in modo completo nella tesi di un allievo di F rome n t (Thomasset, Lione, 1938) sono rappresentati da: contratture a topografia \ariabile, p.1resi di un arto o di un segmento. atro-
tia muscolare non corrispondente ad alcun territorio ncnoso, iperreflessivit~ ten· Jinea variabile, rigidità articolare, reazioni 1·asomororie (cianosi, estremità fredde, sensazioni Jolorose per il freddo, diminuzione dell'indice oscillometrico). Le reazioni vasomotorie sono quanto mai variabili e possono consistere anche in iperemia con mano calda rossa edematosa. umida ed indice oscillometrico au mentato. Esistono anche di~turbi trofici a ca rico delle ossa (osteoporosi svelabile radiograficamente). Tutti questi disturbi rifles~i post-traumatici provocano poco dolore allo stato di riposo mentre la mobi lizzazione attiva e specialmente quella passiva risvegliano intense crisi dolorose. Dal punto di vi,t.J obbiettivo si noti che non si regi~tra mat una reazione elettrica degenerati\'a 1l .:h:: wstituisce un mezzo importante per la Jiagnosi differenziale fra le lesioni ncn O\C c le forme paretiche Ja disturbt riflc~si po,t-traurnatici. Dal punto di vista delle forme cliniche il predominio di alc.:uni sintomi ha comi· gliato gli AA. a dividere in quattro grup pi i casi studiati; gruppi che secondo noi possono scrvire :~d un 'esatta classificazione di tutti i casi po~~ibili e cioè: t '' - forme con contratture; 2" forme con rigidità articolari: 3u - forme parctiche; 4" - forme '::1\0motorie, i nel udendo fra queste ultime i casi con disturbi trofici edema e osteoporosi. Particolarmente interessante ci è sembrato il breve capitolo sulle (orme con rig idità articularc doV(' è discussa la dia gnosi differenziale con le artriti post-traumatiche. La diagnosi di disturbi riflessi post-trau matici in genere è semplice. La diagnosi differenziale \ ":1 fatta con le forme simulate, con le paralisi, con la malattia di Raynaud, con l'artrite post-traurnatica ed anche con l'artrite tubercola re.
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La prognosi di questi disturbi abbandonati a se stessi t: molto grave in quanto poco spesso si ha una regressione spontanea, mentre, al contrario, il peggioramento è frequente. [n una cena misura la sind rome fisiopatica posL-traumatica pu ò essere prevenuta per mezzo delle infiltrazioni i mralegamentose preconizzare da Lerichc; ma una volta istituita~i la sindrome si può utilizzare la terapia del simpatico in tutte le sue forme sia con le infi lt razioni periferiche, gangliari e periarteriose sia con le rcsezioni gangliari: stellectomia per l'arto supe riore e simpatectornia lombare per l'arto inferiore. Tutti questi procedimenti so no stati utilizzat i dagli AA. i qua li però dando la preferenza alle infil trazioni hanno ottenuto 1'82 % di risult a ti buon i c il 18 % circa di r isultati cattivi. Largo posto è dato all'esposizione dei risultati secondo i var i interve nti, 1 tipi .d in ici e l'epoca del tr:mamento. A conclusioni:" di questo interessante lavoro di cui ci siamo sforzati di far traspari r e l'immediato \alore pratico gli AA. af fermano che tutte le volte in cui si i n sta urano disturbi po~t-traumatici di qua lunque forma che non .:eclano rapidamente agli Jgenti fisici è necessario iniziare il più precocemente po\sibile una terapia simpatica che il più delle volte consiste nelle semplici infiltrnzioni.
F. TKI I'>;J DvTIIH.
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R., .\[Acu .on
J. C., ~J, CLAIR
R. J.: Rehabilitation of frartures (Reintegrazione delle
British fratture). journal of Surgery. 1948, aprii, '. 3'>·
p. 41 4· Il principale \alore dell'articolo consiste
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nella ricchezza di dati 'tatistici, accuratamente raccolti. L a vita moderna ;1ppare una attiva produttrice di fratture. soprattutto nel campo della mediCina militare dt guerra e di pace, nei periodi per es. di addestramento preliminare. Anche gli sports, Infatti, contribuiscono in modo notevole: è cu rioso constatare che in un convalescenziario scozzese, òurante la scorsa guerra, su quasi duemi la fr:llturati. si ebbe circa la stessa percentuale òi lesioni per azione bellica e nel gioco del calcio {rispettivamente il I'j '\, e jJ q,5 %). La frequenza assoluta delle fratture varia notevolmente di an no in anno. Ricordiamo il noto, .:o~picuo aumento di fratture nei paesi europei durante la prima guerra monòiale, aumento che rcgredì rapidamente nel dopoguerra e venne messo in chiaro rapporto con la carenza d i steroli contenuti negli scarsissimi grassi alimentari. Ma altri fattori, oltre a quello dietetico, interferiscono ,-ar iamemc , contribuendo alla frequenza di [ratture un andamento alquanto irregolare nel tempo. Il trattamento cliniro, accennato per sommi capi, diede nel 77 "'., dci casi globali una rcHaur:tzione funzional e che permise ai pazienti di riprenòerc a pieno la normale alti,·ità. Dalla v:ma caSIStica posseduw, g li AA. hanno r ic:wato una interessante tahella prognostic.J .:he presenta la percentuale di casi con probabile restitu tio ad integrum , e la durata in ~ttimana dell'intero processo di reintegrazione. Crediamo utile riportarla integralmente per una p iù com pleta conoscen7 ,, dell'argomento.
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Lavoro molto accurato che ~emb ra parùcolarmemc utile per fornire criteri prognostici obiettivi e un preciso pu nto di riferimento per valutare i ,·amagg• dati da modifìcazioni nelle tecniche tcrapeuLiche.
11 dott. Meschieri ha pubblica/o di recente sulla « Rivista degli infortuni e delle Malattie Professionali» (nn. 3-4, maggio-agosto 1948) un interessante artirolo stt «Suggerimenti tratti dalla eipcrienzo americana mila riabilitazione de, minol'Oli '' · (N. d. R.). D t.U.A St.:>~TA J{,:
Nuove mdimz10ni dell'esanguino-trasfusioru. - Soc. Méd. de Genè,•c. 3 febbraio 1948.
Questo intervento consisti: ndl'inieuare nuo' o, sottraendo il sangue del malato, per rinnovare la ma~~a an~:,ruigna. Per cambiare tutto il ~angue (95 %) bisogna dare tre volte il ,·olume del sangue del ricevitore. La mano' r;1 è lunga c hiso gna evitare la coagulazione. \Viencr usa' a l'eparina, che è pericolosa ~e ,.i è: una ten denza emorragica. Si usano c:ttet~:ri in pb~tica (flexire). che prevengono a~sa i henc Ja coagulazione per parecchie:: ore. Il ca tetere è introdotto in un;1 vena o nel seno longitmlinalc nel bambino: il rubinetto a tre 'it: di Zaugg permette di (are l'estrazione, iniettando il sanguc Ji numerosi datori (alcune \Oite ne occorrono 12-15) o sangue conservato. La classificazione del sangue 111 tipi deve essere fatta rigorosameme, in A, B, O, Rh senza occuparsi dei sono gruppi. n sangue wlto è rimpiaz.z:llo immediatamente, 10 cc. per ro cc.: si danno poi :~ntibiotici per evitare le inft&ioni sempre poss.ibili. Jean Bernard e Bessy. a Parigi, hanno usato questo procedimento nella leucemia acuta: i risultati sono difficili a constatare, perchè bisogna distinguere il riposo e la remissione. N on si sa ancora la causa della leucemia acuta; forse è una carenza, forse un virus. L'esanguino-trasfusione non ~anguc
agisce solo rimpiazzando, ma porta anche anticorpi. amivirus; la trasformazione del malato è speuacolare; il giorno dopo la temperatura tliscendc; le lesioni buccali e gengi,·ali cicatri.lZano pre~to; il fegato, la milza, le ghiandole linfatiche diminuiscono di volume. Si 'iOnO in tal modo otte nuti successi :1ssai ncui. La leucocitosi migliora, i leucobla~ti diminuiscono; dopo 20 giorni si osservano granulociti. La norma lizzazione del reperro miùollare e sanguigno è rapitlo, ma le recidi~e sopr:lv,·engono dopo 4-8 \Cttimane. Un secondo in ten·ento può ristabilire l'equilibrio; si può così preventi\'amcme fare l'operazione una volta al me::se. L'importanza di questi risultati è dottrinale c anche pratica; lo sta to della le::ucemia ~ profondamente moti• lì caro. Il processo è applicabilt: in casi di intossicazione Ja ossido di carbonio, 111 al cune sctticcrnic PEOROLI
BACLESSE F., MAU;RA\ P. et GR!COUROFF G.:
Les osteopuio.<tite, d'aspect tumoral (Le osteo periostiti d'aspetto tu morale). -
Journal de Chirurgie. 1948, 64, n. 6.
Lc difficoltà della diagno~i clin ica e radiolop:ica di akum: <Jsteo periostiti a tic corso apiretti co sono ben note ed è bcn comprensibile l'esim:~ ione del cnirurgo specialmente in quei casi dall'aspeno radiolo gico simile a quello dell'osteo sarcoma. Gli AA. affermano che l'esatto accertamento radiolo~ico di queste forme è fon dato sulla constatazione di piccoli segni che insieme riuniti costituiscono preziosi indici per la diagnosi differenziale. Essi sarebbero soprattuno la propagazione verso l'epifisi delle lesioni ossee, l'ispcssimen to periosteo diffuso verso la diafìsi. Tuttavia gli AA. ritengono prudente in simili casi di praticare una trapanazione dcll'os so a scopo bioptico, prelevando frammenti in più punti. Le legittime e gravi obiezioni che in passato si potevano sollevare su q ueste tra panazioni per la possibilità di diffondere l'infezione :~ll'osso sano vicino, oggi J10n
2 20
hanno più valore con l'impiego degli antibioLici; anzi si può approfittare di questo intervento per applicare (seguendo le indicazioni di Mac Adam riprese anche recentemente da Winkelbauer) un ago a permanenza nella cavità per praticare durante parecchi giorni le imroduzioni di penicillina sicchè J'intenemo bioptico si r isolverebbe in un intervento terapeutico rlei più utili. F. TRUIXI
B. B.: Rclaztoni tra trauma c moJattic del tratto digestivo. - Gastroenterology, 8, 735-742, giugno '947·
CROHN
l n q uesto :uncolo non si parla di traumi violenti, determinanti emorragie. lacerazioni o rotture d i organi, ma d i affezioni digestive causate da shock meno \'iolenti. ]L'esofago è al riparo nella gabbia toradca; pu rtulla\ ia un trauma può far sanguinare varici prcesistcnti. Per contro nel cardiospasmo. lesione per eccellenza psicosomatica, l'emozione prodou:a da un accidente può avere un'importanza patogenetica. I nfine l'ernia diaframmatica appare qualche volta in queste circostanze, essendo ben inteso che preesistc,·a la debolezza del diaframma. L ' ulcera traumatica ha acquistato il diritto di essere citata 1n patologia: alcune Matistiche portano b ~ua frequenza al o,6 %. Il duodeno t' quel tratto quasi sempre colpito. La sua prognosi non è cattiva c guari-.ce quasi sempre spontaneamente. Dopo aver osservato l'esistenza di u11t trauma epigastrico, \i riconosce l'importanza dcii:! c:Jduta ~ul dorso c sul baci no (da u na cena alteZZ<l) delle contusioni cercbral i. Le.: condizioni necessarie per far a mmettere l'etiologia traumatica dell'ulcera sono precise: 1° - assenza di un'ulcera osservata 1n antecedenza; 2° - trauma di inten~ità sufficiente; 3" - comparsa dei sintomi al più presto (al massi mo 24 ore) dopo l'accidente; 4° - sintomi post-traumatici corrispondenti con la lesione diagnosticata.
L'aggravamento di un'ulcera pn:esisten te è più difficile :~d apprez:.wre quando ~i trana solamente di do lori: in caso di emorragia c sopratutto di perforazione, la cau sa di lite risiede nella nozione ddl'acci dente, perchè si tratta per lo p.ù di un semplice sforzo abituale durante il la\ oro: tuttavia la giurisprudenza (.uncncana) tende a tar addossare la responsabilit:à di questa complicazione all'intraprendiwre. Bisogna inoltre dar imponan"a al tempo di latcnza tra lo ~forw e la comparsa dci primi sintomi. Kell'intestino ~i ~ono Jiscu'se le rcla zioni tra la comparsa di un 'ilei te regio naie e il trauma, per ammettere linalmentc che cra ind•~pen~ahilc un attacco flogi stico anteriore. Si sono osservate più fre quememente ostruzioni e inv:~ginazioni dopo un colpo sul1':1ddomc. (.)uan to alla ap pendicite traumatica, c~>a ~~ in genere ::~mmessa da tutti i chirurghi. ~~ condi?.ione che lo shock cau~alc non preceda la crisi più di 24-48 ore. Infine sono considerati gli an.idenri spesso mortali con~ecuri,· i a una rettoM:opia o ad un 'i nsufflazionc sigmoidea. Shock esterni possono :~nche portare alla rotrura di diverticoli sigmoidei infiammati. PEOROI.I
G.: In temtt d t apopless111 mtcChirurgia - Rl\ ista d1 paw logia e dinil'a chirurgicJ, g('nnaio-fcbbraio 1948. vol. 111, nn. 1 2.
GrBERTl'>l
stinale.
L'A. Jopo avere ricord.no i concetti da~ sici meccanistici (trombosi, embolia, tor· sionc deii':Jns:~. compressioni dall'esterno ccc.) cui si rivolge l'attenzione Jel chirurgo per dare una spiegazione plausibile del quad ro anatomo- patolog:co dell'apoplessia intestinale, accenn;1 agli ~tud i di Snnnrelli e d i autori francc~i (Grcgoire) in considc razione :~Ila possibi lità di un fntto allergico, in sensn largo. nella patogene~i di lesioni a tipo congestizio apoplettiforme dell'intestino: sensibil izzazionc preventiva della parete intestinale da parte di un allcr gene e successivo intervento scatenante. De<;cri\·c qui11di tre ca~i di apoplessia in-
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Lestìnale (uno di probabile origine medicamentosa: aspirina), per due dci quali era stata posta diagnosi clinica di appen · c.licite acuta, mentre per il terzo quella generica dì attacco addominale acuto. Esaminando le manifeslazioni anaromopawlogiche, riscontrate :1ll'i mcrvc.:nto, in tutti c tre i casi peraltro in sede analoga ( ul timo tratto dell'ileo a pochi centimetri dalla valvola ileo-cecale) l'A. dimostra come sia possibile un grad uale passaggio da lesioni relativamente lievi (congestione, edema, atonia, suffusione diffusa Ji pic<olc petecchie sulla superfice si erosa) a lesioni estr-emamente gravi (emorragie e neçrosi dei tessuti). Dal punto di \'iSl:l pawgenet.ico egli attribuisce un grande valore all'azione dell'istamina, il cui contenuto, allo stato di istamina combinata, è a ltissimo nella mucosa delle vie digestive umane. Le m:~ni festazioni patologiche si avrebbero soltanw q ualora, per una causa patologica qualsiasi, l'istamiua si rende libera cd attiva. L'A. fa rilevare l'azione tc rapcutica evidente e pronta svolta dalla adrenalina nei primi due casi, sia che essa abbia agito in virtù delle sue proprietà antiallergiche che per il suo potere regolatorc del sistema neuro-vegctativo. Insiste infine sulla opportunità di un maggiore approfondim~:nto dei segni diagnostici differenziali dell'infarto intestinale, così da polere beneficiare di u11.a terapia medica d'urgenza, onde poter preYenire l'aggravarsi delle lesioni ed e,·enwalme ntc anche la necessità dell'imen·ento chirurgico. Gozzo
O. e VAN DER GHsNST M.: Gli aspetti chiru1·gici della protidemia.
CoQUELET
Acta Chir.
Belg .. 46, supplcmcnlO al
n. 5· )-71. 1947·
Redigendo questo rapporto destinato al x• Congresso del!' Associazione hdga di chirurgia, gli AA. sono stati guidati dall'idea di presentare non solo gli ultimi svilu ppi di qucsla importame questione, ma sopratutto di fare un lavoro di insieme.
Non si può in.fani comprendere tulta l'importanza dell'influenza dei protidi nell'orga nismo sano e mabw senza possedere solide nozioni nella fìsico-chimica di questi protidi. Ora queste nozioni, sparse in numerose opere specializzate, sono per queslo difficilmeme accessibili al chirurgo. Gli AA. hanno dunque pensato fare opera utile facendo precedere l'esposizione di nozioni chimiche pratiche da un riass.unto delle conoscenze teoriche fondamenta li dove ciascuno possa al bisogno rinfrescare i propri ricordi. Un primo capitolo, che tratta della chimica e della fisico-chimica dei protidi in generale, descrive innanzitutto la natura e la propried degli acidi aminici. Passando ai proticli, analizzano le proprietà generali delle soluzioni colloidali poi quelle dei prolidi. La loro struttura, il loro caraltere anfibolo, il loro cornponamento chimico, gli equilibri e i potenziali di membrane, la loro pressione osmotica e oncotica, il loro gonfiamento c la loro viscosità sono stali successivamente studiati . Una volta acquisite queste nozioni, si può abbordare lo studio dei protidi pia· smatici c innanzitutto i diversi metodi di separazione: ultraccmrifugazione, elettroforesi, riallargamento, ecc. Dopo aver segnalato l 'importanza del modo di associazione delle molecole, si giunge infine ai metodi di determinazione della protidemia in clinica. Il 3° capitolo, associato alla fisiopatologia dei protidi plasmatici, esamina successivamente la regolazione della protidemia, l'orit,rinc e l'importanza dei protidi plasmatici, infine le funzioni del plasma (funzione di veicolo, importanza oncoùca, importanza trofica, immunità, ecc.). Nel 4° capitolo sono studiate le alterazioni quantitativc dci protidi plasmatici, cioè gli stati di iper- e ipo-protidemia. Questi ultimi molto più importanti riconoscono diverse cause. L'ipoprotidem:a può infatti risultare da una spoliazione (casi d i emorragia, di emorragie bianche come nelle contusioni, fratture, occlusioni, shock, ustioni e congelamenti o anche suppurazioni). Essi possono essere anche il fatto di un assorbimento insufficiente o di uo
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/
catabolismo esagerato (infiammazione, riparazione dci tessuti). Infine alcune affez ioni epatiche ostacolano la protidogenesi. Lo studio degli aspetti clinici della ipoproridem~a è grandemente facilitato da quanto è stato prima detto. Si può inf:mi assai facilmente comprendere come una protidcmia abbassata possa ostacolare la cicatrizzazione delle ferite, provocare un edema della sutura intestinale, favorendo rostruzione, disturbare la regolazione del passaggio digestivo, aggravare la progno~i della chirurgia del cancro. Le variazioni importanti della protidemia nelle ustioni traumi e shock sono sottolineate. Alcuni esempi mostrano in modo preciso che tale fatto deve essere preseme al chirurgo c nella preparazione all'intervento c nei postumi operatori. L'ultimo capirolo parla della terapia. Espone innanzi tutto i mezzi eli cui uno clispone per correggere gli stati di ipoprotidemia. Si può ricorrere al regime iperazotato, agli idrolisati di proteine d:ui per os o con l'intuhazione. La via parenteralc permette l'uso di. soluzioni di acidi aminici sirHetici, di sangue, di plasma, dì plasma concentrato e di soluzione di albumine. Il plasma e il siero animale meritano per gli AA. di essere oggetto di nuove ricerche. Le soluzioni di gelatina, tranne le loro indicazioni nella cura dello shock, sono poco utili dal punto eli vista alimentare. Un ultimo capitolo parla delle indicazioni particolari proprie a qualche data affezione: mabttie del tuho digestivo, sistema nervoso. Un'importante bibliografia completa la esposizione. PEDROl.I
MoRI A.: Dimostrazione obiettiva per la
cura degli operai infortunati della necessità di centri traumatologici. - Rivista degli Infortuni e delle Malattie professionali, fase. VI. novembre-dicembre 1948. li lavoro del prof. Mori merita la massima attenzione per l'argomento che trat-
ta e per l'autorità dell'A. in materia infor tunistica. L'A. ribadisce il giusto concetto della necessità per gli operai infortunati di una assi~tenza cu rat:va specializzata, da quella ambulatoriale alla ospedaliera. E' necessario che l'operaio, subito dopo l'infortunio, sia affidato per le cure a medici specializzat.i per il primo soccorso e. se la lesione è seria, ricoverato in luoghi di cura adatti. Il medico di ambulatorio, cui sono <~f fìdati gli operai infortunati, deve essere completo: oltre ad essere provetto per la parte cli11ica e operatoria prevalentemente traumawlogica, deve possedere ch iare nozioni di patologia professionale e di medicina lrgale in modo che possa cspl:care con competenza la parte curativa e quella medico-legale. L'istituzione eli centri traumatologici è la conseguenza logica di tutta l'organizzazione sanitaria per gli infortunati. Affidare ad un chirurgo generico un motulcso traumatizzato non è giusto: per la cura di tali pazienti occorre un'attrezzatura particolare, che pochi Ospedali posseggono: occorrono chirurghi specializzati in traumatologia e ortopedia. Il chirurgo traumatologo deve conoscere a perfezione la tecnica dei vari metodi e processi c deve sapcrli applicare ai singoli casi. Con la isLituzione di centri traumatologici il chirurgo, avendo a disposizione numerosi casi, dai più semplici ai più gravi e complicati, può completare e perfezionare la sua esperienza clinica ed operatoria e raggiungere così un elevato grado di perfezione con enorme vantaggio dei malati. L'A. riporta infine un a statistica di 75 casi di operai infortunati accolti in cura nei 12 centri e reparti traumatologici dell'Istituto Nazionale Infortuni, prima curati in altri Ospedali. In base a tale statistica con dati obiettivi l'A. conferma la necessità dell'istituzione di questi centri specializzati. lALlEVAl .~
22.).
Meaicin:l . CAVI:lLTI
F. A.: Studi sulla patogencsi
dd/a febbre reumatica. P athology, 44, HJ47·
Archives of
Come è noto, la pawgcnesi del reumatismo anicolare acuto (R.A.A.) è ~ta ta o;empre la pietra di paragone degli ~pe rimentatori. }.1a nessun lavoro ~perimen tale di tanto interesse quale questo aveva ancora ,·isto la luce dopo gli tmportami studi di Klinge c della Scuola di Lipsia
(193<>-34)· In una lunga munogr.l{ÌJ, chl non (: the il risultato de i htvori anteriori comparsi nel .c Journal of lm munology • . L\. d~. alla patogen~·si della Mabuia th Rouilbud (Endocardite reumatica) una interpretazio ne assai seducente, basata su lunghe espc rienze e severi conrrolli biologiti. Il Cavelti illuMra anl:ÌlUHO i mezzi con i quali ha ottenuto degh anucorpi particolari mettendo a contatto uno strepotococ· co del gruppo A. Betacmolitico con un frustolo di tessuto: connctti\'0, m uscolo, cuore, rene. L'anticorpo così ottenuto, o :~uto-anticorpo, la cui attività fu controllata da sieri testi, non appariva senza la combinazione streptococco-tcssuro. L'A. inietta questa emulsione, contenente l'anticorpo specifico dell'org:lno ~..he è servito a fornire il frustolo eli tessuto. ad animali (conigli. ratti) che presentano delle lesioni tipiche di endocardite reumatica (degenerazione fibrinoide, nodulo d'Aschoff) sulle valvole. sull'endrx:ardio. sul tessuto interstiziale del miocarùio, sulle coronarie. Mediante il complesso strepto cocco-rene. egli ottiene delle glomerulo nefriti tipiche. Con una ipotc~i ingegnos:l l'A. tenta la spiegazione del fenomeno: l'anticorpo s\'iluppato nell'organismo umano durante il periodo che separa la manifestazione iniziale (angina) dai fenomeni articolari o cardiaci. L'azione degli anticorpi, agenti sul tessuto corrispondente, dererminerbbe la comparsa dei fenomen i viscerali. L'endocardite reumatica rientrerebbe così nel quadro delle malattie d'immunizzazione, e di conscgucn7n in quelle della
malattia allergica-iperergica. Non vi sa· rebbero, dunque, tr;l endocardite rcumattca c reumatismo infettivo che delle differen'-C di reazioni tissurali. Questa ipotesi, davvero seducente, fa (are un passo avanti nel chiarire la patogencsi ancora o~cura dd reumatismo articolare acuto. T RtF ILETTI
Jouv~.
A. c ALROl'o\ }.f.: L'obesità in Clll'· Archive des malaùies du coeur et dcs \ais~caus, nn. 7-H, 1948.
diologiu. -
Gli AA. esaminano in questo lavoro in modo sistematico. dal triplice punto di vi~ta biotipologico, rndiologico ed elettrocar diografico. un gruppo di ~oo obesi. L'esame biotipologico di questi soggeni ~ stato (acilit:llo da l calcolo dell'indice dclb di~tribuzione dell'adip<' nei due sessi. Questo procedimento mem· in cvìJenza la frequenza delle cardiopatie arteriose negli obesi del tipo androide. l n tjUesto gruppo. c solamellle in qucsro, il grado della iper tensione è strettamente legato al grado della obesità. Il dolore precordiale acn•~ato ùa un obeso androide deve far sospet· rare un disturbo ùella tircolazione coronarica; t rascorsi i 40 anni, queste presunzioni acquistano un carattere di :Issai maggion: probabilità. Per la sua frequc.:nza c talora per la sua intemirà. la dispnea richiama l'attenzione. Il suo mccc:1nismo d'azione è complesso, per cui può essere utile in pratica distinguere due C\'entu:Jiità: se la dispnea è subortlinat:t alla obesità medesima, allora è conseguenza non solo dell'inclinazione e della torsione del cuore ma soprattutto dell'insufficienza degli Kambi gassosi e dclb carenza della circob1ione di ritorno; in tal caso essa può r:::gredire. con la riduzione ponderale. almeno par1.i.1lmentc, c non implica altri pronostici. Talvolta, in\'ece, la dispnea tradisce una sofferenza del miocardio pro,·ocata dall'ipertensione arteriosa o dall'insufficienza coronarica che si osservano spesso negli obesi. T recenti progressi della tecnica radiologica c soprattutto dell'ccgrafìa consen-
224
tono, nella maggior parte dei casi, di stabilire lo stato del miocardio e le turbe funzionali cardiache negli obesi su basi SICUre.
Da guesto studio statistico dei nostri AA. risulta ben chiaro come l'obesità costituisca una circostanza che favorisce in modo sensibile gli accidenti cardiovascolari e come essa ponga alcuni problemi di diagnostica e di patologia generale suscettibili di ~ttira re meritatamente l'attenzione dei .cardiologi. TR I FI LEIT1
NoaLE O. e FowLER Jr. : La milza nella insufficienza cardiaca. - Annals of l nt. Med., nov. '947·
In questo lavoro gli AA. partono dal .concetto comunemente ammesso che in un soggetto con insufficienza cardiaca la milza no n è clinicamente percettibile. a meno <l-te, associata alla cardiopatia, non esista un'affezione capace di determinare una splenomegalia. Ciò premesso, vediamo come l'argomento- è stato studiato mediante l'esame clinico c dopo l'autopsia. Gli AA. suddivi-dono i casi osservati in quattro gruppi, determiJtando per ciascuno di essi il peso medio della milza: 1° • In 50 soggetti indenni da qualsiasi affezione cardiaca o da qualunque malattia capace di determinale una splenomegalia, il peso medio delb milza risultò di gr. 1.35· 2° - I n 50 soggetti affetti da cardiopatia arteriosa con insufficienza card iaca, il peso medio della milza fu di gr. 198. 3" - In 50 soggetti colpiti da cardiopatia reumatica con insufficienza cardiaca, il peso. medio della milza raggiunse i 210 grammi. 4" • Tn 46 soggetti afEetti da malattia d'Osler, il peso medio della milza salì a gr. .37!. Gli AA. tra ttano, y uindi, della frequenza della scoperta del la splenomegalia. rn proposito, dopo aver rico rdato che. secondo Barron c L itman, una milza eccedente 11 peso di gr. 300 è percepita clin icamente,
essi trovano che, ne1 soggetti colpiti da insufficienza cardiaca, il 15 % delle milze raggiunge o supera i 300 grammi e ciè1 nonostante non una sola milza è percepita clinicamente, perchè questa ricerca è notevolmente disturbata dalla coesistenza di una ascite-, d' un edema della parete addomi naie, dalla difficoltà di ottenere una inspirazione profonda in un soggeno con Ìnsufficienza cardiaca. Circa i fattori della splenomegalia, gli AA. osservano come la durata della insufficienza cardiaca non incide che in modica misura sull'ipertrolìa della milza, mentre una cirrosi cardiaca aumenta effettivamente il grado della splenomegalia. TR! Fll.E"Iì"l
MAR1"IN H.
E. e WERTMAN M. : Le modifìcazioni eletttol1tiche e l' elettroca,·diogramma nel diabete acidosico. - American Heart Journal, 34· n. 5, 1947.
Nel corso del diabete acidosico Bellt:t c Dyer hanno descritto quali mod ificazioni elettrocardiogralìche una depressione del tratto S T , un al lungamento del Q T e del le J!terazioni di segno e di ampiezza dell'onda T . Gli AA. si sono sforzati, su 13 pazienti curari per d iabete grave, di collegare q ueste alterazioni clettro-cardiografiche con modificazioni d i d iversi elettroliti (Ca, K, Na, Mg) e con le variazioni del pH. La dep ressione del tratto S T è uno dei segni più costanti di un'acidosi accentuata. Essa scompare generalmen te molto presto sotto l'influenza del tratta mento. Non è stato possibi le, invece, collegare lo slivellamento iu basso deli 'S T nè con la diminuzione della riserva alcalina, nè con l'aumento del tasso del K nel sangue; comc pure non è riuscito possibile stabilire un parallelismo tra l'allungamento del Q T e il tasso del Ca e del K. Al contrario. sembrerebbe che un rapporto esista tra lo appiattimento della T c la cifra del potassio sierico, e che l'onda T aumenti di ampiezza q uando il potassio ritrova un tasso normale o superiore al normale. Certo è che uumerosi elementi interven·
gono e interferiscono nel Ù1,1bcte ae~dosu:o nell'alterare il tracciato elettrico c gli t\A. cmetwno numerose ipotesi ~ ul signi fi cato di que~tc moùifìcazioni del pH e degl i clettrolidi t.•xtra-ccllul:lri, degli dettroliti intracellulari (siano esse secondarie alle modificazioni precedenti. o siano conse guemi <~Ile perturbazioni 'itamini... hc o glicogenid~e.: che soprav1·e ngono ne l mu scolo cardiaco, ovYcro nll'accwnulo di prodotti to~~ki); intìnt. ~ul ~ignilìc:no drl 1:.: turbe respiratorie c del moYimento dia frammatico. Solo ulteriori e se1eri \llld i potranno di · rimere dubbi e que~t10n1 . T RIF!l ET"J l
lhrrRo .\. c.: Hwocc1 1 Il. : Celettroca,dto g1amma ouenuto con wtc·telismo nel l'uom o. ,\merican llcan Journ:ll, .3~· n. 5· 1947· Cercamt'nte e noto a 'h i ha prati< .l Ji elennx.ardiogr.lha il metodo di e::.plor.J/10 ne intracard J.Ka mcdiantt. ~oncb . poichl: fin dol 11)21) il For~sm.m medesimo s'in trodussc uu l'.Hetere nt:ll'interno del cuo re, pcnctrandol'i anraiTr'o la Yena basili ca. P1ù tardi, Cournand e Range~ hanno precisato 1 di1ersi punn ddla tecnica Ja utilizzare. ~l::t. l'impiego del procccli men to per rc,l h7.7.arc una t~ana derivazione esploratrilc int raca rdiaca, lo ~i deYe a B:n tro e a Bidoggw. Questi ,\A. ~i s~·nono di una <;Onda uretrale (n. Il) contenente un mandrino .h argento rollegaw ad un dettrode dello ~tesso metallo misuralltL mm. 3 su 111111. 1,5. L a \Onda 1ienc introdotta nell:l 1cn<J ba~ilica solto controllo radio~opico, men tre ~: iene utilizzato un elettrode esplorn !ore collegato al filo Jelln gamba smistr.l: i tracciati sono eseguiti in Il deri1·azionc. Lo stu<.ho dèll'auricologramma dà ri.su l tali che concorda no con quelli ouenuri con l'e~plorazionc e~ofagea. La forma del wm plesso rap1do dell'atriogramma ,·an a, pc raltro, >ewndo il li1dlo raggiunw dal l'elettrodc intrauricolarc. c~sc ndo la d eflcs sione estrinsec.J t:Jnto pitl cona per qunnto la sonda ~ più pro~sima al nodo seno mricolare. 7
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Cionmh tl1 Jf~dicÌit.l \fditm('
Segue lo ~tudio del complesw ventmolare nel tracciato r.1ccolto dall'elettro<1c m· travcnrricolare. Esposta la tecnica ~trumcnta lc c descritti i repeni normali. gli AA. studiano, poi. 23 casi l'apttati alla loro osserl'azione c ter minano il loro lal'oro analizzando un LJ · so Ji asin,ronismo nuncolarc messo bene tn evidcnzn grnzic :1 1 loro metodo di tecnica esploratrice. TRifi LF.lì'l
1:-'nLK O. (>. ). : Tratl<lmento delle atfeztOI/l coronanc/J e. ( Cum ro/ Dicumarol).
).A.M .. \ ., 134• 1 947· Il trauanlt'nto delle affc:t.ioni coronari che, Ji dii l'A. dà alcune interessami indicazioni, ~• riferisce sopr:Htutto alla cura con un hcn noto antico:1gulante: il l )icu nurol. Il Falk 1m1~te però sul ~•stema th 1i1.J da comigliare agli ammabti Ji tali mfcr m1tà c sul d11 ieto dell'uso del tabacco. basando il diYieto sul latto <·hc la percen tua le della ~aturaz ion c dclb emoglobina in rapporto con l 'os~ido Ji carbonio Jel sangue è -multo più alta tra i fumatori che tra i non fumatori. Egl. ri,orda che 1 mc.:dk<tmenti più utili nel l'angina di petto sono, a l di fuori dclb trinitrina. la pap:l\eri,l,l a dos i molto alll' (da 13 a :!6 ,entigranun·. 'Ì 1 1·olte :~1 gwr no), l'acido nKotinico c.: l'.lllOol 3 dosi mo derate. L 'uso dci compo\tl xanùci è più discutibile. :>.b L\. insl,tt soprattutto sul la te rapia ro l Dìcull1.1 J'Oi. Certo (: cht• trombos i di .tntica data non possono rias 'orbirsi. ma appare chiaro rome il mcdi camento possa impedire la propagazione del tromho, ndurre la tcnden:t.a alla flebo trombosi intrarnurale. c lO~Ì pure agli cm boli e a lb embolia polmounrc in panico lare. E~istono in propos:w statistiche assai fa,·orel·oli ( Peters. Gtll 1h~·r. Hramhel cd .Jitri). Per sommini'>tran' il Dillunarol l'A. T<ll comanda d1 l'omincian' wl fare una init• z ione cndoi'CIIosa di pap:ll'crina, aswci:In do1·i dell'ossigeno e tldh morfina. 'L t' nrcessario: poi. una 1oh a stabilizzato il
ta~so di protrombrirla, iniettare 300 mgr. di Dicumarol per giorno, lìnchl: sia raggiunto il l:l~SO del 50' ,; da questo momento ridurre.. la dme a 100 mgr. ogni mattina, lirKh~ il l;l\so dis.:-enda al 30";, : r que,to il segnale di arre~to. Si deve in ,eguito sforzar\! di mantenere il tasso tra )5 c so· pc.:r un periodo da 4 a 10 settimane.:. mcrcì: una ~omministra1:ione quotidiana di 50· lllll mgr. giornalieri. TRIFlli:.TTI
Radfologia. ( HAJTON
l'. t:t )i:.\1'\
).
P.:
l all'w· de la
tomogrt~p/11(: dam le duJgno.rtic des bron-
cho.<téno.re•. )ourn. dc Rad. et d't· lectr., tom<: 2CJ, p:1g. 452-460, 194!!.
Da p:m:cchi mesi gli Ai\. si occupano dcll'argom<.:nto l in tutti i rasi tla essi c~aminnti il tollH>gr.uHma ha messo in e \'idenza con molta nutczz;~ la ~tenosi bronchiale. A mezzo della tomogralìa inbni ~i possono esploran: il lume bronchiale e i territori peribrondliali, il territorio ste nosato c quelli 'ici n i nasemti dalla opa cità atelctta~ICa. Quando il lume bronchiale tornogralicamemc 'i si bile l: modificato per dilatazione, rcstringimcnto o \tcnosi completa o per ~cmplice irregolamà della parete, l'alteraziont. s1 documenta ncll'im magine tornogralica. ln ca~ di ostru7:Jonc lompleta del bronco ~i hanno i seguenti tbti morfologici: immagine di amputazione della banda chiara bronchiale nei ~uoi 'ari aspetti; ~comparsa totale o parziale delle immagi 111 bronchiali in ~c no alla opaciLà ate lcttasica. Qualunque ~ia la forma drll'am putazione l'immagine è sempre molto nettamente d isegn:Ha negli strat'gr:unmi che passano per il bronco stmosato od occlu so. Le pnrcti bronchinl i appaiono irrego l:trmentc dentellate. A monte della ste· nosi l'immagine l )r<ll1~hiale può essere scomparsa ncll.t up:tlÌtJ :ltclettas'ca o ap parire frammcnt:Jria t dilatata. Una stenosi bronchiale incompleta si traduce a principio con un rc~tringimcmo della colonna anca, dal cui nspctto si può dedur
re, smo ati un certo punlt), l'origine dd processo ostruente. ::-Jeilo studro dti tcrntori pcribrondllah la tomografìa wd.t delle formaz.ioni ~W l lutamente invisibili nti rad1ogrammi l'~L guiti con la tecmca ~tamlard. 11 LOillo gramma tras,erso è più ricco di utili dau ~ullo stato della rcg.one ilare che lo \tra tigramma frontale. i'\ d l'amh1to della opa cità atelettasica la tomogralia dimo~tra frequemcmente ddle 1mmag1ni ch1are re~ tondeggiantJ di \arie dimensionr, t ah ol ta riunite a corimbo c do\ utc ;l bolle dr enfisema residuo. i'\e!Lunbno della opa cità ate!etta~ica si possono osstn·nre nndw delle caverne o deglt ascessi. L'esplorazione tomograflca dci ternton 'icini mette in evidenza il profondo tur· bamento a pportato alla topogra fin \':l SCO lare dalia retrazionc e permette di conu scere i vasi che irrig:.1no il tt.:rritorio ste nosato. Concludendo, la tomograha dà la po~ sibilità di b~:n definin· la cli:1gnosi di ate lcttasia, di precisare l:l sede dcll:t ostru z'one bronchiale con la dimostra7ione diretta della stenosi, d1 determinare il punto , di partenza del processo stenosantc, di ri conoscere la esistenza eli complicnioni in seno al terùorio ateletta~ico (asces~i, bronchiettasie), di svclart. infine una stcnosi incompleta a\·ente sede a livello dci bronchi intramediastinici e intraii:Jri. ~falgrado però tutta guesta messt: di uti · li dati, la tomografìa non potrebbe sosti tuire del tutto la broncoscopia che resta sempre una tappa ess:.-n7iale nella d':1gnosi di una broncostenmi. T due metodi devono essere impiegati insieme. .r complcment.) l'uno dell'altro. Nel testo sono riport:.rte dieci osserva zioni c riprodotti tomogrammi dimostra rivi con accanto ad ognuno di e~si lo schema.
P. SAI.SAN() iJ.: Il rent! policisttco. Cono·ibuto allo studio radiologico. Ann. di Rad. D:agn .. vol. XX, fa~c. IV, 1948.
BARBACCIA
Dopo brc\i cenni su1 Jati ~tati~tici, sul la patogenesi, anatomi.l patologi.:-a c <n-
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tomatolugia del rene policisrico, l'A. dc.:· scrive gli aspetti rnd :ologici della particolare forma morbosa. 't'ella esplor:.zione ra diologica dell'appa ratu udnano si può pra· cicare la p'elog ·afìa ascendente c la urografia o piclografìa discendente e i due metocli si complet:lllo a vicencla. Nel rene policistico (R. i>.) però la magg1or pane degli autori preferisce la ,·ia ascendente, che fornisce maggiori particolari morfo logici. N ella lettura dci rad iogrammi bisogna prendere in considerazione l'aspeno di in sieme Jell'apparam uropoietico; l'aspetto particolare nei suoi vari segmenti e i r:Jpporti d i gucsti tra di loro c nel loro complesso con gli altri organi. Nel R. P. è raralleristica la bilateralità della deformazione; I':Jllungamento dcll'ombr:J renalc, che è armonico di tullo l'organo, c la ddormaziom: che interessa in mlo il piclogramma. L 'a\pctto delle ca \'ità renali opacinate è stato paragonato ad un albero coi rnmi, ad un r::~gno, ad una mano, ad un g ranchio, ecc. Interesse particolare ha lo studio del contorno renate. Esso può essere regolare oppure ondulato per sporgenza delle formazioni cistiche tl::ll bordo del rene. Se tale aspeno è bilaterale ed i reni sono in granditi, esso diventa patognomonico per il R. P. Spesso il R. P. è anche ptosico c ruo tato su l suo asse. L'urctcre è deviato cd angolato nel suo tr::mo superiore. L 'am-
polla rcnale d i solito è appiattita, contratta, allungata e precocemente divisa. !l numero tlei calici è :.pcsso aumcmato e l'aumento è più che altro a car;co dei calici di secondo e terzo ordine. Es~i appaiono lunghi, sotti li , stirati; spesso sono arcuati <.: contorti sul loro asse e f::tLi lmcnte ~i inter~ee<HlO tra di loro, awnemando l'intreccio c il polimorfìsmo dcii ·a~petto generale. l rontorni dn calici nel R. P. sono sempre ncui, regolari con il segno delle mezze lu ne. Altri due aspetti morfologici frequenti a riscontrarsi M>no il segno della rosetta e quello dell'incastro. Altro particolare morfolog:co è che nel R. P., per la prescnz~ del tessuto cistico, si ha aumento della tlistanza tra contorno delle ca\ 1tà pielichc t wmorno renate. Dei due angoli coLei il destro può essere abbassato sino alla fossa iliaca. Nella tliagnosi ditTcrcnziale entra in discussione il tumore c molto raramente la tubercolosi. 1'-:cl testo sono illustrati se1 c:lSi di rene poli..:istico c riporwti radiogrammi mo lto dimostr:nivi. In essi figurano due reperti di calcolosi, che spesso ci fa sospettare il rene polieistico. E' opportuno em~ndere la ricerca ai familiari. La ternpia del R. P. è conservativa e limitata alla ignipunrura delle cisti. L'esame radiologico è d1 fondamentale importanza, ma solo se esiste collaborazione tra ra d iologo e urologo.
P. SALSANO
A. T T U A L I T .\
- -- 11--SPUNTI DI CLINICA. TETANIA LATENTE PROVOCATA DALLA BAL. - B. Russe!, B. Grecn e L. G. R. Waud riferiscono in (( The L:wcet J) n. 65r8, luglio r948, che in 13 pazienti cui era stato somministrato della BAL notarono in 7 un Chvostek positivo c in 5 dei crampi. Uno solo non presentò sintomi tctanici. Riscontrarono anche un abbassamento del lJS)O dt calcio e di magnesio nel siero di sangue mentre si mamenne normale quello del potassio e del ~oodio. A impedire tali manifcsta7ioni, gli A:\. consigliano un regime ricco d i calcio, solfato di magne,io e "itamina D.
FERITE DJ GUERRA DEL CUORE E DEL PERICAIW/0.- In "Ann . Surg." ( 127, 1948, pag. rr27) P. C. Samson riferisce le esperienze di un gruppo di chirurghi wracici 1 quali hanno 'isto e operato 75 mtlitari di cui 57 prcscnta,·ano ferite del mu scolo cardiac<, c 18 lesioni del solo pcricardio. Samson di)tinguc 6 tipi di ferite del cuore: la contusione, con mortalità del 37,5 '!(, ; la lacerazione senza contusione, molto meno pericolosa. con rnortalitj dd 10 ·.· ,; la bcemzione con contusione assai pilt monale (4o •;..); le Eerite penetranti che cau~ano soprattullo emorragie, con mortalità del 42 '\,; le ferite penetranti c passanti dttra\eno una delle ta·.-ità cardiarhc (;o " ..); le embolie di corpi estranei pro,cnienti dal cuort o arri,·anti al cuore {25 ''o). Questione essenziale il momento dell'inten·cmo, complicato in guerra dalla associazione di altre lesioni. l n ogni modo tale periodo, dopo 48 ore dalla ferita, diviene estremamente pericoloso. Nelle ferite penetranti e perforanti è inc.lic:Jto sempre l'intcr vento d'urgenza. Nei casi senza emorragia massiva, dove si impone il tamponamento del cuore, possono bastare a \Oite una o due punture del pericardio: nei casi più gra\'J inten·enire con la massima sollecitudine. L'estrazione di corpi estranei dalle cavità cardiache deve essere rimandata e pr:aicata secondariamente, pos\ibilmente in un centro specializzato. La diagnosi preoperatoria è in genere assai Jiffìcilc. EPtlTITE :VECROSANTE AIORTALE DA (' CLOSTRIDIUM OEDEMA· TIENS ''· - E' una forma di ittero gra'e fulminante descritto da P. Molaret e M. Giuémot (Bull. M~m. Soc . .Méd. H opil., Paris, 1948, n. 24 25) c do,·uto al clostridium oedematiens. TI caso che gli AA. riportano ebbe esito letale in poche ore c permise l'isolamento di una cultura di anaerobio identificato con il C/. Oedem .. Vi è una perfetta tdentità fra la malattia d ei montoni e il quadro emano descritto Jagli AA. II germe isolato è molto sensibile, in vitro, alla penicillina e al siero anti-ocdematiens. NJ::CROSI ARTERIOSA GENERALIZZATA DA SULFAMIDICI.- T. G. Rijs e L. ~leyler riferiscono di 9 casi in cui la somministrazione di piccole dosi di sulfatia
zolo determinò una sindrome allergica clinica c ana tomopatologica: oligu ria, abb<Jss:-.lncnto della densità delle urine, a lbuminuria ed ematuria con iperten ~ i onc e azotemia, lcucocitosi c eosinofilia; inoltre epistassi, congiuntivite, crisi asmatiformi, agitazione e sintomi di polineurite. Le autopsie rivelarono tutte una infiammazione necrosante delle piccole arterie. Gli AA. discutono sul modo di azione dci sulfamidici e suggeriscono dci rimedi per evitare tali danni: rimpiazzare i sulfamidici con la penicillina quando è possibile, dare dosi fort i in b reve tempo c sospendere l'uso se non si hanno beneriri in 48·72 ore, o se, dopo una caduta della temperatura, si manifesta un rialzo della stessa; sorvegliare il volume delle urine, ricercare i s~gni di allergia.
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DUE CASI DI SINDROME DI LUTEMBACHER, in due sorelle rispettivamente ùi 21 anni e 25 anni, \'engono descritti da S. R. Couner, B. Fclwn c Mc Guire (Am. journ. M. Sci., 1948, 216, pag. 501). La malauia risulta dalla combinazione di una comunicazione int~ratrialc con la stcno~i mitralica, ma, mentre i 'C(; chi AA. ritenevano la stenosi ùi origine congenita, oggi si tende a considerarla come secondaria a un 'endocardite ::tcqui~ita ùopo la nascita. E anche nei due casi di Coùrtcr c coli. l':mamnesi segnalava una infezione reumatica :1cuta. UN CASO DI MEt,i i NGITE GONOCOCCICA, comparsa rs anni dopo il contagio, con caraueri che non offrivano alcun elemento cliffrrrnzialc con la meningite d::t mcningoco<:co, riferi~cono s. L Stigler e s. Mc Lestcr (J.A.M.A., vol. 136, HJ48, pag. 9 19). L'accertamento diagnostico fu fatto in hase all'esame delle culture del l. c. r. T rattamento terapeutico come quello solito tlelle mcningiti.
r.
L.J RETICULOSE-1/ISTI0.\10.\'0CYTAIRE è definita ùa P. Cazal, che ne fa un 'amp.a trattazione nella " Sémaine des llopitaux • ( 1948. Yol. 24, pag. 83 ) " malattia carancri?zata dalla prolifcra?.JOIIC metaplasrica c sistcmica delle cellule reticolari ed istiocitarie le quali possono sia restare in sito, sia passare nel sangue sono forma di monociti più o meno tipil'i "·
ORIENTAMb'NTO ATTUALE E PERFEZIONAMENTO DEI METODI DI PREVEN Zl ON E DELLA PESTE. 11 prof. Grassct espone i risult:ni sperimentali c le applicazioni cpidemiologich.: ottenute nell'Africa dd Sud wn vaccini antipestosi uccisi, l1nfa ti' Haffkine e \'accini in sospensione aCljUO~a, c <JUclli :1\'uti con vaccini 'lntip::stosi ,i,·enti avirulcnti e mette in e\'iÙcnza la precocità della comparsa della proteL.ionc conferita con i \accini 'i'enti (già ùal 5° giorno della vaccina7ionc). Inoltre l'evoluzione ùell'infc7ione, eccezionalmente constatata dopo tale metodo, riveste un carattere in genere meno gra\'C. L'immunità conferita non oltrepassa, però, i 6-8 mesi. L'A. espone i progreS'>I raggiunti in sierotcrapia antipe~tosa e si soffcrma sulla confezione ùel siero c sulla scelta recente da coniglio wmc animale produttore ùj siero !>econdo gli studi tli Karl Mcyer nonchè sul frazionamento degli antigeni pc~tosi operato da que~t'ultimo scien~iato (Comunicazione alla Sociét~ Suissc de Métlecine Tropicale del 28 novembre 1948). LA POLVERE D I ~ULFAMJD!CI, che abitualmente si usa per cospargere le ferite, se non 1·iene riassorbit.l, puh d.::tcrminare, secontlo Witliams (C.tnatlian. Mcd. Ass. J., 59-•948, pag. so) atldirittura t'insorgenza ùi un granuloma per la reazione locale dei tessuti.
l.JN CASO DI SI.VDRO.\IE DI ,\ IEIG t- riferito da Funck Bremano in " Gyo. Obst. " ( 1_948, pag. I )Cl): la pa~i.cnte, di_ 6o anni, presenta\·a un 'ersamento pleuri..:o c una ascne con un tumore ovanco cosp1cuo (fibroma): operata, guarì. L 'A., pur ammettcntlo che la malattia non è rara, ne mette in evidema l'importanza della diagnosi che de'e essere posta <]U:wdo accanto a un tumore ov:.tl ico con ascite si riscontra un versamento pleurico. G li esam i umo ra li forniscono elementi preziosi per la diagnosi. RTVASCOLARIZZAZIONE D EL CUORE. - Fino dal 1932 C . S. Beck aveva proposto un suo metodo (fiss:11.ionc del muscolo pcuoralc su l cuore) per arri\'are alta rivascolarizzazione chirurgica del cuore negli affetti da insufficienza coronarica. L'evoluzione delta tecnica chirurgica gli consente ora di offrire un nuo\'O metodo: la legatura del seno coronario, per mezzo ùel quale il sangue \Cnoso coronario si riversa nell'orcc<:hiena destra, e quinùi con un innesto arteriale si stabilisce un'anastomosi fra l':1orta e il seno coronario sì che il sangue arterioso penetri nel sistema venoso del cuore. Negli esperimenti fatti sui cani la mortalità è stata nel primo anno del xs%, nel
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secondo di o'l'o . 'cl gennaiO 1948 fu tentata la prima operazione sull'uomo (C. S. Beck, E. Stanton, Bytinchok: J.A.~f.A., 137, 436-442, 1948).
LA << SCHOULDER GIRDLE SYNDROME » (amiotrofia neurologi ~a ) è stata riscontrata durante In guerra 1941-r945 in ~oggett i in genere fra i 15 c i 54 anni. [ pa z ie nti accusarono insorgenza improvvisa di dolore a lla somm itj della spalla con irradiaz.ione verso il hr::tccio o a l collo. Se il dolore perdura per molti giorni (sino a re;) si stabilisce una paralisi flaccida di qu::tkhc muscolo del cingolo scapolare o del braccio, la cu i comparsa coincide con la fine dd dolore acuto. A \Oitc è stata notata una zona di iperestesia alla regione: esterna del braccio. L'esame del liquido cefalo rachidiano fu negati\·o in tuttr i casi. Etiologia oscura (sembra che le iniezioni di ~icro possano dare dopo 7 - 10 g'orni un quadro patologico simile), e ugualmente sconosciuta una terapia specifica. L:1 diagnosi differenziale va posta con la poliomielite anteriore acuta, con la neuritc brachi:tlc, con l'atrofìa muscolare progressiva (M. j. Parsonage, J. W. Aldn:n Turner: Lancct, r, 973-1948). EPILESSJ. J ADDOMINALE. In una donna, che anda\·a saltuar:amcntc incontro a coliche addominali e a disturbi di c:tnalizzazwne intestinale, il fatto d1c gli an:essi erano preccduri da salivazione, :tcccnni a com·ulsioni, vertigini, stertorc, fece pensare che si trattasse di equi\·alenti epilettici. Una ter::~pi:t a base di bromuri c di lurntna l, infatti, fece scomparire tutti i disturbi che si riprescmarono non appt:na ~ospeso il tnmarnenro (Sh:1piro: J. lnt. Coli. Surg. r r-96, 1948). TRE CEPPI DI VIRUS JNFLUENZt JI.E sono stati r\olati a Ginevra, in quell'btituto di Igiene O\e dal luglio 194K funziona un serv11io di studi per tali \ irus. [ ceppi ~ono ~tati rica\·ati da un caso molto grave, ma non monale. da un caso letale di broncopolmonite influenzale emorragi,a, e da un caso prO\Cniente da una eprdcrn.a benigna nella clinica psichiatrica di Ginevra. Tutti i ceppi dimostrarono caratteri particc!<~r i e il loro isolamento ri~ultò più faci le c più sicuro se i liquidi embrionali Furono confrontati con emazie umane (piuttosto che seguendo la teoria d i Hirat e di Salk durante i primi pass:tggi in uovo). (J. Wirth: Praxis n. 8, 24 febbraio 1949).
TERAPIE MODERNE E NUOVI RITROVA TI. IL SOLFATO DI CHINIDINA NELLA CURA DEL SINGHIOZZO r::rpprescnta, fra i molti metod i di cura, que llo che meglio risponde allo scopo. S. Bdlet e C. S. Nadler (The Am . ). of Mcd. Se. 216, 68o-686, 194R) l'hanno provato con successo in 8 casi su 9· Dosi intramuscolari di o,so-0,70 ri petute ogni ora fino a 3 4 volte. Gli AA.. raccomandano di scegliere bene i casi da trattare, riservando il trattamento a quelli ribdli o con estenuante ripetizione di ascessi. LA PE.VJC!LLIN.1 IN OFTALMOLOGiA. - E' particolarmente utile nella cura degli eczemi delle palpebre e nelle ulcer:tzioni corneali ( roo':., di guarigioni) meno efficace nelle cher:ltiti e pressochè inutile nelle dacriocistiti (P. Bonnet, J. Rougier: Journ. d'Ophta lmologie, n. 2, vol. 6-7, 1947-1948). Risultati soddisfacenti R. Jebejian ha ottenuto nel tracoma: 17 casi trattati per 8 setrimanc con una compressa di 250 U. inserita nel cui di sacco inferiore dell'occhio due volte al giorno per 5 giorni consecuti\ i (A nnales d'Oculistique, vol. 181, giugno 1948). TRATTAAfENTO DELLE SCOTTATURE E STENOSI DELL'ESOFAGO. Prodotte in genere da !ìOSt:tnze alcaline, sembra che l'uso della penicillina, immedi:tta· me nte dopo la cura dello shock, riduce lo stato infiamm:ttorio iniziale, attcnu:t l'esofagite corrosiva acuLa e la tendenza c icatriziale della stenosi susseguente. Sempre ne-
cessaria l'esofagoscopia, a meno che ci sia rischio di perforazione. J. Rebanu e H. Mar tin hanno così trattato 44 ~oggetti ottenendo 20 guarigioni complete; m 4 casi si è ,·erihcata una leggera stenosi csofngea; di altri 3 uno ha a'uto bisogno di una dilata zione ogni 6 mesi, un altro ogni due mesi, il terzo ogni 3 swimanc; 11 decessi (Journ. de Médecine de L)on, n. 68.J, pag. 643, 1948).
LA TUJJOCURARU"'-1 riesce ad eliminare lo spasmo rnuscobrc tetanico secondo i risultati nvuti da i\forwn u1 3 casi di tetano. Il medicamento non è rossico (J.A.M.i\., l948, vol. 138, p. 1087). L'JDROCLORATO DI METOPONE, deri,·ato della morfìna, viene segnalato dal cc Puhlir H ealth >> come un ottimo nnalgesico, scevro dai fenomeni secondari della mor-
tma e con minor pcriwlo di assuefazione. Ma non de\'e essere usato in casi in cui pre· cedentementc sieno stati .1doperati morfina o narcotici s'mili.
SOMMI\'ISTI?4Z/O.\'E PROFILATTICA DI STREPTO.\IICINA PRIMA E DOPO l GRtl.VDI l:VTERVENTI DI CHIRURGIA TORACICA. - Su tale trattamento P. C. Samson (Am. Th. Thc., 58-38, 1948) nonostante il numero limitato di esperic;;nze, pensa che si debba f:.tre affidamento soprattutto nei c:.tsi dove è richiesta Ltn'incisione del tessuto tubercoloso. Dovrebbe essere indicato nelle frenico-exeresi poi mon:1ri, nel la decorticazione, nelle toracoplastiche tipo Schede, nell'incisione ed escis sione di focolai tubercolosi della parete toracica, nel lo spelctomia c nello peri.:ardiolisi tli natura tbc. NELLE NEVR/ILGJE DEL TRIGE.\1INO risponde bene l'uso del « cuprelone )> (prodotto tedesco, poco tossico, di rame: cuproalliltiourea benzoato ~odico contenente il 19"0 di rame) per via cndovenol>a. Nei 4 casi trattati da Campbell (The Lancet. ott. 1948, pag. fi<Jo) con dosi giornaliere dt so-100 mg., si è avuto una netta rem issione dell'inten· ~itil c ddla frequenza delle crisi dolorose. CI,'.JPOTENZA DEI DIABETICI si anantaggia dall'u~o dt propionato di testo· steronc .1 dosi molto alte e ravvic.:inatL. J. Turiaf ha usato 20 mg. pro die per iniezioni, per 10· 15 giorni, ripetendo il ciclo di cura ogni j mesi, c si diLhiara soddisfatto dei risultati ottcnut.i. Naturalmente, ht <.ura va associata a quella solita dietetica e insulinica (Gaz. M~d. de France, 54 813, 1948). SCONSIGLIATO L'USO 51.\fl.iLTANEO DI PAS E SULFAA1!DICJ.- V. 1'-!itti
e G. Curci, in " Il Progresso Medico », n. ;, 1949, a seguito dci loro esperimenti ritengono di doversi e' iurc l'uso simultaneo di acido p amino~ali.:ilico e di sulfamio:c.:i nella cura della tubercolosi, dando e\'Cntualmtnte la preferenza alla penicillina se si \UOic agire su e\'t:ntuali germi associati al bac Ilo di Koch. In ogni modo, volendo praticare le due terapie contemporaneamente, sarà bene somministrare nello stesso tempo bevande alcaline onde evirare precipitazioni microcrisralline nei tubuli renali wn relativo blocco della funzione.
SULL'ELETTROSHOCK LOMBO-PUB!CO NELL"/ CURA DELL'ENURESI, R. Ruggcri (« Il lattante "• n. 11, pag. 662. 1948) in base a numerose ricerche, afferma di aver avuto risultati molto brill:wti da tale metodo di cur:1 propugnato da Paci~co 11el HJ47· Egli ha ouenuro !.1 gu.1rigione in alcuni cas; dopo una sola applicaz:onc, in altri dopo 3-8 giorni c:ou un r;o· , di guar:gioni, jS' ', <.!i miglioramenti note\'oll, 12"%. di lie\·j moditicazioni o insuccc~~i. Il rnewdo è innocuo e va senz'altro consigliato. NELLA CURA DEL DIABETE i lisati di organo hanno dimostrato un notevole effetto ipoglicemizzante. Cor:t7.za e Ciulli (Min. ~led., 9-6, 1948) li hanno esperì-
mentali in 23 ammalati ottenendo la guang10nc nei casi leggeri c, nei gravi, la possibilit:ì di ridurre la qu:tntìtà di insulina.
LA PROCAINA-PENICILL!NA «C , IN OLIO,, SCHE.VLEY " - sospensione in olio dì sesamo contenente 300.000 U. di procaina-penicillina in 1 cc. (l'equivalente di 120 mg. di procaina ba1.c) offre, nei riguardi della penicillina-cera, i seguenti vantaggi: concentra:tioni ematiche terapeuticamentc efficaci e più prolungate (da 24 a 70 ore); assorbimento in modo perfetto c torale nel luogo di inoculaz:one data la fluidità della sospensione, con sicurezza della completa utiliu.az:onc della pcnictliina. L'ipc• sensibilità alla procai na pub essere accertata con una iniez:one sottocutanea di cc. o,r di una soluzio.lc di procaina all'I o 2°,{,: se determina una reazione allerg:ca. l'uso ne è sconsigliato. NEGLI STATI ANSIOSI, secondo Kellcy - che ri(eriscc su 59 ca~i - il t:.~rtrato di crgotamina, in dosi da 2 a 12 mg. nelle 24 ore, per 7 giorni, associato a una dict:J ad :~lto contenuto calorico c a una terapia fisica c psicoterapica, avrebbe d:JlO risultati abh<l~tanza favorc,·oli (A m. J. P~ych., 1948, vol. 104, p. 68). TRATTAMENTO DELLA TU/JERCOLOS/ POLMONARE CON SU!.FETRONE. - Il sulfetronc Ì: un derivato del diaminofenilsulfone, preparato per la prima volta nel 1936 dagli AA. ingbi, dalle cui più recenti esperienze si può dire che 1 risultati più soddisfacenti si ebbero nella cura degli infiltr:lli recenti, nelle les:oni essudative c nelle localizzazioni plcurichc c: genit:Jii. Effetti quasi nulli nei processi cavitari c: nelle forme librocaseose. In « La Prcs'e .\1édicalc "• n. 9• 1949, A. Plichet 'itne ::~li:J conclusione che il sulfctrone costitui~ll.. un buon presidio terapeutico nel trattamento delle affezioni tubercolari c consigli~! eh studtarc soprattutto l'associazione tcrapeutica sulfetronc-strcptom icina.
LA GANGUONECTOMIA DEL Il-III TORACICO nel morbo di Raynaud rapprescmcrebbe oggi il trattamento chirurgico più efficace. G. Stradone (La Clin. Chir., fase. IX-X, 1949, p. 37) lo afferma in ba~e alle osservazioni personali nelle quali ha a\'uto risultati assai sodtlisfacenti sia dal lato anatomico che funzionale. LA CùRA M.4RKOIV [l;'l:.LL'AS.\1A consiste nella somministrazionc endovena di ossigeno, in quantità variabile dai 3.000 ai 22.000 cc., generalmente agli inizi di un accesso. Il dott. Markow nei casi trattati ha riscontrato l:1 scomparsa della dispnea in un tempo fra 5 minuti c 2 ore. L'ossigeno va iniettato con b tecnica di Zeigler, molto lentamente, circa 6oo cc. all'ora.
PER LA CURA DE! DEN1'1. - La patologia c terapia tlcntale, in America, è sempre all'ordine del giorno. Recentemente l'Ufficio di Sanità della Confedcrnionc 1:\ord Americana ha stanziato un fondo di 1.ooo.ooo di dollari per la lotta contro la carie dentaria c per diffondere l'uso preventivo del (iuoruro. Ora si annunzia dal Texas, Università di Dallas, un nuovo mewdo di cura: l'impregnamento, che conS:Ste nell'applicatione sui denti di una soluzione di cloruro di zinco e successivamente di ferro cianuro di potassio: si forma co~ì, in loco, un prec:p1tato di ferrocianuro di zinco che éà luogo a una patina resistentissima che riempie le lamelle dello smalto impedendo al germe della carie di raggiungere la dentina, e che può essere rinnovata di tanto in tanto assicurando una protezione efficacissima. CURA DELLA SCABBIA. - Un proùotto che risponde dficacementc è. l'isomcro gamma dcll'csaclorociclocsano, pomata bianca dall'odore non sgradevole c che non sporca la biancheria. ~on occorre bagno preliminare. La pomata 'iene stesa, in sonilissimo strato, dal collo alla pianta dei piedi (nei bambini su tutta la superficie cutanea): sono suf1icicnti 15-25 g ramm '. Dopo 24 ore bagno e cambio di biancheria personale c
da letto. Esame del malato dopo una settimana cd eventua le ripeuzwne del trattamento se guarigione non completa. (A. Benson Cannon, M. Mc Rac: J .A.M.A., vol. r38, n. !s, ottobre 1948, pag. 557). Sempre nella cura della scabbia sono segnalati i buoni risultati ottenuti dall'uso del DDT con 3 applicazioni quotidiane di una lozione al 7% in una miscela a parti ug uali di xilolo, etere, olio di paraffina. L. C. Golberg ha curato con successo ben 307 ammalati (Arch. Dermat. et Symphil.). ·
LA CLOROMICETINA SINTETICA. - La dott. Midred Rebstock è riuscita a produ rre sinteticamente la cloromicetina, uno degli antibiotici più recentemente scoperti e dimostratosi efficace nel trattamento delle febbri tifoidi c del t;fo esantematico, e di cui sono allo studio :1pplicazioni in caso di morbi da rickcttsie, quale la ps.ittacosi. La scoperta riveste carattere di grande importanza, sia perchè consente di produrre il medicamento su vasta scala e a basso prezzo, sia perchè può comribuire a rivclarne il meccanismo d'azione. UN NUOVO RIMEDIO CONTRO IL MAL DI MARE è la dramamine (Bdiaminocti l benziclril etere 8-cloroteofellinato) appartenente allo stesso gruppo degli antistaminici, rivelatosi efficace sia nella prevenzione che nella cura di ogni mal di mo· vimento. Non è rossica nè da disturbi collaterali (The Lancet, 12 marzo 1949). LA D/JDROSTREPTOMJCINA. - l risultati delle esperienze recentemente eseguite alla Clinica Mayo di Rochestcr, nonchè all'Istituto Squibb di ricerche mediche (New Brunswick. N uova Jerscy) ed ali' Istituto Merck per le ricerche terapcuùche (Rahway, Nuova Jersey) sulle applicazioni cliniche della di-idro-streptomicina, un derivato della streptomicina, sono illustrati in un articolo recentemente apparso su « T he America n Rcview of T ubcrculosis ,,, organo dell'Associazione Nazionale Americana per la tubercolosi. Come è noto la somministrazione prolungata di streptomicina nel trattamento della tbc. dà luogo a disturbi nervosi (giramenti di capo, talvolta anche sord ità temporanee): il nuovo preparato tiduce invece tali effetti al minimo, e può pertanto essere adoperato per periodi più lunghi. E' turtavia da tener presente che come la streptomicina, anche il nuovo derivato non può essere considerato come una cura per la tubercolosi: in determinati casi il trattamento streptomicinico dà risultati benefici, ma la sua applicazione deve avvc11 ire sotto la sorvegl ianza di specialisti esperti ed in combinazione con altri metodi terapeutici. Tuttavia i nuovi antibiotici costituiscono un notevole progresso nella campagna antitubercolare. La di-diidrostrep tom icina è già in fase di produzione commerciale, riservata però ai medici e, limitatamente, all'esportazione (U .S. I.S.).
INFORMAZIONI. IL TEN. GENERALE MED ICO PROF. ALFREDO BUCCJANTE, Consigliere della Corte dci Conti, è stato di recente promosso Presidente di Sezione della Corte stessa. Antichi e devoti ammirato ri del gen. Bucciante che, ovunque ha prestato la sua opera, ha lasciato la sua impronta di organizzatore e direttore di primissimo piano, ci semiarno fieri, qua li appartenenti al Corpo sanitario militare, di questo nuovo alto riconoscimento delle eccezional i doti di un illustre Collega. Il Giornale di Med icina Militare, che ha l'onore di contare l'Eccellenza Bucciante fra i suoi collaboratori più ambìti, ~l i porge, da q ueste colonne, le felicitazioni e gli augurii più vivi e devoti . CENTENARIO DELLA MEDICINA IN GONNELLA. - E' stato celebrato a G eneva (New Yo rk) il centena rio della prima laurea in medici na e chirurgia conferita
234 a una donna: Elizabeth l3la.:kwell, lau~eatasi il 23 gennaio 1849 ed entratd nell'agone profess onale fra le più disparate difficoltà. I tempi sono cam biati, c le colleghe, oggi, non si contano più ...
C1 USEPPE CmiNClON E, Maestro dell'oftal mo logia italiana, è stato ricordato, nel primo 'tntennio della morte, dal prof. L. ~laggiore, allievo pred letto, con un vib rante anicolo sugli « Annali Ravasini >> (n. 3, 1949). ()U. ITTRO BORSE DI STL DIO saranno assegnate dalla «Nord Srudent Rd cf Organiz:nion n, con la ~omma Ji 200 dollari offerta dalla sig.ra D obbius di Berkley, a 2 italiani, 1 francese e I cecoslovacco pcrcht: po~~ano complttare gli studi negli Stati Uniti. Gli aspiranti devono essere orfani c preferibilmente docenti universitari. LA RUSSIA, LA BIELORUSSIA F. L'UCRAINA si sono dimesse Ja mt:mbri Jell'Organizzazione Mondiale della S:tnità pcrchè insoddisfatte del la\'oro sinora compiuto. UNO STETOSCOPIO ELETTRONTCO. che amplifì.ca notevolmente i suoni, è staw costruito dall' \mcrican Medicai lnstrument Corporaùon di Chicago, d1 volume c peso ridottissimi (solo 225 g r.). LE SPEDIZI ONI VI STREPTOA,f/CIN.t IN EUROP,J, in base a l piano ERP e durante il primo anno di attività dcll'ECA che ne ha finanziato l'acquisto, hanno importato la cospicua somma di circa 9 m ihoni di dollar i. La Francia ne h~ acquistato per 6 milioni, l'Italia per 2 milioni, l'Olanda per 400.000, I'Au!>tria per 102.~75 dollari c la Grecia in m:nori quantità. LA TUBERCOLOSI NEGLI S T ATI UXITI, secondo le stati&ùche fo~nite dal Servizio di Sanit~ Pubblica, è in graduale d;mi nuL.ionc nelb perccmu::lic dli decc.:ssi: dall'r,y4 per mille nel 1go6 ~i è arrivati aU'•·S4 (19ro), all' 1,q (1920), allo o,7 1 ( 1930), allo 0,46 (1940), c allo 0,34 nel 1947. La frequenza della m::~ l auia risulta paniwlarmcnte ,liminuita nella popolni<me fra i r6 e i 45 ::•nni di età, ma ha ~uhÌto flcs~ioni anche ~r:l coloro che hanno superato i 45 anni. ROCCO jE.\1,\1A, pioniere della pediatria italiana è deceduto J ì\apoli il ~4 marzo. Era nato in Calabr:a il 16 agosto 1866. IL PREMIO " ISTITUTO SIEROTERAPICO ITALIANO ,, di L. 2oo.ooo è stato assegn:tlO, in parti uguali, ai donori G. D 'Akssandro, F. Oddo, R. Covcs e L. Dardanoni per il lavoro ,, Struttura antigene dd trcponema pallidum » e al dott. M. Sforza per il bvoro <• Trattamento all'aciùo tricloroacetico come mezzo per C\ idenziarc nei paramelltensi l'agglutinabilità e il potere antigene ~peci lìco "· PRE\110 CLINICA DELLE ,\fAL.-ITTIE NFRVOSE E ,\fENTALl DELL'U.VlVERS !TA' DI TORINO . dcdicatv a Erncsw Lugaro: L. tcxJ.ooo, avute da donazione pri,·ata, per lavori imercssami problemi di neurologia (anatomia. fis ologi:t, p::nolog:a e clinica del ,·,tema nervoso). Saranno preferiti i contributi alla comprensione e soluzione di problemi più strettamente ;nerenti alla patologia c alla clinil'a, mentre saranno esdusi i l:tYori strettamente sta tistici, descrittivi o d i cas i ~tica clinica . Sc;,Jcnza per la p~c~en taziouc dci lavori: 31 dicembre H)49.
L'<< O.F./ I.M .N. " ~ l'Organizzazio ne f-rancese di accoglienz:t Jel Corpo ~1edico :-.1ondiale, tcstì: creata dalla Confederazione d..:i Sincla..:atl i\1cdici Francesi. per ricc,ere ed in(orm arc i medici (rancc~i e stra11ieri su tutto ciò che può intcreso;arl i c panicola•menre sulle ':si t:: di o,pedali, sulle assistenze agli in~c~,·cm t c \J t 1tto qu:mto concerne Congressi sricmifìc:, cors;, conferenze, c:::. L a sede è P·1 ini , Hcu!cva:J è.: Latour ~1auboÙrg, n. 70. ·
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CONFERENZE DEL PROF. A. HADDOW. - Il prof. A . H addow, Direttore dell'Istituto di Patologia dell'UniYersiG di Londra e della "Chester Beatty Research Institute" del Roya l Canccr Hospital, profondo studioso dei problemi inerenti alla patogencsi dei tumori e ai virus in relazione all'etiologia del cancro, ha tenuto a ' Milano, Bologn:J, F irenze, Torino e Roma due interessantissime conferenze, illustrate da proiezioni, su « Modi di az:one delle mostarde d'azolO » e «Recenti progressi nella chtmioterapia dd cancro )), o:amo qui il r:assunto di quest'ultima per il suo carattere più pratico. l'\ei rigu:Jrdi della sua estensione, il termine «chemioterapia l > è stato trattato dall'O. esclusivamente in relazione a lla patolog:a del cancro c al suo particolare posto nella b;ologia generale delle mod ifìcazioni della cellula. Che ogni progresso si fonda essenzialmente sul naturale accrescimento delle conoscenze biologiche lo provano le scoperte sul controllo cnuocrino dd cancro della p~ostata (H uggins). sull'azione citotossica delle mostarde d'azoto, sugli effetti dell' urethane nella leucemia (Paterson, ApThomas, Had<.low e Watkins) e sul recente uso dell'aminopterina e altri acidi fol ici antagonisti (Faber e altri). Il più promettente metodo raz'onale di affrontare il problema è probabilmente lo studio del fondamentale modo d i agire dci carcinogen i fisici e chim'ci, essendo il problema stesso da concep:re, in ultima analis;, come un problema di modificazione della ccllul..t e d i inversione di tale modificazione. L'O. descrive i caratterisùi effetti inibitori della crcsc;ta esercitati dai carboidrati e dagli aminostilbenes ca rcinogenìd (Haddow, Harris, Kon e Roe) e illustra il fatto che la loro azione è subordinata a condizioni d ietetiche c spcci:~ l mente all'assorbimento di proteina (Elson). Termina csponendo r::centi ricerche sperimentali c cliniche di varie nuove serie di mostarde aromatiche d'azoto ( Kon, Ross e Evcrctt) c facendo il punto della situazione attuale in genere e delle prospettiYe per il futuro. Le c.onterenze del prnff. Haddow rientrano nel quadro della fattiva simpatica attività del British Council in Italia. , ALTRE CONFERENZE SCIENTIFICHE A ROMA. - Per iniziativa del Comitato del prossimo Congresso I nternazionale d i Medicina dell'Assicurazione Vira, il dott. Rodolfo Kreutzcr, Presidente della « Sociedad Argentina de Medicina del Seguros l> d i Buenos 1\.yres, ha tenuto il 25 febbraio una conferenz:l sul tema: « Angioca rd:ografia "• illustrata da interessanti proiezioni. All'Ist'luto Superiore di Sanità, il 2il febbraio c il 31 marzo, i proff. Alfredo 'v'annotti, Direttore del Policlin:co de!I'Un;versità d i Los:~nna c Presidente della Comm issione degli lsotopi ddl'Accadem!a SYizzera d i Scienze Mediche, c il prof. Gustavo Joyet, docente eli radioatò·ità e di tìsica nucleare t::cnica dell'Università d i Losanna, hanno rispettivamente parlato su <<L'impiego di isotopi radioattivi nello studio del metabolismo del ferro e nella terapia umana " e su <<T metod i J i ricerca biologici a mezzo degli isotopi radioattivi >>. Sempre allo stesso Istituto di Sanità, su invito del rappresentante del Br;tish Council in Italia, il prof. R. A. Pcters ha tenuto il 23 marzo una conferenza su '' La lesione bioch ;m:ca nell'intossicazione arsenicale e la british anti-lewisite (BAL) » . PREi\110 T AD DEI. - La Commissione giudicatrice ha assegnato il premio eli L. 20 .000, per un lavoro di chirurgia delle vie urinaric, al prof. Armando Bi :~siui, chi rurgo direttore dell'Ospedale CiYile d i Sarzana, autore della monografia « Le hstole dopo intcn·enti sul rene l l . L 'IMPIEGO DEGLI ANTIBI OTICI è il titolo della conferenza detta alla c( Haclio dei Medici l > daii'On. Prof. Ma rio Cotel lessa, Alto Commissario per I'Tgiene e la Sanità Pubblica, a conclusione del ri uscito Convegno medico sugli Antibiot'ci ten uto a Cortina d'Ampezzo. Il Prof. Cotellessa ha fa tto il punto sull'interessame quistione, soffer·
mandosi in particolare sulla cura della tubercolosi e accennando ai risultati ollcnuu con il PAS. UN SERVIZIO PEI~ LA RIPRODUZIONE SU MICROFTLM DI OPERE E RIVISTE è stmo istituito, presso la propria sede, dal Consiglio Nazionale delle Ri cerche allo scopo di venire sempre più incontro a una necessità sentita dagli Istituti Scientifici c dagli studiosi. 11 C. N. R., che va prendendo accordi con altri centri di docu mentazJOne italiani co esteri per mettere a disposizione degli studiosi libri e n viste che non si trO\'Ìno presso la propria Hiblioteca, sta anche studiando il modo di procurare, agli Tst~tuti c ni privati, apparecchi per la lettura dci microfìlms. UN CENTRO PER LA LOTTA CONTRO IL REUMATIS,\10 E LE CARDIOPATIE è stato inaugur:no in Ancona il 13 febbraio 1949 con sede presso l'Ospedale dci Bambini « Salesi u . Alla inaugurazione ha prescnziato l'Alto Commissario per l'Igiene e la San it:ì Pubblica. Il Centro è collegato con il centro card:ologico c con quello di patologia chirurgica c cardiologia dell'Uni\'crsità di Roma. UNA SOCIETA' ITALIANA DI PATOLOGIA è stata fondata nell'ottobre dello scor.so anno con lo scopo di continu:ue l'opera dcll'alllica assoliazionc omonima soppressa nel 1922. La Società si compone di 3 sezioni: patologia generale, anatomia patologica umana, patologia comparata. Segretario f.f. delln Società il prof. Redaelli dell'Istituto di anatomia patologica dell'Università di Milano. LE EM. JNAZIONI RADIOATTIVE hanno pro\·ocato una catarnna a 5 sr icnziati americani specializzati nel l;rvoro di disintegrazione atomica. PER IL CENTENARIO DEl LA NASCITA DJ f. PAULOV, la Socied di fisiologia ui Leningrado ha tenuto una seduta speciale onde predisporre la celebrazione del centenario del grande fisiologo russo che avrà luogo in quc'>t'anoo. Fra l'altro sasanno pubblicmc, dall'Accademia delle Se' cnze, le Conferenze di Pau lo\' sull':mività delle ghiandole del trano digere nte.:. SETTI\1A .V A INTERNAZIONALE DI STUDI PER L'lì':FA,VZIA VJTTI.\1.1 DELLA GUERRA: avrà luogo a >J'apoli c \i partcriperanno educatori e specialisu frances i, inglesi, olandesi e svizzeri. Il problcma riguarderà particolarmente l'infanzia del mezzogiorno d' ltali:r. Saranno trattati vari temi, fra i quali: scuola c obbligat:>rietà; lotta contro l'analfabetismo; l:r Scuola nuo\':r; a~'>istcnza scol:rstica; tecnica e lun zionamemo di un comulrorio medico-pedagogico; i minor:ni psichici ecc. CONGRESSI SCIENTIFICI: Il 6" Congresso lntemazionale dr Urologia si ~\·olgcrà a Li~bona dal 12 al 16 settembre 1949. Temi di rclnzione: Cura delle ostruzioni del collo vescicale tranne quelle del cancro prostatico (Lamas: Portogallo; Pisani: Italia; Lnnc: Irlanda; Gil Vernct: Spagna). Fisiologia, pnrologia e cura delle idronefro~i (Deming: U .S.:\.; Ilellstrom: S\'e7 a; Zamith: Portogallo). Patogencsi e cura della cistalgia (~fombacrts: Belgio; Ncuwirth: Cecoslovacchia; Bond: fnghiltcrra). Congresso Internazionale di Psichiatria: '>i terrà a Parigi nc:l 1950. Temi in discus· sionc: ps:copatologia j!encrale; psichiatria <.l' nica; anatomia patologica psichiatrica; terapia biologic:l in psichiatria; ps'coterapia; P'ichiatria soc 'alc. U n Congresso l memazionale di Psicotecnica si svolgerà a Berna dal 5 al 10 settembre pros,imo. Presidente del Comitato organizzatore per l'Italia il prof. M. Ponzo. lnformaz:oni alla Segreteria Generale: Si~.ra Dr. Raumgarten T ramer - 35 Thaustrassc, Bcrue.
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11 6° Congresso Internazionale di Radiologia avrà come sede Londra, nell'estate Jcl 1950· Il 5" Congresso /ntcmaz/Onale di Microbiologia si terrà a Rio de Janeiro nel 1950. 4" Congresso l nternazionale di Otolaringologia: a Londra, dal r8 al 23 luglio 1949· Informazioni: Dottori F. C. W. Xapps c W. A. Mill - 45, Lincoln\ lnn FieldsLondra \V. C. 2. 2 ° Congresso lnternaz:onale di Elettroencefalografia: a Parigi dal 1° al 3 seuem bre 1949. Informazioni: Don. Fischgold, r, Rue Las Cascs, Parigi. Congre>si d1 Chirurgia e di Anestesia: J Napoli, dal 26 al 28 maggio, promossi dalla Sezione Italiana deJJ",, lnLcrnational College of Surgcons " e dalla Società Italiana di Anestesiologia. Pe r informazioni: Segreteria dei Congn.:ssi, Clinica Chirurgica dclI'Uni,er\ità di "apoli.
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PROGRESSI DELLA CAMPAGNA .-lNTIMtiLARICA DELL.-1 WHO. - L'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), ha comunicato che la C:J mpagna antlma larica in corso in Europa ha dato eccellenri risulrati. In Polonia, la malattia aveva colpito nel 1946 oltre 14.000 persone: la campagna della W'IIO ha ridotto Jcl oo'\, la frequenza dei casi. In Italia la malaria aveva assunto durante •l conflitto proporzioni pari ad otto ,·olre quelle Jell'anteguerra: nel 1948 non si è: a\ uta notizia Ji alcun decesso per malaria. Altri paesi in cu i la malattia aveva assunto una Jiffusionc di gran lunga ~uperiore a quella del periodo prebdlico e che hanno grandemente bcnefictalo della campagna WHO sono: la Grecia, la Rumania, la Jugosl.n·ia, I'Unghena, la Ceco~lo\•acchia, il ~cl gio e la Germania. LA PORCl/ETTA 311. - ,\Ilo Zoo di \Vashingtou si ammira una scrofa, una normale scrofa, che ha però sortito dal deMino una vita assai più avventurosa di quella riservata agli altri suini. Ancora porchetta, infatti, cd immatricolata col n. 311, fu im barcata sull"incrociatore corazzato ex-nipponico « Sakawa "• una Jcllc na\i-ca\'ia di Bikini. Venne la bomba atomica, ma l'esplosione che sconquassò un.r flotta c rese pericolosame nte rndioatùva un'area di 26o kmq. non ebbe palesi effetti sulla porchetta 31 r. I tecnici, che cautamente si avvemurarono ~ul luogo dell 'esplosione, la trovarono, infatti, -:ou la piastrina di riconost imento a posto, mentre nuotava tranquillamente nelle acque atomiche. Recupcrata, c ricoverata in osscr\'azione .lll'Ospcdalc mil.tare manttimo di Bethesda , la 3rr è stata tro\'ala in eccellenti cond:z:oni di salute che lt hanno concesso di raggiungere felicemente il 120" chilo. E' sterile, ma non è detto che sia colpa della bomba atomica. CONFERENZE SC!ENTIFICIIE NECU OSPEDALi .VI/L/TAR!: dicembre 1948: Ospedale mil itare di Torino: " Terapia streptomicinica della tubercolosi " per il dott. Carlo Croce. " Non peccarono di eccessiva severità gli storici nel giudicare il dott. Amonmarchi? " per rl gen. mcd. ris. dott. Carlo Oggero. Ospedale militare di Novara: "Sopra un caso frusto di malattia di Rendu-Osler " per il don. Giuseppe Fortina. Ospedale militare d1 ~lilano: Un ca~o di Segno di Argyl Robenson spurio >> per il dott. prof. Ferdinando Farina. Ospedale militare di Rologna: << La meni n gite tardi\',1 da pregressa fraLLUra del temporale .. per il cap. mcd. dott. prof. Carlo Jemmi. Ospedale militare di Ancona: •· Ricerche di laboratorio nelle meningiti sierose 1n relazione a nuove (orme morbose nc-urotrope n per il cap. med. don. Giuseppe Scerre. <• Cardiopatie in medic:na legale militare " per il cap. med. clou. Leonardo Ripa.
Ospedale militare di Napoli: «Cura chirurgie::~ dell'echinococco polmonare » per il col. mcd. R:~fTacle Squillacioti. lnfermeri:1 Pres:di:tria di S:~s~ari: u L'azione degli antibiotici sulle fistole tuber -::olari l• e cc ~uo1· i orienramenti nel trattamento delle fratture c~poste" per il prof. Palmt:rio Delitala. Infermeria Presidiaria di Chieti: « L 'azione dell'acido nicotinico nelle trombo ~ rtcr'ti post-infenive 11 per il cap. med. dott. Gio1·anni :-Jinfo. Nel mese di genn::1io c.a. sono state tenute le seguenti conferenze: Ospedale militare di Torino: « Recenti progressi nell'anestesia » per il dott. prof. Cristoforo Colombo. Ospedale militare d t Bolzano: c Su un caso di ci,ti di echinococco dr l polmone " pet il tcn. col. mcd. dott. Francesco Stagniltl. Ospeda l; militare di Genova: '' Mal<lttie infettive nella storia della medicina " per il dott. prof. G. B. Ramoino. cc lpo,·iraminosi e alimentazione' per il ten. col. med . duu. G. B. Fisichella. Ospcdal ~ miliwre di Bologna: c( F:more Rh 11 per il m:~gg. mcd. Jott. Silvio Del Percio. '' Alcune yucstioni di med:cin:l legale " per il m:tgg. med. dott. Giusep jJC Caporale.
NOTIZIE MILITARI. .1VrlNZAMENTO PER MERITO DI GUERR.I. - Al maggiore medico in s.p.c. dott. G. B. D'Alessio è st:lto conferito l'avanzamento pc:r merito di guerra con la se· guente moti\'a,ione: cc Direttore di un o~pcdale da Ctmpo dtslocato in Alban:a poco dopo l'armistizio si da1·J alla mont:~gna per lonare contro i tetleschi. Di rigeva in guerra import!lnti tormazioni sanitarie italo-alb:~nesi riscuotendo l'un:~nime ammirnionc per b sua opera di meJico e di soldato smlta per oltre 20 mesi (ra gran p::ricoL c sofferenze in grande dif.\lban:a 9 agosto I<JH-23 maggio r945 "· tiwltà di ambicme e di mezzi. Per effetto di tale ~,\'anzamcnto l'ufficiale ~ stato prommso :~1 grado di tencntt: colonnello metlic.:o con anzian'tà as~o luta 23 novembre 1948. lm·iamo al 1aloroso collega i tallcgr:~menti c gli augu~i più cord'ali. INAUGURAZIONE DE! UJRSJ PER ALLIEVI UFFICULI MEDICI E CHIMICI FAR.\ f, JCIS1'1 DI COMPLE.\1ENTO ALL. J SCUOLA DI S U·J/TA' M/LIT ARE. - 11 14 apnle scorso i: \t:tto ufficialmente e ~olcnnemcnte in:~ugur:Jto il Corso Alite\ i Cffietali l\ledici c Chimict F:trma.:isti (T del H)49, l\' del dopoguerra). Al mat· tiuo, nel cortile della Scuola, i 140 allievi sono st:~ti pnss:ni in rassegna dal Vicecom:tndalllc dd territorio, gencr:~lc Cordcro di ~1onLezemolo, accomp:~gnato d:~ l Direttore Generale dcl b Sanità Militare, generale mcdi'o r erri, c dal Direttore dell'fsùuto, colonnello medico De Paoli. E' seguita la depo~izione di un:~ corona d'alloro :d Monumento del Medico C:tduto in Guerra che si erge nel centro de l cortile. Alla cerimonia erano presenti oltre :1 una larg,1 r<lpprcscntanz:~ delle autorità militJn del territorio, il colonnello Querria, Capo dcli'Uffìcio Addestramento c Regolamenti dello S.M.E., c il ten. col. G1ana ni in mpprcscntan7a tlel Segretariato Gcner:~le c.leii'Esercito, entrambi venuti espressamente da Homa. Nel pomeriggio, nell'Aula Magna della Scuola. presenti auwrità ccdesiasticht>, cilili c militari della città, i Direttori Gener:~li di Saninà della m:~rina c c.lc:ll'aeron:mtica e alti esponenti del mondo medico universitJrio, è st:~to inauguraro l'Anno Accademico con una conferenza del ge nerale mec.l ico J. Voncken su a La Medicina M ilitare sul piano
nazionale ·•, di cui <l:ciamo in altra parte del giornale. Prima del generale Voncken, il Direuore della Scuola, colonnello prof. De Paoli, ha riassunto le \icende dell'Istituto, durante e dopo que,t'ultimo conflitto mondi:tle. ricord:tndo la appas~ionata iosrancahile oper:J del generale medico F:tùda, Capo Jella Sanid Militare dal 1945 al T948, c dell'allora colonnello mediw ferri, Direuore della Scuola nella stessa epoca, cui ~i de\e la rinas~ira dell'Istituto. Al colonnello Dc Paoli ha f:ltto seguito il gencr~le medico Ferri eh:: ha ringraziato le Autorirà intenenute alla cerimonia ed ha amto elevate parole di incitamento e di augurio per gli allic,·i che frequentano il corso.
INA UGUR -IZIONE DELL'A N NO ACCADElvl/CO ILLL1 SCUOLA Di AP· PL!C.JZJONE AEROS. JUTICA MILITARE ED / ,V/ZIO DEL CORSO ALLIEVI UFFICIALI MEDICI DI COMPLEMENTO DEL CONPO SANIT ARIO AERONAUTICO. !l 28 marzo, annuale della fondazione dell'Arma Aeronautica, è stato Inaugurato l'Anno Accademico presso la Scuola di Applicn;onc dell'Aeronamica Militare a Firenze. In tale o.:casionc ha avuto am;he inizio il primo Corso, dopo la guerra, degli Allic'i Ufficiali .\·kdici di Complemento dd Corpo Sanitario Aeronautico. La solcnnt: cerimonia si è ~volta nclb sede della Scuola, tornata allo ~plendore ori· ginario per l'opera tenace del suo Comandante gcner:lle di brigata ae rea G. Teutci, alla presenza del Mmimo dcllJ D1fesa on. R. P<Kciardi, dd Capo d1 Stato ~laggiore Generale c dei Capi di S . .\1. delle uc FF. AA .. \'i assi ~tcvano numerose personalità mtlitari c civil i della città cd una folta rappresemanza degli r\llie\ i Ufficiali Medici del Corpo Sanitario .\1ilitare. Alla prolusionc ai Corsi, tt:nuta dal Capo di S. M. dell'Aeronautica, 'eguì un pacriouico discorso del :O.Iinistro Pacciardi, che esaltò la coraggiosa ed atti,·a opera di ricostruzione in ano ncll'Aeronaurica itali:tn•l. Sì è s\·olta succcs~: ,amente b n :rimonia della consegna del gagliardetto agli Allievi Ufficiali Medici, durante la quale il Capo Jd la Sanità Aeronautica ren . gcn. medico A . .\brulli, nell'affidare ai g1o\·ani colleghi tale ~imbolo, ha esaltato la missione dd Medico d'::u:ronautica ed il suo contributo :-~1 più grande avv~.:n i re dell'aYiazione. 'Gli Allie\'i pre~tarono po1 il rituale giu•amento e pancdparono alla sfilata dei reparti dinarni alle Autorit~. L'inizio ufficiale delle lezioni delle materie ~anitaric ebbe luogo il mattino successi,·o, con la prolusione tenuta d:~ l ren. gcn. C.S.A. A. M:uulli sull 'argomento «Scienza e pratica in mcùicina aeronautica "· In esso l'O. ha delineato la figura ideale del Medico d'aeronautica, studioso dc1 molti cd importanti problemi medici riguardanti l'uomo in \·olo, ed assieme Ìll\Cstito di delicate funzioni medico-legali 1.: dell'opera di assistenZ:l igienica e tcrapcutica del personale aeronautico. Alla dotta lezione assiste,·ano tutti gli Allie\ i dei Corsi tenuti presso la Scuola e numerosi Insegnanti del Corso Allie'i UCfìciali Medici C.S.A. LA VISITA LV ITALIA DEL HRIGADIERE GENEIULE MEDICO U.S.A.A.F. H. G. ARMSTRONG. - 11 brigadiere generale medico U.S.A.A.F. H arry G. Armstrong, accompagnato dal ~uo aiutante ten. pii. Garney, è stato per circa una settima na ospite gradito dell'Aeronautica ital iana. Il generale Annstrong, attualmente Com:tndante della Scuola di Medicina Aeronautica di Ran ùolph-Ficld (Texa~). è una personalità di primo piano nel campo della Medicina Aeronautica. Durante la sua permanenza in Italia, accompagnato d:tl Capo delhi Sanità Aeronautica, ten. gcn. mcdico A. Marulli, c da altri Ufficiali medici di :\eronautica, ha ''isitato l'Istituto Medico-Legale per l'Aeronautica «A. eli Loreto n e il centro di Swdi c Ricerche di Medicina Acronautca in Roma. Ila anche visitato l'Istituto Superiore di Sanità c la Stazione Ji Bonifica presso l'Aeroporto di Ciampino.
In occasione di tali v1sltc il gcn. Armstrong si (; informtno minutamente dci metodi di selezione c controllo del personale acronavigantc seguiti presso gli Istituti MedicoLegali per l'Aeronautica e delle ricerche sperimentali in corso presso il Centro di Studi. Qu,vi ha anche avuto contatti culturali con ~rud io~i italiani di Medicina Acronaut.ca, con i quali si è felicitato di quanto sono riusciti a compiere negli ultimi anni nonostante la deficienza di meui disponibili, ed egli steS50 ha forn;to numerose ed interessanti notizie sull'organizzazione e sull'attività della Scuola da iui dirwa. Lasci:~ndo l'Italia l'Ospite gradito ha espresso la sua viva gratituuine per le accoglienze rice\ ure da autorità e colleghi c, nel felicitar~i ancora per quanto a,-e,·a ,·i sto nclb sua brt\'C permanenza fra noi, ha avuto cordiali parole di augurio per l'avvenire delln Medicina Aeron:lutiGt nel quadro della rinnovata Aeronautica it:~liana_
DIRETTORE DELL.-1 SCUOLA DI SA.VJTA' \.fiUTARE è stato nominato il colonnello medico Paolo de Paoli, docente in tisiologia. Il prof. de Paoli t' il più giovane dci nostri colonnelli medici è nato a Genova nel H)O! - c una delle ligure più complete del Corpo Sanitario Militare ben noto anche nell'ambiente scientifico non militare. Succede nella carica al col. med. dott. R. d'Alessandro altra ~piccata personalità medica dcl ln Sanità Militare, r;~ggiunto dai lim iti di età. Ai due distinti colleghi il nostro ~aiuto fervidamente augurale. COLLEGili DECEDUTI. - Si è spento a Roma, il 31 mnrzo, il colonnello mcdico nella riserva dott. Autonino Mastrojanni. Aveva 6~ anni. Reduce di tre guerre, (eriw in combattimemo sul ~!onte !':ero. Appassionato cultore di medi t ina interna, era specializzato in clinica delle malauie respiratorie e tubercolari. Primogenito di numerosi fratelli cui fu esempio wstantc c guida sicura nella via del \'ero, inviamo a questi, c particolarmente al wllega ten. colonnello Dccio insegnante alla Scuola di Sanità ~iili tarc, l'espressione del no~tro \ ivo cordoglio. Anche a Roma, il 27 marzo, ~ deceduto in una clinica privata, in seguito a intervento chirurgico per peritonite, il ten. col. mcd. dort. Stefano Calia, nato a Salemi nel 1901. La morte lo ha colto quando in riconoscimento òelle sue dmi di colto c valoroso ufficiale il Ministero lo aveva destinato al Comando Gene ra le de ll'Arma dci Carabinien quale consulente ternico c di collegamento con la Direzione Generale di Sanità Militare e le Direzioni di Sanir3 dei Comiliter. A Palermo, il 2 gennaio, si è spento il tcn. col. mcd. dott. Agostino Marchc;-i, nato a P~r~ini co (Palermo) nel 1897· Era in aspctwriva per infermità dipenucntc da causa d1 SCf\'IZIO.
Alle famiglie dci due scomparsi, così duramente provate dal destino, le nostre con· doglianze.
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1\i trattati del ~enere. certo non molro numerosi in Italia. si è aggiunto reccntememe questc.o lavoro del prof. A. :-.!:hsimo ~ichclazzi, che, nd ~otrotitolo. " Elementi di scmiotica, d iagnostico c terap:a delle malattie cardio-vasco l:~ri ,, già indica gli aspetti sotto i quali l'A. ha trattato il v:JW> problema. E' bene dire subito che il libro del J\fichelazzi rappresenta non un trattato nel senso lato dell,1 p:trola, ma un vero manuale, completo in ogni sua pane e assai agevole per la consultazione sia da pane dci giovani medici che dci medici pratici, ed udissimo, pe raltro, agli studenti di medicina pcrchè cs~i vi trovano inquadrate sinteticamente dingnosi c terapia delle varie cardiopatie cd affezioni vascolari, a 4uclle più o meno col\egate. Gli argomenti trattati ,.i sono s,·olti con quell'ampiezza suff-icic:nte allo scopo che l'A. si~ prdìsso: la precisa cono5cenza di Lmi morbosi ai fini dclln diagnosi c della cura nella pratica tjUOtidiana dcll'escrczio professionale al letto dell'ammalato, poichè « è il Medico curante l he ì: sempre il primo ad a[(rontarc le malan:e. ~prcic nelle loro manifestaziOni iniziali " (Galdi). Basta sfogliare il hel volume per far!>r subito un'idea del \alorc di esso; basta soffermarsi ~u taluno degli :~rgornenti tra ttati per farsi il convincimento che ognuno d i questi vi è esposto con rhiareua, precisione, concisione, completezza. Premesse le cognizioni anatomiche e lisio-patologiche fondamemali del cuore e dci vasi, l':\. passa all'anamnesi d1e, nell'ammalato di cuore, vale talora da sola a lar porre un g1usto diagnostico, e, p01, alla semeiotica generale soggetti\'a cd ohbiettiva (interessanti i capitoli sulle manifestazioni cerebr:tl i dci card iopatici). Segue, dopo l'esame ubhiéttivo generale, la trattazione sistematica dettagliata dd cuore c dei \"asi (arterie. capillari, \"ene) c di tutta la serie di ricerche diagnostiche strumentali che si possono espletare in proposito. L'A., infatti, tratta wn bella chiarezza nei suoi vari aspetti (radioscopia, tcleradiografia, o rtograha, roentgenchimografia), degli altri mezzi d'esame dell'anività del cuore (sfigmogramma, cardiogramma, fonocardiogramma) e, infine, con suflìcicnte ampicna, dell'indagine clcttroeardiogralìca, oggi assurta a ricerca Ji primo piano in cardiologia. Successivi capitoli l'A. dedica a disturbi del ritmo cardiaco, all'ereditarietà nelle affezioni cardio-vaswlari, alle pericarditi, alle endocarditi. ai vari vizi di cuore, con opportune conclusioni sintetiche sulla diagnostica d ifferenziale dei rumori di soffio. Segue ancora la trattazione dell'ipertensione arteriosa e dell'arteriosclerosi, delle aortiti c degli aneurismi, delle ipotcnsioni arteriose, c infine dell'insufficienza coronarica, delle sindrom i di sofferenza miocardka, dello scompenso c ircolatorio. Interessanti, anche pcrchè sempre d'attualità, i capitoli sul circolo nelle disendocrinie e sulle affezioni dei vasi periferici. L'A. tratta per ultimo, con ,·era competenza, scmo pratico c sano ecdctismo, della tera pia, suddividendola opportunamente in t. causale, t. medicamentosa, t. speciale delle varie forme di cardiopatia, rifacendosi da lle cure classiche a 'luellc.: più moderne ed d fi.caci. Opportuni ed utili cenni sulla gravidanza e sugli interventi chirurgici nelle malattie cardio-vasali e sulla chi rurgia dell'apparato circolatorio chiudono degnamente il la-
voro, corredato da una ricca bJbliografìa, da ll'indice de:gli autori e da un deuagliato indice analitico. Concludendo, si può coscientemente affermare, ronco rda n do col presentatore pro f. Galcli, che "si tratta di un'ope:a a lungo mcJ .tata c vissuta al letto dell"infermo "• " in cui si ri,·ela una piena maturità di esper.enza clinica u; e mi pare questo il m:gl"or elo· g io che si possa (are a lla nobile fatica dcll' Autore. TRJFILLTTI
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SOMMARIO VONCKEN: Cours d'éthique médicale internationale
Pag. 243
I'ERRJ\jOLI: Sul pottrc battericiùa del mercurocromo (idros~i-merc\•rio dibro· mofluoresccina sodica) disinfctt:mte d, interesse chirurt'ico
DI MAGGIO: Sull'azione farmacologica di ~kuru derivati della canfora a funzione ossimminica
252 •
267
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276
CONKLfN: Fatton ambientai t del cancro
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283
ZOLLO: b operazione di Jacobaeus nel repmo tbc. dell'O~pedale militare prin· cipale di Roma
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ARGE..~TIERI: Su die'ì ca~i di tumore bcmg-!ln dell• mammeJIJ maschile insorti
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rSlimtJ/.a il l.i.thJtul. IU.RJ.(Wt t!.el'kaU obuun l't//iR.inu.a lù..ùa t. ~W>Ifla/1. STAn DI fTANOIIZ2A. DI DE!'USSlONt, DI PSIC:O. NLUROSt. HAlCOLESSlA. PAPJUNSONlSMO ~ UINCErA.l.l11CO. SPASMI GASTRO INTESTlNI.LL ll'OTINSIONE CliCOLATOlUA. e:;;;;;~~~m«:an CON UNA COWlfSSA Al. CIO&NC\ ~
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MAGGIO-GIUGNO 1'149
GIORNALE DI MEDICINA MILITARE PUBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANIT A' MILITARE
COURS D 'ÉTHIQUE MÉDICALE INTERNATIONALE INTRODUCTION • J, Vo-.:c~o.F"
C'est une lourde charge pour moi de venir, dcvJnt un auditoirc composé de l'élite et de l'espoir d'une nation, exposer cn quclques heurcs un dcs prohlèmes les plus gravcs, et qui affcctc le plus profondémcnt l'essencc méme de l'avenìr de la médccinc, celui de la loi morale qui doit t:,ruider le médecin dans sa vie professionelle et surtout en temps de guerre. Je n'aurais jamais osé envisagcr un tcl proJet. aussì ambmeux cr aussi élevé, si je n'y avais été encouragé par les plus hautes autorités dc la science rnédico-mìlitain: italicnne qui n'ont vu, en moi, que l'instrumcnt du Comité InternationaJ de Médecinc Mllitairc. Jc veux wut spécialcment citer M. le Médccin Général Fadda et M. le Médccinc Général Ferri qui ont, par leur profonde connaissancc de la <-JUe~lion, pu découvrir ddns les nombreuses acùvités du Comité International, certains éléments qui ponva1ent intéresser la formation du méJecin cn temps de guerre. Jc vcux leur dtrc ici toute ma reconnaissance et profiter dès l'abord, dc cette occasion qui m'est offerte, de magnifier la médccine militaire italiennc :\ laquelle nons devons tant de grand!> noms, de nom~ illustre~ qu'il serait puéril, pour moi , dans cette admirable maison du Maglio où tous Ics murs, toutcs Ics pierres parlcnt de gioire, d'honneur, et d'abnégation, dc \'Ouloir énumérer. Dans le bref cxposé j'aurai l'honncur de vous faire sm l'historiquc du m0uvement humanitaire, tant de jalom ~ur la route du progrès de la charité médicale (urent plantés par cles gloires Ics plus pures qui vous appartienncnt et je ressentirai l'é:notion du souvenir à l'évocation de lcurs noms illustrcs. N'est-ce pas Palasriano qui a créé le conccpt fondamenta! dc la Croix-Roug<:: la neutralité du hkssé de guerre, principe qui semblc combatru aujounfhui? Il se devrait, pour obédir à une règle et à un~: tradition, quc dan,, cc mcssage liminaJre je fassc, dans une récapitulation. k point dc tout ce quc JC dois "' Lezione inaugurale del « Cur~<l Jr Etica Medica Internazionale " u.:nuto dal generale medico f. Vonckcn, Segretario Cenera le del Comitato l mernazionak di Medicina Firenze, 49 :1prile '949· Militare. alla Scuola di S:.nità Militarr.
à mcs ancit:ns maìtrtl>, à ces g rauds noms de la médecll1c et de la médecine militairc qui ont concouru de près ou dc loin à ma formation; mais, je vous le répète, jc ne suis pas ici, devant vuus, à titrc personncl: jt: ne suis qul le messager qui vous apporte un cnseignemcnt fait dc J'ensemble de~ travallÀ d un groupc d'ho mmes de bonne volonté qui ont mis au scrvice de lcur idéal tout un élan de charité et de pitié et qui vculent quc la médecine reste salvatrice. Or, ce g roupe d'hommes qui est devenu le Comité I nternational lk Médecinc et de Pharmacie Militaires a trouvé sa grandt inspiration pencla nt la guerre 19r4-'18. C'est ainsi que, sous l'insp1ration du grand chirurgicn français Tuffier, g rfke à l'appui cles autontés anglaiscs et spécialemem dc Lloyd Gcorges, fut réunie pour la prcmière (ois la Conférencc [n teralliée dc chirurgie de guerre: de 1916 à 191~L cile groupa lcs hommes Ics plm éminents de la médecine et de la chirurgie d'armée tt au cours de ces deux annéc~ de travaux, elle édifia le plus beau traité dc pathologie de guerre et je vcux citcr ici le nom de cc grand chirurgien, \'Otre ancicn chef, Lorenzo Bonomo. C'est dans cct excmple, et voulant continuer dans la paix l'effort fécond dc ccs réunions en pleine guerre, quc mon pays prit l'initiativc de réun ir le premicr Congrès International de Médecine et de Pharmacie Mil;taircs. Cc premier Congrès n'avait camme but que de fairc le pomt dc toutes les questions scientifigucs et ttchnigues dont Ics évènemcnts de hrttcrre avaienl conditionné cles progrès considérablcs. Mais pcu à peu, au cours des réunions qui se succédèrent à un rytlune biennal, et dont Rome fut la seconde étape. sous la présidcnce du général della Valle, il apparut que les préoccupations qui animaicnt tous ceux qui avaient à coeur Jcur pro(ession, débordaienl la simple technicité et Ics questions purement m édicales; ii se créait un esprit, lmc phiiosophie bien obscure, bicn vague au début, mais où l'an sentait déjà une unanimité de scntiments qui peut-etrc un jour devrait aboutir à une véritable déontologic internationale. C'est ainsi, qu'en suivant l'idée-maltrcsse, s"cst, dans l'ordre pratique, réalisée la création de l'Offìce lnternational de Médecine Militaire. Cet organisme que jc représentc devant vous doit vous apparaltre camme l'etre concret et agissant qui a pu, en un quart dc siècle, crécr, dans notre belle profession médico-militaire, un idéal quc, dans le bien de l'humanité, nous nous devon s dc répandre et de développer. Sans doute, la grande ocuvre de Hcnri Dunant, la Croix-Rouge internationale avait-elle le grand privilège d'avoir répandu cettc devisc « mtcr arma charitas )) ; mais au cours de la prcmièrc gucr,·e mondi ale, nous avions tous vu tant d'incompréhcnsion de cet esprit de générosité et de pitié, gu'il nous av'lit paru q'une grande carence cxi~tait dans le (onctionnemcnt méme de cette Convcntion de Genève. Cctte carence provenait du peu de coordinauon qu'clle avait réalisé dans les diffèrcntcs armécs du monde: voulant ètrc la charte meme de la médecinc militaire en temps de guerre, elle avai t négligé de s'adresser directcmcnt à ceux, aux médecim militairc:s, qui éta icnt chargés.
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dc l'appliquer ~.:t qui tkvaient la cousidércr comtn.c un statut, enscmblc dt: droits et de devoirs, qui devait régir kurs activités. Au début dc la premièrc gutrrc monciiale, je mc souvic:m qu'un smr de bataille, la bataillc de Haecht sous les forts d'Anvcrs et qui constitualt une diversion concomitante et favorisante dc la victOJrc Je la Marne, un médecin militairc beige avcc son groupc de br:111cardic:rs rcncontra un médccin militaire allemand. lls échangèrcnt, sur le terrain, leurs blessés, se saluèrent et disparurent chacun vtrs leurs l ignes rcspecùves. Ce médecin beige dcvint par la suite inspecteur général et c'est lui qui fut un Jes principaux rédacteuro, de la révision dc 1929 dc la Convention dc Gen~ve. C'etait le Médccin Inspectcur Général Dc.:molder lui qui écri,·ait dans ses somcnirs: « Un jour nous en viendrons à parler de nos rapports et dc nos échange~ sur les champs rlc bataille, car c'est là que le médecin militaire voit se ciresscr scs 1mmenses et angoissants problèmcs ... Nous avom. asscz dc rcspect pour le soldat qui tombe pour son pays et a!>sez de commìsération dt:vant la souflran<.c pour restcr au-<.lessus Je nos ha ines et fai re t.tirc nos passions, m .tic; ce n 'est pas :.sscz: il faut qu 'il cxiste cntre nous - médecins des diverscs armécs une confianc<:: basée sur cles souvenirs communs et nous ~aurons alors de que - si la guerre nous oppost' nous pouvons attendre les uns dcs autres ... , . Mais des souvcnirs plus récents et plus vivants mc vienncnt en mémoire. Si j 'évoyuc ici le~ souvt:nirs de ces jour!> douloureux qui vircnt ma patrie écrasée ~ous la plus dure dcs invasions, ce n·c~t pas pour accumuler dcs imagcs d'épouvante, c'est au contrairc pcur souligncr que mcmc dans !es éprcuves Ics plus pitoyables, il peut persister une lueur d'espérance. Et cettc lueur d'espérancc il importe que nous, médecins, dont la mission est un apostolat et un sacerdoce, emprcints d'abnégation et de désintéresscment, nous tachions de la maintenir t:t d'co (aire une grande soun:e de lumière, pour le cas où de nouvclles ténèbres assombriraicnt notre ciel. L'Arméc Beige venait Jt: capituler, le 28 mai H)40, tout notre scn1ce de santé, tant militaire que civil, était désorganisé par le bombardemcnt des arrièrcs, par la rctraitc et l'cxocle massifs. Sur les routes encombrécs, la fuit<:: désordonnéc cles foul es anxicuses, Ics charrois militaircs arr~tés par l'armisucc, provoquaient un chaos inextricable et l'envabisseur exigcait que Ics routes fussent libres pour permcttre sa marche en avant: tout le matéricl militairc et celui qui nous intércsse ici, le matériel du Servicc dc Santé, dut ètre mis à l'écart dans Ics champs, en travers des fossés, dans les prairics pour qut: puisst: passer le vainqueur. Et nous assistions, désolés, à cettc lamentablc pertc de nus ambulance~ dc campagne, qui auraicnt pu rcndre, à cc moment précis, tant dc: services alors <.JUC rcgorgeaicnt de foulcs dc l>lessés Ics hopitaux encore utilisablcs. L'Humanisation de la Guerre! C'est à cc momcnt surtout que nous réalìsàmcs l'atroce ironie dc ces mots et Ics raillcries que d'aucuns avaient adrcssées à l'oeuvre du Comité Intcrnational dc Médecinc Milnaire.
Et pourtant? Fallait-il abandonner tout espoir, fallait-il dans une apathie veuk et découragée laisser à l'envahisseur qui n'en avait cure la rcspomabilité de la mort sans secours à tant de blcssb qui sout1raient et dt> malades qui ralaient sans que personne se souciftt d'eux? Les relations personnelles que 20 ans de collaboration internationalc au sein de l'Office dc Médecine militaire m·avaient permis de nouer, m'autorisaient à tenter une démarche. J'avais un jour écrit: « .voici, au soir de la bataille, un njd dc blessés, un poste de secours abandonné par l'armée vaincuc où ralent cles mourants, où gémissent cles blessés, et où vcillent impuissants le rnédecin et quelqucs brancardiers . . « L'armée victorieuse s'installe sur le terrain nouvellement conquis, un médecin et son groupe de brancardiers vient occuper le poste de secours des vaincus: rcncontre émouvante et tragique, minute sublime et évocatrice. « Toute la grandeur de la médecine miiitaire vit en cettc minute par cette rencontre. « Ce ne sont plus deux ennemis, préts à s'entre déchirer, ce sont deux hommes, deux frères pleurant de la rnéme pitié, prets au rneme sacrifice et mùs par un seul idéal d'amour et de miséricorde )) . N'étions-n~us pas ce soir de bataille et ne pouvais-je rien 0btenir? Avec l'assentiment de mon chef militaire, je demandai à rencontrer le chef du Scrvice de Santé dc l'Arrnée devant laqueHe nous vcnions de capitulcr et lui exposai l'état lamentable d'un grand nombre de blessés anglais, français et belges abandonnés de tous et qui se mouraient sans soins, sans secours dans les ruines de nos villes. J'obtins de mon confrère allemand -- car jc puis l'appellc: confrère que nous fut rendu tout le matériel sanitaire du Corps d'Arméc er l'autorisat"on de le développer et d'en assurer le fonctionncmcnt, ainsi quc la libre circulation de nos voitures d'ambulance. En quelques heures, tout fùt pret. J'avais appris que notamment dans !es locaux d'une école ò'Ypres, plus dc soo blessés alliés n'avaient pas été traités depuis plusieurs jours: je m'y rcndis aussitot. avec le Chef d'Etat-Major du Corps d'Armée Belgc auquel j'appartenaÌ!>. Je ne veux pa~ vous décrire ici l'horrcur qm nouc; saisit cn entrant dans ces locaux: une pcstilence de pourriture d'h6pital ~ur une mincc couche de paille immonde, cles fantomes gémissant et implorant L:tidc de leurs bras tendus, une vision apocalyptillue dont celle des pestiférés de Jafla qu'tllustra un tableu n'est qu'unc p~Ue évocation, !es supplications Je ces blessés, de ces mourants, nous y vtmes dans toute so n i rnmcnsité l 'horreur de la guerre. C'est ce véritable charnier que nom parvìnrnes à secourir grace au rriatériel que nous avait été rendu. Pendant deux jours et deux nuits, un ci rcuit automobile fut établi et après quelques jours d'urr travail incessant, les 500 blessés d'Ypres avaient été
247 opérés dans notre ambulancc installée à Notre-Damc aux Epines à Eecioo, en juin 1940. Et ce me fut un profond bonheur de me Jire quc - peut etre - c'était grace au Comité lnternational Je Médecine Militaire que cc geste avait pu ctre accompli. L'Humanisation de la guerre avait connu une <tpplication: mais que cc fut peu de chose dans I'enscmblc de~ souffranccs humaincs. Fallait-il désespérer ? L'cffort humain n'est-il pas diswntinu, il ne se compose que d'intants passagcrs rdiés par cles périoJes d'apathic. L'occupation allemande en Belgique fut certes. comme partout, odieust> à tous Ics points de vue. Tcrré dans une perite ville de prO\.ince, je m'occupais de pratique ch.irurgicale civile, j'eus en plusicurs occasions la ·mission dc traiter cles aviateun alliés parachutés ou des résistants blessés. C'est grace à dcs médccins mil!taires allemands que j'obtins que la garde nazie chargée de la surveillance de ces prisonniers respectat au moins mes salles d'opéréttion ou dc pansements dont j'cxigeais l'inviolabilité et dont je refusais l'entrée aux sentinelles de garde qui avaient voulu en forcer la porte. Il y avait donc, en cc moment, une sorte de morale médicale dont nous avions obtenu le respect, en dc toutes petites circonstanccs, il est vrai. Mais ne peut-on en arriver à dévclopper cct emhq•on dc morale médicale et en arriver à formuler Ics droits dc la médecine e11 temps dc guerre ? A coté de cela malheurcuscmcnt la guerre 40-45 nous a laissé, au point de vue médical, des conccptions atroces: Je ne vous cn rappelerai que quelqucs uns: L'cxcmple héroiy_ue d'une inhrmièrc fusillée par les allemand!' parce qu'dlc fut prise, en flagrant délit, j'insiste sur le mot délit, de soigner un réfractai re biessé. L'cxemple dc médecin~ l]UÌ furcnt condamni:: pJr l'autorité occupante pour avoir donné leurs soins à cles blessés de la ré!>istancc en refusant de les dénonccr. Or, ce secret médical est à la base ~e notrc profession et c'eut été parjure et làcheté de la part d'un médecin d'en arri\'er à cette délation. Enfìn l'exemple de médccins qui mirenl leur an et lcur science au service d'autorités étatiques pour attt"nter à ia vie humainc, pour imaginer dc nouvclles souffrances, ou pour exterminer cles individus. Ceux-là renia1cnt J'cssence meme de la méJecinc qui n'cxiste que pour diminucr la souHrancc ou sauver la vie humaine, et d'aillcurs la Cour de Nurcmbcrg \es a très justcmcnt condamnés. Il ne peut plus ctre <.J.UCSt1011 de médecinc dans cc cas, ce SOnt de Hais t:rimincls et toute autorité qui oriente la médecine ver~ de telles activités doit etrc accusée de compliciré d'homicide. Voilà en bref Ics faits y_ui aujour~..l'hui nous ameuèrent à envisager Ics perspcctivcs de la médecin<' pour I'évcntualité d'une période dc guerre.
Les Òt:UÀ genres d'cxemples lJUC nous avons évoqués comportent cles enseignemcnts d'ordre différcnt: le prcmicr exemplc, plein d'expérancc. qu'il faut arrivcr à imiter au maXlillum; le sccond, lourò de crime, dom il faut à tout pnx cnrayer le développcment. C'est dans ce but que now. devons arnn.:r à formulcr cles règles professionncllcs de la médecine, qui doit rester libr~.:, à l'échclon humain et ne pas subir de subordination nationale. A cette scule condition, elle peut rcmphr un rble effectif. A défaut dc cette condition, reniant son idéal, rcniant son esscnce meme, se reniant clle-meme, elle n'aura plus sa raison d'etrc et il sera mcme inutile de songer à l'organisation d'un quelconque sen·icc dc secours ci vii ou militairc. C'est e n partant de cette douhle alternative qu "il faut préci~er dam un c<icle international Ics cboirs et Ics droits du médccin pendant la guerre. Nous tacherons dc vous montrcr quel fut l"évolutiou au cours des àges Llc ce conccpt qui aboutit au miraclc dc Solferino et qui fit d'Jlenn Dun:mt till apotre dc la plus belle idée dc fraternité hum.tine qu'on puissc concevoir: nous suivrons cettt. idée au cours dc la fin du XIXc et du début du XXe sièclc ooJr apprécier la \'alcur des conventions internationales actuelles. Et nous avons trop présentes à J'c~prit les horreurs de la dernière guerre, véritable crisc de barbarie, pour quc nous puissions nous contentcr du statut qui nous régit actuellemcnt. Mais faut-il abandonncr tout cspoir? Nous ne le croyons pas: car c'est à la médtcine mr ie pian intemational qu'<m pcut e ncore conficr nos espoirs dans l'aJoucissement .le la souflrancc: c·eH peutetre elle qui constituera le meillcur trait d'union entre les peuplcs et cc sera la premièrc étape. Lcs juristes ont bcaucoup étudié le fondemcnt du droit intcrnational: ils ont voulu trouvcr dans des préceptes ou juridiques ou moraux cles pos~ibilités d'entente entre pcuples. De la mcmc façon yue pour ks individus, il n'y a que deux mobilcs qui rapprochent les peuples: c'est ou l'in téret ou la peur de la souffrance. Les iotércts communs font, d'enncmH de l a veille, dcs alliés d'aujomd'hui mais cettc communauté d'intér~ts est souvent éphémère et la défimtion mcmc de l'intér~t peut varicr d'un iour à l'autrc, tandis que la pcur de la souffrance restc identiquc ~ous toutes Ics latitudes et quelle que ~oit la forme politiquc d'un gouvernemcnt. C'est donc en partant de cc pnncipe quc le Comité lntcrnational dc :\fédecinc Militaire a tcnté de jetcr Ics bases d'une eodification du droit international médical: il a pour cela fait appel à la collaboration <k juristes éminenrs, en créant une Commission médico-juridiquc pour l'étude des lois de la guerre. Ce n'est pas un hasard qui a amen~ ccttr collaboratlon des médccins et dcs juriste!>. L'cxpérience douloureusc du conflit dc 1914-19IE-, une réaction contre l'indit1ércnce systématique dc la période ultéricurc pour tout ce qui conccrnait ces lois, l'angoisse née et de l'échec dc la Conférencc du
Désarmement et de la nouvellc cotmc aux armements, devaient vivifìer toutcs )es entreprises dc charité et d'ap:1isement. Et plus encore la terrible déviation morale que subit la médecine dans certains pays, au point de s'en servir camme arme de destruction et de supplice, au cours du dernier conflit, a amené notre Comité à faire oeuvre nouvelle en partant dcs principc:s mèmes dc la Croix-Rougc. C'est pour cctte raison que la médecine militaire, consciente dc la puissancc cles causes qui, au cours des siècles, J'ont cmporté sur le sentimcnt et qui ont déterminé la guerre, malgré tout ce qu'on :1 invoqué d'horreoJn et de larmes, a cherché une solution réalisablc, non utopique. Elle n'a pas voulu demander aux peuplcs cles arrangemcnts inacceptablcs, impossibles, inexprimables en droit, leur demander d'arrivcr \ cles ontents et à des .._onventJons qui, mème si elles pouvaient ètre codifiées, ne tiendraient pas, seraient violées cles le premier con fii t, et surtout céderaient deva n t Ics raisons supéricurcs d es destinées cles nations et les exigences impératives de la guerre. Elle a cherché à rcstcr dans la réalité. Pounant, la médeci rnil itairc ne se laissa pas aller à ses seules aspirations et ne se berça pas de ses ~eules espérances. Elle comprit ì'utilité de s'entourer de conscils, dc faire controler ses conceptions et ses projects par d'autres hommes ayant d'autres connaissances, regardant l'humanité à d'autl·es points de vue que !es siens et la voyant sous d'autrcs anglcs. Elle comprit qu'clle ne ponvait s'entourcr de conscillers plus vertis que !es juristcs. Dès leurs premiers entretiens, juristes et médecins se rencontrèrent devant ce y_ui était J'objet meme de leurs ;1spirations et de lcur activité communes, objet se trouvant à la base mcme de leur formation: la défense et le respect du droit de la vie; la meme et unique pensée inspira kurs études et cncouragea leurs cfforts: « Quelle llne serait ou pournit ètre la gut>rre, le droit à la vie devait ètre garanti et sauvegarJé )) . L'échec de trop d'essais antérieurs leur était apparu dans un clomaine où des hommes de bonne volonté étaicnt cepenclant vcnus de tous !es points du monde cbercher cles moyens d'entente et d'apaisement, sans trcuvcr une formule Je sécuri té. Mais l'humanité possède çn elle des sentimcnts de pitié trop instinctifs e:t trop réels pour que juristes et médecins ruilitaires puissent se résoudre à admettre qu'on osat affirmer qu'une guerre sans secours et sans :mcun droit à la vie fut possible. Et à cc propos, pcrmettcz-moi dc vous citer un texte que M. Devèze. ancien Ministrc de la Défense Nationale dc Belgique nous écrivait: «C'est ce que les médecins militaires ont profondément compris. Jls sont militaires - c'est-à-d irc au service dc lcur Patrie, prets à exposcr leur vie pour son honncur et son salute. Ils sont médecins - c'est-à-dire professionnellement appclés à l'apostolat magnifique du dévouement sur le charnp de bataille qui, lui, ne distingue point entre ceux qui souifrent, et qui prodigue à tous, amis
ne
ou enncmis, égalitairement, le secours cic la Science et le fraternd réconfort de la solidarité humaine. J'ai déjà dit la qualité toute spéciale du courage dont ils doivent faire preuvc, tandis gu'ils ne connaissent pas la griscric hévreuse de la lutte, qu'ils rcstent désarmés dans le tumulte des armes, el qu'ils accomplissent, avec calme, avec sang-fro1ci, d·un coeur tranquille, d'une main gue l'émotion ne rend point hésitante, lcur mission sacrée ». Le projet de Monaco, rédigé en 1934, fut le résultat de cette collaboration; souvent critiqué, déjà avant la guerre 40, il vient de recevoir une consécration éclatante, car tous les principcs nouveaux qu'il a proposé:. J! y a près de 15 ans viennent d'etre intégrés dans Ics tcxtes du projet de révision de la Convention de Genève. Nous aurons l'occasion d'en analyser le:. grandcs lignes. Mais depuis lots des faits nouveaux se sonr produits. Ii scmble quc pcu à peu dans Ics convulsiom populaires qui ont aneint le m0nde depuis 1936 et qui n"ont été qu'en augmentant, le sens mora! s'est émoussé et on a vu, comme l'a prouvé et montré au grand jour le procès de Nuremberg, gue la science médicalc courrait un granò risque. Mais la sentcnc~ de Nurembc::rg ne ~uHit pas, à l'heurc actuclle, pour constitucr uue base ~ufl1sante et une garantie :ontre l'apparition d'excès. Il faut créer une éthique médicale un iverselle eu façonnant l'ame de tous les médecin :;. La morale précède toujours le droit. Dc grands mouvemcnts d'opinion se sont créés et l'adnùrable croùade qu·a cntreprise l'Association Médtcale Mondialf' mérite d"etre soulignée. Malheureusemcnt, elle reste encore trop timide parcc qu'ellc limite ses lctivités au t:mp!> de paix. Le Cornité International dc Médecine Mtlitaires dont le but rneme est de coordonncr tous les cfforts médicaux surtout en temps de guerre, se devait de creuser davantage ce sillon. Il avait dééjà réalisé une compréhcnsion mutuelle entrc les offìciers médtcins de toutes le:, armées Ju monde. Le Major Ritchie, du Servicc de Santé britannique, avait déjà lancé un appel analoguc: « que Ics services médtcaux cles annéc!> s'unissent dans la lutte contre la maladie. De cette organisation que nous imagi nons, à la coordinaùon internationalc des services médicaux du monde, il n'y a qu'un pas à fajre. Car la science médicale est internationalc par so n caractère ; so n but est partout identiquc. Elle s'élève au-dessus des limites étroites cles frontières. Seuls, dans les armécs de terre, de mer et de l'air, les services médicaux peuvent s'élever à cene unité internationale en restant dans leurs roles. Il n'y a pas de secrets médicaux; il n'y a pas d'esp10nnage médical 11 . Coordinant ces efforts, le Cumité In tcrnational de médecine milit:-~ire devait montrer que par le secours et par la luttc contre la sonffrance, !es peuples pouvaicnt se rapprocher d'une façon définitive et savoir qu'cn tcmps dc conflit, le médecin militairc, meme ennemi, conserve son caractère sacrè, qui doit inspirer confiance à l'cn nemi comme à l'ami. Et là nous verrons quclles grandcs espérances nous pouvons inclure dans un essai ck codilication de droit iuternational médical.
2)I
Excusez moi, d'avoir esquissé un peu longuerncnr les grandes lignes de quelques chapitres que j'aurai l 'honneur de vous exposer, mais j'aim<. me dire que je vous transmets le culte d'un idéal, j'aimc mc dire que dans vos funes jeunes et cnthousiastes l'oeuvre du Comité lntcrnational trouvera cles généreux élans pour parfaire ses efforts et continuer son oeuvre. Vous tous, qui devez a~surer la médecine mllitaire de demain, je ne doute pas qu'nn ancien -- parcc que tOUt dt' meme OD n'a pas vécu toute une vie sans en retirer quelqu '.:xpériençe - vimne leur apporter quelques consei.ls et j'espèrc que, gràce à l'indulgence et à la générosité qui sont la marque du vrai médecin, cc n'est pas Jam votrc esprit quc jc rcncontrerai moins d'attcntion et dans vc,tre coeur moins d'écho.
Il C ORPO SANITARIO MILITARE SOCIO VITALIZI O c AD H O N O REM ~ DELL'ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO Il Commissario nazionale dell'lstituw del Na~tro Azzurro, generale Achille Manclli. ha i m iato il 3 giugno, il seguente telcgr a m ma al Mini'>tcru della Difesa-Esercito - Direzione Centrale di Sanità Militare: " Azzurri lralra ammirati eroiche gesta et subhnw abnegazione Corpo Sanità :\filitare ne deliberano iscrizione socio ,·icalizio ad honorem Istituto Nastro Azzurro et conferimento emhlema araldico inviando a gloriosa bandiera loro "ibrante ~aiuto Commissario Nazionale [stituto Na~tro Azzurro " · Non possi:~mo che sentirei fien di gucsto nuom rrcono~imento dell'opera urnanitarr<~ cd eroica insieme della S:~nità Militare. Il nostro Giornale ha segnalato. di ,olta rn volta, le luminose motivazioni delle concessioni di medaglia d'oro al valor militare, nell'ultimo conflitto mondiale, .1 rapprc~c:nt.Jnti del Corpo Sanitario Militare: ben serte, sinora, che - in rapporto all'esiguiril dciJa forza dd Corpo - ::ostituisc.:ono, da sole, la più fulgida testimonianza dello ~pirito di sacrificio e di eroismo che ha ~emprc animato ufficiali c gregari ddla Sanità Militare. Ringraziandd, perciò, l'Istituto del :--Jastro Azzurro per l'alto c c.:omprensi,·o atto di omaggio, \Cntiamo di poter entrare a fronte alta in guclla che è la più aristocratica lamiglia della Nazione.
IS11TUTO D'IGIENE E MICROBIOLOGIA DHI.' UNlVERSITA ' DI SIEN;\ Oirt'ttore: Prof. E. s~, 1 '
SUL POTERE BATTERICIDA DEL MERCUROCROMO { IDROSSI -MERCURIO DIBROMOFLUORESCEINA SODICA) DISINFETTANTE DI INTERESSE CHIRURGICO l>cHt.
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Sono note le limitazioni che si incontrano nella disinfezione con il :.ublimato, a causa delle sue incompatibilità con le albumine, gli alcali, l'NH,., I'H~S e taluni metalli, inconvenienti che sono peraltro presentati, in maggiore o minor grado, anche da altri sali inorganici del mercurio. Ciò indusse alla ricerca di nuovi antisettici fra i composti orgamc1 del mercurio, non pochi dei gualt rivelarono discreta capacità battericida, tanto da venire proposti per la disinfezione pratica (asterolo, phenegol, cresegol, timo/, ermofenile, mblamina, ccc.). Trattasi di composti nei quali il mercurio non (; praticamente presente allo stato di catione e che, per non essere dissociabili, hanno scarsa azione precipitante sulle sostanze proteiche e minore rossicità dei composti inorganici. Il loro potere battericida - anche se, in genere, inferiore a Lluello del ~ublimato - è spesso notevole, tanto che per essi non sembra accettabile l'ipotesi di Kronig c Pau! l I], secondo cui l'azione disinfettante del mercurio è proporzionale al grado di dissociazione jomca del composto, mentre è piuttosto da prendere in considerazione quella di Breyer !2 J, che ritiene l'attività dei composti organici eli mercurio in dipendenza della loro solubilità net lipidi. Fra i derivati organici del mercurio, guello che maggiorm(;nte si è Imposto all'attenzione è senza dubbio il mercurocromo, il quale, per l'azione antibatterica di cui è capace anche " in vivo " e per la sua poca tossicità, è Hato pure usato nella terapia di numerose infezioni. Mercurocromo è il nome.: brevettato (sinonimi: 220 solubile, Cromargirio) della idrossi-nurcurio-dibromof/uoresceina sodica. La sua preparazione r3] può essere effettuata facendo agire la dibromofluoresceina sodica sull'acetato di mercurio in solt•zione idroalcoolica leggermente acctic.~: si scalcla in apparecchio a ricadere per 3 on:, t]Uindi <;i precipita diluendo con molta acqua debolmente solforica: dopo lavaggio, si trasforma in derivato disodico. Si ottiene così un prodotto contenente il 36 "{, di mercurio, vale a dire due atomi di mercurio per una molecola di dihromofluore~ceina. L'idrm!>i -mercurio-òibromo fluore~ceina del commercio è una polvere ro.~sa, contenente il .2(j "{, di mercurio. insolubile in acqua, ma che facilmente
)l scioglie
in una !>Oluzione di 1drato sadico, dando un liquido ro!>sO intenso fluorescente. Il sale sodico, così formatosi, è il mercurocromo, che si presenta m scaglie iridcscenti, leggermente igroscopiche: la sua soluzione in acqua è stabi le e tinge in rosso. I prodotti commerciali (Mcrcuribromfluoreswn Merck, Mcrcurochromc, Cinabrina, ccc.) sono miscugli di composizione variabile, il cui tenore in acqua oscilla fra il 2,50 ed il 16 " c la cui tossicità dipende dalla prc,enza di mercurio jonizzabilc. Il mercurocromo è il 22o·· Òl una serie di 265 composti, che ) oung c coli. 14 -~ prepararono partendo da numerose sostarw,e coloranti -- gtz, affermatesi in chemioterapia per il potere battericida, la poca tossicità, la diffu'iibilità ed il potere di penctrazione - legando ad cs~e il mercurio allo scopo Ji potenziarne l'azione. Proposto per mo terapico dai ~uddetti autori a causa della sua stabilità, !"assenza d1 tossicità la scarsa tt·nclenza a coagulare Jt. pron:ine e a dare fenomeni irritativi a carico dei tessuti, per la scarsa tossicità sul rene e per la sua azione germicida, esso venne largamente sperimentato in numerose infezioni c spesso con buoni risultati. Introdotto per via endovcno~a in soluzione <~ Il' 1 ",', ed in dose non superiore ai 5 mmgr. per kgr. di peso corporeo (dosi più elevate determinerebbero nausee, diarrea, albuminuria con alteraziom a canco dei reni a tipo ncfrosico), esso pare che giovi specialmente nelle forme infettive da streptococchi, stafilococchi e b. coli delle vie urinaric, eliminandosi per le urine cui conferirebbe potere germicida (Young c coli.) 151· Utile, poi, riuscirebbe anche in numer0sc altre infezioni, quali le setticem ic da sta filo c st n.:ptococchi c da coli, la polmonite e broncopolmonite, la febbre tifoide c i paratifi, la febbn: maltcsc. la malaria maligna e quella cronica, I'eresipcla, la blenorragia, ccc 15· 6, y, ~ - q,
wl.
Inocuiato endovena, il mcrcurocromo provoca nell'uomo una reazione ,·arattcrizzata da elevazione termica, brivido, fatti gastro-i n testi n a l i con abbondante emissione di feci, scialorrea; viene LJuindi rapidamente d imi nato .1ttraverso il fegato, il rene c anche l'intestino, pas~ando nella bile, nelle urine .: nelle feci, prodotti nei quali può essere messo in evidenza con il metodo Jella fluore scenza : talora. per forti quantità di mercurocromo l'urina assume una colorazione rosso pallida e le feci un colore rosso vivo [10 1. Nel coniglio si è wnstatato, specie nelle prime 5 ore dall'inoculazionc, un rilevante potere battericida c batteriostatico dell'urina (Clcment) 10 l· Il mercurocron•o, quando è puro, è assai poco tossico (Macht e flarden) l n l, data la quasi completa a~sc11Za in esso di mercurio jonizzabilc: l'aggiunta di glucosio (Macht e Harden II I l e Rcdewill e collah. l 12j ), tMrc che ne diminuisca IJ tossicità. l n seguito ad inoculazioni di dosi terapichc, non superiori cioè ai .:; mmgr. pn kgr. di peso corporeo, non si osservano modificazioni nd numero c ncll'a~petto delle emazie t> dei lcucocit1 e nulla di patologico si rileva nt·ll'urina (Ckmc:nt) l ro l· Per contro, St. George l 13l richiama l'attenzione
r
sui pericoli del mercurocromo, avendo rilevato, nel corso di 5 autopsie di soggetti venuti al tavolo anatomico per setticemia curata con mercurocromo, fattJ di nefrite intensa e lesioni del colon. Sull'attività antibatterica del mercurocromo u in vivo n esil>tono dispanra di vedute, dovute ai risultati contrastanti delle ricerche eseguite « in vitro • dai vari ricercatori. Mentre alcuni riconoscono al mercurocromo - nelle di luizioni alle quali finisce per trovarsi nel sangue, dopo inoculazione endon:n;t ddle dosi terapiche - una decisa azione germicida, altri ammettono invece che il mercurocromo giunto nd circolo sia capace a quelle diluiziom solo di una azione batteriostatica, che consente però alle difese naturali dì aver ragione dell'infezione (Gatch, Trusler e Oweo) l14J, (Colebrock c Han) l I 51· Per ciò che riguarda l'attività antibatterica del mercurocromo « in vitro >•. risulta che è stata studiata e riconosciuta da molti ncercatori, primi fra tuttJ da Young c coli. l r6j. Secondo questi AA. il mercurocromo uccide lo stafilococco aureo in 1 ·, alla diluizione di 1 : rooo, ed in 1 h a quella di 1: ro.ooo. dimostrando quindi una capacità antisettica superiore a quella dello stesso sublimato, che uccide lo stafilococco, alla c..liluizione dell'r o/ ou, solo dopo 5'-ro' (Kolle e Hetsch). Secondo i dati riportati da Clement (1. c.), il mercurocromo, alla diluizione di 1:5000, uccide lo stalìlococco aureo in 5' c il coliLacillo in 15' : disciolto nel sangue defibrinato nella proporzione di 1: 8ooo, uccide lo strcptococco emolitico in 40' e, nella proporzione di 1 : r6.ooo, uccide lo stesso germe in rh. Una così elevata capacità battericida, confermata anche c..la Dohi L17]. r.on è però riconosciuta da altri ricercatori. Silveira Ramos [ r8 J ha osservato, aò esempio, che soluzioni di mercurocromo r: ro.ooo sono del tutto inattivL sullo stafilococco e che, aumentando le concentrazioni, il mercurocromo (0mincia ad t'SSere attivo verso questo germe solo alla concentrazione dd l' r "/ .... : soluzioni più concentrate di 1 :400 eserciterebbero, infinc, sempre sullo stafilococco, solo un 'azione batteriostatica. Parimenti, Brili e Myers jr9l negano alb soluzione di mercurocromo 1 : TQ.OOO qualunque azione battericida ver!.o lo sc:afilococco, lo streptococco e il b. coli. Secondo Colebroock e Han (1. c.). il mercurocromo, addizionato a sangue umano defibrinato, non conferisce a! sangue in toto, nè al siero alcun potere battericida verso lo stafilococco e lo streptococco emolitico. Il mercurocromo è stato ampiamente studiato in America, dove ha trovato largo impiego pratico quale disinfettante della cute e delle muco!.<:. Molti dei ricercatori che lo hanno l>perimentato in questo senso si sono dichiarati favorevoli al suo uso, giungendo a riconoscerlo dotato di potere antisettico superiore a quello della stessa tintura dt J0dio; non mancano, per contro. osservazioni sperimentali secondo le quali il mercurocromo andrebbe relegato fra i disinfettanti della cute e delle mucose più blandi e meno efficient1. Quale mezzo di disinfezione della pelle e delle mucose, il mercurocromo
2 55
è stato sperimentato dai vari r icercatori disciolto in acqua, in alcool ed in acqua-alcool-acetone, onde sfruttare il potere dissolvente sui lipoidi di questi due ultimi veicoli . Rodriguez L20 l, che ha sperimentato sulla mucosa orale, co nclude sfavorevolmente al mcrcurocromo, la cui soluzione in acqua aJ 2% sarebbe un antisettico troppo d ebole per poter essere praticamente u!'ato. Azione un po' migliore avrebbe la soluzione al 5 % in alcool, che però fallirebbe in troppi casi per poter essere presa in considerazione agli effetti di un uso pratico, mentre migli ori risultati darebbe lo jodio al 3,5 o;,,, ed anche all'r,75 %, preferibilmente in glicerina. Secondo Gray e Meyer 12 r l, il mercurocromo costituirebbe, invece, un ottimo mezzo di bonifica dei portatori di b. difterico: con soluzioni acquose :>J 2 °1o, essi sarebbero riusciti a bonificare 88 su go portatori con trattamento durato circa una dozzina di giorni. Per quanto riguarda la disinfezione della pelle, Simmons [ 22], sulla base di osservazioni sperimentali, nega alla soluzione acquosa al 2 ~c· di mercurocromo qualunque efficacia disinfettante sulla pelle integra. Leggermente più attive gl i si sono dimostrate, invece, la soluzione al 2 '}6 in alcool-acqua-acetone e quella al 5 % in alcool; ambedue, però, sarebbero risultate nettamente inferiori alla tintura di jodio al 3,5 %. Favorevoli al mcrcurocromo sono stati i risultati conseguiti da H ill f23l con soluzione al 2 °{,, sia in acqua, sia in alcool : la soluzione alcoolica al 2 °{, che per la disinfezione della pelle è più efficace di quella acquosa, sarebbe superiore an<"he alla tintura di jodio. Reddish e Drake [ 24l hanno eseguite esperienze (Omparative fra l'azione disinfettante sulla cute del mercurocromo e que1la della titntura di jodio, applicando una cultura di stafilococco sulla pelle rasata dell'addome di un coniglio c !asciandovela per tempi variabili da ro mi ~ nuti a 46 ore : òopodichè, applicavano sulla stessa cute soluzioni al 2 % di mercurocromo in act1ua o in acqua-alcool-acetone e tintura di jodio, lasciand<,le agire per periodi di 2,5 c IO minuti: rasch.iav:mo quindi la pelle fino a farla sanguinare e, con il prodotto del raschiamento, procedevano alla semina m agar. Dagli esperimenti di Reddish e Drake risulta in complesso che il mercurocromo in soluzione al 2 °o in acqua-alcool-acetone ha un'efficacia quasi uguale a quella della tintura di jodio. La soluzione acquosa di mercurocromo al 2 '}{, è efficace 11cl trattamento delle ferite, ma per la Jisinfezione della cute essa è da considerare infer iore a quella in alcool-acqua-acetone, mancandole il potere dissolvente sui grassi di CIUest'ultima: l'applicazione per sia del mercurocromo, che della tintura di jodio, è sufficiente per la disinfezione prc-operatoria della pelle c, pertanto, tenuto conto delle obbiezioni che si muovono all'uso della tintura di jodio quale mezzo di disinfezione pre-operatoria della cute, questi AA. danno la preferenza al mercurocromo. Seott, H ill e Eli i~ 12'5 l, ~u lla base di prove da essi condotte, premessa l'inferiorità nella disinfe7ionc <Iella pelle integra della soluzione acquosa di
s',
mercurocromo al 2 /o rispetto a quella allo stesso titolo in acqua-alcool-acetone, riconoscono a quest'ultima un'efficacia uguale a <.}uclla della tintura jodio al 7 '}o nella disinfezione della cute. La soluzione al 2 '}o in acquaalcool-acetone, secondo Scott c Hill !26 J, avrebbe dato ottimi risultati clinici: essa sarebbe quindi da preferire alla tintura di jodio pcrchè, a differenza di questa, non irritante e pcrchè capace di penetrare più profondamente negl1 strati cornei della cute. In America, clove il suo uso è molto diffuso, il mcrcurocromo trovasi in commercio sotto il nome di « Mercurochrome », presentato in polvere o in tavolette, per la preparazione estemporanea delle soluzioni, od anche, pronto per l'uso, in soluzione acquosa o, per la disinfezione della pelle, disciolto al 2 '};, in una miscela di alcool a 52", acetone cd acqua contenente carbonato sodico. In Italia, il mercurocromo è stato assai poco studiato come disinfettante c, pertanto, è assai poco conosciuto sotto questo aspetto. Benigno e Santi ! -z7l hanno indagato circa la sua capacità di fissarsi ai germi sottoposti alla sua azione (stafilococco), constatando che esso si fissa scarsamente ai batteri, a differenza del metafene (altro composto organico del mercurio), il che spiegherebbe la sua minore attività antibatterica. Ll mercurocromo ha in l tali a il prodotto sìmtlare brevettato col nome di « Cmabrina », confezionato in compre~se da I grammo. La ditta produttrice lo consiglia in soluzione acquosa all'I '}o per la disinfezione delle ferite e in S(Jluzioni ptù diluite per il lavaggio di cavi ascessuali, per uso ginecologico e nel trattamento delle infezioni delle vie genito-urinarie. Il prof. Adami, dell'Istituto di Farmacoiogia dell'Università di Milano, che ha controllato il prodotto, riferisce che la cinabrina uccide in il b. ty phi, alla concentrazione eli r: 1o.ooo, il b. coli, alla concentrazione di 1 :2.500, e lo stalilococco aureo, alla concentrazione di r: 500: il prodotto sarebbe, inoltre, ass~u poco tossico (dose sicuramente letale per il topo albino mmgr. o,sof gr. per via sottocutanea). L'Adami conclude riconoscendo alla cinabrina un potere battericida si: uramente non inferiore a quello del sublimato all'I 1... , d:t lui adoperato come soluzione test, pur non presentando tutti i noti inconvenienti dci composti inorganici del mercurio.
a.
s'
Mi è sembrato opportuno studiare il potere antibatterico del mercurocromo, sia battericida che batteriostatico, e accertare se è i<.loneo al la disinfezione della cute. I contrastanti risult:ati ottenuti dai numerosi osservatori citati giustificano ulteriori ricerche intorno ai potere disinfettante di un composto, altrove diffuso, ma presso di noi prcssochè ignorato. Le presenti ricerche hanno avuto lo scopo di accertare: 1° - l'attività antibatterica del mcrcurocromo con la determinazione del potere battericida e di quello batteriostatico;
2° - la capacità del mcn:urocromo ad esercitare aziOne disinfettante sulla pelle integra. A questo scopo, ho eseguite due serie d1 ricerche, le prime " m vitro >), le seconde sulranimale e sull'uomo. Non volendo servirmi del preparato del commercio disponibile in Italia, ho adoperato mercurocromo fornitomi dal prof. Bellucci, direttore dell'Istiluto di Chimica dell'Uni\'crsità di Stena e che qui ringrazio, da lui sintetizzato nel suo laboratorio. La sostanza, in scaglie iridescenti, è facilmente solubile in acqua ed in alcool: le sue soluzioni, di un bel color rosso fluorescente, lasciavano apprezzare nettamente tale fluorescenza anche ad altissime diluizioni (r: LOOo.ooo). Ho adoperato soluzioni acquose, nelle prove tendenti ad accertare il potere battericida e (-1ucllo batteriostatico, c soluzioni in alcoolacqua addizionata di carbonato sodico, in quelle volte a saggiare la sua capacità disinfettantl: sulla pelle. 1 saggi "ono stati eseguiti con lo staphylococcus pyogenes aureus (ceppo Giorgi), l'E. coli (ceppo 17) e il h. anthracis (ceppo Preisz 125), tutti della collezione del nostro Istituto. Sono state scelte le tre specie summenzionate pcrchè sono notoriamente usate come tests nel controllo dei disinfettanti; inoltre, le prime due sono fra i patogeni asporigeni che più frequentemente albergano sulla pelle. Queste due specie mi offrivano, infine, per il loro diverso comportamento verso il Gram, la possibilità di comparare le capacità del mercurocromo nei confronti dei due grandi gruppi, dei Gram-positivi e dct Gram-negativi, che così diversamente si comportano verso gli agenti antihatterici, sia antisettici comuni che antibiotici.
1
J. - DETERMll"AZIONE DELL A'n'I\-l'rÀ ANTIBA1TERIC!'I .
A) Potere battericida. H o sperimentato con solu;r,ioni in acqua distillata di mercurocromo a diverse concentra;r,ioni, che ho saggiate, partendo dalla diluizione massima del1'·· "/oo, verso lo staplzylococcus pyogencs aureus, il b. coli e le spore del h. anthracis. Trattandosi di un sale di mercurio, l'azione del mercurocromo doveva essere determinata in confronto a quella del sublimato corrosivo, per cui le prove sono state e~eguite contemporaneamente e nelle identiche con<Jizioni sperimentali anche con soluzioni di sublinuto all' r "/ ""· Inoltre, prima della semina del materiale venuto a contatto con il sublimato, si procedette alia neutralizzazionc dell'eccesso di mercurio; analoga neutralizzazionc non è stata fatta per il materiale tenuto a contatto con il mercurocromo, stante che questo sale non dissocia mercurio libero, come era confermato dalla negatività dei saggi preliminari con solfuro di sodio e con corrente di H zS. Allo scopo di realizzare condizioni sperimentali le più verosimili cd anche le più estreme, ho proceduto nel seguente modo. Tratti di filo di cotone avvolti a spire larghe c distanziate su rugoso della lunghezza di cm. 10
bacchettine di vetro, lunghe all'incirca cm . 5, ed in modo da occupare la sola parte di mezzo di queste, !asciandone liberi gli estremi - venivano inficiati in modo massivo con brodocultura di 24 ore di sviluppo del germe in prova, nella quale le bacchettine con i fili, preventivamente sterilizzate, erano tenute completamente immerse per almeno 15 minuti: dopo dì che, le bacchcttine, afferrate- con pinze sterili venivano trasferite in tre piastre (8 per piastra) sterili, portanti ciascuna sul fondo due bastoncini di vetro posti parallelamente, sui quali le bacchettine venivano a poggiare con gli estremi liberi dal filo e a conveniente distanza l'una dall'altra. Nelle 3 piastre venivano quindi versate: nella prima, la soluzione acquosa di mercurocromo al titolo che si sperimenJ:ava; nella seconda la soluzione di sublimato corrosivo all'I "/ o(,; nella terza, soluzione fisiologica sterile. La quantità di liquido in ciascuna piastra (all'in·circa cc. 100) era sufficiente a sommergere completamente le bacchettine, le quali, essendo sollevate dal fondo delle piastre, si trovavano a diretto e completo contatto con le soluzioni in tutti i loro punti. Dopo 5, IO, IS, 20, 25, 30, 45 e 6o minuti di contatto, prelevavo da ciascuna piastra, con pinza sterile, una bacchettina, che, dopo rapido lavaggio in soluzione fisiologica sterile, trasferivo in un tubo di brodo contenente liquido culturale in quantità tale (cc. 7) che la bacchettina restasse completamente sommersa. Precedenti prove - eseguite con filo della stessa qualità, imbevuto di una soluzione acquosa ad alto titolo (IO ~; ) di mercurocromo e quindi immerso in una soluzione al IO % di solfuro di sodio- mi avevano dimostrato, con il mancato annerimento del filo, che il mercurio travasi nel mercurocromo stabilmente legato e, pertanto, nei riguardi delle bacchettine provenienti dal bagno di mercurocromo, ho trascurato di immergerle in un bagno neutralizzante prima del loro trasferimento nel brodo culturale. Nei riguardi, i n vece, delle bacchette provenienti dal bagno in sublimato corrosivo ali 'I o j oo, queste venivano prima immerse in una soluzione sterile di solfuro sodico al 0,5 % (una precedente prova mi aveva indicato questa concentrazione come sufficiente) e quivi tenute pochi secondi fino ad annerimento del filo che dimostrava l'avvenuta formazione del solfuro di mercurio; quindi venivano rapidamente lavate nel bagno di soluzione fisiologica e poi trasferite nel tubo di brodo culturale. Con una precedente prova avevo accertato che il solfuro sodico - nella concentrazione da me adoperata - non esplicava, nelle mie condizioni di esperimento, azione battericida sulle specie in prova. Per quanto riguarda, infine, le bacchettine provenienti dal bagno di soluzione fisiologica, onde restare nelle stesse condizioni di esperimento, queste venivano passate per pochi secondi in un secondo bagno di soluzione fisiologica sterile e poi introdotte nel tubo di brodo culturale::. Dopo ogni prelevamento, alla fine dei tempi già detti, ebbi cura di cambiare i bagni di lavaggio - soluzione fisiologica e soluzione di solfuro sodico - con altra soluzione sterile in nuove vaschette pure sterili. Nelle prove per la determinazione del potere battericida verso le spore
del b. del carbonchio ematico, ho adoperato soluzioni di mcrcurocromo più concentrate, saggiandole verso culture di b. antlzracis abbandonate per circa un mese in termostato a 3t· L'azione battericida di tali soluzioni di mercurocromo è stata confrontata con quella di una soluzione di sublimato al 5 o l no , anzichè all'r o l'"' come nei precedenti esperimenti. In queste prove è ~tata necessariamente adoperata una soluzione più concentrata di solfuro sodico (2 "{,), che un precedente saggio m i aveva indicato come sufficiente c priva di potere sporicida. I tempi di contatto sono stati di r, 2, 3, 4, 5, 6 c 7 ore. La lettura delle prove è stata fatta dopo incubazione a 3t per 72 ore. Onde escludere eventuali inquinamenti, ho sempre eseguito controlli microscopici del contenuto dell'ultimo tubo della serie con sviluppo microbico; inoltre, allo scopo di escludere che il mancato sviluppo nei tubi di brodo rimasti limpidi fosse dovuto ad azione batteriostatica da parte del mercurocromo, ho sempre proceduto ad un controllo sul primo tubo della serie con :\sscnza di sviluppo, seminando parecchi centimetri cubici di questo in un matraccio con roo cc. di brodo: queste culture di controllo risultarono costantl!mentc sterili. Omettendo i risultati delle numerose prove di orientamento eseguite, riporto nelle tabelle I, II e Ili solo quelli ottenuti con soluzioni acquose di mercurocromo alle minime concentrazioni capaci di esercitare azione battericida su ciascuno dei tre germi con i quali si è sperimentato. T abella 1.
A ttività battericida verso lo staphifococcas pyogenes aareas. M ercurocromo soluzione acquosa 3 °/00 • itMP l l)I CONTAT10
SOLUZIONE
l- - - - -- - -- - --
l Jo_·___45_'___oo_·_ _s_'_ __Io_•_l_1s_·___2o_·_ l__2s_·___ --
--
Mercurocromo 3 Of00 Controlli: Sublimoto corrosi,·o all'l Ofoo Soh11ione fisiologica
+
+
+
' T abella Il.
A ttività battericida verso il b. coli - M ercurocromo soluzione acquosa 4 °/ 0 0 • TEM P l DI CON l A ITO
SOLUZ IONF
5'
l IO'
15'
20'
30'
45'
fl()'
- - - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - -- - - Mercumrromo 4 "/oo Controlli : ~ublimato corro.sivo an· l o,oo !:)O)UliOn~
-
2 -
-
t
+
fi,ioJogica
a~senza
<,i,>n<~!:-
di sviluppo ;
-
= presenLa di sviluppo.
tl1 .\!t•drollol Ml!rtarr ,
+
Tabella III.
Attività battericida verso le spore del b. anihracis. Mercurocromo soluzione acquosa t o · o · I EMPI DI CON fATTO SOLUZIONE l h
2 h
3 h
'> b
6 h
.,.
t
7 h
---------------------------1·-------- ---- ---- ---- ---- ---Mercurocromo l"/.,
•
Controlli: $ublimato corro,ivo al 5 °/uo Soluzione fisioloJ.:ica .
- = assenza di svilupfl<>;
+ +
+
-r = presenz~ di sviluppo.
Dall'esame delle tabelle surriportatc, si rileva che il mercurocromo in soluzione acquosa è capace di azione battericida: -- verso lo staphylococcus pyogeues aureus, alla concentrazione minima del 3 o l ou e dopo 5 minuti di contatto; -- verso il b. coli, alla concentrazione minima del 4 ol oo c dopo 6o minuti di contatto; -verso le spore del b. anthracis, alla concentrazione minima dell'r ?{, e dopo 2 ore di contatto. Nelle identiche condizioni di esperimento, il sublimato corrosivo si è dimostrato, invece, capace di azione battericida verso lo staphylococcus pyogenes aureus e il b. coli alla concentrazione d eli' I o l ou e dopo 5 minuti di contatto; verso le sporc del b. anthracis alla concentrazione del 5o l oo e dopo 2 ore di contatto.
B) Potere batteriostatico. Il potere batteriostatico di soluzioni acquose di mercurocromo è stato determinato nei riguardi dello staphylococcus pyogenes aureus e del b. coLi. Per tale determinazione si è proceduto nella seguente maniera. Sono state allestite due serie di 9 tubi ciascuna, ognuno dei quali conteneva cc. 9,9 di brodo sterile: a ciascun tubo è stato aggiunto sterilmente cc. o,r di soluzioni di mercurocromo in acqua fisiologica sterile rispondenti alle seguenti concentrazioni: I : 10, I :so, I : roo, I : 250, I :500, I :I .ooo, :: :2. 000, I :4.000 ed I :8.ooo, in maniera che le diluizioni finali del mercurocromo nei 10 cc. di brodo risultavano, rispettivamente, di: I: r.ooo, I : s.ooo, I : 10.000, I : 2).000 1 I :50.000, I : IOO.OOO, I :200.000 1 I :400.000, ed I :800.000. I tubi di ciascuna serie - dopo controllo della sterilità, per il quale sono stati tenuti in termostato per 48 ore-- sono stati in.ficiati con una goccia di sospensione batterica, rispettivamente, di stafilococco e di colibacillo: queste sospensioni, in soluzione fisiologica sterile, erano state preparate da agar-culture di 24 ore di sviluppo di staphylococcus pyogenes aureus (ceppo Giorgi) e di b. coli (ceppo 1 7) della collezione dell'Istituto. Il controllo, per ciascuna
serie, era rappresentato da un tubo contenente lo stesso volume di brodo, che venne seminato con la stessa quantità (una goccia) della corrispondente sospensione batterica. Dopo la semina, le due serie d1 tubi vennero poste in termostato a 37" e due letture vennero effettuate, dopo 48 e dopo 72 ore: i risultati, rilevati alla prima lettura, si mantennero inalterati dopo 72 ore. Tabella lV.
Attività batteriostatica del mercurocromo in brodo estratto di carne. CONCENTRAZlONJ DEL MERCUROCROMO
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SPECIE BA TTERI CA
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B. coli
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Staphilococcu; py<l;:cnes aureus
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- = assenza di sviluppo; + = presenza di sviluppo.
l
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Dalla tabella IV si rileva che il mercurocromo in soluzione acquosa esercita azione batteriostatica sullo staphilococcw pyogenes aureus alla dilmzione limite di I: Ioo.ooo e sul b. coli a I: 50.000.
II. - CAPACITÀ PISINFETTANTE SULLA PELLE INTEGRA. Le prove tendenti ad accertare l'effettiva capacità del mercurocromo ad esercitare azione disinfettante sulla pelle integra sono state condotte sul coniglio e sull'uomo. Mi sono servito di una soluzione idroalcoolica di mercurocromo della seguente composizione: in 100 cc. di alcool etilico a 52" sono stati disciolti gr. o,I di carbonato sodico anidro e jir. 2 di mercurocromo. Questa formula è sostanzialmente uguale a quella del prodotto commerciale americano, che in più contiene acetone. L'azione disinfettante della soluzione è stata sperimentata nei riguardi dello stafilococco e del colibacillo, operando sulla pelle integra del coniglio e dell'uomo, in confronto con la tintura di jodio al 5 %, saggiata nelle medesime condizioni sperimentali. Allo scopo, poi, di valutare l'eventuale azione disinfettante del solvente, venne pure contemporaneamente saggiato l'alcool a 52" alcalinizzato con il o,T 0 {, di carbonato sodico. L'effetto battericida sulla pelle è stato valutato con la conta delle colonie sviluppatesi in agar-culture, allestite per impronta diretta sulb cute prima c dopo il trattamento. A tale scopo adoperai striscie di tela nera, tagliate in mo-
do da delimitare nettamente una parte centrale di forma rettangolare (cm. 4 per 2) con agli estremi due alette convenientemente larghe per afferrare le striscie con le dita. Le striscie di tela venivano distese sul fondo di una scatola del Petri, vi si introducevano due corte ma grosse bacchette di vetro, si ribattevano le alette delle striscie sul bordo della metà inferiore della scatola, si incartava e si sterilizzava. Al momento dell'uso, previa distensione della tela con pinze flambate e giustapposizione delle bacchette sugli estremi della striscia, versavo cc. 20 di ag,u fuso. Dopo solidif-icazione, incidevo con un bisturi sterile lo strato di agar lungo il contorno della striscia, in modo che soltanto la parte centrale di questa fosse coperta dal terreno. Questa operazione era compiuta rapidamente, tenendo sollevato il coperchio della scatola del Petri per quanto bastava. In tal modo venivo a disporre in scatole distinte di una serie di striscie di tela con una uguale superficie di semina. Al momento del prelievo del campione, aperta la scatola ed afferrata con pinze o con le dita la tela per le alette sporgenti dal la piastra, la sovrapponcvo sulla cute, tenendoveb aderente per il tempo voluto (nelle presenti prove, 30 secondi), dopo di che la riponevo subito in altra scatola di Petri sterile con la superficie ricoperta di agar rivolta verso l'alto. La lettura veniva fatta dopo 48 ore di incubazione a 3t: le colonie sviluppatesi, se non troppo numerose, potevano essere agevolmente contate con l'uso di una lente a modic:o ingrandimento, risaltando sul fondo nero della tela.
A) Eperienze sul coniglio. Sulla pelle dell'addome di un coniglio, rasata 4 giorni prima della prova, delimitavo con matita dermografica dei tratti rettangolari di cute, indi con un pennellino sterile spennellavo abbondantemente e ripetutamente la zona depilata - in modo che ne risultasse uniformemente bagnata - con una sospensione in soluzione fisiologica sterile (da agar-cultura di 24 ore di sviluppo) di staphylococcus pyogenes aureus ceppo Giorgi, tarante all'opacimetro circa 4 miliard1 di germi per cc .. Non appena la cute tornava asciutta, spenndlavo con distinti pennelli sterili le soluzioni disinfettanti in prova, badando di non superare i confini delle arce precedentemente delimitate con la matita. In tal modo, la superficie depilata risultava divisa in 4 zone contaminate in modo uguale dallo stafilococco c trauatc la pri ma con soluzione alcoolica al 2 o/c, di me rcurocromo, la seconda con tintura di jodio al 5 "{,, la terza con alcool a 52° alcalinizzato con carbonato sodico, mentre la quarta (controllo) non veniva trattata. Con questa tecnica, sperimentai su due conigli. Dopo 10 minuti, nella prima prova, dopo 5 minuti, nella seconda, calcolati dalla fine della pennellazione del disinfettante, sovrapponevo su ciascun tratto di cute trattato la superficie delragar stratificato su altrettante striscic di tela, allestendo così culture per impronta dci germi che si trovavano
ancora vivi sulla pelle. Il numero delle colonie, svi luppatesi dopo 48 ore di incubazione a 37" in termostalto, veniva determinato con l'aiuto di una lente a modico ingrandimento. I risultati delle prove sono riportati nella tabella seguente. Tabella V.
Saggio di disinfezione cutanea sul coniglio. Ttmpi di • zione del disinfettante
So luzione di mer· curocromo
Solvente del mercurocromo
Tintura di ]odio al 5%
Con trollo
in alcool alcali no (alcool a 52° alcalino) al 2%
5 minuti
-
220 colonie
-
Colonie innumerevoli
10 minuti
-
170 colonie
-
Colonie innumerevoli
B) Esperienze mll'uomo.
e na prova del tutto analoga, condotta con la stessa tecnica e secondo le stesse modalità, è stata eseguita sulla cute integra dell'uomo. A questo scopo, anche perchè ordinariamente è glabra, scelsi la superficie della faccia anteriore dell'avambraccio, operando sui due terzi prossimali. L'attività disinfettante delle soluzioni adoperate nei precedenti esperimenti è stata qui saggiata nei rigyardi solo del b. coli (sospensione da agarcultura di 24 ore del b. coli, ceppo 17, tarante circa 2.500 milioni di germi per cc.). Le agar-culture per impronta sono state rilevate da ciascuna zona cutanea dopo 5 minuti dalla fine della pennellazione della soluzione disinfettante su di essa impiegata. Dopo 48 ore di incubazione a 3t, le culture allestite dalle zone trattate con soluzione alcoolica al 2 % di mercurocromo, con tintura di jodio al 5 % e con alcool a )2° alcalino, risultarono sterili, mentre la cultura proveniente dalla zona di controllo presentò sviluppo di colonie innumerevoli. CoNSIDERAZIONI E coNcLus roNJ.
I risultati conseguiti nel corso delle presenti ricerche consentono, a m1o parere, le seguenti conclusioni: r. - Il mercurocromo si è dimostrato, << in vitro l>, capace di attività antibatte.rica (batteriostatica e battericida), verso lo staplzylococcus pyogenes aureus e verso il b. coli. L'azione batteriostatica del mercurocromo verso il b. coli si manifesta alla diluizione massima di r: 5o.ooo e, verso lo stafìlococco, alla diluizione di J: roo.ooo. Per ciò che riguarda l'azione battericida, il mercurocromo in soluzione acquosa al 3 o/ oo si è dimostrato capace di uccidere lo stafilococco
dopo 5 minuti di contatto; alla concentraziOne del 4 '1 .... , uccide il b. colt dopo 6o minuti. ln complesso, l'attività antibatterica del mercurocromo si è dimostrata maggiore verso lo stafilococco che non verso il colibacillo: ciò, a differenza di quanto avviene con i comuni disinfettanti, verso i quali la resistenza dello stafilococco è notoriamente assai maggiore di quella del b. coli. Trattandosi di germi, l'uno Gram-positivo c l'altro Gram-negativo, e tenendo presente che, secondo la teoria più accreditata, la Gram-resistenza ~arebbe in rapporto alla stabilità della combinazione che avverrebbe tra la sostanza colorante e determinati gruppi polari della cellula batterica, si potrebbe pensare similmente che il mercurocromo, a contatto con specie Gram-positive, possa contrarre con le sostan:t.e cellulari batteriche particolari legami chimici, che giustificano il maggiore potere battericida verso tali ~pecie microbiche che non verso quelle Gram-negative, inversamente a quanto di regola si osserva con i comuni disinfettanti sullo stafilccocco e sul b. coli. La soluzione acquosa r '\, di mercurocromo uccide le spore del b. anthracis dopo 2 ore di contatto. Date le concentrazioni alle quali il mercurocromo si dimostra attivo, si può giudicare il suo potere antibatterico come discreto, quantunque di gran lunga inferiore a quello del sublimato corrosivo. Questo. sperimentato nelle medesime condizioni, si è dimostrato più forte battericida verso le specie batteriche in prova, che dalla soluzione r o l·• • vengono uccise dopo soli 5 minuti di contatto, c più attivo verso le spore del carbonchio, che sono distrutte dalla soluzione 5 "l'"' dopo 1 h. 2. - L a soluzione di mercurocromo al 2 ' '.. in alcool 52" contenente il o,r % di carbonato sadico, sperimentata sulla pelle integra dell'uomo c dd coniglio sperimentalmente inficiata con grandi quantità di stafilococco o di colibacillo, si è dimostrata capace Ò1 azione disinfettante. Questa è da riferirsi in parte al solvente del mcrcurocromo. La capacità disinfettante sulla cute integra (disinfezione superficiale), dimostrata dalla soluzione al 2 "{, di mercurocromo in alcool alcalino, si può ritenere buona, pari a quella della tintura di jodio nella concentrazione al 5 " . prescritta dalla nostra Farmacopea. Si può, pertanto, concludere che la idrossi-mcrcurio-dibromofluorcsceina sadica (nome brevettato : mercurocromo) è un composto che, in soluzioni acquose o alcooliche, si mostra dotato di buona attività antibatterica. Le soluzioni acquose 3-4 ol oo di mercurocromo hanno dimostrato « in vitro )) un J:'Otere antibatterico, il quale, anche se non raggiunge i valori denunciati da Young e coli., può definirsi discreto, sebbene notevolmente inferiore a quello del sublimato 1 o l uo . Ritengo, tuttavia, che il mcrcurocromo non possa entrare nella pratica comune della disinfezione, disponendosi oggi di clisinfettanti di azionè più
rapida e di costo indubbiamente inferiore, i quali non presentano poi il grave inconveniente del m ercurocromo di essere colorato c, pertanto, dì macchiare i materiali con cui viene a contatto. Per i buoni risultati avuti in queste ricerche impiegando soluzioni alcooliche al 2 % per la disinfezione della cute, aventi attività equivalente a quella della tintura di jodio al 5 %, il mercurocromo può essere, m vece, preso in considerazione per tale applicazione, specie nella preparazione del campo operatorio. La soluzione idro-alcoolica alcalina di mercurocromo può soddisfare, infatti, i più importanti requisiti richiesti ad un disinfettante della cute: ha rapida azione battericida (5 minuti); scioglie le secrezioni della pelle e quindi è agevolata la sua penctrazione nello spessore degli strati epidermici (tale qualità è potenziata dall'aggiunta dell'acetone, presente nelle soluzioni impiegate dai ricercatori americani); evapora rapidamente; colora la pelle di un bel rosso vivo, ben delimitando il campo trattato; non è irritante nè tossica. La soluzione alcoolica di mercurocromo ovvia gli inconvenienti della tintura di jodio (azione irritante, marcata concentrazione alla periferia delle zone trattate, alterabilità col tempo della soluzione per formazione di acido jodidrico fortemente irritante c caustico) c, pertanto, potrebbe sostituire questa vantaggiosamente, anche dal lato economico, nella pratica chirurgica. Un giudizio definitivo, però, come ben si comprende, può essere dato in merito solo dali' esperienza clinica. Un inconveniente grave del mercurocromo è quello, senza dubbio, di essere colorato. Le macchie sulle biancherie, a quanto ho potuto- constatare, non sono rimosse dal << bucato )), mentre la colorazione della pelle può essere facilmente rimossa con alcool -o con acqua e sapone od anche con sola acqua tiepida. ~tAssu;:-.;,·o. - E' stato controllato il potere battericida del mercurocromo e la sua idoneità alla disinfezione della cute, impiegando, rispettivameme, soluzioni acquose ed alcooliche, le une in confronto con il sublimato corrosivo, le altre in con fronto con la tintura di jodio al 5 %. Le prove << in vitro >> furono eseguite con lo stafìlococco, il b. coli e le spore di carbonchio ematico : quelle «in vivo» (conigl io e uomo) soltanto colle prime due specie batteriche, di cui si accertò la ~op ravvive nza sulla cute, mediante agar-culture per impronta. I risultati dimostrano che le soluzion i acquose al 3-4 °/~ o e I ''<, sono molto meno atùve del sublimato corrosivo 1-5 °/ 00 ; il loro potere antibatterico dalle presenti ricerche appa re inferiore a quello denunciato da precedenti ricercatori, secondo alcuni dei quali le soluzioni acquose di mercurocromo, a concentrazioni anche minori , av rebbero ca pacità antisettica superiore a quella dello stesso sublimato. Le prove a in vivo>> hanno dimostrato che la soluzione alcoolica di mercurocromo al 2 ~:. (alcool etilico 52° con il o,x '\~ di carbonato sodico) è idonea alla disinfezione della pelle, con risultati equi\·alenti a quelli ottenuti con la tintu ra di jodio, nella concentrazione dd 5 '){_, prescritta dalla Farmacopea Italiana. Ciò conferma il giudizio favorevole al mercurocromo. quale disinfettante della p elle integra, non infe riore o, secondo taluni, superiore alla stessa tintura di jodio, espresso daUa magg10r parte dei ricercatori che hanno sperimentato in proposito, operando con
soluzioni in alcool-acqua-acetone, in un veicolo, cioè, dotato di potere dissolvente sui grassi della cute maggiore dì quello dell'alcool 52° alcalino adoperato nelle pr<"SCnti ricerche. Rispt:tto alla tintura di jodìo, il mercurocromo ha il vantaggio di non essere ìrri tante, di non alterars i con l'invecchiamento e del modico costo: ha lo svantaggio dì essere colorato, per cui macchia le biancherie. A parere dell'A., il mcrcurocromo è cons:gliabile come disinfettante d ì uso chirurgico, per la disinfezione del campo operatorio.
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ISTITUTO DI FARMACOLOGL\
DELL'CNI\"I'RSIT \
DI CATA:-IIA
Dtrcuorc: Prof. G. s .,.',FILIPI'O OSPEDALE MILITARE PRIKCIPALE DI NAPOLI
Direttore: Te n. col. ùott. R. SQUILI Al'IOTI
SULL'AZIONE FARMACOLOGICA DI ALCUNI DERIVA TI DELLA CANFORA A FUNZIONE OSSIMMINICA .,. S. ten. òon. G\J.1A"o D1 M,c.c.to , .t~sistc nrt.
J - 1::-.ITRODUZIO!':'E E SCOJ>o DEL LAVORO. E' noto che la struttura chimica dei composti naturali della serie terpenica è riferibilc allo scheletro del cicloesano c precisamente a quello dcll'r-metil-4-isopropilcicloesano o p. mentano:
E' altresì noto che la canfora, derivato ossigenato di tale tipo fondamentale, è - come ha dimostrato per primo e con esattezza Bredt - un chetone saturo biciclico, risultante dall'associazione di un nucleo esamctilenico e di uno pentametilenico, aventi in comune quattro atomi eli carbonio: CH>
l
H,C. - - C - - C H,
l ~c-{ -cH, l
H1C - -(H- -CO
Numerosa è la letteratura sulla canfora, sui suoi succedanei c su alcuni suoi derivati (canfosulfonato sodico, canfocarbonato di ammonio e di sodio, acidi solfonici della metilcanfora). • Comunicazione (atta al IV Congresso della Socict:1 Italiana di farmacologia (Roma, 23-24-25 ottobre 1947), con presentazione d i tracciati.
Riguardando la struttura carbometilenica della canfora, la preparazione dei suoi derivati va inquadrata nell'ordine delle possibilità teoriche di reazione che la molecola offre e per le quali entra in gioco ora la sua funzione metilenica, ora la sua funzione chetonica. Fra i prodotti di arrivo un interesse particolare rivestono quelli a funzione ossimminica, che, noti da tempo chimicamente, risultano farmacolo&icamente pochissimo ~tudiati : J'isonitrosoderivato o a:-nitrosocanfora :
-C- NOH
l
-CO il chetossima o canforossima: -C H ~
l
-C = NOI-I il diossima: -C = KOH
--C= NOH L a funzione ossimmimca - com"è noto - è salificabik, poichè presenta sia il carattere acido che quello basico; infatti, dci composti su descritti si conoscono i rispettivi sali alcalini ed i cloridrati. F inora, tutti gli autori, che si sono occupati dello studio dei derivati della canfora, hanno afTrontato il problema con l'intento di trovare il deri vato idrosolubile. Anche i composti a funzione ossimminica potrebbero essere considerati sotto questo punto di vista, in quanto essi, per le proprietà del gruppo isonitroso, salificabile, rientrano fra i derivati solubilizzabili. Ma altri lati dell'argomento - c non ancora messi in evidenza - mi :>embrano d'importanza più spiccata, sia dal punto di vista farmacologico, sia per considerazioni d'ordine chimico ed è questo credo - che dà l'aspetto nuo"o et! interessante al problema. E' noto che chimicamente il nitro~ogruppo N=O (o nitrosi lgruppo), monovalcntc, può essere legato ad un C o ad un N (nitrosarnminc). Per il differente orientamento dcsmotropo, che può assumere tale gruppo, sono teoricamente possibili diver~i tipi di composti :
- CII-NO I Veri nitrosoJ~rl\ ati
- C -=NOB
l
II l sonilro•odtri\·ati
- C-Nll
l\/ O
lll
OssimminoMri\'ati
•
La nitrosazione agli atomi di carbonio dà ordinariamente composti non del tipo I, ma dd tipo II (derivati idrossilamminici, ossime). In natura sembra esista una spiccata difficoltà per la formazione del \>CIO nitrosoderivato (Mejer) I l' per quanto sia pure nota (Pilotj, Schmidt) [ 2, 3], la preparazione di veri nitrosocomposti, suscettibili di trasformarsì, poi, facilmente nell'isonitrosoderivato:
r
E' ammissibile, ed anche probabile, che = NOH si formi in via biologica. In tutti questi tipi ritroviamo, chimicamente, sempre l'identica quantità con formule delle stesse dimensioni. Ora, accingendosi allo studio biologico di composti a funzione ossimminica non si può prescindere dall'esame delle possibilità steriche dell' amminogruppo, anzi è questo che orienta l'impostazione dcll'argo~1ento. ll lavoro, così, viene ad essere fondato sulla strutturistica del gruppo funzionale NOH. E sarebbe già sufficiente, a mio avviso, questa considerazione per giustificare in pieno il lavoro farmacologico. Infatti, è noto che ia diversa configurazione intramolecolare di una funzione può condizionare una diversa azione farmacologica, per lo meno quantitativamente. Così, sostanze quantitativamente uguali per formula chimica greggia e simili per caratteri esteriori, possono essere biologicamente diverse per solubilità nel siero, capacità di assorbimento, solubilità nei lipoidi, potere di penetrazione nel le cellule, aggredibilità da parte dei fermenti. Esempi si hanno per l'adrenalina, l'atropina, la canfora, la psicaina. Ora, tale differente comportamento biologico, apparentemente strano, non potrebbe essere altrimenti giustificato. Dal punto di vista chimico - com'è noto - è svelabile solo l'aggruppa· mento in toto, che noi rappresentiamo in questa od in quella forma, che meglio può tradurre l'immagine grafica di una determinata reazione. Non possiamo stabilire che si tratti rigorosamente di una data forma sterica, ma solo di varie, possibili forme, possedenti, d'altra parte, tutte l'identica grandezza. In via biologica può rilevarsi tale differente posizione spaziale della molecola col manifestarsi di una particolare attività farmacodinamica. A diverso orientamento sterico di un gruppo funzionale, quindi, può corrispondere un diverso indicatore farmacologico. Per i composti ossimminici della canfora, pertanto, l'interesse è già dato, in modo abbastanza evidente, da queste considerazioni, a parte l'importanza propria del radicale canforico e dell'intera struttura de11a molecola.
Così, l' :x-nitrosocan fora, -C = NOH
l
-CO proprio per l'aggruppamento NOH, caratteristico dell'acido nitroso c dell'acido nitrico, merita uno studio farmacologico particolare, per il fatto che sostanze contenenti tale gruppo o il gruppo - NO, suo isomero, manifestano, di regola, azione ipotensiva. Per tale farmaco, quindi, è da prevedere tanto l'azione cardiocinetica propria del radicale canforico, quanto l'azione generale vasodilatatrice e perciò ipotensiva, dci composti derivati dali 'acido nitroso e nitrico (nitrito d'amilc, nitroglicerina). Farmacologicamente, ancora, è interessante uno studio sistematico e com· parativo sull 'azione dell'ossima della canfora, sostanza molto simile all'isonitrosoderivato, ma da cui differisce sostanzialmente per l'assenza della fun · zione chctonica: -CB .,
l
- C = NOH
L'interesse è notevole, poi, anche per il diossima della canfora, composto che possiede contemporaneamente, al metilene e al chetogruppo, la funzion e ossimmm1ca: -C = NOH
l
-C = NOH
Soffermandosi a considerare la struttura di questi composti, un rilievo si presenta subito e che mi sembra di una certa importanza: la possibilità, di tali composti, per il fatto che recano funzioni chimiche libere attive, a pervenire a composti ciclizzati, con un eterociclo, cioè, legato alla molecola della canfora. Dal diossirna, pertanto, è prevedibilc, mediante ciclizzazione, la l:ormazione di un furazano. Si avrebbe un composto con l'anello furazanico « nella >) molecola della canfora, saldato alle sue due funzioni, chctonica e metilenica: -C= NOH
l
-C= NO H
--)
-C =N-....
O+ 1~0
-c =N/
E' la prima volta che ci si affaccia in questo nuovo campo della Farmacodinamia e credo anche della Chimica Farmaceutica: campo assoluta· mente inesplorato dall'indagine sperimentale c di cui ora, per la prima volta, - in sede di Congresso - si tenta la possibilità teorica.
La questione non va riguardata ed affrontata soltanto come problema farmacologico, ma penso che rientri anche tra i problemi pratici terapeutici. La nuova serie di derivati lascia prevedere sostanze dotate dell'attività fondamentale della canfora c recanti l'azione fisiologica caratteristica del!' eterociclo inserito.
li - RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ED OGGETTO DELLE MIE ESPERIENZE. Con questo primo gruppo di ricerche ho voluto prendere in considerazione lo studio farmacologico dell'ossima della canfora, proponendomi di pas· sare, in un secondo momento, a quello dell'isonitrosoderivato c del diossima. La canforossima, nota da tempo chimicamente, risulta poco studiata dal punto di vista farmacologico. Le scarse notizie, esistenti al riguardo in letteratura, sono discordi e contrastanti. Zehner [ 41, che si è occupato per primo dell'azione della canforossima, ha constatato che questa sostanza determina nelle rane soltanto rigidità muscolare. Paschkis e Obermejer [5], invece, hanno osservato il manifestarsi di fenomeni convulsivi . Successivamente Jacobi, H ajaschi e Szubinskj r6l hanno dimostrato che l'azione della canforossima si manifesta con modalità clifferenti secondo la varietà delle rane e precisamente con rigidità muscolare e paresi centrale nella rana temporaria (mg. 0,24 per gr. di p. c.) e con fenomeni convulsivi nell'esculenta (mg. 0,2-0,9 per gr. di p. c.). Più tardi Fujitahi f7] osservò che l'ossima della canfora deprime, negli animali a sangue freddo, gli apparecchi terminali nervosi motori in modo simile al curaro cd avvelena direttamente i muscoli scheletrici, diminuendone l'eccitabilità. Nei mammiferi la somministrazione di canforossima, per os, alla dose eli gr. o,o8 per kg. di p . c. determina violente convulsioni e la morte degli ammali dopo 6o'. (Zehner, Paschkis, Obermejer, Jacobi e coli. rda 8 a I I J). H ajaschi [ 12 J ha rilevato che la canforossima, alla dose di gr. o,o32 per kg. di p. c., per os, in soluzione gommosa calda, determina, nei conigli, ipotermia, senza provocare fenomeni convulsivanti, che, invece, compaiono elevando la dose a gr. o,o8 per kg. e si intensificano dopo gr. 0,224 per kg., culminando con la morte degli animali dopo circa 6o' dalla somministrazione. L 'A. ritiene che non si tratti di un'azione elettiva sul centro termico, ma di profonde modificazioni del metabolismo, con collasso generale. Questi i riferimenti bibliografici di immediata e stretta pertinenza all'oggetto delle mie ricerche. Però ritengo doveroso ed interessante citarne Jegli altri, che, pur non riguardando direttamente la canforossima, mi sembrano concettualmente i più vicini ed affini all'argomento da mc considerato e per importanza di risultati ottenuti meritano il dovuto rilievo.
