GIORNALE MEDICO DEL REGIO ESERCITO 1895 VOL II

Page 1

GIORNALE MEDICO DEl.

R: ESERCITO E DELLA n; AIARINA

Vol. II Anno XXXXIII .

VU!iHEIH ~:'ìntCO TrPOGl\AFO DELLI! LL. lUI. IL RK K LA 1\SGINA

-

Roma, 1895



.

MBJMOR.IEl

OR.IGINA.I..I.

~~

SULLA

DETERMI 1AZ!ONE DELL' A\1PIEZZA DEL BACINO NELL'ARMA DI CAVALLERIA

<'"""""

l'~r il dottor :uar~:oCCa teoenttl m •llto 11cl rc.tl'•ffiPnt\1. cavali ru ~vo1a (l1 (M·•molrla letta alla Cunrerenza srlanUitt:;~ llello '''''11:\le m1lltartì 1h 1'11dova. cl~l mPse tll marzo)

Tromndonù a racco~liel·e Ilei dati. in un materiale co,• vasto di cui dispongo. per lo studio dello nuova leori,\ del pt·of. Lle <~iovanni di Padovn ciNa l'mtlnen1.a delb mor(ologitl tltl ClJI'/H> llllliLM solh\ pt·e]i:.pu~lzione naturale allo sviluppo dellé malauie nei div~rs1 indt\'ÌÙui. ho accettato di huon grado l'ìncat·ico dulomi dal nostro ùiretlOI'O. colonnello cav. lst~giaoo. ùt d··l-ermintm• in modo tn·rdso l'indìcaxione ùi IJ/Icllla lar!lu Ùala dal nostro ref!olamento circa 1 soldati delle armi a ci\vallo. Capisco che non ù mollo facile dt~llare una lcgl(e ; ma non è questa una huou:. ra;;10ne per arrestarsi mnanzi ad un problema che ci riguanla tanto Jn VICino e sn cui pos· siamo ess~r chiamati ad ogni piè sospinto a dare il nostro giudizio. O~ni arma. nel periodo preparaiÌ\'O della pace, cerca di sviluppare nei suoi uomini, Ltllli quei t·eqoisiti che più si addicono allo scopo cui e-<sa {• de5Linutn in tempo 1lì bi sogno; ed ecco clte nelle armi a cavallo la p1·ima cosa alla t}Uale si mira è ctuclla di ere\l'e buoni cavalieri . ~!)


7/0

SOLLA OETER~I'illiO~E DEU.'.\Iri'IEZZA DEL BACI:'ìO

L'arte di candcare è legata a molteplici condizioni, di

,

ordine fisico e di ordine morale. Noi dobbiamo mettere da parte queste uiLime, c perchè d allontaneremmo di molti> dal nostro tenut. che deve qui prendere in considerazione esclusivamente le COI!Ili.=ioni fi8iche; e per·chè esse intralcerelrbero molti:'simo le mie osservazioni, senza approdare a risultato positivo. Infatti il )lanouvrier nelle sue Rrclm·clte~ d'anaiomù• ram]ntrative e d'anatomie philosophique su1· les caractèrf's dtt crtlne et du cerveuu, da cui lo stesso professore De Giovanni ba allioLo alcune notizie, parlando della determinazione dell'intelligenza mediante le misure ed il peso del cranio. si esprime molto chiaramente: « L'intelligenza e la sensìbilitit, t'gli dice, sono in rape porto collo soilupp'J genemle drll' 01'gtmismo; ma il pesi> « dell'encefnlo o lo sviluppo del cranio non presentano r·ap~ por·ti con la sml71fice statllrl1. « L'encefalo non serve solo alle {1tn::ioni intellf'ttual!, ma « al moto ed alla 1utlti;ione ». Da queste ultime frasi specialmente traspare la gra nd& dillicolt.à nel determinare lo sviluppo di queste direrse funzioni con mezzi tnnto illusori di cui disponinmo. Perciò mi pare maggior serreliL sorvolare su qneslo problema, anzi che fare delle C$posiziooi inutili e poco pratiche. I caralleri assegnati dal§ 65 dell'blruzione complementare del regolamento sul reclutamento per i soldati di cavalleria sono i seguenli : petto ampio.: corpo agile: lunga inforcn tura: bacino largo ; r.osce piaue.


77·1

Da queste frasi molto vaghe onn sola cosa apparisce chiara. cioè che il regolamento, accennando a questi caratteri, vuoi dare al perito l'idea di scegliere dei tipi robusti e ben formati. Ma come il più delle volte succede al letto di un infermo di sentire l O colleghi emellere l O opinioni diiTerenti suJia spiegnzione di ono stesso fenomeno morboso, a seconda della scuola che si segue, delle teorie che si proJessaoo ecc. ; così non è strano senlir•e giudizi mollo disparati circa l'apprezzamento di alcuni caratteri individuali. Da qui la necessilit di circoscrivere gli apprezzamenti in limiti meno larghi , con concetti più esalti e per quanto si può matematici, a fine di rendere i giuùizì più omogenei. I caratteri su riferili non ~ono tut!i della stessa importamm : sonvene alcuni, come l'ampiezza del torace, la forma delle cosce che, per diverse ragioni, sono meno importanti della lunga inforcalura e dell'ampiezza del bacino, quando si parla di anni a cav:lllo. [o discntetò brevemente questo asserto per poi esporre i dali da me raccolti e le conclusioni a cui sono arrivato. A mpie::za. to?·acica.

Anatomicamente e fisio logicamente pal'lando che cosa significa nn torace largo? !)'ordinario deve significare uno sviluppo organico piò. completo. Si cono~>ce infalli che le proporr.ioo i del corpo umano dipendono dallo sviluppo dei suoi organi, e ciò è basato sugli studi di embriologia e fisiologia, essendo dimostr·ato per l' embriologia. che lo sviluppo dei uisce1·i e quello della cavità a cui appartengono sono fra loro proporzionali; e per la 11siologia che il massimo assotnto e


SUl.l..\ ltKri'.R}lJ\ \ZlO~F. OEI.I.'.\ \IPlEZU Dl! l. B \CI\0

rflr~ tiro •li {lltt:Ùm•· d1 un nrga uo sta in

rag10ne del ~ur>

svilu ppu. l polmoni ed il ... nngue, rome sappiamo, sono metzi atLivissr mr di sca mhw. per cui una funziOne più cospicu:1 di qtre,ti organi e tes,uti porterà nn:\ rorJtltore funzwnahtfl generale ; 111 una frase po~,;ramo dire che la forma e lo sviluppo del tor.tce possono darci 1111 indice deHo svilnppo e delln resrstenza dr un tndtnduo. ~l a questo carallere non deve essere c~clnsivo òelle i't rmi n c:w;~llo. l sol d. t ti in r:enert•. tranne quakhe pkcoln varraote, dovrebbero lulli po:;sedere ta l~> rertuisllu : le fatiche a cui \ a ~o7g.. ll.a l'1rma dr fanterta, h· lunghe marct•, lt' r.or:,e con un pei>o non inclifTerenle snlle spalle. rirhiedon o unn re.-r~tcn7.n constdere,·ole ; <'. tJUando h tnlroduzion•• •lell'ossi)!eno è s,·arsa e l'eliminazione poco alliva per una superficie t·ospirntoria non rnoltu eslt•sa, m ìnù \'l lui dtt per giunta li lro,·iamo il pilt delle volte ul&gomllici e con deficienz'l di emn!llobina. si hanno, tluraute i periodi f.tllro,;i. fJ ilelle f·mne 1an1o fret JUPDlr dr fmtuinlov~tca::ioni da strapa::;o per incomplela riduzthno degli l'lementi tenlflri e quatrrunri e per il loru ri.;ta;.too n ell'or~anismo , come cerchero di dimostrare rn un la,·om sulla etiCIIovin di alcuni mol'l1i di! ea·res.-ire fatiche. S·•ozt entrarr in una di,;cu,,;ione che t(lll non avrehuu ti valore che merrln , de\ o semplicemenle '\ccenn'lre dre qu~:>st'> fallo i• 'mporlahli•simo. t~li an1or1 quasi tull1 nmmetLtlOO che Il fenomeno ùrpenda dal d'rn111nrto tr a"pol'lo rli os:::i~e no. Senator lm o:,~en alo che il complesso dei fenomeni dcscritti dal l\ ussm,1ul souo l.t deuomioatione C11ma llwlwtrco non ,. pr·opno del dtahete, m:1 di moll•• altre rnala111e, e soprn tullo dell'nn•·miu /II'TIIiriosa Il Miillct· inf.llli nella -.un monogratìa ~ ull'onemia flrrttlcwwJ I'~"O!JI'rl>8irtt, descrive dei


~E I,l.'\11'1.\ DJ CAVA I.LEkJ\

fen omeni dd la 1(•,;pirazione e tlel sistema nel voso simili a 'Jllelli ilei k.ussmaitl. Tnli fulli si producono ancora nella cache~ ... ut d,, l~ioni rrnnli. dn caucro tlt•Llv ,~tomar() o del f~'gn. to ecc.; e quec;ti fenomeni da molti autori, e specialmente dal l\ 1es~, si fanno risnlire all'insnflìriente lra.,porto ùi os~i;::eno per la scarsPI.Za 1lei corpuscoli ross1. econ1lo le nuove \'etlttl6 SU!{II uffici dl'll'o~si;.:eno, r Uermanll ed 11 Pntiper ed alLI i sono ù'avvi~o che t>sso sareube l'intl'rmediat io nect>ssarw dell'assimilazione. e la sua prima e pd ncip:lle azione non 1: ossitlntoria, mn nssimtlalivn. La ... ua ~ollratione protluce una nl'l'ruhiosi tle1 te,-suti. QneiiH che "i o~~e1·va nt•lln futit:n serve henc a confermare l'e .. po,ta dollrio~ dell' autoioto,sic:nione. - ' ~Ila fatica .,j arrehLe un Psagerato e turnolluo~n t·onsumt> tlet rno col t :.enza sulliciente traspot'IO di o.. ~,~eno. L'urina di noimuli ull'alicnti contiene, a 'l nanto dim,.,,Lra l' Adnero, una 1\0·-taoz.'l nlr llo1dea: il sa ngue. rome hn e~pet·ime o tato il Mosso, riesce venefit·o ad nltrt auirnali s'"'· e l •Filio lauico s1 produce Hl esn,{erata co p~a. - (Maragl1111\o. - Stdle inw.~s-ictt : ioni. - Patolof;irt. pag. 33). Que:.ti fenomt'" ' pt>I'I'IÒ i \ el dicano [1Ìil facilmente 10 1oùiviùui dotali tlt poca nmpiPzzn polmouare. Uopo tullo questo non\ nle c1tare ad e'empio rh e alcunt soldati con appena HO cen111netri d1 torare resi,lono beni,-simo alli:! fatiche .\oclt'IO riconlu un cnso gioule ocronomi all'8° fantel'ia. in rui nn soldnto, nssegn,\LO nllat·ompagnia deposito per l e~o{l.!•·r,, i o ~ u lheteo za toracinL fece pot una garo di resi!'Lenza ed ollennv il pnmo prenuo. percorrendo d1 t·ur~a. ed arrirancJn unico r1 a tan11 piu robnsti, In thstanza d1 :.> rhilonwtri da Lecce a S. Ce~al'io. \l a qui vi i• ùa ohhit'llnt·e che noi nhb1.11no l'ah1Lotlinl' 11! tener rakolo, nt>llo sviluppo lor ,cil'o, solamente dl•lla t~irroufereuza di esso e non rlell':tltet.Za


iii.

SU ti •.\ llKTER~ll'i \7.10~E rtFI.I ; A'IriHZ \ OKL O \CI\"0

sternnlo, che ti più delle volte compèD~a la ùelìrrnza ùei diametri tra~rersalr ,•d tlJtlero- puslrl'inn·. E fl6t' co rreg~ere simile errore il maj!guu e metltco cav . ' lnf':>trelli ,rrts 't! sul ,·ero modo di determinar.. la cultatura torartca, e parlò appunto clell'import<tnt.a delle alln· mi,ure del torncc da tenere presenti nella il~termiuazione della cnpnl'ilù re:-piratorta. [)el re,to, tJUaiUntJUe sia la sptl'~at.iutw che dar si voglia u sirntli fenoment, non hi ...o;lna climent11~are cho la ~ccezioni non cosllltllo;couo lt'l-{~1: l.lULO piu che t medtl't dt•t corpi sanno p<'r prova CJoale sorte ~ pella a que..,Li t.alt conosciuti, cui nome dt wr:;ze ahililfl. \'i "ono nlcuni di l'S'i. è 'ero. eh t• tro' ano nelle far che un mezziJ dt nsvf'glio nl loro ulterioro ~viluppo; ma ve ne sono degli ultri che pre~LCl o lardi cedono nIle (aLichP, ca.denrlo, come dtce ti De <1 tonnni. nelle molteplici atreziont polmona:i o ilei centro cirrol:ttnrio; e ,e anrhu molti. non rm•ndo predispo·mJOnt speciali o poleodo~ì :'.ollrarre in un modo qualuncpae o forti cause occa ionali. sfn;:~ono alll' sale de~li o~pedali, ce li tt·ovi.tnlO ad o~ ni il<llll'I'C di palpebra. fm gli afllm,,latt gtot•naliert ad inJ.!ro,.sare quell'nllrn fal:w~e di ammalnti mnnllt ~·ono;riuti e stud ata rlll nnm" di u,,,; di in{alltt'tin; dì modo che, se al termine di l)gni anno st fnce:-se una. slnlistÌt'n l'~alla, ~~ potreld•c u~srrV.II'e clw ali• fi n lino nei nosln re,:btri. ftt•rmulando .. , e so.;fttueudc5a. O(lfl lkuraoo che ,.emprt' ' ..otilt Hl u 50 individui. D'altra p.11·to la rlel•'rllllD·lltOne esut11 dt:'l LOt'àl'& prrde d'tmpurtanz,, nella praltt'3 ancha r,el latto dH• CJIIUIUniJIIC mcdtco, perqu=lntu poro espetlo ... in, sa conoscrr P. di,tiugnt>re un petto ht>n fo rmatu t' bene .,, tluppatu. iudlJhlll lenl~>meniP dalle misure che "!.!li pb,;:;ied·· ,, lalle rnuus··t!nt.e 1ltll .: ri!lazioni nule che pas,;ano fra il tomce c lo ~viln pp 11 dtJII'ullu7.7.a o della


'ELL'.Ut\1.\ DI CAXALLERl\

grnnile apet·tura; perchè a furi:uli vedere e di apllrezznre si finisce c.ol tu-e l'occhio prati co a detcrminar.ioni estemporanee più o meno esalle. Forma, dl'llc' r.osct.

S1mìlmenLe a me pare che la pres~rizione della forma delle cosce non a!Jbin una grande impoi"Lanza. Le osservazwni da me prnti('nle su vecch1 solluLncinli del reggimento, ahili cavalieri, mi fanno dubitare ùrlla necessi Lil d1 tale circostanza; pet·clll\ per ragioni d1 eliL, per In \'Ìta calma e melodica, per le aluludini dtetetiche, associale nd ahlinndauli lihnzioni, avendo e3si Je membra mollo contorn:ue ùa pnnnicolo adiposo e lo cosce hen tonde, non cessn no d1 dare dei punti anche al più abili. Ma, mettendo da l>nnùa (JUesto fallo che pon·eblte lronre la spiegazione nell'equilitu·it~ giù. formatn antecedentemente, io dimostrerò anatomicamente che l1t langn inforcntn nl va sempre n$sociata a quella forma spednle doll e cosce, elle diciamo piatta; e, se manca, si forma con l'esercizio. "e noi di:nno uo rapido sg•tanlo alln disposiz.ione anatomit~n dello :ìclteletro e dei mu;;..:oli drll'nrto inferiore, pos.sinmo convincerci ell e la t·o~ioue sta dalln. nostra parte. Il {t'more: hn una posizione ohli1JUa da sopra io solto e dall'esterno nll'ìnLeroo; qu e~la oblitluitittro'a la sua ragione nel seguente fano : l tlue oondi li. clte rappre~o nlano l'estrem ilìl inferiot'•' del femore, non :~ono allo stesso livello. perchè il ,~o ndil o esterno, quando r osso i• =-ituuto verticnlmente, sporge in basso di circa 4 Ct.'utimetro d1 piit dell'eslet·no. 'fa, poichè questa cstremita infel'iore d~ve poggiare sopra uno stesso piano orizzontale,


ii6

SUl.l.A O!TJ::R\Il'i.\ZIOXE Oll.l;A'II'ltZZA DEL BACINO

rappresentato dnll'eslremità superiore della td..ua, il contlilo iuterno. per portarsi allo stesso livello, deYe sollevars-i di l centimetro, imprimendo cosi unn posizione obliqua a lulLa la diafi"i tlel femore. Ui più. se si gunrdn la conformn1.iooe ilei corpo di IJ ue:>l' osso, si nota che la sua faccia anLel'i01·e J1a una conv~ ·itù in nvanti e la faccia interna una concavità. in allo, che si comi nun coll'angolo formulo dall'impianto del collo del femore snlla diafisi. Cosicchù nello scheletro noi già troviamo una disposizione nanu·ole ad un leggiero nvvalIAmento dello r·egione interna. \'adiamo come sì comportano i muscoli. Ognuno sa che le regioni piu fomite di Yolominosc masse muscolari sono l'anteriore e la postero-esterna: e, prendendo in esame la regione anteriore c l' internn, che ci riguardano pel cnso, vedinmo che il p1·edominio delle mttsse muscolar·i e. nella prima. lnf<~lli qui si nota il tricipite femorale, muscolo molto-volum inoso, composto di tre capi, fra cui il retto anteriore, situato in avanti e più superficialmente. seguendo la curva anteriore e convessa del femore. Al di sopra di questi fasci passa obliquamente il sartoria, che rende più sporgente ancoa·a questa superficie. Nella regione interna invece la pn1·te cnmosa è ttlppresenlata quasi esclushamenle dagli addullori, i quali non possono per la loro posizione e pel volume competere con i fasci muscolari della porte anteriore. Perciò la regione inlernn deve esse1·e meno sporgente e deve formare nalurolm enle quel piano più bosso che dà olln coscia quella for·ma speciale cb e diciamo piatta. È vero che negli mdividui robusti. poeo alli e di corta inforcalurn si può I';scontrare uon rotondilà marcata della coscia per l'impianto di corti e J.(rvssi muscoli 11 oppo a rldosso fm loro; ma questo non si veriGra nella lunga


iii

inforcatura, dove i mu.-eoli sono più luoghi ed hanno una più e:;te·n superfim d' impianlo. E ~e qualche volla succede di osservare dei casi contrari a questa opini one, ciò è dovuto all'accumulo del grasso, che per lo spazio maggiore che esi"Le nel lri tngolo intt>rno e pe1· la cote pi1i souile ed elastica, più facilmente ivi può depo.;itar,i. ~ a questo fnuo, che possiamo riscontrare con qu .• lche frettnenza ne1 tipi unbt>rbi, con prevalenza. del sistema linfalico e cou certi carntleri femminili, non deve preoccupnrci; prima per·clu'. il gras~o facilmente cetle, e poi perchè cre'cendo il m:tmhio coll' alliYilà aumentata. esso spari ce. per cui 1:t co~cia, con l'esercizio e con l'accre,;ciuto consumo, moJ1ficherit la :ma forma.

Curpo ayilt', lunaa mfnrratttTtt. largo IJnciJw.

~on i.• oece;; ·ario di sprecare parule per dimostmre la neces'3ilit del corpo :~gite in iod1vidui che de1bono continualllente fu1·e dei :;a lti e sollevarsi mediante l'appo~gi11 o la forza mu"colore d~ Ile braccia: non cosi racile potrà appnl'ir'e la ,·et-a rag111ne dell.l lunga inforcat ura e del bactnn larlo(o. Qui si traua 1li ra~iooi fisiche e propriamente di meccllnica. Il signor rulunnello Asteginnu tn on suo hn oro. ,.:entilmenle oiTerLomi. ri~utmlanle uno swclio sulle malattie pro{es.~ iunttli. u paginu ~O parlaudo òcll'imporlaoza del uw.vcvlo ltmgo atlthlltort. si esprtme cosi: f( JJ femore. e---endo l'uomo a cavnllo, rappre;;enta ri,petlo c ag.ì adduuori. una leva d1 :lo gtlne•·e; il punto di appoggio • t'al cotilo; la re))ISten7..'l è tappresentata dal peso della « gamba e del ~p noccùio, che si dovo stringPre alla soli n; la


778

Sl:LL\ DEIErutl'\AZlO\E DEI.I.',\lfPIEZZA DEL n~ClNO

polenzn muscolnr~ u·ova,;t fram~>:t.zo a qu.esti Jue punti. ' Adnn,rue il t• addullOt't>. a conrronto del t• agtsce per « mezzo di un braccio di leva piit lunuo, ed acquislil perciò (< mag;.(iore potenza. ~> Per la stessa ragione meecnnicil agisce la lunga inforcatura: quanlo più luogn es:sa è, l mto più lungo sarit il l'e· more proporziouatamente; e quanto pìu lun!'O è il ft'lmore, tunt(l piil lno~hi saranno i fasci mu~colari che ad esso si attaccano; perctò f(UC'-Li a~endo sopra un 111'1\,Ccio di le' a più lungo. SlÌiupperan111l llll;t rorza -.empre più Jli'30Ù6. A me pare che invect' di cosce pialle si donebhe parl.ll'e piuUoslo di C{lsce mu•colo~e; pet·chè sappiamo rhe In ener~ia :ìVil uppata dagli ut·li c in pmpot·zione non solo del Lll'uccio dt leva, ma anche della potenza. lo conseguenza appnrisce chiaro che. a paritit di condi7.loni, se i ruuscoli sono lunghi e sottili. svil upperanno minot· forza dei muscoli u:.runlmente lunghi ma più grossi. L·1 impot·tanza della lurghezza del bacino si dimostra aneh'es.-a mntern:llicameote. l'rescindenùo dal fatto che qnanlo più ampio è il barino tanti più ponti di cont1LLo vi s~u·anno con la selln e perciò l't•qnilthrio 111eno spostabile, ri è una ragione molto piit inLet·essante e convincente. Se il baci no è. lar~o, i femori che si impianltlllO nelle cavità cotiloidee, cioè agli eSII'Pilli dell'asse trasve rs:~ l e, scenderanno naturalmente lungo il ventre del cavnllo. rormando un angolo acuto nel loro prolun~am eolo in allo ; se il bacino invece è strello. r·rmnnendo fissa l' ampiezza del cavallo ed i ponti ù'impinruo es.senilo rav' ici nati, le cosce si npa·iranno in un anf{ulo meno acuto. per cui le e~Lrcmità libere, rappresentate dalle ginocchia, saranno in conseguenza più lontane fr·u loro e perciò dalla selln; dove 11


~!tL'ARXA. DI CA\'AI.I.EI\1.\

ii9

per ricontlurle occorréranno degli sforzi mnlgiori. di cui non ~emprc si può disporre. l.n se~uC' n te ligur'a fari1 piil chinrn qnt>sla dimostrazione.

l'1111ti di pat•t,·n::a 11er la rfl!ti'I'IIIÌnll::imu del bucino.

nati I'IICC'fllli. \"~!niamo ora ai dati che

COill'lu.~ÌI•)I t'.

lino a qui hn potuto racco:!liere: i ctunli, se non possono dirsi di un' as:-olula precisrone. ci danno almeno una prima regob nlla quale possiamo aOì· darci , e t o~ lrerci dall'imhar.nzo in circo~lanze in cui Ilisogna pur dire qn·tlche co·a, o alrn~no mo,tt·are di saperne più dt·~li nllri, come i> nomo Jovere. Come facilmente si capisce nel mondo o~ico tutlo è relati\!,, per cui certe misure de!Jhono e~sere relattfe al cor·po al qunlt- ._; rifor·iscono: un hacino ~trello per un ftÌ~ante sarehbe enorme per un nanu. e rosi via dicendo. ~h per fortuna noi ahhiamo un d •lo co.-tàole a cui po,;siamu riferirei, e questo i· 1<1 misura dell'altezza. l'unica ('he viene pred:;:tl.l 10 modo a-,oluto d<ll re~olameoto sul reclutamento. lo tnlaot.l esporrò 10 hre\·e hl Yia Lenutn nella mIl\ ricerca.


7~0

::>ULI.\ HETEI\)JJ:"'AZlO'\t O.ELL' \\II'IKZZA DKL BACL\0

Punto di partetWI sonu state le numerose osservaziont istituite tanto tlaeli antropulo~i che dai cuHori dèJJ' anakJmia com11arattt sulla morfolo):ia tlel corpo umano e sulle dtiTerenze che que~to ha cou gli ahn animali affini. ljuanlnnque fra •tuesti cultori non mancano i contrasti, la conclusiOne n cui tuui giun~ooo e che a noi giova i! 1,, sef'Ul'nte: v li tipo morfolo:,:ico umano, •~ome il tipo morfologico « delld razze: ò un conceuo: mentre il tipo morfologico del· • l'individuo~ una realt:\. « Oat (aUt numerosi noi po,siamo arguire gli allrtllllti " mol"folngici che tJerono trovar~i io un tipo perfetto : pos(( sinmo 'lu iod i costruire un tipo ideale (De Giovanni- Jffo1'« folfl!JÌil del corpo llln!HIO - Parta ;j•, p!lg. 131 ). » Le osservazioni continue degli esseri umani piti ben formali h:tnno potuto fat· slnhilire lf' proporzioni e le rf'lozioni che debbono a\ere ft·a JorQ le diverse parLi dell'organi~mo. Ptllori e scultori in~ignt. oltre :J}!li studiosi di scienze naln· rali. hanno raccolto on matt'riale straordinario per decidere sulle proporzioni da dare allè di,e r~e parlt delle loro figure. Ulttmamentè bo rnceollo akuni da11 da Leonardo da \'inci, cht>, dopo mi~linia di osserv»zioot su organismi viventi e più prrfett1 e sopra statue antiche. ~tabilisce le sue proporzioni tipiche. E chiaro che l'organismo che r·isponde piu esattamente alle misure date, co,.lltu1rebbe il tipo, e ~lt altr1. che pn1 o meno .:e ne anicinnno. -;arebbero organi.-mi piu o meno perfttti. l>a CIÒ si ricava l'as~io ma, basttto sui falli, che alcune ro· rillnti a qu~.~to ti710, nel mtJntre clmicameote offrono una predisposizione a pnrt1cu1are morlnltt(J, d'altro canto danno le diver·ie tendenze individunli alle dill'er·enLi applicazioni pro· fessionoli.


iX l .Nel tipo id~all• si lro,·erebbero, ~econtlo il prof. Ile (hononi. 1 Si'~uenti rapporti : 1° L'alleun personale== alla grande apertura. ~o La Circonferenza toracka ==alla metu ùell' altei.Za personal\!. :Jo L'altezza dello .. terno (l) ==a '/, deli n. circonferenza tor.tdra. ~o L'altezza addominale(~) ==a' 1 clPIIa cir«:nnfercnzn toracka, o al doppio dell'altezza sternale. t;• Il diametro bi-Iliaco== a '/. dell' nllt•Z'Z'l addominale. l'artendo da qnPsto t•oncettn e ~apendo the la slntura nl'll'rtrm.t di caYalleria rlei lancieri può ,af'iare fra m. l.tH e l ,n, -.i può stabilire un quadro d1 ral'fiOI'li di M'tluppo tft•flt rfiu•/'.ye pnl'ti dl'l CVT7JO CO/t le tlllJI'/'SI' 8l111UI'I' . Sri\CCIIII! N t

Statura

I,IH 1,U5 1,66 l,fi7 1,68 l,fiO 1,70 l ,il

1,72

0."2 0.82,5 O.S:i 0.83,5 0810.81-.iJ

O.S5

085.5 V.S6

AlLena

Allena d•lomlnah•

lllarnt•tro t.l-lllaro

0.16,~

(),:):?,8 O.:J:l 0.3:J,2

0.2tl,:! 0.2G,t 0.26,:1 0.2G,7

O.IU,5

O.lli.li 0.16,7 0.16,R 0.16.!} 0.11 O.li,J 0.1i,2

o.a:l.t0.~:1,0

o.:l:J,S 031-

n.:H,:'! 0.3t,i

-

O.:!.ll.~ o.,·-'

0.21,2

n.!!;.a 0..27,5

fl) r•.. r 111trzu sternal~ ~·tolendl' ll lli<tanz~t elle ('1.~~3 olalt'\ (ono dt•l !fili• g lu all'appertt.fìc" :r•f••ftJe (t)l.'al«:ua a!ldommnlt' è L'l di.tanza cba eQrre d,II',Jlpcntll••• z•(oJIJt al lllat· gllll.l upenore t lei r•obto. Pot•ht' ìl •enlrt' in !\(!'1101 JIU il e.-èrtl moJito CllDH ••., t! 11 ~t•mphN mo•urazaone uoo potrebbP d'ue l'llltezlt.'l ~,,tln allora •l ra•nrm " ' lUI altro mPtO<Iu. SI lira uua tiOI'a oriuontalt hm~<tll Il margine ""l' ·nore •M pnlw cd uua p;aralleLJ. a que;ta che PliS~i rwt m~tiMI' llb~ro •l••ll'aptoen•llr.t• 1\lul•le: la prl'flcurficolare a que.lt& parnllola rapJlrusentcra l'nltezztt eHatta olr.ll'nrldom ~.


783

SVLI.A lll'n.ER:\IINAZIO~E OELL' AMPIEZZA DEL llAClNO

Fondandomi su questo concetto e determinate queste misure, io ho cominciato ad e~pet·imentare sui soldati del mio reg~imento. raccogliendo, pe1 · quanto pii.t esattamente ho potuto, le dimensioni dùlle diverse parLi del loro corpo per meuerle in relatione con •Jueslo organismo tipo ; mi soo servito dapprima dri migliori uomini dell'arma cioù dei carn.lirri .~c,.lti eoo n capo il mtustro di equita::ione, poi di quelli che mo<;trano wigliori allitndim a forma1'si b14oni cat·ctlifl'i e finalmente di quelli che costit1(i.-;conu lo scarto. I n questo modo ho potuto stabilire le relazioni cbe passano tra In mor{otuairt imlivid1talr~ e la diversa. tendm;-a di ciascuno di t·.~si }Jtr l'arma. Lo strummto tli rui mi son servito per lll misura del diameti'O bi-iliaco è 11uesto che qui presento.

Esso è composto di un'asta orizzontale più larga .\ (~n cui avvi una llcala in ceolimelri ed una scanalatura) e di due aste verLicali. l'ona lìs~a Ae l'altra mobile nella scanalatura, mediaole opposilo congegno, C. Fcco intanto il risuJLato delle misurazioni su circa sessanta individui.


i83

\EI.I;AlU!A Dl CAVALLERIA

C:ominciamo cou ordine. e preci•amente dalle o~servawini raue sut ca\.llieri scelti, delle quali il ~~>gueole specchio ~. ~ dà nn quadro Ùella}(liatu. SPICCIIIO ~. !

Cavalieri scelti (l.

~

';i

t~

.: .c

~~

l!

;,

=f

= ;;

"'o ~-

;;.

o

-~

_.. .:e --NOS ...,_ <.-

s;:

<~

<~

..

c.:

_, 0:"

~~

;:-

diiRVUJ:I' fU

.!! '7

=~

1,7:1

0,91

o,tsl 0,:!7

0,2!1

Ten~ntd mM tro d' equar:uwo••.

2

1,77

0,!12

0,1!-1

o,:37

0,28

llurtcrd DIBg!(lorc ra,allertuo.

;J

l ,Oì 1/, 0,83

0,10

li, iO

0,29 1

~

l ,Otl

0,89

0,20

0,3lJ

5

1,71

l' 0,03

0,20

0,39

0,28 ('1,28

(l

1,71! '/t O,Sì

(),:!:.!

O,lù

0,28

0,20

n, IO

11,30

8 l,ti!'l'/1 n,x. 'lt O,:H

0,~1

o.~n

11,19

7 l ,7 1

O,fltl

1,70

O,sti

0,39

0,27

10 l,t;s

IJ.8i

0.~0

n.:w

1.7 l 1

/t 0,'11

0.37

ll,:!8

12 l,i0 /J o, ' l !l 1,71) O,fll

oJO

IJ,2 o,:.IQ

0,27

O,:H

()

Il

1

o,,

ll,:H

t:-. 1,6g

o.8··

O, li

o,:ls O, ili o,:H

t li 1,08

O,flli

0.18

0,3:l

H

I,Ui

n,zv

·t) In •tnn:~to Il rimo sprrchlello >i o~~erva cbe lo JJrOponlonltm l'rulezJA ~lì!r­ Dalt• Il fj\ICIIA a•ltlomlnal·· ~ono rre3SO Il. i'OCO IJUOIIe flui liro: LI dlnmetro bl·llll\rl) c POl'o menu dei 't• tleil'nlteua addomlnnle.

In rompi~,~~~~ ~i notn IIIH\ nrmunla Jtiu c~o lLn nellu prOJlOrzlool del r.orpo,


78~

SULLA OIHER'H~AZIONit OEI.l; \ 'll'll'llZ\ DEL B\t;l\0

In un oflìciale del reggunento, oll1mo cavallerizzo. che fu già maeslru di equitazione alla "cuoh di Pinerolo, io ho riconlrato le seguenti proponion i : AILezta personale meli' l 1.7:;; cil·conferenza. toraci ca O, 91; al tezza slemnle O, IX, alteua add•>minale 0,37; diametro bi-iliaco 0,29; lungn mforcnlura. Da questa prima o·servazioue risulla che la circonferenz:J loraclca. nel cavaliera 111 esame, è piu della mela liell'altezza per i. cm.: che J'alleua addominale corrisponde e;;nttamcnle ai ' , llella circonft>renla toracica; che l'aJtt'7.Za :'lernale rappresenta il 1 • della cil·conferenza tor·acica ; che 1l diametro bi-Iliaco ragt!iun~e P~'~' feuam11n1e i • , dell'altezza atldominale; dunquu qne:;t'uomo l'appresentn nelle sue proporzioni qnusi il tipo i•leale. Similmente possiamo t·i sco ntrare nel furiere mnggiot·e ttlrnllerii.7.0 dPI re{!~lmE'nto un'lllte7.?.a di m. l , 77. un tor.tce di O,n3, un altezza slernale eli O, l O. un'altezza :ulclom m.lle d1 0,3ì. ed un diametro bi-iliaco di 0.?8. ln cp1e,..l'uorno lnlle lo proporzsoni s1 manttl n ~ono perft>Uissimamente, trann•• il diametro bi-iliaco elle scende di centimeri l 1/ 1 dalla propor~ione voluta . •\.bhhmo pos, nei l. sqn:Hll·oni presenti nl la sede, l l. cavalieri scelti fra. toporali IOnJ.(giori. appuntali e ~ohlati. La massima statura in questi l ~. indi vidu.i è Ili metri 1.7 1 '/, (\ la minima dt meln 1,67 / ,; il tomce r;~){~iung~> in tulti In melit dell'altetza, e l'oltrepassa in molli essendov1 tlei toraci ds O, 91, ll. n 1 ,. O, !l3; al masstmo a cui ziungt> l'alteu:t arldom1nale ~ tli centimetri i. l . il minimo di centuuetri :l:J. Il diametro ma ... simo bi-iliaco è ds centimetri 31) cd un il minimo di centunetri 2G. Oa ~ruesle mi,ure st t•icava uua j)rima consegnenla. che, c1oè. in tutti questi giov,mi si osser,·a un'armonia nelle pro-


NELL' .\.11~1.\. DI CA.VAU.Itl\1.\.

i85

ponioni che mollo si aHicina al tipo, infatti, oltre la circonferenza toracica cbe sempre corrisponde alla metà dell' altezza, nubiamo che la misura dell' altezza sternale e dell'addome armonizz-ano fra di loro, pert hè in quelli che hanno un'.liLezza nddomioale di i-0, quella sternaiP corrisponde it 20 oJ a qualche cent1metro io piu : io quelli io cui l'addome scende a centmu•tri 35. l'altezza sLcrnale scende a' 18 centimetri. cioe presso a poco alla metà, come appunto ~arebbe nelle proporzioni Lipiche. t:c.me si comporta io essi il diametro hi-iliaco t Per calcoli esatti eseguili sulle proporzioni ollenule dalle misure, ho potuto o~ervare che il diametro bi- iliaco in nessuno degli osservati raggiunge i •1. dell'altezza addominale, ma che in lulli la differenza consiste al massimo in tJualche centimetro in meno, di modo che, futla In media, risulta che la differenza non ollrepasqa i 2 CGJilimeu·i, per cui la proporzione si man:_iene pi ir vicina n' ' ; a che ai '/,. Per esempio, nel cavaliere scelto N. 7, del 4-o squadrone, l'ahezza addom•nale corrisponde ni iO centimetri: il diametro l>i-iliaco a 30 centimeu·i; se queslo diamell'O rap· presentasse esattamente i '/, d1 40 dovrebùd essere 33, quindi è di 2 1;entimetri in meno. Dunque nei cat·atieri scel'i del reggimento il diametro h i- ilirtco é poco meno dei ';, dell'altezza addominale. Per amlare con or·Jine faccio immediatamente seguire i dlltì cbe con rara sollecitudine mi ha fornito l'eg1·eg•o capitnno medico dollor Fallori. cir·ca i cavalieri scelti del re~gimento cavalleria l odi (l ~1°). Tn essi. come si può vedere dalla seguente tabella si mantengono le sLessissim..J proporzioni da me finora accennate. 50


i Hli

SUI.l.\ OE'ItR'IINA7.l!ll\E DEI.I ' AirPI RZZ\ D'Et BACI.XO

Sraccuto li. 3

..,

..

Allena

Uta metro

a•t.lomltule

t>Hliaco

llaPJ>OrlO del diametro cotralleua atldumuule

o.~o

0,:10

2

o, w

u,:ro •,,

l l,

0,2!1 '/,

l 1/t.

~

o,:l!l o,aK

0,28

2

,.

5

o,:rn

0,:.!8

3

Il

()

0,:19

o,:m

2

7

o,:m

2

~

8

(),!l8

O,:W 0,28

!l

0,38

0,~7 '/s

IO

11,\1

0,2!1 1/ ,

c:

.; .c

oi

~

3

(ll'f&

cm. meno dei '/,

2 2 .,,

,.

3 'h

»

.

,.

"

,.

"

)O

l dati ri~tunrdaoo IO cavalieri. in etti ad un'altezza addominale massima dr ~O e ~l cm. corrbponde un diametr·o hi·iliaco di 2U e 30 cm.; cd atraltezza minima di 38 cm. corrispondente nn diametro bi- iliaco di ~8 cm. Come abbiamo Yrsto di sopra. all'altezza addominale di ~O e 41 . per· essen i la propollione dei '/,. dovrehbe corri~pomler~ un dinmetro di :n: ed aJI'allezza di 38 un dinmetro di :lo. i; ma in,·ece anche io queslr cavalieri non corrisponde eire un diametro di 30 pul primo o di 28 pel secondo co.so: cioè 2 rm. m meno. Cosi le os.,ervnzioni del dottor Fartori concorderebbero perreuament~ con le mre.


787 OeJ(I i altri 35 un mini dn rne osservaLi , 25 mostret'ebbero. secondo l'avviso dei comandanti gli squadroni e degli urfìciali addetti :t!(li e~ercizi di maneg~io. buone tendenze all'equitazione, e l O altri nesstLD;l capacità. Nei pt·imi ::l5, come ,;i vede nel seguente l'pecchio N• .\, le proporzioni non i mantengono così esaue e cost:mti come quelle (in(lra viste: di modo cbe io molti. mentre il valore n:;soluto del dinmell·o bi-itinco, si mantiune presso a poco come nei cav;~liet·i·scelti, comincia d'alLra parte a variare la relazione ft·a que. to e l'altezza addominnle e fra e.'lsil e l'altezza sternale. l[ Così , per citame qualcuno che pitì si discosta dalle medie fino n qut trovate, abbiamo nel soldato Zao, N. 20 un'allezza addominale Lroppo sproponionata rispello a quella sternale ed al diametro bi -1linco; per cui mentre il l" giunge o. 48 cm .. l'altezza slernale ò eli 19 cm. invece di 24., ed il diamett·o bi-iliaco di ~8 '/, cm. solamente; il che significa che frl't 1(\le:>l'uhimo e l'aiLezza dell'addome passa una relazione che è pii.t vici na ai ·, , che ai '/ , , anzi non ne dista clte di l solo cm . • imilmente si osser"a in ullri 6 o 7 casi. Ma dove lJUeste sproponioni crescono immensamente ò nei IO individui classilìcati fra i poco adatti per l'arma di c.a ''nlleria, come dimostra lo specchio N. ii. L'osservazione fatta su dj essi, dal uontrasto cbe presenta con i l'isullaLi linora esposti, lascia emergere sempre più il concellp dil·ettivo che bisogna tenere neUa scelta dei s.olùnti di cavalleria.


SU I.I. A ORTEII\fl 'l\ i'. l O~ E UIU.I.' \)IP IE'l tA DEl. 1\.\CINil

78X

SP&(IIIO ,\, '·

Tendenti a buoni cavalieri (1}.

il ~

z

1

,.:! ~

VI

1 ,6~

1,1)7 3 1,70 ~ 1,6G :, t ,72 (j 1,68 'l

""a a

e o .,..

cf ~s

.::.:

t,70 1,7:1 l ,fili l ,GG

17 18 1!1 20 1,71 21 1,68

22

::-

==

l 0,8,\

.~nnato::,cmt

.!!•

c:>

, O, iO 0,27 o.~ O<> o..l8 0,27

0,17 0,19 O,W 0,17 O,IS 0,16 0,16 O, IK 0,20 O, tU 0, 18

0,~0

11,27 0,38 0,2()

Id.

O,HI

O,i-2 0,27

Id.

o,:lR O,:W

0,89 0,00

0,17 O,li 0,18 0,19 0,20

0,85

0.18

o.~m

l)l l!J

o ~t 0,27

0,85 ll,R!l

O,R8 0,8~

0,8i O,&i 7 1,7t 8 1,71 1/,1 O,Ul o 1,691/, 0,82 1() 1,7() 0,83 1j 1,601/., 0,84 0.8112 1,611 o,sn 13 1,67 O,QO H 1,6!) 0,87 15 1,71 16

~ "'

,S!c;

0,87 O,R7 0,85 O,Ul

0,19 0,17 0,1!)

o, w 0,18 11, 17

La /,~onione é piu 'lo'lnt al • r e n i ' / •·

.~

0.3~1

0,2()

Il, li) 0.26 0,38 0,26 0,3'1 0,2i

La I!JOilOnwne ~ad~ lino a t

' / a CIT~

o,<\n 11,2. O, H

o.~s

0,:!7 0,27 0,10 11,27 O.i-2 0,27 o,u 0,:!7

O,iq

loi

Id Id.

0.26

M. 0,:!8'/, Soldat.o Zan. c1t&l·• n~l le>lo.

0,:18 0,21.i O, W O;H

l o,:Jn o,ts 0.\-(J 0,~7

0,40 1 O;lfi1/ ,

l

La proport.lon·· 3r.ende nn .. :u

•t. circa.

Id. lo l ,

(l) In qo,., ID s..-on•IO <pec:.-htetto >l J'U•• ••SSCrvare cbP, ~IJbeoe Il ntore a•~ tuto del d1ametro ll•·lllaeQ '' mnnl••nga ~•rt,>O a poco uguale n quello del ca· \&litri ~<eetU,JlUrll le J•roponlout fra l'ttlteua »ternate, l'alter.u addommale td ti tlfnmctro bi-iliaco noo ~no plu eo~l Psatte C(lme nei vreuuenll lnfi\Ltl Il dlamotro bt·Llinco cho IH'I primi orr. drllll ' / , dell'altezza Q.(ldomlnalll, In que~tl ultluu acendu lùlo nl a;, rJrc{l.


;,rt.L'.\1\YA DJ C" V \I I.Eiìl \ SPn...aw N 3,

lndl,ldul che non mostrano attitudi ne per l'arma Cl).

-·.....e-=

00

!!• o·.J:J

J J ,W i

1),90

o, 1n o.:~:;

l

0,2!)

Qno.'t" prOilOr:r.ionl rurooo Jlrl'Plelrini, pn•poo to roel 11&.~<14tgio 11i arma P•·r·

~·· nd .oldato

ch-' ITIQito JIU:lOII',

:! l .&8

0,9:!

1120

o. i!J

3 l ,tili

O,W

O.:H

o 51 Q,;j.J

(),27

hl .

l•lnn, •rtuntunque proJ•urtlo-

ra.\to

-i

1,61:1

0,112

0,2.2

5

1,711

(,,~

O, IH

0/12

0,:28

lrl,

8

1,71

0,87

0,20

0,4H

0,2<:

hL

7 1.7 1

0,90

!1,21

0.5~

0 ,:!7

Ili.

11,85

u :.'0

0,:)0

0.:!~

hl.

1tl

l,ì:!

hl.

Il l l .l;(j

O,ttt

U. 'i5

U,:!O

Id.

12 1,71

0,20

0,52

0,28

hl.

13 1,70

O, IH O, i8 1 0,2U

Soldr~tn

Giuhano, morto 11er

lUIIt'rcotosl lnringea, gracile o

~rlropor~.iuunto.

H t,70

0,8 1

0,1 !i

o, -w

0,26

15 1,118

0.88

0,15

0,40

0,2!i

SproJior~•onato i' GTaclle, JIM•

NIIO In un tLISll't'tto.

l llln 'Ili• l•l roe«blrlto :lÌ O»e"l che IO prot>otllool fr:a l'all.ezz.a Sll'rnale, l'alto!IIJI Ìld!IOOitlllte Ili! rl diametri) bl·lfu(O \DOliO SCIDJII'C piu aeseen<IO. :'\el :C . ' · pe-r eMUJplo, l'attuta sternale d• cm ft, ha oo~ aJtuu adt!OJlUJl&le dJ ('ffi ~ hl\~" d• «, ed Il diametro bHII:tco di tiO. !7, elle m cootronto ~II'.. IIPWI ntlolomloale M"I'Ddl'uella pror•nrzallnt nJ di ~t•lto Ilei 'J,. E que,IJ'

dh ~r!ol' JOrOJ!urxlonl 1lellt~ alteue uou sono prhl' d'imr•ortnoza, percll~ le esaltrate n lt~7t.ll •ternaU ed addomlonll concorruno a ronnnro Wl tronco molto 1\ln~o In flnro gon ~ d~ll'inrortn tura, clio a ua1'altra conciiLiooo necessa.rfa per boo

eAv:llruru.


790

SUI,I.A OKTI-:RlliNAZlO:\E DEtL'A'IPLEZZA DKL BACLNO

Fra questi ultimi osservati ve ne ha la mag~ior parte che pra..;enla un'altezza addominale di 52 cm. ; e, vt>lcndo aocue ammettere che 2 cm. si debbano detrarre per la maggiore rotonditi1 del ventre che alcuni hanno, e che può essere causa di errore. rimarrebbero 50 cm. Ora in qnesti sog~elli il dìnmetro bi-iliaco si mantiene costante fra i ~6 e i 27 cm.. per· rui •l rnpporlo fra qo~sto e l'altezza addominalo si ridunebbe molto a1 di sollo dei •;, . come pure sproporzionata sarebbe l'altezza sternale. l rìmanenLi avrebbero meno marcat.1 questa sproporzione. ma essa si manterrebbe ·empre inferiore ai '/, , come ne~li allrì. Qui non cito molle delle osservazioni falle sopra. individui mal disposti ;l ll'eq uitat.ione, pcrchè in essi, più che la de(i · cienza dìll I.Juci no, concor·re a questo poco adaLLamenlo un corpo o troppo :uliposo e poco agile, o una ioforcatura non mollo adatta. o nna agili là male in lesa, percbè Sl)ambiala con una gracililu tnorbo:\a e vin dicendo. lnfatti in ((oesti 11ltimi giorni, per continui rappol'ti avuti dal comandante il2° squadrone sulla poca attitudine dPI ~oldato Pietrini, ho dovuto proporlo per il pas'a~~ io d'arma. nvendo egli nn corpo tozzo, massiccio, con pannicolo adiposo sviluppatissimo per la sua eli1. qoantunltue avesse le volute proporzioni fra addome e bacino. L'esito 1lella ra:.-segna ha dato ragione a questo mio apprezzamenlo. trasrereodolo al 56" fa nteria. Qwtlt• .va rebbe ad tntq tte la conclusiollf?

lo credo che non SHl mollo difficile Lrarla da tutto quello che lìnora si è dello. Poichò abbiamo "it'LO che nei mìgliol'i cavalieri il rapporto fra il bacino e l'addome si mantiene pressochl}coslante tanto nelle mie che nelle os~evazi oni del dottor !<'allori; e poicbè


791

que lo rapporto d1miouisce a mi,;ura che dai cavalieri scelti si pa,sa ai meno adatti, si può conchiudere che un bacino per dir~i largo eù adaao per l'arma d1 cavalleria de\'e oscillare oell t propon1one dei"/, ai '/, dell'altezza .tddominale; p~r cui saril tanto rm lar:.ro quel bacio o che piil !il accosta ai • '• della sucJùeua altezza o l'oltrepas i. Il bacino si ùiri1 !Mello invece, relativamente alla statura della p~!rsona 10 e.;ame, •toando scende al disotto dti •;,. Contemporaneamente, se beo si guarda, ti fatto che :si nssOGia a 'luesta sproporlione è la poca ar·mooia delle diver~e pr·ti tlell'or~anismo, come appunto succede in I(Ue:-ti ultimi O&!'erva~•. Co~i, per esempio, un individuo di m. 1,67 di stotur.•, dovrebbe avere un'addome :tito cm. 33.4, in\'ece si troYn ùi :H cm . con uno stemo allo 20 cm. invrce tli 26. ~Jnesto fallo non è privo d' intt!resse; perchè tali sproporzioni le veduuno accentuaLe io tutti gli individui poco adaui all'.lrm:\; la IJU.ll cosa vorrà dire che oltre alle condizioni thico-mecct\niche meno athtlLe, vi co ntribuiranno :1oclle delle cooJi.doni centrali. l 'n l!orpo st•nz,l huone proporzton• vnol :;igntGcnre Reneralment.e uno S\iluppo disordinato; ed uno sviluppo morfolo;.tJco poco umonico c1 fa per lo meno sospettare uno sviluppo p$icllico non bene coordinato. l o principw, parlando del -'lnnoovrier, 10 ho ratto noLare come e,!li espnme ch iara la ·ua opinione circ:a la rebr.ione della 'ensihilila e dell'intelligenza con lo sviluppo t-tenerale dell'organismo. Per cui sareLbe giusta la conseguenza che un or;;anismo più proporzionato nelle diver3e sue parli stia in ~o:enerole n ùinotare che gli organi che presiedono a qu e~to sviluppo siano nnch 'essi pitl equili bra ti fra loro e vice\ er~a.


792

1.' ACIDO SALICILIC~ PER VIA EPlDERMlL~ NELLA CURA DEL REUMATISMO ARTICOLARE ACUTO

del o ou. Glo• a nni Gul('«.'iardi, tenente meJJco •• Ila llt'UOil cJ • •l'l•hcazlonl' di nnltb mlhtart in Firenze

Dopo le numerose esp el'ien~e meno recenti di 1\iess, Striker, Schulze, Barel)'• Lepin ..Jaccoud . Oulmann, Hnrdy e ·e~ e gli entusiasmi dei clinici piu moderni. l'oso dell'acido salicilico o del snlicilato di soda nella cu1·a del reumatismo Ol'licolnt·e, divenne pre~sochC generale. In questi ollimi tempi, pur riconoscendo l'azione veramente eroica di Lale meJ1cnmento in qu~ta malt!ttia, molti, impressionati dna disturbi prodotti òalla sua somministrazione per uso intet•no, hanno completamente abbandonato la medicazione ~nlaci lica e sostituita con altri farmaci u·a gli antipiretica ed aMige ic1 ultimamente venuti in uso (antipirioa , antifeLbrina, fenacetina! ecc.). oppure si sono ~tu­ diati di sommmistrare il farmaco per altra ''ia elle noo fosse quella dello stomnco. Per ,·erita, osservnzioni numerose, antiche e moderne ci hanno dimostrato elle, anche a dosi terapeutiche non mollo congidere\'oli, l'uso dell'acido salicilico è stalo seguito da catarri intestinali assai pron unciati (Wolfberg), d::L


L'ACIDO ::iALICII.lCO PER LA VU ll'III&RMICA, llt:C.

793

coliche e diarrea (Uiller), da lesioni nella mucosa j.!a~trica (C;otdtammer, Ftsber, Aster), da dislurlit intestinali e cet·ebrali lì no al delirio ( Oujardio·Bcaumetz e Lemansl..i) ( 1), e da fenomeni tossici (Uucbard) (~) e piit di frequente da nau,E.'e, vomiti, ~co~o tli bruciore alla fariOJ.(C (St>t\) \3} vampc al •i--o, alteroattva di ro·sore e pallore ai pomi.'Ili, ,en:-o d •amb.tscia. rumori diversi alle orecchte (tlt ~o ffio , di piog~-tia. fischi, ecc ), sordità passeggera (. rhultze, Bnret~, Ho,.:l-:, Set~) (:~}. Qucstt ultimi falli sono qttasi costar.ti nei soggelli nervosi , i ler ci, specialmente nelle don ne, oeli t) quali spesso si ri1contra un'assoluta intolleranza del medtcameoto. ed altrettanto dicasi dei dispeptici e degli stomaclti delicati (llojnrdi n- lleaumctz) (1 ). l'or· ovviare a tali inconvenienti si ricorse n parecchi mezzi: cosi fu con~i;:liato di somminis~rarlo priwn del pasto (Barie\); da altri dt farn e srgutre l' ingestiooe a '/, btcchrere d'acqua tli \'u·hy. o di uoirlo a piccole dosi d1 bromuro potas:.ico, e riò !o.fle<o:ialmenle nolle per~one nervo~e (Talamon): mn i risultati rurono poco posith i. Allora s1 pensò di camhiare la 'ia tl'rntroduziflne. Uuj.trdin·lleaumetz e Lemansli ( l ) hanno consigliato come mi ~lrure l• 'i a del retto, n'endo e.;si :;perimenwto che, menti e per la vi;L dello stomaco occorrono ~O minuti per tron1re il medrcamento nelle orine, pel retto si ri~contra dopo t 5 mrnuti. Anche I'Erlao •er (i.) l'ha ullato pel retto in 2o malati, Dellondo prima l'intesti no cou clistere evacuati\ o cd iniet-

Hl Jlullrl. flt'lt. dt lhéra}'tut., l:i gennaio 1834. (ti ,\.,rièl<l de IJiérn]ltuliqt'e, !7 dicembre 18113. l3t llKcU.-IIDRK. - IJicllomtaire cncyd. du ICifllCU rn~t:ticllltl. (l) Dful•cll. A rch. {ilr ~lilt. Med., 1893.


79 ~

t.' ACIDO SAI.lt: ILICO PE R LA VI .\ IJ>I D&l\lUC.\

tan•lo il licJuiùo alla temperatura rlel corpo nella se~ ue n le misc·Pia : 'alit.:il.ato di soda Tintum 11'oppio \ cc1Ua dislillata

grammi G-8 lt

1-:.>

~

100

Jl Lem:1nsk1 111rece ( l) no lo la l'uso pet· supposi tori :

' alic1lato di soùa . ~rammi 12 Burro dt cacao q. h. per l ~ suppositori. :; a lì al giorno. Ullimamentr ti Bourgel di Lione ha risollevala la «}Ue:Hione dell'nssorl>imenlo 1lei fnt·maci per parte della pelle, ed ha proposto l'uso dell'nctdo salicilico per applicazione esterna nella cura ciel reumatismo articolare (2). Lu questione dal poLero assorbente della pelle è stata più volte a~1tatn tl risoluta in sen~o contrario; infatti nel 1874. Buurlto (3). c piit tnrdi ~l on n crrt:au (1-) ( 1 ~83), Lewi n (ii) ( I M~:J). 1\ tdttt>r(G) ( 188~). FeJorof(l) ( 1886), Fleiscùer(8), L~ulrlois (H), \ lberlons ( 10). Ouvul (I l), Keller (12). Guiuard e nourel ( 13) l'd ullimamenle Fuuint e Pierini ( l i-) hanno

--

(Il /ll(ormn mtdirn, ts9l (j Rtcau bJ d t ID StA in~ rortlllndt, '. 9, 1 93 (31 0111l~l1 •;tra•ral d' lhrap.ultlW', U .lgtlSIII hi~.

(' l fltDIIt «ltl ICitlt(fl lll'da~alu, •oi. X'\1\'. (51 Otri Ul 1 e.\. Wocht~tlelm(l, X. 1~. 1883. hl) IJtult ••-trch. (ur 4/w. lft•l, \XXIV. N't· IU. Cast.'!. (71 Tht /,Oit•LoJn tnl'llk•tl J«Wrllnl 15 •ltcewbre 181'6 (8) I.4NIIOU. - riiiOIOolll, 11311' :>l3.

(Il)

111

hl.

loc oli.

f'UI••IO!}ia, jtljl'. ~ Ul) OOV.II.. - Cc)lfrf de ph!fllOi ogie, ISSi. (li) lJ.IIIJ..>IIII de la 10riitr (rlln(lliJe cl'laygitnt, 189l.

(10) \LUIITO:<I -

(13) Journ11l cle mitktmt olt Oruulltl, t 8J l. tU) Oollrlllr1o cJell1a n. Arèatlemltr medita Ilo noma, an no Xl '\', ra~~. 11,


'IELLA CURA DBL RKlJM\TCS~IO AR1'1COL'l\& A(;UTO

795

recisumente atTer·mato che la pelle sana non assorbe e che, quando ciò ha luogo, avviene. o perehè non ci si 1\ a ~um­ cienz., garantiti da nn possibile assorbimento da parte delle mucose, o percbè lo stato della pelle stess..'l fu modificato per l'iperemin prodolta rlall':.zione meccanica richiesta dall'applicazione del farmaco. All'opposto Gunther ( l ) nel 18 3, facendo pohrerizz;lzioni eou soluzioni di di,·ersi medicamentr, benche si circondasse di ogni cautela, ottenne r·isultaLi positivi quantunque talora molto tardivi. e " est ram h (2}. eoho (3). l'aladinu (4) .•l uhl (5) e Kopf l6l nel 1888. l ùiT (7) e Muller (8) nel 1890, Adaru e chumacher· (9) Ba-,clrlds ed Obermeyer(IO) nel l89 1, Winle!'Ditz (lt ) nel 1802 sono arr·ivati a concl usioni identiche. lo stesso ed il pro f. Vanni (l~). du·euor·e dell'istituto di cllllic" mPdica propedeutica dell'unìversiLìt di Modenn, fur.enùo csverienze sull'ionoenza della snlivn umnnn adoperata come eccip iente dì alcuni medicamenti snll'as:;orllimenLo llella pelle. abbiamo in parle studiato anche quest'argomento e, sia con osservazioni falle su ammalali ai quali SI applicava semplicemente una data quantità di pomata iattn con diver:1i eccipieoti e si copriva la parte con una medicntur·a occlusiva

Il) C4rrupon4en:-Blalt (ii.r schtcei;;er .Jer.wte, o. 1883. Ph!JIIologi~ cumparie d•t 0111maur, t&!S. tSJ COLI:t. - loe. clt. l PAI.AT•I!'iO. - lsotnutioru di lliiologla, pag. !S~G. (5) Dful4. ZnlfChri{t (ii.r klin. Med. XXXJil, fa~c. 6. 161 lloti1Ull dts fC~RCt$ mèd., XXXIII, fase. Il. (71 flllniUtlt.atJ (iir Pharm., 1890, pa~. 671. (81 CmtroUlllitt (iir PhyliOI!l{lie, tlioom!)re t890. (9) R~pUIOirl! de pharm., lS!H.

l'Il Cfll.t'<, -

(10) Cttllralblt~tl (ur klin. Med., XIJ, l, s 65. CII ) lf rc/1, (dr ~J:pe1·. Ptilh. tmd Plumn., XXVlll, 5, pag, 405. ( l'i) 1.., VAKNI Il G. GOICOIARfJI. - 0dll' ln llu anzn (.IQ!Ia S!,\lll'll umallt\ adO· JlNnta, u~n.- Ai·cll. di farmacia t terapeut/ca, ta~c. t9·'!0, t893.


791.)

L'ALID O SAI.lClLICO PER LA VIA EPIOKR.H.lCA

qualu nque, sia cercando di metterei al sicuro da qualsiasi po. ìl.tililà di a.;~urhimen to d11 parte delle mucose ese)!uendo le ftizioni in un orto fuori dell'ambwnte ìn coi re•pira\a l' indh•tduo ( l), ~•amo arrivati alla conclusione : t• Che J'as.;orbtm,..oto di vari medicamenti ;tpplicati sulla cute :;aun ~ un fa tto certo e clumicamente dimosLrabile ; 2° Che queato è magj.riOre se si osn per eccipiente la saltva : 3° Che dei medicamenti usati, quello pel quale l'ns· sorbimen to si 1\ mantfcstnto più pronto ed intenso è sta to 11 "-Riicilato dt soda. Uopo di noi il Robieran:;cl.y (ì) facendo studi sullo assor·bimento della vaselina pet· la superficie coto ne~ e sulla sorte di questa nell'or~mn :s mo, esp~l'im entaodo su ca ni e cooi;:lr posti nell' impo:>stlulità di leccarsi una qualsiasi parte del corpo e di osportarsi cosi la sosta nza applicata, vide e h ~ la vaseli na, messa n contatlo intimo della cute, veniva indubbiamente a:.•orbila forse per il tramite delle glandole sebncee, giaechè. quando alla vaselina usata per frizioni ~i aggiungeva dell'azzurro ùi Berlino. souo ti mi-

Cl) r.lt autori rhtU~f'ro un 'ano rti un us.!to wn una parete twperm~lnl~. !M'l cui mtlW \rnnn Calla un 'atu•rtura ctr(l)lart• ru'l"ondata da uu manicotto dJI' t"rmlna'a In una ;tuaioa C.lJI>U'•I di ~lrin;:er-1 ed allarg~l a •uloot.a. fecero rou<~~re un;\ (l&rnha e bunn'\ 11"-rte delb to..c:.a d<>l paztrohs per qu.:.•ta ntwrtum, •tulndl •• chl""'o Il m~n•'Olto >lringwdo moderal<lml'nt•• la gu.a10a a livello del letto l!upcnorc rtella cuhcta •lopo •'•'rtl sp.1l mato la cute ncltrntto com•powtente, con una rtnnlche so;tnnza gru!lll per lmpedtrc anche tJ<'r qucsL:l ''l:t r Ingresso alle JHU peceole t(UADtlta d'arta. Dopo l3\'3to eon nt~tun e illptlne I'Mto, ''enne e..~eguita l'applical!one d~lla pornat.t, ~polm~nllo •JUP>ta sulla putP, senza e<ercltarc alcuna nzlone meecanlcn sulla pelln o lnsciMdolll in po~to per circa due ore.

(t) Areh. (ilr r~p. Pt~lh. Ulld l'hnr!ll(lkol., Otl. XXI , 1.893.


'i&LL\. 1:UB \ O&L RKU\lHIS\10 Alt11COI . \IlB ACUTO

797

ero:-ropio si lro,·a,nntl Lracc.e evideotr dr questa materia colorante nei foll ic-oli piliferi. ,\ll'oppo;;to okolow (l), avendo istituito cinque categorie di t!~perienze : facendo fl"izroni con l O ~r. di pomata conleo..ote il l 0-30 p. l 00 delle so,;tanze esaminate. ha cooehho: 1• Che ln. 1'ell~ illtsa ,. non irritnta non assorhe aiTauo,

oun uendo alr una influenza la quantit?t della SO!It;ln7.a, la durata dt:llo strolìoamento e la superlicie strofìnatn: ~·· Che la p,.lfe alq11anto lmt (scottature, ~l amlolo eehacee ioliamm .• te) assorbe sempre le :;o ..ta nze applicate ; a·· La pclf,. irrit tltll con a11Pllca ::ÌOIII' d'acido 'inticllir<•. rl11ro{hrm io, tremmtina, rrratrina, tintura di Jodio, a-;.;OJ be lltlmpre queste c;ostnnze e quelle qualunquo altre che fosst•r·o CIJIIIenuLe nella pomata.

da !In JITI'CI'flmte slrofinaJill!t/(11 cnn flanl!llo o ron lii'Olungato strofhltWII'nlO tll'llo IUl!JIIttnto, assurbe dbcretameola nei prirni zO 30 rnmuli dell appl i~· Ln wtte rn·itata

caziune.

:1• n so~giorno cieli' indi"iduo in un Llas.:no a 'npore caldissimo non a~e\ ola l'assorbimenlo per la pelle; qunsr analugameDLe alle e,;perieoze dolla -;ignora ?ttnrgheritn Traube " engarr or, la quale già prima di quest'autorl' aveva o.- ·ervato dae n'ando del carmi no e Ilei feno-t~ianuro po· ta,,ico io soluzione aClTOOsa :llla temperalurn di 3i ~ , per Ire' i pennellazioni so Ila pelle, la penelrazJoo e -;1 Jimrla"a nllo str·uto corneo, invece colla tintura d' rodio venne Lrov:uo l'iod iO nei follicoli colorante la ~nni na interna (2). On

Il ) l'rrlt(. N. l, 1&.1! • ..C nn. d! ellim. t (a rm. :'1 G, t 8!14. (ti llmd!ei),IU dell'arcctdemla dtì Llrteel. Vol. VII , ttl9l


i!)8

0

L A(.l00 '-.U.II.IUCO PIB LA \'lA EPIDBR'Ill:A

uhimo per non r.1tnre altri, il Th. du )leso il (l} dopo unn serie di Gllperien~o 1!0 esso compiute concluse che in pratica non st può ollenere l'assorbimento Jei medicnmenlt per la cute sana altro che nei casi in cui •rue-.u. per la loro composizione rhimic:~, producono ana soluzione di conti nuo della pellè o quanùo, dietro ripetute frizioni di pomata si provoca nece~sarinmente una lesinne della cute. Fra tanta discrepanta d' idee e rb.ultali cosi contradilitori si può però rilevare, all'erma il Bour~el (?), che in ~enerale gli o«servalori i quali hanno ~perimenlato con soluzioni acquose di sali di metnlli pesanti o di sali ad aequo. di crislallizzazinne, sono UITivall a couchiudere che esse non sono a~sorhite dalla pèllt• in talla. \ celiamo aJ contrario come lutti Kli el-perimentatori che si sono serviti di so:.lanze che nvevnno nu'o1.iono dissolvente sull'epidermide, come l' ioùo, i fenoli, la resorcina e sopratutto l'acido snlicilico, affermano che la pelle è ass:ti permeabile e che lascia passare una rilevante •JUantità di qnelle sostan~e. l ofatti numerosi furono gli o:;servntori che constatarono l'assorbimento dell'acido salirilico per In pelle percbè appunto questo farmaco pos~tede la proprietà di dissohere l'epidermide (3) e dallt~ osservazioni meno recenti dì t.:nna, (t ) UtuiJch • .Arthlt

(ur kllni1ch~ lltd. t 89!, r;. i a~

,,, n,. 1 mlJ. Jt l<1 Sul •• romond•, 9, 1!193.

m l'i~ll• MOiolA d 1 16 muto dJ *"''l'anno alla SOtiet.:l di t>lologla d1 ParJJ:t Il Ltnos,ier eli l.lon.. e l.~oo!'h h.1n.oo l:umuni~o il n ultalO di ~"'Pf'rteu.ce da u>i l·r.\llcate. secon•lo lo •J.lah l'arido altrHtco alla temp~rntnra tll 3? emtl· IP.rehlil' 1lu1 vn1•or1 JtCSAnll ~ ll()(hls.imo diiTusibllì, capact •Il 0$-ero :~S.Sorl,utl finii :t pr llto. St>cundo ~<tll 1\Uiorl 111111 si potrehhe anrora. delln•livamente deddl!lrfl se l':ts >Ortouuento ciel r:~rmneo SI compia t•chhi•amente allo stato di vapore o >C si debita ammfltf•r,• (liuuu.lo rlre csqo, la cw azione cberntollllea e rono· se aula, molltnchl sofllraentrm~ntt~la barrll:ra epiteliale per renderla permea bile. Comun!tue ~la l'a~~otu s&Uc1hro dCJl03lO lu (lomata s11lla pelli' verrebbe a~­ sorllllo nhD<'no 10 pnrto allo •t..1lo di VllllOte. (SemoiM midlcale, 1895, N. Ili}.


Sl!l.l•.<\ CUHA DEL 1\EUMATIS\lO ARTICOI.\RE ACUTO

709

Jahl (1). 1\ iuer(~). Ingria (3) e Guttmnn, che constatarono

il rapido a~sorbimeolo dell'ac1do snliciliro p~r In pelle, specialmente quando si copra la parlt' frizionnltl con una medicalllrn oeclo~iva, si arriva alle più recenti di Bfilt, ~ello , tc,.c:o t n)!ria, di Desto l e Bourgf't r hl) conc:talnrono sempre 10 ml)do evidente l'assoriJ•m~nlo dell 'ac1do sallcilko rla parte della pelle. Ralz al congre~so di Wiesl•aden (4) rifer1va che nel bnJ:no t•nldt-;-;imo (.\.~ a n • c.) certo sostanze sono ltene a~c:urhite dalla pelle. e tra tJae~le m modo particolare l'acido l'alil!ilico. tlel quale si è sempre os,ervato nelle urine la re.•ziont• t'ar;lllerislica. noooc:Lanle che ~i a,·esse la precauzione d'ungere con materie !{russe il prepuzio. l'ano e l'omheliw per evitare la pos$il.ilil iL di un assorb11nenlo per qu este parti. lngrin (ti) nel 1803, I' Ìspondt~ndo nel osse1·vnziooi mosSl'l(li tlu Fobi n1 e Pieriu1 (G). ha replicato diverse c3perienze d•t es-n p reced~nlemenL~ prnlirnte ed ha Vt>dolo che, npplicanrlu Mpra nn braccio di indhiduo .;ano una mi~rela di :; ~··· d'ncitlo s'tlicilico io 5 gr. d'olio di mandorle dolci e l n~c1nndo h 111 po3to per un tep:1po ''ario da 1 -~ ore, si ritrom :.empre l'acido ;:,alicilico nelle urine e la reazione ha ra~o:~iunto il massimo d'intensllil dopo !. n 3 ore e sempre in relaz1one colla durata dell'npplicnzwne del farmaco sulla pelle. llestul nel dicembre 18!H (i) ha comunicalo alln suc1elà

-------(l ) Hutu rNiJ. 4~ l a Suuf' ~lltlllld,, 9, b'!l3 ftl l~lCI\G&T, lor cit l3) Gll>r iiOit artltrnlltiOIIole dtUe lril'll.%1 m~df(M, I~SG (l) lli(uru111 mtd 1893, 108. r~) Vorga911l, 1893. !61 l llllltll tltlla 11. AccaJ. Jfe.I. di ltomo, Anno X 1'\, fllSC. 11. (7) /.yun mi! lical , l 8!lS.


800

l.' ACIDO SA I.ICILI CO PER J, \ V lA EPIDKR~Ji t.:A

delle scienzl' mediche di l.1one le sue o ·senazioni circa l'int1uenza favorevole delle sostonze volatili sulln penctrazione cutanea dei medicamenti e ... un,, rt.>alta d~>ll'assorbi· mento dell'acido salicilico, fallo 1·eso assai pii.t mn nife~to se vi si unisce •[nalche "o:stnozn volatile. Quest'autore ba pure veduto ehe se SI fa precedere all'applicnzione clelia ent<tforesi rolla litina. un'uozione con pomata ~nlicilica. si constaLa In litina nelle urine l o ~ ore dopo, mentre colla cataforesì sola sono necessa rie ulmcno ~'- ot·e. Il n.,ur~ct (l) h1 eseguito nn numero grnndi,s1mo di e~pe· rienzo adoperando l'arido !laliciliro con diversi eccipienti, ed i! arrivato alle seguenti condosront pratiche: l . L'a-;sor bimento deii'Mido snlicillco da porte della pelle t• raptdo ed tnlenso. ~- La pelle de1 giovan1 ha maggior potere nssorheole di quella dei vecch1 e l'a-.sorbimento è rapido lin ver,;o i 1.0 nnr11, poi st rallen ta. 3 La rapiditi.L ed intensità d'a~sorlJimeoto dtpende dal veicolo imptegalo a ·etogliere l'acido salirtlico. - T g1·nssi sono c1uelli che permettono io maggior copia la pcnetrnzione del medtcamento. Col glioerolnto d'timido, la reazione compare dopo:; or·e. e ra~giunge il massuno dopo ~ . La quanLit ft d'acido salicilico estrn ua dulie ul'ine nello 24ore è 0.00!'1·0.01. Coll<t va.~ditw. - 'J'racce dopo '22 ore, massima dopo 13. Qunnlttà estratla durante le ?i ore 0.0 i-0,08. Con sugua. -Tracce dopo 1 ot·a, rna:;sima dopo 2 't. ore. ~ elle 24 ore si esll·nssero 0.1 0-0.~f. d'acido salicilico.

(t ) llOtrliGET -

loc. r il.


NILI,A Cl' HA DEL R~U\IATIS'I'O ARTlGOLARK ACUTO

'

80 l

f on slltJna [,m11lina r Cl'l'm•·ntinn. - Dopo '/,ora reazione neHa. mass•ma dopo un'or:~. i- . La cute della donna. più sollil<: di quella dell'uomo. assorue molto più facilmente. ~ La cute det biondi assot·he pit'tllì quella dei bruni. 6. L'a,sorbimeoto c m ag~dore nella regione delle grandi artkolaziooi, miuore n~>l dorso. - Un' :~pplicn:r.ione di 50 grnmmi cirra di pomata snlicilica futta sul ventre, sul torace. sui fia nchi e sul dor5o, ha futto pnssnro nelle urine, nelle :U ore, 0, 19 dt arido salicilico ment1·e 40 grammi della ste,-sa pom:\la Ùi'>lesa nllorno ai ginocchi hanno c1ato 0,26 di acido salicico nelle unne. l n seguito nl risultato dt qoe.ste esperienze, e considerando ~he :;1iì• nrimn della scoperta •lell'acido salicilico si usav .. oo empirtcamt.'nte n~:~lln cut-n Ùt!l t·eumaltsmo articolare per applirn:r.ione esterna certe piante, nelle quali dopo si è isolato nna qnnnlttà notevole d'acido salicilico, come pel' esempio ~alapl nsmi 1la tiol'i di S'pirea ltlma·ria e linimenti C'Ù unJ.!Ill'llti dt r;ualteria procumbens ccc .• il Bonrgel venne nell'i·lea d1 usare pe1· vitt epidermica l'acido salicllico nella eu m del 1eumatismo articolare. 11 Hnel d1 Gmevrn, nella clinìca del professore Revilliod, sei anni pr1ma del Bour:!et areva u.;aLo sn larga scala (130 ammAlali) questo metodo di cura servendosi di una soluzione nlcooltca o megl1o oleo-alcoolica di acido salicilico seG·111do la ~eguen,te fornsula:

Acido salicilico. Akool assoluto. Olio d1 ricl!lo •.

gr.

11)-30

}) 100

)) 900

n l'Ui talOJ'a aggiungeva noa piccola qunntiltL di clororormio {!> •/.). che a\·en la doppia proprietà di agire come aoal;{e-

5l


,.

803

t.' AC IDO SALICIUCO PEl\ l.\ VIA IJ'IIIKIUIJ CA •

ìiÌCO e sopratnllO d1 fnctlllare notevolmente J'as,othirnento per la pelle (secondo le esperienze di A. \'aller). In tjuel tempo queste Ol>servaziont non furono pubblicate. ma piti tarJt ìl Jluel dopo il lavoro del Uout'JW. per t·ivendicnre lu priorità del metodo, comuoirò per este' o alla :-ocie1.1 medica di (; ,_ nevra gli ollimi risultati tla esso allora ollenuti ( 1). J1 Do ur~et per due anni e mezzo, traltò lutti ~li ammalati di reumatismo artit·olart" colla cura snlici:icu per u~o esterno, ed i ri ~ultau che ne otten ne furono llrillanti ......imi. la ~uari­ JlÌone non a\ venne mai più tardi, nnzi dt fre,Jueole piìL presto che coll.1 cura tnteron, e mai ehbe a lamentare dislurb• o diò:.zraLie in~renti oll'nppl caztone del medicamento. Questa venne falla solto quauro diverse formule: l ' \ cido snlictltro

:;:r. l O !)0 Il IO )) 90 » IO )) 90

Hlicerolato d'amido ~· .\ ci•lo ... oltcihco Vaseli na :l' \ chio salictlico

~

UJ,:Oll :

~· Acitlo salicilico Lanolina Es,euza dt trtlmeotinn S u.~:na .

~ nn n

>>

IO

L'esperienza mostrò all'autore che 1 risultati migliori si ollenevano con la formula ~- i·. e ciò perclti• la trementina, dissolvendo l'epidermidi'. facllila l'assorbimen to del farmaco, ed esercilanùo una lieve azione rivulsiva, conco,·rt> al buon esito della cura. Con questa pomata distesa ~u ll'a rticolazioni 111 SodPt;L me•lic.'\ di GineHa, •edota del ' ottobre 1893 ( Rt~u• mèd. df la Sullfi llomunde, t8V3}.


ammalatt>, ...eozn eserdLaro alcuna friztone ~ulla pelle, e coprendo semplicemenle la parte con medicaturn. ocdusiva, l'autore oltt>nne li n dalla pn ma mezz'or a una forte reazione ~alicilica sulle orine. to cut d·mmte 3i. ore passarono da 4U.iO a O,IH grammi di acido salicilico. ~ella lezione di dtiosura del ··orso 189:-l-!H il professore ~l·r~li t no (l) •·•feriva di ricN·che miziate dal dott .•Jommn. coadiuvnLo dnl laureaodu dou. \[ tru!!O \tllho, sulla cura dell'arlttle reumatica con l'acido snlicilito per v.:1. epidermica. t:osi purt' ti prof. Pieo..:a di ~npolì ba comunicato aJ congre~so medko tnternationnle di Roma il risullur.o colla cura .lei sal il' tIalO dt "oda per u~o esterno in l O malati di reuma· ti!iDlO articolare. hall n ,;qu;... ,ta gentilezza e del prol. Fieo~n e del doli. ~r aru:!o ho rit'"'' 1110 i til:'ullati rla e.;si ollenuti nelle loro osservazioni. Il duu. J emma cd ti laurt>ando tlou. " nru)!o banno sperirueot<no l'acido ~al,cilico per Yitt epidermica secondo le formule con''~'liate dal Bourget. l'er nJ<ni pt onelln1.ione u.;arooo una qunntilù variabile dai IU ai :JO )!r. t.li pomala. l.'a\·tdo 'Hitcilico fu lrovato nello urine io media dopo due Ort• collo poma la ~ . t di Rourget, dopo ;} ore colla J• e 2", tlopo } ure colla :J•. (.,. e ·perienze furono fatte sopra Il ammalati di poliarlrile reumatica e -.opra uno di nl'tralgia sifilitica, e le conclusioni ali~ quali Hnnero ~o~lt o~ser\'ator• dopo circa ~00 npplicazioni. furono le seguenti: 1• L'nctdo sahcilico per via epidermica non ha azione antipirelica valutabilc.

Il) Crouae~1 tltlln cllnfc4 di Ge11ova.- t893.


804

l.' \C,JDO S\UCIUGO PKH LA VIA Kl'lDER\UCA ~u fla invece azione anal~c,ica inùiscutthde, che 1 \'e-

rih a ~-3 ore dopo l'apphcazton<' e fu o~serçato anche nel si fil ili CO. 3° Questa sua azione oon n duratura oltre le 2~ ore e non ha alcuna influenza sulle lot·alizzazioni. .i • ~o n provoca disturbi dt sorta e gli ammalati, per tollo il corso della cura. conserYano ottime le funzioni di;.:erenti. n• lo tutti gli ammalati ottonnero gu:tl"iginne t•ompleta in un tempo H rio tra 1:) e ti.> gtot·ni. li prof. l'ieog.1. inre.·e dP.IJ'act Jo salir.ilico. ha u~alo il sahcilnto di soda secondo le seguenti formole: l' alicil .tto dt sodn fina mente poh·erizzato gr. ~() lodoformio td. td. ~ IO hseltnn. » l 00 2• 'nlit'ilatu di sodu fin:~mente polvenzz·Ho » :io !odolo . • lO 1()0 \asci ma. l) 3' !'alici lato di sodu :.m ) IO Iodolt1 ;; )) Estratto dt gtusqutamo \ aselina. 100 4' • ulicilato di soda . :Jo )) Estratto di giu~quia m o n \ aselina. » 100

,

• •

Della 1• formola si •' Yalso nei casi classici ùi reumatismo articolare, delle altre oe1 casi di minore importanza. La mt>dicatura venne eseguita o~ni sei, og01 n od o~o.'lli :24 ore, secondo l'urgenza. spalmando la pnrte di pomata ed avallando dopo. Ddi l O mnlatt cosi curali, 8 appartenevano alla forma infettiva comune, e degli altri due uno segut nel decorso del-


NIU.LA CURA DEL REUMAl'lSMO \ll t JCOLARE ACUTO

~05

t'influenza e l'altro fu consecutivo al morbillo, e meno un caso che :.t protra~se sino alla i-" settimana, gli altTl guarirono r.on tale rApidità dn non far clnlJilare rlcll'ellicacia ùel trattamento locale il quale per di più venne sempre ben Lol~r~ to, meno in casi eccezionali. quando si svtlnppò un poco tli eritema locale, che scomparve tosto <tllonlanando In medicatnra e la\'aodo la parte t'O O acqua borica (l). Nellu stesso anno 189:.> Fajnrd (2) ha e::pprimentato esso pure l'acido salicilico seconclo le indicazioni del Bourget, ed ha visto che quc~Lo metodo di cura agisce più rapidamente ùel snllrilato ùi soda per via imerna, specialmente ~ut dolore, non ò seguito ua accidenti di sot·L~l ed è ben accetto all'infermo . l o. suhtlo dopo il lavoro ùel Bourgel, ho incominciato a curar·e nell'i nfermeria lotti i tnillaLi di reumatismo articulare acuto •·ul thelodo descrillo dall'aulore, ed avendo ln seguilo ripetuto le esperienze, ho sempre constatato l' ~rucncia ed i vantaggi !lella ~urfl; quindi ct·edo, non riescirà del LnLLo inutilt' che io brevemente esponga e il metodo seguito ed i risullati ottenuti. Oieci furono i malllti soLLoposLi alla cura clescriLLa e in Lulli fu osata la seguente pomaUI terebenLiuatn: Acido salicilico . gr. IO E.~:cn za òi LremeoLina ~ V . nna ~·. 100. a:se 11na • . • •

e solo rnr·nrnenle In pomata saJicilicn tcrebenlionla, secondo la io" fo r·mola di Bourgel. "'enza fare frizro ni di sorta, applicavo uno strato Ji po(Il lJi(•Jrrna medica, 18?4, Voi Il, pag. 100. <'l Ra((trma n•edtco, t tl?l, Vol. 1.


$0ti

L'ACLDO SALICJLICO PER LA \'lA EPIO!Illlll'\

matn, tuttot all'intorno dell'articolaziOne malata e ropri\ o la parte con carla pararliunta o con tela dt rauc-:tu, tJuindi con un alto strato di ovaua e una fasciaturn conteutiva. L.L medicatura !ii nnnovara •JUllsi sempre 0;1n1 ~i ore. t]ualr.he volta nel tf.eclln:tre dell'acutezzn della malnui~ si lasciava in posto anche .H! ore. Le urine vennero esaminate ~eneralmente mezl'ora, 1. 9, 3, 6. 12, :H ore dopo l'applicazione della pomata. Non si è mai usato alcuna cnr.• tolerna. Oi.'lerr:a~ione 1•.- GambiiAc;ca G1or~.no, caporalt> del

regl t> affe-tto da reumal.!OtnO urlicolarf• a cuto localoz7..ato !!pecialrnente al pu~de destro. Entra all'infermeria il gio1•no 9 dicembre col piedfl molto ~onflo, la pello ull'intorno ar•·o~sota ed t\ tormentato cJa dolori viviss imi che gl'impedi ..couo Il ripoc;o. TempeJ•atu ra :17o. !l dicembrt~, ore O Si opplica ~ubtto suJie arhcolaziona malate, senza esea•caltlre a lcuna friz10ne, uno strato (C II'Cil 50 gr.) della segu~>nte pomata ~iownlo C'avalleritl Umberto

Acido salicilico . . . . . . gr. IO Olio e~~enza di trementina ~ tOO ana gr. V 11selino . . . . . . . Si copre la parae con earta paraffinata, quindi, abbondante strato d'ovalta e fa<:~cialura. E'lame dellt> urine: or·e lO (olopo l ora dell'a pplicazione). Traccia manifesta d'acido sahcihco nelle urine. Ore il (dopo 2 ore), reazioM not~>vole. Ore 18 (dopo 9 nre), reazione abbondanti~sima Oru 9 del giorno seguente (dopo 2i ore), reationa considerevolissama Dopo due ore dell'applicatione della pomata, i rlolora ~ono incominciata a dammuire abbastao?.a sensibilmente. L'ammalalo ha dor·milo qunlche ora della noLte. W dicembre. Si ripeto' l'applicazione della pomata. l dolori

,


:ULI.\ Cl R' TIEL IIKl"lfHhlfO ARTICOLUI& AI'CTO

07

sono 111au !-lopporlablli p~r tutta la giorn ultl e d unioucti IlOche ,Jal !fÌ •rno pr,.c~>.Jenle. T emperatura al mattino 37° C, alla sera 37•,2. E•ame d··lle urmè · reoziune sen<~ibihs~ima in lulli gli el'>atni t>sPguili come nel giorno preceJent.o ' 11 clkemhre Non ~i riapplica nuova pomata. la•ciaodo in (lOSlil la ffi"dle&lJra prere ÌClllP Reaz1one salicihco manifesta all'eMme delle uri ne. t2 llicemhre. N on «i apphca nuova pomata. Dolori quasi scompal'si. R•·alione "'ahc1h"a anf'OI' m"l-nife..ta . 1;, du:~~rnbre. S1 to~lie la m••lhcatura. Lo tumefazione è •Jilll>'i "lcmnpar~a Non v1 '~Ono piu dolori. Si la Hl la pnrto e ~i a n~olFt~; •empl1cemenle in ovatta. 18 dicembre. L'ommalt~lo s'alza eù é quasi guarito. O*ll " roa~io ne 2' - Bonoiti BaLLtsla, soldalo nel 42° reggimento fanteria, tlnlra ella tnft>rmt-ori'' il ~iot•no 7 dicPmbre con r~;~umnlt>'mo nrlicolur c aculfJ lo ohzzato alle arlicola~coni di ambedue i r-i" li. l pce•li !>Ono molto gonfi, la pelle all'antorno è 1\rro '"Sta ~ r.aldi ....tma l dolnrt ~OUtl vt,·i'l"tmi ancltt• lenendo 1 p1eù1 nella pìu com pleta tmmobihlà. Tt"mperulura al mallino a l momento dell'npplicalionc ,Iella pomul11, :JK',f;. 9 ùtce mltre. Or!! 9. S1 aprli•·a la ..,olila pomaln salicilica nella qoaulita di circa 25 grammi ngni piede, quin<li lu solita rnedccatura E 810 -! ,Jt Ile urme:

Dnpo rno>zz'orn dell'applicazione, reaziOne ~alicilica appena manifesta . Uopo t ora ùaU'a pplicazion~, reazione maoi(o>sta. ltl. 2 ore id., td. maolfac;ti,;'lima. Id. 1:! :d. i 1.. iJ. aen~ibilissimo.

dolori ~ono cltm.inuiti dur·anle In giornata. Temperatura <Iella sera 3S IO dicembre. St ripete l'applicazione ù"lla po ma ~a .


808

L'ACIDO SAUCII.ICO PER LA VIA. Bl'lDRHMlCA

Tampertllura del mattino 36•.8. della sera 37°. ~elle urine. Reazione sempre abbondantissima. 11 d1cembre. Non si r1apptiea pomata. Dolori quas1 scom· parsi. r emperalura a febbrile. Reazione salici11ca r::elle urine sempre manifesla. 12 dicembre. Non si riapplica pomala. Dolori quasi "comparsi. Reazione sahcilica nelle urme, lie"e, ma ancora manifesta. l5 d1cembre. Si toghe la medicatura, la lumefazioue ~ quasi completamente scompal'sa. i dolori sono del tulto abolili. Si copre la parla con semplice ovalta. i8 Jicembre. L'ammaltlto l>ttò dirsi guarilo e si alza. Dopo due giorni !aRei& l'infermeria con qualche giorno ùi licenza. Ossuoa.;iOfle :.l... - Cai1·o C., soldalo del15 reggimento ar•tiglier·ia, entra all'infermeria il i!i- febbraio, affetto da reumatismo articolare uculo, locaUzzato alle articolazioni dei piedi e del ginocchio sinistr•o. Ha ROiferlo altre volle reumatismo articolare. L e arlicolezi»ni maiaLe sono lulte mollo dolenti e tumefatte. Temperatura 39o. 2-' febbraio. Ore V. Si applicano circa 50 f!rammi di pomata l'IUJie articolazioni ammalale. Esame ùelle urine:

Dopo mezz'ora dall'applicazione. Tracce manifeste. Dopo 1 ora dall'applicazione. r eaziClne sensibile. hl. 5 ot·e id.. iol. manifeslis~ima. Id. 12 id. id.. td. id. Id . 2~ id. id., id. id.

l dolori dopo poco hanno com inciato a scemare. Alla serA la temperntura è scesa a 38•, 2. 25 febbraio. Si lasciano fasciate le articolazioni dei pilldì senza riapplicar e pomate. Si ùislendono invece sul ginocchio destro estremamente dolente circa 30 grammi di pomata. l dolot·i nella giornata sono divenuti più sopporta bili.

1


:CRI L.\ CURA DEl. llEU:VAThltO \RflCOI..ARI:: ACUTO

~0\l

Al mollmo prima dell'apphcaziOtH.! della pomata. lemptr ratura :48' ,6, alla sel'8 3 ', 1. ~elle urine si e sempre ri~conlrato acido salicìlico in grande 'luanl1l8.. ' 2G rebbru10 Si applica uno slrato di pomata s.ulla mano ~llli•lt·a chr• 1>1 e oltl'emodo gonfiata ed t> dolenhssuna. Uopo poch~ ot•e 1 dolori scemano di mollo ed ti malato può riposure. ~elle urint>, rea7.ione salicihca abboudanlis~ima. Temperatura ùel mallmo 3. •, ella sera :.-o,G :!i febbraio. Non si ra alcuna a pplica1.ione di pomala. l do· lor1 ne• picd1 ~ono quasi scomparsi e nelle ginoccltia e nella mRno molto dimmmLi. :Selle urtne !'empre copiosa é lo reazione salicilica nono~tantt• che non s1 sia t'alla alcuna applicazione di pomata 28 lebhra10 l dolori tutli continuano o ~cernere. Non si

appltcn pìu pomata e si lascia in pusto lo medicalut•a. Temper.llurn n•H·mole :! 111 ;, marw. l dolot•i ~0110 t(uasi complelamenle abolili. ~i lolgoue 11.1 f'l~CISture e si ra,• vol~ono lo arLicolaziont con "t'rophce ovatta. f dOIOt'l '>OIIIJ -.comparsi e l'ammolalo ottiene il perme!!SO d'1.1lz.~r"'· l..a l6UlJJ6raluro i• ... ernpre uonna1e. Dopo pochi gtorni ablmudona l'infermeria. Vsst rctJ.fione i". - Corsi Cor<~o, alhevo !'~ergente dì fanl~­ ria, hu "~Oil~rlo altre volle reumatismo articolare acuto. Entra all'tnfermeria il 25 febbraio con fortissimi c.Jolori al pterl~ tle>~t ro chr l· mollo gonfio ed nrros!l&to. 25 rebhrnio. St spalmano ::;ull'arlicolazione ammalala cir\!11. tr, ~ramr111 tli pomata sahcilica. l dolor1 dimmuiscono M~i poco e noli.. urine l'esame e sempre negatl\·o. Bisogna però notat•u che l'applicazwoe llella pomaUI ru falla in modo irregolat·e t' con ryuanlilà insullic1enle. Ternpet·alura :!ì•,R al matLino, 37°,9 al pomeriftgio, !\8<>,2 allo ... or a. 21\ fo•bbrnio. Si applicano ~i nuovo 30 gt·ammi <li pomaln f!u\l'arLieolazione ammalala.


X10

L'ACl DO SAI.ICII.ICO PER I.A HA &PlDXR'\fiCA

E"eme delruriufl . nopo mezz'ore, e ....ame negativo. Id. 1 ora. renzlonu appena dubbia. Id. 2 ore, id. con..irlerevole. l l. 5 id. i l. ron~lde,·evolis~ima. lo!. t2 id. id. i i. Id 2~ id., id. 1d. dolori sono diminwlt. Temperatura 3?,6 al mallino, 37•,2 nel pomeri~gio. 3;o,9 tllle sero. 27 febbNiiO :\ m ~i applica oornata, e si lascia i 1 po lo la fao;;cialu ra del giot•no precedenlP. l dolol·i C4llllinuano 8 diminuire. La lempP.ralura e :r;• al mattino, 37•,1 alla sera L'nciJo sa!lcilico si riscontra nelle urine. 28 ftilibr·aio. Nou st npplica pomata. L'amma lalo non accuso più dolori. 'l'emper aLura normale: e b'!nché nn n s1 Riu applicala pomata da clue j:(iorni, si osserva sempro la t·cozìone E<alicilica nelle urine. 2 marzo. Si loglie In ruscialura nl malato. Si copt·ono le orhcolazioni con ~emplice ovatta. Non accenna che qualche lieve lrat1llure. 5 marzo. l dolor1 <~ono scomparsi del tutl.o. Si permette 1 al malato di al tardi Dopo pochi gaoroi nbbandonal'inrermoria. ùs.ie,.oazio~te 5".- N. N. alhe"o ~ergente di fanlf'l'ia, ha soflt•t·to altre volle rNunalH'ImO articolare. Entra- all'infel'ma· r1o Il giorno 9 tna1·zo con torte dolore al piede desLro cha é ~Zonflo ed arro;~stlo 9 marzo S : applica ~ull'articolazione amm:;lata una p1ccola quantità d1 pom'll.e (non ne aveodo in quel mo.nento nllra daflponibale). E-.ame delle urine :

Dopo 'lt or a, e<~ame negativo. Id. l Id , Jrl. id. Ili . 2 ore, reazionr~ debole. Jd. 3 id., i ti. aiJbaslanza sensibile. Id J2 id., Id. ananifeslissima.


:\EI.I.~ CURA DEL BEU)fATIS)(O Afl11COL\RI! ACUTO

811

IO rn11rto Si appltca conveniente quanlilA ili pomata l do· lor• vanno s ·t>maudo notevolmente. Rt>ttzione coalicihca manife,ti~Rima nelle urine. l dolori nella gioroala coono di· minuitt. 11 111art.o. S1 applica dt nuovo la pornula Nell'ur•oa dopo ' l•'u.'or·a, l, 3, 5, i2 ore si rrscontra "ernpre acido sahcilico. 1 dohll'l '"Ono multo diminuili. L'ammalato a' verte come un ttenRO di «tancheua nell'articolazione. I:J nlRrl.o L'ammalato non a v,·erll' piu dolor e, non si a p· plica 1omata 15 mntozo Si lol~ono ].., fli!"Cialure o . i rav,·olge l'arlicola,.ro•H' 111 ovatla 1 dolori sono "t:Ompor~i. co~r pure la lu-

mernzione. IR Jn11r·7.o. L'ammalalo 8i alta e l'urlicolatione non e affatto tloiPnle. Dnpo pochi ~iorni aobandona. l'infermeria. fJ.~.~r·roa.:ione 6•. M.arescottr Gurdo, allievo sP.rgente (li fautPria, ò onlr·ato a!l'infermrwia il giorno 15 aprile por r·eurn.tlrRutn ur ticolare acuti~simo loc•alìzzato alle ar•licolazioni dei pit•,lt che !~ono &::isai dol,..nli t> tume(aLLi. IO aprilA. Ore 9 1f.. lemperalur·a ncoc~>llare 39',-\. Sr applica tmbrlo uuo "lrJlo di pomata .;uJle arlicolozioni dea pieda (circa :!i f:trnuuni p~r parte). Ore li , un'ora dopo l'applicaliont>, lumper•alur·a, 3S0,5. Or,-. lt, ~.s. ~ er·n, .J9",5. (~'lanw d t• Ile

urine:

oru tl•1po l'applicazione, ~&mE' negativo, u.t. id.. li .. ve reazione. ~ i·l. id.. reazione notevole. 5 id. id., id. abbondaptissima. l:! id. id., id . id.

1 /,

l

dolori ai pu•di sono diminuili e specralmente nel destro ~ouo qua<;r !! ·omparsi. Accu~a dolore vrvi~simo alle arlico-

lazioni dci polsi che son anche mollo rosse e Lumefalle. Si applicn la pomata nello articolazioni dolenti.


81 ~

J.'ACIOO SALlCILICO I'&R U

\'lA EPID!RlUI.:\

Oro IO, temperatura :~9° Id. l l, un'oro dopo l'applicazione, 38o,2 ld. l~. 39°,3. Sora, ro•,z. Es1.1me delle urine: 1/ ora dopo 1

2

id.

l'applicazione, reaz10ne notevole id , Id.,

id.

td.

nolevolissttna. ab bo nci an lissim8.

15 aprile. Il dolore alle arlicolatiooi del pol~o è molto dim•nutlo SJ e tnvece localizzato benché lievemente all'articolaztono della spalla destra. Si applica la pumata in corrispondenza dj detta regione. Ore 10, l~mperatura 39o. ld. 11 , un'ora dopo l'applicazione, 38"1/ 1 • Sera, 39•. Nell'ut·ina si riscontro sempt•e aciùo salictlico in gronde quanti là. 13 aJll'ilt>. l dolori alla spalla deslro sono pure diminuili si sono localizzati alla sini'<lra Si applica la pomata in corri"pondenza dì tfUt>sla •·egiona. H aprile. l dolort disLurbano assai meno il malato cbe può prendet•e riposo. Non si appltca nuova pomata. 16 aprii<'. L ammalalo comìucia ad a\'er dolort alla regione cat•dtaca. difflcolta da respiro, senso d'amba!'<Cìa E«aminato allentam~>nte si avvertono segni di incipiente endocardite. 17 opr·rle. l ùol• rt "'no quo<~a completamente scomparsi, mu i Rintomi ùt'll'~udocat•dile si sono resi assai ptù manifesti e ~·irl\ io ti maiolo t~lro~p"dale. All'ospedale non ha p1ù avuti dolori art!colari, ma l'endocardite .;t ,, ult1 riormente ~Yiluppal.a e per que.. lo dopo lunga dell'enza nel luo~o di cura viene proposto a rassegna e in se~tuilo riformato.

e

O~ttwroa.r ione 1•. - Brrgante Stantttlao, del 15 reggimento artiglieria, è entt·ato alrmrermt•ria nel ,:trorno Jo ni giugno acrusando dolori reumatrci, sparsi per tutto il corpo. Ricover·alo all'infermel'ill gli si è manifedtalo •Jn reumatismo at•-


~D.t.A CUli\ DIU. R~l'}l \fiC:ll!l \RTit:OLAI\E ACirrO

'

8 13

taeohtre loealiz.<talo alle arllcolazioni dea p1edi ma più spectalmentll al J•·~h·o che b piti gonfio, ruolto rosso e dol"nltMimo. 2 ~ttugoo. àlle nre li 1/ 1 pomeridiane !'t applicano SO p:ramrni da !)(•meta <~shctltca tullo all'intor no dell'arltcolazione llbio· tm,.ea destra e lungo il dor<~o ciel ptede. Esame delle ul'ine: d'or a dopo l'appllcazione, reattone lte''"· 2 or e id, tù., id. dtscrela. 5 id., id. id., id. manif~ta . 12 iu., ul. id., id. notevolis<~ima.

1/ ,

T emperatura : Ort> 17 1/ 1 pOlli., Or& della frizione, 3$'. Id. lb 1/ 1 td., ;lS-.5 Id. 2 i mori d. 39•, 1

3 giu~no. lluranle la awlle, l dolori ~ouo assa i dnnluuiti; all'avvicinur$1 d!! l maltino ha 10comiuciato ad av,·ertire forli dolur1 al gmoccrtio dc~lro. atlùra si applica la pomata PU quel<ta parte alla do::;e ùi ctrca 60 gramm• alle ore 8 anlirm·rtdiau~.

Temperalura : Ore 7, ai•.. ld. 8 1/ 1 , "i applica la pomata, 3i o,O. Id. 9 1/ 1 • un'ora dopo, :!!io,:!. Id. 11 1/ 1 , :l ore id., 37o,o. [~~a m~> dellu urane : nell'esame fallo J, a, 5, e 12 ore dopo l'epplicaz1one della poma la, SI è rtscontrala uote' ole reaztooe t ahcthca nell'urina. l dolori l"nuo durante luLta la gtornala ùianmuili anche al gtuocduo de ... tro che al rnatlino era dolentissimo ~ lliu:tnt>. Duranl>~ la notl• i Julori che t>rano assni diminu tli al ginocl'llio "i sono lt1calizzali all'anca deslra per cui ai appltca su IJIIP'<la regionP uno strato eli pomata. E ..ame delle urme: al mattino, prima dell'applicazione


81-\.

L'ACIDO S.\LI CILlt:O t•ER l..\ VI.\ EPIDERlllCA

d,.lla pomata, s1 rbconlra abbundunte rt:azione «aJicillca nelle urme; allrettanlo si ri!conlra nei vari esami praticati nel gtorno. T emperatura: al mntliuu, )or irna dell'appUcazione salicilica, :17°,8.

l ora dopo, :no, i-. 2 nre icl.. 3io. & id. id.. :}()o,!). 12 u.l. id.,

~7o

l dolori all'anca vunno "611"Jbìlmente diminuendo noi cnr)'io dd giorno. :; I{ÌU!..YJJO. l dolon all'unca '-Ono quasi scomparsi, ~;;j ono invece manifestai.J rnollo vi •lenll al collo e pni spectalmente alla nuca ed alla parte laterale de,.,lra. Si applica la pomata su queala pa rte. E!i!ame delle urme: la t·oazione t1alicilica è notevole trl tutti gli esami praLìcaLi o come al solito maggiore n egli utliml. l dolori al collo cir-ca due o1·e rlupo l'applicazione doli a pomata sono mollo calmah, e nelle ore pomeridiane son•) qua«i tolsimente <~comparsi. L'amm~tlato acru"a m vece rorle dolore al j;tinoccluo sinistr-o. p •r cui t., recoa su bilo necessaria l'applicazione d'uno strato ,h pomata "'Ull'artìcolauone dolenlP. l La lempel"8tura che pilt' lutto il a•oroo si ~ra mantenuta pt·es~ochè normale, <~aie ulle W a 3~0 ,6 (ora in cui s• a pplica la pomata). Dopo 2 o r~ M ha :!8°,2 e più Lardi 37°,0. O giugno. I dolort al giuoachio sin•stro diminuirouo nella uolLQ e l'ammalalo hrt anello potuto pigliar sonuo. La temperatura é normale. Esame delle urine: come nei giorni precedenti. 7 g~ugno. L'ammalalo acrusn di nuovo t[uaJche lieve dolore al ginocchto sini-.tro. -.ut tuale si applicano &O grammi di pomata. la lemperatur8 è nor male. al solito, notevole rt atiooe saliciltca nelle urme. 8 giugno. L'ammalalo non accusa più dolori, ha dormtlo Lutta la notte, ed é completament.e senza rehbre. 10 g iugno. Tempe1·aLurn s~;mpre afebbrile, mancanza completa di ùo!o.ri.


~F.I.LA CURA DEL REU\1.\IIS\10 AIIIICOI.\118 ACUTO

81;}

15 giugno. L'ammalalo comincia ad alzar,. i, ed ogni giorno 8CfJUI!'la 1118g!rior (orza. Dop<• pochi giorni abbandona l'inrer·merìa e viene inviato in brti\'8 licenza di convalesrenza. Ott~errrm·one &•. -

:\L. Carolina. !>ervente, giovane Ji

~111i :!5. llopo PSsf'r~i esposta pt't' par·ec<·hio \ompo alla piog· gia, ovvtwll un rot•Le do lo r(<~ al ~ino(·chiò dec;Lro che gli durò per chte ,;aorui. Al 3o giorno, 15 se\Lembre, fu costrella a porsi in lo•tto. l !!lllp>'l'Rlttrn :18°, Ò.t~lori forli~!'ÌIIli, articolazione gontla. 15 ..l!lll'lnht··· Si applicano circa ~)O grammi di pomata ~e­ c.ondo In fotmola N 4 Ji Bourgel. [~m • ùelle urine: Doro '/,ora .tal l'applicazione, lracco d'acido sahcilioo. l id. id., rcalionc sensibile. Id. Id. ti ore 1d., itl. nolevolissima. l tl. 12 JCI. id.' Il i. id.

ùolur1 «ono cominciali a dinunuiN l ora e mezza dopo l'np~l cnltòue dèlln UJP..ul

pumat.a; dopo 3 ori' cran Jrià sensibil-

~·emnti.

Ternpera\uro, alfora d,Jia fri~•onc, ;J8o,2. Id. 1 ora dopo la friz• one, :l 1», 1.

''' ·

3 ore it.l.

id., i.t l

a;o,6. 37°,9.

tG rwlt•·mb•·•'· Sr rinnova la merliculuru sul ginocchio det'lro •• t-G no a pplira ltna nuova sull'tll'licolazione del polso dello ste"'"'O lato cito è dolente e Lumel'ntln. E~nm~ delle urme · 1/-t ora, l, ~i, ll ore Jopo l'applicaziooe, r• aztoue sempre abbondante. ·1 emperalura, al mattino, ;~;Jo,:l. AllO l.!, :i Ori! dopo l'appli<'8ZIOOl', !17o,9. hl. :H, i:! id. id, 3;o,s.

17 t'tl~mbre. Dolori mollo diminuili in ambedue le arl•colazicuu mulate. Si lascia in pO"~lo la medicazione. Nelle urina qumpre esame posllivo.


X 16

!.'ACIDO S I.LICILH;O PliR. LA VIA E;PIOt:llMlCA

18 <~ellPmbre. l dolurr <~ono "'t•ompar·~i nel ginocchio destro e drmmuìli n~>l polso. Si applicfl ttuovo strato òi pomata solo in ctue:.l'ullima regione. Solila reazione nelle urinè. Temperaluru cl~l mallrno, a7°,2, alla sera, 37o,t. HJ settembre. Non !>i lol;rono le medicalure. se n'-! applica una nuova sul ~rnocclno ~im. lro nel quale la malata ha uvverlilo Jl,.v,, dolore rwl corso della notte. Durante Il ~nor no que~to he,·e dolpre i· '>COmpar~o IJU&br del tullo. Tempcr·atura normale. 20 settembre Si Lol~ono J,, prrme medìealure e l'i r&V\'OIgono l•· ArlicoiRzroni in nbhon.Jante l'lrato d'avaLla. '1'e'f11por·alura normale. 2L- 2:>. l dolorr l'ono scomper,j del tutto. L~ arlieolazioul souo sc•mpre avallali. 2i. L'ammalata può considerarsi guarila e sr alza. O.~seroao~ione OQ, Guido L{, ., s~udenle, d'anni 22, nel grorno Il aprile c'• stato preso da rorle febbre (;J9o,8) a da dolori gencrnh a lnHo il corpo. Nel giorno dopo, i dolot•t, sono Jocalizzuli alll' urlicolazioni dei predi che sono mollo gooRt>

c ùolenlH~<~rmc.

12 epr·ilo. Si applicano circa 30 grammi per parte delln

solila pomala HAlrcilka. Tetnp~ratura:

Ore 9. or•a dt>ll'applicazione, 30o !). Id. IO, l ora dopo l'applicazione. :l!~.. ld. 11., 2 ore id. id., 39°,i. fd . 12, :J id. id. id., 39<>. ltl 21, 12 id

rc.l

u.l.,

3 ~.i.

E<>ame clelle urine: 1 , oro dopo, ll·acce d'acido salictlico. 1 id. td., reazione manifesta. 2 ore id., 111. Sf'O'<ibile. 5-12 id. Id., icl. sensibilissima. l dolori che èrano alrocr prmta dell'applicazione cominciano a diminuire un poco, dopo un'ora e sensibilmente dopo a ore.


UI.LA CCIL\ DEL REU)l.HIS'IO .\ltl'lCOL.\R! ACl'ro

1'! 17

t3 aprile. Si r innova la m~:d•raz:one. LA tumefoz•one è sempre con,..idere\'ole. T~mperatu t·a:

Oru cl~ll'applicatione, 3f"'. lire Il , 2 ore dopo l'applicazione, :l "/). Id . 13, i Id. 2t, 12

id. id.

id., i.J.,

3R•.2 :1!14, i.

E<~a me (Ielle urine: reazione c:enl'i!Jil,• in lnlli gli " nmi. l dolos·i quantunque dimlnuiti nel cor :;o clOIJZiot·no pure !'MI• !lletnpre multo \'J\'Ì. ltpri:l•. Si rinnova la medicnlurn.

l'

TompPratura : O t e H. ora clell'applicazione. iO",l. lù. n, ~ ore JC'po l'applictl7.10116, 3!)<>,5 ltl. n , .\ iù. id., aoa,t. Ici. 1~, !l itl. 1d.. 3fJu,(l. h l. 21. 12 i·l. hl.. ~uu.a. dolnrt uellc orlicola7.ioui dai piedi snno tlivenuli tollera· b1h nu• l'au.watato avverte dolor • al çnnocchto destro cht' <'OIIIIIH'ÌB (l 0 <lllfl8~i.

,\Il e asne cIelle urine, rentiunu "'empre obbondtlllle. l"• 8J rah.•. S1 la~ciano in po"IO le me.licnture precedenti, c SI applicano ··•rea 50 grammt di pomntn sull'arlicolazoiuu del smocr.hio dc.,lro.

Temperalura : Oro H, ora dell'applicazione, :!!l , t lu. 12. :l ore Jopo l'applica ziont>, :18~,5. id. Ìd.. ' :lS!u,7.

ltl, 21, 1:!

l\tilltionc ~alicilica sempre rnlen~<a. l clolor i la<>•·rano pr endt!re "Onno nl rnaJalo. liJ aprilt>. St lascia in po~lo la medicalura. L'ammalalo ~i s~nte me ~ho.

aso.

Ternp1Watur·a, al m attino, lei., a mezzogiorno, :l8o,2. Id., alla sera, 37~,9. 5~


8 18

L'ACillO 'HLit:JLJCO l'Eit LA VI.-\ EPlQJ!R'IJC.\

1i aprile. ~on s1 Ca nuova applicazione dJ pomata es!"~ndo l'ammalAlo assai migliortllo. Temperatura, al mallino, 37°,6. Id., alla sero, :r;o,R. Reazione solicilica nelle urine, però non molto inlen::a . 18 Bl'rile. Durante la notlP t> ricomparEO un dolore non tropPI) vivo 1WI ginocchio de.,lro. Si riapphcano in questa port.. ci1·ca 40 ~otrammi di pomaU.. leroperatur·o, ol mattino, :ti',i. Id , a mezzo~iorno, 37",2. Id., alla sera, :ii 0 ,1. Reazion•· ><allc1hca d1 nuovo abbondante m tutti gli esami. dolOri sono IJUBSI scom porsi.

i!l e 20 apr·ile. Non si tolgono le medicature. L'ammalato procede benissimu. Tempertltur·a normale. 21 aprile. 81 Lolgono le medicature e si coprouo le arucolazJOni con ovallu in isl!·alo abbondante. 2:!-25 aprile. L'ammalato -.ta henP, ma, per prP.venire peggiMamen li re~ la in l ello. :Mi aprila. t:ammalato può conc;iderar si guarito e s'alza. O~serr~ione 10•. - s ... Enrico, cuoco, ha !"Offerto el l re volle reumatismo articolare. S'è ammala to il giorno 5 febbl'8io con dolori a lle fala ngt e el polso della mano del'Ma e dolori geuerali per tulto il rorpo. 6 ft!bbraio. l dolori sono cresciuti e la ma no ~i è mollo lumefallo. SI applicano circa 50 grammi della pomalo !!&licilica, copr·endo co11 un'unica fasrialura la mano e ti polso.

Temperaluro : 01'6

l', orn dPII'applicazÌOIIe, 37•,8.

Id. IO, 2 ore dopo l'applicazione, ;li• ,4. ltl. 12, ~ td. id., 3i •.2.

Id. 21, l2

id.

id.,

3i•,7.


:.r.I,I,.A CUR.~ IIJU, IIEUMATI~MO AHliCOLA!II' \1 UTO

H 19

Esame delle urme ·

'ls ora dopo l'applicazione, t't1ezione manife~Le. l id. td. id • id. hl. 3 id. id. id., id. "eu~ihilissimn. 1:! id. id. id., id. id. l dolon un'ora. dopo l'applicaz1otw sono «en!'ibilroenle dì· minuill. i (<'hhre"'· llurante la notte comincia ad evve1·tire tl()lot·i slrartlc,rauou•• del gomito destro, chtJ al mattino :.i ranno vi v1"f!i mi. St la~<r.ta irt posto Le medicatura pt't'cedeo te e ~i applicano circa :111 ~rrsmmi di pomata intorno el ~omito. Tnmperatura : nre 8, ot'8 ddl"applicaz•one, 38°,6. Id. iO, ~ ore dopo l'applicaztortl', !l~",2. Iii. l2, ~ id. itl., 37°,7. J,J. 20, l:! id td., !l ",9. E nme dPIIO urinu: reazione salicilicn in luLti gli 6"0tni. l dolori dimmui~cono poeo tempo dopo l'applicaztone della pomata. 8 fll"bt•aic,, l.'ummolato procede bene Si la<>ciano in posto le medlcalur•"· l'empcratura del mattino, !JSo,i. Id . dol pomeriggio, :1fo311,2 ld . della sera, 38o,7. 111 l'cbbruio. Le articolazioni prima malate non sono quasi piu •lolenti. Invece ~~ nota tumefazione e dolore all'articolaztnn•' .tel ~inn•'chio "tnistro. In que"'ln regione t'i applicano fiil g ram rni d1 pomAt.a. Te tu peralura Ort• !1. ort~ dell'applicatiOne, 39o. Id. Il , ~ 01·e dopo l'applicazione, 38~>,i. ) ,j 13. ~ td. Id., 38<~,1. l1l. 2 1, 12 Id. id , 3flo ~.' 1


8 tQ

L'ACl DO '>ALICJI.I CO I'I!!Jl LA \' lA KPID&IHIICA

Esame dellt• u1·ine r eazione salicilica abbondante in Lutti gli e~ami pralicali mezz'ora, l. :l, 12 ore dopo l'applìeazione. l dolori al gmocchlu hano'l commdato a duninuire circa due 11ra dopo. U l'cbbraw. La Lentpt>t·aLura sì è abbassala. L'ammalalo Ila riposato. Si lasciano w posto le medicature. 12 feblH·aio. S1 rinno'"a l'applicazione di circa 40 !!ramm l di pomatn :ml ainoccltio. 1'emporalura del mattino, 38o,2. Id. del pomeriggio, 38<>. lol. della sera, :lSo,tJ. I ii febbraio. Si lascia in poslo la medicatura. Reazjone ~a­ licilica abboru.lanle. l~ febhra1o. l dolori SI sono localizzali (per ò non mollr. violoulemenlt!) ull'ar licolaz10ne del piede destr o. Si tolgono le metlicalure alla articolazioui prima anuaalale e si ravvolgouo lrt ovatta. Si applirano circa "iO grammi di pomata nell'arlìcolazinnc del JìiOÙ e Si n i~tro.

Temperatuz·a del mattino, 3SO,L Id. deUa sera, 37o.8.

1 dolori si mantengono leg~neri. Reazione salicilica sempre abboudanle. 15. 16 rebbt·aio. Nun si tolgono le medicatw·e. Temperatura del mallino, 37°,6. Id. della sera :37°,7.

Reat.tOnt' salicillca abbastanza marufest.a. 17 rebbraio. I dolort soun scomparsi nelle articolazioni tnalatP, !'nln persistono lil'vì 11! piede sinistro. Si applicano cit·ca W grammi di pomata. Te•u!>eralura del mallino, 37",2. Iù della sera, m•,t l S l'ehbt•ail'l. normale.

dolol'i sono rrnasi scomparsi. Temperatura


!Ul,L.\ CUR.\ DEL BEUliATT 'lfO ARTit:Ul.ARE \CUt:O

R21

t 9 ft!hbraao Sa toglie la medacntura u :-i ravvol~ono tutte le articolazi(mi 1.-ria ammalalo in abbondKnle strato l'ovatte. :!O fehbr .. ao. L'ammalato è completameute guarito &l ineomincaa ad ab.arsi.

l r.a"nltati ottenuti dal metodQ di cura ora esposti furono ver.ameme ottimi. Prontn fu l'a.;;,oJ'IJimento dell'acido ~alicilko. che l{t·neral· menH• compane nelle urine in nn tempo metlio tra ffii'U:n e un'or' · J'u~(l lelllpO olopO l'appiÌt'ai.ÌIIIII' della pomata, J'amnhdatO 1\\\Nll un :;enso tli e.1lore lle\'P IJII ~i ag;.:r;ldi:'VOlt• (Hut•l) poi il dolore e la LUmefazi one a11tl.a runu ~remando talna·n •'Oli una rapiditit sorprendente e- la lahertil dea ano vanH'DII 'enne .u~tlUI:.lah~ in 1111 temp1,1 alfaLtn hrl.lvis-;ìmo. l)olilllln ull':lzaone antitet·mim la qui !llionu i· piuttosto rom· J•lt~~sa, p11wl11· gli auton ,tes;;i 1itm '\OliO conronli ancho LJ'all:mdn,i tlel anedit'.Uùenlo sommìni-;tr.atn per hot·r 1, etl infatti mentre Furl•riO)IC"'r e Koh\P.r hnnnn ~~~-enato 1111 ahhas· -amento ,Jelln t~mperalura tli S·l O olt>rimi , f.ttlll !Jtle, tu nmmessn cu-tnnte .Ja Uuss ..Joltn, Hit'"' 1· li !l't'in, e tr:an,.itorio dll ll··mnl e Onlmont, i o q~re \ ulf111•r;t t• Zirnmerm:ann l'hanno negat.l all':tllo e ··e, Liirmann l' Fietller· hanno rer..;ÌQII nol'IlO un ••levnmenlll da lt>mper·;nura in se~ui10 all'i n~e stioue del fmnnco ( t ) • ~ d le mie o"~e~mzioni ho •(Ha:.i sempre riscontrato non lit~'e ·• lione autitermica. ma nun pt•rò in modo co taull•. l.'allha sameoto di temperatura variò da pochi tleerma lino ati 1•. e ,j mm ifèslo dopo l a !l ore tlall'applicat.ii)OI' ll••lla (lllllllliO. l. t fehhre IO ,qem•rale ,.,comparve r;lpicJi._ imamentP


KH

I.'ACIIIIJ SAI.ICILICO PEit L.\ VIA .:PIOEIUliCA, EI;C.

ed al :;• o ti• g1orno la temperatura il piu spe~so ridi\"6Dne normale r reali vaotaugi di questa medrcazione a confronto dell'uso 1111erno del roedicamento sono : 1• t:azione aonlg~rc.1 i> pronta. costame e ootevule. ~" (;li nuunnlati coosen·ano regolare l"appelilO e le funzioni tl•gerenti durante lullo il corso della malauia. :3° 'un si h1111011 ffilU fenomeni lO:>:>ici nr di "l•lllplice mlolleranzn. nn1.i la curn top1ca pno essere attuata anche nei ca~i d1 rontr·o~rHii..:u;:rune dell'nri1lo ~alicilico, come nrlle lesioni renah 10 l'Ili. pel pronto a-.~orùirnento del farmaco, ,;1 ha un rapidi,sirnll pas"à).{f.!iu del medesill!o nelle urine. ron gra~e nucumenlu 1ll'll'infermo, mentre. con In curn top1ra, l'assoruimemo avvien~ pii• gradn11lmente e per consel(uenza meno rapida e lumulluarin ne è l'elimi nnzione. ~o Ila ultimo di grande uLiliti• i· nel caso nostro nella Leravia mllita•·e. perché d permelle di controllare e~auamen te l'azione del runedio. pote11d11 noi al mauino e'e.,uire m pcr..;ona la nwdu:.tllll'lt. o fal'la e:.e~uire sollo la nostra dirella 'i~dnnza. mentrecllé, cons1:.:liaLt1 Il fannaco per ÙOL'Cn, non siamo ..;icul'i t'Ile nel corso del ~iol'flo ven~n somministrato o ciò sul fatto puntualmente. \ hreu·•ntn ti i casi del1.1 terapia in fan Li le, in cui 'pe~so s1 tle\e loll.lrt· contro l'mdocilit:l dei bambini, il piil di fretJuente ril•elli n prendere tluabbsi medicamento.


'UHA DELLE FRA'ITURE COt.LA MOBILIZZAZlONE E COL MASSi\GCì i O

Puhlll ic<tnòo i re~ultati otltmuti col trallnmento di varie fratture, mediante Il mns,aggio e In mohiliuazione. rivol)!o mnnnzi rullo, con r.nimo lieto e rit~o no scenLe, una par·ol., di r11ldo rlngroziamento al prof. \ rllii'O Gunrneri , chirU!'J.(O prirnnr·iu nello spednle di Luccu, dal qu:-tle (vn len1lomi d'un pertodn d• licenza straordinaria, conces~auni per interessi pri\ati). hu potuto. rome a:;si-;tenlo vulonturio. nella sezi,one da lui tlireua. rice,·ere !<3pit•nlt con~•t\h ed nmmaestrnmeoti E•l •' più ... pecialmenle a prnpo.:ito ùi t}ue·to mio rontriltntu ,,IJ,, cura ilelle fratture. che sento il dovere di rin~ra­ zinrtu, pc·r al· ermi e;.:li iotlottn n studi.u e il nuo\'o metodo l.'nrath·u tli ques1i traumall.imi e ad upplicarlo. \ Ila breve ma eloquente ... talhtica 1lt>i co.si che presento farò pre•:edere ah:une consirlera1.ioni generali. per mostrare su qunii ~·riLeri fondamentali .;j ho·.. il UllO\'O indi t iuo m•lla cnra •Ielle fratture. l'reruello dae per lun2o tempo ancora forse il mondo me,lico :-.entirit ripu;::n:mza coosider,•vole per questo nuovo trallamento. Ci vorru molto perch\• tuui riescano a convincersi pienamente che l'immohilizzazrone non solo non ha un'azione ellìcace sulla riparazione 1lelle fratture. ma nuoce a questa stes-<a. e piit dillicilmente rmcorn si potmnno tuui


CU RA IIEI.LR Fll ATl'URE

convincere cho la mnhilitit fnrurisce la formazione del callo e la ,;ua con~oliùazione. Che 'e anche. per i risultati meravi;.:lw'i che produce. IJUe,..to nuovo Lrallamenlo p{ltrù vinct>re lo o;cettki.;mo di molti rnediri. ::.'inm··herù da qualcuno, fH'r combatterlo. la gr:u11.lt> dillicbltrt di applirarln al di fuori degli osp~dali ~ for... e anche l'impo:ì,;ihilitn di usarlo in certi t•nsi con tenùenza allo spostamento e con mobilitit considerevole 1lt'i fr,tmrnenti. C'"' que~to rnetoolo, razionale lJUanto effica,·e. elle porta una H•r-a ri\-·ofozione nt•lla cura tlelle frallo.re. perchè impone di fart' nt• piit c nè menu che tnLW il contrar·io di ciò che s'c'• r.uo lìn qui. do\ rit furse anrnr;t per molto tempo cedere f.!riiii parte del campo nl trallaweuto antico. ati oola delle gra'i B tlnnno:-;i:;:;ime conseguenze che bene ~pesso qurst'u ltimo IH'nduce. Firl!)nt era stata riconosciuta l'ellìcacia inrliscutibile del mnssa).l•.tio nella cura delle disLnJ·,;ioni, ed a propo ito delle frauure s1 u~ava solo, e d~l pan con \"'aota~gio, per comlutltt>re i cl:tnni l'h e produt't!\ a la proloo~ala imrnobilizzat.ione ~ll.!li arti fr.1llurati, dopo che ,;i rimuo\"'evano ~li apparecchi t• ,..j rorhtnlora J'avn•nuta tonsolida1.ione ,Jel cullo nel focolaio di frauu ra. l n o:,1;.:r. "PCCialmeoLe per gli "Ludi P I~J us~ervnzioni di Lura~-Citampwn nièrt', 11 tratL.tmcnlo delle frnllnre mediante rl m a~'•l,_r,uo e In mobìlizzazione. non solo ,'i• in nnl7.ato fino nl grado tlt vt>ro metodo scientilìco a rat.ranale, per quanto ancora certi fenomeni produtti dnl rnas'R}t;,::io non sienu hcn rono-ciuti dte [h:r i !or elleui bendici. ma :-.'il ancor., irnp1rntu a l u,;irlo con modalitit mòi-.pensahili. inerenti alla natura della lesione e del <:o:Igeuo t.>d alla setle etl nllf> complica.t.ioni della l e~ion e mede nna. Nella cura dei miei fr.lllurnti ho seguito. per qua nto era possibile. i consil{li chi' guggerisce lo Champio nnier·c, per·


1:011.\ \(08H.tlZAZIO'K ~. CO l. IH~S \t>loiO

~:2;;

l'iodirizzu generale di ttn tale trauamento: ma, ··ome ll''erva lo tes..o .ltllltrt'. nun si po.. ,ono per o~ni ;:in;.!Oin c•n:;o cletlan• delle lelo:..;i preci-.e, eù nl cnteriu i't:il'nlilico e pratico del cl11rnrj.(n ,\ ri,erbala una parte tutt'altro che intliiTt!rcnte nel Jlreferire. rwi ras.i ~peci:,li, una pratica tli manovra nnzidu:• un'nhrn. una llnrnta ùella seduta, un'enPrgta nelle pres,ioni, una P'"'w,ne tiPI ,;o;.r;.:euo. et: c. ect• •• l'Uri P .. ecoodo le '·me intlicnzwru "l'edali. È perciò che nell'ellpone le 'lorit> chntche dt>t Ntst da mP · todiali tlirò pure qnali furonu le uunoHe n•lliperate. e con qu.tl' modnlitit le n.;ai. \ tulln prim.t può 5emhrare un l'ara Ju,.;o dte pt>t' ollent?re clt•• clut! fr.uumenti di nn O:)SO fratlur.tlo ~i riBll·•cchinn. occ•urr.t mohi!izz•1rli anzicht! immolliltunrlt nel mi~lwr modo po~-.•ltilt•. \In non t3 la mohiltlit t•he impedisc·e alle due parti tli un us>~n rn1llnrato di sahlar·si tra loro, ma :~i n•ero lo spo · starnt!lllo , l'allunt·ummento t.lell'fl.-tremita l'unn dall'altra Cl l'mterpnsi1.inne lra loro delle parti mollr Se l'inudiamo c·ulln memoria rerte storie rlinidte d' 111f1•rmt ~h e cur.t mmo rwr· di lnrstnni, ma ndle cJnali t.la prima aH·vamu ,o,pellato, l'er un.1 fu,:,:e,ole s~n ..:~zil)ne di crepttio. il rli:-lncco di epifì-.i o dt pOII.ÌOIIÌ i'''el! 'UJif!..f(URli s'lll.;eri-st:nno t)ei li~amenti. pPr lo m~no pt•thl'reroo eh~: prol.ahilmerlle in parf't~~hi dt quet eusi In Jt•., 'one os;;;ea (molto piit facile del re:.to a Yerili~nt·si che la lact>razione dei ligamentr) pote'a e'sere realmente anenutn. U'allra parte nellP _.!t aYi di. tur,..ioni Mli autori sono d'ac,•ordu ntl ammeuere du~ qne5l~ le~ioni o~'ee avven•.!ano relath amen te ""'ai spe:'so, nm la diagno~i ne sia ùitlictlt> specialmente per la wo~iderevole tumefazione che insor~e aut.ito dopo il t rntun<lli~mo. Eppure in tullt 'lue~ll cast ._·,~ vi to ctonli ma~~iori \antagj:li appurli il ma• a~gio. e conae~uenlt>mente la mohilizzazione, in ronfronlo dell'itnmohilit.zazionP. Il nou aver poluto cunslntnre In mobilrtit del


CUli\ DET.!.E fRATTURE

frammento osseo, dopo la ~olleeita sr.ompana della tumefazione, pui1 es.;ere interpretata rome il resultato di una rap1da con olidat.ione, prr efletlo appunto del mas~a:t;;io e dei movimenti. Chi non ùa inoltre notato come gpe~so le fr;1 llure del p~:roue permellano. senza distnrhi d1 sort1. 1.1 deamhui:Jzione. e "i ,,1ld~no oooo:)taote sollecitamentr! t: chi non pen'a come talvolta. malgrado lutti i movimenti prO\'Ot"lti, il rhirur~o:o si tron1 a tonare, dopo certe operaz,oni. contro unn troppo rapida riunione dei frammenti, per nuo\':t furmnt.10 ne o:.sen t Le costole e la clav1cola fratturale. nnnnstanto i rontinui mo\'imenti e l' impo~sihilitit d1 una huonn rontenziont.•, '11\!)piamo come si solidifid11no presLo e bene. rwonosceoùn rarissima 1>er queste ossa la p~eudu·t\l'lr'Olli. J)'altru pn r~e non dohbiamo dimenticare che in cerLi soggetti tnlvollu non solo non si potè utlenere hL consolldt17.1Uile de1 frammenti per mezzo della pii• PI'Oiu ogatn immoltilltzozwne, ma neppure per mezzo di :;uture. ~ono que,-ti c:rsi che faremmo rientrare nell'ordine di ce1·te tdio,;111crasie ~:he :>1 oppou)!ono ad ogni formazione O'lSCn.

\lc:uni u.;sen•atori intanto. sebbene persuasi che l' immoLilizz.nzione Ili Ili\ arto fratturato i! neces;;aria. com·engono però elle talvulta i• dannosa aUa riparazione ossea. {lro,Jucendo un callo troppo piccolo. a scapito della -ohditfl. l:on,iJ.;Iiant~ perc:iò '(ltalche piccolo movimento. Io. per tutte quelle o,.,ervazioni che riporto. mi sono coll\ in lo che un certo numero di movimenti. praticati con yraode moderazione e wurlen7.a n tempo opportuno ed in modo che non pCissanu esser cau. a d'irritazione, o di una deviazione o spostamento 1lei frnntmenti, è favorevole alla formazione dol enllo ed ulla mpidilt't della sua. esatta consolidazione. Naturalmente non hisognn coofll ndere i movimenti provo-


t:IILLA ll01ULIZZAZ10:\Jt E COl. \lA'" \liGlU

<>_,

c:ati dal chiror~o con la funzione ,)eli' arto e,-ercitata tlnll'inft>rmo. ~l a !'n ciò rilorneremo a "oo luogo. f'erti "BI Ili dururghi, pur com 1•nendo che la mobililZazione t.en lnlla possa fa, orire la fonn:~zione tl'on buon callo. dtchiarano indispensabile t'immohiliLznziooe J:uldoH', ultre In frauura. s' ahbta accenno cl' tnlìammnzione at•ttl'Oiare. rttent-ndo cltt' diminuì .,,n ~l t incomenienL• tl1 tale t•omplirazione. eti arrivano perfino ad ammettere l'he glt ••ccidenti inliammat01i pu::~oo e~.;ertl determinali per dato t• fallo Jella mohilizz.,zione nelle frnUut·e inu-a-arlÌI'OI;m \ u1 mordt•r·emo più sollo •tuali rlnnni prollwe l' imnwhiliuaziorw; per ora o5sen eremo soltanlo eh t> per lu mi! nn i• un r.nntrosenst• che debba giovat'P alla guari){ione d'un prnt't>Slitl llol{i:;tico. lucnlizznto in non qrtiunlni'.ione, un lrottnmentn eh~:~ indubhiamento prod1JCO 111 pet· se ste:;>-o nllernzioni l'tmsirlerevolissime 10 quella :.tessn urticolttzione. Saril irl\ece piu logico il peo~are .. he agli efretti dnono..;i dell'tn· tìammnz•one d'una artu:olaztorH' si •lellbano a~giun~ere gli eiTPtll daonnsi,;simi della immohiliuat.ione, io questo ra.;o piu acr~muati tli lJUelli che pruòuc<' sopra un'.rrlicolazwoe ,.tn.t. "'"''urulu i dettati della IÌ:>tolu;.:m tle.!!li organi del uwvimentu, il mo,·imento è la vita e l munobrlizz:•t.iooe il prinripin della morta. D'altro canto 111 o~w non s'tncol pn piit il muv.meOlll oJella produ.dune d'un prol·es<~o OogislÌI'o IIHl la prima cau.;a di •1ne l'ultimo i! ripo,.t.t nell'aztone tli mi· crohi ~pecio l i. Che se que·ti haouu inva-.,o un focolaio di frattura, cull'immolll lizzazione non rimedieremo a un tal male; t·almer••mo fu r-e un poco il dolot·e. ma e~;;.1 farà poi rtSentire i suoi ,l.wni. ~aLuralme nte i movimenti disordinati snrch· bero intempe:>ti' i e in tollerati, ma, come ncct~nner·emo più


CUllA. DII.LE • RAHl RE

nltre. potn•mo semprt• t•ol soct·ur~o del ma~ ...aggio, anche dove e:-.i.;ta IOfiammnztouP. rendere inseo"ibilt i movimenti nt~••e,~ari r ;.(to\·are nll.t .. tPs~a inliamiUJZIOne. ln vari dt•i miei ,·n-:i si nolnn\no renomen: tlop:istici ed 10 Lutll n sulta rono rn anife~Lis,;1m1 i benefizi apportati cla l ma' ·a-"du P ù tlla mohiliaaziune. \ propo-:110 intanto •lei dolore r he provnnu i fràlturatì, può for;r parere chr meglio d'n...{OI altro mel<!do di cura d1•hbn l!icmu e l'i mmubi liuazione. lla:-terehlu!, pe1· togli t> re tullo ti 'nlor~ a que'ti\ n"servat.tOOP. affermare rhe i no,..rri fnllturati dopo la prima se.luta eli ma::"a!.(gio non proval'Ono piit aiTallo dolortl, rna vo:.diamu ancora o,..:crvare chr l'unmobiliu:ll'.ione !!~lll'ralttlenll' non sopprime affatto il dolur(': ne di m· nui~ce -.n tu l'acolel.za . E qonnd'.111ctll' s1 doVt!Sse cot~ vent~•e che In to:,:lie dt•l tnttn. nou proùurrehhe rJue tu efft'lhl ht> a p1 eun di 1111 d,1lo1 e pres,;o a po•:o iclenLiro. d.1 pro\ arsi «JII.tD Jo, in se:.!nitn. :-i lrt\llerit Jt ri mediare alln mel(lio 111 d1utni t:lto lin prodotto. 1:he l'immohilizzazwuc poi pennella di t end ere all' arlo la sua form11 pnmtti\ a 1\ una aiTet·muziont' !l'un 1 verilrt multo rela11va . 1; ion·ra n.tt ur·almenre 111 •tne c ca,;i nel tpwli In mobiliti1 rlei lrammemi sia tale che la defo1·mazione m1· nneci d1 m.wtenersi o di a.:gra,·nr:.t. o dove l't~ ... tremilit dei fr 11nmenti '1eno mollu a;.:nzze e min:\t.:ciuo di l.tremre le pnrti molli. i 'asi. la peli t• ecc., o do,·e si .thltiano ferito della pelle, pe.r eiTetto tlet framme nti stessi ert'.: !!d in s 111111 c·a~i not l' t!Jbtamo 'empre D'·tla, m'l olu per pochi ~co1·oi. fi nchè una sullidente riunione non e1·a avvenuta a garantirci cuntru uno spostamento clannuso. t n rid uziono d'una frauu ra ,j i• .;olo ct'r~ata tJUnndu era pos... iuile e ne· ce:. arm per com·~!!ere una !leformaz1one. chP avremmo lt:llllll.t come dannosa in qunlcbe modo ulla fuoz1one dell'arto.


l liLLA "OBII.IllAZIOl\B E COl, 'HSSAf.GlO

~~H

t:om·erremo frattanto che per le fr·atture del peroue. dt•l radio, dell'e,tn•milil superiore dell'omero. per le rralture della clavicola e tlell'omoplaltt. del cul11to e del gmocchio e fll'r quelle articolari la riduzione c l' immohililzaziont' non potranno mat rendt!re l:t forma primitiva. Tuuo riò che di me •lw ,, potrà rare ...ara ~erupre quello di cercare di ri ... t:\hilm•. mediant~ la mohiliua1. oue ~d il mus-.a,!~io. 1,, fu nr.ione dt•lla parte. Il compl eto funzionameuw d'una nrtirolaziooe e In completa pntenza musc~olare po-;sono aveJ•,;i anr.hc' ~e01.:1 Ullil furmn normale dello ~Chelelt'll MseU. \ IIUt!~tu I~OffipJeto funzÌonnmenlO, JnÌili\I'CÌalO gramlemente d tll'iunnolliliunztune. hisogna stare JliÙ allaCClltÌ d•e all' -allu rilotno clclh forma dell'arto. l.e ron,eJuenze infaui Jell'immultiltnazione :.ono addirillut·a terrihtli. l\oi llnppinu1o pnr Lt·oppo, per il traLtalll•'tllo dt>ll1• fmllure lìn'or·u U"'àiO. dre l'immohilianzione di 1•~r ..e :.le~'tl prorlure ntrulia net mu,coli dt>l membro immol•iliu.-\h, ri~• lit1l nrticulari, mancanza dr Oe~,.,ihililit l! Sl'urrrvul~w~ dei li,.:amenti e ùei tt•ncltni etl aiLP.raLioni cl··llt• ~·artila~111i. ndle ·•rtirolazwnr anche sanl' tn preel'· d••nzL Prolungando ma~jliormente •Jne~tn immoiJilizz:wone, per ritardo uolht solitltfìcaz10ne del callo. come non di rnJo loUt:Ct>•le. •tueslt• 'te~se alleJ·at.ront po.;...ono tanto .,,·~eotuarst, !16èÌalmente in indinJui .lllemp.tti. eia determin.tre delle r.ond1zitmi pennanenti f' tali ùa g,lrt'!:.liare, per ;:li t>ni~tti d:umo.~i. ron le fusioni osseo dolio supel'lici arlicoluri. (Joanto poi non snrnnno peg,.:illri glt eiTetli dell'irnmoluliz· zazione sopr~ 110 te"suto rellnlarf' tume[allu. ,;,n muscoli e !òll tendini inlillrati dn spanùimenlt san:.:uignt e sopra articolazioni divenute setle eli suffosioni ,;ierose o· ~-.ero·san­ fCUÌnnlenti e ron tumefar.ione deiiP stnovtali ~ 1\h·ordati co-i .;ommat·iamente i danni dell'immohtlizza-


8:30

CURA DII.LE FR.UTURE

zione e tutti ·, vanta~gi ~l1e ha su questa la mobilizzazione, vediamo quale potenza ausiliare abbia il massaggio, nella cura delle frottnre. Si deve innanzi tutto riconoscere l'importanza del massaggio sn tutte le fraLLure, ma i vantaggi piit considerevoli si debbono riconoscere per le frauure alle estremiHl epifi · sarie. La deformazione e lo spostamento è minimo in queste e non si ba bisogno di riduzione e contenzione, il che del resto ~arebhe impossibile ouenet·e. Se in queste fratture sono più com uni e più estesi gli spandimenLi sierosi, o siero·saoguinolenti. il loro riassorbimento, mediante il massaggio, sari1 ancora più rapiclo e completo, per l'estrema vas<'-olarizzaziooe della parte. La rigidità at·ticolare, tanto facile ad aversi. e l'abolizione conseguente della funzione i;ara nno con sicurezza scongiurate per mezzo del massaggio che guarisce la parte e, calmando il dolore, permette la mohilizzazione. Il massa~gio è un elemento indispensabile nella terapeutica delle ft·anure, ed e una vera disgrazia cbe in certi casi non si possa subito usare. Questi casi sono quelli a'p· punto che :~huiamo sopra ricordati A nei quali fa d'uopo ricorrere per qualche giorno all'immobilizzazione. Uno degli elTeui più importanti del massaggio, fatto subito e bene, è senza dubbio la scomparsa del dolore. Questo effetto si deve otLenere con manovre cosi dr>lci da prima da oon provocare alcun dolore durante la seduta. Intanto conseguenza immediata della scompars<t del dolore sarebbe il rilot·no della funzione dell'arto, che deve essere subito proibita, pbrchè alfallo intempestiva. Sar-anno Roltanlo movimenti utili quelli clte il chirurgo crederò di potere eseguire, sempre con limitata estensione. senza produr1·e allontanamento dei frammenti.


COLLA MOBILIZZ.\ZIO.NE K COl. '!ASSAGGIO

l'~r ora, a proposito della scomparsa del

831

dolore, uno dei fatti piìt importanti e sorprendenti che produce il massaj!gio, non possiamo fare che delle ipote:;i grossolane, ''aie a dire, oltre elle alla scomparsa degli essudati, che dil> tendono i tessuti, si può ritenere che probabilmente si dehba •tttesL'efTetto all'azione rapida e ripetuta sulle estremilit periferiche dei nervi della regione. Colla ~comparsa dtll dolore si nota ancora un rilasciamento considerevole del mcmhro fl'nllnrato. Quella tensione della parte, l'edema del cellulare :;ottocutaneo, che fin qui erav:uno abituati a veder crescere quasi sempre nei primi l ~ o 15 giorni, col massaggio ad ogni seduta diminuiscono, ed anche se talvolta tra nna seduta ed un'altra tornano un poco a crescere, il risullato linalu è cbe col sucrede,·si dt>lle sedute si ouiene la scomparsa completa di quec;d sintomi in un'epocn nella quale col vecchio lrattaruenlo appena appena avrebbero incominciato a diminuire. Col ma~~a~~i'J cet·te piccole resistenze, che presentano i mu.;coli in ·Jualche punto inlìltrati. iii aYvertooo bene e si fanno preslo scomparire. È poi , mediante Bmassaggio, rapidissiml la sco:nparsa delle echimo i. Noi !'appiamo inoltre IJUanlo si niLeri la pelle per efieLLo degli apparecchi immobilizzanti. Diviene secca e rugosa e perde dellu sna elasticiliL Col massaggio invece si mantiene liscia, pieHhevole ed elastica, perchl· si allivano, aozichè soppl'imersi, lo sue funzioni lisiolo~o~iche. Per l'inllueoza del mass:1ggio. il ritomo dell'attività vitale nel membro fralturato è rapido e persistente io guisa che, o non si verificano. quando l'arto incomincia a ftmzionare, eerti disturbi che si osservano generalmente dopo aver adot· lato come mezzo di cura l'imu10bilizzazione e che consistono io etlematositit secondaria, tensione delle vene e sensazioni


CUllA OELI..E rR.\TTUI\E

penose di peso all'arto interessato, o si verificano in gmdo leggerissimo, in ind1vidui d«>holi od attempati, e scompaiono sollecitamente, insistendo un poco nel massaggio. Alcuni larori sperimenlali di M. Castex. ( l ) chiar:Jmente dimostrano quale azione uenefica eserciti il massag~io su• mu:;r.oli e sui ne•·,·i alteral i da traumatismi. Cunstatò questo autore che. pe•· eO"etto di un trauma. allon~hò non si prnticava il massagiio, avvenivano nei muscoli dissociazioni in fibrille delle fibre muscolari. iperplasia del conneuivo tra 1 dhers1 elementi, in alcuni punii un aumento del numero de• nucle• del connettivo. emorragie interstiziali, cd ingorgo de• vasi sanguigni. con iperplasin della loro guaina avvemizia . Nei nervi notò perinevrite. nevrite interstiziale e com;wes~ion e dei tubuli nervosi. Al contrario lrovò che io altl"i animali, solloposti allo stes:>o Lraumatismo. e nella stessa epoc;t. ma cumti col massaggio, tanto i muscoli che i nervi r.i presenlà\'ano in condizioni del lutto normali. Questi medesimi benefici del massaggio, oltrechè :.ni muscoli e sui .nervi, si debbono risentire anche su tulle le altre parti molli aherate e sull'osso, e non si deve quindi essere più sorpresi della grande celerità colla quale il massaggio t·estituisce la funzion e d'un arto fralluralo. Iodicatt per la! modo i vaola~gi rhe apportano nella cnra delle fratture la mobillzzazione eJ il massaggio, vediamo brevemente come s'applicano l'nno e l altra. Premetto che non intendo per mobilizzaziooe alfenare i fr·ammeoti cl'uo os:;o fratturalo e smooverli, anche se limitatamente. Dere intendersi invece per mobilizzazione il mo' imeolo dei muscoli e delle articolazioni vit:ine al focolaio di {{) Ùudc e/inique et expérlmmU11t sur lt mauo.gt. - A.rehive1 géntrtllU d t Jlft!declne t89f.