Rimini e Baldoni lr3], richiamando le ricerche di Zehner, hanno indag:lto l'azione della pernitrosocanfora:
-C = N20z
l
-CH2 cd hanno constatato che questa sostanza è paralizzante negli animali a sangue freddo e convulsivante nei mammiferi. Per quanto riguarda la preisionc: arteriosa hanno osservato che essa non vjene influenzata. Aiazzi Mancini l 14], con uno studio sistematico, ha eseguito Importanti ricerche sull'azione farmacologica della sodio-nitro-canfora:
-C = NOONa
l
-CO ed ha rilevato che essa è paralizz~mte negli animali a sangue freddo, ma non determina azione curarica. Negli animali a sangue caldo ha osservato fenomeni di eccitamento ed accessi epilettiformi. Per quanto riguarda la pressione ha constatato ipertensione. Il Mascherpa [ rs J, con una serie di interessanti ricerche, ha indagato profondamente l 'azione farmacologica del chetocineolo: c•, l (
H, t
H,c
l
o
l
((
(H
o
ed ha constatato, in particolare, che « la funzione eterea intercalata nel ponte:, esalta lievemente l'azione della canfora sul sistema nervoso centrale, ma non la muta affatto qualitativamente (paralisi a tipo curarico negli anfibi, accessi epil:ttiformi nei mammiferi) ». A parte l'esiguità dei dati sperimentali sulla canforossima riferiti dalla letteratura, non mi risulta, in modo particolare, che siano state eseguite ri~erche allo scopo di indagare l'influenza di questa sostanza sul circolo sanguigno. Questo punto mi sembra specialmente di interesse non trascurabile. E' noto, infatti, che l 'azione caratteristica c specifica del nitrogruppo è quella vasodilatatrice. Per quanto rit,ruarda il suo meccanismo d'azione, Ha! dane e Marshall [ r6] ritengono che tale gruppo agisca direttamente come tale, mentre Locw l 17! ammette che da e~so si origini, per riduzione nell'organismo, il corrispondente amminogruppo, che sarebbe il responsabile di f'l')tevoli moJificazioni chimiche del protoplasma.
273 Gli ossirnminocomposti, il cui gruppo attivo è = NOH, vengono decomposti nell'organismo, secondo Bonfred [ r8], o nelle corrispondenti aldeidi ed idrossilammina, oppure ossidati, con conseguente formazione di nitriti. Anche l'azione dell'idrossilammina è da riferire, secondo Bin1. r9l, in parte alla formazione da essa di nitriti, mentre Loew [ 20 l ritiene che essa, a causa della sua facilità di reazione con i gruppi aldeidici, agisce come cosiddetto veleno sostituente. Secondo Raimundi e Bertoni r2r l essa è un veleno molto energico, che provoca prim:1 eccitamento e poi collasso con sintomi d1 soffocazione.
r
III - PARTE SPERIMENTALE - RISULTATI OTTENUTI. Con questa prima serie di ricerche ho voluto indagare l'azione generale e sulla pressione arteriosa della canforossima. Tale sostanza l22] ed il rispettivo cloridrato l23J sono stati da me preparati secondo i dati della letteratura, adoperando prodotti purissimi per analisi. Le sostanze ottenute sono state, poi, ripctutamente ricristallizzate. Gli esperimenti sono stati eseguiti su cavie e topi bianchi, di peso medio, a cui iniettavo, sottocute, la sostanza sciolta in olio di mandorle, a diverse concentrnioni. Per quanto riguarda l'azione sulla pressione arteriosa, le inda· gini sono state condotte su cani di peso medio di kg. 7, in narcosi cloralosica, cui iniettavo la canforossima sotto forma di cloridrato. La pressione è stata segnata alla femorale. Come controllo ho adoperato altri lotti di animali, cui iniettavo, con la stessa tecnica, l'equivalente quantità di canfora. Con gli organi, prelevati dagli animali intossicati con dose letale o di canforossima o di canfora, ho eseguito i preparati istologici. Ho potuto constatare : 0 I che la canforossima, iniettata in soluzione oleosa, sottocutc, alle cavie, alla dose di gr. o,oo32 per gr. Joo di p. c., quantità calcolata secondo i dati riferiti da Hajaschi [ 24l, non determina nessun fenomeno degno di rilievo; 2 • - che solo raddoppiando tale dose cominciano a manifestarsi fenomeni tossici (dispnea, tremori, retropulsione, cloni del capo), che scompaiono completamente dopo circa 3o'; nei topi tali fenomeni sono meno accentuati; 3"- che questa sostanza, iniettata alla dose di gr. o,oo8o per gr. 100 di p. c. nelle cavie, determina, dopo 10' dall'iniezione, irrequietezza, retropul· sione, cloni del cap..'>, attacchi convulsivi, che si ripetono ad intervalli. Dopo circa 90' le convulsioni diventano violente e continue e l'animale muore, in preda ad esse, per paralisi respiratoria prima e cardiaca dopo; 4o - che la medesima dose di sostanza, iniettata nei topi, determina gli stessi fenomeni tossici generali, ma meno intensi e che l'animale riesce a superare, ritornando allo stato di normalità dopo 90';
5o - che la canforossima, alla dose Ji gr. o,o3oo per gr. 100 di p. c., nei ratti, determina la morte; 6° - che la canfora, invece, iniettata con la stessa tecnica, alla dose di gr. 0,0072 per gr. 100 di p. c. - quantità corrispondente a gr. o,oo8o di ossima - nelle cavie, determina aumento dell'eccitabilità riflessa, tremori, cloni Jel capo, però manca lo stato convulsivo, come si osserva dopo iniezione di canforossima . Dopo 90' gli animali ritornano perfettamente normali; 1- che iniettando la canfora nei topi, alla dose di gr. o,o271 per gr. roo di p. c.- corrispondente a gr. o,o3oo di ossima e fino alla dose di gr. o,o6oo per gr. 100 di p. c. -si osserva aumento dell'eccitabilità riflessa, irrequietezza, retropulsione e cloni. Manca il vero quadro convulsivo. Dopo 120' gli animali ritornano perfettamente normali; go - che l'esame istologico, eseguito sugl i organi degli animali intossicati con dose letale di canforossima, ha fatto rilevare una notevole vasodilatazione. Questo reperto era accentuato a carico del fegato e specialmente a carico delle vene centro-lobulari epatiche, con particolare evidenza per i lobuli della parte interna del fegato, nei quali si osservava enorme dissociazione delle trabecole, nel senso che le fessure tra di queste erano aumentate di amptezza. Negli animali, invece, intossicati con dose letale di canfora si ~ono osservati soltanto fenomeni congestizi; 9o - che la canforossima, iniettata sotto forma di cloridrato, alla dose di gr. o,o2 per kg. di p. c., nei cani, in narcosi cloralosica, determina norevok ipotensionc, del valore di 15 mm. di Hg. IV - CONCLUSIONI E CO~SIDERAZION I. Dalle esperienze eseguite si rileva che: 1 ' - la canforossima, iniettata, sottocute, n egli animali a sangue caldo, provoca fenomeni convulsivi per dosi di cui i'cc-1uivalentc in canfora provoca solo fenomeni d'eccitamento; 2 ° - che si riscontra un diverso grado di sensibi lità della spwe animale verso tale ossima, in quanto i topi si mostrano più resistenti delle cavie; 3° - che questa sostanza, iniettata per via endovenosa, determina energica e persistente azione ipotensiva, il che è da riferire, con grande probabilità, alla vasodilatazione periferica, come del resto è stato messo in evidenza dal reperto istologico. I Io in corso esperienze allo scopo di eseguire uno studio sistematico sull'attività di questo composto c di stabilirne il meccanismo d'azione. La constatazione dell'azione ipotcnsiva, che ha corrisposto pienamente alle previsioni teoriche, mi sembra il lato più interessante dell'argomento, specialmente se si pensa che quest'azione, a parte il !>UO interesse scientifico, potrebbe essere suscettibile di applicazione clinica.
2 75
Questa considerazione e la possibilità, che ne deri\'a, credo possano rivestire carattere di rilievo particolare, oggi specialmente che farmacologi e clinici tendono al fine comune, che è la terapia. Le teorie sulla costituzione molecolare offrono applicazione alla preparazione metodica e ragionata dei farmaci sintetici. La Farmacodinamia e la F armacoterapia possono considerarsi come risultanti dall'associazione dell'analisi e della sintesi. L'analisi trova gli aggruppamenti attivi, la sintesi costruisce il Lumaco con criterio, la chimica biologica, studiando la cellula, aiuta la fisico-chimica e spiega la specificità farmacodiaamica. L'armonica unione di es:.c sancisce una grande frase di Paracelso: « [] corpo umano è una combinazione di sostanze chimiche; esso, dunque, non può essere guarito che da sostanze chimiche n . RIASSUNTO. - L'A. ha esposto il notevole interesse, scientifico e pratico, che presenta lo studio dei derivati della canfora a fun:tione ossimminica, sia per l'importanza fJrmacologica del gruppo isonitroso come tale, sia per l'intera struttura della molecola canfo· azotata. Ha rircrito, poi, i primi 1isultati di esperimenti da lui condotti allo scopo di luciagare l'azione generale della canforossima ed ha messo in evidenza come queste ricerche si prestino ad uno sviluppo considerevole ed aprano un nuovo campo all'indagine farmacologica.
BIBLIOGRAFIA Die ~1ethoden der org. Chemie, Leipzig, IV, 51, 1941. PlLOTJ 0., citaro da Houben J.: ibidem. 3· ScHMWl' J., citato da Houben J.: ibidem, pag. 52. 4· ZEH:>~ER, citato da Jac.obi C., Hajaschi H. c Szubinski, Arch. f. exp. Phath. u. Pharm., so, 199, 1903· 5· PASCR1S c OsER.\IEJFR, citati da Jacobi C. e coli., loco citato. 6. JACOBJ C., HAJASCJll Il. e SzUBmSRI, loco citato. 7· FUJlTA:--tl J.: Arch. lntcr. de Pharm. et de Ther., 16, 273, 1906. 8. a 11. ZuuNER, PAsCK1S, 0HERMEJER, )ACOBl c coli., loco citato. r2. HAJASCJll H.: Arch. Intc.:r. de Pharm. c.:t Jc Ther., 50, 247, 1903. 13. RIMI!' l E. e BAL00!-.1 A.: Arch. Farm. Spcr. Se. Aff., I, 130, Ig<l2. 14. AlA7.ZI ?o.iA:-:ci:-<r :\l.: Arch. Tnrer. dc Pharm. et dc Ther., 30. 385, 1925. 15. Nl.ASCIIERr\ P.: Arch. Imer. de Pharm. et de Thcr., 36, 81, 1930; 39, 119 e 129, I9W· 16. HALDANE e MARSHAl.l., citati da Friinkcl S.: Die Arzncimittelsjnt. Berli n, So, 1900. 17. LoEw 0., citato d::t Friinkel S.: ibidem, pag. 82. u.l. BONFRr;o, citato da Friinkel S.: ihidtm, pag. 72. 19. BINz, titato da Fr:inkel S.: ibidem, pag. 72. 20. LoEw 0., citato da Friinkcl S.: ibidem, pag. 72. 21. RAIMU~r>l e BERTOJ:...,, citati da Friinkd S.: ibidem, pag. 72. 22. VANII"O L.: Hand. der pr~ip. Chcmic, Stuttg:1rt, 36r, 1923. 23. AuwERS K.: Ber., 22, oos, rS89. 24. NAGELI E.: Ber., r6, 2981, 1 S83. 25. HAJASClll II., loco citato. I. MEJER V., citato da Houben J.:
2.
3 -
Giorna/~ di .\fdiàna .\fi/if,zr~.
OSPFD... LE MILITARE [)J PADOV.\ Direttore: Ten col. mcd. tlolt. GtnEPPE Sc lltllKU
SU DIECI CASI DI TUMORE BENIGNO DELLA MAMMELLA MASCHILE INSORTI DOPO INIEZIONI DI VACCINO POLIVALENTE T.A.B.te. S, tcn. med. ùi compi. F. ARC.~:-<l'IUU, aiuto rtpartt.. chorurg1J
La relativa rarità delle affezioni neoplastiche benigne del :~cno dell'uomo in con(ronto a quelle sirnilari femminili c alle neoplasic maligne del medesimo organo, e, soprattutto, 1l presumihik agente determinante mi hanno indotto a rendere noti dicci casi di tumore benigno della mammella maschile, occorsi alJa mia osservazione c cura durante il servizio da me pre.,rato presso i Corpi e presso l'ospedale militare di Padova. CASO
x.
I.
Serg. S. B. del D. M. di t.lamova, di anni 31, 111 btg. Portuale, Napoli. Gentilizio negativo. \'accinato contro il tifo-par:nifo nel febbnio 1945. Dopo circa tre mesi lamenta una semazione di molestia e indurimemo alla mammella simstra, ove è apprezzabile una tumefazione della grandezza Ji una noce al guadrant<.: supero esterno, mobile sui piani sonostanti, facente corpo con la ghiandola mammaria. Non reazione delle catene lintoghiandolari satelliti. Asportata la mammella in toto, l'esame istopatologico eseguito pre~so l'Jstituto di Anatomia Patologica di 1'-:apoli dimostrò trat tarsi dj un " adenolibroma pericanaiicolare •>. CASO N. 2 .
Sold. A. S. di Avellino, di anni 26, Ili btg. Portuale, j\;apoli. Dopo ci rca cinque mesi dall'ultima iniezione di vaccino poJi,·alente T.A.B.te, incominciò a norare la presenza di un:t tumefnionc abnorme :~Ila mammella sinistra, accompagnata da senso di tensione e molestia. Obbietti\·amente rilevasi rumehzione della grandezza di una noce, di consistenza dura, facente corpo con la ghiandola mammaria, senza reazione locale nè linfoghiandobre. A massa totalmente asportata, la tumefazione risultò essere un « fibr;ladenoma ~cmplicc " · CASO N.
3·
Solcl . V. B., di anni 25, d:t C:tmpobasso, 5" compagnia di sanità, Pado,a. Alla distanza di circa un anno d:tll'uhima iniezione eli vaccino polivalente T.A.B.te, cseguiL.1 in sede mammaria, incominciò a lamentare una semazione di fastidio alla mammella sinistra, c notò un indurimento in ~eno ad essa. Obbietti,amentc si rilcY:J una tumefazione della grandezza di un'avellana, facente corpo con b ghiandola mammaria, mobile senza reazione della catena linfatica satellite. All'esame istopatologico eseguito pres~ il I<X·ale L.A.R.M.O.S., n. 2667 del 20 no· vembrc 1946, tale tumefazione risultò trattarsi di un «adenoma benigno ».
277 CASO r-. 4· Reduce Z. L., di anni 33, D. M. di Treviso. Subì ,·arie ,·accinaziom, l'ultima delle quali in Russ1a nd 1942 dopo di che Yenne fano prigioniero. ~on lamentò mai traumi al seno. Rimpatriato per altra malattia, rife. n'>Ce d1c ùa vario tempo, non ~a precisare da quando. notò che b mammella sinistra si pre~enta più prominente della destra, c.: aHene una sensazione d1 fastiùio al contatto Jegli inùumcnti. Obbiettivamcnte nota~i, infatti, un maggior d isegno del seno sinistro prodotto <la una massa della grande7.za di un mandarino che ingloba tutta la ghiandola mammaria c si estende anche oltre, 110n prendendo, però, contatto con i tessuti profondi nè producendo reazioni linfoghinndnlari. A mammectomia totale: eseguita, l'esame istologico (n. z88/43 del 16 aprile 11)47 del L.A.R.M.O.S. di P:1dova) rivelò tranarsi di un << hbroadenom::J semplice " · c,~o '~· 5·
Sold. D. P. F., dt a nni 21, della 2" comp. anicri " ~oll-!ore ''• \ ' ittorio \'encto. Una sorella operata per adenom.1 mammario. Yaccin,Ho nel mMzo •947· Dopo circa sc1 mesi incominciò ad aHcrtirt modio dolori tralìui' i Jlla mammdla sinistra, che ha nmato c~scre aumentata di volume. Ohbicrrivamcmc rilevasi una piccola massa modicanwlltl' dolente al qu;Jdrantc ~upero e~terno del seno sinistro che pr~:ndc contatto con la ghiandola mammaria, non adcn:ntc ai piani profondi. Assenza di reazione linfoghian dolarc.:. All'esame istologico, b massa a~portata risultò cs,crc (rt·pcrto n. 749 del 28 novembre 1947 del L.A.R.~f.O.S. di Pado,·a) un " fibroma ~u terreno di mastite semplice >•. CASO 'l. 6.
Sold. G. P., di anni 21, 33' rgt. art. " folgore "• PaJo,·a. Gentilizio completamente ncgauvo per ereditarietà c leswni traumatiche pregressc. Dopo circa sei mesi daU'ultima inic7Jonc di vaccino poli' a lente T.A.I3.te, incominciò ad avvt!rtire la presenza di una piccola m::Jssa al seno destro, che gli produce modici dolori traliuivi e sensazione d i fastidio al cont::Jtto con gli indumenti. Obhiettivamcntc: tutta la ghi:1ndola mammaria destra appare di consistenza d ura, dolente, scnz::J alcuna reazione locale linfoghiandolare. Mammcctomia totale, c, all'esame istologico, l'organo risu lta essere invaso (reperto n. 559 del 23 [cbbraio 1948 del L.A.R.M.O.S. di Padova) da un « fibroadenoma attivo ». CASO~. 7·
Sold. D. M., di Chieri, di anni 23, 184° an. " Folgore ••. Pordenone. Nessuna lesione traumatica prossima e remota. Dopo circa 4 mesi dall'ultima 1111et ione di vaccino misto T.A.U.te, incominciò a lamentare la presenza nel seno sinistro di una massa della grandezza di una nocciola, che si apprc.:za palpatoriamente come dura, clastica, modicamente dolente, spostabilc su i piani proronc.li, debolmente aderente al capezzolo. Istologicamcnte, wlc tumefazione risultè> (reperto n. 637 de l 1° maggio T948 dal L.A.R.M.O.S. di Pac.IO\':J) essere un « fibroadenoma semplice>>.
CAso K. 8. Sold. C. M .. di anni 22. da Spoleto. 59" rgt. famcria. \!eme. Dopo circa tre mesi dalla terza iniezione di vaccino poJi,·alt'nte T .. \.B.tc. incominciò :1 notare che l::1 mamnwlla ~i111:.tr.1 si presenta,·a lic' cmcntc p1ù grande della corn spcttl\·a destra e notò in seno ad c~sa una massa dura, che gli produce dolore alla palpa-
zione come rilcvasi anche obbiettivarncnte. L'esame istologico esegutto sul pezzo asportato (repeno n. 722 del 17 luglio 1948 del L.A.R.~I.O.S. di Pado,·a) ci confermò la diagnosi di « fibroma semplice». CAso N.
9·
Solù. M. V., di anni 22, di Avellino, rgt. « Garibaldi "• Pordenone. Nessuna lesione traumatica nel gentilizio. Dopo quakhe mese dall'ultima tntcztone di vaccino misto T.A.B.te, incominciò ad avvertire una sensazione di fastidio e molestia al comano degli indumenti in corrispondenza della mammella siniwa, <: notò, in seno alla ghiandola, la presenza di un corpo duro, che obbietti,·amente rilevast aderente al capezzolo, dolente alla palpazione, senza alcuna reazione linfoghiandolare. Mammectomia totale e all'esame istologico (reperto n. 733 del 24 luglio 1948 del L.A.R.M.O.S. di Padova) tale massa risultò essere un '' fibroadenoma semplice>>. CASO N. IO.
Sold. B. L., di anni 22, di Salerno, rgt. « Garibaldi "• Pordenone. A circa tre mesi d:tll'ultirna iniezione di vaccino polivalente T.A.B.te, notò che in corrispondenza della mammella sinistra si veniva sviluppando una massa dura, dolente, che palpatoriamente si apprezza della grandezza di un uovo di piccione, di consistenza dura-elastica, spostabile sui piani profond i c modicamente su quelli superficiali, non producente reazioni locali n~ linfoghiandolari. L'esame istologico a mammectomia eseguita, ci confermò la diagnosi (reperto n . 754 del 6 agosto 1948 del L.A.R.M.O.S. di P:1dova) di c< fibroma semplice>>.
Le affezioni neoplastiche del seno maschile costituiscono, ancor oggi, un raro c interessante reperto operatorio, c sono rappresentate da un lim1tato numero di osservazioni, come si può ricavare dalle principali stati~tich e, segnate nelle seguenti tabell e, in cui i tumori mamma ri maschili sono tratti dalle osservazioni complessive dei tumon dell'organo nei due sessi : Tabella N. J.
AUTORE
Neoplasie della mammella
~lolhcr
16.594
Augcr Dargent c Mayer Borghetti c De Gas peri ~ 1928-193!!) Polizzi . G r~·c nough, Canning Joanas Fan uno Fiori Dennis V;l ndcrvn Id Centro tliagno~tico tli Firenze della Lega contro il Can<:ro (1931) .
9.75°
Neopla~ie
della mammella maschile
1.436 654 420
417 260
228 200
2
166
95
2
2 79
Hagcdorn dichiara the, in 30 anni di esercizio professionale presso l'Ospedale di Magdeburg ebbe una sola volta ad intervenire per neoplasia mammaria maschile. Altri AA., riportando dati percentuali, segnano nelle loro statistiche; per l'affezione in esame valori come: Emanuel o,o4 ":,, Roffo 0,34 "., , Colcy 0,50 "(. , Williams 1,2 %, Pa1ermo 1, 36 o 0 , Bussa lay 2 "'.. , ,. ' Ylltlerrez e Monserrat 2,1 o ' c·10 ffì 3·75 "',, , Fridier 4'\,, Mulleder 5,1 ~o , Burow 8,4''~ , Collignon dall'r % al 6% di tutti i tumori del seno riscontrati. Dalle osservazioni complessive si può, quind1, dire, riguardo alla frequenza, che il rapporto tra i tumori della mammella maschile e quelli ddla mammella femmini le mcilla tra valori di c,so'}.. e 1,5o';.. . La maggiore percentuale dei tumori del ~eno maschile è data da tumori maligni c tutti gli AA. insistono sulla rantà delle affezioni neoplastiche benigne di questo organo. Riporto, nella tabella n. :;ò, i valori ragguagl1ati tra tumori maligni c tumori benigni del seno dell'uomo da cui chiaramente risulta l'esigua osservazione di quest'ultimi. t) ,
Tabella N. 2.
A l J T\.) l~ E
Tumori maligni
Tumori benigni
maschil t
del seno maschile
del seno
1- - - -- - - - - -- - - - - -- - - -- - - '.-- Palerm0
753
Molhcr . Billonh .
248 92
Williams OargenL c Maycr Clinica chirurgica di Roma ( IRR)-HJ28) Augcr . Polizzi . Gutièrrez e Mon~crr;lt Cadore . . . . . . . . Centro diagnostico di Firerue tlella Lega contro il Can-
cro ( 1931) . Basile Giacobbe.
.
.
.
.
.
.
.
.
'9 l()
rI
13 12
8
3 3
3
. 4
Discordano, da questi dati, le opinioni di Andrews e Kampmeier, Pinson Mcal e di Franco, i quali avrebbero rcgi~trato nelle loro statistiche un numero maggiore di tumori benigni in confronto a quelli maligni. Fra i tumori benigni rlclla mammella dell'uomc. predomina l'adcnofibroma : sono stati, però, descritti anche ;:ìbromi (Gangolphc, Virchoy- Poulsen- Palermo), e adenomi puri (Krawtscltenko, Romcre), lipomi (Torraca, Turner, Delage, Masseblau), angiomi (Baianli, Colzi), fibra-angiomi (Berti,
De Poi), miomi (Virchow), adenomiom1 (Mtiller), mixomi (Daniel), cilindromi (Micheli), fibro-adeno-mixo-miomi (Razzaboni), papillomi del capezzolo (Lanziìlo). Riguardo al lato più frequentemente colpito, quasi tutti gli AA. denunciano il lato destro, perchè, forse, più esposto .ti traumi c microtraumi professionali (Murphy, Griffith, Spced, ecc.) che vengono maggiormente ritenuti responsabili di queste forme. Infarti il Palermo auebbe riscontrato traumt in 68 casi su 190, Manger in 25 su 71, Gilbcrr nl'l 29", dei 47 casi tsaminati e Jamomoto nel 23,7 '\, dei 257 casi studiati. Circa l'età, come per la donna, così il tumore del seno maschile predilige l'età avanzata: dei 100 tumori mammari maschili raccolti da Williams, ~gli ne ha notati 2 ) in uomini tra i 2.0 c i 40 anni, 65 tra 1 40 e 70 anni. c ro oltre i 70 anni. Secondo il Palermo il cancro mammario maschile ~i manifesta tra il 55" e 6oo anno di età, secondo il Gilbcn nel 70 % dei ca~i, al di sopra dci 50 anni. Winiwarter, Gulekc, Schnelkr denunciano la mag~iore frequcnza d i neoplasie del seno maschile nel se~to decennio di vita. Sono noti, tuttavia, i casi del Baiardi, che ossctvò un angioma in un bimbo di due anni c uno analogo del Colzi in un fanciullo di IO anni, c i due dcccnm descritti dal Palermo, portatori di un carcinoma mammario. La sintomatologia è nota: il paziente quasi invariabilmente lamenta una tumefazione alla mammella colpita, Ji consiHenza dura, indolente o modicamente dolente, che produce una sensazione di noia c fastidio al contatto con gli indumenti. La retrazionc del capezzolo, il dolore a tipo tr<lfittivo irradiantesi all'ascella, al braccio, alla spalla, al collo, l'ulcerazione ecc., fanno parte della sintomatologia del tumore maligno. La terapia, per i tumori benigni,. è solo chirurgica, !imitantesi alla semplice asportazione del nodtdo neoplastico o alia n1ammectomia totale, secondo l'estensione del tessuto tumorak. Nei dieci casi su descritti tratta!ii dt tumon.: benigno insorto in giovam (anni 2 T-33), apparentemente sani, con gentil izio negativo, con assenza di lesioni traumatiche locali prossime o remote, in cui l'unico agente detenn inantc l'affezione può, presumibilmentc, farsi risalir-! ali:: iniezioni di vaccino polivalente T.A.B.te, eseguite secondo le norme m uso presso l'EserCito Italiano e cioè: 1" - iniezione di un cc. nel muscolo pcttorale sinistro; 2" - iniezioni di 2 cc. nel muscolo pcttorale destro; 3o - iniezione di 2 cc. nel muscolo pettoralc sinistro; tutte eseguite a ilistanza di 15 giorni l'una dall'altra. L'iniezione di vaccino produce, in genere, una reazione generale mediocre ma locale intensa, cd io penso che appunto <-luest'ultima abbia gwcato un wolo importante nel dcterminismn dci tumori in esame, perchè è facile che il liquiao non sia stato iniettato in pieno tes!iuto mu~colare, bensi nel tessuto ghiandolare mammario e perighiandolarc. La ghiandola mJmmaria,
allora, viene acl essere stimolata, in un primo tempo dal microtrauma dell'ago iniettante e secondariamente invasa e partecipe attiva al processo infiammatorio reattivo al liquido iniettato. Mi convalida questa ipotesi il fatto dt aver trovato la maggior parte dei tumori da me descritti (9 su 10) nel seno sinistro, denunciato come il meno frequente per tali affezioni, mentre, nei casi in esame, è la parte nella quak Ycngono eseguite due iniezioni, c quindi sottoposta, per due volte, al microtrauma dell'ago e al processo infiammatorio reattivo al vaccino; la giovane età <lei soggetti studiati, l'insorgenza, quasi acuta, del processo ncoplaqico, il numero considerevole di casi raccolti in breve tempo e il provenire dci pa2 ienti da gruppi ristretti di militari (casi I e 2, 7, 9, 10) quasi che un errore di tecnica dell'esecuzione deli 'iniezione abbia de te t minato l'insorgenza dell' affezione. Il ,·accino polivalente T.A.B.tt:, non contiene in ~è particolari c1genti oncogeni, in quanto trattasi di comuni germi del tifo, paratifo A c B e tetano dcvirulentati cd associati ad un vc:iwlo alle attuali conoscenze inerte. Resta, pertanto, l'ipotesi suggestiva che sulla base di un microtr,lUma e di un processo infiammatorio semplice di un orga11o in mancata funzione ma potenziale (Billonh, Humboldt, Bonpland, Murate Patissier ccc.) possa svilupparsi un tumore sia pur benigno, della cui evoluzione nulla posso dire. ~ella letteratura non ho trO\ato casi analoghi, ~ebbene tre J<.:i cmque pa;.ienti presentati dal Giacobbe abGiano molta analogia con i casi da me descritti. Penso, quindi, essere cosa molto ùtile, e su questa richiamo l'attenzione degli Organi superiori competenti c dei collcght. porre la massima cura affinchè l'iniezione di vaccino polivalente T.A.B.te Ycnga praticata in pieno tessuto muscolare della regione mammaria, o, quanto meno, che venga addirittura prescelta, per tale profìla~si, un'altra sede che possa offrire, dal punto di vista anatomico, maggiori ~icurezzc di quanto presenta la regione mammaria nell'uomo. RtASSt;NTO. - L'A. descrive die(i c:hi di rumore benigno della mammella maschile occorsi alla sua O\servazione in un tempo relati,amente hre,·e, c, dopo aver notato la rari tà di dette aHc1.ioni, ne ascrì,·c la probabile causa alle iniezioni di vaccino pohva~ lente T.A.B.tc non correttamente eseguite. Richiama su tale fatto l'attenzione degli Organi superiori competenti e dei colleghi e auspica la scelta, per queste inie7.ioni profilattiche, di altra sede anatomica, t'he offra maggiore sicurezza. BIBLIOGRAFIA
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FATTORI AMBIENTALI DEL CANCRO * GRoFF
CoNKLIN,
già consultnle dell' [stilLHO nazionale per il ;::mero <kgli Stalj Uniti
Uno dei fatti più salienti degli ultimi 50 anni nel campo della med1cma è costituito dalla cresciuta importanza del c:tncro come causa di morte. lJalrotta,·o posto, che occupava negli Stati Uniti nel 1900, questa malattia è oggi passata al secondo posto, superata solo dalle cardiopatie. I motivi avanzati per interpretare questo doloroso fenomeno (la più facile diagnosi e la maggiore durata media del la vira umana) non ne danno una sufficieme spiegazione. Basta considerare che il 7,5'\, delle morti per cancro nel 1 9~4 riguardano individui di età inferiore ai 40 anni. E' chiaro che la malattia non è una inevitabile conseguenza delle alterazioni degeneraÙ\'e che si verificano nella vecchiaia, anche se tali alterazioni non devono, in determinate condizioni, essere sottovalutate. Una spiegazione di questo aumento di mo ~talità è da ricercare piuttosto nell'ambiente, cosl profondamente mutato da quello eli so anni fa. Oggi si tende infatti a considerare piuttosto c-ome cause cancerogene i fattori ambientali, sinora trascurati perchè a torto ritenuti innocui. E' stato not.tto che alcune sostanze, a cui parecchi g ruppi di lavoratori sono esposti , possono determinare il cancro se l'esposizione è stata sufficientemente intensa e prolungata. Più del 75'\., ad esempio, dei minatori delle miniere di cobalto-uranio di Sohneeberg in Germania muoiono d i cancro del polmone, c più del so"6 di quelli che lavorano nelle miniere di uranio di Joachimsthal in Cecoslovacchia muoiono per la stessa causa. Nel 1700 era già noto che fra gli spnzacamini esposri ad intense concentrazioni d i ful igg;ne le morti per canc~o erano due o tre volte più frequenti che nel resto della popolazione. E' anche noto che alcune sostanze di uso comune, a dosi concrntrate, possono causare il cancro: ad esempio, il cancro della bocca è assai diffuso nei componenti di una t ribù dell'India che hanno l'abitudine di fumare sigari tenendo entro la bocca l'estremità accesa, c:ò che, oltre a causare loro frequenti scottacure, fa sì che ricevano la nicotina c gli altri veleni della combustione del tabacco in dosi assai concentrate. Molte sono le teorie sulla genesi del cancro (irritazione cron ica, alternione del metabolismo cel lulare, processo degennativo dci tessuti, ù1fczione da virus, ccc.), ma forse la più probabile è quella che attribuisce il cancro alle cosiddem <• mutazioni >), cioè ~ variazioni del tutto casuah dci gen i, c quindi dell'apparato cromosomico cellulare. Questa moderna teori:.~ delle " mutazioni , tro1·a appoggio negli esperimenti con raggi ulrraviolettti, raggi X, ~ostanze radioattive e numerose sostanze chimiche. Mentre il 99°;, dei cancri è ancora eli origine ignota, il restante I "{, è composto da tumori insorti per azione d i cause esterne le quali determinano la « mutazione H cieli:~ struttura cel lulare da normale a cancerogena. La via per cu i questi agenti esterni agiscono su l corpo variano notevolmente a seconda dell'organo o tessuto su cui si esercitano. Alcune sosunzc possono causare il (") In esclusiva, per g<:m ik conce" Jo nc ckli 'U.S.I.S., al Giorn:tlc d i McdiciJ1 3 Mili ta re,
cancro per azione dircutt: tali seno .1 ctttrttmc, gli olii mintrttli e alcuni colorami conosciuti come ami m: aromatiche; altre sostanze invece per 'ia indiretta: ad esempio alcune radiazioni, dLLerminati composti metallici tra cui i cromJti (cancro <<da cromati ,.), gli a rsenicali, il nichel, c forse anche l':~mianto. Il meccanismo di f!Uesto secondo modo d'az.ione è ancora poco noto. T materia li racJto:lllivi hanno un'azione meno speciiÌ(a; essi possono produne una estesa v3rietà d i tumori : il cancro della pelle, per azione diretta; il cancro dci polmoni, nelle persone che respirano polveri radìo:.mi,·e; il ~arKro delle ossa nelk operaie degli stabilimenti r::~Jio: la leucemia, che può tonsiJerarsi come un cancro delle cellule bianche del sangue, nei radiologi che hanno impiegato la loro ,·ita prof<.:~~ionale a contatto con le sostanze radioattive c con i r:~ggi X, malw:~do tutte le prL<auzioni che essi sono soliri prendere. Più sottilmente in~id i osi, alcuni agenti cancerogeni sono causa di deviazioni metaboliche che in via indiretta determinano il cancro. Così il fegato può produrre so~tnnze le quali, a loro \Oha, trasformano il tessuto epatico da normale in cancerigno. Tra gli ngenri che s1 suppone seguano tiUC\t:t 'a a d':azione 'i ~ono gli azocoloranti ~.: alcuni idroc:~rhuri alifatili. ~la al meccanismo ll'azione è così os<.:um the le proprietà l-ancerogcnc di queste sostanze non sono sr:ttc <~ncora Jc.:certatl. Le difficoltà per uno studio su larga scnla degli <~genti cancerogeni sono forrnida bili. L'ambiente modcmo è così vaMo c complicato che il tentativo Ji valutarne l'im por ta nz:1 in terrni n i di potenzialità çarcinogcnetica può '~unb rare qua~ i impossibi le. Le tecniche già svilupp<~tc possono t:ssere di qualche valore \olo cunsiderando !':Jrnbicntc nel suo insieme; mctoch più precisi s:1ranno senz:t dubbw wiluppati se gh ~tudi in cor'><> si dimostreranno fertili di risultati. Le due tecni<.:he principali Oia us:atc '>Ono: il metodo 'Ptnmentale c il metodo da analisi statistica. La produzione sperimentale del cancro negli animali è stata ouenuta con numerosissim i agenti hsici c ch im ici : centinaia d i q ueste sostanze sono sta te usate c sono nuualmente in esperimento. Alcune, rive!:ltesi dannose per gli :111imali, si sono sinora mostrate innocue per l'uomo. Un aspetto di consùlere\ole importanza nelle indagini sperimemali è presentato dalla (( specilìdtà di razza , . Alcuni agenti cancerogeni che possono pro\·ocare al cancro in alcuni animala sono privi eh qu:alsiasi pericolo per altri animali (ad esempio, il catrame, se correttamente applicato, produce il cancro della pelle nei g~mi , topi, ccmigli e cani. m:1 non nelle scimm at·). E' prohabile che quc~ta specihcità abbi:! la sun base in un panicol.1rc tipo di metabolismo. Se si riuscisse a comprenùcre questa divcrsit!ì d i metabolismo, si potrebbe tentare d i immunizzare gl i uomini modilìcandonc i processi metabolici individua li. Ciò è ancora prcm:Jturo per l'uomo, ma negli c~perimcnù su animali è stata \'eramcme vnriam la predisposizaonc o la resistenza al canao pro,ocata da alcuni agenti cancerogeni esterni .::ome gli az.ocoloranti con l'aggaunta o la sottrazione th alcune ,·iwmine nel nutrimemo. Il metodo stati'>tico è stato pure fecondo di risulwti interessanti. Quando in una città si verific:ano troppi casi di cancro (in b:~se ad accurati es:1mi degli indid di morbil i t~ e d i mortalittt), intervengono i tecnici della stat btica, i qual i trovano Ji solito la presenza di un fattore ambientale carcinogenetico attivo. La ricerca è facil itata da l tauo che, essendo la ~uasi totalità degli ;1gcnti .:onosciuti di origine indu~trialc, è sufhciente volgere l'attenzione alle fabbriche c st:Jbilimenti della zon:a. Recil?rocamentc, se è noto eh~: una fabbnca produce o U\<l un :~geme cancerogeno, le ricerche statistiche si ri\·olgono :1d un'c,cntuale abnorme inndcnza del cJntro tra gli operai impaegnti in quella fabbrica. 11 controllo dci [attori ambien aali è un problern:~ J i sanità pubblica di considerevole v:Jstit:ì. Esso costitu i-.;· c negli Sta ti Un iti lo scopo d i un programm:~ proposto dal
dott. Wulhdm C. Hueper, capo ùdla nuova ~C/. IOIIC studio fauori éLmbicntali dell'Istituto 1'\azionak del Cancro. Il dott. llueper, una delle pcr\one pitl competenti di tutto il mondo su questo argomento, ha ~tudi:no il pwblema negli Stati Uniti e altrO\e, per_ parecchi Jnni. Un gran numero degli c lementi del programma (: sta lO già portato a hnc con buon esito m molti pac~i d'Europa. S•opo predominante è lhe gli agenti cancerogeni ,·engano elimin~ui per l} uamo po~~ibile dalle necessitZI industriali, militari e civili; che i procedimemi tecnici che richiedono l'uso d i quc~tc sostanze vengano ,·ietmi; che b comu 111tà sia protcna dallo ~carico di materiali di rifiuto dell'industria che siano pro n isti di propnetà canu.:rogena; che le fabbn•he industriali \i ano autoriz 'Gatc c rcgolarmeme ispczionate; che i ~;,,·o ra tori ~iJilO forniti di adeguati vestiti protetti\ i e siano sottoposti a frequcmi perio<hù esami mcdi( i. E' inoltre in programma un vaHo piano di propaganda c di istruzion1 plr portare i mediù a conoscenza dell'esistenza e dell'cnt ir~ del probkma, cd è auspicata un:J esauril·nte •orveglianza su tutte le zone mdustriali del paese. Anni di lavoro accorreranno per atw;ue tutto ciò; ma è pos~ibilc cominciare sin d'ora un'eflitace sorveglianza saniwria su tutti gli operai esposti al pericolo. Questa son·eglianza ÙoHà comprendere esami rad10logio periodi< i, accurato esame clinico di ogni lesione sospetta, n.:go!Jrc esame medico trime~tralc o ~emestralc di tutti i lavoratori esposti all'azione di tjUtsti agcmi ca ncerog::ni, controllo co~tame degli impianti e dci locali per assicurarne le buone cond,zioni o per ridurre la quantità di pokeri, esalaz ioni c vapori cancerogeni. Akune misure protettive per gli operai \Ono relativamente semplici c poco costose, ma il loro uso può nu~cire d1fticilc per i d1sagi che pro\c~<:ano. rali m1sure compren dono l'uso regolare di maschere c vcsùi :1 chiusura ermetica E\ ùove l 'c~posizionc ad agenti cancerogeni è maggiore. l'uso di armadi separati per i ve~titi da lavoro, l'adozione di tecniche d1 lavoro che riducano al minimo i pericoli. Altre mi~ure, più importanti, ~ono però assai più costose per le direzioni delle tabbriche. I n qualche caso, interi ~tabilimcnti dovrebbero essere ricostruiti con altri criteri, o dovrebbero essere proni~ti d i apparecchi per il controllo dei materiali di rifiuto, o dovrebbero sostituire i macchinari ed i metodi di lavorazione eliminando tutte le sostanze potl.'nzialmcnte cancerogene. Que~ti cambiamenti solo raramente possono ottenersi con il consenso degli indusrriaìi: pertamo ~arcbbe essenziale un intervento legislativo cd un controllo governativo nOI!ch~ un'azione coordinata tra d:ltori di lavoro, la,oratori, medici, uffici statali della Sanità Pubblica c del Lavoro, e organi legislativi e amministrativi statali c fede rali: qu::tlche cosa di simile a quanto è già l>t:lto fatto p::r la reprc~~ionc delle malattie contagiose. Quanto efficaci queste misure di controllo riusciranno nel diminuire i pericoli degli ngenti cn nce rogeni ambientali, è ancor~1 da ,·ederl: solo il tem11o potr?t dare una ri,posta. Frattanto i !attori ambientali già noti dovrebbero essere sottopo~t i ad accurata 'igilanza sia dal punto di 'ista tecnico che sociale. allc>lendo sin d'ora piani d i conLrollo che possano includere ::tncbc altre caust: (be saranno individuate in seguito.
OSPLI).\I.E MILITARE
PRl~ClPALF
DI ROM.\
Direttore: Col. med. pro f. CoRR.\DI'<O Gr ~cOL>PE
LA OPERAZIONE DI JACOBAEUS NEL REPARTO T BC. DELL'OSPEDALE MILITARE PRINCIPALE DI ROMA CONTRIBUTO PRA TICO
Cap. med. don. ~hRto
ZoLLO,
capo reparto tbc. e infetun
Kcll'Ospcdale .\1ilitan; J1 Roma l'ammalato di tubercolosi polmonare trova immediata assistenza tcrapeutica per merito delle direttive impartite dalle Autorità Superiori, le quali per esigenze postbelliche e per 1\tumtnto della morbilità tubercolare sono state costrette a trasformare il reparto accer tamcnti in reparto di cura. Lo stopo è stato di non perdcre del tempo uLi le c prezioso in attesa di posti ktto in sanatori convenzionati, che non sono sempre disponibi li. Da personale specializzato viene accertata la forma clinico-radiologica ed immediatamente Ji malato viene sottoposto alle cure biologiche e collassoteraptche che i moderni sistemi suggeriscono, alla stessa stregua dei reparu sanatoriali ci\ i h. Studi recenti ed osservazioni dci \':Jri cultori della tisiologia concordano con il toncetto del grande maestro Forbnini, il t]ualc fin d:tl 1882 dimostrò l'importanza del completo riposo del polmone. Queste brevi note hanno lo scopo di offrire un mode\to contributo csclusivamente pratico; dal punto di vista sociale, infatti, giovani militari, c:tduti ammalati di tubercolosi polmonare, vengono rctuperati con intervento pneumotoracico tempestivo c re~c zione precoce di aderenze per rendere il trattamento collassoterapico efficiente. Fautori dell'operazione precoce sono stati Sattler, Nebbias e soprattutto Zorzoli Pietro c Giuseppe, autori che noi seguiamo nelle diretti \C e indicazioni tcrapeutiche. Tnfani la Jacobacus è un'operazione che trO\a la sua inJicnione prctisa nei casi d1 Pnt. in cui le aderenze pleuriche impediscono il collabirc della lcs:onc polmonare il più dlelle volte cavit:tria cd è ovvio perc'ò che tanto pnma si rende efficiente il Pnr., m iglio ri po~sono essere i risultati dehnitivi. L'indicazione Jella Jacobacus precoce \'iene suggerita dal fatto che un'attesa ultc riore potrebbe essere noci\a per \'ari moti\ i: sia perchè permette l'organinazionc con netti vale dell.t regione peric:n iraria c la trasformazione di ca\·crne dinami~hc in ca\·erne st:niche; ~ia pcrchè è necess:Hio abolire :1l più presto la sorgente principale dci bacilli c della difTusione ulteriore della malattilt; ~ia perchè le lesioni aperte del polmone po~ sono essere cause di diffu~ione, di cmoftoe e di complicazioni pleurichc. Inoltre l'attuazione della lacoi>aeus in Pn, in~titulto da poco tempo, mira princi palmente ad ottenere una lisonomia pneumotoracica .:he rende migliori 1 risultati agli effetLÌ della cura (pneumotor:tcc elettivo). senza fa\ or ire il realizzarsi dci \'Crsamenti pleurici. E' noto. infatti, come la pleurite insorge più facilmente nei pnt. imbrigliati da aderenze, le quali si ispessiscono. si retraggono e si trasformano in sinfisi a piatto per cui l'operazione non è più attuabile.
La operazione di Jacobaeus in linea teorica st de'e pratkare su tutlc le aderenze pleuriche, pcrchè ovunque esiste una zona aderenziale questa ris•:nte l'azione traeme della parete wracica cd il pncumoto~ace non può esercitare completamente il suo effetto tcrapeutico. Omodci·Zorini e Scorpati, infatti, hanno dimostrato anatomicamente che le aderenze in apparenza innocue possono pe netrare in profondità nel polmone fino ad inserirsi sulla parete cavitaria o sui focolai cascasi, responsabili di recidi,·e dopo l'abbandono del pneumotoracc. Tutta\Ìa. in pratica, non sempre le aderenze sono •czionabili; ad esempio: le aderenze a piatto, le d iafrnmmatiche, le paramediastiniche. Altre ,·olte le aderenze non interessano la zona malata e non vi è ragione di sczionarlc; infine, può accadere che la sezione delle aderenze rimanga senza effetto perchè le caverne restano aperte, non solo, ma possono anche ingrandirsi. Questo fatto accade specialmemc nelle caverne statiche e nelle caverne caseose.
••• Dei cinquanta casi trattati con Jacobacus precoce tra un mese e tre mesi dall'istituzione del Pnt., vengono resi noti i seguenti esempi: 0
D. P. Francesco, di anni 38. Entra il 12 giugno 1947 nel reparto sanatoriale; diagnosi: tbc. cavitaria sottapicale S .. Il giorno 8 luglio 1947 Pnt. sinistro. Il I Q agosto 1947 Jacobaeus S : vengono sezionate due aderenze nastriforrni che dalla regione sottapicale si portano sulla parete lateroposteriore ed un'.tdcrcnza cordoniforme piuttosto corta e spessa che dalla regione apicale si porta sulla succlavia. L'apice polmonare completamente liberato cade in basso. Il Pnt. d1venta efficiente. I
-
2° - A. A lfreùo, d i anni 24. E nua nel reparto tbc. il 4 agosto 1947 con diagnosi di lobite superiore ukerata destra. Il 18 agosto 1947 llliZlaro il pncumotorace D. Il 21 ottobre 1947 Jacobaeus O: ve ngono sezionate alcune aderenze nasuiformi e cordoniformi laterali basse e apicali (quest'ultime inserite sul ·tratto posteriore della 2" costa). L'api<:c meclialmentc e posteriormente aderisce a piatto per cui non si ri tiene opportuno praticare la sezione. 3° - C. Antonio, di anni 2I. Entra nel reparto tbc. il 2 settembre 1947 con diagnosi: Lobitc ulcerata superiore D. Il 18 ottobre 1947 Jacobaeus D: \'iene sezionata una aùerenza apicale nastriforme inseri ta sulla doccia paravcrtebrale a livdlo della 4• costa . Dopo la Jacobaeus, il Pnt. diventa efficiente e la tosse ~ti zzosa scompare. 4° - V. Amedeo, di anni 39· E ntra nel reparto tbc. 1'8 luglio 1947 mn diagnosi di « Processo infiltrativo diffuso ai lobi superiori bilatera lmente con imrnag111C cavitaria in sottapice S. >•. Il 2l agosto 1947 inizia Pnx. terapeurico S. Il 18 ottobre 1947 jacobaeus S: \Cngono sezionate una robusta e cona aderenza a pila~uo che dalla faccia posteriore ùcll'apicc polmonare va ad inserirsi sulla regione compresa tra il tratto t>ostcriore della ~· c s• costa, cd un'aderenza nastrifo~me apic:ile med1:tle inserita sul tratto posteriore della I• costa. D opo la Jacobaeus il Pnx. òiventa cffìcicntc. 5° D . G . Ser~io, di anni 22. . E ntra il 12 settembre 1947 con diagnosi di infiltrazione cssudati,·a ulceratiYa sona p1cale S. Il 31 settembre Iy.f/ inizia pm•umotorace terapcutit.:o S. Il 24 ouobrc 1947 Jacobaeus S. Si seziona una aderenza cordoniforme che fissa l'api(c al tratto posteriore òeila 2a costa. Dopo b jacobaeus, il Pnx. ~ effidente.
6" - S. Ezio di Federico, di anni
J.(•.
Entra al reparto tbc deU"Ospcdalc ]\[Jiitare Cebo il 2 a~o~to I~H7 con dia~nosi di tbc. essudativa ca\'itaria destra c lìbro11oùulare sinistra. Il 18 agosto 1947 iniziata cura pneumotor:.cica a destra: una gro~\a aderenza rende incfficienre il Pnt. Jl 21 ottobre 1947 Jacohaeus D. Viene sezionata una aderenz::1 membran iforme che fissa la regione laterale dell'apice nel tratto po~tcriorc della 3". 4'. c;·' c o" costa. Il radiogramma dimostra che il lobo superiore \'iene completamcme collassato e reso etficicntc il Pnt. (fig. 2).
c,,.,' o.
Fi~. 1.
F1,1:. 2.
7° - M. Giuseppe di Carmelo, di ann1 20. Entra nel reparto tbc. il 22 agosto 1947 con diagnosi di infiltrato tisiogeno escavato lobo superiore polmone S. 11 30 agosto 1947 Pm. S. Il 4 novembre 1947 Jacobacus S · si seziona un'aderenza a pilastro apicale inserita suUa regione posteriore e superiore della cupola. La sezione viene arrestata posteriormente a li,·dlo della 4• costa pcrrhè 11011 ben differenziato appare il trano adercnziale interposto tra polmone c parete. 8° - F. Emilio di N icola, di anni 22. TI 9 ottobre HJ47 entra al reparto tbt. dell'Ospedale Celio con diagno~i: Infiltrazione essudaùva apice e sottapice S l011 g1ossa ca\'erna in ~onoclavicolarc. Il 17 ottobre 1947 iniziato Pnt. tcrapeutico. 11 7 nO\ embre 1947 J:~cobacus S: '1cnr sezionato un fascio aderenziale che fissa l'apice an alto nella regione wmprcsa fra i tratti posteriori della 1" costa c 4" costa. L'apice cade in basso e rimane soltanto aderente in corr i ~pondcn7a della doccia para\'ertebr::alc per sinfisi a piatto.
.!.01.)
9° - T. Vincenzo di Valcmino, Ji anni 22. Entra nel reparto tbc. i l 2!l agosto 1947 wn diagnosi dt infiltrazione ukerata in sotto.:Ja,icolare sinistra. Il giorno !l settembre 1947 iniziato P n t. terapeutico. Il 7 no' embre 1947 Jacobaeus S :. viene sezionata un'aderenza membra m forme.: che dali,\ regione laterale '= superiore del lobo superiore sinistro va a fìssani sul tratto latera posteriore Jella 4" costa. Dopo la Jacobaeus, il Pnt. divcnt~l efficiente. IO" - O. Carlo di
Pietro, di anni ~8.
Entra nel reparto tbc. del Celio il 13 settembre con diagnosi: In filtrato tisiogeno essudativo escavato apice e sottapicc sintstro. Il 21 settembre 1947 ini~:ia l;t cura pneumotoracica. Il 7 novembre 1947 oper<tto di lacobaeus S: viene recisa una vasta aderenza mt·mbraniforme che fissa tuno il contorno del lobo superiore alla parete postero-superiore Jcll'cmitorace. L'apice polmonarc viene a collocarsi in ~cnso lateromcdiale. Persiste pero un 'aderenza a piatto più bassa c posteriore che 'iene rispcnata. Il Pnt. di' cnta efficiente dopo l'operazione; a disrarua di qualche giorno complica7.ione con versamento che di' enta poi purulento. 11 ° -
B. ~o' tglio Ji Giu~cppc. di anni 24·
Entra nel reparto sanatoriale dell'Ospedale Militare Cdio d 3 aprile 1947· Diagnosi di entrata: lnfìltrazion ' essudati"a bilaterale più confluente a destra. Il 22 aprile 1947 inizia Pnt. terapeutico a destra. 11 Pnt. è effìdcme. Il 19 sencmbrc 1947 inizia il Pnt. tcrapeutico a ~inistra cd il Pnt. è inefficiente per aderenze dell'apice ..:he la~ciano traspanrc una caverna nnbrigliaw. Il 2.j ouohre t')47. opcrnione di Jacobacu~ S: vengono sezionate alcune aderenze cordoni formi apic;tli, in~critc sul tratto posteriore della 3a costa cd un 'aderenza piuttosto corta a pilastro che dalla regione meJialc dell'apice si porta al disotto <.Iella ~ucclavia. La radiografia eseguita il giorno 19 luglio 1941> (fig. 4) mette in evidenza Pm. effiCÌ<'nte. CASO N. Il.
Fig. 3·
Fog. ·l·
1 2° -
C. ,\ ntonìo fu Francesco, di anni 22.
Entra nel reparto tbc. il giorno 17 agosto 1947 con diagnosi dì IPfoltrazìone essudativa sottapicale S. Koch + + -r. Il 25 agosto 1947 inizi:~ Pnt. terap::ut7co sinistro cù il 26 novembre 1947 Jacobaeus S: si recide una piccola aderenza corcloni(orme che ù:tlb regione sottapicale va ad inserirsi sulla parete posterolaterale al medio torace. Dopo la Jacobaeus, il Pnt. di,·enta efficiente. 13° -
A. Domenico di Giacomo, di anni 22.
Entra nel reparto tbc. il 13 novembre r947 già in trattamento di Pnt. tcrapcuùco destro inefficiente per presenza di una aderenza che lascia beante la caverna. Il 26 novembre 1947 souoposto ad operazione di jalObaeus D: ~i recide una robusta e corta aderenza a pila~iro che dalla regione più esterna dell"apice va ad inserirsi sul tratto posteriore del 3° spazio intercostnle. Data l'estensione dell'ustione non si ritiene opportuno praticare la sezione delle aderenze paramediali che viene rinviaw ad un secondo intervento.
14° - F. Francesco di Paolo, di :!nni 29. Entra nel reparto tbc. del Celio 1! 19 novembre 1947 g•a 10 trattamento di Pnt. terapeutico l) inefficiente per presenza di aderenze pleurichc. fl 26 novembre 1947 jncobacus D: viene sezionat:J parzinlmente un::J vasta aderenza a guisa di tenda che fiss::J il lobo superiore alla parete laterale e posteriore. 15° -
R. Guerino di Francesco, di anni 33·
Entra nel reparto tbc. del Celio il 28 ottobre 1947 con diagnosi di lobite ulcerata S'Jperiorc D. LI 3 novembre 1947 in izi:~ cura pncumotoracica. Il 13 dicembre 1947 jacobaeus D: viene sezionata un'aderenza membraniforme piutwsto estesa che dalla regione apico c sottapicale si porta sul tratto posterolateralc della 3" costa. Tale aderenza è solcata in basso ed in alto da due cordoni più rilevanti che vengono parimenti sezionati. Il Pnt. dopo l'operazione di Jacobaeus è elettivo. :6" - N. Domenico fu Giuseppe, di anni 34· Il 25 febbraio 1948 entra nel reparto sanatoriale dell'Ospedale Militare con (( Inf1ltrato tisiogeno e~cavato apico-sottapicale destro con diffusione nodubre comrolaterale " · L'S marzo 1948 istituzione di Pnt. a destra che risulta in~Hiciente per presenza di aderenze apicali (fig. 5). 11 29 nprilc 1948 si esegue operazione di Jacobaeus con resezionc di due aderenze apicali, una grossa cordoniforme ed una piccola, inserite sul tratto paravertebralc della 5• costa. Al radiogramma del 12 maggio 1948 (fig. 6) il polmone appare completamente collassaw e la lesione chiusa.
I7° - S. Vinorio di Gabriele, di anni 22. Il 3 marzo 1948 entra nel reparto sanatoriale dell'Ospedale Militare con «tbc. polmonarc essudati,·a sotto forma di lobi te superiore destra t scavata , . I l 15 marzo 1948 initia Pnt. che risulta inefficiente per la presenza di Yasta aderenza apic::~le. 11 29 aprile 1948 si pratica intcn ento di Jacobaeus D: viene recisa un:J robusta c cort::t ::~derenza a pilastro che dall'npice va ad inserirsi nella regione compn:sn fra il traao posteriore della 3" costa ed il tratto posteriore ddla 4•. Dopo l'intervento il Pnt. divcnl<l efficiente.
C\SO"
rH"
10.
M. Onavio Ji Gi:lLomu, th anm 23. Oi:~gnosi d'ingresso del _{l marzo l'J4l5:
Lobn..: suJX.-iorc ùestra es..avata . Il 1° aprile:: 1948, institu7iune di Pm. D the ri~:Jit>~ incflìcicntc per una gro~sa ade renza apicale (fig. 7). TI 2Q ~p-ile 1<;48 sa attua inttl\ tnt o di J.~roh.ttll'>. \l. zionando una
robusta aderenza memb raJliformc apicale inserita sul tratto posteriore ddla seconda costa e del secondo spazio imcrcostale. li rac.liogramma del 12 maggio 1948 (fig. 8) f::t rileva re l'dficicnza dd Pnt.
19° - G. Ugolino di Domenico, di anni 28. 11 9 aprile 1948 enrra nel reparto tbc. del Celio con diagnosi di tbc. polmonare cavitaria sinistta, infiltrazione nodulare campo polmooare destro. TI l) aprile 194H inizia Pnt. terapeutico a sinistta. Il 25 giugno 1948 Jacobaeus S: si recidono alcune aderenze cordoniformi e a nastro che dalla regione laterale del lato ~ uperiore si portano sul tratto posteriore della 4" costa ed altre aclerenz:: n:tstriformi che dalla regione me Jiale dell'apice si portano sul tratto posteriore della 2" costa, della 1" costa e sulla Sllccbvia. Dopo l'intervento di Jacobaeus, il Pnt. diventò hene eftìciente (fig. 10). c"~.:o
fig. y.
20° -
"· llJ ,
Ftg-. ro.
M. !Jomerlico di Sal\'a tore, di anni 28.
11 giorno 30 maggio 194!i entta nel reparto tbc. del Celio con d iag nosi di inlìltrazione essudativa cavitaria di sinistra. Il 14 g1 ugno 11;48 prima introduzione di Pm. S. Il 29 giugno 1948 operazione di Jacobaeus S: viene sezionma una grossa e corta ~de renzn a pilastro che tiene attaccato l'Jpice nella regione compresa tra il tratto postenore della prima costa ed il ttatto pçste riore deVa terza costa. D opo la sezione delle""aderenze si ottiene. il coll:mo totale del polmone. Sui 50 casi ttattaci, la set.ione delle aùerenze è stata praticata in un sol tempo (operawr.e: dott. D. Parmeggian'). Ciò si ~ ritenuto necessario per 1l ùuplice scopo: di rendere immed iatamente dlì-
2 93
ciente il Pm. e di impedire ..:he nell'eventuale insorgenza di una pleurill' postoperatoria le aderenze residue potessero trasformnrsi in sinfisi totali cbe a\'febbero rew itnp(.sstbili ulteriori interventi. All'opposto la pleurite che insorge a polmone completamente sm1colato è indubbiamemc meno dannosa sulla ulteriore condotta pneumotoracica c sulle lesioni r· ·lmonari. In due casi si ebbe un versamento sieroso cbe successivamente si trasfcrmò in purulento. Si trattava di aderenze molto estese con lesioni ulceratÌ\'e superficiali in cui fu praticato pre,·alcmcmeme uno scollamento sottopleurico. In quattro casi si ebbero piccoli \'ersamenti siero~i risolti ~pont:1nc:.11nente. Si amibuisce questo riassorbimento rapido ::td un accorgimento tecnico, qu.1le quello di lasciar riespandere la base polmonarc dopo l'operazione sino :tl!a compatibilità con il collasso d-::lla p:me malata. Secondo il Monaldi, infatti, olu:c la presenza della cavità creata dal Pnt. nece~ saria per la raccolta dell'essudato, il fattore di maggior ,·:ilore predisponente alla pleurite è lo squilibrio di funzione tra parete toracodiaframmatica e polmone. E' sufficiente, quindi, per impedire l'azione dannosa e irritati\':1 dell'attività p~rictodiafr:tmmatica sulla plcura, che il polmone sia riespanso nelle pani inferiori adeguando così le sue possibilità di movimento alla suddcna attività parietod:aframmatica. Tn nessun caso si debbono lamentare emorragie e sinfisi precoci postoperatoric. Un punto su cui conviene rivolgere l'attenzione \: l'utilità della toracoscopia, anche in casi in cui radiologicamente b sezione delle aderenze appare inattuabile (fig. 5). i'erciò è sempre bene intervenire prima di ritenere inefficiente il Pnt. cd abbandonarlo per Nssare ad altri metodi di cu ra chirurgica. Si è riusciti con degli scollamenti raso-parete a liberare delle Jmpit zone polmonari adese cd ottenere risu ltati meccanici completi, per quanto questi intcrv<.:nti espongano piuttosto frequentemente all'insorgenza di fistole pleuropolmonari ed empiemi anche a d istanza. Si d istingue infatti un empicma immediato (nei primi giorni dell'operazione); un empiema precoce, per caduta della escara (dai 7 ai 14 giorni); un em piema tardivo a distanza anche di sei mesi per perforazione di una sottile zona cicatriziale (esito dell'operazione) sovrastante la lesione tubercolare. T casi riportati d imostrano l'importanza dell'intervento precoce di jacobaeus ai fini della recuperabilità di molti ammalati di tllbercolosi polmonarc. La tecnica corretta ed alcuni accorgimenti pre- e post-{)per:nori evitano l'cmorragi:t e le complicazioni plcuriche. Inoltre viene segnalata l'importanza della toracoscopia in presenza di aderenze che radiologicamente non sembrano aggre(Lbil i mentre al controllo della vist:J sono ~tale suscettibili di resezione.
RrASSUNH>. - Suno stati tratta ti 50 casi con operazione di )acobaeus precocemente ai fini di rendere il Pnt. terapeutico subito efficiente cd evitare k complicazioni che possono deriva re <.la lesioni non collassatt: bene.
BIBUOGRAFIA Aanuzz1N1 P.: L'operazione di jacobaeus. - Graf., Roma. 1940. MoNALD r V.: La cura dell'empierna parapneumotoracica. - Ed. Test. Naz. contro la tbc., Roma, 1945. PARMEGGIANl D.: Come e,·itare le complicazioni plcuriche da Jacobaeus. - Arch . Tisiolog., 1946. FABRI c PAR:'IIEGG IANt: La resezione delle aderenze in corso di Pnt. - Atri deii'Acc:tdemia Lancisiana, Roma, 1941-1942. ZoRZOLI P .: Annali l st. Forlanini.- Vol. I, n. G., pag. 25. o~IODEl·ZOJu:m A.: Lezioni di tisiologia.
OSPEDALE MLLITARE PRINCIPALE DJ ROM:\ Diretto re : Col. meri. p rof. CORRADJNO GJ ACOBRE
ASSOCIAZIONE DI PICCOLE DOSI DI PENICILLINA E STREPTOMICINA N ELL'URETRITE GONOCOCCICA ~l.!gg. med. dott. GIULIO PJHII.LJ, çe~porc parrn dermosifilografo Trn . m ~d. dotr. A :rroNJO Tosn, :l~~"rent•" rcp. dermosifilopatico
E' noto che la strepromtclna si è rivelata, in vitro ed 1n nvo, parw.:olarmeme ;nova contro il gonococco (Pulasky, Mortara c Saito, Chinn e Putnam, Nazzaro e Tosti, Bcgey). Nel presente lavoro noi abbiamo voluto ricercare se fra questa e b penicillina si possa dimostrare un'azione sinergica in vivo nei riguardi del gonococco: azione intesa non nel concetto estensivo spesso a tale termine :mribuiLO, bensì più vicina ai criteri farmacologici così come furono espressi ùal Biirgi (sincrgismo di potenzia mento). IJoichè q uesta condizione si realizzi, è necessar:o che piccole dosi dei due antibiotici, somministrati insieme, determinino non già la sommazione, ma una vera moltiplicazione della loro azione nei confronti del germe aggredilO. Perciò, sia l'associazione dei ùue antibiotici praticata nelle infezioni miste al fine di utilizzare la loro specificità di azione, sia la contemporanea somministrazione di dosi partitamente sufficienti, perchè ciascuno di essi possa debellare l'infezione, pur costituendo preziose pratiche terapeutiche, si allontanano dalle finalità del sinergismo, come sopra inteso, e dall'obbiettivo dei nostri tentativi. Esperienze in vitro hanno dimostralO l' e~islcnza del ~inergismo fra i due antibiotici uell'Eberthella tiphi, salmonella paratiphi H e B ecc. (Gabriella, Liotta e Lucentini). Noi abbiamo ritenuto che per la ricerca in vivo si prestasse in rr.aniera ideale la infezione gon?coccica nel suo quadro della uretrite acuta non complicata: e ciò sia per la spiccata sensibilità del gonococco all:t penicillina ed alla streptom.icina, sia per la unicili della flora patogena responsabile del processo, sia per il carattere circoscritto <lell'infezione e per la facilità del controllo clinico e citobatteriologico sull'andamento del p rocesso. A questo lìne abbiamo trattato 50 pazienti affetti da urctrite gonococcica acuta, tutti ospedalizzati, con un totale di 30.000 U .O. di penicillina c o,15 gr. di streptomicina in 30 di essi, e con 24.000 U.O. di penicillina e 0,12 di streptomicina in altri 20. Tali dosi sono state ~uddivise in tre somministrazioni a distanza di tre ore una · dali' a !tra. Abbiamo usato penicillina sodica cristallizzata Pfizer e strepromicina cloridrata Mcrk, sciolte in soluzione acquosa. Tutti i malati, previo acccnamento microscopico, furono seg-uiti con prelievi dell'induito praticati ogni tre ore durante il trattamento e quotidianamente fino alla scomparsa di esso. Successivi controlli sono ~tati praticati a tutti indistintamem~ una setlimana dopo \a loro uscita dall'ospedale. In quindici di essi è stata seguita microscopicamente l'evoluzione dell'induito per otto ore con prel ievo sistem'.ltico ogni ora. Fra tutti i malati trattati abbiamo avuto due insuccessi : - una recidiva nel gruppo dei trenta trattati con 30.ooo U.O. di penicillina e 0,15 gr. di streptomici na;
- una recidiva nel gruppo det 20 trauati con 24.ow U.O. dt penicillina c: 0,12 gr. di streptomicina (il soggetto, trauato con dosi raddoppiate con le ~tesse modalità, è: succes)ivamcmc gu:trito ). Il comportamento o..linico è: stato pressochè uniformt.. si l: avuta una sorprendente rapidità nella attenuazione dci segni obbiettivi: l'imluito purulento uretrale è; andato rapidamente scomparendo dupo essersi prontameme fluiòifìc:no. Il giorno successi\ o è: n :siduato per lo più soltanto scarso induito si erose, o siero mucoso, scomparso generalmente a dtstanza Ji 48 ore dal trattamento. Contemporaneamente :.i è osservata chiarificazione delle urine e ~omparsa progres siva ùi ogni di,turbo soggettivo. l malati, benchl: trauenuti in ospedale ~istemancamt.me fino alle 24 ore suct.essin: alla scomparsa di ogni sintomo, non hanno generalmemt.· supemto i quattro giorni di degenza da quello òel trattamento. Al controllo eseguito una setumana dopo la d:missione, non è ~tato riscomr.uo alcun sintomo clinico dell'infezione. Prove di riattivazionc praticate con istilla7IODI uretrali di .\gN03 in numt·roM malau, hanno con[erm:no 1.1 gu.trigione. In due soli malati, come sopra detto, l'induito, dopo cssersi fluidificato, non scom parve complet:tmentc e, rispett. va mente in terza cd in quart:t giornata, si cbLw la riac· ccnsione violenta della sintomatologia carancrizzata da particolare acuzic:. Il quadro microscopico dell'andamento ùcl processo ha nvcl:uo, negli esami siste· matici praticati come sopra detto sin dalla feconda ora, una r:tpida degenerazione c lisi dci gonOCOCChi i ljUali SCOmparivano oefinitÌV:llllt'l1lC p~·r lo p1Ì1 i"r.l la terza t" Ja quarta ora. In tu tu 1 preparati successi\ i si notava un andamento del quadro dtologico analogo a quello che si os~crva nel trattamcnLO con sola penicillina, ad eccezione ddla maggiore rapidità della risoluzione. !'\egli ultimi preparati si è notata in alcuni ca~i la l:Otnp:trsa di vam. flore banali. Nei casi rccidtvati, invece, ~i è avuta contemporaneamente al a riaccensione clinica <Id processo b comparsa del gonoc·occo straordinariamente abbonùante intra ed cxtr:t cellulare. Dai risultatt delle nostre esperienze terapeut lhe ci ~cmbra poter dedurre lhe nell.1 associazione della streptomicina con la pt:nicillina, nei riguardi dell'infezione gonococcica, vi sia q ualcosa di più della semplice ~ommazione del loro pocen: rcr;1peuùo. Intatu. se è vero che anche con la semplice sommazionc <.Ielle dosi da noi pr:tticate si potrebbe· giustificare qualche guarigione dell 'ur~tr;te gonococcica acuta, b percenruale ùei successi (96% ùei casi tr;ltlati) e la prontezza di azione che ha caratterizzato in detti cas1 l'andamento clinico, tanto da poter essere paragonata coi risultati che si ottengono con la somministrazione di alte dosi di penicillina, ci ~pingono .1 ritenere che razione de• due ant;biotici sia reciprocamente e~alt:lta. HussuNTO. - Gli AA. hanno tratt:llo 50 casi eh urctnte gonococcica "acuta asso ciando piccole dosi di penicillina e Mrcptomicina: i risultati ottenuti (<)6% ili guarigiom: risoluzione prontissima Jel processo) li inducono a ritenere che esista fra i due antibiotic• un si ncrgismo di potenziamento nei riguardi del gonococco. BIBLIOGRAfiA WAK~MAN S. A. SCIIATZ: Strcptomyo:in - ori gin nature anò proprieties. Assoc., 1945· L EVADITI: Streptomycinc. - Ed. Ma~on, ' 94 7·
S. A m. Ph~1rm .
Cui N!\ il. cl.. PuT:-:A~I TA,C.AI\D, H~.RIVICH: Strcptomitin in gononhoc.tL - An. S. of Siphyl i ~ and Vencr., 1tJ47· ~fARFORI: Trauaw di Farmaco!. e Terapia. ·apoli, Idelson. HJ.Il. ~ \ZZARO e T o~ n: Primi risultatt di terap•a Jell'infeztone gonoroccica con streptomi<.ina. - Cnm. Congr. S.I.D.E.S., Roma, t<J48. ScAl'.'GA r:.: Penicillina · Streptomicina ed altri amibiotL ci. - S:.tnsoni. Firenze. '947· GAIIRI!:.tLI. LIOTTA, LucESTISI: Associazione ~treptomirina penicillina e sulfotiazolo in Ebcnhella tiphi. Salmonella paratiphi A. l:L - Annali Igiene, n. 3, r948. Bozz.o A. c coli.: Associazione streptomicin:t penicillina c su lfotiazolo in Ebcrthclla tiphi, Salmonelb paratiphi A. B .. - Boli. Soc Tt. Biol. Sper. (in cono di pubblica7ione), 1 947· Tms\Usl L.: Cor~o Ji patologi:~ l ' clinica dcrmo~ifilopa!Ìca. - R<,ma. HJ4i·
LA 2a ASSEMBLEA MONDIALE DELLA SAN ITÀ Su im•ito dd <..;o,·eruo italiano, I'Organiaazione Mondiale della Sani1:1, Eme tclllic.:o specializzato deii'O.::\I'.li. che riuni~c quasi tutte le Na7.ioni del mondo - fl2 sono membri uffìcialmente aderenti ha im•u){ur:no a Roma il 1i giugno la sua 2 " Assemhle:J Generale. !)cna A~,c.:mblea. comp<hta di delegati di Stati M>\ r:tni. e 'o' rana a \Ua \Olta, dif fensce profondamente da tutti i pn.xedenti congressi e conferenze c costituisce la prima e più grande manifestazione di tal genere che sia mai stata orgnniaata in Italia. La sua organizzazione, curata inappuntabilmente dall'Alto Commiss:trio per l'igiene c la sanità pubblica, ha don1to superare diffi.:oltà di ogni genere, a ..ominci:;rc dalla sede. perch~ non venisse meno quel decoro che çompcte a un Con!tresso deliherante in ma· teri:l sanitaria " nome c nell'interesse di wtti gli Stati. 1\d ospitare l'Assemblea e le ,·arie Commissioni, nonchè tuuo il pcrsonalr Jcl l'O.M.S. di Ginevra con i relati\ i servizi tecnici, t- stato preo;cclto Pal:JL.zo Venezia: sede \eramente grandiosa dal lato storico ed artistico, ma che h::~ richie~to l'impianto di moderni ed adeguati servizi. igienici soprattutto, e, nella grande ~ala ddlc ~edute plenarie (Sala Regia). di attrezzature speciali, per la traduztone simultJr.c:t c l'ascoltazione in \·arie lingue da pane dci congrc:.sisti. <.Ielle s!ngole comunic.tzioni, nello stesso momt:nw in cui queste \t.mvano effuwate. A m he il se n i zio telefonico ha richiesto l'i m piamo di uno speciale centralino nel palazzo :~d clcvatn capacità per il collegamento esterno ed interno dei numerosi uffici e delle sale dei bvori, con personale poliglotta. E' su:uo infine creaw uno speciale studio .1fonico per radio-inteniste, in Yicinanza delb sala delle sedute plen:Jric, con po~\ihilità di collegamento su ca,·o diretto con la R.A.I. per la immedi:1t:1 radio~diffusione. Si aggiung:J a ciò tutto l'imponente problema della a~sistcnza ai partecipanti ci:Jl punto di ,·ista logisticv e turistico. anch'esso risolto nella maniera più soddisfacente dagli organizzatori. La seduta inaugurale si è :J\Uta il 13 giugno alle ore I l nella Sala Regia, pre~enti il Pre~idcnte clelln Repubhlic;t, il Capo dd Governo, vari Min istri, l'Alto Cornrnissano per l'igiene c la sanità pubblica e le pita :tl te cariche ci' ili e militari. La gramk· Sala offriva un colpo d'occhio dan-ero imponente e, nello stesso tempo. carattcri~tico per la preo;cm~a ddlc rappresentanze, in w~wme, dci Paesi orientali c sud-africani: abbi:tmo visto dcle gati dell'India, del Giappone, de ll 'Arabia Saudita, del Pakistan. tli Haiti. dclln Birmania ecc. ree. La seduta è stata aperta da un discorso del Presidente della I ' Assemblea \fondiate della Sanità cu1 hanno fatto seguito le parole di bem enuto ali l delegazioni c 1gli o~serv:.otori presenti <.l::ll'on. Dc Gaspcri c il discot \C> dell'on. prof. Cotcllessa. Capo . del l:1 JJclegazionc itak111a. T lavori ' i protrarran no lino :1! 2 luglio.
; lSPlDALL MILITAR[ I'RI:-ICIPALL 01 ROMA Direttore· C'-<>1 mcd. prol CoRR•nr~u Gt ·I CORBt
r" REPARTO CHIRURGIA Cap·> rq>.> rln: T<·u. coi. rncd. prof. r. llt'Hit l
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La lormazione delle ghiandole ·-c:ssua li 11\ale, nell".:mb rron.:, aJ una drff.:rcnzt:Jzione dell'epitelio cdonutico. la qu:~lt, ad un c.:no momento. si presenta come un ;,pcssimenLo dell'epitelio ~tesso, po~to \UI lato dorsale: ddb cavit:l vislcralc, tra mc~emcre e meso neiros, nll':~ltczz:J delk prrm<: dut 1 crtcbre lombari. Essa ~ucccssivnmente '' trasforma rn un:-r plicr longitudtnale Jel me•mJcrma, ~immctrica, :1i lati della colonna 1enebrale, mo.:dialmentc al torpo di Wolf, la t1uale, mentre prima ~i cMendc a quas1 In totalità Jd tetto Jclla La,·ità <elornatita, pre:.w 'i re,tringe \ulle due estremità, craninlc c C:JU Jalc, sino a ridursi ad una lamina, " plica gcnitak "• la t1u:tle con l'accrescimento ulteriore si ia sempre prù 'P''rgeme. cosl da e\\ere tratt.:nuta alla parete soltanto da un:1 ~pccie di meso the. prohrngandosi in ;rlto cd in b:1sso, tostituiscc rispcnivament.: ti lcgamcmo :.uperior(· dra~rammati<o t·d il " gubcrn:tculum tcstil> . Mentre però in \JÙ animali della \t:al:l lìlogcnctica b ghi;mdola ~c~~uak maschile, ~orm:Jtasi cmbriologil:Hnentc ndl:r rq~ionc lombare, si 1 rscontm fisi.Jlogicameme in sede lombare (polli) o ndl.r C:Jiit;\ addominale (canguro), o nel canale ioguinalc (cammello), ecc., nell"uomo la regione lombare rappresenta, per il tc~ticolo, la sede dt ori!,rinc ed il punto di p:mcnz:1 dal ttualc esso inizia, all'incirca :~l 4" mese di vit:J imrauterina, la ~ua migrazione per portar\! nel (ontlo de lle borse, sua sede definitiva c fisio logica. Esso percorre quindi b regione iliaca, ed al !>el>to me~e ,. rimienc all'orihzio interno del canale inguinak, che do1 r:t attral'crsarc per giungere, cirra l'H" mese. nello ~eroto. Talvolt:l alla nas, tla non ha ''ncora ultim::no il '>UO tragitto. che compil nei primi mesi SUCCessi\'Ì. vV risbcrg, su IO(I m·onati, e~:~ m inali nei primi ~iorn t di nt:l, ne ha rN ontrati 30 con testicolo ritenuto: dupo ~ me'r il uun•cro di essi era ridotto a 6. ~eugcbaucr riferisce che, in ra~i di crm:~~roditismo. ha riscontr:lto inaspenate disce~c del tc~ncolo anche all'cd di 20 .111111 . (juindi k cifre dci rc,ucoli ritenuti, ri\Contr:Jti alla nascita. ,j ridurono notel·olmcntt'. Boward am111~ttc un.t frClJLH:n/.a. nell'adulto, del 6" ,,., : T:1nnt.:r del 2 "" : i~.tnnes, su )000 milnari, ha tro1:1to solo '>ei individui con tale affc7.ionc. pari all'incirca :J!I'I,6-2 " ,,,.. S<:rnndo una sratistica :lll~triara eM:guitn sugli in~crittt eli le1·a, si riJe,·a la frequenza del 2 "" : d;; \tatiqirhc: .tml:rrr:Jnc: Jd j" , 0 • Questo fcnùment. vi,·ne confermato :wdte dalle nr.~tr.: statt~u~hc nnlirarr, ;;econdo 1 nsultati mtenmr Ja rin:rche nferent;l>i ad una annualiù ( 1942) anteriore agli eventi 'usseguiusi all'il '-Cltlmbrc 194). c :1d una po~teno rc (194(•). L'artitolo 89 dell'elenco A delle malamc ed rmpcrforoni rigu.mlanu l'atrnudinc fistra al scn izio rnilit:Jrc, allora m \'lgore. contcmpb\':l la riforma nel la" manc:1nza dci due te~ti.:oli o ritcn:r.ionc (ectoparia) Jt•i testicoli, ed il loro arre~to di ~' rluppo, 'J!tamlo ~i.1no :J(compa~nati da 5cgni di mancata virilità e. nei l;1\i Jubbi, prc1·io accertamento in o~peda lc militare"· Sono questi i ~aSl di anomalia \er<lmentc gra1 c. i quali , omparati1:lmt•nte ~~ riscontrano di raro cd tn pcrcentu:Jic minima ..\Itri 'oggetti. prc,cntando 'indoomi c turhe ncurop,khkh~ od
altre affezioni organiche conwmitanti. ''enivano in genere eliminati per queste affe zioni, mentre per le forme semplici di criptorchidia, ml1no o bilaterJlc, venivano, in un serondo tempo, o p10posti a rassegna c1d :~vviati agli nspcJah militari per cura o per pro' vedi menti medico legali. Comunque, dalle statistiche militari in proposito. risultano delle cifre certament~ inferiori a quelle di isututi rivili, specie se di chirurgia infantile. Infatti, mentre è vero c h e la chiamata alle armi può ritener~ i il magginr(' elemento di controllo, anche dal punto di vista sa rit:ll io, per le varie forme morbose, non si può negare, nel caso nostro, che alcuni soggetti vi giungono ùopo aver subito l'iutcrvento dJ orchidopessia e dell'ernia concomitante, e che altri c-.si, dell'affezione monolatcralc speci:.tlmeute, avendo i rcyuisiti fisi..:i per l':trruolamento, vengono av\iati ai corpi, ove spesso trascorrono l'intero periodo del servizio noncuranti <iella loro affezione. Nelle nostre ricerche abbiamo p~eso in esame in primo luogo i fogli di proposta a rassegna pro\·enienti da vari ospedali militari d'Italia e tenendo particolare conto di quelli (come Bari, Napoli, Roma ccc.) che ùatono il maggior numero di reclute ed, in conseguenza, di $oggetti che vengono sottoposti all'osservazione sanitaria. Abbiamo potuto riscontrare l'atfczionc testicobre (ectopia o ritenl',ione) accompagnata sempre ad altra imperfezione fisica o costituzionale (ernia, varicotclc, deperimento org:u,ico, dt'bo lezza di costituzione ecc.) c ..:on una frequcn7a dell'J,5 o'" sul numt•ro dei soggetti pro posti a rassegna per le altre malattie ed imperfezioni. !)'altra parte il ntomero dci mili tari con criptorchidia sottoposti ad osserva7ione per provveùimcnti medico-legali nell'Ospedale Mil itare di Roma raggiunge u na percentuale di circ::J 0,5· 1 "/.. 0 sul numero totalt dei soggetti sottoposti ::1 pro\ vcdimcnti. La percentu::Jlc infine dci sottoposti ad inter ''ento chirurgico si aggira, in rapporto al numero complcssi,·o annuo degli operati nello stesso ospedale. sulla percentuale dell'r,5 °f 00 • Nei soggetti sottoposti ad intervento, genc~almcnt.: affetti tla ectopia inguinalc.: con ernia concomitante.:, è st::Jta praticata l'orchJdopcssia secondo il metodo di Omhrcdanm· o di Peyr. T risutt:tti dell'intervento sono stati in genere soJdi~facenti per quanto ri guardd la fissaziore cci il mantenimento <lei testicolo ncl!e borse. ·on altrettanto pos siamo affermart" eire:· i risultati sulla funzionalità della ghiandola riportata in sede. per la difficoltà di potere controllare i risultati a ùistanza di tempo, trattandosi di mi litari che, dimessi dall'ospedale, rientr:Jno ai reparti di p10venienza e successi\·amcnte ritornano alb vita ci,ile, per cui non ss ha, in linea d1 massima, la possibiliù di una revisione. E' da ritenere però :hc, trattandosi ùi soggetti ormai adulti, sia 1nolto •aro potersi verificare, in seguito all'orchidopcssia, una ripresa fw1zionale della ghiandob geni tale, almeno prr quanto riguarda la spcrmato~r:ne~i. Prcmliamo ora 1n esame 1 ,·a1 1 fatrors ··he pre,;c.:ùon(l al mL'\:Glllismo della discesa del testicolo, e, poichè essi sono diversi a scconùa del periodo in cui !:t si osserva, li ana li'-zert:mo nei vari momenti principali dell:l ùiscesa stessn, e cioè: blla regione lombart all'anello i ngu i n:~lc.: interno. nd canale ingu1nale, nello scroto Bisogna anzitutto consi derare due elementi anatomici: dotto peritoneo-vaginale e gub!:rnaculum testis. Il primo ~ una estroflessione a dito di gunnto del pcritoneo parictale. rappresentata. nei prim1 due mesi di vita fttale, eia un infossamento della sierosa in corrispondenza dell'anello interno ùcl canale inguinalt:, al q uale si inserisce ti legamento inferiore della ghiandob genitale (gubernaculum tcstisJ. Si ritiene che nessun r.1pporto di dipcndenz:t ci sia tra la formazione di qut:sto dotto e la discesa del testicolo, 111 quanto C\~O si costituisce iod1 pcndentcmente dalh migrazione della ghiandola c, prima di essa, attraversa il ca=talc ingui nale per giungere in fondo alle borse, trascinando con sè l'imerzione ùel gubcrna· culum di Huntcr. Esso persiste anche in casi di ectopia tcsticolarc, ed esiste ugualmente nel sesso femminile, ove disccoùe sino ali<! grandi labbra c successivamente si oblitera. D i,•crso è il comportamento del dotto peritoneo-,·aginale nei suoi due segmenti: su periore cd inferiore, dopochè I'SSC è sceso nelle borse. li segmento infc.riore accoglie ~
lo copre a mo di cuffia, formando la tunu.:a vaginalc comun<;. Il segmento ~uperiore invece è destinato ud obliterarsi sino al peritom:o, t:asformandosi 111 un legamemo fibroso (legamento di Clo:-tuet), che risale lungo Il tOrdone spermatico. Alla mancata obliterazione del dotto consegue la permanenza del canale peritoneo-vaginale, il che spiega la frequente concomitanza dell'ernia congcmta nella criptorch.dia. Il gubernamlum testis, wstituito da elementi connettivali e da lìbre muscolari lisce. può considerarsi inve-ce un elemento :tnnesso ..t! testicolo e {a pane di qpelb formazione embrionale cui è ancorato il corpo di \\'oli. Altri fattori che bisogna prendere in esarr.e nel mecc::tnismo della d1-..:e~a del testicolo sono gli elementi costitutivi del cordone spermatico (vasi ~ deferente) i quali, dovendo seguire la ghiandola nella sua discesa, Jovranno (.Onvenientemente allungarsi: ed è da rileva~c eh! es~i, mentre presentano, in vicinanza del testicolo, una intima conm:ssione tra di loro, si separano in alte divergendo verso due regioni diverse, m relazione alla loro diversa origine embriologica. Non tutti i fattori inerenti alb migrazione del tcmcolo sono noti. Il primo tempo. ci >è la discesa dalla regil'De lombare al bacino cd alraucllo inguinale pro(ondo, si può iNerpretare come un fenom~no meccanico passivo e di relatività di accrescimento delle divem: pani del co1 po in rapporto al gubernaculmr. tesù~. per cui ~i ha l'impressione che il testicolo sia disceso in basso. Si tratterebbe Ji un fennmeno analogo J quello Jdla ascesa app:1rente del midollo spinale, simulata dal relauvo accrescimento dello speco vertcbralc. Altri fattori potrebbero essere rappresentati dall'azion.: del corrlone genitale (tratto cpid:dimo-ùcferenziale) che nel suo sviluppo, avendo attacco lìsso alla cloaca nella pelvi, potrebbe esercitare un·a7 iOIIt: traente sulla ghiandola; e quindi l'azione di spinta in basso del rene e delle c:~psule surrenali che, aur.1cntan.lo di volume, premono dall'alro in basso sulla ghiandola genitale. Tutti que~ti mc.:canismi non sono pu'; )uf:ìcic!1ll, [>Crò, nd !>CCOndo tratto del tra gitto (canale inguinale), ove l'unico fattore me.:canico potrebbe apparentemente rifenrsi al processo pcritoneo-vaginale e al gubernaculum tcstis. Ma con~iderando la costituzione anatomica del gubernaculum, ne risulta evidente la sua debolezza che i nduce nd escludere questa sua azione; come è pure logiw pensare che ~c c~so rirraendosi esercitasse un.:~ aziom· meccanica qualsiasi, questa dovrcbb.: pure agire sul fondo delle borse ~u cui esso (: impiantato, c produrre il loro invaginamento. E' da ritenere piutto~to che il guhernaculum e~ercitl u n:! azione di guida alla gh•an· dola nelle borse, e t he il passaggic dei testicolo attraverso il canak inguinalt: debba anri buirsi a fenomeni fisiologici cd atti\'1, paragonabiii a quelli che fisiologicamente si verificano in alcuni animali unicamente nd penodo ddramorc, e con i quali s1 può pit) agevolmente ~piega -e anche la discesa della ghiandola in epoca tardiva. UHrcduzzi ritiene che la ritenzione testicolare sia da considerarsi, nella maggwranz.'l dci casi, una anomalia congenita, un vero arresto di sv1luppo che ripete nell'uomo una (or.na e una disposizione normale nella scala fìlogcnctlla per altre specie rli ::tnimali: un fenomeno di oegcnerazione che si verifica quasi mai i~olato, ma accompagnato da fatti analoghi, di v:m(/ grado ~J intensità, interessanti, oitre 1 genit:ÙI, anche a itri organi e sia lo sviluppo fisico che psichico. Altri :lutori ancora hanno attribuito alla criptorch1din il cara ttere di anomalia di sviluppo a tipo ereditario e fnmiliare, sia in soggeni norm::.li che degenerati od affetti da disenJocrinie. Secondo Pende la criptorchidia 1apprescnta l'esponente di uno squilibrio patologico ormonico fetale che può guarire con opportune cure . . l n alcuni C:lsi, per i qu:tli ci da pure valido argomento di prova i: repcno opl'ra t~no, si può :1mmcttere l'importanza degli ostacoli meclanÌCI nel determinismo dell'affe~lone, ~d in primo luogo delle aderenze che fissano il testicolo, le yuali, formatesi sia m cornspondcnza dell'orifi.:io inguinolc profondo, che d1 quello esterno, cosùtuiscono una barriera all'impcgnat ~i della ghiandola nel car.ale ingt..1inale cd alla ~ua progressione.
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lu proposito, da alcuni autori è <tato ,lttribuiw un grande valore ai processi di pcritonitt fecale. Wrisbcrg a\t:\3 già 3111nlèSSO ChL rintìammazione del pcmonco in vicinanza dd tanale inguinalc poteva provocare aderenze capaci d t trattenere il testicolo, c Budinger ha dato il suo apporto a s_ucsta concezione dimo~tranJ:> ::he, ~u 24 ca~i da lui operati, ben '5 presentavano segni òi periwnite fetale, mcttenùt) in cviòenza Jdlc cicatnci stcl late, a volte retraue, e aderenze tra testicolo e vari organi encloaddominali. Questi fatu però, da per se soli, non offrono una ~piegaz iom: suffìcicmc sull:1 parogcncsi dell'attezione che spesso si maniftsta in alt~ennt oli que\tC alterazioni le qualt. paaltro. pos\ono at quistarc il valore di lrsioni secondarit•. A volte è il canale 1nguinale molto stretto co~ì che la ghiandola non riesce ad impegnarvisi. Ma l'ostacolo meccanico può anche essere r.tpprcsent:llo c proùotto da agenti esterni, 'luali i'applicazionc di cinti erniari, fasci:nurt v.uie applicate all.t regione ingtJinale, prim:1 aw.:ora che ti testicolo ahhia raggiunto il fondo dello scroto. Infine, quando non ~ia ~cconoario alla manLata òi~esa del testicolo, può considerar~· c:1usa del ~uo arrc~to la brevità dd cordone spermatico, nel suo insieme o dt akum ~oltanto dci suoi clementi. Ed è C]Uesto in chirurgia, per l'orchidopcs~ia, un ~crio 0sw rolo che bisogna sapere valutare, ed eventualmente ben superare, senza ledere con sti ramenti od altre manovre gli elementi del cordone stesso. In definiti,·a però, pur am mettendo che le cau\C merca ni<.:he danno, in akum casi, esauneme spiegazione dci fatti resta evidente che non ha nno 1agionc di cLrtc formr di cnptorchid ia nelle quali non ~ può rile,·are la presenza di alcun ostacolo, c di altre che guariscono spontaneamente: anche all'epoca ddl.t pubertà od in seguito a tratt.amento medico. Qui risalta l'importanza che hanno le ghi1nJok a secrezione interna nel meccanismo dd lo sviluppo dei tessuti in genere c della normale migra7ione del testicolo, per cu1 ~i può attribuire alla criptorchidia ti valore di un arresto o di un ritardo di sviluppo dovuto :~d insufficienza endocrina. E' a q ueste condizioni che pos,iamo riferirei in ~oggetti presenLanti k stimmatc.. Ji di<endocrinie (i:tsufficicnz;t ipoh~uia, pcr.,istenza del timo ecc.), a volte affetti da malformazioni con~enite, con segni di distrofia adiposo genitale, con scarso wiluppo pilifero, borse scrotali piccole, nei tl uali. assieme ad un canale peritonco vagin:tlc pervio, ,i pos;ono riscontrare; anche 1 ~intomi di un arresto di S\'iluppo degli orgam genitali 1nterni e dei loro :mnessi: testicoli pirwli. atrofici. ir. sede ectopica. cordone >pcrmaticP lOrto, ecc. Pende ~u 1501 lanciulli cd adolescenti ipcrtimici ha riSt·omrato c:nprorchidi~mo \ero bilaterale nel 15 , monol:ncrale :1el H}0 :,, ectopia testicolan: bilaterale nd 5%, monola tcrale nel 5 '.,. Dunque il 44",. degli ipenimici, secondo l'autore, presenta tluesta ano m'!lia più o meno grave. Egli ha inoltre Iìlcvlto che il cript!Jrchidismo vero si aswcia nel 34% dci casi all'ipoplasia dei caratteri sessuali primari c secondari, e che in u1 .dtro 10", la disLeS<t dei testicoli è ancor::1 Jncompleta sinu a 10·14 :tnni dalln nasCI w (Landogna). lìal punto di vista an:HoniOpatologico le alter.lztùlll del tc~ticolo criprorchtde infan ulc sono diverse da quelle che si ri~contrano ncll'afiezionc Jell'adulto. Al confronto, scarsi sono i dati circa la ~tnmur:. del pnmo tipo, Jato il minore numero cii osserva zioni, poichè difficilmente st procede ad 0rchiectomia in ~oj!getti di tenera Lt?l. Si ri ~contra però di solite. in essi un:1. tt.ndenza alla st• uttura lobr.:' della ghi:111òola, con ispessimcnto dell'albuginea c dei setti. l tubuli e l'cpitcìio con~ervano pressochÌ! la toro ~trutnra fetale. Il :cssutu interstiziale appart: aumcmato in rapporto a quello dci tubuh S ·condo le ricerche di [ ehzet, Branca, L ecéne, Coopç~, ccc., la struttura cle! testic:ol(J ectnpico, prima dell:t pubrrtà, è prcssochè anaioga <1 quc·lla del te~ticolo normale tÌI un bambincJ. Nell'affezione c1dl'adulto i!l\LXl si riSt•>ntl:i una Mruttura at.awmopatolo~ic·• mul,,, 4
'aria, per cui i:; difficile potere pt c~e ntare un t!uadro .• im<'tico caratteristico. U flrc'"lù /Zt l,a raggruppato in 4 tipi le ghiandole affette, in rapporto alle loro :1herazioni tissur:1li. P:1ssa così, nella sua classificaziouc, Jalla desc rizione Ji forme lievi, con scarsi segni di arre5to di sviluppo, a forme prop;res;i,·:tmente sempre più gravi, sino aiJe atrofie \'Crc e proprie sim:Ji a qudlc senili. Dopo 1:! pubcrrà, insomma. il testicolo che non h ~ ra~giunta la sua scd" nawrale e fiqoJc.gica, di \iene una ghwnclola anorm<lle: presenta in gc.:ner(; un abnorme sviluppo del tes<;utn :nterstizialc e co.1nertivo, mentre nell'epitelw ~p.:cifico 'i notano fatti regressivi, man manr 5t:mprc più pronunzi~ti sino ~tll 'atrofìa. ~1olreplici son • i fanori che mducuno a queste altcra/ÌOI"lt ed in parte :mcora non chiariti. Si .mribuiscc 1:1 maggiore importanta alle copJiziunt 1mbicnt'l!i in cui 'ient .t tro\'arsi la ghiandola in sede anormale. :t llc sue conJiztOni dt nutrizione, cd ancht .dia sua mobilità. Inoltre bisogna tc.•nere prest'ntc r:nfluen 7 a sfa,OrC'\'Oie dc! t'attore rcr mtco sulla ghiandola, specit• net riguardi ddb spcrmatogcut'St. In questo senso, si attribuisci! all<1 Kroto !.ln2 .w.ione tcrmoregol:ttrice su l Lesticolo, in funzione del la 'u:. pelle sotòl:-, ricca di ~hiandole ~udori pare c provvista di scarso tcs~uto adiposo, per , ui la temperatura addominale nsuha di t.irca tre gradi \uperiort .1 quella delle borse. Sulla base di c1u e~te conoscen7c sarebbe: uneressante, d:tl punto dt 'i~ta chirurgico, pottre p re\ ecl-::re il destino fi~iule>giw di tllt testicolo 1iporraw in sede: normale. c le sue possihilit?t di riacquilocar~: la fUJwione spcrmatogenetica. Sotto quc~to punto di vista, oltre l'apprenamento delle prcsumibilt condi?toni anatomo-p:ttologiche t: fisiologiche della ghiandola, lta grande impon;•n7a l'et~• in cui si pr::ll ica l'inten •cnto. ~c prima o dopo la puberr:l. •;i hanno diverse forme cldl'alleziont scconJo le ,·arie posizioni che ti testicolo -.~~umc se viene, per un mr.tivo qualsiasi, 0stacolaro :1 deviato nella su:t norrn:•le discesa. Ri~ogna anzituttO distingut·rc la ritcn/.ione Jall'ectopia. La ntcnzione (descemus incom plctus) ~i verifica quando la ghiandola si arresta, dur:lntc la \Ua discesa, in un punto qualsiasi del percorso che dovrebb, dfettuare. L 'ectopiu ( dc'>census aberrans) invece si risconu·a quando il testicolo non solo non può effettuare ~a sua d i scc~a fisiologica nelle borse, ma 'iene denato dal suo pcrcorw ed :t\ ,·iato ad un:t -:ed~ anomala. La rÌti'IIZione lombare o cubrenale è rara. Ombrcdannc ne ha ri:.conrrati solo clut: ,·asi. Da Goffroy Samt Hil:tire è stato segnalato un .:aso ir. cui i cluc testicoli era no fusi ' ulla linea mediana, l l':womalia si ~lccompagna\':1 a quella di un ren..: a ferro di cavalle•. La riten~ione iliaca c meno rara e comprende le forme ,ituate toci pressi dell'anello inguinale profon th rhe, però, non ~. mai mggiunto dalla ghiandola, l:.t qu:tlc ~pesso è 'i<lttoperitoncale c la :topcna sporgcn:r.a sotto la sicro~:1 della fo,•a iliac:t. dove g0cle anche di una buona mohtlità in mezzo al tes~uttJ l:ts'o. La ritcnzione inguinalc ,'. induhbi:tmentc la più rn:t]Uentc. Il tcstiwlo può rill\enirsi 'ia 'ici no all'orifìzir, interno o lun g() il tragitto, e può essere fisso ad uno degli orifizt od in un puntn qualsiasi ,Id :an:tlc. In g..:nere gli elementi del <ordone sono breù cd olTrona delle serie difficoltà aci :~hhas~ar~ h ghiandola nonu~tame l:t sua po~tzionc f:t '·lrcvole, prossima alla sede fìsiologic::t. ì~c i casi ill\'ece che il testicolo è mobile. mi ~rame, l'org.lllO si presta in genere alle manO\'rc d i :thbassamt·nto di tui J'ostalolo mag giore è rappresentato da un c:rema\tcre robuMo e resistente. T alv.>ha si riesc;c. anchl çon la sola trazione Jigit:lie, a tr:tsf>una re l:1 ghi:1nclol:1 si no :~l fondo delle borse, m:t alla fine C\\3 risale nella po,izionc primttÌ\:1. Un 'uluma ,·aneLa è r.l~'present.l\a da 'ludb pubo .<crotuft. nella ttuak il testi:olo, pu r. a~endo oltrcp:tssato l':-11wllo ingu in<Jie esterno, non scende sino .ti fondo delle bor'i<:, o ,., ~~ porta solo eccczifJn:tlmentt. Secondo una ~tJtistica di Souligou' e \'tllard del H)'JO, cina I'Ro· dci cJ'i ~arebhero rap prc~cnt:tti Jalla v:orietà inguinalc (tlj"{,) e da quella iliaca (r2" ). N?n meno vnrie e numero<e delle riteuzion i sono le forme di ertopi::t dd testicolo. f..t ght:tndola in po<.izione addomi t.lle. prima Ji irnpcgnar'>i nel canalc· inguinale. put>
30 2. come smarrirsi nell'addome, mantenendo quasi la stC$'-l mobilità d<.ll'ovaio. c s1 può riscontrare dietro la vescica, fissata da aderenze al londo del Douglas e pcr~ino nel tragiuo di un'c:nia rrurale. A livello del canale ingumah: sono po~sibi li altrettante variet:Ì di ectopia che di ernia, potendosi i! tcsticclo impegnare nei vari strati e costi tuirc le forme properitonc:lli, intcrsLizialt c sr,ttocntante. Ed è appunto :tll"uscita dd canale inguinale che il testicolo impegnandosi sotto i tegumer.ti può aH·iarsi nelle dire zioni più strane: sotto la pelle dell'addome, a,·anti al pube, sul dorso del pene. nella regione crurnlc, nd pcrineo. Un'ultima varietà infine è l'ectopia tcsticolarc tras,·ersa, pa radossa, inversione laterale o crociata, della quale si distingue la form:J esterna e quella interna, secondo che il testicolo cambi di lato all'esterno o all'int~:-no della c:tvità addomi nale, percorrendo o meno il c:tnale inguin:~lc del lato opposto. Altri autori, considcr:tndo la disposizione definitiva del sistema didimo epididimario acquistata c m:tmenuta durante le varie fasi del suo sviluppo e della sua migrazione, per cui si presenta col suo asse mag· giore diretto obliquamente dall'alto in basso e dall'avantt ail'indietro, l"On una 111clina zione di circa 45° sull'orizzontale, includono nel conceuo di inversione tutte le modih cazioni dell'orientamento didimo-cpididim:u·io. Distinguono rosì una im-enionc anteriore, in cui si ha rotazione dell'organo sul suo ass(! orizzontale, una laterale nella quale b rotazione si verifica intorno all'asse vertic.tle. A ,pestr: si aggiungono anche le forme di inver5ionc verticale::, ori7.zontale, le inversioni tot<~li e quelle mobili. La criptorchidia è molto Jt freguemc cnusa di Jisturbt soggettivi, •: c.h una serie d1 fatti patologici che indubbiamente in fluiscono sul carattere dell'indiv1dno e lo sottopon go no spesso a soffe1enze fisich.: c psichichc. Intatti, anche ~e in pratica alcuni soggetu sembrano poco p~coccuparsi della sede dclb loro ghiandola, la maggioranza però. giunti all'epoca della pubenà. sono profondamente mortificati c preoccupati della loro an() maJia, tanto che a volte presentano delle \'ere crisi di nevra,tenia. Sono generalmcnH però dei soggeni ipersensihili cd 1perecc:itabili che possl'nO, sin dall'infanzia, pre~ent:lrt. disturbi nervosi, culminanti linanco in ''eri accessi convuls1vi cd anche cpilettifornu soggetti però tarati c con Potc di degcm:r:,zionc p~iLhica. Nct:gcbauer asserisce d1 ave" ris:ontrato ben 17 suicidi su 2.000 casi d1 cnpwrchidi:l con nott" di ermafroditismo. Rest:) però l'incertezza di quanto di queste sindromi psichiche c disturbi ner\'osi possa attn buirsi all'alterazione del sistema nervoso c quanto all' nflucnza dell'anomalia genitale E' certo che l'eliminazione clcll'anomalia porta in ~encrc ad ur. miglioramento delle con dizioni generali fisiLhe e p~ichiche ,iei pazienti. ·T:1nto p11'1 che mentre alcune crirtor chidie decorrono ~enza disturbi degni di nc,ta, al pwHo da es~erc abolita tìnat•co la ~cn sibil;tà specifica della ghiandola, in altre, più rare. i pazi~nti soffrono periodicamentl di crisi dolorose, \'t:rc coliche testicoiari. delle quali si è ,·oluw trovare la spicgaz10m in tentativi di torsione della ghiandob ~ui pcduncclo, con rc!ati"i disturbi 'circolaton, congestione e tensione della capsula. Sia l'cctopia che la riu:nzione te~ticolarc sono Ji frcqucutc acwmpagnate ad altre affezioni, rilcvabili spesso al semplice esame cliniw. Dt c~sc la più frequente è l'L'mio In concomitanza m11 essa pL1Ò spesso il temcolo ri~comrarsi in una cavità vaginale molto ampia c con cospicue idrocele (crnia encisticaj. In queste wndizioni b ghiandola ed il cordone hanno la possihilità di movilllellti ampi e possono anrlare soggetti alla tOrslfJnC'. Questa è una complican~a che può riscontr:lrsi sia ncll'~dulto che nel bambino: è m cm> frequente nel testicolo in sede norm:.J!c che in quello in arresto di sviluppo e più an cora se in sede anomala. S~:condo una statistica di UHrcuuzzi, su 8o casi di torsionl da lui operati, nel 6o0 (, si trana,·a di te~ucoli ntenuti. i\cl bambino però la maggioranza di torsioni si verifica nell'organo in sede: normale. S1 distinguono due ripi di torsione: il volvolo, in cui la torsione della ghiandola si verifica entro la cavità vagin~'lc, in cor rispondenza del peduncolo vascola.re, e la bitorsione spontane,l, più rara, in cui l'aflezione si instaura in corrispondenza della porzione estravaginale del funicolo. L'incarce ramL'nto del testicolo. complicanza piuttosto rara, si verifica in casi di ritenzione ingu1
•
naie, per improvvisa fuoruscita di t.:sso attraverso l'anello inguinale esterno stretto ed r.nestensibile, c la ~ua permanenza all'esterno con : .:onscguenti disturbi di circolazione e nutrizione. Tra le ahrc affeziOni che possono colpire 1! testicolo in sede :womala è la blenorragia, la quale ac,1uis:a particolare gravità nei casi di pe1s;~ten1a del condotto periton::o-vaginale. Si sono infatti osservati casi di per:tonite mortale in conseguenza appunto di tale complic.tzione, con un quadro clinico drammatico e grave. In testicoli criptorchi<.li si sono pu:·e ri~contr:lte lc~ioni tubercolari, come anche la complicaziOne da parotlle cpidenH~~ . Quesùone da anni rlihauu ta è quella dell'insorgenza dc1 tumori nel tl"sticolo ritenuto od ectopico, e del rapport<• Ifa le due conriizioni patobgiche. I tumori del testicolo in gene1e sono un'affezione pi utto~to tara in rapporto aìla frequenza con cui sono cotpiti gli altri o~gani. ')ccontle> v:~rie ~tatistichc, la medta, in relazione a quella degli altri tumori ronsiucr:tti tn complesso, st aggira dall't% al 3':}'0 • Da molto tempo si è dell'opinione ~he l'anomalia dt ~ed ... della ghtandola, specie la ritenzione inguinale, rappresenti una maggiore pn:disposizwnc alla loro insorgem·a. ~tatistiche di Lt Compte, Fischer, Goda·d. Cocker, conlcrm:lno questa opinione, cd anche in statistic-he più recenti la degenerazione neoplastica risulta con p-.:r<.:entuali varie che si aggtrano dal 11! , (H owarJ) al 1::· (\ on Ka!Jon) all'no (Simmonds). Uffreduni, su rBo casi di tumore del testicolo, m: ha osservato il '5~~ in testt~olo ectopico. ~lcttendo però in rapf Orto questi dati co,, b frcqu~nza della criptorchiJia, che seco:1do vari autori si aggira dal 3 al 6° 1,..,. ne dl·ri\~ che la degenerazione r.eopla~tica nei tesùcoli in sede anomala si verifica con un:1 fre.ptenza di cirla 40 volte superiore che nei tcstiroli io sede nmroa le (J adcvaia ). Si <'sscrva anco·a in propo~ll<> che uguale d isposizione allo sviluppo dci tumon conse:·\<1 il tcsttcolo che ha subìto l'orchiopessi. Infatti da una ~tatistica ùi Gilhc.:rt risulta che su 5.;oo casi di tumori del tc~ticolo, b<.:n ~41 concernevano forme maligne del tesùcolo criptorchHie, ed m 63 di c~si l'affezione si era ~tabil ita in soggetti precedentemente operati. In ci·ca la mct?i di essi il neoplasma si era manifestato 10-r2 anni dopo l'inter.cnto, c con frequt:nza più dcvata nell'affezione monolateralc.
T ERA l'lA. La dtfficolù di potere determinar.! i fattori cùopatogenctici della normale migrazione del testicolo e delle varie fo rme di criptor.:hidia si riflette notevolmente sulla cura dell'::ffeziont:. Il problema tcrapcutico può in definitiva ria~sumerst nel tentativo della cura mcdica e nel trattamrnte chirurgt('O. Alla scelta del primo o del secondo metodo deve sempre indirizzare l'indicaz.wne che caso per caso puù dare !'t:samc clinic(J locale c generale del paziente, la ~ua età, in rapporto alle !inaliti\ r.ui SI tende si:~ ùal punto di vista funzionale che esteùco. e tenendo presenti :~ppuow le eventuali d1ff1coltà che il paziente può presentare. Il trattamento mediw. per i risultati p0sitivi che talvolta si conseguono circa l:t iliscesa spontanea tardiva dd testicolo. può essere tentato con qualche speranza di successo nel primo decennio di vita. in ca~i spectalmente di ritenzione iuguinale, testicoli mobili, suscettibili di abbas~amento. quando l'affezione non sia sostenuta da cvemuali malformazioni anatomiche c cause 10 genere di na~ma meccanica (aderenze. difetti del processo peritonco-vaginalc ecc.) ed in tutti quei casi limite per i quali lo stesso chirurgo spesso consiglia l'attesa sin verso l'epoca della pubertà. Molte di queste cause non ~ono apprezzabili a priori, per cui l'esito della cura medica può esserne motivo d: diagnosi non solo, ma può maggio rmente avvalorare l'ipotesi di un intervento chirurgico. I \'ari metodi incrucnti, lluale il m:t~saggio, mancano di reale utilità pratica e non hanno che un valore storico. Di essi merita ancora w nsiderazione il :netodo di Langen-
beck, sia per la facile ap[)licuionc t.hc per i risultati che talvolra può d.tre. Consiste esscnziJlmcmc nel praticare, nn bambint, ;~ mezzo di trnillnc .Jigital..:, co•1 le do' utt. calllck e pr..tJenzc, ruailovrc J1 stu .lmc.no in tasw dd testi ·olo ntcnuLO. De\"e essen: e~egutto giOrnalmente per un c:erto numero di giorni. cd C\elltullmcnte abbandonato ~ s1 ri,eJassc infruttuoso. Ma in pratic::l la c:ura medica trO\.J la sua es~enza nell,t \ornmim<trazione di prc par.:ni opoterapici (estratti ipof"Ì5ari, tcsticolari, gonadotropina. ecc:.). Si ritiene che queste ~ostam.e, in special moJc la gonadotropina, influenzando non solo lo sviluppo della ghiant!ol:l gcnnale, ma anc:he dei suoi :"lnnes,i c lo sviluppo so~ matico in genere, stimolino e riJ'ris1inino nel pazi<::ntt' .:ondizioni fisiologiche parti..:u larmcnte favorevoli alla successiva migrazione della gh iandola Messa. Esse titolate a grammi di estratto ghiandolare o ••d uniù \engono sommmistratr. in genere, per via parentemle. Della gonadotropina si Jistingu<.~no le 'arietà ipohsana, t:quina c corionica. estratte rispett.vamcnte dall'ipotisi, dal ~iero d1 sangue di ca\·alla gra\ ida c dalle urine di donna tn periodo di gestazione. Di c~ se si è dimostrata più cfhcace la gonadotropina lOrtOJltla, l. h e 'tcne molata in unità Internazionali e sommiui~tra1a nella dose di 12.000 unità (razwnatc in 6o giorm. Il ~upcrJosaggio non è immune da inconvementi, tra i quali si ~ono maggiormcmc ri~~on u <Ili l'ipertrofìa prostatica ed ti saldamcnro pnxocc delie epifis: os~e..:. Tompon eJ Eckel, riportando i ri~ulta ti dei loro espl'rimcnlt in proposito, .tlter 1.11ano che, oltre ad un rap1do sviluppu somatico (peso cd altezza) dei pazie-nti trattati con la gonadotropina, la discesa del te~tic:olo ntenuto si \Crific~•, 111 molti pazienti, ~ino all'cpoc:t della pubertà col solo trauamcmo en<.locrinù. Anche Harding, su 38 pazJent:, afferma di a\crc ri~contrato tn 29 di c.:s~i la diSl:"es:t completa della gluardola gemtale e solo in 5 la discesa p.uztale. Da questi dari risulta quanto uttlc sia t! tentativo eh cur:t medtl"a speue nei soggettt rer i quali ne sia presumibile una p:lrticobre indicazione. In ogni caso, considerando i benefici effetti sia generali che lcx:ah, po~~iamo ritenerlo scm p re un utile •:umplemento del tratta JT'ento chirurgico sia prima che dopo l'intcr 'ento. Col complemento della terapia con ormone gonadotropo prcipofisario Pende con siglia il trattamento roentgenterap:co del timo nei fanciulli e adolescenti con deficiente ~vi i Llppo genitale dovuto alla ipcrlunzione limtca, con tre cicli di irradiazioni distanziati da 20 giornt Ji riposo, ogni cido essendo costituito da 4 applic:azioni a giorni alterni. Secondo l'amore si può avere la guarigione sino al 90 ·'' Jei casi. Talvolta dopo 3-4 ap plicrtzioni (1" ciclo) può verifi,·ar~i b discesa Jel testicolo, specit· M: ritenuto all"orihzio interno o nel canale inguir.ak. l risultati si tanno pitt evidenti c definimi man m.tno che scompare l'ottusità t.imica. l fattori poi che bisogna tcm·rc ptc~<::nu nel decidere l'tntenento chirurgico, ed i ai teri che possono determinarne l'intlic:azione, sono, oltre l'età dc.:l pa.r.ic·nte, la sede della ghiandola genitale, le presumibili wndizioni anatomo fisiologiche di e~~a e dci suoi an~ ne~si, l'eventuale utilità che se nt• pu0 ritrarre specie ai fini ddla sua funzione. Dal punto di \ ista tecnico i rroblern i prin.:ipali ~ono indubbiamente quelli che l011· ccrnono In lunghezza del cordone spcrmatic:u e la fissazione dell:t ghiandola in modo che cs~a possa mantenersi nello :-t:ruto prLssappoco come ndk rondizioni fisiologtche. Per ottenere 1l maggiore ,tlluugamcntc' del cordone occorre ,tn7ltll(t0 liberarlo dalle aderenze e da tutte le formazioni sup!:rflue o troppo corte che lo trattengono, come k fibre del crcmastere, aderenze, Jifeui del dotto peritoneo-va~inale c della tunica fi. brosa. Tal\"olta sarà necessario liberare molto in alto i Yasi ~permatici ed il deferente. Qualche guadagno si può ottenere iaccndo sc:n·aicare al cordon" 1 ,·asi epigastrici, sui qu1li normalmente si inflette, o rt·cidcndo add1rittura i vasi stessi.
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Che l'orchiopessi sia Ji frequente un imer\ ento di tecnica Jifl1r ile c delicata lo pro''' anchl' il num"ro t'ci mcwcli prnpo~ti e d elle v:Jriazioni :tc..l essi apportare. Si è os~en ato eh t' l imitandosi a sospingere soltanto il testicolo nelle bor~e fissandolo al fonùo dello <;('roto, ~i cNre qua~i c:emprc il rischio ùi una introflessionc a dito Ji guanto di esso. Per ovviare :1 t'jUCsto inconveniente furono propo~ti metoJi vari: riposlz ionc del funicolo ito pi:1ni cl. nuova lormazwne {sottocutaneo, sottomuscol:Jre), 1 ico stru7ione di :melli inguinali metti (Lothei~~rn), applicazione di corpi estranei (aneli, d'oro) attorno al cordone (Felize::), p;~ssag~w deila ghtandola c del cordone attraversù un foro praticato nel puht, ccc.: tutti metodi pcrò che . ..:ome è facile intuire, condannano tn gene re la gh iandola :~ll'atro lìa. In casi di criptorchidia monolatnale ,\laudairc consigliò l'or .. hiopessi 1r:111scrotalc c la fissazione del testicolo abbassato a quello in sede normale prt;\ ia cruentazione delle superfici di contatto (Mauclaire I 0 ) , con e\entuale successiva resct.ione del funicolo corto (Mnuclaire 2°) ad avvenuta adesione delle superfìci crucmatc. Questo metodo portava molto di frequente a gra\ i lesioni, ~i no al1':1troiÌa. non >olo del testicolo o'pite, ma anche di quello sano. Non meno pericolost, per le facili infezioni c nc<.rosi. sono 1 metodi di fissaz1one della ghiandola ai piani di regioni vicine (pelle della cosci:1, fasci:~ lata, aponevrosi degli adduttori) previa incisione del fondo dello scruto. I metodi di or~hidopessia più comunemente uS<'Iti, che si preferiscono anche per b loro \c:mplicità. sono quelli di Omhredanne c di Peyr. In cmrambi si pratica un'incisione inguin:1le come per l'erni.1 e si procede Jli'isol;:o mcmo più accurato del cordon: c del testicol r . Al suo polo inferiore si pa\sano due 1111 di catwt attraverso l'alhuj.,rinea, :~vcndo cura di non interessare il parend1ima. Quindi. secondo Peyr, introducendo un d1t0 sino al fvndo della borsa corrispondemc al testicolo interessato, vi si pratic:1 una piccola incisione. Con un clemmer intrndotro in essa si afferrano i fili di catcut c si estraggono. Alcuni di <ssi vengono fis ~ati alb ferita dd lo scroto, altri alla coscia corrispondente per essere tagliati clopo alcuni giorni. Ombrcdannc consiglia l'orchtdopcssia transcrotale, fissando b ghiandola al tondo dell'cmiscroto opposto attraverso una piccola breccia praticata nel setto. Tecnicamente i risultati di •m'orchidopcs~ta aco uratamemc eseguita sono ottimt e. nella maggwranza dei casi, sono pure soddisfacenti per quanto riguarda la ~tabtlità oiella ghiandola nella sua sede, nonchè per la sua funzione. L'cffìcacia del l'intervento si manifesta, anche n distanza di poco tempo dn csso, con aumento di ,·olumc della :5h ianJola e della \ua \cnsibiliù \peCI fica. l multa ti funzionali però dipendono in gran parte lhlle conJizioni m cui si trov:~va la ghtandola primn dcll'imcn·ento, poichè la t:voluzione :.ucccssiva ùcl testicolo, dal punto di vist.t I Ì~iologico specialmente, è di certo in funzione delle capacità che esso conserva\;~ in precedenza. Molw di raro l'orchidopcssia \1 ì: dimostrata efficace, dal punto di 'ista fum.iona!t:. negli adiposo-gcmtali c negli adulti. "ic1 primi ~i è notaLO 1alvolta una bencfìra influenza sulle funz ioni intelieltuali e ~u ll:t vivacità dei soggetti. Nei second i invece essa ha il più Jelle \Oltc un valore estetico e suggestivo, dimo~tnndost d'altra parte non neno unk pc· 1:. benefica 111fluenza t h e puè, t>scn itare sulla psiche, ~ul carattere e sull'umore del paziente, che spesso ritiene di essere od dfcuivamente t' un impotente. ~olo ]Wrchè g:ravemrntc proccupato dal pcnsie•o delb ~ua 'lnomalia fìsic:~. BIBLI()(.JJ{AFIA Wcbcr aetiologie und thcrapic Jcs kriptorchic..lic. Ztsçh, F . urol. Chi r., 1910. 131ASI:-Il: L 'inversione del testicolo. - Capprlh Editùrc, Bologna, 1938. BnLOGN":s': Diagnosi c cura nell'arresto di disce~a t!<.:i testicoli. Giornale del Medico prauco, aprile 191), n. 4, pagg. '47·S4·
B.:>NEM:
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/,'-Chirurgia. V AJ\.\Y A.: Nuot'e tccmche di csplora:::ione delle vie biliari: /,1parascopìa c coPresse ~léd., lccùtografia dtrt'tla. 1<)49· n. 9, pag. 125. Le tecnidv: pill elementari di esplora:tione delk vie bilian, colccisrograha ,u,, p lin: o con prov:. tli 13ronner, ~ono oggi, ~pecialmente in Francia, complet:llc .o11 altre ricerche fra le quah ,Jomina !~ mnnon.•:tria biliare, \C(OIH.lo la tccntca Ò1 Ca~ roli che permcnc deduzioni hsiologKhe di alto interesse e per le qu~li lo studio della fisiopa tologia h ili are h~ fattu nuo' i progressi, sicch~ si wno pottltl' conoscer<;: c sLUdiare piuuo'ro agc,·olmente <]ucll< turi)(' iunzionali che ';.m r. o sono d n<•nll.: di discinesie hiliari. La laparascopia, ormai vecchia lll drca un cir.quantennto, non è tuttora cntr<lla granchi: in uso sebbene siano cs:lt wmentc preLisate le im.licazioni, lo strumen tario, la temica c i possibili risu hati. Circa l'utilità della l:lparascopia nelle ma lanie biliari ~ hene e'idente che C\<a è uuliz:tabile soltanto nelle affezioni croni che potendo consentire l'esame del fegato, del fondo 'escicolarc, c, in Jctcrm• nntc circostanze, del cistico c del corpo del k, colecisti; rende i noltrc possibile i l p releva mento a scopo bioptico di tessuw cpa ùco. L'A. si diffonde a trattare particolarmente dei risultati di questa nccrca in determinate malattie. T ratta succcssi,·amente di quella ingegnosa applicazione della bparnscop a apportata da Marcello R1yer chiamata colecistografia diretta o co/angiografia non chim,.gica, iniettando In colecisti con un mezzo di conlrasto sotto il comrollo della 'i sta. Questo metodo è sembrato m o ho semplice all'A. the lo ha ,·isto praticare d:1 Royer stesso in meno di 20 min\lli. L'interesse maggiore si ha nello stuolO di quelle colecisti the risult:lJtO escluse.: alla colecistograha ordinaria pcrmettcn O-
Giornalr d, .\lrd'"''ol \lzflt,,r
do rilievi che ~ino a que~ta epoca erano impossibili. ~ccondo l'A., thc pure mostra di apprezzare gli cno~mi \:111laggi Jel metod0, è ben certo che questo c'<lmc non ;: de~tinato ad entrare ndla pratka corrente; tutta\ ta in reparti spcrinlln.tll e~so può rcndt rt dci grandi \cn iz• potendo e,·itare un 'opcraz "o ne i n uti le o a l contrario Hahilrrttlo una indicazit•nc precisa c precoce. A noi sembra che effetti va111cntc tutto ciò che pu:, wmpktarc i ri,ultad, purtroppo nou sempre del turrn s01~dl~t:ICCnti, degli altri :11ctod1 di ricerc:1 radwlogtca Jcllc \'it b1hari deve cs~crc accolto 'enz 'altro per sottoporlo ad attent:.l spersmenta~ zionc c criti ca dopo d i che ~~ pDtr::uwo vaglinrnc t':lttamt>llte i ri~ulrati, augurando~i che 'i possano ottenere con nuovi metodi piìt precisi ragguagli ~ulh statv :lnatr•mico c funzionale c!elll' 'IL bilìari.
GORELtK /\. : L'operazione d ella cardioperica,.diopeuia .per il tratlamcnlo delle malattie dei l'aiÌ coronari. - Giorn. !tal. Chirur., vol. \ ', n. 3· marzo '949· La confercnz.1 del dott. Gorelik è veramente interessante, perchè mene a punto un argomento tl i viva ;mua lìtil, CjUalc è quel lo del tr:.ltta mento chirurg icr, delle malattie tlci va~i coronari. l di,turbi di circolo del le ccronarie si posson(l presentare in qualsiasi Ltà con disturhi gr.n i quali debolezza del miocan.lio, infarto, fìhrillazione \CI1tricola~e. Si comprende (he, prima di ri correre alla cur:.J dmurg ic:t, sarà ncces~a rio praticare b terapia medica, chr purtroppo [allisce nei C:JSJ gra' i. ~folti tcnrati,·i, prima negli :tnunali e poi nelr uomo, sonJ stati fatti per la ri,·ascola ·17.7.a7ione del cuo~c. l nte1e~s:1nti sonu gli studi di Beck, O' Shaughnessy c Lezius, thc tentarono l'i nnc'w ~u l periLarclio d i m:tscolo, omcnto. polmone:
ma tali interventi nell'uomo sono shoc canti e con facilità provocano fibrillazione auricolare. Molto meno traumatizzantc c quasi senza rischi è il metodo di Thompson c suoi collabor~ltori, che p rod uwnc' una prricardite adesiva introd•Jccndo nel ~acco pericarclico poivere di talco sterile. Tale pol\'ere pro,·oca una reazione car:ntcri7zata da una pcricardite fibrinosa con poca o nessuna formazione di ligui<h; dopo 18 ore il pcricardio aderisce all'epica rdio nella sede ove la poh•ere fu po sta: dopo una settimana le due supt:rlici sono strettamente aderenti c dopo quat tro sono fuse in un unico strato di tes~mo nel quale si notano vasi sanguigni. L".\. riporta i risultati sperimentali d1 Thompson, che sono molto dimo,trati\ 1. L'operazione di Thompoon è indic:n:1 nella ~indrome anginooa ben dehnita c nei casi di infarto, quando però si (; si curi della guarigione com pleta ddl'inbrto Messo: è controindicata nei casi d'imuf hticnza cardiaca con evidente congest1onl passiva (rantoli umidi alle basi polmu I!<Hi, stasi epatica, edemi). L ',\. parla dello studio e ddla ter:.1pi.1 prc opcratona dei mal:lti da sottopor re al lJ ca rdio-pericard i ope~s i a secondo Thompson: ne descrive la tecnica operatoria ed il trattamento post-operatorio. Conclude affermando che la semplicita tccnic:t dell'operazione di Thompson de'e incoraggiare i chirurghi a praticarla in quc1 casi cli disturbi coro narici, in cui non vi è nulla da sperare da altra terapia IADEVAtA.
R. et Po1sOT J. : Le appil cozioni dr plaunta materna t1ella cura dc/h fi.aole gastro-duodenali. - Presse M~cl., 1949, n. 5, pag. 81.
DAn~L\ILL~CQ
11 trattamento delle fistole gastro-duo dena!i post-operatorie si è arr!cchito fin dal 193!! di un nuovo metodo che sembra particolarmente indicato nelle fistole più grandi e ribelli alle varie cure. Un chirurgo sovietico, Tréùakotf, riferì in quell'anno i suoi studi sulla pos~ib ilità eli accludere con un tratto di pia-
centa e portare a g uangwne t.'ll unc fistole gastro-duodenali. (;Ii AA., :.Jllie\"1 del prof. Cha,·annaz di Bordeaux, che in pas~ato stuLhò spcnmemalm eme la questione riferiscono quattro casi d; rapidi~)ima guang1one (d ue quattro giorni) con applic:tzione di un tratto di plar<'nt::< prelc,·ato con la massima sterilità poss1bilc. Dopo :Jver esposto la tecnica, del resto molto semphce, gli AA. si pongono, ~cn z.t per a!tru dar loro risposta. delle do:nande che ognuno rivolgerebbe loro ieggc ndo l'articolo. (.)ual'è il meccanismo di azione? Non potrebbero essere adoperati allo stesso ~c:opo fra 11menti di muscolo o carne cruda ? L "inoffemi\'it:l c la semplicità del me· wùo ne mm1gli.1no l'appiicazione. I risultati potranno essere meglio apprez7ati quando ~i con<J~ccr~ un maggior numcrc ·:!i casi. TtlU I NI.
G., l .\LHEL M., F.wER(;E }. .\l. et AR~I:R J.: Il ruolo dell'mologia nel/.; prognosi post-operatoria dt'l cancro del/,, mammella. Prc~sc Méd., 194~. n. ll, p.1g. rr~.
CRicOt:ROFF
Gi3 al ren:ntc Congresso di Chirurgia di Parigi nell'ottobre 1948 uno tlet!li AA. ha espo~t<1 1 n~ultclti di uno studiO ;l\·cme pr.r scopo !.1 possibilità di ristabilire una prognosi po~t-opcratoria del ca nero del sen0 in base a1 soli risultati i~tologici. In ,Ju csto studi o basato sulla osserva:t,ion~.: di ~Rr casi tutti osserva ti per un lungo pcrioJo gli AA. riprendono lo stucl1o della questione di' idcndo le loro osservazioni in vari g~uppi, c più precisamente: I " - prognosi istologica dci risultati operatori : 2u - volume del tumore e gruppo istolf>gico; 3° - vo lume del tumore e prognosi post-operatoria; 4° - frequenza dell'invasione dei gangli Jinfatici c gruppo istologico; 5° - precocità dell'in,·asione gangliare (· gruppo istologico; 6° - estensione dell'invasione gangliare;
l
7"
prognosi dell'inva,ionc gangliare. vari confronti sono fatti rencnJo prc· ~ente una classificazione isrologtca che di' idc 111 quattro gruppi tutti i cane n della m.unmdla e cioè: r" · epitelioma altamcntt' Ji(feren:. '
epitelioma meno di(fen:nzino con :1lveolare; 3" - epitelioma infi ltra nt e: .n cordoni graci li disseminati; 4' - carcinoma di((uso. Gli .\A., dagli esami eseguiti wn rigo ro~i metodi 'tatistici, traggono i nteressami condu,ioni. per le quali si può alfermarc che ttuando il 75 •>, dei cancri de! 1 grado guari\(1}110 ue muoiono so',, del :2'', 6o' del 3" t: lìsn., del 4°, co~ì purt· la prognosi d et tumori del 1° grado con im aswnr g.1nglionare ~ considerevolmcnlt migliore dt guelli del ~o c 4" grado. La divisione in 4 gradi istologici ha dunque un ' 'alore reale e pcrmt:Ltt: di ~la hiliro: la pro~nosi glob:-tle. Si può dire che qucsro law1ro di intl'res~e Y<"ramente note\Ole \i aggiunge alh già numerosa collana di ~tudi eh<. prende in considerazione i caratteri L\tologici dei carcinomi della mammtlla per stabilire il giudizio prognostico. ~.rchitettura
TRUINI.
Me dicina. G.: La gnstbtfa,ì t·uttuua all't>toplannina. - Primi rimltall in italia. Bollettino ddl'lstiruto Sicrotaapico Mil:mese, marzo-aprile 1948.
T t.s&r:-. .IRI
Partito dal concetto che affezioni da miceti del tipo « Histoplasma capsulatum Darling" o istoplasmosi, che possono simu lare, per il deco rso tro nico c la tend enza a ll'evoluzion e fibrosa o rak:lrca, la tuberccJlosi polmonare, sono da eonsiclerarsi a d iffusione mondiale, come lo d immtrano casi di recente descritti in Spag na, Portogallo, Inghilterra, oltre a quelli da maggior tempo noti in altri continenti. 1'.\. descril'e entro quali limiti possa dar~i valore diagnostico all'intradermoreazione con l'antigene specifico « isLOplasmina 11 .
Ciò nel senso che. in forme acute, la posi ti\ ità può essere di conferma alla diagnosi, mentre la negati' ità non la csdu de; ncllt forme croniche iuvece la ncgaU\'ità esclude e la po:Htil ità fa ammenerc un a\'vtnuto contatto rol micete. Interessante il richi·1mo agli studi di Graver, Cle1c r.: collaboratori i quali in ricercht: pratieatc.: su 1220 soldati delle va rie regioni degli Stati Oniti che prcscnta,·a no segni Jad10 logici di tubercolosi polmonare, trovarono nel 93,6''" sensibilità alla wl•erc..olina, nel s8,6 'n s::nsibilità all'i stopla~m111:1; nel ~1.1 'o alla coccidioidina, ed in molti \cnstbil ìtà contemporanea alla rubcrrnlina cd all'i~toplasmina. ;....rcl!t ric..cn ht pt:rsonali fatte mando per le intradr.:rnHJreationi htoplasmina prepa rat.l dalla Compa~nia Lilly di lndianopo lis. e confrontandole con la rubercohno reazinn.: a lla 1vlantoux, su 50 soggetti di varia rt3 c SCNJ diH·rso c con affezioni varie, l'r\. onc..·nnr.: in tre casi reazione positi'a alla sola i\toplasmin;~ (6 o) contro 32 (64 • ) rca'lioni posit.,·e alla ~la tubercolina; in 9 casi (18 ) rca7ioni nega LÌ\'e ad o::ntramht gh antigo::ni. Oa tali risultati l'A. conclude, sia pu r" con b neces~ana pruden73, che csistc.;nJo anche in ltJiia soggetti che reagiscono positivamc..·ntc :1ll'istoplasmina, questi dcl'Ono C$~ere venull vc.:rosim ilmente a con· tatto col micetc o con organismi im·~·lU· nologicamente affini, c che conviene tener quindi in maggiore evidenza nella dilgnostica Jtiferen,iale ),:t possibilità che es=stant• 'ln<.he ne1 no\tri Paesi micosi polmo ~ari del tipo dcll'istoplasmosi ed anche k possibilità ùcll':lwJCiazione di qu!>ll! alle tubercolosi.
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1'3tUCAIRE
H.: L'Aurco-
Presse Médicale, n. 4, 9 apri
le 1949· :-.:ella cominua ricerca ùi nuo\·i antibiotici capaci di agire eftìcacemente contro m 0rbigeni sinora resistenti agli antibiotici noti c che non presentino gra\'i
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pcrimli di toss1c1ta, l'aureomicina, anti biotico di recente scoperta americana, sem bra riunire po~sibilità assai promettenti. Gli t\\. riunis:ono le conclusiOni della bibliogratia sull'argomemo e, <.topo ;~ver accennato all'ani' ità de l nuo\·o :~ntibio tiro in vitro ed a quella in vi,o, ::!Ila sua scarsa LOssilità ed alte vie di •amministra zi(111e, fra cui interessante C]Uclb or<llt.:, ac· c:ennano ai risultati, meno import:tllli, ortenuti in ailczioni sensibili ad altri untibinticl c alle risen·e che occorre ancora fare, m:~lgra<.lo qualche favorrvolc e~ito, in c;1.,i di infezioni da Salmonelle. Si dilungano imece maggiormente a descri,cre i risultati ,:enam{nte fa,ore,oli c>ttcnuri nc:llc: infezioni da , hrucdla me lircnsi ~ ,. :tnche resistenti a precede m i tr:tt· tam r nri con streptomicina c sulfod1a71na, mentre non ancora si è dimostrata ~ICU· •·c77.a di dlìwcia nelle infezioni d:J « brucetl:~ :~bo1tus "· Moho confortanti appaiono i risult:~ti oncnllli in casi di linfo<rra nulomatosi d1 • • b ongme 'enerea (malattia di ~icola s Fane) in ,.me fasi c manifesta?ioni. Così pure ri,ultati assai promettenti si s:mo ottenuti in c:1si di rickettsiosi, fra cui la mal:ttti~ di Brii! e la febbre delle montagne roccw'c nella quale l'au reomicina u-ove rchhc as~ai miglio re indicazione dell'aci· do para amino benzoico per la sua minore tossicitil e p iù rapida cflìcacia. Non è \tato possihik lìnora saggiare l'cflìraria dcll'antihiotico nel tijo petecchiale. Azione favorevole e rapida Ì' stata :~n che ~<!nsta.tata . nel trattamento delle " poi m o nn 1 pnmane atipiche n , resistenti, come è noto, ai comuni antibiotici quali la sulfadi:1zina c la penicillina. Rimltati lìnora scarsi o dubb i si sarebbero ~mcnutì in affezioni eli origine spirochcnc:J. Concludouo dando ind icazion i sulla posnlogì:l del mcdicamemo, mes~o i n commercio dalla Casa Americ:~na cc Laboratori L~d~rle " col nome di " Duomyci na •, ~•a 1n relazwue alla \'ia orale che intramuc;..:olare o locale seguita. quc~t'uhi ma, in oftalmologia.
~iAYER G. c RoUILL\RO ) • .\1.:
L'eredità parul!t·la dd/e ipertenstoni primitive e del le nefriti croniche ipertenswe <glome rulo-nefriti, nefnte cromca ascendente. nefrosclero;i maltgn·l). - Archives dcs maladies du coeur et de:. 'aisscaux Pari~, settembre 11)-jH. '
E' or mai da lungo tempo acqUisita la conoscenza dell'intervento dci fattor i ereditari nella produzione dell'ipertensione primiriva ordinari:~. Quello che tuttora colpisce chi s'interessa a problemi del genere è la frequenza dell'•pcrtcnsione o del· k ~ue maniiestazioni nell'as~endenza o nei . collater~li di taluni nefritici ipcncs• cd •l dubb1o thr gli ,tc~si tatto:i e:cdltari non g•ungano talo~a pe·lino all'ori · gine delle nefriti t:roniche ipcncnsive. Gh AA .. nel loro lavoro, si prcmurano anl:irutco di precisare l'oggetto dei lorfl studi : Pe~ ipc;-remionc primiti,·a, inf,mi, essi intendono quella m:~lania comune ca rauerizzata clinicamente dall'ipertensione ro!>sa, spc~so labile, sem;a altre lesioni del fondo oculare che cmorr:tgie, con segni ·o -ranti di arteriosclerosi renale all'es:Jme autoptico degli infermi <:he soiTri,ano d; cuore, eli fatti cerebrali, raramente <.li rene. Al contrario, gli AA., per ndriti !pertcnsi\'e intendono quelle varie fo;me eli ne fmi che si ma nifesl:lno in cl inica con ipcrtcmi:"~ne p:~ll ida. costante, che s'accompagna ad essudazione soprattutto perimaculare e ad cdcmJ papillare della retina ncfritir::a . L'c,•oluzione, quasi sempre renate, prende:: tah olta l'andamento rapido e cachettizzante dell'ipertensione maligna. L:t clinica spc~so, l'autop~ia sempre. consentono di Jefìnirc l'entità anatomo-clinica respon~ahile dci sintomi: g lomeruloncfrire, nefrite cronica ascendente, nefrosclcrosi nulign:t. C iò premesso, g li AA. r iass um ono b revemente qualcun::l delle osservazioni t ratte da un'inchiesta su di un:J popolazione ospitalicra di 1875 :~mmalati <.li differenti età e dallo swtlio dì 117 casi di affezioni ipertemi'e o rrnali. E,aminano quindi i n sult:ui delle loro rirrrche sia in qu:.nto al parallelismo tlell'crcdità lra i due tipi di manite~tal!;ioni sia in ()Uanto concerne spe-
ciali note d'osseryazione, pe; venendo alle conclusioni ~eguenti, che essi indic<tno col fiC tentativo di spiegazione dei fatti rilevati: L'evoluzione d'una ipertensione primitiva ord inaria verso una « nefrite » è assai rara. L'ipertensione rossa della forma primitiva c l'ipcnensiom: pallida delle affezioni renali differiscono molto nel loro complesso meccanismo fisiopatologico; la loro sintomatologia è assai diversa, come è noto; c, infine, le lesi o n i renali, specie q uelle delle arteriole, sono caratteristiche di ciascuna di esse. Non si può dunque supporre a priori che le ucfriti ipertensive non siano che differenti forme evolutive dell'ipertensione primitiva nè spiegare così il par:Jllelisnw dell'eredità nei due gruppi di atfezioni ipertensive. c;li AA. sono, pertanto, J'avviso ch'esiste un terreno comune a tutte le reazioni ipcrtcnsivc, malgrado la diversità del loro andamento clinico e morfologico, ed esso è da ricercarsi nel si stema arter iale terminale de l rene e cioè nel mndo dì reagire delle arteriole renali, tenendo presente che il rene è l'unico o;gano le cui reazioni vascolari hanno la massima ripercussione generale e che le turbc primitive risiedono nella struttura stessa di tulli i sistemi a:-teriolari dell'organismo. Gli AA. terminano il loro interessante studio riaccostandosi alla teoria ncuroumur:tle d i Goormightigh, al cui meccanismo d'azione sarebbero da attribuirsi gli squilibri vasco lari e pressori; spiegazione sed ucente. ma, per i nostri AA., estremamente azzardata. TRlFlLETTL
Eo. e MERLE:-< J.: Il valore dei fattorz d" ordine funzionale nell' llulljficrenza cardiaca. - Archi ves d es t-.1al.adies du cueur et <.Ics vaisseaux, Paris, ottnhre 1948.
Do u~lER
Il problema dell'ipcrtrofìa ra~<.llaca primitiva e della miocardia è sorto in seguito all'osservazione di un certo numero di casi d i insuEficicnza cardiaca apparentemente primitiva, sopravvenuta al di fuori di qualsiasi f;1ttore conosciuto, d'un pronostico oscuro c d'una evoluzione: spesso rapid?.
di cui le wnstarazioni necroscopiche non danno la spiegazione. Il miocardio appare del r~tto sano ed il solo rilievo interessante è la scoperta d'un grosso cuore, di una ipcnrofia cardiaca secondo l'espressione di alcuni AA. della Scuola Lionnese (rniorardite ipertrofica d'origine indeterminata). Ad una interpretàzione interamente d ifferente perviene il Laubry che impiega in proposito il termine nuovo di miocardia a designare un'insufficienza cardiaca primitiva, r:1pidamentc evolutiva, che non provoca alcuna alterazione del miocardin o dcii~ corona rie. Sviluppate e d iscusse le varie teorie e gli stucE riflettenti le relative interpretazioni attraverso il vaglio della clinica, della radiologia e dell'elettrocardiografia, l'A., in questo sintetico studio, che egli chiama <· sgu;.;:·do d'insieme un po· rapido », conclude come sq,rue: In accordo con la concez ione di Laubry e le vedute ch'egli ha manilcstalO per primo, un gran nulllero di fatti d'insufficienza cardiaca che una volta si riteneva di poter attribuire a dei fattori meccanici o a delle ltsioni mincarditiche trovano O):!gigiorno una spicgnione interamente d ifferente nel1"imcrvcnto di processi d'ordine ilsio-patologico, sia che si tratti di turbe dismetaboliche. sia lhe si tratti di fenomeni biochimici o di reazioni di tipo allergico. L'ipotesi d"una insufficienza cardiaca funziomllc potrebbe sembrare azzardata pt:r Il momento in cui venne emessa. Ma essa ha trovato nelle constatazioni Fatte tante conre~me che guadagna ogni giorno in vcrosì miglian:.~a per quel le insufficienze cardia' h e prim iti1·e inesp!icatc o altrimenti inesplicabili. Se, però, in alcuni di questi casi le constatazioni nec roscopiche non sono compleumentt~ negative:, come le ->sscrvazioni di Laubry e Walscr, g li AA. ricordan >l che i fanori determinanti le turbe de l metabolismo mioc:1rdicc• sono a lungo r.nd:uc generatori di lesioni, quali, per es., ; pi~coli focolai di necrosi miocardiche suscettibili d i organizzarsi ulteriormente nel tcs~uto di sclerosi provocato dall'avitaminosi B 1. TR I FILErn .
CRAWFO.Ro J. H. c Dt GREGORIO N. J.: Dissociazione 4. V. completa nei giovani. Amer. Hean Journ., ottobre 1947. Lo studio degli AA. vcrtc su '4 casi di dissociazione atrio-ventricolare (A. V.) completa in soggetti di età inferiore ai 40 anni: 2 di origine congenita, 6 di origine reumatica, 2 di origine atcmmatosa, 3 app~r~a temcnte congenite e 1 caso in cui nN: fu possibile rilevare alcua1a causa, neppure con l'autopsia. Dal lato pronostico, l'avvenire LÌtpende dalh diffusione delle lesioni: se solo il fascio dt His è leso, il pronostico è buono; esso l'è meno buono quando i! reumatismo o la si fi lide sono in causa. E' cauivo quando si tratta dt malattia coronarica. Quando un tumore, un ascesso o un processo ulcerativo hanno alterato il fascio, il pronostico è abitualmente assai grave. T ru l't LETTI. LEvv R. L., WH!Tii P. L)., $TRoun W. D. e H Il-l'MAl' N CH.: l pertensioni pro! ungate. F:w:m p,edijponenti e cause di inabt!itù e di morte. journ. o( t\mer. ~led A•soc..iation, scuembre '947· In questo importante lavoro gli AA. fanno ~eguito a preccdcmi relazioni statistiche pubblicate nei riguardi del ~ignihcato prognostico dclrapertcnsione tran~itc-ria, della tachicarJia transitoria e dcll'obesirà. La prescnz:J di queste tre condi1ioni :-aumcma la probahilità dell'ulteriore s,·iluppo di una ipcrte'lsionc prolungata c la ncce~sità di pensione o di morte per affezioni cardio-vascolari. La presenza di due di queste condizioni è di maggiore importanza che la presenza d'una :-.ola di esse. Dallo studio della ipertensione in un gruppo di uffìcinli nei quali si era svilu ppata una ipertensione prolungata, le cnuse principali della cessazione dal servizio (riforma per mal:llli:t) nel quadro delle affezioni .:ardio-vascol::ari, furono l'ipertensione stessa, le affezioni coronariche e l'arteriosclerosi cerebrale (ivi comprese l'emorragia c la trombosi). L'emorragia cerebrale e le affezioni coronariche furono responsabili, entrambe, del 66' .. dci casi di morte d'ori-
gine cardio-vascolo-renale durante il periodo di osservazione. Gli AA. concludono che, per quanto con cerne l'uniformità di uiteri nella selezione degli ufficiali, bisognerà nell'avvenire tener wnto dei tre fattori predisponenti allo sta hilirsi d'una ipertensione arteriosa tenace c di wrhc cardro-\ascolo-renali. TRIFILf.TII.
w.
R. L .. WHITE P. D., STROUD L). c HrLL~iANN Cu. C.: ObesliÌI. • SufJ sigm·
l.t:VY
fìcato pronostico in rela-;;ione all'ipertensione e ali-: affezioni cardio-vascolo-re· n;li. - Journ. o( Am. l\1ed. Ass., luglio 1946.
Si tratta di uno swdio stausttco vasto cd accurato, in cui gli AA. portano la loro attenzione su ben 22.741 ufficiali Jnfcrmi di ipertensione artet ios:r e di malattie car· tlio-vascolo-rcnali. Dalle osscn·azion i cspe· rite si possono trarre le seguenti dec.luziona dioiche e medico-legali: l soggetti affcar da obesità tendono all'ipenensione e fornisumo un conungentc assai cospicuo di persc.nale messo 111 pen sione (rifo~ma) per affezioni cardio-vascolari. Allorchè gli iperrcsi presentano .:ontun poraneamentc una ipe. rem1one •·d t.na tachicardia rran,itoria, le risultanle st:Jtistiche provano che, in essi, la proporzione der soggetti presentanti ulteriormcnte una iper tensione permanente è dodici 'ol te più forte che in un gruppo di colllrollo; la proporzione di quelli messa in l,ensionç per affezioni ca rdiova~colorena li è qu:mro volte più fone che nel gruppo di conrrollo. L'obesità da sola non ~umenta notcvol mente la percentuale delle mora i nei soggetLi affetti da affezioni cardiovascolan. Concludendo, cia~cuno dei trt- clementi - ipertensione transitoria, L:lchicardia, obesità - aumenta la pn,babilit:l di ulLcriorc w iluppu dell'ipertensione perm:~ncntc c del l'.1ftezi:me cardio-,·ascolo-n:nalc. Se due dr questi elementi sono riumll. que,ta proba bilità di ~\·iluppo è ancora più gr:l\c. Tr•t Fli.F.Tll.
i,
quabi~si ~pe~:uione chirurgica; il più spesso, net pnm1 trenta minuti dell'intervento. , Circa il . trattamento, perchè ~ia efficace, e necessano che esso sia istituito subtto, dai 2 ai 5 minuti dall'arresto del cuo•e: Secondo l'A. importa anzitutto distin- ?isogn:t. dunq~e che il _Piano d'azione per guere il collasso dallo choc, perchè il ioro tnterve111re cos1 tempc~nvamenre sia predì· trattamento terapeutico è molto diverso; ma sposto c che i_ ~ezzi siano tutti pronti me n t re lo studio del collasso ( do,·uto acl un :td essere mess1 1n opera. Veramente di brusro arresto della circolazionr' di ritorno g rande \'alore sono la respirazione artificiaverso il cuore) è relativamente st·mplicc, lo le,. il massaggio del cuore, l'impit'"go di prostudio dello choc, invece, è rrolto comples- cawa e d'epinefrina. so a causa del polimorfismo della sua etiOLa fibrillazione \"entricolare è probabtilogia, del suo quadro clinico e dei meccameme la complicazione più temibile allornismi patologici di produzione. ch~ il cuore ha ripreso i battiti; ove essa l fattori ctiologici possono essere riumtt non sia immediatamente trattata, è gene~n 3 grandi gruppi: traumatici, emorragici, ralmente fatale. Tra i mezzi ad hoc è stato tntervemi chirurgici. raccomandato lo shock elettrico (Beck). Lo studio clinico concerne rl:tssicamentr. Il ripristinarsi dell'attività cardiaca e poltre ordini di segni: nervosi, v:~scolari un:on~ re. no~ . d~ as~icurazione rldla guarì morali. ' gwt!c d t ta lt tn(cr~11t: .la morte può sopravTr:~ le moltf" osservazion i, l'A. fa notare vemre nello ~paz10 d1 una quindicina di ... he,_ in as~enza di emorragia, l'emoconcen giorni dall'operazione, durante il qual temtr.tz1one rende conto della riduzjone del po gli ammalati presentano delle turbe cc'ol~me del sangue e della iper-permeabilità rebr:tli come se fossero decerebrati: quelli captlbre. Il rallentamento della circol::171one c~e ri~scono a guarire mostrano una perdetermina uno stato di anossemia dei tesdtta dt mw10na per gli aV\"enimenu verisuti. che libera, a sua ,·olta, delle sostanze ticatisi nelle 24 ore precedenti l'opera7ione. actde che si ianno sentire sut capillari per Due casi studiati si riferiscono a malatt accrl'sccre la loro atonia e l:t loro permeache rhbero l'arresto del cuore p0co tempo biliLJ, donde si istituisce un vero circolo vidopo l'iniezione endovenosa di solfato di zio~o. morfina c un 'anestesia al pemothal. C irca la patogenesi, vien rilevato che tre Concludendo, si potrà dire che la sta· gmndi teorie si affrontano ~enza escludersi: tisticr~ delle guarigioni dopo sincope bianla nervosa, !a tossica, b ''ascobre. ca anestetica oscilla tra il 20 e il 33'',. SemCrmcludemlo nel senso anzidC'UO, l'A. br:l. però, che c~sa possa essere migliorata c~ponc uno schema terapeutico pre"cnti,·o con un trattamento tcrapcutico immediato c curativo, che si basa soprattuuo sulla eJ '"neq~ico. ricoStituzione della massa sanguigna.
li collasso ~ lo choc. - Con· uzioni attuali dopo gli ins~gnam~nti della gu~nr. '939-'945· Re,·. 1\ll-d. dc: France, n. 3, 1947·
ll01x:OMONT R.:
TRIFILETII.
TRIPILErll.
Neuropsichiafrla.
R. e NtC110LSON M. 1.: ./rresto del cuore dura11te l'ane,;tesia. - I.A.M.A. nc.vemhre 1947.
H uZIC:KA E.
Tutti i ~nedici sanno, specie qudli che hanno pratica di chirurgia. che i casi di arresto èel cuore durante le anc~tesie sono lun~i dall'essere eccezionali (due casi ctrca, o~m anno, tn un grande repano di chirurgia): essi pos~ono presentani nel corso di
] ). : Progrès réccnts réa· liiés aux État.•· U nis daus le trcutemenr ~t la rf,zduptatlon ;ociale des paraplegz
Prmi-DUTAII.LIS
qu~.c par blesmre de la moèlle. -
Presse
Mécli,alc, n. F· II maggio I94Y· 11 penoso destino, ··he era risen·ato un rempo ai paraplcgici per lesioni del midol le, ha su~citato l'attenzione di benemcriu
studiosi che hanno realizzato risultati insperabili. Fra quc~ti l'A. cita Donald Munro, ncurochirurgo di Boston che ha studiato e messo a punto, in particolare, dei metodi di ricducat.ionc delle funzioni ,·isccrali ed 1-Iomer Su·ycker, chirurgo orropedico di Chicago, che ha escogitato un letto speciale molto sen tph.:e c soprattutto tendente ad t:vimre le fom1nt.ioni d i cscnrc. E' csscnzinle che l'assisten?a .:: la riedu t azionc dei pnraplegici ,·enga effettuata in apposi ti centn ~pccializzati O\'C la bontà dei risultati uttenuti vale .1 ridare fiducia nei colpiti sulle loro possibilitìt di riadattnmcnto a rondizioni d i vita meno tristi Ji quelle che eran(J in precedenza loro rise'ate. L'A. de~ri'c minutamente i v:tri sistemt aJonnti nel Centro Specializzato di Toronto. Dato l'i nteresse dei vari particolari di tecnica assisttn?iale esperiti, riesce difficile cd inefficace ria~~umerli. :\!el Centro è u:alizzata la colhborazwnc dt un neurod1irurgo, di uno ~pcciaìista di mal.mie urinaric, di un ortopedico c cli uno spccinlistt i11 plastiche, i qu:.d i seguono l'invalido colllcmporancamcntc o s..tccessivamcntc, a s.:conda delle sue condizioni. L; prime cure sono dirette alla preYcnzionc delle e~•. arc, sia .:ol letto ~p::ciale che conscnn.: con grande facilità frequenti cnm hinmcnti di posi7,ione senza traumatiz. zare il paziente, ~ia correggendo l'eventuale ipoprotidemia. Se le escare sono già in arto, lo specialista in trapianti cerca di intervenire il più tempestivamente possibile per modifica re le piaghe da decubito e l'nr le cicatriznrc. Contempor:~neamente viene curnta la fun· zione Yescicale con la,·aggi a pressioni variabili ed a meno di liquidi :~datti a pre· venire o comb:~ ttere le formazioni di c:1l roli di fm[ati. Attraver~o un trattamento di panicolare meticolosità c costanza ed in rcbzione, nn ruralmente. alla sede ed entità della lesione midollare. ~i giunge ad ottenere le migliori pos,ibili condizioni di rieducnione ddln funzione vescirn lc, così da rendere inutile qualsiasi :~pparccchio raccogliwrc, da clnrc nlla vescicn una discreta .:npacità c far ~ì
che il paziente possa prov,·edcre in tempo utile ed attraverso parùcolari stimoli ad c.:vacuarla. l nlinc la rictiucazione motrice, che pre vcd•; la esecuzione di pnnicola~ i esercizi ginnici diretu ati irrobusti:t" gli a ·;:1 supc.:riori cd il segmenro superio:e del tronco <: tallo; ricduc:vi•me eh.: è di:ena da un ncurologo coatliuvnto evclllualmcnte da uno psichi:ma the deve info11dere la necessaria fiducia negli invalidi, tbc ottenere il risultato d• tiare ad essi la nc,es,a:ia nuwnom•a e tioè la possibilità di ahars1 da ~oli da letto, ~i~tema:si nelle apposite carrozzelle con le qual; muoversi c, mccessivamcnt~;:, dedkarsi ad una artivit~t la,·oraLi\·~· :tdarta alle lo:o condizioni, per es. all'orologe•ia. Con questi ri~ultati si può dire di a\·er risolto nel modo più idoneo un prohkma de l più alto interesse mor;.~lc c <ociale.
P. DE PAOLI. W ha t i> H ypnos:s (Che cosn è l'ipnosi). - ;-.Jcw York, Smith, '944· pp. 8!!. (55 opere in bibliografia).
$\LTE.R A"nRtW:
In questo s.:oncertantc saggio l'A racco glie •n schem.1 il frutto di sue rspe:-ienze e l organizzazirme del materiale frammentario raccolto Ja molti' studiosi: medici, psiwlogi. biologi. " Ona rispcmn al quesito: che cosa è la ipnosi? - dice l'A. - e possibile solo considerando un gran numero di recenti ricerche. La gran pane di que,tc fumno c:ompiute da psicologi che non ~i rese-ro ron to c.iell'im fJOrLa nn dei risult~tt i nel campo dcll'ipnou~mo '' · L'A. iniaui, seguendo akunc rec~nti veJutt•. conferma l'assoluw coi !l;iJeP.za fra fenomeno ipnoti :o c il ben noto mr<cn nismo del rif l cs~o condizion:.to. Lo stJto di tr.mre, che 'i considera condizione netC\ ~:lria allo stato ipnotico, è invece un accc~ sonc. insigniiKnnte; d'altro canto non esi stono neppure chiare chffercnze dioiche ( nell'clcuroen.:cfalografia, nella circolazione genera le c cerebrale, nel mc.:taholismo b;:~ ~alc. nei rifles\i) frn trance c.: stato normnll' di \cglia. l Ftnomeni tioici dc.:llo stnto ipno-
li~
,)
ti co po~sono Yenire rip:odoni i n completa luciJiù del soggetto, anzi pos~ono venire inclow e controllati su di sè dallo Mc~~o soggcno, "econdo una tecnica molto sem plic•' esposta praticamente nell'Appendice. P.trtendo da queste premesse l't\. !li landa 111 un.t serie di r1pro\'e sperimentali e cita i risu ltati ottenuti su un g ruf>po di oltn: 50 ~oggetti, tutte persone normali ,. gara ntite tali da una serie di esam i psicologiCl prdiminari. Nei soggetli Jel l 'c~pcii mento si realizzano i Yari livelli dello sta~o ipnotltv in completa lucidit;t, fcnomeni di auto ipno~i. ~o•p~endenti fenomt n i d i limitazione sensoriale (analgesie multiple c " so' rapposte "• sordità completa). In tale ~tato d i cose, ove nulla (Ont,l la lc:de ncll' tpnotizzatcre, O\'e la pvsstbi lità di realiz7are "a comando " i ,·ari [enomcnt ipnotin è offerta allo stesso s'>ggctto, è chia ro comt· le possibili .tp plicaziom Locch11w limiti fìnora wlo vagheggi::ni da lla m:tgìa. "Sempl ici trattamenti colbtivi applicati a trupp;; dice l'A. - ries..:ono rai':Ja mente a idcmilìcare un uomo ~.u unyue, nella pq~giore ipotesi uno su ono, lhe pos l>vnc. tn poche ~edute venire .ldde~trati a di\enire immuni a rumori o a dolori, come loro :tggrada. 1\:on è impossibile unmaginare b:maglion i di pionieri auto ane~tetiz zati, andare all'assnlto " · Non ì: azza rdato ritenere che, ~c k: etkttive pos~ibilità sono nei termini c'>prcssi da ll'A., questi nuo\'i trattamenti c t isorsc de~ la per~onalità umana pos~ono trovare uua applitaz.ione notevole nel C:lll1P<• rntlitarc; nè si può escludere che essi non si:lllo già stati utilizzati in qualche forma nella re(Cnte guerra: vaghè notizie •anno pensare infatti che l'esercito russo abl>ia utili7.zato a scopi bellici le scoperte del Padow c del Bcchtercv ~ui rincssi condizionati . L. M r:SCH if.Rl.
Radiologia. PrERGROssr A.: L'indagine radiografica nella tubercolosi pro.aato-uretrale. - ,\rchi\'io dr rad iologia. anno XX II. fa\C. untco, pa gine 6o-8r. L'indag ine ra<.liologica dell'uretra, di fa-
)
t ile anuazionc, può fornire dati molto in teressanti, sp:::cie nello studio delle a lterazioni prO\'OCate dalla tubercolosi nel! urctra posteriore c nella p~ostata. L'ur<"trografia si può eseguire col rnnodo ascendente o con quello discendente o minzionale: di a m· beduc le uretrogratlc ì: descritta la tecnica. Nella discendente l'ombra de ll 'uretere posteriore è più larga e meglio d isegnata, rnen tre nell'urctrogralìa ascendente è molto più ~on ile, filtformt·. per la contrazione dello sfìntcrc esterno dcll'urctra rncmbranosa, che s: rilascia invece durante la minzione. l'\el l'ur::trografìa discendente il collo \'escicak è visrbile tomc slaq~ament.• ad imbuto del l'orr.bra uretrale, ~entre tale lspettv manca nell'ascendente o è pow manifesto per la contrazione dello slìntere interno. Con essa di frequente si osser\',1 l'impronta del collic:oio semi naie sotto fo rma di piccolo d ifetto d i riempimento m·a lare. L'otricolo prostatico, i dotti ciantl,ttori. i dotti prostatici sboccanti ne:! collicolo sem inale non si in iena no mai per \ ia reflua nell'mdividuo no~ma!e. . A Ji,·ello dell'urctra mcmbranosa st ha il tratto più soHile dcll'imma~ine uretrale; in ferio~mcme il lume Jdl'urctr:l ~i allarga a fuso e passa nell'irn nagine na~triforme dell' UI·etra caverno~a. L'Amor:: ha c~p brato radiol••gicamcnte molti pazi:.-nti affetti da LUbercolosi ge nitale rn~lsc hilc c ne pre3cnt·1 sette tr.l i più interc;sa n ti dal pu nw d i vista r:Jd iologico. L'ingrandimento della pro~tata di solito notevole nella t uberwlosi. si :nani(esta nell'uretrografìa a~rt'ndentc c mtglin nella cisto grafia. con l'innal;amwto del paYimcmo 'csc:cale imo~ no al collo e la comparsa dell'impronta prostatica, che ùi solito non (; 'i~ibile ncll'urctrogralì.a di~~cndente. Impor tanti sono le alte·azioni Jcl rontorno del l' uretra per la prescn~a di fuco b i prost;ttrci più piccoli o polO sporgenti o per les10n1 ulcerose, pi ì1 o meno estest: ,Iella ruucosa Sono ricordate le nwdilicazioni del calibro Jell 'u retra po~rcriorc per fattori o;-ganin o funzionali: dil:tt:l7toni at.>niche o resrrrn gimcmi spastit i. Li ua i m a riabiiirà della imrnagim: urctralc ndlc due ind:~gini, ascendente c disctndcntc, ì: doYuta a rigiuità del canale urctralc da le~wni o~g:t'1iche dclk
pareti. restringimenti tubercolari sono molto meno frequenti di quell i blenorra· gici dai quali si dìfferenzi1no perchè sono unici e lunghi. Frequente è la formazione di caverne prostatiche c peri-uretrali per fi. stolizzazione di focolai rammolliti nell'uretra. I l fatto però che una caverna :10n sia visibile, norr è sufficiente a farla escludere. Le caverne aperte danno immagini cavitaric che non debbono essere confuse con quelle date dal riflusso nelle . vescicole spermati· che o nell'otricolo o nei dotti prostatici e cowperiani. Sono r iferiti brevemente i carattcri morfologici differenzial i. L'Au tore term ina l'interessante lavoro accennando alla possioilità dd la diagnosi differenziale tra lesioni specilì.che tubtrcolari e lesioni blenorragiche: essa è spe~so impossibile coi soli clati radio logici. La clinica e la radiologia si compktano a vicenda e l'i nd:o~gi ne radiologica è molto utile nella conoscenza del quadro morboso presentato dal paziente. Nel testo sono riportat i numerosi radiogrammi di uretrografìe ascendenti e discen · denti, molto dimostratiYi.
P. SALSANO. S IMONETTI
M.: Sui lobi accessori del pol-
Archivio di Radiologia, ~asc. unico, pag. 16, anno XXII.
mone. -
I r eperti radiologici di lobaz.ioni accessorie del polmone sono molto importanti, sia perchè hanno una p. tto logia \peciale. sia perchè la loro presenza precisa k even· tuali indicazioni al chirurgo in caso di lobectomia. Dal punto di vista radiologico i lobi accessori che si riscontrano più frequentemente sono: il lobo i n fenore accessorio, il lobo apicodorsale, · il lobo posteriore dì Devé, il lobo medio sinistro, il lobo ascellare, il lobo azigos. TI lobo inferiore accessorio, r.etto anche lobo infracardiaco o semplicemente lobo cardiaco, sarebbe presente, se-:ondo Devé, nel 35 per cento dei casi. Avrebbe analogia con guanto si riscontra co<tantcmentt> net quadwpedi. Quando è presente ncl!"uomo, il lobo assume l'aspetto Ji un'om-
bra ba5ilare paramcdiastinica di forma triangolare, con la ipotenusa esterna e i dur cateti corrispondenti a l mecliastino e a l diafr·amma . Tale lobo si rende visibile in casi patologici o in casi di pleurite mecliastinica bloccata posteriore e inferiore. La siria capillare interlobare si può rilevare anche in lobo accessorio normale. Essa è una linea capillare tesa come una corda che, partendo dalla regione dell'ilo, decorre obliquamente ver~o il basso e verso l'esterno e termina :1l diaframma. Nei casi patologici essa è ispessita e può confondersi con altre strutture deter m inate dai rami dell'arteria polmonare. In conclusione la presenza del lobo inferiore accessorio è più fr<'quente di quanto risultt dai cenni che troviamo nei trattati di anatomia e più del lobo della vena azigos. Nella diagnosi differenziale: si deve pensare ad un essudato b;Jsale pararnediastinico saccato, ad una d ilatazione dell'atrio sinistro, ad un aneurisma retrocardiaco, ad un ascesso freddo della colonna vertebrale, ad una di latazione dell'esofago, ecc.. Il lobo apicodorsale è poco descritto nella letteratura. Dal punto di vista radiologico gli AA. lo considerano come u11a varietà del lobo azigos. Il lobo posteriore o medìo-pCJ~teriore di Devé può aversi sì:~ a destra che a sinistra e si presenta con la frequenza dell'n-t) per cento dei casi. Tale lobo si forma a spese della porzione :1picale de l lobo inferiore e si rende visibile solo in casi patologici. Il lobo medio del pulmone sinistro, Era i più frequenti lobi accessori secondo Muller, è costituito dalla parre inferiore de! loho super iore. Per identificarlo radio logìGl men te interessa riconoscer<> la scissura, che è visibile quando esisre una lesione del lobo stesso o delle parti vicine di parenchima polmonare. Il riscontro di questo lobo ac· cessorio non è molto frequente. La piccola .;cis,;ura che lo delimita è anteriore c pertanto si distingue fa: ilmentc da quella del lobo dì Devé. Il lobo ascellare è raro, può essere bilaterale e sì presenta insieme ad altre anoma lie di lob::~zione. Per riconoscer lo raòio\ogica m eme occorre una lesione della scìssur:l o del polmone limitrofo.
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Il lobo azigo~ o di Wrisbcrg (1878) è originato dal dc,orso anomalo della vena omonima, che determina un soko n,. l lobo superiore in cui è rim:ma bloccata. La vena azigos si adagia in tale infossamento spingendo avanci i foglietti plcuriri paraetalc e viscerale e rifornendosi di un meso-azigos. Stibbc ha descritto tre varietà di lobo azi gos: A, B c C. Radiologicamcntc tale lcr bo si identifica per la presenza di una linea opaca captllarc uniforme e netta percorrente il lobo superiore dd polmone destro dall'alto in basso c mcdialmentc 3 convessità esterna c terminante in basso con un rigonfiamento ovalare o claviformc o a goccia, ben circoscritto e rlovuto alla \eoa azigos nel suo tratto po~tcroanteriore. 11 reperto di tale lobo è abhastan7,a trequentc. La ccmos(enz.a della patologia inttrlobare ha ricn·uto un nuovo impulso dall'intcr \'cnto della r Jdwlogia, che soh può d imo strare l'esistenza di alterazioni intcrlobari.
P. SALSAJ'O. Azm V.: Contnbuto allo studio >"IJatigrafico dri tumori medtastinio. - An:h•,io di radiologia, auno XXII, fase. uuico, pag. 87-IOJ. Premessa una descrizione schem::ttica anal<Jmka radiologica c \tratigr:dìca dd meJiastino e delle regioni paraibri in con dizioni normali, l'Autore, sulla base della propria casistica, tratta i caraucri intrinseci dei pr<><·cssi mcdiastinici studiati o·on la stratigrafìa. La stratigrafìa permette una visione delle singole ombre mediastiniche molto più dcnagliata in confconw del raòiogramma comune. Per quamo riguarda la ~edc ,. la torma, i processi mcdianistici da canao bronchiale hanno ~edc centrale c debordano dal terzo medio del ca\o medtastimw ,olo da un lato; il linfogranuloma ~ pure centrale, ma le ombre etw:rgono da entrambi i lati del mediastino. Se sono compromesse le linfoghiandolc della biforc:1zionc tracheale, h1 stratigr:dìa mette in C\'idcnza una massa opaca a conrorni policiclici, mai riconosci blle nel t adiogramma standard. L 'an~olo
dt biforcazione della trachea è 'tUnlentato, allargato. Questo fano si riscontra anche in alt une forme di tubercolosi fibrvsa dei lobi superiori polmonari, ma la ge ne~i è di,·crsa nei due casi. ì"el primo caw :~ la mas~a ghiandolare ipcrtrofica eh~ fa di\ergere le due branche <.ostituitc dai grossi bronchi; nel secondo è la retrazione fibrotica drlla metà superiore del polmone che attira in alto una radice ilare. Per quanto riguarda la forma dei processi debordanti dall'ombr:t mediastinica, nel cancro bronchiale ~i riscontra una massa iumulan: a forma di semiluna, mcnt;re nelle adcnopatie tubercolari, nel linfosarcoma e nel itn foma leuccmico, le masse sono in genere d! torma ovalare o rotondeggiante e spesso a contorni policiclici. I contorni sono s(umati nel cancro bronchiale con striature a raggiera, che panen do dalla massa centrale si infiltrano nel pa renchim:~ pol'l1onarc ~tpparcntememc sano. :'-:elle (orme linfogranulomatosc i contorni sono netti all'inizio della malatttia e di,·cntano sfumJti, con striature come nel ~an ero, in un secondo tempo. 'elle adeniti tu ben.. olari i contorni sono costant..:mcnte uctu, pohci, li.:i c mancano sempre le striaturc :t raggicra caratteristiche .lei cancro bronchiale. Per quanto riguarda i c:lratteri della opacità. nel cancro bronchiale si ha un nucleo centrale più opaco circondanrt: :J m:~nicotto il bronco ~ede dd tum ore, ciò ~-he non è stato mai ,,ssenato nelle altre forme. Scgu<.: lo studio del le alterazioni degli organi 'tcini. La trachea non subisce spostamenu nei tumori bronchiali, s::>O>tamcntt rhc :,i hanno nelle forme linfogranulomatosc. C.•stalllt: è la riduzione del lume dci broncht nei tumori bronchia li ; i margini S.)llv irregolari in crrri~pondcnza della ste no~i. Le alterazioni bronchiali <ono meno frequc~>ti e di minima cntit21 nelle forme linfogr~nulontatose. :--Jclla rubcrcoiosi è mol to difticile O>\en·arc alterazioni bronch1ali. A .:.lrico dci 'asi non si sono riscontrate alterazioni degne di nota. :\el resto 5~no ripo~t:tte k sezioni analvrni r hc tr.lsvt-rsali del tor:~cc a vari livelli c akuni str:ttigran,mi di (asi patologici molto .limostr.ni' i.
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SPUNTI DI CLINICA. LA FEBBRE DI HAVERHILL trae il nome dalla località americana dove Yenne osservata la prima epidemia. Agemc causale è lo streptobacillo moniliformc trasmesso per morsicatura di topo o attraverso il latte contaminato. Dal lato clinico pumi dì contatto con il Soeloku: setticemia ad andamento ciclico con esantema e disturbi articolari. L'incubazione è da 1 a 3 giorni c l'inizio della malani:1 è caratterizzato da bri,·idi violenti, cefalea e vomiti. La remper:nura raggiunge i 40" ma in pochi giorni torna normale, mentre si auc nuano i sintomi inizial1. Ourante la defervesccnza si manifesta una eruzione cutanea variabile, a tendenza emorragica, in prevalenza sulb regione estenwria degli arti, quindi compaiono dolori anicobri che po~sono accompagnarsi ad una recrudc~ccnza febbrile. Possibili le rccithve a distanza di 5·7 gwrni. Prognosi sempre favorevole. La penicillina sembra che favorisca la guarigione. (A. l:.nghel: Acm Mcclica Scandin.
lJl, 502, 1949)· ANTICORPO PER L.J SIFILIDE. - Il dotr. john A. Nebon )r., eldi'Unh·crsità John,, Hopkins, attraver~o una serie di esperienze di laboiaWrio, ha rilevato la prc~enza nel sangue di ~itilitici eli un 11 anticorpo "• che per il momcnto non è riuscito ad isolare; gli è stato pc·ò possibile constatarne gli effetti. Introducendo, mf.1rti. una cultur:J di spirochete nel siero ottenuto col s.1ngue d1 sifditici si rilchl, nel giro di poche ore, che i bacilli restano immobilin:ni e perdono il potere infettivo. 11 siero a base di sangue Ji indi' idui non affetti dal morbo non ha :nvw:: alcun effetto sui bacilli; que~to fatto ~i è ?nchc \C~ilìcato nel caso di persone con \Va~scrmann positiva. ma un sutcessi\·o esame ha dimostrato tran:~rsi di reazione (<falsa posir:va "· l'cr adcs~o lt.: ricerche in questo campo, che potrebbero sfociare in un v:~ccino contro la ùìlic..le, sono ancora allo stadio ~pcrimentalc, ed il Ja, oro p~oceòe a rilento in quanto non :.i conosce modo per far riproelurrc le spirochete al Ji fuori del flusso s:mguigno, cd i conigli, da cu i si ricavano i bacilli necess:~ri alle esperienze, non sono in grado di rornirle 111 quantità sufficiente per più di 15-20 esperimenti. CANCRO POLMO.VARE PROVOCATO DA E\IANAZ!ONI RADIOAT11VE. - Sulle cause responsabili del cancro polmonare quale malattin profession:Jie causat:t da emanazioni rndioattivc, M. S. Vc~in (Arch. Malad. ProL, 9, 280, 1948) pubblica una notevole rassegna prendendo in ronside~azione soprauutto l'etiopatogenesi del cancro dei minatori di Jachymow. L'A. traccia anlhe le norme prolìlatt'che c si ~offerma ~ulla d iagnosi, specie quelb radiologica, che :.1 suo parere risu lta l'c~amc più preciso. LI tasso di invalidità della malattia concbmata è del 100 '1 .
LE GESTA.VTI SONO VAC('JNAIJJLI. - ~ted1li òeli'Ospedale Femminile Sloane di i'Jew Ynrk h:lflno ~egnalato cht: la vaccinazione anuvaiolo~:I può e~~erc effettuat:J anche a gestanti s::nza pericolo airuno per le loro creature. A seguito d i una minaccia di epielemia di 'aiolo nel I<J47• 720 gc~ranri sono state sottoposte a \accinazione jenncriana e quindi tenute in ossen·uione per tutta la elurata della gestazione; i ban•bini sono stati succcssi\'amentc esam inati alla nascita, e quineli a sei c n dodici mc.>i di età. Si è polllto .-osì accertare che la \'accinazione non aumenta la frettucnza delle rnalformnzion i co11 genitc nè dell:1 naù-mortalità, degli aborti o della mort:tlità inf:Jnrile. ER!TRODER.\1/A ALLERGICA DA PENICILLINA. - Un caso eli g ra,·e critrodcrm ia a llcrgica, i uso no i n una mal:lta trattata con pc•;icilli n:1 c c h e p1 eccdcnrem~:nlc
non aveva mai presemato manifestazioni allergiche nè praticato cure eli penicillina, viene riferito da F. Andrini (Rif. Mcd., n. 4• 1949). Poichè gli antiallergici non dimostrarono alcuna efficacia fu provato un trattamento con penicillina intradermica (2ooo U. ogni 24 ore) ma la sintomatologia peggiorò; proseguendo con una terapia associata antiallergicapcnicillinica intradcnnica, le condizion i della pazieme migliorarono ed entro 2 mesi si ebbe la g uarigione. L'A. pensa che l'efficacia del la pcni cillin:~ intr.1dermica sia dovuta :;Ji!'azione desensibilizzante oltre che terapeutica che il farmaco esplica per tale via. Altri AA. rit::ngono che l'effetto s:a anche da ricollegare :.J una stimolaziont' generica a tipo immunitario. UN CASO DI DERMATITE ESFOLIATi V A ACUTA MORTALE IN SEGUITO A TRATT/JA1ENTO CON PENICJLL!Nrl viene riferito da) . Rabino,itch c C. Snitkott (J .A.M.A., vol. 138, n. 7• ottobre 1948). Una donna di 72 :o.nni vie!le operata di appendicite perfo rata con peritouite purulenta acuta e sottoposta a un trattamento di peni· cilJina per 8 giorni. Dopo 11 g:orni l'ammalata, api rettica, lascia l'ospedale': c sta pcrfct· tamente hene, ma dopo altri 4 giornì (e 7 dopo l' ultinu Iniezione di penicillina) si stabilisce assai rapidamente un violento quadro di eritrodermia esfo )i ,~tiva acuta, e, con una simomatologia gravis~ima, dopn 13 giorni la donna muore. Questo caso, che forse(; unico per la sua tragica cvoluzioJl(:, dimostra ancorJ una volta che la pcn:cillina non è interamente scevra Ji pericolo e che deve essen: usata con particolare prudenza negli ammalati nei quali si riconosce un terreno anaJìlan·co fa miliare (2 bambini della pa· ztente avevano avuto anche essi, iu seguito a trattamento penicillinico, imponenti reazioni allergiche). LE CAVIE E IL DIABETE.- Secondo studi effettuati Ja scienziati dell'Università dell'Ort:gon, le cavie, apparentemente, possiedono qualche sostanza sconosciuta che le alllta a resistere al diabete. Somministrando loro dell'alloxan (mesossalil-urca) che, negli altri animali, distrugge le cellule che scccrnono l'insulina e produce qui!!cli il diabete, non si registra alcuna reazione. Le r icerche intese a scoprire il meccanismo con cui si produce questo fenomeno potrebbero gettar luce sulle cau~e ultime del diabete .
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OSTEOSARCOMA A DECORSO RAPIDISSIMO I N EREDOLUJ:::. - M. Craps riferisce di una pazicme di 23 anni, curata dopo i 6 anni per sifilide ereditaria, nella quale comparve un tumore vegetante sulla tibia destra rivelatosi alla biopsia come sarcoma. Il caso fa porre all'A. la questione dci rapporti fra sifilide e cancro: il rapido decorso dell'osteosarc.:oma in esame - che generalmente si svi luppa lemarncnte - lo spinge ad ammettere una influenza per lo meno predisponente della sifilide (Arch. belges Dermatol. et Syphil., 4, 3r7, 323, [948). L 'OCCHIO E l SEGNI PRECOCI DELLA MORTE. - Dato lo sviluppo preso dalle operazioni d i cheratoplastica che importano il prclevamento dei globi oculari immediatamente dopo la morte, riesce interessante l'articolo di De Laet apparso sul « Bull. Soc. Beige Opht. >l (n. 89; 343-35 1, 1948). Dopo aver pas~ato in rivista i metodi sicuri di diagnosi di morte e ricordato le leggi in uso in Francia e nel Belgio, l'A. si dimostra del parere che l'oftalmologo è il più qualificato a dissipare l'angoscia provata dal pubbl ico nel dubbio di essere sepolti in stato di morte apparente. La pron d'Icard (iniezione intravenosa di fluorescina) è una delle migliori, soprattutto se si <orveglia la comparsa della fluorescenza nella camera anteriore dell'occhio. L'A. descrive dettJgliat<:mentc il quadro oftalmoscopico c consiglia l'oculista di praticarla sempre prima di ogni prelevamcnto. L A SINDROME DJ JPERSENSIBILITA' AL FREDDO fu Jcscritta per la prima volta nel 1929 da Brown e Horton. Nello scorso inverno in Svizzera se ne sono verificati nwnerosi casi c.on la solita sintomatologia : arrossamento, bruciore o prurito della facc ia c disturbi generali, quali cefalea, tachicardia con crisi parossistiche che possono deter-
minare perfino uno stato di sincope. Secondo Bickel la sindrome migliorerebbe con l'uso di antistaminici sintetici. (Journ. Suisse, n. sr, 1948).
UN CASO DJ SINDROME SIR!NGOMIEL!CA A DEBUTTO APPARENTEMENTE APOPLETTIFORME è stato de~criuo da M. ). André (Acta Neur. et Psi· chiatr. Belg., 48, 554-561, ry48): un soggetto, con grave eredicariet~ \'ascolare, presenta all'età di 36 c di 50 anni una improvvisa amiotrofia prima della mano sinistra poi della destra, ac•:ompagnata da rurbe dissociate della sensibilità superficiale che persistono nel tempo. Secondo l'A. la presenza eli alcuni piccoli segni di stato dìsrafico fa supporre che la pacogenesi delle tw·be nervose trae la sua origine verosimilmente da un brusco accidcme vascolare (emorragia o trombosi) su un midollo congenitamente fragile, ma di cui le malformazioni sono troppo poco rilevanti per mani festarsi neurologicamente.
LA SINDROME PSEUDOBASEDOW!ANA DELLA PUBERTA ' è l'espressione dì un disquìlibrio neurovegecativo, a preminenza simpauca, che contrasta con lo stato di abituale vagotonia della fanciullezza. Essa si osserva, nella grande magg;oranza, nelle lemminc ed è caratterizzata da ipertrofìa della ti roide, turbe Yasomoto:-ie, tachicardia e, a vohe, anche esoftalmo c tremori; fra le turbe psichiche prevalgono quelle del carattere e dell'affettività. Mancano segni di tossicosi, anzi il metabolismo basale è notevolmente abbassato. Alcuni simomi farebbero pensare a una concomitante iperattività dell'ipofisi. Si tratta, in ogni modo, di una sindrome funzionale e che tende spont:tneamente alla guarigione: astenersi, perciò, da terapie intempestive e, solo nei casi ribelli, tentare rma .cura a base di ormoni di sesso opposto. (La Presse Méclic:tle. n. 20, 1949).
TERAPIE MODERNE E NUOVI RITROVATI. LE PROMESSE DI UN NUOVO ANT!HIOTICO: LA NEOMTC/l'lA. - Il dott. Waksman, lo scopritore della streptomicina, ha di recente scopeno un nuovo antibiotico, battezzato neomicina c derivato anch'esso, come la strepromicina, dagli actinomiceti, un gruppo di microrganismi che rappresentano come una zona grigia tra mufte e bacteri. Nelle provette del laboratorio la neomicina ha colluttato efficacemente c0ntro i bacilli di Koch, che potrebbero divenire resistenti alla streptomicina: a contatto col nuovo antibiotico. i bacilli della tubercolosi non hanno dimostrato alcuna tendenza a sviluppare resistenze come si era verificato col medicamento ormai più vecchio. Gli esper imenti in corpore vili non sono fìnora completi in quanto la disponibilità della ncomicina è ancora scarsa, ma nei topi e negli embrioni di uova di gallina l'ultima scoperta di Waksman si è dimostrata dficace contro lo « staphylococ-:us aureus >> responsabile degli ascessi c dei foruncoli, e contro la « salmonella schottmulleri >> cui viene acldebitata una specie di febbre paratifoidea. Di guesti due bacilli, l'uno è combattuto dalla streptom icina, ma l'altro le resiste: la neomicina li colpisce ambedue. La neomicina - almeno per adesso - non ha avuto effetti dannosi sugli animali da laboratorio. Come la penicillina, e contrariamente alla streptomicina che viene somministrata per iniezioni, il nuovo antibiotico può essere preso per bocca. La neomicina è piena di promesse; ma non è lecito affermare che sia già in grado di S?Stituirc la streptomicina nel trattamento della tbc.: gli esperimenti sugli individui sono ancora di là da venire. SUL TRATTAMENTO STREPTOMICJNA-SULFAD!AZJNA NELLA FEBBRE ONDULANTE, che ha già dato buoni risultati ad altri AA., porta ora il suo contributo E. F. Scowen (Brit. Mcd. Journ., n. 4590, p. I099-110r, 1948) con altri due casi nei quali ha somministrato 2 gr. si sulfadiazina ogni 4 ore per bocca e I gr. di strepto-
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l.
3 21 nucwa ogni 8 ore per via intramuscolare. Dopo 3 giorni di tale trattamento si notò di già una notevole regressione dei sintomi .