COI.LA MOB1Llt7.AZIO" E t.OL llASSA(~(}JO

833

frattura oece~sario per cun~ervare la fum;ione delle une e degli altri e la vitalità della parte. \la que:;ti movimenti provocati debuono imprime•·e necessariamente da primo anche dei movimenti , sieno pnr minimi, ai frammenti ossei nel focolaio di frallura. Orbene, sono appunto qoesli piccoli movimenti rhe favoriscono la formazione del callo. La aondizione necessarilt però, perchè un tale elfello possa raggiunge•·si, con~iste nel riuscire mediante il massaggio a far si che tali movimenti non riescano all'ano dolorosi. Si dovranno quindi etfeuuare sempre alla fine di una seduta di massaggio, dolcemente e senza scosse. Che se l'infermo accusa dolore ci dobbiamo persuadere che la ~eduta di massaggio non è stata ''auta;:giosa e si deve riprendere per ottenere l'eJieLLo richiesto. ~on si dimentichi poi che, se si ottengono dei grandi van,tag,:i coi movimenti frequenti, si hanno invece dei grandi inconvenienti e~gerandone l'ampiezza. Quest' ultimtt deve e--sere !;O)Lanto sLabilita dalla assenza del dolore e dalla sicureaa ùi non prùdurre sposlamenti. 'iaturalmenle i movlrn~nti oon ~i possono provocare, aochB se limitati, troppo ,;pe;;so. Bisogna sempre lasciare all'arto, per la riparazione tlelJ'o.;su, d riposo ner.r.:;;;,trio) che deve avere una durata almeno di cirra 2-i. ore. Ma trascorsi i primi giorni, e giudicandolo necessario, in certi casi speciali, si possono praticare aod1e in sedute .:;econdarie dei movimenti poco ampi. [n concl usione dunque la misura dei movimenti richiede molto tatto ed intelligenza. Tuuo ciò per i movimenti passivi provocati dal chirur~o . .Ma dobbiamo anche coniare moltissimo ~ui movimenti attivi e-ercitati dall'infermo. A tal riguardo però noi dobbiamo andar cauti pe1· non concedel'e una funzione intempestiva. Frallanto ritengo) come regola generale, che anche un 5il


83i

CUIU OILU: FRATTURE

·emplice sposlamenlo attivo d'un membro fratturalo, ud uu movimento di flessione e di estensiOne, n seconda delle varie fratture, non s1 debha concedere .;e non quando si i! certi che il callo pr·esenLi una solidilicazione sufficiente per impedire un incurvamenlo dei frammenti. Si capi ce però che non si debbono fare tali re::lriziooi per quelle frauure ubicate in parti dove un niLro O$sO roanuene la fonna ed impedisce gli spO!>Lamenti dei frammenti. In ogn• cac;o poi. finché il callo non è ben solido. i movimenti snranno sempr·e moderati per l'ampiezz:t. e fìnchè, crescendone l'ampiezza, riesc1rauno doloro~•. si avrà un se;.tno che manca ancora qualche cosa alla comp!Na. gnarigione. Per gli art• infer10ri sono anr.ora piu irnponaoti le precauzioni nel riprendere la fun zione, cbe consiste nel sostenere il pe·o del corpo: e -.iccomc per quelh superior• non si possono concedere degli sforz•, come .alzare der pesi, per quelli inferiori non si può concedere la deambulazione. se non quando 'i è certi che la solidità del callo sia completa. Le pratiche di massa~gio c:ooo facili. ma vauno esegu1te con discrezione, con pazienza e con esallezza, specialmente perch~ a quello Intimamente s• ossoc•ano 1 movimenti pro''ocati . In alcune frnllure (perone, rad1o, clavicola, omoplata, e~lremll.à. articolar•). 'e nn l'applicazione d'apparecchi , immeùiatamenLe s'incomincia. il massaggio; in altre, per tendenza allo spostamento (rrauura del femori' alla parte mediana, tli ambed ue le ossa ùell'avamlwaccio) dopo una ùuonn seduta d1 maisag~,rio s1 applu;a un apparecchio, che si r·•muove dopo 6 o 7 giorn1, per una nuova seduta, e si riapplica subito dopo per Loglierlo di nuovo ogni giorno, per Le succes"h·e sedute di massaggio e di mob1lizzazione. In alcuni rar1ssimi casi parò, con grandissima mobilità dei frammenti, può essere indi-


COLLA MHDILlZ~AZIONK E COL YASSAGGlO

835

spensabile un'esatta immob1lh:zazione prolun1wta; ma. facendo precedere all' applicn1.iooe dell' apptlrecchio un buon mllssag~orio, bene spesc;o bastano pochi giorni per ottenere una solid1tà sulliciente da permettere il massag~io quotidiano. seguito dall'applicoziooe d'un semplice apparecchio contentivo. Percbè il massa~gio sia j.,riovevole deve obbedire a parecchi preceui impo1·tantissimi. l.e manovre, da primo specinlmenLe, debbono essere -estremamt-nte dolci, innanzi tulto per non portare od acereset>re irritozione ulla parte, e poi per ollenere quel risultato iO\portantissimo che consiste nel riuscire lo ste~so massa~~io aozichè doloroso, aggradevole, e nel produrre -la scomparsa del dolore. Nelle ,;edule succe:;sive si potr:a crescere gradatamente la pressione, purchè sempre si riesca a non proJurre affatto dolore. I.-l durata del l!l11'sa;rgio per es-:ere efficace. dere essere .funghis~ima, $Opratutto nelle pr·imissime sedute. I primi minuti serviranno per callllilre 1l dolore, i successivi per 'Produne degli eiTeui veramente eUicntL Ma una seduta tung1t :;trnordrnnriumente nuocereblle all'infermo, perché se il massaggio provoca nella regione una auiviLà più ~rande der fenomeni ùi l'iassor·bimento, dopo aver l)r&pat'lltO questi fenomeni lnsognera nnturalmnnte lasciare il tempo perchè si rom piano: ed ioohre l'eccitazione nervosa, che si produce per eiTeuo del massaggio, deve pure avere un limite. Concludendo in generale si può dire che il mas-sa~gio •tllr>tidinno è sufficiente e che la durata di ciascuna -seduta può variaru da mezz'ora ad un qua1·Lo. Tn alcuni SO~ì(etti irr1tahili può anche accadere che il massaggio si ~ebha :~olo praticare nei giorni alterni. Il (()colaio tli fral(ura dovra essere evitato dalle pressioni


836

CUllA DILLE FRATT(JK!

del massaggio, e que~t'ultime dovranno faJ"Ì tanto più lontane dal focolaio per quanto maggiore sarà In mobilttà dei frammenti. Tolto ciò per non produrre sposlamenti, ptlr non disturbare il lavClrio di riparazione e per non portar via quei materiali che sono necessari per la riproduzioue ossea. Si deve auche evitare ogni allrilo tra la pelle della regione sulla quale ~-.i opero e la pelle delle mani dell'ape· ratore. A tale ~copo può usarsi il sapone. In v-a::elina e l'olio pnro vegetale. È preferibilc quest'ullimo. TI massaggio deve essere esteso a tutte le parti vici ne, non u·ascurandl) di a).l'gredire le pitl piccole alterazioni che il traumntismo può aver prodotto. anche a distanza. considerevole. Pei gravi focolai traumatici intet·essanli le parti molli, nelle vicinonze del punto di frauura 1 é mestieri avvertire che non si dehbono troppo presto a~gredire col massaggio. È sol tnolo nel!c sedute succes ·ive, e con pressione modera.La da primo. ~:he si può intervenire col massttggio nella cura di Lali lesioni. Pei muscoli cercheremo che le manovre non nbbiano dir~zione contraria a quella del loro asse longìtudinole . .t proposito intanlo della direzione delle manovre òi mnssaggio, non si dimentichi cho per ottenere la scompar~a del dolore, in un f~cotaio di frallura, le pressioni 1lebbono sempre efreuuarsi nello stesso senso, che. in regola generale è in dir·ezione centripeta. seguendo il corso del sangue Yenoso. Ollrechè, colltl sua direztone, il massaggio deve favorire lo spostamento delle sostanze che debbono es.:!ere riassorbite, esercita anche nn' eecitazione nervosa per·iferka per la quale si ha la scompa r~a del dolore. E parche l'effetto non manchi, s'evitino interruzioni durante la seduta


COLI.! MOBILIZZ.UIO.NE Jt COL 'IASSA (;GlO

837

e a'insi11a sulla "tessa maniera di massaggio incomincial.a, finehè il dolore non sia s~omparso del tutto. Per megho spiegarmi: se principiammo la sedula con pression• mediante la superficie palmare di tutte le dita, non possiamo a an dato punto interromperle o incominciare delle pre.isioni in altro moo]o, per e~emp1o. col pollice sollanto. o a manicbeuo. con tutta iotem lo mano. L'effetto p1ù import.ante del massngg1o. la scomparsa del dolore, verrebbe allora a mancare, o, per volerla ott9nere, converrebbe troppo insistere nella nuova manovra intrapresa. Ottenuta però la scomp:trsa del dolore, con l'Insistenza nelln manovra prescelta, si potrà sempre dopo cambiar la manovra a piacere. a secondJ delle speciali tndicazioni. Non i:;t~rò qui a de:-crivere le svariate maniere di mas· s!lgJCiO !iUg~erite dagli autori a propos1to della cura ds var1e altre infermità, e~clu~e le frauure. Per queste ultime n me pare, per la poea pratica che ho potnto acquistare collo atodio dei ca.-.., che riporto, che non si possano dett1re delle le.tgi as~olote. ~i potrà ~olo dire che in generale nelle prime sedute, ed in principio della seduta, sono da consigliare delle larghe pre,;~ioni a braccialeuo, con tutta la mano, superfìciali:-,irue, per produrre la scompar'a del dolore, e che queste stesse pre~s1oni. ma con forza mag~ior~. si possono anche con,igliare in fine di o~ni se· duta, come per spingere innanzi , quasi spremendo la parte, gli s~ndiment1 che inlillrano i tessuti. Ma del resto ne1 singoli ca..i ci potremo vaiE\re o del polpastrello o della faccia palmare di una sola o tutte le dita, o della eminenza tenare od ipotenare, o della palma della mano. a seconda delle indicazioni speciali. vale a dire a seconda della pressione che si ''uole esercitare, della profondità dei tessuti ebe si to,.tliono aggredire, dell'estensione della lesione. dei


838

Ct:RA OILL.Il PR.\TTURE

rapporti anatomici, del ht mobiliLù dei frammenti, della tendenza allo spostamento, ed a !leconda delle condiz10ni dell& pelle. È perciò cl1e nel trattamento delle fratture col mas~:a~gio entra in campo il criterio del med1co, ed è per quei>IO che, per avere dei buon1 rillullati, ~ ne.cessario che il chirurgo da se stesso pratichi il massag~otio o ne mcarichi assistenti che ahhinno imparato n pra11carto. ~all'esporre le var1e stone cliniche de• miei fr,• llurnti accennerò ulle manovre di mo ~ sa~l>(io ndouate c. dove occorra, alle rag10U1 per le quali si u~aNno delle manovre speciali. Per facil itare il meecanìsmo d'un tale trauamento è necessario fi,;sar bene In parte sulla quale .~i agisce. Ed è IJUI elle ugualmente il clururgo, a !iecood' dei casi, deve usare quei mezzi che cr·ede m1gliori. Dall' nppog~: i o della parte frauurnLa su cuscini o ~mi letlo o sul ginocchto dell'operatore o sulla sua mano destra o sinistra, fino all'appoggio che possoo dare degli a:.sistcnli. e istono un buon numero di maniere diverse che, al caso particolare, possono essere, ciascuna, utilissime. Pii1 presto s'incomincia il ma$Sa~gio, mij:(liori ne saranno i resultali. Per In durala della~cura osserveremo che il regol:lre funzionamento dell'arto costituirà In migliore indicazione del termme del massaggio. Ma la cura si potrà. dire sollanto sufficiente quando per questa ritornò la funzione dell'arto, senza alcun doiQre residuo, e si potrà dm~ perfezionai..'! quando ollre a ciò. non rimase piu alcuna t1·nccia t)i ahet-azione .• 1 polrouoo, per questo ultimo resultato. praticare delle sedute supplementari, con qualche giorno di distanza l'una dall'altra. Per l'applicazione d'apparecchi in regùla generale si ritenga che tutte le volte che non si credano indispensabili


COLLA llOOILlZZAlTO:"iX E COL )lA~SAGGlO

~39

non si debbono usare. E qualora. per forza maggiore, si dovessero applicare, si tolgano :mhilo che si possa ritenere che sinsi g•i• stabilita una soliditil relativa, sufTicienle per pérmeltere il massaggio. Lueas-Championnière condanna assolutamente l'uso d'una mscialura compressiva e maggiormente quello d'una comprt!ssione elru>lica, dopo il massa~~io. Sebbene non disconosca i vantaggi che in certi casi apporta la fasciatura elastica. ritiene che. dopo aver coJ massaggio aumentata rattlvilit VItale della parte, si ~ebba ai muscoli ed agli altri tessuti lasciare un certo tempo perché si compiano i fenomeni di riparazione determinati in loro dalla eccitazione ricevuta~ Souo questo punto di vista per· lo meno, la continuazione ùi qn e<~ta eccita?.10ne colla fasr.in elastica deve esser·e dannosa, quando non debba credersi la cumpressione co--tante d' una fascia elast1ca contraria alla valalità dei memLri in ~enerale e dei muscoli in pnrticolare. T1·a le cure complementari del massaJtgio lo stesso Chtunpionuil"re osservn che la sola medicina razionale eonsi~te nella :;omminisLraz;one di evacuaDLi, special mente qunn1lo il focolaio di fa-altura è considerevolmente esteso. Con"i~lia sopr-aLLuLLo i purganti ed i diureLici, perché il m•l.,sagt;io esagera 1 movimenti di denutrizione interstiziale e :;pit\ge nel torrente circolatot·io tutti gli elementi inutili, ver.;nti nell'interno dei tessuti, che debbono eliminarsi per un'azione laboriosa dei reni. Oa varie osservazioni è ri~ultato che i soggelli sui quali si praticò il massaggio presentano analogie con quelli che abusarono d'esercizio mu~colare.

l Continua).


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA Bopr& UJl •esuo precoce del morbillo. - (La Pediatrm, ~ ~. tS!n e Sperimentale 18!15, N. 16).

P. DoLOGNLNJ. -

Nel corso di una recente t>pidemia di morbtllCI cl1e alluccò circa 300 bambint, ma che moslros~i del resto mollo benigna, il dott. Bologmnt ha potuto convincersi Jella CJ<tsl.enza nel mOJ•billo d'un particolnt·e sfregamenlo peritoneale che, venend,, percepito ordinariamente prima della er uzione cu· tanea, può essere considot·atQ come un segno precoce d• questa malaLtta, almeno nei bambini. lnfaLlt l A. non lo ha mai constatato in bambani sani, o malati d'altra malattia. D'altra parte sarebbe talrneute costante nel morbillo, che ad eccezsone di due ca..• E>arebbe !<Lato verificato doU'A. m tutti quelli di morbillo che gli capitò di curare. il cui numero fu eh circa 200. Ecco come biso~na procedere per la ricerca del fenomeno in parola: Posto il piccolo malato nel decubito dor sale, colle cosce fles.'le sul bacino all'oggetto di diminuir·e lo l'esistenza dei muscoli addominali, il modico siLualo a tlanco del malato. esercita con La punta dei due dila media delle due mani tenuti accosto l'un dall'altro, delle pressioni successive 'lulle diver..e regioni dell'addome, dapprima assai leg~iere ed m !'egUilo dt ma no 10 mano più energiche, ma sempre clehcate. Egli percepisce allora una sensazaooe Lalltle par lit:olare. come lo ~;fregamento di due supArflci Leggermente scabre, che scorrano l'una sull'altra. Questo renomeno non 11i produce su tutta l'estensione dell'addome, non si avver te ami che in certi punli piu o meno ci rcoscr itti Irlollre è esso tal-


RIVlSlA MEDICA

menle fugace. che oon ~~ rtpr oduce fucilmente nel puolo m cui tu gta avvertilo. Onde ramiliarizzarsi con questa sen:sazione, quando la st ostler va per la prima volte, si rende necee11ario, dopo aver trovato con una pros~ionb assai leggierH il punto ove ci sembra rli percepire lo srr~gamento, di non e!!aur1rt> d'un tratto l'effetto c.he può [H'(1durre la pressione, ma t!i graduarlo t<serciLando sullo stesso punto delle preseiom più forli e succedenlisi rapidamente fino a tanto che la sen!I&Zione caralterl!ltico abbia r·a:;rgiunlo ìl suo maztniUm, che •'Oincitle per co"i di re colla scomparsa della senAazlone 8\e!41l8.

Nei malati O!'~er,•ati dall'A.• 11 fenomeno d• sfre~amenlo ora de'icrillo ha d'ordinario preceduto l'eruzione morbillosa. Lo si à cou~lat.o.to fino dalla apparizione ùella fcbhre che 8efln8 il prmcipio del per10do d'invasione e teholta anche prima della rebbr~. •tuan.lo non e._i,teva che un vago male!!!lere. Ma In alcu ni rari casi non é comparso che con la eruzioue cutanea, o ptil r aramente ancora, alla fine del periodo entttivo. Può notltr-ù .. pe"~O un certo alternar--• tra 11 renomeno di t~freJ;;t~m~nto e l'esantema, in questo senso, che nei calli 111 cu1 la eruzione è inten~a. lo srregamenlo si mostra meno a ccentualo e v•eevel"'a. Finalment.e Bologmni ha anche constatato l'è•i«t.enza dello srregameoto per1looeall' ìn tre bambmi che presentar·ono i sintomi carattarlsllci del morbillo, eccelLo l'eru1.ione, casi probabilmente di morbillo aborllvn (morbillu• •in~ morb;.'hs). Il dolL . Bolognini é con\·into che il fenomeno di sfregamento che egli descrive come un nuovo se~no del morbillo, fii produre fra le lamine partelale P vt'!cerale del peritooeo. Comunque, non può ~~ere confuso con il gorgoglio iott!sLi· naie o col crepitio dell'enfisema sottocutaneo, né con altro rumore chP po<~sa prodursi, sia spontaneamente sia arliilCialmente, alla "Uperftcie o nella ca vita dell'addome. Questo srreg11mento non può es ere dovuto ad unn vera per1tonite, poichò non Eli accompagna mal a dolo re nè ad alcun altro smtorno periloneale. Non può dunque es~e re che la conseguenza d'una lesione aMai leggera e 10 pa ri tempo circoacriUa della lamina interna del peritoneo che dia luogo alla


SI VISTA

produzione di un essudalo assai tenace. Quale potrebbe essere questa lesione 1 Il do tl. Bologni ni crede che si tratti d'un'enantema morbilloso peritoneale aualogo all'enantema delle muccose che precede, nel morbillo, così spesso la comparsa deil'e.~antema o et·uzione cutanea. Talché dunque, secondo il dotl. Bolognini, il morbillo ioeomincierebbe sempre o quasi sempre con un'enantema perilooeale che generalmente preceder·ebbe di venliquaLLro a '1Uaranlolto ore l'eruzione cutanea, e che si maniCe!:'lerebbe con una sensazione c.'ar·aLterisLica di sfregameoto. Questo fenomeno per essere cosi costante, può considerarsi come un segno pr·ecoce del morbillo, permeltendo di stabilire la diagnosi dl questa affez1one prima della comparsa dell'esantema, ciò cbu, comf' é facile compr·eudere, può avere una grande importanza dal punlo di vi-;ta profìlatttco.

* L'enteralgia. -

(Ga:uetta degli o.ttpedali, 8 giugno 189:l).

Per quanto i nervi inlestinali non siano tlno ad ora clliaramente riconosciuli e descritti, pure é certo clte nei tronchi e nei ~angli simpatici esistono elementi della sensibilità la cui eccitazione può produrre intensi dolori. Spesso tali ir••iLaziont. cui segue senso di dolore, possono essere prodotte da lesioni di nature meccanica o chimica, le quali agiscono sul tessuto intestinale; tali contingenze si avverano, per esempio, neUa ent~>rile, nell'ulcerazione intes!inale; nalla s lenosi. nell'incarcerazione, ne! voi volo, nell'intussuscezione, nell'embolia arteriosa ed in altr·i stati morbosi congeneri. · Oltre a ciò, possono riuscire dolorose, per un enorrae distensione dell'int.estino, per aumento di contenuto fecale, o per anormalità di contenuto, come nei casi di calcolo biliare, oppure per processi pulrefaUivi che mettono capo alla produzione di go~. Non di rado, peraltro, avviene che codesti dolori intestinali non steno provocaLi da alterazione della meccanica o della tessilura intestinale, bern;i soltanto da lesioni d'inner-


UQJCA

8l3

var.lone e ~.lleuo quindi origme ad una ve1·a e propr1a neur osi inleslinale. Qu..sto studio sulla eliologta delle affezioni enteriche l> tanto piu Importante ogg1, in cu1, per . ollto, l'inl•era serie delle for me intestinali, il cui siuloma prevalente è dalo dal dolott-, viene delloita senza distinzione col nome d1 colica, come se Cosse permesso di formare eeoz'allr o un g ru ppo morbo!'ll dal loro sinloma dolore. Fino ai temp1 di Bamberger , si è lentoto di ùi!'!linguere l'euleral~l8 dalla colica; m n si arriva tloo ad epoche relalivamPnte recenti prima di trovare lentaUvi cor onati da qualche risultato Fra i moderni, va attribuito al Leube merito speciale in queelu carnpasrnn a favore di un'esatta nomendatura ; egli ind1C8 colla design8710ne di enle1'8lg1e quelle forme che dapprima co.piscono la ~rera della ensib11ita e SI ria ..sumono iu un'ecce~iva rea110ne da pa1•te dt questa mentre, da pArte 1lel reperto anatomico, non si ha la presenza di alcuna nolu, poi' •tuanlo ~coudarta, che accenm ad alteraziono fllcuna. O'atllrun.le. pdl' enter&IJll& !lÌ .Jeve tnlendere - come ricord8 ST~·ts (C1ntralbl.j. d. ge:~. Tlter . 1805) - quella forl1l8 morbo~a 111 cui la cau"a del dolore • u01camente rt posla nella le~im1e del ut•rvo; pPI' modo c1Je una enleral~tia da ccee~l!lna d1 .. lens1on~> pel' r1 ta~o recale, ati esPmpio. non r1eutr1~ rebbe, a rigor di termini, nel novero delle affezioni d1 CUI •• di!ICOl'~O. Slein riporta appunto alcun1 casi inedili, occorsi a lui e ad &liri O!'l"erval<H'i, nei qua h figurano principalmente diarree nervose accompagnnle da t>nteralgia, a proposito dtilld quali anz1 ••J:Ii nota che se ne può lenl.are 11 lraltamenlo proficuo ril'OITendo alle applicazioni elellricbe. Sono notevoli, da qu~ln punto di visla. anche le osservaziona di MaUùeu, rireriW alla rrertuenle comparsa contemporanea di inl~nse sensazioni doloro~e e di dispep$i& nervosa, compli~la spesso a diar rea. l nterpretazione adeguata e trattazione ampia ebbero, d1 r ecente, quei casi di t.mteralgia che decorrono con un tipo


a.u.

RI\'ISTA

dt coliche e coll'espulsioue di mas:;e rnf!mbranose òall'inlestlnu. Que~le forme, in addietro, erano giudicale come infiammatorie; ma oggi mai è nolo cha esse non ad altro sono dovute se non a lesioni di Cum:ionalila, e che rappreseot.sno vere e pr oprie neurosi intestinali. Sono forme poco note e cosi c&r&.tLerizzate: da principio si hanno accessi dolorosi che t·aggiungono gradi notevoli di inle11sità, e che risiedono, per' lo più, nelle regioni coliche; sul finir·e di tali accessi vengono espulse masse membranose che rassomigliano pe:· lo più a coaguli solìdi o tubulni, ma spesso anche t•icordano da vicino le membrane crupali ed i secreli bronchiali . Al microscopio appaiono composti di una sosl.l:lnza fondamenlale, con cellula cilmdriche e masse lamelleri, cogli elementi, insomma, della mucosa intestinale. Alla ricerca cltimica. si constata che tali masse sono, per la maggior· parte, coslituile da mucina. Queste prodttzioni speciali hanno la ragione loro di essere nello sfaldamento della mucosa inlestin11le, e vengono espulse sotto valide e dolorose conkazioni peristaltiche. La cura dei sedativi, pronuoziat.s da Pariser, pet· queste forme, diP.de ottimi r isultati; il che induce a ritenere anche più fermamente che si lratli di vere e proprie neurosi tnlesLìnali . l reperti ioteslioali avuti in casi di morte, sopravvenuta per malattia intercorrente, rendono poi questa ipotesi quasi sicura, ~iacchè la mucosa fu tro,•ala intatta. o sede soltanto di una lesione secondaria. Al gruppo delle neuro~i intestinali appartengono ancora le coliche tossiche da piombo o da rame, e benchè questa affermazione abbia in sé dello sll-ano, essa tuttavia ò suffr·agata da parecchi reperti favot·evoli, che tendono a darle base sempre piu ampia e 11icura. Di recente , infatti, si e riconosciutO che la colica salurnina non e altro che una neurosi del simpatico, una iperestesia del plasso meser aieo e celiaco. In parecchi casi, a l· raulopsia, fu rinvenuta una iperlrolìa dei gaogti addominali simpatici, e sclerosi del coooetlivo nel plesso celiaco; io altri, però, le notd inerenti alle lesioni nervose rimasero completamente negative.


845 Ma la forma blanda cosl1luisce certo 11 tipo piu comune della enleralgia, •1uello che è snche più noto. Si tratta qu~tsi sempre d1 paLienll con ispeciali note neurasteniche ed istertche; qualche volla, l'enwralgia insorge spontaneamente, ma spesso ancora 6 occasionata da anomale condizioni del sistema nervoso, spesso da stimoli, riconoscibili pei loro eltelll, non val\llabili per la loro natura. Buon uutnero di queste forme si verillca in casi dt alterazioni di struttura del cel'vello e del miùollo spinale, specialmente nella tabe; il dolore colpisce ti paziente. in una pluralitA da cas1, sen7.8. causa apparente e sopravviene in forma •ii ace~1-i, talora ili m-'diocre, talora di noLevol~ mtensìtè; la loro durata varia da poche ore a pareeèhi giorn1. Il carallere della sPnsazione dolorosa è stato descritto dai -vari pazienti in modo diver so; cosi fu talvolta l'assomigliato ad un dolore puntorio, tal'altra a sensazioni laceranti, o cor-trinj:tllllti, o 1li peso e via dicendo In parecchi casi, e, l:egnelamente, in uno osservato da Sleio, l'i aveva, dopo un per iodo breve di miglioramento, una nuova riratlula; que.sta Jo:orosa alt~>rnaliva lor mPnlò il paziente per pa re~cbi mesi. Spe.....o, l'accel:'so ~uadagna a pocu a poco in inlen~ilà e trA\'••z7.a, ed aJI'aemE>. rammalato avvet•le un ~enso diffu~o di lfln:.:ttore e debolezza, con profuso sudore fr eddo, svenimenti, "PPUI'e stato eretistico, convulsioni, priapismo, e perdite se·

mmalì in volontarie. La t<etle più l'r equ.enle del dolol'e è nelle vicinanze del bPilico, più Ji rado al basso ventre, od elle porzioni lalerali; l'a~lclonte si trova, in que~li pazienti, contralto, depresso a

barca, ~ solo nei .soggeLti iswrici ò ampliato a mo' di bolle; apell!\0 ò dolente alla pressione; le defecazione si fu più ret·a e •TUa!-lt passivamente, senza concomitanza dei muscoli del basso ventr e. Il quadro morboso è completaLo dalle note relative al cuore ud at polmoni; sJ banno pOI!'IO e respirazione oltremodo fre•tuenti, singhiozzo ostina\.<> sensihilitA alla pressione delle regioni mammarie, e notevole eccilamenlo ge-


8 ~6

RlVI::-TA

norale del paziente; negli ister ici, pèr di più, si osservano emaanestesie, spiccata ovarialgio, eù aUri ft>oomeni congeneri. Fra le cause che po"sono indurre questo eccitamento de1 oerv1 intestinali, tein ricorda, 1n primo luogo le condizioni dello stomaco, essendo nole le connessioai 1ntimc che corrono fra mnervszione gastrica ed ioner vaziooe Intestina le, siet'ome ru, or non P "Dolto, dimostralo da Oppenheim. l nerv1 intestino lì possono perallro venir ecciLaLi per effetto anche d1 sensazioni provenienti da altri orgam; cosi, nell'uomo, si sono Ol"servale enteralgie dopo il coito - Il che deporrebbe in favor•• di un nesso fra questa forma morbosa e l'esercizio se~!luale. Lu tera pia urta spf'sso conlro forme le quali l!ono rabPili fino alla esasperazione, e J'&r$enale teropeutlco possiede ben poco d1 sicuro contro l'enteralgia. l nLa n lo, vanno evitali accuralatnenti i dro ~ tici. che trovuno qui '~Oltanlo un'indacazaone apparente; inve~e va prescritto al I'JPO!>U e con eS!'\O vanno suggeriti tulb quei mezzi che sono alli a dJminuar e l'eccitabilità dell'inle~ llno, come temperaLura alta, correnll eleltrich~ intense, alcool in grand& dosi, chinino, oppio, cloralio ed atropina. L'elellricità e l'aplicazioue, ripe tuta tre volte al giorno, di supposilorl di cloralio e belladonna (aoa cenlig. tre) sembrano costituire i compensi tera peuticJ piti efficaca.

• FuvaoNv. - ArtrlU auppur&te me ta-pneumolliolle. (Jou rnal de Jlédt:cine et de Cht r uruce, magg1o 1895). Le arlr1li suppurate complicanti la polmonite non sono frequenti. Esse però co11liluiscono una complicazione tanto piu importante a conoscere in quanto che un intervento pr ecoce può an certa casi salvare 11 malato cbe ne è a ffetto. Qu ~ste artriti po!'l~ono presentargi fin dall'inizio della poimonale, più spesso nel decimare o dur ontela convalescenza; esse sop1•aggiungono ora nella polmonite franca, ora nella ba·o n<'o- polmoni~e da influenza. Dal punto ùi vista baLltH'io-


s.n logico, le une ~ono dovute al pneumococco, le altre allo slreplococco, e. cosa degna dì nota, Fuvhrny cita un caso di polmonite, in cui, sopra tre arlrìLi suppurate, due delle articolaziont rootenevano solamente lo streptococco, e la terza il pneumococco allo stato di purezza. L'aspetto clinico abiluale é il seguente: Nel corso, o piu soventi durante la convalescenza d1 una polmonil.t', il malato è preso bru~camenl~ da briv1di e da rebbre. Nello ste~so tempo, una o più articolazioni divenl.8no dQioro"e. Questo dolore é mollo acuto, è spontaneo, aumenta per il minimo movimento. La gbntura malata gonfla rapidamente, lu prel>enza del hr1uido ~i ra tosto manifesta. Pero, la pt·ll~ non è rottsa, alcune vent:> sott.oculanee dilatale serpeggiano sulla ~upet·lkie dt.>lle at-tico!azioni superficiali, come si osserva abttualmente nell'osteomielile acuta. Lo stato ge-nt>rale peggic.ra rapidamente. la temperatura si innalza e rei'!~ elevata, la lingua diventa secca, talvolta vi ha delirio e tlupo un periodo variabile, ollt•epassanle raramente una qumdicina cJi giorni, 11 mRIIllO muore. All'autop'"l8, !St trov& pu'i nell•• giunlur~, le sinoviUli sono ricopt•t·tc d1 •'""·•dati flbrinu~i sp~"~' della pleur1le put·ulenla melll·pnuurnonu·a~ "''verlla si con.,lalano alta·e matufes taziooi pneumococ<'•clae, tn• mn;11le <'erebro-"pmale, pleur1te purulenta ecc. S{\ queste lN110ni moncano, la C'susa della morte p M esser•·. il piu spe"~'O, riferita alle lesioni r cual1 che non fanno guari rliCdto. L'albuminuria è mfatlì fr equente nell'ultimo periodo, e.J all'autop,.la <-ì con ..tata dte 1 rem sono maiali; la soAtanza cet'VIcale è pallida, le p1ramidì coo~e­ slionale. L'e .. 1lo fatnll' non ~ pt-tr6 -••mpre la regola. Oggidi, piu 8p6S'lO che por l'addietro, il chirurKo interviene; uo' artro· tomia precoce evacua il rocolaio purulenlo. Questo viene la,·ato, clren&ll~eialo, e la ~uar1gione sopraggiunge allora mollo rapidamt>nle. La puntur a fa ceAt>are ~li accidenlì; talvolla, quantunque raramente, 6""'a apporta la guariJ.!ione completa. A fianco d1 que&ll ratti abituali e classici, vi sono casi in eu1 la lesione art1colat·e pneumococcica preseota una sinto-


8i8

RIVISTA

matologia differente. La malaUia può assumere un decorso indolente e torpido ehu può rendere la diagnosi molto esitanto. Lo stesso d1casi dei falli m cui l'artrite é abbastanza benigna. Macaigne e Cnipault ne hanno citato un esempio. Ne1 cas1 d1 questo ftenere, queste artriti, aU' infunri dell'esame baller1olog1co del hqUido articolare, presentano caratteri speciali d1fl'e renti da quelli delle artriti suppurate ordinarie, e bene in raopor·lo colle proprietà biologiche del microbo causale. E""i !<ono l~t lieve elevazione della temperatura lo<"ale e ~enerale, il leggit>ro rossore deUa pelle in ''tCtnanza dell'articolazione malata, il tragitto delle vene dJsegna te in azzurro sul fondo bianco dei legumenli, l'esistenza Ili un ed~>ma piu o meno esteso, soventi molto esteso, in ogni caso pallido e depres~ibtle col dilo; la lieve intensità 1lei dolort arlicolan ~ponle.ne i o provocalt che non sono laminanti, ma tenRiVI, generalmente molto tollerabili. Molto infausta nell'a~'~senza di qualsiasi intervento chirurgico, In pt•ognosi t! elle a t· triti da pneumococco è di ventata mollo meno g rave dopo che si dA esito, in tempo, al pus contenuto nelle giuntUI·e. Nelle arLJ·ili con decor~o acuto, la prognosi d1pende, non tanto dalle manifestazioni articolari s tesse, quanto dalle ~ltre localiuozioni Jel pneu1oococco tli Fraenke1. In quPsLi casi, quando Il malato soccombe, SI trova abitualmente, sia la mening1le, sia l'entlopericardile, una pleurite purulenla ecc., che hanno cagionato la morte. In mnncnnza di queste comçlicazioni, la prognosi immediata dulie artriti a decorso acuto è relativamente favorevole. La temperatura dil'cenJe presto e la guarigione ,. la r egola. La prognosi ulltlrtore, dal punto dJ vista dt:!la funzione della gaunlura t'l egualmenld ra,·orevole. Ma l'artrotomia anbseltica deve essere praticata il più presto possibile.


.. F.OlC\

FnutT. - La aJ.asD.oa preooce 4ella &D&1Jle 41fterlca. - {Berlinn· l{ltnlk, fase. f! l, 1895 e MorgauM, giugno t8fhl).

L' A. ha raccolto io una monotlrafia lutli 1 rt~utl.ati Nctmti delle ricerch~ balteraologiche e cliniche, elle debbono eMer e dt guida al pratico nel rar~ la dia~nO!"Ii d1 d1fleritP Dopochb <~i ~ confermata la specificità del bacallo della diftertte !'coperto •lal Lòtfler, i> ammes~o come du~ma che ~enZft que!\to bac1Uo non v'è difterite. ~ n<.ol.o esc:ersi anchè scoperto in cer te forme dlfleroidi un bac11lo mollo 1\limile a quello della difterllù, che va col norue d• p~eudo-bacillo llinerico r che secondo ulcun1 non é \'trulenlo, secondo Hllri è patop:eno conditionalameolt', !lecondo altri, 81lcora, non é che Il bac11lo di Loffier oltenueto e re~o av1rulenlc-. l,ltimamente s1 •': discussa la sua 1denlii.A col bac11lo della x~rosi . È dubb10 se lo p ..cudo-ha cùlo d1neraco poss~ prorlurr•• unn forrno d1 •iifleritu vera, pero l nlu pOR!\ibllit/J non

pult a<~Miutarllonte es~'luderf<i. Certo è he per lo ùiBJrOO!IÌ di il1fles·ile, ollrt• allt• alt.erazioni unatomu~lu~ e.J 01 ~10Lomi clinics, e dPcssivo si rPI'erlo uel bao1llo 11i l.Otller • la ~ua presenza rende dunquu CPrla la d1agno«s. A "'0CI8ti al bacillo di L~tner ~i po•~<•ono riscontrare f'lrepi•Jcocchi , pneumococr hi, h11crlli lube1·colari, elce. lnlnnto i domanda : la dimos' razione del bac11lo deliA dsftent è ""~o1utarneote necessaria per la ò111guo~i precoce dello 1hfterlt~, 10 modo che "4~>nza quella ']Ue"la •· impo,...ibslel P~r diu~tuo~• precoce nel ~enso ideale si iutt~ndfl •Ju ella falla Ht'lle pruue 2~ ore di malattia , rna IJOiché certa fenomeni, come depo--1ù ecc., spes~ compariscouo piu tardt, b18ogna tcnfl r conL•l anche del secondo giorno di malattia La dill1col1A !<la sopratulto negh stadi inir.1ali. che speqso hanno I'A~pelto ciell'ordir1ario catarro di gola e di naso. Ap~ena na c•• il .,aspetto da di nerite, il bambino deve eR~e re 18oluto, tlt•bbono ster1lizzarsi le sue via respiratorie e rollllUCiarJCi anche la cura locale. 5i


1\IVIST\

La diagnosi precllra è irnpnrt.anle non solo per chi sta allorno all'infermo, ma anche per que'3lo s te.,so, gia cché la cura ~pecì6ca fatta nel l• o~ g1orno di malatlJa puo salvarlo. La diagnosi, dunqu~, é necessario che si faccia nello sladio iniziale, quando le lesiont sono put•amenle locali, pr ima anrort~ che s1a possib1le dimostrare il bacillo drlla diner•le, e la diagnosi deve e~t<~e•·e fatta sopralutto sulla base dPì ~tln­ lomi clinici. La d1agnosi ba tter-ica precoce completa ed accerta la dia· gnosi; lune e due, d1agno~i batterica e ch::ùt•a, 5ono 11 miglior fondamento della cura. Con la denomina~1one tll thagnosi clinica pr.!l'Oce della d1nt>rite comprendiamo la raccolta di lulll i dali derivanti ,.ia dalle lesioni locali, c::ia da disturbi funzionali, "'8 dai fe· nomeni generali. C4msiderando la difter•ite dal punto di visla chnico-d1a· gnostico, possiamo Jislinguere tra forme, una inclllfer ente , una sospetta ed una emmentementc d•fterlca. Tutte P tre possono passar e l'una nell'altra, in modt> elle questo passaggro pun veriflcarf'lr in 24 ore. La rorma indifferent•• otrc·e il qua ,lro di una malaltia lorale non caralterislica, &ia di un'amigdalite, sia da una faringite o di uno riniLe ; la lumefaz10ne infiamma lor ia, !'•persecr ezione e r•perplas•a non sono roolt.o spiccate Ma anche quest.a forma cosi milo vuò e!'sere lo stadio ini· ziale del processo difterico, malgrado chf' a nche 1 amtomi concomitanti, rebb•·t•, debolezza ~en"'rale, distur bi •li deglutì· z1ono, ecc., siano asgai lievi. Clinicamente l!! forme di angina ~~tarrale, follicolaro o lacunare non si possono eicur•amente distio~uero ùa a lcune form e precoci dellu difltmle. Lo fo•·ma so::.pella può manifestarsi come tale fin da prm· ci pio o può derivare della forma indifferente : essa e meglro cMalle rJzzala e permellt• 111 d•agnosi clinica. l disturbi della deglut•zron», la voce nasale prodotta da lla tumefazione delle tonsille non sono se~ni caratteris tici neppur e tlella form11 sospette, e quindi non si possono uti!rzzare per la d1agnosi.


!IKDICA

851

Importanti sono invece i fenomeni gent>rali: la (ebbre ele.,.&a, iJ (Or\e St'll!lO di abbnllimenl(), Ì dolori alle membra, i briYJdi di fr~ ·tdo, la disappt>lonza ed il vomilo, se durano da più di ore, parlano io favore della ùiller ite. Tah fenomeni alle volte pos11ono manar~starsi dopo luogo tempo anche nelle angine non virulente e vaceversa es~i possono mancare nella diCterita, ma non s1 dimentichi che qu~te sono eccezioni, mentre d'ordinario ci é coincidenza di g ravi sintomi generali con le!iaoni loculi sospette. La curva termica nella darlerite non t~empre é proporzionale at fenomeni locali ed ulla graveua del caso spesso è alipica e talvol~.~t puo mancare Il pol!in nella rurrna sospetta noo sempre presenta modiflcazioni speciflch~c~; se tenole ad essere lento, debole e•l irregolal'l', sumeota il so.. pelto che sa tratta di dillerite. Del pari l'alburninuris !"60Z8 r~bbre o con febbre ùit~creta io flegno di un'infezione. La diAgnot~i clinica della forma dii\PJ'Ica decaM, ossia dei cor.ad~lli ca&i gravi, può ra.·qj piÙ cerlamente 11 bambino motlra •li avere una ~trave malattia generale, tanto più se t!i lrallll dell~ formil st>tlica di ùirterile. La temperalura rer lo più non ti ele\'Ata, ~pes<~o anzi u al di sotlo del normale: il polso è rlr:bol~>. intermilleule, irrl'golare. la proslrazione~, il deeadamenlo null·alivo, l brividi, la rorte albuminuria, lalvoll.a la emoglobmuria, la tendenza alle lumeraziuni arli<'nlari, la p•·e:ienza di lesioni locali, l'ingor~o delle JZhiftndole liufaliche maAcellari e crrv1éali r endono certa la d•allnosi. La o1imo!5lrAzione d ..) bacallo da Lòffier é, come si é dello, il complemPot.o d~>lla diagnosi. Questa ùimoslrazaone ha valore assoluto per la difterite t La sua as..euza è un argomenlo sicuramente conlrarìo alla ~haJCTiosi <li darterit.a 1 St>n:ttt •lublìio la dimostrazione precoce del bacillo di LOf· fter nel materiale lnlto dai punli so~pettl é da grande valore. Bllsa conferma " lcuram~>nte la diagnos1 ùi diflerile, quando non é !!lata rana ancora alcuna cura locale nea puot1 donde Cu pre~O Il materiale.

2'


852 Deve~• però tener pr esente che il bacillo dirterico é stato riscontrato nella ca,.ìl8 boccale e faringea di indivu.lui sani, onde la sua presenza non implica l"esistenza clella dillerite, giaeeht' esso può trova~i accidentalmente sulla eupur flcie delle muco!'le, senza che inrelli l'organismo, quando il rlvestimenlo epateliale è ille~o, quando l'individuo é immune e quando il baciJio ba per.luto della sua v1rulenza od e divenuto perfettamente avirulenlo. Sappiamo infetti che all'infezione, ollre il bacallo <h Lòfller partecipano altri fattori a no1 i~n oli, e che la sua v1rulenza va soggolla a grandi oscilla1.tooi. Per noa dunque la sua presenza é dimoalrntiva quando SI accompagna a fenomeni locali e ~enerali di dinerile. Se questi non esistono, esso non ha significato, come non hanr.o ~l~tnallcato lo p~udo-bacallo diflerico ed altri microorgana!lma palogem che sa trovano sulh~ mucose no1·mali e che sono innocui, lino a che le mucose sono intatte; pe ricolost et.! infellivi, quando esistono soluzioni di continuo dell'epttelio. In opposizione alla ubtquilarietà del bacillo difterico sta la sua mancanza. Esso tal volla non si è trovato Là dove si credeva d1 trovarlo, anche in essudali dinertca tipict. Recentemente Czeplewski ha r1chiamalo l'attenzione s u alcuni CAHi l.'he presentano il quadro clinico della difterite, senza che vi esista il bacillo difleri eo. Loffier crede lrattarsi in que~ti casi non d1 dinerite, ma di pseudo-.tifter ite o dtflerotde; allri autori vanno invece più oltrt>, ed allnbuiscono una c••rla virulenza anche alla dlfLeroioJe. Se , dunque, da una parte e' è la possibili tu di lrova1·e il baetllo d• Lofller la dove non esble angina daflerica e dall'altra di J•lscontra re forme di difler ite, senza bacilli di L6fner, qualcuno potrà dub1tare se la dif1er ile ~ìa esclusivamente causala dal bacillo dìner1co. A questo propo~ito dobbiamo considerare in pi'Jmo luogo che SP. col nome d1 difler-oid1 denotiamo que.llt! forme dì difterite senza bacilh di Lòffier, non deve~ credere che queste forme eaono addirittura av1rulenle ed mdiffert<nti.


• 853 Come Slr iibmg ba dimostralo, le forme dinen:ndì possono decorrere con fenomeni locali e generali mollo gravi, ana· loghi a rtuelh della diflerite vera, e Loffi.er stesso ne ha nol.&to la somiglianza. Da ciò che si è detto si può conchiudere che il reperto positivo de1 bacilli di LoffiAr può non appoggiare la diagnosi dì ·lirterite, quando manca il complesso clinico della malattia, e la dtagnosi di difterite può essere giusta, anche quando manca 11 bamllo tli LOffiet·, purché ci sia il quadro sit'llomataco della malattia. Ma queste due circostanze non sono la regola, bensJ l'ecceziol'l8. Nella massima parte delle angine dirt.eriche sospette, il reperto ballertoscopico é positivo, e perciò un complemento ed una conferma della dtagnosi. Queste> re perlo ra -stabilire la diagnosi lu un lampo quanti o è •nas~imamenle neee!'lsaria, cioè nello stadio iniziale, quando non Ili ,aono ancora lesioni caratteristiche delle mucose e fennm&nl generaU imporlaoli. La dtagnosi baLlerica precoce della dinerile e dun"fue di grandìs~tmo valore per il medico pratico. Dt qm la necessità eh ~ ogni med1co pralico sia in grado di rsr da sé stesso la r1cerca deJ bacLIIi. A tal uopo sono ,alali proposti m11todi di rapida e facil e esecuzione per distender~' e eolorarP sul vetrini il materiale preso da i punti malati. Però oggidl tutti r iconoscono che questo metodo di ricerca non é !!umc1ente, ed é indispensabile procedere alle culture per poter decidere definitivamente !!e si traua o no di difterite, In praUca però, quando si ha dinanzi il quadr o clinico ed anatomico della dinerite, il medico ha il dovere di non induftiare neppure un· ora d'intervenire immediatamente con i mezzi Lopici per t~rresla.ra lo sviluppo dei batterli e renderli meno -virulenti e nello stess'> tempo ISOlando il bambino so~petto.

_A tal uopo giova il miscuglio proposto da Lòmer, con cui ranno pennellazioni ogni 2-3 or e; ovvero si prescriveranno gargarismi ~e il processo ha colpito le regioui posteriori

• Sl


85i-

IUVJSTA

dolla cavilà nasale. la larin~e e la trachea e se si traLla dr bambini non mollo piccoli. Oggi il medico ha un altro mezzo a cui ricorrere con buon risulLalo, ossia la sierolerapia. L'iniezione ùi uoa do" e sufficiente di siero, !alla a lempo, può giov~t re anche quando Il proces-so non è più lìmilato al punto di invasione. Riassumendo: la dia~nosi clmica preco~e permette al pratico di disLin{'tu&J'e in tempo con certezza approssimativa le angine dineriche sospette dalle non infettive. La diagnosi ballerica precoce é una pregevole l!onferma della clinica ed un punto d'appoggio 1mportante per distinguere In vu•ulenza o la non virulenza dei bacilli riscontrati io indivirlui apparentemente sani. Nel massimo numero dei casi di angine sospetLe il r eperto po~itivo del bacillo di Loffler è decisivo p~r stabilire la diagnosi di ùift.eriLe. La quale non è giust1flcata quando il bacillo dil'terico si riscon tra in essi in cui maucano lesioni d1f· teriche lo~ll ud i corrispondenti fenomeni geoet•ali. Se esi~ tano fenomeni cl1oici di dirlerite, l'esame batteriologico negativo non inflrma la diagnosi. Se l'esame batteriologico non fa 1·iscontrare il bacillo tii Lòftler, ma bacilli delle pseudo-dinerile o slreplococchi, ecc., la malattia dovt·à essere considerata e curata come dii'Wrile, se c'i.. il quadro clinico di questa malattia. Il tnP.1iico pratico d' ordinario non è in grado di eseguire l'esame batterico nel modo necessario per s labmre una diagno~i sicura; t<OprBltullo egli ecceziooalmenle è in condi1,ione di rare una culture pura e la d1agnosi differenziale con lo pseudtl-bacillo diflerico e di dimostrare gli altri organismi plllogeui es•steotJ. lntlne il medico, nei casi di angine sospelle, deve subito praticare la cura locale o le iniezioni di siero e prendere tutti i provvt~dimenti profilf.lllici senza aspettare il risultato even tuale delle ricerche batter iologiche. Anche quando rJueste hanno avuto risultato negativo e la iniezione di aiero non e1•a perciò necessaria, questo é un in· conveniente minimo.


ll.&OIC:\

Oeves• fare l'esame balleriolo~ìco ne• convalescenti d• thfterile, negli intermie•·1, nei fralelh e ~orelle de1 bamb1n1 ma· la ti, ecc.; quando e~i<:le la probahìlilu di nlteriorP difTUlllone dt>t baciUi difter1ct, ancbe quelle per sone che non pre~eul&no alcun fenomeno mo1·boso debb'JnO essere sempre immunit:tale. 81llle Y&rlasiolll della leuoooltost. - A. GOLOSCIIEIOBR 6 P. hcou. - (Leitselt. ju r clie Klut. Med. ~" CerHral/,latt .flir di~ .\fedte . Wissen~ch., N. R, 1895).

Furono e...egu1li sper imenti au1 couigh con la o<:flervanza 1h LUllE' le caul~le : e innanzi tull.<> tlifendenùo gli anintflli dal rutTrcddame•nlo, po1chè quanto più lue1go e più inlen,.,o è il run·reddnnwulo tar lo più fc>r le si produet• Ja leucocrlo<~i. l nvecA oppn~Lamenle R quanto alfet·mò Il Lih\ tl, ru provato r.ho l'iucalenamonlo ùell'aniroale t\ucht) per lungo Lempn non provoca iper lf'ucocilosi; se qualche vollA avviene, è consol(uenza d··l rnfTracldamenlo. Gli aulot'i ha11uu rutto uu ~ran uumero dt SJ.lerimeuli con in•eziom sOllocutanee e iulra' eoo e di e-<lralli di orgnni e.t hanno cc1nferrnato che ~li eqlrath di m il~a, Limo e midllllfl ,ro..sa pro.!ucono i fenoment clello ipo - o della iperleucoCiloqi, mentro gli Pslraui di liroidea. di fe~ato, roni t pllncreal' •·e::oténo qeoza eft~llo La teorul ... ~b,Jittt da ScLullz t•he i leucilt nella 1pu - e ucll:s iperleucoc•lO!-<i non souo olimmui ti o uumenl8li ma olo pran•lono un'Altra diqtribuzione nel si<:tPma vao<COiare rum .'! CMlUI: poi~M m primo luogo ~~~ sper•menll di Schull7., r.ur r1:-powlono nei loro resultali ft quelh eli aiLri OS!Iervatori, e m secondo IUOftO gli autor i no poterono dimo!'lr&l't'l dirc•lla meoLe la ine!;allezza, il numero dei leucocili ne1 vntsi Jlllrifet•ici e centrali non slanno rra loro 10 ragiono tnversa mu dlretta. Anche l'afTennazJone del Lòwit che la iperleucocito!'i dipeuJa dal tr asporto oel sangue dt g1ovam elementi lt>ucoc tltci dopo precedente leucolisi, 'non é esaLta. Gli autori e~o­ minarono al mìct•oscopio gli o rgont iuttlt•ni in divt•rsi 8ladi


IUfiSTA

da leucocit.osi e princtpalmenle i polmoni, pei quali pruna giunsce la ~ostanza iniettata nella veoa giu~ulare Nello sladio della ipoleucoc•Losi appan·ero 1 capillari polmonari ripieni di leucocili, laddove i grossi vasi ne e rano quasi liberi, e il risultaLo era eguale «ia che ros!;f' intettato estratto di milza o di midolla d'os~o, ovvero emialbumosi o acido nucleimco. Prodolli di scomposizioM di leucociti mancarono completamente. Nella iperleucocìtosi per raffroddamento o commozioue mancavano qut~qti accumuli di Jeucociti pc1 capillari polmonara, i quali sono rieni .Ji corpuscoli ro~!ll del sangue. Nello :;ladio della iporleucociLosi oon ~olo i r..apillari polmonari apparh·ano rua~~ormente r1empall dJ leucocili, ma anche 1 grossa va"• ne conlenevano un magl{iOI' nume•·o. Anclte 'lUI mancavano i prodotta dt scompo!<IZior:e. ~Pila iperleucoc1losi d1 lunga dur·a la SI poté dimostrar e una leggie••a diminuzione di loucoC'ili e pochi prodoU: di scomposi· zione. Il maggior accumulo di l+'ucocili dei capillari polmonar1 si uveva quando dopo pcrsi"-tente loucoc1L0si era«i prodoUa, per iniezione di batteri, ipolt.'ucoc:it.o:-;i. Allre ricerche !limostrarono che ripelute 1niez1on1 nel periodo della ipoleucociLosi prolungano molto la ùu•·ala da questa. Se la ~eeonda iniezione segue al prmcip10 della iperleucocit.osi questa aurneoLa cootinuamenLe. M a ~e In uueziooe si fa alla maJ(~"iore altezzll della iparleucocilosi segue una debole e :nollo passeggera ipoleucocitos1. Una sola iniezione CJU&l· tr·o volle pm forte producP. bruve ipoleucocft.osi, ra pida e for·le iperleucocatosi. Con In iniezione dtllla stessa sosLanza, pi\1 '·oiiR r lpeluLa, si può quaqa del tutto evitar e il periodo della ipoleucocitosi e inveco t~i pr oduce a poco a poco una i nlen<~a 1perleucocilo<"i. Dopo tulli questi sperimenti gh eutor1 vengono alle seguenti conclut\ioni: La ipoleucocatosi é la cOO"-t>guenza ciell'accumulo e del ri"t.ogno dei leucocih ne1 capillari; non vi é d1slruzrone dei leoncoriti. Invece la iper·lcucocatosi é la con!'ìeguenza dell'au· m~nt.olo trasporto dei cor pu<~roli b18och• dei sangue nelle vie sa n ~uigne, sen za apprezzabile neoformazione di el'lsi, per più forte loro distacco da gli organi generator i del "tt ngu~> . La ipo - e la iperleucoeitosi sono quindi due proces"i indi-


'liDI CA

851

pendenti, dei cul vicendevoll effetti resulLa la quaollta dei leuCllctlt soggetti alla numerazione. L resullall oltenuti nei conigli t•on gli estralLi di ot•gant rurono pienamente confermali anche con esperimenLì sull'uomo. l\lala\i rebbracllantì reagivano anche con particolari oscillaziOni da t-empet'8Lur a cort·ispondentemenle a quanto accade con la tubercolina. Pur6 nou avvennero reazioni locali nel lupus e nella lubarcolo"'i larmgea. Nelle malattie che decorrono con ipoleucocilosi, come ti liro e la mrezione puerperale, le iniezioni non pt·ovocavano ma• iperleucocilost.

Btoeroh• apertment&U e oUD.tohe aD.lla lnaaeD.S& : p&togeDla e cua. - (Rerme de médeeine e

MossF:. -

Rto. oltn. e terQ.fl., maggio 1895). Nel me<~e th r.,bbrato 1Rfl2, Mossé si propose d1 rtcercare se oorlt agenlt terapeutict pote!'lsoro itnped1re la invasione dell'organismo per parte dol microbio del grtppe o proteggerlo C'OH tro l'azione ,Ielle losstne. Egli ha sperimentato un ~olo medicanwn~ la chinina. l. Tnocnw,or.e aglt animali del 3angue di ammalati colpiti da i n}luenra. - Il sangue - gene ratmeole un quarto d1 c. c. ollenuto J&llll puntura del polpaslrello w un ditoveniva raccolto in una capsula di platino prevlamente portata al ros.:oo od in Oli& Mpsula di vetro disinfettala e contenente un m&;tZO cent. cubico di sier o ortiHciale (formula di Hayem). La mi..cela cosi costituila (tre quarti di c. c.) veni,·a introdotta nella siringa di Pravaz, e irornedialamente, a porzioni ugu111i, ini,..ltala a due c011igli, di cui l'uno era stato prt>viamente sollopost.o all'azione della chinina , mentre l'altro serviva da testimonio. La iniezione veniva praticata neUa vena marginale esterna dell'oreccùio. lo qua nto all'ammutislrazione della chinina, essa si effettuava più spesso nella maniera $egnente : Una prima dose della soluzione medicamentosa sego ente : Acqua sleriltzzata. gram. 10 Acido larlarico. . cenlg. 50 Solralo di .:h.inina. gram. 1


858

RIVI~TA

veniva iniettata nella circolazione pe•· via venosa una mez%'ora prima del111 iniezione grippale. Fatta questa, una novella quantità di soluzione cbioica veniva versata nell'esofago mediante la siringa del P ravaz Introdotta fino al fondo della bocca. Sopra set~e espel'ienze cosi praticaLeJ una venne faLla con saogue preso da un soggetto arrivato al per iodo di convalescenza. Non fu seguita tl"alcun rlsultàto Sei furono talle con sangue di soggetti influenzali in un per·iodo più o meno vicino aJI"inizio della melallia, ma che tulti presenlavuoo accidenti aeuli e non avevano. in gener&le, ancora seguila alcuna cura. Quattro di •tuesle esperienze hanno conf~:rmate le previsioni dell'autore. In falli, tliretlameule introdotta nella circolazione, prima della inocult~zione del ~angue inft!llivo, la chinina ba sopp•·esso od allenualo, in più della meli! dei casi, i disturbi conseculìvì a questa inoculazione. Il. lnocula;;ion.e di. cultur·e oirulente d{ bacillo di Pfeitrer . Risultati. - L'inlro~uz1one ntsl saugue del con•glio del microbio di Pfeill'el' ha dete rminaLo disturbi analoghi a '!Uelli os!:<ervali nella gt•ìpf'e. La chinina inieLlala prima del virus nelle vene di un allro coniglio ha impediLo che lah d1slurbi si manifestassero. Due o tre giorni dopo la inoculazione il coois;dio che ave,•a ricevuta la iniezione p•·ofllallica di chinina corllinuavs a star bene, mentre il secondo camminava piu penosamente, avevu diarre-a. Questi fenorueni si accenlual'ono con grande rapidità, ed il coniglio mof'i al 5° gior•no dopo di aver pt•esentalo un accasciamento completo, una dial'l'ea abbondante, una ipolerm•a marcat1ssirna, una paralisi del lt•eno posleriore ed una tendenza al rallentamento della re::~p1razlone . L'autopsia mostrò una tubercolosi zoogleica localizzata all'intestino ed agli org sni addominali, tubercolosi che nes!:<un sinloma tradiva oell'animele prima della inoculaziC"Ine della cultura del bacillo di Pfeiffel"; questa tubercolosi era dunque ben sopporlata al m omen to della iniezione della cultura; così Mossé conchiuse che l'intossicazione o l'infezione spet•imen·· tale aveva a ggiunto i suoi efl'~tLi a quelli della tuber·colosi zoogleica intestinale di cui precipilò cer tamente il decoi'SO.


'IKDICA

859

Quest.a oFservazione presenht una particolarità ioleressantiS$Ìma ed in armonia completa con quanto la clinica c'ineeJLna, sventuratamanle troppo spesso, circa la gravità cbe può at~qurslare rapidamente nel corso Jell'influenza umana, op;ni malattia anteriore, specie la tubercolosi. ln un'allra esperienza il coniglio chinizzato venne uguaJruenle protetto contro l'influenza; il testimonio, in ist.ato ui gPf'll.azione, mori dopo aborto. Il trapiantameolo del sangue del testimonio, al cnnlrarlo, fu fertile e forni belle colonie. Joflne, iu una terza esperienza, il coniglio testimonio resillletle. 111. A. Semin~ione e cultctra rlel sangue di soggett, lnfluetuati. B. ln!.X!ul.azione delle culture prooenienti dalla senwtagionr del sangue degli animali sperimentalmente in· JI!J.en~ati,

Mossé ha inoculato il bacillo di PfeifTer uel sangue di due influen7.&li; i risultati furono negativi. Al corllr·ario, non è stato cos1 quando ha determinalo la inlluen~a spct·imentalmente Le seminagioni del sangue, preso alcuni Ffiorna pilt ta r li direll.ameule nei vasi dei coni_glì che recoi~tev~n·' o nel cuore di quelli che soccombevano, furono ora fertili ora sterili. lo sei conigli inoculati, lre volle il bacallo venne inocula lo nel sangue: una volta solamente sopra tre la seminagioue del sangue degli animali chinizzatt fu seguita da vegeta.Uone: la cultura meschinissima subito sJ arrestò. Dae volle sopra tre la semirragiooe di animali tesllntoni fu seguita da successo. Moslleconehiude: t•cbe il sangue del coniglio non sembra un terreno molto favorevole allo sviluppo del bacillo di Pfelfi'er, p~rchè non "' trova abbondante dopo pochi giorni dalla iniezione, 2<> che la presenza dellu chr nina nel sangue rende ancora questo terreno meno favorevole alla vita del microbio d,.J Pfeilfer . Dedu6ionì. Appliea;ioni elinielle. - Mossè crede ella a titolo di medrcazione profllatlica bisogna consigliare per lo meno dosi quotidiane di 50 a 80 cel'ltig. continuati per lj-1 5 giorni ed in seguito progressivamente diminuiti. Egli pre-


~60

lliVISTA

conizza, d'altra parte, le iniezioni ipodermiche di cloroiùrato di chinina nelle pneumonili, elle complicano tanto spesso la grippa.

Azione del cllploooooo o&paolato lanoeol&to aulla emocloblna. - (Gazzetta llegli ospedç.li).

PACIN'OTTI G. -

Lo sputo pneumonico, che è caratteristico per la sua colorazione nello sL8dio medio della polmonite crupu le, di un colorito rosso- sanguigno, va man mano, con lo invecchiar del processo, decolorandosi, passando dal color r·osso-ruggine a quello delhl conserva Iii prugne, e qumdi a quello della conserva di albicocche; eppoi dopo avere assunto per qUI.Ilche tempo, pii.l o meno lungo, un colorito grigio, appena ~iallf.tstro, dtoro1.1 con la risoluzione del processo morboso all'apparenza di spurgo semplicemente caiarrale. E questo termina col terminare del processo pneumonico. Conferi$Ce questo colorito allo sputo doi pneumonilici il sangue, che più. o meno abbondante con la fj!Lrazione dei suoi elementi attraverso le pareti dei capillari alterati, distesi, varicosi, pieni, zeppi, si riversa nello cavità degli alveoli, nei p•1nti dove il diplococco capsulato lanceolato, colonizzandovisi, ba acceso un foco laio di polmonite. Mentr·e non ò indifferente nello impartire U colo1· grigio rossido idrato di ferro del sangue, il mutel'iale necrollco risull.allle rlalla deStJUamazione degli epiLeJii polmouad e l'accumulo di leucoci ti pii.l o meno pigmentifeC'i e 1n degenerazione granulo-grassa con fram menti e detriLus di coaguli tlbrinosi sovraccarichi di microparassitì. Analogamente a ciò <'be si vede comparire nello sputo, gli esaminecroscopici hanno dimostr•ato cb~ nelle aree di polmone infiammato ùal diplococco capsulolo laocaolato, al periodo della polmonite delLo di ingorgo, si be che presto tien dietro il rappreodt~rsi in una massa sollda nelle cavité al•teolari del mater iale essudato, e che per questa coagulazione intr-alveolare il polmone si ra pii.l voluminoso, pili consistente, privo di aria, di un colorito r osso-roseo o ruggine epati•Aazione roslia). Il coagulo sanguinole11to che m ciascuno


861

iafundibolo e cavilil alveolare, l'ic~bis~irno dt librino, imma,dia epiLelii desquamali ed Plenumti non più vit.abili del ..ngue. dà re;.done del fatto che alla Reztone di aree in epuUuulone ros~. si abbia l'apparenza di una superficie granulosa, comtl potrebbe aver<~t l.<lgliando un fegato. E dal momento clw le granulauoni roppresent.ano gh alveoli t'ipieni del surr1cordali coaguli <~anguinolenlJ, " gtuslificato In qualche mo·lo il nome di epaliz~azioni polmonori, indotte dal processo pneumouico. ~~a come nello sputo, anche liUi non perman•~ lung., tempo il color rOS!'!O delle aree epallztalH, ed i> nolo come, fl8.Ssanclo oHre ti processo, clello epaUu..azione rossa sì pa!l ..a alla uri~ia. Questo rJtmblamonto di colore tanto di'IlO sputo pneumo· niC4> quanto delle urPA di opatizzo7.iono •' ciò che in •1uesto momento ha fermala l'allenz.ione dell'A. e che lo ha invogliato a raro le ricerche cbe adesso e<~poniamo. Dai diver&i autor• che parlano rli questo cambtamonto dt colortlo si tlè, sembra, soverchia importanza alla possibilità cb., i corpu!!coli ros~i abbandonata la mal~>ria loro colo1'8ole (emoglobina), dal moml'olo chi' 101 trovano tra ttli essu<lalt ftogiatict e in condt;r.toni non pìu di vitaLilita, possa di quosla ave~i il rlasMrbimento e la olimineziune per le vie renali, con varie tra;;.formazioni. Allt·i, col Rinùfleil'ch, "'piegano questo camlnarnento da colorito, ammettendo che n~lle zone tn l!patiuazionP rossa accada una rorle 1perplasin cellulare nel connettivo inl••rsltziale, e da ciò una pre!lsione <~ui capillari nrteriosi da ostucolarne il pa!!!<&ll:gto al M.nf(ue. Di questo fallo L\. non ai è colllplet.&mente persuaso, perchC:1 i varil preparati. che molte volLe laa fatto, di areu a::ut.amente epatazzale. non gli hanno alla Ol'<(ervarione micrcreeopica dimo!lllrato tunmltuartA, abbondante, e così ecces(da comprimere e ch1udere le arteriole) questa pretesa iperpla~ia, e in $ìrnili dìpartimeuli flogistici poche in vero aono le cellule connettivali in cartocine!!t, menlr1•, negli es· sudati, numerosissami sono i leucociti d~~enerali in globuli di pus. 11 Bard, non rendt'ndosi coulo convenientemente ,Ji 'luesto ratto, pone la domanda se l'epah~zazione rossa e quella g r i·

•••a


86~

RIVISTA

gia non debbano piultoa to considerarsi come due processi infettivi differenti, che possono succedersi l'uno all'allro in conseguenze d1 una infezione secondaria addizionale, oppure talvolta esistenti isolatamente, come potrebbero farlo credere quei casi tli epaLizzazione grigia d'embMe o ad e\•O· luzione rapidiasima. Ma nemmeno l'A. crede che ir. ogni caso di polmonite crupale, nel passa~gio della epalizzazione rossa alla grigia, il diminuire della iperemia e lo scolorar;.i dell'essudalo si debbano alla tt·ombcsi del massimo numero delle dkamazioni Prteriose e nemmeno che netrarea epatizzala succeda una ischemia per compressione P.sercilat.a dall'essudalo sui capillari aangu1gni · pt•im.. perché non lla alla osservazione la piu scrupolosa, C~:.~lta su sezioni islologiche di porzioni di polmane 111 epalizza~ione rossa, la dimostrazione di questo fatto, e in secondo luogo perché non suècede alla epalizza· zic111e rossa. la gangrena del polmone, da mancata irrorozione SIHlgui~na, in ogm caso, come dovrebbe aversi, se causa di questo decolorarsi delle aree in epatizzazione fosse l'anemlP pel' i fatti surricorJaU. Lo Ziegler nel suo clllssico trallalo di Anatomia putologrca accenna a quesla decolora~!ione, ma non ne dò alcuna s piegazione. Oggi l'A. ritiene e crede di es.sere il primo ad avvisa re questo faLlo, eh ~ causa pt•im& dJ questa decolorazione sia il diplococco capsulalo lanceolaLo. Alle proprietà inerenti alla billiOgta di c1uest0 p<~rassìla di decomporre, trasformare la ernoglob1na bisognerà r1portarsi pe1' comprendere meglio questa decolorazione. Ma prima d1 t•ipl)rlare lt> Ol>Servazioni a tal proposito da lui falle, scii pare <!onveniente tichiaroare all'altenzione un a r gomento di grande attualità, come l'azione del aangue tn contaUo dei m1croparassiti, che nel caso attuale ba uno m· te rcsse rnass1 m0 Numerosi esperimenLidi Foder, Nullal, Pelrut>bky, Buchoer, B~ht•ing e Nissen, ne Giaxa e Guarnieri, e di tanti altri, hanno dimot>lrato che i liquidi deii'OI'ganismo, e specialrnenle il sangue, possiedoM la proprietà di distru~gere i microbi, ancll~ all'inruor1 di qualunque azione fagocitaria o dipen-


MKDICA

863

dente dai componenti morfologici, proprio per uno spectele pot.ert~ b8Uericida di questi liquidi, spec1almenle del siero th sangue. Quest'azione per ò deve eq<>ere a Mai mite o fugRce 11ul diplococco capsulato lanceolato, perché tti ha la dimostrazione dte es..ClO vive e prospera nell'essudalo dei focolaJ pneumonici, anche che sia riccamente qanguinolenlo. Ma piu ~i~nilìcativo al c~tso attuale é il fallo che il thplot'OCtfl rapRulelo Janceolelo, comE' ha inl'le)lnalo il prof. Foà, mantiene inalterata la sua virulenza Mche per una sesPentma di giorni, !'e fu conservalo n~>l sangue m provette ehiuqe alln lampada e tenuto al fresco P. allo scuro, mentre t~i attenua nelle sua virulenza rapi..Iisstmamenle m lutll gh ellri mezzi di nutrizione arltficiale adoperali comunemenle. Dopo 4:~ giorni con sangue di comgho infetto, che per due gior ni aveva con~ervato in pr ovette nel termostato a ~7° C., l••nulP poi bt>r chiuse I 'l luogo fresco e all'ollcuro, ba ottenuto, con la aniezione solloculanea dt poche gocce, la morLe in cit·co 2l-~ ore dt Cinque grOSSI topi di ro~M (mus decumanus) con reperto CO"~taole di innumP-r!"voli cliplococchi C!:tpsulali nel ~~~~~~ut-, tumore di m1lza, edtStn8 inOnmmatol'io e te~o nel punlf• d' inienNJe, e abbonda n lo ec;~uùato ~<iero-llbrtno~o ru:clai@<~Ìmo •li diploeoccni nelle cavill\ ,..iero e, '!pec1almt>nle dello pleura. Uu" rue non v'ha dubbio : il dirlococco lanceolalo cap,uJnto pu6 vi"ere a nche nel liiJUhio <>aogui~no. né su di ec;eo •JUMkJ P.qerctlfl una pr oficua a1.1one batterictda. G11\ ~li c;luùi ratli da Ca.,ati nell' lshtuto di anatomia palologlt'ft di F1renze, e conferme dt r1cerche tnizìa le da LucAlelln, Guarnie n G1'1Cflni, Cambrtn, Znc;teio, Belranli, 13anli, dtmo<~tr·Ano che in lutti i malati ùi polmonite crupale é rosl.anw la presenza oel sangue del diplococco rapsuleto lanceolatn e che e~~o st trova nel ~ang-ue gié fin dalla seconda J{!Ornata dt malallia. Quf'lsta proprietà che ha dunque il diplococco lanceolalo dt vivere nel s &Of."lle, rende tlt gran valore lo studio delle altera~iom che nel ~angue può indurre la prel"eoza d1 questo micro-parossita. Multiple iu vero po~ ono essere f!U&ste alterazioni, ma, di non poca importanza è queUa che viene


86i

RIVISTA

dimostrata dalla riduzione e decomposizione dell'emoglobina in contatto con un alLivo ed abbondante sviluppo di diplococchi cap~ula ti. P er avere un tipo umco d1 •fHesU, l'A. si •,. nllenuto al diplococco capJ'ulalo Lanceolalo dello polmonite crupale, non ebbe modo di fat·e esperienze d1 <'Oofronto col m enmgococco. Tolse il maleriele di os~ervnz1one dalle sezioni necroscopiche d1 polmonitici capitate n~lla scuola di anatomia patolo~ica nell'anno iu corso. e nell'anno passato, e dagh spuu pneumooici che ,:yli t'o dato studiare. Per volutaro le tras!ormaz•om dell'emoglobina si é valso dello gpellroscopio, e più opportunamente dell'emalospeUJ•oscoplo HenO<Jue. Una prima O!<~ervaz•one macro-:copica !'i puo rarP sul colore del "angua nei catloveri dì 111d1V1duj morti per mfezione da •ltplococchi capsulali lanceolati. 11 t!a ngue '" questi r.asi ~i h·ova coaf.{ulato in moltlA~ime 1·egioni vasali, ed ha uu colore cbo talvolta ricorda le ~oluzionl di picrocarminro o il vino d1 malaga. Su della car ta b1bula la!'lCia uu a lone appena aiello- roseo, bene spe""O marrone. Nei topi morti per una tale setticoemia é t> vidente que<~L'all»razione del colorito del sa ngue, come o;i rende o;.rn1 g101'no p1ù evidente, nel saug-ut> r uccollo in proveltt>, da un CODI~Iio mfetlo, e dove si la ~ciò svlluppare nel ter mostato o 37• C. il diplococco della polmon1te Tuttavi1:1, espPr1montt1ndo in tal guise, non ai ba una completa tlecolorazìone del sanc:ue, perchi• IJuivi presto si e'~au risce quel mnter 1nle nutritizio, di cui mollo racilmenlP o:olo può cibar·" il microparassita, e "enza agfllUDI.a in 'luesto di agar, o gt'latina, o brodo, <>eguita per poco temp(J In rlproduziont> de1 ùiplococcbt nel liquido sanguigno, e1l P. pAr tale r agione chP non si l'aggiunge la com· ple_ta decolorazione del sangue 11 Calto tlella decolorazione è invece più evidente se si conduce l esperimento in IJUest'allro modo. Ottenuto nel ter· mostato a 3i 0 C. rigoglioso e abbondante sVJluppo di diplococchi lanc eol~:~ti poeumonici s u dell'agar nutr1livo mentr e la coltura 6 ancora giovane e virulenta perchù ottenuta per. pasl!aggi aUravei'SO i topi, se vi s i lascia cadure u na goccia


» EDICA

8U5

o due da siero sanguinolento, a<~pirat•l dal cuore d1 un animale perretlamenle !'Uuo. con una ~ìringa st~>rd rz~ala, fli wedré che la lint.a ro"-58 allo <>uperfi..:ie d··ll"a ga r , eh~> contiene lo sviluppo del diplococco, già dopo due giorni è cambiata an un rosso giallastro, color cioct•olata, e se v1gvroso 11 manlleue il riJ•roJurst del diploeocco in conl.allo del siero

sanb'lligno, 11i polrù successivamente o~servarC' che il <~anf!'ue andato man mnno clecol••rando~-'i, e dopo quttlche JCIOrno oel liqu1do non r1rnaJle appena ch8 una tinta grallaell'8, o appena grigia, che ..i ('er·le '108"1 del lutto ne1 SU(ccssivi

l

g iorni. Se pm snlla snperficie ddl'agor, coperto da una pellicola bianca!tra per !'Viluppo ,Ji diplococchi lanceolati, ~i fa cadere un JHCcolo fiocchetLo ili Mngue aggi·urnalo, untl porZione dr ,, •.u~llo a.J ell~rnpio che può e"'"er r•1masto nella siranga, mentr ~i race,·a H preceùeule e~peri01e11to. tenendo 111 condizione aCA~ocia ~r atllvo s~il uppo le pro velle. !'l veJrA che man mano che la periferia tlt>l grumo 10 cout.allo della collura del chploeocco t•tmane da tJUe'LO parassita 111\a~, --.i w c.ircondundo il gr umn di un nloue di dec•Jloro:z.iouto, che com prende poco nll11 volla Lutto il grumo ~tegso e lo cambia m un11 SO!\t.enza ~erupre cuntrcl.a, grtf:io-giallaslru o .lei lullo ! r..olor tlft. Gtà •1ue.eto falle• pu•J far r.red~re c·he 11ia al diplococ•co t-1ltJl!Uhtlr• lanceolalo do\ ulo il lraM•lrmarsi dell'emoglobina. ma da ciò i puo) on•a·" una conferma &\"idouiR ton l'e~a111e speltroscopto tle: lirJuitlo "uuguigno stato in coutallo ati un alUvo sviluppo d1 pneurnoo'O ·chi. f; IIC)LO coma ~iu pr•oprieti1 e!IS81l7.iale d~ll.: soluzioui di emoglobina lD ronlallo dell'aria dì rorrnare della os,1erno globina e all'esame sp~ttroscop1co mostrare (al titolo dt circa 0.18 p 100\ due strie di a«l!Orbìmenlc· fra le hnee ll ed E •h F raueubore r nella lonn gtalla e verole dolio spoLlro . .Mentre sotto la 111tlueut.a ·h:. rorpt rtducenlt dalla oc:sif'muJ(lobimt <>i liberli la emnglobina ~:~cevra di gas, che nlla osIM'r,·azione "flellro.. coptca du una sola stl'ia ùi &!lsorlmneol(> abbaslnnLa larga n1·l punlo IUlei'IMtlio ulla zona gialla e verde, ma piu o"l•·uùenle!>Ì ,·erso 11 g1allo. Un'adone anologu da. prima riducente, poi progres~iva50


xo6

Rl VlS'rA

a

menle decomponen~e. s1 vedra, con l'esame spettroscopico, che l'esercitano le culture del pneumococco sulla ossiemoglobina del sangue che sia stato loro in contatto, mentre alliva era nel liqu1do sanguigno la riproduzione del diplococco. Come prima esperienza di controllo Loglie rA. da un grosso e robusto con1glio perfettamente sano del sangue, e ra con questo una di ssolu~io ne di emoglobina con uo poco dì acqua slUiata, e la filtra iu una celletta dello spessore di due millimetri circa, di cristallo, fermato con del mastice su di un comune porla -ogg~lli ds microscopio. Riempila la cell..lta di quesla soluzione, fa toccare a contatto della superficie del liquido uu copr1-oggeUi che ch1uda perfettamente la celletta di cr1siallo con Hnlr·o il liqutdo. Osservando questo liquido sanguigno con lo emalospeLlroscopto d t Henoque (che~~ un microspettroscopio mollo acconciu per esami di Lal natura) senza nessun altro lraLtament..o, sl hauno l~ due s trie normali di assot·bimento della ossiemoglobin~A.

Ma se invece si riempie la celletl.a del por la- oggeUi con sang ue che et'& già stato raccolto in provette, tollo d& un coniglio infetto da setticoemia diplococchjca e lasciato per più di tre giorni e 37o C. eppoL filtrato, oppLLre con sangue fillt·alo stato già in conlallo ron un forte e rigoglioso sviluppo di diplococchi sull'agar per vari giorni, o nel brodo nutritivo, quando gì4 si vede aver preso un colorito cioccolata o giallo verdaslro e si osset•va con lo e mat..ospettroscopio questo saugue in pa1•Le decolorato, si trova che le due stne si sono ~là mollo avvicinale fra loro, o che gia si ~ono ru~e in una sola ve1·so il n. 61 della scala ai confini del gtallo col vt>rde, come appunto si a vr ebbe con corpi fortemente rtducenU la ossiemoglobina. Quando poi nel liqutdo !C'anguigno ror~em enle decoloralo soLLO la influtlnza <li un abbonllanle sviluppo di pneumococchi ai proceda ancora ad ulleriori esami speLtroscopicì, si Lroverà che anche quella unica stria che slava a denotare la r!duzione del pigmento sanguigno se ne é dileguata, e con essa la Lrasforuwzione della emo~lobina é indubbiamente dimostrata.


\O! DICA

867

Degli esper·uneoli in citro è slaln indollo ed ell&minare eon lo ematospPllroseopio di HenntJU" lo ~:~pulo pueumonicot ftllralo .,nlro le cellette eli vetro, sui copri-og~elli di sopra rteordali. Hs \'edulo che lo sputo rnoslra tit l pari, a seconda d el auo r.oloralo, le riproduztom e le lraqrormazioua della amt•glolJina, c:be analogamo>nle si vedra nel sangue stato in conlslln rli un rigoglio<>o sviluppo di cultur-e da diplococco lancf'olato. (.)u11ndo lo sputo é ros,-o aece..o mostra nelle zone gaalla •· vor le rlello fl[lf'llro le due strie che coralterizzano oncor·a la oSSI• 1noglob.na, ma se lu sputo ha g1a il color~ di conoervr~ olr albi··nccbe t) i> giallo m&rrone, la t>mor:tlob na ha ~iu subito qu••lla riduzione che si vide in oltro sulle culture del •ltplococcn lnnceolalo. l.a aur·ceE .. wne dei falli nell'uno e nell'altro ca~ in vea•it.é è RnRloga. Le <'avilA alveolart dovt- sullo esRIH1elt> pneumcr nko •i sval up pa ti diplococco l1.mccolalo, nel caso di polmouit.e cr upalo, -.tonno a rappre!:'Pnlore le provelle lenulB nel tern1o!!lu\o a :r;o C. con i va ri i mt•a.t nult ittvi ortiflciflli do,•e t~lln loro 8Upl'rhc1e ~i ~>vilnppa t! diplococco. I n que~le l'A. porto rlt•l <~anguo mortll Nt>IJe I'.&Vtté alvN,Inri, pPr clalo e fallo del prore<~~ di t10ft0'"Ì fillrn •lei SSO$CUG chP- non l> più vllltbtl • Qua u lu sulla emoglobina a:zbce lo aLLivn ~vi luppo () i prudoltt rh rtcambio del diphlCOCCO della polm'lnito. In conclu-.ronf". dimo,tret.a e.J nmroes!'>a •rue<~la tra rormazwne delllj emoqlobina per dato e rutto del dìplococcQ cap~uleto 111nc~oluto ddla p••lmonile, noi <-i racriemo un'idea ptu ~ulla dei pas88gl!t d t colo t ilo che mo<~lrn lo ttpulo pneu· mo naco è ,Jel btmbiar-.i d colortlo dellP eree 10 epali:tz.a.tio r e ro<t<>a m color ~-trigio E rore;e la cllltica e l'enalomia petolngtca, •IAI momento che il prwumococco st lrc1va nel tSangul! dei polmonillci On dal secondo gior·no della malattia, do~ rfmno tener <'nnto di questa lrasfor·rnazione dulia emogloltinn mtlolla •la! diplococco, 1e r ttpiegat·e la mor·lA di prwu· mmuci •ruando avvenne con lesioni polmonat·i relalivnmente leggere, o.l Rlrnt>no che non uvevHno tale gruvlUt da non poler<~t per loro ste~se ritenert', seuza altro, caul!a della m orte ,


HIVISTA CHIRURGICA

---

t1aa ruezio11e dell• p•r•te del torue e del polmone oon eutof•vorevole. - V. MOr..LSR. - (Deuts. Zeitschr.,ffi.t' Chi-r. e Centralu.jar dt'e medie. Wissensch., N. 6, l tlH5). In un malato di 25 anni, pr·ima sano e robusto, che da qtlallro anni era affetto da un piccolo 'indurimento nella regione della mammella destra, si trov6 un tumore duro prom10ente p1anegg1ant.e grosso quanto la palma di una mano coperto di pelle spostabile, ed aderente dalla 411 tino alla 7" costola, ebe si est.endeva da quast il margine slernale fino alla linea ascellure anteriore. Dalla fJUarla costa in giù st notava già una debole ottusità che si coofondf'va con quella del f~gato, sollo la quale si udiva il mot•morlo ve!'!cicolare indebolito. Messo allo scoperto 11 lumore pe1· mezzo di un lembo cutaneo a convessità inferiore, si lt·ovò quello molto più sviluppato nello Interno del torace di quello che prima si era creduto. Non solo tu incisa Ju pleura e re::;ecatn un pezzo Ji essa con la sesta cosltt (d punto di partenza tlel tumore era la quinta costa g1a prtma resecata); illumore et'a anche adeso al lobo infer•ore del polmone deslro per la estensione di n cm. di lunghezza e due di larghezza, di guisa che la eslirpaztone era solo possibile dopo ttllaccìatura e sutura nel tessuto polmooare sano. Col r ilrat•si del polmone il malal.o caddé in uno stato di collasso con dispnea che a poco a poco si dissipò nei gior ni se~uenli. Si riuscì a ehluùere lu ferila in una piccola parte, e ru lampona la con garza all'iodoformio. 11 corso fu scevro di incidenti; nei primi giorni si stabill con secrezione sierosa un poco d1 febbre asetlica. s~-. s"ndo stato congedato dopo tre settimane, le condtzioru fisiche del polmone destro erano quasi normali, solo nel luogo dell'operazione v'era un avvallamento che si appianava nella luspirazione. IL tumore grosso quanto un uovo di struzzo si rivelò per osteo- condrosarcoma con prevalenza del caratLere sarcq 111aloso alla periferia. Il malato è r1masto finora, c; anoi e t1•e mesi dopo la operazione, completamente sano.


869

RMSTA DI OCULIS'flCA L'aooomo4aslone dell'ooohlo del p ..ot. - U. Bssa. (Pfluue r's Arch. e Centrai b. fti.r die medie. Wissensch., N. l, 1895).

Il Be,•r• u giunto con le sue ricerche alla conclusione che le rerrazione nor male di mol~i pesci é miopica. Nel m11ggior numero dei casi essi posseggono una accomodazione per la clisiAnze. Ques~ non si effetlua per un appianamento della lente nel diametro antera-posteriore, ma per wt cambiamento nella posizione della lente; i p&!>Ci hanno la facoltà di b'•vieinarP la lente alla retina. L'organo finora conosciuto solto il nomi" di • Campanula Halleri • che oggi va meglio designalo Cl.m quello di muscolo retrattore della lente, è un muscolo tl'accomodazione dell'occhio del pesce. Il meccanismn della accomodazione è il seguente. La lente è appesa col suo polo superiore in direz.lone vet·llcale nl legamento sos11ensorio poel1is..q!mo estensibile. li muscolo dell'aceomoda~:ione inserito col suo t.endioe alla parte inferiore, spesso anche ulla paNe inreriore nasa le del contorno della ler.le, con la "ua contrazione lira verso 1l basso, l'interno ed indietro la lente e tende in alcuni casi in pari Lempo a fa rla r uota re mtorno un asse fl'ontale, di modo che es:>a si muo-.e verso il Ialo temporale e verso la r etlna. La distruzjone <lei muscolo r etrall•>re della lente o la tncit.ione del suo tendine aboli ~ce il movimento di accomodazione della lente. L'Iride non ha alcuna par te essem.lale nel meccanismo della accomodazione. La estensione dell'accomodazione varia nello diverse speci~ per più diottrie. Corrispondentemente alto sposl.tlmento della lente operllto dal retrallore della lente cambia. nell'occhio dei pesci anche la immagine del mondo asterno sulla retina, co.,icché i pesci posseggono for se la facoltà di guardar e in giro senu muovere gli occhi. L'atr opina aboli~'~Ce il giuoco di accomodazione dell'occhio dei pesci, ma non ha a lcu na apprezzabile influenza sulla ampiezza della pupilla.


Si O

RIVISTA D'IGIENE IJilJDUDissadone oontro lo •trepto(Rio. e/in. e terap., maggio l 95).

GRAMAKOWSK\.

ooooo. -

--

Fondandosi sui "UOi espedmenli, l'A., arriva alle conclusiont seRU60ll : t• Q po~l'ihile immumzzar.. conigh contro gli slreplocoet•bi ; a tal tlne, ~i inie tta loro nel cavo adc.lvminale una eullura dr slreplo ·occhi nel brodo gia vecchio e guasto d a alcuni mes1, servendosi da prroc1pio di una cultura precedenlemPute colla e poi d1 colture uon trattate col calore • pr ocedendo co<>l alle collure virulente, le 'luali vengono iniettate in dosi progre~sivarnenlP crescenl1. 2• Il siero tleì conigli immunizzali, inieltato solto la pelle di allr1 animali rende pure quest1 tmmuni contro lo alreplor.occo. 3' Lo s losM ~iuro tl~isce mollo Cavot•evolmente sull'erisipela provocata acl arle negli an1mali; per ottener e l'effelLo, si devono impiegar e 3 C<'. pet· ogn1 cJ1ilo di peso dell'animale da curarsi. ~o In un caso rli &I'Ì'Ìpelo nell'uomo, l'A. iniellò al pa ziente, tl s· g1orno eh malaUia, 8 cc. di sjero, tolto da un comglio immuniuato, unilamente ad allreUanla soluz1one borica al 2 '/.; un'ora dopo ru ripe tula l'imezione : conseguenza Ili ttue<~to trattamento fu l'arre:sto e il rap1do estingue~i del proce.,so eri<~1pelatoso. In un altro caso d1 risipola nell'uomo, l'inie:tlorle non ebbe Alcuna influenza sul decorso della malnllia, la qual co~a, secondo l'A dipeudeva d~tl ratto che il coniglio, d11 cu1 si era rica,'alo il siero non era ancora suflìcienLemenle immunizzato. Ad on ta di questo insuc('esso, l'A. esprime In ~peram~a che il ~<1ero, proveniente da conigli immunizzati t•ontro lo ~lreptococco, sia per costituire un rimediO specifico contr o la erisipela dell'uomo e che sia per dJmoslrarsi g1ovevolc con tro il flemmone, la piemia, la febbre puerper·ale, la sca rlall1na e, in una parola, in tulle le malallio occasioualo da presenza di s lreplococchi.


IUVISTA o'!Gl&NS

'/1

EaUtono aoataue tmmuolsz&Dti oel etero 4Jel MDP• eU lncUridul oh• h&llllo aofferto re cente· 111at. Il T&laolo o ohe oootro U medealmo aooo .t.&U Yaoolllatl? - (Zeitseh. fur. 1/gg. unti ln.jeettonskr o

LANDM ANN. -

Rrr cltn e terap .. maggto 1895).

Oggtdi. che !<Ì sono !"Coperte le belli) proprietà immuntzzault e terapeutiche che pos!'lied•• il siero 1li animali, &t'lilicialtuente resi immunt per una malattia, una doman.!u, come «JUe"la che ~·i> fatta l'A. in una malattia quale il \"&iuolo, di cui uu etllac~"o Ieggu•ro classicamente preserva da uoo più ~··avt', "• ~nrn tno cert&tnèole, chi ~a quanta vollf', rivoltll i clinici. Era rJuindi nec~:~ssatio che fosl>e "ottopol"la oll'ann""• dell'espe t•tmen to. L'.\. t·u~ttò m bambmo di 2 anni, arrctto ola grB\'6 vaiuolo, 10 C. C. (' J'irldornani di 15 c·. C. di ~tar•>, prov,uieute da un parente del piccolo ommai11Lo. cht• nv••va avuto il votuolo alcune setli111ane prima, ti risul lato fu negativo e il bombino Mccombottfi'. E lo ~t11sso t·i~\tll.oto nt•galivo H ebbe inìellanùo o Vt3tuolo5ì siero di animali rl'cenlem~nlu Vftccìnati ed ucci~i al momento 10 cui <~~i Blllml!ll" eh• aves...ero guadagnalo l'immunits, f'Loé l> giorni .topo l'iooculnz10ne. !nfloe, inoculando n bambim non vac· cHt&ll !'Jt~ro J·rovenienle da indhidui vaccinati da eoei M Utmane a set me•i prhna. non ha o~servato alcuna modiftl'tt· zionu, ttuan lo, '{ualche ~iorno dopo, --ouvrnelleva taJi b&.m· bi n t alla orllinnrin \ accmazione. Qu e~ti ri<~~ullali, complel.8mente negati\'i, ben a ragione hanno cou<~~ìglialo Landmann a noo trarre alcuna considerazione. "ono in ratti t\5!'ai poco numero~L N on ha l'A. che una ~o la \ t•lla inocula L<•, a scopo lerapico, il sangue di un mdividuo guurito di vaiuolo, •' ,h vai11olo non gravo per f,Tiunln 1 Qualche u "Urvazione qi potrebbe pure raro per ciò che concer ne In ne.s«una mlluenza benefica risconlrata nel Siero di ~ogutl ù1.11 v,;ccintllt Sapendotoi invero che in un a nimale qa df!'ila la l'or•mozione tanto maggiore di soslanza protettive, pm· quanto pm Pnergico è il mezzo (tossina o viru") che la ge· nera · come l' mai fiUÌnùi possibile espettar'ii che, Ila un unico


-~

RlVISTA

1-

iunMLo di maler·iale ellen1tato, e cht- dè fenomeni generali cosi benigni, ~i possa guadagnare di ottenere un ~rero pot dotato di gran•le potere curativo, da esser suffici nte, aUa dose di 10 a 15 c. c., di rendere immune contro 11 vruuolof Le r icerche di Landmann non pote\'ano perc16 permel· lere conclusiOni defhùtive. Le medesune possono solo la<>ciare ammettere ']Ueste due po~sibtlita : o che la qostanza ,·accioale dei vaiuolos1, guarili e vaccinati, non si trova allo stato dJ grande conceolratione, o che il processo d'immunizzazione non si svolga secondo la maniera ordinar ia , scoperla"i pel lelano, per la rufterile, pel colera, per la pneumooite. RICCI. -

Sulla cU11Dieslone 4ecU 1putt. -

(A~nalt

di

medici~o. 11acafe, giU(o!llO !Kl).

La necessità d1 sterilinare gh spul1 tubercolari, che, anchtt diserrati, mantengono la loro virulenza per un tempo as"al lungo, (Cellt e Guarnitm) ha l'hiamato a raccolta gli antìs"ltrei i piu disparali, e mollo s1 é 18\'nt·ato attorno a questo grand~ problema tanto importante per la profllassi della tubercolosi. !\la gli antiseUic1, sui quah si fondarono le pii.t rosee speranze e s1 formularono le più categoriche afferlnazioni d'efficacia microbicida contro il bacillo di Kocb, sottoposti ad una spregiUdiCAta disamina, quasi tutti mancarono all'aspcltatl\·a. Il bacillo di Koch è mollo tenace della vita sua propria, quanto lo e poco di quella .. de~li altri, e re!liste tetragono all'azione degh antisettici piu potenti. Cosi il cloruro di calce al 25 p 100 ucctde Id spore di carbonchio, non i ùacilli del tubt>rcolo negli sputi (Kit·chner); entrambi resistono al latte di calce al 50 p. 100, al nitra to d'argento, alle hscivie alcaHoe, al permanganato di potassio, al solfato di rerro. Lo sles'<o sulllima.to corros1vo, 111 soluz1001 mollo concentrata, ha costituilo una delusione su tal riguot·do; e l'aciclo fenico al 5 p. 100 non sempre ba corrisposto nfollo stesso modo, mostrandosi in qualche caeo atti~o, ed 10 altri no. Influisce a •1uel!ta inefficacia deRll anlil>etlici contro il bactllo della


o'IGl&:'l~

tubercolosi negli sput1 anche il fallo , ch e la magg ior parte di e!'tt'i po~iede aztone coag ulantl3; perciò applicali sugli sputi tubereolari, che s ono quasi sempre compalli e densi, ricchi di mucina e di altre sosLanze albuminose ed albuminoidee. li coagulano alla su perfìc.ie colla quale vengono io contatto, ma risparmiano la pal'le centrale, a cui non pervenpono Per questa Circostanza forse l'alcool assolulo,l'acido fenico al 5 p. 100, l'acido acet1co a1 31 p. 100, rammoniaca al 16 p. 100, l'acuio snlicìlico e l'acqua d'anilina in soluzioni salur~. la potas.~a caustica al 5 p. 100, il solralo di rame a l 5 p. lOO, Il cloruro di zinco al o p. 100, il sublimato corrosivo all'l l'· 100, (Schill e Fischer , Grancner e De Gennes) si ebbero a manifestare od insu!tìcienli, od attivi con t.ale lentezza da non pole1· ess~t·e t•accoman labilì pralicamenle. Naufragati~ disinreuanlt ch1mici, si ricot·se al calore; e furono escogitali var1 morlt di sterilizzazione degli sputi mediante sture e boUilure, ma dlll Ialo pratico, per a ttuare H sistema negli os?edali, le dirfirollA erano euormi; quindi venne le sfiducia, e ~olia sfiducte, la rassegnat.ione. Fino a poco tempo ra, ad imi\8zi6ne .!1 quanto :si ra negli ospedali (VaUin) si limilavano le cure ad allontanart> alla meglio il pericolo del con· tagio : gli sputi si ra ccoglievano nelle spulacchiere contenenti dell'acido feo•co, della soda, un di.<linr.-uante purchessia, nlla cui natur~t s1 era indiiTerenli; e le qputacchiere si rinnova vano spes~o. ]avendole coll'acqua calde. Ma coli$ mlrodu7.ione del Jlsolo, per opera del Gerlach a cui toegui Lo Spengler , la disinfezione chimica degli sputi potè dirsi un fatto compiuto; dappoicbé questa sostanza, in soluzione acquosa del 5 p. 100, riunisce le due proprietà di fluidìfi~re lo sputo e sterilizzarlo completamente in 3-i Ol'e, imriegandone una quantità di soluzione soltanto lr1pla dello spulo da disinfettare. Il problema sarebbe stato risolto ad esaurimento; sollento lascia il varco ad uo ostacolo non lndiiTerenle: il prezzo della droga, cbe é abbastanza rilevante. Per questa ragione l'A. cercò ili trovare un'altra sostanza che avesse le p1·oprielà profilalliche del !isolo e fosse più economico, accessibile cioè anche alle borse dei poveri, rl'a


BJYISTA D 'tG I &.~E

cui la lubercolost miete molle viUime. StuJto dapprima le sostanze che fluidificano lo sputo, e vide che a quosla iudicazione corr ispondeva no il cat·bonato di soda, di potasse, il bicarbonato dì soda, la soda caustica (tuttP all't-:! p. 100), cosl put·t· il Ielle di calce; ma, nullo o limilatis$imo essendo il loro potere aulibacillare, e<: r•·ò di combinarli con qulllche antimicolh.:o; per O i suoa sfor'.tt in que$lO senso fu rono dolosi. Lo stesso lisolo mescoiRlo con qua lcuna delle dette sostanze tluiditlcantJ, precipitava in par te e perdovu molto della sua efficacia. Gli sputi tubercolari, ta·allall anche a lun~o. con queste combina~ìoni, anoculati nelle cavie mantenevano la loro vtrulenza. Cosi pure gli sputi trattati col latte dt calce, in armonia a (jUanlo c;u ciO fu scoperto dal De Gtaxa. L'A. lro,•ò pure che le combinazioni di sublimato corrosivo all' l p. 100 con cloruro sotlico al 3 p. 1011, e con cloruro ammoniCil a l 2,5 p. 100 tlutd1flcavano glt sputi, ma il potere to!'ì<~ico dt questi re!3lava Immutato. t Finalmente trottando ~li spult con della calce vha rerentissimll, \'Ì•Ie cito quelli ;.j mescolavano tnlimamenle con qu~>sla, che diventava friabile o polveruleota, mdi seccandoli, presentava un colorito giallastro dovuto alla sua untone coll'escreato. L'omulsioue di qu~>~ls polver e, inoculata nelle cavie, r illscl perfettamente sterile, come gh sputi Lrallali col !isolo. ÙI."COrt·e pcr6 e;he la calce sia rc'cenlif<<Jima, o~sia non devono c~Re r pas!:'ali più di quattro giorni dalla sua pr epara:z.iono. dopo t rtuali dirninutsce la sua compeneLrabilttà .la oarle d('gh spull, con dtscaptlo del suo potet·o antibaciiJare. Nel tempo ~tec:so l'A. controllò l'ineccepibile vir tù dellisolo; a cui r,n·ore sta la rapit.ltlA della ster tlizza7.ione che, come sopra si disse, !li compie in 3 or e, mentre colla cetre viva ne richiede 2~ ; ma 'fllec:to inconveniente è t~ompcn!lato da~ l'economtn. Collo ~lel:'so metoùo studiO la disinfezione chimica degli spult dei polmontlici, e vide che questt si s terilizzano non solo col li.,olo d la calce vtva (anche di antica ùata) ma pure coll'acido fenico al 5 p. 100 (iH l)re) e colla mtscela di sublimalo e cloruro sodico, che sopra fu r-icordato (7 or e).

N.


875

RIVISTA DI STATISTICA MEDICA a.ue oeolllastoul meldlll delle mal&tUe veneree . Dott. C.\MPEANU, di Bucare~l. -

(Spitalul, N. 10 1805).

L'A. ha \'Oiulo conlr'lllart' anche per la Romania, le conclusioni a cut é giunlo il captlano medico Llvi (v. fascicolo di marzn 1895 di '{Uel-llo giornale) ri~uordo all11. dislrrbuziorll' per meQi delle malellie Vt!neree, ricercando Il numero de;.:h ammaleh di roalatlie venel't>e dell'esercito rumeno, nell'ultimo sess~nnio e dislin~oruendoli per mesi. La sur. ricerch~> confermano prenarnenl!\ i rr,.,ullali del dottor Ltvi, in•Juanlochè anche in Homania si ha coslanlemente un minimo con~i.Jorevole tra l'in\'emo e la primavera, un for te r talzo prim~;verile; qninrli un 11uovo abbassamento in es!Ale, r.he cede p()l ti campo a un nuovo massimo autunnoJemate. Anelli! ilctoll. Canopeanu ha comparalo il di t:ramma delle melnllie venot·N~ con 'luello dei concepim~nlt, 1•d anch'cflli lro\'u ttn rupporLo lro l'aumento dei ~~oneeprmenli, che l"i verifica in pr unavt!r'a, con quello delle malallie veneree.

CONGRESSI L Ocna.,ruao me41oo regioD&le Upre.- Spezia, giugno 1895. Drnruo volenlierr qualche nohzia «u que!lllO imporlante congre.' n, Lanlo ptù che abbramo vi~t.o inte••venin·i e prendere parle o1L1va oIle discussioni e al lavoro di preparazione, ufficialr rned1cl deii'O.FtercHo e della marina. P uhblichramo quindi il breve re!'loconto seguente, che ci vì~11e inviato da l dottor Testi, cap1tano medico, membri> dej subcomilalo or dhratore locale.


876 Un comitato ordinatore a GsU0\'8 sotto la pr esidenza del pror. cav. E. M.;,rselli ed un subcornitato ordinatore locale a Spezia solto quella del dottor Paladim, cllirurgo prtmar·to dell'ospedale ci vile, si ruteressarono di tulli i prepar·ativi necessari ed il giol'no 13 corrente, alle Ol'<' 16, nel Politeama duca di Genova coll'intervento dt:lle autorità, di un muner·oen e ~;celto pubblico e di un migliaio di «tudenti universttari, ebbe luogo la solenne inauguraziont dt questo con~rt>c:so con un s aluto ai congr•essisti del sindaco di Spezia cav. romm. Paita. con un discorRO del Morl:lclli, il quale svolse brillantemente il tema: Biologia e medicina neglt rtltimi t r ent'anni, e con una relaziontl del segretar1o gener ale dott. Bocca, nello quale si esposero alcuru dali stor1ci e stati~tici del congr esso. Il giorno J6 cominciarono le c:eduto ordinarie di'i lavori del congresso, 1 'luali si div1sero in duo categorie a c:econda cioe che trattarono temi d'indole srrenllfica e temi riguardanti gli inle1·esRì pr•ofessionali. Pe r la pttrte scientincn il lavoro constò di comunicazioni ol'iginuli, di dimostrazioni (H'atiche. di conferenze pubbliche tenute dai membri dPI congrl'~qn prescelli dalia presidenza. Le qeduta «>bbero luogo due volle al g iorno, nei giorni 14 e la. L'uffic1o di pres1denza venne co~tiluito da una pres1denza d'onore, e da una presidenza effettiva con a capo U pror. E. Morselli. I temi e le comunicazioni scienliR<'be che s1 trattarono duraute le sedute furono importanti e diedùro luogo ad utili ed Animate di~cussioni . non lulle le comunicszior11 però, stante la brevità del tempo ed il numero loro piuttosto rilevante poterono e~ere svolle per esteso, e nell'ulllma seduta ru giuocororza che i relalorr sì limitassero ad un semplice r rassunto ver bale della propria comunicazione o alla lettura della sole conclusioni. l L~mi d'indole gener ale che vennero trattati furono i se-guenti : La fogn.~~tura della città di Spe;ta (relatori : pro r. Canalis, (Genova), tlolL Oldoini (Spezia), mgegnere Giuliani (Spezia), nella qual rela:done SI votò un ordine del giorno per l'appli· csz1one alla ctllà di Spezia del srsterna di fognatura a doppta canalizzazione.


8i'i

CO~Gl~~l

L'lllttrrP~eto dei medici della ric11:ra dopo una battaglta nacale eombuttrcta lrmyo la oo11ta per rl soccorso ac .ferrti ~ naujragM <•·olntoee: dolt. Chiari, u1etiJco capo dello l'egal marina). L'ig1ene a hcJrclu d~>i pìroscafl addetti al trasporto degli emryranti (relulore: dott. Cantù, di Genova). Jl e(lmprto di'l r~~edrco di bordo con.srderalo piu .'lpecialmente come t{/)lcrale sanitario ( relalore : doLL. De Ferrar•.

di Gen()va).

La po:siaùJM' del me,liro di JrO!ite ai prof1oedimenti di l• gye J•er glt inlurtun,· sul laroro (rolatore: doll Solari, di ChiB\'8l'i). Le comuutcazioni «~ierttinche !\volle e discusse ùurante le ~dute furono le S•'guenu : l1ott. ALl amoncli, med1co capo nella regia marina. - Di un casu di ncurrJpatw. UoLL. Ballt>rtni (Spezia). -Sui rapporti flel medico colle sorierd di mutuo >~occorso. Si volu In nomina dt una commis· l!lmle per pr•J\'W'<I••re all•1 -.Lu,lio e.l Jslt 1 ulione di un constgho dell'ordine de1 m J1ci tn l.ìmma. Dou. Cognelli, rnedu~o cnpo della re;.:ia mar1nft.- /.' lmllet'lllt6mo. Pl'uf. l.aclu (Gtounva). - Pt·o!wnlaztone e dtmo~tra?.ion e •h un mod.-llu -,clwmalico dello qlru\Lut·a del midollo spinale col •1uule m•ne fat:i!tlato as...ai lo cotutho delle singiJll-' HU&

parli.

Dou. A «ce n r. cspezia). - ~u d'u" ca.'o di trapantUione tlel cranro per aare.~'tO atìtico r1"tradurale con e$ito di ouarlgiOIIt:.

Ooll. T t!Sll, cap1tono medico (Spez1a). -

n concorHo tlel-

l'a!IBO~ituìone t/ella Croce Rolf8rr nel seroiiiO sattitario di 1• linea in !l''"r r a.

Dott l. uciam (Spezia).- L'itlìoiQ nelle malattie oculari. ~ cnie:10n1 ~llocongitwtioa(, tii subltmato corrosioo nelle oJcalmì• ·'"nptJltehf'. Pror. ~tor=~elli. - Sulla patoloqra del sistema nerooso.

-

Dott. Perranùo G. (Genova) -

Sr1i crileri cltc (lfticiano

ndla scella dei fl"rltt medico-teuali. Si volò un ordmo del


8i8

CONGR~"Sl

giorno tendeule a propugnare gli interessi morali e materiali dei perili medico-legali. Ootl. Ptllalu~-ta. - Della necessita teuna lt(Jge che regole l'eserci::10 della professiOne medica e deU'istiluzione di tln consiylio delrortlitle (V. comumcaziooi Ballarmi). Pror. Sa~hi (Genova). - Sulla cura delle lwrsa::ioni inceterate trriduc,bili (con dimostl"&zione di un pezzo ana• tomieo relattvo all'atto operatorio da lui proposto}. - Sugli souotamenti epijlsarii e diafisarii delle osaa. Ootl. Perranrlo J . {Genova) - Sulla cura della difterlte col .,i,.ro. Doll. Solari (Chiavari).- Trach eotomia od intuba.:ione ntlla aleno.,i lartnn1•a eia pseudomembrane ;l (Quesla confer enza e lo precedente ùtedero luogo a lunga e vivace discusstono alla quote pre~e parte anche il prof. E. Maraglit~no).

DoLt. Maccabruni. - C<>nlrlbulo alla cura suggestiva delle psieost. Dott. VaSl!allo-[ì'orte. - Considera::ioni pratiche sulla cislolomilt ipogastriea. Doll ~lores.-o. - Contributo alla cura delle lesioni tu!. bercolart t'Olle iM<!.ttOflf ipodermiehe di soluzioni iodo·jodt(· rate secondo il processo del prof. Durante. Pror. Cosolli (G~nowl}. - Contributo ella rllirurgi.a cerebrale. E«pottitionA di i i casi (un solo decesso} per epile~io Jaeksoniano, per em11lomi durali, t>l'r asce."si cerebrali: pr•''lentaztOne di un bambino operato per lr~ ascessi cerebrali conseculh i a Lraumu. Prof. Conati" (GeU0\'8). - ::itti meui migliori di attuare le disinje:ioni. Pror. Pagliont (Home). - lllustrtuione di un sistema rlL' oapedale da lut ìtlealo per la r.ittà di Spe::ia. lo'ur·ono nnche h'nule la sera del a g1u~no al Teatro Civico, genlllmenle concesso eia l ~1uoictpio, due conferenze pubbliche una tlel pror. M(lragliano, tl rtuale pa rl ò dello stato at~uale della questione relati vo alla cura della tubercolosi fttcendo una rapidu e s1tccosa scorsa nel campo dell'etiologia ed In quello della protlll\ssi, tl'allanùo dei principali mezzi tera-


CO~GR.KSSl

879

peuUei usati. e dtcltiarando di ripromeltersi dei ser1 vanlaj:tgt dalla sterolerapta da lui iniziata e colla quale, avundo oll" nu&o nel proprio laboratorio uo siero dolol<t dt alto valore terapeutico, ba potuto su 21 casi bene a ccertati di tubercolosi l,olmonare ollene•·e 21 successi; ed uno del pror. Oddi, 11 quale trattò con vera competenza qcientitlea e con forma chiara e IJrillanto il tema : !"alimentazione delle cl&S"-1 indU· straali e la fi:-iologia Ambedue le conferenze furono mertLamf'lnte applaudite dal numeroso ed intelligente pubblico che riemp"·e la !>ala. Il giorno i li ebbe luogo la chiusura rlel congresso, dopo che 11 prof. Morselli ebbe fatto t•tlevare l ' imporLaJUa dei lavori compiuti in queQLa prima riu111orte e dopo che fu tlil'iuarata sede del 2° congresso r egionale ligure da tenersi Il~> li' anno venturo la ctllà di S. Remo. llurante il collgt•esso non mancarono 1 resleggiamenti A lo Rlle~re r1unioni. La sera del 13 l'aRsociazione untversilllritt geHo,o<~e, in onore dei .:ongre... ~istl o a scopo d1 beneficenza locale, •hede una serata <li galu al Polilearoa Duca d t Genova. li giorno 15 i congre<>si!<!li viRtlarO•to l' arsf•nalt' rnarJttirnù e la "~ra ebhe luv~o al Teatro Ch ico il pranzo !11 chiu ura ~011'111Lervemo dt>lle autot•ttà, dopo di che l congro l"li rurono inv1Lati ad una riuninrw con hallo nelle 11ale del Ca!iino Civ1co. Il f(lorno 16, con due ''8JIOrini ~tenlilmente couce. si dal comando del loet1le dipartimento maritUmo, toi Ceco una gita nt•l golfo vii>itando Pertucaola. Porlovt>nere, l'i ola Palmarta, nella quale Jal mun1c1pio di Spezia ru ofrerlo un bancheltn d'a ldto, che lasriò un grato t·icordo in lulU tanto per fu cortesia che il Municipio tolesso dimo!'ltrh in •tUellt.u occal'lione, quanto per la scluetta alle~ria che re~nò rra i numero~• rappresentanti del ceto convenuti a Spezra. Va lo1le ~'peciole per la buona rius..:ila del cou,creS'lO al pre~idenle pror Mor selh, il quale con abililà e competenza rara ne •lirll."..e i lavori, ed "all'infalicablle dotlor nocca se· gretario generale, il quale ~olla sua operosalà coadiuvò' con lanto ZAIO ed intelligenza il non facile compilo del prt>sidente.

F. TesT!.


880

PUBBLICAZIONI l'El\VENUTE IN DONO Di~iona r io eneiclJJpedtco di medicina e chirurgia per uso dei medici prtoaci, redatto dal prof. dott. Al.BERTO EULENBURG, fascicoli 19i, 195, 196, 16i. Sulla natura dello ;in~o,eno del flbrtno-fermen.to del sangue, del dott. P tKTRO F. CA!>T~LLINO. ConclusionJ 1m/la dijter to, d({lc r iei e sieroterapia, ricavate dalla r clozfone presentata al prof. G. B Accet.Ll, Miuislro della pubhlil'a istruzione, 1lal dott. VINCENZO CozzoLINO. Cinque case di meninyite cerebro-spinale, per ENRICO FosSATARO, medico da marina. Sull'a•ione caMnwtoria delfurea e 1mlla tperirojla carthaea dei ttefriticr, oo la del dolt. E. CBlARUTTlz.lt. Sulle mod({lcazion.i casali du rantt' il pr ocesso in!fammatorio, dei ùolk. A. D E GIOVANNI E P. CASTELLINO. Sulla et,ra della tisi polmotwle, del pro(. Dr:: GIOVANNI A ca rt.LE. A proposito della e!Lirw·!Jia oiscerale, del prof. A. DE GroVAN:-11.

,

A le une eansidertuioni cliniche sulla cireo f~ione cenosa

del7:addome, del prof. A. D.e GrovANNt. Sulla corea gesticolaioria, del pl"of. A. Dr:: GtOVi\NNt. Su gli edemi esterni dura11te la cirrosi epatica, del professO!' A.

De GtOVANNI. Com unic«Jione della comnussionc per le ptop()Ste dell'istituto batteriologico in Padooa, del prof. A. Dt·. GIOV,\ NN t.r n concetto dP/la neorosi considerato ne' rapporti colle esigen::e euralioe, del prof. A .. De GroVA.NJI.'I. D el procesiSO erolulioo t! ella ttef!rosì cottSiderala fH•fla fa· miglia e nell'indioirluo, Jet prof A. De GtoVANNI. ll .Lli reLt.ore

Dott. tiTEFANO B &GIS maggior genet·ale medico ispettore. Il Rede.tLOrC

D.• RIDOLFO LIVI CopUott.o mcdìGO.

NuTlNI FEDERICO, Gerence.


ODRr\. TJEI.JJ:~2 FRATrURI~ CO LLA MUBIL I ZZAZlONF: E COL MASSAGGIO

Lr. fratture dell' omoplata "-Ono ra r~. .. peciahnt!nt~ pen'h~ •llll'~t·o~'o i• !JTOl(>tto ùnlln mn,.sa dc•i mo~H'nli in mt·uo ai rrunli si trova qua~i come so~pe~o. to titui-cono p ·rò un ecrellcnte campo per ti mns<;ng~w. l•"rr.hè non ù.1nnu hw.:o n cnu:.ider~>vole ;;posta mento. l.~ fratlur& tlt-1 Clli'JlO dell'urnoplatn si credevano tanto rare che \l al.::aigrw clll'ltiar.wa di a\l•roe o-.~èrvalo un !lolo esempio. [o nltlllJ.:u pnrò che molte pn~smo ioossen·nte per il 1100 f.ttlfe pnSli\IOc•ntu. perchc protette d.l ffi3N~'CI trall lllll:-l·olari t! pt?rchi• talora 'nn ft1ltlure non rompiute, o "rf'••polatul'e o lmttnre stellnte. Que-.t'nlllme tnfalli sono abt..csranz.l r.,.·ili 1 pro<lnrst "nl cadavere e risultann dalln gt11 nùe lì.llll1Kiteun della pon~ione contrale del corpo della SC.I}'OI.l . u,,. SP non fo~se per evi1.1re Il pericolo che ctunlcuno pot··~-,e crtJJermi troppo ranutico della mobtlizzazione u ~>lla cnr.l tlelle rrnlture, o"erverl'i che ror5e non poche ~ rovi t·outn iuni delh regione sc3pol.m~ non rivelarono unn frattu ra esistente dell'omoplutn, percM quesln guarl prcstisPrCilttJ.rt• tfdl'omOJdtTta. -

1)1)


CURA OKI LE FRATTDilK

simo In mercè deii.L mobillzzaziooe non impedlla, per la dia· goo~i falla d1 :.oln cootusl(lne. Le fratture del collo della scapola e della c.uilà gleno1den sono perfino n e;{a t~. tanto ~on rare. da parecchi dei clurur~hi modero i. ~on pertanto esse es h tono, ma In dial:fllO~I d'una tale lesione ~' Oicuri,sima, perchè alcuni dei suo1 sintomi sono identici n quelli d1 una lussazione dell'omero nell'ascella, con separadone di un marg10e della cavità glenoiclt>a (Follin). l' iu rare delle frauure del corpo dell'omoplata !>i ritengono le fratture che hanno ·ede sull"acromion, ed ancor.1 pnt rare d1 queste si giudicano tjuelle clte interessano l'apofisi co•·aco1de. Fr·a i casi che :;ono oggello di questo mio lavoro ve n'Ila uno nel quale appunto si tr·uttava di frattura dell'ncromioll e cl eli' npofi si comcoide. '{c faccio adunque lo slorm. Frattura del ponte eoraco-acromìale destro. - Z. Rizzieri , anni ~t, barrocc1nio, entr•ato il 19 marzo l 95, per

dell'~lA dJ

traumallsmo alla spalla destra. Anamnesi. ~ulla d'imporlonte, tranne che nel 93 aveva ripor!J.Ito uoa lussazione alla SJl8ll8 destra, della quale non era rimasto alcun postumo. Racconti> che il giorno 1llnanz1, ec;sendo caduto sotlo 11 ~uo barrocc1o, carico d'un pc~o di piu che 100 'luinlali, una ruota gh era passata sopra la spalla deslra. All'e«ame deliA perle SI notò una considerevoltssima tumefazione che si eslendeo,:a a tulta la punta della spa lla, alle regione sopra e sotlo-spinosa, alla regione sopra e ~o tlo­ clavlcolare ed alla metà supPriore del braccio. In corrispondenza del ponte coraco-acromiale si nntava un'ecchimosi assai pronunciata. Fu esclusa qualsiasi frattura dell'omero e della clnvicola. Collo palpaziona in corrispondenza dell'acrornion e dell'apofisi coracoidea si destavano dolori v1-


COLLA IIOBlUU.UIONI 8 COL 'l \SSAGGIO

8tJ3

,Ultimi e si notava un certo grado di mobthlà d• lutto 11 pont•• .eoraro-acromiale, con cr~pitaz•one ca ralt.ertslica. Un dolore "Violento rendeva impossibili 1 movtmenh del braccio, anche '" mollo hm•Lati. Per la grande lumeraztone ddla parte non aa poteva apprezzare lo spostamento dei frammenti. La d•agno'"a emmessa fu quella aòunque di l'ratLura del ponte t'O· rHCO·acromtale destro. Questa djagnoai, come tuUe le aHre .dea vari casi riportata m questo lavoro, fu confermt~lR dal pruf. Guarneri. Nessun apparecchio, per quanlo semplice, lu app!icato in questo ca,;o Po«1 in comoda posizione sopra un ,•u•cioo, nel letto, l'arto d~:~stro dell'infer mo e p:-inctpiai le sedute del massa!!gio. ~el primo giorno le manovre furono larghe, leggerissime e con tutta la mano. estese dal Rnmtlo lino al collo, rimontando cl!! prima per la faccia an· .t •r•ore e poi pet· la racc•a poslf'rtore della spalla. Dopo 2il minult la qen~ibilità della parte, tnnanzi vivissima, era quasi .del tullo nllulila e l'infermo polè ptl~slvamente eseguìt·e col bi'arcto dtoi movìmunli che cl assicurarono ma~giorrnento dt•ll'inle~tnlà d~-'li'omero.

11 giortio dopo comparve un'ecchimosi marcaLissima alla (ftccia polllflt·aore esterna del bt·acran d•·fllro, eò alla faceta !alerai~ corriqpon.tPnle del torace m alto Nonostante l'a oermo ~· trovava in uno qtat.o dt bene~"ere orpt•endeute per lui ste!!&>, per~bè dopo il ma!> ...aggio del gaorno innanzi non ..&\'eva ptu pro\'alo dolore spunlnneo. Ri~tea la manovra del gmrno prece.Jente, rivulgendo eoprallult.o l'altenzioue "Ulle parlt con ecchimosi. A metll d ~lla se,luta ~i polevaoo da ft•à pralwaro delle pressioni as"ai forti sul braccio e sulla spalla, e'·itnnJo, ~l'Intende, il focolaio tJi frattura , l'lenza de"t.are alcun dol•re. É unpot·tara\1> stu 1tare la direztone che pr ende l'ecchtmo,.i .oea rrnLlurttli. per istab1Jjre in certo qual rnodo anche la direztona Jelle manovre di tna'-'saggio. La •lirezaone infalli tlel eamuuno dell'ecchimosi, che va coempre verso la radice dell'arto, int!tca al masseurla darE>ztone gPnerale ùellasua azione, nel seu~:~o che le presstoni del massAggio dovraono sempre eeguirA la dtrezioue tenuta dall'eccltimosi nell'ìnsorgerH e nel 4a1Tondersi. lnfatlt la da !fusione dell'oechimo~:~i mostra come si


881.

CURA DELLE FRATTUIIE

allarghi rapitiarnent.e il campo di r iassorbimento degli elementi -slruvasati e divenuti inutili, e noi vedreroo ella solto le Jita del ma:oseur• i tess uti meccanicamente e quasi immediatamente si ammorbidiscono, nel medesimo tempo cbe la massa stravasala v1eoe spmla più lontano, in una regione sana, dove i vas i In riassorbono con una grande atllvitA. La scomparsa dell'ecchimosi, con le nole ' 'ariaziooi lli coloa·ilo, che passano per il rosso, il bleu, al giallo ed il verde, va di pari passo coi progressi della guar igio"e. Nel nostro infermo, seguendo queste norme, in breve tempo vedemmo scompar1re la tumefazione e l'eccllimosi,della quule ultima 11 25 marzo non restavano piu Lracce. Le pressioni del massaggio grndalamenle si accrebbero col succedt>t'Si delle sedute fino ad esser mollo energiche. aUo scopo specialmenLe d'impedire l'atrofia del deltoiue. S'evil6 naturalmente di dirigere le pressioni sulla sede della fr·attura. ]ncominciammo di buon'ora i movitoenli pr ovocati, vale a dire dopo soli cinque ,:tiorni d'ìnfer·milé. Consisterono in movimenti passivi del bracr.io, limitali ma in ogni seuso, che $Ì compierono, come sempre, dopo aver prodotto col rnllssagg•o l'inf'en~>ibilita della parte e per conseguenza senza destare dolore. L'insorgere di quest'ultimo fu sempre consideralo come un sPgrw de l limite COIICe!;SO per movilnenti. l o questo modo, t'L1edrante il mass11ggio, le sofferenze del fr•allurato cessat·ono del Lutto fio dalla prima seduta. Con un t.ale lrall.amento scomparve in breve tempo ogni ti-accia di tumefazione della parte e l'infermo il 27 marzo incominciò a l eseguit·e dei movimenti atti\·i coll'arto destro e ~pecial­ menle quello di abduzione dal tronco, n ovimenli che ogni giorno acquisLa•·ono d'ampiezza. L' 8 april.e la consolidazi.oue dei frammenti della frattura si rilenne come u11 fatto compiuto, la ro .. ma della spalla non otTriva alterazioni ap- · prezzabili, i movlmenll atlivi deU 'arto, non ancora dtl tutto compleLi, ~>r·ano però tanLo esle!'i da credere che in ~ o 5 giorni ancora di cura la funzione sarebbe ritornata normale, ma J'inft!rmo r•tenendosi guarilo, non provaooo p1ù alcuna molestia e sollanlo accusando una t•elativa debolezza nei movimenti dell~ arto, e speciahno11le nell'abduzione, volle


C:OLI.A \IOBlLIZZAZI0:'\1 K COl. 1IAS AGG IO

883

uscire dall'ospedale, promett.endom1 tli ritornare tla me se la guarigionr• non si fosse completata in pochi gio1·ni. Non rividi piu quel malato. La sua cui,'& non aveva durato cho

soh 20 ~iorni. Per In grande rarità delle frallore della scapola non ho potuto raccogliere che il caso dioico riportato; nè, a vero dire, sono stato sfortunato, perchè, 11·n tolle le fl'atture"della scapola, quelln occorsami è forse la più dimostrativa dei vantaggi del massaggio nella cn1·a delle frallure di quest'osso. F'T'atture cl~lla clavit:ola. - Premetterò poche cose a riguardo clt!lle fratture della clavicola 10 rapporto al trattamento col mnssn~n~10. La di1licoltil della ridu1.iono e contenzione delle fratture della davicoln r1 t·ende ragione del gran numero di fasciature e dì nppnrecchi che s'immaginarono pel trattamento di quelle fr:ntnre. Ma una fr:1Uura di cla,·icola. per quanto Jl''':-;a e,.:ere rhlucih1le. è beo difficile che si manten~a ridoua anche mediante i più tnl{e.l(nos• apparecchi. arebbe iuutile lavoro d1mostrare l' innLtlità di tutti ~li apparecchi immaginali a qnesto scopo da lppoct·ate, a Parè, Galeno, e Paolo d' Eginn lino al Oesaull, al Doyer ed al UupuyLren. l'et· la loro nalut·a stessa le fratture della clavicola non tollerano la cootenztone. È per questo che il ~13lgnigne eons i ~liava dj don•r:;i limitare n mantenere l' arto immobile, senza cercar di ottenere una contenzione impossiltile. Con la sci:1rpa di Mayor , quando occoJTa, si assicura con la m.1ssìma possibile esauezza qttestn immobiliLtL, senza dar molest1a ol ferito. In ogni modo però, fio qui si è da tutti convenuto che in certi casi uno spostamento ~ impossibile ati evitarsi. Riconosciuta l'inutil ità di un nppnrecehio per· mantenere In riduzione, potrebbe frathnHo semlware che le fratture dalla


886

CUBA DIU.I.F! FRATTURI:

eln,•icola non sr prestassero per il massnggio a motivo della moLilità dei frammenti ; ma da parte che io questo genereIli fratture gli spostameoti io generale sono insignilìcantr. -.e si eccettuano le fralture dello parle mediana dell' os n, nette quali spesso lo spostamento dei frammenti •' tale du richiedere, come prezioso l'iiorsa la sutura ossea, si devi.'" anche considerare che cCJn attente manovre si potrà sempre evitare uno spostamento od una accentuazione dello spostamento. quando già esi.;te 10 leg~ero grado. si calmerlt ~uhito rl dolore, molto rnole,;to iu questo genere dr le:.ionr, si ripristineranno sollecr tamente 1 moV"imeoti dell'arto cormpondenle, si abbre\'iPrìr :rrandemente la dur.r la della i~ fsrmilil, e, ciò r.he pil't importa, in ogni caso ~i potrà nssicnrare il completo ntorno della funzione. Ciò premesso, vediamo quale fu il tmllamento curaLÌ\•o in due nostri fratturati di clavicolu e quali furono i resultati. Frattura dell'eslrPmitd ut~>rnn della clauicola sini~tra. Enrico, d'anni 2"~, si pre enlò 1'8 aprale di quest'anno all'ambultttorio chirurgico P" r le<~ione Lraumahca alla spt~lla <~inislr11. Raccontò che il (tiOrno prima, reggèndo uu a,.ino eh~ saltava, era caduto ballfmdo fortemente a terra la punl& della spalla t>inistra. L'individuo pt•esenlava una assat considerevole tumefazione alla punta della spalla flirustra. l movimenti tulli del bracc1or ma specialmeuLe quello ùi abch11ìone, e•·ano mollo doloroA~ e dolorosissimi po1 erant> quelli d• spostamento della sp91la. Premendo, anche leggermente, sull'e~tremità acrormale dc•llaclavicola, il dolore era gravis~irno. Mediante una pressione· leggera fu anche percep1la, s»nza averla ''olola r·Jcercore una caratteristica crepitazione Non si aveva alcuna tendenza allo spo~tamanlo. Diogno!'llieala rer tal modo, senza alcun dubbio dal prof. Guarnori, la rrallura deiJ'eslremJtà e~ler·na della clavicola sinistra, l' rnrermo fu consiglialo di r·ecar i ogni giorno da me per l'opportuno trallamento col massaggio. A.


t:OLL.\ 110Bli.I2ZA7.10NR & COl. 'l .\SSAiiGIO

7

Fu praticata nello -:tesso giorno, 8 apt•tle, la prima c:edulo di massaggio. La manovra fu CalLa rnollo ampiamente con lulla antera la !!~Upt>rfice palmar•e della mano e delle dtl.e, dopo ttvere !lrbrificat.s con olio la pot·le. Le frizioni rurono 1!8tese clalla regione deltoitlea a luLla la spalla, fino a l collo, sempre nellA ste~sa direzione, leggeris~ime da prima ed a umentando nn poco in seguito, ma gradatamente, la pressioni!. Il mac:ssggio fu prolun~alo pazrPntemente per 25 minu ti, rua alla fine della seduLa. un t-fTelto ruer·avil!lioso sorprt~<~e a lcuni rnler colleJ(Ill c he '"l trovavano prel.'lenti. L'infermo che prima del ma~"a~r~io non poteva c;pocotnre la spalla né muovere il braccro che mollo hmil.tltarnunte e con dolor·e, dor.o e~guiva, ~<enzu accenno di dolor., in o~ni ~enso, i movimenti nell 'ari •· che però furono sulnLo da me repressi perché affollo rnlemp&<tivi. ~la per convirH•t•r·e l'infermi) stesso e gli a .. tanlt Ù••llo fr•allura., ru meslierr pr erMre c:ulla eslremrl8 ,J,•IIa <'lavrr.ola, per rnvocarne il fMrOrrlerro dolore. Uopo la ~<udula, e pel giorni ~; uccol!sivi, non usai altro oppare(•cluo cho un Mmplrt•e rauolello, legato dietro 11 collo, per 8olltP.ner e il ~.toruito 6 l'avambraccio, la~r.ìando però lrbet•a lll mano in l'llllll <~uo movim~>nto . Frn del primo giorno poi auton zzai l'mfermu a ~ervìr-.r d••lln sna mano sini!'lra per alc une piccole operaziom manuali, t•vilando pPI"6 di sposlaro 11 hraccio ,. l'u\·&rnbra ~eiO. Artche nei giorni <~uccessivi Jll'alicai la s\essa rnanovl'll di m&s;mggio e Mrnpre, alla flue d'ogni se<luta, mobilinai pa<~8ivamenle l' at•trcoleziooe omero-·wapolere, con movimenLi po•·o el'lesi, ma drr.. ui rn ogni s en..,o. L>opo :iole. 6 -lCdute di massaggio, non si consta!.Il va più alcuna lraccra di tumefazione, e la consolidazione de1 frflmmenl r ura di gìa a bbastanza rurle do poter concedere all'inrt!rmo cù e ..egutre dei movimentr tJ lllvi assai estesi del braccio. lìh tol~r del lullo 11 Cazzoletlo che teneva al collo e solo lo conl"tgher o l~'nere la mano dentro l' abboUonalura della grubba, p~r aver e un punto d'a ppoggro; gli permisi inoltro di valer!H dr cJuando m quando doll'ar•Lo per qualche leggerit~<~tma rnanualilll.


88~

CUil \ OJH.I.E E'll \TTU!It

m.,.

L'annot.a.ziono fat.t.a al giorno 10 diceva che qualunque vimenlo attivo e passivo del braccio e della spalla, e di I'[Ualsiasi ampiezza. era possibile ed assolutamente indoloroso. Non ésisleva deformiLa appre.:zallile. Il 20 aprile, anche con una disca·ela JH"essione sulla clavicola nel punto fratlurato, non si destava dolor·e. L'anl'ormo, credendosi completamente gua1'1to, volle cessar e in quel giorno la cur·a, elle non aveva durato che 1~ giorni. Frattura della claoicola destra al 3• medio.- G. Sebastiano, di 40 anni, entrò il 10 maggio per gt-avi I&Oioni lt•aumaliche, riportaLe in uua fonderia, per un accidenLe sul quale ritornerò, allori]uando parlerò di una frattura del bacio<' che puro present.&va •(uesto in{.lividup. Dirò solo per ora che, tra le allt•e lesioni, il r.. 'ave,·a riporLa lo anche una frattura della clavicola destra al 3• medio. Per le ft•aHure localizzate in questo punto, come sopra ho già detto, spesso voHt! è imlispensabile la sutura, per rimediare a certi spostamenli incorr eggibili cbe procurerebbero dei g ravi tncooveoienli, sia dal lato della runziorle del mo•mbro che da quello dell'innervazione e della circolazione. Ma nel caso di cui parlo lo sposl.a.mento non era tale da giuslificare quest'allo operativo. Fu perciò che m1 valsi del massaggio, alLenLamenle eseguito e risparmiando il rocolaio di rJ•allura. P~r calmare il dolore, vivissimo da prima, praticai delle p1•essioui leggerissime, con l' esLrernilA delle d ila e con i polhci, al disopra e al disotto deiiH clavicola, e con tutla int~ra là mano sulla punta della l'lpalla. Nei giorni successivi, resa affaLlo insensibile la regione, praticai delle pressioni più larRhe, con Lutla intera la mano, ùalla spalln rimontando fin sul collo e sulle regioni sopra e solto clavicolare, evitando il focolaio di rrattura e non premendo sulla clavicola. Nei p t'imi giorni provocai Jei movimenti passivi del braccio, di piccolissima ampiezza, ma in seguito, afferrando a piena rnano' la clavicola, e iwmobilizzandola bene, feci compiere all'omero dei movimenU import.a.nti di abluzione e rotazione. Non mi val!iii della piu semplice fasciatura; pregai solo l'infermo, obbli~alo a stare a !ello per allr e lesioni, di lener fermo quell'arto per quanto era possibile.


COLL.\ •OBJI.IZZ\ZIO'il. COl .. \SSA(,e:tO

~!)

Con questo ~rattameolo la guorigioue fu sollecita: 11 callo si rormo B<lhdissimo, lo ~postamento non la<~ciò ehe una elt·fonnita rllenhtiP soltanto con un'aLlenta os<~ervazione, l•d i movimenti dell'arto ritornarono liberissimi e valt Il. T ullo cto non !li ottenne che ìn soli 17 g.orni.

:'1on mi capitarono frnuure dell'e~tremitlt interna della cltvir.oln, quelle cioè eh€\ occupano il ,t.o interno df'll' os,o. Per quelle però. che llanno pochtssimn teodenr.n allo spostamento. non 'Ì capirebbe danaro lo scopo dell 'applicazione d'un apparecchio inamovibile. Esse sono carauertr.:&ate da un furte dolore e da un copioso sp:uulimen to anl(uigoo, che IJtllllclte volla ~ cosi grosso e dnro da far pensare ad un tumore. Lo maoovn! 10 questi cast con isteranno IO pre'l inni coi rollici 11\IOrOO al focolaio dt frattura etltn pres..ioni colle dita. riu nitt>, in line di seduta. per premere su una !oUperlicte piu lar;.:a •• ti !lt npnt ed nttornu alla claviroht. n ei movimerlli p t uvor.ati soltanlo quelli pet t(uali la !>palla i' fvrteffiPOI8 tirat.\ IO dietro fJO:."ODO 6S:.ere prOtbttt. ~~~ ­ IUr,lhOellt6 Ot<i pri1111 giorni dovremo esserP un po' più rternt i 10 quet cast ron tendellla ad una 11uakhe defor • mazione. lhrtturt Jrll'cnn,•ro. - Le fratture dell'omero, secondo lulli i ch iru r~l11, si dtvidono in: l " Frouure dell'eslremita mferiore; ~ Fratture dell'estremita superiore; 3° Fratture del corpo. Le fratture dell'estremit.l supertOI'I3 si suddividono nlla loru ,·oiL.t. in fl ) frauure e\tra-capsulari, o del collo c:hirur)lico. e b) fratture tntracap ularc. La ,·icinanzn dell'.trlicolazione rende il massngl(io e la molultuazione ma~Kiorm Pnte uece~.-nri nella cura delle rrauun• llell'ememilìt epifisnrie fi el l'omer·o. Hanno infatti lt'neralmente delle tristi coo;;e}{Uf'nze. e st può dire che. in individui tl'una certa et!t, l'immobilizzazione bene spes~o


890

t:UIL\ OIILL8 FR.\TTUI\K

di1 luo,!O ad un 'infermità che dura per lutto il resto della vitu . Jofnltr, rn ~e nernle, queste frallure, in individui che ohrepassare>no il w• anno, curate coll'i mmobrlizzaziooe. !lO ltanto !;6 questi sono ener~ ici e del tullo ri~otuti a fare per ann i rtoa J.tlllnaslrca ripnr·atl'ice iodispeosahile. possono permettere un o;uffir.ieote rrlorno della funzione detrarlo . .\1 :\ nei vecchi, cotrimmohilia.azioue, il ritorno della funzrone t'• -veramente prohlemn1ico. ~ elle frnuure ùel corpo dell'omero il trattamento curativo mediante la prolunJ.tala applicazione d'apparecchi immolliliz7-anti è purf' dannoso perehè e.-;pone l'arto ad uo'atrolia dei suoi muscoli p1u im portanti o specialmente del deltoide, per chè più facilmente può dar luogo ad una pseudo-artrosi e finalmente perchè produce alterazioni più o meno persr~teol1 , e talvolla irrirnedinhi li nei vecchi. nelle arlicolazioni vicine immobilizzaLe. Pur troppo però in vari casi, con considerevole mobilit(l dei frammenti , nelle fratture del corpo dell'omero, si ~ costr·etti nd applica re per qualche tempo un apparecchio, mo con tali modalitit, che si puu in parte ramediare ad un tale inconveniente. F rattura tlelfestrcmi/(1. super iore dell' omero in corritltl collo ana/Qmico. - ~. Pietro, di 50 anni,

-~ponrlen;a

contadino, eoL•·aLo il ~ aprile 1895, per frallura dell' e!':lremilà supertore dell'o mero de,;lro l>odic1 giorni innanzi era caduto per le scale, sul flan•·o de--tro, ballendo a terra il moncone della spalla dr questo ste"so Ialo. Poco dopo insor&a notevole tumefaz1one di tutl11 l'articolazione della qpa lla destra con dolore forlisstmo nei rnovamenli dell'arlo corr1spoodenle. Si pensò in principiO dol mPdico cur•aole ad una contusione della spaiJa, e come tale la curò. Ma dopo 8 giorni lo !'lesso medico, sospettando una fraltul·a, con sl ~liò l' in rcrmo di recarsi dal prof. Guarnert per


COLLA IIOBILIZ Z\ZIONE K COL llASSAGC.IO

~H l

una dU.I(no~i esatta. Fu allora da quest'ultimo rirono ..ciula una frattur a dell'estremità superior e dell' omet·o, al collo anatotniro, e ru cons1ghalo l'infermo di venire all' ospedald per una cura col ma<>saggio. Quando giunse, in 1:!• gtornata di malall1a, pert~isteva ancor& nei movimenll dell'o mero una crepitazione carat.teristlc&; lo spo..tamenlo del braccio era mollo doloroso e

limitato e la pressione sulla tosta dell'o mero clesl.8va un tlolore as~ai rorta La spalla era ancor& mollo tumefalta. Tuili gli antor1 so n d'accordo nell' ammellAr·e la diltlcolt.à d'una con~olidaztone osl"ea io questa Apecie eli rr•ollure. Infatti il frammento coupertore, distaccalo dttl re .. lo dt•ll'o:o"O, ha perduto una f'lr&O pat·Le clelia sua vrlalilo Il pi11 "pes!lo non BI olttt>ll~ che una consoluiaz:ono Obroqa, ori un callo in parln Cl" !leo ed in parle Hllro~o. La circo<>lanza piu favort•vole tsi vertftcu allorquando del lJrandellr di cap"lulu rimangono attaccali ai frammento supertore. Ollre poì la man c-.anza d t consolMaziont~ nt> Ile fratture del cap11 dell' omet·o si verifkn tnlvolLa l' mllammal.ione, ltl supput'll1iOfll' at·licolare, l' andulosi e ltl m orte (Folli n e Ouplay). Nel nostro casft col ma!l'~aggio ìl re$ullalo fu ~<plendidis­ eimo. No11 applicai che una scitll'pa, col "li~l~>ma del Ma~ or , cou un ptceolo cu-.ctnetto !'IOtlo r aset'lla. Delerm111ala la seurnpar-sa tJt:l tlolore, con pre«"liooi lat•~orhe u legJ,:f're "ulla metu !4ttpertore del braccro e ·milo spulla, fin tlulla prima se lultJ arJ1lamente prahcai un buon massaggto profondo e prolungato. In 11ue1>ta specie di rralture non c'è J•CI'Icolo di produrre uno sposlumeulo det rrammcuti, e percio fin dal prwcrpio della cura possono usar"i doli~ prel'=sioni vigoro,.~ che !l&ramto ma~gitJrmPole efficact. Il ma!'ls&ggio con tutta intera la superfice palmore della mano e delle d1ta, che puo aLbracc1are tutta la r·egione ,lehoidea e la per·iferia dt>lla spall8, ba qui un'utilissima applicaztone. L~ pre!lsloni vanno spiule m djrezione ascendente fin dretro lu 11palla e sul collo. Anche il pollice della mano, negli sposlnmenll dt quesl'ullima, può c~rcare i varJ punli deiJa spalla nei quali 11 l'e"ifll~oza d'un' cchimosi o di uno spondimenlo si eroso

raehiegg&n•> la flua energica azione.


89~

CC8 \ OELI.B Hl.\ TTURf.

Furon queste la manovre di massags.tio che prattcai per tullo il t~mpo della rure. Il 3 d'aprtle tniziei in fln di sPdute dei movtmenli provoca li paS!'ivemenle ~..1 alti ve mente, nei limiti concP~si dal non insorget•e del dolore. L'otto aprtle s'e1·a già eiTdtuala una buona c11nsoliduzione dei frammenti per cui lt>lta la scJar pa, lasciai libero l'arto erl imposi !ll1'infermo d t valrwsene come meglio pnteva. F in da quel giorno i movimenta atlivt conqid• revolmenle acqui'-larono d'estensione, ed il 13 aprtlo l'infermo fu giudicalo del Lutto guarito, e con l' a~w·tto o la funzi!'ne ti eli' At·lo completamente normali. Il l i usc1 dall'u.. pedale, dopo una riegt>otu di tG giorni. La rnulallia non avova dut•ato che soli 28 p:iot•ni contando tJUel pr·imi dodici durante 1 quali, ~tanJo a casa, il N. non fu curalo col mas~aggio, n•a per fortuna colla mobilizzazionc, per chA non fu applicalo apparerchic di ~ort~;~. Frattura dell:e!ltremitll IJUpertor e del(' o mero s'n tlltro in. corrittpattden.•a del collo ehir111'fJ'Co. - P. Riccardo, di 10 anni ~iardiniere, entrato Il 27 aprile IRO:>, per rraLLura dell' omero. In quello stesso g1orno, porLilndo un sacco ~ulla spa lla destra. cadde 8 t•-rra battendo rortemenle da prima la palma della mano sini>~Lra e dopo il moncono della ~"P&IIu rorrif<pondonte. Ne pro\·6 sub1to un dolort' ''ivis~uno e non pole più muovere la ~palla t•d il braccio. All'esame obiettivo trovammo: La ~palla sini~tra molto Lumula, spaciAimenle nella sua faccia anlt!riore, dolt•nlissimu alla palpazione f nei movinlfnL• pas~•vi. r movim•·nll atL1vi erano allatto impossibili, per il dolore che destavano. Si notavo un oct•orciam('nlo del braCl·io, tn confronto del destro, e i rnovimenli di rotaz.iOn t! !'lutl'asse dell'omet•o, infossaudo nna mano nnll'ascella, face· v&no avverltre un crepitio c.aralteristico. La regione dello!-. dea nella sua faccia poMer1ore esterna t!ra un poco appianata, ma un esame molto altenLo rivt>lava lo presenz.a della testa dell'omero nPIIa cavité ~lenoidea. L'accor'Ciamenlo del braccio e la tumefazione pitl acceu Luota nella faccia anler1ore df'lla spalla, nonché un certo appianamento nella faccin posteriori"~ esterna della regione delloidl!a, da principio rn1 tennero un poco In sospetto che


COLL \ liOBII .IlZAZIO"\ìt E COl, 'IASS.~GGlO

893

• • traUa"se d'una lu,.~azione. A •1uest.o proposito ric<'rdo come ~Spesso nelle ft·aLLure ciel collo chirurgico dell'omPro, allorc(u&ndo -.i \'&r itlca uno sposllinH•nlo del frammento inrercor~ in avanti od in ruori, la t!efOI'mazione cht> assume la. !palla ò tale c•he 1 chit•urghi son •l'accor lo nell'a.mmellere che t n que:;ti cat~i la •h a smo~i dtlf.... renzialo tra fraltura l! lu~­ sa:~.ione può 6""ere dirtlcihs~irna. t,lulllche volta, specialmente

per ti dolore, ò nece.;;;!"ario, per h1 dta;tno~•. usare il l'loro-

rormill. Noi caso in di,..cot•su fu tollo OJ.tlll dubbio di lus~io1w e Cu umm~s~a la rrallllrll dell'onl ..rl', al SUO collo chjrur(;CÌCO, dal pror. t;uaruert. In cfUS."lO eaqo frnUnulo l11sognava Jlralicare ltt riduzione della frattura. Mercu i henefìzi prodollt da la ferula d~l Monti, che pel"m~tte la riduzione d1 uua fl•nttuco, "enza scos!<c, con con trazioni r"!!ohncc.-.im~. dolce111ente cre...centi, per u1odo cho non si destano contra1.ioni spa~moùiche dei mu~coli e l'l vince la contraltut·a prodotta dul dolut·~ con l'ncclitù "orpr~'udente, non U!!llllllno la clr•:dormizz01.ione. Poggu11ulo 11 cusccnt:tlo dciltt f6c·uln contt·o l'aProllo e tlssanclo una slftfTa all'avamt.Micciro pet· la comro-e~toucoione, meniaute i gtri, dtrei •IU8"Ì nucromt'lm:i, della vito dell'apparecduo ru 111 llrevo ridolla la lrallura, procui'Hrlùo 1111 ~olllevo ~traor­ clmarHl oll'iu(urmo. J.u-.ciai 111 stlo l'uppArocdJio per la rontroC!"Ionsioue, che Cl'••dctli necr•l>Slll'JO nHtnlent>t'e per qualche ~·orno, allo "~copo !l'unpedu·e che ~~ rJpetePse lo $f!O!'ltarn••nto e l'8C&;AV8lJnrnonlo ti••Ì (ram;neotl. Il CU"CÌOO della (orula, npphculo all'n-. ·ella, cooperava mugnitlranwnle ad cropedcre un nhO \'O "'-po~tamento. Le sleech· tra"'" !"'ali cun e •l giranh .J..JI'apl·llreccitio permellevano IJenisslmo il passlt~~co ci~IIR mauo JHW lt~ l'nfHIO\'re oppot•luue eh mas~aggio, che prntu·a• subtlu dopo. PollSO ùire rhe lln ùa quel monwnlo l'anfet rno non provo p1ù afl"fltlo ~oiTt•rf'HZ•'· Le tnanovre del lll8~<<tAggÌO [l1'8S'"O A poco ruron •jUelle qteq~e pratle&ll• nel

Il :! rna,:gto, muovendo in~tieme braccio e terulu e munlenenrln pereto invat•cabile la conlr0-6-<>len'-tOne, senza destare alcun clolor". mobtlin111 passivamenl~ l'ot·ll cola7.ione della epnlla, con movimenti •·olalivarnente assa1

C8"0 precedt•nte.


894

Cl)Rà DELLlt fRATI'URE

estesi di abduzione. Il giorno dopo fu tolta la ferula e nonost.anle che l'immobiliz.zazione del gomito non avesse durato che soli cinquP giorni si nole vano gia dei danni in questa pal'le. L'ar Ucolazione del gomilo era alquanto tumefalt.a e la flessione dell'avamhraccio incompleta e dolorosa. Nondimeno un lal danno era ~lelo inevilebile e ben giustiiìcato daJ vantaggio apportato alla frallura, inquanLoché non si aveva pil1 tendenza allo spostamento dei frammenti Pralicai subito un buon massaggio sul gomito. ma credendo i danni avvenuti in questa articolazione p1ù leggeri dì quello che realmente eJ'RnO, fo rzai Lr·oppo la flessione dell'avambraccio in quella stessa sedula, e perciò, forse, il gior no dopo la tumefazione del gomito si accrebbe e con essa il dolore nei movimenLi. Il braccio, d1venuto tumido, presentava la sua pelle lesa, arrossata, calda e lucida per modo che quasi pareva che 1.1n processo Oemmonoso si svolgesse in queUa parte, molto pili che l'infermo vi accusava dolore. Arditamente insistei nel massaggio, ma con pressioni oltremodo legglere e delicate, dal f.\'Omilo alla spalla 1 che durarono per 20 minuti, e poi misi l'arto sul letto nella posizione ritenuta più comoda dall'infermo. Il gioJ•co dopo le cose eran cambiaLe del lutto, il dolore era cessato, l'arrossamento e la tensione della pelle scomparse, il braccio detumefallo molto. Alla spalla le condizioni ~;i eran sempre mantenute eccellenti. Questa seria complicazione all'andament.o regolare della frattura della spalla, derivala dall'immobilizzazione di pochi giorni e da un errore m1o. perché non seppi calcolare Lutto il danno che quella aveva prodotlo, ammonisce di proscrivere l'uso degli appar·ecch1, sempre quando in qualche modo se ne possa fare a meno, e dimostra con chiarezza iodiseutibilo che il massaggio ben ratto non nuoce ma giova anche quaudo in vicinanza •lella frattura si desti un processo flogistico d'origine irrilaUva. Cominuando il miglioramento s'iniziarono 1'8 maggio movimenti provocali attivamente e passivamen te, con limitata estensione. 11 messaj:rflÌ<\ scomparsi quei fenomeni d'irritazione surricordali, ru ripreso con molla ener gia specialmente a,lla spalla. Il gomito ed il braccio si delumefecer o del lulto


t;OLI••\ ltOBli.IZZAZIO:fK 8 COl. MASSAGGIO

895

in pot>.ò &empo ~.J Il 14 ma~gio l'infermo vollu u~cire dall'ospedale, dopo Mli 17 gior ni di cura L8. spalla prec::enlava una forma regolare. La solidificsztone del callo che untvtl i rrammenli era bene avvenul.a. i movimenlt dell'arto pa !!-ivamente eran completi e non dest.avaoo dolore, roe, per un eert.o grado dt pa~:>i del deltoide, attivamente era molto lituitala l'abduztone dell'arto dal tronco. Mt pt"omise l'inft!rmo da tornare OJ:ni giorno pel mas~aggto "d 111tanto gli prescris:oi di servh·si quanto piu poteva di quell'arto nelle sue o.-cupu· zioni di gierJimer~. Rtlornò per •yualche g1orno a fat• vedere 1 progre~"i clte faceva coll'e'-erctzi·l dell'arto ed 8 ubire al lltA"S8KI;(tO, 1118 fu ben presto licrnzialo, perch•\ del tutto guartlu. f.'rn.tft,ra dell'estremità superiore dell'omero «lnistro al collo unatonuco. - B. Giuseppe, contadmo, dt ann1 76, entrò

ti 9 tnaloCgio di tJuesL'anno pet• frattura d••ll'omero. Il 7 maggio, lu "orando nal podere, era caduto da una scala batteudtJ a terra specialmente la , pallu deslr·a. Ne provò suhilo gran dolot·e e non polé più alfutlu muovel'e l'a t'lO pet• le soiTurenze che"' de~tavano. Rima lo a <'a--a pet• due giorni, non llpphcu "'Ulla spalla f'he una rascillluru C'on gtoppa imltevuLe di albumu d'uo,·o. lJ'el'am'· obieUh·o constatammo la frallurn ùell'eslremità llUperwre dell'omero destro, al suo coli;> anatomaco, raralhmzzato da tumefazione oot.evole di tutta lo $palla, e specJalml'nle d~>lla :mu faccia antet·iore, dovtJ put•o nota,•as1 une edumo"'i (•rouuncialt«"'ima, da tlolore fortiseimo all'arlicolaw.ne ~ol't'ispoodente nei mo vimenlt anche minimi 1mpre<>st al braccio ; da •lolore alla pressione sulla te.'5la dell'omero e tla scricchiolio pato~noruonico, come rumore dt noci, perce· pibi:e racihn,·nle collo spostamento dci frammenti, nei mo,·imenli del brarcao. Anche questo ed il gomito eran mollo lumeratti e presPnlavano un' eclairnosi marl'aLissia:na nella loro faccia antertore. Le manovre di massaggio in questo caso rut·on quelle de· Aeritle quando dissi dell'altro fratturato dell'omero el collo anatomico Non applicammo che la sciarpa di Mayor, con un cuscino solto l'ascella.


CUK \ O~LLK l'lt\TTURB

Le pressioni del mas. agg1o, viaoro-<<' fin da prima, sempre dopo aver prodotta la t;compar-la t.lel dolore cou pl't•'l!IÌOnl p ù leggiere, ~i diressero t~pt•cialmente -.ul deltoide per impedmu~ !insorger e dell'atrofia, e sul gomito per l'echimO-tl e per l'edema che p1·e~entava . l<' ìn da primo, terminata ogni sedttla di massaggio, ruohi· H~zl'\mmo, deulro i limiti co r~ cos!ì i dal non insorgere del do· lot·e, l'orl1colazione della spalltl o del gomito. Dopo soli dieci giorni Ili cure. l'mfermo !ti servivo c.IBIIa RUA mano per mang1are, eò e1'8!l qua. i scompttrs1 t.lt>l Lullo quet S<'~ni sudùescrllll ch•s accennavano alla "iolenza del

traumali!'mo subito. Il a ~iugno, guariLO del lullo, ubl·andooava rospedule. Lt• &l'ticolaztooi della sp111ln e •lel ,.;omtlo avean ripre'lo rwrmalmonte l1;1 loro funz1oue.