L"ANTRYCIDE è un nuovo preparato sintetico ottenuto ùopo 4 anni di ricerche dai chimici Curd e Carnet Dav~y, scopritori della paluclrina, e dal dott. Mclville Scott. L 'amrycide segna un gran passo avanti nella tcrapeutica veterinaria avendo le esperienze dimostraLO che un solo tratta mento del preparato è sufficiente a guarire in maniera completa i bovini affetti da tripanosomiasi dovuta, soprattutto, al T. vivax o al 1'. congolese. E' ugualmente dhcacc contro i tripanosomi brucci, evan.<i e simiae. Una sola iniezione di antrycide, infine, riesce a proteggere i bovini per 6 mesi (Brit. Mcd. Journ., n. 45-92, pag. 63, 1949). RENE ARTIFICIALE. - l donor Julian t\. Sterling, Laurcnce B. Weiss, Arthur Schnecbcrg e joseph C. Doanc, rutti dell'Ospedale Israelitico di Philadclphia, hanno realizzato un nuovo tipo d i rene artificiale che. a differenza di quelli precedenti, che pesavano fino a 45 chili, è di piccole dimensioni (circa 30 x 30 -< 30 cm.) e non supera in peso i 4,5 chilogrammi. L'apparecchio consta d i una serie di lamine scanalate in materia plastica. separate l'una dall'altra da sottilissimi strati di cellophane: da un lato del cellophane scorre il sangue, dall'altro una soluzione fisiologica in cui, per osmosi, ven.sono trasferiti i prodotti azotati. Il sangue viene fano affluire nell'apparecchio mediante un condotto collegato ad una arteri::J del polso sinistro e, una volta purificato, ritorna nel corpo del paziente attraverso un altro condotto, collegato questa volta ad una vena Jel polso destro. Una pompa aspira nte aiuta il cuore del paziente cui vengono praticate iniezioni anticoagulanti e trasfusioni Ji plasma o sangue per ovviare alla temporanea rimozione di liquidi. L'apparecchio si è dimostrato cfJìcace nei casi di affezioni ren::di non gravi, nei quali il riposo concesso agli org:Jni ammalati è spesso sufficiente a riprist:nare la funzione, ma è di nessuna o di scarsissima ULilità nei casi più gravi. IL CORTJSONE CONTRO L'ARTRITE REUMATTCA. - l medici partecipanti al settimo Congresso internazionale per le affezioni reumatiche, recentemente svoltosi a New York, hanno accolto con una calorosa ovazione la fine di una proiezione cinematografica presentata dal dott. Ph ilip S. Hench, della famosa Cli nica Mayo, nel Minncsota. >Jcl film si vedevano dclìe persone gravem~nte affette da artrite reumatica che, dopo la cura loro praticata dal don. Hench c da tre suoi assistenti, correvano alle· gramentc c danzavano come se nulla fosse stato. T ali meravigliosi risultati sono stati ottenuti con regobri iniezioni di un ormone proJotto d<dlc gh iandole surrenali e denominato cortison, che è stato recentemente possibile produrre io forma sintetica; tale ormone ha influenza sul metabolismo degli idrati di carbonio. Risultati analoghi sono stati ottenuti a vantaggio cii tre ammalati di febbre reumatica, malattia che causa un terzo dei decessi dovuti a disfunzion i cardiache. La cura di cui sopra è però ancora nella fase sperimentale. T pazienti devono sottoporsi alla cura a tempo indeterminato perchè riwrnano alle condizioni precedenti quando essa viene sospesa. E, inoltre, la disponibilità dell'ormone è ancora limitata. ANCORA PER GLI ARTRJTlCI. - Dopo lunghe riccn..hc eseguite da scienz1at1 nella Clinica Mayo di Rochester (Minncsota), la Merck americana è riuscita a produrre clinicameme in laborarorio il «Composto E », naturalmente secrcto dalla corteccia delle ghiandole surrenalj: trattando con iniezioni di «Composto E>> quattordici vittime di artrite reumatica, paralizzate dal male, si sono riscontrati miglioramenti sostanziali, tali da consentire ai pazienti di muoversi liberamente. Il «Composto E >> potrebbe dunque essere la cura dell'artrite da tanto tempo ricercata e confermerebbe la teoria che le {orme artritiche siano da mettersi in relazione con disfun zioni ghiandolari: il nuovo prodotto
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fornirebbe infatti l'ormone che l'organismo malato nou (; in grado d i secernere da solo ed avrebbe quindi nell'artri te w1a funzione simile a quella dell'insulina nei casi di diabete. La produzione in laboratorio Jel « Composto E» richiede W1 procedimento lungo e complicato che, basato sugli studi ori ginali del don. Edward C. Kendall della Clin ic:.t :vfayo, è stato completato nei suoi ultimi stadi dai tecnici della Merck. La sostanza viene ric:lVata dall'acido desossicolico, estratto dalla bile secreta dalla cistifellia dci boYini e la sua produzione richiede otto mesi di lavorazione ed il trattamento con 37 differenti prodotti chimici, per cui non potrà essere immessa sul mercato che tra due o tre an11 i.
UN NuOVO INSETTICIDA: IL PARATJ-1/0.V. -- Una fabbrica Ji prodotti chimici di 1\'ew York, l'« American Cyanamid Company ll , ha annunziato di aver creato un nuovo efficacissimo insetticida, il par:uhiou, che, secondo il fabbricante, rappresenta l'arma p iù potente eli cui l'uomo attualmente disponga nella lotta coutro gli insetti, in i~pecie <tuelli clannosi al l'agricoltura. Tra gli insetti COJ1LfO i Lluali il par:.thion si è dimostrato particolarmente efficace sono g li acari (arachnidae, acarinae), le cimici d i rampagna (homopterac), i to~ tr icidi, il verme delle mele (cyd ia pomonclla), gli a fid i, le coc;:iniglie. le ps.lle (palataginacee), i punteruoli (curculionidi), le larve de i lepidotteri, k lan·e m inatrici (ad es. Cephus pimaeus), i trips (thynan~ptcrac), i millepiedi, il coleottero messicano dci fagiuol i e le ca vallettc. Letale agli inscni anche in piccole dosi, il paratbion garantisce un'efficace cd econ?mica protezione dci raccolti: può essere sparso 1n polve re solubile o nebulizzato. Poichè il parath ion, come altri insellicidi, è ,·clenoso :1nche per l'uomo c per il bestiame, la ditta fabbricante ha preparato dettagliate istruzioni per l'uso. UN NUOVO ANESTETICO (SKF 538-ct). - Scienziati americani, cluranre lo svolg:menro d i un programma quinquennale di ricerche effettuate dall'Università Pennsylvania, insieme col Washington Missionary College (Takoma Par k. Maryland) cd i laboratori d i chim ica inclustr.iale della Società Smith, Kline & Freunch di F ,ladelfia, hanno scoperto un nuovo farmaco - cui è stata amibuita la sigla SKF 53R-a - che ba eftetti anestetici assai più duraturi di quelli Jella cocaina, de lla procaina c della dibucaina. Lo SKF 538-a sarà utilizzato nella comune pratica medica non appena ultimate le esperienze i n corso per determinare i reali effetti sull'organisrno umano. UNA CURA PER LA PERTOSSE. - D:-d le prime esperienze compiute a cura pubbli..:a negl i Stati Uniti, parrebbe che l'aureom icina - l'antibiotico d i rece nte scoperto dal dott. Bcnj:~min M. Duggar e dimostratosi efficace contro numerose ma b ttie - possa essere la cura da ta nto tempo cercata per la pertosse. Gli esperimenti sugli animali hanno dato risultati assai sodd isfacenti: per <tuan to riguarda l'uomo, in venti casi esamin::n.i, il medicamento ha abbreviato la durata del male e ne ha alleviato gli attacchi, ma i sanitari sono del parere che prima che se ne possa determinare con sicurezza l'efficacia tera peutica , sia neccssa r:o continuare la sperimentazionc.
d~l Servizio d i sanità
LA « DIRENAMJNA » i: una nuova sostanza adrenolitica (cloridrato di dibenzolbeta-cloretilamina) che si è rivelata di grande utilità per la d iagnosi d i feocromocitoma e per b terapia della stessa affezione: essa ne allevia i sintomi più caratteristici (dolori addominali, precordiali, cefalea, diaforesi eccessiva). L"USO Di DOSI MASSJVE DI PENICILLINA nel trattamento della meningite pneumococcica obhassa notevolmente l'indice eli monalità: H. F. Dowling, L. K . Sweet, J. A. Robinson e H . L. Hirsh (Anu. Mcd. Sciences, 217, febbraio 1949, 149-156) usantlo t .ooo.ooo di U. ogni 2 ore per via endomuscolare hanno accusato il 38 o;, d i mortal ità nei 91 casi da essi così trattati. In 13 soggetti hanno somministrato anche sulfamidici, ma gli AA. affermano che essi hanno dimostral<) d1 non essere nec-:ssari.
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L'AUREOM!Clt'ùl :\ELLA CUR.I DELLA POLJIO.YITE ATIPIC.l PRIMARJ.l. - Sull'impiego di questo re~cntissimo antibiotico nella 'iruspolmonite atipica, contro la quale ~inora ogni terapia "i er:1 rivelata impotente, E. B. Schoenbach ~ ~1. S. Bryer tracciano ~u '' J.A.M.A. '' (139, 275, 1949), un interessante studio clinico. Gli AA. hanno ottenuto risu ltati assai soddisfacenti con un miglior:1memo clinico immediato ed evidente. Hanno usato dosi iniziali ciJ 30-50 mg. per kg. Ji peso pro die. Lo sfcbbramcnto si ehbc in tutti i casi entro le t2·j2 ore. Buona tollcr.lnZ:l del medicamento.
CON L'USO DELLA V/TAt\-1/NA B 6 , somminimata per \'la endorachidea, S. Fiume ha ottenuto incoraggianti risultati nella cura del parkinsonismo post encefalitico. L'A. fa una buona rassegna delle ossen·nioni degli altri AA. sulle prime espencn7c della 1 itamina Bn in campo neurologico. (Jbs~cgna di Neuropsid1iatria, n. 1, 1949). LA « CONESSINA '' NEL TRA1'1'AMENTO DELL'Al1IEBIASI. - Con la sclr perta di yuesto potente farmaco alcaloide estratto dall'horlarrhcna afric,tna, pare che si sia fatto un noH.:1·ole passo avanti nella cura dell'amebiasi che finora non potc,·a contare che sul tr:mamcmo emetinico ùa :.olo o associato agli arscnicali pentavalrmi o sul più recente metodo di Hargreaves-Rianc.. che associa l'cmet.na, la sulfoguaniùina e la penicillina. Con la co1Jcssma i risultati ottenuti sono st:lll brillantissimi. Promotori del metodo alcuni membri dell'Istituto PasLcur di Dahar. L. Monte! rifcnscc su '<Presse M~dicale l> (56, 853, 194!!) di n casi trattati con p1eno 1 ucccsso. L:~ ronessina viene somministrata per via or:~ le: 5 cachet al giorno da gr. o, IO con intervallo di 3 ore; 2 serie di gr. 2,50 con inten,1llo di alcuni giorni. 11 farmaco risulterebbe cfficact: anche nei ca~i i 1~ cut l'emetina agis~c ~c.lrsamènte.
INFORMAZIONI. SOUDARJET.I' CULTURALi'. FRANCO-ITALIANA. - Presso il Centro di Cultura Francese in Roma, alla prcsen7~'l delle LL. EL l'Ambasciatore di francia, il Ministro dclb Sanità Pubblica francese c il prof. M. Cotellcssa, Alto Commi~sario per )'igiene c la sanir:t pubblica. è stata inaugurata il 21 g1ugno scorso una mostra delle <{grand es acquisitions médicalcs, '>.tnitaircs et soci ales f rançaises depuis le début du XX siècle "· Gralici, fotografie, tabelle e, in primo p iano, una 5uperba rassegna di pubblicazioni medico chirurgiche, edite dalle più note case francesi, oricnta,·ano e ragg uag liavano largamente sul cammino veramente prodigioso fatto in Francia dalla ~cienza medica, nelle sue varie branche, dal 1900 in poi. Le Eccellenze l. Fouques-Dupart· c il .\i111istro della Sanità Pubbltca, accennando agli scopi della mO'>tra, hailno :n uto simpatiche parole di cordiale amicizia franco-Italiana cui ha fatto 'cguito una dotta allocuzione pronunziata dal dott. Viborel, dtrcttore del Centro Nazio~~:~lc dell'educazione ~anitaria, demografica e sociale presso il Ministero Jella Sanità. Pubblica. Dopo aver detto delle superbe realizzazioni della Scuola pasreuriana, il dott. Viborel si ~ soffermato su :1lcune particolari conquiste nel campo della biologia, della batteriologia, della fisica, della biochimica e della chimica: Sic:ud pe1 il metodo di esplorazione col lipiodol, G. Ramon per gli studi ~ull'anatossina, ancora G. Ramon e C. Zoeller per l'immunizzazione attiva con l'anatossina tctanila, la lUi applicazwnc così benevole ripercu~sioni ha a1·uto negli eserciti, Caimcue c {;ucrin per l'introduzione del B.C.G., Fournier per l'apporto nel campo della profilas~i venerea, L. Bernard c de Debre in quello della profilassi antirubercoiare, T re!oucl per la sulfamidoterapia, Sazérac c Levaditi per la bismutoterapia, P. c M. Curi.! per la radiun oterapia, C. Nicolle per la profìlassi del ti(o esantematico, ecco i principali nomi, ricordati dall'O., c:he hanno, con la loro opera. segnato tappe vcr::1mentc mi liari nel progresso medico. Il clo•t. Viborel 6 -
GiQ>nal~ dt Mdicw,, \liltw::.
ha anche accennato ai risultati della va~ta organiua;.ione nel campo della medicin.t sociare c delle assicurazioni: basti pensare che nel 1!:148 ben 5 miliardi e 300 milioni d t franchi sono stati ~pesi nelle di,crse attlvit1 dcli'asmtenza ~oci:tle. rm:ntrè le ,J\\icurniwu sociali hanno versato nello ~tc~so anno 311 miliardi. 11 dott. Vi bore! ha così concluso il suo diswr:.o: « Dans notrc humanité frappée du temous d'incessante~ ttmpttes, félicitons- nou~ que dans un vaste Jomai11c, au moins, il se trouve encorc des hommcs: Savants, Admini strateurs, Educatcurs ou Sociologues vcnus de tous !es horizons, apparttnant à wut:o-' les disciplines et qui s'attachem sans cessc à perfectionncr l'oeU\ re scientifìque et socllk acccmphc par Ics grands précurseurs, et à découvrir avec toutes Ics ressources dc l'imcl ligence et du coeur. !es moycns dc réduire le domaine dc 1:1 maladic, de la mis~re et dc lamon. ( < Cettc maoife~tation qui a pour but dc mettre en relief cettc oeuvrc esl>t:ntielle. tout à la gioire cles Savants découvrcurs, prcnd, dao ce Pays, qui comptc tant de vrais cher cheurs et d'hommcs d'action sociale, un scns particulier. « Je n'aurais garde d'oublicr ce que Ics Scienccs Médicab et Sociales doivcnt 3 l'lrtalic et que c'est e n !tali e, terre de c: vilisation dont les sa' ants o n toujours serré dt près les faits sociaux, que les principes et la doctrine dc la ~1C:dccine et de l'Hygièm publiques, conçus pour le bien-etre humain, ont trouvé leurs plus :udents défcnsc:urs. 11 Jc m'co voudrais de ne pa~ rendre, ici, un sincè:rc hommagc, à l'occasion dc cettt cxposition médico-sociale, aux nobles et :machcntcs figures qui fondèrcnt la médecine sociale en ltalic et dont Ics noms sont demcurés vivants parmi niJus. Aussi, mc permet trez-vous d'évoquer le brillant clinicien génois Maragliano, leCjuel Jémontra la nécessité des liens de la Médccinc et des questions sociales. A Rome. Guido Baccelli sut mettre en lumièrc, dans ses leçons cliniques, Ics élémems sociaux, l'heureuse coopération de la cliniquc et de l'hygiène, le role émin::nt de la prévention des maladies sociales, tandis que, de son coté, Ramazzini, en fondam, il y a 250 ans, la médedne du travail, entre voyait déjà nettament l'importance de la prévention cies malad:es professionnelles et cles accidents du travail, sans laquclle les travailleurs ne peuvent conquérir "avec unL meilleure piace au soleil, plus de justicc dans la santé". << "Il y a chcz lt:s médccins italiens, remarquait Uon Bernard, ce qui est d'ailleurs une des caractérist:ques de l'esprit italien, une rorte d'universalité de connaissances". l( C'est ici surtout que la parole profonde et synthétique de Pau l Valery \C vérifie: "Rome, modèle éternel dc la puissance organisée et stable >>. Alb vibrante allocuzione del dott. Viborcl ha risposto brevemente l'on. Cotellcssa: all'ammirazione per così imponenti benef1che real:zza7ioni nel campo medico e medic<>sociale egli ha tenuto ad associare il più vivo compiacimento per il successo di questa esposizione che ha offerto la simpatica occasione per un nuovo fraterno riavvicinamemo eu lturale italo-fra nccse.
ELJZABETH 1\.ENNY, l'illustre infermiera au~traliaoa il cui nome è çosì intima mente collegato negli Stati Uniti alla lotta contro la poliomielite (st ricorderà che è stato recentemente programmato anche in Italia un film sulla sua vita, « L'angelo del dolore ••) ha deciso di ritirarsi dalla direzione delle cliniche della cc Fondazione Kenny », che sarà in sua vece assunta dal dott. E. J. Hucnekens, finora dir(.'ttore sanimrio. della stessa Fondazione. 11 La mia missione negli Stati Uniti è terminata ha detto l'insigne bcnefattriLc di tanti bambini - il mio contributo è stato studiato dai medici c le mie osservazioni cliniche sono ora confortate dalle lestimoni<111ze degli scienziati ... E' venuto il momento... di cedere il campo ad un professionista più adatto di me ad introdurre il mio lavoro nel mondo medico per la causa dell'umanità"· Il nuovo direttore si propone di collaborare più ~trcttamentc con l'Associazione M~
dica Americana e cun la ronu;lzione per b parali~i infantile, i wi metodi tcr:1peutic1 differiscono sensibilmente da quelli seguiti dalla Kenny. La sess..tntatreenne "sorella >• . che aveva affrontato quarant'anni or sono il suo pr.mo l:aso di poliomielite per giungert., dopo trent'anni Ji banagli..t. a \edere il suo metodo atlottaro, oltre che nelle numerose cliniche della Fondazione Kcnny. anche in alrri t~llllltì, cominuer~ la sua opera di consulente. Ccc ASSOCIAZIONE DELLA S1'AMPA MEDICA ITALiANA,, è 'tata co~u tuita a 'apoli il 4 g.ugno, con l intervento del don. T. Lazzé, presidente della Federa zione Italiana dcll Urdme dct medici, e dei rappresentanti di numerosi periodici scien òfici. Sono state gettate le basi dello Statuto che regolerà il fun7.icm:llnento dcii'AssocJazionc ed è stato nominato un Consiglio Direttivo provvtsono, di l) membri, che dovr~ preparare ed indire la pr.ma Assemolea dell'AssoCiazione. In seno al Comiglio Diretti\0 - di Wl i partecipanti alla riumone hanno chiamato a far pane anche il ten. col. medico Campana, redattore del nosrro Giornale - è stato eletto il Segretario dell'Associazione nella persona del proi. Raffndc Chiarol:llln, prc sidentc dcii Ordine dci Medici dt Napoh. La nomina òd prof. ChJ.trolanz.a è garanzia sicura per l'avvenire della neo-.'\ssona zione cui inviamo i nostri migliori auguri.
CONFERENZE Di CANCEROLOGIA. -Nel mese di giugno, in Rom<l, si sono avute due riuscitissirne manifcMaz.oni culturali nel campo della lotta contro i tumori. organizzate rispetti\ amente dalla Ponuhna Accadcmta delle Sncnze (Settimana di Studio sul problema biologico del cancro: (H2 gmgno 1949), c òalla Lega Iwliana clelht lotta contro i tumori. (Conferenze di cancc~olcgm: 9"20 giugno 1949). Hanno parlato, nelle aule clelia Pomincia Università <)regorianJ., il pro f. J. Maisin, direttore dell'Istituto del Cancro di Louvain c p<ofessorc di anatomi:t patologica m quella Università Canohca, su: ,, Le. cancer est il héréditairc ou contagiwx? : il prof. E. Boyla od, direttore del Reparto biochimico nel Chcstcr Bc:ttty Res::arrh lnstitutc, annc~so al Cancer Hospital di London, su: « La b ochtmic de la cancérigt:n~sc et la chimothérapic cxpérimcmale du cancer >>; il prof. P. R. Peacock, direttore dei Laboratori del Royal Cancer Hospital di Glasgow. su: cc L'ctiologic du canccr de l'estomac )); e il prof. E. \ '. Cowdry, direttore deUa Dt.,ision of Cam:er Rescarch della \Vashington Cni-.crsity di Saint Louis Mo., ~u: '< Biochemistry of thc cancer ol the skin ••. All'Istituto Regina E lena per lo studio c la cura dci tumori Il c.:onferenze ~ono ~tatc tenute dal prof. Antoioe Lac:~ssagne su: " Ipofisi c cancro >l ! dal prof. Raffaele Bastia nelli su: ''Come crescono e st diffondono i tumori 11 ; d:tl prof. Achille ,\1ano Dogliow su: cc T0 - La chirurgia del c:~ nero dell'esofago; 2° - La cura chirurgica del Jolorc nei cancerosi''; c dal prof. Giorgio Ferreri ~u: << l tumo1 i delle tonsille "·
ALTRE CONFERENZE A ROMA. - Nella sede del Consiglio Nazionale deUc Ricerche il 3 maggio u. s. il dott. T. ~1. Ling. direttore del " Roffcy Parck Rchabih IAÙon Ccntrc ,, (Hor~horsam, su~scx) h:! parlato su " Récents développemCllll> de la réh:~bili tation p~yc hiatrigue et médicale 11. Un film a colori ha illu st~ato l'interessantt' .:sposi zio ne. AII'I~tituto Supcnorc.: di Sanità il PrLmio ·obel prof. George Hcvcsy, delle UniverSJd di Stoccolma c Copenaghen, ha tenuto il 29 aprile una dotta conferenza sulla cc Storia uellc applicazioni degli indicatori radioattivi "· Il prof. Hcvesy è uno dei pionieri dclln ~1udio della radimmività dei corpi.
La prof. Margarct Tod, vicedirettril:c ddl'lstituto del Radio dt Manchestcr. ha par lato, su invito del rappresentante del Briti sh Council in ltara e elci direttore dell'Istituto di Radiologia Medica deii'Univcrsit~ di Roma, su " Pnncipi e tecnica di dosimetria
accurata in radiotr.:rapia "· La conferenzJ. illustrata da proieZIOni. è >tata tenuta il 17 maggio ndl'Istitulo di Radiologia Medico del Policlinico. Su designazione del Copo di Sram Maggiore dell'Esercito, il generale medico pro!. Guido Ferri, direttore generale della S:1mtà .Yfilirare, ha tenuw a Palazzeuo \'enezia, il 15 giugno, nella sede della Società Italiana per l'Orgamzzazione lnterna7ionak, una contcrenza sulle •< K uove convenzioni di diritto bellico >>. Tale conferenza ~i inquadra nel et Corso di perfezionamento nell'Organizzazione internnion:~le » che ,·iene tenuto :1 Palazzetto \' enezia.
CONFERENZ.l DEL PIWF. P"JL.\IIERI ,-JLL'UNIVERSITA' DI TUULOt;SE Di ritorno dal Congresso interuazionalc Ji medicina legale di Bordeaux, il pro f. \ '. ;-..1, Palmieri, direttore dell'Istituto di Medicina Legale e ùdlc Assicurozioni nell'Cm 'ersità di ~apoli, è stato imitato a ferma-si a Toulouse, do'e ha tenuto 111 ~1uell'Un a Yersità una conferenza su <• Impotenza cd tncomumazione del rnatnmonio nella dottrina e nella pratica tanonistica n. Presentato dal pmf. Planc1ues, tiwlarc di Medicina Legale ndi'UniYcrsità di Tou loust:, il prof. Palmieri ha svolto l'argomento, che ha destato d più vivo interesse. E' seguita una Jiscus,ione che il prof. P:-~lmi cri ha po1 lm:wment:: na\,liOto, li"ando alcu m punti fond:~mentali. -
«PREMIO 'l'ORINO" per un .::onuibuto ri~olutno su un problema di medicina del !J,·oro: L. 100.000 messe a d.sposizionc della Sc><:i::tà Italiana th ~Iedicina del La' oro .bila Prt:sidenza del XI\' Con~-oresso ::-.:aztol'ale tenuto a Torino c: risen·ato a1 soci n:go larmcnte tesserati per il 1949. Sarà confento all'autore dclb mig-liort· comuni~azionc chc 'crrà presentata al XV Congresso Nazio11:1k di Medil"ina del La\oro che si svolger~1 ;1 Genov:J dal :22 n l 25 ~enembrc p. '. RICERCHE SULLA POU0.\1/EUTE. La Fvndaziont. '\'azionale degli Stau uniti per la parali~i infantile ha accantonato 1.3i0.16o dollari per fìnanz1are un pro gramma triennale di ricerche destinato a determinnre tluali c quanti siano i virus clw possono provocare b poliomielite. Quattro i:.tituti americani le Università dd Kansa,, della California meridionale. dell'Utah e di Pinsburg - atfromeranno il problema. im postato sul pre:.upposto che la paralisi infantile non ~ia un solo ben distinto morbo, ma un'intera famiglia di malattie a'enti alcuni sintomi in comun·~. (Jusate da due o pitl gruppi di \"iru~. Lo s.:opo dt:lk ricerche. che ~aranno wolte in wmune, è di riuscire :1 scoprire un Yaccino contro la poliomielite. LA SETTIMANA DE!.L.l SORDIT. /'. - Dall'H ,tl 15 m.1ggio u. s. :.i è 'elebrata negli St:ni Uniti la .. Settimana della sordità >•. a cura delia Società nazionale per la prevcn1ione della ~ord:tà di cui ricorre ljU<:~t'anno il trente~imo anniversario della fon dazione. La Socicd, rilevando come negli Stati Uniti esistano oggi circa 15 mihoni di ~ordi - dei quali circa 3 milioni sono bambini - si propone di wolgere una c:ampagna di prop:tganda per pre,·enirc lo sviluppo della sordità rhe in moltis~imi C:hl può essere evit:lt:l con un tempestivo inten·enro del medico. CHIRURGIA PSICOLOGICA. - Il naso rincagnato, !c labbra tumide, le orecchie Yentola di John \\'ilbert Glacfke di Cleveland (Ohio), per il mal celato disgusto che producevano, gli avevano creato un complesso d'inferiorità che non tardò a metterlo sulla china della crim in:1 lid. Arrestato u11a prim:1 volta per furto nel 1940, ebbe nuovamente guai con le autorità giudiziarie nel 194~. quando un giudice di CTcveland, dopo essersi comuitato con uno p~ichiatra, decise di !asciarlo in libertà vigilata e di farlo sottoporre ad una serie tli interventi di .:hirurgia pl:mic:J. a spese dell'amministraziont: ~tatale. Con un volto nuovo, Glaef!..e ha potuto poco alla volta liberarsi dal compless0 d'inferiorit:'l 'l
che lo aveva indotto a Jivenire un criminale, ha trovato impiego, si è (atto degh amici, ed ha preso insomma nella società il posto che gli spettava e da cui era stato ingiustamente tenu to lontano come effetto delle sue poco attraenti tartezze E' imeressante notare che Glaefke non è il primo criminale rimesso in carreggiata da un 'operazione di «chirurgia psicologica >>: esiste da qualcl~c tempo, prcs~o il l~ent tenziario di Stateville (Illinois), una clinica di chirurgia plasnca e le statistiche dimostrano che meno dell'I '\, dei 376 detenuti sottoposti a tale trattamento c quindi nmessi in libertà sono tornati a mcLtersi in urto con la legge. (U.S.I.S.). GLI ANIMALI SOFFRONO PER L'UOMO è imitolato un documentario che si proietta attualmente nei cinema italiani e. che illustra l'inestimabile ap~or~o degli ~spe rimen ti sugli animali al progresso delb sc~.çnza med1ca. Il cortometraggw e stato girato negli Stabilimenti dell'Istituto Sicrotcrapico e Vaccinogeno Toscano «Sciavo >> c la scelta non poteva essere più fel ice, chè la serietà c l'imponenza di mezzi di cui l'Istituto dispone hanno permesso di realizzare un fi lm veramcmc ben costruito c soprattutto istrutti\·o. AUGUST BJER maestro della chirurgia tedesca, promomrc dell'anestesia spinale c Jella iperemia passi,·a nella tubercolosi articolare, si è spento all'età di 88 anni J Berlino, ove fu di rettore di quella Clinica chirurgica dal 1907 al IQ32· L A SOMAtL-J DI 250.ooo STERLINE è s~Ha donata recentemente Ja Lord f\ufficld al R. Collegio dci Chirurghi allo scopo di favorire i giovani chirurghi stranieri che desiderano specializzarsi in Inghilterra. NUOVI AGENTI CHIMICI TOSSICI, da poter usare come mezzo bellico. sarebbero stati preparati secondo yuanto ha rikriw il Jon. H. Bentlcy Glass deil'Università di J. Opkins; l:I loro potenza sarebbe tale che soo-Iooo gr. di essi sarebbero sufficienti per intossicai e so.ooo mc. di acqua. Le ricerche di mezzi chimico-biologici utilizzabili in guerra procedono J bcrementc i n Americ:1 i n bhor:~tori perfctt:l mente anrezzati allo scopo. UNA MACCHINA DA PRES.tl CINEMATOGRAFICA PEI? RAGGI X è >tat,l presentata al 34" Congresso annuale della <• Rodiological Socicty of :\ìorth Americ:1 Inc " tenuto a S. Francisco. Tale macchina riesce a fotografa re quanto ::n·viene nel lorpo umano e a riprodurlo su negativi: è possibile così scgune le rivoluzioni cardiache c i movimenti delle varie articolazioni, dci muscoli, lo sposcarsi d i un corpo opnco nei Yasi sanguigni ecc .. PREMIO Cll!A.VCIANO PER LAVORI SULLl FISJOP.·lTOLOCJ ,-1 F. CLINiCA DEL FEGATO. - Anche q uest'anno le Terme Demaniali dì Chianciano hanno stabilito un premio di L. wo.ooo per il miglior lavoro o gruppo di lavori sull'argomento. Per informazioni rimlgersi a: T erme Demaniali di Chianciano - Segreteria del Premio Chianciano. MUNIFICO GESTO Di S. A. WAKSMAN. - Lo scopritorc Jella strepwmic1na ha donato all' Università Rufgcrs il ricavato dci suoi diritti di fabbricazione sulla mepto micina perchè sia devoluto alla fondazione Ji un Istituto di Microbiologia. Tale istitu to. c?c costerà un milione di dollari, sarà finito nel maggio 1951. La munifica donazione <h Waksman - che nel 1919 emigrò dalla Russia n~gli Stati Uniti - vuoi testimoniart· la sua gratitudine alla Nazione che gli ha consentito di continuare i ~uoi studi. UNA SCUOLA DI Pl:.RFEZTONAMENTO IN STORIA DF:f.LA MFUJCIN/ l è stata istituita presso la Facoltà di ~fcdic ina c Chirurgia di Roma.
MORHOSITA' E \IORT.lUT.l' PER MALARIA h\' IT. IU.i .\'EL 'Y4~'~· - In " Notiziario dell'Amministra:zione Sanitaria )1 , n. ~. 1949, :\. Senigallia riporta i Jati di rnorbosità c mortalità per malaria del 1948 confrontandoli con quelli del 1947. Le diminu :zioni a favore del 1948 sono notevolissime c si riassumono in 1r·i23 casi pnmmn: l.i3,86 , - 106.715 recidivi: 54,21 "(, (ll8.438 casi complessivamente: 56,13 'o) C lì(} morti: 95·~ % per tutte le forme dell'infezione. Le perniciose si possono dire del tutto ~comparse e pressochè ~comp:trse le morti per malaria. IL COSMOTRONE ì: un nuovo apparecchio per la di~intcgraziont: dell'atomo :H· tualmeme in costruzione: presso il Laboratorio l'azionale di Rrookhoven (Long hland) della Commissione per l'energia awmica. Esso bombarderà nucki atomici con un'energia di 2.500.000- 3.ooo.ooo.ooo di clettroni.volt ( 10 \'Olte superiore a quella del più potente: r iclotrone esistente). Le particelle atom:che raggiungeranno la fantastica velocità tb ).()()().O<lo d i rotazioni al ~econdo 1 L.l VACCINAZIOXE COL H.C.G. c ~tata resa obbhgatona in Francia per alcuu r catcgonc di persone (bambini accolti in case materne o asih o di età scolastica, studenti 111 medicina, militari, person:tlc ospcdaliero o di imprese indu~triali c: commetciali). ~~ 'accinnione non ì: obbligatoria per le persone che hanno superato i ~o anni. IL I'ROF. G. MORUZZJ, Jircttore dell'IstitulO di l· i~iologia umana dell'Umver sità di Parma, è stato incaricato dalla Fondazione Rockfeller Ji compiere un anno presso rbtituto tli :'\:eurologia della (c Northwestern University Medicai School ,, di Chicago per ricerche sulla fisiologia cerebrale. Con Decreto RICO.\JPENSE .lL .\fERITO DELLA SAN/TA' PL HBUCA. dd Presidente della Repubblica in data 26 marzo 1949 ~ono state conferite le seguenti ononhccnze per segnalati senti'i prestati in occasione Ji epidemie od altre eccezionali ctrcostanze nel campo tlell'lgienc c della Sanità pubblica: M~daglia d'oro al merito della Sanità Pubblzca: Pietramonìo suor Maria (alla ffil moria) "per la coraggiosa oper.t ~volta durante l'occupazione tedesca ed i Sombarda menti aerei, nell'assistenza ai numerosi ricoverati nell'osped:tlc ùi Ortona " Mare n; Noschesc dott. Vittorio (alb memori:t) << Medico provinciale di Terni, durante un bom b:trJamcnto aereo rimanC\'a al suo posto di lavoro, rimanendo ucciso )), M~daglia d'argento t~l merito della Sanità Pubblica: 1'\oLentini Elisabetta, ostetriCa (alla memoria); Marano suor Celestina; Bazarini suor Giuditta; Campan:t suor Teresa: Palagi prof. Piero; Giunta dott. Rocco. Mt'daglia di bronzo al mcmo dt'lla Samtà Pubblzca: Tra\er'>it rlon. Arnaldo: Fra ca~so dott. Paolo; ;>,fazzttclli prof. ~lichele; Grosso dott. LUJgt. Sono stati inoltre conferiti auestati al merito della Sanità Pubbftca Ji donori Boffa Tarl:ma Angelo, Bonini Leandro, Gandini Vincenzo, Divella G. Michele. Strumia ~fax, Crescenti Giuseppe, Gualdrini Roberto, Gah·aro Gaetano c a Bolzan Don Carlo. La medagl'a d'argento ai U~nemaiti della Salute Pubblica è stata conferita al mag giore rneùico dell'esercito Maglicnti don. Francesco. Particolare significato riveste per noi, infine, la courcs~ionc ùclla medaglia d'oro (alb memoria) a suor Terenzia Fontana di cui l'Alto Commissario per l'igiene c la sanità pubblica, on. prof. Cotcllessa. ha \'Oiuto dar comunicazione :1! direttore deii'Ospedak \1ilitarc del Celio con la ~Cl{UCntc nobilissima lettera: Pregiatissimo Colonnello.
Roma.
1°
giugno 1949·
dt ~cguito alla precedente comunicaziOne, mi è assai gradito trasmetterLe il diploma ,li ~!ed.tglia d'oro al merito della Sanità Pubblica conce~sa con decreto del Presidente .Iell:l Repubblica a suor Terenl'i.l Fontana.
Suor Tl.rcnz1a, m oltre mezzo :.~:<.:olo di vita religiosa quasi interamente trascorsa in ..:odesto O.~pcdale Militare, 5i è prodigata nella complessa esplicazione del suo compito con mesauribile spirito di sacrificio e con tutte le nobili virtù native del suo gran cuore e del vivo intelletto, dando specialmente nelle circostanze più critiche_ prova di elevatissima ~::~pacità organizzati va. Col trascin::uue esempio animatore della sua. fattiva impareggiabile operosità guidò e sorresse, in pace e in guerra, fra i pericoli c l'affanno di un lavoro talvolta quasi superiore ad ogni f<1rza umana, l'opera delle ~uore nell'assistenza più fraterna, generosa e zelante degli infermi. L 'alto riconoscimento delle cccez10n:Ùi benemerenze di ~uor Tercnzia ben l>'inqua dra nella prossima manifestaziont. cclcbraùva delle glorie della Sanita militme. Le sarei, pertanto, grato se ncll'oc<.:asione si compiacesse .jj effettuare- la consegna Jel predetto diploma alla Superiora Generale dell'Ordine, cui suor T erenzia apparteneva, esprimendo all'Ordine stesso il vivo compiacimento di questo Alto Commissariato. Nel contempo, La prego di dare notizia di quanto sopra all'Ordinariato ~Iilitarc e alla Direzione Gc:nerale di Sanità \filitare presso il Ministero della Difesa. Cordiali saluti. L'Afro Commissano:
Cun LLI-.~M
lll CONGRESSO INTERN.JZJ(JNALE DI MEDICINA ASS/CUIUZJONE VITA . - Nei giorni. 6, 7, 8, 9 giugno si l: svolto a Roma - con pieno successo il lll Congresso Internazionale di ~1edinna As~i.curazione Vita. Superiore ad ogni aspettati\ a t. ri5ultata la panccipaz10ne di medici manieri pro venienti Ja!rArgcnuna, Austria, Hdgio, Brasile, Canadà, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, .i'Jorvcgia, Olanda, Portogallo. Spagna, Stati Umti d'Amerk.l, Svezia. Svi:tzcra, Uruguay. La cerimonia inaugurale è stata tenuta tn Campidoglio alla presenza ÙJ numeros<' Autorità - fra cui l'Alto Commissario per l'igiene c la samtà pubblica- con uu discorso del presidente proL Romanelli, preceduto da va ri oratori che hanno porto gli usuali saluti augurali. l lavori sono ~tau proseguiu nel Palazw della Confederazione Generale dell'Industria di PiaZ?"a Venezia, con la trattazione dci seguenti temi: L'esame medico nell'assicurazzone 111/a; sue dijficolta ed impedimenti, relatori i lottori. A. Coufloux (Parigi) e 1<.. Dc Ucden (Trieste); L'influenza della eredita1-ietù sulla mortalità, relatori i proff. R. Sand (Bruxelles) 1.' V. Bisceglie (Catania); Le cardiopatie e l'asszcurazwne vita: a) i vizi valvolari, relatori i dottori l l. Milders (Rotterdam) c T. East (Londra); Le cardiopatie e l'auicurazione lilla: b) le aritmie, rdatori i dottori J. R. Hutchinson (Washington) c V. Mortensen (Copenaghen); Gli insegnamenti della guerm per la medicina preventiva, rclatori il prof. Richet c il dott. Cclicc (Parigi), il dott. Kaufmann (Zurigo), il prof. Mazzetti (Firenze) e il dott. Starna (Roma). lntercssami discus~iom e circa cento comunicazioni banno complet:Ho la trattazione di così importanti problemi sociali e scientifici. Fra le comunicazioni cittamo quelle del colonnello medico della Direzione Generale Sanità Mililare-Eserci.to prof. Massa su: .-lspe!tt medici della bomba atomica e su: l.A difesa preventiva di un eserCito modemo dalle malattie infelllt'e, quella del colonnello medico di marina prof. Clemente su: Le malattie aspec1{id1e dell'apparato respiratorio e la tuhercolosz nella marina militare. Mezzi di prevenzione-assicurazione, e quella del prof. Cirenei, della Commissione Medica Superiore Pensioni di Guerra, su : Cause di invalidittÌ nei pn>tu mi lontani delle lesioni locali da freddo.
!~iuscitissime le manifestazioni indette in onore ùci congressisti: ritevimenti, conCCirti, banchetli ed una indimenticabile gita a Villa d'Este di Tivoli. E perfetta l'orga nizzazione del congresso, con Segreteria dotata di uffici viagg i deUa C.I.T. e della K.L.i\ L a completa di~posizione degli ospiti.
IL XXV CONGRESSO I N TERNAZIONALE DJ MEJJ!CINA LEGALE ..\lEVICINA SOCIALE E MEDICINA DEL LAVO/W si è ~volw a Bordeaux dJII'u al 15 maggio, con la partecipazione di circa 200 medici di t6 !\azioni, sotto la Presidenza onomria del prof. Lande, emerito di Medicina Legale dell'Università di Bordeaux, e <-JUCI!a effetti va del prof. Dervillée, suo anuale successore in quella cattedra. Conformemente alla ~ua denominazione, il Congrtsso, dopo la seduta inaugurale, svoltasi con grande solennità nel foyer del Teatru grande della cmà. si è dtviso in trl 9~zioni, rispeuivamente Ji Medicina Legale, Medicina Sociak c Vfedici n:1 del L avoro. Sono state svolte le seguenti relazioni: I " · ,\/t:dicina legale e modificazioni biologiche: e chinuche collegate .1lla gnii'J· da11::a, relatorc il prof. Monreau di Liegi; 2"- Gli effetti d, scoppio, rclatorc il gen. medito Costedoat di Parigi; 3" - Il metabolismo dei .<olt•ellli, rdatore il dott. Trouhaut di Parigi (anche a nome del prof. f'abrc, assente). Sono seguite 95 comunicazwni su argomenti diH·rsi. La dek-gazione iw liana era çostituita dal prof. V. M. Palmieri, direttore ddl'Isti tuto di Medicina Legale c delle A~sicurazioni Jell'Universid di ~apoli. c dal dott. Carlo Romano. assistente nell'Istituto medico-legale di )Japoli. Il prof. Palmieri, cui è stata attribuita una vicepresidenza del Congresso. ha smlto le :seguenti com unica7ioni: 1° - Impotenza cd mcomumazionc dd matnmonio nella do/trina e nella gmnsprudenzu canonisticu, 2" - Stato attuale degli studi sulla IIIJCI'OCJ·israllografia dello .<pel mt•. Il dott. Romano ha svolto le scguenù comunica7ioni: 1" Nuovo proad11nentu nucrochimicu per l'lllenllfiwzwne dell'onfi:;o d1 entrata nelle ferite d'arma da fuoco; 3" - Sulla patogene.>i delle alteraziom del si.<tema nen•oso centmle nelle mtosnca::ioni da trito/o. Le sedute Ji laYuro \ono state alternate da gite .1 ~hiUterms, ad Arcachon ed a C',.ognac h: accoglienze cordiali, l'organizzazione eccellente. Al banchetto di chiu sura, svolwsi ad Arcc1chon, il prof. Palmieri ha ringraz iaLO, a nome dei Congressisti stranieri, il Comitato organizzatore ed in particolare il prof. Der- · ,-illée. Il pcossimo Congresso internnionak: avrà luogo al Cairo nel marzo I y)o. il succr,. sivo a Parigi nel t951. X CO.\ GRESSO N.LZfON,JLE DELLA SOCI ET A" JLJLIAS.l DI NEuROLOGIA.- Si è svolto a Milano, organi7.zato dal prof. Ri<]Uicr, dircttort· di quella Clinica delle Mabttie Nervose c Mentali, ed è stato coronato dal più ,•ivo ~ucces~o sia per l'interesse delle relazioni che per l'imponente numero dei p:mcctpanti. Delle ) relazioni 111 programma la prima ,·ertc\a sulla Fisiopatolog111 del srsttma sopravestibola~·e n, capitolo affrontato e ~' iscerato prufondamcnl.: dai profL C . Pero, di Catania, che ha tracciato uno (t schema :lllatomo-lìsiologico delle vie vestibolari centrali · e ha illustrato « la perc:.:zionc corticale Jel labirinto "· c ~1. :\r,IJn, di Padova, che 'i L imrattenuto sui • Probkmi di fì~iologia c di s~mciolict n. La seconda (( Allergra e sistema 11ervoso >• è stata dtscussa, per la parte ~perimcnLalc. da l prof. (~onano. di Bologna c, pc.r b pane dinic:1. d:1 l proL l ). Rnbi. di T orino..\ILI
33 1 discussione hanno partecipato i più autorevoli cultori ù'ltalia dei problemi dell'allergia e, anche se logicamente non si è potuto addivenire a conclusioni positive, l'interesse suscitato è stato dci più vivi c promettenti di sviluppi. Su « Gli id1·ocefali e loro trattamento chirurgico" abbiamo ascoltato due magistrali lezioni dei proff. G. B. Belloni di Padova, e G. M. Fasiani di Milano. Quest'ultimo ha portato il contributo di una casistica quanto mai interessante illustrando e commentando i più recenti metodi di ter:~pia chirurgi'a (ventriculo-cisterno-stomia). La Società Italiana di Neurologia ha proceduto all'elezione del suo nuovo consiglio direttivo nominandone presidente il prof. Riquier; fra i membri del Consiglio Diret· uvo ci è riuscita particolarmente gradita l'elezione del generale medico prof. S. Perrier, ncurologo e presidente dell'Ordine dei Medici di Torino.
7o CONGRESSO INTERNd7.10N.rJLE DEL REUMaTiSMO A NEW YORJ.:.. - Dal 30 maggio al 3 giugno u. s. si è tenuto a New York l'annunziato Congresso 111 ternazionale del reumatismo. con la partecipazione di alcune migliaia di iscritti, che hanno seguito con vivo interesse le varie relazioni presentate. Di grande rilievo sono stati i bvori degli autori americani, tra cui il JotL Hench della Clinica Mayo, su ll' importanza del fattore endocrino nel determinismo Jelle mal:atie articolari. Il dott. Aldo .\1asturzo, di Napoli, delegato per l'Italia alla Lega Europea contro il reumatismo, ha presentato una relazione, documentat;;t con microfotogram.mi di preparati istologici, sulla notevole efficacia tcrapeutica di alcuni nuO\·i tipi di aminoandi, definiti «pesanti " per la loro particolare struttura chimic;;t. Le altre relazioni hanno svolto argomenti vari di reumatologia, tra i quali sono da segnalare le ricerche riguardanti l'influenza dei perturbamcnti del sistema nervoso sulla patogenesi articolare, la importanza dell'acido jaluronico e della jaluronidasi nella palOgenesi delle artropatie, c gli studi sull'istochimica e la biofisica del tess uto connettivo. Le varie sedute scientifiche hanno a\'uto luogo in parte nel grandio~o Hotel \.YaldorfAstoria, ed in parte nei più importanti ospedali di Ncw York. Terminate le seJute, i Congressisti sono partiti per Atlantic City, nel ~cw }crsey, per prender parte alla riunione annuale dell'i\merican Medicai ,\ ssociation, cui hanno aderito oltre diecimila iscritti. XV CONGRESSO NAZIONALE DI MEDICINA DEL LAVO/W. - Si svolgerà a Genova dal 22 al 25 settembre prossimo promosso dalla Società Italiana <.ii 1V1edicina del Lavoro. In diS<:ussione tre temi in rapporto rispettivamente alla silicosi, al lavoro e alla maternità. Tnformazioni: Ospedale S. .\1artino, Genova - Direzione Meòicina del Lavoro. GI ORNATE MEDICHE INTERNAZIONALI A VERONA. - Fiss:~te per i giorni 28, 29, 30 c 31 luglio, riuniranno maestri insignì italiani e str:tnieri per la discussione di problemi d i vivo interesse pratiw per i medici, per le amministrazioni ospeJaliere e per quanti in genere seguono con passione i progressi della scienza medica: conferenze di alto \'alore saranno tenute da dinici c scienziati, fra i quali segnaleremo, fra gli stranieri, sir A. Fleming, il prof. Lopcz (Presidente dell'Accademia MeJica Brasiliana) e il prof. Micheletti (Leysin). Le giornate coincideranno con la stagione lirica al l'Arena. Una grande mostro san it::~ria è stata indetta cb! Comitato ordinarorc nel Palazzo della Gran Guardia. X CONGRESSO NAZIONALE Di MEDICINA LEGALE E DELLE ASSICURAZIONI . - Si svolgerà a Parma dal 2 al 4 ottobre. T emi di relazione: . lspettJ medico-legali dei je11omeni pt:~·cett;"vi (A. della Volta). - La fisiopatologia delle asfù<ic meccaniche (S. Rus:ttto). - Cure termali e assitUI·azioni J-ociatz: (G. Jannoni).
33 2 E' in programma una vima alle Terme di Sahomaggiore. l n formazioni: Comitato Organizzatore del X Congresso Naztonale di Mcc! ici n~ Legale • Ospedale Maggiore Parma. IL XXIIJ CONGRESSO NAZIONALE PER L'ASSOCIAZIONE l1'ALIANA PER L'IGIENE si svolgerà a S. Remo nei giorni 30 settembre, 1 c 2 ottobre Temi d1 cclazione: La bmcellosi; L'organizzazione i gien.'ca 1anitaria delle r olonic· c·~tit·e. Pet informazioni: ViJ Mcrulana, n. r21, Rom;~. CONVEGNO iv.lZIO/vALE DI .\IEDJC/,VA E CHIRURGU DELLO :::,PQRJ'. - Si è tenuto a Genova il giorno 29 maggio u. s. il Convegno 1'<azionale di Medicina c Chirurgia dello Sport. Il Convegno, che ha radunato numcro~i medici sportivi dcll~ varie regioni d'Italia, ha avuw un ottimo successo. RelaLOn principali sono stati: il prof. Angelo Viziano che ha parlato ~ui cnten Jt retti\ i per un giudizio di idoneità alle attività agonistiche soff;:rmandosi particobrmentl sulla v:~lutazionc dell'apparato cardiovascobrc dell'atleca. Il prof. Enrico Pachncr ha riferito sulla traumatologia sportiva documentando la sua relazione con interessanti proiezioni. Hanno parlato poi il don. Philippe Encausse, membro della Dtrezionc generale per lo sport e l'educazione fisica in Francia, che ha riferito sulla org:~nizzazione del con trollo medico sportivo in Francia e lo sviluppo dato alla rieducazionc fisica dci deficienti. Altre interess:lnti romunic:~zioni sono state quella del dott. Antonio Allaria sui traumi della mano da sci e qudla del prof. Franco Bianchi sulla epicondilitc omerak nei tennisti. Il prof. :\1itolo ha comunicato una nota prc\'Cotiv;~ su alcune ricerche spe rimcntali per la valutazione dello stato di :~llenamento. Il Convegno h:1 dimo~tr:lto il sempre maggiore interesse che va susciwndo la Mc licin:l dello sport nell:l classe medica c h:1 pure messo in evidenza che CSS:l deve ormat essere considerat:l come una branca speci:~li~uca della s..ienza medica. Xl/ CONGRESSO JNTENNAZIONALE DI MEDICINA E FARM.IC!A MI Programm::t:
UTA Rl, Messico, 23-29 ottobre 1949· -
Domenica 23 ottobre: ore 11 : prc~entaz:one de t documenti; " 17: riunione dci Membri del Comit:lto lnternazion:~le; " 20: colnionc offerta ai Memhri del Comit:lto Intern:lzionale.
Lunedì 24 ouobre: ore 11: inaugurazione solenne del XII Congresso; " 16>30: l:~voro delle diverse sezioni: Prima qucstÌ011e: Nuovi problemi medico-sociali negli eserciti; ore 2r,Jo: ricevimento da parte del Ministro degli Affari Esteri del Messico. \Jartedì 25 ottobre: dalle ore 9,30 alle ore 12>30: lavoro delle divene sezioni: Sc,·onda questione: Patologi:~ e trattamento delle lesioni causate dali :t bomba atomica. Org:~nizzazionc s:lnitaria di una regione dopo un bombardamento atomico e bombard:~mcnto mediante i moderni strumuni t>cllici di distruzione massiva; dalle ore r6,30 alle ore 18: visita a~li ospedali; ore 21,30: rappresentazione teatrale. \1ercoledi 26 ottobre: d'alle ore 9,30 alle ore 12,30: dimo~tra7ione e riviSta ai ca:npt milit:ln; ore 13: lunrh al campo militare;
3.B dalle ore x6,3o alle ure tildo: la\ oro delle diver"<: 'a•on•: T~r:;a qu~monc. Le psicosi di guerra; Quinta <fU~stione: Studio biochimico della r:lZlonc nunima del soldato 111 campagna. Sua fabhricazione. Suo condizionamento. Sua conservazione: serata: ricevimento pnvaro delle delegazioni.
Giovedì 27 ottobre: dalle ore 9,30 alle ore 12.30: lavoro delle divcr~c. ~czivni: Quarta questione: Le ferite maxillo-facci:tli. Cure d'urgc.nza e sgombero; ore 14,30: escursione c lunch a Xochimilco; ore 18: ricevimento u ffici:llc. l'~nerdì
28 ottobr~:
dalle ore 9>30 alle on. 12,30: lavoro delle dnerse sez10ni: Sesta questione: Servizi sanitari aero·trasponati per le truppe in campagna; s~ttima quest one: Studt sull'invecchiamento dc.: i medicinali durante l'im magazzina•ncnto; dalle ore 16,30 alle ore Ii!,jo · ~ed uta plenaria: ore 2r: banchetto di chiusura.
Sabato 29 ottobre. ore 10,30: seduta solcJ\nc di dtiusura del XII Congn.:sso. { a 4 giorni al Mes,i.:o.
E~cursione da
CLJNJCI JTALlilNI . ILL'ESTERO. - l proff. R. Paoluw . d1 Roma, e G. San 'cnero-Rosselli, di Milano, hanno tenuto, ufficialmcme 111\ i wti, una serie di lezioni, 'lnfercnze e dimostrazioni chirurgiche nelle Università, Accademie e Ospedali dell'A mcrica Latina. Il prot. G. B. Ricm, dt Pa\ta, L partito per gli Stau limu, tn\ttato c.Ia quel Governo, per p:mecipare a una riunione di esperti di oftalmologia aeronautica. Egli terrà, inoltre, una serie di lezioni e un cor~o opportunamente organinato cblle Uni,ersità di Harvard t: dall'Opht:tlmological Stucly Cmtncil. IL <<CENTRO STUDI PER 1..1 MEDI CINA E L /1 CHIIWRGIA ,, delb Fon .hzionc M. Donati t: stato solennemente inaugurato il r6 giugno scorso presso la sede della Fondazione alla presenza di personalità politiche c accadl·miche, di studiosi e d1 rle,·oti ammiratori del grande Clinico, creatore dell'Istituzione, c dd prof. E. Alfieri che ne fu il primo Presidente. A ,·eva no inviato la loro adesione moltissimi illustri medici d t f:ama internazionale, 'ia Jtaliant che stranieri. Il prof. Perussia pronunciò il discorso inaugurale illustrando gli scopi e le rinalit3 della Fondazione e il prof. Della Mano, segretario generale della Fondazione, commc morò con elevate parole il compianto prof. Alfieri. Infine il prof. Armanini, allievo del prof. Alfieri, lesse un'interessante wnferenza: <<Un cinquantennio di atti,·ità clinico ginecologica ,, che lo Scomp:.trso avrebbe voluto dire quale prolusione a una nuova attivit?t <.Iella Fonda1.ionc, quella cioè di svolgere cicli di conferenze scientifiche medicht nella sede del Centro, tenute dai maggiori esponenti internazionali del mondo medico XII C.JMPAGN /1 ANTITUBERCOLARE.-.\ Jtstarn di dicci anni dall'ultima, •l .z9 maggio scorso al T t:<tlm dell'Opera di Roma l- stat:l ~olenncmente in:mgurara la Xli Campagna Antitubercolare. Alla presenza del Presidente della. Repubblica e dell..ptù alte personalità della ~cicnza e della. politica, hanno pronumiato eJe,ati discorsi il prof. G. Costantini. Pre~id::ntc d d la Federazione Italiana per l:t lotta contro la tubercolosi, l'on. prof. ~L C'.utcllc\\a, Alto Commissario per l'i!!tcnc c la \;mità pubblica, c l'on. G. Porzio cui era aflidat:t l'ornione ufficiale.
334 NOTIZIE MILITARI. LA PESTA DELLA SilNI T.l' M lLJTA I?E.- In tutti gli Ospedali Mi liwri, .:on la comueta a ustera solennità, è stato anche quest'anno celebrato l'annuale (110") delb fondazione del Corpo Sanitnrio .\1ilitnrc. Particolare significato 1:\ celebrazione ha :~ssunw a Verona ove si è fe~u.:ggiaw 1l completo ripr isti no dd l':mticn s::de di q uell 'ospedale, cosl duramente provato dalla guu ra. con l'intervento di tutte le Autorità civili c milit.m della citd c con un raduno ~im p:tt.icissimo eli tutti i medici militari del territorio. Anche .1 Bologna .~i è festeggiato d ritorno dell'ospedale negli antichi locali Jcll'u :\h oadia ll parzialmente riatt:Hi Jopo le \ icendt' del !::t t,ruerra. A Genova il Cc11nanùante .\[ilitare del Territorio ha decorato di medaglia di bron; , nl valor militare il maggiore medico AsSlSi dott. Giuseppe per aui di \alore compn111 durante b guerra di lihera7ione. La Direzione di Sanità di Palermo ha pubblica w un sunparico numerv un1co: " ~ .. mtiì Militare " e un elc.:gantt: opmcolo riassuntivo delle glorie tlel1~1 S:~nità rnilimrc. Il Direnore Gene rale della Sanità Militare ha diramato il seguente ordine ckl g-iornn "Uffic.alt, sotwffietali c .;oldat, d, ;amtcl.
oggi il II6° :1nniversario tlcll;l Fondazione del Corpo Snnitario \Liitare. ,, Un secolo e più tli luminosa storia c di altruismo ci conftrmano di non aH·r \'lssu ' in~1tilmente. · l< Qu:~ndo le forze dcll'lllrclligcnza e tlcl sapere 'ono con'''gliate, putemdatc e mt·s\t a vantaggio della difesa dell'umanit:'t c del benessere degli uomini per confortarli e .. u r:trli con ele\'ato spirito di carità e di amore. si può essere sicuri di a\·er bene operato. " E noi abbiamo la coscienza di Jl er bene operato e di a\ er costruito ne.: ila nostr.J tamigli:1 militare un saldo organismo che h:1 diritto di sopr:1n ÌYere c tli affermarsi all1 ~tima e all'ammira;ione di tutti. «Siate fieri di queste tradiziom che vi provengono da fal.mgi di numerose genera ;ion i c he >ia sui campi di battaglia che al leuo degli infermi non hanno conosciuto eh~ un soì nemico: la morte una sola 'ittoria: la vita. u Ricorre
u Ufficialt,
~·ottuffioalt e .>oldau dt .>anttcì.
<< Siate degni t! i questo retaggio t! i 'irtì1 .:i\'icht: c milit:ni .. he ci innalzano davan ti .t Dio ed :~gli uomini; aJ esse ispirate,·i nclb vostra opera t! t umana carirà thc non C( nosce limui e fate che il sangue generoso \'cr-.ato sui lampi di hattagli<l dai vo>tri frate! ÌI protesi a gherm ire da lla morte i loro compogni d'arme sia. per lt: num·c generazioni monito au~tero e titolo tli profondo leginimo or~ogl10. « Roma. 4 giugno T<WJ·
Il Di tcttor<: (:Lnerak Capo d"l!a S.tnirà Militare deii'Eser,iw Gen. \feti. G1111lO F1 RKI "·
.\IEDAGLIE' D'ORO AL V.LLOR MIUT.IRE. Pasl .\lario d1 Enrico, da R:l\'Cnoa. ,las:,e 1q1 ), tenente .1wthco .:omplcmenw. partigiano combattente (alla memoria). <<Fin dall'S settembre impugn:l\a valoro..ameme !t armi .:onLro l'tnvasorc. Ricen:atc• tlalla poli7ia tedesc:a quale organi7.7.:ltore della lotta di liberazwnc. si arruolava nelle for mazioni parùgiane tlclla montagna dt cui divenne animatore fecondo e comh::ntent< audace. Commissario d i brigata c poi dì 7ona partigiana. valoroso tra i valoro~i, ~ost< llt'\'a duri"imi comh:mimenti infliggendo ~ra,·i prrditc al nemico. . \pmtolo di benL
335 di carità proùiga\'a la .. ua opera di medico a lenire k ,offercnzc dci feriti senza mai risparmiarsi nei pericoli c nei sacrifi~i. Catturato per delazione .lffrontava e sostene,·a .:o n sereno swicismo le \C\ i zie che solo la più effcrrat:l crudeltà pote,·a immaginart. · B:~~wnato a sangue, con le membra fracassate. trO\'a,·a ancor:~ la forza c.li porre fine al martirio tagliandosi le \'U1t, nu d bieco nemico impediva che b morte lo strappasse alla sua sadica barbarie e poi lo fini \'a a colpi di bastone. fl 'uo c:.Ja,·erc impiccato per c:strcmo oltraggio restò esposto per c.luc giorni e. circondato daii':IUn:ola del martirio, fu fa ro luminoso che additò :lÌ superstiti la via da segu ire pc• raggiungere la 'iuoria. Helluno, 10 marzo HJ43 "· ( Bollcnino Uffìc i~de, 1948, Jisp. 29, p:1g. ~0!!4). Frigge1i Attilio di FcJÒJO e dt Marta Hrodovicoff, da Roma. \Ottotenente mediw di Sardegna (ulla memoria). Ufficiale medico d1 provata cap.K ità profc<.sionale, animato da 'ibrante spirito com barù,·o e p;,triottico, :1 seguir(, di un 'iolcnw atr:~cco condotto Ji ~orpresJ da rile,·:~nti gruppi nemiCI contro un no~tro po~to a\JnZJto, si offri'<t \olontanamcnte ed ottene\.t di partecipare all'azione Ji soccor"<> Durante gh :1spri combatt.mcnti che uc seguirono. ' i'to c:~derc un com:~ndanre di plotone ed inrucndo b crisi che 'i sarebbe determinata nel reparto c che a\Tebbe messo 111 gra\e situazione l'intera wmp:~gni:1 duramente im pcgn:~ta, con fulmine:~ Jclisionc cd eroico sprezzo del pcncolo ne assume,·a il comando e. rinfrancandonc con l'esempio lo spirito combattivo, lo guidava nuo,·am..:me all':~ss:~lto. Colpito a morte, prima Ji spir:-~r~· Mdinav:J ai pochi gr<Jnaueri che gli erano intorno di non çurarsi di lui c di proseguire tcn:Jcemente l'azione. Esempio ~ublime di ::~Ire virtù nulu.ari ed :~ssoluto sprezzo dclln \ it:~. - Slcbic - Slovcnw, { giugno HJ42 n. (Bollettino Ufhciale. I(H5· disp. Tì· pag. 1'5ì4l· 1 · reggimento granatieri
Sc.,gliosi Gmseppe fu Gaolumo, da Palermo, cla,,t: HJ02. c:~pitano medico com plc:mento, partigiano combancnre t•'"" memoria). « Tras.:inato da :~rdcmc enrusi,1smo per la camJ della libcn?.. si oHriv:~ volonrar11• per eseguire, al com:llldo di una pattuglia Ji otto part•giani, un .• rdito colpo di manP oltre le linee tec.lcsche. Hcnchè minorato per infortunio occorsogli. non volle rinuncian ;l ll ':~mbito onore di panecipnrl :di'audace imprcs:1 e, dopo nvcrc ~uperato con epico ~ìancio tre ordini di rericolati, si lanciava nel folto della mischia incurante dell'intensa rcaziont: di Cuoco opposta dal nemi,o. C.1duto gravemente feriro a una g:~mba, coscicntL .hc il suo tr:~sporto a\'rebbc votato a ,icura mone i compagni che- lo reggevano. rifiutav:l ogni ~occorso e restava sul po~to p<.r proteggere col fuoco il ripiegamcnto della ~ua pattugli:~. Cessata 13 mischia il nCil1lCO rinveni,·:~ il suo ~ad:wcre imanguinato a monito dt fierezza panigial13 che prcfcri~cL b morte alla pri~ionia. \':~1 Ve~ubia. 1q settem hre HJ44 .
Le superbe motivazioni Jt quc,te ultime ~!euJglie c.I'Oro u fanno ancora una \'olu 'enrire tutta la fierezza di app:trtt:lll'rc nl Corpo Sanitario ~l ilit.m: che sa esprimere tosì pure figure di marriri c eh eroi. LA MEDAGLIA DI /JN.ONZO . iL VALOR M ILITARE è ~tata concessa al ca pitano mediLO s.p.e. (oggi tenente ,olonnello) D'Ambrosia dott. Afe<sandro, con la 'egucnte motivazione: <<Ufficiale medico, dirigente il ~<.rvizio :.anitJrio reggimcnt:llc, si offerse, in mau canz:1 di altri ufficiali di:.ponibili di :1rma combattente, a recapitare, :~1 Comando Su pcriorc, una urgente richiesta d1 rifornimenti di c:~rburanti c munizioni. As:.olto brii· l:~memcnte il compito nono;tantc lOStrctto ad attrJ\ er\arc I.J zona imidi:~ta seriamente eh dementi an·ersari che tt:ncvano l'unic:1 rotabile sotto nutrito ec.l inces~ntc fuoco, guiùò. poi, di propri:~ ini-zi:~ti,·a. per lo ~tesso insidiato itinerario. l:1 colonn:l dei rifor·
nimenù richiesti, pri,·a di ufficiali. Durante tutto il penodo di permanenza in zona <h operazioni diede ripetute prove di coraggio. calma c costante serenità di (rome al pericolo. - Alb:mia, aprile-novembre 1939 ''· Inviamo al ,·aloroso collega d'Ambro\w, della no~tra Direzionl Generale dt Samtà. tutti i rallegramenti più '·ivi c affettuosi.
l NOSTRI MORTI. Il tcn. generale medico nella riserva prof. Uboldo 'Simula è deu:duw a Sa~~ari. sua città .natale, il 24 maggto 1949· Era naw il 17 giugno r879; dal padre, prof. Nicolò, valoroso t.linico ginecologo del I'Universit:ì di Sassari, aveva ereditato la passione per la medicina. Libero docente in medicina operatoria, numerose interessanti pubblicazioni f:tnno 'cde clelia sua piena preparazione in tale branca. S. tenente medico in s. p. c. nel 1904. percorse col ptù meritato successo tutti i gr~lÙt della carriera fino a quello di ten. generale prodigando in ogni occasic.ne le sue he11f' doti di ~oldato e Ji medico. Partecipò alla guerra italo-turca, alla prima guerra mon ,Jiale c all'ultimo connitto nel quale fu direttore di Sanit~t della 4a Armata. Si è spento quando ancora vi,·a era la sua arti,·ità di provetto chirurgo c lascia in quanti lo conoh bero o lo affiancarono nella vita per ragioni di servizio il rimpianto più vivo ed affwuoso. Esprimiamo alla famiglia, per la quale l'indimemicabilc Scomparso ebbe l':maccamento c le cure più co~tanti c più tenere, le nostre condoglianze 1.entitissimc. Il ten. col. medico dott. Giuseppe D'Amtco. nato a Roma ti 15 luglio 1!!!!!i, si c spento nella città natale il 17 giugno scorso. Era Presidente della C.M.P.G. bis di Roma. incarico cui era stato dcstin:no per la profonda competenz-a in medicina legale di cui aveva dato prova in lunghi anni passati alla Direzione Gtncrale di Sanità Militare qu:~le capo della Sezione medico-le~alr. Anche a Roma, il 2 maggio ultimo, è deceduto il ten. col. mcd. dott. Celestino Gelanzè, nato a Roma nel 1892. Era un distinto otorinolaringoiatra. Un lungo pe riodo di prigiooja in quest'uJtimo conflitto ne aveva profondamente fiaccato il fisico e. soprattutto, il morale. Alle famiglie dei colleghi D'Amico e Gelanz~ il c< Giornale di Medicina Milit:lre invia vivissime condoglianze.
Nel pross1mo numero : ASPETTI MEDICI DELLA BOMBA ATOMICA del col. med. F. Massa
f,JBRI~
RIYISTE E GIORN-<\.1,1
- - -!1- - BOSCHI G.: COMPENDIO DI CLINICA NEUROLOGICA PER MEDICI E PER STUDENTI. - Milano, Editrice Tramontana, 1948. Compendiare in 304 pagine una materia così vasta e complessa è cenamenre un compito fra i più audaci e impegnativi. Il prof. Boschi credo l'abbia risolto nella maniera più felice sorvolando o accennando appena, ad es., quanto rientra nella comune seme· iotica, indugiando invece su particolari accorgimenti di tecnica meno noti o più moderni e insistendo sulla cliagnosi delle forme più comuni e intere>santi ai fini pratici; illustrando ampiamente il capitolo della terapia nel quale giustamente si sofferma sulle cure diencefalo-rachidiane, personale e interessamissima scoperta, sulla psicoterapia e, infine, sulle particolari reazioni indìviduali ai vari metodi di cura e sulla diversità di risposta da parte dei malati alle varie terapie se trattate da un medico o da un altro (il cosiddetto « quoziente personale)) del medico). L'esposizione dei quadri morbosi segue una distribuzione quanto mai giusta ed eminentemente pratica, lontana da ogni inquadramento pedantesco, e lo stile è chiaro, scorrevole, elegante. L'A. chiama << promemoria abbastanza esteso >> questa sua non lieve fatica che riuscirà invece utiliss:ma, siamo sicuri, sia agli studenti che ai medici. PRIMO CONGRESSO NAZIONALE DEGLI INFORTUNI E DELLE MAL ATTIE PROFESSIONALI. - In una chiara veste tipografica h.wno visto la luce gli atti di questo interessante e riuscito congresso svoltosi a Palermo nell'ottobre 1947· U prof. A. Mori ne ha scritto il capitolo introduttivo << Contributo dei siciliani alla patologia del lavoro )), capitolo quanto mai interessame, corredato da una vastissima bibliografia dei cultori siciliani della patologia del bvoro. Edizione dell'I.N.AJ.L., r948. pagg. 615. L. 2.000. GLl <<ATTI DELLA RIUNIONE DEl COMITATI ESECUTIVI DEI GRUPPI SINDACALI F.l.M.l. >> hanno visto la luce a cura dell' Istituto Sieroterapico e Vaccinogeco Toscano <<Sciavo>>. E' un'altra prova, guesta, della viva partecipazione alla vita scientiiica della nazione di uno dei nostri Istituti più seri e fattivi, all'avanguardia sempre, nel campo della produzione scienti fica. dei più recenti progressi. ALLA T!SIOLOGJA è dedicato il n. 26 (suppl.to al n. 26-s-1949) di « Minerva Medica >>. Il fascicolo 17 della stessa Rivista (7-4-1949) riporta un interessante lavoro di F. Dominici su ,, La narcoanalisi nella prassi medico-legale».
« 25 ANNI Dl ENDOCRINOLOGIA - 1923-r948 >> è il titolo di un opuscolo a cura della <<N. V. Organon >> dedicato al 25" anniversario della importante ditta olandese. LA FARMACOPEA UNIVERSALE. - La Commissione per l'unificazione della Farmacopea, istituita sotto gli auspici della WHO, ha testè ultimato la compilazione del primo volume della Farmacopea Universale che ~arà pubblicato in inglese c francese entro la fine dell'anno. Il primo volume comprende x8o voci, tutte esaurientemente trattate, con un'appendice relativa ai Yari reagenti, le soluzioni di prova, le dosi massime ecc. <<EDWARD JENNER - THE MAN AND HIS WORK>> è un interessante anicolo commemorativo del 2° centenado della nascita (17 maggio r749) di E. Jenner. lpparso sul « Br ic. ~1ed. J. » del 21 maggio 1949.
RENDICONTI ISTITUTO SUPERIORE DI SAN/TA'. - 11 \ol. XII, fase. l, 194'1• di questa interessante e significativa pubblicazione dell'Istituto Superiore di Sanità è dedicato completamente ai cc curari di ~intesi l>. E' una raccolta di la\vri concepiu e portati a termine nell'Istituto da Daniele Bo\'Ct e la sua Scuola che, per l'attualità del l'argomento e la serietà degli A:\., non potrà che riuscire utile c graJiti,.sima ·' lJUar-n si interessano degli odierni studi sul curaro. Il fascicolo, ricco di fotui ncisioni, tabelle c diagrammi, si prc:-..-:nta con la solita corretta eleganza delle pubblicazioni dell'Istituto. SCIE1YZA E PRA1'1C.J /.V .\!ED/CINA AERONAUTICA è il tttolo dell.1 proluswne al Corso AU. Uff. .Ytedici Ji complemento tenura dal ten. generale medico A. Marulli, Capo dell'Ispettorato di Sanità Aeronautica, nel marzo scorso a Firenze. e riportata in « Rivi~ra di ~1edirina Aeronautica •·, n. 1, 1949· Il gen. ~farulli ha illustrato le multiformi atti\ ità dcll'utficiale mt:dico d1 auonauti~.• che ~~ traducono essenzialmente negli studi e ricerche sui problemi di fisiopatologiJ. psicologia e igiene dell'uomo in volo, nella indagine medico-legale nei suoi 1iflessi selettiYI, di controllo e pensionistici. e nelle pratiche assistenziali di ordine igienico c tcrapeutiro lnhne il gen. r-v1arulli ha opportunamente messo in rìlievo il C(>ntnbuto Jq~li 'tudio'' italiani alb formazione c al progresso della ~fedic ina aeronautita.
Direttore re,·pomabile: Generale medico Prof. Guido Ferri Redattore: T en. col. medico Prof. Antonio Campana Tipografia Regionale - Roma - Piazza M:111fredo Fanti, 42
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LUGLIO-AGOSTO 1949
GIORNALE DI
MEDICINA MILITARE FONDATO NEL t 85f
PUBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITA MILITARE
DIREZIONE REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA DIFESA- ESERCITO - ROMA
GIORNALE DI MEDICINA MILITARE MINISTERO DELLA DlP'ESA- ESERCITO - ROMA
SO·HMAR/0 .\IAS~i.\:
Aspetti medici della homba atomic:1
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Gtrr:o l· r 1<R1
ASPETTI MEDICI DELLA BOMBA ATOMICA * Cui. rncd. t-rof.
Frr.JVI'U
M'"'
Le uniche due bombe atomiche utilizzate a scopo bellico furono fatte esplodere in aria, al disopra delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, rispettivamente il 6 ed il 9 agosto 1945, sgan ciandole da aerei degli Stati lJniti d'America. Successivamente il 1° ed il 25 luglio 1946 due altre bombe atomiche vennero impiegate per esperime nto nella baia di Bikini. La prima scoppiò in aria (esperimento <• Able n), 1a seconda a qualche metro sott'acqua (espenmento « Bakcr »). Dci risultati ottenuti a Bikini, ùove furono esposti al pc:ncolo un numeroso naviglio c quattromila animal i vari, si hanno notizie non ufficiali e talora contrastanti. Si conoscono, invece, bene gli effetti dei bombardamenti atomici su Hiroshima c Nagasaki, il cui altissimn potere devastatore è dimostrato dalla tabella n. J. Tabella N. J. Popola1ione CITTÀ
Primo dell'~spiMione
-
1
100.000
Nagasaki
200.00.1
-l
l·crHr
l <lel l'csplos iolle
Prim:t
Distrutti
80.000
80.000
uo.noo
61.000 (011 Ofo)
(7 Ofo)
10.000
411.000
51.000
14.000 (27 °10)
( IO Ofo)
Morti o disprrsi
-----~---
Hiroshima
Edifici
--
('2(>,1 "/o) (20 °/u)
Cira,·tmtntt colpiti
6.000 5.141
La bomba usata ad H iroshima era all'uranio eù esplose ad altezza calcolata per ottenere il massimo renùimcnto. La bomba lanciata a Naga• Comunica.riont: al r' Congresso lnrcrna7tona le di Yfcdicina dcii 'A~sicur:~zionc
Vira · Roma. 6-9 giugno 1949.
340 saki era più potente, al plutonio, ma sembra che per difettoso funzionamento essa sia caduta troppo rapidamente e, secondo calcoli di esperti, esplosa bassa. Ciò spiegherebbe, insieme ad una locale configurazione collinos:l del terreno dimostratasi bene protettiva, perchè a Nagasaki le distruzioni c le perdite complessive siano state inferiori a quelle di Hiroshima. D'altra parte, per l'avvenuto scoppio a limitata altezza, si ebbero a Nagasaki maggiori perdite per km.: colpito (tabella n. 2). Tabella N. 2. Città distrutte o gravemente danneggiale
Superficie ' distrutta n grnvemente dan· negg iata in l(m.>
Hirosh ima ~ aga,aki
Dtn~it~
po}>olazione
Mort1 c dis persi
Perdi te
per Km.~
per Km.'
12
21.00d
ll.70Q
Il.~~)
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Gli attacchi a dette città avvennero improvvisi, non preannunciati da segnale d'allarme, c la popolazione fu perciò completamente sorpresa, restando priva di qualsiasi possibiiità protettiva. Inoltre non va dimenticato che in Giappone predominano le case in legno o in muratura leggera. Dato che la velocità di propagazione delle radiazioni (luminose, gamma) è di 30o.ooo km. al secondo, c quelle del << soflìo " e del suono rispettivamente Io.ooo e IOo.ooo volte minori, gli abitanti delle due città giapponesi videro dapprima la luce abbagliante causata dali 'esplosione c nello stesso tempo avvertirono sulla pelle un calore più o meno intenso; poi risentirono ;'effetto del « soffio >l o urto ed infine udirono la detonazione di scoppio. La città di Hiroshima venne quasi istantaneamente rasa al suolo dallo sp0stamento d'aria provocato dalla bomba, con immediato sviluppo cb vastissimi incendi. <( Un vento, un vero uragano di fuoco>> sorse e si propagò con la forza di 150 km. orari, trasformando la città in un immenso braciere. L'incredibile vastità del disastro disorganizzò in pieno i servizi sanitari locali. Ad Hiroshima il 90~~ dei medici e degli infermieri fu ucciso o ferito: 3 soli ospedali su 45 rimasero utilizzabili. Anche a Nagasaki solo il 20". dci posti-letto ospcdalicri rimase efficiente. I soccorsi organizzati dalle città vicine dovettero fermarsi a grande distanza per le fia mme che divampavano ovunque, su una superficie di parecchi chilometri quadrati. Il rapporto del Prefetto di Nagasak i così descrive gli effetto della bomba: .. Nel raggio di un km. dal centro dell'esplosione, gli uom ini e gli animali rimasero uccisi dallo spostamento d'aria e dal calore prodotto dall'esplosione; le abitazioni e le altre costruzioni vennero come schiacciate, livellate e disperse, c gli incendi subito divamparono.
34 1 «Nel raggio da uno a due km. dal centro dell'esplosione, qualche uomo e qualche animale morì istantaneamente, ma la maggior parte fu ferita gravemente o leggermente. Le case e le altre costruzioni rimasero annientate perchè gli incendi divamparono da tutte le parti. Gli alberi vennero sradicati e carbonizzati dal calore. « Oltre il raggio di due km. fino a quattro km., gh uomini c gli animali subirono diverse ferite anche per frammenti di vetro o di altri rottami proiettati per l'esplosione; molti furono bruciati dall'intenso calore. Le abitazioni e le altre costruzioni vennero a metà distrutte. ~( Da un raggio di quattro km. fino ad otto km., gli esseri viventi subirono ferite per la proiezione eli materiali rimossi dallo spostamento d'aria; la maggioranza presentò solo .ferite leggere. Le case vennero a metà o parZialmente danneggiate >>. Sia a Hiroshima che a Nagasaki non si manifestò alcuna epidemia, malgrado le particolari condizioni antigieniche stabilitesi; ciò si può forse attribuire al potere sterilizzante del fuoco degli incendi. Secondo la Missione britannica, inviata in Giappone per accertare i danni causati dalle bombe atomiche, qualora una di esse fosse lanciata nelle stesse condizioni su Londra, gli effetti verosimilmente sarebbero: a) distruzione completa delle case sino a una distanza eli mille metri dal centro dell'esplosione; b) danneggiamenti !'enza possibilità di riparazioni sino a due chilometri; c) case inabitabili se non con grandi riparazioni sino a tre chilometri; d') inabitabili se non con riparazioni, da 4 a 5 chilometri. Riassumendo, in Londra verrebbero distrutte 30 mila case, molto danneggiate circa 3S mila, danneggiate da so a 100 mila. Rimarrebbero senza abitazione circa 400 mila persone, apptna metà delle quali potrebbero ritornare nelle loro case dopo le riparazioni. Si avrebbero circa so mila decessi entro i sette giorni succcssiv,i all'esplosiom:. I Britannici determinarono anche un coefficiente medio di mortalità, che esprime il numero medio delle persone che morirebbero per effetto di una sola esplosione, entro un'area urbana, la cui densità di abitanti fosse di una persona per ogni go metri quadrati. Ecco delle cifre abbastanza significative: bomba comune di 200 kg.: 6 persone; 1 bomba comune di I tonnellata: 30 persone; 1 bomba V 2 : IS persone; r bomba atomica: 75.ooo persone.
1
L'esplosione della bomba atomica determina un caratteristico mutamento della struttura intima dell'atomo (per disintegrazione nucleare), mentre in
una c;splosione comune vtene a modificarsi solamente la disposizione dtgli atomi nelle molecole. Il mutamento di struttura che si verifica nella bomba atomica è d'impor tanza fondamentale: la materia è trasformata in energia di una potenza senza pn;cedenti. Per citare un e~empio diremo che l'energia che si sprigjona qu:m do esplode un libbra Ji nitroglicerina porterebbe, quando si converta in ca lore, la temperatura di 150 libbre di acqua a 18" F. L·csplosione di una lib bra di uranio produrrebbe lo stesso aumento di temperatura in 2 miliarrli eli libbre di acqua. L'energia della bomha atomica è liberata sotto forma di: - pressiOne; - luce e calore:; radio-attività, che esercitano un'azione dannosa ~ull'organismo umano mat•ifestantesi con lesioni da scoppio, ustioni, disturbi da radiazioni ioni7.zanti. Le cause di morte constatate in Giappone possono essere ripartite così : - per lesioni, dirette cd indirette, da scoppio da 50 a 6o "(, ; - per ustioni da 20 a 30 "{, ; per radioattività da rs a 20 '\, . Si può dire che circa un yuarto della popolazione venne uccisa istant:lneamente mentre un altro quarto rimase gravemente ferita. E' difficile precisare qualt: fu la causa di morte immediata nelle vicinan7.e dell'esplosione perchè in realtà le lesioni prodotte dallo scoppio, dalle ustioni c dalla radio;tttività potevano essere, ognuna per suo conto, mortali.
Effetti meccanici dell'esplosione atomica. La bomba atomica esplodendo determina uno !>pavtntoso spostamenw d'aria, il cosiddetto cc softìo A che può essere paragonato ad un gigantesco uragano che tutto distrugga al suo passaggio, per una profondità varia che è in rapporto alla quota di esplosione, al mezzo in cui il << soffio >• agisce ed a condizioni ambientali. A Nagasaki, per es., la città fu in parte salvata da un costone di colline dimostratosi .1ltamente protettivo. Come conseguenza del 1c soffio A >> si hanno nell'uomo àelle lesioni dovute aù azione diretta che è diversa a seconda che l'energia dell'esplosione si propnghi nell'aria od in mezzo liquido oppure solido, c ad azione indiretta per crollo di edifici, schegge, materiali vari proiettati a distanza, ecc. Durante l'ultima guerra è stata anche messa in evidenza una particolare sindrome da compressione osservata in soggetti, sepolti da macerie, che subt~cono schiacciamento prolungato di notevoli masse muscolari. Tale sindrome, già notata durante il terremoto di Messina e nella prima guerra mondiale, si è verificata con frequenza nel periodo dei Lombardamenti )l
343 aerei di Londra (1940) cd il ricovero dei colpiti in grandi e bene attrezzati ospedali della città ha permesso un approfondito studio ed Uila esatta descrizione della varia sintomatologi~ presentata. r'' - LESIONI PER AZIONE DIRETTA DEL
<• SOFFIO
A n.
A) Effetti dell'esplosione nell'aria.
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Per l'esplosione delle bombe, anche ordinarie, si produce nell'aria una super-pressione detta « onda d'urto )) ' dovuta ai gas della esplosione stessa, che si propaga con una forte velocità iniziale rapidamente attenuantesi, fino alla negatività, quando la sua forza espansiva diviene inferiore alla pressione atmosferica. Questa « onda d'urto ))' di grande violenza ma di brevissima durata, determina un fulmineo allontanamento dell'aria dal centro di esplosione: si viene cioè a formare una zona di forte depressione a cui segue, per contraccolpo, un richiamo d'aria (onda retrograda) verso il centro, di minore violenza ma di durata maggiore. Seguono poi numerose onde secondarie, riflesse, determinate dal particolare ambiente in cui l'esplosione avviene, che possono modificare l'a onda d'urto )) !imitandone od aumentandone la violenza. Ciò spiega la possibile esistenza di zone quasi indenni fra aree completamente distrutte, e come individui trovantisi ad una stessa distanza dal centro di esplosione, ma non nel medesimo punto, subiscano una differente pressione. Tali caratteristiche si verificano anche nell'esplosione delle bombe atomiche le quali però determinano la formazione di un'« onda d'urto >) di fortissima potenzialità e di durata più lunga. I gravissimi effetti causati dal « soffio A 11 sono dovuti soprattutto al prolungarsi della fase di super-pressione. Un criterio valutativo - di approssimazione - equipara detta superpressione a quella che produrrebbe lo scoppio di 20 mila tonnellate di tritolo; ma tale cifra ha un valore pratico puramente indicativo. Mentre una comune bomba di aereo danneggia di solito una parte di edificio, che spesso poi precipita per azione di gravità, l' « onda d'urto » della bomba atomica operando come un vento di eccezionale intensità 416 m / spari a 150 krn. orari - provoca lo spostamento laterale dell'edificio, i~~estendo la costruzione nella totalità della superficie avente una certa espoSIZione. Se la quota di esplosione è rilevante viene esercitata una super-pressione verticale nella zona sotto~tante aJ punto di scoppio per cui, per es., i tetti sono sfondati, i pali rimangono in piedi mentre i più lontani sono abbattuti, gli alberi restano col tronco diritto ma con i rami lacerati vtrso il basso. Ad Hiroshima gli edifici in cemento armato, costruiti con struttura monolitica irrobustita a fine antitellurico, hanno in parte resistito all' « onda d'urto >l c furono resi per I/ 3 inservibili per un raggio di 610 metri dal centro ; gli edifici in mattoni a più piani vennero distrutti per un ragg10
344 di 1740 metri e le case ad un solo ptano interamente abbattute per un raggio di 2350 metri. A Nagasaki le costruzioni in cemento con mura dello spessore;: di 15-25 cm. furono distrutte per un raggio di 6ro metri e le chiese con mura in mattoni di 45 cm. abbattute per un raggio di 1070 metri; mura in mattoni di 2-3 cm. a 1500 metri vennero parzialmente danneggiate c le finestre divelte fino a km. 4,500 dal centro. E non va dimenticato che le due bombe atomiche lanciate sul Giappone furono fatte scoppiare in aria, c ad altezze considerevoli, allo scopo di causare di~truzioni e danni della maggiore estensione possibile e che pertanto esse non hanno esercitato in nessun punto terreno la loro massima potenzialit;t di pressione. Si può concludere che la legge del quadrato tldla distanza. applicata naturalmente all'inverso, corrisponde abbastanza bene all'entità dei danni prodotti da scoppio di bomba atomica in aria, sebbene sia in Giappone che a Bikini si siano viste delle arce limitate, a grande distanza, in cui le distruzioni c le vittime sono state ben più gravi e numermc di quelle constatate in analoghe aree, situate invece relativamente vicine al punto di esplosione. Se la bomba atomica scoppiasse al suolo, un'azione di urto di enorme potenza si aggiungerebbe a quella del « soffio ». Un sicuro riparo da taie scoppio si potrebbe avere soltanto a 200 metri di profondità in terreno roccioso (Borie). Per quanto riguarda gli effetti prodotti sull'uomo dall'azione meccanica di una esplosione, si è potuto stabilire che una pressione di 7 kg/ cm 2 provoca già dei danni c che una pressione di 30 kg. fc m ~ determina una morrai ità del 50 •.. in persone del peso medio di 6o-8o kg .. Le lesioni causate dal << soffio ,, di un potente esplosivo sono già ben note e ci limiteremo perciò a ricordare che consistono essenzialmente in una caratteristica emorragia polmon:ue bilaterale che può arrivare, nelle forme più gravi, ad ostru ire un grosso bronchio c produrre l'atelettasia di un lobo ed anc he di un intero polmone. Si osservano con frequenza pure la rottura dei timpani, lesioni oculari provocate da corpi estranei proiettati ncgl i occhi dalla violenza del cc soffio », e turbe nervose dovute quasi sempre a stati emotivi, a paura, ansietà, fatica (faisi commozionati) e raramente a lesioni organiche reali (veri commozionati). Non rare le lesioni del tubo gastroenterico probabilmente prodotte dall'aumento di volume causato dalla depressione atmosferica che sussegue all'onda esplosiva. Il quadro clinico è dominato dalla sintomatologia dell'attacco polmonare e da uno shock profondo e direttamente proporzionak all'azione subita. I pazienti presentano un'estrema agitazione, viso pallido, profusi sudori, polso rallentato (6o). La congestione esistente in tutto l'apparato respiratorio ostacola la piccola circolazione e determina una ipertensione poimenare. ed unn ipotensione generale. La temperatura inizialme nte risulta
345 un po' al disotto del normale per elevarsi poi, nei casi gravi, di uno o due gradi e scomparire rapidamente se non vi sono complicanze infettive. A carico dell'apparato respiratorio: dispnea, cianosi, dolore toracico, tosse, espettorazione dapprima mucosa, poi muco-purulcnta c quasi sempre con strie sanguigne nere. Come una spuma sangumolenta appare alla bocca ed al naso nelle forme molto gravi. La complicanza maggiormente osservata è una bronco-polmonite per infezione delle zone emorragiche. Le morti repentine non spiegabili con le sole lesioni polmonari ~areb bero dovute alla circostanza che, aumentando la pressione nell'interno del torace, il san!,TUC venoso dello spazio cranio-vertebrale si arresta e quindi reflui sce, facendo aumentare la pressione cefalo-rachidiana. E' noto che tutti i bruschi aumenti di tensione del liquido cefalo-rachidiano determinano la immediata morte. La terapia è essen~ialmente sintomatica. Lo shock iniziale va trattato secondo i procedimenti classici. Il riposo assoluto e l'ossigenoterapia (miscela <:li ossigeno ed anidride carbonica) continuata e precoce costituiscono pertanto i cardini basilari della cura. Va sempre tenuto presente che qualsiasi sforzo imposto al colpito, compreso il trasporto, aggrava le emorragie costituendo un serio pericolo. Barrow e Roads dicono giustamente che " tout soufllé qui n 'est pas mort en arrivant .à l'hOpital est sauvé "· Il salasso è spesso utile, ma sempre dopo la ~compar:.a dello shock. Le iniezioni endovenose sono da evitarsi, dato l'affaticamento del cuore destro; la dispnea si deve combattere con l'eroina, meno depressiva che la morfina; occorre ritardare gli interventi operativi e qualsiasi anestesia il più a lungo possibile, ed in caso di assoluta necessità sono da evitare l'etere, il cloroformio, i barbituri-:i, le punture lombari. Per prevenire complicazioni infettive sono indicati i sulfamidici a dosi moderate e la penicillina.
B) Effetti dell'esplosione in mezzo liquido. L'energia meccanica d1 una esplosione si propaga ne1 mezzi liquidi in modo differente da quanto avviene nell'aria e cioè: - lo spostamento massivo del mezzo liquido viene limitato alle Immediate vicinanze dell'esplosione; - l' « onda d'urto '' si sposta con una velocità costante, eguale a quella del suono nell'acqua, di r400 metri per secondo ; - l'onda esplosiva non comporta fasi depressive; - la caduta di pressione è direttamente proporzionale alla distanza dal centro dell'esplosione, mentre che nell'aria è proporzionale al quadrato della distanza. Questo spiega perchè gli effetti dell' ,, omb d'urto , sono risentiti molto più lontano nell'acqua che nell'aria: - quando l'cc onda d'urto >> colpisce la superficie dell'acqua, non compare nell'aria, ma è riflessa verso l'interno come un'onda luminosa. Questo
fenomeno di riflessione è accompagnato dal movimento di una massa d'acqua che, a Bikini, si elevò fino a 1700 metri di altezza e la cui radioattività era equivalente a molte migliaia di tonnellate di radio. Se l' l( onda d'urto » incontra un corpo umano, la cui densità è presso a poco quella dell'acqua, essa lo attraversa senza lederlo, ad eccezione delle cavità aerea te: polmoni, grosso intestino, seni cranici. Il fenomeno che si verifica in questo caso è lo stesso di <.juello che ha luogo alla superficie dell'acqua: le pareti di detti organi aerea ti sono violentemente colpite, lcsionate, lacerate, perforate. In genere i colpiti riferiscono di aver ricevuto un forte colpo all'addome ed al torace. Essi presentano un profondo shock e sintomi polmonari idenùci a quelli prodotti da scoppio in aria. Le lesioni addominali sono però più frequenti di quelle polmonari e consistono in emorragie interessanti più segmenti del tubo digerente, edema notevole dell'intestino e perforazione intestinale. Sono perciò i sintomi di attacco addominale che attirano l'attenzione: dolore, tensione delle pareti, melena, segni di perforazione. Sì possono notare fatti patologici anche a carico del sistema nervoso centrale. 1 colpiti presentano spesso, dopo l'esplosione, una paraplegia temporanea.
C) Effetti dell'espLosione in mez zo solido. Quando un esplosivo scoppia a contatto con un corpo solido, l'onda esplosiva attraversa tale corpo e gli comunica per un tempo brevissimo una forza viva molto elevata. Si verifica quanto avviene di una nave che urti una torpedine c di una tank che vada sopra una mina. Se un soggetto è in piedi sul ponte di una nave o di un carro armato , l'onda esplosiva penetra dai piedi e si propaga attraverso tutto il corpo, secondo l'altezza, in brevissimo tempo, qualche millesimo di minuto secondo. E tutto avviene come se il piede fosse stato colpito con un grossissimo martello. L'energia dell'onda diminuisce poi rapidamente a misura che si propaga nel corpo. E' pertanto nei punti di contatto che ha l'uomo con il corpo solido che l'effetto è massimo ; cioè a livello delle estremità inferiori se è in piedi, a livello della colonna vcrtebrale se è seduto. Le lesioni consistono in frattura delle ossa del piede, della tibia t del perone, lussazione del collo del piede) del ginocchio, necrosi asettica delle cartilaggini, oppure frattura della colonna vertebrale. Queste fratture sono sempre composte) perchè si produce un vero scoppio delle ossa e dei tessuti che dimostra la violenza estrema del colpo; le lesioni vascolari costringono spesso all'amputazione. La commozione cerebrale è frequente e la maggioranza dei colpiti pre: senta forte shock. Siccome i colpiti sono quasi sempre proiettati in aria, si hanno fratture secondarie del cranio, bacino, arti superiori, ma senza lesioni to.raciche od addominali.
347 .2" • LESIONI PER AZ IONE INDIRETTA UEL " SOFl'IO
A "·
danni causati indirettamente dai terribili spostamenti d'aria, che si verificano per l'esplosione della bomba atomica e costituiti in crolli di edifici, relitti volanti, ccc., determinano delle lesioni le quali, a parte la loro esten~ :.ione c gravità, presentano le stesse già ben note caratteristiche di quelle prollottc: dall'azione di scoppio di normali alti esplosivi. Ci limiteremo quindi a considerare soltanto quella smdrome da compresSIOnt: (crush injury) messa in evidenza dagli Anglo-americani nell'ultima guerra mondiale e della quale certamente si ebbero numerosi casi per i bombardamenti atomici giapponesi.
Sindrome da compressione o .•indrome di Bywaters. Va riferita a quei soggetti che, rimasti a lungo sotto delle macerie, hanno subìto - special mente a carico di uno o più arti - una compressione di notevole entità c di lunga durata, non tale però da prodmre un vero schiacciamento dei tessuti molli c duri. Dal punto di vista anatomo-patologico si hanno soprattutto delle lesioni muscolari e rcnali. l muscoli appaiono rigonfì. e con tensione aumentata nelle loro logge aponeurotiche; sono di colore gri&r:io, friabili; nettissimo risulta il limite fra tessuti colpiti e tessuti sani. Microscopicamente si nota infiltrazione edematosa diffusa inter cd intrafascicolare e fibrill are con fenomeni di degenerazione ialina e necrosi dell e miofibrille. Chimicamente i muscoli perdono dal 70 al 90 <;{, dci loro componenti (potassio, fosforo, creatina, ecc.). I vasi dei tessuti colpiti si presentano spastici o trombosati cd interrotti. l reni appaiono bilateralmente aumentati di volume, pallidi, tesi, edematosi, duri. Microscopica mente nulla di patologico nei g lomeruli. Le lesioni sono tutte a carico dei tubuli che con notevole frequenza presentano il loro lume p1eno di ammassi di granuli d1 pigmento e di leucociti. A carico di questi tubuli si osservano fatti di degenerazione fino alla necrosi degli epiteli con disposizione a focolaio: desquamazione degli epiteli. All'intorno dei tubuti si nota una intensa infiltrazione leucocitaria e pigmentata. r pigmenti all'esame chimico risultano essere costituiti da derivati della emoglobina : mioemJglobina. Come sintomatologia in genere questi traumatizzati non presentano, subito dopo il salvamento, segni importanti di shock o di emorragia e le loro condizioni generali sembrano buone. Soltanto una conta d i globuli rossi mette in evidenza una iniziata emoconccntrazione. In qualche caso si può già osser~ va rc localmente un arto freddo, g rig io, con chiazze livide ed ipocstesia. Dopo qualche ora, spesso improvvisamente, l'ammalato diventa pallido, suda e la pressione arteriosa cade. Si verifica uno shock circolatorio dovuto al fatto che una grande quantità di sangue affluisce nei vasi paralizzati e
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vi ristagna (Gosset) mentre, per alterazione, le pareti dei capillari diventano permeabili ed il plasma trasuda nei tessuti vicini. L'emoconcentrazione si deva con valori di emoglobina a 120, r4o, 160 ed oltre, il volume del sangue circolante diminuisce, l'arto o gli arti colpiti aumentano di volume rapidamente c diventano duri, freddi, cianotici, insensibili. Quasi sempre vi appaiono numerose flittene c si nota una graduale perdita della motiJità men tre il battito delle arterie delle regioni interessate si apprezza con difficoltà. Da eventuali ferite non fuoriesce sangue ma liquido grigiastro scuro, se le ferite stesse interessano i piani sottofasciali. Con un energico trattamento tcrapeutico le condizwni generali sembrano però stabilizzarsi ed anche migliorare un poco. Ma ben presto compaiono segni di insufficienza rcnale. Vengono eme~>~c urine scarse, fortemente acide (ph 4,6-6,0) con pigmento rossa~tro in deposito bruno costituito da ematina acida. Sono inoltre presenti albumma, creatinina, cili ndri granulosi. L'esame spettroscopico mostra di solito le bande di assor bimento dell'ossi e della metacmoglobina. L'urina mostra allche una dimi nuita concentrazione ureica mentre lluclla dei cloruri può aumentare. Alla 5"-7" giornata di malattia o si ha una crisi poliurica che annunci'a la guarigione del malato (un terzo dci casi), con miglioramento progressivo ma lento c..lclle condizioni generali c dei vari sintomi, oppure si verifica un ulteriore rapido aggravamento. Insorgono forti dolori lombari c cefalea, crampi muscobri, uno stato di agitazione psichica ed una astenìa intensa e progressiva; spesso è presente anche una sintomatologia intestinale con vomito e diarrea, e la pressione arteriosa si innalza~ non manca mai iperazotemia ed iperpotassiemia molto intense. Il funzionamento del cuore: è irregolare: un'elettrocardiografia mette in evidenza delle modificazioni simili a quelle c..late da intossicazione per potassio. L'ammalato entra così in coma o, più spesso, muore improvvisamente. Per quanto riguarda la terapia un trattamento generale il più precoce possibile deve tendere ad impedire la ritenzione o l'accumulo del pigmento muscolare, o mioemoglobina, e di qualsiasi altra sostanza tossica. Si provve·derà pertanto ad alcalinizzare le urine con la somministrazione di bicarbonato di sodio (20-30 gr. pro die in dosi di 4-5 gr. per volta) mantenendo ed aumentando la diuresi (mediante almeno tre litri di liquido dati nelle 24 ore attraverso qualsiasi via). Qualora nei giorni successivi l'ingestione di bicarbonato di sodio provocasse vomito si prescriverà l'uso endovena di soluzione di lattato di sodio isotonico (1,87 "~ )o bicarbonato di sodio al 2 o,;, alternato con soluzione glucosata. Se non si ottiene presto (12 ore) un miglioramento della diuresi, il che è segno di lesione renalc già presente, la cura dovrà essere sospesa. Contemporaneamente si procederà ad un trattamento preventivo dello shock per combattere l'anossia dei tessuti. Plasma e siero sono i liquidi indicati. L 'infusione endovenosa goccia :.t goccia prolungata fino a scomparsa
349 dell'emoconcentrazione e ripristino dei valori della pressione arteriosa è il trattamento di scelta. E' necessario non somministrare calore a questi pazienti. La terapia locale consisterà soprattutto in una immobil1zzazione dell'arto od arti colpiti, a freddo, per evitare l'aggravamento dello shock per vasodilatazione periferica e per rall entare l'autolisi. Consigliata in proposito è da vari AA. l'applicazione di un laccio o meglio di un bracciale come quello del manometro di Pachon al disopra delle lesioni, mentre la zona traumatizzata sarà sottoposta ad intenso raffreddamento con uso di borse di ghiaccio. Ottenuto il raffreddamento si toglierà progressivamente il laccio. In questo modo la messa in circolo di prodotti tossici è ridotta e graduale. Altri AA. consigliano un bendaggio elastico che da solo si rilascia poi lentamente; meno consigliate le incisioni multiple decompressive. Raramente sarà indicata l':m1putazione immediata. Se ulteriormente si stabilisse l'oliguria o l'anuria si applicherà la solita terapia medica delle sindromi iperazotemiche e cioè diuretici (caffeina, teofillina, siero fisiologico, siero glucosato). La somministrazione di estratti di corteccia di surrene sarebbe anche indicata. Blocco del simpatico, decapsulazione renale troveranno indicazioni particolari.
Effetti termici e luminosi. Una notevole parte dell'energia della bomba atomica è liberata sotto forma di radiazioni che vanno dai raggi infrarossi (di grande lunghezza d'onda) ai raggi gamma (di piccola lunghezza d'onda). Tutte queste radiazioni hanno la stessa natura elettromagnetica della luce e si propagano con la sua stessa velocità (3oo.ooo chilometri al secondo), ma la loro origine è diversa : le radiazioni di grande lunghezza d'onda (raggi 1-R, visibili, U-V) sono emesse dalla «sfera o palla di fuoco » che si origina all'atto dell'esplosione; quelle'di corta lunghezza d'onda provengono dai nu. dei atomici dal momento della loro scissione. Le prime si osservano anche per gli altri tipi di esplosivo, ma con intensità molto minore, le seconde son<' specifiche della bomba atomica. La cosiddetta « sfera o palla di fuoco » della bomba atomica si forma qualche millesimo di secondo dopo l'esplosione, ha un diametro limitato a pochi metri e la sua intensità è enorme: un raggio di vivissima luce illumina il cielo. La durata di questo gigantesco lampo di magnesio è però brevissima e subito dopo la cc sfera di fuoco >> perde il suo splendore e nello stesso tempo si allarga tanto che dopo un secondo il suo diametro è già di guaiche centinaio di metri. Essa all.ora ha un aspetto di nuvola bianca come neve e s'innalza rapidamente continuando ad ingrossare. Si scorge così una densa colonna di fumo, composta delle materie polverizzate della bomha. TI cielo
350 si oscura come se fosse improvvisamente scesa la notte e cascano grosse gocce:: d'acqua dovute alla condensazione del vapore acqueo atmosferico. La colonna di fumo continua a salire regolarmente e si mostra, dopo una mezz'ora, come un immenso fungo che può arrivare anche a 13.000 metri di altezza. Quanto sopra esposto dimostra che le radiazioni sono emesse in due tempi: il primo di cortissima durata (3 millesimi di secondo) e di estrema intensità; il secondo di maggiore durata (vari ~ccondi) e molto meno intc::nso. Gli effetti termici del « lampo o vampa" ~pecialmcnte sulle persone. sono dovuti alle prime radiazioni, molto ricche di raggi ultravioletti; i raggi intrarossi vi partecipano in modo secondario. Il calore radiante procede in linea rett3 come la luce cd il fenomeno è così rapido che il calore ricevuto non ha il tempo di diffondersi. Si tratta cioè di un'azione cosiddetta di superficie in quanto soltanto la faccia esterna del corpo direttamente investita è portata a temperature estremamente devate; tutto ciò che è retrostante non viene colpito dal calore e le superfici non in linea diretta con le radiazioni rimangono intatte. Si determinano cioè delle ombre marcate, c chiaramente visibili, riparate dal calore. 11 raggio d'azione termica della 1c vampa n è considerevole. Delle ustioni di 3o grado si possono osservare fino a 3 e dcllt.: ustioni di 1 grado fino a km. 4,500; ad 8 km. una sensazione netta dì calore si prova ~ulla pelle. La ripartizione spaziale della temperatura ha potuto essere determinata dopo osservazione degli effetti del calore radiante su differenti materiali: 900° a 380 metri (erosione del granito); 240" a 4.400 metri Q)ruciamento iniziale del legno). A Nagasaki tutta la vegetazione delle colline prese un aspetto autunnale per circa 3 km. La temperatura della " palla di fuoco l> nella sua formazione iniziale fu virtualmente inconcepibile: milioni di gradi centigradi, e l'energia sviluppatasi soltanto dal calore venne calcolata dai fisici giapponesi nella cifra astronomica di I0 13 calorie. Come si è già detto la « vampa » di calore è brevissima, si propaga con la velocità della luce e vengono bruciate solo le parti rivolte verso il tragitto compiuto dai suoi raggi. Così delle persone con la schiena verso il centro dell'esplosione presentarono ustioni ben delimitate dai lati del dorso e non intaccanti gli organi interni e la faccia anteriore del tronco. Nelle case è rimasto bruciato soltanto chi si trovava presso aperture comunicanti con l'esterno. E' stato segnalato il caso di un uomo che scriveva davanti alla finestra: le sue mani vennero gravemente bruciate n'la il suo viso fu salvato perchè era fuori del campo dell'azione dci raggi, delimitato dal vano della finestra. Molte persone in zone di~tanti dall'esplosiOne presentarono dci ~<colpi di sole 11 al viso con delle macchie hianchc corrispondenti all'ombra del naso o di un orecchio. Le ustioni per «vampa» sono in genere limitate alle regioni scoperte; esse possono tuttavia talvolta prodursi anche attraverso i tessuti in rapporto
km.
351 al loro diverso spessore. Più gli indumenti sono stretti e quindi aderenti, pitl le ustioni appaiono gravi. Una donna rimase ustionata alla schiena ad eccezione di una zona a forma di <( T )> che corrispondeva ad un aumentato spessore degli abiti nel punto delia cucitura. L'assorbimento integrale delle radiazioni da parte dei corpi di colore nero cd invece la loro limitata propagazione ai corpi bianchi, spiega come la gravità delle ustioni sia spesso legata a] colore dei vestiti. In Giappone, infatti, a parità eli condizioni, le persone vestite con abiti scuri o neri subirono delle scottature più gravi di quelle vestite con abiti bianchi. Alla stessa guisa i soggetti di carnagione scura o nera ebbero ustioni più estese e più importanti di quelle subite dai bianchi . Si sono viste donne con abiti a disegni od a fiorami nelle quali le ustioni cutanee riproducevano, come uno stampo, i tratti più scuri dei loro abiti. In prigionieri americani situati a 5 km. da Nagasaki è rimasto impresso sulla cute il loro nome come un marchio a fuoco perchè usavano biancheria col nome stampato in nero. A 2 km. e 400 metri dal centro di scoppio di Hiroshima venne ritrovato uu pezzo di carta da lettere giapponese sul quale i caxatteri ad inchiostro nero erano calcinati. Alcuni individui sono rimasti abbaccinati perchè al momento dello scoppio portavano occhiali neri, mentre le ustioni nelle altre parti del corpo erano di lieve e lievissima entità. Gli abiti bianchi hanno di mostrato di costituire a 4-5 km. una efficiente protezione contro le scottature gravi. 580 uomini attraversavano un ponte ad Hiroshima, a 2 km. dal centro dell'esplosione: tutti furono gravemente ustionati salvo tre che, in coda alla colonna, erano stati protetti dall'ombra di un edificio. A Bikini tutti gli animali messi all'ombra delle sovrastrutturc di una nave non presentarono alcuna bruciatura per effetto radiante. La maggior parte delle morti si ebbe per " soffio ,, c per radiazioni di corta lunghezza d'onda. Le ustion i gravi causate dalla vampa furono rare in quanto il pelo degli animali assicurò una p rotezione sufficiente . Gli animali sul cui corpo era stata spal mata una •< pomata antisolare 11 non presentarono alcuna bruciatura. Le ustioni da c< vampa » sono istantanee ed appaiono immediatamente dopo l'esplosione. ln Giappone presso il cosiddetto punto zero (centro d'esplosione) tutti 1 corpi furono carbonizzati e resi irriconoscibili. Un po' più lontano la pelle divenne immediatamente bruno-scura o nera cd i colpiti morirono in brevissimo tempo. Tutte le ustioni evolsero in maniera classica ma con lenta rimarginazione. Non vi furono particolari tendenze all'infezione. Assai frequenti, invece, le cicatrici detraenti e deturpanti, c cheloidi spessi, voluminosi e recidivanti con non raro decorso maligno, forse in rapporto ad una concomitante azione dei raggi penetranti.
E' anche da notare che non vennero rilevate con frequenza ustioni o.:ulari, senza dubbio perchè per spontanea protezione le persone avevano chiuso le palpebre, ma anche in quanto gli occhi si trovavano fuori del campo della vampa. Oltre alte ustioni per ~~ vampa » sono da considerare quelle provocate da incendi. Infatti per l'azione del calore radiante i corpi molto combustibili (carta, paglia, legna, ecc.), s'infiammano e comunicano il fuoco ad oggetti meno infiammabili, vicini, cd anche ad oggetti abbastanza di~tanti , dopo essere stati proiettati dall'« onda di urto n che segue i'cc onda termica n. Inoltre molti incendi sono la conseguenza indiretta dei <· soffio >> com<. nei bombardamenti ordinari. Il crollo degli edifici determina dei corti Circuiti, rompe le condutture del gas, ecc. ecc. In Giappone la molteplicità dci focolai d'incendio, unitamente ad altri danni sofferti, rese vana qualsiasi possibilità di combattere un fuoco davanti al quale 1:: migliore organizzazione del mondo sarebbe rimasta disJrmata. L a distruzione massiva degli ospedali, le gravi perdite del personale sa nitario, la estrema penuria di qualsiasi medicamento, non permisero una cura razionale delle ustioni. L a fisiopatologia cd il trattamento curativo ddle ustioni ~no già ben noti a tutti i medici c le ustioni da bombe atomiche non hanno presentato caratteri particolari. Ricorderemo però che da qualche anno e soprattutto durante la seconda guerra mondiale, nella quale il numero degli ustionati crebbe, molti studiosi si sono occupati di queste interessanti lesioni approfondendo le indagini su nuove basi scJt!ntifìche ed arrivando a conclusioni assai importanti che hanno rivoluzionato i precedenti sistemi di cura delle ustioni. Questa nuova terapia considera nel suo giusto valore quella compro missione dello stato generale che, insieme alle lesioni locali, è sempre pn: sente nei casi di gravi ustioni. Oggi l'ustionato di una certa estensione va trattato come un malato gra\'c. nel quale si possono distinguere tre period i (\ore! li): 1 ° periodo o periodo dello d1ock dmante il quale dominano i sintom• inerenti allo shock, che rappresenta il pericolo maggiore nelle prime 24-48 ore. L'ammalato dopo il trauma termico comincia a perdere grandi quan tità di liquidi plasmosimili per le avvenute distruzioni totali di pelle o per il formarsi di flittene e dell'edema locale; tali perdite possono raggiungere anche vari litri in poche ore. Questa notevole plasmorrea, locale prima c generale poi. porta una diminuzione del volume plasmatico circolante con consecutiva emoconcentrazione, ed è dovuta ad aumentata permcabilità capillare (chiamata dai Francesi << la dé de voCite de la pathologie cles brulurcs »). Ne consegue un turbamento profondo dell'emodinamica. La circolazione nei capillari è molto rallentata, i tessuti sono male appron·igionati in ossigeno.
353. donde un'anossiemia e successive gravi lesioni funzionali del fegato, del rene e degli altri organi. Si stabiscono pertanto modificazioni ematochimiche così profonde con accumulo anormale di prodotti del metabolismo intermedio da indurre uno stato di acidosi. Un altro fattore da prendere in considerazione sulla patogenesi dello shock da ustione è la diminuzione del sodio ematico, che sarebbe causa di diminuzione del volume sanguigno. 2° periodo o della tossiemia che può durare fino al 20" gwrno ed anche più in là del trauma termico. E' caratterizzato da febbri elevate, risentimento notevole dello stato generale, oligoemia, risentimento epatico, a volte, grave. Sulla patogenesi della tossiemia non ci sono pareri concordi. Alcuni AA. pensano di attribuirla al riassorbimento di tossine eliminate dai germi della superficie ustionata c di proteine denaturate dal calore; altri (Ailen) allo stato di sepsis.
3 · periodo, dell'anemia e delt'ipoproteinemi.a, a cui diversi AA. danno molta importanza. Bisogna principalmente preoccuparsi degli stati larvali di iP?proteinemia, che si manifestano con. ritardi di guarigione, prolungate aste me. La terapia deve essere locale e generale. Esse mirano !>pccialmente a combattere lo shock, ad evitare l'infezione ed a favorire la cicatrizzazione. Hanno !a stessa importanza ed occorre che entrambe siano attuate precocemente, con amore ed intelligenza. Nello schema che segue è indicato il modo con cui ustionati di una certa gravità sono stati curati nell'Ospedale Militare Celio di Roma, ottenendo risultati lusinghieri (Iadevaia). Sc/1ema di trattamento degli ustionati. Cura locale: Deve essere il più precoce possibile c consiste 10 : anestesia generale o morfina; - detersione meccanica della superficie ustionata (saponata, irrigazione con wluzione clorosodica, asportazione di tutte le parti devitalizzate). La detersione, che deve essere accurata e paziente, va praticata in camera operatoria con personale pratico e preparato come se dovesse esehruirc una laparatomia: - applicazione della mcclicatura compressiva, che ha lo scopo di « chiudere la ferita » ed « arrestare l'emorragia bianca ». Si pratica mediante larghe falde di garza vasellinata o garza imbevuta di soluzione fisiologica o mediante pomata al solfotiazolo (3'7o) o pomata alla penicillina. Al disopra di questo strato di garza si applica un altro strato abbondante di garza c cotone (ro cm. r.irca) su cui si adattano bende clastiche, che esercitano la dovuta compressione; - riposo assoluto in ambiente non eccessivamente caldo. La prima medicazione va tenuta 8-ro giorni: dopo si rimuoverà, c;e necessario, con le stesse modalità;
35·1
- innesti cutanei precoci (dopo 4-5 settimane) net cas1 di ustioni d1 J' grado con larga perdita di sostanze. Cura generale: Trattamento dello shock. Va iniziato subito, rappresentando lo !>hock il pericolo principale degli ustionati nelk prime 24-48 ore : 1"- trasfusione di plasma o siero in grande yuantità, che st può calcolare: a) in rapporto alla superficie ustionata (so cc. di plasma o siero ogni 1 " .. di superficie ustionata), b) in rapporto all'emoglobina (so cc. di plasma ogni unità di HB Hlperiore a 100), c) in rapporto al numero dei globuli rossi (5o cc. di plasma o sicru <Jgni roo.ooo al disotto della cifra normale di s .ooo.ooo). Nei himbi si pw\ calcolare in base al peso corporeo (10-12 cc. per kg.); 2 ' - lattato di sodio in soluzione isotonica (72 grammi di sciroppo d lattato di sodio in 4 litri di acqua). Grandi tluantità fino a 7-ro litri nelle.: -14 ore (10-15 ~u del peso corporeo). Se vi è tendenza al vomito, aggiungere belladonna e sympatol per os; 3" - somministrazione di osstgcno per via nasale a pu·mancnza. Con trollare pressione sanguigna, polso, respiro, azotemia, diuresi (quantità di uri ne nelle 24 ore). Trattamento della tossiemia: a) sulfamidici (sulfamido-tiazolo) per o~ e per en.Jov<.na nelle dm1 abituali; b) penicillina: a dosi generose. Negli ustionati praticare la profilassi antitetanica Precoce alimentazione (3000 calorie) con vitto variato, ncco di protidi, glicidi c vitamine. T rattamento dell'anemia cd ipoproteinemia. Apporto pratKo con trasfu sioni abbondanti di siero o di plasma e con l'uso di aminoacidi (amigcn. parenamine). Effetti radioattivi.
Quando un atomo è sottoposto a scissione nuclean.: vengono espulsi neu troni, frammenti radioattivi ed anche radiazioni istantanee ad alto potere energetico. La bomba atomica si distingue quindi per una caratteristica emissione (h radiazioni nucleari all'atto dello scoppio, fenomeno che non si verifica in nessu n'altra esplosione. Gli effetti radioattivi sono dovuti a radiazioni ionizzanti (particelle alfa beta, raggi gamma e neutroni) e possono essere attribuiti a due cause: a(l azione diretta dei prodotti primari di disintegrazione nucleare e del residuo non disintegrato dalla bomba atomica, e ad azionf i11diretta di sostanze che,
355 bombardate dai neutroni emessi allo scoppto, diventano radioattive per mduzione (radioattività indotta). Per quanto riguarda l'azion e sull'uomo, a parte le morti istantanee causate da dosi massi ve di neutroni, tutte le altre lesioni acute c subacute vanno riferite in prevalenza - quando la bomba scoppia in aria ad elevata altezza come in Giappone - ai raggi gamma che appartengono al gruppo dei raggi X ed hanno intenso potere di penetrazionc. ~n pratica detti raggi vengono emessi, per la massima parte, al momento della detonazione e subito dopo e possono produrre effetti letali per un'area massima di circa due km. cd effetti evidenti per un'area di oltre quattro km. Anche i neutroni sono essenzialmente liberati all'atto dello scoppio ma la loro azione è già trascurabile a mille metri, in quanto vengono assorbiti dall 'aria; essi hanno però un potere di penetrazione di gran lunga maggiore di quello dci raggi gamma. Sempre nelle esplosioni aeree la rimanente parte· di raggi gamma si ritrova in quei prodotti di fissazione, o frammenti di scissione nucleare, che sorgono rapidamente nella nube atomica espandentesi poi a forma di fungo. In seguito le condizioni climatiche e metereologiche guidano la diffusione, la dispersione e l'attività radioattiva di detta nube. I prodotti di fissazione possono, per contingenze favorevoli, cadere nelle zone vicine come una pioggia di materiale radioattivo e rappresentare un rischio per un considerevole periodo di tempo successivo allo scoppio. In Giappone vennero soltanto osservate delle leggere sacche di prolungata radioattività, sprigionantisi da depositi di prodotti di fissazione, a Takasu a 10 .000 piedi da Hiroshima ed a Nishiyama a 65oo piedi da Nagasaki, in seguito a rilievi scientifici effettuati settimane dopo l'esplosione. La radioattività indotta fu in Giappone molto limitata perchè, come si sa, le bombe vennero fatte scoppiare a grande altezza per provocare una superficie massima di devastazione. Tuttavia il fenomeno è stato osservato con sicurezza. La durata degli effetti radioattivi non è ancora bene conosciuta. Nel caso però di esplosioni alte in aria, in condizioni atmosferiche normali, si può entrare nella zona sottostante dopo poco tempo senza risentirnc danni. Ad Hiroshima e Nagasaki non vennero notate conseguenze durevoli sul suolo e sulla vegetazione: dei semi gettati dopo qualche giorno a poche centinaia di piedi dal centro di esplosione sono germogliati in modo regolare, e l'esame del terreno della stessa zona ha rivelato la presenza di vermi ed altri segni di vita. Nelle esplosioni subacquee, come a Bikini, intervengono pure le particelle alfa e beta che hanno un ra!{~io di azione più limitato di quello dei raggi gamma. Per essere precisi diremo che anche dalle bombe scoppianti in aria si sprigionano particelle alfa e beta. Esse però finiscono per disperdersi con la nube atomica nella stratosfera ::t meno che non siano spinte ::t terra da un acquazzone che diverrebbe, in tale caso, fortemente radioattivo. !! -
Giowu/:- dt .\l~tluin.l .\11/ttar~.
Nello scoppio sott'acqua della bomba atomica le migliaia di tonnellate di acqua elevantesi in forma di colonna nell'aria e le altre masse idriche che costituiscono la base del gorgo contengono anche un'alta perctntualc di prodotti di fissazione e di residuo di non fissazione e sostanze divenute radioattive per induzione (per es. sodio). Pertanto la colonna d'acqua cadente e la nebbia che ne derivano, a seconda delle condizioni del tempo c della profondità della detonazione, contengono molta radioattività che viene disseminata per una grande arca contaminando seriamente le acque, le imbarcazioni, le spiagge vicine. Le radia7,ioni gamma sono allora letali per le persone esposte anche ad oltre due km. e determinano gravi contaminazioni a di~tanze molto superiori per un periodo di tempo non facilmente calcolabile. A Bikini si è visto che per un 'area d t vari km. intorno al centro di esplosione della bomba atomica si notavano segni di radioattività indotta, mentre gli animali in esperimento che ebbero contatto con acque radioattive subirono le conseguenze della funesta azione r Le acque perdcttero poi la loro radioattività per effetto delle correnti, ma le scogliere e le navi bersaglio rimasero contaminate a lungo tanto che l' Ammiraglio Parson nove mesi dopo l'esperimento dichiarava che dette navi ancora non potevano essere nè equipaggiate, nè demolite. Venne anche osservato un caratteristico fenomeno di <<trasporto biologico » della radioattività da parte di piccoli pesci che, alimentatisi dalle alghe irradiate, furono preda di pesci più grossi, i quali trasferirono, dopo la loro morte, avvenuta entro circa 20 giorni, la radioattività a distese di alghe lontane dalla zona dell'esplosione. Se le bombe atomiche lanciate in Giappone fossero scoppiate per terra, questa avrebbe ricevuto una massa di radioattività equivalente a migliaia di quintali di radium (Trincas). E per un tempo non determinabile il terreno sarebbe rimasto radioattivo c quindi pericoloso per coloro che avessero attraversato questi veri e propri campi della morte. In generale, senza considerare la tecnica di scoppio usata, si può dire che la radioattività t·esidua è costituita da ogni tipo di radiazioni che rimanga in una zona di contaminazione r. sotto forma di prodotti di fissazione oppure di radioisotopi indotti. La durata del potere radioattivo di tali sostanzt varia da pochi minuti ad anni interi e la caratteristica di emissione di ciascun ekmento non è influenzata da cambiamenti di temperatura anche violenti, da variazioni magnetiche od elettriche di forte intensità, da reazioni chimiche, ccc. TI grado però e l'estensione della radioattività residua dipenderà dall'altezza della detonazione, Jalle condizioni climatiche c metereologiche chl possono determinare, come già si è detto, una caduta a pioggia dei prodotti r. in un'area specifica, c.: dalla natura c composizione del terreno. Così per es. particelle di polvere o sabbia sollevate da terra per lo scoppio possono diventare radioattive quale risultante del bombardamento di neutroni liberati al momento della deflagrazione.
357 A causa di una bomba fatta scoppiare sopra una cinà moderna, contenente migliaia di oggetti di ferro, zinco, rame ed altri materiali che catturatw llCUtroni, è possibile che molti di tali clementi, trovantisi entro il raggio neutronico efficace, diventino radioattivi per un considerevole penodo di tempo. La vita media di alcuni di questi comuni elementi c le radiazioni emesse sono elencate nella tabella n. 3· Perciò oggetti c materiali ricupcrabili dopo lo scoppio, come per es. medicamenti di zolfo, arsenico, calcio, fosioro, ecc., non dovrebbero essere toccati ed usati fino a che non ~i sia determinato il grado e la portata della loro radioattività indotta. Tabella N. 3.
Elenco di alcuni comuni radioisotopi che possono essere prodotti dai neutroni liberati dallo scoppio. Vita media
Radiazioni
2~
14,8 ore
beu. ga mm1
!S
87,1 g iorni
beta
Radioisotoro Sodi o l.olfo Calcio
-
l>
180
bela, gamma
t-·e rro
- 51)
~7
beta , gamma
Cobalto
110
1,3 anni
beta , gamma
Rame
hl
11.8 ore
beta
Arsenico
7~
16
O ro
-
giorni
l, 'l
)!)Q
hela, gamma he ta, gamma
Nella tabella n. 4 sono invece segnalati alcuni dei pm persistenti e pericolosi prodotti di fissazione dell'Uranio-235, isotopo micidiale e che si trova alb stato naturale nei giacimenti minerari. Tabella N. 4. Prodotto di fissat.ione Stron7in
Vita media
S'l
>1
<lU
.' h
Jltio
Ql
57
Zirconio
9~
65
Rutenio
103
H
g iorni
Radioattività heta
beta, ga m m~
-
106
l
anno
beta
Cadmio
-
11 5
14
giorni
beta, gamm~
Cesio
-
137
J3
ann i
Bario
-
1 10
12,8 giorni
Cerio
-
141
28
-
144
27.)
beta
Neadimio -
14 7
Il
heta , gamma
Europio -
155
2
an n
Nella tabella n. 5 vengono indicati, comparativamente, il raggio di azione ed il potere ionizzante delle radiazioni alfa, beta e gamma. I prodotti di fissazione nucleare emettono raggi gamma e particelle beta, mentre il residuo non disintegrato della bomba atomica emette raggi alfa. Tabella N. S. Raggio d'azione Natura
CAratteristiche
Potere ioninante (')
Al h
Nucleo di elio (2 protoni c 2 neutroni)
lieta
Elettrone emesso dal nucleo Ral.liatlone elettromngnclica del nucleo
1000
0,01
IO.()()! l
l,ll
100
10,0
C'l ~cr ogni coppia di ioni formata Ja raggi gamma, vengono formale da una particella alfa 10.000 coppie di icn1
Gli studi per conoscere l'azione biologica delle radiazioni, iniziati fin dalla St:operta dei raggi Roentgen e della radioattività, sono approfonditi in questi ultimi anni per la introduzione, a scopo terapeutico, delle radiazioni con corPlJscoli artificialmente accelerati e degli isotopi radioattivi artificiali. 11 problema però è ancora ben lontano dal potersi considerare risolto, e l'esplosione della bomba atomica ha posto nuovi importanti quesiti quali la dose unica massiva di radiazione, la irradiazione totale del corpo e quella inJerna dei tessuti, la complessa azione del neutrone, le genemutazioni indotte, ecc. Secondo un concetto moderno, accettato da molti AA., la sindrome da raggi corrisponde ad una intossicazione generalizzata, camata dai prodotti dt decomposizione dei tessuti. E l'agente tossico è stato descritto come una sostanza istamino-simile. La sensibilità alle radiazioni ionizzanti dimostrata dai tessuti è \aria . .come risulta dalla tabella n. 6. L'azione radioattiva può essere esterna ed iutema . Quella esterna attacca il corpo dal di fuori cd è causata specialmente dai raggi gamma c dai neutroni. Anche i raggi beta possono agire attraversando i tessuti superficiali, mentre le particelle alfa non sono pericolose se esterne. L'azione r. interna si ha per penetrazionc mediante ingestione, inalazione o soluzione di continuo della pelle. L'importanza delle lesioni in una esposizione acuta di tutto il corpo dipende ad ogni modo dal dosaggio r. ricevuto, tenendo ben presente che esistono marcati effetti cumulativi cd effetti tardivi. Da un'analisi dei vari dati riferiti dagli studiosi che si sono occupati dellt: radiazioni atomiche, appare infatti che la mortalità, il tempo di sopravvivenza. il tempo di insorgenza e la durata dei sintomi, il progresso più o meno ra-
359 pido dell'affezione, nonchè gli indici biologici finora noti di iperesposizione alle radiazioni e cioè : i risultati delle conte ematologiche cd i disturbi del tempo di coagulazione del sangue, corrisposero sempre, in linea di massima, alla dose di irradiazione ricevuta. Aggiungeremo che le lesioni prodotte dipendono anche dalla attitudine di penetrazione delle radiazioni. Se la cute riceve fortissime, ma differenti, quantità di tenui raggi X o di radiazioni beta, si possono avere conseguenze T abella N . 6.
Radiosensibilità relativa dei vari tessuti elencati in ordine decrescente secondo tre studi. Secondo DESJARDINS
Secondo CRONKITF
Se-condo Wt\1\REN
CLEAPMAN
Linfociti
Lìnfociti e cellul~ germinali
Oranulociti
Granulociti
F:ritroblastì
Cellule epiteliali
Epitelio
Epitelio germinale dei testicoh
Cellule basali delle ghiandole se·
Muscoli lise
Mieloblasti
l1broblasti < derivau
Epitelio che ricopre la ba>e delle cripte gastrointestinali
cretive
Cellule bas11i dci testicoli e dci follicoli ovarici Cellule basali delh pelle c del tratto gastr()-intc,tonalc
Neuroni
Lìnfociti
Cellule j!erminnli delle ovaie t-'oglìetlo basale della pclk Tessuto connettivo
Cellule alveolari dei polmoni; condotti biliari
Ossa
Tuboli rcnali
fegato
Cellule endoteliali
Pancrea ...
Tessuto connettivo
Reni
Cellule muscolarì
Ne n• i
Cellule ossee
Cervello
Cellule nervose
Muscoli
varie che vanno dal lieve eritema fino alla formazio ne m:1ssiva di vescicolc con distruzioni a profondo spessore, similmente a q uanto avviene per le ustioni. Lesioni cutanee sim ilari possono essere causate anche dd radiazioni di maggior potere di penetrazione, e cioè raggi gamma e neutroni, ma in aggiunta compaiono, in genere, dei sintomi come diarrea, nausea, vomito, cefalea, anemia, porpora, ecc., che stanno acl indicare nuove lesioni nel senso della profondità. Il p~riodo di latenza per lo sviluppo di tali sintomi è vario ed inversam ente proporzionale alla quantità di rad iazionj assorbite. Nel caso di ipercsposizione acuta con assorbimento r. massivo, la latenza diventa così breve che manca il tempo necessario per osservare una sintomatologia completa prima della morte.
Le manifestazioni morbose causate da radioattività atomica in Giappone hanno costituito una nuova infermità chiamata <<sindrome da bomba atomica » la quale si sviluppò soprattutto in seguito all'azione di raggi gamma, e presentò nel complesso un quadro sempre dominato dalle lesioni degli organi emopoietici. L'auatomia patoLogica da r. di b. a. può ritenersi sufficientemente nota, .1lmcno nelle grandi linee. Soprattutto il midollo os~eo appanva, nei ca!>i gravi, di aspetto gelatinoso, profondamente leso, con la quasi completa scomparsa di tutte le cellule della serie mielocitica ed eritrocitica. Esso subiva, poi, adeguate rigenerazioni o si modificava in un midollo aplastico con una variabile quantità di tessuto connettivo. Nei pazienti meno seriamente lesionati le modificazioni rigencrati ve erano precoci (prima settimana) e quasi tutti i colpiti da r. presentavano nella seconda settimana chiari segni di proliferazione e differenziazione parenchimak. Il tipo di tessuto neo formato variava però in modo notevole e spesso, dopo tre-quattro settimane, il midollo sembrava produrre principalmente ma crofagi, plasmoccllule e linfociti con un numero trascurabile di cellule mature. In altri casi una iperplasia micloidc od critroide ben stabilita era già evidente dopo circa un mese, ed in tessuti esaminati successivamente questo processo era spesso assai pronunciato. Nelle forme dovute ad ingestionc di sostanze radioattive si poteva riscontrare ogni stadio di iperplasia od aplasia in rapporto all'intemità ed alla di stribuzione. Il quadro ematico periferico non sembra che partecipi st:mprc adeguatamente al processo che si riscontra nel midollo. Per es., come per altre affezioni morbose, si può verificare l'apparente paradosso di una iperplasia del midollo che si accompagna acl un tasso relativamente basso nel conteggio dei globuli del sangue. In questi casi si verifica di norma una « deficienza di maturazione del midollo >l . Warren cita il caso di due clùmici che hanno lavorato a lungo con sostanze radioattive nello stesso laboratorio. Essi, non avendo adottato misure protettive, morirono a cinque giorni di distanza l'uno d'lll'altro, uno di anemia aplastica c l'altro di leucemia mieloide. Nella pratica delle malattie da radiazione si possono così osservare deglt stadii nei guaii si è incapaci di indicare se il caso si avvierà verso la leucemia o verso l'anemia aplastica. Gli organi linfatici apparivano ~eriamcmc danneggiati nelle forme più gravi. La particolare sensibilità del tessuto linfoide alle radia1ioni ionizzanti era dimostrata da una evident~ atrofia osservata già dal terzo giorno. I linfociti risultavano quasi completamente assenti nelle tonsille, nella milza, nel timo. Nei 3/4 di coloro che morirono nelle prime due settimane si notava l'assoluta scomparsa dei centri germinali.
Laddove si era determinata una estesa distruzione, non rimaneva che ·uno stroma più o meno condensato e connettivo lasso contenente rari linfaciti. Nelle forme meno importanti persistevano anche cellule maggiori del tipo reticolo associate a centri germinali, ed il ricupero poteva avvenire grazie ai resti di tali centri. La rigenerazione del tes~uto linfoide era di regola evidente dopo poche settimane, però con notevoli irregolarità nei riguard1 del volume e della forma e senza mostrare mai quel grado di iperplasia osservato per il midollo. La milza appariva in genere nmpiccolita, rosso scura e consistente; i follicoli non si riuscivano a vedere distintamente e le trabecole risultavano prominenti. Insieme alla quasi totale assenza di linfociti si notava un aumento delle grosse cellule mononucleate, depos1ti di emosiderina ed eritrofagocitosi. Al quarto mese persisteva una limitata atrofia, c.on comp2rsa di qualche centro germinale, ed una tendenza alla ripresa del contenuto linfocitico. Nel 25% dei maschi morti fra la terza e la sesta settimana, erano osservabili nella ghiandola pituitaria grosse cellule basofile con evidente vacuolizzazione del citoplasma. Cellule di questo tipo sono state già trovate in mammiferi dopo la castrazione c vennero appunto chiamate « cellule da castrazione ». A carico delle capsule surrenali vi era nelle prime due settimane perdita di lipoidi della sostanza corticale, che nel mese successivo perdeva anche gradualmente il suo colore giallo-arancio cd appariva nettamente sottile. Normak la sostanza midollare. Buona parte degli individui che ricevettero una irradiazione sufficiente per dare una qualche sintomatologia, presentava una lesione dd tessuto germ inativo dei testicoli: dai tuboli seminiferi gli spermatozoi erano assenti o rari e la maggior parte Jcl tessuto spcrmatico era sostituito da cellull' del Sertoli proliferate. La reazione alle irradiazioni delle cellule seminali risultava però varia e contrastante alla opinione che le cellule primitive fossero più resistenti. In genere la sparizione procedeva in quest'ordine: spermatogoni, spcrmatoc1ti, spermatidii, spcrmatozoi. In altri casi, invece, gli spermatogoni, cioè le più immature cellule germinali, apparivano le uniche cellule resistenti. I tessuti del sistema- riproduttivo femminile erano col piti m minore grado. I follicoli maturi sono stati descritti come la parte più sensibile ed i corpi lutei come relativamente resistenti. L'apparato digerente era spesso uno dei primi a presentare lesioni necroscopiche. Anche anteriormente alle manifestazioni emorragiche, il cieco ed il colon potevano mostrare disseminate modificazioni caratterizzate da rigonfi amento, colorazione verde o grigio-gialla, indurimento della mucosa c talora evidente edema sottomucoso. Le successive emorragie della mucosa causavano un altro ciclo di modificazioni a carico dell'intestino fino all'ulcera profonda.
Nel terzo e quarto mese un'enterite, normalmente a carico del grande intestino, ma· qualche volta interessante anche il piccolo intestino e raramente lo stomaco, poteva di nuovo rappresentare la lesione predominante. In quest'ultimo stadio l'intestino grosso usualmente presentava numerosi segni morbosi disseminati, talvolta, dalla valvola ileo-cecale al retto. Caratteristica costante la parete ispessita e non rare pseudo membrane ed ulcerazioni, tanto che il referto appariva simile a quello della dissenteria bacillare. Le modificazioni precoci a carico della cute consistevano in aree pigmentate persistenti, e con margini così definiti, da farle considerare ustioni da r. Non è stato osservato l'ulteriore sviluppo di dette lesioni. Alcuni casi precoci di edema holloso erano però probabilmente causati da raggi gamma. La depilazione appariva principalmente alla testa, poi sotto l 'ascella (r6o/., dei casi); nella regione pubica (r2%); nelle sopracciglia (8 %). Microscopicamente i follicoli pihferi mostravano nette modificazioni sia nel tratto dermale che in quello epidermalc. Era evidente anche un'atrofia delle ghiandole sebacee ed alcune delle ghiandole sudorifere risultavano piccole, con le loro cellule occasionalmentc vacuolate e picnotiche e le membrane basali ispessite. lnhne si notavano effetti secondari da r. sul sistema reticolo endoteliale consistenti in lesioni emorragiche c necrosi leucopeniche apparse verso la fin e del primo mese. La faringe ed organi connessi, il tratto gastro intestinale, gh organi respiratori, mettevano in evidenza entrambe le modifica~ioni. In aggiunta il tratto urinario, i muscoli e tutti i tessuti molli mostravano petecchie, placche di porpora o larghe ecchimosi. Queste modificazioni erano nette e la gravità dipendeva dalla sede e dalla estensione delle lesioni emorragiche. Le emorragie della regione faringea, dell'intestino e del tratto urinario davano segni esternamente. Vaste emorragie sottomucose e pe'tecchie si notavano anche nella pelvi renale, nella vescica e, qualche volta, negli urcteri. Le emorragie che si aprivano attraverso l'epitelio delle superfici abitate da germi davano spesso inizio ad ulcerazioni neutropeniche, che nella faringe apparivano simili all'agranulocitosi acuta. Le ulcerazioni a volte si estendevano alla lingua, alle gengive, alle labbra ed anche alla pelle in modo da dare il quadro del noma. Ulcerazioni del genere avevano inizio senza emorragia. Gli altri organi ed apparati non presentavano lesioni di particolare importanza causate da radiazioni ionizzanti. Un punto non chiarito è quello degh effetti r. nel fegato. Frequenti le infezioni secondarie costituite soprattutto da polmoniti e setticemie. Il quad-ro clinico determinato dalla bomba atomica per effetto di un a totale irradiazione acuta del corpo è vario, in rapporto alla dose di r. ricevuta. Sebbene non si abbiano dati certi sulla quantità di irradiazione gener·a-
lizzata che il corpo umano è capace di sopportare, secondo Jacobson, Stone eù Allen (1), sembra che: - dosi da 50 a zoo r . diano leggera nausea, transitoria e modesta Jeucopenia c trombopenia, completa guarigione; - da 200 a 400 r., leucopenia di non eccessiva gravità, trombopenia, modica e transitoria anem ia, grave nausea, vomito c diarrea, manifestazioni emorragiche. La morte si avrà in una relativamente piccola percentuale di casi, mentre la maggioranza dei colpiti si rimetterà col solo trattamento sintomatico; - da 400 a 6oo r. grave stato, con anem ia, leucopenia, trombopcnia, manifestazioni emorragiche gravi, nausea, vomito e diarrea ..A.nche con adeguato trattamento terapeutico, meno del so% dei colpiti sopravviverà; - oltre 6oo r. : allo stato delle attuali conoscenze è da ritenere che solo qualche rara persona sopravviverà, anche con le migliori cure. Non è facile indicare con precisione la sintomatologia ed il decorso clinico presentati dagli abitanti di Hiroshima e Nagasaki sottoposti a bombardamento atomico. I sopravvissuti che ricevettero alte dosi di irradiazione (rittnute superiori a 6oo r.) presentarono in genere dopo poche ore malessere, nausea, vomito~ prostrazione. Nel secondo giorno la ma~gior parte dci pazienti ebbe febbre e diarrea mentre l'esame citologico del sangue mostrò già grave lcucopenia e piastrinopenia. Successivamente lo stato generale decadde in modo rapido, comparvero petecchic diffuse, e la diarrea si aggravò divenendo emorragica ed irrefrenabile: la morte avvenne, spesso improvvisamente, fra il 4° e TO" giorno. In soggetti ancora gravemente colpiti, ma con minore intensità, il decorso si presentò con gli stessi disturbi iniziaii, a cui st:guì - con frequenza una fase latente durante la quale i sintomi si attenuarono o scomparvero interamente. Questa latenza da considerarsi, grosso modo, invers:lmente proporzionale alla dose r. ricevuta, durava 7 c più giorni terminando con la recrudescenza della sintomatologia. In tale fase le cellule radio s~·nsibili andarono incontro alla degenerazione ed all'atrofia, come potevano Jimostrare la leucopenia e la piastrinopenia progressivamente evidenti. Passò così diverso tempo prima che la fenomenologia clinica si presentasse in tutta la sua drammaticità e molti scampati delle due città gi::tpponesi atomizzate fuggirono in altre località, anche lontane, in apparenti buone condizioni eli salute. Ma vennero poi colti all'improvviso da tutta la coorte di fenomeni che caratterizzano la fase acuta, con decorso fatale per un'altissima percentuale di casi. (1) Rispettivamente cond:rettorc, direttore c membro dclln Sezione medie~ del •1 Plutonium Projeet JJ.
L'azione funesta esercitata dalle radiazioni sul sistema ematopoietico e linfatico permise di osservare manifestazioni emorragiche cutanee e mucose, zravi gengiviti, tonsilliti ulcerose, ulcerazioni necrotiche tracheali, intestinali, vulvari, epistassi, melena, ematuria, metrorragia, ecc., con quadri clinici come nell'agranulocitosi. Evidenti anche contemporanei o successivi segni di compromissione epatica e renale di varia gravità. La tendenza alle emorragie fu attribuita non solo ad una profonda scomparsa delle piastrine ma anche ad una netta iperparinemia. La leucopenia apparve un sintomo costante e la curva leucopenica venne perciò considerata come valore prognostico e come un indice sensibile per potere apprezzare il grado di radiazione ricevuto. Risultò così che se i globuli bianchi si mantenevano sui 3000-4000 elementi per mm. cubico, con moderata deficienza di neutrofili, la prognosi poteva essere considerata favorevolmente, se scendevano al disotto di 1500 segnalavano una gravità sempre maggiore. Nelle forme acute gravi i leucociti diminuirono gradatamente fino a meno di 6oo per mm. cubico, nel quale caso ben raramente il soggetto si salvò. A rit,ruardo della leucopenia da r., recenti studi fatti da Dougherty e Wite, da Pat e da Selye, richiamano l'attenzione sui rapporti che intercedono fra ipofisi, cortico-<>rmone ed attività linfocitaria e sul probabile ruolo che giuoca nelle affezioni da radiazioni una insufficienza di funzionamento del meccanismo ipofisi-corticosurrene. Coloro che sopravvissero alle forme acute andarono incontro ad un grave grado di anemia aplastica che divenne appari;,cente solo con ritardo, in quanto la distruzione dei globuli rossi è stata meno sollecita di quella dei globuli bianchi. In genere le morti avvenivano verso la terza-quinta settimana. La stessa fenomenologia si presentò negli indivirlui che subirono irradiazioni di minore entità (presumibilmentc fra 300-400 r.) assumendo un decorso protratto. Essa comparve spesso tardivamcnte, dopo 10-12 giorni, e nel complesso l<~. malattia durò varie setrimane, portando ugualmente all'esito infausto per ane·· mia aplastica fra il 40°-120° giorno in una elevata percentuale di casi . Altre lesioni possono essere prodotte· dalle radiazioni ionizzanti. Una caduta di capelli raramente totale, più spesso a tonsura e talora a chiazze, è stata osservata in un'alta percentuale di pazienti dopo la seconda settimana e con casi precoci al 4 °-5° giorno. I medici giapponesi hanno riferito che la depilazione apparve meno marcata in persone dai capelli biondi e chiari, rispetto a quelli di capelli neri, a pari condizione di e~posizione. Negli infermi sopravvissuti oltre i due mesi, quasi senza eccezione, i capelli rigenerarono in modo completo. Raramente notata perdita di peli delle sopracciglia e delia barba. Sono state descritte anche manifestazioni oculari secondarie come emor-
ragie retinichc, retlmte fìbrinosa, coroidite settica e lesioni oculari da Irradiazione diretta come congiuntiviti, oftalmie da r. I raggi gamma hanno dimostrato di esercitare un'azione patogena anche sugli organi genitali. N egli uomini venne spesso notata ipospermia od aspermia. Vi potranno essere effetti a distanza sui discendenti di colpiti da radioattività ? Da indagini sommar.ie conosciute non semhra che a Nagasaki ed H iroshima la natalità ne abbia gravemente sofferto malgrado un aumento degli aborti, l'osservazione di neonati ricoperti da ematomi c di feti anancefalici, ccc. Non va però dimenticato che i raggi gamma producono effetti qualitativamente simili a quelli dei raggi X e sono ben note le indagini sperimentali che dimostrano come sia possibile apportare profonde modificazioni somatiche su discendenti che provengono da cellule germinative trattate con raggi X. Soltanto il futuro potrà quindi fare conoscere se, ed in quale misura, i .raggi gamma hanno agito sulla genetica di Nagasaki e Hiroshima. Assai frequenti le compbcazioni infettive costituite soprattutto da setti-;:emie e polmoniti. Sulle possibili prove di laboratorio non si hanno molte notizie. Kellcr in ammalati a decorso subacuto trovò fragilità globulare normale, spiccato aumento della velocità di sedimentazione, tempo di stillicidio abnormemente lungo in tutti i soggetti (circa 13 minuti col metodo di Duke), tempo di coagulazione entro i limiti, reazione di Van den Berg diretta negativa, talora y.:>sitiva l'indiretta. Altri AA. hanno riscontrato presenza di fragilità capillare, ritardo del tempo di coagulazione del sangue, alterazione dei tempi di protrombina. Nelle urine la maggior parte dci pazienti mostrò modica albumina, spesso abnormi quantità di urobilinogeno e talvolta anche tirosina, indizio della sofferenza epatica. Per una diagnosi precoce delle esposizioni r. di media e piccola quantità l'unico metodo oggi conosciuto è quello di Dickie e Hempelmann basato sulla presenza di granuli sudanofìli nel citoplasma dei linfociti che con la colorazione sopravitale sono tingibili elettivamente dal rosso neutro. Si vedono bene :a forte ingrandimento e, ancora meglio, con l'osservazione a contrasto di fase. Si tratta però di delicate indagini di laboratorio che non si prestano per essere standardizzate. Come si è già detto in precedenza i rapporti fra reperto ematologico e quantità di radiazione subita, hanno un notevole valore diagnostico e prognostico, ma sono chiaramente evidenti solo per irradiazioni elevate. ~ Di massima la <<sindrome da bomba atomica >> ha avuto, nei casi risoltisi favorevolmente, una evoluzione media calcolabile in 4-6 mesi. Gli ammalati sono stati considerati in seguito guariti pur non potendosi scartare a priori la possibilità di effetti a distanza, non tanto per gli organismi che subirono le radiazioni quanto per i discendenti. La mortalità si elevò, approssimativamente, al 50-75 % e fu dovuta so-
prattptto a tre fattori operanti separatamente: la tossiemia dovuta ai prodotti di decomposizione dei tessuti, le infezioni secondarie, l'anemia. La terapia mira a raggiungere i seguenti fini: mantenere l'equilibrio liquido e quello acido-basico dell'organismo, controllare i processi infettivi, ~ombattere la tendenza alla emorragia e correggere l'anemia. La cura dei colpiti da radiazioni ionizzanti può essere attualmente divisa in due parti e cioè : a) misure di sicuro valore che comprendono: riposo completo fisico e mentale e meticolosa assistenza, dieta a scarso residuo ed alto valore proteico, vitaminico ed in calorie; somministrazione endovena di soluzioni glucosate e clorurate; trasfusioni di sangue in toto a dosi massi ve ed iniziate il più sollecitamente possibile; impiego di antibiori.:i; uso di vitamine B6 , C. Ma sono soprattutto le trasfusioni sanguigne che vanno considerate come medicamenti di elezione, e spinte talvolta fino alla sostituzione del sangue irradiato. Per una efficace difesa antiatomica è perciò necessario prcordinare delle '' banche del sangue » di grande potenzialità e personale tecnico ben istruito e dotato di adeguato materiale, in modo da potere praticare con sollecitudine le necessarie estese trasfusioni: b) misure da considerarsi ancora in fase Ji studio come l'uso del bleu di tolmidina che riporterebbe alla norma il tempo di coagulazione dd sangue; del desossicorticosterone, ormone della çorteccta surrenale; dell'acido ossalico quale coagulante, c di altri numerosi medicinali come la rutina, l'acido fallico. gli estratti epatici, ecc .. La bomba atomica ha infine prodotto sia ad Hiroshima che a Nagasaki effetti morali assai gravi. I non previsti attacchi e gli immani disastri causati apportarono all'inizio un generale senso di stupore e di smarrimento. Un vero terrore panico invase poi tutti i sopravvissuti che pensarono soltanto a fuggire lontano con la maggiore rapidità consentita. Il terrore, propagatosi a tutta la rimanente nazione, diventò un'arma bellica di primissimo piano e costrinse il Giappone a chiedere immediatamente la pace. E purtroppo anche oggi, a causa del segreto che cin:onda la bomba atomica, si è creato un tale mistero intorno agli effetti biologici delle radiazioni, da far permanere nel mondo intero una cre~cente forma di paura, certamente superiore alla minaccia delle racliazioni stesse. Occorre quindi che in tutte le Nazioni - similmente a quanto si sta già facendo negli U. S. A. -- con un'accorta propaganda si cerchi di creare una opinione pubblica cosciente della bomba atomica, dei pericoli che essa presenta e delia possibilità di evitarne o !imitarne gli effetti. Secondo studiosi americani con una adeguata organizzazione difensiva a carattere nazionale, e con tma popolazione che conosca bene ed applichi le
norme basilari di protezione antiatomica, è forse possibile evitare il 30% delle perdite. Se a ciò si aggiunga un vantaggio di pocht minuti nell'avvertimento dell'attacco, le perdite potrebbero essere ulteriormente ridotte fino al 50 %.
Possibilità di difesa passiva. La protezione contro la bomba atomica può essen: divisa in difesa attiva c difesa passiva e può riguardare il complesso ..lcgli effetti causati dalla bomba atomica oppure separatamente gli effetti da scoppio, da luce e calore, da radiazioni ionizzanti. Noi tratteremo soltanto la difesa passiva considerando i due pilastri fondamentali su cui si basa e c10è: misure di difesa preventiva e misure protettive e di soccorso da adottare dopo lo scoppio della bomba atomica. l " · MISURE DI DIFF.SA PREVENTIVA.
Gli effetti da scrJppio della bomba atomica dimmuiscono rapidamente d'intensità man mano che ct si allontana dal punto dello scoppio: così la distanza rappresenta sempre la migliore protezione. L'azione compressiva c da spostamento del << soffio A >> sul corpo umano costituisce il cosiddetto danno da scoppio o shock primario. Quando s'interpone, tra il punto di scoppio cCI una persona, un oggetto di resistenza simile a quella di un'ordinaria parete di fabbricato, il danno viene notevolmente ridotto. Così lo shock primano è importante specialmente quando una persona si trovi aJl'aria aperta, nel qual caso è nello stesso tempo esposta a tutti gli altri effetti letali della bomba atomica. Gli esseri viventi resistono notevolmente ai danno da scoppio e sono, sotto questo aspetto, molto più forti dei fabbricati normali. Edifici di cemento armato rinforzato c, ancora di più, ricoveri sotterranei, riescono a proteggere dagli eiletti da scoppio anche abbastanza vicmo al punto dell'esplosione. In Giappone, per es., ricoveri seminterrati con intelaiature in legno e copertura di 40-60 cm. di terra, posti ai lati delle maggiori strade di Hiroshima, non sono stati affatto danneggiati e perfino rifugi rozzamente approntati dagli abitanti vicini, e ricoperti con 50-90 cm. di terra sostenuta irregolarmente da pali e bambù, hanno reststito nella misura del 50°{, a circa !OO m. dal centro della zona colpita e sono rimasti intatti ad 8oo m. La flessibilità del bambù si è dimostrata preziosa contro l'effetto eli scoppio. Per quanto riguarda la protezione individuale, la posizione di ventre a terra isola il soggetto dagli effetti diretti del fascio esplosivo ed ha inoltre il vantaggio di proteggere la (accia anteriore dell'addome che è molto pil:t fra-
gile della faccia dorsale. Allo scopo di spezzare l'onda d'urto sono stati approntati speciali indumenti a tipo scafandro, racchiudenti dell'aria nella parte corrispondente al tronco. Lo shock secondario viene inn:ce causato dai materiali vari crollati o proiettati a distanza dal «soffio A >l . L'onda d'urto che si verifica, simile ad un vento della velocità dì molti chilometri all'ora, è capace di sollevare il corpo umano c lanciarlo distante parecchi piedi, di rompere finestre, tirare giù intonachi e lanciare lontano, tutto intorno, oggetti con grande violenza. Si possono fare varie cose per ridure gli effetti di questo tipo di lesione, specialmente se vi è qualche precoce avvertimento. Si dovrebbe soprattutto evitare di stare in piedi sotto dei cornicioni, ciminiere ecc. che possano crollare facilmente. I ricoveri sono sempre molto protettivi. In Giappone però, come noto, le lesioni da scoppio associate alle ustioni rappresentarono la maggior parte delle perdite, sia a causa della sorpresa e sia per la mancanza quasi assoluta di costruzioni solide. Per gli effetti da scoppio in mezzi liquidi può essere assicurata una protezione, molto relativa, circondando il tronco del corpo umano con un mezzo di caucciù soffice contenente aria. Anche in caso di esplosione in mezzo soltdo gli effetti da scoppio possono essere in parte attenuati frapponendo fra il corpo umano e la superficie solida una sostanza soffice (tappeto, calzature di caucciù). Gli effetti termici e luminosi determinati dalla diretta esposizione alle radiazioni, che partono dal punto di scoppio della bomba atomica, sono importanti soltanto quando una persona si trova ali'aria aperta. Particolare gravità rivestono i danni causati dagli incendi che si propagano per una grande estensione fra i materiali infiammabili. Come si è precedentemente segnalato l'ènutà delle ustioni prodotte dal calore radiante dipende in parte dal diverso spessore degli indumenti che rivestono il corpo c dal colore stesso dei vestiti. Il pericolo di vasti incendi potrebbe essere notevolmente ridotto impiegando materiale da costruzione e da arredamento non infiammabile. Una efficace azione protettiva sarebbe certamente svolta da una seria organizzazione antincendi, con personale: addestrato in modo particolare. Questo tipo di difesa dovrebbe però es~ere attuato con carattere nazionale od almeno regionale in modo da poter effettuare, in caso di bisogno, aiuti scambievoli fra le città e le installazioni industriali più importanti, che costituiscono gli obbiettivi principali ricercati per l'impiego della homba atomica. Per quanto riguarda gli effetti mdioattivi, finora la più sicura protezione è rappresentata dalla distanza. Circa il 99% delle radiazioni nucleari vengono emesse dalla bomba atomica nella prima frazione di minuto secondo dopo l'esplosione. T ali radiazioni ionizzanti per la loro provenienza costitutscono un pericolo esterno c si irradiano in nttte le direzioni, procedendo però in linea retta come la luce.
Esse sono intensamente penetranti (neutroni, r. gamma) ed occorre molto materiale per assorbirli c fermarli. E' importante conoscere le caratteristiche di direzione e di ombra prodotte da queste radiazioni. Per una buona difesa non. occorre essere protetti da ogni lato ma soltanto verso la parte nella quale avviene lo scoppio. Per la protezione contro i raggi gamma ha importanza il peso del materiale interposto fra il corpo e la sorgente r. c non la caratteristica chimica dello schermo. Nei laboratori dove vengono emesse radiazioni gamma o raggi X viene spesso usato il piombo che costituisce, in effetti, una sostanza molto adatta, poichè occupa un volume piccolissimo in rapporto al suo peso. L'efficacia di uno schermo è spesso valutata secondo lo spessore del materiale ritenuto necessario per ndurre del so'X1 l'intensità delle radiazioni emesse inizialmente. Come valore <.li orientamento si possono indicare come sufficienti i seguenti spessori, a 300 m. dall'esplosione : 30 cm. di piombo; 6o di rame; 76 di ferro; 200 di muratura o calcestruzzo; 400 di acqua. Anche i neutroni rappresentano un pericolo esterno al momento dello scoppio. Essi devono essere presi in particol are considerazione perchè, trattandosi di particelle immodificate, è difficile fermarli. Il peso del materiale non costituisce un fattore importante per la protezione. E' invece indispensabile che l'elemento da usare come schermo ~ia capace di catturare neutroni. Ed in seguito allo scoppio di una bomba atomica si producono essenzialmente neutroni veloci, che non possono venire trattenuti da sostanze in grado di fermare neutroni lenti come il cadmio ed il boro. Gli elementi più idonei per la cattura di neutroni veloci sono quelli a peso atomico basso c quindi, soprattutto, l'idrogeno che è il più leggero. Le migliori sostanze per difendersi dai neutroni sono pertanto quelle che contengono grandi quantità di idrogeno, come l'acqua. I neutroni, similmente ai raggi gamma, partono in linea retta dal pun to dello scoppio e s'irradiano in tutte le direzioni; la protezione va così attuata frn l'uomo e la sorgente. Ci rca l'I % delle radiazioni nucleari non viene emesso subito dopo l'esplosione della bomba atomica ma deriva dali 'inYccchiam ento dei prodotti di fissazione e costituisce le radiazioni ritardate. In uno scoppio aereo ed alto, dove la « palla di fuoco » e la << nuvola a forma di fungo >> che contengono i prodotti di fissazione s'innalzano per essere poi dispersi dal vento, queste radiaziom ritardate sono di natura trascurabile. . In uno scoppio sott'acyua o sulla superficie tern·strc, i'acqua ed il terreno che subiscono l'azione diretta della bomba atomica contengono una grande quantità di prodotti di fissazione. La colonna idrica o la nube terrestre che si sollevano sono assai ricche di radioattività c pericolose in quanto spostandosi possono passare, per es., su navi , centri abitati, e contaminare ccii/ici, equipaggiamenti , persone, ecc. T ali
370 colonne idriche o nubi terrestri impiegano però, per spostarsi, un certo tempo, lasciando così la possibilità di evitare la loro azione:, poichè le radiazioni che partono da esse diventano dannose soltanto quando circondano un determinato punto. Lo spostamento avviene con velocità variabile, che in condizioni normali si aggira sulle )O miglia all'ora, e la sua diffusione decresce costantemente fino alla completa dispersione. Pertanto una nube terrestre, per es. , per espandersi sull'area massima impiega parecchi minuti. E' così possibile, in una città, proteggrrsi in un sottoscala, in una cantina, in un ricovero antiaereo. Bisogna tenere ben presente che tah radiazioni non hanno unica direzione perchè partono da tutti i punti della nuvola terrestre. La protezione va quindi attuata da ogni Jato compreso quello superiore. Le radiazioni gamma ritardate derivanti da una nube terrestre sono iden tiche a quelle immediate, tranne che per le caratteristiche di direzione. Non vi sono neutroni ritardati e perciò non è necessario ricorrere a special i schermaggi. Importanti variazioni beta sono da tenere presenti nel can1po delle radiazioni ritardate. Si producono anche radiazioni beta immediate, ma esse non arrivano a grande distanza dalla sorgente a causa dell'efficiente schermaggio rappresentato dall'aria. Quando una nube terrestre avvolge una località abitata, le radiazion i beta acquistano valore Jaddove viene a mancare uno spessore di quattro metn d'aria (minimo schermaggio). Gli indumenti normali rappresentano già una protezione sufficiente con tro le radiazioni beta e parimenti si comportano sottili pareti ed i vetri delle finestre. Le radiazioni beta sono, naturalmente, non direzionali potendo provenire da ogni lato e la loro individualizzazione non è facile. L'entità del pericolo esterno rappresentato da questo tipo di radiazioni non può considerarsi ancora completamente chiarita. Dai prodotti di non fissazione derivano radiazioni alfa che non rappresentano però un pericolo esterno in quanto la cute è già sufficientemente protettiva. Tutti i raggi alfa vengono infatti assorbiti dall'epidermide senza alcun danno per i tessuti viventi. N ell'organismo umano possono entrare radiazi01zi interne mediante inalazione, ingestione, ed iniezione. Si tratta di un pericolo ritardato che si verifica soltanto in quei casi in cui una persona si trovi per es. avvolta dalla nube terrestre formata dalla bomba atomica, od in un punto nel quale tale nube sia precedentemente passata. Anche in una zona rimasta notevolmente contaminata dopo l'esplosione si possono subire delle radiazioni interne. Esse, in genere, vengono causat~ da polvere sollevata, divenuta radioattiva per induzione e che penetra mediante inalazione. Un altro pericolo può essere dato -dall'ingestione di cibo toccato con mani contaminate. In una esplosione atomica soltanto una piccola quantità di materiale radioattivo si trova come gas vero e proprio o come vapore. La maggior
37 1 parte, invece, esiste sotto forma di mimme particelle di polvere e di goccioline di acqua con grandezza media da uno a dieci micron . Adatti equipaggiamenti, come tute ad intercapedine contenenti acqua pesante oppure gomma e piombo, sembra che possano difendere a sufficienza da una radioattività indotta limitata; cd il filtro di una maschera an tigas moderna c, meglio, apparecchi a respirazione autonoma, proteggono bene dalle radiazioni interne. In America laboratori appositi stanno studiando speciali tipi di abiti e particolari pomate difensive; sono anche aJlo sntclio occhiali antiradioattivi, che siano capaci di difendere pure la vista dagli effetti luminosi dell'esplosione. 2 ° - MISURE DI DIFESA E IH SOCCORSO DA ADOTTARE DOPO LO SCOPPIO DELLA BOMBA ATOMICA.
A) Determinazione de/l'entttà del pericolo che dipenderà da molti fattori per cui si renderanno necessari i consigli non solo del medico ma anche del meteorologo, del geologo e dell'idrologo oceanografico. In caso di tempo umido o piovoso vi sarà poca polvere e quindi la contaminazione del terreno non rappresenterà un problema serio dal punto di vista interno (inalazione) come lo sarebbe in caso di tempo asciutto. Supponiamo ora che una zona sia contaminata. In essa potranno trovarsi: - radiazioni alfa che rappresenteranno un grave pericolo soltanto qualora riescano a penetrare nell'organismo per via interna: - radiazioni beta che potranno essere assorbite sia internamente che esternamente, con maggiore pericolo costituito dalle radiazioni interne; - radiazioni gamma che avranno modo di agire sia internamente che esternamente, ma con possibilità molto superiore dall'esterno. Praticamente l'entità del pericolo dovrà essere determinata da personale specializzato, facente parte delle squadre antiatomiche, mediante la lettura di appositi strumenti rivelatori delle radiazioni nucleari, che non sono avvertibili da nessuno dci sensi fisici. Si conoscono oggi numerosi apparecchi indicatori e misuratori di radioattività come: segnalatori a pellicole, dosimetri ed elettrometri tascabili, elettroscopi e tubi di Geiger Mi.iller. I segnalatori a pellicola sono in parte schermati da un a lastra di cadmio dello spessore di un millimetro. In uno di questi rivelatori, per es., si trova racchiuso un pacchetto di films che serve alla individuazione dei raggi gamma e dei neutroni. Vi sono due pellicole per la segnalazione dei raggi gamma: una sensibile e l'altra insen sibile. Dopo che queste pellicole sono state sviluppate ne viene misurato, a mezzo di un densitometro, l'annerimento e da esso i tecnici possono risalire alla intensità delle radiazioni gamma che ha subìto la persona che aveva indosso il segnalatorc. 3 -
r.iorna/~ ài M~di ina \lilitar·
La lettura della parte di pellicola situata dietro lo schermo protettivo di cadmio dà indicazione sull'intensità dei raggi gamma ad alta energia; la lettura del la parte di pellicola corrispondente alla zona non schermata serve a valutare l'intensità dei raggi beta c dei raggi gamma a bassa energia. Per J'individuazione dei neutroni vi è nell'apparecchio un'unica pellicola da esaminare dopo lo sviluppo, con l'aiuto di un microscopio a fondo scuro. l neutroni veloci passati attraverso lo strato di cadmio lasciano delle tracce dovute ai protoni da essi messi in libertà e che possono essere contati con lo aiuto del microscopio. La sezione di pellicola che ;;i trova in corrispondenza della parte non mascherata reca anch'essa tracce di protoni. L'emissione di ogni protone è dovuta alla cattura di neutroni lenti da parte degli atomi di azoto presenti nella pellicola. In tal e modo è possibile accertare l'intensità di esposizione derivante rispettivamente dai raggi gamma, dai neutroni rapidi c da quelli lenti. l segnalatori a pellicola sono ora specialmente usati in America per controllo del personale che lavora negli impianti di energia atomica. Per gli individui che sono obbligati ad avvicinare aUa fonte delle radiazioni principalmente le mani, vengono fatti portare anelli di pellicole. Gli altri metodi rivelatori di r. sono basati sulla ionizzazione prodotta in gas esposti alle radiazioni e soggetti ad un campo elettrico. Si tratta cioè di apparecchi che misurano la quantità di carica elettrica raccolta in una camera di jonizzazione. Gli elettrometri tascabili presentano il vantaggio Ji essere leggibili direttamente tenendoli rivolti verso la luce e guardando da una estremità attraverso un piccolo foro. Gli elettroscopi vanno considerati gli strumenti più sicuri per control lare quantitativi sia delle radiazioni alfa, beta e gamma, che dei neutroni. Anche i tubi Geiger Mi.iller si devono ritenere fra i più semplici e sensibili per individuare la presenza di radiazioni, pure presentando alcuni inconvenienti come sensibilità alla luce ed alla temperatura ed indicazione èlell'energia in arrivo ma non della sua natura. Dopo aver localizzate le radiazioni con l'aiuto di un G. M. occ0rre impiegare l'elettroscopio per misurarnc la intensità. Sono stati costruiti anche degli <( octopus circuit )' wnsistenti in un insieme di tubi G. M. collegati aò un circuito che dà l'allarme al passaggio di qualcuno che abbia sul corpo o sugli indumenti notevoli quantità di radiazioni.
B) Sgombero, isolamento e bonifica delle pcr.wl! ~ colpite da radiazioui ionizzanti. - A tale scopo le squadre antiatomiche perlustreranno rapidamente il territorio colpito in modo da poterlo dividere in varie zone in rapporto alla radioattività accertata. Secondo Jacobson, Stone ed Allen St dovrebbero determinare : - il centro dell':-m:a colpita;
373 - l'estensione Jell 'area attorno a questo centro, dalla quale lo sgombero dei colpiti viene ritenuto inutile dal punto di vista di un efficace soccorso ; - l'area periferica alla ~opraddetta, dalla quale lo sgombero può effettuarsi in buone condizioni; - l'arca, infine, nella t}uale, .1lmeno in primo tempo, un'assistenza medica si può ritenere non necessaria. Senza indugi si stabiliranno poi dei postl dt blocro c di ~mistamcnto in modo da fare defluire la popolazione dalle località ritenute sgomberabili, osservando il maggiore ordine possibile. Alcune squadre antiatomiche, attestate in detti blocchi, avranno il com pito di eseguire una suddivisione iniziale in due grandi categorie: non contaminati c contaminati. Questi ultimi saranno avviati verso appositi centri ospcdalieri posti nella zona più vicina non pericolosa, dove subiranno un ulteriore smistamento : in speciali reparti di cura gli irradiati semplici ed in altri gli irradiati ed ustionati e ~li irradiati e traumatizzati. Da numerosi studiosi è ritenuta opportuna la costituzione di apposttt centri di decontaminazione nei '-luali dovrebbero affluire, prima dcll'ospedalizzazione, specialmente i feriti in modo da prevenire il più possibile l'assorbimento del materiale r. ed i successivi cffettt cumulativi. Tali ferite, come primo soccorso, vanno lasciate sanguinare un po' e nello stesso tempo deterse abbondantemente con acqua e sapone non contaminati. Occorre però ricordare che il pronto soccorso ai sopravvissuti di una esplosione atomica presenta enormi difficoltà, sia per l'imponente numero di persone abbìsognevoli di assistenza simultanea, che per la vastità dei mezzi sanitari e del personale bene addestrato da impiegare, per i pericoli di radioattività indotta e - soprattutto - per gli ostacoli, non facilmente rimovibili. costituiti da incendi estesi e di lunga durata, distruzioni, ecc. ecc .. In ogni modo l'azione di difesa c di soccorso dopo lo scoppio della bomba atomica è affidata essen1ialmcntc alle speciali squadre antiatomiche le quali devono provvedc.:rc al delicato e complesso compito di rivelare la radioattiv.ità presente c sgomberare le zone pericolose smistancio adet,ruatamente tutti i colpiti da radiazioni ionizzanti. L 'istruzione c l 'addestramento, sia teorico che pratico, di tali reparti riveste perciò un 'importanza basilare e dovrebbe avvenire fin dal tempo dì pace presso speciali centri di studio dell'energia atomica.
C) Accertameuti e possibilità di decontaminazione dell'acqua, di viveri, di indumenti, del terreno. - La irradjazione dell'acqua con neutroni non comporta problemi particolari in quanto l'acqua si trasforma in acqua pesante, innocua per tramutazione dell'idrogeno in deutone. Le probabilità di trasmutazione dell'ossigeno in fluoro od altro radio elemento sono minime.:, essendo la sezione d'urto del neutronc per l'O = 0,0032 mentre quella per l'H è di o,62. Ben altrimenti grave -:1rebbc la contaminazione per penetrazione in essa
374 di radio elementi e specialmente di plutonio. Quest'ultima contaminazione oltre ad essere particolarmente probabile, è molto temibile per il tipo di radiazione emessa e per la lunghezza del pericolo. Il limite di tolleranza per il plutonio è ancora inferiore a quello del radio cd è certamente inferiore al milionesimo di grammo. In caso di contaminazione con plutonio o altro radio elemento a lungo periodo (uranio) il minor danno a cui si possa andare incontro è la perdita clell'acctua dei depositi, dovendosi temere anche la possibilità di una prolungata inutilizzazione dei pozzi e degli acquedotti. Si può fare qualche cosa per decontaminare l'acqua? L'ebollizione è inutile, anzi può essere pericolosa in quanto servirebbt' soltanto a concentrare ed aumentare la contaminazione, dato che nessun contaminante è volatile. L 'immagazzinamento, sebbene utile per gli isotopi di vita corta, è praticamente di nessun vantaggio per gli isotopi a lunga vita. Sembra che qualche cos::t si possa ottenere dall a filtrazione e sono in corso lavori sperimentali per precisare i migliori metodi. Risultano inutili la clorazione c gli altri procedimenti chimici usati per la depurazione dell'acqua. Sono anche in corso esperimenti di combinazione per precipitare c hl trare l'acqua. Circa la possibilità di mquinamcnto dei viven per irradiazione neutronica, non sembra che! essa ~ia stata constatata c comunque non esiste in proposito alcuna pubblicazione. La contaminazione per assorbin1ento di sostanze rad1oattive è invece po~ sibilc e porta ovviamente alla perdita dei viveri stessi. Anche in questo caso vi è una grande differenza, dal punto di vista delle possibilità di contaminazione, a seconda che l'esplosione della bomba avvenga nella libera atmosfera oppure sott'acqua o sul suolo. In questi ultimi casi non avvenendo l'immediato convogliamento nella stratosfera dci prodotti di fissazione, è sempre da tcmersi la contaminazione anche dei viveri in scatola. Praticamente ogni cibo trovato nella zona va considerato pericoloso c dovrà essere comunque controllato, prima della immissione al consumo, da personale specializzato e dotato di strumenti rivelatori delle radiazioni. Qualora si renda necess:uio portare del cibo in un'area contaminata si dovranno usar~ delle grandi precau7,ioni anche nel maneggio, paragona bi l i ali a tecnica chirurgica asettica. Non dovrebbe essere perme~so neppure di fumare, poichè il maneggio del tabacco costituisce pericolo. Gli indumenti delle persone colpite da radiazioni ionizzanti vanno trattati con acido citrico e detergenti, al fine di rimuovere i radioisotopi, in ap-
375 posite lavanderie di bon ifica. D opo il lavaggio verranno impiegati per controllo strumenti segnalatori di radioattività. L'eventuale bonifica di un terreno contaminato eia radioattività indotta, allo stato delle attuali conoscenze, sembra che possa raggiungere soltanto modestissimi risultati. Ciò non pertanto si può tentare, quando ~ i tratti Ji assai modeste estensioni di adatto suolo, un abbondante lavaggio con acqua e detersivi (da Incanalare verso idonee località di scarico). Alcuni AA. consigliano di coprire le superfici radioattive con uno spes~o straw lh sabbta.
Schema di organizzazione difensiva a carattere nazionale. Per proteggere una intera nazione <..lalla bomba atomica occorre una complessa ed assai costosa organizzazione che potrebbe essere attuata mediante le seguenti misure: - decentramento delle industrie vitali Jcl Paese, tenendo presente che attacchi con b. a. su centri industriali di superficie inferiore a 5 miglia quadrate o su centri urbani di popolazione inferiore a so.ooo abitanti, non sono ritenuti attuabili dal punto di vista economico; - costruzione di rifugi che proteggano sia dagli effetti meccanici di scoppio che dagli incendi e dalla radioattività. La risoluzione integrale di questo problema non St'mbra per ora possibile per le astronomiche spese che occorrercbbcro c per la non assoluta sicurezza della protezione. Si pensi che le grandi città, per es. dovrebbero avere in tutti i rioni adatti ricoven capaci di contenere l'intera popolazione, con grandi magazzini viveri, riserve d'acqua, impi:mti igienici, e speciali sistemi di acreazione. Una certa protezione potrà ad ogni modo ~sscre dJta da rifugi sotterranei, abbastanza profondi, protetti da strati di sostanze assorbenti le radiazioni atomiche (metalli, acqua, sabbia, ecc.), con condizionamento dell'aria; - distribuzione di cate ne di radar per la segnalazione immediata di velivoli; - decentramentc degl i ospedali m località lontane dai grossi centri Jbitaci o zone industriali e da qualsiasi obbiettivo militare; - addestramento, sulla più larga scala possibil e, rli personale specializzato sia militare che civile: pompieri, squadre antiatomiche istruite ed allenate per la rivelazione della radioattività. sgombero dci colpiti, pronto soccorso, decontaminazione, ecc. Tali reparti costituiscono, come ~·è già detto, la parte più importante della difesa antiatomica a scoppio avvenuto. E' indispensabile che vi sia in proposito una speciale organizzazione centrale e capillare in modo da assicurare c;cambievoli e pronti aiuti;
- grandi riserve di viven, acqua, materiale sanitario, equipaggiamenti speciali da dislocare in zone ritenute meno soggette a vulnerabilità; - istituzione di banche del sangue, capaci rli fornire elevate quantità di sangue in toro e di plasma; - incremento delle fabbriche di antibiotici e di altri prodotti necessari alla cura dei colpiti; - sviluppo delle industrie che fabbricano rivelatori di radioattività, od apparecchi radar, od autoprotcttori, apparecchi di rianimazione, equipaggiamenti antiraclioattivi.
*** Dalla ultima relazione semcstralc della te Atomic Energy Commission 1' degli U.S.A . risulta che sono in corso di produzione bombe atomiche più potenti, capaci di effetti distruttivi maggiori di quelle impiegate ad Hiroshima c Nagasaki. Tre bombe sono state esperimentate in aprile-maggio r948 nell'atollo di Eniwctok nel Pacifico. allo scopo di accertare l'energia emanata dall'esplosione di armi atomiche di nuovo tipo e la efficienza della utilizzazione delle sostanze disgregabili, nonchè di misurare taluni fenomeni fisici che si verificano durante l'esplosione. Recentemente studiosi dt profonda competenza nel rampa della energia nucleare come Jacobson, Stone ed Allen, hanno fatto conoscere un altro pericolo connesso con la disintegra1.ione atomica: quello della disseminazioneintenzionale di sostanze radioattive a scopo bellico. Con tali sostanze intere città potrebbero venire rese inabitabili e riserve d'acqua contami nate sen7,a rimedio. E detti radioe1ementi, entrati nell'organismo per ingestione o per via respiratoria, costituirebbero dci focolai di irradiazione, pericolosi anche in minime tracce. La loro eliminazione con gli escreti, poi, non potrebbe avvenire con fa cilità in quanto, anzi, molti radioisotopi prodotti nella fissazione dell'uranio c dd plutonio tendono a fissarsi nel tessuto osseo e non si conoscono mezzi capaci di rinmoverli. Questi focolai interni causano gravi alterazioni ematiche del tipo aplastico e l'insorgenza di tumori maligni (specialmente sarcomi e linfomi). Quali ulteriori sviluppi potrà allora avere l'arma atomica nel futuro? )J"on è facile fare delle previsioni. Senza dubbio però con la bomba lanciata su Hiroshima è nata una nuova era, quella dell'energia atomica. E tutto il mondo si augura che possa essere un 'era di grande progresso, di logico sviluppo della civiltà e non di distruzione e di morte.
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IIOPfTAL MUNICIPAL S \1-..;T f:TlENNE ~ SERVICE NEUROLOGIQUE \lédcnn <'Il \.hd: Ptof. T . DE Lwvc,.., >
LES PROBLÈMES ACTUELS DE LA SCLÉROSE EN PLAQUES Prof. 1'. nE LtHocz,_,.
Dans la communication qu'il a pubhée au printemps 1948, van Bogaert qualifie cette maladie de cc fléau mondial » et il a raison. Chacun de nous qui doit se mesurer avec cette maladie plus fréquemment, observe avec une certaine angoisse la démarche du jeune sujet et redoute dc voir un diagnostic probable se confirmer. L'incidence de la sclérose en plaques rejoint prcsque celle de la neurosyphilis. A l'H opital National de Londres, dans cctte véritable forteresse dc la neurologie classique britannique, le pourcentage est dc 8,7%. E n Amérique, ce taux est réduit à 7,45, avec, toutefois, une tendance d'augmentation. Dans mon service, nous trouvons une incidencc de 6,8 "~ . Les années 1940, ';p, '44, plus favorables, comptaient 5,6% avec un sommet de 7,8°{. pour 1941 et 1947. La majorité des statistiques constate la prédominanu des sujets fémi · nim. Les relevés suisses et britanniques établissent 58-65% sur le total des m alades et notre statistiyuc comprenant 743 cas confirme ce!> données par 57% de sujets féminins sur 43 % mascul ins. Les statistiques cles États-Unis indiquent a.u contrairc une prévalence de maladcs masculins (s8%). L'aspect géographique est fort intéressant: Ics habitants d es pays nordiques étant plus affligés que le1. méridionaux. En Europe, les pays scandinaves sont clone en tete, tandis que le bassin méditerranéen est relativement indemne. En Afrique, au Japon, en Chine et aux Indes, ce mal est exceptionnel. Nous retrouvons ce contraste entre l' Angleterre du Nord et du Sud, plus encore entre l'Amériquc Nord et Sud. Ainsi, en Californie, au Colorado. dans l'Arizona, la maladie est distinctem ent plus rare q ue dans les états du Nord. Tout ceci semble indiquer qu'un climat humide et froid crée une espèce de prédisposition. Cettc présomption s'affermit du fait que Ics malades, transportés d'un climat inclément dans une région cnsoleillée et plus sèche, manifestent une rémission favorable et la menace mème cles rechutes se trouve atténuée. L 'incidence accrue de celte maladie dans lcs années les plus précieuses et fécondes de la vie humaine augmente son horrcur. D 'après Wilson, qui rassemble II07 cas d'observations personnelles et tirés d'annales relatives, le taux maximum en affecte les années de 21-31, et de 31-40 ans. Nous avons
constaté un fa1te dans la 4.ème décadc: suivi par la s.èmc et la 3.ème. • de 35,7, 29,2, 23,1 O/o respecttvement. Ces données relativcs à l'incidence et à l'age prouvent que la sclérose en plaques a dépassé le c/Jamp spécial du neurologue. Le problème social qu'elle pose ne la cède en importance qu'à la syphilis et la tuberculose. Observons donc prcmiérement le tableau clinique. Quoiquc Charcot en ait établi l'aspect classique, la fameusc triade, cctte dernière n'est plus valablt que pour ro% des cas et nous trouvons 90% dc formcs atypiques. A mon avis, ce fait ne pourrait etrc trop vivement recornmandé à l'attention médicak Parmi les différentes formes cliniques, une irnportance pratique érninente revient au ty pe pré-sclérotique, qui dessinc au premier pian l es symptomes subjcctifs, tandis que 2-3 signes objectifs s'y estompent discrètement. Le symptome subjectif dominant est celui de la fatigue: 46,2'}{,, de la paresthésie: 22,8%. Nous trouvons ensuite avcc une incidencc décroissant~: les troubles optiques, la démarche inccrtaine, les vertiges et !es désordres sphi nctériens à d es degrés divers. Parallèlement, l es symptomes objectifs ne préscntent guère que: réflcxes unilatéraux exagérés, fatigue, absence dcs rétlcxes abdominaux, puis quelqucs convulsions cloniformes, auxqucls W ilson ajoutc l'attitude irraisonnérncnt scrcine du maladc. Parrni !es formes cliniques dites atypiques, la forme paraplégique est ru ne des plus fréquentcs, et manifeste à des degrés différents la paralysie spinale classique. Secondés par le tremblement intentionnel modéré, par la lésion optique faiblement déclarée, et par les troubles sensitifs minimes, nous délirniterons cet état par égard à la paralysie spinale spastique dc Erb-Charcot. Une forme également fréquente est celle dite ataxiquc, ou cérèbelleusc, qui combine une ataxie cérèbelleuse plus ou moins, - mais toujours n~ttement - , 3ccuséc avec la paraparésie, les troubles sensoricls diffus, ainsi qu'avec cles désordres fonctionnels urinaires et intestinaux. La forme hémiparétique ou hémiplégique est de fréqucnce plus rare que les précédentcs et souvent transitoire, c'est à dire muée ultérieurcmcnt e n paraplégie. De rares cas présentcnt une paralysie du type Brown-Séquard. L 'cngourdissement, la douleur, l'ataxje et l'astéréognosc cles extrémités supérieures sont typiques de la forme cervicale. Cettc dernièrc se compliquc souvent dc symptomes bulbopontim avec troubles dc déglutition, de mastication et phonétiqucs. La glycosurie - rare - le pouls rapide et l'asphyxie sont autant de symptomes médullaires. Un syndròme plus exceptionnel appartient à la forme sac1 olombaire, so it: désordres sphinctériens, sexuels, ainsi qu'anesthésie anogénitale et absence de réflexe.r dans les extrémités inférieures. Une lésion caudale ou du eone peut dépister le diagnostic au point de suggércr une intervention chirurgicale. Quclqucs formcs rarcs quc nous désirons énumérer sont les suivantes: pseudotabétique, .ryringomyélitique, poly11euritique, amyotrophique, qui li-
mitent le tableau symptomatique du mal en question, tout en révélant quelques caractéristiqucs de la sclérosc en plaques: absence dc réflexes abdominaux, nystagmus, etc. A l'aide de ccs dernières un diagnostic différentiel peut s'établir. Nous soulignons la grande vaJeur pratique cles formes amaurotiques ou rétrobulbaires, qui présentent une amblyopie d'une ou deux heures, parfois d'un ou deux jours. D 'autrcs fois les troubles optiques persistcnt longtemps, prenant J'aspect d'un (( brotùllard )) qui pcut mcme dominer tout l'état morbide. Sclon l'un dc mes maJades, le brouillard tourbillone continuellement devant ses yeux, et il ne distingue le:. objets qu'à travers celui-çi. En général, le trouble optique de la ncurite rétrobulbaire, ou l'inflammation qui cn dépend, se manifeste tout d'abord au centre du champ optique. 'C onsequemment, le sujet ne distingue dans cc champ quc cles couleurs atténuées, - rouges ou vertcs - qu'il confondra parfois avec d'autres (scotome relatif). Cc scotomc relatif passe plus tard à l 'achromatopsie complète, et peut donner commc résultat en scotome absolu, avcc pertc dc la vue. La conséquencc de la papi l lite, rcspectivemcnt de la ncuritc rétrobulbaire est la décoloration de la papiile entière, ou dc son còté tcmporal, mais la maJadie n'entraine jamais de cécité complètc. La cause de ce phénomènc est sans doute identique à celle observée dans Ics parésies organiques transitoires, c'est à dire quc la démolition se bornc initialement aux gaines myélirùques cles foyers et continue à détruire cclles-çi, tandis que Ics axons rcstent longtcm ps indemnes. Les formes dites frustes ne présentent, outre la fatiguc et l'engourdissemcnt, que peu de signes organiques reconnus, soi t: réflexe patellaire augmenté, réflexe abdominal unilatéralemcnt diminué, signc de Babinski évcntuel, ect. Lcs {ormes avancées ne sont pas les seulcs à présentcr des symptomeJ psychiques et à se réserver les accés classiqucs dc rires ou dc pleurs spastiquc~. Dans 63% des formes bénignes, nous observons une disposition indument allègre: l'euphorie .rclérotique, ou pour le moins une sensation dc bien-etrc physique: l'eutonie sclérotique (84<,Yo). L 'humcur labile est dc 259{', , la dépression accusée de 10 '~'1> seulement. Nous désirons appeler l'attcntion sur certains aspects réccnts et essentiel:, du diagnostic différentiel, qui sont co rapport avec les méthodes perfection nées. Ainsi, plusieurs traités d'cnvirons I0-15 ans, ou memc moderncs, indi ~ quent une différentiation détailléc envcrs l'hystérie, la paralysie progressive, la syp!Jilis méningo-vasculaire. Nos cxpériences concourent à trouver celle-çi pratiquement superflue. La sclérose en plaques manifeste toujours pour le moins un ou deux signes objectifs t}UÌ élimincnt l'hypothèsc syphilitique. La rigidité de la pupille à l'éclairage, les réactions du sang et du liquide CR ne permettent aucun doutc diagnostiquc par rapport aux deux autres syndròmes.
Le cas est bicn différent pour l'encéphalomyélite disseminée, d'autant plu~ qu' un groupe de cliniciens a unifié les deux syndromes. Ceci importe
surtout pour la sclérose en plaques aigiie, vu l'impossibilité actuelle dc.: distinguer cet état, cliniquement ou anatomiquemcnt, de I'encéphalomyélitc disséminée aigue. H allervorden souligne bien l'abscnce d 'inflammation séreuse dans la sclérose cn plaques, par contre H echst trouve dans un cas de sclérose en plaques aigiic une structure spongieuse qu'il associe à l'hyperlymphose ou à l'inflammation séreuse. Dans cette question difficile, notre savoir actuel ne nous permet pas une différentiation certaine entre les formes aigi.ies de ces deux maladies. Loi n pourtant d'affirmer qu'elles fussent identiques, ajoutons que: I " - la simi1itude ne s'étend qu'à la fo rme aigi.ic dc la sclérose en plaques et n 'est pas établic pour les forrnes progressi ves, ou celles d'une chronicité progressive; 2' - la sclérosc en plaques aigue peut présenter des données anamnéstiqucs qui ne sont pas trouvabb dans l'encéphalomyélite, telles quc: symptomes ancicns ou passagers des ncrfs craniaux - surtout optiques - et mono-ou hémiplégic transitoire, ect. Basé mr ces faits, il est probable que leJ deux maladies 11e sont pa; identiques, mais, évidemment, /es recherches étiologiques auront le dernier mot. Il est utile de savoir que !es Français distinguent aussi une forme céph.tlique, avec migraines au début, nausées et symptomes cérébraux qui rappcllent l'encéphalite ou la tumeur cérébrale. Le diagnostic n'est souvent tranché que par l'étude du cours de la maladie. Lcs tumeurs préscntent généralement des symptomes d'hypertcnsion intracranienne plus acccntués et !es rémissions caractéristiques de la sclérose cn plaqucs sont absentcs du tableau cli nique. D ans ccrtains cas, la différmtiation de la tumeur de la mocLle peut étrc trés délicate. Les indications du bloquage dans le liquide CR ne sont pas toujours concluantcs, vu que dcs adhésions méningées peuvent aussi causer une obstruction du passage dans la sclérose cn plaques. D es indications précieuses sont fournies par l'anamnèse, voir troublcs optiques antérieurs, paralysie transitoire, ainsi que le caractère de la douleur. Notemment: les douleurs radiculaires sont plus rares dan s la sclérose en plaqucs que la parestésie, le trouble sensitif par << taches >• d'une étenduc assez variable contraste avec l'anesthésie m assive de la tumeur. Ce n'est pas tiche aisée de délimiter la sclérose en plaques par égard à la myélopathie (myelose) qui est egalement une affection en foyers multiples dégénératifs de la moelle épi nière, de caractère toutefois bien différent. D es possibilités dc différenciation anatomique s'offrent: I 0 - par la localisation exclusive des foyers démyélinisés dans la substance bianche dans la myélopathie toxique, tandis quc les foyers dc la sclérose en plaq ues envahissent fréquemment la substance grise: 2° - la myélopathie ne manifeste
ni la prolifération gliale secondaire, ni la sclérose typiques de la sclérose en
plaques. La différentiation clinique exìge une étude approfondie. La connaissance cles données étiologiques, telles qu-'anémie pernicieuse, carcinose, ect. l'absence du nystagmus ou tremblcment intentionnel et de réflexes musculaires, surtout parallèlement aux signes pyramidaux (symptòme de Crouzon) sont précieux pour reconnaitre la myélopathie. En vue de l'atypie fréquente de la sclérose m plaq ues, le cours dc la maladie doit. etre pesé pour confumer le diagnostic. Nous savons que la sclérose en plaques peut débuter de façon foudroyante, par w1e attaque apoplectiforme. L'authenticité de l'attaque est souvent difficile à définire. Le jeune age du sujet affecté ne l'exclut plus, depuis gue nous connaissons de sous-groupc apoplectiforme de la thrombendangiite oblitérante. Quelquefois, une donnée anamnéstigue vasculaire - par exemple un ancien angiospasme - concourt au diagnostic. D'autres fois, le cours de la maladie, seui, trancllc la question. La différenciation cles formes cérébdleuses de la sclérose en plaques et de l'ataxie héréditaire s'appuient, pour le syndrome de Friedreich, sur l'aréfléxie, le caractère statique et non-intentionnel du tremblement, la déformité du pied et l'incidence familiale, pour l'ataxie de Marie sur l'atrophie optique, sur la rigidité pupillaire à l'éclairage - fréquente - et l'hérédité. Nous désirons mentionner quclques syndromes plus rares dans le diagnostic différentiel : la maladie de Wilson, la pseudosclérose de W estphalStrum pezz,· l' encéphalite périaxiale de Schilder, la leuco-encéphalopathie cotzC~:ntrique de Bal6, et la maladie de Pelizaeus-Merzbacher. Tout ce groupe est caractérisé par le début dés l'enfance, rare pour la sclérose en plaques Qusqu'à ro ans: 2,2%). D 'autres symptomes permettent la différenciation : dans la pseudosclérose l'anncau cornécn de Kayser-Fleischer, aspects psychiques graves, démence, attaques de rage, délire, crises épileptiformes, tremblement. Dans la m aladic de Schilder-Ba16: l'aspect familial, la progression permanente, !es troubles optiques graves aboutissant à la cécité complète, crises épileptiformes et désordres psychiques rapidement aggravés jusqu'à la démence. D ans le mal de Pclizacus-Merzbacher: troubles moteurs choréoathétosiques et parkinsoniens, ainsi qu'amaurose et surdité. Les syndròmes ciénumérés sont toutefois trés rares, tandis que la sclérose en plaques est d'une fréquence considérable. Pour terminer, j'ajoute la neuromyélite de Devic, dans laquelle l'atrophie optique est au premier pian et dont la progression ininten;ompue facilite la séparation d'envers la sclérose en plaques. Le syndròme est aussi caractérisé par des symptòrnes généraux et cérébraux localisés, tels que: maux de tete, vomisserncnts, désordres psychiques, délire et aphasie. Il est utile de savoir qu'u~ cas diagnostiqué par van Bogaert camme neurornyélite optique, s'est dévollé à l'autopsie camme sclérose en plaques.
••• Les symptomes de la sciérose en plaques sont si bicn connus quc je me bornerai à en choisir quelques uns, qui ont été invcstis, ces dernièrcs années. d'une importance spéciale, respectivemcnt d'un sens nouveau. Le nystagmus est dc ceux-ci. Nous savons qu'il n'est pas statique, mais dynamique et se déclenche dans une certaine position de l'axc optique. D 'aprés la majorité cles autcurs auxq uels je me rallie, c'est un symptòmc précoce et fréquent, par contre Krabbe ne lui accorde qu'unc incidence de ro-15 ".. . Le nystagmus est habitudlement horizontal, provoqu~ soit par la lésion du fase. long. postérieur, soit par celle du mécanisme vestibulaire ou des faisceaux cérébclleux. Wilson soulignc tout particulièrement le nystagmus dit « gélatincux )) qui révèle à l'examen w1 tremblcment particulier du fond de l'ocil. Paton trouve ce fait pathognomonique dans la sclérose en plaques, mais Wilson l'a constaté dans des ca~ douteux. Monrad-Krohn et Jensen font rcmar<Juer une instabilité du mouvement optiquc, c< oculogyral instability >, , c'est à dire qu'en faisant tourner un disque à 50 cm. environ du maladc, Ics yeux ne se mcuvcnt pas parallèlemcnt, mais en zigs-zags bizarres. Greve.: a constaté le signe positif dans trois-quart cles scléroses en plaqucs. H arris, cnfin, a décrit un nystagmus ataxique, dont l'cssenticl est que le phénomènc se manifeste pc,ur un oeil seulement, et toujours du coté ou le regard du malade est tourné. D'aprés Harris, cctte observation peut etre uni - ou bilatérale et lui semble pathognomonique dans la sclérose e n plaques. J'ai maintes fois rencontré cc symptome (cornme • nystagrnus alterné n) dans cene rnaladic, mais son incidence est beaucoup trop rare pour fournir l'évidence différcnticlle dans cles cas doutcux. L'absencc de réflexes abdominaux est un autrc symptomc. Celui-ci se trouve dans cnviron 85''., . Il est précicux pour établir précocemcnt la lésion du tatsceau pyramidal, surtout dans les cas douteux et pauvre!l en symptomes. Ajoutons que celà est va/ab/e pour une composante du réflexe abdominal seulement: qui est superficie/le, taudis que le réflexe musculaire ou profonde, loin de baism·, s'accentue. Nous reconnaissons que Wartenbcrg a indiqué cc contraste, rcssortissant d'aprés lui d'une lésion supranucléaire pyramidale au dessus du 6.ème segment dorsal. D ans ces cas, les réflexes dermiques et musculaires s'effacent mais ces dcrniers reviennent peu aprés, s'accusant meme davantage, tandis quc le réflcxe ~uperfìcie l rcst absent.
Là-dessus, abordons le point le plus délicat de la question: /' étiologie de la sclérose eu plaques. Nous y constaterons une incertitude complète. Nous distinguons de.s théories infecticu~cs, hétéro -, respcctivement autotoxiques, neuroallérgigues et vasculaires.
1. Les théories d' étiologie infectieu;e, le spirochètc de Kuhn-Steiner, le sphaerula insularis de Stewart-Chevassut, l 'infcction métatuberculeuse d'Ahringsmann ont été définitivement démenties. Les recherches actuclles penchent vers la théorie d'une infection de virus. En France, Guillain et son école, en Allemagne Jakob, Pette et Schaltenbrand, cn Russie Margulis et collab., au D anemark Knud Krabbc, en Grande-Eretagne Wilson, et récemmcnt McAipine, sont tous disciph:s de l'infection exogènc. Les f.tats-Unis se situcnt - toutefois - sur une lignt: nettement diverse, vu que l'influence de Putnam y a dirigé la recherche, ces dernier!. ;.5 ans, presqu'exclusivement vers la thrombose vemeusc. Jc reviendrai sur et point plus tard. Les recherches de virus ne sont du reste appuyées, jusqu'à ce jour, que sur des suppositions et des cxpéricnce> encourageantes. Schaltenbrand, par excmple, a inoculé des singes avcc le liquide frais d' une sclérose en plaques par voie intracistcrnale. QudqLH!S mois plus tard, 1l a observé une prolifération cellulaire accuséc dans le liquide. Le cervcan et le cervclet des sing'cs révélaient, à l'examen histologique, une démyélinisation périvasculairc avcc proli(ération gliale. Schaltenbrand nomme cct étal (( i.ibertragbarer Markschcidenschwund n et la sclérosc cn plagues en seratt une forme spéciale. Ces cxpéricnccs n'ont pas cncorc été confirmées. Margulis, Soloviev et Shubladzc (1946) ont réussi à Ì!.Olcr - au moyen d'inoculations pratiquées avec la substance cérébrale de 2 malades atteint!. d'cncépaphalomyélite disséminée aigi.ie, sur sauris blanchcs deux souches thermostabiles de virus fi ltrables. Quoique l'on n'ait pas réussi à obtenir un virus semblablc avec b malades attcints de sclérosc l:n plaques, il a été néanmoins démontré que Ics deux souches de virus sus-mentionnés n'ont pas sculement neutralisé so'};, du sérum de malades affcctés d'encéphalomyélite clisséminée aigi.ie, mais bicn aussi ccl ui de la sclérosc cn plaqucs chroniquc. C'est à dire que Ics dcux souche~ de virus ainsi isolées ont cngendré dans Ics animaux expérimentaux une cncéphalomyélite aÌ!-,rUC trés proche de \'encéphalomyélite disséminéc humaine et de la sclérose cn plagucs. Margulis a peut ctrc raison en affirmant que la forme aigi.ie de l'encéphalomyélite disséminée et la sclérose en plaques sont identiques. Il mc semblcrait toutefois utile dc choisir à l'avenir pour Ics inoculations de virus, des mal ades incontestablement affi igés de sclérosc cn plaques . .Nous éviterions ainsi de mcler aux rechcrchcs étiologiques des problèmcs de nosologic. Deux donnée pathologiques - uniquement présentes, (autant que jc m'cn rends compte) dans les affections du système nerveux centrai - app tti~n t évidemment la possibilité de l'infection par virus. L 'une, l'encéphalitc épidémiquc, dont le virus déclenche des symptomes violcnts, mais transitoires d~ns la phase aigi.ie, pour aboutir, 10-15 ans plus tard aux phénomènes chromques du parkinsonismc. L'autre, la syphilis, dont le spirochète infecte trés rJpiclement le systèmc ncrvcux (catarrhe méningé de Jahnel) pour y provo-
quer le tabès ou la paralysie aprés une période latente de 10-12 ans. f'admet.•· que l'analogie est tentante, vu ,, l'Auhakt J' dc quelques heures, ou jours, (monoplégie, parésie du nerf VI, amblyopie, ect.) au début de la sclérose cn plaqucs, guérissant rapidement, et suivi d'une période latente du durée variable (jusqu'à 21 ans !) puis de symptomes graves! A mon avis, ce sont justement ces cas tout récents et pauvrcs en symptomes qui devraient etre l'objet de nos recherches de virus. Que savons-nous actuellement de la mauière et du lieu de pénétration de l'agent infectieux? Des cxpériences nous sont communiquées en raison desquelles l'agent rcsponsable de la diphtérie, de la rage et du tetanus, respectivemenr lcurs toxines, et memc certaincs bactéries dc infections purulentc~. emploicnt un nerf périphériquc pour s'insinuer dans la zone rcspective de la moelle épinière (Orr-Roes-Stephenson). Selon Fairbrothcr-Hurst, le virm de la polyomyélite sc propage par Ics axones. Dans la diphtéric, la toxinc provcnant du pharynx ou des foycrs épidermique atteint le systèrnc nerveux centrai par la voie ncurale ou sanguine. Pour nombre d'encéphalites, le point de départ est épiderrnique, ainsi dans l'encéphalitc Japonaise, équine, de tique, encéphalomyélitique, cct. McAlpine rapporte un cas ou une plaie iofectée du pctit-doigt fut suivie d'une neurite ulnaire bénigne. Aprés un intervalle de 2 mois, une parésie du bras gauche et une méningite d'issu<. fatale se déclarèrent. Les iofcctions exogènes peuvent également pénétrer par k tube gastrointestina]. Nous accordons une attention accruc à cettc présomption, depuis que les rechcrches dc Sabin ont démontré le virus de la polyomyélite dans le passage digestif, d'ou il peut passer dans la modlc épinière au moyen du système sympathiquc. Il est également prouvé que les hotes de virus propagent l'infcction par lcurs excrérnents. 2. Pour passcr à la conception hétéro -, respectivement autotoxzque. diverscs théories rattachécs à la toxicité de divers rnétaux (Oppcnheim) on t été complétcment abandonnécs. Néanmoins, une cornmunication de Campbell et collab. (1947) a réorienté l'attention dans cette direction. C'est notam ment dans le mal dit « swayback ), des jeunes agneaux que- la rccherchc a cvnstaté - dans un grand pourcentage cles anirnaux attaqués - une carence en cuivre. La protection des nouveaux-nés s'est avérée possible en donnant à la mère cles scls de cuivre, indispensablcs aux animaux en croissance pour le processus dc myélinisation. En 1947, Campbell et collab. annonçaient quc quatre membres sur sept du team scientifique invcstigant le S\.\'ayback étaicnt en proie à la sclérose cn plaqucs. Fait d'autant plus étonnant que jusqu'à préscnt le swayback par contagion n'avait pas été constaté. L 'idée d'un rolc attribuable aux déflciences du métabolisme cuivré dans la sclérose en plaqucs semble donc fondée sur cette donnée de laboratoire. À ce propos, je rappelle la position importante des protéines cuivrées (d'aprés Huszak) comme ca-
talysateurs de la transmission oxygénée dans la respiration de la substanct: bianche. La théorie autotoxique prend son dépan avec Marburg, qui supposait des 1909 l'existence de la myélinolyse. Les expériences moàernes sur rat (Brickner, 1930-35) renforcent cette supposition. Brickner a trempé la modle l:pinière du rat dans le sérum cles malades affligés de sciérose en plaques. Il a constaté que Ics gaincs myéliniques étaient plus sérieusement lésées que celles trcmpées dans le sérum dc pcrsonnes saines. La théorie du ferment lypolytiyuc est soutenue par Crandall-Chcrry. Altmann et Goldhammer ont dt:montré de la quinine et une lypasc atoxylo-résistantc dans le sérum de la sclérose en plaques (cette donnée est à l'origine de la thérapeutique quininée). Bal6 constate une démolition acccntuée d'acides phosphoriques anorganiques. Laignel-Lavastine-Koressios notent l'augmentation permanente cles phosphatides dans le sérum. D'autre part, un nombre à peu prés égal d'expériences infirme la lypolyse, voir: Weil-Cleveland, Swann-Myers, Richards-Wolff. Ces dernicrs surtout (1940) se sont fermement opposés aux affirmations dc Brickner en soulignant quc scs cxpériences étaient l'effet d'une erreur. Aprés l'interruption causée par la guerre, Sukrii administre le liquide de mal ades atteints de sclérosc cn plaques, par voie intracisternalc, sur lapin, et constate une myélinolyse. En 1948 Lafontainc plaide pour Brickner, soulignant que la sclérose en plaqucs est un affection toxémique dans l'acceptance la plus ampie du terme. Selon lui, tous les fluides cles pcrsonnes atteintes: sérum, plasma, liquide CR, urine, contiennent cles matières myéliniques cap&blcs d'hydrolyser la lécythinc et la sphyngomyéline. Cette capacité dissolvantc ne serait pas spécifique, vu qu'elle cxiste à un moindre degré chez cles sujets sains et dans d'autres états morbides. La dissolution est fermentative, la quinine et la chaleur l'cntravcnt. Il nous scmblerait juste dc concilier toutes ces contradictions. Evidemment, une démolition de gaines myéliniques a lieu dans le système nerveux, meme si sa cause nous échappc. Sous son empire, Ics lipases sériques se multiplient. Mais ceci est loin d'etre l'essence dc l'évolution pathologique. Justemmt, le fait que l.Afontaine a rencontré des enZ)'mes myélinolytiques chez des sujets sains ou atteints d'autres maladies, prouue qu'il s'agit d'un phénomène secondaire, qui accompagne la démolition de la moelle ot-t le métabolirme des gaines myéliniques. Ceci s'applique égalemcnt à la réccnte donnée de W eil-Bradburne, en raison de laguelle le sérum cles malades atteints de 1.clérose en plaques retient 27 % du phosphore inorganiquc administré, évidcmment en raison de la sécrétion phospholipidiquc augmentée.
3·- C'est Glanzmann ( 1927) le premier qui note la théorie allérgique en rapport avec l'encéphalite para-infectieuse. De son coté, van Bogaert (1930) en pèse la part dans la variccllc-encéphalitiquc. Pctte (1942) l'applique à tous les cas d' « Entmarkungsencephalomyélitl5 '' · Rattachant la sclérosc en plaqucs
à ce groupc, il lui prete la mcme étiologie. Hallervorden partage cette conception des encéphalites para-infectieuscs, mais n'identifie pas la sclérose en plaques à ces syndromes. Son argument clinique se base sur le caractère chronigue progressif dc le sclérosc en plaques. Dans l'anatomie pathologique, il souligne le caractère électif et discontinué de la démyélinisation, qui ne corrcspond nullcment à l'inflammation séreusc. Nous apprcnons une donnée expérimentdlc fascinantc.:: l't::xtrait de sub stance cérébralc hétérologue ne serait pas seui à p10voquer des phénomèncs allérgiques. L'cxtrait homologue agit de wemc, si cette substance a subì de::. altérations pathologiques par l'autolyse ou la vaccination de virus (Schwendtner-Rivers, 1934). Cct cffet « anti-<:érébral " spécifiquc est 6 fois plus accus( c.lans la substance bianche que dans la grise (Bailey-Gardner). Ferraro-Jervis, puis Balser et plus tard Kopeloh ont trouvé des foyers dt: Jémyélinisation dans la substance cérébrale bianche Ju singe (centre sem1 ov.al, nerf optique). Ccs foyers périvasculaires étaient engenùré à distancc Par contre, à l'cndroit meme c.lc l'inoculation: nécrose, c'est à dire un phtnomène d'Artu!> typiquc. Kabat-Woltf-Bezer, ensuite Morgan, ont constaté, ég.alement sur le singe, que l'action antigémque de J'émulsion cérébrale s'e lèvc à un taux fort supérieur si elle contient une suspension dc.: bacilles tubcr culeux inactivés, de la paraffine liquic.le, ou de l'« Aquaphor >J . 20-30 jours après l'inoculation, les singes manifestaient des troublcs cérébelleux, optiques. urinaircs et du tremblement intentionnel. Fait important: Ics symptome~ ont progrcssé après la cessation cles vaccinations expérimentclles. Basés sur ces expéricnces, nous pourrons affirmer que la substance cho1 sic pour la sensibilisation est un produit nonnalernent présent dans le métabo lisme dcs gaincs myéliniques. Vu quc Ics altérations sus-citéc~ n 'ont pas ~tt: obtenues dans la substance corticale gric du singe, nous en concluerons qm l'antigènc est lié à la myélinc. En raison dc cc qui précèdc, l'llll Bogaert répartit la pathogenèse de la .-clérose en plaques com me suit: . a) la perméabilité de la barrière hémato-encéphaliquc étant anormak. une matière quelconquc de c.lémolition myélinique parvient dam le sang; b) celle-ci produit une matière d'anticorps-anticerveau dans l'organismc: c) lors quc les proportions idealcs pour l'antigènc sont atteintes, le loyer démyélinisé se produit. Divers agent peuvent hater OLI retardcr ce proccssus. Panni les prcmiers, les pol ysaccharides, parmi Ics seconds une carenec de matière indispensable au métabolismc myélinique. OLI la présencc de microbes, d'cndotoxi nes, c:tc .. D es donnécs cxpérimentales toutes réccntcs de l'Institut dc van Bogaert semblent soutenir la théorie neuroallérgique, cn démontrant dans le sang cles malades attcints dc sclérose en plaqucs, dcs gammoglobuli nes qui corresponc.lent aLix anticorps-anticerveaux Jiscutés.
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Une analyse histologique de Gomirato renforce également la neuroallérgie. Il y souligne les altérations vasculaires dans les environs des foyers démyélinisés. Selon lui, l'essence du processus est une perméabilité vasculaire augmentée, une sécrétion de liquide alburninique, avcc l'asphyxie et l'acidose cles gaines, suivies d'infìltration sccondée par le processus métabolique pathoLogique. il est à voir que les données expérimentales et pathologiques de La théorir allérgique s'accumulent, mais renferment encore nombre d'éléments spécuLatifs. N otons que les essais th.érapeutiques basés sur l' allérgie n'ont, jusqu' à ce jour, don11é aucun résultat. 4· - La tlzéorie vascuLaire, lancée par Putnam aux ~:tats-Unis y domine actuellem ent le champ de la sclérose en plaques. Elle est essentiellement conditionnée par la préscncc dc thromboses multiples notées dés 1882 par Ribbert et soumises, 50 ans plus tard, par Putnam et son école à cles ìnvestigations systématiques. P utnam, expérimentant sur chien, avec cles toxines tétaniq ues, trouve une démyélinisation en rapport avec les thromboses veineuses. Il a démontré la memc, avec scs collaborateurs, à l'aide d'huile de foie de morue et de divers extraits cérébraux (Rivers et collab.). Reportant leurs résultats positifs sur la pathologie humaine, ils renclent la thrombose multiple cles petites veines responsable de la démyélinisation, tant pour la sclérosc en plaques que pour l'encéphalomyélite disséminée. D 'autres - ainsi Dawson, Symonds - ont égalcmcnt constaté les thromboses au cours cles contrçles, mais ont envisagé !es foyers démyélinisés comme une cause, et non une coméquence. dc- Ja. thrombosc. Cctte dernière serait, d'après eux, un phénomène secondaire. La littératurc récente fournit deux données intéressantes. Dow-Bcrglund (1942) ont examiné 6o foyers de sclérose en plaques sur coupes en séries. Ils n'ont trouvé de veine thrombotisée au centrc clu foyer que 9 fois sur 6o, mais il est incontestable que 2/3 cles foyers se placent aux environs des veines, et en poncntcnt le cours camme cles perles enfìlécs. Il est clone éviden t qu'il existe un rapport entre les plaques et le système vasculaire, mais celui-ci est plus compliqué qu'une simple nécrose parcnchymateuse ou thrombose veineuse. Scheinker (1943) contribue à une autre étucle histologigue sur le cerveau de 20 m alades atteints de sclérose en plagues (H òpital de la Salpétrière). Afìn de préciser les altération s initiales, il a choisi pour ses coupes en séric des zones cérébrales indemnes à l'oeil nu. Il a constaté que 2/3 cles pctits foyers incomplets sont périvasculaires et renferment à leur centre une petite veine, ou capillaire. L a th rombose est souvent diffi cile à rcconnaltre, vu que la veine oblitérée peut présenter une paroi intacte, mais aussi parce que le throm bus peut disparaltre avec le tcmps, sans laisscr de traces. (Putnarn et Adler, 1937).
Pour résumer: la théorie de Putnam fournit quelques données pathogé?Jiques fort vraisemblables, notamment la présom ption d'un trouble circulatotre à l'origine des foyers de la sclérose en plaques. L'importance, et sttrtout l' établissement primaire d es thromboses veineuse.; est toutefois disctttable. Il sembfe plus justifié de !es classifier non camme causes directes, mais bien camme phénomènes concomitants. Broman, auteur suédois, qui a examiné la perméabilité vasculaire dcs foyers de sclérose en plaqucs par la teinture supravitalc au Bleu de Trypanide, n'a pas réussi à affermir la théorie de Putnam. Ses séries de coupes congeléc~ n'unt pas démontré de thrombose. La perméabilité altérée ne ressortit donc pas d'une formation thrombotique éventuelle. La perméabilité altérée est-elle donc cause ou conséquence du foyer démyélinisé? Question importante, et Broman se déclare pour la première hypothèse, invoquant les veines de perméabilité normale trouvées dans les pl agues qui lui sembleraient inconcevables si la perméabilité cles parois vasculaires était causée par une myélinolyse. Nous sommes redevables à Broman d'avoir démontré histologiquement les altérations pathologiques de la barrière hémato-encéphalitique. Cette donnée remet l'appareil circulatoire au premier plan, et sa position y gagne en relief ses dernières années. La théorie de Putnam nécessite la recherche cles taux sanguins gualitatifs et quantitatits réguliers cles malades atteints de sclérose en plaques. Les résultats de coagulation (Simon, 1942) sont assez instables. Selon Boszorményi-Cseffk6, l'activité thrombotisantc de ces malades est réduite dc 27-45 %, c'est à dire que leur coagulation sanguine est augmentée. Les données publiées en 1948 par Franklin-Brickner indiquent également l'importancc du système vasculaire, vu qu'1ls y notent la constriction spastique des petites artères rétinales cles malades atteints de sclérose en plaques.
Pour finir, quelques mots sur la thérapeutique. Je serai bref, vu que nous ignorons le mode de guérir ce mal. Deux principes thérapeutiques valides se dessinent néanmoins: 1° - banissons tout traiternent qui aggravc l'état du malade; 2 ° - tentons d'éviter les rechutes. Par égard au premier point, notons qu'il est important d'éviter toute thérapcutique active, telle gue la fièvre artificielle, nettement rejetée par Minkowski et Bing. Méme pour l'état chronique, la réaction focale provoquée n'est désirable que dans la mesure ou elle ne déclenchc pas un nouveau (( Schub » et ainsi l'aggravation temporaire oti permanente du mal. D'après Putnam, la prévention cles rechutes comporte le critère du trai-
39 1 temcnt réussi. Malheureusement, nous n'avons pas encore de thérapie offrant cette garantie. N ous n'ignorons pas que les cas récents, aigus, sont particulièrement endins am: rémissions. Ce ne seront donc pas ceux-ci, ni le type récidivant, mais bien les cas progres.rifs et chronique.; qui çeront la pierre angulaire d'une thérapeutique murement dfléchie. J'ai publiée en 1944 les résultats de mon service par traitement au serumnormal (Stransky), à l'acide nicoùnique et à la vitamine B1 Atriphos. Les données utilisables de 163 cas donnent : résultats favorables et moyens par sérum et acide nicotinique: 44-44 %, par l'adénosine-triphosphate 56 %. Conséquemment, c'est à l'adénosine-triphosphate BI que je dois mes meilleurs résultats. J'ajoute quc j'ai noté 3 réactions focales dans !es cas traités par sérum-norm al homologue (Stransky), absentes pour !es 2 autres médications. Je préconise donc ces dernières. Je n'ai pas tenté la thérapeutique par la dic(iumarine, correspondant à la théorie de Putnam, tant en raison des difficultés d'approvisionnement que des com munications peu encourageantes. Putnam lui-meme reconnait que ce traitement ne vise pas l'allégement des symptomes dévelopés, mais uniquement la prévention de nouvclles rechutes. Vu son effet transitoire, il exige une posologie constante et continuée toute la vie. L'augmentation du taux òe prothrombinc peut, de son cOé, causer hémorragies dangereuses, et réclame un contrale de laboratoire permanent. D'après la dernière communication de Putnam et collab. (1947) comprenant 147 cas, 25 malades du type rémittant restèrent sans rechutes, 16 malades du type progressif ont continué d'empirer. Il nous semble que ces données ne justifient pas les dangers et le contrale continué du traitement. Une autre thérapeutique, également basée sur la théorie dc Putnam, consiste en injectiotJs d' histamine par voi e intravei neu se. Les données de la Clinique Mayo indiquent 2.75 mgr. d'histamine diphosphate dans 250 ccm. d'infusion saline physiologique, administrée guotidiennement, goutte à goutte. Après 15 jours, le traitement est continué tous les seconds jours, sur une durée de plusieurs mois. Il effectue la dilatation des artérioles cérébrales, des vénuls et capillaires. Les auteurs américains sont fort prudents guant à la publication des résultats. La thérapie vasodilatatoire par sympathectomie cervicodorsale se rattache a Wethrell. Une vaie plus simple est l'emploi de l'aminophylline, de la syntropane ou dc l'acide nicotinigue. Pour les cas graves et avancés, nous tentcrons le traitement symptomatique. Ainsi, pour !es contractures spastiques ou les spasmes douloureux causés par l'automatisme spina!, mon service a approuvé l'infiltration à l'acétylcholine du muscle spastique (dr. Tarnay). Des résultats approchants, mais non supérieurs, sont dus à diverses préparations dc curare, à la myanésine et au produit H ongrois << relaxil ·•.
Dattner a recommandé l'aspect alimemaire de la sclérose cn plaqucs à l'attcntion. L'achylie, ou anachlorhydrie qu'il a notéc pour 37 °" ont suggéré le traitement à la vitamine, répandu plus tard. Selon Brickncr-Brill, 73-5 % des maladcs ::meints dc sclérosr en plaquc 011t une anùpathic pour les aliruents gras. Lcs observations dc mon servicc (dr. Kaspin), confirment ces données (51.6 ·~q . Nous n'y avons pas constaté Ics 47 °{, d'idiosyncrasie envers les gras laiteux. Cette brèvc revue des possibilités thérapeutiques expliquc le retour du prof. Cloake à l'ancicn traitcmcnt par l'arsenic, lors de la séancc du Royal College of Physicians, cn 1947. Cc traitement doit ctrc poursuivi, d'après lui, dc 5-10 ans.
fl y a un an et Jemi <fUC !es ncurologucs américains ont fondé la Nationat Multiplex Sclerosis Society. Cette société a un corps méd1cal consultant, présidé par le proL Putnam. Elle tcnte d'attircr l'attcntion du public sur le
problème important dc la sclérose cn plaques par ses pamphlets et scs confércn ces. Le I janvier 'Y4~. la Société comptait 7·500 membres et posséJait un capitai de roo.ooo dollars. Il me semblc que l'Europe devrait suivre sur ccs brisécs, vu la fréqucncc dc la sclérose en plaqucs parmi les affcctions neurologiques. À n otre avis, la sclérose eu plaqt-tes n'est plus tm problème purement médicai, mais comporte u11e vaste importauce sociale, comme la tubercu/oce ou La syphilis. Cette conviction doit nous mtrai11er vers notre but fina/: la lutte urganisée coutre celte maladie crr~elle et my.>térieu::e.
BLBLIOGRA PH l E
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UN FACILE E RAPIDO SISTEMA PER LA PRODUZIONE DI POZZETTI NEL METODO DELL 'AGAR-BUCO DI FLEMING PER IL SAGGIO IN VITRO CON ANTIBIOTICI NOTA DI TECNICA Cap. rn.:d. dott. Gu;srrrt AJ.BLRCI UXA, tmcgn~ntc aggJUnl<)
Il classico metodo dell'agar-buco di Fleming rimane ancora oggi, malgrado i vari accorgimenti di tecnica escogitati successivamente in tanti altri metodi per il saggio della sensibilità «in vitro » dci germi alla penicillina e per la titolazionc di essa, un metodo che ha ottimi requisiti per la sua facilità di esecuzione nei saggi su terreni sol1di. Sia che si proceda a disseminazione in supertìc1c dci germi od a mcorporazione di essi nell'agar (agar-germi), la formazione preventiva dci pozzctti permette con facilità la immissione della penicillina nelle diverse conCCI1trazioni volute c la regolare diffusione per assorbimento nel terreno di cultura. C metodi di saggio con pozzetti, che vengono più frequentemente u~ati, sono: - metodo di Fleming (agar-fuso penicillina); - metodo di Fleming modif. da Gallardo con pozzetti e dischetti di carta da filtro; - metodo di Scanga (strisci multipli e pozzctti). La formazione clei pozzetti è ottenuta in vari modi : a) con ansa batteriologica, (fig. 1-a); b) con l'uso di un comune foratappi e successiva asportazione del Cilindro di agar con uno stiletto, (fig. i-b); c) con apparecchio Da"oli, consistente in un tubo metallico collegato con un serbatoio, in cui vengono aspir::tti, per suzione a mezzo tubo di gomma, i cilindri di agar (fig. 2). li sistema per aspirazione è indubbiamente il migliore, sia perchè evita l'inconveniente di aprire le piastre diverse volte. sia perchè permette una maggiore regolarità dci margini nei pozzetti. Allo scopo di rendere più. agevole c più. pratico tale sistema di produzione dci pozzctti e per ovviare all 'inconveniente dell'aspirazione con la bocca,
395 non tanto raccomandabile lavorando con materiale batterico, ho semplificato il sistema Davoli con l'uso di un piccolo « agar-aspiratore con peretta » che, pur avendo tutti i requisiti voluti, offre il vantaggio di una maggiore semplicità, rapidità e sicurezza per l'operatore (fig. 3). Esso risulta costituito da un tubo di vetro spc5so del diametro di 3·4 mm., piegato ad angolo retto ad una estremità, in modo da formare un tratto ver-
rig. l : a) ansa h:meriologica; b) foratappi e stilcno.
ticale dc:lla lunghezza di 3-4 cm. c un tratto orizzontale della lunghezza di rs·20 cm. n primo (tratto settore) è lavorato pe~ soffì atura, in modo da avere le pareti sottili per facilitare l'affondamento ~ell' agar e la sezione regolare del cilindretto, c il diametro di 6-R mm .. corrispondente a t}ucllo stabilito per i pozzetti.
Fig. 2: Apparecchio Davoli .
Il secondo (tratto aspiratore) è m connessione distalmentc con una peretc presenta una strozzatura nel suo terzo prossimale, che restringe il calibro del tubo, in modo da impedire l'eventuale passaggio di pezzetti di agar. Il funzionamento è semplicissimo. tin~ di gomma
Dopo aver passato l'estremità libera alla fiamma. la si introduce nella piastra e, previo raffreddamento onòe èvitarc la fusione dell'agar, la si affonda nello spessore di esso nei punti determinati , tenendo la peretta compressa nel palmo della mano destra. Un leggero movimento di totazionc.: permette il taglio regolare di un cilmdro di agar, che viene rapidamente aspirato e trattenuto nel tratto di tubo che precede la strozzatura, con il ~em plice rilasciamento della perctta.
Fig. ) : t\gar-aspiratore con peretta.
Per pratic.1re successivi pozzctti basta liberare il tubo di vetro con respulsione del cilindro di agar a mezzo della perelta stessa e ripetere il procedim ento di cui sopra.
rig. 4.
~aggw di sensibilità del
rnicrococco tetragcno.
HIBLlOGRAFIA R.: Titolazione in vitro di penicillina. - Lo' Sperimentale, vol. 9B, fase. 1-11. D11vou R., BrFFJ·GE:-:nu e PARI>I: Giornale di Med.cina, fase. 1 t-12, 1945. ScANGA F.: Penicillina, streptomicina ed altri antibiotici. - Firenze, Ed. Sansoni, 1948. DAVOLI
OSPl~DALE
MlLITt\RE PRII'CIP.\U
DI ROM.\
Direttore: Col. mcd. prof. CoRR.\Ill'!l c; l \I'OBb l
LA PENICILLINA OLEOSA A PICCOLE DOSI NELLA CURA DELLA INFEZIONE GONOCOCCICA
In questi ultimi anni autori italiani si sono interessati dell'uso delle piccole do~i di penicillina in ,·cncreolog a (Cornei, E. Cappelli, G. Bellone, Gardenghi). Prediletto obbiettivo di numerosi lavori è stata l'infezione luetica. Recentemente sono state impicg:nc, con buon e~ito, dosi relauvamente piccole dt penicillina oleosa, per In via intradcrmica nelrinfczione gonococcica (Mazzacurati). I tentativi terapeuLici da no; intrapresi sono stati diretti allo scopo di stabilire il minimo della dose utile c le sue modalità distributive, c le ragioni che potessero gtustificare una scelta della via di introduzione. premesso che, data la sensibil:tà che il diplococco di Teisser dimostra verso l'antibiotico, ci è sembrato non pri\'O di interesse ricercare se dosi anche assai basse, sommin:strate però con continuità e per un tempo abbastanza lungo, fossero sufficienti a debellare l'infezione c se, cioè, l'azione c.lella penicillina sul gonococco fosse funzione precipua della prolungata presenza dell'amibiotico sul luogo di infezione piuttosto che della sua concentrazione. L'uso di dosi relativamente alte di penicillina in olio e cera realizza emrambe queste condizioni: ma non dimostra se ad esse associate o ad una sola ed a quale, sia legato il successo nell'infezione gonococcica acuta. Alcune considerazioni sulle caratteristiche di azione della penicillina, ci spingono però a ritenere che anche concentrazioni assai più basse di quelle ottenibili con le dosi usuali, considerato il tipo del processo morboso c la sensibilità dd germe che lo determina, potrebbero essere sufficienti. E' infatti noto che il tempo di contatto e la sua continuità, stabilita una concentrazione minima utile, hanno un'importanza determinante al fine del successo, mentre l'inversione del la formula, cioè (( tempo minimo utile-concentrazione altissima » è contraria alle concezioni essenziali sulle modalità di uso degli an t'biotici batteriostatici: da ciò la regola del « tempo d'azione sufficientemente prolungato >> espressa dal Fie ming, e la tendenza, neU'uso corretto del rimcd;o, di dare maggior pc.o;o al modo di somministrare la dose che alla dose stessa. Da considerare sono poi le condizioni favorevoli, determinate dal tipo del processo morboso. L'attività della penicillina infatti, a parità ~i dosi, è aumentata dalla stessa acuz:e del processo: l'azione dell'antibiotico rispetto ai germi, è noto, si esplica sulle forme in fase di riproduzione: è accentuata dalle condizioni che la accentuano, è diminuita da quelle che la inibiscono. Nella uretrite gonococcica acuta, perciò, si realizzano le condizioni ideali pcrchè dosi minime prolungate nel tempo ottengano i risultati migliori, in quanto il processo si svolge ndla direzione di azione del rimedio. Inoltre è da notare che il potere inibitorio della penicillina, a differenza, ad esem pio, delle sulfamidi, è assai scarsamente influenzato dal numero dei germi presenti.
39~ ~ualora non ve ne ~iano di quelli produttori di enzimi inattivami per essa: ciò che rende praucamcnte trascurabile il consumo locale. E' da tenere presente inoltre che la pcntnllma, eliminata malterata per le urine.:, esercita sulla n::gione colpita una ult::norc azwne pe< cui ~i "iene a creare un secondo punto d :macco al prc.cesso morboso. e. di conseguenza, una doppia azwnc rcrapeutica. ln base a quanto surricordato, ab01amo creduto opportuno ricorrere nei uo~trt csperimcntt terapeutici all'uso della penicillina in olio e cera, alle dosi mtnime compa cibtlt con la tecmca di somministrnwne, io quanto questa preparazione, in virtù delle sue caraLterisLichc di assorbimento, sembrava essere 111 possesso dci m igliori requ :~ iti per la nostra finalità di impiego: c ciò nonostante che ruso di ~ingole dosi :nteriori a 50.\.IOO U.O. sia r.tenuto in genere sconsigliabile per le oscill<u.ioni che si dctcrmtncrebbcro sul livello ematico: vanazioni che, come diremo oltre, nei contro! h della peni ci]lincmia non sono però giunte fino all'assenza dell'antibiotico. Abbiamo usato, per i nostri esperimenti, il sale calcico di penicillina in olio dt arachidi e cera d'ap., Abbott formula Romanowsky, somministrandolo, mediante stringa centesimale da insulina, alla dose standard di 20.000 U.O. per iniezione. Abbiamo praticato da una a tre iniezioni per via imramuscolare o imraùermica, distanziando di sei ore la seconda introduzione dalla prima e di dodici ore la terza dalla seconda. Alcuni casi con complicazioni sono stati trattati con altre iniezioni successive ogni dodici ore per un totale da cinque a sette iniezioni complessive. Ad un gruppo di malati, dopo una sola iniezione, è stata praticata la ricerca dcii., penicillinemia ogni due ore, fino alla diciottesima ora, con il metodo della diffusione tn agar su piastre. Sono stati così trattati novantacinque ricoverati affetti da uretrite gonococcica acuta. tutti ospedalizzati. Ad un primo gruppo di cinque pazicnu abbiamo praticato una sola iniczionL intradermica o intramuscolare di 20.000 U.O.. Di un secondo gruppo di sed.ci, otto sono stati trattati con due iniezioni intrader· miche, otto con due intramuscolari. l restanti settantaquattro sono sta Li tutti trattati con tre i ntezioni: m trcntacinq ut di essi fu scelta l::t via intradermica, negli altri trentanove la intramuscolare. Inoltre, sci malati affetti da orchiepididimite gonococcica hanno ricevuto un numero superiore di iniezioni (da 5 a 7), intramuscolari in quatrro, intradermiche in due di essi. Tutti i malati, controllati microscopicamente prima, durante e dopo il trattamento, dopo una permanenza media di sei giorni in ospedale (salvo gli affetti da orchicpidid:mitc), sono stati dimessi, con invito a presemarsi dopo una settimana per succe$sivo controllo. ln questa occasione, e cioè al ritorno per diagnosi di guarigione, gli esami microscopici, ad eccezione di pochi casi, i quali peraltro furono seguiti ulteriormente. furono effettuati prev :e le usuali prove di riattivauone locali c parcntcrali I risultati, per i malati trattati con tre iniezioni da 20.000 U .0. sono stati quanto mai soddisfacenti, essendo essi venuti a gu:uigione per la quasi totalità; buon esito si è avuto anche nei pazienti aiTetti da orchiepididimite. Risultati meno probalivi si sono avuti per i trattati con due iniezioni, mentre del tutto insufficiente si è dimost~ato il trattamento mediante un'unica dose di 20.000 U.O.. A i lini del decorso e dell'esito la via di introduzione non ci ha rivelato differenze apprezzabili. La tabella che segue indica l'esito complessivo dei nostri tentativi Lcrapc:utici. Per quanto riguarda i cinque malati di orchiepididimite, si è a,·uta una rapida remissione della sintomatologia soggettiva cd obbiettiva ed il decorso è stato qu:tnto m:ti f:worevole. ln nessun caso si è potuto repcrire il gonococco nei preparati micro-
scopici, prelevati dopo la cura; i malati, seguiti per un periodo da uno a tre mesi, non hanno presentato più alcun segno obbiettivabile della pregressa infezione. lni~zioni da
20.000 u. o.
:-lum~ro d~i malata tratt3ti
Via intradermìca
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2 2 (entra•o·l bi affe tti da mal·
formaz. uretrali)
Nel gruppo di malati affetti da uretrite gonococcica acuta ai quali sono state pra ticate tre iniezioni, salvo tre recidive, ~i è av uto un comportamento un :forme: attenua zione progress:va sino alla scomparsa, in due-tre giorni, dello induito purulento ure tralc; permanenza nella met:l uci casi di lieve induito catarrale il quale, diminuendo progressivamente, è scomparso in media al decimo giorno dal trattamento. Parallelamente, gli e~ami microscopici eseguiti in serie a tutti i pazienti, hanno mostrato nella prima e seconda ora, le caratteristiche alterazioni morfologiche a carico dei gonococchi (forme giganti, elementi in lisi, emicocchi singoli) maggiormente accen· tuate nella terza ora; nelle ore seguenti i preparati sono stati praticamente sterili, ad eccezione di qualche diplococco ~ingoio, morfologicamente non identificabile e dalle caratteristiche tintoriali alter:nc. Il quadro citologico, se s• c,:çcettu:l una maggiore lenre;.za nella e\·oluzionc, non si è allontanato da quello che st osserva dopo il trattamento con forti dosi. In seconda o terza giornata, è stata frequente la comparsa di scarsa flora banale costituita essenzialmente da sc:1rsi diplococchi isolati c d:1 tetr:lgoni o lanceolati, associata ad accentuata diminuzione degli elementi cellulari, inclusi in reticolo di fibrina. Nei casi recidivati si è assisti to invece al quadro clinico della attenuazione temporanea dell'induito purulento, con riaccensione della sintomatologia dalla seconda alla quinta giornata. Microscopicamente il gonococco, rari ~simo cd isolato, è ~tato spesso reperibile nei preparati oltre 12 ore dopo la somministrazionc dell'antibiotico c, corrispondentemente alla recidiva clinica, si è notata l'esplosione acutissima del processo, con disseminazione di gonococchi intra cd extracellulari a gruppi ed isolati, in grandissima quantità; relativamente scarso invece, all'i nizio della recidiva, il numero dei leucociti. A proposito del!c recidive, è degno di rilievo il fatto che su settant:lnove trattati con un totale di 6o.ooo U.O., soltanto in tre si sia avuto insuccesso: due di essi erano affetti da malformazioni uretrali (ipospadia, diverticoli) che forse avrebbero reso problematico il successo anche con le dosi usu:1li di trattamento. I controlli eseguiti su sangue di cinque malati, prelevato ogni due ore dopo una sola iniezione, hanno rilev:no in esso la presenza dell:1 penicillina fino alla dodicesima ora, indipendentemente dalla v:a di introduzione del rimedio. Rispetto a quest'ultimo, è da notare che durante la sommimstrazione intraderm'ca abbiamo assistito ad alcune particolarità che meritano di essere menzionate. Diremo anzitutto che .tbbiamo tro,•ato qualche difficoltà nella pratica stessa delle iniezioni, almeno in un pnmo tempo: infatti l'introduzione nel derma superficiale ha provocato con estrem:1 facilità la formnione. dopo uno o due giorni, di un infiltrato
infiammatorio rilevato, rotondeggiantc, spesso seguito da un sollevamento bollo~o la cui apertura, precoce, faceva fuoriuscire il liquido oleoso iniettato, lasciando uno sc:IVo crateri forme a fondo rosso vivo e granuloso: l'andamcnw del processo che sì è prolungato spesso per oltre due settimane, pur non incidendo affatto sull'esito della cura, ha disturbato non poco i malati che hanno avuto la disavventura di ricorrere alle nostre cure all'ìniz:o di queste ricerche. Fu necessario \inccrc la tendcnz.l ad accedere nell'altro senso, cd acquistare una certa dcstrcu.a nella manualità per ottenere delle introduzioni che fo)sero cflettìvamente in rradermìche c nel contempo non dessero luogo al suaccennato ìnconvenieme. Cionono~tante, io gran parte dei casi abbiamo a~sistito a notevoli fatti reattivi, specie nei soggetti ai quali erano state praticate più iniezioni, nei quali il processo prese l'aspetto di un carancristico fenomeno ùì gruppo. Per quan to riguarùa la via dì introduzione, è 110to che la intradcrmìca è stata prcscclta da alcuni autori per la particolare ricchezza dì clementi ùcl sistema endoteliale 111 questa regione, nella premessa che l'antibiotico agisca. oltre che per il suo potere diretto sui germi, anche per un mctca nismo biologico indiretto di stimolo delle difcsL orgalliche attraverso il sistema reticolo endoteliale stesso. Inoltre, sì potrebbe supporre, a carico degli clementi di questo sistema, una capacità pcssica diretta o ìnùìretta nei riguardi dell'antibiotico. la quale potrebbe imprimere dci caranerì particolari all'as~or hìmento di detto rimedio. 1 nostri risultati non han no permesso dì rilevare ùifferenzc apprczzahilì fra i ùm metodi, riteniamo perciò, dal punto di \'ista pratico, preferìbile la \'ia ìntramuscolart'. lssolutamente indolore c mediante la gua le sì possono ottenere identici risultati c\ i tando sgrade\ol i inconvenienti. CO!'CLUSIOKL
f risultati tf,t noi OllCI1Uti ci h:111110 COl1\ llllO che la Jo~e ÙÌ 00.000 U.(). di pC111 .:illìna oleosa iniettata con le suddette moù::llità t: perfeuamente ~ufficicntc per assicu rare la guarigione della urctrite gonococcica acuta nel cf> "o dei casi. Essi sono tali da ~pingercì a rivedere alcuni aspetti della con~uetudìnc terapeutila attua l mente i n valsa sull'uso della penicillina nella i nfezio ne gonococcica acuta. Tutti ricordiamo come, pochi anni or sono, quando ìl prezioso antibiotico ci per wnÌ\'3 a prezzi proibitÌ\Ì fra molte dìfticoltà c ne era persino proibito l'impiego nclk !fltczwnì \'encree, si usassero, pratìcandole con la rigida tecmca dettata pcr il suo impiego, delle dosi di pcnicill;na rhe oggi nessuno prescrive, sin nell':ìmbito ospcd:1 lìero, che nella pratica privata, per i suoi malati. Ciononost:t nrc i risultati erano una n'mcmente dctintti miracolosi. Poi con J'numento rei ati\ o della disponibilità. cominciarono i primi insuccessi. Se consiJerìnmo il problema al Ji fuori del suo aspetto panicolarìstico, potremmo dire che questo momento ha costituito la fast: psicologica negativa che la storia della medicina ricorda nei nguardì di 9gni farmaco, anche nel caso che esso abbia in primo tempo incontrato il consenso unanime del mondo scientifico. Ma, tornando nel campo dell'in fezione gonococcica, cui unicamente si riferiscono queste nostre considerazioni, la precedente esperienza ~ul compurtamento dei sulfamiùìci in questa malattia, operò in molti la com ìnzione, tn altri ti sospetto, ,hc la penicillina potesse rilevare un comportamento analogo. Sì prospeuè, il problema deliJ penicillino-resistenza, problema sospeLtato su un piano scienti ficamente elev:Jto come visione generale di aspetto biolo gìco, e previsto più superfìcialmentt: in pratira per Lritcrìo analo~ìco nei riguardi dci c hemioterapici. Non sappiamo nt: abbiamo riu::rcato quanto q ueMi insuccessi siano stati sanzion:ui dal vaglio del rigore scientifico : il fatto è che le dosi aumentaro no vertiginosamente
e spesso, odia pratica privata, secondo ..:riterì, oseremmo dire, dilettantistici. A questo Ju mento di dosi purtroppo corrispose spesso un impiego irrazionale del rimedio, chr J sua volta, per circolo viz"oso, rese le dosi alte necessari::. Il nostro modest" ssimo lavoro, attraverso la dimo~trazrone che un quinto delle do~i auualmentc usate è perfettamente sufficiente per ottenere la guarigione dell'uretrite gonococcica acuta, vuole ricordare che, più che l'altezza delle singole dosi, giova nell'uretrite gonococcica mantenere l'effetto per un tempo sufficiente. Ciò beninteso, per le forme semplici ed acute: poichè per quelle croniche o rom plic:ne l'aspetto è del nmo d iverso.
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MINISTERO l)l:.I.LA DIFESA - ESERCITO DIREZIONE GENERALE DI SANITA' MILITARF COI.LEGIO MEI)[CO LEGALE - PRESIDENZA
MASSIMARIO DI CASIST ICA E DETERMINAZIONI DI MEDICINA LEGALE MILITARE Magg. geo. mcd . prof. G. Fn~ 1x1. pn:~ulcntt
Le recenti visite ispettive eseguite dal Presidente c da alcuni membn del Collegio Medico Legale presso varie Commissioni di 1• e 2 " istanza, disposte dalla D irezione Generale di Sanità Militare, e che saranno continuate, a fin e di controllo dei criteri valutativi da esse seguiti c di coordinamento dei precetti medico-legali che sono e devono essere attesi, sulla hase delle disposizioni vigenti e della prassi giurisprudenziale. hanno evidenziato a volte difformità di apprezzamento etiopatogcnctico su casi analogici, titubanza nell'affermare elementi di circostanziata presunzione, pur se desumibili da inequivocahtli dati anamnestici e clinici, giudizi oscillanti sul determinismo della concausalità lesiva, o negativismo nel riferimento all'occasione di servizio. Cioè un o rientam ento dottrinario non sempre deciso ed univoco cd a volte una aderenza pedissequa all a informativa fornita d:~ll'istruttoria dei Corpi, senza adeguato vaglio clinico-critico per le diverse sequde medico-legali che da es~a sarebbero derivate. Pertanto, a fine di fornire norma per uniformità di mdirizzi e di rispondenza ai dettami della legge ed alla sua legittima interpretazione, pur nel k inevitabili discrepanze di una casistica multiforme per mutabili circostanze di tem po e di fatti , si ritiene sommamente utile dar vita alla pubblicazione periodica sul Giornale di Medicina Militare di un massimario e dei pareri del C.M.L. e delle sentenze della Corte dci Conti più significative per eccezionahtà di raffronti o per perseveranza tli determinazioni consolidate da una prassi costante, onde ciascun ufficiale medico possa trarnc alimento di esperienza dottrinaria e pratica per affinare la sua << mc:-ntalità )) medico-legale c per adeguarsi ai postulati sempre rinnovantesi in materia di de jure condendo. Dato l'i mmenso progresso evolutivo compiuto dalla dottrina medico-legale in rappor to al concetto giuridico d1 concausalità, le nuove conquiste realizzate, gli insegnamenti sulle nuove acquisizioni etiopatogenetiche di cui occorre tener conto, specie nelle più importanti forme morbose predominanti nella casistica pensionistica di privilegio ordinario, e cioè tubercolosi, malattie nervose e mentali, malaria, la cui portata sanitaria ed erariale è cospicua; l'esame di una enorme mole di forme morbose da parte del C.M.L. che ha ad esso
conferito la possibilità di approfondire i neSSt dt causalità e concausalità, i legami meno appariscenti di interdipendenza e di mterferenza patogenetica, le ripercussioni a distanza delle lesioni traumatiche, le capacità di recupero e di influenze vicarianu, anche per 1 maggiori mezzi dt accertamento tecnico di c~ dispone, apparirà evidente l'utilità della pubbl icazionc periodica di un masstmano. Ne trarrà certamente vantaggio la ordinaria pratica medico-legale, la necessaria uniformità di indirizzo normati,·o, l'onere che allo Stato ed agli interessi dei singoli deriva dai ricorsi di appeJJo, la cui procedura è inevitabilmente dispendiosa di tempo c di imp1ego di personale. D'altra parte è anche preciso obbligo del Collegjo cliiTondcre la conoscenza del la sua prassi, onde gli organi periferi ci possan0 ottemperare a tjuanto ad essi fa obbligo la regolamcntazione (art. rR del Reg. approvato col R.f>. .!2 giugno 1926, n. 1062), e cioè « di uniformarsi in ogni c.a~o alla giurisprudenZ1 che in materia medicolegale verrà form andi)SÌ attraverso i pareri del Collegio Medico Legale istituito dall'art. Il della Legge 11 marzo 1926, n. 416 ». E perchè la conoscenza di tale giurisprudenza s1a completa e documentata nella· varia casistica, nella susseguente elaborazione giuridjca da parte degli organi giurisdizionali della Corte dei Conti, donde essi riemergono in precetti e linee di massima, faremo seguire di volta in volta anche estratti delle più significative sentenze della Corte, anche se dissenzienti dai pareri del Collegio. in quanto da esse può c deve trarre sostanza di ammaestramento giuridico chiunque voglia o debba seriamente occuparsi dei problemi inerenti ai compiti dello Stato, quale supremo regolatore della vita sociale della N azione. Come, infatti, ha già operato l'Amministrazione Militare con l' << Istruzione per il servizio delle Pensio1li Privilegiate Ordinarie >> (N. 3752 del Catalogo - Poligrafico dello Stato Edizione 1941), inserendovi (pag. 34) : « Secondo la lettera delle disposizioni in vigore il servizio deve essere la causa diretta ed immediata dell'infermità; ma per prassi della cessata sezione 4& della Corte dei Conti, s~gui~a - in conformità dci pareri di massima del Comitato Pensioni Privilegiate Ord•nane - dal Ministero e per la gi uri spru denza della Sezione 2" giurisdiz ionale de lla Corte stessa, il serviz 'o, come concausa preponderante, è sufficiente per ammettere il riconosci· mento dell'infermità n.
Quindi non può più sorgere dubbio, in alcuno, sulla legittimità riconosciuta ed ammessa di tale interpretazione della legge fondamentale. D'altra parte non esiste sostanziale divario interpretativo, avendo la Corte chiarito che <1 ferma la condizione. voluta dalla legge della unicità della causa, questa condizione del·ba riferirsi esclusivamente a fattori esterni obiettivi e che essa si debba ritenere parimenti verificata quando, col fattore obiettivo di servizio (causa), abbiano concorso fattori i11dividuali (concausa), purchè, naturalmente, i'cvento di servizio abbia rappresentato la causa determinante. immediata >>.
E, perciò, in proposito è ormai fermamente acquisito: cc la massima fo rmulata dalla C. C. che l'evento di scrvi7.io dà diritto :. tr:ltlamento di 5 - Giornal<' d, \fC'Iiù in,, .\fi/itorc.
pr;vilcgio quando abbia Jetermin:uo la Inabilità o 1:! morte, anthe se l'una o l'altra si:1 no da porsi, comunque, in rapporto con una infermità preesistcnte nel soggetto, in atlO o in hnenza "· «Non <Ì tratta, mjalll. d1 dosare la e1111tiì della nuua rispetto alla int•alu/if,ì o all,t morte, ma di vagliO/c la sua effioenza nspetto al proce.uo morboJo dal quale c~ poi dt 1 Ù1 attJ l11 mvalid1ttÌ o la morte c nel quale entrarono in gwco fattoli 01·gamc. costltuzlon,J!J atritudmi morbose individuali, affezioni latenti o comunque e.<Ùtenti, mu 11011 n'let•atc preadentemente o non vagliate aaeguattJmente, ovvero cun·ora che, pur euendo state accia rate prtma dell'uento di scrvtzto, non abbtuno dato luogo di m1,;tatwa del/',unministJ<r -:;tone al corrùpundente proc!l•ed mento med1co legale "· ( Bucciantt ).
Donde consegue che s; è anche chiamati a decidere, cd in p!U cas1 111 senso favorevole, se il normale ordinario sen·izio, per un organismo già predisposto, sia assurto a causa efficiente c prepondèrante (concausa) non !>Olo dell'insorgere o conclamarsi della infermità, ma anche di un decorso più celere o più grave di èssa; c parimenti che sia assurta a .:o ncausa prcponderante ed efficiente (o concausa prc\'alente e necessaria) il fatto di aver prc~tato ser vizio in condizioni fisiche minorate, non occorrendo, per affermarlo, che il militare sia stato effettivamente esposto a speciali disagi c a particolari cause od eventi debilitanti, poichè {1uell<' che può considerarsi servizio ordinar=o per un soggetto valido, diventa eccezionale e logorante per chi fu :lrruolato o trattenuto in condizioni di minorazione fi!>ica, non adeguatamente accer tata o perchè solo clinicamente latente. Analogamente è stata allargata l'ammissione del concetto di concausa anche nella occasione di servizio. Insomm.t 1 dettami interpretativi dei più notevoli maestri della Medicina Legale e della legislazione e giurisprudenza ordinaria in tema di lavoro assicurato c di in{ortun istica da lavoro sono stati in gran parte traslati, dalla più recente giurisprudenza della Corte, nel campo della pensionistica di privilegio ordina· rio, con innegabile ritmo evolutivo di criteri giuridici. Di conseguenza, la Amministrazione militare li ha inseriti nella sua prassi. Infatti SI legge, a pag. H della citata « Istruzione, ecc. 11 : " E' condizione essenziale della dipendenza che il sen'izio sia ~tato regolarmente co mandato. Ma, in alcune ipotesi, la provenienza da causa di servizio è P''esunta; basta cioè pro\'arc il fano e 1:1 lesione conseguente, perchè questa si debba senz'altro ammettere come dipendente dal servizio. (Omissis). In generale, la presunzione sorge quando l'evento sia dovuto all'uso di strumenti o ad esercitazioni che siano strettamente necessarii per l'ad destramento militare >>.
E cioè quando non esista colpa grave o volontaria infrazione disciplinare, che non sono la stessa cosa della disattenzione, che può in molti casi rientrare nell'ordine della stanchezza fisiologica, o della inesperienza per insufficiente addestramento. Anche sul criterio di apprezzamento della incapacittì a lavoro proficuo la Corte con la sua interpretazione ha temperato il rigore della legge che esige la invalidità assoluta generica (Bucciante), rilevando invece, a tal proposito, che la legge non afferma che l'infermità (o complesso di infermità)
deve determin are una assoluta incapacità a qualsiasi lavoro, ma a qualsiasi proficuo lavoro : «a quel lavoro, cio~, che sia per riuscire proficuo a c hi l'esercita, che io metta, qUJodi, in grado di procurarsi un minimo guadagno che possa contribuire n soddisfare in modo apprezzabile alcuni fra i bisogni essenziali della \'ita '' •
ed in misura continua. Bastano gli accenni sopra riassunr1 111 sintesi per convincersi di quanto dottrina e giurisprudenza abbiano superato il tra,guardo statico di un tradizionalismo inerte cd illegittimo pcrchè pigramente aderente alla lettera, e non allo spirito di una legislazione e regolamentazione in perenne evoluzione di fatto. L'adeguato apprezzamento di tale evoluzione, che sarà proiettato con la pubblicazione periodica del massimario e della casistica, contribuirà, è sperabile, ad un sempre piì1 in trir1seco coordinamento dei giudizi delle Commissioni di 1" e 2 " istanza, in ma.tcria di dipendenza, limitando le occasioni di ricorso in sede amministrati va e giurisdizionale. con sicuro vantaggio anche del l'onere erariale dello St::tto.
PARERI DEL COLLEGIO MEDICO LEGALE I.
Parere per MARTlt't Uco - Verbale n. 1276 4!l del 18 ottobre 1948: :-.·lane per malaria cronica.
Militare della classe r889 partecipò alla guerra 1915-r8. Richiamato il 26 giugno 1940 tu inviato in Albania ove contrasse ma laria nel settembr~ dello stesso anno. Fu dapprima ricoverato nell'Ospedale da campo 550 ed inviato quindi in licenza di conYalescenza. Nel novembre successivo fu ricoverato nell'Ospedale Milit::tre di Verona per recidiva rnala· rica, in cattive condizioni generali d i nutrìzione e di sanguifìcazione, modesta splenome galia. Visitato dalla C.M.P.G . di Verona il 4 marzo r942 fu giud icaw affetto da <• modico deperimento organ ico post-malarico » .
Parere medico legale. - E' impossibile sottoporre a nuova visita il soprascrilto perch~ è deceduto il 9 magg o 1948 a Maccari (V~rona) per malaria. Alla visita presso la C.M.P.G. de l 4 marzo 1942, il Martini prese nta va condizioni d i nutrizione scadute cd una modesta anemia ipocromica (Val. Glob. o,8o; Eritrociti 5.0oo.ooo; Hb. 8o). Fu giudicato a ffetto da modico dcpe:imemo post-malarico. E- da nomre che anche nel precedente ricovero presso l'Ospedale Militare di Verona, le ricerche per mettere in evidenza il parassita malarico, anche mediante spremi· tura adrenalinica della milza, riuscirono negative. Ciò nonostante il paziente è deceduto d i malaria. La malaria è infermità ua infestn:one ematogena del parassita malarico, che negli organi emopoietici e nel sangue circolante percorre un determinato ciclo corrisponde nte a lla sua riproduzione e moltiplicazione. Eccetto che per la forma d i malaria estivo-autunnale, detta perniciosa mala rica, la malattia no n è mortale ma tende anzi ad· attenuarsi spontaneamente dopo una succes~i 'llle d i attacchi di gravità decrescente. I parassiti abbandonano il circolo periferico e si andavano negli organi emopoietici ove restano anche lungo tempo inattivi . Cause eso-
g~ne varie debilitanti. ne.. provocano, però, il ris\·eglio; ess• ••entrano nel circolo perifc rico, si riproducono c si ha la recidi\·a malarica. In tali condizioni il malato che per lungo tempo non ha più attacchi, si crede guarito e trascura le necessarie cure, specialmente se confortato e tratto in inganno da e~mi di sangue anche ripetutamente ncgati\'i. Ma il parassita persiste nel suo organismo che si debilita, si anemizza, va incontro alla cachessia, rendendosi così meno resistente di volta in volta alle successive recidive, finchè soggiacc ad una di esse. Il referto ematologico negativo ha un valore molto rclotivo nella malaria cronica. così come l'assenza di splenomegalia, specialmente per quanto si riferisce ad alcuni tip• Ji tcrzana o di quartana. Secondo infatti le più recenti vedute il protozoo malarico trav.:rsa una fase csocritrocitaria nelle cellule rcticolari sopratutto del midollo ~terna le, di diH.cilissima dimostrazione se non con tecniche particolari di cultura o t ntoriali appli catc a materiale midollare prde\ato con punture dello sterno. E' questa fase esoe:itroci taria che assicura la sopran·i\enza del protozoo anche nella terapia sterilizz:tnte con chinino, perchè al sicuro nel proroplasma del reticolo-endotelio. E' partendo da quest.l (ase esoeritrocitaria che non determina splenomegalia, cd è a c:1t1sa della negatività dcgh esami anche dopo spremitura adrenalinica, che il proccs~o riprende il proprio ciclo cri trocitario non appena s: presentino le condizioni fa\'orcvoli, e clcte mina la nuo,·a ren diva. Il presente caso deve essere esnminato al lume di que~te vedute, e consider:Jtv srm prc, fino al momento del suo decesso, un malarico cronico con parns~iti in atto, e 11011 un soggeuo g uarito affetto solt:~nto da " mxlico deperimento po~t-malarico "· Alla data, pertanto. dd 4 marzo HJ42 il Martini e:·a affetto da mabria cronica 111 atto che lo andava anemizzando, cachct:zzando e che lo condusse successivamente J morte.
2.
Paure per CAMI:-:ITO A:-:TONIO incubazione della malaria.
\ ·crbale n. 2220'48 del 14 ottobre 1948: Periodo d1
Il Collegio Medico, nella seduta del 16 m:tggio 1941, espresse parere che '<la malaria - forma estivo-autunnale riscontrata. al nominato nell'Ospedale Militare \'it torio Emanuele III d i Addis Abeba il 14 ottobre 1938, con reperto ematologico positivo pcl Plasmadium falciparum, non può ritene rsi contratta nel periodo di tempo anteriort al 1 n luglio 1938 nè farsi risalire ::1 ta le epoca >>. Considerava il Collegio che la contaminazione da zanzara malarigena dovesse ritene rsi avvenuta ''erso la metà di settembre 1938 e non in epoca anteriore, tenuto conto che nelle forme di malaria primiti\·a il primo accesso febbrile si manifesta a distanza di 14 giorni dalla puntura della zanzara infetta, tempo necessa1 io per la carica parassitaria idonea a determinarlo, e che nel caso in esame l'accesso febbrile fu preceduto da fatti a carico dell'apparato gastro-enterico (ottobre 1938), segno frequente prcmonitore del pnmo accesso febbrile della forma estivo-autunnale. La Corte dei Conti, Sez. l speciale per le pensioni di guerra, con la sua dcci~ione 18 maggio 1948, considerato che i sintomi della malaria possono ta lvolta manifestar~i con ritardo c che i mil itari dislocmi in zona malarica vengono di regola sottoposti a cure prolilattiche, richiede al Collegio medico parere sulla possibi lità che nel soggetto in esame (nel caso che sia stato sottoposto tempestivamente a tali cure), il periodo di incubazione della malaria possa protrarsi assai più di quello ritenuto abituale dalla scienza medica, in quanto le cure stes~e. diminuendo il numero dci parassiti inoculati nel sangue. valgono a ritardare il tempo necessario per il formarsi della carica sufficiente a determi· narc la comparsa dei sintomi.
Parere medico legale.
Nella malaria primiti\·a di qualsiasi fClrma (terzana benigna
- quartana - estivo-autunnale) l'accesso febbrile classico è in funzione del numero dei parassiti, vale a dire che occorre una certa "carica ,, di plasmodi malarici perchè ~coppt l'attacco febbri le. Se i parassiti, o per spiccate resistenze immunitarie individuali o in conseguenza di preparati antimalarici immessi neli'organismo periodicamente ai fini del la cosidetta pr.>fìlassi chininica, sono ostacolati nella loro moltiplicazione nel sangue circolante, il tipico attacco febbrile non si prescn ta o si presenta con ritardo, talvolta notevole, rispetto al tempo normale; pur persistendo in atto l:t infezione malarica. La malaria non è tutta racchiusa nel tipico c clamoroso attacco febbrile; quesw rappresenta il sintomo più evidente e più noto. Accanto alle forze primitive a òecorso tipico nei tre tipi di infezione, esistono, se pur assai più rare, delle forme a decorso atipico. Sono note in clinica delle forme estivo-autunnali primitive che, dopo avvenuta la puntma dell'anofele infetto, non esplodono dopo un periodo abituale di circa due settimane, con l'attacco febbrile, ma si man Jestano con sintomi, che se non ben valutati, possono fuorviare il medico dall'esatta dia g nosi: cefalea, d isappetenza, astenia, disturbi gastro-enterici, lievi 1 ialzi febbri li serotini o notturni, che sfuggono facilmente a l controllo, colorito piuttosto pallido rendente al giallino, ingrossamento dd fegaro e della milza. Può accadere anche in questo periodo, senza che vi sia stato l'attacco tipico febbrile, che l'esame microscopico del sangui! riesca positivo per il Pl. falciparum. Tale periodo può durare dei mesi; il soggetto ha in ano un 'infezione malarica primitiva, ma non ha avuto l'attacco clamoroso febbrile. Basta però che intervenga un fattore nuovo che spezzi il tenue equilibrio immunitario esistente tra parassita malarico e difese immunitarie (sistema reticolo-endoteliale in spe· cie) perchè scoppi l'episodio tipico febbrile. Tale fattore può essere rappresentato da un cambiamento di clima e di arnhiente, d1 un forte strapazzo fisico o psich ico, da un disordine alimentare, da un'infezione intercorren te, ecc.. E ' noto che la cosidctta profilassi chimica non impedisce l'insediarsi dell'infezione mala1 ica, serve solo, anche se ben praticata, a impedire o a ritardare l'insorgenza dell'atta.:èo febbrile e ad impedire, neilc forme da Pl. falcipa ru m, la possibilità delle perniciose. In sostanza è una terapia, frazionata nel tempo; ancora non si conosce un farmaco che abbia vera azione profìl:mica sulla malaria, che impedisca cioè l'attecchimento dell'infezione. Quando si parla d i periodo di incubazione della malaria estivo-autunnale, particolarme nte, bisogna pensare che in ta le periodo (quando è eccezionalmente assai più lungo Ji gucllo abituale per le ragioni anzidette) non vi è assoluta assenza di sintomi e completo benessere; il ricercatore accurato rileva, come s'è detto, un complesso di piccoli sintomi che lo 'guidano alla diagnosi . Nel caso in ispecic noi ignoriamo se ta le corteo òi sintomi minori esistesse prima dell'attacco tipico e da quanto tempo, in caso affermativo, durava. Spesso la prima manifestazione febbrile è· preceduta o accompagnata da notevoli di sturbi a car;co del tubo gastro-enterico; nel caso in specie l'attacco febbrile ~ preceduto da un episodio di sindrome addominale. E' probabile dunque che, nel caso ·~ esame, tale fatto abbia rappresentato il sintomo premonitore; pertanto il Collegio medico no n può escludere che l'episodio addominale non sia stato un fatto indipendente ed abbia ::.gito soltanto come fatto rivelatore di un'infezione malarica primitiva già t:sisrente. Nel caso che il Caminito sia stato sottoposto a regolare p rofilassi chininica (e su ciò il Collegio Medico non ha elementi d i fatto, tanto più in quanto è noto che molti militari sfuggivano a tale pratica o la comp'vano irregolarmente e saltuariamente) il Collegio ~lcd"co ritiene amm issibile che il periodo dell'incubazio ne dell'infezione malarica possa e~sersi protratto per de i mesi; ma, anche a prescindere dalla cosirletta profilassi chinimca, non si può escludere che nel caso CamiJ1ito l'infezione mala ri ca. in apparenza Sl· lent~, n~a in realtà accompagnata da un corteo di sintomi minori, esistesse da alcuni mest e c10è a data anteriore a l I 0 luglio 1938.
3· · Pame per Ptl\CJBALLJ E\111.10 - \'erbalc n. t.J63 48 dd 29 luglio HJ-tB: InterdipcnJenza tr:J pleurite e morbo di Pou. in servizio dall'aprile 1936; nel maggio succeS!.Ì\'O fu ospedal.aato per pleu •itt' cs~u dati\ a ~in istra e dimesso nel ~etu.mbre 1936 {on un anno d1 com aleste nza durante il quak venne congedato. Nel 1938, a due anni dal congedo, mmpan·e alla regione 1nguinak· destra un ascesso ossilluentc da Pott lomb:Jre (I e Il L.).
Parere mediw legale. - li morbo di Pott, e la pleurite essudati' a, sono entr;~mhi in fermit3 sostenute dall'agente specifico della rubercolo~J, ma mentre la pleurite ì.· cspn:s .;ione immediata di una locali.uazione del B. di Koch sulla sierosa, il M. di Pott ì: espressione invece di un processo lento di carie vertebrale, secondaria a prcgressa localizzazione del B. di Koch nel corpo della vertebra. La pleurite precede !:t lesione nel 20 ", dci ca\i. specialmente nel 3u c 4" decennio della '11:.1 c più spc,so di quanto non accade pe le altre lesioni ossee tubercolari. La propag;vione an ie ne forse per continuità attra\'erso 1 vasi linfatici e sanguigni. Considerato che d Pcrcib:1lli soffrì di pleurite nell'estate dd 1936, e che meno d i due anni dopo si manifestarono le prime sofferenze Jel M. di Pott, l'intcrv:lllo piuttosto br<;ve intercorso fr:1 i due episodi rappresenta il tempo intc~corso tra la reinfezionc endogena a disseminazione pleurica, cd il suo propagarsi a un corpo vertebra le O\ c la ksione anatomicn si è :llldaw lentamente sviluppando, fino a clare segni clinici di sè. Nel caso in esame.:, quindi, il M. di Pott lomhare, :111rhe se riscont~aw solo nel ''-~·P· riai punto di vista cronologico c patogcnctico, de,·c.: <.omiderarsi come un aggr:l\'amcnto della prcgressa pleurite. 4· - Parere per DA.LL'Oc;LJo LUIGI Verbale n. 137'7 48 dd 29 luglio 1 94~: Imerdipcnd~.:nz;> tra pleurite essuòativa c morbo di Potl.
Parere med1co legale. - Dopo c:rca sci mesi di permanenza alle armi, il solc..law Dall'Oglio, fu ricoverato in ospedale per pleurite essud:Jtiva dcstm in atto, febbri le, ed esiti ben evidenti di pleurite cssudativa sin istra (candb clinica dell'Ospedale Mditare di Novara). Sottoposto a ras~egna, dopo un mese e mezzo di ncovero, gli fu~ono concessi 36o giorni di licenza Ji convalescenza per esiti ben evidenti di pleurite cssud:Jti\a bilarerak. Indubbiamente il Dali'Oglio era Llll soggetto prcùisposto costituzion:rlmente, in CJUanto all'atto del rico,·cro in Ospedale Milirarc già dimostrava di aver sofferto in prl'· cedenza eli una pleurite essudativa controlate:alc a quelb che a\·cva in ano, decorsa pfo babilmcme in epoca lontana, mentre la morte del padre per affeLionc polmonarc e di ben 4 fratelli in tenera età, dimostrano che ùoveva esistere una tar:J familiare. Tuna,·ia. la prima pleurite era stata superat:l, e il soggetto vivev:.1 in uno suno di eC]uili brio (lo rido, se era stato fano abile alle armi e ave\'a potuto prestare senizio per sci mesi inin terrottamcnte. Su Ila natura della pleurite non possono sussistere dubbi, se non altro d:rta la SU( cessione morbosa. S i trattò evidentemente di episod i ricorrenti di superinfczione endo geno-tubercolare, a plrtenza da qualche obsoleto focolaio di antica data. l sei mesi di servizio. anche se s,·oltisi in condizioni apparentemente normali, rap ~rescnta no, seconda logica interpretazione ([iopatogenetica. l'evento che, rompendo rcquilibrio raggiunto nell'organismo ùallc sue d ifese immunitarie di fronte all'ospite B. di Koch, permise l'esplosione della seconda pleurite essudativa. Anche il servizio ordinario acquista infatti valore concausale nel determinismo di una pleurite cssudati,·a, se si con sidera il fatto che esso rapprescnt:l un bru:.eo cambiamento di abitudini di vita, di alimentazione, di esercizi fisici, di disciplina, ecc. cui occorre un nuovo adattamcmo del-
l'organismo, tanto più fau co~o <l mantenersi. una volta raggiunto, quanto più a lungo dura il servizio. e in questo caMl sc i mesi non sono pochi. Terzo episodio della malattta tubercolare del OatrOgho, i: Il M. di Port. del <lual<" questi si ammalò nel 1935· oss1a 12 anni dopo il sen·iz1o milirarc. E'•idcntemente. per motivi che a noi sfuggono, ' e nne a rompersi una ,·olta ancora l'equilibrio immunitario del soggetto, per cui si ,·criticò u1w nuov::~ superinfC7ìonc c:nJogcna, con localizzazione questa volta nella colonna ,·encbralc del B. di Koch. 1'-'on astante però la stessa natura della plcurìrc essudativa e de l M. di Port, non si può veJere una relazione dì dipendenza tra la prima c la seconda, pc:n.hè il periodo intercorso tra i due episodi, 12 anni, sta '' significare che si tratta di due episodi ben distinti tra di loro. Trn l'uno e l'altro, co~ì come tra la prima e la seconda pleurite c:ssudativa. l'org:mismo <1\'e\a certamente potuto arginare, con i suoi mezz1 di fcn\i vi u morali ed istologil i, l'i m a\ione batterica. Ogni ,-olta che questa si è ripresentata. dc\e 3\'ere avuto una causa distinta, che per la sola 5e\:onda pleurite essudativa. qu::lla di destra, è a noi cognita, nel servizio militare. TI M. di Pou a' rebbe potuto egualmente verificarsi, anche ~e Il Dali'Oglio non :l\·es~~ mai sofferto tlel secontlo cp"soÙJO pleuririco, la superinfezione endogen:~ traendo per lo più origine da focolai ghiandobri o di :111tica circoocritta caseosi polmonare, anzichè da tenomcni plcurici essutlati\'i. 5· - Pare1e per Ex ALLrEvo F I NANZ I ERE FASCIOLO EK1uco • Verbale n. 717/45 del 13 agosto 1945: Infortunio traumati<:o nel proprio domicilio, dur:111tc licenza. Presidente del Collegio cd estensore: T. Gen. mcd. prof. i\. Bucciante. L'accidente infonunistico che procurò :11l'allievo finanziere Fascialo Enrico le gra' i mutilazioni sopra descritte secondo le uni,·oche dichiarazioni brigadiere Dc Luca Giu seppe c Piccoi Giuseppe presenti sul posto c la \'ers!one accolta e fatta propria dal Comandante del Corpo - può essere così ricostruito e precisato: Il giorno 26 d.cembre HJ43 tal· Mnriani Virgilio si recava nel domicilio del cugino allievo finanziere Fasciolo, o\'e 'luesti si trovava in breve permesso, portando una bomba a mano, trovata poco prima nella strada, per affidargliela onde egli la consegnasse al Comando del suo reparto. Il Fascialo, al momento stesso 111 cui si incontrò col cugino sulla porta di casa, accortosi che la bomba era priva di si<:urezza, cercò tli wglic.:rla dalle mani del Nbrian i per rendcrla inoffensiva. Mentre comp:va tale atto precau?ionalc l'ordigno esplode\'a, provocando le note conseguenze. Il Comando del Corpo, su conforme parere dell"ufficialc mrdico dirigente dd ser,.izio sanitario della Legione Territoriale della R. G. di rinanza, ritene,·a le mutila'l.ioni riportate dall'allie\O rasc10l0 in Sef\ i zio e per causa di se·\ izio, tenendo presente Il' disposizioni regolamentari ,Iella R. G. di Finanza, analoghe a quelle dei CC. RR. per cui, anche quando non sono comandati di servizio, essi de,·ono ugualmente consi derarsi tali, se il loro inter\'cnto sia richiesto dalla necessità di impedire o reprimere un reato (art. S)· La C. M. O. dell'Ospedale Militare di Roma, giusta suo processo ve rba le n. 917 del 20 dicembre 1944, giudicav:.1 che il f:mo di servizio cui vengono attribuite le lesioni non cosbtuisce la causa unica, diretta cd immed iata delle lesioni. L'Ispettorato di Sanità Militare con \'Crbale n. 241 del 22 febbraio 1945 ritenC\·a l'hc: l'incidente che costò al Fasciolo le gravi mutilazioni a\'\'ennc nel suo domicilio privato per cui è da escludere che fosse in servizio e che le lesioni non tro\·ano nel servizio In 10m causa determinante, ma 'anno rapportate a gra,·c imprudenza del militare stesso. Par~rc m~dico legale. - Il Collegio .Medico Legale, pre:.a aucnta \'isione dci documenti agli atti, raccolti e vagliati competentemente dal Comando del Corpo, osserv:t non
potersi ritenere il fatto estraneo al serv1z.o, come opina I'Ispettor:no, per lo speciosl) motivo che esso si è verificato nel domicilio privato dell'infortunato, poichè è ovvio che non il luogo carancrizza l'rvcnto, ma la funzione che esplica ti soggetto e questa è inequ.m cabilmente ~tabilita dalle vigenti disposizioni sopra ricordate. Il Fasciolo ha agito come doveva non in veste privata ma in funzione eli agente di P. S. che egli rivestiva e di cui era stato investito a nche q uando si trovi fuori dal servizio comandato. Nè può ritenersi vaJc,ole la con~iderazione della C. M. O. che il fatto di sen·izio non co~t tuisce la tam.t unica diretta cd immedial:l delle le~ioni, in quanto non è il fatto di servizio che prO\Oc.l le lesioni, ma la causa violenta che si sprigiona dal .fatto di servizio. Errore consueto c diffuso di apprezzamento medico-legale di chi rincorre nell'evento - che può es~~ re Ji per sè improduttivo di danni - l'agente diretto delle lesioni e della morte. Il soldato che per esempio, al segnale dell'adunata accorra alla chiamata, scivola per le scale e si fr,lltur:I un femore, riporta lcs:oni in serviz io c per causa di servizio. E' ovvio che la causa Jcii:J frattura non sta nel seguale dell'adunata o nell'atto Jell'accorrere alla chiamata (fatto di servizio) ma nella caduta per le ~aie (c::usa ''iolenta) che è deri,•ata dall'accorrere dd militare. Tuttociò è ovvio c pacifico. Dunque il fa~iolo ha riportato le lesioni in sen i?io e per causa 'iolcnta unica, di rett:l cd immediata ,·erif1cara<i in ~enizio. Ma costituisce essa la causa di ~ervizio \Oiuta dalla legge? La C. M. O. lo nega affermando semplicemente, c cioè senza darne conto, tbc: IL le~ioni non riuni~ono tali condizioni da potersi considerare come avvenute per \er.l ~ prop ria causa di servizio. L'Ispettorato chiarisce nel sen~o che le " lesioni vanno rappor tate a grave imprudenza del militare stesso ''· Il Co! lcgio non ravvisa nel comportamento del Fasciolo gli estremi della imprudenza che rompe il nesso di causalità. Il Fasciolo è, per dichiarazione dci suoi ~upc riori, un competente in materia di ordigni di guerra c, agendo come ha agito, egli '1 pC'rtava la sua perizia esperimentata e riconosciL•ta. Kon è il curioso che s'intr.tttlt·n~ nell'investigare un congegno che non lo riguarda. ma l'agente che interviene prontamente e con pericolo personale per e' itare dannose conseguenze di carattere pubblico. Il fatto riveste, dunque, il carattere del disgraziato accidente occorso a chi doveva intervenire dam la sua veste di agente di P. S., che poteva agire data la sua sperifìc~ competenza c che ha posto in opera ogni possibile cautela per evitare danni, nell'im provvisa e rapida moss:1 da lu: c~plicata, pur non es~cndo riuscito ad evitar!!. Kon imprude nza, ad unque, e tanto meno la grave imprudenza ipotiz7ata dall'l~pcr· torato di Sanità Militare. La giuri~prudenza della Corte dci Conti è, a tale riguardo, informata a criteri lar ghi ed umani c questo Collegio ha cspn:sso costantemente i suoi pareri pcrfett:Jmcntl intonati a tali criteri. La svista, la disattenzione, la distrazione, la sGirsa cautela ccc. non interrompono il nesso di causalità voluto dalla legge c chiarito dalla giurisprudcnz:l che a tale fine richiede o il dolo o la colpa grave (quae dolo cquiparatur) come JX'r esempio la in(razione ad ordini impartiti o,·,ero a disposizioni di legge o regolamentari Non occorre indugiarsi oltre su tale disamina essendo chiaro che il caso in discu' sionc non può essere ricondotto nell'àmbito della colpa in servizio sopra illustrato. E pertanto il Collegio Medico Legale giudica con voto concorde che le lesioni ri· portate dall'allic,·o finanziere Fascialo Enrico nelle condizioni di luogo, di tempo e d1 modo riferite, sono da cons iderar~i dipendenti da vera c propria causa di servizio.
4l l DECJSI00Jl DELLA CORTE DEI CONTI 1. -
Causa di servizio - Insorgenza della malattia in individuo costituzionalmente prediJposto - Concausa. - Sezione TI Giurisdizionale - Decisione .V ottobre-14 novembre 1947, n. JIS~O.
Ai sensi dell'art. 13 del R. D. 21 novembre 1923, n. 2480 la causa o concausa di ser· vizio determinante ai fini della insorgenza della malattia non deve essere ricercata in eventi eccezionali o straordinari. L'ordinario servizio se prestato in minorate condizioni di salute, anche nella ipotesi di individuo già tarato alla data di arruolamento, è sufficiente ad assurgere a concausa determinante e necessaria della infer:mitit invalidantc. L':mpugnato provvedimento nega il chiesto tratta mento privilegiato sia perchè le autorità amministrative c sanitarie ritennero che non si poteva attribuire a causa di servizio il reumatismo cronico cd endocardite da cui e ra stato riconosciuto affetto I'Ambrosi, e sia anche pcrchè durante il servizio prestato g uesti non aveva mai sofferto di reumatismo febbrile acuto, memrc la gravosità di alcuni servizi e la sporadica esposizione a cause perfrigeranti non avevano potuto influire in misura preponderante sullo sviluppo della forma cardiaca, con tutta probabilità legata esclusivamente alla costi t uzione artri tic-a individuale. D'altra parte, il C. M. L. nel suo parere, di cui si è fatto cenno in narrativa, fondò il suo giudizio sulla considerazione che l' Ambrosi « non ~offrì malattie c.Ia virus reumatico e da agenti metereopaticì durante il servizio di via bilità prestato a Roma nel 1931, llnico servizio in tutto il cun;culum giudicato gravoso » c considera, altresì, che la reumatalgia sofferta nel 1938 a Milano, all'arto inferiore destro, fu giudicata dalle Commissioni mediche di prima c seconda istanza, non dipendente ùa causa d i servizio c che « nessun episodio morboso, rapportabile a gravosi eventi di servizio, risulta dagli atti cui collegare l'insorgenza della infermità '' che rese invalido il ricorrente. Sia la motivazione del provvedimento, che le considerazioni del C. M. L. sono apparse alla Sezione non del turto rispondenti alle risultanze degli atti.
Omissis. Ciò posto la Sezione ha considerato che l'ordinario servizio di agente tli P. S. è per se stesso molto g ravoso; trattasi infatti d t servizi eseguiti OJll'aperto, dì gio:·no e <.li notte, che espongono l'agente alle inclemenze atmosferiche facì lìta nc.lo l'insorgenza di malattie dalle quali solo o~ganismi perfettamente sani possono restare immuni. Il fatto, quindi, che il ricorrente abbia prestato soltanto ordinario servizio d i istituto, come è -:letto nei citati rapporti, non .esclude, per ciò solo, che egli possa aver co n tr:.~tta l'infer. mità invalidaute per causa di serviz io. D'altra parte, la stessa rigorosa dizione dell'art. 13 del R. D. 21 novembre 1923, u. 2480, applicabile nella specie, non richiede che la causa di servizio si debba ricc.rcare in eventi eccezionali o straordinari. Tnoltrc il Collegio ha consideraLO che - giusta quanto risulta dagli atti - l'Ambrosi fin dall'età d i dodici anni andava soggeno a dolori alle grandi articolazio ni ed ai muscoli ed era quindi un predisposto alla malattta che lo ha reso inabile a continuare il servizio e l'impugnato provvedimento nel negare il chiesto trattamento privilegiato, si fonda su tale circostanza, affermando che lo sviJ~pp~ de.li<l. forma cardiaca deve t·itencrsi legato esclusivamente alb costituzione artriuca tndividualc. O~corre ora rammentare q uanto ha più \'Oite affermato la giurisprudenza di questa C~rte tnterpretando l'indicato art. 13 e cioè che anche l'ord:nario servizio, se prestato in mtnorate condizioni di salme, può assurgere a concausa dete-minante e necessaria della
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infermità invalid:un e sufficiente a t1r wrger:: nell'inabìlic:uo il d iritto a pensionr.:. Quindi, anche ammesso che nella specie si trnni di un organismo già carato alla data di arruola mento, una cale circostanza anzich~ escludere, conferma l'a~~::no che ncll'onlinar.o sn vizio sia da ricercare il nesso d i causalità con la inv::.lidità sopr::.~giunt::t. Un esame dei servizi resi daii'Ambrusi in Roma cd i11di a Milano cd a La Sputa. <:jUJii risulrano dai rapporti sopra accennati, posti in relazione agli episodi morbosi sol feni, pone in e\·iclenza la infausta influenza che il gravoso seni zio di guardia di P. S. cbhe sul decorso dell'inferm ità da cui il ricorrente è affetto, onde il Collegio rnvvisa ne1 ser,·izi ste~'i quella concausa neces\aria c preponderante della malattia iiwalid;lntc, su . ficicnte a far sor~t·rc nel soggeno il diritto a pensicmt·. 2. -
Riconoscimento del du11to a pensione flll'Jiegiatli a fauore ài una g::ardl<l dt P. S. aflettu da tbc. Concausa. Sez~onc Il Giuristlizionalc Deci~ione 14·2• nmTm bre 1947, n. 11 ')45·
In soggetto di scarsa re,istenza organica e che fin dall'infanzia :l\'eva già presen uno un::t locaLzznzionc de l virus tuhercolare sulla sicrosa plcurica, in servizio gr:wo~o. quale l'accompagnnmento <.li prigionieri in un campo di con.:entramemo o il servi1ie> di ordine pubblico prestato in un Commis~ariato di P. S., può comiderarsi come con rausa dctcrminame l'ulteriore diffondersi del processo tubercolare. L'art. 13 del R. D. 21 no,·embrc 1923, n. 24go. prescri,·c che le penù:ni pri' ilegiat• per inabilità o morte a causa di servizio, spettano soltanto quando il servizio nbbia costi wito la causa unica, diretta cd immediata dell'infermità, della lesione o Jclla mortl. La giurisprudenza costante di questa Corte, ha poi chiarito che spetta la r-:mione pri' 1 le!-,.;ata anche quando il periodo abbia costituito la concausa necessaria c preponderantc: dell'infermità inabilitante, della lesione o dclb morte. Nel caso in esame risulta che il Fantuzzi aveva sofferto di pleurite e che alla vi~iw <.li le,·a era stato dichia~ato ri,·edibilc per gr::tcile costituzione. Esattamente il C. M. L. nel suo parere del 10 maggio 1946 u. 65 46 rilcvn che il Pantuzzi era un soggetto tli scarsa resistenza organica, con poteri immunit:~ri di dife,;t afhe,·oliti c per di più a'·cva già presentato nell'infan7ia unn localizznzione del 'tru' tub;rcolare sulla ~ierosa pleurica. Un org:lllismo in tali t:andizioni risente più degli altri l'influenza dannosa de~lt strapazzi fisi;:i derivanti dal sen·izio, specialmente quando assumono carattere di g~a,·<• sit:l come nell'accompagnamento di prigionien nel campo di concentramento di AgnotH: o nei servizi di rinforzo o di ordine pubblico, praticato r1e!la Scuob di Polizi::t di Roma c nel Commissariato di Porta Magenta a Milano. Allora il germe tubercolare, per ult<' riore assorbimento dci poteri di difesa dell'organismo, si risveglia e d~ nuove localizz::t z:oni, diffondendo in tal modo il processo tubercol~tre. Tn queste condizioni il C. M. L. ha ravvisato che la malattia è da ritenere quanto meno aggra\'ata d::t concausa necess::tria e preponderante di scn·izio.
J. · Pensione privilegiata ciuile : serviz:o gravoso · Concausa. zionale - Decisione 12· 19 dicembre 1947, n. 1156r.
Sezione Il Giuristi i
Il gravoso servizio fisico ed imcllettuale prestato per obblighi inerenti all'ufficio nel periodo bellico, le emozioni ed i patemi d'animo frequenti e di note\'ole importan7;a possono incidere sfavorevolment~ sullo stato di ipertensione del soggetto già ::tffetto <b .1rterioscleros!, concorrendo nella cc causa martis ,, (ictus apoplettico da emorragia cere brale, come concause necessarie e determinanti rc,·oluzione del logoramento vascolare).
j
Per le no:-mc v·gentt Hl materia, con particolan: riferimento al! art. 13 del R. D . nov. 1923, n . 2480, spetta la pensione privilegiata ordinaria alla ' 'edova e agli orfani di un impiegato civile che ~ia morto per causa unica, diretta cd immediata dt servizio, intesa anche. secondo la costante benevola giurisprudenza di quesra Corte, come concausa necessar:a e preponùerante nel determinismo della causa martis. Nel caso concreto, come ampiamente esposto in narrativa, si rrana di un archivista del Ministero dell' Interno, atldetto al gabinetto del Prefetto di Reggio Calabria, morto per ictus apopl:::ttico (da emorragia cerebrale in soggetto già affetto da :uteriosclerosi). Il medesimo, dall'inizio t.lclla guerra (ro gi ug no 1940) alla Jata ddl 'ob.tus (2r ottobre 1941) dovcne rimanere in ufficio l'intera giornata et.l anche nella notte, per l'intcnsilìcarsi degli allarmi aerei, senza la possibilità di concedersi alcun periodo di riposo; ma rimanendo sempre a t.lisposiz ione del Prefetto per comunicazioni urgenti di ser' izio (telegrammi cifrati). Il che in un:.~ sola notre si verilicav:1 anche due o tre volte come ha ceaificato l'allora capo t.l i gabinetto de l Prefetto di Reggio Calabria, anualmcnte Vice Prefetto di Sir:~cusa. E' attendibile, guindi, che il defunto impiegato, particolarmente in quell'ultimo suo periodo d i vita, andò soggetto ad un superlavoro fìs'co ed intellettuale, ad emozioni e patemi <.l'animo frequenti c di notevole im portanza. I quali eventi sono stati interp retati dal Supremo organo di s2nid militare, opportunamente interpellato dal Procuratore Generale in periodo istruttorio, come veri e propri traumati~mi psichici, che non poterono non incidere sfavorevolmente sullo stato d i ipertensione de l soggetto Non vi è perciò alcun motivo d i dubitare dell'apprezzamento ratto dal punro di vista medico-legale da quell'alto Consesso peritale, nel senso che ra li eventi abbiano coJtcorso nella causa martis (ictus apoplettico da emorragia cerebrale) come concause necessarie e determina nti l'evolversi infausto del logoramento vascolare; per CtJi l'ictu< terminale \'a posto in rapporto d iretto ed efficiente col gravoso servizio p:-estaro per o'1blighi inerenti a l suo ufficio ne l periodo bellico predetto, durante il q uale parti..:oiarmeme intensa era l'offensi ,·a nemica aerea sulla città sede della Prefettura della Provincia.
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4 • lncenezza della scienza medica sulle cause della ~·clerosi amiotrofica · Predisposizione individuale · Concausa. - Sezione lf G iurisdizionale - Decisione 21-28 novcnl bre 1947, n. 11548. Constatata l'incertezza della scienza med ica sulle cause della sclerosi amiotrofica cd ammessa una pred isposizione individuale, non si può prescindere dallo stretto nesso cronologico t ra infortunio dovuto a causa d i servizio (lesioni riportate per caduta da una scala di legno d eU'u(ficio) e la comparsa de i primi sintomi d i sclerosi laterale amiotrofica. In tal caso l'evento di servizio può considerarsi come concausa determinante e necessaria dell'infermità.
Omissis. Il punto controverso da definire è quind i il rapporto di causalità c di concausalità esistP.nte tra le lesioni riportare daii'Aute~io c l'infermità letale. Su tale quesito l'Alto Commissariato per l'igiene c la sanità p ubblica ha espresso parere contrario escludendo ogni rappo rto di causalità tra la sclerosi amiotrofica e il trAuma subito, llltta via la motivazione d el parere stesso, come ha rilevato il Procu· rato re Generale, non persuade minimamente in quanto, pur affermando che « quasi nulla si conosce anco ra di positivo'' sulle cause della sclerosi laterale amiorrorìca, esclude poi nettamente che ad un trauma alla colonna verteb rale ed all'occipite, possa riconos::ersi idoneità etiologica della sopravvenu ta a miotrofia . Inoltre nel parere ~tesso
è tleuo che nelb fattispecie << verrebbero sempre in modo manifesto a far difetto i requisiti tass:ni,·ameme richiesti dall'art. 33 del R. D. L 3 marzo 1938, n. 68o, per la concessione della pensione privilegiata 11 . Ora, data una tale aiTermazione, devesi ritenere che l'Alto Commissariato nel negare ogni influenza del trauma sulla insorgenza della malattia abbia escluso anche qu:~] stJot e lemento concausale che pure dovrebbe essere preso in considern:one qualora si volcS\t' ri~onoscere come elemento etiologico " una debolezza congenita del ~iste-ma motono .. preesistcme nel soggetto, ipote~i affacciata nel parere in esame. In tal caso l'Alto Commissariato della Sanità ha e\idememente ignorato l'interpretazione data da questa Corte al citato articolo 33, in numerosi casi in cui ritiene il trauma come un elemento concausa lc dell'i nsorgere dell::! mabuia cui il soggeno era naturalmente predisposto. D'altra pane, negli altri documenti in atti, quali la dichiarazione del prof. Benvcnl'lli, direttore dell'Ospedale ncuro-psichiatrico provinciale de L 'Aquila, in cui fu rico\'erato l'Auterio nel febbraio 1941, il certificato del medico condotto di Pacentro, t.. h( curò l'Auterio delle ferite riportate nella caduta, cd in scguiro della sopravvenuta amio trof-ia, ed infine il rapporto del Prefeuo de L'Aquila, che indubbiamente prima di pro nuPziarsi a\ rà dovuto consultare il medico provinci:-tle, ~ contenuta l':~ITerma zio ne cht non si può escludere il nesso di causa ed ciTctto tra il trauma subito daii'Auterio c Lt mal:m:a di cui morì, i cui sintomi, ~iov::t tener presente, si manifestarono ~ubiro dopo la c:-tùuta soiTerra. Inoltre diver~i tratt:uisti, pur premettendo che le cause della M:lerosi amiotrolt•a non sono ancora defioitivamcmc accertate, enumerano, tra i prob:.tbili c.-lcmenti etiologict, i traumi e le emo:t.ioni violente. Ciò posto, data l'incertezz::t della scienza al riguardo, il Collegio riciene che. ndlJ specie, ammessa una prcdisposizionc individuale <tffermma anche, come sì è detto. dall'Aiw Commissario per l'igiene e la sanità pubblica non si possa prescindere dalle stretto nesso cronologico tra infortunio e comparsa dei pr:mi ~intomi della malatti~t. cosicchè è lecito ammeucrc che il trauma ~offerto daii'Autc~io pose in moto quella sin drome amiotrofica che in breve yoJgere di tempo lo condusse a morte. Esamin::tta b qucstionr sotto questo profilo, :.tppare chiaro che le lesioni riport:Ht dall'impiegato originariamente predisposto, possano avere esercitato un::t inf::tusta in fluenza sull'insorgere cd evolver~i dell'infermità, cd allora l'evento di servizio assur~c a conGtus:.t dctcrminame e necessaria dell'infermità stessa, sufficiente a far sorgere nc:l soggetto o nei suoi a\·enti causa diritto a pensione.
ISCHIA REGINA DELLE ACQUE MINERALI
Ischia, Pythaecusa per i Greci, l' Insula Major per i Romani, identificata dallo scrit· tore francese Champault come l'antica Scheria, approdo di Ulisse, fu chiamata anche Aenaria per avere dato rifugio e riposo a Enea. Ricchissima di sorgenti minerali, vi si contano ben 8 importanti bacini idro-terrnominerali: Fornello-Fontan<t, Maronti-Cavascura, Gurgitello, Cotto-Sini gallia, S. Rira, Cotugno-Castiglione-Castaldi, S. Restituta, Citara. Ad essi bisogna aggiungere le sorgenti: Carta Romana, Pontano, Mirtina, Regina Isabella, Olmitello, Castiglione, Nitrodi Cappone, S. Montano; le stufe: Testaccio, Castiglione, S. Lorenzo, C:tsamicciola; le fumarole: Montecito, Monrecorvo, Casa Petrella; le arene medicamentose di Santa Restimta, di Citara c dei Maronti. Tale dovizia e varietà si deve alla formazione essenàalmentc vulcanica dell'isola e alk sue varie stratifìcazioni geologiche determinate in diversi tempi dalle eruzioni avvenute attraverso i secoli. La prima eruzione si ebbe, pare a 500 metri sotto il livello marino e Jicde origine all'Epomeo; ai diversi e successivi squarci eruttivi, avvenuti nella base e nei fianchi Jel monte originario, si devono i Monti Tuppiti, Vetta Garofalo, Verri Campagnaro e lo Scoglio del Castello. Dopo un rapido sollevamento si formarono le trachiti del Lago (2000 a. C.), il monte Vico, il promontorio Imperatore, il :\1onte S. 1\ngelo e, in seguito, i Monti Toppa, Montagnone, Rotari, Cretari e le colline Ponza e Ciglio. Sembra che i primi abitanti dell'isola fossero Enotri, ma, in seguito, i Fenici conquistarono l'isola che però abbandonarono presto, allarmati dalle frequenti eruzioni. Anch:: i Calcidesi, che guidati Ja Megastene si erano installati nei pressi di Casamicciola, fuggirono terrorizzati nel continente dove fondarono Cuma. La gente Eritr-=a, condotta da Ippocle, restò nell'isola per circa 5 secoli importandovi la colti\·azione rlella vite e fondando Eritresta, oggi Tresta, ma la terribile eruzione del Monte Rotaro avvenuta nel 700 a. C. la costrinse a rifugiarsi a Nola. L'isola restò deserta solo per breve tempo perchè molti discendenti degli antichi Calcidesi vi ritornarono per sfuggire al duro governo di Aristodcmo, tiranno di Cuma. Cerone di Siracusa, allearo dei Cumani contro i Tirreni da lui sconfitti in una grande battaglia navale decantata da Pindaro, nel 474 a. C. s'impadronì dell'isola e vi costruì un< città e tre forti: il castello, la torre sul Monte Vico e il Castiglione. Si vuole che C erone sia stato uno degli illustri ammalati g_uariti dalle prodigiose acque m inerali dell'isola. Egli, che era molto sofferente a causa del « mal della pietra », ritornò in perfetta salute c ciò, narra la leggenda, lo rese p iù umano e clemente nei suoi ultimi anni di vita. Nel 400 a. C., però, l'eruzione dei Caccavelli distrusse la città fondata dai Siracusani che abbandonarono la « terra del fuoco>>. Ischia allora fu occupata Jai P·.trtenopei che vi ripresero la coltivazione della vite finchè furono cacciati dall'isola conquistata dai Romani sotto il consolato di Lentulo e Filone; ma vi ritornarono dopo 3 secoli perchè Augusto cedette Ischia a Partenope in cambio di Capri: perciò nell'avvenire l'lsola Major seguì, storicamente, le sorti di Napoli. . Da quanto abbiamo detto si può arguire che il soggiorno nell'isola invece di essere ptacevole come ai nostri tempi, era piuttosto movimentato e tutt'altro che idillico. Del resto la leggenda vuole che l'isola poggi sul corpo Jel titano Tifeo, sepolto dal Monte scagliatogli contro da Giove. T ifeo, vinto ma non domo, continuava a sputar fuoco sussultando con rabbia, e i miseri abitanti dell'isola erano costretti a fuggire ~entrc il fuoco divoratore tutto distruggeva, case c campi. Fuggire però... non a tutti c dato e così accadde che la povera storpia N isula Eritrea non potè salvarsi con la sua gente. Ma poichè non tutto il male viene per nuocere, così ella, bagnandosi nelle
acque minerali del luogo, gu:trÌ tanlo bene da po,cr p::~ t l.... ibini in dan'c c •a ~dt: c ti suo nome restò legato alla zona più ri•ca di acque dell'isola, Casamicciola ~l'<~>a ì':isula). Visto che Tifeo continuava a far le bizze, Giove pensò bene di im i:~rgli \'cncrc : le donne, spcric se belle, ric\<.ono di solito molto C<Jmim:cmi. Come potc\a il pm·cru Titco resistere alla stessa dca della bellezza? Naturalmente le promise tutto ciò cht lei \'OIIe e soprattutto Ji sm~.:ttcrla di lanciar fuoco c fiamme e, infatti, esclusa l,t u .lata dell'Arso a\'\'enuta souo il regno dd cfAngtò, il titano ha rnanrenuLO la parola. \ 'cncre, in cambio, promise di rcnJerc bella la terra che lo sovrastav:J, ed ceco le rocce trachi tichc roprirsi di una lussureggiante \Cgcrazionc. d'alberi, fiori e frutti e l'isola trasfor. marsi in un paradiso terrestre. E se Ischia \iene ritenuta la Scheria dei F~aci, essa L :1n che il luogo dove sorgevano i meravigliosi giardini di Akinou, i cui frulli, per il dokc clima, " non periscono" ma " mentre spunta l'un l'altro matura ... "· E lo strano è che proprio la frulla decantata da Omcro - pere, lìch1, mele, olive. mcbgranc, pomi c la splendida uva - è quella che oggi. in grande abboncl:lnza, questa terra vulcnnica produce. Il clima Jolce e temperato, l'.uia ricca di os~igeno per le folte pinete, i'umidità relativa costante e le correnti d'aria moder:nissime, insieme con l'nionc curati,•a delle acque, fanno dell'isola un vero p:1radiso per soffcn:nti c ~:1n i. La grande efficacia dei bagni minerali di Tschio era conosciuta lì.n dJi più antichi tempi. A Lacco Ameno. ('tesso la fonte della Regina Isabella, ~ono state trovate delle terme greche dell'VIli secolo a. C. a tre metri di profondità: es~c risult:Jno di un vasro ambiente con una grande va~c:1 ad uso " calidarium " che comunica in modo diretto con la sorgente :1 mezzo di un canale di grossi tegoloni, ollimamente conservato c turrora in funzione, e di due altre c:~mere adibite un;J a sudatorio c l'altm per arenazioni. l'.'c:llc terme furono rirwenute 12 anrìc:hc t:l\·olerre attestanti guarigionr verificate cd un:1 statua di Ercole di fattura greca. A pochi metn dalla Fonte Greca se ne trova un'altra romana, del 5u sec. :t. C .. Un'altra lamosa sorgente antica è:: la fonte Sucrcllara presso Tcstaccio, detta "Bagno di Bellezza " r:1e. secondo lo jasolino, medico e filosofo napoletano dd 'soo. " fa il corpo allegro, Ju,ghi i capelli, salda le fìssure delle labbra, d:1ndo loro ottimo colore. toglie i d;retti a denti c gengive, leva dalla facc ia lc..lllìggini c macchie brutte. ecc. n. Con tali prospettive non è da mcra' igli:1re se le matrone romane assillassero i po,·cri consoni per ra~ giungere un luogo così miracoloso, precursore dei più moderni istituti di bellezza. F. pensare che er::t statJ una vestole, Attilia Mcrella, a fare propaganda di tali acquei A Forio 'i è l'importante bacino Corugno-Cataldi-Castiglione le cui acque sono indicate specialmente per artntismo e reumatismo, debolezza di ~tomaco, affezioni rcn:1li e uterinc. Amiche sono le sorgenti di Nitrodi a Barano e quelle di Carta Romana c di Citara. Presso yuesr'ulrima fonte vi era un tempio do,·c furono scoperte la statua rnar rnorea della De:~ Vencre, b:1rbaramcntc distrutt:J nel '700, c varie ravoletrc votive or:~ al museo di Napoli. L'acqua di Citara, famo~a come cura per "la stcrilit3 e per ridare il vigore ,·irile " è oggi quasi abbandonata: restano solo 4 \·asche rustiche ad uso dei villici locali. A Ischia Ponte, nel giardino di una casa pri,·ata, si trovano altre sorgenti quasi inutilizzatc, l'acqua Mirtina che ha temperatura di soli r8 gr:1di e quella della di Pontano perchè sorge nella villa che appartenne al celebre Umanist:l, capo dell' Arcademi:1 napoletana c amico di Francesco d' Avalos. marchese di Pescara, e di \'inoria Colonna. Sulla spi:1ggia dci Maromi, che è divisa tra i comuni di Barano e Serrara Fontana nel lato occidentale ecco l'an tico « b:.gno delle Principesse» con la nota sorgente Olmi~ tello le cui acque, efficaci nelle malattie del ricambio, pare consen·ino le proprietà curative anche se trasport:lle lontano dal luogo di origine. Sull:~ stessa spiaggia l'irnporl:lntc bacino minerale Maronti-Cavascura occupa un'area di rooo mq.; ru fatto sistemare nel r7l>9 dal Vicerè Car:1fa il quale fece anche costruire, a sue spese. una strada per arri,·are alla spiaggia. Quest'acqua in seguito ~pa rì e fu ritrovata ~oltanto nel r8so dal
dott. Lorenzo Fiore. La spiaggia dei Maronti avrebbe tutti i requ!Slll per un 'ottima stazione invernale talasso-terapica dato il clima temperato anche nei mesi più freddi. l'incomparabile panorama che si gode dalla vicina Serrara, I:J prossimità del caratterist;co monre S. Angelo c del villaggio d i Fontana dal quale si parte abitualmente per l'ascensione al Monte Epomeo (m. 788). Sulla cima di questo monte, da cui lo sguardo ~pazia su una delle vis:oni più incantevol i, c'è un eremo che ospitò ]c Clarisse di Donna Bcatri :e della Quadra, l'ex governatore del Castello, Dargout. con 12 compagni c, ai nostri tem pi, la tipica figura di padre Giovonni e l'originale Luigi Luongo che per ben rr anni, pur essendo laico, ha indossato la tonaca da frate. Oggi l'eremo ì: deserto. Luigi .o...uongo un bel giorno si è presentato al vescovo d'Ischia c gl i ha chiesto un «contratto di eremitaggio a vita>> e l'autorizzazione a sen ir messa. ((Ma come posso permettertelo, .'lgliolo - gli ha risposto il \'Cscovo - se non hai studiato, nè preso i voti? ,, . Al che l'etemita, buttata la tonaca alle orticihe, ha sposato una bella ragazza c si è messo a fare il gelatiere. Cose d' Ischia! · Dall'altro versante del monte si trovano Casamicciola c Lacco Ameno col caratteristico suo (<Fungo )) 1 scoglio ricoperto d i laYa che sorge in mezzo al mare. 11 paese è devow a S. Restituta il cui corpo vi fu trasportato dalle onde in una barchcua nel 282. L'acqua che prende il nome dalla Santa è alcalina, solfata, clorurata, bromo-iodurata, radio-attiva, ha temperatura d i 50 gradi e peso -specihco r.or38. Con essa si curano in special modo paralisi e aHczioni ner\"OSe, reumi, sterilità, aff~zioni clorotiche, cachessia. Anche le arene d i S. Kestituta sono sommamente medicamentose e la lorn temperatura oscilla tra i 45 c 72 gradj. L'acgua 1\egina Isabella, presso le fonti greca c romana, è alcalina, sodica, magncsiaca, radioattiva, ha 33 grad i dì temperamra, (; salutare contro gl i ingorghi glandolari e linfatici, nella scrofola c nelle croste erpetiche, nell'itten z ìa oltre che nelle malattie nrtritiche e del ricambio e degli organi femminili . Le tre font i hanno diversa temperatura, mìnera lizzazione ed emanazione radioattiva pure essendo a pochi metri tra loro. La sorgente.: greca ha il primo posto per Jad:oattività nella tabella compi la ta Jal prof. Enger, dircuore dell ' Istituto chimico d i Karlsruhe, nel 1906 e da lla sig.ra Curie coadiuvata dai proH. Scarpa, Volterra c Porlezza nel 19r8: Lacco Ameno e Fonte G reca tempera tura di 58", U . Mache 372,2. Fonte Romana wnperatura 4t, U. M. 44•9• Regina Isabella temperatura 47°, U. M. 36,9, Gasta:n temperatura da 36 a 47 gradi, U. M . da 20,90 a 149, B<Jde n-Baden temperatura da 23° a 47°, U. M. da 3>3 a 127; scgucno a d istanza altre celebri stazion i termali. Anche a Lacco Ameno si trova no l'acqua di S. Montano e le stu[e di S. Lorenzo, oggi quasi abbandonare. Casamicciola cl:sta appena un ch ìlom::tro da Lacco Ameno. Presso le rovine del Castiglione v'è b sorgente dallo stesso nome. oggi non utilizzata, e sul lido, vicino alla nccropoli dei Cumani la g rotta della Sibilla che vi veniva in villeggiatura, attra tta da lle .tcque e Jalle stufe medicamentose, durante la stagione estiva. E' rradizic,ne che qui la veggcme avrebbe profetato la venuta del Redentore e che alcuni pescatori ritiOvarono w fogl'e accartocciate dal sole i suoi oracoli: (< Una vergine concepirà e partorirà un tiglio - Farà trionfare la g iustiz ia - Rilìorirann'> i tempi d i Saturno )). Le renne dell'importaute bacino del Gurgitello sorgono nella piazza dci HagJ lÌ, ai piedi della collinetta dell'Am brasco, con un'area di 1200 mq. e la portata di circa 6<jo.ooo litri g iorna lieri. [l dott. Marone, nelle sue relazioni del 1847, affer ma che tale acqua è curativa per gii stordimen t i nervosi, paralisi, cat ie e necrosi delle ossa, anchilosi, piaghe torpide e fistole. Second o, poi, il dott. G iuseppe Mennella di Casamicciola ta li acque cura no a nche congestioni epatiche, litiasi biliari, gotta, pol isa rcia, d iabete, a nem:a, scrofolosì, rachitismo, affezioni delle mucose respiratorie. Presso le terme Ber'iozzii v'è l'acqua del Cappone, così chiamata per il sapore che ricorda il brodo; ha 28° d i temperatura ed è indicata per i disturbi gastro-intestinali.
Al lato occidentale della piazza dci Bagni, il bacino Cotto-Sinigallia, tcmp. 6o gradi, peso spec. 1.003, dà acque il cui valore curati\·o è specifico, oltre tutto, per malattie reumatiche invecchiate c per artr ti e nevralgie ribelli. Le acque della Rita SI trovano 111 un burrone, sono alcaline, clorurate, solfate, con presenza di 1odio ed arsentco (temp. 7J. gradi). Famosi anche i fanghi di S. Rita. A Casamicciola venne a curarsi la ferita riportata ad ,\ spromonte Giuseppe (;:ui baldi, c soggiornò, nel 1867, Enrico Ibsen che qui scrisse i primi tre atti del« Pecr (;}nt "• cc mpletato poi a Sorrento. Furono questi !uoghi, tanto amati dal Poeta nonege.,c, ad ~~p:rargli la nota leggenda, antica ma sempre nuova perch~ il conflitto d'::~nimo del suo protagonista, ::~vventuroso e irrequieto, c quello universale dell'umanità con i suo1 illcali. asp irazioni, ddusioni c pentimenti. L 'incontro con le nostre donne, più oottomessc, p:u femminili e dolci delle sue connaz ion::~li, do\'ctre cenamcnte influire nella creazione ùeii:J sublime ero'na del poema. Oa Casamicciola, per la bellissima litoranca, fiorita di olcandri, dopo 4 km. ~i .trri\ .1 " Porto d'Ischia, punto d'approdo CJUOtidiano tlei vari piroscafi provenienti da N~tpoli t c.Ia altri punti del Gol(o. Ferdinan.do LI di Borbone fece ~cavare un c:~nalc a nord dd lago d1 origine trachiuca della profondità di metri 2,12 meucndolo in comunicazione co mare e vi fece costruire il molo lungo 250 m. col faro della portatn Ji 15 miglia c mezzo. Alle spalle di questo porto gioiello sorge la ridente Casina Reale, donata dal p ott medico Buonocorc a Ferdin::tndo T, una delle preferite residenze estive dci Borhon1 t:, dal 1876, ritlente stabilimento balneo-termale militare. Le attratti\c del soggiorno nella bella p::tlazzina borbonica e gli cffttti tcrapcuri, 1 dei fanghi c delle acque devono essere \'era mente... magici se le domande di amm ·' sinnc dci miliLari alle cure si moltiplicano ad ogni turno... Le acque di Formdlu Fontana, del resto, sono le più radi~atti\'e dell::t zona dopo quelle di Lacco Ameno c a.:canto ad altre proprietà note e ormai famose, a me sembr:.1 che ne abbiamo altre più ... sottili c ancora da scoprire. A Porto d'[schia, infatti, non s'incontrano figure di ammala ri e, dovunque ci si rigiri, uomini e donne, giovani o non, hanno un'aria di buona salute di serena letizia... E sulla terrazza del '' Regina >> non meraviglia di vedere a ~er:~ abbandonarsi a concitate piroette di samba o vorcicosi giri di valzer balneanti dt ogni età e grado che al mattino, dopo le cu~e termali, si godono l'aria e il sole sull.• sptaggia o si tuffano addirittura nel mare. Sono pochi qu::lli che restano nelle camere· ad ascolmre il richiamo della sirena, non certo, ahimè, della incante\'ole PartCIW[' ma del piroscafo in partenza per rapoli ...
E. BuFFAROI c"'\IPAi'.\
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n•;r.l•.-\. S'l 'A .li P .\ JIEDit_'..l
Chirurgia. 1>'.\LLAI~Es
F., DtruO\T C. e G ....LLF\ ). ). :
Esofago-gastm.<tomut pal!tattt•a senza rt·.-euone nel tanao dell'esofago c del et.• dws. - Journal dc Chirurgie, n. (l, HJ4<J·
Le penose cond izioni di un portatore.: di t:ancro inoperabik- dc.:ll'esofago e dd eudia ~. la cui disfagia .,empre più gr;\\ l' n l'h1cde spesso una ti .. wla alimentare. lannu rncnere utile 1n :tkuni casi l'csofaf:o·ga ~tru,wmia che J\~l~ura unJ sopra\''' c.:n7a tollerabile s:a dal punro di ,j~w ti~iw che psichico. E' notJ L1 lta frequenza di wrarotomie semplicemente esplorati \'C a r:1usa di intervento pmtmppo t:Jrdi,o. l'\el 1946 AJli.,on rende,·a noti 5 casi di eqfago-digiu no~turnia palliati'a la l u1 te< nil'a però sembrò troppo comphcat.t. Gli AA. in qu~;~to la\'oro descri,ono un mc.·todo di ana~tomo:-.i fra lo stomaw c l'c ~.Jfago, a monte del mn1ore, piutto~w \Cm plice e che non aggrav<J ~ensihi lmt·ntc i ri\·~hi della sola toraLotomia. l dettagli di c~'><l sono chiaramen1~ c.•'PO\ti nel la \'OrO e·l illuqrati da d1c.'\l ni tidissime figure. un punto che mulla attenzione.· t: qudI·J dell'indicazione, in qu:1nco l'an a~wmo~i i; piLI o meno f:trik a seCOJH.la delb sede c dell'estensione del ncopla~ma essendo nc~<.ssario disporre d i un \Cgmemo esofageo In buono stato e ~itu:no 3d una di 'tanza ragione,·ole al di~opra del rumore. L 'esofago-gastro:Jn:momosi palJJJfÌ\ J 'i ri\ olge essen7.ialmcnte al cancro elci terzo inferiore dell'esof:-ego c del c arcli a~; esso tro\::J una limitazione nel l:~ cstensiom· dclb prop::~gaz ione alb piccola curvatuJ a wn adenopatie nel territorio c.oronario c celiaco. La lettura deglt R casi riportati d:t un.t ta,·ore\'Ole im pre.,~ione anche se. come ri conoscono gli Ai\ ., non sempre 'i può pre\ edere b difficoltà del transito al li\ Cllo del passaggio d iafr:Jmmntico. Semhra che, una volta praticata una to() • <liornul~ di .ltl'dicma \ltluarc.
rJcotomia c t:on~tatata l'impo"1hilità della rcsezionc, ~ia da preferire re~otago-gnsrro S(OI11iJ palh<ll•' .1, purchè ne 'ia possibile l'esecuzione, alb ga~trostomia e :tiJ'e,ofagochgiuno~tomla. TRLI:--.1
HRLt;ZIERF. J.: Tmttctmento dellu coaigodinia con lc~ rese;;iont bilaterale del pleHo <tlcro-cocczgeo - journJI de Chirurgie. n. 6. IlJ4lJ·
StC.\RD A. c
Sono rift.riu 5 casi di corngodima lU · rati con un intcr\'ento di c~Clll7101lC molto sempliçT. in 4 dci quaii souo stati ottenuti eccellenti risultari ed r non del tulto huo no fors<. .t caus:1 di una sezione inwmpleta. La scar~a conosc~nza della patologia traumatica del nl<:l'ige spiega forse il gran numero dr cun· u~ate per l:1 ccxngodinia. affezione non 'empre con et w mente imerJYer:na tantn che ~pesso qucsti malati ~ono sçamhiati per degli psicopatici ,. inutilmente curati con \':lri metodi. Si tratta in\~;ce di unJ sindromt· rhc ha molta aftinit:t fOn le sindromi r:tdicolari il che ~iu,tifÌl:t a p~io i il tratt.uncnto qui descritto di ~~o:zionc hilaterak del plesso sacro-coccigeo. Un'e~per i en z:t più la rga di c~~o potrà precisarm· meglio il \·alore. TRtiKJ
l.: Le dufunz;Oill p recon delf'anastomost dopo ga•treuomia. - Journal dc Chirurgie, n. ). HJ4<J.
L EGER L. c L()lc;n
La ucce,,it:t di conoscere \emprc meglio i disturbi eli canalizzazione musccuti\'i .1lb rcsezione gastrica è testimoniata dal numero di l:nori e dalle Jiscuss10111 an·ademiche sull':~rgomento. Lu ngi dal ~ett:Jre il discredi to su quesro intervcnlO, che :.. tutl 'ora :1l primo po;to nella ttrapi;J di una 1tfezione così f re ~uentc come l'uh era ga~t ro-d uodenal<.: . ogn i studio d('l gcne~c non
4 20 può che migliorare ancora i ri~ultati operatOri. Con quc~co nitido la,·oro che s1 fonda su os~enazioni antiche c recenti con cscmplihcaziOne di tre casi esattamente lOntrol lati, gli AA. vogliono dimostrar:: !..t varietà <.Iel le cause delle precoci di~funzioni delle anastomosi gastro-clig iu n:~ l i c 1.1 pos ~ibilit~ d i una precisazione d iagnostit:a che po~sa guiùare b condotta ter:•peut ic:l. La rono~cenza che ta luni intidenti, pur manifcstando~i alcuni giorni dopo l"inter' emo, sono provocati Ja una causa inizia rasi subito dopo di esso giustiflca, sctondo gli AA., una di,·isionc di,ersa da quella classica di complicanze precoci c d: complicanze tardive c cioè la dilisione in complicanze acu te '' d'embléc" c: comp licanze a svi luppo progressivo. F ra le prime vanno com prese la d dat;lz ione anna del moncone gastrico c le ocd u sioni alte dcl l'imestino tenue per torsione c incarcera mento; l'esame ra<.liologiw d1retto per lo più è sufficiente p:.:r distinguere le due forme, ma se rimanesse <]ualche dubbio si potrebbe chiarirlo con !"in gestione di una piccola quantità di bario. Fra gli incidenti a sviluppo progressivo, ~he sono molto p iù frequenti, si de,·ono d istinguere quelli dovu ti ad u n disturbo p uramente fu n z ionale o ad un ostacolo meccan ico infiammatori o. A nche in y uesti casi g li A A. credono che sia n~cessar io un uso un po' più largo che per tl passato del l'esame ra<liologico. Lo studio etiopatogenetico ì: molto accurato; 'engono distinti: 1u - gli ostacoli d, origine infÌ:lllilnatoria, <.juando intorno all'anastomo\i \i forma un hlocco di peritonite plastic:J che ~trozza progressiva m ente !"ansa dTerentc; 2" • le complicanze pu r:~me nte meccanic he: in vaginazione retrogra<h J cl d ig iuno, inc:~rceraz ion e d i esso nella breccia me ~ocol ica, torsione dell'ansa efferente;
r·
i distu rbi funzional i come riflessi inibitori, modificazione del peristaltismo g<Hlrico per la soppressione della regione antro pilorica, alterazione del peristaltismo intestinale per incisioni longitudinali troppo estese del d ig iuno;
4° -le disfunzioni in rapporto con I:HtCJn umorali, ipoprotidcmia ed ipodoremia. cht sarebbero responsah1lt di un edem;l dd l"anastomosi tale da pronKarne l"ostruzwne. La conoscenza di queste ,·arie possibdll" si riflette sulla diagnosi e sul tranamenw della ~~mp l ic_anza ed è su queste che gli AA. s1 md ug 1ano con molta precisione, ~Il chè qu esto articolo può esser consideralo una ut ile cd opportuna messa :1 punto su q u esrion1 d i altissimo interesse scienti fìco e pratico.
PuT"f';FR: Il tmuamento dtllc infeziom hauenrhe con penuillina 1.'1 .,, luzione acquosa ;omministrata a lungh t intervalli. - Presse Médicale, n. )7. l
B1cKEL e
g iug no IQ4lJ·
Il notevole interesse che ha accolto Ll penicillina-ritardo nelle sue varie fonm ,. in rapporto pre,·a leme al desiderio dd te rap.sra di risparmiare al malato lo ,t ll modo di fregut·nti iniezioni e l'assisrenz.1 continua di un infermiere. Ma la penicillina ritardo presenu .1 cuoi s,·antaggi: è più do lorosa, può pro vocare ascessi asettk i, no n è sempre rias sorbita regola rmen t('. Per q uesti moviti Bickel e Pla uner ddl.1 C linica te rapcu ti c~l d i G inev ra ha nn o pro ,·aro la sommi nisrra7.ione di penici Ili nJ in soluz ione acq uosa nella dose d i 3oo.oo< 1 unità ogni 12 ore per i primi due gwnu e di JOO.ooo unità al giorno nei giorni SUI:CCS~i\·i.
In un ccnt;naio d1 malati colpiti dali~ più S\·ariate infezwni batteriche hanno ot te nu to in tal modo risultati srreuamcnrt sovrapponibili n quelli ottenuti col m< todo d i sommi n istrazione così eletta con tinua . Il concetto dc ll n ~om m inis tr azione con tinua d i pen ici llina derivò per analogia dai metodi d i sulfamido-terapia, non tcnendo conto che la penicillina unisce all1 proprietà banerio\tatica dei sulfamidiu una sicura azione battericida. \·ari mori,·i, secondo gli AA., giustificano la somministrazione discon tinua: !:1
po~~i bilità di colpirt i microbi in fasi differenti della loro C\'oluzione, b prolungata permanenza in rircolo della penicillina somministrata in ùosi elevate da 300.000 uni tà in su, la conoscenza di ri~ultati con tordi di altri AA. che hanno ottenuto con questo metodo percentuali di guarigioni altrettanto elevate rhc col metodo deUe clo'i fraziOnate.
TRL' I:-.11 l~·anù;tomon rallwtiva fl(' l concrt della pal'lt: media ddl'esofago IO· racico. - Presse Méuicalc. n. 42, 25 giugno 1940.
OuvJJ:;R CL.:
La bassa mortalit!ì degli Interventi palliati vi di esofago-gnstrostomia nel cnncro del terzo inferiore dell'esofago c dd carùias abitualmente eseguiti per ,;a tram toracica sinistra ha posto il problema de gli interventi palliativi nel cnncro della parte media dell'e~ofago. Ai sette casi francesi 11nora noti se ne aggiunge ancora uno trattato anch'esso con toracotom:a destra per tumori inestir pabili della parte media delresofago. Tn tutti i casi la gastrolisi addominale ha preceduto la toracotomia. c:ondizione fondamentale per l'esecuzione deJrinter"ento è che la zona scelta per l'anastomosi sia indenne non solo Jalb neoplasia ma anche da ogni traccia di edema. Dal punto di ,·ista delle bioni gastriche si teuga presemc che in un caso in lUi lo stomaw non poteva essere utilizzato fu impiegato p~ r l'anastomosi un 'ansa del tenue. Dopo avere illustrato il sUtl caso ed a\er tauo alcune ossc•,azioni l'A. conclude che in tutti i casi di carcinoma inestirpabile dci due terzi inferiori dell'esofago deve ~sere presa in considerazione l'anaswmosi palliativa qualora lo sta.LO generale del malato lo permetta. E~sa in genere prolunga la vita Jel malato dandogli l'illusione di essere guarito. E per que~ti casi disperati ciò non ci sembra poco. TIWINI
Medicina. Pozz1 (J. e SActRDOTI C.: LL1 u:rap:a della tuberco/o;i con ltSatt. - ).!ilano, Cromo tipia Sormani, I~J41J· In una monograh;l di 62 pagine i mici assistt:nti dott. G. Pozzi e C. Sacerdoti, riferiscono i primi risultati ou~nuti con l'applicazione dclhl lisatoterapia nella tubercolosi pleuro-polmonare. Questa nuova terapia, ideata da Zironi secondo i principi della lis<Hoterapia di Kasakow e Filatof. si basa ~ull'_impiego del Lysoglnnd, un polilisato d i organi co11 tenente alte percentunli di tessuto reticoloendoteliale (milza fegato · m1dollo osseo). Per i fondamenti del metodo si trana quin di di una terapia Jd azione di stimolo verso i l sistema rcti,olo-endotelia ll' che ne li;~ tuber,olosi rappre~enta uno dei fattori es stnziah dei processi difensivi ed immunitari. La nuov:t terapia, mentre fermno )!h studi ~uii:J ricerca degli antibiotici c chemiotera]Jk-i . ricalca !::t vecchia strada rhc lega il problema della difesa antirubercolare alle manifestazioni re.uti\e cJ immunitarie dell'organi~mo; essa non pretende però di sminuire il valore degli ;llltibiotici ma ne vuole imegr~1rc c complet:.re gli ef fetti come già altre autore,·oli ,·oci hanno in questo tempo proclamato (Zironi Caronia). l primi risultati otrenuti in campo di nico confermano che l'azione della li~ato terapia nella tubercolosi pleuro polmonan: si S\'olge nel senso di uno sumolo, per guanto non si po~sa escludere un'azione desensibilizzante cioè inibente il fattore Ji sensibilit:Ì allerg ica. L 'indicazione è pertanto estesa a tutte le forme di tubenolosi polmonare nelle quali manca l'emluzione tisiogcna o e''a è <lppena iniziale e circoscritl:l. Si tratca dunque della stessa indicazio n:: di tuuc le terapie di stimolo già in nosLro possesso (vaccino-tubercoli no aurotera pia) nei confronti delle quali la lisatoterapia ofT re i vantaggi di una maggiore innocuità c di una più facile applicazione. TelJe forme di e~tesa o proclamata e,·o· luzione ti~iogena e caseosa. la lisatoterapia è controindicata perchè svolge un 'azione
,ti mo!::t mc rile,·abile attra\cr~o reazioni ge nt.rah. fcbbrili e reazioni di focolaw. • elle pleuriti essudati ve,. primiti_,·c e parapncumotoraciche. la tcrap1a ~on h'~to per , ia <..·ndopleurica anenua e ml~cc 1 feno: mcn i c~sudati,·i c ~timola rap1damcme 1 prorcs~i riparati vi delle plcur:: pcrt?nto è nccc.,srtrio che sia assonata 1n ogm c::t~o <dl c pncumo'wraccnte~i, ai_ fini di un.~ gua rigionc :111atomica e funziOnale la p1u pcrfeua pos~ibile. La lisatoterapia rappresenta un Intere-. sante apporto alla terapia antituhcnolarc c 1111 auguro che ,·cnga più amptamcnte spcrimcmata ed applicata_ ~o);~ o 111 as_~: ..:i:17iont :tlle terap1e annbwu<..hc, :11 hm di miglior:trne i campi di indioz10nc e di st:thilirru: l'esatto meccanismo d'azione.
u. CAIIPI S. c :\lows11oK R. E.: Az10ne to.r dell'emetina mi cuore durante il tl'<l/1/lmento della dissentenu t~mebica. :\nh. Tntern. Mcd .. 79· n. 2. fehhr. '947·
f),;c:li.
SJCII
Oucsro la,oro \'Crtc su IlO\<. ras1 di alt<..·r;zwni clcttrocardiografiche osscn ate da gli ,\,\. in 2:2 pazienti trattati con !'cl.llC· un.a pcrchè affetti tla dissenteria :tmcb1ra. Tal i nltcrazioni po~sono comparire durante il trattamento emctinico, ronremporancamcntc alle turbe neuro mmrolari C> digcsti\'C. Più spesso. però. ~i o';er\'ano d:1 una a tre settimam: doro la hnc del 1ra u amcnto anzidetto, t: ronsi~tono in in'cnionc dell'onda T .. T , . in ogn1 GISO con T o T, piatta o im.ertita. Lo sli,·cllamcn· w in bas~o Ji ST, anche m1nimo. è raro. l n un ca~o furono ossen·ate Q 2 • Q,. Queste modificaz.ioni ergralidw persistono in media da 4 a 6 ~cu imanc. per un periodo massimo di quattro mc~i. Dal laro clinico, in ~ casi Fu ronstatata una tachirardia moderata; una dispnea leggera da sforzo in 5 ca:i; ~na volta sola _f~ notato un galoppo pres1sto~tco_ scn:r:a m~hh l':l7Ìoni prel>l>Oric o alteraZIOill radwlog1dlc. Concludendo. gli A.\. fanno rilevare t hc. data l':lpp:trizione abitual~nent~ t:mli' a delle alterazioni clettrocanhografKhc, non si può attendere la loro comparsa per ar-
restare il trattamento cmetinico, ma ol'rorre fondare la necessità di questa sospemionc eurati,·a sull':tppanzionc della ta..:hi(anlta • della dispne:~ da sfor7o n dell'astenta. TRIHLHTI
R. L., MATIII. ItS ). A. L., .\11 EI.LLI! A. A. c ;-..J'ICKFI!W:-1 ). L.: Effetto delle sigarette sul cuore dei soggetti no!ma!t e dei cardiopcuici. - ) .A ..\1.A.. 1 ' " · n. 7· ottobre HJ47-
LJ::VY
Studtando l'ctfctto del fumo dellc ~Ì;!a relle ~ul cuore d1 soggetti normali c ,,tr diopatici, gli AA. h:tnno portata b loro attenzione su1 fatti se~ucnti: contr:~ziolll ..:ard1aca (determin:na wn la ballistolardio grafia), ritmo rardiaro, pressione ancrwsa e alterazioni clcttroc:ardiografiche. Primo rilic,•o è :.taw la lOnstataziune dw non 'i era difl~rc:nza n01evole tra il gruppo dei soggcui normali c que_llo dei c;lr~lio pazienti. nè tra quelli chc: fuma,·am' "t;a rette ordinarie e quelli che fumavano "~'' rette den:cotiniz7ate. Altro rilie\'o i· \lato daro tlalla cun,tat<l zione, in genere, di un lcggero awnpnto del ritmo cartlia~o, d1 una lieYe elev:J7.1onl della pres~iom: si stohLl, mentre p<x:he nw difìcazioni \CniYano ossen·::tte nelia contcl zione card iara. Quanw alle altc:razioni clcttrocardio)!ra lirhc, riscomratt' i11 meno della mer~t dci soggetti di cia\cun gruppo. ~~se furono_ li~ \'Ì e consiMe\'ano. per lo p1u. nella d11111 nuzione dell'ampiena dell'untla T . TuHe le modifi<..atloni osscr\'ate dipcn derebbcro, quindi. a dire degli AA .• in gran parte da ~uscettibilit3 lndi,·iJuale più che clall'csistenz:~ di una rardiop::~tia . Per:Jltr() nessun tlolore fu :krusato dai soffcrcnti di :1A"ezioni coronarit hc. Gl i AA. concludono esprimendo il 1x1 rere che, a parre i casi di turhe vascol~ri periferiche, di asi~toli:.t. d'infarto del mlncardio nello statlw ac:uto e di endocardite: reumatica acuta. può C\sere consentito l'mo moderaro del fumo delle sigarerre, a m('no che, però. non ci si trO\'i d1 fronte ad un so)! oetto sensihile al t:lhaccn in modo speoJic. b T RII'IU'l'TI
Psicologia. APPICCIAFt'oco R.: Sommauo dt p.itcologia. (.\ppcndice di L. Meschieri). ~· ediz., Roma, Orsa Maggiore, I950, pagine 235, .fì~g. 34· Il " Sommario di r~i cologia " di R. Appicciafuoco, d11: udle precedenti edizioni abbiamo \'isto r:pctutamentc usare nei Cor si di preparuiom. per ufficiali selcuon psicotecnici c in quelli di governo tkl pcrS<maJe, ci si presenta notevolmente miglio ralo in qu1' St:l terza edizione. L'A., non appagato nel suo dc~idei io di perfezionamento. ci offre un'edizione radicalmente moditìtata. che ha <klJUISl<llO map:giore equiiilmo fra la esposizione dot trinaria delle \arie torrenti di pcn~ino attuali e le applirazioni pratiche, fra lo studio di leggi c fenomeni universnli L' qu::llo di caratteri differe nzinli o intli\·idu.1li df'lla personaln3. Ad imegra.,Ionc Jd testo. per "t di fa . cile e attraeme lenura. sono numtro~I .,rheffii ed illustrazioni. nitidi c inosl\ 1. Rispondenti allo scopo ci sembrano le cscr citazioni didattico ricreative propoHc a complemcmo di orni capitolo. Tali cscrcitazioni, che ~ono in quest'opera dedica te in p~evalenza ai gio\ ani studemi, otlrono utili consigli a tutti. c l'ispirazione per una p!Ù cstes.I applicazione di t~ k \Us~i dio <.lidaniro ad altri campi sc1cnufJCi: pensiamo per C\, :Jl!'ins::gnarncnto ddl'igiene o delle m<lll'ric tecniche alb 1ruppa c agli specialisti militari. Utile ceno per i l lettore sarà i1 repertorio ragionato di una trentina l ra \olumi e ri,·iste di psitologia. scelte dalla mi~lio re produzione recente. edite in ltaha; anche la raccolta di circa ottama brevi bio grafie dei principali psicologi ita hani e stranieri cost i tui~ce un prezioso strumento di lavoro c Ji studio, che finora non ai'C· \'amo riscontrato in altre opcr~ nazionali. L'opera, di carancrc generale, non può naturalmente toccare a fondo i smgoli set tori applicati\·i, quindi anche qul'llo militare. T uttavia ci appare una utile c consigliabile premessn per i t:Jnti che sono an rora del tutto digiuni dci fond:Jmrmi sc ien-
ti.fici ddb P'i<ologia, in attesa di Ji\porre, anche 1n p.ttria. Ji qualche manualt: teorico-pratico, n:dano Ja competenti psit"ologi, che ria~sumano le più importanti acquisizioni della loro dottrina in campo mi litare. Non ~i può oggi inf:nti mi~co noscerc l'importanza dei ianori p~icologi.:i nella l'it:J t• nell'arte milirare: dalla Sanità (mrdu:111a psicosomatica. infortuni~ti ca. psiropatologia bellica) all',\mministrazione gllldi11aria (studio dci n.ati, dell'imputato, dd te~tunone), dal go\erno Jcl personale ali,, t<.:rnira dell'istruziont militare, dall'assistcn"a L benessere alln propa)?_JJH.la intern:t ed eMerna. A. C.
Radiologia. TnovF.R R<li. \ 'I
P.
et PIEQt . J;1
1.: .L',wgLO-
cardiog~<tf1111e.
Son intédt dwique et radJOlog!cJUI'. Journ. Ùt Rad. et d'~> lenr.. tomt ~o. n. 1-2. pag. ~ II, HH9· E~pw.tt b•c\ i not.Ioni sulla '>toriJ dd!'angiocard iografìa clinira, gli .\ •\. riferiscono su due metodi p~r pr:nit:.lrla nell'uomo: quello di Robh c Steinberg. che iniettano il mezzo opaco a meno di una siringa 'PC< iak ndb l'Cna ha,ihtJ o cefalica, c quello di Cha\er. Dorbct:kcr <.: Celis. più indaginoso. perchè \lt>ne Jdoperato un 'mnle catcr~re opat:o di t"aucciù che ~i introduce nella vena giugulare esterna destra sino all'orccchietta. souo il rontrollo radioscopico. L'inieziont• del mezzo opaco -.i f:t con siringa innestata nel catetere in 3 4 di secondo o in 1 'et'ondo. mentre il pazientl· è in decubito .. upino. Gli At\. hanno adottato il pnmo metodo da essi modifirato con\·~nientcmcnte. in 40 casi. Adoperano come mezzo d i comrasto il Pyélosyl o il Diodrast in soluzione al ;o"... Poichè tali sostanze sono ipotensi\e. gli AA. 1cngono pronti cardiocinetici. L'iniezione ì: fanJ a mezzo di un apparec chio init.:uorc ad aria compre~-;a. Il cui serbatoio può t'Ontenere 45 cc di liquido. OrJinari:uneme. dopo l'iniezione di diodra~t 1·engono iniettati 20 cc. di siero Ji,iologico. ad evitare swsi a livello dei conflumti ''C-
nm1. In ca~~ particolari :.i può ricorrere :1l reperimento della 1·ena giugu lare esterna per l'mtrociuzione ciel mezzo cii contrasto. ì':egli :1dulti :.i :ldoper::111o 45-6o cc. di dio.. dr:l\t; nel fanciullo le dosi vanno da 8 a 30 re. E' IH.:ressario <.letcrminare prima la 1elucità della circolaz10n~ polmonare e carotidea per poter radiografare le ca1 irà de~ tre del cuore c l'arteria polmonarc, le ca vit21 sinistre c l':wrtl :d momento in cui ~o no opacizzatc. Il decubito anteroposterion: Jà buone 1mmagin1 della ca1 a su per io n:. delle Gli ità destre, dcll'arteri:~ polmo narc c delle sue branche. L:. proiezione O P S è utile specie per l'esame dell'ore< chicua sini,tra. La O P-D è perfcna per lo :.tud io del vcntricolo :.inistro, dell'aorta l' anche <.lei tronco <kii'.Jrteria polmon.1re. Gli Americam utilizzano anche ti protìlo sini~tro per 13 1i~uahuazionc delle caYitn sillistre c ddl'aortl. D urame l'iniezione di diodra:.t. c di pyé to~~·l i pazienti anertono dispm:a più o meno intensa, nause:1 u l·omiti, palpita zionc; alb 11ne dell'iniezione, tachicardia ed ipotensione. Si sono inoltre (Omtatati ac<.identi di 1moller:u1Za allo JOÒJO, che po~sono essere cvit:ni ~e si pratica prima tlel l'angiucardiograt-ia il test intrndermico di Alyca e Hnine ~ (1 10 cc. di d!odraq al 70 "n), completato dal test intravcnoso (1 cc. di diudrnst al 70 ' .. ). Quindi l'angiocardiografìa dc1•c c~serc adoperata con pru dcnza, dopo approfondito stud1o del maIalO. E' controindicar:! nei soggett• con a~m::t, con / C.i/ jodato positivo e wn manifest::tzioni anafilattiche. Controindicaz.io111 al metodo \ono inoltre le n::tropatie. le.: epatiti gr:11 i, le affezioni miocardiche con turbe nelb comlucibilità, il blocco com pleto o incompleto. le affezioni miocardichc. Sono ripor une nel testo sei o~servazioni tra le più d imostratil'c, con numerosi radiogrammi e schemi interessanti. I n conclusione l'an~iocardiografìa pre sen ta un grande interesse diagnostico nellr cardiopatie wngenite; in tutte le malform::l7ioni dell'arteria polmonare ncll'adul to; nelle malformazioni ::~ortit.hc (aneurismi. rest ri ngimenti); nello studio delle o-
pacità anormali del mediaqino (se suno vascolari o meno); nello studio della topografia c morfologi.t delle branche tldl arteria polmonarc c infine nello studio della tcpografì:t, della lorma, del volume c dd la struttura delle cavità cardiache e dello spes~on.: del miocard•o. Prim~1 pe;Ò dt praticare l'angiocardwgratìa bisogno esaminare accuratamente d pa · zicnte, fare l'esplorazione funzionale tpa tica e rcnale, l'elenrocardiogramma c l'e same radioscopico del cuore sotto le 1arie incidenze S.11.' ' '"
o.
F.: ·..-ifiraztone /Ulllaterale l/lt'/:1 tratwwtica dci legamentt coraco c/,u ·icu lart. - Annali di Rad. diagn., 1'01. \.Xl. fase. rr. TlJ4<i·
PARONI
Pr~messe brni nozioni anatomiche ;.ul kgamcnu coraco t la l icolan e conslll<'r:ua la rarità dd reperto, l'A. illustra due <a'i d; o-;sificn ione metatraumatica d i tali le gamcnti reccntt.:mente os~crvati. Il pnmo riguarcb una donna di 19 anni che :ll l'l a riportaro trauma allo spalla ~inist ra 111 un incidente Lramviario e che radiolo~ic.umnte presentai a, oltre agli esiti di frattura dd la clavicola sinisLra e alla lussazione dell'cstremo acromialc di que~ta, una rorma7ione ossea anom:da, che. Migin:nasi dal margine mcciiak dcll'apolì-.1 coracoidc ' l dir;gc;,·a in alto rd all'esterno 1·erso la su perfìcie inferiore- dell'estremo :JcromiJie della davicola. Tale forma7ione Jnomala. studiata anche con stercografìa e con csperimenti sul caù:11 ere, ~ risultata ,i eu rameme rifcribile ad ossificazione dd legamento conoide. Il secondo caso riguarda un uomo di 30 anni che due anm prima avc1a riportato lussazionc acromion clavicolare destra c nel qu~le l'esaml' radiologico d imostrè> una (ormaziom.: o~~la lunga qualche millimetro, 1n corrispomknza del margine ~uperiore dell'apoti~i w racoide, diretta verso l'alto c lateralmcmc. Segue una brc1e storia dci casi descritti nella letteratura di ossifica'lionc dei le~a menti coraco-da1 icolari e pubblicati ;lal I9IO: in lutto 7 casi.
Oall'anahsi cnuca di que~ti c dei due l'A. ossen·a che la nw~a dcll'o~ sificazionc dei legamenri coraco da' tcolari ~ ..cmpre di natura rraumatit::l. L ·o,sific:.ztone sarebbe do,·uta :.1 distarco J1 (rammenti di periostio che si impHtlll:lno net legamenti e che lentamente in t'\si proliler:lnO. Secondo Ag:~ri, in Uil primo tempo si :~vrebbe calcilìcazionc per deposito di di di calcio uegli cmatom i ~uperficiali e intcrstizial i, in un secondo tempo ossilìcazione con formazione di tessuto osseo ill u~tr:ni,
spugno~o.
L3 metapla~ia o~c.1 dei lcgam1..nti deve pt'rÒ essere leg:.ta a speciali f:lnori llldinduali costituzionali, mentre il li:luma c la lussazionc hanno ,·alore di l;\U\e nece~!;a nc ma non sufficiemi nel determinismo del la calcilìcazionc c os~ificazionc lcgamentosa. Manca la dimostrazione dc lb po~s ibilità che i legamenti coraco-cl::rvicolan ossificati clrano origine ad una anicobzionc coracocl:n icolare ~oprannumeraria. Facile la dia gno~i differenziale tra anicolaz10ne coracoda,icolare vera e una ossifica7tonc dci lcgamc.:nti coraco-clavicolari. L'ossificazionc dci legamenti detti ~ quasi c~dusi,·amente del sesso maschile ma è pos~ibi!e anche in quello femminile. Mentre l'A. ~i accingcv:1 a pubblicare il suo lavoro ne è stato pubblit-aw un altro ~u llo ~tesso argomento dal col. mcd. Arthur joulc, che giunge prc~so a pcx:o alle ~tesse conclmioni.
l h t>AK A. et THtÉRRlE R.: Contnbwion u /'!rude de.; image.r lacunalrt's de l'estomac. - Journ. de Rad. et d'électr., tomc 29, 1948, p. 470.. \'cngono brevemente i l lu ~tr:ni due casi in cui, all'esame radiologico. In <,tornaco pre~entava delle immagi~i 1:-tcunari. l"cl
primo e~sc erano localizzate sulla granJe curvatura c tu prospettata la ipotesi di un wmore benigno o di una gastrite tpertro fica circoscriua: la gastroscopia d,mostrò enormi plichc ipcrtrolìche con aspetto di salienze non ukcrat~.: ~porgenti nella ça Yità gastric:t. Nel secondo caso, relativo ad un soggetto pallido, sofferente da due annt di dolori gastrici c con splcnomegalia, l'c samc radiologiru dimo~trò solo un aspet to serpigino'J della grande curvatura ga strica, che ieee pensare a semplice ipcrtrofia delle pltche mucose. Operato di ~plt·· n:::ctomia, venne a morte in decima gtor nata. AILtutop~ta fu riscontrato un gros sc.. pacco di \Cile ,·aricose, duro e bon.uw, sulla gran dc lllrvatura: il fegato era ingrandito. Nella discussione diagnostica gli autori accennano ad a ltri processi patologici che possono mentire una ipcrtrofìa delle pii che muco'c g:htriche e dare immagini la cunari c cioè P'eudolacune da tumori estrinseci, da impronte; lesioni non cancerigne. proc:cs'i :tdcrcnziali, pcri,·isccrittci; lesioni luctichc, da linfogranulomatos!. E' inoltre da rib·are (GUlman n) che nelle sindromi dolorose possono osser\'arsi aspetti <.Iella grande utrvatura gastrica ..:he gro~so lan amentc fanno pensare a fatti in filtrativi dclln parete, mentre un cancro gastrico, anch<.: esteso, può svilupparsi in superlìcic c non infiltrare profondamente la parete mu~colart• dello ~tornaco c, nwl grado tutti i più fini accorgimenti tecnici. si possono avere dci reperti operatori, nccro~opici ed istologici del tutto inattesi. A conclusione del loro lamro gli AA. affermano che b prc~enza di immagini lacunari non (: ~cmpre ~inonirno di rumore gastrico, mentre le piccole tumefazioni della supcrfitie mucosa dello storna co possono anche ~fuggire a molti ed accurati esam i. Risogna dunque ripetere controlli clinici c g li esami specia listici.
P. SAI,S.\NO
..\. T T C .\. L l T .\
SPUNTI DI CLINICA L. t Cf../ N OSI CONCENIT.-1 i\4ET ,/EMOGLOJJJN!Ci è una m.dania ercditana tamiliarc non molto 110ta e car:ntcrizzaw da cianosi di un " ioh1 tipi.:o, pn.:sclltt 1111 dalla na~~ll:l c persi~tentc per tutta la vita, p•ù marcata alle labbra. Ji pomelli e alie t:\llt ffill,t delle dita, che si accentua con giJ sforzi. l'ulb a canco del cuore. elettr<xarclJogramma normale; Mato generale buono, cd Jl paziente può \1\C~e .1 lun~u accusando ,ofo di tanto in tamo cramp, cctalea, hne dispnea, tachicardia, a:.tenia. Lna lie\C poli~lo bulia con modica iperleucorito;i è rikvabilc nel sangue. R. Lutemharhcr ne puhblk.t 1111 caso ~u " La Presse M~dkalc" (n. 20, marzo 1949) nel t]Ua lc t'anamm.:~• eredita ria i" iJ maa ciano~i nella nonna paterna, nel padre e nella figlia. Per L\., nu riguardi ddl.1 parogcne~a. la perturba; .onc proverrebbe Ja un 'a;;cnza di enLimi u\\ido ridutton , h t po~sono C\~cre rimpiazzata temporaneamente con bleu d1 metilenc cd acido ascorhJ<~> . La ·;iwmina C. infatti. :mcnua la cianosi c f:l scomp:H.re la cetaka c la dispnea.
1:
DUE C.'IS! DJ ./RTROPATIE ENDOCRINE \cngono t.lcslrirri da C . . \l\q~r.1 (Uiorn. di Clin. ~1~d .. ~o •;!•. 1':}4')). nel pnmo esim \ano, tla an m, da~menorrea. q,, vasomotoric, iperemoti\'ltÙ. tremori e m:~nifestaziom annuchc a c:1nco delle tal.111 ..:• c della arucobzione tih10 rarsica de~trJ; nelle urine assenza d1 folbcohn:l e dcticiu11.t dt orn•one gonadotropo; nel ~ccondo c:.1sO gli ste~si smtomi oltre una ipcrpigmemationt deila cute c ipoglicemi:1, ipocolesterincmin c fatti artritici :Il gomito e ginocchio di ,in1 stra. ai pol~i e alle dita delle mani. l n <:ntrambi i ca~i i disturbi si an·entunvano in , or rispondcn7a dei periodi mestruali. L'A. diSCUte sull'unporranza da attnbuire al dt,quilibrio t:ndou ino il cui d0minio è suffìcientememc ùimostrato dalle due ossen J7ioni riferite.
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L /l SINDI?OME DI:.'LLE <• GAAJHE ll?l?JTAH!L/ ». - Di quest:. <lffeziom: <l t·rw anche "ansietà tibia le., o ,, asthenia aur um paracsthcsica " o ,, restlcs~ legs ' indi\ i duata dallo ~vedese Ekbom c rappresentata da mo\ Hnenti di~ordinau d~gli arri t· 1111 pro\'\'isi scatti flessorì presenti nella posi71onc distesa del paziente e che \Compaio!1o in posizione crerra, con parcstesie non costanti, sono deslritti :1lcuni casi da Copoc\ 1ci1 in "MinenJ Mcùica 11 del 26 maggio 194\1· L'i\. h:1 cur;Tto i suoi pnicnri ,·cm \·awtill.n., wri c aciJo nicotinico. 1L JJ ORBO DI JJ/<1 LL SY.\.JM EI?S (adenop:nia giganto-follicolarc) caratteri11.Ho da tumda71one delle ghiandole supufìciali. ascellari e mguinali a p re\ alcn7a, spl::no megalia e lcucopcnia. a prognosi non infausta ma su,lettibile di darl' origine a san cm11 polimorfo-ccllulari, :1 linfosa rcomi e anche a leucemie linfariche, presenta b caram·n stica di c:ssc.:re estremamente sensibile :.l ln rocntgenter:apia. Tale particolare sensih'liL."r potrebbe co~t;tuirc un a ltro fattore di diagnosi differenziale col m..,rbo di Hodgkin '"' quale la malattia ha molti punti di contatto: dosi di 3oo-1ooo r sono infatti suffidtnri .a hr scomparire totalmcmc linfoncdi ingranditi (S. Ruhcnfcld: ).A ..\1.-\ .. 10-H49· 1114'~).
L'ENTERITE NEC!?OSANTE DI AMBURGO ì:· un:1 nuo\'<1 malattia urmna d.• ::macrobi, ç;\r::~tte rizz:na da enterite atut:~ fu lminante .:hr in 2-.3 giorni. a volte andw in 12 ore. conduce a morte i pazienti per nccrosi dell'intc.:stino cd cucmi sanguinanti. i{lic vata in ,\m burgo nel 1<.)46 da jeckcln l:hc la chiamò ~lltcrite necrosante. la sua eti >lo>!•·•
-117 iu riwnosciut:~ nel 194l> d;l Zc1sslcr c Hrtsfeld (Brit. ì\.led. Journ .. 12 febhraw 194';;1) ,hc.: isolrtrono il doJ/rf(/ium lf 'dchii tipo F. o Wt·lchia ag111. microbo .tn.lerobio. pro~pcttrtndo co~l la possibilir;ì eli una 'icroterapia 'pecilìca o poli1alcnte anticangrcnosa.
DERMATOSI DA SLLFAMIUIU. Casi ,lt dcrmatttt: <l.t fotosemtbtlizz«.lionc.: consecutiva all"applicazionl locale di pohcrc .sul famtdic;~ sono nterite da Stdi e Bol• ke1'itch (La Presse Médicalc, 20, 270-27 1. HJ49) sotto fornu di c;,t,c;ma ;lcuro eritemaw ,e,ciculo papulo,o, edemi del 'iso, astenia, fotofobia e congiunti ' 1tr. feb l,re. St ;vDR0.'-.11; l>/ BEN.\JJE/\1 O STE.\"OS/ l E:V TR/CO I.IRE. - Dt tale sin Jrome non frC(j\IC'ntc, destrilla per b pnrna 1oh.•"1 nel hJIO <!a Bunheim, il quale rile1è1 la conseguenza ;1pparentcrru.:nte parado\sa di un'a ltc.:ra7ione chL cdpis:e ti I'CIHricolo sinist ro, J. East l C. Bain pubblicano ora 5 casi in un intcressanu,, imo studio sul '' BriL. Ean l . .• , u -145· HJ49· Gli :\ \., d';;ccordo co! Bcrnhc.:un nel ritcnu c causa dd la malarti;~ lo 'porgere del setto nel H:mricolo dc\tro. rilc\ ano rhc: tale alrera1.1one, c:tu,.t Jt:ll'insul hcicnza D., agts<.:J cont('tll poraneamellll c f:l\ orc1 olnKnte sul l i r..: o lo polmon,tre i mpe· dendonc un eccessi l'o ingorgo: in tal modo il ventrirolo sini:MO, pur essendo alterc1tO dn molto tempo, non ril'ei;~ tino all'ultimo mantfestazwni di scompcnv1. ISCESSO TLBER('Of..l RE 1.\' SEGLIITO . l 1.\/EZ/0.\' E DI PE.\ ICILUX.I. - !\'on sono r[ln: lr.: insorgenze di a~cc.:s~i tuhen:olari nt'l posto O\ t' 'tt:ne prati~:ata l'inir zionc di penitilli11a. Lo caratt('I'Ìstica dd ra'o riferito da Forbcs c C Strange (Lancet. HJ marzo 1940) ,,,1 nel fatto ,he l'ascesso lOstituiYa l'u nic;~ manikstaz:onc risconrrota dell'infezione tubercolare. ~1a ugualmente gli .\.\. ritc:ngono J':t,cc,so di natura cmaw· gena c non esogc.:na pensando che :tltrc lc.:~10ni specilìche potnano cs~erc nnn .tcces~ibili all'indagine o mnto modeste.: da non t:\SCre sroperlr . UN CASO VI AGRA.VULOC!TOS/ DURAN'J E IL TRATTAMENTO DELLI TLBERCOLOSI \1/UARE C00.' STNEPTm.IICI.\'.l nene riferito da D. Feld (Am. Re1. Tuberc., -)<l ~17, ty.{IJ). Non ero sr:no riscontrato Jlcun segno di inwllc:r:lllt:t all'an t.ibiotic:o. Interrotta la rur:1 per alcuni giorni il sangue tornò per fc:twmrntc normale c si potC: riprendere.: t' cont·nuare l:J terapia srn:ptomicin ica scnz:t .t ltri inconvenienti. \IETODO f'H/.\1/CO PER D ETFR.\11.\ 'ARE LO ZUCCHERO .\'EL SASGUE. - Il dott. W. F;l) Durharn, del Reparto biu.:himico della " Emor\ U111\'Cr~it} School oi :Medicine ,, deii'U ni versi t ~ di F.mory (Georgia). ha Sl'i lu ppato un metodo rapido e scm plicissimo per la detcrm'nazione dello z.ucchero nel sangw.:, rht: non richird<: n~ att rc.:7 zaturc speciali. n( calore. n(· un 'esperienza particolaH· da pane di rh i lo effcttu;~. Il pro cedtn1lnto si ba'a sull'u~o di una sOSt:ln7a da poco Kopena c: nota col nomt di ' An· tronr ,,, la quale, in seguito ::1 rea.t.ionc.: t:himica, indi<::l i quantrt.lti,·i d i zuclhero e di amido contenuti in un liyuido. r risultati che si oucngono col llum·o ~aj!g io chimico differiscono solo del 2 •• da tjUelli utterHJtÌ coi metodi ordinari. fChc:misrry and Chc:m. En~. in t.he lì.S.A., marzo 1949). LA MALATTIA DF.GU ESTROGENI è un:l nuo,·a form.t morbosa che \ien( attualmente c brgamentr studiata . prodotta oitrc che dall'abuso terapcutico di corpi estrogeni, da una ipcrprodazione patologica di torpi rmogeni o da diminuita distruzione di essi e da abnorme ricetti1 n:t dei l'ari organi o te~suu ;~Il' ormone. Sulla sinrom.uologta, sulle romplicazioni della rmrl::nuo ). Seguy tr;~cci:t un quadro as~ai ,hi:uo su .. Sem. Hop. ·
(25, 130I, 1949)· TRATTA.\IENTU ON.\.IONALF. DEL DEU NOUEXTE SESSU.·ILE. - Anr he dopo la castrazione è dimo,tr:no che l'impulso ~es~uak può pcr\1\ter::- persino per anni. L'o,,c.:r"azione di acromeg:tlli trattati con ::rlte dosi di e.~trogeni ~ che prcscntaroPo un;~
ptrdita totale ddla pot~:nza M:ssualc ha !ndotto F. L. Golia e R. S. llodgc (Lan.:et, 1. 1 oo6, 1949). a spcrimcnwre b tcrapia or monale in •3 indi,·iclui .:hc açcusa\ ano un •m pul~o ses~uale irrcfrenahile. ';ti cifeni ~ono stati indubbiamente superiori a quelli della camazionc: già ndla prima scuimana tli tratramento (;o.ooo C. l. di benzoato Ji estradiolo pro di c per nnezioni endomuscolari) si è avuw la scomp:m;a de li:l libido. Dopo 6 scllimane la do,c t: st·na portata a 20.000 U. l. per os e il trattamento, ~econdo gli AA., tlnc e~\Cre continuo e imerrono ~olo se si dcsidcr:1 il ntorno ddb potcnz:J s::,sualc. ,\ 'EL RnTOSSICJT, /' DELLA STREPTQ.\1/0NA. -
Damada, Dulong. de Ro-
s.,ay c Vubrenil (Paris Médical, 9-84, r949) in m:llati sorropoMi a cur:J streptomicinic:. hanno registrato, in 10, gr:n i accidenti neurotossici (3 cJsi di tetania, 1 di comubioni epilettiformi, 6 cl1 wma di cu1 4 mormli). Dati spcrimenwli hanno conf('rm:lto ia n.·uro tossicità del medicamento che. negli animali. v.1 lhlla impossibiltà di \tare in pied1 'ino a c.risi miocloni~he, a com•ubioni generalinate o epilettiformi. Gli .\ \. comigliaao di adoperare sempre dosi moderate di , treptomicina c, in ogni modo, di saggiarne prima b tossicid sugli animali.
".>1NCRO DA OCCHIALI. - Secondo t'A~,ociaziune .\1cclica Americana gli ut· chiali non ccrchi.ni po~sono tausare manifc~tazioni cam:erignt>. in c.tuanro i bordi Lon centrano i raggi del sole mll'cp•derrmde, con effetto simile a CJll(~llo di una lente u'turia. e le: lesioni divengono facilmente maligne. Viene consigliat:J quindi l'appìicazione di un;~ speci::~le lacca sut bordi delle lenti stc~se onde impedire la forma.tionc dei pin:oli t d.m no~i fasci di luce rifratt:l. (U .S. T. S.).
TERAPIE MODERNE E NUOVI RITROVA TI. NUOVI ON.IZZO.VTI DEL CORTISONE. - Nel l'Orto Botaniw Ji ~ew 'rork si tro\'a un esemplare di "strobnto sarmcntoso " pianta africana dai c.ut \emi è 'tato ricavato l>illteric::.menre il cortisone. La scoperta schiude \'asti orizzonti ali:J terapi.t ddl'artrite e delta febbre reumatica e t(>stituÌ\CC un fatto economico di 'traortlinarra 1m portanza. ~fa per una vasta apphcazionc del prodotto terapcutico ~aranno nctc.,,ari qunntitativi ingentissimi di sem i della pi:lllt:l ed ~ azzardato perciò e\agera rnt l.t por taw immediata: si pensi che occorrono 5 anni prima che b pianta produca i \emi c che per ~oddtsfare il fabbisogno mc,ndialc la coltivazione dovrehbc e~sere estc\a su un:. wpcrficic che V:l dai 5 ai 10 milioni di ettnri!!! D'altra pane con l'ormone che ora 'iene rica' ato dalle ghiandole 'urrenali d( 1 hovini occorrono 40 capi di bt~t iame per forn ire il (luantÌL<Hivo necessario per un gwrno di cura, mentre, 'econdo Laurcnce, da una tonnellaw di semi l>i potrà ottenere la 'ln~ quamità di ormone che da 12.500 tonnellate di bestiame. Il Servizio di Sanità Puhhlil'a c i l ~ i ni stcro dell'Agricoltura degli Stati Uniti hanno organizzato una spediziollt' in Africa allo scopo di r:1ccogliert Ji,erse \arietà della piam::~ c studi:~re la po~sibilìd di trapiantare lo '' &troph:unus sarmemo~us" in zone tropicaìi dipendenti d::~gl i Stati l ' niti. Le ricerche sulla produz:one del cortisone - dato anche il giuMificato entu\i:J,mo continuano intanto lllfalll'::lsollevato 111 tutto il mondo dalle recenti atqui~•.tioni bilmente. E' stato scoperto e i~o lato un altro ormone che stimola le ghiancloi:: surrcn::~li Jel paziente a secernere il cortisone. ma per produrne meno d1 mez7o chilo occorrcreb bero le ghiandole pituitarie di 40o.ooo suini! Ed ceco la scoperta della « botogen ina " d<1 parte del dott. Ru~sel Earl Y(arker, rica,·ata dal tubero di una dioscoracea as~ai diftusa nelle zone trop1rali c tomeneme una so~tanza utilizz:tbilc per la produzione 'intetica del cortisone. L:1 butogcnina è presente in m:~ggiori yuantità t• comeme un im
piego più f:t.:ile e meno costoso: la p;anta da cui si ricava, infatti, l:. facilmente coltiva,·abile c vegeta in quantità notevoli nell'America Centrale, nel Messico, nell'Arizona, nel t'uovo Messico c nel Texas. La scoperta del cortisone, o " c.:ompo~to E " • ha aperto inoltre b via per una nuova terapia delle malattie rroniche e degenerative che colpiscono le persone anziane : cardio patie, rigidità delle arterie, ipertensione arreriosa, cancro, ecc: saremmo in vista di un mezzo per conseguire il ringiO\·animenror E, infine. l'ormone potrebbe essere vantaggios<tmente usato nell'epilessia dati gli cffcni che ha dimcmraro di avere su l metabolismo del tessuto cerebrale e sulla normalizznione delle onde cerebrali anc,male caratteristichi" del morbo di Adclison e identiche a quelle che rivela l'esame elettroencefalografìco degli epilettici. UN NUOVO FARi\.fA CO PER LA CURA DELL'ALCOOL/SMO è rappresentat0 dal 2 (dietiltiocarbonildisolfato) che sensibilizza l'organismo verso l'introduzione di q uantità anche rn· n ime di alcool provocando dilatazione dci vasi cefalici, accelcra;llcnto del polso, polipnea e senso d i disagio generale. TI farmaco, che è innocuo, è staLO somministrato nella dose di gr. 0,25 pro die e la somministrazione, che deve e~sere continua, va naturalmente associata alle cure igieniche c psicologiche solite allo scopo di conseguire dopo un certo tempo la disassuefazione wmpleta. In 83 casi trattati col nuovo rim~dio O. Martensen-Larsen, che ne riferisce su •< Lancct )) (25- 12, 1948). ha avuto incoragg1anti risultati i11 ben 74· JJALA.TTIA lJl PiCK-HERXHEIMER TRATTATA CON PENTCILLlNA. G. Meilland (Praxis, n. )2, 1 1, 8, 1949) riferisce di un caso di acrodermatite cronica atrofizzante - mal:mia rara iniziante dalle estremità, mani, piedi, ed estendentesi in seguito alle regioni distali degli arti, soprattutto faccia estensoria, uni o bilateralmente. con caratteri infìammarori (pelle rossa, cianotica, i11fìltraw) senza sintomi ~ubbictti\·i, a C\oluzione progressiYa, di anni, verso l'atrofìn, complicata di frequente da varici e ulcere varicose - trattato con 30o.ooo U. O. di penicillina pe.- giorno e per 10 giorni . TI risultato è stato sorprendente: già <hl 4'' giorno il migLoramento era evidente c, ripetuto il trattamento per altri 2 period i, le nodosità iuxta articolari sono scomparse e l'am111ll lato si è potuto clichiar:~re guarito. POSSJRJLITA' TF.RAPEUTICHE UELTE ONOE uLTRACORTE. - E' ancora ristretta l'applicazione clinica di tali onde. K. G. Wakir., J. F. Hcrrick, G. M. Martib e F. H. Krusen hanno irrad iato circa 70 pnienti affetti per la maggioratu,a da pol>tumi di borsite sottoacromialc o sonodcltoidea e d i pcrianrite della spalla e hanno ottenuto risultati abbastanza soddisfacenti in una buona percentuale di casi (J .A.M. A., 1 lJ39·989, 1 949)· IL GAS MOSTARDA NEL TRATT.4 t'v fENTO DELLA :~t1COSJ FUNGOmE. - U n tentativo di cura di un caso di micosi fungoidc con l'iprite ì: stato fatto, in Italia, tla M. Gandola che ne riferisce su <• Minerva Medica n (n. 6, 1949). La micosi f ungoide è un a reticoloendoteliosi infiammatoria e proliferante c sono noti i buoni risultati ottenuti, sp~cie in America, con l'ipritc in alcune ·emopatic c rcticoloendotcliosi. Per l'A., che pur ha avuto buoni effetti dal trawuncnto (miglioramento indubbio che si mantenne due mesi dopo la Fine della cura) un apprezzamento definitivo dell'efficacia di tale terapia è :lllcora prematuro. Egl i mene in g:uardia, infine, contro il pericolo di dosi ele·vate e raccomanda l'associazione di un trattamentn di raggi X. TERAPIA .1NTIRJOTJCA ASSOCIATA NELLA 8RUCELLOSI. -
Gli studi
~ h1· attualmente si compiono sui metodi d i trattamento della brucel losi hanno portato,
tn seguito alla scoperta dei più recenti :1ntihiorici, all'associazione dell'aureomicina con
43° la dndromeptornanna, e E. Il. \\'allacc 1. E. B. Traq (Proceù. ut rhe Statl \kcr. oi ti-> ~byo Clin., 16 marzo I<Hl)) riportano le loro espencnzc su 6 casi di brurdlo\i ·,ouopo'u al trattamento combinato: ,\Urcumicin~ gr. 3 an quauro pre~c nella giornata, daidn strc:ptomarina gr. 2 in 4 inaeziona, per 11 14 giorni. La cura era , ompletata da 1 itamin TutU 1 pazienti sfebbrarono 111 4h-72 u·l, le emocolturc Ji,·enm·ro negau1c e non 'l eh bcro rec1dh·e. As\enza di fatu w~s ca.
NUOVE VITAJIINE. L..1 1·iramina B12 '~mhra rapprl~rntare nd l,unpo dd l'epatoterapia uno dei pnnupi .1nt1pern rio~ i più diK;lci. Si m;l\ .1 Ja un.t so~tanza l ri stailinata sotto torma di agha ro~si contmuti nel kg.no (cri~t.lll illl di l{itke~) i yu.t la avrebbero un potc.c attivo 11 17.000 1ultc pau pmentc di quello oi un estratlO epaU<L conccntratissJmo. La prcsen'la da vitam ina B12 ~ stata anche risromrata nel brodo di cultura dello ;treptomyce,· gru eu; e, pur presentando le dul 1 naminc llU<ilche li t', Jit'icrcnza, sembra che l'efficacia della loro azion( \l:l uguall. HI\Ultaù sorprendenti ~~ ~ono ottenuti finora neiJa cura delle ancm ~: pernrc1o,c. ( l'rogn:"o Terapeuuw, l, n. ~) Anche la l'itamina B14, c:omenuta ndlc urine umane c d1 ~u t nun t; ,1ncora wno csatca1m:mc la costituziOne chiu1it:a, pare abbia un alti,\amo !=JOtere amianema,o E' ~t:na ~operta lla L H. ~orri' e ). ). ~laptarich ed eccitercbhe l uncpoie" e la pr·•ÌI terJzaone cellulare del m.Jollo. J\:on to\SICa, a~rebbc ;~nche un',1zione anllneopLl,ti, ,t (SllCIItC, 109-_32, 1949). ~ciuta
L·J LOAJ/1.-IGGINE /:f. IL TORCICOLLO si anant.1~gl.-.:bbero d.tll'u~o d~11 .. prosugmina. Due ,\.-\. palestine~i - Adkr c Mayb.tum - ath:rmano di a1cr ott~na tu ll guangiom 111 M ca~i di ton.wllo e l• 111, 'l di lombaggine. In .tlcuni ~asl \ono •alle sulll:icnti una o al massimo due inietwlll, praticatl a distanza ,]a 4-6 ere, di prcNi,t.: mlJ1a per avere la guarigion<:. ,\ UOVE .IPPLJCAZIU.VI DELLA JWT/0 A. Come 1sultat0 delk nn01e •• p phcaz1on1 della n11i1M, la produzione Ùt questa ~osunt:t negh Stau Ur•Ìtl ha wbì10 u' notevole incremento, talchè essa si trova ora, in pas.aglie, presso 1 utte le brm:u:ie allll' rir:lllc e viene :lllche esportata in forti l]llantità. L;~ scoperta delle benelìdw proprrLt.l Jclb rutina si dc1e aJ un<~ M:rie di esperienze, s1·olt~· dal .Mini~tero ddl'Agr~<:oltura degl Stati Uniti 111 collaborazione wn la facoltà di mc:Jt(lna dell'L'nllcrsid della Penll') l \":lilla, le quali provarono llllZW Ìmc nte rome la pmna ;1 pll:st<I\~C ad c~~tre utilmenl< applicata in akuni tip1 di tmo rrag;c c:hc si presem;Jvano in c:asi di ek1ata pre~sion< sanguagna. Succ:cssivi esperimenti - a qu:tnto informa il J\linisrcro - h~nno Ll1111" ~trato che la so\tanza può a1·crc utik applicazioni nu casi di <ongclamcn to. in :.k111ll malatue che pro1ocano emorragie Jcll'o-lhio, e p<:• la tura ddl'emotìlia. lniz1almt n1c la rutina 1·eni1 a rÌCJI'at;t cb l m barco. ma ~i è ora Hltt:rtaro eh· il grano '"raccnu n< e una fonte più econ omica ed abbonllalllc. (U.S. I.S.). NUOVO ANTIRIOTICO. - Un batteriologo tnksco, il doti. Karl "'\/mtcr, ha \l p::no un nuo,·o antibiotico. la DiplomH:m;l. wn b quale si sta effettuando una ""Il< d i pro' c d i labor:norio. Alcune esperienze faut· ~u pazienti di a lcuni o~pc.:Jal i di ,\mbu rgo :tl"rtbbero l"i.'1 dimo;trato thc la Jiplomicina ~ efficace nel trattam::nto di di1cr'c malanie, lOmprc~;. l.• tuhcrcolos: polmonare. Il meJic.tmento '1cne somministrato \(llto forma d1 imczw 1 endo1eno~e: c: ben tollerato anche in forti dosi e non prmoca rc.11ioni secondane. (Ch<"• 1 .\gl:. Londra, 26 febb raio 194y). IL " DFP ·•· Alla Fiera delle lndumie Britanniche, la 11oots Pun: Drug Co prc.:scntò una ~oManza che oltre ad a1er<. una pos,ibile applit:a7ionc come "gas bcliico ha g1!1 a1 uto un notel'olc slll·ccsso com<.' mcdicamc.:nto. Si tr:Ht.l del di-i.,opropilfluo
43 l tosfo nato, o << DFP >>, che è stato impiegato \antaggiosam<:nte nel trattamento di 3 malattie e cioè del glaucoma, deila mias ten ia acuta e della paralisi dell'ileo. Nella cura del glaucom:~ , il <• DFP >• si impiega in olio di arachide, come collirio. mentre nei cas1 di miastenia acuta viene somminisrrato per via ipodermica. (Chem. Age, Lond1 a, ry marzo !949)·
CONTRO LA C.-lk/E DENTANIA. l dotto.-i John W. Hein c Wi lliam G . Shafcr della Facoltà di .\ledicina dcll'uni,·er;.Jtà di Rochestcr hanno comunicato alla Associazione Internazionale Oduntologica i risultati di alcune espt:rienze d:1 loro svolte sull'uso di un tipo di doroiìllina sod ica idrosolubi le rome preventivo c curativo della carie dentaria. Si trana. per adc;.so. di esperienze di laboratorio elklluate su çampioni di saliva umana c sugli an: mali . ma sono giiì in corso esperimenti sull'uomo: i risultati sono comunque abba~tanza soddisfacenti e, sc.:ondo i ricercatori . le prove dell'efficacia di questo composLO della clorofilla " sono superiori a quelle forn ite in reln ione ad alcuni ben noti ed assai usati mezzi pre,·emivi della car ie '' · L'azione del nuU\·o medicarnemo è, a quanto pare, quella d i stimolare la crescita cd il metabolismo cellulare: esso moltrc impedirebbe lo sviluppo di tal une categorie d i batteri. Se le ulteriori esperienze daranno i risultati che si sperano, !J c lorofil lina sadica potrebbe entrar<· presto nell'uso comune, possibilmcme in combinnione : on il fluoruro Ji soJio, che è g;à usato come pre,·entivo della carie (U.S.LS.). UNA CURA PER LA PSORIASI? - La wmminimazìone per ,·ia orale di acido undecilenico - un acido grasso della serie non satura in dosi crescenti. sperimentata da due m edici di Ncw York, i dott. Perlman e Milberg, potrebbe forse curare la psoriasì, la molesta affcz,ione cutanea a decorso cronico s' no ad oggi r ibelle ad ogni trattamento. Indirettamente, la cura Perlman confermerebbe l'ipotesi d i recente 3\'anz:ita che la malattia sia dovma ad un disturbo nel ricambio dci lip!di. Comunque dei 40 ca:>i sottoposti al nuovo rrattamento, T2 ebbero un miglioramento notevole, '5 un miglioramento discreto, ro nessun miglioramento ed i tre rimanenti un certo peggioramento. D<JtO il suo sgrademlc s:-apore, l'acido undecilenico viene somministrato in capsule gela tinoYe. In qualche caso la cura ha dato luogo a d isturbi di lie\·issima entità (U.S.l.S.). LA << CAMOCHINA " · 4 - (7-c loro-4-chinolilamino) - aliadictilamino-ortocrcsolo, o più semplicemente CAM-AQi , è un nuovo antimalarico sperimentato nell'Ospedale di S. Lazzaro di Mani la da Ejercito c Duque. Su 84 casi di malarici con plasmodium VI\' RX sì è avuta la scompana delta febb re e de i parassiti da l sangue già in 3~-4" giorna ta di cura; in casi di malaria estivo-amunnale la scomparsa si è verificata al 5° giorno di trattamento. Recidive sono sta te notate in IO casi. Nessun cfTcuo secondario da ll'uso (Philippìnc M. Ass. f., 24-613, 1948). IL T ROMEX.'IN etere etilico deU'acitlo 4,4' diossi-cumarinilacctico - è un nuovo a nticoagu lante sin tetico, attivo per 'ìa orale, ad assorbimento più ra pido della dicumarinJ ed eliminazione nssai rapida. R. della Santa (Sc h w. Med. Woch, 79· 195, HJ49) ha curato col Troméxan 73 pazienti ottenendo nell'8o n.. d i t romboflebitì e flebotrombiti ri~ult:.t•.i favorc,·oli.
TL \< GLUCANTI;\1 ' . antimon:aro di t\ meti l-glucamina. è stato sperimentato con successo nella terapia della leishmaniosi viscerale. In Italia U. Carcass i l'ha usatu con \antaggio in 2 casi (Progr. Med. 5-462, 1948). LA TEPORI N A. medicamento a reazione alle rg ica, n esce efficace nel trattamento delle punture d i insetti (formiche, vespe, ccc.). IL RADIOISOTOPO DEL GALLIO viene sperimentato nel Centro militare marittimo di ricerche med iche d i Bethesda (Maryland) nel trattamento dei tumori ossei.
Le esperknzc sugli animali hanno dato finora f:l\ornoh risultati. Il radiogallio L u 1 ekm(llt•J metallico simile all'alluminio di cui è nota l'affinità per le ossa. UN I MPACCO PEH LA SCI ATICA semplice o reumatica, di buon effetto. l' co't ~ tu ito da: fichi secchi gr. 200, senape gr. 20<>, radice rafano gr. 200, fanna ùi limm'L gr. 200. ranuncolo scelkraro gr. 200, :t<::to di \' 100 gr. )O:J. Si ~palma la pane dol, ,rame con \ asellina e si applica l'imparco tenendolo 111 sito per 3 ore. II paziente a vene dolori fonissimi ma deve sopportar! i se \ uole ottenere Jei benefici (C. Piac~nti 111 La Mcdicin;1 Internazionale, 3- 140, 1949).