DeiJùo il merito d'una tale (.;unrigiono, verificata:~i in soli d1 cura, alle mnnn\·re diligenti esercitate dall'amico dotlot· ~Ia rognn che, pe•·,uaso della ~raodc etlicacia ùi tale metodo di cura, lo pratico io questo ca-.o. l o rtn· gra:lÌO frattanto anche perché COil zelo ~d tOtere,;se mi fu "Pe~so di valido aiuto nei momenti di eceessi,·o lavoro. 2~ giorni

/i'ratwra intra-articolare ddl'omero sinistro. inleressattte ambedue t conrlili.- P. LUtgi, di anni 18, bracciante, entrò nell'ospedale il l:J mano l R!f1. Hacco11t6 che 3 giorni prirnn, e~sendo in Corsica, cndda fin un albero, baLLando ror leme•n lP l:OnLro il suolo la faccia tnl~rnR del gomito sint«lt·o. Qutt<~t ~ubilo quasLo ~i Lutnefec•l molli~ 1m0 ed insorse un dolore molto rorle ne1 movimenti. clell'avambraccio, che 11011 !'l potevano effettuare che a"~Oi hmJlalamenle. Ricorse ali arie e gli furono consigliali dci bagnoli con acqua saturnina. Venne intanto in coohoeole o quindi uel nostro osp~dale. All'esame obielltvo nolamrno: considerevole lumefazume LuLLO 111L01'no al gomito, SI'I'Ot~Aanlentu della pelle di que!!la rogione cd ecbimosl alla piognLura del gomito; i moviuwnli


COLLA llOBILIZZ \LIU\i l> t:OI, ~ , ...... \I:GJO

Rfli

dell'avambraccio era n dolor.osis,-iuu o la pol'ìzione di rpre!tLO ultimo in l!&mt-e"tun .... ion~.>. Colla palpazionc per la mohilila •lei rrtllnmenlr fu CO O"lAlata una rrullurn dell'epifisi infer1ore rldl'omero e p1u propriamente una f1·attura lra~ver!~HIO 40pra-condiloidea. N on 81 8\'8 V8 8po~lltm••lll0 di sortA. Il giorno 20 111comincioi il ma::-Sil{!JCÌO u erCilt\lO coo e~lromu dolceu.a, a lw&l'Ciulelto, con tutta mlt•ra lu muno destra e lutto intornn ull"ftrl!·oloziOIIO tlel ;mnilo, mentre che la maw> '-1111· s tra, allerranclfc ravnmùl·~tccio, ~on lt·~g" ro lr·a;~.rone concorreva a tcne1·o l"nrln ammobilc.J, collocuto ~opra un CU"Ciuo. l.a srorup&r'a del tlolore si oll~nnP 111 l~rove tempo, nella pr1mo "Cduta, ~ella One di rJu•• .. lft potl'i, en7.ti alcunA moleottrA da partn dcll'mferuw e c:on ~>ua grnndo Olf re"a, effetluttre der 1110\1 11161111 olell'a~amhracciO linultc\1. Nelle seolule ~j( rnRliere "llcce!<<~ivi• lut·m• l:'aHJf're pt•nllrnle '{Uesi.P. stesse manovre, u :oollanto gr lldH lamenle (lrrt•rhbi la pressione del nl8R· Mggio l' l'e"t•·nllinne 1101 movirn,.nti l"'ovocati. Tra una ~·ellllll\ O l'Ailro fu odngiPiu "t'l11p)ÌI'..CIIlijlll8 ~opl'll Ull CU";CiliO l'Rrlo rrauurRto, ~eme olo"\1118 bencuè "CIIIPhce ro ..cialtra. Fu con lalo traHernenlt) che 111 breve 1 frnnnnenLi ~· COn!'olidarouo, la turn~raz.ìone e l'e •hitno"'• .. j dileguur••no. 1 movimenù aucltP. atlh i rllùt·ua rÒuo d t un' ampreu.a •(1111"' 1 uot·male e la ::;com· par a ch•lrl"loru fu alfalt(> delhulh n Il :11 th Ul8t'ZO dopo soli U gtnrn1 d1 t·ura l'iurermo volle ll"Cir'' tlc.ll'ol'<perlah•. Da pl'inCJ 10 toi nppo"" R che Cl'""'8"'"'!! ''""l pru~to In rura. ma tn<~i· •t ·ruln •'gli ucl no propo..ilo c d'alll•a ('&t·l~ mostrando l'at·tlt-nlnz.tnthl •l •l gc,milo con a:;pello n111·mola e liherissima rll'i rno,·rmcnlt, mi do,·elli lilllitare a cllll•ler~Zii che l'ilorna.,qe ole •· a, ,., coll'u,.,o dcll'ar·to, liiiB f{U.~tldto mot .. ~Lia, anche litJvto•, 11h (, ""'8 sopra(lgiunta ati Rtlestarc d'una guar1gione non com· pl ·la. Nun v1cli piu quell'individnr'. Frllttura clell'epilroetea dell'orw•rQ .~ittiìlt ro. - B. Luigi. dt anni 13, il 15 apr1le Clldde per il• E!CJtle bBil~>n.io la raccJa mtermt del gomito <~ini!Olro. L'articolazione .._j tumo>l'ec.? subito e l'n' aml.truccw '"i l'.OIIot•ò in "em•-llec:;swne. Fu o! al me.iico cur1111lll lrntta to •fllt ~la le:;Jone coll'uppltcM.ioue di pelzuole i.la g11 a te rli AC'(IlO vegeto-minerale. Fu veduln qu e~> to t•agttzto


Cl: IlA UI~I.I.K FRATTU RE

dal profe,...,.os· Gunrnet·t, dopo ·t giornL e. tliagnoslicala la frattura ùell'epitt·oclea. ru affidalo sUe mie cure col massag~to. l ruoviruenlr dr lle:-~srone od e~ltlnsiono nonché qu•~IJi di pronazione a s upin111.ione erano allora c;empre mollo limitati; la tumefazione cltll golnilo. c;atJbene. al dire dell' inrermo. ave~::oe gra "Ubilo uu certo grado di Juninuzroot!. era serupr11 u!'lsai con ... hlert>volo e più acc,..nluata eli' intor no dell' t>ptlrol"lea. CuJia pres<~ume c;u CIUe<:l'ulluna si deslava un ololore v1vissrmo. Sulla fnccra llnleriore dell'avambraccio, al '-U O terzo 8Uparlort:", nlle piegaturA del gomito e sul terzo 1111~·­ riMe ùella faccia anteriore clr.l braccro appariva una colorazione lt'gg.•rmeute bluttstro, per effetto li'IID'ec:himosi dt gitt m via d1 rrt\S!iorbimento. Bra alfatto msignificaule lo spo~La­ mPnlo 111 l>asw dell'opl~J'Och~R ùlsLaccata, nonoc;tante la tt·a· 1.ione e~erc·rlala tler numerOC~r muscolr che vi sì inseriscono. In questo e&<~o, non occorr eva dirlo, non fu applicalo alct•n apparecf.lhio. Le manovre dt massaggio ruron faLle in qursln modo: sLando il hrnccio pr>ndenle lungo il corpo. alferrat colta. muuo ~inj~lra l'avam braccio, ner sostene1·1o piu che pet· fare dd le lraz.ioru iu ba~"O, e colla destra, con molla dolcezza (' persi~ lfiii Za ùa primo, per l'eslromA f<ensibihlti dl31 focolaw di frutLura, praticar dell'"' pressronr cir colari <'On luUu rnhlra la mono alLorno all'urto, a corninctare dalla meta superrot·e ddll'avambt·accro tln quasi alla spalla, l'allando quel !JUnlo ClrCOSCI'tllo COrrÌSpOOUOille all ' epifroclèa fraltU1'8l8. Fu cosi faetlrnenle prdttcala la sc.>mper::.a del dolor~ nella pl'llna ~'"duLe '<e1 gsor·ni "'Uccessiv."gradàtàmente furono aumentale le ps·oqqwn• d~l mas~a~gio che non raggiunqet•o pel'o oot~i quel limit.. oouwnrente pe1• di aduhi, perch~ nct ranciulh, come alh>tlve dicemmo, i Le'<"Uli son maggiormente 1mpre~stonahili od il callo ptù eccilabile. lnsi<:tei piultoslo. ner movnnenli pt·o,·ocalr. Per tali fratture soo necessarr Lenlo quelli di tle.-,.sone che di pr(lnazione e ~upinazione. R mestieri, piu presto che st può, mohili:.~zare r erlicolaz10ne del radio, perc1té ha tendenza ad irrigidii·::Ji. Pralkai dunque per tempo anche det movimenti di pr onuzione e supinazione, con dolco:.~za ma con rnolla perseveranza, sempre dopo ogni sedula di mas11aggio, e con ampiezza crescente.


COLL\ ~OIIIULZ.tZ • O~I E ..:.01. !lAS AGGlO

899

Fu con tale traltamenlo che ben preslo scomp!irvero le alteraziom dell.. regioni ::<urricor.Jate. Il 23 aprile fu ~cr1lta questa nota Non s• i.Ja più lriii!Cia eh tumefazione, l 'ecchimosi é eeomparsa, il rrammenlo Jell'epih'oct~a l-li " "alùalo in posiZione quas• normale, i movimenti sono tulh cornplel•, salvo fJU81J O rh 1\e!ISÌOO~ che ollrepaSSII perÒ J'&n&OIO rello, U Che ~· luo1la per 11 dolor~ che produ ·~. forzan dolo, 10 corrispondenza rtell' epitroclea. L' 8 maggio uncbe que~l8 alterazione dellu mobilita era scomparsa .-~ l'mr~rrnu ru r&lenulo p;uarilo del tulto, "t!nza alcuna d~formìlil nppr~zzabile. La cura col ma8158ggu> a~evu Jura&.o soltanto :20 giorn&.

frau'"'" tldlt• os1a dell'ao unbrdcc1o. -

L6 frallure

d'arohedue l" o-;sa dell'avambraccio sono as•ai frequenti. ll'orclin •rio son prodotte d<l cau~o direlle, ma talora po!ì· sono nnr.he tlerivnre da una cau'\l\ in lirelt.a, come dn una cadnla ~mila pttlma ùella mano. Lo spostamento in questa JleCÌe ÙÌ fratture SÌ puo dire un (attO CO:>tante, e può COIIliiSiere in un.& t enta rnclinatione dei fr'.unmentr tnfenori 'lUi o;upenMi o t in un a ~ca ''allamento delle Sltperlìd frallurate e po,tamenlo "econdo la sp•,-.ez.za ..\ llre volle si può a\ere uno ~postruueruo per rotazione che arcompacrna qu:1 ~i ~ern­ pre l'a ·c.n 11lamento. Ma la car.tlteri-.tica più imporunta di IJIIC!>I~ fr.rllnre con:;isle nella tendenz.r clei frammenti ad mclinarsi rPr,;o lo spazio inleros~eo, la CIII lar~hezz,t in tal mo lei 'ien~> ad esser,. dimmoita e t:rlora annullata. Heuerulmentc per queste frauure la mobilllà dei frammenti •' 11 tendenza allo ~po,t.amento non permeLLono rl m • -a;~iu re~olarmente praticato. ~ono~tanle in cerlr ca ·i c eu 1 lieve la mobilità cbe l'appareccluo conteolivo può ridar,.i all.t più semplice espressione ed ogni ~ioroo può remuur~r,i per la pratica oppl)rlunn. :iella grande magIJ•OI'llDI.a tlei casi però è necessar·io ridurre la fruLLur·a ed applieare tln pr·irna un apparecchio immouilizzaote. Solo


900

CURA U&LU: J.'BATI'URE

dopo qualche giorno si può avere una solidità relati\•a, sufficiente per le seduLe qoolidi.l ne, senza produrre incooyenienti. S'oLlerl'll più facilmente un tute scopo se l'appli eaz•one dell'appru·ecehio si farit prereclere dn una lungn e buona seJula di mnssnggio. Le cond1~ioni nelle quali mag6;iormenLe s'i mpone il trattamentu moderno si verificano allorlJuando la frattura delle ossa dell'nvumbraccio è io vicinanza delle articolazioni. Frattura compoiita e complteata. al terzo medio dell'aoambraccio siflistro. - S. Jacopo. d1 31i anni, bracc•ante, enlr<l il 15 aprile 1895 Racconto che ìl giorno innan1.i era cadul~ da uua veLlura

ballando a terra col peso del corpo Slllla palma della mano sinistra. Per tale meccanismo appunto si produ~'<se uno rraLLura indirPl~ ùelle ossa dell'a ve10braccio. A.ll'esame obiettivo notammo sulla !accia palrnere dell'evambracc•o simslro, al terzo medio, una soluziontl 411 continuo, dell'eslemHone dt uua tnonela da un cc nle~imo , inlet•essAnle l~o~ palle e le parli molli più profonde. Consltllamruo del pari lo froltm·a di ambt!Ù U~ le o~sa dell"a vambraccio, al terzo medio, proE~so a poco »Ilo slcssoo livello, ed urguirnmo che la fer1ta delle parti molli rosse stata prodolla pet· azione di uuo de1 rrommdnli delle ossa f••&Llurate. Si notava mobilità consider~;vole, un c~rlo !!•·ado di sposLamenlo secondll la spe~~ezza e ù'i!lclinaztone posteriore dei frammenti inferiori sui superiori. Tutto quanto l'avambraccio era mollo Lumefatlo e la lumefazionu 1:11 (•:il•>ndeva alle contigue articolazioni del gomito e del polM In r·orr·ispondenza •nollt•e della pie~alura del gomito si no tu vu un'echimosi ntoHo estese. Era vivi<>sima la dolorabililè nei più piccoli mov1monti dell'a vambreccio Fu subilo prattcata la disinfezione della ferila t>d una ri-

gorosa medicotura aseltira. Per ltt grande mobilitil dei framrnenli e per l'accennata loudeu~a allo spostamento, t•dolla la frattura, fu applicato un appaNcchio immobilizzante, non


COLI.A llfiBIIIZZ..UtO:'I K & 1'01. M\ SSAGGIO

!lO l

reputando con,·emonte, por la ft!rila de lle ~rli molli c pet: la mobtlità del rranunenlì, che !JOievamo d1 nuo\'o rertre 1 tessuti all'intorno, p1·alt•·are una prnna seduta dt mosA&!{gto. Il l{} fu la~tlinlr) l'apparecchio supet•ìornwnte fluO Al dt AOllo ùell'artirolawluo del gomit.o, per·ché il braccio, per la cres<·tula lumeraziow•. era ~··rrato fortemente t• .,. era fallo dolente. St nolO allora che l'eehimo;;;i !'li era e: L••c;a, con inttlnsa colorazione blua-..trn, •Iella piel!atura dPI !,'mntto sulla faceta anteriOre e c:u quulln utterna del brarc10, per l utlu la meta ITI(t•rJorr3. lucurnlnctat ~ubìlo dulie tuunovre dt mas ..aggto :-ul gomil'l e 11ul J.racclo, ctrcr•lari, 11. bt't\Crtal et.Lo, con t.ut.le c tluo le inte1'e "'llfi\Jrfict palmar1, e l 1nflne dt !'etlula praliraa, !ltWza de..~t&re Alcun tlnlnrP, .Jet movunenll tli 8"Lenstone e lle!'sione lunilati rlell'n,·amhra ·c:o Per tal modo, col ma"'saggio c la mobUizuiLinne. n••ì giorni ~ucce~qava ve.iemmn diminuire gran.lernenle la lumuroziont> e l'ecchimosi del br!lccao e del Jt(lmilo I l 2:1 rc•mOsl'i l'upparecchlo e Lt·ovnl le rer•ila guarila per prtma snluuztnno. ,:\ht i Crammenlt orRn semprr lllllllo moblh o l'echtmn i utl•• fuccia pnlmare ciell'avambraccto e ra n "'SÌ accenlVJita. Con mencwr~ dt,lc•t'""Hne. a lalllilo !>Opr a un cu"c n l'a,'8mbracclo, C(•O la ~uroerllcie palm&re di tull.a intero In mann dt• tru t::-c rcitai t!OIIl! pressiont aqc•'llc.lenli, •lal polso lino a 'JUfl"ì tutto il hraeciu e lult.o intorno oii'Arlo che, ullo .scopo rh OJC$otredtrlo in tut.li l punti, mano mano fu cumbaalo di (lO!IItione "ul cuc;cino. La seduta ru proltalla l"r rnen'Ma, e'l 111la fine dr quP~te, afferrando colla mano smi~tra rl focolaio cii fratturA, colht tle~tra furono impre!'lc:i cl,.J movimenti 1li flessione e d'e~<ten!'ione all'a vambraccio ed Hll • mauo, e h~. mercé gh effeth ùel ma!'<saggio, s'eseguir ono "enza Alcuna sofferenza. Dopo ciò ru applicaLo ùl nuovo, All' avambr•arcio fiOtlanto, un apparecchio inge~salo. 'l raecorsi ùul' gtorui e remos"o anche r111eslo a pparccch1o, tro''nrnmflla tumPrazione e l'ecchlmO"Ì quasi del lutto scompar"e oll'avftmbrar:ctn. Si &\'eva ancora un certo !!rado di lles~tbl· llt.A delle o~~n nd punto di rrallura, ma c';,n nessuna tendenza a scompn..izione dei rrammenl1 . Pralu:ai il ma"«nggio come nella liOdule prec+>dente , mobahzzai le arlìcotnzion1 vi-


902

CURA DILLE I?RATTURit

rine <'<l applicai un apparecchio contentivo con due r~t·ule di cartone, ma in guisa da permellero t movimeuti del gomito e clel polso. TuLlo ciò fu ripetuto il 29 d'april a e il } maggio, aggl11ngendo ~~oltsnlo alle maoovl'e di massaggio suddescrilte. a metà della ~eduta, delle pressioni con i due pollici al òi sopra dello t-pazio inleroRseo e per luLlo il suo percorso. evitando d'agire direttamente sull' estremilà dei !rammenti, in corrispondenza ùcl focolaio di fratLnrH. Crm tali pres~il)lli cet·cai di allontanare, per quanto era poss1bile, gli Rpandirnenti nelln S{lazio mleros!'!eo, che in segui lo, organizzandosi, avrebbero cooper•alo olia fusione ùei frammenli ciel radio con quellt tlel cubito, impedendo i movimenti di prona.zioue e supinazione. ln tutti i giorni successivi si ripeler•ooo le sles!'le ~edute ell i movimenti provocati, sempre applicando dopo lo SLt'sso apparecchio per contentare l'infermo, dominalo delta paura che senza <Juello si spo,.tas...ero le ossa rraLlurale. Feci questo a malincuot·e perché ormai s'era n formali dei c:alli resislenli abba~tanze, la n lo é ' ' HO che cominciai il 5 mA ggio ad eseguire passivamente dei movimenti di pronazione e supinazione, interessanlt~imi pl'rchc spesso nelle fralture delle due ossa dell' avarobrat>cio, per la fu~ione cl~1 frammenti nt>l fo<'olaio di ft•aL lura, si aboliscono pel' sempre. Nell'intervallo tra le sedute impt>gnai l'infe1·mo a servirsi eli quando in quando della mano per ~:~lcunc t:emplici operazioni ordinarie nell'uso della vita, e talora ad avvolgere colle di ta dei pezzellìni ili carta o far girare delle piccole palloL· toline. Fu con Lale LraUamenlo che il 13 maggio questa p;ra,·e frattura composta e complicata dell' avam)\raecio, dopo soli 27 giorni eli cura, ru ritenuta completamente gual'ita, con un'ottima consolirlazione doi frtJmmenli. con l'aspetto (' Il;\ funzione dell'urlo del tutto normale e senza tracce notevoli d'ipotrotla muscolare. Un successo così splendido dimos tra con la m&S$ima eloquenza qu11li grandi vantaggi si ottengano col massaggio e la mobilizzazione, anche dove, per l'eccessiva mobtlità dei rrammenti, que!->ti mezzi ùi curfl debbono eS!'ere applicati in un modo incom pleto.


COLLA MODIL!7ZAZIO~.i •. COL 'IA5"AG610

!J()3

Frattura rlelfesuemilà inferrore dtl rwlro, cott di.Sta,.co delrapojfsi Rliloiric tlell'ulna, a ~in.istra. - P. Frc•.liano, di enm 22, scluwLanùo ron alcuni amirt, iJ 22 mag~to ,n quest'anno ru villnoa d'una caduta sulla raccie dor!lale tlella mano de ..lra Venni.; subito O!'pPdale rlove il medico di guardia, con!llalata una frattura del radio, apphc6 !iUlla parte un apparecchio. Vt«tlato in quel g1orno l'infermo tlal ,lottor So.lini. ru dn que!lt'ullimo consi~liat.o dt •·ecarsi tla me all'osve.lale per la cura col mns'-'&!lgio. Ne venm• affidato il

au·

lratlamt>nlo allo ~"l••<lso dottor Soiin1. Sì nota•;" in qttP~lo CS"-O In caJ'Olter•sticn deformazio•ul a dorso di )rwcltetta dell'e~tremilà mfertorP. dell'aHtmbracc•o. Il poi"O avsva perduto In ~uo fol'lna ordinaria e !<'eru alquanlr• arrotondato ; la m11no le~f!ermenln ,.. 'era f<postata in fuor i, ma JIPI'Ò Mlll'.f\ .-ub1re inchnaz100f' relaL1vatnenlc alle "llperftct arllcolar1. L'l!slremlllt tnferìor>' lf'l cubsto rorrnn,·u un rtll~·vo 111 un Jotl'ado ril••nulo 10 propoi'Z.Ione dolio spocttamenlo in fu n l'i dulia mnno. ma ad nn li vello l'(tudicaln un poco p1u m 11llo •Il• norm·•·~· La moh11ilà prelt>rnalurat.• uua ecl'Altorishca crAJlltazione nellt< monciVI'O di riduzione ~d iJ dnlore vni lm" allo ! r. ~"Ìh'lP, U\nln sul ra ho che sull'nlna, all'e.. tronutu iufonorr•, cuurermarono la tllogno:;u frattura del rndio o del •·ul.lito in IJUectl.ft punto. In •tu~:oto en~o c-"ent.lt!. stata notevole lA deCormazione, rilenm nec•'~~ario rl lrnllametllO nuslo. Praltcata una <tPtluta di ma">-8fl~lo e dd~t·m•nn!.n la c;(' 1mparctn del tlolore, t>ffetlunrumo fat'llmente la ri•luziouo della frallu•·a ed applicammo un &l parecchio srnmolllhuante con ~lecche P. fallce lll~t>s­ sate. Lo rÌII10\'60llllO dnpo :J ,:ciorn1 per un'altra ~edula e lo rwpplicammu d1 nuovo per altri due giorni. lncorninc1amrno qumrli le -Pdult• quolir~iane, Ono al ginroo eoguite dall'applicazione d'un apparecchio C'.untenll ... o. A quest'epoca. ~comparsa ogru tPnd~nza dei frammenti a spo'\tarsi, 1:11 la"Cil• lrllel'o l'arto. Pt~l ma"•agcio ru collocato l'arto ,.opr11 un cuscino, --ulla faC"chs palmare 111 pr·rncipio di scdul.fl e sulla ra,.cia tlor c;ale in Il ne. per &~m'e liro colle manovre tutta quanta la perif>'rta •Id membro. Colla sinisll·a, a!Torraodo le dita del paz.wnte,

,u

t:r


!IO~

CII li \ . fi.Kf.l,l~ l'IlA Il URE

ru csel'citata una le~giera trazione~ colla de..lra fu full•1 il ma ...!<aggio. S1 «causò il focolaio di frattura tanto Jel raòto che d~l rubìto, o !<pi'Cialtueott• si l'ivolset•o le pres:>iout sui pi!IIIÌ mu..colari cbe UV\'Jiupvano le O""S. suUe &moine tentlmee e sulle arltcoleztom tlel puJ":no. Le "uperfìct s ulle quali s t potava esercitare il tnassAJt~io e"flendo mello rtslrt>lle. dopo larghe e leggeJ·is..ime preRf.ioni circolari, ascendtlllla, per proùurre la scomparsa tlel tlolDI'e, necessitarono prl'ssioni con i polhci e <'Oli le Cfllremttà delle litta Con 'JUP!~.Le ultune, riumle, si poteron<• più piJrlit:olftrrnenle aggredire le mtt~se muscolari dllll'avomhraccio al disopra della frattura. Dopo le manone di ma~;l"tllrgio, a cominc1are •la l 5• g1orno, "'a"E'~mrono delle mano\Te d1 mnhilizz.azioue, conflislenll in movimt~rtli d'estensione e lies"•one del pugno, eseguili pttl'l· s1vamt>nle. senza rorza, seuzn e~a~el'azaone e.! in guasa da non desta1·e il p11'1 piccolo dolo1·o. Assicurala la riumonn doi ft•nmm••nti, s'eseguirono unche dei movimenLi d1 pronnztone t' supinazione. Con 1111 tal~ trattamento fu sollecita lu scomparso dellniliva dol dolort!, della tumefazione e della deformità. Pet• 'lue- · . t ultima intanto è oppMluno notare elle se m perle o dovuta a spostamento d~• framuH•nli, e onrl1e in purle consider evole dovuta a un versamento nelle guaine tendmee. Ne cleri vano 'luindi i vantaggi grand1ssimi che ben presto s'ol· LPII!:(Ono col massaggio, e ne deriva l'impossibilità d1 far l'Ubilo Acomparire del tuUo collA t•iduzione la fot·ma viziata ••araLterbtica ò1 questo fratture. Riten~to p01 che beu da r~:~do. colla riduzione eù i migliori apparecchi tmmobilizzanli, si pnR"II anivare ad ottenet•e la ~>comparsa assoluta di ot:tni ddorm•ta. M 1 ricordo fil ,·ar•t cas1 trattati con appa r ··chi mg~ssati, rigorosamente e,_egu1Li, e nd quali, n guari~1one completa, t·emo~so l'appareccltio, pers1steva. una defol'mila più o meno rtlevante. In cooclu;.1onc pet·c.ò, 'luando qu~'-le fratture non pre~entino derm·nutù mollo grandi, creder ei più oppor tuno ri nunzial'e alle manovr e di r iduzioni (che talot•a possono togliel'e l'incMlramenlo dei rrammenlt, che s1 ver ifica IJene spesso in questi casi o che è lanLo propi~io alla


COLLA. 'lODILI ZZAZ IONK .E èOI. ~!.ASSAGGI O

903

guarigiont>). e r inunziare agli apparecchi d'immobilizzaLionP, che possono compromettere più o meno la funz•onalila della mano. Il resullato della cura nel nostro in fermo ru supe1·iore ad ogni aspeltatìva . Fu infa tti consel'vala inaiLr•r ala la fuuzionaiHà del pugno e della nHHIO, non s'ebbe alcuna deformità re>~idu a e la gtJa•·igione ru òichlarala completa dopo !>Oli 28 g iorni di cura. Frattura d'ambedue le oRsa tlell'arambraccio al punto d'ttn irm e del •l ' inferiore col 4' medm sopra.•tante a sinistra. - M. Mar·ia, cooladma, di anni 51, entrò il 6 giugno, per

fi•Allnra dell'a va m braccio sinistr o. Aveva ruzzolato in quello sl.esso giorno una scala di t7 g radini, pe1·cbé colpitA da vertigine improvvisa. Si nola vu che il 3° inferiore dell'svambrnccio era &<::sai lumeCallo e rhe i movimenti della mano, aocue se ltmilAli. e la pressione des tavano tlolol'e vivi~si mo sulle due os:<a 10 rorrispoo,Jenza do~l punlo d'unione del 4o inreriore cnl Jot·o •JUilrlo m eollo sopra!:lhlnle, dove anche si notava un'tnlerru zione della regola r ità delle superflr.i ossee. Si consta ta vu pure un certo grado di pie~hevolf:'zza delle ossa in quP.I punlo per cui, senza dubbio, ru ammessa la fratlut·a suddella. Non si avevano echimosi, né deviazioni o defor mal inni notevvli . Ritenemmo che in questo caso si trattasse di una òi quelle frattu rB dette per P''netraziotte, va le fl di r•e che fosse avvenuto un incA<~lramenlo, un incunearncnto dei rrammenli superiori negli inferiori. Fu per questo giudicAta superflua e dBonoRS qualunque mAn ovra di r iduzione ed inutile qualsinst appArecchio immobilizzante. F u in vPce subito intr apr eso il ma s~ggio, eseguilo colle t•egole et-tpresse nel caso precede11le e segui to da un semplice bendt' g~io. Con que!lla cura ru in br e,re del Lutto determinala la scomP&l"'a del dolore e l'inferma polé tanto passivamente che a ttivAmente compier e movimenti di flessione ed estensione della mano, e dt pronazione e supinnzione dell'avambraccio Riacquistata in lal modo lu funzione dell'arto, l'inferma il 9 g iugno volle uscire da ll'ospedale, p rom~ltendoci di ritor-


906

CURA DELLE FRHTL'RE

nere ogni due o tre giorni pe1• sottoporsi al nosl o ll·nttamenlo. Fu allora a pplicato, per evitare un qualche da nno, un appareechto "ernplicissimo, mu un po' contentivo e ractlmenle rcmovtbtle per l~ sedute di massaggio e da mobilizzazione. Il 6 ~iu~no lasciammo libero l'arto e il 2~ riuCermtl fu dichial'ala I%U8rila senza alcuna restdua defo1·roilà o limitaztone di movimento.

Fratturt• tlt•l bacmo. - Le fratlure del bacino .sono n's••l rare, tanto 1' vero che secondo alcuni dati statistici mccol li da \1 alg<~ij.lne nii' Uot~l - Dieu , in undici anni, non se ne pre~entarono che <liect. ~ ell'n n iro ca~o che s'~ offerto al mio stodto ho adopr·ato il mnssnggto e con ottimo risultato. Ne farò hrovemente la storia. Fratt"ra doppia oertieale del bacin.o. - G. Sebastiano, quello s lO"!'Io del I(Uale oltsf'i a propostlo eli una frattura della clavicola dl•qlra, 11 lO magg1o, lavorando in una fontler1a, roltasi una ca tenAche l'èggeva do una parte una gr oqsa forma di ghis a, fu tlo t(Ut!::;L'ultuna gaLLalo a terra e compresso di fianco con tro Il s uolo. All'i~lnnle ru soccorso doi compagni di law>rn chu, t•on leve, r imossero quel peso che {lravava ~<u l s uo cm·po, mn non potò più muo,•ersi affatto per i (ot•li dolori che t•i.. ve gliova no anche 1 più piccoli mo\'imenti. Fu subito lra.. portuto all'o~pe ,,t als dove riscoo~rammo molteplici contuctioni in v~tri punlt tl.el cor po, la CraLtura della clavttola dPstra e la frattura del bacino con rottura dell'uretra. Qui sollanto tratterò dello f1•altura del bacino, semplicemente no tando che lulle lo alll'e lesionj in breve lernpo ~ùa­ rtrono, 6"8& pure curate col massaggio. Una IJial(nOSI e"a lta di sec.le, nelle Crallure del bacino, é d1fficile ollr·omoùo. Pr·obabtlmente nel nostro ca'lo s1 lralla'a di quella vat·t~là che !\lal,xaignc descrisse col nome dì doppia f rattura ner llcale del bae.ino e che poi più completamente


C!ILLA MOBlLIZZAZION.I!! .K CO L "ASSAt;t, IQ

fl()j

tu etudialo da Voillemier (l) in una memoraa sulle f ratture eerticalt dell'osso sac1"tt.

l.e cause abituali ili qutl~ta spt>r•ae di rrotlur t> sono rli retlt:t,

come lo furono nel oo;:olro caso nel quale lo furie pre~"ione &JI E~ulle

parti laterali del boemo. Non può t'~ch:der,i p~-rò,

eomll r iteneva Malgaigne, che una almeno delle due ft·Atturo

prodotLe dal traumatismo possa delerminar,i appunto per contraccolpo. ~el caso noslrl) la lacerazione ut!ll'uretra. la rorle ùolo ra· bihlu premend11 :sulla siolìc;;i pubir i, o sul'n brarwn orazzontale ùel pube 8 SlriiSlra , e l'~chimO~I Ot!l ~Olco ÌI1S(UÌOO- SCrO• tale e sullo serole. dalla sles,.a pnr·le, nlle"'la\'ano ù'una frattura dt•l pube, senza polea·e <:tobilit·e iu r]nRI punto prt·CISO es,o sì rosse pro-lolla, non esist~oùo alcuno <:postamento. L'impo'l<:ìbilrlà completa inoltre rlei movimenti ùegh ar t1 iuferior1, d dolore fo rtissimo che si provocavo, pt emendo anchrl Jegger moule il bacino di (]tlfiC01 e l'pecìalmenle in dii'1'1.ÌOII6 Op• po~tta, !:~ulle cre ... te iliachP o <:ui f'ran li lro:enltm, il doloi'O spontaneo, od aumentato dRLle palpazione, 1'11e l'ìuf,•t•rno accustiva immodialamente all'uulielro della ('Ovili! t·otiloìue l'inistrn e•l il gon(]ore e I'Pcb1mosi in corra~pundenza Il fJUPqla parte, nonoslaole che non 6'-'ÌSle"s~ Rpostnmonto, e1·ano !tìlllomi che ci racevano ammettere anche uuo frattura verticale dell'ileo sinistro. In 'l'lesto caso il rn'l~"of(gio ru mollo ltiJOrio~o ma effieaci-.slmo. Est.,tendo al ginoccluo l'inistro unA rnrte r:on tueiouo fu ùi qui ~be incominciai colla mauo •le~lra .tell•· pre!lSIOnl Je~gertSsime che f~Ci risai re per la fuccia lllll.. r ior e iutl•r na della eosria, per 1l solco iugumo-l!crotale e w·r tutta la regione tnguìnale fin '-'O pro la spana ill& ·o anteriore supe· l'lore, senza pr emere su questa e s ul pub1•, p.?r non dPslaru doloa·e. Nello stesso tempo con la sin1stra st"ivolando Lraillelto e la faccia posteriore della co<:cia lln sulla notu:a, leg~er menl6 t!Liercttai delle pressioni a nche sull'ileo. Con Slf18Lle Hlanovro,

(t ) Cli!Uque Chfrurglcalt, p. 77. Pnrigi 18Gt.


90R

CU RA Dbi.U: l'IlA n UIIJJ, COLI•.\ ~IOBII.lZZAZlO~B, ECC.

in tre giorni, ambetlue gli arl•, eh~ per lo inna nzt non potevano esser mossi nel !ello, pet• ti dolore, passivamente ,j pi!'garono con la gamba m f1•'Sl"ione ~ulla co~cia, e colla C09CÌ8 in f1e"'lion e !<Ul trOnCO, ad un grado da potere l'infermo da <~•J stesso mnulenere uno tale posiuone. ~elle sedul•• s ucces;.ive allora, voltando le spalle al ca(>('zzale dt>l letlo, mt ru po ...,.ibile con amhertue Id intere superfici pnlmari delle mnni pralicar•e delle pressioni ascendenti, dalla mela superiore della r11.ccia posteriore della OO!'!Cia tino ,, tutta la t•egione glulea, lanlo a destra che a sinistra. rermiuai le sedute cui ma!-'saggto anche l'ul pube. D..terrnmata soJIPrilamenlo col ma<~!'laggto la <~comparsa del tlolot•t•, mobilizz.ei <~empt•e, aliA Hne delle sedute, m ogni sc:nso, ambedue le Articulaztoni coxo-remorali, ed oLL••nni in br11ve tempo l'adduzione completa delle coscia, che si mantenevano prima divaricale in un grado assai notevole. Con (Juosto semplice lra~lamenlo iJ 1° giugno l'inrermo si polt\ alzure a <~edure sul !Ptlo, e rimanervi per a!'ISSi tempo, senza IIVVerlira la più piccoln molestia. L'8 giugno, accertato il t·Horno com1>leto <lulla funziono degli arti inrerior i, si ritenne guarila la frattut·u del bacino, ma l'infermo rimase all'•>spodale per Ancora •rualche giorno, allo scopo ili guartre del Lutto anche della le...ione urelrale. (Continua).


90'3

CONCETTO MODERNO DELLA BLENORRAGIA CC1TIUVUO t 111.0 111110 arLU LOC1liUUl0!1 Il •mu IIUml ml'DIIOUUIO

pe! tt'lltlllte medico clotl. Gillc omo ..urnlt

La non comuna importanza del caso che mi accingo n cornunicnr·e, ha r ichiamato la mia allenziono salle localizzazioni della blenorragia cbe si s\olgooo 10 or;:ani lontant dall'apparato genito-urinario. Or,\mai le reloti\·e osservazioni rhe acct•nnano !a divenire namero<:e conlrtbuiscono -empre più a farP nrquistnre n tale affezione un posto eminente nella patolo~ia delle malattie Teneree. Confuu con la sifilide e le olceri d,\lla scuola ùe;:li (deo· ti~ti , la hlenorra;:ia ebbe il primo impulso nelle in.tagiui etiologiche d.tl R.icord. il quale l'elevò llil t-~ntilà morlJo,;a a s•\ Mall(r\Hlo però la virulenza fosse stal'a giit nmmess:t dn llida). R!!llet. Gosselio, Guerin. ~~ uttn e Bdhomtne, la completa evoluzione di questa malattia fu l'Oitanto alTermali\ in t(Uc?sti ultimi lempi gt·azie alla scoperta della :.tm nntura trticrohicn . . enza nnùare all'esagerazione òel Gujord (l) citi' ritiene questa malattia più grave della siflltde, og~idi non st può (l) Lu bl~niiOI'I'hagft• ehtz l'Mmmt, Pari~, Rueff OL C. 189,,


910

CO,CETIO MOO&I\~0 nELLA 8LBN0RBACJ.\

non riconoscerne l'importanza, che del resto, oltre che per le conseguenze in organi lontani, l'offre per gli esiti e le complicazionigr.lvi immediate, come l'aspermia per epidiilimiledoppia, la Lubercolo~i dell'epididimo consecutiva alla flogo·i lenla di quest'organo, le stenosi ttrelrali. la ~o ngi llDtivite. La scoperta del Neis~er non solo ha messo io e\•idenza l'interpretazione palo,:enetica della ùlenorragia, ma ha,contribnito a migliorare gli effetti del suo trauamento terapeuLico, pur troppo ritenuto tlisonore dd/' arte. Quante volLe, di f1 onte alla persistenza per ttn tempo non breve di qualche blenonngia, non nhl11amo pensato alle parole del l\rcord: «o n sait croand une chnudepisse commence, Dieu sait quand elle lì nil • ? La convinzione che tuttavia hanno non poclli degli autori, di ritenere la blenorragia malattia tlel tullo locale, rende possibile soltanto la spiegazione delle complicazioni. le qoali traggono la loro origine daUn diffusione dell:l Oogosi uretrale alle parti viciniori, coUJe la balano-postile, la fìmosi, la vesc.icolite, la prostALite, l'epididimite. la deferentite, la cistite, la pielo-nefrite i Oemmoni permretrnli, ecc. ecc.; però le localizzazioni che si manifestano in or·J:toni lontani non possono non essere messe tn relazione con un'influenza generale cbe pnò derivare all'economia dall'infezione gonorroica. Cosi le complicazioni cbe erano considerale una volla malattie intercorrenti della blenorragia possono comprendersi ora nelh suo. e::Lesa sintomatologia. Questo concetto moder·no della blenorragia trae il suo valore dalla cliuica, la quale per le sne maoi(estazioni multiple può ammeuere quest'aU'ezioue nel quadro delle malauie ~e­ nerali con caralleri infeuivi. Probabilmente si ùeve all'estrema n1rità delle complicanze dellt1 blenor·ragia io organi lontani ri'ì[lelto alla .sun_ non co-


co t.:ano \IODER'io uatu B!.K\OIIRAGH

H11

mune rretJuen7.a il fatto che e:,~c non sono state per molto cempo rilevate. Le pr1me deduzioni difatti del IUllO ipotetiche ritengo che de,ono essen• state ncavatc dall'noalogia che SI amm1sl) potesse e~1slere tra le compli cazioni prodolle nell'endocardio dal comune reumatismo artit:olare, e quelle pl'esunle provenienti allo stesso or~ano dal reumatismu blenorra~ico. Questo nesso etiologico area per Ù3$e le ricerche di Petrona, B rie~er, h.asd..e, Ehrlich. Kilenig {l), Kammeror, che risconlr:u·ono negli es~ndali delle arlicolnzioni la })resenza del gonococco e fecero la luce sopr·1 un'affezione tanto enigmatica come 1l reumatismu blenorraj.(tco. Aneh e il Burci (~) da uno studio recente sulle stnnvill articolari hlenorra~pche è stato indotto a "onfermo re il repe1·to baUerioscopico e dalle osservazioni nnatomopatologiche e dai risultati di ricerche spemneotali il rapporto patogenet1co delle artriti col goooroccCI. Era ovvio perciò pensare all'el)nme batteriologico dei depositi fibrioosi endocnrdici, come si era praticato per ~li essudati articolari. e le ri.·erche condussero n dimm~trare In pre$enza del bacillo anche 10 t)Ue~ti prodotti. l•arimenti lo osservazioni ballerioscopiche estese alle eomp~i,·azwni al pentoneo ebbero esito posith•o, di falli il Zeissl (3) parlò non è guarì di tre casi d1 peritonite da lui osse1·vnti e di ahr1 or.Gor·'l a parecchi aolcm m ~e~uito a blenorragia, nei qual i mcootrò sempre l'agente specifico nelle e~ ·udazion1 peritoncali.

Ill 7'r4lllllo di palologl11 1pacial• cAtrurglca, trad. Femrl, vol. n. Ed. t • Plf. 47t (l) GIOrnale !taha1to cii 'nalallir oenerte XXIX, Il, 1894. (8) Ga'lielle hlbrlOIIlll!lalr• de mddednt ti de ch1rurgie, t8!13, N. t'J.


9f ~

· CO 'fCKTTO MI)08U'l!l OELL\ Or P.'iOCIII \GlA

.\ Il es:;ere esalll però COD\iene notare che le prime os·

ser·vuziont su cJuestn complicazione si riferiscono a Swe1 8~0 Hunter· 1813) cd io ~e,.:uilo 'l Rtcurd, Fournier. Viùal Je Cassi:s, fleler, Guyon, Go:;selio , però alle OSI\I:'rvaziont cliukhe mant'Ha il c·oolrollo tlell' e· same batlerio ..c:optco. Riguardo alla peritonite ~~~ rnbrn ammissibi le che~ ol tre al !!Onococco, puù esserne la c'lus t la prupagazwne delln llogo'' dall'eptdidtnto prima alle vescicbt>llP. l'eminalt e pot alla siero-.a peritooPale, ed inoltre la dtffu~wne dell'tnlìammntione o per mezzo ch•i linfattci o p••r conunutt:t progressiva dal cordone spermattco. t)uest'ipotest sa rt~hhe confermala dai cast in ·ui il reperto bauerios··optco e ner:ntiYo. l.e locnlinazioni all'apparecchio crr,·olatono ofl'runo senza duhbtomnggi ore interesse, eri è d'immeu-.o valore il caso eli Lc·)den (l) d'msulJì,•tenza aortica e <Iella mitrale in un ~io­ vano a 22 auni, che due me~ i prima avea sufTol'lo gona rll'ite con-eeutiva nù epi•ltlltrutle hlenorra~ic~. Il l't'perlo n••cro'-copicu svelò lo presenza del gonococco nel depu~rto endocnrdicu. ~embra che le mnlnllie infPllive. romplieantlosi nlla Llennrra.:Jia. arqui,;tino caratten di spert ile gra\ tla. Il doli. Sou· piBI difalli , nella sttn lesi inauguralo. parla dt un cn~o di tuh••rc•olo'i polmouale che, mrmre ar··ennava :hl tlD insperato mi~lioramento. pre ·e no andamento rnpitlnrnente fatale 111 se~u ito ad una blenorragia. L'autore ne allrihuisce In cau ..a al fntto che l'indi' •duo fu p1slu in rondiZiont poco fnvore\"oli per lottare rontro il hucillo dr Koch dntla blenorragia . En~er Reimer:> (~) rifesc:e due c '"i di polin~·vrite da blenorragia osservati nell'ospedale <li \ mLurgo. Egli fn. o~:.er-

d aur (1799), Kern

(l) /ku.lsclu meJicallr.lu \Vochtruclm(t. ;-;, 38, 1891. (t) Deul. mttlfç, Zettu.ug. N. 4, !893


1,0.\0'TTO MODEII ·o IIELI.A III.E'IOiiRAGf\.

9 l :)

nre che 10 rapporto 1 quet.t.'l maluuia: mentre ,.onu rari i casi di polinevrite, :-ono frequenti i casi di nevrite i"nlata. Lo a&easo Eol(er Rdmers riferi,.ce d'aver o~servalo una ruenanI(Ìle gononoic.t. tli cui i lòintom1 dilegoaronl>i appen:t l.l blenorragia volse al 'llo Lermi lltl. Il dotl. Cro· l). che 'tudiò le localitzazioni t.lt•lla blenorragia ... u, oern rtfen\I'P un caso th pohnt>vrtte che po11'1 diiTet·eoziare dallatahe spina In pet·l'evoluzJOne della malattio, per le mancanza tiPI <.P~oo d1 \r,.' Il Rol•"r-lon e pt>r l'inres:-0 dell'tndivtduu. La hlenorragin dalnva dn lre anut tJ non era ancora ,.!ll:lrill •1uan ln ' m:lnif••'t 1rono i .:.intou tlella polinevrite. Lo !\les,;o anture CII n altre o-servatroni ntllle quali la blenorra~ia arrecò uevriti perifem·he localizzate. Jler conto mio po~,.o a;;sicura r~ cl1 avere os.:.ervato io parec~hi casi di hleoon·ngia la roncomitante manifestazione 1li nevral,llie. e con ma~ iore frer1ueoza la n~>vmlèria d~>llo sr1a tieo e quella del t'rurale, però tleb!Jo t•onfessnre di non a\er dato lino 1\ qualt·he teropu fa 11 giu,to valor~ pat(l;•en~lÌ"O a que·te maotfestazwn• ~: l'Ili proposito ,;timo anche opportuno rie'ortlare un r.aso letale a derorso npiùt:-stmu eli menJO~ILe cerebrale d1e eLiti ali u-:o;errare ntc>ll'ospeclnle nulit'lre di 'lessma nel l HM ti. All'autopsia si rt.;contrb l'esi~tenza della ùleJwrru~ia ancora al periodo acuto. E. per t•iture altre osservaztoo t che ho avuto l'opporlunilit dt fare durante la non ltreYe nsc;eQTJr~ziooe al reparto venerei di 'JIII~!'lO no~ocomio. ritengo Mgno dì e'serA se;!na!.•tu il fallo rlm l'arttalgia spel'inlmente all'anca ed nl )!inocchio nella blerto,rr ,.:ia è una comphcntone pmllthtO frCIJUente.

(l) Colllrabullùn o C'èludt dtl localiullioru dt la blmnorrllogk JUr r.. ""''

p4rl(rrlquu. Moulp~llirr, t8!H. ().-.:


91 i.

CONCITTO MODERNO OILLA BLENORR \GIA

Com'e noto, Fournter dtslin"ue tre l"arietà di reumatismo blrnorragìco, cJoò artralgia, idrartro, artrite. Stante la rarit:t dell'idrartro, si de\e ammettere che re<:sudnzJOoe nelle nrlicolazioni dovuta alla presenza del gonococco non è un esito tanto frequente. arrestandosi spes.;o la malattia nel suo imzio, cioè al poriorlo di semplice iperemia, rivelata dal solo dolore. renendo ora nd altre complicazioni della. blenorràgia, ricorderò il caso recentemente nnrrato dal Lnsch (l} òi iridncoroid•te acuta purulenta metn~tnh~a rm;;rito a gunrigtone. Egli dico che ti suo è il se!'\lO ca:.o che siac;i finora osserv t lo, e che si manifestò dopo quallro settimane dt una bl enorragia acuta acc·ompagnala eia cistite ed emnt11rin.! \lt ptace rifertre la spiegazione che il detto autoro da di questo genere dt manifestazioni della hlcnorragta, porchè mi pure la (Hù verostmile. Egli ammetto che J J.{Onocorchi producono sulla mnco~a una Oo~osi, la 'toale apre loro la lia di peneLra1.ione nelle lene o nel si,;tema liofatico, tJtllndì f.ttUDgonu al ruore. Ol'e formano dei tromui io una valvola rarcliaca f: danno luogo ad un'endocardite leggera, quasi ,empre non manifPsL'l, i cui prodotti, oppure le ongìnarie masse del trombo, giungono nt:!lla corrente arteriosa e qutndt nell~ diverse partt del corpo e si fermano ovo trovano un aùallo terreno nulrtlivo. Essi appen1. h mno dt•termtn.tlo h flogosi r-ono ùistrulli per fagocitosi o per 1sLoliRi o per nltre catlse. TI Lnsch con quest'ipotesi !\{lieJ.(a ancbe i mul tati negativi delle ricerche bntLertoscopiche degli essuda ti articolan. Riferisco ora la storia del caso dal quale ho pre.~o argo-

\ti CentralbfaU (ur Dlllllerìolooie una P•lralllentunde, vol. XIV, N !0.


CO~CI::TTO 'IOil Ktr\0 OB.LLA BLE:'\01\IUGIA

015

mento per rintracciare le Ps.;ervnliont analoghe esistenti uella lelleralUr.t moderna della llltHlorracia. lla ~u-;a \lario, guardia di finanza rlel circolo dt Palermo, 'n!Dnt> ricoverato il li rlicemhre l HH:J. Individuo dell'età di anni 30, di buon.t l'O,litnwlnf' or~arwa, <.em.a nnteredt>mi morhosi eretlilarì. riferl di uno aver nllre malatt1e pr<~gt·csse all'inf11ort dt ukert \ eneree sniTene nel1'11llOhrç ùel Jeuo anno•

.\l ,uo iogre.;,.o lll'osser\'at.ion~> prt> ·eotò· llleoorra)!ia con siotf)ffil di ncuzie, complìcatn <td ep1daltmrte e defereut1te al lato .;mistro. febbre. dolore intenso ;tlla re:.:ione ilmca ~d :~ll';micol nzione ileo-femurale stntstra, r.oprosla"i. La 1Jieoorr.1~ ia datava da •tuattro giorni. l'epiditltmite s'era iniziata ventutllallro Me pnrun. l.'e~;trne ohhiellivo •le;.:li or'.{ani tiPI lot·ace e tlell'ad•lome n•m riiP\'Ò alterazwnt Jt ;;or• :t. S1 s •mmintstro un purgante, si ~:ercò di lenire illinlore ··on i soli ti mez·1.i e venne immobiliu 1to lo eroto ·oo l'trnpac ·o al1:1 Lao~leb••rl. Dopo tre ~i oroi ùi grav1 mole·llie ùnnioui•·ono alquanto i fatt1 flogi,;tiri nll'epidi.limo e l al Ctmlone spermatil'o, ·i iileguò la febbre e ce11sarono d~l L111to i faLLI su bl!1ellivi. In se,:uito le dtrer e ~oruplk lt.iom tldla m ltllia pre t>ru un a~pellu slozionario, mn la st'l'l't'li ont~ urelrale si r·idusse a lievi tra.··te . enza c:lUs 1 :tppr•'ZHLule nelle ore pomer;ùiane rlel 3t dtcembre il pa1.1enLe vt'one colto da intensi brimf1 eri alla 1illit.l Sl'nle nccusò grave "en~o di molestia alla re~ione pre-cor.lhle, e.;a•·erb;\ntest w i monmenti respiratori, eot decubitn snl lato sini,tro e pt·esentò febhre, aumento della secrezioo·~ hleoorragica. Per due giorni si ei.Jue pen;isLenza di questi ~i o tomi e fes:tme obhietti,·o del cuore fu nt>qativfl: al terzo ~iorno pl'rò la feb ht·e ed il dolore alla 1·e~tone cardwca et·ano quasi ces-


916

CONCI rt'O liOll.&IINO DELL.\ BLF.~ORRAii iA

<:ati. ma all' nsroltazione ~i rilevarono i toni pol'O nelli, l'itto frrquenta et] irregol:1re ed nn rumore di sfre • 1mento d~>lle lamine peric:mliche. Contemporaneamente st manifestò lieve tumefazi one mn multo dolente a!le arw·olazioo1 radio-carpea cle,.tra, di amlto i l{inocrhi usterno-eia' icolnre d1 ~inistra, dolore in tulte )., altre arlicol:~zmni e specialmente in quelle tll'!le Vt·rlehre nella porzione lombart>. Dopo qualche :.:iorno i 1nni •·ardiaci ~~ senthanu pii1 lontani e l'aia di ounsith cnrclinca era aumentata di estensione. Tanto l.t feiJbrù .:ho le idratro..i, le .mrah:1e t!ll 1 falli cnlo· cartlici t~ pericardiri si protrassero ron mteo~1t l1 piuttosto' arinbile lino nIla mNù di gennaio 18!H, nella quale epoca pnr·ù ~omincu·, In secn•zione urctrale ad essere piulloslo srnr~a~ accennò n. dlleguar:;i l'epHlulunite e dopo,qnalche giorno erano inoltre migliorillH le mnnifestnzioni articolari ed i falli oh· bieuivi :~1 cuore. La biPnorra}!ia ern qnns1 del tullo cessata, la nutr·it.ione generali', già molto deperita, accennava a no!evole migliuramento. IJuanùo 11 \. fehhraio l'infermo presentò alla vis1ta mallinal~·, s~nt..\ r.au-..t apprPuabile. aumento della sec rezione ed allrt visita st>r.1le ft~re not·1 rP febhre, t'pididunite inc1p1ente a de::u·a e di nuo'o sen--n di ~rave amba,;cia alla regione c~rdiara, pol,o ~ritmico e ,Jolori alle pnncipali arlicolat.ioni. Que,;ta volta pe1·ù llopo CIDIJtte giorni si dile~aronn la febbre l' lt' rumphc.'lt.loni ul .:uore ed allt arti .. olaziotll, nello ~tes,;o tempo m1ti~nronsi i sintomi riell'epididimite e diminui la secre.t1one uretrale. D'allora in poi il l\ogll,a continoò sempre a mi~lioa-are nella nutri~i o n e ~eno1 ate e sino alla metà di marzo, all'infuori di uno scarso scolo hlenorragu:o muco-purnlento, non fece notare alcun'nllr·a complicazione . Il giorno Hì marzo, al Rolito senza alcun moti vo, si mani-


CO"Ch'TTO \IODER"O IlEI!.\ 8f,K'ìORR41,[.\

!117

(eRlÒ riacuLiaazione dell.t uleu01'rag1n, epid1dimiLC l>ifaterale. febbre nha, dolori poliar·ticolan di1Tus1 con versamelllo limi· tato soltanto :1lla regione raùio-carpea ;;ioi"tl·a, non si ebbero di,torhi cardiaci. [)ai 'intomi accennali mi;.tliorò roo slraodinarin lenteua. tanto cltt> nppena verso la fine di aprile si potc constntnre la ces:Sazione completa della blenorragia. In ~uarigioo e della epididimite che lasciò nodul i volnmioo~i e l'a,.~enz.a di fJUalaia~i molestia alle articolazioni ed al ruore. Il n aprile L'tnfermo 'enne dirne:-~o dall'ospedale con propo"l:t tli liceuza di con,alesrenza ùi noranla giorni perclttl er•l abll t-.Lanza deperito nt•lla nulrtztone g~:~nerale . È superlluo du·e che l'esamt:1 ohhiellivo òel cuore all'alto in cui ej.;li venne dimesso nou r1levò alterazioni d'n.nporlanza, i toni èrano nell1. soltanlo l'impulso &l'a ulquanto fr·cquente. Con ~idt-rn::ioni. - Le nole cliniche piti t~alie n ti chf> emergono dal caso ~opra espo~to sono: l o lè com pllcazioni multiple ùella ltlenorra~in ,.,1 in sperinl modo quelle aubn~lanza gravi ull'f:'nòocardio. al pel'l rardio ed alla ma~gior parte delle articolazioni; !•Ja r~idivanle loro manifestnz10ne in rappo1·t•1 immediato alle riacutizzazioni occorse nella llo~o.si n retrnl~. t:: unio senza dubbio nmmettel'e che anche le localizzalioni n r11ica1e"i al cuor·e :.ieno in ttue ~to ca>.o da attribu in;i alla l•lenorr.l':.(ia. perchè rr:.ulta ad era•h•rW\ dall'anamnesi che la loro compar~a non può riconoscere altre ean-.e appreuabili. l1ancano difatti gh antecedenti morbosi 10 genere P tJuelli che lontanamente posiono riferir>~i ad affezioni reumatiche per rar prnsare alla probabtliLà di altri momenti etiolo;.(ICI. Ilei rrsto la prova di ratto sta nt>lln relazione co;tllnle orfel·ta dallo. si ntomaLologia tra il 1·idestarsi delln iure;:ione !{O-


91 ~

COXC&TìU 'IODKR~ O O&J.L \ BLK:'iORR.\GJ..\

norroica. e la recid1va delle m3nife:)I.1Ziuni alle articolaz oni ed all'endocardio. Il Bozzolo (l), a prl)posito della endocardite da inf~:zione blenorragica, o..,erva che dai ca,-i d~scntti da Gluzitnsky e da altri D(.ln è t•omplt>tameote chiarita la potogenesi, però ammelt~ la prolmbihta ciH' questa complicanza possa e~;,er eoo!'eguenz;t di un 'infezione piemica o 'elttre-

m• cu. 1\isuhando da~li SliJdi re('enll ~~he .;ono stati d~rontrati nell 'euùo~ardio diçer:.i microrgaoJSilll pato~eni. a,sociati qualche volta Ira loro. rome il hactllo ùeii'Euerth. i diplococchi della settict>mia. il pneumococco dd Fraeokel ed altri, perchè non deve ammettersi che il gunococt•n po,sa, secondo l'ipotesi del Lnsch, ~iu uw~re lìno al cuore t Og.:idi che ~i ritiene tla molti l'endocardite reumatica d'ortgine microhica, percbè si co u :~ idera il reumatismo arlkolare acuto un prore~so infellivt•, nulla v'ha eli piit vero~lmile dell'ipotesi che ammeue In coesi:o;tenzn del ne:;~o etiologiCO tra l'endocardite reumatica e quella gonorroica. l.:\ teoria dell'artìmtil tr :t le 'tero'e articolari e quella del· l'endocurciio soddisfa meno di quella paras,itari.t. .\ d o~ oi modo nel caso da me de~criuo il rapido i nsor~ere 1lelle localizzazioni alle articolazioni e1l al cuor·e ad O!-(ni rtacutizza:done della Oogosi ur·ell'nle ha un significato paiOJ.:enetico di inlliseutibile valore. Senza doubio poi nella produzione delle affezioni eodocardiche P pericardiche avrà specialmente roOuito la esten8Jon~:~ tlel reumatismo blenorragico. È risaputo difatti che In poliartrrle reumattca ~~ com pl ica piu facilmente ad endocardite ()el reumatismo limitato a poclte articolazion i.

(Il Boltttltno dtllt cUnlcM, lloruounl, anno t894, pag. G.


CONCF.H l \IODBI\'ìO IlEI.LA nLB"ORRA<,JA

!l l \)

Hai falli rifariti a me pare si po,o;a sostenere In n. lnra I{Onorroiea delle complicazioni sofferte dal paziente all'endocardio ed al per•cardio; mi permetto qni n(li di trarne le seguenti conclusioni in appo~gio alle nuove ved ute su lla blenorJ agi a : 1° Ln blenorragia non di rado -.i accompa!!nn a localizzazioni in organi di.. tanti d<tll'upparalo .2rnito-urinariu, lo cui manttestnzJOne riesce agevole .;pu•gare e..dudendo che la mulaui.L sia autoctona ed ammellendo ÌD\ece d1e si:t un'infezwue con c:1 ra11eri lor=1li. :• Le compht':tnze ..opra mt•n?.iconale relativamPDIC alla uou comune frl'qoenza de:Ja hlenor ragia 'ono e-;Lrcmameme rare . 3" Lo ste~so rapporto c·m~ala esr,te lr.t l'endoc'\rdite reumatica e l'en<lucnrdrte blenorragica dal punto ùi vista di'Ila alieziono ar·t•colaro prelo(ressn. ~· \mmessn l'eSJStenztl delle maoif~tazioni gravi clelia blenorragia e la natura rnicrobica ùi qut'sta malallia è da ritenorsi il suo precoce Lrnuamenlo antisettico come il mf'zzo pilt adauo a prevenire non c;olo le cornplirazioor negli organi vicini ma le localizzazioni al di là de1 limiti dell'apparato gPnito-u1·inario.

,


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA A1EDIOA

MAct.Auo. - Bulla febbre bWoa& ematurtoa del paeat o&ldl. -

(t1rcllio"s tl!! 1\fé.f"Clfl"

nartt/1' el rolo111a'• ,

1895, N. 5).

L'autore, chè ba fatto le suo osservazioni nella Gu1nea francese, esclude che la (t:ibbre biliosn ematuric11 "ia tlt na· lnra malarica. Es~a insorge bt•u,....:amenle con febbre eia val8 a bra vado più o meno prolrallo con delirio e rachialgia lombare, rapi•hunP.nle si affaccinno le note della grave ìnft!Zione, O\'~in raclinamia ciel polc;;o, linkt ~ubillerica della pelle e !Idio con~iuutive: ~cat·iche diarroiche profu!>e bi ilo,.. e neraslre; UI'ÌUI.' ~car~issime, del color~ del vino di .Malag-a; ~~~gernHmt• ' emAlurtche ed albuminose. l a ùeforvescenza uon tarda ad apparire nltr·e due giorni, ma pocu dopo si sviluppo uu nuovo inalzamenlo delht temperatura che dura quanto nel primo accesso, os...ia cluu o lro gint·ni; dopo i quali ~i ha ipolerroia, 36".8- 36",4. Colle ùeferve,...ccnze st r l:::.labll•sce al sen«orio, ma continuano i fenomeni grav1, l'oligur1a (ed tutche l'nnuria), iJ vomito e l il smghaor.zo, la eboJ,.zza e-.tremn dell'indivtduo, ìl pericolo del collasso cnrdiaco ., dei fenmueni uremici, coa quali &\viene abilualroeule la morl~. Curatl~ r·tslico clae, malgrado la gravezza ùi qua• i lutti gli altri l'in tomi, nel periodo api reltico, per quanto minaccioso. l'int.,lligenza SI man~iene lucida fino agli ultimi rnmnouli; è pure a notarsi cile non si os-


9~ 1

lti\"ISTA )I EDICA

8er ,·ano lumord nè Jel ft!~alo ne della milza, "t!bhaue le regioni •ii questi organi -.i rno!ltt·mo dolentr, palpa odole. ~el migliot•amento si nota dapprnna la 'li'Omparsa tll>IJ"albumtna e dol sangue dall' urano, che pt·ogres~wtuneule eumonta th volume lino al normale, nel tempo stes!l() si ricur dano le funzioni cardifiCh~< r• dl~ealive. Solo la t{UUOliLlt d~Jll'ut'l'O si mantiene per un c~1LO periollo aumentata. l.'autOI'e,. essen lo"' i pet·~na"o dell'os"'olula inutili tè dei chinncei nella profllas"-i e nella cut·u della rnnlotli&, si &'lenno d ll l l'u ~arne: e rico'·"e mollo afllcacemenle ai tonici del cuore (Jhritale, citrato di caffeine. lll'. 1,50 al lliorno) clisiufellault inte'ltinali, nafl )IO cenli~otr. 511) Cl!f'leri pur~ati\'i. R~fllll CIO· rorormica per cli'lteri e per bevanda. ~fi hterehbe eonlo la nnlura rnalarica delr a!Tezrone (ollr·o l'a9SCII7.1\ del tumot'tl !>plt>nrco, e l'lnofflcacia dei prepa1·ali di ••luna), Il fallo che la fabbr.,. btlioo;o-amatur ica der pae:-oi caldi, se molla volte si pr ouuc•• in lncal iLé malarieue, non raramenle inveco ...j r·rscontra 111 locahkt del lutto ri~parmtRio dal poluùismo. L'autore non sembro abbta fallo l'e~ame del "flngue. mal~rado cio e intloltll a cretl••rc che ~~ tratlt d'una 111 f~zione spPCtlica civ· eolpì"!ce pt·efot·ibdmente mJividui Je·

a

boli od mdeboltli, u a~i:::ce. llltro reuals.

~peciauneote

danneggiando il

'· A Btsso.- La to..loltà dell'ul'lna. prlm& e dopo la lecatura della. vena porta. - (Bollettino della R. Acca· derrua m.etl!ca t/1 Roma, ftl--Cicoli Il, 111, IV, 1895). L'a qi)Cjazioue funzionale dd regalo e Ilei t·eui nell'ehnu-

nazione delle !'oslanJ.e uocivu all'ut·~aoi~;~Jno. sia provenienll <l all'e~terno, sia ual" inlt>ruam••ule dai proces.coi biochimici olel ricnmbio norm11le 11 palolo;~ico, dalle funzioni ,Jtgert•uh A d•ll pr lldolli di culluru dei micror,t.rani<;.rni, è un capitolo oramo trigoro"'ameute at''lui<~ilo alle '-Id enzo biolo~iche. Pr·imo dt lutto la clinica mise iu rilievo le 1:1llerazionl ùell'ur ine n<'lla io "ufncionz~ del fegato; vt!nuot•o in segui !.O le scienze spo-


932

!H VISTA

rimeoLali, da" controllarono d ratto. vatutauJo di quanto nelle rnalaltie del f··gulo ournenlava la los<>icilà oormalellell\triua. L'uutorll rammenltl ~u tale soggetto 'i lavori di Cola!'anli, B ellali, Bot&.azz& e Penwli, ed altri che furono eseguiti m•l labontlorio rarmacologico di Roma, dove anche ogli compiva il presant.e, pr opont'ndosi di esaminare l'aumento cl&e subisce le lossi~ité. dell'urina dopo la legatura della \'ena rm·w, os"ia quando fu sottraUo il regalo da l circolo retluo tl•~lle ioLeslintl. l suoi P$perimenti consistono nel misura re il potere lnssiro dell'urina del caa~ - in varie modali tà - desumendolo della .,uanlilà minima di essa che occorre acl uccider t'. per ioieztone erultJ\'erto~u, un coniglio, il l'Ui peso 6 conosciuto. Si raggua gllu in tal moclo la re!;i<>lenza che l'unità di pe~•) del co11iglio (l<g.) oppone ad una dat.t~ qualllé. di urina: e siccoml-l il potere lossicn di C'Jll6!"lR é tanto pil't forte quanto minor·o quanlità di 68"'8 ru dovula inocular e, riesce agevole valutario. Cosi so un coniglio di lcg. 1,500 é ur.ciso da cc.t ,20 di urina, dit'er.lo l:he il coniglio di un kg. soccornbe a cc. HO di urina esomirta~a. ossia 1\u·otossia é 80. Se Il cane secerne 400 cc. di uriua 111 giorno, diremo che esso contiene cinque urotossie. alte ad uccidere cinque conigli d'un chilogrammo l'uno; e se divideremo le uroto%ie per il peso dPI cane, avt·emo il coe!Tìctenlts urolosstco che rappresenla il quantitativo di cuniglio (in peso) che soccornbe dopo l'inoculazione della quanlilé. t!ell'ut•ina segregata in uu giorno dal cane, r idotto pur est:o uJI'unitli. Il C01:1ff!ciente urotossico varia secondo la die ta, é minimo nella dieta lattea. m11ssimo nella carnea, inlet·medlo nella diela di gra~!"~ farinacei: ed m ciò l'esperienza dell'autore controlla quella di altri osservatori. Slabtlilo quindi il coefficiente urolossico del cane normale nelle vat·ie diete, occlude la vena pot·la ; e per ciò ottener e ha trovato eccellente il s is tema del Bernard-Oré, chè de termina l'occlusione lenta e graduale della vena in modo che possa formarsi ti circolo collateraleJ da permettere al cane di sopr,lvvivere al Lraumalis mo. Il sistema Bernard-Or·a cou~ siste nel passare allorno alla vena un filn che non ùeve e~er :'ll'etto t'l laccio, ma lasciato sul posto in modo da agiro


\lE DICA

come un corpo esLraneo. Que<>lo dell'rmina pro;cr·e~~Ì\ amen le pilr,- Jlebite, pilo- kombosi ed rnflno occlusione fllli'O~<I\ della porta, cho isola 11 fejlalo dal !angu•· refluo .tolle 111le"tina. In ta h circostanze raulo re ha trovato che In lossrcita (lt•lla urinn del can•~ di,•enta (a par ita di crrrostauze dioteti.-tre) Lr·a ·\'Oil>· maggioro di quella dto'll'urma nnrmale. o~<>ìn dPtr urina, prima clell'occhtsione. Noi conif{lio, ne pro,luce la morte a doqt' rli uu IN't.O, erl i iulomi che si •>!"<;ervano l'OliO costanti per· naturu, r bbeno dillur·mr per tnlen:.ità nelle varie cale ~:.toriO d rO"sorvaztnlll fallo (ut•Hto normali a diate differenti. ur•iuo Jo1 o l'occlusione por· Late). Tali sintomi -.ono dappl'ima ,Ji:;pnen, tuin«i : poscta coutr·at~u re le~rudt e ftBOerah, colle ClUOli a' vt••ue lA tuorl!• Serl'lbl'ert.>bhe quindi clm uei veleni rl~l r!Ciuln or·~nuicu pr ed•Jmt uano 'tuolli ati azione convulsiva, e con ctò l'e"perunento listopnl("llagico ~pie~a i fatti più sAlienti, cito «i osR••t•vano 1llli quatl!'i urernici e•l acoolic1. L'urina nOt'male doll'uomo. ~oggtata sul t·onil.!lio, ha un r.oefllr.i~;nle urolosstco medto di O,i65, che nalut·almoule cresce nelle rnolallie, 'luando l'alione del fo~otato pe1· difetto tlel cir colo o dello fnuzion•• dei suoi dementi tstol.>_tci d t venti inade~euala ·arebbe intere:osnrtle sapere in clte modo ' lue~Lo coeftlcienle !lÌ alteri, con quali leggi l'li melle in rupporto t:Ot l rodromt, coll'insor~ere e CO!lli altri stadii ùPlle mnlallre.

N. llllla oeteomJeUte valoloea. - F. H. M ALLOR'. - (Z1 itschr. tu,. Heilkun.de ,. Cen.tralb. filr die ml'cl. Wts8ensch ., ~. 21 . l89:J).

Il M. ha eearuinulo in 12 casi di vaiolo tutto il l'llslema OllseQ del cor po umano rispetto alla eqlenstorw dell'o~teomie·

htt! vaiolo"a. Di questi cast 3 si trovavano 111d pet·ìotlo della suppuraziouo, Il nl•l periodo di essicc·azione. Nei primi 3 casi Ili rinvennero in lulte le ossa esarncna te focolai dt infiammazione, nelle ossa lunghe lubolarì, nelle osso del cranio, nelle vertebre lombari, n ello coste, nello s terno cl nella cresta


],UVISTA

iliaca. focolai erano dappertutto mollo numerosi, irt pat•licolare nelle ossa brevi. Al mict•oscopio si palesò un· acuta infiammazione cir~oscrilla della midolla combina~a con necro~i a d"·ersi periodi. La zona di inrtammazione era n!Jltamenle sùparalll tlalla midolla =>ana. Si poterono dimostrare micrococchi solo in un caso, nella vertebra lombare, ammassaLi oet vasr sanguigni. ~egli 11 casi esurnirraU nel pe· riodo fii essicaz10ne si trovarono le slesse allcrat.ioni pato1ogicbe nelle ossa lunghe tubulari, iu parte ancue nelle ossa cor·te. Qui si rrscontrò specialmetrle una forte tun1efazrooe deUn cellul~ midollari; le necrosi erano di mollo vat'ia eslenl'lione eù iutensila. Mlcrococchi si poterono dimoslrt~re nei tagli due volle e1rtro i vasi sangur~ni: l'esarno ballerioscopìco di nn teJVlO caso ùimoslt·ò lo streptoeoeco piOJeuo e lo stafiloeocco piogeno albo. Il M. viene alla conclusione che come r·egola. nel vaiuolo si produce ur.a i11fiarnmazione con necrosi centrale rtella midolla deUe divet•s~:~ ossa. 11 caralLere del focolaio jnfjammaloriu nella midolla ossea si accorda perft•tlamenle con quello della malaUia della pelle "dei testicoli, solo clte nella pelle esposta agli Agenlt esl*'rui si manifesta fot·le suppurozloue. Sembra nnche che i focoloi della midollo o.>sea non slieno }>Or numero al disotto dr quelli della pelle e dei testicoli; tullo il sistemi\ scht>letrìco può esse1•e in,·aso drtlla o:::;teomìelile ''arolosa.

L• emlor&ul&. - P. l. Moarus lYisBen8clt., N'. :H, 1895).

(Centra[/). jiJ. r rlle medie.

Lu malattia emicr·ania é ordinariamente una for·ma di dt>generaziona er edilor·ia. l.!:ssa consiste nel ma~gior numero dei ca~i in unP altcrezionl:! morbosa del cer vello per la quale i malati vanno soggeLli di tempo in tempo, talora senza causa dimostrabile, talvolta per una oJ altra eausa occasionate, ad aceessi di emicrania. La l'orma dJ questa non é sempre la stessa. Tutte hanuo rruesto di comune che assolutamente o JWevalenlemente consistono in pHraslesie unilt~.Lerali rii ori-


ll&DII •.\

pne ct'rebrale. Un nccesso completo cnnstn di renoment precursori, aura, dulo r c di lesta o vomilo. P iù f'requenli srmo gll accessi lllt'Oiltplelt. Gli 8CC!!'-'"i pos::~ono :;ucclJder si unu all'altro senza iulert·uzioni (stntu~P hemi"'rmucLt-t). Ollrechti come «ìnlomo dello malollia enucruni11, di cui sono l'unico einlorno, possono gli accessi emicruuici ,. ..seN o~;::~rvali comu ~intorno ù'allre malalltt! clel'cen·•·llo accom pagnale aol allrt !'egm. Fra 1 malati o~~ervallllO p 100 o• rano donnee.W p. IOO uomini; rli 130 lh8 Ì8lt :?H lu !"1• parte) llpputlurtli\'Qnn ttlill da;::se media. Sol n 12 malatt A\ e' ano età :-upl'rtot·e a Gli ontu Ptù spe,.tso la emicrania cnmml'io uelln l'anl'iullezza e nella J.(tOvPnlù. Di l:!7 maiali 87 nft'rtrm;o che i ~,.nilori o oltr1 con,.ngui et avevano avuto la ste~;::a atTezione. :'-;on par~ che e.,i.,ta inttmo rapporto rra la emicrania ui'Artt'ile. Come nuru vi,_i,·a uvvert~i specialmente lo scotorno emict•anrc ·, o ra tnt.aiP or·a centrale, ora come t>misct.toma ed rora cotne ~coloma mulliplo; non sempt·e esi,.lono baglimi di vi.-la, anelli colnrali t• si mdi fenorne11i, qua"i mai s i hn \'Ct·n ce ·ilA n , ruinnnps111. A •tlle'>ll fenomt>nl lalora va co •~i unta l'ars~ia che pt:n· lo più è •h natura l't! H· e<lrtu ; JWSSOI•O pure uver:-i couru .. innu di td• e, :stati di amba>~dl:l, illus10nì dl'll'wlito d del gu~lll Talora RI!COmpagnano l'accesso anchu 'flle~ti allrt feuomeni : iper" ~ll<>l btlitu dt'lla vit~lu, dell' udito, dell'otlnralo, ollPt·t~vioni ''&'<cnlari, di!>lttrbi V&Mmotori. ocu o pupillari, t'r~ll·m~:pmenli d•!ll& runa pulpebrRie, lagrirnuzione, di"lurbi ~a<>troìllle<> t inali. ecc. Corno

equrvaleuli emicramcr acces;::i larvati) '>l trovano nohtli la vertigine, ;Ji..ortlint mentali, ecf'. Come cou.,e, le iniiuenle debihlanti non -<uno "ufncienli. nel ma~tgior numero di ca•i la d ...posizione e r editaria è la piu importante . come cau"e Oct'II"Ìflll8Ji V811J:Oll0 IC faLrche 0 le l'~it81ioni mentali 1 J'abu~ .. tleglr alcoolici. gli strapazzi cor·porei i di::;ordioi della me11lruazi0ne. Acre~s: i!';ololi drrflcil menle po11sono cagionar n gl'ftvi alterazioni nella cavi là cramca. frequunli e gra vr ac«:e!!"i possono eccezionalmente clelerrninat•t· lo ~viluppo di unn degeneraztone vascolare e per tal mo"lo abbr e,-iare la Mislenza. Non sembra dimostrato che la t micra.nia sr Lraerormi direllamerrto in epilessia; puo però lo. emicrania es·


926

RI\'IST ,.t.

sere !>intomo dt•lla epilessia. Sono pure da mettersi in dubbio le tra-;formazioni deliA emicrania in accessi d'asma, nella pazzia, nelle gaslralgi(l, nell'nngina pecloris. ecc. Sintomatica può essere la emicrania nella epilessia; può ancora essere stnloruo o il prm1o se~no delle malaLtie a focolaio del cervello. ed anche della labe e della demenza paralitica. La emicrania si accompagna rrequenlemenle ai renomeni isterici eenza pern elle si possa con ragione desi~oarla come sintomo della ister1a. I a paralisi periodica delfocu1o tnotore non ha alcun rapporto cou In emicrania; gli acces si di emicrania che t.slora mìziano la par·alisi sono solo da consider&l'!lì come sintomo. Per la cut•a ~ono t•acaomandali il bromuro di potassio a dosi crescenli (:1-6 gt•ammi al giorno), il salicilalo di soda, l'anL1pirina, l'antifebrino, la fenacetina. Sulla nitroglicerllla, suiiEt oeonitinA i1 Mobius manca di esperienza. Meritano pure di c•sser <.l riccm.lali la idroterapia, il massaggio, la elottl'icilà. Nei casi tnollo g t·avi, non oslante il timore del morfioismo ò ùa consigliarsi la morflna.

Valore dtagnoatioo del fenomeno del tendine d'Aobllle. - TH. ZreHtN.- (Deuts. med. Wocltensclt. e Centralb. (ii.r die med. Wi~sensclt., N. 20, 1895).

Lo Ziohen B"aminò circa i50 malati 1li maJallie nervo<:e e mentali rtspello al modo come si comporla in loro il fenomeur) del tendme d'Achille. I n 6S Cll"i mancava in Ambedue i la h, ctoe in 4!) casi di demenza paralilica, in 7 di demenza senile ~ sitlliòe cer ehralt:, in 5 dt congenita debolezza mentale, in 2 dì dt psicosi al coolica. 11 fenomeno del tendine lli Achille mancava io un Ialo. in 28 casi di demenza paralillca, dt sifilide cerebrale, di alcoohsmo, di tlemenzll senile, di debolezza mentale congenit.a. In 2 casi esisteva una antica f1·alLura della gamba. Una debolezza bilaterale $Ì t•iscontrò [Ja rLicolarmenle nella demenza senile e nell'alcoolismo.


DDIC\

.,_, n~­

In tre casi di neura:-lenia e in quattro di paranoia allucinolOria cronica si trovò rinrorzalo in un lato il clono del piode. In conclusione fra l58 paralitici solo in 57 ìl fenomeno ùellt>ndiDe di Achille e ra no r male; in 6i- p. 100 or·a alleNtto in uno o m ambedue i lati. La debolezza o la abolurone di '{ueslo f••no· meno è fre'luente qua<>i due voltl-3 pii, del dono ciel piedt•: anche In "&rnphce ineguaglranza o\ m ollo frt>•Jueute. I n 23 ca i ti fenomeno Ù!;!) len.Jrne lì Acbill~ era in uu lato e in amhe.lue spento. mentre era conservato iJ reuiJtueno del ~riuocchio '-:ei saui con accurate pt•o,·e il fenomeno •h•l !an Ime di Achille non maUl'Q mai. Una eu<'rg-rca cura di frizioni ru•·rcur·iali pot~ laluru ri ... tabilire lo sparito l~nomeno del tAndme dr A chille La mancanza dr e""O pu•'l inconlr·arsr nella lu•• anch~ i~olnto, come anche la tsolala rrgidit.à pupiiJare e la Ì!'lolal.a per.hta del riflesso patellare. Nella epile55ia si trova tnlor·a ind••bol•to o mancante iJ riflesso d~l tendine di Achille dopo g••avr acce~Ai. Nell111Sl eria si trova frequentemente il clono tlr>l piede in uno o lllAOibeùue i lati, e l t~ ineguagli~:~.nza dol ronomano del tendine di Achllle e o;;egnalaruente l'aumcllllo dalla lo dt>lln tlrniane" le"ra. Xell'alcoohs:no cronico la dehnlezza e la mMcanza del riflesso dal Lendrne Ji Achille i• fliù fr·o l'•"nte del clono del piedP., t-d anr.he il semplice aumento. Nello p~rco.,.r funzionah e nella neureslenia la mancanza del renorneuo del tendiue di Achille ò molto rara: 10 voltò su L500 casr. In due ca;.i osrsle"a una anlrcn f1'allura o in un C8"0 una oevt•ita ischiatica.

DAt ll a R. -

ao... -

:atceroa. della globulln& nelle urine a.lbumt(Sém11ine médieale, :"\. 3i, IIH5).

A. Darber di Zurrgo ha proposto un motodo sensihilissimo Per dl~èOprire lu '!lobulina del siero nelle urìrw, per mezzo del quAle ha veduto che la globulinuria o la siero-albuminurra. sr accompa~oa no quasi costantemente nelle malallie de1 r enr, della vescica ccc. ecc., mentr o che é opinrone generale r.he la ~lobulinn, (eso;;endo rrcerr.ala con mea.i imperreLU), comparisca raramente noll'urinn.


Rl\IST \

Invece adunque di lr aLtal'O l'urina ~on una soluzione tii pre··tptlfl la ~lobulrna, ma non latwta sopar arll\ dalla sierma, l'autore 1° precipito l"ierina o ~l·•lmlma con un eccesso cl'alcool a~:c~oluto e dopo •iualdtP. ora, tll lra alla car i», ~pone il fi l tro t>J il rllnth·o tlt:po~ito in V8R0 eia l'l'azione, Vi &j.:gÌUil!ZO 8C(flltl dtsliJJ&la 8. :JÙ° C dd· l'nctdo ncclico diluito a ~nccta a ~occm llno n dw ~ierina e Eflobulina non !'ii ridisciol!lAno. Sprentultt la c·~~rta da filtro, "Ì ~ella 'l'lfl. :lo :cl~ nella sohtZIOllt' Hppi\I'Ì"'C•JUO pu~menh ur·tnarti, ~~ mo"coln con carbono animalP, e si lìltrn dt nuovo, fino ad aver"i un liquido incoloro t-•1 inodot•o . ! 0 ~i ulcalimzza le!!· germente c·o11 unu !-loluziune èt carbonato eh soda (l ~). 5 ~i ll!!'jliuugono l 1/ 1 - 2 volume dt una ~·•luzinnu di ,.olfato di ammnntaca al 51J p tOO, clte prt'•'ipita In globuhna in tlni«<.tmi fiocchi, 6° si ridti'ICtoglie il precipitato di globulina in una l'loluztone di rloruro so,Jico all' l p. 100, da cut é preciptta•a ùi nuovo per mt-zzo del rit:zt•alclotnenlo, i" twlln .,olu:t.ion~ di ~oliato d'ammonisco regL& intanto di"ciolta lu ~iertna, che si precipita coH'ebulliztone. In tal modo po~~ono rtll'coglltlrsi Ì!<olalnmenle la siern-allnuuina c la «ioro-globulina. e ra!:!gual{liAr le fru loro ; e SJ~ SSO !<t SCOrge che la {llobuhne è tn Pl'resso: (da cui :oi pu<1 dedurre che l'albutuJnut·ia tn sinf:(l•lì t'n"i, p111 che acl o"tac•oli renali, u !lo,·utn a·i alterazioni clei r.clobuli, t·he cwè è dJ natm·a emeticA e non è inddl'erunle per la diagno<:i una tale distinzione). Talvolta nell'alcnlinizzat·e il liquido, comP l'i è dello al N. ~o, una ptlrle dt globulina precipiln ~ema bL<:o~no di «otrato di ommoniacn C1ò h n fatto credere all'autore che la glnbulmu del sanjfue risulla di varie Rlobulint•, chnnicamente 11istinl•\ ed in que"to va d'accordo nnche colla palolo;.:ia .

:c~niC"to eli ma,.:ne~ia, che

~-

Trattamento dell'anemia pern!oloaa. - (Brit. Med Journ . 18 maggio 1895).

RAL PII STOCKMAN. -

Il pror. Stockmen cosi conclude una ser ie di articoli apparsi in que~to periodico sull'anem10 perniciosa· l' auemia permciosa uon c una malatLia ~td generis; essa é conse-


'Ili DICA

9?0

guenza di num~>rose condrzioni e<~a urienli; le quali apportano un'anemia iniziale, che poi deter mina in certi cnsì uno e\a&o degener ativo nei vas1 sanguigna; alcuni ca~1 c:ouo ti prodoUo di emorragit• esterne che sp1eE:ano 1 sintomi caratteristici e di cui si ri!ICOillt•ano le note a natomiche; il trattamento deve ba~arsi <tu con<titlerazioni etiolo~iche. Oei medicamPnli usati contro questa malattra pa<~l!a in ro ..sesnw specialmente i seguenLi. Ferro. - Il: stato dello e ripetuto da quasr tulh ,.rh s"rrttori che il fer r·o non g•ova ueU'ancmra pernic1osa. Crù è vero lino ad un cer to punto. Il rerro non ~rova realmunle oe1 t·a~i dipeodenlt da emor rragie po1chc remalopoie!'li non va dt pari pac:coo colle perdite san~ui~ne. Per la stes~<a ra~none f'!ISO non ~I0\'8 nello scor·buto o nella porpora flnche durano le emor t•agie. l srtle ca!'i di Quincke terminati in guari ~ione ru rono toni lroltatt t: ol ferro e Wilks e Fin la y ricorJano dei pazinuli in cui il ferro giovò dopo gl'insucce!'lsi de.J'arsenico. Pertanto ti <~ernpre commendevole l uso del rerro: poiché esso u cede "olte malamente sopportato dallo •lomaco, deve dar~i con precaut.ione e scegliere i preparati rneoo trritanli. A!cuoi ..11 que;slt (tartralo. citrato ferrlco8111monico) possono dar~<1 per la ~ia del retto quando non è po~eib1 l e soulmJOi lrarli per bocca. ArRenico e fosfo ro. - L'arsenico fu caldamente raccomandato per la pr1ma volta da (1865) l!'>nt~ rd ed in coeguito da Bramwell. Da allora A stato largamenln impiegato. cun efTelli piu o meno !>orl.ti<~rac.-n li. BroadbPnl trovò utile il rosforo in tlue casi e Gower~ coll'u<~o di egso vide aumenta re i corpu<~coli rossr in dur• casi di anemia dipend··nti da lmfadenorma. D'altra pa rte BrAdbut·~ , Eiclihorfll 1.1d altri, non ne hanno avuto che in-.ucce"<~Ì. e lo. "ua rìput.aziooe é rima tota sempre mferiure a quella dell'ar~enico . TI mecca nismo d'a zione di que~ti rrmeth è poco noto: forse stimolano l'alliviLà delle mrdolla delle ORso a produrre globuli rossi. L'ar senico aumentando i corpu<~coli rossi spinge molti casi ver«o la guarigione, ma non può es110 ~ostilui r-.i al Jor·o princ1pale costituente, il fer ro, aicche é oppor tuno ultimare la cura con que~t· ulliruo. l:' ur

59


n:1o

l\ l VISTA

troppo esso sembr a eccitare un'ultima volla l'e"aurita miclolla delle ossa e il momentaneo miglioramento é seguito da rec1diva e da morte. Fùrbringer, dei 57 individui ria lui cut•ali coll'arsenico, ebbe 27 worli, 16 migliorati e 10 rimasti nello statu quo - al certo non un brillante risullalo. T rasfusion.e. - Da tra a sei onc1e di s angue deObrinnto è !>lato, sembra, la rruanLita più ~eneralmente impic>gata li'refluen.lemenle esso produce un lieve miglioramento temporaneo, in pochissimi casi uno permanente ed in alcuni dPCISO peggioramento con albuminuria ed ematuria: né P. mancato il caso di morte. Teor1camtmle sembra al pro r. Stock cna n chu le inieuonl solloculunee, frequentemente ripeLute, d1 sangue umano defibrioato {gia impiegalo da Ziernssen e SJIbermann) debbono esqere più eflìcaci e meno peri,.olocoe. Non si può usare il sangue eli anunali perché, ~ia usato pet• trasfusione sia ìpodermieamente, esso suolu apportare pericolosi disturbi sistematici. Stockman creda che Lan lo la teot•iu qua n lo la pratica conlroindicaoo la lraflf'llsioue nell'a nemia cronica Se la si esegue allo 8eopo Ji inlrollurre il fet•t•o solto forma di emoglobina, essa é una via piena di rischi se si pensa di aumentare immediatamente il numer o di g lobuli rossi, si ca•l" 1U ert·or e poìchò quesll si dislru ~gono ben presto. Solo essa può giovare parando ad una tnOt'l"' 1mnunenle e dando tempo di agire con altri mezzi. Si è dello elle 11 siero del sangue può operare come un'antitossina, nc•ulralit;.:audo una immaginaria losaina la quale sar·ebbe la causE! della morte dei globuli: rli ciò per·6 non esi!'lle finor'P. a lcuna

prova. Midolla delle ossa. - 11 prof. T. R. Fra ser ha riferito un raso di a nemia perniciosa guarito coll' uso g1ornaliero dt a n neie di midolla d'ossa Ji bue o dt vitello. li ferro, l'arsemco e il salolo usati pt•ccedentemenle non avevano avuto alcun risultato. Il dotL A. G. Barrs J1a pubblicalo un altro caso guarrlo con miùollo d 'o<>~a in due mesi. Lo Stocleman in un su" caso non ne ha avuto alcun dectso ris ultalo ed e~li eleva dei dubbi sulle guarigioni de i due autor·i suonominati, se cioè esse debbono attribuil·si r ealmenLe alla midolla oppure all'uso ùegll o.ltr·1 rnedioarnenti. G. G.


931 Coutrlbuto &11& OODOI08D%& dello IOOJ:buto. (Poficlir•ic(J, Voi Il, ~1. fa~c. i, 1~:>:>).

AI.B&RTOl'«. -

-

8 dovuto al pror. Albertoui lo <~viluppn, che acqui,..t.ò negli uiUmi tRmpi lo ~tudio delle autoiniOI'~icazioni, e specialmente quello degli etfett1 che le auloinlo<~SlC8.tlOill d• origine inte..tinale producono ... ulla crai;l d~l sau,l(ue e sulla formazione delle malattie elllollliclae. Pt·os.. gu~:~rado 111 detti studi, egli ct comunica le osst>rvazioni fa tte m moH1 malati eli scorbuto, da lui eut·&.LI, e lo <~lu.l1o é mollo 1n1porlAnle, perché risch1ara il r.oucetto palo,:enetico della malaltin. Noi ometteremo di riferu·,. sulle ~ue o""en•azioni circa le elte razioui Jel an~ue e del ricam!Jic> materiale negli scorbulicl, e ci limiteremo a •JUI'Jle ,Jell~ runz111111 digesLive, P"rch~ ftuesle ~ono, !lccondn noi, la caus 1 prwc1pale dell'a ffezione. Come l'li comportano le funziom dello alomnco negli sco1•bu&ici? l.' Aulnr o soLto pose i SWli maiali ai pA!'!fi di prova, compos li di rari n a d'Avena bollita nel brodo d1 corne: i!ldi, estratto dopo due ore il contauulo dello slumaeo e sagl-!iato cm resltavi (di 8oas, •lt Gùuzbur::, ll'opeoliua), VI constatò l'assenza dell'acìoi<J idroclorico l1bero e la diminuzione Jella pep8ina. L'ecloridia e l'lpnpepsia ru cm.. tante in quegli !'COr· .butici ne1 quuli In malattia <>i era q,·iluppatA io preseuUl .de~ll Ol'dinari momenti eziolo;xiri, cho di e!'!'8 s'uwocano, oOtSsia msulTlcionza ll catti'a qualilé dt!:!ll allmenli, insalulmta d ella <·a~a. <c~ll'&pazzi cor porei e pnl1menti tlsici. M a ne!(h 1loorbuli<·i. elle p1•ovenivnno da. ricoverati nel manicom1o e nPi •p•ali percic'o fJllt"•li rnomenll dt!luhlanli r10n potevano es~eru Ìll VtlCSli, UlAIICfl\800 le aJter&ZIIHII tl(•l SUCCO

gastri<:O

-Quf!'-le ollel'lll.innl Plll'ebbt>rn '!Uindi in rhpendPnza delle estuv .. cnndirioni 1gien1che (manizione, <'f\tliVft nulrtzìone, cat1ivi llllog..(inrnenti), nelle quali 8pe<~qn '~l 11•ovano coloro che i.lebhouo ammslare •h scorbulo. coiodtlonu ~pfsso con questa toela tl.ja, mu uon ne o:ouo .a cau ... a d1retta. L'ullhl8 eh~< ~:1 !';COrbuliCI r cavano d~tll'u"' dei 'egetali freschr e•l aciJi avrPbhe, SE.'con.to l'tllllon~ . un fondamflnlo t~~cientill co nella fr e• tuenle coincidl,l1?.8 cl!'ll'acloridia, Lenulo .anche conto che l'acloridia può pu1·e svilupparsi negli scor-


93~

RIV ISTA

butici ronseculìvamente alla notevole distruzione de1 globuh ro~si; in analogia a quanto avviene, secondo Manassein, neJCh aniruah sottoposti a gen~rosi salass1, 10 cw la perdita del sangue 81>ppruue l'ac1dilà del succo gastrico. Fra 1 vegetali ft·esclll ed acidi l'autore da la pref~::renza ai limom succhiati. L'esserP negh scorbullci in seconda linPa i laltt ~a"tril'l, spie~a per rhé in essi sono poco rileva nti i disturbi nello !<tornaco. Oil!'eriscono abbaslanza bene, hanno buono appetito, sopportano lotlevolmente l'aglio, 1 cilrJUoh. i cavoli "a· laL1, non hanno quasi mat vomHo, e più raramente t!tnalemesi, v1ceversa i distur bi mt~slinah sono sempr e riJe,•auli· stitichezze oslmate , evacuaziom l'emi- liquide sanguignt', dolori colici P meteorismo. Lo scor•bulo spesso succede alla dJsstmlerJa. R quindi all'inlAsllno che bisogna portare l'atloozione, e l'Autore hn tro\•alo che i processi della puLr efazione inlesl•· nali sono fortemente aumentali negli scorbulici. n; noto che le c:;oslanze aromalicbe risultanti dalle putrefa ùoni intt>slinali, av1de a for mare lenal'i combinazioni coll'acido solfol"J<'O, passano nelle urme allo !!lato di eleri- solforici o di solfoconJugali, nel tempo stesso che SI eliminano per la ste~!'a vta i solfati melalhct, ossia l'acido solforico non COOJUgalo, o m··gUn preformalo. Negh mdi,•tdui san• la quantità de1 suJro-conJUft&ti è una frazione molto piccola in confronto dell'acido solforico prelormato, ed il suo r&[•porlo oscilla fro un minnno d1 1 21, secondo l'Aiber toni. ed un mas<~imo di t 111 (Biernechi) ed anche di l : 6 (v. den W alden). Il ra pporto possiede eecursiom molto estese, ma si ammelte generalmente che le misure d..) v. den Welden, che è gencrO~I~sime a favore dei solfo-conjugali, non debba esRer superata nei limiti della !:'alule. C16 posto, I'Alber Loni ho t1·ovoto che negh E~corbulici i solfo-coojugeti divenlano ti quarto ed anch~ il terzo dell' H, SO, preformato; e questo rapporto diveuta sempre più piccolo man mano che l'ammalaLo migliora, ritornando pre~so a poco al 1 : 20 dopo la guarigione.


MEDICA

033

Tutto volge a far amme\tere essere l'emolisi una dipendenza delle auto-intossicazioni intestinali; e quel che si dice dello scorbuto può applicarsi ad altre malattie, che procedono con dissoluzione di sangue. Il nostro gtornale in propos•to della porpora reumatica pubblicò l'anno scorso un la•oro ehmco-spertmenl81e (1) che metteva tn luce questa &esi, cbe però ripete daii'A.lbt!rtonì l'impulso primtti,•o, Pd or11 ha rtcevuto luminosa confermll. gn.

H. 1\ tiONI?:CKER. lugho, l 95).

n mal dl mont&p& - (Med. Ma')fJ.J.,

Il dollo1· Kronecker su osservazioni ratle su ~é ~tes~o e "u altre persone sugli eiTetti delle ascensioni delle alle monla(me é venuto alle segueuti considerazioni. Tulli i sintomi del rosi di montagna si riducono ad un disturbo della Cll'eola ztone : gh allaccali hanno l'espello d1 cat·diopatici Il male può insorgere nel seguente modo : come risultato della dimmutla pr essiOne atmosferica i vasi polmonah s1 dilatano, il che, producendo stasi nei capillari, cagiona dilatazione del ventricolo dest1·o. Un vi~oroso eccitamento cu taneo può produrre la contrazione dei vasi : di qui i benetìc1 effetti d'un vento fresco 1011 non fredd o. L'esercizio muscolare mvece aumenta i dtt~lurbl cardiaci. Le vene diste<oe contengono tanto sangue da far diminuire la pressione arter1oc::a e il rervPIIO é insufficientemente irrorato di sangue, donde la sonnolenza, la pro"traz10ne, ecc. Le stas1 nel ~istema delle vPna porl8 caJCiooa l' ineppelt>uza, la nauaea ed anche tl vomito. QuPsli <ll@turbi non possono dipendere dalla mancanza di ossigeno , ll<>tché la proroodilà delle respirazioni non ne è il rimedio: oltre a ciò i deLli sintomi non si ag~ravano in ra~1 on dJ-

Il) Oou. SAI.VATOu A1111.1.o. COnlribulo alta palogenul della porpora emo,... Pafllca Giornall mtd~eo del B. lheretlo e della R. Marina, luglio t80,.


93~

nmsn

r .. tt.u dalla dimtnuwme dell'ossigPuo. La diminuzionE' clell'emoglobtna, comprovaLa dal doltor Egli-Smclfur, non può e!" 4 ere la cau11a de1 disturbt p01chè CJUesLI aumentano o diminUiscono m un tempo in cui l emoglobina non può formar"' o ~.<compa rir co~<i rapidarnenl"'. Il dottor Kronecker dé infine le sepuenll ronclu«iom · il tnAI di monll'gn•t attacr& le òifferenu persone R •hffert>nti altezze. Al di Ili di 10,000 piedi (CirCII 3000 m .) prPntle •Juelli che si danno a forli esercrzt muscolari la mt>tles1ma ruantita d1 lavoru non produ<·e su lullt i mede Hnt pflett•. in Ol"lli ti più ptrcolo mov•meolo produce giu renomeui pericolosi. La grav1ta del mal di monlo~eoa varia colla monta~na, di r•'gola e!'so •' men fU'ave ~lll pil'chi isolnti. Le per~one iu buona salulf\ po11sono e'~pOr<~i ad un lrn<~porlo pas~100 s~>nza pericolo ati un'altezza di ctrCII 13,000 pted• (•·trra 4{)00 m.) ma se st dnnnu ad rsercizi muscolari po~«ono auJor soggetti a disturbi sp•acevoli t!d aneli.- allarmanti. R•guardo alle ferrovie ~uUe alte monlapoe ò bene avvet•lire i viaggiator·i, non ubilualt alle grancli allen.. , di non r~rmarsi ella !'llazione termm" più cii rlut1 o lre ore. Gli operai e l irnpie~ati non dehbono essere colA addetti qe prima non si é studiata la loro tendenza al rnal di montagna e se prime non st siano acclimatali

H. BeRvArrs - OaopeD& •pootaDea elD1laeDS& 4elle affeslont DUYOie 1111 Y&ll. - (Ctmiralbl. fù r die med. W iUL'n!Ch., N. 2fl, 189fi).

Dopo u11a ro qegne-,Lorico-crittca ulla malatt•u del Rayoaud il 8 ne comunica due casi la lUI ossenall Il primo J'lguarda un uomo tlt 36 anni il rruale, dopo la inOuenza, soffri di disturbi nei movimenti rlelle E'"lremilà inferio r i che dopi' circo un anno terminarono con la paralisi completa dei fles· sori dorsali dei piedi; poco tempo dopo si costi tu\ nn a cangrena simmetrica cit>t piedt che necessitò la loro amputazione. é'esame dei pezzi amputali dimostrò una neurite de,.reoer ativa d1 lut ti 1 ramt nervo~i e una endoarterile obliterante


'l!OlC.\

nelle arterie libiali ante1·im·e e po~le•·iur•e con trombo!"i. Lu neurile clegeneral1vn che prPr••deUe la C8ngrena Pra man•f~>­ atat.e dalla atrofia, paralisi. disturbi di sMsibllità, Abolizione dPi raft<'!•llJ leodìnei e 10 1spec1e del patellare, alleraz1011e della rea&tone eleUriC8, e dolornbìlitè alla pres~ione de1 net'\1 (n. peroueo superficiale, poplileo. cruralt-). ~el ~ecoudo e&!'O er·u gna tlonna di 49 anui, esim1a beona. la 1uule aveva una cnn· grena ._ìmmelrica deJie d1la ÙPÌ pit>di, Chè RIJO A!!ZÌODC fU J'iC000"C1Ula deriveule da una clel!811"'rauone <le• trCHJchi ner vo i e da endoarte•·itP e endo6ehil~> Per t.lecid~>re se nelle caog•·ena "1mmetr it-a "ono .. t ammalllll !•revaameute 1 nerv1 o i \'a,.i, il B. l''-egu l alcun• !lper tmenll su1 l'0111gh clae 1 arlicCtlarmcnte con'-I"Lev wo nel Laglio del nervo sciatico ed Altri ner•v1 EKII r g1u:llu ul re ultnln ehi" il cra mpo delle arterie favorisco ~~ la "mcopt• localt·. la ìl'chemin, l'asRssia, la rianosi e la furmozinnf' dello Ctlngrt>nll, ma che il faltore della alterazione va<~colare 10 ronsPRUell/1\ cl1 una lesion& nl'rvosa non ò finora obba<;LIIftzo conosciuto; trovò sempre dopo lu sezione del ner\'o scialico olteruzioue delle vene o delle arte1·ie pel ~cuTispondent& l1•rritorio, le pareti \&<~colnri erano nelln loro p>trte cenlrulc i~pt"«itP, n~lle periferiche atrofiche; OPi t'ASi ~ravi Ili formAno n poro • poco delle dilatAzioni aneur1smahrJH· La neurilP é la e&usa della endarter·•Le e cosi anche della caugt•ena, e<~~ provoca la proll rerozion" dei nuclei tlello tralo muscolare (uwd1a) e la prolirerazione dell'anHma, che rrequentement~ s t romp r Il B. combalte la idea cb P nei ca«i th Joffroy, Arhard, Outil e Lamy La neurtle sia stata d'orig1ne ''o«colaro, bcmché ... , possa nmmelterc che da t•na molnllia dei vasi pos::-a gene· rus i la neurlle. NeJI'alcoohsmo, nella lue, n~l ù1abelt>, nella nefr il&, nella lebbra, lo così detta eanf{rena spontanea deve a vere per ((lod.ameoto come cau«o pr1marut una malattia dei ner vi periferici. AuchP lo endarterite ohhlPrante d1 FriedlAnder che CO\Ti!l'pon t.le in gran parte n Ile os ervazioni dal B. dovl'ebbesi come la malattia del Raynaud r1porlaru ad una melaUia secondar i& dei vas1 (priDCipulrnenle proliferazione delle cellule muscolari e nuclei della med•o e poi dell'iolnn a) per effetto della neur1te. La prohferazione può


RJYIST.\

facilmente &!!sere cau~a di trombos1 e quind1 dJ restringimento de1 vasi; anche la contrazione delle arterie e delle vene può delerminare l'arres to deJla ctr colazione nei vas1 malati o r istrelti parlicolormonle ne1 loro piccoli rami.

BRA TN. - Laoeraslone q.ont&Dea dello •tomaoo. -

(B rtt.

Med. Jou rn., 2:) maggio l895). La rottura spontanea dello s tomaco occorre molto rllrameole : alcuni auto1·i la negano del lutto, ma il Taylor nella '3U8 Giuriaprud.erua medica ne riferisce parecchi ca si . li ùoll. Brayn ha avuto occasione di osser·varne u11o recente· mente. Una donna robusta e ben nutrita dell'Ptà dJ ann1 3i', dopo a ver pranzato vomitò un po' ùi sangne, perdò la co· sc1enza e mori in men di mezz'ora. EJla nel marzo scorso aveva avuto un attacco d'influ enza P. di quando in quando si lamentava di distur bi dispeptici: del t·eslo aveva sempre goduto di ollima salute. N~l giorno della sua mo•·te ella non si et'll di nulla lamenta&u · l'improvviso ma!o1·e cile la condusse alla tomba cominciO con vomtluriziooi e nausee; ma l'aver essa perd uta la coscienza rapidamente impcd\ di avere rnaggior1 informazioni s ulle sue soffereo.:e. L'autopsia fu eseguita 24 ore dopo la morte. Non esisteva no segui di vio· lenze esterne: il cuore, i j.!rossi vasi, la pleur•11, i polmoni erano normali. La cavi!.A addominale conteneva circa 10 ooca di sier o sanguioole nLo. Lo s tomaco es·a molto disteso e nella parete 11otersore, verso il cardia, esisteva una r ollu1•a lunga cit·ca 1/ 6 di pollice interessante Lutto lo spessor e della parl'te l'tessa : la rottura era diretta allo in basso e vet•so destra. La :av1La gastrica era rtp1ona dt sangue coagulato contenente a vanti di cibo mal maslicftlo La ruembran11 mucosa non presentava nulla d t paloloF(ico, esisteva solo un FO. di rossore come normalmente s1 noLa duraule la d1gestione. Le par eti dello stomaco erano ~pe..;se e robuste e non presentavano alcun segno di de~enc razion e o rammollimento. li dia· rramma ed i muscoli ùelle paret1 addominali et•ano robustissimi: g h altri organi del ventre fisiologici.


ODI CA

937

Secondo tl Brayn questa rotlur a avvenuta 10 modo !li rapido io persona sana. po~rebbe spiegarsi invocando l~> vtoleo~ conlratioDI dello s tomaco slesso ecci la.le da masse di cib1 non di~eriti e uccelerate da quelle del diarrarutoa e dei muscoli addominali, rob1.1 slissimi

atouohe ollD.loh• çertmeDtall IJUll'e••tor&oo. - (Ccntr afblatl ftlr C/u r ur gie, ~. 25).

PAOEl'IST e CRSR . -

Su qoesto argomento meritano d'essere discussi due principali que!!iLi ciou: t• vedere come nni'lce il sangue stra,·aeato e 20 delerminat·e i fenomeni infiammatOri irrilativi per pam della pleura. Dopo u11a rapida ra~segna degli autacbi studi che lrallauo appuulo del modo di comportarsi degli stravasi sanguigni uelle ca vità v•sceralì, egl i passa ad esporTO il rasultalo dei propri esper imenti. L'emotorace veune sperimentalmente provocato col trasportare direll.amenlt• il s angue dalla carotide :dell'animale nella cavità pleurìca. Dopo due or e si trova quasi tutto 11 sangue ancora allo sla lo liquido : dopo sei ore insieme a coaguli travasi un liquido sang uinoiAnto non coagulabJio; non sopravven gono reoomo>UÌ infiammatori. Oai suoi esperimenti e dall'os'ler vazlone clinica l'autore •enne alla conclusio11e chè la pleura possiede la racolta dr mantenere laquido il san!Sue stravasato aua logamenle allt~ pareti dei vasi. La formazione dei coaguh corrisponde al processo della lro111bosi (non al111 coagula7Jone) ed è provocata da cir costanze acei•leolali come contusione, laceraziouedella pleura ecc. Tuccando poi le questione dell'assorbimento, si può as- · l!enre che dopo una lino n due settimane al più lo sLra vaso è scomparso dalla ca vità loracica. Questo assorbimento è reso più difficile da tutte le aller·azioni della pleura. Una eventuale pleurite ha sempr e un'origane indipendenle Cbe non ha relazione coll'emotor·ace e non t• da allribuar.;;i ad Irritazione per parte del sangue s Lra vasato.


938

Rf\'1 T\

J COaJlUli Ch0 «1 '-00 olepo~itati uiJe pareti c:ubi'-CO 10 0<')l'tllter iOI'6 decòt'PO, delle modiflrazioni che sono analoghe alla cosi delta orgsnir.zazione det lrurnlll. Pagt>n<~leche r nou crede cbe In tanto temuta pl'•·<~qione negativa in consef:tuenza della evacuazione dello stravaso !'angUt~no sia poi mollo pericolo<~a, unpl'roccbé a "UO parP1·e lo pr~ssionf' intrapleurole dello strfl\'8'~0 non avrebbe per l'emostasia tul\a l' tmportanza che le <~i vorrebbe a'~Criv~re.

A. Sor.tt:tL. - 011 ••oe•d mu•oolarl nella febbre tltol4ea.

- (Jo"rr1 al de M~decine et de Chi ruraie, AIUgno 18!l5). Gli ascés.. , muscolari con"er.uti' i ~td una fPbbrP tifoidea, che posson~" sopraggiungere "POnlaneameole e toenza cbe c:t possano prevedere sono sovenl1 preC'eduli dA uno <~(Qrzo con dolore che ha prodotto una rottura Jl1uscolaro. È11si r1siedono ordinariamente nei grandi relli dell'addome: si osservano pure in seguito nei tricipiti crure11, po<!cia in di,·erst muscolt della co<~cta o dPJia gamba : talvolta l'ac:cec:so ocrupa var1 muscoli simultaneamenLe. Qualunque sia la loro sedP., pare che la causll risieda soprntutlo nell'allt>razione della flb1·a muscolare, n~lla "U8 r ottura, nell'emorragia muscolare a nell'invasione del focolaio dai microq~aniqmi. Tale era il cac;o nell'osservazione dell'autore raccolta nel riparto di Achnrd, ratto in cui I'I'<~Ame batteriologiCO è slotn praticato per la prima ''olta l'd ha permesso di con~tat&re Il bacillo di Oberth nel focolaio, associalo allo &t.afilococco bianco. Il quadro clinico di questa complicazione é ercesslvamente variabile. Or a l'ascesso si stabilisce con 1·umore, ora senza aver provato alcun ratto che abbia richiamato l'attenzioM del malato : ciò si osaervft nei casi di r.. bbre tifoidea a forma atassica o adinamica, e la ~co perta deUa raccolta é una <~orpre<~a: scoprendo 11 meùllo per ec:aminAre l'addome s1 troverà allori\ m un punto una sporgenza poco dolorosa per <>é 'ìlessa e che nou molesta il molato.


M.&DICA

939

A fianco di qu..-•ti essi che si $VOlgono senz.a sintomi, ve ne h!l un maggior numero che compare con rumore. Due !!e~tni segnalano lA loro venuta: il dolor•t> e la l umerazione, el qua li vengono ad a~giunj:rersì segni di minore importanza. Il dolore 9 ecce~sivameotn ucuto, brulalé nella <::nA comparsa; la sua intensità dimioui~ce rapi•lamenle per fol' posto ad un dolore più sordo, più sopporlal>ile, che ben prt>!o>.IO si riduce a d uno sensazione dr fastidio. E c~o coincide con uon sforzo qualsiasi, con un rnovitoenlo del malato per spostarsi, ed è al par'ossismo nel momento della sua comp11rsa. Nello file~~~~ tempo il malAto accusa lal· volta una sen!'aziouc di laceraziOne, e~li ha sPnlilo !'cricchiolare qualche CO"a r1uanJo si ~ mosso. Poscia dopo alcuni giorni C(lmpere una lumf:'fazione che st lim1te pro.~tr"~tsivamente. Quella che si pr•ocluce in corrispondenza del F(rande r·elto òf'll'addome è de~na di menzione, perché es~a à co<>tiLuìla da un Lumor'e ovala re col gt•nnùe M.se -verlical~ 1 Rllu&t& alq\1tmto all' infuo!'i della linea binnca, occupante tulta la rt>~ione ipog-aslr tca, quando la raccolta •\ doppia. Il dolore che durante alcuni ~sorni, due o tre al più, :aon ha e~istilo n s1 é calmalo per uon essere più che una molestia lollerahile, as~>ume allora nuovi cara lleri. Il mAlato avver te di tanto in tanto trafittura dolorose cha ritor•neno senza lr"gua e non lasciano più riposo. Queste traflLlure sono dovute alla suppurazione e reclamano un pronlo intervento. La prognosi 1> mollo var·iabile, secondo la resistenza del !>Og!!ello su cui compare l'a~>cesso, secondo il nurnero deglì II!;Ce"si e la loro localizza7.ione. Sarà riser vata nei casi di ascessi multipli, ed ancora ptis se nei casi di ascessi della Pl.lrete addo minale per esempio il medico non potesse intervenire a suo talento. In un caso di questo ~onere in ratli !>l può vedere l'ascesso a prirsi nel periloneo e determinare la morte. t!! quindi necessario apr ire l'aseesso al pilr presto possibile e netlare anUsetlicsmente il focolaio, il quale, Renza di ciò, potrebbe di,rentare la sorgente eli una nuova infezione.


9i0

Hl VISTA CHl HU HGICA

---

ZEmLeR . - Sul trattamento ueUioo 4elle nppurastonl. - (Centra lb. (. Clur., ~. 14, 1895).

La questione della disinfezione dPIIe ferite sembra attualmente r itornata in discussrone. Per le recenti (tlrite operatorie tale questione si può dir·e esaur·ila. Non s i tratta piu dr dismfettare: l'antisep"i è s tata soppianlala dalla a sep!<i. Ma le ferite infette devono esser~ dr!liofettale l Le ricerche sperimenlali di Schimmelbusch fanno g ià inLravedPra il valore di una disìnfezrone come a sai problematico. Reachel ed Hanel, in opposrzJone a Henle e Me~ ner, pervengono alle stesse conclusioni di Schimmelbusch; l'esperirnento adunque deporrebbe conll·o la dis infezione delle (erit~. Reichel in base alle sue ricer·che sperimentnl i !!Ugli animati conchiude che anche i pr ocessi fl emmonosi molto estesi si po:.sono domare con "Ufficrenli ~<paccature e coll'escisione Jel tessuto connettivo infiltralo di pu", 'Juindi una di· sinfe:r.rone della superficie della ferita sarebbe superflua. lnoHre Reichel ricorda che nel cot·so di quos~' ulLimi due anni in un g rande numero di proces!'lr supJ•urnlivr egli prosciugava semplicemente con garzn s terile la cavità ascessuale, che poi tampona,•a con garza all' iodoformio e r estò sempre ~;oddisfaLto der risultati di questo metodo. Un simile trallamento asettico delle suppurazioni non e nuovo. Qui la pratica, come avviene assai spesso, ha preceduto l'esperimento. Fmo J al 1888 Senger s• era già pronunciato contro l'impiego degli anlist-lltci nelle ferite suppuranti, e nell'anno 1889 Zerdler diftlse in un la voro il trattamento delle re r'ite s uppuranti :"euza mezzi an tisettici,


LIIVIST.\

CHIBURGIC~

941

Illustrando l'ergomenlo colle slorie di 100 osservazioni cliniche, e nel 18!>2 lo stesso autore riporto pit) centinaia di casi a comincwre cla lle semplici piaghe granulanti tlno ai ftemmoni selllci, lulli corali senza an lisetlaci. Si aggiunga che in molta manuali da charur~ia ora in u<~o si afferma e"eere superfl ua l'irrtgaz10ne da acido fentco e di sublimato nei processi 1\Uppurativi~ Teo•·eticamenle adunque Sl'mbra accettala l' idea, che non 8010 nelle fP rile asetticht>, ma anche nelle piaghe infette, l'ast>psa dt'bbn a\•ere la pref,.rPnza sull'anhf<~•psi. In pratica peru fJuesta doltrtntl non ~:~ancora generalmente diffusa. che anzi vi sono molti pratici che rì,.erbano l'asepsi per le Mm · plici ferite operatorie e ro•clamano come anda!!pensabale il tra ttamento antisettico per hl ferile suppurantt eJ in(elle. Percaò l'aulor·e tro,•a opportuno cii venire o <~ostener queflla dottrina coll'eiuto di un racco mal,.,riale da osservaziona cliniche. Egli lnstitul i pl'imi Rprrimeuti di LraLtamento asaLLic~ dPIIe pta~be inff'lle nell'anno 1888, e negli ultimi anni questo lraltemenlo acc~llalo come norma nel <~uo spedalt•. Per alluare questa terapia <~a procede Ol'llinariamenl~ nel !leguente modo: rl ct•mpo dell'operozione vi1•n pr.-paralo colle solite norme. Dut·anle e dopo i r alativ1 processi operativi la ferita é pro<~ciugata <~emphccmente con fl8r7.8 sterile. Per regola non si fanno irrigr,zioni. Se l'irrigazione g j crede neces"sr·ia, essa Ra pratica con soluzione cloruro-sodica t>ll'rilizzata (0,6 p. 100). In seguito la piaga vien tamponata lassarnenle ma accu1'11Lamenle con garza sLerile. Sopra il tampone si mette en~ora uno strato dì ~Z&rza . qumdi cotone Rterile oppure culòCini di torba, lignina. ecc. Quando sa cambia la medicazione la pPIIe circostante alla prega si purifica con etere o benzina e la ferita granulante ordinariamente si medica con garza sterile senza ira·igo-

ru

zionc. ~ella ma~f{ior parte dei ca<~i é sufficaente la medicazaone 8!1CÌUlla.

Per alcune piaghe (ogni chirurgo le conosce) è giè inchèala la medicazione umida. A questo scopo si inumidisce


IUYISIA

con ~o\uzione cloruro·sodica la gttrza ed ancl.te uno Sli'alo di o valle. Come l'autore ha potuto convincersi con una serie di sper imenti comparativi, n.,lle medicazioni umide l'efficacia é dovuta all'omJdita " non all'azione disinrettante; per lo meno egli non pote t•ilevare alcuna differenza d'az10ne nelle medicaztoni umtde di acido remco. di sublimalo e di cloruro sodico. Soltanto t>gli non pu6 d1sconoscere una azione spe· ciale all'acetato .J'nllumioa, azione che potrebbe liScrìwrsJ al potere astrin~ente d1 quell~;~ sostanza. Dall'acetato d'allumina sono ravorevolmt>nte moJjficale le p1aglle con profusa <~uppurazione e con ~ranulazioni Jus!<U· rep-giMli. All'incor~tro egli non ha mai rilav~to alcun effetto vant&A'gioso dal lamponamanto con gar:t.a ìoùoformizzata delltl piaA'he purulenle e setlir.he. L' iodoformio possiede una g"ranùe t-1 già ben nota importanza quale mezzo antitu.ber• coloso e antipult•ino. Ora noi abbiamo a fare raramente con dei vot·i proc,~asi putridi. L'aulol'e assicura di non aver mai veduto una decomposizione dei prodolll di una piaga raccolLi sul lampone di gl\1'7.8 sterilizzata, cosicchà la medicaziOne, almeno ne1 suoi slt•ah ìnier1ori, può eso~:~r lascialt~ in !'ilo ri1 ca (JUO gtorni, clw À quanto dire llno alla formazione di gl'anulazloni. Veramente la condizione per oltenere questo risullalo si é che il maLet·tale ~ia un buon HS~orbenle e che po~;;a effettuarsi una facile ovapora-z.ione della sua superficie. Per q11esto rnolivo •lovrebbero rtftutat'si in •1uesta medicasione lutl~ le materie impermeabili. SPnza disculet'C sui motivi che indussero l'autore ad a•iottare que:,t.a me~licazione, nella quale tanto per le ferite recenti comù pet• le pièghe ::111ppuranti non prende parte alcuna sostanza anltsetlica, el(li trova di dover notare soltanto ch6 nelle varie ricerche batteriologiche fatte su ferite suppuranti ìmmet.liat.ameute dopo la loro disinfezione gli accadde costantemenlf' di poter collivare batter i specifici dt pus. Né mui ho potuto constatare una vera azione battericida sul matet•iale da medicazione antisettico. Con questa meùlcazlono il decorso locale della ferita é piu


CJill\Ol:l!TlCA

favorevole e la granulazione Jlrocede in m odo più •·egolate. La condizione realmente effiCI.lce per il trattamento dei processi suppurativi ci è data dall"l g:enero1<e in~isionl e dal libero ~lo d~i materiali. La disinfezione ùeUe feriLe é non solo assolulamente superflua, ma può esset·e and1e dannosa.

I tumori malJgnl primitivi dell'oreoohJo medio. - (Journal de M~dceine el de Clarttr· (JÌI!, giugno 1895).

GKORI)ES !.\1ARCUAL. -

l tumori maligni dell'orecchio presnntano uu interesse pra-

llo:o, perché essi sono quasi sempre presi per carie tlel temporale o Jell'apolì~ mastoidea. Questi tumori che appartengono sia agli epit.eliomi, sia tJl sarcot.na. con tutte le loro val'ietà, si sviluppano negli organi giù malati ed il lot•o punto di parlen2a netlameute deLermiuato ò localizzato alla mucosa della cassa limpaoica od alle pareti di que~ta cassa. In alcuni soggell1 si notano, prima delln comparsa del tumor e, alcuni fenomeni mdicanti una scl«>rosi nell'inizio. Nei malati, al contrario, il cui orecchio è la sede di una suppurazioue antica, ed è il caso più frequenle, datauùo la ~uppurazion e talvolta fio dalla prima mrauztu, il neoplasma @i svol~e tacitamente sen2a richiamare l'aLLenztoue del medico. 11 primo sintomo di cui si lagna allora il malato, è il dolore che vtene paragonato a quello che produrrebbe un corpo estram•o molesto, dolore che si ra senliro con rrisi, più t> meno forti, più o meno lunghe, con remissìonj di alcuni giorni od anche dt alcune settimane~ ciò è dovuto al tumore maligno che si sviluppa ed invade le regioni vicine !'egnondo con un dolore ciascun pezzo di terreno guadaJlllato. Poscia, gli accidenti si a ggravano e cturanle uu periodo che può essere di sei ad otlo mesi, i l'enomeni sono quelli di un'oLìle media, notevole sopr~:~tuLlo per i doloJ'i pt>riodici che essa provoca.


RIVISTA

='lP! secondo periodo, il tumore invade le regioni vicine ed in primo luogo p;l•neralmente l'apofisi mas Lo1dea, comprimen•lo o inglobanl!o sul suo passa~gio il nerço fa cciale e producendo un sintomo eh$ non mllnea mai: la paralisifac· cia le con s liramento delle commessure e dei lineamenti dt>l viso verso il Ialo c:;ano. Questa paralisi deve r ichiamare l'attenzionP, perché. quantunque si possa osservarla in molti casi di oLite, in tuLLi i cast di tumori maliJ:n• della cassa, la pa1111i~t facciale t> accomragnata Ùa doJOrt VIOlenti COli irradiazioni verSO la tem• pia, l'orchio, la oucu, la ~>palla; 'it notano Rordii.S, roozii, otorrea spes,.o fetida e nel condotto si constata la presenza di bottoni carno~1. D1 più, la paralic:;r non si modtflca mar o si modifica soltanto rncomplelamente. PosctK a poco a poco, viene in,•ac:;o il temporale, P. interessato il pneumop;astrico, 11 !<npraggiungono la tosse, le nausee, i vomiti, i dolo r·i sempre più violenli, quindi, nell'ultimo period'-'· emorragie e !<Ovenh accidenti c+>r·ebrali. Ool punto dt vic:;ta della diagnosi, soltanto l'tlsame microscoptco delle fu n go~<i tà può, in un periodo poco avanzato della malattia, dare qualche cer tezza. Quando percio in un malato dell'etit di quaran tacinque annt cir ca ed a vente un'olile auLica o r ecente. si vedono Mpraggiungere nel corso della sua affe7.1one dolori vwlenlt, tenac, con esacer bazioni frt-quenll, o rerniflstoni di vari grorni, talvolla di alcune settimane; uno scolo fetido ed una produzione di bottoni carnosi, ulcerali alla loro AUper flcie, granulo~i, sanguinanti facilmente e riproducenti~• rapidamente dopo l'estirpazione, fa ù'uopo pensare alla posqJbile esistenza dt una neoplaqia ma li!fDa, !lopratutlo se ~i nota la comparsa di una paralisi racciah• e feoom~m di infiamma:l:iooe da partt• dell' opoflsi mastoid1•a o del temporale. Dopo l'esame delle fun (Zo!lità. le probabilità si ('Ambieranno in certezza. La pr ognosi det tumori mali~oi dell'or ecchio medio. a nche quando es~i. djagnoqticati fln dall'inizio, sono curali ed operati, é assolutamente fatale. 11 neoplasma, in fatti , ha una tale tendenza ad mvadere le regront vicine che é impo~sJ­ bile di fa rne un'es Lis•pazione tolale.


cnuwnctt:A

La tnolleotom1& 4'tu"gens& negll aool4enU grari 4ell'aaedelll&. -

GrmliAUX.

-

(A rrllicres métlicafes belqe.~,

l':iugno 1895). L'autore lta s\"ollo, in una tue:;•, quec:;Lo aCor tstno già bOslenuto dal pt·of. PooceL che: in una ane<~Lesia generale con morlo oppert>nl.. , la lt'8cheolomia può 1mporsi in un momt-nlo fliU o meno prossimo alla scomparsa della respiraztonP. de• bn1til1 dPI cuore: t•<~«a ù llllll risor..;a di pr imo ordi ne. dello qual~ il chirurgo tlcvt· tener coul<.~ ed allu C[Uale e,:tli rlevt' sempr e sa pe1· r icorr•ere, t[Uantlo g-li ollr ì mezzi htulno fullilo. lìerbaux uon ctla, ò vt>ro, t'he lt't> osc:;ervo:~:ìoni, ma havvene una parlic( lorm ule mterc!"'ante m·lla 1uale ti malato ru richiamato a v1ta piu eli uu'ora dopo uno s l.ato di mor te &J.I('arenle complet.a. Questa operazioue riesco meglio e ptù lurdi dt<p-li aJLr1 proceRsi, e, dalle osservazioni pubblicate, ne deriva essere 111 tuttj i cac:;i permesso di conchiudere che non si deve abbau· donare Wl ttogg:"Uo nneste ... iato ed m l!'<talo di morte appu· ren L~ che tlopo di 11\·er r•co r -o a •111e~ta operazione, sus ... oguita dalle manovrl' prolunE-rale d··llo re<~pirat:ione artificialo o ·lall'inc:;ufOeztone, se cio rosc:;e nece'lo;;ario . Questa operazione radllta l'e ntra lA dt•ll'Arin nelle vie respiratorie infer ior i: ec:;.,a pet·mette il suo Jlt!Sseggio, re~o difficile, talvolta impo~"ibile. per il tra#tlll() relallvarnente luogo delle vie respiratorie superiori, pitt o meno ingombre di muco!Oità, u.l a nrlle per la relraz.ione delh1 lingue, per la c:o ~ tr1zicme cl elle 'llac:;celle ec:., che rendono l' orifìcto gloltico piu •> meno impermeabile. H probabile anche che , oltre a questa azione meccanica, la tracheolomia deùba, in certi cast tli sincope primaria o seCòudariÒ, dovuta all'agente aoestes1co, pt•ovocar e per irr•ta· z1o1u· lracheale un rifies..o respiro torio; punln di partenza e" n "lesc:;o del riflec:;<;o cardiaco che ra ces•are la ~mco1 e. Questo meccanismo sarebbe del lulLo analogo a quello l!econdo il quale agisce il pr ocedimento della lingua . Queste conclnsiom 1 elativamente all'indicazione rormslG ur gente della h'oclteotomia a un da lo momento di anestesia

r.o


IHYIHA

complicata, posMno anche epplicar$i a tuUe le a~Ji<:q\e, qualunque ne e:ia la causa, u certi :.lati di morte apJarente coll'oleUrJzzaZJone, con l'avvelenamento dovuto a vapor1 tos· sici ecc. Per allra parta, cosi pral1cala, ques ta operazJnue deve esser e wnsiderata come innocua. Es_<:a é pralJcala m falli sulle v1e r~ptralo rJO san~ , a l' anesll!sllll.o uno volla ricluamalo alla vila; ln c.,nnnla può essere più o meuo ra· piùamente tolta, poiché non esiste alcun ostacolo per manente da parte dell'albero r espiratorio.

B. THROWBRIOGE. Oura ohirurgtoa delle emorrotdt. - (The Boston :~1edtcal and Srcrgrcal .Tournal, tuaggio 1~5).

E. H

Lo slalo emo1•r oidario è Ca \'OrJto dalla strullura delle parli, e t.lalla disposltione delle arte rie, e delle vene che sou prive ù1 valvole e tor tuose; dullt• con tinue contraziOni e daJ conlinu1 rilasciAmenti degl'inlrigall muscoli clell'ano. Le emorroidi ester·n1• possono eqsere formate da una pi~a cutanea irritata, mfiammnta ed ipertrofizzata, o da un tumo· rello sanguigno rJ<:ull.anto dalla rottura dJ un vaso; ti Hrumo si orgamzza e d1veula fibroso, 1 tessuti soltomucosi e sol· toculuuo•i s'iperLrofizzano, e ne uascP un tumore dE>ll'orillcio anelo. Le emorroidi interni! consic;lono in vene eù arterie lorluo..e e dJiatate, cow·rlc di al'lsudato ori~iualosi dul tessuto sollomucoso o sottocutaneo. Sono masse molli e spoogios e, grandi o pit'cole che facilmente SIJno irr:tatP, inflom· male t!d ulcerate. Le g randi mas!<e fan protrusJone dallo s6nter e dtH'ante la deft~ca~ione 1 i vasi sanguig ni st dislondonn e facilmente s i lacerano, e a1l ogni defecazione l'infermo può p••rder tanta quanlita di sangue da clivenir debole e.l anemico in breve tempo. Lu diagnosi dellu condizione emorroidaria può essere falla con la semplice ispezione, ma non bisogna mai omettere la esplorazione col mignolo che basta a raggiungere le emorroidi a qualunque altezza esse siano.


CBIRURt.lCA

9..7

Le emnrroidt esterne .::j uffl!rr &ntJ c" • una !JÌOZa a denti.

e unz.a molle trazione, si recidono culle forbici o megho col bu~lurl . ~e ris ult.a una iscia ~uperlict~'. rhe coverla d t vat~ellin a , 111lii d'una polvere fu lla da Ilei parti d• iodoformt o e du~ J.'acido borico, alla quale si Mvrop pone garza s lerillzzeL!! tenuta in sito da un bendt~g!(ÌO a T, cicatrizza facil m ento. o ·corru però spesso che per una cosltpnzinne ventrale il pleASO delle vene emot•roidat•ie .. i dilall lemporaneamentP, e 818 premuto ,Jalla costrizione dello "-tlnlere che s'irrtta per la condtztone J i varicosita, allora, per ti calore e la secchezza del \'ttlo lo sflnlere entra Hl rnr lo contralione. ed m qu<'~lo Cllt!('l lc inieziont d'acqua fredda e qualche unltone calmante eollevnnn le sofferenze ùel pulienlc In quanto alla cura del!,. emorro•di interne, sono slalP ftnorn u11ate le iniezioni d'acido renico e l(licerina, lo schiac~iamonlo, ìl caustico, l'ecraseur di ChaAeaignac, l'escissione, lo A\r&n,:.tolom11nlo per ligatur a, mn l'ouLore propone il metodo s~>guenle che egli ha m~alo per tru anni. Preparato il ttior no innanzi il paziente con un purganl.& salino, N! al maltioo dell'or •rnzionP con un copioso eolerochflme , ùele~a la parte e ra!':t t peli, tlilatalo con rotoza lo eflnl6re Clln le oitla durante la cumpleta anesta~ia, si presenta al di fuori la mt~ssa emorroiùa1 ia for mata ili stngoli noduli ehe veugon pres1 uno per u no, e !'1\t'elL• tla una pinza a lorflioue, von~o n recisi rasent11 la mucuRa, 111 liuea loogitudlnale all'intes lino e mai oùliquumonto ,, trasver·salmento. lndt col t.armo cauterio al calo r rosso sì toccano le sup~>l'flcib eruPultl, fi1Whé cessano di da t· sangue. l.e deAir iri cbe cosi si formano aì dllllor ni del l" ano come l'agJ~i •l'una ruota, se pr oducono qualrhe r~lrazione, quesl8 sar~t uniforme " disseminata a lla ctrconferenza, e non continui!, o.l irr..golare. LH mPdicaLura si farà con "8~t'llìna e polvere di iodotorrnin ed a cido borico, con un tampone nf'l reLlo e con un bendttgl(io. Parngonamlo questo metodo egli olt1·i usati finora, l'aulot·s s.>~li<-n o che le illiezioni d'acido fen ico !:10no inefficaci e pa-


RI \'ISL\

ril'olose di pt>rit.onil••, di embolismo e dr piemia; che lo schiaccramenlo e le cau'lllcazioni lascrano il pericolo della sepsi, r.he l'ecra•u•ur c quello clw più foetlmente protiUCt! emor·ragie, che ltt le~alura pro•luce durante il tempo che coJ"re fra l'operazione e lo caduta de' lacci dolore rnsopportal>ile. ritenzione d'urina, penol<e d~>ft>cazioni. Il meLoJo propo~to da \\'hilehesd di e<><'i•lere quella parte dr muco~a che compr ,..nde l't!morr oide i• dt diflìcile alluazioru-, è SOJ.!{Z:etto a tediose emorragre, P d a rt>lra1.ioni 1lttlla muro" o. L'applrcaLiOntl mvece di un clamp e del cauterio, fact!lla l'opet•azione, evitn l'em•H't'agia, é asettica p~r l'el"carn che protPgga la ft!rila, non P: ..e~uila da molto dolore n~ 1la r lenzione d'urrna, ,, <>eguita da pronta guari~rione e da breve cnnvoleE~cenza.

lopra una nuova maniera 41 oura delle otltl. - HAMON oa FouoEROY. - (A rchices médicales belges, giugno 1805).

L'autor·e é convinto che in molti eas• di suppuraziont> cr·onicu drlla cassn del timpano, questa suppurazione ò rnuut.,nut.a tla unu a~eps• incompleta, imputabile al medtco c Mprolullo all'mfezione tli cw rl malato é l'agente tncoscienle. Allo scllpO di prevenirla, l'autore ba imma(linalo e me !>O in pratica il tamponamento metodico del condot10 uditivo o•!llerno con la ~arza al iodoformìo. Questo procedimento con'iist~' nel laf(liore una striscia di garza di tre a qualtro qP•'~«orr, dJ tre cenllm••t ri di lunghezza sopra un centimetro tlr Jargbo>zza , a porre una delle sue e~tremila vicino P·~r quanto più è possibile alla membrana del timpano e,J a tar.tponare lutto il condotto fino al 'IUO orifl<'io esterno ~:~Pnza pcrc'l eserrilare pr~>ssione tt·oppo for te. In seguito a que!'!la medicazione le suppuraziom della ca~Fa non complicale guet•i.,cono presto con poche medirature. N1•i ct1s1 complicati, dopo le operazioni necessarie, si ottiene il medesimo risultato. Infine questo pr oced.ilnento è opplical!ile


(..HlRURt.lCA

a tutti gh allr1 casi di malattie dell'orecchio in CUI l' aseps1

è dl rifo{ore. L'auloro ritiene che la ga1•za al wdoformio. situata uel nel condnlto uditivo esterno, non !<pOrgente all'infuori non avlluppi alc un odore disaggratle,•ole. De l rPslo. ~gli hn sperimentato le altre gar-ze ed arnmellf' cbe gh <~lessi r l'mltali possono e,ser e ollenuh usando le garze al sublimato, all'acido !olalicilico, ecc.

B. Jllllto della ooxlte tuberooloaa nella oura oonaervattva. - ButtNs. - (.-irch. fùr l.lin.. Chir. r Ccntralb. fcir die m~l. Wissemtc!t., N. 2-2, tstJ5). Il Burn'i pe1· poter conoscere piu esalla n~o • ult• l'e~ilo finale della cox.ite tubercolosa ha riseonll' a to il rnaterìole nc(·u-

mulalo nella e linica di Tu binga da quaranta nnn1, non solo

quello de1 malo L1 curali della c lmir a, ma di •(uelli pure viSitati nello nmbulatorio, per p1·ender e cvsi in cons1de raziouo t1l i cust Rravi che leggeri. Erano 111 tuLlo oltre GOO maluli, de1 quah, p1u d1 200 pote e!;amina1·e succel"SI \'&men te, e tli multi aiLI'Ì potè avere notizia per via di r•elA!.iOnl, In molli casi la diagno:::i di coxite luberet !osa non er~t da len t>r o~i per s1cura, alcunt erano casi non Kiè tli f!Ueqta malallia, ma dt defor mità del collo del remo rl' (coxa vara) prO<Iotte-.i nella tenera ela pel peso del corpo, e.J altri era no eo~it 1 in segUito a osteoroielitc. Rrmane vano per la cox.1l~ lubercolo~a solu 3HO ca"'i, del IJUali 6!) furono lralta h con la resezionu ,. 3'21 con la cuN! con~>e rvatlva. l A prognost d1 quPqti ultimi t> r iassunta dal Rurns m una ~e 1·1e di propo 81· ZI(IIIÌ:

1° La coxite tubercolosa colpisce IJU8 SI eo..clu .. tvamente i due pr1rni decenni d1 vita ; 11 terzo partecipa con t; p. 100 appena tlel numero lolale; 2o La coxilP Lu he rcoloqa in dei casi procede senza manifeqta suppurazinnt•, me ntre in '/, ~i ro1·mano ascessi, o fistole purulente; 3• La coxite tuber· colosa cor• la c ura conservativa è guarila 111 5!) l'· 100 de

'1.


!li>O ca~• tn tn~Yiia dopo

RIVISlA

i- anni. 4" L'e~>tlo fatale in iO p. 100 llt•r

ca~i avviene ot·t.linar•amenle per la tubercolo"i d• altra orgnni

( polmont, m~nin~e) O·l anche per tubercolosi rruliare ~erw­ rale, e w•lln forrna fungosa pur·ulenla anche per des.renera ziono amiloidca, per e~urimenlo, e per "elltcemia. La tnorlu succede in me.lia dopo tre anni dt malattia, 5° In alcum inOut~ce Rulln prognosi il soprAV\'enire o il ccs"are d..)la ~11pfHU'8Lione n elia foa·mo non ;:uppuranl~ guari-<cono ii ; nelh1 funi(O"t\ l'uppuratoria "Olo ~2 p. ltll. la "UppurH7.tnrt~ e~grA vll la progno.., del doppio. fi• Ha inoltre moltn i an po r· lnrtzu l'eta ol~• meluti; col cr~scere di questa la progno"' pe~..:i m. Il prinh' .teeennio ha 6:1 ~uartgioni. ti secontlo Sii, il t~r/.ù e.l il (Ut\l'lO ~8 t' il ({UIIIl•l e il ~!IlO 0 p. 100, Spf'ctaltnoolt• le ror11le fungo"(' !11ll'lli81lle dettero riOPO i( Vt•ll· tesimo auuo Mio p<wht!:!-;tme guuri;.riont: 7o I ~uartli th ro~· '<ile lubercolo~u in parlo• morirono ~ucce:-;sìvamente p<·r· lttbt-rt•olll~i di 11lll'i or·goui. Nel pr·imo decennio moria·ono per ttsi tl p. 100, nel secondn 9 p. 100, dal venlf:lsirno al quaronle"trno an••o i p. 100 Jet guurili lot·almenle. In cotnple~sn i l'Ì"Ullnli tlnalt furono, contro l'Mpellnli"a, fil vorevoll, l•enc.:IH\ iu '11 dei ca&i, riman ..sse anclùlolsr incnmpl~lll e in 1 • cornpl~ta, e m pari lf•ropo qua~i sempre tipiche contrntture. Erano oli impP.Iimenlo all'andatura regola r e la po~i1ione 811!-'0ia•·e t l'accot•ciemento ùcll'at•to cho fu di 1·2, ecct'tionulmentc fUII'!te ilt 3 1'111., elle il Burns all rrbuiqcf' prm··tpaluwnle ulln m~tztou", poiché es~o riguar·Ja anclw il piede e la gulllba. Ne l'a ·cvrdamento grave rl Burn-, r rede rhe qpelllQO Ai lt•nlta .."e nou da accorciamento lubercolo"o ma O'lteomteliti ·o. l.n posiztuno t·levata del trocanler e e ... iste\'A in circtt '/ 1 ·Ici r:ast pr.nr.ipalmenle per sposLamPolo deiJ'ecelabulo, piu I'AI'amenle pet• lulllsozione !<ponlanea, ru mcJta era ,Ji i ,.m., alcunt• volle nnche •li piil. M nlleplice e vartn fu nel rur~n dei fJitarant' ~tnni a cui ,.i riferi<~ce la pr..-.enl•• us ervat.iune la specie di cura (nspeltettva con'lor·vat avu, spf'dlics, posta in opera Sulla cura iodofoa·nuCQ non !li hanno sufficie11lt esper·renze. Sull' e~ilo ùellc reseziont non sa può esl!llAmente giudicare perché ' '•


CHIIIUilf.IC.o\ del C8"1 mori

fl5 1

per la c:uppurazione, e 1/ , per lubercolo!li di

altri organi o per tuhe•·colo~l gPnerale. Mancano ~ta li~tiche recenti sulle r ese1.iom ec:eguite secondo i principi motlern1 e con la nuova tecnica.

lluleati out&nel preal d& animali. - (Brit . .\feti. J il llrll., :?5 IDRfC!!IO 1895).

M tL tt.<; -

Il ~lll eli lta leLlo una memoria l'lU •tw·~lo n•·~omenlo nella tedutlt ,jpJ 15 mOA'~in della socielu lllc.t•co-èlururgico tli Edìuhur~o. E1-!ll hA tinto la prererenza nPIIe "Ue ricerche ai Cfthl, " l ha trovato d1e le r·am! danno i r•~nltall '"""o od· di rll<'611li. La superficie clell'ulctra f'IIP .tu,·u 11!-I~O~J:{('ltltr"i n •tn• !<lo metodo 111 cura dev'Ps~ere A<;Blllt'u e l il f11ll1Pill1' sleSM 111 buona !>Uiule. Nella ID81f!tior pflrlO dei r•ORi t'gh però l'innesta sulle ~ranula1.ioni 1'1le~foiC. L'o.nimule fu ucci!lo e r t~ t~o paralitico. l lionchi e l' addomH fu1·ono accut·atum••nte rasi e lnvalt ro11 c:olul.tOuc nntic:r llir11 a <~e JW a s , •o l'larLihO piCC<lli pani, i ptù U:I'Ol-''-1 Ilei IJUah rni.,.uruvano pnlhci lj X l. Colla r·ule ~~ 8"porlò llltdt•• il conuetlivo sotlot·ut.anen. Gli tnne""li furono po.. ti l'unn a Mnt.alto dt>ll'allr•\ me•li<'ali rol !<Oiìlo protetlJvo e ron ~Arzn all'•otloforlllìo. Ln pt•itna muoliC8lU1'8 d8\'P ftlrsi i2 Ol'l• "' )111 e l'Oli m(llt.a fleulnLeua in ~e~uil.o ..i m~>dica n:.cnt 2\ n \8 uri'. Il ~hle"' notò parecclu accirlenli 1') #-!811J.!renn ioll inue.,.lo dO\ uta nd rntempe«ll\·e mPoitcalure o ati emorra!.:"iA dt.' le gra•aUlliZIOni: qualche volta "' no l" una gangr.•na apparente, ll•algra olu la qualt> la cute crebbe hPnu, 2o) rorrumdone di f>li!tlo )lt' ; :l' ) dislt·nzinnP dell'innesto operaln duliP J(rnnuiA· ziuni -.te!'"e. Ad ovvia•·e a que!'tto mcon,tlll!CIIle egli impiuj:l'fl li Ml ft~to di rame, rna ..enza alcun beni'Octo 11 dovelle rh·rwrt!re al rucchiaio tn.utiente. LI! '~l luazinne dell'ulcera da ripara r «> hu moltA iunuenza ull'u.. dell'inne<~lo cosi quelle dt>l torac•· " dt.!ll'ncldolllB d11nno 1 l'isu!latt meno sndclisfacenli ,, ctò a causa tl~>i rn••VIIltllltli c·oo Lin ui Cui SO l tO !-ìOggelle I'Jlll!lle pOI'LI. fn IO r;I:ISÌ rit'cwili tlal Mi les, si ebbero 4 succes~i. 1- mezzi t-UCl'CSHi o

,tr,


.. , 9·>-

RI\'IST\

2 complelt inRuc~·~sRi. Sulla cute wuc<~Lata ,.corupal·v~ro i pl'li ed ti pigmento. N ella stessa sedulutl do ll. J oseph BeLI informò che su parecchi pratico alcuni mne~li culaoei '\urvendosi di wpohni bìanchr. l pezzi di cute ltllli a quegli animali erano della grundezza d'uno moneta di 20 Cflnle. imi e tra l'uno e l'altro ~i la::~ciò llll certo intervallo: ~~li non uqn raschiare lo granulazioni pri111a dell'inn'-'sto. Fece oso ant>ho di spugne c con buom r i"'Uilati Il doll A. G. Mille•· credi! che 1 ri'!ullali degli inne::.ti cuLanPi ~i possano riaR~umere cosi : t•) cogli inncsll "' ha forma•done di cicatrtce e non :<là di vera culù perché non vi eRtslono glandole suJor1pare, sebacee e peh, :!") qua. lunque wat.eriale si adoperi sì l1a Mmpre un •!U&lciH' vantagECio. La cute é il mié{liore d1 lutti ma la spu~m1 e ~nch" buona. La morle dell'innesto arreca anche vanlnggio, pr•rch·· ho sempre luogo In diminuzione dell'estensione cl1~ ll'ulcere, 3") l'iuueslo della spugua o spl•cialmeute utile pc•· lu protlu· zion~ di granulazroru ~~~ superfiCie ruvtde, glnbr e, 4') 1 cani ~w,·ani "<000 srLJ nnimali più appt·opriall. Il dotL W. C. ColhCllrl invo-·a la sempliOco?.ione del metodo ds T biersch: non stima nece"sarso raschiare la s:tranulazioni. Domanda perché non Ili usano i pu.··~ol 1 uwiali. Il dolL A. James vort·ebbe ch" SI racessero det prepat'8li microscopici de• punti guariti all'uuli!<>lo. Jl dnlL Miles ric;ponde che a nes.,uno vl!rrebbu iu mente eli suscitare un nuovf) processo ulcerativo di pttrti che l'li sou guarile con lanll Mleoti1 como rocilmente occndrebbe se se ne volessero rare preparati microscopici. L'tmp1e~o eli piccoli maiali importerebbe Corlc "pesa. St.~N. - Ohlrnrgl• •ddomlnale aul oampo eU battasU•

(CeAtralblatl (t'r r/u ruryie, N. 2:!, 189:J)

Senn sLabHisce il compil() dellu moderna chit·urgia ~ul campo di battaglia coi seguo1cli p• ecetli: to di rendere la fer1La dall' illfeziolle; 2o tl'alt.arnenlo conM r·vaUvo delle IORiOnt per armo da fuoco delle t!!lll'emità;


CHIRURGJCA

3- immediato lrattameoto cllit•urgtco delle lesioni dellè cavità viscerall. Tra quesle ultime sono appunto le lesioni del ventre fJuelt e rli cui il Senn a· interessa rna~giormeute. Avendo a rare con queste fer ile il chirurgo •leve soddisrnre a dur indicazioni, cioè, «?mO~l8<~ta e trattamento immediato e.t alL1vo ùelle ferite visc~>rall; od entt•ambi queste indicazioni giw~tifi cano la laparolomia, In quale ùnve essere eseguila imme,Jia.Lamenle se non SI vuoi vedere insorgere il pt·ocosso !!ellico. Il lro.. porlrJ dj quec;U\ calegor ia d1 fet·ili deve e~!<Cl'e dei più delicati e riguardo 1, perc1ò non di ra ro si dovra pO!!!Iibilmenle, pr•r tali Cerili, compiere con la stessa barella l' iull•ro traspot'l() dal posto dt tnedicaz1one "Ìno all'ospodnle Nt!lte ~ra't't emorragie si porrù subito in opera l'autoll'nsru~ti•me. L'opernzione JeUa laparot•,mia non può essere e"e,~ruiln che da un chirurgo tnnlln abile, che Qi qia a Juu~o e~e1·ciLatosopra animali e C'ada veri. Pe1·cin pt·csso ogni gros~o rirar·lo di lruppa dov.-ebbe t1·oversi uno di rruesti chil·ul·~hi. l no!Lt·e la tenda d't>peraztOnP tll cui c1 dovremo servire pe1· que>sla operozionA ~arà prov,•edula di unn stura mobile per eler·ilinare glt qlrument1 ed u pparecchi Il p~r risCllldare l'atnbien lt>. S icC'orue 11 Se•1n in lee quar·tl dei suoi esperimenti Augl1 arumali ed ìn un Lerzo del!t~ <~ue os.,ervazìoui di ferite penelrnnll ad·lominali sul vivenll' non ha trovata alcuna le-lione Ulle~linale, C•'"' egli falla a-.trazione deU' tn·lieazrooe !Iella l11 parotomia tntlicala da emo1·1·a~ia dei g1·andi orgaui adtlurniuali, crdJa necessario ch11, pr ima di p1·ot:eder·e al Laglio d•11le pareti adtlominali, si veriflchi se esiste ferita dell'intrJ"tlno Spèclalmenle st:' il fli"Oit•ttile è peneLJ·alo nel cor·po direllarnenle dall'avanti nlrirultelro al di "Opra dell'umbel11cO, lo ~tornaco e grmtestinr riman~-tono talvolta illesi, ciò rhe 8~!4BI difficilmente avviene ~~ il proietlHtJ penetrò obliquatuente oppure Lrasversalmentf' ùn un lato atrallro. Se H foro d'entrala sta al dr sotto rlell'umbellico avremo a rare con num t:"ro~e lesiom intestinali Allo scopo dt diagnosticare con C••rlezzs leSlflnl intestinali, S~llll tnroa a rOCCOtlllifldare il 1>\10 nnlo sperimento dell' insufllaz1one gaso sa, e raccomanda di rarlo non solo immedialamenLv clopo iniziato la narcosi e p1•irna


Rl \'hTA

di aprirt> la cavità od.lominalo. ma on.:he dopo ctne.:;l' ullirna operazion~ per facilitare la sroperl8 olt>lle "'"gole ferile lllLe<llinali e p1·ocedel'f' l;tubilo alli~ l01·o chiusn1'F1. A f}Ue<~lu processo e~li aouelle lo "pcc.ale vanta;r~io •lì a·endere su-

perflua unn estest1 a pertura .to1 ventre cd impossibile che ferila intestinale.

~ru~f<a all'operatore la rn:t piccola

L 'lnola.lone 4el perloardto nella pe rioardtte purlllenta. - (Cetlfral'-'lalf (iir ellir11rgie, ~. !H, 18!l5).