INFORMAZIONI LA 2" ASSEMHLE/1 MONDIALE OELLA SANI TA' ri u nita a Homa dal q giu gno al 3 lugl io e di cu i abbiamo fatto renno nel precedente fascicolo, ha costituito rncluh biamemc l'a\ \'enimento più importante dell'annata nel campo sanit.uio imernaziunall essa hanno partecipato i 113 Stau mtmhri dell'O.M.S. oltre i Oelegati di altn Star imitati quali oss~rvaton. Dopo la seduta inaugurale - sotto la presidenza del don. A. Swmpar già prt'' den te della r" Assem blea Mondiale a G i nevra nel giugno-luglio 1\}48 si (: procnltrl <~ alle elezioni delle caridre per la 2 • As~cmhea: sono stati nominati 1l Jou. Karl E\an~ (Non·eg1a), presidente; il prof. Mario Cotellessa, presidente d'onore; Mr. S. W. R. 1>. Bandaranaikc (Ceylon), il dr. '\.laguh Scander Pacha (Egino) e il dr. )osé Zozaya (~!t' sico), vice-presidenti. I la vori . protratti si i n i ntcrrottamente, ha r1no impegnato a fondo tutti i D<:'le!!.ll' d e lle varie !\'azioni i qual i, di\·isi in più commissioni, hanno affront...'lto lo studio du numero~i c complessi problemi: piano della futura attivid deli'O. M.~.; programmr tn n ici: mdagini epidemiologiche; incremento della \·actinazrone antitubercolare wl B.C.<, : campagne antivencree nell'Europa Oncntale, Medio Oncme e America Latina; lotta Ulll tro la malaria in Grecia, Jugoslavia, India; lotta cont ro le malattie mentali con parmo la rc rig ua rdo a ll'ig iene mentale; p rotezione della m~tem i tà e inf::111zi:t; problemi dcll.1 nutrizione c dell'igiene ambientale; prcp~1 raz ionc tecnica del personale medico cd au~• liario dci servizi sanitari, ecc. Circa il piano finanziario ;x:r il '9)0, il bilancio pre,edt una spesa di 7.000.000 dr dollari più altri soo.ooo doli :t n dtsponibili. l he saranno rila vari dai contributi dei di\cni Stati aderenti secondo una scala fissata dall'Assemblea. La Delegazione italian:J, prcsiedur:~ Jall'o n. proL M:trio Cotclle~sa, hn portato il ,uu contri buto a i lavo ri sopr:lltullo nel campo della malar ia, della tubercolosi c d ella protc z ione maternità e infanzia. [ proff. Vittorio Puntoni . Ccs1r:: Cocchi c Abcrto Mis~ r rolr sono stati chiamati a far parte delle Soaocommissioni ri,pettivamentc per l'igicn:.: am bientale, per la streptomicina e per la malaria. L'8 luglio, a Gincvr:J, ha iniziato le sue riunionr il Consiglio esecutivo che <k" re!ldcre operanti le risoluzioni c le d in: ttive ap prov:tte da ll ' Assem blea. L'Alto Commissariato per l'Igiene e 1:~ Sanità Pubblka, cui era affid:~ra la non fau l· orgamzzazionc de ll'Assemblea, ha assolto il suo compii<' nella maniera più perfetta l signorile.
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A T T/11/TA' DELL'UN/uNE !N?'ERN.JZIONALE CONTRO f.A TUHERCO LOSI. Il Comi tato esecutivo e il Consiglio di Di rezione dell' Unione internazionale contro b tube rcolosi si sono riuniti a Parigi nei g iorn i dal l' 1 r al 13 lug lio, sotto la prl· sidenza del prof. Lopo dc Can·alho, segretario generale il prof. Etiennc Bcrnard. Hanno assistito a tlueste _riunioni le delegazioni di Yentiquattro Paesi. tra cui quella italran:t
433 composta dai proff. Gennaro Costantini, V incenzo Fici, Anilio Omoùei-Zorini c Giovanni L'Eltore, della Federazione italiana comro la tubercolosi. La seduta amministrativa de l Consiglio eli Direzione è stata principalmente consacrata al programma della XI Conferenza internaziona le dell'Unione. che si terrà a Copenaghen nel settembre lCJ')O, sono la presidenza del prof. Jcnsen, e nella quale saranno discussi i seguenti temi : « Bacilli [lllbcrcolari c agenti chemioterapici (antibiotici, ecc.): sensibilità, resistenza e dipendenza»: relatore generale, prof. Esmonù R. Long (Stati Uniti); <<Le indicazioni rispettive o congiunte della collassoterapia (principalmente il pncumotorace) e degli antibiotici nella cura della tubercolosi polmonare •>: relatori generali, prof. E . Rist e Etienne Bernard (Francia): <<O rdine d'urgenza delle misure da adottare per la lotta antitubercolare nei Paesi nei quali quest:J lotta i:: ai suoi in1zi •• : relatore generale, p rof. Arlindo da Assis (Brasile). Alle sedute scientifiche del Consiglio di Direzione, d Jou. E. Long ha presentato una re lazione su " La streptomicino-resistenza dd bacillo tubercolare », che fu seguita da comunicazioni e discussioni alle quali presero parte i proA'. Bariéty, P:10lo Cour mont, Etiennc Bernard c Kreis, R. Debré e Brissaud. A. ;-..1eyer, J. Fouquet, OmodeiZorini. Poi, il prof. Price Thomas di Londra c i proff. Santy e Bfrard di Lione presentarono due relazioni su « La clhirurgia d i exeresi nella tubercolosi polmonare " Alla discussione presero parte de Winter, Odelbcrg, Maucr e Lebigand.
IV CONGRESSO IIIJTERN.lZIONALE DEI MEDICI CATTOL/Cf. - Come due anni or sono a Lisbona e precedentemente a Vienna e a Bruxelles, si aduner:a quest'anno in Italia il Congresso !mernazionale dei Medici Cattolici. La sed~ del Congresso è Roma, dove le riun ioni si s1·olge•anno nel Palazzo Venezia, e la clatJ prc· scelta è dal 24 settembre a l 1° ottobre. L a sede di Roma 1--:1 un 'importanza particolare, perchè permetterà ai Congressisti di acced ere in udienza dal Santo Padre. che pronunzierà nell'occas'one un importante discorso. L'organizzazione del Congresso è realizzata dall'Associazione ;-..tJ:edici Cattolici lta liani con sede in Via IV l\:o\'embrc 152, c ad essa collabor:1 attiv:~mente anche l'Unione Meclico-Biologic:J di S. Luca. l lavori del Congresso pre\'edono cinque relazioni fondamentali affidate a ?ersonalità mediche italiant: ed estere e precisamente sui seguenti temi: <<A nimazione fetale )) : relatorc il dott. Niedcrmeyer di Vienna; «Eugenetica prcmatrimoniale )) : relatorc il prof. Cruz Coke d i Santiago del Chi le; << Narcoanal isi " : rclatore il prof. Palmieri dell'Università di Napoli; << Diritti e limiti delb meùicina sociale ·•: relatore il dott. Grenct. Presidente della Società Medica di S. Luca di Francia; « La fecondazione artificiale " : relatorc un medico dell'Associazione degli Stati Uniti. Farà parte del Congresso anch::: una Mostra, ded icata ad illustrare il tem::: : (( Tl Crist'ancsimo nella medicina >>. Vi sarà inoltre, come in tutti i Congressi Medici, una c< Mostra dci proùotti farmaceutici e deg li apparecchi sanitari l>, a lla qu:alc saranno invitate a partecipare tutte le Ditte italiane. li Presideme del Congresso è il prof. Luigi Gedda dell'Uni\'ersid di Roma: Segretario il dott. Agostino Maltarello. A chiusura del Congresso i partecipanti effettuerJnno una gita a Salerno, la Civitas Hippocratica, onde ricordare i fastig i della med icina s<Jicrnitana; il banchetto finale avrà luogo a Napoli. Una larga partecipazione d i colleghi esteri è as~ i curata ed un'apposita rivista, << L e Trait-d'Union Mécl;cal u , va preparando da circa un anno j lavori del Congresso.
434 IL so· CO.VGNESSO DELLl SOUET t' IT.lL/.Iì'VA DI \fEDICJS l I.VTER.\ l v .. Prc~• dente del Comi tatti ordinalore il prof. ce~are Frugoni. che t err~ il dis(.Oi , . , inauguralt. Sono all'ordine del giorno i scguentt !l.:mi: « Le arteriti pentenche " (in comune con la '-, •-tetà ltah.uu d t Ctnrurgia ): rda torc dt parte mcùtea: Prof. G. Sabati n t (C]enova); rdawri di pane chirurgica: Pnt!f. . \. M. Doglioui, E. Malan c Dott. C. F.nria (T orino). <• Afie7ioni da viru~ dell'apparato respiratorio": relaton: ProH. C. Frugvni, F. ~lagra,~i. (,. Cnuu.:ht. con l.t coltabora11one del radiologo Prof. G. ,\ mbe\i lmriom bato (Roma). « Emopauc tamiliari u; rclatori: J>roff. G. l>i Guglielmo, L. Pontonl (1\;<lpuli) e E. Si lvestroni (Roma). Pcr chiarimenti ri\olgersi al Segrct.niu dd Congresso: Prot. 1\rnaldo Pozll. l li nica ~(edica, Roma. ~i terrà a Roma alla Cittit Uni\crsitari;t nei giorni 2<) ottobre·• '' novembre p
IL 1" CO.VCNF.SSO .Vr/7./0NALE DELLA .\OCIET-1' /TAL/AN./ DI PATO LOG/.1 precederà di due g io1 n i quello della Società ltalian;t di Medilllla lnt.:rn.t ~ Chirurgia c si ~\olgcd anch~. a Roma m:1 g10rni 27. 2X e 29 ottobre.. Tem1 th rclaz10nc : l pnn,ipi della ditfu,ione ({,. Favilli, dt Bologna): Proposta J1 una da\\tiÌ<azi,>m delle.: mal:nm delle p1:1 :ne \Il ha,e pawgc.:nctica (t:. Haldacn. dt Milano, e Cifcrri d1 Pa1 Ja); L 'ipotìsi c.: d <,urrcnc.: nei yuadri delle dtsendocrinie post-climaterirhc (P. Rt daelli, Ca,·allero c Garberini di !'.lilano). Pc.:r intorm:~zioni: Prof. G. Redaclli. l\ritutc• Ji -\naromia t lw.lo~1a dcli'Lnl\ersità dt .\filano. t ' CONGRESSO S.lZJONALE Di STORI,/ DELLA ,\/EDICIN..-1. nuto a Milano d :t i 2 al 4 ottobre. l la1 ori \·erteranniJ cssenzialmc.:nte su <• La medicina del HinaKimc.:ntu "· Segreteria: Prof. L. Bclloni, Piazza \\'agncr. Milano.
CO.\'FERJ:.:VZ.l /JI SIN A. FLE.\1/.\G. - Allettando l'unito della Sooed Tt.t 'iana delle M:tl:mie lnfetti1e, l'illustre ~,ic.:nziato inglc.:~c ha tenuto il 9 giugno, :1 Na poli. ncll:1 sede dc li'J,tituto Sicrotcrapiw Mi lanest, un:1 conferenza sul tema: « '\uo\ 1 orientamenti della terapia con antibiotici "· Oltn. thc sulla p~ni.:tllina egli \l ì: partt colarmcnte soffermato sui p1Ù recenti antibiotici fra lUi la cloromicetina l la nistnJ. c:d ha concluso cmì la applaudna conkrcnza: " si:uno \'era mente :ti prinupio dcll:t te rapia con antibiotici, la pc.:nicillina non ~ stata che un buon inizio. ma lCrtatnelllt Ji antibiotici ne re\tano ancora molti da swprire ... Il dott. Fleming è \t:lto nominar<• ">ocio onorario della Società. IL XXV ,-J,VNI VERS..JR/0 DELLA SCOPE!\. T./ DELLE .INATOSS!NE ì: ~L:t ro commemorato a P:1rigi il 10 giugno. Ad essa ha partecipato il dott. D. l)'Antona. d irettore dell'btituto Sieroterapico e \'aninogeno Toscano "Sda\·o • che fu tun!!a mentt' a fianco del prof. Ramon e che ha parlato appunto a nome degli alh::\·i dello Scopntorc che Lt\·or:~no all'estero. L.1 GIORNATA INTF.RNAZIOJ'V.ILE DELL.I SANI'J'A' è swta lclchrara il luglio insieme con il 3" anni1·ersario dell'istituzione dell'Organinazione lnrernazio naie Sann:~ria delle :-.=azioni Unire (\'.H .0.).
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INAUGUR.-IZIONE DI UN NUOVO SANATOIVO A !W \1..-1.- Il 2\J g tugn o
è statcl inaugurato il grande tentro san.norialc intitolato a S. Filippo dell'~mmin;~tra "ione del Pio btituto di S. Spirito e degli Ospedah Riuniti. La cenmonia in1uguralc
è stata prescnziat:t dall'Alto Commis~ario ptr I'Igi<"nc c la S:m tà Pubbhca. dall'Amba·
435 sciawre degli Stati Uniti e da rappresentanze del "Dono svizzero 11 nonchè Senatori, Deputati e rapprcsemanze della Provincia c del Comune. Jl nuovo Ospedale, capace di 8oo letti, sorge sulla collina di Monte Mario, <: per il suo completamento sono stati spesi syo.ooo.ooo di lire di wi 360 elargiti ùagli S. U. d' Amer:ca, roo dal " Douo Sviuerc » , 85 dall'O .N.R.R./\. e 45 da contributi statali quali risarcimento d:tnui di guerra.
IL POUviONE D'ACCIAIO SOSTITUITO o . .<JL POLMONE DI TELA COM · MATA.- Un esemplare ùi questo nuovo polmone, che non ha la pesantezza e la rigidezza dell'altro, è stato presentato all'Università di Yale. Pesa circa due libbre t può es~ere contenuto in una comune valigi:1. Ne sono inventori il dr. Harold Lamport c Ralph
Ji Eichorn che ne hanno tracliaLo un a completa descriz ione su « Sc.:icnce 11 (agosto 1948).
OCCHI ARTIFICIALI IN MATEI?IE PLASTICHE. - Due medici austriaci ~a rebbero riusciti :1 fabbricare Jegli occhi artificiali di materia plastica, che, di front:: agli occhi di vetro che si usano finora, avrebbero il vantaggio di poter essere incassati e di non deteriorarsi a contatto delle secrezioni dcii 'orbita. Questi pezzi non si possono tarc a macchin::t, ma richiedono l'opera eli persone specializzate. (Chimie et Industrie, marzo 1949). LA « RANCA DEL SANGUE " di Torino che, sorta da meno d i un ann·.J per ioiziativa di un medico torinese residente a Filadelfia - il òoct. Strumia e per la generosita d i cittadini americani in gran pane ùi origine italiana, si è già aff-:rmat:J come una provvidenz aie e indispensabile istituzione, è stata di recente visitata dal Direttore Generale della Sanità Militare che ha ,·oluto di persona conoscerne il funzio· namento. ll gen. medico Ferri ~- rimasto amm ir:~to dalla perfetta organizzazione e dalla competenza ed entusiasmo che anima i! personale addetto, cui si devono i brillanti risultati conseguiti fù1ora e le grandi possibilità di sviluppo avvenire, c non h::t mancato di esp rimere la più vivn soddisfazione per il fatto che fra 1 primi ad offrire il loro sangue alla Banca siano stati i militari del Corniliter di Torino. Egli ha riportato con sè, quale testimonianza di tale atto d i solidarietà umana delle nostre Forze :Jrmatc, il primo campione d i plasma secco preparato dalla " Banca ., con sangue el i militari dell'Esercito. PREMIO SULLA SCHER!v!OGRAFIA. L'Alto Commissariato per l'Igit:ne e la Sanità Pubblica h:1 indetto un concorso a p remio per tre lavori che trattino dclb schermografia :
a) dal punto di visw tecnico: caratte r i~t iche p;ù ~t ppropriatc per la costruzione di nuovi apparecchi schermografici e utilizzaz.ione di una migliore tecnica schermografìca; b) dal punto di vista clinico: importanza della schcrmografìa nella diagnosi precoce della tubercolosi polmonare e delle rn::tlattie exrratubcrcoi3ri del torace; c) dal punto di \' ista organizzativo: sistemi c criteri di razion::tle organizzazione per svolgere con la migliore efficacia le indagini schermografirhc di massa ron serYizi mobili e fissi. L 'ammontare di ciascun premio è fissato in L. 200.000. Po~~ono partecipare al concorso cittadini italiani c stranieri. I lavori dovranno essere presentati in t ripli ce copia in lingua italiana oppure .Er:Jncese od inglese. l lavori che sono red:mi in altre lingue da quelle indicate, donanno essere accompagnati dalla traduz ione nelle lingue d i cui ~opra.
UN SIMPATICO GESTO DI ,, M INE~ VA 1'viEDICA "· grnie a « Minen·a Medica " 7 · Giornale di M.t:didna .11ilitare.
Diciamo il più vivo c per essa all'amico prof. Oliaro - per aver vo luto
fare omaggio alla biblioteca del ''G iornale di ,\ledici na ~lilitare .. del magimak trat l:.Jto dt ~ledtcina lntana n del Ceroni (2" ediz., 1947) Edi1ioni ~Imena ì\1edka. Il prof. Ol iaro ha JispoMo inoltre che alla nostra Sn10la di Sanitj i\lilitarc \cn gano in\ iati gratuitamente s1:1 ,, ~itncr\'a tvkdica che " Minen·a Chirurgil.a . T::tlc gesto di ~quistto camcrati~mo ci rtcsce p<~rricolarmente gradito e non possi.tmo eh-: augurare semp:·l migliori fortune alle Edizioni Mincna \1edica così hrill:.1n temente affermatesi. IN AIUTO ALI../ CHIRURGIA. Ideato dal dott. Frank W. lhmman in •.ul laborazione con altri studiosi e realizzato d:~i tecn11.i JdlJ Forò. c attualmente tn <"or'<• di esp<'ri mento :~ll'<hpcdalc • [ lenry Ford • di Detruit un ossiemoglobinografo1 un a p parecchio, cioè, che registra istantaneamcntl la quanrit:ì di ossig.:no prc~enrc nd san gue di un paziente. L'appare"hio è relatiY<tmcmc semplici.': si tratta, grosso modn, dt un "où hio · fotoelettrico, fissato al loho dell'orecchio dd p<~zientc; se l'ossigeno (; prc~ente nd -;an gu:: si colora di rosa, se in\ece esso (: as-;enlt, questo tcnd~: all'auurro. La cellula foto elettrica regiwa le pi1'1 piccole \'ariazioni di colore cd emette ddwli impul~i elettrici cht opportl!namenre ingranditi, \engono registr:Hi su d1 un grafico. L'apparenhio potrebbe eliminare uno dci più gra'i pericoli degli intcnenti ch1rur g1c1 la morre per mancanza di ossigeno e amhc aint:~re :1 dl'tcrminare se tale man canz:1 sia dovuta al ~uore oppure ai polmoni (U.S.l.S.). (;OSFEI~ENZE .'JCIE.\'TIFICIIE A ROMA.
S. E. Enrique \1. Cla\'caux, Ministro della ')a Iute Pubblica deii"Urugua). l a te nuto, il 28 giubno \tOrso, ncll',-\ula della Clinica ~lalattil lnfetti\c, una conferenza 'Il " L'iperpires,ia prO\oc:tta nella mal:ttria di Heine ,\k·din .•dastrim e vniuolo "·
Il prof. Varda ruentes dcii'Uni\Crsità di MonrC\ ideo. il 28 giugno scorso ndi'AuiJ Magn.J dcll'lstituto Superiore di Sanità, ha parlato 'u: '' Oiagno'i della colcci,to-col.nJ· giopatia (unzionalc per mezzo delle modilìcazioni ossen·atc durante i cinque temp1 dd sondaggio duodenale · . 11 dott. Leonard Scheck, Direttore Generale Ji Sanit~ Pubblica degli Stati Uniti. ha illumaro. ndln \l'de romana deli'U.S.l.S.. l'" Atti' ità dd Scn 1zio di Sanità Puhhli,.t degli Stati t; n iti "· GLI " IMIC11JELL'UiVH'ERSI1' ..J' IJI S!EN. I " h,1nno wn1memoraw il ~o :tprilt s.:orso il loro \ cntennale di 'ita rtlOrdando la indimenticabile figura del loro fond.norc .-\chtlk ~cl:no. Il dislorso ufliciale t ~taro tenuto dal prof. Giuseppe M:~uetti, dirctWrl dell'Istituto eli IgienL l' allinn prl'dilctto dc.:l grande igieni,ta. ,\fEDICO CENTENARIO . Il dott. Giacinto Rizzacasa, di OrsGgna (Chieti}, h.1 compiuto il 2 maggio scorso i too anm in piem salute. Il suo diploma di laurea porta (;l hrma d1 Luig1 Scttemhrini, rettore dell'epoca. Al dott. Rizzacasa l .11 figliuolo :\mcdeo. an ch 'egli medico, inviamo 'Ì\ ìssim1 :lllguri . . J.VDRE.I FERI?.AN.\'l.Vl ~ stato commemorato, nel tiec.:nn;tlt della mor,l'. il r:; giugno a "Japoli nell'Aula di Clini~. a \ledi<."a del Policliniw. Il d morso (Ommrmorati\ o è stato tcnuw dal prof. Michele Landolfi. ON OR.ISZE l G/0 l'ANVl HO ERI. S1 c lOstiru1m a 0-.tpoli un ..:omitato tor mato dal Presidente· dell'Ordine dci Mcdi,i c da Direttori di Cliniche c l ~tituti Uni\·cr sitari per le onoranze alla memoria dell'illustre clinico, ptcmontesc di na"lita ma napo !etano per adozione, nella ricorren7.a del .~o· anno del suo insediamenw ali'Umversiti• di Napoli.
·137 PIETRO CAPPARON I, l'illustre e compianto stoùo della medicina, ~ stato ~o lennemente commemorato all'Accaclt:mia di Storia dell'Arte Sanitaria il 15 maggio 194t;, " due anni di distanza dalla morte. d al prof. A. Corsini dell'Università di Firenze. FELIX DE HERELLE, il grande biologo cui ~ i dnc, fra l'altro, la scoperta del batter iofago, è cle~.:ed uto il 21 febbraio ' 949· Aveva ricevuto, nel 1947· dall'Accademia tli Medicina di Parigi il Premio d'Ormy, uno dei maggiori ricono~cimenti della scienza uffic iale. LE GIORNATE .v/ED /CHE DI VERONA (28-31 luglio 1949) svno state coron.lle dal successo più completo. Inaugurate con vibranti discorsi del Ministro Gonella ( del l'Alto Commissario per l'Igiene c la Sanità Pubblica, la presenza di Sir A. Fleming ha conferito, si può dire, un tono cc.:ezionale a ll'a\"\"enimento che ha riuni to o ltre JOO<> medici fra cui spiccate personalità straniere.
NOT IZIE MILITARI. PROMOZIONI NEL CORPO SANITARIO MJUT ARE ESERCITO .
Il colonnello medico prof. dott. Ugo Reitano è stato promo~so magg. genera i~ . Da ten. colonnello medico a colonnello: Lista Domenico: L obianco Domenico: Hel icllt Carlo. Da capita11o medico a maggiore: Attanasio Arnaldo; Rracco Mar io; Altamura Ma n · lio; N addeo Vincenzo. Da tenente medico a capitano : Cirilli Salvatore; Aiello Aualo. Da tenente dtimico-farmacùta a capitano: Giusti Gwseppe; Sassi Giu lio. A L LA SCUOLA f)J SAN/T A' MILITARE ha avuto inizio il 20 agosto il 5" Corso A llievi Ufficiali Medici e Chimici Farmacisti. Sono oltre 200 i colleghi che freq uentano .l Corso. l NOSTRI MORTI. - Espri miamo- le condoglianze p tu vi\·e alle famiglie dei Colleghi ten. col. med. nel la riscn·a dott. Sante Centineo e ten. col. mcd. s.p.e. dott. Salvatore Calvello, spemisi di recente a Palermo. CONFERENZE SCIENTIFICHE NEGLI OSPEDALI MILITARI : febbraio, marzo, aprile 1949 : O spedale Militare d i T orino: " In tema di patogenesi e terapia delle leucemie " per il dott. Livio Bussi. Ospedale Mil:tarc d i Padova: '' Gli antibiotici nelle infezioni sessuali » per il cap. med. dott. Luigi Buonaiuto. · Ospedale Militare d i Udine: " Quadro rad iologico d i evcnt rario diafram ma tica con illustrazione d i un caso clinico ,, per il ten. col. mcd. do tt. Vincenzo Bella. Ospedale M ilitare di Bolog na: ''Un caso di ostcomiel ire cronica generalizzata >> per il dott. A lvaro Servidori. • <c Della insufficiente alimcnwzionc e sue conseguenze ~ull'organismo umano » ocr ti ten. med. don. Federico Lepro ni. Ospedale Militare.: di .'\ ncona: << S ierositi acute essuda ti ve e te rapia di auua lid con la vitamina D " per il sorrOLen. m edico dott. Ulisse ;-Jizzi.
Ospedale ~lilitarc di rapoli: " t\nùgeni e loro significau nella re.1zione ti. \\'1 dal " per il cap. mcd. dou. ~tichcle Cappelli. Ospcdak Militare di 1\:0\·ara: u La ~trcptomit.ina in terapia " per il cap. mcd òott. Cuono Sanguigno. " Le Nc\'rosi Cardiache" per Il sollotcn. med. dott. Michele De Bl;l\t. « La blenorragia Ultimi metod1 di tura e prolìlassi " per il dott. Giuseppe Fomn.t. Ospedale Militare di Bologna: " ~loderna terapia in psichiatria " per 1l prof. Cm berto Moml; n i. ' Lakhovsky e l'clettromagneti,mo animale " per il dou. :\nwnio Rm crsi. o~pedalc Militare di Roma: " Etiopatog~nesi e terapia Jt:llo shock con p;..rtì(( lare nguardo allo ~hock da ustione,. per Il ten. col. mcd. prof. Framesco latb·aia. Ospedale Milit:Jrc di Genova: " Formazione radiopaca int·aparemhimalc.: p.lln'" nare destra (Caso clinico)" per il magg. mcd. doH. Fel.ce :"apolitano. Ospedale ~lilitare di l"o\' ara: " La di~odon tia )i del dente Jcl senno inferi01 t: " pt·• il cap. meJ. dott. Hcmo Gavazzi. Ospedale ~filitart di Bologna: • Rad imerap1a c suoi limiti di applicazione.: pl il Jotl. \'inccnzo Voci. " Luoghi comuni in tt:ma di dictetita c di nulattic del rilJ111010 • per il : •• p med. Evelina ~lelchionrla. Ospedale Milit:~rc di Chieti: « La ternpia strcptomirinica nel la 1bc. polmona!'t n!'' IUle drlle sue recenti acqui~izioni per il t:lp. mcd. dNt. Gustavo Ranall.:tti.
AN TI E P l LETTI CO E
IPNOTICO
LIURI, RI\1 JS'l'E E GIORNALI
MEDICAMEN7A: Gu1da teorico-pratica per ~annan. \' cdìz.ìonL Milano, Compagnia Farmaceutica, aprile 1949, 3 volumi ri legati dì comples~ì,·c pagine CV I-401 1, L. 10.000. Compilata dn uno ~Ldto comitato red.lzwnalc, ~otto la dìrezion< dd dou. prof. Ugo Cazzani, è stata tcstè prc~cntata ai s:ll1itari italì<tnì la \' edizione di questa hen nota opera, che mostra, ad ogn1 riMa m p a. nuo\ 1 e prcu~ì aggwrnamenu. aggiunte e modifich e ta li da f:.rne oggetto di con~ult:lZÌone e di ~tutho da pane dì quanti esercitino comunque le arti sani tarie. ~on è ceno agevole compendiare in breve i numerosissim1 argomenti di cui e ricco questo ponderoso lavoro. Basterà, però, accennare alle parti che armonicamente lo compongono per fa rsi una ~u fficieme idea dell'ìmponen7:1 e del vnlore Jell:l fatica so stenuta dal Cazzani e dai suoi valorosi collaboraton. Farmacisti, medici, igienisti, \'Cterinan, analisti, tutti possono aningere a tluesta generosa fonte per acq uisire nuove cognizioni o perfezionare le ami t he anC(lra per m n ti moti,·ì incomplete o incerte. Il che, infanì, st può subito d:.:Jurre dalla varietà t distribuzione della matcna nelle sue 21 parn, che M potn:bbero così raggruppare: T ecn:ca farmaceutica. Organoterapìa; ormonoterapia. \'itamine. Sicroterapia. \'accinoprofìlassi; vaccinoterapia. Dcrh·ati bancnci diagnostici e tcrap:.:utìci. lmmunoterapta aspc..-. IÌGt. Hancnoterapia lattica ; icrmenti. Vìrm. Alimentazione e dietetica; regim i alimentari; prodotti dietetici. :-\ozioni dì terapia hsica. :\eque mìner~tli. o;,infettami c disinkziont. Soccorsi d'urgenza. N ote d i veterinaria. Analisi chimica. Controllo hiol<>trìco dci medicamenti. Le 1 ircrchc tlìniche pitt comuni. Legislazione ~anitana. Dizìonnrio d<:i medicam~.:nu . Cinque pn:fazioni, <.Jllellc alk rinquc ctlizioni, aprono l'opera. mentre la 'hiuJono un'appendice al dizionano anzidetto. la h1hliografia e tre indici (ter:tpeutico, gene· aie c degli autori). Da tale piano generale dì la\'Oro rì~ulta, dungut\ hcn e\'Ìdt·ntc che ,j tratti di un'opera completa e di largo respiro; dall'e~.:unc dclk singole pani. peraltro. Lhwro emerge c.:GilK dettagliate c accurate ~iano le trattuioni dei di,cr~ì 1rgomenti. Co~ì. per e~ .. la p;lrtl fa rmaceu tica (I) ~volge nei d i' er,j suoi a~petti la sua vast;l materia: dall'ordinamento d i una farmacia c dalrant di formulare ai ~ci c.Jpitoli sulle moltepliri f01 mc iarmatrutiche dci medicamenti. per chiudere, poi, con le norme dì kgìslazHllle rclati\a a quell'al te san itaria. Co~l pure nelle parti 1\' e \' (Sierotcrapia. \'accinoprofìlassi e \a(cÌnotcr:lpia), oltre che la parte generale, trmano otdt~uata ~: ~eparata traaazìone quella ~peci.llc: sieri c \'accinì ad uso umano L tluclli otd u~o \ cterìnario. Anche ampia cd Ìntucssantc I.J parte X (Dietetìra), che tratta ddl'alimcnt.J'lione del bambino e dell'adulto. tkt 'ari regimi alimentari c della dieto-terapia. :'-Jotcvolc. a ltre.sì, la parte XV (Soccorsi d'urgenza), che suddi,ide l'argomemo in parte generale c speciale, c. questa, in: Infortuni e lesioni violente, avvclen:llncntì, malori t' affezioni mediche. e di~p:)\izionì legislatÌ\ c per il pronto \occorso negli Infortuni \ul la\oro. ParimcntL' utile pti la pr:ltiLt medi'" quocidtana. la ptrtc "'\IX {Ricerche cliniche),
:.pccic.. i capitoli su 1 reperti normali, w h1 vnluwzionc dci principali 1epcrti c ~ul 'alorc di~gnostico di akun1 di es,i.
Oltremodo interessante e prezioso. intinc. il r~i11onario dc..i mcdi..:amcnn (X:\1) l la sua appendic..c, m·c ,·engono dcttagliatamcntc de~lriui circa 6co mlO\ i prodotti: d ~11 pii1 recenti sulfamidll i ai b:~rbnun..:i moderm, d:~ gli sp:J,molitin ai s11np lllcomimeti..:i. da l!!i e~trogeni sintetid agli ~lntistaminici, e così via fino ai prodotti per raàiodiagoo~tica. Per tutto quanto biamo andati e~ponendo p<}s,iamo concludere confermando ·c..nta reti.:enzc il ~iudiZlo della cl:N>c ~anitar.a formatosi ~u questa \' edizione di ,, .\lnlira menta ' he Jelinin.:mo p~: nanto oper:1 vasta e di Sll'ur:J compcterwa, accurata e di 'om ma utilità. TRt~ll.hTI l
SCHERJ D. c HOYD L. j.: LE M.ILATTIE DEL CUORE É Ut:l V /SI
~Jpolt ,
Ediziona Sdcntthchc Italiane, 1 ,oJ. Ji pag. 47M, wn 55 ftgure imercalate neJ lCSlCJ,
I<H8. QucMa Il ediz ione italiana ,uiJa Il edizione tngloe della nota opera di Scherf c Hoyd ha ,·i sto recentemente la luce in decorosa 'C\te tipografica per i tip1 della Ca~;J Editric.:c ~apolctarw " E.S.I. ''• giì1 benemerita per aver pubblicato nd 1446 quclb m.t gnifica opera de~li ~tessi ,\A. che è 1:1 ,, Elenrocardiogralia Cli11ica "· Come può <ln,hc rib ani Jalla prefaziOne dell'illustre presentatore, prof. D• Cu glielmo, non si tratra di una ri~tampa più o meno aggiornata clelia classica opera dt S~..hert c Boyd grà offena al pubblico nacdico italiano, ma d t un 'opera rifatta t'X nom. ptù o rgani-.a e lompleLa, tale Ja poter essere constderata un \ero tr:mato moderno di cardiologia. In esso, infatti. l'inr;ma cooperazione tr:J b scuola classica europea c la moderna scuob americana. r:tfforzata Jalla più larga e perfezionata esperienza dl' l due AA., è tale da rendere la loro nohile fatica oltremodo proficua e addirittura prc.. za o~.• per quanti. medici pratici e gio,·am mediti, vogliano maggiormente aff"tnare le loro wno Kt.:nzc nel comples~o e det:cato \Wdio delle malattie dell'appararo card10 vnscolare, p(·t ie quali resta sempre d i atLU:J!irà il ,·ecc h io motto: <t Più luce! '' · Il valore di quc;sta ff c..dizionc nel campo cardiologico è dato dunque dal f:JU (J rht l'opera è stata ricostruita " a fundamenfiS " • studiando si~tematic:JmC'nte in dettagiio le varie catdiopatie e sindromi morbose del cuore e dei ,·:~si, in guisJ che akum argomenu, co:ne per es. la febbre reumatica, trovano in quest'opera ampia trattazione, mentre altri, pe r lo pù omessi, quali le 1rradiaziont dc i rin~:ssi auwnomi c le anastomosi arrcro 'enosc, vi occupano un adeguato posto. Così pure. la parte radiologica viene messa in maggior risalto e particolare rilic,·o viene d:~to alle mioc:trùiop:nie per b loro importanza c frequenza. Volutarn~:nrc poco sviluppata, invece, la pane elettrocardiogr:t fica, rifacendosi per essa Ali .\A. alla precedentemente citata loro opera. Anche la tcrapeutica è stata ~,·olta con maggiore ampiena c modcrnit~ che nella precedente edizione, come per e,. si può dedurre dalla cura ddl'endcrardite battcm;! sub-atuta con h penicillinn, che tanti brillanti r isu ltati h:1 dato agli AA. Al la,·oro dei due gr:~odt cardiolog1 hanno collahoraco v::~liclamcntr vari medici c tra gli altri i dottori Kaufmann, Roth, Weinberg e. nella omma tradu7.ionc itnlian:t. t! prof. Mattiol i, con aggiunte c nole intercalate nel testo, che viene c<,sÌ esaurientem.:nte integrato e chiarito per maggiore intelligenza dci lettori. Basterà uno sguardo a volo d'uccello ~ull'indicc dci capitoli per comprcndcrl :'imJlOrtanza degli argomenti trattati ed il '·alore del :netodo espositivo: cominciando cb l sintoma car::ttteristico dci cardiopazienti, la d ispnea, e procedendo attra,·crso l'e,;amr del .:uorc nelle sue sezioni, dei vasi centrali e periferici c loro aiTezioni (aortiti, aneurismi. e01bolic c trombosi. ecc.) c attra\erso la dis:-tmina delle correlazioni tra cuore c m:tlattie endocrine. cardiopatie e gra' idanza. cardiopatie e chirurgia, dopo la trattazione delle
4·P malan c.: del miocardio c ùd pcricardio c le lesioni cardi,Khc da tr;Hnna non pem:trantc,
gli 1\:\. per\'engono alla hne dc:lla loro gloriosa fatica ,·hiudc:nd u wn un imere~~ante .:2pitolo sulla terapia generale e 'pcci:1le. In ~.:ondusione, posstamo l]Uind• affermare ,·he con <JUC~ta Il l:Ùizionc del libro ,. Le mal.mie del cuore e dt:i vasi" d1 Schcrf e Bo,d ci tro,i:mw di fronte ad un'opera di cardiologia da definirsi veramente magistrale.
T Rtf t LI:.T'(I T URLETTI TOLA A.: 11. PNF.l.JA10PERITONEO TEIUPcl.JTICO. derazione Italiana per la loua contro la tubercolo~i. '94'1.
Roma, Fe-
Il pncumoperitonco ebbe k: ~uc prime indicazioni nell.t ,·ura dcll.t tubercolosi pentoncalc a~itica con risultati simili se non superiori a quelli ottllllhlii con la laparatomia e con il Yantaggio rispetto a que,ta di essere meno traumatizzantl.'. di potersi ripetert l.' cii non lasciare tragitti o ~e m fi,rolo,i. ~folti ritengono che il pncumop..:ritoncu abbia un 'a;;iune hcnt:tìca diretta sul prote'so tossico tubercolare ed tndm:lla per le modificazioni \<1\omotorit: c dello stato immunitario che penerebbero alla tra,formazionc tìbrosa del tuhcrcolo. Munaldi d?t import:1nza anch~.: alle moditìcazjon i eli n:uma mt:cc:tnica rappresentate dallo smorzamenw Jdla 'ento~azione polmonare e dalla ùiminuir.t partecipazione dell'addome all'attività respirawrin. Risultati buoni · ed in akuni c .t~i sorprendenti 'i sono os~cr vati nella tubercolo'i intestinale, specie nei casi co.:sisrcmi con forme polmonan ad e\olu;ione benign:~. 'Jclb tubercolosi polnwnarc il pneumopcritonco tro\a un vasto campo di applic.1 zionc, può sostituirsi al pncumowrale, alla paralisi del frenico t: ~pcsso ad interventi chirurgtci demolitori, tahoha o.:on maggiore cfncacia. L'-\., dopo aver richiamato ndl:1 prima pane degl • dln;cmi di :matomia e di fisiologia precisando i rapporti che intercorrono tra il torace c l'addome e l'imponanz:~ meccanica c biologica del diaframma nell'equilibrio toraco polmonarc, sulla base anche delle ricerche compiute d::tlb s' uola romana, fa una estesa ra~~cgna della stona ed cvoiuzionc del pneumoperiwneo, dclb fisiopatologia di C\SO ed e'pone con chiareZZ:l la tecmcn c la condotta della cura. l pericoli sono rari. Di t.~ik t lcnil:nt.a s:uebbe l'enf-i,ema ddl'omcnto. Nella letteratura sino al HJ4S 'ono raccolti solo ~ an •denti monali in seguit<J a pncumoperitoneo e nessun ca~o dt shock peritonealc. Le complicazioni \OliO pure molto rare, mancherlbhao <tnchc le reazioni su: tipo di quelle pleuriche oel corso del pncumororace, per cui a differenza di questo il pneurnoperitonco può essere ripreso dopo ':ui mesi di abbandono. \Il::~ scmeiologia clinkJ 'ubh~t.:triva ed obbieni'a ed alla scmeiologia radiolo~ica ~~eguono vari estesi capitoli ,ulle indicazioni terapcutichc Jcl pnlumoperitoneo e ~ui ri~ult:Jti di esso non solo nelle :tffcziont wbcrcolari, ma anche nell':t~m:-t bronchiale. n..-:lle malattie del polmone non tubercolari, nelle bronchiti, hronchitttasie, pleuriti :tcute secche diaframmatiche, nelle pleuriti croni.-hc p:trapneumotor:tcichc, ccc. · La obbiettività dell'A. 'i ri\'cla anche nella cspo~izionc clcll:t interessante estes:t ra~i~tica personale, che complct:J il lavoro pregevole cd accur:Jto. S.\~ I P I ERI G.: TRATTATO DI OCUL/STICA. 'olume L Parte t• e 2•, l<J4l'l.
Catanta, Casa del Libro Editrice,
Il gcn. medico prof. (;, S:ttnpll·ri, uno dei più JiMinti t' '::~lenti oculisti milit:Jri. ha riunito, ampliandole cd aggiornandole. le lezioni di oftalmologia da lui impartite nella Università Castrense. dur:Jnlc la prim:t guerra moncli:tlc.
44 2 li 1" \'olum~. che reca una lusinghiera prefazione del prof. Favaloro, s1 compone c.Ji due parti: nella prima l'A. tratta dell'anatomia e h\tologia dell'occhio e dt>~l1 annessi, dello s\'iluppo, dellè anorn:llie c malform:tzioni oculari, della nutrizione, della pressione cndocularc e delle funzioni spctifiche dell'occhio (teoria della 'i~ionc, ,·isionc centrale c periferica, funzione de1 muscoli intrinseci ed estrinseci, con,ergcnza, a..:w modazione, sen~o Mereoseopico. cct.); nell:1 ~cconda tratta del complesso c:lpitolo d<·lb diottrico oculorc. dei "izi di rcfrazionc c delle lcnLi. Il 1 mlumc. in hc:lb \CM(. tipografica, è corredato di numero~e iJlu,traz•on• c Ji un 'ampia rassegna bibliograhra alla h ne di ogni capitolo. La competenza e la chiarezza con cui sono tr:nt:Jti quc~ti \ari argomenti farm<J di questa opera. \c.;rameme prege,olc. una delle mi~liori Ji oftalmologia italiana e rappre '>emano la sintesi d'una nobile fauca e d1 uno studio continuo e profondo \1:1 scicnlllÌ~o Lhe did:mico da pane di un uffici:~lc che tu ed ì: tuttora v:Jnto ed onore Jcli:J Famigli3 Sanitaria Militare. c;. c\Ril\
LUISAD.-\ .\. A.: CUORE E ~-. JSJ - STLD/0 DI FIS!Of'.-JTOI.OGIA E CL/L'\[( l DELL'APP IRATO CIRCOLATORIO. - Bologna, L. C::1ppelli Ed .. pagg. XS+ L. 7.ooo. - Oltre l'edizione itJiiana. ws~ ben ..:urata dal Cappelli, è apparsa a H<1l timora un'eJizione in lingua mglcsc. « ANN.4.LJ '' è la nuoya ri1 iMa, pubblicata ::J l Ura deglt Istituti " Casa dello Di1 111a Provvidenza » di 13isceglic. La Pia Opera, ~orta per il tenace um:lllissimo 10lere di un prete - D. Pasquale lJ1a - pur tra le p•ù gra1i difficoltà è riuscita a creare, nell'unmediato dopoguerra, un nuovo grandioso o~pedale psichialnco a Foggia che si aggiunge a quello ben noto c in continua :tsccsa di Bisceglie. 1 direttori dei due trenocomi, dottor G. Dc Gregorio e dott. G. Pc:rniola, hanno daw ora vita a questi • ,\nn::Jli · ~he fin dal primo numero s1 annunzwno ricchi di la1·ori interes\:lnti e pratici.
. -E' uscito il t " fa~iwlo di yut della cecni'a c delle :trti dcll'U.R.S.~. a cura dcll'lst;lUto Bibliografico Italiano (Roma) tn coll:~hor::Jzionc con I 'A~.,oci::J7i onc per i rapporti cu lturali con l'Unio11c So1 ictica . « BtnLTOTECA SCIENTIFICA SOVIETIC. l
~to «indice bibliografico generale delle scienze,
Dm:ttore responsabile: Generale medico Prof. Guido Ferri /~edattore: Ten. col. medico Prof. Antonio Camp:.na Tll'OGRAFIA
REGIOl\~11
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RO.\ !A,
Pl.\ZZA MAl'FREl>O
FAl\Tl,
42
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R,9 PRODUZIONE 1949 Galattolipldi e fosfatidi • ex cerebro • vltamlnlnatl.
fOSfOVIS HEP AVIS
- frulone aotipernlclosa tltolata in Unilll Antlanemlche.
PANTOVIS
-
Llsato enzimat•co di proteine cerebrali • Ca. MJI. fosforo organico, vitamine.
O E
-
Globulina tiroldea tltolata In unità l(reitmayr nel tipi normale e pedlatrlco.
PANCREATINA BILE
-
Bile più fermenti pancreatlcl. (confetti)
T
R O
N A
P E P S
- Estratto enzimatico di mucosa (IJtrlea. (l(occe e confetti)
C O R T .1 V l S
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Ormone cortlco-surrenale sintetico (Acetato di duossl· corticosterone).
EMMENOVIS
-
Associazione ormonale mlcrocrlatallina ad azione emme· nago(a.
LUTEOVIS
Ormone lutdnlco alntetlco (progesterone) In toluzione oleosa e mkrocrlstalll.
TESTOVIS
- Testoste.r one proplonato lo toluziooe oleosa t mlcrocri· stai Il .
ADECOVIS
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Deldro~olato di sodlo - Esarnetllentetramlna • Sallcllato. (fiale e confetti)
LIPOBALSAMO
- Balaamlco - Cardloanalettlco-Antisettico delle vie respiratorie nel tipi • semplice •, • coltsterloato •,• pedlatrico.
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C O L E V
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v
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Auoclazlone sulfamlde-plaama ungulgno.
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CASA T EN OVO B Rl A NZ A (Como)
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TIPOGRAPIA ROMA
RBGIONALS 19"9
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SETTEMBRE-OTTOBRE l949
GIORNALE DI
MEDICINA MILITARE FONDATO NEL
t85t
PUBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITÀ MILITARE
DIREZIONE REDAZIONE E AMMINIS"(RAZIONE MINISTERO DELLA DIFESA - ESERCITO - ROMA
GIORNALE DI MEDICINA MILITARE MINISTERO DELLA DlFJ!SA- BSBRCITO - ROMA
SOM\fAR/0 VOSC'Kr~
E,,."' de coJiticauoo d'un droit mternatiooal médicaì
PALMERIO: Razione ah menta re c profila~si vttaminica delle truppe comb:ltren~t nell'ultima guerra
Pag.
443
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153
f!UONOMO LA ROSSA: L'influenza dcll'anc:sresia del seno carotideo sulla do· rc:nùa nd~o ~hock r~rimentale
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PARRI: Un nuovo m:ttcnale per impiego sanitario: la cct!ulo>a ussidata (cdl-ox)
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l'ELSA l\'! : StatiStica ddl'atu,n;\ del Collewo Mcdiço Legale nell'anno 1948
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-\. C.: L'Istituto Supc• ore dt Sanità MUROLO : Sui segni r~lltologicì d1 cisti d t c:clun•>Cocco polmonMe ClCIANl: La cloromtcetina nelle sue applicazioni prauchc PECORELLA E SCADUTO: Due pst dr fcl>brc ùfoide trattati con !J c~oromicctina
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CO.VDIZIOVI DI ABBONAMENTO PER IL 1949 1TAI.IA:
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ESSAI DE CODIFICATION l
D'UN DROIT INTERNA TIONAL MEDICAL
Nous nous sommes insptrés, pour nous guider dans cc travail délicat et Jangereux, du beau rapport présenté par M . Alejandro Alvarcz à la session dc Lausanne, 1947, de l'Institut de Droit InternationaL Cc rapport est intìtulé : Méthodes dc la Codif1cation du Droit lnternational public, età la lecture de ce document du plus haul intérét, nous nous som'Tles dit, en avançant de chapitrc en cbapitre, que le problème médical s'avérait comme le plus simple à codifier : nous repn:ndrons dans ce rapport tout (C qui peut concourir à factliter et à définir nettement l'oeuvre entreprise par le Comité International de Médecine Militaire. Rctcnons des conditions néccssaires pour entrepn:ndrc dùment la codìfìcation du droit ìnternational les points suivants: r. - La nature d es rappons i nternationaux et !es éléments qui Ics régissent. A ce point de vue, nous avons déjà insisté à plusicuts rcprises sur l'inéluctable cles lois méclicales et biologiques qui sont nettemcm au-dessus de la mélée dans lcs conflits cntrc Etats. Dan:. les <.JUestions médicales, le postulat principal est celui de l'uni\'etsal ité cles principes médicaux.
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2 . - La nécessité de la reconqntction du D roit lnternational s'impose de laçon à la mettrc cn harmonie avec les nomdlcs conditions de la vie des Peuples. A ce propos, A. Alvarcz dit quc les factenrs immatériels, les impondérables, qui exercent une influcncc sur la vie internationalc doivcnt etre étudiés avec attcntion. Parmì ces factcurs immatéricls, les plus importants, dit-il, sont J 'ordre psychologique, st:ntimcnts sous leurs divers aspecls, scntimcnt national, sentimcnts de sociabilité mternational, scntimcnts anti-sociaux, et aussi idéaux, états d'esprit, doctrincs, etc .. C'est par ces facteurs pS)'Chologiques... que le~ peuplcs se laissent guider, en réalité, dans leurs rapports emre eux, bien plutc'ìt que par la raison ou par la jusrice.
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A ce point de vue Ja prépondérance, que l'idée du sccours et de Ja pnr to:tion de la vie peut acquérir, donne à l'oeuvre médicale toutes Ics chances de réussite. 3· - L a sociabilité imernationale est une acquisition récente ~urvenuc dans la vie internationale depuis le milieu du XIX me siècle. Elle pcut nous aider considérablement dans la réglementation des droit~ et des devoirs du ptrsonnel dc secours. « Dans Ics peuples, dit AL Alvarez, ce qui compte surtout est l'élite, qui exercc une influence décisive sur la vie nationalc dc~ Pays aussi bien quc sur leur vie intcrnationale. Les gouvernemcnts qui, autrcfois, étaient souvcrains absolus à l'intérieur camme à l'extérieur uennent de plus en plus compte aujourd'hui de cctte nouvclle force sociale. C'est donc surtout par un appel à l'élite que nous devons voir l'espoir d'un progrès dans Ics relations médicales cntre pays; car c'est elle qui finira par imposer à l'opinion publique l'état de choscs qu'ellc considère commc conforme à la Morale et à la Justice ». 4· - Le travail dc la reconstruction du Droit International amènc à une conception nouvelle de cc droil, tendant à confondre camme scmblables Ics pn~ceptcs de Morale et les préceptes de Droit. A ce point dc vue, nous tendons à intégrcr dans le droit Ics préceptes qui guident notre profession qui sont en somme cles préceptes de morale pure. En outre, tous Ics préceptes n'ont pas la meme valeur pratique : << Ceux, dit Alvarez, qui ont une origine convcntionnelle sont ordinaircment les plus rigoureux, Ics attcintes qui leur sont portées alarment l'opinion publiquc. Et ici, Ics principes contenus dans la Convention de Genève sont parmi ceux qui tiennent le plus à coeur aux pcuples et pour lesquels on obtiendrait le plus facil cment une adhésion univcrselk. 5· - << Il y a une internationalisation croissantc de matières qui étaient autrefois du domaine exclusif du Droit National. Ainsi sont nés un Droit rivi! international, un Droit ouvrier international, etc .. << A l'extcnsion du Droit dcs Gens ont concouru de nombreux rapports nouveaux cntre Ics Etats, de nouvcaux faits internationaux d'importancc, ainsi que de nouvelles doctrines ou idées qui se sont fait jour, camme, par excmple, la notion du délit intcrnational ». La Convention de Gcnèvc, après la révision qui doit avoir licu dans qudques jours, dcvrait contenir tout ce droit médical international qui serait créé du mcme coup. Il suffìrait de quelqucs modifications de structure pour obterur ce résultat. En outrc, la r.otion du délit international a fait plus que se fa ire jour: elle est entréc dans la pratique puisque pour la première fois dan s l'histoire. des criminels on été poursuivis et condamnés pour délit contre l'humanité. A cc propos, nous rappelons qu'à la gme Conférence Internationale pour I'Unification du Droit Pénal, nous avions, au nom du Comité International de
445 Médecine militaire, déposé la motion suivante au cours de débat sur !es crimcs contre l'humanité. « Lcs Convcntions Intcrnationales de Gcnève et de La Haye étant l 'cxpression dc la conscicncc morale universelle et ayant été ratifiécs par la plupart des nations, ne serait-il pas opportun de considérer les infractions à ces conventions comme crimcs ou délits contrc l'humanité )) . Dans l'affìrmative, n'y aurait-il pas lieu dc demandcr aux Etats d'inserire ce principe dans le nouveau textc qui sera établi à la Confércncc Diplomatiquc dc Genève. 6. - La D éclaration cles grands principes ronsacrc le Droit d'Interdépendancc sociale. Elle déterrnine la nature cles droits òits fondamentaux cles Etats: bien plus cncore, elle précise les droits internationaux cles individus. Et M. Alvarez rappelle à cc propos le rapport pré~enté par M. Ch. De Visscher sur Ics « Droit fondamcntaux dc l'homme, base d'une rcstauration du Droit international )) . Y a-t-i l un ùroit plus sacré que le Droit à la vie, un droit plus intangiblc dont Ics médecins dcvraient etre Ics gardiens. Sans doute, le Droit Intemational est en plcinc formation, il se développe de plus en plus, mais quand, dans un domainc aussi précis que le notrc, 011 possèdc, non seulemcnt tant de faits cohérents qui pcuvent devcnir un enscmble contractuel, quand, en outre, on possède déjà les Convcntions de Genèvc et dc La Haye, quand cles sentences, comme celles de Nurembcrg, sont venue. ccmacrcr la valeur cles grands principcs de morale internationale, on scrait wupablc de ne pas réaliser un document préci!>, qui fournirait à la Cour Internationale de Justice une base dc jurisprudence et serait un gage de rcspcct p<'ur tous !es engagcments pris par les Etats. D'ailleurs, nous lisons dans un rapport pré~enté par MM. P. de Visscher et Léon Gysclynck à I'International Law Association: << Entre les matièrcs régies par cles coutumes unanimement reconnues et celles qui sont sujettes aux tensions proprement politiques, il subsiste un vaste.: domaine où les Etats peuvent aisément prendrc consciencc dc l'intéret commun qu'ils possèdent à substituer la règle écritc.: à la règlc routumière. Dan ~ ce domaine la codification para1t à b fois souhaitable et réalisable n.
La matière médicale, après une expériencc de plus de i5 années, puisquc la premièrc Convention de Genèvc date:: dc 1864, paralt absolumcnt mure pour nne telle coclification. TtTRE I.
La Com numautt ! ntemationa/e. Art. 1. - L'intcrdépendancc dcs Etats est à la base de lcurs rapports réciproques: leur aide mutuclle est la condition d( leur co-cxistence pacifique et de leur développemcnt matéricl et moral.
Art. 2 . - Cctte intcrdépendance qui est absolue au point de vue médical fait naìtre un intéret général ~upérieur à l'intér2t paniculier dc chacun des m<:mbres dc la Communauté. Elle crée pour cux dcs fins communes et, par suitc, des devoirs et des droits non sculement entrc cux, mais au regard dc la G >mmunauté. Art. 3· -
La Communauté inter na tion:.~ lc doit etrc organiséc dc manièrc
à assurer l'harmonieuse coopération de ses membrcs vis-à-vis de la luttc contre les fléaux morbides, en vue d'assurer la santé de ses individus et cn vue de protéger leur vie. TrTRE
n.
Sources, application et développement du droit intemational médical. Art. 4· - Lcs préceptes régissant la médecinc sur le plan international sont ceux que depuis la plus hautc antiquité la conscience humainc a considéré commc dcvant ctrc à la base dc cctte profcss1on: primum non nocere. Art. 5· - Ccttc consciencc se manifeste dan s le se rment d'Hippocrate, dans tous Ics principes de morale méd1cale à travers Ics siècles, dans Ics tcxtes des convention humanitaircs de Gcnève et dc La H ayc et dans la doctrine établie par Ics jugemcnts de Nurembcrg. Art. 6. - A défaut des éléments indiqués, s'appliqueront !es principes de morale internationak et Ics indications dc l'équité. TlTRE III.
Rapports entre le Droit interne et le Droit international. Art. 7· - Les principes du Droit mternational contcnus dans cctte Déclaration s'imposent à tous les Etats. Chacun d 'eux doit en assurer le respcct sur son territoire, nonobstant toutes dispositions contraires de ses lois, memc constitutionnellcs. L'Etat qui édicterait une disposition contrairc :.:u Droit intcrnational cngagerait sa responsabilité. Art. 8. - La s1gnature par un Etar d'une convcn tion contenant des disposit'.ons contraires à sa législation interne, implique l'engagement de mettre cette dernière cn con(ormité avcc Ics dispositions dc la Convention. TITRE IV.
Deuoirs du médecin. Art. 9· - Le médecin doit ses ~oins en toutes circostances, en tous licux à tout ctre humain blcssé ou maladc.
447 Les soins seront donnés en toute conscience, cn évitant tout acte qui pourrait ctre nuisible au blessé ou malade. Art. 10. - Le médccin ne pourra en aucune:: circostancc divulguer ni la prcstation qu'il a accomplie chez un blcssé ou malatle, 1~i la nature de l'affcction, à moins que ce bbsé ou cc malaJc ne l'y autorise formellement. Art. I I . - Le médccin ne pe::ut abandonne::r un blcssé OLI malade en dangcr dc mort, et dont il a la charge, sans le confier à un confrèrc capablc dc lui continuer les soins. Art. 12. - La mission médicak étant cssentirllcmtnt sal vatricc, il est int<"nlit à tout médecin de pratiquer tout actc nuisible à un ctre humain, meme s'il cn est requis par une autorité officielle quelconquc. r
Art. 13. - Dans l'cxercice de son art, le médtcin ne fcra, en temps dc guerre, aucune différcncc cntrc lcs blessés et ma);ldes ennemts ou amis. Le traitement appliqué aux uns et aux autres sera iòentiquc tant :lll point de vuc matériel que mora!. Lcs indications thérapcutique::s pour ks um. commc pom les autres ne dépcndront que de l'urgence relative des cas. Art. 14. - Le médccin exigcra, en temps de guerre, soit dc son gouvernement, soit de l'autorité capturanre ou occupante, tous les moyens possibles pour exercer normalement sa profession. Art. 15. - Le médecin obscrvera rigoureusemcnt toutcs )es stipulations des Convcntions humanitaircs et tous !es accorcls similaires. Tout médecin, au moment d'obtenir son diplomc, dcvra prcter le scrnH:nt dont le texte est ci-anncxé, dcvant la Cour Intcrnationale de Justice, cette cour étant l'organisme mpérieur dont clépenò le médecin au point dc vuc professionnel. Cette dernière déléguera scs pouvoirs pour reccvoir ce serment, à chacun des Etats contractants, qui prendra des mec;ures intérieures pour organiser ccttc formalité. Le médecin qui violerait cc serment serait considéré .:omme parjure. Art. 16. - En cas de confiJt, Je médecin, au point de vue professionnel, tloit etre considéré comme se trouvant au dessus de la mclée. Il ne posera, pro(e!;sionnellement, ou commc corollaire direct dc sa profession, aucun actc d'hostilité. TtTRE V.
Droits du médecin. Art. 17. - Le médecin, considéré camme dU dessu ~ de la melée, doit etrc intt:rnationalisé. Il ne pourra, en aucune circostance, ctre inquiété ou con-
damné pour avoir donné ses soins à un blessé ou mabde quelconque, quelle quc soit la nationalité, la race, l'opinion ou la rcligion de ce dernier. Art. 18. - Tout médecin militaire ..:apturé ~era comidéré comme internationalisé. L'Armée qui l'aura capturé lui donnera à remplir le role médical et humanitaire le plus indiqué, « provisoirement ·.), avant que son sort ne soit fìxé par « l'organisme intcrnational )) , dont il dépend. Art. 19. -- En aucun cas, Ics médecins militaires capturé~ ou Ics médecins c n territoire occupé, ne pourront ~tre considérés com mc prisonniers de guerre. Ils jouiront d'un statul spécial qui leur assurera l'indépcndance absoluc pour l'cxcrcice de leur pro(ession. Ils dépendent directement de l'organisme international dont ils représentcront l'autorité. TtTRY. VI.
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Organisme i11tematioual. Art. 20. -
L'organisme international ~era conHitué:
1" - par un organc dc direction formé de 5 mcmhn.::s choisis sur une liste de personnalité agréée~ t:n tcmps de paix par les d•fférentes nations et choisics cn temps de guerre uni<..tuemcnt parm1 Ics non-belligérants. Les mcmbrcs, au nombrc dc :; : un juriste, un militai re, trois médecins dont un médecin militaire, seront choisis sur des listes pn!~lablement établics;
2" - par des représentant~ dc cct organisme, en nombrc variable, qui seront agréés en temps dc paix par !es différentes nations, choisis en cas de guerre, uniqucmcnt parmi !es ncutres, et seraient appointés par l'organisme intcrnational, alimenté par le!> cotisations dcs différcntcs nations, particulièrement cn cas de conflit, par l e~ nations belligérantes. Le role dcs « délégués », auxqucls !es dangers auxqueh ils s'cxposeront doivcnr assurer la considération de tous, serait d'organiser au mieux la profession médicale dans le but d'assurer les soins aux civùs et aux militaires, et de !)llfVCÌllcr J'affectation et )e roJe cles médecin capturéS OU restés CO terrÌtoireS occupés par l'ennemi. Les délégués de l'organisme international pourront ctrc cn nombre très rcstreint, aidés par une commission dont les memhres appartienèraient aux pays bclligérants (médccins de la puissance occupante et médecins de la zone occupéc par l'adversaire).
Art. 21. - C'est l'organisme international qui règle toutes !es questions dc fonctionnement des services de santé : a) dans les camps de prisonniers civils et militaires, b) dans les territoires occupés par une armée d'invasion.
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449 Pour ce faire, il emploiera dans la mesure du possible, et dans les camps et dans Ics territoires occupés, les médecins de meme nationalité que les prisonnier ou que la population occupée. En cas d'insuffisance, il fera appel à des médecin neutres. TJTRE VII.
Devoù·J· cles Etal.i. Art. 22. - Devant l'exercice de la médecine, l'Etat est lié par les prescription de la présente convention.
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Art. 23. - Aucune autorité étatiquc ou parastatale ne peut imposcr à un médecin une conduite contraire aux présentes 5tipulations. Elle ne peut en aucun cas invitcr un médecin national ou étranger à enfreindrc le secret médical, à collaborer directement ou indirectement à cles oeuvres de technique de dcstruction ou pouvant nuire à la santé d'un etre humain. Art. 24. - Tout Etat cloit assurer à tout individu, belligérant ou non, sur son territoire ou en territoire occupé la pleine possibilité d'avoir, en toute confiance, recours aux soins d\m médecin si son état l'exige et cela sans distirtction dc nationalité, de sexe, de race . ..le langue ou de religion. Art. 25. - Les étrangen Ont droit au meme traitcment quc les nationaux. En aucun cas, Ics étrangers ne pcuvent prétendre avoir plus de droits que les nationaux, sauf si le pays où ils résident n'assure pas aux habitants, de façon permanente, un minimum de possibilité de soins médicaux. T'n'RE VIII.
Répression des r;br.eç et des infractiO?u. Art. 26. - ll sera statué sur toutes les violations individuelles ou colJectives de la présentc convention par une jurisdiction de caractère permancnt. Cettc jurisdiction serà constituée par une C.hambrc Spéciale de la Cour Internationale de Justice. Art. 27. - Les dirigeants de l'organisme international défini à l'art. 20 constituent Ics experts auprès de la Chambre Spécialc dc la Cour lnternationalc dc Justicc. Art. 28. - Dès le début cles hostilités, l'organismc centrai visé à l'art. 20 siégera en permanence, non seulcment pour organiser les services de santé dont la responsabilité lui incombe, mais également pour instruire tout fait susceptible de constitucr une viobtion de la présente Convention ou de toute autre Convention humanitaire, soit celles de Genève, soit celle de La Haye.
450 L'organisme sera chargé de réunir tous lcs résultats des enquetes quc ses représentants, formant commission itinérantc, seront chargés d'effectuer. Les belligérants dcvront faciliter dans la plus largc mcsure possible la tàchc dc ces représcntants. Ccux-ci jouiront en particulier dcs privilègcs et immunités nécessaires à l'excrcicc de leurs fonctions. Ils pourront pénétrer sans cntrave dans tous Ics camps ou (ormations, quelconqucs oli sont logé5 dcs prisonniers, hlessés ou maladcs, tant civils quc mihtaire!>. Art. 29. - La partic qui alléguera une violation dc la Convention adressera une plainte dOment motivée à la Chambrc Spéciale dc la Cour Intcrnationale de Jusùcc. Si celle-ci n'estime pa~ prima facie comme exclu que les faits allégués puissent affccter la Convention, elle transmettra la plainte à la Commission d'enqucte centrale. Art. 30. - La Cour visée dam l'artide précédent sera formée des trois jugcs les plus ancicns dc la Chambre dc proc~Jurc sommaire de la Cour Internationale dc Justice, dans l'ordrc de préséances établi par son réglement, à l'exclusion des nationaux des partie~ en cau~c (I). Art. 31. - Dès la réccpnon de la plaintc, rorganisme centrai chargera une des Commissions itinérantes d'cnqucter sur piace. La Commission itinérante fera rapport à rorganisme centra!. Ce rapport sera transmis à la Chambre qui ouvrira une procédure sommaire, conformément aux d1spositiom du Réglemcnt dc la Cour International e dc J usticc. Sous réserve des accords qui pourraient intcrvemr entrc les partics en cause, l'arret de la Cour devra se borner à déterminer si une infraction a été ou non commise, dans les limites de l'alinéa 2, lettrc C dc l'artide 36 du Statut de la Cour Internationale de Justicc. Si la plainte est reconnuc non fondéc, les frais de l'enquéte scront mis à la charge de la partie plaignante; dans le cas contrairc, ils seront supportés par la partic advcrse. Dans le cas où la Cour. tout cn estimant que la partie plaignante avait des raisons sérieuscs pour effcctutr sa dénonciation, décidait qu'une violation n'a pas été commise, elle aura la faculté de répartir les frais par moìtìé entre les parties. Si la plainte est reconnuc fondée, le<; coupables seront poursuivìs directement par la Chambrc spéciale, dcvenant Cour pénalc et statuant suivant les principes édictés par le Code pénal vi!>ant lts crimcs dc guerre et Ics crìmes contre l' humanité. (t) Dans ccrtain) cas. le président seui appanicndra à une nauonalité neutre; dans ces cas. les mcmbres seront choisis par moitié parmi les mcmbres appartcnant aux nations beli i géra ntes.
45 1 FonMULE DÉRIVÉE DU SEtt.~ENT D'HrPPOCRATE
Serment. Au momti1t d'etre admis au nombre des membres de la Profession Médicalc, Me référant aux principes inclus dans le Serment d'Hippocrate, Je prends l'engagem ent so1ennel devant la Cour Internationale de Justice dc consacrer ma vie au service de l'humanité; Je garderai à mes mal tres respect et reconna issance; J' cxcrccrai mon art avec conscience et pureté de moeur~; Le bien-ètre de mon parient sera mon premicr souc1; Je m'efforccrai de conserver sa santé ou de guérir sa maladie; Je respecterai le secret de celui qui se sera confié à moi et ne divulguerai rien de ce que j'aurai vu, entendu ou compri~ à l'occasion de mon exercice professionnel; Je maintiendrai, dans toute la mesure de mes moycns, l'honneur et les nobles traditions de la professi an médirale; M es collègues seront m es irères; Je ne permettrai pas que dcs considérations de religion, de nation, de race, de parti ou de classe sociale viennent s'interposer entre mon devoir et mon pauem; Je gardcrai le rcspcct absolu dc h vie humaine, Jès la conception et mème sous la menace, je n'admettrai pas de faire usage de mes connaissanccs médicales contre !es lois de l'humanité: Pour le bien de l'humanit(:, ic divulguerai à mes confrère~ toute connaissance médicale nouvelle que je pourrais acquérir; Mon devoir supérieur à tout aurre, écrit ou non écrit, sera de soigner le mieux possible celui qui me sera confié ou qui se confìcra à moi, de respecter sa liberté morale, de m'opposer à tout sévice que l'on ·:oudrait exercer sur lui et de refuser mon concours à toute autorité qui, à cet effet, me demanderait d'agir. Que ce malade soit mon ami ou mon ennemi, meme en temps de guerre ou de troubles intérieurs, ouels que: soient :-:es opinions, sa racc, son parti, sa classe sociale, son pays, sa r"ligion, mes soins et mon souci de sa dignité humaine seront les mcmes. Je fais ces promesses librement, sur l'honneur et sous la forme d'un serment solenne!.
Pubblicando questa lezione del « Corso di Etica Medica Internazionale», tenuta dal generale medico Vonken, Segretario Generale del Comitato Internazionale di Medicina e Farmacia Militari, alla Scuola di Sanità Militare di Firenze (4-9 aprile 1949) richiamiamo l' attenzio·n e sul volume, pubblicato di recente, «Essai de codification d'un droit international médical \) (Lcs
Editions l nternationales, 1949, Paris), a cura della Croce R ossa di Monaco, che raccoglie le conferenze sulla internazionaliz-zazione della medicina tenute dal gen. Voncken in varie capitali d,Ettropa. L ,opera quanto mai appassionante si apre con una lettera eutusiastica m dirizzata alt A. dal Principe Ereditario di M ouaco, cui fanno segt~ito una chiara prefazione del prof. Brouardel e una dotta introd1~zione << La collaboration m édico-jttridiqtte )) del pro f. A. de La Pradel!e, di Parigi. Ogni medico dovrebbe leggere questa umanissima opera ed approfondire gli alti concetti di cui è permeata.
N. d. R.
Alcune delle principali conquiste della med icina negli ultimi ann i. La med"cina, iu quL!>ti ultimi :tnni, ha bruciato davvero le tappe; ricordiamo qui :;-.lcune delle più signifìc:uive conquiste dopo la scoperta della penicillina c Jella streptomicina: 1° - La scoperta che l'ormone ACTH dell'ipofisi c il cortisone della lOrlcccia surrenale sono efficaci nel trattamento dell'artrite deformante, della febbre rcumat:ca c d i .tltre malattie. 2° - La dimostraziOne del \alore profil:mico dd ,·accino BCG nella tubercolosi. 3• - L'uso dell'antabuse, per vincere l'alcoolismo. 4° - Il perfezionamento dei voccini contro l'influt·nza, us:ni in combinazione con ' c~ penicillina, l'aureomicina ed altri antibiotici per prevenire gravi epidemie influenzali. s• - La conosccn7a che l'o mone sesmalc femminile può curare il cancro della p rosta ta nell'uomo, e che l'ormone sessuale maschile può curare il cancro della mammella nella donna. 6° - I nuovi metodi di lotta per debellare le malatt"e veneree. 1' - L a diffusione del D.D.T. e di altri insetticidi per combattere g li insetti trasmctùtori di malattit!. 8° - La produzione di nuovi c più cffìcaci antimalarici. 9• - La scoperta della cloromicetina. che guarisce il tifo ed altre infc1ioni. 10° - L 'uso degli aminoacidi per rico~truirc le protc'ne e le cellule dell'organi~mo. 11° - Il trana mento dcll'ipcrtiroidismo con l'iodio radioattivo. 12° - L'uso di nuove vitaminr nelle più svariate malattie. 13• - Il trauamento delle malattie allergiche con gli antii~taminici sintetici. Le scoperte. che si succ-edono ininre-rottc. òi nuovi rimedi c le applirnioni sempre più estese dell'energia atomica nel campo medico ci autorizzano a guardare con vero ottimismo agli anni che verranno.
RAZIONE ALIMENTARE E PROFILASSI VIT AMINICA DELLE TRUPPE COMBATTENTI NELL'ULTIMA GUERRA Ten. culun ndlo dumu:o-f,,rm,l(l\1.1 nd b " '· duu . 1'. 1'\L\I[ KIO. g•:• capo cieli,, So.ionc Ch1m1c.t c farmac1,1 nel Mumtfrn d ell.t Gucro.1 Dirl'7 Ìitllc Gcncra!Q d.i Sanità Milit:uc
Una delle previdenze che fin dall'inizio del fatale conflitto si pose alla attenzione della Sanità M il irare, fu quella della profilassi vitaminica delle uuppe combattenti. Sono noti i progressi della vitaminologia, che in pochi anni ha potuto creare basi fondamentali nella scienza della nutrizione e dell'alimentazione c aprire nuovi orizzonti nel campo della patologia. La sfera patogenctica delle vitamine, già limitata alle avitaminosi clas~ siche, si è enormemente dilataw in seguito alle conoscenze sulle ipovitaminosi fruste c sulle sindromi morbose paravitamiuosiche. E' ammesso che gli stati torpidi e latenti di deficienza vitaminica, anche quando non producono alcun sintomo rileYabik, insidiano lo stato generale di salute e diminuiscono la ~ogha di reazi:mc ...Ii fronte ai fattori patogeni (;Sterni. E la profilassi, con nchiamo ammonitore all'ippocr.ttico 11 principiis obsta >• , assume particolare importanza durante le guerre, produttrici temibili. fra l'altro, di avitaminosi c ipovitaminosi. I criteri fondamenta! i che orjcntarono le misure da adottare possono sche~ matizzarsi come appresso: a) esame c vaglio, col massimo realismo, del regime alìmcntan.: del t1ualc ordinariamente ed effettivamente possono fruire le masse delle truppe combattenti, nelle loro eccezionali condizioni di vita l' di ambiente, al fine di stabilire le deficienze vitaminiche probabili: b) indirizzo profilauico verso un trattamento collettivo e continuativo, atto a sostenere il bilancio vitaminico e mantcnerlo vicino alle condizioni fisiologiche naturali, con rispetto all'equilibrio dei rapporti intervitaminici e con dosi congrue, ma senza eccessi qualitativamente e quantitativamentc ingiustificati; c) scelta dci vettori più .atti a procurare un costante c dt:terminato ap~ porto dei fattori ritenuti necessari ed a rendere agevole e pratico il rifornimento c la somministrazionc a ingenti masse di uomini, dislocate in zone lontanissime; cl) controllo tecnico-scientifico preventivo dei vettori stessi, allo scopo di garantire al combattente il sicuro beneficio del presidio opportunamente fissato e stabilito.
454 L'azione e il comportamento delle vitamine nell'organismo sono strettamt:ntc collegati alla dieta, dato che l'uomo, non avendo la capacità di sintetizzarle direttamente, trova il loro veicolo naturale negli alimenti. E ne deriva che il più stretto rapporto intercorre fra vitamine e razione alimentare e che l'equilibrio di quest'ultima è J'importanza fondamentale. La razione del soldato in guerra, oggetto di cure e preoccupazioni in ogni tempo, fu materia di esame scientifico fin dal I918 da parte t! ella « Commi:;sion Scicntifique Interall ièc du Ravitaillement n, di cui fecero parte gli ital iani Bottazzi, Menozzi e Pagliano. Quella del nostro soldato è stata in seguito trattata specialmente da Salinari, Grixoni, Bruni e seguita costantemente dagli organi di Commissariato c Sanità Militare. Per le nostre truppe erano contemplate tre razioni, di complesso qualitativo (ondamentalmente similare: del soldato in territorio (3300 calorie), del Sl)ldato combattente (3900 calorie), del soldato combattente in montagna (4 100 calorie). Allo scoppio dell'ultimo conflitto la razione giornaliera del combattente (oscillante sulla media di ~qoo calorie) era la seguente: Pane gr. 700 H Carne (cinque volte la settimana) 250 Pesce scatolato (il venerdì o in altro giorno in cui non si somministra carne) . 100 Pasta (cinque volte la settimana) 220 " Riso (due volte la settimana) . " 170 H IO Formaggio raspa (ttuotidiano) . Formaggio da pasto, tipo grasso o sem1grasso )) (due volte la settiman:l) 40 Olio o lardo 20 Conserva di pomodoro 20 Legumi secchi 75 100 (oppure patate) Verdura essiccata (miscela polifitica di carote, cavolo verde c spinaci) . '5 Sale " 20 l) Pepe 0,50 Cipolle essiccate n. 3 l\ Agli essiccat1 . 2 Caffè coloniale tostato gr. 5 Il Surrogato di caffè 5 Zucchero 30 cc. 250 Vino Limoni (ove possibile il rifornimento) . n. Marmellata gr. 40 (oppure cioccolata) 10 )l
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455 In tempi successivi essa razione, mentre rimase prcssochè inalterata negli :tltri settori operativi, subì riduzioni nel pane, pasta c carne (portati rispettivamente a ~rammi 500 - 150 - I')O) nelle zone di occupazione dell'Albania, Grecia, Egeo, e fascia francese. A complemento degli alimenti in natura è srabilitJ una quota individuale in contanti detta di " miglioramento rancio >•, destinata all'acquisto di frutta e ortaggi, da consumarsi prevalentemente crudi . E' ovvio che una tale integrazione, possibile c continuativa in territorio, c-ostituisce un prezioso apporto vitaminico ed è utile, per il contributo in ~ali minerali ed elementi alcalini, all'equilibrio acido-base. Opportune norme cucmarie e di associazione raggruppano gli alimenti indicati in pasti giornalieri c settimanali variati. Il consumo di insalate miste crude era già consut tudtnario da tempo ed in molte caserme erano stati creati anche degli orti. Le proporzioni ponderali Jegli alimenti semplio sono approssimativamente: protidi gr. 145· lipidi gr 90, glncidi gr. sHo. Circa il IS % delle calorie viene fornito sotto forma di proteine, il 20 °{, da grassi ed il 65 °/,, dai carboidrati. Il rapporto dinamogcno f1·a i vari costituenti 1isulta soddisfacente. Larg;;mente coperto è il minimo proteico, con notevole beneficio per il combattente, se si tiene conto che '' il militare è frequentemente esposto alle intemperie e sottoposto quotidianamente a lavori assai duri. p<'r cui la quota proteica deve essere generosa » (Bottazzi). Anche il rapporto fra le proteine animali e vegetali, che si approssima a due terzi per le prime c acl un terzo per le seconde, è in limiti di adeguat· ~zza . La notevole varietà degli alimenti protcici prese n ti assicura l'apporto dei diversi aminoacidi. Non sfugge il ruolo piuttosto elevato che hanno i carboidrati, ma tale prevalenza non acquista il significato di una vera sproporzione, se si tiene r.onto che il lavoro del soldato è fatica massimamcnLe fisica e che il nostro tsercito è costituito in grande prevalenza dall'elemento rurale, uso ad abbon:lante dieta idrocarbonata. D'altra parte, la notevole quota proteica incide contro una utilizzazione antieconomica di quella energetica. Pur essendo tuttora non facile stabilire, in rdazionc ad una dieta equilibrata, l'apporto vitaminico ottimale, in base ai dati quantitativi e qualit:Jtivi dei costituenti alimentar i sopraindicati. comprensivi della quota miglioramento rancio utilizzata nella forma accennata, c senza il consueto ricorso ad analitiche esibizioni tabellari, la rnione in esame offre, invero, gli clementi per giudicare della sua efficienza anche nei riguardi dell'apporto ~tesso, specie se si considera che essa. nella sua composizione standardizzata e quantitativamente ridotta (6oo calorie in meno) veniva da anni sommini;trata in territorio e in manovra alle truppe, le quali dimostrarono costantemente le migliori, si potrebbe dire (per richiamarsi ad un concetto del Szent-
Gyorgyi) non superabili condizioni di salute. con massimo rendimento fisico e minima morbilità. Nei teatri di operazioni di guerra, particolarmente nelle vere zone di combattimento, la dieta di cui sopra è inevitabilmente destinata a subire mot]ificazioni, che si possono identificare essenzialmente con l'assenza di vegetali freschj. A questa constatazione si gi unge considerando che in lontani paesi oltre confine e oltremare diviene praticamente impossibile l'ordinario approvvigionamento di tali prodotti d'immediato consumo, per mancanza di risorse locali o per la rufficile reperibilirà dovuta a lontananza c disfunzioni, generate dalle contingenze di guerra, dei centri agricoli di raccolta della zona. Ardue e praticamente insormontahili si presentano le d1fficoltà per eventuali rifornimenti a grandissima distanza dal territorio nazionale, per i processi di facile e rapida deperibilità (determinanti soprattutto per il contenuto vitaminico), cui vanno incontro i vegetali freschi e che imporrebbero attrezzature tecniche e mezzi di trasporto del tutto speciali. L 'organizzazione logistica raggiunta anche da noi allo scoppio della guerra consente, invece, l 'approvvigionamento, fino ai settori più avanzati, di tutte le altre derrate costituenti la razione. e cor. il complesso delle moderne attrezzature cucinarie mobili da campo, di cui l'organizzazione stessa dispone, il conforto di una buona alimentaziOne raggiunge c segue ordinariamente anche le masse Jei combattenti delle prime linee, nonostante che a volte le molteplici e più impreviste difficoltà, alle quah inevitabilmente sono J:gatc le vicende di operazioni belliche, possano brevemente modificare il ntmo. Dal punto di vista vitaminico, pertanto, il regime alimentare, nelle circostanze eli che trattasi, viene in effetti a risultare carenzato solo del fattore antiscorbutico, che dai vegetai ~ freschi trae il massimo del suo apporto. Non potrebbero, invero, indurre a riserve il fattore D , che trova una circostanza favorevole nelle copiose irradiazioni solari cui è sottoposto il militare, vivente in prevalenza all'aperto. nè l'antipellagroso, tutelato principalmente dalla notevole quota carnea. Pure il fattore A trova sufficiente garanzia nel complesso della razione, sia come vitamina (carne, formaggio raspa quotidiano c bisettimanale da pasto, pesce scatolato) che come pro vitamina (legu mi scccru, miscela polifitica essiccata di carote, cavolo c spinaci, patate, conserva di pomodoro, marmellata). E' noto, inoltre, come per questo fattore, a differenza che per quelli idrosolubili, l'organismo abbia notevoli capacità di riserve tissulari e massimamente epatiche. Più tardi, nel Belgio, dopo un biennio Ji razionamento, il Lambrects, in seguito ad un largo controllo esperito fra la popolazione civile (la cui alimentazione, in guerra, è certamente meno efficiente di quella delle truppe combattenti) su individui normali delle varie classi sociali c 'ìU malati, trovò
-457 soddisfacente il tasso dei carotinoidi e della vitamina A, tanto nei sani che nei. malati e inesistente la emeralopia, mentre riscontrò diffusa carenza in vitamina C. Nella stessa epoca, in Germania, a Drigalski fu dato rilevare che le forze annate e le popolazioni rurali erano ancora ben fornite di vitamina A e che solo alcune popolazioni urbane cominciavano a difettarne. Per il nostro soldato fu ravvisata, invece, l'opportunità di associare alla vitamina C quella Br, sia per l'ammissibile maggiore richiesta in relazione all'accennato ruolo piuttosto elevato dci glucidi nella razione, sia per l'utilità dell'aneurina nelle condizioni di aumentato lavoro fisico e tensione nervosa del soldato combattente, sia, infine, per il rapporto di sinergismo riconosciuto ai due fattori. Le dosi quotidiane, fissate in linea generale e di massima a 1000 U. L di vitamina c e soo u. I. di n., furono ispirate al congruo fabbisogno generalmente ammesso ed al menzionato criterio di rispettare l'equilibrio vitaminico e mantenerlo prossimo al!e condizioni fisiologiche nantrali, mediante apporto di quei. fattori, per i quali, attraverso l'esame delle ordinarie possibilità alimentari, era dato presumere l'instaurarsi di un livello deficitario . Per reparti eventualmente destinati a compiti isolati di carattere eccezionale e che potessero far temere una dieta pluricarenzata più o meno lunga, fu prevista un 'associazione polivitaminica adeguata al caso. Anche in Germania, ma dopo che da noi le misure profìlattiche erano un fatto compiuto, si giunse, su proposta dd Prof. Morel, alla decisione di somministrare alle truppe combattenti le sole vitamine associate C e B,. Circa la scelta dei vettori più atti a garantire l'apporto del presidio stabilito, l'impiego preferenziale dci prodotti vitaminici naturali fu senz'altro con~ iderato con precedenza. Ma nelle eccezionali contingenze di una guerra, che impone vaste misure profilattiche di ordine collettivo, è ovvio che le possibilità pratiche c sicure in t.al senso devono essere vagliate col più vivo senso di responsabilità. Fu previsto l'invio dci limoni, ove possibile, c all'uopo gli organi centrali di Commissariato risposero sempre con la massi ma comprensione e nella m; sura consentita dalle possibil ità, alle richieste e sollecitazioni della Sanità Militare. Però il conforto del prezioso agrume, fra l'altro prevalentemente stagionale e legato a disponibilità saltuarie e relative, non poteva, in effetti, a causa delle molteplici difficoltà di trasporto c soprattutto dci facili processi di alterazione, assicurare con un minimo di continuità c adeguatezza il costante, generale fabbisogno delle truppe combattenti, dislocate in diversi e lontanissimi settori. Il ricorso alle svariate confezioni dell'industria conserviera, per molte delle quali fin dall'inizio del conflitto pervennero offerte alla Sanità Militare, indusse ad ampie c giustificate riserve.
A prescindere da quelle che potevano essere le conoscenze personali, dalla letteratura italiana e straniera, già nota in quel l 'epoca, specie dalle <!utorevoli pubblicazioni del Lu11de degli anni 1937-38-39 (seguite nel 1940 dall'interessante e ricca raccolta dello stesso autore dci contributi sperimentali delle diverse scuole mondiali) relative alle ricerche su l contenuto e sulla n.:sistenza dell e vitamine negli alimenti conservati, era lecito trarre elementi Jella più prudenziale vaiutazione. La nostra industria conserviera (c lo stesso, in genere, poteva dirsi delle •:on sorelle europee), nonostante il gr.ado di efficienza ~ di progresso raggiunto, non offriva attrezzature tecniche per la preparazione razionale e su larga scala di prodotti a contenuto sufficientemente stabile e costante in vitamina C. Tale stato di cose , a cui faceva riscontro l'assoluta mancanza di provve<iimenti legislativi e regolamentari eh tutela del patrimonio vitaminico vantato in confezioni del genere, an~.:ora nel 1942 formava oggetto di discussione nel convegno scientifico nazionale per le conserve alimentari, tenutosi a Parm a in quell'anno. E neppure oggi, invero, il problema puè> dirsi industrialmente affrontato, malgrado le non infrequenti pretese pubblicitane. Neanche dal recente, pregevole volume dell'Emanuele (« Industria delle Conserve » - Hoepli, Milano, 1947), direttore della Stazione Sperimentale fer l'industria delle Conserve Alimentari di Parma, ~ dato trarre essenziali nuovi elementi di giudizio. G li è che il patrimonio vitaminico, c in modo particolarissimo della vitamina C, oltre che ai processi naturali che ne acceleranv la decadenza subito <iopo la raccolta (per quella antiscorbutica, già alla distanza di qualche giorno soltanto, la perdita può raggiungere il ;o-8o% ), è legato ad una somma di altri fattori, quali il grado di maturità del prodotto, periodo e forma di giacenza dopo la raccolta stessa, ambiente climatico, natura del terreno, grado e genere di concimazione, metodi di cultura, vicende stagionali , caratteristiche genetiche delle piante produttrici. Le differenze possono essere tali che vegetali notoriamente ad alto contenu to in vitamina C, ne risultano a volte praticamente privi, circostanza che ho dovuto anche personalmente rilevare in occasione di ricerche compara1ive, esperite in due stagioni successive (1940-1941), su ca mpioni di rosa canina raccolti in regioni diverse. Malgrado la giustificata, scarsa fid ucia nelle improvvisazioni, furono banditi misoneismi c atteggiamenti preconcetti d1 ostracismo nei confronti dei prodotti nazionali in conserva esibiti in diverse confezion i, per lasciare il \Josto ad una serena e responsabile valutazione, sulla ba~c di adeguati accertamenti di laboratorio. Le ricerche furono limitate al fattore C, per il ripetuto suo interesse essenziale. Fu dal:l la precedenza ai succhi di agrumi , per il loro carattere di pro-
459 dotti vicini all'integrità naturale, ed alle forme essiccate, per la tendenza, rilevata da vari osservatori, che dimostrerebbero i vegetali a conservarsi senza eccessivamente denaturarsi, in seguito ad opportuni trattamenti di disidratazione rapida. E' noto che, in genere, il controllo vitaminico negli alimenti, ma quello del fattore C in particolare, presenta notevoli difficoltà, impone ricerche serie e r ipetute, procedimenti indaginosi. l metodi chimici, indubbiamente utili per la loro rapidità, devono indurre a g rande prudenza e cautela, ed a proposito della vitamina C un illustre maestro italiano, il Rondoni, ammonisce che bisogna diffidare maggiormente nei reperti positivi. Il controllo biologico, lungo e delicato, non si conciliava con le necessità dell'ora e vi si fece ricorso solo per qualche rara conferma . Vennero sottoposti ad esame vari campioni di succhi di arance e limoni, taluni zuccherati, altri semplici c di tripla o quinta concentrazione; alcuni campioni di peperoni rossi dolci e piccanti in polvere; miscele vegetali polverulente dichiarate ricche in vita m in a C; d i l imani essiccati (si dichiarava) e ridotti in polvere con prccedimenti speciali; di qualche poltiglia di frutta che si affermava preparata a freddo . Dai risultati delle ricerche, con ogni cura esperi te da personale competente degli organi tecnici dipendenti (maggiormente dal Laboratorio Ricerche ed Esperienze dell'Istituto Chimico Farmaceutico Militare e da quello del la Scuola di Sanità Militare), ebbe a rilevarsi, nel complesso, contenuto in vitam ina C scarso o nullo, c comunque n0n atto a consentire un impiego conti nuativo sicuro e responsabile dei prodotti. Il metodo prevalentemente adottato fu quello di Tilman, con le opportune pratiche di aderenza ai vari casi particolari. In esam i effettuati personalmente, procedevo all'estrazione con soluzione al s% di acidi metafosforico e tricloracetico in parti uguali, per il vantaggio di poter sfruttare l'azione protettiva del primo sulla vitamina C e la possibili tà di una mig li ore defecazione, per il potere più specifico del secondo nella precipitazione delle sostanze proteiche. Dopo gli opportuni saggi t]ualitati vi coi noti rilcvatori dell'acido ascorbico e ricerca di eventuali riducenti aggiunti ad arte (idrochinone, bisolfiti, solfiti, iposolfiti, etc.), eseguivo, con la relativa metodica, sul filtrato, la titolazione con soluz ione recente N l IOOo di diclorofenolo-indofenolo, controllata con sale di Mhor N l 100. Poichè anche l'acido deidroascorbico (spesso presente in misura notevole nei vegetali) ha capacità vitam in ica~ effettuavo la determinazione totale previo trattamen to riduttivo sul liquido di estrazione con acetato di mercurio e successiva azione di idrogeno solforato , secondo il procedimento di Emmcrie e van Eekelen. L'impossibilità dell'impiego preferenziale di prodotti naturali idonei allo 2 •
Giornale di Medùma Militare.
scopo, fatta eccezione per quello dci limoni freschi, purtroppo limitatissimo rispetto ai vasti bisogni, inevitabilmente sporadico, discontinuo e insicuro per la somma delle difficoltà accennate, giustificava il ricorso al prodotto sintetico. I va ntaggi di quest'ultimo in eccezionali necessità di ordine collettivo, sono evidenti c molteplici: possibilità di un apporto, in piccolo volume, di equivalenti vita minici determinati e costanti, praticità e controllabilità di somministrazione, notevole economia, grande facilità di trasporto e di erogazione presso le truppe combattenti, in qualsiasi condizione di tempo, di luogo e d'impiego. Fu pertanto iniziata c proseguita la distribuzione di tavolette polivitaminiche da 1000 U. I. di acido ascorbico e 500 U. I. di ancunna. Circa la sicura efficacia di esse, qualcuno ebbe a manifestare lievi perplessità, legate al diffuso e spesso preconcettuale senso di diffidenza verso il prodotto sintetico. L'argomento ebbe un fugace ritorno di fiamma a distanza di tempo, in occasione di una sed uta di mezza estate nel 1942 <.lei Consiglio Superiore di Sanità (vi partecipavo come rappresentante della Direzione Generale di Sanità Militare, per i settori chimico-farmaceutico c bromatologico), dove fu facile avvertire un lieve vento <.li fronda, da parte di qualche membro, in merito alle effettive capacità vitaminiche dell'acido a~corbico sintetico. Ne fu causa, con tutta probabilità, il contenuto di una recente nota dell'Alter contro le vitamine sintetiche, la quale aveva suscitato un certo scalpore nella sta mpa, con asserzioni c giudizi piuttosto perentori su ll 'incapacità dci prodotti si ntetici di poter sostituire le vitamine naturali, la cui attività biologica è legata alla loro caraucristica di wstanzc vi \'enti ed al sostegno di 1l tri elementi che ne potenzierebbero e condizionerebbero l'azione, mentre l'industria chimica non può darci che una serie di « vitaminoidi l• , sia pure <.l", grande purezza, ma di materia morta c pertanto priva di quella forza vitale che è alla base delle vere vitamine. Nei riguardi particolari del la vitamma C. l'Alter negava le possibilità sostitutive dell 'acido ascorbico sintetico, ritenendolo una wstanza in gran parte a semplice funzione acida. Ma tale concezione di rispetto c omaggio alla vita, non nuova, latente nel nostro spirito, che b chi mica si sente ripetere c più spesso rimproverare, utile come remora ai facili entusiasmi e come ri chiamo alla necessità che il più grande r igore scient ifico presieda ai suffragJ che il prodotto <.! ella sintesi, affacciandosi, dopo ardua e meravigliosa fatica, invoca nel nome della sua perfetta identità strutturale con quello della natura, non poteva nè può essere accettata nella forma assolutistica prospett< ta dall'Alter nei confronti delle vitamine. Queste, natura] i o sintetiche, sono sostanze chimicamente ben definite c, pur non potendosi, invero, escludere (anzi da molti è ammesso) che nelle prime siano presenti elementi di sostegno e eli potenziamento, era azzardato neg~u·e improvvisamente quella tnisura di equivalenza nell'azione biologica,
sulla quale ricerche, esperienze, osservazioni cliniche, molto vaste c di qualche lustro, avevano consentito numcrosissime pubblicazioni e ammissioni da parte di fisiologi, clinici, igienisti, patologi c farmacologi Ji ogni paese del mondo. L'Alter confortava la sua presa di posizione essenzialmente con alcune mservazioni personali, fra l'altro non esaurientemente riportate nella nota di che trattasi, i cui echi finirono presto col ripiegare su basi più realistiche. Le riconosciute capacità vitaminiche dell'acido ascorbico, che vantavano un decennio di esperienze, non escluse quelle di ordine profilattico, proprio in quella epoca venivano riconfcrmate da Hantgartner e Gordonof con prove comparative su li 'uomo, mediante somministrazionc dd prodotto sintetico e succo fresco di arancia, e da Stcpp c Schrodcr. i tluall , nella prolilassi antiscorbutica dci bambini c!elle scuole tedesche, effertuata con confetti contenenti acido ascorbico sintetico, rilevarono che il contenuto in vitamina C nel sangue aumentava fino al doppio di quello esistcnt~: ,tll'mizio del trauamento. In quel medcsnno periodo di tempo, pres~o piccoli nuclei isolati di militari italiani, dislocati lungo itinerari dt trasporto ndla zona di Leopoli e in Croazia, che per un concorso di circoc;tanze si alim<.:ntavano da qualche tempo con cibi prevalentemente scatolati c non praticavano la normale profilassi vitaminica, si manifestarono sintomi di prescorbuto, i (1uali regredirono perfettamente c con notc\'olc rapidità in st'guito a somministrazione generosa delle c·ompresse polivitaminiche in Jistribuzionc. In quella canicolare seduta del massime consesso sanit:1rio fu accennato anche a noti7.ic, secondo le quali in Ungheria era in atto l'impiego di forme c::mcentrate di marmellate a base di paprica. Pur non escludendo tale pos~ibilità, in rapporto ad eventuali procedimenti tecnici conservativi c stabilizzatori del contenuto vitaminico da parte dell'industria magiara. affacciai le mie riserve, e, infatti, qu:tlche settimana più tardi, a Budapest, prendendo personalmente contatto con la Sanità Militare ungherese, mi fu dato apprendere e constatare che il carnoso peperone veniva somministrato solo in territorio, in periodo stagionale e unicamente allo stato fresco, tagliuzzato nei componenti della razione (in Italia, come accennato, da anni le truppe in territorio consumavano consuetudinariamente insalate miste crude), mentre la profilassi delle truppe combattenti era effettuata con acido ascorbico puro in parte importato dalla Svizzera. Pertanto, anche nella terra di Szent-Gyorgyi e della paprica durante la guerra si fece ricorso al prodotto sintetico. Al fine di garantire al soldato il sicuro presidio profìlattico, la produzione delle compresse polivitaminichc era sistematicamente c rigorosamente sottoposta a collaudo tecnico preventivo, e l'industria nazionale, invero, rispose con onore alle esigenze. l procedimenti analitici all'uopo adottati e che portarono ad un opportuno adattamento del metodo iodomctrico, suggerito dalle perturbazioni rilevate in quello di Tilm an nelle titolazioni dell'acido ascorbico ;n presenza di vitamina
B,, furono oggetto di una mia precedente nota, (P. Palmcrio : «U n metoJo semplice di dosaggio delle vitamine B1 e C associate )) , - Giorn. Med. Milit., bse. 4", lugl io-agosto 1946). Durante la profilassi furono eseguite alcune prove di carico (molto sporadicamente, per le ovvie difficoltà tecniche del servizio da campo) e dci saggi intradcrmici del Rotter, sempre con esito positivo soddisfacente sul tenore in vitamina C dei profilassati. Purtroppo il precipitare degli eventi c le disfunz ioni caotiche, che per tanto tempo ne conseguirono in ogni settore, interruppero e precluser o la raccolta e la coordinazione dei dati in forma organica finale. Ma le condizioni di sal ute incontc:stabilmcnte soddisfacenti, con assenza di forme carenziali temute e subìte in oassato non lonuno, la scarsa morbilità J e la resistenza alle infezioni, che accompagnarono le nostre truppe durante il Jnngo c vasto conflitto, non possono non costituire un indice, e dei più significativi, anche per la profilassi vitamin ica, adottata con razionale collegamento all'alimentazione. Questa nota, che ha voluto riandarc ad una delle modeste e silenziose fatiche compiute con sentita coscienza e buon volere ndlc ore incombenti di responsabil ità, è sccvra di ogn i pretesa e vi aleggia soltanto un profondo voto augurale: che coloro che ci seguono, possano c vogliano, con la ricerca c l'eSI:rcizio del meglio, superarci, sempre superarci, nella nobile missione di vigilanza e tutela della salute del nostro soldato, alla quale il Servizio Sanitario Mi litare è chiamato. RIASSUNTO . L'A. dopo breve accenno alle conquiste della vitaminologia e alla necessità della profilassi viraminica in tempo di guerra, schematizza i criteri che orientarono la Sanità Militare nelle misure profìlartiche per le truppe combattenti e che si possono compendiare nell'indirizzo volto a mantenere l'equilibrio vitaminico Yicino alle condizioni fisiologiche naturali, mediante somministrazioni di dosi opportune e con vettori sicuri, cont rolla bili e facilmente erog..1bili, di quel!~ vitamint: delle quali, attraverso il vaglio scrupoloso delle possibilità ordinarie di alimentazione uelle zone di combattimento, e ra dato presumere l'instaurarsi di un l ivello deficitario. Dopo esame in tal senso del la razione alimentare del combattente, con la tonclusinne che la carenza temibile era quella del fattore antiscorbutico, per la impossibilità di somministrazione di vegetali freschi, passa a considerare, con dedu zioni negative (derivanti da controlli esperiti dci quali accenna i metodi di laboratorio adottati), la possibil ità d'impiego delle confezioni a pretesa vitaminica dell'industria conserviera e la necessità del ricorso al prodotto sintetico, di cui, con breve disamina, sostiene l'efficacia e la convenienza nell'impiego eccezionale di che trattasi. Conclude affermando che, malgrado una mancata raccolta finale coordinata d i dati sull'esito della profilassi, impedita dal fatale precipitare degli eventi, le condi zioni di salute incontestabilmente soddisfacenti, con assen:.ca di forme care nziali, scarsa morb ilità e resistenza alle infezioni, che accompagnarono le nostre truppe durante il lungo e vasto conflitto, non possono non costituire un indice favorevole anche per la profilassi virami nica, razionalmente adottata in collegamento all'alimentazione.
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ISTITUTO DI PATOLOGIA CIIIRURGICA E PROPEDEUTJCA CLI~ICA DELL'UNIVERSITA' DI NAPOLI
Direttore: Prof. LwNA.RDO Do,crNtCt
L'INFLUENZA DELL'ANESTESIA DEL SENO CAROTIDEO SULLA CLOREMIA NELLO SHOCK SPERIMENTALE
Nel complesso quadro fisiopatologico Jello shock una notevole importanza spetta alle variazioni del tasso dd cloro ematico, fenomeno quanto mai costante ed imponente. Già da vari anni esso era stato posto in rilievo con pareri discordi da diversi AA. Succe!)sivamente, però, si è raggiunto completO accordo nel dimostrare un cospicuo abba~samcnto del tasso del cloro ematico nella malattia postopcratoria, nello shock traumatico, emorragico c speri mentale. Nel sottolinearne l'importanza nd r940 Varangot proclamava la ignoranza del suo esatto signiticato c del suo stesso valore. Oggi, ad alcuni anni & distanza, non possiamo dire certamente di essere andati molto innanzi nella interpretazione di esso. E' noto c dimostrato che l'ipocloremia è presente ed evidente più di qualunque altra modificazione emochimica negli stati di shock, e nel determinismo di tutti i fenomeni che vi si accompagnano ha certamente un'importanza decisiva. Infatti al cloro ematico ed al suo equilibrio tra plasma e globuli rossi sono legati fattori della massima importanza. Il cloro si trova nel plasma legato a sali minerali c nei globuli rossi alle albumine in un rapporto costante che viene alterato solo in casi patologici. Inoltre il valore dci cloruri combinati n<.:l plasma corrispollde a quello dci cloruri legati alle cellule dei tessuti. La variazione più frequ ente è nel l>enso tessuti ~ liquidi e determina una alcalosi; negli stati di shock si ha invece un passaggio liquidi ~ tessuti c ne consegue una acidosi (Valdoni). Dalle ricerche di Legueu, Fey, Pa lazzoli e Lebcrt, si intravedono poi variazioni del cloro tissuralc nd senso di accumulo nei focolai operatori o traumatizzati . E' quindi evidente che questo delicato equilibrio, tanto bruscamente spezzato, sia responsabile di molti dei fenomeni caratteristici dello shock. Secondo Chabanier e Lobo-Onell nello shock postoperatorio essi si riassumono in alterazioni emochimiche, quali l'iperazotcmia cosidetta cloruropenica, la perturbazione qualitativa e quantitativa del metabolismo azotato, la cheto-acidosi, le modificazioni dcii' equi] ibrio acido-basico, ecc. Ma non basta: anche fenomeni di altro genere quali vomito, le perturbazioni motrici del tubo digerente, nonchè le perturbazioni circolatorie e pressorie trovano nello stato di ipocloremia direttamente o indirettamente un fattore determi-
nante che si aggmnge a quelli più recentemente postl m luce, i quali, in definitiva, traggono la loro origine dali 'alterata permcabilità capill are. E questo stato di ipocloremia è spiccatissimo: mentre quantitativamente il tasso del cloro ematico varia entro limiti non molto ampi, possono ritrovarsi cadute veramente notevoli tanto d::t far affermare che praticamente il cloro ematico manca nello stato di shock (Valdoni). Pertanto il problema ripetutan1ente agitato è stato oggetto di molteplici ricerche soprattutto ad opera della scuola francese (Legueu e Fey, Chabanier, Lobo-Onell), che ha investigato sul comportamento del cloro ematico ed in particolare quello plasmatico e quello globulare nonchè il loro rapporto (rapporto cloropessico) nello stato di shock. E la conseguenza che ne è scaturita è rappresentata dalla terapia rcclorurante intensiva che si istituisce attraverso infusioni saline nel periodo postoperatorio e che avrebbe tra l'altro il potere di ricondurre l'iperazotemia nei limiti normali. Il problema ha infine ancor maggiore interesse in quanto investe quello della partecipazione cortico-surrenale alla fenomenologia dello shock. Da molteplici ricerche è stata infatti dimostrata l'importanza del l'ormone cortico-surrenalc nei confronti del metabolismo del sodio, del potassio e dei clomri. Il cloruro sedico viene mobilizzato o ritenuto nei succhi cellulari e nei liquidi sotto l'azione dell'ormone corticale. In crisi di m. di Addison, Loeb ha dimostrato un notevole abbassamento della concentrazione plasmatica del NaCl. In animali surrenalectomizzati si verifica del pari un netto aumento della eliminazione rcnale dci -:loruri e del sodio, accompagnato da ritenzione di potassio, responsabile dei fenomeni tossici. Questi stessi animali possono essere mantenuti in vita somministrando loro grandi quantità di cloruro sodico. In tutti questi casi, inoltre, l'estratto di corteccia surrcnale o l'ormone puro riporta n~i limiti le variazioni citate. In tale ormone si è perfino da alcuni (Hartmann) creduto di distinguere una frazione detta « fattore I a )) , regolatricc del metabolismo del N a ed un'altra frazione eletta cortina, capace invece di mantenere in vita gli animali surrenoprivi. L'importanza della corteccia surrenale negli stati di shock è poi anche dimostrata da un corteo di prove (prova di Cutlcr e simili) che testimoniano, oltre alla cloropcnia cd ai fatti concomitanti (ipotensione arteriosa, ecc.), lo stato di insufficienza surrenale funzionale (Morone). Non esistono, è vero, modificazioni anatomiche imponenti (Berri), nè poteva essere altrimenti per condizion i spesso completamente reversibili, ma la insufficienza funzionale è ben evidente e dimostrata. Ne è scaturito pertanto l'uso terapeutico dell'ormone cortico-surrenale negli stati di shock, che da tempo sostenuto dagli AA. (Varangot, De Luca) è entrato favorevolmente nell'uso comune. L 'interessamento della corteccia surrenale nella sindrome dello shock è ritornato per così dire di attualità in seguito all'introduzione dd nuovo presidio terapeutico rappresentato dall'infiltrazione anestetica del seno carotideo. Questo procedimento, ormai abbastanza ben definito nelle sue indicazioni
e nelle sue possibilità, resta più che mai un campo aperto alla discussione per y_uanto si riferisce al meccanismo d'azione. In breve le ipotesi interpretative possono così riassumersi. Si è ammessa inizialmente l'azione sul cuore e sulla pressione mediante l'annullamento, in seguito all'anestesia, di quei riflessi depressori che hanno origine nel seno carotideo ad opera dei chemocettori e pressocettori i vi situati; ma l'acquisizione che in casi di ipotensione oltre certi limiti tali riflessi vasomotori non J1anno più luogo, nonchè gli effetti ipertensivi del tutto transitori che si ottengono, in1irmano questa ipotesi. La possibilità di un'azione sulla funzionalità surrenale mediante brusca scarica di ormone cortico-surrenale sembra soddisfare maggiormente, data anche la constatazione sperimentale dell'ipertrofia surrenale, nonchè della aumentata eliminazione urinaria di ormone che consegue all'enervazione del seno. Ancor più plausibile è l'ipotesi di Gosset di una migliorata circolazione diencef:llo-ipofisaria per la vasodilatazione elettiva encefalica prodotta dall'anestesia sinusale. L'ipofisi medierebbe pertanto il ritorno all'equilibrio armonico, anche nei confronti del surrene. Vernetti infine con un ciclo di ricerche ha inteso interpretare la azione del blocco anestetico del seno carotideo come un intenso stimolo del sistema ortosimpatico con conseguente entrata in circolo di adrenalina in quantità tale da produrre una vasocostrizione generalizzata. Nelle presenti ricerche ho voluto studiare quale influenza determini il blocco anestetico della zona seno-carotidea sulle variazioni ematiche del cloro. Tale indagine mi è parsa interessante innanzi tutto da un punto eli vista generale, perchè prende in esame le variazioni ~el tasso del cloro globulare e plasmatico nonchè soprattutto del rapporto cloropessico, cui tanta importanza è stata conferita da Ambard ed altri. D'altr;t parte, tenendo presente iJ ruolo assegnato al surrene nel determinismo della cloropenia nello shock, la r icerca è particolarmente indicata a porre in luce gli eventuali rapporti tra seno carotideo e surrene ed a contribuire pertanto allo studio del meccanismo d'azione della anestesia sinusale nello shock. In questo senso vanno anche intese le ricerche di Luzuy, che ha studiato le modincazioni dci valori emochimici (glicemia, urea, cloro plasmatico e globulare) nel corso della malattia postoperatoria, ~perimentando l'influenza svolta dall'infiltrazione novocainica preventiva del seno carotideo. E' stata così posta in evidenza una netta diminuzione, se pure non l'abolizione, delle alterazioni emochimiche ed in particolare una minor caduta del tasso cloremico, che nel 50 % dei casi è addirittura aumentato rispetto ai valori preoperatori, ugualmente nelle due frazioni . Nelle mie esperienze lo shock è stato procurato nei conigli in condizioni sperimentali costanti con un metodo, proposto da Paolucci, che consiste nell'applicazione di lacci emostatici alla radice di uno o più arti : all'allontana· mento dei lacci si manifesta la sindrome dello shock.
In un gruppo di animali prima della produzione dello shock veniva effettuata l'infiltrazione preventiva di un seno carotideo con 2 cc. di novocaina senza adrenalina, mentre un altro gruppo fungeva da controllo. I lacci erano apposti agli arti posteriori degli animali per un periodo di 4 ore, salvo in una coppia di animali in cui essi furono tenuti per 6 ore. Le determinazioni del tasso di cloro venivano praticate ali 'inizio dello esperimento, essendo gli animali a digiuno, e mezz'ora dopo la produzione dello shock. Il metodo di cui mi sono servito è stato quello di Van Slyke, effettuando le determinazioni su I cc. di plasma e di centrifugato di globuli rossi rispettivamente. Riassumo brevemente nella tabella i valori ottenuti. Prima dello shock
N.
P~so
l
1/2 h dopo lo shock
O.;sen·azioni
Cl glo b.l
Rapp.
Cl pl. mg%
l mg. n/u
l Cl glob.l
Rapp.
1,96
3,82
0,5 1
1,5 1
3,49
l),-13
2,650
1,93
3,67
0,52
1,61
3,53
0,45
3
2,430
1,77
3,67
0,48
1,47
3,51
0,41
. .. . ..
4
2,700
1,85
3,57
0,51
1,55
1,48
O,H
Laccio '' ore.
5
2,250
1,88
3,75
0,50
l ,51
3,o.!
0,.11
kg
Cl pl. mg Ofo
l
2,500
2
mg Ofo
l
Laccio -1 ore.
L' animale muore in nottata.
.
6 ore. L'ani male
muore in notta ta.
()
2,470
1,83
3,57
0.51
1,78
3,46
o, ) J
7
2,320
1,83
3,65
0 ,-IQ
l ,74
3,fH
0,~7
8
2,150
1,86
3,71
0,50
l ,73
3,53
0,-19
9
2,280
1,91
3,80
0,50
1,87
3,73
0,'10
IO
2,11)()
1,81
3,47
0,52
1,77
3,.10
0,52
Agli animali di cui da 6 a IO
l
Laccio 4 ore.
. .. . ..
. .. >
()
.
e stata prati<:ata l' iuliltralione anestetica prevenliva del seno carotideo.
Dall'esame di essa si rileva nello stato di shock l'abbassamento del tasso di cloro che esiste sempre sia nella frazione plasmatica che in quella globulare, per quanto notevolmente diminuita negli animali trattati al confronto dei controlli. Ma è appunto nella distribuzione di questa ipocloremia che si riscontrano i migliori risultati con la anestesia del seno. Infatti in questi animali il rapporto cloropessico è rimasto costante o ha subito solo lievissime oscillazioni rispetto ai valori ante-shock, dimostrando così che l'abbassamento del tasso di cloro si è avuto nella stessa proporzione nelle due frazioni ematiche. Nei controlli invece il rapporto cloropessico ha subito notevoli spostamenti per la maggiore cloropenia della frazione plasmatica al confronto di quella globulare. In complesso quindi i più modesti gradi di ipocloremia ed in particolare le minime o nulle variazioni del rapporto cloropessico riscontrati negli animali a cui è stato praticato il blocco anestetico del seno, sono innanzi tutto
l'espressione di un più limitato perturbamento degli elettroliti del sangue in tali esperienze. Si conferma quindi l'azione benefica dell'anestesia sinusalc r.cl prevenire i fenomeni dello shock da laccio, azione già evidente da un lato per la minore compromissione dello !-tato generale c dall'altro per la mortalità nulla negli animali trattati. [ risultati, inoltre, possono contribuire a convalidare l'ipotesi che il blocco del s. c. agisca sulla funzionalità surrenale c, per suo tramite, quindi attui l'azione sul metabolismo dci cloruri. Le ricerche praticate nel nostro Istituto da De Luca nelle stesse condizioni sperimentali hanno messo in evidenza più modeste variazioni dell'ematocrito e della proteincmia negli animali in cui venne effettuato il blocco del s. c. Tali dati sono stati dalr A. messi in rapporto con la migliorata circolazione encefalica, i cui centri, com 'è noto, influiscono sul tono c sulla circolazione capillare. L'azione sul surrcnc, posta in luce nelle mie espcncnze, può quindi, in definitiva, essere considerata, in accordo con un tal modo di vedere, per i già noti rapporti tra ipofìsi c surrene, come il risultato del la migliorata circolc.zione diencefalica. RIASSUNTO. - L'A. ha studiato le \'ariazioni del tasso di cloro plasmatico e globulare e del rapporto cloropcssico in animali sottoposti a shock da laccio, in una parte dei quali a\'C\'a praticato l'infiltrazione anestetica del seno caroudco. Dalla diminuita variazione della cloremia c dalla in\'ariabilità del rapporto cloropcssico negli animali tr:nr:ni, !'..\. conclude per la migliorata funzionalità surrenalc. ottenuta mediante l'ancstcsi:J si nusale.
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"Più luce . . . , chiese morendo il Poeta che di v1V1ssima luce aveva irradiato, con le sue opere, il mondo.
Tutto il mondo ha celebrato quest'anno il 2° centenario della nastita Ji Quegli che, con Dante c Shakespcarc, ci ha daw la trilogia più perfetta della poesia umana. L'omaggio universale si comprende pcrchè Volfango Goethe fu uno spirito veramente mondiale, aperto a tutte le es pc• ienze e gli cntu~iasmi e, appunto per questo, più •,ici no all'umanità: ciascuno può trovare in lui un aspetto che imcrc~sa la propria spiritualità. 1'-:ato a Francofone sul ~l eno il 28 agosto 1749, la sua \'ita ri\cla una prodigiosa compiutezza, senza mai un giorno, un attimo di negationc. Le primt ansie di Faust si affacciano nel cuore di Goethe in un momento di crisi spirituale dopo un periodo di vita piuttosto disordinato che lo aveva portato ac..l una malattia: la storia del mago di Kniuligcn colpì la famasia del giovane .1ppena ventenne, ma trascorsero quasi cinquant'anni prima che l'opera fo~sc compiuta. E' del 1773 il ~uo primo grande lavoro drammatico << Goct7. \On Berlichingcn »; l'anno succcssi\'O, a soli 21 anni, è già celebre col 1c Wcrther », epilogo delle esperienze d'amore con Lotte Buff: molte furono le donn:: amate dal Poeta che a tutte si Jonò con uguale spontaneità e tenerezza pen:hè il suo cuore, sempre inge nuo, sapeva commuoversi innan1.i allo sbocciare di un fiore. Fu in Italia dal 1786 al 1788 e poi nel '790• e i due \'Ìaggi, con la ri,·elazionc della classicit.ì, ebbero di certo un 'influenza non trascurahtle ~ulla sua vira c sulla sua a ne. La seconda parte del Faust, o sc.:()ndo Faust, ultima sua opera, (u compiuta nel r83 1, quando era più che ouantenne; ma egli non conobbe vecchiaia, anzi i suoi ultimi anni furono tutto un impeto di vita, di entusiasmo, di creazione, sostenuti da un senso altissimo del proprio de~tino che mai lo aveva abbandonato. Morì un anno dopo, il 22 marzo 1832. Quel mattino, chiesto a chi gli era \'i.:ino b data, salutò con parole di speranza la prima\'era appena cntram: poco dopo il crollo, c, prima di chiudere gli occhi al sonno eterno, domandò: « più luce ... , , quella luce che l'umanit:a - che ha vissu to in questi ultimi anni la più spaventosa delle tragedie c non ha ancora riconquistata la fiducia in se stessa - guardando sempre con ansia al futuro, tutt'altro che sereno, cerca oltre un secolo dopo nelle sue pagine, miniera di fiducia, di saggezza, di ottimismo. Noi medici ricordiamo il Poeta anche per il suo spirito di naturalista c per gli studi compiuti nelle scienze biologiche.
SCUOLA DI SAN!TA' MILITARE Direttore: Col. m~d. Prof. PAOLO DE PAOU
UN NUOVO MATERIALE PER IMPIEGO SANITARIO: LA CELLULOSA OSSIDATA (ceii-ox)
La tecnica degli Stati Uniti è riuscita a produrre ossicellulosa senza modificare la costituzione del matenale di partenza [~q, mussola o cotone idrofilo. Se ne fa un breve cenno per le applicazioni che può avere nel servizio sanitario militare (pacchetto da medicazione) considerando il materiale sotto l'aspetto chimico. Per questo, oltre ad una sommaria descrizione del procedimento, può esser utile conoscere le convenzioni che regolano il collaudo di guesto prodotto (vedi cap. s). I. - STORIA.
L'ossidazione non desiderata e non controllabile della cellulosa era osservata da tempo in talune fasi (idrofilizzazione; candeggio) della lavorazione dd cotone; ma l'ossicellulosa sarebbe rimasta una curiosità di laboratorio se nel 1940 non fosse stata presa in considerazione d:1lla << Columbia University » come possibile sostituente del plasma sanguigno, per il quale uso si rivelò inadatta, specie per la troppo rapida eliminazione dal sant,Ttle [ r]. Questo studio tuttavia mise in 1uce altre pregevoli proprietà: solubilità completa al pH sanguigno senza reazioni anafi lattiche o biologiche locali e generali; riassorbimento ed eliminazione facile e senza inconvenienti tra 7 c 20 giorni l r l che ne indirizzano l'impiego verso nuove vie. Putnam l2] la propose c sperimentò come supporto ria;sorbibilc di trambina, ossia come emostatico passivo. Di poi Franz, Clarke, Lattes l3] misero in evidenza proprietà emostatiche nella stessa cel lulosa ossidata che risultò un emostatico attivo indipendentemente dalla trombina aggiuntavi. Nel gennaio 1945, il <<Comittee fcr Medica! Research >> diede la conferma ufficiale delle utili caratteristiche di questo prodotto cd espresse l' avviso che fosse desiderabile la sua preparazione industriale come materiale potenzialmente utile in caso di guerra. La produzione del prodotto g reggio fu assunta dalla Ditta Eastmann Kodak Comp., la cui attenzione era già st:na richiamata da Putnam su questo soggetto, delegando alla produzione effettiva lo stabilimento della Tenessee Eastmann. L'elaborazione ulteriore in prodotti sanitari doveva esser opera della Soc. Parkc Dawis.
47 I Il programma costruttivo fu impostato su questi capisaldi: - entrata in funzione dell'impianto nel più breve tempo possibile; - produzione annuale equivalente in peso acl un decimo della mussola impiegata nel 1943 per la confezione del pacchetto da medicazione (first-aid packet) per le forze annate americane, stabilita in circa 22,5 tonn. annuali (5o.ooo li bbre); - mezzo ossidante l'ipoazotide (N02, Nz0 1) escludendo altri sistemi ossidanti che più facilmente di questo determinano la disaggregazione della fibra del cotone [ 41 · 2. - l FONDAMENTI CHIMICI DEL PROCEDI~ffiNTO.
Due proced imenti dt ossidazionc con ipoazotide si presentavano come utilizzabili: ossidazionc in fase g::tssosa con o senza pressione; cd ossidazione in fase liquida con ipoazotidc sciolta in tetracloruro di carbonio. Ragioni tecniche varie di rifornimento, corrosione, recupcro hJnno f::ttto preferire il sistema a ciclo gassoso. Recenti ricerche 6, 71 indicano l'ossicellulosa come un copolimero tra anidro-glucosio cd acido anidro glucuronico con proporzioni variabili tr::t le due specie molecolari. Una più pro!ungata ossidazionc trasforma l'anidroglucosio interamente in ;-tcido poli-anidro-glucuronico con disintegrazione della sua forma di aggregazione.
r),
l
H
l
OH
l
ro \
o
\ \
X =
Cellulosa. molecole di anid roglucosio
Y
= Z
molec. d i ac. anidroglucuronico = molec. di anidroglucosio
Il procedimento è fondato sugli schemi chimici seguenti : Reazio11e fondamentale di o.>sida.zione : r)
R (
-CH~ OH
- eH"OH
+ 2
N
o"
(schema cellulosa)
R ( - COOH -CHzOH
+ NO + H20
(schema ddl'ossicell.)
Reazioni secondarie (nocive) : 2) 3)
H zO + 2 NO~ = I-INOz + H NO 3 H 20 + N zOJ
2 HNO ~ =
+
47 2 Reazione di recupero: 2
NO + 02 = 2 NO~
Per effetto della produzione di acqua nella reazione ossidativa r) si ha l'inevitabile produzione cii ac. mtrico su fibra con tutti gli inconvenienti dovuti alla causticità di quest'acido. Le reazioni 1) e 3) ci dicono che anche se il gas è in izialmente costituito da sola ipoazotide, nel corso del procedimento diviene un miscuglio complesso di NO, NO ~, N .. O,, N~O. in equilibrio colla cellulosa ossidata. La reazione 4) serve a rigenerare l'ipoazotide dal suo prodotto di riduzione. In contrasto colla scheletrica semplicità delle et1uazioni su cui è fondato, il procedimento è assai delicato e la produ7.ionc di materiale a caratteristiche costanti è legata ad una apparecchiatura perfezionata c ad un dfìciente sistema di controllo termico e chimico l8]. Le prove in scala ridotta misero in luce varie contltzioni alle quali avrebbe dovuto adattarsi l'impianto definitivo: - tcrmolabilità dcii ' ossicellulosa, da tenersi prc~entc neli'ossidazionc c nel disseccamento; - la permanenza dei gas sopra la musc;ola è causa di combustioni, onde la necessità di un sistema di circolazione continua congiunta a raffreddamento dei gas reagenti; - necessità di un lavaggio a fondo, rapido, del prodotto per climù1are nel più breve tempo possibile l'acido nitrico; - l'ossicellulosa è sostanza che fissa avidamente i cationi presenti in soluzione onde la necessità d'impiegare per lavaggi acqua profondamente demineralizzata tenendo ànche presente il gran volume di ac<.1ua necessaria (100 volte circa il peso della mussola).
3· - L 'n1PIANTO. L'impianto attualmente in funzione è quas1 Lnteramcntc costJtUlto da acc.iaio inossidabile T 316. Schematicamente si suddivide nei seguenti organi: Ossidatore o reattore.
Camera cilindrica disposta orizzontalmente, sostenuta su quattro piedi, apribile su un solo fondo. Non deve sopportare soprapressioni. Ha una certa rassomiglianza con una sterilizzatrice. Lunghezza poco più di G metri, diametro circa I metro. Contiene nell'interno un piano mobilt" su guide, estraibile dalla camera. Su esso si dispongono 300 strati di mussola da ossiclan::. Da quattro ugelli posti lungo la linea mediana inferiore entra l'ipoa7otick con protezione per eventuali spruzzi liquidi.
473 Nella parte superiore vengono aspirati attraverso quattro aperture i gas reagenti ad opera di un aspiratore centrifugo che li fa passare in un r~fri ge rante per mantenere la temperatura ottimalc (25°) e li ricaccia nel reattore. Una più piccola cana lizzazione secondaria asporta dal ciclo principale una frazione regolabile dei gas e l'invia in un liquefattore dal quale scendono al serbatoio d'ipoazotide. Jn questo moclo è impedito l'accumulo di NO ed N 20 3 con modifica dell'equilibrio gassoso. E' possibile l'immissione nell'apparecchio di aria a mezzo aspirazione con vapore per purgare l'apparecchio da ogni traccia di vapori nitrosi. Serbatoio d'ipoazotide liquida.
Serbatoio a pressione di acciaio inossiòabile. Capacità 200 kg. d'ipoazotide. E' caricato a mezzo ipoazotide acttuistata dal com mercio posta in bombole di acciaio 3D-48o. H a una camicia riscaldabile o raffreddabile. Vi si può immettere ossigeno sotto pressione per la rigencraz ione dell'ossido d'azoto N O. (V ed i rez. n. 4). Lavatore.
Cassa d'acciaio inossidabile di m. 6,2 x 1 profonda m. 0,91 sostenuta ad una certa altezza dal suolo da piedi, oscillante su dùc perni c con tiranti può disporsi orizzontalmente o ad angolo di 45' . Ha aperture di scolo e tubo d'immissione d'acqua demineralizzata. Un serbatoio per acliua da 13-14 mc. è posto a 5 m. circa sopra il lavatorc. Demineraliz:::atore d'acqua.
L'impiego di acqua distillata sarebbe economic.1mentr proibitivo. Si usa un originale sistema di purificaziom:. L'acqua passa prima per i normali sc::t mbiatori ionici a permutitc (calcio-sodio) c successiv:1mcntc in scambiatori carichi con mussola ossiJata; 16 kg. di questa completano la demineralizzazione di 227.000 litri di acqua. Essiccatore.
Cassa d'acqua delle dimensioni del lavatorc con entrata ed uscita di ana calda a 50° c filtrata, in ragione Ji 71 mc. per m· , rinnovando l'aria 20 volte per ora nell'essiccatoio. Nell a sua piccola mole la realizzazione industriale è tuttavia un gioiello sia per l'intuito chimico che ha preMeduto all a scelta del ciclo produttivo sia per la semplicità cd efficienza del macchinario. Un esame critico indtviduerebbc pcrfezionamentJ e possibilità di ulteriori semplificazioni; non è detto però che queste non siano già in atto. Jl fatto stesso che si siano pubbliCate dettagliate notizie c fotografie dell'impianto fa pensare che questo sia in qualche sua parte sorpassato. Del resto potrebbero individuarsi processi con ossidanti diversi, anche in
474 fase liquida, processi probabilmente meno economiCi ma più adatti a ptccole produzioni. 4· - CICLO PRODUTTIVO. La mussola irlrofila in rulli-tipo di m. 1,10 x 3657,( (4ooo yard) è piegata in 300 strati di 6 m. circa sul supporto c chiusa nell'ossidatore. Una fila di caviglie, che fissano la mussola sui due lati lunghi del piano, servono a limitare la strizione della mussola sotto ossidazione. S'immette ipoazoticlc: si atbva la circolazione dei gas che si mantiene sui 25°. L a percentuale di ossido d':-tzoto è controllata ogni 30 m' a mezzo una presa di campione dal circuito. li dosamento è fatto in pochi minuti determinando il punto di ebollizione del ~as liquefatto. Errore inferiore all'r' '.. . La corretta ossidazione dipende clall·equilibrio tra i vari ossidi di azoto presenti, equilibrio dominato dalla presenza· di NO che tende ad aumentare. La sua percentuale è mantenuta .:ostautc liquefacendo costantemente una certa quantità di gas che ricade nel serb<ltoio dcll'ipoazoticle. L'ossidazione si fa avvenire per r6-r8 ore consecutive a seconda la purezza del gas commerciale. Ad oSSldazione terminata si blocca il serbatoio del gas e si evacua l'ossidatorc dai ~a 5 presenti per aspirazione con getto di vapore per 30 m', poi si fa passare aria Filtrata per 30 m'. Il serbatoio di ipoazotide viene mtanto raffreddato a 0°-5° e nel gas liquefatto che per il molto NO che contiene ha color verde, s'introduce ossigeno sotto moderata pressione fino a scomparsa del color verde, il che indica un contenuto inferiore all'I % . Si aggiunge un'aliquota di nuova KO~ per compensare le perdite, cd il sistema è pronto per un nuovo ciclo. Si pratica immediatamente il Ja\'aggio introòucendo la mussola nel lavatorc ed immediatamente acqua demineralizzata jn ragione di 1500 litri al m'. Dopo 2m' si scola l'acqua, s'inclina la vasca di 45" e si lascia scolare per 15m'. Lavaggi c scolamenti si ripetono 7-·8 volte fino a ::hc l'acidità non è ridotta al o,oo2% (espressa in acido nitrico). Raggiunta questa diluizione si fa un bagno finale che si lascia soggiornare per un'ora, seguita da scolamcnto di 1 ora. Si asporta la mussola lavata e si prendono tre campioni di cm2 2,5 x 2,5 per il dosamento delle ceneri (in testa, mczw, fondo). Si essicca con aria filtrata c scaldata a so", invertendo sp~sso il senso del flusso fino acl un contenuto di umidità del 6'7~ circa (8 Òre circa). Commercialmente la mussola ossidata si vende in rulli avvolti in carta traslucida, poi in carta a prova d'acqua e chiusa in tamburo di fibra. Se poi è in strati questi sono incartati in carta trasparente, poi in cartone ondulato, jn carta consistente a prova d'acqua c cassetta di legno. In modo uguale si tratta il cotone idrolìlo per trasformarlo in cotone riassorbibilc per uso chirurgico.
475 5· - COLLAUDO CHIMICO, FISICO, BIOLOGICO DEL PRODOTTO. Collaudo biologico. Le modalità di questo collaudo non sono ancora standardizzate malgrado la loro fondamcnt:1le importanza. Esse dovrebbero misurare due fattori: - modo e tempo di r!assorbimento; - reazioni biologiche. Un buon prodotto non deve scatenare reazioni nè locali nè generali ed essere completamente eliminato in meno di 20 g10rn 1.
Prove fi.iic:lze. Sono praticate in confronto alla mussola da cut la ossicellulosa proviene.
Resistenza alla trazione: non deve esser ridotta più del 4oX> del prodotto originario 191· Strizione: non più del 20 ','~ del prodotto originario. Colore: si esamina allo spettrofotometro la trasmissione luminosa su 70 strati di mussola sovrapposta. Non dovrebbe esser diversa dal prodotto d i partenza.
Collaudo cl1imico. Umidità: non superiore a 15%. Il metodo Fisher impiegato per certo tempo non era socldis(acente sebbene rapido. Attualmente s'impiega il metodo seguente: gr. 3 di prodotto s'introd uce in tubo da essiccam.ento; si scalda a 50° con lampada a luce ultr<!rossa mentre una debole corrente di aria secca fl uisce nel tubo. Richiede 4 ore per la costanza di peso. E' esatto come l'essiccamento a 50° su anidride fosforica che richiede rs ore. . ' dcl o, T) o' Cenert:. non pm /o. Si segue il metodo della Farmacopea St. Un. per la mussola idrofila rIO]. Azoto totale: non più del 0,4 °{> . S'impiega il metodo di Devarda modificato [II l con colonna a riflusso per impedire trascinamento di alcali. L 'ammoniaca è raccolta su soluz. di ac. borico, che permette una buona titolazione con sol. o,r N di acido [ 12]. Contenuto in carbossili: non meno del r6 % . Si è applicato dapprima il metodo per il dosamento degli acidi uronici q, 14, rsl per decomposizione a caldo con ac. cloridrico e valutazione della co2 sviluppata. Il metodo non è soddisfacente, perchè troppo legato .alle condizioni dell'esperienza. Il nuovo metodo si fonda sulle proprietà di scambio ionico possedute dall'ossicellulosa. Entrambi i metodi sono già stati sottoposti ad esauriente discussione 16, 17, r8]. Il campione è posto in contatto per 30 m' con un eccesso noto di solu-
r
r
3 -
Gio,-,Ja/e di Medicin" Ati!ittrr~ .
zione 0,25 N d'acetato di calcio. L'ac. posto in libertà st titola con alcali o,ro N. Il risultato c5prcsso in gruppo -COOH. Solubilità in idro.Hido Jodico.
Gr. 2 devono sciogliersi in Ioo cc. di sol. acquosa di idrato di sodio l " ' Minimo residuo o poche fìhre nuotanti nel liquido.
il) .
Solubilità in bicarbonato di sodio. Gr. 2 devono sciogliersi in un eccesso ùi sol. 0,15 N di bicarbonato dt sodio tenuta a 37" per 5 giorni. Il titolo della sol. di bicarbonato fu scelto pcrchè approssimativamente isotonico col sangue. Stabilitcì iu bicarbonato di sodio
Un tessuto in ccll-ox deve tcsistcre senza sfìbrarsi ad una soluzione di bicarbonato di sodio il tempo necessario per permettere determinate manualità chirurgiche. Un quadrato di mus~ola, afferrato per un angolo da una pinza, è ripetutamcnte immerso in una soluzione all'r';u di btcarbonato di sodio a temperatura ordinaria. La disaggregazione si giudica compkta quando il campione non è più solle\·abtlc integralmente. Tt:mpo mllumo nchiesto 3 minuti. Questo saggio è richiesto per le applicazioni della cell-ox come supporto della trombina, nel qual caso Jcve in precedenza e~ser neutralizzata con bicarbonato sadico per non inattivare il fermento. 6. - APPLICAZIONI.
Per l'instabilità agli alcali ed al calore il prodotto non ha applicazioni industriali come altri prodotti ricchi di c:nbossili come l'acido alginico c l'ossi meri! cellulosa l I9l· L'impiego attuale Jdla cell-ox è unicamente sanitario, come impacchi assorbibili, come veicolo eh medicamenti, come emostatico. S'impiega pure come medicatura assorbibile da lasciare in sito per evitare aderenze indesiderate Era tessuti. Un possibile impiego chimico è quello di scambiatorc cationico con soluzioni di elettroliti ed anche come mezzo attivo in determinati processi di cromatografia. Si è accennato alla possibile sua ::~pplicazione come so~tituente del plasma sanguigno nelle trasfusioni. Può far meraviglia questo accostamento tra cotone e plasma. Nell'ossidazione il cotone è trasformato in una fibra che si scioglie a pTI del sangue cd è costitui ta per 11 50?( circa da acido glucuronico, coffiposto perfettamente fisiOlogico e che entra come principale elemento nel rneccan ismo di eliminazione delle scorie metaboliche e di sostanze non desi-
477 derate dall'organismo. Sotto q uesto punto d1 vista si potrebbe pensare ad applicazioni mi ste di ccll-ox e di pcctina (acidi poligalatturonici). Al momento attuale la ceLI-ox è prodotta dalla Soc. Eastmann ed elaborata in forme farmaceutiche dalla Casa Johnson come Hemo-pack e dalla Casa Parkc, Dawis e Compan y come Oxyccl.
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MINISTERO DII· ESA. ESERCITO PIREZIO>JE (.,f'.NERALF. DI SANITA' MILITARE COLLEGIO MI·DICO
LLG,\I.E
STATISTICA DELL'ATTIVIT A' DEL COLLEGIO MEDICO LEGALE NELL 'ANNO l 948
All'iniziata pubblicazione del ,, Massimario di Medicina Lcgak u, (v. lascicolo 4" 1949 Jel Giornale di Medicina Militare), si reputa opportuno atJiancare il riassunto statistico dell'attività svolta dal Collegio nell'ultimo decorso anno (1948) per documentare in cifre lluanto afkrmaro nell'csorJio di presentazione del predetto massimario. E cioè il notevole.: lavoro di revisione che da anni compie 'lllt:Sto htituto con silcn7iosa e tenace alacrità sotto lo impulso normativa e propubore del mio illustre;: predecessore Gen . Med. Ecc. Prof. A. Bucciantc che, con alta competenza ed appassionato fervore, al Collegio ha riplasmata una nuova vita permeata dai rinnovantisi indirizzi di ùottrina cd intrinseca collaborazione coi critLri interpretativi della Corte dei Conti, di cu i è attualmente autorevole Presi dente di Sezione, co~tituendosi, così, un prezioso materiale di esperienza e di studio utile al coordinamento dcll.t attività degli organi periferici medico-legali ed 1 fornire allo Stato ~ontributi indicativi per una iutL<ra più aggiornata legislazione. Ma anche per dimostrare in cifra quanto superfluo lavoro di rcvi~ionc cleri va dalla non se m pre com p!eta o pre\'en uta i nd agi ne istruttoria, da frettolosi accertamenti clinici o non corroborati da tutti gli esami di laboratorio ~hc la situazione anamnestìco-din~ca individuale suggerisce, o per formalistico irrigidimento in formule tradizionali stiche di analisi clinico-critica, da tempo superate per evoluzione di dottrina e di giurisprudenza. Ed, infine, per fornire indicazioni istruttive sul ritmo globale del movimento pcnsionistico di privilegio, in rapporto nosografico c di classifica, in quanto a ciascuno può apportare non trascurabile notiziario di riferimento. Rimandando ai vari specchi allegati e alle tabel le J, 2, 3 e 4 per l'esame dei singoli dati, si evidenzia che nell'anno 1948 il Collegio si è pronunciato su 4668 pratiche di cui 1'86,5", inviate dalla Corte dci Conti. Le pratiche si riferivano per il 77,5o){, a militari od ex militari, per il 22,5'}{, a civili. l pareri per r 470, pari al 31.7":, sono stati pronunziati su visita diretta, ricorrendovi vi:t via in sempre più larga misura per le ora migliorate condi 7,ioni dei trasporti. in quanto la visione clinica diretta è naturalmente più illustrativa. anche in linea anamnestica, per chi deve giudicare.
479 Le visite per delega si vanno ora limitando, per ovvie considerazioni di opportunità, quasi ai soli congiunti (idoneità a proficuo lavoro), anche perchè in progressivo aumento. Dipendenze e classifiche si sono mantenute sullo stesso piano (37 %). Il maggior numero di dipendenze (67,5 'X.,) si riferiscono al servizio di guerra, 29% a quello ordinario, ma nell'anno in corso queste già vanno riprendendo la prevalenza. La dipendenza dal servizio è stata riconosciuta nel 57' X. , in gran parte per il predomin io della casistica legata alla patologia di guerra, in cui più frequente ricorre l'applicabilità del criterio di aggravamento. La inabilità a lavoro proficuo nel 47,6"{ , c nel stX. la idoneità al servizio mi litare in gran parte in discordanza con le Commissioni di prima istanza. Nelle classifiche di categoria vitalizia (comprensive di guerra ed ordinarie) la quinta, la settima c la ottava sono le più discusse, mentre delle categorie non vitalizie è specialmente la nona (1uella che comprende maggiori modificazioni . Così anche negli anni precedenti ed in quello in corso. La spiegazione si desume dalla considerazione che sulla quinta categoria incidono maggiormente le affezioni tubercolari c che i dati obiettivi di tali infermità subiscono facilmente variazioni nel periodo di tempo che intercorre tra gli accertamenti sanitari delle varie Commissioni c le visite presso questo Collegio, sicchè non raramente si evidenziano forme attive, giudicate precedentemente spente. Per la ottava categoria si deve rilevare che, trattandosi di assegnazione che è limite di passaggio dalla temporanea alla vitalizia, vi è spesso una certa perplessità c diversità di giudizio negli organi giudicanti, tanto più che non è sempre agevole stabilire la minorazione di capacità lavorativa tra il 25% c il 30'}~ in tutti quei casi di giudizio analogico in base al prescritto criterio della idoneità o meno al servizio militare incondizionato. Nella classifica nosogra6ca hanno avuto maggiore rilcvanza le malattie tubercolari nelle varie loc:1lizzazioni (r8,3'X.), poi le chirurgiche (r4,6 '7~ ) con p1eva!enza quelle degli arti (fratture c congelamenti), poi quelle de !l'apparato rircolatorio (12,4 %). Così come negli anni precedenti, nei quali però le malattie nervose c mentali precedevano in misura <.1uelle circolatorie, anzichè scguirle. Sarà interessante analizzare, sulla scorta della tabella n. 3, separatamen te per ciascuna forma morbosa, i giudi7,i di aggravamento, anche allo scopo dì acclarare la tendenza delle singole forme morbose al peggioramento od alla stazionarietà, od al recupero. La nostra legislazione pensionistic::t, specie <.1uella di g uerra, ha criteri di larghezza riscontrabili, sino ad ora, in poche altre analoghe legislazioni straniere, per l'inclusione del concetto di aggravamento c quello dell a manifestazione della forma morbosa in zona di g uerra, donde facili abusi e contestazioni, c perciò necessità fondamentale è che lo stato di salute di ciascun militare sia diligentemente controllato all'atto della mobilitazione, nonchè a quello dell'arruol amento, ordinario o volontario, per ufficiali e truppa. Si
tenga presente che il Comitato per le Pensioni Privilegtatc Ordinarie, allineato anch'esso ai precetti normativi della Corte, normalmente richiede pareri a questo Collegio per presun.t:ione di illegittimità su procedure pensionistiche gi1 concluse dalle Commis~ioni di pnma e seconda istanza, e proposte d.dle varie Amministrazioni Statali per trattamento privilegiato, ma spesso ti parere del Collegio ha Jovuto essere discorde, soprattutto in rapporto ad eccesso od inadeguatezza di classifica in quanto non riferite alla Tabella del D. L. 8;6, le cui si ngole ipotesi nosologJChc: ~ono tassati •. a mente prc~critti ve. Ai fini della necessaria documentazione: clinica e d1 laboratorio, anche in sede di dipendenza, si evidenzia che nel 1 ° semestre 1918 questo Collegio, su 721 visite dirette, ha richiesto 712 t.sami microbiologici (91".. ) e nel secondo semestre, su 749 visite dirette, h:1 richiesto 740 esami microbiologie1 (99 %); oltre, complessivamente nell"anno, n. _3200 esami radiologici, cd clettrocardiografici n. 384. Indagini collaterali indispensabili, a seconda della casistica individuale. Infatti il numero delle pratiche sottoposte all'esame dd Collegio Medico Legale c delle varie Commissioni periferiche, costituirebbe già una considerevole mole di lavoro anche se ogni pratica rappresentasse un caso clinico unico. Ma in realtà, tranne pochissimi, la maggioranza dei casi non riveste i caratteri della semplicità diagnostica c medico legale, sia per la coesistenza di forme o di sindromi morbose da sceverare c precisare nei loro presupposti etiopatogenetici e nei loro rapporti di reciproca interferenza, sia per la ricostruzione, a distanza dali 'evento rea l mente lesivo di servizio, sulla base di una documentazione sanitaria as~ai spesso frammentaria, con diagnostici contrastanti. Questo lavoro di disamina e di selezione è in progressivo aumento non solo presso questo Collegio ma anche presso le Commissioni perifericl1e, come constatato nelle recenti visite d i control lo. Donde la necessità che il rispetti\'O personale assegnatovi, ed ogni ufficiale .nedico in yuanto a turno potrà esservi destinato, si documenti anche statisticamente;:, e sopratutto si adegui consapevolmente ai criteri normativi riassunti nella presentazione dei varii esemplari del massimario.
Nell'anno 1948, il Collegio M. L. si è pronunzi:no su 466!! pratiche, delle qualt 4039 (86,5%) inviate dalla Corte dei Conti, 434 (9,3 ,.,) dal Ministero Difesa - Esercito c 195 (4,2%) da altri Enti. Le pratiche riflettenti militari hanno raggiunto la cifra di 3617, delle c1uali 494 ( 13,6°',) riguardano ufficiali. 320 (9" ) sottufficiali c :z8o3 (77.4 %) militari c graduati di truppa. di fronrc a 1051 civili (22,5~1.). r pareri per 1470, pari al 3'·7''{, sono stati pronunziati su visita direna; '424 (3o%) su elementi forniti dalle visite per delcg:~ c ' 774 (38,~ .. ) ~u documenti. I pareri emessi si riferiscono: per 1755 (37,8°,,) a dipendenza da sen·izio; )) 1743 (37,4%) a chssifìcazione di infermità;
per <)63 (20,6'\) ad 1ùom:ità a laYOro proficuo; " 92 ( 2 • ) ad idoneità al sen·izio militare o ci\ ik; » 105 ( 2,2 01o) a concessione di distinti,·i di mutilati o ft-riti in sen·tzlo c per to ad incapacità giuridica. [l maggior numero òi paren riflette le assegnazioni (27'>6 pan al 58 .,). Le ~hml fiche òi infermità (1743) hanno costituito il 37·4".,, il la,oro proficuo il 2o,6'~o ed i pareri riferibili a non ascri\·ibilità, non aggravamento, non rivalutazione (3l5) il j.2°,, . Il numero delle dipendenze ( 17'55 pari al 37,8"' ,) ~i riferiscono: per uH4 (67,5';.,) al servizio di guerra; » 512 (29.2".. ) al sen izio ordinario; " 59 ( 3·3'',,) al servizio civile. La dipendenza dal se n izio su 1755 quesiti ì: stata riconosciuta in 999 (57'~f.): la inabilità assoluta a la,·oro proficuo è stata ammessa in 459 (47,6"~.) su 963 quesiti, cd 111 53 (58 ' ) la idoneità al servizio militare su 91 quesiti. :--lella classifica per malanie (3 ~'i4 pari al 71 " ) hanno ribanza: la tubercolosi (18.3'>:',), l'apparato circolatorio (r2.4"c) e le chirurgiche (14.6 .).
Dip~nd~nzct
dal servtzto - Quesiti 1755
Dipendenza: Serùzio guerra : " ordinario: " civile:
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35•7 10 19 O'"
Non dipendenza: Servizio guerra : " ord inario: >• civile :
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Cla.<sifica - Quesiti '743 Ascrivibilirà: Ri,·alutazione: Aggravamento: ì\on ascri,·ibilirà: Nessun aggravamento nè ri,alutazioue
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Tabella N. 2.
Natura dei pareri emessi. Servizio militare
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L' ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA' UNA REALIZZAZIONE NEL CAMPO SCIENTIFICO CHE FA ONORE ALL'ITALIA
1\ellc frequenti manifestazioni culturali indette dall'Istituto Superiore di Sanità, più d'una volta, accompagnando illustri personalità est<.:re - diplomatiche, politiche, scientifiche - ho ascoltato k frasi di spontanea, sincera ammirazione che la visita ali' ! ~tituto suscitava c, non raramente, la espressione di rammarico per non dtsporrc nel proprio paese di una simile attrezzatura. E, forse, non tutti gli italiani - parlo dci medici - conoscono questa impo-
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Ve<.luta <.lcll"lstitulo d:1l viale Rcgin<J
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nente realizzazione nel campo scientifico, unica in italia, che è nel suo quindicesimo anno di vita. La schiva modestia di Domenico Marotta - fondatore, realizzatorc ed anima dell'Istituto - non ci comcnte di dire di Lui, complessa figura di scienziato, tutta l'ammirazione e la riconoscenza che il mondo medico gli deve. L'Istituto nacque nel 19~5 con un fondo di 13 milioni Ji lire donate dalla fondazione Rockefeller speso per le opere di muratura, impianti di acqua, luce, gas. Lo Stato provvide alla c.omplcta attrezzatura scientifica che oggi va valutata a parecchi miliardi. L'imponente edificio sorge in Roma nel viale Regina Margherita con un fronte di 156 metri c tre ali retrostanti che racchiudono ridenti giardini. >.Iella parte posteriore sorge lo Stabilimento per la
produzione della penicillina, ultima imponente realizzazione, in ordine cronologico, dell' Istituto. l compiti dell'Istituto possono essere riassunti nelle seguenti attività fondamentali: ricerca scientifica, analisi e controllo, consulenza, produzione, insegnamento. Per lo svolgimento di tali attivit~ esso dispone di laboratori di biologia chimica, chimica terapeutica, epidemiologia. fis1ca, ingegneria, microbiologia e parassitologia, di aule per l'insegnamento, Ji un'aggiornata biblioteca, di gabinetti per fotogratìa , disegno, ecc., di una officina m eccanica che attende alla riparazione e alla costruzione di apparecchi, molti elci quali ideati nello stesso Istituto (recentissimo il microscopio elettronico).
Aula Magna.
Abbiamo segnato per prima - fra le varie attività - la ricerca scientifica. Le ricerche sono eseguite sia dal personale dell'Istituto che da ospiti - scienziati italiani e stranieri ·- i quali ricevono tutto il corredo scientifico occorrente. I risultati sono riportati nei << Rendiconti>> vasta pubblicazione annuale, oltremodo pregevole, che viene diffusa negli Istituti scientifici italiani c stranieri in cambio o per abbonamento. Tutti i vari laboratori e gabinetti dell'Istituto, integrandosi a vicenda m un'armonica collaborazione, concorrono alla riuscita delle ricerche. L ' Istituto analizza, per Jisposizione ministerialc, sieri, vaccini, prodotti arsenobenzolici, opotcrapici ecc ., ed esegue il controllo analitico di prodotti medicinali in genere, di antibiotici, di vitamine, di ormoni, nonchè di ali-
menti e di prodotti disinfettanti e disinfestanti. Esplica mansioni di comu lcnza per incarico di Ministeri cd enti vari. La produzione dei Laboratori dell'Istituto è occasionale o stabile e comprende : vaccini, sieri, emanazione del radio, sostanze radio-attive artifìc1ali, anofeli infetti di plasmodium vivax. Infine una delle attività più elevate è costituita dall'insegnamento che si esplica in corsi di aggiornamento per meàici, chimici, ingegneri e in corst per le Infermiere VolontéLrie della C. R . l.. 'vengono effettuati anche corsi per infermiere visitatrici c per la formazione di personale addetto alla lotta contro la malaria. Dal gennaio al giugno di ogni anno argomenti scientifici di attualità vengono esposti in un ciclo annuale d t lezioni tenute Ja chiarissime personaiiLà italiane ed estere del mondo scientifico. Queste notizie - desunte da una pubblicazione illustrativa della organizzazione e fìnalità dell' Istituto Superiore di Sanità - dànno un'idea solo approssimativa del grand ioso lavoro scientifìco-dtdattico che l'Istituto porta a compimento : occorre visitarlo, affiane<Lrsi agli uomini che con vero entusiasmo vi dedicano la loro giornata, osservarne i ri sultati concreti per sentire di quale potente energia la scienza italiana oggi disponga. Il prof. Fiessinger, della Sorbona, al quarto Congres~o internazionale di patologia comparata (Roma, 1939) così diceva del \ 'Isùtuto : << Qui due cose bisogna conoscere: le opere e gli uomini. Le opere sono ammirevoli e niente è più bello dell'Istitùto di Sanità Pubblica. Noi siamo stati colpiti dalla grandiosità, dalla perfezione dell'organizzazione dci laboratori eli questo Istituto che merita di prendere un grande posto nei nostri ricordi. Gli uomini che hanno l'energia e l'intelligenza di mettere a punto un'opera così perfetta, meritano non soltanto le nostre congratulazioni, ma prendono posto nell'avven ire dei grandi costruttori )) . Riconoscimento che non ha bisog no di commento: il commento è affìdato all'azione.
A. C.
OSPEDALE MIUTARE PRINCIPAL E TERRITORJALE DI Kr\POLI Direttore: Col. mcd. R. SQl' lU• .ICIOTl
SUI SEGNI RADIOLOGICI DI CISTI DI ECHINOCOCCO POLMON ARE
Da quando Lcvy Dorn e Zodck nd 189y riconobbero per primi, allo schermo, la idatide del polmone, la diagnosi radiologica dell'atiezione (: passata attraverso una serie di revis:oni c si è arricchita di nuovi segni. L'argomento :tppare ampiamente studiato e molti lavori fond:tmenta li SOHO apparsi anche recemememe, ma non può dirsi esJurito, specie per quanto riguarda la spinosa questione della diagnosi differenzia le. Può sembrare parados~ale, eppure maggiormente si perfeziona la tecnica rilevando nuovi segni e più si scoprono le cause di errore con :tltre affermazioni, facendo aumentare anzichè di•~tinuire le perplessità diagnostiche differenziali. Beclere nel 1904 dette la prima rninuziosn descrizione dei carattai radiomorfologici della cisti, con la descrizione che rimase cbssica: '' ombra arrotondJta, dens:t, di aspetto omogeneo, a contorni nettamente limitati c rome tracciati col compa~so, su campo poimenare di normale trasparenza "· Da qu~::sto mom<:nto ogni formazione polmonare che rispondesse a questi caratteri venin giudicata dal radiologo una cisti di echinococco; ma col progredire e diffondersi della radiodiagnostica si rilevava che molte altre affezioni potevano dare immagini sim ili, t·d allora, per reazione, si tentava eli svaluta re completamente ogni importanza diagnostica al rilievo radiologico. Lo stesso Beclere ritornava parecchi anni dopo sull'argomento e modificava la sua definizione, !imitandone la portata diagnostica. Tuue le osservazioni che sono wsseguite hanno portato ad una serie di revisioni Jcl primitivo concetto. Incominciando dalla prima parte della dcscriz:one <<ombra arrotondata>>, Yediamo che l'attributo ha subìto una revisione da parte di O . Businco, il quale osserva 'he la torma è prevalentemente ov:Jlarc, ciò che si rende evidente specie nelle proiezioni laterali ed oblique. Tale aspetto radiologico, confermato anche dalla maggioranza degli :\A., costituisce secondo O. Businco un segno diagnostico diffcrcnzi:de nei confronti dei processi neoplastici, che assumono eli preferenza forma skrica. Comunque, appare :1ccertato che la forma rotondeggiante non esprime l'aspetto radiologico più frequente della cisti, ma prevale la form:t ova lare, e non sono infrequenti ~dtre forme (a rene, cmiovnlarc, emisferica, quadrangolare). Ciò appare comprensibi le quando si pensi alla struttura della produzione, costituita da una massa liquida circoscrittd in un guscio deprimibile: sferica alla sua origine, tale potrebbe rimanere se il suo sviluppo si effettuasse in un ambiente sempre omogeneo, ed infatti couserva questa forma fìn quando la pressione circostante è identica su ogni punto ed il tessuto polmonare non è alterato da processi reattivi che ne riducono la elasticità; la moditìca solo quando la produzione incontra degli ostacoli durante la sua espansione, che la costringono ad orientarsi nel senso della minore resistenza. Tuttavia, nonostante la peculiare malleahilità di cui è dotata la cisti, essa può usurare ogni tessuto per effetto della compressione permanente che es~rcita, pro· babilmente quando si sviluppa fra due piani resistenti. Nella casistica è riportata una interessante osservazione di doppia formazione cistica a\la base destra (caso n. 7) in cui jn proiezione saginale si ha una immagine rotondeg-
490 gianLe più densa, circond::na dal laLO supero-laterale da alua immagine roLondeggiantc meno opaca. Jn proiezione obliqua le due immagini si dissociano, cd appaiono nella mente O\'alari, la prima a grande a~se antera-posteriore, c la seconda a grande asse \c;r ticale. (Fig. 1 a, b). Pa~sando ali<L seconda proposizione «ombra densa cd omogenea H, rileviamo che tale qualità sarebbe conferiLa dal contenuto liquido della cisti. Secondo Businco, \'cr· cesi ed altri, la tonalità dell'ombra sarebbe i mccc <<dolce " • tale da lasciar scorgere attra verso di essa il profilo delle costole. Ciò costituirebbe un carattere tliffercnziale con altre formazioni solide rotondeggianti intrapolmonari a tonaliLà d'ombra più densa. Ma, f~ rilevare Cocco, nella descrizione dci vari gradi di tonalit:'t di un 'ombra \'Ì ~ono grandi differenze dovute a \·ariazioni di tecnica ed a \ alutazione soggetti\'a. In fine, passando alla terza proposizione <<contorni ncuamentc limitati c come u açciati col compasso ll, vediamo che questo punto è il piLI contrastato. Da ricordare che quando Beclerc formu lava la sua descrizione, la tecnica radiologica era agli inizi cd il
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Ca'<"> 7. Doppia CI'IÌ di echi n< .:occo alla b~sc de,tr.l. In <agiuak (.1) imm.•):'inc opac.1 ru:ondcgg•.tntc circondata supc10 lateralmente cl.t Jlonc p•ù trnuc ,, hmiti netti. In nbliqu,t (h) le clut' tmm~gini ,j dis:.oci.1no assumendo l:1 fnrm.t di due fonnuioni çistichc (confcrmn <>i)(;r.ltorta).
giudizto diagnostico scaturiva princip.1lmentc dai risultati della scopia, che non consen· tiva Jl nlievo di quelle particolarità eli contorni che attualmente sono bene cvidcmi. Gallavresi fa osservare che, per quanto una formazione sferoidalc sia nettamente cleli mitat:l, la sua proiezione sul radiogramma nO•l corrisponde acl una linea wrva mn ad un'are:\ di supcrhcie cun·a, per cui si avrà una sfumatura più o meno marcata. Ancora altri fottori lìsici (raggi diHusi) ed ,1natomici (pericistio irregolarmente addensato) concorrono a dare una sfumatura più o meno accentuata al contorno. Le cisti di echinococco del polmone più f rcquenremente sono uniche, ma spe~so sono multiple e talora numerose. La molteplicità della cisti primith•a è meno rara di quanto si ritenesse in passato. e dev'essere ticcrcata sistematicamente. In genere non supera le tre o qunttro localizzazioni.
49 1 Come sede sembra che !>Ono di preferenza colpiti i tratti distali polmonari, t' più frequentemente il lato destro. Le dimensioni della cisti sono \'arinbi li ed oscillano e ntro limiti :Jbbastanza ampi. L evoluzione è generalmente lenta, c sembrerebbe ~ubordinata :~d clementi insiti nella originaria vimlità dell'embrione exacanto ed alle resil>tenze passi,·e dell'organo in cui si s\·iluppa, oltre a bttori umorali. In termini molto elastici può dirsi che una grossa cisti ha avuto un lungo penodo di sviluppo, ma non può escludersi che una itlaùde di modeste tlimenl>IOni non abbia avuto un periodo ugualmente lungo di evolu?ione. Nel polmone la cisti generalmente non raggiunge quelle cospicue propor?.ioni tbc sono ji frequente ri lie\o in :~Itri orgnni (fegato, mil7a). perchè vi è un limite di wiluppo proporz ionale alla resistenza del tessuto ed alla ~ua capacità di tolleranza; come pure è nom che nel bambino l'accrescimemo della ('lsti è più rapido, probabilmente per condiziOni umo·ali più favore,·oli. In epoca alquanto teçente la diagno~i radiologiGI della ìdatidosi polmonare si è arricchita eli alc uni segni ritenuti d ì valore parognomonico: 1. - SH; -:o L>tLLo sc.oLL-\\tE~'To orLL' Ml\tBR\-.:A.
Ossen alo prima da Anderson ( 1930) poi descrillo dagli uruguaiani \forquio Bo naha e Soto (ICJH) e sucn:~~ivamentc conrcrmato da molti altri, si può nscontra re nelle cisti chiuse, c consiste in una ~em iluna ipcnrasparcntc: d te separa una porzione ptù o meno em:.,a Jcl contorno della cisti propri,tmeme detta. dall'an•entizia (tessuto polmonare). Gli AA. sud-americani ossenaronC> la rmmagine 1n seguito a puntura esplorama t ' perciò l'attribuirono ad aria penetrata fra membrana proprra della cisti cd a\·venttzta, attra,·crso il forellino pratÌl'aLo dall'ago. dopo che la ci\ti si era detes:t per eliminazione d i piccola quantità di liC(uido. Guarini (1937) nel descrivere il 11rimo caso ddb. lcttc..ratura italiana, ritenne rhe la piccola blda di aria s'insinuasse fra le due membrane nei bruschi aumenti dell:J pre' sione intrabronchiale che si determinano sotto l'a.Gione traumaùzzante della tosse. Kc.. dette anche la pro\·a ~peri mentale. i nsutflando :~ria sotto pressione nel polmone di un 0\ino, in cui precedentemente aveva individu,lto un:1 cisti, e determinando un vasto scollamento che chiamò « enfìsem:J perid~nidco >•. Belot e Pcuteuil, invece, sono del pan.re che lo scollamcmo si produca per un di(ctto di coesione fra le due membrane, dovuto a cedimento del tessuto polmonare ad opera della cisti dt,·emata troppo pesante per essere sostenuta con,·enientemcnte. A riprova fanno osservare che lo scollamcnto ~i YcriticJ sempre al polo superiore, quasi a signifì c·are la caduta della cisti per il propr io pe~o. Per Le Genisscl e per G iordano b comparsa d i questo segno :11-rchbc anche v~tlorc prognostko, stando a preannunziare una possibile immincme rottur:r c..ldla cisti. ~1oltc ,\ ,\. assegnano valore patognomonico al rilievo dello ~-:ollamento, bcrKht· 'luakhe ri,er\'a è stata avanzata d~po la pubblicazione d1 un caso di De,·è di m~gami cetoma 1ntrabronchiecta~iw, che si manifesta,·:; come un'ombra o,·alarc cvn calott.l ipertrasparentc al polo superiore, ed in cu i l:r necroscopia fctc fare la diagnosi di natura. Pigo rini ha osservato una c isti dermoi<.lc e Mariani un infìltrato rotondo che presentavano una semi luna ipenrasparcnte al polo superiore. fn questi casi fu proposto il termine di " doppio mnrorno » che è meno impegnativo. Comunque la impcrtan7a del segno ~ praùcamentc limitata dalla rarità del riscontro· nella letteratura italiana ~i trovano ~olo una ventina di comunicazioni :~ l riguardo. 2.- htM AC I Nc AD CJRU.1"10 OPACO O ~ECNO D[,Ll.A L I!\cA C:AI' I LLAJtE O AIICO DI TtLLlf.R.
E' rappresentato da un sottile orletro opaco ad :rrco di cerchio. più o meno este'o imorno all'ombra cistica. (luesto reperto. mentre è stato rilevato con crescente frequenn 4
Giomorlc dr .lfrtliàn,J \/Jiirun·.
nelle localizzazwni addominali, è di rarissimo riscontro nella idatide polmonare. E' stato localizzato qualche millimetro all'interno dell'ombra cistica, cd è riferito alla visualizZdZione della membrana propria. Più precisamente Cocco lo riferisce allo $trato proligera della membrana propria, il quale già in condizioni normali contiene nel suo contesto delle sferulc di carbonato di calcio, variabili per quantità e dimensioni. Gli AA. sono concordi neH'asscgnare a questo segno valore patognomonico per la diagnosi di cisti chiusa, ma in vero la importanza pratica è minima per la rarità del 1i scontro. Fino ad ora si è parlato di aspeui radiologici di cisti chiusa. La cisti durante la sua evoluzione si comporta come un corpo estraneo che presto o tardi dev'essere espulso. Abbandonata a se stessa può andare incontro ad un processo regrcssivo dovuto alla morte del parassita, c che si manifesta radiologicamcnte con un progress;vo rimpicciolimcnto ed addensamento dcll'ombrn cistica. Ma ciò l' considerato Ja tutti una evenienza eccezionale. Altro destino, invece, è assai più freyucntc: la cisti finisce con l'aprirsi in un hronco che ha lentamente usurato. Si manifesta allora improvvisa la vomica, cioè la espulsione di abbondante liquido, di idatidi figli:: c frustoli di membrana. Qualche volta ciò costituisce l'episodio rivelatore della malattia passata fino allora sconosciuta. La \Ornica c cu rativa se il parassita è totalmente espulso: le cisti iuxta-ilari e quelle centrali si svuota no più facilmente nei grossi bronchi, c spesso si rendono invisibili ai successivi esami rad;ologici; le cisti periferiche invece, a contatto con piccoli bronchi, non si :;vuotano mai completame rnc. Si possono avere in tal caso ripetute microvomiche a c ui corrispondono radiologicamcnte le << inunagini bollose ». St: la vomic:.a è massiva ma incompleta, la cisti perforara si manifesta ai raggi come una immagine idro-aerea a livello orizzontale (immag· ne a canestro degli AA. argentini). Se il comenuro clelia ciMi viene completamente drenato, si avrà una caratteristica immagine :1erea.
3· • SEGNO Dl:.L GALLEGGIA~IENH) e JH.U : AHLOSCIAMENTO DELI.A MEMBRANA. Cumbo (1921) in una cisti esaminata prima c dopo la vomica, osservò che l'o mbu ovalare ed omogenea era stata sostituita da un'immagine idro-aerea limitata in alto da un cercine opaco c contenente un livello liquido non orizzontale c rettilineo, ma ondulato e scarsamente mobile. All'intervento operatorio riconobbe che il cercine opaco era Jovuto alla capsula fibrosa del pcricisùo, e che il livello ondulato era dato dalla membrana propria della cisti raggrinzat:l e galleggiante sul liquido residuo. Nel 1924 gli argentini Lagos Garcia c Segers descrissero questo ~egno c lo denominarono c< segno del ca melote l> d:1l paragone con una pianta tropicale che galleggia sui fiumi sud-americani. Successivamente è stato confermato da numerosi altri AA., i quali g li attribuiscono ,aJore parognomonico per la diagno~i di cisti perforata. Gli AA. hanno distinto diverse \':.\nazioni, che risultano dal rapporto fra quantità di liquido residuo ed il grado d'immersione della membrana. Tn assenza di liquido in quantità apprezzabile, la membrana si rende totalmente visibile, riproducendo aspetti radiografici <<a gomitolo)), Questa variazione ha preso il nome di «afflosciamento della membrana >> (Cocco). Nella casistica è riportato un caso di cisti perforata alla base sinislr:l, in cui si rende visibile la m embrana afflo~ciata (caso 5: Fig. 2 u, b). La dimostrazione di tutte queste particolarità es1ge spesso degli accorgimemi di tecn;ca. consistenti secondo Cocco nell'esame in decubito controlatcrale, che facilita l'espan5ione del liquido in una superficie più ampia. c permette così di scoprire la membrana che generalmente poggia sul fondo della cavità. Anche il segno dei galleggiamento c la variazione dell'afflosciamento della membrana non poss<lno dirsi di frequente rilievo, ma certamente sono molto più comuni degli :-~Itri due segni prinu descritti per le cisti chiuse. La sta ndardizzazione della tec
493 nit:n nella stazione eretta, che è la più ad:Jtta per rilc\'arc le particolarità ùi una formazione idro-aerea, la sempre crescente diffusione dell'indagine radiologicn, e la introduzione della tecnica stratigrafica, rendono sempre più frcquenrc il numero delle os~cn•a zioni. Per chiudere qu c~ti appunti bisogna atcennarc, seppure brevemente, alla diognosi differenziale ed ai quadri delle complicazioni. Tra i processi che più di frequente realizzano una perfetta immagine ci~tica sta il sn:t.:oma, cd è noto che L:meri disse che << le più belle cisti che abbiamo osservato allo schermo non erano cisti m:t ~arcomi >> . Essi si presentano come immagini sferiche in
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F•g. 2. C.o'>U 5· Ci~tl <.h echinoxocw pcrfor.ll.l .!Ila b.J~ ,,nisua ~1111 111Cmbran.l .oiTIO>elal.l .Il tondo). In 5agitt.!lc (a) gro~~a Jmmagint• aerea alla h."t ,jni,tr.•. In latcr~le (h) si ~l'li:Jion3 l. mt·mbr.lnJ r.Jccolta ~1 ìontlo ~on "')X:llo a )tomitolo .
Lune le inciùenze, mclllr'.! nelle ciMi prevale la forma ovalare ~pesso rikvabile nelle proiezroni laternli; hanno una tonalità d'ombra più densa, dura, e non omogenea per la prc~enza di nuclei calcificati; presentano una 7.0na di atelettasia polmonare più o meno marcata circostante; e qualche volta ~i riscontr:l un segno che, quando è presente, è di gmnde aiuto per la diagnosi differenziale, cioè la usura costale. Anche il cancro primitivo può presentarsi come una immagine sfenca, quantunque rmno regolare. Così dicasi di altre neoplasic : fibrom:1, encondroma, endotelioma, linfo<w giocndotdioma, ncurinoma c tumori mt~ll. Valgano i c·iteri JitTe renziJii già :letti , ma sopratutto l'accurato studio , linico-;lllalllnestico, la sintomatologia soggettiva cd obbicuiva, lo stato generale, gli esami di laboratorio, l'osservazione a distanza di tempo, cd alcune tecniche speciali, quali la broncoscopia c la broncografia nonchè l'esame stratigrafico, che f:-tranno orienl;trci verso In giusta diagnosi. Lo s Les~o dicasi per le cisti dermoidi. E' interessa me riportare uu caso dr tliaf• a m ma poliarwato, che riproduce' J una perfetta imm:~gine cistica della base polmonarc de~tra, e solo le proiez ioni laterali ed oblique, la ripetuta osservazione c J'accur:no Mudio allo schermo durante b l'inctica rr~piratoria, fecero pencnire alla diagnoçi corretta. (Fii!. ~ ''· b).
494 Alcuni processt infiammatori plcuro-polmonari e alcune formazioni di origine ,·ascolare possono dare radiologicamente delle immagini cisuche, ad esempio: crnpicma c in oscritto, ca\ crna tubercolare piena d t liquido. cisti ematica, pleurite sacc:Ha, aneurisma aortico,ccc., nonchè gomme luctichc c micosi polmonarc. Da menzionare il segno di Quei rolo-Walsh, secondo cui nei tumori si avrebbe retrazione del roracc, 'iccversa nelle risti e>pansione della gabbia toracica e dc,·inionc del mcdiastino. Escudero c ~emenow, allo scopo di dare maggiori pos,ibilità differenziali fr.1 o~tt c formazioni '>Oittle, misero in C\ idenza modificazioni di forma a carico della ci,ti. che
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l k aframma poli~rcU31<>, In \a~iu.ale (:.) tlllrn.tginc ~misferica •npt.uh.Jframm.nic.t <k,tr.l chl· lll<llll>C~ un.t formaztonc Cl\tic.t. In laterale (b) st \etlc l><:n" 1.1 cupol.l ,(,aframm.tuc.•. L.• du!:nosi d• th.lir.tmma poli.~r•u~ro è st.ll.i l.ut.1 UOJ~, .• ncnto sllldto J lo <chcrmn.
da rorondeggi::u ne di,enta ovaia re o accelllua la (orma O\ .tiare, nel passaggw da urta espirazione forzata ad una inspirazionc profonda. Tale segno però non si rileva mmuucmente, perchr una cisti con liquido a forte rensione ~i rompo rta come una rormazion~ solida. TI fenomeno può osservarsi piuuo~to in piccole cisti o in cisti Òetcsc per mic-ro 'o miche o per sencscenza; nè è escJu,im, perchè osservato anche in casi di pleurite· sa ccara o di ascesso polmonare. Abbastanza recentemente la radiologia si è arricchita Ji un nuovo mezzo ò'indagi ne, la stratigrafia. che, come Grilli ha me~~o in rilievo. può fornirci preziosi elementi anche quando concomitano fenomeni reattivi di :~diaccnza, perchè questa nuova tecnica più agevolmente può '' ricostruire le immagini al di liì del sipario Jdle manifc~tazioni rcattive >>. Per accennare alle complicazioni, bisogna ricuròare che una C\Cnlllalità alquanto fn.quente è che la cisti perda la ltUa a~ettìcità. Già nelle ci\tÌ chiuse l>i stabiliscono le premesse atte a \0\tt•nerc le complicazioni ascessuali e le \uppurazioni pericistkhc: l'ipe:emia congestizia promossa dall'addensamento dei vasr dd pcricistico ed ~mi,ar::~ dalle mstanze pro,·enienti dal ricambio del p:lrassita, creano fa\'orcvoli condizioni all'attecchimento dei germi. Dopo la vomica, o anche Jopo intervento operatorio, 1:-~ C\'elltualc presenza di brandelli di membr::1n:1 r:tp presenta un altro dcmcnto capnce di sostenere
495 un processo inlìammatorio. Si entra così nel quadro radiologico e clinico dell'ascesso polmonare. L'apertura della cistt può anenire in un bwnco. nel ca\o plcurico, in un imerlobo. o in questi posti contcmporaneameme: si hanno così quadn di idro-pio-pneumotorace con o s::nza comunicazione coi bronchi, quadri di pleurite saccata, interlobare, ecc.. La plcura può anche reagire \ariamcnte, e si arri,·a in t:ll modo :1 quadri complil·at; che mascherano completamente la primitiva affezione. Inoltre possono aversi complicazioni bronchiali : una grossa cisti chiusa può deterntinare aree di atelettasia polmoHa re per compressione sui bronchi; suppurazioni peri cis.ichc l roniche possono determ i 11:1 re fenomen i di broncostasi c hronchienasie; possono aversi fistole bronchiali, :mche wme complicazione post-oper:noria. Da ricordare infine le pos~ibili associazioni morbose, fra cui la cbti unita alla tbc. polmonarc, che s.1rebbe secondo De,(; t.:d altri AA. una c\ cnienza di non raro riscontro. Per concludere questi appunti, sono presentati brevemente dic(i casi di CÌ!>ti di echt ncxocco polmonare, imiati all'osscnazionc radiolog.ca del Reparto entro il 1948. Di questi la metà sono stati sottopo~ti ad inten·ento operatorio. Per ragioni di economia di ~p.tt.io si omette di pubblicare per ogni caso i relati,·i radiogrammi. CASO l.
Soldato A. S., cla~se 1925. da Monteforte (Salerno), contatlino. Da meno di sei mesi accusa dolori non accentuati all'cmitorace stmstro, di tanto in tanto delle crisi di tosse e di(licolt~t nella respirazione profonda. Condizioni generali buone. Apircttico. Obbietti\amente ipofonesi e silenzio respiratorio .1lla base S.. L'esame radiologico prati~:ato il HJ febbraio 1948 mette in c'idcnza una grossa formaztonc rotondeggiante, omogcnra meme opaca. a contorno superiore netto che spicca \U campo poJmonare di normale trasparenza, adagiata SU i'cmiJiaframma sinistro (im magi ne a sole calante). Casoni ~ . Eo,inofìlia 2 ·... Operato ti ) maggio 1948.
Carabiniere M. C., classe HJ22, da Cervara ( Roma). Da tempo non precis:lto :wverte doloretti al torace, specie a ùcst ra, e tosse con $Carsa t'~pcnorazione. Una piccola emofLOc ha particolarmente richiama ta l'attenzione del pa zientc, ragione per cui è arrivato in ospeda le. Conùizioni generali buone. Apirettico. Obbiettivamcnte leggera ipofonesi in mediotoracc a destra, F. V. T. trasmesso, murmure 'cscicolare diminuito. L'esame radiologico pratiGll<l il t6 aprile r948 mette in evidenza una immagine opaca rotondeggiante hen delimitat:-t in mediotorace D .. In proiezione laterale detta im magi ne assume forma nettamente O\ alare, a grande asse :lntcro-po~tcriore. Casoni ,_ . Eosinohlia 1 · . Operato ti 28 aprile 1948. CASO 3·
Ex m ilitare G. M ., anni 36, agricoltore. Sin dal 1942 dolori toracici c senso di peso a destra, tosst' sccc:-t e spesso affanno. Stato generale buono. Apirettico. Ohhietti,·amente ipofoncsi c diminuzione murmure \ esciwl:lre alla base destra. L\. ~ame radiologico praticato d 21 maggio 1948 mette in evidenza una formazione .1 tenue opacità, ov:~lare a grande asse disposto \erticalmente. a contorni netti. che occupa la porzione posteriore ddla regione basale D .. Non si hanno esami di laboratorio nè controllo operatorio, perchè il P. ì: stato inYiato ambulatoriamente per conto clelb C.M.P.G.
CAso 4·
Soldato R. C., classe 1926, da Mara (Sassari). Da poco più di un mese accusa dolore alla spalla sin. c tosse secca; riferisce di aver avuto qualche leggero movimento febbrile, ma non controllato. Stato generale buono. Res[piro aspro alla base sin., suono pkssimctrico c F.V.T. conservati. L'esame radiologico praticaw il 22 maggio 1<;148 mette in evidenza una formazione opaca rotondegg:ante medio-basale a sinistra, ed una seconda formazione molto più piccola, quanto una ciliegia, :1lla regione sotto-ilare di destra. Casoni + . Eosinofilia I %. Operato il 29 giugno 1948 solo a sinistra. Un nuoYo esame radiologico il 13 luglio 1948 fa rilevare esiti post-opcratori a sinistra, <.: persistenza della piccola formazione cistica a destra. CASO
5·
Soldato A. B., anni 22, da Piegare (Salerno). Il 6 giugno 1948, dopo una breve crisi di tosse accompagnata Ja fenomeni astìttici, ebbe una copiosa vomica di liquido schiumoso tinto di sangue. Precedentemente aveva ,lV Uo disLurbi non accentuati, qualche do!oreno alla spalla sinistra ed un po' di tosse. Obb:ettivJmentc nulla da notare. All'esame radiologico praticato il 18 giugno 1948 si mette in eYidenza. nella porzione posteriore della base destra, un'arca ipertmsparentc contornaLa da una sonile linea opa~a, con polo inferiore più streu~ ed occupato da una formazione non omogeneamente orac:~, con limite superiore ondulato cd immobile con i cambiamenti di posizione (immagine a gomitolo). Il quadro radiologico, messo in rapporto all'episodio JnamncsLico, e scartate altre possibili affezioni, anche facendo radiogrammi di dettaglio cd eseguendo esame del tubo digerente. viene riferito a cisLi perforata con memhrana nfflosciata al fondo. (Fig. 2 a, b). CASO 6.
Civile C. C., anni 47, impiegato. Da parecchi mesi dolori all'emitorace D. e tosse con scarso espettoraLo mucoso. Circa da tre settimane febbre alta a tipo suppur:1tivo, tosse ed abbondantissimo espettor:~to fetido. L'esame radiologico praticJto il 3 luglio 1948 melle in evidenzo una grossa cavità mediotoracica D. delimitata da spesso cercine opaco a limiti sfumati. Viene post.:t diagtlosi di ascesso polmonare. Senonchè l'esame dell'espettorato ha messo in evidenza brandelli di membrana, ciò che ha concesso di risalire all'origine della m:~lattin. CASO 7·
Soldato G. B., anni 21, da Budussu (Sassari). Inviato in osservazione per sospetta pleurite basale destra. L'esame radiologico praticato il 15 luglio 1948 mette in eYidenz:~, 111 proiezione sagittale, un'ombra rotondcggiante alla base di destra, circondata supero-lateralmente da altra immagine meno opaca, ad alone. Con la proiezione laterale le due immagini si dissociano nettamente, e si può così constatare la presenza di due formazioni cistiche. Casoni + . Eosinofilia 3 o:.. Operato il 28 agosto 1948. (Fig. I a, b). CAso 8.
Ex marinaio L. C., anni 39, inviato dalla C.M.P.G. Operato una prima volta di cisti di echinococco del polmone D. nel dicembre 194,. Rioperato per cisti recidivata nel 1946. Ora accusa notevoli disturbi consistenti in <lolori, rosse con escreato muco-purulento, affanno, senso di peso ecc.. L'emitoracc D. si presenta molto deformato per vaste cicatrici chirurgiche anteriori c posteriori, retratto e poco mobile.
497 L'esame radiologico praticato il 24 luglio 1948 ha messo in evidenza una nuova c1su nella regione sottoclaveare D. oltre ai notevoli fatti aderenziali e sclerotici pleuro-polmonari dai regressi interventi. CASO 9·
•
Ex militare U. S., anni 53, inviato dalla C.M.P.G. per esame del cuore c grossi vasi, essendo sofferente da gran tempo di affanno, tosse, dolori, espettorazione, quakhe volta edema ai piedi. L'indagine radiologica praticata il 13 agosto r94l, oltre a mettere in evidenza un'alterazione della forma e grandezza dell'ombra cardio-vascolare, ha rilevato anche una grossa formazione opaca rotondeggiante a limiti netti nella regione medio-basale di de.>tra riferibile a cisti di echinococco. Tn questo caso, come spesso avviene, si è avuta l::t " sorpresa radiologica " · CASO IO. Agente di P. S. Francesco D'A., anni 25, da Mesagne (Brindisi). Nessun precedente. Solo da qualche giorno accusa doloretti al torace, scarsa tosse, qualche trafittura. Nessun segno all'esame obbiettivo. L'esame radio logico praticato l'I I settembre r948 mette in evidenza una piccob for· mazione opaca, come un uovo, a contorni netti. nella regione parailare destra. Operato nel dicembre 1948. RJASSU:-TTO. L'A. fa una breve rassegna dei segni radiologici della cisti Ji echinococco polmonare. illustrandone il determinismo e facendo considerazioni sul loro valore e frequenza. Traccia i quadri delle complicazioni ed accenna alla importante questione della diagnosi differenziale. Conclude che la d iagnosi radiologica dell'affezione è sempre difficile e qualche volta impossibile, e dev'essere perciò vagliata assieme allo studio clinico e con l'aiuto del laboratorio ed eventualmente con l'aiuto di nuove tecniche guaii la stratigrafia, la broncoscopia e la hroncografìa. Presenta inoltre una modesta casistica di ro casi capitati alla sua osservazione, accertati e per buona parte controllati al tavolo operatorio, cd unisce alcuni radiogrammi fr:1 i più interessanti.
BIBLIOGRAFIA BALLI R.: Semeiotica e diagnostica roentgen. - Vv'assermann, 1943· BusrNco O.: Aspetti radiolog. dell'echinoc. polm. - M;nerva Medica, vol. XIV, 1938. BusrNco O.: "Rocntgendiagnostica della cisti di echinoc. poi m. - Relaz. al Congresso di Radiologia, settembre r948. Cocco G.: Segni radiolog. patognomon. di cisti di echinoc. - Radio!. medin. vol. XXVII, 1940. Cocco G.: f1 valore del segno dello scollamento. - Radio!. medica. vol. XXIX, 1~42. GAt.LAVRESI L.: Scmeiotica radio!. di immagini rotond. polm. - Radio!. medica, vol. xxv, 1938. GtAC<:AI L.: Sulla diff. diagn. di opacità rotonde polm. - Annali di Radio!. Diagn., fase. TI, 1949· PJGORrNr L.: L'indagine radiologica dell'apparato respiratorio. Garzallli Milano, H}4J. ToR.ELLI G.: Il segno del galleggiamento. - A nn. Istit. Forlanini, 1940. TRtNCAS M. e ZANETT S.: L'ascesso polmonare. - Ed. Cappelli, Bologna, 1938.
SCCOLt\ 1>1 SANITA' MILITARI:. Dtr<UI.rt:. Col. mcd. prof. P\OLO n t P\I.Ll IST!Tt.:TO DI IGIE:-<E ~. MICROBIOI.()(,l \ Dirc:ttore; Col. mcd pwf. (;li!A> Pt\1/\
LA CLOROMI,CETIN A NELLE SUE APPLICAZIONI PRATICHE RIVISTA SINTETICA DI ATTUALITÀ SCIENTIFICA Cap. mcd. tlntt. ,1\,f" 111 u C tu''' · imcgnantc ·'!!!!'""'"
La S<:operta ùcl nuo'o anubaotaco ùuwminato " cloromicetina • non è ~lata facilitata d::~l c::~so, come può ùini per l:l pt•niòllina, ma è stata il coronamento ùi tutta una ~cric di ricerche e studi perseguiti d:~ una larga schiera di ~tudiosi su circa 6.000 c:am pwnt di terreno, prelevati <b tullc le p::1ni del mondo, dai qu;tli c:~mpioni furono isolate non meno di 2o.ooo spccie di miccti. Tr::1 k spccie dotate di proprietà antibiotiche, uno ~ lipite, indicato con la ~igb "A-(>5 "• si è ri\'elato particolarmente artivo \'erso numerosi gnmi. Su di esso st <.: fermala la ulteriore ricerca nell'impiego p:.1ttco. Gli esperimenti, iniziati nel 11)47 da Burkholdcr deii'Uni,·crsit:t di Yale. hanno av•JLO particolare impulso per opera d t Ehrlich ) . e Joslyn, che sono arri,·ati alla identificazione del micete. denominandolo " Streptomices Vene:tuelac . A lhrtz si deve l'holamcnto della so~tanza cristallina. pura, Jlll\a. Dopo pochi mesi . cioè ver~o h fìne del '947· Crooks. Rcb~tock c coli. precisarono la formula di ~truttura ed indirinarono gli studi per arri\·are alla \lnte~i chimica della so~tanza, che venne praticamente attuata con m~todi idonei ad una proòuzione industriale, grazie agli studi di Controuli\, Long, Troutman, Moersch, Moore, ecc. Recenti notizie conferrna11o wmc, anche in Italia. ~i ~ia pervenuti a rale pn:parazionc sintetica. l a formula chimic;,a d i \truttura, dcfìniti\·amcnte accetl<ll<l, Ì: la 'L·gucnte:
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.Es.a sarebbe quindt un: D tn.:o l p-nitrofenil-2-dicloracetamido-1-_3-propandiolo. Gli AA. americani preferiscono indicare col simbolo << treo » la speciale configurazione spaziale del treosio. al quale riferiscono la configurazione della catena laterale ddl.t cloromicetina.