ElSELBP.RC. -

Dopo un -.uccinlo studio !llOI'ico !lulla pararenle!!l ed incil 1 • ricarll•o I'Rutnru riport., un CA!io d1 l""sla opcraziOilt•, tratLo dAllfl sua clinÌI'a e <'hl' nwrila oli esl'Cl'C rirerilo. La re lativa !llnria clinica é abha~tanza mteresoaule fl'atla v!l<~i da un giovane• ope1·aio eh lì R nn i, il C)U&Ic nell'ollùbre l"~l:i ttVe\'R r1p<~rlalo una fer11a d1 roltello alht reg•ou del cuore. La ferila anùò a guar1g10ne e 1' Individuo era rilorualo al lavoro. Ma un 1111~se dopo gli "'' <lVJiuppò uno 1wricRid•te che l'obbligù o rwnverare nello ost•edale nel gonnaio 18!H. - La rerCU"SiOrll', falla nel OII'ZZtl dul pello rendeva noo figura trian gola r e rh olLusità il cui limite ùeRtrn •·orrispondt•va al margrne slPrnale de~lru, a "'Ìill~tra • 1ue~Lo ltmit~;S scorre va dal punlo più elevalo tlell'allacco -.ternate dl'llu ~"'couùo costa obllquaml·nlè "'rno a du• drla oll'inruori della mu111rnellu ~~~~i~lra. l toni del cuore non ~i pel'CO('Ì\'OIIò, :11811cavano ì •·umori ùì sfre~amunto; \i Pra rebbre. Al 20 gennruo ,..j fecu pu11t10ne d~l ['Oricar.tro ud 8"pìI'Flzione di uu lllro di liquido siero puruleoto Il lre quarti fu piantato rasent.t> el mar~nP dello <~lf'rno m•! quarto !1pnzio ioLerco«lale. \l 2 e U febb raio -.j dovette r!pelet·e l'operazione per l'!'sers1 riprodollo l'e:Ssudato pel'icardico "' fu rono .. vacuati 900 a 1000 grammi di pus. SlC(;(lWO 11 miglioramento non durò o luogo e In rac,·olla purulenla ben prPslo "i er·u ripro,Jolla G i'orurnalatl) de!'adeva f\ \'ISlR d'occhio, l'autore, Che in qUe"IO fl'8 lleli1IJCI l:lVI'V8 ec,.ollo l'infermo nella sua ,·Jinica, ~~ decise di a prire larg'a~ll)ne t.1


CrtiBORI:iCA

955

mente iJ pericar•dlo S<ltlo nf!rco~i (colla m istura cloroformica di Billrolh). A l.ale ~copo fu denudala e r isecala la quarta cartilagine,cost.ulo sinistra, a quiudi venne ape rtP il pet•lcat•dio mediante una incisione trasve~at..! lunga ollt·P quattro cen· tlmetri con che si estrassero dal sacco pet·icarrllco iuqpe.-sllo a!rlncir<'a ùue lilr'i dt lifJui,Jo pur·ulent.o misto a coaguli 6brinosi. S1 e~eguirono 1av11Cri con !.'Oiuziou~ lepidi\ d'ncado c.slirllico; il margille libe ro della fOI'It8 del perica rtf iO fu fìSS8l0 e so"reso nUa muscolatura con du~> punli e quinrli furono collocali due tubi a dr•euaggio 11ella Mvité . Nrt pr ìmi otto giorni VÌ ru abbondante SPI'r61.Ì0rl6 pUt'Ul811!8 CltO Si J'Olb SOlO W8Jltenere in certi limili iniellando 11ella cavità l 'em ulswne lodoformica di Billroth (60 grammi ol giorno). Al l 7° gior no tlopo l'operazione i tubi a tll·enaggio, che gio r nulmente veni· ,·auo ac~:o1·ciaLi, l'ut·ono Cinalm1•nte l'imo~si. Da quallr•o se~· limana la fer·ila era cicall'IZzata e il ptiztenle la~eiò l'nspedele ,!!UOrito o.l i5 gior no dopo l'opcra7.iono. L e r Jcer·cù"' butl••rioln,!!lchc dttl pu~ tlieùt>r o a riconoscere coltur"e dt-1 bacler111m ro li comune. L't~ul01'•3 propende ad ammetlt>re in ques to cac;o una infe7.ione emalogeua quale cau~a della pericardile.

Un nuovo metodo dt aneateata generale. - (Centra.lblatt..fii,r Chirury .. N . Lfi. H<H5.

Ro::.EM ilERG -

Rosemberg ha oa1·coLizzalo dei co nigli uel laboralOl'io tlì Ltebreiclt Lenendo conl('l della presc;ione sangUtgna nella ca rotide esterna e contemr)t)ranenmen'r dt> lla eut·va r·espirutnr ia. Nel m ome nto m cui il na rcc1liefl (clor·of<Wmio, etere) ll ~isce, si manifesta no forli oscillazioni di pl'e~s•one sanguigna e,l u•re~olarità nell'azione cardiaca. LA re~piraz1nne s'a ,·resla !lllr tren ta Sf'condi e piit. l duo feno m eni non hanno recipruca dipendenza; solta nto la chiusura della ll'achea pJ•oduce una dimiuu.Glona della pressione sangui.ttna. ma nes~una ia·regolerità; all'inconLro

que1Sle irregolad tli dell'azione card iacu si manift!slano, onche


9Zj(}

RIVISTA CDI RURGIC.\

senza uarcos1, m seguito ad irritazione del naso. Se il n&l'cotìco è inalalo aura ''arso la canula tracheale il cuor e e la respirazione non sono punlo disturbati. L'insurnaz1one della ml!cosa nasale con va pori d1 cloroformio racendo respit·are a ria pura atLraverso la canula provoca le osctllazioni suac-

cennaLe colla sl.t•ssa faciliLA come se la narcosi si facesse attraverso il na,..o, cocalllizzanJo la mucosa nasale questi fenomeni riflessi si sopprimono, ma la cocaina abbassa l' irrtlabilltè dei nervi depressori del vago sol lanLo a g rauJi tlosi. Adunque i fenomeni in questione dipendono c.Ia riflessi della mucosa na:>aiP. l risultati aiTatlo opposti ottenuti da Ilare e T horn ton sono spiegati dall'aulol'e osservando che assi fecet·o i toro sperimenti coll'applicazione ùel clorol'orrnio liquido il quale pa· ralizza sollecilamenle le 8!$LremiLA d~1 nervi. l medesimi fenomeni quali si vec.lono dopo la prima applrcazione, sr manifestarono a'i ognt !'>UccesE<iva isldlaziooe, me la gr avita dei distul'bi dipeoJe daUa quantità avenlualmenle inslillat.a. Uel resto la cocaina c.leve abbassare la sensrbilllli dell'animale all'azione delle dosi morlalt di cloroformiu. L'autore praticò sull'uomo circa 50 narcosi con applicazione ù1 coctUIItt al naso. Egli si alliene alle coulele generalrneule adottale, quindi applica la cocama collo spray a tuUe o due le narici, in po· sizioue di retta, (circa 0,02 di una soltrzione al IO p. 100, dopo tre minuti ancora 0,01 in ogni nal'ice (dA il clororormio a goccia e in par•i L>'mpo r1<>conLra 111 un modo non interrotto la respirazion~:~. Egh ra osser·vare il faLlo che 1l clororormio a do"i medionri paralizza sempr& dappt•ima la respirazioue e posciu il cuor·e. Fa lLa la nar cosi egli ammiH1~5lra ancora MI modo sudùello O.OL ùi soluzione cocain1ca ad ogni cavila nasale e con ciò rest~:~no drmiuuili gli altri spiacevoli acct· denti della narcosi clorofor·mica. L'autore mette in dubbio Il valore dimosLralivo delle stesse clinicl1e sull'effeLto mortale successivo del ciOI'ofor mio, rna crede t(UesLo effetto verissimo per· quanto rigua rda l'etere. Pt"rciò eg:i a quest'ultimo preferiSCA il cloroformio.


957

RIVISTA DI OCOLISTICA

--·-

GRA !'!OCl.ÉMBNT. - Sul miglior modo eU oura dell' ernia bll'trlde. - (Recueil d'Ophtalrnologie, N 5, 1895). La prima idea che si presenta mllur·almenle lo presenza di una ernia de-ll'tride o di pt•en.Jere una pinzetta a un paio di for bici ed escidet·la . È cio elle si fa ~eneralmenLe; spesso rie~ce, ma non sempre lnfattt quaudo l'et·nia é \'Oluminosa. la sua escisionè lascia nel gu,;cio oculare una larga ferila aperla per più giorni alla infezione; et! in vero talora si vede svolgersi una otlalmia grove e flnanclre una p!.llloftahnile. Cosi pl'r evi~re queslr a c;ces!.'i e questi pericoli, molti oculi"U hanno consigliato di CAuterizzare 'luesto tumore erniario invece ùi esciderlo, e ili cauterizzarlo o con~la pietra ihfernale (e questo è mal l'aUo) o~pìulloslo col galvano o termocauterio per r idurlo progt·essi\'amente e a poco a poco. Il questo uu buon metodo a condizione che lòt abbia riguardo di perforare l'invtJuppo cistico su prù punlt col farro rosso pl'r vuotar·e il suo coutenuLo; iu questo modo il tumore si ebbasseré e permelterà la formazione d'una etcatrice piana e resistente. Il dott. Grandclément pr•opone un rnelodo anche migliore, l'be riesce allo stesso resullalo, più sicuL't'\ln ente, mollo più ì·apidamente e senza apparecchio slrumentale-slraordìnario: basta dì fendere questo tumore da p&l'le a parl.t' e nel suo maggior diametro con un colteUo ùi Graefe. Ecco ciò che allora accade: il licruido racchiuso in questa sacca più o meno cistica scola al di fuori e il tumore si avvalla complet.amenle. Invece di una larga apertura si ottiene una semplice fessura i cui ma1·gini addossati oUurano l'occhio quasi erneticamente, poi, alcuni gior ni dopo si vede la pia stra nerasLra che ha pr eso il poslo del lumot·e cuoprirsi di un tessuto ceUuJo-


Ili\ l'dA

fibroso che si avanza ra piclamente dalla perifer ia. Al centro ti tumore s1 lrova cosl sut•t•ogalo Ja una cicatr·ice piana e resistente. l n qur•'ltO w odo il malato guaris~a rapidutnPnte e 8enza dolore, P al copet'll) d'ogm infezione, dapprima dalla infezione immetliala, dappoiché non vt ba ferita aper ta .topo questa incisione, a por da ogni inrezrouù lontana, rnquantochè il tes>~ulo trtdeo va a lroverqi in a''Venire complelamPule separato tlal!'aria e da r ltrtuidi circostanti da rtueslo t~ssut.o di cicaLrtcO che si chiudt; l'll.pidamente, dflvanti a lui.

Ro rH. -

81111' utlgmatlamo. - (DPvtsche llf!liliirar:tl.,

Zeilscltr ::\. 3, 1895).

Alla societil medico- militare berlinese ti gene•·ale m..-dico Roth tenni" una irnporlanle conferenza flui vizi di rifra.lione, eù o p t•opo!'ilo clell'ssligmalismo accennò ad un mezzo di misurazione a cut egli annette molto valore. Egli dimostra dapprima la gt'lwde importauza dell' a«ligmaltsmo per l'eser·~•lo, e ne slab•ltsce la frequenza prima in base alla o;tali.,.tica medico-militare, la rruale ci ra cono cere cho il 3 p. LOO dt!gll uommi sono asligmst•ci tli due diotlrte ed anche più, e poi in seguito a proprie accu•·ate rrcercbe insllluile sopra 356 studenti dell' lslilulo Federico Gu~lielmo Di questi 3~>(j studenti furono lrO\'f•ti 21 otf<1tli eia astigmatismo monoculare e 14 Ja asl1gmatismo bilaterale. Tra 100 studenti 3 avevano bisogno eli lenll c•lind!'iche. P er la diagnosi dPI J'a ~l•gmal•~mo il doll. Roth •"segna un grande valore alla ispezione col cheratoscop1o d1 Placido in tulli i cosi in cui vi è •·itluzione del potere visivo. Egli poi ha fallo vedere un ollalmo--copio di Plncido modHlcato in modo che vi s1 può Imprimer e una curva e questa curva si può farla aumentare tanto finché l' immagine elilltca r•~ultanlP. vie o e riflessa cl all'ore bio a slisrmatico con forma rotonda; ed allora dal J{rado della curvn del disco qj può valuLat·e il grado detraottlgmatismo. Inoltre egli dimostr ò come la figura eliLUco si possn rendet•e circolarto coll'apposiziouc di leole ciliodrit.a dinanzi all'occhio. Iu tal


DI OCULISTICA

caso l'astigmatismo é di un grado doppio di quello della lante cilindrica. Egh non approva la m1 uraz1ooe dell' astigmatismo colla fessura stenopeica e coli~ note figure a stella. Raccomanda invece d1 attenersi alle lenti. Adoperando questo mezzo non ei dovrebbe soltanto attenersi alltl lente cìlindrlca, ma alt~::~r­ nal'e le prova con lenti sfer iche combinate alle cilindriche.

RIVISTA DELLE MALATIIE VENEREE EDELLA PELLE

L'ltterhla a-uve nel periodo aeooudarto della a1Allde. - A. GALLOT. - (Juurnql de M~decine et de Chirr, rgie, luglio 1~95). L'illerizia nel perioJo s~condar10 delle sifilide è un renomeno molto freq11enta e quasi sempre allora non presenLa gravezza. In cet'li casi però questo rr•nomeno prende un a~p· llo difT~renle e si al'sisle allora a luLla la sintomatologut dell'ilLPrizia grave. t'itleritia g rave de'l periodo secondario della sifllide presenta, a prima giunLa, gli ste-;~i curalleri delle itlerizie grav1 sintomatiche delle malattie infettive e, al pari di esse, e con· sociata a sintomi generali. Nell'evolutione della malatlìa si possono distinguere in generale tre periodi. Un periodo di prodromi di duraLa indeLer minaLa. Il p~rio .io itlerico aJ I(U&Ie appartengono le e morragie, l'elevazione della lemperutura e l'indebolimento progressivo. Il periodo ner voso o losllicoemico, caratterizzalo dall'abba!!lomeolo della tomperalut•a e dal collasso.


960

RIVISTA

L'inizio della malattia è generalmente insidioso. I malati presentano dapprima sintomi gastro-intestinali senza febbre . Talvolta questo slato gastrico è consociato a s tanchezza intensa con dolori articolari violenti e molto molesti. La sua evoluzione ulteriore presenta in seguito tutte le varietà che si possono riscontrare nell'itterizia grave in generale. Però essa assume assai spesso una rorma intermediaria tra l'itterizia acuta e la cronica. La sua dursta è soventi inferiore a venti giomi; si è visto in alcuni casi durare tre mesi. Non è possibile stabilire regole sulla data della sua comparsa. Alcune volte infatti coincide con l'inizio della roseola, vale a dire compare mollo presto dopo il cominciamento dell'infezione e si accompagna a disturbi digestivi intensi. Altre volte, al cont1·ario, è molto tardiva; si presenta nel momento in cui le placche mucose non sono più visibili; du1·a molto tempo ed il malato non presenta a1cun fenomeno gastro· intestinale. La prognosi é molto grave, perchè il tl'atlamenlo non ha &lcuna azione nè sui sintomi, nè sul decorso delle lesioni. Sarebbe inlere!3sante conosoere con esallezze le condizioni. che determinano la produzione dell'itterizia gt•ave nei silìli· tici, perchè accade assai spesso che dette condizioni non sieoo conosciute. Però l'esame degli antecedenti dei malati permette in certi casi di riconoscere come cause predispo · uenti, l'alcoolismo, la litiasi biliare, i disturbi gastro-intestinali che agiscono secondariamente sulla ghiandola epalica.

CoLOMBINI.- Lo stato della. milza nella. til1llide aoqataita..

-

(Atti della R. accademia dei Filliocritici di Siena.

supplemento al fascicolo X del vol. VI 1895}. L'autore si propose i quesiti: essendo la sifilide una malattia infetti va, esiste in essa il tumore di milza 1 e come si comporta il tumore di milza nei varii stadi della sifilide 1 ambedue i quesiti hanno impol'Lanza diagnostica, prognoslica e terapeulica di mollo valore. Mentre infatti il tumore d1 milza è notevole in molte ma·


DELLE MAI.ATTlE VEN&SEE E DELLA. PELLE

961

JaUie infettive, quali sono la febbre malarica e la mi!ia1'e i mentre in altre, oltre all'esser notevole, si accompagna qual:' i costan temente a tumefazioni di g landole linfafiche, (qui si ricordano la frlbbre tifoidea, la scarlattina , il vajolo, la poltno· nite, la dissenteria, i p rocessi settici e p iemici, il carbonchio, la morva, la rà bbia, la lebbra, e, più importante di tutte, la tubercolosi), mentre infine in un let·w g r uppo di malattie infettive il tumore di milza nou solo e~iste, ma perfino precede e;.pesso la compar sa delle for·me locali, e perciò può eri· gersi a criterio presunti vo di precoce diagnosi, come nella diflei•ile. nel morbillo, nel vajolo e scar lattina, nell' tlreslpela, nella meningile cerebro- spinale, ò naturale che si debba indagare se e con qUfde frerruenza nella sifilide acquisila, malattia infettiva pur· es!c"a, st produ ~-a il tumore sple:lico, ed inte~venga uno dei piu importanti elementi associaLi, che nascono in parentela mollo strette alJe malattie infetti ve. La questione, secondo l'autore, è ancora subjuclice, sebbene su tale argomento non manchino stud i mollo importanti, e fr a questi a notarsi (]Uelli del Queirolo e ùel Bianchi io Italia . Il primo avrebbe riscontrato il tumore splenico in 15 su 19 casi di sifilide osser vati, concludendo che e:;:so si svolge con norme pressochè costanti e s i conserva colle manifestazioni secondarie, con crueste o poco tempo innanzi si ma· nifesta, con queste si dilegua completamanle, restando solo inq1,1alche caso un leggerissimo ingrandimento. li Bianchi A. sarebbe entrato io maggiori dettagli, concludendo che l'aumento dell'area splenica as iste in tutte le in fez ioni sifiliticbe, crescendo dall'epoca del l'ulcer o infettante e rag-giungendo il massimo nel secondo periodo, e persistendo anche nel periodo terzia rio per ridursi colla scomparsa delle manifestazioni di questo periodo. Messe in r·iHevo le dlsct·epanze fra i due illustri osservatori, fra le quali la più saliente concerne l'epoca in cui il tulllore di milza scompar e, l'A. espone il ris ultato delle sue o!!servazioru fatte su 79 sifllilici nei vari periodi, pr•imario, secondario, terziario ed intermedi. Tenne per base le norme e misure semeiotiche del viscere indicate dal Gultman, secondo il quale la milza no rmale, decorrente in senso obliquo 61


9G2

RJVJ STA

e parallelo alla direzione delle coste e coperta della 9•, 1oa, 11' ha, in corrispondenza a queste, un diametro obliquo trasver~o dalla linea. soapolar e media a quella ascellare poster iOre o poco inna nzi di questa ; nonché un ùiametro verticale dal margine ~uperio1·e della 9• a quello inferior e della 11•. 11 diametr o trasverso, rilevabile cliniCAmente, è nella milza fisiologica ùi 7-8 cm.; quello verticale eia 5-6 . ed et·a nel'essario pr·ecisare questi dati semiologici tenuti in vista dal· l'autor•e, pei·chè, come ogaun sa. nel misurare l'area splenica non sempre si segue quel metodismo rigoroso, che può metter<1 in evu.lenza aumenti leggeri, quali si osse1·vano appunto uella sifilide, iu cui l'organo mai raggiunge un voluru ... mollo forte, e raramenle può el'ser palpata ull'innanzi. Ciò poc;lo, i risultati dell'A. sono che, nel corso della sifilide acquisila, il tumore di milza A costante. Esso di regola, rispelta il primo periodo dell'ulcero isolato, ma non lar~a ad Hpparire, precedendo puro le manifestazioni cutanee e glandolori; e in coincidenza a r1uesle raggiunge il massimo. Dileguandosi ogni forma estt~riore, la milza, iu un lempo pm o meno lungo, riprende il suo volume normale, e lo conserva dua·ante le fasi più tardive del periodo secoudario e nel pP· riodo terziario. ~elle misurazioni del Colombini, gli aumcnlì del diametro verticale sono quasi lrascurabili, poichè mai quesLo eccede i 6 1/ 1 cm.; salvo che in un sol caso raggiunge i 7, mentre il d.iameLro traverso mos tra le maggiori escursioni fino ai 16 1/ 1 con questa singolat·ill) che solo in lr ò cnsi per viene all'ascellare unlerior~; in un caso solo l'oltr epao;sa; e si può dedurre che la iperplasia della milza nella si!ilide non mostra \endenze ad et<lrinsecaa·si all'innanzi ed in senso verticale. Occor re qutnd• ricercurla, seguendo la direzione delle costole ed anelando verso la. colonna verlebr1ùe. l n che modo il lumore spiP.nico nella si.filiùe concorra a po1·rla fra le malattie infeltivP è inutile il ùire ; cosi pure come esso possa nei singoli casi esser utilizr,alo a criterio ditferonziale in molte fot•me cutancr e mucose di natura discussa. Ma la scompat-sa della spleuo· megalia nella sifilide terziaria, dalo che s ia accertala ancora meglio io ayve11ire,


9G3

DELLE '!l\LATTIF. VF.NKREE 8 OKLI \ 11 1!l.I.K

eome poli esser "ubordinAlll al r.onc.,tlo cht\ or a qi ha rlelle malattie infeltive 1 l n tulle le malatt1e mft>Uave il tu mori:' di m1lza è di l'lSse Itri o com pa g 10 nell'intero tiPcorso, ed é l'ultirno a scomparart' percht\ m•lla s1lllìde lR mil7.a SI reinte5:ra, mentre IR mRiaLLao fqndomentAie volge al periodo piu nefasto del suo cklico Alldamento? Conslaltamo inlnnlo i ratti molto rag1marM\'oli se):tnela t' dal Colombini, racendo voti rhe fii continuino g li fiLudì su tale argomPnto, allargandosi il caropo .Ielle o<~~ervazioni t~ulle silìlidi terzaa1·ie, ù fra queste ~u quelle viscerah in ispecie e '~U quelle del fegato iu pr 1ma lmea : poiché da tali studi dov ranno llnr1vare illlpor tanli t!eduz1oni dulia lìslopatolullia dtllla miJ;w, che, come opportunatamentP l'A. rammeuta, Galano ch1amava oryanon. mi!!lerii plenum.

gn.. L!O RUN. -

llleUtt utlllt1obe. -(A f'thice.'l ,'yfédic,les Belges,

magg10

l~

51

La comunlcaZIOlle é importante pl•rché, oltr e a riepilogare con molta e!lalleua le cogniz1oni attuali sullt• m1ehti siftltll che, cou ...ider ate in rapporto alla unatomia paloloEtìca e<l alla cliruca, conferma con un esernpw, abbn<~tanza eloquenLA, •Jila nto ..iann Cr81fuenti h· <tillltda lerz1arie precoc1 ùel si~ten'la nervoso. Nel nostro gto1·nate abb1atao comunicalo Leluno dl questi cacti : Ptl l> nellA pra tica ordinarra de! medico mili\8 N osset·vare fntti nervo«1. r ifet'iblli alln -.lflli,Je, nei p1'1mi pt>rio Ji dulia lo e: cosi In lo• conge"'tiooi labirinllche, le paralisi delle alte coazioni ciel ra cctaiP; cos1 le conv•1lsioni epiletliformt , ~li aLtncchi di a popiP~"Ia, eri altri sintomi di qjft. lide cerebrale, co<~ l molli fenomeni delle "intidt> spina lP Nel ca<~o del Lehrun <~1 tratta di un giovane soldnto b(>)~, un uomo d1 CO'<IIluzion•• robuc;lJc:,.lma, dn poco enlra lo nel serv1zio, che, cont ralto l' ulcero !lifìli lico, dopo 15 g1or·ni prN•enta i fenomPni con ..ecuti\'1 !>8Condar u (adeniti inguinali, r o.,eola, placche muco"e alla retrobocca , PCC.) e, quas1 contemporanoi a 'lliA"'Li, in!:lor~ono dolori lomhat•t molto vivi


964

RIHSTA.

che aumentano progressivamenle d'intensità, e pz·endono specialmente di notte una acuzie desolante. Dopo tre mesi, malgrado lu cura, lo stato l: immut.alo, quando all'improvviso l'individuo nel salire una scala cade inerte ed m"ano si adopera per rialzarsi dal suolo. Era sopravvenuta la paralisi complela flaccida della gamba sini!!tra, con p~rùita della sensibiliLa; leggero Qllestesia. e pares i della gamba 1lestra; immuni gli arLt superiori e la faccia; non turba la la coscienza; iucontiuenza d i urio e e ùi feci; lP rachialgle notturne si mantenevano, accompagnale da paresteste, ed irradianLisi ai tronchi lombo-!'acralt. La lneuingornielite ct·ouica lombare, non sistematica, bilutcz·ale e prevalente a destra e1'8 in tal modo evidente, che, grazie al lralt.ameoto istituito (frizioni mercuraali, alte tlosi di ioduro pota~sico, cauteri7.zer.ionJ profonde, ecc.) migliorò ma con molta lentezza. Sromparsi i dolori, e i disturbi Vt!ScicaJi l' retteli, dopo 17 mesi persisteva la paraplegia, cl1e si risolse mercé varii mesl tli cura allo s tt~bilimen to balneare d'O:;Lenda. La t•r<;oluzione però non ru che transitoria; poiche dopo bre ...e lempo riap parvero i dolor•i notturni, cefalici, cervicali e lombari; e ben pr~sto si constatò uua pRralisi completa emiplegica degli ar·ti di destra, r estando immune il Ialo sinistro, all'mfuori d'una leggera par·esi della gamba, residuatasi Corse dal primo allacco. Anche questa volte soprag!taunser·o rane· stesie, i dislurbt del retto e della ''escica; e nell'ulteriore decorso Jolla malattia la para !t si di,·enne spaslica (esagerazione dei riflessi, clono del piede). Alla meningo-mieliLe cronica, emillrtet·aiA, non sistematica. et·ano succedute le ddgenerazioni del midollo. L'autore enUJJ1era cmque vaJ•ielà ùi le!!ioni aoalomiche di znieliti siftlitichc. Tiene il primo posto l'arterite sijllitica (l•) con occlusioni lronlbotiche, dalle qua li possono origìnarsi focolui di rammollimettlo (2"). L'infiltrazione paa•vìc••llulare, mielìte embrionale (3"1, inizianùosi nttorno i ''asi della pia madr e tappezza la faccia interna di questa e la superficie esterna del midollo; ed, organizzaudosi a focolai cir·coscrJtti gelatinosi, produce le gomme (4"1, ovvero, tra~rormandosi in lessulo connettivo ed in nevroglia iperplasLica, sosliluisce


Oll.Lt. )l U..\TTIB \&V!RU Il DILLA I'&LU

!J6'j

la sostanza nu1•vo.. a cbe si tli~tt·ugge; da cui le RcleroBt (5•) Ma. 110 l'analmno palologo Lron1 nelle le~mnt <~1fìliliche tlel ml•lolln il ncce<~sflrio per in d t vitlualizzarne la natura spet·itlca, non uguale beneficio ha il chnico, a cui spesso fanno dlfatlD 1 falli raralle ri ~tiei delle ùiaqno<~i. La !<iodrome !Wariala del! ... mnlallie midolhu·i ù1 naLur·a c;1filittca é subor.hOIIIa pPr irtler•>Alla u1olteplwità delle formaztonl aualomiche, e tlelle loro ubtcn1.iont, ed ,-. ri~otoro~amenle po!'lsibile una clins:no,i di :tede, 111 'JU&nlo ~lte la le"u:lne ceu~rall~ ~i p1·orell11 alla pet·1reria per• rnezzo •l•• i di..tu r!Ji fnnzionaJi, novuli 1\llfl definitiva "'N>mr Ar"a t•d Alla temporanea inallivtlà fi i zqne tt~I'VO'IO; mn non e s•·mJH'u cerla lo dtagnosi di g1·aùu, tl rneuo aucor•a •ruella di nnlurn. Cost l•• rnu~lili c;iflliliche pO!'t"'Ollll. '(UOntu Alla sede, colpire tuUe le r~>~tont del m1.!ollo, e o.~ar·e miellll lw.lbo-eerrteczli, ceroic~alt, tli.JrStJlt. lomùt'tri. que~le 1tllimo ùa dl"-llnguer.<:i in lombari supcriorr e lombari cnferiori; quanto all'inlonsilà 6"'"t•rc aculis~ltue, at·u~e. subrwule u Cl'uniclto; e le croruch1• ori;..nnarsi o \111 una produzJoue IICUlo et! andu.! lumulluaria, ovvero in"or~ere lcnlamenle e con pru;:re~­ EI\'8 dttfUSIOOO; ma Il l' la '-l'de ne l' mten,.ilit •Ielle malattie cn ... lilui~wn o l'alli Cliratlt!l't'-lid dulia natura specifica. A fN· vore ùt •1uost.a pfll•ò, concorrono spe~"O fnUt <11 probab1lilu, dtù rentlono nwlt1• \'Oile accetU.bile la dia!!nosi della rniellle ltJ•·ti<'a, e questi ratti sono. l" l'an12mne.i1 posti t ca (rnccnnlD. '-h~ma te). :2' le alate nuttnr ne. cht~ nel caso segn11lalo dall'autoru prr.r.edettero di olcuni mel'i In forrnazioua dt'lttuatlro spuutico; 3° le irrettola.rit4 nel dt•corso. i migliot•amenti che st niWr'lano bru"•·ameu\e c lllo rtca lute. ~· t a pr,•tlile~wne che lA ~lflll•le ha per tlnudollo lombare; ;)o la facilita COfll:l I'(U&Il• ri«parmia la "0'-lanza ~rtgia, a cui non si pr·opn~-ta che multo 1.t1rdiv~tmentP: rrutndi la compurl.'S molto tard"·a lleiiP l''~CA re, ec~'ettuuli i rari ca ~i acuti<~!'limi: quindi il predomuur> dt>i renomem motori i {rleho!Azze, pnrè"'-i e paruli,t) :mi Ct>uomenì tr-~Oc•, 1 quals ,.., ver1l1caur) rnol to tardivi k"rare, atrnfle nPt mu~rnlì •lell'Pminenza te·

uor,,, ecc.):

..


966

8lVJST\ DELLE MAJ..\TTIB V&NKREE K DELL.\ PKLL3

fi' il criterw tet'apt.utico .. «ul conto d1 •yueslo occorre tlOLar•e che la sHllido <~pmale è mollo refrattaria alla cura per cJuanl.o r ll'taro..a e razionaln1enle istiluHa. P erciol' inefllcac1a di questa, praticut.a per uu certo tt1mpo, non deve es.. ere urf{Omento per reApin,:(el'e la diagnosi e per cambiare l'mclrriZZO ternpeulico, mentre inveo:~ r insistere neJfl, cut•tt "'1'•'ciftca, collo necefl..ariu precauzioni e colle volute interruzioni. può condurrt> a buon por·lo. L'epo<'a nella ctuale SI verificano prit rrequPntemente le mi~:~llh sitllilicha, '~Ono 1 pl'llni rp18tll·o enna da che "i cc)nlr8'-"e l' inCez.1ono; rua molle volte 1:11 possono sv1luppare anche prima; e, come ncll'esempto !'ihtto, 11 primo perioclo u~lle man,rcstnzicmr secondtll'ie potrebbe uon esserne r1spat'm1ale. 1n q ne'Ilo perindo merita d un'Tu" seria altenz.1one l'insor~-tel'e di ra<"ltiAl~ie lombari nollut•ne, e~s,..ndo •tuesta la for·ma più frequ ente colla ctuale si manifestano i prndromi delle silllide sp111ale. T ra l~: cau~:~e che preùlf'pongono a questa, si in voca no gli ordinari mornonli ùebililanli, gli eccessi venerei, l~ fatiche mu~colat·r, il surmenage ner,oso. l'alcooltsmo. t'autore però "i <~otloscrive all'opinione del Fom•nit!r e di allr1 sifllogt•an molto compelenlr, cht" cioè la propal'azione della 'liftlide al midollo '~pinale, ed agli altr1 organi nervosi, •· racililalA da untt in•mrtlr1enza della cura ist1tuila nel prtmo tempo. E noi ag,riungiamo cbe in f!~>nere la cura della srtl!JelP e troppo routinière, tenenri•>si iu YISIR soltanto le manift> lezioni sl:!condarle, os 1a ~• contmua tlno a che que"'te esrslono; s'a bbandona a ppena que le scompaiono e mollo spesso si dimentica, che anche !ienz.a manifestazioni s~>cond arie in allo, l'tnfezione puo sulldolamenle avvier~i allo slad1o terziario, alCtn~Saputa dello 11ie1JIIO injermo Occot·re perciò che la •!Ura, oltr~ all'essel't' r iJCorosa ed e'~aurit!ole al pr incipio, sia ripetuta a periodi regolar i, per ~empio, d'un anno, anche quando non ne apparJSC8 il btsogno: e ciò per uo tempo softlcientemente luogo flno a che non si abbia la certezza a ssoluta che la lue completamente '"i spense. yn.


RIVISTA Dl TERAPEUTlCA MoLl.rt.l\~>. -

-

U•o e.terno della pllooarplna nelle netrlti.

(Hr it. M ed. Journ., 25 maJ{gio. l !fiJn .\feci .• B npr ilo

tfi'JS). Mnlhère preconizza ru!'O tlelln unzìone Ji pìlocar pina nelle varw forme del morbo ili Br ighl. Questo modo d1 !'ommlntatrure la pilocarpina fu la prunn voiUI cou~>igohata 111'1 1882 tlel Ù•lll. Dnuiele Mollière, f1·atello di lui, nelle affezioni Aurirolat·l. l!:$rli credeva di provocnro in r1uosta gui<~a um1 diaforesi locale con una dose m inimo di nlcalo1da senza gl'inconvenienti che molle volte sP~llnno alle iniezioni ipoùermiche (colln~'IO ecc.). Nei casi di malattia el i Rrighl il mocltJR upe~antlt lo 1l seguente: r.on circa 100 arum1111 d'uua poma lu vasehnlctl di nilralo 'di pìlocarpiou all' t p. 1000 od &lll·he l p. 2000 'li fanno uozioni sulla cult• del ll•ouco, il •tuale \'HHie 111 "CilUilo avvilup palo in uno ~peg"o strato di cotone e di tela rerRlft : il tutto e manlt>nuto in s1Lo meùiAni.P (n<~ce. Oueeta corazzo può lasciarsi prr parecchie ore od anche fluo all'indomani quando le un1.100I debbono r1nnovarsi. Nai (·a~i ord111arl essa si ripete\'& quolid1e11anwute per lo ~pazio •h 111-llJ f\iorni. ~Jolliére ottenne ri!'IUilalì mollo sodd•sfarenll anche 111 I}UtH cas1 in cui Il l••elt&mt~nto urd10a r10 non 8V6V8 prodotto alcun mi~lio ra mento. ~ e i C881 acuti la minAcciata ur~m ia è ~congiurata e la d1spnea i· m rgliorat& : <>i ha proru~a •hafores1 e salivezione, aumento dell'urina, diminuzione dell'Al bumina e ra pida l<COmpar-'!n dell'ana-.arca. La ~-tuar •­ KIOne i> pronta e completa. Nei ca :oi cromci, il MoiJi,.re ha <'ostatt.tlo come con questo metodo si otl1ene a lleviameulo dei Sinto mi e prolungamento della vita più che con •lual"iasi ullro. G. G.


lllVIS1 ,\

Contributo allo •tudlo •ull'azlone terape utioa del auooo teatioolare dt Brown-Sequard In alcune forme di alienazione ment&le. - (A tr t della R. Accademia rlei fls_iocritici in Siena. Fascicolo 3', 189:,).

FuxAJOLI. -

tentativi, che ora si rauno per inkoùurrl' nella Lerapill i liquidt or~anici, si basano sul principio che i \'&ri orgam possedeudo gli elementi neces~;arti alla loro vita eù alla loro ('unzioue, tent!ono a radere ed a rare assimilare rtuesli eiPmf'nli agli organi omonimi m cui taluui processt morLo!-i abhiar10 alteralo la costituzione fisiologica, N!lnLE>Krendo in e<>.si la salute e l'eoerrria. Quindi la cura con l-. sostanza della glanùula Liro id o nP.IIa cachN;!"t8 strumipt•iva; quindi il liquidu o c;ucco lestico!art', cer ebraiP., J"enale. pancrealico trovarono i loro sperimenlalort 6d ebbero segnale le loro indicazioni ~ull'uorno. Ft·a questi il liquido leslicolare avrebbe le ma~:t· f(iori applicazioni, percbè es:>o non solo può resltLuire ad iniegrurn i t!iretLi funzionali d11~li organi sessual•, ma corrisponde a lutti i casi in cui si debba rialzar e la fot·za e la rnsis lenza dall'orgar~ismo. Trovorebbe perciò il suo posto nelle mala~tie dt cuore. anemie, rebbt·e dei Li::;ici1 lremfli'J, paraplegte, emipl egte occ e sar ebbe un dinatrH>geno, che estende mollo in largo la sua benefica azione. Lo "'Lesso suo in\'entMe, il Bc·O\vn-Sr\quarù. aqserl che esso rende minori ancora 1 òarmt rlella vecchiuta, sentendosi egli ringiovanire di :?0 Anni, aumentale le rorze di r esistenza al lavoro. più facile il lavoro mentule accre:;ciule le forze mu"'colari. dopo l' initnione nel suo ltquido. Comunqo•> s ia, entralo ti t·imedio sotto l'e!.ttda d'un uome illnslre, fu preM in considerazìo11e Più. clte gli altri, i ft·elloialrl r-iposet·o in esso le loro sperf\llze: cosi ti Marro e Rivano avrebbero ottenuto rJualche buon risultato nelle condizioni inlelle ttuali dei lot•o maltJli solloposli alla cut·a !'6quarùiana. MR, _siccome aiLrt frenologhì vennero a conclusioni conlrar-ie, l'A. volle pr()vare il liquido dì Bro\\ n-Séquar1l su alcuni malati atfelli da lipemania coo stupore e sopr a un giovane epileUrco.


DI l f.l\APIL'TICA

A priori, in questi 1nfermi l'aumento dellA dinamoge111a dei centri ntH·vosi é la pri mR indicazwne da soddit;fa re, e tanto più facile ad es!lere ottenuh1 in 'luanlo eh~ 1 hpemunaaci con stupore s-mo «u cettibih dJ ~uarJ!:tioue. E perché neJ C8'10 d'in~uccesso, questo DOli fos«C atlrlbtlllO ttll8 imperfetta prepar·azione ùel li!Jltido, l'A "'" ne procacciti tlireltarnent.e dal labor atorio tli Brow n-S•·•1uarJ, (rue de Bet•ry, a Parigi) e d1 esso fece U"O pe1· inwz10ni soltocutenc•• al braccio. Il ri.,ultato .lt'Ile "''l6 u~-- rvazi 1111 e r l)ntrar1o a 1u• Ilo rJ1e il Mar.at na rra d'aver ottenuto in espet·ienZ•! dello stesso gt~nera. L'inifll.i<>ne •lelli•yuitlo S<·quarùiuno r U"'CJ od AumentAre (:J j.!'tlCtWl èllle la ten..,ione a rter ioe;;n. Dopo le pri111n iniezroni, l'llltelli!l•'nza •JU&Icho volta apparve p1u viva, poi cadd•J uuovamPnt" nel torpoJ•e, nel quale pers&qtelLe lll&l!!rnlo eh~ conlinuu-.~e ro le iruPzinni. Ptù chi' un aumento •lt-lla dinamica dei rt<ntri nPrvo~t, eol Liquido •lol Sé<111arJ !'Il ollenne una passeggera ed inutile i t'l'i lazio m'; quale si puo o ttenere wn mezz1 pm Pemphct r• menu mister oQ1

Sull'anone oara.ttva delle to1sine nel tumori ma.ltgnt. - (!l Polrl'llflico, fuse ì, 1895)

CA'IPA.NI'II. -

Il prof. Ouruule fu il primo ad osser vare la guarigione sponlane11 d'un esteso "BI'C"tou ,Jel do r--o in '<e~uìto ad unn

invas•oua d'ure~1pela, e dopo d1 lut s• rrpeteltero vario o-.Mrva~ioni dello s tesQo geuot·•·, tanden lt a diulOQtrer•· l'attone CUJ'atrict.> chu l'eresipela t1t"f'ÌCI!8 sui neopla«mi maligni, in in ispecie di natura connettivale (Nt~t>l"en. Bied•lrl, Nenmano e S·hw m mer, Orun~. Kleeb.att). Dt~ll'unl~goni ..mo ehDICO a quello degli agtJntl cllologici m•colici fu br eve Il pa!<><o; l::mme•·ich e Watsou- Cheme di mostrarono che nei COIII~otlì l'azione dei bncJI!i di carboncluo e 1·a nrmLrahzzala rlalle culture pur·e de .:li ~Lreptocoeclu dell'er·•sipE>la ; Pau lo\\ sk1 trov(l pure l't~ nlal!omsrno frn lo <~t r pcococeu del'" E. ed ti microcoecus t•rorl«aiosuR, 11 pn.t'umococco del Frìetlliinder, lo slflJiloeol'eo aureo. \'on Ermeu~ou fra i microb1 della pulrcfazione GU il lliÌCl'Obn coh•l'i,:te no, il Ola ~o wel"che ns ki fl'Q Il


970

RlVlSTA

bacillus antracis cd il bacillo piocianico. P er dare una spiegaziont~ di ttuesl'antagou1smo si a mmise non solo l'azione di lo tta diretta fra 1111 micr organismo e l' avver sario, ma ben anche l'influenza che si ricambiano r ecipr ocamente i loro prOiloW, nonche'> quelltt che i prodotLI dell'uno esercitano sul terreno organico in modo da renderlo disarltllto aJJa v1ta delralt•·o Con Lali prlOCipii ~i spiega perché redema maligno ed il tetano attecchillcono e proseguono il loro decorso regolare in nn terreno lubercolo<~o, dove invece è rallenlato od anche del tutto ostacolato l'aUucchirnento olel carbonchio (RoncaiJ): e perché vicever $8 i conigli vaccinati col carbouchia vanno immuni dalla tubercolosi (Bokenam), ovvero questa resta limi lata ad una rorma locale e non si diffonde che alle gianduia più vicino al punto d'inne$lO (Perroncito), quando è inoculata in crmigli carbonchiosi. Ammef:'sa la possibilità che i terJ•eni organici restino moùiflcuti dai prodotti to~sinici, non é difficile concepire come questi possono agir a sulla v1ta degli clementi islologici de1 neoplosmi, e si può pure 1lare una spiegazione della benefica influenza ese1·citata dalla eresipela spontanea sui tumori maligni: c sono giustificali i tentativi dt ottenere consimili benefici d~:~ll'ere$ipela artilìciale. A favo•·e di questa ultima. il Coley di Kew- York da oltre un ~o~nno presenta una mertlvlgliosa slal•stica di G3 tumor i maligni inoperabili, curati colle iniez10n1 di cultura dello slreptococco eresipelaloso, con risultati d1 m•glioramento nei tumori cttrcinomalosi. e di guar i!JtO fl.e in quas• 20-2.'l p. 100 dei sar com1, molti dei quali erano cavilar1i. Voleva la pena di controllare risultati tanto splendidi; ed a ciò si accinse il C8mpanioi, praticando la cura del Coley iu un sarcoma della r elrobocca già opera to, e recidivo, e narrando Ta s to ria d'una conW:nile cura falla dal dottor Cassini in un caso di sarcosma della mammella, pur questo •·ecidivalosi dopo l'opet•azione e trapianlalosi all'ascella. Le inoculazioni furono ratte col metodo del Coley, ossia con culture dello s treptococco, mescola te a quelle del bacWus pr·odigiosus, secondo la proposta del Koger , ed usan-


DI 'fEilAPEUTIC.\

97 1

dosi l" maggiori precauzioni nel re~olare le do"i dal grado degli e lf,..Lii realtivi ollenuti. Ma 1 risultati degli ejlre~l cbirurglu , addetti alla dioica di Roma, sono ben differenti da quelli eh& vanta il Coley ; imperoct'hè in ambedue i ca .. i ~·ot­ tennero violente a pericolose reaz1001 genel'81i, cbe con molla fehca furono v111te : er.l i neoplasmi proseguirono !'~>nza alcuna sosta nel loro f11tale decorso. Contemporaneamente egli autori, t>i fecero CCIIlstmili e"perlmentl da Frltldericb, Lanenste10, Kocher. Bruos. cllP vennero alle sle sstt conclusione della nessuna utilità della batterioterapia del Coley nei conneLL1vomi malistni

Del potere anU•eWoo del pet"m&ng&Jlato 41 oaloe. BoROAS. - (Gaz ette ries H6pilawr, ~. 7~. 1895). Il per manganato di calce si ùecompone ruollo fucilmente

a rr~:~ddo 111 contallo delle materte nr gauich!', m ossigeno, ossido d t manganese e calce; que>;lu proprietà pet•mellel'uso di •1ueslo sale per le puritlcazione delle acque di alitnt>ntaZione. li !JQLel'& os.,idanle del permanganato di ~alce~ inralli coneidet•ovole e la sua azione sui m1crorgauisrni é delle più p<Jlt!ntl. Il pot.,re antisettico del permanganol•l 111 calcv è d1 molto ~pe riore n qudlo del biclururo di rnet·curto, es"o ha in(lllrt: 11 gran vantaggio, dal punto c.li \'i!'llS delle applicaZioni mediclw, eh non esser e tossici), né cau. tico. Bot•das e G1rar l hanno l>eminato nell'acqua conlenu:o 10 una bocc1a dt un htro 11 bacJJIO colt comune, il bacillo ''II'AOia tli Koch, li bacillo di Eber th, lo slreptococco della r1sipola, il piogeno aureo, ti bacillo del carbonchio, Il ffil<'rocn~;co prodigioso, il lil'vito di btrra , le sporo del penic1llo glauco. Esgi hanno fatto culture su placche di 'luesli differenti mtct·or~anismi prima e dopo l'aggiunta di permanganato d1 calce. Il colJ comune é dj tutti il piu sensibile all'at.ione df'l peot·· IDanganalv di calce; 5 centimetri cub1 della soluz10ne l1tolata (2 gt•ammì per litro) o a ltrimenti 10 milligrammi eh peruHin·


on

RlVlSTA

ganalo di cal re sono s tati sufficienti per sterilizzare il lih•o dt cullura. L'azione do! permanganato sul coli bacillo é mollo rapida; basta, infatti, un mezzo minuto per ollene r·e la s !erilizztrliune del litro dl cultura clttl conteneva circa 80.000 colonie p~r centimetro cubo. P oscia, per ot·dine decrescente d1 sensibìhla, vengono Il pio~eno aureo. lo streptocco della risipola , il bacillo dì Eberlh, il bacillo rlel carbonchio, li bacillo vir·gola di Koclt, il lievito d1 birra, il micrococco prodigioso e le Spllr e tlel peniclllo glauco. Per questi due ullìmi é sufflcien~ la stes.csa quantita di permau:zanato per lilr•o. vale a di re rir H1 mlilif1rammi pPr ottener e In ~te r•tl izzaz iont>, ma sono necessari per lo rnflno cinque mtnult di coulatln. Si frÌunp:e ad ottener e la stessa l'apidilA di dislt'UZione .-ol pt>nicillo gluuco. aumentando la dose di permanganato : ba<>lu aggiunget·e 20 mllligrnrnmi ùi pemtanganato dl calce per lil1·o per otlt•ner·e immedialamenlt\ lA di~lruz10ne delle spore del peoicillo e tlel mi crocco prodigioso.

Uso del salotene nel reumatismo. -

P!Er-tllE lVL\RU~. -

(Journal tle médecin.e el tle chirw·gie, luglio 1895). L'tmlor e ha utilizzato ron successo nel reumatismo acutr)

e s ubacuto, nella golla saLurnina e nella corea, un succedt~neo del "81irilalo soclieo. il rtualc pare non pt·esenli :;:li lllconvenionh di questo ultimo medicamento. Il satorene é un composto di acido ealicilico dte vi si trova uella proponione ili 00 p. 100 e di aceLilpl:lramidofenolo. Per la proprietà che esso possiede di non sdoppiar~i che nei mezzi nl caJtoj, la sua decompo ... izione comincia soltanto negli inle!':lini: esso nrm put\ qlrinth esel'cilaro nlcuna azionA sullo stomaco e da ciò probabihneule det•iva la s ua ionocuilà su llt~ vie di~r~stive. :\l arie eonsidera come dose medit~ IJuella di 3 a 4 g ra mmi. Le dol'>i dr 3 a 6 jZ'ra mmt non devono essere dale che eccezionulmente ; d'n!Lron,le non è dimoslr·nlo che esse siano p i t'l


DJ fEII \ Pil.UIICA

973

atUve d~lle dosi eli 4 g remllli. È però mullo importante tener conto della oec e~sità d• fraz1onare lt.• do'"'J, Ot'CC~"ilA che ri~ulla dalla 1euteu.a e dallo d•llìcollù della decompos•ziooe diii <~aloi'Pn o nell'i ntestino.

FRANCOIS F RASI<

-

Astone della dlpt&le •ul ouore. -

(Gazett e de~ /16pitaua:, N. il. 18!15).

L'aulor • ha 'llutlialo, in una !;erie di esperienzA, l'azione della , Ji~ilale '"'ul cuore, com • pure ctuclla delle di\'Cr!':e dl~italine. Sui marnm1feri, somministr·ata a dose ternpeulica, la digitale pronuce 1 segueuli ~netll: •'"Sa rall~>nla 1 battili del cuore t~ ccell• rati, regolar'IZZa i balllli del cuoro aritmico, aurnenl11 simullaneamenl>! In p'llenza ~i<~loliea e la rl'<~J•:lf•oza diastolica del cuore. • Frank ha sempre c011stalnln che qua'lle azioni si Rvolgono parallelomente nelle •tue mutà dell' M/Z8liO, contrAriamente Bile affermazioni di G. Sée, il qual<' ri11ene che l'azione é piu torte sul cuore d~> ... lro, e l n quella de1 li<tiolog• tede ..;chl i quali dicono ciii' la digitale ugi!';ce sul cuori\ siniRko. A dos6 los!>kl'l, la d1gilale produce dapp rima un rallenla · menlo ecce...••sho del cuor e, po~cia un'a r itmia speciale, maniresLanlP!'Ii col ronorneno del polso raddopp1alo, •rumdi, il cuore SI acceler·a seconda r iamente, ma d•venla111lo rnoltcJ irre~olare; le contra·z.ioni si precip1tano come in seguito a d una spocie di semilelano vent1·icolare, llllerrollo regoiArroenle da inlermittenze prolun!!aLe, 111tlnt:: arriVI-\ la mor te ciel cuo1·e: questa, hmlo nei marnmirer•i quanto negli anrmali a sangue fred lo, si pr oduce semp1·{\ in sic:tole e non m diastole, come vPni,·a allarma lo da un'erroncr~ iulerprelaz10ne. Per qual m eccanismo la digitale produce tali effetti? Frank ha. dimostra lo • punti seguenti . lo 1-(li effellt pr odolli sui ventricoli non sono subordinal1 ad un'azione prumtiva <>ulle orecch ielle; 2° l'azione prodotta sul cuore non è secondar ia ad una azione primit1va su1 vasi conll'llLtili del sigLema aor tico; in fatti, l'ascensione graduale deliA pre<~sionP aor lica noo pr o -


97~

IUVISTA

duce gli sle'isi effetti della digitale, e questi pei'Sistono ancora quando si separa il cuore dall'aorta; il rallenLamenlo prodotto dalla digilale non rassomiglia a quello che si pl'oduce sospendendo l'attività dei nervi acceleratori del cuore, ne a quello cl.te si pl'oduce eccitando i nervì moderatori. Par e quindi che la digitale agisca primit1va.menle sulla fibra muscolare carchuca. Egli ba sluùiato pure ledive"se digitaline. Eglìba constatAlo che Ja dose mol'tale delle digilalinè cristallizzale clot•oformiche francesi era di 7 ad 8 centigrammi per chilogrnmma d'animale; quella della digitalina amorfa è dieci volle pin elevaLa; quella deil11 digitossina teclesca è tre volle minore. Un gramma d'infusione di foghe di digatale p•·oduce la stessa azione di 5 o ò milligrammi dJ digitalina. cionon<hmeno non se estrae che un milhga•amma d'alcaloide: è qui ndi vea·osimile che rimangano molti pl'incipii alttvi ne!la fo~l ia.

EGrot. - Slero- tera.p.l& nella. dlfterlh. - (Bolletilfi.Q della R. aecatlemìa medica di Roma, fase. Il, Ili (l IV, 1895).

L'81llore fu A Parigi 8 stud10re gli effetti deliA siet·o-lerapia nelle diverse forme di crup e dirterite, e polé frequenlat•e l'ospedale Trousseau e rruello ùt:~gli Enfanls IUfllades » dove esistono speciali reparli per Lale cura. l piccoli maiaLi sono in ciascuu ospedale divisi in due sezion1 ~ nello prima i c:ospell.i, nella seconda i ù1fierici confermali: il passagg1o dalla prima alla $econda sezione sì fa appena riescono po· silh'i gli innesti praLicali in tubetti cii siero coagulalo. Mediante uno specillo appiatliLn a forma di spatola e previa la ordinoraa slarili?.zazione, si tocca la membrana presunta difterica: nou esistendo false membrane Yisibili, la punta della spatola si portA 8 coolaUo del pilastro posle1•iore, p1ù vicioo che é pm1sibile al laringe; indi si striscia leggermente suJ siero, impro ntandovi tante ri~-tùe nello stesso sen"o. Colla s tessa spatola si debbono inquinat·e due tubetti. al primo pe1· a'•era uua cultura più lulallsiva, l'altra pt•r ottenere colonie più rat·efatte. l tubi cosi preparal1 aono tnessi 4(


DI TEIUI'EUTIC \

alla stura a 37•, ,. dalle 12 alle 2i ore si manifestano le colonie alla ~up••rtlcie del siero, che hanno un aspello caratteristico l! po ~!Sono da un occhio esercitato essere r iconoeciute senzA uisogno di micJ'O!ICOpio. Aumentando il numero delle colonie, rol micro!lcopio SI vl'<le che le prime a formarsi !'Ono quelle di Loemer, l~ piu tardive pos...ono contenere l'lreptococrhi e ~l afllococchi. inutile continuare l'incubazione ollre le 24 or e, perrhè, commciando a pulluhlre altri m•crol'guni:o~mi. questi •·endercbbero il d•Aguosth:o batteriologico piu complicalo. . Nel padi~l ione ùei malat1 !'IOspetlJ, non st fa che una sola iruel.ioue .:!Ollocnlauea di 20 cc d1 siero antidifterico che non ~olo non dii luo~o a l incovt>nìe• ti di sorta. mu rt··~ce ad JmmuniZ7.nre in contallo dei diftN•ic• veri quelli che non lo sono. Nella sezione dei diCter•c• conft~rmati s• debbono tenere isolati tJUelli che presentano la (orma pura da coloro che mostr·ano la rorma associata a slalllococchi. Per' questi ultimi la siero terapia può riu~ci rt> dannosa, mentre ne1 pr1mi aà ollinu risultati. L'iniezione si fa, colle cousu~>te norme anlisellrche, prereribilmenlu 81 liancl11 mallÌIIll e ~,.ra, alla do~e cii 20, Ùi i5 e Ji 5 cc. cou una sola puntura, contlccando l'ago non piu th un cenllmelro, l"t:nza far ma<~~aggro, ma r icoprendo con colone idrofil o asciutto 1il punta dt-~lla holla sottocutanea, che in pochi minuLi si clilegua spouta w•amenLe. I ct·iterii ùc•lla dose da gceglier.. i ,.,ono clttsunti dalla g ra veua della malattia, quale risulta dalla lernrwratura, stato del polso c; del r<'spiro, dell'albuminuria. dai fenomeni stenoticr e dulia minacciante a~li~ ..ia. L'età del bllmb nn non inllut•re nfftllo :sulla do,.~ eia init!Ltar•e poiché l'nutore ha visto iuiettare nncue ! 50 cc a bambrni di un anno. Gli efl'eLlr sono spesso sorprt'rlllentr Nelle prune 2i ore si ha la tlerer VI'8cenza. le memhrane cominriano a cli!':tacc:arsi dai ma r~111i, e ca tendo dopo ullre 24 ore danno luo{.fO ad una rapida rigtJnerazione dell'epitelio; i bambim con'~er,·ano durante la malattia la mag,:trore \'Jvac•rta ed un buc.o a~pelto. La soll ... ciludine colla quale inlervrene il miglioramento é tale da dove!' rnrame1tlc l'icot·r•ot'e allu Lracheolomiu. rusulla

e:


infatti dalla "latistica di Martin e Chaillon che. lllenlre prima dalla sierolOI'Ilpia, la proporz.iorw rlei chl'teriet "Olloposli alla tr·Mheotnmia era tlel 50 p. 100, or·a 'l uesta Hi è ridolla el 15 p. 100, Renza tener coolo cho lA complicazioni dt>ll'operazione sono minime in 'fU6Sli caRr. La drnerr t~ quA~r ma1 tol Jrepianta alla rl'rita. e dopo 2-3 giarm può estrar"i la cannula. Alle iniezioni no11 <~i 1\;;t!-'1 tn~e altra cura all'mfuot·l eli qualche !&\'fenda bocrale con ~ohn1om di acido "iilicutco, di acido borico o meglio con acqua al liquore di Lnbarraque al 5 p. 100 · le soluz1oni o pennellatur·e d'acque ft>nicRLA nd nl sublimolo corrosivo <~ono da pro'-criversi pot·clu~ r•'lldnno n11•no attivo rl siero. In m~ùia rlopo 3-~ j!ior·ni la gola è rlelersa, la febbre é caduta: e falla un ultima pu~rlura . ~he ti Roux chiamA di sieureua, "'' term1na la cur•e. Al 'o.,pe latA Trou;:;seau la mortahta <~arebbe di"cc..:a daJ GO al tO p. tnO. Per quesli fall1 l'autore lia riportato una buono impr.."sione della Siero-terapia ; ma, ritonondo che rJuesta difflc·•lOit>nte pos<~n t•tfelluorsi a r igClre nt>lle famiglie povot•t>, prn1•Ugna J"islitiiZIOOe dt <>p~crah paJigliont e CIÒ hl IliO è IlO ClCOflO profllalliro per tutelare meglto chù sta po.-~1bile i <~am, quanto purcht' si po<>sa regolat·e me~ho la cura, non••lw rocco!llierl:'i ti ma~gior num~>r·o eli dali stati<~hci ~ulla <~ua efficacia. ~-

FouruuE.R -

Lavatura dello atoma.oo col blamuto.

(Brii ..\lfd Journ., 15 ~iucuo e Press~ M ed., Jllapri.e 18951.

11 Fourrier descrisse alla "'OC mod. chlrurgica nella <~e­ ùula del 3l mot•zo, un nuovo meLotlo di trallamenlo dc~llo affezioni ulcerati,·e dello stomaco iotroducendo\i, mediante il tubo esofaf(l'O 8-10 grammi di magistero di bi-muto l'Oc;peso io c1rca mezzo lilro d'a<'•JU8. Lo stomaco " dapprim11 hberalo dPI suo contenuto con una semplice -oluzione ùi l>icarbonalo d1 c;oda nel modo coo!llueLo. Il hi~muto e l'acqua. continuamente a gitati per evtlare la prematura precipilaziom• ùi quello, son rapidamellle intr·odotli nello stomal.'o facendoveli rimanere dieci minuti. !l bismuto si deposita s ulla mu-


Dl TRRAPBUTICA

977

cosa galilrica. 11 fJf'Ocedimenlo Rnisce coll' eslraz.ione dell'acqua , la quale deve l'iSOI'tire clliartl e limpida. Il F. parlò di pat·ecchi casi in cui fJUest.o nuovo metodo fu applicato: il sollievo fu pronto e notevole. l casi nei quali è piu vant&gF(iosu sono queUi dt ga~trile cronica ulcerativa reliquato di alcoolismo ma é anche utile nell'ulcera rotonda semplice delle ragazze cloroltche. Nelle gastriti non ulcerative i benefici sono meno decisi e forse inferiori a quelli che ei olten s;-ono con altri metodi. F;ORMULI\RIO.

Sulruion.e di acqua ossigwata n.ella blen.orraqia. ~elltJ blenorragta acuta. le iuiet:1oui meltina e i'8l'a di una soluzione ò1 biossido di tdrogeuo al 0,5 p. 100 dapprima cal· mano il dolor e che si avverte nella minzione, e poi attenuano, tino a fa• ·lo ;.comparire, lo ~>colo. Nella blenorragia cronica il titolo della soluzione adoperate fu elevalo fino al 2 p. JOO anche con buoni risultati. Cura dellu leucoplasia boccale. Rosemherg raccomanda la se~uen le soluzione: loduro di potassio. . . . . . gr. 20 Acqua distillata. . . . . . . . • 100 che si Applica sulla parle malata con un pennello. Con questa medicazione Rosemherg vide spat•ire io alcuni llior ni una ll)ucoplasia boccale che datava da 7 anni e elle aveva resistito alle cure ptù sw1riate. Cllra. rlel/a tist polmonare. 11 M ays qj loda mollo dell' u~o della seguente formola

mollo comples!<a: Fenacetina . . . . . gr. 2.60 Soll'nl.o di slricuJniL centigr. 6 1/ 1 Cloruro d'ammoruo. . . gr. 4 Solfato di chinina . 11 2 Polvere di capsico . centigr. 65 Polvere di digitale. • 40 . • gr. 2 Solfalo di fet·ro . . Solfato di atropine . milligr. 2 ll:lesci e fa ct•psule N. 32, ùù quallro capsule al giorno.

62


!li8

RlfiSTA DI TRRAI'EUTTCA

t• li BrAIH.It consudia la seguente cura abortioa Actdo fenico l Ammoniaca ~ ana g r. 5 Alcool (90 p. 100) . • 10 Acqua clistillata . . • 15 S. ognj ora lO gocc1e su un pezzo th carta per malazionl. 2• Altra cura consigliabile sarebbe : Cloridrato di cocaina s. p. Menlol. . Salolo l 808 Ac1do bor1co . ~ • • •

ceuligr.

50 25

gr.

5

S ogni ora una preqa da fiutare. lnlerna.menta poi si dia tintura di belladonna ed estratt(') di radice Cresca d'aconito a parli &(otuali, e si cerchi di aumen· lara la lraspiraztone coi bagni a vapore. G.

RIVISTA D'IGIENE DolL WAssBR'tA'IN.- 8ull& cllspolllslone peuonale e a1llla pro81aaa1 oontro la clltterl&. - (Zeitschrift fii.r H!(giene ttn.d ln..feetlon.skran.kheiten, volume 19' , fascicolo 3°, 1A95). La dlspo'liZJone personalo contro la diner1a diminuisci:\ con l'età. l.a malaUia colpisce ftUasi esclusivamenle i fanCIUlli e se qualche volla SI manifesta negli adulti essa nnn presenta nel decorso fenomeni perniciosi e 11 più delle vollt~ mancano i gravi sin[orni ~enerali dell'intossicazione. Ciò r1· sulla pure dalle statistiche d1 Feer e di Flùgge. La frequenza


RIVISTA o'u;tE~R

919

• la perniciosil.li. della difteria clunmuic;ce continuamonLe ùall'"anlanzia alla pubot·t.à. Nell"infanzia la ch~posi.zione è g rande pel lwago periodo •li tempo, in cut i bambiru maJali ruruur 3000 111 rela4iOtlt' coi sani. Però 111 gt>nerale si può condud~re che la disposizionu alla clifteria non sia nil molto grande w' mollo eslesa. L'aulore ha dimostrato, con numeroc;e esperienze, che la naturH premunisce contro que..,la malalt1a un gran numero d'individui fino dallo pr ima fanciullezza, poichè il s iero di yngu" di fanciulli e di adulL1, i qualì nella loro vita non a \"evano ~offtll'to mai di d1neria, pos•edeva manire~te pr oprieui antitossiche Allo stato ellu~tle della «ctenza non è Jl()"'~lb lle decidere se le con,ht1oni del s1ero dt sangue sieno l'unica cau8a delln diver l!a dl~pl)<~izione personale contro la dinerin, ma è cerlo una delle cond1zioni principali,~ que~li individui, i qu~li posseggono un tale siero antitossico ~ono meno degli a lLt•i dis posti alla fln tta malaLLia. È appunto il potere immunizzante del siero quello che 8pilfga come in casi di difteria twlle famif(lie pover~. ove i ft:;:li ' 1vono accumulati fra loro ~enza asolamento, senza dJsinf••zioni, senza a·egole igienache di 11orta, ammsltno solamenti• pochi membri di èS!IG. L" esislellt8 d1 anliloSSIIIE' n~> l st~>ro t-piega pure la coSI eietta ••pidemia d1nerica della ca..u. Nell6 a bitazioni dei poveri le famiglie si rinnovano spe""'' ~ ::tl"inthvtdui non premu ni ti <~i ammalano di difterite. Cosi, dopo paa·eccbi anni, la cif1·a 1lei colpit1 dalla malattia nella ste~sa ru'IS. semLra apparenl••meulP elevaLa sebbene scarso sia il numero dei malati •li ciascuna ramiiZlia . Il siero di sangue del bambino acqui~La poter43 immunizzante durante la vt te, ma ancot·a non si conosce se tale proprielil sia da ta ad e~<~o ùa1 veri bacilli spectflci della d1fte rile o se gli giunga per altra via. G'individui poco disposti alla dtn.-ria possono impunemente dtlre r1cetto nelle lor o cavita na<~ali e rar·in~ee ai ver1 germt specifici délla malattia e non ammalar•·, ancorché 1 microrganis ml <~i moltiplichino sulle dette superficie e po~sano atlecclure sulle mucose di altr i iudi,idui non premun1l1 e cagionnt•t• in que8Li la malaltia .


980

RJVoSTA

Su 20 ba mbini sani, che erano stati a coolalle di fr-atelli e S(lrelle dinel'ici, l'autore trovò in tre i ba cilli della rlinerite nello rauci. Uno d1 questi fanc1 ulli l'li ammalò Il gior no dopo per dilleraa, gli aiLri due iu vece restaro no durevolml'nle seni. Il Welcu di Baltamora su i3 fan ·iulli, n P.I quaH ri~olam..nlo dal malati dìnorìci e ra !~Lato I'IOitunente ancompleto o nullo trovò i bacilla virulenti di difleria in 50 p. 100 di esamina~ il iO p. 100 dci •tuah in appresso dìvennea•o diflel'ici. All'incontro nelle famiglie in l'UÌ i fancrulh erano ~lati bene asolatì, 1 bo.rrlli si riscontrarono in Lnono del 10 p. 100 dei fan· ciullì ~am. Questi fanciulli apparentemente ~ani, se conver"ano c·oo !litri 1101le SCUOII' O Ìll &Jli'O mnoiO pOS~OnO propagare ht tna· latlla e sono da considerare perciò come pericolosi~<~1mi per-ché non sospetti e per conse~uen~a non invigùall. L'inliera protllassi della dineriu deve esse1·e basata !'ulla diagno~<i batlt>rtoscopica dei !'ltn~toli casi, e questa t·acerca, anzic hé ai medici eserc<>nli, dovrebbP- es<lere arlìdaLa a laboralort scientifici, come gia si e ..egue io parte rn N ewYor ck, 111 Greif<twald e 111 Koni~!'berg. Tale ricerca dt''' esi eseguire non solo sui malaLr, ma anche su coloro cho hanuo relazione coi malati, ancorchl> apparentemente saui l l'arenlr de1 malal1 devono, sino a ri!SUII.oto nega livo della ricerca ball·~rtOscopica, P.ssere l~onsiJera li quali tliflt>rici ~ospelli e come lati Lt·attati. Essi devono eRsere tenuti lontani delle "Cuole, tlncllé non siano "comparsi da es<:1 i bacilli drflertrr. Anche 11 coloro che furono malah nou deve concedt>rsi di ritornare a ~cuoia, <le le ricer<'he batlerinscopiche uon hanno acc·PJ'Wilo la scompare:;& dei bacilli diflerict. Que~te norme sarebbero pure .la leuer pr~sentì per· le disinfo~ioni delle ab 1 la~ioni, le CJU&Ii sono spe<:so del Lullo illusorie Poicht'> é chiaro t'be se si fanno disinfettarP lP. uhi· Lazioni, in cui ò avvenuto un caso rli difterite e là denlr(l o:i lasciano dimorat't! lt'llnqutllamenle t parenti in appareu za sani, ma che di fallo danno riceUo a bacilli difterici, le sleso:e abit.uztont s'infetteranno pl'i!~lissimo di nuovo ecl ivi si ma· nifesleranno nuove malattie, come !!pPSSO aV\'aene. Se agli ammalali e ai parenti, invece del •·•covero in ospedali u in


9R1

D' IGJE:-lE

luoghi d'isolamento, é concesso di rimanere nelle loro abitazioni, allora quesle devono essere energicamente disinret~ &ate dì nuovo, quando fn tutti l membri della famiglia, tanto in coloro che furono malati, come negli altri rimasti apparentemente sani, siano scomparsi del tutto i bacilli diner1ci. In questo modo è eia sperare, che in unione alla terapia oggi tanto miglior a La e Allu profilassi individuale mediante il siPro Immunizzante, queste rigorose misure igieniche pos~ano porre un polente ostacolo alla d1ffusione della difteria.

c. s.

TRoMAS OtJVER.- La dletetloa della tatto&. -

(The Lan.-

cel, 29 giugno 1895).

L'autore, non pC)tendo fidarsi delle informazioni richieste direltamente a lavoratori di dìver·sa specie, ha mandato delle aehede a m(llti medici tlell'lnghilterra, onde le riempissero andir..ando il genere di lavoro de' diversi operai, le or e di lavoro, il sa. lar io che percepiscono, il numero de' (!gli cile banno du mantenere, l'enumera1.ione degl'ingredienti ùella dietetica in ciascun pasto, la quantilé approssimativa di e~si ingredienti. Dalle molle schede ricevute non rileva oh& quantità approssimative di cibo ingerito, ma il gran numero delle scbedP. gli permette una forte a pprossimazione ed un'opimone abbastanza adeguata del fallo co mples~o della nulrizlone dei lavoratori. Parlando ùatl~ tabelle alimentari stab11ite da1 fisiologi per gente sana durante il r iposo, come durante un lavoro moderato ed un lavoro molto attivo, rileva una grande discr epanza fra i fisiologi riguardo alla composizione qualilaliva e rtuantitali va nell'uomo sano. lurani, per un uomo Ji iO cbt· logrammi si l'ilengono necessat·i 700 grammi di cibi solidi al li!iorno, che i fisiologi distmguono in proteidi od albumi· noidi, in grassi, in carboidrati ed in sali.


982

RIVISTA

Per un lavol'o moderato ~ono sta bilite le sep-uenti proporzioni: Protc Idi Grassi CarboitJrali SaU

Pettenkofer e Voit 137 Moleschott 138 P er un lavoro faticoso: MolescholL t-W Ranke 100 Per lavoro fulicosissimo: Smith e P layfatr . 18i Per alimento ùi suss.istenza: Smrlh e Playfa1r . 6fl

117 8-\.

:}.::;~

30

404

:30

90

i-34

32

100

2i0

25

il

fJ70

w

2-~

a3o

R~oso:

milh e Playfair . 100 50 400 Yoit e PeLLenkoCer 137 72 352 Fra tutte lu dietetiche enumerale, quella ùi Molescbott per un lavoro moderato é genea•almenle repulala come la pm approssimativa. Bisogna tene1·e in mente cb e per ogni chilogrammo di peso del corpo bisognerebbe avere grammi 2 di protoidi. gr. 1,5 di gra sso, gr. 6 di carboidrati, e 0,5 rli sali, in altri termiui gr. 10 d1 cibi solidi, l'l p. 100. In i01 ' grammi ùi cibi proteici vi sono grammi 53 di corbonio, gratnmi 16,1 di nilrogeno. 7,1 d'idt·ogeno; nella stessa quaulitu di g rasso si coulengono gl'flmmi 76,5 di carbouio e l O,!~ d'id1·ogeno; in 100 grammi dì carboidrati ve ne sono -H eli carbonio. Convertendo la dietetica di Moleschotl in co!'piielementari, dovremmo avere g rau1mi 20,0 di rtllrogeno, 307 di cer bomo, 11,6 d'tdrog~no, ed io c1fr'a lonùa una Jiela media dovrebbe contenere grammi 20 ùj niLrop;t:mo e 300 di carlJooJo. La proporzione più desiderabile sar ebbe d1 l di mlr o.geno a l=> d1 carbonio. Combinando qumdi came (l-5) con paue (1-22) avremo ciò che t'orma il ronda meolo d1 una buooa nul1 izioue per lutti, ed aggiuntovi 1l grasso, SJ avrebbe l'alimt!nlaziooe di \Valler, Cioè: Cllrhonio Nltrogeno

Pane Carne. Burro o lardo .

. tcrammi 450

117

5,5

225

34

7.5

150

Si

li

.. Tolale.

235

13,0


983

n'tGlENB

Per avere un'idea complel!SL\ 8 della quaultta di nutrimento che prende un adulto ne' varil vasti, l'autore incaricò un infermiere di pesat•e il contenuto dt>' piatti che si somministravano ai coovale<>cenll, t! ne ollenue le $8guenh quant1ta In peso: . grammi 70 Pane . . 127 Carne colla Palalt> • 225 30 Bu.·ro • Totale.

. ~52

Indi confrontò le labellt" Rhmentart de' lavnratorì dPlle d&· versa pr ovu1C1" del Regno Umlo, forni tegli da amic1 cht.> par euo incuri<•o le aVPvano rnccolle, e ne ebbe i saguu11 li ese1r1· pleri che per IJr e,•ita s i compencliano nelle r 1su1tanze complessi ve 111 carbomo ed sto lo. Un ag ricollorl.l 111gle!<e a .J2 anni con 10 ore di lavot·o AUro agri<.'ollore a i-2 anni con IO ore di lavoro . Aratore di A y1·shire a ;)o annt Agr·u•.ollore d"ll'i-.ola rl1 Coli Pa~>lore di Ay rshire Contadino No rthum br1ano Contadino d'Irlanda m estate . Id. 111. 1n mv!! r no Minatore d~>l ~orlburnbe rla nd. Minatore •li llurharo Mmalore di carbonP .Mat·inaio utgle!>e. Lavoratori di fer ro eri a cc•a•o. Fonditori d'a cciai\) Vetrai. ~iatlonaio adolescenlf'. Arrolino 8 ::secco. Arrolino 8 ruota bagnala

Car~omo

AtotD

:lH

13

:l~

8

:l(i2

22

~~~

17

!lSO

24

329

8

220

16

:.!6~

l1 22

:l!) t

366 !J33 381 :lO l

2:! 10

29~

15

27

18

22K

t :~

268

307

10 1;{

20:1

12


98i-

RlfiST\ CllrbOOIO

Arrolino di rorbici Lavor atrice di fabbriche di cotone Lavoratrice di merlelli Lavor atrice in lanifici . F1lalric1 . Ingegnere ao.si<~tente io se~uilo lubercoloso . Lavoratrice di piombo malaticcia. Altra ~18 paraliticn . . . Altra con colica satur nina Altra sim1le Tessitrice in '·otone con tìsì incipienl~. Tessitore Lisico &ir ta v~>dova e miserabJifl

.

:mo

'toto

16

245

r:

2M 22 1 33-l

16

201

8

tfiV 152

169 t 56 188

Il 1fl

9

4 5 6

a

-; 3 Dopo di aver esposte •Juesle labt,;lle ct>sì varie fra loro, l'autot•e ra le !'eguenti considerazioni : Siccome l'ammontare deUe perd1le giornaliere di un uomo sano del pe"O di 70 kilogr ammì è d! 250 grammi di carbonio e di 15 dl azoto, è chia1·o che per mantener questo peo.o ed un congr uo c;talo Ji salute, la d1etellca di quest'uomo ~ebba contenere questi due elementi nella menzionata proporzione. Ma per mantenere l'e•1uilibr io d~ll'u:toto, non è necessario che la perdita di esso sia tulla sosliluila. Se l'azoto non é suiiìcienlemenlo !IO~Lituito deU'aluneut.aziooe, la sua eluninazione continua accora a spese del metabolismo de' te~suli che lo contengono. La quantità di mlrogcno r1chiest.o a mantener e l'e•tuilibrio corpor eo è conl'liderevolt>, è tripla del nilrogeno eliminato quando non si pr ende cibo. Gli emuotoi pt~r i quali queslo elemento abbandona il nol'llro corpo Aono t reni, le mleslina, i polmrmi e la pellt-. Qua~ l'intera •1uanlità si perde jn forma d'urea, col-li che si prende quesla come lilolo dolia dJS88SJmilaztone organica. Si calcolala quanti La giornaliera d'urea eliminala a 30 grammi, che corrisponde a H grammi d1 azoto. Aggiungendo a questa quanlilA il Hl p 100 che si eltrnina per la via delle intestina, a vremo la somma rea!o dell'azoto per du lo perché le qua n114 lB


985 Uta intlnil.o:!sim.. d'ammoniaca clte escono per le vie r espira tona e culanee sono trascurabili. Ciò cbe dobbiamo t•iconoqcere come r isullllto dell' e!'ame dello tabelle dietetiche nelle diverse arti e mestier i é, che tranne poche eccezi11ni, gl' individui non pr endono nel loro cibo l'ecce~so d1 so&tanze proleiche necessario a sostaoer e l'e11Uilibrio dell'azoto , é che della povera genLe a lun~to nulrtlll · insurRcientemPnt.e, si adatls ad un minimum considerevole, e pure Ja loro f!alute, sembt•a pt>r mollo lampo, malgrado citi, ben mantenuta, quantunque in alcum cas•, se la quantita di azoto si mantiene per mollo lempo al minimum, gl'indivi·lu• divengono tub ... r coJoqi.

laUa purllloaslone delle aoque lD oampagna. - (Reoue intcmatiot~ale de.~ falsiji.catioM, l& giuj.I'DO 1895). l..ll spedizione del Mada~a.scar ha t•ichiamato l'attenzione in cu1 "'incorre, nelle ~ped1zioo• coloniali, per la calhva qualila delle tH!•Jil". L'acqua delle corrf'nti che s' incontrflno per via, é sempre caJ•ica di materie organiche e di batlor1; più pericolosa auNtra é quella degli stagni; 'lUindi, é indlspen"abile depurarle prnna d1 lasc1are cho i soldati lo bevano. ~on passeremo ìn rivista tutt• i proce~• a cui ~i è r icorso m passato per la purillcalioue dell'acqua ad uso dPIIe truppe in campagna. La maggior parte di que~li processi è Of{(liùl caduta in disuso. Tra i filtri, i Boli che !>Ìano presenlemenle adoperati, eono i flllr• Maigoen che hanno dato buoni r isultati al Senogal, nel Tonchino, nel Soudan, e di cui gli inglesi si trovar ono bene in Egitto e nell' l ndia; i nllr1 Crea è che, gli stessi, u~rono nella campugoa degli Ascianti; *'• finalmente, i tl!Lri Chumberland c-he vt>nnero adliUati, in rrut•sti ultimi anni, dai Min ~teri della ~uPrra e della ma r ma, in F rancia. DI IJU\l!5li uhim• si è fatto uso, in addietro, al Dabomey e, ore, nelln spedizione del Madagascar . ISUJ •lanni


111\'ISTA

AJ Oahomey, i filtri Chamberland hauno dalo buoni ri~ul­ tati finché si usarono con acque sumcumtemente ch1ere, 1na quando si ebbero a filtrare acque tor bide, i por1 delle candole immediatamente s1 o lrtuvano (t ). Quando poi l'aNtua venne a mancare e, alle allr e sofferenze, venne acl flgg•ungeN.;i quella della tiel~, appena 1ocontravas1 uno s ta~no o un ruscello, ~li uomini v1 si precipitavano con tale tl\'1dilà elle, il rarli aspettare, sat·ebbe stato impos!'ibile. ll'allra per lP, il trasporto d1 quesll uppa1·ecchl rie!>~ abba!>lartza diffic.le nelle spedizioni coluniali. Gl'mgls.~•. nella campal(na de~h Ascianti, avevano pro\veduto cia~cun solùalo d1 un piccolo llltro da tasca, forma to da una piE'lra porosa, munil.a di un tubo in caoutchouc lernunenle con un bocr.hino di l•of'so. Immergendo la pietra nell' ncqua eJ aspirando, ._, beve,•a oo tua pre!'...och•• cluora : iuulile il d1 re che, lo mede111ma, nou era menomamortll' Rlerihzzata. 01·a, lo scopn che, al gioruo d'oggi, CJ dobhion~o proporre è quello appunto d1 avere l'ucqua in tal condizione Si è rinunciato alla ùet•u r~~wne clumica delle acque ; all'allurne, tante volle preconaueto e che io certe occasioni put'l riuflcire utile ; al cloruro di calce, consiglialo da Mol·itzTraube. L'anlicalcare, propoflto nel 18<J2 deJ dott. Burlureaux. non ha Callo ancora le sue prove Il JoU. Langlo1t>, c.apo del laboratorio d1 fisiologia alla ftH·ollu di medicina Ili Porig1, COn<qigJiò l'U SO del perlll&llgauato di potasse, tiJ CUI SOOO ben no t~ le prnprielti ont•setlicbo. Rosenlhsl P W . Kuhn g•A lo avevano proposto alla commissione pe1 provvedimenti contro il cnlé1·a, di Berlino, come ttg~nt~ puritlcatoro dell'acqua. La sig.• Sch1pilotr, dell' unive•·s1tA di Gioevro, ha prclVato che bastava no l'l centigrammi di permanganato per eteriliz.zare uo htro ù'acqua s tagnante. Il dott Langlois, dnpo ovt>re rifer itO questi falli, fa rile\•are che la lllerilizzozione medlanLe il permanganato pol.as ico è facile e poco d1speu-

(l ) Verli Giornale medico tlel. Il. rsercllu e delln

pa!f. t:U .

n. marfM , r••hbrnlu tsg~.


o7 dioea ; che questo sale distrugge, non solo ì microrganismi, ma purP le tossine e i veleni vegeLali ; e che ~i può racil meute riconoscere il punto in cui la sleriliztazione é sicura, dall'aspe tto del liquido che, nel caso, mantiene una tihta rosea dovuta a permanganato uon decomposto. Egli consiglierebbe dl èOn~egoa t·o & eadun solrlato, nel momento di enh·at·e io campagna, una data (JuaolìtA d1 ùeUo sale e una breve i.slruzioo ... , semplice e chiara, per apprendergli il modo di servirsene. Questa proposta. conclude nell' Un.ion. médicale ti si~nor Jule"' Rochard, sembra perreuamente razionale ; tultavie, non credo che venga adollata; !l'una parte, percbè si esita ad aumentare il numero degli oggelli che tl soldato deve porlat'e con sé; e, d'altra par le. perthi' non st può con tat•e aulla previdenza ~ sulla tuiziativa personale del medesimo. D .G.

BRAUTIGAM e EDELMANN. -

•o4o 4J rloono•oere la OU'De 41 oav&llo e 4J dtstJngaerla dalle altre canal 41 macello. - (A rchires médicales belges, giugno 1895).

Il procedimento é basato sull'azion~ del iodo sul glicogeno che si trova sempre nella carne di cav111Io. Si pt·endono 50 g rammi t.li car.ne che ~i tritano in piccoli pezzi ~ che si sottopongono all'ebollizione per· un'ora con 200 grammi d'acqua, avenùo cu t'f\ di So~osLiLuire l'acqua che 1!1 evapora : si fìHra e si tratta con l'acido r)ill•ico allungato del suo peso d'acqua (5 centimetri cubi per 100 centimetri cnbi di brodo); t'fUeslo acido precipita l'albumina e decolora il lirtuido; el br'Odo filtralo si aggiunge in seguito acque iOclu t~. seturula a caldo. che si verso per modo che essa ~i mantenga alla superficie del liquido; se la ca rne sperimentata è carne di cavallo, si vet.le comparire nel pu nto di eonlatlo dei du~ liquidi, un cerc!tio rOSliO intenso andante fino al violetto. Le aHr·e carn i di macello uon danr.o questa colorazione.


988

lll Vl STA

Quando la reazione è poco chiara o dubbia, si sostituisce l'acqua ordinaria con una soluzione dì potassa caustica al 3 p. 100.

Humbert. veterinario militare, e Julicn, rarmacisla hanno constatalo l'esaHezza della reazione sopramenzionala. Secondo poi le esperienze falle da R umberl, si può semplificare il pt•ocesso di Brautigam e Edelmenn , lralrlaodo dù•etlamente il brodo con l'acqua iodaLa pr ima di aggiungervi l'acido acetico o di filtt•arla. P er altrn parte, Humbert ha anche nola lo che, sostituendo all'acqua iodala la soluzione iodo-ìodurala di Gram, si ottìeno una colorazione più in te usa.

B. Voto oontro l'alooolt•mo. Chi.r u,.gie, luglio L895).

(Jour nnl di] .,fédeclne el de

In seguit.o a proposta di Bergei'Oo, l'accademia di medicinu di Parigi emette il seguente voto: Considerando : Che é di necessitA urgente, in un interesse superiore, umanitario e nazionale, di scongiurare per quanto è po~ibile il pet•icolo dell'alcoolismo, ed 1l male giA inveterato che esso costituisce : Considerando per alLra parte: Jo Che la scienza ba dimostraLo, tanto con lo s tudio sperimentale quanto con l'ossarvazione clinica, cue gli alcool più impuri e piu tossici, qualunque sia la loro composizione e provenienza, possono esse1•e porta ti al tipo dell"alcool più puro e meno t.ossico, alcool etilico o alcool di vioo, con une. Talliflcazione appropriala e completa ; ~ Che una ser re di provvedimenti profllallici, sia repressivi, sia d'ordine morale, possono essere efficacemente istituiti, come se ne è fatta l'esperienza, sopraLtutlo in certi altri paesi, specialmente in Svezia e in Norvegia. Emelle il voLo: t• Che la reltiflcazione Msolula ùi rtualsiasi alcool sia


D'IGIENE

989

stabilita, imposLa ed accertata, con mezzi legislativi, pe1• modo che non rossa essere messo in circolazione e coneum ato a lcun alcool, né alcun prodotto alcoolizzato impuri; Cbe rtualsiasì prodotlo o composto destinalo alla fabbricazione arW'Icìala del vino e dei liquori, o che possa anche semplicemeol& esservi mescolato od agEOunto, come profumi, olii di vino, alde1di, sia l'oggellc· di provvedimenti proibitivi assoluti; 2o Che questi pr o_vvedimenLi fonrlatnentali siano aiutali da tuUi quelli che, dal punlo di vista fiscale, repressivo e morale, spt1cialmenle ed in particolare la diminu~ione dell'ocçasione e della Lent.azionP con la limitazione dalle licenze e degli spacci, poRsooo contribuire allo scopo ed al risultato preservativi indicali nella sopradella proposizione.

RlVISTA Dl STATISTICA MEOlCA

kggto aulla 41atribuzlone geogr&Goa. d&l•ordomutllmo In lt&Ha. - Dott. A. 0' AGOANNO. - (Bollettino delle malattie clell'ot'ecchio, gola, na80, maggio 1895). L'A. pr esenta in questo lavor·o dei dali slat.isllci importanli&<imi r elativamente al numero dei sor domuti determinati pe1· m ezzo del ceusimenlo nelle differenti nazioni, al numeJ'O dei rirormali per sordomutismo in Italia, al numero del sordomuti secondo il luogo dj nascita. Le conclusioni desumibili da questo studio sono le seguenti: 1' P er quan to i criteri con cui sono sLati redatti nelle varie nazioni i censimenti t'iguardanti ìl sordom utismo siano


99(1

RlVl'f.\ DI ST \TISTICA MllDlCA

rhffl:lrenlr, tutta\'Ì8 si pull a buon du•illo r ile,•nre che l'Ila ha , i_• una ,Jella poche oazrooi cbo pO~!'Itede un minor numero di

sordomuti, mentre la Svizzera ne genera il massimo. 2' Jo Italia, el contrario che in l'' rancia, v'ha una notevole e quasi costante diminuzione nella percentuale del sordomutismo. 3° Le sua distribuzione •• varre nelle differenti r egioni ò' llaha; però tale rlifferPnza non <~ombt·a dipendere cl al climu locale, sibbene dall'altezza tlet monti o da condizioni ad usse rt'gioni inerenti (almeno per quanto r iguarda il sordomuttsmo congentlo) o dalle varie endemie o epidemie di febbrt tnfeLlive ,febbt•e llfoide, mmunffcle, cerebro-spinali, ecc.) pùr quel che concerne la forma &C<lUtl>ìla . 4• Non esiste alcun rapporl.e eoslanle e dirello lra l'endice della morbilità per rnalallte auricolari e quello per sordomuti 'Imo.

G.

RIVISTA BIBLI OG HAF ICA

FormuliLire de• 1pèolalltè• pharma.oeutlque11 par le o.r GAUTI&R eL le Ph. R&NAULT.- (L•brairie J . B. Barllt'>re el Hls, Paris, 3 fr .). Le specialil8 farmaceutiche vengono sempre pcù prefertle dai meJici pralict p~>rchè m cs•o ritrovano il modicam••nlo facile a pre~rtversi senza formola complice te, srcurC', '~OmP.re eguale, e che non é esr>o<~l.o nlle difficoltà ed ap:li errori della preparazione orticmale. Era ùunque ulrle eli :-iunire, soltu forma scientifica e pratica, i dati ùi cui il medrco ha bisogno per· regolarsi m~lla


RIVISTA BIBLIOGRAFICA

994

!!celta e pe1· prescrivere con perf••lta cooo~ce112a di causa il tale o tAle altro medicamento. Queqto formulario comprende tre porti ~ella prima parte sono s tudiate qolto il nome di m edicamenU u~uall, le specialità che corr1qpondono aJla medJcazione che il m edico ba m viRla ; ~Il nulor i ne ind icano la compoAiz.ioue, le indicazioni terupeutiche, Jl modo di impiego e le> dosi. Nella 3econda pnrte (Memoriale terapt>utico) essi enumerano l•• 1hver o:e pt>cialitA che ri~r ondono a ciascuna malattie. Sella ti'rza parte (Memor1ale f11rmar~>utico) si trova la nomenchttura delle specialità e dei loro fabbricanti. Qu.. Lo formulario è pr eceduto clal commentario cbe tl pro· fe!U'.Or Corni!, relator e della le~oege sull'esercizio della fa rmacia, ha fatto dell'articolo r elt.ttivo ollP specialita farmaceutiche. Questo CommentariO melle in luce le difficoltà inerenti e questa questione cosi complessa che riguarda nello stesso li•mpo i dil'ilti del fabbri\:anle u del r ivenditol'e, e so· vratt.:tln la «icurezza della StJiule pubbli~, la quale deve e • toere io motlo speciale cara al mt•d•ro. È nel uo comples~o un ottimo libro eti é da augurarsi rhl' la lettura del medes1mo fa cciO nnl'cer<' in qualcuno il de«iderJo di compilare un formulario o prontuario analogo per le spec1alité Carmaceutiche. tlaliane.

G. Atti 4ell' U Oongrea•o me41oo lnternazlonale, vol. Vl. Roma, 189:'1.

g questo il volume che contiene anche i resoconh dei lavort d~>lla X IV sezione, quelle di medicina militare. VJ ehbtamu visto con piacere riportate per intero molle tmporlanll comunicazioni dei nostri t'olleghi italiani ed esteri, e ~art\ cerlo mollo g radito per chi presenziò al congreseo il potor l'ileggere e studiare con cumouo e calma ciò che


993

RIVISTA OlBTJOGR.AFlCA

ascoltò fug~evolmenle e spesso incomplet.amente or fa un anno e più. Ma con altreU.anlo dispiacet·e ubbiamo visto anche che molte, anzi mollisstme comunicazioni o sono slale assolutamente soppresse dandone soltanto il titolo, oppure !ODO unicamente rappresentate dalle conclusioni; di guisa che, in qualchf' parte, l'a llampana lo voi umetto, ba più l'espello di un indice bt blio~rafico che dt un completo resoconto. C1 preme di dichiarare che il resoconto della sezione milit.are quale ru preparato dalla presidenza ed invtalo alla Segreteria generale et·a assru ptù ben pasciuto, ed avrebbe a vulo le stesse dimen~iooi degli atti della XVJII sezione (medicina militare) ùel pr eced••n te Congresso ili B ·~rlioo. Ma la segreteria generale del Congresso trovò necessario dì r tdurre da 14 a (i 1/, i fogli di stampa. del povero libercolo, e quindi di fa rvi quelle I'Ìtlnzìooi e costruzioni, che abbiamo lamentate e delle quali - il lettore lo avra già ben compreso, ma ci piace di dirlo qui a mo' di conclusione - la l'espoosabilità a pptn·tiene tutt.a alla s ullodata Segreteria general e.

Sul BUanolo della Oaena e •P••• straord.lnarle m.llltarl. - Discorso t.lel deputalo FELICE SANTJNI pronunziato ella Camera dei deputati neUa seduta del 2 luglio 1895. È una voce di pìit, che si ò levata nella Camerain favore del Corpo sanitario dell'esercilo; e ci fu sommamente grad1lo l' udirla partire da un ufficiale del Corpo sanitario gemello, quello della marina. 11 D1re t tore

DoLt.

TBFANO R&c-rs maggior generale medico ispellore. Il Redatt ore

O.•

RIDOLFO LIVI Capitano mtdieo.

NUT1NI FEDERICO, Gerente,


K:&l.M O R . I E

OR.:tG:tNAL:t

CURA DET_jLE FRATTURE COLLA MOBILIZZAZIONE E C OL MASSAGGIO

Per U tenente medico dott. PAolo Pu4!ei

" ti

Flratttu-rl del femore. - Tutti i chirurghi fin qui erano d'accordo nel dichiara1·e cb.e una fraHura del femore, i11 un adulto, era sempre una grave lesione. ·0 si trattasse di una frallura della dialisi, o si trattasse d'una frattura all'estremità infel'iore o superiore del femore, si può dire cbe per Lutti gli autori, la prognosi, per qunnto varia a seconda delle Tarielà di fra~tnre, era tale da dover giudicare questa lesione come gravissima. fnfaui si em sempre tìn qui ritenuto che una frattura della diafisi del femorP, semplice e senza spostamento, richiedesse il letto per quaranta o cinquanta giorni e cbe, allorquando esisle,•a oo accavallamento considerevole, fosse spesso necessario cl i non abbandonare definitivamente gli apparecchi se non dopo due o tre me:> i. Per le fratture dell'estremità iofe· tiore del femore poi la prognosi assu meva un carattere di gravità aiTatto speciale, per le numerose complicazioni che potevano sopravvenire unmediatamenle o consecutivamente. Cosi quelle meno gravi, come ad esempio le fratture di 68


994

CURA DBI..Ll' fllATTORE

un solo condilo. si riteneva che potessero guarire abltunlmente io un tempo che variava da due a cinque mesi, e quelle più gravi, quali sarebbero le sopra-condiloidee e e le inter-condiloidee, si riteneva che richiedessero •ma cora notevolmente più lunga ed in media di quasi un anno, ammettendo per di più che spesso determinassero occidenti spaventevoli, seguiti talora da morte o necessitanti l'amputazione dell'nrto ( 1). Tutto ciò senza conLare gli altri danni che produceva l'immobiliztnzione, quali erano le rigiditit articolari, le anchilosi, la dolorabiliti1 e gli edemi set:oodari. Par le fratture all'estremili• super1ore la progoosi io certi casi era ancora più grave. Si credeva che la durata della cura• non potesse essere' più breve di due mesi e che non di r-ado avvenisse r.be la guarigione si facesse attendere .t, 5 e 6 mesi e qualche volta piu d'un anno. Si capisce frauanto come talora il prolungato decubito dorsale esercitasse oo'inllueoza tr·istissima sulla salute ge· nerale dei pazienti. Uo gran numero di questi, dice il Follin, colpili da frattura del collo del femore, periscono così nel marasmo e nell'esaurimento che spesso viene aumentato dallo sviluppo di escare sulle parti del corpo soltomesse ad una pt1olungnln compressione. Anche ammesso del resto che· questi iniel'mi avessero potuto scampare da tali pericoli, la funzione dell'arto si reputava in ogni caso permanentemente piò. o meno allerata. Infatti sa,ppiamo che le Jrallore del collo del fe.more, che gli autori di\·idono in ex.tra- capsulari ecl iotracapsulari, ma cbe si po~ooo luUe considerare come fratture

(t ) l!'oLLm 11: Durtu. -

TroUalo di lfolologkJ esterM. !880 pag, 798.


COLI..A MOBIUZZAZIO!\"K B COL MAS AGGIO

993

articolari. si osservano specialmente nei vecchi od in soggetti nei quali lo scheletro suhi una rarefazione cbe si può considerare come un invecchiamento prematuro dell'osso. ~ appunto in questi soggelti che le articolazioni tendono atl irrigidirsi e con estrema rapidità si fanno sede di vari depositi, ohe i muscoli all'intorno s' in61lr·ano e si atrofizzano e che il soggetto diviene incapace a camminnr•e, non per defot'mazione oS"sea, ma per alterazioni articolari e nei muscoli. Sono questi presso a poco gli infelici resullati ottenuti lì n'ora coltrauamento delle frallure del femore per mezzo deJZii apparecchi con immobilizzazione. Quanto grande non sarà dunq ue la sorpresa allorchò affermeremo che le fràltu_re del femore non solo non ricbieggono, in generale, una cu_ra più lunga delle allre fralLure, ma neppur·e presentano maggiore gravezza o maggiori pericoli; che non è vero che per le fratture articolari del femore, e specialmente Pffi' quelle superiori, v'abbia difetto di consolida-zione, ma che invece que~ ta avv-iene con grande facilità; e finalmente che non è vero che per queste frallure articolari la funzione dell' nrto si debba considerare quasi sempre considerevolmente compromessa e che io molli casi le condizioni aenerali dell'infermo ne soffrnno fino a dar& la morte nei • vecchi? 1'ulto questo possiamo in og~i aff~rmare mercè g1i imm ensi benefici apportali alla cur·a delle fratture dnl massaggio e dalla mobilizzazione, che facilitano In riparazione ossea, rior·dioano le parLi limitrofe alla frattura ad una regolar·e funzione e non producono i grandi danni che tengono dtetro all'immobilizzazione. Ma più che tutti gli al'gotnenLi che potremmo qni addurre a sostegno di queste asserzioni, maggiormente saranno eloquenti le storie cl inich~ dei fr,aLLurati di femore dn me- eur·ati.


996

CURA DEI.I.F. fRATTURE

Frattura doppia della dto._flsi t/el femore de811'o, all'unione del 3- medio col ~ inferiore ed al 3" superiot'e. - G. Assunta, dt anni nove, entrò il la marzo 1895, per fralturu del r~more destro. U 12 marzo, andando a scuQia, scivolò sul ghiaccio e cadde in mezzo della slrada. Tra~<portata subito a casa, un tnl'tlico constatò la frallura della coscia e propose l'invio della bambina all'ospedale. U giorno dopo vi giunse. All'esame obiettivo constatammo: frallura del femore destro, all'unione del s· medio cnl !j• inferiore, e frattura dello stesso femore al s• superiore. La diagnosi non era dubbia per la grande mobilita del frammento di mezzo e pet• ti crepiUo caratteristico. Non SI aveva però grande tendenza a llo spostamento, nè all'accavallamento, e con una certa trazione suJrarto si poteva dure alla cosc1a una forma reJtolarc Ltt coscia era a!lsai lumefatla o la tumefazione si e~tendeva al ginocchio. Non si avevano ecllimo~i. La dolor·abilitù nei movimenti dell'arto era gt•ande. Sembrava questo un caso nel quale un apparecchio ingessato dovesse essere mdispensabile. Se avessitno po~se­ duto l'apparecchio di Hennequm non avremmo e tlato Ad applicarlo, perchè sull'espertenza eli Lucas-Charnpionnier si può ritene1•e che con quello e con la cootro-estens1ono s1 riesce sempre ad evitare i pericoli di uo accavallamento o di uno spostamento dei frammenti nelle frallure della !llafist del femore. Nel caso nostro fu solo applicala La cootro-esleo~ione continua éd una semplice ferula che dalla facc1a laterAle esteJ•na del piede destro, cu1 manteneva in buona posizione, giungeva fin sopra la cresta 1liaca a deslrtl. A questa sola ferulu, fissata in alto al bacino, affidai con qualche giro di benda la coscia fratturala. Tutto l'arto l'iposuvu sop1·o un piano r egolar·e formalo da un buon cuscino. L'appliCHrione di questo ~empllce apparecchio ru preceduta da manovre di massaRgiO, a braccialetto, tutto intorno alla coscia, con pressioni dolcissime ed uniformi eserCItate da tutta intera la mano destra ed estese dal ginocchio tino all'anca. La mano sinistra fissa va l'arto alla metà della coscia per impedir e uno spostame nto dei frammenti. Dopo


COLLA VOBIUZZAlrO~B X COL MASSAI}GlO

9Q7

-.enti minuti di questa manovra scomparve del tutto il dolore spontaneo e nei piccoli movimenti del membro, e l'inferma, che innanzi appariva sofferente e1l inquieta, dopo il massaggio, sorpresa. manifestò nn relativo stato di benessere. In Lutti i g iorni suceessivi ru sempre lotta momentaneamente la ferula per le opportune sedute di massa ggio che, Callo ne lla suddetta maniera, ma con pressione progressivamente crescente, senza desLIH' mai doloi'e e sal Lando l focolai di ft·altura, non die' mai luogo al più piccolo renomeno d'irritazione e giovò invece grAndemente ad ottenere in pochi ~iorni la dt>lumefazione quasi completa del gino.::chio e dello COSCIO. n 2 d'nprile, dopo soli 20 giorni di cura, si notavano diiià due calli assai bene sviluppati e solidi che riunivano i focolai di l'raltura, cosicché si tolse l' appat•ecchio di controeslen.;;ione e la ferula, lascianùo libero nel letto l'arto che si era l.>on mantenuto in figura. Da quel momento la parte principale della cura t·.onsislé nei movimenti provocati in tulle le articolazioni dell'arto, fino allot•a impeùiti dall'apparecchio di contro-estensione. A vero tlire però non ebbi alcuna seria rigidità da vincere e soltanto i movimenti di flessione dello gamba sulla coscia si mot.lrarono per qualcbe giorno lilYutati. Permisi a ll'inferma di eseguire nel letto di quando in quando dei movimenti, non ll'oppo frequentemente per·o, né troppo ampt, e eontiltlLBi il massaggio quotidiano con pressioni assai forti specialmente al ginocchio che, ['61' effetto dell'immobilizzazione, era un poco ingrossato. Il G d'aprile la mia piccola inferrna potè reggersi sulla gamba fratturata, senza provare alcun dolor e, e da quel ginrno, con precauzione e da rne sor·rella all'ascella, cominciò a far qualche passo. Il 10 aprile camminava senza appo~gi e as~ai spedita. La tumefazione al ginocchio era seompar~a, il callo uei focolai di frattura regolarmente solido e bene sviluppato. ~on si notava accorciamento apprezzabile dell' arto, né ùeror mazione della coscia, né deviazione ùel piede. La sua mamma, venuta in quel giorno e lrovarla, e g iudicandola guarila, la por•tò via ùall'ospedale.


998

CCRA UILLI FR.\TIURE

Dopo soli 28 giorn1 da cura, adunque, una frattura doppia deJla diaflsi del femore, col massaggio e la mohilizzazione era ,ruarita regolarmente an gui~a da permellere che l' infet•ma se ne uscisse dall'ospedale, camminando con le propri•· gambe, senza pr~enlare a lcuna spedale alterazione di ruuuonallté o di forma. A proposilo di quesiJ> caso non ho altro da aggiungere che nel praticare il massag1do, per la tenera etA della rnnciulla, usr.i molta moderazione, d per la durata e pPr la pres.:;ione delle manoHe, poich•·. o per l' ecciU!b1liW. pn:J grande del Pislema nervo!!o, o per la maggior v1lalttA dt•lle oqsa, o per la più grande irritabihlà del periostio, nei ranciulll, e mollo più nei bambini piccoJisqimi, il ma~stl~gio non ~ bent> tollerato come nrgli a•lulti. Fratt ura drl eolio ciel femore sinistro. - D. Adele rli 58 anni, enlrò il 12 ap1•ilc 1895. per frallU1'8 del femort! Pinislro. Era di tomp\•ramento accentuntameote nervoso. Soffriva tl'insounia, era affetta da loggiero catarro broncltiolt• etl appariva <h debole coslituz1one fisica. L'undici marzo, per lo strada, fu colpila da vertigine col-i for te che la f<'' cadtwe pt•ecipilo~amenle a terra. Non potè più alzarsi per l'intensità del dolore all'anca sinistra. M!o-nlre la trosportuvano a ca"a sua, t-opra una sedia, pro"ò dolori acerht~s1mi. Per due tziornl stelle a casa senza alcun apparecchio e Follanto colla vescica di E{luacc10 sull'anca, t'"~P.ndo qtata fatta di8E1DO~I di contusione. Il (rioroo 13 fu lrn· sparlata all'ospedule. All'esaro~ obielti\'O si constatò la rrallura del collo Jd femore sini~t ro, bene apprezzata per il dolore alla pressione sul gran trocanlere, per la rotaz10ne m ruort dell'arto e p •r il crep1tio c-oratleri <~tico a\'verlilo nei mo,•imenti dell'arto. Non fii notava tumefazione conqiderevole della cosciu nò dell'ancn c non s1 8\'evano !;travasi sangwgni. L'ammaluta accusava dolorabilila spontanea leg~ie ra che òall' anca si inredtava alla faccia interna del ginocchio. 4\ppllcai a fJue~Lu mfcrm& un apparecchio identico a quello del callo pr tJcedeulP, ma non potei, per altre mie occupazioni incominciat·e Il massaggto ciJe il giorno 1 . Consisté qm•sto


COLLA Kt>BLLUZAZlONE E COL MASS.\IìGIO

U09

ill ..rghe pres~ioni con lulle e due le s uJ>erflci pelmari dello

l

•ni, dal ginocchio, lungo la faccia aolertot·e-esk-rna della coscia, ftoo all'anca, girando al davanti e al di dtelro rlel pan trocantere, senza premere su queflto. Le pressioni, dapprima leggiere, dopo aver prodotto la scompaNa del dolore, rurono e«eguìte, per lo ~pessore d••lle parli molli iu questo punto, con magg iot·e energta, ma non con troppa, per l'età dell't nrenna. ~ci vecclù infatti bic::ogoa est:er prudenti col massaa-gio, per evitare dei renomeni d' it•ritat.ione. Per tli p1ù con le manovre evitammo la regione interna dellR coscw, perch11 sede di grossi voc::i che generalmtJnle not vtcchi ..i lrovnno in condiZioni non lauto buone, Fu offirlat.i\ In parte principale della cura alla mobiliz:azione e, pet· quanto avossi applicato un appm•t•cchio di estelleiouo e cootr·o·e!"lensionE', dopo 1 primi dut' o tre gin1·ni eseguii dei movimenti poro estest, ma in ognt senso, colla coscia, soslilueutlo, con la maggiore aLtenzwne possibile, du · raute tali movimenti, la trazione, cou la mano che oiTor rava l'arto, alla trazione coi pe:oi. Deplorai C'Ile nelle donne non sia hene a pplicabile la ferula-gruccia ;\lonli, rerchl· per la contro-estensione fa punto d'appoggio sul perinc>o. Questo apparecchio c::emplici~~smo in ra tti, menti'(\ per mette. con ~tta nde tolleranza, la estensione E' la contro-este n~ione continuo, permelle ancora lo spostamento di lutto l'as•to ... ul letto, re da ferula e permelte il massaggio o la mobili7.za7ìone dell' anca, rimanendo applicato e continuando la sua r••golare contro-estensione. L'tncastramenlo abituale dei rr·ammenli in questo genere di frntture d'ot•dinario ci assicura una rapula riparnztone ed imp. dt"C8 uno spostamento accen tuato, ed ~ per 111e"lu coof<idenvjone che nelle manovre tl'e!'ame della Crallura non l'li dU\" l~ cercare la creptlaziooe, che può averst solo n prezzo lalnra di togliere quell' incastramento dei rrammenli tanto preziOSO. L'int••1·esse capitale d'un fralluralo è quello di sfuggire ai pericoli della rigidità arlicolat·e, ma per ottener t'JU!'flto dobbiamo non aver troppa paura dì alcune deformazioni laJZgterc. Nes nsovimenli provocati sollectlomenlo o nella lllanconza


1000

CUllA D'EU,S r RATTUf\1

d'apparecchi d'im mobiliaazione non é a credere che sia r iposta la causa di una leggera devtazione in fuori del piede, nelle frattu re dol femot·e. Secondo le osservazioot di LucasCbampionniere e d'allri autori, questa deviaZJoue, piu o roeoo accenluuta. è mevil.sbth.• anche con gli apparecchi tnJ{eS'<ah met~lio riusciti, e per dt più quanti danni non producono questi l D'allr·a par te se gli ammalati sono un poco di«Lurbati nel rarnminarc in ft·etla, da questa deviazione, non ue pro vano dol resto alcun vet•o tormento. Dopo lutto l<&rà sempre quuslo un disturbo incalcolabile, di fronte alle u rav• com;"'guenze degli apparecclu d'immobilizzazione. P ér lutle queste consideraztooi adunque On dai primi giorni di cura feci C!'leguire all'arto ,toi movimenti pa'<si' i "enza provocare seH«azioni peno:se. Im·ominctalt.> le mtHIO\'re di masRajlgio, la scompn rsa rlel dolor'' '"' polé vertfìcar e co;;J perfettamente che dopo poche !<&Julo l'inferma non ne pt•ovò piu afTallo, oem111eoo nei rnovimenlt pruvocalì n~s:ai aste~i. Il 2i marzo lasciai l1bero rar~o rwll rLlo, c;enza contr o-esleu~ione, cd ollenni det movimenl! allivi limtlaiJ;;,.imi, ma affatto non dolorosr. Frn ùa quel momento, in tulli i ~iot'lu ~uc­ ee!'<oivi, dopo la sflduta orùinal'ia di massaggio, della ~ola ciurala di LO m111uti, ordinai dt!i movimenti allivt, d'ampiezza sempre crescente, che l'inferma cseRuiva avvet·Lenclo soltanto un dolo re poct:l inlen~>o al ginocchio, nella ilPssiCIIll' della gamba, per un certo g rado òi rigi<iiLà articolare, prodolla dall'apparecchio di contro-eslcnsione che ave'a rmmobilizzato qnest.a arLicolaztono. li primo aprile feci alzare l'infurrnn che poté re~gersi sull'ar to fratturato, senza avverlrre dolo re. Nei ,:ttorni sucCS!i!Sivi, forzando la volontà ùell'ammnlala, che pet• paura es:it.ava. la costrinsi a camminare per la sala, sorretta alle escello da due tnfermtere, erl m breve, acquistata flducia 10 so s tessa, In vidi co rnmioaro per la sala, a braccetto di una compagna, ft·ouca e spedita in una manièt•o sor prendente P er ancora qualche giorno rimase all'ospedale pPr una cura complementare, ma non del tullo neces~arto, ed ti i2 a pr·lle, dopo un mese dr cul'a, se ne andò corn pletameole


COLLA \IODJ L I ZZ AZIO~E & COl. '!lAS!'. AGGIO

l 00 t

parila, rimanendole soltanto una appena sensibile devia-

l

lione in fuori della punta dt'l piede. L'importanza m!tg~ior·e di rrueslo cnso per me sLa nel taUo che la put·le p1·incipale del lrallamenlo curativo cons1qlè nella mobiliuazioue. Oifalli per un rortunato erroro diagno· alieo, racilissimo molle volle a commettersi, fu lasciata l'inrenna senza a lcuno apparecchio, flnch•• non venne aJio spedale. dovP, per allri cin tue gior ni, non fu fallo Il massaggio. Le &edule inoltre furono sempre di bre'e rlurala e non mollo ener giche, per cu1 rn1 convmsi cho puJ chs allro colla mobiliz.zazione mi tu tlalo ollener e quella guarigtone cosl complela e sollecita. F rattura del collo del (1 more df'!tero. - S AndrM, vetluri no, di 65 a nni. entrò il 15 aprtle dt • rue~ronno per frallura del femore desiJ'O Bra assaJ denutrito e di 1lebole resi~tenza organtca. Il B aprilo, in una ris~a, fu gettato a l••rra e percosso, riportandone fl'atltll'tl del femore de~;tro. Trasporl11lo all' ospedale, all'esame obielliYo notammo che tanto con 1 movimP.nli dell'arto, che colla pre~sione ~>ul ~ran trocantere, s i des tava dolore aco~ai vtvo in ,·icinanza dell'nr·ticolazione coxoremorale. Colle manovre di rìcer~a fu perceptlo in modo non dubbio il carnLLer·r'il!Co creprlio in corrispondenza di'l collo dt•l femor e. Tulto intorno a li'Al'Licolo.zione dell'anca si notava un cer to grado dt tumefazione ed al di dietro del ,.CJ'tln Lrucaut+-re una lieve e circoscrtlta ochimosi. L' infermo per il dolor e che insorgevo all'anca non poteva compiel'tl alcun movrme-oto con l'ar:Lo destro. F u a pplicata il 16 aprile la rrrula-&!rUCCia Monli per la contro- eslen'i!ione o fu praticata dolcemente una prima seduta di massaggio sulla coscia o sull' anca, con pre11sioni BtJcendenti esercitole con Lulla interu la supl:lrlìcie palmare della mano, per· la durala dt •tuiodil'i minuti. Tanto in que!'la che nelle sedute successrve le manovre furon sempre direlt•• sulla faccill anlartore-esterna Jella coscta e sull'ance, per evitare i vasi. La scomparsa tlel dolore fu sollecita e complela lln dalle prirn tssirne sedute; la ferula- gruccin Monti fu Lollet•ata otti-


·100'2

CURA DI LI.E FR ATTURE

mamenle e permise di potere eseguire, fln da primo, mantenendo costante la conlro-estensione, dei movimenti limilali all'articolazione dell'an<'a. Il 21 d'apr ile notammo un edema abbastanza pt•onunztalo al popijLe ed alla faccia posteriore della coscaa, a destra, dove pure era comparsa un echimosa assai manifesta. Otrigemmo perciò s u questa parte specialmente le manovre di massaggiO, ma tardando !"edema a scomparire, o pensando che in mas$ima parte si dovesse ritenere dipendente dall'immobilizzazione dell'arto e dal decubito dorsale, il 25 togliemmo ogni a pparecchio e mobilizzammo, dopo il massaggio, seuza dolore, le articolazioni del piede, del ginocchio ed ancbe un poco deJJ'anca. Jl so>~pello fu analorato dal fallo che in pochi giorni l'ederna !'<COmpat·ve del Lutto, ma , come effetto prodollo dall'immobilizzazione, il ginocchio, tolta 11uesìa par te, e mobilizzato, sebbene in g rado assai leggt!ro, si Lumerece e divenne dolente alla pressione e nei movimeuLi. Si cercò di rimediar-vi col massaggio, ma nondimeno questa parte, che nei primi giorni dopo il lrauma presenLava un aspetto normale, pet' soli nove gior ni d"immolJilizzazioue s'era lanto ammalata che, guarito l' infermo della frattura, rimaneva ancora a curarsi il ginocchio, pea· incolpleta flesE<ione della sramba. Che se !.ali furono i danni di soli nove gioa·ni d"immobilizzazione, si pensi, con terrore, a quali gravi conseguenze avremmo dalo luogo se avessimo curalo I(Uesto infermo con l'antico trattamento. A. riguardo della frattura del femore l'andamento fu alfallo regolare. l movimen ti dell'tu·Licolazione coxo-remoL·ale ritornarono liberissimi ed esles1 fino al g rado normale. I) 3 maggio feci alzare per la prama volta !"infermo e potè r eggersi assai bene, senza dolore, sull'arto destro, ed eseguire a lcuni pass1, sorreuo alle ascelle, per tJvìtare il pericolo d'una caduta. Ciò avvenne acche nei giorni successivi. Il 7 mag{do potè cam· minare a bracciello ad uu suo compagno ed il 13, dopo soli 22 giorni di cura, potè scondet•e e salire assai spediLaroen Le le s cale da solo, s enza dolori c.li sori&, appoggiandosi ad un baslon&. Fìn dal 7 maggao il massa~aio era s tato limit.ato sollanlo al ginocchio.


..

COLLA ~I O BU.lZZAZtONR E COL ~!ASSAGGIO

f QO:J

Non ru dimesso questo infer mo dall'ospedale che il 23 maggio, pet· seco'ldare il suo desiderio d'uscire in condtzioni tali da poter a ttendere alle sue occupazioni. Cnn tutto ciò non rimase all'ospedale che per un mese e setld gior ni, e ne usci camminando a ssai speditamcnle e senza alcuna molest.ia, valendosi soltanto dell'atuto d'un bastone, più per vincere una cer ta impressione a camminat·e che per bisogno. Non presentava che una leggera deviazione in fuol'i della punta del piede destro.

rn questo caso fu applicata la coolro-estcnsione; nonostante io mi domando se nelle ft·altore del collo anat(}mico del femore questo mezzo è veramenle indicato. Dnl moménlo che si lralla d'una frattura iotra-articolare, e perciò con leggiera o nessuna tendenza ad un accavnllameoto rilevante, molto piu cbe bene spesso è accompagnala da ineastramcnlo dei frammenli. io ct·edo cbe della controestensione si possa e si deliba fare a meno. Mi lusinga lanto piil questa idea, per·chc, per rynanto si faccia, per Ollenere una contro-estensione l•isogna pure più o meno rendere immobili le articolazioni del piede e del ginocchio specialmente, col rischio di ricavarne dei danni non. indifferenti. Frallura del collo del .femore sinistro. - M. Francesca, contadina di 72 an·n i, da un anno e mezzo cit·ca si serviva nel camminare d'uua slainpella, per un accoNiamento dell' arto inferiore sinistro, di circa quattr o centìmelri, secondario a. f•·attura del femore. I l 27 di map:gio di quesVanno, cauendo di nuovo, si produsse una ft·aLlu•·a del collo del!(} stesso femore e ti 29 entro nell'ospedale. La rola?.ione in fuori del piede ed il crepitio caratteristico nei m ovimenti della coscia confermarono, senza <•mbra di • dubbio, la diagnosi suespressa. In quest.o caso non esisteva echimosi né tumefazione, per·ch& la rraltura, per la friubilllt\ delle ossa in questa vecchia, eJ•a


1004.

CURA DKI .~ FRATTURE

!ilata prodotl-8 da un lieve lraumalismo. Perciò non cretiet neces~ario praticare il massaggio che soltanto per 3 f,riorni, allo scopo di produr're la scomparsa definitiva del dolore. Non m1 valsi di apparecchi d'estensione e conlro-eslensione continuata, per impedire un accorciamento dell'arto, per ragioni dette allrove, e soltanto praticai di bnon'ora la mobilizzazioue dell'arto. Il resullalo ru davvero meraviglioso. 11 7 giugno feci alzare per la prima volta l'inferma ed es!òa eseguì qualche passo, colle stampelle, appog~?ianùosi anche un poco sull'arto sinistro. Fin d'allora s'alzò Lutti i giorni e tulti i gìorui notammo un progressivo miglioramento nell'andatura. Oop'1 so1i 20 giorni di cura, l'inferma a suo dìre, camminava presso n poco come prima di questa ultima caduta, servendosi di una sola stampella. li 22 giugno fu dichiarata guarìLa. Non presentava alcuna ùeformità all'articolazione coxo-femorale , l' accorciameuto dell'arto non era aumentato, ed era lievissima la residua deviazione io ruorj dellA punta del piede. F rattura det .femore al rli sotto ciel grande trocantere.B. Casimiro, di anni 36, il 14 maggio 1895 fu trasportato alrospedalo pet• rra.Uura del femore sinistro. L'infermo era epilettico eù afasico, affetto da conlratlurn alla IIJano destra e da ipolt'ofia dell'ar·to inferiore corrispondente, quali postumi probabili di una paralisi mfunLiJe. ::-:on si poterono rilevare i ùellagli della caduta che aveYa determinoto la lesione, ma •l dolore, il gonfiore di tutta la coscia, un' echimosi estesa dalla regione inguinale sinistra a lulla l'anca corri~ponden lt', l'accorciamento dell'arto e la r otazione in fuori ùel piede fecet·o subilo sospettare una fra~lura del femore, confermata poi e localizzata in un punto al ùi sotto del gt'anùe trocantere, per la cr epitazione caraLlerislica e per il ratto che il grande trocantere nei movimenli di rotazione dell'arto restava immobile. Fu applicala la rerula- gruccia Monti per l'estensione o contro- estensione ed a I')Uesta medesima. fer ula, ben collocata sul letto, ru pure affidata Ja rotsziane in deut'ro del pieùe. In questo caso per il massaggio, elle produsse sollecita-


COLLA MOBILIZZAZfO,'iE E l:OL MASSAGGIO

~ 005

mente la scompal'Sa del dolore, della Lum~fazio11e e dell' eeblmosi, e per la mobilizzazione sJ seguirono le r't"gole altre volLe enunciate, per cui su ciò noo m1 fermo. Dirò solo che questo individuo, mezzo imbecille, si tolse più volte, specialmente di notte, l'apparecchio del Monti, e più volle fu colto da forli accessi d'epilessia moloria, pei quali l'art.o fratturalo venne smosso in vario senso, come è facile itomaginare. Nondimeno il 27 dì maggio si potè togliere la conLroeeLensiooe, si lasciò libero l'art.o nel letto e s'eseguirono dei movimenli di flessione del piede, del ginoccb1o e dell'anca, senza destare dolore, perebè già s'era formala una con!"oliùllzione sufficiente dei frammenti da permettere questa mobilizzaziooe. L'8 giugno l'infermo si alzò reggendosi assai bene !"ull'ar lo sinistro, e sin d'allora tuUi i giorni colle stampelle passeggiò per la sala. D'alLer azìoni !:'econdarie alla frattura non rimase cbo una lieve de viazione in fuori della punta del piede sinistro. Le articolazioni di lutto l'at·to conservarono normale la loro funzione, ed iJ lieve accorciamento elle;~ rim$neva non era, tutto almeno, da attribuirsi alla ripor tata frattura, perché per informazioni assunte vP.nni a sapere cbe il B. aveva sempre presentato un accorciamento dell' arLo, per il quale camminò sempl'e zoppicando. 11 23 giugno l'infermo fu dichiaralo guarilo. Frattura intercondiloidea del femore destro.- P. Pasquina, di 85 anni, ru trasporlala, il 26 d'aprile di quest'anno, all'ospedale per grave lesione traumatica al ginocchio destro. Era una vecebiella macilenLa e denutrita, che'da soli cinque giorni era usci~ dall'ospedale, dove era slala ammalata di polmonite. RaccontO che in quello stes!:'o giorno, scendendo le scale, era caduta battendo fortemente il ginocchio des~ro. N'era lnsort.o un dolore acutissimo che si accresceva col più piccolo movimento. Oltreché un arrossamento ed una accentuala tumefazione del ginocchio, si notava la gamba io s emiflesslonesulla coscia ed un aspetto valgo assai marcato del ginocchio. Colla pressione si destava dolor e molto lnleoso,.speoialmente premendo


1006

fU R..-\. DXU.~ fllATTliRE

sui coodJIJ tlel fèmore, cbe pr e"-enla \•ano una mobilitA ben distinta, con crep• lazione manife sll!~~ •ma. La diagnosi ammessa dal p1·or. Guar neri, fu di frullura sopra-condiloirloa , con fratturo verticale nel solco inlercondiloideo che separava i due f•·amu•enli . Pralicata una buona seduta di m&s~aggio, con mediocre dolor e, posi l'arto in figura ed in complelll estensione, manl&nula da una fer ula collocata posteriormente. Colle l'edule ~ue­ cessive di massaggio, reclamate sempre con insistenza dall' inferma, per l'effe llo gradevole che producevano, fu sollecita la scomparsi\ definitiva del dolore e progr•essiva la diminuzione del gonfiore alla faccia anler•ore del ginocchio ed a_l poplite, do,•e fin dal 2' gior no era apparsa un'echimosi mollo pronunciata. Il 5 maggio leseiai liber o rarlo nel letto ed incominCJOI ad eseguire, dopo il massaf!gio, dei limil.llli movimenti d1 flessione della gamba. ogni giorno progres~i­ vamenle sempre p1ù eslesi. Il 16 maggio la flessione della gamba sulla coscia urr•ivava all'angolo rello senza destare dolore e l'estensione era qua~i completa. Non t> i a veva più alcuna mobilità dei frammenti ; la pressione moùerala sulla r-ianla del piede non risvegliava alcuna dolorabilita e l'inferme, in posizione supina, puntando ambedue i piedi sul letto, con le gambe in flessione, poteva benissimo sollevar e il bacino. Il21 di maggio scrissi nella s toria di questa ammalala che i frammenti si ritenevano ben consolidati, ma ehe nella cavité arLicolare del ginocchio s i notava tullor a la presenza di una car la quanlilà.di liquido, che proJuceva dolor e nei mov•menli un po' troppo estesi di flessione della gamba. Il 25 feci alzar e l'inferma che polè reggersi, senza dolore, anche sull' orlo di des t•·a. Da quel giorno si può dire ehe presso a poco ~:~i mantennero s tazionarie Le condizioni del ginocchio. Non fu possibile indurre quella vecchietta, le facollA mentali della quale presentavano già dei se ~ni d'involuzione ~nil~1 a camminare colle s lampelle, per la paura che aveva di farsi del male. Come deformita r esidua della rrallura il ginoccl•io non presenLa.va che un appena s ensibile allungamento del suo


COLLA MOBILIZZAZIO:'re i COL MASSAGGlO

1001

diametro lrasversale, all'altezUl dei condili del femore. Per la funzione. la gamba si fletteva oltre l'angolo rello e si estendeva quasi del LuLlo. Scomparendo la lieve •·accolla di liquido nel cavo articolare, la flessione e l'estensione sarebbero state complete, non esistendo alcuna rigidilù ar·Licolare. La degenza dell'inferma all'ospedale s i prolras~e relativamente per assai tempo, non pe1• un ritardo nella guarigione della frattura in sé stessa o per conseguenze della frattura, ma sivvero pe1· gli effelli della sinovile traumatica che accompagoava la fr·atlura. Infalli il 21 di maggio, dopo soli 25 giorni di cura, si riteneva che i frammenti fossero gia ben consolidati, e il 25 dello stesso mese l'inferma già sosteneva sull'arto fratturato il peso del corpo. Infine non si osservavano rigidi la, o anchilosi, o raccorcia menti, o deformitA che eosliLuiscono in regola generale i postumi ùi queste gravissime t'ralture, quando sono curale coll'immobilizza· ziooe. In prosieguo di tempo non bastando il massaggio a determinare la SCI)Jtlparsa di quella poca quantità di lirJnido che rimaneva entro il cavo articolare, quale unica alterazione residua del grave lraumatismo subito, ricorremmo ai vescicanti cbe prc,dussero un ottimo effetto. Oggi 23 giugno, giorno in cui termino questo mio lavoro, l'inferma si riL!ene come quasi gnarita anche della sinovile a rticolare e si giudica· ch6 ben presto uscin:\ dall'ospedale.

Fra:t.lure delle ossa della rtamba. - l e fratture delle d!le ossa della gamba sono molto frequenti e più spesso si osservano negli ad!liLi. Le canae che le produwno o sono direLLe, ed agiscono immediatamente sul punto nel quale si produce la (ratlura, o sono invece indirette, come le eadute sui piedi, i movimenti bruschi di abduzione ed adduzione del piede eec, e l'azione loro si esercita ad una distanza più o meno gra11de dal punto ove avviene la frauura. Non !~ono sempre le due o3sa spezzate alla stessa altezza, specialmente allorquando, frallurala la tibia danna


4008

CURA DELLB FRATTURE

causa diretta, il perone si rompe consecutivamente. La frnllura della ~amba con frequenza maggiore si verifi('a all'unione del 3" medio col 3° inferiore. Lo spostame:'llo dei frammenti è io generale subordinato alla direzione della frnllura. Si capisce come vaùa aumentando col grado d'obliqui La delle superfici di frattura, ma !Jerchè si produca un accavallamento c necessario che le due ossa siano frattu rate alla sLessa altezza. Altrimenti i frammenti della tibia, mantenuti dal ligamento interosseo e dal perone, che fa da. stecca, non possono spostarsi e l'nrto non si accorcia. Oltre poi lo spostamento secondo la lunghezza, può aversi lo spostamento angolare, il più frequente, e lo spostamento per rotazione o secondo la circonferenza. Le ferile, le contusioni violente, l' uscita dei frammenti e le lesioni articolari, nelle fratture in vicinanza dell'm·ticolazione Libio-tarsea, costituiscono le complicazioni più comun i di queste frallu re. Anche in queste fratture il massaggio è utilissimo, ma purtroppo la tendenza ad tLno spostamento è tale quasi sempre che si è costrelli ad applicare degli appare~:chi conlentivi. Nonostante bene spesso anche apparecchi mollo stretti ed esattamente applicati non bastano a bene ristabilire la forma. V'banno casi però nei quali la frattu ra non s'accompagna ad alcuno spostamento, o soltanto a spostamenti mediocri, con nessuna tendenza ad accrescersi. In questi fa d'uopo cominciar subito il massaggio, !imitandoci solo a dare al membro una ferma e buona posizione nel letto, o Lutto al più in un sem plice semicanale. · In quei casi frattanto nei qual i è considerevole la tendenza allo spostamento, o nelle fratture complicate della


COLLA liO BILIZZAZIO\B K CO t \l A'>S \ t:t.IO

l 009

gamhn. si polrit sempre u5are un trattamentn misto. Lnscinodo d.t parLe quer casi oer quali 1 piu piccoli rnovim~oti rnrnacciano dr ledere la pelle, «i può prima prati··are un huoo massa;,?gio sulla parte fruuurnta e quindi nppli··are l'rmmohilizz.nione. rosi metteremo nell'appart•<'· ( bio un membro a•h11 meno tumefallo e pt•r njPnlt' dolorow • 1 potrà togliere questo apparecrhio. per un'nllrn se(lul:t eli m :~ssnggio. dopo un tempo pii1 o menu lun~o. giui)i•'1lfl nere.,sario per la forma1.ione d'un calln appena , ,,tlieir.ntt> ad impetitrt' un nuovo spo.;tamt>nlo. St t<ornt!ra quindi a l'iapplic:t rna un n più semplice ecl n LO~Ii01·lo d i nuovo pPr no certo numero di volle, ··on intervalli diversi, n seconda dell'andamento delle cose. fìnchl> ben ...olitlilìratosi il callo elle unisce i l'rammenti, e ciò ttvverril. in brevo lr.mpo. potremo ahuandonnre del ltlllo ogni apparecl'ltio immobilizzante e praLicnre dr.lle ;;edule I(OOlicliane dì mnssagt:io, .~ det movtmeuti. Questo modo di fare non ha che un solo difetto, cio~ quello d'tlssere scomodo per il chirurgo. specialmeoll' allorquando, negli o,;pedali. si trovino ùe;li nhr·i fr.lllnrati cht> reclami no l'opera sua. È por troppo assai piu semplice. e:;cJ,Lma lo Chnmpionni••re, applicare pet· ctnquanta 11 lle:.;anta giorni un .1pparecchio ìn~e~snto. ~l a in •1ue~1o ca~o, tolto ti membro dall'apparecchio, il sO)!,!CllO o non carnrn10n o •·on grandt:;sima cltfliroltà. St•nt.n apparecchio allora, o con no nuO\'O npparecch io piu lescgiero. s'invia l'infermo ro un astio dr r•Jnv.tfe,ceo/.a, iovitandulo ad eser.:itar,;i n. rarnminnre, il che faru per· mesi intel'i talora. senza rinsci r·vi in maniera -:ul'lrcieole per gnndagnarsi d.1 vivere. l\iLomera perciò all'o:;pcùale o pnsseril da uno spednle ad un allro, fioche non riacquisleri't. con In ~oli­ ditit tf pJI'arto, nn po' di pieghevolezza articolare e di poIH


IO IO

Cl'Ba Ofl.l K HtA T l l'RE

lenza mo-.colarc. ~ umern:.1 poi suno quelli non cosi fnrt•tuati e cllt• ruuangoou piil o nwoo impotenti pet· clc;rli ann i. C1• tablm11 trt)s somln·t• n'a rim d'!'.Wfflrt 1, soggiunge lo Championniòre. Frati/Ira :lOpra ma!leolare dt!l/.P dtiP ossa della gam&1 rl~> ­ slra. - H. Ar•oldo, dì 20 amu, tu•Jente. entrò 11 l• mn!!!!io dì quest'anno per frattura deliA gamba destra. Raccoulc) che in quel g10rno c'ro caduto di hiclclelltl, rimanendo cou la ~amba Jest1a sotlo questa, per modo che la gamba co .. lllutva una leva cou il punto d'appo!o\'gto tloto dal piede contc·o il c;.uolo e con la puleuza ofl'erta dalla ruot.a della bicicletla che pogguna coulro la gamba al di ~npra dell'arllcolat.IOne del pied~. Non ~i potè più alznre in pìed1 e fu sub1L0 trnsportal.o all'o. pedale. All'esame obiettivo si notò: edema ed arrossamento considerevole al clorso ed al collo del piede, nonché a tulta la melà infer1ore della gambo, ed echimosi circoscrillo, con superfìcialt> escoriazione sulla roccia anteriore dell'ar lìcolazione tibio-larsea. Pt!r raspetlo del membro, p••r· il crepilrn caratter1SL1co, per la beo d1stinta mobilità dei fratnml'nti e per il clolore alla pressione ed ai movimenti del ruede, fu ammessa una fratlura immediotamente sopramalleolar~ di ambedue lo oRso della gamba, complicala da grave distorsione dell'ai'Licolazlone del piede. La frattura della tibia però l'i trovava ad un livello alquanto ~uperiore rispelln a quello del perone. O,:n1 piu leggiero mo' i mento desta,·a un vi'o dolore. Il ptede aveva tend~nzA a rarsr varo e cadere m basso colla punla. Nou si aveva accavellameulo dei rrt~mmenti n"' tendenza a spostamenLi. ~ello ~tesso 1-{iorno fu pr aticata una prima s~d uLn di ma!'sagjlio, 1leila durata di circe mezz'ora, togliendo quasi affatto il dolore dalla parle. anche nei piccoli movimenti del pie<le. Le manovre consisterono m pressioni larghissime e leggeriss1me 11ul dorso del p1ede e lutto intorno Alla articolazione dr questo ed alla gamba fino al ginocchio. F u 'tuindt tuLto l'arto otlnLlalo in u na doccia imboWla d'avaLla, con re-


t.:OLI.A \IOBILIZZ.\1.10'\K l COl 't \'!:UGGIO

l() Il

lattvo plant&rc, per mettere e mantenere il piede m po~izionP normale. Ne• giornt <~ut'ce.c1sivi, per le seJute di mos~ag~io, tolsi il piede dallu doccitt, l'adal'\'iai sopra uo cuscino, e rugl{endo il La lloue colla mano sinistra, colla destra praLìcai l& manovra sucldesct•itla, aumentandone la pressione nej limiti concessi dal non tnctol·~ert' del dolort> A cominciare dal ;lo giorno d1 cura però, a mela .]dia seJ.uLa praticai coi polpe•trelli dd pollici delle presc;;JOni sulla rocc•a dorsale dell'articolazione del piede, nello spazto mterosseo, nello stesso tempo premeuùo colla puuta d .. lla a!Lre quattro dHa di ambedue le ma11i al d1soltu n al di dteLro dei malleoli por rlsn· fire sulle facco lnlPrali dt:!lla gemba 'l'ullo il membro allora t'iposava sopra un CU"Cino rip!e)!Ato tn modo ila mantenere il piede in posiztone ct>Hvenienll!. TerminAi sempre le ~e•lutP oon press1oni circolari, a braccialetto, estese dalla rad1cù delle dita fino a l di sopra del grnoccltio. La mobilinazione passiva tlel piede ru imziala ti 5 ma~gio con movimenti poco ~stes t ma diretti in ogni senso. La tu111ofazione intttnlo ea·a per tullo già m ollo diminuila e il i maggio l'infermo potè senza dolore, dopo il massag~tio, e~eFI'uire dei mov1ruenli del prede e delle tlila in mantera ~orprendente. Ognt J:IOrni pro,·ocai pure d~i IIN\'Imenti dell'arLicolazrone del ~inoccluo. L'S maggio nola1 un edema assaa murcato iu corrispondenza della faccia anteriore iuterna clelia tibia, per qua~i tutlo il suo percor!-lo, con dolor e mollo ,,Jvo alla pressloue. S comparendo li per li col mac:;"ag~io, ~ a·itornaodo dopo poco anche in grado più accentuaLo, ritenni questo ratto dipendente da una heve irritazione del periostio prodolLa dalle pres"ioni del massaggto, cbe non avevano fino allora r isparm iato tutta quella superficie ossea, non ricoperta ~he dalla pelle, ed eviLai del lutto questa regione nelle sedute succes.&ve. La scomparsa sollecita della tumefazione mi persuafle maggiormente della. causa che doveva averla prodotta. Lts doccia fu lolla defioitivamenw 11 l7 di maggio ed i frammenti presentavano allora un callo coSl solido da permettere c:be il piede fosse del lutto abbandonato nel JeU.o senza temere d.,formazioni di sor·La. La lumefaztone era scomparsa e non rimaneva che un leggero ingr·ossamento dei mslleoli ed una


101~

CUR:\ DILI.E t'RATTU.RB

liev& effusione di malertah ploqtici peri-ar-ticolari, un po' più aceenlunla Rul dorso dell'arltcolozione del piede . Del resto i movimeult aLuvi del pied•.! en1oo quasi norm&li e si effettua va o o senza dolore. H 22 l'anrermo si alzò da letto e potè fare qualchP. paq:so. Anche nei gtot·ni successivi gh permisi d'alzar,..i e camm111are un pochmn, mn con ;n-all'le modera.taone, specialmente P"rrhe ancora rsmane,ano delle lwva alterazioni dJ rorma che E•llestavano ciella non completa {luarig:ioue di quelltt ~rave ,lislo!">aone t<lte aveva accompagnato la frattura. Il 2~ volle uscare dall'o!'lp~ late, dopo soli 25 giorni di cura Della lc!lione riportata non t'trnaneva che un lteve an~rO"· sameuto dell'nrl•colazione del Jlle•le. Del rt!slo lulli i movimenti di tluec;to erano liberi, l'mfermo camminava '-pPdtl&· mente, ~enza clolore; ti callo et•o regolarissimo, uon "O· praggiungevano, camminand.:> mo.Jeratamenle, edemalnl'tlà secondat'IO né •lisLurbi di circolazione. Non si aveva ipolrolfa muscolot•c. Un rMullalo cosi spleodido, in una frattura composta cosi flt'av~, complicaltt da dislorqione gru vissima dell'arlicolaL.ione del piede, non ho bisogno di comrnenli.

Frnttln·,. dtll 71arme. - Le frattm·e del perone sono assai frequenti. Per l•1ngo tempo si confusero con le leioni dei les uti lihro:.i articolari e specialmente cnn le di'torsioni. 'la pet lavori di Dwid. \rJIIiam Brumlieltl e Pouteau dn prtmn e di Bo)er e 1\tclleraod da pot. puhhlt ~ati nel un1 :.erolo. e per quelli di Dupoytren pultltlicati oPI 1>0 :1 e di Mnisonnnuve nul 18~0 . si vennero a cono,cPre ti meccanismo di produzione di queste fratture, le :-pet·ie più cumuni, la sintomalologia e le indicazioni terapeutirlte. Le cause di queste rrallure sono dirette ed indtreue. Le prime, as.;ai piit rare, sono prodolle da nolen1.e estcrue. come colpi di bastone, di pietra, il passaggio ll'unn ruota d'un cn1·ro ecc. Le indirette dori,•ano da cadute ~u l mar·


COLLA l!OBILIZZAZIOSE E COL 'IIA~o.; \I;GIO

11) l :l

Rine e~terno où interno ùel piede, da passi fnl3i o ùn moYimenti nnormalr od esagerati del piede qunndu il tronco i• lìssnlo , o da movimenti del tronco quando ~ in· .ece fi,.sato il piede. Il meccanismo di produziOne m questi casi iu st udiato profondamente dai chrrurghi. Nella com col massaggio è importantissima la lllnsroosi delle frallore, falla colla mag~iore e:;attezza pos'ilule. per potere evrlare nelle mano' re il focolaro dr frnuura. l'er faciliL'lte questa diagnosi ò bene distin~uere, circa rl modo di prodursi, tre varieta Jr frauure indirette del perone, ammesse giìt dal Maisonneuve. l · Fratture per .\trappammto, consecutrve ad un mo· Timento di adduzione del piede. Hanno sede a :l centimetri di distanza dall'apice del malloolo etl assumono una direzione tra!lversale. ~· Fratn1 re pl'r clirulsione, ronsecutive ad un movr· mento di rotazione della punta ùel piede in fuori. Sono fratture più comunj delle precedenri e ri~iedono d'ordinario n ~ . 5 o 6 centimetri al ùi sopra della punta del malleolo peroniero, e si dirigono sempre di allo ro ba.-so t 1ii dietro in n'"anti. :l·• Fratture per diastasi, consecutive a deviazione rn ruori della punta del piede, m t sempre precedute da rotlura der lil.tamenti tibio·peronieri e dalrallontanamen•o delle due ossa della &Jlmua. alla loro e tremità inferiore. Oeeup::no in generale il 3° superiore dell'osso o sono spesso accompagnale da ~ravi disordini articolari. Si capisce Ja questa distinsione l'importanza del mc· cogliere dati precisi circa al modo come avvenne In rraltura, per poter· meglio stabilire In 3ede di <1uesla, :.enza ricorrere alla ricerca ùel crepitio dei frammenti, rnnnoHa lotto ogni aspetLo condannnbile ed inutile.


1014

!:CRA OELII FR \TYU'IU!.

Jl dolore che ~i aiT!!rma sulla continoita deii'O:<'o , in un punto localizzato. colla pt·essione, è un altro dato prezio~o

per la loMiizzazione della frnllura e quasi pato~no­ monico di questa. Le frallure del perone, come tutte quelle at·ttcolari. ricavano i ma~~iori vantnggi dal massaggio. ~on intend~> dire che iempre le frallnre del perone si e:;tendaoo all'articolnzione, m::t che. in quelle dtL causa indireu::t specialmente, per In vil'innnza l'articolnzione risenta sempre più o meno del traumntismc, . Per qnnntu r<~ro :oia il ea~o, .;;i può però aYere una certa Lenden1.1:1 allo :;po~tamento che controindica il nHti.,o~gio, o per lo meno richit>~le l'immobilinaziune tra una seduta ed un "nhra. L:l tendenza all'arrovescinmt>nto dt'l piede io fuori , ulla lu s~azio ne del piede, semllr·n essere l'unica contro-tndic.aziooe al trattamento io discorso, e ~ufo quando non si trovi un qualche arttficio per evitare lo spostamento e pennellere il mns.:n~o:Aio. ·, verilicn que,.ta tenden1.a piil spesso nelle frallure per divulsionE>. lo questi casi talora si ha pure t'Ollurn del malleolo interno e quello eslemo può :<postnrsi in fuori. per modo r he immediatnmente al dic;opra di e~so si nota una devressiune. una specie di angolo rientrante, al quale il llupu) tre o a\'eva doto il nome di rolptl di ascia. In questi casi evo\ errebhe prima praticare un il lunga seduta di mnsRnggio, qui ndi npplicarc un apparecchio illlmobilizzan te. nopo ~ o 5 ~iorni si potrebbe togliere que:,t'ultimo per un'aiLra seduta e riappliral'lo di nuovo pPr 3 o ~ giorni. l o Ol! oi modo però In durata dell'npphcazlone di l(ne.~to apparecchio donehhe essere breve, p01du} in l ? o l\ giorni !>parisce st>mprP o~i tendeozn allo spostamento.


COLLA UOBII.lZHli O'E E (01. \1 \S:.AGGIO

l tll:)

Ho rulu lo m:•·ennare alla posschilila di un.t tcncltmz.t

allo :;po~tnmento ed alla cura ron:;ij.!linbile in tal ca o. per precedere la critica che c1ualcuoo giustnmente avrebbe fallo al trott.·unento delle frauure col ma~sat!~io. 111 tale eonting•·nzn. molto piìt che ne• ra~i da me rtportalt la tendenza 11llo spost<lmento non fu mai tale da richiedere un •loalclte apparecchio. Ad ecce1.ione iulanto ùi tali ca~i rari, nelle fratture ùel pt~rone generalmente non ot·t•orre all'uno apparecdlio, o tollo al piu tut semplici~i'imo npparecrhio conlenti,•o pt>r tener ben collocnto il piede nel letto. ono cost certi. solleciti e huuni i risultati ùella cura col mas'a~gio e la mobilizzar.ione nelle frallure del perone, che l'apphcnre per lungo tempo un tlJ.lpnrecchto inamoYthile ù senza dnbhio da ritenersi in oggi come un grave errore imperdonabile. Ciò premes-,o, e;:porrò le stiJt'h• c1iniche dei miei fratturati di perone.

-

Fralttu•a del perone de.qlro alla .~ua estremità tn(eriore. P. Giovanni, mvalido di anni :30, entrò ti H rnm·w l!~();l,

Era un incliviòu() di conforml!zionc srllPlelrica viziata, per allerllZiOOI lasc•nte dalla rachtlide. Come precipua dofot·mazione di que<~ln malaltia era rimasto un notevole ac<'orciameuto del remor~ destro ecl un accentualo incurvnmPnto deUe o~a della gamba corrispondf>nle, pPr modo rh" ltuesls , appiallltalateralmentt',offrtva una curva con concavitè rtvolla all'esterno. Il ptede destro, abitualmente equino, t>rA ancora ruotato. alquouto in dentro cou la sua punls. L'8 mano, Rceudemlo una scala, pose in rallo il ptede destro e cadde n terra. gravando col peso del corpo sul piede in forzata adduz10ne. Si produc;<'~e ro tal guisa una frattur·a tlel perone per 3lrappamenio lnfatli allorquando fu trasportato all'o,Jlednle si notò tutto il dorso del piede e l'arlirnlazrone dt fjues l<• constderevolmenle lumefalla , un'echtmo~i 111arca-


10 16

CUR A DBl.I.E f'tt\TfUIII

tissama alla Caccia e~lerna ed antE-riore del piedù e d••lln tutLo il terzo inrerior e, ed una fortissima dnlorabilità ('Olia pressiooe,lirnilala ad un punLo della conlmuità del perone, che cor rispode'a a circa i cm. al d1 sopra della punta del malleolo, dove pure s1 r1levava una salienzu O!'<!lll'A per lieve spostamento dei t't·a mmeoti. Non si aveva tendenza a deviazione del piede. l ncominciai il massaggio il giorno IO Fis!'&mlo il calcagno colla ma no sinistra, praticai colla destra delle larghe pre~8ioni, leggerissime, con Lulla la ~upedlcie palmar~>, ed e~lt«fl 1l8lla radice delle dita del piede Ono aJ ginocchio, passando per un cer to tempo sulla faccia e~terna della ~amba e do!•O s u •1uella interna. Determinata la scomparsa del dole~rr., colle estr emità delle dita della mano de~lra e~ercitai dell•• pres,.ioni sul dorso dd piede e c;ua latt cleU'osso fratturato, fln 'oltre la meta della gamba. Terminai la seduta. cho a ve\a durati) mezz'ora, con lar~the pressiom a bt·accialclto, non dolorose a ffatto. Questo stessA manovre furono a nche adnprale nei giorni s ucce.... ivi, numentandone la pressione nei limiti conce:osi d11l non insor·gere del ùolore. ~el secondo giorno dt cura l'eclumo~i, molto a<·centuala , t~i estese anche a tutta la faccia interna della ga mba ed 111 poplite. ~a tln d'allora gradolamenltt la lumeraz.ione comi ne•• • a dlminuir e e con essa J'eC'Iumos1 a decolorarsi. Il 14 polé l'infermo eseguire col piede tlei movimenti possiv1 limitati senza avver tire dolllre. Il 25 s a alzò da let~o e polé •·~ggc r<~t 111 piedi, senza molestia di sorta. Il 31 ru dimesso dall'ospedale $(\la rilo. Le cura non avuva duralo che 20 giorni, e ru davvero prodil(iosa se si consulera chu in questo caso esistevano dei gravi fenomeni di di,..torsioue dell'articolazione del paede, "' specialmente se si con .. idera che l'inrermo, per drfello di conformazione. oltre ad aver e l'at·to destro più corto ,. la g-amha corric::pondenle incurvata mollissimo, era ancora C'08tr·ello a camm ina re con piede accentuatamente equino. Pt>r tah considerazioni Jo conBigliamrno -d'usare per qua lche giorno le stampello, tanto piu che si rivelava alquanto pustllanime Lo rividr dopo un mese. Camminava spedito, come primo ~amba, per


COLLA liOBII.IZZAZIO\P i COl. \1 \SS.\C.GIO

l0 li

dell'accidenLe sur ricor dalo, ed il piede presenta va un aspello relativamente normale. Frattura del perone de.,tro all'unione del.r in,feriore col 4° medio sorr<UJtanie. - B. David, di anni 33, entro il 3 d'aprile di quesranno, per· rralLura del perone destro. Raccontò che cinque giorm pr·ima. portando sulle spalle una grossa pietra, inc iampò e cadde. La pietra, ruzwlomlo. gli battè cooko la gamba destra. ~onosl.ante iltraumalismo subito, polo, ma con gran disal{io, percorrere un mezzo c!Jj. lomelro per recar;c;i a casa, dov~ giunto, st rnis~ a letto ed applicò sulla parte, alquanto tumefalla, delle pezze bngnRLe con acqua ed aceto. Visitato da un do tlot·e ru inviato all'ospedale dove ~iunse il 3 d'apt·ile. All'esame obreltivo cti notò una lie\'e tumefazione al dii'Otlo ed al dt dtetro del malleolo esterno e all11 m età iof~l'iore della gamba destra, spectalmente .. uiJa faccia e~terna, al disopra del malleolo corrispondente. Nessuna tend<'nza ullo Rpostamento del piede, ma i mo\'im enli ili IJU6Sto un poco e!llesi de&l.avano doloro all't~ l'ti colazione. Colla palpazione, e!le~u1La dolcem ente, s1 notò un'inLPrt'Utlone clelia continuità del pero ne, al punto d'unione del quarto inferiore MI quarto medio sovra"lanta. In questo punto soltanto, premendo, si ùest.ava dolore. E videntt~mente qui ~i tra ll.ava d'una ft·aLlura del perorw da causrr rlirelln. Non era considerevole la conluRione delle parti rnolh, non si avevano echuno3i nè esr:ortazioot Il i a pr ile injziai la cura con manovre dolcj dj mas-aggi\) eseg uit.e colla palma della manC'I ed estese ùall'erlicolazione del piede a lulla la gamba, sulla sua faccia ester na, evitando qual~iasi pressione sul focolaio dj fraltura. In lal modo in breve tem po si produsse la scomparsa del dolore per qualsio!'li movimento del piede. Il giorno dopo localizzai speciaJmonte le pressioni, alquanto ener giche, intorno al malleolo C!!l.arno, dove s1 notava un certo p;rado di distensione della r.upsula a rUcolare, per spandimeoli nell'interno ùi questo. Mi valsi dei due pollici, m••ntre le allre dil.a di ambedue le mani sostenevano la parte opposta del membro, insinuandosi tra l'jueslo ed un cuscino sul quale poggia\'&. Questa mano vra Prattcata dopo pr essioni o hraccia letlo mollo eatose, riusci


10 18

CUBA DILLE FR \TTURB

gradevole anziché dolor0!'8. Nel p-iomo successrvo ripetei ()uesto .. te:;;so wossaggio ed in "eguito estesi le prl!ssiom con i due pollici lungo i l&li anter·iore e posteriore tlel pcrone, fin oltre la melA dello gamba, dommueodo la prt>s~rone nel punto di frattura. rerminai sempr•· le seduLe con pre..siooi lar~he, con tutta la <:up~rflcie palmare, a braccialelt.o, per tulla la periferia della s.remba. Il 7 apnlc r movimenti atti vi e pas<~ivi del piedP. f'rano ilberr affatto P non destavano piil dolore; la distensione della capsula arlicl'llar·e nll'intornu del molleolo interno e la lume· razione alla metà rnr~riore dello Ff&mha erano del tollo <:comparse e l'infermo, che si credeva ~uarrto, t'or rideva incrt•.tulo allnrquando gli aller·mavo chP realmente aveva ri portato una fn1Llura. Mr cr volle del buono per lenerlo a lello, nl'ln c::olo. ma per per uuderlo a rimanere nli' ospedale ancora per· qurrlchc giorno. Il 17 d'aprill\ fu dimesso Mll'o"petlalc guarilo ùel lutto. La cur a non avova cJuraLn che l'~ giol'Oi, e n'erano ll·A-

scorsi :8 dul momento dell'avvenuto Lraumalismo. Circa il concedere ai fratturarati di perone di poter camminare 10 son davviso che deblla usarsi molla prudenza. Per 1111 os~o che deve ripararsi ritengo dnnnoso Il camminare, linchè non si è certi rhe la consolidazione dei frammenti si è giit compiuta. lnfalli nel cammin:~re è com· presa la fn~ica di sostenere il pe o del corpo. e per quanto l.t Libia pos..a fare da ferula, noi dobbiamo con:;iJer.• rt> che la .;uperlirie articolare til.Jio-tar:;ea h::r perduto ddla sua V11liditi\ e può esporre a dei nuovi accidenti. Dopo tuttn la consulidazione dei frammenti del parona col trnttaruento in di.-cor-.o ~ eo~i prodiJ!iosamente :;ollecila cl1e non s'imporrà mai In necessità di fare alzar presto l'iofermo, per C\ ilare dei danni dipendenti dallo stare a lellu. E perciù rhe in generale per· 14- •> 15 giorni consiglro al paziente di non camminare. Trascorso questo tempo In


COLLA MOBfL17.ZAZI 01'\E E COL )!ASSAGGIO

10·19

deambulazione può concedersi, inq uantochè il soggeLLo può considerarsi come guarilo, ratta ecce7.iooe per quei casi nei quali fu necessat"io applicare degli app:t recchi immobilizzanti. Per questi ultimi, soltanto dopo :J settima ne può concedersi J'appog!!io del piede .;ul suolo. Frattura del perone cl~cro all'unio~&e dl( 3o medio col 3' inferiore. - M. Palmiro di anni 81, bracciante, entrò il 2fl aprile di quest'anno, per fraLLura del rer·one deslr•o. RtJr.c;onlò che tre giorni prima, scivolando, cadde a ler r a, senza poter precisare il mo,•imei!lo compiuto dal piede e dal tronco in tale accidente. Rialz.alosi poto ftn·e poc!Ji passi, zoppicando per il gran dolore alla ~amba. Quasi subilo si Lumerece l'articolazione del piede.>. Fu lr&!<porLRlo a casa sua e fut·ou faLli dei bagni ft•eddi sulla perle ammalala. 11 29 fu condotto all'ospedale. All'e~am e obiellivo t•isconlrammo: notevole lcmefazione a lutto il llorso del piede, a LuLla l'articolazione di questo ed al :.J• inferiore della gamba, a destra. Lungo il bor·do ester·no del piede, eulla faccia dorsale laterale, si notava un' echimosi che gira ndo al di soLto e al di dìetr•o del malleolo esterno rimontava sulla faccia ester na del 4' iufel'io re della gamba. Altra echimosi più colorala, ma circoscrilta, si no· ta,·a all'unione tlel 3° inferiore col 3° medio della gamba, sul bordo peronicro. In questo punto. percorrendo col dito la faccia esterna della gamba, ;;;'avvertiva una lieve ~alienza prodotta da un certo spostamento laterale dei framrnf.>nli del pProne fratturato, o>d in questo stes!"O punto colla JWC~!"ione il dolore era acutissimo. r movimeuli del piede e rMO mollo limitati dal .tolot•e, ma la sua posizione era aiTatlo normale. La frattura el'a proprio avvenuta in un punto dove si no· lava una piccola cicaL!'ice, per ferita d'arma da fuoco ri porlflla in Crimea. Il massaggio in r1uesto caso fu fallo colla mano sin i!'llra, fissando il piede dielro Il calcagno colla mano destra. Dopo alcune pressioni leggiP.re e circolari dal dor·so del piede fino a lulla la m età esterna deila gamba, feci scor·rere i polpa-


10~0

CtRA PELLE FR\TIURR

strelli delle dila, eccello il pollice. sulla faccia esterna 1l!"l piede, e passando al di solto e Al di dietro del malleolo corrrspondente, lungo il cammino d••ll'echimosr, ra ..fllii sul a gamba al di dietro del peron~. li pollice, seguendo ti movrmenlo, esercitava pressioni all'mlot·no del malleolo inlernn e sulla faccia interna dell'articolaztone del piede, cocolìluenùo nel tempo stesso un et'flcace punto tl'appog~io all' a2ione delle altre dita. Terminavano la Sò1lula prt.!SSioni circolat•i mollo esle!;e. Furon 'fue!'le le· mano"re pratica le anche nei giorni su~· cesst\'ì, aumentandone <~ollanlo la pressione. La scomparsa del doloro spon taneo in questo caso fu sol· lecitn e definitiva fln dalla prima sedutA. Il 3 d1 marzo la tumefo7.ione e l'echtmosi erano mollo diminuite. T erminato il ma'-'soggio, mobtlizzat passivamente rar· t.icolozione del pied.., con movimenti 1l' estenc;ione e tle!'sioHP, 111 modo però da uon raggiungt\re che un' ompiezzu tollerata clal non insorgere del dolore. Dopo lali moviroeal•, immobilizzando con la mano l'art.icolaziooe libio torsea, revita• l'inf•·rmo a muoverP le dita del pied~, nel maghor modo eire poteva. Co!=<i feci ancho nei gioroa successivi, ed in bre'e d rrallut·alo esegui dei movimenti anche allivi ed eslef'i del piede, senza alcuna molesUa. Negli individui allempati, e c;pecaalrnente se afft-lli dA di11tesi reumallca. " necessario ogni tanto mobillzzare anche ra rlicolozaone dell'once e del ginocchio. ~on dimenticai rtuindi anche questi movimenti nel vecchio di cui parlo. n lO marzo non si aveva più affat.Lo echimosi nt\ tumefa· 2iont1 eù i movimeJiti dol piede eron lulli normali L'inrermo si alzò dal lelt.o e camminò senza prO\'OI'C alcun dolore. ~on gli perrni<>i cbc di rar~ pochi passi, ma fin d'allt~rfl ogm giorno <~1 alzò e, nonostante la mia proibizione, 11uesto vec· chio gagliardo e coraggioso camminò quanto volle. Fu cer•to per que!<lO cht>, dopo qualche giorno, comparve un edema a:;;S3i marcato ad ambedue le gambe ed ai piedi, ma subito scomparve del tu~lo, per non più ritornare, con alcune manovre di massaggio. Il 18 marzo lasciò l'ospedaiP guarito compllllarnenLe. La rnaloLLitl non avevo durato che 23 giol'ni e la cura soltanto 19.


COLL.\ \IODILIZZAZIO'i& .E LUI \\ASSAGG IO

l()~ l

Frattara del pcron.e di'sir o al a• 1n,feriore. Z. Filome na, da anni 48, entrò il H rna~gio da quest'anno per frat · t ura del peroo~ destro. Er·a caduta rimanendo col pied~ in forzata ad lozione e con la gamba des h·1.1 sotto il poso del corpo ed a contras to con Ull s asso. Oltre la frattura del perone al 3° inf..,riore, proJulla probabalmente da causa darr•lln. "l notava un'echimo!':i diffusa a tutto il terzo anferiore della f:tamba, una forte tumeratione del rollo del piede ed una g ra nclt:J dolorabililà nei m 'lvimeoli Si praticò il ma~!<agg o pt•e:-;so a poco come nei cac:i pre~denta. Qw p· ro pau cue aht·o era grave la di~Lor... ione all'at•Ucolaziune del piede e fu fJU8Sta cl101 ~uarilo la fraUura io poc hi giot•ni, IWI'c;istè ancorli per •iUOlrile tempo, con do· lori nea movimenti, specialmente dilatet·alilà, e con lel!';.!iera tnmefa lione. Con adalle 111ano' re di mMc:aggio anche ques ta fu vmla e l'infe rma lasc1ò l'ospedale il :1 giugno, guarila dt'l lullo. dopo 20 giorni di cura. F rattura del JWrone cl<·xtru al 3<> m.fi. riiJI·e. - F. Erc:tlia, conladma. di anm ~n, entrn ti 12 ma,.:gto per fa·allura del r••rone destro. Il g1nrno pr nnn in rampAgna era ca luLa in una fo~;sa . Si rntava: tumefazione .lei collo del pil•ùe con ccbimosi dlllu~ e doloralJJhi.H, ~P"Cia lmente 111 corrispondenza dd mallcolo este r no. nei movimenll dell'at'licotazione llbH>-larsea. C('llla pr-essione RUI pcrono, a ci1·ca :l rm. al disopra dell'apic~ del suo mulleolo, si M<>tava dolore vivissimo e creI itazio ne carallcris tica. Fu ammessa quindi una frattu r a del perone a que~'>la allezza. Col ma11saggio, eseguilo c·om3 nei COAI precedenti, e con la m(tbilizzazionP, fa lla a tempo oppor tuno, in pochi !.!ioroì !!comparvero la lumerazione e l'echirnn"i, ed i rrammenli ùel pc t·one si saldarono uttnuamenle. Ma la distor~iooe al $lollo del piede, c hn a ccompagnava la frattura , non ~uar·i cos1 lll'eslo, tanto piu che l'inferma, mollo indocil••. ,·olle sp.. ,«o camminart>, nonostante la no~tra proibizione. tlelermata•uJ ., ognt volta il rilo r n() dt un leg~tt•ro gootlore all'articolazioni! del piede. Fu soltanto il 5 giugno, Jopo :!·i giorni


103.ì

CURA DELLE FIHTTUilg

di cura, che potemmo dichiarare perfettamente guarita questa ammalata.

Frattura articolare deUa parte superiore della tibia sinistra. - O. Vittorio, di anni 24, entr·ò il 23 maggio di quest'anno per ft•atlura della libia sinistra. S'era prodotto n..l giorno innanzi questa lesione, cadendo da una vettura e battendo il ginocchio. Non potò più atrauo camminare. Nella notte ebbe rlolori vi vissi mi. Trasportato all'ospedale constatammo che il ginocchio er·a mollo tumido, e alquanto valgo, e che la gamba era in leggìera fless ione; che la tumefazione si estendeva a tutta lu gamba sinistru e che sull11 faccia anteriore interna della tibia, nella sua melA superiore, il polpaslrello del dito pl'emendo lasciava un'impronta assai profonda. Constatammo anche che premendo al di Mtlo dell'e~Lremilà inferiore della rotula, fio sulla tubet•osilli della tibia, si destava un forte dolore. Colla pressione anche forte sui condili del femore nessun dolore si risvegliftva. La coscia non era tumefalta. Nella cavità articolare del ginocchio si avvertiva la raccolta di una discreta quantità di liquido. Fu negativa l'esplorazione del per one. Per questi fatti ammettemmo la frullura dell'e~tremità su· periore della libia. Ma per potere eseguire il massaggio liberamente era necessario stabilire la diagnosi di sede con grande precisione. Questo, nei primi giorni specialmeuto, non era facile per la lumefaz1one, tanto più che in tali fraLlure lo spostamento non è mai molto pronunziato perché il perone ftl da ferula e mantiene tt contatto i frammenti. Non ostante, specialmente p~r rMzzo del tlolore allu pressione, credemmo di potere ammellel'e Ili !raltura al di s opra d"'lla tubero~>ilà della tibia e perciò considerammo la lesione come una frattura articolare. Praticammo subito la riduzione in figura dell'arto, lo fissammo ad una ferula esterna per opporci alla tendenza del gioocchio a far;;i valgo e incominciammo il massaggio. tn rruesla specie di fratture che si accompagnano a g rave contusione articolare, con spandimenti siero·sanguinolenti nell'arlicolazio:te, che possono comprom·~ ltere in alto grado


COLLA MOBlUZZAZIO -g E COl. UASSAGGIO

·l 023

l'avvenit•e di questa, il massaggio del ginocchio s'impone assai più che quello della t'egione frallurala. Le manovre perciò furon da prima lat•ghe e leggiere per produrre la scompar~a del dolore, ma in seguito presero di mira l'articolazione. Dopo soli cinque giorni rinunziammo alla ferula esterna ed adagiammo lutlo l'arto in un semicanale. Non aveva il ginocchio più tendenza a farsi valgo. Di buon'ora si pr ovocarono passivamente dei movimenLi rli Jlessione della gamba tollerati benissimo dopo il massaggio e limitati dalla àssenza del dolore. 11 7 giugno, non esistendo più 11ffaUo tumefazione alla gamba, conservandosi la esaUa forma del ginocchio, essendo ~stesa flno all'angolo retto Ja nessione della gamba, e non esistendo che una lieve raccolta di liquido nella cavità llrticolare, rinunziammo anche al semicanale e tu~to l'ar to ru lasciato libero nel letto. 1J 15 giugno, dopo soli 23 giorni di cura, l'infermo che da qualche giorno faceva gia qualche passo, ~~nza avvertire dolore, volle uscire dall'ospedale. Non rimaneva Jel traumalismo subito che un lieve ingrossamento dell'estremità superiore della tibia, al di sopra della sua tuberosità, pe1· c:'ailo osseo, ma l'articolazione avea ripreso l'aspello e la funzione quasi normale, perchè la flessione della gamba, senza essere completa del lutto, si spingeva di già assai piu oltre dell'angolo retto.

Conclusioni. - Collo studio dei casi che foFma no oggetto delle storie cliniche esposte è tale il concetto ehe mi son for·malo della cura delle fratture, in genere, mediante il massaggio e la mobilizzazione che credo di poter formulaTe le seguemi conci usioni: Le fratture che piu delle altre reclamano queslo nuovo trattamènto curativo e ne ricav-ano i maggiori van~aggi sono qoene localizzate in vicinanza delle articolazioni e piu ancora quelle imeressanti le articolazioni. La prolungata immobilizzazione in questi casi o l'ap-


101.\.

t.Ul\ A DRLLB FRATTURK

placazione non neces!laria di questa deve in O)!~!Ì con ·iderar"i come un errore gn1Yi simo e come causa unica. quasi sempre, della residua abolizione della funzione nrtkolarP. Per le fratture intere-santi la dialisi delle ossa lunf!he la molllliZ?.atione non ha l'umcio, a parer mio. di "muovere le superfici ossee tra loro, nel focolaio di frattura. ma quello in l'"ere di con~en·are la funzione dei 1110, ·uli che cirrondnno l'os:~o fratturnto e quella delle articolnziuui dae gla -.ono vicine. Con\'en~o però che quei mo' inll'nti che, nel mobiliunre Il\ articolazioni vici ne od i mu•• oli all'intorno, sono, per qunnto manuna. ine,iLnbilmrnte impre"si al focolaio di frauu ra, non disturbano aff.atto In formazio ne e la solidificnzione del callo osseo, ma. an ~~erti casi spccittlment.e. In favoriscono. Il mnssaggio pr·oduce i suoi migliori effetti là do' e esiste ronsidere,•olc tumefn.done ('d ecchimosi. Dove inH't'P non si notino infiltl'llzioni sierose o snn.;.,ruigne e non Psisln il dolore, anche colla sola mobilizzazione si pos:>ono ollenere de~li ollim1 ri·ullati. Gli npparecchi immobilizzanti pur troppo deùhooo c~sere applicali in qu ~>i rasi nei quali ~ grande h mohilità dei frammenti e la tendenza loro allo spostamento. ~l a 1n re· ~ola generale non si dehl.lono adoprare che IJoando ~ i re· putino andrspen:oabili. e olo per quel tempo ritenulo stn:tt.tmente nece sarro. Allorl[tJnnùo, pur coovPnendo df'll'applical.lilitil rlel trattamento moderno, vi ·i dovesse rin nnziare per circostan7.e ~peciali, che rigunrdassero per esempio l'indocilitit clel mal.tlo . specialmente nei bambini. o l'impossibi litlt di vedere ogni giorno l'infermo. ecc. ecc .• non si dovrebbe mai far dumre l'applicazione d'un apparecchio inamovibile per piit di t .S.


COl!-\ \lOBII.JZZAZIO'\& & COl. \l 'S" \f,t;Jo

l()~ ;)

o l :; giorni. specinlmtnle se tale applacuzione fos--~ stata pret·eùuta tla nna buona e longa sedub1 di massa~;.:io. Ritl' n~o iofalli bastante quel periodo di tempo per ullenere nna riuoaone dei frammenti liUfriciente n g<~rantirci rontro il pericolo d'uno spo·tamenln. lo •tuei cast però nei •JnaJi, pe~iaJmente per una con~tdere' ole mohilit(t dei fr:~ m menti oOL'\Ia hn da priortpio della cura. dopo •tuel tempo ~i aves;;e ancora ra::tione di temeru nno <>postumf'nto, ~i potrt>ùhe allora ini1.iare il lrullamento misto l'Onsi:;lenLI!, ··ome nltrOYe dicemmo. in sedute da mas'ing,.!io e d1 mot.iliaat.ione quotidiane. od O;.!Ri 2 o :l ~t or ni, a ~•·rond:t d~ t casi e della pos·ibilità. segutte sempre dali applicazione d'un appareccl11o cumentivo, fincltè '>i reputi nece:s· sario. E' •tneslo sollan to l'arcortlo po,sillile tra il vocdaio Il il IIU0\'0 trnllamento delle rraLlUl'fl, in lfUUISittsi Ulllhiente i eserciti la cl!i rurgta. Nt\ si creda che negli ospedali soltanto o piti racilmente po~sa applicarsi un sifTatto tra uamento. l n tJnesli bene s pe '~O si tro\nno contemporaneamente parecclli fralluralt che reclamano l'aiuto dell'arte, e so per prova elle allora ~o ltnnto il conforto de~di splendidi re.sultati che si ouen::ono può sostenere la fatica che deve fare il cllirnrgo per ,t io, are a tfUe ti infermi. Un medico condotto im eco c hen r.1ro che ahhia io cura nello ~tes~o tempo piu d'uno o due rrallurati. Terminerò not.ando che una piu lontana ~ unrigio ne sa ha quando alla frattura dei capi articolnn si unisce una lesione articolare assai grave e specialmente la stno\lte traumatica. o siv, cro allorquando una grnve dtstur-.tOIIP, per esempio del collo del piede. è accompagnata da frallnra dell'estremil1l ossea Mrrispondente. Il lrnllnmenlo col ma-;sa!(gio è maggiormente indicato in questi casi, rna da


10~6 CURA DELLE FRATIURB I'OII.A 'IOBII,IZZAZHII'H;, Ert..

prima le pres.,ioni debbono e~ ere l eg~iere e ·uperlicinli. perchè tnli ono richie,te dal focolaio di frattura Yicini5~:imo all'articolazione. ~on possinmo perciò intervenire ··on energiche e profonde manovre, quaJi appunto si converrebbero per la lesione articolare, se non allorquando sia compiuta la solidi6cazione delle estremità ossee frattu rate. È perciò che bene spesso, guarita la frattura, ci rimane cla guarire con un masàag~io adattato, e talora anche con altri mezzi, la lesione articolare. prolongandone in tal guisa più o mt'no la cura. Ma quest1 pòrò sono i cns• nei quali con la immobilizzazione prolungata la Jtoarigione o non sarebbe avvenuta che a scadenza lontanissima, od avremmo avuto un' irremo,•i bile rigidi tu articolare.


iO~i

CONTUSIONE DELL"f\DDOME OONTRIBUTO OLINIOO

Memoria letta alla confett'nM sclen li Rea Napoli Il t9 aprile l895 dal Dfltt. k aiam l a o De Qlorr;i aoltotenente mo<llco nel ~ fanteria d~llo spedale mlhtue prlnci~e di

~oo credo opera inutile il portare un cootriùoto, anche mode·to, alli) studio clinico delle lestoni traumatiche dello addome, la cui dias:nosi, per quanto interes.-aote, presenta molto volte delle dinìcollà grandissime. La storia che presento si riferisce ad un infermo, che ebbi ad osservare in questo ospedale, mentre ero assistente nel primo repnrto di medicina. Trattandost di un caso non comune, mi permetto, quan'onque lliano pa snti circa quallro anni, di ricbiamarvi la 'Ostra attenzione, oggi specialmente che le contasioni dell'addome form ano pei chirurghi oggetto di special i studii•

• •* Cefalìt terano oldato del 19° cavalleria (Guide} entrò in questo ospedale In sera del xl novembre i 9t, perchè eolpho all'ipocondrio destro da un calcio di cavallo.


1028

Entrò in uno stato grav1ssimo: colorito pallido-livido; pols1 tilifQrmi. frequenti e arilmici; respirazioni ~upe11iciali; sudori freddi; al1bassamento clelia temperatura l~ti",i>); tendenM al vomito: semorio ollnso, ma co~cienza integrn. Acc u ~a\a forte dolore all'1porondrio destro. ron irrntiiàzione al ln spalla dello ste.-so lato, dolore che si e, tende\ a a tollo l'addome, e si e ·acerb:~n moltissimo con la pre,-...iooe anche minima, e con i movimenti respiratori. 1 qoah IJIIIDÙi erano limitatissimi. li veutre cnt alquanto tumido, meteorico; sulla cute non si notava segno del trauma snbito. Jler lo l'Lato S!rave dell'infermo quel giorno non ~i poterono praticare ulteriori indagini. Fu appltcala 101anto la vescica di ghiaccio sull'addome, e furono somministrati de~l i eccitanti per la via ga,tma e per la vin ipodormica. Il giorno segnante le condizioni dell 'infermo mi ~ liorarono: scompan ero i sintomi di collasso, la temperalur.\ si ell'\Ò (la sera raggiunse 37°, 7): i polst discreLamPnte frequenti, divenneru paeni e ritmici; i conati di vomito cessarono. Si pot~ lJlllnlit praticare l'esame obbielli,o. li eefulil, d1 buona cosLiluzioM or~anica. senza p•·ecedenu ercditnri o m orho~i degna da nola. pre~enla\a alla base della lllt'IÌl desti a del torace allìevolimenlo del murmure ,e,cicnlnre, dtminuzione t lei fremito tali ile della ' o~ e. ri.;uonanl.a nlqunnto ollu-.a sino quasi al mnr~1ue inft>riot e qella olla\'1\ costola nella linea -;capolare. ~ o n vi era tu~se nè espettor:Jto. L'esame dell'addome rere rilevare soltanto un po' di meteori~mo anlestìnale: la regione epatica non poti· ,,,~ere delimitala con esa uezza, perchè anche la le~gtera perw-.sione l'ie~civo. molLo dolente; il fegato però pareva noi suoi limi ti lisio logici. Vi era !llitinhezzn ventrale: nulla di anor·


CO~TU '1 0~ DELL' .\ODO~&

102!)

organi genito-urinari: non vi era tumore titichezza cedè, e l'infermo ebbe una scarica di materiali fecali semiliqnidi. Il ~6 cominciò la to·se, e l'esame del torace de~tro fece rilevare aumento del versamento pleurtco, (raggiuns.tenùo l'ottusità il bordo superiore della ouna costol 1) e rnntoli n pirrole e medie bolle sparsi in tutto 11 polmone destro, ma più nbiJondanti alla base. ~e1 Aiorni settnenti continuò la tosse, e vi -.i aggiun.,o abbondante espettorato muco-purulento. La ~era del 2H e il J%iorno 30 ~i ebLero anche vari ,.poti d1 ~a ngue . ~l entre così la nostra attenzione ern r1chiamata qunsi tunu dai falli toracici, un nuovo sintomo sopraggiunse, cioò una linta ginllo-i LLericn , prima limitata al le congiuntiveoculo-pal· pebrali , e poi diffusa a tutto il cor·po. lnoltre il fegnlo con la tua gro nde ala oltrepassava di circa un dito Lrasverso l'arco tostale ; l'ala piccola era poco ben precisahile, giacchè qua~i tutto l'cp•gastrio alln percussione dava ri suonunza timpan icn. Il dolore all'ipocondrio e alla spalla destra persisteva sempr·e, ma meno intenso; lo stato gencl'ale era soddisfacente. l.a h'rnperatora, dal econdo giorno della malallia fino al i dicembre, oscillò fra i 3i0 ,5 e 3 • la mattina, e i 38' e :W.:i la sera: dopo dh·enoe normale. Il giorno 5 dicembre, cioè quattordici giorni dopo 1l trauma, tutto par·eva avviato verso In guarigione: la tosse era qua·i cessata, l'e ·pettorato divenuto scarsissimo, il liqui,lo del cavo pleurico s'era in gran parte rinssorbilo. Improvvisamente sopraggiunsero forti dolori all ' epij.tustrio, ai IJuali tenne dietro vomito di sangue, in parte Jiquid() e in p:•rte coagulalo, misto a bile e a sastunze alimentn•·i.


1030

C0~1TSl0NJ ORI L'ADDOMI

Dopo il vomito l'infermo s'intese, a suo dire. come liberato da un gran peso che aveva sullo stomaco. 11 giorno se){ueote si ripeterono i dolori e l'emntemesi. All'esame obbiettivo si notò nell'epigastrio. un po' a destra ed io souo dell'appendice ensiforme dello slel'llo, una Lnmefaztone rotondeggianle1 dt consistenza duro-elasttca, mollo dolente alla pressione, tumefazione che diminuiva di volume e di consistenUt dopo i vomiti, ma non spariva completamente. Il giorno 7 non si ehhero dolori nè \'Omtto. Jl giorno 8 poi vi fu un nuovo accesso rli dolori, ma molto piit ioten.;o di quelli n' ULI nei ~torni precellf'lllt, accesl!O che presenztai 10 stesso 6n dal principiO. L'infermo cominciò ad accu"nre sen~o di nnusea, e qutndi leggieri dolori all'epi~aslrio. dolori che in pochi minut1 divennero atrocissimi. Contras<:e i lineamenti del volto, divenne pallido. con estremità fredde. polsi filifo•·mi: un sudore freddo ne covri il volto, che in pochi momenti acquistò l'espn•:;sione di un 'an){nscta mortale. ~o n si contorceva. come ord t· nariamente si osserva in chi è preso da forti dolori colici, ma giacen immobile, ed emetteva di trallo in tratto ~ola­ mentedeilnmenti, dei gemiti. Dnllaboccafuoruscivn un al1to fetido, nauseante. l'area cbe da un istante all'altro il poçero infermo ùoves~e ce saro di vivere. tanto era abbnllulo : conservava però .;empre iotegr.t la coscienza. Dorante questo pnrossismo. che durò più di mezz'ora. l'infermo non ebhe vomiti , nè connti di vomito, ma JHH' clue volle intese la neressiti1 di ef"ncunre l'alvo : la prima volla non emic;e nulla. la seconda invece. che segnò la fine dell'accesso, emise mater·iali poltacci, di colorito nernstro, snmiglianti a posa di caffè. Era endentemenLe del sangue 10 parte diferito.


CO'(Tt;SIO.'l& DKl.L' ADDOlffi

J

''

1031

Queste eoliche si t'ipeterono ad intervalli altre volte sino al 1 i dicembre, e ridussero il soggetto rn istato grnvissimo, tanto che non si sperava più di potel'lo salvare. Lo · t~maro non tollerava più neanco il latte, che veniva vomitato appena ingerito. U 1;j non si ebbe1·o pi(t coliche, e poco per volta l'infermo cominciò n migliorare. TI miglioramento, dapprima lento, ma poi rapido durò fino al 4- gennaio. Il Cefalà in questo periodo di tempo aveva ripreso quasi iJ suo colorito naturale; le funzioni gastro- enteriche si erano completamente ristabilite, e se non fos e stata una lieve liota itterica residuata, e una dolentia alla regione epatica, lo si sarebbe potuto giudicare guarito . La. sera tlel .i gennaio, dopo cioè venti giorni di benessere, quando pareva scongiu rato o~ni pericolo il povero infermo fu colto di nuovo da dolori colici, seguiti da abbondanti vomiti e deiezioni di sangue. Questi disturui si ri peterono il ~otio rno succes:;tvo. e l'infermo cadde in una estrema prostrazione di forze; divenne pallidissimo, con polsi vuoti, evanescenti . li giorno 6 sì ripetè ancora una volla l'ematemesi , e poco dopo l'infermo morì .

..

** ~ ell a malattia del nostro infermo, come ben risuhn dalla storia clinica, si può dire che si sono avoli tt·e periodi: to lJ periodo inizittle dello shock. 2° iJ periodo delle le:;ioni loracicbe : 3° il periodo delle lesioni addominal i. l i pt·imo giorno l'infermo presentava tutti i 'ii ntomi dello shock e propriamente della forma descrilla da Fisclter come


103~

shock torpido: colorito palltdo-bluuslru; abbas:-amento della tempemtura; polsi piccoli, vuoti , irregolari; seosorio ottuso; tendenza al vomito. Que:-11 fenomeni molte volte sono l' espres:.iooe di gravi lesioot di organi interni, come ha ben dimo.>tralo in molle autopsie Pr·escott- HeweLL, ma posso uo anche esserne iudipenùenLi, e riferirsi a semplice commozione delle ltranche del . impatrco e dello pneumo-ga, trico addomroalt. Può in somma lo shock essere tdiopatico, e può essere stnlomatico. e alcune volte ptlò essere più accentuato in cusi eli contnsioui leggiere, anzi cito in contusioni gravi . Durante tJtH•sto periodo quindi noi non potemmo farfl alcuna diagnosi. come nccade del resto il piit delle \'Oite in circostanze simili. 11 dolore intenso però, persistente all'addome ci induceva a pensare a possibili e gravi lesioni addominali. Scomparsi i sintomi del collasso. potemmo meglio osservare l'infermo, e con tatammo subito nn lieve ver,..amento nel cavo pleurico destro, versamento cbe nei giorni consecutivi divenne un po' più abbondante. 11 trauma dunque, che non avea lasciato nessuna traccia di ~e all'esterno, avea prodotta una lesione endotora· cica, una contnsione, e quindi con molta probabilità il ''ersamento osservcato in primo tempo doveva attr·ibuirsi a sangne stravasato raccolto nel cavo pleurico. Non fu pra· ticala la puntura e-,plorativa. La re~ione colptta dal piede del cavallo era l'ipocondrio destro, quindi facilmente il fegato, o r~a no resistente e quasi niente mobile, avea costituita la resistenza contr·o la quale erano stati compressi la pleura e il mnrgine inferiore del polmone. Dico la pleura e il polmone, perchè abbiamo avuto sintomi che hanno richiamata l'auenzione nostra su ambedue questi orP'nnr.


CO:O.TU!>lOSf DELL'A DDOlfB

1033

t ben vero che il polmone difficilmente vtene contuso per la sna elasticità e perchè compresso può liberarsi di una parte clell'am1 che contiene. e non ~ubire conlll:.iooe; ma e ''ene colpito nel momento della inspirazione e a glottide ehiusa può P,Ssere anche esso contuso. Nel caso nogu·o In contusione del polmone si rese evi~ dente la mercè degli sputi ùi sangue. i quali non si eùùero in primo tempo perchè, e"endo ,:tnta l'emorragia molto senrsa, il sangue versato negli alveoli non ha eccitato la tosse. In ~econdo tempo poi, quando cioè è venuta l'infiammazione reauiva, per la secreztone di muco-pus si è avuta la &osse. e quindi il distacco ptù racile del ..a n~ue, e la sua fuoriusci ta con l'espellorato. Naturalmente, come pel polmone, vi i.• stata anche per la pleurn l'infiammazione reauiva, e rp1indi al \er5amento pri· miti,·o si è ag~iunto dell'e~suùato '>ieroso, o ...i ~ avuto per ciò l'aumento del liquido. Oltre i si nlomi obbiettivi anche l'andamento della temperatura era un buon criterio per avvalorare la diagnosi della infiammazione della pleura e del polmone. infiamma· ziooe soltanlo rea lti va. ~a il trauma aveva leso solo il Lornce. spegnendosi la forza contundente contro il cu~ci netlo elastico fnllo dal mnr· gme del polmone, onero era ~iun to a ledere anche il feJl&to ~ouostante f ~:rano già paqsali nove giorni della malattia, e nessun segno era apparso. Vi era stati) li n dal pr·incipio il dolore all'addome e specialmente all'ipocondrio de tro, ma questo ai potea Leo spiegare soltanto per l'inlìammazione del periloneo periepaLrco, o al più per lieve e superficiale contusrone anche del fegato.


103l

CO"fTUSIOXI DELL' ADDOllB

Bi5ogoa qui confes~are l'omissione dell'anali-i delle urinP, anahsi che avrebbe potuto illuminarci anche io primo tempo se per avventura si fosse constatala In glicosuria transitoria cosi hen descritta da Cl. Bemnrd fra le con egoenze delle contusioni del fegato. La comparsa dell'itterizia però non tardò a fa rci intendere che il fegato, come del resto suole avvenire nellJ maggior parte dei traumi all'addome, era :.tato ancbe interessato e contuso. L'iuerrzia nelle lesioni traumatiche del fegato l' rara: ~e­ condo Chn uvel e Nimier la si riscontra nella proporz10ne ùel ~~.8 p. l 00; però qu;Jnùo esiste i> buon argomento per In clia,.ano 'i. Inoltre l'itterizia è raramente nn ~intom a miziale (bench(• l'analisi delle urine anche io primo tempo i-pes'o ,., faccia rintracciare la bile): ordinariamente es,;a -;i ha rn secondo tempo, quando cioò per l'iporemia reauiva il fegato segrega ma~gior quantità di bile, mentre d'altra parte un po' di essudato può compr·rmere i vnsellini hilrari, e quindi si ba facilmen te la stasi, e l'iltero. Però l'iuerizia nulla deponeva circa l'importanza della lesione ep.1tica nel nostro infprmo: l'andamento della rnalnttia, lo stato generale dell'infermo anzi t'i autorizzavano a pensare che si traunss~ di lesione di poco rilievo. opraggiunsero l'ematemesi e r enterorragia per farci modilìcare il concetto diagno3lico, e per far·ci trasformAre ad· dirittura il pronostico. Il C:llcio di cavallo è una delle cause eapaci di produrre gravi lesioni addominali , tanto che P. 1\eclus e .Xogues meolr~ consigliano in genei'alc di non ri correre subito :tlla laparotomia nelle contusioni deU'ntldome. ma di allendere qualche complicanza, sono molto pr()clivi al pronto intervento, quando la eau~a della lesione è stata on calcio di cavallo.


CO~TUSIO~i DELL' AllOO\llt

••

1035

Dunque nel ca~o nostro ,j era la causa gra\'e, ma erano mancate le manifestazioni, e quindi la diogn<>st nou si po· eva fare con esalLezza. & Come ~piegn rc ora questa emorrogia ioaspellata t Vi erano due pos.,thilitil: o l'emorragia avvenivn in locu, nello stomaco cioè; ovvero derivava da un organo adiacente e comunicante con esso. Lo stomaco non potea riteot'rsi colpito dircllamente dnl piede del cavallo, gincchè In regione colpita era certnmeoto l'ipocondrio de~tro. e non l'epigaslfiO: indirettamen te l' molto dillicile che risenta l'azione de: trauma. attesa la sua mobilità, la sua elasticita, la :ma po·izione. L'itterizia poi già ci aveva me.,si sull'avviso di una lesione epatica, mentre d'a ltra parte non avevamo nes ~ un simomo che allirasse la nostra ntleozione su ({Ottiche oltro organo. La maggiore> probabilità quindi era che l'organo contuso fos e proprio il fe~o:ato, e che l'emorragia, quantunque \'8· ni ~se fuori pt'r le stomaco e per l'intesltno, pure dovesse avere origine dal fegato. È d'altronde l' emorrauia una delle complicazioni pi u gravi delle le~ioni Ll'aUmntiche del fegato, è la cau"a piu frequente delle morti. n.tlle slalistiche infalli di Mayer •·i~ ulta che su 131> casi di rottura del fegato 51 sono morti per emorragia, e B•-yant su cnsi di morti per contusione del fejlato ne ha trovati :; morti per emorragm. ~tabilita l'origine dell'emorragia. riesciva difficile l'inter· petrazione della manie1·a come il sangue dal fegato passas11e nello stomaco . ... i pensò ad aderenze contratte fra il fegato e lo slomaco, e quindi versnmento nello stomaco del focolaio emorrag1co : ma era un'in torpe trazione poco soddisfacente. L'autopsia invece spiegò tollo e chiaramente.


1036

CO~TU IO~f

DEI.L AliDO" l

l 11top1~ia t.YP!Jrtila 42 m·t> dopo

la morte.

Colorito della cute e mucose estremamente palhdo. tal'ittì crnmca. - \nemia profonda delle meningi e dell'encefalo. Cari~ì tflmcica. A de$tra ve r~o la base aderenze fra la pleura parietnle e la viscerale, poco estese e poco forli quelle delln pleura costale, mentre quelle che SI notano fra In base del pulmone e il diaframma sono estesissime e molto re,;i ·tenti. Fra que:;te bri~lie si lro\"a del pigmento ematico pntllOsto in abbonda01..a. Liqutdo sieroso nel cavo pleurico, tanto a destra che a sinistra, ma in poca .. quantità. Polmoni anemici, complètamente inteari. Cuore tlno. CatiLtì addominalr. - Liquido siero ematico nel cavo peritoneal e in quantttit discreta. l nte:;tino tenue quasi vuoto: intestino craS$0 ripieno di sangue a~grumito. ~essuna aderenza allnorme fra il lobo gastro- en terico e ~li altri or~aoi addominali . La mucosa dello stomaco e dell'inte~tino pallidis;;•ma, ma completamente integro. Frgato. - Aderenze abnormi e molteplici fra lo. super· ficie convessa del fegato e il diafrilmll'la in alto, e le pareti ndùominali lateralmente. Come nella pleura anche fra queste neomemhraoe si nota auùondnnte pigmento emntico. 11 feg11to. di colorito grigiastro, con bordi arrotondati, pre·entasi quasi !!loboso; la consi;,Lenza ne r oumentala. L'ala piccola, per anomalia di svil uppo, è rappre entata ùa una lingueua larga non più di 3 centimetri, lunga circa 13 centimetri e spessa poco pilt di l cen tìmetro.


,,

CO~TU ' tOS& DlU.L'a o00\18

1037

~ ella soperlìcie convessa, lil specialmen~e dove si sono

nota le maggiori aderenze col diafmmma, il pet·itoneo periepalico è notevolmente ispessito , e presenta come uoa macchia biancastra , tendinen, e al disouo di essa si nota abbondante pigmento ematico. ~ella superficie del fegato non si noUt olcuna lesione di cominuo. La cistifellea, del tutto integro. ba il volume di un grosso arancio, ed è ripiena in massima parte di sangue. Esercitandt~vi on po' di pressione il sangue pel coledoco si verlìa nel duodeno. Tngliato il fegnto nel mezzo della grande ala fa notare una vasta soluzione di continuo simile a una gro:;sa caYerna. Ha la forma ovalare col suo :ne mn:,!giore in direzione dell 'asse maf{giore del fegato, lunga circa 1.2 cen. timetri, larga circa 7 centimetri ; è ripieno di tessuto epatico disfatto e sanjlne in gt•nn patte coaguloLo. Questo rocolaio è tulLo r.ircoodnto da tessuto epatico inte~ro. Al taglio gli acini del pnrenchima. epatico sono ùeo vtsihili e $porgenti, sr ecinJmenle intorno alla l c~io o e di continuo. Jfil::a t• r eni anemici, ma normali.

Dunque la lesione toracica era quella diagnosticata in ' ita, cioè pleurite traumatica deslra, la quale era I.Jen dimostrala dalle numerose e forli aderenze fra la pleurn pnrtetale e la vi 'Cerale. Nel polmone nulla si trovò di anormale; ma I.Jisogoa pensare che erano passati tanti giorni i truali erano bastali a far scomparire le traccia della lieve lesione pulmooare esistita. Si trovò versamento sieroso si a destra che a sinistra, ed è beo possibile che debba mettersi in dipendenza del-


-103

COnLSIO\k: DlLL'AOOOif&

l'idroemia, e elle quindi si sia formato solo negli ultimi ,?iorni. La cau. a però della morte era stata l'emorragia per la grave contusione centrale del fegato, ed è ciò che rende intere~~ante il caso. Que ·te lesioni del fegato non sono rare, ma non è certamente frequent e il decorso che si è osservato nel nostro infermo. Ordinariamente il sangue ·transato, il te~suto epatico diotrutto dalrazione del trauma re tano nel parenchima, Il sangue si coagula, si de ·ta una leggi era infiammazione nel tes~uto circostante, mercè la quale tollo quest' insieme di detrito · e di sangue viene riassorbito. Se poi per cnso Intervengono i cocchi della suppurazione, questi focolai amor· rngici dànno luogo agli asressi : nò questo è esito molto raro nelle contusioni profonde del fegato . • Nel nostro infermo invece il sangue ba dovuto trovare dei vasi biliari beanti, vi è penetrato mescolandosi alla bile, e percorrendo sempre il loro cammino è andato ad nccumul:mi nella cistifellea, ove, coagulandosi , non ha potuto versarsi liberamente nel duodeno. Ed ecco l'origi ne dei dolori, della colica epatica: le contrazioni !~pasmodi ch e della castifellen per espellere questi calcoli ematici. La tumefazione dolente, osservata in vita nell'epigastrio, altru non era che la cistiCellen distesa. Nt>lla colica epatira come fenomeno riflesso si ha il vomito; quindi per i movimenti anLiperistaltici dello stomaco pane della btle e del angue dal duodeno passavano nello stomaco, e quiodi venivano emessi per la bocca, mentre l'altra parte seguiva il cammino del tubo digerente. Jl Frericbs nel suo Trattato 8Ulle malattie del fegaw, a proposito dell'emorragia, nota di non essersi potuto sluhi·


-10 3~

lire inconteslahilmente la possibilità del(>Usaggio del sangue

Hi condoui e·cretori del fegato, e di la con la bile nelln tiatllellen e oell'intesLmo. Il caso del oo~tro infermo ne ha dato eriden temente uu esempio chiaro e completo.

\'ediamo ora di ricercare qualche cau a, che possa darc1 ragione del decorso cosi strano della mn lallia. La r1catrizu1.iooe delle lesioo1 di cootmoo del fegato avTiene molto r••il facilmente quando vi è lacerazione della cap!o~~la del Gli son, anzi che nelle !estoni sollocapsulari, e eiò perchè, secondo gli studi di Corhil e Terrillon, il pro· ClllllO riparatore e dovuto io massima parte all'endotelio peritoneale. Nel caso nostro perciò, traLLnndosi di unn lesione ceotralo dell'organo, il proces o riparntore dovea essere lento . Ciò quindi può spiegarci perchè abbiamo potuto Lrotare, dopo i-6 J.:iorni , nna grave le~ione epatica inalterata. quasi come . e fosse stata prodotta solo pochi giorni innanzi. Il feWtto, è vero, aveva i se~tt~i dell'incipiente epatite inlerstiziale: consistenza aumentata. margini arrotondati, acini lpltici ben visibili e sporgenti; mn l'origine di ciò deve riferi rsi alln infiammnzion e della capsula dell:lisson diiTusasi al connellivo perilobulare. Jl focolaio centrale ne ~ra indipendente e aveva i carat~eri di una lesione recente. e per nulla modificata. In primo tempo il sangue fuoriuscito dai vasi rotti dal trauma e il pareocbima epatico distratto han dovuto ronnare come un'escara. un buon tampone per impedire l'emorragia, ed ~odo ci rcondato tutto da pareochima epatico sano e 411lindi resistente, non polea staccarsi facilmente, e l'emor· ragia doveva essere impedita. Questa escara anzi p1ù che


1040

CO"'TIIS IONB DKI..L 'ADDOME

staccarsr, dovea fondersi. entrar·e nel circolo, essere insomma riassorbita , per òar luogo alla cicatrice. ~la questa fusione è aV\'enuLa troppo sollecitamente, prima cioè che i vn i aperti avessei'O potuto tromhosarsi in modo solitlo e definilÌ\'O, ed ecco la causa delremorragia secondaria. E il sangue fuoriuscito dai nsi ~a ngnigni del fegato si è im m e~so. come ai>biamo dello, nei vasj biliari. La possi lulitit di trovare beanti i canali biliari i• un fano raro, ma dimostralo. 11 Ruggì infalli, nella riunione della SocieLà di l'htrurgia italiana tenuta a Bologna nell'89, riferisce un caso di una donna, da lui operata per cisli idalilea del fe~alo, in cui dovelle resecare un pezzo di otto ceMimeu·i di fe· gato; e dall'esame microscopico dt:ll frammento :;i l'ilcvò che gli ori6ci dei canali biliari restavano beanti in segui to a una neoproduzione connellivale che li avvolgeva. La medesima po:;sihilit:ì è stata dimostrata in vicinnnz:t delle raccolte purulente, sia perchè si è trovato il pus misto evidentemente a bile (secondo Berenger-Féraud 8 vulte su l 00) sia percbè in al~uni casi l'apertura de~o:li ascessi epatici 6 sMa seguita da colerragia abbondante. Pare anzi che il pus degli asce.~si epatici può raggiunger·e il duoJeno medianLe il canale coledoco, proprio come nel oo:>tro c:1so ha fallo il angue. l'na causa che abbia potuto turbar~ il processo di ripa· ra:done, e 1thbin. potulo fa,•orire l'emorragia la troviamo nell'alimentnione dell'infermo. Tuui i Lrallatisti consigliano nelle contusioni del fegato il riposo per quanto si può as·oluto del tubo gastro-enterico, e l(uindi dieta esclosivnmente liquida e oppiacei, anzi por gli nnLi chi era questo Lutto ciò che si polca fare. Il


100

nostro infermo fu per pochi giorni a flteta e.~clu~ivamen te littoida, ma poi. siccome accusava molto appetito, nè tl'nltra p;trle si pen ava ad una grave lesione epatica, gli furono C()nce,si troppo rresto anche cibi solidi. Il fegato quindi per tale trattamento do,·ette andar so~getto a rtpetnle iperemie. le quali poterono facilit~re l'emorr; g1a. SP si cunsultano infatti i registri no,;ologici si rinfiene un P\ tdente rapporto fra l'aumento dell'alimentnztone e In em o rra~ia . -1'"

**

•:d ora poclte parole sulla cura delle conlusioni addominali. Fino n pochi anni or sono la cut·u era lulla medica: il ~on<i;.tlio che si dava era di aspellare, di assistere e steondare ciò che la natur.t medicatl'ice potPa fare. Ug~i inYere, che l'an tisepsi e l'asepsi hanno resa arditi""ima la mano del chirurgo, que:-te lesioni sono n(ll dommio complPto dt>lla chirurgia. Tuui i moderni chirurghi sono d'ncr.ordo nell'ammettere ehe nelle gravi contu.;ioni dell'addome lusognrl intervenire, bi50 ~na praticare In laparotomia. ~ on sono però d'nccortlo Dello stabilire qu,ntlo bi~ogna intenenirf'. e meutre alcuni Pr<>rPn,(ono e constgliano In laparotomtn :;.ultito, debba e,aero anche solamente esplorativa, altri più prudenti conilÌ J.~ Ii nno di ntlendet·t> l'insorgenza di qualche complicanza, coml' l 'emorra~ia, l'numeoto della temperatura che indichi l'inizio di una perironitc. t;li uni e gli nllri hnnno ragioni solidissime per sostt•nt•re In propria tesi. Que!'to argomento nozi è slnlo Ot(gello di una viva discQssione nella Società di chi rurgia di GG


IOiz

COi\TUSIO\t.. DII L'.\DDO.VE

non pttt tardi del ~O e 27 marzo e 3 aprite di qoei\t'anoo. E menlre 'lichao\ e Chapul, ragionand(l su cifre c dati di fallo, si sono mostruti fautori della laparolomin precoce, tlseguita fra lo t iJ o 20 prime ore, e fatta magari a solo •wopo esplorativo, Qucou, Delorme. Ueclus, Ile) oier, hanno, anche con valide mgioni. -;ostennto elle non si deve essere corrivi a laparolomizzare un infermo, se non qunndo j:(r:m fenomeni, gravi complicanze lo richiedano. Que:-La dh•ergenza trova la sua ra;iooe nella dillkolla di stauillre in ogni cn::.o la les10ne prodoua dnl tmuma, e la gra ,·et.zn o Jlleno di e~sa, gtat:chè molle vulte in principio non v1 c differenza clinica fra i casi benigni e 1 ca-i grnvi, como ben os!<ervnva MOL) iu una monografia ~ulln cura delle contusioni dell'nddome pubblicata nel 90, e come lo prova anche il noslro ca o. D'altra parte poi la laparotomia è sempre un 'operazione grave, e I(UlHllunqne eseguita col massimo scn1polo può dar luogo a seri inconvenienti. A me pare che non si possa slnhitire una regola 6ss:1. ma che il chirurgo debba regolar·:~i volta per volla, a se· conda del concello che può formarsi della lesione. Certo nell'mcerteua c meglio che si pratichi :.enza indugio la lapnrotomia. la quale permette di rare almeno una diagnosi piti sicura, e quindi provvedere n seconda 1l bn;ogno lo richieda, come ben conchiude il Michaux. Ma bh.ognn por notare che vi :.ono dei casi nei qunli il chirur;.(o può praticare la laparotomia esplorativa, Pd è poi costretto a richindere l'addome ·enza aver potuto joeanchl! fa re la dia.~o:no~i : il caso del noslro infermo ne sarebb~ stato un esempio. Pari~i.


10f.3

U~

CASO

DI CONTUSlONE ADOOMfNALE SEGUITO DA MORTE

del 0Jtt. Plnre n.zo Piorlnl, tenente m~dico (Memorh letta alla Conrercn~a scientlll.:;l tl~llo spo!l:\le mllit.nre dJ Novara Il ~l ffi3!Zilh> 1!!95)

I trnumatismi addominali, che sut ,·ampo di baLLaglia sono 1&nlo numerosi ùa rag;.:iun~ere. 'ccoodo le statistiche, "irca il 13 p. l OJ, si verificano oe1 mrlitari n-;sai frequentemente ptlTe in tempo di pace, special mente nelle armi a cavallo, e si accomp:~go ano talora a lesioni degli orj!ani interDI. l oo è sempre facale il decadere se, dato un trauma dell'addome, gli organi che vi sono con tenuti siano lesi oppure no, chè anzi la diagnosi è spe5so dubbia, specialmente nl torqunndo le pareti addominali non presentano sGluzioni di continuo, il cbe può verificar~i principalmente allorquando il corpo contundente agi sulle pareti addomi nali in stato di rilasciamento. In que~to caso l'orto per l'ehsticità delle pareti stesse ya ad esaurirsi sui visceri che stnnno al di dietro, e.questi, trovando una resistenza nella colonna ver tehrale, oppure anche ~ontro un muro, od un corpo .;olido qualunque, si conlusioDano non solo. ma presentano anche lacerazioni più o men() estese.


l OU

UN CASO DI CO!\TUSIONB AODO)II.NALE

Sedillot narra il c:ho di un soldato ~:olpito all'addome da 110 proiettile d'arma da fuoco, riportandone una contuswne. o;enzn allra lesione esterna. Poche ore dopo si sviluppò nOCI violenta peritou ite, e l'individuo venoe a morte. All'autopsia si riscontrò una vasta lacerazione dell' intestino tenue, con essudato considererole nel periLoueo. )lorineau n fert sce 11 caso di un operaio che ricevette un calcio all'addome, e mori sei ore dopo. l tegumenti addominali non prcsentan1no alcuna allerazione; all'uutop:;ia si rilevò nell'intestino crasso una la· cerazìoue di forma rotondeggiante. del diametro di 1loe cen timetri e mtJzzo. Questa lacerazione era recente, e presentava i carnueri d1 una le,.,ione prodotta da -;chiacciamento. Vi sono dei segni particolari per diagnosticare le lesioni degli or~am contenut i nella ca viti' addominale; in quelle dello stomaco ahuiamo il vomito sanjluigno. in qut•lle mtesti oali le deiezioni commiste a sangue. ed in amuo i cas1 uno shonk addominale ora violento, ora l1eve, il dolore dapprima hmit<tto al punto colpito, poi diffu~o, il timpnohmo, l' ipotermia altPrnante ron puJ.;azioni anormalmente freque nt i (120-140), la periton ite. Talora però ah:u.ni di que:.ll :.egni pos~o n o mancare, laS!!iando dubbio il din::nostico, per lo meno in un periodo di tempo pro~s1 rn o al traumati,mo, nllorclu'• nn atto operativo avrebbe molte pl'ollahilitiJ di relir.e ~ucce::;so .. Il Delorme cita il cnso di uu soldato colpito all'addome dn un calcio di ca vallo, che solo dopo :30 ore pre:'eutava gra' 1 fe nomeni. La lapar"Lomia allora prat1ca1a a null •t val'\e. e l'ind ividuo mori. All'autopsia s1 constatò una lacer:uione dell' inte ~tino tenue . . embrami pur meritevole di menzione nn cnso fli l'OD-


F.GUtTO D.A ~ORTK

404i)

talione :u.ldominale \erificatosi nel soldato Cattaneo l'ietrt\ del reggimento cavalleria Piemonte l\enle (2°), perchù la lesione, tanto grave da produrr~ in breve tempo ln morte, maneaYn di quei segni caratteristici che valgono a svelarne 1' entitit. Il militare predtllo, mentre ti -2:> aprile u. "· ver~o le ore 11> alleodeva al go,·eroo del sno cavallo. fu dall'noilnale colpito con nn calcio olia regione iliaca sinistra. Provò un vivo dolore nella sudclella c·eStione, dolore che si esacerbava nei movimenti in~piratori e con la pre~sione ... uiJa parte. ~ol o due ore dopo. e mentre veni'a trasportato in IJarella a quest'ospedale, il Cattaneo eh!Je vomito di sostan7le alimentari , senza però traccia alcnnn di sangue . .\l suo ingr·esso nel riparto chiru rgia si lagnava di d~lori alta regione iliaca ~inis t ra, do,,e non si riscontrò nè ecrh imost nè alcuna ~oluzione di continuo. L'individuo presentava lieve pallore. respirazione alq nanto sopcT'Cìciale, temperatura o pulsazioni Mrmalt. Hli fu applicata una vc~;crca di ghiacrio sull'addome. conven ientemente sostenuta d'a nn archetto . .\Ila visita del mattino seguente l'ammalato si lagnò di non aver riposato nella notte. aiTermanrlo che il dolore all'addome persisteva. \ll'esame ol>i&tth·o ·i riscontrò una lieve tumefazione in corrispondenza dolln foss!L iliaca sinistra , limpanismo e dolore alla pre"sione. Il polso era piuttosto debole, e clava ~H battiti al minuto. le respirazioni erano aumentate di circa il doppio. Le deiezloni alvine, al dire dell 'ammalato, non si eiTeuuavano da oltre due giorni. \ er.i11le ore l O e mezzo dello tesso giorno fu preso da una


l 0\.ti

UN C.-\50 DI CONIUSlO:'ìE !DDO.MNALE

!'Ìocope; si rieube tosto medinnle un' ini~zione ipodermica di calleina. ma verso le ore 13,15 improvvisamente Yenne a morte, per grave collasso. All'autopsia si riscontrò un enfisema nella regione anteriore del tronco, diJfuso pure allo scroto; l'addome era notevolmente tumefallo. All'apertura della cavità addominale ne sfug~ì una gr-nude quantità di gas. ~ella snddeLta cavità lronvasi una raccolta di liquido di color siero-sanguigno, io quan ti tà. di mca due litri. Gli intestini erano iperemici, specialmente l'ultimo parte del tenue; io corrispondenza della fossa iliuca sinistra si notò un essudato Huriooi\o che copriva il peritoneo. io forma di $Irato coagulalo, con aderenze fra il colon di$cendeme. il colon iliaco e l'intestino tenue. Tolti dì sito gli intestini, si osservò nel quarto infet·iore dell'ileo una solu;done di continuo a margini frasta gliati, situata in prossimità dell'inserzione del mesenterio etl interessante tulle le tonache intestinali. Tale soluzione di continuo era ampia al ~rado da permeuere l'introduzione del pollice, ed aeconrpngnata dtl ecchi mosi dei suoi margini. per l'estensione di due centimetri. La vena cava inferiore mostrava pure una piccola contusione in prossimità della terza Yertebra lombare. ::Son si ebbero a notare alterazioni negli altri organi addominali. Una lesione intestinale di tnn!a importanza, quale si riscontrò all'autopsia, come nvrehbe polulo diagnosticarsi nl letto del mal ato t I sintomi morbosi ch e si t·iscontrarono durante il breve decorso della malauia non erano tali da precisare Ja diugnosi• .nè d'altra parte sarebbe stato prudente il praticare una lapa·


SKGUil O DA ~Oll'fE

I O~ i

rotomia e!'iplor:lLiva. Il Delorme nel suo Lrattnto di chirurgia di guerra afferma che questa opC'raz1 one c inu~ile 1n •/3 de1 casi, imperocchè, come risulta dulie statistiche di ~1 0l). le eonlusiont addominali non 'i accompagnano a lacerazioni dei visceri che in if:, dei casi. Forgue e Rer.lus nel loro trattato di terapentica chirurgica. f••cendo alcune considerazioni :.ulla laparotomta esploratim, affermano e:;sere una operazione longa. do"endo:.i minutamente esaminare in Oj.!Di loro parte gli organi addominali, i qnali, dorante tali rirerche llebhooo suuir·e non pocl1e manipolazioni, per cui nnche i p ili fervidi partigiani di tJnesta operazione non possono negare che talora l'esito letal~ è unicamente dovu:o all'allo operativo.


10~8

UN CASO DI ATETOSI CON ETIOLOGIA ACCERTATA GUARIGIONE

Dott. Gaei aao •~togu, tenente med1co.

Poicbè I'Hammond di ~ ew -York ebbe dP:;crilla nel l l'Sii quella speciale forma di mnlnttin che era stata fino alloro confusa con altre affezioni del sistema nervoso , e alla rtunle euli rlieJe nome di atelosi, le osservazioni e le conferm~ alla :sua scoperta si andarono facendo di più in più numrI'O:)e, e la letteratura su tale argomento, che è tutto delln mo· tlernn patologia. si ~ andata arricchendo di un copioso contingente di studi e di storie clinichP. Cht vuole di essa ttvere larga contezza, può consullar(l il lavoro del doli. Barlaro, rontrilmto allo studio ed alla eu ra tlell'(~teeo.~i, uscito dalla clinica medica del prof. De l\enzi. che ne riporta una estesa rassegna; io mi dispenso dal farne qui cenno, sia percbè non amo farmi bello delle penne allrtn. come anche per non sorpa$sare i modesti limiti assegnali a questa nota di cli nica. TI nome di atetosi, dato alla malattia, ha origine del tullo !IÌulomatica (da tx'Tn0<;, non fl:>so), e ne precisa il fenoml'no più saliente, che é quello drlla impossibilità da part; degli ilt{erwi di mantenere le 71arti aff~ttc in ttna posi.::ionr rJOlttta


U~ CASO Dl ATETOSI CO'\ ETIOLOGIA \ CCERT.\.TA

J0 i !l

lBtnlaro. loco citato). TaiP. impos~ihilità ~ rivelata da contrationi ÌDl"'iontarie dei musculi afTeui, il cui carattere i· claLo dali.\ incoordinazione e clal disorùine, ma insieme dalh lentezzn. nella loro manifestazione, il che più cbe tutto vale a distinguerli dai movi menti coreici. l movimenti atetosici si sono visti compar·i•·e o io tutto il si.,temn muscoln•·e {atetosi ùilater·ale. ~otenerale) , ovvero in unn sola metà del corpo (emiateto-.i\, ovvero ancora in uo gruppo di'terminato di mu;;coli. In qne;;to caso sono i muscoli dell'uamhraccio quelli che paù di frequente si os·ervaoo in preda J tali moYimenli, e allorcJuando lo!li individui afTeui \'ogliono rare atto ùi afferrare un piccolo o~t?etto, una spilla , una penna du scrivere. o non aiTl'rrano J'oggello, o, afferratolo, non possono servir:;ene gi o ~tn il prefisso disegno. Tnli movimenti , esa.ger•1ti dallo irnpnl:~o ùella volontà, cessano dorante il sonno per lo piu iuter·!tmente. Compagni a questa abcrTuzrone dalla normale l'Onu·attilit.t mu.colare volontaria, si sono ~lu diatr altri fatti morho~i rilletl&oti il sistema nervoso. Cito fra IJuesti nella sfera dei oerva di moto la par-e-i: e qu1n•li la emiparesi che ui''Oita accompagna la emiateto"i; le retr·nziooi mu-colari permanenti, che sogliano precedere molto di frequente, o decor't'ore insieme alle manifestazioni motorie dell' atetosi; nella sfera poi dei uervi di senso qualche volta si è riscontrata. anestesia o iperestesia. ess~ndo stuli descrilli dei ca~r di emiane lesia associatasi alla emtatetosi: ma il caso piri frequen te è che la ateto-i dPcorra lasciando del lutto normali le di\'erse sensibilità, Lattile, elettrica, termica, rnn·olare, a· ociandosi pero spes o ad indebolimento della co:~cieoza.

'empre nella sfera dei nervi <li -en o, altro lenomeno hone nccertato di qltesta malattia <' l'esagerazione dei prin-


1050

l! N C-\ SO DI \ tETOSI

cipali rinessi (palellare, piantare) fallo importantissimo per la diagnosi di altri l>en noti stati morbo i del si--tema nervo,;o centrale, e la nssenzn completa del fenomeno di RomhPrg. La alatosi compare per lo p1il in modo lento e progre,_sivo, ed è lata de3rrìtta come malallia pìli frequente dell'eta infantile. e del .;esso muhel•re. D.tlle :>loria non poche che ho potutu procurarmi, ho potuto per\} conviUI'Prmi che essa non è meno frequenlt• negli uomini in med1n etit, Yer~o la trentina; può essere perciò di tutte le età e ùi aml>o i sessi, del tuuo primaria, o consPcntiva ad altre manifesta;doni morboso del sistema nervoso. l n una sua lezione clinira, il Lèpme ne illu~lra un ca'o da lui constderato come re-ldno ad antica emiplegia infantile e che interessò un solo dito, l' tndice destro (Ri{ormll mt•(Jica.• IR9~ . vol. T, pa~. tll:l): può manifestar~i tanlo in individui immuni dn ogni ere!l1t:'l tli malattie nervo e, come io individui con gentilizio mqulnalo: tjualcho volla nell'anamnesi remoLa degli individui riesce rintracciare lontane infezioni di varia natura. 'ollo queslO punto di vista mi p:ace ricordare l'opin1one del prof. .)Ja.,salongo, che io Italia fu uno ilei piu diligenti studiosi di quel'lln malattia, il l{ttnle fin dal ,1887 nveva preconizzato al congresso medico tli Barcellona, come f'ori~1n~ di questa malattia nei l>ambini debl>a sovente ricercarsi in precrre·se m1lattie infellive di o:~tura nota od ignota, eri· porta la storia di un caso di aletosi verificatosi in un hamhino in se~tuto a morbillo. Qualunque sin la causa da cui la alelosi viene suscitata, si ritiene ogl<!i che ossa è sempre l'espressione non di nn fnuo periferico, ma di un vizitllo funzionamento degli or~ani nerrosi centrali del movimento volontario. Pnr troppo non è ancora assodato quale esser deuha la alterazione rl1e dà luogo OE:i centri psicomolori a qnASta speciale forma d1


CO~

ETfOLOiilA .\CCBRTATA

105 1

morimeuli incoordinati, e se essa deliba necessat•iamente ioteresiare la ~ona motrice l!orticule, le Cibt·e conduttrici della zona raggiatn, ovvero la capsula interna. Pet· il dottore Barlaro, il cui lavoro è senza dubbio di grunde ,·alore. c la st•<le dei morimenli atetc1.~·ici 1\ certament~· nrlla :ona motriCI' corticale, 1· la natum con.~istl' in m~'altrrtuione di· namica degli elcmt:nti psicomolori. la quale derc Sl'lll1lT( prodursi, percM l<t malattia pu.~sa mcmi{estarsi }), Accanto a ttuesta interpretazione, anche esatta, dei veri movimenti ate· tosici, isolatam~ule considerati, O(:col'l'e richiamare quella di atetosi associt\ta ad altre mautfestazioni nervo$e. Per spie~o:are la fLLSione contemporanea della emiatetosi e della ernia· oestesia, Charcot fu indotto n ritenere quale seùe centrale di detti renomen• il terzo infet•iore dolln capsula interna: onde. allnrgando la cerchia delle induzioni, a me non pare impossibile, che, pure amellendo co me necessaria In abnorme irritazione degli elementi delta zona motrice corticale, possa in pari tempo esistere un',dtra sorgente ùi stimolo in un punto qoaluncJue del tragitto tra la deLla zona corticale e la capsula interna, cruesta compresa. In che cosa però deu!Ja consistet·e tale lesione centrale, non risulta neppure con dati certi dalle indagini anatomiche fi nora praticate. Cile la malattia possa essere una vera oeYrosi, intesa nel senso delle aJTt-zioni nervose senza reperto ostanziale nnatomo-patologico, lo provano i molLi casi descritti do autori insignì, nei quali la più minuta indagine sul cadavere non riuscì a scuoprire nessuna lesione anatomica circoscritta o diffusa del cervello. In quei casi poi, io cui lo esame post mortem. ru positivo, le le ioni riscontrate furono delle piit varie e per indole e per sede. Cosi, mentte il reperto piti frequente è stato il nunmollimento ce•·eurale, altre volle si sono rinvenuti ver·snmenti


10;)2

li~

CASO Dl .\TBTOSl

emorragiCI, antichi o recenti, distruzioni di tratti del cervello, dilferenti per estensione o pat· sede, atrofia di lobi del ceJ·Yello, false membrane negli spazi aracnoidali, produzioni tubercolari. processi in(iammativi. circoscritti () dirfusi della corteccia cerebrale e delle meoingi, tnmori: come secl i poi furono trovati an·elli tanto ·il nucleo lenticolare, il nucleo cauùato, come i talami ottici, i lobul i pariatale e tempora1e, e cirwnvoluzioni cerebrali sem:a una norma fissa, compresa l'insula di Reil ; localizzazioni del tutto Jisparote, c tali da non permeltere finora alla mente del fisiopatologo una esalta concezione sulla inlluenza dil'eLla che le rinvenute lesioni avranno potuto anre caso per caso. sullo svill)ppo e sul decorso dello intero p·rocesso. li quale se vaga nell 'indeterminato per l'anatomia patologica. la fisio-patologia e la eziologia, ha però un quadro clinico netto ; per cui coi criteri ~en erali che guidano alla diagoo~i dei morbi io ~enere, agevole riesce sceverarla dagli altri stati patologid piu o meno aflini del sistema nervoso, ed_ ha pnre una prognosi, finora, Jelle tJiit sco1•aggiaoti. Questa lascia flno a questo momento, poco o nessun dulibio; e, ll'lentre qunlcuno afTerma che pochissimi sono i casi fin qui riusciti a guarigione, mi piace riportare testualmente le parole di un articolo pubùlicato recentemente nel la Rifm·mtt medica che suoncrno cosi: l'att:tosi è tma malattia incura/,il,•, cht rtnde penosa l'esistenza degli ìnfenni, ma ncn compromttte la rita : la cura 111~icà è del t 111to inefficaCI'. I pochi cantativi contro il processo, cbe ebbero qualche esito soddisfacente. furono quelli coll'uso ùella eleltricilil, e quello del professore Ue Renzi che t~pplicò la re::;cica di ghiMcio su l lato del CRpo opposto alla meLa del corpo affetto dai morbosi movimenti: Lenlatiro questo che può avere


CO~ &IIOI.tlf:l \

ACCKitU TA

una utile conferma sempre qua ndo la intima lesione sia realmente corticale: le altre risorse Lerapf'ULicho stanno finora tolle nel campo delh tf'rnpia si otomatir.a e comprendono l'uso continuato dei bromuri, degli arsenical i, dei tooici interni : a cui oggi va unita. più plltente di tu Ui~ per p•> teve regolato re dei movimenti atetosici. la josci na, ebe ha dato buoni risoHati. sempre palltattvt, nelle mani del doltot· Barlaro. ... • •

Stando co·i per somm1 c,tpi le cose finora note 3U questa importante malattia, mi pare interessante IJ·aeciare rtuesta mia .;toria di ateto~i, clinicamente ben carauerizzata, la quale dall e altre si discos1.<1 per la specilìl· itll del momento ~'l lo~enetico! e che. in fu nzione della. sua t>liolo,.:ia, ha pohllo ria ~ci re ad e:'iLo brillantP di cura .

,. •,. .\lartinellt f. iovanni. brtg.tdiere delle Guardie di finanza. ha 3i. anni di elà , e si presenta di aspello Loroso, con costituzione scheletrica regolare ed abito upopletLico . .Non lut imporl.aoti precedenti [!entilizii, ma, da ctuaoto riferisce. ,., sLato sempre irrital.lile, A facile al oevrostsmo dai 20 non• io poi. Ha prestato reyolare servizio militare. ed in ~e­ guilo si nrt·uolò nel Corpo a cui appartiene, mnntenentlovi vita regolare, senza abbandonarsi ad nbusi od ecces~i di nes~un genere. \'erso la line del r~bbrall) 18tH·, fil colto da dolori "i'i, intensi a n rie nrlccol.tzioni, la tibio-tarsea del piede dEI&tro, le due ginocchin, i gomiti, che si accompagnarono a


IO:)~

U'i CA:-.0 Dl AT!tTOSf

qualche movimento febbrile, che di quando in quando com· parira 10 ~r,tdo lieve nelle ore del P•'meriggio. Per tn!l lesioni e~li ncoverò in uno ospedale in provincia, doçe h aiTezione fu •·itenuta dipendente da una infezione reumatica, e come Lnle curata. Però le lesioni articolari mantenevano un andamento subdolo, l~nto, unendosi versamenll endoarticolart m1t1 , ma r1bell1 alle cure, per cui da quello ospedale fu proposto per l'inTio ai bagni termomineraJi d1 Acqui. )l a mentre egli era ancora degente allo spedale. veNl il mese di apl'ile o maggio, cominciò ad avvertire una sprciale inslahilitit dei suoi arti di destra, e a preferenza del superiore, elle da prima ~ li parve una esagerazione del tremore che più o meno ha 'Sempre avuto nei suoi arti, f'(la che );i andò sempr·e più aggravando, in modo. che fra breve non f1t più in conù1zione da potere stringer·e un oggeuo piccolo, o di scrivere. per i movimenti incoordinali che s1 de·tavano a suo dispetto nelle dita della mano destra; mentre nella gamba destr·a a poco a poco il camminare gli divenne difficile pe•· le contrazioni in,'olontarie che in ciò fare si destava no nel polpaccio. ~el me);e di lugl1o. e~~eudo lato ammesso, ru in,·iato ai bajrni di \equi, e1l 1\1 praticò le core per tutta una muta di !O giorni. Exli però non solo non ne eblJe alwn gio\amento, mn, come egli ,.,ferisce, gli parve di sentir>i ancor pe~gio di prima: certo~ rhe fu licenziato anche da quello tabihmento; e prima di ri tornare alla sua brigata volle passare alcune settimane in famiglia. Ma i suoi mah andarono facendoc:i ·empre più ragguardevoli, e decise di entrare nel nostro ospedale, dove pervenin il !3 ngosto 1 89·~ dnl Corpo. Al suo giungere lo stato suo era tanto deplorevole, che


CO:'i E:IIOLOGJA ACCKRT\T\

t o:;:;

lo dovetti far mandare in reparto in sediolo, essendo quella sera di gunrdan io. Per altro lo s&.ato della nutrizione era buono: non aveva febbre nè alterazioni uotoçoJi dell1l ruo· zionalitiL d~ gli organi dt-l pello. o dello addome. \ veva intelligenza e memoria apprezzabilmente integre e ~i lagnnvn di dolore alle articolazioni delle gambe, massime a destra. lnvilato a conlrolirmare la qutetnnza di un ver:;amento di çalon da lui fatto allo spogliatoio, egli era iocapace a firm .tre per incoorùinazione clei mo\"imenll della mano de,.Lra. Esaminato l'indomani piit minutamente a letto, egli pah•sava la e~pressione della li ·onomia agitata, e lo s~ unrdo iDlfUieto : parlava con manifesta incertezza; nelle labhra e nei muscoli mimici si avvertiva nn costante tremore fibriliar·e. e leggermente tremnla era nnche la voce. Hopo aver· r·accolte le notizie anamnesliche che qui ho riportato, indagando, mi riesce di appurare che nel gennnio del l 891. egli ebbe a contagiarììi di un'ulcera, di eut. sebbene non precisi la incubazione avuta, sn che non ùtede luotlo ad auto -inoculazione. anzi era nna cos:1 tanto da poco, che la curò alla meglio con uo po' di ralomelano in pocht giorni. ni! se ne diede per inleso. EJ.(li si la~ na di dolort intensi. cominui nlle articolazioni del piede ,!esu·o e delle ginocchia, che si esngerono stando 11 leuo o pog.:iao1o il piede a terra. -Oltre a questi dolori arlicolari egli si lagna di dolori a tipo veramente oen algtco alla regione cen·icale destra, alla coscia ed alla J.!nmha dos1rn, che soventi spariscono, ma invelle hn dolore della stessa natura. costante e persistente, al lombo delllro, eJ altro, pure fisso, in corrispondenza dell'ischia destro : dolore \' Ì\"0 a'l"eva pure all'indice della mano destra. L'esame fisico degli organi della cìrcoluziono, e della 1·espi ra-


1056

U~

CASO DI ATITOSI

zione come pnre degli apparecchi chilopojetico ed uropojetico non rivela alcun che di anormale. Quanto al resto della persona, l'inrlividu.o è calvo, ma non alopecico, non ha macchie cutanee, nè eruzioni. Si nota ben marcata pleiade inguinale e ingor~o più o meno accentuato di tutti i gangli linfatici accessibili; piu di tntti caratteristico è l'ingorgo delle ghiandole epitroclear·i . .\1 prepuzio nessun re~Lo ben decifrabile di pregresse lesioni veneree. Degli organi della locomozione, le articolazioni del piPdt> e del ginocchio destro si mostrano alquanto tumide, e eonteogon<• un leggero versamento eodoarticolat·e; non sonn più ca lde del normale, mn sono dolenti alla forte pressione e nella posizione in piedi; oon vi sono anormalità di posizione dei capi articolari ed i movimenti ne sono conscr·vati in tulle le direzioni; nn accenno di simili ratti si ;nverte auclre al ginocchio sinistro. Nulla di rimarchevole quanto all'esame delle ossa . Il si'Slema muscolare invece rivela una contrattura per·manenle del muscolo bicipite bracchia te sinistro che si appnlesa come un accorciamento dol ventre muscolat·e, per cu i l'estensione dell'avambraccio è limitata 6no a formare solo un an~olo r~lto col braccio; oltre a fJuesto punto i tentativi di maggiore estensione cagionnno forte dolore all'ammalato. Tal e contrattura si è or·iginala lentamente negli ultimi due me:;t. Del resto la nutrizione delle parti negli ani superiori e ben conservata, mentre negli arti inferiori osservo un' atrolia legger·a della coscia destra che è un centimetro e mezzo o rlue più esile della sinistra. Sistema n~Jrvo~o. - Circa la sensihilit1L generale poco è dato appur·are oltre i fatti subbiettivi dolorosi più sopra accennati.


CON ETIOLOGIA ACCRIITATA

1057

La sensibilit(l. tattile, termica e dolori{ica, saggiata nei dne lati del corpo, non appalesa notabile differenza, nè si allontana sensibi lmente dal normale; la sensiblliHt mu:;colare, saggiata colla !ìtima dei pesi, pare alquanto scemnta nell'arto inferiore destro; la reazione elettrica nei due lati il pres"O che identica; invece i riflessi palellare e piantare dol lato destro sono mar·catamente esagerati. Quanto all'inuervaziooe motrice, l'individuo mostra nn'iostnbil ità dei muscoli tanto dell'avambraccio come della gamba destra, la qua le allo stato d i riposo ù nppena palese : ma allorchc l'individuo vuole accingersi a scrivere od a maneggiare un'altro oggetto piccolo, si desta una serie di contrazioni disordinate dei muscoli flessori ed estensori delle dita, assoc iale a spostamento laterale di tutto il pugno, per ctÙ non gli riesce di compiere il suo intento e, come si disse, non gli riesce di ·seri vere i l suo nome . Patti an aloghi, si destnno nella gamba destra, poicbè, a parte il dolore articolare, quando egli fa alcuni passi entrano in disordinata contrazione or l'uno or l'altro dei muscoli del polpaccio. obhligandolo ad un'andatura indecisa e renden· dogli del lnllo impossibile il pr'aLicare le scale. l sen si specifici sono tutti ben con~ervaLi. La lingua è nella normale posi tura. Non ha ron;,io alle orecchio; le p o· piiJe sono ugualmente dilatate, non ba vomi to; gli slìnleri funzionano regolarmente: è conservato il potere genitale. L'ammalato dorme, ha qualche sogn(J agitato e viene disturuato solo dall'esacerbarsi di quando in quando dagli aceennati dolori nevralgici.

* *. Rifacendo mentalmente la sintesi di tutti i vari fenomeni presentalici da questa sindrome abbastanza complicata, se 67


IJ:\ C.\S(I DI AH.IO'I

ne tlt•\"c, IJUale prima conclusioue. tr.lrre che l.t fi-onumi:\ della malauia di que,to indiçiduo e delineata da1 <.Ì OlOmi chO $Ì riferis<'000 all'allerata fOOZÌOOaJita nei'YPO· muscolare. Quanto al decorso qui non 6!ii~te dubbio che l 'afTc~oione ~ di data recente. li solo fallo che l'individuo ba compiuto ti regolare servizio di leva , che c·onse~uentemente ~~ slnto arruolato fra lt> ~uardie ùi linant.a, rhe in una :lata rt•lativnmente vicina '1 potc\ 1•ssere promosso sottufficiale, impie,.!tt cho impltca con se la nece--siLit della tnLegra funzion:~lita clelia per:.oua e la capacità della facoll;t clellu scrivere. ohhli,.:a ,1 rilt'nere r.he egli fosse fino ,t pocu fa sano: e se l'indnÌJuo afferma di e) ere stato sempre t•ccitabile, ciò va tenuto io c.onto solo di una causa prc:>disponente alla malallia e.he p01 si ò andaLa svolgendo. [?ra i diversi stati nervosi poi, caratterizzali dall'abnorme e Lriosecazione del movimento muscolare, l'unico che !>i adaua al decor:'o ed alla oosogralin di questo ,\ appunto la mnlauia deii'Hnmmond, l'ateto 1unilaterale. e l'esame cri· tico dei sintomi della malauia me ne rese persuaso. Comincerò dalla aberrazione della contrauilità muscolnre. che si è pal esata con due diversi modi di manifestazione, la produzione involontaria di movimenti disordinati , e In contrattura. L'esame superficiale lascereblJe credere che solo l ':~ r to "u · periore ùcstro e la gamba destra fos!'\ero sede degli ahnormi movimenti; ciò è vero, se si pt~rln dti movimenti e lesi, ca· pac1 di spostarE' ~randi parti d~l corpo: ma accanto a qiH' ..tt fatt1 va notato il tremoHo della \'occ e quello dei muscoli nu miei della faccia, i quali non possono essere do' uti ad ahro che a contrazioni fibrillari dei muscoli rispettivi della faccHI e del torace e, presumibilmenle, della metà destra di queste JliU ~piccat:\


CO\ &TI OI.Otòl\

~CCERIATA

I Oij!)

p ndi parti. visto che la metà .;ini:o.tra del corpo era immane da tali mnn1fe:ola1.ioni mat·ho~e. Quindi la produzione .dei movimt:nli incoordi nati va considerata come interess:mle aon gli arti llupe•·iore ed inferiore de~tro, ma tolta la metit -de!ltra del corpo, con associazione di movimenti estesi nl'i .muscoli d e~l i arti. e fibrillnri nei muscol1 respiratori e mi-miei. ~ on è rn ra l'a:;sociazione di que,te due specie d1 mo· ~i meo ti muscolari nell'atetosi. anzi molti notori ne fanno () J!~Quo di spec1nle rimarco. l caralleri poi coi •ruali si sono estrinsecati i >iziosi mo• imenti, ri pondono per 'ede e pt•r natura a quelli propri .dell'<tll'to·i: pou~ lu" no• \"'edemmo nel nostro nmmal:~ to pre-1 .dal \ izio i muscoli dell'avnmbracc:o, e IJnelli del polpaccio, 1Da a preferenza i primi, che sono i piti facili a soggi nc~re ~u · influenza dell'azione disord inatl'ice drllu malauia; essi ~i ori11in nvano nel noi\lro ammalato part.inlrnente anche fuori 4iell'impolso volont:~rio. incompletamen1e, e. più propriamente rivelando una tendenza al moYimento, che come movimenti cont'ermati. ma diventavano nddirittura movimentt forzati di estenzìone e di flessione dellt' dita, disordinati !16 si vuole, ma relativamente lenti ed incoercibili, allorch~ interv E~ n i va l' impulso volontar io. In ragione di questo fallo, mt'ntre era per me~sa la stazione in piedi truando l'individuo •ra fermo o riposando sulla gamba si n i<~ tra , l'andatura tosto fiu~rivn !lisordi nntn, saltellante. quando entrava in fu nzione ta !iOin ~:tmbn destra. Ora mentre lutti questi fatti accennavano in via diretta ~ Ila natura atetosicn di La li movimenti, si p<'ssono in via i ndiretta e~c ludere le altre nevro"i • che possono palesarsi <on manire.;tazioni più o meno analoghe. Coc:i non era qui il cnso ùi parlare di spasmi professionali (mogigra6a, ditlt'hinesia prol'essionnle), mancando il fattore genetico, il


1060

UN CASO DI A.TitOS I

lunghissimo uso di quei gruppi muscolari. per scopo pi'Ofessiooale, e palesandosi le alterazioni insieme in gruppi cosi lontani e d1spa1-aLi per funzione: non polevn entrare in questione la paralisi agitante, io coi i movimenti anormali si producono anche nello stato di riposo, e di cni mancava la speciale altitudine del corpo, e la solita diffusione a Lullo il sistema muscolare: questa ragione é valevole anche a scartare il concetto delle sclerosi a placcbe; della. tabe do1·sale non esisteva la abolizione de1 riflessi, la tipica nndatura; come la natura lenta dei rnoYimenLi valeva ad escludere !a corea, di cni non esistevi\ nè la rapid ità nò lo speciale di sordine. E però, mentre la indagine diretta sui movimeuli paiC'sati dall'ammalato e quella indiretta per escl usione ci conducecevano a fermarci al conceLLo della atelosi , altri caratteri :~i riscontravano cbe erano capaci di beo precisare questa malatlia. E prima fra questi la cosLJ'ntlura muscolare permanente del muscolo bicipite del braccio sinh;tro. ra notato che il muscolo bicipite bracùiale è nno dei muscoli più. so v ent~ se· gnalati propensi n questa manifest:lZione di alienazione di conLraLti lità negli stnLi ateLosici: e che le contraLLut·e rnu:;colari permanenLi nella atetosi rappresenl.ano come uno ~Ladio di transizione allo sviluppo doi movimenti involon1ari e rlisordioati. Tale contrattura fu forse l'unico fa tto in pos,ibile relar.ione col proce~so generale cb e noi avevamo uel Ili! o ~i ­ nistro di CJttest' inòividuo ; e questo fauo nell'ordine cronologico dello sviluppo Ilei siutomi rimontava ad un' epoca mollo recente quale è segoatn nella storia. Per interpretare il fenomeno noi avremmo potuto rif~or­ rere colla mente n molti processi capaci di produrre retrazioni ed accorciamenti muscolari ; ma noi avremmo commesso un errore di metodo clinico, se. a spiegare il fallo,


C0:-1 &TIOLOGIA ACCER'IAT\

IOG I

avessimo vol uto derogare da quella via che Cl era logicamente traec1ata da tulli gli allri fallori del proce~-;o che andavamo $lud iando. arebbe stato straM che avessimo volato intranedere miositi, sinoviti, atrofie. aderenze ad altri processi. di cui non nveva mai esigtito alcun decorso cliniro. ~ olo la sifilide poteva entrare in con,iderazione in tJoe~to caso, perchè, come si sn, ha dato talvol ta unn liÌmile manifthtaziooe muscolare; e, per citare qualche esl'fnpio, dirù del Von IInrliogen, il quale ha descritto tre casi dt contrattura mnsrolare -Hilttica nel Mtdrrnl Jourltal n( tlt Am•·man science del l 80. tutti e tre interessanti <'guaimente il hicipite bracluale, provenienti da r;t usa Slfititirn, e ~uarrti rolln cura iodiéa. Per cui nel nostro caso questa sola interpretazione puo ricevere la contrattura del bicipi te, quando non la si voglia consid erare come il primo fenomeno palesato dalla malattin nel Ialo $inisLro per d1venire bilaterale. \"iene in secondo luo~o l'esame dei riflessi, cho ripelu&.1mente saggiati, furo no riscontrati coc;LanLemente, o in senlliLile misura, e~~erati nel lato aiTcuo dnt viziosi movimenti Que·to ò dato prezioso per la dingno3i di 'fuesta malattta. po1cllè, mentre i riflessi sono del lutto normali in rualauie nervo e affini n questa, in altre. come nella tahc per esempio !Inno ùel tuuo aboliti, o mollo dimi nuiti. 1\ell'atetosi invece l'esagerazione dei riflessi è nn fatto co'tantemente accennato dagli autori che hanno scritto sn di es a, e ne dohltiamo tenere tanto più conto per la interpretazione rlel ca<~o nostro, in quonto che la e:-agerazionc dei nflessi 'I l i· man rf~tata nello stesso Ialo preso •lalle altre manifestazioni del proce~so.

Va di pari passo che. conservati essendo i rifl(ni, anli .,~,endo esagerati, vale n dire con:,ervato rl rapporto naturale


lOtH

U'C Ci\!:>0 Dl

AT.KTOSI

tra ner vi di ~c o so e rli IOOLO, e ùoi centri nei quali a\ viene lo -.camùio di ,timolo deJtll' uni agl1 nltri nervi, heu s'iotende come dovessern e~stlre con,ervate le funzioni che sono io rappol'IO col meccanismo della rifle3sione degli :ilimoli; d'onùe l'a,senza del fenomeno del Romberg, che anche no1 10 questo infermo ablHamu pienamente constatato. E poichè lliamu a parlare dei oen i di molo e di lll'" i di senso, 1'iconlt•1•ò la veriticaL 1 iotegrilà dcii,, sen~ibilttil tauile, termica e dol orilira, di cui fu fatto un ••:;ame, non Slllo io ri~uardo alle re~ioni realmente invn-'U d: Ile mmife,.tazioni •lei morbo, 10a anche cornparntivamente all'altr~ lato, che, si puù dire, ci appari' a sano. Per lo più eh t e:>amina amrnahtli con mulattie nen ose, sopratutto se interes·aoo un;l parli! ~oln del corpo. ,.., a..;pelLa di lrO\ .Ire qualche si ntomo che lo instraùi da que:)lo ramo di esam>'. e dt' ' ta un llensu di sorpresa il riscontro nei-!alivo; lo tle~l!) anche a me ;;ulle prime, lino a che non entrai nel coUl'd o dia)olnosLico, che mi condusse alla 1-{iU~>ta in terprt.~~nzione del cn~o. dove la iutegrilit dcii 1 sen-;iùiltlil è ·intomo intE're,·ante alla confurmn della malauia . L' unica forma che ,> rimasta indeci.-a fu la senllilliltù muscolari) negli arti inferior i ; perchè, mentre coll'ar to -;i · nbtro l'i nùh•iduo non sùaghara quasi m.tt oell'appretzamentu det pesi. o di due pesi ugual i succe. sivameole applicali al pte.le, coll'arto destro errò più d'una volta, sta uell' apprezzamento del peso assoluto. come nella stima di due pesr diversi, o uguali. se succe~sivamente applicali. Ora qne:;u, dtminozione del sen•o muscolare, puc'1e~sere dipen•lente 1lal· l'alterato potere 1li inncrvazione dei mus•:oli, ma può essere anche in rela1.tone colla c11nslatat 1 ntrolìa muscolare della coscia de·tra, che, come nbbtamo gtil eletto, aveva una cir· confe renza di due centimetri Ctrca minore di tJUella di sini:;tra.


10:-i ~IIOLO(.IA A.CCt:RTAf\

Per conto m10 però , questo ultcr,cto trotismo dell' ano destro. non e'• iu relaz1one col viz1o centrale di mner"aziooe, llìll l>en ·i è da con.;.tderare come atrofia d.l merzia, C(UIIIe la si trova ~ompre compagna di tutte le aiTeZIOni articol;tri delle estremitr•. !.'individuo infatti soiTri. c1uns1 come )!,fntomo inizinle del mof'lw. ùi affezioni arllcolan dte 1nt••re:.~aruno con rn:olateoza m:~ggiore l'arto deo;tro. C:ome si rileva dalla storin, una :,:mode arnzie i faui articol:tri non l'ebltero mai, la febbre non fu ma1 mollo elevata; i clolori sempre nd un modo, i ver~nmenti miti. D1 che natura era tlttesla art1 opalia multipla t :\ll'osredalc do,•e ricoverò, e:;.sa fu creùuta (e sulle prime n es~uno forse avrebbe giudicato diver~amente) di indole reu · matica. ~l a intanto nou si migliorò del ~nlicilnto di sod:1, che l'individuo pre:;e, non c:i ~iovò del riposo a letto o delle altre rure, n cui og;,!i le lesioni reumnticbe cedono, pu')siamo dir sempre. Fu mandato ai bagni d' \ equi : e 'llll!,to da un lato ri drmostm che lo stato delle articoln· lioni non <lovevn present.;tre alcun fallo di ac uz1P: tlal1' nllro ci d;r l' ammonimPnto che i hagni , miracolo~i nelle artropatie cr·onid1e di of'igine reumaticn, riescirono a nulla di buono in 'luc,;to individuo. chè anzi ne veniva fuori peggior:no. Perclu\ ~ La ragione consiste nel ratto, che le artriti di qnesto individuo non pnssono considol'3rsi come reumaliche, ma sono vere artropatie da disluruata innervazicrne, quolle artropatiP che :-.i sono hcne interpretate dappoichè se ne è accertat·l la loro frequenza nella tabe dorsale, e che appunto si sono ri,contrnte compagne alla nteto:.i. dì cui formano nn import.mle f;lllore dia:znost1co. sempre quando esistono. \1 i piace riportare a tale propo ilo le parole del dott. )lassa-


1 06~

l N CA"O DI .&TlHISI

longo, qu:lli ;.ono espresse nella :,un ncca lezione sulla atetosi doppia : V• drforma:i.oni m·ticola1"i, egli dice, srmo de.scriltl' in un ct•rLU mw1m-o di osserr:a:ioni; trana muni{Pstis.sime in dw• dei miPi amnwlat1: ricor,ltmo le d,.forma:ioni del t•mmatismo articolnrt' croniro .

.

•• Ua que ti fenomeni, ch e ho cosi \elocemenle illustrati , la fisionomia della ateto:.i resla. cCJmpletamentc tr•• cciat.t in tulle le uc liuee più deci~ive. )la. come un iodi,·iduo difTer.sce dall'altro per detcrm•natt• fallezze, co:il ogni ca~o clinico risenn per se modnlitit e quali~cJte JJroprie. l~ questo caso ehbe le sue. [)i qneslfl, principato e meritevole di illustrazione, è quella della presenza dei dolori nenal).!ici nella stessa mela de tra del corpo inm a dalle marufe.;taziont atetosiche, elle decor:>ero senzn per altro che la sen:.ibilitit tallile e In dolorifica, in quanto ern l'elativa alla azione dt~J~Ii ngenti esterni, fossero modilkale. D'onde scaturi:.ce la natura centrale dello stimolo, e perciò la loro qualifica di nevralgie irradiate. l ùi treni colti da tali dolori erano la meti1 dt~stra del collo, Il dito indice della mano destra. il lombo, l' isehio, la pa rle nnleriore della coscia ed il polpaccio della gamba, sempre a destra. Dove era quindi. e quale era la causa capace di eo~i slimolare ad un tempo le origini Ilei grandi ple·si cervicale e braechiale, lombare e sacralc 1 Que5lo ratto ,arehLe valevolissirno per metterei ulla strada per inlendere la ede della lesione, che senza dubbio era nei centri. Ma anche nna lun~;a di'lcnssione su que~to capiLoto non avrebhe 1111 valore grnnde, visto che rorlunata-


CO.S ET!OLO!iTA ACCERTATA

1065

meote manèt'l l'ultimrt ratio del reperto necroscopico: ch1 sa poi, che qualora questo vi fosse stnto. non fosse toccato a aoi ciò che gi~L toccò ad ahr1 di me immensamente miJ;I1ori, di trovare tu tt'altro reperto che non avessimo creduto ~ Però per esprimere sinteticamente la mia opinione, dirò. che, mentre per la ioterpt•etazione dei movimenti ateto'lici manifestatisi io questo individuo, posso ammetlere la presen7.a d1 una le;;ione nella lOIIa motrice della rorter.cta cerebrale, dall'altro lato non po~so e eludere la presenza di uu processo in corrispondenza del tel'7.o posteriore della capauln interna, (che, n quanto io sappia, è il punto piu alto fi n dove la lì~iologia ha accompagnato le lìhre dei cordoni posteriori), onde spiegare la eccitazione simultanea 4i un cosi gran numero rl1 radic1 -;en ·itive dei nen·i ~pi­ aali. fo sono perciò propenso ad :~m m euere in qoe:.to caso più che 1wa lesione circoscrilla. a focolaio. una alterazione difasa di una tJSie.:ìa ro~ione del lollo ;.;inistro del cernilo, dalla corteccia alla capsula iotero:l. \la di ciò bn:Wl il detto.

Se però, clinicamente parlando, io potevo sorvolare sulla

diagnosi di sede della le:;ione anatomica dei centri nervosi , la diagno' i ci1·ca la nntura di e::sa, tJUalonque fosse. si impooc,•a per In scelta del metodo di cura . Esi ~teva una strana coincidenza t1·a la comparsa dci dolori. dei fatti articolari, dei movimenti atetosici, e la insorgenza di quella olcerett.a, che l'individuo ehbe non molte settimane prima in seguito ad impuro contatto. Il non avere Prodotta autoinoculazione. la sua poca dolentia, per cui lo IIDmalato poco se ne curò, l'essere guarita. a quanto pare, eon l'nso del calomelano, bastava gi:\ a indirizzare le no-


1066

U~

CASO 01 ATETOSl

stre ricerche nel I'IHnpo delle manifestazioni sifilltiche. D1· falli ri:;contravasi In pleiade inguinale e l'ingor~o dei pacchetti ~hiandolari linfatici al collo e alle asc~lle: !!ÌU:-ta •tuauto og;:i si ritiene. quPIJO che era ancora piit imere:>· sarlle per· t.ale inda)!rne, era l' i n~rossamento indolente dei gangli retr·oepitrocle.tri. Con ciò tl sospetto della infezione :.ililitica di\enta\'a qun ·i dia).!DO:>i positiva. \ascem pero ti necess:mo •tue•.rtu: t-•-ano lt• manifestazioni nen u "' in dipendent.a della tnfet.ione celtica! La sHilide in questo individuo certamente era di data re· cente, menu·e le manifestazioni viscerali sono fra le forrne piu tardive dell<l 111fezione. Pure chi mai ha dettato le,:!ge alla onnipos!:l~>nte mnlauia, e all.t pt·oteiforme estrinsecazione delle suo manifestnziuoi t Accnuto ai casi di sililidi esaurielllisi con minimi feuomeni secondarii, altri ne furono de· scriui che cominciarono a palesarsi d' emblée con sirllorur viscerali, spellanti nl qoadro della sililide terziaria, e, come meglio la si chiama oggi, tardi\'a. Esistono verciò m sili· Jogralln i casi che rispondono al decorso tipico della malaltla, ed i casi atrpici, e se la nostra all'eziooe nen·osa em du"uta alla sililide, es-.a andava certamente a$criu.a. a qoe:-ta ultima c:lleAoria. Lo sc•ogliere t:lle que:>tto si palesava in triplice mutlo iottre,sa ote, per lo studio dell'atetosi. per lo studi•> della :>rOhde, e per il bene del paziente, che ave\'a ricorso a noi. E per· \eliJre a capo della voluta rt:'post.a, a'evamo a no ~t ra dispo,.IZione il crllerio ab juranlilllt$ l't nocm.tibru: la cura autisrlilit•ca.

.

** \los,..o da questi criteri presentai l'ammalato al sig. di· rettor·e, tenente colonnello medico Oe 1\eozi, seguendo il co· stume che sempre ehhi di sollop•HTe al suo esnme lutt i •


CON ETIOLOGIA AGCKUH fA

1067

essi che io giudrcllvo gravi. dultbi o di speciale inteJ·esse scieDiilico. Con mio gradimento egli condivise le mie opi· oioni, e convenne sulla opportunità della cu ra nntisifilitica, consigliando anzi il metodo ipodermico, delle iniezioni di sublimato corrosivo.

*•, l pr1m1 teolaLivi terapeutici e~perimentali in •JUe:>to individuo , furono quelli coi sali alcalino·terrosi (carhonato di litioa, ed acido benzoico) propinati sulla fede della pregressa infezione reumatica: a cui si accompagnò Il re~iroe diaforetico coi bagni a vapore. Ma l'ammalato non no ri· trasse alcun beneiicio, neanche pa sseg~ie r·o . l'arò a man o a mano che mi si fecero piir chiat·i i conceLti dingnosLit:i intorno alla vera essenza della malattia, tal metodo di cura fu ablìandonato, e sostituito dallo cura iodicn, accoppiata a moderata dose di bromuro di po1nssio, or~linando : ioduro e bromuro di potas io ana grammi tLno, acqua di fonte gr·ammi duecento. Entrato iJ 23 agosto, l' individuo cominciò a fruire di questa cura il giorno 30 stesso mese ed ai prim i del successivo Sl!ltemùre, cominciò a praticar·e le miezioni ipodermielte di subl imato corrosivo, alla dose di un centigrammo per iniezione, di cui si fece una ogni ~ior n o alterno: mantenendo costantemenlu la somministrazione dell' ioduro e del bromuro di potassio, esercitando giornalmente il massaggio con pomata mercuriale in corrispondem.a dalla retrazione muscolare del bicipite brachiale sinistro, e talvolta nelle regioni prese dai dolori neVI'algici. Tnt metodo fu mantenuto invariato, e strellamente esclusivo lino nll 'uscita dell'individuo, che, durante la sua deg&nza. fruì poi di adegualo regime dietetico corToborante.

rura. -


1068

U\ CASCI DI ATIHO<;J

Non tardarono a manife.,tad i benefici eiTetti di que-tn re~ime terapeutiro. Cominciarono in primo luogo a :>patire i dolori nevral~i ci, dei qo~tli quelli del collo e della mnno scomparvero per i primi, mentre il punto doloroso fi~so all' ischio fu più ribellt~, ma gradatamente scomparve in poco pii1 di Lre settimane. Contemporaneamente i movimenti anormali andarono regolandosi in modo progressivo. L' febbraio, vale :l dirl' dopo le pl'ime iniezioni òi snblimoto, e dopo cbe r individuo era da l O giorni a regime io•lico. i movimenti ateto...ici dell'arto superiore erano g1ò. meno disordinati, e ne renne fauo cenno nel registro no~ologico del reparto. Pure la sta· zione e la deambulazione non dtveonero sicure che ,·e•·~u la fine del mese di settembr~:~, epoca in etti l'individuo ro· minciò non solo ad alznt·si, ma a girare pel riparto, da prima col l'aiuto del bastone. poi senza; io breve si :-enlt tanto sicuro che potè nrrischiarsi a scendere le seni!' e fare le sue passeg~inte in cortile, fino a che qualche settimnoa di poi. egli camminnvn del tutto speditamente. come uomo sano. c:iò era dovuto non ·olo nl ristahililo impero della volonlil su1 muscoli, ma al ria.,sorbimento dei versamenti articolari, alla cessazione dei dolori nrtritici, contro i qu ali nessun'alt1·a cura fu fatta, nù una peonellatura di tintlll ll di iodio, nè un impacco in cotone. nè somministrato un sol grnmmo di acido snlicillco. Per la retrazione del mu colo bicipite. gia il l -" seuemhre 'ien ~e~oata la incominciata ri~oluzione di essa. cbe amM mao mano confermandosi. fino a che. dopo una ventina tli giorni , l'o1vambraccio poteva essere del tutto esteso. e mo-;.;o a piena \'olootà del pa7.iente. rn una parola In guarigione fu completa, e confermata.


CUS IITIOLOG IA ACCl\ RlA.TA

1060

Egli potè ùi nuoYo scrivere, e mi reci nlo;;ciare un esemplart' della sua scriuura, dove non si osserva che leggero tremore nel tracciamento delle lettere. che però sono per tulli gli altri caratteri regolarmente conformate. Così quesLo individuo che per lunghi mesi, ed espel'imentando nllt·i energici metodi di cura, era rimasto invalido. potè nel Lreve periodo di 55 gioi'Di ùi cura, di cui 37 antisifililica, riprendere al normale le sue funzioni. e uscire pienamente ricostiluiw per rientrare in serrizio nel

Corpo.

e vi è un caso in cui non può esis!ere dubbio intomo al rapporto tra cm·n e guarigione, ~ proprio qnesto. Resta cosi dimostralo che tulla la sindrome era io relazione ad un'unica causa, la infezion e sifilitica. Se altrimenti fo~se slalo, la cura specifica avre!Jùe curato solo quei sintomi che sarebbero stati dovuti all'infezione. e avrebbe 13sciato invariati gli altri ad essa non pertinenti: fallo. che :m ·iene no1·mnlmenle nella consociazioue di due malattie di natura diversa. di cui una con non dubbia cura specilìca. E però, che la sifilide acquisila io tarda etil potesse essere causa di una confermata tipica atetosi , IL me non risu lta sia stato detto finora, n~ dalla lelleratura che bo visto ricordata sull'argomento. 01\ da lfuei molli lavori che mi i> :.lato possibile procu rarmi e leggere. Oi rapporti Lra sifilide c atetosi ho visto accennato solo quello della sifilide ereditaria, per quanto riguarda la atetosi doppia infantile, nella Citata lezione del dott. Massalongo: ma questo Tapporlo, come ognun vede, è di l.Jen diversa naLUra di quello del caso che a me fu dalo potere studiare. E perciò questo


l 0/0

t;~ CASO or ATITO:.! CO'\ t;TIOLOt,(A ACCERTATA

riesce della massima importanza non solo clinica, ma. anche no ologica. Mio còmpito è stato quello di dimostrare in modo non dubuio la forma clinica del morho, e di metterne in rilievo Il rapporto coUa infezione celtica. Se ciò potrà concorrere a illustrare un punLo della mnlaLLia dell' Hamrnond ed aggiungere un'altra pietra all'edificio, ancora io costruzione, tanto m e~lio : io offro in tal caso I}Uesta mia nota nd altri, di me più saggi e p1ù esperti costrullori. Io ~ono l1eto che la sorte mi abbia fallo incontrare in que~to caso clinico per l'istruzione che ne ho rica,Tato, e sono contento di averlo bene interpretato per il meglic.. dell'ammalato stesso.

~a;;o

Brescia, marzo 1895.

l


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA Bmottt.l oardtaobe. - G. DARG a iN. - (Journal de Mèdecine et dP Chirurgie, luglio 189::i). L'emottisi è dovuta tanto soventi aUe malattie es1ranee alla tubercolizzaziene polmonare quanto a questa mal&Uia. TrouBseau ha dimoslralo ciò surtlcienLemenle. Ora, le emottisi che sono cagionate dalle malatlie della circolazione sono le più frequen ti dopo quelle de lla luber·colosi. Esse coincidono iJ più ~oventi con una lesione miLrale o con la pre8eDUl di concrezioni fibrinose nel cuore destr o, molto più raramente con una lesione aortica, p1ù raramente ancora con una iper trofia nel cuore destro, eccezionalmente con La paresi del cuore (Jaccond), con il suo rammollimento (Hope), con la degenerazione del ventricolo sinistro (Stokes) ed infine con cet•Li casi di pericardite (Biaclle). lnconleslabile che s i nola la rrequenza delle emottisi nelle malattie della mitr a le: ma è necessario fare una distinzione cronologica fra le diverse e moUiai cardiache. Vi sono delle carJiopblie da e si annunziano o si rivelano con una o più emottisi in individui che non presentavano fino allora alcun mdi zio di malallia del cuore: ciò s i osserva specialmente nell' Inizio del restringtmenlo mllrale puro quando la lesione cardiaca non é ancora r iconoscibile. J Baule'' anzi Ila di,'iso le emottisi che sopraggiungono nelle malattie del euora in \re g randi classi: fo EmoLlisi prodromicL.e o prernonikll'ie, queUe cioè che furono giA segnalate;

e:


10i.2

RIVISTA.

2o Emolllsi flmlOmaliche che possono mettere l>ulla via della diagnosi: .1• Emottisi ultime che sopraggiungono come acctdenti termmall nei maiali arrivali agli ultimi periodi rlcll'asi!o!lolia. Tutta' ia ~ono mollO ptu intere&-anli le ernotti-1t le.!ale alla stenost mttrale e che st pre~~oenlano il più spesso allo Atato prodromJCO La loro dtagnosi e sov~nti mollO difrkiiP a ca~!iono sopratlullo dell'tdHa preconcetta che fa ttemprP pensare di prt>ferenta alla tuberclllost. Non ,. posAtbil•• fondar<>i sull'età per fare la diagnosi. Trou,... sell.u diceva rhc dnl ~edtceSJmo al quarantesimo anno l'emotticot t! piu ~pesso '4olln la. dtpendenza della tnbercolost polmonare, ma ollrepassata l'etti di quaranta anni, e mollo più ancora llopo i t•mquanta suni, l'emolli~i è abitualmente il segno ùi una molnttia d1 <'UOI'e. Ctò non sarebbe esatto, pct·· cllè nel re~trin~imeoto mitrale puro é soventi nPII'ell'l della puberté che ~~ manifestano le emottisi. L'età non ha quindi u11 lo\r&nde valore. Può l'e~pelloruztone r,n·oit·e elementi di diagno~1 i S1 é dello che flell'e!~pelt() l'azione oli origine tubercolare il san~ue era schmmo...o, nttilanle, liquido. aerealO, qua!i'i puro, ~enza mesrolanza di aliment1 r> di muco!>ilà, mentre cbe nell'emnl· li~i car.liaca gh sputi ~<ono più violacei e nerastri che rulilanh. Si i>< put•e dello che nell'emottisi tubercolare ~li Apuli -'On guigui comparivano d'ordinario seguendo un ordme Ù• ,•re· scente e non pr,•sentavuno punlo la persislenza, nt'> la continuttA o~~er,·ale, m ~cn~?rale, nelle emottisi dtpt>ndenti Ja nua affezt"ne cardiaca. b:cocoi sono "enza dubbio se~ni dei quali fa d'uopo Len~ r conto in molle circostanze. ma l& loro variabilito. é taio rhe non fii pnl'l accorciare loro l1·oppa importanza. La dt8f!IIO~i rlo"ril e!:!<~ere <>lAbtlila l'Oprallutto sui segni tlsici o funzionali. Molle volle la diAgnosi non polè es~ere falLA percftt\ non era ~tela falla l'ascoltazione del cuora, ed il mC'dico fu colto dt\ !òOt'presa quando in se~uito ad un'ernot· Lisi an,lando alla r1cerca di un'affezione pohoonare, trovò uno malattia ùi cuo1·e. t:osl Peter ha riferito due osse1·vazioni dt


DOIC'

1117!!

~rl!ooe nelle rpali eercando Luber t>oli chP ... gli non lrn\'o, ronstet6 un'in<~urllcienza mitrale che eali era ben lonla 11o •lei suppor1·e. Inoltre, le emottisi car Jiache sono accompaguale da uua clispncn l'Ovenli più comuderevole dell'emr,llic:;i tubercolari! dell'ullt io Se ~;i ascoltano allora 1 polmoni, si con!<l&ler·ii che le Cllo~stiooi cJ1e soprazgiungono per il ftltto della le..ione del tuor e "Ono soprallullo basali, c:;ovenll h•lulerali. che ~o•~:• rusrac•. u ripPlizione. Pa"'!'alo il periodo clamoroso, i polmoni 11011 preseulano Jeqioni localizzate ali~ sommità. Nol'lnale r1mune la pPrcussione; uorrnall anche le vibrazioni. Il ruuru1U1'e respiralor1o nullu ho perduto d~l suo t·itmo. Tutti rJUG~h "'81lDi hanno un certo valore, ma sono spt•sso dirficili o con,.Lalar~>. Fa d'uopo eggiun(lervi la ric.. rca dei baciUi negli !'pulì. Ma tli lutti i segni quelli c he hanno più importanza e che devono soprat• lullo t•sser e ricer·cat1 sono i segni ùi uscollazione del cuore.

Contribuzione allo •tu41o 4eU' emboll•mo (Giornale della R .. 1ccade111ia medcca di To· f'tnO, N. 6, 1895).

Ottl.ANOl. -

~•o. -

La pcnelr azione di frammenti adi po"• nel ci•·colo ~anguaguo, l'u.....er essi trasporta ti dalla conente ed il f'lolfermar<ai nei punli dove Lrovano ostacoli a progredir", lt• conc:t>~uenzt• ehP. ri... ultano agli ot•gani dove il tappo embolko limi!Jt 111 circolazione e che sono diver::e a seconda che al d•"Otlo f!P.I punto 09.truilo si ra~tabili~ce più o meno prontamente il circolu collaterale, ovvero che trallandos1 di tu·terae lermanall PÌ tlolter mmi il ragurgito veooso e l'infarto e morr·ag•co, l\! cnn~t>guenze inollrij che r isullano dall'cs!:lere {(li e111boli g r&Cl<\0 'l VP.iCOJi O IlO di SOSI.aflZ8 irrtt&nli COSlllUÌ!'COrlO l ft>· nnmeni a na tomo- pai.A)Iogici dell'embolismo grassoso, P poc;eono produrre la mor te. L'affezione pea·ò può racilmenle llfu~orgare alla ùiagno~i ed è poco nota perche non é abllll't.enza fre(tuenle e nou é facile riproùurla sperimenlahnenlo

negli animali.

68


107)

RIVIST.\

Le occasioni per altro, in cui fu accertala, aumentarono ùi nu mer o, perché essa non SI produce solo nelle gr11'1 eù estese leRioni osseo comminutive e nei traumi sul panuicolo udi poso soLlocutanco, non solo nelle infiammazioni di parti ricche di grasso, ma, come risulta da un quadr o riassuntivo del Busch, ru osservata pura nelle eodometrìli, melronebJt~ r ottura dello stomaco, del fep;aLo, rammollimenlo cer ebrale, marasma senile, e, qu el che piu a uoi importa. in rruasi luLLe le malattie del $islema o:;seo (periostite acuta, osteomielite, carie ed ascessi conA"cstizii1 infiammazioni suppurative del ginocchio, aqcessi della gflmba). Fu pure os"er· Yato nelle uretrili suppura live. L'autore ha pot.uto s tudiare ,·ari casi delJa JOalatLid, t' rirerisce ùuo slol'ie, uoa che appartiene at.l una puerpera in cui l'embolismo g rassoso ebbe punto di psdenza da ur1a cisti colesleatomalo~a nello spazio de.l Dougla$ sollo la tlPterminazione del travagli,o del parto; l'allra a d ur1 uomo d1' 4i anni, che, cadendo da unA scala, aveva ri portato la fra t·

tura complicaLa sopramalleolare deiJe due os!:!a della gamba

e SO"pr&t-ullo la frattura della gambe l'OCCSSÌOIIù più frequente ùella malattia iu parola. Giova notare c hP i ùue ìndr,.-idui erano a lcoolisti; e non ò improbabile cbe J'alcooJismo, come la sifilide e l'a teroma, possa predisporl'e specie alle varie manifestazioni cerebrali dell'embolismo g rassoso. l quat.lri clinici ru rooo turnulLua rii. 'ella donna, lo s le!.'qO giorno del parto, si ebbe dapprima il vomito, poi una corrvulsione islero-epiletmormo, midriasi dell'occhio des tro o miosi dell'occhio sinis~ro con rnanifesti segni di paralisi 1lel lrigemino e del racci.a le. Gli accessi convulsivi si r ipeLeltf' ro uelJa sle..-,sa giornat.a. e fur<Jno ~egui ti da coma pr·orondo, r espirazione alfanuosa, scomparsa del pnlso alla radiale e cianosi. Finalmente in un ultimo a ccesso eelampLiforul•'. apparentemente meno intenso, avvenne la morle dopn una lunga a gonia. Nell'uom o, alla nolle successiva alla frattura insorse !l'emore, poi delirio furioso, polso piccolo irregolare. Le pra~icile locali sulla gamba fratLuraLa (sbrigliamenli, asportaSiOiSl1'8; ed


li!DICA

IO;:;

sioni di parti maltraUa.le, disiurezioni profon Je ed mflne ao-:he l'amputAzione) riu ..rarono inutili; P l'inrermo mori neUo «lllln ~ma toso. Alle autopsie si trovarono occlu8iOni ~>m boliche grasso~e n t~ i ~a si cerebrah con nn vasto f••colaio emorragico nello -.pe aore del talamo ollaco e Jell'cminenza quadrigemina tla det~tra nella donna, e nell'uomo l'occlusione ombC\Iìca aveva colpilo a vac:i del polmonP lle«lro cbt> presentava una &Ale«a em orra~iA al lobo anferiore e medio. Il gras o era mtsto ~l sangue stravaqato. Più carattera"lica nella donna che nell'uomo si rinveune la replezione grassosa delle glandole e vie lmfaticbe. le emot•ragie del ft•gato, gli iufarta ,Jel rene e della milza per embolia gra"tSOPa, aru:a una vera llt!· croc:;i d~gli el"menti epilelil\li renali L'autori" ha in dìvl'rsi prepar'8li mostrato la presenza ùel gra.,so net va«i interr.AnehcolarJ, nelle an"e, neUe capsule glomerulara e nei eanali~oli. Si può dai suoi s luùi ritenere molto probabile, se non 1'tgorosarnent8 provalo, che ìl grasso penetri pe1· le \'Ìe hnlatichl?, cho gli emboli lrasporlali nd circolo ~augu1gno von110 ecl oppilare i va!'i del cervello, polmone, regalo, reni, dove ~-4usano slravasi, disturbi funzionali e lesioni organiche, e ehe la fenomenologia e l'import.anza del proce&>o ciipendono dalla natura degla organi che ne sono attaccale e dal grado iii offeso, che l'(uesli risentono. gn.

Lo pnudo-m&le 41 Pott (Male 41 Pott t.terloo). - M. PrGUI-:T. - (Journ.al de .~ér,lecin.e et de Chir urgie, luglio 1 !):J). L'alTezaone nulla presenta ùi particolare nella sua eziologia , alvo, neg-li antecedenti ùel malato, delle lt>ndenze oe'Vropotichfi. L'intzio dello pcoeudo-male di P oll può e ..sere brusco; un malato fa un faiRo movimento sollevando le braccia e r isE'nte tosLo un violento dolore '" un punlo della colont\8 verlebrale. In altri casi non é segnalata questa improvvisa comparsa. li malato é caduto allre volte; egli non ha dalo grande Jmportanz.a a questo accidente, ma si lt1g11a


t0i6

RIVISTA

però d1 E'Offrir e nel dorso da quell'epoca. Ciò dura da due o tre anni e non si può sapere in '(uale dala pr•t>cisa é comparse. Il sin tomo. Di più la solfe1·enza non è conttnua; si notano remissioni di vari giorni; essa si pre! enla in un modo irreflolare. Il dolor·e, una voHa stabilito, pr<.'senta certi cat•allt'ri speciali. Esso •' in generale mollo v1vo e può paraJ{ouarsi alla sensazione che produr rebbe uua scottatura. È spoutunPo e persistente. Risiede sopra un punto qualunque della cnloone verlebrele, o1·a nella reg1one cervicale, ora nella re~one dorsale od auch~ nella r eg1one lornbnr e. È raramente limilaLo ad una o n due od a Lt·e apofisi spinose, s1 estende ordinariamente sopra var1e vertebre, tRIvolta anzi occupa per inliero le regioni dor~ale o cel'Vicale. Talvolta esso esiste in due punti d1ff~renti nel me.tes mo

80ggcllo. Quesll) dolore é esageralo d11i minimi movimenti: anche la pressione, leggier a 0 rorle, l'esagera j 8SW !lOVenli presenta u·radiazioni come nel voro male di Poll. Il malato si mantiene rigiJo. rovesc1alo ell'llldietro. ma qoalul\quc sia la Juru la dell'aiTezione, non si os:servu allra deformAZIOne aiJ' infuori di quelle che può 1·isullare dul dirna· llrirnento e <lall'abbe"ctamento delle musse muscolari ·!elle docc1e ver lebr·ali. Alcune volle $Ì oola ane..tes1a d~lla rneta del corpo e degli erli inferiori, ma un punto mollo più imporlao le è che qua8i . lutti i maiali si lagnano di una sensatioue di debolezza, di uo ~eul'O d'impoltmza motrice. Akuni hanno une vera paraplegin P non po ..Mno <:~lare in predr. La loro dt>arnbulazione ~ d1fficìle, s lrac:,cinanle ed analo~ a quella dei pArAplegici. Raramente si oolano di~:<tur·bi cef11lici. F u r iscontrato molto spesso l'edemtl degli a r u. Ksit'tono quindi molte analogie tra il vero e lo pseuJomale di Ptltl, Gli elementi per la dia~-tnosi r·isiederanno per una parte nello studio de1 fenomeni nervosi concom1 lanli e per l'altl'a perle nei caratteri del dolore . .Nel male di P otL vet•o, il dolo re é ~ordo, continuo, per-


HIOII \

W77

siete du rante la nolle. Nello pseuùo-male dJ PolL il dolor•' é epes<~o più acuto, simile a quello che produrrebbe una scollo tura ; la sua intensità é vara bile; nella notte il malato ripo"a ed il suo sonno non é disturbalo da alcuna soffe1·enza. Il Jolore del male di PoiL vero si tll!sa sulla ver tebra malata; e<~so r isiede in corrispondenzl\ di una o di due ape fìsi spinose, cinque o sd tuU'al più, quando la lesione é già anlir.a ; esso non cambia mai di posto. Nell' lsteri~mo esso è tal\·olta molto localizzato, ma, tosto o lard1, <~l tro"eré il rachidù sensibile un po' dappe1·tutto. Questo dolore é proroudo nella prima atft•zione, mollo più ~uperfi ciale nella seconda. La pressione tllr etta, nel pr1mo caso, aumenta la sofferenza, ed il grado della sofferenza è proporzionato al gra do della pNisslooe ; nel Mcondo ca!'o, al ronl rario, una pressione debole produce efletto eguale a quello di una pressione forLe; l' ip<>restesia r1!11ede nella pl'lle, un semplice loccamento, come lo slrisciamento di un pennello, é doloroso. Si const.ata unche t.alvolta nello psendo-mole di Polt una cefalalaia intenfiA, persistente che può r ichiamare l'attenzione 51ulla sua natura. Ma cionono!!tanta la diagnosi é spesso mollo difficile, ciò che ò provato dal fatto che in molti ~asi riru•·iU da Piguel i maiali erano stati cu•·at• per mollo tempo come tu bercololici. Questa conrusione é tanto piu spiacevole in quantoché la prognosi dello p$8udo-male di Potl è benigna e quesl'alfPzione guari!c'ce <~empre malgrado una dura la t.alvola mollo lunga.

DeU• mtoolon!e . lezione del prof. HA \''fONO all'ospizio della Salpétriere - (Proon-s m~dical., -:-:. 26 del 18951. Mt oclono-ParamiocloM - Il I'J Uadro da~crillo da Frierlerlch solto il nome di paramioclono multipl'> consiste, nella rorma tipica, 111 contrazioni br usclte, involontarie, incoordinate, acl acce!lsi, che cessano nel sonno, non determinano !~po<>tamento delle membra , che "ono provocate o e agerale dal rredtlo, dallt' emoziom, che non solo non disturbano l movimenti volonta ri, ma sono da 1{uesti frenate.


Hli8

lUVJSTA

Diagnosi ct~Q'ereruiale. - Nelle varie forme di lre,niii in'-'ece si haooo oscillazioni ri(rniehe 1n un segmento, in un membro o in Lutto il corpo, conlinue o p1•ovocale da cause ben determinate, emozioni, movimenti inlen4ionali. l movimenti d'atelosi sono continui, portano le cliLs del piede o della mano allernalivameole nella .flessione o nella esteusioue, la cui lentezza o monotonia contrasta colla irregolél'rlà e la lJ r 11Sqaerie delle scosse del paramioclono. Lo llpmmo llalurto r io (Bamber~er , Gowers, J accourl, Brissaud) meno facile a distinguersi, con$iste in contr•azioni successive degli estensori ~il flel>sori della gamba, coscia, coorgeoli in seguito ad una eccitazione qualunque, un'emozioue leggiern, una scossa. Qu3ste rnioclouie I'Udimenlsrie, prece.lenti come tipi principali, rl paramioclono multiplo, la corea elettrica di Henoch· Ber~teron, non gravi per se. sono soggette a recidive qual>i certe, sono mnnifeslazioui sjntomatictte d1 uno s tato dì decadenza del sistema IIOt'VOso, pt•oPsìstenLe, e che persisterà inJt:f:ìnilameot~; non si osser vano cJJe negli ereditari , e predispongono alle affaziouj del sistema uet·voso le )'iò svariate, specialmente alle nevro$i con aLlinenza più o meno stret!a colle psicosi : ciò che aggtava assai il pr·onostico. DaUa relazione e dalla cri tica di parecchi casi pr·oprii ed altrui l'A. deduce la conseguenza che il paramioclono può essere sintomatico. e questa nozione varra a spargere qualche luce suJia palogenia delle mioclonie. Per spiegat·e la produzione eli questi spasmi mioclonici, si allt•ìbuirono indifferentemente ai museo/i, ai n.f'roi perrfer ici, alle due BOislan~e (l r i{fie rlPl midollo. cioè a quella conte· nenle 1 centri motori, e a quella contenente i centri sensitrvi. l~' autore elimina subito la teoria dell'origine miQpattca, per·cué nc•o fondala elle $U argomenti teorici, e cont.ra della dai rillli1 l1'8 CUi l'esame t::.lologico da lui praticato f'U fl•am· menti di musCtJlo tollr dal viventi', esame che fece constatare l' ecti5len:t.9 eli alterazioni parenchimatose pronunriai.P rappreseutanLì i vari stadi della atrofia, non primitive però ma coesistenti con una nevrite parencbjmalosa. L' ipote.,i che darebbe alle mioelonie una oriyine ner:< ri-


~&DICA

da le!lione dei ner vi motori

ltli9 11 00

può d~>l pari soslen~>r~i: lo prova un ratto interessante e mollo dtmoslratt \"O espnqo in una roernoria Jt \"anla,r Rl'-

cut tic .\/idee lite, lb89): gli spu!:tmi roioclontd non sono soppres!ti dalla curariuazione che, come é nolo, purauZ7.a !t ter minazioni inlramuscolari dei ne r vi motori. Bi-.o~n fJuindi

Ct'ro:are l'origine di tyue<=li l<p8<=mi più in ello, flPI midollo 8 nel cervello

L'origine 8JIIfiGlP et•a r1uella lìuora preferìl.3 da gli autori. fo'rtedertch conclude che t ùe aff~:~zione é una necrt.Jsr m rap· pot'to C(Jn distu rbi. fun;i<.nali (/P lie cellule ganalionarr rlel midollo E~li amrnetl.f'\"8 resistenza m alcune grupp1 dt tali cellul» .Ielle cornn anteriori del midollo dt uno ~talo di ercclabslitil P!'agerata producente ~co<=<:e mu<=colari a brevi<~sinu sntenallt e J'pc::a~e razione dei riflessi. Le pocbisl'lime autops1e eeeguile in que~<to senso non fecero però !'coprire alcuna tracc1a dt alleraziont-' i«tologica delle corna anteriori n rlì altra regione d ·l midollo. Va nloir emi«o un'altro l4'oria spinali" metten•io la caul'a del mioclono in una i1•1Ji t'EStrionabiltlà eN!Pfl.~ira dtlle eellul~> ~rtice, deternunata o almeno injluHt:flla da eccita•iont pe,.~ •'tt'iche L'autor•e ammellP una esAgere~ione della rtflellrveta spinale a cui partecipano sia lta cdlult• sensilive cùe le motrici, ma ritiene che occorre ollrl' a fJue=-lo elem~"olo <=p1nale quakhe cosa di più che N>nùa conto di tale e!'<S~erAzrone dPIIa riflellivilil: e la ceusn di questA ri ~r ed •· ahilualmente in una 11.'flion•· o io un chslurbo funzionale della regrone rort1cale, riI'Ono<=ciul.a ogr.ri come le rt>srione spa smodica per eccellenza. l.u teor ia dell'u riqtne corticale è quella preferita clall'autor e r.be ricorda come Id facoltà intellettuali ed offt!lll\'e cle1 filOclonici di rado sono oorrnoli, come !òll:l accentuAta l'i tfloenZA delle c·ause m orali sul r itorno o l'ulla ~c::agerazione degli !<p&Pmi, come tale malall1a si osR•'rve spesso assoceata A dr"turbi, a mon rfestaztoni la cur o rrg~m• corhcale o cooltoeorticalt\ è ora mai accertata. È do notars1 inoltr., che le r·e~r•olli corlic:ah c1 sottocot•ticuli ùel cervello <~ono le ~o l o la cu1 ecc1taziooe, produ~e spasmi clonici : anche la t· r .-dorn -


101:!0

RI VISTA

nanza abituale dello spasmo da uo loto, e la sua uuiloleral1tà os· serva la in cerll casi, si t1pieghe1·ebbero colla origine corticale. In quanto a precisat·e eli più le idee sulla eziologia e la natura 1lel proct'sso, l'autor e dice essere finora impos<~1b•le. Sulla eziologuJ, lo spaoento, come l'anem;a, gh sfor.~; oto· lenti e repentini, i trawllatismi uon sono cbe iolluenze hu· nati che non posc:ooo che determinare la scomparsa delle nevrosi 1n soggetti predispo<~ti. Le mioclonie possono coe<~1· store coll' isterismo o colla neuraslenia, come prodolli del 6 medesima tara, ma non sono mai manires t.aziont di tali due oeuros1 : perché tali cause possano agire, occorre un orgA· nismo già degeneralo in cu1 la malattia nervosa trovasi allu stato latente, quasi preorgaoizzata. Noo v1 è trattamento con~ro le mioclonie che rest...,louu alle cure appat•entemenle più razionali, mentre t.alora lraltnmenli cliverst dànno r1sullati sorprendenlJ. La gal"amzza· ztone del centl'i nervosi, Ja faradizzaziono dei m11scoll agilati, t bagni slalici, la franclinizzatione possono avere una iutluenz:a salutare. Anri precontzzarono il valeriooat.o d1 zinco, i pt·eparall di fart•o, di arsenico, dt nikel (Silveslrint), Jp iniezjoni sottoculanec d'atropina, di eserina, di cloraho, di cocstno a piccole dosi. L'a utore é d'avviso che lutti que!lli rtmodii, allorchi\ sono efflca ci a~iscano sovr alullo per suggestione. Non deve dimenticarsi mai l'evt!nluaiJIA, sempre da prevederst, della reCidiva, e sovt·atulto che le mioclonie sono qualche cosa d1 più che una sindt·ome enigmatica, per la loro natura, ma dobbiamo ricono~cere iu esse delle vere s ligrnale di unn stato di d(lgenerazione nc1·vosa. ADgtna eU petto -

rlft•••• 4'ortglne p1trloa. - GaousoEF'F.

(GfUette dPS H(Jpitau~, N. 9~, 1895).

L'autore richiama l'aLlenzione sul fallo che di tulle le ral«e angine di pello la p1U freq uente f. l'angh1a r iflessa d'originA gastrica. Ecco il quadro clinico che eJ!Ji ne dà. Gli 'acct>ssi po"sono presentarsi in tutte le ore; però e~"i compaiono più !:lpesso verso Ja Rera, sopr a llullo dopo un


MI DICA

108 1

pa~to abbondante. Come segni prodromici "i notano una sensazioni" di pel'antezza al cavo epigastrico, nausee, eruttazioni, sensaz ione di distensione dello stomaco; tutli quesli prodromi possono mancare e l'accesso può manifestart~i bru· scamente. Talvolta pare che l'accesso sia provocato da cause fisiche o psicbiche, ma in r ealtà queste non sono che cause occasionali, la vera causa provocatrice essendo sempre un perturbamento della funzione di~estiva. L'accettso stesso non ditfel'i ..ce per nulla Ila un accP«so di angina vera, cardio-ar-

lertOfla .

L'autore ba riscontrato r1uesta forma molLo sovenli e di preferenza nell'uomo , l'eta dei malati va•·•ava dai trenta ai cinquanta anni; una volla @O) tanto S I trattava di una 1nalata di sellante anni. l fallori necessari per dar luo~o aù un accesso d'angina d'origiue gastrica, sono l'eccìtabilila, un certo grado di debolezza del cuore ed uno stomaco all'ello da infiammAzione cronaca, il quali' dA facilmente luogo alle fermeutazioni anormali , e per conseguenza, ad una dt"l.ensione momentanea dello stomaco pr odotta dai gas; questa ull1ma causa è la più importante. Come se~nt flsaci, si trovano in questi malttli pochis~;ime cose : una leggiera bronchite, una faringite cronica, un certo grado ili e nfisema; ma sempre si riscontrano in essi meteorismo e paresi dell'intestino, con costipazione. La diagnosi di que t,a forma è mollo facile; importa sopral· lulto ~rovere i rappor ti ùell'acce~;so con lo s tato gastrico del malato. La prognosi è grave, perchè questi accessi possono avere esito letale, el pari deFtli eccessi d'angina vera. OuanLo alla cura, si può, per calma1·e l'accesso, adoperare lo SLijsso Lraltamento cbe n elle altro angìnt• di petto; ma si ottume miglior risultato provocando il vomito dopo la somminis tra7.ione di una buono dose di vino generoso. 1\la se il malato è in istalo di soppor tar e la sonda, é preferibile rare immediatamente una lavotura che mette sj?mpr e fine all'se~ cesso. Negli intervalli si avrA cura di trattar<'l 1 disturbi gastro- in Lestinali.


1083

BIVISTA CHIRURGIC A

Ooundrou o .&nakhré (gros·nez ). - (Br it . Med. Jout' n.. to giugno 181J5).

M11CLAUD . -

Il dott. Maclaud, della marina francese, dà nelle e precise informazioni su d'una !.'trana malallia cui vanno sogf!elti ~li indigeni della Costa d'Avorio (Africa occidentale) e che affelta le ossa del naso. Di solito la malattia comincia nella prima infanzta : ~li stranieri adu lti possono però anche con· seguirla. l primi sintomi sono costituili da grave più o meno persistente cefalea frontale, da uno scolo nasale sanguigno-purulenlo e dalla formazione di due tumor i simme· triei del volume di una piccola fava o d'una mandor la ai lati del naso, apparentemente impiantati nelle ossa verso il pt'Ocesso nasale del mascellare superiore. Le cartila gini uon sono comprese e il cana le nasale ne sembra risparmiato. La cefalea e lo scolo persistono sei od anche dodici mesi : i tumor i progrediscono sempre. Dopo un certo tempo la cefalea e lo scolo cessano, ma i tumori aumentano sempre di volume durante tutta la \'ila del paziente flnchè essi raggiungono quello d'un' arancia o d' un uovo di struzzo, protuberaudo sugli occhi, abolenJo la visione e distruggendo infine i bulbi oculari. Non esiste dolore nei tumori i quali sembrano formati da un guscio osseo e giudicando daDa percussione, vuoti aiJ' inleruo. LA cute sovrastante e normale e "POSlabile. l tumor i sono O\'ali, coll'asse maRgiore diretto in basso e leggc,.menlt> dall'interno all'esterno : essi sembrano due mezze uova lungo il naso, uno su ciascun lato. Le nar1c1 sono arrovesciate all' indentro e il loro volume è notevol mente di-


lliYISTA CHIRURGICA

1083

minuilo : la mucosa però è sana, come pure sano è il paJalo tluro. TI doLL. Maclaud o~o;servò 7 di questi casi in tulli gli stadi, dal semplice scolo alla rovina completa degli occbi. Anche un giovane scimpanzé pr esentava la medesima affezione Egli non ebbe l'opportunit-à di assicu1·arsi della natura della maJattia : egli inclina a credere che come prima causa debba riten er·si l'entrata nelle narici delle larve di certi insetti : però la simmetria dell' affezione, il lento, ma continuo progt•esso di es!:'a dopo la cessazione dello stadio acuto non possono facilmente spiega1·si con queste d'altronde ammissibilissime ipotesi.

Aloue conalderazlonl aull'eatraztone del oorpl eatranel 4ell'uretra e della veaoica. - GuYON. - (Archioes médieales belges, luglio, 1895). La r icerca di una diagnosi preci!:'a e la determinazione ddle indicazioni costituiscono un principio di chir urgia generale elle h·ova ue\l'argomenlo in parola una vasta applicazione. Il mezzo, l'istrumento da adoperare in questi casi sono secondad, ciò che domina, è il metodo: in presenza di un corpo esl!•aneo dell"uretra o della vescica, il chirurgo deve dapprima determinare la natura, la sede, la posizione; le regole dell'estrazione e la scelta dei mezzi ne deriveranno naLw•t~l me n le. Corpi erstranei clell'uretra. - Essi possono essere duri o molli ; i ptimi soli s ono riconoscibili con la palpazione es teriore, colla palpazione rellale, coll'esplorazione intra-ure~ trale. Un car attere comune ai cor pi dur"i è cbe la palpazione esercitata· in loro corrispondenza è sempre do lorosa: la sede esalta Ji ques to dolo1·e lo~;alizzato indica il punto in cui si è arresla.to il corpo estr aneo. TI migliore strumento, per esplorare un canale in cui si suppone la presenza di un corpo estraneo, é la sonda a pallina. Dal punto di vista della loro posizione, questi corpi adattano sempre il loro grande asse a quello dell'uretra ; essi possono risiedere in un punto qua lunque del canale, lll a l'angolo peno - scrolale é la lot·o sede di predilezione.


108t

RIVISTA

r corpi estranei molli dell'ur~:tra non '3ono percettibili nt\ con la palpazione, nè con l'esplorazione con la sonda a pnllina; il mezzo di diagnosi più preciso é l'endoscopia urelrala. usando endoscopi di caoutchouc indurito senza stilello. In questi casi t'estrazione immediata si può fare con la pinza di Grunretd. Ma l'endoscopia urelrale è mollo superiore come proces:::odi diagnosi c he come processo di esplorazione. Buona pPr le estreraità di :!'Onda, per le candelelle armale, per i corpi duri di piccolo diametro, l'endoscopia é impotente ad estrarre i cor pi o troppo molli o troppo duri. Nei casi di calcoli, di corpi estranei solidi dell'uretra anterior e, la pinzetta (modello Colin) è lo strumento che dé i migliori risultati: questa pinzetta ha una branca fissa ed una br~;mca mobile; la fissa deve seguìre sempre la paf·ete l!uperiore dell'urelr·a; ar·rivala ben a contatto del corpo estraneo, si apf'B cercando di insinuare questa branra fissa tra la parete ed il calcolo ; cio fatto, basta richiudere la piOzelta e r iUrat•e il lulto. Si potrebbero pure estrarre con In pinza i corpi estranei deiJ'ur eLra posteriore, ma è meglio r espingerli nella vescica ove saranno più facilmente l'lffP-rrali: in caso d'impossibilità di eseguire questa manovra, si e~eguirà il trilamento sul sito con un frangipietra uretrale. Nei casi specit~li in cui il cor·po estraneo è situato dietro un r eslringimenlo, si può essere costretti a fa r e l' urelrotomia interna ; eccezionalmente si deve ricorrere all'uretrotom1a esterna. Corpi estranei d<•lla r:esciea. - Essi possono essere incrostati o non, duri o molli, lisci o acuti, luoghi o corti. el"c sono tanti punti da precisare ; le indicAzioni fornile dai maIali sono moito spesso incomplete od anche fallaci. La d1a· gnosi !JUÒ essere falla con la palpazione, con l'esploratore metallico (sopralullo per i cor pi duri, incrostati), col lilolritor e a morsa spianate, col cistoscopio. I corpi estranei che si riscontrano il più spesso nella ve· scica sono sonda o frammenti di sonde, spille da capelli ecc. La loro posi?.ione nella vescica é variabile. l cor pi incrosLali si comportano io genera le come i comuni calcoli, rnll talvolta le punte del cor po estraneo posso11o oltrepassare la


CfiiRl!RGIC.-\

IO ;;

mal!ss calcolosa ed immobilizzarlo in un certo punto. La maf{gior parte dei corpi estranei, frammenti dJ sonde, ecc., 111 adattano al diametro trasverso della w cica e si situano m \'JCinauza del collo, dove fa d'uopo andarli a cercare. l corpi estranei piu lunghi, i corp1 estranei acuti. si 11 sono nel sen"o di loro introdu7.1one, vale a dire nel diomelro anlei'O- poslerioN o secondo un diametro leggormente olJliquo: questi corpi si situano sul fondo della vescica p1eno, e<~«i ranno ~tpor,zenza colla loro estremità posteriore man m~~no che la ''escica si ''uola. Queste nozioni oono tmpor tanti a conoscere per praticare l'estrazione dt •1uesli co1 p1, t~ovenLi più ftlcilmenle affaT'l'abili a vescica vuote o a.~emi ­ '·uola che a vescica molto piene. A quali mezzt ricorrere per l'estrazione di quosU cor pi estranei? P .. r i corpi non inc1·oslal1, $Ond~, frammenti di 11oncle, di candetelle ecc., lo strumento d1 sr.elta ò il lìtrotitor>~ con mot•sa spianate; s i deve sempr e cominciat•e e COI'care nel diametro lrasverso , nei dintorni del collo. P er i rorpi <duri, legnosi, metallici, ò logico cominc1are cou lenlahv1 di raddrizzamento, poi di estraz1one, medianl6 ~lrument1 speciuli costruili per questo scopo ; in caso tl'illsucce~;so, il taglio ipogastrico s'•mpone : però, nella donnu, a cagione della lirevìlà della sua uretra, l'estrazione dei corpi estranei, 111 particolare delle spille da capelli, puo 111 ~encral e e"8Ct& retta per le vie naturali. L'uncino ollu"o P la pinzeUa di Cohn sono s tl'umenli che possono es<>ere mollo ulil1. Quanto a i corpi t~stronei molto piccoh, nuotanta nella vescica, la loro preeusione é sovente difficilissima, so non impo"siblle; b me,(!lio allora lusciarli in s1to; es:'!i non daranno m commodo al malato e soYenli $8ranno e~pul"i colla minzione, se non si mcro.,teranno, ed allora si ricorrerà alla litotri""i&. ~e• casi dJ corpi incro!C'tali , ~i farà la Htotrissia, ~'<e e<~Ri . ono rriabUi, dt•l r esto si dovrà ricorrere al taglio. Mi,f!liOre cosa per il cbil·urgo è quindi, come di~e Il professor e Ouyot, •tuella eli lasc1ar,i, m tull1 que:>ll casi, gu•dare dalle 111 Jwn7inni.


10 ti

Rfrl!)l \

n. L. SlfrTII.

Oua delle fratture perlartioolarl del gomito aella poalsloDe 1le11a ad &Dgolo aouto, 1eDsa ferule . - (The Boston Mi!dieal and Surgical RN~ortf, luglio 1894).

Da una serie di fratture spea·unenlah del gomito osuguala d all'auloro nel 18!1~, egli ~i ~ cou vinto esser posqiiJile il mantenere ravombracrio in OeS--:ionl' c1uasi fonata, mentrP 1 ir11n1· m enti, una volla ricomposta, restAno fe rmi nello posi.r.ione voluta. E nella varietà di fa•aLLure procurate, la diver~a direzione delle hnee di lesaoni, al grado di ra·anlumamenlo, non danuo alcuna differenza di a·isullali, pu ..cbè il proce~so coronoide resti iuallerato, ed il tendine del lricipale où al lt gamento posteriore mantengano le loro connes~ioni cnn l'olecrano. l n caso tli gravi lesioni delle parti molli , ~travasa, etrus ioni disleuzioni delle capsule, l'uulore non ha mai dovuto ricoa·rere al cam biamento di posaziooe, nè per ostacoli alla circolazioM, oè per intolleranza degl'iufermi, perché Il le:.· suto g rassoso del quale è fornita la piega del gomito impedisce anche nella flessione forzata lo sospensione del polso rad•ale, percbè al processo coa·onoide avvicinalo all'omero lascia spazio s uftlc1enle ai vasi, a meno cbe fra mmenti ossei sposlali non comprimano e lacerino vasi e nervi. L'espelLo d'un gomito così cua·oto ra rilevare un leggiero gonfiore molto piftmentato nelle regioni laterali e po,ter10re della giuntura, e se si eslenùe un po' l'avambraccio in modo da far• vedere la superficie a nteriore, in essa non ~i ve.le traccia di ~onflore o scolorarnenlo che terminano r-on unA linPa di dema rcazaone aa lati, precisamente ùove comincia la pressione come, se questa pressione avesse ad all'rullar la riu naone. Da questo considerazioni, come dall'esperienza collettiva de' casi con succPsso curati neJ due anni scor~i, risulter("bhe cbe la forzala flessione del gomito possono esser e usate con s icua·ezza nelle fratture periarlicolari. Durante le prime 24 ore i pazienti si lamentano mollo, rna non si può dire so le sofferenz e Jipendano più dalla posi-


CHIRUI\GJCA

1081

zioue che dalla le:.ione, e spesso è oppot·tuno lasciare il gomito per qualche gtorno senza fasciatura di sorla, e ricorrere alla flessione forzata soLto l'anestesia solo qua ntln tl gonfiore e diminuito. 11 dottor POI' l usa va lasciare il b•·accio ad angolo retto con Gna semplice fasctalura conteutiva per cinque o sei giorni, poi cloroformiaava l'infermo, riduceva la Cralfura ed applicava la fasciatura permanente. Dal r isuhalo di 30 casi di frattura curati in questo modo, e da ciò che dimostr-ano le rraLLure sperimentali, l'autore •rae le seguenti conclusioni: Ognl frattura dell'estremità inferio1·e dell'omero, una volla l'icomposLa., ò l~>nuta in silo dalla llesslone ncuta dall'avam· braccio. Questa flessione può e..<lSer usata senza pericolo, e por attenerla non è necessario alcun rigido apparecchio, ma basta unir con pqcbi giri di fascia l'avambra ccio al braccio, indi sospender la mano del braccio leso alla spalla sana. Bisogna però esser sicuri tli avere ben ridotta la ft·attura quando si ese~.ue la flessione, curando che il condilo interno resli più in basso cbe sia possibile e l'articolazione noo sia ingombra da effusioni rra i rrarnmenti. Nei casi curali con questo meloùo J'eslenzione del movimento dopo la guar igione è slala alquanto maggiore che. Ln quelli curaLi cc•n alll'i metodi, e le defox·milà sono s tate mi non

RIVISTA DI OCULISTICA GALezowzKt. - De&-11 aoollamentl della retina e loro trattamento. - (Dal Progrè8 médical, ~- 21 del 1895). L'autore colla sua competenza e chiar-ezza esamina in modo conciso ma completo tulto ciò che si rirerisce a tale rorma mor bosa. D'ordinario lo scollameolo si inizia dall'ora ser rata.


RIVIStA

La lacerazione della retina è fr equente in questa regione ma non costante e non è es!:'a la causa dello scoltamenlo. La llquefazione del corpo vitreo neppure essa ne è la causa più fcequente. Si tratterebbe di una infiltrazione linfatica elle si (Jt'oduce ll'a la coroide e la retina, trasparente prima, poi volgente al giallo-citrino. Gli epilelii delle sinoviali possono divenir sede di una secrezione essudativa morbosa: ciò succede negli scolla menti; l'epitelio coroideo secerne in copia un liquido patologico che provoca infiltrazione intersliziale e quindi un distacco. Le cause di questa secrezione abnorme sono generali o locali: reumatismo, gotta, artritismo, raramente sifìlide, traumi. Da una statistica di '1'158 casi di scollamento osservati l'autore con<'hiude cbe reumatismo e miopia hanno la par te principale nell'eziologia dello scoliamenlo retinico. Per ciò che ha tratto alla cura di qu0sta affezione l'autore dice di aver·e praticato dapprima la sutura ùella retina scollata col calgul con qualche risultato favorevole e qualche insuccesso per cui abbandonò quel processo per un altro consistente nel praticare delle ottalmatomie ripetute e multiple, con sutura, mediante un ortalmolomo apposito in forma di ago curvo: anche questo processo diede risullati incerti. L'auLot·e termina col dichiarare che attualmente egli ~i contenta di fare una pun(ura ed una conlropuntura per evacuare la raccolta cpntenula nello scollamento. D. PARENT. - Sul valore oompara.tlvo del diversi prooeaal obiettivi d1 ottalmometrla. - (Progrès médical., N. 21, 1895).

In un suo studio l'autore esamina mollo estesamente in tutti i loro particolari i diversi processi obiettivi di ottalmometria, il loro valore, Ja loro importanza pratica relativa. Egli finisce per venire a queste conclusioni, che dimostra in precedenza. Teoricamente i tre processi: schiascopia, immagine di-


DI OCULISTICA

IOH9

retta e 11postamento dei oaBi hanno lo s tesso valore. sono equivalenti. Praticamente la cheratoscopia o schiascopia é facile e dà tiPi r isullali abbastanza esalti e precisi: il processo dell'im· magine diretta é più delicato, ma presenta esso pure i suoi inconvenienti : la cheratometf'ia richiede una istJ·umeotazione cosLoi'!R, è molto delicata e di una cer ta difficolla. Per quanto poi riguarda la sch iascopia, l'autore fa a sò sl.e!'so una rivendicazione: dichia1·ando che se fu Cuiguet colui che ritrovò il processo, fu egli sle$SO, Part:nt, che ne rl1edP la spiegazione razionale, e cht> lo rese pratico ser,•enùol'li di lenti di correzione. D petroUo gTeggto nelle oongtuntlviti. - LÉoN DuBAUR. - (Journal de Médecine et de Chirurgie, agosto 1895. L'uso del petrolio in certe forme di congiuntivi te è stato preconizzato p1·incipalmenle ùa Trousseau. Il peh·oho che si adopera è il pelrolìo greggio conosciuto anche sotlo il nome di olio di Gabia11, perchè fa d'uopo sapere che questo prodotto prima di essere messo in commercio é trattato coU' acido solfol'ico e quindi lavato con acqua contenente in soluzione della soda caustica. Sono queste ultime manipolazioni che r endono inferiore il petrolio del commercio sotto il punto ùi vista terapeulico, perché esse lo rendono irritante e gli dànno un odore disaggradevole. In quelle condizioni, s i può dire cl1e esso conviene a lutto le congiuntiviti catarrali ed alle congiuntiviti difLeriche, come PUJ·e alle l'ot·me acute reazionali della congiuntivite g ranulosa, e cl1e a gisce favol'evolmente nella cong iuntivite purulenla. Il modo di adoperarlo t'.. semplicissimo. Si devono fare pennellazioni sulla faccia congiunli\'ale delle palpebre ben<' at•rovesciaU! e nei cui-di-sacco . Queste penn ellaziooi devono ee~ere prolungate e la loro intens1tà propol'ztonata allo stato della mucosa, leggiere n elle congiuntiviti catarrali, piu forti nelle congiuntiviti granulose, nello quali l' uso di uoo spaz-

r.o


1090

RIVISTA 01 OCli.ISTICa

zettino a dent1 può est.oere raccomandato secondo il pt•ocesso di Manolescu. 11 pennello dt•ve essere carico di liquido, il cut ecces~:~o non é mai nocivo, es!;o può esE<ere immerso nel recipiente a piu ri prese. È necessario fare pennellazioni prolunga te, perclù• Jostil· Ialo in collirio o messo in contatto con la mucosa medtante semplici lamponi, il liquido agisce poco o niente. Le pennellazioni devono essere ripetute due volte al giOI'no, tre volte nei cas i gravi . È specialmente nelle congiuntiviti catarrali di Jeggie1·a e di wedt11 intensità che il medicamento ha dalo rnigltorJ risultati. Adoperato due volte al f:(iorno, esso fa asc1ugare presto le mucose, Je quali non tardano a r ia ssumere uno sta to soddisfacente, l'ipertermia e la tumefazione diminuendo fin dai primi giorni dell'applicazione. Esso ha il ~ran vantaggio di non essere per nulla doloroso. È insomma, conclude Dubaur, un medicamento attivo, per nulla paragonahile ai suoi derivati; il suo odore non e disaggradevole; non é mai nocivo ed agisce molto favore volmente anche quando lP. cornee sono lese. Non esserdo tossico alle dosi adoperate, esso può esser e a ffidalo a tutte le mani.

RIVISTADELLE MALATTIE VENEREE EDELLA PELLE CAROAREt.t.t. 6

In1luenza della a18Ude nell' ata ••la.

(Gior nale inte r nfUionale delle scien.;e mediche, fase. 1-1.·,

1895).

Il "Professore Cardarelli, illustrando un ca so di atassia lo· comotrics in cui concorrevano i sintomi pio salienti della malattia (andatura caratteristica, fenomeno di Romberg, maucanza del rifle sso rotuleo, chiazze anestetiche, dolori trafìttivi agli at·ti, dolore a cingolo nel LJ'onco) volle esami-


RIVISU DELLE MALATrtE VENEREE K DELLA PELLK

1091

nare quanto ci sia di ,·ero nell'opinione d1 coloro che r itengono esser la tabe dorsale un' inf~ rmita di ·natura s itllilicll Fr~ ques ti è capo-scuola il Fournier a cui con molto entusias mo aderiv~ l' Erb ; ma prima di lor o il Ramaglia, med ico napoletano, fu un valid'J patrocinatore della cura met'curJale nella tabe. La teoria i:> figlia della stalist1ca, colla quale si credette provare che nell'anamnesi del maggior numero degli atass ici figura la sifilide nella proporzione del !H p. 100 secondo il Fournier e l'Erb, dell'8:J secondo l' Althaus, del iO secondo il Govers, del 69 p. 100 per il Voigt, del 60 per il Bernardt. P.u ge neroso di tutti è il Quinfjuaud che mette in cifra tonna il cento per cento. All'acceltazioue della teor ia si sa1·ebbero opposte non poche Jiffi::ollà, meritevoli di riguar·do; e fra .queste la frequente inutilita della cu ra anttsifllilica, che anzi in molli casi di la. be è nociva: inoltre l'assenza di qualche segno caralleristico della sifilide che conlrodistinguesse le tabi succedule alla lue da quelle in cui la sifilide fu a soente. Malgrado ciò, la teoria del Fournier fu molto in voga; ma in quest'ultimo decennio si operò contro di essa una viva reazione; ed alle ~tati~tiche succitale si contrapposero .altre statistiche che limitano di mollo le proporzioni della s uccession~ morbosa. Cosi il Westphal la riduce al 3:1, I'Eulenburg al 36, il Meyer, il Landouzy , il Ballel, il Rehlen al 23, il Rosenthal al 18. Taluoo fu pu1·e tanlu fortuna to da non trovare alcun sifìlilico nei tabici osset·vali. La reazione fu iniziata dal Leyden, il quale affermò che la sifilide debba esl"ere ollontanata dalla eziologia della tabe dorsale, e che il l!'allamento anttsifllilico è costantemente nocivo nell'atassia locomoLrice. Nella divergenza delle statistiche il professore crede che l'errore sia in quelie alte, per a ve1· probabilmente tenuto calcolodi fenomeni siRiitici dubbi e tanto più discutibili quanto più sono d'epoca mollo remota. Se infatti, a quanto assicu1·a I'Erb, in po ~hi casi la tabe si è manifestata dopo uno o du~ a nni dalla sifilide, se in buon numero dopo olto o dieci anni, $6 nella maggior parte ùopo flUindici o venti anni, é ovvio


1092

RIVISTA

peo!lare quanto sia de un lato dilHclle fare un accertamento rigoroso d'una malattia esistita tanto tempo innanzi, e dall'altro lato rac•le il farsi h·asporlare dal preconcetto, riferendo ad una si6Hde autentica i fenomeni più innocenti, che ogni ma Ialo ha nella sua sloria: quali l'ulcera unica, radelùte inguinale non suppurala, •rualche placca alla retrobocca, 'Jualche dermatosi. Il riconoscimento pertanto della sifilide preg1•essa va fatto con cr1lerii ineccepibili; e quando ciò sia seguito, resta nel caso concreto a stabilirsi se l'atassia locomolrice sviluppalesi dipenda dalla lue celtica che la precedelle, ossia se la tabe dorsale io un individuo slalo sifililico sia sifìhlica pur essa. Occor•·e perciò che le due entita nosologiche siano riurule fra loro, se non dalla coincidenza delle manifestazioni, da una sequela di fenomeni alta a dimostrare la connessione. Se nelle t.abi che si rilengono sitllitiche manca spesso il cJ·ìterio lerapeutico, e mancano quasi sempre fenomeni speciali alla sitllìde, ciò, secondo il prof. Cardarellt, ùipende dal fano che quelle non sono tabi siJìliliche. Nelle lobi sintitiche genuine il c•·iterio lerapeu tico é positivo, come pure l sintomi labici si associano sempre ad altri sintomi che sono dovuti al diffondersi delle lesioni r:;ut cordoni poslo•·iori del midollo e vie similari del cervello senza però risparmiare le parti vicine, e ciò in armonia all!l tendenza che ha la sifilide a diffùndersi pe1· contiguità e non per sistemi. Le vere tabi ~iRittiche sono, secondo il professore, la metù e forse anche un terzo delle labi comuni. Esse si accompagnano quMt sempr.,. ad una nola cttralt~rislica (in un ca~f\ si ebbero forme nevralgiche al CApo), che per aiLro non e sempl'e la stessa, ed il criterio del medico deve sotlilmenle <h~cerne•·e.

Ma se le Labì comuni peggiorano colle cut·e anlisifiliticlle, mentre le labi luetiche migliorano, non bisogna confon·dere i migliorf\menli prodotlt dalla cura con quelle tregue dei palimenti che ~i verifi-cano ad intervalli ed anche spontaneamente nella Labe comune, e malgrado le quali il processo continua. inesorabilmente nel suo decorso funesto.


OEI.U: KAUUlE VENELIEE K D!l.k\ PELLI

l 0()3

AJ O\'Ìtare questa confusione, che ci farebbe insistere In un trattamento nocivo, il medico possiede un pr ezioso mezzo d'indagme, che è l'esame del rondo oculare. Il pror. Cardarelli rammenta quanto diceva il povero Del Monte : • Voi allri medici siete troppo facih a prescr·ivere il mer curiO ai tabici: ma state allenti perclw dopo la cura del mercur1o veggo ratrofla del nervo ottico che si avanza rapidamente. • Ed il Wecker soggiungeva che il neuropaLologo s'sr.gaona quando vuole ricono«cere 11 progre..,.,o e·l il re~resso della tabe tlorsale e gh efTPlh d'una cu1·a, de· s umeudoli dal modo come l'ammalalo si re~ge in pied1, come cammina, come si modificano i dolor i. Sollanlo l'eume del rondo dell'occhio, mettendo in rilievo le variazioni sulla degenerazione grigi~ della retina, può dJscoprit·e St> la malatlia progredisce o no. L'ottalmoscopio quindi dà la normts migliore sull'efficacia o sul danno d~lla cura antisitllitica nei casi di a ta ssia locomolrice in cui essa sembr er ebbe in· dlcata dagli altri criterii clinici. '/fl.

RIVISTA DI TERAPEUTICA Bouas &vii,LE e J. :\om. - ••toclo tpoclnmloo. Blnl D&tur&U prov•DlenU clal ADga• o cl& cllverai ori'&D.l &atmaU . - (Progres Médlcal. N. 22, 1895). l .'uso delle iniezioni di que~ti sieri CO!'\ilu1sce ciò che si t\ il Metodo di Broum·S~quard, metodo ba!IQLO sulla legge formulala dallo stesso Brown- Séquard e dal d'Arsonval che lutti i tessuti,glaudolari o no, regalo, roilza, muscoli, cer vello, ecc. danno all'organismo qualche cosa d1 flpPcia.le (fer menti speciali?) che versato nel sangue influenza per suo mezzo le altre cellllle. Sono da citarsi tra questi sieri: il siero sanguigno, l'acqua amnlolica , il latLe, le uova, il liquido orchilìco, l' ostraLio ovat•ico, la sper mina, la piperasina, la nucleiua, l' eslralt() ~n,·euu to chiamare


1094

RlVfSTA

liroideo, il pancrPellco, il Jequtdo capsular~ le nel'rina, la <'Prebrina, PCC. La pr eparazione di questi ltquidt richiede cure, manipolazioni parlicolai'Ì, per ottenere gli t'Stralh degli or gani ase!Lici !<enza perciò motliftcar~: roenomamenl.e la loro coro po.,izione. L· or#nlno rio' rll ~\emi re estirportti dopo la legatura tl~t vo<>i eone piìa minute precauzioni dell' antisepsi chirurgira : poi, l.agliato a paccoli pezzi, ~· fa macerare per 2~ ore m un liqutdo slt>rtliuoto, tl'cmltnario il triplo del suo pelliO di f{ltcerine a 28, preventivam1•nle a·tsraldato a 140• · questo ruiscu~lio, dtlutlo, ~~ tll lra una prima volla s u carta; poi al lifJUitlo oltenuto SI fu sub11·e una seconda filtrazione che '1~1'\'e anche a s teriltzzarlo, coll'apparecchio d'Arsonval. È quef"to un filtro s lertlizzatore rompoqto di nn serbatoio di acido carbonico hqutdo cornuntcante con r ecipiente che coolien~> una candela da flllro 111 alluminio. L'alla pressione prodotta dall'ingresso dell'actdO carbonico nel t·ecipiente dove il liquulo fu pt·evenlivatllenle introdotto, slot•llìzzandolo ne produce una rapida Oltraz.inue. Questo appat·Pcchio, molto costoso, pnlra in pratica sosliluir!li con quello di Galante. in cui il pa««aggio del liquido attraverso la candela di alluminio è deterauunlo mediante l'aRprratione dt una piccola pompa. P iù esalti perttcolart su tali preparaziont sono fornili d& C Eloy, nel suo lavoro il Metodo di Brou:n-Séqua rd e da Oauriac nella Ga~etle des h~flilau:c del luglio 1891. SPcondo C Elo~ per ottenere un laquido ben preparato <>i dovra attener--i qcrul'olosamente alle re,role se(fuenlt . t• Gli organi impie~ati devono o>f"ser tolti da animali !!celti giovant e robusti; :1• Tulle le manipolazioni !.laranno fatte in modo ri~orro­ samente asettico ; 3• La maccrozione dovr•é essere eli 2-i ore; 4' La s teriltuatiooe e la flllt•azione sotto pressione di a rido carbonico è preferibile a qualsiasi altro procedtmento. P er la c·onservazione dell'e!'llrallo si aggiunge ghc.-erma Rnchè il liquido abbia la densi tà di 15 Baumé, poi si <·hauùe tn piccole boccette !c~lerdizzale (da 15 a 30 eme.) ben turat~ o m eglio saldate al cannello e tenute in luogo fresco e oscuro.


01 l EIIA P EU11CA

IItH~

Gli autori t:~i riserbano dt dare a propo.. ito di ogni li<JUidn in pertJcolare la tecnica della preparaztone P dell'impiPgo e le «hlf~renli propricta te rapeultche l. RJ Trt.lt. - Oa.ra della difterite. - ( Terap .Vfontitsh e Ctntralblau /U.r die med. WiS$ensch., N 23, 18!15).

Dopo molli inutilt tentslivi di curarH la d1rterìlP con thverfle specie d1 sier<' da lui preparate, il dolt. R1tter fliunee tinsimente a un processo, per mezzo del quale, secondo la sua affermAzione, può con sicurPzza distruggere il focolaio originario dPJia dinerite e cos1 impo?dir o lo s' iluppo ulte ri<lre della malattia. È pt>rò uecessa.rio che i ranciulli siano presi in cura a ppena P cominciata la malattia. Perché ciò c:;io pos•ibile, il nitLel' fa ogr:i giorno guardare alla madre la gola di ogni rauciullo affidalo alle sue cure. AJ primo sor gere della malattia s i tro,•a il bacillo ùinerico solo fra lo strato epiteliale tlella mucosa e 'Illasi sempre solo nelle tonsille. Questo focolaio iniziale si pu6 completamento eli1ninarc medfante il eegut~nle procedimento. Si t•aschia in modo da por·tarllt via del tutto la piastra della mucosa con una forte spa tola di (!latino cur va ~opra una superficie; durante quesl~ operazion«· la bocca del fanciullo è tenuta aperta con uno speculo buccah•, come quello del \\"hiteneaJ, alr occorrenza 11 fanciullo ;_. cloroformizzato. Il medico difende i suoi occh1 con un palo ùi larghi occhiali. Quando il raschiamenlo é terminato le parli spo~lie dell'e<>sudato sono lavate per bene, mediante una ~p~>ciale spu~na d'am1anto all'uopo CO$lruitn con UD8 soluzione all'l p. 100 di cianuro di mercu1·io e quindi !t<lno !!premuti i residui chP potrebbero es!!ervi rimnqli dalle IIJOUOSit.à delle tonsille. Questo lraltamenlo bJ"Ogna t'he sia pure este~o con JSlrumenli cut·vi ad uncino Rulla faccia delle tonsille volta verso la par ete posteriore della fAringe. Quonrlo non l'Il "COrg e piu alcun deposito, le parli facilmente sanguinanti sono spennellate con olio di lrementma impuro. l germi che per a vventura fossero rimasti indietro sono impe.Jiti di svìlurparsi con le spennellalure continuale per più giorni di olio di trementina e con le r ipetute lavature con la soluzione a 0,1 p. 100 di cianuro di mercuri<>.


1096

III\'1S1'.\

Con ques~o metodo 11 Rilter ha curalo 62 fanc1ulli che IU· rono condolli a lu1 con depositi difterici nella farin~e senza coesistenza d'afTeZIOnt secondariu. TuUi questr fanciUlli gua· r1rono. Di 33 fanciulli della sua pratica privata curali a casa. nessuno ammalò di paralisi posldìrlertche. Se dall' ac;petlo delle membrane difler1che e dai fenomeni generali si può argo· mentare ad uno secondar•ta invasione di streplococcbt, la cura deve e!'iset·e la '>lessa, allora gioverà continuare per meu'ora le strotlnaztoni con oho di trementina. L esil•1 in queslt casi (! meno sicuro. U a&loRne e la aaa azione terapentioa (Prog rèfl Médieal. :X. 21- del J895).

MAR IE. -

L'autore riferisce d risultato dei suoi studi sullA az1one tet·apeulica di'l s alofene 111 uu cerlo numero di malati. Il salo(t:n.e é un composto di acido !alicilieo e di rtcettlparaamidofenolo: ma questa sostanza pare di azione e di elfello insignificante lanlo sarebbe aU1vo l'acido salicilico ch0 vi s i tr ova nella proporzione di GL p. 100. Que lo medicamento può essere conside ralo come un tnt· portante succPdnneo tlel salicilalo sodico, di cui possiede lutle le propr1dà benefiche contro allo manifestazioni articolari dd reumatismo acuto e s ubaculo. e pare anche contro la gotta, senta tuttavia presenlarne gl'inconvenienti. Anche tn quet malati che non pos ono soppor tare il salicilato >'0· dico, il s alorene non produsse distur bi notevoli, ed al contrario, solto la !'ua influenza le funzioni digesli,·e si sono rapda· mente stabilita. Ectao perh non dimostra a lcuna azione l"UI reumatt mo c ronico. La do~e media a cui deve somroini~lrarsi è quella di :i a 4 grammi; non si deve giunger e che in casi eccezionali at 6 e 6 grammi al ~ioroo, e non è neppure dimostrato che queste dosi p1ù elev11te sjono piu attive della doso media; tl r imedio può somminis lrar~i in car tine, o anche in semplice sospensione nell'acqua.


DI T.ER.\P&UTICA

109'7

1Jd11GS& 4ell'anenloo IJllllt. uutrtuoue. - VrRATELLP. e H &NRJ Ltvv. - (Journal de mérlecine et de cltir uroie, luglio 1895).

Da proluoflale esperienze sull' rnfluem:a dell'arsenico sulla nulrrzione fallo da Viralelle rumlla che l'arsentco pr eso a piccolo do~n, tino a 12 e H milli,zramLni, nell'adulto. 1• aumenta l'eliminazione dell'urea i 2• aumenta l'eliminazione dell'acido fo!lfor ico; 3• diminuisce l'eliminazione del ch>ruro di sodro. P re!O ad alle dosi, vale a dire al disopra di H milligrammi, rarsemco: t• diminuisce l'eliminazione dell'u rea ; 2' aumenla l'eliminazione dell'acido fosforico i a• aumenta l'eliminazione d••l cloruro di sodio. A piccole dosi, essendo accr esciuta l'eliminazione doll'urea, l'atllvtt.A della nutrizione é aumentata, perché il cloruro dt eoJio, stimolante per eccellenza della nutrizione e conservatore dei globuli r.,ssi, i quali favoriscono l'amatosi, essendo eliminati in quantii.A minore cbo allo stato normale, ue resta nell'organismo una quanliiA. superiore allo normale, sufficiente per sovratlivare la nuLrrzione, nonoslaole la perdita d'acrùo fosforico che esso supplisce. Ad alle dosi, l'urea essendo eliminata in minor qua nlilu, la nutrizione é dimioutla per il faUo dt511'a lleraziooe dei globuh ros~i, sotto l'iuftuenza dell'arsenico e per rl fallo dell' eliminazione e3agerata del cloruro di sodio e dell' acido fosrorico. L'arsenico, preso a piccole dosi, produce un aumento tli peso che a poco a poco va diminuendo per scomparire e f8r posto al di magrimento, qoacdo si arriva a dosi ele vate, oJ a nche quando si somministra a piccole dosi, ma lungamente pt•olungate, mentre che e si sospende l'uso dell'ar"enico, dopo averne preso a piccole dosi per un tempo moder ato, l'aumento del peso per~iste e va pr ogredendo per un anno. L'a zione dell'arsenico preso a piccole dosi P favorevole ella nutl'izione, deve esser e attriburta non solo alla sua aziono


1098

RIVISTA DI TERAPEUTlCA

diretta sulle cliverse funzioni nutritive, ma ancora alla sua azione sul cloruro di sodio. L'az.iooe dell"areeoico preso ad alle dosi è sfavorevole alla nutrizione, deve essere attribuila dapprima all'azione dtstruttiva dell'arsenico sui globuli rossi, io seguito alla sua azione sol cloruro di sodio ed alla sua azione sull' acido fosforico. Henri Lévy ha ottenuto risullati del Lutto simili. Egli in una recente lesi, sull'aeid.o ar.Jenieo usato a dosi terap~>u­ tiehe, coocbiude che sommtnist1·ato a dosi progressive sempre al disotto di un centigramma e mez.zo, !"acido arsenioso non produce intollerauz_a; di più, esso arreca modificazioni subiettive ed obiettive; le subiettive consistono in cessazione dri dolori in certe affezioni dello stomaco, in aumento òell'appeliLo ed in grande facililà della digestione; le obiettive risiedono soprattutto nell'evoluzione chimica, la cu i curva indica un accorciamento della dorala della di~eslione senza che il tipo stesso del chimismo sia cambialo. In conseguenza, l'acido arsenioso agi~ce in una maniera evidente sulla nutrizione: es!lo arreca un aumento di peso, un accrescirnenlo delle fo1·ze ed un avvezzamento alla fatica; azione che si produrrebbe per irriLazione degli elemenli cellulari ed aumento degli scambi nulrilivi. Levy fa notal'e che l'arsenico, perché sia lollerat.o ed 8"sorbi~o, deve essere amministralo nel momento in cui vi ha produzione dì acido cloridrico nello stomaco, vale a dire una mezz'ora l'irca dopo l'iogestione degli alimenti.

RIVISTA D'IGIENE DAROB e VIGER. -

I.Dtonloasloue per oarne 41 •lteUo. (A rehices cle medecin.e et de pltarmaeie mililaires, N. 8, 1895).

La carne di vitello causa facilmente epidemie d'inlossicazioni. Gli autori ne 1·egislrano nove· quella Ji Andelfìogen


RI VISTA o'IGIR~E

l

1099

(1839), Klolen (1 ì!J), BirmenslofT ( 18ì9) Wurenlo~ (11<80), Bruxelles li )), Armeolières (l88!l). Lille (t889), Ganshad (1891), Moorseele (l 9~). Fu presso a poco nella !:!lessa epoca, o~"ia nel giugno e luglio 18!'1\, che s1 verrflcsrono con~imili avvelenamenti in tre città della Francia, a Sonchez, a Quéanl, ad Abbevillt>, tutte srtuale nella stes~ regione (Passo di Calais). A Sonchez un contadtoo pos•edeva un vitello di 15 giorni, la cui matlr e era morta 8 giorni dopo il parl<'. e siccome il vrlello cominciava ad ammalare pur es~o con diarrea e tumerazioni alle articolazioni !Ielle Jtambe, il proprietario, per non subire una ~econt.la perdita, lo fece uccidere e t.liettribuire ai servi e in parte vendere all'ospizio det vecchi. Tullr, che ne mangiarono, ruro·1o all'indomani colpili da dtarrea, poi vomiti, colla!I<~O e <~onnolenza. Di W malati 4 morirono. - A Queanl in crrcoslanze quasi identrche si ebbe l'a vveleoamenlo m sette persone. Ad Abbeville una com pa~nia d1 l!Oidali, la fl• del 72• di linea. festeggiando l'anniversario di Solrerino, banchettò con un a~rroslo di v1tello: e sopra 1n uomini pre~enti si ebbero 135 anelenati, dei cJuali 7 fu r ono gravi e 3 gravissimi con due morli. L'interessante é che nessuno ~i accorse dt>lravaria della car ne, essendo buono il sapore e normali appareoLemenle le (Jualilit lìsiche di es~a. Soltanto toluno avverll che il vitello ~'ra poco cott.o e consumò solo in perle la propr ie razione. r egalendone il reF~iduo ai compagni. Naturalmente i calli avvennero fra coloro, che ne ingerrrono maggiore •Juantrlà. Non fu difficile escludere che l'avvelenamento proveuis~e dagli utensili d1 cuctne. L'inchiesta rigorosa eseguita, e l'incubaztone dello malat.ie, che anva durato più di un g iorno (m~>nlre l'incubazione degli avvelenamenti per sali metallici dura soltanto poche ore} mise in evidenza l'intossicazione da zoonosi. La reuomenologia in tutti osser va la fu quella di una intensu gastro- enter ite, car11llerizzata da vomito, :,inghiouo, colìche, diarrea e scsr1che dis!'lf'nterlche: in molli albuminuria e pre-


11 00

Rl \'lS1'A

senza d'indicano, mlaluno ematuria, oliguria ed anche anuda, inoltre sonnolenza e renomeui di collasso; Lalvolla insonnia, agil8zione e deliriO. La febbre con br•v1do insor!le quasi sempre in seconda giornal8, e dua·ò due o tre gaoruì rimettendo pea· lisi, e co-.a in quelli che guarirono rimisero Jenl8mente i singoli fenoaneni, a·lordinandooti IH'OQ:ressìvamente tuUe le fun z10ni. Ooì due soldult d'Abbeville eh~> rimasero vittime, l'uno ~ccombette a plouropolmonate, clte si S\'iluppò, mentre l'in· davaduo eommciavn a m •ghorare : l'altro morì per l'ndanamta sempre crtlsconte e rtbelle alle cute praticate. Jn ess1 l'nuLopsia mi~.<e in rilievo congesttoni ed ecchimosi nella mucosa dello stomaco e dei trallì intestinali, non escluso il colon, nonché ipea·emit! e rammollimenti al fegato ed ai reni, or~ani chtamali ad un maggiore e traaciequato lnvor o. Essendo 1Sl8ta consumaLa nel bancheLlo lulla la ca rne in· ca·iminala, non fu possibile formarsi un conceUo sicuro delle aval'ie da questa pt·esentate e che fu rono causa di tanto danno, n1a bisogna arnmetLE>re cbe le avarie non erano cer· lamenta dovule a retti cadaverici, alle ptomaine del S,.lmi, che malamente possono conciliarsi colle buone apparenze della carne, malgrado che queste fossero controllale da persone estranee all'arte. Bìso~na ammettere che il vilello rosse malato, in predo cio'" o leucomanie ed a tos!Oi -albumuH~. Occorre pertanto che la car ne da darsi ai soiJaU sia sem· pre visitata accural8mente dalle persone tecniche e r esponsabili avanti all'autorità militera ; ma, se ciò Rempre av,•iene nelle grandi guarni~ioni e nelle circo<>tanze or dinarie, non ,, sempre facile ad elle~ui r~i nPi piccoli presidia e nelle c1r· costanze ~'~Lraordmarie d• servizio. l n que<>Li casi 6 nect>s· ser io raddoppi(lre le preca.uzioui tia prendere, r espingere "empre unu carne meno che sospelLa e tener presente quanta grave jallura sia l'avvelenamento delle masse. Gli autori opinano pu1·e che assolul8menle 11 vilello debba esser proscr itto dall'alimentezione dea corpi di tr uppa, eri· ser vaLo solo per gli ospedali milileri, dove é possibile fare un più circospello esame, e meUers1 a l sicur o dalle ingrate sorpr ese che più volte il vitello ba causalo, stan te la facilita che esso possiede di nascondere eventuali proprietà venefiche.


o' rGIE" E

t t t) t

La cura ris ullò di pur~ranti (calomelano); anltsNtiei intestinali, preferiti i soli li (oafLolo, be01..o-nano1o, sahcilato di bismuto); contro il vomito incoercibile, lo poz1011e dt>l Hi''iére, il ghiaccio, il tolle gb.iacciato, cltampagtte-jrappè, ed il lavt~gg:io dello s tomaco con una soluzione a lcalina, o con quella !l'acido lattico; contro il dehrio o l'agitazione. le ablut•oni rreJde alla testa. contro l'adinamta, bibite calde <~li­ moiRnll (lbe, r hum, vino caldo a ptccole doPi), riscaldamento dell'ammalato, m iezioni d'etere e caffeina. E, quando !li fo'~.;~ determina la l'anuria, se questa non si vince cogh eccitanti (etere •• ca!Teinà) bisogna r1cor rere alle tnrezioui inlramut~colari del s iero salino, ossia d'una solu;~;lone 1li clor uro fiO· dico al 7 p. 1000 in acqua distillata, che ~·immette mediante l'apparo:cchio del Potain o del Dieulafoy. - (Noi sappiamo chfl l'apparecchio d'ipodermoclisi alla CAnton• corrispondo beno allo stesso scopo) Il liquido iniettato nei muscoli è prontamente aesot•bilo ùnl tcnngue e con ciò si r ialza l'onda sfigmi<'a del cuore, si facilltn o si r eintegra la diuresi. Pee mezzo .li f)ueste iniezinn• gli a utori videro chE> si prolungava di I(Ualche orn la vita dei loro malati. Ba~e di cura e di trallamenlo ùietetico so1ebbe il lalle; ma p~> r dicograzia non i• ':iempre tollerato dagh ammalali; né ~>i r u.li!C6 in ogni caso a r enderlo omogeneo, clandolo gluacciato, frazionotamenle où addizionandolo con acque alcaline un (acqua di celce, di Vichy).

VA Rl ETÀ E i\JOTIZI E H. C.ws E. - Sul do...mento dell'azoto organico (in u HUa del nitrati) ool proceaao KJELnii AL. (liecue tniernacional" des jals(tlcalions, luglio-ogoslo, 1~!1:•). Sen1.a fer ma l'ci s ulle pr emesse con cui il !'ignor I l. Caus~e tonde a ùimoslrare che il pr ocesso Kjelùohl, com'1ì oggi


fiO!

VARII!.TÀ & '\OJ"IZIB

alluato, non darebbe, nella determinazione deJrazolo dei con· cimi, r1sullall esattL, riferiamo qui il moJo di operare che egli consiglierebbe, e che n pare•· :suo sarebbe il ~olo a dAre risullalì concordanti con queUi che si possono avere col proce~so di \\ili e War rentrap. Si pr enda. egli dice, un palloncino, a fondo sferico. tlellll capaciti! th 125 cm•, 11 cui collo, lungo e s tretto, s1a plll lar<.:u all'oriflcio che aJla base. Con un colpo ~ecco dalo orizzon talmente si --oppr1ma l' a nello e, quindi, s'inlro.Jucanl'l "UC· cessivamenle nel palloncmo 30 centigrammi circa di mal>'rtn azotata, se tratlasi di sostanze pure, o pre..soch~ tali, c.,me Il corno, il pelo, In lana, i cenci, ecc., torrefa tti o non, e cenligt•ammi 50 aJ 80, ove si tt•aLti ù1 g uani naturali o &lltllciat., conlen..nti tla 3 a :., p. LOO di azoto, poi, 30 cenligramnu di M lfalo rameico ~ 20 cm• di acido solforJco concentrnlo e puro (a 116' Bo>). Si a gita per meller e la mater ia in .::ospt•nsione; quindi, si ro lle~a Il palloncino con unA boccia a doppia tubulalUI'&. Uno d~i tubi, piegato sotto un angolo ùi 45•, ser ve come refrigerante; la branca esterna e luuga 10 cen timetri, eù é di tal diametro che introdotla nel collo del palloncino, l'ottur a perfeLlamen~e. a pochi centimetri 10 giù ùall'o riflcio. Cosi il palloncmo viene a trovars i sollo una inclinuzione conveniente per evitare le proiezioni al di fu•>I'Ì della s uper flc1e d'attacco. La branca interna pesca in una soluzione concenll•ala di carbonalo ùi sodio destinata aJ a ssorbir e 1 vapor1 solforosi. Il secondo tubo, di cui ~i po· trebl•e anche rare a meuo, s arebbe destinato a di1·ig~ re c:otlo la cappa del rorndlo 1 vapori che, per caso, sfuggiss e' o n!I'Assorbunenlo Di ~po lo in tal modo l'appar~cehio, si sovrappone al pnl· !oncino una reticella metallica e lo si scalda lentamente pe!' alcuni minult, r egolando in segutto la fiamma onde aHJre un'ebolhzioue trao4'JU1Ua. Quando il liquido é del lutto schiarito ed offre l'aspello ,Ji una st>mplke soluzione &CfJUO~a di solfato r a meico, l'opera · zione ò a termino •. Per raggiungere q uesto punto occorrono circa tre Ol't', o tr e ore e un quarto ; arrestarsi (>l'ima, ~a­ rebbe un volO!'& ùi proposito ris ultati erronei.


VARI ETÀ & 'ìOTIZI&

f l 03

Si lascta r alfreddare il palloncino, si stacca & ti liqutdo tn èsso con lenulo, si versa in allro pallone o malracclo, delln eapactl8 di un litro, o ve si effettuerà la di~tilla7.iooe. Si la va più volle ti pa llonc10o con acqua e le ac:-que di lavatura •i riuojscono. colla dovuta cautela, Rl ltqttido solfortco. Il paJione, 10 cui si conlt!rranno circa 300 cm• di liquido, si cbiud& cou un tappo a due fori. P~r uno de1 fori passtt un Lobo cun •alo due \'olte su dì sè per impedire che 1 ''a· pori che 'i devono passare, lr·aggano ~ecco dt>ll'alcah ft11.. o. Questo tubo viene collegalo nd un refdgeraote la cui eslr<'mil.à pescA in una boccia o matraccio t'onlenente IO cm' di un~>~ soluzione titolata di acido solrortco. Pel aecondo foro passa uo tubo a bromo, la cui branca interna pt.~sca nel lt· quido del pallone; mediante questo tubo ~·tuLJ·oJuca nel pal· Ione, prima, un cm' di tintura di tornasole; poi, dalla li sivta aodica (sodo caustica puro g r. 250 e aequo q. b. per· avere 750 cm• di soluzione), - che si lascin ofnuire tino al punto in cui Ri ripri~:~tina la tinta azzurra del lot·nosole. A fJU&slo punto ai a ggiunge ancora della soluzione sodica per spolltare l'arnmomaca dalle sue combinazioni, e r·ender·e il lìctuido del pallone francamente alcalino. Finalmenle si procedo olia distillazione sino ad ottenere 100 o 125 crn• di liquido ùialtllato. Se la !'lOda v"nne introdolla in modo convenienlt>, il liquido del pallone, ratto a mmoniacale, rid i ~c•o~the l'idrato di rame, assumendo una coloratrone bhi-cele<>Le, chP poi svamsce a misura che l'ammoniaca distilla. Non rimane, per ultimo, che a determinare nel pr·odollo delta disltllolione il quanltta llvo rif>ll'ammoninca. donde quello dell'azoto. 8ooletà lt&llana dl medlclll& lllterll& L 'annualo riunione di ctuesla fior ente Società, la quale raduna Lullo ciò che d'tnlellelluale annovera ltl classe m ... ùira in Italia, avverrà in Rorua, s·ua sede, dal H al lli dell'ottobre prollsimo. OaU'a vviso-reclame che la solerte se~reteria ha diramato dovunque, apprendiamo che, fra l'altr o, vi saranno discusse


H04

VARlEIÀ 1!. NOTIZIE

rlue relazioni di cui non è chi possa mlsconoscere l'alta importanza nell'attuale momento scienUtico: l'una sulla sieroterapia e l'altra sul t•allentamenlo della nutrizione, Il prof. Foà di Tot·ioo ed il prof. Mat•agliano di Genova hanoo accettalo l'incarico della prima; il prof. De Renz• quello della geconda. Come pet• il passato, i congressisti avranno dit•ilto aspeciali agevolezze pel viaggio, al volume degli Atlr, ecc. Per iscriversi ed avere tutte le infor mazioni neressarie, 6 d'uopo rrvolgersi al segretario [ll'Of. Lucatello Vra Gelata, 40, Genova.

ERRATA-CORRIGE La ricetta inserta a pag. 805 e 806 ( fascicolo di luglio) invece di: Acido salicilico Essenza di trementina l Vaselina )

. . gr. 10. ana gr. 100.

deve essere corrella come segue: Acido salicilico 1 Essenza di trementina \ Vaselina. . . . . . .

ana gr.

LO.

. . gr. 100.

Il Diret.t.ore

Ooll. STBl'ANO R&crs maggior generale medico ispettore. Il Redat.t.ore RlDOLFO LIVI Capitano medico.

D.•

N uTtNJ FED&R ICO, Gerenle.


UBJ:MO :R.:IlD

O:R.:IG:INAL:I

VARIHWNI tO~UI ORI CORPrSCOLI SANGUiGNI PER INFLUENZE TERMICHE 111

Ri.:ereh~ e<t•,!'Uiw ucll'btltuto •Il e~lwlca wdie.'l ~:cncl<tlu

.n Turino

(llr,•C. C. llottOLO) !hl r:.t•IIMO medico t:: . uonc;illDCi , J•Sbl•·nte uunmr!o

Fu uell' aprile scorso, ch1~ il direttore di questa clinin1 m'incanc n :1 delle --opracalall~ ncerclH·. le 11uali hfl c~e·•uiLu con lo scrupolo con•e).!uente alla nntur.t loro ctl alla autorll;t cui es~e interessavano. ~el passnto s1 occuparono ,(j :-imilé ar~omento: Tlterme~ t• Wiutern tl7. dei soli lcncociti in pattirolnrc: S~ dncy,Thoyer e llovi:.!hi - parzialmf'nte o p~! t' ra~iuni intlirtJlLe: .\lurri, Gr.\vtlz e Po~g1 . Crellu di non :ner rane omis~tuni. IDleso il quo:.ilo in stu.liu a stretto rigore. Therm('s (~) idt·oterapisla parigino tli buon nome, lino •hl 18ì . ~:on e:;te~e ricerclte, dtmcntt·ate d.t tuili 1 preciL.Hi successori, eu be a con,latare che l'idroterapia, ~ni­ dntn con crtlerio ,.;cientilico, aumenta il numero dei globuli rossi ed il lol'o vnlore ,;lohulare.

W CnOlll•uc r:lone /tllll tlll•lll . . IUol Jcmiu tlt • UoliWI<I ·li l ì.lrha. - Seo.lnt'l tH 1t lu.,llo 111•1:; UJ IJr t'lllfluenr~ ill\fflfllii&IC eiii•Mi•llr tk 1'11!/lll'ullllll'llptt• ~ur le nomlwt rlrl 'llulmles rougr• d11 1m•g. l'.ul•, t>lill

IO


l l 06

\'\Ili \ZIO'\ l LOt..\ 1.1 DEl l OIIPLSCOLI SA~Gtii. '\"l

Winl~rnilz ( l ) 1n Lulle le indagini di numerose oper.tzJoui idriatiche fredd(' generali e parziali, falle ::opra soni. o mal&ti e anem1ct leg~ert, tro\·6 r~umeoto {loc;1le per lP applicazioni locah) d1 gloholi ro,sJ lino a due milioni drra per mmc. - di leucoctti lino ad un triplo del normale di emoglohina lino al l i p. l 110. ~on sempre peri'~ raum~nto ma~simn J'ossPn-ò suhitn dopo l'applirazront• fretlda. ma so\ente andte dopo mezz'ora e un'ora. Qu.tnlo ogli elft•tlt di opPr:-tzioni idr·iatiche calrle, t'umunque da lni e~eguile pure :'U nhta -;cala sino n qtu•,,i ultimi tempi, non rreÙIJ di poler ùnro risultati verameule apprezzahtlt. <:li pnrrt>hLe che net ~nni, immediatnmente dopo eli esse, succerln una diminuzione dei corpuscoli se).[utla poi da notovolo nnmento. ~la r·iconclude dichiarando dte !tu Ilisogno ùi nuove) esperienze. Ritiene eli rlov('r •·iferirP i falli da lui più accerlali. tptelli cioé per fretlcJo, aJIO 'timoJo faHlrC\Oie di lfUCSIO sullolll i\'1 1;'1 del cuore, ~ul tono dei \asi e rlei le:-suli. onde i t•orpuscoli sa ngui;.mi stagnanti - e,:li 1lice - :;olitamenle in organi intel'ni, entnwo e si dislrtuuiscono meglio nel torrl'ule del Cii'COin. S~ùne)-TIIO)Cr d1 'uova-rork (2) avrebbe dimoslralnron praltche analoglte, per ti fre,Jdo. aumeolo di leuco.·iti. Hov•glti {:1) .;taLilisce per quanto ri,.(uarda le pro\'e lo· cali, che il hn,no caldo (Temp. iO)-i:.>o per l O' -l :>') prucluce ùiminuztonA clei leut•oriti nel di~trelto vascol.u·r ~ut­ toposto all' t•sperienza, pre1·cdu1n talora da mornenlaneo aumento - ti cito sarebbe l' inver~o di Winteruitz - il

(l} Ctlllrlllbllltl (, mrtl, Wi'~ N. 40, Ul9~. (Il) Giol'l!alr ilalimw a'ttl.rntouta, ••t:c. f!!~5.

(3) À•·cfllvlo tl1 t:1111ICfl mPdicu, 18~3. runtntn fil .


II Oi

baJ:DO freddo tTemp. l t• n 10° per i '-:j'-~n iorece~ aumen to segutlo talvolta da perstslente diminu1.ione. 1\ifcri::.ce r[tl6SLi fnlli al l'azione dol froddo COSll'illiva ~UÌ n~i e paralit.znote la mohilitit e ,j,nrit:'t tlei leucociti , nonché al rnllentamento della rorrente l iofa11~a nei c:tpdlan Il•·• tesuti, donde derin rehf,e: ar.,.umulo piu o meno tlore\ ole o vari;~lule ùei leocociti nel torrente cirwlatorio. mentre l'oppo:.to si avrehuo r••r il t•rt ltlo. ~t u r ri ( l), i n da,~tnodo l'inlluema del freddo sn lle t' lorotiche. trovò aumento llegli eritrociti dopo il Imano freddo generale prolun)!ato: però •lue,to aumcmo si conf~:rlt alcune ore Jopu in nn t diminuzlUDl' di e~,j: la qualt" diminuzione si ~~ potuta protrarre talrolta llPIIe soe clorotiche, ant'orn per un giurno e pitì . .hrrive tali t·i~ultati !;onatullo al si:\telJla vasomolurio, vali' a dire: HlSU roslnziune nel p1 ,mo pPt·iodo - d'onde ispcssimento del --an'.!ue - '"a,.;t~-ù i l .llazinne pc1i. «JUIIItli. fatto inT"erso. \ ~I'Ì'':nr' tulln'fia ~li t>IT~>IIi po~lumi e prolungati dal frf>tlùo. vale a dire la clillllllllt.tone tardivu clt•i gin· huli r·ossi, tende ad mnmellere t•,ho ·,ri concort'ilOO proc·odtmenti emolitici. l'ol!:.ri (~) sopr.l ;j() e~pel'ienze trovil t:? volte aumento delle clue -;ppcie di corpn.:;wli, clopu qnahinsi ha~oo lut·.1le. caldo o freddo. r as~e~na il rhttllato e'senzialmente alla dilatazione vasale rimproverando al \\'internitz di non aver tenuto calcolo di tut fatt.ore tosi eospinto tjttnle c') (jiiCil c> della dilalaziono va:;alt>, e di e!'scr.;i inHCO lnsriato illndero da un ginoco der '·''omolori.

(l) l 'olicllnfco, s. M. (B~C. n, 1891. U! Policllniau, N. l $, l!lllO.


Il OX

VAlli \Z10~1 LOt:,\LI DEl CORT•USCOLl SANGUIG \l

\ ( l) (~rnvtlz inlì no ri~ulta che l'applicazione del fredJu ~ulla superficie del corpi) determma contrazione vasale cù aumento della pr!'s:;ione del san~ue, epperc1ò roucenUu· zio ne do l sangue, C1oi• uscita da • suoi vasi capillat·i della parte piit litJUIÙa, h qn:tle U'!Ctta. verosimilmente. dere crescer t:wto. tJII3DtO piit e gMnde l t dliierenza di tPmperatu m. rnYece. siccome ti riscaldamento della superficie del corpo conti ure alla dilaltzione ed nli' abuas ·ar·si ciella pre.... siont'. co-a per il ··aldo s1 avrehhe pure 1111 r lnrno dd liquido nei vasi, e •1uinù1 diluiziOne del san~ue .

* * Uno sg uardo al precedente ria ~s unlo mette subi to in clt ttu·o lo incerlezzll di parecchi rimllati - fra cui basti ricordare quella per l'azione elci cahlo confes.,ata di r~cente eia un esperto iu materia, como il Winteroitz - la vnrietà tlelle interpretazioni, l'insuflil'ienza delle ricerche di fr·onll' alli! loro nnporlanza li-<iologtra infine la mancao1.a di precr-.ion~ sul rnomt•nto de!!li tumenti globulari da freddo. se l'ioi• IJUOllli ~~ rile\-arouo solo n~l periodo reattho. od in termini piu completi nel penodo di dilatazione vasale. romnuque ouenuta, oppure anrhc nP l breve pcr·iodo prP•'Pilente. t! i v,.,;u·cosll'iz.innc. Cio che •·. pure di mollo r ilii!\'O, perocdte da tali distinti l.'l'1ten -.j possono trarre, e,·identenwnte. rane altre tntcressanli df'duz10ni hiulo~iche. U.t tollo ciù donrru••, deriva In r:tgionevolezz.'l di pru~e· guiru ancom siflillte rndagioi, tanto più che per le moltll

(l) "-''ll~t·hrl{l {il1· J.liul~cllt• Jl/(·,1. /ltlt•. ~~ ,, :l~.


l'HR I~f"LGE'\/.E TPR\ITCIIE

111)0

• note rnuse d'inganno seminate loro cl' intorno, le conalo ioni. destinate ad C:'Sere forse sempre appro3.;imntive, non pou·onno nd ogni modo nemmeno afTrnnarsi, se rwn dopo una ricchezza eccezionale ùi e:;pet·ienzl', di mcdiu. di perc:enluali. infine cl i roofrunt i n urnerid Que~lO stabilito, !!l'CO .-jmiJUJeUll' il .;ernplice o•untriltuto delle mie pt-aticlw, chu hn eseguito ancht• l'levando più ciel passato il grado de)lli stimoli Lermic.i. cd agemlo mnn mano 10prn individui 10 ptlt 1ile\ an ti 'ariet.'t «li contitz;onì fìs1dtc, ond~> rercarr, pu,sihilmenlt'. ri::ultaLi piu fii,tinli: (!16\ io pure un huon nmnc1·n di prove preliminari per sta!Jilirc un &e\·ero (lrocediml'ntn metcuiiro, 'rni'llerc or::ni inda.!ine ~u­ pernna. C' sempre pii1 e\ ilare err·ot·· t! i te•·.nico. Tali prove, ati t•somptu, m1 t•umlu.;.;eru :t lrulascinre, pcrchè non ~egulli cla variazioni apprezwltili. i lmllnmcnti locali ron temperature ll!etlr••. p :~ ri c·inè o ,j,·ine all;t. no tra: il eh~· ;,r.,·ertano pii• l1ltre ancl1e ' 1i'ullnti fidia Tavol.t f lf riguardanti 5 ila;,:ni gem•rali ~otto r i ou. Co-.ì anrhe, pot· citare una delle pr·irwip;di rHn'ID« d1e pr11v, l'ero. tali prnve prelimintll'i mi rlel!ll'llltnarono suhito ud rsdtulere applicazioni di temperature ùi un grado uniformn io rutti !;tli individui, per ogni e~ame, troppn vari:l111in In tolleranz;l e la lensilliltt.l nei ùir<'r.. r sog~elli PII anzi ru•rlino m·llu ~~P.~SO soggeuo solo a cau~.t delle alternativo lb ol•,.1dre ~çol;entisi in un ~!iorno. Hl cllnlerò eome ttpo 1111 opPrrtiu mlll:llore, r.he si i; mollo pn•stato alle mie pratid1e !>t'tTe nùomi anche nei minori hi:-.n,:ni rli e,;,.t•. d quale teuev t ~on indiffe renza la mano nrl l!hi,tcc•o fund.• ntc per parecclu 111inul1, OV\"t:'ro l'immergeva nell'ar!Jila n :;o~ c., laholtn fino a :;2u e for·:ll' nltre: mentr~ in alln indh i«lui uppli,~azioni meno inten~e tll)vevano o~,•·re tolt~> ùupo ht't!\' Ì~simo tempo.


11 10

VAli lAZIO~ l LOCAI.I OEI CORPUSCOLl s. nc. UIG·~

E-,e:,:uit: :) tr.tllamenti locali nell'una e nell'.11tra mauo, ùt CUI 3ti completi, teuendo di solito questo ordine: l.

l o Emumctria ~· Cont eg~ io dei ~ l olntli rn~"i

:.J• Contl•g;.:io •lei lt!llCOi.!ÌlÌ

I f.

allo ,.,,a hl dnpo nppliuatural•• cnzinni ca lde da }00 a 50" e 5~ '

li l.

dopo applicazion1 frctl· d~ liuu a ~· .)'

a -

1

lP

l?a''l'\ o P''''l'Ollt>re l'a--pirazioue del sangue. nece:'saria nll'ernometna. per allontarurc ma~gi o rmt!ntedae;;"o sanl!ue l'incouvenientt•- o;.:;.:i :t tuui noto ma 'egna lato la prima \ olia dal Hulas<;rz-del sut>rneswlarsi t~on la linfa inter:-.tiziale dei tos· "uti, 't \\e~nad11'~ l'l•!\ile pipctta dell'emometro drflìdlmente dist11rluna la cm•sione iu gon:iola del :;nngue ste~so, qunndo 11ues1o fuo l ·u~civtt thllln puultlrn senztt diffondet•si snhito e protmentlo nlquautn tale sn 1 forma più difesa anchP dalle esteme Hllflllnt.'l. l\. H e~peri11nze le osr;.:uii soltrmlo col Lagno freddo locale. \. ;; cui lr1,:no gNterale caldu sotto i i0°. t' \. i col hagno J.!Cllel';llt• da 3t.io raiTreddato fino al bririòo. Totale delle (>p,ruzioni t•a lcolate ~. l i6. La punlnra. le Ire a5pirnziooi SU('C6'~j\·e, in brere, re::ame del san\!ne. n•·ll'ordme sopra esposto, Jo praticai pet una ~oerie ma!!giure soltanto appena mterrolla l'appli~;w.iune: per· un'altra -.erie tlopo tr.N"ur"•J qualche tempo ~ecoodo 'i~n •pccifk:llo nelle .mnutazioni delle taYule: tah·ohn. e a nurma tloi cusi pcorli nu dopo meu'nra, una, e piit. Non m1 era po:.~r!Jile l.tre al.itualmcntc dietro un nnico trauamt'nto. l'rs<n•H' inunedialo del ·anJJue. e IJUindi. dopo per esempio nnchc mon'o1·a, un socondo - ripnngen1lo sol tanto In parte ••s,.,entluml proposto di u~,,,·e se1npre gli ~tc~si strumenti, i IJIIHii spcc1e gli aspiratori - non pOto\ano


l'BR l~FLU.E\ lE TERMIC HE

l Hl

tutte le ,·olte di,·enirc nsu rruihili - pul iti e secch i io qoest11 tralto relativamente !tre' e rli tempo P··r il conteggio mi l"alsi dell'apparecchio Thom -Zeis,.., per l'emometria usai quello del Flei:H'hl. sovento confrontando 1 ri·ultati col cromoerlometro del DiZWI.I'ro. ti quale portam notoria variazionl' in pi.-, l!r :i gradi. l'er tutti gli 1ltri ùettu~l i di wnit•a ... l.!guri poi rrgorusamente le iudknzioni cbe il Diz7.oze1·o !'l<'3~o cFt -.ul :Uanu11l1' di micro.vro1•ill- ~perie nel capitulo: u ~llll•f'l •' n -cnn procisiontl super iore, mi ::;erubra. aù o~nt altro autore nu..tro e strani ero. l'et· l'esame degli eritrociti usai l.1 solu7.tOilt' di elorut·o di 'Od io al 3 p. l 00 (aspirando tli prevaiNtzn. t p. ~00 ) . per qoello ùei globuli hianclu l' soluzione (a>.piran<lo Iii prevalenzrl t p. 20), di arido acoLico glaciale all' 1 p. 300. Le temperature furono misurnte in centigradi. Quanto al numero dei quadreui contati, Ìll\ ece chtl da un limiti! !isso, mi feci J.!Uidnre volla per volla dal modo con cui si mostravano dimihutlt nella rellella conta),!lohuli i corpuscoli: proseguendo. in allri termint. il t·onte).!!{tu dei qundrrlli nelle di ... tril•nzioni non hen uorforrui on~ro arre· standomi nel easu opposto, in mPùia. aù un renttnaiu Ili tJllll· drelli per i J!lolntlt rossi. e al doppio circa per r IJianchi. \'olli rontrollare le mie ricer.·he ll"aliO tr.tltO fttt:t•ll•lole e~e!!u i re parallelamente con altro rolle::a. l tre di,.tinti &ami dciii! :31) operazioni loca li •·umplett' h cumpii lulli suceessiramen te, cioè sen1.a interruzioni dr ore. e con pn•va· lenza nella roaurnat t a\anti la prima tlbtriltuzione d'alim~nti . essendo il so.~!-!ello calmo, diJ.(inno e w rtcalo. Un minor nurnero di ricerche le pr.tticai essendo il soglo(elto seduto, e nel pomerig:,:io ava nti la secnnda t]istribuzionc. Infine, a meno di interesse speciale. ne~li inclivi<ini che ... i prestarono a r·ipetute indagini, sehhene per rnmoditil, IJUOi LO


J JJ!?

\' \.RJAZlO'I 1.04' \LI DEl CORI' l SCOLI S.~:'llil.illi'\J

mda~int nt>lle seguenti tuvolo nppniouo raP"gruppal•' ut·dinat~mente :ootto lo ~~e~ ·o no.mc. t'!>"e ·i demno invece inten· dere e.,e~'llite sovente con inlen alli di ~i orni ed andte tal· vulta •ii :\t'Il t ma nt•. l ll'.\llamenli locali furono r.tlli nli una od all'alli,, mano, npplicandoli sino al }Jolsu. Le punture di Jaucetta uniformi c non tanto '-II JWI'h'lnll sempre ..ut polp1-1rello di'IlO stesso Jito scelto la prÌillll volla pOI' J'e,ploratiiiOe fpndamentaJe d1 ronfrontu allo ... taln naLUrale. ed. C\ iltulllu. IJUtllllll .;i ll'aliU\'<l Ùl r.nP.JiH,~ il lllllllleOtO di \:JSO ·CO· -.trizione da Creddn. il t'n Imo 1li polpa·.trello :>le~so dCI\ l' TllC\1111 •·villtnti ,j pale-ano taholt i .;e••ni ùell'•scht•mia puift-1 ·'· Tal1 lle).!ni sono. set·ondo !'• nnto. t! pnllore, la Lerupei'Ollllt'u minnn•. in parte il ra...:t-tnuzanwntu t'Uinneo, ed in!ine li \nlumtl diminuiLo della regione. Pel'ù, sil'come solo •Juestu ullirno h,t un v.tlure as...olntu e l.t sr>mplic·e 1sprzwno> può Jll~:lllll:tre. l'usi, non ustantt• il clnln (i-.iologico ùdl.t inuuedwta rostrwone de1 \'lhl. più o meno hren• senmùn ;li indi' iclui. per l'azione tlel fre hl«•. undt' lu~lterrn• l'incerlt>J.1.a d1 un'eventuale e tropp(l pn·~tn rt•azwHe. ovvero pnrnli'i ,,1!'0IIlOtoria- di.-tinzioui d•Okili d,, C<Jip•rsi ed O!'CUI'tl anco1.1 O:,!gi lJHiigrado i molti cloquii sul pt·uposilo - dovelli slutli;ue tla nw un mezzo per acl·ert<Jrne l'c•sdns10ne. Lo tro,•ni 111 una svariatissima serie ùi ditnli da "urlo e da sarta. ar~ontt•n· Lancio •lnlt.1 loro maggtort• o tlliiiOI'fl faciliLil od e,Leos.nnt' nel calzarli . prima c ciopn la pr:tlica, le variazioni ùi nwLnto volume del polpnstrello. )lt!?.ZC> nmilr, mn ahiJa,.tant.a spu;t'iu e,) idoneo allo ..copo: t. nto piu che nel dulltio segn:wo nll'occorrenza con linee Ili anilio1 il limite ori· ;.:ina1111 di c.l,nlura ouo furuta. il 'lu.lle ÙJveoi\'!1 poi lt•rmiue. a "uo tempo, di confronto per la misura dopo l'ap· pl icawmP.


l Il :l ~oggetti lntelli:.teoti che si pre .. tarono voleoterosi n diYer!li esami mi resero pure, .con l'altitudine pre~a, più age•ole le intet·pt·etnzioni di questa pmticn. l ;;e~ni precitati dell'ischemin, o\\ ct·o i conlrart di con· trario ~i:mifi cnto. cioè ros~ort> o r.iano .. i. tensione della purtr. aumPoto di volume. ecc. r.lto <'lllllO ho qui premesso spet•inlmente mi ).(uularonu oell'appn•uare volta per \'Olta lo 'lato della circola7.ionl.' nel tlislf·,•ltu \ a•mle sot lopo~to al trattamt•nto, vengono per brevitit sulll' sr:.menLi lU\ ole t·ins· sunti e disuuti cou le vor·t. qu~':-tt tli: ;< fli/ata:iollt' >~ quelli di c fu.~tri.:iml l'. '' po;;tP t•ntro la t•olonna che porta la lt>g!lenda: \< Stato apptu·, n l• di'i rosi ". 1:\ mano in !>p~nmeot,l veona me~sa fr:t ampie e s~·elto vescich e, gnn ern lmente due. riempitn di ghiaccio o di ncqun n Vl\IÌtl ll'mpernlurn, ovve1·o in udallo hac ino. li primo ùi quo~ti mezzi fu il pr!lft•rito nella ma~gio· rnnzn dei casi perchè rompatibtle cou la m·ts;;ima crureLP e l'adattamento pa,sÌ\ n 1lPI so;:gello ollm di riò era lecilu cosi ùi puu~ere la.-ciando ... ul posto in gran parte le snperlici refri,lo!ernnti e favorendo in tal moclu nta~g10rmente, nello hrevis!>ime applicazioni fredde. l'uwmc c·n~trruiva. Però ron qursto meuo lr temperature più L1a.;st' mi,nrate con illermomNro po to frn le pie~he esL~t·ne rh·llo vesciche piene di ghiaecio, non disce~ero mai oltre i ~ ·. ori i ~:P nelle \Csciche a pnretr piu ~oll!li. Oi pii1 l':ll.ionc• ùel freddo rillultò l'I6Utpre alquanto meno pronta, meno immediata. Ciò preme--so. ecco il rendiconto dt•l mio lavoro raccolto nelle ~e,!uenti quallrn tavole:


GE~EB A L I TA'

an~l

DIGLI ESAMINATI

~e

~ ~=

t lf-'attonno, :n ..I'O!ilellla. • • • • • • Lattoruere. aaal e - Polmooìle t«w!.fa~tt) • Contad•oo. anm 3'll - Sifilide terf'brale! • • .

t

'l S 6

6 1 8 9 10 Il

U ti U t5 16

id.

kl.

id,

id. kl. Id. Cantlnìcr$o anul 30 - Rene gnnx.o Contadino, anni 58 - Emplema . . Cantiniere, anni t4- J onu~u . id. 1..1. fd. Minatore, aonì 36 - guarilo da lieYe ionaerua.

l

id.

l

id.

Id. Id.

Id.

Id.

id. hl. Id. Carrettiere, anni 40 - Neur•tt. . • • .

!t

Conciatore, anni )5 - Sclerosi a .plaecbe ! Id. lcJ, ld. lnfermeere, anni 34 - IleUfe (eonnle5eente). \ 'i:l&io, anni 58 - Anem ia S(ICOodarla Benestante, ano\ 4t - Cudio.-ua Ebanista, anni !'1 - Pleuriti!. Mugnaio. anni ~ - l'\enos~ua .

tt SS

Peusionaott, anni 36 - Tabe donak • id. Id. 1.1.

ti

18 t9

tO

tJ.

111-

3' -

Id.

Id.

Sarto. a.unl Tumore ~plenlco H Ragnr.a, ao01 t6 - Card~ca. ti Scolaro, anni 18 - Febbrt ptriodiea. •. !:8 kl. J,l. id. !9 Contattino, anni 15- Jonuenza 30 Contadio3, anni !8- Cloro aoenlla . 31 id. ltl. Id. '15

Jt S3 34

" 36

id.

Id,

Id.

Camenera, l\Onl 5! - Tabe dorsale . id. id. l<f. Stlratricr, 1.11111 J9 - Tabe dor-ale id. Hi. id.

:

.: .: ~ :~ '···~"'"·Il ~ ::::: .:: : .~ ~

U IS,OOO

i,SW 8,BO

:

::::

r

&S

lf

1d. Kl.

::: ld·~:50" ·;

:::

~

W da 40" a 4s-

~

:

:::

:.: l :: ; ,&0

da40"aW

~

7'

Id.

:~:

:

83 83 15 9:; i8 10

l.SW.OOO 4,li68,000 3.888,(0) "' !i,160,000 4,368.(100

8.080 1 3W 9,00> 7,680 8.i80

45" 50" '3"' 50" 400

IY' t' J' 40"

id. Id. Id.

uU,ooo

,,;oo

u•

ts

,,. da w a 50' w

95 85 80 81 i8 98 98 15 30 lO 60

bO

'i

J.,~itOOO

to 1:1

l,U&.OOO

iO

s..mo,ooo 4,!00.00)

!$· 30 65

t.68Cl,OO)' :!,&80,000 3.13&..000

8.640 9,!8:) 4,i!O 5,nl ;.-

so

,,;9!,000

s.:ao

80

4,i'M,OOO 4.,4!1..000 3,39!.000

i,UO 8.560 11.680

48da 4(f a J.S' 4850"'

so m

~

!:::

40

\,i i@:.OOO

&D

!.<til6.000

~

§E

65

U~

~

~==

!" kt. 8'

W

45" 45• 45•

'! :

:

103W

4.r'

t.i&O

48'

'f

r

W t'

Oilatuione Id. Id. kt. Id.

w.

Oilatali••M Kl

J(f'

l

9!

ss 80 75 65

t

UlOO.OOO 5.0J.S.OOO

i,UO 7..3fi0

!~~::

::::

:::: U96.000

5,5~.000

&,~,000 4,U8,000 U\0,000 UCIO,OOO s.!M,OOO s,Jts,OOO 4,800,00) UOO,OOO

8.WJ G.t!SO 8.800 8,080

l

+

'!

+ no.ooo

.... l t

~ ~

+

+

~.4~.000

7.840 6.3!0 5.660 USO USO

s.;&S.ooo

;,tt>

-

4.510.000

uw '-WO t.tiO to.a«~

l.m.ooo l.SI&,n.-.o

+

13 O 8 3 5

5

-

+

Dila';:.mne

~

!::.: t::: l +

Mi.

J.O

3,160,000

7.680

~47!..000

6.640

-

5

T

1!0.000

- soo.ooo

+ .....,.

-

tt).OOt)

8,000

+ m.ooo ... !8!1.000

+ 6JO,OOO + !'iO,OOO

-

....... 13!.,000

-

43!.(100 3i&,OOO

5

T

39!,HO

o

-

! tOOO

::

M

3,!80.000

1.840

l: :

r:: l :; l ·:

~:

~

::::

~=

1

daWaU0

431,000

+ t.U6.GOO -1,0«1.000

+ 384.00)

4'

U80

TI,OIG,OOO

-

-

ff

: t§ l··~~~ .~ ""'Woo. ~ ~§§ ~§

IO O

516,000

- n,ooo

,:

6!1.000

•a,{(IO -

~$00

$.100.000

+-

+

~~ ~ l~

6,9!&

+ li!,DOO

5 10

-

:!i _

5

-........ .,.,.,. - t.IH.OOO + 31:1:,000 ii.OOO :'5!,000

+ - uo.ooo + !30,000 T

-

SIOJJI'IO !3:!:,000


l ore del mattino ed essendo generalmente raaminando rimmlo a letto).

l

A.),P LICA~IONI FRÉDDR

Dlrrc_•_•_•_•~·~--

Le:ucoeltl l .

l

l

,. l ,. - "" ... ... ,. ,....

l

Co!tr.

..

l .,,... : :1:::::1...,. ''· "' -

+

+

l~

ii!O

iSO

"'

..

!: da t~aO'

'""

uso

+

~: u

. 81

"' !dalO' ...

'!,1!0 1!0 t60

O' i' da IO' a O" .

... ,.,. ""' .. :,,;: ..,. -

l.,i!O

da 141 a4•

l - .,.,."' ,.,."' -

l -

+

!.5i0 l,I!O {.!110

-

U 40

.... ,... ... ......

{,310

+ ... +

da 1!- afl' Id.

! , 100

1.1!0

610

t' 8'

l......" l'

,,..

Ili'

.. .,.

... ,.

9if

....

('.ostr.

Dilatazione

Costr.

COStr. Oilataziooe id. id. Costr. id • Dllatazione Costr. D~ataziooe

Coslr. itl.

,.

jg

...r

Id.

Oilatuione Id . id. id •

..

w

Co;;tr.

IO'

.,. l'

Com. Oilatuione Costr..

I

1 4.48),000

l

·!:!: : 1: !+ :::

~.53t,OOO

u.oso

4.l8UIOO

1!,160

3,0!~.009

8,960 9.&» l.i fiO

5.36(1,003

6,00&,000 ;a!5.1)l0

S,iM

.,"

4)) ! ,000

9,9t;) G,6>0 10,480

5,hi0.1:00 5,'!>8,00)

9,il0

70

5,'!.90.000 $.048,000 l,:&,ooo

.,"

·.,"

" "' ""'

.. ."" "'."

"'""

4,541.000

U i :!.OOO

,,..

t0.,36J 8,6W

3,016,(1(XJ

11.9!1) 6,6«1

2.i68.000

9.9!9

3.5!0,000

11.360

s.m.f:IOG 5,856.000 4,1W,OOO

5,368,000 4,'!W,800 '!,99!.()(1(1 3,016.000

4,5!0,000 ~,!64.000

"

3,5:SHNX)

"'

3~11,000

iO 78

4,08:3.000

70

3.360.~

"'"

'

5..!96,1))1

U!i.,OOO

4, 16(),0()1)

3,31!.000

4,it.1!10'l

.t .YNOT.dZI 0 .\'1

p(r mm',~Emo-1 Er itrociti ,Leo.coc:l\11 globina per m.m• pnmm•

.......

14,~

8.800 , H.OSO 13,1M 9.9!0

+ fJ o

+ 8 , .

+

+ 51!.000

tO

+U16.000

+ ' -+ IO'

+ 9i6,000

+

+

'

'

+ '

l+ .; +

'

+

'

l~ l

+ tO

+ 'o

l +! ++

878,000

+ 181,000 + 5SI,OOO

!!5-;,000

+ i 0\,000 + 51!,c0:>

+

+ Ul80

T

+ &Oi.OOO

+

8.000

+ 3Si.OOO + 1,336,000

+

88.000

+ lSUIOO

Vedi oltre ntl &&to le ragioni probabllì Ji qutsli ecuak>nali e rapidissimi aumeotl nH soggetto (l()Dtronotato (N. 8 et). EMme pr atka 111 dopo tolte le applieuiooi fl'l'j de.

t .UO

l ; ::: 311)

+ '"""' ... !.800 +. '!,GS9

+ .....

E~ame fallo 3' dopo lowate le applica:doni.

+ !,()01)

+ uoo +

IO

+ 536.000

+ i.S(il)

+ I:S\,000

+

210

+t.Oi6000 + 1,030.400

-

3,600

+ 63!.000

Esame ratto 5' opo wlte le ap))IJeazionl fredde.

400 '!.800 UOO

+ l 50 + !,i8J

-

... 6&}.000

~:

l

""

E'"- m& tatto 1C( dopo levato le IPPiic:uiool.

D• due giorni: crisi gastricht. Esame fatto lff dopo tolta l'appliea~ t-ione fredda. '

- •s.ooo

+ 1,060

+ """"' + i ,Ot\.000

: ::: r g;;.,me fatto l dopo tolta l'applk.u.ione fredlk.

...... + o + '·"" uu.ooo :!:: l + .... ! .! l +++ au.ooo + uc.o H.OSO

.

18

i5l.OOO

H , l60

1.1&!1,000

...... :G.7~: l: i!,t40

+ '

~

uu.ooo

160

..... +

+

8!1.000

+ 831.000

+

w.o

-

160,000

+

OliO

ld.

Id .

id.

Id.

OliO

&same ratto "" Jopo le\'"&le lt ll[lplicazioni.


1'AV.

lJ 00

Trattamenti ioMli .freddi, S. 22. Avanti l'appllcazlona

., .: .B

z

~

·....:

::;

·u

.51

~ l

c

lE

!:1

~

~- ~-

30~

de. l tiUI\dropretetl~nto)

2 . Ili. ul. 111.

.

. • .

l

l

4,576.000

• ' 8;;

~,'!88,000 l

3 , Minatore, t~ nni 36. gu:trlto 1ln lieve innucnzn (N . 16 !lei quarlro 11re·

7::!1)(}1

fl'lOO

7441)

~.8!~,000

nno

. • . .

85

5 l Id hl. itl

!S:! l

6 l [(1. itl . id.

90

' hl. hl. itl.

3\ld.l•l.

i•\ .

\ •1. '''· ,,,

~.128,000 GIOO 5,oa~.ooo 3~

85 l .\,lliS,OOO

i:U.iO

\.,5~.0t)!\

'i~

r~

a

~ .

~

:E ._

o

l

l,,i~t.ooo

88

·-

l :; • !:? ~ ._ g~

l l l

l

00 G,2G4-,000

7820

t la

12'

Ui1:1t.

ss 15,3!1:1,(1110

63~0 -L 3

1 '!'

\ il'

H~ tnn a un f!:t

00 4"

l •

l• •

11!

'

b n >

!:

5 t ~:::..

t::l

~

3~,000 l

=

....

c::

80

(/)

+ 35:;!0

n

o

!: Ul

;.... .A

+ I~S,OilO l + 3SO !101,000

t-

~

c:

2

IOU

l

~5 ~.:tSMI_, 59!01+ 3

:!~6.000

100 : ;. ~ol;,ooo

nooJ+'ol

90 5,16fl,ll0l)

80fl0 l· ;; .l..

t

-

~IlO \

"''.1,1'00 J +- 39t0 r.J~,OO!l 1- 040

l

l\90' C:onr.

IlO [11,2iG,OIIO

48~.ouo

hiLtt$

75' 1 ,3(Wl,OOU

.....,... + lidO

l~l

AIIIIOIUZIOIII

0

E 1E

1

ro•lr.

oo

2

~16,ll00 l i

0 +

2

00

-

:::;

8

73601+ 3

00 Pa~

~

E

e1 e C :P

:-::

1 . 1

:g

nilforon1.0

~ -

c:

0

l ~ t .3 g ~~- :.Jc..

l

l Costr

·=-.; : ·c:0 e ·;::; lE

~

fredde

~·· itl. l :l Uil.ll. , SO . .~ .3;!0,1100 H,:J;!O

85 \ 4,iH.OOO ,\, 8!10\ 715

;-~

l da

l

crtlont~) . . . . • 00 G, l3J,000

4 l Jd. ul. ul.

§: c=

l

s;;

.:!

.o

~~-c:;

E-......,

-

Contachno, nnni SI• flliltr cerebrale? 1N. 3

9

g._: :- "

:> l e

.s

S:;; -;: ~' o = r::

-E .. g : ?~~:§ ~

~

l

1;:--;- -1 l "' l

.-. c,;B:: § lu s c -. ·s

e

..c

-:::

~ .t.ppliNutioni

"' 1°

lìEN~IIALITA •

DP.LI.' t;SAMIN,\TII

<

;;

+~oso

1 E~:1m•• ratto 11Y

~ tlopo Il traltanwnto.


"l

-·~( f

Sl'l eroJI • JII.Cl'fJCI f

r

4,~,000

f f. 63!Q

oo

l'

CQs~;~:.

90 4,7!0,001!

7l t0-

7200 + s + 34••000 -

/ / a:+ 80 '""·"" .... olA~,.. .. OlloL "'l 1,040.000 , ...., Ili + ...... ,_ ... , Id. ~.

111 del •Juadro pro•• c(N. .......... cèdo.'llf.lo)' . • . . . "

:i\0,000

800

Id. Id. Id.

. • • • •

t:l

Id. itt. id.

. . . . . !15

5,064,000

7-Ho

o•

v

costr.

wo ~.,os,ooo

f3

Mognnio, anni 58, ne· vrostenia (N. U del quadro precedente). 85

t,,na,OOO

56001 20

{()'

Dilat.

?:

?

98 11,8,0,000 t(l,400 + 131 +t !04,000 t 4800 Esami,) ratto 5' dopo tolto il traW.imento.

i41 Impiegato, anni 3!1. lcu-

cemw. cutis . . . .

i !i

.,,..,,. ""• "'"' iG

n

iS 19

75

Pensionante anni 36. t a be dorsa1 e (N. 2il ocl

so

4,800,000 32,000

l

4U

l l

80 5,200,000 33,600 + 5 + 400,000

l

''"·""l "" "' ,. ••~<. " '·'"·"" ""Yn + .

i O" n 5°

lld. ~~-.ili . . : . .. . 75 3.5D2.000 8320 Canlln1ere, anm H, 10nuen7.~ (N. 8 e o del ~ rec<!lienle quadro) 73 3,74'o ,000

Oo

1

'2,

Coslr.

70 3,520,000 t2,UO- a -

Dilat.

ss 4,800.000

lld. id. id. . . . . . 80 t.,i60,•)00 12,\!401 4°

t'

Costr.

75

id.

. .

. .

24 l Stìr::ttrlce, anni 30, tabe ·

53

1mo

5° a oo

-

72,000

t 42&0

Id,

"'~ ~

4,2~0.000

6!60 + !O t t,05G,OOO + 2&0 Id. 14,320 -;; +

so,ooo

id.

id.

~

N

t't! >-:l

+ 2080

1:':1

::::

..... ~

4,91!,000

i680~

3,45U,OOO

6!60

'i!U

'

62 5,040,000

4:160 + S + 128,000

Di! at.

58 G,040,000

7200 + 3

.

73 3,984,t'OO

8320

40' costr.

65 3,520,000

8960

31

da !O' GV a o• '

dorsal e (N. 35 nel quadro precedente). . l 70 l 3,$40,000 , 7!)201 da

tO" ns•

2-J l Id. id. id.

l'"· •~

880,00<1

r

'!!:'

~O l Id. id.

+ tOOO

c: tla

Cameriera( anni 52, L:tbe dorsale N. 33 del precedente quadro) . . 60

Id.

uo

... . l 65 l 3,280,000 l 55201 oo

8'

+ ;;s.1.ooo

+ 3 + i44-,000

n

-35~0

1- iO~O Esame ratto t~ dor•o Lotto il trattamento. T

~

400

o + 2'•0,000 + 3,40

l

--

~


TAVOLA

III ~~

o

Bagni di mezz'ora da 3()o a 36°, praticati per rJcopo c11rativo all'operaio conciatore di cui ai N. 14 e 10 < > delle precedenti taoole. Soggetto oriyinariamcn.te robvsto in sospetto di sclerosi a placche. ~ ---

PRI\I A DEL BAGNO ~

~

DOPO IL OAIINU

::::

~ -

·u

::

~

li

4,ao,noo

6960

90

~.86~,000 l i!OO

::= .c l51 !:!

~ntrorilt

:i

prr mm~ permma

:, ~ w

.

.

8

.2

l

.

EntroCJh

d u

3

3

l

:3 2

~

~

l""'

o n

l .. -

A .\ ,,. O T A Z l 0 N l

~

c

Ertlroctlt

J.cucocttl

1:2

,,,.,. mm•

per mms

::c ~

C"l

~

p1•r mut3 lpPrmma

L

loo

:e

95

5,!44,000

i360

90

4,9iG,OOO

iGSO

-

3

05

4,!\so.ooo

i280

98

5,064,000

7:!00

+3

i

90

4,800,tl()()

83M

95

4,960,000

iiM

;;

90

~.500,000

6SSO

S~

1,.\80,000

672•l

l

l

DIVf'r.RENZE

- -- -

s o

o

+-H-'>-.000---+--'---+-"-.1-0-+-~-.!<:l-m_e_r_a_tt_o_I_S_'_d_o_po-,-,-b-ag-·n-o -~-

5

-

h

+ 3~

~ ts~.ooo

-

so

• tosto •

+5

+ 160,0011

-

480

UY

- ~

-

-

tGu

t ora

,

198,000

80,000

u; n o

l•" ,

30

r.n

z> a> c:: .... ....

e.


TAVOLA

IV

Bagnt di meu'ora circa da 36° raffreddato fino al brioido nello stes.~o soggetto della tac ola l Il, e per lo stesso scopo. l

PRiliA DEL R.\tì:\0

"'2

~ ~ec ~ritroeati

0 ...

o

~

:

~

.c. t

l

UOPO IL DAGNO

--~q ~= N~. Eritrociti c..

-l

l

o E

per 1111ll' l'tr mm• c.:

!lO . 4.iil0,1100

UI~'FEIIR:SZE

,

~ ~

·--=. ~ l~

1 Erilr<Jcili

u o S

cQ)

...l

~280

,,,sJo,<~JO

1):!00

+

2

+ ::!;!~,000

+

Stl

-

40

!IO

4, 960,000

680Q

%

r.,GOU,~lO

6100

4 , 5

4,~!l<i.,OOO

7JGO

8rl

t. .8'.!:1,000

75~'0

+ 3 +

4:'!4,000

+ tW

5

- u~o

3

so

4,tt~.ooo

6iiO

s.~

::2

è:: ~

N

t'l

4,9H,fl00

+ 7M,I10ò + 5 + 610,000

2

:= 7.

Lcucocil:i

l per mm• l ptr m ma ,

;•tr mm• lprr11111liJ :.J

l 9~ 99 1

..t.YNOTAZ/Oi\'1

-J

8

95

lo,S9G,OOO

8961J

100

:i,i80,000

7810

+ 5 + m,ooo

6 l 90

4,776,000

67i0

85

h ,Hil,OOO

5920

-

7 l 80

3,908,000

741t0

9j

~.018,000

7360

+ IGl + 1,081),000

3l -

-

48,000 l -

-

E~amc ratto IO' ÙO[IO ìl hnt(IIO (fler.;istc l'ischcmia)

. . •

400 »

~

~

r;

30

Cl

• SUIJJlO•

••

"

• 1 ora •

(llilawzionc v.lll)

t>:

(ischemia)

stato norruu.tu

• 2 oro '

800

so

!::l'"i

l

tll'

(Dilatazione v. lo o cinnosa),

N~llc prccctlcnll :!4 ore ei!IJelrattamcoto

con drashci.

L"'


Il 23

VUJAZIO~l LOCALI DKI CORPUtiCOLI SASGUIGN'l

'

* * L risultati dalle precedenti tavole si possono riassumere come app1·esso; rnn bon into~o, ap~wossimativamonle. salvo cioé le eccezioni da •·iferir:;i. almeno in gran parlt>, a~li ostacoli imprescindibili che drcondano simili esperienze, giil prima ù'ora accennati; e soprulutLo, sempre per queste cause, basandoci di preferenza sopra le vnrinzioni o le LIJssonanze piu conside1·evoli. onde as:~ognnre, secondo la l'ratica. un tnsso eventualmente trascnr·abite nei singoli conteggi, poniamo in media, del l. per cento.

Applica:ioni caldt• locnli (o per. 36). Temp. da 1.0" a 50° e ;sga ( Eritrociti: diminuiti. Durata IJ1·eve ~ Lem:ociti: piuttosto diminuiti. ~ Emoglobina: variazioni conispondenti. Eritrociti: notevolmente aumentati. Durato. L .. . . .. . . meno breve encoctlJ: 111mtnutl1 o 111Cert1. Emoglobina: 'arinzioni corrispondenti.

l

Applica::ioni locali f"reddt• (o per. i.i8). Temp. fino a ~o a 2u a 0° (ghiaccio fondente) Eritrociti : aumentati. Vaso-costri· l.eucocili : aumentali. zione Emoglobino.: variazioni non sempre corrispandenti. Et·itrociti: notevolmeu te aumentati. Vaso-dilata· Leucociti: aumentati. zione Emoglobina: variazion1 non sempre comspandenti.

l l


l'Eli l~ fLUir\ ZE TEIIIIICHE

Il ~:J

llnynt !lmn·ali da :loo n :l6° (oper. 5).

Ounlla: mezz' or.1 -

Nes~un

I'ISnltato appre.lzauile.

/l•tf}ni rnlf~t•dtltlli da :Jtì0 lino al hrivido (o per. i). ~~ r itroci Li : au mt·otat i. Durata : Leuroctlt . . · ùtmmntlt. . • mezz or.t etrea Emoglobina: variaziont corTispondenlt.

l

A (>rtma vista du ntrue osserveremo che il masstmo anmento de;!lt eritrociti, supPrando ptù di una volla i due milioni, ci appare nt>ll'estrema dil:\lazione vn..;nle susseguente all' azione in ~eoere non hre\ e eJ in len--a tanto del caldo che del frctldv. Due fallort nvver~t tn.t che iu re.1ltit si allacdnno nelle loro couse~uenze ultime di (OO§P:,Ii ou ~. dt sta"' ; do\t.l allora, come "' ,-a, avne.ne l'arcnm ulu dei cur!Juscolt, specie tloi glohulr ross·t, net capillari e nei '""' minori (l:ohnheun - Donders - Landob) per fuoru-;cita del plasma rho in,·aùe 1 tessuti; ed ancora, secondo la più recente opinione del Donolo, per ra~ir} n i del peso tlegli stessi elementi morfolol.(i!;i. i qu:ùi d ·runo depo-.itar-.i nl'llello della ··ireolazaone ùet (lh'~oli vasi a111plifìcata ìn un mollO eccez1onale, rna nndte coulemporaneamente falla~i più lenta, come accade del Oume r.he lrascmtt t materinlt e li deposita do\~ •l :;uo lt!ltO si nll•r:.:a. ~l e n o spiegahile •·iesce a me In diminuzione che prtH'ale degli criLrocitt. la qnule tocr.u in un caso sino la cliiTt>rtmt. .. in meno di oltre un wilione, in se~uito nd applicaz.toni raldc dt hrevo ùurata; :'ahu si Yn:.dia menar uuono elle ùuran Le il primo aLLo dell'nrLiucinlo ùila lazio no afl1u isca nella zona ,peruueotaln. momentaneamente, l'elemento più !\Cot·revole del sangue. in nltri ter111ini il pln:irna. il


Il t .}

\'AIIlAZ!ONl LOCALl DEl CORI•USCOU SA;'iGUit.'\1

Quanto ai leucociti essi si vedono subire in parte la sorte dei glouuli I'O$SÌ, ma in parte invece, sovra tutto dopo il ùagno generale rafl'reddnto ed il ùagno caldo locale prolun!-{ato, contrariamente appunto al modo di com portarsi delle emazie, appaiono in diminuzione, o non permeLtooo un deciso apprezzamento. Qnesto stato di cose è io primo luo~o riferiuilo al ooto cammino fìsiolo~ico di tali corpn sroli , a sbalzi r.ioè, Jeuto e disuguale, in causa della loro posizione marginnlc• o periferica nell' interno Jei vasi, c forse ancora, della Iom svariata figura, onde la fuor u-:c~ita Lli e~si dalla incisiotlt' cutanea deve es'iere meno uniforme degli eritrociti. ""con· dariamente credo auhia concorso a rendere duhhioso l't •srto. il difetto dei mezzi in uso per il couteggio ùei glohuli bianchi e su cui dirò più oltre. Tolta però qnesta variazione, mi pare sommarinmt'nte eire i risultati lino qui presi in t'snme si possono rrtenere di massima, 3Ccordantisi con '(UI'IIi o deiJ'ono u delraltro precedeute osservatore; ed ancor-a rlre essi in parte r3~giun­ sero un'accen tunzionc numerica, in più o in mono, mrglio spiccata, come appunto rniravn no la maggiore vivezza tlrgli stimoli, e In e3tesa varietit der sog~etti messi n\la prova. Un risult11to che io,ece. approfondendo l'osservazione. segnalerebbero più di:-.Lintamente, se non m'ing.mno, queste indag ini , è che l'iperglobnlia mas~ima precitata viene raggiunta, con freq uenza e grado rnnggiom, nella dilatazione vaso le per azione pr•otratta del frc1ldu vivo. A rigore tale reperto avanti di porgere cerla argomenlazioue ba bisogno di nuovi confronti, tulltnia non ;;i puo respingere la racrle idea della dipendenza ùi simile ri.;ultanz;\ lialla più prolungata dilatazione va,.;aJe - passiva o par.ditica - ello si ouiene con le protrntle ed intense stimola-


PER lNFJ.URNZE 'I'ER)flCOR

lioni fredde; la quale dilatazione può, comt' ~ noto, prorop rsi per t(U:tlche tempo anche dopo cessato lo stimolo. prima cho s'inizi la reazione. Tali condizioni collimerehiJero con precisione coi risultati òelle c~perieuze òi Bai p ( l ), falle ese).fnire pm·e dal Bozzole> sino nel H~83 , sulla ciaMsi tu·tificiale, d'onde appare durant n la slasi. nella circolazione eapillore dell a zona esplorala, una lll t'tlirt d'aumento di ~ lo­ buti rossi di circa mezzo miliorw per mmc.: eo~i anche dette condizioni concorderebhl.'ro. comunque in modo meno diretto. con le esperienze pilt recenti dello Zuntz e Coh nstein citato dal Poggi (3). l'n punto ancora che mi serni.H',\ apparire nelle mie ricerche più netto e deciso dello .dtrni, od almeno che io pos:;o tdTermare dopo numerosi nccert:~mem i ,.. l' f.mmmto, 11tr il /'rt•ddo. (lt'i glob~t li russi nel periodo di costri.;iont• ra.w!l,• che toccarono il milione, COtili' fllLre dei leucuciti. i quali raggiunsero, e non una sola volta. la dtil'erenza in piiJ di 4.000 per millimetro cubo. Onde render,; conto preciso dt tale fallo biso;na rkordat·e ~li studi di GraYÌII. da mo rtchiamati in principio, sulle variazioni. cioè, di densila ùel sangue dietro lo stimolo del freddo, per la fuorus~ila parziale t1el ten ue plasma - spremuto solto la costrizione dei vasi - e mi!{ranto verso gli spazi intercellulat·i tlei tes--uti; ovvero . secondo il Bozzolo, avviato, appunto per la =>Ua mag,:.dore 11uH.litil e leggerezza, l'aci lmente verso i di stretti va ~a li più Il ber i. piìt lontani, in~omma meno direuamente stimolati dal freddo. A queste ra;?ioni del fenome no, ~i potrebbe secondo il mio avviso, accop~iarne un'allra. d1e io farei par·tire clalla (t ) Giomol,• d~ll'.fccadcmitl <h mcdidll•l. 1~117 , N. i

('$/(,, dt.


l l ~()

VAIUAZIO~l LOC.\ I,I DEl CORPUSCOLI SAl~G lflGNI

conoseiuta e~perienza sulla circolazione capìllnre di Pois · seuill o ( l), e riprodoll.a anche in ligurn da parecchi odierni manuali di fisi ologia. Voglio dire. l'invasione dei globuli rossi (i quali , pnre nt:~i capillari. occnpano normalwente l'asse della corrente) entro le zone marginali trasparenti della rort•ente stessa (slralo sìer·oso di Poisseuille) in :;eguito a ··otnpre~s iune del lume d'uu capillare, fnlla però •ruesta eompre:-sione in modo da solo diminuire e nou ohbliterare il calibr·o del piccolo ,-aso. e nello stesso tempo ancht' moderaro l t\ corre nh' sa n ~ u igna sol topo;; w. D<\ tal e esperiema di Poiso;euille, e riò app1re pure evitl~Jnli:>sim o nellu !:>Les.,a Ggnrn precitntn. risulta elle Lanto n monte quanto n valle dell'osta~.:olo s•·ompare la zonn fluida e trasparen te d'ordinario osservaltil e nella c.olonoo liquida ùel 11asellino. la quote viene invece sostituita interamrnle dall';~cc umulo dei •'lll'(lltscoli sanguigni. Xel oo=-tro caso l 'ostacolo, 6\ ideo temente, verrebbe costitui to rlalla costrizione \'fllinle della circola:~.inno periferira. Un altro fatto, cltP u1ettono in rilievo le ravole t'• rhe atl' aU/IIl'n(() rft•i !J lof111li SOltO l' aziOnt' rfpl {'l'l!tic{O , p li l'i' UUrante 1:1 V"asucoMrizione, non ~··mpn• ri carrispondt> au mento nnalogo di 1'1/lll,?lobinrL - e ben inteso regult~ntlo ogni volta. ,.i noti !lene. quesLa osservaziOne non ~mila media del valore glohulare lisinlo~ieo assegnato in generale ugli oritt·ociti. mn su l valot·c dt e tali cot·puscoli presen1avano nel soggeuo in esnme alta puntura fondamentnl~ •li confro nto, pl'ima cioè •lei trattamenti; com e puro prendendo specialmenLe per base le dissonanzt' piti mat·cate.

(li r•Oi il!&UILLR. //~{htrC/1~ lll~ l'U,Ollltmtfl l eU( l iquidtl Cllltddtr•' tlnn~ /tS capHltllrfs v itiO>Il$. (O. t euu. t caci'. 1lt1 ~eiençe.~. O ]an v. •s~3).


PfR l '\ FI.UF."\7.& TB,II\IICEIF.

Il ~i

Sulle prime mi pun e ù1 dov-er ciò ll3Cri vere ad nberrn · &ioni minime nel delicato prm:edimeuto operatorio, parecchie ao;;seguabilt ad errore individuale. mn parel·rllie anche riferiiJih , io penso, ai mutamenti eh ~rado nei fe nomen i di adesione, di ca pillantit, o d1 coes10ne dw st annettono al funz ionamento dell'apparecdlio d1 Flei~chl. Le quali nllirne vnrialioni. trnanlunl(ne :;ov .. nte imp,•rcellthilt, sono. in penso pure!. ,.:ia Il t loro ,,e,,e C'lJ.!IOlle de!.(li in~in-,tllicati tJi,ar ·ortl1 rhe ~i cr•serrano qualche 'ulta pnre nei J.'(iornalier·i e~ami eli sangue per scopo r.linico, ll'a il numero dei rorpusc·oli ros!!i rd il loro rnlore dolmlart• · ed anz1 anf.'he tra 1 semplici e..am• emometrfci. Co;; l. per e!'empio, po~~o n o. dNte 'rtrinzioni, prodnrrt• una rnatllfe,ta di ..souanl.a fra cltw ricPrche esfguite contemporaneamente, traendu il snnl>{ue tlnlla stcs~a go.·r·a, onero a brHi~,;ima c),,-tanza da una ~e.·ondn puntura fattn però sPmpre m·llo Stl'ssn punto. sin allo .,Lato appnrentr>mente not mnle tlt•lla parte. o dopo npplicaziuni ('.alùe. O\ \ ero fretlcle, od altrtmenll. '\imrl1 t>~emp1 .;i preSt'IIL'lrono pur·e nelle mio cspt~ric1n ze rlt~ranle ~li ;;tessi traunmf.'nti a r··ldo. \ nzi pc•r que~ta ultima ngioth' •rnawlo ('ominrwi a me,.tlio lis:-arm1 ~oprn Il ripeter,i di t.ll1 disncrOI'd i tm emnglohtna ed d numero dclll' emazie, .;uppo~i prilll i LiHtmen t~ dte ciò pole~,;e ditwndere 1la influeuze r]PJII' temperature estreme. lo che forse• non sara nemmeno fuori eli lulli i casi. Prose,.rueoùo ati ogni moclo le inda,.:ini. h ossrn azione nei lcr·mini precitati si rcnùcva ai miei occhi ptll apprezzabile, in primo luogo per il valore clesunuhile dalla prociuztoll,.. df•llt• diiTeretlt.e piu r ilentnll, non rhe !lall.1 prepoucletant.a perrenlttale delle 'tOlte in cui es~n mi appariva. sotto l'axionn di'l freddo - secondariamente per rl rr,uflato r.lenli,·u avotu in lalune pro,·e di controll o 1ln al tro eollcga da me prel!nto ili


112 "

\' \RIAZL0'\1 LOCAI.t 081 Clllli'USCO LI SA '\GCII~Nl

ese;.!utrltl onde e\ ìt.are o~ni duhbto di su!!ge'tione- linalmeou~ per aver ritrovato cho il rauo spiccava purtl. ~eu1.a ,·ommcrlli. anche dall'analtsi tuta delle ricerche di :;perinH.m· tatori pl·o,·eui come il \\'tnlcrnitt. eù Il 'l urri, nonchè in allrt' r·irsrche di Balp panruentt rumptulf'l 111 questo istituto. t'nn tlivor~n inLAndimroto. l.t! quali ricerrhtl io ehhi a ri!'t:onlran• solo in Ull fH'rÌudu ullertort• Ùelle ffill' prattdtt•: p<>rocrlu'• In pruna ~eria di queste io l'avevo ese,.{nita, rnme un semplice dovere Ùt carica senza cìo1\ preoccup noi ..e esi,LE'\ "no ~lttdt e lavori precedenlr. TI "rnternitz (l) infaui trova col rreddo un aumento mn.;-,mw del Ji- • • d' emu~lohina 'opr.1 un massimo .tunwnto rli ,·trca due milioni d't'ritrocitt per milltmetro •·nho, Hllo a ùiro una motil dr•l valore globulare rh e Rl rl'ldH• Ilo\ uto verifìcarsi, Lenendo enlcolu che operava ~opra intiJ\lit1ui ~nnt od :lllllllalnti le.!!~iert Egli non ra apprPZZ.IIIICOii e nelllmeno lo motll' in ri,alto. Il .\Iurri (.2) il'allm parle ci ùtce rlle i mutanwnti o,.;,en•att nella tJIWntitil ticl· l't'mn;::lolnna col ha~no ft'l'tl.lo delle sue cloroticlw 11011 furono ro.~tantl'mmtt· 7J1'U/IIIr;iunali ngli ttnmenti dt'!Jii I'TÌITflt'lli. A Balp (:i) è risullalo che dopo il urindo feLh··ilc aument:tno i glohuli ros~i ma non in modo corrispondPnle l'emoglohina. Nollo mie o8 ricerche, infine , il l'atto :-~i VP· rilicò oltre una ventina di volte con si~niljcnto ben rnftoohl hile. Quanl<l allo stato (i:;ico dei soggeui in cui il fenonwnu st produ,se. o:.:ot apprezzamento sarebbe ora fuon •li

(l , l.oc. t li.

(tt Lo•, CII.

tSJ l"nlo>'• tlfi (Il. t·o••i r rlelt',•ttwQIOitillrl 11rl ~nvttlv {rbbnle. Tlfl, l;••l.tnl~. t'orino IB!l3.


PER C\rLIJE'\ZE TEIUllCHF.

11 ?9

proposito stoote la scarsezza degli esemplari e delle indasrini. Però non vo~lio tralasciare il ricordo di un giovinello (~. 8 e 9 della Tavola I con annotazione) il quale con l'aumer\lo eccezionale di 2.3 16,000 eritrociti per millimetro ~~ u uo, nvuto in un esame. mi ùieùa un rialzo dell'ernoglouioa di soli l O gradi, mentre il valore di essa av:~nti il trntlam enLo era normale. 1; interesse o la particolarilil magJ?iore che oiTrivn però sul pr·opusilo IJUesto indidduo era riferiuilc sovraLullo al fatto - t·erto allacciabile con rosservnrone qui in ar·Jlomenlo - che appena po~te le applicazioni subito si inizia,·a l'arro,:;imenlo prima al dor·so. poi diffuso ron raptditll e dolore a tulln In mano, notando che tale rossore era di tarda e dillìcile scomp:u·sa. come pure ehc. essendo sfebbrato di influenza da poco, presentava ancora in alLo. spiccatissima dermogrnlia. Questa anzi, unito a certi Hltr·i segni più sospetti, avevnno pr·irna lasciato in duubio per alcune ore. che fosse per· svollo'((>l':o.i una menin~ite. EvidenLemente ctnoque si lratlava di un :-.ogl!ello che in quei giorni Lrovava,;i in stato fisico straordinnrinmenle inclinato alle ~o ngestioni cutanee (come pure lo dimoslrano ~li allri esam i operati sopr·n di lui) e forse anche rlispoHo all'emoglol>memin nel senso che dirò in appresso. A me semuru ad ogni motlo, elle la somma di Lnli osser'\'azioni non sin. trascurabi le, come quella che suggerisce alla mente una curiosa analogia di fnlli e dì cause con una, llozi con due particolari entitl\ nosolo~iche: voglio dire, per un tanto con la clorosi. ma più specialmente con l'emo~lob i nemia o la emoj.!lobinuria da rreddo. \'aie dunrrne h pena, per lo meno, di occnparcene un momento.


11 30

l\RIA ZI0::'\1 1.0~\Ll Ol"l t;CIR PUSCOLI SA ~GUJG:\1

L'analogia della cloro·i con le os~ervazioni ni~HllP, stn oltanto 1n CIÒ che anche in queste ultime il 'ralon• r.moglouinico dt•,;li entrocili si pre~untercblte inferiore all'unit:'t , o comunque, inferiore a quello cl11' ~ssi offrivano n~i ~in gnli SOH~etti primit del LrnLtamentu fretltlo. \ ciò potremmo lnN~ ngj.!iun~ere •·ome il freddo sia parimenti ooa delle c.,u~P o•·cn-;ionalt non molto rare chtl dt•terminaoo la discr.ht n clurotica, ed aocor.t, ·econt.lo lo -tuùio del )Jurri a prupo•ito nppunlll dt•)!li elretti ùel fre,Jdo ,, lnoga seaden1.a '"P'a talnne rloroliche. rome ha~t1 l'influenza disordtniiLI tiPi nervi vasomotori per proutuovt• re in esse la dogluhuliun~~one. Ili qne~ta, il pritno atto ,·, llltluralmente In r••s,iune ùell'umoglohlna. " a npelo. l'aoalo~ia piit intere,,ante cbe richiaruen•hhe l'argomento m p:1rola si rift•rireltbe. serondo me. all't>mtglobinuria .Ja fredftO, specie fJUUiltiO si t•isal.!a fa COrll'lltt• degli stuùi rignardami «Juestu si n~olare ultimo proces.,n. ul :1\ent: con e.s~o rapporto anr.he indiretto. Co,.., n10l e·sere ricordalo comr ti fenomeno lì naie "''ll't•Htnt'(lollinuria e gli ste~~i sintOmi lf<'llCrali cLe la prece•lono. u In se)IuOnu, rappresentino soltanto l'ulllma tappa riPI Hturlm in p1rola, mentre in\'ece tol: matiÌfl'stazioni sono JH'I ... ulitu i ;;oli rnomeoli per i qnnlt ,; svela primittvamente nl pt ~l­ tico ed allo stesso infermn, detta inft>t'mllà. Infnllt. pat•llu!!• e 'PerimPntllOri tli fama (P"nlic~-Lill•'n- LeiJe,Jell' .Hi tltlllronu da lem!JO o pro,arouo come il primo stalo di que-l.t mnlatti.t. nn1.1 l'e.-,enza di es~n rono;,tsta nell'emo~lnbtut•mia ,;enza alt:una allra partccipnzionu dell'organismo. I n IJIII.'~tll sllliO però, essa può trovare, se modPrata, ancora uell 'm•-


PER l WI.UEXZ& l EllMI ClU:

1131

pni,mo 'Les-o ragioni che n 001 1.1 masd.erino e funzioni che J,t riJlllrHlO (fegato, m•lza, eo:c .) . .\l contrario se J'emoglnhinPmia tocrn un allo grailo. allora solo essa si pale,;a con i fenomeni gE>nerali e renah del JKirus,i;;mo emo~ lo­ binn l'ico. Tali consitlcraJ.ioni tui sènt hrann tnlaotu uiit molare tjuestn malauia in una ùisposi1.10ne dell'or~.nti-;mo um:~no, il •ruak Cò~i porgPI'Pbhe ati essa non p 1ù 1111 contrihutn nh!t htanza raro. rn:~ invec • rile,·ante. anzi uw:.lcolalttle pE'rchi· nella mag::ior parte irncono,.cit.il~. l'orge aiuto ancora a -.Jil'alln pnnc,pio , la slraor dinarta facilit.'1 ··on 1.1 quale. ne~li 111cli 1•lini nuto1·.amen1c predisposti all'emo..:l uuin ol'la paros-.i~tit·a. tJIII',ta suole all'aecmt·s• - flil'll'n f'ÌOL' lt lwissinw l'ause qull lt: un breve pedil uvtu, il :>émpltce lnt•t•are un' inferri ata. 111111 fu~ace scopertura (~lul'ri -Bozz.itu . ( l ) \ t• ~i ,J,•ve dilltl'nticare come noli~sime a' pl•riertze (.\ lun t·H.os.;oui- Boa..;- Ehl'i trh) uhhiano di mo'li ata la proJnz•ottl', in •rue~u su~;.;elli emo,.:lnhinunct. tlella emoglolunemia gent•rale " locnl'zzata mediante appl icazioni fredde pnrztali. \ ggi uugerò aorht' il fallo dt romnne rono~ce oza diti f,,rendn }!elare il san~ue e ln:>"iantlolo put s~eln rr 'i u-;,.er\"il che il llqurdo della proparazione è t•olorilo in giallo per emngl oltinil disciollu e che la mag~ior pa1·1e dPi gluhul i I'O""i sono dh·t•nult sfenci P. pnll itlt,simt p• r pl'rdita lli materia co · lnrantP. Que.. ta proprielit llel frecltlo come •' noto forroa la lca. ' <iel IIIPIO lo dr Hollt>t per la e..tr.•zioue tlell"eruoglohina. Eprert) non anei nemnwnu posln in rilie'o nle eon~ulernzion f\, hen sapt>ndu ti grado tl'indunivita clte bi-

( l) t;l"l'll<llr l11trnwziotw lt ct~llr· sclet~zc mt.Jìrhe, (J~r. ~o. i SS2.


113~

V.\RIAZ10~1 LOCALI DEr CORPUSCOLI SANGLìG.'\1

sogna accordare ai fenomeni esterni, per ltt valutazione di quelli cbe si compiono in noi, se non la sorreggessero rillessioni d'ordine patologiro, come ad esempio la minore resistenza delle emazie nelle slasi protrntte (La ndo H - la presenza di cristalli d'emoglobina ritrova ta da Schmith ( t) nelle dita delle mani e dei piedi :;:elati - ed altresì solto un punto di vista complementare, il manifestarsi òello scorbuto per aziooe generale del fredtlo, ed anche dell'alhumi· nuria dove in questo ultimo caso, prohabilmenre con la siero-albumina si mescoleranno, nelle urine. le ai!Junlln~ globulari. D'altronde assegnandovi un giusto valore, sono cerro da considerare parimenti taluni risultati di gauineuo, cnnH', per esempio, l'a1.ione emolitica del sic!ro umano per svariatissime condizioni morbose Olaragliano e Casteli ino) ( .2 ), ed i gradi divel'Si - nei diversi casi - di resistenza dei globnli ro:;~i sorto le press1oni, perciò pure di fronte al· l'ipercostrizione vasaio del primo per·iodo eli freddo. \l a più ancora merita qui ricordo la bella e>;penenza dello Stoclcnli, così propizia all'argomento, che pennel lando per quakhe tempo con sali frigorilì ci la pelle dei conigli Lrovav:.t nella aotossia il midollo delle loro ossa :ll'l·ossito, nonchi• un modo diverso di coagularsi del loro sangue. Mi sarebbe facile su questa via produrre altre considerazioni, ma sem h rami gii1 che le precedenti bastino per far ritenere teoricamente, o lino ad nn certo punto, ragionevole l'opinione di Copeman (3) il quale sopra esclusive considerazioni ~ul· l 'emoglobinuri ~c. arri va a quasi conclnclere che essrr, rapzm·-

(t) Soc. di .tl•d. inltrna. Berlino t893. (~) /.e rcuolt italiane di clinica medica, voi !1. l!:tl. Vallnrdi.

(3) Prnclitiotlel· N. XIV, t890.


l ' BR INFLUENZE TBI\MICHE

11 33

senti !m'esagerazione di nn fatto costante e fi~iologico , ed ancora la conclitsione che crede di poLer trarre il Murri, dopo esperienze al rìguar·do degli studi precitati s ullt~ cloi·otiche: esi~; te 1m meccanismo per cui l'az-ione ecc,·ssiva del (rerldo può porta1·e anche negli animali sani. una dist·rn::ionr dei globuli S<tn{/Ui!Jni. Ed è precisamente a questi ultimi cri teri che mi pare rechino per il momento qualche contributo l'ordine de lle rillessioni qui enumerate e l'osservazione fatta ril e,·are ed ora discussa, della probaln'le non eventuale sconcordanza Lra il vr.lore globulare e il numero degl i er·itrociti, cbe segui sovente l'azione molto \'iva del freddo nelle mie esperienze. Senonchè contro questa mia supposi~ione, la quale per quanto verosimile non può allontanarsi dal cam po delle ipotesi avendo bisogno per prender t'orma di nuovi s1udi e tli molleplici altre esperienze, io stesso di più mi sono poi andato cercando la più importante obiezione col l'inizinre ulleriori indr1gio i, nello scopo originariamente invec.e, che esse dovessero recarmi nuovo materiale ravorevole alle mie ar~o­ mentazioni . Il valore di essa obiezione però , atLUalmenle rimane soltanto ombreggiato, perchè dovelli sospendere le investigazioni per la sovraggi unta fine dell'anno clinico. Tullavia è fuo ri dubbio che queste assumerebbero di certo una forte importanza,. se il responso di altre investigazioni numerose ed anche più perfezionate si mantenesse in ogni caso avverso. lo mi ero, arluuque proposto rli esplorare, se le condizioni più intime del sangue, in questi casi di dissonanza tra globuli e valore globulare per causa del freddo applicato, avessero analogia pure con i reperr.i ematici della emoglobinuria parossislica.


11 3 i

\'.UU.\ZIO'I I I.OCAl. l JlEl COI\IlUSCOJ.J SA'IGL'IG\1

Ooveui escludert! t'&,ame a fre~co ùel !'an~ue. dopo il r,dfredtlamento locnle, perd1è troppo lliametralmeule wntrndditor·i '0110 ancura tra :.:l i aut•jri i ri"ultati riferiltili ai 1\trallera li-;ict del sangue etl ai microscopict degli eritro~iti. nella s te~sa e mo~lohinu raa . D'altronde In sculornmcntu 'nltnnlo ùei :.:lohnli rossi. su cui &:>:ii :.auto ri sembranu acl~ur­ dar,;i, ,·. termme lrnppo vago e comune con .dtrt> di·vrasil'. t:oU\enivn pinlloslo ricercare gli 111dizi per avvenlum desumi hili dal -.i ero: ma .;;iccome l•i~oaiU\ a re,;piu.Pre l'ovio -n~?gerim en to di agi re in e.-te'n con t'sprrirnzt~ ,Jj laboratnrio. spPrtt• per la mancanza dt'll'elt•meoto malatt ia preùomi nantr net miei :;u~getti. scebt irl\ ece quattro ti i questi: una :.nemt.t ~econchna. una .:iovane taùtca in "!\" ~ i o rnatn di friziont llll't'C ttt·tali, ti minntore noto, ed un rarcliaco in ~rompenso; però. ond e eYìtan· per«ltlr ma,!gtort .lì ...:l0 0ue e sper.ialmento JesHntt meno annucenti !Iella pnntua-.J. feei wstrurre alrunP pipNte fini.,simP lunghe pochi t'Pnlirnetri, ::ollilmente nflilate acl am!Jo gli estrrmi. e tli caliltro moltn ,.,de. F'atto ~i··uru ugot ,·olta Ù<>lla lorn n;.:oro::a nnL('zza e dopo pr~ror. l'lti ten l:tllvi perduti , potei u:~pir;ll'e- toltu il trau~meuto fredtln - tUla suflìt'H'll lt' e nella colonna lt ~n ngtH' dai lt'e prim1 ammalalt. Saltlatt• •Juindl alla lampatl:t le due punte di CÌ•Nun.l pipetta. "uhito dopo ognt aspir.t· t.iooe. ottenni po1 c•on ti proredmJE'flto di Jaksch la sf'pnmztooe tra t'Oa,(ulo e s1cro. Endentt>mente questo nllttuo por qunntn i11 propnrzio nt minnri dello stato normule ("all'o cio~ la p1rtt' mi,:ratn canea secundo ti suppo::;to - •lt pi ~m e n tu cerlu lo daJ.! Ii ammn~si globula n che la :;osLatuirono t' non romparentlo piit detto pi~mento.come coelir•tentr di color a· ziune nella •llll:t da "angue da e~aminarsi) ,l\'relJbe dovuto- il .;ìero rimn"to- l ertbim tl rnentc dimo,trare m u;:nal modo i cat·aueri della di~soluzione t•mo~ lollin ira . Senonchè, nl


Pini l~FWENZE TEIUII CilE

l l :15

contrario. tali caratteri mancarono lltnlo nelle appat·enze esteriori , quanto all'esame speuroscopico. Sono senza forse quesli dei primi passi , quindi non ancora pondern!Jili, sopra una Yia delicata e diflil'ile, ma che però mi sembra ' ia da se~-,rui rsi per citi ama se continuare talì indngini , come t\ anche mio intendimento.

"'

** t:on questo piu non mi resta che sciogliere ti premrsso riserbo iutomo a quella ragione di tluuhio sul conteggio dei leucocili, cbe farei cl ipendere dal malllriale Ll'es.\me e che !Jni .:oncretando riferisco esplit:itamente .11 li •ruidu usalo per la distruzione nelle emazie e cioi! l'nc1llo acetico glaciale al l'l p. 300. Benchtì lo creda ancora il mezzo di contE'ggio meno incerlo tleg.Lì altri consigliati, specie di quelli simultanei co11 gli er itrociti, pure ho dovuto convinc:ermi che lo scioglimen1 o di questi corpuscoli, il quale si vorrebbe nflid.lto alla solu:.:ione ac~Lic;\, riesce sovente incompleto. onòe le loro omlm•, insieme alla vischiosilit tlei ùisciolti elementi che le aLtorniano, linisccll\0 visibifm(.'nle a rapprendere, a saldare i. lencocili stessi. Né contro tale immobilità basta t·a~.plare anche a lungo. volta per ''olla, la perlina mes~:olatl'ice nel rigonlinmento della pipella. Quesln ò la pr·imn ragione, io penso, dello fa lsa di:;trihur.ione, che si osserva sovente sollo il microscopio, dr i glohuli bianchi: onde aHieoe allora tli contarne in un campo C(uatlro, sei, selle. mentre due, uno e ;~,ero negl i a!Lri. Si associ quindi anche cJ U C~La <t insidia » alle molL-e clte il Poggi a.itfitava teslt\ nel sno utile e pa7.iente lavoro. delcruole nessuno può rorse ussere forte ammiratore in questo mo-


113()

VAR I \ZIO~l LOCAU OBl CORPUSCOLI SA~GU IG:'il

mento più di me, che provai di recente quanto costano questi speciali conteggi, co'>picui per numero, delicati per mrtodo, rigorosi per do,•erc. Egl i ba dato chia ra prova di minuta osservazione, di propoRito tenace ed noche di spirito di sacrificio pPrsonale. perocchè un lavoro dt quella mole. eseguito da solo. nei termini e con le circo~pezioni che e~li ..te~<:o abilmente rileva. non pott' compiet·~i senza me:;i e mt•.;i di fatiche assidue con rinunzia ad o~n i altra occupaliont•. ~è vale. come hn udito, appuntargli che la maggior parte delle cau~e d'errore messe io rilievo era no praticamente gìa note ed evitale da ogni esperto in malt>ria, nello stes~o modo, supponiamo rhe un vecchio operaio conosce tuue le m.tlizie del suo me"tiere- avvegnachè lo scrillo del Pogf(i s1elera iotelletLunlmente da questo umile rango, perchè dopo aH•rli addilali e1l ord inali, cerca e trova le cagioni di tali errori, gr·andi e pi ct·ini. A questi ttltimi anzi, per seJ!nire le mosse del P u~gi, \orrei ag~inn,?erne taluni anrora. se non erro. dillH'nLieati da lui comP dai manuali pit.t in ··redito. Tal i ;;arehbero per es{'mpio: a) la pratica riproYe\ole di l:ware la parte in esame, solo pochi istanti pritna di'Ila puntura, provocandovi una nun sempre indi!Jerente ipt>remia: b) la inOtteuza va,;omotricE' (che non è lecito di compren•lere con gli ordinari stitMii r itlessi ) prodotta dall'allesa dd la infissione ne~di ind ividui im pres~ionaùili e pusillantmt e dte può giungere lino ai segn i iniziali della lipotimia; c) le' anazioni eli posizione del soggetto o della parte da pungersi, peroccht'• ad esempio Lulli sa nno lo ~ t a io di(l'erente ùi t•irculazione del nostro piede. da lello e da alzati; come pure nou deve es~ere inct•D~eguente l'estrarre il san:!ue, per un t'a'o. dal polpa:'trello di un ditn. mentre rtuesto od -toche la mano c l'av<Jmbraccio omologo si trovano in flessione; d) i mutamenti numel'ici eventuali tra la prima e le seguenli goccia


PER rNFWENZE TF.HllLCUE

1137

1 1

della stessa soluzione, se le successive sl::tzionarono a lungo nel mescolatore onde i corpuscoli poterono non solo depositare, cbe nllora soo rimovibili con l'agitazione, ma anche ndel'ire e fiss~m;i nel vetro; e) t'influenza eventuale sul sangue aspiralo, dei vapori d'etere residuali e di difficile quanto lenta rimozione, per chi la uso di questo liquido onde pulire la pipetra; il non lasciarsi guidare. come garanzia di secchezza intema della pipeLta stessa, altrimenti che dalla massima mobilita spontanea della perla agitatrice, la quale seccbezza si può ra~giungel'e piu presto, esauriti gli spedienti noti , passando tullo lo s1nunentino per il lungo con rapiditù e circospezione. un certo numero di volte, alla lampada. Prati ca questa ioconseguenle ed utilissima, come la è puro, onde evilnre quasi con certezza ogni volla le bollicine di nria nella cella porta-oggetti, quella tli accom~agnare il lato liùero del copri-og~euo con l'appoggio sulla lama piatta o d'una lancetta o d'nn temperino. TuLLe iner.ie, ma certo non senza interesse per chi le ignora . Il solo appunto che mi permetto di muo\'e:·e al P(lggi sta nei tocchi di vivace ironia, sparsi qua e là. fra le pagine del suo scrillo, i quali, salvo in{:(anno, lìuiscono cosi n gillare sulla cronolo;,!ia e sulla importanza delle pratiche tolle di con Leggio, un'ombra ma:.rgiorc di quella più misurata che il ricercatore ìnstancnuile sembra aver fatto spiccare dal contesto del suo lavoro. Se son nel vero, ciò tenderebbe a v&rcare i confini dell'equitit, perocchè le pratiche io pamla, tenute nel concetto in cui sempre le tennero i non fanatici, sono e rimarranno una conquista della diagnostica contemporanea. Tanto è•. cbe se le couclusiooi del fMicoRo studio di Poggi, sono Len degne di rafl'ermarsi come reali « causo d'errori » dalle qual i deve guar1larsi ogni inesperto che si accinga

n


'I l ;j

VARLUIOXl LOCA LI 081 l:OilPU COU SA~GI11G~f, ECC.

a tfuesti studi. esse però non spostarono la media numerica fisiologica dei corpu;,coli sanguigni assegnala ad un mmc.: la quale media però. non o~lante che sia consacrata da assidue ricerche di nn ventennio, permelle ancora termini di o~cil l azioni, tollerabìli senza sil.{niGcalo p a tolo~il'o, superiori sensibilmente alle maggio1·i differenze medie d'errori trovate dal Poggi stesso. Il quale al proposito, sono certo, non vorrà ne].!nre cito, appunto per i noti,;,;imi estremi di Lolleruuza dt tale media fisiolOf:tca, un 1th~1ltt!O qualunque non dicbiar·eril mat oli;.toemico un uonw :.ano, quando pure riscon trasse i n lut costa n temen Le, non 5. Ot)O, 1100 di emazie per mmc .• onde tenermi ai numeri di ll ••)em e \'i eroràL, ma ~-,ijOO.OOO e meno ancora. l~ inutile l Citi segue la via ùi queste indagini , l'Ost drconrlnte di elementi l'ali ne i, lo dissi altrove, deve grit forse da primn accontentar3i delle ragioni approssimaLive per le tjttali del resto, circa la porte qui stuùiata. è nuche ben lungi di bastare il materiale lìnor,t raccolto. ·~ menti illuminate mejZlio scorgono in questa via gli oslnt!oli che la intrn lciano, se vi rile,·ano deAii inganni . se vi trovano della zavorra, In ~euì n o. ma con lo sguardo Yollo in allo per· salil'e sempre, non al basso, per avere anche $Oit,;nto l'nr·ia di discendere. Tori no, :5 luglio 18!):;.


113\l

NO'T'IZTR SO~I~IAiìiR sulla st atistica sanitaria del R. Esercito per l'anno 1894

Autoriaati dal .\linistero tlella gut'rra, offriamo. nelle tavolo nnn P:-se alla presente nota, i ùati piti rmporlanlt relaliYi alle condizi oni sanitarie dell'e~errilo nel 189i.. Qneste lavule furono rt•dalle, per crnanlo fu posstlJile, secondo i crilerii o lo noJ'Itle stabilite dnllu Commissione inlernazionnle per la unificazione ùell e statisltche sanitari e militari, riunitnsi in Ru.Jape:-L nel ,euembre dt!llu •rorsu anno ( l). ~ ell'ordt-

ft) Com'è g~:a not~ al no·tri lettora, la umntArtouc (~lmtno ·lei c:nterill::en~rah e ~r le D!IL,lle piu imr orbntiJ •lell•• >l.•thtlrltt> s.tnll:tri<~ d~ a .,ari e<,.rc•ll ru Plinu\·r:uuenttl tlluo,,:'l nlla X\'nt ~P7lonc (llll'•ficma mtiltare1 del X Con.:re•~•) llllld11'" inlcrnazlonnls tenulo>i in n~rlmo nel Uj~. In •tn~ll'OO'ca!tiune ru nuIDIII~tn una Cvmml~sionc comr>Osla tlel ~lt:norl llllltnjls cprtsidenle) Notlrr Sehnl•hlor l' Krookcr, coll'inC3rlco dì rormul:.ro JlrOihlslo r lrra I(Ue>ta questiono e •Il rl!orlrM aliti ~t•7.ìMm• militare ciel ~~~e~c,~slvo r:,mf(re.~so medico. A ques to CoOI!ft' ,~<l, eht• ru IJUrll o rlel 189,, l~ll lllO•I In llnmn. Il .to!L. Nollcr, fiCr lnCllrh·o del pre-hlcnto tloll. niUing<, e•po•e la rlt' ·r ,JI:l d1~ Il bvoro fosso BI· Mato 111 un11 t:omml<•ione ìnteruulonlltl 1,·ui rnemhrt ro-sen1 espressnmenlu DOminati dallo nutorlla <tnilario mihL,rl <li tl11ruutJ -:t3lo interessa lo, coii'/IJ;· !ll<hm~otu del tt!(letml minislert. E~,~n.Jo stata 'l'f'n>>ata qu!'SI.:I JlTOJl<'•L'l d&!~ aezlono, il J>re!ld~n t .. di tfUP~t.:l, nt:~gs• •r t;enernl~ metlko romm. Cc (IO! h, h~Uoro apo di M!lll.l militare, pre•i' l'ntlll:\lt\& rt\Ol.tt•Ot!ll.>l Ili capi det rorr•l Allal.\rt est~rt. eomunitando loro il \'O hl tJ, 11.1 c;.,mm""'<•Ot! ed m\itamJolt '' de!'l~onnrt' rl~•cun•• un loro l':lflpre,entanto. l.a t:••rnma-.aon" n•sto cos1 rorruata cbi ~tillllrl. RU IIng,, dr legato por Jtli :Stnta llmll ,\'\ m~rh·:1, Ottewom.ki I•Pr h Franrt~. Grus~holm prr la Prussia, v. llnrton per 11 !lanlmrJrcr&, Hermann prr la fii!Vtfm, JncoiJ I per la. Sassonin, ~lyrrlar1. fWr 1 ',\u~lrlr\·Ungheria, Noltor JlCr l'lnghllt"rrn, l\llfll~l'itlliV$ky flur lu flu~~ln, ~Ctlrza ,, llr>•:1U por I'Jtnlia, Van der


l 1.\.Q

'OTlZIB SVlllLUUE SULL.\ SH.l'lSTlCA S.\Xll'ARIA

namento atlua.le della stnlislica del nostro esercito non è possibile di romire esallamente tulli i dnli richiesti dai moduli della Commissione. È noto che sollanlo per· la metà dei malati, ossia per quelli curati negli ospedali militari, si ha la ripartizione secondo la specie <li malattia sofferta: ma per f[Uelli curati nelle inrermerie re~gimontali si ha unn nomenrlaLura nosolo~Zica piit l'istreua, e non corTispondeme con quella de14li ospedali militari; per· quelli poi, ed il loro numero e grandissimo, che furono curati negli ospedali civili non si ha che una classificnzione nll'wgro~so in m11latLie meùiche, chirurgiche, oftalmiche e vencr·ee. Per poter soddisrare ai voti della Commissione e nello lilesso tempo a un desiderio generale già da lungo t&mpo sentito. cioè quello di avere nnu statistica più completn dell' attuale, occorredt rinnovare completamente il :;istema ora vigenLe. Siccome questo riouovamenlo non andrit probabilmente in vigore prima del 1807, si è eredulo opporlllno di pub blicare fin d'ora un riassunto della nostra statistica, quale si può desumere tini documenti allunlmentc io uso, procurando però di renderlo pi it che fosse possibile conror•me alle norme dettate dalla prelodala Commis,;ione. l o aLLe:;a delht consuAta Rela11iono medico-stali:>tico nnnuale, che è allualmente solto stampa, 'LucsLi pnchi thlli

Straelcn per Il Bolgìo. r.o Com totls:.louo sì riunì In OudnposL coui<Jmpor"n<•ll· mantc ttl Congra:>so internazionale d' lglune e tlemogrnnn, " tt!rmlnò i ~uol b· vorl n i setwmt.re. Ritonoseìut.'l l'impo-;,lbilità di ollenero che lutti !-!li Stntl cOmltilnssero unrt staLI~IIca purrctt:unento lrhmtlw, si limitO a tlroporre rh•• da tutti ftlssero rorniti l dati principali secondo moduli uniformi, o sbl•tli tUt elenco di lll:llatlle, scelte tra lo più importàntl nella patolo.;ia molitart-, p~r le quali cit1scuno :ltllto dovrebbe fornire lllatl rlclllostl nei moduli. A quru.Lo llltotlo ogni Stato pubhlitbcrclobo una speeio d! sommnrio dell& condizioni :;:tnll~riil Ilei rispetli\'o l!'tlfCilo; o que~tl sommari uniformomente compii nti pernll'llersbbcrn i conCronU lnternazlon<~li.


DiL n ~ ESERCITO I•E.It L'\N'\0 l

91

Il i l

riusuntivi permauernnno intanto uno sguardo pt·eventivo e generale sulle condizioni sanit.1r1e !lell'esercito. Lasr.inndo al lelloro, rho vorra attentamente esaminnre le tahelle. di fare Cl!li stesso le deduzioni e confronti. crediamo opportuno eli fnr procedere alcuni importanti schiarimenti. l dntì della tabella l , rifercnti"i n1 ri:mllali del reclu&amenlo, furono desuuti dall'ultima Hehtt.ione pubùlicnta dalla clirezione genor.\le delle leve e truppa e rwuardano esclnsiYamenle l'u ltima cl:u~c chiamata alla leva. rior •1ur•lln dei nati nel I H/3 . Le cifre nguard.tnll la "taLnra sono nferite nou a l 0(10 individui trnoati nbili. ma a l 000 ri•itflli, compresi gli Jb1ll c gl1 inabili. c tra crne~ll nltuui tanto J.!li inabili per malallie •1nanto •[uell i per ch•lh:ienza di statura. La tabella Il dà 1111 cnm1•endio dello stato ~nnilurio per divisiom. A propo,Jto della forza m••tila. poiclw • 1oe~to i_• il primo specrhio in r ui f's.;n ligum. ì• cl'uopu ns!'>errare che e:-:.a è ottenut.\ di' idt>ndo il totale clt•lle !Jilll'nalt' t! i a.'sl!yno, pet· i :J(j:) giorni tl••ll'anno. '~ella li'Uppa con as· te;:n~, "ono compres1 non solo tull1 ,.:h ìndl'ntl u1 rli truppa pt·esenti sotlo le <u·mi. e q1Lelli cbe .;i tro,avaoo in c111·a negli o;;pedali e nelle infenut'rie, ma nndll~ quelli in lieent.a, IJrere, ordinaria o ,..lraonliunri:l purrht: assenti dal corpo d;\ non più d1 2 nw~i. al tli l.t dt•l qual Ler·m•ne D<m purcepis•·onn pin alcun assegno Similmente nei morti sono compre'i non solo coloro dto moriruno es~endn pre-en li n( ··orpo. sia tlt>ntro che fuo ri degli slnùilim Pnli eli cura. ma anche quelli cho morirono essendll io licent..\ ~Ile proprit• case, tanto ,e 'lue--1.1 lic l'll/.:\ era di l1ren' durata qullnto :;e di se1 me,q o di un anno.


Il B

\OTIZHi :,0 \lXA IUR ::.Ut.I.A ~J.\TISTI C.! S:\SITARI.\

~on

\Oitmùo computare tra 1 morti militari quelli morti durante In loro temporanea lontananza dalle bandiere. che furono in numero di 97, si avrebbe: Totale gP.OI'rale clelle molti Hl i os~ia i ,i per l OUU. )forti per malauia itì2 o.;-.ia 3,9 P•'r 1000. La tahrlla l1 l dà il mo\ i mento del!! i ammalati. •Jistiuto prima per armi e poi per me-;i. l{i~unrdo al cnntrggio della fort.a moùia o della mol·t·1litit si rimanda a quanto i· :>lato dello a proposito dell.1 tniJella precedente. La tabella l\ olTre li mo,imento tlegli ammalati nei pre· si dii più importanti. Onde evitnre un eae~sn o :;umenh> di spazto s1 ~ono lim1tati 1 dati ai cnptluogo ùt di\ i,-ione m ilitaro, e n que1 p1·e:sidii che hanno a\uto almenn l nnu uomini di forza media dnrnnte l'1llltt11. La taltella \ tlorrelll.>e, ~econ clo il voto della Cornmi~­ sione. comprendere la clas~ili ·az10oe 1er malallic •li tutti i malati militari. \la. dato l'ordinamento attuale ,),.Ila nostra statistil' 1. ci i· gJUocoforz.\ ltrnttarc1 ,, fornire •!ue-.tn dato per i soli curali negli ospf'tlali militari inqoantodJt't, r·omo !;Ì t' fallo giit notare fin ù.t priuciiJio, per i j'urut 1 uelle iofermèrie ~i lta una nomenclaturil più ristrella ,. nnn ,·orrispondenle a jjllf'lla degli ospejlnli militari; per gli ospl'· d:llt civtlt pui non si ha chu uua ÙÌ'tl:>ioot· 111 i- gruppi: m:llattie mediche chirurgkhe. olL'tlmicho e 'enert't!. (;(i entrati negli ospedali mil1tnt'i nell'anno l H!H furnnu la meti1 rJttU'\t precisa di Lutti 1 malalt, essendo~i :t\ utn: Entrati nc.!li ospedali militari » ne~ li o;pedali civili. Il nelle infermerie d1 corpo . Totale

711.1'\ll

11,8:H ;;~.:lS!l

l~.() t 7!11!


ORI. a. ESERCITO P&ll L' \N~O 18l)i.

l U.3

Per questa mgione non si è creduto oppot·tnno di mettere il totale degli entrali per ogni si ugola malattia in rapporto colla fon~n media, pet·chè ciò, anzichè giovare alla eonosce01.a del vero stato sanitario, avrebbe potuto portare per molle ma lallie a ded nzion ì erronee. l nfatti. mentre ~l i o·pedali militari accolgono L111L1 i casi ili malnllia {che non possono esser ruraLi nelle infermerie) cl1P si H rifira oo nel presiùia tlove hanno sede, gli o~ p eùal i c.ivili invere non nccol~ono tlllti indistintamente gl i ammalati del l'lilpellivo pr~idio. ma 'Ohanto qnelli tra essi che hanno mnlntlie non aggrtwnhili col trasporto nllu spedale militar.- vit:iniore. C:osi pe•· e~em pio. melllrc ~i può esser certi che il numero di 3 ~lt!i-i rasi di si filid e ùifl"erisce di pochissimo dal vero qttnntitntivo dei casi avnti in lullo l'esercito. e che quindi, messo questo numero in rnpporlo colla l'nrzn me1lin, si nvreb),e l'indice presso a poro esnllo della vrrn frequenza della si!ilide, tale non sarehhe invece il ca~o per l'iiPotifo, la polmonite, 11 morltillu, ec• ., dH' n~ rrebbero atl nvere un indir.e mollo più Las~o del voro, non t·onosrendosi il numero dei cu rnli neg li spedali militari . Rignanio alla nomenclalura :;tnlti lila vuolsi osservare d1e la Commi ssioni'. appunlll per rendet· piì1 facile !"adozione di una terminologia unica, decise rli limitare l'clenro delle malattie sollanlu a quelle piit in teressanti per l 'igiene P la patologia militare, lascian1lo di mns:. ima in disparte quelle che, per quanto clioictlmento inlet·essn nti. banno pocn importanzu n•11nericn. Si è cnn~ervntn la termino!o;!ia !J1tinn adol1ata dalla Commissione, mellendole però a confnwlo le voct corrispondenti della nostra nomendatura no~olo~i~a portata dai ~J od . 7 della :-;latistica ~unitaria. Il quadro, come si è deLLo, comprende soltnnto gli entr.1li negli o,;pt~dnli militari; ma) per alcune mnlatLie, per le quali ~i polcrouo


JJ l-4-

NOTIZrE SOIDI.ARI & SUl,!...\ STATISTICA SAl'ilTARIA

aYere dati parziali anche dallo spoglio delle statistiche delle

infermerie di corpo, si aggiunse in nota anche il nnmero degli entrati io queste ultime. Higuarùo alle rnalallie veneree (delle quali Le nlceri molli e le adeniti veneree non i\i Lrovanu comprese nella lista della Cotmnissione), si osserva ancora cbe negli ospedali ci vili enLrarono 668 individui . per i quali però non si ha la distinzione del genere ùi malallia; agginngendo questi ai 12,307 degli o:;pednli mili tari, e ai il0'2il delle infermerie di cor·po.. i ha un totale di 17,89B >enerei , nella proporzione cioò di !l~ per 11000 della forza media. L11 tabella rr dà In distrihuzione per mesi di alcune malauie. Xcllo schema pl'oposlo dalla Commis,;ione la lista di queste mnl:lltie (· identtca a quella Clelia tnl.lella precedente . .Ma per quest'anno l' ufficio sta ~istica dell' lspettorato non ba potuto soddisfare a questo desiderato, in quanto che, quando fu rono comunicati i modelli proposti dalla Commissiono, i lavori di spogli o erano giit mollo inoltrati, nè si poteva piti. moùifìcarli ·senza grave pordita di tempo . Si offt·e quindi il movi mento di entrala per mesi per sole '13 malallie o gruppi di mnlatLie. È quasi superfluo ripetere che anche questo tavola si rifer·isce esclusivamente agli individui vntraLi negli ospedali militari. Finalmente In t.1bella Yll compendia i dali principali relativi ui morti. Qui è da osservare che nello spoglio delle schede dei morti si trovò, como avviene tutti gli anni, un cerio num ero di schede portanti indicazioni di mnlattie troppo generiche: o troppo mal definite, in modo che nuo si polet·ono ciMsilicare nella serie nosologica. Oltre a que~le vi ru ancho un piccolissimo numero di schede l'elative a inùi· vidui morti durante la licenza. nello quali la causa della morle non era indicata. ~i gli ttni che gli altri, nel cnlcolo


UBI. R. ESRRClTO PER L' A~~O l

9i.

Il ~5

proporzionale eh o si è ~iit fallo a propo5ito della tabella IT, furono conteggiati tra i morti per malauia. Circa le proporzioni !'U l 000 della forza media riman · diamo pure alle osservazioni fatte circa la tabella H. Riguardo alla distinzione per etil e pe•· noni di ~e n izio non si po~suno dare cifre propo!7.ionnli. mnncantlo la ripartizione della forza media a seconda ùi quesu dati.


~OTlZIE SO.Y\f \RlE SULI.A STATISTIC.\ S.L'IIJ..\.RIA

11111

TA\'OLA

l. -

Ri$ullalo tlt>ll' eaame ~

l!SOIC.\ZI0.\1

. Numero totale degli insct•llti di leva e~aminali . . . . . . . . . 35i521 i ~8 i ~l l Il :1027 1,:.!:39

:! 3

Furono dichioralì idonei al "Orvizio . Fur<'no dicltial·ati anabili per defictc>nza di l';lahu·a . . . . . . . { l Furono dichiarAli tnabih p<>r imperfezioni, malattie e ddOrlllilA . . 5 Furono manùalt rh'edibtli . . . .

l

58'<1

1)50'

4,')1

22

150 :Hl

1:~0 1 IO!! -

Su 1000 i-n..qcrit li rlr ler:a si eb-

l bero le Reyuencr RtO[I( r e ·

88

li~

i

Da 1,5f> -

l.GO c.

221

li2

H

• t,61-J,65c. " 1.fj6 - l. ~IJ c. u l,il -l,75 ~. • 1.76 - l,>-0 c. v 1,81 c più

32:1 231

20t; 27/l

lO~

t:JR

21\ i

l:l

IO,\

11,1 0,7

H Di 1,55 e. e meuo Il

JO Il 12

ll

Cau.~e di r(forr.ta (esclus i i ùeOcienli di staturo) per 1000 inserittt

t'Saminati.

l

t:i Deho!Pzza di co... liluziune J i Tubercolosi polmonare Ja ~Uopta realf' . . • J(l Vizt or tranici del cuore 17 Gozzi. lfl Vat·ici 'Hl Emorroidi . . . . . . . . . 20 Ernìo. . . . . . . . . . . .

:!l

l

Deviazione o mala conformazione d••i piedi (piedi oquint) . . . . . .

O, l

LO

1,:1 27.1 5.2

:!,0

t, q

9,~

:1,:1

O, l

l, i

:t,~l

:l:l,.i

~.o

t,tìl ' I,G !•

((,ti

~

lt,:r] ~1,1 ' ' ti.O

20,0 18.:1 J,Cl

l

M 11,1, JI.71' 11,$ 2.1

l UI

Hl, l\ t,n

»

l 0.11 t l ,fi r,l


OH. IL F.SEilt'ITO l'H li L' AN :iO

l 9S.

Il i 7

iif;l,rut, d i lcra til!lla classe 1873.

J

.. .c ~

;Il

~

~ ::;,

~

.. 6

o

I:H

~22

l'l 112 ~!l!()

l'',,

·ti :J :!t1S

57

Ufl

l :l~,

! !H

:!Xi-

!H4

il :l

TOT.\ t.E

e c:

~

l l llìi7J31i0~5

3

ro; 47

l ..,

c:

;;:

dti

O)

"E e

Regno

9760

3:H612

"n

~s

535

392

567

m;

1:~1 315 140

5:3

H:l

112

.iOi

30t

123

285

1:m

24o

l l''~ ~l

:!5l'<

1 7:~

30.i :i3fi

·)--

:Hi

2SH

J~;J

1!1:1

:.ti

51

:!!1

;,i

111

12

i

il li

lUI 38

u

t

S7,i 15,i O,t 0,1

~, 1,7

~

• fil,t

:!,l 1,1 0,7

.

2,B

~0.7

0.:!

1,1 0,5 tU L!l

t.:l 11,7 2,:1 1,li

_,,

~:H

2:W 107

:!!•R

lì-l

:!

Il

Il l

15.7 Il, l

Hl,:!

18,1-

n,2

o,;

11,9

11,6

I,U 0,0 l;;

O,!i

(),R 0,1

o·)

U,ti ·- ll,ti 1,1

202 326 28B 143 35

307 22U IH·

6 1

:!li li

H,6 26,0 0,1 0.2

tU

J4J 2loili 299

l&! lj(j

l'l

3

O,.i 0,5 0,1

1042:Jì

0.2

o.~

0,9 0,4 0,2 0,6

1.5 1.:3 9,6 4,:J 0,0

~~.o

• !),5

O, l

0,1

IO.R

JO,~

1:1, 1

5,6

9,8

~~.u

t,o O,H

ll,kl 11,4

r,,:l

o,n

n,9

D, i

0,4

o,:ll

0,3

1,0

0,1

O,H


114.8

NOTIZIE SO'f\IAIHE SUI.LA STATISTICA SA."ilTAUlA

TAVOLA I I. -

Mooimen.ti degli ammalrtli per dioisioni. MALATI E.~TRATI

liORTI

P&n 1().10 UELLA FOilZ\

fii\'ISIOl'\1

l

l Torino . NOV8l'S.

Alessandria

Cuneo Milano.

Brescia.

Piacenza Genova . Verona. Pado,·a. Bol o~na

Rlwenna

Ancona. Chieti

Firt•n1.c.

LivoralO. Roma Peru~ona

.

Sarde~oa.

Napoli . . Salerno. .

Bar1.

Catauzaro. Palermo

Messina

Tou.LE.

13056 3337 1415 (l885 :1388 2652

7752

601 78 591-~:~:18 ~.G 6,1

71l!)l 1985 2775 S!H:I 24t:J :U05 878:1 27:38 214U 103!!7 ~IG5 :1872 !1703 2:150 H78 79ti8 2Hii 2!-:02 5010 t69i 1ss!l 1)1 7:3 l!)78 :!.lO:l flORO H60 :!H:IJ i:IO~ 168!) lfiOO 7:!17 l!lr,() :!7~7 12 .li ~q;;.~ 5~1!10 :1!1 i ti Iii 25E>i 4031 771 :!.J2i l f>i6HI G:~i!l 7077 2815 703 12:l4 Ut7 !l'i t 2612 .l!)() i !Jij<s J 17i nv•o 2t8i i321 7301 J3!H :!876

30 877 38!'> ~.2 1-,'t 66!) 12 ~G2 fl,7 6,8 5273 26 32 636j311 3,1 .l,! l i ;J:H ~l :x> SON83 i.~ 5,5 4";60 391 45 603 :i52 4,fJ 5,7 5518 31- ~~ ~~~ 3i-? ~,8 ~. 4887 50! '>7 :,:x; 2~a :J,7 11,5 6037 (iO 68 581 ;!72 58 fl.5 682li 4!1 56 704 i62 5,0 \" 52t)<l 21.i :-!5 ti61 352 :t.3 4,4 3:-.s., 1:- 7wl:nt :1.2 a.i ~:!"l 28 30 82 4~5 5,i 5,X 1291 :U 33 8i5 ;,57 6,1 0,5 :->2>39 18 27 i2~ <i!l3 2.~. :J,, i-6!1i 16 23 651 3-~ 1 2.2 :J.~ lOAA3 53 f>9 8i2 ~Gi t,J l,ti :n:H J ti930 6<i 1 2.~ -t-,3 :J095 !l 1H 7~!-o~5?7 ~~~ •,!l 13i56 58 67 s.o ii1813, ; -t.,.$ 1937 Il 13 688 \3XÌ 3.~i -i.fì awa 25 31 7-to ti05 s,~ 7.~ 21H J7 18 5i!l 3111 1,4 ~,li 6a05 msl Sl 686 in6 7,?. s,;, 5270 2} :28 72::! [139 3,:J 3,8

- - --

----- --

HG1U 43:17 ·1158

82fH 2693 2580 9125 2U25 H0~1

60~0 25!·:))

87U5

wl

'l



I l o O NOTI?.IJ:: SO\IM."RIB SUI.l.A ST.\TISTICA SAl\ l T \IlL\ T .\\'OLt.

III -

_\foc-in,ento dtgli

======~==~~~==~

FORZ.l

\0111 F. MESI

li IblA

15SG

Granatieri Fanteria eli linea . Ber-.oglieri

;n:J:)!) tle)l",tj

Alpini . . . • . t>ic;lrelli militari . . . . . . . . . . h.:titu tt militari Ji educnziont~ e c;cnole tnebl.8ri Cavaflet·in e depoc;ito cavalli ~tallone Arti~herin do campagna . . . . • d. forl.••zza . . . . . . Oper~t e veter ani d'arligheria • Genio . . . . . . . . . . . Carnhmicri (compr ec;i gli nllievi) . I nvalidi e veterani . . . . . . Compa!:ruie t.li sanità. . . . . .

lt.l.

Ùe SUS"lSlo•nza.

,

.

,

.

.

~tabilimenti

militari di peua. . . . . Deposito centrale pec· le tc•uppP d'Afri~o

Totale

Gennaio .

Fehbc·aio.

~1art. ' ·

\ pr ile .

MaJl~('

GJUgno Lu!!lio . .\ go.. to

.

SeU••mbre Ollol>re . Novembrr Dicl:'mbr t> Totale

i:r;~;

11001


o

OHI. Il. l!S KIICITO I' ER L'ANNO 1891.

ll l

per nrmi e per nlt·~i. PER tOOO DELLA FORZ_\ YEOIA

c