499 N'oi italiani preferiamo la sigla più hre\'e ·~ (- pseudo), che ci richiama alla analoga forma spaziale-pseudo-dcll'dcdnna. La dizione. quindi, per noi sarebbe la sebruente: D -L-..;.-1-p-nitrofcnil -2 dicloracetamido-I-3-propandiolo. La cloromicetina naturale e q uclla simetica si sono ri,·clate essenzialmente identiche, per ~truttura chimica, atiotH. iarm:~cologica e tcrapeuuca. Chimicamente, è il primo composto naturale che contiene un gruppo nitroso (NO~) C! un radicale dell'acido Jicloraretico (-OCCHCI 2 ). Il suo raggio di attività, inoltre, è pilt vasw di quello deg li a ltri antibiotici, perchè ri Julra eftìcace non solo romro i batteri, ma anche contro le ri ckertsic c i vir us. Essa si presenta ~otto form:~ eli una polvcrt bianca, neutra, cristallina, amara a l gusto. E' stabile in soluzioni a pll '<lrtabile da 2 a 9 per più d t 24 h.; non si alter;l con l'ebollizione prolungata in acqua dbtillata, anche per oltre 5 h .. ,\ temperatura :tm·
DI AGlAM 1\A N.1
LIVELLO EMATICO
microgr.jcc.
ORE
btuH(, la sua solubilità è dello 0,25 , im·ecc è molto solubile (fino al 15° .) in glicol propiknico. l ~aggi chimici si basano sull:t r iduzione del gruppo nitroso ad amina prim,1ria, con .-.inco metallico o cloruro ùi t iranio, seguita da diazota7.ionc e copulazione. Con tale metodo si tletermin:l la quantità totale della sosta nza presente, inclusi 1 prodotti inattivi J i dcgratlazione (Cin7.ko, 1949). l saggi batteriologici riguartl:ttlO ek:ttivamcnte il potere antibiotico della sost:~nza, rivelato dalla inibizione Jello sviluppo di ceppi Ji Shigella paradysenteriae. Il limit ~ tmni mo di inibizione ~u tale ~pccic haLtcrica è risultato di 1 microgr. per cc. (r ·:'n:.:. Prove su animali hanno Jimostr::tto eh<. la cloromicetina viene assorbita rapidamenl~ c quasi completamente nel tuho gastro-entcr·co. l li,·elli ematici massimi, dopo una unica )Omministrazionc per via orale. si raggiungono già dopo due ore. quindi .-liscen· dono rapidamente dopo otto ore, fino a non essere più riJc,ahilt dopo le 24 h .. T tassi ematici risultano in ragione direLta delle Josi somministr:ue. (Diagramma n. 1).
so o Nell'uomo è da evitare la somnumstrazione per 'i a wnocutanea, intramuscolat :: cd intraperitoneale, per le notevoli reazioni locali. L a somministrazione per via endovenosa, nei cani, ha Jato subito un alto livello ematico, seguito, però, da rapida discesa a meno di 1 microgr.fcc., in meno di 4-6 h .. L a via eli scelta per la ~ommin istrazione rimane, quindi, solamcntr quella orale. che, finora, ha dato i migliori risultati. Anche nella bile, la clorumicctina è ~uta ri!>Contrata in concentr:l7ioni paragoli:Jbili a quelle Jel sangue. l livelli nel liquor, im·ece, sono molto più modesti. L 'eliminazione avviene, in massima pane, per le vie urinarie: gitt, dopo J / 2 h., si ritrova in grande quantità nell'urina; nw la massima concentrazione si raggiung..: dopo 2-8 h., tanto negli animali che m:ll'twmo. Peraltro, non tutt:J 1::! quantità repe· ribile nell'urina si presenta ancora sotto forma aniva; infatti, nell'esperimento nel cane, è stato ossen:lto che, nelle 24 h., l'eliminazione urinaria della forma atti\'a ammont:l .11 3,s-8,7 . òclb quantità ~omministrat:l; I'S<J-92 o;. Ìn\'eCc, \'iene diminat.t nelle 24 h. ~otto forma inattiva (Glazko, Gruhzit. ccc.). ~a rapidità di inattivazione, che, probabilmente. :1\ 'iene nel fegato, spiegherebbe la manc:tnza dei f~nomeni di accumulo nd sangue, anche dopo ~ommin i stra7innt \l'nsibilmente prolungate (Smith. 1948). r germi sensibili alla cloromicetina fl0\~0110 così ra~grupparsi:
a) Brucella abortus
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Sal monelle
b) Salmonella Schonmulleri t') Esrhcrichi.l ~oh
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,,) Shigella paradysenteriac (Sonne)
.)
'4 ° · t\ltri germi
<t) B.tc;l\us mywidcs bì Borrelia re.. urrcmis c) llemophilus penussi~ d) Klebsiella pneumoniae t) Pasteurella tul:trcnsis /) Proteus vulgaris g) Staphylococcus aureus h) Streptococcu$ pyogenes i) Aerobacter aerogenes /) Ps~udomonas acruginosa m) Vi brio colerae n) Mycobacterium tuberculosi~
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a) Rickettsia orientali~ akari ' b) Prowazeki J c) mooseri f d) e) riàcttsii
{ RH kensie
11) Psi ttacosi
\ b) Morbo di )Jcwcasùe l l') Li nfa-granuloma \'e nereo. Solo una considerevole Jose di cloromicetina potrebbe portare ad effetti tosstct; ma sarebbero sempre dosi molto più dev:Jte di quelle normalmente occorrenti per una efficace terapia.
501
Tale potere tossico ùdla cloromicetina n::tturale non differisce in maniera apprezzabile da quella ottenuta per sintesi. Nell'uomo non sono stati osservati fenomeni tossici, anche a seguito di somministrazioni prolungate. Infatti, dosi di gr. 2 ripetute per 5 volte al giorno e prolungate per oltre ro g:orni, non hanno dato a le un disturbo, nè alcuna modificazione del quadro ematico ed urinario. La cloromicetina YÌe ne messa in commercio in capsule da g r. 0,25 per uso orale. l n alcuni casi si (; osservato vomito dopo l'ingcsLione del preparato; ma hasta frazion:Jre le dosi per evitare il ripetersi di tale disturbo. Normalmente, 1·ien consigliata una prima somministrazionc di mmgr. 6o per ogui kg. di peso corporeo; tale dose iniziale deve essere somministrata in tre o quattro volte, ad un'ora di inten·allo l'una dall'altra. Le dosi successive sono di gr. 0,25 ogni tre ore, ua ridurre a gr. 0,25 ogni quattro ore, :tppena la febbre tende a diminuire. Secondo alcuni AA., sarebbe utile continuare la somministrazionc della cloromicetina ancora per 7 od 8 giorni dopo la dcfcrvescenza. L.1 r.LOROM I CETINA l'ELLE BRUCELLOSI.
Finora il trattamento più efficace (: stato ritenuto, m genere, quello consistente neila somministrnionc di streptomicina (sotto forma di di-idro-streptomicina, per.:hè meno tossica), associata ai sulfamidici ( tipo sulbdinina). Tuttavia, è noto che tale ferr ma di terapia può dare origine a fenomeni di intolleranza. Recentissime esperienze su 1111 discreto numero di ammalati di infezione bruccllare hanno dimostrato nel trattamento con la cloromicetina un mezzo di spiccata c quasi specifica attività terapeutica. In 6 casi riportati da W oodward, tuni accertati con emocultura (ad eccezione di uno), la durata media della febbre dopo l'inizio della cura cloromicetinica è stata ridotta a 2 g iomi e mezzo. La cura è stata prolungata per un periodo di 17 giorni, con una somministrazione tomlc di 17 grammi di cloromicetina. ln tutti i casi, prima dell'inizio della cura, furono effettuate l'emocultura e la 'Vright. Tali ricerche, dopo la cura, risultarono negative. In questi ammalati il livello em:uico, dopo la dose iniziale, variò dai 18 ai 50 microgr.fcc .. ,\ partire dalla 24" h. e per i giorni successivi di trattamento con gr. 0,25 ogni 3 h., il li,·ello ematico medio fu di 15 microgr.fcc., fino alla cessazione della ~amministrazione.
Inoltre, dopo 2 o 3 giorni, si notò un netto miglioramento delle condizioni generali a seguito della caduta della febbre, e anche la milza si ridusse gradualmente di volume, tino a non rendersi più palpabile verso IJ fine della cura. In tre p:1zicnti te nuti in osservazione non si notò alcuna recidiva fino a sei mesi Jopo il tr:mamento.
LJ CLOROMICETIKA i'<E U .E SALMO:-II:.l.LOSJ. Studi di Smith c coli. nel 1947·48 hanno dimostrato la grande sensibilità dci bacilli del gruppo tifo-coli a piccolissime concentrazioni di cloromicetina. La inibizione, int .. tti, è completa con dosi di soli 0,25 microgr. di cloromicct;na per cc. di terreno tn cui il bacillo si sviluppa. I benefici effetti della cloromicetina nelle febbri tifo.idi vennero mes~i in evidenza, durante ricerche effettuate per saggiarne il valore terapeutico, in infermi di tifo petecchiale da zecche. Infatti il tifo addominale è endemico fra gli indigeni della zona in cui tali prove \·cnnero condotte e specialmente nelle vicinan~e di Kuala, Lumpur e Malacca, con un decorso febbrile ed una sintomatologia generale particolarmente gravi; per tale considerazio.ne furono scelti dieci casi da sottoporre al trattamento clorornicetinico.
502
Nei suddeni pazienti (wui con cmocultura positi,·a), il prepJrato fu sommrmstratc> airini7io del secondo settenario, per 'ia orale. in dose iniziale di m m gr. so per ogni kg. di peso corporeo: quindi, la cura \erme continuata con gr. 0,25 ogni 2 h. f-ino al normalizzarsi della temperatura. Per i cinque giorni succe~siv i, lfl\CCe. fu somministrata
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una Josc eli gr. 0,25 ogni 4 h .. ln towle, per tuuo il periodo della cura, fu impiegata una quantità glob:~ le di gr. '9• diluit:l in 8 giorni. l)opo la dose iniziale, il li,ello ematico raggiunse i 40-So microgr. cc; mentre un livello di 20 microgr. cc. ~i ebbe costantemente nei tre giorn1 \Ucce~~i' i. ( ,ià dopo un giorno dall'inizio della cura, il miglioramento delle condizioni g::ne rali fu evidente e si accentuò ne• giorni successivi. In media, la febbre ''enne a cessare 3-4 giorni dopo la somministrazione della prima dose.
Due casi di recidiva guarirono completamente con un secondo ciclo di cura: il bacillo isolato da!le feci, dopo il ciclo di trattamento, non dimostrò alcun potere di res istenza acquisita a seguito della prima cura. Un caso di perforazione e uno di profusa enterorragia guJrirono con cure ac.l:me: mentre un caso rimasLo come controllo, e sempre della stessa gra\'ità, fu seguito da morte in diciassettesima giornata. Anche in Inghilterra il Murgatroyd ha riferito su una casistica di 22 pazienti, di cui 10 trattati con cloromicetina. Due casi soltanto furono mortali; ma, oltre alla particolare graviò deH'an<Ìamenw clinico, si aggiungeva anche l'avanzata età. Di essi, uno soltanto ebbe cura doromicetinica e l'altro apparteneva alla serie dei casi trattati normalmente. I r,o\·c casi t rattati e seguiti da guarigione ebbero un netto miglioramento òi tutta la sinwmatologia clinica già dopo 48 h. dall'inizio del trattamento; la febbre sparì, in genere, tra il terzo cd il quinto giorno. Anche le forme dovute ad altre salmonelle si sono rivelate suscettibili di guarigione con la cloromicetina: lo schema di cura ed il dosaggio sono uguali per tutte. J\ diagramma Il. 2 dà l'idea della risposta organica alla cura cloromicetinica, IO un caso tipico di febbre tifoide. LA CLOROMICF.TIK\ :O.I:.LLE AI'FE7.W:-It DA 1\ICKE·nsJE.
Le: prime ricerche per comb::nten.: le malatù:: Ja ricketrsie furono condoLLe in Bo!t\·ia da Payne nel 1947, durante una epidemia Ji ti(o esantemati.:o. Già l'epidemia aveva mietuto un discreto numero di vittime, quando si potè dar corso al trattamento cloromicetinico. Furono, così, presi in esame 72 casi di tifo esantematico sicuramente accertati; di essi, 50 furono scelti come contrailo. La media del tasso di agglutinazione della reazione di Weil-Felix era di r: 1200. Dei controlli, <-luattordici (28"o) morirono in un tempo variabi le tra l'undicesirm c la ventesima giornata; i rimanenti trentasei (72';;,) guarirono. I ventidue casi trattati con cloromicetina, invece, ebbero un netto miglioramento con completa guarigione. Dei casi trattati nove erano in condizioni disperaEc e tali da far temere l'exitus a brevissima scadenza. Nei casi in cui le condizioni cardiache erano considere1·olmente compromesse, l'azione della cloromicetina avrebbe portato, secondo la statistica, anche un sensibile m:glioramento circolatorio. A questi brillanti risultati se ne aggiunsero altri, ottenuti i n una successiva epidemia nel Messico. Consecutinmcnte, fu rono imraprese delle ricerche contro le infezioni da zecche, in :\1alacca, e tutti i casi trattati guarirono rapidamenr ·. Poichè, nel frattempo, la cloromicetina erJ stata ottenuta anche sinteticamente, ricerche parallele dimostrarono che, in queste infezioni, essa aveva la stessa efficacia di quella natura le e che non si rilevava, tra le due forme, alcuna differenza, sia per dose che per metodismo di tra ttamento. In generale, per tutti i casi trattati, fu usata una dose imziale di circa mmgr. 50 per kg. di peso corporeo, seguita da gr. o,20-0>30 ogni 2-4 h. per un tempo variabile, IÌno ad un totale di gr. 15 in media. TI diagramma n. 3 dà un'idea della rapidità con cui la temperatura ed il polso rispondono al tratt:~memo con cloromicetinJ, in un caso tipico di tifo esantematico. Risultati analoghi si ebbero in casi di febbre clelle Montagne Rocciose; le dosi furono leggermente più elevate ed il miglioramento cominciò a manifestarsi a partire Jal secondo g iorno eli cura, con rapida caduta della temperatura, diminuzione delln cefalea e della s'ntomatologia concomitante (Pincoffs, ecc.).
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LA CLOKOMICF.TINA N$..LJ:. ALTKt INFEZIONI E 1\J:.LL~ MALATriE DA \'11\US.
\'a~lo appare il raggio d':u.ione Jella cloromicetina : infatti, ne t: stata segnalata la spiccata utilità in molte infezioni chirurgiche, specie dopo interventi addominali. Uguale efficacia avrebbe dimostrata nella polmonite da B. di Fricdl:tndcr, nella tos~c convulsa. nella febbre ricorrente e nel colera. In genere, l'azione benefica della cloromicctin;• ~i esplica ~pe..:iJ im cnte sulle malattie prodotte da germi gram-negati' i. Contro il ~l ycobacl. tubcrculosis. inn:rc essa d icci 'o lte meno :li ti va della strcptomicina. Risu~tati negatiù, o qua~i. sono stati ris..ontrati in affezioni luetichc. nonchì: in C]Ucl1e protozoarie, incluse quelle da plasmotli m:~la rici.
1
Migliori risultati sarebbero stati ottenuti comro alcune forme da virus, come la polmonite primaria atipica, la psittacosi, il linfo-granuloma venereo. Nessuna azione, invece, ha dato, nelle applicazioni finora effettuate, nella varicella, nell'encefalite c nella rabbia.
LA CLOROMICETINA NELLE INfEZIONI CO~IUNI DELLE VI!; URINARIE . La cura delle infezioni non specifiche delle vie urinarie, anche se modificata datfuso dei sulfamidici, non può dirsi ancora complctamcmc soddisfacente, in quanto i. risultati sono quasi del tutto aleatori, specie nelle affezioni sostenute c provocate da gram-negativi. Avendo la cloromicetina una attività elettiva contro il gruppo dci germi r hc comprende il B. Coli, le Salmonelle, il Proteus, è stata impiegata anche nelle affezioni delle vie urinarie, che frequentemente riconoscono in tali germi il movente etiologico. Dalla casistica clinica riportata dagli AA. americani, anche una modica quantità di cloromicetina porta ad una wddisfaccme concentrazione urinaria. Infatti, anche una concentrazione inferiore a o,s mterogr.icc. risulterebbe sufficiente ad impedire, in tre ore, il so% di sviluppo dei germi gram-negativi, particolarmente: imporranti nelle forme cliniche in oggetto. Nelle prove sperimentali sull'uomo, con la somministrazione iniziale (sempre per via orale) di gr. 1 di cloromicetina, seguita da gr. 0,20 ogni 4 ore per 10 giorni, il taSS& di concentrazione nelle urine si è dimostrato di circa 200 microgr./cc. dopo 2 h. c di circa so microgr.fcc. per i giorni successivi, mantenendosi quasi costante. In una serie di 50 ammalati, i germi causali del processo infettivo urinario non furono più dimostrabili nelle urine, sia batterioscopicamente, che culturalmente, nello spazio di 1-3 giorni a seguito della somministrazione di gr. 1-3 di cloromicetina pro clic. Di particolare rilievo appare il fatto che le prime a cedere a questo schema di terapia si sono dimostrate le infezioni sostenute da B. Coli, Aerobacter aerogenes, Pseudomonas aeruginosa, Proteus vulgaris, Klcbsiella ccc .. E' ovvio, però, tener presente che al trattamento cloromicetinico « per os >> deve essere sempre associata l'eliminazione di eventuali focolai, che possano comunque s• stenere l'infezione, come corpi estranei, calcoli, tumori, ecc.. Il trattamento consigliato è il seguente: gr. 1-3 divisi in quattro dosi, seguiti da gr. o,zs-o,so ogni sei ore, fino a che sparisca il germe causale; quindi, si prosegue la cura con gr. o,2s 3-4 volte al giorno per altri s o 6 giorni. La cloromicetina renderebbe, poi, preziosi servigi nella cura Jella pieiite in gravidanza, sostenuta, come è noto, dal B. Coli almeno nel 90% dei casi. Anche a scopo profìlattico, può essere di grande utilità (a dosi di gr. 0,25 per 3 volt:; al giorno) per prevenire le infezioni consecutive ad interventi urologici c ginecologici. AIJa comprovata efficacia antibiotica, specie verso i germi gram-negativi ed alla agevole possibilità di somministrazione orale, che rende il metodo particolarmente pratico anche nei bambini, è da aggiungere la quasi assoluta mancanza di tossicità primaria c di accumulo, per cui il trattamento è scevro da inconvenienti c costituisce, in base alla caùtica riportata dai vari AA., un'arma di lotta antinfeuiva di valore decisivo. Nello specchio che segue è riassunto il dosaggio consigliabile a seconda del fattore etiologico della forma da trattare. V .tsto e molteplice è il complesso dci mezzi tcrapcutici che oggi la scienza mcne a disposizione dell'umanità ed è innegabile che gli ultimi cinquanta anni siano ~tati veramente decisivi. Gli arsenobenzoli, le vitamine, i sulfamidici, la penicillina sono . tappe gloriose, che fanno onore ai ricerc:ltori Ji ogni Paese. senza distinzione di razza, nè di religione.
so6 DOSE INIZIALI" MALATTIA
In n1mgr. per Kg . .
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gr. 3-4 in 1 do· SI ad l h. :li interva llo.
gr. 0,2'> Oflnt 3 h. finn a 11 giorni dalla cadula delln febbre.
7·8
17·18
mmgr. 50 ptr kg. di pt>O .
gr. 3 1·in 3 ÙO• si ad l h. di
gr. 0;l5 Ol(ni 2 h. finn a'la cadoua d~lla tem· l peratura. l'oa: l{r. 0,!'> o~ni J l or~ p~r i ; grorni ~•·guenti.
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19
7-9
10-12
mmgr. ()() per
l
int~n·all•> ,
Infezioni acute e croniche
do-l gr.p•r0,:.!:.-o,so ogni n h. 14 h. l'oi: gr. O,h
gr. 1-11n 1 si ad l h. oli intenallo
dell~ vie urinaric
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(Med ia)
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Rickettsio~i
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D I CUI~A
kg. di prSI),
l Infezioni intestinali
O l ORNI DOSI SUCCESSIVI.
Dose media per 70 ~.
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Acidifrc11C_ l'urina fino a pH =~• '·
gr. l in J d•l•i.l gr.. 0,25·0,10 ogni l· l 1 h. per nn tempo 1 arr1bile a <econda dt·
IO 15
l ca".
La dorornicetina t·, IÌnora, l'ultima dcl l:1 ~cr i c ~.:d l' venut:t a lolmare una !:.cuna terapeutica, rispetto al campo di azione rimasto ~roperto dall'impiq~o della penicillina. E~,a. però. co~ututsce solo un.t tappa nd sempre: ..:ontìnuo cd a\cemionale proccòere della ricerca sperimentale l' dtnica. Co~ì. il cammino della :.cic:ma prosegue. nella siknziosa t: spt:sl.o ignor:ll.t faùca di tenaci c paziemi ricercatori, per un potcnzi:~mento sempre pilt dcvato ddk forze, mi<tcriose e sublimi, che la stes'a pro\ 1ida >J:nura otTre :1 sollic1o c conforto del! umanità sofferente. HtA~SIJKTO. Pn:mes~i raptdi cen11i sulle ricenhc che hanno portato alb ~wpcna della cloromicetina, alla sua identificazione chimica cd ~d la preparazione per via o;intetica, nonchè alle car:mcrisùche farmacologiche dell'antibiotico, l'A. ne co11sidera il raggio d'azione raggruppando, in base agli accertamenti hancriologict sperimentali finora tflcttuati, i germi che :~d essa 'i sono dimostrati sensibili in maggiore o minore imcn~ità. Esaminati i criteri pitt consigl iabili di dosaggio c di sommi nist raz io ne, anche nei riguardi di eventuali fenomeni di accumu lo o di intolleranza, vengono con~iderati i di,·ersi campi di applicazione tcrapcutica pratica. Dalla casistica lmora ::!ppars:l, di qua~1 e~clusi'a pro1cni~nza -.mcri..:an:l, 1cngono tratti i criteri di impiego. sulla scorra dci ri~ultati con~cguiti , nel le brucellosi, s.llmonellosi, r i c kctrsio~i , in fezioni da vir us c a fT<.:zioni non S(>ccific hc tlcllc vie u rinaric, tenendo conto dell'andamento di livello della concentrazione urinaria dell'antibiotico, in relazione al tipo di dosaggio cd all'intensit~t di azione. L't\. ritiene che, per la provata eificacta amibiotK:l, specie 1·er~o i germi gramnegativi, b facilità d i somm i ni~tr:tzi one. la ma ncanza di fenomeni di tossicità primaria e d i accu m ulo, la cloromicetina rappresenti una nuova, potente conquista e, a l tempo stesso, una luminosa tappa ncll'incess:mtc cammino della scienza, p<.:r la conquista di mezzi sempre più \alidi c sicuri nella dife~a delle sotkrcn7e umane
BTBLLOC IC\ FTA BA~tT7. Q. R.: J. Rio!. Chem .. 11;-1!!, 172. 445· Co:o.;TROl'LtS J.. REB~TOC"- \1. C., CROOKS H. ~L Jr.: L:t doromicc:tin:t (in corso di pubbl icazione).
EHRLICII J. n al.: Scicnce, '947• 106, 4'7·
- : J. Bact.. 1948, 56, 467.
GLAZKO A. l. et al.: Fcd. l'roe., 1949, 8, 57· LoNc P. 11.: A m. ]. Pharm., 1949, r2r. 64. - : Calif. Mcd., llJ49· 70, 157. PAY:-<E E. [I. et al.: J. Trop. ;\[ed. and I Iyg., 1948, sr. 68. - : Trans. Royal Soc. Trop. Mcd. and llyg., 1948, 42, 16~. PrNCOFfS M. C. et al.: Ann. lnt. Mcd., 1948, 29, 656. s~llTH R. M. et al.: J. Bact., '94R. 55· 425. WooowARo T. E. et al.: Ann. Int. Mcd., 1948, 29, 131. Mt:RGATRom F.: Brit. Mcd. Journ .• 1949, r, 85r.
Le « Giornate Mediche Veronesi » (28-31 luglio 1949) Nelle ~aie del vecchio Castello di Cangr:~nde II, cd in quelle del Palazzo della Gran Guardia, accolse Verona oltre duemila medici accorsi da ogni parte per assistere alle Giornate Mediche Veronc~i. Il grande Congresso, che comprendeva anche l'annuale convegno dell' Associazwne regionale comro la tubercolosi c quello delle Socied Trivcncte di Medicina e Chirurgia. fu, dopo il saluto del Sindaco ai congressisti, inaugurato da S. E. il Ministro della P. 1.; seguirono i discorsi dell'Alto Commissario per l'igiene c la sanità pubblica. del Direttore Generale clelia Sanità militare, del Presidente del Comitato esecutivo. Sir Alexander Fleming, a cui \'C!Hle conferita la cittadinanza veronese, aperse il ciclo ddle conferenze parlando della penicillina c di altri :l n ti biotici; seguirono poi fino a tutto il 31 luglio importantbsimc relazioni sulla chirurgia toracica, sui pilJ moderni mctoui di cura ddla tubercolosi, su argomenti di clinica medica generale e di medicina sociale. Le dotte trattaz!oni presentate dni più illustri scienziati proveniemi da tutta Italia e stranieri, fra i quali i proff. Bérard, Brunncr, Michetti c altri, furono inframmezzare da 'isite ai monumenti cittadini, alle Terme, alle Dolomiti, a Laboraton chimico-farrnaccutici, :1 [stituti ospedalicri, ai c:~ m pi d1 battaglia del Risorgimento. Fiancheggiarono : lavori del Congresso una mostra saniraria nel Palazzo della Cr:.n Guardi:~ cd una del libro antico di medicina nella Biblioteca Capitolare. Più di sessanta Ditte parteciparono c contribuirono attivamente al successo Jdlc " Giornate n , cd :~mmiratis~ima fu l'e~po~izione dd più moderno n.aterialc sanitario. Notevole poi l'afflusso degli studiosi alla Biblioteca Capitolare, la più antica d'Europa (V sec. d. C.) da poro ricostruita interamente dopo il barbaro bombardamento del 1945; fra i tanti c preziosi tesori che in ess~• si conservano destarono vivo interesse i manoscritti di medicina o ad essa attinenti dal V al X\'III secolo, incunabuli, rari esemplari. edizioni pregiate, testi figurati, ed una collezione di opere di medici veronesi. Alle prime edizioni del noto « Fasciculo di medicina >> ( 14<)3), della " Practica " di Mesue (r471), del « De Chirurgia" <leii'Argelata (r48o), del << Sccreta mulicrum >> di A. Magno, degli <<Aphorismi >> di Razes, facevano buon riscontro un <<Erbario di Apufeio >> (XV sec.), u n ' ( ( Antidotario >> (sec. XIH), gli autografi del Fracastoro, la (( Quintessenza » del Lullo. le lezioni anatomiche del Molineni manoscritte c adornate di disegni da f. Bianchini, quelle del Mom:~gna, dello Scarpa c molti altri manoscritti di medicina e scienze affìni c opere chirugichc e anatomiche con pregiate incisioni a stampa. Oltrcchè dal prezioso incunabolo di Pietro Argelata, la Medicina militare era rappresentata dalle opere del Della Croce, dello Chauliac, del Paré, ucl Mondeville. dciI'Arcolano. del Maggi, del Meyserey, del Porzio, del Larrcy, del Cabancs etc.
5 - Giou1t1/r di Mcdicma ,\ftlirarr.
OSPED.\LE ~III.ITARr PRII"CIPALE DI PALERMO D1r.-uorc: T~n. col. mnl. dou. ~\RII"' PrcoRFu \
DUE CASI DI FEBBRE TIFOIDE TRATTATI CON LA CLOROMICETINA Tcn. col. 111~<1. tl01r. 1'-hRI "0 P I COR I LI 1 \1.1)-:g'. metl. prnf. P ''Il' llf Sr,01 ro. c.1porq•~rtu mt'<.IICIIl;)
Jn attesa di la\'ori \empre piìt rkchi di documentaziont: Hausuca c capaci quindi d i illustrare in maniera esaurientemente completa le modnlità di impiego e particolarmente la posologia più adatta deUa doromicetina nelle infezioni ebertiane quali ~~ n scontrano nelle nostre re~ toni c nei no~tri d1mi, può essere non pri1·o di valore.: rifenrc.. bre1 emente i risultati ottenuti in due infermi di febbre tifoidc.:. degni di inte rcs~c ~~a per lo Madio avanzato in cui fu iniziata la tc r:~pi.t ;HHibiotica, sia per la grave sintomatologia d inica che li avc\'a caratterizzati. E' merito di Ehrlich e collaboratori di avere iso lato nel 1947 questo nuovo amibiotico dalle colture di uno streptomiccte. Streptomices Vene:;uelac, così denominato pcrrhè isolato dal suolo nei pressi di Caracas nel \ 'enezuela. La doromiccuna, come è noto, ha dimostrato fa1 orc,olc atti1·irà su va n microbi G ram-posiùvi e Gram negativi, ~u alcuni 1·irus del gruppo delle psittacosi-linfogr.111uÌoma c particolarmente nelb cura di vane nckettsiosi c della fchbre tifoide. Anche il bacillo di Koch semhra ~cn~ibile all'azione di questo anùbiotH:o ma molto meno che nei rigua rdi della ~trcptomicin:~a Dal punto di vista chimico, la doronlH:ctiua può c~~e re considerat.l un derivato dell'acido d icloroat:ctico <.Ontenentc anche un nitro-gruppo aromatico.
...
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l" CASO.
D. C., di anni 23, da Palermo. A. F.: da rilevare soltamo che il p:tdre è morto di ~wrnpcnso c:~rdiaco . .4. P.: nessuna malattia degna di nota. Da un anno disturhi intestinali di tipo colitim. Nei primi del luglio c. a. il paziente cominciò ad accusare .tstenia, males~crc, cefalea. inappetenza, modica diarrea, leggero movimento fehhrilc finchè, dopo qualche giorno. la temperatura divenne improvvisamente cle1 ata e continu:l con lievi remissioni mattutine (38° nelle ore antimeridiane, 39" nelle ore serali) mentre la rim:ln~ ntc ~intoma to logia rimaneva praticamente invariata. Fu a ttuata d:-tl medico curante terapia ~i nto mntic:l (cylotropina, adrenalina, vitamin:J C, colisept:t le) cd in decima giornat;l fu pr::tticata un:~ siero-diagnosi che diede risultato negativo. Una seconda siero-diagnosi, in quindicesim:~ giornata, diede finalmente risultato positivo T :200 per il R. di Ebcrth. Fu continuata terapia sintomatica ma, verso il 18° giorno, la sintomatologia di' mne più gra,·e: la temperatura raggiunse c superò i 40", l'alvo Ji,·enne chiuso alle feci ed :ti g:~s, il 'entrc sp1cc1tamente meteonco, l polso piuttosto frc<-luente; un cs:~ me di orina fece rilevare presenza di tracce di albumina e di frammenti di cilindri. Tn occasione di t:tle aggra\'amtnto. in 18• giornata. fummo per 1:1 prima \Oita chiatwHi a visitnre l'infermo.
E. O.: sensorio integro; buone condizioni di nutrizwnc e di sanguifìcazionc; temperatura 40°; polso t2o; respiro 38. Labbra e gengive aride; lingua asciutta, patinosa nella parte centrale, spiccatamente :uross:Ha ai bordi e alla punta. Fauci arro~s:tte. Aia cardiovascolare nei limiti. Addome notevolmente mcteorico, discretamente trattabile; con~crvata la ottusità epatica; milza non palpabilc ma ingrandita verso l'alto; nlla b:tse del lo emitorace destro anche il limite superiore dell'aia di ottusità relativa del feg:no arpare innalzato. Ah-o chiuso alle fc:n cd ai gas. Diure\i scarsn.
L'anamnesi, 1l decorso clinico, 1 dali obbieui,i, 1l risultaro della scwnda ~iero-dia consentivano facilmente la Jiagnosi di febbre tifoidc e, d'altra parte, le condiL.,uni dell'alvo e dell'addome, in rapporto allo stadio della malattia, giusuiÌcnvano il timore di unl probabile imminente burrasca addominale. Fu pert~1nto consigliata cu ra sintomatica adatt:l cd :tnche terapia antibiotica ,·on doromicetina. Tale ultimo trauamento potè essere iniziato circa 4H ore dopo, cioè in 2o·• giornn•a, mentre lo stato generale dell'infermo c le condizioni addominali e dell'ah·o rimane,·ano come già descritto. Temperatura 39,8°. Furono impiegate dosi di cloromicetina identiche a quclk riportate dalle istruzioni ck'la Parke Davi~ a proposito di alcuni casi di tifo trattati a Kuala Lumpur. Dose iniziale cioè di 50 mgr. per kg. di peso corporeo e poichè il peso del nostro infermo era intorno ai 6o kg. f urono subito sommini~trate per via orale 12 capsule da gr. 0,25 ciascun:t (due ogni 10 minuti). Si continuò poi con una capsula da gr. 0,25 ogni due ore fino allo sfebbramento c.:, successi"amente. a sfebbramento ottenuto, con una capsula ogni 4 ore per altri 5 gwrni. I risultati furono brillantissimi: già poche ore dopo la somministrazionc delle prime dosi, la temperatura cominciò a diminuire per portarsi intorno ai 37,5"; l'addome però continuò a rimanere fortemente meteorico, l'alvo sempre chimo alle feci ed :lÌ gas, c. d'a ltra parte, ~i ebbe comparsa di vomito che fu dominato con sommini~trazione di citrosodina e di c::Jrbone vegeta k. Dopo circa 48 ore :1nche la sintormt tologia addominale entrò in fase di netto miglioramento; J'ah·o si fece pervio, scomparvero completamente il \Omito ed il meteorismo ed in poco meno di 6o ore dall'inizio del trattamento. l'infermo di\'enne completamente apirettico e tale si mantenne ulteriormente. lnsieme con la :tpiressia anche i sintomi subbietti' 1 cd obbiettiYi and;~rono rapidamente migliorando e hl com·alescen7a 'i ì: svolta in maniera del tutto regolare senza pitl alcun disturbo. gno~i
2" CASO.
R. F., di anni 26, da Palermo. l. F.: null:1 a carico del gentili7io ascendente. Una sorella morta di tifo a :20 anni. A. P.: ad eccezione di una polmonite a 5 anni, nessun'altra malattia degn:t di nota. Il 25 giugno u. s. l'infermo cominciò ad accusare fehhre, cefalea, dolori mw.cobri diffusi, inappetenza, stipsi. La terapia salicilica attuata dal medico curante riuscì a migliorare la sintomatologia dolorosa muscolare ma rimase senz:1 effetto sul rim:lllcntr quadro morboso e la febbre, in maniera partilolarc, continuò 3 mamcnersi elevata. continua. con tlualchc lic,·e remiss!one mattutina. Fummo chi3m:tti 3 'isitarc il paziente in settima giornata di malattia. E. O.: ,1hito longilineo; sensorio leggermente obnubilato: qualche movimento di rarpologia; condizioni di nutrizione piuttosto deficitarie; muscoli ipotooici cd ipotrofici: ~istema linfoglandolare integro; temperatura 39,5°; polso d iscreto, di frcqucnz~ 1 ro; respiro 24.
sro Lingua piuttosto asciutta, patinosa neli:J parte centrale, fortemente arrossata ai bordi
rd alla punta, agitata da lievi tremori; faringe arrossato. Respiro aspro diffuso su tuno l'ambito respiratorio con rari ronchi sibilanti alle basi, specie a sinistra. Aia cardiova:;.:olare plessic:unentc nei limiti. Toni netti. Qualche rara ro~cola sulle pareti antcrolat~:r;ali dell'addome che è piutto~to globoso, .leg){ermcnte dolente ma ben trattahik in tutti i quadranti; spiccato gorgoglio ileo-cecale. Fegato nei limiti. La ottusità splenica an·iva in alto all'ottavo spazio imcrcostale sulla ascellare anteriore e la milza, di conSI~tenza piuttosto molle, è appena palpabilc all'arco. Ah·o '>titico. Diure'i abba,tan7a regobre. Il giorno successin,, cioè in otta\'a gio~ nam. iurono praticati i seguenti esami: T.same citometrico: globuli rossi: 4.200.000; globuli bianchi: ').ooo. Formula: neutrofili o8 ' .. ; linfociti 3o·;,. ; monociti 2 ', . Ricerca del parassita malarìco: negativa. !?.:azione dì Widal: negativa per tifo, paratifo. mditensc cd altre ~.almonello-.i. F.samt' urina: pe~>C specifico 11120 : albumina \cio; nulla al sedimento.
V quadro c linico, il decorso, la leggera lcucopeni:1. l'assenza completa di eo.~inofìll oriemarono il nostro giudizio diagnost.co. malgrado il risultato ncgaùvo della rea;io Pc di \Vidal, \Cr~o una infezione ufoide. lniztammo pertanto vaninoterapia endo,•eno~a e terapia sintom:Jtica adatta (cebion, coramin:~, biocortcx, ipockrmoclisi glucosate, crr.). ma le condizioni dell'infermo furono ben presto aggravate dalla comparsa di una bron copolmonite sinistra per cui fu sospeso il trattamento \'aco ,, w cd ini7iato quello w n penicillina, alla dose giornaliera di 500.000 U. Contempornneamellle <~nche;: lo stato tosstco divenne più mJrcatu: La rcmpcr~nwa rimase stazionaria intorno ai 40", l'obnubilamento del sensorio si fece più marcato; il mcteorismo d.,·enne più spiccato. l'alvo fortemente stitico, il polso piccolo e fre<(Ucnre (intorno a 140) c comparve anche qualche comato di \ omito così da rendt'rc consigli:'ahtle un consulto wn il chirurgo. ln tali condizioni, in quindi~.esima giornata di tnalartia (sospeso il trattamcmo penicillinico) potè essere iniziata terapia con cloromiceuna inviata forwnatamcme e temp~: stivamcntc da l padre dell'infermo nsiedcntc in Amertra (cui qu:~Lhe giorno p~im:t cr;t stata fatta richiesta telegrafica dagli altri familiari). l>osi impiegate 50 ctgr. ogni quattro ore il primo giorno c, successi\'acmme. 2') lt :!L ogni tre ore, fino all'esaurimento dci 4 [laconi rice\ uri dall'America. l risultati ottenuti furono veramente felici. Già al terzo giorno di ~omministr.l7iom il miglioramt:llto era apprezzabili ssimo : sromparsa dci fatti rossi ci; d iminuzione Jcll:t fcbhrc: scomparsa del meteorismo c l'ah·o. prima stitH.:o, divenne leggermente diarroiw. A l quarto giorno di trattamento la ,apiressia era completa c la fcbhre non i: più ritornata. ,\nche in questo \cconuo soggetto la COII\'ale~ccn7a si è svolta regolarmente ~enza alcun reliquato e sen7a più alcun di~turho.
CoN'CLUSIOr.:J.
Il num(.'ro estguo dei casi trattati non consente certo di generali7zare. Sembrano tutt;wia giustificate le seguenti considerazioni: a) nello stadio avanzato della febbre tifoidc, In cloromicetina può essere ancora usata con successo; b) il quadro di burrasca addominale che lascia pre,·cden: al medico la possibilid. a scadenza più o meno immedi:~ta, dello instaurarsi di una complicanza perfor,niva, può essere dominato d:~ll'uso tempestivo di questo nuovo antibiotico.
OSPEDALE M1UTAIU: PRINCIPALE ., CELIO,, Dirnwre: l'rùf. CoanAOJ'<O (;Hco~s >
LA FORUNCOLOSI DEI POLSI Dott. A"HI'<Jr> Tu" 1. capo reparto ~nstiluto del rep:l~to tknrwccltico
La frettu cnte ossen·azionc -di militari affetti da foruncoli dci polsi ci ha spinro a descrivere lluesta localizzazione insolita c: ad indagarne il momento patogcnctico anche per i rifcnmcnti di caranere prat;co che se ne possono trarre. lnfaui specie in questo ultimo periodo coincidente con la stagione primaverile accadeva di vedere molti militari ne1 quali si osservava la suddetta forma associata o non a foruncolosi genera lizzata, e composta in genere da elementi multipli ma freyuen · temente anche isolati interessanti prevalentemente i poìsi o anche, meno frcljuentemente, un ~olo polso. Particolarmente prediletta abbiamo notato essere la regione del polso immediatamente al disopra della regione ipotenarc; è frequente però il loro reperto anche in corrispondenza dell'apofisi stiloide del radio e della regione dorsale del polso, memrc raramente colpita è la sua superficie vola~e. L'affezione si estende talvolta agli a\'ambracci nel loro terzo inferiore, mentre non abbiamo mai normo localizzazioni alle mani; i foruncoli sono in genere di dimensione media o piccola; essi, specìe negli individui che non presentano segni di foruncolosi generalizzata, in atto o pregrcssa, vanno incomro a rapida guarigione pur essendo nel periodo di incremento c di acme di note· vole disturbo per i malati, sia per il sensibile dolore che provocano e sia per l'impedimento funz ionale di cntit~ intuibile in considerazione della loro sede; qualora però gli indi\·idui affetti s;ano ospedalizzati o anche accuratamente medicati ambulatoriamentc l'evoluzione è rapida verso la risoluzione degli clementi in atto. e non abbiamo assistito :.t l quadro delle comuni recidive locali così insistenti in altre regioni, nl: abbia mo notato complicazioni di sorta, ad eccezione di qualche modicJ linfangite. nè residua ti cicatriziJii apprezzabili. Ora, mentre nell'osservazione .della casistica di un anno di militari visitati ambulatoriamentc o ricoverati presso il r-..:parto dermoceltim dell'ospedale mi litare, è risultato che la più gran parte dei soggcni affetti da fo ru ncolosi general izzata presentJvano anche la suddetta localizzazione, e che in una :-a ltn percentuale i polsi erano l'unica sede del processo, dai dati invece raccolti d:~lle osservazioni presso l'ambulatorio uomini della clinica dermosifilopatica dell'Univcrs'tà, nello stesso periodo di tempo, la localizzazione suddetta risulta come molto rara nella foruncolosi genera lizzata, c solo rarissimamente è stata osservata isolata. La seguente tabella comparatiYa offre un quadro dimostrativo di questa differenn: Foruncolosi general i7.z;ata o non rcttio~
nalmenle specific~la
Nu: _
~--\-·;,_"
_ _1
Oenil~l
Ar
Polsi
Polsi ·"altre regioni
Clinica dermo<ifilop1tic.1 : 'l 7l7 malati os<ervali - 87 c:osi di fnrnncolosi 14
41
2
Ospedale Militare: 2418 malati ricoverati o amhulalori - J9o ca•i <li foruncolosi 66
ll
2
40
N
Mani
Essendo C\ ident~ che tali forme dovevano necessariamente essere riferite al ruolo giuocato da qualche fattore esterno, è su que~to campo che abbiamo portato la nostra indagine . .Esclusa, data la disparità di la\'Cl:"O e di ambiente nei militari osservati, b possibilità di u na dermatosi professionale o comu nque d ipenden te da condizioni p:-trticolari, era ov,·io che si dovesse riet:rcare in condizioni comuni a tutti i militari la ragione di que~to cli~turbo.
(hservando la prima fra quc\tL, ctoe l'uniforme, abbiamo facilmente trovato b causa del la foruncolosi. lnfani le nuo\'C un iformi in uso attualmente nel l'Esercito sono
costit uite dai noti giubbctti di tipo inglese abbotwnati ai polsi, rnodalid questa che non si verifica nei normali inc:lumemi da uomo. \'ero è che al contatto din:uo dd panno dovrebbe essere imerpo~to il polso della camieta, ma, ~i:-1 per le L:traw:ristid1c peculiari d i movimen to d i guest:l n:gione, sia per !:1 trascur:Jnza d i molti soggett i, questo elemento protettivo facilmente difetta c la regione cutam:.t si trova :1llora espost:l :-Ilo sfrcgc.mento continuo di un.t 'uperfidt ru,·i<b t·d irrit.Hile quale è: il tipo c:li panno ..-ol quale sono confezionate <JUestc wtiformi, c riò :1nalog:1mente con yuanto nccade per la genesi di a ltre dermato~t costituire da follicolit i, o~t iofull icol i ti , dcrmiti cr7ematiformi, prodotte su superficie nd lc guaii <JUe<;t:J qualtt2t di p;tnno è a l<Httatto dirnto (dermitc milit:lrc). D'altra panc- è ben noto che gli innumcrC\oli mil rOtraumati,mi che 'ono la ri~ul tante Jel continuo sfregamento prod otto da u n indumcmo cli wh: ti po su una reg ione continuamente mobile, aggiunti alla remperatur;l stagionale e a quella determinata d:~llo affaticamento, possono mfluire in maniera determinante nella provocazione di questi processi a caus:1 del la \':lsodilatazione periferica con rcbti,·a congestione cutanea unit:~ ad u rlo stato di ipera tti,·it:t delle !!l:tndole ~Ud(,rifcre t:d a lla modificazione dc:l mante llo
:llladcrrnico, condizioni fa\'orcnti lo '' iluppo c la penetraz.icmc dello stafìlococco. o~pitc abituale degli orifici pilo scbacei ( 1). F. queste, oltre ad altre. inflnc, sono le princip:~li ragioni d11: giustthcano la iol:ahzz.azione, nelle foruncolo~i. degli elementi nelle ~c::gioni frnlucnLcmentc c comune-
mente t:\poste ai traumatismi, co~l wme accade per \'arie forme.. di toruncolosi (minaton. Gt\ :~!ieri. ciclisti, ccc.), regola generale di cui le nostre os~er\'azioui non sono che un ulteriore conferma che noi abbia.mo voluto però riferire anche per le considerazioni di carattere profilartico che.. se ne pos~ono trarre.
(t) (,(, ,jr~garucntt npduu . .olio 'lrcuo, ~dl.o. c.:c., cumc ogni ~-ul.li.!Oile pllanta. producono ncll.l CUte CO.! c quincl, .ocidmi. Un',llmn~kr.t d. co~ l.tvori"~ la rn~IUtllllll" dell.l to''ina "afilo''"'''·' nd mcz7o di cuhun (lk<.HI\).
B.ASSEGYA DELLA. STAMP.\ MEDI(JA
Chirurgia. Fuiolog111 c trattamento ddl'idrom:f1osi. (Cljdc L. Deming U.S.A .. 8" Congresso ddla Società I nteronionalc di Urologia - t8 2 ~ settembre H)49). - Presse ;\{édi ca le. n. 6j de ll'8 ouobrc I<J4SJ).
L'A. nello ~tudtare la tc~:Jpt.t ddl'idrondrosi conclude che essa, sempre chirur gica, consiste nell:J ncfrectomia se ti nnc malato funziona meno dd 25 e !altro rene t: sano o nell'asportazione dcll'o.,ta colo se si de'e conservare il rene. l n fine, nel porre la questione del drenaggio dd rene sul quale si tenterà un intervento con ~ervatore. q~li ncn ~ fautore di qucMo dn:naggio che non potrà che aumentare l'infezione contro la quale ~i dovrà lott:tre ~)l ima c dopo l'intcrvcnto. r ri~ultati op<:ratori ~ono v:tri:~bili c tutto I:J~ria ~pcrarc che ~i po~sano mtgliorare a Ilo \t:llo Jcllc nostre conoscenze auu:lli.
r; .\. ricrr.a minuzio,amclltc le \a ne nwddìc:tzioni che.: subiscono le diH:rse par t• Jdl apparato renate dopo l'esordio dciI'~J~t uzionc urinar;a, lino .tll".nrolia tot.tle. mo~t. ;t d ruolo importante della inversione del l.! pressione durante lo ~' iluppo Jellt :.~lter.azioni: il bacinetto si dilata, i ralirì l 1i,engono piatti c larght, la cirrolaziom: arterio~a diminuisce, la circolazione delle ~hLLIIOUR~ E.: Il tmlltlmcnto ddl'o.•teo arterie wrttr:-tli diventa più debole p~:rrh~ m ·dite aonica delle o.;;a lunghe. ii sistema artcrio'>O midollare ~ più re,i,ten .\eta Orthopa::dic:t ScanJi n:l\'io.::t. mi. te. li proc<.:sso di o~tru7ione cominua l.t 1~. fas .. + · ~4'1· pag. )X; .po. sua opera dt di,truzione man mano chc L·.\. h.t adou.uo i pri ncipì Jel tratula pressione aumenta nel badncuo, i glo meruli <.Orticali diminuiswno di efficienza mentu moderno ddle osteomicliti ematogLnc acute c croniche con la chcmioter:.pia hno ad atrofizzarsi mentre quelli midollari sono intaccati più tardivamente. (,ulfamiclici, peni,illitu ed c\l:ntualm\:nte La diminuzione della vascolarizzazwne ~treptomici na) e con l'i mervcntu operatorio. L'A. ritiene che il trattamento delle colpisce ugualmente i tubuli uriniferi. ostt:omiditi a.:ute non debba C\~cn. :tppli dapprima il tubulo wmorto per cui ti c:1 <.:Jto in modo empirico. m;t adattato a eia libro si accresce comemporaneamente al l'appiatt imento ed all'atrofia dell'epitelio, scun malato dopo una osservazione clinica mìn uzios:1 e dopo r:tdìografìc ripetute. poi le :111se di l Ienlc ~i atrofizzano fino :t Tn moltissimi casi. ~pccie nei piccoli diventare JLi semplici cordoni fibrosi, in fine sono colpiti i tubi collettori; il te~suw h:11nbini. la guarigioni.' clinica c radiologiconnetti'o interstiziale linisce per modifi- c 1 completa può r~~erc <Jttentlla <on una care la costituzione del rene. Ma, fauo <hemiotcrapia inten,,t c p~olung:na. In importante, se il processo distrutcivo è rasi gr:t1 i è necc~~ario ime n t: n ire 1l più ~oppresso. ~i produce un;l sorprendente riptesto possibile preferibilmente lOn una presa dell'auivit?t fisiologica. rcsezione osst:a ç,tcsa. <On 'utura completa pt imiti\·a c con dren;tggio t! i hre"c durata Quanto all'idrodinami~mo, ì· importante am un tubo ad un ·c,tremit~' Jell'inctsioconstatare, quali che siano il grado di nc: la sutura primitiv:t previene l'infezioostruzione c i diversi fattori esaminati ne scconclaria c il 1ubo di drenaggio per(ritmo della diuresi. idratazione o disidra mettc l'uso eli un:~ chemioterapia locale. ta zionc), che vi è sempre c cioè fino alb Il miglior mc:ao tcrapeutico si può scedistruzione totale del rene un certo grado di secrezione urinaria. potendo il conte- gliere appena il germe infettante è stato nuto del bacineno t'Ssen; eliminato per al- <.Oltivato o con prelievo di ~anguc o dal focolaio locak c Jctermin:na la sua resitre vie.
srcnza. L'1\. riferisce su 4 casi da lui trattati ~cgut:ntlo tlcui principi. Nell'o~teomielitc cronica nm c:.a~erba zioni acute, ron o senza formazione di sequestro. !>i de\ C praticare un 'estesa resezionc dell'osso con sutura primiti\a e dren~lggio Ji bn.:H: durat.t. S\SIILLO
l'oR:-- l L: Il 11'11/lamrnto con pemcillma della rubrnr,/o.<t o.<Jea e OJ/eoarticolare fi.<toftzzata. La ('hir. Org. \1<~Y., \'01. XXXIII. bse. Il, llJ4lJ· Scopo del hl' oro ì: y uello di osservare k modifìcationi cui 'anno incontro la tubercolosi ossea t· ostroanicolarc fiqo)i7.7at:J meJiantc rra!lalm·nw ,nn pl·nicillill:t. L'A. ha pr1111<1 ~llu li aw cd os~crvaLO un gruppo di l.JU:Jranl:l m:~lati, nei qu:~li l'os'>crvazion, ~ ~tal<! pur;lmcntt' clinica. Il giudizio finalt• sul risult:1to ddla curn a due mesi di distan;a ~espresso dall'A. in: a) .~tazionnrio in qu:utro malati in con · dizioni generali gra,is~im. di .:ui trt af fcui da spondilitl' lCIIl .1mpie ulcer:~zioni. fistole L numt.ro~c localinazioni nlle pnrti molli: uno afTcttn da Vl'<itc con tre fistole; b) temporanl·amemc buono in 17 malati: ~mmpar'a dd !.l temperatura fehbri k della Jurata dt dtcci venti giorni con notnolc dim•nu;ìunc della ~ccrezionc purulenta, nprc'a ddl'appuiw l' sen~o di benessere; c) buono 111 11 malau: scomparsa dell:! tcmper:Jtur:J e moòilìc;l/.ione costante della secrezione:, tl'ndcnt.:l <kllc fistole alla , ic:tt rizzaz1onc; d) ottimo in 6 mal:!ti: cicatrizz.J.cio ne dclinitiva delle lìstolc oltre acl un miglior:.ml'nto notevole delle condizioni generali. In un altro gruppo d i 111 malati l'i\. ha i~tituito l'anali~i haucriologica del pus rubercobrc inquin:1 ro prima c dopo la cura c un a mcdicazionl· protetti' n alla a pre· 'e n ire l 'i IKlui 11<1111<'1llO secondario. La ~omrnini~trazionc delln penicillina era latt:J per 'ia intramuscolnre (2o-6o mila unità ogni 3 ore) c locale (5- 10 mila unità due \·oltt :~l giorno per instillnzionc).
Le conclusioni cui giunge l'A. dallo ~w dio comparativo Je1 Jut: gruppi di malati sono intcrosanti L riguardano: t " . l'analisi hauniclogic:~: ha dnno strato che quando nc:l pus tuben.:olarc inquinato sono p·t·,cmi in prc' a lenza lo stalilococco aureo t·J albo, la cura penicilli nica porta un durevole m:ghoramemo; se im·ece (; presente un ':~ssoci:JZJOnc batterica dt germi sensibili L n·~istcnti alla pcmciliina, è con~igliabik· abbinare la cura sultamid~ca: 2 dosaggio: ,c,ondo l't\. l' sufficiente una dose di 20 mila unit:l ngni tre ore per cornplessi,·i 1 l milion1; ~o \'ie d'introdutionc: ~ l<lmigliai,ile la via intmmuscolarc c (]Uell:l lot·alc; la medicazione asr:uica: l indispensabile a prevenire l'inqui rwmeruo della Jìstola appena form:lla c l'infcz;onc secondaria di 'luellc IÌ ~tole riportate :1 ! loro c:trattcre puramrntc 'Jll'Cilico dall;t peni rillina. Dei 50 malati trattati d.111'.\. solo 2 han· no dimostrato intoller:~nza al medicamento (orticaria, insor~enza imprO\visa di temperatura fcbhrilc dc~ata. \Omito e dolore al ventre) per cui si d(l\ elle -.mpcndcrc la .:ur:J.
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J.\J>F.V~IA
l tumori primuivi d(//'uretere. (Presentazione dt due ca~i). Boli. e ~fem. Soc. Piem. Chirurgia. \ol. X\'111, n. l)-(J, 11J4X.
SQCILLARJO (;,:
L 'A.. dopo un ':~cu•rat.l h1hlwgr a Ira \Ilil'argomento, dimostra la rarità <.b tumori primitivi dcll'uretcrl'. thc rapprc~entano l' •% circa dci tumori dell'albero urinario. La classifìca7ionc di tali tumori ~ molto J iffìcilc t tutte le cla~sifìrazioni tc.:nl:ltc ~i prestano ad appunti. Per lo più sono carcinomi pap:llifcri, più rari sono i c:.~rci nomi solid i scmpli(i o midoll:-~ri c quelli ad epite lio piatto; rarissimi i sarcomi: l'A.. cbll'csame ddla letter:ltura, ne ha trovato un sol cnso. Molto rari sono i tu mori benigni, che sono per lo più p:.~pil lomi. Le metastasi avvengono per via !infatica o ematogena 'pecic a l fegato ed ai polmoni.
Circa il sesso si nota una maggiore frequenza in quello maschile, fra la quana e sesw decade della ''ita. La sede preferita è il terzo inferiore dell'ureter<.·: il volume e la forma sono molto vari a seconda del tipo della neoplasia. Nulla Ji conu et o sappiamo sull'ctiopatogenesi: ~e mora ' hc la calcolo~i e le infiammazioni rroni' h<. siano cau\c predisponenti. La simomatologia è e~tremamentc ';~ria bile: i sintomi più importanti sono: I " - dolon:, cht: può cs~erc sordo, gra ':uivo c ,·iolento; 2"
ematuria, macroscopica o micro
~<.opica, Jolorosa c indolore, totale ma an. l
he terminale (Bonanome):
~n - prnenz.t di mas~l palpabtk al hanc:o. che può essere J'c.,pressione di un:1 \oluminosa idronefrosi o clelia mass:J dd Jumorc; •
4" - diswrbi urinari: polbchiuria. oli guria. bruciori alla minzione c anchr tran ,itor ia ritenzione. Lt Jiagnosi (; thfticilc; si baserà oltre <. hc sulla sintomatologia suddescritta. ~ugh t•sami urologici ((romocistoscopi:~, esame radiograf-ico completo). Segno patognomonico, oltre a l reperto c:istosc.:opico del tu more protundente da l meato urcterale, ~ t ombra Ji dift tto, <. he può essere mes.~a li l C\ idenza con !.1 p1cloureterografìa endo' cnosa o meglio wn b ureteropielografia 'cen dente. La tcrapi::~ non può essere che chirurgica c consiste ndl.t totale estirpazione del r~nc c del l'ureterc c, quando è possihi lc, d1 1111:1 porzione di 'e~cica circostante lo ~boc:co ureterale. ;..lei caso che esi~ta Jdi, it funzionale dcll';tltro rene. si pr:lli<.hcr~nno applicazioni raJium c roentgenter:. p1a, t he sono comigli.1hili :1 n che dopo l'in te n elllo. La prognosi post operatoria ~ molto sfa ''or~'olc per recidi,·a in sede o per mcw\last o per fatti infcnivi: rara è la sopran i\·cnza dopo 5 anni. L'A. riporta d ue . a~i capitati alla sua o~s("n azione.
Mtdicina. FRO.\IE~T R. c GALLAVARDDI L.: Su di 1111
nuovo caso di deficienza sinusale. Archives cles maladies du coeur et dc~ vaisseaux, Paris, gennaio I949· Si tratta d1 un importante studio clinico per il quale l'indagine elcttrocardiografica si è dimostrata indispensabile al chiarimento di molti aspetti delle sofferenze del soggetto, quali quelle enunciate nel sotLOtiwlo stesso del lavoro: <c Arresti prolungati del cuore con male~seri nervosi. Variazioni insolite dell'automatismo \Cll· tricolare con dissociuione atrio-Ycntric:olare iso-ritmica n . Già in un pn.:ccdente la\Oro gli t\A. a\·e,·ano attirata l'auenzione degli ~LUdiosi su di una variet~ Ji aritmia sinus:tlc carattcrizzat:.t d::1 un arrc,·to transitol'l·o del jtmzionamento dd nodo del seno. mentre il caso in esame, pur offrendo come punto di partenza una steua defìciem:a sin usa/e. !i!ferisce dalla varietà altra 'olta ci rata per parecchi parùcolari interes~anti. L'osservazione concerne. infatti, il lJSo di un:~ donna Ji anni ~6, ~offerente da 3 ~1nni di malesseri nervosi singolari, spesro molto brevi, s-6 secondi circa, tah·olta frequenti durante la ~iornata, con senso di congestione del 'i~o c confusione della vism. Yfai perdita della coscienza. Furono con stamtc turhe ritmiche varie, non :l\ \'erti te dall'inferma, ma comportanti del le pause c.trdiache as~ai prolungate, dovute :1 deficienza sinusale, c che erano verosimilmente :.~Ila hase dei malesseri provaù dalla paziente. Furono anche riscontrate delle anomalie Jcl ritmo :.tuwm.ttico ,·entrieolare e di dissociazione :nrio-,·emricolarc iso-ritmica. Gli AA .. esaminato clinicamente il caso. e~pongonu tutta la serie sistem:nica delle ricerche elettroc:trdiografiche esperite, procedendo nella discussione con quella ampiezza e ricchezza di argoment:.tzioni che solo può rinvenirsi negli osservatori francesi, e. infine, così ricapitolano le turbe carJiache riscontr:tte: sospensione transitori:~ Jel ritmo ~inusale, che non si limita al le turbe di conduzione seno-:wricolare; bradicardi:J sinus:~le o leggera hr:1di arit-
mia ~inusale; disordine nello Wtbil irsi de i ritmi ausiliari (de secours) con, in primo luORO, defezione completa del cent ro ncr dale; fluttuazioni apparentemente disordinate dell'automatismo \entricolarc. che 'anno dalle pause intempestive c anormalmente prolungate - responsabili degli arresti cardiaci - fino alle accelerazioni eccedenti il ritmo sinusale c detcrminonti, in fnsc decrescente, g li intermède, tlc lk dis~ociazioni Jtricrventricolari iscrJ itmiche. Cicì preme~so, gli AA. si chiedono, e noi lOn essi, se un tale accumulo c \lKn:dersi dJ dt.:nazioni ritmiche non ~arebbe qui. per caso, l'indice di un "ti/tacco mfettù'o globale del sistema di comando » (lesioni infÌ;JmmJtorie del fascio di His-Tawara), legato, per es .. alla sinusitc frontale suppurata sofferta (e riferit:J nell'anamnesi), dnlla paziente in esame. Chi sarà rapace dJ a fTcrmarlo, o d i negarlo?
K~~~HCll' JJ<;
A.: Su tre nuovi .<egui d'lllmfficù:nza ao,·tica. :\ rchi,·e des ma bdics du cocur et des \'ais~c:lllx, Paris. \t'tt. J94H.
In 4uesto articolo l'A . studia trt' segni d'insufficienza aortica che non figurano nei r lassici trattati delle malattie di worc. Essi sono: il polso visuale, il polso palr cbrale e il battimento ritmico dei denti, o segno della dentiera. Il lavoro si inizia con un rapido richiamo alle conoscenze fisiopatOlogiche della insufficienza aortica, i cui moltepl ici discurbi circolatori prendono origine dall'in tcro albero arteriale, il che spiega l'imporran;~a dci segni detti orteriosi dell'insuffic ienza aortica. La differenza delle due prc~sioni nell'aorta è la ca usa detcrminan te del le pulsazioni delle arterie a ciascuna sistole c diastole del cuore, mentre le arterie c le arteriole subisco no delle altera zioni di di~te nsione e retrazione delle loro pareti. 1° - Il polso visuale. L'esame del fondo dell'occhio è caratteristico: è l'immagine del pol~o retinico de~ritto per la prima \'Oita da Becker e Clemcnt. La pupilla cambia di colore con l'c-
levarsi e l'abbn s~arsi della pressione arte riosa, prendendo alternativamente la colcr razione ros::a c divenendo poi biancal>tra. A carico delle arterie della retina si notano uguali modificazioni. Sono queste turbc circolatorie retiniche che danno luogo alla scns:Jzione d i scuo timento ritmico de l Lampo \isivo? Ciò sembra evidemc per l'A., che ha riscontrato questo segno nell' •'?{, di soggetti affetti da insu[t1cien/;J nortil a, sempre però che si tratti di Gtsi con ostio \ilholarc beante c non di ca'>i con orifì,io miJùmo. z ' - Il pnlso palpebra/e. Scopeno dall'A. mentre r.ccrca\'a il precedente segno, tale polso consiste ncll'ammiccamenro ritmico delle palpebre, rileva bile dal medim ad un attento esame Jelle palpebre Stl·sse, ad ammabto coricato, con lo sguardo lìsso acl un punto; per es., a l soHìtto. Il segno è .mchc.: soggettivo, perchl- a\· vertito dal pazicntt· come ombre fìni mo ventisi ritmicamente: nel campo visivo. Il fenomeno è do\'uto ad alternati,·e brusche tli distensione c rctrazionc delle arterie palpebra li. J' - Il ballimento ritmico dei denti, o segno della dentiera; così detto a causa della sensazione, ~;hc il malato ha, tl'avere un:t dentiera mobi le nella bocca. Tale segno è dovuto, ~eco nd o l' A., allo scarto esagerato frn le due pressioni arteriose sistolic:. c diastolica, scarto che dctermina i movimenti artcriali del collo c del pavimento della bocca: dapprima l'a. mascellare est., ramo della carotide est.: secondariamente, le altre arterie (linguak e rami collaterali. dentaria inferiore). Per mettere in C\ idcnza quesro terzo seg?o, l'A. consig lia di in \'itare il soggetto, d1 preferenza coric:Jto, a ravvicinare leggermente le due nrGILc dentarie. Mentre il paziente avverte delle scosse ritmiche dovute agli urti delle due mascelle, il medico, avvicinando l'orecchio alla bocca del malato, percepirà il battimento ritmico dci den ti. sincrono a lla diastole arteriale. Questo segno ha \':'tlore sintomatico chiaro. riscontr:.ndosi in quasi tutti i casi d'insufficienza aonica. T Rl FJLETTl
P. c HERR R.: Derivazioni u111polari deglt arti. Archi\ c~ Jes malaJie~ du cceur et dcs \·aisscam.. Paris. gen n:1io 1949.
MF.Yto.R
In vero, meglio st .:ompcnJtano. nel ti tolo originale del lavoro, i quesiti postisi dogli Al\. Essi. infatti, si chiedono: <<Sono capan. le deri' Jzioni uni polari delle membra (D.U.D.M.) Ji fornire det dati supcrio·i :.tllc deriv:t7.ioni stOJnda;J (D. S.) con iscrizione simultnncOJ delle tre dcrnaztOnt e, in particolare. in quale misura possono esse illuminarci sull:l posizione anawmica dd cuore? Com'è non. allorchè: f. '\. \\ibon e i suoi collabonnori introdussero 111 clinica il m~lCldo delle derivazioni unipobri delle membra (ossia dcgh arti) .1 mezzo della "a:ntrale terminale "· essi sLUdiarono egualmente, a lato dci trarriati delle deri' azioni prccordiali (D. P.). le ~·un t: delle derivazioni uni polari dq.(l! arti. (,h autori :unerirrtni hanno partkolanncntc sottolineato il vantaggio Ji lfliCSto pnKedimcnto nei «.:onironll delle deri\·aziont stan dard (ossia Ji Einthowcn) per la dNcrrninazione della posizione anatomica dd .:uor • c del senso di rotazion<' del «.:uorc intorno al suo asse longttuclinalr:. ln ..eguito altri autori si sfor7.aronu di mettere in luce la supcrio~ità delle D.t 1 .0.~1. pt>r la diagnosi di ceni ~tati eLtt. ici del ,uore, soprattutto grazie a li~ rcgistr:tz.ionc scp:.~ rata del potenziale clcnrico di ciascun arto che permetterebbe una interpretazione più s::mplicc delle curve ecgrah«.:he. 1)opo aver accenn.tto rapitbmente alle ha\1 clettrofisiologirhe dcìlc.. D.U.D.M. c delle loro relazioni con k dcri\ azioni standarJ. gli A/\. e~minano dcnagliatamente con ampia discus\tOnc le argomentazioni dei vari studiosi per giungere poi alle seguenti colll fu sioni: a) .-\nalogamentc alla .:once:ztonc di \\'ihon c collaboratori e di altri studiosi, i nostri A/\. hanno apportato nuovi clementi in favore delle relazioni intime esistenti tra le D. S. e le D.U.D.~I. (tavola per la determinazione degli assi elettrici clai tracciati rcgistr:ni in D.U.D.~l.. for-
mula trigonometrica analoga a ljUCIIa va levole per le D. S.). b) L'analisi di numerosi tracnati pc ,onali e di quelli di altri ricercatori ha ,onferm:no che le D. S. ..: le D.U.D.M. dànno nsultati assolutamente 1dentici tn quanto ai differemi ,·ettori situ:Hi nel pia no fronta le. c) l tracciat.i delle D. S. ~o no inoltrt ptù ampi e più dtttagltall eli quelli delle I >.U.D.M. c permettono una determina zionc più preci~t degli as'i elettrici in tum· k postzwni del lCrchio \Cltograhto. d) Le considerazioni di o~dinc.. cleuro fìsiologico Jei no,t: i :-\.\ .. wncerncmi lcdiagno'>i - mcd tante !t: I >.l ' .D.J\1. - dci d'fferenti tipi di posiziom del cuore c del st nso di rotazione di esso intorno al suo asse longttudinalc t: tra\\ cr~:tle. depongo no a sl~tvorc delb concl·:t.ionc: di \\'ilson. ( ;ofcle\bt:rgcr. di Cordon t-.fe\·er c..· di altri '' udio'i sull'ar:.!omcnto. · Condu~ione \Ielle conl fusioni: il favore.. .lccordato da molri autori alle D.U.D.M. non sembrerebbe in \'Cfllll modo giustifi ,ato :u no~tri .\ \ .. vi ... w che questo m<'todo non prest:nta akun vantaggio evi dente nei con(romi con le D. S. TKII· li.ETI'J
HE;o.;cH P. S., HAI'FR \\'., B•;ut u E. \\' cd ::~Itri: Reumatismo c <lrtrite. - An nals uf lnt. J\1cd .. n. 1, genn::l io Hì4!i.
Si tratl.t di un capitolo risen .no a tak .1rgomc:mo nella ri\ t~ta della lctter:ttura americana c in~lcsc iniziata nel 1941 c tlrmi:l,lt.t 1 d 1"4;. Circ:.t b frequenza. gli AA. «.: itano le .statistiche dei ,.:tri studiosi. sempre molto .lite per la morbilità c per l'esito infausto: p::r es. ti \1artin stim.J a J.Ooo.ooo il nu mero dci rcum.uismi cardiaci negli Swti t..:niti con 4o.ooo morti per anno, in me dia a )O anni. Il clima La un 'importanz.t sp:ccata su Ila frl'LJ uenza: il clima tempc rato (; più nefasto sopratmtto in inverno e in primavera. Le classi più povere sono le più colpite. Colpiti egualmente sono i due ~essi, m:.1 la mortalità è cinque volte più cln·ata nel ses.,o maschile. Pare 'i sia una
ct:rta tendenza familiare a. lOntrarre la malattia. C1rca la sintomatologia generale, akuni A:\. hanno insistito sul ,·alore dei noduli reumatici: su 16] pazienti che nt· erano portatori, 163 presentarono veri :nwcchi lardiaci. Per quanto riguarda b patologia gene· rale, ceni Ati.. hanno trovate> su 2470 casi di re umatismo cardiaco 750 casi d'insuflìcicnza aortica. 72 casi Ji steno~i aortica, 628 casi di lesioni combinate c 68 casi di lcsiom non specifiche. L a pericardite ha un cani,·o significato p:-ono\tico. In generale, il 6s 0 0 può menare una vita normale. Dal lato dell'etiologia. la parte che vi ha lo streptococco è stata a lungo studiata. cJ l- ~lato dimostrato lo ~tn::llo rapporto tra le cp:dcmic delle senicemie da ~treptococ (o) emolitico e le malattie reumatiche. E' stato dimostrata possibile !:1 trnsmissionc spcriment::dc all'uomo iniettando 'i cc. Ji ~angue di malato in quarta g iornata di e' oluzionc a cinque volontari, che han riportato. 2 di ess:, una febbre reumatica c un terzo delle mialgie scapol:tri senza febhre. Un A. ha ottenuto delle le~ioni car dia.-he iniettando un filtrato di meptococco emolitico. Circa la terapia, l'impiego del :.alit ilato di sodio ad alte dosi non ha aumentato l'ef licaria del (annaco, che neppure a Ila dose ùi ~50 mmg. 0 / 00 previ::ne le recidive c impc;-Jiscc la cardiopatia. L a via endovenosa \Cmbra piLI dannosa. I sulfamidici non svolgono azione utile e b penicillina nesce dannosa nella fase acuta. Per la profìla;;i, gli AA. fanno notare che quella sulfamidica (r gr.. tutto l'anno o da ottobre a giugno, ogni giorno) non ha dato risultati attendibili. Meglio il salicilato di soda nelle forme reumatiche fa ringee per evitare le ricadute. U tili zzato invece con successo un v:Jccino prepar:lto con una proteina d i streptococco emolitico p1ecipitato dal tannino. Infine gli At\. trattano dei rapportì cou l'artrite reu mat ·ca. detta altresì artri te infcniva cronica o artrite atrofica o artrite proliferativa. Questa affe1ione. caratteriz7.ata da un inizio insidioso. un'c,oluzione p1ugressiva e un attacco articolare simme-
trico, sarebbe più frequente nelle sue fo;me atipiche. a\immetriche, monoarticolari. All'autop~ia furono trovate lesioni cardia che nel 40' ., clinicamente mute in \'ita, lesioni indifferen?iabili dalle lesioni reumatiche dei corpi di A~choff. Gli AA.. spiegano tali fatti in vario modo: o l'artrite reumatica è identica Jlla febbre reumatic.t (le due aiTezioni sarebbero così, ~econ do Chan:ot, i riflessi diiTerenti d'una stess:t diatesi); o ~i traua non di endocardite reumatica m:t di endocardite reumatoide (ciò che è in contra~to con le generali acquisizioni sul reumatismo cardiaco e ht sua specificità); o, infine, si tratta di una cccsistenza de1 due processi. Solo ulteriori )tudi clinici su vasta scala potranno derimere questioni così complesse. TRIFILE'r· rr
Ràdiologia. DJ c;t:GLI~UIO L. c GIILO!ERI A.: Le zont' nella patologia polmonare. - Arch. di Radio!., anno XXII, fase unico. pagg. 31 5"3 2 7· Secondo le p!U re,emi vedute, ogm poi· rnoue sarebbe costituito da un certo nu mero di territori o wne che si unirebbero a formare i lobi. Lu zona presenta forma grossolanamente piramidale con apice ibrc, separata dai territori circostanti a me7 w el i sottili ~etti inter7onali. La zona. ana tomicameme :tutonoma, rappresenta l'u mta fondamentale anatomofunzionale e patologica de1 polmoni. RadiologicamemL le zone si rendono ''isibili in condizioni patologiche c bisogna eseguire anche la proiezione laterale per metter! e in C\ i d enza. Fatte queste premesse, g li AA. riferiscono sull'aspetto radiologico delle: zone in diverse condizioni morbose. ~ella da~si " ficazione dei segmenti zonali ~guono quella propost:t dal \Varemburg e Graux nel 1947. Essi hanno osservato manifesta· zioni 7onali in quanro c,·enienzc morbo se : a) asees~ polmonare; b) tubercolosi polmonare; c) ncoplasie polmonari; d) polmonite.
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G iungono alle seguenù conclusioni: l'aNel testo sono riportati molti radiogramscesso polmonarc nella sua fase iniziale si mi e schemi illustr:nivi. presenta con manifestazioni zonali; nella P. SALSANO fase successiva della vomica i limiti zonali sono ancora netti, ma poi, tendendo FRANCHI M.: Valore e significato del quuil processo ad estendersi, si ha prima una dro radiografico nella distrofia metaepireazione perizonale e poi l'invasione di fisaria del calcagno. - Arch. di Radio!., altre zone; nelle fasi piiì avanzate non è fase. unico, anno XXII, pag. 293. p iiì possibile riconoscere l'architettura zonale. Nell'ascesso polmonare le zone più Le distrofie mctacpilìsarie giovanili vanfrequentemente colpite sono la dorsale su- no intese come localizzazioni diverse di periore, la prima dorsale inferiore e la un unico processo morboso fondamentale zona ascellare superiore. svolgentesi in parti dello scheletro che ragNella tubercolosi polmonare non infre- giungono il loro sviluppo attraverso una quenti sono le manifestazioni zonali: esse ossificazione di tipo encondrale. Il quadro si osservano nelle manifestaz}oni a carat- radiografico della presunta affezione giotere prevalentemente essudativo e appaio- vanile della regione metaepifìsaria del calno come arce triangolari di addensamento cagno è oggetto di profonde discussioni. Non tutti gli autori riconoscono la esistenparenchimalc. Talvolta il procésso interesza di tale affezione. L'anatomia patolosa solo una parte della zona c si ha la gica fornisce dati incerti e discutibili sulle zonite parziale. Le zone più di frequente colpite dal processo LUbercolarc sono la dor- lesioni della distrofia epifisaria del calcasale superiore c la ascellare superiore; mc- gno: sino ad oggi non è ancora dimostrano f requentemente colpite sono la ventrale bile un quadro anatomo-patologico caratteristico che giuscitìchi l'esistenza come ensuperiore c la zona apicale. ln alcune neoplasic polmonari si osser- tità nosologica a sè di un:J osteodistrofìa \·ano immagini triangolari a limiti netti e giovanile del calcagno. Il Bergmann fa notare che nei suoi ..:a~i ad estensione zonale. Tali immagini si producono nei tumori di origine bronchia- il calcagno dolente non differisce Jal sale (broncogeni), che occludono nel loro ac- no, nè per il contenuto i n calcio, nè per !'ampiezza della linea intcrdiafiso-epifìsacrescimento il lume bronchiale, o in quei tumori che comprimono questo dall'ester- ria, nè per le fessure trasvcrs:Jli dell'epino e finiscono per occludcrlo. All'ateletta- fisi. Nei tre quarti dei quaranta casi di sia del segmento polmonare ventilato dal bamhini di :1mbo i sessi e sani da lui stubronco zonale occluso si aggiungono feno- diati, egli ha riscontrato gli stessi segni meni di stasi circolatoria, di edema, di in- radiografici di bambini con dolori al calfi ltrazione del tessuto polmonare, cioè un cagno. Pertanto rigetta decisamente l'esistenza della « apophysitis calcanei ,, quale processo infiammatorio reattivo. malattia a sè. Altri AA. però ammettono La polmonite infine è la malattia in cui c sostengono la reale csistenz:J della dipiù di frequente e più tipiche si hanno strofia metacpifisaria del calcagno o mormanifestazioni zonali. La localizzazione bo Ji Blenckc. Poichè tuttora persistono più frequente è quella a carico della zona l~ contraddittorie interpretazioni sul signidorsale superiore c dell'ascellare superiore; hcato del guadro radiogr:1fico e sulla enma mnc le zone possono essere colpite. tità nosologica di tale infermità, l'A. ha La concezione della sistemazione ~eg voluto portare un contributo al problema mentaria zonalc dei polmoni è molto im- cd ha esaminato 6o soggetti di ambo i sessi porta nte c può avere ampie applicazioni eli età variabile Lra i 5 c i 14 anni, ai quali sia nel campo diagnostico che in quello ha controllato ogni tre mesi emrambi i terapeutico: ci dà b possibilità di affron- talloni per complessh·i due anni. Ha così tare sotto una nuova luce importanti pro- condotto uno studio sistematico del calcablemi di paLOlogia c di terapia polmonare. gno, nelle varie fasi dello svi luppo del nu-
eleo di ossificazione epi 1-i~ario c della sua mcrafisi. L'autore ha potuto fis~arc in dict.i punti i vari stadi che attraversa la zona metacpifìsaria posteriore del calcagno prima di raggiungere la completa evoluzione. Date 1-: numerose variazioni inùivitluali che si om•rvano durante il lungo periodo di svi luppo, non è possibile stabilire il limite fra il normale e il patologico, nè si può dar valon: alla forma irregolare dell'apofì~i con l•! ~ue dentellature. T enuto conte> della di\tordanza tra sintomat >logia dinìca c repeno radiografico. nel ~emo che caSJ c.:on lJUadro radiografico ritenuto c:trattcristico per morho di Blencke non presentano ta-
lalgia, e viceversa, c anche deUa discordanza che tah-olta esiste tra reperto istologico seriato del c:tlcagno c sintomatologia clinica, l'A. condudt affermando che il capitolo della ostcodimofìa metaepifisari::~ del cacagno dchba scomparire dalla nosografìa, qt~::~ntunque non st può essere ancora così categorici. Al momento attuale si può affermare: che il così detto morbo ùi Blencke non può el.scre diagno~ricJto a mezzo dell'c~a mc radiografico, pcrchè prim di cJratteri tipici ed orientativi. Nel testo s:>no ripro dotti 14 rJdiogrammi dell'apofisi mk:tnearc.
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SPUNTI Dl CLINICA. LA NARCOAN/'iLISI DAL PUNTO DI VIST,1 AIEDJCU-DEONTOLOGICO li MEDICO-GIURIDICO, tema di re lazione al IV Congre~so Internazionale dci Mc Jic; Cattolici (Roma, 24 settembre 194()) è ~Lata trattata dal prof. V. M. Palmieri. J m·t tor~ dell'Istituto di Medicina Legale e delle Assicurazioni dell'Uni' er~ . tà di l'\apoli, 111 m1nicra assai brillante c com incenre. Enone, io ~unto, 1 principali argomenti: La nar(·oan:IIisi può considerarsi come un:1 forma parncolare di psicoanalisi, l h c provocando farmacologicnmcnte uno stato ucpuscolare, si :JVvale della disinibizione J d l'Io ed abolizione della ccusura morale per scrutare il mondo interiore del soggetto. ~e è stato preconizz.tto l'uso in dinicn ncurop~ich1atrica cd in me,licina legai:: Le applicazioni clin1che rifleuono il campo diagnostico c quello terapcutico. Essa permetterebbe. infatti, una rapida c completa esplorazione della p,.iche da un.t parte, e dall'altra la curo, specialmente delle nevrosi, con un meccanismo catartico, .1sso ciando all'occorrenza i metodi della narcosintesi e del l<1 nat·co;uggestiom·. In medicina legale ~· M.lto raccomandato il ricor~o all.1 narcoanalisi: a) nelle perizie p~iduatnche in genere; b) in particolare per identificare una simubzionc, una dissimul.11 ionc, la natur organica o funzionai!: di un:1 sindrome neurologica; c) per acquisire la confcssio:-~e ed in genere informazioni da un ~oggetto che 'l sospetta mendace o reticemc. Si pro~pcttano due que~iti: 1' - F' la narcoanala~1 tecnicamenu. uule? 2 1:.• essa giuridicamente lecita? Al primo ques.to si ri~pondc che l'utilità della narcoanalisi per a) e b) è indiscuu bile, per quanto assai meno ri levante di quanto alcuni Ai\. mostrano di .:rederc; inol tre, agli stessi risultati si può generalmente pervenire anche con a ltri metodi della st· meiotica ncuropsichiatrica. L 'utilità della narco:m:~li~i per c) ì: molto comroversa, c comunque limitata ad un.t percentuale assai ristretta di individui, non essendo generalmente possibile abolirt· il cor-trollo del!:~ coscienza, senza far addormemare il paziente. L'i lliceid giuridica della narcoanalis1 non può n:~scerc dalla pericolosittì (praticamutl< limitatissima), sebbene dal contrasto con norme del diritto pos1tivo. Ed invero, a parte la m:ccssità di ottenere preventivamcntc il comemo del paziente, ~i contesta anzitutto al procedimento narcoanalitico il carattere di pcri-:.m medico-legale come quello di esperimento giudi!:iale. Si tratta in sostanza cii un interrogatorio, c l'interrogatorio va praticato dal magi strato non da l perito. Ma lo ~tesso magistrato non può farvi ricorso perchè la procedur:J di ogni pac~e civile sl:lbilbce che l'interrogatorio \'a f:~tto a persona capace di intendere c di volere, e soprattutto di difendersi. [J diritto di non port:~rsi accusatore di se stesso è imperscrittibilc c non può essere: 'iolato. Si aggiunge che le informnioni ottenute non avrebbero alcuna garcnzia di :JltCil di0ilità e che l'imputato a,·rcbbe il diritto di ritrattarle, comccchè e~tortegli in istato di ol>nubilata coscienza.
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LE ARTERIOPATIE PERIFERICHE. - (Riassumo delle relazioni tenute in Roma dal 2l) ottobre al 1° novembre rispettivamente al 50" Congresso della Società italiana di ~lcdicina dal prof. Sabatini, c al 51" Congresso della Società Italiana di Chirurgia dal prof. Doglioui).
Le relazioni attuali costituiscono una ulteriore documellla/ione dell'odierno fervore di studi della clinica rnodcrnJ sulle malattie vascolari periferiche, tanto che esse si avviano a diventare un ramo dc ii:! patologia c della clinica della circolazione al quale ~i tenderebbe di dare addirittura crisma ed :.Jutorità di spcci<Jiizzazione. Il prof. Sabatini, relatorc della Società Italiana ùi Yl.edicina Interna, propone la seguente dassificazione c.lelle forme morbose comprese nei limiti del tema di rela1.ione: I" - ~lrteriopatie intìammatoric ad andamento acuto, subacutc> o cronico, dette consensuali ~c ad etiologia nota. on:orrenti nel co.-so dt m:~lattie inferri,c, o protopaticne se ad etiologia ignota; 2• - arteriopatie non infiammatonc (arteriosclerotiche c di:Jbctiche); 3° - arteriopatie con predominante componente sangutgna (critrocitopatilhe, pi:Jminopatichc, plasmopatichc, citopla ~mopatiche); 4" - arteriopatie da offese vasrolari dirette (meccaniche, termiche, chimiche); 5'' - arteriopatie non cla~silìcatc ou inclassifìcabili. Fra i tipi <.li arteriopatie da o((esc vascolan cllrctte, attr:Jverso modalità mecranithe, è sUlLa cspost::t quella dello " ~ra lcn u s anricus » con o senza costoi:J cervicale. Larga uattazione è ~tata dat;t alla fìsiopawlogia dell'innervazionc \·asomororia degli ani, ,tll'anatom·a patologica, alla ~intom:Jtologia obhicuiva t subbictti\·a e :Ji principali metodi diagnostici ~trumentali impiegati (arteriografia, o~illometri::t, pletismografia e totoplccismograha ). l'ella te;apia medica delle ancriopauc periferiche, l'alterno enrusiasmo e scetticismo con cui vengono accolti sempre IIUO\' t metodi di cura, costitui~e indirettamente la pro\'3 della mancanza a tutt'oggt di trattamenti veramente radicali dal punto di vista eziop:nogcnctico: molra importanza viene riconosciuta pertamo :1 tal une precauzioni generali igieniche fra cui non poche :1vvcrrcnze dietetiche; risolutamente proscritto è il tabacco d i cui viene analizzato il complesso meccamsmo lesivo. Lo scopo di uno dci cardin i dei la te rapia medica è d i re:1 lizza1e un:t ipcrcmia, il più pos)ibile durevole, dci tessuti ischcmizzati e di migliorare l'alterata canalizznione va~:tle: l'introduzione di farmaci vasodilaratori direttamente nel lume arterioso in alcuni casi è stata eccezionalmente .:flic:Jcc. Oltre ad alcune vitamine, c.lerernJioati increti e specifiche funzioni ormonali (ormoni sessuali femminili) esercitano influcnz~ favore\·oli; si ripone liducia altresì nelle t~rapie fì~iche propriament:: elette le quali runc dalle onde corte alla ionoforcsi medicamentosa, sono capaci di realizzare una ipercmia locale discreta c persistente. In fine la terapia con sostanze anticoagulanti (eparina, dicumarolo) impostasi ùccisamente nel trattamento delle arteriopatie acute trombizzami, ha riscosso anche note\oli consensi nella cur:J delle arteriopatie organiche croniche, opponendosi con successo all'avvento dcll'cnisodio trombotico ocdusivo, correggendo lo swro ui uiaLe~i trombofìlica proprio di queste ma lattie e rcali zzzando ta lora veri c propri fenomeni di fihrinol isi. La relazione si chiude rÌl.ortlanJo che ognuna <.Ielle tecniche c modalità tcrapeutichc riferite trova la ~ua indira7iom: preferenziale a second:1 del t.ipo c della fase della ma lauia, ma ogni arteriopatia va tr:Jttata wn la comhina7ion~: <Xulata c prudente della maggior pane di esse. Il prof. Dogliotti. rdatore per la Solictà Italiana di Clmurgia. ha proposto la dassificazionc delle arteriopatie 111: 1° - giovanili, distinLc in tromboangwiti di Biirgcr c tromboangiosi: 2" arteriopatie sentii t·ompn.:ndcmi tutte le forme sl"lcrotKhe e ateromarosc, fra cui le cosiùdette artcri,i ùiabcti< hc. 6 · Gioma/,· di \ledimiti ,\ldir 11 c
Riguardo all'evoluzione distingue quattro stad~: la forma latente, la sindrome is.-hcmica da storzo, la sindrome ischemica a riposo e la sindrome ischcmica con lesioni troflche. Per quanto si riferisce alla semeiotica funzionale, nelle arteriopatie l'esame arteria· grafico è assolutamente imlispensahile ma non sufficiente; esso va integrato con l'oscillometria, con la termometria, con la pletismografìa o microplctismografì a e infine con la capillaroscopia (tonopsatiroscopia ). L'arteriografia, oggi alla portata di ogni chirurgo avente a disposizione una organizzazione radiologica di attrezzatura media, deve essere praticata iniettando il liquido di contrasto sotto una determinata iperpressionc necessaria per raggiungere una sufficiente concentrazione nel sangue. Tra le varie terapie chirurgiche, quella endoartcriosa porta il farmaco a contano diretto dci tessuti sui quali deve agire (peniciliina ad alte dosi, mercurocromo, tripiafavina, curaro, la cui azione corrisponde ad una simpatecwmia chimica intramurale, ossigeno, e insulina di cui è nota l'azione antischemica). Della chirurgia endocrina l'intervento preferito è la surrenalectomia unilaterale; nei casi iniziali ha indicazione favorevole la splancnotomia associata alla g-aoglionectomia lombare del 1°, 2° c 3° ganglio, che da sola ha raggiunto una considerevole diffusione. La ricostruzione del circolo aneriosu ~ stata tentata con la disostruzwne arteriosa (operazione eli tlos Santos) e con la endoarteriectomia disobliterante (operazione di Reboulr) trattando precedentemente e dopo l'intervento per lungo tempo il soggerto co n anticoagulanti (eparina). Le indicazioni per un tale intervento sono chiarite solo da un t:samc arteriogralìco. E ' interessante notare che il processo arteritico, specie nelle a. se niii, qualunque esso sia, provoca una certa tendenza al distacco delle tuniche l'una Jnll'altra ed è lungo questa via che si ottiene più facilmente la disoblitcrazione dell'arteria. Da Kunlin sono stati attuati gli innesti arteriosi c venosi di sostituzione e gli innesti venosi di deviazione del circolo. Nella terapia chirurgica vasomotoria In chirurgia del simpatico ha raggiunto ormai una considerevole diffusione; la stellectomia e la resezione dei gangli lombari dal 1° al 3° ha una indicazione precisa nelle arteriopatie giovanili finchè sia in esse dimostrabile 11na evidente componente vasocostrittrice. L'arteriectomia infine, consistente nella resezione possibilmente completa di un tratto di arteria obliterata, determina una spiccata vasodilatazione a valle. Buoni risultati si ottengono colle infiltrazioni anestetiche dei gangli regionali e del si m patì co periarterioso. La terapia chirurgica demolitiva, l'amputazione, frequente tappa finale di una lunga storia clinica, deve considerarsi come un atto terapeutico deliberatamente scelto: il livello di amputazione va basato su accurate ricerche prcopcratorie quali l'arteriografia. Nella terapia delle arteriopatie giovanili il trattamento antisettico endoarterioso può dar-e buoni risultati nel primo e secondo stadio; nel 2 " e 3° stadio trova indicazione.: l'associazione della ganglionectomia lombare con la splancnotomia e la surrcnalcctornia che ha una indicazione ormai precisa nelle forme unilaterali. Nelle forme bilaterali J'Jutore consiglia la ganglioneccomia lombare (1°, 2° e 3• L) con surrenalectomia del lato maggiormente colpito e. ganglionectomia (2° c 3° L) con splancnicotomia del lato opposto. Al quarto stadio ha indicazione per la sua innocuità l'arteriectomia specie se limitata inferiormente all'arteria poplitea; esso, aggravato, è destinato prima o poi alle amputazioni. Le arteriopatie senili nel primo stadio appartengono quasi esclusi,·amente alla terapia medica; nei casi di pertinenza chirurgica l'arteriografia permette di precisare l'indicazione per interventi anche audaci quali la disobliterazione; le infìltrazioni anestetiche; il tiattamemo endoarterioso curarico e ~mi settico per le gangrene diabetiche infiammatorie offre la possibilità di controllare n.-r !urgo tempo le sindromi ischemiche e di limitare la gangrena.
52 5 Il relatorc riferisce su 156 ca~i osscn Jll; però solo ~u di un terzo di esst ~~ sono potute effettuare ricerche cl iniche td arteriogra~iche; su di essi si sono praticati 166 intervP.mi, 45 trattamenti medici puri e 6o trattamenti per 'ia arterio~a di cui 37 con ii curaro; il maggior numcr<' degli intenenti è stato praticato in tromho-angioitici. Nel quadro operator·o le grandi amputazioni pcs:lno ancora graYemcntc sul totale (40,32 , ); si notano perb alcuni buoni ri~ultati parziali con accurato trattamento medico c piccole ampuw:z.ioni. l migliori ri~ult:lli sono incontestabilmente dovuti alla ganglionectomia Jomhare, tutta\'ia non si può emettere un giudizio preciso sopra i risultati ottenuti se non a molta distanza di tempo trattando~i Ji a ffezioni lentamente evolut;\"(~ ro n prolun gati p~.:·r iodi di sosta e di remissioni. L::a relazione si chiude cc:n un'ampi:t rasscgnr~ bibliografica che si può considerare aggiorn:Jta fino al settembre HJ4Y c .:hc per la cura po~ta nell'elencare dettagliatamente i nominati' i degli ::autori e i titoli dei loro l:l\·ori, cmr;tuirà indublllamente un utile riferimento per tutti gli studio" delb matLna.
T. SASIILLO
LA SINDRO.\tE DI KUPPEL-TRENAUNAY, descritta nel tçoo, è costituita dalla ~egu~.:nte triade:
angioma segmc.:ntario pr~.:~cntc in genere fin dalla nascita che.: occupa a \Olrc per intero un ano, pigmentario o \errucoso, rosso vivo alla tadicc d ell'arto, blu cianottco nella regione dist:tle; ipertrofìa ossea monomiclica che compare dopo la nascita, interessa tutto lo scheletro dell'arto e si accompagna a ipenrofia delle parti molli (col progredire della malania possono sopravvenire deformazioni Sl"Condaric dd bacino, della colonna \ertebrale); varici unilaterali dell'ano all)!lOmamso che ~i appalcsano quando il bambino ~.:ammina, e, a \Oita, Hcbllt. Possono coesistere Ul\turbi trofìo, ipcridrosi, ipertermia localiz:wta. Indenne il sistema arterioso. Causa della sindrome sarebbe l'osta· colo al l:.1 circolazione rcf lu<l: compressione della vena poplitcn, da briglia fibros:J, ipoplasia grave della \Cna femorale. (Weill, Bonnet c Lc,·eau: ,\rch. franL. dc Péd., 1. 2 4· 1 949)·
SINDROME D I STURGE-WEJJER. Viene riportato da Y. Barrada, Y. Gui nena, A. H. llas~an e S. A. E l Naby un caso di questa sindrome nota anche col nome di morbo di Klli,cher-Dimitri, di \Vever -Sterni c di Brushfield Wyatt e caratterizzata Jall'a~sociazione di un nervo facciale cutaneo con un emangioma ornolatcr.de del ccr vello, a sede corticale o pialc, che può essere, secondo Cushing e Bailey, semplice, scrpentino, racemoso, con piccole calcilìcazioni nelll zon::. cortica le ci rcostame. l disturbi clinici consistono prevalcmemcnte in LOnvulsioni ed emiplegia spaqica comrolatcr::~li, ri tardo dello sviluppo psichico, 1!laucoma wngenito. Terapia chirurgica con asportazione del tumore 'ascolare. (The l. of the Royal Egipt. i\ led. Ass. n. 4• 1949). LA (<CEFALEA PSJCJ/! CA n è ~l:tta messa in cviucnza da T. Alajouanine c T. 1\'ick (Sem. Hop., 1949, n. 20) che, studiando oltre 100 pazienti affetti da cefalea, hanno 1")()tuto accertare ~lo in poco più d i una trentina Ji essi una causa organica. Negli altri, in cui non fu po~sihile e,·idenziare tale causa, gh AA. riscontrarono l'esisten7a di tatti psichici. l n genere di imcnsit:t non grave, e senza alcuna delle manifestazioni comuni all'emicrania (vasomotorie, digestive, sccr<.:tive ccc.); tali cefalee sono descritte dai pazicmi in maniera assai pittoresca e come localizzare, abitualmente, alla regione posteriore. Si ripetono irregolarmente e possono manif~.:starsi per degli anni, sensibilizzate da sforzi, da emozioni ecc .. Il sonno non è turbato; tutte le terapie sono buone ma solo per poco. Si riscontrano facilmente nei depressi, nei psicastenici, negli isterici c sono particolarmente ostinate negli ipocondriaci.
REUMATJS.\10 PSICOGENO. - .\nche il reumatismo, secondo \V. T egncr (Brit. Med. )., 23, 7, 1949) sarebbe per alcuni pazienti niente altro che l'espressione di un alte-
rato equilibrio psi.:hico. Si uauercbbe di una forma psicogena (non rara nell'isteria, nella neurosi amiosa e dcpressi"a, nella patofobia ccc.) in cui non è apprezzabile alcuna lesione organica c ~hc è ribelle ad ogni trattamento terapcutico; \' iene aggravata da stimoli p-.ichici c cede facilmcme, ma l'Olo temporaneamente, a terapie suggesti\c. E' generali? zata o è migrante. In molti casi l'A. ha avuto buoni risultati dalla psicoterapia.
L'IJJPOTE:.lZA SESSUALE NELL'UOMO avrebbe, secondo R. Lerichc (Prl·~.,e Méd., 57, 157, 12, 1949) una genesi arteriosa. Egli ha avuto occa~ione di studiare un caso in cui ha potuto dimostrare che la causa en una trombo~i della terminazione dell'aorta. Per l'A. anthe le Jrnpotcnze psichichl -.arebbcrJ d:J riportare a una vasocostrizione emu. tiva c potrebbero ::tvvantaggiarsi dall'infiltrazione lombare.
UN CASO DI SINDROME DI UBA4 .1N-SACIJS \'iene riferiLO 111 "Act:~ Medica Scand. >> . 132 20, 1948, da S. Eckcrstrom. ln una donna di 45 anni. che a,e,·a sofferto 5 anni prima di un'o~teite bacillare, companero dolori alle ~palle, gino,·lhia, polsi, (on piccoli rialzi termici; quindi gonfiore delle piccole articola7.ioni delle dita co11 macchie violacec leggermente riJe, :l te. JJiù tardi acrOtianos: <: colorazione rosso \ iolalca del 'i'o rhe fecero pensare a un lupus eritematoso tl1~seminato. In ospedale vennero ri~contr:tte una velocità di ~cdimenLaz ion :: clevaw c un aumento delle gamma-globuline. piccole adencp:uic dolorose e pkcoli cordoni flc:hitici. Temperatura irregolare: dopo le pouul~.< febbri li dell'inizio, un periodo di qua~i apiressia, quindi febbre evidcme nel periodo terminale quando sopr:l\ venne una polis:ero~ite. Morte per insuffitienza renale, in ipcrpiressia. Nc.:~sun gìmamemo dalla penicillina. All'autop~ia tibros1 lie,·c di tuili gii cJrgani c alterazioni notevoli dei gan3ìi hnfatici cdem !(Osi, ipcrtrofìr i, chiazz:~ti di necrosi. L'A. conclude che l'etiologia tii t]U<.:Sto c< complesso sintomatico variabile di origme indetcrmin:~ta ad esito fatale >l resta tuttora ignota. TRE CASI DI TETANO RECIDIVO sono riferiti Ja Riscr, P1gassou c Rihaut (Soc. Méd. Hop. Paris, 65: 98, 194y): nel primo la recidiva si m::tnifcstò a di~tanza ùi due :~nni con complicanze a tipo urcmico, nel secondo dopo uno e dopo tre anni con ricomparsa del trisma tetanico (la prima infezione era stata lievissima), nel terzo caso dopo 5 anni. In Luttc c tre le osservazioni si cbhe guar·1gione completa con la sicroterapia. LA DIAGNOSI PRECUNICA DI EPILESSIA può essere fatta studiando il tracciato dell'encefalogramma di individui sottoposti a stimoli luminosi intcrmittcnti. Secondo Corni!, Gertaut, c Roger che hanno constatato il fatto, il tracciato ri,·clerebbc la condizione cpilettic:~ anche in casi di piccolo male. In questi oltre che ai fini diagnostici, l'indag ine sarebbe perc:ò utile anche dal lato terapcutico. (Concours Médical, 25 giu. gno 1949).
UN CASO DI SPONDIL!TE COU1JACILL1RE viene riportato da R. Claissc, S. Godlewsky e J. Massclin in cc Paris 1\l~chcnl "• 39. 263, 1949. Una giov:~ne donna, in seguito ad aborto procur:no, presentò una spondilitc lombare seguit:l più tardi da una setticemia. l\'es~un effetto dalla penicillo-terapia; successi,ameme due cmoculture rivelarono il colibacillo. Defen·escenza in seguito alb somministrazione di sueptomicina. Sopravvennero in lì ne una compl icanza plcuro polmonarc, con reperto di Coli nel liquitlo, e una flebite degli arti inferiori. La spondilitc guarì in pochi mesi senza lasciar postumi. Terapia raccomand:~bilc in queste forme, che ~mbr~no :JS$:1i benigne ed evolvono verso la gu:~rigionc spontanea. :~pparecchio gessato c streptomicina. L'ENCEFAUTE ACT?ODIN!CA \':l inserita nel qu::tdro delle cncdalo-micliti acute, c la \ua tknom inazion~ ì: '>tata propcma da ~L E. Laubie (J. de ~[~d. dc Bordeaux, ~· 105, 1949) per i rilievi fatti in tre casi personali: manife~tazioni convul~i,·e frequenti, come :~n·ienc in casi d1 ncnassitc diffusa con acroparcstesia; intimi rapporti con la uHca
fiorillare di Mon·an; insorgc.: rua Ji una cnceialo-mielite t.hCfu,;t amiotrolica con sindrome auopare~tesica. ~ei suoi ca~i l'A. ha anche riscontrato altri ~inromi diencefalici quali poliuria, polidipsia. ipcrl<.. nMone anerio~a. tachicanli.t. ast.:nia, turbe delrumorc <. del sonno, ccc.. La mal::mia ha delorso rapidamente progre,,iH> c.:d esito letale.
UN NUOVO SEGNO PRECOCE DI TROJIBOS! DELLE VENE PROFONDE DELLA GAMBA da tener prescmc oltre i sintomi noti: dolore nel cavo popliteo o nel polpaccio, dolo re nel la regione d<.:l la vena sospetta, leggera ci.u10si, aumento di frequenza dd polso c de lla ternpcratura, leggero edema, piccole embolit.:, inquietudine del pazicme, è costituito, sccomlo G. 11. Pratt (J .A.M.A., liJ49· 140, 476) dalla presenza Ji tre Yene dilntate ~ulla faccia anteriore della tihia che l'A. ha rib·ato nell'So' dci suoi casi come primo sintomo obietti\U.
IL P ~ PER LA LOCALIZZ.lZIO:-. E DEI TL:.\IORI CEIU.HR ..JL!. ~:onc. :\. K. Solomon, W.
B. Selver
H. Swect (I.A.M.A., 140, 277• HWI). partendo dall"ossen·a-
IIOnc.: che.: il fo~foro radio:m·,o 'l lo.:nliz:za nei tumori del n~n·cllo, hanno tro,·ato, usando ··pponunc dosi per via endovenoo;a. che la radioattività dei tumori cerebrali è ili durata ).X a 110 volre maggiore di quella della sostanza bianc:1 circosrnntc, e quella della so\L<IllZ~t grigia. pure essendo leggermente superiore, non ra~giungc mai la radioattivitJ de: tumore. Il massimo di tmll'cntr:nione dd P 3 ~ - concentrazion·~ che sembra essere in rapporto con la quantità di lCIIulc che il tumore contiene - ~i raggiunge in genere due, tre giorni dopo l'iniezione.
L'ACORIA. - Su questa ~mdrome. che t caratterizzata d:tlla perdita del senso di snzicrà c che può present:Jr~i \ia i~ol:ttamente che nel compbso di altri quadri morbosi. B. Lacassic traccia un esauncntc profilo nella " Presse ~fédicllc · , n. 36. 1949. Ricordi:~mo, in particolare. l"acoria dd vecchi - in soggetti in genere.: con sintomi di rammollimento cerebrale - e quella ddlc cachc~sie ipofisarìc (rnalauia d1 Sirnmonds, sindrome di Shcchan, di Bikel, e l':mon.:ssia mentale psicogena). lntere\s:antc la ; iproduzione speri r.lcnralc.: della sindrome con la sezione bilaterale dcll'ipotalamo nell:a ca,·ia. L'A. pensa che alla b:1>c di tutte le forme di acori:~ possano es~cn·i delle pertu rbazioni chimiche iden tiche. LA PROVA DELLA MET/ Qj\lfNA NELL 'ESPLO I?AZIONE FUNZIONALE DEL FEGATO è costituita dal dosaggio Jei solfati urinari nelle 24 ore successi,·c a li:J somministrazione, endo,·cn:t o per "in orale, di due grammi di mctionina. Essa permette li stabilire la diagnosi e il grado delle insufficienze cp:~tiche. (P:tris Médical. n. 28. 1949).
IL REUMATISMO PSORIASJCO, o psoriasi artropatita, 'iene definito in un pre
J. \Veis~cnbach in " Acta Phisioth. et Rhcum. Bel g.))' 4, 91, 101, 194Y· La malattia può presentar'i sotto 'arie forme cliniche: rcum:ni)mo cronico progressivo psorias·co, ::>liganrite suhacut:l o cronica. idrartrosi reci· divan ti o croniche, reu mati~mo cronico fibroso . psori a~i artralgica, mialgie o nevralgie, polia rtrite acu ta febbr ile psoriasica, spondilosi rizo melica psoriasica, rcu mat i>mo cronico deformante progressivo xanrom::noso nella psoria!>i :l rtropat ica c ostcoartrite ipertrohca dcgcnemti va. La diagnosi differenz'alc \<t post:J con la malattia di Bouillard, il reumatismo wbacuto gonococcico ron (her:nodcrmia o sindrome ui \'idal Jacquct. la sindrome di \'idal Jacquct non gono\occica c.. le sifilidi psoriasiformi con polianrire subacuta l>ifilitica 'ccondari:J. Circa la terapia, l'aerazione c l'igiene generale possono far molro; la cuprorerapia ri~ulta tollerata meglio deii'Juroternpia, mentre i topici non \'Crr:tnno somministrati durante le cure con oro. La li~iotcmpi:t c la crenoterapia saranno uti lmt>nte associa te al c t~o e completo quadro dal noto rcumatologo R.
torio X, ai composti di arscno-bismuto-piridina, al manganese colloidale, at composu arsenicali e a lla piretoterapia. (Da « Arch. Mcd. Belg. u, 4, 3-4, 1949).
TERAPIE MODERNE E NUOVI RITROVA TI. NELLA CURA DELLA AfYASTHENlA GRAVIS gli estratti ipofisari, preconizzati da Simon, si sono n\clati abbastanza efficaci in un caso traltato da M . Mamma (Bull. et Mérn. Soc. Méd. l lòp. Paris, fls, i56, 1949). L'A. ha adoperato l'ocitoàna per un paio di mesi, ed ha assistito al miglioramento notevole Jel quadro dinico, supenore a quello dato dalla timectomia. il trattamento preconinato da Blalock. Recentemente osservazioni interessanti al nguardo ~ono mne fatte da P. Burgeois, Ja lselin, da Paro(. da Sicard e Abaz:l. Un'ammalata IRRIGAZIONE PER!TONEALE NELL'EDEMA CARDIACO. di 4i anni, :affetta da stcno~i mitralica con note,·olc cd e~tc~o edema rci'rattario a ~utti i dillretici, è ~tata trattata da S. Sthneierson (.\m. J. of Mcd. Se, 218, i6. 1949), con dia lisi pcritoneale di soluzione dt glucosio al 5 ' , aclorurata, per 6 gg .. Al 3° giomo da spar\'e un'amaurosi che era loopraggiunta in seguito a trattamento wn ~alyrgan e l'edc rna si ridusse rapidamente c progressivamente sino a re~iduare solo un lic\'issimo gon fiore malleolare.
L'ELETTROSHOCK ,\'ELL'A.VESTES!-1 CH!Rl..-RCIC.-1 - gi:ì ~p~rimentato da C. Scanozzi in in tenenti \U alcuni p\lcopatici - è stato ora dall'.\. u~ato in opera· zioni anche molto importanti su pa.cienll comuni che hanno sempre sopportato bent: c l'ane~te~ia c l'intervento. l malati che in precedenza hanno subìto appl icazioni Ji del troshock si assoggettano molto ,·olentic.:ri :1 tale tipo di ancstes:a p::r~h~ ne wnoscono l'inno.:uitJ c l'a s~c.:nzn di ~offcrenza. Startoni ha operato ernie, appLndici a freddo c perforate, un caso di rcselione gastrica e persino uno di ascesso po'tr.cmarc. In alcuni .:asi ha do' uto ripetere la s.::trica elettril·a dato il prolungarsi dell'in teP enro: nessun inconveniente. (}.lin. Chir .. 13, 3iT, HJ4<J). I L lv!ET!LTIOURACII.E NELL'ASISTOLl/l E NELL'ANCIN.I PECTOIVS. - Un trattamento, prolun~::llo per ;lllni, Ji metiltiouratile ha migl10r::to note\olmenLe le condiziona di 7 asistolici l di 9 anginosi osser\'ati e trattati da ,\. fri~kc e l. Lindgacn (« Acta 1\Icd. Scand. "• 132, 6i, 194b): nuglioramcnto obhietti,·ato a mezzo delle prove dell'anos~icmia provocata e della resistenza .1gli sforzi e manifesto da .~ a o me~i dal l'ini?.:io dclb cura, mentre la f un zio ne tiroidea non risultò alterata eh t• dopo 6-8 mc.;~ a. Le os~ervazioni degli r\r\. ~i accordano wn l'ipotesi che la tirossina ~cmihilizza il mio cardio all'azione dell'adrc.;nali na e che il metiltioural'ilc an nulla q m:st 'az ione soppri m endo la formazione di tirossina. Prima del nuo\ o trattamento pa.ciemi erano stali ~ouoposti ~enza alcun bcncfldo alle ,·arie wre classiche. ARTERIOSCLEROSI E VIT/l:\1/N.-1 IJ 6 • - ScconJo gli esperimenti condotti al l'Università della Californ ia dai dottori f. F. Rhinchart e L. D. Gn.:eberg la viwmin:a B" (piridoxinn) svolgerebbe un 'i m port<llllt: n ione nel rn,Jntcn · mtnto de l tono delle arterie e pertanto una sua deficienza potrebbe fa,·orire l'in~orgcre dell'aneriosclero~i: in scimmie mantenute per un periodo di tempo, dai ~~i :Ji quindici mesi, ad un regime pri\'o di ,·iwmina B6 si sono manifestate arteriosclerosi, ipertensione cd afTezioni cardia che, mentre t:J ii sintomi clegenerati\'i non sono comparsi in altri :1nima li sottoposti :1d un regime con presenza di vitnm ina B". (U.S.T.S.). CURA DELL'ACTIN0.\1/COSI CON STI?EPT0.\1/CINA. - J. t\. Torren~ e l\t. W. \VooJ hanno trattato 3 casi di actinomicosi cutanea c viscerale con ~ttcptomicina
- in media 2 gr. al giorno per il primo mese e I gr. per il secondo con una forte dose iniziale - ottenendo risultati da\'Ycro brillanti. (Lancet, ::!5 giugno 1949).
NELLA CURA DELL'HERPES ZOSTER buoni risultati ha fornito l'uso Ji cloruro d i tctra-ctilammonio per via intrarnuscolare o endovenos::t (so rngr.). Secondo R. L. Fisher, M. Zukerman e D. N. Sween)' (Arch. Ncur. anc.l l'sych., 6r, 124, 1949) in alcuni casi furono sufficienti 4-5 iniezioni per ottenere la mmpleta guarigione, in altri, però, il trattamento dovette essere prolungato anche per mesi. I I. S. Gaskell ha adoperato in 20 casi estratti di fegato - iniezioni endomuscolari di neo epatex - e assicura di csser:: nuscito a debellare le nenalgic con una o due iniezioni di 4 cc c.li estratto. (Brit. Mt!d. l., I I gennaio 1949). iL RADAR IN MEDICINA. - Per la ricerca di corpi estranei ann idati profondamente nei tessuti dd corpo umano c che, come i calcoli alla vc.:scica, le schc~gc di legno, di ferro ecc., spesw non posson0 css::re scoperti radioscopicamente, è i n prcparnione negli Stati Uniti uno speciale apparc.:cchio che udina onde sonor:: ad alta frc<luenza. applicando insomma i principi su cui 'i fondano il radar cd il sonar. L'apparelchio in vierà nei tessuti onde sonore ad alta tre<luenza, generate da un cristallo d t l(u..trzo: in· ccmtrando un rorpo solido, tali onde ~aranno riflesse c trasformate in irnpubi elettrici che, comparendo su di uno schermo a taggi catodici, potranno indicare esattamente al medico la precisa posizione del corpo estraneo in funztone del tempo imcrcorso tra l'invio del primo impuho c la ricezione dell'eco, e della posizione del segnale sullo ~chermo. E~pericnze di laboratorio sugli animali ~i sono dimostrate molto soddisfacenti, ma non è ~lato ancora effettuato alcun csperimemo sull'uomo. E' ~tato comunque po~~ibile accertare che l'intcmitl delle onde sonore non è nocna ai te~~uti. (U.S.I.S.). l LARINGECT0.\1/ZZATI POSSONO RIACQUISTARE L.J PAROLA
~enza
l'uso di apparecchi meccanici. Gli spcdalisti del linguaggio in America hanno trovato che la gola può wiluppare, con l'ac.ldestrnmento, una vcx:e come quella prodotta un tempo dal laringe: il paziente è addestrato a introdurre una certa quantità di ana nell'esofago ed inghiotùrb sino a mc1~1 dello sterno, c quindi ad espellerla. Si produce così una colonna d'aria che affluisce daUa bocca. Le pieghe del tcs~uto al punto di apertura dell'esofago funzionano da glonide; l'ana rigurgitata, passando anra\·erso que~te pieghe, le mette 111 \ ibrazione e protlu((: una « ,·oce ''· Con l'.tddestramento le pieghe dell'esofago acquistano una maggiore capacità Ji vibrazione, la quamità d'aria :tumcnta c la qualità dci suoni \'Oca li migliora. 1'\c\l'Ospedale mt;-.ionale per le Mabuic Fonetiche il dottore ). S. Creene e i suoi a~sisu:nti stanno insegnando a cenrinaia di operati di laringectomia com:: servirsi dell'c<.ofago al posto del laringe. (U.S.l.S.).
L'ACIDO GU..JT,I.\1.\IICO lì\' PSICHIATRIA. - P. Penta (l'rogr. Mcd .• 4· 1949) ha esperimentato que~to farmaco, associato alla piridoxina, in un gruppo di lO ragazzi frenastenici, di cui 4 affetti da piccolo male, ed ha not:ttO, soprauutto nei più piccini, un notevole progresso dello sviluppo psichico che s'era arrest:lto. [ bcnclìci scompari,·ano, però, no n appena si sospendeva la somministrazionc dd medicamento che il Penta ha usato neli:J dose cli due compresse ogn i due ore (ogni compressa contencv:1 gr. o,5 di acido g luwmmico c mgr 2 di "it:unina 136 ). L'acido glutammico sarebbe atti,·amcnte assorbito e trasformato dal sistema nervoso mentre la piridoxina agirebbe come cocnzima nella determinazione dell'acido glutammico. IL NEOB,/LUSTOL- nome commerciale - è un composto di olio di paraffina, oleati alcalini, ammoniaca, olio di menta piperita e dosi minime di 2, meril4, buranol-2, mctilpropa nolo, che E . Schlieff c H. Schlieff (Mcd . Klinik, 44, 867, r949) us:1no da r8 anni con successo per via peroralt.: nelle infez io ni tifichc c pa ratifiche. Gli AA. l1an no somministrato, negli 88 casi che i ll u~tr:tno, 4 cucchiaini al giorno del prodotro (che è un
530 disinfettame in U'>O da tempo in S'izzera nelle terite) diluito in un correui'o per il pessimo ~apore che ha. La somministrazione viene ~ospcs:~ con lo sfebbrarnemo, m:~, a dire degli stessi AA., f1no a 10 gg. dopo la wmministrazione del ~eoballistol non ~i nota alcun miglioramento (!).
L A CLOROM ICETIXA NEI PORTATORI CRO.\'ICJ DJ BACILLO DI EBERTll. - In un r:~g:~zzo di 9 anni, guarito di un tifo c rimasto portaton: di b:~cilli da riperuti esami delle feci, C. A. Rumball e L. G. ~loon., a un anno di di~tanz:l da;. l'infezione, hanno iniziato un trattamento con cloromicetina :1 dosi usuali per la tcrapi:r del tifo; le coproculturc sono rimaste positi'e in\'ariabilmente. Gli AA., allo:a, hanno triplit-ato le dosi di cloromicetina c immcdiawrnente le feci non rivelarono più la pre senza di b:~cilli; tale ncgatività però. si mantenne per soli due giorni dopo la so~pen sionc del trattamento. ( Brit. Mcd. J., 4612, I941J).
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ULTRASUONI CONTRO L./ :\fALARIA. - Secondo recenti studi, UO\'a, lane c ninfe sarebbero distrutte dall'applicazH>ne degli ultrasuoni sulle ac.:que malarigcne; su queste, inoltre, si potrebbe produrre, con l'uso degli ultrasuoni, un::t ~ospen siom. Ji D. D. T. per mantenere più ::t lungo il lo:o potere battericida. IL DOLORIMETRO. - E' in uso negli Stati Uniti un apparecrhio - il dolorimetro - che rmsura la resistenza al dolore. Il suo funzion~1mento è cstrem:~mcntc.: scm· plicc.:: l'apparecchio, infatti, consta di un proiettore con una lampada ùa woo W::ttt rhe. attra,erso una lente, concentra i propri raggi su di un punto della fronte dd paziente. Il calore sviluppato d:~ll:~ lampada viene gradu:Jimente aumentato fino n che tlucsll non prod un senso di dolore fìsico. Adoperando <ome un1tà di misur1 la millic:~lo~i,l, si è riscontrato che una persona normale prO\·a ln prima semnzione di do lore quando si g iungL sulle 230 millicalorie. L'apparecchio ha perme~so di accertare che la mas~ima re~i~tenzn al dolore si ri fCOnrra era g li atleti e gli agricoltori. Sempre nel campo del dolore·, dei medici am::ricani hanno prcparato un •· diagramma • del dolore 1n cu1, misurandonc l'intensità in u doi "· il maì eli ~comaco \'iene registrato a 4 "dol "• il mal di denti a 6. Jl ma~~imo - 10 « dol ., - è riservato alle doglie del parto ed alle bruciature di ~igarell:l. (v.S. l.S.). NEGLI ESAURIMENTI NERVOSI determinati d:llla prolungata partecip:~7ione ad c,·enri bellici (esaurimenti di guerra) P. V. Lemkau e R. B. S:~mplincr (A rch. !'\eur. and Psych., 6o, 61, 1948) hanno m:~to con successo. in una serie di militari. il t::trtrato di ergotamina che oltre a dimostrare un 'n ione tempcutic:l superiore agli altri medicamenti, ha permesso di ridurre di molto le dosi dei narcotici così in uso negli c'crciti anglo-americani per la terJpia psichiatrica. L'effetto print ipale si ~ maniflstato nella scomparsa del tremore c del senso soggenivo di tensione dci pazienti.
UN NUOVO MEDICAMENTO CHEMIOTERAPICO, nella terapia della tuber c-::>losi polmonarc, è costituito dal T.B.l. '6g8, proposro da Dom:~gk cd cspcrimenl<lto in seguito da H. Wilchens in molti casi con controindicazione di pueumotorace e ncces sità di inten·ento. L'A. ha a\ uto buoni risultnti soprattutto nelle forme recenti .1 tipo essudativo. Caratteristica, in tutti i casi, la riduzione' della velocità di sediment:~zione. Nessun miglioramento in un caso con lesione ca,·itari:~ anrica. LA N l VA CHINA, solfato di (di<.:tilamino-4'-metel-1') butil-amino-4-doro-i chino· !cina, è un nuo\'O antimalarico sintetico, ad nzione curativa e profìlattic::t, molto più effic:.cc Ji quelli finora in uso, alli\'o anche \erso altri p:!r<~ssiti tropicali. Al recente l\' Congresso Internazionale delle malattie tropicali, in Washington, Schneider, Clesurt e .Yfé. c:h1 li han no ri(<.::ito sulle brillanti esperienze esegu ite con la n i vachi na nell'Africa del ~or d.
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53 1 LA RADIOCARDIOGRAF/.1 consiste nell'iniezione in \Cna dt sodio radioattivo - Na " 1 - e nella registrazione per mezzo di un rivelatore di Getger scri,·eme della via <racciata dal sale. Possono, così, ess<.rc studtati la dinamica cardiac::t e le e\·entuali moditicazioni, mentre il metodo r.sulta di tncomparabile aiuto nella dtagnosi di affezioni tardiache insospettare o erroneamente giudicate. tESSUTO POLMONARE PLtiSTJCO. - Gli speciali~ti dell'Ospedale Nazionale cl'raico di Denver stanno adoperando, per sostituire i tes~u ti polmon::tri perduti nel rratl:lmenw col pneumotoracc, una speciale materia plastica che riempie la cavità polmonare nport:tnclola alla sua forma naturale. Si trauercbbe di una materia in tutto simile, come morbidczza e peso, al tessuto polmonare. porosa. con migliaia di piccole cavità irregolari assai ~imili a quelle del polmone. Ha colore bianco ed è pri,·a di odore, non irrita e non si tktcriora. (U.S.I.S.). UV XUOVO A;>.'TJHIOTICO. Dal luppolo, a note proprietà antibaneriche, è stata ora estratta la sostanza auiYa, il <• lupulon >•, che secondo gli studi di Chinn e coli., deii'U niversità di Cal ifornia. ;l\' t ehh c azione haneriostatil a sul bacillo tubercolare. (l'roe. S•x. E'\p. Bio!. Mcd .• n. 70, 1949). NEL TRATTAMENTO DELT:ANG"OR la glicucolb, che per un duplice mecc ani~mo di azione agirebbe migliorando il circolo coronarico c stimolando la contrazione del miocardio, si è rivclat:~ molto efficace secondo le ricerche cscg1;itc da M. Audìe~ c
C. Dumon su 52 anginosi Yeri. In un terzo dci casi gli AA. hanno constataw la scompar'a duratura delle crisi, in un altro tcr7o hanno avuto migliOramenti noteYoli ma con ~u re prolungate, in un terzo nes,un miglioramemo. La glicocolla l: stata somministrata m 'olu7ionc al ro o per in:ezioni quotidiane endO\ ma per un periodo di 10 gg. Fin d:u primt 4-5 !(orni di cura ~~ nota il miglioramento. Le imcztt;lll possono essere ripetute Ìll ocJi di 5 a IO a distanza di 5-10 g:orni .
APPLICAZIONI DEL BETATRONE NELLA CURA DEL CANCRO.- Il dott. Rogcr A. Han ej con la collabora7ione di alcuni r:Jdiologi dell'Università di Chicago ~ta dirigendo gli esperimenti che si prefiggono d i rratt:~re con il betatrone i tumori m:~li ~;ni situati profondamente. l raggi :-<, eh{. ~i usano correntemente, hanno un'en e~gia d 1e va dai 200.000 ai 2.ooo.ooo di \'olts, c pertanto l'azione t: limitata alla superficie; invece i 22.000.000 di \'olts prodotti dal betatrone penetrano profondamente nel corpo umano. La loro m::~ggiore efficacia ~i eserdta a 4 cm. d:~lla supcrlìric. ma anche a 20 cm. di pro· tondità l'energia è ancor;, notc,vli~.,irna. ( L' .S.I.S. ). LA MA:VO ARTIFICIALE ELETTRICA è stata creata da due scienziati tedel>Chi. Rettcr e Kampik. ed offre l:~ possibilità di comp:ere tutti i rnoYirnemi senza alcuno storzo. L:J protesi pesa 250 gr. (!d l: di facilissima applicazione.
INFORMAZIONI. LA Il ASSE.\1BLEri GENERALE DELL'IGIENE MENTALE ha a,·uto luogo a Ginevra dal 22 al 27 agosto. Sono state nominate Commissioni per lo studio dei nri problemi comuni all'O.M.S. c all"U.N.E.S.C.O .. Il presidente della feduazione ~lon Jiale, dott. J. R. Recs, di Londra, ha presieduto ai lavori. /L ,\1/:V/STRO l.VCLESE DELL.-1 SANITA', A. Bcvan, l: stato in Italia nell'agosto scorso. Da Roma, 0\ e ha ,·isitato, fra le altre i'tituzioni sanitarie. l'Istituto Superiore di Sanità, l'Ospcdak P~il hi,nrico di S. Maria in \'i a, I'O~pedale Sanatoriale
53 2 Forlanini, il Mi nistro si è portato a Firenze, Bologna, P adova, Mestre, Venezia, Varese, Par ma c Milano rendendosi conto dei progressi conseguiti dall'Italia nel campo dell'Assistenza sociale ed ospedaliera.
LA MEDAGLIA FRANKL/N AD UNO SCI ENZI A T O SVEDESE. - Il presidente dell' Istituto F rank lin, in Filadelfia, ha consegnato in forma ~olenne la mcd:~glia Franklin 1949 allo S\·edese don. Theodore H. E. Svedberg, direttore dell'fstituto « Gmtaf Werner,. di Chimica nucleare di Upsala, per il contributo dato agli studi che portarono a llo svilup po della bom ba atomica. Nel 191.6 Svedberg aveva ottenuto il Premio :Kobel per la ch imica, per le ric:erche c:ompiute sui pesi molccolari. IL FOTOMETRO A F/A,\JMA è un recentissimo apparecchio, già in uso negli osi1edali degli Stati Uniti d'A merica, che consente di misurare in pochi secondi la potassiemia. Il suo uso :tvrehbc permesso di ~Jivarc la \'ita a vari paziemi c:on sintonu di ~hock da trauma o da intcn cnto chirurgico. L'apparecchio, infatti, ~egnalando la qu:111tità di potassio presente nel sangue, mette sull'avviso i medici circa la necessità di a u men tarla con opportu ne som ministrazion i o diminuirla con iniezioni di cloruro di sodio: nei casi di shock, si ~J, la mon~.: ~ fa\orit:J da uno squilibrio nel ricambio d-:1 potass:o nell'organi,rno. E' ST ATO ASSOLTO F. SAUERRRUCJ-1, il celebre chirurgo tedc~co, dal1'.1cc u~a di fì lonazismo. Il T ribun.tle di Jcnnilìcazione d i B~.:rlino, nella scntenz:~ di asso luz.ont, ha rcnuro a mt:nere in e\ idenz:1 che d prof. Sauerbruch oltre a non t:s~t:r\t inserito nel nazi;mo ebbe ad aiutare molti per~eguitati per motivi politici e razziali. IL VI CONGRESSO INTERl\'AZION. fLE JJI !UDIOLOG!A aHà luogo a Londra dal 23 al 29 luglio HJSO nell.t Centrai IIJII di Wcsrmimtc.:r, ove sarà pure tenuta un'importante mostra sdentifìca. l lavori del Congrc;'o saranno ;uddivisi fra 5 set.I<Jni. un,1 scientifica generale, una di diagnosi radiologil';1, una Ùt u:r.tpia radio logic;,, una di biologia e una di fisica. Conferenzieri appo~tramente prcscclti saranno !Il\ itati a dare il loro contributo alle discussioni. Durame b ~ettiman:~ preccdentc il Congresso c ndle due ~enimane sue c.:cs~ i vc avranno luogo d ' mostrazion i pratiche nei rep:trti rad io logici di .t lrun i ospt:tbli di Londra. Sono inultrt in programma varie c numerose manifc.:stazioni turistiche e mondane. Per informazioni ri\ olgersi al •· Secretary Generai, 45 Li neo l n 's l nn Ficlds. London \V. C. 2 ». JL IIJ COSGRESSO DELL'.JSSOCUZIO.V E ,\/ED/CA ,\10.\'DI.·ILE, che: t> una assol.iazione 'olontaria delle varie organizzazioni nazionali cd ha lo s;opo di rapprcsent:tre c p roteggere g li interessi dci medici d i tutte le nazioni dd mondo, (: stato tenuto a Londr:l dall'II al rs ottobre presenti i delegati di 25 nazioni fra cui l'Italia. Particolarmcnte discu~~ il problema ddle As;icurazioni 'cKiali (in lnghilt~.:rra, da oltre un anno, è in 'i gore il " Servizio Sanitario di Stato ••). L'« AMERICAN COL LEGE OF CHEST PHYSICTAN'S "· una delle più importanti Società Scientiliche del ~ord America, a seguito della 'i~ita in i tali:~ del suo Segretario ese<.:uti'o dott. Kornfeld Murray, che ha pre~o contatto c:cn l'Alto Commissariato per l' Igiene e b San ità Pubblica e ro n l' Istitu to Nazio nale del la Previde nza Sociale, ha deci~o di tenere a Roma, nel settembre '950, il suo primo Congresso rntcrnazionale di T isiologia. Jl dott. Kornfeld ha r::nuto il 22 settembre. prc;so l'lsùtuto Forlanini, una conferenzn su gli scopi e l'attività Jcll'u A meri can College of C hest Physicians '' cui ha fatto seguito la proi~.:zione di tre films scientifìci a colori.
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533 LA Ili ASSE.\4BLEA ,\IONDIALE DELLA S.INITA' sarà tenuta a Ginevra. lavori avranno inizio 1'8 maggio 1950. AL Il CONGRESSO INTER.VA ZIO.VALE DI EMATOLOGIA, tenuto a Montreux dal 15 al 17 settembre c nel quale sono stati trattati argomenti di vivissimo imcre.sc (ricordiamo, fra le altre, la relazione di Heilmejer sulle a nemie emolitiche in genere, c quella di Damcshek su ll"autoimmunizzazione ncll'nnemia emolitica acquisitn) In p:mecipazione imliana ì:· ~l:lla oltremodo notevole per numero e qualità di convenuti e per l'interesse delle comunicazioni svolte da Di Guglielmo, di Napoli, viceprcsidcntc della Società Europea di Ematologia c Presidente della Socied Italiana di Ematologia, da Astaldi, Baserga, M:JUri e Storti di Pavia, da Ficschi c Baldini di S1en:t, da Quattrin di Vicenza, da c;amhigliani-Zoccoli, Sancro, Paolina e Gavosto di Torino, da Rictti di F errara, da Furnara di ~ov:~ra e Schwartz-Ticnc di Sassari. Erano anche presenti, fra gli alui. i protl. Sisto, Greppi. Bufano, Dalla \'olta, D ominici, ~fonasteri. E' MORTO G. GIEMS. I. - .-he,·a 81 anni c il suo nome di puro scienziato resta in particolar modo legato a noti c 1mportanti studi nel campo della microparassitologia, nei quale porrò innovazioni di tecnica di laboratorio origin:~lbsime. E' MORTO LORD HOJD ORR. premio 1'\obcl per la pace 1949. Era nato nel t88o ed era laureato in .Medicina c in Scienze. Durante la prima guerra mondiale fu ul It ri aie mcJico nella marina c ne ll'esercito inglese. IL CENTE.VAR/0 DELL.I VASCITA Dl H' OSLER \t<.'nc telebrato quest'anno nel Canadà, paese natale tl::llo sc.1cnziato. negli S. L' . ove egli inscgnù medicina all'Um \'Ctsit.ì ,, Johns Hopkins " c in l nghiltcrra che lo ebbe insegnante ad Oxford. Sono molt~ le ,indromi che portano il suo nome.:. Oslcr morì nel 1\)llJ. 1 .1 POPOLAZI01\"E .\IO.\ OI.JLE in un secolo è aumentar;.~ Ji un miliardo di unid, ha dichiarato il prcsitlcnte della •c Consen·ation Fuuncbrion" di K ew York, pro(. Osborn, attribuendo a tale inLremento di nascite i rivolgimenti verificatisi nl'l monJo negli ultimi 50 anni. Se :1ndremo di questo passo, ne-l 2.ooo r:1ggiungeremo l.t bcilczza di tre miliardi di uomini!
IL PROF. B. DI TULUO ha inaugurato a Buenos Aires il primo corso ufficiale di :11Hropologia criminale pres~o quelb Cniversit:Ì . Erano pre~t"nti h: più alte cariche del go\ erno argentino e il nostro Ambasciatore. IL PRE.\fJO .VOBEL PER L. l \IEDICISA è stato :megnato, per il 1949, ai neuro· c.h1rurgo portoghese Egas :\lomz ( L1'bona) per l'imroduzwn:: 111 terapia psichinrica della lcucotomia, e al IÌsiologo ~' i:zzcro Rudolph \V alter H css per le [unJarnentali nccrcht: ~ul diencefalo. UNO SCIE,\'ZIATO GIAPPONESE, il dott. Ilidcki Jubwa, insegnante pre~so la Columbia Oniv::rsity, è il vincitore del Premio Nobcl 1949 pcr 1:1 fìsic:1. Le sue ricer· chc hanno apportaw un cuntribuw sostanziale a llo studio sui me.•oni, gli elementi cui si deve la coesione fra le varie parti de l nucleo atomico.
L.t LOTTA CONTRO LE .\ f rlL.lTTIE DI CUORE NEGLI STATI UNITI. Secondo quanto annunciaro d:-all' cc Ente per la previdenza M>Ciale "• sono stati stan7i:-tti per la lotta ronuo le malattie cardiache altri 8.614.737 dollari. che ,·anno ad aggiungersi alla cifr:1 di 1.200.000 dollari st:~nziata nel luglio, raggiungendo c:o~ì per l'eserciz:o fìnanzi:~rio in corso un valore pari a sei \'Olte quello del 1948-49· Della cifra suddetl:l 2.053·310 dollari saranno destinati :1 ricerch::, 67 1.032 dollari ad iniziative culturali c 5.!l9o. W5 dolbri :1 nuove costruzioni o~pcJalicrc.
534 V CONGRESSO NAZIOL\'ALE DJ STORIA DET_LA MEDICINA. Il 2 otto brc sotto la pres:dcnza dell'illustre ~l:!estro prof. Castigliom, coadiU\'ato dall'infatica bile segretario prof. Helloni, nella Sal:l delle Asse nel Castello Sforzc~co eli Mi lano fu in~ugurato il V Congresso 1\':-~zionale di Sturi:~ della Medicin::~ col discor~o del ~cn. prof. Spallicci, Alto Commi~sario AggiuntcJ per l'i~tene e 1:1 sanità pubblica. lnteress:-tntiss:me conferenze, riguardanti in particolar modo la storia della medi. cina rinascimentale, si susseguirono p•·r tre giorni, presentate da Mae~tri italiani e stra· nieri, fra i quali Il. Sigerist, E. Goldschmid, A. Underwood. J. F. Fulton, R. 'e,·eu. Gonzales Diaz. e da gio,·ani culton di stori.t della nostra scienn, i quali con ardore di p:1ssìone, comprendendone oltre che l'interesse anche tutta l'importan7a, portarono ver::~ mente notevoli contributi . Saggiamente di~poste fiancheggiarono le riunioni scientifiche 'i si te alla Certosa di Pavia, :-~1 Museo Storico Uni\'ersitariCJ, all'lstituro di Farmacologia, all:1 Biblioteca Ambrosiana. Durante il Congresso, \Otto la presidenza del ~lae~tro prof. Conini, si s\olse una riunione amm:oi~wniva dclln Società Itaiiana delle Sricnze McJiche e Natur~lli, venne inYinto un rcvcrente \aiuto al venerando ,\lat'Stro D;l\ ide Giordano. c \'enncro ronferite su aordinarie nomine a so.- i ad illu~tri scicn7iati stranieri. Uoa ben riuscita mostra del Libro :111tico di Medicina, ricc.1 di Codi( i ed l nnmabuh delb Trivulziana, t'ra e~post:l nella stessa sala del Ca~tello. mentre altra an:tloga impor t~mc espo)i7ione Yeni,·a offerta dal Circolo Librai Amiquan di ~fila no presso la \'inCiana. LA SCUOLA NAP0LETAN,l AL X CO.'VGRESSO ITALJ.IlVO DI ,\!fEDI CINA LEGALE F. DELLE:. ASSJCUI?AZI0.\'1.- .\1 X Congresso Jdla Scxictà haliana di Medicina Legale c ùdle A~~icurazioni, s\'olto~i a Parma dal 2 .ti 4 ottobre, la Scuola Napoletana ha partecipato con i proff. Palmicri c Tan.itano cd i dott. Fasulo, Romano cd Ungaro. tutti dell'Istituto di ~1cdicina l.cg:-~le e delle A'si(urazioni, ed il dott. Latte, med1co capo dd l'Ispettorato ~fcridwnale dell'Istituto della Prc,·idenza Sociale. Essi hanno prcsentaro le ~cgucnti comunicazioni: a) Prof. V. M. Palmicri, direnore: 1° - Contributi ad uno ~tudw miercxristalio gr a fico razionale delle tracce di sperma; ::?.0 - Accertamenti radiologil i per l'obiettivazio ne dell'impotenria coeuncli. b) Prof. Tar~itano, aiuto: 1" - L 'isJ:~mina nella fìsiopatogene~i dcii 'asfis~ia; 2" Le fibrosi ti traumatiche; 3" - La diagnosi di uremia n d c:1da' ere. c) Don. A. Fasulo, as~istente: 1" - l ndagini sperimenr:1li nell'a\'YelenJmc.:nto cl::t mercurio per via endoveno~n; 2" - Un caso di proietti le ritenuto nel miocardio; 3° - La rea7ione vitale nelle ossa. d) Dott. C. Romano, assistente: 1 " - L:1 diagnosi mediw-legale dello st:llo di dolore e di emozione; 2° - L'idcntifica7ione ed il dosaggio Jell'arscnico mediante i reattivi organici. ~> Don. R. Ungaro: Lo studio dei fermenti pcrossida,ili aprlilato alla diagnosi cronologica di sangue. JJ prof. Palmicri, c he ha presieduto la ~~:dura di lhiusura del Congresso, ha ringraziato, a nome di tutti congn:ssisti, Il Comitato organi/ zatore. Il prossimo Congresso a\'rà luogo a Catania nel 1951.
JL NUMERO DEI .\!ALATI DI ,\ !E.YTE AU\IENTA .... - Stando alle più receNi statistiche, negli S. lJ. ~ono riro,crati, nei 190 o~pcdali psichiatrici di Stato, 125.000 malnti con una med ia del 30 ",·, supcrio:·c alla capacitiì degli ospedali ste~si. In Danimarca, oltre i mentali veri c propri imcrnati negh ospedali p~ichiatrici, ,·inebbcro 150.000 neu rotici.
535 GLI INGEGNERI SANITARI NELL'ESERCITO AMERICANO.- Il magg10re M. Turner, in un articolo sul Milicary Surgeon (n. 5, 1949, p. 38o) mette in ri lievo l'opera di questi professionisti durante l'u ltimo conflitto. Nell'esercito degli S. U. essi costituÌ· scono un vero corpo di ufficiali alle dipendenze del Capo del Servizio Sanitario Militare e, p iù direttamente, de lla Sezione di Medicina preventiva. Sono i diretti collaboratori de!;li igienisti per tutto quanto riguarda problemi idrici, profilassi meccanica contro :ticune malattie, alloggiamenti ecc., e il loro la\'oro è sempre controllato da un uffìciale n:.edico. L'ingegnere sanitario, nel corso de lla sua carriera di ufficiale, se ne avrà i requisiti, potrà frequentare la Scuola d i Stato Maggiore ed arrivare sino al grado massimo di Capo della Sezione «Genio Sanitario "· Attualmente il Corpo di questi specializzati conta r6 ufficiali. CORPO FEMMINILE DI SPECIALISTE IN MEDICINA NELLE FORZE ARMATE AMERICANE. - Corsi di preparazione per essere ammessi in questo speciale corpo vengono tenuti negli S. U. dal settembre scorso. TI programma d'insegnamento cornprentle un internato in dietetica, un corso di fisioterapia e uno di terapeutica clinica. La parte pratica ''iene s,·olm presso il << Brooke Army Medicai Centre )> . Le candidate, oltre ad alcuni requisiti di studio. devono essere nubili, senza persone a carico, di età dai 21 ai 26 anni. Promosse agli esami, dovranno impegnarsi di rimanere nelle forze armate per un periodo di 2 anni. Congetlate sarann::> considerate sotwtcnenti nella riserva. (J.A.M.A., 139, II, 1949).
«RASSEGNA INTERNAZIONALE DI CLINICA E TERAPIA>) dedica 1l suo numero 17-18 (15-30 settembre 1949) al prof. Leonardo Dominici nella ricorrenza del 70" compleanno dell'illustre patologo. «<L RADAR. LA RADIOLOCAUZZAZIONE E LA RADIONAVIGAZJUNE (Elementi). - L'Ufficio Ricerche e Studi dello Stato Maggiore Esercito, con questa recente pubblicazione, viene ancora llna volta incontro al desiderio degli ufficiali, e di quanti si interessano all'argomento, di aggiornarsi sui problem i tecnici p!ù moderni e che hanno stretta attinenza con la condotta di una guerra. Per quanto succinta c modestamente indicata come c< elementi )) , la monografia può dirsi completa e, in ogni modo, più che sufficiente per dare un' idea chiara ed esatra di questo nuovo portato del l'ulrimo connitto mondiale.
LA XXVI ASSEMBLEA DELL'UNIONE INTERNAZIONALE CONTRO IL PERICOLO VENEREO è stata solennemente inaugurata in Campidoglio il 12 settembre con la partecipazione di 17 Nazioni. I lavori si sono protratti fino al r6: numerose e ir.tcrcssanti le varie relazioni fra cu i quella del prof. G. A. Canaperia, de ll 'Alto Commissariato per l'igiene e la sanità pubblica, sui nuovi orientamenti nei servizi d i profilassi antivenerea in vista de ll 'abolizionismo. A conclusione dei lavori sono state adottate 13 risoluzioni interessanti problemi sociali, profilattici e terapeutici. In genere, l'Assemblea si è pronunciata contro la regolarnemazione della prostituzione e, fra le misure di lotta contro il pericolo venereo, h:.~ raccomandato l 'istituzione del certi fìcato prematrimon ia le (risoluzione n . 5). La prossima Assemblea si terrà in SYizzcra.
AL XIV CONGI?ESSO INTERNAZIONALE DI MEDICINA VETERINARIA, tenuto a Londra dall'H al q agosto, ha partecipato una nume rosa delegazione italia na fra cui segnaliamo il col. \Cterinario dott. A. Bric·nza per il Ministero della difesa. Il prof. T. Bellado nna ha parlato, alla V sezione. sul tema: " La funzione del medico l'eterinario nel campo della fecondazione artificiale"·
LA SOC!ETA' PER LO STUDIO DELLE MALATTIE l.\'FETT/1/E E PAR.-JS. SITARIE, con sede in Napoli, ha tenuto il suo primo Congresso a Roma nc1 giorni 27 e 28 ottobre. Il prof. Giovanni Di Guglielmo, in qualità di Presidente della Società, ha Inaugurato il Convegno nel quale sono stati trattati due interessanti temi : " L'anchilo· storniasi ,, (Proff. L. Ca nn.wò e M. Carusclli), e <<Conoscenze c problemi sul tifo esau tcmatico di gene~i murina " (Prof. V. Scaffidi). Alle due relazioni ampiamente dHcus~e hanno fatto seguito numerose comunica7ioni su vari argomt:nti. A vcva inviato la sua adesione l'Alto Commissario prof. on . .t-.L Cotcllessa. Presente, per la Sanità .t-.lilitarc, il gen. mcd. prof. G. ferri . Direttore Gcncr:tle.
PREMIO ((LUIGI PRETI "· Allo scopo di onorare la memoria del prof. Luigi Preti, nella ricorrenza del X anniversario della morte, un Comitato formato~i fra i suoi :tllic.:vi, :tmici c ammiratori ha istituito un concorso ad un premio di L. roo.ooo per il miglior lavoro originale che tratti di lJ Uabiasi argomento interessante b medkina del la\Oro. Possono concorrere tutti i laureati in medicina (esdusi i professori ordinJri c incaricati di cattedre di università); termine utile per la pre~emazione dei la,ori, c..he de,·ono essere rime~si ,,Ila Segreteria del Comitato promotore (Clinica del La,oro. ,i:t S. Barnaba, 8, Milano) la mezzanotte del 30 giugno 1950. JL GENERALE G. C. MARSH , ILL . ex Ministro degli Esteri, è il nuovo Presidente della Croce Rossa Americana. Egli succede al dott. Basi! O'Connor che h:~ tenuto tale carica dal giugno '944· PRESSO L 'ISTITUTO SIEIWTERAPICO ,\ 1/LANESE. nc.:i giorni 16 t ti ~et· tcmbre 1949, sotto gli auspici della SocictJ Italiana di Genetica e Eugenica. è ~tato tenuto un con,cgno dcdic:tto a " l recenti wntributi della genetica umana alla medicina .• _ Sono intervenuti alcuni fra i più noti cultori europei di genetica che hanno riferitO sui seguenti argomenti: Prof. T. Kemp, dcii'Univ. di Copenaghen: " Hereditary diseases and defects u; Dott. H. Gruncberg, dell'University College di Londra: "Modifyng genes " ; Dott. A. E. Mourant dell'Istituto Listcr di Londra: " Progrè.- recents dans !a ge· nétique des groupes sanguins >) ; Prof. J. B. S. Haldane, dell'Uni' crsity College di Londra: " La sélection nature/le dans /'homme >) ; Prof. R. A. Fìsher, deii'Univ. di Cnmbridge: " Chromosome marken· in human genetics >> . JL « PREMIO ALESSANDRO LUSTIC "· istituito dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori, è stabilito per il biennio 19)0-1951 nella somma di L. 50.000. Al premio possono concorrere studiosi di nazionalità italiana che si siano dedicati in modo pani· colare a studi sul cancro presso Istituti o Centri per la diagnosi e la cura dci tumori o pre;so Istituti della facoltà medica o di ~cicnze delle Univer~ità italiane. Domande e relativi documenti dovr:tnno essere invi:ni non o ltre il 30 novembre 1949 alla Lega italiana per la lotta contro i tumori, viale.: Regina Margherita 29 1, Roma.
NOTIZIE MILITARI. NELLA SCUOLA DI SAN/TA' .\fiL/TARE. f L GIURA.\IENTO I)J,GLI ALLIEVI UFfiCIAI.I MEDICI E CH IMI CI FARMACISTI del JV Corso, ini · ziato il 20 agosto, ha :tvuto luogo il r8 settembre nella Cns~ rma di Costa S. Giorgio, sede della Compagnia Allievi.
537 Alla cerimonia, precedULa dalla deposizione òi una corona di lauro al Monumento del Medico caduto in guerra, hanno assistito le autorità sanitarie militari locali, il Corpo insegnante della Scuola al completo e i l maggiore medico Barile, giunto da RCima in rappresentam:a della direzione generale di Sanità Militare. Il DirettOre della Scuola, colonnello medico prof. Dc Paoli, illustrando in un breve, vibrante discorso agli allievi il significato del rito, ha detto, fra l'altro: <<Non credo vi meraviglierete di notare che, in contrasto con l'importanza che diamo a questa cerimonia, manchi, volutamente, qualsiasi addobbo della Caserma; g li è che a dare il dovuto tono di solennità alla cerimonia è elemento più che sufficiente questo Vessillo che rappresenta la Patria ed il Servizio Sanitario Militare dell'Esercito. E' la bandiera di combattimeuto assegnata ai Servizio Sanitario Militare, bandiera che questa Scuola ha l'alto priYilegio di custodire, che, con le decorazioni che le sono state r:oncesse: tre medaglie d'argento al valor militare, una di bronzo al Yalor militare, una d'oro di benemerenza per la Salute pubblica e una d'oro per l'opera prestata durante il terremoto di Messina, riassume tutti i sacrifici, duramente e senza limiti, sopportati dagli appartenenti al Corpo Sanitario Militare dell'Esercito, pur di non mancare ai propri d0veri di soldato cd a quelli particolari di chi esercita l'arte medica >> . Dopo il giuramento c'è stato un rantio speciale al quale oltre agli allievi hanno partecipato, assai cameratcscamcme, il Direttore della Scuola e il maggiore medico Barile. VIsiTA DELL'ADDETTO MILITARE DEGLI STATI U)I JTI. - Il primo settembre l'assiste nte Addetto Militare presso l'Ambasciata degli Stati Uniti, ten. col. J. R. Davidson, ha \isi· tato la nostra Scuola di Sanità MiJitarc interessandosi vivamene al funzionamento dei vari laboratori c gabinetti scientiftci e ai programmi d'insegnamento. Dell'ottima im· pressione riportata fa fede una simpatica lettera di compiacimento e di ringraziamento scritta dal ten. col. Davidson, al ri torno a Roma, al Direttore della Scuola.
PROMOZIONI NEL CORPO SAN!T A RIO MILITARE - ESERCITO: Da tenente coloTmello medico a colcmnello: Bolla Luigi, !aselli Mario, Piazza Guido, Campana Antonio. Da maggiore medico a tenente colonnello: Alemagna Nicola, Assi n i Giuseppe, Scalzi Carmine, Paruta Giovanni, Giuliani Aleandro, Maltese Fr:.1ncesco. Da capitano medico a maggi01·e: Murolo Luigi, Rocco Alessandro, Di Primio francesco, Musilli Clemente, Anz:lione Salvatore, Trosi Michele, Voci Vincenzo, Cangelosi Gaetano, Grenga Luigi, Albcrghina Giuseppe, Colimodio Pasquale, Zampelli Gennaro, Spani-Molclla Pietro, Fava Camillo, Denza Paolo, Mclchionda Evelina, Puligheddu Salvatore, Severino Antonio, Romito Ovidio, Ammendola Gaetano, Bochicchio Vincenzo, Jcmmi CarJo. Il capitano chimico-farmacista di complemento Rallo Gino è stato trasferito, per merito di guerra, nel ruolo degli ufficiali s. p. col grado di tenente e con anzianità assoluta 31 ottobre 1940. RiCOMPENSA AL V. M .. - Al ten. col. mcd. in s. p. e. dott. Tagliafierro Ar· mando è stato concesso un encomio solenne con la seguente motivazione: << Dirigente il servizio sanitario di una divisione alpina, :mzichè obbedire all'ord ine di resa, preferiva seguire i reparti che avevano scelto la guerra partigiana. In terra nemica, e in condizioni di ambiente avverso per natura, organizzava ospedali e posti di medicazione spesso in diffici li condi:òoni c a rischio della propria incolumità personale. Dopo un n1ese d i aspra lotta veniva fatto prigioniero in mezzo ai mabti ed ai feriti che non aveva voluto abbandonare al proprio destino. - Danilograd Hrko\'ac-Ccrkvize-Montc· negro, 9 settembre-lo ottohre 1943 >>.
nostri più vivi rallegramenti al collega T agliafierro che presta sen·izio pres~o l'ospedale militare di Torino.
l NOSTRI MORTI. - E' deceduto a Kapoli, all'età di 6s anni, il ten. coL medico nella riserva De Pasqua dott. G iuseppe. Distinto professionista, fu costante esempio di attaccamento al dovere, di intcgerrimi costumi ci\ ili e mihtari. Alla famiglia desol:!ta le nostre ~:ondoglianze ptù sincere. LA SELEZIONE .JTTITUDINALE NELL'ESERCITO t: entrata, si può dtrc. nella sua fase applicati\'a. Dopo l'e~perimcnto presso il Distretto militare di Roma, che ha messo chiaramente in e\'idcnza l'uti lità del metodo, essa \iene attualmente pr:-.ucata prc~so altri 6 distretti con ottimi risultati. Per l'interessamento della nostra Direzione Generale di Sanità che, com'è naturale. J.egue molto da \ici no c con \ i\'o interesse gli esperimenti in corso, il gruppo seleuure di ~oma è stato dotato di una unità scherrnugrafìca. Il suo impiego ha confermato pienamcme le facil i previsioni sulb necessità e sulla utilità d1 tale indagine ndle opera'lwni .di sdezionl sia ai fini diagnostici che della prorilassi antitubercolare. e si spera di poter assegnare presto, se non a tutti almeno a buona pane dci gruppi seleuori. una stazione schermo grafica. Intanto, nel mese di ottobre, è stato tenuto il IX Corso per $elettori al quale hanno paw:cipato 88 ufficiali d'arma. 19 ufficiali medici e 38 sottuftìciali. Un altro c:orso ugualmente numeroso, sarà tenuto nel pro~~imo Ilù\'embrc con la partecipazione di uitìciair del~ l'Aeronautica.
N . B. - Per motivi indipendenti da/la nostra volontà\
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siamo costretti a rinunziare a/la pubblicazione dei RUOLI DI ANZI AN/T À DEGLI UFFICIALI DEL SERVIZIO SAN/T ARIO M/L/T ARE.
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_____ Ai prenotati sarà restituita /a somma inviata .
Direttore respo1u~bile: Generale meJico Prof. Guido Ferri Redalff)re: Col. medico Prof. ,\ntonio Campnna T!I'OCRAFIA REGIO~ALI:. • RO~I\, PIAZ/\ MA...;fRI:.DO F.<\~TI, •\2
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GIORNALE DI MEDICINA MILITARE MINISTERO D.!LLA DIFESA- ESERCITO - ROMA
SOMM AR IO Pag.
SANGIORGI: Fu ti e nefasti dcii 'cncrgta atomica
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PARMEGGIANI e CASALE!>;A: 1..-t fisionomta radtologica dd pncumotor.1GC extra· plcurico chtrurgtco elettivo !obarc superiore MUSOTTO: Contrtbuto allo studio dcll3 siuologta dci vaccinati sJni cd ~mmalati d'infeziont ufo-paraufic:he
s68
ZAFFIRO: Sull'emostasi locale delle emorragie esterne con sostanze emostatiche
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553
lADEVAIA e GOZZO: L'uso ddla spugna d t gelatina come agente emoMatico riassorbibile . . . . . . . .
FELSANI: Ma~~• mario di casistica c: detcrminauoni di mcdicma legale milttare . CICIANI: Una modificazione: del metodo costddctto cilindro-piastra per i ~aggi sugli antibiotici
00:1. 6oR
•
61R
CARRA: Il glaucoma primitivo sotto ti proli lo medico legale
6lJ
PANCONESI: Il uauma ~mc: rivelatore di un caso di sifilide ir,n•1ra• 1
631 (J39 6ot8 659 663
RASSEGNA
DELLA STAMPA MEDICA
.4TTUALITA' UBRI, RIVISTE E GIORNALI f.VDICE DELLE MATERJE PER L'ANNO 19'19
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ANNO 96° - F ASC. 6"
NOVEMBRE-DICEMBRE 1949
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GIORNALE DI MEDICINA MILITARE PUBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANIT A' MILITARE
FASTI E NEFASTI DELL'ENERGIA ATOMICA *
Parlando di fasti e ndasu delrenergia atomica o nucleare come meglio sottolineano i fisici moderni non ci si può esimere dal ricordare, sia pure a grandissimi tratti, alcune preliminari orientative cognizioni sul fenomeno della cosidetta \(radioattività n . Fenomeno la cui rivelazione al mondo attonito ha segnato una delle pi\:1 sensazionali conquiste del pensiero umano, fenomeno la cui storia va d<ùla scoperta nella pechblenda dell'uranio, avvenuta nei 1789, sino alla possibilltà odierna della desintcgrazione artificiale ciell'atomo, quale motivo di partenza verso la realizzazione della bomba atomica! Si è visto appunto che alcuni elementi pesanti (Uranio, Radio, Torio, Attinio, Polonia) emettono spontaneamente radiazioni che non vengono percepite direttamente dai nostri sensi: la loro esistenza viene rivelata da vari effetti ch'esse producono. Per es. un tubetto di vetro, contenente uranio, posto accanto a una lastra fotografica, per <1ualchc ora, la impressiona. L'effetto si osserva anche se fra tubetto e lastra sono interposte sottili lamine metalliche. Da questa esperienza si deduce c he la radiazione emessa dai sali di uranio o almeno alcune componenti di essa hanno un potere penetrante che ricorda quello dei raggi X. Gli elementi che godono d i C..[Uesta proprietà son stati detti « radioattivi >l . Un'altra importante proprietà di queste radiazioni è la seguente: poniamo due lastrine metalliche affacciate a una distanza di qualche centimetro una dall'altra e portiamole a d1verso potenziale. Da una lastrina all'altra non passa, quasi, la corrente; l'aria interposta è un buon isolante; se ora si accosta un preparato radioattivo, si constata che l'aria diventa conduttrice; ciò è dovuto alla formazione di ioni. Le radiazioni emesse dai corpi radioattivi ionizzano fortemente l'aria. Azione fotografica e azione ionizzante forniscono così i due mezzi più potenti per rivelare e studiare le radiazioni dei corpi radioattivi. La radioatti\'ità è un fenomeno che interessa essenzialmente l'atomo c più precisamente la sua parte interna, il nucleo. • Conferenza tenuta alla Scuola di Sanità Militare di Firenze il 6 ottobre 1949-
Come se lo raffigurano l'atomo i fisici moderni ? L'atomo è oggi paragonato a un sisrenu siderale nel cui centro (nucleo) starebbero ioni di elio m uniti di elettricità positiva (i protom) e particelle elementari di massa eguale a quella dei p_rotoni, ma senza carica elettrica o neutroni. Attorno al nucleo roteano a grandissima velocità ioni con cariche negative o elettroni. Ne sorge un sistema in equilibrio dovuto alla neutralizzazione delle cariche elettriche opposte; ma rompendosi questo equilibrio gli atomi divengono radianti e, come per una improvvisa esplosione, si disintegrano proiettando parte dei loro ioni cd elettroni a costituire le radiazioni alfa e beta. L'urto stesso dei raggi alfa e beta contro l'etere eli cui son pervasi in qualsiasi ambiente i pori fisici intcratomici ne fa mettere una parte in più forte movimento a costihtire i raggi gamma, dotati di altissima velocità e penctrabilità, sovrapponibili ai raggi X. L'atomo è un serbatoio di immense quantità di energia e allorquando se ne modifica la struttura, sia per fenomeni spontanei (quale la desintcgrazionc radioattiva), sia mediante intervento dall'esterno (col bombardamento del nucleo mediante protoni c neutroni) dà luogo alla formazione di atomi di un elemento differente (per intervenuta modificazione nel numero degli elettroni) e, nel contempo, libera dcil'energia (energia cinetica ossia forza viva) ad opera di quegli elettroni che sono stati distaccati e si muovono a velocità elevatissima. E' questo il fenomeno della trasmutazione per cui, fìliando un corpo in un altro, viene a formarsi una famiglia radioattiva, finchè, dopo varie generazioni, si giunge ad un elemento stabile (non radioattivo) che è il piombo. Trasmutazione o desintegrazionc che dir si voglia che avviene, in condizioni naturali, con estrema lentezza: vi basti pensare che l'uranio deve impiegare 5 miliardi di anni per trasformarsi per metà in Radio, attraverso altri elementi man mano di minor peso atomico. Ma a un certo punto della trasmutazione degli elementi costituenti la famiglia Uranio-Radio si verifica un fenomeno sorprendente : la loro massa da solida diviene gassosa, per un breve periodo di tempo, passando da Radio a Emanazione e impiegando circa 2000 anni a ridursi a metà del suo peso iniziale. Ecco così una nuova concezione della materia che demolendo il vecchio principio dell'indivisibilità cd immutabilità degli atomi dci corpi una volta ritenuti semplici ha portato alla dimostrazione della trasformazione di un corpo in un altro all'infuori di qualsiasi azione chimica ! Ed intanto per parlare di « fasti » dell'energia atomica prendiamo dacconto il Radio o meglio la sua Emanazione. L'Emanazione del Radio! Ecco l'arcano elemento che da tempo immcmorabiJe gli abitanti di Landcck (nella Boemia) chiamano lo «spirito delle sorgenti », che li conduce a bere le acque dell'Erzgcbirge ricche di effluvi salutari,
,
che li induce ad appendere, in quei luoglll, come amuleti, al collo dei soffercnti di affezioni reumatiche, sacchetti contenenti polveri di residui abbandonati dalle estrazioni minerarie, che li induce ad erigere, (opra gli stessi depositi, capanne e baracche, a che restandovi in permanenza gli ammalati di artrite, di gotta, di disturbi del ricambio ne traggono miracolo~i benefici! Son queste le avvisaglie «profane>> dei «fasti>> dell'energia atomtca che oggi la scienza ha collaudato in modo incontrovertibile nel riconoscere nell'acqua, nel suolo, nell'aria quella radioattività che si esprime appunto nell'Emanazione ! Già molti anni or sono le celebri esperienze del lìsiologo olandese Schwardcmacher l)lisero in luce la necessaria presenza di clementi radioattivi in circolazione nel sangue per la conservazione della vita nel suo pieno vigore con reazioni analoghe a quelle dd Radio e dì altri corpi radioattivi e che ribadiscono, traducendosi essenzialmente in scariche elettriche, la memorabile scoperta (1781) dell'elettricità animale del nostro Galvani. Orbene la Scienza ha dtmostrato che i 3 tipi di raggi con cui si accompagna il gas di Emanazione disintegrandosi dal Radio hanno le proprietà più singolari fra cui quelle clt esercitare azioni biologiche sui tessuti c sugli organismi . Queste proprietà diventano accessibili alla nostra valutazione quando ci riferiamo ad es., alle acque minerali naturalmente radioatttvc o comunque alla comune acqua potabile radioattivata artificialmente a mezzo di sali di Radio. E a tal proposito risalta un fatto molto interessante: che, cioè, l 'Emanazione per la sua grande rapidità di trasformazione in altri corpi ha \'ita breve ed è già ridotta a metà (in meno di 4 giorni) da quando t stata a~sunta dall'acqua. Il che spiega come le acque di sorgente naturali antiuriche, anche se riccamente radioattive alle pel le per molta carica di Emanazione acquisita nel terreno, perdono, in pochi giorni, le loro virtù curative dopo imbottig liamento. Vedrem o l'importanza, ai fini pratici, di <..1ue~to curioso fenomeno ! A ccenniamo ora alle azioni biologiche che l'Emanazione esplica nell'organismo. L 'emanazione ingerita con un'an.rua minerale radioattiva o con una qualsiasi acqua radioatti\ ata con sali di Radio viene assorbita coi liquidi intestinali per le vie chilifere c per i vasi sanguigm, va direttamente, o coll'intermedio del fegato, al cuore destro e al polmone per diffondersi col sangue arterioso della grande circolazione nell'intera massa dei tessuti. In tutto il suo percorso essa continua a metamorfarsi c a dare radiazioni disperdendosi, solo in qualche residua porzione, per i polmoni, per le urine e per le altre secrezioni, compresa la mammaria. Per tal modo i raggi emessi dall'Emanazione c dai :.uoi prodotti di disintegrnione agiscono direttamente: prima gli alfa, in special modo, sulla mucosa intestinale, sulk sue ghiandole e sui suoi fermenti; poi i beta c i gamma sui fermenti del sangue. dci liquidi intentiziah dci tessuti e sugli dementi istologici di questi, cellule c fibre, che sono i laboratori viventi di ogni funzione organica.
f.' difficile immaginare altro agente fisico-chimico atto ad influire sulle funzioni dci tessuti degli organismi, la cui azione si possa così scientificamente intuire, come per questo dcli'Emana1.ione. Gli atomi deflagranti possiamo immaginarceli come torpedini infinitamente piccole che diffondendosi in tutti i più reconditi interstizi dei tessuti col sangue divenuto radioattivo scaricano elettricità su quanto sta loro attorno. L'Emanazione introdott; coll'acqua radioattiva agisce molto attivamente sui fe rmenti del ricambio organico aumentando l'assun7.Ìonc dell'ossigeno c l'eli minazione dell'anidride carbonica, nonchè il quoziente respiratorio; ciò che rivela un accresciuto consumo di idrati di carbonio. L 'attivazione delle fermentazioni interne, con aumento del metabolismo si manifesta, in modo anche ptù marcato, per le sostanze proteiche. Ed è in tale sua efficacia che sta forse !"essenziale pregio della sua virtù curativa: la diminuzione o addirittura la scompar.ia dell'acido urico nel sangue degli uricemici e il suo aumento nelle urine. Sia che si ammetta esser l'acido urico un prodotto Intermediario di trasformazione (per ossidazione delle materie azotate dci tessuti in urca) sia che si ammetta risultare l'acido urico dall'introduzione nell 'organismo di nucleine (fonte di produzione nelle vie in testinali di sostanze xantin ichc) è evidente che coll'accentuarsi per azione dell'Emanazione, dell'attività dei fenomeni ossidanti, si accelera e si completa meglio l'ossidazione delle sostanze azotate, comprese le xantiniche, impedendo la formazione dell'acido urico. Altra influenza, ben dimostrata in vitro, dell'Emanazione sta nell'evitare la formazion e di urati acidi insolubili e nel trasformarli , anche se presenti nel sangue, in basici solubili c quindi facilmente eliminabili. Ne viene così impedito il loro arresto in depositi, in tofi e in calcoli renali e vescicali. Queste influenze attivatrici del ricambio organico spiegano come siano preminentemente antiuriche le acque radioattive. Esse danno ragione del grande vantaggio che gli uricemici, i gottosi, acuti e cronici , c coloro che soffrono di altre affezioni legate a disturbi del ricambio, ·ottengono coll'usarle a scopo profilattico, anche fuori degli accessi, con dosi di Emanazione poco elevate (da roo a 200 unità Mache per litro e per giorno). L'esperienza ha poi dimostrato che l'Emanazione si appalesa efficacissima nelle forme acute, subacute e croniche (escluse le luetiche e le tubercolari) nel reumatismo muscolare, nelle artriti deformanti, nelle nevralgie, nelle sciatiche, nelle lombaggini. E tale esperienza è soprattutto fatta nelle stazioni termali radioattive italiane, come Lurisia, Fiuggi, Merano, Lacco Ameno ecc. che han dato al nostro Paese un in vidiabile primato anche in questo campo. Si sapeva, per opera di studi francesi, che incorporando agli ani mali (cavie, conigli) delle acque minerali (ad es. di Vichy, di Bourbole) durante il periodo intercorrente fra due iniezioni di siero eterologo (siero di cavallo) gli animali invece di subire lo << choc >> anafilattico, spesse volte mortale, si salvano. Il fenomeno era veramente interessante e non si sapeva spiegarlo.
'543 Chi vi parla pensò che questa singolare proprietà delle acque minerali, proprietà (\ disensibilizzantc >>) fosse legata alla radioattività delle acque adoperate dagli AA. francesi, tanto più che dagli esperimenti di costoro facile emergeva la constatazione di un fatto: che, cioè, se agli animali s'incorporavano le acque subito dopo la presa alla fonte, gli anirnali si salvavano senza subire lo <<choc n; mentre se s'incorporavano 24 ore dopo la presa o peggio dopo imbottigliamento gli animali lo subivano rischiando la morte. Questo differente comportamento delle acque minerali, secondo me, appariva a priori basato sul giuoco dell'Emanazione. E che così in realtà fosse lo ha poi dimostrato una lunga serie di mie esperienze condotte sulle cavie adoperando non acque minerali, ma un'acqua potabile qualsiasi artificialmente radioattivata con un sale di Radio. Non è qtù il caso di insistere sui particolari di queste esperienze, nè sul meccanismo con cui l'acqua radioattiva riesce a disensibilizzare gli organismi verso gli antigeni anafilattogeni dimostrando, cioè, il cosidetto « potere antianafilattico >J . Mi limiterò solo a fare rilevare il fatto incontestabile quale risulta dall'esperimen to: che, cioè, è il gas di Emanazione il motivo discnsibilizzatorc degli organismi; se l'Emanazione si perde (come nel caso in cui gli AA. francesi usavano le acque minerali molte ore dopo il loro prelievo dalla fonte), ecco che l'acqua riesce inefficace. Tradotti questi risultati sperimental i nel campo della medicina pratica, vediamo schiudersi nuove vie nel trattamento c nella prevenzione di quegli accidenti anafilattici che spesso occorrono nel corso della sieroterapia di alcune affezioni morbose dell'uomo e che son note come «malattie da .•iero ». Ma, a parte ciò, se è vero con Billard, con Laussedat e con altri autorevoli rappresentanti della Medi cina francese che alcune alterazioni del ricambio e della nutrizione sono e:,pressionc di forme anafilattiche e che i malati si avvantagt,riano nelle stazioni idroterapiche disanafilattizzaudosi colle acque minerali, comprendiamo come l'artritico, il gottoso, l'uricemico bevendo acqua radioattiva c con essa l'Emanazione non faccia che disensibilizzarsi continuamente mettendosi al riparo di nuovi attacchi . Analoga illazione potrebbe esser fatta per l'altra malattia, l'asma bronchiale, la cui interpretazione anafilattica, per merito della Medicina italiana (Frugoni e la sua scuola) è ormai universalmente accettata, sia dal punto di vista clinico che anatomopatologico. Infatti l'accesso di dispnea con bradipnea dovuto allo spasmo bronchiale si osserva sia nell'asma che nell'anafilassi: insorgenza brusca, vomiti, orticaria, eosinofilia degli sputi e delle pareti bronchjaJi compaiono nelle due forme. L'asmatico è un soggetto che mostra una speciale ipersensibilità verso antigeni proteici di natura disparatissima che incorpora per via respiratoria. Non varrà, come per le malattie del ricambio, l'Fmanazionc a disensibilizzare anche gli asmatici ?
544 Nelle regioni dal cui wttosuolo sgorgano sorgenti di acqua radioattiva, indicanti l'esistenza in esse di rocce radifere con forte produzione di Emanazione, cresce eccezionalmente lussureggiante la vegetazione. Sono infatti decantate, per tale privilegio, le pendici dell'Erzgebirge, monte metallifero che divide la Sassonia dalla Boemia, da cui vengono a giorno le palle più ricche di Emanazione del centro di Europa. La concimazione con residui delle rocce uraniche dà un forte rendimeni.o in agricoltura: il che si accorda col fatto della grande importanza che giustamente si dà, per vecchia esperienza, ai concimi potassici di valore radioattivo. Se noi innaffiamo terreni con acqua radioattiva c.onstatiamo il sorprendente più rapido accrescimento delle piante in confronto a quello che si ha in terreni innaffiati con acqua non radioattiva: gli stessi azotobatteri finiscono per assimilarvi più attivamente l'azoto dell'aria e col vantaggio di una maggiore fertilità dei terreni stessi. E che dire della benefica influenza che l'Emanazione esercita sugli organismi umani in condizioni normali di esistenza ? Il maggiore benessere provato da ogni persona in ambienti di campagna e di montagna se può spiegarsi in parte colla più notevole purezza dell'aria può far pensare altresì, e con. fondamentale ragione, che a tale fenomeno concorra l'Emanazione, come è stato riconosciuto nelle foreste della Turingia. Nessun dubbio che l'Emanazione sia meno abbondante nell'aria degli aggregati urbani, col suolo coperto da abitazioni o pavimentato, o, peggio, umido e sudicio, che in quella sul suolo all'aperta campagna; ma è stato dimostrato che la quantità di ljuesto prezioso gas nell'aria atmosferica va crescendo col risalire, dalle pianure e dalle spiagge, le falde e le valli delle montagne . ed è più marcata presso i massicci montani, specie granitici . Si è constatato che le doglie di soggetti defedati aumentano quando e dove nell'aria difetta l'Emanazione. Nessuna meraviglia che le variazioni quantitative di questo gas nell'aria ambientale, poco o punto accusate da persone normali, lo siano, invece, più distintamente da individui deboli, molto più impressionabili da un'influenza così delicata. Nelle regioni ove l'Emanazione è relativamente abbondante nell'aria respirata e si trova anche nell'acqua usata dalle popolazioni, queste, a parità di altre condizioni, sono più sane, più vigorose e meglio sviluppate. Ne ha parlato un medico americano addetto alle miniere di uranio nel Colorado: minatori, esausti. per vita in aria malsana delle pianure, vi ridiventano, nonostante un lavoro molto faticoso, vegeti c robusti, soltanto per il respirare nel loro ambiente di lavoro la Radiocmanazione e coll'usare l'acqua radioattiva sgorgata dalle sue rocce. E che dire ancora sui '' fasti )\ dell'energia atomica nei confronti della lotta contro il cancro ? E' un fatto, ormai acquisito universalmente da mezzo secolo, che accanto
545 all'cxeresi chirurgica trovano posto, in questa ardua impresa, i metodi radioterapici che consistono nell'uso dei raggi X e del Radio c la cui importanza va divenendo ogni giorno più considerevole. Si sa che i raggi X son prodotti dalla trasformazione dell'energia elettrica nell'interno di speciali tuhi a vuoto, detti « tubi Crookcs 11 e che essi, al pari dci raggi luminosi, al pari delle radiazioni dell e onde hertziane impiegate nella tclcgrafìa senza fili, appartengono alla gamma delle vibrazioni ondulatorie, caratterizzate dalla loro lunghezza d'onda. [ raggi X costituiscono una gamma assai estesa: quelli di grande lunghezza d'onda, in linguaggio medico, sono chiamati raggi molli o poco penetranti; quelli di corta lunghezza d'onda raggi duri o penetranti. La qualità dell'irradiazione prodotta dai tubi dipende essenzialmente dalla differenza di potenziale o voltaggio, ai poli del tubo: più esso è elevato, più l'irradiazione sarà penetrante. T corpi radioattivi utilizzati nella radiotcrapia dci tumori sono: il Radio, l'Emanazione del Radio, il mesotorio. E delle radiazioni le utili sono le gamma. Al pari dei raggi X le radiazioni gamma sono di natura ondulatoria e possono attraversare considerevoli spessori di metallo, come 20-30 cm. di piombo. Il Radio è usato allo stato di sale (carbonato. solfato, cloruro, bromuro) che, in tubi saldati, emette una radiazione praticamente costante. In curieterapia i sali di Radio sono disposti nell'interno di piccoli tubi o di fini aghi a parete di platino; attraverso tali spessori sono filtrati i raggi. Le indicazioni della radioterapia sono più estese di quelle dell'exeresi chirurgica, per il fatto dell'azione elettiva delle radiazioni. Per questa azione elettiva delle radiazioni, cioè per il loro potere di agirc ~u certi elementi cellulari, restando senza apparente azione sugli elementi vicini, è possibile ottenere la guarigione di certi twnori. Infatti tutta la radioterapia è basata sul suo potere elettivo e sugli effetti biologici che ne derivano. Ma andreì lontano se vi portassi a meditare sui fattori determinanti la radiosemibilità dei tessuti. Ve ne dirò solo le cose principalissime: I - la recettività dei tessuti alle radiazioni è tanto più grande quanto più es!>i si avvicinano allo stato embrionale o sono indifferenziati; 2° - la radiosensibilità di un tessuto normale o canceroso è legata alla moltiplicazione delle sue cellule hasali; 3° - la circolazione vascolare ha un compito importante nel grado di radiosensibilità dei diversi tessuti: l'anemia dci tessuti sembra avere per conseguenza una diminuzione della radiosensibi lità; 4° - le radiazioni possono agire, quando non siano molto inteme, come eccitanti la proliferazionc dello stroma dei tumori: il connettivo cos1 invade i focolai carcinomatosi atrofizzandone man mano le cellule specifiche, fino a farle scomparire, con formazione di una specie di cicatrice. Il che è provvidenziale là dove non si può arrivare all'estirpazione completa cruenta delle cellule neoplastiche, oppure quando si ha da demolire tumori troppo sviluppati da non essere operabili. L'applicazione preparatoria
del Radio, in questi casi, coadiuva egregiamente il buon risultato di un intervento chirurgico. Tutte queste cose che portano altro importante titolo ai <( fasti \> dell'energia atomica, son ben note ai medici e agli specialisti della materia. Sono cose estremamente delicate, passibili d'incessante progresso alle quali l'umanità guarda con spasmodico interesse in attesa che la Scienza la redima dal più grave attuale flagello sociale : il cancro! Non sappiamo intanto dell'uso, come isotopo, dell'iodio radioattivo nella cura del cancro della tiroide? Non abbiamo letto qualche giorno fa del promettente impiego di raggi cosiddetti « mperraggi X n prodotti dal c< Betatrone» per incidere a notevole profondità sulle cellule neoplastiche? E passiamo ora al rovescio della medaglia, ai «nefasti H dell'energia atomica! Argomento tull'altro che piacevole! Un argomento che ba preso stanza nella coscienza dei popoli, da quando, sono appena 4 anni, la Scienza regalò loro la « bomba atomica >• ! L a nascita della bomba atomica? Si partì dalla scoperta nel 19H della radioattività artificiale col bombardamento di elementi leggeri con particelle alfa per scivolare nel bombardamento di elementi pesanti usando come proiettili i neutroni. Ecco l'opera Ji Fermi: bombardamento dell'uranio con conseguenzialc formazione di un elemento radioattiv0 artificiale avente un numero atomico maggiore di 92. Si tratterebbe del primo esempio della formazione di un nuovo elemento e non di un nuovo isotopo di un elemento conosciuto. Dalla concretizzazione di questo fenomeno si è ulteriormente scivolato verso la costruzione della bomb~ atomica. Che cosa è in sostanza la bomb<: atomica? Diciamolo in parole povere! Questo terribile ordigno si fonda, appunto, sulla dcsintegrazione dell'uranio mediante un bombardamento di neutroni per effetto del quale l'atomo dell'uranio si divide in due nuclei, entrambi radioattivi, che determinano lo sfasciamento dell'intera massa. Si è visto che ponendo in contatto una certa quantità di uranio con una certa quantità di plutonio si provoca la desintegraz.ione. A tal scopo è necessario che la quantità cii uranio raggiunga un minimo peso che dicesi cc massa critica>>. Praticamente quindi l'uranio l'Ì predispone in due ma~se, inferiori, ciascuna, a quella critica, che ad un certo momento, mediante un dispositivo meccanico ad orologeria, vengono poste :1 contatto, per avvenuta eliminazione di un diaframma di separazione. P er dare un'idea della potenza delb bomba atomica richiamiamoci alle seguenti considerazioni :
547 Due grammi di H con:·tcmo di 1 milione e 200 mila miliardi di miliardi di atomi! Ora se si pensa che i frammenti di questt atomi carichi di elettricità si respingono, nella loro esplosione, con una forza proporzionale di I0~ e che la massa di ciascuno di essi equivale a grammi 1,6 x 10"' , si ha un'idea, se un'idea si riesce ad averne, <.h quella che è l'energia e~plosiva di una massa innumerabilc di tali elementi contenuti in un'arma capace di provocarne la simultanea scomposizione, specie quando l'elemento base non è più l'H, ma T'uranio che occupa, come è noto, l'ultimo gradino della scala di Mendeliett. Lo scoppio della bomba atomica, infatti, consiste nella rottura degli atomi di una massa di uranio, rottura che mette in libertà una enorme quantità di energia. Energia non soltanto meccanica, ma radioattiva e termica. Per valutare questa ultima basterà ricordare che la temperatura superficiale del sole è di circa 6ooo gradi, mentre 2 kgr. di plutonio, posti in presenza di un congruo <.luantitativo di uranio, sviluppano 40 miliardi di grandi calorie con una temperatura teorica di 4 miliardi di gradi. 6
La costruzione della bomb:1 atomica fu collaudata dali esperimento compiuto alle 17,30 (ora locale) dd 16 luglio 1945 nella base aerea di Alamogordo, deserto sabbioso del Nuovo .Mes~ico. La bomba venne collocata su un-alta torre di acciaio che, coll'esplosione. sparì completamente lasciando al suo posto un vasto cratere nel cui fondo la sabbia si era trasformata in una materia vetrosa. La potenza deli'csplosionc fu tale che gli scicnzJati (1 quali avevano chicsto al Presidente Roosevclt che il popolo fosse al corrente dei risultati raggiunti) si rivolsero ripeturamente al Presidente Truman (informato delle ricerche appena entrato in carica) affìnchè la bomb:1 non fosse usata. Invece alle 9,r5 (ora loc:tle) dd 6 agosto 1945 una bomba atomica venne sganciata da una ,, Superfortczza volante)) B 29 su Hirosh ima. Il lampo dell'esplosione fu veduto da un aereo da ricognizione a 270 km. di distanza; la nube di vapori oscuri salì sino a 12 mila metri. La terza bomba (seconda cd ulti ma impiegata in guerra) fu sganciata il 9 agosto 1945 alle 12 (ora loc~lt) su Nagasaki: era di un tipo più potente di quella di Hiroshima. Secondo il rapporto del Dipartimento della guerra la bomba fece meno vittime (39.000 morti) a Nagasaki che a Hiroshima (66.ooo). Il maggior numero di vittime (6o ~{, a Hiroshima, Ho 0 (, a Nagasaki) fu dovuto a scottature. A Hiroshima nd raggio di un miglio dal punto dell'esplosione furono distrutti tutti gli edii1c1 (in totale 6o mila dei oo mila della città) eccetto quelli in cemento armato; a Nagasaki, in un raggio di 6oo m., crollarono edifici in cemento armato con muri di 25 cm. e solai di 15 m .. L'efficacia della bomba non può esser misurata nei termini degli esplosivi consueù: infatti la sua azione è risentita entro un raggio di J2oo-I6oo m. (ben superiore perciò a quella di ogni altro esplosivo), ma agli effetti diretti
dell'esplosione e del calore si aggiungono quelli della radioattività : maggiore nel caso dell'esplosione subacquea quando, a Bikini, nei due esperimenti del luglio 1946, la colonna radioattiva rese radioattive le navi stesse. Comunque il 7 settembre 1946 T ruman dichiara v:'~. di rinunziare Jl progetto di fare esplodere una bomba a grande profondità in pieno oceano e se s'indusse agli esperimenti in vivo sulle due città giapponesi fu più per affrettare la fine della guerra che per una vendetta contro la sorpresa di Pearl Harbour! Infatti, poco dopo, il Giappone si arrendeva! Se queste le lince scheletriche del fattore bellico, vediamo di orientarci tm po' sui « nefasti >> biologici ossia sugli effetti della bomba atomica nell'organismo umano quali ci risultano dalle osservazioni dei medici americani, almeno da quelle, e frammentarie, che son state sinora denunziate nella letteratura. Purtroppo lJUesti effetti sulla vita degli organismi superiori sono in gran parte ignoti. Se questo è dannoso all'umanità è, al tempo stesso, sgradevole alla Medicina che nella sua miss10ne riparatrice non vede aperta la via al suo generoso cammino. Ma essa non per lJUCsto si scoraggia e si arresta. Da q uel poco che ne conosce trae partito perchè la sua opera non abbia lacune e perchè nella fede in essa riposta l'umanità non vacilli! Anzitutto dicono i medici americani che gli effetti della bomba atomica subiscono del le variazioni anche in ragione della distanza dell'oggetto colpito dal ce11tro di scoppio. Ed eccoli concordi nel delimitare delle zone a figura concentrica nei cui raggi di azione son stati in CJUalchc modo raggruppati e classificati gli effetti stessi. La I" zona comprende una superficie circolare a raggio Ji r km. dal centro di scoppio. Essa è la zona centrale. Gli effetti traumatici vi sono formidabili, massimi quelli dd calore e delle radiazioni. Effetti che vanno attenuandosi nella 2 .. e 3" zona comprese in raggi di 1250 c 1500 m. dal centro di scoppio per scomparire del tutto nelle successive zone proporzionalmente distanti. Le lesioni prodotte nell'uomo dali 'esplosione sono ferite, ustioni e lesioni dovute alle radiazioni. Le ferite provoc:lte dall'energia meccanica (spostamento d'aria, crollo di edifici, schegge) sono eguali a quelle che si osservano dopo un comune bombardamento aereo. Le ustioni da calore e da radiazioni ultraviolette sono eguali alle ustioni da fiamma: ne differiscono solo per una colorazione oscura della zona ustionata. Ne sono state osservate e delle gravi anche a 3 km. di distanza. Esse sono limitate alrarea di pelle esposta. perciò la distribuzione della lesione è influenzata dalla posizione del corpo al momento dell'esplosione. Ogni oggetto interposto tra la sorgente di calore c d1 luce c la pelle agisce come agen te protettore . Le parti del corpo coperte dai vestiti non presentavano infatti ustioni, eccettuate alcune aree con ustioni di 2 ° grado. Esiste inoltre una relazione colla gravità dell'ustione cd il colore del ve-
549 stito: le ustioni più gravi furono sempre quelle osservate sulla pelle coperta da stoffa di color nero. Ed è per questo che le ustioni erano disposte sulla pelle delle vittime secondo i più strani disegni. Frequenti le cicatrici ipertroliche e i cheloidi che ne derivano dalle gravi. Pare che ciò sia da riferire più ad una speciale predisposizione ed alle particolari condizioni di nutrizione della razza giapponese cbe n<•n ad un particolare effetto dell'esplusione Jtomica. Sono anche da attribuire al calore e ai R. U. le lesioni oculari osscnate in pazienti morti un mese dopo l'esplosione e consistenti nella disepitelizzJzione della cornea, vacuolizzazione della lente ed ispessimento deila sua capsula posteriore. Se la desintcgrazione atomica agisce per il calore e la luce sviluppati, sono le radiazioni ionizzanti quelle alle quali si devono le lesioni tipiche e delle quali i più direttamente responsabili sono i neutroni e i penetranti raggi gamma. Lesioni che esprimono quella che si suoi chi:tmare ormai la << malattia atomica n! Per la scanità di iniormazioni, dovute principalmente all'estrema disorganizzazione seguita all'esplosione, non esistono dati sulh sintomatologia precoce nè sugli effetti immediati Jella radiazione. Per lo stesso motivo non è possibile avere un'idea precisa della quantità di ,.adiazioni ricevute dalle vittime. Da informazioni assunte dalla foint Commiuion for ti:c inuestigation of the effects or the atomic bomb, pare che nella maggi01 parte cielie vittime si siano avuti nausea e vomito c poi morte in brevissimo tempo. Le lesioni riscontrate sugli animali nell'esperimento di Bikini consistevano principalmente in lesioni emorragiche di tutti i tessuti del corpo. Sugli effetti ritardati esistono invece numero~c e dettagliate osservazioni. ?\ei pazienti che hanno ricevuto alte dosi di raggi gamma si osservano, il giorno dopo, febbre, diarrea, rapido aggrav:tmento dello stato generale e morte in pochi giorni . L'esame del sangue rivela una marcata riduzione dei leucociti e delle piastrine. All'autopsia si riscontrano pctecchie cd erosioni emorragiche della mucosa gastro-intestinale; nel 6o ~o dei casi è anche presente una aracnoidite emorragica. TI midollo osseo è pallido, la milza e le ghiandole Enfatiche ridotte di volun1e. L'esame microscopico dimostra la scompar~:l dei linfociti c dci normoblasti del midollo osseo. I sintomi più manifesti osservati nei pazienu morti un po' più tardi, in un periodo di tempo che va da 7 a 28 giorni dopo l'esplosione, sono la depilazio11e (specialmente del cuoio capelluto), i disturbi gastro-intestinali, con diarrea spesso intrattabile, porpora, febbre, leucopcnia cd anemia. Spesso associate a queste condizioni si o~scrvano laringiti, tonsilliti, faringiti, epistassi, melena, metrorragia ed ematuria.
550 Interessante la lcucopmia: e:,sa è sovente dell'ordine di 1500 lcucociti per mmc. e non mancano 1 casi dell'ordine Ji 100. Va da sè che i pazienti con meno dt 6oo leucociti per mmc. sono morti precocemente. L'anemia, sempre presente, di\'ie11e più pronunziata 1-2 settimane dopo l'esposizione alle radiazioni, aggravata dalla porpora e dalla tendenza emorragica. La mortalità pare sia stata dal 50 al 75 •;o. La prognosi è spesso aggravata dalla contemporanea presenza di ustioni c di ferite. Una sintomatologia simile, ma più mite, presentano i pazienti che hanno ricevuto piccole dosi di radiazioni. Le alterazioni patologiche più importanti sono J carico del midollo osseo, nel quale si ha la completa scomparsa delle cellule emaLOpoietiche ed eritrocitopoietiche, con qualche timida tendenza alla rigeneraziont. Nel testicolo si osserva la completa scomparsa degli spcrmatozoi dai tubuli c spesso il tessuto spermatO!.;enico è rimpiazzato da cellule del Scrtoli. Anche nella ghiandola pituitaria Sùno rilevabili lesioni simili a quelle che si osservano negli individui evirati. Gli organi scsc;u:~li femminili sono meno danneggiati. Questo, in succinto, il quadro anatomo-patologico della c< malattia atomica ». Dal quale due nozionj patogcnetichc sembrano avere una incontestabile importanza: I'' - tutti i tessuti vengono colpiti dalle radiazioni, ma disugualmente: gli AA. americani mettono per ordine crescente di resistenza: lin faciti, eritroblasti, cellule germinali dell'ovaio. strdtC di 1\lalpighi dei tegumenti, tessuto connettivo, ossa, fegato, pancreas, reni, tessuto nervoso, muscoli; 2 " - i tessuti più sensibili sono quelli che si trovano normalmente in continua proliferazione o in continuo rinnovo; le cellule immatun: o in via di riproduzitJne sono quelle colpite. Questa azione elettiva spiega la tregua ingannatrice che separa i primi accid enti da quelli ulccro-necrotici-emorragici ed infettivi che si manifestano in seguito più o meno rapidamente. E si capisce come gli accidenti infettivi siano tanto più rapidi c gravi quanto più completa è la liquidazione della difesa leucocitaria e come essi siano la causa più frequente della morte. Ma causa di morte sono altresì le alterazioni metaboliche legate al vomito c alla diarrea, spesso incontrollabili, allo stato emorragico che si accomp:~gna alla trombocitopenia e alle conseguenti emorragie nel tessuto nervoso, nel miocardio, nel surrene. In conclusione, per quanto esista un polimorfismo clinico e anatomo-patologico consistente nella prevalenza di distruzione di un sistema e nel fatto che la distruzione totale di uno dei sistemi è sufficiente per determinare la morte anche se gli altri sono relativamente conservati, i motivi più evidenti che esprimono la « malattia atomica » sono i gmtro-intestinali e gli ematici l
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55 1 E gli effetti lontani? P er essi non possono esser ancora fissati nè fatti nè cifre specifiche. E' da prevedere ch'essi potranno avere manifestazioni anche importanti nel divenire degli individui, giacchè noi conosciamo sperimentalmente l'azione dei raggi e delle radiazioni su i cromosomi, le mutazioni e le modificazioni strutturali che i raggi stessi possono promuovere. Mutazioni c modificazioni che possono essere definitive ed anche trasmissibili ai discendenti. Comunque, il tempo... illustrerà questo capitolo !
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Queste poche cose che io vi ho r iferito derivano dalle osservazioni state fatte nei luoghi ove l'esplosioue è avvenuta nell'aria. L'esplosione aerea, la meglio conosciuta, non << infetta )) il suolo durevolmente c i prodotti di fissazione vengono dispersi rapidamente nell'atmosfera. Ai consueti effetti di deflagrazione violenti (soffio, calore, traumatismi) sopraggiungono, come abbiamo visto, g li effetti <'specificamente atomici l>, d'intensità proporzionale alla vicinanza del luogo di scoppio. L'esplosione subacquea, come <-1uella di Bikini, toglie al soffio la sua importanza; peraltro non è da sottovalutare il traurnatismo causato da oggetti pesanti spostati o incontrati dalla bomba nella sua caduta. In compenso h nocività dei prodotti di fissazione, dispersi meno rapidamente nell'acqua che non nell'aria, è un elemento più importante, causando una contaminazione locale durevole e rendendo probabile l'intervento di sindromi clin.iche .' gravi.. pm Non si sa nulla ancora delle esplosioni nel sottosuolo, ma si può pensare ch'esse <<infettino » persistentemente non soltanto il cratere di esplosione, m a anche il suolo di una zona più estesa. Tutti gli AA. son d'accordo che non esiste nessun mezzo di protezione. Scavare rifugi enormemente profondi? A che prò, se il suolo s'impregna di radiazioni ? L'imprevisto del momento, del luogo, dell'estensione e del numero di repentini attacchi rendono il problema più angoscioso. La legge di Ginevra vale guanto i contratti politici; la dispersione e l'evacuazione preventiva di intere popolazioni sono un'utopia ! Comunque, allo stato delle cose, può la Scienza della salute agire in qualche modo per mitigare così gravi effetti ?Purtroppo ben limitata è la sua possibilità di azione ! Pensate! In un m omento superfici di centinaia di kmq. si troveranno letteralmente distrutte con tutte le cose che le coprivano e con tutte le vite che le abitavano. La Scienza potrà soccorrere chi sopravvive, ma anche in limitata misura, perchè nel campo delle radiazioni gravi i suoi mezzi sono ancora molto al disotto delle necessità. Se mai, abbandonata alla morte la zona centrale, la priorità delle cure sarà data alle due zone periferiche, le meno colpite.
55 2 E qm, come mezzo di soccorso, impererà incontrastata la trasfusione terapeutica o conservativa per i superstiti veri o apparenti. E per la profilassi ? Forse qualcosa potrà esser fatta colla determinazione della radioattività delle zone colpite e colla previsione dell'andamento delle nubi radioattive per mettere al riparo gli esposti. E non altro: la profilassi integrale è dovere che incombe alla civiLtà!
ALLA MEMORIA DEL DOTT. ENNIO DEL PRETE il « Premio della Notte di Natale »
Fondato nel 1934, questo premio vuoi essere " il riconoscimento Ji un atto umano, compiuto durame l'anno, che, per il suo profondo e singolare contenuto di sacrificio c di volontà, ·si sollevi a poesia >>. Cnn io del Prete era un medico del Comune di Milano: come medico condono aveva iniziato la sua carriera e quando, con gli anni, le sue doti di professionista gli avevano procurato una larghissima cliemela, egli non aveva voluto rinunciare alla cura dei suoi « poveri >> e si sobbarcava da mattina a sera a un lavoro massacrante. Ma era felice della sua giornata. Il mattino del 22 giugno, chiamato per visitare un infermo che presentava sintomi di pazzia, si affrettò a correre presso il malato e fu da questi freddato con 4 colpi di pistola. Non è il primo caso di medici uccisi nell'esercizio delle loro funzioni; è di tre anni fa il tragico caso del tenente medico P. Gaud iani ucciso nell'Ospedale militare di Piacenza da un ricoverato: cc fatti di cronaca » che i giornali riportano non raramente e che sollevano per un momento un'ondata di commozione nel pubblico ... , incerti del mcsùcrc! ?vla i clienti poveri eli via Padova piansero con lacrit-ne sincere il loro medico, quegli che all'assistenza professionale accoppiava sempre unJ parola di conforto c di speranza e, spesso, un aiuto materiale, e segua!arono ai giudici del cc Premio » la filantropica opera del dott. del Prete. E' a gucsta missione, oscura e t:lnto benefica, all'umiltà di questo professionista non raggiunto dalla fama di gran clinico, all'opera - in una parola - modesta ed eroica a \'Oite del medico condotto che va il « Premio della Notte di Natale » : poesia del cuore che tutto dona c nulla chiede, poesia della mass1one del medico pe:· chi tale 1:1 intende.
OSPED.-\LI:. SANATOHIALE B. RAMAZZll'l • ROMA Direttore : l'rof.
FR•'-'Cf.St o
G \I.L I
LA FISIONOMIA RADIOLOGICA DEL PNEUMOTORACE EXTRAPLEURICO CHIRURGICO ELETTIVO LOBARE SUPERIORE D O.\I F.,.,J('f) r .• RMH,<~H'> I , prim~r io chirurgo Doll. MARIO CA>"' f'> A, assistent...: chir urgo
DOI{.
L'indagine radiologica, che tanta importanza ha assunto nella chirurgia della tubercolosi polmonarc, è particolarmente ricca di dati nel campo del pneumotorace extraplcurico, non solo per valutarne le indicazioni, ma anche per scguirnc la fisionomia, l'efficienza e le eventuali complicazioni. D istinguiamo con Omo<.lei Zorini (1) tre tipi principali radiologici: I 0 - pneumotoracc elettivo lobare superiore, con aspetto ovalare, a grande asse obliquo dall'alto al basso c dall'interno all'esterno; 2 ° - pneumotorace elettivo basale o « svincolo del diaframma >> secondo E. Morelli (2), chè viene creato con scollamcnto del polmone dal seno complementare, in modo che anche le fibre del diaframma vengono liberate dalle loro aderenze latero-costali. L a fisionomia radiologica è di un pneumotorace a « campana » quando lo scollamcnto è limitato alla base; o a « scivolo >> quando è più esteso; • 3o - pneumotorace extraplcurico totale o subtotale, a << scivolo >> o a « corda », pcrchè rimane aderente la regione mediale dcii 'apice alla cupola e la base polmonare alla superficie convessa del diaframma. B. Bel i ion (3) ba apportato un notevole contributo allo studio radiologico del pneumotorace extrapleurico nei suoi primi stadi . Subito dopo l'intervento, in un radiogramma eseguito in decubito orizzontale, egli ha pomto osservare che il polmone si trova in uno stato di collasso che molto si avvicina a quello del pneumotorace intraplcurico di Forlanini. Infatti il gas circonda il lobo polmonare nella parte alta, laterale e (1) Concezioni basali rzchiami storici, indicazioni diniche del pneumotorace extrapleur·ico. - Relazione al I Convegno Ass. Reg. Lazio ·Umhria contro la tubercolosi, Roma, 23 ottobre 1946. Terapia chirurgica della tbc. polmonare. - Roma. Società Edirrice Universo, 1948. (2) Policlinico, Sez. pratica, n. Jo-13, 1945. (3) Osservazioni radiologiche sulle fw mizia[, del pneumotorace extrapleurico chirurgico. - La Chirurgia wracica, anno I, n. 2, aprile 1948.
554 mediastinica (profilo a cupola). Naturalmente l'A. si riferisce ai cast m cu1 l'intervento è riuscito a liberare il polmone in modo completo, perchè ideale era stata l'indicazione e perfetta l'esecuzione operatoria. Sempre, in questa prima fase, si mette in rilievo la scissura intcrloban:, che segna il limite inferiore del lobo collassato, al pari del pneumotorace intra pleurico elettivo. In un secondo tempo, la camera cxtra-pleurica cambia fison·Jmia, che è il rovescio di quella osservata in principio: il contorno polmonare super io re assume la forma concava che egli chiama «a catinella )) contenente un versamento (ematico) in genere modesto ma talora anche cospicuo. Spetta però a Colantuono P. (4) il merito di aver praticato il primo studio radiologico sistematico e completo del pneumotorace extrapleurico. I nostri rilievi, eseguiti su 31 casi operati all'Ospc.:dalc Sanatorialc (( B. Ramazzini )l di Roma collimano in massima parte; !>C ne differen1.iano soltanto per alcuni particolari che riteniamo utile segnalare. Ci riferiamo esclusiva mente ad un materiale ca~istico di forme di pneumotorace elettivo lobare su penore. Per ciò che riguarda le parti molli, confermiamo il reperto di enfisema sottocutaneo, che può essere: precoce, in rapporto immediato con l'intervento e provocato dalla fuoriuscita de li 'aria attraverso la breccia operatoria in seguito ad accessi di tosse: tardivo, a ferita ben cicatrizzata, dovuto alla fuoriuscita di aria attraverso il tragitto lasciato dall'ago, che ha rifornito a pressioni fortemente positive. L 'enfisema può essere inoltre mediastinico c sottomuscolare (raccolta gassosa al disotto del romboideo o tra il romboidco e il trapezio per diastasi del piano profondo di sutura). Portando la nostra osservazione sullo scheletro dobbiamo aggiungere alle osservazioni di Colantuono un rilievo personale per ciò che concerne il comportamento della rigenerazione ossea a 1ivello dd tratto costale rcsecato: con relativa frequenza infatti tra i due estremi del moncone osseo vengono acl allungarsi due nastri o cordoni opachi, di opacità omogenea e intensa più o meno paralleli, sf che viene racchiusa tra di essi una zona iperchiara (fig. 7 b). Tale comportamento potrebbe apparire strano e di difficile interpretazione se non ne avessimo la spiegazione nella tecnica operatoria: il periostio, in corrispondenza del tratto costale asportato, viene diviso nettamente a metà nel senso della sua lunghezza. Se ognuna di queste metà riesce a conservare la propria individualità per imperfetto avvicinamento nella ricostru-zione dello strato parietale profondo, la rigeneraz ionc avviene con due gittate ossee distinte; se invece i due tratti vengono nella sutura bene accollati, radiologicamente si vedrà un ~ol o ponte osseo più o meno grossolano c più o meno irregolare. Siffatta modalità di neoformazione ossea potrebbe essere utile allo studio (4) L'indagine radiologica nel Pnx. extrnplturico. lanin1, Yol. X, fase. 1°.
Annali dc ll'fstituto Carlo For-
555 della osteogenesi in generale e potrebbe confermare le vedute di alcuni AA. i guaii sostengono che soltanto il periostio e non il midollo interviene per la rigencrazione dcii' osso. Confrontando inoltre un radiogramma e~e~uito a poca distanza di tempo dall'intervento con uno antecedente ad esso, st ha J" impre~sione, confermata da una attenta misurazione, che l't.:mitoracc nella por7,ionc superiore, sede della camera extrapleurica, sia più espanso; glt spazi imcrcostali infatti, sia pure di qualche millimetro, sono più ampi c prcnsamcntt nei tratti anteriori. Ma a distanza di qualche mc~e dall'intervento le diffcn.:nze ora dette si annullano, poichè il processo reattivo della parete che, come vedremo, è documentato dal cosidetto pneumotoracc opaco 1dcpo.:.iti fìhri nosi e coaguli che st organizzano), tende alla retrazionc de~li ~pazi intercostali.
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Cavità pneumoioracica. - Man mano che il versamento ~compare, sia per toracenrcsi che per riassorbimento, e si pwccdL ne1 ntornimenti. la camera pneumotoracica aumenta in ampiezza, esclusi\ amentc a spese dei monco m: polmonare c precisamente del suo tratto più centrale, che si infossa con la concavità volta verso l'alto, e dell'aptcc che viene ;l collabirc a ridosso dell'ilo. Intanto il prolìlo polmonare, come è stato notato da Omodei Zorini e da altri AA., si sdoppia per dare origine a due orli di compressione, che pur essendo nell'aspetto racliologico molto di versi tra di loro, tuttavia sono egualmente importanti, rappresentando entrambi i veri limiti del collasso. Il contorno posteriore ri~ul ta con maggiore evidenza per la sua opacità e per il suo spessore : è quello che dà pertanto il vero profilo del moncone polmonare. Il suo decorso nei confronti di quello antenore ~ pii1 ripido nel tratto ~uperiore con la concavità volta verso l'esterno (stria opaca. postero-mediak - Schema I a) e scende più in basso nel tratto bastlare (V I l I, IX costa), dove assume una concavità volta verso l'alto (stria opaca , postero-inferiore - Scheman.2a). Lateralmente il margine posteriore ha tendenza a risalire leggermente, dando appunto quell'immagine concava alla base che giustifica il paragone della " catinella ''; talora però il m::trgine termina verso la parete ad angolo acuto. In genere il punto term inale, coincide nella proiezione standard, all'incrocio tra VI-VII ; VII-VIII; Vflf-IX costa. Il contorno anteriore segue invece, nel suo primo tratto (paramediastinico) un decorso dall'alto al basso e dall'interno all'esterno con tendenza in genere a formare una dolce concavità volta verso l'interno (è la stria opaca, sottile, antero-mcdiale - Schema I h). N el secondo tratto la concavità, volta verso il basso, va a sfumare lateralmente oppure inferiormente (stria opaca, antera-inferiore - Schema 2 b). D i solito lo scollamento anteriormente scopre gli attacchi !>ternali delle prime tre coste. 2
c:irJin,t/,· di \frdÌt iii!J .\frht.ln".
ss6 La ragione del maggiore spessore e della maggior!.: opacità del contorno postcro-mediak e postcro-inferiorc va ricercata nel falto che il vc:rsamento postc.pcratorio ristagna preferibilmente in cs~o essendo più decli\'c, c tluesta suppo~izione è confermata dal fatto che punture esplorativ<.: multano positi\·e, indirizzando rago dalla regione sottoascellare posteriormente, quando erano risultate negative anteriormente.: t: lateralmente. Inoltre innumerevoli piccoli coaguli ematici si vedono fuoriu~circ dall'ago, il che fa presumere che nella maggior parte rimangono in sito, destinati ad organ i7,zarsi. I n com p lesso esistono q ua~i costa n temente due stnc opache di compressione sul versante mediastinico c due sullo sfondato inferiore della camera pneumotoracica extrapleurica.
\ Schema 1. Schema delle due strie opache di compre~~ione paramediastinica: a) postcro-media le, più marcata; b) antero-medi::~k:, 11liforme. (C<1so n. 6).
Schcm.1 :. o;;chema ddk due mie opache di compressione inferiore: a) postero-inferiore, pit\ marcata , prolunganttsi con la stria postero-mediale; b) antcro-inferiore, filifor. me, prolungamc~i cun la •.tria antera-me· diaL. ((':h,) ••·S)·
Le prime due spesso ~i continuano con le seconde e precisamente: la ptu marcata, postero-mediale, a concavità YOlta verso l'e~terno, con quella postero-inferiore, a concavità volta verso l'alto; la più sottile, talvolta capillare, antero-medi:1le a concavità volta verso l'interno, con quella antero-infcriore a concavità verso il basso. Tali strie sono dovute alla ri fkssione delle due p!cure, viscerale e parictak accollate, sulla parete e delimitano l'orlo della « catinella ,, che, da quanto abbiamo esposto, si presenter~t posta obliquamente. dall':Jlto e medialmente al basso c lateralmente, dali 'a lto c anteriormente al basso c posteriormente. Considerando il moncone polmonare collassato, si ha modo di osservare, specialmente in un primo tempo quando è scompars:J ogni traccia di versamento, il comportamento della lesione cavitaria c i fenomeni di addensamento pericavitario, che talora si estendono a quasi . tutto il lobo. L'opacità. che
557 radiologicamente balza evidente è sopratutto la c.:onM.:gucnza dell'atelettasia polmonarc, a sua volta dovuta alla compressione c alla rctrazione del parcnchima cui si aggiungono fatti pachipleuritici incntabilmente determinatisi. In farti l'opacità non è omogenea, per presenza di chia7.7..L ptù o meno opache, irregolarmente disposte e non coincidenti con le zone polmonari infìltrate. Essendo questo intervento clett1vo per le caverne che hanno sede in regione apicale o subapicalt:, si com prende come le caverne stesse, una volta liberato completamente l'apice, si trovino nelle migliori condizioni per risentire tutti i benefici effetti dell"azionc collassoterapica. La caverna si vede cadere in basso insieme all'apice c, compressa contro la parete mediastinica, gradatamente scomparire.
Schema 3· Schem::l Jcllo spostamento: a) med ia ~tin i co; b) diaframmatico. (Caso n. 5).
Nei riguardi ddl'cmidiaframma, soltanto nei casi in cui lo scollamento si è spinto molto in basso (fino alla IX costa), esso appare stirato, appianato (vedi: Casi I, 2, 4, c Schema 3 b). Contrariamente a l}Uanto affermano Bcllion t: Co!Jntuono la ripercussione ;,ul mcdiastino è più o meno evidente. Nei casi in cui questo era attratto verso il lato della lesione c già è stato attuato il pneumotorace extrapleurico, si Yt:rifica un ritorno in sede normale (vedi casi n. 4 c n. 6). Anzi nel caso n. 4 la trachea e il cuore che erano attratti, prima dell'operazione, a D. sono spinti verso S. Spostamcnti controlatcrali si sono verificati nei casi n. T, 2, 3 e 5· La dislocazione mediastinica si verifica più spesso nella porzione superiore (in rapporto naturalmente con la compressione pncumotoracica alta (Schema 3 a). Se il profilo polmonare, come già detto. assume sempre più. un aspetto a superficie concava, sotto la spinta dei rifornimenti, per con"erso la cavità pncumotoracica assume un aspetto ovalare od clissoiclalc, con tendenza ad au-
sss me111tare in ampiezza più che in altezza : il suo maggiore asse è obbl iquo <.!all 'alto al basso e dall'interno all'esterno. E' da notare, a questo punto, come la trasp,trenza radiologica della camera extrapleurica non sia la stessa di una normale raccolta gassosa intraolcurica: infatti vi è sempre, più spes~o nel 1 l 3 latera le e superiore, talvolta nella metà laterale c raramente in corrispono<;nza di tutta la camera extraplcurica, una d iminuzione di trasparenza, che va dal grado di una lieve velatura a<.l una marcata opacità. Questa dimmuziom: di trasparenza non è omogenea, nè untfnrmementc difìma presentandosi !>pcsso a chtazze pitt o meno grandi e più o meno irregolari. Nei gradi d1 maggion; opacità si è coniato il termine di pncumowracc opa.:o, analogamt:nte a quJntO si verifica nel l' intrapleurico, a propo\lto del CJUalc s1 è ritLnuto tr;,ttarsi di una pachipleurite fibrinosa l Torelli (:;), Accorimhoni (6) l; Omodct Z0rini (7), nel descrivere un caso di pneumotoracc extraplc:urico, co ntrollato ,1l t,l\olo anatomico, parla di un processo di pleurite tperpla~tJCa rhe accompagna un lc..mho dt polmone atc.:lettasico disposto a m<) di foglia su tutta l.t paret<.: posteriore e later..tlc del torace. E' più probabile 111 un primo tempo trattarsi di !>tratincazioni fibrinose c :li coaguli sulla parete, dato il polimorfismo radio!ogicn c.: il carJttere di reversi h il ità. A proposito di coaguli, vi è da osservare d1<.: essi si riscontrano in corrispondenza della breccia operatoria: la coagul azione sarebbe favorita dali 'irregolarità del cavo c soprattu tto dall'irregolarità della sutura, tanto più se sono state provocate fa lse strade. I coaguli in genere sono di modeste propor7.ioni c spontaneamente vanno incontro ad una fibrifìcazione che li riduce grallatamente di volume; possono assumere vari aspetti, ma in genere s1 presentano come masse opache rotondeggianti con propaggini talora a ventaglio (Caso n. 1). Nella rara evemenza che un ,·ersamento cospicuo, interessante quasi tutto il cavo, venga a coagularsi massi va mente, si os<;crva nel radiogramnÌa un 'opacità intensa omogenea che sfuma verso l'apice senza un limite netto c senza un livello idro-aereo (figura n. 1). Lo stesso quadro radiologico è stato riportato da Abruzzini nel suo trattato •· Pncumotorace cxtrapleurico chirurgico n. In un secondo tempo si ha un certo rischiarimento della regione apicolaterale e se si ha la pazienza c la possihilidt d1 fa re c1ualche rifornimento si viene a determinare una piccola camera d'aria apico-lateralc che dà all'apice polmonare, nel suo profilo, un aspetto concavo simile a quello già osservato nel normale pneumotorace extrapleurico sul moncone poi monare collassato. (5) Radiolol!ia ~1eJir:t, 19, IO<), 1932. (6) Radiologia Medica, 19, 130, 1932. (7) Lotta contro b 1hc. , 3· -p/!, 19p.
559 Ma il destino di que~ti emotoraci ~olidi, come li chiama Ruggieri (8), spccialmcntt se si insiste coi rifornimenti, (: Llucllo della loro tr.tsformazionc in empiema acuto ma più sptsso spccdìco o mi ~l.o . Radiologtclmcnte questa sfortunata complicanza si traduce in un nuovo opacamento delk regioni apic..tli, già rischiarate, dovuto allo stato congestizio infiammatorio di tutte le pareti e nella comparsa di un moJesto livdlo idro-aereo poco mobile, che in un radiogramma in proiezione sagittale occupa il piccolo seno laterale.
Fig. r.
L'indagine radiologica ci può essere utile, allorchè vogliamo con esattezza svelare il tragitto di una fistola extraplemica cutanea, soprattutto per renderei conto dei suoi rapporti con la sede in cui trovasi un eventuale ristagno purulento e il tragitto di una fistola cxtrapleuro-polmonare e extrapleuro-esofagea (naturalmente saranno usati mezzi di contrasto). In ultimo riferiamo un caso (n . 7) in cui il pneumotorace extrapleurico, abbandonato dopo tre anni di regolari rifornimenti, porta al risultato della eli(8) Osservazioni .mll'cmotora,-t• m·gli oprrati di pneumotoracc extrapleurico. contro 1::! Tubercolosi, :~nno XVI. n. 6. 110\'embrr-dì(embrc 1946.
Lotta
s6o sione completa della caverna e alla calcificazione di noduli apicali con rigenerazione quasi completa del tratto resecato e con esito anatomico e funzionale più che soddisfacente. CASO K. I.
G. Marcella di a. 26, tlonna di casa, coniugata con 1 figl io. Nel 1938, a r6 anni: pleurite essudati va bilaterale. Nel 1944: spmi ematici: le fu risconrrara tbc. nodularc dell'apice S. c le rurono praticate cure generali ricostituenti.
Fig, 2 a.
Fig. 2 b.
~el settembre 1947, ha notato febbricola se roti o a c deperimento. Entra neli'Ospe· dale Sanatoriale <<B. Ramazzini >> di Roma il 31 maggio 1948 con: « Tbc. polmonare bilaterale a nodi disseminati con escavazioni multiple al lobo superiore S. >•. - Koch. + positivo. Il 28 giugno 1948, tentativi infruttuo~i di pneumotorace :1 S .. Il 4 agosto 1948, frenicocxcresi S. (fig. 2 a). Il 26 agosto ICJ49• Pneumotoracc cxrrapleur:co chirur)o',icv :l S. con rcsczionc dell'arco postcro-bterale della VI costa. Lo scollamento extrapleurico libera l'api.:e in ai to, si estende in basso e posteriormente al margine inferiore del tratto po;.terior.: tlclla IX costa, lateralmente al. margine superiore dell'angolo postero·l:nerale dcll'VJ[f costa, ::Interiormente ai tratti sternali delle prime tre coste (v. fig. 2 b). Il lobo superiore collassato è ridotto ad un::~ li~tarella tri~1ngo larc, a base inferiore,
s6r addossata al mediastino. Si not~no ~u! versante mediastiniw del pncumotorace due linee di compressione opache una più ~pcs<;;.~ e più medi::le, t.OJ)l"J\ a leggermente \erso re~tcrno (è la linea di compre~~ione po>tcro~medi:~le) l'altr:l filiforme c p•Ù laterale, concava kg gcrmcmc verso l'interno (c la linea di •ompressionc amero~mrdiale). In basso: opacità da ptecolo versamento a nido di rondine (che occupa il fondo della cavità extrapleurica, fondo situato posteriormente). Il tratto costale resecato pre~enta .1bbozzi di rigencraziorw os~ca airestremo Interno ~ccondo una linea inferiore l' superiore parallele. All'estremn esterno si nota invece una Qpaci tà quasi calcifica della forma e dimensione di una noce, ad asse obliquo dall'alto a l basso c dall'esterno all'interno con propaggini verso il livello liquido (coaguli fibrinosi in 'ia di organizzazione). Nella camera pneurnororacic:1 si notano ancora chiazze di op:~cità parietale (do\'ute a pachiplcurite fìbrinosa ). Confrontando con il radiogr:m1ma :mteccdcmc all'imcrn:ntu M nota: uno sposta· mento del mediasti no YCrso D.. sopratuno della trachea; la cupola diatrammatica è '>tirata, appianata e toCl.:::l quast il limite inferiore dd \Crsamcnto. Gli spazi imercostali anteriori c posteriori delb mrtà superiore sono leggermente pit\ ampi. Nel parcnchima collass:no le ca,·ità appaiono eli~e. CA~O N. 2.
L. $abatino di a. 27, operaio, celibe. A 20 anni: blenorragia: a 23 anni: m,~laria.
, cl dicembre 1947, ha avvertito dulori al torace. tosse, tebbncola serotina; fu riscontrato affetto <.la esiri di pleurite ~inima.
Fig. ~ a.
J7ig. ' b.
Nel luglio 191H, ( appar~;l febbre piurto~w elevata continuo-rcrmucntc, tosse c tlo lorc puntorio all'emitoracc S. Il 27 ago~to 194~. 'ient n~.o,·er:~to al "B. Ramaz;rm con Jiagno.,r Ji: <• Tbc. poi monare bilaterale ~otto torma ,ìi mi!J;lre c.litTu,a e ukcraw prevalente a S. "· Koch. + p ositivo (fig. ~a). 11 ì ~cu~.mbrt 1q4X, im11a pncumororace .1 D . ..:hc.: risulta a ruua ahc·zza con aderen?.c apicali. Il 16 ottobre 194H. oper;r7ÌOne di l:1cobaeus a D. con ;eziouc dr una ,-a~ta aderenza a pd.1;tro <hc.: dalla rq~wne posteriore del lobo ~uperion: \i po; l :l al tr:mo c.:ompr<.'\0 tra l'arc.:o po;tero !:neralt: Jdla l coMa c l'arco po~teriore della VI. [J 10 novembre ll!-fl3. tcntallvo infruttuoso di pncumotoracc a S .. Il 23 fchhr:~in Hl-W· opc:razionc di pneunwtorace extrapleurico S. wn rest.zione del tratto postcnon: dell.l \' cost;l. Lo ;collamento h!x-ra l'apke in .tito; in basso c po~tenor mc n re raggrungc il margi nr mteriorc del tratto j'OStcriore tldb l X co.,ta, late• :t! mente l'angolo postcro-latl :rlc della IX costa; :rntuiormentc.: i tratti sternali delle prime tn.· coste (fig. ~b). Il lobo superiorc .:olla~sato è atdtttasico cd adtlo;.,aro al rm:dras11no. In <..JUC.:.,to vtr~<llllt' ~i notano due orli opalhi di con•prcssiunc, uno molw martar, c più rnedialc a conca\Ìt;\ \Olta ,·crso l'esterno li. la sma di compressione p >stcro-mt.:dialr). l'altra prtJ sottile e latl ralm· n te a • o m a\ ità ,·oh:~ 'crso l'interno (•' la stria t h comprc~~iont' antero-rncJiale). 1'\elln met:r rnfenorc si osscnano altre due stri,cie opache. dr ,· ui la più bassa (; ptÌI spcss.a . a toncavità \Oita n r'o in a ho. ì: il prolungJ.ncnto IÌ" IL 'tria dr compn·ssionc paramcdtasllnKa postenore; b più alt:l e p1Ì1 ..onile. a iorma 'i nusoid.Jlc, è il prolun· garnento ddb stria Ji comprc:>sione p:.~ramediastinica :lnterion·. fl tratto costale resecato prtscnta un abbo7~:o di rip,cnera:tiOIIt' osst;1. Al disopra t.li esso: chiaa:l ili opautà pant·talt- (pl'r pachipkurite lìbnnosa). Confrontando ron il radwgramma eseguito prima dei!'Jntcnemn ,j nota: mod ico spmt:.rmento della porzione supenorc del mnliastino \'Crso D.; !a cupola diaframrnat!Gl nei suoi 2 13 interni è stirata. Nel parenchima colla$Sato le ca\ltit ;~ppaiouo elisl; alla base si osscn a ancora <..JUalchc nodulo.
CASO N. 3· P. Valentina di ann i 24, donna di casa, nubile. Un fratello è ricoverato in sanatorio per tbc. polmonare. E' stata sempre bene fino al maggio 1946 quando si è ammalata con pleurite essudativa D. Nell'agosto 1946 un esame radiologico di controllo mise in evidenza una lesione tu bercolare del polmone S. l<ico,·erata ad <<Arco di T rento " fu tentato pneurnotorace a S. i n fruttuosa mente. Il 31 gennaio 1948, ha ottrnuto il trasferimcntv al << B. Ramazzini "· Diagnosi d'ingresso: « In filtrato precoce tH"a,·ato souoclaveare S. lJ. Koch. -i positivo (fig. 4 a). Il 18 febbraio HJ48 viene opera~a di pneumotorace cxtrapleu rico S .. Resezione dell'arco posteriore della V r:osta. Si pratica uno scollamento per via cxtrapleurica : rn alto dell'apice, in basso c posteriormente viene oltrepassato il margine inferiore del tratto posteriore della V Ill costa, lateralmente l'angolo postem-lateralc della V III costa, anteriormente vengono scoperti i tratti anteriori delle prime tre coste (Ved t IÌA. 4 b). Il lobo superiore collassato è ridotto ad un piccolo moncone atelett:~sico paramediastinico, con due orli opachi di compres~ iow.:. w.no più mediak a concavità volta verso l'esterno, che si continua in basso con la striscia più spessa di compressione inferiore e
po\tc.:rion: concava ,·er~o ì'alto, l:d uno pitt laterale e sottik .t lic.:\·~ concavità volta ,·erso l"intt. rno: seno il primo la stria di ,ompressione posteriore. il 'l:' o n do quella anteriore dd 'crsantt. mcxliastinito. Si nota ancora. incronantc que~t 'ultuna. una linea \ltlusoadalc nel tratto posteriore Jcl VII spazio intercostale e eh( rappre~ema l'orlo eli tomprcs\ione antero-infcriorc. Il trano costale asportato presenta un abbozzo alla rigenerazionc.: mediante d ue cordoni Ji o pacid ossea, uno supera ore c l'altro inferiore, paralleli. Al disopra di esso, nella regione parictalc: chiazze opache di pachiplcurite lìbrino~;-a
F ig. 4 a.
Fig. 4 b.
Il mediasti no, ~pe..:ialmcnte in nlto. è spostar.o ,·erso D. (t.b iazione della trachea). Nel parcnchima collas~:lto le ,·::wit:ì appaiono disc. c\~o "· 4.
P. Carmeia di a. 24, ricamatricc, nubile. Nel novembre IC))), plc:uritt scn.1 a D. Nel marzo 1948, tosse con cspcrrorazione muco-purulent:t, febbricola, sputi emauc.:a. Il t " giugno 194!ì, çntra al " R. Ramazzini >• con: "Tubercolosi polmonare a:matogena nodularc del lobo supa:riore D. fOn caverna sottr,clave·,rc "· 1Zod1. + positivo (fig. 5 a). Il 1 novembre 1948, oper:tziOilL' di pneumotorace cxtr;-aplc11rit.:o D .. A.,porta7.ione del lrallo posteriore dell;-a \' ltJ~ta. l n alto ,·itne liberato l'apitl'. In bas~o e posteriormentelo scollamemo raggiunge al margine inferiore del twtto po~tcrior•· della lX costa; later.tlmente l'angolo postero-latcralc dctr\'JII spazio intcrcmtalc; anteriormente gli allacchi \ternali delle prime tre l OSte (fig. 5 b). Il lobo superiore appane :nc!ettasico ed :.dclossato al mediaMmo: 'i si nota un margine di compressione a concavit3 lie,e ''olta \Crso l'cstern'l (postero-mediale) ed un margine a conca\'ità \Oita veno l'interno (a nrao-medialc). La striscia opaca inferiore a
com:a' ità 'crso l'alto, è l'orlo di compres~tonc: postero-intc:riore, mentre l'orlo di comprc'~ione amero inferiore è visibile più in alt(, e riconoscibik in una stn:l capillare a conCI ,·ità ,·erso il basso. Il tr:ltW costale resecaLO >i è ricostituiw in un ponte osseo irregolare che segue il margine inferiore della costa. Sulb parete interna dcll'emitorace: duazze ~par~<: di opacit?t JU\ utc a pachipleu rite fìbrino;a. Spostamcmo del mcdiaMino verso S .. (L:1 trachea e il cuore, che erano attratti, prima dell'operazione, a D., sono spinti verso S.).
Fig. 5 !
Fig. 5 b.
La cupola diaframmatila è depressa in ba,so e segue il decorso della stna di com pressione postcro-inferiorc a concavità volta verso l'alto. Gli spazi intercostali anteriore c posteriore sono lcggl'rmente più ampi. l'el parcnchima colla,~•tto non si sc:orge più l'arca ca' ttaria. c~so ~. 5·
T. Elio di a. 26, autista, celibe. Un fr~udl o è rico"erato al "Forbnini" per thc. polmonarc. In er:t intantile, parotlll' epidemica. hroncopolmonitc, pertosse. Kcl luglio 1946. spuu ematici. ll.t l:mo _cur_e ~c nera! i fino al tcbbraio 1<148 epoca in cui fu 1 ico,·crato al "\an.norio di Chit.:ll. Fu tmlllutto pneumotorace a S. che riuscì parziale, indtìliente. Il 25 maggio 1948 è St:llO trasferito al • R. Rama7.;rint " per intc:nento chirurgilo. Diagnosi d'ingresso: "Tubercolosi polmonarc biluter:Jie sotto form n di miliare cronica ulccrata a S. in trattamento di pneumatoracc S. parziale. inferiore. inefficiente >>. Koch. + positi,·o (fig. 6 a).
Il 9 giugno 1948, viene praticato pncumotor:lcc extrapleurico chirurgico a S .. Resezione òel tratto posteriore òella V costa. In alto lo scollamento :1bbassa completameutc l'apice; in basso e posteriormcme arri v:1 al margine wperiore della Vili costa; lateralmente all'angolo postero-laterale della VII, anteriormente agli attacchi sternali delle prime tre coste (fig. 6 b). L'apice appare collassato sul versante mediastinico ed è atelett:lsico. Si notano due striscie di compressione: w1a più mediale e più marcJta, che si prolunga con la ~triscia postero-inferiore a concavità volta verso l'esterno; l'altra più laterale e più sottile, che Bi prolunga con la striscia di compressione antero-inferiore, a concavità volta verso l'interno.
Fig. 6 a.
Fig. 6 b.
Il tratto costale asportato presenta due tratti 1 igenerati tra loro paralleli. Modico spostamento dei mediastino superiore verso D. Nel parcnchima le cavità sono elise.
CAso K . 6. Dc M. Carlo di anni 27, legatore di libri. celibe. Una sorella è morta di tubercolosi polmonan.:. Nel 1942, pleurite cssudativa D. Nel settembre 1945, pleurite essudativa S. per cui fu ricover:no al Policlinico di Roma. Nel novembre 1945, fu trasferito al Sanatorio di nroppino con diagnosi di: << Tisi <:avernulare dell'apice D. " ; quivi Ì! stato due anni, migliorando nelle condizioni generali. 11 29 dicembre 1947, 'iene trasferito al « B. Ramazziui >> . Diagnosi d'ingresso: « Tubercolosi polmonare produuiva biapicale, prevalente a D. con caverna retroclaveare. Esiti <li pleurite bilaterale ''· Kuch. + positivo ( fig. 7 a).
Il 17 gennaio 1948. opcr:J7IOI1t di pncumotorace extr::~pleun1 o D. con rcsczione del I\. cmt:L \ '•cnc liberato l'apice in alto. Lo s1ollamento si c~tende in basso c posteriormente lino al mar~in•. superiort del tratto poMeriure della VI! costa; lau.ralmcnte all'angolo po~tcro-latt.:ralc dd la \"l; anteriormente ~1gli :macLhi sternali delle prime due coste (fìg. 7 b). L'apice è collassato sul mediastino; quiv1 si notano due wie di compressione, una più rnedialc c più spessa, a concavità volta verso l'esterno, che ~i continua con la stria di compressione postero-inferiore; l'altrn piì1 later:~le c più sottile ~• concavità volta verso l'interno che.: si continua co·l 1:J stria di compressione antero-in[criorc. tr~lllO po\tcriore della
Fig. 7 cl.
rig. 7 b.
Il tratto costale asportato presenta due bordi di rigcnera:tionc ossea, tr:J loro paralleli. Al clisopra: chiazze opache parictali. Il mediasti no superiore. che nel primo radiogramma appare attratro a D., è tornato in sede normale. La caverna retrcx:bvearc è elisa.
F. Iride di :111ni 22, clo11na tli rasa, nuhi le. Madre morta a 55 anni di tubercolosi polmonarc. Un fratello è ricoverato al ''B. lbmazzini » per tubercolo~i polmonarc. :\ 5 anni: broncopolmonite acuta. 'el maggio 1942, tosse secca c spu11 ematici, per cui tu riwvaata al " Forlanini '~ do\ ~o· fu praticato pneumotorace a S. c Jacobacus complicar:~ da tmpicma. Fu ùimessa guarita dalrcmpiema nel maggio '945· Il 13 maggio 1946 'iene rÌCO\ era t :I al " B. Ramazzini • (011: " Tuhercolosi polmonarc nodulare hilatera!c con ca,·crna ~orrocl:.,-eare D. già tratt:IU con pneumotorace a S. e lrcnicocxeresi a D. "· Koch + positi\·o (Jìg. S a).
fig. 8 a.
fig. 8 b.
Il 30 luglio 1946, viene operata di pncumotorau: c:xtraplcurico D. che racstc elettivo lobare superiore c che conduce tino al gcnn:~io del 1<,'4<) con riformmemi ogni 10 giorni. Un a radiografia e~eguita clopo l'abhancluno (fig. h h) moma una completa riespan sionc del polmone D. con scompar~a Jell:t cavità; i noduli sono caki fìcati; il tratto costale asportato è guasi totalmente ricostituito.
l rilie1·i rad10logici eseguiti su 31 ca~i operati nll'(hpcdale San:uorialc.: /e parti molli (cn11sc::m:.l sottocutaneo, ~ottomusco larc, mediastinico) ; lo scheletro (modalità di rigf'ner:l'lione ossea a livello del tratto costale rcsecato, deformazione dell'emitorace); la fisionomw deiiJ mmua pneumotoracica (a <• catinella" con due ~tric th çompr('~~iane paramctl.astinica, un.1 po~tero- medialc. pit'1 m:lrl<H:l, a conca1 ità volta verso l'esterno, cd una nntero-medialc, capillare a concavità volta l't•rso l'interno; c due strie di compressione inferiori, unn più ~pessa, posteriore a conul\ it!ì volta verso l'allO cd una anteriore, filifortnt', a concavità volta verso il basso·, chiane di opacità irregolan per pachiplcurite); il comportamento del collasso polmonare e dellt· lesioni c.lvltane; gli ..-po>tamelltl tb,:frammano e medwst1111à; le comphcaziom (coa~uli, vcrsamcmi, fistole c-<tr,l-plcuricht· cutanee. c>.tra-pleuro-polmonare c c-<tra-pleuroesofagcJ ). RIASW:-110.
« R. Ramazzini ,, di Ro m:1 riguardano:
OSPEDALF ~111.11.\10·. PRI'\CIPAU DI PALERMO
Dm:llorc: ' l t n. col. nll'd. M•n•NO PH nRrl.l .., CI.I:--: ICA MEDIC.\
DELL'L '-:1\TRSITA' DI PALERMO
ll1rcttorc: Prof.
~hl RI7JI') A>tOll
CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA SIEROLOGIA DEI VACCINATI SANI ED AMMALATI D' INFEZIONI TIFO- PARATIFICHE C.1p. med. Fn"co Mu01TO
c.1po rq>;lrto mfclli\1 o,pc(blc Mli,tarc - 2° aiuto all.1 clinic.1 m edica
La sierodiagnosi di W1dal, le ricerche di Weil, Felix c Mitzenmacher sulla struttura antigene dei germi del gruppo t~fo-paratifìco, daJle quali , per merito specialmente di Felix, è derivata l'adozione in sierologia dell'analisi qualitativa dei ricettori O ed H, ed infine la sutccssiva scoperta di Felix c Pitt di un nuovo antigene - antigene Vi - contenuto nel soma batterico delb S. typhy, antigene a cui secondo le più moderne vedute sarà da attribuire una importanza immunologica del tutto part1colare, sono questi gli elementi fondamenta li che hanno fatto tanto Htilmentc progredire la sicrologia della febbre tifoide. Non vi è dubbio però che. attualmente, nonostante tante conoscenze, in prevalenza di batteriologia, nel campo immunologico ci troviamo in una fase di notevole incertezza. Infatti, mentre da una parte l'inevitabile superamcnto di alcune posizioni iniziali ha reso di re lativo valore l'interpretazione clinica dei dati forniti dalla sierologia, d'altra parte il manifestarsi eli ancora nuovi problemi di ordine batteriologico e immunologico ha determinato un ulteriore sensibile disorientamento nel canlpo della interpretazione clinica. Così che la questione della valutazione della siero-reazione di Gruber-Widal ed ancor più della sieroagglutinazione eseguita con l'analisi qualitativa dei ricettori 0-H è sempre attuale; più che mai attt~alc adesso che, come ho già accennato, è entrato in campo un nuovo riccttore somatico della S. typlzi, l'antigene Vi, ricettore che potrebbe asswnere un'importanza del tutto singolare nella sierologia dei vaccinati. Infatti quest'ultimo antigene è contenuto in trascurabile quantità oci vaccini attualmente in uso, per cui pure trascurabile è il tasso dei corrispondenti anticorpi nel siero di sangue del vaccinato (Bcnstcd, Seiffert); da ciò si deduce che un alto titolo agglutinante Vi assumerebbe un ruolo particolare nella diagnosi sierologica delìa febbre tifoide (Felix e Bhatnagar, Guarnacci, Ottolenghi, Saggese).
In ogni modo le modalità c il ritmo di comparsa delle varie agglutinine O-Vi-H a seguito delle vaccinazioni profilattichc, le modifìcazioni dd loro tasso a distanza di tempo diver~a dalia vaccinazione, il comportamento di tali immuncorpi nei vaccinati al-Tetti da Lebbre tifoidc e paratifoide, sono questioni che, nonostante la mole delle indagini eseguite in tal senso (Kellermann, Dunner, Hagc e Korff-Peterscn, Danila c Stroe, Felix. Gardner, Stuart c Krikorian, Kauffmann, Robcrtson e Yu, Alexa, \1onoliu c Baltenau, Bhatnagar, Giglioli, Ottolenghi, Piazz,1, Buononuni, Guarnieri, Giovanardi. Mazzetti, Davoli, Petrini, Delbov<.> c Brisou, Duianey, Saggese, D'Alessandro e Cefalù, De Blasi ccc.), attendono tuttora una chianfìcazione definitiva non solo per il grande valore dottrinale e pratico che possono avere in sè, ma altresì per qualche importante problema collaterale che coinvolgono, come acl esempio guello della preparazione dci vaccim profìlattici. Per questo studio mi sono avvalso, durante pitt di due anni, di tutto l'abbondante matcrde umano transitato dai reparti di rur~t medica dell'Ospedale militare. Ma ciò che specialmente mi ha indotto ad eseguire l'indagine è stata la possibilità di potere avere a mia disposizione un material e umano estremamente uniforme, per erà, per il sesso ed in certo senso anche per la costituzione, oltre che per l'ambiente di immediata provenienza c per l'identico regime di vita a cui era stato sottoposto; non ultimo elemento di questa uniformità dei suoi elementi costitutivi, lo stesso regime dietetico, regime dietetico che per vie dirette cd indirette potrebbe riflettersi sulle capacità di difesa de]] 'organismo. Oltre a questi dati inerenti al materiale umano vi è stato quello estremamente importante del vaccino profilattico , che era stato sempre dello stesso tipo t; che sempre era stato iniettato con le medesime modalità. Così mi è stato possibile riunire in uno studio omogeneo diversi elementi che da parte di altri Autori sono stati di volta in volta oggetto d'indagini condotte in condizioni diverse d'esperimento. Inoltre, per ciò che strettamente si riferisce all'ambiente militare, questa indagine, benchè preceduta da altre dello stesso tipo (Piazza, Adorni e Furbetta), mi sembra utile in un momento in cui è allo studio la possibilità di introdurre un nuovo tipo di vaccinazione profìiattica, per cui potrà essere interessante un confronto con i risultati sierologici ottenuti con i due metodi di profilassi antitifo-paratifica: quello attualmente in uso e quello che verra istituito. L'indagine sierologica è st:Ita divisa in due parti. Nella prima ho studiato sierologicamente sei gruppi di soggetti. Nel primo gruppo ho eseguito l'inda· ginc sierologica dopo la prima inoculazio ne di vaccino; nel secondo gruppo ho eseguita l'indagine dopo la seconda vaccinazione; nel terzo gruppo l'ho eseguita dopo la terza vaccinazione. Il prelevamento veniva fatto sempre dopo circa IO-I') giorni dalla inoculazione. Nel quarto gruppo ho eseguita l'indagine sierologica dopo 4-6 mesi dalla vaccinazione; nel quinto gruppo l'ho ese-
guita dopo u n anno dalla vaccinazione profì lattica. Ho inoltre eseguita l'indagine sierologica in un sesto grup~o di \'enti soggetti sani mai vaccinati; questo g ruppo ha avuto una funzione d i controllo. Nella seconda parte del lavoro ho preso in esame, dal punto di vista sierologico, dei soggetti vaccinati affeai da febb re tifoide, in :ltto; questa parte ho thviso in tre gruppi, di cui uno riguardante gli affetti da tifo, un altro gli affetti da paratifo A, il terzo gli affetti da paratifo B. Indistintamente, in tutti i soggetti presi in studio l'anamnesi risultava negativa per la febbre tifoide, o comunt1ue per forme febbrili che l'avrebbero potuta fare so~pettare . Per la febb re tifoide ho eseguita l'analisi ,lualit:ttiva delle agglutinine O, Vi , H per potere anche studi:1re, ~cp<tratamenre ed in rdazionc agli altri, il comportamento degli anticorpi \'i ; per i paratifì A e R ho eseguita ta reazione di Gruber-Widal. I prelevamenti sono stati eseguiti il mattino a digiuno. Il vaccino usato, il T.A.E.Te ·~ idrovaccmo formolrtto antitifo-paratifo e tetano), era stato inoculato con tre iniezioni snttorutanf.'e alla distanza di 15 giorni l'una dall'altra; precisamente, con la pnma iniezione era stata imettata una dose contenente 500 m il ioni Ji S. typhy (S.T.) c 375 milioni rispettivamente di 5. paratyphy A e B (S.P.A. - S.P.B.); con la seconda iniezione e con la terza erano state iniettate quantit1 Jo!; pic della precedente.
Tecnica delLe agglutinazioni. Per l'analisi q ualitativa delle agglutinine O , VI e H della S. typhy sono stati us:lti i tre noti ceppi: H 901 (per l'agglutinaz ione H), oj9o r (per l':lgglutinazione O) erl il Vi l di Bhatnagar (per l'agglutinazione Vi). Per le due prime è stata eseguita la tecnica di F elix e Gardner c la lettura .delle agglutinazioni è stata fatta dopo 12-24 h. di permanenza in b.m. a so"-520 c. Per l'agglutinazione Vi è stata eseguita la tecnica orig inale illustrata da Felix ; l'impiego del ceppo Vi I di Rhatnagar, contenente quantità praticamente trascurabili di an tigeni O ed H e di contro ricco di antigene Vi, permette di eseguire la sieroagglutin azione O c H dal siero di sang ue (Bhatnagar ·e Coli.). Inoltre, in una parte delle agglutinazioni è stato anche aggiunto il controllo del siero, secondo quanto suggerisce lo stesso Felix nella sua ultima nota di tecnica sull'agglutinazione Vi. La lettura delle agglutinazioni è stata eseguita dopo due ore di permanenza in termostato a 37" C e 20-22 ore in stanza, a temperatura ambiente. Le sieroaggluti nazioni parati fiche A e B sono state eseguite con cepp1 « totali )> di dette salmonelle, contenenti cioè gli J.ntigcni O e H. Dei ceppi è stata periodicamente controllata la forma S.
57 1 PARTE PRnfA.
I.
Fanno parte di questo gruppo 35 soggetti ai quali era stata praticata la prima dose di T. A .B.Te. L 'esame della tabeila r che si riferisce alla situazione delle agglutinine O, Vi ed H della S.T. nel siero Ji sangue degli ~tessi soggetti ro-r5 giorni circa dopo la prima inoculaziom:, mette in rilievo una relativamente alta percentuale di positivnà per i tre antigeni. La positività più alta è stata riscontrata per le agglutinine H (74.2'~{. ); seguono in ordine la positività per le agglutinine O (5.p".. ) c LJUClla per le agglutinine Vi (40".. ). Sia per le O-agglutinine, sia per le Il-agglutinine banno predominato i titoli di 1 :4o-r :8o. Le agglutinine Vi si sono sempre manifestate a titoli bassi, non oltre I : ro c con predominio assoluto del titolo I: 5· Viene spontaneo a tal proposito il chiedersi quale significato sia da attribuire alle agglutinazioni V1 a così basso titolo; quanto cioè sia dovuto alla reazione antigene-anticorpo e quanto aJ una !abilità spontanea del siero; il fatto che, come vedremo in ~eguito, tali ba!'si titoli siano quasi a~senti negli ammalati di febbri paratifirhe a Ji~tanza dalla vacinazione profilattica (vedi tabelle I 3 e t.t). mentre sono presenti nei vaccinati ammalati di tifoide, farebbe pensare ad un probabile valore specifico di tali sicroagglutinazioni a basso titolo. D'altra parte, l'avere risco1~trato d1 questi titoli anche in soggetti sani mai vaccinati, nonchè nei vaccinati da 4-5 mesi ed un anno sani (vedi tabelle 7 e 9), depone sfavorevolmente circa l'eventuale valore diagnostico che si potrebbe loro attribuire. In definitiva, sarà bene considerare tali positi\~tà soltanto da un punto di vista dottrinale, poichè in ogni modo sarebbe necess;nio chiarirne ulteriormente il significato. Per ciò che si riferisce dunllue alle perce;-ntuali di positività per i riccttori tifici O c H, esi~tono delle differenze, sebbene non molto accentuate, mentre per ciò che riguarda la positività riferita ai divcr~i titoli, non si può mettere in rilievo una qualche diversità sostanziale. Risulta dunque una lieve dissociazione tra il comportamento delle percentuali di positività globale rispettivamente 0 -H (risp. 54,2·?-h2, tabella r) e le percentuali di positività riferite ai vari titoli, le quali ultime d':!ltra parte corrispondono più precisamente al tasso delle agglutinine nel siero di sangue dei vaccinati. Le percentuali di positività per la S.P.A. (40"{,) c per la S.P.B. (48,so''\,, tabella 2), non diA"eriscono di molto tra di loro e sono risultaie un po' minori di quelle della S. T. , sia pcl suo ricettore O. -;ia pel riccttore H. Ciò ~i porrebbe direttamente mettere in rapporto con la minore quantità di Sal monclle paratifiche iniettate. ~h se ciò potrà corrispondere cActtivamentc a verità per la percentuale di positivltà, d'altra parte non trova riscontro alcuno nell'altezza dci titoli di agglutinazione; (p.lesti ul ti mi non h:1nno infaui sostanzialmente differito dall'altezza dci titoli O c H delle agglutinazioni con la S.T .. Tnoltre, J - Gtorn<~l~ tli \tt"tlion.z \lilttare.
57 2 T abella N. l.
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II. Fanno pane di questo secondo gruppo 42 soggetti cbe avevano già subita la seconda inoculazione di T.A.B.Te. I risultati sono stati quelli della tabella 3· Gl 'imm uncorpi agglutinanti O sono stati trovati presenti nel 92,8 °G dei vaccinati. Il maggior numero di positività ha coinciso con il titolo di I: 8o mentre la positività complessiva si è leggermente spostata verso i titoli più alti, specialmente ad I: 160 ed I: v.o; due sieri sono risultati po~itivi al titolo di I: 1280. Se si co n front~' questo reperto con il corrispondente ottenuto dopo la prima inoculazione, si nota che la percentuale di positività è aumentata, mentre la positività alle singole diluizioni del siero si è estesa, da una parte continuando
573 Tabella N . 3.
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574 Tabella N. 4.
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TI I. ll terzo gruppo comprende 64 soggetti che avevano subito la terza moculazione di T.A.B.Te. I risultati si possono esaminare brevemente (tabella 5). Gli anticorpi O sono stati trovati in una percentuale di casi maggiore che nel g ruppo precedente, 95)i'X, in confronto a 92,!:l',}, . La massima incidenza di positività si è messa in rilievo a titoli leggermente più alti : 1: r6o; per il resto la situazione delle agglutinine O è di poco variata. Tabella N. S.
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Gli anticorpi Vi sono stati trovati nel '59·3'JG dei casi, con scarso aumento rispetto al g ruppo precedente (57,1 '?{) ), mentre il maggior numero dei casi positivi si è di poco spostato sul titolo di 1 : ro; sette casi sono risultati positivi al titolo di I : 20 e 'llle al titolo di I :40; complessivamente dunque anche per le aggl utinine Vi si t- avuto sia un lieve aumento della percentuale dì positività, sia un leggero spostamento verso i titoli più alti. In questo caso però
575 vi è da mettere in rilievo che soltanto dopo la terza inoculazione la sieroagglutinazione Vi ha reg15trato dci casi positivi (due, pari al 5,2".,) al titolo di 1 :40 cia considerare sufficientemente alto, per potere c~scre utilizzato nella diagnosi sierologica di febbre tifoide. Il comportamento degli anticorpi H ha registrato ol tre ad un lieve aumento della percentuale di positività (96,8, in confronto al 94,6 del gruppo precedente), una netta concentrazione del la positivit;l in corrispondenza dei titol i di 1 :640, r :vo cd anche di 1:1280. Concludendo, l'analisi qualitativa delle agglutinine antitifìche dopo la 111 inoculazione di vaccino, ha messo in rilievo un lieve aumento della percenLUJie di positività di tutti c tre gl'immuncorpi cd un lit:ve spostamento verso i titoli più alti del maggior numero òci casi positivi, specialmente per guanto ~~ riferisce alle agglutinine H. A proposito degl'immuncorpi della S.P.A. (tabella 6) si può dire che non si è verificata alcuna notevole modificazione, sia per quanto riguarda la percentuale di positività, sia per l'incidenza dei casi positivi in corrispondenza dei diversi titoli. 1·abella N. 6.
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Gl'immuncorpi comspondcnti alla S.P.B. (tabella 6), al contrario, sempre in relazione al reperto del corrispondente gruppo precedente, hanno subito una notevole ascesa della positività che è stata registrata del 75'Y) (nel gruppo pn.:ccdcntc, dopo la seconda inoculazione di vaccino, era stata del 52,3'}o); per l]Uanto riguarda invece la incicknza dell a positività ai diversi titoli, non si è avuta una sostanzia le differenza nei confronti del precedente gruppo; anche qui infatti la maggiore percentuale di positività si è avuta in corrispondenza dci tttoli eli r : 16o ed 1 :8o. Dunque, per ciò che riguarda il comportamento degli anticorpi paraùfici A c B, dopo la terza inoculazione di vaccino, c'è solo da mettere in rilievo un notevole aumento della percentuale di positività degli anticorpi paratifìci B nei confronti del gruppo precedente, dopo la seconda inoculazione di vaccino.
IV. I risultati dell 'indagine sierologica eseguita in un gruppo di 6o soggetti che avevano ultimata la serie delle inoculazioni antitifìchc 4-5 mesi prima, sono stati i seguenti: la percentuale di positività per la S. T., nei confronti delle percentuali messe in evidenza nei soggetti dei gruppi precedenti, si è ri,-elata di molto minore per tutte e tre i tipi di anticorpi agglutinanti O, Vi, H (tabelJa 7 t confr. con tahell,t c;). La riduzione più cospicua è stat,t mess,l in evidenza a carico degli anticorpi Vi, la cui positività, al paragone, ~ !>tata di un terzo; seguono poi gli anticorpi O che sono minori della metà, mentre gli anticorpi H sono anch'essi diminuiti, ma lim itatamente (86,6":, di contro a 96,6% del gruppo precedente). Tabella N. 7.
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Anche i vari titoli di agglutinazione si sono dimostrati notevolmente minori, specialmente per quanto riguarda gli anticorpi agglutinanti Vi, dci quali sono del tutto scomparsi i titoli agglutinanti di 1 :40 cd r :20 e lo stesso titolo di r: ro è modestamente rappresentato (il 25 % dei positivi). Gli anticorpi delle S.P.A. e B (tabella 8) hanno presentato una diminuzione piuttosto modesta della percentuale di positività, riduzione non paragonabile a quella più cospicua degli anticorpi tifici. Gli anticorpi paratifici hanno mostrato invece una piLt ncua riduzione, per ciò che riguarda l'altezza dei titoli di agglutinazione, i quali ~i sono discretamente abbassati .
v. Del quinto gruppo fanno parte .39 soggetti vaccinati da un anno con T.A.B.Te.. In yue~ti soggetti, per ciò che si riferisce alla S. T. (tahclla g), le agglutinine O sono state messe in C\ id enza nel r8,4 ".. dci casi a titolo di 1 :20, sct,TtJito dal titolo di I: 40. Si è avuta <.Iuindi una notevolissima riduzione della percentuale di po~itività ed un netto spostamento verso i titoli più bassi di agglutinazione.
577 Tabella N . 8
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Anche la percentuale di positività degli immuncorpi Vi si è dimostrata notevolmente inferiore a quella del gruppo precedente, essendosi rivelata dd 10,5% mentre d'altra parte ha prevalso decisamente il titolo di agglutinazione di I : 5· La percentuale di positiv ità delle agglutinine H nei confronti di quella del gruppo precedente è stata pure nettamente inferiore (44,7~~ ), essend osi <.JUasi dimezzata mentre pure notevole è stato lo !.postamento verso titoli i n feriori . Le agglutinine antiparatifiche A (tabella 10) hanno dimostrato una percentuale di positività !.Olo lie,ememe inferiore :1. qudla ckl gruppo precedente (2r "o contro al 23,3', ) c la maggiore incidenza di posi t ività si è verificata al titolo di I : 20. A cari(o delle agglutinine antip;1rattf.che l\ <;J sono dunque
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messe in evidenza pcrce11tuali di positività che poco st Jiscostano da quelle ottenute nel gruppo precedente, fatto questo singolare perchè, come ved remo, anche le agglutinine antiparatifìche B si sono dimostrate notevolmente inferiori a quelle del gruppo precedente; così, dopo un anno, le agglutinine paratifìche A sono state le sole che hanno mantenuto il loro tasso nel siero di sangue dei vaccinati pressochè invariato. Come già abbiamo accennato, le agglutinine antiparatifìche B (tabella 10) sono state ritrovate in una percentuale di casi di gran lunga minore che nel gruppo precedente; la percentuale di positività è stata del 36,8 %, per cui si è vr.nuto quasi ad annullare il notevole scarto tra le percentuali di positivttà delle agglutinine antiparatifìche A e B, scarto che si era riscontrato nel gruppo precedente. La maggiore incidenza di positività si è avuta ai titoli di I : 40 e 1 : 20.
VI.
L'indagine sierologica eseguita su 30 soggetti sani, scelti tra militari, prima che fossero sottoposti alla vaccinazione profìl attica , ha dato luogo ai risultati riassunt i nella tabella rr. T a bella N . Il.
Soggetti sani, mai vaccinati, senza precedenti d'infezione tifo-paratifoidi. 1
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579 La minore percentuale di positività risulta a carico del ricettore somauco O della S.T. (3,3' ); ~cguono la percentuale cli po~iti\'ità per il Vi (~o·.,) c poi quella per l'H (13,3' .. ). Le percentuali di posiuvità per le S.P.A. e B (rispettivamente 10 ',, e T 3·3 ' .. ) ~i a,·,·icinanc a quelle per l'antigene ciliare delle S.T .. La percentuale di po~itività per il ricettorc somatico Vi è in gran parte costituita dai titoli di T :5; circa d valore c.liagnostico da attribuire a questi tassi di agglutinaz.ione ho fatto cenno già prececkntemente. Comunque si tratta di titoli che in alcun modo possono es~ere presi in considerazione nella diagnosi sierologica c.li tifoide, specialmente quando si mettono in evidenza da soli, senza cioè una sostanziale positi\·ità per i ricettori 0-H delle S.T.. Le agglutinine riscontrate a più alto titolo per b S. T. sono state quelle H. Anche le agglutinine antiparati fichL A e B sono state messe in evidenza acl alto titolo, fatto quest"ultimo ,la mettere probabilmente in relazione alla Gruber-Wiclal, ove gli antigeni Vi cd O vengano mascherati dal ricettore H. Complessivamente dunque la si tuazione sierologica riscontrata nei mai vaccinati sani, sembra che non possa in alcun modo interferire sul significato del quadro sierologico dci soggetti che abbiano subito la vaccinazione profilattica, sia sani sia, come vedremo oltre, ammalati d'infezioni tifo-paratifiche.
p \IO E SECONDA.
l n fine ho eseguita l'indagine sierologica in un certo numero di soggetti vaccinati che sono andati incontro all'infezione tifo-paratifìca. Ho scelto soggetti in cui la malattia si era manifestata tra i quattro mesi cd un anno dalla pregressa vaccinazione. Questi casi sono stati divisi in tre gruppi: il primo di 3r ammalati di febbre tifoidc, il secondo di 12 ammalati cli paratifo A, il terw di 9 ammalati di parati fo B. Il siero di sangue è stato per lo più prelevato verso la fine della seconda settimana di malattia. In gran parte dei casi è stata contemporaneamente eseguita la emocoltura; eccezionalmente, solo quando ~c ne è manifestata la opportunità, è stato eseguito l'isolamento del germe responsabile dalle feci.
r. l GRUPPO - FEBBRE TlFOlOE (tabella 12).
Tratterò separatamentc Il comportamento delle agglutinine O, Vi, H.
Agglutinine O. Nei casi di febbre tifoide presi in esame, gli immuncorpi O sono stati rinvenuti a titoli generalmente alti, qualora si tenga anche presente il periodo della malanja in cui (: ~tato prelevato il siero di sangue.
s8o Tabella N. 12.
Casi di tifo contratto tra i 6 mesi ed l anno dalla vaccinazione con T. A. B. Te. \"i
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Come si vede, maggiormente rappresentato l: stato il titolo di 1:160, seguito da quello di 1:180, poi da quello di 1: j20 c infine, a di::.tanza, dagli altri. La maggior parte dunque, considerati a sè, sono titoli probativi per la diagnosi sicrologica di febbre tifoide; tenendo però conto della pregressa vaccinazione, per valutarnc più esattamente il valore diagnostico, bisognerà fare un confronto con i titoli di agglutinazione dci vaccinati da 4-5 mesi ad un anno (tabelle 7 c g). Dal confronto risulta evidente che al titolo di r :40 non può essere attribuito valore diagnostico, pcrchè discretamente rappre~entato anche nei due gruppi di soggetti S:Jni che avevano subita la vaccinazwne profìlattica, specialmente nel primo gruppo dove il titolo di 1 :40 ha raggiunto una percentuale di positività del 16,6°\., (tabella 7). Escludendo così il titolo di 1:40, risulta dagli elementi di questa indagine che nella grande maggioranza dei casi (90~.. ) di febbre tifoide, in vaccinati da 4 mesi ad un anno, l 'analisi ricettoriale O può fornire un orientamento utile all::t formazione del giudizio clinico diagnostico. Inoltre, per ciò che mi consta, i titoli di posirività sono risultati generalmente superiori a quelli riscon trati dai vari Autori che hanno prelevato il siero di sangue non oltre la seconda settimana di malattia, in soggetti che non erano stati precedentemente sottoposti a vaccinazione profilattica. Ora quando si tenga presente la situazione ricettorialc dei vaccinati da 4-5 mesi ad un anno (risultante dall'esame delle tabelle 7 c 9), si può ricondurre il fenomeno ad un potenziamcnto degli immuncorpi O, già presenti in maggiore o minore copia all'atto del sopraggiungere della malattia, nel siero del sangue dei soggetti vaccinati; questi ultimt nei confronti dcgii ammalati mai vaccinati vengono a possedere un apparecchio immunitario già funzionante ed in grado di rispondere prontamente ad una stimolazione specifica. Ciò mi pare che venga avvalorato dal fatto che nella grandissima maggioranza dei casi di tifoide, i titoli delle agglutinine della S. T. hanno prc\'also sui titoli delle agglutinine delle S.P.A. e B, il che fa presumere che la presenza della S.T. nell'organismo ammalato stimoli in modo specifico la produzione degli anticorpi corrispondenti appunto agli antigeni contenuti in tal germe. Ciò non toglie però che cccczion:tlmente (caso n. 7), diagnosticato con l'isolamento del germe responsabile dal sangue , le agglutinine paratifìchc A hanno prevalso sia su quelle O, sia su quelle H delle S. T., per cui mediante la sola sieroagglutinazione avremmo dovuto formulare la diagnosi di P .. J ., mentre, d'altra parte si trattava di una forma determinata dalla S.T .. Bisogna quindi
ammettere che nel siero di sangue di certi vaccinati alcuni anticorpi agglutinanti siano già contenuti (v. in seguito) in quantità rilevante c prevalente sugli altri, per cui una stimolazione aspecifica, in tal caso eseguita dagli antigeni di un'altra salmonella, determinante a sua volta lo stato di malattia, possa dar luogo alla produzione di agglutinine anamnestiche in così grande copia da superare quelle corrispondenti al germe che ha determinato la malattia stessa; queste ultime in pane di nuova produzione cd in parte dovute alla stimolazione strettamente specifica snll e agf!,lutinine vaccina/i corrispondenti. Tale fenomeno presumibilmente si farà sempre più raro via via che ci allontaneremo dalla data della prcgrcssa vaccinazione, perchè con il tempo, come si può rile\'are dalle indagini riferite precedentemente, le differenze tra il contenuto del siero in agglutinine ti Gche c paratifiche vanno attenuandosi. Ora, nel caso preso in esame, il ta~so agglutinante eli un paratifo era superiore ai ta~si di agglutinazione O e H della S.T., mentre in altro caso, il numero 10, il tasso agglutinante ciel paratifo A era soltanto superiore al tasso agglutinante O della S.T., ma non all'H ; in simili evenienze una elevata agglutinazione H può essere altamente probativa per l'esatta diagnosi sicrologica; in questo ultimo caso, l'cmocultura ripetuta due volte risultò negativa, ma la S.T. fu col ti va ta dalle feci. Nei casi 18 c 30 infine non vi è stata una preponderanza netta della agglutinazione delle S.P.A. e B sull'agglutinazione O e rispettivamente O e H della S. T., e mentre nel primo caso poteva essere notevolmente indicativo l'alto titolo di agglutinazione H, nel secondo la diagnosi sieroiogica non sarebbe stata possibile: anche in questi due casi si è dimostrata utilissima la ricerca del germe responsabile nel sangue e nelle feci, ricerca risultata rispettivamente positiva con l'esame colturale delle feci c con l'emecultura. Condudcndo, l'esame ricettorialc O anche nei vaccinati permette, nella grande maggioranza dei casi, come già precedentemente è stato messo in rilievo da altri (D'Alessandro), di porre diagnosi sierologica di febb re tifoidc. Nel caso che il tasso di agglutinazione O sia sopraffatto dai tassi di agglutinazione della S.P.A. o B. può essere di notevole ausilio per la diagnosi sierologica differenziale l'eventuale elevato tasso agglutinante H. In ogni modo a proposito appunto <.li tale diagnosi differenziale, in quei casi in cui essa non si è dimostrata pacifica, c'è òa supporre che l'esame riccttoriale O e H condotto anche per la S.P.A. e R potrebbe riuscire vantaggioso, perchè probabilmente i titoli relativamente alti che abbiamo riscontrato per queste salmonelle nella f. tifoide, sono stati prevalentemente determinati dall'agglutinogeno H, mentre l'agglutinogeno O, al quale d'altra parte è ria attribuire valore diagnostico di gran lunga ~uperiorc. si sarebbe potuto manifestare a titoli più modesti, tali da non determinare difficoltà diagnostiche differenziali con il tifo.
583
Agglutinine Vi. La sieroagglutinazione Vi, eseguita solo in 26 dci 31 ca'ìi di tifo presi in esame, è risultata po~ìtiva in 25 cioè nel ~,I 0, • D'altra parte la percentuale di positività dei diversi titoli è risultata la seguente: T: 5 = 24 "., 1 : :w 32 'Y, l : 1O . :p ",. l : 40 . = T 2 "(., Non attribuendo un attendibile valore diagnostico ai lltoli di 1 :5 ed T : ro (56';;, ), si desume che solo nd 44"{, dci rasi (titoli di I :20 ed 1 :40) la sieroagglutinazione vi abbia raggiunto titoli che possono essere presi in considerazione dal punto di vista del la diagnosi ~icrolug1ca di tifoide. Tr:1 questi ultimi inoltre, Jl 12"., possedeva titoli agglutinanti Vi del tutto probativi per detta sierologica, anche nel senso assoluto, specialmente quando si tenga presente il pe riodo della malatti~ in cui fu fatto il prelevamento del siero. Sin qui, considerando tali percentuali a sè stanti; ma qualora sì mettano in relazione le suddc:tte percentuali a quelle riscontrate nei vaccinati dopo 4-5 mesi e dopo I anno dalle inoculazioni dovr<;mmo gìuntrere a considcra:tioni sensibilmente diverse (tabelle 7 e 9): si nota infaur che.. sia la perct:Htualc.: globale dei positivi, sia il rapporto di po'>itività alle singole dil11i:t.ioni ~ono molto di\'ersi. Negli ammalati infatti si ha una percentuale di positività <lt:l <_;6'\, di cui il 42".. con i titoli di T :20 a r :-10, titoli che non erano presenti m:i due gruppi suddetti di vaccinati. D'altra parte anche la positività :li titoli di (:scI: IO pari al s6 .. , <.kve essere considerata in gran parte dipendente dallo stato di malattia. perchè nei suddetti due gruppi di vaccinati era semihilmcntl: inferiore c cioe del 20".. nei vaccinati da 4-5 mesi c ciel ro,5"o nei vaccinati da un anno. F.' dunque da pensare o che lo stato di malattia produca ex novo le agglutini ne Vi nel siero di sangue o che stimo li le agg-lutinine già presenti, m quantità non dimostrabile nel vaccinato prima ddl'evcnto morboso (agglutinine anamnestiche Vi). A. tal proposito è anche da tener presente che negli ammalati non precedentemente vacrinati, come risulta dalle indagini di numLrosi Autori, non si hanno affatto percentuali di positività così alte, specialmente tra la prima e la seconda settimana, poichè le agglutinine Vi ~og-liono di solito comparire al termine della seconda settimana ed al principio della terza. Inoltre vi è anche da considerare (tabelle I 3 c 14) che le agglutinine Vi nei vaccinati affetti da paratifo A c B mantengono pressappoco le stesse percen tua li dì pos itività di titoli d i agglutin azione riscontrati nei vaccinati dopo 4-5 mesi c dopo un anno dalla vaccinazione: per cui si dovrebbe senz'altro dedurre che la presenza ed il comportamento delle agglutinine Vi nei nostri ammalati siano da mettere in rapporto alla presenza nell'organismo della S. T., capace di produrre ex-novo o di stimolare molto precocemente ed elettivamente l'incremento di quelle precsistenti in scarsa yuantità nell'organismo del vaccinato. In un senso o nell'altro. insomma, taìi agg)utinine sarebbero riferihili, in grandissima parte, alla malattia in atto c potrebbero assumere significato diagnostico. o
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Tabella N. J3.
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Complessivamente, dunque, hanno prevalso titoli piuttosto elevati c, facendo un confronto con quelli riscontrati nei grupp1 corrispondenti di vaccinati sani, si nota che a questi ultimi sono stati nettamente superiori. Inoltre~ nel 25,8~o dci c:-~si, i titoli di agglutinazione H sono stati inferiori ai corrispondenti titoli di agglutinazione O e ciò forse in rapporto al periodo di malattia (precoce) in cui è stato prelevato il siero di sangue. Per il resto il comportamento delle H agglutinine non ha dimmtrato alcunchè di particolare.
Agglutinine paratificlze A e H. La positività dd paratifo A alla Widal è risultata del 70,9·:., c: qudla dci paratifo B del s8%. Confrontando questi dati con t!uelli dei vaccinati da 4-5 me!)i c da un anno non ammalati (tahdle >3 c 10). si ,·ede .::he la percentuale di positività dd P.A. è stata di gran lunga superiore nei vacc.inati :tmmalati di tifo: tale differenza si deve necessariamente attribuire allo ~tato di malattia c cioè, nel caso in specie, alla presenza nell'organismo della S.T., per cui queste agglutinine paratifiche A assumono in gran parte il significato di agglutinine anamnestiche. La percentuale di positività del P.H. alla Widal è stata invece di poco inferiore a quelle dci vaccinati d:l 4-5 mesi e discretamente superiore a quella dci vaccinati da un anno; ora qualora si consideri che un:t parte degli ammalati presi in esame saranno appartenuti ,tlla prima categoria cd il resto alla seconda, facend c una media fra le percentuali di positività delle due categorie c confrontando poi questa media con quella dei vaccinati ammalati, si può concludere che la percentuale di positiYità :li P.H. degli ammalati di febbre ti(oide precedentemente vaccinati non è variata od è variata di molto poco nei confronti di vaccinati sani. In definitiva, dunque, la S.T. avrebbe stimolato, in via eterogenea, notevolmente la produzione di agglutinine antiparatifì.che A e molto poco, od affatto, la produzione di agglutinine antiparatifichc B. La spiegazione di questo fenomeno non è agevole. Secondo me può essere ricondotta nell'ambito del fenomeno di competizione degli antigeni, fenomeno al quale mi sono richiamato in passato. In effetti è risultato pitt volte in llueste indagini che la produzione degli anticorpi agglutinanti di vario tipo presi in considerazione non è stata proporzionale alla rispettiva carica dci diversi antigeni e non si è sviluppata parallelamente, bensì, senza apparente ragione, le agglutuùne di un tipo hanno prevalso sulle altre; ciò potrebbe fare pensare che l'eventuale fenomeno di competizione degli antigeni possa determinarsi piuttosto frequentemente. Non mi sto a ripetere a proposito di quei casi in cui gl'immuncorpi paratifì.ci hanno prevalso sulle agglutinine tifi.che, benchè la forma ebcrthiana fosse stata diagnostica inequivocabilmcntc per altra via; solo credo che sia oppor-
5s6 tuno insistere sull'esame separato dei riccttori O ed H delle S.P.A . e B, perchè mi sembra che questo debba essere considerato un elemento di notevole chiarimento c di~c riminazione nella diagnosi sierologica differenziale delle Salmonellosi.
IL Fanno parte di lluesto secondo gruppo dodici ammalati di paratifo A che avevano subita l'inoculazione di T.A.B.Te in un 'epoca compresa tra 4-5 mesi ed un anno prima della malattia (tabella ! 3). Lr varie percentuali di positività dei diversi titoli agglutinanti sono le seguenti: r :8o :r6o
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Questi dati messi a confronto con qudli riscontrati nei vaccinati sani dopo 4-5 mesi e dopo un anno dalla inondazione ~tabelle 8 e ro) mettono in rilievo che i titoli di agglutinazione nei vaccinati ammalati sono notevolmente più elevati e possono permettere in genere di porre la diagnosi dì paratifo A. Dalla tabella 8 in specie sì rileva che i titoli di I :Roe di I: 160 risultano positivi rispettivamente nel 5".. e nel 3,3' .. dei casi, di contro ad un 33,3".. e ad un r6,6".. riscontr:.tto nei v:tccinati ammalati . Inoltre, in tlucsti stessi casi di P.A ., la Widal è risultata contemporancamente positiva per il P.B. nel 50']{, , vale a dire una percentuale inferiore a '1uella rinvenuta nei ,·:~ccinati sani dopo 4-5 mesi dalla inoculazione (66,6 ".,), c superiore a quella dci vaccinati da un anno (J6,8':{, ); ora, considerando, al sol ito, che gli ammalati da mc presi in esame saranno appartenuti in parte alb prima categoria ed in parte all a seconda e facendo pertanto una media fra le due percentuali di posicività (51 ,7".. ). risulta evidente che lo stato di malattia determinato dalla S.P.A. non ha influenzato in maniera apprezzabile la produzione eli anticorpi corrispondenti alla S.P.B. Inoltre, come si vede dalla tabella 13, i titoli di agglutinazione per quest'ultima salmonella sono rclatÌ\'amente mode!lti, tanto da non costituire alcuna ragione d i incertez7.a nella diagnosi differenzial e sicrologica. Circa il reperto degli anticorpi corrispondenti agli antigeni propri della S.T. , si è manifestata una differenza piuttosto notevole tra gli anticorpi ciliari , H , c quelli som atici, O e Vi. I primi sono stati rim·enuti nel 1)6,6",. dci casi, gli anticorpi O nel l3•3'){, e gli anticorpi Vi nel 25".. . Confrontando questi dati con quelli delle tabell e 7 c 9, per quanto ~i riferisce alle a.gf!lutininc H, c facendo al solito una media fra le percentuali di positività dei due gruppi ( = 65,6), si può dedurre che lo <;tato di malattia da S.P.A. non ha determinato un aumento apprezzabile degli anticorpi cii iari vaccina li dell a S. T. , mentre anche per ciò
che riguarda i titoli di agglutinazione non vi sono notevoli differenze. La percentuale di positività delle .1gglutinine O (33,3'\,), sia per ctò che riguarda la positività bruta, sia per ciò che si rifensce alle perc<.:ntuali dei vari titoli, non ha dimostrato apprezzabili diversità nei confronti della situazione degli anticorpi O nel siero di sangue dei corrispondenti gruppi di vaccinati sani, il che denota che anche questi immuncorpi non hanno ricevuto uno stimolo ri levante dalla presenza nell'organismo ammalato di una salrnonella diversa c nel caso in specie della S.P ..1. Lo stesso si può dire degli anticorpi Vi. Dunque, dalla indagine sierologica dei vaccinati ammalati di P.A., si può trarre la conclusione che, nella generali tà dci casi (oltre il 90''{,), sia stato possibile differenziare sierologicamentc la malattia in oggetto dal P.B. e dal tifo. Inoltre, nei casi in esame, mentre le agglutinine antiparatifiche R sono aumentate discretamente nei confronti dei corrispondenti \'accinati sani, ciò non è avvenuto per gli anticorpi O, Vi, H della S.T., che hanno pressappoco mantenute invariate le loro percentuali di positività.
m. In quest'ultimo gruppo è stato preso in esame il comportamento sierologico di un piccolo numero (<;) di vaccinati ammalati di P.B. (tabella q). F.' da notare che l'esiguità ciel numero dei sog~etti presi m esame non consentirebbe, a rigore, di rica\'arne dci dati statistici. In ogni modo, le varie percentuali di posirività ai di,·ersi titoli di agglutinazione sono le seguent i: 1:So n ,I·;~ 1: 160
B·~·x.
T: .PC
33,3"{, 1 : G,{(J 22,2 'lf. l titoli di agglutinazione qui .1di sono sutlicientcmcfltc alti per poter formulare la diagnosi SÌ;!rologica di paratifo B. Yi sono infatti rappresentati titoli di T: 320 e 1 :640 che non figurano nelle agglutinazioni eseguite nei vaccinati non amm3~ati (tabelle S c 10): c.1uesti titoli invece nei vaccinati ammalati costituiscono cumulmivamente una quantità d1 oltre il so ·:~, ; rimangono così in discussione solo i titoli di T :8o e di I: 160, che nei vaccinati sani da 4-5 mc1.i hanno una percentuale di positività rispettivamente dd 27,5% e del roo/. ; come si vede, il titolo di 1: r6o sia pure considerando soltanto i vaccinati da un pcrtodo più recente (4-5 mesi) ricorre molto più frequentemente negli ammalati, per cui mi sembra che tale titolo vada considerato come sufficientemente probativo per la diagnosi sierologica di una forma da S.P.B., quando si tenga anche presente che parte dci soggetti presi in esame erano stati vaccinati da un anno (tabella 10). e che pertanto la suddetta percentuale del ro' u è soggetta a riduzione. D'altra parte il titolo di r :8o è largamente rappresentato nei vaccinati sani a 4-5 mesi (27,5":.) e ad un anno (:n,4".. ) dalla pregressa -1 - c;iou1,d, di Medic111.1 .\li/ilare
l
S~HS
vaccinazione, con percentuali superiori a quella riscontrata nei vaccinati ammalati (II,I ~~ ); il titolo di 1 :8o dunque non può essere preso in considerazione per la diagnosi sierologica di febbre paratifoidc B, poichè tale titolo può essere messo in rapporto con la pregressa vaccinazione. Complessivamente dunllue, nella maggioranza dei casi i titoli agglutinanti per la S.P.B. hanno dato moJo di formulare la diagnosi sierologica di febbre paratifoide B. Il comportamento delle altrL: agglutinine in corso di P.B. è stato il seguente. Le agglutinine antiparatifiche A sono state presenti nel 44,4 ~~ dei casi, percentuale nettamente superiore a quella riscontrata nei vaccinati sani dopo 4-5 mesi ed un anno dalla prcgressa vaccinazione (tabelle 8 e 10); anche i titoli di agglutinazione ~ono stati più elevati, per cui si può pensare che la S.P.B. abbia stimolato note\'Oimcnt:.. l'incremento \ielle agglutinine Yaccinali del P.A .. Comunque, soltanto in un caso su nove (caso n. 8), il titolo dd paratifo A ha equiparato quello del P.B.; questo caso è stato diagnostic:-~to a mezzo della cmocultura. Le agglutinine H della S.T si sono nnvenute in 7 su 9 casi, cioè nel 77,7'}6 dei casi, percentuale di positività di poco interiore a quella rinvenuta nei vaccinati sani dopo 4-5 mes1 dalla pregressa vaccinazione (86,6".,, tabella 7) ma discretamente superiore a quella rinvenuta nei vaccinati dopo un anno dalla pregressa vaccinazione (44,7%, tabella 9); ora, tenendo conto, al solito, che gli ammalati in esame saranno appartenuti una parte alla prima ed una parte alla seconda categoria, e facendo una media fra le due percentuali (65,5 %), si ha che questa è solo lievemente inferiore alla suddetta percentuale riscontrata negli ammalati (7ì,7%), per cui, nel nostro caso, dobbiamo conchi udere che la S.P.B. ha determinato solo un lieve, trascurabile aumento delle agglutinine vaceinali H della S.'l'. Pure le pcrcentnnli dei vari titoli di agglutinazione non hanno subito sostanziali mutamenti. Scarsamente rappresentati gli anticorpi agglutinanti O e Vi. Infatti, la percentuale di positività dci primi (33,3 /o) rispecchia quasi fedelmente la media (3r,s<")(1 ) tra le percentuali di positività degli ammalati vaccinati dopo 4-5 mesi e dopo un anno dalla pregressa vaccinazione (tabelle 7 e 9), il che fa pen sarc che la malattia non abbia influito sull'aumento medio degli anticorp.1 vaccinali O. La percentuale di positività degli anticorpi Vi (n,I";,) si è dimostrata solo lievemente inferiore alla media tra le percentuali di positività dei vaccinati dopo 4-5 mesi c dopo un anno ( = r5%) differenza che evidentemente non riveste alcun particolare Yalore: anche questo dato insomma sta per la mancanza di influenza del P.B. sugli anticorpi Vi della S.T. Riassumendo, dei tre tipi di anticorpi vaccinali della S.T. solo l'H ha subito un lieve incremento dalla presenza nell'organismo della S.P.B., mentre gl'immuncorpi corrispondenti agli antigeni somatici della S. T. sono rimasti pressochè invariati.
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PARTE TERZA: CoNCLUSIONI nf.~ER.\Ll
Piuttosto che ritornare sulle conclusioni che di volta in volta ho dedotto nelle singole parti in cui è stato suddiviso il lavoro, mi sembra preferibilc trarre alcune conclusioni d'indole più generale, alle quali del resto si può accedere soltanto ora che sono stati valutati nel loro insieme tutti gli elementi emersi dall'indagine sierologica ed anzi specialmente adesso che è stato possibile fare un raffronto tra i risultatt cui ha indotto la. seconda parte c yuelli cui ha indotto la prima parte di <.1uesto studio. Per ciò che si riferisce all'indagine sierologica nei vaccinati sani si possono mettere in rilievo i seguenti elementi: La prima inoculazione ha influenzato notevolmente le percentuali di positività sia della Salmonetla typhi (S. T.), sia delle Salmone/le paratyphi A e B (S.P.A. e B); la maggiore influenza si è esplicata sulla percentuale di positività corrispondente all'antigene ciliare della S.T. D'altra pm·te l'influenza sul numero dei positivi alle varie diluizioni, o meglio sulla altezza dei titoli di agglutinazione, corrispondenti al tasso degli anticorpi nel siero di sangue dei casi positivi, nei confronti della percentuale di pos. gloLalc, è stata lievemente più modesta, sia per la S.T. sia per la S.P.A. e B. 1° -
2° - La seconda inoculazione eseguita con quantità di germi doppia della precedente, ha influito decisamente sulle percentuali di positività dell'antigene O e H della S.T. (specialmente sul primo) che hanno raggiunto cifre massime, ed ha influito molto meno su quella dell'antigene Vi e su quella della S.P.B. Sembra non avere agito assolutamente sulla percentuale di positività della S.P.A. Anche per ciò che si rifensce all'altezza dei titoli di agglutinazione, l'influenza della seconda inoculazione, tranne che per la S.P.A., sembra essere stata veramente notevole, specialmente per rantigene H della S.T., con spostamento sensibile verso le più alte diluizioni del siero; cioè a dire la seconda inoculazione di vaccino sembra avere aumentato di molto il tasso degli anticorpi nel siero di sangue dei vaccinati. L'eccezione che si metre in rilievo a carico del comportamento sicrologico nei confronti della S.P.A. non mi sembra altrimenti spiegabile, come già ho accennato, se non riconducendola nell'ambito di un fenomeno di competizione degli agglutinogeni, resosi evidente sia attraverso il comportamento della percentuale di positività globale, sia attraverso il comportamento del tasso degli immuncorpi nel siero di sangue dei singoli casi positivi.
3°- La terza inoculazione di vaccino, in quantità pari alla precedente, sembra avere influito essenzialmente sui vari titoli di agglutinazione, per gli antigeni O, Vi ed H della S. T., anzichè sulle percentuali di positività globale, già potenziate al massimo dalla seconda inoculazione. Per ciò che si riferisce alla S.P.B., l'influenza della seconda inoculazione sembra che si sia
590 esplicata, oltre che sui titoli di agglutinazione, anche sulla percentuale di positivjtà globale. Persiste il comportamento singolare per la S.P.A., in specie per la sua percentuale di positività globale, il che rafforza l'interpretazione precedente relativa al fenomeno. In complesso gl'immuncorpi paratifìci, messi in evidenza con la R. di Widal, sono risultati, dopo le tre inoculazioni di vaccino, nettamente inferiori agli anticorpi O e H della S.T., specialmente a questi ultimi di cui la Widal è la più diretta espressione. Ciò, molto presumibilmente, è da mettere in relazione alle minori cariche batteriche di S.P.A. e B, nei confronti della S.T., che erano state iniettate meruante ciascuna inoculazione. 4° - Dopo 4-5 mesi e dopo un anno dalla pregressa vaccinazione lo schieramento degl'immuncorpi nel siero di sangue dei vaccinati si è dimostrato notevolmente assottigliato. La riduzione maggiore, sia delle percentuali di positività sia dei tassi di agglutinazione, sì è manifestata a carico degli immuncorpi corrispondenti agli .antigeni somatici, O e Vi delle S. T.
So- Dopo un anno dalla pregressa vaccinazione, le percentuali di posittvità cd i tassi di aggl utin:1zione si sono presentati tutti molto notevolmente r idotti : specialmente notevole appare la deflessione della curva delle agglutinine O c Vi. Meno notevole appare la riduzione delle H agglutinine c delle agglutinine antiparatifiche A e B. Il comportamento simigliantc di queste ultime è forse da mettere in rapporto con il fatto che, come ho già messo in rilievo, la R. di Widal eseguita per le S.P.A. e B mette più direttamente in evidenza le H agglutinine. 6" - Infine, un confronto tra i quadri sierologici riguardanti i vaccinati, sia sani che ammalati, e la situazione degli immuncorpi riscontrata in ur. gruppo di soggetti sani, mai vaccinati, senza precedenti d'infezioni tifo-paratifoidi, data l'esiguità delle percentuali di ~ositivir.à globali e dei vari titoli di agglutinazione di questi ultimi, mostra come il quadro sierologico di essi stessi non possa in alcun modo interferire sulla interpretazione della situazione immunologica dei vaccinati sia sani che ammalati.
1 - Per ciò che si riferisce all'indagine sierologica nei vaccinati ammalati d'infezioni tifo-paratifiche si possono dedurre le seguenti conclusioni generali. Nei suddetti casi, l'indagine sierologica condotta per il tifo con l'analisi separata dei ricettori O, Vi ed H e per i paratifì mediante la R. di Widal, avrebbe reso possibile, tenuto conto di tutti i vari elementi forniti dal risultato sierologico, di formulare nella grande maggioranza dei casi un giudizio sierodiagnostico di notevole valore. Si può inoltre presumere, sulla scorta <1dlc osservazioni fatte nel corso del lavoro, che l'analisi separata dei ricettori O e H, condotta anche per le S.P.A. e B, avrebbe potuto fornire ulteriori elementi di maggiore rilievo, special men te nell'ambito della diagnosi differenziale delle
591 krrm: tifo-paratifiche. A maggior ragione dunque che negli ammalati ma1 vaccinati, l'analisi separata dei riccttori somatici e ciliari della S. T. e P.A. cB ~arebbe prcsumibilmente moho utile che venisse cscgutta in tutti i casi in cui una forma tifoideo paratifoide \Tnga sospettata in (O!_!gctti che abbiano subito precedentemente la vaccinazione prolilattica. Rl·\''lf~'TO- L'A. ha rikrno sui risultati d1 una indagint ,it.:rologica eseguita in soggcui Yal'l'Ìnati con T.A.B.1\. dopo 10-15 giorni dalla I. dalla li. e tlalla III inocula7ionc c· dopo 4-5 mesi cd 1 anno dall:l pregress:t immuniz7azione prolilattica. T ali n~ultati <.lcrologici ha messo in confronto ~..on quelli ottenuti in un gruppo òi ~oggetti sani, mai 'acunati, ~enza precedenti d'111fuioni tifo-par:Hifiche. L',\. inoltre ha rifuiu cktt.tgbat:unente suil'inJa~inc '1c:rvlop.ir.t c"(:guita in tre grupp1 di vaccinati da H'l mc'i circa ad un anno dalla \an:111azionc, rispettivamente ammalati di tifo, paratifo \ c paratifo B, menendo tra l'altro a contronto la situazione irnmunitana di questi con •1urlla dei Y<llcinati sani ,offermandmi ~u alcuni casi di par· li< ola re interesse. Nel l'analisi dci \ari clrmt mi cmer\i òall'inòaginc, 1'1\. ~i è .l\'\'also talvolta del con tributo di altri metodi òi ri< crea diagno~tica quali l'cmoculturJ e la coprocultura. Infine, sulla base del complesso dei dati sierologici a dispo~izione, b coincidere il proprio punto Ji "ista con quello degli Autori (v. precedcntc·mente) i quali ritengono the, particolarmente nt:l vnccin:m amm.1lat1 . l'inòagine \ierologira \'enga condottn mediante l'analisi dei riccttori O, Vi, t-1 della S. typhi eò O rd H delle S. paratyphi A e n. l'elle premesse del lavoro l'A. giustifica il propno stud1o COlo la possibilità, tra l'altro, che egli h:t avuto di riunire in un complesso omogt·nt'1> di,·ersi elementi che, da parte di altri ,\A .. sono stnu th \olta in \·olra oggetto d'indagini condotte in condizioni di,·ersc òi esperimento.
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L~I\'ERSITA
UEGL! STUDI DI FIRE:-:ZF ISTITt;TO DI (>,\ TOL()l;IA CIIIRUR<..IC.\ Dircuore: t>rof. FtnFI t FH>U 1 SCUOLA IJI SAN ITA' MILITARI' IJ•rcnore: C"l. nwd. prof. I'\IJI o l h P .oLI
SULL'EMOSTASI LOCALE DELLE EMORRAGIE ESTERNE CON SOSTANZE EMOSTATICHE Tcn col. mcd. dott. ZAIIII<O FnoARDo, ~peciali,t.• 111 chirurgi<~ g~nerJ i c Direttore dd l'hlHU io di TrdUI11:Hol").\iJ <: Chinugi::t in Gucrra ckll:t Scuola eh S:111ità Mi!H.trc
L 'emostasi di emorragie esterne con sostanze emostatiche 5ia nella traumatologia di guerra che in quell a di pace ha indubbiamente una notevole importanza perchè permetterebbe di ridurre al minimo l'applicazione di quei comuni mezzi di emostasi provvisoria, quale il laccio emostatico, che non sempre adoperati a ragione c razionalmente possono riuscire dannosi alle condizioni della parte interessata e conseguentemente alle condizioni generali del trauma rizzato. Tuttavia, nonostante il suo interesse, ci risulta che l'argomento è stato finora poco studiato; mentre sull'emostasi delle emorragie parenchimatosc esistono già numerose ricerche sperimentali e diniche in parte di attuazione pratica. Recentemente tra gli altri s1 sono interessati tlclremostasi di emorragie esterne con l'applicazione locale di sostanze emostatiche Castex, Paulowsky, Solé e Linden(cld per <JUlnto rig uarda l'uso del latte umano e di pecora; Cortese, Puccinelli e Schwi.zcr per quanto riguarda il sistosan; Jcnkins, Senz, Owen c Jampolis per quanto rigutlrda l'uso della spugna di gelatina; Ingraham c Biley per quanto riguarda la ~c hiuma di fibrina c Frante per quanto riguarda b cellulosa ossidata. Dato lo scarso numero di lavori sull'argomento abbiamo voluto portare un modesto contributo sperim entale ricercando una sostanza emoHatica di facile preparazione, non costosa, di sicura efficacia, ben tollerata, riassorbibile c conservabile a lungo che permt;tta una rapida emostasi in emorragie esterne anche di una certa importanza. L e sostan7.e emostatiche i11 genere agiscono agevolando i fattori dell'emostasi spontanea in maniera d:1 accelerarla e rendcrla più efficace. Secondo T ocantins l'erno~tasi spontanea è dovuta l fattori extravascolari, vascolari intravascolari che assommandosi ed integrandosi tra loro raggiungono b finalità dell'arresto dell 'emorragia.
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594 l fattori extravascolari sono costituiti dalla tt:nsionc cd elasticità dci tessuti circondanti il vaso leso, quellt vascolari dalla rctrattilità dell'intima c dalla contrattilità della media oltre che dalla lesione ddl'cndotcli<., che condizionano l'impianto iniziale dello zaffo emostatico. I fauori intravascolari, costituiti dalle proprietà fisicochimichc del sangue, danno luogo alla form<tzione dd trombo occludente e sono inoubbiamente i più unportantt. Più precisamente tltlla formazwnc del trombo occludente si possono distinguere una trombosi Ja agglutinazione, una da coagulazione ed una mista. La trombosi da agglutinazione porta alla fonnazionc di un tromba occludente per l'ammas~amcnto c la stratitìc.tzione delle pia~trine e talora ddle emazie ed è sicuramente suf1ìci<.:ntc solo nelle lesioni dei piccoli vasi. In genere, però, per un'emostasi spontanea efficace è necessario l'assommarsi della trombosi da coagula1.ione a quella da agglutinazione. In tal caso si ha prima l'ammassamento e la stratiftcazione delle piastrine (tromho piastrinico) c talora delle emazie, poi la deposizione della fibrina (trombo da coagulazione) ed infine la retrazione del coagulo costituito dal complesso piastrine-fibrina. Delle teorie che spiegano la coagulazione del sangue le principali sono l'enzimatica di MoraYitz e la chim1eo-fi~ica colloidale. Secondo la teoria enzimatica la protrombina o sierozima, presente nel plasma sanguigno, unendosi alla trombocinasi o citozima, presente nelle piastrine e nelle cellule in genere, in presenza di sali di calcio dà luogo alla formazione della trombina, che a sua volta agisce sul fibrinogeno presente nel sangue trasformandolo in fibrina. La trombocinasi non è presente libera nel sangue, ma proviene dalla precipitazione delle piastrine allorchè il sangue viene a contatto con l'endotelio leso o con corpi estranei e dalle cellule dei tessuti mortificati . Secondo la teoria fisico-chimica colloidale la coagulazione del sangue è dovuta ad una precipitazione reciproca di colloidi in seguito alla rottura dt"l loro normale equilibrio. Cioè, il trombogeno o sierozima (agente plasmatico), la trombocinasi o citozima (elemento cellulare) ed il fibrinogeno precipitandosi reciprocamente portano alla formazione della fibrina ed i sali di calcio hanno solo la funzione di coadiuvare la flocculazione. Praticamente, quindi, volendo ottenere un rapido c sicuro arresto del l'emorragia per mezzo della coagulazione con sostanze emostatiche bisogna favorire con queste un acceleramento del proce~so contnbucndo a rompere l'equilibrio colloidale scconJo la teoria colloidale o agendo su uno degli elementi dei processi fermentati\ i secondo la teoria fermentativa. Per esempio le pectine secondo la maggioranza degli autori, tra cui Galletto c Santillo, agiscono meccanicamente dando luogo alla forma7.Ìone di un tromba da conglutinazione e fisico-chimicamente dando luogo ad una precipitazione di colloidi sanguigni; mentre il sistosan, secondo Puccinelli, Cow:se ed altri ha solo un'azione trombocina~ica.
595 Partendo dalle nozioni sulla coagulazione dd sangue e da esperienze personali sulle pectine iniziate alcuni anni fa, per le ricerche sperimentali sull'emostasi di emorragie esterne: con l'uso locale di cmostdtÌC1 abbiamo allestito un certo numero di 5ostanze emostatiche in polvere costituite principalmente da pectina mescolata variamente a spugna di gelatina, fosfato monocalcico, carbonato di calcio, lattaro di alluminio con aggiunta o no dì vitamina K c vitamina H. Ci siamo serviti di pectìna di limone ad alto potere gelificante (r8o") della Ditta Bisurgi preparata in polvere hiancastra fine che va sterilizzata a più riprese ad 8o" perchè altrimenti sarebbe danneggiata nel suo potere gelificante che è essenziale alla sua azione coagulante. La spugna di gelatina dopo la preparazione è stata essiccata c quindi ridotta in fine polvere porosa. Le miscele sono state sterilizzate ad 8oo a più riprese e chiuse all a fiamma in grosse fiale per un quantitativo di ro grammi. Agli esperimenti sugli animali abbiamo fatto precedere a scopo orientativo la prova del tempo di coagulazione con i risultati riportati nella seguente tabella, in maniera da scegliere le miscele che davano maggiore affidamento per la riuscita delle ricerche: N.
Prov_·a_in_ ve_tr_in_o _ l
Prova in provetta
Prova
Prova
SOSTANZ.f. f.MOSTATICHf.
- - - - --
- - - - - - ---
Controllo
-------
l Controllo
Pectina e lattaio di alluminio
5',3S"
12'
7',45''
14',20"
Pectina , lattato alluminio, vit. H
13',30"
12'
10',45"
14',20"
Pedina e spugna gelatina anap.
l3'J20 11
12'
9',37''
14' ,20''
4
Pedina, fosfato monocalcico 5o f 0 , vi t. K 0,50 °{0 vit. H. 5 "fu
5' ,45'1
121
2
6',05"
14',20 11
1
5
Pectina, fo;fato monocalcico 5 •[., \'i t. K 0,5 "lo
8',50"
10
7',50°
12',10"
6
Carbonat<l di calcio
9 1,20''
10'
11',32"
12',10"'
7
Pectina e carbonato calcio anap.
IO'
101
11',10"
12 1,10"
8
Pectina e spugna di gelatina anap. lalt"t l altu· minio lO •f.,, vii. H 20 °j0 •
6' .40''
lO'
9',20"
12',10"
9
Peclina 100, fo;fato rnonocalcico IO % vi t. Il IO Ofo
5',30"
IO'
8' ,15"
12',10"
l
l n seguito ai risultati delle prove ciel tempo dì coagulazione sopra riportate per le prime ricerche sperimentali !>ugli animali abbiamo adoperato gli emostatici n. J, n. 4, n. 8 e n. 9 ma, iondandoci sulle prime osservazioni,. successivamente ci siamo serviti soltanto ùegli emostatici n. r e n. 4· Le ricerche sperimentai; sono state eseguite sia sulle vene che sulle arterie di cani di piccola taglia, ma soprattutto m arterie importanti provocando talora lesioni parziali, talora sezioni complete. Gh esperimenti sono stati fatti in due tempi a distanza di quasi un anno tra una serie c l'altra allo scopo eli osservare se le sostanze emostatiche chiuse
nelle fiale conservano inalterato a lungo il loro potere emostanco e se la sterilizzazione a 8oo a più riprese può considerarsi sicura. Per quanto riguarda la seguente esposizione dei risultati, abbiamo distinto le ricerche sperimentali in quattro gruppi a seconda della sostanza adoperata. 1" GRUPPO lll ESPERL\fENTI.
Viene impiegato l'emostatico n. S costituito da pectina e spugna di gelatina anaparti, lattato di alluminio J0 °~ e vitamina H 20'~.
Cane 11. 1: bianco, di kg. u,7oo, operato in anestesia eterea il 4 maggio rg48. Incisione della coscia destra al t<:rzo superiore sino a raggiw1gere l'arteria femorale. Lesione parziale della parete arteriosa che provoca un'imponente emorragia a forte zampillo. La sostanza emostatica versata nella ferita viene portata via dallo zampillo arterioso prima che possa svolgere la sua azione emostatica e, data la già grave perdita di sangue, si è costretti a pro<:edere all'allacciatura del vaso leso.
Cane 11. 2: bianco chiazzato nero, di kg. I0.}30, operato in anestesia eterea il 14 maggio I948.
A) Nel territorio dei va!>i tibiali di Jestra si provoca una loro lesione dando luogo acl una notevole emorragia artcrovcnosa. Applicando sulla ferita la sostanza emostatica si ottiene una emostasi completa in 2·,30". Non si sutura la 1esione di continuo.
B) Alla z~unpa posteriore sinistra si provoca una lesione completa della grande safena c su di e,;sa si applica la sostanza emostatica ottenendo l'emostasi in I ',4o" con un c0agulo abbastanza consistente c aderente. Non si sutura la ferita. In ambedue gli esperimenti la ferita in ~ettima giornata era in via di coutpleta cicatrizzazione c durante il decorso postoper:.~torio non si sono avute emorragte. Cane n. 3: marron~, di kg. 9,roo, operato in anestesia eterea il I 0 giugno 194H. Si ripete l'esperienza del cane n. r con gli stessi risultati, sicchè anche questa voi ta si è dovuto ricorrere all'allacciatura. 2° GRUPPO DI ESPERniE:'\TT.
.
CICO
Viene adoperato l'emostatico n. 4 costituito da pectina, fosfato monocal5O/" , VI. t. K 0,)0o'" e VI. t. J.-.r..:r 50/;o .
597 Cane n. 1: marrone, kg. 8,900, operato in anestesia eterea l'rr ottobre r948. Si provoca con una lesione parziale della femorale destra al 3u interiore un'imponente emorragia. Si arresta momentaneamente l'emorragia con la compressione digitale a monte della lesione e contemporaneamente si applica la sostanza emostatica. Tolta la pressione digitale, si rinnova l'emorragia, ma questa dopo circa 2' si arresta per la formazione di un solido coagulo massivo fortemente aderente alla lesione vasale. L'incisione non viene suturata. Nel decorso postoperatorio non si è avuta alcuna emorragia, nè si sono rilevati disturbi circolatori. La cicatrizzazione è avvenuta regolarmente. Cane n . 2 : nero, kg. 8,roo, operato in anestesia eterea il 6 novembre r948. St recidono i vasi femorali di sinistra poco al disotto dell'arcata femorale provocando un'emorragia a forte getto che viene arrestata momentaneamente con la pressione digitale al disopra della lesione. Si applica quindi la sostanza emostatica e su di essa con una compressa di garza si esercita una lieve pressione mentre viene rimossa l'emostasi digitale. Con cautela si toglie la pressione esercitata sulla sostanza emostatica e si osserva la formazione di un grosso coagulo ai margini del quale si ha un modesto stillicidio di sangue per 4' dopo di che l'emostasi è completa. Si procede alla sutura della lesione di continuo dei tessuti molli e nonostante le manovre necessarie per essa non si determina il distacco del coagulo. Nei primi giorni dopo l'intervento in corrispondenza della lesione di continuo è insorto w1 fl emmone che è stato vuotato senza che si verificasse un'em orragia secondaria. Dopo diciassette giorn i, allo scopo di eseguire un esame istologico, si sono asportati in massa tutti i tessuti in corrispondenza della lesione dei vasi femorali. Macroscopicamente i vasi sezionati apparivano riuniti tra loro da tessuto connettivo cicatriziale. All 'esame istologico si è riscontrato: tessuto muscolare di aspetto normale, connettivo lasso attorno al fascio nevrovascolare con notevoli fatti di prol iferazione istiocitaria tipica. Il tessuto di reazione è ricco di capillari congesti di sangue. La vena femorale mostra un ampio lume occupato parzialmente da ammassi di globuli. rossi, con quasi completa assenza di fibrina, intimamente aderenti alla parete che in questo punto mostra l'endotelio distrutto. Nel contesto del coagulo si nota la presenza di granuli giallastri co-stituiti da particelle di pectina non ancora riassorbitc. Le restanti parti della parete venosa non presentano alterazioni degne di nota. L'arteria femorale nella sezione presenta il lume occupato da un ammasso centrale compatto di globuli rossi e scarsi globuli bianchi. L'e11dotclio è conservato tran11e in un punto in cui si ha l'in1pressione che il trombo sia stato staccato meccaJÙcamente dalla parete vasale durante l'allestimento del preparato. N el la parete si notano granuli giallastri costituiti da pectina.
3° GRUPPO DI ESPERIMENTI. Vengono adoperati l'emostatico n. 4 costltutto da pcctina, fosfato mocalcico 5' u, vi t. K o,so",, c vi t. II o,so" per il cane n. I c l'emostatico n. 9· costituito da pectina roo, fosfato monocalcico 10" " e vit. II per il cane n. 2.
Cane n. 1 : bastarde m:ro, di kg. rl, operate in anestesia c tcrea il 25 maggw J949· Si provoca una lesione par;,i.lk al 3" interiore dell'arteria femorale destra e, dopo aver praticata una momentanea emostasi prm visoria digitale, prim.t di toglicrla si applica sulla fcrtta la ~ostanza emostatica ottenendo l'cmosta~i completa con coagulo solido ed aderente in 3 ',5o". L.1 ferita si lascia aperta c si osserva un decorso postoptratono regolare.
Cane n. 2: bianco, di k~. 6,800, operato in anestesia eterea l'H giugno 1949· Si ripete lo stesso esperimento sul tratto prossima! e dcii 'arteria femorale destra determinando però una sezione completa ed esercitando una lieve pressione sul la sostanza emostatica. Si ottiene così l'emostasi completa in quasi 4' e si procede alla sutura della lesione di continuo senza che il coagulo si distacchi. r1 decorso postoperatorio è ~tato regolare. Sia nel cane n. I che nel cane n. 2 dopo due settimane si è intervenuti per asportare i tratti di arteria lesi c procedere al loro esame istologico. Macroscopicamente in corrispondenza della lesione vasale si osserva tessuto connettivo cicatriziale che fa aderire i vasi ai tessuti circostanti. All 'esame istologico si riscontrano gli stessi dati del reperto istologico del cane n. 2 del 2" gruppo dì esperimenti.
4" GRUPPO D I ESPERIMENTI. Viene adoperato l'emo~tati co n. alluminio.
1
costituito da pectina e lattato di
Cane 11. r: bianco nero, di kg. 7• operato in anestesia eterea 1'8 gmgno 1949· Si provoca una lesione della grande safena sinistra e con l 'applicazione della sostanza emostatica si ottiene l'emostasi in r ',1o". Si lascia la lesione di c.on ti nuo aperta. La cicatrizzazione avviene regolarmente.
Cane 11. 2: nero, kg. f<,uo, operato in anestesia <.:tcrca 1'8 giugno 1949· Si provoca una lesione parziale del terzo medio dell'arteria femorale destra, si arresta momentaneamente l'emorragia con la pressione digitale e si applica sulla ferita la sostanza emostatica con una fugace pressione esercitata con una compressa di garza. Si ottiene così remostasi completa in 5' e si procede alla sutura . Dopo 15 giorni, reintervenendo in corrispondenza della ferita, si osserva che il vaso nel punto leso è dilatato ed inglobato in tes~uto
'·
599 connettivo cicatriziale. Insieme ai tessuti circostanti si asporta il tratto di vaso leso. L'esame istologjco ha dato reperti si m il i a quelli risc0ntrati nei cani degli esperimenti precedenti. Nel corso delle nostre ricerche sperimentali, come era prevedibile dalle prove preliminari del tempo di coagulazione:, abbiamo rilevato che tra le sostanze emostatiche adoperate le più efficaci sono state gli emosutici n. I, n. 4 e n. 9 mentre l'emostatico n. 8 non ha corrisposto alle previsioni nonostante che nella sua composizione ci fosse b spugna di gelatina. Nel primo gruppo di esperimenti si è notato che il forte zampillo arterioso porta via la sostanza emostatica prima che essa possa svolgere efficacemente la sua azione emostatica. Nei successivi esperimenti, quindi, abbiamo arrestato momentaneamente l'emorragia con la pressione digitale al disopra della lesione vasalc c contemporaneamente ci siamo preoccupati di far gi ungere sicuramente a contatto con la ferita vasale la miscela emostatica in maniera che questa potesse agire immediatamente. Abbiamo così ottenuto un'emostasi pronta con un coagulo solido e molto aderente alla parete Jel vaso leso. Si è prima formato un coagulo massivo prevalentemente esterno da conglutinazione dei globuli rossi soprattutto per l'azione gelificante della pectina, ai margini del quale è continuato un modico gemizio di sangue che è anche esso cessato dopo poco tempo in seguito al successivo formarsi del coagulo endovasale accelerato per azione della sostanza emostatica. Il tempo entro il quale è avvenuta . l'emostasi, riportato nei protocolli, si riferisce all'arresto completo dell'emorragia, ma praticamente l'emostasi si sarebbe potuta giudicare già sufficiente sin dal momento della formazione del coagulo massivo giacchè questo si oppone alla fuonuscita massiva del sangue ed il successivo gemizio è veramente insignificante e di breve durata. L'aderenza tenace del coagulo esterno alla lesione vasale è dimostrata dal fatto che, nonostante le manovre necessarie alla sutura della lesione di continuo, il coagulo non ha subito alcun danno. Macroscopicamente abbiamo osservato che la reazione connettivale è modesta ed interessa i tessuti circostanti solo per un breve raggio e porta rapidamente alla organizzazione dei coaguli. Microscopicamente si è potuto dimostrare nei vasi la presenza di trombi solidi e aderenti alle pareti che per azione del microtomo sono stati staccati in massa dalla parete vasale con l'asportazione nel punto di attacco dell'intima. Nell'interno dd coagulo si notano cellule giganti in vicinanza di granuli giallastri di sostanza emostatica che stanno ad indicare un processo di riassorbimento. n tessuto muscolare circostante ai vasi lesi non presenta alcuna alterazione neppure nei reperti istologici, il che dimostra che le sostanze emostatiche non provocano danni nei tessuti con cui vengono a contatto. Si è accertato che il potere emostatico delle sostanze esperimentate è do-
6oo vuto principalmente alla pectina la cui azione è risultata duplice : gelificante immediata che dà luogo alla formazione di un tromba massivo principalmente esterno da conglutinazione che ferma quasi subito il grosso dell'emorragia; coagulante successivo che, accelerando i normali processi della coagulazione, dà luogo principalmente al coagulo cndovasalc che, completando l'emostasi, arresta definitivamente l'emorragia esterna. Nell'emostatico n. 4, che ha dato i migliori risultati, l'azione emostatica della pectina è potenziata principalmente dal fosfato monocalcico che, come tutti i sali di calcio, ha la proprietà di facilitare la precipitazione dci colloidi partecipanti alla formazione del tromba. La vitamina K è stata aggiunta per la sua azione eccitotrombocinasica c la vitamina H per la sua azione istofila favorente la cicatrizzazione. Noi ci era\-àffiO proposti di l)ttenere con le sostanze emostatiche solo una emostasi provvisoria delle emorragie esterne, ma abbiamo rilevato che, dato che le sostanze emostatiche sperimentate vengono riassorbite, è possibile in condizioni fa,·orevoli di asepsi e con preparati conservati sterilmente (nel no· stro caso infialcttati) ottenere con esse anche un 'emostasi definitiva. E' da notare la semplicità dell'i mpiego delle sostanze emostatiche in polvere il cui uso non richiede alcuna particolare tecnica e non impone alcuna manualità nella profondità della ferita che darebbe luogo necessariamente ad un inquiname nto secondario dci tessuti lesi giacchè anche l'eventuale pressione d<t esercitare sulla sostanza versata nella lesione di continuo può essere eseguita con garza sterile dall a superficie preventivamentc pulita c disinfettata. Ne conset,rue che le sostanze emostatiche in pol vere nel le emorragie esterne possono essere adoperate ovunque cd anche da personale non tecnico che abbia solo elementari cognizioni delle medicazioni. La pressione sulla sostanza emostatica non ~ indispens.tbilc, invece nelle emorragie arteriose importanti è assolutamente necessario arrestare momentaneamente, come è stato dimostrato dal nostro I gruppo di esperimenti, la fuoriuscita del sangue con la pre~sìone digitale perchè altrimenti il forte zam pillo sanguigno asporta la polvere prima che possa esplicare efficacemente la sua azione coagulante. E' quindi indispensabile la conoscenza del decorso delle principali arterie che può essere insegnato senza difficoltà anche al personale non tecnico. D ai risultati delle nostre ricerche speri mentali si possono trarre le seguenti conclusioni. L'emostasi provvisoria, e talora definitiva, delle emorragie esterne anche di arterie importanti con sostanze emostatiche nei cam è risultata possibile. La pectina, che è il costituente principale delle sostanze emostatiche sperimentate, agisce soprattutto con il suo potere gelificante dando luogo alla coagulazione massiva del sangue per conglutinaziOne quasi esclusiva dei globuli rossi. E' necessario quindi adoperare pectina ad alto potere gelificante
6or c non alterarla con ll procedimento di sterilizzazione, il che si ottiene con la tyndalizzazione a 80°. La conservazione delle sostanze emostatiche sterilizzate è consigliabile in fiale di gr. 1 o. Il loro potere emostatico si conserva a lungo; infatti è rimasto invariato a quasi un anno dalla loro preparazione. ottenuta con le sostanze emostatiche adoperate è stata rapida,. . L'emostasi . SJCura, mnocua. TI metodo è semplice tanto da poter essere adoperato da personale non tecnJCo. Unica manualità è la pressione digitale provvisoria a monte della lesione vasale nel caso di emorragie di arterie importanti quali la femorale. BIBLIOG RAFIA AKDREANl P.: Settimana Medica, 1, 15-20, 1942. BAJOCCHl P.: Arch. ed Atti Soc. Tt. Chir., pag. r8-2o, 1932. BAUMANN: Bruns Bitrage f. Klin. Chir., 15 sett., 1937. REsT C. H.-TAYLOR N. B.: Basi fisiologiche di medicina pratica, pag. 88. -Ed. Williams. e Wilkins Company Baltimora, l945· CAPORALE L.-BERTINl G.: Boll. e Mem. Soc. Piem. Chir., ;, 58s-6or, 1937· CAsn;x R.-PAULOWSKY: Le Sang, 4, 1'947· CHEVALlER-Mooov: Le Sang, 9, 1940-41. CIRil-LO N.: Clin. Chir., 2, 109-157· 1934. CoRTESE G.: Arch. It. Chir., r, vol. LXX. DATNEL.LI M.: Ann. It. Chir., 9, 989-1032, ' 934· DIVELLA D.: Riv. Chir., 6, 251-265, 1939· DiVELLA D.: A nn. It. Chir., 1-2, 1-20, 1940. DE WERDT: Rev. Belg. des Scienses Méd., gennaio 1937. FREDERICQ: Dali recenti sulla coagulazione del sangue. Attualitit biochimiche. - EJ. Masson, 1946. GENTILE G.: Poi.- Sez. Prat., 36, 1639-T64 r, 19~8. GRAssr A.: Poi. - Scz. Chir., 2, 72-77, 1938. IEN:UNS H. P., SENZ E. H., OwEN H. W .. I.~MPOus R. W.: J.A.M.A., 1)2, 614, 1946. MARcuccJ G.: Arch. Ital. Chir., r, 6s-ro1, 1938. MARcuccr G.: Arch. Ital. Chi r., 2, 101-JI9, 1939. NISIO G.: Atti XVI Congresso Soc. !t. Chir., pag. 125, 1937· N!TSCNE: Wiener Klin. vVschr., 35· I94I. PrccAGLI G.: M in. Med., 8, 206-209, 1942. PicCINlNI e BoNAccoRsr: Arch. lt. Chir., 7, 1947· PucciNELLI E. : Isr. Pat. Gen. di Siena, 1940. RrEGG: Mi.in. Med. Wschr., 27 agosto 1937· RucGIERI E.: Forze Sanitarie, 19. 3-8, H~40. SAcco E.: Arch. It. Chir., 2, 21I-233, 1937. Snvr P. G.: Boli. e Mcm. Soc. Piem. Chi r., n, 66s-0<)6, 1919· SANTILLO T.: Giorn. Mcd. Mil., 12, 901-916, 194r. ScHWlZER: Comunicazione Ass. Med. eli S. Paolo, 2H novembre 19.3H. SELVAGGI G. : Riforma Medica, 43, r626-33, 19_32. TocANTrNs L. M.: A nn. of Surg., 125, 292, 1947·
OSPEDALE MILITAR E DI ROMA
Direttore : Col. mcd. doo. Dm1 r 'leo L1~ ,
L' USO DELLA SPUGNA DI GELATINA COME AGENTE EMOSTATICO RIASSORBIBILE OSSERVAZIONI CLINICO-SPERIMENTALI Tt·c. col. mc<l. prot. I·IL\"U><O l\l,f\\1\, cap<Hqurtu CJp. tnl'tl. dott. Gll'>H'rt (,ono. ·""~tcntl'
Sin dal 1945, anno in cui l'u~o della ~pugna di gelattna, ad opera dt r:orrell e Wise, fu introdotta nel campo sperimentale prima c poi nella pratica clinica, il crescente interesse per lo studio delle nuove wstanze emosta· tiche ha ~timolato molti autori, specie in America, Danimarca, Inghilterra ccc., a studiarne le proprietà fisiche, biologiche ed in special modo per determinarne l'utilità pratica in funzione della loro azwne emostatica, assorbibilnà, c reazione dci tessuti. Considerando l'uso che di queste sostanze dc,·e far~i, e tenendo pnncipalmentc presente che esse sono destinate ad essere abbanòonate nei tessuti in cui vengono applicate, esse rappresentano indubbiamente un notevole progresso nel campo dell'emostasi, ed hanno evidenti vantaggi su qualcuno dei comum metodi, come il tarnponamento con garza, di alcune specie di ferite, che presuppone la sua rimozione con l'eventuale pericolo del ripresentarsi dell'emorragia. Ma è altrettanto evidente che il nuovo prodotto emostatico deve possedere anche aJtre qualità che ne confermino l'u til ità del suo uso. Anzitu tto azione emostatica sicura, e quindi perfetta assorbibilità da parte dei tessuti nei quali viene posto, senza generarvi particolari reazioni nocive. No n deve possedere proprietà antigieniche, così che la sua presenza nei tessuti dell'organismo non deve generare alcuna reazione nociva nè locale nè genera le. L a larga messe di ricerche eseguite m passato confermano per la spugna di gelatina queste buone qualità, sia attraverso gli esperimenti sugli animali (Correli c Wise, Jenckins, Bing), che attraverso le numerose prove eseguite sull'uomo in chirurgia generale (Bing) c specialmente in neurochirurgia (L ight e Prenticc, PiJcher e Meacham ecc.). Gozzo ha di recente condotto numerosi esperimenti sui cani immettendo la spugna di gelatina (•< Spongostan l>) in ferite ad arte prodotte nei loro organi parenchimatosi (fegato, milza, rene, testicolo, cervello) ed ha constatato che la sostanza possiede anzitutto una sicura azione emostatica.
Le emorragie capillari, venose, a nappo, si arrestano entro due minuti, esercitando sulla spugna preparata ed applicata una leggera c costante compressione. Egli ha inoltre controllato il suo assorbimento e la reazione dei tessuti sacrificando gli animali a distanza varia di tempo dall'innesto della spugna (s-ro-rs-2o-3o-4o giorni). La reazione locale è stata sempre minima e rappresentata dai comuni processi reattivi non nocivi. lstologicamente nella prima settimana si osserva una più o meno abbonoante infiltrazione parviccllulare, sia intorno che entro la rete spugnosa, e che progressivamente, col trascorrere dei giorni, regrediscc, mentre la spugna si osserva ancora integra. L 'assorbimento procede bene invece nella seconda c terza settimana. Si os~erva nella compagine della spugna una invasione di cellule, in prevalenza mononuclcati; di polinuclcati con cellule giganti ai margini di essa, spesso però in intimo contatto con la gelatina stessa che, presumibilmente, aiutano a disgregare. Si verifica poi, in un primo tempo, la comparsa, tra i pezzctti di spugna, che ancora è ben riconoscibile, di fibrobl.tsti, di tessuto connettivo giovane. In un secondo tempo la spugna è pitt difficilmente riconoscibile, diventando sempre più chiara; il tessuto connettivo diventa sempre più abbondante sino a sostituirsi interamente ad essa. Alla fine della terza setttmana la gelatina residua è molto scarsa e scomp:~re quasi del tutto nella quarta settimana. Persiste però ancora evidente la reazione dei tessuti con crescita del tessuto connettivo, accompagnato da scarse cellule mononucleate e rarissime cell ule giganti. Da quanto sopra si ha la sensazione, c ciò si è potuto verificare eseguendo negli stessi organi degli inne::sti di controllo con garza comune, che la spugna di gelatina, secondo anche l'opinione di Jenckins, non agisce come i comuni corpi estranei nel senso di ritardare o addirittura a ho lire i normali processi riparativi locali, ma piuttosto favorendoli, offrendo, nella sua finissima rete spugnosa, il sostegno ai vari clementi reattivi della neoformazionc, dai quali viene integralmente sostituita nel progressivo riassorbimento. Inoltre al confronto con gli altri nuovi preparati emostatici (spugna di fibrina, di amido, cellulosa ossidata ccc.), la spugna di gelatina ha riscosso i più numerosi consensi cd affermazioni di preferenza. Correli e Prentice, dopo esperimenti comparativi condotti con queste sostanze nei topi albini, hanno giudicato la spugna di gelatina preferibilc, oltre che per il minore costo c la più facile maneggevolezza, anche per il suo più rapido assorbimento c scarsezza di reazione da parte dei tessuti. Pilchcr e Meacham, dopo esperimenti sul seno longitudinale superiore di cani condotti con preparati di gelatina e con preparati di fibrina, h:mno dnche essi constatato che queste sostanze possiedono uguali proprietà emostatiche e di assorbibilità e che la spugna di gelatina risultava soltanto più mancggevolc e meno costosa. 5
Giornale di Mediàna .Uiluare.
E' probabile però che ]a disparità di giudizio tra questi autori sulla assorbibilità e reazione dei tessuti alla spugna di gelatina, come ha dimostrato Bing, immettendo la sostanza nel sottocutaneo e nel peritoneo di animali da esperimento, sia da attribuirsi in parte al diverso potere digestivo e reattivo dei vari tessuti nei quali la sostanza veniva immessa risultando il prodotto più precocemente assorbito nel peritoneo. D'altra parte è noto che anche in vitro il tempo di digestione della spugna di gelatina da parte di una soluzione di pcpsina (Correll e Wise) è in rapporto al modo di preparazione della sostanza ed alle sue dimensioni. Risulta infatti più facilmente assorbibilc da parte dci tessuti e provoca in essi minore reazione un preparato di gelatina che venga sciolto in un minor tempo dalla medesima soluzione di pepsina. Fu così che Correli e Wise poterono determinare la sostanza « test >> e cioè quel tipo di spugna di gelatina roo mg. della quale vengono del tutto digeriti da 100 cc. di soluzione di pepsina all'I'~{, U.S.P. in 30 minuti alla temperatura di 3t· Confronti eseguiti anche nel campo clinico hanno confermato la preferenza della spugna di gelatina . Da una statistica di Pilcher c Meacham risulta infatti che su 115 casi di neurochirurgia solo in tre casi la spuma di fibrina si dimostrò superiore alla spugna di gelatina, in 45 casi le due sostanze diedero risultati uguali, in 70 casi invece la gelatina si dimostrò nettamente superiore. il potere emostatico della spugna di gelatina è stato da tutti gli autori confermato sia nel campo sperimentale che clinico. In questo senso questa ~ostanza trova una larga indicazione di uso, c più esattamente la sua ~<lg g~ore utilità di impiego comincia là dove i comuni mezzi chirurgici non offrono la possibilità di una sicura emostasi (emorragie capillari, a nappo ccc.). La spugna di gelatina si dimostra infatti efficace in alcune forme di emorragie sia spontanee (epistassi ecc.), che secondarie a traumi o ad interveati chirurgici (ferite varie, emorragie dentarie, emorragie da ferita o frattura di organi parenchimatosi, rene, fegato, milza ecc.). E' stata ancora utilmente usata in chirurgia elettiva (interventi per gozzo, prostatectomie, colecistectomie, asportazione di tumori ecc.), in chirurgia ortopedica, e nelle molteplici esigenze della neuro-chirurgia. A tale proposito Mygind e Skive rHeriscono un caso molto interessante di rottura sub-cutanea del fegato conseguente a calcio di cavallo, riportata da un ragazzo di nove anni, nel quale la ferita del fegato, della lunghezza di circa rs centimetri, venne trattata con applicazione e fissazione con punti di sutura di ampie strisce ,d i cc Spongostan >> . Il paziente ebbe un decorso postoperatorio regolare, nessuna emorragia secondaria e potè essere dimesso guarito dopo soli 20 giorni di degenza. Il meccanismo dell'emostasi con la spugna di gelatina è stato studiato da molti autori.
6os L'ipotesi più attendibile è appunto quella di Jenckins, comune dd resti) a quella di altri ricercatori, secondo la quale l'ottimo effetto emostatico della spugna è attribuito alla struttura della spugna stessa. Infatti si presume che i trombociti a contatto con la fine rete spugr-osa vi aderiscono, e quindi rompendosi liberano la trombochinase. Sulla base di queste conoscenze e tbpo le indagini sperimentali da uno di noi eseguite su alcuni dei nuovi agenti emostatici, i cui risultati saranno resi noti in una relazione in corso di pubblicazione, abbiamo ritenuto opportuna ed utile l'applicazione della spugna di gelatina nel campo clinico, c considerata la favorevole esperienza ed i buoni risultati ottenuti nelle numerose prove sperimentali con l'uso dello <( Spongostan ll, abbiamo preferito adoperare anche in questo campo il medesimo prodotto. I casi da noi trattati assommano complessivamente a 42, di cui 22 di chirurgia generale c 20 di pronto soccorso, così distinti: sei casi di ernia, quattro di gozzo, sei di varici, cinque di angioma, uno di cisti della paroride e venti di ferite di varia entità e natura. Circa i sei casi di ernia precisiamo che si trattava di forme recidive, voluminose, con notevole sfiancamento della parete. Nell'eseguire la pbstica abbiamo applicato una lamina di spugna di gelatina in primo luogo sul piano profondo, sull'adipe preperitoneale, comprendendola nei punti della sutura muscolo aponevrotica. Altra lamina abbiamo fissato con qualche punto di catgut 00 al davanti della sutura dell'aponevrosi del muscolo grande obliquo. Il decorso postoperatorio è stato regolare. Unico inconveniente di relativa importanza è stata una modica infiltrazione dei vari piani della ferita operatoria, che è però regredita spontaneamente in sei-sette giorni. L'assorbimento del p reparato di gelatina è stato clinicamente completo. La guarigione è avvenuta per prima. Nei casi di gozzo abbiamo applicato una lamina di spugna di dimensioni adatte sul moncone tiroideo, prima di effettuarne l'emostasi definitiva, fissandola con qualche punto di catgut 00 ed esercitando su di essa tl'iél modica compressione per due minuti circa. L'emostasi è stata sempre buona. Non si sono registrati inconvenienti postopcratori. L'assorbimento della 5ostanza è stato completo. La secrezione è stata molto scarsa da permettere di abolire dopo 24 ore al massimo il drenaggio con striscia di guanto. I casi di varici riguardavano forme circoscritte di pacchetti venosi volumi.nosi tortuosi in genere sulla superficie posteriore della gamba, per le quali abbiamo praticato la loro escissione. Dopo la legatura dei principali tronchi venosi sezionati, strisce di spugna di gelatina venivano applicate c leggermente compresse sulla superficie sanguinante del sottocutaneo. Anche in questi casi l'emostasi è stata sempre buona cd il decorso postoperatorio regolare e senza compl icanze. La guarigione è avvenuta per prima. Con la medesima tecnica e con risultati ugualmente buoni abbiamo applicato la spugna di gelatina jn cinque casi di asportazione di angiomi, ed
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in un caso di cisti della parotide, zaffando leggermente la sostanza entro la cavità residua, ed in venti çasi di pronto soccorso costituiti da ferite da arma da fuoco interessanti le parti molli, da ferite lacero contuse a lembo, da ferite da taglio profondo delle parti molli. Citiamo in modo particolare un caso più interessante per l'entità delle lesioni. Il paziente colpito dall'elica ancora in moto di un aereo aveva rip<Jrtato una vasta ferita a lembo del cuoio capelluto, estendentesi da una regtone parietale all'altra con convessità posteriore, cd una ferita lacero contusa che dalla protuberanza occipitale esterna si estendeva, decorrendo obliquamente dall'alto in basso ed in avanti, sino al margine anteriore dello ~ternocleidomastoidco di sinistra. Queste ferite sanguinavano abbondantemente per l'interruzione di picwli vasi sottocutanei e muscolari. Non si notavano lesioni di grossi vasi nè di rami arteriosi importanti. Entrambe le ferite dopo l'applicazione di numerose strisce di spugna di gelatina furono completamente suturate. Anche in questo caso l'emostasi fu completa, la guarigione avvenne per prima e con una perfetta cicatrizzazione. In alcune di queste ferite, per ìe quali poteva sorgere il dubbio di inqu inamento, al fine di evitare che con l'insorgenza di un processo flogistico locale fosse turbato il normale processo di riassorbimcnto della spugna di ge· latina cd al fine anche di beneficiare dell'azione specifica dell'antibiotico, abbiamo preferito adoperare la spugna di gelatina imbevuta al momento dell'uso, anzichè di soluzione fisiologica, di una soluzione all' r / 50 di penicillina o di sulfamidici liquidi, e quindi leggermente compressa fra le dita per e5pel1ere l'eventuale liquido superfluo. Dai risultati ottenuti possiamo ritenere che queste sostanze non disturbano la normale azione emostatica della spugna nè il suo assorbimento. I n definitiva, dal i 'esame dei casi trattati e dai risultati ottenuti, possiamo affermare che la spugna di gelatina da noi adoperata possiede una sicura azione emostatica e che il suo assorbimento è completo. Non abbiamo d'altra parte osservato reazioni nocive nè locali nè generali, mentre il processo di cicatrizzazione ha seguito la sua normale evoluzione. Possiamo quindi concludere che la spugna di gelatina (Spongostan) è un agente emostatico assorbibile che può trovare mile impiego sia in chirurgia generale, che in casi di pronto soccorso. RIASSUNTO. - Gli AA. dopo avere riportato alcune notizie bibliografiche c fatto cenno ad es!Perimenti condott! da uno eli loro per studiare l'assorbibilitiì e la reazione dei tessuti alla spugna di gelatina (i cui risultati sono in corso di pubblicazione) riferiscono su alcuni casi clinici di ch irurgia generale c di pronto soccorso Lrattati con un preparato di spugna di gelatina (Spongostan) c sui risultati ottenuti.
RIBLIOGRA.FIA H1-.;c: Acta Ltrnuwl. et tox., 1947, ~. ~64, 372. BoLLETTI c Lou~. 'IZI'II: Ann. h. Ji Chi r., YO!. XX\'T, fase. LI, febbr. HJ4lJ· CoRRELL, P1o.NTIC1-., W 1st:: Surg. Gyu ami. Ob~t .. vol. H1, pp.585, •945· DLFART: .;;c al pd. 42, '<)49· )EKKINs: ) . .\.~L\., vol. 132, pag. 61-j , 1')46. LIGIIT ami PH'ITICJ:.: :\rch. of. Surg., 1')45· vol. 51. pag . {'9. ~hGJKD c SKIVI: ( l~cskrift fo~ ka~cr. 104"· ,·o! -15· pag 1270. PH.cm;R and M 1M~~~ \M: Surg. Gyn. and Ohst., I<)4'>· vo;. H1. pag. 3fi5. \'InLE: Giorn. lt:~l. di Chir., Il, H)4H. p.1g. 272.
In memoria della Medaglia d'oro COLONNELLO MEDICO PROF. FEDERIGO BOCCHETTI
l medici Jc.:II'Ospedale sanatOriak ,, B. Ramazzini ,, per onorare c tramandare ai posteri la n·emoria del prof. F. Bocchcui, che per molti anni diede tutta 1:1 sua attività direttoriale al potcnziamenw Ò1 t}Uc:II'htituto, hanno fauo 1..rigere nell'Ospedale una \tele marmorea inaugurata con semplice e commovente cerimonia il 29 dicembre, settimo anniversario dcii:! scomparsa. La figura eroica del Bacchetti è ~ta:a nobilmtnre rievocat:J Jal prof. F. Damiano; quindi l'Arcivescovo Orc!inario Militare •fitalia, Ecc. Mons. C:. A. Ferrero di C:nallerlcone, ha benedetto la stele pronun;.i::~ndo elevate, commosse parole rievocative delle virtù di scienziato, di organizzatore, di soldato ddl'mdime!lticahik Scornpar~o. Erano presenti alla cerimonia, oltre la Sig.ra Bon hctti con le figlie, i medici, le infermiere e il personale tuno dci ,, Ramazzini " • e 1 protT. R. Basùanclli, C. Frugoni, G. Costanuni, presidente, c C. L 'Eitore, segretario generale della Federuione 1'\azionale Antitubercolare, Vernoni, A. Omodei Zorini, C. Panà, Saraceni, il generale medico prof. G. Ferri. Direttore gemnlc della Saniù militare, il colonnello medico prof. G. Giacobbe, Direttore d i Sanit;l militare J: Roma, il dott. Rustichelli, ccc. ecc. L'epigrafe della stele reca: •< A Fcdcrigo Bocrheni - Medico SoldatO - Direttore dell'Ospedale Ramazzini - Pioniere della lotta :mtituhercolarc in Italia - Caduto sul campo di battaglia l n un 'opera eroica di pietà ~- ~1edaglia d'oro al valor militare I medici dell'Ospedale Ramazzini - Pongono i! .1<)-12 1949 - Settimo anni,ersario della morte ». Federigo Ronhetti fu un orgauizzatore c, soprJttutto, un animatore inimitabile, c la sua attività policdrica fu sempre so~te nuta da un alto spirito di umanit?1 c illuminata dal soffio deii':Jrtc anrhc nelle concrctizz.azioni pltl pratiche: il Monumcntn al Medico caduto in guerra, l'Ospedale sanatorialc militare di Anzio, oggi intitolato al suo nome, le " équipcs chirurgiche » org:tnizzatc per la campagna di Russia restano fra le iniziative e realizzazioni più belle e !'ignihcati,·e della sua 'ita militare, intesa ~tmpre come un apostolato c ~uggcllata dall'olocau,to finale.
MI'>:ISTERO l>F LL.\ Dlf ES\ ~ I:Sr.R\.ITO DIPEZ I0:\ 1' l
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DI S.-\~ITA' t.flUL\i' l~
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MASSIMARIO DI CASISTICA E DETERMINAZIONI DI MEDICINA LEGALE MILITARE \f~tgg.
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pn:siJ cnlt'.
Ricorre spesso che le Commissioni tli prima 1~ tanza invocano, ad argomentnione sostanziale per escludere il nesso cronologico-clinico di dipendenza, la circostanza che la domanda dell'interessato è stata tardivamentc pn:scntata rispetto all'epoca dell'evento presunto lesivo (uno, due anni o più), c magari dopo una normalt: pre~tazionc di servizio. l n effetti se, in qualche caso, tale considerazione può subicttivamente ,mentare il giudizio del collegio, non Jovrebbe ovviamente essere inserita a verbale, a fondamento del diniego, per il fatto che la legge prevede, ove ne ricorrano gli estremi, un lasso di tempo sino a cinque anni per ripetere il diritto al riconoscimento, appunto perchè di frequente la evoluzione di cause morbose latenti, anche se traumatiche ed inizialmente di apparente scarso rilievo, importa un decorso non breve sia per l 'avvertimento su biettivo concreto del disturbo funzionale derivato, sia per la sua conclamazione clinica. In proposito non è senza importanza avvertire che spesso il richiedente invoca, quale fattore deterministico, una circostanza definita nel tempo e nelle modalità, a volta banale, secondo un presupposto subiettivo non tecnico o solo perchè la circostanza rappresentata come immediata fu solo causa precipitante o scatenante del complesso morboso, subicttivamente o obiettivamente. E' evidente che tale presupposto di parte non deve polarizzare l'orientamento etiopatogenetico deterministico, da parte del collegio, per escludr.rc più spesso od anche per ammettere la dipendenza (causalità concentrata) potendo invece questa il più delle volte riferirsi con ragionata probabiìità a causali più remote e complesse (causalità diluita nel tempo), specie quando trattasi di militari che hanno assolto lungo e gravoso servi:t.io. Si tenga presente, ove ne ricorra l'evenienza, che la declaratoria di intempestività di domanda non può essere pronunciata dalle commissioni di 1 • e 2 " istanza, essendo essa di esclusiva facoltà del Ministero (Ispettorato pensioni). Gli assegni di superinvalidità di cui alla tabella E allegata alla legge 18 febbraio 1942, n. 137 (pensioni di guerra) ora estesa anche alla classifica pensionistica di privilegio ordinario per effetto del D. L. 26 gennaio 1948, n. 74,
ne! :::asi di mutilazioni va applicata solo a quelle anatomiche c ad litteram, se.:ondo la prescrizione di ciascun paragrafo, non essendo ammesso computo per analogia, c tanto meno estensione alle mutilazioni funzionali essendo per queste, ovc ricorrano, applicabile la superinvalidità, di cui al n. 3 della lettera B. Del resto la dizione della tabella è chiaramente esplicita nei sensi sopradetti. Parimenti, <.J.U:tlora sindromi di natura tubercolare abbiano a ritenersi indennizzabili con I categoria, a questa de jure ,.a ~empre aggiunto assegno di superinvaltdità quanto meno l1uello di cui al n. T della lettera G della citata tabella, sia perchè è implicito ndl'indennizw di r• categoria il riconoscimento di assoluta incapacità a proficuo lavoro, sia per la lìnJlità profilattica che tale assegno di supcrinvalidità si propone, trattandosi di mabttia che non c~cludc necessariamente prognosi di probabile recupero. Tant'è che, nella pensionistica di guerra, mentre è prescritto l'assegno di cura per le ~indromi tbc., dalla 8 alla 2 ' categoria, esso invece è escluso per la 1 • categoria appunto pcrchè ~urrogato sempre da qualcuna del le previsioni di supcrinvalidità, a seconda della gravità. Infine si tenga in ogni caso presente che, per quanto accorta cd approfondita possa essere la selezione individuale all'atto dell'arruolamento anche con la perfezionata organizzazione selettiva organizzata dal Ministero ed in corso da qualche tempo, nonchè con l'indagine schermografica che la Dir. G:::n. di Sanità va estendendo in ogni settore, o con altri mezzi alto studio, tuttavia ogni soggetto arruolato ha nella sua struttura costituzionale c nelle attitudini congenite quel quid di carenza imponderabile da cui potrà sorgere rventualmente stato morboso nel cimento con le peculiari modalità in cui necessariamente si svolge soprattutto l'addestramemo iniziale e poi l'ordinario servizio in ogni Arma e Corpo. E non solo e non tanto per carenze individuali, ma anche e forse di più per le condizioni generiche in cui si esplica il servizio, senza che per questo possa configurarsi come rischio specifico. Di ciò va tenuto conto nella valutazione del determinismo lesivo, nei singoli casi io cui appaia evidente il preponderante concorso concausale del servizio prest.tto nell'attivare la predisposizione individuale, tanto più se anamnesticamente già affiorata in epoca più remota. Poichè se è vero che in genere, per l.t massa degli arruolati, la prestazione del servizio militare costituisce utile allenamento c collaudo di robustezza, specie per coloro che provengono dall'esercizio di mestieri più faticosi, non è men vero che la percentuale media statistica di morbili.tà in ambiente militare, per alcune forme morbo~e c le più frequenti, è alquanto superiore, a parità di età e di regione, a quella registrata dalle ~tatistiche nazionali per i civili . S'intende che la incidenza m.tggiore è data dagli appartenenti ai Corpi di Polizia. Ciò trova conferma non ~olo nei rendiconti statistici 5anitari annuali ma anche nella comune esperienza ospedaliera militare. Ed è proprio per tale ragione che si tende sempre più ad incrementare gli apprestamenti sclettivi preventivi.
6ro PARERI DEL COLLEGIO MEDICO LEGALE 1.- Parere per PAPEITI 0tov. BATtisTA- Verbale
n. 17..j!l 4CJ del 7 \<.:llt:mbre 1949: I.Jicem duodenale. Dipcnden7a od aggravamento da causa di scn iz10 di guLrra.
Parere medico legale. Presa in esame la memoria di(cmi,·a protlotta dall·av'. Cipollone, il Collegio i\kùico Legale o~serva: , \nzitutto non è po~~ibt!e, come mdirettamente s1 fa nella detta nwmoria. tem•r conto alcuno dd servi7..io dal P. prcsuno fino al 1939, e~~cndo il quesito proposto da codesta Procura Generale strettamente limitato al servizio di guerra. Non potenùosi disconoscere che l'interessato ~os~c gù un ga~tropazicnt<.: prima Jcl richiamo del HJ41, la memoria Jifcmi,·a, al fine di oucnere un rironoscimtnto di diptndenz.a o quanto meno di aggravamento, cerca di dimo~trare che in occa~ionc della visita del 19j9 non era <lncora in auo un processo ulccrati,·o, mentre quest'ultimo sarebbe ~Lato presente al terminc del breve periodo di seni7io da 'tchiamato. L'aso;eno 5i basa essenzialmente sulla Ji,•ersità delle diagnosi formulate nelle due diverse occasioni, e che fu rono la prima volta di «gastrite ipenrofica <.li notevole grado in soggetto deperito" c la seconda di " segni radiologici indiretti di ulcera duodenale"· E' sufficiemc, però, una disamina accurata dei ,·ari verbali !.1 quale prtscinde dalla form u lazione diagnostica (elemento soggetti,·o legato alla mentalità del m(!Jico che lo esprime), e si soHermi sul dato obieuivo incomrovertibile delle ri ~ultanzc anamnestiche e dei reperti radiologici c clinici. pcr constatare che i riliev i formulati dal Collegio nel precedente verbale erano sicuramente documentati. RiJe,·ò il Collegio non risultare dai documcnti sanitari che i di~turbi del Papelli, al momemo del ri covero dopo l'imh:trco sul "Duilio», fossero diversi e più gravi di quelli già più volte in precedenza dimostr:ui. Infatti sia nell'uno sia nell'altro verbale viene riferita una anamnesi del tutto identica, e caratteristica per ulcera duodenale, e tutte e due le volte sono stati osservati segni radiologici di spasmo duodenale, indice per lo pi ù , ~eppure indirettamente, di processo ulcerativo. l n altri termini segni diretti Ji ulcera non furono rib·ati nl- prima del servizio da r.:chiamato, nè al cessare <.li esso, segni indiretti erano presenti l'una c l'altrn volta , c se la prima volta la diagnosi non venne avanzata, ciò fu dovuto soltanto acl un criterio prudenziale del medico visitante: c non già ad una di,·crsità di condizioni patologiche. Che se mai le condizioni dtlla malattia c del malato potevano ritenersi peggiori nel 1939 che non nel 1940, se si vuole tener conto de llo stato di decadimento generale non p iù constatato nel secondo caso, e se si vuoi prendere in considerazione il precedente di e,·acuazioni scure accusate nel 1939 dal Papeui, che :n rebbe potuto anche significare un episodio emorragico non più ripctutost, c quindi non più c,·idenziahile con la ricerca del sangue nelle feci. La memoria insiste, al fine di ottenere il riconoscimento, wl conceuo, costante nella giu risprudcnza deii'Ecc.ma Corte, eh<.> un ser,izio, anche quando non esorbiti dai limiti della normalità c talora quando anche sia di breve durata, può se prestato da un soggetto già tarato, assurgere nel suo complesso al v:J lon: d i elemento concau sale prepondcramc nella genesi e nella evolu7ione di determinate malattie, e porta a conforto della sua tesi numerose decisioni della Corte stessa in materia di tuhercolosJ. E' evidente, però, come l'importanza nociva del servizio, lOnsiderato sotto questo profi lo, debba essere condizionato dallo stat<J del soggetto c dai caratteri propri del la forma morbosa. Ora è evidente com<" diverso sia il caso della tubercolosi ove la malattia è deter lllÌnata da un agente patogeno vivente e nella quale anche una tmnsitoria flessione dei poteri d i difesa può consenti re la vir ulcntnione del germe e quindi l'esplosione della
6I I fv.se evolutiva dell'infermità, rispetto ad una affezione a fondo distrofico come l'ulcera duodenale, ove non esiste un agente morbigeno vivente e dove quindi la condiziOne patologica può essere instaurata e mantenuta soltanto dal persistere proh.l!lgato di quella situazione nbnorme di trolìsmo tissuralc che ne costituisce il momento primon.li,\le. Anche nei confronti dell' ulcera duode!lnlc il CollegiO ha più volte sostenuto, e la Corte aca·ttatu, concetti annloghi a quelli affermati nella memoria difensiva, ..:d ha riconosciuto la doverosa importanza alla carenza d i quegli opportuni presidi tcrapcutici così largamente illustrati nella memorin stessa. Ma nel far ciò si è sempre strettamCnt(· attenuto alle nozioni tecniche riguard:111ti la malattia, ed ha quindi sempre richiesto che il concorso ddle circostanze sfavorevoli derivanti dal servizio fosse intervenuto per un periodo di tempo sufficientemente prolungato indispensabile per poter influire su di una forma morbosa del genere. Infine rileva il Collegio come nel caso P. non sia neppure possibile prendere in consideratione l'ipotesi di un'ulcera duodenale acuta, adombrata ad un punto della perizia di parte dato che quest'uLtima è forma che rapidamente insorge in soggcai prima sani, mentre, per riconoscimemo delb stessa parte, c come risulta dni òocumenti. il Papetti era un duodeno-paziente_ In sostanza, esclusa, per le ragioni esposte, c per la conoscenza intorno alla natura della malattia, la possibilità di rico,noscimcnto di dipendenza diretta da causa di servizio re~terebbe a considerare l'ipotesi dell'aggravamento. Questo come il Collegio ha più volte ribadito, consiste di due clementi essenziali: occorre cioè da un lato che la mal:tttia durante cd in relazione col servizio si sia effettivamente aggravata (criterio cliJJico e radiologico) e dall'altro che il servizio abbia comportato ci rcostanze sfavorevoli capaci di aggravare effettivamente la forza morbosa (criterio eùopatogenetico). Nel caso Papetti non ricorrono, come si è osservato, nè l'uno nè l'altro di tali elementi di giudizio, onde a parere del Collegio si può ritenere provato che il serviziO di guerra prestato dal sottuffìciale non abbia esercitato alcuna nociva influenza sull'i nsorgenza o sul decorso della forma morbosa. L'episodio sintomatolog.ico che determinò nel 1940 l'allontanamento dal servizio, come quello che nel 1939 aveva causato analogo provvedimento, rientrano nell'abituale manifestarsi della n>:Jl:tttia, la qu::tle notoriamente p resenta andamento ciclico, e cioè dà luogo a periodi dolorosi, alternati ad altri di completo benessere. Si spiega così come. all'atto del richiamo, il Papetti, ritenendosi in buona fede guarito, abbia potuto essere nuovamente arruolato. Per tutte le suesposte considerazioni. il Collegio Medico Legale conferma pienamente il suo precedente parere.
2.- Parere per h>vERNIZZI T ARCISiO m ATTILIO -Verbale n. I032/49 del 15 giugno 1949: Dipendenza da vera c propria causa di ser\'iz io di lesioni riportate in un incidente di viaggio all'atto dello sbandamento. SolJato di leva della classe 1921, venne chiamato alle armi il 21 gennaio 1941, e, assegnato al II Autocentro Udine, venne a trovarsi in te rritorio dichiarato in stato di. gut:rra col 6 aprile '4I. Trancnuto Jllc armi, venne inviato in Russia col 129" Autoreparto Pesante il 4 giugno 1942. Rimpatriava il 7 aprile 1943. Jl r4 settembre 1943 trovavasi ad Udine presso 1'11° Reggimento Autieri quando, in seguito all'occupazione della città <la parte dei tedeschi, ricevette orJine da parte dei superiori di allontanarsi dal Corpo. Lasciato così in libertà egli cercava di raggiungere Bergamo per recarsi in famiglia! montando su di un treno affollato.
Mentre il treno entra\'a nella stazione di PJianolo \uli'Oglio, lo ~portello ape• to Ù1 un merci sul \icino binario andava ad urtare contro il treno in arrivo e mandava in frantumi il fu1cstrino, ol quale stava appoggiato il miht:m:, c una scheggia di vetro .111 dava a conf•cc:•rsi a livello del gomito dd braccio destro. Due commilitoni dell' 11' Autocentro a~~isteuero all'•ncidcme. confermato anche in anestaw notorio. Medicato all'ospedale ci,·ile di Palazzolo, il milnare ,·cni,·a rico,·erato il gmrno dopc ncll'o~pedale militare territoriale di Bergamo. La C.l\1.0. il 20 dicembre 1948 riscontrava a gravi esiti di frattura esposta del 3" prossimalc del radio destro in anchilosi a yo" dell'articolazione del gomiLO "· Detta Commissione riteneva le lesioni riportate neli 'inddcnte ferro\ iariu non ripor tate per Yera c propria c:tu~:l di ~ervizio. Simile parere wni,·a coll\·ahdaro dalla Com · missione mcd1ca di 2• istan7.'1 della D•ra.ionc di Sanità dd Comando \fìlitare Terri toriale.
Parere medico legale. - Le ragioni su cui ~i basano i pareri negativi starebbero nel fano che il "''iaggio non fu compiuto in sCr\izio comandato n e nel fatto che " pur dovendosi riconoS<:cre che il 'wggio era effeuuato allo ~\opo di sottran• alla cattura d.1 parte di truppe tcdc~che tuttavia non era collegato con e\t:nti di servizio, perchè il Reparto era sciolto e perchè l' lnvcrnizzi era 111 condizioni eli usare a s\Ja s'clra dci mezzi .di tr:Hporto c degli itinerari >>. f)uesto Collegio osserva che con lo scioglimento del l{cpano, Jatc le ragioni che lo reser0 necessario, ogni elemento che entra\'a nella sua costituzione non poteva ail'atto stes;o di questo scioglimento \'enire a perdere la sua ben definita figura di soldato e con essa gli obblighi disciplinari e di gcr:uchia e i diritti t hc, con mutuo rapporto. lo avvincono :Jll'Amministrnionc Militare. La sopr:1110minata D irezione di Sanità Mi litare dice che manca l'c\'cnto di servtzio. Ma qi;csto ch iaramente sussiste nello stesso provvedimento di dissociazione del rcpa• to <: nello stato di sbandamento e di necessità di porsi in sah·o, fatta obbligo già dalla stessa figura di soldato, in cui ciaS<:un elemento viene automaticamente e in un ~ol punto posto dal provvedimento stesso. Da questo atto di necessità a non cadere in mano avversaria, c che per il militare a•5urge a dovere, viene determinata e condi1.ionata l'azione, c soltamo da 4uesta. diretta :l raggiungere lo scopo. D'altra pane per il Comandante del Reparto l'imperati\o categorico è quello di sottrarre il reparto alla cattura nel suo complesso c a questo imperativo può rispondere con l'ordine preciso di scioglimento. Ma l'ordine non può cs:wrirsi i n se stesso c non può non invesùrc dascun elemento che lo cosùtuisce, facendo obbligo a ciascuno di sottrarsi alla cattura. La nominata Di~ezionc. di Sanità os~en·a che I'Invcrnini era in comhzioni di usart· a sua scelta di m::zzi eli trasporto e degli itiner:tri. Y~a come ben si comprende il mezzo nugliore per r:1p;giungcrc indi' idualmcnte lo scopo. che liascuno era come militare tenuto .1 cerc:Jr di raggiungere. non poteva essere a ciascuno iudicato con ordine preciso da l '>uperiore c non poteva essen: lasciato che :ll1'ini7!ati,·:~ personale. Tutto sta a Ycdcre se nelb scelta c nell'ust> dei mezzi diretti a sfuf!girc alla cattur:~ c nelle cirro,t:ln7e in cui ebbe a \'crifìcani quello che possiamo ben definire disgraziato accidr.nre. alcunchè emerga che pos~a es,ere ascritto a colpa del militare: per infrazione, ad esempio. :1d ordini imp~•niti od a disposi1.ionc di legge o regolamentari . •\1.t rosa di più asscnn::na. di onesto c di ingenuo per un soggetto messo in condi· 1.ioni di pericolo. dalla sua stessa qualità militare, come tale obbligato ad evitare. abban· .don:lto a se stesso o pur nclb incsperiel17a della giovanissima età. d1 cadere in stato di
6q cattura che cercare di raggiungere ~enza indugio la propria famiglia sen·endosi del mezzo più usuale e ritenuto per comune consenso più sicuro, ::lÌ fini della integrid persomlc, c che tale sarebbe stato anche per lui senza l'intcn·cnro d1 un banale incidente di 'i aggio assolutamente indipendente dalla sua volontà:' Ci sembra non sia Il caso d1 indugiarsi più ,-olte per Jo,·cr nconoscere che 1\·;cnto di servizio sussiste reale cd incontrovertibilc, che tra questo c le lc:sioni riportate in scgvito :db ~ausa 'iolema sc:nurit:t i11 maniera così inopinata ed incYitabile, dal mezzo usato per raggiungere lo scopo impo~togli dalla sua cond izione di soldato, esiste un nesso Ji lausalità uu,ca diretta ed immediata, quale è volu to dnlla legge e che non può in alcun modo ritenersi rotto (bila scdta c dall'uso dd mezzo, indiretta e necessaria connc,,ionc: ~on lo stesso C\'ento di 'en 1zio sia pur esso stato :iffidalO all'inizi<1tiva person:~k, d1c non poteva del resto, essette migliore, e per semplicit~ e per prudenza. l n ronclusione questo Collegio medico legale ritiene imu,sistcnti ie ragioni su cui basano i pareri negativi ed esprime d parere che le Jc,ioni, riportate ùal militare nelle nfcrite condizioni di t::mpo, di modo e di luogo. siano tb considerarsi dipendenti da \tre t proprie cause di sen·izio. ). - Pare1e per BisoGNo ARMA'- I>o \\:rbalc n. 478i49 del 22 giugno HJ49: t:retismo ncrvo.w. Dipenden z1 od aggr:l\'amc.: ntc• d:1 GiUS.t di servi 'Ilo d t guerra od a questa attinente i n cieco nato, acro fo nista. G ià riformato pt esso gli organi di ba. per cecità as~uluLa originaria, fu arruolato. quale C. 1'. nella 19" Legione M.C.A., in data 1 aprile I<J.p. ri~ultando in z.ona di opcrnione il 25 maggio H)42. G iudicato idoneo al Corso per a scoltatore aerotono il 26 'Cttt:mbrc successivo, prestò servizio fino al 24 maggio Ttl.<f ~. data in cui fu ricoverato 1n Ospedale ~f.ilitare per « ne' rastenia cretistica in individuo cie-co ·• ed im·iato m licenza di convalescenza di gg. 180. Non presentatosi allo sc:~dere ùe1l.1 li.:enza, a tausa dci noti eventi bellici. il 29 magg io 1944 si ricoverò in oss<.rvaz.ione in Ospedale .\-1iluare, e ne fu dimesso il 5 giugno successivo con licenza speciale in <lltt'a del trattamento di qu iescenza per la medesima anzidetta infermit3. Visitato il 16 g iugno 1945 dalla C.M.P.G., fu ricono~ciuto :-.fTctto da « Erclismo ncr. vo~o di grado intern•edio in cit>co compkLo dall ' infanzia >> infermità giudicata ascrivibile a lla ottava categoria per :1nni due. In sede anamn:·stica tu rilevato e h·~ .l causa delle c-mozioni provate ti•Irante il proprio servizio d i I I mesi a Re~ina. spcCit per lo scoppio delle bombe, aYC\'a contrarto disturhi nCr\OSi. La C.M.S. (27 no\emhre H 147) esdme che l'infeqn irà 'uddettJ. (o,sc dipendente od aggraYata da causa d1 ~crnzio th guerra. In data 26 maggio 194H il Samtano dell'brituto «P. Colo\lmo ,, Patronato Regina ~brghcrìta pro-ciechi cerrifìcò che il Hisognv, rico1 era t o nel detto Istituto per o ltre ùi<.li :~nni, non :l\C\'a a\ uto in t:-. le pnwdo alcuna malattia degna di speciale rilievo. DJ.lle dichiarazioni rilasc iatl nd dicembre 194~ dai Superiori dd soggetto (Ten. Iannone e Capo Manipolo Buccino) risulta che questi prestò ininterrotto serviz io nella Milizia Contraerei dal 29 settembr<.. HJ.p al 24 ma;:';gic: 1943 cd in un primo periodo d i ~im pcgnò bene le sue mansiom di a(.roioni~ta, ma ~uccessi,•amente ehbe disturbi nervosi c he ~i :~ggravarono tanto da clctermmare il ricovero in O. M.; c l h'-' i continui ;>Ila nn i lerci prn·alentemcnt<:' notturni, c lo stato d i disagio generale infl uirono sul suo stato di salute. f'<Jrere medico legale. d ca~o in esame occorre tcacr pre,entc. quale premessa fondamentale. che nei ciechi, e ~pcrialmente in quelli eh.: sono pri,·i della vista fin dalla na\CÌta. si stabilisce una ipcrcqcsia delle :~ltre supentiti ,fcrc sensitivo-sensoriali ed in
particolare una più squt~tta sensihtlit?! alUstica associata ad intro,·ersione psichica: conJi?.ioni queste, che concorrono rispettiYameme a realizzare una sommazionc di stimoli eJ a generare un pi,'t intenso rifle>so pst,·ogeno. Su tale struttur:l <.omatopsichica indt\'iduak esc:-rcit;mJIW quinJi una influenza maggiore dell'ordinaria lr.: speciali prcsW7.ioni inerenti al scrvi7,io eli aerofoni~ta a cui il wggetto era adibito. c cioè lo swto di tensione ~ di continua attenzione sommamente faticosi, necessari per percepire :.nche il più remoto allarm:: :tereo. anche M: l)Ucsto non si 'erificava ndla propria tr:ticttoria, unitamcnte :tll'amia generata dal perllolo a cui egli era continuamente esposto essendo le ,taziont aerofonichc contraeree oggtno di p:tnicolari a,·visaglie da pane del nemico, ansia che era resa più intensa ad ogni allarme dat:t l'impossihilità, in cui egli si trO\':t\':1, di mu:.;versi e di c'creare scampo scnn l'accompagnatore. Ciò considerato que~to Collegio M..:dico Leg:tle esprime il parc:re che l'infermità (eretismo nervoso) riscontrata al Bisogno nella visita del 16 giugno 1945 debba comidcrar~i .1ggravata da causa di servizio di ~uerra prestato dal 25 maggio HJ.p al 24 maggio 1943.
4· - Parere per ex bl'tgadiere dei Cambtmeri PAG~oln Clll:.R.\1100 - \'erbale n. 769/49: Esiti di pleunte ba.-ale e di cortico pleurite apicale bilaterale. Classifica in rapporto :tlla natura della infermità.
Il 19 gennaio 1931 gli <<esiti di pleurite bilaterale co11 sclerosi degli apici di ~ospetta nawra tbc. >l riscontrati al Pagnotti turono giudicati dipendenti da causa di servizio. Il 1° giugno t9.H la C..\LO. ascrisse dwa infermità alla ~ettima categoria per anni tre, cd alla scadenza, 22 giugno 1936, all.t st•conda categoria per .1nni cinque. Il 12 dicembre 1940, ancora la C.}.LO. riscontrò soltanto "lieve sclerosi pleurogena apicale destra >• c ne.: propose \"ascrizione alla ottava categoria a vita, giudizio non accettato dall'interessato, ma confermato dalla Comm is~ione Medica di 2 .. Istanza il 12 marzo 1941. Questo stes~o Collegio ~,[cdico Legale il 5 :tprilc 194) propont'va l'a~scgna:t.ionc: della infermità stessa alla settima categoria a 'ita. Parere medico legale - L'affezione del Pagnotti così come ~i evidenzia alla distanza di circa diciannove anni dall'iniziu della pr:ma manifestazione del H)30 si può dire che abbia interessato unicamune i fogltetti plcurin. lnfani le strie di sclerosi visibili radiologicamente alle regioni ::tpico sottoclavc::tri, specie di destra, non coesistendo con noduli infìltrativi specifici, sono da comider::usi yuale reazione infiammatoria, a base di tessuto connettivo, del le vie linfatichc interposte tra \'adenop:nia il:irc, probabilmente primitivn, c la conico-pleurite insorta in un secondo tcmpc. Quanto alla natura del processo. quantunque nc,n sia ri~ultata .11ai positività del bacillo di Koch e non siano) stari e,·idenziati noJuli specifici, la cortico-pleurite, le strie di sclerosi e l'adcnopatia il:~re :1 contorm cidict sono car:nteri~tiche .1natomo-cliniche specifiche del processo tbc. da non ammettere ·lub!--1. Con l'occasione mcrim di essere segnalato che il processo rbc. a,·endo interessato i rogl ictti pleurici per una buona cstul~IOne c negli opposti settori apicali c basali ed avendo prO\'OCato estese aderenze ai seni co'to frenici ha creato un notevole ostacolo :.Ila fun7ione respiratoria, sicchè, quantunqu,. l'.tfTczione pleurica ~i:t 'tahilitZata, ne è deri\'ato un disturbo secondario 'hc non è meno \alurabile dell'originario. Il senso di affanno per minimi sforzi è do' U[O, infatti, in wan parte ::rll':tffeziorw pJcurict diffU!>a che impedisce il libero giuoco del polmone sottoposto. Rispondendo piò particolarmente ai quesiti fatti da codesta Ecc.ma Corte dci Conti, questo Collegio Medico Leg:tle. nella ~\Ja odierna composizione, esprime il parere che l'affez ione pleuro-polmonare del Pagn()tti sia di natura clinicamente thc. c che gli esiti
riscontrati all'esame odierno ~i presumono esistenti prcssoch~ in eguale misura anche alla <.lata di ,·isita collegiale del 12 marzo HHI, quando al Pagnom fu conferita la pensione '1talizia di otta,·a categoria, in, ccc della quinta spenameglì, data la natura tubercolare della infermità.
5·
Parere per Carabiniere tn congedo MAc.ARt CELEsn. - Verbai<.: n. 2143/49: !turo catarrale . .D ipendenza.
Tn serviz io nell'Arma dc i Carahin ieri dal 12 agosto 1942 prc~~u la Legione Allievi di Roma, il 12 gennaio 1943 fu im·wto tn Dalma'lia O\T si sbandò il 10 ~ettembre 1943Si ripresentò a Roma il 17 luglio 1444. 1l 24 >ettembre 1945 fu riro,crato all'Ospedale :OV11litarc: di T reviso per " angiocolite catarraic ,,; dopo un me-.c di degenza, fruì eh cornplcsst\·i giorni 30-20 di liccn7n di cotw:Jlf'srcnza ulteriormente prorogati fino a raggiungere 220 giorni complessi,·i. Il 4 maggio 1949 la c.:-..1.0. di Padova formulò diagnost di •< angiocolite catarrale (tn atto epatomegalia) ' infermità ~iudicata non Jipendentt d.1 C3Us3 di sen·izio. Il 27 giugno HJ49 la Con'mis>iOnl ~hl i, a di 2' btanza confermò <ktlo giudizio. E~iste in atti il rapporto ltl(orm:llivo del C:ap.no S. Riccioli Comandante della Compagnia Carabinieri dt Treviso, c ljUclln .Id Magg. A. Trifileni, che ehbe alle sue dipen dcn7.c il Macari da l 28 marzo .Il 27 aprile Hl4S a Roma, t qUindi durante il vi::tggio di trasferimento a TreYiso fino al 16 lugl to 194'). Da entr.1mbi ; r:1pporti si rileva che le ~.ondizioni alimentari furono buone; unico dato di rilìe1o: il Cauo d1e le condizioni dt :~lloggi:~mento a Tre\ iso lasciarono Ìll\ <:cc: sempre ::t desiderare.
Parere medico ll"gale. L'angto.:ohte catarrale e l'inem catarrale sono malattie per lo più infctti,·e, a volte tossKhe, delle 'ie biliari imraepatich<.. c talora anc:he exrraepatiche, comprendendo in esse anche la colecisti. L'agente patogeno raggiunge le 'ie biliari essenzialmente per tre vie. 'ia ascendente, dall'intestino, via linhtica ascendente, e via ematogena arteriosa dal circolo generale. c ''enos.'l dal circolo portale. Questa ultima semhra la via più frequente d'infezione, c p•lichè l"alhero portale raccogl ie tutta la circolazionc intestinale, sono in è.efinitiva i germi (o le toss ine) di originc intestinale che determinano l\ 1ngioc:olite. Pcr lo più, infatti, l'ittcro :lllgiocolitiro è precedu to, a breve distanza d i te mpo, da un disturbo dell'appr.1ato digerente che, nel caso in esame, non ì: ~egnalato nell'anamnesi raccolta presso !"Ospedale Milit tre di Treviso. l germi, o le rossi ne, giunti in seno all'organo, 'uoi per l'impedimento che determinano al deflmso della hile, vuoi per ur_ C\en· wale danno delle ùc biliari c\lc~n al paren~hima, sono <ama di un riassorbimento della baie e quindi della sindrome incrica. Talora al danno parenchimal..: reagisce lo stroma t-un una •perplasia più o meno rilevante clinicamente riJe,·abi!c anche come postumo permanenre sotto forma di una modesta epatomeg:tlia. Questa non ha valore di,·er~o da quello che si può ottribuire ad una ncatrice senza comeguenze [unzionali d i sorta. Nel caso del Macari, gli str:Jp~\zzi, i d isagi, <'CC sofferri dur::tmc il lungo serviz io. com preso que llo trascorso in Dalmazia c poi durante lo sbandamento, non hanno che il valore generico di causa generale di maggior predi.,posizionc alle malat tie. V iceversa manca il fattore predominante: quello della cattiva alimenta7ione. fn rutti i rapporti viene specifìramcnte riferito cht l'::tlimcnt:lzioqe fu sempre buona, pcr\ino durante il viaggio di tra~ferimcmo a T1 evi~o. D'altra parte. se si fosse vcrific:Jt::l una ca~uale distribuzione di cibo av::~riato. qutsta a'rebbc dctcriT'inato una epiJemi:t .li entuocoliti e gastriti. c for>e anche qualche caso, an.cichc' uno solo, di epatite, thc non :1\ rebbc poww non es~c:rc segnalato \UOi ncll'an::~mnc>i ddl'interessato all'ano del ricm·ero 'uoi nei rapporti informati,i.
6t6 La malattia sofferta dal ~1alari fu, quindi, un episodio morbo~o a sè stante dovuto a cau'ie infettive o tossiche intercorrenti, che non hanno alcun rapporto col ~crvizio prestato. Rispondendo ai quesiti falla d.dla Direzione Gt neaalc di Sani<a ~lilitare ~linistero Difesa - Esercito - il Collegio }.!cdi<O Legale con voto concorde esprime il seguente parere: L'infermità del soprascritto «angiocolite catarrale (in atto epatomegalia)>> non dipende da causa di se1vizio. VEC I S !O~I DELLA COR'lE DEI CONTI
r. - Pensione ptivilegiata militan - Tli··us reumatico - Cardiopatia - Nocit'IJ influenza delle prime prestazioni militari, del clrma, de/l',lmbiente, del t•rtto Concausa. - Soione III Giurisdizionale - DITisaone re, no,cmbn:-17 dicembre: HH7· n. 3•93· Con,idcraw che per l'art. 13 dd i\. fJ. 21 no,·cmbre 19:!3, n. 2~8o e ~uccessiv-c moda11cazioni, al diritto a trattamento pri\ ak·giato ordinario di un milit:are è ~ubordinato alla cond i7aone che l'infermità invaliclantt deri,·i da causa um;:a, dm· t n cd immediata od :-~Imeno, ~e.:ondo la giurisprudc.:nza ddla Corte, da concausa da \l'n IZIO. Dalla documer:tazione ~aniwri:1 dd giudiziO risulta che la r:mliopatia t!cl Rava \: insort:l nel corso dell'episodio rcum:1tico da lui sofferto nell':1pr ilc 1939. infatti essa cominc iò :a t!dinearsi n giorni dt,po :·inizio t!dl'cpisoJio stes~o lOn un decorso che si veri!ì.ca nella forma a ~picra ta \ irulcnz:J, t poichè l'affezione cardiaca \: strettamente legata alla forma reumatica 'i impone in via preliminare arcr·rtare se tluesta d ipenda o meno da causa di scn·izio. ella specie, a prescindere dal valore delle attestazioni Jci rommilitoni in data 10 no,embre 1940, risulta che il Rava proveniente dalla Pianura Padana, iniziò il proprio servi7io milimre in zona prealpìna, che alloggiò in locali antigienici perchè sopraffollati c che, nel paese ove egli ,·enne a trO\ arsi di guarnigione, contemporaneamente a lui molti altri militari e borghesi del Presidio contrassero la medesima infermità. Nè può trascurarsi la drcostanza che il Rava, trovant!o~i in quei giorni all'inizio del proprio servizio, venne a risentire clnnnosamentc non solo i molteplici inrlussi del nuovo clima, Jcl nuovo ambiente e del nu mo vitto, ma anche la no.:i v:1 iufluenza delle prime prcstnzioni militari, onerose non :.o ltanto i n sè (egli cr:J un a lpino) ma per il fatto che ancora manca,·a in lui tluabia~i forma t!i allenamento; donde una condizione di ~pedale predisposizione alle malartie infettive, eh<: giustifìça la insorgenza tanto della cardiopatia quanto del reumatismo articolare. Penanro, nel caso in esame, non solo si ran-isano gli estremi di wi all'art. 42 Jel R. D. 6o~ del 1895 sulle malattie epidemico-infettive, ma è cvideme che il servizio prest:tto dal Rava nelle suddette condizioni di luogo e di tc.mpo c th modo, favorì in maniera efficiente l"atteceh1mcnto ciel virus reumatico, re~pomahilc della cardiopatia, ncll'or~anismo del soggetto e quindi l'inferm it~ t!el Rava dipende da causa di servizio cd il ricorso risulta fondato e va accolto, 2. -
Determinazione categoria - ln/f'rmittì dipendente da cau:m di servizio. -
Sezione TIT
G iurisdizionale (Pensioni mihtari). r-.:clla seduta Jel 3 novembre lt.J48 pubblicata nell'udienza del n. 3908 Ricorso Pagnouj Gherardo di Emidio. Orr:wis.
2')
novembre 1948,
Comidcrato in diritto: Il presente giudizio si esaurisce nel determinare a quale delle categorie specificate dalla tabella A allegata al Decreto Luogotenenziale: 20 maggio IfJI7, n. 876 debba ascnversi l'infermità invalidante riconosciuta dipendente da causa di servizio.
Secondo l'an. I del detto decr~to, quando si tratti di infermità o lesione non espre~ samente contemplau dalla tabella A, l'assegnazione a c:ltc·goria \a fatta con criteri di equivalenza. tenendo como dd gndo di inabilità a proficuo l:n •>ro, mentre negli altri l<lSI ha luogo nella cate~oria che e\prcssameute contcmpb la infermità o la lc~ion<.: 111vahdante. Ciò posto. la St'zione, richiamandosi ai criteri accolti ntlla tlco,ione )·Iy no\l:m· brt· 1947 in affa:-e D<: Cieco, osserva che per le dice~ rategori<. ~wbilite dalla ricordata tabella t\ solo al numerr. H) dclb V co.ucgoria è tspn:ssamcllle <.Onttmplata " la tubercolosi polmonare e tuili gli altri processi tubcrcolor: di <]Ualsi::~i organo od apparecchio>> che: non abbiano tale gravitJ da cssLre eyuiparati :~Ile inlcrmi1~1 di cui alle categorie pn:c(.'Ùcnti. E' O\ vio, pert:lmo. che una <1u .lsta~i malattia di n.rtura :·iuaamente wbercolarc non possa non essere a'crina che a detta categoria, sah·o che non sia di gra\ità tale da l!iu,til1care la classificazione in ,·,ltcguria :.uperiorc. ~ In altre parole nelk infermlla ~uber.:ol;ri. occorre tah·olt.l rcner prcscnte la natur.r c non l'entità della afle710ne, nd ~enso che esse 1101. pos,on•• in ne~sun caso. quando vengono dtagnosticate ~.:on sicurt zzJ. C'~cre ascritte a c:negon.t inferiore alla \ '. Questo principic trova la giusiJfKaz•on.:: nel fatto .:hc gli individui portatori di ba· cilli di Koch sono sunprc <.:'posti a vedere il prucesso tubcrlobre, da cui sono affetti, ri:lrcendersi cd ag:~~r<,\·.Jrsi quando ~attori e~ogcni ed endogeni twhino l'equilibrio organico estremamente inst:tbih:.
3·
Decesso per settirenua ,·omcgzu:nte a caduta da treno 111 c01·•a - Grado della colpa e nesso di cauJal1tà fra urt'izro ,·d <vento dannoJo. - Sezione Il Speciale Pensioni Ji Guerra - Decisione 2~ giugno In ,tgostc> 1947 n. ~))h
Risulta dagli atti che il Sottotenente Salvi Giuseppe, dopo aver trascorso a Roma una licenza speciale di dic~i giorni, si mo~se dalla sua abitaztonc per poter giungere in tempo alla staziune per montare ~ul treno che lo avrebbe trasportato alla sede dd Corpo presso il quale e~li preMava SLn·izio. Per talunc difficoltà di carattere contingente. dipenJemi dalio 5tato di guerra, egli gi unse alla stazione quand(J il treno era gi2. in movimento. Dominalo dal desiderio di partire ad ogni costo, e senza con5idcrarc il graYe rischio al <..JUa lc si esponeva, cercò eli salire sul treno, ma non riuscì c, nel su•> tentativo, ~civolò, caùùc c fu tra\·olto dal pe· sante convoglio. decedendo poco dopo per set~icemia. Non \i è dubbio che ndla specie:: ~r:masi di infortunio in 1111/e/e, in quanto l'uflil iale fin da quando si era mosso dalla ~ua abitazion:: per ret:arsi alla ~tazionc c partire pa la Croazia, era da considerarsi in ~cn i zio qu::nto meno :.tttinentc alla guerra, Jata la sua destinazione ir: territorio d1 operazioni belliche. Ora nel valutare il comportamento dell'ufficiale è t!m·croso tener conto del fine che lo indusse a contraHenirc :~Ile nonm della prudwza, oltrt.: <hc al di,·ieto di salire su un treno in movimento. E' innegabile che soltanto lo :zelo nell'adempimento dd wo dm ere di militare. di rientrare in residenza allo scadere della licenza , dovere ancora pill imperioso in tempo di guerra, lo indusse al gesto prccipitoso impulsivo di esporsi a così grave rischio. La Corte, pertanto, pur ammetknd(l che il Sah·i affrontò un azzardo, riuscitogli purtroppo fatale, che anebbe potuto e\itan.: non crede di ra,· ,·i~nrc nel suo comportamento quella colpa gran' che per l'art. 5 del D. L. 12 luglio 1923, n. 1491, spezza il nesso di cnusalità fr:: il servizio e l'evento dannoso, e pertanto riconosce che la morte del militare suddetto sia dovuta a causa di servizio di guerra od attinente alla guerra.
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:.CUOLA 01 SAN ITA' :-.fiLIT \RF 01reuore: Col. mcd. prof. P•oto DE P.\ OLI ISTITUTO DJ IG IENE l MICROBIOUX; J.\ Di renor(', Col med. prof Gtllln P1 \ l l '
UNA MODIFICAZIONE DEL METODO COSIDDETTO CILINDRO - PIASTRA PER I SAGGI SUGLI ANTIBIOTICI TECNICA E STUDIO COMPARATIVO Cap. mcd. <.lolt. MIUII I.f CIC""· ime)!n:mte 3\!):IUII!o.
Nelk prov~.: di penletllino-~c n sibilità dei gcrm ì c 111 tjuclk di titobzione col mctodo c iiindro-piastra, l'immi~~ione dell':mtibiotico nd nlindro di \t:tro, o di alluminio, dcp'l;to sulla ~upcrficic dell'agar imcmenzato col germe da saggiare, offre una certa dlificoltiì, pt:r d (atto che i cilindri sono soltanto poggiati sull'agar c. yuindi. suggelli ad :ncon\'c:nicmì (caduta c rotol::trnento. fuoriust ita della penicillina dal disono. t:(L), appena essi nngono toccati durante il riemp1mento o appena la l'i a stra \ cnga mossa hruscamentc o inclinata per l'os~crvazionc. Imctt:, con l'infossamento parziale cd uniforme dci cilindri nello spessore t.!d l'agar, modific:lzione proposta 3lla teu1ica originale, SI ottiene, oltre ad una mag~iore stabilità di essi con grande moncggevolc~.za lk ll::t pw ~tra, anche una maggiore costan~a di risultati. T ale obbietti\0 è st:Jto raggiunto usando per la deposi:w>nc c l'infossamento dci cilindr i uno speciale appa recchio munito di dispositivo d i prcssiont:, col guale c'. po~ sibilc posare, nella disposizione geometrica stabilita, i cilindri c. comcmporaneamcnte. e~crc itarc ~u dt essi una pres~10nc iic\·c· ed uniform<: cne dc:tcrmin;l un intos~rnt:nro parziale e di uguale profo ndid (r). Allo scopo dt controllare, nell'applicazione pnttra, i ri~ultati ottenuti con l'u~o tli tale apparecchio, sono state ripetute le provç di sagg10, meucnJo in raffronto l'azione inibitoria dell'antibiotico su pia,trc di agar-gcrnù con cilindri parzialmemc in(O)!.ati rispetto a quella ottenuta in piastre con cilindri soltanto poggiati. PREPAAAZIONE Of.LI.'AGAR-GlRMl.