~~~ ::=::

Cl\'lli

:o c ... -, c:rU "'""-.::..

e ml ltL1n

.= ........

Xegll o~pe<lali tftALI

'-~E

n."

801V 33'.1!1

u~ ~

t'lOtO

U868

10 10 3i-W3 i !V>O

176!'1

')74 t

81fiM-i

725!:1

6146 145 4tlli

115 22ì7

14

11813 Il

8166 iOO

·~!l

681 l !l

20!15

7fli)

In

i:"-

e nlllle

militari

lulA l&

C.&.'-

8""~

C"'"-

IO(crmtn '

e ci~ih

17

li :J!lì

1101

ì7

ì2a

li:1!'J 4:H

liJ,S

!Wl

3!'1~

4.:l

l 10,8:,,o

lj,3

7,0

2H

r,:i

)Il i

:HO

IO:l:J

:!

{!):{

108 (i:l :!2

J;~ l

77J

~

885 14-:l 381i 388 431!

3

3i l

70 ~l

r.o

20

:w

IO Il

IO

1:! G H

!)!)8

Il

3ì3 123

!J

140789

8:!210

K;,1-

JOU

10:169

r>=l!li

Hl

~.

H f1H !l ':!l

!H U:i

87ì{l

ti~51;

1485:1

12965 14&..>, t06.'i7 838:1 7:)'il)

6550

U2:i!l

r,r,

SI

!)(),')6

J:,!;,

7i72 7::ot

H~

~w;

7170 -ii i O

70!'i 4 11 6R2 151 8fi 425

:!lj

t:ll

li

7(}6

ili

!li

t :Hfl G: J

r:;

;'\egli

ospe<Jall

~~=o

WJ8

i'\e~;li

ospedali

e.::t:

·-;.5~

,_

-·)

Iii

a

1;1\

t!H

1:m !],")

!lO

n~

al 71

75 Iii

r,7

o

28:~

R;,

42:) 5!'Ji'{ 47K

l

3,8 i,8

;J,l 5,!.1

.\,9 3,4

l l., l

3,3

4,:3

~.z .,,,

.i-11 37q

t; ...

l

2,81 },5

3,9

~•• 3 R,5 5.~

60,6 1 uo,6 li,~)

l 5,9

~ ·)

~,2 ~.a

},3

b

D

42:!

.\,t

:- ~

33

O, t.~J 0,:32 0,38

0,37

2!Ji

26 t5 ~2

:H 3~

l

O,M0,36 O,;lJ 0,27

,~

..

o.~~~

O, H

l 0,59 0,~:!

0,39

7!1

m;

!)J

;',(i

O:!

2!)

!~!)

:!li

} :l

:H

(J}

·l3

0,30

o.a:>

7~;!

42

4,4

5,:!

!l!l9R

)•l

R ·oo

36:W

1.7 Ili

i!) fiH (i:l i:!

82:!10

RM

10 1~

.- ----1--- ---

42 38

o.:.m O,i 2

0,28 0,31

0,35

O,i8 ().il)

O,!J:J

n, i:!


1132

\ OTI ZIE SO!IIlltARig SI LL,\ STA'I'ISTTC A S:VìiTARIA

.\Jooim.enio de~ malati nei 11rl'sidii pili imporcantt.

T A voLA l V. -

(Capiluogo oli 11ivi~lono a Jlre•ldll gupcrlor• l\ 1000 uomiol di rorza OJ•!\113). ,~,

rr:;cr1Jn1

1•er 1000

J•cr ll~Kl •Il rurz • m<edla

eli

run.a media PRE.'IOI

PRESIDI

~ .,_ ;::~

~e g '·

C>= c o

F-"' CIJ--

j ,

j o Co 0 { Torino

- - - -- - - - :

aw12r.!l

.

113i1iU I Go c~r~ !>:~:.! 3i:! d'trmw

, rp l Novara. d armata { Vet•celll

n:HI5~:1

1\llll'~tlnd•·ia

76:} :J!l~

A"U . . ,

- 0

. 101l0 :)~(jl . n q:m l

\l tlano . 30 id \ Brescia . · (Cremona B· rgamo

IOiR ti t~

Firen:t.P .

l

717 :1HO IOilllì:ll 6511 Hl

P1sa . .

f>51 :!"-0

Homa . 9• iù. Ca!!lifl!i. Peru!!l8.

~

n:! i ~r.2 JOJS ,;;:! J(I()S -;!t

( P incenzn \ P nrma . ~o i l. P 1via. . Gé.!no,•a . Snvona.

f

Yl'ronn . Mantova

5o id.

l

Va~enza.

Padova . Venezia.

~o id

R:>1 r,t;

rmn :·m

·. 1 i65 i5H :1!1~ 5:!1}

l

liiH tll

5i3 2!li R06 ~:H

~-.s~:W•i :l;J~I :!!)2

s-:o ar12

no5r.ìixl

Livo~no. Spez.1a •

1

(Napoli . \Caserta . IO" id. / Gaetu. . Capua . Saler uo. Bari . . Il• 1'd • ll Catanzaro

!i271

H22 f>3:l :llfl iSO ~:W

!187 li:!:!

l Chieti. .

1o id. Novi li~UI't! 12Hf> 5~3 ) Cusa.le . Cuneo .

l

'd S Ancona •

1 1

~IO

Bologna. . 7fi:ll Modena. . i:!U a;r, Reg!!io Em. 1\~tx :!rlll Ravenna . 100\1;,~;

1:!0 iù.

~Me!"sinu.

Catania Palermo.

S!lr, fi~,fi

!J 18 7:1!1 to5!l ot!

l



'l'A VOL.\

Morimcnio cleylt allitltalati per le malattie più ittlportanti.

V. -

.....

....

(Osr-e.ltll militari).

z

DESIG\.~ZIOS& VEI.I,I': M\LATTit:

TllOI.I CORRIS JI\J "\OE:XTI

>econdo la la\llla

cl••lla nomenclaturn In oso p~r h

nosologica ml••rmuionale

~

2

~

-

2

Broncluli acute. Cr1let·u S!<rAlico.

Bron.r.hitis (ICUift

31 ello/era asralica.

.

.

Id no:>trnH. Diphlheria ('[ croup

41 5

6 7

. . . (l) . . . Fl'iJrt!i incermictens (ma/arrn l::!).

R · Fl'l1rìS recnrl'l ns 9 Gonorrlwen t\1)

.

.

.

Risipole . . . . Fehbri ria mult~ria - Cachessia palustre. o

Olt>Hnt·ragif'! e hknnrree cluh bl!:'nOrt·agrclt•·.

• ••

• tle c:hal!!ur (4\.

.\1entrvtrCt~< e~rehrQ·l<J'itwl ill

.~'l'trlémiea .(,r_!),

Mcuin~o~ile cet'ebro-spi na~o

__<lt\t'~!~ ·

-

-

-

-

25

=

c

~l

lllft•rmrrle rhbt•ro : nllrl G rnsi rli ri~lpulu. ;:! 4,5 ('2) i\ell" lnfcrmPrl~ ~l ••hbero :::::! t'i6.l r;ul di (tbbn da ma- ~ /at·/11 aempliCt

2 RO,O :t7 t r!tMI di i'll/ltWll1a. 7/1 (4) N~llt• lnfcrmerlr si ••iJbc 1 ~a·o •l'lllrllll•:lmtt

2,::!

(5) :'"'Il•• mf,•rmt'rie ,, i t'hl>é'rO

0,~~

~(lllltllt·.

Nr•lle htf•·rnu•rl" 111 vhlu•t·o ti (li ~Ì 111 1111/rbìllrr. PJ :\eli t tnférmrrin al !!l>l.ero (ul

-

'

W.!.il r, pi-

....

'l.

~J~oo,oJ (3) ~ell11 lnrt·ruwrlt• si ohhrro

:198 1 :1 '~)J 5.1 !t

~

111:

t'O:

-

2

3 ,.,.,., •lr lllflllli'IIIC rtrrbro-

Ur-

t o Ilet·,urt . . . . • . • \ ~t·nao • . . • . • • • Il lntlucn:a (:l) • • . • • • lnllu.:lnzn . . . . • 12 lT&solat io (Ili t:sc:hlii:J, coup lno..oll\l.lllnc 13

o ::2

5 •

l

l=... l ;.. 2r-1- l ~elh1

;,303,2i

Di st-~e nlo l'io.

IJtJ.~enteria .

o

~ \ ,\tn'AL/()\1

(t)

Oifll' rite

Ery11i{lefru~

'J;

~

~

Alcooli'"mo

l'i

~

slalbtlcn .snnilnrin dell'eserciUl

l J A lcoholismus acutw; (inclus. Deli r ium Lrrpnenx).

o ::::! :s

titi7 ·CL~a •H } ;ttr·.-,IUi ~ (~.i .'\elle lnf<'l'lll<'rie oi ~l>IM'I'Q li> .,..a di , . ,......,... ........ q .............

c=. >

~ ~ ~

....


Sca,.lattna .

.''it'urlm (!t,, . SgtJiti/is (9).

- · ~1 w 23 :!~ , :!~1

tG

. . . .

rraehoma .

. . .

Tul•ercul08i~:> 1mfmonttm . Id. Cfl'(t'r u r um oryarw r 11111. Typhu.~ abtluminlllts

Il

Reuma&lamo ai'Ucolal"e.

~1tlli·IO .

·

Scarlattina . . • . . . . . Scot·buto e porpora e morragica.

e:rant•èlnttt ieus

:.r;

Fariolae. . :!X Jlorbi a1tn~ :!0 I d. curdis

• .

• .

• .

Congiuntl\'lli g•·twulo~e . .

·

·

Tubt!rrolosi polu}I)IJOrt! . . Id. di altri organi llco·lifo . Ue rmo- tifo . . . . Vaiu :1lo 11 vamoloide. Olili t•·l o torree. . . . . . . Pericur.litL endocar.llll - · \ iz1 Ol'gnnid dt>l cuon~ o dei grossi V8"Ì .

~o 1

l d.

c1a ;.~.

311 Id. n entrs. 1

32

:131

Id.

Id.

OCIIli.

~ysu mal. uri n

et .~c· .cual ('!r-.1'/. rr.n. et

.~!JJifl}.