Dopo l'isolamento dci ceppi tn esame, sono state allestite delle semine 111 brodo, .;ol ti\.lndole per 24 ore a 37"CQuindi, ad ogni 50 cc. di :1gar nulnt1vo al 2% (pH - 7,2) .sono stati aggiunn cc. o, IO della suddetta brodo cultura, previamcntc diluita r: 10 con soluzione :ì,iolo y.:ca sterile al o,85" , secondo la tecnica consigliata da Davoli per i saggi di titol;171one « 111 vitro 11 della penicillina. Così, si è ottenuto l'agar-gcrmi per la prova in piastre. T;ùe carica di in.;cmcn zJmcnto, che secondo il predetto A .. avrebbe una gr;1ndissima importanza per lo svolg imento delle prove, (: ~tata rigorosamente os~cn·ata in tutti i 'aggi praticati. (t) \"nh: • Un nuo,·o Jpparecchw guida cthndn multiplo p-.r ; '·•:O:)! l '"~h .tnt1biot1C1 col nwtodo c1hndro-p•J>lr.l "• •n " Gwrn~lc di Me<.licma ~hlit..1rc , ''14'1· [.hncolo 11 . 1.
Allo scopo di ottenere la massima uniformità di distribuzione dei germi nell'agar, si è preferito (come già praticato in altre ricerche svolte in collaborazione con Alberghina) usare un Erlchnmayer, in cui alla quantità swbilita di agar è stata aggiunta la dose appropriata Ji brodo-cultura diluita. In tal modo, basta agitare per pochissimo tempo il recipieme, imprimenòogii dei movimenti di rota?.ionc nei due sensi, per ottenere la migliore omogeneiz7.a7.ionc della carica batterica. Questa manualità risulta molto pratica. specialmente quando si tratta Ji allestire numerose piastre con lo stesso germe in prove comparati\C. Nell'Erlehnma~er si mette, in tal ca~o. la quantità di agar fuso (e raffrcdòato a 40·45°C.), suHiciemc per il numero Ji piastre da pr<.pararc, aggiungendo cc. o, 10 della • brodo-cultura diluita per ogni 50 cc. di agar. PRf.PARAZTONE
()l LI.F
PI'-SI"RE.
Le piastre adoperate sono quelle comuni di Petri ::1 fondo piano. di 9 cm. di dianoetro; in ognuna, !"agar-germi è stato \'ersato fino ad un livello di 7 mm. dall'orlo. Ciò è importante, perchè nell'uso dello speciale apparecchio per la sistemazione dei ctlindri, è necessario che rimanga, tra il li\'ello superiore dell'agar e il òi~co inferiore dell'apparecchio, uno spazio tale <.la consentire lo scorrimento dei cilindri dai foriguida per dispor~i sull'agar, sen7.::t intralciare i mo\'imcnti successi,·i impressi al disco per infoss::trli tutti contemporaneamente cd alla stessa profondità. Calcolando il li,ello dell'agar a 7 mm. dall'orlo, rimane es:mamcnLc uno spazio deìl'altezza d1 11 mm. che permette le suddette operazioni di infossamento. Allo scopo di ottenere piastre tutte con l'agar allo stesso Ji,·ello dall'orlo, è consigliabile di segnare prc\'entivamente la parete laterale della piastra a meno di una matita vetrografica, o meglio di incidere, con una comune limetta tagliafì:~lc, il limite Imo al quale deve essere immesso l'agar. Del resto, analogo accorgimento necessita anche nell'allestimento delle piastre col metodo originale, per evitare possibili spostamenti dei cilindri al momento Jella chiusura delle piastre. Le piastre, così preparate, si lasciano a riposo fino :~Ila solidifìca7.ione dell'agar e, quindi, si mcnono in termostato cap<>volrc c semiapcrtc, onde far evaporare l'acqua di condensazione. SISTEMAZIONE Ohi Cli. l Nl>RI.
"Kel metodo con i cilindri, si tr:~sportano con pinzetta sullo straw di agar i cilindri (gi1 sterilizzati), deponendoli nei punti prestabihti, senza altra operazione all'infuori di quella della immissione succes~Ì\":J delle diluizioni dell'antibiotico. In queste ri::erche, per sistemare i cilindri secondo una disposi?.ionc geometrica e per infossarli parzialmente, è stato adoperato l'apparecchio guida-cilindri già indicato, usanòo per ogni piastra tre cilindri di alluminio del diametro c~tcrno di 8 mm. c dell'altezza di ro mm. Ciò, in quanto tale numero risulta, in genere, sufficiente per un saggio di orientamento nelle prove sull'azione antibiotica. fnve.:e, per le titolazioni, ne occorrono almeno sei per ogni piastra, Jo,cndo cimentare il ceppo con tutta una gamma di diluizioni. DILUIZIONI E 1)01,1 ni PE~IC!I.Lil'A.
E' stata usata penicillina del tipo "G " cristallina, tcrmostabile, di receutc fabbricazione, con data di scadenza febbraio 195r. in flaconcino da 2oo.ooo U. Ox. 6 · Giorn,;/c di .\lt'dintM .\filtur~.
Con soluzione tlsiologica è St<tta preparata una dilui:tione madre, immettendo nel fl:Konc cc. 10 di soluzione fisiologica sterile, in modo da ottenere 20.000 U. Ox. per cc.; - cc. o,w di tale Jiluiz10ne sono stati portati in cc. 19,9 di soluzione fisiologic.t, ottenendo 100 U. Ox. per cc; I cc. di tale diluizione ~ stato passato m cc. 9 di so:u1ione fisiologica, cttenenùo IO U. Ox. per cc.; a partire da questa, diluendo per raddoppi, si sono ottenute le diluizioni successi ve e cioè: 5 U. Ox.;cc., 2,5 U. Ox.fcc. c J ,25 U. Ox.!c.-. Sono state qui ndi adoperate, nelle prove in piastre, le diluizioni a tiwlo più idoneo e cioè: 5, 2,5, 1,25 U. Ox.Jcc. Sia nelle prove con i cilindri semplicemenre poggtan, sin in quelle con i cilindri in(ossati, è stata adoperata, per ognuna delle suddette dilui1ioni, una goccia normale per cilindro, pari a cc. o,o5. Per evitare l'uso di pipette o micro-pipette nel tra~porto della suddena quantita Ji liquido, può rispondere bene. ~econdo la tecnica eseguita in queste ricerche, l'uso Ji una siringa da tubercolina, mwnata con ago n. :!): mtatll. per il tipo di soluzione ac<jUOsa, si ottengono quattro piccole gocce per ogni goccia normale. In tal modo, si è ottcnuLO faciimcntc un cs:!tto dosaggto del fattore antibiotico, poichè in ogni cilindro sono ~w te immesse, per le tre diluizioni scelte: 0,25 U. Ox., o,r25 U. Ox., o,o625 U. Ox. lNCUI!i\'l.IONE E l..El'TURI\ DEI Rl~ULlATI.
Dopo l'aggiunta delle diluizioni di penicillina. le piastre ~ono ~tate messe ad incu bare in termostato a 37"C., mantenendovele per 12-24 ore; dopo di che, si è proceduto alln ossen·azione ed alla misurazione degli aloni di inibizione batterica. Comrariameme a quanto hanno fatt·• altri AA. in proposiw ( D:woli et al.) 1 quali. usando il sistema di saggio con poncrri, misuraYano la distanza tra margine del pozzetto e limite dell'alone, riportandola su un decimetro graduato in mm., nelle presenti ricerche ed in genere in tutte quelle utilizzanti il metodo cilindro-piastra, si è preferito misurare il diametro intero dell'alone di inibizione a mez7.o di un compasso a punte metalliche aghiformi, riportando poi tale misura su di un decimetro graduato in millimetri. RISULTATI.
f risultati onenuti sono riportati nei seguenti specchi: essi esprimono rn millimetri le cifre mcd1e dei diametri degli aloni di inibizione batterica per lo stesso ceppo, messo nelle identiche condizioni di instmcnzamenro, S\'iluppo c tecnica di ~aggio. Specchio N. l.
Cilindri poggiati sulla superficie dell' agar-germi.
OCRMI IN ESAME
DILUIZIONI DI PLNIC II.L!NA --l goccia da -- U. Ox.fcc. l;H u. OX.JCC. 2,s •cc. - -~
u.o~ .
Stafilococco albo .
rnm. '2:!
mm. 16
Stalilococco aureo
2Q
. !1.
Stafi tococco '31
. .
29
.
20
tnOI.
12
.
18
.
20
Specchio N. 2.
Cilindri parzialmente infossati nell' agar-germi.
llLRMI 1:-l ESAME 1-
~tafilococco albo
-
--- -
-
DILUIZIONI DI 1'11'\lCILLINA
- --
--- --2,> U. Ox.Jcc. l
5 U. Ox./cc.
.
mm. 15
mm. I l
'otafilococco aureo
21
lo
~tafitO(OCCO 131
.
2l
-
goccia da
. .
lu
1,25 U. Ox.fCC. mm. 8
. .
l! 12
Co:-.~JDERAZto:--:1 F. co:-;cLL'SIO:-.I.
Dalle ricerche espo,te n'uha che, infossando parzialmente cd uniformemente i cihndri, gh aloni di inibiziont batterica sono di diametro inferiore a quello che di solito si nota nel metodo con i cilinùn semplicemente poggiati. lnfau i, quando si introdu(c m:i cilindri semplicemente poggiati la soluziouc di antibiotico, si verifica una rapida diffusione in superficie della soluzione stes~a. in qu.lnto i cilindri vengono a tr<l\'~lrsi soltanto aderemi alla superficie dell'agar e, solo in un secondo tempo, l'an tibiotico tenderà ad agire in profondità. l n vece, nei cilindri parzialmente eù uniformemente infossa ti, la diffusione della penicillina non solo si tffcttua :odia compagine stessa del terreno nutritivo, ma procede in modo più graduale. Questa graduale diffusione risulterebbe preferibilc a quella superficiale e p1ù rap~<.la, che si ottiene con i cilindri semplicen:ente aderenti, in quanto l'antibiotico, anzichè agire (almeno in primo tempo), solo sui germi rimasti in superficie, svolge la sua azione sull'intera carica batecrica disseminata nella compagine stessa del terreno. Tale diversa modalità di a:>.ione potrebbe spiegare, verosimilm~nte, la differenza dt ampiezza degli aloni eli inibiziottt:: più larghi nel metodo dci cilindri poggiati, che non nel sistema dell'infossamento. Essendo la soluzione antibiotica nella massa stessa del terreno nutritivo, i germi verranno a trovarsi a contatto della dose di antibiotico, man mano che esso si diffonderà e ne ~ubiranno l'azione, più o meno intensamente, a seconda della loro più o meno spiccata sensibilità generica o specifica. La minore ampiezza degli aloni di inibizione nel mcrodo dell'infossamento satebbc, pertanto, solo di valore relativo al metodo impiegato e 110n ri\estirebbe alcun significato inerente al reale potere antibiotico delle diluizioni; la capacità antibiotica ri~ulterà sempre ben dosabile, in quanto l'impiego del sistem:l meccanico ùi infossamento consente una agevole uniformi tà ùi tecnica. S i ritiene, pertanto, che tale tecnica potrebbe essere di notevole utilità per un esano giudi:>.io sulla sensibilità generica c specifica di un germe ad un antibiotico e che potrebbe portare, anche nei laboratori meno attrezzati, un sensibile vantaggio, oltre che per la sua semplicità, anche per la regolarità e la facile lettura dci risultati. RJASSL':-.TO. Allo scopo di controllare l'applicazione pratica di uno speciale apparecchio guida-cilindri per i saggi sugli antibiotici, !',\. ha fatto delle ricerche comparati\·e, tendenti a mettere in raffronto l'azione inibitoria in piastre di agar-germi, con cilindri parzialmene infossati, rispetto a quella ottenuta in piastre con cilindri soltJnto poggiati.
622 Nei primi, gli aloni di inibizione batterica sono risultati più piccoli che nei secondi, in quanto si avrebbe un più regola re svolgimento dell'azione inibitoria, perchè l'antibiotico, anzichè agire rapidamente in superficie, esplicherebbe la sua azione con maggiore uniformit.:1. sulla massa batterica disseminata nella compagine del terreno. Dalle ricerche esposte, risulterebbe una reale utilità pratica dell'impiego dell 'lpparecchio g uida-<:ilindri, i<.leato dali' A., in quanto, con una tecnica assai semplice, si verrebbe ad ottenere piena regolarità di prova e facile lettura dei risultati.
BIBLIOGRAFIA DAvou R.: Titolazionc in vitro di penicillina. -
Lo Sperimentale, 1945, vol. y8, fase. I-IL
CICIA~'>T M.: Un nuovo apparecchio guida-cilindri multiplo per i saggi sugli antibiotici
col metodo cilindro-piastra. -
Giornale di Medicina Militare, 1949, fase. 1° .
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COLLEGIO MF.[)ICO LEGALE
Pre,idcntt: Magg . gcn. rnt:d. prnf. GJ \Cl'- ro Fu SA'- 1
IL GLAUCOMA PRIMITIVO SOTTO IL PROFILO MEDICO LEGALE c .,p. met! . don . GIORGIO C.\RRA, ocu!J;ta
E' di particolar:: interesse esaminare la questione Jel gloucoma prim1t1vo sotto il riflesso della dipendenza da causa di se..-vizio sia on.linario che di guerra poichè molti casi di glaucoma, la cui parogc.:nesi non è del tutto chiara anche allo stato attuale della nostra dottrina, vengono spesso diff::rentemente tr<Htati e valutati Jalle varie commissioni sanitarie peri fc1 iche ( 1). Molti di questi casi sur.ce~sivamentc.: pervengono al Collegio Medico Legale, nella sua qualità di supr<:mo organo consulente della Corte dei Conti, nella rui sede giurisdizionale le questioni medico-legali t ro~ano la loro defin izione. La frequente disparità dei pareri sta a dimostrare la d ifficoltà delia questione medico-legale così come si prospetta rispetto al nesso di causalità su cui poggia tutto il sistema pensionistico di privilegio. E' opportuno p1emettcre, subito, che la vaiutazione è Jcl tutto diversa nei casi rifcribili a pensionistica di guerra in confronto a quelli riferibili a pensionistica ordinaria. Nei primi, ~econdo le norme vigenti ta rt. 1 del R. D. 27 febbraio l9'9• n. 239. che divenne art. 4 del T. U. n. 426; Decreto Legge O. M. l l giugno 1940; R. D. 14 maggio 1941, n. 583). è sufficiente che l'infermità sia riferibile ad eventi di servizio di guerra o attinenti alb guerra (se militari), o. che la invaliditiì sia dovuta ad un fano di guerra che ne sia stata la cau~a violenta dir~tta cd immediatn (nei civili). Limitatamente ni militari ed ai civili mobilitati, il riconoscimento da causa di servizio dell'aggravamento per il servizio di guerra o <tttinentc: alla guerra tli ferite, lesioni, o malattie ha la stessa efficacia, a tutti gli effetti, delle ferite, lesioni o malattie riportate e contratte in occasione eli servizic di guerra o ad essa attinente (art. r, Legge 13 agosto 1940, n. n~). Bisogna inoltre tener b::n presente lJUanto dispone il R. D. 2R agosto 1924, n. 1383 c precisarnemc l'art. 5 (2). Sostanzialmente differente in vece si presenta la situazione del servizio ortlinario poichè come è noto la kgisbzionc. pcnsionistica di priYilegio normale (; infrenata da più rigorose norme. La legge 1 ichicde, infarti, che il servizio costituisca la causa determinante della lesione. (1) Per il servizio ordinario Commissione Nlechca Ospedalie1~ - Comm issione Mcdic.1 <cconda i,tanza - ComH;Ito Pensioni Privilegiate OrdinJrit; per d scrviz1o bellico Commis,innc Mediça Pen sioni c;uerra. CommissiC)ne Medica Supenorc. Comitalo Pensicni Privilcgialc Guerra. (2) An. 5 dd R. D. 2ll agmto 1~)24, n. 1303: ,, Per escludere il diriuo a pcn"one od Jsscgno di guerra per k ,nkrmHÌt di cui :t! comma. 2 dell'art. 5 del R. D. 12 luglio l\/23, n. 1441, è ncccss:HÌO provare cht· il 'en·izio pre>tato non ahhi,t C>crcitato nell'in,,,rnerc o nel decor~o ddle lesioni o "' delle infermità alcuna nociva influenz" "· 11 comma 2 di cu i si riferisce il citato art. 5 prescr ive tcsn.wlmcntc: ,, Non hanno alcuna relazione con i l serv iz1o di guerra o attinen te alla guerra le infermità dovute ai comuni fattori etiologici, çhe risulti >i s3rebbcm ugu~lmcnte mJnifestate, o aggrav,tlc ancorchì: il militare non si fosse tr()vato in 'crvizio 1).
Tale disposizion·: :mravcrsc la c<.ncorde g iurisprudenza della Corte elci Conti viene interpreta ta nel senso ch e h :~ v:tlore dì c:msa la roncau s:1. purchè sia necessaria e prep onclera nte. JJer la pcnsionistica di ~ucrra (: suffìcìcntc che questi elcmrnti collaterali ((anorì esogeni in senso bto), esplkhino uua qualsiasi azion.: ~favorevole sull'insorge nza o sul decorso dì un:~ infc1 mirà, mcmre pct la pensionistica ordin::~ria detti elementi devono assurgere a fattori prepondcranti c 11eces5ari. In questi ultimi rs ::~nni sono stati trattati dal Collegio 47 casi di glaucoma primitivo in forma acuta t subacutJ o cronica. Non si è preso in considerazione il buftalmo (2 casi) trattandosi dt affe:!iOu(' conge nita genenlmente evoluta nell'età adulta su cui evide ntemente i fattori eso~eni non esplicano a lcuna dannosa influenza (1). GbucomJ pri mi t i\·o : 47 Ac uto o subacuto, 28; di cui 20 riguardanti il servizio bellico, tr:J cui r6 favorevoli c 8 riguardami il se rvi z io ordinario con t re favorevoli.
Cronico 19; tra cui 8 ri guardanti il servizio bellico co n 5 favorevoli e rr riguardanti il servizio ordinario co n 3 fav<:>rcvolì.
Dai suddetti dati si desume che 1l g iu,_!Jzio peritale d ci -:asi dì glaucoma acuto in servizio bellico è qua~i costantemente favorevole (So%), mentre h percentuale discende sensibilmente nei casi di glaucoma cronico sempre in servizio bel: ico: (37% ). Le per centualì dci casi fa, orevoli sono notevvlmentc più basse nel servizil) ordinario e cioè del 62 ~~ e 27% rispettivamente alb io rma <~cuta <J cronica P er meglio chi:Jrìre il nostro aswlllo traiamo dalla .:asi~tìca alcuni casi tra i più significativi, e particolarmente, e :t riprova delle difficoltà insite nella valutazione medico legale, due di essi , in c ui lo stesso Collegi0, interpellato in ,·arie riprese, emise pareri discordanti.
r• CAso. Serg. magg. Musicò Francesco, dasse r1!95. Partecipò alla seconda guerra monJial<"' ir. A. S .. l\:d febbra io 1941 tu catturato dagli inglesi ed imìato in campo d i concentramento in Egitto. F.vase dalla prigionia nel maggio 1941 c r,ell'agosto suo:essivo fu ricoverato nell'Ospedale M ilitare di Bengasi ove fu riscontrato affetto da <<OD gla ucoma cron ico semplice l l e in viato in Patria con r8o g iorni di licenza di convalrsccnz:t. La Commissione Mcdic:1 Ospedaliera nel febbraio 1942 lo dichia rò permanentemente inabile al servizio m ilitare c rite nne l'tnferrnità aggravata da cau sa d i servizio dì guerra. La Commissione Medica Pensioni Gue rra il 23 aprile 1941 in secle di classifica propose la sesta catego ria rinr.ova hìlc. ~cnz~ entrare in merito :1lla d ipendenza da causa d i serviz io. L:~ Commissione \1cdic:1 Superi01e nel luglio 1943 c~pressc parere sfavo revole alla dipendenza ed aggrav:Jmento ùcll' infcrm ità da rausa ù i sen·izio di guerra.
(t) Si è verificato 1! CJSo di un mi lite affetto d" buftalmo il qua le, richwmaw per esigenze in A. 0., al termine del serv izio, a causa d i fcnomtn r irritativi, (u costretto a subire cnudcnionc del! occhio mal:1lo in precedenza cieço. Il Collegio ncg<'> la d ipendenza da causa di servi7,io di guerra dcll ' ~~fcrmi tà e, con l'occasione. ricordò che la perd ita anatomic3 dcll'oçchio non comporta una classr fi ca migliore (V I c:Hc~ . , T"b. A) ddla perdita s.obmcnte funzion~lc (~o0u) di limi taz . :tlla capacità laYor•tti\'>1.
Nell'ottobre HJ4!) il Collegio Medico Legale [u investito della questione ò.t parte della Procura Generale presso la Corte dei Conti. Su esame òegli atti il giudiz1o risultò sfavorevole. non avendo il Collegio riscontrato gli estremi previ~ti dalla legge. Ma il Musicù, av,·erso la deci<;io:w del rigetto <..Iella sua istanza, presentò una ,·asta memoria illustrativa alleg:mdo ad essa una relazione medica di parte del prof. Mazzantini. La Procura Generale della Corte dei Conti. in adempimento alla decisione interlocutoria della 2" sezione speciale n. 385t del 17 no\·embre 1947, rinviò il fascicolo al Collegio, chiedendo se <C i disagi, le emozioni, i patemi d'animo. gli strapazzi. le irregolarità della Yita potessero influire sulb insorgenza, o, quanto meno, sull'aggravamcmo del glaucoma». Il Collegio, nella seduta del 29 sctcembr~ 1948 riprese nuovamente in esame la pratica, c sottopose a visita di retta l'interessato. ri~contrando OD gbucoma cronico con Vn = 2/ro; OS lieve astigmatismo miopico ;emplice ron Vn = 1 130 (occhio sinistro è stato sempre ambliopico). Il prof. Mazzantini, nella su<> perizia, ammette che nel Musicò esistesse una predisposizione al glaucoma per costituzione cd ereditaried, ma sostiene che il servizio militare prestato in zona di operazivni c prigioni<' ha non wlo favorito l'inizio della malattia, ma ne ha determinato il prog~essivo peggioramento. Ai fìni di giustizia, e pur avendo in preceòenza emesso un parere sfavorevole, il Col· legio, dopo attento ries:1me Jei documenti in atri allegati, nel rispondere al quesito apparentemente generico dl"lla Corte, :menendosi alle precise disposizioni dell'art. 5 ravvisò negli eventi òi servizio la det-:rminame della sfavorevole evoluzionl' dell'infermità; e, conseguentemente, espre~se l'ani!>o t.: he i disagi, le emozioni ecc.. potessero influire sull'aggravamento del glaucoma. l! Collegi<, infatù, ammessa la preesistenza della malattia per lo meno <1lJc stato di latenza, comiderò che i fattori morbigcni inerenti al servizio bellico erano iu que~to caso del tutto eccezionali (evasione dalla prigionia, combattimento in zone desertiche ecc... ), c che le emozioni e gli altri agenti esogeni possono agire, sembra, non solo quali importanti coofartori nell'attacco glaucomatoso, ma anche nelle forme croniche i n soggetti con ,.;istema nervoso irritabile. 2° C.o\SO.
Infortunato civil~ Birolo Giovanni (5428141). Dalle notizie contenute in un rapportc in(ormativo della Prefettura di Torino si desume quanto segue: TI Birolo il giornc. 7 dicembre 1940, mentre troYavasi nell'androne della propria casa, veniva ferito in varie parti del corpo (ad esclusione degli occhi e delle parti adiacenti) da schegge di bombe aeree. Trasportato d'urgenza in Ospedale, « poco dopo '''' fu col· pito da un attacco di glaucoma acuto in enu·ambi gli occhi. Questi, in sintesi, gli clementi sui quali il Collegio dovè bas;;re il giudizio richiesto dalla Procura Generale, che chiedeva ((se le lesioni oculari potesserl• considerarsi come effetto dello scoppio di bomba "· :t\on essendo stati direHamenlo:: o indirettameme lesi i bulbi oculari era logicamente da escludere il glaucoma traumatico (sia intese come forma essenziale, che secondaria) ma data l'evidenza del nesso cronologico, si trattava solameme di stabilire se il fatto bellico (scoppio di bomba aere:t) a,•esse determinato l'attacco, o $C . quest'ultimo si fosse manifestato indipendentemente cia quello. A proposito il Collegio o~servò: «E' generalmente ammessa l'influenza dei Eatwri psichici ed emozionali nel determinismo dell'attacco glaucomatoso. Secondo autcrevoli osservatori in questi casi si verificherebbe una vasocostrizione da aumento degli ormoni tireo-adrenalinici nel sangue, vasodilatazione secondaria e consegL~ente trasudazione. Rene imeso questi fenomen i si manifestano sola-
mente in occhi nei yuali i congegni rcgolatori Jello ~tambio de i liq uid i oculari non sono più normali per :Htritismc•, :.Jriccmia, lu e, arterio~clerosi cct.. Può aggiungersi che, anche alla luce delle più moderne teorie, queMt fattori nulla padono ddla loro impor tanza. Sembra infatti che il glaucoma debba con~iderar~i una malattia generale a sede diencefalica; csi~tcrc·bbe una alterazione dei centri tabmici e d t: i centri neuro-vcgetativi Jell'ipotalamo rhe indurrebbe una ,econdaria alterazione delrtpotìsi. C)utsto modo dt \edere sarebbe suffrag:no d:~llc :~lterationi del ric:~mbio idrico c della circolazione capillare co~Ì frequenti i .. gbuc(Jmatosi. 11 ~la uwm a sarebbe in ultima analisi una malattia dei centri ncrYosi (atrofìa ottica di tipc discendente) ed acccssorian'ente del bulbo oculare (.Magitot). D'altro canto il talamo è consickrato come organo della affctti,·ità, c accurate :tnali~i psico-di::tgnostichc hanno permesso di accertare che nei glaucomato~i sono frequentemcmc evidcnziabih, a mezzr, di vari tt·sts mentali. Jltcrazioni della personalità indi,·iduale, nel senso d i sptccata iper~nsibtlit:t. " Si può inoltre :1mmettcre the ogni eccita1.ione di natura psichica, sensoriale o sensiriva si ripercuote sulla circolazione ocuiarc. L'alterazio ne della regolazionc vegctativa della vasornotilità oculare potrebbe pc:rò ris1edae an~hc in centri simpatico-midollari 11. Ciò premesso, nel caso concreto il Collegic ammi~e che il Sirolo dovesse considerarsi un glaucomatoso, pur ~enza ( videnti manifestazioni delle malattie anteriori al traumatismo, ma ra\ \'isò nel descritto fatto bellico la <a usa viole ma, direua ed immediata dell'aggravamento delle prccc:dcnti condizioni oculari (art. r legge t8 agosto 1940, n. 1 1 ~) e, di conseguenza, cons1derò le ksion i ocul:1ri come effetto dello scoppio di bomba subìto il 12 giugno 1<140, in Torino.
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3° CASO. 1'-'icola Dc Marco, uffirial<'. Il De Marco, escn:e Ja precedenti morbost perso;1ah •> erednari di rilievo, fu chiamato alle armi con la sua rla~se t8H7, e dit"hiarato rivrdibile pe~ :ic:bnlezza di costituzione in sede di comiglio Ji lev:: :-ìucc.essivameme riconosciuto idoneo prestò \cn·izio militare dal t 0 gennaiCJ 1917 al 15 agl)~to HJ19 quale ~oldato e, in seguito, ufficiale d'artiglieria, prendendo parte con le truppe di prima linea a tull:l la prima gucrr,l mondiale. ln questo periodo fu CIPq m: \nlte ammalatu per c:inttuc afTezi(lni d iverse, ua cui enterocolite con ncft ite. 'el l'ottobre upS fu riro' erato nell'Ospedale Ji Ca'a dci Tirreni perchè affetto da febb re reumatica c:on catarro hronchi1le. Dur:tnte la degenza, come risu ltò comprovato da lla cartella clinic.l relativa, il D. cbb.: ati act"usare dolore agli occhi e alle tempie, intc:rpetrato da l rncdJCo, non ~pecialista, come dm uto ad " aumento di pressione cndooculare a , ini ~tra ••, c the d1.rò tre gi(Jrni circa. Nel 1920 il prof. Fava lo riconohbt· ::~ fletto Ja glaucoma, per cui l'intc: rcssato produsse una istanza d i pemione di guerra per malania oculare. La Commission:: Medie-. Pensiom Guerra di Cata11..:aro lo ri~comrò :tflctto da (( glaucoma assoluto in OS (111 \'i s u ~ ~ pento), OD glnucoma cronico con V n =- 1/ 2 >l. La Dire· zionc Generale di S;.nit3 il ~o gennaio 1021' negò che k infermità Jel postulante dipendessero da causa di ~Cr\'izio. o\ n ·c;so questa decisione Il D. prc~cmò una vasta memoria illumatiYa, ma il Collegio Medico Legale, interpellato per due \'oltc dalla Procura Generale, confermò il parere staV:>revolc, n,·lla considcr:tzionc. t•a l'altro, che la prima allegazione di fatti oculari morJ:.osi Ja parte del ricorreme ri\:tlh a al più al •yzz, e cioè a distanza di almeno yu:lttru anni da: ,imomi d t :mmc:nto della pressione endooculare, riscontrata nel 19!8, l.O n i quali ,ku<~ affezione ~i 'arcbbe voluta ricollcgare. Successivamente l'interessato. in un >I UO\'O atto di ricorso, produsse certificati medici attestami come il glaucoma sussi~tessc hn dali <!poca dd congulo c tre attfstazioni rilasciate dal prof. Fav:1 e dai dotton Gabriele c l{izza. uniramentc ad una ampia perizia g iurata dei professar ; Buccia me e De Michclt. nonchè ad una analoga dichiarazione
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del prof. Scalinci. Il Colkgio fu 11UO\':II11tntc !merpelbto cLilla Corte, per decidere dcii · nlti\·:amcnte. circa b dipcnJen:;ra del glaucom:t d:~ ca ma di ~c.:n tzio di guerra. Si tratta\a tn soscanza di· 1 · - giudicare se 1\·pi:"enomeno Jdla 'inC:rome fehhrilc (tlolori oculari ed aumento della pressione en<.!0bulbareì da cui il De Marco iu afktto ntll'ottohre 1918 potesse considerarsi come prodromo dc: gbucoma; 2" dichiarare.: se.: potesse esclucJer~i che il servizio di t,ucrra prc~tato dall'ufficiale ai fronti italiano e franrese :wc~se o meno potut(, csercitart· una nociva influenza s\J I decorso ddl'alfezionc medesima (alt. s tlel r-:. D. 28 aguoto 1!)24, IL l ~83)· l periti di parte, e spcc:ialmuttc i !)roiess.:>ri Bucciantc c De ~tichcle, assumcva11o che la prima manifestazione, certJ cci inequi\'Ocahile della mal:~ma. ave\·a avuto luogo durante il servizio ( r" ottobre 19r:ì), c .:he b causa dd la malauia oculare fosse da ricercarsi esclusivamente nei patemi ,)'animo e disagi di guerra, e nelle ripetute affezioni tossi infettive febbrili. A so~tegno Ji lJUesta tesi furono imoGllc le teorie etiopatogene· uche del glaucoma e fu ricordato <.urne J'.Jume::mc. di tenstonc c·ndo.cx:ulare sia uni\'er sal m eme considerato come ~t n tomo e;\enziale Jcl glaucom:1 ( 1 ). Fu rilevato inoltre wmr tra i fattori determinami dell'attac.:o glaucomatoso siano le cause emotive (che non poterono m.1nc:tre nel caso concreto), quelle reumatiche e tossi-infettive; c fu aochc:> ricordat:l l'ipotesi che il glaucoma pmessc considerarsi imerdipendente con la nefrite (da cui il D. era stato affetto durante il servizio bellico) in quanto, secondo la teori:l patogenetica del Troncoso riportata nel Maj tradotto dal gcn. mcd. proL Trombetta, nei casi di glaucoma esisterebbe un aumento delle sostanze albuminoidi nell'umore acqueo. Il Collegio dopo attema di~ami na di tutte le emergenze istruttone e panicolarmente dei documenti sanitari dalla pane addotti, senza preconcetti c senza influenze di pre· gres~i pareri dissonanti per " i Il n i di giustizia " esprc:ssc l'a\\ i~o che: a) il glaucoma a\·csse avuto i suoi prodromi durantc il 'ervizio;
b) che non si potesse ne~are al servizio di guerra c alle circ:u~wnze morbose che tlucl servizio accompagnarono, l:1 rapacità di aver esercitato nuciv:a influenza sul decorso dell'infermità medesima. Giova al riguardo osservare thc il Collegio nel ri,ponderc strettamente al quesito della Corte, implicitamente conferì ai fattori esogeni inerenti al lungo servizio bellico soltanto un ruolo aggra\·ante. ritenendo giustamente il D .. già in epoca anteriore al richiamo, affetto da glaucoma, o;ia pure allo 5taro latente (terreno glaucomatoso). Se la Jisùnzione tra dipendenza e aggra\ amento ri\·cste scarsa importanza ai fini pensionistici amministrati\ i, ne rin:ste in,·ece mol:issima dal lato clinico. Infatti, secondo le teori.: \'::J)COlari e 1udla fisiro-chirmca (h teori3 sclerale e quella della ritenzione pouebbero solamente ir\ocars: '·luali coobttMi aggra\'anti}, l'aumento di volume del vitreo (gd estrcmamcnrc Jgrofilo), conseguente :1 fenomeni colloidali, uni tamente alla aumentata permt·abilit~ capllbre starebbero .cll::t h:Ht' di tutto il protcs~o morboso, e cioè la m:tbttia sarebbe ri fcrihile al binomio distrofia vascobre c rigonhamenw del vitreo. Ora, un ~;oggcuo con segni manifesti o btenri di distro{Ìa yascolare c altcr::~z:ioni del sistem<: nervo~o l:, C\idenrementc. un g l aucomalO~o in potenza, e come tale va valutato dal punto di \ t~t:t medico legale Va inoltre osservato che il Oe Marco all'epoca del suo primo atracco era giovane (~o anni circa), ma. per ~1uanto ne siano particolarmentc colpire le persone anzi an,·. (l) ,\JI,, luce tlcJia ••licrn~ dnttnn.1 ,cm bra che :·aumcmn di !<"lhiOne "'-c't.~ una •mpurtanta "sulthomc cJr•• uuitt .H.t d• unJ .tuoli3 oujca d, upo 'peciale, da mutl•ticanoni circol.uone e, abitualmnttr. •!.1 •pcrttn•t<>llè " ,
muwrc; •l glaucoma, infatti. ,jell<' COihlclerato una
poichè la frequcnz:1 dd gl.tucom:~ cresce col crescere dd l cd. pur tutta,·ia s1 ossen a anche nei gim·ani (1 rwmi .:asi rigu:mJano in maggioranza gw,·ani militari); la form.1 giovanile non pre~cnt•• per\ particolari l.traner;stiche, se ~i e..:<.:ctrui, forse, una maggiore frequenza in soggcui miop, la frequente mor.oi::lterolità, una prognosi più favorevole. La Procura Gu1crale. un iformandost a <111esto parcrc in scd<: ~iurisdizionalc dchnì favorevolmente quc~t:l cbbomta e .:ontr:1~t:11a -=JUC~tione medico legale.
4" c.,so, Ram1ondo Gio,;wni, das'IC 1~05 (17:~ .5q e 547 .p). Il Raimondo non prestò servizio rmlitarl; perthè riiormaw .n ,eJe Ji comigho th b·a. Mobi lirato con la M. \'.S.l'\'. il 10 mag-gio rc135 fu inviato 111 A.U. Hicoverato in ospedale da campo m·l marzo e successivameme nel giugno r936 per ft:bbre reumatica e fistola anale fu risct.ntr.lto anche affetto da angioma della gua ncia sinistra e glaucoma uonico semplice dcll'ucchio corrispondente. Fu rimpatriato cd inviato in licenza di comab..:cnza di giorni 6o d:~li'Ospedak Milit:~re di Caserta per detto an· gioma sotto la data 7 orrobre 1936. A ,·endo prod<•ttO istanzo pcr Ll c<•m:es~ione di pensione di prinlcgio la Commissione l\-lcdica Pensioni di Guerra ti i G::no' a il 6 maggio 1938 lo sottopo~e a 1 isita e confermò il precedente giudizio diagnostico (angi,,ma piano e glaucoma con I' ISUS eguale al conteggio delle dita a 20 cm.), neganJo t.~ dipendenza da causa di servizio di queste infermità data la natura congenita di esse. La Commissionr Medica Superi.. re il q .,etwnbre ty38 confermò questo giudizio sfa,·orc,ole, e il Collegio, interpellat<.• d.illa Procura Generale. sc.rtopose a visita diretta il paziente sotto la data dell' n ottobre 193<). Dall'anamnesi raccolt~ in quella occasione non risultarono pn.xt•,lemi oculari a can.:o degli asc.:ndent! tlè: collaterali. l\'on consa.nguincità dei genitori; fu confermata b cliaF,nosi e il rebtivo l!iudizio medico-legale sfavorevole. Fu agevole infatti tscl nderc rhe nel c~1 <t0 concreto i fatwri esogeni avessero sfavorevolmente influen7.ato il decorso ddl'a;lezion·: morbosa, che, a prescindere dalla na· tura, sussisteva con ogni probabilità in egual misura all'atto della chiamata: basti por mente al fatto che, per yu:uoto riguarda la alterazione oculare, l'OS, a distanza di i ochi mesi dall'inizio del scn·izio. era già notevolmente cJc, i:tto all'esterno. D'altro canto la singolare associa7ionc morbosa in questione ~naevus flammeus c g lnucoma) è una m::l:ntia <1cur:lmem•.: congenita anche se l'angioma può presentare un accrescimento dopo l) nas.:ita. e il glaucoma (che può presentarsi sotto !a forma di buft:Jlmo) manifesta rsi e progrtdin: nd l'età infantile e adulta. Come è noto l'angioma pu:'l estendersi alle meningi t·d all'enc<'falo (angJOm:'ltosJ, encefalo, trigeminale) causando at tacchi con\'Ulsi,·i caraucmtici della m.dattia di Sturge-V/cbe;-Krahhe, e, secondo moderne roncczioni, ,.a inqu:~drat.a nel \':l~ro capitolo dclk .tr~gionuto~: llt'Uru-cutanee o fawmato~i. La sindrome glaucomat~~a ~arehhe nu~ata da un an!!ioma ddb .:or:>idc. CoNst OERAZIO'll E CONCLUSION't. Da questi brc\'i accenni di et,op:~togt:llc.:~i c ,Jall'c:samc dei \ari casi tr::mall c.:mergc con insistenza l'import:lll7.a del fatton cmoti\'o nd d·~tcrmini~mo dell'affezione. Talvolta è anzi sembrato. che l'elemento <'moti'o o cmo-c<mlmoti\o <.:O'>tituis~e la causa unica e diretta del glaucoma (\'(.di ad es. il ca~o n. ù ~la ~c a que,to fattore, alla luce delle dottrine etiopatogenetiche. non ou0 a-;,cgnarsi un ruolo ca~.;s:llc poichè la · causa" dell'infermità risiede nella l'O~titu~ione ~tt·,~a del soggetto, non può tutta' i a ncgarsi ai fattori esogeni (e particolarmmte emo7.ionali) una azione <"oncau;ale. TI problem:J quindi, dal punto d i 'i>ta mcdico-lq~::~le. viene cir..:oscriLto alla valuta-
, t
zionc del binomio causa-concausa in relazion-:; alla 1 ispetti\':l :Jzione sull'insorgenza c sull'e,·oluzione Jell'infermit~ Riteniamo però a ncora ncct·s~rio inst<tere sull'imporunza t!cl fattore cmo-commoti\'0. Se. come taholta purt~oppo ar caòc. si manifesta un auaccr1 òi glaucoma in seguito ad istillazione di collirio, in ~cguttO aJ inter\"l:nto chirurgico amiglaucomatoso nell'altro occhio, come non cons!t!erarc dtc il soldato è sottopo~ro ad un bt:n più imponente comples>O di fattori emozionali dur:tnte l<: upcrnzioni bellit:hc? J ~ t:hi può. o potrebbe in coscienza negare ad un fano di guerra un ruolo prepondcrantc nd Jetermini~mo Jcl g laucoma acuto, <> anche del :iUO;ICUto U crOllÌfO ( D:t quanto si Ì! Jeno ri\ulta i n moJo iuJubbio che il glaucoma, ~i voglia considerare malattia oculare (distrO!Ì:J vascolare e rigonfiamenro del viuw da congestione uv<.::Jic) o generale (altera7ioni di<.:m.daliche c delripofi~i) ì: mettamente legato a fattori di n:Jtura costituzionale:
a) Sul glaucoma :tt"utn o \Uhacuto in sen izw :)ellico c parttcobrmente sull'acce~~o i p:l~ticobri fauori esoge!li (cmotin a,l es.) giocano inJubbtamcntc un ruolo per lo meno scatenante; pertanto, pur comider:mdo !"infermità prtemt<:nte, anche se latente, qualora sussista un nesso cronologico C\idcnte (da qualch' Na a tJualchc giorno), il giudizio peri tale dovrà in genere es~crc fJ, orevole, nel senso d t aggrJ\ amento, anche ponendo mente al fatto che non possiamo 11egare ad un evento shockiz'lante quanto meno, la facoltà e la capacità di :1nticiparc la manifestazione morbosa, ai sensi delle nonne vi genti (art. 5 R. D. 28 agosto 19.,4· n. 1383). b) l casi di glaucoma insorti (turante il servizio ordinario danno luogo, invece, generalmente ad un giudizio negativo per quanto concerne: la dipendenza da causa di servizio. Infatti in tali casi non basta che J'e,ento di ~er,·izio abbi-l influito in misura maggiore o minore sull'insorgenza e sul decorso ddla infermitJ come quando si giudica in tema di servizio d1 guerra - . ma la legge rìchitdc che e;s~o evento - complesso concausale - esplichi un'azione nettamente prevalente sulla vera causa della malattia c cioè sulla natura cost:tuzionale di essa. E ciò. come; è ovvio, trannt: circostanze sp<:cialissime e rare, particolarmente in caso di glaucoma cronico, non si verifica: nel g iuoco fra causa (na tura costituzionale dellt: malattie) e complesso roncausalc (eventi d i servizio) l'importanza prevalcnt<: resta cblla p:-~rte dcll::t vera c propria causa de lla malattia (elemento costituzionale).
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LA DIAGNOSI PRECOCE DEL CANCRO DEL POLMONE Il cancro del polmone che nel 1921> co>tiw iva una \era rarità, miete oggi almeno 15.000 vittime l'anno fra i cittadini degli S. U .. Sino a poco tempo fa nessuna cura era effi cace: solo nel 1933, dopo \'ari tentativi di moltt chirurghi per .t~portare il polmone canceroso. il dott. Grahm riuscì in questo audace in1ervento e le statistiche rivel:.tno eh-: oggi il 4o-5o ~{, degli oper:lti vive. Ma perchè l'mtcrvcnto sia tempestivo s'impone - è ovvio un:.~ di:.~gnosi precoce. Gli Americani innanzi ai 2 metodi di indagine più noti, ma ugu:.tlmente complicati c pericolosi la bronco'iCopia e la hiop,ia - hanno intensificato le ricerche per trovare un me-1.7.0 scevro di pericolo e nello \tcs-;o tempo c<,atto ai fini diagnostici, c oggi possono inf:.ttti accertare b presenza del rancro attraver~o l'esame del l'espettorato emesso dopo violenti colpi di tosse. Al p::tziemc vengono consegnate 3 boe ceue, contenemi il liquido ti~satorc::, nelk qu:.tli è in,·itaro aJ e~pettorarc quando ha un accesso di to~se. Riempite le tre boccette, queste vengono innate ad uno de1 tanti o~pcd:.tli attrezzati per la particolare ricerca: in ca'o di positiùtà ~i riscontrano al micro~copio le caratteri~tiche cellule ncoplastiche : la tosse è un sintomo comune a molte mabtlle toraciche ma th (rome a una 1osse persistc.:ntr e in assenza di segni che l:.t giusrifichino, un esame dcll'espettor:.tto può mettere in evidenza l'esi~tellla del cancro. Oltre.: 100 pa zienti - con c~pettorato positi\·o. malgrado l'assenza di ogni sintomo radìologico h:.tnno potuto così precocemente essere operati e salvati.
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IL TRAUMA COME RIVELATORE DI UN CASO DI SIFILIDE IGNORAT A CONTRIBUTO A LLA CONOSCENZA DEI RAPPORTI TRA SIFILIDE E TRAUMA
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Essendomi occorso un interessante caso in cui un piccolo traumatismo professionale ripetuto aveva messo in evidenza una infezione luetica ignorata, rnt è sembrato degno di nota presentare qucsro caso c rivedere un poco la casistica riportata dalla letteratur<ì c le ipotesi patogenetiche circa gli cvioenti rapporti esistenti fra trauma c sifilide. Si tratta di un soldato, Giovanni A., napoletano, di 22 anm; l':~namncsi familiare t' muta, nell'anamnesi personale remota si nota una bronchite acuta a cinque anni. Nel settembre del Itl46 gli si prcscn::ò sul glande una chiazza ulcerata che fu diagno~ticata da un sanitario ulcera venert:a. Curatosi con sulfamidici e con applicazione di pomata localmente, ebbe una guangione clinic:t completa in tirca un mese. Un anno dopo, circa, il paziente fece una lunga gita in batca nel golfo remando molto. i\1 ritorno e specialmente il giorno dopo ambedue le palme delle mani si presentavano arrossate con qualche normale rilino ipercherarosico dolente Il paziente :mribuendo logicamente questa irritazione alla sua poca abitudine a remare, tornò al suo l~tvoro che era quello di cucitore di scarpe :l macchina, da circa sci mesi. Per eseguire questo suo mestiere egli deve frenare con la mano sinistra, essendo mancino, una ruota di metallo con una frequenza valutata appro%imativamentc a circa centocinquanta volte all'ora come minimo, per cui il palmu della mano già irritato dal remo si tro,·ò ad essere sfregato con forza per tutta la durata delle ore di hn·oro (essendo questo a cottimo, il paziente hvora dalle Hove alle undici ore al giornc). Cosicchè si formò in corrispondenza della mano sinistra una ipcrcheratosi notevole con arrossamento, piccole ragadi e aspetto figurato carauerist.ko. Fece, consigliato da alcuni sanitari, cure locali con pomate cheratolitiche, salicilichc, al catrame ecc., ottenendo qualche lievissimo e temporaneo miglioramento. Durame il servizio militare, pur non continuando il suo lavoro e mettendo pomate ad azione cherato litic:t, la dermatosi non suhl modificazione degna di nota, per cui cessò ogni cura locale. Si presentò a me il 24 otwbrc H)48 perchè alcune cieli:.: ragadi gli procuravano un qualche disturbo nell'eseguire le man~ioni del servizio.
E. ().: normotipo, in buone condizioni tli nutrizione .: ~anbruificazione ..\pparato scheletrico ben conformato; mas~e muscolari toniche e trofichc, niente di notevole ai grandi apparati o sistemi. La mucosa tlcl glande presenta nella sua partt anteriore e superiore fatt.i cicatriziali irrq;olari, appena vi~ibili Ghiandole linfatichc appena palpabili indolenti, mobili agli ingUlm c alle regioni latero cenicali posteriori.
Al palmo ùella mano sini.cra la eu~.; ::i presellta leggermente eritematosa e atrofica mentre altre zone presentano rilievi ipercheratosici di aspetto figurato (a semicerchio, a cerchio, a ferro di cavallo). D etti rilievi con squamme grosse dure e aderenti sembrano poggiare su base papulosa lievemente infiltrata, e sono interrotti da incisure rag:1dìformi con fondo di colorito roseo (fig. r ). EsAME m LABORA1.0RIO.
25 ottobre 1948: Reazione di Meìnìke ,- + +; Reazione di Kahn: + + + . 28 ottobre 1948: Reazione di W:1ssermann: + + +; Rcazion·~ di Cithocol: -r -r t • Reazione ùi Kahn: + + + ; 28 ottobre 1948. Esame delle urine: nieme ùi patologico.
Fig. 1. Fu fatta Jìagnosì d ì sifìloderma p:~puloso ipercberatosico Jel tipo del cosidetto eczema d ìscherawsico ragadizzato con ipercheratosi spiccata (Cappelli) d i natur:l luetica, dovuta ad azione traumatica in una sifilide latente ed ig norata : diagnosi confermata dal mio maestro prof. J. Cr.ppelli. A cominciare riai 29 ottobr~ 1948 fltrono cominciate iniezioni di bismuto (salicilato di bismuto in dose di ven ti centigrammi ogni quattro giorni) rimedio che insieme al mercurio, maggiormente per la sua nione specifica antispirochetica, ha valore per un criterio ex-juvantiJ:.us.
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Già dopo la quarr;~. iniezione (8 novembre 1948), ;mlgrado eh•: non fosse stata applicata nessuna cura localmente si wminciò a n01:ue un evidente miglìoramento della dermatosi con ùiminuziom: dci rilievi iperchcratosici, del rossore (hg. 2). Dopo la 4~ iniezione di bismuto si cominciò :~nche a praticare qualche applicazione di vasellina salicilica per aiutare la già inoltrata risoluzione della ipercheratosi. Al momento attuale (X iniezio'le) il paziente HOn accusa più neswn disturbo, è guarita ormai la lesione Jc:l palmo della m:.~no di cui restano solo alcune chiazze maculose rosee, ricordo della pt eccdeme ben C\·ideme dermatosi.
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Il problema del!.:~ sifilide traumatica è stato as~ai studiato !>Uila base di una casistica relativamente abbondante, come risulta dalla bibliografia che riguarda questo argomento. E', ciononostante, !ungi dall'essere esaurientem.ente chiarita la parogenesi di questo interessante fenomeno morbosv, malgrado che akuni Mutli, specialmente della Scuola
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Fig. z. italiana, abbiano cercato di con va ii dare ipotesi sptsso suggestive. La constatazione de ll'influenz::t esertitata dal trauma sulla ~ifìlide risale molto in· dietro col tempo, .1 quei grandi osservatori (anche se con errori di interpretazione) che erano i medici aut!< h i. Fu il Baglivi, medico eli Innocenzo Xlll, che fra i primi osserva\·a questi rapporti e scriveva (alla lì ne del milbeirento): « secondo la va rietà della condizione c dello stato della persona la lue venerea mette sua sede in vari luoghi e questi a preferenz:t sono
quelli molestati con violenza maggiore. Così gli uomini della plebe che si guadagnano il vitto con la fatica Jel corpo e per questo hanno di troppo indebolito gli arti dalla fatica continua, se n:ngono att:!ccati dalla lue venerea r.~sa essa ~ua sede precipua negh .arricoli... « Gli uomini letterati c ~tudiosi :•vendo il capo debilitato da lungo studio, quando siano assaliti dalla lue gallica essa pom: sua sede principale nel capo • . E la lue dei musici si manifesterebbe ai polmoni ( !) e così \i a ... G ià il Virc how c specialm.:nte il Tarnowski notavano come un trauma possa determinare, in luetici, nuO\'e manifestazioni specihche nclb sede Jcl trauma stesso. Anzi il Tarnowscki (xt\;7) riusci\a a provocare::, spcrimentalmeme, con calore e con acidi, papulc silìlitiche e pustole ectimatosc in soggetto in pieno periodo secondario, nelle sedi in cui era esercitata l'irritazione traumatica. Benchè questo esperimento non sia riuscito aJ altri come ii Pasini, il Guntz, li Riedcr e il Kòhner, ca•i evidenti d1 luc tr:.~umatica, per usare.: una abbreviazione comune, anche se imprecisa, sono diventati così numerosi che non merita starli a citare tuni. Premettiamo anzituno che, come giustamente sostiene Pasini, per trauma in questo caso non deve intendersi una azione subitanea che provoca una lesione, ma nel significato più vasto di circostanze varie che concorr:1no a menomare o ad alterare la normale costituzione .lOatomica c funzionale d1 un determinato organo o Sistema. Da que\tO punto di vista i casi da citare ~ono moltissimi ma accennerò solo rapidamente ai più significativi. Fin dall'assedio Ji Parigi, del 1870, ca~i di manife\tazioni luetichc imorte dO\'e si era esercitato un trauma. furono visti da Fournier. Mibelli. Pasini, Fanti, B::~riJaglia ebl·ero gomn1c. nei glutei ovc. erano state fauc iniezioni di calomelano, le ~tesse osservarono Juliu:;berg, Kulisch e Werner per iniezioni di salicilato e timoloacetato di mercurio e Fournier per init>zione d1 chinino. Schmidt ebbe, in un paziente, una gomma su un:1 contusione riportata in seguito ad una caduta; Qucirat e Pinard ebbero manifestazioni terziarie ulcerose nella zona colpita da un calcio di cavallo in un lucrico d;t sette anni. Lacapere e Laurent, in Marocco, avendo avuto, su quaramadue casi di lue gommosa, quattordici casi di gomme c ostciti luetiche del frontale, interpretavano ciò come dovuto al trauma esercitato dal battere i musulmani la f rome a terra nella preghiera ! ( In realtà deve trattarsi di una preferenza di sede che si riscontra anche nelle sifilidi sicuramente non traumatiche e ... anche nei cristiani). Così si vide (T arnowski) che la lue cerebrale colpiva prcvalememcute i soggetti con meiopragia del sistema nc.noso centrale (alcolisti. nevrastenici, soggetti con note\·ole surménage intellettuale). Pighini vide un au mento delle forme nervose lueti<.he nel periodo della grande gu(·rra '14 '18 specialmeme in reduci dalla trincea e in soldau che aYcvano subito emozioni. csaurimenù psichici ecc. (D"I resto qui ~i innesta am.he il problema del neurotropismo dd treponcma con le note d iml1Straziuni cliniche di paralisi progressiva fra coniugi ecc.). Altri casi :1naloghi e con lo stesso \ignificato dimostrativo riferiscono Gaucher, bcil net, Klou., Cesa Bi~•nchi per il sistema \'ascolare, Perrin e \Vile per il fegato, \Vigevan , Bauer, Habeting per il rene. Wik D< Sou5:>, Babo, Azem o~ c L::~capcrt:, Lewrn c Co pelli per l'apparato digerente. Pasini nota\'a cht le manifestazwni di lue traumauca appartengono nella grande maggioranza al periodo tardi\o della sifilide. Anzi secondo questo auto re in pieno periodo secondario iu rapporto a un trauma si possono :l\ere lcsi:,ni a tipo di teuiarismo precoce. come 111 un suo caso. L'azione traum::nizzante, come già dalla delìnizione chiarifìcatricL di Pasini, può essere varia. Tommasi riferi.,cc il caso di un medico luctico che, espo,tosi al sole m:.~rino. ne riportò una dermite su tUi si 1mpiamò un ~ifilodcrma papuloso in cui gli elementi
si limitavano alle regioni rimaste scoperte al sole marino. In discussione lo stesso Fiocco confermava di aver vcduco casi analoghi. Un caso che ha riflessi con la pratica di tutti i giorni viene riferito da Frcun(1• che ricorda come Grandi, primario odontoiatra dell'Ospedale di Trieste, avesse avuto una sifilide traumatica dall'applicazione di protesi dentaria. Di qui la norma comune di fare le ~ieroreazioni per l'infezione luetica a coloro che iniziano cure importanti della bocca, come è norma comune fare la Wassermann agli operandi. Un caso veramente curioso riferiscono Spillmann, Drouet c Diot che videro, in un soggetto con tatuaggio dicromo bleu e rosso, insorgere elementi papulo-sqaamosi luetici esclusivamente sul colore rosso con una finezza di selettività che veramente stupisce. Così sulla faccia antere-esterna del braccio il paziente aveva un disegno raffigurante il sole che si tuffa nel mare; il medaglione di contorno, il mare e la linea dell'orizzonte erano tatuati in bleu e esenti da lesioni specifiche, il sole er::t rosso e su di esso era insorta una grossa papula; C:'Sistcvarno inoltre stelle con punte bleu c rosse alternate, solo sulle pun.te rosse erano delle papule e così via m tutto il corpo che era pieno di disegni. Del resto questo ca~o secondo me si può accostare alle affermazioni Ji Mibclli, Pasini c Fauci, ecc., dopo iniezioni di calomelano, dato che il rosso era con tutta probabilità cinabro e aveva con quello in ,·omune il mercurio. Più reccmemente il Mazzacurati riferi,·a il •:aso di una ragazza che aveva avuto manifestazioni luctichc impiantatesi ~u ferite da mor~icature eli iln cane randagw e da filo spinato. Questo per non dare che uno strolcio della ca5istica più interessante: Jcl resto della maggior parte dei h.vori verrà riferito nella bibliografìa. Che il nostro soggetto rientri in questo ormai vasto capitolo delb cosi detta sifilide traumatica non vi è alcun dubbio: il nessun giovamento della .~ura antieczematosa a~sociata al riposo in una forma appena iniziata che sicuramente clovrebbe avere risentito di contro l'azione rapida inequivocabile dei preparati bismutici, l'aspetto clinico, cc lo dimostrano. Per di più in questo nostro caso, si sarebbe avuta questa particolare torma di manifestazione luetica per quei piccoli ma ripetuti traumatismi professiOnali già messi in evidenza dal Raillct per la loro possibile inflenza sulla localizzazione delle lesioni luetiche, e in un soggetto che ignora va la sua sitilide e in cui il trauma ~ stato il rivelatore della grave infezione. Ci si prcstnta ora questo quesito: è stato il traumatismo, diciamo così acU[o, provocato dal remo a determinare l'insorgenza della manifestazione luerica o il traumatismo cronico professionale ? Da una parte il fatto che il paziente già da circa sei mesi compiva il suo lavoro senza avere presentato niente alla mano, dall'altra il fatto che solo alla mano destra regrcdì completamente in pochi giorni !'jrritnione provocata dal remo farebbero pensare che ambedue questi fattori dovessero chiamarsi in causa. D'altronde può anche darsi, secondo l'ipotest eziopatogenetica asserita da alcuni, che solo nella mano sinistra fosse presente ii treponcma nei tessuti e che il vero fattore causale sia il trauma acuto del remo, o che l'azione piccola traumatizzante professionale fosse arrivata ad un punto tale che bastava un piccolo trauma soprammcsso più intenso ma meno duraturo, come quello del remo, a provocare una sofferenza del tessuto tale da favorire l'insorgere della manifestazione morbosa. Per quest'ultima ipotesi noi propendiamo anche perchè più provata sembra l'ipotesi, come vedremo, dell::; immissione relativamente frequente di treponcmi in un circolo da parte specialmente degli organi emopoietici, eh-:: nel nostro caso si sarebbero localizzati e avrebbero trovato conclizioni di fa,·orevolc attecchimento dove un modesto trauma cronico prima, un trauma acuto più intenso dopo e poi ancora il trauma cronico, avevano creato un locus minoris rcsistcntiae. Da q uan to risulta a noi il nostro caso sarebbe il solo 7 • Giornale di Medicina Militare.
descritto in cui si paest:llla questo associarsi di due fatton ':raum:nici diversi nella dura ta e nell 'intensità. Il caso come del rc~to wttv al problema della influenza del trauma sulla localizzazione della infezion.; luctica si presenta a molte considerazioni. Anzitutto con quale meccani~mo agi~ce il trauma per attirare, diciamo così, in certe sec..li la mani(cstazione di una infezione luctica ? Su questo punto hanno discu~so c di~utono :mcora gli aurori. 'on basta ceno parlare di locus minori~ resistentiae per dare una sptcgazione. Si trana di treponemi esistenti allo ~tato latente nei tcs~uri, possibilità dimowata da lle: ricerche di Schneidcr e di molti altri, che entrano in alli\ità patogcna in rapporto con una diminuzione della immunità !oc~\lt>, o di mobilizzazione di spirochete dai focolai di localizzazione in latenza (per esempio le linfoghiandole), immis~ione in circolo e successive localizzazioni favorite o da un deficit Ji immunità loc:~le o da un delìcit dell'intonazione im munitaria generale? Sembrerebbe giusta la seconda ipote~i anche perchè mentre relati,amente 1aro il reperto di treponemi nei tessuti, abba:-tanza frequente è l'insorgere di lc~ioni luetiche in rapporto con un trauma. Inoltre per lo pi1'1 si tratta d i treponc.:mi pre~e nti in distretti ovc.: si ebbero lesioni luetiche. Ma il problema principale i: come sia av,enuta questa diminuzione tli immunità. locale. Per il Pasini. che particolarmente ha ~tudiato l'argom('l1to, si trattt.rebbe di immissioni in circolo d i trcponemi che avver rebbe anche in periodi d i latenza con u na certa frequenza, ma mentre di solito le condizioni di resiste111.a impediscono l'attecchimento, l'azione traumatica permenerebhe l'ir.sediamento metastatico, perch~ distruggendo elementi cellulari determinerebbe la na~cita di elementi nuovi, gioYani, privi di immuni tà verso l'in fezione schaudinniana. A conforto della teoria della immissione abbastanza frequente di spirochete in circolo stanno le osservazioni di Uhlenhut che trovò presente la spirochcte nel sangue nell'84% dei casi nel periodo primario, nel 75'.'u nel periodo secondario, nel 12',\, nel terziario, nel 2% nel periodo di la tenza, come si vede freq'uenn quest'ultima più alta di quello che si potrebbe credere. Anche Blascko pensa che sia in tau<a una mancanza dello stato immunitario locale che del rc~to lui dice .:aratteristicl del periodo terziario in genere. Di quella che egli chbma mono~ilìl idc (d issoci:~zione con immunità generale presente in questo periodo). Ebcrson iniettando a conigli treponemi virulenti imiemc con sangue di luetici asintomatici e ossen·ando che non si aYc,·a infezione luetica, ne trasse ~h e il sangue dei ~ihlitici asintomatici deve contenere q ualcosa che uccide la spirocheta. 1\Jei casi dunque, come il nostro, asintum::~tici, deve esi~tcre una ragione che faccia si rhe. malgrado questa sostanza, con probabilità un fermento, il parassita possa ,.i,ere nella sede traumatizzata. Secondo Hcrb questo «complemento" nella sede del trauma verrebbe ad e~~ere assorbito da i prodotti proteici di digestione c di disintegrazione Jcl germe o del lo,uto, per la rimo7ione del sangue tra,·asaw o di tessuti traumatin.ati o di cataboliti degli clementi di infiltrazione. Il punto debole di 4uesta ipotesi, che pure è la pitt conYinccme, 5ta nel fauu che t;lli prodotti. che sono di solito di propou.ioni piccole, possano assorbirc 1urro il complcmemo che continuamente arri' a dal sangue in loco ,·ulneris. Inoltre: non tutte le sililiJi traumatiche imorgono in asintomatici e per ciò in individui che dovn.:bbero essere, secondo Ebcrson, privi di complemento. Probabilmente alla base di questi fenomeni oltre a questi fattori, nascita d i elementi giovani privi di immunità, a cui da i mportanza il Pasini, dimuzionc o per lo meno diminuzione del complemento di Herb, deve essere in causa un'azione tossica esplicata dalle sostanze d i disintegrazione e dai cataboliti delle cellule be della sede del tra uma
sulle cellule none ancora integre c viventi. Da questo può derivare una sofferenza cellulare con alterazioni metaboliche biochimiche, c pcrdit:t delle funzioni più intime, legate al metabolismo cellulare; fra le prime, della immunità i\togena, specifica c :~spc titica, che noi sappiamo essere quella maggiormente in giuoco nella lue, specialmente in periodo tardi,o. Si 'crrebbe così a creare in low vulncris una perdita di irnmunit~ specifica e aspecifica non do\'uta ad una sola causa, ma, con tutt<' probabilit21, a que~tc cause insieme agenti. Un effetto terapeutico ouenib1lc attraverso J'influenz;uncnto di questi ipotetici fattori patogcnetici e in assenza di azioni chemioterapiche antitrcpont·mlchc potrebbe fare conva lid:m: questa interpretazinnc, per <luanto sia evidente la di[{crcnza di significato fra la rcgrcssione di una manife:.ta7.ionc luetica c la non attuabile azione preventiva su rcgaoni traumatiche esenti ancora da lc~ioni specifiche. Problemi questi di grande interesse che noi, a parte la diftìcolt~t di scelta di so~tanze agenti nel senso su esposto, n•m abbiamo potuto neppure poro e .:creare di risohcrc data la necessità di aggredirL subito il morbo che, ignorato ospite, a\·e,·a per tanto tempo paras~itato l'organismo lì no a che il trauma non 3\'C\'3 sen itu da pronidenziale ri,elatore.
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xv n
RASSEGN.<\. DELL ~\.. S'l'~*ltlP A. DEDIC.<l.
- //--Chirurgia. Precisazioni anatomiche e applicazioni chirurgzche riguarda1Ui il p/esso pudendo. - Presse Médicalc, n. 63, 8 ottobre 1949.
DARGLT,
lLLES.
13ALLAl'GER:
Gli AA., in seguito a ripetute ricerche anatomiche, hanno dedotto che il plesso pudendo, anzichè provenire dal $ 2 , S\ S\ <: soprauuuo formato da fibre provenienti dal secondo e terzo sacrale anteriore (S~, S3 ), concorrendo invece il quarto nervo sacrale (S') alla costituzione quasi esclusiva del nervo anale. Nel trattamento chirurgico delle cistiti ribelli u11 ruolo importante deve attribllirsi all'uretra posteriore come punto di partenza dei dolori vcscicalì e in particolare dci dolori della minzione. Difatti i risultati ottenuti su 12 ammalati affetti da cistite ribelle, in massima parte dì natura tbc., sottoposti in una sola volta ad intervento sul nervo erettore di Eckardt, via principale della sensibilità vescicale, c sul plesso pudendo, da cui dipende la sensibilità dell'urctra c del collo vescìcale, hanno permesso di dedurre qualche conclusione riguardante la « sistematìzzazione » dei rami del plesso pudcndo. L 'intervento in un sol tempo attraverso la vta mediana 1nteriorc extraperitoneale consiste nello scopri re il p lesso pudendo, nello scollare il nervo erettore con un tampone montato, nel sezionare fra due fili di lino l'anastomosi sacro-pudenda e nel recidere le fibre dell'S 2 destinate al plcsso pudendo e dell'S 3 destinate al plesso sacro. Nei dodici malati sottoposti a detto intervento i dolori della mìnzione sono quasi sempre scomparsi per l'anestesia dell'oretra posteriore e del collo vescica le: la sensibilità di queste regioni dipende quindi dalle fibre provenienti da ll'S 2 per il plesso pudendo c l'S 2 è pertanto una radice in una volta crurale c uretro-vescicale. Di più la maggior parte degli ammalati uo-
mini conserva le proprie funzioni genitali, malgrado la soppressione dei nervi erctLOri e delle fibr::: puùcndc dell'S~' al che deducesi che un b-uon n'u mero di fibre genitali passano per l'S'1 che è anche quindi un ramo in una volta perìneo-crurale c genitale; infine poìchè alcuni operati non prcsemano segni di alterazione motoria o sensìtiva a carico della rcgìr,nc anale è da ritenersi che l'S 4 sia una radice spetili.camemc anale. Quindi al plcsso pudendo e al nervo pudendo p. d ., data la costituzione complessa dei suoi elementi, devesi attribuire un territorio viscerale estendentesi sull'apparato genitale, uretra e collo vescicale, e basandosi sui risultati ottenuti su ammalati cistalgici si possono sistemare ì territori cutanei e vìsceralì delle radici dd plesso pudendo nel modo seguente: la 5 2 è una radice crurale e urctro-vescìcalc, la $ 3 è una radice perìneo-cruralc c genitale e la S' è un ramo specificamente anale.
o
SANT!LLO
e CHiu>s: Torsione ed altre lesioni delle appendici epiploiche. - Praxis, n. 46, 17 novembre 1948.
WAKELEY
Le appendici epìploichc si trovano lungo il grosso intestino con un massimo di frequenza a livello del trasverso e del sigma: ognuna dì esse è costituita da un sacco di peritoneo contenente del grasso, un a arteria c una vena, senza vasi Enfatici; talvolta si constata a livello del ped·uncolo un piccolo diverticolo dell'intestino. La funzione è ancora imprecisa: secondo alcun i agiscono a tampone del peristaltismo intestinale, per a ltri esercitano un'az ione dì assorbimento analoga a quella del gra nde epiploon o un'azione di protezione c di localizzazione delle infiammazioni peritoneali, venendo a coprire le zone lese. La torsione, acuta o cronica, è un::1 delle lesioni più frequenti: la forma cronica porta alla necrosì e alla saponìficazione dei
wassi, al la fibrosi e talvolta alla calcifìcaZIOI1e. Le appendici epiploiche colpite da tl.lrbe circolatorie si iniettano facilmcme per invasione microbica proveniente Jircttamente dal lume intestinale; inoltre. per fatri flogistici, possono saldarsi ad un viscere o alla parete addominale formando delle briglie, cauS:t frequente di ostruzione. E' a livello del sigma che tro\·asi più sovente una lesione d'una appendice epiploica: e, poi, per ordine di frequenza, lungo il cieco, il colon trasverso e discrndcnte c lungo l'angolo destro del colon. Clinicamente la torsione si presenta con una sindrome :1ddomi n a le acut:t o subacuta, con dolore localinato in corrispondenza dell'appendice cpiploica lesa e accompagn:na da resistenza e di(esa muscolare; si nota altresì nausea, vomito e lcucocitosi cospicua (r8.ooo globuli bianchi). Si pone in genere la diagnosi di appendicite acuta, di torsione dell'O\·aio, di diverticolite, di trombosi mesenterica e altre cause di addome acuto secondo la localizzazione della lesione; alla esplorazione vaginale o rettalc si può apprezzare altresì una massa dolente. Il trattamento, unicamente chirurgico, consiste nell'asportazione dell'appendice epiploica malata.
novocaina intravenell'atelettasia postoperatoria. The Lancet, 257, 419, 1949·
SIDnoN"s c UN"DAU: Lo
nosa
Una delle cause principali dell'atclett:lsia postoperatoria t: l'impossibilità nrlla quale si trova l'operato di to~sire fortemente per eliminare le seuezioni ostruenti l'albero bronchi:1lc. Per faciliwre questo S\ uotamento . gli autori hanno adottato la seguente tecnJc::J: appena l'atelettasia è stata diagnosticata si pone il paziente in una posizione facilitante il drenaggio del polmone colpito e gli si spiega che il successo del trattamento dipende dalla violenza colla quale tossirà. Si introduce allora intravcna una soluzione di novocaina al 0,5 "{, che si continuerà ad iniettare fino a che l'ammalato si sente intorpidito o presenta qualche segno di cc-
citazione del ~i~tema nervoso; gli si ordina di tossire \ •gorosamcnte c nello stesso tempo si percuote con violenza la parue toraci ca per aiutarne lo s\ uotamcnto. Per gli ammalati che non po~sono tossire si provocherà l'accesso stimolando b laringe. Questa tecnica però si può applicare solo ai casi recenti c a quelli in cui il dolore impedisce c..li tos~ire efficacemente. L'iniezione endovenosa di novocaina al 0,5 "(, si può anche praticare a titolo profilattico nei casi speciali c..li pericolo c..li atelettasia (opera7.ioni sul torace o sull'addome su peri ore). SANTILLO
Epidemiologia. MAzznn G. e TESI A.: Biologia delle bru-
celle, epidemiologia e profilassi delle brucellosi umane. Relazione al XIII Congresso dell'Associazione italiana per l'igiene (30 settembre, 1 e 2 ottobre 1949). - Annali della Sanità Pubblica. \·ol. X, fase. V, 1949. La dotta relazione dd prof. Mazzctti, Jirettorc dell'lstituto d'igiene dell'Università di l?irenze (correlatore il dott. A. Tesi), affronta e svolge con profondità di conoscenze e di vedute e con orc..linata chiarezza il complesso e vastissimo argomento delle brucel losi, •ia per quanto riguarda la biologia delle brucelle, che per quanto ha tratto con l'epidemiologia c la profilassi delle infezioni <b esse nell'uomo. La biologia delle brucelle viene ampia mente tr:mat:l nei Yari sottcx:apitoli della morfologia e caratteri colturali, della vilalità c resistenza. della sensibilità agli antibiotici, dell'attività biochimica, della wssicità, proprietà antigeni e co~ti LUenti chimici dci tre agenti ctiologici delle brucellosi umane ec..l animali, della loro azione patogc11a e virulenza c dei fenomeni di ' <ariazione; particolare Jiffmione è data :1lla trattazione c..lei metodi di i~olamento e Ji diagnosi differenzinlc delle brucelle e della diagnosi immunologica delle brucellosi. Tutto ~ riport:no con dovizia di par-
ticolari e con ricchcu.a di dati, che fanno di questa parte della relazione quanto di più complc.:to cd aggiornato fosse possibile desiderate in proposito. TI laboratOrio riveste un ruolo di prima importanza nd romplesso delle indagini che portano alla d•agnosi della malatti:J nell'uomo c negli animali e solo da un'intima collaburuionc fra esso c b clinica può raggiungersi la ce~tc:zza diagnostica. In :~mbedue i casi, uomo c animali (specie per questi ultimi, nei quali l'infezione da brucelle decorre sempre latemc c non è :;.v<"lata che Jall'ahorw), l'accert:Jmelllo è assai spesso compito del solo laboratorio, basato o sull'isolamento delle brucelle dall'organismo infetto o su un complesso di prove immunitarie (1:! reazione di \Vright, la reazione allergica c la ricerca delle opsoni_ne). Ma, per i fini epidemiologici, l'isolamento dell'agente etiologico non è sufficiente, rendendosi necessaria la identificazione della specie a cui appartiene, comt: anche, per quanto riguarda le reazioni immunitarie, è: ormai penetrato il conccuo di eseguire contemporaneamente sia la prova di agglutinazione (che fornisce la indicazion~ di una infezione in atto), sia quella allergica (che indica lo stato di sensibilizzazione dell'organismo ai veleni batterici. dovuta ad un'infezione presente o pass:~ta). Alle nuove tecniche debbono, pertanto, adcg,uarsi clinici c laboratoristi, se ,·ogliono porsi in grado di rispondere a quesiti epidemiologici. La relazione svolge poi largamente l'epidemiologia delle brucellosi umane in rapporto alla diffusione. nei vari Paesi c in particolar modo in Italia, della infezione fra gli animali - che dci tre tipi di bmcelle (melirensis, abortus e mis) rappresentano i serbatoi n:JLurali - a\lc modalità di ll"asmissionc all'uomo, al contagio interumano invcro assai raw, ccc.. Numerose tavole riportano, in cifre assolute c proporzionali, l'i ncidcnza delle brucellosi umane (da Br. melitensis prevalentemente, chè (1udla da Br. abortus è da noi assai rara. mentre manca quella da llr. st~is) nelle di' erse regioni d'ltalia e, per ciascuna regione, m·llc diverse prm·in-
ci e: da esse risulta che l'endemi~1 bruccllare è nel nostro Paese largamente diffusa, sostenuta,·i dalla Br. melitensis che infetta bovini, caprini e ovini, in wndizium, però, diverse da regione a regione c ciò in rapporto alla d•,·ersa diffusione ddl'infezione fra gli animali, alle diverse abiru dini alimentari degli abitanti cd ai divcm contatti di questi con gli animali. In complesso, l'Italia :lppare essere uno dci Paesi mediterranei più colpiti dalla brucellosi, la cui diffusione ~i è andata ovunque accentuando in questi ultimi anni, e special mente nel primo semestre di quc~t'.u1no, tanto da rendere sempre più auualc ed importante il problema della sua prevenzione, alla cui base deve porsi, prima di ogni altra cosa, un 'esalta conoscenza dell epidemiologia dell'infezione in ciascuna regione. Tn tema di epidemiologia, quello che si è fatto c si sta facendo nel nostro Paese è, però, troppo poco. Non è sufficiente. infatti, limitarsi allo studio di questo o quel focolaio epidemico, ma è, invece, necessario studiare a fondo l'endemia delle singole regioni ed estendere le ricerche ai gruppi di popolazione esposti al contagio per s,·clare le infezioni latenti e ciò parallelamente alle indagini sugli animali. A questo proposito, la relazione augura che ~·engano posti a disposizione dci centri di studio, creati per le brucellosi, fondi sufficienti a svolgere, nel senso suddetto, organizzati piani di ricerche nelle varie regioni, analogamente a quanto ha fatto per il sud della Francia il centro di Mom pcllier. Il problema della profilassi è affrontato, nella relazione, i n tutti i suoi complessi e molteplici aspetti. Trattandosi :~nchc di una zoonosi. la prevenzione delle brucellosi umane deve consistere nel l'evitare la diffusione dell'infe:r.ionc fra gli animali c dagli animali all'uomo: di qui, In necessità che i compiti della profilassi vengano divisi fra veterinari e medici con lo studio e l'applicazione di provvedimenti, sia relativi a possibili v•eicoli dell'infezione (latte e deri,·ati, animali infetti e loro escrementi c prodotti utcrini e fetali), sia da porrare sull'uomo infetto. Nei riguardi di quest'ultimo. la relazione si diffonde an-
eh, ~ull'argomento della vaccino-prohlassi, a pmposiw della quale non i. tb veJcrc comc probabile una sua applicazione a larghi ~trati Ùt popolazione e~posti al comagio, ~e si tolgono quei ristn.:tti gruppi di 111ÙÌ\idui çhe per la loro professione sono continuamente soggetti al rischio della malattia. Si può, aù ogni modo, affermare che nelle nostre regioni la maggiore rc~pon sabi lità eire~ la prevenzione della brucellosi umana pesa ~ui veterinari, perchè mentre, ove il \Ciwlo della diffusione della malattia è rappresentato dal latte, il contagio può essc.:re neutralizzato, almeno in parte, con la bollitura, la paMeurizzazione e la disinfezione di questo alimento, là, ove il veicolo è rappresentato dai latticini freschi che vengono quasi sempre consumati senza alcun preventivo controllo, l'unica possibilità profilattica è rappresentata ùalla limitazione dell'e~tensione della bruçeJlosi fra gli animali produttori c.: dolla eliminazione di quelli riconosciuti infetti. l veterinari, però, debbono affron tare il problema della brucellosi fra le pecore e le capre (animali che rappresentano per !'·uomo b più importante fonte di contagio), con lo stesso impegno col quale affrontano il problema della brucellosi dei boviJù, al quale gli Istituti veterinari c i veterinari pratici dedicano quasi tutte le l<r ro cure, certo in ragione dell'evidente danno che al patrimon'o zootecnico apporta l'aborto epizootico. La relazione si chiude con l'augurio che igienisti e veterinari si affiatino sempre di più nel campo delb prevenzione ùelle brucellosi umane. infezioni di interesse, non solo medico, ma anche sociale, dato che, per l:l loro dirfusione e per la durata della malattia e ùclla convalescenza, esse sono causa dell'esclusione dei colpiti dalla loro attivit~ per periodi di tempo anche molto protratti. F. FERRA)OLJ
S.: L.J b1 ucelloSI animale nel quadro delle zoonoJi. Relazione al XIII
PAt.TRI:o-;IERI
Congresso dell'Associazione italia n a per l'igiene (30 settembre, 1 2 ouobre 1949).
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Annali ùclla Sanità Pubbliéa, vol. X,
fase. \", IQ49·
in qut.:~ta ampta e lOtnpleta relazione, ti pro f. Paltrinil·ri, direttore dell'Istituto di patologia spectalc e dtnica meJica veterinaria dell'Um,•ersità di Pisa, wolge con dotta competenza il tema della brucellosi animale, attra,·erso i vari capitoli della cpizoologia, della clinica, della diagnosi sperimentale e ùclla prolil:mi. Le interessanti considerazioni conclush c possono, con particolare riferimento alla profìlassi delle brucellosi umane, essere cosl succimamente riassunte. La brucellosi è una tipica malattia di origine animale, dovuta a germi del genere brucella, i cui naturali serbatoi sono rappresentati dai grandi c piccoli ruminami e dai ~uini; fra gli animali esistono, però, oltre i suddetti serbatoi naturali, altre specie recettivc (equini, carrùYori domestici. un·clli ecc.), la cui importanza nei nguardi della tra smissione all'uomo è del tutto rclati\'a. Per ciò che concerne la profilassi nell'uo mo, hanno un \'alore certamente indiscusso gli aspetti. del tuno peculiari per eia scuoa regione, . Ielle caratteristiche del patrimonio zootecnico collegate ai fatton ambientali. Infatti, per quanto si conosce cir ca i serbatoi naturali e la diversa patoge nicità dei tre tipi ùi brucelle per l'uomo, è evidente che la brucellosi umana sarà più frequente e grnve dove predom ina l'allevamento dei caprini e degli ovini (brucellosi da Br. m~litensis). che non do,·e prevale l'allc\'amcnto bo,·ino c suino (brucellosi da Br. abortus e d•l Rr. suis) : cosl anche. per quanto riguarda 1d e\Cmpio la brucellosi bovina, essa sarà tanto più fre quente e grave, q ua nto più intenso è l allevamento delle \'acche ùa latte c quiYi, pertanto, saranno maggiori le po~~ihilttJ ùi contagio per l'uomo. La profilassi più efficace della brucellosi umana è quindi quella ri,·olta J rombattcre l'infezione degli animali. Ciò ~ compito quasi esclusi\'o dei \Ctcrinari, i quali - dovendosi escludere. a rausa della grande diffusione fra gli animali della malattia, quello che sarebbe il metodo profilattico di elezione c cioè l'abbattimento ùc-
gh animali infetti - debbono dedicare tUne le loro cure a limitare la diffusione della brucellosi fra gli animali e ad impedire con tutti i mezzi a disposizione il pa~ saggio Jdb malattia all'uomo. Purtroppo. le difficoltà, nell'attu<Jzionc di tak programma, sono molto gr:lll<..li sopratutto pcrchl- non abbiamo a nostra dispo s zio11c un medicamento cht: bonifichi o sterilizzi gli animali infetti; conscgucnterncnte si deve di necessità ricorrere a Ila prcmunizione, che però dal punto di vista sociale non ci offre ancora una garanzia as~oluta, ed alle misure di profilassi sanitaria, molte volte insufficienti a causa della mobilità degli animali e più panicolarmeme alla transumanza dci greggi.
F. fi:.RRAJOI.l Gn~.PP1
E. e DEL Do,,·o M.: La brucellosi malattia umana. Relazione al X III Congresso dell'Associazione italinna per rigiene (30 settembre. 1 2 ottobre 1949). - Annali della Sanità Pllbblica, \OI. X, fase V, 1949.
I rdatori, dopo una hre'e introduzione, ndb quale svolgono interessanti osservazioni sul ritmo della brucellosi endemica cd epidemica, affrontano l'argomento ddhl cl inica c della terapia della brucellosi umana.
Jn un capitolo dedicato alla clmica, morfologia ed immunità, essi trattano delle forme acute e subaciJte della brucellosi. 11 quadro clinico nostrano più comune di hruccllosi corrisponde per eccellenza al qu::~dro febbrile subacuto. Que~to, contrariamentt.• a quanto dai più ancor oggi si ntienc, suole pres::ntarsi secondo una fi. gura caratteristica c facile, sia pure in d iagnu~i differenziale con altre m:~ l:mie c naturalmente con le inc\'itabili inrcrtezz~.: dci primi giorni. Viene svolto l'argomento delle brucellosi ondulanti prolungate e delle .nipte del decorso e delle manifestazioni, da interpretare come il risultato ùel complesso giuoco fra germi, contagi c terreno ospite nelle sue particolari attitudini di~crgetiche, specifiche rispeuo alla brucel-
!osi od anche coesistenti per altre infezioni latenti o uonichc. Kcl capitolo tro' .1no trattazione. inlìne, le brucellosi croniche da abortus L da mditcn~is cd il probkma del· l'aborto umano da brucellosi latente. Kell'ulùma parte, viene dettagliatamente trattato il complesso argomento della terapia. l rimtdL ~lntomatici c chemioterapici, i vaccini c, dci moderni. antibiotici, l'antibrucellina di Del Vecchio e col i., la streptomicina in a~sociazione con b sulfodiazina, l'aureomicina c, infine, la cloromicetina \engono passati minutamente 111 ri,·ista e ci::1scuno diS<:usso, con ricchezza di dati e di citazioni, nella posologia, ndle particolari llldle<lzioni e nei risultati avutisi nel corso della spcrimentazione clinica.
F. FERKAJOI.l MusoTn F.: Febbre tifoide e cloromiceti-
na. lmpreuioni preliminari ai margini dell'epidemia di Pozrrallo. - Il Policlinico, Sezione pratica, anno L VI, faS<:. 34· L'A.. secondo :liuto della Clinica medica dell'{,jni,·ersità di Palermo diretta dal prof. M. Ascoli, ha a\'ilto modo di seguire, durarrte l'epidemin di fehhre tifoide di ori gine idric:~ decorsa in Pozzallo (Ragu sa), oltre cinquaJtta c::tsi tranati con clorom icetina. L'indice di morbi lità è stato alto (circa 500 casi su 12.000 abitanti) e riferito in massima parte a bambini e donne, con buon numero di gra"i forme tossiche, ipcrpiretiche, a sintomatologia ner\'osa caratterizzata in pn:\ a lenza da staù di ~cnta mento p~icornotorio. Complicanze quasi esclusivamente di ordine broncopolmonare e talvolta minc::~rdico. Le modalit~ d'impiego dell'antibioticosono state le seguenti : r" - dose iniziale (o Ji,·ello): da 50 a
6o mg. pro kg. d i peso corporeo nello spazio di 1 h. (due capsule ogni 10 minuti); 2 doJt' d, mantcmmento (sino .1llo sfebhramento): gr. 0,25 ogni due. tre h. negli adulti: gr. o,12 ogni due tre h. ne1 ragazzi; gr. o.1 o ogni due tre h. nei ha m bini;
3° - dose di comolidamento (nei primi cinque giorni di apiressia): la stessa do~e di mantenimento però ogni 4 h.
CASSA!'.:O /1..: La cura della brucel/o;i con l'aureomicina. - La Ri· forma .Medica, LXIIJ, n. 29.
Co:-•iTt F. c
Gli AA. hanno curato con l'antibiotico I risultati onrnuti demno essere con~i clcrati d ::t n ero ~orprcndenti con azione an- isolato da Duggar 24 e<tsi di brucellosi ritiballcrica Jcl farmaco spesso c.:vidente già gorosamente accertata in soggetti di ambo 24 h. dopo il trattamemo c tal or:~ anrhc i sessi, di varia ct~1, presentanti forme semplici e forme compl icate (qualche volta più rrccocemente. complicanze gravi~simc) e non ancora con Tempo di sfcbbramento medio in 3 4 curati oppure già trauati senza successo giorni, strettamente legato alla gravità delron altri metodi. la forma e non in rapporto con il periodo L'aureomicina ha agito ~empre bencfidi malauia in cui venne ini1iata la cura. mmeme come rimedio specifico, pronrt: ed Una cena relazione, abbisognc\ole di infallibile, escluso un caso, molto grave, e~scrc com alidata da ulteriori osserva?. ioni, è sembrata delinearsi fra terapia \aCCllliCa nel .qual~ malgrado un dosaggio veramen precedente (inie7 ioni endovenose a giorni te msohto usato (complcss:vi 37 gr.) si alterni) ed un aumento eh rapidità nd ebbe soltanto una marcaussima attenuaziotempo di sfebbramento dopo l'impiego di ne del! 'infezione c della sintomatologia generale, senza sfebbramc:nto. cloromicetin:.t. Il medicamento (u somministrato semNelle complicanze broncopolmon::~ri (; pre per v~a orale in capsule originali di ~rata talora necessaria un'associa7.ione peniciiEinica. In un caso in cui si era deli· gclatma d1 250 mgr. ciascuna, a distanze neato un evento di perforazione intestinale di tempo uguali, per lo più ogni 3 h., con reazione peritoneaie circoscritta, la anche durante il periodo notturno. Dose prosecuzione della cura con l'antibiotico media totale di impiego gr. 12-15 a seconha determinato l'arresto prima c poi la da del peso del corpo e da prendere in 8-xo giorni. Dosaggi maggiori devono es· grad uale regressione dell'accidente. Cost:Jntcmentc rilevata una profusa su- sere ritenuti necessari in casi particolardora7 ionc specie durante lo sfc-bbramcmo, mente gravi c complicati. Per quanto riguarda la tolleranza unico nl quale talvolta seguivano notevoli ipoinc_onveniente constatato la nausea, spesso rcrmic (35•). Not:Jla anche l'emissione di feci molto ostinata, qualche volt:J seguita da vomito 1 ice h e di muco, e talvolta diarroichr so· ma non insistente. In cinque soggetti pre~unti guariti venpratutto al principio della cura. ' ne in seguito ossen·ata una modesta riSi sono verificate alcune recidive c ricadute le ~u~li hanno ceduto rapidamente presa febbrile, esauritasi spontaneamente o alla npcuzwne del trattamento cloromi- curabile con l'aun:omidna alle stesse dosi precedentemente usate, non essendo stata cetinico (24- 48 h.). Un certo numero di casi \·ennr seguito notata aureomicina -rc~i~tcn1a acquisita. mcdia~tc ripetm~ culture del sangue: del.\-fAssA le feci, delle orme e tali indagini sono tuttorn in corso. Sembra però che b cloromicetina possa portare ad una rapida t Radiologia. forse d~ratura sterilizzazione del sangue, delle or111c e delle feci. ed è ben ch iaro il LFPEKKF.TIER F. c Gtt~I" R.: L'ostéopom;e valo~c cl~e rivestono per il problema cpic.'rconscrite du crane. - Journ. de Rad. dclmologico queste due ulrime eventualità. et d'électr.. tome 30, n. 5 r.. 1949. Ncs~uno inconveniente. nessuna commindic:J?ione, nessuna intolleranza o~~cn·ati. L'affezione c ~tat,I dc:S<. ritta per la prima volta da Schulkr nel 1929 ed è caratterizzata da una o due chiazze di dc-
calcificazione localizzate nelle regioni parietali ed occipitali, che si ingrandiscono lentamente sino a interessare tutto un lato della volta cranica . dal frontale all'occipitale. Trattasi di una sindrome clinico-radiologica rara. Secondo gli At\. la lesione, primitiva o seconuaria, starebbe a rappresemare la localizzazione cranica di una osteopatia ptu o meno generalizzata, nella diagnosi della quale la craniografia t: tulto, la clinica è poca cosa e si riduce a uua cefalea tenace, cefalea « d'effort h . Il quadro radiografico è carauerizzato da ampie chiazze decalcificate, di tinta omogenea, a limiti assai netti e senL:a listerella di addensamento margìnale; i bordi sono più o meno irregolari, talvolta a carta geografica; la continuità dei tavolati interno ed esterno è rispettata e non esistono depressioni nè salienze; poco interessata è la diploe. Frequente è la localizzazione bipolare: parietale e occipitale c011 zona intermedia sana. Le due chiazze successivamenre si ingrand iscono sempre più e diventano confluenti nel giro di parecchi anni. Pi ù raramente si osserva una larga chiazza mediana all'inizio. La consistenza non è modificata; poco o assente è il dolore alla palpazione e alla pressione; spesso vi è intensa cefa lea; Schuller ha riportato un caso con crisi convulsive. Gli AA . presentano in breve d ue casi occorsi recentemente alla loro osservazione: uno con manifestazioni craniche di tipo osteolitico senza altre manifestazioni pagetiche; un altro affetto da morbo di Paget e nel quale l'esame radiografico del cranio dimostrò due chiazze di osteoporosi <:ircoscritta nella sede tipica. Riassumono quindi altri tre casi di alcuni anni addietro. nei quali i radiogrammi del cranio dimostrano, su lesioni pagetiche indubbie dello scheletro, immagini d i osteoporosi circoscritta. Istologicarncntc i tratti osteoporocici mostrano scomparsa dei canali di Hawers e trasformazione dell'osso in tessùto fibroso di tipo pagetico. La diagnosi di osteoporosi circoscritta sarà agevole CJUando concomitano i segni dell'osteite fibrosa di Paget nel restante scheletro. ma potrà presentare delle diffi-
roltà, se isolata. In suo favore parter"nn!J !"assenza eli ogni sintomatologia clinica o ~olo la presenza di una cefalea tenace. La diagnosi differenziale deve essere posta con tutte le affezioni che possono dare immagini l:tcun:tri dd cranio: le osteiti gommose, la osteomieEte circoscritta, le cisti ossee; i mielomi multipli c le metastasi di cancri: queste due ultime lesioni però sono molto Ji verse iconograficamente, più n·umerose, più piccole, disseminate. La malattia eli Schuller-Christian produce lesioni a cana geografica più nette. Anche alcuni LUmori cerebrali o meningiomi possono talvolta simulare immagini di osteoporosi circoscritta della volta cranica. Concludendo, gli AA. pensano che la osteoporosi circoscritta vera è intimamente legata al morbo di Pagct, sia come forma atipica iniziale, sia come manifestazione atipica e particolare alla volta cranica in un pagetico accertato.
P. SALSANO G. M.: La duodenite. Sintomatologia mentgenologica. - Arch. eli Rad., XIII, fase. unico, pag. 328-337.
REviGI,IO
Nell'ult:mo decennio la duodenite ha avuto più estese osservazioni; molti AA. italiani e stranieri si sono occupati del! argomento che è sempre di grande interesse. A l momento attuale si ritiene che la duodenite costituisce una entità morbosa assai frequente che può spiegare nube dispeptiche e anche disturbi clinicamente interprerati come da ulcera duodenale. Tuttavia vi sono ancora alcuni AA. che esitano nell'ammettere tale sindrome quale entità patologica a sè stante. Dopo aver trattato della etiologia, dell'anatomia patologica c della sintomatologia della dttOdenite, l' i\. passa a descrivere i segni radiologici. Il transito del pasto opaco è accelerato, ma lo svuotamento si compie imperfettamente. Spesso movimenti antipcristaltici ostacolano il transito duodenale. Si possono osservare restringimenti spastici del lume, specie a carico del tratto discendente, a Iter nati a dilatazioni a mon-
te o deformazioni stabili. Importante l'aspetto che ,1ssumc la mucosa duodenale infiammata. !'ella forma :1cuta si rilevano immagini come c.li piccoli c.lifctti c.li ncmpimcnto rotonJcgg•anti, c.:hc c.:orrispondono a rigonfiamenti locnhzzari della mucosa edematosa. aspetto • polip01dc · di Gutmann. In alcum ~•• si si ha aspc[(o grossolanamente retlcolare della mucosa; meno di frequente 'i ossen·a l'aspcno << a stracciatella " di Schinz, oppure l'aspcno « a chiazze ,, di Gutmann o " nebuloso n, quando, per la notevole tumefazione della mucosa, scompaiono i limiti tra i solchi c le pl iche e l'aspetto dell'immagine c.lclla m·ucosa diventa quanto mai impreciso e irregolare. l n tutti i casi di duodenite i contorni dell'immagine duodenale sono sempre irregolari, come frastagliati, Jentellati, incost:111ti c mutevoli nei vari momenti dell'osservazione. Nel periodo cronico della duodenite il duodeno risu lta ristretto, rigido e indurito, senza ostacolo al transito (pseudosclcrosi). Gli aspetti descritti possono riscontrarsi isolati o variamente fra loro combinati e interessare tutto o un segmento del duodeno, di solito il bulbo c la seconda porzwne. La diagnosi radiologica differenziale va posta con la periduodenitc, l'ulcera bulbare e più raramente con varici c con polipi duodenali. La Juodenitc si riscontra nel 6o per cento dci casi nei maschi; nel 40 per <.eneo nelle femmine. Di solito i segni della duodenite si associano a quelli della gastrite c più raramente ai ~::gni di una digiunitc. La sindrome radiologica della duodenite esiste :1nchc nell'ct3 infantile, come del resto anche la ~indrome ulcerarìva, c si manifesta con sintomi simi li a quelli accusati dagli adulti. L'A. conclutle aUcrmando che resta da stabilire se la sindrome radiologica descritta si:.J eprcssione di una malattia ben definita come entità clinica, etiopatogenetica cd anatomopatologica. c se sia primitiva o seconJaria.
P. SALS~"'O
L.: Le altt'raztoni osue nelle emocontributo casistica radiologico. - Arch. di Rad., Xlll, fase. unico. pag. 45-61.
FERRERI
patie:
Dopo una rapida rassegna Jdla lettera tura, l'A. riJc,·a che le osscn a ZIOIli ~ul l'argomemo si sono moltiplicate negli ul timi tempi. ma ciononostante IL Jc,wni o' see negli emopazienri rientrano sempre nel capitolo delle osteopatie rare. '\o11 \OliO mai patognomonicbc e tali Ja auroriuarc i da sole a fare la diagno~i; a volte però indirizzano le ricerche cliniche c di labo ratorio. Varie c di vario tipo \OliO le lesioni ossee che si possono risc:ontrarc in corso di emopatie: 'lSteolitico, o~tcocla~tiw, osteosclerotico, di ispessi mento pcriostale, di iperostosi; meno frequent i le forme pseudotumorali. Vaga ~ la si nwmatologia e consiste essenzialmente nel dolore; poco frequenti sono le fratture sponwncc. Tutte le ossa possono essere colpite. Sono brevemente illustrati sei casi di pazienti affetti da emopatie varie. Nei primi due furono riscontrati i segni Jcl morbo d1 Cooley; nel terzo caso, ispcssimento della cliploe cranica e lieve osteoporosi diffusa dello scheletro degli arti; nel quarto caso, ispessimento cd osteoporoSt c.lella teca cranica, osteoporosi della colonna verte· brale con aspetto fascicolato dei corpi; nel quinto osteoporosi della reca cra111ca con aspetto di finissima tarlatura; nel sesto ca · so infine rarcfazionc delle \ ertebre Iom bari e del cranio, con aspetto finemente areolare. Tutti i casi presentati appartengono ad emopazienti nei quali l:t \Ìntomatologia ha a\·uto ini7.io nei primi anni di vita, quindi a decorso cronicissimo. In nessuno dei sei casi illustr::ni l:! sintoma tologia lasci:lva sospettare l111a lc~ionc s.:hc.: letrita; per alcuni la scoperta di qucMa è! stata causale. Le alterazioni w.~ec ri~ron trate appartengono in prevalc:nz:t :ti tipo osteoporotico. L'insieme dei fatti osserv.lll l'tl pensare che i rapporti tra midollo emopoietico e tessuto osseo sono più intimi di quanto si possa credere. Un esame sistematico dello scheletro in ogni caso di emopatia, anche a sintomatologia vaga o a~sente, mettereb-
be quasi sempre in evidenza delle modificazioni anche piccole di struuura, che ci potrebbero illuminare molti aspetti del problema non ancora completamente risolto dei rapporti fra i due tes~uti così vicini per sede ed origine.
P. s~LsANo
Tisio{ogia. RO\ILO F.:
Sul/'azio11e curatit•a della streptomicina a piccole dosi per via intmdermtea nella tubercolosi polmonare. - :\1inerva Medica. XL, n. s6.
L'A., sulla base di precedenti osM:rva7ioni personali e di altri studiosi, fatte nei riguardi tlell'azione curativa di piccole dosi di penicillina per via intradermica, in malattie tlovc il detto antibiotico ha campo di nzionc, è stato indotto a ritenere che il derma non debba e~sere comiderato soltanto un ~mplice mezzo di introduzione di farmaCI, ma possa rappresentare: un organo più complesso esplicante azione potcnziatrice sui farmaci stessi. Tenendo presenti le complicanze tossiche n carico di vari apparati c sistcmt (specie nervoso) segnalate da numerosi AA. che hanno usato la srreptomicina alle dosi medie utili per via intramuscolare (1-3 gr. a_l giorno per cicli di 2oo-3oo gr.), ha espenmentato detto antibiotico con dosaggio basso in ventidue casi di varie forme di tubercolosi polmonare (broncopolmoniti, zoniti, infiltrati precoci, fatti fibronodulari con e senza componente essudativa, forme c:avitnrie ecc.). La tecnica usata è stata la seguente: diluita la fìab di streptomicina da 1 gr. con ro cc. di soluzione fisiologica, veniva inietmta, nei casi gravi 4 volte al g iorno. nei
casi meno gravi 3 volte al giorno (ogni 6 ore od ogni 8 ore), un cc. per ,•olta nel derma delle braccia oppure dei fianchi op~ pure della regione laterale della coscia. L'iniezione ,·a fatta nello ~tesso modo con cui si procede pcr l'ane~tesia cutanea superficiale, così da ottenere nel luogo di iniezione ltn ponfo non molto ischemico. Eseguiti nel complesso cicli di TO, 20, 50 gr. al massimo in 3-4 mesi. In tutti i ca~i furono osservati risultati favorevoli (nelle formt cavitarie venne ao;. sociata la collasso-terapia) con scomparsa della componente e'sudati,·a, e successivo lieve rinforzo tramitico, scomparsa delle microcavernule, dei fatti nodulari, e, nei c~~i co~ associazione del pnx, guarigione ptu rap1da della nhituak. Costantcrncnte il processo specifico mo~trava un'evoluzione verso b fibrosi. Jn modo p:.miwlare deciso il migliora mento dello ~lato generale con scomparsa per lo più dcll:J febbre e dei fatti di tossiemia anche dove il processo polmonare non apparve dccisnmente influenzato (tor rne nettamenre cas<.'Ose c lente). Per quanto rigunrda il pericolo che le piccole dosi possano creare casi di streptomicina-resistenzn, come hanno riferito diversi stutliosi usanti terapia intram\.lscobrt a mite dosaggio, il prof. Romeo non ha notato fenomeni del genere, almeno per quanto è desumibile dal decorso clinico. Circa infine il meccanismo di azione l'A ritiene che data la portata dei risultati possano intervenire nel fenomeno anche fatti complessi di natura biochimico-immunirarin esplicantisi attraverso stimoli dermici con riflessi interni sulle varie capacità difensive dell'organismo, ed invoca anche la possibilità di reazioni a tipo desensibilizzante del reticolo~endotelio, wnto largamente (appresentato nel der ma. MASSA
A 'I' 'I' U A L I T .\ Il 'l
SPUNTI DI CLINICA. LA LEUCOTOMIA Pl?EFRONTALE. - Come abbiamo accennato nel fascicolo precedente, al prof. Egas Moniz, ideatore di un nuovr1 metodo di terapia psichiatrica la leucotomia prefrontale - è stato assegnato il premio Nobel 1949 per la medicina. Diamo qui ora un autoriassunto della relazione sull'argomento presentata alla <<Grande Senimana Medica Ungherese" (Budapest, 1948) dal proL Bela Horanyi, direttore della Clinica neuropsichiacrica dell'Università di Budapest: «Le nostre prime leucotomie risalgono alla primavera del 1946, eseguite sui dati della letteratw·a anglosassone. Ho compiuto 42 interventi: 5 sono stati per dolori provocati da metastasi di cancro, 32 su schizofrenici (4 reimcrventi) e 5 in depressi. <C
Risultati:
I " - Nelle metastasi dd CUHLro la lcucotomia ha provocato la scomparsa immediata dei dolori (manifestazioni psichid:e). Sono possibili le recidive. 4 mesi dopo l'intervento ricomparsa dei dolori in uno dei nostri ammalati. Ci sembrava che i dolori viscerali fossero più sensibilmente influenzati dalla leucotomia che i dolori cutanei: l'esperienza ha confermato ciò perfettamentç.
2° - La leucotomia ha potuto influenzare il movente delle azioni (Antrieb). Le esperienze hanno dimostrato che l'incisiOne :J.ccemuata in direzione rostrale scatena un « Antrieb >> più violento m':ntre l'incisione Uol po' più caud::~lc fa ~comparire l'« Antrieb l) . La durata e l'intensità di questa anomali2 potrebbe contribuire al mutamento fatale delle affezioni secondarie manifestantisi in seguito all'a.:inesia.
3" - Essa ha ridotto le allucinazioni e le affezioni che le J.ccompagnano. Le allucinazioni possono p(fsistere dopo la leucotomia ma esse non i nfluenzano che poco () niente le manifestazioni del malato le cui allucinazioni restano « mcarcerate l>. Sono possibili delle recidive. Qualche volta è stato constatato ii ritorno delle affezioni secondarie che accompagnano le allucinazwni: tali casi, anche dopo reintervento, non hanno dato che risultati provvisori. 4" - La leucotomia ha Jato risultati favorevo li nei differenti stati psicosici - soprattutto in casi di depressione involuti\·a - ove era presente l'ongoscia. L'angoscia a volte è scomparsa (per lo meno i suoi elementi psichici) ma la ta::hicardia, i pallori, l'accentuazione della pressione sanguigna non poterono essere eliminati definitivamente, ribadendo l'esistenza dei processi vegetarivi dell'angoscia anche in caso tli :1ssenza eli m:Jnifestazioni psichiche. 5° - La leucotornia ha potuto influenzare sensibilmente la vita affettiva dei mabti, i quali sono diventati più semplici nei loro sentimenti; le loro re:JZioni affettive erano più compremibili, le modalit~ individuali di renione si riducevano, essi si adattavano più agevolmente all'ambiente esterno, diveni\'ano più socievoli; ma le recidive erano tuttavia rapide. 6° - Fra le funzi<mi elementari fondamental i, l'attività cerebrale si riduceva di pari passo che l'originalità, l'aLtitudine di sintesi e il potere di critica. Il modo di pensare r ivelava un senso completo invc(;(: delle solite astrazioni. Il meccanismo abituale del pensiero conservava il suo potere, le cognizioni acguisite rimanevano intatte.
'j- In seguito alla leucotomia si son potuti os~enarc: dei fenomeni Ji natura ,·egetati,·a quali l'abbassamento della pression~: sanguigna pe~ lungo tempo, incontinenza dt urina, diminuzione del senso dt tensione cut;1nea ccc..
" Conclusioni teoriche: la - il selllin.u\to deriva d::ll'~zione reciproca chr.: SI ~\olgc tra la ~ost<lii:.Ga corti· cale frontale c t! t::hom<J o !"ipotalamv. l ~entimenri più sc.:mplici, come per es. i dolori, \i spostano nella co11eccia frontale d uramr le manifestazioni p~ichKhe che accompagnano l'angosçia, spostamcmo causato dalb progressiva coruc:~huazwnc;
2• - gli affetti non hanno nella genesi delle allucinaZioni un ruolo co~ì tmport'lnte come.: in genere si cn·Jc:
3.. - le cogn iz ioni acqui~itc non ~t•no legate al lohtJ ~ront:1lc;
4• - il lobo frunralc è la sorgente delle principali 'untioni cerebrali: 5" - la coscienza non (; funzione del loho fwnralc "· CU EFFETTI VELLE RADl.lZIOS! ..JTO.\/IC/ll: SLC.U 0/~G..l.\'IS.\11 VIVENTI. - Dovrà tmscorrere un altro quarto Ji secolo prima che sia po~~tbtle conoscere in modo esauriente gli effetti ddlc esplosioni atomtchc sugli organismi ad e'~e sopravvissuti. Tuttavia i risultati dei primi studi \onc. incoraggiami c lasciano sperare che la natura non intenda disnrmare ed arrendersi di fronte alla nuova terribile minania. Dopo quattro anni dall'esplosione delle atomiche di ~aga-.aki cd Hiroshima, infani, i superstiti - secondo le informazioni rese di pubblica ragwnc dalla Commi~sionc statunitense per l'encrg•a atomica - non hanno manifestato alcun grc.ve d1sturbo !denuftcablle come effetto postumo delle radiOZIOI1i anorblfe al momemo dt'lie apocahtttche e.>plos10ni, nè si è constatato alcun aumento nellu diffusione di qua!.•tasi maiali/a, compre.\e le affezioni cancerose. Qu<lntunque le :mrezzarure sanitarie delle zom: interessare fossero insuflicic1~t i , tutto il possibile è stato fatto per r~ccoglit>re il maggior numero di dati sulle condizioni d i salute dei supersùti, sia successivamente che amecedentementc alle esplosioni. Orbene i medici della Commissione hanno categoric.tmentc affermato di non tu•er sinora con_;tatato, neppure nei soggetti che avevano assorbito dosi così f01·ti di radldZIOIII da perdere tutti i capelli, rilevanti alterazioni. Uno dei fenomeni più ~pavento~i, registrati tra le popnbzioni wlpitc IH:llc sc.;tumane immediatamente consecutive alle c!>plosion i, era stato quc.:llo della cosiddetta «morte ritardata l>, per cui indiviùui in app~rcnza non gravemc.:ntc.; colpiti, d'un tratto si ammalavano e mori,·ano. Ciò sembr:1va legittimare il sospc.:lto che i vcnctici effetti delle radiazioni si sa t c.:bbero indefinitamente protratti condu.:endo f:~talmcnte alla morte, l'uno dopo l'altro, tulll i ~oprawissuti. J.'in;porranza de1 pit tecentl riliet·i cimiCI Jltl dunque nello aver smenflto, almeno sino ad or:g1, tale sospetto e ne!l'a11er suggerito, Sltl pure anmra vagamente. una pu4 fidu("iosa ed onimùtica ipote.-i: t hc cic-è, una ,nJta \ima la prima mortale lotta wntro le radia:;-ioni, un organismo possa riprenùc.:re a VÌ\ ere normalmente. Anche b duttlla della radioauivi11ì ndl:t zona delle conflagrazioni atomidte appare relativamente limitata: ormai solo un anello d i una yuarantin:1 d'ettari, circo~tante il cratere sca,ato dalb prima esplosiOne.. :uomica dd mond(), quella ù'Alamogordo, nel cw .Mexico ~ <l!KOr,l radioattivo in misura pericolosa e perfino sui suoi margini tormentaù l'erba (; ri,puntata c cresce \c..nza manifestare alterazioni notevoli. Gli animali seharici catturati nella zon:t intorno alrarc:~ cintata. poi, erano in condizioni di s:tlutc buone sotto ogni aspetto ed i loro corpi non contenevano quantità rilevanti di radioattività. Altro importnntc compito che s'impone agli studiosi degli effetti delle radiazioni è-
quello di determinare se essi possa:1o trasmettersi, o addirittura potenziarsi, per 'ia ert· ditaria. Anche la soluzione di questo problema è stata bnlluntemente avvictta. Accur:ui esami clinici sono stati infatti compiuti sui ~uperstiti cons:.ll)guinei,Pd afhni successivamente sposatisi tra loro, e !>ulla loro prole. il che lOnscntir:l di rik1vare più facilmente, in base al criterio dell'attuazione dci caratteri ereditari nella proli nata da questi matrimoni. la trasmi~sihilità o meno Jegli effetti delle radiazioni per 'i:1ereditaria. Nulla, peraltro, si può dire sui ri~ultati definiti\ i di que~ti ~tudi, in quanto ,qecessario attendere che b nuov:~ generazione completi il proprio sviluppo. ln proposit , però, può essere confortante rilevare come la prole di mammiferi a ciclo di sviluppo più breve dell'umano non abbia manifestato disturbi di sorta. 33 vitelli nati da bovini e~poMi all'azione della nube radioatti,·a prodotta dalla bomba di Alamogordo !>Ono venuti alla luce c s1 wno sviluppati, infatti, in modo del tutto normale. I docenti m \eterinana dcll'Univers1Ù dd Tennessee, dove gli :mimali atomici sono cmwdiri e sottoposti a controllo semestralc, non hanno const:ltato neppure i più lontani sintomi della sterilità, che qualche scienziato aveva invece, sulle prime, giucltcata probabile. l ntamo gli !>.:ienzi:ui dell'Un i versità del Mich1gan st:l n no pet feziunando un nuO\ o tipo dì e~amc del sangue, aflane ad uno Ji quelli attualmente usati per ri c~rcare le afte zioni sifilopatir he, med1anLe .t quale M porrà rapiùamenre determinare la portata de1 danni inferti alla 'ittima Jallc rac!iazwni. Com'è noto, inf.mi , :e alterazioni più gran sono quelle che hanno, com~: ~i ~a. fun7ione emawpoictict. Appunto pl'l lo studio d1 queste alterazioni, subite dagli eritrociti e lcucocitì in seguito ai diversi Lipi di radiazione, nel laboratorio Jclla Commi~sione per l'e11Lrgia atomica ad Argonne, presso Chicago, ci si serve dell'ala dì un m111uscoio pipi~trcllo: data l'estrema sottiglieua del tes!>llto (2511000 di millimetro) e la conseguente trasparenza, i: possibile ai biologi del labo ratorio osservare direuameme ciò che accaJe al sangue che affiuisce auraverso il tes suto una voltJ che esso sia stato esposto a radiazioni atomiche. Ma la scienza ha voluto penetrare ancora più addentro nei complicati processi dege· nerativi conseguenti alle radiazioni per sruùiarne il corso non soltanto sulle cellule, ma anche sulle singole parti della cellula. Per far ciò è stato realizzato uno degli strumemi più delicati di cui la scienza moderna d1sponga: si trarta dì un raggio in,isibile di luce del d iametro di un « miuon " (un millesimo Ji mm.) col quale l'esplora'lione delle cellule umane, aventi d imensioni in media ro volte maggiori, diviene cosa relativamente agevole.
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(Dal «Bollettino di Informazioni'' U.S.I.S.)
L'INTRATESTORE.1ZIONE- intradermoreazione mediante tesrosterone- 'iene usata per saggiare l'impulso sessuale, e b ;ua importanza è evidente sia nel campo eli nico che in quello medico-legale. Viene praticata come le comuni intradermoreazwni, iniettando per via intradcrm ica mg. ~J.33 di testostero ne dis..:iolto in cc. 0,20 di soluzione fisiologica. n piccolo ponfo che !>l forma viene, in caso di positività, qua~i immediata mente contornato Ja un alone rosso più o meno evident(. cd tsteso a seconda della par ticolare reazione neuroumorale. L'intralC~toreazione raggiunge i valori propri dell'adulto verso l'età di 20 anni nell'uomc· e di 18 nella donua e, permanendo positiva per tutta la durata della vita sessuaic, si attenua progressi1•ame nte, lino a scomparire, dai 40 ai so anni nella donna e dai so ai 55 nell'uomo. L' i ntrate~1:orcaz ione permette anche il ton trollo di un eventuale impiego di testosterone a scopo terapeutico (M. Rig<111i e A. Galliani: Progr. Mcd. V, 534-537, 15 settembre 1949). SU! RAPPORTI FRA ENURESI E CLEPTOMANI/ l abbiamo leno un interessante articolo di M. Bachet (Encéph., 38: 59, 2, r949) che ha riscontrato una n ore\ o le frequenza di enu retici fr:J giovani e r:1gnze ricoverati in case di correzione per furri. Il furto, in fatti. sarebbe uno dci caratteri che contraddistingue la maggioranza degli cnuretici, furto il più delle volte inutile, sciocco, wllecitato solo da un impulso c quindi senza premedi
tazione. L'A. tratta degli altri fenomeni morbosi a tipo di equivalenti che si rilevano in tali malati e che hanno uno stretto rapporto con la sessualità.
IN FORTUNI E MA L ARIA. - S. D iaz, in <: Folia Medica », n. 3, 1949, tratta dei rapporti, desunti da larg he statisti che, fra l 'esplo~i on~ di un accesso malarico - anche primitivo in malarici allo stato latente - e tra umatismi, emorragie, strapazzi fisici, perfrigeraz ioni, emozioni, narcosi gener~le. l nH:ressanti e 'arie le consid~razioni sul nesso di causalità e sulla relaz1ooe del g iudizio medico legale. AL PRIMO CO:VG.RESSO /TAL/AN() DI MALATTIE INFETTIVE E PAR ASSIT ARIE- Roma, 27-28 ottobre 1()4'l - sono stati tratt:lti ampinmente i segut'nti temi: a) L'anchilostomiasi (proft. L. Ca11navò c ~1. Caroselli) riportata nella sua genesi a un disturbo comple\SO ddla digestionr: e dell'aswrbimento Intestinale, in cui la deficienza dominante è a carico del ferro, più che, esclusivamente, al detìcit nell'utilizzazione del ferro. b) Conosunu e problemi sui tifo esantematico dt genesi mun"na (\'. Scaffidi) sullo spunto della comparsa in Sicilia, in quest'ultimo decennio, di focolai circoscritti epidemici che, in assenza di pidocchi, hanno portato alla documentazione dell'esistenza dell'infezione tifosa da virus murino nell'uomo e nei ratti della regione. UN CASO D I PER/ARTRITE SCAPOLO-OMERALE IN SOFFERENTE D I ANGINA D I PETTO , riferito tla P. Oury e H. Geoffroy (Presse Médic., 57, 6<)o, 1949) offre lo spunto agli AA. per ritornare sull"argoment.:J dcll'as~oc!azionc dd dolore cardiaco con la periartrite della spalla (HowarJ, 1930) e indindualizzare meglio la sindrome che essi definiscono u sindr.,me coronarico-scapolare, e rhe attualmente si riscomra in numero considerevole di casi tanto da far escludere la pura casualità. Gli ammalati di tale sindrome ricavano un sicuro giovamencc, dall'infiltrazione o asportazione del ganglio stella re.
TERAPIE MODERNE E NUOVI RITROVA T I. SUL TRATTAMENTO ATfU 4LE DELLA LEIJBRrl gucsta infezione che dì recente, in Italia, ha suscitato, per il caso Orano, vivace interesse nel pubblico per gli allarmistici commenti dei q uotidiJn i, ). Gaté c 1. Foussel (J. de Méd. de Lyon, 1949, n. 7 12) in un esauriente c:: p reciso articolo, ne hanno IÌssato i uiteri terapeutici. G li AA. ri te ngono che solo tre medicamenti hannr. dimostrato una sicura azione sul bacillo c sulle lesio ni e, precisamente, il 3668 R. P., antibiotico del genere sulfamidico, che distrugge rapidamente il bacillo di Hau"-Cn {determina, però, a lungo una anemia ipocromica); l'olio ossigenato tli Chaulmogra che agisce sul bacillo c sulle lesioni; gli estrani placentari la cui azione sulle lesioni nervose si fa sentire attraverso " stimoline biogene "- Perchè la cura abbia effetto, il trattamento associato dei tre medicamenti deve e~scre proseguito fi no alla scompa rsa delle lesioni, anch~ se si m:wifcstano reazioni tla pane del paziente. N ELLE DEI?MATOSI DA PIOGENi rispontlc efficacemente l'uso della « batra"ina )), l'antibiotico scoperto da Joh nson. Anker e Melency nel 1945. Cento casi di infezioni cutanee sono stati trattati da J. L. Derzavis, ). S. Rice e L. S. Leland con iniezioni o applicazioni locali di batracina c la risposta è stata fa,·orcvole in 88 pazienti. Il medicamento non è tos~ico irritante topicamcnte e non viene inibito da plasma, sangue, pus; per via p:lrc ntcr:.~ le l'uso ne è scunsigliato per i fenomeni di tossicità cui ti~ luogo. In altri 138 casi :~ffeui da dermatosi piogeniche -il medic:.tmrnw è stato adoperato in pomata c i risultati ~ono stati ugualmente buoni (J.A.M.A .. r4r, I9I-IQ2. 1941)).
ne
8. ~1ed.
NEL RAFFREDDORE COMUNE gli antistaminici si sono rivelati etficaci soprattutto nello stadio precocissimo. nd quale J. M. Hrewster (Unit. Stat. ì\'aval. Med. Bull., genn.-febbr. 1949) ha ottenuto la guarigione in 19 casi su 21. In altri u6 pazienti, nei quali 1a cura fu iniziata entro 6 or~ dall'inizio del raffreddore, si ebbe il 74% di guariti. Dose usata: Mg. so ripetuti 2 o 3 volte a intervall<J di 4 ore. Anche se non si ottiene la gu:arigione, si ha sempre un'attenuazione della sintomatologia. L'« ART ANE)), o triesafenil, è stato sperimentato da L. J. Doshay e K. Constable, dopo lunghe ricerche sul medicamento, nel parkinsonismo e si è rivelato 20 volte più potente della trasemina ma inferiore all'atropina di cui ha anche minore potere midriatico e scialogogo e, soprattutto, inibitore del vago. La sua somministrazione non richiede particolari precauzioni c la dose utile è di 6-ro mg. mentre anche dosi maggiori sono ben tollerate. Nel 76% dei pazienti curati con l'artane gli AA. hanno avuto notevoli miglioramenti; negativi i risultati nell'altro 24 '}b . (J.A.M.A., 140·17, T317, 1949). NELLE AFFEZIONI REUMATICHE L'ACIDO GENT!SINJCO, prodotto di ossidazione dell'acido sali~ilico, si è rivelato di sicura efficacia anche nei casi in cui la terapia salicilica aveva dato scarso o nessun giovamento o non era tollerata. M. Ory (Bruxe!J. Méd., 29, 1401, 1949) rife:isce i lusinghieri risultati da lui ot~enuti in una ventina di casi. URETANO E RADJOTERAPJA NELLE LEUCEMIE. -E' nota, oramai, dopo le ricerche di Paterson, Ap Thomas, Haddow c Nalkinson, lJ favorevole azione dell'uretano nelle leucemie croniche. P. Dustin ha ora provato. nell·~ leucem1e, un trattamento associato uretano-radioterapia: nei 14 casi così curati ha avuto risultati per lo meno uguali a quelli ottenuti con dosi molto maggiori di solo uretano; inoltre ha notato che il trattamento è efficace nei casi radio-resistenti o che non tollerano più l'uretano. Consiglia di continuare le esperienze per stabilire la posologia migliore e i limiti di tolleranza onde evitare rischi. (Rcv. Belg. de Pathol. et dc Méd. Expert. 3, us, 1949). SULLA FORUNCOLOSI DEI POLSI NEI M IL/TARI, di cui A. Tosti ha dato un 'interpretazione patogenetica in rapporto au·uso dei giubbetti lipo inglese abbottonati ai polsi (v. G. M. M. n. s, 1949), il dott. E. Pali, già dirigente il servizio sanitario della Legione Carabinieri e dd Presidio milit.1.r e di Chieti, ci scrive per conferm.are tale ipotesi: infatti, ~r.entre, durante un anno. non ebbe mai ad osservare casi di forunco losi nei carabinieri (che non fanno uso del giubbetto inglese), negli altri militari del Presidio, assai pochi, riscontrò vari casi. LA TECNICA BROCK CONTRO IL MONBO BLEU. - U chirurgo londinese Russe] G. Brock in un intervento chirurgic(l per un caso di morbo bleu ha usaw una nuova tecnica (nel caso specifico si trattava di ur. dia(r:lmma sito nell'arteria polmonare): il chirurgo dopo aver praticato un'in,·isione nel ventricolo destro del cuore del paziente - un ragazzo quattordicr'nne - vi ha introdotto uno speciale strumento con cui attraverso la valvoletta è riuscito ad eliminare l'osta::olc esistente nell':~rteria polmonare. NELL'ANGINA DI PETTO soddi<facenti risultati ha dato a M. Audier e G. Dumon l'uso della glicocolla per via endove-na: ro cc. al giorno in uva soluzione ai lll % per IO gg.; un secondo ciclo, se si hanno bencfic;, dopo s-ro giorni; qu indi cicli di 5 iniezioni, con intervallo di IO gg. per 3-G mesi. Inutile insistere nella cura se non si rileva miglioramento dopo i primi 10 giorni. Gli AA.. ritengono eh::: i vant:1ggi siano determinati dalla doppia azione terapeutica della glicocolla vasoJilatauice coronarica e stimolante hiologica del miocardio. (La Presse Médic.lie, 40, S7I, 1949). NELL'ORCHITE DA PAROT!TE l'uso del dietilstilbestrolo ha un'efficacia notevole sia dal lato profìlattico che terapeutico. A. L. Soyne c coli. (J.A.M.A., 140, 8, 662,
1949) riferiscono i brillanti risultati ottenuu 10 numt.:ro'i t.tsi facendo osscn·:ne che la dose utile, per 'ia orale, di dietilstilbcstrolo è quella di 2 mg. a scopo profilattico e di 5 mg. a scopo tetapcutico. Per gli AA. tale rrattamento du·c ritenersi una vera terapia di scelta.
LA NOI? .IDRENAUNA , la cui presenza è stata recentemente accertata anche nel midollare di animah c nei fcocromocitomi dell'uomo, run azi,nc. :waloga alla simpamina, somministrata per infu~innc cardiaca durame Interventi di ~impaticectomia toracolombarc in ipertesi, è riuscitl a mantenere un lin:llo soddisfaceme della pressione sanguigna. (M. Goldenbcrg e col L: J.A.:M.A., 140. 276, 9, 1949). tc~suto
LE COMPRESSE Dl PENICJLLI!:v-A, come profilattiche della gonorrea, sono state sperimentate su personale militare con i se1,ruenti risultati: su 176.195 soggcui di controllo, 43 casi di infc7ionc gonococcica; su J)l.2Ij soggetti cui venivano sotru11Ìniwatc ogni volta 100.000 U. di penicillina in compresse, 5 rasi in 3 dei quali però era lecito sospettare che i pazienti non a' c~sero ingerito iJ farmaco. Con dosi di 250.000 U. percentuali ancora minori di infcui. (II. Ecagle, A. V. Gude, G. E. Beckmann, G. Mast, J j. Sapcro e f. H . Shindledecker: f.A.M.A., 140, 940-944. 16 luglio 1949).
INFORMAZIONI. NELL'ALTO COMMISS.1RIATO PEN. L'lCJENE E LA SANITA' PuBBUCA. Il Consiglio dc: Ministri nella seduta dcll'8 no·. embr:.: ha nominato i proff. Saladino Cramarossa e Iginio ,\ltara, Direttori Generali ripctti\'amente dci Scn·izi ~1edici e \"eterinari dcll'A.C.I.S. Il prof. Cramarossa, ben noto negli ambienti medici della Capitale, Joccntc di igiene, già insegnante di igi<:nc presso la Facolt~t di ingegneria dell'Università di Roma, membro del Consiglio Superiore di Sanità dal 1935, era dal 19~8 direttore deli'U(ficio J'igiene del Comune di Roma. Per le sue benemerenze gli era stata wnferita la medaglia d':1rgento al merito della Sanità Pubblica e quella dei benemeriti della Croce Rossa Italiana. Il prof. L Altara, già incaricato delfinsegnamento di patologia medica presso la Facoltà veterinaria di Sassari e delle funzicni di Yeterinario pro\ incialc di quella città, nel 1930 fu nominato direttore dell'Istitutv zooprofilattico del Piemonte-Liguria. Dal 1934 al 1949 è stato incnricato dell'insegnamento di batteriologia e parassiwlogia presso la Facoltà veterinaria di Torino ed attualmente è Presidente del Comitato tecnico eli coordinamento degli Istituti zoo-profilattici italiani. E' auton: di numerosr: pubblicazioni nel campo della patologia c dell'igiene delle malatti<: inJcttiYc c paras.sitane degli animali. LA MORTE DI W..rA BEi\ E.\IERIT.·! SUOR. t DI CARJTA'. -- E' de,cduta a Trento, iJ 9 nov~:mbrc, la Rc,·.ma Suor Gioia - al secolo Adele dci Marrhe.si PavesiNcgri - madre superiora di qucll'infc, meria prcsidiaria da circa 30 anni, dalla costi· tuzione cioè dello Stabilimento. Costante esempio di dedizione al dovere, di umanissimo spirito di fraternità umana, l'unanime, profondo runpi:tnto lasciato dalla wa scom parsa è stato testimoniato dall'imponcnn Jci funerali cui ha partecipatn. oltre :~Ile più aJte autorità civili e militari della città, una compatta m:tss:~ di popolo wmmosso. Il Direttore di Sanità del Comiliter di Bolzano, in rappre~entanza anche della Dirc7.ione Generale di Sanità Mihtare, ha rievocato la nobilissima figura dell'estinta. Oltre i giornali locali anche la R.A.I. ha esaltato la mcmoaia di Suor Gioia. IL PROF . .ti. 1-IERL/TZKA, già direttor<: detri~tituto di fisiologia dcll'Universit?t di Torino, è deceùuto all'età di 77 anni. Scienziato di fama inttrnazionale, lo ricordiamo anche perchè dal 1917 al 1924 dette la sua opera paczio~a 11cgli esami psicolìsiologici
nell'aviazione militare. Fu un grande amico della Sanità ~ilitare. Nel 1948 aveva pubblicato il suo ultimo lavoro: <<Fisiologia del lavoro umano ».
ALLE RICERCHE TROPIC -1 LI organizzate dall'Università di California con una grande spedizione scientifica nell'Africa Centrale, partecip:t aui\·amentc il Servizio di Sanità della Marina con una sua unità che, già arrivata in Africa nel febbraio, studierà per un anno le varie mabttie tropicali. Direttore dell'Unità il medico capo J. M. Am· bcrs.on. UN PROFESSORE D! R.4ZZA NERA -- il dott. Willi:tm A. Hinton - è stato ch iamato alla cattedra di b:ltteriologia c di criminologia presso l'Università di Harvard. GLI ASPETTI MEDICI DELLA B0.\1BA ATOMICA sono stati illumati in una esposizione allestita dai servizi medici dell'Esercito, della M:trina e dcii' Aviazione del Canadà per le Forze Armate:, a Sask:noon, dal 13 al 17 giugno. Una mostra identica fu presentata a Chicago nel 1948. LA MORTALITA' E' DIMINUITA DOPO LA FINE DELLA GUERRA in re· gioni anche fortc·mente provate d:tl secondo conUino mondiale. Tale constatazione si rileva da uno studio statistico di A. Tizzano su « La mortalità nel perioJo bellico e post-bellico in alcuni Stati europei cd extraeuropei''· (Notiz. dell' Amm. San., n. ro, 1949). BORSE DI STUDIO SUL CANC/{0. - L'Alto Commissariatù per l'igiene e la sanità ha messo a concorso 4 borse di studio, una per l'estero di L. 40o.ooo, 3 per l'Italia di L. 2oo.ooo da assegnarsi a med~ei chirurgi addetti a istituzioni o servizi relativi aJla lotta contro i rumori o che, ~omunque, dimostrino di possedere una speciale prepa· razione nel campo dell'oncologia. Per informazioni rivolgersi :tll'A.C.LS .. PREMIO GANASSINI. - La Rassegna « Relazioni Clmico Scientifiche , di Mi· lano, per onorare la memoria del prof. Domenico Ganassini h:1 messo a disposizione del· l'Università di Milano la somma di L. 150.000 per premi alk migliori monografìe inedite :.u argomenti di biochimica e immunobiologia. Scadenza per la presentazione dei lavori il 15 maggio 1950. LA POLIOMIELITE NEG! STATI UNITI ha registrato, nel 1948, ben 27894 casi. Da segnalare in alcuni Stati che il 17,!!';/,, dci colpiti era di età superiore ai 20 anni. UN ASSERTORE DI /TAL/ANITA' ALL'ESTERO. - E' morro in Egitto, ove risiedeva da oltre 50 anni, il dott. Empedocle G~~llio, direttore c.lcli'Ospedale civile italiano del Cairo. Valoroso chirurgo, intese la sua professione come una missione di bontà e di carità. La stampa egiziana, rimpiangendone unanime la scomparsa, ha tenuto a menerc in evidenza le sue doti di vero fil~ntropo. Per quanto avesse potuto, col suo lavoro instancabile, accumulare una cospicua fortuna egli è morto pO\•ero avendo tutto speso per ingrandire e migliorare l'attrezzatura dell'ospedale che dirigeva. Una sf'ttoscrizione, che ha già sorpassato il milione di lire egiziane, è stata aperta dagli amici per la costruzione di un nuovo padiglione intitolato al nome dell'estinto. Alle cure del dott. Gallio si affidarono non solo i connazional i residenti in Egitto, ma in gran numero gli egiziani stessi che avevano in lui la più completa fiducia e the oggi ne ricordano con commossa gratitudine le generosissima opera. IL CONTRiBUTO DEL GIORN, JL/SMO .'vfEDICO , /L PROGRESSO SCIENTIFICO DEL MONDO. - Cna applaudita conferenza su questo argomento così \ivo cd interessante ha tenuto a Kapoli il 7 novembre il dott. :\lorris Fi ~hbein, editore del (< J.A.M.A. " e rappresentante degli S. U. d'America all'Assemblea ;\ledica Mondiale. TI Fishbcin è stato anche promotCJre dei noti H Exccrpta McdiGT" di cui è redattore.
IL PREMIO NOBEL PER LA CHI.\f!CA per il 1949 è stato assegnato al prof. William Giauque, docente di fìsiochimica all'Uni\·ersità della Caliiornia, per i suoi studi ~ulla termodinamica e sulle condizioni delle matuie in pros~imità dello zero assoluto (- 273 gradi). E' MORTO IL PROF. MAURIZIO PJNCHERLE, onlinario di clinica pediatrica a Bologna. Aveva 70 anni. Ricordi:~mo i suoi lavori &ulla patologia dell'infanzia. CONTRO LE RADI A ZIO/\ l una società della Yirgini~l , con h collaborazione del prof. V. W. Archer, Jircuore Jel reparto radiologia deli'O~pedal.: annesso all'Università della Virginia, ha proùotto un tc~suto di fibre di vetro al piombo che si è dimostrato un ottimo sostituto della gomma al piombo attualmente usata per i grembiali protCt· tivi dei radiologi e dei medici che usano sostanze radioanive, fluoroscopi, ecc. Il nuovo ritrovato sarà p•esentato dal prof. Archer al prossimo Congresso internazionale dei radiologi. IL TRAPANO INDOLORE, in corso di esperimento presso van •sututi americani di odontoiatna e chiamato « Airdent >> , elimina completamente le vibrazioni, il calore c il rimbombo che accompagnano lo strumento attualmente in uso, può essere ugualmente adoperato per la puli7.ia Jci ùenti ed è :~~solutamcnte inoffensivo per gengive, lingua ecc .. CONGRESSI SCIENTIFICI. IX CoNGRESso N'AZIO!'-IALE DI liSIOLOGIA. - Montecatini ha accolto nei giorni dal 25 al 27 ottobre, con la consueta accogliente ospitalità che le è propria c con la sua eccezionale attrezzatura, un nwncro imponente di tisiologi che rappresenta\·ano oltre le principali Scuole italiane, tutti i Centri di attività anritubercolarc ddla Nazione. A sottolineare l'importanza del Com egno ha contribuito In presenza dell'Alto Commissario per l'Igiene e la Sanità, on. prof. Cotellcssa in rapprcsent::tnza del Governo, c del scu. prof. Albcrti in rapprcscmanz:t del Senato. l l:Jvori dei Congresso h:111no ~!vuto inizio c:on la rievocazione c commemorazione, da parte dd prof. Gennaro Costantini, Presidente della Federazione Nazionale contro la tubercolosi, di Edoardo Mamgliano, di cui ric.om· que~to anno il centenario della nascita. Di questo nostro grande scienziato, l'oratore ha particolarmente rievocato i meriti quale primo propugnatore della possibilità l 1ella vaccinazione antitubercolare nell'uomo. Il colonnello medico Dc Paoh, che assieme al maggiore medico Barile rappre:.enrava la Sanità Militare dell'Esercito, nel portare il saluto di questa al Congresso, ha ricordato le grandi benemerenze acquisite ùal Maragliano durante il conflitto 1915-I918 col suo prezioso contributo all'organizzazione antitubercolare dell'Esercito ed all'insegnamento per gli studenti i11 medicina mobilit::ti. Argomenti di relazione, che hanno suscitato il più vivo interesse c proficue discussioni, sono stati q uello della « V accinaàone antitttbercolare e recenti acquisizioni n et campo dell'epidemiologia della tubercolosi>>, trattato dal prof. Ciovanard i; quello « Sugft apporti dell'anatomia patologica al progrc:.cso della terapia chirurgica e della chemioterapia della tubercolosi .. , trattato dal prof. Panà e, principalmente, <.:JUdlo 1< Ddl'applrcaz10nt: terapeutica della Jlreptomicma nella tllbacolosi umana ' esposto dal prof. Omodei- Zo. rini. Il \ alore delle correlazioni c delle discussiom, fra cui da rileYare quella sul tema terapeutico del sen. prof. Monaldi; l'imporraoza ed i! numero delle comunic:tzioni, fra wi molte su :trgomcnti di terapia streptomicinica c con P.A.S., hanno fatto rimpiangere (he l'inesorabile hrevità del tempo disponibile non consentisse una loro più diffusa ed estesa trattazione.
Circa la vaccinazione antitubercolare, argomento che suscita tutto il più vivo e logico interesse nel campo medico-militare, degne del maggior consenso le conclusioni del relatore che, pur riconoscendo in,h..cutibile valore a tale pratica prufilauica, soprattutto con i più recenti metodi adotrati, ha chiariw la necessità di non lasciarsi trasportare, nel campo umano, ad intempestive c troppo estcnsi,·e applicazioni senza avere prima definiti i limiti da imporsi e le misure preparatorie e prccau7ionali da porre in opera. l1.. Xlii Co:<GRESSO NAZ!UN,\1.." on1-'AssociAZIO~E ITAl..lANA PER !.'IGIENE si è svolto a S. l~ emo dal 30 settembre al 2 ottobre alla presenza dell'Alto Commissario per l'igiene c la sanità. Il primo tema di relazione <<Le bruccllos~ », svolto dni proff. S. Paltrinieri, G. Mazzetti e A. Tesi, E. Greppi c M. Del Dotto, è riportato in un volume edito a cur::t dell'Associazione italiana per l'igiene. (Roma, Tipografi:! Regionale, 1949). IL II Co:-<GRES~o :-<AZJO:-<AIE ~L J.Lr M\1..\TriE IXHTriVE sarà tenuto dal 18 al 20 agosto 1950. Sedi proposte: Bologna, Siena, N:.~poli. !}aranno s\'olti i seguenti temi: « Sin· drome di Watcrhouse-Friedc:ricscn " (1. ~asso): « Batteriologia della difterite >• (Rosa), « Toxoplasmosi >> (Dc Toni); '' Pertosse " (Dc Ghigi c Tacconc). UN COKGRESSO INTERNAZIONALE 1>1 ANATOMIA si terrà a QxforÙ da( 25 al 28 luglio 1950 c tratterrà: anatomia generale, iswlogia ed embriologia, morfogencsi cd endocrinologia, neurologia, antropologia fisica. Per inform:nioni: « Intern::nional Anatomica( Congrcss 1950 • Oxford >>. I1.. CoNGREsso Il'>'TERNAZIONAI.E DI IDROLOGI.\ avd luogo a Firenze (Montecatini) nella prima decade dell'ottobre IS)O. Il prof. S. Pisani, che è stato nomin~lto di recente Pre~idente della Società internazionale di medicina idrologica, ha ottenuto che la sede sociale di questa vc.nga trasferita dall'lllghiltcrra in Italia.
NOTIZIE MILITARI. E' DECEDUTO L'ON. AVV. UCO RODINO', Sottosegretario di Stato alla Difesa. La sua fine immatura colpisce dolorosamente le Forze Armate che avevano potuto apprezzarne le non comuni doti di mente e di cuore. Particolari condoglianze al fratello dell'illustre estinto, collega prof. Diego. PROMOZIONI NEI. CORPO SANITARIO MILITAI?E - ESERCITO:
Da maggiore medico a ten. colonnello: Lamendola Fihppo. Da capitano medico a maggiore: De Gregorio Gaetano. Cirillo Sahatorc. Da tenente medico a capitano: Guido Giovanni, Pllglisi Co~imo. CICLO DI CONFENEVZE SCiENTIFICHE AL<< CELIO > >. - !l 24 novembre il prof. P. Valdoni, aderendo all'invito del d irettore di sanità del Comilitcr di l~oma, col. mcd. prof. Giacobbe, ha tenuto, nella sala della biblioteca dell'Ospedale Mi lit::trc, gremitissima, una interessamissima lezione sul <! cancro del polmone " corretlara da nitide istruttive proiezioni. Erano presenti oltre i tlircttori di Saniù c dell'Ospedale militare di Roma, il rappresentante del Direttore Generale di Sanità Militare, impossibilitato a imCr\'cnire per precedenti im~gni, il gen. medico Felsani, pn·~idcnte del Collegio Mcdico Legale e quasi rutti gli ufficiali medici del presidio di Roma. La conferenza del prof. \'alcioni, che ~arà riportata nel pros~imo fascicolo gennaiofebbraio di questo Giornale, segna l'inizio di un ciclo di con[erenzc che i Y!aestri delI'Uni,ersità romana terrannc al " Celio )) 1 riaffermando quella collabor3Zione scientifica
tra medici militari c mondo universitario sempre au~picata dalla nostra Direzione Generalc. Anche nell'Ospedale di Genova, per iniziativa del Direnore di Sanità di quel CÒmiliter, il 7 dicembre ha .wuto i nizio un ciclo di conferenze scientifiche agli ufficiali medici del Presidio da parte di iHustri professori di quell'Università.
L'INTERESSE DELLA DIREZIONE GENERALE DJ SANJTA' MILITARE per adeguare le nostre attrezzature scientifiche all'incalzante progresso della medicina, ha avuto la sua più recente realizzazione in due utili istituzioni presso l'Ospedale Militare di Roma: l'emoteca e il snvizio di trasfusione sanguigna, ed un centro di anestesia. Per l'emoteca il sangue viene fornito da volontari militari e, dopo i necessari controlli sierologici, è opportunamente stabilizzato e conservato in ghiacciaia; il servizio di trasfusione è già da tempo in funzicne cd i suoi benefici si sono fatti largamente sentire nell'Ospedale. Col moderno centro di anestesia la vecchia pratica della narcosi eterea è stata sostituita dal metodo con apparecchio a circuito chiuso con intubazione endotracheale: l'anestesia, indotta con preparati barbiturici endovena, viene mantenuta con miscela ossigeno-protosstdo d'azoto-e~ere. Nella chirurg.ia polmonar,c c, quando necessario, anche nella chirurgia generale, viene usato il curaro di così valido aiuto nella pratica operatoria. Nel campo della diagnosi e profilassi della tubercolosi abbiamo già accennato, nel fascicolo p recedente, alla dotazione di una modernissima unità schermografica per il gruppo selettorc del Disti-etto Militare di Roma.
CONFERENZE SCIENTIFICHE NEGLI STABILIMENTI .SANITARI M/LIT ARI : dal maggio all'ottobre 1949 : Ospedale m ilitare di Genova : «La penicillina nel trattamento della lue 11 per il cap. med. dott. Marchianò Gaetano; « Contri~ut.o allo studio oscillografico del tono delle arterie>> per il s. ten. med. dott. Garello Luigi. Infermeria presidiaria di Chieti: «Modern i orientamenti nella cura dell'ipertiroidismo 11 per il s. ten. med. dott. Pafi Ermanno. Ospedale militare di Napoli: cr Selezione attitudinale nell'esercito >> per il magg. med. dott. Rinaldi Antonio. Ospedale militare di Pado\'a: ù Due casi di cirrosi epatica nei riflessi dell'etiopatogene.si, evoluzione e terapia delle epatiti sclerogene » per il mogg. mcd. dott. Pantè Domemco. Infermeria presidiaria di Caserta: << H problema dell'ulcera gastroduodenale alla luce delle più recenti acquisizioni >> per il s. ten. med. Santillo Elpidio; <<Azione lesiva dello sforzo sul cuore con disturbi funziona li 11 per il cap. mcd. dott. Lamura Rocco. Ospedale militare di Rari: « D istrofia muscolare progressiva tipo Duchenne spurio " per il cap. mcd. dott. Tanse!la Giuseppe. Ospedale militare di Palermo: « Chirurgia estetica >> per il cap. med. dott. Sodaro Francesco; << Ll: trasfusioni di sangue >> per il magg. mcd. prof. Scaduto Pasquale; << Le dermatosi croniche costituzionali >> per il cap. m ed. D'Angelo Giuseppe; « Le echinococcosi l> per il cap. med . dott. Rizzo Damiano; « Autolesionismo - Simulazione e dissimulazione in otorinolaringoiatria » per il magg. med. dott. Amenta Audenzio; «La piorrea alveolare » per il ten. col. med. dott. Colombrita Filippo. Ospedale militare di Messina: « L'addome acuto » per il magg. med. dott. Lombardi Mario; << La lebbra >> per il cap. mcd. dott. Ruggeri Pasquale; « Sofisticazioni e adulterazioni in bromatc>logia » per il magg. chimico-farmacista dott. Terranova Salvatore. Scuola di sanità militare : « U metodo psicotecnico nella selezione attitudinale dell'Esercito » pc;· il col. med. prof. Campana Antonio.
l NOSTRI MORTI. li ten. gen. med. dott. Alberto Cadeddu, nato a Cagliari il 21 maggio 1871, si è spento a Roma, nclrOsped:.tle Milìtare, 1'8 novembre scorso. Animo :.tperto di solcl:no, distinto t: v:~loroso medico, trascorse molti anni in Libia, rivelando doti non comuni di organizzaLOrc e di conoscitore di problemi coloniali. cl 1930 fu direttore dcll'Osp<'<hle Militare di Roma e, quindi, direttore di Sanità nel Corpo d'Armata di Bari. ·el 19j l, a domanda, fu collocato in posizione ausiliaria. Partecipò alla campagna libica 1911 1912, alla prima guerra mondiak meritando encomi c varie croci di guerra. Era decorato della medaglia d'argento dei benemeriti della salute pubblica. La sua fine ha doloros:1menrc colpito la famiglia militare nella quale si crn fnno apprez. zare ed amare. Ai familiari le nostre condoglianze più sentite. LUTTO DI UN COLLEGA. - lJn'improvvisa, tragica disgrazia ha stroncato la giovanissima fiorente esistenza della figliob del colonnello medico dott. Luigi Bolla, direttore dell'Ospedale Militare di Torino. Alb famiglia così duramente provata dal do. !ore, la nostra parola di solidarietà e di couforto. CORSO DI MEDICINA TROPICALE PER GLJ UFF!CJALJ .\4EDICI DESTINATI IN SOMALIA. - A wra della Direzione Generale di Sanità Militare è stato disposto un corso accelerato di Clinica delle malattie tropicali c sub-tropicali per gli uffi. ciali medici destinati in Somalia. li corso sarà tenuto nella Clinica delle malattie tropicali di Napoli, òiretta dal professar Igino Jacono.
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MilanC>, Società Editrice Libraria.
L:t magistrale opera che il chiarissimo direttore dcll'htituto di Storia della Medicina dell 'Università di Roma ha dato alle stampe è il frutto di dodici anni di studio continuo, profondo, appassion:tto e di cl iffi.cili ricerch:.: di archivio. u Giungere all'intima verità di quc~to conrinuo fluire, di questo progredire o del ristagno o anche dell'apparente rcgresso ed errore, è compito pre.:ipuo della storia della S<. ienza, è lo scopo vero ultimo cui essa tende poggiando le sue osservazioni sull'esam<> sereno, obiettivo dei fatti " · Così scrive l'A. nella introduzione dell'opera e questo scopo egli ha pienamente r:tggiunto illustrando e interpretando la e\·oluzione del pen~iero medico attraverso i secoli. Il Trattato è diviso in due volumi: il primo è dedicato :ti prriodo che va dalle Origini al Rinascimento; il secondo tratta della storia della medicina dal XVII secolo ai nostri giorni. Dopo una breve, ma chiara c precisa ..:sposizionc della medicina delle prime civiltà (ebraica, egiziana, iranica , cinese c giapponese), l'A. tratta ùclla medicina nel mondo greco e delle origini del pensiero scientifico e dell'arte san itaria nella «Italia illustre». Con la Scuola Crotoniate, il cui insigne rappresentante è Alcmeone, cominciano a delinearsi l'anatomia e la fisiologia, e affiorano le prime nozioni delle leggi biologiche. L 'attento sguardo dello studioso si F.ssa già sui due principi dell'armonia e della proporzione: cc La salute è la sintesi di :.ma perfetta armonia mentre la malattia è l'espressione del disaccordo ». Dopo aver parlato della Scuola Pitagorica, l'A. tratta wn originalità di concetti della Scuola di Sicilia c del grande suo Capo: Empedocle di Agrigento. Le pagine che seguono sulla « Medicin:J in Grecia )) e «La Medicina nel mondo romano)) costituiscono, a nostro parere, una delle più hclle, esaurienti c interessantt tr:mnioni che ad oggi esistano sul l 'argomento. L'A. parla dapprima dell:r Scuola di Cnido c.he, con Eurifonc, Ctesia, Filistionc e Filotimo, segue immediatamente per importanza quella di Coo. Qui. a Coo, in quest'isola sacra alla medicina, nasce l ppocratc, il «vecchio sapiente "• 'issuto nel secolo di Pericle, l'epoca di maj!giore splendore per la Grecia: è la stessa cpoc:r di Socrate, di cui lpp<r crate era più giovane, e di Platone, di cui era più \·eccluo. Con rara competenza il Pazzini trana della " medicina ippocratica )); e come con grande profitto leggiamo le belle pagine sul «Corpus Hippocraticu m ,,, così con vero drletto ~eguiamo le osservazioni fattt> dall'A. sul «de decenti ornatu l> c sulla "figura del mcdiw , nel concetto del sapiente di Coo. Dopo lppocrate, ceco la Scuol:r Dogmaùca con Dioclc di Carisro c Prass:Jgora, cd infine la Scuola Alessandrin:1 con i suoi due grandi rappresentanti: Erasistrato cd Erofìlo. L'A. passa, quindi, :t parlare ddla medicina del mondo romano, che egli divide in rrc periodi comprendcmi il primo la medicina autoctona, il secondo il penodo così detto di transizione, ed il terzo le Scuole. Con grande riccheZ7n di particolari l'A. illustra le caraneristiche della medicina pre-galenica, le condizioni dei medici nella Roma antica, le leggi a sfondo igicnico-s:~ nitaric. soffermandosi ancht· \U quelle che ogg: chiameremmo "sp<.cialità » esercitare dai mctlici dell'epoca: (QutntU\ Coelius -icomedes, mc· Jicus ocularius; Coscelius clcntista; Rufo, Sorano d'Efeso e Moschionc ostetrici ecc.). Assai bello ed interes~aute rl sonocapitolo sulla Terapia in genere ed i T erapeuti (Antonio Musa, Scribonio Largc., Andromaço il vecchio ecc.).
<66o Segue un ampio capitolo su Galeno. La figura del grande mcdtco dell'anòchità è ritratta con un risalto vigorosi\simo cd in ogni sue aspetto: l'anatomia, la patologia, la clinica e la terapia galenica sono illmtratc con singolare acume c precisione. Altrettanti nutriti e chiari i capitoli che seguono ~ulla medicina bizanttna e b medicina araba. Alla Scuol:z Salernitana, \'era gloria dell'Italia di tuni i tcmpt. l'A. ha dedicato una ampia, lucidissima ed eleg::tnte tranazione. Egli, come altri AA., divide la vita della Scuola in tre periodi: il primo dalle origini alla fine del 1000; il ~ccondo, il <<periodo dello splendor<: », con Costantino l'Africano, dal noo al 1300; il terzo, il periodo della dcc:lldenza, dal 1300 al 1811, anno in cui Gioacchino Murat soppresse la gloriosa « Civitas hippocratica "· T «Magistrati Salernitani >> rivivono tutti nella rievocazione colorita c appassionata dell'A.: da Pctroncello a Garioponto, da Maestro Mauro a Ursone, da Alfano a Trotula, ai Plateari, ai Cofoni, ai Ferrario. Formano argomento dd sucnl.Si\·o capiwlu le origini delle Università Italiane circonfuse di gloria immortale: Bologna, Pavia e Pado,·a, indi lo << Studium Urbis >>, Pisa e Napoli, e quelle delle Università straniere fra cui Montpellier. Parigi e Cambridge. L'A. si sofferma quindi sulla medicina nel Medio Evo e illustra le figure di Mondino di Liuui, Bartolomeo da Varignana, Enrico di Mondevillc, Guido de Chauliac, Raimondo Sullo, S. Alberto Magno, Pietro <.l'Abano, Ruggero Bacone ed altri. Dopo un'ampia rassegna dell'igiene e della legislazione sanitaria del Medio Evo, l'A. tratta dei << Consilia » per prevenire le pestilenze, indi della Ospedalità Medioevale. Ecco infine il « RinaSGimento >>. E' questo un periodo della storia della medicina che l'illustre A. interpreta in maniera de! tutto originale rispetto agli studiosi che l'hanno preceduto. E', infatti, il fenomeno della rinascita ancora oggetto di wntroversie, di polemiche, di contrastanti pareri. TI Pazzini lo considera c òcnomina periodo di «rivolta al dogma >• e rivolta fu veramente al dogma galenico per l'opera immortale di Leonardo anatomico, del Vesalio, di Falloppio, Eustachio, Fabrizio d'Acquapendente, Piccolomuù, Botello e Guidi, e, più tardi, di Realdo Colombo ed Andrea Cesal pino: questi ultimi òue i veri scopri tori della circolazione del sangue. Tutti i c:.pitoli dedicati a g ucsto periodo sono sommame!lle pregevoli ; fra i più belli citeremo q uello in cui il Pazzini ci fa seguire il progrcsstvo manifestarsi di tendenze nuove in opposizione alla .:oncezione dell'umoralismo galenico, tendenze di cui le più caratteristiche ed originali sono quelle rappresentate da Paracelso e Fracastoro. Il primo sta a significare l'interpretazione chimka dei fenomeni biologici; il secondo il primo inizio della concezione nùcrobiologic.t della patologi:~. Attento esame l'A. dedica anche alla vitJ ed all'opera di altri medici c chirurghi dell'epoca: Bovi<>, Leonardo Fioravanti, C:tpi,·accio, Cardano, Tngrassia, Mercuriale, Bartolomeo }.f:l.ggi . Berengario da Carpi, Ga~pare Tagliacozzi, padre della chirurgia plastica, il grande P:tr~. Alfonso Ferri. Siamo co:;l giunti :~1 XVIi ~t'colo. Il 2" volumè dell'opera si inizia appunto con il '6oo, il secolo che segna vcramenrt· il prinCipio di un'èra nnova c ~plcndidissima nel campo del le scienze. L 'A. parla anzitutto del movimento filosofico dcuominato u rnionalismo >> e determinato da Rtnato Cartesio, movirr.emo che contrappone all'empirisrno di Francesco Bacom:. Indi ii!:•Hra e commenta ampiamt:ntc il metodo ~p;;:rimcntalc creato dal genio di Galileo <<per combattere e di~truggcre le sofi~ùcheric s.:oi.tstichc >• . Nel secolo XVII sorgono le prime Accademie; quella dct Lincei (16o3), cui seguì ben presto <t:.teIla del Cimento ( r6s~), la « Royal Society », l'« Accademia dei curiosi dellJ 1'\:nura , , l'Accademia di Fr:tncia cd ::!tre; ed ha origine anche il giornalismo me.Jico (Journal des Sça,·ans Io~:;).
661 L'A. mett~ in efficacissimo ri ... tlto, con ricchezza di documentazione e acume critico, il progresso segnato dall'au:nomia, dalJJ fisiologia e daiiJ biologia per opera di Gu· glielmo H arvey, del grande Malpighi, del Vallisnieri, del Redi, del Leuwenhoek, del Borelli, del ~:.morio, di Von Helmont, delle due nuove scuole: la iatromeccanica e la iatrochimica. 11 secolo XVIII viene definito giustamente dall'A. period0 della <<crisi>> nel campo del pensiero scientifico, rncmrc <'periodo dell'assestamento >l l'A. chiama l'8oo, specie nella seconda metà, nel quale la mediCina prende Jccisamcnr•· a seguire il nuo\'o, mo derno indirizzo. L'A. mette in raffrontu c commenta con grande profondità di concetto, le diverse teorie propugnatc nel corso del '700 quellt' di Stahl, di Hoffmann, di Brown e del Rasori ed e~tende il suo esame ad l Ianncmann e l'omeopatia e l Mesmer ed il mesmerismo. Quindi illustra. con tr.mi !>Omm::~mcntc dfìcJci, la figura del grande Morgagni c l'importanza veramente fondamentale della sua opera. Anche gh altri medici c chirurghi e fisiologi c biologi del '700 hanno la debita parte nella rievocazione dr l Pazzi ni: ricorderemo, fra i tanti. \'o n Haller e Spallanzani, Palletta e Mascagni, Scarpa e Cotugno, Bocrhaave e i fratelli IIumcr, Bichat c Flaiani, Chopart e Pot~. Il secolo X IX rapprrsenta epilogo», la conclusione, cioè, di LUl[O il lavoro com piuto d::~lla Rinascita in poi per giungere finaimentc alla concezione della scienza me.J ica moderna. Di qucsco periodo l'A. fa un'ampia c acuta disamin::l, dalla quale riceve vivissima luce il progresso compiuto in tutti i campi dall'elettrologia alla scienza del l'onogenesi, dagli studi del metabolismo basale agli antibiotici. Una ricchissima bibliografia generale e speciale chiude que~t'opera del prof. Paz zini, opera Ji altissimo pregio; opera ''eramente completa in cui il lungo studio e il grande amore dedicati alla storia della medicina dall'illustre ~bestro romano (venti volumi ed oltre duecento pubblicazioni) hanno la più perfetta espressione; opera che non può mancare nella biblioteca di ogni medico colto c che onora la medicina italiana. G. PEZZI
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PUNTONI V.: M!CROBIOLOGIA MEDICA. Istituti Universitari, 1949, vol. I.
Roma, Ed. Studio Editoriale degli
Il professar Vittorio Puntoni, dirtltore dell'Istitutu d'igiene dell'Università di Roma, ha provveduto alla compilazione della quarta edizione dd ~uo libro di microbiologia medica, a ciò sollecitato dalle continue richieste Ji medici c studenti. La rapidità, con la qu::~lc ~i sono esaurite le precedenti tre edizioni, sta a dimostrare quanto favore e consenso ::~bbia incontrato questo suo libro ndl':1mbiente medico, costituendo e~o una preziosa guida per il batteriologo ed una ricchissima fonte di dati per gli studiosi di microbiologia e per tutti i medici. La nuova edizione, completamente aggiornata e notevolmente ampliata, si compone di due volumi e, rivestendo il canmcre d i un vero trauato, non porta più la precedente qualifica di <<manuale». Nel primo volume, già pubblicato, è trattata la batteriologia generale e speciale. In confronto alle precedenti edizioni, oltre a molti aggiornamenti, vi è da notare, per 13 batteriologia generale, l'introduzione delle p1ù recenti vedute ~·ulb natura degli antigeni e degli anticorpi, l'aggiunta di un intero capitolo sui chemioterapici cd antibiotici c, nel capitolo della microscopia, la Jcscrizionc del recentissimo microscopio a contrasto di fase, nuovo prezioso mezzo di indagine. Per la batterioiogia speciale ~ono stati rifatti quasi completamente alcuni capitoli, come quelli degli strcptococ.:hi c delle salmonelle; è stata aggiunta qualche nuova specie patogena cd introdon: molti recenti metodi tecnici di riccrc.t.
Questo primo \Oiume, ricco di 181 figure, è completato da una appendice dedicata ad alcune importami indagini partiColari, quali: esame batteriologico dell'acqua, dell':tria e del suolo, batteri della flora tntestinale, controllo batteriologico del latte e flora dci latti acidi. Tl secondo volume, dd quale risulta ancora in corso la stampa, tratta della pane gencrnle c speciale della micologia, della protozoologw. c elci viru~. L'A., del quale è nota l'altissima competenza in que~to campo, annunzia che nuo\ i ed importanti aggiot namenti ha apportato nella parte della mi::ologJa che riguarda i miceti determinanti le grar.uJazioni fungir.c, e nella protozoologia ,pecialmente su quanto riguarda i parassiti malarici e le recenti ricerche :<ul ciclo e,ocritrocitico del PlasmodtUm vivax. Completamente aggiornati poi i capitoli dedicati ai virus filtrabili c rielaborato quello inerente alla natura Jci virus e spccialmentr: all'ipotesi Jclle virus-proteine. Nel complesso l'opera risulta perfezionata td aggiornata in tutti i suoi punti cd offre al lettore una vhione della microbiologia veramente attuale c completa. Non occorre dire che un'opera rosì insigne ed importante merita ili essere tenuta come testo fondamentale da tuui i medici ed ancor più dagli ~tudiosi di igiene c di microbiologia.
F. CoNTRINO C HALLIOL V.: FISIOPATOLOGIA E CLINICA DEL LOBO FRONTALE. Roma, Soc. Editrice <<Universo », 1949. « Questo lavoro è un tentativo d'esposizione cnuca e il meno possibile incompleta delle conoscenze attuali su un argomento che presenta tuttora non pochi lati oscuri e controversi >1. Con queste modeste parole si inizia la prefazione dell'A. alla sua dotta c chiara monografia che, in meno di 200 pagine, riesce a fare il punto su ogni aspetto della questione concernente le funzioni dci lobi frontali: funzioni importantissime e la cui conoscenza è indispensabile non solo prr lo psichiatra e per il neurologo, ma per ogni culton.: delle discipline biologiche, giacchè noopsiche e timopsichc, vita di relazione c vita vcgctativa sono elaborate, dirette o controllate dalla corticalit.ì frontale. Se poi si aggiunga che negli ultimi anni si wno affinate c moltiplicate le indagini (istologiche. istop:nologiche, sperimentali e cliniche) sulla munura ed il funzionamento dci lobi frontali - mercè l'attività, soprn tutto, degli elettrofisiologi e dci neurochirurghi - non è chi non ved:.1 la grande utilid Ji un lavare che con chiarezza, accuratezza c concisione somme riassume c coordina tutto queste' materiale t he invano si cercherebbe nei Trattati. E' impossibile riassumere <anta mole di dati e ili acqui~izioni, integrate da personali contributi clinici ed anatomo-patologici dell'A .. Mi limiterò a ricordare che il lavoro si suddivide in due parti. La prima t!Justra, sulla 5eorta degli stutli più recenti, la fine anatomia della corteccia fronra!:: c delle sut- numerose connes~ioni, nonchè la fisiopatologia delle aree corticali front;.li . Nella seconda c più ampia parte viene fatta la trattazione critica delle sindromi frontali; viene, così, sviscerata h sinrlrome motoria (paralisi, aprassia, acincsia, ipercincsia, ata~sia, ccc.) c la ~indrome psi: hica (con importanti nozioni c corollari terapeutici sul la lobotomia prc-frontale e wlb wpc.:ctomia); sono illustrati i vari riflessi c le diverse << reazioni )> frontalt (reazioni di collocamento c di appoggio, prcnsiooc forzata, ccc.), le manifestazioni cOn\·ulsi\ c, le amiotrofìc, i diMurbi -.cgctatiù c scnsiti\·i di natura frontale, ecc .. Una copiosa bibliografia, folta di n rea ~oo voci c comprendente quasi tutti i lavori moderni pubblicati iu tema di fisiopatologia c di clinica dei lobi frontali, chiude e completa b monografia, ed it:t in bella veste tipografica cd arricchita di parecchie tavole llustrate. CARLO
RIZZO
INDICE DELLE MATERIE Per l'anno 1949
LAVORI ORIGINALI ALBERGHINA GIUsEPPE: Un facile e rapido sistema per la produzione di pozzetti nel metodo dell'agar-buco di Fleming per il saggio in vitro con antibiotici . Pag. 394 ARGENTIERI E .: Su dieci casi di tumore benigno della mammella maschile 276 insorti dopo iniezioni di vacci no polivalente T.A.B.te BucciANTE ALFREDO: L 'infortunistica di guerra e le donne marocchinate BuoNOMO LA RosSA BRUNO: L 'influenza dell'anestesia del seno carotideo sulla cloremia nello shock sperimentale 464 )J 1 77 CAPPELLARO DINO EziO: Epidermide e infezione 211 CAPPUCCI MARIO: Concomitanza di ectopia reale e apparente del cristallino 623 CARRA GioRGIO: Il glaucoma primitivo sotto il profilo medico legale . CAvAtLI MARCO e ARGENTIERI E.: Endoarteriaterapia novocainica nei postumi )) 154 di lesioni traumatiche degli arti CHIUCJNI G.: Contributo anatomo-clinico alla conoscenza della cachessia )) ipofisaria 17 CICIANI MICHELE: Un nuovo apparecchio guida-cilindri multiplo per i saggi sugli antibiotici col metodo « cilindro-piastra >> 41 CiciANI MicHELE: La cloromicetina nelle sue applicazioni pratiche 498 CI CIANI MICHELE: Una modificazione del metodo cosiddetto cilindro-piastl'a )) 618 per i saggi sugli antibiotici . l) CoKLIN GROFF: Fattori ambientali del cancro 283 DEGL'INCERTI T occt ERNESTO: Studio bio-fisiologico sulla vaccinoterapia endo)) venosa nell'infezione ebenhiana 16o )l DE LEHOCZRY T.: Les problèmcs actuels de la sclérose en plaques . 379 D1 MAGGIO GAETANO: Sull'azione fa rmacologica di alcuni derivati della can)l fora a funzione ossimminica 267 F ELs .wn GIACINTO: Massi mario d i casistica c dcterminazion; di medicina le)) gale militare 402 FELSANI GIACINTO: Statistica dell'attività del Collegio Medico Legale nel)) l'anno r948 478 FELSANI GIACINTo: Massimario di casistica e determinazioni di medicina le)) 6o8 gale militare FERRAJOLI FERRUCcio: Il reumatismo articolare acuto e i suoi esiti nell'esercito )> 56 FERRAJOLI FERRuccro : Su l potere battericida del mercurocromo (id rossi-mercurio )) cl ibromofluoresceina sodica) disinfettante di interesse chirurgico 252 FORTE ANTONIO: Assorbimento ed eliminazione della penicillina in autosangue )> 213 )) Gozzo GIUSEPPE: La criptorchiùia 297 Hu:-.~ E EoGAR ERSKINE: Collaborazione fra medici t i vili e mi litari in caso d1 guerra )> 129 IADEVAIA FRAKcEsco e Gozzo GwsEPPf. : L'uso della spugna di gelatina come 6o2 agente emostatico riassorbibile . \J MAsSA F1LIPI'O: Aspetti medici della bomba atomica 339 MoLrNARI NAZARIO: Simulazione ed autolesionismo in pace e in guerra 195 MuRoLO CARMl:-<E: Sui segni radiologici di cisti di echinococco polmonare 489 )) ))
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Musono fRANCo: Contributo ~Ilo studio dell~ ' si;rologia dei vaccinari sam ed ammalati d'infezioni tifo-paratifìche . Pag. 568. PAuUi.RIO PIETRO: Razione alimcmare e profilassi vitaminica delle truppe combattemi nell'ultima guerra 453 PANCONESI EMILIANO: Il trauma come rivelatore di un caso di sifilide ignoraLa " 631 PAR~LE.GGIANI DoMENICo e CASALE NA M.-.RIO: La fisionomia radiologica del pneumotorace extrapleurico chirurgico elettivo lobare superiore . 553PARRl WALTER: Un nuovo materiale per impiego sanitario: la cellulosa ossi)) data (cell-ox) 470 PEcOREU..o\ MARIANO e ScADUTO PASQUALE: Due casi di febbre tifoide trattati con )) la cloromicetina 508 PisTILLI GIULio e Tosn ANTONIO: Associazione di piccole dosi di penicillina c )) strcptomicina nell 'uretrite gonococcica 294 PucA ANNIBALE: Le « sudateici di sangue >> • 166 SANGIORGI G.: Fasti e nefasti dell'energia atomica 539 SrEZZAFERRI ANTONIO: Recu pero dei materiali di medica tura 49 )> STEA!ù'ls CHARLEs M.: Una nuova diagnosi del cancro 47 Tosn ANTONIO: La penicillina oleosa a piccole dosi nella cura dell'infezione gonococcica » 397 Tosn A:-~TONIO: La foruncolosi dei polsi , 5Il VENTURA VITTORIO E.: Un nuovo metodo di indagine e terapia delle psicone» vrosi : la na rcoa nalisi 138· VoNcKEN J.: Cours d'éthique médicale internationale >> 243 VoNCKEN l.: Essai de codification d'un droit international médical » 443 ZAFFIRO EooARDQ: Sull'emostasi locale delle emorragie esterne con sostanze >> 593· emostatiche ZoLJ.O MARIO: Contributo pratico al nuovo trattamento della parotite epidemica » c delle sue complicazioni con il butirrato n. esile con bismuto . 96 Z01.w ?\.fAR IO: L'operazione di Jacobaeus nel reparto tbc. dell'Ospedale mili>> 286 tare principale di Roma . ZuecHr CARLO ALBERTO: Di due casi di edema provocato curati con l'applicazione di appan::cchi gessati >> 8g. )J
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VARIE Medaglia d'oro al valor miiimre alla memoria ùi Giovanni Palmicri Pag. 40 )) Axel Munthc è morto 125 )) Il futuro della medicina in tempo di guerra 1 37 )} Una lezione di carità fraterna. 11 dott. Albert Schweitzer 1 59 Corso di etica medica internazionale alla Scuola di Sanità Militare (A. CAMPANA) » 174 2TO Carmelo Bova è tornato in Italia. Ai.utiamo i piccoli mutilati della guerra . )} WENDT GERALD: L'Universo di Albcn Einstein . 215 Il Corpo Sanitario Militare socio vitalizio « ad honorem >> dell'Istituto del Na)l stro Azzurro 251 )} La 2" Assemblea Mondiale della Sanità 296 Ischi:a, regina delle acque minerali (E. BUFFARDI CAMPANA) 41 5 )} Alcune delle principali conquiste della medicina negli ultimi anni 452 <( Più luce ... >> chiese morendo il Poeta che di vivissima luce aveva irradiato, )} con le sue opere, il mondo 469 )) L 'Istituto Superiore di Sanità (A. CAMPANA) 486 )) Le <'Giornate Mediche Veronesi >> (28-31 luglio 1949) . 507 l}
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66'5 Alla memoria del dott. Ennio del Prete il cc PremiO della Notte di' Natale '' Pag. 552 )) 6oy In memoria della medaglia d'oro col. mcd. prof. Federi_go Rocchetti La diagnosi precoce del cancro del polmone \) 630 RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA CHllWRGIA.
La febbre negli splenectomizzati. - ToRRAcA Pag. rot Sulla cura della calcolosi dell'ureterc pelvico. - PETKOBONI )l IOJ Le perforazioni acute di ulcere gastro-duodenali e peptiche. - s~IE'l' c HEl\RUT!N li 102 Considérations clinitJUes sur Ics troubles réflcxes post-traumariques cles membres et valeur de la thérapeutique sympathique. (Considerazioni cliniche sui disturbi riflessi post-traumatici degli arti e valore della terapia sim)> patica). - WERTHEIMER, ARNULF e A:-~GEL . 217 Rehabilitation of fractures. (Reintegrazione delle fratture). - DumrE, MACLEUD )/ ~ SINC1.4.IR 2!8 Nuove indicazioni dell'esanguino-tras[usionc. - DELLA SANTA \1 219 Les osteopériostites d'aspect tumoral. (Le osteo periostiti d'aspetto tumorale). BAcussE, MALGRAs e GRJcouROFF 219 Relazioni tra traumi e malattie de l tratto digestivo. - CROIIN . 220 In tema di apoplessia intestinale. - GrBERTIN1 . 220 )) Gli aspetti chirurgici della protidernia. - CoQUELET e V AN DER GHINS1' 221 Dimostrazione obiettiva per la cura degli operai infortunati della necessità ùi l) centri traumamlogici. - MORI 222 Nuove tecniche di esplorazione delle vie biliari: laparascopia e colecistografia diretta. - VARA\' 307 L'operazione della cardiopericardiopessia per il trattamento delle malattie dei li vasi coronari. - GoRELIK . 3°7 Le applicazioni di placenta materna nella cura delle fistole gastro-duodenali )) DARMAILLACQ e Po1Nor 30ll Il ruolo dell'istologia nella prognosi post-operatoria del cancro della mammella. )) - GRicouaoFF, FAUTREL, fAVERGE e ARZUR 308 Esofago-gastrostomia palliativa senza rcsczione nel cancro dell'esofago e del Il cardias. - D'ALLAINEs, DuBOST e GALLEY 419 Trattamento della coccigodinia con la resezione bilaterale del plesso sacro-coccigeo. - S1c.'I.RD e BauztÈiu: 41 9 Le disfunzioni precoci dell'anastomosi dopo gastrectomia. - LEGER c LorcuE ,, 419 ft trattamento delle infezioni batteriche con penicillina in soluzione acquosa fOmministrat:~ a lunghi intervalli. - B1cKEL e PLATTNER . >• 420 L'anastomosi palliauva nei cancri della parte media dell'esofago toracico. )) 0LJVIER 421 Fisiologia c trattamento dell'idronefrosi. - CqoE L. DEMING . >) )14 \1 Il trattamento clell'osteomielite cronica delle ossa lunghe. - MrLLBOUR.'51 4 11 trartamento con peni..:illina della tubercolosi o~~ea e ostcoanicobrc fì stolizzata. )\ - FoR;-.~r )l') l tumori primitivi dell'uretere. - SQUILLARIO 5 15 Precisazioni anatomiche e applicazioni chirurgiche riguardanti ii plesso pudendo. - DARGET, JLu:s, BAI.LA::\GER 639 Torsione ed altre lesioni delle appendici epiploiche. - WARELEY e CHIWS . 6~9 La novocaina intravenosa nell'atelettasia postoperatoria. - SIDOONs e LANPAN 64<>/)
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666 EPIDEMIOLOGIA Biologia del le brucelle, epidemiologia e profilassi delle brucellosi umane. MAzzEn·, e TEsr La brucellosi animale nel quadro delle zoonosi. - PALTRINIERI La brucellosi malattia umana. - GREPPI e Dn DoTTO Febbre tifoide e cloromicetina. Impressioni preliminari ai margini dell'epidemia di Pozzallo. - MusoTTT .
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MEDICINA
Il trattamento della trombosi coronarica con infarto miocardico mediante gli !':l g. 103 anticoagulanti. - STEFAI'INI ,, 10'1 TI cuore nell'uremia. - LANGENDOF c PIRAM Il cuore nella poliomielite anteriore acuta. - GEFIER, LEAMAN, Lucci-lESI, MAHER e DwoRIN )> 105 Studi sull'enigma della alterazione della funzione emostatica nell'emofilia. l> QurcK e ARMANn 105 Studi sulla patogenesi della febbre reumatica. - CAvELTl 223 L'obesità in cardiologia. - JouvE e ALBOI\'Y . 223 )l La milza nella insufficienza cardiaca. - NoBLE e FowLER 224 Le modicazioni elettrolitiche e l 'elettrocardiogramma nel diabete acidosico. )) MARTIN e WERTMAN . 224 L'elettrocardiogramma ottenuto con cateterismo nell'uomo.- BAn·Ro e BrooGGIA ) > 225 Trattamento delle alterazioni coronariche. - FALK )> 225 La sensibilità cutanea all'istoplasmina. Primi risultati in Italia. - TASSINARt )> 309 }/ L'aureomicina. - DE GENKEs e BRICAIRE 309 L'eredità parallela delle ipertensioni primitive e delle nefriti croniche ipertensive (glomcrulo-nefriti, nefrite cronica ascendente, nefrosclerosi maligna). )J MAYER e RouiLLARO . JIO Il valore dei fattori d'ordine funziona le nell'inefficienza cardiaca. - DoUMEK e MERLEN 31I Dissociazione A. V. completa nei giovani. - CRAWFORD e D1 GREGORIO " 312 Ipertensioni prolungate. Fattori predisponenti c cause di inabilità c di morte. LEvY, WHITE, STROUD e HILPMANN . " 312 Obesità. Suo signicato pronostico in relazione all'ipertensione e alle affezioni )) cardio-vascolo-renali. - LEVY, vVHITE, STROUJ) e HILI'MANN . 312 Il collasso e lo choc. Concezion i attuali dopo gli insegnamenti della guerra 1939-1945. - BoucoMONT . " 313 Arresto del cuore durante l'anestesia. RuzrcKA e NrcHoLsON 313 La terapia della tubercolosi con lisati. - Pozzi e SACERDOTI 421 Azione tossica dell'emetina sul cuore durante il trattamento della dissenteria )> amebica. - DACK c MoLOSHOK 422 Effetto delle sigarette sul cuore dei soggetti normali e dci cardiopatici. - LEvY, )> MATHERs, MuELLER e >JicKERSON 422 Su di un nuovo caso di deficienza sinusale. - FttoMENT c GALLAVARDIN 5!6 Su tre nuovi segni d'insufficienza aortica. - KANATsouus 517 Derivazioni unipolari degli arti. - MEYF.R e HERR 518 Reumatismo e artrite. - HENCH, BAUER e Bol.WD 518 \)
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NEUROPSICHIATRIA
Progrès récent~ réalisés aux ttats Unis daus le traitement et la réadaptation sociale des paraplégiqucs par blessurc dc la moèllc. - PETit-Dt.:TAILLis Pag. ~~ ~ What is Hypnosis (Che cosa è l'ipnosi). - SALTER ,, 314 PSICOLOGIA
Sommario di psicologia. -
APl'ICCIAFUoco
. Pag. 423
RADIOLOGIA
Considerazioni sugli aspetti radiologici delle duodeniti. - M \RzoccHt Pag. 107 l' Volvolo dell'uretcrc. - GtoiWANO . 107 Documents radiologiqucs conccrnam cinq cas de hcrnie diaphramatiguc. ,, 108 FoNTAI:"\"E e W ARTER . 108 La semeiotica radiologica dell"appa~ato respiratorio. - VtA Valcur de la tomographie dans le diagnostic cles bronchosténoses. - CHATfON )\ 2~0 C JEAr; )> 2:!6 Il rene polici~tico. Contributo allo studio radiologico. BARBACCIA . )\ L'indagine radiografica nella tubercolosi prostato-uretrale. - Pli:.RCIIOssi 315 Sui lobi accessori del polmone. - SntO:-lElrt 316 )l Contributo allo studio stratigrafìco dei tumori medi.lstinici. - AZio . 31 7 L'angiocardiographie. Son intéret clinique et radiologique. - TnoYER-RozAT (; PtEQUET . 423 Ossi fil azione unilaterale metatraumatica <lei legamenti coraco clavicolari. ,, 42 4 PARONI Contribution a l'étude cles imagcs Jacunaircs de l'estomac. - HvnAR e TtuÉtu\É.E 42 5 Le zone nella patologia polmon:uc. DI Gucf.IELMO e GAUDIERI . 5 19 Valore e significato del quadro radiografico ndla di,trofia metacpifisaria del )l calcagno. - FRANCHI )20 )) L'ostéoporosc circonscrite du crane. ·- LEPf.NNETIEil c GttAtl' 644 La dermaLite. Sintomatologin roentgenologica. - Rr:vtcuo 645 Le alterazioni ossee nelle emopatie: contributo casistica radiologico. - FERRERT Il 046 )\
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SCIIERMOGRAFIA
Le indagini schcrmografichc nella patologia del lavoro. - AtELLO e AN1'0NI011I Pag. 109 L'utilità della schermografin nella diagnosi precoce della tubercolosi polmonare con particolare riferiml·nto agli arruolamenti dei militari di P. S. GIOVINAZZO c PROZZO )\ !09 Contributo deii'A.C.I.S. alle indagini schermogrnliche Ji massa. Organizza7ione c s\·iluppo del Servizio Schcrmografico in Italia. l'uovo orientamento dclb lotta antitubercolare. - M.\ISANt 110 L'esame schcrmografico nelle Un iversità. - PtTTINATt e DALL'Ar.QU •\ ,. 110 TISIOLOG/.1
Sull'azione curativa della strcptomicina a pic,·ole dosi per via intradermica nella l\o'!EO . Png. 647 tuhercolosi polmonare.
668 :\ TTUALITA' Spunti di clinica: pagg. 112, 1q, 114, 115. 22!>, 229, 2~0. 318, 319. 310, 426. 427, 428, 522, 523. 524. 525, 526, 517, 64!!. 64~;. 6;o, ll:;r.
Terapte moderne e nuovi ritrovati: pagg. l t'), 116, 117, t t!!, 230, 231, 232, 233, 320, ~1 1 , 322, 323, 4 28, 429, 430, 4~ 1 · 432, 528, 529, 53''• '53 1· ())t, 052, 653· Informazioni: pagg. TilJ, r2o, 12 1. 122, 123. 23_), 234. 235, 2~6, 2~7. 238, 323, 324, 325, 326, 327. 32!!, )29, :no. ~3·· ~32. 333. 432, 4B· 434, 435, 436, 437, 531, 532, 533, 534· 535· 536, 653, 654, o;s. h5ti.
.Votizie milttari: pagg sss. 6)6, 657, 6;8.
ns. 124, 12c;. 23ft, 239, 240, .B4· q;, )~6. 437, 438, 536, 537, LIBRI,
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Direttore re~·ponsabile: Generale medico Prof. Guido ferri Redattore capo: Col. medico Prof. i\ntomo Campana Tipografia Regionale - Roma - Piazza ~1anfredo Fanti, 42
OFFICINE FARMACEUTICHE MARIANI S . a. R . L.· LABORATORIO BIOLOGICO VOGHERA • VIa Plana, 22 - Telet. 530 • VOGHE RA.
Anartrltlche $ . A. M . Artropatie acute croniche - affezioni reumatiche ed artritiche. Fiale da 5· 10 cc. endomuscolare endovenoso. Antitosse S. A. M . Sedativo - fluidificante ed espettorante nelle malattie acute e croniche broncopolmonari. Sciroppo. Arslton S. A . M . Esaurimenti da malattie e super-lavoro - iponutrizione - disordine dello scheletro - leucemia - clorosi. Fiale da 1 cc. semplice e « fortius >> compresse e sciroppo. Tipo Valerianato -(Valero Arsiton). Le stesse indicazioni dell'Arsiton più quelle della valeriana. Balsemo ltalstadlum. Reumatismi - lombaggini - dolori in· tercostali . algie da raffreddamento. Pomata. Cel-ma-chln S. A. M . Polmomti lobari - bronco-polmoniti malattie acute con insufficienza cardiaca - angine - malattie esantematiche. Fiale da 2, 5, ro cc. endomuscolare • endovenoso. Carbone Mentol Naftolato O.F.T.I. Assorbente - antipudrico - disinfettante dd tubo gastro-enterico. Polvere granulare di sapore gradevole. Embroca&lone llalstadlum. Strappi tendinei - indolenzimenti - allenamenti sportivi. Emttlsione nei tipi Acetico ed Ammoniacale per frizioni. Fermento Lattico Passall. T erapia batterica delle affezioni intestinali. Tubetti da 3 cc. fosfoton S. A. M Stimolante i processi assimilativi del ricambio - astenia - rachitismo - malattie del miocardio - inappetenza. Fiale da r cc. nei tipi semplice e << for· tius >> - compresse e scit·oppo. Tipo Valerianato (Valero Fosfoton).
Le stesse indicazioni del Fosfocon più quelJe della valeriana. Glucocetm•g. Terapia intensi va Calcio-Magnesio- Arsenicale. Fiale da 2, 5, ro cc. endomuscolare endovenoso. Glucocalmag. ccC)) Terapia Calcio- Magnesio- Arsenicale con Vitamina C. Fiale da 2, 5, Io cc. endomuscolare endovenoso. Glucocèlmeg. cci,, Terapia policalcìca bromurata arsel:i· cale con vitamina B 1 • Sciroppo. Linimento ltelstadlum. Tossi · pleuriti - affezioni reumatiche - distorsioni - crampi. Liquido per frizioni. Liquore Antlesmetlco O .F.r.t. Terapia delle affezioni bronco-polmonari di tipo asm1rico. Sciroppo. Pulmolelna O .F.T.I. Terapia balsamica - antitossica - anticatarrale delle affezioni bronco-polmonan. Fiale da 2 cc. e Sciroppo. Sedocepslne S.A.M. Preparato biologico contro i disturbi _ periodici femminili - dismenorree per eccesso - mestruazioni dolorose ed irregolari. Gocre. Tetra Arslton S.A.M. Astenie primitive e secondarie - magrezza eccessiva - stati di debolezza neuromuscolare e cardiaca. Fiale da r cc. tipo semplice e «fortiun>. Tetrametll Fosfoton S.A.M. Stati neurastenici - rallentato sviluppo dei processi biologici - infiammazioni croniche gastro-enteriche - coadiuvante nelle infezioni tubercolari malattie del miocardio. Fiale da r cc. tipo semplice e «fortius». Zucchero! S.A.M. Lassativo ideale contro la stitichezza e le sue conseguenze. Emulsione di sapore gradevolissimo.