Foruncoln~i. ve~rni - S cahbtu - .\ llrù maiali io d t: Ila pelle l•ronopal10 . . . . . . . . (To lol 1~ dell~ rnalnlLte ollalmichc llli'Jlll lo t~nngiuntt VILI f!l'fl llUI ). Ncfrilt•, cakolosi t·euulc- Alt ra mnlnllic Mi l'C n t -Cistiti e cnlCt1losi \ C::>··it'ale - Ur ell·ill e !'lt'HI'-lllOeuti urdralt-Balonopo~;o~lili -

-

Fimo::~i

Ot·r hile -

o parafi tn()SI lùrocole.

tale - --

~-l'H i! alftUljebe eo&rall

negli ~l•ll<hU mllll.arl lliD· Ulonl:• lllf••Uiva.mera\11 11 tft07

lnoh\l•lui, c:ou i m~•rli . ~elle mf~nneriedi roq•o si ebbero IOIJtlrl!: •

Entn•IJ (lllr blt·nor-

raJ!c'' • • • • :t:'r69 EntraU l"'f ulceri c •·lenill \i'ne~. U4:; ~nlrall l'~f .'lntìcl•ì l)

~

t"

l'l: 7'

~

'l'otnle . . :'.11.!3

"'~ o ": :0:

::s

r.

>

'7,

.li

o

~ .,...

t;


TAvot.A \'l. -

Fn.trata delle pi1i importanti malal!ie per mesi. .'\um..rl <1-'SUhJll.

• ,\ L " ' T l &

'

.:.: ~

·~~ li~ •.~ l~:. ~.~· ; ll ~~ Il ; Il ~ ~~ t~ : l

:

c

:...

'::;

J

<

::::1

.È ~

~

l

ti ~

::

c

~ ~

\

o

,.,.

./.

co:

v.

g

z.

.:::

-,-l-l r_o_n-cl-li-ti-.-, -,o-lm - ol-li-ti-.-l'leuriti ed

•·~ili . ~ 1Clli21562 IIHI 129RI !12:, SO!l 712 ~17~-~!1 2:) :Wi - -. :-:-....

2. Tubm·cofoqi polmonalo e d1 altri n•·ga11i. J 3. Ileo- tiro . . . . . . 4. Mor b1llo . : . 1 5. Scnrlallina . . • . . . . . li. Febbl'i da rualariu e t•nches,;ia pnlu!'tlrP. i . l n ll uenza . . . . . . • • . . . .

!:i 32

IJ

15 31 20

al -:

J ~,r, 108 'A7

:11

l tit IH 20 li :.!6 5~ nol .i:.! 38 Hi6 l 5't :l't W 6 :! 220 2i'l 2.25 2:1:1 iO l Il l ~ ~ xo :JH r,o

l:ll

:!-. 110 -;

:.!01 IO

1:11

r,

aj

l :l 1115 !li n71 i5 .1. l ~~ 1 f1 6 • l.;:,fll r:w~ 1 GGCI M,r, 27R • a

•1

. . . . . . . . . . . 1 :.!7 tr, :111 :!7 :w 1 ~ ~ !l. He umalìsmo arl icolaro . l !I l 85 123 27:-1 !!Oil :!IO IHI 11 5 lìr! li!! ;,!J IO. Ma lal t il' ollalm•che . . 12Ci 127 l!l l 2~2 2011 I!JR :!02 IO:! tal i RU Il. 1\l alaltte Yenereu t> ... inhtichll . MO -::-.t 11 Hl t a:,:~ 1182 liRI tfJ01. !IHII 7~1 1:1K. fi7!1 12 Lec::inoi ola cau!'C vinloule • • . 1871 ~:l'f. :IH :lìx' :r.!l :l\!1 5:!:,1 ~07 :.!;W I!Hil 2U1 r. ·, -, IJ- l lo.J •• 1'')(' ur <l '' l '!' •)• 13. Scnbb .11 • l ,}'i ;1.l :. , ... • • ''" •- , •• • 'l -' H. n esipole .

lli'l l

.,. 7

VI

c:

:~

Cl)

Il > "'! 7 iii .... 'l 2 ;..

l v. > R ~

-

·> .... -

H ~

~


"'::

·-

..:

c

l_~

nEL Il. ESEII Crro l'Eli t ' \111'~0 l X\H

"'

!

l i l

o

"

l

g ~

o

i

l•

·-·-

:;1

,_ ~· ':'l

':'l

o

'N

l l i} 7

·--..!-

• .. ~ -, ,_, ,---~-,--:r-.-,. ,_ : l_____~..____~_·________~~---

11------=-[lJOUI !dJI llfW<'II~li llfl:lll.f

<

.J

::l

c f-.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVtSTA MEDICA Dlagnotl differenziale del oanorl del fegato e del fegati oardlaol. - E \111.1~ FLt . - (./ou l'ltal de Jvf~d,:elfW et de rhir ur•Jie, ugo<:ln l ~!lil). Que~ta diugno«i pori! a lulla pr ima molto faciltl, ,. tullu,ia è molto fr l!quenlu la confusione tra 11 CtJDct'O del ft';:rall) ed il fef:tlllo cu rdiaco. L'nnlore cosi J'ÌQ$sume i <:egni diflimmzialt dt CJUO~le due affl•ziom. N vi <'81lCl'O d~ l re~alo !:!Ì COD::.'Inluno l'anorcs<oia 8>';-olutll, l'acola pt~:tmenlaria, l tperlrofia rApi·Ili t. pro..rre,<:ìnt dul fegato, In tltminut.ìon•• t>str.,mu P pet·sif<LtJnle liell'm•rH, l'fll;senw ti i nlhuminurìn, l' ipet•Losstctlò nt'IIHtrio, la tlu~tl~tbnliz­ zaziuue mollo inll.'nsn, l'alJba<:satuculo tlel valore enuwlnl1inico Liellc m we. la leuc ·llo<ot N d fegnL11 cardtact}, al conlrarto, l'urt•a ò diminuila, wa que-.h llinùJUzi me unu raggìun!!'•l mai il gra Jo ~-'"IJ•em • c s servalo nut cancoJ'O!'lt; lo <'ura dell'tlOoztone cn rùi ~tt~a pw·, c!flr luogo o ''et•e scat·tclw azoluriche. l'olbuminurin è In r-e~nlu; il num~ro tll•i glolmll ro:-<qi cliscentlo r•aramenle al tli!-'utlo di 2.5!JO.II(I{); il C•1nt.-nulo emoglubinico dello ematie i nn·tcina al normnlc.; il numero dei leucoctli non e o.umentulo. La 1 in n ione di que.~Li ~inltuni, congiunta allo «lurlin tlt•di antecedenti, al tlecot·!"o difl'ur enzia!.· rldlo due aflozioni, all'esatuP- t·ntupletn ùi lutt.i .rh op 'arati, pot·ncelleru il più "l•l!!':òO di fare uun tlia;..mo..;i prect!':O. Pere\ in nkune rare cir·c•m-tan1.t>; vi ha coe:>i..,Lenzn d1 Ull coucr<> vi,.cerale Intente e dt B"i~tn ia epalicu: :-:i dovra pensare 11lla posl'iluliln ùì quef<Le Je,.toni complesst'. dì una dtaP"nosi ~cmpt'<' rnollo delicata.


IIIV'ISI \

liEDIL.\

11 :m

Bulla. mega.loga.atrla. e la. gaatreota.sla.. (D·ut. mflit,1rar:.t. ZrdRt·!t., N. !l, Jloi!J5).

RIEGt::l.. -

Un ~:ronde ven lricolo (me:mlnga«lria) i cui limiti inf••r•ori, dopo clisleso rnc.lillnle ncitlo ca rbonico (poh ere etlerv.,:;c,•nte) setmdevtt a lf UIHII tt·e dllu ~nJ. rO tlell'omhalliro, t'ù os~ervalo er<'idenlalnwnle da Riegel l'Op•·a un IIOIIHl tli !l'l 1\llui che del resW godovtt dJ llll !Juon ttppcliln e dJ utliroa JigesliOIIP. Le più esolltl r 1CP.rd1e delle cunùiziom ~Jmniche c wolorie dello i'lnmaro l'Alle medianlt• ar•ali~i dPI ~un contenuto nei VAri tempi d11p0 J1 flR"'lu, 11011 dmder<l O \C lllrc ~uJJn f'nnZÌ0116 clige--tiva In menouw vuriazione dnl IIOt'JnAie. Q11ello stomaco dopn ' Junllrn ore dul 1a~lo ero "i t\ lei Lutto vnc.to. SI .Janno ltdiiii'JIIe dt•i Cll'l '" no levllle tlilftlaziont" 'lotnneele ;;enzu nt•l'•bolimento tlelln run7.tone chim•ca e nmlot·in dell' org-ano ntcnlrfl, t~Om" St "~fl, nell'or linnJ•in !Zilslre<·Lu~sn •JUeUe cJua fnuJ.ion i r esltlllfl menomatfl (alo11iu). NaLu•·n l sno11lo nnn !-Ì e~clud•• eh~> i Cll""l •lt•ll' prima t'O l•' n l'1ft JIO"~nuo l'al' Jl8"'"'ll.gl!iO t1 •(IICIIi tlellt1 "ern11dn. Ollre 11 rio il Riego l <•hl·e aol os~erwu·e 11110 terza fn r 111a ùi alleu1zioJw, cioo hu \'ctlulo cn~i nei f{Hnli In stoiTiacn 11011 collrepn"'"" .,,, nelle '-UO tl11n •nIIÌO!lt i limili llfii'II ISii, 11111 si lllflle i'Ìtlle nltnH'IIllll't' \' Ì l' l'Il ll'l;\l· ll•uuto più n lungo del nOJ'Illlllo (.JeboiL•un tnoloria, nln11ia ed '""urfkieni.H). ~la .::im ili cn~ i per hii'Antlo n lun,.ro. !''>"~ono C(on l111·rc n Ila !!S... Ir e ·trl.-ia cotrl" gai Ro..,emLnc.lt hR dimo"trato; nduut[ue in qtH!"'Ii casi l'olnnìa th•l'o !- lOIItOcn ,·, l'u111ca CIHt<~u tlP iln ••cta"in. In mo,Jn t\ ltnltn oppn!'!O !:ii comporLano le Pcln"i" protlolle •In ::.lenu'"Ì pilot'H:u: in e"'~" l'ulonJa ed 1 dt .. turLt hp., n lenti da fUiatat.iunt• ... npra' 'cntrnllt'1 in modo :o"C:nl)dar io. Questa tlilft!t'enza eziulngi·· t •·i l!doillt urwhe la chn•r·~n l•1rapia ; qno,;lo ultimo.• ectu..,w "'lJIIIl del dullliniu tlo tu t•ltit•ura;ill . Le gu!'llt'o•dasic otont~:h •• iJtvr•co •·ot:lamano uu Ru llt>crto tra Lln me n lo ìntern•J r1ou ordimu·t> llJII•t" r1alll dit•ln, .•vr· tar~ 11 "O'ercltio u,o di ltcvanJ~. t'Oillhutlere i proc··--~i rermentatori '.!nzo.!!eni. l'lnbilìre opptwtur•n t•iparlizionc tlei pa!:'li, p1·escr1 vere la fal>cia ~lnr,tica . l'n~o d••lr olett••icit:i o

del massogg•o.


l 161)

RI VlST \

Del dolore nell'&ortite oronlo& - V. (Gtuette d es llfJpilau 1, ~. 81, JS!J~,)

M Ail'rr~- DtJRR.

-

f.'eo r·tiLe cr•onica è una mala Ltta frequente, ma soventi sconosciuta, pPrcltò il suo inizio é insidio!!o. ed i ft!nomeni funzionali, coi •1uali essa s1 mantfesta a questo pertotlo, sono

raramente attribuiti alla loro vera CSU"'R. La tl!ognosi é ptù facil ' in !<e~uito. quando l'alter·az10n" dello luniclto aortiche Iw in teressato i vasi elle partono da <JUC tu arterui o specialmente le corouarie, o meglio quanJo si ,, rropa~ala al plessn ner'voso cardiaco; ma aiJCII'a la te· rapeulica a:.ti~ce mollo llltlno !<Opr·a una lesione che dala ola Jun,.:o tempo o eh•· non ù priJ limitata alle Role par·cli tlell'aor·ta. l feuomoni doloro~i che, più lar·ui, assumono unu co!lt S!r&otlP importanza, possono, nell'uuzio, el<St'rd molln aLteuuati. Il pru "!•esso, u~ll'uuzio soprattutto, i sint(Jtni d• ·• lot'oRi consistono sPmpliremente in una sensaziotJ«:l di oppr e ...sione e d1 peso precordt>de che 11011 è Ctlnlmuo ,, comparo !'OJamente ndl'occa.. ione di sfor.:t. Sembra, a• maiali, che essi ttubrartt• sul cuor··· come un peso eh•~ h ...o fii or' l t P 111 lardi que!<li ft>nomeru si ac,·enluono. AllorA ò 1111 wro dol or·e ordinadaull'llte r·!•tru-!>.ler nale, c:he assume J.!ià un curaltere di co~trizione, la quale rag..tiun;:te iJ !<HO ma..:<>rrno nell'angina dJ petto. Que~lo dolore rtlos·na spes~o aù u ct:e"'~l . E quindi n,•cos'<ario, pr imo di tuLlo, pensare all'aortil.. crnnict~, pPrché i renumeni dolorosi sonn talvolta cosr poco arcentuali che l'tl"~ano facilmente inllv,·cr·liti . •\ ~t::iun.!a<~i, r. h t raol'lilo cronica puo ar r•ivnrc al puuln di ca,. ionare la T•l•Jrfc improocisa per rt1ttura delle tunic/w aortic!te, l"OTtza dro il molato abbia per l'a vanti accn!'ltllo la nunuua mole~tm da parlo• della regiorr' rardtAca. L'autort~ ctla vttrt ''"empi dt aorlilt crontche l<Wtllinate itupl'O'''·i:-u nwnte con la t•ollura o con l» morte e cha dlll'anle la vita es•nno st.alo rwrfellamenL" tollerate ed ave·"ano ancho pet·m••I"!IO ad al.:uni tllalsti tli ftt r o una viln mollo faliCO!"A. Una OJ:"o.a·,·oziono. fru le altre. di Bro" ninf:,, riflellenlc uu fabbro, e anclie dc(.{na •h nola S•)lLO .tue aJtr t punli dt vrsta · quello rlulln pt·ecocilt'l tl•·ll'esito falalt' - l'individuo non 8\'tl\'8 cb~


&lEDI CA

IItH

trenlli•JUOllro anni - a quello della cau!':a dalla rottura ùell'aorllle cronica che fu , in questo caso, 1108 fatica esagerata. Nelle ore pomeridiane riel giorn•l in cui avvenne la sua mol'l•l Pgli aveva lavorato lo rlcmen te n terminar •' un pezzo. Dopr1 pranzo, in meno di una mezz'ora, egli {.trJdc'l cho si sentiva soffocare ed immediatamt>ole ~pn•ò. All'autop:.ia, si lro"" il pericarùio di>-Leso 1 ripieno d1 •JIIll"'l tre hlri di ~an­ gua :;,epa•·ato in siero o COAECUii. L'aorta era un po' ateromalo-.a. non an eu r1~rnatico e presentava ne!la porz10ne ascerhlenle una ptccoln roUura. L'aorlito cr oniCO, mfalli, il CUI inizio i· t'OH in~idiO!':O, è sog11ella ad esacerbazioni acute sotto l'influenza dello fatica; essn no pre~nta ancl1e sollo l'influenza clelia gravidanza, come il ùollor l:Jurean ne ho r lfl'r tlo un uo!Pvole esempio. Il rnolato avverte un dolort' profondo relro- slernolc; r[uesta è la localizzaziom• più fre•p1entc tlei fenomenli della sensihiliiU nell'oortilc cronica. Lfl i1'1'otliazio11l, ull'infuori di questo focolaio, devono gia far pPn~<ar•• alle propo~azton• della le~ion•• aorli ct~, ~ia iu corrìs{'onùonza tlells coronaritj per i fennmen1 che hanno per ~H]•• lo rnu,.colalut•a cardiaca; sia in CClrt·lspondem:o delle a•·ll'ril' ciJe pal'lono d.alltt l'nnvus$ilà dell'orro aorhco per i fenoane!li che llnnno per ~o.te ~li arti sup··riori o l' e~ tr·9m1lu ce rnhcu: ~ia in corr 1spomlenza dt>l p!e!<~O carJiaco 1 er i renomoni ne,·riltci o uevral ~i l'i semplici. Il carallt?re t11 nnsietlt anyo.~cinsa co11 mtevrità t/ella respirruione, co~i rorlt•men t•• accusato nell'augina di petto coronaria .., giil uno Jei caratteri JeJ dolore dcll'norltte er o· nico, che f• fr••quenlernenlo nolulo e che può l'lchiamure l'attenzione. Vt ~ono dci ca~• di rottura dell'aorla, ntfella da aorllt•• cronica pt·onunciatu, ~d in cu1, mal:;rado In rottura gJu prodotLa, la resptraziono ha contin uato a far$i regolarmente, in mezzo atl un'an<~iclé estremo. l na osset·vazione di Chauvel é mollo dimo!:tlt•aliva sullo questo ponlo di vi~lu .

lndi\'iJuo di i l anoi Nel giorno 5 ap•·ile 1865, alla ''isiLa del mntlino, egh pre!'ienlant nulla d! strnorù111ario, ma 'erso le ore llove e mezza, nel momanlo in cui disconùeva dal


116?

il i VISTA

!Plto. avver te un VIVO dolore c.•e ali impcdi,·a .!1 r «J"pirare. Il dottor C hau vel lo trovo cor icalo sul Ialo de!'li'CI, 18munlandosl di un violen to dolo re ne lltl •·egione epl~fl"ll'icn, in corrisponrlonza dall'appendice xiroide. Egli accw•avo pure un gran lo imbarazzo alla respirazi :Jne, e ciò rion l•Crlnnlo essa si esegUI\'& col suo r1Lmo normale. non ern prec1p1lnl8, nè ansiol'a Ver~o il mezznJ.!ior nn Il Chauvel 'lcc·nrrc, 0.."'SPndogli ~lato rirPrllo cbe la re~pi rawme si PI'A nrr· ~tala unprov' l"'&menle. Fu ratto CO l'ICaro or•zzonlAltnol11~ 11 luIore e rn SCIIllpr u 'ivo. m a lu I'P~pi r·nzione, a l di l't' cl!·l nHdnlo, er·a piit ditlìc1le c• s1 nrrcoo~lovn completamente H uw1w nti. L'ansielu era estt'tllllO r;orichln gul Ialo de:,;lro, l1 re J>lr nzione SI etl'cllunvu rcgolarmeule; e~h pareva U"'l'Oflll" ,. uon l"i lamt>!llava più. l.)ne:!lo !>laln di ll"'"'opimento •• tli MOIIQIenza ha pcr::i'-hto lino ali•• lr'tl tlel m 1L1tno ~u,..~egucutc, ora in cui il maiolo mor1 lranqulllamcnlt• Alraulopsin "' lro\'ll 11 pericar din piP tlCl di ~ongue e, ~ull'uMia molln dilolHlH n di!'!c:eminaln d1 plncch~ sci~ t't limito""• una rollura llt' "Il' punto d'incrocinnwnlo COli l'nrleria poltnOII8rC.

L'aot·ltlo cronil'a c• tfUiudi "flCS::.o 1111'all'ezimw clu' 'C\E~ 1"!':ere allenlamenle ricercalu. l S\~fttll funzionali pnl''OIIl ... o lamenl~ 'ur peu,:nre alre~i ,..lenza di una le810lll' onr·t•

'• ula rortunalamml(O i !'Cg'IIÌ fisici ~OnO luh che pel'tllCllOilll ltlltlln facilmenlu di logllt•t•o qunlsias1 duh!J io sulla nolut·a rli'IJ'nfl'eziono. Qu• c:ti l'• gui sflnO due· l'aumento d •ll'nttu-<llfl 111 corrispond 31ltu dt~l "ecnndo spazio inlerco~tule, a cl tra dello sterno, cht' dimostra l'in~rnnrlimenlo rl ell'unrl'l ucl ~enso l ro.~ver><nlt•, e l'dc\87.tone th•lln ~otto clavi~n 11 • lt•c:tr·a, che <litno!'trn l'lllgran.Jr menlo dell-.torta no•l "t:ll:-o lvngiludinsle. Que'ili clue segni r.;nno O'-"lolutamcJJlc pulo;:tn otl~> • n ici ; le mo<ll(icnz inJJi del ~Pcondo l'umot·e aortico hunuo un valo re "CcondaJ·io, pe1·ch• e~si dùnno i 1t.licazinni "••J•rnllullo ~ullo slaln òclln valvolA, e la lec:iom• •lellt> qdvolc IIQII 6 furl7ione ncce:>!'!Ortn dell' ullerazionu cronica tlt!llc Lu111ch& Mi va<-i.


A. OEL'IA<;. - Bapporto tra. le lnfezionl acute e l& paralisi generale. - (Jou r nnl r{e J!t}tltcin.c LC rle Cltir ur (fùt, a gosto 18U5). Lu recenh ricerche hanno dimo,lralo che le mAlattie infettive hanno unn parla molto importante oell"ezioln!Zin d~lle malattie nel sistema ocrw>so. Il follo l' ben dimo"lralr• daUa !ltìlide, malallia infelli\'8 cron CII, che ~~ lro\a lllollo fre•tuenlPmenlP nogli untt•ced.,nll ,J.-r,:li affetti dn pnt•olifli geuernle. Lo s le~<~'HJ dlcn~i pc!' lo llllllollie acul•': la J'is ipola , la fehhre lifutdcn, rmlhtt> 1ll\ m Jllrli~olare si ll'v\"8110 aovrnli alì'orìg me •follo paralic:i !..'encc'fll••. C probabile d'altrnn 1.. che le le<:ioni (lrndnll<:! Sl801l nnoJu:,:h1} Il •(ttelle che può produrre lA siOlicfe. Cm·t !'t può dlt't' che, 11clla sll!'ISU ,.rui ..u clelln sifilide. le tnfcztont IICUlt> pr. «luco.to le.stoni dt mening ·-encefAlite tldfusn ; IJIH.hle le~ioni pnli'IllltlO averi' un'Pvnluziuue varinhile. L'orr;nniflmo reagolllln r•nntrn l'ngentf' wfPlLivtl, dopo alcuni dblt.rbi funzionali. tullo puo rJtnt·nare allo '-'lato norsuale . .\llre \ Oltc. la t·ea7.H)l}•.l cuc·ntr·ì.;e non "ArH CC•"l pulente e le altet'al.ioru pt•,,gredlrflnno piu o Uli'OfJ rapidAmente; i \"A<:i ~a ra nnn o·n1npr"~'"'i .!allt1 ccllul" C"!'UJHle nello lor·o guaina e !!&ra uno n"trmte da ,.~ , 1,.1th san~ui:,:uì, o rw r·i,ulterAnnn tll:-~tu r·h1 nutrtlivi ur•gll t•lt•menlt uervnsi. Qur"li ullirnt potra nn" r'61\i<:lerc 1wr 1111 lt>ll1( •C• ''ar·illhilc, rnonif't'~tnndo funzumalm<' 1L• Il IMo ,-.tatn ù1 ~ofT··t·enza. si ossermnn a llora, come dic~ Hnymon·l p r· h1 <>iflli lo. ,li,lurbi YO:.!hi vnriabili secondo lP. tli~pn,rzioni mnrbn'-'c dei ~oggelll, t'nlllo noura~lrnitl , iJIOcnn IJ'IIl'i. (\111Ub•ament0 •Il carallPr•• eco·., oppure ac.·tt! nU 10 r npp H'LO .·on una t'lr•· )lnziorH' tlir~unsa, Ictus, afnc:ia, emiplr'l{ll\ Lt•anc:itnna, PlliJCr l:lnia oflallnicn. l.a guari~iOII <1 U Ulll~OI'Il' poS!'Iibi le ::'6 jJ pl'()I'P!'!!'!O ÌllfOlltV(.l ~<i tll' l'8Sl8

nella -<un C\ Jluzi•>llè; nel l'll"fl ,•tmlrArio. ~li ..-lenH•nlt nPr\'u!':t !<OCcombnuo, Je~t>nerano c <~•mo !'!O"liluiti dol le<::suto ~clerolico.

:Ma () •Imi\" iu--i-,te anche ~ul fl\ll(), •limo.,.trnlo dulie o;;;S<'nuziuni <'he ogli rifer,,..~ •, ci1C, olll'l' qudlc 1•aral ... j generali pro grfl~sive, >-i l'l<~con lt•auo a,- ..ai fr···'luenlt>wenLE'. lc~nli alle iuJ'ezioni aculP, degli ~la li UIUJ'iiO:<i che presentano più o


1\1\"hl\.

meoo al completo la smlornatolol{ia. Sì riscvntraoo "ia nH periodo acuto deJrinrezione. sia nt>lla convalescenza. Sono dello rorme P"icopatiche come rl dt>hrro acuto, la confu-.rone menlal••, certe p-;uJo-parall~r g.•nprah, di tal rnanwrn che u per messo dr conchiudere cho la maggior· parte delle ('&roh~i generali ogQidi cono<>ciul~ sono nll' infuori delle corulit.in111 di pt·t>disposizione sernpr·e rwcPs<~nr·ie, la conse!:!uon:.o p111 o meno lontana di una malattia mfeltiva.

Dl&gnosl dlft'eren'Zlale tra le oefalee aUWtiohe e neuraatenlche. - F outi:-<JEII. - (. \ rc.l1ires rtttrlicul• ~ t,c/gt.1, a.:oslo, 1395 .

t• Carallere d'tnlett~itci del do/or". Nt>lla neurastenia il dolor·o ò lieve; in vet•itit vi Ira l~t•n~:>i ÌO\hf11'8ZZO della l esta, "erl~<fiZÌOIIi penoSO di peS&IIlf'/.lll, oli p~o. di stringimento, rli im.Jr•lt'rm~nato, eli vuoto nel r.Pt'\'cllo, ma nrcnle ollro . • sopr·allullo poco o niente dolore. n ·l ,.cn,n ~lrellnmenle pr eciso della pnl·olo. l nfallì, inlerrozandn i r..nlalr nffellì tla cefalea 11 •ut·o,le· nica, c:cosi diranno subito ello "OIIrono alla testa: ma rn=.-istend· '· Rtulando a fon In dd le co'-e, fuccndoh p1·ects8l't' , ,..j giUOJ.{I•r·a qua;:r sernprt' a con:;talm·f~ che in essi e~i,.,lc uwno UfiO ~lato doloro;:o della Lesta cito sen ..aziooi anorma 1i, hz.· ;r.ar·n•, tmporlune nelln te8lu, la rJnalo, finiranno pe1· unnl'e~sal'lo, non fa lor·o veramcnlo male. Orn del tutto dlfftWl'llle t\ la cerulea sifiliLica, sia In Cl>falcll sùcondaria, sia In cerulea pr••mnuilorra delle enc••f~tlopntte piu Lordi,•e. Que;:to t> un \'t.Jro du!Ort>, in tulla I'eslt·nst(m C della put'f'lla, un •!olorc mol~·-.to rh e fa male e moltu mnle : clolorù ora gra' ulivo, ora lu11cinanto, ora dilaceraute; dolore sempr·~ pru o meno inlon"o, talvolta \'iolenlo. an'anno ... o. talvolta anche (ma piu raramcnlt•) atroct>. i:. un dolore che non per·melle più il lnvor·o. dte stordil"ce, che t~bh rul t~r·••. che anniento, che obblrga u lotto. Tal volla anche, uelle fMrno gra,·i, ·~ un si11tomo t'lte du sè ~o lo ro::: liluisce uuu ~l'l.lll&


MEUICA

116:.)

morbolla cat•alleristica. in ragione stessa dell'acutezza della

eotrerenza. Vi ha quinùi nell'apprezzamento dell'intensità dolorosa dei reuomeni morbosi un segno diffcrenz iale di cui si putl tram • pt•ollllo nella diagnosi. 2• Non sem pre, ma frequentemente, la certt lea sifililica si distiugue per il .suo caraltere notturno o pcw le sue esacer·

bazioni notturne. Invecu !a cefalea neurastenica é •Jil8Si ~empre dim·na ed esclusivamente diurna. Essa comu1cia dallo c;,egharst, per

prolungarsi Lutto il eio,·no, ma pare che c;cPmi n{'lltt notte. Cosi molli neurasLenici dicono elle essi non banno di buono ehe la nollt', che nllot·a per lo m~no esc;t po~sono dorm1re. oppure che quantunque essi abùiano li sonno agitalo, disturbalo, pet• lo meno la lesta li lascia tl'anquilli, ed es~i non solfl·ouo. :{• Un terzo ed eccellente segno si t·icava da un vero cri-

terio lill'apouLico. Il tt·attamento specifico, specia lmente un' cuergica cma di ioduro, ba un' ozione, salvo raro eccezioni, sicura sulla ce-

falea >~tlllitka. Al contrario, la medicazione spetiflca non esercita alcuna inDuenza sulla cefalea d'ori{Iine nt~twaqtemca . .So Durata della cefa!Pn. Sovenlt la sola durata del maJe di lesta é suflicienle a fare la ùtagnosi. Una ceft~lea. per esempio. clte daLti da più mesi, a )Ortlo ri da un anuo, da duo, da piu 11.nnl, non puù essol'e (salvo t·a re eccezioni) ella una cefalea neut·aslenica. Con tolt antecedenli si esclude la sillhdP, pcrchè la cerulea sifllilìca le t• m in a ben presto con uua catastt·of~l cerebrale, come icLu!:f npopleltirorme. !:!pilessia. ermple11in ecc.


1166

RIVISTA CHIRURGICA

---

lL-\GE:-.- Tomo~t~. - Contribuzione a.llo studio delle frat· ture del collo del femore e della formazione del ( Gaze{(,. dca rirJpitattJ:, ~. RX, IX\15). tessuto osseo. L"autore propone di so<;~liluire la di,Tìsione ùell•• frullure del CI)IIO del f··more in fratlur·e 6\.lra cd iolra-cspsulari con la dhTisioue in fr•allure delln bas\! ùel colto c della lt!=-ta ùel femore, l'erché 'iuesta òivbione t.:"li seml1ra piit rl\1.10nalo clal punto di \'islo della diagnosi e ,tella prognn!!l I seg-ni dt>lll'l frattura della base del collo sono, ::t'l'ontlo l'aulot•e, i seguenlt. sopp1·essionfl bt·usca delle runziotu .!ell'arto o loro dillkoltà estrema, ah·luz10no ed accor~iameulo; dimit.U7.1ane della dislanzo Ira In 9pina iliaca anterwre e superiore .. la sommila del ll•ocnnlere (conrroularhln col lal•l sano) eù flllcltP diminuzinue dPila distanza lru il grnn!ie tt•ocaulere o lo sinfisi puhicu. U1 1a le~g iot·a rola.ziono pas!'livn dimostra r as!;'eoztt tli rottura. L'aularf' non arumelle che la olillicoltà di cooltat·r. 1 rrnrnmenli, uua nutrizione in"utlicìenle ùel frammeulo piu p:ccolo e la sua JWe;:enza nella NillO\'Ìole toieno cause ~ufllcenlt per impedtr·e In l'ousoJi,faziont}. Ej:rli arnm~olte piulto!'IO. haMndosi sulle pt·eparazioni di ondonrte rile sifililica cnn rormazionu inL~·a·,·asco l at·e di tessuto osseo, fullc rooll.i anni or sono, cho la tensione del Ll'~sul•> ho l"aoztone principale. Come lo provo la sLruUm•a del tessuto osseo, è la lcnsit•ne del lessulo cbe regge la sua fortn87.ione; neii'09"0 ft•lflle, i vasi Io pencll'l.lllo nei punti in cui questa tensione ,, matt-

giore.

o

QuesLo l'tJllo molLo irnpot·lnutP. pet· la cu1·a: per olleuere la riu11ion c til•i l"t·ammenLi, fa d'uopo cet•care ili numenlflre


HJVI-.TA liliRURGIC.\

11 n:

Il tensione dell'or<'-O t:ralluralo. C<l>'i in uno clei suoi maiali l'autore ha o~tenulo la guarigiono ruccomundandogll di appoggiarsi du rante lo marcia con le slampel lu sull'arto lt•so, ciò che aumenta lu .. ua tenSione. Un olh'O malato, rtma~to per pui. rne .. i a letto, tenendo 11 cinocchio maiolo leg~er­ mente lles...-o ; grazio 8 questa f O~ÌZIOIIS l"o..:~o fratturai 1 SÌ trova vi! mollo leso o la frullunl <~i ;.. cosi consohtlatu.

Sm \\'tLLIAM M,\c Coa~1.\c, - La chirur g ia di guerra (Tite Lancet, ns:;o-,Lo lS!l7l).

l 'illu--tre clururgo d• St. l'hnmu,.·,. Ho"pilallrnltauùo que~to tema dinanzi nlla --cwmtà medica urillaruca, lamenta che uPI· l'esercito ingle~•· il <·orpo sanitario sia sotto la dtp•·••denza del comundo di tappa, e non <~otto qualla del generalo 111 'capo che dovreub•• u ver solln llllllHI il uwdico <'a p o dPIJ'eliC1'cilo, onde irnpt•imere al corpo mcù•~·o 'luella accuraln pre:. parazione e quella militare or1111nizzot.ione, Peozn la quale non si conducono in campo uorn i lì"Ì~'.ameniP satti, e non l'i sgombra eonvenicntenwul~ tlr·ampo uat 111alati o l'enti. Pat·IEmdo do lo armi moderno I'ICOrtln tutto ciù cito lluora si é scrillo sulln velocità intt.ialo, ,;ulla t·osi delta nziom' espio· siva od tdraulica. ricot·da la Lenl'ia ,Ji llusch, l~ eslwt•u.:rlze ui ne~er, Duci, e Bruus 111 Gerrnamu, IJUPlle tli Oelorme, Cha,·a!'se, Chuu\'el e Nimtcr in Frane u, quelle ese~utle pCJ' cura del M1111stèro della guerra pru--starw, l'opinione tli \•oJkmann sulla fol'mn "'Olloculanea •Ielle l't!rile osl:!eo l' :<ulla loro ougliorc curahtlilà, h.. oo.;ser,·a.:ioni d1 Pirugoff nella guerra russa nel Caucaso, quello dt SL1lL ut::l Chili ~ul minimo diametro dell•· ferite o ::>ulla t·aptdn ~tuar·J~ionP dello le~ioui cavilartP, le rf ln:tioni ùel dotto!' Burden sulln spe lizionl" del Cbilrnl rife•·enti rupi,le ::unri!:ioni di f··rito muscolari ed ossee, le M'•'r' azioni simili d t Ber ,.!man n n t'Ila guert·n r usso-turca , lHLl•' eMe !!iti nole 01 leLlo•·i delnostrCt g10rnalu. Parla rlcll•• ft•t·•te at!domiualì dtù con le arm1 mc•·h•rne rtcbiede•·onoo itnmediata laporaLomia, quint.ii fa vuL• plwché sieno aumentati i mezzi d1 mc lwazione asellica ~'Ù anli~el-


11 6

RIVI fA

Lica nelle ambulanze c negli ospeda li da campo, ondu vèder diminuito il numero dei morti per· r~rite addominali. L 'ince!il'anle s forzo della moderna chir urgia, tende a provvedere una protez1one antisettica in rorma pratico tlu.-onle la battaglia, e eh c1o fé pro,·a la completa or.::auizznt.iooe medica cl eire ere ilo inglese nella ~uerra d'Egitto, durante la quale campn::na non ~i ''eritìcòalcun cnsod'inrezJOoe da ferila.

Cura dell' lpertrofla della proetata col taglio e la legattJra del canale deferente, ùel dott. T.. I ~'<AIU•t r!!' ll' o!'<pPdlllt:' Cr1Llolengo 111 Torino.

Dopo In propo'-la d~>lla cn~ll·azione fatta dal Ramrn <:ome ultimo r1rneclio della tper lrofia della prostat.a, un tll"creto numt'ro di pubhltcuziooi é comparAO aù atte:>tare l' eflleuc1A t!i rruesto metodo di cura. Ma lu cnHlt•nziono non è St>mpt·e bene accetta ai mnlnli e' vi sono lalfJru cu·coslanze iu cu1 essa è controindicalt•, pnicilè lo $lato del cunre, olei polmoni e dei rt?ni di taH maiALI. qua!'i sf'mpre inoltJ·nti negli 1111ni, e tale~ che lu stessa nar·co"i cosliluil>CG giù per :.è un peracolo non indifferente. F u in '-egaulo u luli consi.I<!J'azioni che venna All'autore l'idea eli AO~ll lUire OÙ essa Ull8 or erezione mollo più !1610(llice, il tagliu c1oé, dd conato defcrPnle e la lcgnturu elci ùue capi rccì-.1. È dimo... li·ato cho cbiutlendo Il canale escretor•· 1li uaa glanrlola, •1uesta code in alroHa : e poicbè alfalrolfa tlel tl!..,licolo, qunl•· «1 verifica nella criplorcbidia e nell'e('Hlidmul9 cronica, COI'l'I!<JlOnde un'atrofia della prostala . questo ste..;,;a atr ofia JH'CIIIlntlca era logico ello dove~se egua.hncnle pt•ndurst colln IOI-!Blu ra del canale deferente. Partendo da què,..lO pt·incipio fu fatto un pr11110 lt'nlath·o nel t~!li, ralhlo p... rchè il pazieute, in preda a cache~"'n t•an·cerosa, mor t duo mesi dopo l' operazione e l'autopsia n.. n rìle,·ò a.lcuu t-erio risullalo poiché la proslala e ra lllVO"'Il dttl neo plasma.

Ulteriori lPrtlalivi sono complelumente riu ~cili cou r isullolo può dirsi meraviglioso, ed il 15 giugno di quesl' anno


CHIRI:Rt,[C \

116!1

l' aulc>rt.l pre'-enl/1 alr Accademia d 1 me,Jicioa di Torino un •ecchio eli 72 anni operato il J• miHt:.tio l'cor~<', e completament~o~ :;:ua1ito.

In esso i distu r bi dotavano da oltre un anno

e, mal~ rado la cura più ruz1onale ed il calelc>rismo restolare, si erano andali sem pr e piu aggrava ndo, fino a che m ullimo

alla o~t10ata iscuria si era a ssoc1ata la utcoutinenza parndosfla. Gu\ dod1ci gior ni dopo l'allo operali,·o l' inconlmt>nza tJI presente egli t•·attiPnl.l le urine di notte fino a 11ettt' ore con ..ecutive, le emett..: \'Oionlar•amt.mle, con facilità e ~enza •lolore. e mentre prima, cau!'a 11 rista~no, la urirtll t!ra purulenta e talora mi--ta a sunt.tue, ora l· IJmpi la e normalE'. All'cqamP th retlo si nola attualmente n.•ll'operato uu rordqn•t grosso, duro, bernoccoluto, che dalla piccola cicatrice si e11lende fìno all'epididimo ù si continua per tlll certo trulto nel s uo spe!'!so•·o: il tes ticolo ò atr·ofico: la prestata, p1·lmn • aMMd voltunmosa ora è quasi impolpahila l~ profonda la melurnorfo~i cho si ''erificò in co!'ll brt'VP lempo ue~li or·l:(nni o nelln funzione. l.'opPI'»zione é delle più ~emplict : "i nllerra tra il pollice u r indice della mano sinistra una pio~n d1 cute nella •Jualc !i ~om rwen le il canale deferente, factlm~nl~ r eperibile pe1· lo ~un du rez.Gu caratlerisLica : s' inr.ide per due ~ntimctr1 •JIIP.~tn piega, e nel fondo della piCC•lla ferila, colla "Onda i i"ola H cauale tlietro il quale !<i ra pa«<~11re la sonda sle,.<~n corna so si dovesse allacciare uno arteria; •tuintli si lego 111 dt.lt' punti e ~i incide tra le tlue legature. ~ que<~to, evidentemente. un al.lo operativo dei pitt facili e che non richiede oè speciah ravorovoli circo>-tanzi', ne "l'O· cisti attitudini operatorie, •JUIU•h all~l portata Ji lutti, e non la cedo in efficacia aJla raslraztone, <~ullo 'Juale ha ancora Il vantaggiO nole\'ole di conS(!r var·u all'ammalalo l' illusiono di possPùeJ•e ancor a i suoi testico h, ti te.<tlJcrJIO morale. :-\1:'1 / 'oliclinico del lo giu_gno di que.,l' anno è COlllpll r<~o uuo «tudio del doll. Pavone d1 Ptlll'rJno il quale spemnenlanuo sugli animali ottenne g lr stessi J'i!Ùlltati . sar ebbe IJIII'Sia unn nuo"A ed evidente coufermu del ~~uucc tto sue~;;posLo e ,(•Jlla ulililà del metodo elle $ Il di essò ò l'undulo. ce«M\'8


·1170

UIVhTA

Coun.ti.IEI\.- Nuovo metodo terapeutioo dell'ulcera va.rt-

ooaa. - (Ga;zetta medica di Roma, 1895). L'autore hn curalo varii malati di vene ed ulcerl' vuri<:ose coU'miez.ione endovenosa di cloralio idr·ato, sciollo nell'nc'lua, secondo il metodo ciel pror. Se11lzi di Roma, e oltenne 111 tulh i casi sollecita e l'ailicale g118l'igione. Il metodo consiste dapprlfllQ iu una generosa 1lnla~ep~ì della Locali lli dovn c~isle la vena varicosa ci r ulceJ·e vari cosa, che s i vuoi cura1'e. lncli in direzione ceiiLI'apcll:l (sulla coscia, ~ la parlo malata è la gumba) si applicn 1111 laccao circvlare pPl' l'&ndere appal'i,;cenll le vene da operar·"i: infine, colle volute precauz.ioru anti~nttiche e lecnicliè ~i pr.netra nel lume della va1·ice merco• l' ago-cannuln rl'uua ~~· rttw:a del Pruvaz, r>ù, assicurnlrsr r·he si ~ verameul•· nel Lume venoso, SI apphcn il P''*me della O'irial~a. u s'alllt'I!Rno nel seuso dclln co1-reoie ' 'eno::tA "\U ccntigr. d'una snluzioate di cloralio uirato ti !•arti uguali co11 St;t[Ua disltllAIA ,. -.;LPrC· Lizza la a leg:~c d'al te. Si fanno Lre n (jUallro amezioui uclle vene che si mostrano piu ela~liche. t' pr·iroa di e"lrarn· l'11gu da1 singoli punii :-;i deve fAI'e ::u •tue~li una roediorre compressione rncdit111Le cotone anliseltil'O, tino a che nou sJ l'euta sollo le dita es!!er diventalo r•e$islenle il Ll'agillo vc11oso por l'avvenuta l'or·nallzione del lrombo chimico. In ullimn ~i lo}!liC il luccio e L'operazione è terminata.- Uai punli inoculllli si formano lrOtnbi, che t'J6Ill! iuoo 11 vase ectasico, e ~i l'l'Opagano nel1e vicine ramificazioni di questo. Si ~enlono "ollo In pelle a ::tuia:t di arborescen~t· mdur1Le. L'in d urAIIH)nto si la più notevole nei grornl succc>ssivi all' UJh.mlztone, rneJJlt·e si noLA la graduale tlimi.luzioue delle vtiiiG tlilntflle, che infine scompaiono. Se la cur·a fu l'ivolta all'ulct•rn vat•icosA , 11uestn tlovo alcuni giorni si comincia à ùoloq.:l'l'l', e successivumeutc n coprire di buono granulazioni cicnu·iziall. Solo inconveniente della cur·a i· che, dopo la imtnts~iouo ..iel liquido, si tleler-ruinn localmente un dolore bruciante, che é però di brevft durala e sopportabile. Le altre accuse fatte al meLodo (possibi lità ùi flebili, l'el'iflPbili e uecroai) l'urono trovaLe inesi~tenti dull'aulor·c c·he


GHIRlJU, IC \

Il 'j l

euru afl~ziCini mollo estese, elle I}U&Ii comparlet' tpava g t·nn numero d! vano dell'ttrlo infet•tot•e, nou escluso iltrouco della sef~na intet•no . Se le AU~ conclusioni sar onno convolitlate , dovremo ammettere rh~ il metodo dello Scnlz.t t•upo t't>senla un \'t'ro lrtmtfo terapeultco, sollecito quanto "'' e\'rn eh pericolo. coulro una inrer mtltt eruccio ..a. che, r ilJelle pt•r anni o.! anni Ai molli teutativì lera 1 ouli i 1cr C":-B l'l'o['O"~h dagli altri autori, non

rnramentu renrll~ nece::: ... aria l'nmputnzione. q n.

&balta.ti del ruohiamento negli asoesli aouti del fegato - l o' rA~. - (Ga.ettt. tlrs FM(Itl<w.z, ~ t17 ll'\:15). L'autore ha a \ ulo l' nccasitlltt' di O'servAre e eh operare 1lllfll'81lll'l ORCGR~ I del regalo, Cll ll l'ì6•'lll1Vi a d t...S&IIlCriG 1'00tralte nei paesi tropicali. I rir..nltllli •lt·lln sua pratica l'hanno

condullo alle "CllUenh conclu h•ni.

E neces!>arto ap riro "empt'!' nmpiomeote ali ll"CO"Si del ft>:::-ato, OPI euu f"he 11 l ·r • c;.j .. tpnzn ,·. ;:tata ri~'OIIo!"riula. L'inci~iouc de,·e e..;.;er .- ltu•:tu R n 10 ceulrmelri almeno. E~li fa que,.ta rnct<::iono strato JWI' "Lralo, n•<>ccntldo, !;f' occorre, uun o piu cUI·tila ..oni ro<>Lah, t• fa iu l'le:.cuitu uun set•re di s ulut·o ~ull11 pleurn o sul pel'ilonoo per modo dn .~ ln hili t·o un C1malc dallu r a vila dell'n ce~~n verso l'e"terno, il pu può co«i ,o;col..rc senzu "POflllGr"i m'llla plcura o nel per iLoneo. D·lp aver aperto l'asce..~n. Fontnn fa il raeochiam••nto" della cavilt\ u oltribuisce a questo tempo dell'opEiruzwno una grande impol'lunza. Eglr ra<>cl1in la pareto dell'a~CNISO con un lungo cucl'ltuuo, ~labtlil4C•· nel a cavrtù una rrt·igazione coulinun e raschia tlnchè l 'acqua t•iesca chiura; egli t' ~icu ro allora tli e""ert• ,.uJ tes,..ulo t>Jtalico ~ano e !li avere espor-

lato tutte le pat ti molate. A qut><>lo meto.Jo <>i e fallo l'aclolcbilo ,Ji pr·ovocar tl le emor· ragte; mn Fonlan dice di non a'er ne mai os~cna to. al •·onlr ario, l'esciE~ione MI bi~;Lori IrA cagionato tal volla la morto 7i


11 72

RIVISTA

per emorragin, quando la ~ez•one aveva inl~r·assato u11 romo della porta. Non si deve Lumere l'apertura dei ,·asi col cucchiaio, per ché i vrlsi sono sempre LJ•oruhosati uelle porzioni maiale alla pe1·iferia dell'a~cesso. Le st.ati.,tiche confel'ffiPI'ebbe•·o la boutà del raschiamenlo. L'apertura semplice del bistorr davo, prima dell\·ra anliselr tica, 20 p. 100 solamente rli guarigiuni, c dopo l'i·ra nntisf.'tlica. 37 a 71t p. 100 a seconda degli autori; nella flUO prali1'& Font.an ha ollenuto 86 p. 100 di guarigioni. Egli alll·rlmrsce quesli felici ri-.ullllli Rl suo metodo opel'alorio.

Hn·zrG. - Bulla. ta.be traumatica. Cldrurgit•, ~. 20, 1895).

(('entralbl,ICt t'rtr

In un inLet•(lssaule ed as!'ai istr uttivo lavOI'O, l'Lllustre 1''''1· fessore di H alle prenJe in esame la questione che nnc:or oggi si diballe sulla patogene::;i della l abe lr<~umalica \i casi numerosi che val'ii autori haUIIO ripo r Lotì per provat·e che il trauma pu(l cos~iluH·e un momcnlo eziologico rlollo tabP. egli ne nggiunge due di O!l!'ervazione !H'Opria, dnpo di B\61'6 con somma perspicacia di crttico eliminati tutti i casi dubbli, e~li ne lrovn ancora sei nei quali fuori d~l trauma non si poli:' l'invenire altro momeuto ezioiNtico, ma l'u auzi lt·ovato un evidente rapporto Ll'a il luo:w ùo\'e avP.vn agito) la violemn e In localizzaztone ,J,•i prnni fenomeni labit:ì. Falla por una sinle::~i dell·~ vot·ie Leorio do10inanti !IULl'all'•!ZlOJlf' in dismwso tgli viene alla conclusione cbe il ùi:-t urbn porlato dalla l esione violtmta, quat\do es-.o finisce collA tabe, esercita la :>ua dannosa in!luenza sulle l'adici poste1'1uri ,Jel

midollo, e..l in que!'lla teoria è iuvollo il concetto che tanto il pet•f'r·i~cramenLo come 11 trauma solto dale circostaiiZI' deYouo rts~uarJarsi come ag~!nli p1·odullori dì un \'Cleno il I'JUalc nella sua azioue sul si'-ltema nervo~o deve <'"Sei'H analogo al vel<lno ipotetico dell'infe~t.ionu venoreu.


CIIIR l: IU'HC.\

1173

Un prooesso semplioe per l& our& dell'enuresi n otturna.. - (Centt·alb. f. Chir. , N. :H, 1 ~!15).

STROI PP -

Il precetto a cui s'informa 'iueslu lt'rapin con"~il!te nel dn re unll po~izione ba!'tsa l' declive nl lt·onco ed alla testa •IPI maJato ed una !)OSition•• elevata ,Jelltl l!&lllbe r d••l picl'olo bacino; conse:;tuenza eli rJae"~la posizionB •' uno Hpostamento del centro dt gravittc tlell'nrina raccoltn m vesctca, chr \8 A grevilara contro il fondo delln ve ..cira piit indiPtro che po!!"'tbilo e cosl 'l'impedisce il conlALLo del liqutdo l'Oli oritizio ~eQcicale delrure:lr 1, come 1 uro "Ì previ• ne l'tn~n ""0 dell'orina nel ennale ut•ett·ale e la conqeanenlc sun azione rillll""8 "UI tlelrnsot·l• cldln w:;cìcn. Slrulllpf conslal•llh •tue-;to proc... <:-=o, cn«lantemenle lmoui r t!Htllati.

o

GUt JAHh.- Un oa•o d1 lesione

grave del b&IIO ventre aegnlta. da. guarigione. -(f'entl"(~llif"ft /ur Chirt•rqle, ~- 21, 113!15).

Un corazzìerl' "Uilnndo a 1'1\v:tlln 1111 ustncolu vcnuA lrapa.....alo •la un 1 laucin elle ~l i ,la\ l , avnul t•cmllln coll'a'lll in terrn e.rnllt\ puttlCt clit'Glla cdJitrJII&ntente vet•::m un l1111CC!Jill di lurra chl· c-w;t itmva l'o,:tacolo ,Ja "upernr,.i. Ln lancia fert il cavahet·~ dnpo d'avo•J'll pa!<satu clu parla n !•1\l'lu il CAYnllo. La lesione c\ cosi cle'-c·ri ltu l'orttu d\mlrata o 111 ccnlnuc~lri solto l'arco cost.1le :sulla hnefl mamrn llnr" dr>,.lrt, ferila tl1 U!Wila in corri!'lpon.JcnzH d•·IJ' otttwo ~p1l7.1U iulerc.:o~lnl•• fra l'angolo della ~<Cnpultl r• la linea n-:c•c•llort• postt•riore di"lante da I(UU"ll'ulltrntt lre cenlim••lr i. lur .t'wzzn ,/cl c.Jil14le d~>lla rertla venlitlut> cenliu)clr·i e rlnl foro d"u~ctln lA puutn dello laucia sp,,r~eva ancora pe t• tltt>ci cc nlimclri. St hbr>rò tl rerito dalla Jnncia tiran.Jnln la sotto in ~u. la bauùrt·uoln ei ~ra nvvollnlf1ln !'llll'aslu 1mmt•clintalllentG fu npplicata J:llrla al sublìmato e l o volla e r t FOtrtrnini..tralo oppi<l •• 'i no: in llfl(l1'8'>l'lo ~i fecero iniP.t.ronl di etere, nc~"lltl almwnlu. Sul pt•incipin ti pol~o re,.lb pic•·olo. dopo :!~oro fuhbrP.. ,-carichP dia r roiche, dolore ali~ due rerrlP t>J 1111 po' oli rnelell-


117 i

Il lVI STA

l'ismo al vuulre. Fu continuata la cura coll'oppio. Al ::.o giorno ap1ressia e nessun dolore. Al H" giorno J•imovenJ.o la me<.hcazione si trova r ono le due rer ite c icatrizzale . La [Jet•sistenza di dolo r i che el'ano causati da retraziou•• cicatt·~reJH motivarono m se~uito la t•ironna. Al punto corrispoutlenle alla rerila d'mgresso si percepisce un cordone cicatriziale che si ùirigu profondamente, ed alla cicatrice corril"pout!t:ute al foro tl'u~cita si os:;er~a un sollevamento della 9" co-.tola. L'assenza assolula di o:tni grave sintomo di lel'<ione into!Siinale è dall'a utore attribuila ul fallu che il paziente pL'irna di uscire nl lllaltiuo non aveva bevuto chi! del caiTi· e che ,..in dalla sera prima ~·era asLeoulo da oguì alimento. BussE.- Sulla. gua.rtgione delle ferite da. tagllo asettiche della cute. - (Wir<·hfJu•.~ .\re/t. e Centralbl: /i1r ( '/ rr .• ~. 32, l895J. L'autore, prendendo in es&me i delicati pr oces,;i coi ,uali si compie la guari:;(ione delle fet•ite, cerca di rispondere alle eeguenti questioni : 1) Di che cosa consta e ùonc.le provieue il 1naleriate ehe fa agglutinare i margini d'untt t'èrit.&. - 2) Qual parte prl.!ll· dono i loucocili nel processo di guarigione. - 3) QuRlù ruuzione spiega la sostanza fondarnanlale nei cambiameuti dt!i tessuti? Le risullanze delle piit accurate ricerche "eogono rieprlo· gale nelle 86{;,'1lenli proposizioni: L L'iidesione dei marftilli delle feriLe lta luogo non atil per uu e!!Sttdalo, ma bens1 clirt)ttamenle per una lratuJ•qcscerlZa dei margim. La trama fibrinotde che opera l'wlesione l1a origine dA una Lro.sformazio11e e LraluJ·gesceHZ<l ùel Les'<!ulo cutaneo. II. Alln guarigione prendono parte gli endotol!il val!co lari por scissioue nucleare, ed i corpuscoli dellessulo (\OnneLLivo, sieno questi vere cellule oppu1·e nuclei privi di proLopla"mu gio.cenli nello sostanza fondamentale. 111. La cosl deLLa infiltra.ziouè di piccole cellule st fa pe1• mezzo di ingr·nndimenlo clolle cellule di lessnto unillvo


CIURURG lC.\

Il ?:>

preeei.. lenlì, e per metamorf,-.i re~re:<siva Iella :;;o,.tanza tr>ndame:tlnle io nuclei e cellule , e non per emit!L'87tOno di leucocitl del sen~ne. Alln traeformaziono in <.'e llule ro ncor rono in g-ran parte le fibre f'l a stichP l\' Una pa1·te .t •gli elementi sìu111i ai leucoeiti proviene dai nuclei nej quali tulLi quel'll elumenli son ~uscelllbllt di un uftt•J'ÌOI't! svìlupp,, e pos.. ono prender p8l'le ulla dcfintliva cicalrizzazJOne. V . Ln formazione dì ;;.o~tanza fonclnmenlalt> nelln ~ica­ trice nnn ,. ollivnta. ùn una sect·et.irme di un materiale mot·lo pt>r parlè delle cellult•, ru11 per tlirt!lln lra..rnrmozione ddle cellule in fasci llhrMi.

Bt.RG\1.\' :>:' - La osteomlolite. le sue divene forme ed 11 IUO trattamento. - (r 1 nt ra/lnlllt !i•r r ,;,. , N ~:!. IS!l.o).

Dopo un accurato "-llllli" sul 'aUunl• --tatn .l~liR tJlltl,.L IOUe sull'osteurntelil•· in rapporhl All'cziolo~ia ed allo• vario forme di sue manif~« Luzinui. D·•r·gmnu1r, n proposito tlellu lt'r·apia, chiama l'attenzione snll'utrl u dcllu J'll'cz· lllr lotalt 111 certi determrnalì ea~i, eh•· fn mollo ral' ·omandnlo •la..!li nn lori Cranee.,i, rnn poco J'avnre,•nlmt>nlP nccnlla dn oltr·ì "'pecialmeute dui ledei!chr s.- r~ !lezione :..~;;nt?ralt• l' ()~r ('1}!1) dire Culrninant•>, oppure moli• ~r·u\·e. IH lume az!,IIC' dellt• r• .. lrcmila a"eai difl'u~>n, d tniùollo dell'os-o ruvo!!" da tl"t'P'>si miliari . allora lo LrJtall' r(',.:r 7.1• •Ile li lih! l'lllll. oiHCh•! "C la per·ùata •lt!l pet•ìo--Liu ,..j,, "'ll'~"tf rd nnr·ramenh:: ,.q.~ ... a. In qur"-ln modo si riuscirù n salvum la nla dì molti infermi chu altrimenlr sarebbero pt•rdult lr t·ettlll''-tbdrneutt>. Per· le o<:sa prune non ue ri-.ulLer·ebhe nl ·uu Jì .. lurbo runztonale, pet·chè con una certa l'on«er,·nzione del pt>r•ioslio "'' twrcltlw una suffldunle ri procluzionf' ti' 01-SO. Per·n w·r l~< MSH luhularr lunghe potrebbe ucca 1\lr e eh· il pnz.e rtP pPr tullll lu "UA vita n>~Las"e co,.trelto n for u«o d1 appll r cccltio a ferule. L'autore ci !lu infine uno ~~uo r,fo sou1mOI'ÌO ùt~i r asi trattati in •Jue,to mnniern. ~~li nel periodo •lr que~li 111limi


Ilili

LUVCSTA

I'JUallro a n ni ha praticato ~et le resezioni totali ed uue par- . :Liale di'Ila Libio, due re~ezioni tli m •ta del baci no, qllaltro reseòonì totali e tr e parziali dell'os<~o-ileo, due re."ezioni del fetnOJ'P, Lre lotnli cd una parzìalo dt>lla fibula, una ùell'ulun, una Jella chlV1l'01a, e tre resezioni parziali di co~tole.

LA ut.J:-.STEJN

- Bulla. auppurazlone prodotta dal o&tgut. -

(Cen.trtll&lrttt }'U.r Cht rurq .• N. '27, I HfJ~) . ~el cnr,- ' rli •tUe!>b ultuni anni Lnuensteiu t'bbl· a cr.n ... talal'e di lrallo i11 tratto dP.IIO suppuru7.iCtni in fer1IC di prnce.. -.i opel'llLJvi ar~etLiri, o Lati Huppurazirmi ~<embr·a,·ano aver•• il loro punto ,Jt partenza da1 punti <' r1speLLiv1 canaltcolt prndolli dalra~o ùi ~11Lora. lo se;:cwtn a questa os<~ervazione egli assogogellò n ricerche baLloriologich< • 2111 saggi di maleriole di l'ulura e di allal'ciutura. Trl\ questo malerialc> oltre a 1::?0 saggi di catgul gre~c-io, Pd altr1 J'tcavati dal filugello l' d1 seta, furono ,;pe· rimt otali 149 ..ll,:tJ.!i del l'OSI detto kalgut !>leriltaalo che eru prepurnlo in dlver~<c manier e T 1·a 'IIIC!'Ili ultimi, :1:-, contenevallo ger mi <>tt!'lc~ttiblll di ~<viluppo. Lli IJUesli l Hl <tag~i. Hl!t fm·ono !'ter1huati per mezzo del calore. Ventinnn~ di

cnnleuevnno germi PPr lo più tratlava!'li dl'l &acillus su&tilis, il ctuole !'Ui <liversi ter reni ù1 coltura <'11<' venivano a !opera li. come g .. la· tina, a;:tar alla ghrerma, bro<lo, siero d1 sangue, Dlbuminati nlcaluu, in di'·tlr::!o modo !>i rnauife..,Lnva. Si ll'OVtii'Otlo poi anello il tnicrococco tetra,;eno e lo staC!'~i

fflococco blflnco. l,'nuloru in ha"'~ alle ri~<ultanze di queste .sue ricerche <:onclude colle !'lùE!Uenti propo~iz1ont. l. L'osserHlzione clinici\ ten Jert·bbo n dimostrare clte alcuni casi di wfczione chiJ'UI'frÌt'a po<~~ono aver•• In loro orL:iue dal calg-u•. ttpplicato alla ferila . :!. Non s1 pun con tutLtJ c•ertezza dJl'c! :,e pc>r tutti rJUC!<li ca~• sta il cal~ul l'ol'iginurio melzo di lr·a!>porto tl<"ì rnn~<-­ riali infettivi.


CHIRURGICA

1177

3. Ma si pun sostent>re anche in moJo ìnconll·astabile cile il cosi dello catgaL sterilizzato offt.>l'lo attualmente ai medici dal commercio conti tme germi attivi e suscelt1bili di svJluppo. 4. Sino a che il cosl dello cat~ul ,.;lerilizzalo contit!ne 1{ermi esso non audrà mai e-.out~> dal :sospelto eli poter e.""ere -cllUSI) d'infeziOHl\ di Ull8 ferila.

lfJLt.f:n - Sull& dlagnosl delle affezioni articolari tuberoolose. - (Cenir ali.Jfcllt j'iir Chir, l'\. l, 18!15).

Miller al quale du rante la sua pratica in qualità di chirurgo deU'iurermeria 'eole di Edìmbur·go si presentarono par-eccbi casi di sconoscJula affezic•ne a rticolare tuberco1osa., ra uno studio abbastanza completo dci sintomi che accompagnano le affezioni in parola e ci mette soLL' occhio le norme pr incipali pet• addiveni1·e ad una diagnosi wlferenziale tra le malattie articolnri tubercololle e rp1elle clw per certe appar enzu possono ~'s~omigliar~i nll<J ste.~se. Ft•a le affezioni che po~sono essere scambiate con quelle di natura tuber colose souo olu annoverarsi le alterazioni articolart che si O!<l'ervano nella emofilia, le affezhlni islP.rich~. Il !!'at·cotnn nello s tadio avanzalo, la sinovile lraumatica rronica, la sinovile sifili lica. l'arl!·ilLI t·eumatica cronica e le affezioni lubercolose nei tessuti vicini alle articolazioni. Seconùo il parere dell'autor e sat·ebbe giu~to compreudere in questa 1'8.legoria anche l'osteornielile dell'esll'emila at·ticolari percltè uun diagnosi difl'e renziale di quesle colle aO'ezioni tubercolari non é ~emp re fucile. Egli assegna una !UUnde unporlanza djagnoslica all'atrofia ehe colpisce assai spesso tullo no arlo nel caso di affezione tubercolare di tm'flrlicolazionn e nola come que:;;to .:;intorno uon sl!a in alcuna relazione cogli altri e che non ~j spiega complldamenle col disuso dell'arto. Que!'-l' atrolìa interessa 'li pt·•·l'ercnza clelermiuali gt•uppi mm;rolori, e per spiegarla l'autorò fa inlet•von!re una az10nc l'int•.,sa del midollo spi-

ns le.


Il ili

RIVISlA

A. IJg InAnn '· - Le ferite del fucile Ma.n.nlloher osaervate nell'ultima. g11erra del Chili. - Conaider&zloni generall 1111 f11olle moderno a piooolo ca.Jlbro. - (Crnl ralblrztt (111 ('/urur'l , ~ 20, l8!l5).

Lu soniNl/.9 di \apuleone l l'arme rì. feu c'e!H lotti; le rie11. clte cun~iderala solto 11 punto li vi .. tu del mod•·r·no ar·marnonlo ha ora ri~uado.gnala la sua importonza, fu "COlla doll'Aulore per llpi~raro cieJla "08 inlOJ't'S:oOIIl•• rne· moriR Dapprima e,.tll pas--a m rnp1la rassegna la !'tortrt t! Ia coRh'lltiono tlc1 fucih a ripel1;-.ionc occupandosi in specinlHtt~do de1 ~radunh t'AinbiAmenli nl'lla forma, nt~l peso e nella colnpo· l"iZIOrte ciP l p1'1lHlli: menziona rrum li la forma sferica d•·i pr·owlti dei ''cechi mo>~cheLLi, la fo1•rna ovaiP di quPlli dei rucil1 n'l Ago, la cillmlric·• dei ChA"l;epol, il pl'Oillllle oblungo di 6 tnlllnuell·r clel Cucii(~ 1\.r·ug-JCH'K'f:!ll!'en 11doperalo dagli Slali Unil1, d pro· iel!Jit> cilindro og-h·ale del fucile Mt1nnltchPr perft>zt •uAl••. Egli poi ci ror·nisco que~lt dali sopra il fucile Krug-.lorgeu~en i Dtllliut&I'CA e Svo?.io) cl te con alcune modificnztonì fu inlro lotto negh Slali L'n1ti dell'America del not·d ,·ome fucill~ •l'cmlinanzA (1892): lo lun~hezza della canna rni...,ura 30 pollici, il ~·nlthr·o è dt 0,:3 pollici. quollro r1ghe (tn\llr.•• eli 6 come nel rnorl~llo dane"e) lo profond1ta dello ::;te""'" · di O,OUi- polliCI. li p••!'4o del modello amtlricano é di !) lthhre. La cm·ica <Iella cartuccia i• di :r;- zrani di pul,·ere nfume ·wellerin. Il prnlellllc ~lPS!'O c provvt•llulo di maul llu .li nicl;:el e P'"lO 2211 p'l'ani, la velocihi inÌliOie é ~0:!0 p1c•lt. In lun,.hezw Iella ll'ill"llnrÌ{I non fu ancora C!<otlamPnte d • tc>rnunuta. A litoln di Ctlllfroulo "i fanno seguir·e n qut'sti dali quelli chi' l'i rift>ri!'cono ul fucile led~co mocll'll(l ~~ : lunJthezza. dtllla ca una :!'l, l pollwr, ca h loro 0,31l pnlhcr, numero Ielle l'ighe · qualli'o; IJI'Ofondllà dt•lle medesime o,llt15 pollici. P t!'41l ollro 8 lrbhre ed 1/ , Il pr•orettil~ e murr lo tlr mantello !l'nreiaio; C8l'tr'8 :13 grani di polvere infume (Nnhel) velucilà iniziale 20,f•O pio.! i (mi~ùl'a in c:le~e). Pt•cmes"r que"ll ricor\lt l'auiOt'P te ..-.e una brcvo "loria dellA gtlOI'l'A ci\•ilo cJ,.J Chili il cui e::ilo Lutto in dannn .lelln lr·upt.a del ~over·u•> de\'e A!'crivcrsi al mia:liore arman~enlo re~>te ce n·e~t


C011\UIIG1CA

11 /9

clell'esercilo ll\'vPrsario il quale era prov\•lstu dt fucile a r i· petizione :\1iinnlicber. Dopo il fallo cl' armi di Plactlla (2. ago;- Lo l ~!ll) vittorioso pér le tru ppe rtvoluztonarie il ma!!llinr numet·o dei ferili •enne rtcnverato nell'o,..pedale di S'lnt'.\!!Mlmo. Si otn, le truppe governali ve erano armate tli fnctli \Vmchester, Comblain, Hr•mio~ton. Gras ed altt·i, cos.t rtu,.. 1 factlc di-<tintruet·u le rerilf! pt·upr tO tli t[llelle armi ola f!lWJif' pt•oolotle clnl fucile

MtirJOiiclH•r a piccolo culibro. Xelll' ferite Ielle parti molli. col"t dlltte a ,..et me, il cauale è •li fot•mn cdinòrica e •!'tt~-"i dello !<h·~ .. o tliarnetrn oll'l pt'n•eUI!t>. N on si !<Cowge •1118!"i nl( urtu dilf~rt•nw tra for o d'••ull'llta e foro d Ul-'t~tla e nes'5una divt'I'Sttu nt•l mo•lo di gua· rirt! delhl due fct·ite. Ltl ferile dello tlinflst fli pr·rsculnvuno l!pes<~o c·nme prodotte da un Lr·apano (?) tanto e>ra nello, t•elltlint'o e rogolal'e il canale. Nella epillsi. rli :o;olito -.r pr oducono fenclilu re. S t fa pet•ò menzione •li ft> r itt> a foro tllllle t•pifls i aen1.8 schttggi~ e f~nditure, per ttue:;te primt• In guunj:tionc 8i rorupivn pet• pr·ima intenzione in dieci ~oriot•ni. In nlcu11 1 pochi C'II!-Ì ,j n .. <~en·ar•mo ft>nnrueni simili n IJUt!lli I!>'JIIO!;tVI ·r ra lo ft~ r t te Jll)netr•anti :lei lll'llO che venuut·o ìu cura ull'o"pedal e 11'111 accadd~ tli O",."l'vare romplictu.ioni oli sol'la, quindi non B"'l'~'"'l"i pohnnnali, uon l leuriti puruleutc. L'nntora pet·ci non o~!<'erlscc cosa e!i'atla •[Uilnrlo ·licu che utw '\'Oitn le ferile .rarma da fuoeo rlel petto rontnYano una mot·· lalilit ··o~l forl•• eh~ ~i satva'a appeun un fertlo ~opru dreci. Il Hillrolh Letter" di ehir ur gìa t! i !ll'l' rra ) os"P l'\O cun CLerny nelia ~uerra franco- le IPsca chl "'0[ rn ll•euta l'8'-i th ferite penelranll ùel pPllo solo cinque, vale n drr • l:Z p. 100 te rmina\'auo colla morte.

Billrotlt a que"to proposito cila Il' ~lsti"Ltdw tlt Htefl• l tLartd'<llllt), Maao;s (Nacltod), Str·obmey••r· (Ln n;.(enzalt.n) r:CIIIItl ('Ur·· ti r·a oporto della ;!uerra americana, i 'fUOii dr>•:unwntt mostrnno lo mortalità dPI!e ferrle penetranti d• l 1•elto espt·ec;c;o . rì!{pellivnmPnte •·on qursle cifre: H , l p. 100; :l:l,:: p. lOil; fj5 p. lOO, 73,1 p. 100. Le (•tl'H•rr·ogie pt·imarie e !';•'CIIlldario, Lrollondt>Si di picculo Ct~libt·o o eli pr otellilt crltndro- conieo, nellt' o,..~ervnt.ion i di


11 ~ 0

nl \'J<;'fA

qua" la gw•rra Ùl\'enlarono di ::-econda r ia impor·Lttnza. perchò, dico l'autor·c. il prmeltile cauterizznva (;;eared) etf,,ll,,am~nte lo carni, o tutto la superficie inter na del canAle dolla f·~ rila, dopo pa"Sato ti proiettile aderiva ~d li c'lnale !"l ch111•1eva sponlaneamenlo da .o:è. T ale Ol"ser vnzione e relalh•n ~111ega· zione uon é arnme""8 da altun altro chP si sia occupato eli traumi di gu••rru. Egli "og,:rtunge oncora es<~~>re un falln in· tere.""S nti<~-.inw che coJI,, os<~ervuzioni della guat•ra rivtle chiio'na sio r it-~ollo al g rande quesito sullo fr equenzu dt>lle le· sioni di grO;of'i vasi ~u.,ati dnl piceolo proiello. Atnmù,.,"O 'fu~>sto momento umanitario l'aulot·e crede polet'nP nggiungert?> un al tro ,,.•wpn• in grazia th•l nuovo proielttle e '~la­ rebbe nella felice c•onronuazione di'l canale della r··ritu ehe permell.er~bb· una rapida f!uartgiunt>. Bencho la rcla1.ione non !>Ìa llbbnslanza complcln rer pnler ri::;pondet·o a•lcgualamenle 111 problemi non ancorA ~<v•llti sull'azione tlol nuovo proieltiiP, 6""8 pe1·r'l ha conft>rmnln in ma g~•ma la pt·e' ì..ione l~>orelica ello colle nuove arroì '1 ;~at·ù m&ggior numero oli morti e che i!fùrili aHaltnO una mortnlità minore. Non ..enza mterusst• poi 1'arti per 1 chirurghi uu'ulluno O""'en·azione che ;~i riferic:.~e al combattimento dello truppe dell'unioni.' co~-rli indiani di Sioux (2:! dicembre 18HO). In que«lo fa llo .1'1\t'llli ~i sono adopet·ati fuc•li \\'mclu•ster a carabiruJ Spt•i r •Kfl~lt! n gr osso calibr o e pr oieltilu di o.:nlo piombo. Le ferite cranro cratet•iforuu eJ irre~o!ar1 cou !•11r ett lacer e, il foro di usrila non mollo pui a mpio d• quulln d'enlt'8la Ht·ant d'oluti, sche~;.tie, frmomcuti tll piurnho t)nmo spe~so tra"'clllote nelle ferile e <>e non venivauo nlloulannh sollecilamenl•• clavano luogo a lunghi ed ostina l~ pt·oeth•><l su p· purutivi i rruali spf.>sso t·eclamnvfuto opet·azioni socoudat'Ìl'.

EJl'ettl del trattamento della. tuberooloat articolare ed ossea delle estremità. oolla lperemla passiva secondo tJ metodo dt Blor. - (Deul~clte 11 i'

W AGXEn. -

Zeit.~ , ~

l, lS~J5).

Il proc~~so dt Bmt• si basA sul faUn nolorw e sp~t·imon­ la tn rhe ~l i intltvtdui con ipol'emin pol'lsiva dPt polmnni, p. e!<., quelli atrrtlt t.la \IZi d~>l1a rn•tt·alo sono qua~• tllltnun i


11 8 1

daJJa lubercoJo,j, t> Che UDii lu!JercoiO•'I Sia e>'islenle in Ull polmone pUF'Ii Hl n161lle iperemicl'l ~U81'i~C6 pru raciJmeOIP cho In altl'i or·goni, rnentr·e d'~>llra par•Lo gli individui I'Oll polmoni anemici (stenosi della polmonolu, arwmia) <~ono m•poc:ti più rhe gli altri al per·icolo Il• Ila lubPrcolO$i polmonalo. Con questo concelln Hier negli nll't!Lli da tubercolosi oc::;cn erl arli..;olare dr Ile membra ha proùullo l' rper emia pa<~sr'a coll'applicare r1 lacrio elastico al disopra della pal'le afTella e manleMndolo por per sellirnaJl6 e rm>si nella regione ammalata, o co;;.l dite d'a\'er oll0nulo in tutti risultati ~traor­ clinarramonle buoni, ~ nella ma~llior 1·urte una prrt' •tta Jl'U&rigione. 1-:fTiltli e~ualmPnle favore,·oli anehh•• ottenuto Jeller, ruenr• buoni ("lolo in quattro cal"i Rulli'!". Wagner r iferisce sopra 2i cnsi di •tuec:ta naturA ucrua·alamente OSRervRlr ual prof. Mikuliclcz alla clinica chirurgiea di Flreslavia ll dallo stesso cut·alr cnl mdouo di Btrt·, in parli} a<>Mciotn alle iniezioni dr ghcerllla a l iodofor tnto. In ollo di que!'li cu!'li si ottenne compl~>t.n guarigrone, tn do•til'i notevole miglior arnenlo, in qualti'O (di cui uno lulloi'S in cqr"'o di curo un lc;.rgero migliol'"ilmt•nto •·d n Itri tre o re~lnronn unmutAti oppure pC..{I!iOraronn. Il m etorlo 111 g~net•ale io più elTlcuce ~tl viene attualo n•' t primordi dcll'nlfezionf'. però anclw a malattia inollr·ata pi'O luct• aorprl•udenti cfri•LLi. In molli cMr in cui la sola iperemia p8'1siva r estava inerrìcacé in pr rrwipro. -.1 r•iu!!!civa aù ollcne"'r•• rapido mit.dror·mrrenlo ed anclw In gum•t~trone a!i'sociandovi le iniezioni dr J-irC('I'Ìna iorlofor miunla. Ln tliminuzione del clolore, che per regola !!!i manrfesln pr·ol"lo, como gia BiP!', JelJ,..t· e Mikulitkz h!lrrno fnlto t•ilevnr c. per·mell•' al pazie11lo la curn arubulatw ia t>d nuche l'u!>o cleJI',•rlu nrutnRialo, rl ciJe gwwl Rl•Jlto 8 J revenir•• le facili contrallut·• ·. lo ancbilosi e h• airone mu«colal'i. In un ca"o '-'Ì r·iusci a ouuo..,trnr·e con esamd tnicro~c o · PICO ed ""P~r rnonli d' inoculfllÌOIIù, l'Ire .inpo ~ei tne"-i eli I'JUe!'lto lraltflmrulo non e~ist .. vano ptu 11el rocolaio tu!Jurco · loso bacilli ca pnri di colo t• i rsr o ti i ript•odut•sr.


lll\"l S rA

ZA.A' ER - E atea& leslone del cervello aenz& fr..,ttura delle OBR& del cranlo. - (Cen.rra[IJ!art ltit• f'/~trurf.J, :\. 10, J. 9~·>·

E nolo come ~pe!'c::o certi or,rnui intl.'rnì, come Ad e~· mpio il cuore, le ~t·andi nrlerie del lorare, 1 polmoni, la mdw eù il fe::alo, [IOS" >no e"c::ere la•:erati dn un LraumA sPnza r.hc di nPcesl'lilù vi !li8 frattura dt>llu schelotro che li circonda e li <'ontienl' .\Ilo sleS~c;o modo nella ruec::sa c~rehrtlle posc::onn trtwarsi più u meu" e:-le~e lllct•razioui st>nza <'Ùe \'l "Sia lo meniJina tracctA rh lratluru del crnnio. In ha!-<c a vat·t e ben noti spet•tulonti sopru la ùiminnzione di volume del a anio sotto l'azione tli una pt•osstOJlt'. :;opra il !;UO <.'ambiarnt>nlo di rm·ma (V. Bru nR, BJ•aun, ~r ec::serPt', Trub) sulla "Ua elasticitn (HyrLI, ftllaux, Fl•lttl~l), l'autor·e c::pi••ga iJ f'tiiiOnl~llO 'fiiBiìficoudolo 1111 etl;•llo rft•lla (lt'O"SÌO•lC negali\'ll ··he avviene rlopo che il cranio, pc•r la ,..ua elasticill• 1111 l'iprC'~O il fluo t•r imltt ''O \ nlume, mentre il l!quido ccrebro"'PIIlllle no11 Ila avuto ancora illeml'n pt>r occupnrtl In "P!lZitl da c·ui crn ~lato l'a~'r.iuto . OllJ•echè una fen•fiturn <>i può lro,·are nelln ...o:.lnnza ce rchralf', in s imili cusi, ancho una soluzione di continuo insorta tra il ct•anio e In dura, nella pia o n~ll'arncnot h 1, oppure an che lra la piA e la so;.tnnza cerel)t•aiP, nelle quali le«10IIt ti f'lù dellt• \'Oite ha luogo elllorrflgìa dai va;.i lttt'er... ti Qu••,.Li r •·pPt'ti ~Ol iO inLet•cssanli Rpe('wlrnPnlo per· In 1111'ùicinn r •rell<>•', )11811)0 flUII 6SSP.IIrJo Vt'llllh Ili clll81'0 <>ttllll C81hil !<Ì dov • prnnuncinr·~i co;:ciem.tol'amente :>.ull'u:dorw rh lillA ~trJordinar:n VIOlenza.

D.trT~t•. -

Illusioni endoscopiche . -

(Cent r alldall ,1ur

Clliruryie, 18!l5. N. 37). Dill•·l rif~ri~ce sopra uu'abbondt~nle rnc<.'olla di o":-ervazioui t'iOellenll shngli diagnoAltci comrnussi in •rua~l• ulli111i l5 anni in causa d1 illusioni nell' udoperare il ci-<lo!'lcopio.


Cl! litURGICA

1183

storie cliniche a ssai isLt·uttive dei singoli casi (egli ne riporta sei di sua pt·opria esperienza) dirnoslranCI che egli, insuperabile osservatore, pt•ese una volta per cicalt•ice l'epitelio vescicale sclerosuto, un· allr11 volta credetto di vedet·e an tumore dovt.i 0011 c!>islevano che ùelle pieghe della mucosa lumeraue c sanguinanh, altra yolta glt ~ruggi un papil!omo rinchiuso in un diverticolo, sCBmbi6 per concr ezioni tosraticlte un tumoee cospar.so di fosfati; pr·ase dei coaguli sanguigni per polipi, e Onalmeule un flemm one circo~crillo della mucosa vescicale fu da lur creùulo un car·cinomu mflllr·ato. Il più rnteressanlo di questt esempi di !'~ba gli tliagnoF~lici é il seguente: Sopra un uomo <li :J5 anr11 si e rano consta tale (;Olia cistoscorta i!IDOrragic VPSI!IC8Ji COO presen~a di polipi, prallcala la r'istoLom1a sopra pubica per nllonlànarc i polipi non si lrovurono che dei conguli sanguigni. Le emorragie aduntfUG dovevano pr ovenire dai reni. S'inlrorlussero allor'A negli llreteri due cateteri elastici le cui due estremità "'l fecero uscire dall'uretr·a, l'ot•ina che sc••lava dai due ca lf.llel'i fu r•accolln in due \•asi "'epat·Ali, dal calelec·e sinistt'o usciva or ino limpida; quella ùal destro era sanguinolenLA; fu estirpalo il rene tlu"'lro che c;i mo'3lrò carcinornatoso. 11 pRZienLe morl6 giorni dopo que ~la seconda operazione. All' autop"'ia si lrovo anche il rene sini::stro colpito da cat•ciooma colla ùilfer·cnza che meutre nel rene destro la neofor·rnAzione ~i estendeva alla vena renale ed alla cava, nel sini~tro invece il carcinoma risiedeva soltanto nel parenf'hirua e nou era ancora penP-ltato nella pelvi renalì Di t1ui la mancanza di ogni emorTagia nel ren u sinistro.

Polveri piriche e prolettill settlot. (M ed. Ree. Xt:tiJ· rorl,, 2t giugno 180;';).

L l!CH A. LAGA"ROE. -

-

Il volume 56, N. li, del Xem-l'ork M ed. JoLtrn. (2:! ottobre 1892) contiene uno spec1alo resoconto del chrr urgo generale delresercilo degli Stati Uniti inhtolalo: n Puo un proiellile s ellico infellur<J una fet•ila d'anna da fuoco 1 » Gli


II Ki

IU VI~TA

esempi a·ldotti iu es90 provano chiammente che i prmettili, almeno quelli tlelle armi portntlli, non ~11no r~1 asettici olallo sparo e che quando un micr orgr,.nismo specifico, come p. es. quello ciel carbonchio, e messo c:u d'un proiettile il 1uule ven~l! a colpire un animale sensibile, quec::to 'nella Jnllftgiora nza dei casi soccombo alla specifica mre-

zione. Gli

e~pet•irnenti

riferiti n!\1

t·e~oconlrJ del

g-eueJ'Aie

• clurur~o furono fnlli a piccole dic::tan~:••, cioé ll uon r u dJ !Meci pied1 È ~<lato piu voltP poc:to il ques:tn l'e foc:"e poc::s1hile m mlcrorganì"m' r·Jmallt:'r oolerenti ni proiettili dut•tmle o dopo la loro traìrtlor·io all'attuale distanza di :J.Grl() jar.!e (c. 270-:J~,o m.). Di ciò non e parola nel resoconto citalo e '[uindi l'opPI'B é incornpl• la. Il doll La~arJe, captl.llno c.•htrur~o dc{:h Stai Uruli, hu cer·cato tli colmar la lncuna facondo i li'e~.:uenti esperiml'nti a Fort Lo~nn, il IO mn~~rn ùel rorrenle 1111110, Sr .:;parò contro rinquo pecore nlln ili~Lanza ùr 3 u ;,ou jfll·de con pr·oll•llih ad JU.!atnwrnlura d'acciaro del peso •h :?:lO F!''lllli e ton fucile Kra~-Jor•gen;en. <'alibrn ~>: mezzo impubi,·o, p.tJI\'Pre «enza romll Pe,yt.ou. Ogni proiettile, irnmedinlaml.'nle prima rlelln !:!paro, er·o infettato C'Oli una culluro pm•a recente c::n ngar eli bnc.:lllu" anthoracis. Qnallru pecore 1'11118sero ferili>: una t!i eqsp mori sul colpo· il pr•>icltrlr• ltrot 1 la &JII jnrcle ii\'C\'8 lncor·ato i groqsi vn"i .J,~I collo: clouù~ l'e· morragrn ~ la mm·Lu in pochi minuti. D•·lle altre ryuallro pecore.! In t•rrpnrlc) una ft>I'Jln, a ·,oo.Iar-.le, sulla qupt>r•fici•• inlPrnn clel L!Orrelln destro i11 vir•innnzn !lt•lla tihifl paS~~andola: In mnrle avven·nc li ore dopo In fer•iln Il prepor·atn :sU COf rn;-elll tleJ :31lll!!Ut>, ciel l'l.'!!olo. della mJizn, t!~l cuore, colorali l'Oli soluzione ocqun~a oli vrnldw !!'PIIZJ:lnn rh·t•larono il hncillo Si fecero culture ::-u u:::or. Ln 'Jilflrln perorn t'n colpitll, a .100 jnrde, allu c:pt~lla l"inistr·n il lll'Oreltile t'uoru!<r•r Jal lato ùe!-~lro del cullo: m orte Ili 5" ftiorno dalla fer1tn l preparati su copr lg'!!etli rivPint·onf• lu pre~en~ lei b'lcillo. Gli 11ltri Ire animali ierlti a lio cute dc!l'ar11nme ,. allo ca m br\ anler·int'tl destro rispeltivam•'lll<•, gua· riron•' corupl<>tn111ente.


CHlllUIIGil \

Il 5

Il su~spo lo dimostra evidenlt'menle che il germe carbonchioso puo as!'~re trasportato '-U proiellile da g ran distanza e che quindi può produrre I'inft>ztonf3 in anfmali sen:::.ibili.

Polveri settiche. - l. PolPe r i ll~'rC. - l g ranuli di polver,• ebo rttnl:\ngono uella cul~ nei <~nlpì a piccola rlls lauze, ùimolllrano r hiaranV'ttle che essa 111111 Ri brucia tutta nell'aLLo della •h•Oagt•azione e se qu..,«ti g rouuli SI racco&rlt~""!<ero, l'i • potrolth,.ro acl!enderc acco«tuu !r' loro un flam111ifero m ignizione. Si rnlcola che della polvt?re ndoperalll solo il :>7 p. 100 ,..j &CI!t'nda e produca gas, tl r t>slu rimane inrombusto e i singoli J:ranuli agiscono da l·icNh proiettili anilllali da una Vt'· locitu capace di produrre ferile, lo cui e,len-.iour:: ., grtl\ ili vari.l n «econ.Ja d··llu ~ros«czzn dl'i gram, dallo lunghezza dalla cnn na. dello •lì!:>lauzn ciP l l'ut·po dallo bocn1, ecc. La polvoJ·o tl<'I'R ~e neralm u nlu impioguln 1\ ,..ompre conlnmhmlatla IIDUlOudizie, polvere c• dn altre impur1lù e la sua &l'lU-.:.tu \'l•.m tlunoslrats fec.~n lo rullure ì11 ::• lutulR 10 lulu alln t-:!lmarC'It. i •)uals !:'1 r iempìoun d1 colonio dopo •~ OJ'C nlln !omperalura • r·linst·ia. La poh·cre nera ...lcrilizzala iuV<'Ce falla cspln•ler o t'Onlro placche di geJallllll O di agur nella •nag!rior parl•· 1lei ca'-'i non produce colonie: se vi Clj fo1·:r.ano e«--e Jip,.ntlnno o dui micrurj:!ani,mi tlell·aria trneeiJ.nlh i dall'espnn--ione de. gn" d1 combustione o da imperfetto 'ilerilizzAZÌ()ne Questa 1'11 fntln ,..elllpi'C nella ~leriltan­ lrictl o vnpnt•u di Ar·riUiu per lo !'l pnzio dì duu nrc. P<w l'eudere f'ÌU ev1den la la dunn ..trozione c)H1 lo polv•·rP. llt't'll •·11muno cnntieue micro•·~ullt!<IIIÌ, il Lugard•> l'ha s~tni ­ nata eli !reJ•mi «pecitlci. a p•·or... ,·cnzn di Lacilli anlracis, uol modo !legu~ute. la cultura u~ala l'rn una vP~dtiu su agar : le sporu furono m··~<·olate con ·,, grani di polvt>re presi •la unn cur tuc1'ia dell u car abina Spl'lll~fleld, caltbt'll i;). Lu CHrica (u \'t·f~tlta <tU d'un pezzo •li CUI'lll binlll;8 e COll' ago di piA• lino, prev1amonl<' sltu·ilizzalo ulln rinmma e poi inll·iso nelle cultur., fu rime~enlala in tutl1 1 sensi fino u cito all'a ~o 11011 rhn uuevnuo piu n<lcrenLi f!runi tli polvt'l'a: 'li r ipete questn mnnovra ()ualll·•l o cinquo volle pot• ogut carica (sei iu tull<1).


Il G

RlfhTA

l>ue F:calole eli Ptltri con n~ar furono me~se 111 cestelli tli (!Il) di ferro e qut>->lt sospt~--i coll'intervallo di ,, polhc; l'uno Jnll'allro. Allo "-fJ&ro til>lle 1; cari~' hl!, alla drstant.a •li ~. IJie Il, tulltl le dod1cr placche contenevano gr·am di poh·or·c trtcornhu~<la Tenuta netr incub~llt'IC6 tl aso.;Jj'o c. dopo ~~ nt'e Il' plncclte contenevano gi11 r.oloniP tlel IIAciUo. Gli o•spcrim~?nli falli su coni~ll sparandt1\'l conli'O (... ulle orec<'i•i··) poh o' l'O contaminata conferrnaroun qut.Hh riferiti. lo tJUHllt•o do1 "'tll conigli i g-ranuli non penetrarouo nella cule, ut>gli all1·i due e<><>l si conficcarc.no p1·ofoudarnenl~:~ ntll courwllivo !'nllocutnno , arnmalati-.i enlrttmbi al ao ~inrno, uno morl nl' ~·. l'nlll'O t!UUrl. l preparall '~tl portn~gelti fatti col -.augue del cuore. della milza e d••l feHalo l' <~oloratt colla <;nluzimtl' ncIJUMa di bll.lu d! mt>lrlcne d•rnosh·11rono la presen;r.n del tJilCI!!o. :!. Pnlocre sen1a Jumo.- Gli esperinlenti furono falli 1 •llu pulvet·u St'nza rumo l'e!Jlrm, OI'U iu uso negli Slnli Unil1. col fucilo Krag-Jorgensrn. 1-lt!IH.:!Jò si ubbia no fondali 11111livi pN' cre·ler•e cb e que,..ta poi vere SIO. iii•JUinnl& rlalle ,·.•rit:' rnuui•

poloz10ni come l'antica pohure uet•a, pure non -.j eubt!l'ù mui cultur·e introducendo gruni di e~«o nei ''81'i meu• uutrtll\'1 (hJ•n,Jo, !!"'Ialina, agar, occ.). Questa polvere du ai IIH'U.I un colorito l.!iaUaslro Scrnura adunqur> che la pnh.·r~ p,,~ t n contiene una sostanza la rJunle lntbl"re lo sv1luppn d• certi bnllcri. D'ultra parte su un luho <11 ln·odo che çonllt>IIO !!1'11111 di P!:',Vlon viene infellalo con spore del bacìllu~ nnlrhllcl•, que~le, dopo :H ore, s1 !-<vìluppano bPnissiruo: ctil dtlllll"lru ch•• l'uzione i nibilrice Ji Ct;F:B non si estende s ui germi di 1110g· ~·or 1·esi~Lcnza.

So si ripelnno coiJa polvet•e Poylon g li esperime>nti ~i11 1'1ft.ll'lll della polve•·e n ·ra, !lifl e""sa oppur no sterilizzatn. i gr11· nulì mcorubusti non fanno S\•iluppore. di norma. alcuno co· Ionio Se Ìll\'ece alla polvere ~~ mt>~cola del tl·rr••n•> nellu pr·oporzione ùal 10 al 20 p. 100 e lu si fa P.l'plorlere, nllo1'8

lo colonie ~i mostr•ano od in gran numero. Cio avvenne m conigli contro cu1 F:i era sparato con polve1·e inquinata con spot•e di CMbonchio: tanlo nel son "Il~, •(Ut1nlo nel fogalo e nollu milza !lr l't ~conlt·arono bncillt.


CHLRt:IlGICA

li Si

Conclusioni. - GH es perimenLi surrif.!r ili mettono, seeonùo il Laga rde, il chir urgo in g rado di dar si ragione del tetano, dell'edema maligno, della rislpela, ecc., che non tanto raraownle sogUono complicare le ferite d'arma da fuoco. li Nimier•, chirurgo dell'esercito rrancesc, riferisce negli Areh . de ,\-Jdtl . el de Pharm. m ilitaires, N. 2r,, lS!H, q uattro casl di tetano consecutivi ulla scotlatur·a prodotta dallo scoppio di carturce da !!al vo, m algrado che nel trattamento dei ferili ;:oi ro~~ero usate LuUe le cautele antiseUiche. La polvere delle ca t tucce era l'antica polvere ner a. Questi accidenti ;:oi !ipiegano o a rumettendo un originar•io mquinamenlo della polve re, oppure, come ~pesso accade, atnmellendo che lo b1>cca dalla canna è sporca di terr ouo. 11 Lagar·de c rede elle i suoi esperimenti e lol'O r isultati siano tali da dimostrare cha l 'lnft~zione ùel tetano e dell'edema maligno pc•ssa essere trasporta ta cou una od entr ambe le vie "'lllllmenzionale.

RIVISTA Dl OCOLlSTICA

-·-

KCE:NtG (tle Paris). - Sulle oomplloazionl ooula.rl del diabete . - (Reotte yénArale tl'O;Ihtrtlmulo!fie, N. 7, 1885).

Il uiobeto provoca oel l"appa t·ato visivo uumer·osissimi ùi !ilurbi. l più frequenti sono: l'indP-bolimilltto deU'accomodazlooe, talvollu la paralisi; l'opacamenlo ùel cristallino. Sopra una cifra di 500 maiali che l' aulore ha potuto esaminare a Vicby, CfJ"Ii ha potuto const.alare 5G volle delle lesioru oculari, Ira cui 10 cataralle: li'a le allre Jesioui pr incipalr, ha nola lo 20 volle ùei disturbi dell'accomoJazione, duo ca"i di gaugr·ena dAlle palbebPe, due gla ucomi emorragid, dei quali uno susseguilo tla mo r te, due polio- cnceruliLr s upet'iorl croniche, ·li cui una !Seguita da mot•te tlopo due mesi. L a co la ralla 75


Il

diabetica ò il pi11 spesso mollt>, d'apparenza lalliginoc::a ma nelle per soue avo.nzale in et!\ è "imile alle cataralle K&oilt or ùinal'ie. l•"r·o gli accidenti che Longono dietl·o nll'nperazione, egli !Ja osservato soventi l'edema delle palpeLre e nevt·algie peri-or bilarie. La relinilu ~lico~urica e carullerizzata dalla prt ""'"a di piccole apople--sie e di qualche c--sudazione bianco. Il r·redomi!IIO dJ queKle ultime ed 11 loro A~gruppamenlo n• lln regione della nwcula indicano lo pr·esooza dell' ali.Hrlllltlll rlt·ll'orine. Ln di f1'~> t'11nza rra le due forme di rclini lo nllora unpossibile. t,!uesla constatazione hu una grandt:> impor·tanza dal punto Ili vi"la della pro~noc.r. Se rl nervo ottico • mteres~lo. c::i trnlln di una decnloraztone o di un·atr!lrìo hinnca ~empilce !'<enzu o le ma. Due am111alali affetti da a~r·o lla ottica prese ula vano particolarità wter·c~~'<nnlr: il pr imo. tlcii'Pln di cinquartla'[Uilllro anni, aveva un 1'r·nlello cieco in cnr1H~:!11llllZa d'atrofia; il 'lt'Mndo, dell'cl!\ tlr sei tHtu i, aveva f>i t.:r•unlrni o 72 cenl1grurnrni Ji zucchero pet· lita•o.

u

\lrQLET. - Delle aJfezloni fllttonularl dell'ocohlo: loro frequenza., loro cnra. - (Jl1 ouc yt1nérale d'Otlhtll lmulogir, :-.l. 7, 1895). [)j tutte le aiC..MIOrli ilillenulal'i ifetl\•CChio, fa pÌÙ S:I'U\ O è In più poricoJo...a è certamente lo t•hcratite fliltenulur· •. lu un inter·eii<"81ll• lavoro, l'auloN Òllllustra elle le Affi ziom ftillenulorr rldl ncchro so1 o mollo fl'e'luentr. Sopru 10.,0 rua· lati, H6 llrLLunu lor1, vale a du·u Jr, p. 100 circa. L"nfl't•:t.tnne 1\ pilt rr·equnnlo 110116 dOniiU r lr" nell'nome. Nel :J p. 1()(1 tiPi co.~i. si ùovellt• ricorr·eee ·acl opnnzioni, come l' ir•itledonlin per rendere un po' di "isLa a l antichi llat <!nularr o perrnctlere lor.> di condut'"' da ,..oli; 30 ,·olte ~u 100, in ... 'E:\uil l rù affezione llilljjnulari :si os;,er ' aro no occhi palolnt.!id lllll• Ccal! da lesioni rnddcLJli. Tn tulli 1 cu~i cl te sr sono pro~'<entali alla ~ua (l::;Ron·uw•ne l'aulo r e ba <.:Ul'lllO i maiali ne l modo :;eguenle, o nuu lru A\"Ult>


Il '9

DI OCCLlSTJt.:.\

che a lollarsi de1 I'J8ullati ollenutr, tonto dal punto ùi vista della rapidità della guarigione, •1uonLo per l'as~enza ù1 qual siasi complica~ ione: t o Tutti i giorni, irr tgazione lolala ùt!ll'occhio e rlet cuidi-sacco congiunli,ali. "erven .l o~i del dtvaricalore delle polpehre e di una oo:oluziùne di sul.!lunato all'l 1 . 5WO: ']uec:ta trrL:azione de w es"'et·e (alta dal me' l rn; 2" Due vollt! nl ~iort1o, i gPnitor t, dopo di e-.ser~i hon lavati le mnni, "'tr·oclucuno esl't '-lf'!-<,.i nt-ll'nc~>IJio del ruolulu un po' della ~o lui'.ione di ::~ub l imato all'i p. 51100, liupida n ba~no- mal'ia per ''IÒ fare «t l>Cl'\'OIIO tli lurnporu dt cotone tdr•>fìlo che «pren1ono sopra l'occhio, eoo:sendo le pulpebrc dl\artcale con torw: :lo A~porlar•• lo ere ste d'imr •ti~tne, clapperlutto O\'C c ... so ai trovano, :-en1.n ll'ffit>re d t far Mlm:uinarc, u!:ando tamponi imbevnti nella solnzl•me idran:it'il'fl; 1-· Se vi h n it•iLL', melle t'C unn goccio r:li atropiu a; :>' \ pplJCilrl' dopo ciascuna rli>~tnretuJne nna rnr<dtrntura a l'Acco lia rinrhWAt':<i tulle le \'Oilc S·· "i rnanil'e"la un l'Il· larro intenso, è necc"'"l'lriu ::;oppriruer·t· la mcdicalur·a e laeciare l'occhio nlln "cnp•·rtu. Al lrattamonlo lncnlu ~i ùev<J tt;tziunzere la cura g •nt'rulll del linfan LJsuw.

l11lla dl&gnoal d elle affez.loni dell'apparato villvo nervoso uogll ooohl oon opa.oltà dei me1;sl - H. 1--. \TZ. -

{R 1:111] at!rr( r' (; tl'Uo>ll( l fllfJ V)lf.

' . ;, b

11)

Siccome ti ltiodo tli essma dellu fuuztuno dell'appat•ato viPi vo nervo:-.u noi duo occhi t'rJit opucilà RpeRse dol 11\eZZt t tl'rangeuli, adopt>rulo oggidi, i· in;.ulTlci•·nle, Katz prnl'one lll •tu sto !"Copo dt e ... umiuare In "Cil~ihrlilù lurnino"'a totale che dà risultati p111 e"atti. Que... lo rnodo fi'P. ... ame fu propo~lt1

da Bjerrum. L'autore hu ~:;cmplìfìcato ti prore~"u t!i t(U•~><lo ulttmo. noi St>OSC> che agir ttOil udope1·a clre Ullll ctmdela ,Ji cet•o; pot• lo. dill':.t!lione tlélla luce serv•lno !1• pAlh ·bre chiuso. P!'inw .Ji


1 Hlll

BIIISlA

l utto, l'nulore dt>lermina la dt!llau7.a della candela alla juale l'occlJjo no rmale dilltingue anco ra la differenza nell'illuminazione quando la lhunma ,, ulter nalivamenl.f• aperta o coperta. Conosciuta que11la thslaD..La, <• molto facile delermuwre la sen~ihilitU lununosa totale nell"occhio mulalo: ba ... ta d~ler­ minare la di~hwza nlla quale rocchio esaminalo •li"lingue ancot·a il coml,inmenlo dPII'illurmnawme, ed il rruadrulo di que.,.lo numuro diviso per il quadrato del primo numèro (la distanza pct• l'oc•·luo normale) e<~prime il grado dl'lla ~f·rr ­ !ltbtlilù lurninO!Il\ Lolule doll'occluo esaminato. Cnn 'Jlll'"lo metodo l'autore hu fallo tre '"UI'Il' <it osser vaziunr: !111 IÌultlr· t n malo la ~cn~ibihlé. ltunino"a loto le: 1° negli ot•chi normali: ~ negli occhi con O['LH:tlt dei meui; :te negli occht con arreziuui <ll'll' appa rato tu'rvo~o vi-sivo. I n un quatlro Pgli espone il r·is ultato delle su" o~ ..ervszionì. Oa que!-lto 'llladro t'il<ullu ('be la detet• tninuzione della S61l!'!ihiJllU JumÌliOS8 lo tole Ù il mezzo miglio r,• pOI' dis li n~uere l'ind l,holimenlo della v•sla in s eguito ud npRciltt dei roo:a• ùu rtudlo occa ..ionalo da una affezione dell'npparnlo visi \'O nenoct11: :-ecoudn il grntlo tlelln sensibili tu loto!•• ~i }'Uu gludtcat•c dulia contli7.ifHIC di <JIIe'<lO apparato; l~ n(la cilu tlei m~>ut r •frongenli hunuo poca ìuOuenza ~opr 1 que,ra scusibilit.à.

Ricerche battodologtohe sugli empl eml del •acco lacrimal e - \hn;r.- (li rue !JéntJrale d'Ophtaft, ' e. "· -;. l~!lj).

Pet• •·vìtare •(Uauto piil é possibile le cause ili e rron• pr<l· ' 'ententi dullu cougiuntiva o dulie fosse nasali, si dPve c~a­ miuure solamente Il contenuto delle suppurazionì lact'llll8h co::tituilt> t' tluuctc eia ogni parte. I n tuiLi i Cll"'i f.! ueces<>ario rac~;o~liere il pu<; n••l c~ult'<l ::;lP.~so del l<UCco con una puntura esterna dei legumonli. Le allezwm ÙO'"I I'fU8le solto 1 nomi di dacriocisttlo llerurnonosa, tumor e lacritnale iuflnmmnlo, lumoro lacr·imnle, uon sono che vul'ialu ùell'ow piemn ù~-1 s acco.


01 OCULlSTICA

l l\} l

Si po ... -<000 attuahnenle riUnire rrue!"ti empiemi in clue g r uppi priul'ipah: t• l'empiema acuto tlemmono~o; :t' 'emp•~ma subaculo e nci<>t1co Il pr11no è prodolLo da inrezion1 "'A tli " treplococelri, ~ia d1 baci Il Il l:lecondo è dovuto ad infezioni di sl~tllloeoc ·lri rl più l!fe'"ll o f a neLLe di un 1Jac1lln pato:,!'enn. Que~lì m1ct·obi 'lOno mollo !-<O\euli a>~,.o••inh a bnttcrii <>aprofHici diwrs1 , Ulteriori t·ree•·che, praticato nello ::;Lr•s"e t•nnùizioni, rlimo!llrt•ranno ~ .. nltr1 microbi in ter vcu~ono nella palo~cnia clt!!.!li cmpiemi del fiacco. Esse potranno egualmente rm•nire schiarimenli ~ulla frerrut·nza con rui un ou1picma '411hacnlo "Ì trasforma in empiPma llemn• onoso solto l'influonw di una inrt•ziom· ~Pcondaria.

D JD.uaaggto dell'occhio. - P" nt;~TA 11 d'O{IIttalmolo!!i•·, ~. ì. l t-.!15).

(H•'t1/lt' f/1;11, ralt:

Il ma s~ag:.tin dell'occhio e dei ~uoi anne ......i l· un metodo terapeulico che met·ita ii el'l<:ere ,..lurlinlfr . "PCI'imoulnlo ed e:.le.«o u molte a !l't•zioui. E"tWCilAto in modo vioh·olo ed in cui!'a dn tlett?rmlllArl! un lraumali.,mo, il massag~io pu6 e~"'ere utile nPIIe all>1raz.ioni delle ~alpebre. come nelle ci<:ti. calaz.i1, in::OI' ..du. •·cc. ~elln atfet.ion• oculart propriarnenlo dellt! l'autore lo r1tit>ne lr• ppn p.·ricoloso.

Il ma..,~aggio modicamentoso ha Il doppi•> '<~llla!lgio di fa r lUllm&mPnle n •!t'occhio le pomate IliO f•Oiveri inLrodtllte tra le palpebre od oppllcale su tli ··ssc o d1 pro•lurt•e unu deconge.,lione piu rapìtlu dell'occhio t.• dc1 "UOi flwolucri . È soprallullo intlicala nrlle l'llet'lrtn-conllillnliviti llillouul•u·i, ne• leucomi cor nrali, nellt.• ll'ili, neU.• epi«clt·rili e nelle 1rido-cc.roidl•iLi. Il massaggio semplice, vale u dit'll e•>t•guitt> con le thla o con slrumenli speciali, senza oggirHlztono ,11 motl!camenli, pen~traro pill


l l !li

Rl\'l"TA Dl Of UU"T1CA

lr0\'8 la sua upplh-ozione tutte le volle che esistono un' ullera?.aone rnU!<COlare rta causa pertferaca, o dislurhi della vascolar izzazaooe. QuoRlo mas~on~~d•J é per ò contr oindicato nella roiopaa pru~re!O"iva fcll'lo , nt•ll'ipolonaa constderevole e Dt Ile opa tlit crtslolline incipienti.

RIVISTA DELLE MALATIIE VENEREE E DELLA PELLE

Della. fieblte 1lfilltloa.. -

MENOI!lt.. - (.Journ.al tle Mé,fecir~e

et dt ('hirttrqle, ~tuguo 1895). Quc•!lla manaresLH~ionP Rlfililica <> mollo rara; essa può o"· nel per inclo 'lt•conrlario e nd terziar1o, nla 111 que-

~e rvAr<>i

periodo Ancora p1ù raramente che nel r rimo. La llcbtle :<t•cortdur aa -.opraggiun A:e senza causa a pparente, talvlllln in sc~uitn a "foa·zi ''iolenh e ..i localizza Stù .:;ugli tu•lt suporaori, '-i& sugli a r ti inferiori. l~<>sa si rivela dapprirna con una cong~'-ltone 8'l"81 ualensa della regione o con ,..tri~ce rosse corrispondl'nli ef'allamcnle al lragattn o a•l un se~tnento del lra~llto di unù 'enn . Là t•e:zione c dolot'O'l8. Iu I]U<'!'Io tnomeul•• l:\Ì p11f1 pere• pii'C con la palpazione l't::sisteuza ·l~ 1111 ccwdone clut·o. rnon1lifMmc, o;;cort·enle solto il d1to, dnlor0,o. corc•aspondt>nlu e."'Allflntenl.- all~t SJluazir.ne aoalomacu eono!-Ciuln t!i una venu "IIP' rlictale. Il pitt !-lovonlt le veue afft:Lte. souo aucora permenbili; " poc:,..tbilc ttCct>rlar~i dt I[Ut>slo fattn cotnpt·•mentlo un membro ulla "lllt raùi··u. !oli , ....tnno 11llora le vene inlerec:~ate o;;pcw!~L'ullimo

~et·c• ,. gonfltu·F~i.

Il cli~tOt'<tO del1'n1Tezion•' c\ generalmeule semplice; cotnpar•sn un po' t•epunlma delle llebit~. pet·iodo di stato con in-


IIIYISlA DELLE M.\L>\TTIE VE'\ EREF t; OEI.LA Pfi, J &

Il !l3

durimento pers1~tenle delle venA lel'e t• "comparsa p•·ogres!IJ\"8, la lvolla lenta, dell' indurtrnenlo solto J"inllucnzn del trallament.o spec1fico. La tlebilo terziaria pre=::enta un a=::pello del lutto differente: e•llll si •volge nella maniera delle ~ommo veno=::e, ma la sua tc•·avila é notevole comparendo tumort, "Hnulanti un carciuom~ ~opraggiungenti sul lracdllo delh.' vt•ne.

RIVISTA DI TERA PEUTICA .......

ID.f1l1lone oonoeutrata dt foglie dl dlglta.le nella. polmonit e. - J . BLocu.- (ra::Ptie cles lftJpilauo~, N. RO, 18!15).

L'autore ha raccolto nella sua chenlela privata 31 Ol'servuzioni di 1olmonile, tralluta con la dtgllAit•, e, l'llalltlo o{lli pff,•Ui pt·odolli du questa metlicazimlC', J>~otli omette lo conclusioni ;;eguenti: t o La dlJZilsle adoperata a piccole dosi ç,Q..;;; cenli!(rammi iu ,.ent1 JllBllro ore) non Ila alcuna azione .. ul r.ol=::o e l'ulla t•voluzione delle malattie acute del polmone; 2° Le infusiCini forli di di~ilale proposte da Petrescn nella alfezioui pnhnonar i acute (i- a R trramm• nelle 2-i ore) non ~olo non l'Ono noCJ,•e, ma es~>rCJlano, al contras·w. unu. hcneflcu azione sull'evoluzione ùella malattia. Adopcrnla fin dall'mizio, fJilesta medH·azione fa tai\'Oila aborlire r aiJ'ellOllO SP clopo 8 o !l ~ramu1i di foglie di cligilale in infmuonc, non "i notano modiflcazioni del pol~o e della lemtH.!r·aLura, ra ù' uopo interrompere illrallamenlo per uno o due g10r ni fino alln pt·oduzione dell'etrello cumulatore d1 questa eo~lunza. Il rallentamento tlol polso an•iene nella magcr1or porte dei cosi pruna dell'abhassamento della lompel'alurn. Se la caduta dl'llo febbrl' prect)da il r a llentamento del polso, <'1 nocessario Cl!ssare


11 9~

111\'lSfA

l'ammioislrnzione dello digitale. !:abbassamento dell •. lNnperalura pr·otlolto dalla digitalo non è pM<seggi~:r·o, ma llur oLUl'O ; 3<> Il rall~nlamento della r·espil•azione osser·,·atu da P~ ­ lresco, non ò r:tlalo osservato ùoU'aulore; nellu mn;,!gior parte dei ca~r, al conlrat·io, ,.i era accelerarnento dello re.<:pi:•o1.ioue. Questi fatti !'OllCOI'ùano cnn quelli dr Traube. (: probabile o:l.e

reccilaztone del pneumogaslrrco pro,·ocala dalla diK1l11le cagioni il rallentamento del polso con ncceleramcolo dl'lln rt•· ~pirazronc:

i 0 Le rnfu«i0111 di foglie di digitale l'-Ono mollo meno lo"· c;iche dello ro~he c;teSSt', pert hù la loro par k prù lo;,.c;ica, In digilo<>sioa, è inr:tolubile nell'tlc'IUO; 5' Le controinùica1.ioni all'ul'o delle infu;,ioni fort. tli ili· gtlale l"Ono: a) l'c1IÀ giovane, td dit-~ollo di un anno in cui;. cltflìcile di Ftt•~uir·~ ti polso eJ in cui la digitale pr·ovocn spe-.-.o distut•ht ga~lt·o-inl•·slinali; /1) la Vl'cchioio, in·I'UI lA di!-(ilnle ha un'azioni\ molto incr•!'lauLu. nei ma:all al !a"OJ•r·u di ~e-­ <>anta unnr, lu di~;itale produci' unn ar1Lmia del pol"o fin riai· l'inizio, ciò 1 he e ùi caliJvo au!!urio noi vecchi alTelli da pol•nomt,...

Bloch cita l'opinrone dr Penw:dl : t'a d'uopo !'Vrlarc r .. )l doboh dur·ontc beLl ttna rtr. Una tale medicazione 11011 bA, in ~cner·ale. eni!Ho favMHOI(', ma nuoce, ul conll'ario, "OVI'nli. É nec•·ssario proeun•r•J oli ottenere lo "Copo il più pr eqlo po;:"ibile, eJ una ,.o la ra:r;.iuotolo, si ùe,·o inlerromperl' ht medicnzione. Fa .l' uor"' vedere il mnlaln almeno una volto ol f.!lorno l'Ù anche due per pote:- afferrA r e rl mumenlo p ropi~:ro per cesf>aro l'tlllltrtrnislra~ìone dello digitale.

lllillÌSll'8l.ÌOilt' della dtgilole A rlo!o~i

JT,\RRr!'O~ Cnrf'Ps. -

Trattamento delle r&gadl anall · (Brii .•\led. Jonrn , :W luf,lio 18.15)

.

Il trAilaulonlo dc•lle ra gadi può O!'"Ore palliativo e rodkul!'. e) Pal'iatico. - Se la ragade ò relali vaml'nle rll tlala r ecente, SI:' lt' llbro muscolari dello «tlnlet·e non sono allo ~co-


DI

11 9:>

n:n \P&UTIC.\

perlo e non ~<~i ... te "CliO fi"tOIO!>O, si può sperare la ~utu·i ­ gione mudiaotf' rnedicme. 11 ventre dev'essere te nuto ubbidiente con un la..s a tivo · un cucchiaio rla tè dello coofezrone di ~enna preso di bnnn roallino ,·. utile: oncbe lo cap!'\ule eontenenll li'> n .!IJ !.!OC,.e d't~ .. tratto llui lo di rao::ear" S8J.!I'&da pos.,ouu con vnnlaggio !mpicJ;:ta t·si pl'irna d' an t.IRro a letto. L'ano ,Je,ii!SS• r ... lavnl1 ser·a u mattu neon 8C'IU8 u sapone e per puln·lo i n nes'mn modo deve u'<nr·si In cnrta. a q uesto

scopo ·leve $CJ'vire un n m :>rhida c;pu~ua o un balu!Tolo Ili eotone ba ~nalo E~lernamt'Oll! po<>sono pt'e'lct·iver!'r due pomall•, l'una em•11lieule, l'ullrn n~>tringente, dn applicar;ooi la

prima dioci mmuli pr·ima dello Md ull', la

"m~ondn

durante

la notte. È megho eh o c..tli ammalatr sr sei'\ a no drl propr·i,, drlo per upplicMe que;~t~ pomate on1.rchè dr uno dd tanti intr,ldullot·i d'un..,ruenli la CCJ<;a tH r~"to é fncrlissìma poich•'• la rn!!Sd" é pt•uprio sull"or·ificiu anal t>. Unn buono pqnn1ta

rin'!'escnnle é qu~stn 'U"'Pirna z ram rni ~~~con mortlna cenl•grammr ,lO: por •Iuella astrrn,.:enle ~i puo unp;egaro il --orfato ferroso (50 centigt·nnunt) c> l'ac·ido lan nico (1 g r ammo} su :~ grantmr ,], ec rprcnte. Uu'a ltrn 1 ornuta multo utile ~ la !leguonte: acido t'cnico '''tuido, goccie 1;,, canfora ra<>a no t•enlilo(l'ammi , \'8«•·lìna !.. l'lliii!I1Ì 31). b) HQI/icalt:, OfJl ralico. - Sl' rl trnltmlli!IILO palliathu non •· t•iuscilo, se la ragacle l• anli•·a, st• Pl>isto ~<eno tblnlo-.o e I'"R! osi1ione •Ielle fibre mu--colari à meglio r icorrere ~ubilo 8 •JUf'!lo l'adicnle O[li'I'Uhvn. D Ul' gior m rrunt\ ùell vpet·azione 8( dia un le~ge ro pur gante e il moLlino Hlo•;sn, poco pr·iruo che rtue-.ta «i <'ompia ...., la\'rnu le rnle$lina con una pmtn (llll'Zz.o lilro) d'aeQuO calda. El"r•izzoto l ' inf1>rmo " mes~o lo in positrone eh htotomin per-ineale, lo stìutere t! clilalato con rtRU8t\IO. Si o~nm ulll rulcera l!nppt•r·tulto pt!r as;:iru rar~i l'O e,.i .. lono ..eni rJ,lotMi. s., lllle'-li P"Ìsll>no. sr Apaccono, 111 ca~o conlrt~t·ro ,'inlrutlucc nel rcll() ano >:<pt•culurn e s1 prn liett un'ìuci~i<lll!' n..l h~l rn• uo olell'uléer.l L'ineisìono .te v~ eomn•ci11r e sulla rnu<'osu mezzo pollicA di l o ùall'ulcera c l l.lr'miaar.• ~ulla ccle anche meuo polhce al li qua tli eQcos. l n pt·ofnnclilò dell 'inci~iOIIR dev'o:oJ!lere lA111 dt• divtderc• lo sfl rtl l.'r e t• ll'l'DO, il eh• OI'Jìn8l'Ì8111CDlf' ~i Ollil•ne fa•'l!lldO f'Pile-


RIVISTA

trare il bislorì un Lerz.o di pollice circa. Dopo l'incisione 1nediana, colle forbici si escide un piccolo lembo ùei du~ rna1•gini, alt,· imentì quesLi s i sovrappongono l'uuo all'altro e ciò <•stacola notevolmente la guarigione. Con unn striscia di lint spalmata di una pomata all"eucalyj>tus eù introdotta nell'incisione, un piumacciuolo tli cotone asettico e una fasciatura appropriala ~i Le1·mina l'opPraz.ione. L'ammalato deve tenet·e la posizione supana per 15 J!iorni, e. come m Lulle le operaziopi AUI rello, la r.:rita dev'esse.-e lavatu t! me· dicata sera e malLrna. Per a p1•ire l'alvo, al qutnto gior no si pu6 dai'C un po' d'olio di riclno. Co ncesso all'ammaluto rh levarsi di letto, ej:tli potra passeggiare un pachino ma d~'ve evitare di seders i pr·ima della chiusur·a completa ùellt1 l'urila. Nlùla ostacola tanto la ~u arigione di una ft!r ita reltale quanto la con!!estione prodotta dallo star seduti.

G. b.

La bromurazJone continua negll eplletttoi. - FEnl . (Jou r11a l de M ddecìn(! l'l e/e Cltirt,rgie, luglio t8fl5 . Il dottot• F éré ritiene necessar io continuare per molto tempo la somminislrazione del b1·omur·o neg li epiletLic1, anche quando sembrano completam ente g ua ritì. Egli citA ''tU'i falli, i quali di mostrano ttuesta necessità e specia lmente quello rh un mala to cbe ha avuta una sospeu~ione ttpf•Ore ule di dodici anni deg li accessi convulsivi. P er la du1·at.a di dieci anni dopo l' uiLimo accesso, egli ha continuato a prender e il brornu1·o di pota ssio. Cnrn'iulo di es~:>et·e auarilo, e g li ha ce!:<salo allol'ft d1 prend<'t'a il m eù 1ramentn. La sosp•msiono b a durato ancora due a ltri anni, posciu CJ!Ii •\ stato ripreso da acces~i Irertuenli che non cessarono che dopo un anno di bt·orourazione a dosi davate. Quindi fa d'uopo atlrib uir•e ai bromuri un'azione fiospcn sinl piullosloché un'azione c urallva. S~nza dubbiO SI pO!l$000 citare numerosi esempi di maiali, i quali, dopo 8\·cr ' 'if:tlo scomparire i loro accessi sollo l'influenza di una hromuraziono pr olungata, hanno polulo itnpunemrnte abbaii-


1197

DI TEIUPEUliCA

donare la cura per ann t , ma qut:!>lO c un ri$ullato che uon s1 può prevedere, ne promeLlere. Se la conlinuilà della bromurazione l'• tli uu'ulilild incontt>!!tabile. SJ può dire che t'"SS é inolfen"•'"a quando e con-

v,.nienlemente diretta. Lo bromurazioue non può es.,ere emcace se non r\ ben Lollt>ratn ; rna que~ta tolleranza t\ maggtor~ d• •tuanlo ceuer-almente .... ammeue, e mollt individui sopportano ÙO"t qunlidinne di :!0 e p u f(rammi senza inconvenienti. Ora, eccetionalmente ~olt.anlo si t• obbligati ad usare tali d0!-1 per· ottenere ltt so!'pem•ione Je~li accessi. Raramente "' o,l!et•vauo fenomctu dt dep r"""ionc del ~i­

l'lt·ma nervo'lo molt>"li od tnquielanli che 11011 !lieno legali a di:-lurbi gastrici ot.l inlo~Lina l l. A que::>Li dislnrb r s i puc'l appot·re l'anli..,ep"i inle,tinnle (aanoto e salictlulo dt btsmulo). Quanto agli acct lenti cutanei che sono già iu parte sc-on'"'turati con l'antisep!!i 111Leslinalt>, es:oi suno pravenul1 con succe,.~o 'IUasi coslnnle con ranltsepst cutanea ulten uta coi ba~ni dt '!ublnnato, d·a~!Hlo bortcu o co11 le polvt"ri.tzutoui b(lrtche.

E mtcre!"Sante rammentare che gli accidenti bromict tiOOO pr odotll da lulle le collùiziorti deprc::~si ve dell'organismo eù in parltcolare d11l fre ldo, dalle emol.ioni tri,.li, dai lraumati"mi, ecc., e che perctl'l tn qut?"te t'ondiztoni i rnalalr d vono esset•e specialmdnln sorvogltot1.

RIVISTA D'IGIE E --..•-Avveleuamento per oaml malate -

Bra. ,\lc(l . .!ourn. ,

2!1 giugno, [ )o((J5).

E stata nuo,amenle richiamata l'ntlenziono su!!li a\'\eleoarnenti per ptnmain..- pet• l'in~or~..·r .li e .. -., t·ec~nlurnt"ule iu Ing hilterra. A Leiee8lOL' 22 por,.cmo ammularono set•iomeute, unu anzt morì, pt!r uvt"r u1anaiato cami cousenale.


11 98

IHVISTA

.-\ Lat·ne (contea •li ,\nlrim) un uomo comprò un "'&bato •Iella car n<> di 'itello e rlopo averla divisa cou due altre faru uhe la rnangiò l'indomanr. Il lune•ll circa 12 per.,.one che avt>vano mftnc-iuto di •tUf'lla carne "'' ammalarono in 111or.lo aURr· manl•· uno mori 11 le altre !.(uarirono lentamente . Com" ,. noto l'twvolr>nHmentu per ptomaiue o loxal bumin~ pror.lollt>-:i nei pro•:e<~~i putrefallivi nell•1 sviluppo dei microbi, può or.correr • .::otto du(' ronne. L"afrrn('nlo put, es«Crì.l inf··llo do mrcrorgOill'-'1111, i •l'W li, rnghiollitr, po..,,-o '" .::v,Jupparu pr·o,Julli tossici ru·ll'iu terno dt·l mrpo o pure e~-.o h cont• en~ giu 1 r·uua del ~uu c•m.--umo. l ri ... ulltrlr ~on d1lTerenti . 111 cn· tratnbi 1 c·u;.;i !'ooi hanno fenorrkm to,sici ma m<'nlre nell'ullimo qno"li insorf{OIIO rapulumente, ~imutanli llll an·el·nnrnuulo clrim•co, t·nmo infnltt t'~"O è, noi primo m vece e"isle sempre 1111 per Odo JIIU O lllt 110 IUilf:<l tf'incUb8ZIOile. [J!>\"1'-.j anche uolnrH 1'111• 111enlt•e In collora dell'alirneuto è una l'ro· Leziono conlt·o i ut l rt·cw~auiRmi cunlenuli,·i, <'lllll) nor• ,·, a::>t<olutam•·ttl•• pi'Olcllr\'o rnnlrn la ptomaine giil pror.lolla Le Ol<"OC'VAZIOIII rntltl in ln:rhrlterra hanno allribuilo JU . ti elfelli L11s-.u~i più nll"ombienlo in cui ll'ovavasi la caml' d••' ad unu mulllltia clt•ll11 car•w '-'L"'!'::xl: le ricerc!Jt> falle in ultt i pae·'l "elliÙ1'8111l 8\l'ru stobtliln l'npp.r•to. Hecentcmenlt> .c;ono ~tal~ pubhlicate 111 Frunt'Ìll tlue inlen.•ssanli memorrc "u que~to ar·ç.:omPnln, unu ùPI doLL Valltn e l'allra dei dnllut•i llarde e Ytger compllr"'~ ne,..:h Are/t. de .\Jé,l. et de P/,a rm. militaìrf's (,.:tut:mo t 1\!roJ. que .. rulllmi credono che rt;'l ll chl nll11 CIH'Ilt! d1 vilello, la <>alule tlell"anirnale pr ima ed all't•p<)Cn d>'lla mAllazionP nb!Jra molta parle nello .::viluppo dei renotneni lo"'"•cr Le con"'rderaLroni di Dar·ù·· e Vu::er '-'uno -.tnte l'alle in ~egurlo al un' o•piJomia o~scrvala in alcuni l'è •gr· mcn l t l'rnncesi

Il Gar luer ho pr·opo-.to eh tll\ id ere le carni to-.,..ico-infell!\ e in tlue da~sr· t cnrnr r-auo le 'fUali ... nn divenute pet'iL lf(, e A C<IUSI.l del tempo c ùell'omuieul~ eli loro conc;ervnziotlf': 2" car ni mnlate p.•r·icolose fin dal principio. A queste clue cla~si poll·chbe,..i a..rl-(iunget•np una. a• carni di animah mu· lnli, 1·· quuli bonchi1 innocuo o priucrpio, diven tano volenP!'G dopo un periodo di LetHpo t·he vat'iH dalle 24 alle i2 n!'t'.


l 19!1 La comuuicazione ùi Vallin falle aii'Arcndemia ùt medicinu dt Pari ;zi (28 maggio) è ptù !:'pec1allllanlt> 1nlcsa a elucidar11 le cnmliziooi nelle quali può lt'ovar~t ti vi tello dnt'aule la vitd, le quali ren,lo no la carne noci\'8. g noto, ea:li ,Jice, clte la carne d'un ' 1lello troppo .!in va n~ produca diarrea: ciò comunem»nl•• viene ~piegatn amuH•ltcwlo eh~: la canm u lutll~teribile, Ja,.. ...ativa, fa.;ilrncnl,. dccmnponibit.·. Que"ll! !!ono as"erziont n 111 :spie!!azioni. Glt auilnali ~i mougtnno troppo giowmi pl'r·ch" pochi J110rnt u poche ~ellimane rlupn la nuscila essi 8011 mnrh ùi rnalalt,ia o ~ou ~lalt ucci<;t pocho ore pr·irna che la mot·te avveni!'<se. Le due malall1e v1rulentf', seltu.:he clw uccidono i vitelli po~o dopo la nnscila sono: t• "~pto-pienua acuta o ct·ontca protl·llta dalla llebtle del cor done ombelicnle e 2• la diart·ea settica o pneutno-AnleriLe infdliva. t• La piemin causala dolla fle hile dL•I t:or,Jone ombl'licnle I.I'OP.S6r\'a ual 4• al 15' giorno dopo Ja 1108Cila eu Ò Cflralleritzala da artriti suppm·ative. Ot·din8riamuttle 1 vitelli suno U<'Cit-i o in exlremi!': o 'Jtl8ndo ogn1 t;;per'anzn di guarì;rione ù p ot'· duta . Alcune volte la pie mia · c ronica o l'aui male muot·e .topo part>cehi mesi. Nei ca!'-i di •Juesla .:pecie una mag~iorc <JU&n· lìtn di ptoml:line o loxollmrnina può ucctttuular :-i nell'or,.:aniMno: la cottura non le modifica e co,..i pull avveni l'e l'ha 6 o ~i ore dopo l'iug... ~lione della C&T'IIP pos ..ono tn<>or ger c ft•nomllni simulanll Il cholera uo~lra~. 'e1 casi d'mfezione nticrobica. i fGOOillP.lll morbosi COUtf 810110 due O lrt! giOt'lll e Nll:'SO:lligliano piullo:-to a quelh del1'1lt•otifo. :!• La diarrea ~E'llil'a o pneumo- cnt.·rtle ioretti,·a •· ror!'e un' C!tpressione che compt•ende parecChiO mnlallie carallertz· znlt.J da diarreu fetida e sangui11olenla, hrniH.:n-pzwumonil•• J.,JJulot·e con infurli emorra~ici e pleuritll, e da emorragie "Oltocutauee e inlrnorgatticlte. Sia C!l$8 oppuro no pt·nrJolto tla un bacillo specifico. é lra:::omi'<!'<tbile me lian le i11oculuziurw e Van Ermen gen ha provato che unu culhH'll .lei hacillt in l'"~O lro\'ah somruintslr 8la col latte a l lllt v1lì'llo >:nno, pro· duce al 3° giorno uua gr'ave entertle Pmurragica. ~~ ,..tnln anche ùimostrt:tLo cho una eollura slet·ilizznln di delli bac illi intrnrloLU nello !«lomaco d'una cavia ne produce la m o rlo in


1200

RinSTA

poche ore con euterite emorrat(ica ed epatizzazione polmonare. Qualunque sta la sua natut•a, i veterinari ddl Belgio hanno stabili to elle la maggior par te dei casi di avvelenomento per caL•ni di macelleria sono prodotti dn ct~t·ni tli animali morti in c:eguito ad una !•nterile non ancora. bt!n definita e che va solto Il nome di diarrea dei ritellc.

Di un f&lao aceto contenente a.oetato di zinco. - (Heoue internaiion.ale cles l'cdsijication.s, agosto, 1K!J5). La fal..,iflcazione di cui 5<Ì tratta, avvenne n~'>l Bel.rit1 e l'aceto, cui si riferisci', fu esamìnato dal sig. L. Gulllnt. Detto aceto era stato sequestrato presso un fornitore mt· !ilare per Ot•dine ùj un cap? batl.aglione, cw era \'tmulo il sospetto che ac:eLo non fosse, ma un qualche periculofin intrug lio. Qllindi, pt•ima di permeUerne la distribuzione, si volle coll'analisi chinrirne la ualura e nccerlRre elle fosse irauncuo. In conseguenza di tale precauzione fu evitato il pericolo di più o men g t·avi inlossicaziont negli intlividur cui rus~e toccato dt inget•tre una certa quantità del liquido sospel111. Ed eccone o1·a la composrzton~:~ ·

i lnalisi dell'aceto. - Queslo lit[uido, di un colot•e giulio rossastro, aveva sapore prima acidu, poi molto astl'ingenle e la de11sttà - 10:10, a t5•. l 0 La presenza di destrma fu c:,·elata da precipitato lioccoro. abbondante. che si ebbe nel liquido per aggiuuln dt

+

alcoo! o oo· ; 2° Vi fu occerlala uua proporzione notevole di fosfati per via del precipilalu giallo che si oLlanne dalla soluzione m-

lricn delle ceneri versata in un eccesso di soluzione niLt·rcu di molibdato ammonico; 3° L'assenza dt tarl1·ato acido di potassio concorreva a d imostrar~ come non si trattasse lli un aceto di vino, rno di

un aceto di htrt·a: 4° lllrquido, dopo neulralizznLo, ò!'lva con solfldralo om· monico posalut·a bianco grigiastra di solfuro di zinco.


1 ~0 1 ~i e,;eguj il •lo'-a menlo dello unco t•recJpllandolo allo "l~lo dJ I'Oifuro , diSCIOglie ndo il solfuro con acido cloriùr iCCI puro, riprecipiLantlolo dolla solu~io n e clorid l'ica con ca1·bonato di 1!0 lio , e , io11no, raccogliendo 11 carbonalo di zincu e, dopo la\·ato ,. s eccato, calcinan lolo in crogiuolo dt porcella na. Il peso dell'Os:iJÙO ùi ziuco l'imn ~to ru Ji g r ammi n,w in rap{IOr lo ad 1111 litro dell'ocPto. E~JII'•·~~o que~t'ossiùo io zmco met.aliJco o 10 ac•·tato h zancn, rorrlqpc,nderebbe ri ... pcllÌ\'8monle, p·~ r ogru hll·u tl' aceto, u

::!ram m i 7,i!J:l eli zua•r; molallico ; .!l,li 7 di acetato di WICO .

C:ondustone.. - L'aceto analiuaLu er a, 111 con«o,:!U('nza, non qoJo folsiflcalo perch•• pro\'enienle tla birro. mf\ ••onteneva aiLrest tal proporziOne tii ru•elnlo di zinco do riu ... cire, se non assolutnniAnte tossico, l'ei'Ln ùonooc:o. Il !4a lt>di ziut·o non um ~lato uggi unto pet· ft'Olle, o nep pure pro, eni\O da imnusllone comme~a per Prrot•c o per malevolenza, ma ,·i era prodotto naturalmente da cor ro::ione del rt>cipit?Dlll cht~ conteneva l'acuto. La pt•opor7.ionc ol1 detto sale potevo quindi aumentare nucorn col tempo per nzione del t·n nonente acido IJb~> ro, ~d ò o n io render"i conto cle_li SMncerli cu1 uvt•,.bbe potuto dtu• luogo l'ingr~!:'tionu eh !'iffatlo. der ra ta nli ulenla •·c. N. KOL.' -'KI - S ulle ooncllz1oDl del mlororganism i patogeni pen&tTati nelle dt verae at oft'e d e l veatlarlo. - (Cenl r ,1l 'Jittt• ,,. f'lurun . '\, ;;, l'i!l ). L'autor~ nelle !:!ue t·ieo1·che "' ù pretìs!'o lo ~copo tl1 ~ta­ bìlit·e in fJuo l t.<'l'lldn lo pt'OJll'ic~lù 1!-.ieuc d••llo divet'!o{P '-'lull'e pos;:ono co::ollluit•• condizioni r 1\ urovuli oli n cou~enoziooe Il sviluppo oli gl•r mi palo~~m ò1 cui ,ia l!iò infello un n «tito; e trii C!'pt•r imenli a ttuati cnn llleFlo inten to fecero ""!ere ehe le l>Wtf"' r o'<,olane, dure e pnru<cc, come sat·ehbot o per e:-empio il pau 1 , ,•ol •TU<llt• ...i mufcziona il ve:<lini"Ì.. •l• l !'OI· dato, KOUO Cllp8L'Ì tfl C0118Cr V8rL' Ju VItalità UCI fllil'I'Organismi

inlrodottivi, piu n lungu ddlu ~tullo lh'<ce ecl illlfll'ru wubili.


1 ~0~

RI\'ISTA O'IGI E:'\R

~tkolgki l:lpre,qu •1ueslo falLo amroettentlo che le !<lolli.• :.?ro~­ solane e por•ofle possono apprupriarg• piìt umidJll\ A trattenerla nel loJ·o interno più hwgamenLe che i lesstJll lini. Inoltre ~·Rii ftt osservare cbP le stolTe già iufc>ll•• l'li' 'en~ono eugloùile m IUOI!O illuminalo, danno all'esame hnllerioscopico un IIUtn~>ro di colonie minor~ di rruell~ stollc che furono lenult• m luogo pri,·o di luc~>. ~elle pr1mo 111 vtlllhtit d et micror;.rnnil'lml si spegne 8"''""' pru pre~to. AdlllHJIIc la possibililA .tell'o<tislenza piu o nwn n prolungnltl dn puLng-ani rnicror guui!imt (l'autor e si ò occupolo 11elle sue rki'I'Cht• dt1llo «ttt111ocorco au reo, ùei batLcr i dul tifo addominale t· ,Jal l•acillo dt.!l rlllern) dipende in buona parte, crt•leri~ pnribu!, dalla costilutione e dalle tì-.iche proprieta dalle l'tolTe le""" del no~lro \'Cl'liario.

Rl\'ISTA DI TOSSICOLOGIA EMEDI~l~A LEGHE Moon 11 NATH.\N RA w. - Il nuovo antidoto del(Brtl. M~rl . .!oiiNt, 22 giugno u 13 luglio 189:'>)

" '!LLI AM

l' avvelen&mento per oppio -

Sludi SJ cciali ~speciali esperilllcnlì durali due nn111 hiUlllO convmlo il dollor ~1oor chu 11 per·mangana lo pola... ~•co lJ 11 vero an tidoto c!ell'oppio e suoi nlcnloHJi, specìaluw11l0 dolla morfina. Mentre ùn lungo tempo è nolo che In morfina~ immediatamente oss1data dal permanl!anolo lru~rormando i quco:f ultimo in biO!>o"Ì lo di mangane-.e iclralo, niuno nveva pen"BlO • che la mor flrut o~sioiata t! re"a innocua, completamente l''·ìva rl'ogni propriei.A venefica. 81 potrebbe obbiet tar e clll' il contenuto dello sltmìnco riducendo il permanganato lo J'tlllùa inadatto a Sl'rvm; da antidoto, ma il Moor Ila pl't>vnto che


EUVh 1A DI TO~SICOI..OG l\ E 'lf.OIC INA LEG.\ l. F.

l :.10:~

una solut.ion~ tli permanganato decompone quella di rool'lìna lnftnilamonte più preslo cl1e esso sia decomposto dagli albpminoldi. Una diLnostJ'I'lZione cvìdeuLissillla di ciò t· ùat.a dal mescolare 250 grani di bianco tl'uovo con un'oncia d'acqua cui si ag1;iunge l r.trano di :;olfalo di morfina ed 1 grano ùi permanganato sciolto in un'oncia d'acqua. Dopo 1wer accuratamente a gitalo la mìseela, neppure la piu piccola traccia eli morfina può essersi svelata. Cio prova che le molecole dell'anlidoLo hanuo istanlaneamenlCl nzione elettiva !'IU quelle di morf1na. sonza essere ostacolato clnll' albume, benché la •IUàntilà di '!ll68lo sia di g1·an luu~a superiore a quella della morfina. Si fa uotare che l l!rano di permanganato IISfliùa esallamenLe l grano di morfina. tili esperimenti d••l nuovo antidoto sono stati e!legutlì ùal Moor sulla sua ~tessa persona, pensando aJie gra' i difllcoltà che ~ssi pt·esentsoo negli an1maiL È ben noto ello g li animali 1nferiot·i possono impunemente ingerire quanliLa onormi di q1tesLo veleno. H . C. Wood e DnvHl Corua hanno dato ad 1111 Ctlne del pec;o ùi 15 1 , kg. 2 1/ 1 qr. ùi morfina senza ulcun inconveniente Cndwell ue dello 1,11 !!1'. per Locca e 0,78 ipoJermicamenle senza alcun ri'!ultalo · i cani poi vomitano subi lc. dopo l'in gestione del veleno. Il .Moor ilu unche :;coperto che nei r.onigli la morfina dala pet• la via ipot!eJ•miCI:l ti gra no) produce profonda narcosi meHlre per bocca(~> grani) UOfl lla alcuua mdone. Tutto ciò p1•cwa che le vit•Lu anlidotali d'un agente Let·apeulico debbono ~Lutliarsi solo nell'uomo. Il dollor Moot• essendo mollo su~cellibile all' o~.ìone rlei narcotici si credette un buou soggetto eli esperimento. Egli prese una volla (H gennaio 18fl.t.) un'ora dopo una lJeYe cena alla prosem.a di tuolli medici di Nuova Yo l'k,:l grani (c.19 egr.) Ili solfato di morfina e immedialarnonle dopo (:3011 ) ~ g roni dl permanganalu polassico, 1 grano di più dello slrelt&ml:lule neces,-ario. Il dottor Moor eL'tl sicur·issìmo dell'el'l'etto ddl'anlidolo percM e!!Li ~ape"a che l'assorbimento anche di 1/ 3 rli grano di morfina non avrebbu mancato di addor·menLarlo. 1120 gennaio ne p1'6F-P, due o r e dopo la colazione. altrt ;, gt·ani {circa 35 cgr·.) cui rece seguire 8 g1·ani di per manganato in soluzione acquosa e non ebbe A risen time a lcuna molestia.

70


1?04.

RlnStA ll1 TOSSICOLOGL\

Nei casi d'avvelenamento per sali di mol'fioa, 8 o IO grani (0,5 - 0,6 g r .) dell'antidoto sciolti in una piuta (1/~ lilrb) d'acqua

debbono essere dali in una volla e ri peLuli con intervallo di 1/ 1 ora, due o tre volle. Nei casi poi <l'avvelenamento colla morfina in sostanza o con oppio e suoi preparati, P co!'I~J conveniente acidulare la soluzione onlhlotale con 1mo o clue cucchiai da lbe da acido solforico dilui lo o con aceto bianco (non rosso} con che la poco ~olubilc mor fina vien trasformata nel solubile ~;olfalo od acetato. Naturalmente la quautilA dell'antidoto deve cort•ispondere a quella del veleuo. Se il ptl:Giente non può inghiottire. il Moor consiglia, per non numenlar la congestione crrebrale, sempre crescente, coll'uM della pompa gastrica. di introdurre nell'esofago per lu v1a del naso un Clltelere di gomma r igitlo, il quale è unito, me•titmle un tubo molle, ad un imbuto d1 vetro e versar in questo la soluzione dell'antidoto. n Moor consiglia anche di c(lntinuare di tempo in tempo una debole soluzione dell'Antidoto (per esempio L grano In un bicchier e d'acqua) pur e!'<~endo l'-ieuri che lullo il veleno è reso inarle. Il permanfranato polassico non solo è efficace 1w1' la \'ia della bocca ma ancora usato iporlf'rll1icamente. Br.achè e.::so s ia in parte decomposto dai tes~uti sollocutanei JlUt' rsso sa trovare nel sangue ci rcolante la morfina in mezzo A:.di Albu· minoidi. Il MOOI' Ila r accolto tinorn 35 r asi d'avvelenamento per oppio h'altali con successo col permanganato potassico. In parecchi rincontri l'antidoto era stato Rotnnunistrato molte oM tlùpo l 'in~estione dul veleno. A conll·l.liiO di quanto ba P-sposLo, 11 Moot' ha !'-tudialo l'azione del permanganato su slki alcaloidi e su ''elena inor· ganici. Esso, 1\nche dopo un contallo di parecchie 01'8, 1100 ha aziona ossidante sull'aLI·opina, iascjamina, ioscins. coeaina, aconiliua, veratrina, pilocarpina. rnuscarina, calfeiun t' o;ul fost'oro. lnollt·e es~o cede il suo ossigeno piia pre.. t,nmenle alla materia albuminoide che alla s tricnina, all'acirlo O!"«alico, ai preparati tli colchico, nl cianuro di potassio. La pr am•1 condizione perché il permanganato agisca Ja controvvelcno é che esso operi all'istante sul la sostanza tossico pel' or,;!'irlarla e saa·ebbe irra{:tionevole amaninisll'arlo non conoscendo ltl


K lLEDICI~ \ l.IG.\I.E

quantità dalle oslaoze albuminoidi contenute uello stomaco del paz1enlt' ad un dato momento. Que-.la condiziOn•• non ~ necessaria nà per la morfina né pPr l'ese1·ina, poichò il ~rmanganalo é r.apac ~ oli trovarsi in mezzo ad altre !IOalanze or..:anicht' , come albumina e pa,,toui. Questo l'allo lo rende il !JOsilivo ar!liùolo dell'oppio l' della rava di Calabar . Il dottor Raw, tlell'infermerin reale d1 Uundee, a cnnrerrna d• tJUanlo ha PC'rilto iJ dottor Moor riferisce 5 ca<>l ll'n·neJeuamento per· oppio trattati col p erma ngouato di poLaR"'io. Il l• ri guarda una donna di :~7 anni portata all'infermeria in profonda narcosi per aver bevuto 2 tirammo (c. 8 gr.) d1 laudano. Le fu lavato lo c:;tomuco col h 111ido ù1 Conci y (2 oncie io una p111ta d'accJua) fincbé le ac'lue di lavatt~1o riu..cirono fJU8!tÌ incolori : le si propinarono inoltre 2 onc1e di soluzione eU permanganato ogni ora pe•·quatli'O ore. Si pralicll anche la respir•azione nrliftciale. Guaril-(rone. nli tlllr• ~cast rassomigljano al riferito e in tutti !'li adotto il meùesimu trattamento· gli inrtwmi guarirono Iran no uno.

VARIETÀ E NOTIZIE 8alolcUo e pr.zzlr. nell' eaerolto. ed~. 189'>

(Milttiirar~ t.

N. i

giornali c'informano in que>~li ullirni tempi sopra un gron numero di suicidi nell'esercitr1 fr·ance,.e; aù allenuar·e l' importanza rli questo fatto la France militaire fa fiOE(tllre a questa notizie lo c:iogole opinioni dei piu relehrah medici sullo stato ps1chico del soldato. Indubbiamente si sono veJ•JOcati in l')uesti tempi numeroc:i suicidi nPII'etoercito, ma se s1 confrontano le cifre 8<i'-Oiute con quelle dell'anno pr~cedenle si lrnvet•a un aumento rruasr in~ignifican t.-.


1.?06

r ARU:T~ B '"011ZlE

Il num->ro dci suicidi nell'e<~••rcilo francese i• minoru elle negli allt•i Stati. I piit numet·osi suicidi si cootAOo noll'esercilo ledeseo, !'lpecialmenle nel pru~'iiaoo. In Fra.ncin i suicidt sono piu frequenti nel prtmo unno di servizio. Cio ..i $piefta facilmente; Milan ti) n"t prirnt rne~i le reclute ~otlì·ono di Cl'rle contrartela alle quali p1ù tnr.li finiscono rer nlllhtat•sJ. Il suicitlio è nssa1 spe~o epidemico È notorio il fallo che in Eeì l!ior•nì "' suicid11rono quattro "enlineUe. Pat·e chu !-Olln certe circo~Lonze si rlrfli:mdo in modo contaf(im;o unn iden ddirante cii•• ,.pinge irrisislil.lilmentn gli individUL n olar»t la

morte. Dalle aulorit.u mediche è arume:.;so in generale tonto nella popnlaziono c·ivile eh<> in fJuolla milit.aro un acct·e~citn••uto dei ca:-ì l i p117.tin n IDP-dico capo della prefell\11'8 dt Par.gt doll. Pau! <fnt•uier·, constatò negli uiLimi l 4 nnui un Uliiiii'IILO nell ~ malatlio mentali circa del 30 p. 100. Il dotl. Rigai me liro capo dell'osped11le mihlflrt' di S. MAI'IÌn conc:talò ùa p1ul....uA un ragguardevole auml'nlo dci cac:i di pauia e tli pm·alic:i 1.rn!n'e~-•vu nell'e...er·cilo ~lenir•• l i anni fù fra lutti i m litari si contJ\\'ano soli R~ ati•·natt, c rn ,tando a• dali u!flc111h fot•rtilJ dal nmtislo;ro della guerra, il nutnero Je!'h alieORli 'larr!Jbe di 21:1. Secon lo i r11mpuli th Ri4al il numero ma;rgiure ,f,•crli o ie· nalt 6 fol'llrto rlull'arliglieria, ..~;~o numel'o va dimiflU('JHIO re•·

le nltre arllli o•on •!llt><:l~ SUt'•·essione · fan terra, CII\AIIo'ria, tTeno e guardra t·epul>hlicano. L11 stt·apU7.7.0 fbtro e p!~iChtcu i• tonto nPI!a popolazrone civile che nPllll llliltlare la ctm ...a dell'aumento ddlt• pnuie. Il modo con eu! f> t•iparttln il sct·v•..:io pel $Oiduto lranre:>e dimoslt•a corM si fnnno Mccodet·o ~oma 113 opportuno pnu"O le ore pet• l'e!'lercizio di mat·da, di liro, th ginn&!'licn c rtuelle ù'i!'truzione teorica e pratica. In akmu reg~imenti lo truppa non riposa mni per• tutto il giorno. Il rapporto dura tutto il mattiuo, a~li ordini dei colonnt>lli ~i fanno Sth:<•ed~'n' la -.pie· gazront det tenentr colonoellr, le dtsposizioui der 1111\ rg,ori, dei eApilaui, degli uftlciali suballo t·ni ,, 1lei sottufliciali. Spt>sso s'incorre in t:ravi irregolat·ttò.


\ \ltlEr\ .E 'OTiliF.

1201

Il nu:nero de1 l'uiculì non t!i rac.Jn cresre a.l'~pc,cu del heenziamenlo dolla ll·uppa . Molli Mldnli sedotti dalla pr ollpeltiva dei premi r imangono nellr fliP contraendo 11uove fertne, ma pOi l'lÌ pentono t'JUllO•IO t's"i p»l'dOIIO i loro V6('Chi camerati.

looleti. lt&llana 41 lanrlngologta, otologta. e rtnologl&. l.a memoria. dl Wllhelm Meyer.

In lu ah tllOrl'll "l o costituilo un co~t~ilato, pl'e:-iPdUlll dal dollor F. Semon, allo c;copo •Il 1·ncr· t;,:he1·e olferte di meclic1 e profani a ll'a1 te l'aiutare per onorn1·e con un monumento da eri~er"~t a Copena!.:hen la ml•rncli'ÌII ci1 WUbelm Jlleyer Que.,to comilttlo, al 1uale si degr111 ac<.'orJare ìl "uo pali'Onato S. •\ . R. la principe!<!.'& di <.nllc.,, ha rirevutn un' flCeo,::IJellza fa vo1·evnlt'1 non ;;olo iu lltulimarca, palrin tlPII' illust1•a scie nzwlo, ori in l nuhiltcl'l'n, ma anclw nr>lle ultt•e naziom. Dal comitnlo tnetle" mo l'ut·nuo falle J.'ternut·~ rl f'l'ore.""'vr v Grau.i, pre.. iòe.lte clelia "'·JClclu italiano tli laringoloma, rinolog1a ed otologio, 1 cr~ht• arwhe pre;,-.o rli noi ~i racco~::l ìe~"f>ro oiTet•te r~r onni'RN rolu1 l'he tanto contribui al pro~tresso rlelln r111o-otolùg-tn. Bt•u vol!'nlio>rJ rn arcellato tale liH'erico, ed c\ perciu cho Il p r·a~idonLe, !;Oil iJlo oncl1e il parere ùei romponcnli Jl e<•nl't~ l io rlirollim delln c:ocielà AAI•ra ti corùAla, ha deci'-<l •ti Rf!l'll'•• u tale •wopo uno "OllO· I!Cnzione. P··•· raccomandare il buon e.,1lil della c:ottoc:crtzione rnede"i ma crt>diamn inutile tJCOI lare i 1nerili ~cìeutilki del MPver, elle, circa :l7 n.nni or ~ono, !'lcoprentlo lo Vl·tretnzioni a,leuoidi r endeva un immens!l Rt>rvizio a llo scienza ed ttlla umanità. 1n/alli la cura rationalt• rli queste neoplac:ic COitl!'iLtusce a ,..alvnre wolte pt'r!'lonc appat·tenenli "flecial· mente all'inranliA d11lla -"Or tlilà e rio lulle le caUi\'" c.'OU"8· guenze di unn dtft!tloc:a rec:pirazion•• nu,aiPc. Le olfert, potl'anno es::-ere diretto al te ... orit re della So· Ci<>lu ila lia na ot larin~olo;.tta , otolnll'in P rmolog1a: ~~~. dol· tor Francesco Egiùr, via di Ptt>LI'6 1 iO, Homa.


NECROLOGIA LIJ I G I P& 8TEt;B .

Il groruo 28 settembre u. s. mot•l a Garches, in cltt di 72 anni, Luig-i Pasteur, ceiE'bre professore di scienze u~ico­ chimiche-naturali, andefesso la,•oratOI't} e fortunato scuo1 ritore dt utilt ''ertta, gerùo benefico degno ùi surcedt're dtrolLamenle a Jennt.-11' per i r isulloti ottenuta n~Ua cura contro la rabbia e nella irnmunikl con Il.! vaccinaztoni antic;trùonchio:;e Quest'uomo, veramente sta·aordinario, perfezionò l'idea Jeuneriano !rasforrnando con vari mezzi i oiras iu vncrlni, ma specrahnenle <'On l'allenua;lioue atll'averso organ -<mt animali; <'ornpletò la viltorta contro la generazione spontanea; E' pel pramo dirnoqtro che a microt'j:tanismi sono cau«a Ilei processi di fermt~nlaziooe, di putrerazione e del !t> "' iluppo delle mulultie anfetli,,La micrnhiuloA'ia, poca co~a rn·ima di Pastett a', davonne scienza pel suo IH vnro assiduo di CÌII'Iuant'anni e le anemot•ande scoperte di Giuseppe Listar sulla medtcazioue antt!'t!ttica e eh Roberto Koch sulle malattie infettive, Jh·ennuro pos~ibili per opPt'tl sua. Questo ~ranrlP <~cienziat.o non solo riu~ca a rendere unrnuni c·un Je ''acdnazioru tii r1 ru.~ allenuAti gh animah contro r· rte rnalaltie (mal roR~o dei suini, cal'bonchio ematico), mu pure a l unpr.dit·P lo sviluppo della rabbia nell'uomo morso tla animali arrt~bbiatt. Paslcua· Jto,ieva già in vita fama mondaale e di c in il ~~ undd uotJlO ebbe parecchie testimonianze; non solo per le ~plen­ chde e rari«sime onor ificenze ollenul••, ma anche in ocra"iouc della sollo~cr•izione per la creazione d~ll' istituto che rnrta il suo nontC', u cui concorse tulto il mondo Ci\'ile, o dl'lle ft>sle pel ~uo f!iu bilt•o nel 1~\l2.


NECROI.OGlA

1.209

Il di.,cor~o ùi Puc;teur al Pre~i.Jenle clelia Repubblica per l'inaugurazione ùell'lslllutp P vt•ramenle annmrevole, 8pecialmenle pt•t· la chJUsa, elle riw•lu il s uo cuore nobilissimo ed umaniRl'limo. ' Due lel%fC' contrarie, egli di se, sembra no oggi in lotta; uua legge di san,..,ue e di morte. che immacinantlo o~m hOÌ •r no nuovi mozza di comballimenlo. obbligo 1 popnh u te~ uersa MIOpre fii'Onli alla guera·n, e una legge di pnr~>, di lavoro, rli Mlule, cht' non pen"a nd ullr o che a lib>'Nl.l'l'uornfJ dai lla!relli cho lo in"idiano. • Una non cerca dtl' le con<Juistù \iolente, l'altra non 'uole altro che il bent• doli' umanalu Questa fa pau conlt> di una \'ila umana che di lulte le ''ìllorae; quella c;aca•iflclll·rebbe Cl'ntinain e mi~hnta li esi"t~nze all'ambizione ùi un "olo. La legp:e ùdla quale not c:aamo c:LJ .. lrnmPnll cerco nnche attraverso alle carnefìctne eh por·lar so!Hevo alle funeste conseguenze della legge ùi guerra. La cura delle fer•itP con~ dotta !"CCOndo 1 no.,tri mPlodi anli>-eltiri. J·Uò pre-.Prvar e migliaia di c;oldali •· Lo scienziato illu-.tre ora ripMo n~lla $1111 ~rende patria, ma la glor·aa di lui non hn conllnc CLAUDIO S F OHZ \,

Il H o llobre, moriva in Tor ino il doll Glovannl Aateatano, lenente colonnello medico. Erll nato in Carcare ( Il\ ono) il :!~ ma ~gio t'H·t Entralo nel rorpo «anilario com" medico aggiunto rl ~\ muggio 1866, r~rt• la campagna di quell'anno. Era collo e di~liulo medaco. di carnller·t> aperto e gaovlale, luno alf,•llo per gli amici e p~ r i malati. Era dal l :l dic..-mbre 18!H clirellore tlello spedalo 111illlare cli Torino, e meutre m quel'lla imp!>rlanle posi1.aone lo sue belle doli della mente" dell'annuo ~li avevano ~ié nt·qui~talo in poco tem po lo .. impal.ia e l'al elll) .!t>neralf', rnC'ntre !!li sol'rhlevano l~> intime gioie della farnklill. <·he da meno dr due anni !li er a formata, lo cnl<oe impro \'VI!"O ed 111e."orohile malore.


1.:! 10

'\ECROLOtìl.-\.

C"-ls:sa'R lt VJVI'I'~• giorni sono tn Cagliari, sua palrta, iltn&ll· g1oru mediro d~lln rt:.;ena ra' Stefano F adda. Nato il :!Il feb· braio I~H. ti Fu Ida enli'Ò 11 2~ twm nel corpo "anilat•i '· 1 acl' h· campaguo 18iM, l8W, 1~55· .(l (Cr·imea), 18.1!1, 18ijlì-HI. St lr ml p· a~enle al fatlo d'~trmt di S. Martino 2~ Jlli!!IJO l :i pcl •Jualc il Il' reg,.:iruenlo a cutllJ partcneva t.'bbe la 1nedagli, d'01•o al ''alore militare. E!.h ,.,.., "'0 per la sua brillante con · do la fu ·ll'.corato tlella mtd.al!lia di bronzo. Et·a in r J><l!!O fino dal 17 lu~dw 1871i.

He:.tislrinnw Jllll'e con doloro la morto di uno det più illu· qtri wl• t'tllli •ll'lla uwthl'ina militare, il bat·one Ippollto La.rrey , me.licn i-.pellot•e della riservo clell'esercilo lt'llll~e~l'. Et·u uulo nel J}lOH, dnl barone niovnnni Domenico Lnrr..y, il cl•ll'bt'l.' llll1dtco, e ptu che me•1ico, amico, ùt ~apolt>ouo l. Enlt ò n l 1-iervi'l.I(J mililor~ nel 1.82X; nel 18~>9 era medico in CllJD dt•ll'nrmulo f1·anc•·so in Italia. Qui vi e::;perimenl6 per ti primo il lrn~porln do1 ferili sulle stracle ferralu. l(rfl in ripoMO fitto dol IR72. Numer·o!<t"Sitne sono le pubbltcazioni scientifiche di Loney. Nurul!t'O!>I e COt<ptCtll i l'utJI gt•adi e liloli accatlernici ed 'norifki. Allil•donato olia cnusa imperiale, fu uno dei !"O"l~!ZIII del partito honuparli:,la in Fran ~"ia L'ultimo, e (or,e h1 J'lll voluminosi! e faticosa, delle suo opere c il libro "ll Lelitiu Ramoltuo, la tt\a1lr~ dt :-iapoleone, alla quale, già ciecn e.l ac· casctalo P•'l' la C8~1'3lrore tlel ligho, egli gioYaoelto ru !;(tlldolLo fJUi tn Homa, como a clovòtn pell~~rina,ggio, dal pti<IN "uo. Fino •l'allori\ e;!lr concep1 il de"i l•rio tli tessere la <-l r llliellll modut"lo c virtuo"Q madre tlt>1 re; e a •tuest'opera, pubbltcala nel lHd~l. tle lkù lutti i pocui ozit della lunl:(A c.urierll, lullu l'attJvit.a tlelln ,ouo wcchiezza. Il Dire-ttore l>oll. 8rEPA1iO H&GJ:. mogg10r ge nerale medico ispt'llOrè. I l Aedf.t. t-Loro

O.• RrooLFO Lrvt Copilclno medico.

NuTtNI FEDER ICO, Ge1·ente.


O:R.I:G:INAL:I

0.':\ER \ \ZlOXI •or "

OTTA~T.\:\0\'E ERPJlE l~GUIXALI "'"'r"te oell~ Il. Chwea Clururl!lt:l t h P ~o lo' ;t (l)nJ(. llAS$1N1)

t1.11 tlice!nlot<• 18H nl IJIU!;IIO ~~~

t•cr il •:ttJH~no 01~11lro lloLt. t•ic cro Pimpinc lli :L~~Idlt•nle

onornrlo

J)istt·uvger6 il sacco erniario, rhiuderne l'npertul'll e riro~titu i rc il canale in ~u inal e sul tipo ùi sua conrormnzione

aormale. nclnun •~ioC:• naturalmente e nel miglior mod o n. soppnrtare la pre~-;io ue emloaddomi nnle- tale i• 11 runretto w·nerale ciel metodo del prof. Bassini per la cura radiclle •lell'ernia inguinale. t)ue,to metodo e ormai co'i g~>nernl­ mentl! r.ono--r.into c ro~i dilfu::amente adoli:Ho cht> non stnrò a de~crived o per intero: piuuo~to accennerò ad al!nni partirc.lari di tecni c~ 'e~ondo I}Oanto ho \eduw praticar~ twlln ft ~>Kia t:linirn Cluruq.:k.t di !'.• do\ a. Il t ttue.,ti pnrticolari nlruni ,;ono neces"ari all' esauo e ~ollecito compimento dell'nttu oprrati\'O, altri '-'ODO indtspen,abili per evitare tnslt n•'ciùt'Uli durante una parte ùdl '!lpera7.ione.

-"''Jltrrrt::irme tl1•l sruro e tlt•l rordcmt· dnl cr,•mf.t.\tt' l't', isnlrwu·ntu drl sacco. - Dopo eli a\er dislnccalo e sollevato 'ar.co e col'do ne insi!lme al lnro inviluppo Cl'ernnsLct·iro, -~

#l


1212

OSSERV\ZIO~I

colle d1ta o con una p1nlll si lacera lon;.{ilndma!mo•ute t: (JPI' un hre~e Lrallo il cremastere in vicin.,nza d~ll'.lpPrlllra ::.uperiore ùt•l canale inguinale. Allora con una mano si prendE' . ace o o rordone e con l'a lira uno dei lemb1 del cremnslert' lact'rato e con adaui mo\ imeoti delle d iLa si ,-eparaoo in· s eme sacco c cordone dal cremastere, che per ma:.rl!iore fac1lità ~• ùimle in tlue o piu ftHci, rhe po1 si recidono. 1\iconosciut i c> pre~i in una mano Jllì elementi del cor· done. s1 111 erule Ctlll l'altra il S<h~co. riconoscih1le in t!6Joerale pel '- Utl colorito opalloscente. e si fanno delle traziun1 e d&ttli :.llrUillt'nlÌ per separarl1, proceùeodo Yerso il fOIIÙII del sact·o; e ci -.i l'tesce facilmente se le aderenze •onu la ~~<'. In caso ùi,er:;o, artìdato all' ussistcnle il cordone. si fa la st•parnt.ioun o con piuze o con un piccolo •-ulaLol'e, ln coruncln sempre nl '~o n lìu e fra sacco e cor·ùonc o sopra il sacco; giacdu~ non !Jiso;:na mai dimenlil'are in queste IIHillOVI'C d'isolamento la massima circospezione !J81' non ledere i vn:.i ·permaLici e specialmente il dotto tlef~­ rente. l solato rl sacco dalla parlo del fondo si proctldo a iso· lario \ erso la fo,.sa rllaca interna. - .\oche ti UI ci :.l ;(o· verù princtpalmentt1 delle dita e lemanoaliti1 saranno direue dapvrima alla ricerca dei ,·asi epigastrici, soli e' audo coli.• pinza il fHgliello apour.urotico (nllernamente o e teruamente secondo che '' tralla di err11.1 tnguioale ohlilJU:l e:.tt•rna t1 direuu) dal connes-iHI pre... ieroso che si app.tlesa suh1to pel suo colorito piallo. l l ...acl" O i• poi j,olnto nel l'l! ·to del suo contorno sin dt•ntro la fussu iliaca per ollenerne, dopo rhe sara stato legato e reci'O, 1.1 completa rclre~wme. \ questo line, scoperto che sw il g1·nsso presieroso resta pure sollevalu l'nponeuro'i u fa ·eia Lrunsver,;alis, della quale si atTerra il bordo iusiellle


SOI'Il.\ OtrA:'I'TANOYE ER~I.E l~G-UlNALI

12 13

a quello del tendine riunito col mezzo di oon pinza e SI sollevare dall'assistente. Allora col dito o con isol<l lOrl ouusi riesce facile dì distaccare il peritooeo dalla puete ùdomioale (regione iogoinale) per quel tratlo periferico nlln bocca del sacco. Se il sacco. come qualche volta aniene. fos ·e a\viluppalo in un lipoma pre-ieroso, occorrera prima della legatura di libernrlo da questo invoglio adipo5o. e conLemporanea.mente esi:>tessero altri lipomi isolati, questi, prima di leJarli e dì reciderli, dovranno essere cautamente slibl·nti in c:orrispoodenza del loro fondo per r.ssicurat·si che nou contengono nessun diverticolo pel"itoneule. Se poi il sacco fosse costituito da due diverticoli comunicanti in una unica imboccatura e i vasi epigastrici pasaas~ero sopra il punto di loro separazione, occorrerà di recidere •Juesti vasi fra due legature, I[Unndo pe1· isolar•f! il c()lleuo 011n sia stato possibile di far passare sotto ni Tasi uno dei due diverLicoli. Nell'isolamento del sacco Lull' attorno fllla perife1·ia del eulleno si userà speciale atteo ~done. io particolar modo uellò ernie lli1·etle, per la possiuilitit di aderenze della vescica orioaria. Que ta di,·enta erniosa sol tanto colla sua parte alta (alto foudo) e col margine corrispondente al lato dell'ernia. Si può e si deve riconoscere per la sua posizione, per es· sere t'I COperta dal tessuto connetti\'O prevescicale, ricco di lasi . per essere postn fuori del peritoneo al davanti a all'interno, per la sua spessezza e resistenza. Perciò appena venga il sospetto della presenz.t della vescica orinal'ia uell'crnia. si rom pe cautamente il grasso, si scopre il tessuto rossiceio (mu~coli lisci) della parete vescicale; ed aperto poi il sat:oo erniario a dist.noza e verso l'esterno si palpa e si conferma tol lallo la presenza della vescica.

r.


.l pt'rtura del sarco, constatrt.;ionr di'l srw wntenltt(l, tec. - ln general e si aprP nel fondo, sempre però Jopo di a' eroe fallo ~ci volare fra le dita la porzione delle pareti d., incidere. per assicurarsi r.be nessu n ,.j cere c~da souo il tagliente. Dopo si constalerù il suo I'Ontenuto e il modo dr essere di •Jnesto p"r addivenire aF(Ii opportuni trnuameoli; rrdn~ zione, di.-tacco delle aderenze. recrsione dell'omento, ecc. Hicordo 11 que:;to pre>posito un ca~o mollo istruttivo. Si Lr:Htava di una volnminostt ernia iq ~uinale tlcslr'3, ohliqua, esterna, acqui 11:1, irrrducihile per omento aderente. [)urnnte l'operazione della cura radicale e dopo aver di~tnr · cala e recisa In grossa massa di omento aderente, e avere riJotto il residuo peduncolo omentale, nella esplorazione metCiòica del sacco lin oltre il colletto. il prof. Bassini con· stntò la pr·e~enzn dr un corpo del volume e della fo rma dì una gt·os.~a ghianda. teso , elastico, llmtuaote, a{lerente 'reino al colletto e che :;i continua"' in allo con un corrlone cilindrico. ()uest'ullimo lt1 llo mise in chiaro il gi11dizio che si truuasse del l'appendice vermiforrne infiammata e suppurata. Per crò fu prolungntn di qn·tlche centimetro l'incisione nella pari& superiore dello ferit.l per domina r m~J,!IiO il campo d'opera· zi one e per render·e pili a~evole l'opportuno trattamento, c:oè l'isolamento, In resozionc dell'appendice e In esalta ,;uturn del suo pedoncolo. Il rimnnente dell'opet•nzione fu esegorto se1·onrlò il metodo ordinario dt•lla eu t a radicille dell'ernia.

Oelle Oernie in~ui nali operate 79 era no oblique estrrne • l Odiret:e. Delle prime . .tG erano destre, <2 1 sinistre. l ~ hilat~> rali.

La pre,·nlenza delle ern ie al lato demo potrebbe meners• in relnz·one, e ciò anche in annlngi1 coll'or i~ i ne di m()l tt~


l>O t•K.\ OT f.\ ~..\.,.'\0\'1: EliS IE l~GOl~Al.l

1~ 15

coi dati raeculli da l?èrè (Ber.fJer nel trattato di chi, ......r"''"' •li Follin r n1•clus) nell'esame di ti2 u~mhioi minori ou mese. In '28 bambini, in cu i riscontrò persislenta -completa o incompleta della permeabilità deJ peduncolo tagino-peri loneale, notò che questa persisteoza era più frettnente a destra. che n sinistra: predominanza che ru pure BOiata dn H. Sachs ( 1). Due vol le le ernie erano strozzate; e lo stronnmento io una ernia voluminosa e antica era avvenuto in corrispondenza dell'anello iuguinale esterno: nell 'altra in cot-rispondenza del cdileuo del sacco. Dodici ernie erano irridttcihili per amento aderente. L:t vescica orinaria fu trovata aderente al sacco tre volte. In tre ernie era aderente all'imboccalnra del sacco l'appendice vermiforme, io due l'e~tremitit del cieco. Ddle ernie direllu 5 erano destre, 3 sinisu·e, 2 bihuer\lli. In IJUeste 'IO ei'Die la vescica fu trovatn aderente :~l sncco tre volte. llelle ernie inguinali oblique esterne l O erano congenite; nelle altre furono rh-contraté, per or·dine di frequenzn, le seguenti condizioni anatomiche predisponenti. l) Persistenza della permeal.lilitit del peduncolo vaginoperitonenle. fu que5to caso l>Ì osservavano in continunziooe col sacco erniario uno o più idroceli cistici, oppure piccole cnvitit vuote divise da sepimenti piu o meno co mpleti. 2) Par•eti addominali sottili e !asse (ventre a bisaccia, a tripl ice rialto) mol to fretruentemente accompagnate dn irregolarità e sconti nuità del tendine riunito nella sua inserzione

(l ) V. a proposito l' \ ppeno1ice • T,-oria di!lle eroi~ • Pel 1-<Ult-mtcul'll ona.Coi!I D-cllìrurgico di Roser. Tratl. Novnro.


1:2 16

OSSBIIVAZ!0\1

nll'arcnta di Poupnrt. Condizinne n coi è subordinata una anormale dilata7.ione degli anelli inguinali. !l) Lipomi presierosi, e qualche volLa lipomi fra mez7.l) ai!li elementi del cordone. 4.) Lun~hèzza e nlmorme s,·iluppo dell'omen lo (ca u~a predi'ponente mollo probabile nei pochi casi di voluminose ernie oment.1!1). ~elle ernie dirette si ri contrarono queste condizioni anatomrche prt:dillponenti : l) Pareti addominali soli ili e !asse con irregolar·rti• o srontinuità del tendine riunito nei !'OOi nuacchi all'arcata di Poupnrr . ~) Li pomi presi erosi. Le acceonnte conclrlioni erano per la massima parte da riten!'r~>i congenite; soltanto in pochi casi erano da coosiòer·nrsi quali conseAncnze di :~peciali stati fisiologici (~Iravi­ danzn) o di stati moruosi (disteodimento dell'addome pe1· lllalatlie. ecc.}. e ora consideriamo le esposte condizioni, riesce facrle comprendere rome in ogni singolo caso abbia potuto sviluppar"i un'ernia, quando per un'aumento della pressrone endoaddominnle fu reso facile ai visceri di proti'Udere attraverso le pareti addominali nei punti di esse rimasti più o meno aperti o meno resistenti. E ciò io un tempo più o tneno hreve secondo il rapporto fra l'indice dr resistenza delle part>ti e il ~rado della pressione endoaddominale. Alla produzione di un'ernia -:ono perciò neceso:arie ' Bns.::ioi): CallSI' prt•dis1ummti (molteplici condizioni anatomiche congenite o acquisile} e Cause dt>tcrminanti: qnelle rh e hanno per ri ~ull :uo un aumento della pres~ione endoadl!o· mina le.


SOI'RA OTTAN'I'ANOVE Eli NI E INGUJ NAI.I

J '2 1'i

Per lo più ).!li ammalali di ernia allrihotscono la prima .,.,.........n ... tl ~ ll o ro male all'azione dirella di o.n trnuma (sforzi, cadute, ~nlti , ece.) e riferiscono in modo diverso i stntomi ebe :w·om pngnarono quella comparsa. Alcuni dir.uno che il male si manif~,;lò a un tratto sen1.n dolore: altri rhe comparve ron IJttakhe dolore che cr~sò presto, ma che ro accompaS!nato da no senso corne di sero,riu nella re~ ione de!l'io~uine; porhi~sirni altri in li ne che rnnremporaneameote rnrono a"~alili da' i"i dolori non solo nella loc,lltla. ma che si diffondevano ,t lutto l'adtlome. da vomiti. d.t nltbnllimenlo geo~rale ~cc.; di più che l't'rnia aon rientrò rhe in !ieguilo n manualt là falle ònllo stes-;o ammnlato, da per:wna estranea o dell'arte. t:on In conMct'nza delle molteplici cause alle a produrre un'ernia ci ptìlremQ, meuere in ~rado di fa rci un J::iudizir• opi ain~ol i t·n~i.

fJunndo pure l'ernia sia~i prodotta a un tralto. il che eome ~appinmo avviene rari~simamente. allu ·ua produzione d•,vrà sempre essere :'>Lata nec~ssarìn una eau a predisponente. Ctò ri!oiulta da qnaoto si os-.erva nelle conùiztoni anntumicho delle ernie; a parte poi la con<;iderazione che ~ r.. Prnie fnssero la coose~uenza ùirella di una t':IH"n lraumaticn si Yerifìcherebbe che quelli che compiono de,.:lt ~forti tlovrehhero Lulli anelar so;.t~elli alle ernie ; ciò !'lto

non ,'., lnvt'ce nella ~en eralilft dei casi lle\'6 nmmeller,i 1'1111 l'ernia, in uno stato incipiente preesi ... res-;e nll'insapula tlell'~tmrnalato ,. che in seguito n uno sfurzf'), aumentando la pres,ione endoaddominale, si sin resa pin maoife;;ta per la jlt>netrazione di nn ma~gior Lralln Ili \ i"t'ere nel sncro che puro avr:'t subito un certo grado di di~tensionc. t=on


l Zl H

OSSERHZIO"l

ctò si i'fJicl{ano dolori , il senso di scroscio accusati dall'ornrnnl.tlo Quando poi 'i dice che l'ernia si manifestò acrompagnaln d 1 forli dolori locali e diiTusi all'addome, da vomiti, ai,hattìmento ecc., elle l'ernia non i ridusse da ;;è, ciJP " l n insomma un ma;,rgiore 11 rnmor ~ra.Jo di ~lro:.:amf/ll?, tanto più deve ritenersi che pree.,i:>tes ·e. Le ernie nduoqno non pulranoo considerarsi fJHale dirett.t co n ~P;.: uent.a di uou le ... ione traumatica . L'ernia r una mnlall 'n e non un aCCidente (Kindon). In 'llH'J.di ammalati della dinira che in modo reci:oament~ uiTermn tivo ripl'lt' Vnno l'origine del loro male dn uno sforw. da un stillo. da una cnrlnla ecr .• t·ichiamai spccialmcn tu l' altl•nziono pet vedere in che rnpporto di causa ari effetto stossero l 'allognl.o Lraurnu e l'ernia. All'allo operntil•o furono sempre trnvn le coudiziooi nnalomiclte predi~;ponentt. llirerisco per bt·evita tre soli casi, ma cùe mi sembr.u1u ahbasta oza dlltHJslrali\·i. ~pecial meote per la condizione rlt'llc perso ne alle IJunli si riferiscono, e per le circostanztl l'lte accompagnarono la prima alle,l'(ata comp1rsa dell 'ernia. l. l' o giovtnollo e'\-miltlare. che era stato riformato pt'r crnta ingnioale, a.;,eriva che il m1le gli era soprag;!tOOitJ 10 seguito a uno forzo fallo durante un' istruztontl mtlltare • .\!l'operazione dell'ernia si riscontrò che il :<aau '' ern furmatu nd petlnncolo ' agino-peritooeaJe. t:ol succo ~i continu.tvano due piccole cavila vuote e altrè piccole cnviln ripiene d1 siero. 11. rn un guardi:wo delle ferrovie che attribui'a l'angine dell' ernia dn cui era alfello a uno sforzo fallo nel tra-.portnre a spnlln delle spranl-(hc ùi ferro, all'allo npol'ntivo si risco ntrarono L'Onrlizioni press'a poco ugunli a 'lueiiL! del CM;o preeeden te.


SOI'RA OTTA~TANO VK Elt'\'11 1\'GUI''i\1.1

l t l \l

111. l'n giovioouo di 19 a:10i, aiTeuo da p11.:cola ern1:1 iagainale destra riferha che il mnle ~li si mnnife~tò unprovvi~arnente qualche mese addietro, in se;!nllo a uno sforzo fallo duranLe il suo lavoro di manuale. A\'Verti comr UDO scroscio nella re~iooe dell'ingutne. che si fece . ult to gonlia, accompa~ nato da forti dolori, da vomito. da nbhnltimento ecc. Fu tra,porlatn in queste condizioni nlla propri:t ullitniooe dove un farmacist1 gli r1dtHse l'ernia. All'allo operativo si riscontrò un sacco p1ccolo. cnn rolleuo :.lrello e ispessito. Il fondo del :;acco incompletarut-nle ehillSU da un Cercine cicatriziale, a) qunJe faceVall() :>l'~Uito alcune ptccole canlit cistiche. In •tncsto caso mi sembra evidente che la c tusa predlspouenle dell ' ernia fu il peduncoiiJ vagino-perilonealo rtUIII!Ilu pervio. Ili più il ct-rcine cicatriziale - espressione dell,, tendenza naturale alla puarigione dt>JI'crnia - st:l\ a ad indicare che in un'epoca anteriore alla suppu~ta pr11na eomparsn dell'ernia. questa doveva di già csistl're. La strettezza e lo spessore del colletto del ~··eu fanno maoife,ta la condizione che fu favorevole allo strounmeuto. Oit~r. Il 1\ unig: se i lavori C()rporei e gli nccidsntt po.;sono fa,·orire in certo modo lo sviluppo delle ernie hi~ogna ammettere essere la costituzione fisica, la conformazillne atlriominale e lo stato patoiO$!ÌCO dei sogJ!elli 1 pruui re-pous.1bili di una Je.,-;ione d t cui le azioni mecc 1niche non suno mai se non la causa occasionale. In una memoria Le ~rnie nei lllilit(lrÌ ( I l del c,pil.Hio medico Quiozio sono, fra gli altri, tluesti doti statistirt.


l :a20

0 SEIIVAZIONI SOI'RA. OTT.HlTA~OVE ER'\IB, ECC.

Our·nnle il settennio l ~77-188!l i mi li lari ùi la Calegoria riformati per ernia r:i.<tcn·ale e ciislinti nelle varie specialità di r.orpo, sono nella seguente serie decrescente. /li(onncui per r1·nia su l 000 dl'lla (or.:a medin. Distrelli militnri 3,/S

Compagnie di sa ni tà . Gr·anati eri Fanteria. Rersaglier·i Datta~lioni d'istruzione Cavalleria e deposili stalloni Compa~nie di disciplina. Artiglieria Genio Al pini Carabinif'ri e legione allievi.

2.~:10

2.2~

3,0i

un un I .G:3

r,:1s 1 .3~

l ,2.}

l. l 'i

O,'iG

Yale a dire che i riformati per ernia sono, in gener·alel in numero sempre minore a mano a mauo che si pas·a ai Corpi il cui reclutamento è più scelto; e di cui per ciò fan parte giovan i nei quali è più difficile trovare quelle couùizioni alle qunli u acceunato nelle par·ole di KUnig. Ilo r·iferito queste breçl osservazioni, che ho fatto colla guida dell'insegnamento del pr·of. Bassini, perchè mi sono sembrate non del Lutto prive d'in teresse pei colleghi milita ri, non tanto solto l'aspòtlo clinico quanto sot to l'nspello medico-legale.

Padova, !) lu ~ lio 189!5.


I ~U I

CONTRmUliONE ALLA TER1\PIA DHLA Drfrf.RITE LPltura ratta nella conrerenza -clonullc."l

d~l mP:~e

,u lo~llo 18!13 nll'ow,.late militare, >nctor li~ dì S.w•thanll

•lal tenenti' medko alot.lllt<· nuj{glore l''o,. dott. T e odoro

Il soldato ~t artini Giu .;t\ppe del G0 re~l.\imento alpin i, clas:~e 1873, eotra\n in questo ospedale ti giorno 9 lu«<•o 18!l:) colla dia$:nosi d i angina P~'nmHmnsa. Rtferivn di non avere preccrlenti morbosi gcn tilizii e non a\'er sofferto mai malauio di importanza nella sua ' tla borghese. lh>Jia clas·e 18i3. ma venuto alle armi con quella del fin.~ . perchò lasciato in congedo illimitato, avrebbe sofferto due volle di leggier·e tonsilliti. Il ii luglio, ment re ai trova\'a colla propria compagnia a Oemonte, incominciò ad avvertire mal di goln; per cut , annunziatosi nmmalnto, Yeooe prima ricoverato all'infermeria e poi inviato in questo ospedale pt!r nngina llemmonosn. Nella. visita mattinaie del g10rno l O si riscontr·ò el'lsere il Mnrtini individuo di buona co Lituzione lisica, ben nulrttu ; presen tava lingua impatinata. ingo r~o dei ganglli linf.ttici sotlomascellari , lo tonsille era no ingro$-;ate, ,;pecialmeute quella di sinistra, che era coperta da un essudAlo gri gi:~stro; il palato molle mo:;Lrnm la mucosa tumida


1n~

CO~TR IB UZI O\.E ALI..\ 1ERAI'IA DKLL.\ OIFT.ERITB

ed art·ossata, l'ugoln et·a ahru,IOlO ingrossata ed edematosa. O,tl nn ·o fluhn poca quantilil d1 litruido sieroso filante. 1.1 voce era rauca. L'ammalato aveva febbre (:3~.6) e pre:;t-nln va normnl i i visceri toracici ed addominali. Furono prescriui gnrl{nrismi al clorato potassico, ghiaccio e sal di chi nino. Il dopopranzo dello ste ~o ~orno la tempera· tnra era stazionaria. 11 respiro libero. ~ ella mnuina appre:<so l' infenno peggiorò, la temperatura era :3~.:;. le psendomembrnne si erano estese al velopendolo ed alla lart nge. Si intrapresero le ::;polverizzazioni di poh·ere di zolfo suhllmato con chinino e pennellatnre con limont-a ~olforie~ a grata nctditù, e nelle ore pomeridiane l'infermo era più Lrnnquillo, la temperatura rimase immolala, mentre le fnuc• si andavano spogliando delle pseudomembrone. J)ur·an•e la nottt• l'informo dormi placidamente fino alle ora !l, nella qual 'ora :> i rete dor da here dall' infer·miere di gunrdio. Ver ·o le t\., senta prima aver· nvuti sintomi allarmanti. mori improHisamente. L'ufficiale medico di S!Uardia, pnrtatn·i tosto uel reparto. trovò il \larLini che presentava ipertermi:~ . nveva linea menti regolari e senr.n tmccia di cianosi al vollu. È iodubitato che qui si trallò di angi na difterica, sia per il propagarsi delle pseudomemlu·aoe al velopendulo. :-ia per il decorso rapido del morbo e per la eao!'a della morte, che non fu prodotta da soffocazione ma da parolisi cardiaca. Pur troppo. in cn usa della rapid ità della malallla, non si ebbe tempo di adoperare per il ~larLini il siero antidifterico. \ ppena entralo all'ospedale non si potè far dra:.:nos• di difterite. e l'amtnalato venne curalo come più su lro nferito; soln il giorno Il la mnlattia appane evidf'nle. ed


cu:.TR1BUZIO'i8 ALLA TSRAI'IA DEU.A DIF1'1UIITE

1 2~:1

allora si pensò di fare un'iniezione di siero, ma non e~­ sendo-t-ne tro,nto in cillit, si giudicò ur~ente di procurnrselo altrove, tluaodo l'ammalato improni:-ameote mori. Più for'lunati pot<:mmo essere in altri due ca:-i rlella stes~a malauia, che qui espongo. Il giorno 15 luglio, cioè 3 ~ioroi dopo la morte dèl llartini, c.ntraYn io questo ospedale, colla diagnosi di tmyinu fkmm ono.va, il caporale Carpene Giuseppe pure del 6" reg· gimento alpini. Dello caporale proveniva da nemonte, e quel che più importa ricordare si è che. essendo egli ca· porale aiutante di sanità nell'infermeria dr Oemonte, aveva per tre giorni di seguito assistilo il ~1 ar lini durante la sua de){enza nell'infermeria. Alln sua entrata nell'ospedale, il Cnrpcne riferira che da due giorn i era affetto da mal di goln o diffirohit nel deglutire. All'esame si r iscoutrò: individuo di buona coslituziono fisica, ben nutrito, lingua lt-ggermenle impati nnta, lesrgern piressia, tonsille arrossate, poco tumide; quella di sinistra è coperta da una membrana spes!';a, grigiastra: ll'lelln di destra pi'O!;enta pure una membrana simrle ma più piccola, tri.10golare e che si aVYicina al velopendolo: entrambe però tendono ad estendersi in hnsso dell' imuu1o faringeo. Ben··hè, come i rede. i fenomeni rhe presentava l'ilmmalat•l fo;;sero leggieri, lullavia, sin per la 'Ua provenien7.a, sia anrhe per· la natura dei si ntomi che non ru· 16\ll!IO far pensare oè ad un'a o ~ina flemmono.;a (perchi• le tonsille erano poco lumefatLt-) nè ad no 'nngiua lacunare (essendo poca 1:1 febbre eù rssendo le tonsrllf' rko· pel'te da una pseudomembrana), si fece ùiagoo~i di nngi na difter ica e nel caso più favorevole di angina difterica he· niJ,!na.


112~4

CO~TIHBUZIONE ALLA TIWA PlA. OELLA DLF'fEliJTI!l

Però, ben sapendosi che in tutte le malattie iorettive anche a sintomi locali leggeri può succedere una graye infezione dell'organismo, ed edotti dal caso precedente del Martini, si gind'rcò oppol'lun o di praticare all'ammalalo una iniezione di siero nntidifter ico. Si aùoperù quello fallbricato nel laboratorio d'igiene municipale di Torino, che hu IUi ll e unita immunizzami. pl'ocetlendo io questo modo. L'iniezione fu praticata sollo la cole della metà sini·tra delle pareti addominali: prima si disinfellò accuratamente la parte, lava udola con ulcool prr togliere l'untuosilit e poi con soluzione al il ·;. di acido fenico: la siri n ~a fu disinfettata con l'acqua bollente e poi con alcool e so luzione fenica. Si iniellarono l O c.c di siero e dopo l'iniezione non si fe1~e massaggio, come consi;:lia lo ste.;so Bordoni-UfTredozzi. àlla siero -terapia si a~g.iu n se la cura locale, falla con polverizzaziooi di zolfo suùlimato sulle membrane e la propinnzione per epicrasi di 300 gr. di limonea solfol'ica a grat;t aciù ità, rn r.ui era sciolto un grammo di solfato di ~.;hioino. Il decorso fu dei più favore\•oli, nessuna reazione si ebbe nel sito della puntura. non si eLhQro nò esantemi, nè albumi naria. Ln temperatura allo mnllin;t dopo la puntura era !Ji,li: l'ammalato non risentiva più dolore nella dug!utizioo e. le tonsille erano meno arro~sate e le membrane erano r.atlute quasi completamente senza lasciare ulcerazioni, il elle era favore\role alla diagnosi falla. H miglior;,meoto andò continuando ed ora l'ammalato si può dire ~uarilo. Un nll.ro caso di nngina difterica, o che per lo meuo presentava tutti i carnueri oùbieltÌ\'Ì e subiellivi della difterite, si verificò nel soldato C'lgnin Enrico ùel reggimento cavalleria Caserla {17°).


(;()"' fRIIJrZIO'ì& AI.L\ TIWAI'JA OEL I..\ UIFTE1ll fE

1225

Dello ;;oldato ricover.n·a in questo o:;ppd.!le il giorno !:; lugl io colla diagnost di nnfJÌ!lll fiJllicolare . All'esame si ri1:contrò : individuo di buona rosliluzion e senza prt>cedenti morbosi de;.mi di nota; riferil·a che d:1 due g~a rni ove\•a fehhre e mul tl1 ~olo, il velopen.llllo era vivamente nrro:-:snlo. le tonsille poco tumefaue e coperlP da una mem brana griJ.!inslra che facilmente :.1 staccava colla 5patolo. ed anche solto i colpt d1 tosse, senza lasciare supt•rficie ulcer.t ln: vi era corizza con pseudomemlH·o.ne hiune<t-lle e non Ulolto ~pe,.se, \IStbill sul seuo nasale; temP•'r.llnra 30,8; ingorgo dei ganglit souomascellari di ùe,.tra, l' IIHIIviduo era un po' cianotico e pr·ostrnlo; traccie di al · hurnmn si ri con tnHano nelle unne. l'er la natura dei sintomi si escluse trattarsi d1 anh>ina flemrnonosn ed anche di angina tocunare. nella qntde l.t tun-illa non è roperta da una membrana rontinua, ma pre ~cnta dei pun ticini hianca~Lri che difficilmente si ~tar­ cauu, e si pen)'ò aù un'nngina ùiflericn; nuturnlmeole In d1.tgoosi certa non si potè fare, non avendo questo o~pe­ dale i mezzi con cui accertare In presenz;t del bacillo tlt I.Mflt•r. l'na volla falla tale ùin).!nosi, IJasondo~i sui ~in tum, dintrl, SI pensò alla cur1l , ed oltre alla polverizzazione delll' tnnsille con zolfo subltmato eJ alla somm inistrnzione di limonea solforica con solfato di cLinino, si praticò andtc in questo ammalato un' ioietione di IO c.c. d1 siero comt~ ai t·ra già praticato nel ca~o soprncitato. Anche rJni non :.i ehue nessun sintomo spiacevole dopo l' init•ztooe, anzi l' ammalato mi~liorò rapidamente iccl~t• alla mattina susseguente il ).!iorno in coi vonoe falla l' inie7.ione la temperatura era ùi~ce~a a 37, ~ . Je membrane erano qna~i scomparse, non vi era più prosu·az•one nl!


l U6

CO~IHBUZW:"lE ALLA TERAPI.\ DEl.LA D!FT&RITE

cianosi. Le urine contenevano traccia di albumina coma prima dell'iniezione, senza nessun numenr o. L'individuo andò sempre migliorando ed ora è conntlescente. I Yari esi ti avuti in questi tre casi, curati con tratLnmeoti diversi; il loro decorso evidentemente iotlneozato 1lalla siero- terapia, le condizioni in cni ora si trovano due dei malati dopo il trallamento sieroterapico mi obbligano n fare su di essi delle considerazioni a pat·er mio importanti. E prima di tolto debbo dit·e che il potere del siero antidifterico si mo)trò di un'effi cacia s(lrpr!lndente: In lehhre. l'abhnllimento dei malari, le faJse membrane. le mlenopatie sotlomascellari, dopo In iniezione del siero in meno di .i-8 ore scomparvero; il decorso della mnlalli:t. dn ptlm<l. allnrmantt>, si trasformò in mite e benigno, In durata fu assai hreve, mentt e nel primo caso, che pur parcvr~ in sulla prima mite, si ebbe una morte cosi inaspetrata. 'l'uLti questi beneflzii indussero in me il convincimento che la sicrot&rapia è nella difterite un rimed io che supern per efficacia rrnanli allri rin or·:t furono proposti, e parrui doveroso che tulli color·o cl1e lo usano ne rendono i risntl'tti di pubblica ragione, slante che solo dn ll'e:;ito Lli 1111 gran numero di cure fnue con tale rimedio può vPnir(l la sku rezza nell'adozione di questo processo curativo e far cessare quei dubbi e t{nelle incertezze che ullualmcnto fenj.(ono perple;;si ancora la più gran par·te dci pratici. (juesto CO$Ì importante nrgomenro è stato \'i vamente clibnuuto rlel XTJl congresso di medicina interna tenuto n ~l orHtco dnl 2 al 5 apri le di !fuost'nnno. \ i.:orordl, Slinlzing Kots, che più degH nltri non SI:' ne ml')~tr·arono entusiasti, non polellero però sconvenirc rho la mortali ilt in seguito a qnestn cn ra è diminuita, o non


C01URI8 U7.JONE ALI.A TE IU PL\ DRLI.A Jli FnlllfrE

1237

nel.{aro i buoni <·ITcLli che es..a produce ~ut deano di tJue.. t·t terrihil~ m.tlallta. 1.nzi ùalla Ùl~cu-.ston e la rfU:III' eltl.w pCI' fondamento faLLi OS~Cr\':tli con Lulla la esaiiP.Z7.a srtPOLIIka pnssihile risulta: 1• rhe Il cnrnllere pandemico (lell.t dHteriLe dal tempo in cui si c mcomin· ciato ntl atlllnrr la sieroterapia non c oiTallo peggiorato. '!:" t:he la mort.dttit ordinaria dei diflerici è ridotln alla meli't. a• t:he la Rierolerapin produco la rapida scompArsa delle wembrane tlifteriche. ed una notevole mod11icazione dell.\ cnr m termtrn. i-• l.:t ùnrala della malattia, r he tl'or· dina rio u di l i. giorni. r.on la sierotcrapia è rulolla a 6 ad ~ giorni. Or.1 dopo afTt'rmazioni co!'i perentorie basale su un Lnt:lle di pii1 rh e ii l osiìervazioni, faLLe con uno ~cropoloso determin ismo sperimentale, mi pnro non si possa pii1 meLtere in dur.ltio il hPnefìeo potere d1 questo per quanto nuovo allrP.Itanto ~nlutare tnf'zzo coraLiH1. l'int:rmi riportare I]Ui npprc~so il numero dei rnsi ~pe­ rimentnti col num ~ degli ~perime n laLori e con la media delle morlalith, n cui posson-.i agginngerP quelli da mt> le~tl! •·,feriti, e spero dte i medici militari altri ne vorrannu n).!giungere per sempre più concorrere nlla ùimostr:'ll.ionc dull'cflkacia cnrali,·n del siero: -•lau ...r n

207 rasi, mellia della mortali là l~ "/.. 23,7 ~ \\ 1Ùrrhofer :wo » » :. » Hanl-e l :10 , :. • 11 l) :"!lintzing GO Heubn~>r

" ~'~''"~ Totale

ì~

77 1 ca~i. metlia della morlaliti1 17.2 "o

~h un'altra tplalita

e la pr·eser·vnlivn.

non meno ilenclka della !;ii'roterapia


l H8

CO~TIII8UZION& ALLA TKR.""Pl.\ DELLA DIFURHK

L'etlicacia immu~tizzante del siero negli innividui san1 a scopo prolìlaLtico ormai ooo si può pil1 impu~nare. stnntechè Widerhofer, su 130 casi di Jmmoniz7.azioni d.ì lui funi su fauciulli fratelli e sorellu di bamùini nfTeLLi da ùifterile, hil osservato che uno ~olo tra essi fu preso da clif1er·ia, c la malattia in questo caso ehbe un decorso m1te, le.rgero e benigno. On1, se ~i rillelle che il bacillo rli Lolllor si trova anche nellil gola e nel oru;o di ùambini e uomini sani per ~iorn t e ~euimane, aspeuandu ins1diosamertle l'ocrasi(lne opportuna data da una llogosi iotercorrt•nte della mucosa, pm allet:chire e l'iproùursi. diventa evidente l'elrello htmelìcu dell'immunizzazione, lu r1uale non solo presArva ~~· tndlviùui dall'esser~ attaccaLi dalla difterite, ma ilncora diminuisl~e i centri di tnf~zioue e quindi la diiTusione del male; portando come ell'euo finale l' ihl'idismo negli elemenli nprotlutlori della difterile e perciò predtsponl!odo alla l•1r0 distruzione. Il consiglio pratico poi che n~ poLremo trar'l'e noi medici militari è che gl'infermieri che assistono crJde!\li ammalali, ed i conviventi nelle camerate ove si ebbero casi Ili difterite, si dovrebbero subito immunizzare col sirro per porre un argine rapidamente o sic uramente all' imusione di un'epidemia. ~on altrimenti di quello che fu fauo nella loua contro l'immortale :coperta di .lenner :;ull'immuoiwnione cho il vaccino procunL contro il vai uolo, anche per la sieroterapia si ìiOO messi in campo mille dubbi ~;~ si sono enurnernll i danni Gbe essa produce, cio~ l'alhuminurja. gli esantemi. le alfez:ioni articolar·i ecc. : io spero però che anche quesLn \ Oita le idee avversarie del siero soccombano sotto l'e\·idenza della verità, e come per il vaiuolo anche per la dtfLerilc si adollinu luLle quelle misure che haono reso il


CO:t!RIBI'llO.'~B ALLA l EliA PIA DELL.A lllrTERlrE

l H!l

esercito, :;1 può dire, n·frnltario all'infezione \'aiuoln riguardo oll'albomtnu ria i! heoe 11cordare cii~ tulli pratici, a cominciare dal Trousseuu fino n noi, sanno che la difterite. specialmente qullodo la infezione è grave, si accompagna con r albuminuria; ora perché si vuole a~cri­ wre alla sieroterupia quello che è un fauo proprio della .tif&erite medesima? D'altra par·te in lisiologia sono conosciute delle allntmi· D&rie transitorie, le tJILUIÌ si V~I'IOC300 COn r Ìnli'OdU7.ÌOHe UBOiita ed in g• an copia di sostanze al hummose nell'orpntsmo: però queste alburninurte non la~ctaoo traccie di aè, appenn sono ossidate ed eliminate dai reni le so:;tlloze albuminose che insolitamente penetrarono nel san~ue. Ora è logico che possa prodursi una transitoria aJùummuria dopo l'iniezione di l 0-'20 c. c. di siero, ma da quesl!) ad a.ere danni reali ci corre un trauo. Xet nostri mdiv1dui Dou r~sid uò albuminuria, nè immedratnmente dopo l'Iniezione del siero, nè nei giol'Oi consecutivi, e probabilmente qat>sla ~i ossana con una certa frequenza solo in qut'i casi ID cui la difterire ebbe un decorso j!ra' e. e nei quali se anche non fosse stata adoperaUl la siero-terapia, l'alhuminol'in sarebbe persistita lo ste so. Per le medesime ragioni noi non po"s1amo addelurare alla siero-terapia gli esantemi e le aiTezioni articolari. perebe nessuno finora ha dimostrato cbe que~te malall1e non possano egualmente svolgersi in difteriti non trattate col siero. ,\oz.i, se dobbiamo credere alle esperienze di Leit~e, il quale in diftenti gravi complicate a ipertosse, a polmoniti , n tubercolosi ed a vizii cardiaci ha visto che con la siero-terapia queste non furono per oulln peggiorate. auemo rrilerio di piil per ritenere che questo modo ùt curare la difterite, mentre è por tanto ellìcace a debellare il morbo,


1130

CO~HKIBOZLOl\ E ALI..\ J EIIA PI.\ DELLA UIFIItllllR

~ H/fatto innocuo sull'orJ;tanismo, cosa del resto sperimentata

ilnl nostro Bordoni-l'lfrcduzzi. il quale afferma in manrer:\ categorica che il siero preparato nel suo lahoratorio è Jl'"l'feHamenLe innocuo. Localmente poi qut!sto siero uon produce neS$una rea· zione: nellE' due iniezioni praticai•: nei nostri ammalati non si ebbe n notare nn Ila di rile' ante, non si eubero ad osservare nèanclte minime traccia di lesioni locali, ed ò Lene avvertire per·ò che fu adoperata la più scr•upolosa asep~i ed nnusepsi, poicbè spesso alla dimentrcaoza dei priocipii eh~ la govern:tno, debhonsi ascrivere delle llogosi. rlelle suppurazioni e delle inrezioni, che si potranno a.~crive1e nl •iero, ma in eiTetto sono di ùen altra natoru. Ora ci conviene entrare io un altro ordin e di idee, 'alt} a rlire se la sierote1·npia ci dispensa dalla ~ura locale della difterite. Giù nello stesso X lll Congresso medico di ,\looaco l:1 quisLiooe fu discussa dal Baginsky, il quale raccomarulò di associare alla cura del siero gli anliseLLici locali lìn ora generalmente in uso, perchè con IJUCsLo metodo e~li otllenu l'abbassamento delln mortalitit di ', 8 : in e[ello tale metodo ò logico, perché il siero non impedisce In. riproduzione dei microo r~a n ismi distruggendoli, sibbene mod ifica in tal rnaniera il mezzo di coltur-a in cui essi campano, da rar lnro -.ivere, per modo di dire, vita stentata, di guisa che quei hacilli che o con l'espettorazione o con l'emissione iu t[un lsiasi maniera di frammenti di membrane ren;:ono fuor• dul difterico. possono in un terreno di coltura pil'1 consentaneo alla loro nalura riacquistare la loro alacrità riprodutth·n Ctl allecchire in altri individui che pr·es,l.ano le loro curf• all'infl!rmo, o che per ra;;ioni di famiglia fossero stati a ~on­ tatlo coi mal nLi .


COnRIBUZW"F. Al L.\ TBR \111\ DEI.I..\ DIFTKitlTE

l ~31

invP.ee lo.;nlmente possono essere distrutti con i mezzi mnem·c,· i L1cilh. non si potranno temere nuove mfeziont; pim che In cura nntiseLtrcn locale as·vr.tala alla sieroa, r•lppres e n~erehbe non ~ol o un mezzo curativo, ma ico e1l i;.!1enico. Tra i mezzi locali riconosciuti più alli a l'ammollire e f;J r aisaaccare prontamente le memhrane, Il che è equi,•nlente alla sterilizzazione dei microorganismi. ~enza dubhio sono tfoYevoli il latte eli calce, il fenolo, l' 1posolltto di ~oda, faequa horo-salict laln, ecc. , mn, per UOil serie di lunghe esperienze fatte dali" egregio nostro direnore, ma)!giore me -dieo Iandoli cav. Costantino, e dal risul tato avuto nei noItri ammalati anche in cn!'i cl1 an.dne. che el;bene non 4ifteriche emno gravi, mi son potuto roovincere che un aeuo serio. efficace, e forse il migliore. sia l'uso di spol · · i con ltort d1 zolfo d'ura in ora alternantlole con propinazione di una soluzione di :;olfa to di chinina io ti10onea solforica n grata acidtta. Queste so:;tnm~e non sono 1che e possono essere adoperate l'enza sospeuo. non hanno pote r~: irritante Jo,·ale, e perdò non preparano nuo,-o terreno all ' nllecchimento dei barili i, mentre d'altra parte ,presentano tuùtztone spPcilica cootru i bacilli. producendo probabilmente soHìto idrico, a cui forse si deve la dt, truziooe dPi bacilli !\tes.;i o dei stnlilococchi o dei streptococehi che accompagnan o il Lacill u del Ltllller, conconendo alla mag~iore e pio ri,!:rO,!llio ·a YitaliLà reciproca e gravezza della malattia. E duolmi n questo rrguardo di non a''er mez:t.i per esperi mentare io tollura ùi buctlli del r l'azione del solfito idmo , poicht- con ciò si aHebbe Pllluto n' ere una dlmo:>tt·azione perentoria Mila nat ura non solo, ma anche tic• Ila ellìcacia, co~i caltleggHlla dnl nostro egre~-:io du·ctlure. nella cur·a ron lo zolfo.


l ?!H

CONTRIBt:ZlO:U: \LL \ fEIUPI \ DELLA. DlfTIUIII &

Uifallt anche noi ahhinmo a\uto opporlonit:t di 'eder" ro-.l nel 1• come nel z• r.•su come in poco meno lli 13 ore le memurane ~i :\lle nun ~sero. e le superlìcie difteriche si deterges:.ero con lo zolfo e la limonea ~o l fonca. Oi gui,a che da que·to lnto io non posso che rinfTerm. re quanto lo stesso ma~giore Inndol i scrisse nel nost1·o Gwrnale di med1cina militart• t)el 18H7 « Contrilm:1onr allu trl'apia drlln difterite 11 ; e p1l1 tnr.li fu ronft~rmnto nt~llo sles30 ~iornale dal capitano medico Barbatelli. Ora Il rum· lllOilimeoto e In proot,\ rimozione delle membrane. ,,, nell'adulto non pre~e ota uu ~ra n heueftzro perdu:• per la ltr~hezza dello spaz1o lariogen i· d1fficile la larin:::ostenosi pt>r memhrane. nei hurnbini invece il fatto.! di grande impor· lanza, pe1·chò la mot·te in questi talora avviene nun ()l'l efTetlo dell 'infezione generale 'li hr ne per l'occlusiunc meccanica del Jnrinj.{e e per h succes:ìi va asfìs.:,ia. Per tutti questi motivi adunque parmi dimostratn dae la cura lo"ale non possa scompaJ.!nur..;i dalla sieroterap1n. perchti que<>tn serve a rendi•re l'organi mo refrattario alle ltt:.· ' i ne del uacillo di I.omer. quella ill\'ece a distruggere il ha· cillo ecl a .-congiurar·e il pericolo dell' asli,~ia, prodolla meccanicamente dalle membrane difteriche. La tecnica poi della siero-tempio non pres~ ntn nl.'•suna eli flì colttt, specia lmente adope rando il siero fornilo d.tll'uf · li cio d'igiene della ci un d i Tortuo. poichè con e ~:;o non e uecessario fare nlcu n ca lcolo sulla rna~gi ore o minore tol (,•rnbilitìt indiv iù uale ùel rimedio. e dosare lu qunntit:a dn 1n1eU:mi; ogni boreeuina con11ene IO c. c. ù1 liquulo. il •Jnale ha l 000 immuoJtil immunmanti, ed ha il po1ere di rendere J'orgaoi::mo refrallario nlle tossioe della difterite per circa sei settimane. Dunque qu esla quantita 111 getwralo ~ snflìcien te acl iTn m nnizzrare l' nrga n ismo dell'in fermn du-


CO:CTRIB Ui'I0'\8 ALI..\ TERAPiA IH'Il. \ DII TERITE

1z:l3

il tempo an cui si e~pltca il processo clifteric·o, cht>. come abhiamo \ isto. dura per c;. ~wrnc. e per soprappilt lntta r(ll~stn 'rnnntilit c\ perfellnmentc• innocnn e si può in un adulto iniellal'lu tnlla in una volta senza alo-un timon•. Basta disinfNtnre hc•ne ron soluzione di arido feniro o di li:;olo al t-:J "/.. la lo~nli lil, in cui si fa l'i niezione ipodermica. e strrilizznrf! nllre~i scrupolosamente In siring.t da sierolt•rapia («i é adoperata quella [abilr'H'atn da Dodenheimer • hta-.ter di \111hurgo) prima immer;:enclola nell'act1ua e pni fnremloln bollire nell' ncqoa stcssn per IO minott. :l \'\erINH)o elle la siran,>a vuole e.;.:.f're imn1er":t nell'acqua freJcla aOinch ~ rì~t:aldnn clo'>t gradal.amonte ti suo tuho di vetro non si rom p.t s'intende r hr colla sirin;.:n 'anno U).!nnlmenLe dr~i nfeunti l'n~o cannu la eù il tubo di 1-(ommn ~ he l'accom pa· )lrtaoo. ~ ni oltro In ~ Le:·ilizz nz i ooe cnn llrfJII:l bollente nl,hiarno liiSi nfellato lo ·ta ntulfn e In camera di Lromha delln .~· r i n~a con soluzion<' tli acido reuko. s tn nt l'r h ~ non snlo jtnelln pc~cola cJuantllil ùi aci« lo fen1co eh P ~i r imane sulle pareti non i· in gratlo di di minuire l'effit:acia del :;iero, ma 'fli:On In le affermazioni di Tce~ert, :; cenll~. di acido car· holico commi ilo n l O c. c. di siero i· -.nnic•cnle a non rend,.r mortale ne~o:li animali J'alhnmu1nria prodolla dalla iniezione clol siero, s i ~chè l' a s~ociazion o ùell'acido renico :ti ~ ie r(J seconrlo il Tiegert è di un .:•·nndo vnnlat(gio, il rlte pern, o debbo dirlo per essore sint·em, i• negato da nll ri. \ppena ~ l••rilizznta la siringa e In r elll'. ,j UJlrirà la hoccNta che contiene il lcquiJo etl immedia tamente lo si aspirer:1 ~'11lb sir•ogn, onde evitare che sul liCJnido possa ùepo~1tar i il pulvi:;colo che esiste sempre negli ambienti. Eù ora, dopo di· a\'ere Pspt·esso, rorno meglio ho putul<l. •l mio convi nci mento sull'eClicacia ed innocuità della sieru· terapia nella c11ra dolln diftcl'ill', lt rmin o tpteslò mie> sc ritto


l t:l~

l ù\TIIIBUZIO\Jo; \1,1, \ IJ.R\1'1\ IJU.L.\ OJHJ::RifE

f.treudn mli chu pre-t•l n·ngano aùollati uel nostrfl e,ercilu quei provvedimenli elle j.!i!s 'ono in atto nell'~!,ercito france!'>&, tioi• che n;.(ni corpu ,ja fornito di sirin,;he per· sierotrrapra e rhe un approv\ iwonamento di Jmtlr~lit> eli !orero .;Ìa CCIStitoito pre,..o lè diri'zioni di sanità di rrascun corpo d'nrmnt.'\~ (l) pure votr che anche ~li ospedali sue· t•ur,;alr sia no forniti d'un gahinelto hacteriolog•co, onde pott'r nell'erenienza rrconoscere fin dal principio tulte 'IDPJic rnalallie a fondo nurrol11co, rhe lasrtan dubbia 1:t tlt:l;!Oil-t e r.l10 hanno pnr ht-ognu •1~>1 pmnto intervenlo dell' i~ie­ ni ~ta e del medi,·o. Saviglittno, 3 1 luglio

l ~!}:).


l ~:r;

l\ C1 O DI ANGI ~ DIFTEI\ICJ. Ct'IUTO COL :;JERO

I.•Uu ra rau.t :\ll.o confer••nu scJ~ntiUr.a 1l•l wcse. ili nJ!U'Zu 1~9S d.ol Ootl. t•idro Chuai, capat.anv medico

i\on v' hn oggigior·no nVISla o giomale medico ed andre • DC111 modico che non rapporti casi di difter·i te LmLLnlì col siero, e che non vanti gli ottimi ri sultati ottenuti con tale ntt'lodo di cu ra. 1;1i io. uccessi che si regi.>Lrn rono e le complicazioni rho si rnntt appongono non sono lnli finora da menomare l'effi cacia di tal metodo curativo, cosirclrè parmi potersi alTermare che la scienza ahl1ia colla pr..ttica consacrato que-.;to come il più razion1le e soddtsfacente rimedto. Il "'-'~nente (a~c1 \ :lrr.l per lo meno ad affermare che tra not non :;i tralascia occa,.tone per adopernr:.i coo lotti • mt?ui che la scienza fornbce in pro degli ammalali. Trovava,; i rico verato al lello ~ . l ~6 del riparto misto. dal ~ g<'ODaiO p p. l)e ~J artÌil O ~·al vuto re soldato ÙOI 2:.1" re~gim~nto artiglieria. della classe l 7:1. Ercone la t·m tolta inLogralmente dai registri oosolt•gici: « llift:risct• che il 27 dicembre 180<\. con lrn ~sc uoa hleuona~ia, In quale esis~e tutt'ora. Nessuu niLro preceden te morboso in J'nppor·to alt'nLLuale infermità.


l ~36

C\ CAS O 01 \~GI~A DIFTERICA CURATO COL SIERO

Stctto presrnte: Individuo di co,;tituziooe J·obusta, temperamento misto, alquanto deperito nella generale' nutrizione ed oligoemico. Ln secrezione uretr~le è abbondante, di aspetlo cremoso e di colore verdastro. Bruciore nella minzione. Apiressia ll. La blenorragia seguiva il suo decorso normale, accennando la secrezione a diminuire, ell essendo pressoché cessato il senso di cociore nell'urinnre, quando il giorno 98 gennaio mi accusò un dolore alle fauci, leggera difficoltà nella deglutizione, malessere, inappeteuza. L'esame ohuiettivo mostrò arrossim ento leg~ero alle tonsille ed nl · l'i~tmo, con sca rso essudato calarrale; l'ammalato è api· retico. Prescri \ O un collullorio di clor·ato di pota-;sa , dieta confacente, e so:;pendo le iniezioni ur·etrali. Si accentuano il giorno successivo i fenomeni locali e generali; la temperatura segna 38,2 al ma!tino; l'essudato alle fau ci appare membranncco, di colore hianco :\porco, la deglutizione si fa :.tentata mente, si nola ingorgo ghiandolare; pol~o l 00 . La cura consiste in solfato di ch inina. dato internamente. gargarismi detersivi e vesciche di ghiaccio al collo. La sera la temperatura ra~giunge 40°: passa la notte molto inquieta. cnu~a la dinìcollit crescente nel deglutire, data la wmefaz:one delle tonsille, cosi da impedirgli il passag~io delle so..:tnnze liqniùl'. Alla visita mati oale del ao la temperatura segna 38. !l; il pulso è frequente, il numcr·o delle re~pirazioni è anment:~tn. Localmente l'essudato ba invaso le fauci e il velopendolu, si stacr.a con difficollit; si accentua l' inpnrgo ~IJiandolare; l'ammalato è co~trello a stare a bocca aperta e la lingua perciò è aseiutt:t e fuli~inosa. Le orine esaminate danno densita l 03.t., reazione acitla. grande quantiLù di urati, le~ger i ssìrne trnccie ù'albumina, nessun elemento morfologico dei reni e della vescica.


UN CASO DI A~Gl~.\ DIFTERICA CURATO COL SIERO

1:?37

fn presenza di tali falli credo opportuno avvisarne il signor direttore dell'ospedale esprimendogli la convinzione tratlarsi di angina difter ica: propongo l'isolamento ùell'ammalato e la relativa cura col siero: accetta egli dopo a,·er visitato l'ammalato le mie proposte, e chiede al signor direttore territoriale di sanitil l'autorizzazione a fare la cura col siero, il che è subito concel'so. ..\. meglio constatare però la natur·a dift~rica de\l'essudatù. ne pr·atico l'esame microscopico e l'innesto in gelatina, e difatti nei due preparati s:i trovarono abbondanti hacill t del Loffier, associati a n umerost streptocorch i, e nella coltura in gelatina 24- ore dopo, si videro, lun~o tutto il canale d'innesto, colonie sferiche. biancastre. llassicut·ato così nella diagnosi, nlla sera del giorno 30, alla presenza ilei nominali signor direttore territoriale di sanità e direttore dell'ospedale, si fa colle cautelene cessarie un'miezione al fianco destro del quantitativo di una hoccelta l\. 2 di siero antidifterico Behring, non credendo opporlnno usare il N. 3. sia perchè la malallia non ora troppo inoltrata e l'infer.ione perciò non multo grave. La cura concomitante consiste in gargarismi con liquido di Laharraque e dieta liquida opportuna. Il De-~Iartioo, già isolato in una camera, è fallo sorvegliare da nn infermiere. che ba l'incarico di esaminare la temperatura, raccogliere le urine e riferire sn ciò che avesse potnlo succedere nll'nmmalato . La temperatura due ore dopo la in iezione, cioò alle ore 17, segna 39°.2, alle 19, 39°.7, alle .23, 39°, alla visita del mallino, cioè alle 7 36°. 8. L'a01malato accusa benessere; non si osserva alcuna eruzione alla pelle, polso uuono, la dillìcoltil nella deglutizione n:;sai diminuita: le pseudomerobrnne sono di aspetto bianco gialliccio e poltacee e si dislnccano faci lmente. Le o1·ine emesse 1

/,.


l t:J~

UN C.\~0 DI A~C l~ A O!IITERICA CU llATO COL :m nO

ascendono a l 000 t:rammi o pre.;eotanu sedimento abLondante di color mauone. hanno colorrto Jtinllo inteo,o. La reazione ò spiccatnruenle acida, den ·i tù. l o:n, ~r<~rtùe quantità eli uraLi, ns~enza di albarni na: ne~sun elemento specialt> oi' dei reni nè drlla ''escica. ~on ~i fa prt> ·crizione alcuna all'infuori della sol uzione deter.-i,·a di l.nharràque e la LempcrnLura segna in della tziorn.tla, cioè al 31 alle ore IJ.:3"i'.:}. alle l 1 e me1.zo :lH0 , alla visita serale :37°.2, e l'apires51.1 s1 maDL1ene successh amente. l.e pseudomemllrane nnoo scomparendo erado. :!rado In tumefazione delle ghiandole ::ottomas<·ellari diminu i!-lce e con essa la dillicoltit nel de~luLire: ritorna l'appetito, il hene•,t!re. e l'ammal.•to entro in cnovaJe,renza uoo a' endo fatt:-t alcu na cura locale m! eccezione dei gar).{nrismi suprac rta11. f:iom notnre cltu il ne Mill'lino in I{Uesli brevi )!ÌOrlll dr malattia ~i è ndutto a tnl vrado di denutrizrone ~··l ohgoemia da bastar<' questi due falli soli n caratterizzare una infezione grn,·e dell'organismo. quand'anche l'esnmf> ltatlr· rioloj.!ÌCU non nl"e$~P o.:oofermnto traHar:.i di anj!tnn d•ftenca. Esposto co,.i rl caso nelln ~: ua nntun ed evoluzione. nt:~ re<>ta ora cluarire un solo fatto: inclogare cinè la sua Ot'iJ.:tnC. Anzitutto non rui pare po. ~it,ite che egli J'uhlua coo ~~· portata dal re).(~imento, es3en,Jo il De-'lartino en trato nell'ospedale il ~iomo 2 dello scorso gennaio. e In malauia comparsa 11 21: 111 per il per·iodo d'incnltnzione eccu:;si,·amente lunj!O e no o comune alla difterite: secondariamente perehl· non mi consta che. ~in al suo re~gimentu, che nella popolazione "ivile ùi \ equi dove hn sede, vi sia staLn wle forma epillerni.:a. 1 potrehùe fare un'altra tpote·t: sappiamo che ha ùomrn:I IO c qunlche caso \"ha tutto ùi in A le~<~andria don1LO a


U~ CASO DI ANG[XA OlFT&RJC~ CUllATO COL Slf:l\0

l ~3\)

infezione, quindi la sua importazione dal di fu ori nell'ospedJtle in murlo qual~ia~i: però anche tale suppo<)iziooe perde del suo valore quando si consideri che il Ue-~lartino non ehue contatto con alcuno, non avendo egli in cìlln e nei ~o l dnti !fili di stanza. persona di sua conoscenza. \ parer mio lA causa del l'iosors:enza della ma lauia :.i spiegherebbe col pensare che sulle tonsille e nella reu·obocca noi abbiamo continnnmenle associato a coccbi di var·in natura il hacillo di Lofller, dirò così, in uno stato di quiele e di a, i1·ulenza: ma b:tst.a una causa qualunque per promuovere l'esaltamento e determinare lo sviluppo della difterite: non altrirn enLi che nel n o~tro illlesLino pnre '' i allogg1no mìet·oorganismi, che, tro\'at.a una condizione faYorevol e per il loro nctr·escimenlo, po:;sono dar luogo ad infezioni generali di · verse: e le occasioni non m1wcnoo al certo, se si pensa alle v.1rie inlluenze nocive alle lJOali può andare iucontro il nostro organismo Lfl causa del caso in parola non è certo mancata. essen· do:;i verificate noi reparto tm i deganti per malallie venereo· sililiticbe, in CJUesto stesso tempo, alTezioni leggere delle prime vie 1·espirutorie, senzachè fossero accompagnate dn reaziont~ generale dell'organismo: ora tnli aiTezioni su perate f.tcilmente dagli altri, perchè in buone condizioni di resistenza organico, avrebbero trovato facile e propizio terreno di coltura nel Da· MarLino, il quale, come nella stor·in si è eletto, trovava:;i molto deperito io salute; e quindi la minor l'esistenza che egli pote>a contrapporre perdtè nelle sue fauci non si loc3lizzo.ssero i hacilli ùel Ltiffler. Comunque sin, truello che si deve constatare si è che ljUe$lO caso di angina difte1·ica, conrermato dai falli rlinici e prove hatteriologicbe, attestò la cura efficace del siero, e ne provò la su.1 innocnitit. Io non sopt·ej altri menti spie·


l HO

UN U SO DJ A~Gi lCA OIFTEIIICA ClRATO COl SIERO

gare se non colla sn;t azione il cedere cosi rapido della lem· peratura, e h ce:-snzione pres:)oehè immedtala dei fenoffit'nl locali, cosa che per lo passato, ~ con !Jttalunque nltro rimedio che :'i vantava come specifico, non è mai occorsa. l:oa ra;none che, a mio credere, vale a dimtnuire i surc"ssi della cura col siero, nou si deve cercar tanto nelle complicaZIOni alle quuli esso può dat· luo~o, quaoh> nel non interven1re in tempo, ctoè nel primo in izia rsi del pro· cesso difterico. nouchè nella qualità e bontit del siero che si adopra. . l>traui che co;;a può ~iovare la cura quando l'organismo ì· in preda nd mtossknz10ne ~ravt', quando vi sono complica· zinni. come hronchile, bronco-polmonite. parali'>i Jei centri nervosi, ecc.,. TI mercurio non è for~e ,;onano ed unico rimedio nella sifi lide? Ma Lrionfn eJ,;Ii sempro di ogni infe· zione, quando specialmente s1eno lesi e distrntli or~au1 importanti t E assodato forse che le complicanze si possono mettere an1.iehè della curn a carico del processo morboso! È da augurarsi ndunquc e da far voti ebe gli srud1 s1 continuino per la cura d1 altre malattie, e che in esse si ··on· fet•mt il ri~ullato avuto nella difterite colla sierolc're.pia.


l~i l

UN G~SU DI ~lfiLIDE P~UION~RE DOl'O UN MESE

[)ALLA t:O)JPAR .\ OELL\ , Cl ERO .. l

PltDl\HL\

J.eu.ura ratti ali t conferenza 'f!NIIIUm del 31 gennaio 1"«15 prl's•o l'o,pedale mllliarll rH Palermo dal teo•nte medlru dottor Raft'a~ llo P itopoli

.\latteoUI YincenzQ, soldato nel 5 • re;.:giu1cnto fanterin, df'll'età di anni i:.i. di proft•ssiooe contadino, da Corre~t,!io ( 1\e~lo"(io Emil ia) ent rò nello spednl e In sera del 27 fehltraio IRO~. con diagno,:;i di bronco alveolite ( l). ~on vi .;ono nella :-ua famiglia malattie ereditarie. Dall'anamnesi remota si rihH 1 solo rhe all'età di 17 anni patì una pneumoni te de~tra non l!ra-re. di cui preslo "' rimise, e che è stnto ed c un intlividuo fnr.ile aù ammalare di catarri semplici delle vi e aeree e dolo•·i muscolari, se si e!>pone all'azione ùi cause reumatizunti anch~ le;!gere. Durante il serviz1o militare rtoesta è la prima \Oita che ripara nello spedale. Son è dedito nè al vi no n& al fumo. Ai 2:; ~ote n-

{l) llo a,[u•ttato alcuni me•l a rar noto <JUt•stll e.a~o darché ebbi ~ca~lonP d t !ltudiul.,. t(ln<aderando ehe 11 tempo nHebh potuto avntlorare o n~.&re la d~o l Ora d~ 'IWllltO ml ha •rilto il ll!LU••Qtu, lo rhr•>•L1 a·J nna mis..

rt.ulta che non ha 111u p~ti ln di dhturbl polmt!n~ri. e cho ha nretnto una cura IQdlc<L ~olo O!'r meglio gu~riro rlnlla sitllido.


U'i C.\SO DI S IFI I.I DR PO I .MO~.\RK

naio I H!H si presentò al mellico del co rpo, perclli· ~no vn noLalo al Ialo interno srni~Lro del prepuzio. vicino al ;;{leo halano·prepuziale, la t~oroparsa tli un noduletlo duris,..imo intlolenle, corniucin nle ad ulcer·arsi nel centro. che d;l\'a hrudore se veniva a contatto dell'urrna. Il medrco dia;.;nost'r•\ tr'allarsi di una sifrlo·sclcro ·i initiule. la qunle a llrrc dell'rnft!rmo, rimontava a coito impuro cornpi'.lto ar ~ clellu ste.,,o mese. Secondo i consil-(11 ricevuti, principiò intnoLo la curn lurate ùi tfUesl'ulcera ..,ifilitira. t:ir.:a Ul ~0 dr fdJili'OIIO COffiiDCÌÒ aÙ a\'t~l'6 (0Sii6 l'ara e ~ct:cn. La tO$se si feee n grado a gr-atlo slizzo~a . poi comparve l'cspellorato. alcune volto striato di ...angoe, e comindù ad av· verlrre ad intervntli un leJ.n;iero dolore alla parte pnr niLa tlel tur.tce sinistro. l) uesti falli t~3sendnsi a~o:gravati r·icorse eli nuovo al mt>cl~t·o. cbc lo f1'1'8 riparare io qucsL'osped:ùe, ove t!OlrÌJ. COIIlt! ho dello, la :;era del 3i febbraio, per bronco-alveolite. \ ll'esame ohiellivo, che riferis~o per· la parto piit intere sante, si nolnvn rhe il \1 a1Leolli era innividuo dist·rornmenh\ roiHJsto e nutrito, con "r.heletro re;!olare, ma un po · oliguemi.·o . .lgli or;.:ani genitali ora\ i In rammentata lesione si fili llta in slalO avanzato di sviluppo: ancora nessun'nllra mnnrft•"\tazio ne secondnlia nè alla pelle oi• alle mucose. \gli in)!nrnt s1 ri:'contra,·a no gl'iugor~hi ll nfatici tipici di quest',,ITezion«•. mollr\l s1 notaHtno i g.tn~li up1troclean, ascellari e t·eni•·ali in;.:rossati, duri t·d indolenli. Nessuna alterazione deltJ. \'Of't', \ ll'e"àm~ dell'apparato respiratOJ·io lii notava cliP i polm Jlll ur.tuo contenuti in un torace re~olare per forma. in rni non erano mollo marcati nè ~li spazi intercostali n.:· h• ro~;;e sopra e solto clavicolari. Il Lipo Ili respirnztOtll' era pre\'trlenLemente adùomrnale Fremito pellorale normale in ha;-;o, tl<'ltole 111 allo. l.a percn~:;ione dava ipofnnesi multn


OON> VN 'JF K D \l.l.A COllPAH'- \, ECC.

J ~\;l

marra t a nelle r t>t.{inni rlel-{11 npiri pnlrnnnari m n~~llllt> pn,;teriormente, ipofo n~> si che n èe•tra ~ i •·~ l t> lldt'va pu'a in lta,so che n ~i n istm. arrtvnntlo lino •tuasi all'nn).{olo infct•JOre della ~r.·tpnla . Su qu oc;t(' zone ipufonetidu> l'n~l·olla7.ion e ftwev.t ri llwaro tlllvtlllljlll' prolungamento dell' espir·nzione, respiro a.:.pru «nlliante. tnnrmure ve,ricolarP tlebolissimo; f.\ a cl,•.-trn nell.t p:~rle piit hnssa, cioi• vt~rso il lPrzo medio tlella <:rapolu, respiro lll'orwh iale as ~ociato n t·antnli a medino piccolo bdle dic;r.r·pt;tmNlle sonori: a sinistra 111 un punto delln ro~~a oprn· ... pino,a. ')Ualrhe rantoln qoflo •·repitante e rumot·i lmmdtiali set•rlti. Lo molestava la lossP, In sputo ora era abhontlnnle. appi•···i,·:~t ircio. ùeoso. non aerealo. e tah·olta Pmellt•va bmn• r•>me ca eo,i. taholla In :;puto era commi... tn :1 san~uP, eù :\\P va nd01·e piulloslo sl-(rudevole. Si lnmenl:l\ a inull l'i' di qunlr. he doloa·ello ni metacar•pi, erl 11 lle fnlnnl-:i. di l!n ~u di oppres.;ionP al pcllo, dispnea lt'JUtPra e dolore sli'rnal·• dte accompaJ.(nava la lo..se. Il ritmo rc.;piratortn er:-~ al· 1 •raln, ed anmflnlati i respiri lino n .:?ì-:10 al min uto E~nmi­ nali nl mirrosropin gli sputi, non si rirn en nero n•" bacilli eli 1\nrlt. n1\ lihre eln,III'IH•. ma ,.anf.toe. l'ptlelio alveola re parla innl teiULo r pariP clf'gener·nto in grasso. r.orpn,;roli 1li mn•·n. l; lj nltri organi r si-;Letn i nor·mali: c•sn me c·himico·mirro"copir·o dellr. altre srrrez10ni nt>~otivo. Fu confermata la dioJ.(no ·i Ili bronro alveolite, e sebh~>ne n••j.di spuli mnnrn,o;rro i harilli tuhen·,>lilri. potclll' st .;ospet tavn r.h~ il pi'O re~so fMse lli natum specifiro, tnnlo più l'Il A •l malato as.;erin\ di e~:;erft c•Ji to da fplt!Jrp nelle ore• pom,•ruktne, fu il " nllPolli i~olntn tlal n•parlo romune. lliligenlement o o;:~er vo to si notù l'lte ven iva realmrnto prt>:,O t.la febhre. dtP l'l'a pilt forte nllt sera. o;;rill:tndo fra ;)M,:l :)!)° C., P rh P IIU:t'\i o;rnmp:ll Ì\ a aJ mallino pro \Ora ndo il ~udnrr. 1

in


UN CASO OT SI FII,IOE 1 1 01.~1 /)NAR E

Nel conte1npo l'oligoemia facevasi più intensa, e dimagrava. \ enne il sospello che pote.;se la sifilide essere la causa deiJ":dTet.iooe polmonare. ma poichè l'infezione era troppo recèntc, la sede del male non era la preferita clnlln sililide, e 1:-~ natura tubercolare invece era per Lnlli gli allri sintomi un sospeuo mollo giustificato, s' iniziò una curn di creosoto. iodorormio o inalazioni hal~amiclle, associata a dieta nutriente e preparati toni,~o-rico:>tiluenti. Le connizion i del malato sia generali che locnli llO)I'J.:in· raHlUO. essendo stato colto per tre V'lite da leg~era emut· Lisi. In tanto, ripelulamenl~ esaminati ~li sputi. man1:avann i u;lcilli di Koch. La diagnosi di sifìlide polmonale prendev., m:tggior valore, 'Tuaodo ai l U di ,\l arzo compam~ lraccia di roseola sililitica, che tosto si reee mnrcatis:;imn e si a~~ociò ad ulcerationi nella l i n~ u 1 e nella •·elro ho,·r.;t. .\ i 13 di detto mese, feci la prima iniezione di sul.Jiimnw co rro~i vu all' l '/! p. 100. L'r.sito sorpassò l'aspellativa; e per far brere, dirò c.be 8 giomi dopo cessò In febbre ed il miglioramento era evi· dente. In seguilo as.-)Ot:iai al mer·corio l'ioduro di sodio lino ad alle dosi, e in 35 giorni rli questa cura, LUlli i fall t sitìlitilii, compresi quelli gravi , e linora dubbi ci rca In IIH·o n'llnra, del polmone. erilno scomparsi. Tornnlo l'appeLito. tlissipnta in ~r:u1 parle l'oligoemllt, riaumontatu il pe3o do! cor·po. il Mallcolli stava ripren· dendu l'aspetto di uomo sano, e como tale pott' ai ~a !11 April o essere dimesso dall'ospeclale. E chinro elle si Lrallò di una sifilide precoce del polmone. Quantunque da alcuni anni la &ifi lide polmonare sia slala oggetto di numerose ricercho, pure re~na ancora una grande oscurità in certe rptestioni che s1 collegano alle pneumoputie sifiliticlle.


00110 U'

\(gS.& DALLA CO\IPARSA, ECC.

1!45

Anatomicamente la sifilide polmonare può essere distinta iD tre forme: una forma inlìltrata di/Tusa (caso pre ·ente): una circosr.ritla di noduli gommosi. più facile n vedersJ, che si pre~enta appunto con focolai limitati ; e Virchow ne ammeue nn n lerzn forma. che somi~li ,, all' iodu1·imento hruno dei polmoni come si ritrovn negli :tmmalati di cuore. La sclerosi diiJn:-;a (caratterizzata in generale da cata rro bronchiale, ipofonesi e sofJìo bronchiale), ha sede di preferenza nel lo bo med io del polmone destro, e Hraodidie1·su trenta casi ne tle•crive ~~ rli qnesta regione. ~ e l ~lalteoui si presentò questa forflla più rarn, ed erano auaccati gli apici . Ciò contrihuiall'inr ertezza prima della diagnosi. incer·tezza che ha da e...sere ·pes.;o molta. pere hè Eichborsl ( l) d ice che questn d iagnosi riesce, più che altro, per una specie di diviMzione ba$ola sull'esperienza. Ashhurst ('3) sosliene che la tubercolosi e In sifil ide non si confondon o mai fra loro. Allora pE:rchè tnnla ditfiroltia nella diagnosi diiTerent'.iale? In prat1ca al lello del malato è spesso difficile diagnosticaro se trnttasi di p1·ocesso tubert •tlare o lueLito. per i tanti rapporti intim i che passano fra questi ùue morbi ugualmente infettivi. • i vede spesso infatti attecchir·e la tubercolosi in un sifi litico, e i due processi complicatsi a vicenda, nel determinare lesioni ossee, midollari, ar'licolari , potmonuri. Le alterazioni anatomo-patolouidlfl pure si somigliano, come si somigliano il bacillo di Koch e di Lustgarten, benchè io si(ì!opatia quesL'ultimo Don siasi dimostralo in modo definitho. Dei mi cror~anismi alcuni coesistendo nello stesso indiliduo vengono frn loro in lotta per la vita, allri si preIl) Pal. t 7u. spu., vol.~·. png. 11!44. lt) Stlti,l. Chlr11rg., vol. t", (J(J.TlC t •.


U ,. C\ SO Ul SI Fl LI DE Putl!CIN \ RR

parann n \'Ìcenda il terreno: ora il IJncilln di 1\och e I]Ut!lln •lì Ln--t;.:arten niTronn. come dimosrrò in un dotto articolo il doli. l ~ uldone( l) l'esempio pir'r chiar·o delln simbiosi huctt:wit:n nell'rtomo . Uunter· e lticord ritennero e'sere l'n nn nn momenlo eccitante tlell'allra, e nel 18 l \ erneuil nl Congrt'sso di Lon dra nrnmis<' pure che i dnl'l processi potP,s,;ero det·orrere insieme, ed aggiunse che tal>oltn i prodotti dt'lla ~ifilide si metamorfosano in quelli della tnhercolo~i o vice,•er<a. re· ~ultunùone forme ùi vero ihrirfr,mo morbt;~;cl, Ora :;cientilicamertte amme,;sa una 'imbiu~i sililo-tuherrolare, dalr nt•l \laueoui, la sede tlt~l mnlf', lo stato generale e i sintomi dr e potevano parlar(' per· Lubercolo~i. mentre per una srlilid~> del plllmnrH• si 011pnneva oltre tutto la dala lroppu recente dell' inl'ezione lnetica. 1:ome oon tentare cla pmun una r-ura nntituhercolnre 1 ~on accade forse anche nel te.;ticolo. come asseriscono il Koenig e1l il Brissaud, eh& renga spesso attri buito alla tubercolosi ciò che nppartittne alla sifilide? ~~ l'e$ame microscopico dello :.puto potern \•aler·e rruale ri~poslfl. assolutamen te decisiva per la di:l;!t10~Ì diiTereoziale, dal momento che mancano tal volta i bartlh di Koch anche nell'e.~creato dei certamente Lisici, rome si !;a che Melassez ha trovato nelle gommo del testicolo c(•l· lnle che ricordano i tnhercoli, e che da Drodo\\->ki fllrono trovate n•llule gi;anti nei bronchi nlieLii rio sill l id~. PiutLO$tO t::iò che magj.(orn'lente sorpr·ende i• il fnllo eh essere <ruasto un C<HO mollo precoci' di -;ifilirle polmonarf'. mentre il polmone dnlla ~ifilide acqui ila non e all:Hlcrtlo che di rado ed assai tardamente. Anche il cerrello. rl r•'OI.' ed il midollo spinale, ammalano per sifilide a wonde eli stanza dalla mnnifestnzione primnr·ia, ma rnnncnno for~e ('ll•i t • /h(vrm•l ''"Jicn, anuo IX, u :130.


DOI'll t.:~ 'lESE OAJ.L.\ CO\fi'ARSA, ECC.

l ~i. i

precoce di essi'? Il ,Jacc.oud ( l) de$Crire un caso oefrile lo(lomerular e sifiliLica precoce, comi nciala dopo due mesi dalla compar~a del sifiloma. eù aggiunge che nessuno più dubita dopo le comunicazioni di Casarini, Tommasoli. !adrooico, che il rene possa es ere colpilo in t1ualsinsi per iodo della evoluzione della sifilide. 1 n arier e Hudelo. che nella tornata del zO luj!liO 18!1:) presso In Rocietit fr·ancese eli sililogr-a!ìa, parlarono di 11n r.aso di sifilide precoce del rene. Foumier so~giu nse che la sililide in certi cnsi colpisco il rene detPrmrnnn.to una nt-frile \'olgnre impossibile ed essere differenziata dalle altre forme, la qual nefrrte spesso è pr·ecoce e grave. Oejorine (~) descrive ou cnso di precoce sifilide midollnre, e nella li•furma medica del 16 d·umbre HHl2 , l· pohblìcula um1 lezione ùnl prof. llo Rcnzi sopra un cn~o di ·ifilide spinule, dopo 11n mese della com· parsa della sclerosi primat·ia. Il presenle caso di pneumoni a sifililica cosi precoce, per quel che io ho trovato, noico nella leueratura. ba,ta a dimostrnre che ancue il polmone può essere colpilo dulia ailili(le io qualsiasi stadio. E 'lnali cause pos ·ono iolluire? Oramai è prorato che le infezioni nllecchiscono e si locali7.zilOO n ser.onùa della disposizione individuale, e a secnnùa della minore re:;iaLenza che oppoo,gono i vari tessuti allo sYiluppo tlell'ele· IDClnlo infettivo. Ricordo a questo proposito le esperienze di l)asteur, Gibr er, Plawnia, t:aoali:; e Morpur~o. CIJarl'in e Jtoger, colle quali animali per oalum immuni contro il cat·bonchio furono l'esi suscellibili all'infezione col r·aO't·eddamento, coll'elo,~atn temperatura. col curaro, col cloralio (l) Ollllelìn mé.Uçilt , i2 nm·,,mhre IS9'1. U> \1111alu ck m•d .. n. Il), m'lrlo tS!l,.


UN CASO DI S ll l l.lllK I'OL\J ON\ll!,;

ed nlcor>l. col ùrgiu no, col l.tvoro rn u ~colare eccessi\O. ConH• pure. ogeodo negli animali su limitate parti del cnrpo con uno stimolo •. 1 c ùeter·mrnato in quelle una locallzza~inne del germe infettivo. Mya e Belfante, irrit:mdo il cuore del roniglio dopo inoculato il bacillo del tifo. ,Jeterru1oaruno una perknr,Jite. Per In sifilide non \'Ì sono fatti .jperimen~ tali, ma vi "ono i falli ctinr·i, cbe mo"Lrano le condizioni che po~sono provocare le localit.zazioni sifihtidte. Come la sifilide nervo--a .:i ha facilmente nei oevropatici, 1.1 ~ifìlide del polmone si nvrit io ~O"J.(elli rhe f.tcilme nte amm d:trnrw tli alT~zioni respmnorie. Il ~l alleolll appunto ha son~no una polmonite e frE>q nenti catani bronchiali: 'lueste, a mio parere, pos~ono es·er~ le cause di si precoce localiuazrune. parere confermato nndre lln Oe Renzi (1). il quale a;-.~eri-.ce che il ratnrm bronchiale da causo com uni, predispone alla sifilirle del polmone. ~ è credo potrit opporsi rlll'esito IJI'illanle della curn. d fallo eire possa eso;ere sta ta una tubercolosi l!oarita col •ubl imato, cura che non hn molto tem po è sLala tentata, perchè nes:;un caso rli as ·oluta guarigione di Luhercolnsi si regbtro, c poi pen;ht'• il suhlirnaLo reniva di'tersnmente ·ommin1slrato. \ nelle Sauerthwait e Ta\ lor (:~). Feulard (!l). asseri cono che per In ù1agnosi di sifilide pulmonare vala il criterio curativo, gi:~cclrè i risultati che si ottengono nell:t sifilide del polmone coll'uso dei mercurialr. non ~i ottengono certnmente nella tubercolosi. J)allo sluÒ10 del pre,entc caso si può •1uiodi cor1cludere:

t i) 1.4 vcnn e f&l~·u;a, Pat. t r.un. JleJ. - traduzione ct:lliana - vol. (liti-!. 4R4.

(il Rlf • .lf~cl .. nn. l 91, n. IM. tal 1 '!lJ, u 131

mr. ''(·t., .....

s•.


DOPO UN MESE D.ALLA COM'PAUSA, BCC.

l z.~!)

rt) che si possono avere casi J)J'et•ocissimi di sifilide palmonare sebbene io gener:1le que:>t'organo venga nllac-

eato molto tardi ; però questj ca:-i precoci ammellono una più ravore1ole. non essendo accompagnnti dn :11lre lesioni \'isceral i, come pos~ono essere i ('u:-i 1ardivi. b) che la sede della lesione non solo non ba:>ta a stabilire la din~nosi di nalQra, ma in cerLi t·asi i• di ostnrolo. perch& pur essendo il lobo medio de:>tro il preferito dnlla sifilide. specie dalla. fnrma d'infiltrazione diffusa, cs~a pnò auaccnre in 11n tempo, alla pari della Lllhcrcolosi, tutti o due gli apici ; r) ~h e In sifilide polmon::u·e, conlral'inmente nll' opinione ùi 8chnitzler, può esistere senza la concomitanza di sifilide della lari nge; Il) ehe i sint omi della sifi lide polmonure non sono punto carntte•·islici, e che la diagnosi deve dipendere sopratullo rlalla storia ùel caso, e dai ·iolomi concomiln oli; P) che non ò vero. come :molti aulnri dicono, che l,t di~nosi fra Luuercolosi e sifilicle, si fa pel lenlo de('Or~o e 1'61' In mancanza in qoe.'ila di fenomeni funzio nali. general i e febbrili, percllè io certi casi, come nel prcsenll', si ha febhre, srolgimento rapido e decndin1ento di nnlriziontJ: /) che il maggior valore lo banno l'assenza dagli sputi dei bacilli di 1\ocb e d"lle fibre elastiche; !l) che l'espettorato ha odo1·e fetido. come spesso avviene nella ca ngrena piuttosto cl1e nello. tnhercolosi del Pvlm()ne; h) che il criterio più sicuro !!i hn invece dall'esito della CUJ'a mercuriale e iod ica; i) che come la cachessia silìlitica può favori1·e in un indivi<luo elle vi sia predisposto lo sviluppo della tnherprogno~i


l ~:)0

UN C.\-.0 Ul :-.IFII,IUK I'OL\ION.\RE DOPO U:i 'lESE, ECC.

colo~i clt•l polmone, co~t lesiont semplici del polmone crean-

dovi Il locus minons I'C.Iistmttae, possono facilitare che in que~t organo ,j :;\·ol;;a un ptoce...so sifrlilico: l) cho In diagnosi di si lì ilde Ilei polmone non rmll ,, con certezza rar:;t, finu a che non si a\ litnno nozioni e~alle :;ui c.tralleri del micrurgani~mo si!ilitico.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA A1EDIOA Della t ouaUUte l&otlllare uloerou. aout._ - T etU\i\DE. (Journ.al de .\1t!decin.e et de Chir uryie, sellembre i b9:)). (..!uesl'affeziooe é un· infiammazione acultl rlcUe tonsille, carnfl'l"e casf'O!'P il cui inci'ilamenlo rapiclo cià luogo prontamente aù un processp nrr~rolico che distrugge la mucosa di rivestimento. Il sao in•~io è insidioso e passa quasi inosservato, da pr·lll · c•pio, con uua molestia locale insignificante, oou si osser\ano sulla tonsilla che alcune plAcche ~i111l a slre che fanno Jll'll~are alle concrezioni. Ma quas1 sempre quando il malato vo a consultare il medico, l'alfezione é in piena evoluzione e1l i sintomi che egli pres1mta !'OliO i se~uenti: L'alito e h!gg~•:mente fetido, ma il solo disturbo funzionale che esì!-.le Cùnsiste nella. 1nolesLia a deglutir e: t[uesla disragia, leggie•·n dappr 1ma, aumenta d' ioleosiLA a misura che la le~one si ~v1luppa ; ma é •·ar o che essa o<>Lacoli completamente l'alilllentazione: allo slalo di r iposo, è una semplice !lensaziooe •Il calore, di b rucio1·e, il più spesso unilaterale che il malatn risente. Queste a~ nsazioni g ullurali s i localizzano alla regione Lou!iillal'"- e non s·u·radiano, o raramente, neglt organi circonvicini. Com e ben ~i comprende, es e !Sono aumentale da. Lulli g li Ìl'ritanli, dal freddo, dAll'alcool, dal rum8J'e. Si nota pure un cer w gr·ado di secchezza clelia gola ed un po' di raucedine, r1uan.lo l'ulcerazlone interessa alquanto ìl pilasli'O poste riot•e. ~ionata da ll'accurnulo nt>llc lacune rli


RI VISTA

1 gan~lii sotlomuscellarl sono lalvnlla ingor gal1 e dolorn"i. Esaminando la gola st constata un'ulcHra ziona grij!iastra ri coperta di una materia caseosa, che SI esporla molto rocilmenle con il pol'la-ovalto, e lasria a nudo una supcrficto ~nio:::s, mammellonala, ros.~aslra, r..rmatn d11 piccolo fungosllé, talvolta anche da vet•e escresr..en ze polipoidi. l margini dell'ulcera sono rnollo nelli, rossi, infiammati, tagliati a picco, senza essere notevolmente lumeJ'alti, ed il resln della ghiandol& tonsillar11 non st>mbra inriammata: es<~a non li clw )Pg,!!ermente o per nullt~ aumer~l.ala di volu:!1e. Si lrallu di una IP!>inno purAmente locale clte inter es-a Mltanto two purte della tonstlla, e che si svolge in una o più ct'ipLe St'ltza e.;tandersi all':! parti vicine. A primo aspttllo, si pen~ert>bbt' aù una cauterizzazione fatta con la punta termica, in utul spazh> molLo limitato, nel momento in cui l'escnl'a ::-i distacco, vale a di•·c tre o quallro giorni dopo lo caul~:l'izza­ zione. V1 l ta di più, la cicatrizzazione procede nello sle!'S•l moJo. e lil perdi la di soslan7.1\ che risuiLtl da •1uesta lesiou~ ::orntglia moltissimo a quella che lascia dopo tll essa 1"1gni· puntura localizzata . L'ulcerazione pul> a nrbe in certi cAsi essere doppiA. l n queste condizioni l'ulceL·a può esser e confusa 1·on di· vercoe all'azioni, e specialmente con rulcet•a lonsillare. Si nota in entrambe la m l.'d~si ma ulcerozion o più o menn incAvata, lo stesqo margiue ovola••e o circo.lar~. lo ~tcs<::o indurimenlo dei rnargtnt, ti più spe«so anzì unilnleralilta. Mn però la diagoo~i è posstbil~ ftl'azie a due segni. L·ulcera sifìlttica é sempre consociala ad adenopalia voluminol"ll che puo ollrepassar·o il volume di un uovo di riccione; nellA lOnsillite ulcerosa l'adenopalia è poco S\iluppala. A.llro clemen~o importante di diagnosi è l'evoluzione: se l'ulcat·n sifilitica impiega sei settimane a svolget'Si, la tonsillite uker osa non ha cbe una durata minima, una sellinumn in Jlld•lia. Anche l e gomme presentano r1ualche somiglianza, ma randamenlo è co~ì dilfdrente che il dubbio non può ~>ll"'l'it­ sLet'e per lungo lampo. Lo stesso dicasi delle ulcerazioul

lubercolose. La diagnosi ò ancora piu difficile con le ulcerozioni et·pe·


mmu\ tiehe, ma in quesL'ultimo caso le rondizion1 generali "ono molto più Kravi, mentre nella Lonsillile lacunare l'affezione e tfU8"'i "empre locslt•; d'altra parte, l'ulceraziono erpelll'a non 6 ef'le~a e con margini neltàmenle Lagliot1 a p1cco, come netrallra. ma à unn semplice depressione cupolirorme attot·niata da una mucosa tumefaLLa. Terrade S"goala ancoro un'alterazione delle ton.,ille elle presenta unn eer·ta annlollia con quella che f'i oo;;serva nel· l'iniziO, durante il corso o nella convalescen7.a dolle febbri erulli\ e, costituiLa da un'ulceraz10ne ,uperllc•ale, dovuta ad una flellicemia di li~"vo inlon:::illl o cho si osMrvò nelle per· liOil•' inrl.,bohle ed e«[li)C<lt> 11ll"ut.ione cle1 \eleni '-Cltici l.li &luden~l clw seguono assiduamente la praiH'8 o~pe1lal•e•·a l" e1w con"acrano una J!r&n parte del loro tPmpo ogli e"'ercizi1 ùi dis!!ez1one Rarebb(lro particolarmente soggetti a que,ta roru1a d'mrezione, alla quale i t~tleschl hanno dato ìl nome di angina n.osoeomii. Ma questa rorma d'an~ina è con~ociola a fen ome11i generali ~otravi, che 11011 si ri<~contruno nell'amigda· lat~ lacunare, la quale c essenzialmente beni,:na. Cit'l non nsl-lwte Ri deve i"liluire un t••alLamento nnliselt1cO contro la tonsilite lacunare. FA d'uopo nettare dapprimn la superllr.te e la cA vi là ulcorosa d n tulli 1 prod1>lli m i~fAcelo che 6""3 contiene; •1uind1 pennellare ruvidnmenll1 con no porta-ovaltn imbevuto di una Roluzione d1 clor uro tli zinco Rll'l /2() o J/;JO. ed io seguito ftlr pratìcare pii• vollt' at ·g ioruo ttar;.:or•«mi all'actdo bor1co. Noi giorno sucose.;uente ~• pnò rare unn nuo va peunellazione rol cloruro di ztnco. Poscia a misura che l'ulcera !!i deterge e rl1e la pia~a si cicalritza, &i sopprimono le ponnellazioni e si PI'Olicauo solo 1 g&l'garisrni alcoohc1 .

Nuove ricerche •alla 41fterlte in rapporto alla •leroter a pia - (Bu lt>tlino della U A cctt·

Prof. Co:-:cKI'TT. -

tlt>m a rlt' Homa, fi.l:::cicolo Il, 189~>).

N t:' l Ruo p1·t>gevote la voro l'A. presenta 26 casi d' inlil!mUlazinni psuudo melllbnuaose delle prime vie aeree, (retrnboc~a. laringe e cav1lù nnsali) ~ d~.!duce illlportunti crall'rii clinici circa l'indicaziono della flierolet•apia.


1~iii

HIV ~l A

In un numet'O oli casi lro\'o tt'~-.mt.- il bacillo di Lot>lller co'i acl es. nello anr:ine tOtl.iali scarlattmose, confermandn altre prece.lenll o~se,·va zioni sue A di allri. che cìoè le anghe scarlatlmo:-~e miziali non sono forme baciUari. In qu t>~l• enqi ~ inutile la siPrnterapia. Se tnfalli la ~ier·oterapta aai..cP. drminut>ndo la rrceLtiv1ta organtca ,-er "O le los~ine dea bAcilli di Loerflur. è nalurnle che a nulla es~ debba ,rio"are. quando es.. i bacilli mancano. '\egli altri ca11i il baf'illo e~a pre .. ~>nle e quast '-'Otnprt• 8'-ì~Ociato ari altri 111 crorgani!lmi: stafllococchi, ;;treptococchi. colibacillo, diplococC'o laoceolato. l n 'luesti l' indicttzion•• della ~ieroterapia era suggPrita dalla gravità tiel caM e olall'nuJamt>uto dd la tnalallia, a' endo l'A. osservato qua c: i lutti questi casi in cur"n eli malallia. In lolalt> de• :.!6 inr.-rrni "eolici furono t•iconosciuli non Li~~ngnevoli delln curn del sier.->, e gunrimno e~re~tamente Gli niLJ•i ùiet~i ru,·onn 11otloposli alla t-~ierolerapia, ed in nrwt' di essi ru e vidon li;) l'i ttnuenz.a cho il sit>t o spiegò nel decider!' uno t'!!pida ~uartgiono: anzi, toviluppatasi to uno di quo<>tt la hronco-polrnomte specifica, prontamente r isolse, cres..:endo!'i la dose del ~tf'ro, ..enza omeltcr·e pero la cur11 ordtnSt'lfl deglt eccitanti. Det curali col '\to•ro uno solo mori, ma questi oltre atr~--­ sere g ravisgimo in pt·cct•denza, ,. ..!'Ociolo al ba cillo di Loenlo>r presentava puro• ti chplococco lanc ..otalo, elle dalle oc;~er­ !I.'IZtoui tic! ~tyn risulta aumenlare in conlallo di quel bacillu la '"118 virulenza etl il FUO polet·e ~:ettwoemico. L'ulilil~ per\•;,\ dt>IIA '\ierolerapia va ~uoordinata alht pr·•..enza de~h altri micolici, conlt·o i 'Jll&li essa non ,Jic:rucl!& alcnna az:one, e che sono e;oprulullo la CAusa deg-h III"'Urcessi. ld••ulmente la "'•eroterapia, S\\ falla in t~mpo, dov rcbll·· ftlr guarire lUllt-1 le tltnerilÌ pure, tna le dtfleriti pure Q()IIO rar·r~sime, pe•·chf> il bacillo si 8!-ISOCÌA quasi coslanlem euto allo ::lreplococc<>, cd altri mict·ot•gani'\mi palogeni. Dalle sue oqqervnzioni il pt•of. c ..,ncelli è Lrallo a non cnn· dtvidere le prt•(tccupaztoni deii'Emmeri<-h, secondo il qualt' la presenza dello !<tt·eptococco é contruiotlicazione di sit>rnlerapia: forse. 111 c1ò si conronde la p1•csunta inftuenz.a d~llo


YF.Olt.:A

"h·eptococco sulla cura coU'atione dannoF<n che esso r~ercila per proprio conto. Dall'altro lato, M' i timori deli'Emmer1ch fO"F~ero gJU~t.Jtlcali, la sieroterapia dovr ebbe esRec·e hnnlalu d uu numero mollo esiguo di caF<i, e uon potr •·hbe nut1·ire. la luc;ingtt. ,Jdle ,.plend1de st.alisliche, che ogru giorno \'Il " empre paù acqui!!lando. Anzi l'A ''a ad una conrlu<~ione diametralmente opposta a qu ..t 'a dell'Emmerich, e dict> che lo "!lreplorocco aumenta la virulenza del bacillo di Loem~w percah la c:ua presenza deve. iuvece che bendar ••. Lmpora·e una cua 11 specifica p!U inlens1va. L'Autore si ru pure la do~ munda s-e i suoa casa guarcti colln :t1erolerap111 «ar('bbero ~ut1 r1li anrhe S('nza di essa, e non ne nega la PO""'bihlù, mn '' cer to cllf' la cura nei casi O"servati accelel'u di molli> la gunrcgione. :Malgrado per ò che Lutto accenn1 u fa,ore dt>l n uovo r imedio, è necessario che esso sia uppoggialo da ulteriori e piu numerose osser,·azioni, percl11~ i pochi casa rif,wili dall'A. appartengono a ll'epidemia Ji difterite che in I'JUOO'\L' anno fu a Roma eccttzionalmt~nte benigna,; ma, ~e le (.'t)"O ÙOVOSSOI'O carnbiat•e, C indubilabile rho i ri<~ullall Otlt•llUtl finora autorizzeranno aol apphcnr e e sluùiore la !'ieroteropia su più vasta Resia. (/. Il..

C11 \1\RIN e OsTnowsKY. - L'oldlum albloaua agente patogeno generale: patogenla del dJaordl.n l morblgenl - (Progre8 .\Jédical, N. 2~, 1"\!15. . L no ~tu1ho de1 due autori e~amìna le provr•eta pllto~en•' eh questo paras~•ta del muf!hello, l'oitliucn elbicans, da turo r i,.coulralo in un ascesso ~oltomol'cellora di un couvaiHscl!nle eh f!!bl>re infelliva. Con os~er·vatìoni e l t!spe rt~nenll gli autori hanno polulo stabilit·e i rulli l'eguenli. Q utJ~ lo parassita attraversa facilmente le 111ecnLrant.>. Passando nell' intestino e~so <.ieler mino unA enter·ito Jl"eudo membr anosa, con sec1·ezione mucosa, vìRcida; ciò potrebbe r·isrltiara t·e la pntogen1a di accidenti analoghi nella '-pecce umana.


RIVISTA

Il pnras~ita proltfera me!lliO ..e si a gSttUnge ~lucosio o le"u· lo,,> nlle culhar e. Al conlt•ar io es~o vegeta mol_to ~ten tatamen le nt~lla glandt\la cpat i~: ciò che JH'ova, er.sendo il gticogene un cattivo ahmenlo (>er l'oad1o, chl\ nel fegato dSJste poco zuccaro allo ~lttlo libero. No:ll rene 1! p111'8!'1SJle SI sviluppa invece CO!'<l abbondantemente che l'organo resta letleralmento strozzato tra le mn glle di micelio, 1londe ne d~rl\'llno tutll gli acci.lenti ordinar1i della soppresl'lione della funzione r enate. l prodolti solubili dell'ouJio sono poco tossici, t• non pruducono immuuita, non oarelnano. È dunque sopratutto pe1 suoi ~>Oetti dirolli nel tt!rreno dove si molliplka, eh,.. '1Ue::-to fungo pro,luce Ile• deterioramenti ne1 tessuti, ed i di~ordini pato 1ogici che ne risultano.

A. C

Temperature anbnormtJI. - Y. J.\~SSEN. - (Deutxe/,cs A rrh. f(lr kllll.. .\led. e Cent r allJ. fur dte merl. \l'is-

sen.schnj., N. 30, 1805). Le temperatur e «ubuormali del corpo umano sono ptù frE'· rruenll tlt quello che generalmente si cr ode ; secondo le e~pe· rionze del Jaus,..en le temperature della mattina (prese n~l r ello) sono sollo 3H, 6• e 1fuelle della sera sotto 36,9:J•. Lt' ri•!erche del Jau"sen comprendono iOO c asi. Si trovano LPmperature !'Olto la nor male : l" dopo la im· motliata sollrazion.,; dj color(' nelle per sone prive di coscienze o ehbre, rhe 1·on basse Le111peratu re eslet·ne si esposero al· l'ar ia libera o furono gettate nell'acqua, "egnatamente quaodu s• aggiunse l'azione dell'alcool, nel qual ca<~o rurono os~er· va tu tempet·alur e nno di 26,i• ; dopo i bagni freddi od altrd applicazioni fredde a scopo lerapeutico ; i" dopo le l'•)rti per· div• d• umori (!.!ravi diarree o abbondanti emorragie, ma anche nelle l'emplici enteriti acute o crouiche; :3• nelle 11nemie croniche, nelle caches:oie e Mgli stati di inamziono, carcinomu, cirrosi del fegato, ue frite cronica, degenerazione a uci· loide generale; talora anche nelle forme piu leggiet·e d'anemia


\IIWIC\

pnanaria e l-er.on larta come nella clorcJ!'Ì, nella con va lesccnza di rnalallta febbrili, oegh ipocondrtaci, net malincontci e net dementi; i• Oo'i gravi disturbi oh circOJ&ziOrt6. \IZÌ V&J\·uJart nel periodo di dlslur·bato compenso, nelle steno<~i delle vie aere~; f>' ln dtverse malallie del l'listema nervoso centrale, in cui f:-etlUPnlemente si trolt.a oli immediata influenza del centro re~olatorc del calore o di disturbo della re~olazione del r•alore pet· lt>sione det vaMmolort (rtle,•anti oseillazioot dt temperatura nelle meningtle tuber colo"la, nPI rammolhmenlo omboheo d'un corpo strtalo, nella sifilide cereiJt•nl,. e !!pineto; diminuzione del calore del corpo nelle emorragte cerebralt, nei tumori cerebrali, nella paralt~i pt·op-resc:ive degli allenali, nelle le.-,ioni della midolla spinale, negli ucce ...c:t paralitiCI d'emicrania; ()• dopo la trrilazione ùei nr:lrVÌ :;entSÌ· lì\'1, dopo fertlt>, operazioni chirurgiche, nello !'.lrozzamenlo inte~liORle, nelle colir'he nefriliche ed epatiche, dopo lP rerfnra~. ioni interne, fot•se anche nella tillite !ilercorale; r· nelle este~" afTez10ni della pelle, scollature este!<e, eczema ,:enet·el~. orticaria ; 8' nelle mulalLte ft!bbrih : qui t'• da con~<i(ll'rare prima l'abbassamento ùclla lemperotura nella de fl•r ,escenza, parlicolarrnento considerevole nella maJarta, nt>lla fehhre ricorrente, negli accessi febbrili piemici ed eliri; quindi quello nel corso della fabbro stessa, se~nalamente nella pir.mia, nella ptclite, nella ptelonefrtle; anche nella polmontt~, finalmente gli IJbba~!'amenlt finali del calore ùd corpo; !)" sotto l'azione di alcuni veleni, fosforo, alcole, a trapina, mor fina, acido rentco, anliptrina, anlifebrinu, acido "'8lictlico, chinina, lalvolt.a anche il mercurio, e ltUollre le auto· anto~"StCazioni nell'uremia, nel coma diahetico, nell' ilterizta. Finalmente giova rtcordnre che talvolta onche nei sani !'Ono sta\o os-.ervate temperature scollo la normale. Da quanto si é detto •·•sulla che le temperature suhnormali anche soLto :J3• non ~0110 punto rare, e che esse non sono per se dt calltvo •u~turio. U collasso non è iu alcun modo in rapporto con unu rlelt>rminata altezza di temperatura; lemperaturl3 mollo bas e possono esistere sen~e i ptù lliCCIIli fenomeot di collas<~o, e un grave colla!'!qo può accadt•r~> con nor10ale od o nche aumentalo calore (!t•l corpo.


Rl\'I~H

Allaol.Dauonl a4Jtlve. - JoFFRO\'. - (Journal de .lfMeellte tl de Clurtlrgie, lup-lio 18!15). Il professore JofTroy lla fullo una ronferenta sop•·a rnolti maiali aneLli da allucinazioni uditiVl', alcuui dei I{Uah pr~>­ "t'lltavauo la parlicolarità rhe le lo1·o allucinalloni erano unila terali. Quest'ultima cond i~1noe o molto r aro, m a sia che ~i lratb dell'una o rh•ll'altra varietà di queste allucma7.ioni, 8""e --ono, nella ma~~ior parte dei casi, in rapportn con una IP'-ione dell'orecchio, lesione unilale••nle e risiedenlP oetrnrecchio ro rl'if-lpondenle aJ fenom eno, Re esso non esisle che da uu Ialo. T ulta' ia • nece.,..,aria urt'allra condizione pere h(• :-i p•·o•luca l'llllurinazion~>, e f!UPc;ta con dizione con ..isle in una predic,posir.ione congenita od acquisita. Non bos la, infatti, fAre ••utror e m attività in una maniera anormale un centro sen"Oriale per produ•·re un'allucinazione, è nece""BfiO •1ualrhe co"o. di piil; ra d'uopo che r(uesto contro s1a modificnln, pre· pll'alo per ciò in una maniera oJ•iginale ori SCf!lli!>iln. occor re una d i~posìzione anormale cht' lo renda ollucinnt:t>nn, Pd A perciò che non vi ha lesione pro!lucente di !'•·imo '"~­ chilo l'allucinazione; é necessaria p1·ima di tutto l'ol·~uuiz­ ;r,.zinno preparu.toria del <'t!J'vello Le o~servaz1oni dimostrano la gius~ezza di questo mn~lo rh v~>de re , perclu.ì t•outempi'J raneanu•nle alla lesiOne dell'n· rf'cehio si Lr uva negli anlecedenli e••editari ciel ma h•l' unn rlispo~Lzione piu o meno pr·onuocinla, e questo è un ratto " 111 quale l'autore iu~J!'<le molto; si cnn .. tata che la mA.:aio· parte di questi maiali sono alcoolir1. Questu tntogc;JcllZIOJ o co,..liluis<·e e videnlomeote unn condizione wollo fa,·orevo•O al'e allucinazioni. In questi Cll~i, la lesiont>, <~onza prel'lentore nulla d1 ~r ·cia lc, Ira un'influenza mollo im pnrllmle. E<~ ..o è J'oi'Ìj;tÌ 116 rh ruroQri mo•·bo"i tlJversi, flc,chi, ronzil. c;u'-"Urri acrompaj!nati tal volla da leggiert~ \el'li~:tiui. Ot•a snnn 'lue:-lo ecc 1'1zioni df'll'appara.lo uditivo che, LrMmesse ul t'apparalu F-Cilsoriale centrale, ~ono mnle inleJ'l>retaw, u 1-i ba qunl"he CO"a di unalo~o a cii' che ~~ os erva nei malati, i •1unli '-l'li· tendo un rumore Psterio rn, cr edono di udirln in loro vici-


MEDTCA

1259

nanzn e (,, lra.:ror•mano in iu~iurie proll'urite al loro in l11·inn. La dilfe n~nza ;.. chE\ si tratta nel caM in parola tli un rennmr.no gubietlivo che in tut sog:rello cnu cPrvello sano gtl rebbP sonza <'onseguenza, ma che in un predillposlo ~_1 •lpprl.'zzato in una maniera erronea. Come esempio d1 ()uesti falli, l'aulorC' ha p re~enl.ato una malata di una IJII!lrentina d'anni, il cui padre ertl alcoolico e che avuva avulo rratelli e !lOrelle bevitori. Essa slesstl nulla presentava dt parlic:-olare Ono al moment.o in cui ru colta da una febbt•e Lifoidea susseguita da tJlile P da un po' d1 fln·rdita. A partire da ifUesrepoca, la sua ragione s'indeboll Iliquanto ed alc•Jnt anni dopo essa si mise a bere, in piccola quanlllà. ma regolarmente. l'i: ciò che si pu6 chtamare 1l p1ccolo alcooli.,mo. SolLo rtuesLa influenza, la !estone atu·icolurt> <:i aggravò e le allucinazioni udilive non Lardarouu a presl'mtar~i. Siccome que!';la malata •' debole, d'intelligenza Rtlievolita, essa ac:cella fucilmenLe le alluctnazioni, ci6 rlle non &l'cade sempre, pet•ci.Jé cerli maiali, la cuì intelligenza é inLaLla, &i rendono conto, almeno per qualche Lempo, del loro errore e po<:f'ltmo trovare dei punti d'ot•ientamenlo c·he loro pormellono di riconoscere la falsità delle voti clio ef'l~i l!entono. Al cootrat·io, quelli clre hanno intelligenza ~ebole ammettono come vet•o il fenomeno a lo spiegano in un mnrlo f(Ualunque. Ciò si 1'. verificato appunto nella malata iu rliI!COl'so: si sono prodotti in essa dappl'ima ronzii di orecrllio; poscia, sollo l'mOueuza dell'alcoolismo ageotB su tert•eno predrspo~lo, la falsa inter·pretaz.ioue di questo fenomeno hR raggiunto tal gl'ado che il ronzio ha cessato di essere percepito pet• fal' pllslo n voci ingiuriosi.'. In principio, an1.i, essa credeva di l'iconoscere delle voci di vic1n1 cbe dispulavnno, poscia n poco A poèu il curaLlere rersonale é sopraggiunto, ed alloro e~sa ha c"rcato delle spiegazioni. A,·~ndo visto un giorno un muratore che era samo ~opra Utla scala e che eseguiva lavori in vicinanza ùella sua flueFltra. essa l'accusò d'esSCI'fl l'autore di ()uesle ingiul'ie. e dopo d'allora quel muratore eserl'it.a una g rande influenza sulla sua esisteuz.a; essa dice di el'sat·e perseguitata ed ha ~ii. man il'asta.to qua lche iJM ili suicidio. RO


n6o

Rl\'IST \

I faH• d• 11ue~to gPnere, pro.Jurenlis• nei de,.reneratl, possono però ~uarire, se, per una parla, si polesso JnQ(.hficar~ lo !<lato dei Ruoi orecchi, e ~'~6, per altra. parte, si polossero sopprimere lll suo a bitudini d'nlcoolismo, si otlcr•·ehbu in essa. un uo\.l)vulu miglioramento. Questo c un punto molto inl••re~!<ant e, perchè è probahile rh» nei malati di •1uesto genere, !'(' l'affezione dell'or... rchio fosse trattata fin dal momento 10 ru• C"Sa sopra~tgiuu,,I.', 11 delirio non 5i produrrebbe, pMchf\ la lesione ba urta pa•·lfl moHo impOI'lanln nella produzioun del fenomeno . Cio ò thmostrato dolt'el:llllnpio di sog~oteHi cl1e hanno alludnazioni unilatertlli flno a che un solo oruccluo é malato, e 1101 quali a partire dul momento in cui il . ecun lo orecchio ~i AllllllRia le aUuc•nazio111 d1ventano bilat11ral1 . La conclu.,ione pratica d'o~~ervazioni di que.,lo gt!nere e che ne1 soggelli degenerau, pt·t•dlsposli per erediltt, lo le!lion i ùell'orecch io devono G!<SCro cUl·ate con 1110IUl diiigenz.a, pe•·cho esSol possono ad un Jalo momento ossere l'or-igine di accidenti che, seuzu cii esse, non o::i «oreiJhero ftlrse pro.Jolli.

W ALTER B l\O\OOENT. - Uu 1eguo Alloo DOil anoora pubblloato. - (T/Le Lancet, lllJ.(Iio 18U5).

L'autore rirerisc" su i. infermi cu rali nel BrompLon ll n~pilfll, m ciascuno rlei quali si notava un8 visibile contrat.ionP. del lato sinistro rlella req10ne del doro::o, m corri«ponden/.8 oltl· l'lla e lt• co«UJIR, smcroua alla ~~~Lole cardiaca. ~d in :J h questi ~ •nferuu, ''era anche una r·otrnz•one sistoùca cii mwor grado nella sles:-~a regione a dosLr u. l n tu tLi v'et•u progreS!'I8 pericarJile, od in tee di essi v'ora no condizioni chu inrlicavano aderenze dt!l per icardio La cagione p1u probabiled1una contrazione sistolica d'arnbo ì la li sembra e <.ere l'aderent.a di'l pericardio col cliaframma, il quale, se t- spinto 111 giti, ag1sce sulle flulluanla ultunu due costole più che sulle costole llsfle. Con uo cuore 111gramhlo ade1·ente al pel'icarJio, si ft>rmu un'estesa area ùo' veuLrJColi


lli OIC \

1?6 t

aderenti al ce nli'O tendmeo del diaframma, e la poleule c0ntrazione del cuore iper·troftco deve e"er cilare una fortP trazione sul diaframma stesso, trazione che si comunicherà piu fa eilmenta nlle costole sioistr·e che alle destre perché le a derenze saranno ptù pr onunciate a sìmstra, e perché il fegato ehe io fJUPSti ca si é ing1'8ndito, limita ìl movimento rardiaco a des tra. L'autore ri porta le storie chntche de' quattro Cll!"i, llalle quali emerge che in uno di ess1 v'E-ra insufficienza e stenosi aortica d'origine reumatiCI\, negh allri tre insurtlclenza e s~n osì mtlrahca lo tre 'T' et·a ev•dente ader enza del perìeardio alle pareti Lora cicbe, nel ' luurto il cuore si muoveva liberamente sotto le costolt>, ed ti polmone si espandeva bene, onde il segno della contrazione diveniva più impor·tante, perchè era il solo fenomeno in hcanle l' aderenza Ilei perieardio. Le aderenze <lel pericardio hanno tale sinistra lnOuPnza sul corso delle alterazioni valvolar• che ogni segno diagno· lllico merita la più grande allenztone de' pratici.

HIVISTA CHIH UHGICA Oura del oa.uorot4e ool olora.to potaaaloo. -

S AUSEN . -

tJournal de Métlecine et de Chirrlrgie, agosto 1895). Il clorato potassico è certaments dì tulti i medicamenti &tiOpel'a h contro il cancroide uno di rruelli che dA risullati m i~liori. Esso riesce particola r·mente contro i lumorr di grado rn~ ho e non troppo eslesi in profonda là. Dt ptù, •l cancroiJo d~ ve esser a nettamente ulceralo, la sua superficie deve essere r egolare a non ricoperta da ct·osle cornee.


IIIV I:-1 \

La "Ua eflkacia ~ più Ct'r l:t nei ca~i di CAncro1de dt:lla pP.llt>, ma ba minore inllut>nzn rancroidi misli e la gua rigione ò ancora più rara tluando si lralta di n~oplnsmi delle mucose. Qu elli della Jin~ua, por esempio, sono completamente ribelli a questa cura. Si devono somministrare inl•' rnamente, per mollo tempo, 2 o i gr amm1 di medicamento. Le applicaz1oni locah dt>vono C."~ere mollo abbondanti: <~i fanno mediante compre~se 1mbPvute in una soluzione forl•, prcparala a caldo pel' at·riv&l'e n Ralurazione: le npphcazionl devono essel'e permanenti. rumovale più vollt• nt>lla giornata : un peuo di laiTelb't applicato sopra la mcJwatura ne evita il disseccamento. Se si lralla di cancroiJ1 non ulcerali o di ulcernt1oni r it'Operle di produzioni verruco e e rornee, si deve com1nciaro ad applicare un leggiero cnu<Jtico o dopo la caduta dt>ll'e"cara si potrà metter e il medicamento in contatto col lesRulo rnOI'· bo so. Quando il cancroide pt·o~enla margini spessi e duri solto forma di cercine, Besnier raccomanda di distruggere qut•,lo cercine con un causliro, applicando conlemporancam~lll\l il clorato sul fon,Jo ùell'ulcerazione Infine, secondo l'autore, é utile fare ogni quattro o ctnttue giorni una vere aspersione del medicamento sulla pia;:n: si otlert•ebber o in tal modo gnot·ip;ioni notevoli anche ut~i tumori r ecid1vati.

"U'

Bulle lu..azioni antiche del gomito (Journal de J.fMet:irtl' l'l clr rllirurgie, agosto tR!I:>).

B ERGER. -

Le lussazioni deJ gomito ~ono generalmente facili ad e"sere riconosciUte; ciononoc:tanle la fre•luenza r··laliva delle lussazioni antiche non ridotte che ~i os~ervano neuli n~p€­ •lali dunoslra che la dia::mosi non è sempre fAlla eMttamente, ciò che s1 dave p1ù spes~o al fatto che non f'i ltt•no conto suffìcienlP dei pun~i tli r atrnvo che permettono di <~lu­ bilire In ùi1;1gnosi. 11 pi'Ofessot·e Berger ha Jnsistilo stlPL'tl


CrliRURGlCA

12G3

un caso di questo genere a pr oposilo di una lussazione che datava da un mese in una donna nella quale egli voleva tentare la riduzione. È facil e riconoscer e di pr imo acchito m essa che il gomito non ha il suo aspeLto normale; esso è cilindr ico, e colla palpazione si constata facilmente che la deformazione non ò superficiale ed è dovuta ad uno spostamento profondo. lla per arrivare r apida mente alla tlingnosi, si può comineiare con l'esa me Cunz ionale, ed in un lraumatisrno antico t!i puo cosi avet·e un indizio importante. Cercando di netler•l J'anlibraccio sul braccio, sì è quasi immediatamente a r· restati da un ostacolo invincibtle; poscia si avverte una mobilità lalet·ale a normale ben caratleri2.1.ala; ma per ben apprezzarla, fa d'uopo fissare rigorosamente il hraccio sopra un piano resisten te e si possono allOI'B r:omunicare neLlamente al membro dei movimenti ù1 deduzione. Ora IJDesti movimenti, da to che sì abbia a Lrallare con un'ar licolazioue ~Sana anlet·iormente, non si riscontr·ano che nella Jussazione. Una dlslor slone con rottura di u11 legamento potrebbe, è '·ero, dare alcuni movimenti, ma questi sarebbero mollo Dlf'no <>a rat let•islici, ::;arebbe nece8saria uofl g r ande forza per determinarli, e d'altronde, quattro sP.llimane dopo il lra u matismo, come é il caso io parola, essi sarebbet•o scompa rsi. Quaulo alla rrallura, si può escluder la, perché é sempr e consocihlfl ad un ver samento sanguigno consideeevolt', e si vedrebbero in l [uel per ioJo le traccia ùi una vasta echimasi ~h e avrebbe lasciata dopo essa, e, inoltre, s i sentirebbe un ispess lmenlo, una tumefazione nvvolgeule il focolaio della fra ttura e pr odotLo ùal callo. Tutti questi fttlli parlano rtuindi iu fa,•ore cii u na lussazione che si può precisare ttllora con lo sludto dei punlt dt ritrovo. Quesli soni) costituili dall'epicondllo, dall'epilr oclea e dall'olecrano. St constata da pprima, sopr11llullo parago · narulo H Ia lo malato col lato sano, chr l'olecrano fa una sporgenzn più forle che allo stato nor male ed è situalo più io alto. Si riconosce sopratutlo che dietro questa spor genza si tr-ova una par te elastica, che si hlscia duprimer e, dt !>80· sazione mollo dflftjren te da quella che si osserva allo stato


1 !6~

Rl\ ISTA

normale e che è co~tiluila dal tendine del tricipite sollevato collo spostamento. Mediante rtuesti punt1 Ili rilro,•o "i riconosct' la nal••ra dello lus:~aLIOne, se il cubtlo ~olo è spostato o se arobedu~' lo ossn sieno spostate, se nello stesso senso o 11eparatamente. La ricerca dell'estremità supc•riore del radio i> sovenl1 ùirtlcile, perC'hé e!l'"a è nasco..la molto profondamente..\Ilo stato s ano ~i ~ente il margine del rad10 àl d1Mpra dell'api· condilo facendo eseguire all'nntibraccio movimenti di rotazione. Nella Jussazione la si trova in d1etro nel condilo e<l al suo posto normale si trova una depress1one 11 ciotola. Lo studio metodico d1 tutte le sporgenze e dei loro !<postamenli permette di rare una diagno"i sicura. Tutta\'ia, nei cast rece nti, il dolore è lalvQila un ostacolo all'esplorazione, e nei fanciulli è talora nece....ario ricorrere al cloroformio l noltr e, a rtttosto per iodo si deve fat·e la dl&$rnosi con la frallura dell'estremità infertore dell'omero; ora, in •luesl'ullimo caso, ollt'e che può esistere la crepilazionu e che lA tumefazione c considerevole, si può trar re dal rapporto delle tre 11porgenze tra lor o u11 s~>gno mollo importante. Quando il membro i· nell'estensione, si constata che l'olecrano si trova allo stesso livello dell'epicondilo e dell'epitroclea e che per con"'e~uenza i suoi rapporti non banno cambiato: nella lus<>azione invece l'olecrano si lro\'a ad ~:n livello ptù elevalo. Inoltre palpando la piega del gomito s i sente una sporgenza voluminosa formata dal frammento omerale nella frattura: nella lus<:azione "'i sente l'estremità ornerete con tutte le s uB particolarita anatom•che. Rimane inllne a delermi11are se tu lussazione è completa od incompleta. Si sa che ltt lussaziooe si fa col meccanismo dell'e,.tensione forzala.: m •tuesto movimento il mergme an· teriore della lroclea rompo la capsula a r ticolare· anche il legamento latt>rale mterno v1ene rotto. Quanto al legamento lalel'ale es terno, se esso resiste, limila lo -.posta mento; al contrario, se si rompe, anche il ratl10 si '"POSto. Il jlrado della lussszione dipende quindi dallo stato d1 con"en·aziono di questi mezzi d'unione.


CH IQURG1CA Il

Nell/3 lussazioni anlicLe avvengono più o meno rapida· mente modificazioni osseP, arlicolari e muscolari cht>. a seeonda del loro grado, determinano le indicazioni. Le ossa, é vero, non si modificano elle piu tArdi-; la cavità sigmoidea si colma e qualsiaS~i intervento diventa inutile. Ma in uu perioJo più precoce i le~ameuti si re lt·aggono o contraggono delle adPrenz~ con le parti ossee vtcine e costituiscono un •)stacolo potente aJia r iduzione. Di piit, i musco li si retraggono ed aumentano anco ra le ditnco!Lé. Il pun to importante sarPbbe di Rapar e in qual momento le lesioni :>ien<1 tanto accentuale da impedìre qualsiasi t•iduzione. srortunatarnenle nulla vi lta dì preciso a questo r1guardo. lo gen~rel e, si può cons1derare corna antica, vale a dire presentante gt·andi dtfficoltà di r iduzione, una lussazione che dali da 3 o -i seltimanP. Pe r l'uddielro raramente si facevano tentativi dopo 5 o 6 sellimf!nP. Attualmen te si sono ottenute delle t•iduzioni dopo :3, 4 ed anche 7 mesi. Per t·iuscire biso~a a nzilullo rotupere le aderenze ; le manovl'e di riduzione tlcvono es<>ere pt•ocedule ua lrazioui forti, le quali devono sopratullo esser fatte per lungo tempo evtlanuo le scosse. St devono fare dei movimenti durante la trazione, e quando si è ottenuta la riduzione, il membro deve essere me~so n~lla fle..sione un po' forzala. Fa d'uopo notare, però, che i tentativi d1 riduzione, anche quando r iescono o che fu pr attcala l'ar trotomia, no11 danno sempre i buoni t•isullati che ai spet·uvano, e che la uu()va articolazione é sovenli meno utile al mala to dellA falsa che si era for mata. ~on si deve dimenticare che nd-i giovani soprallullo, le faJse articolazioni si perfezionano al punto da permettere movimenti quasi tanto es tesi che allo slalo normale. Berger tnsisle quindi su ques to punto c he non si deve mtervenire nelle lussaziom troppo antiche: si è autor izzali a praticare un'opet·azione chirurgica sempre molto incerta nei suoi risultati sollanlo quando l'impotenza é notevo1e e quando sembra impossibile ottenere qualche miglioramento llP.i movimenti.


t :?oG Pnt "so 'l u LtG \LA"· -

RI\ISTA

8111 potere &.sorbente deUa ve-

eolo& nell'uoDlo. - (Cen.lralb. 1. Uhir., ~. 31, 189:,).

Faun a quu~L'ullarni lempi era ceneralmenle accett.ata l'opinione che la \'t:~cica rus«e impermeabile alle soslRnzr• IU!!· dicamentose o IM~ache in c.;."a mlroJolle finlanlochc al -.tJ(> epitolio_~i manlien•J ìnle~ro. o che invece quelle sostanze fo!':~er<' 1falla Vl"•cica fl"'"'>rbile ed inlroJolle in circolo quando il )';UO epitelio l• alllWnln, Baza~ cnmballu IJUcsla dnUrina. E~li basandQsi sopru una . erie da ~poJ•imenlt su nnilllali, cr ...de pokr venire alla cunclu«iono che auchc In ve«cica f-8nu possiede polere Q!'sorh~'lllc.

O'allt•n pnrlr1 in un'epnc·a del lullo recente Boyer e GntfHII'd coi rnf'dnsimi ""'llf3t'llllOnLi 8tlrebbero pervenuLi a ••isullnll cliamoLt·nlmPnle opposti. Ora pet' ohilll·iro lalo 'JIIO~Liono Pousson e Ligalas lttanno inLt'S)JL'oso spet'IIUHIIti sull'uomo intellando nellu vescira SO· Juzioni eli snlo di ltt10, clt•lla quallmstanza possooo scopt·irst le pil't piccole ((uoulita nella saliva o nel sangue mediante l'anah ~i spclLraiP. Pot· giuug.. rc a IJtteslo risullalo e,.:si inlrOÙUI'~'~ero caulameute in vescica un catelera ela;.licu iu modo che li roro d••llu ~! rumcnlo non penetrasse che qualrlte Juillimelro al di la del c«lllo della vescica, e ciò per non nlle•·are 1\'pitelio ve cicale. Dopo evacuala l'm·ina fecero una iniezione di !'Oiu:.:io11e a .;t)Uosa di hromuro di lilio ul :J n i p. 100 in quantitn '"tJITicienle pet· mantenere la ve~ica te..:u. S1 la"cio in po...lo ti catetere, si l~>nno> m perrello r~po"n Il pa2ÌI'Ole per lA durnlA tli lulto J'e;.perìmento (l-2 ore). ht que lo rra L~mpo ... i ruccnl,.:e le saliva la cui ~ecrenone venne a ttuala ruc.;ndo mnl"licar e al paziente un pezzo dt cauccau e dal polpnE'lrello l11 un clltu "' tol<.:e da 2 a 3 cm. cubict dt :,oOil#{UI'.

T 11h ospet·imonlt ful'ono csej:tuiLi !!Opra quaLLro inùiYidui: i

pr1111i tt·e avovanu lo vt.•l-lcica t~ana, il 'fUBrlo era affoLlo da cisti le. Nel (ll'imo o twl Het•ondo caso le soluzioni r imasero in vescica uu'tll'l'l e mozza.


CnLR URG ICA

l ~Iii

l pazienti non ebbel'll a lcuo bisogno d• ernellet·o il 11qutdn. Nou SI r iscnntr ò alcuna traCCIII di litio. Il terzo so!!gollo ebbe uell'ullima mezz'ora bJSO~lo d'urinorc. L'analisi speLL1•ale fece constalar o nella saliva e twl songue la presenza del ltlio. Nel 1uarto individuo finalmenLe dopo la prima ora ~i riconobbe allo dp... llroscopio indubbiom,nte il lilio. Gh autori conchtu lono dal 1° e :!0 t>~perimento che l'epitelio vescicule intallo sia impermet~bile. Ual ~ e i• O!'perimcnlo elle l'a!>~O rbimento si veritlcc'l nel N. 3 porchè l'indi' 'iduo non oslanle avo~se la vescica sanH senll il Lli<~ugno cii vuotare la vescica e l'or ina irr1gò la porzione pro~talH'a dell'urelra. nel N. 2 an vece perché l'epitelio ,·esci cale era m orbo~menle nlleralo.

DaooN. - Tetano di Rose . ....... (JoHrn.al de Médecme et tlfl riti ruro ie. agosto 1895).

È una forma da Lelano poco cono.,ciuta e che preseula lultavìu un grande 1nleresse pratico. Gli accidenti sooo la rouSl'guenza di una ferila quasi sempr" conlul'la che ri-.ll'·lù t~ean p t·e alla fa•·c1a, ed ìn(elLata eempro dal bacillo dt NJrCIIaaer coll'iuler medlat·io dali' or gaTII!'Imo del cavallo o dt'llu \t.Wro vegetale. IJopQ la produzione e l'infezione della ft•r ita corr~ uu t•cr aodo .turante il qunle nulla permetlH di <~upporre il pericc:•lo, tanto ('Ili cb"' la ferita tende a cicall·•zzare e ~l volla rit• l'P. a eicolt·izzarsi complelamenle prima della compat't'IB dt•gh A•!ei•lenll nervosi. Q ue~to periodo d' in.cltua.Jiont• dura tla duo u venlun ~iornì per lo meno ed in media obJLualmenle eia soi a rlu~ri giorni Al lt>t•m ine di quo~Lo dtloziunt~, compar·e la mnlnllia , il cui inizto é pure mollo varuibìle. Solo o congìuuto ad ttllre manifestazioni, il lrisrna apre sempr e In t!ceua. Que~Lo tr isma é il segno sine quo n.n11 del tetano, potchò la ~uo c.ssenza uon 1• slala segnalata cito due volle fra tull 1 l numerosi cosi dt fJUCSLil m ala LLia osseJ•vati lino nù or o; cssu


ltG8

RIYI STA

11011 ha mai mancato nella fnt·rna di Ro~e. Comincia con una molestia passeggJgra nella ma'<4..•ella, con un dolore aiJa pre~­ "tnne dei masseleri od a CtMcun tentativo per aprìr1• la bocca. Il piil spesso in quectlo p(!J'iodo iniziale é lìmilalo do l lato ia cut risiede la rerita. Cio co~tiluisce uno dei fallt ttruct di ltuesla varielA : la contratlut·a si stabisce nell' uomo, IIAt tll\tRcoli vkini alla seda dell' htfezioue come negli anlmol\ jtwculati da ~ocard e Rosenbach. D'altt•onde, altri muctl'nli po!!sono '"<t"ere inlerl'ssati, tna consecutivamente e ~oventi in una maniera mollo poco oppariscPnle. Ciò che caratterizza il Leto11o di Roc;p è l'e~i~lenza eli una paralis1 facciale che i• co~Lsnle ìn essa, mentre le parali.. , ~ono rarissime nel tetano comune. Essa occupa qua«i !'ìempt·e il lato della ferila: !jOpro ·~2 osservazioni, riunito dal· l'autore, duo volle soltanto cs~a t·isiecle,•a dal Ialo opposto; una volla ossa occupava il Ialo dectlro sede di una frat turo del mascellare inferiore senza fct•ita e rispbtlava al conlt'Ot'JO 11 lato !!inislr o su l!Ui esisteva una pkcola feriLa . Due vnlle anche una ferita mediana Ma accompagnata da paraltst uru· laterale. l suoi aaralleri sono quelli di una paralisi periferica leg· giara interessante lutti i mu<~coh supPrticiali della rucl!tll m'l dominio de• due rami del facciale. La disfagia è anche uno de• sintomi che fanno pArla del •(U81Jro fenomenico di Rose. P!!rO essa ha importanza rnolln minore della paralisi e molto <~pesso manca. La deglulitJone dei liquidi ò mollo difficile, mo l'epiteto idrofobico sarobbe npplicalo mole a proposito, peJ•ché non vi ha orrore per i

ltqtlldi.

l disturbi respiratori sono anche mollo frequenti e mc,llo gt''t vi. Nonostante tuUi questi di~ordini, l'apiressia ò la reszola. ;\lontre la lem~ralura si ~·leva mollo nelle form e cmnuui del tetano, in quello di Rose l'ipertermia è rara, so,·.•ull le~giera, in tuUì casi molto tardiva. Gli altri sintomi ~uno ac-:essorii, accidentali. Costituito da questi diversi elomenli, il tetano di Rose ho un'evoluzione assai caratteristico. Dopo una o due setLirnlltlù


CI:J 11lURlòlC.\

1 ~69

d'incubazione, la malallia sa manHe!•la an un modo brusco, od in una monaera rapidamente progressiva e si s tabilisce in poche ore 8aa sotto for ma di paralisi faccia le, sia più spesso sotto la rorma di lrisrna associato o no olia pa ralisi. Dopo un certo tempo variabile, durante il IJUale il lrisma ba ancora aumentato, gli spasimi paros~islìci sopraggiungono ùapprama nei muscoli della mascellr inreriortl, poscia in quelli del collo e del dorso, infine nell' adùome e nel diarramma, ciò che disturba mollo la respirazione e Oni8ce d'ordina rio per trarre alla tomba il malato. Se avvaetHl la guarigione, i ! in tomi ~i attenuano nell'oa·dme invei'~O della loro compar:<a. Ciò che è inlere-:sante dal punLo di vasta della prognosi é che in generale l'esito raLale è un po' più raro nel Lelano di llMe che nel tetano comune; in que to si ha cna mortaUta dell'SO p. l OO, mentre in quello t') soltanto del 50 p. 100 circa . lJal pnnto di visti! della palogencsi di questa for ma singolare " molto dirt'lcile pronunziar si. In generale, si deve consiùerar e il totano di Rose come una ~vmplice varietà del tel.8no comune : par e che il suo modo di produzione sia lo RLeq"o Senza entra r~ nello "tuùio della patogenia di que~t.a malallia, si puo ratf'n ~re che le tossane prodotte dal bacillo di Nicolaier ia·t·itano le lerminazioni nervose per iferiche, sovraeccatino i centri bulbort e ~elerrninino co~l la comparsa dì conLralture. f~ 111 dottrina palogenica ammes~a og~iùi e basata s u prove ~c rie . Ma si entra nell'oscuritù appena si voglia approfondire il meccanismo dei sintomi che costituiscono la for ma di Roc:;e, e la puralasi faccia le, in particolare. non ha lr ovoto la spiegazione sufficiente. La cura é identica a quella delle allt•e for me. li clor alio I!Otruninaslralo a dose eleva La, fino a H grammi al giorno, é ancora al miglior r imedio, sopratlullo se si na cura di as«ociarlo alle miPzioni di morfina. La ferita sarA sbarazzata accuratamente da tulle le sozzure, medicata asetlicamente, e, Sé Ilei C8"0, caulea·iu.ala col te rmo-caul~rio.


1?70

RUhT\

Perforazione del piede prodotta da oolpo 41 raolle: rerlta volontaria: oon•ervauone del piede. - RtVET.(Ga;etle de., fMJiilaux, N. ~o. 1895). Un solc.laln di fonleria fu ricoverato all'ospedale del campo d1 Cbà!ons per ferila d'arma da fuoco al piede dF-slro. Egli

nar·r6 che mentre si trovava in pie•h ncino al '-\IO !ello, tenendo c;on la mano desLr a 11 ~uo fucile (Lebel) di cui E'gli puJiva la pin<slra del calc1o, con la mano sinif-tra, colla boccn della canna drreLtl\ verM jl suolo, l'orma, che egli non credeva carica, si scaricò irnprovvisRmi'IILP. Il proiellile colpi 11 piede destro che traver·sò da pat'le o purlt' e l andò a pcr,Jer-.i nel pavimento :\la da una inchiP-!Itn folta all'uopo, venM a t•i<~ultare che 11 toolnato in tliscorso aveva cercato d1 mulilnr,i per carp1re una t•iforma: la ... ua mlenzlone era dJ fare !-Oall.are il dito grosso al disopra ciel tfHale egli a,·eva direttA la canna; ma noi momento del hl dotunazione, la bocca dell'arma suh0r1do un movimento d1 deviazione altaleno in dietr(), ed il proienllo penetrò nel collo del pieùe. Al t'UO ingre ..<~o t~llo spedale "-Ì nol.n\'8, verso la metli tlella f>lccia dor,;als del tarso, una fcmt.n di forma fJU8<~i O\'O urt>, misurante un contimelro e me.GzO nel senso trMver,.ole .due centimt1lri lougiluclioalmenlo e nel campo dello ferita sr vedeva a nudo uno dei tendini dell'oslenscve comun~ dE'Ile clita 1eggermenlo frastagliato. l margini erano netlnrnenl~ <~azionati. Ern il toro d'entrala del proiettile. Nel punto diomelralmenl.e oppo~to, in mezzo allo faccia piantare si r1qcontrava il fot•o di u<~cita rappresentato da un piccolo oriftcw, 8 mar·gini retti, non frastagliati. Non vi er·n tl'accla alcuna di scollah1 r·a cutanea, nò d'incroslaziono (.li polv~;~!'e. Jl la rso non era dPfoJ•rnato; 1 mela· larsr non pre..entavano alcuna h•<~10110 apprdzzuuile. Dopo un'abbondante lavatura coll'acqua pl'ecedent~>ment6 bollita ed ed Jiz!onaiA di una !'Oiu7.ione di subii malo nll'uon por mille, et! adoperata al!a temperatura di iO 8 50 g1·a Il, l'emorragia che non era mollo abbondante, specialmenlr~ dal foro d'entraLa, nou tardò a cessare. E!J'etluata questo pulì-


CBJI\URC;JCA

121 1

tura, ~i inlrodu~~e io questo oriflcio il tlilo indico a sellizr.alo, il cruale non constalò schAggie primitive propr1amenle dette, ne' co1·pi estranei, ma una ver a polvere d'o~sa, che una nuova irrig11zione perveune a cacciare dal focolt~io delta ferila. La volla piantare, paragonata a quella del Ialo sano, era meno pronunciata e sede di una r esi.<;lenza profonda dovuta ad un \'91'llamento sangl!l~no che colava dol Condo !l'uscita. Non s1 cons t.atava scricchiolio osseo in alruu punto. Stando alla situazione anatomica ecl al lt•agillo ù~Jia lellione, la polla avea dovuto allravcrsare lo scheletro del tarso in comspoadeoza dell'arllcolaz10ne ùel cuboide e del terzo cuneirorrue. Pareva rbe il piede fosse ttlalo traforato dall'allo in basso da uno t<tampo di forma comca: 11 lragilto della ferila rappresentava effellìvamenle un cono a base rivolta verso il collo del piede. Si deve oolaro che nel momento in cui il colpo d1 fuoco parth·a, il solùa lo aveva il p1e•ie semplicemente r icoper to da una ca lza di lana, sulla qual!! si constale> la traccia della penelrazione e dell'uscita della palla : nulla manca,•a alla calza le cui maglie erano l'late solamente tagliata ùel proiellllP, il quale per conseguenza, non aveva potuto tre.scinarne nel tragitto del lraumttli mo. li nellamenlo anlisetlico dell'arto t>. slato segui lo dalla medicalura seguente: garza all' iodofo1·m1o in lamponi nelle ferite, lar~u e tuuga compr essa c.h mu«solo, bollila ecl 1mmersa precedentemente in una soluzione di s ublimato, spe<~c:o c;tralo d1 ovallfl idroflln, tessuto impermeabile, cotone cardalo: il tutto mantenuto da una b e11da di mussolo inumidita per facilitarne l'applicazione. La medicalura, che avvol~eva tuuo il p1ede ed e ra anche occlu<~iva per quanto era po<~<~iblle, é stata portata fino alla mela rlt~ll a gamba; il piede e la jlamba sono stati in seguito immobilizzati in un upparecchio di 1\anulDeslongchamps. Le con ..egueoze di questo lraumatismo sono !>lat.• l'emplici : leggier·o dolore, non r t>0t1one inllarnmatoria, non tumefazione. La tomper atur·a 11011 ha olirepassulo i 37°,!1 du-


RIVISTA

rante lutto il tempo della r iparazione delle lesioni, che si ~ effeUuala lentamente solto una medicatura simultaneamente antisettica ed immobilizzante, r·innovata soltanto ogni otto o dieci giorni. La cic:&Lrizza zione del foro di entrala avvenne la prima: l'oritlcio d'uscita ed il tragitto osseo si sono chiusi compie· lamenta dopo l'espulsione di finissime scheggia, e la guart· gione della ferita era completa dopo due mesi e mezzo dal· l'entrattt all'ospedale. I l ferito si mise a camminal'e poco a poco ed, alla sua uscita, egli si serviva perfellamente del suo piede, senza claudicazione manifesta e senza una molestia a ccentuata. Ritor· 11ato al suo battaglione, fu sottoposto un cono:,iglio di disci· plina, il quale a d unanimila lo condannò ad essere mandato in una compagnia di disciplina.

Eplleall& j&oklonia.na traumatto&. - P ror. F. ScAL'tl. (Bullettino della R. Accademia medica di Roma, fascicolo V e VI, 1895). Questo caso rifet·ilo dal chiarissimo pt•of. Filippo Scalzi ò mollo importan te per la pronta e soddisfacente guarigioni! ottenuta con la craniectomi~ . Il malato era un conlndino di 17 am1i il quale aveva avuto sulla testa un colpo da una po· derosa pialla da falegname caduta dall'altezza di due metri e mezzo, producendosi una ferila nella regione parietale ester na che dal medico fu giudicala di poca entità. Dopo due giorni il ferilo si accorse di non potere impugnare la zappo poiché il mignolo destro s i tleLteva involoolariamenle; dopo altri quattro giorni fu assalito da impetuosa convulsione nel desh·o Ialo all'arto superiore ed al volto, associata a pungentissimo prurito all'arto inferiore ed a sensazione dolorosa nella r egione ileo-inguinale cor·rispondeote. Gli acce~:;si si r ipeterono a intervalli da un giorno a quallro, e alcune volle nelle ventiquntteo ore se ne maoiCestarono da tre a .:inque. Nell'accesso l'inferm o era completamente inconsciente men· Ire gli arti inferiore e superiore destri erano agitati da mo·


CHIRURGICA

1973

vimenli clonici. l muscoli innervati dal facciale si contraevano dal solo lato destro. Gli accessi convulsivi leggeri si manifestavano col senso di formicolio dell'arto inferiore de· stro con lievi e passeggeri movimenti clonici accompagnali da contrattura delle dita della mano. In questi brevi accessi l'infermo rimaneva perfettamente conscio. All'esame obbiellivo scorgevasi sulla regione parietale sinistra l'oriflcio di un seno fistoloso circondato da granula:z.ion i flaccide e sanguinanti allraverso le quali si poteva insinuare lo spec111o alla profondità di 3 cm., in dire2.i.Qne obliqua anteriore e giungeva presso a poco al terzo s uperiore della circonvoluzione parieta ascendente. La forza muscolare degli arti, la sensibilila laltile e la maggior parte dei riflessi erano più deboli a destra. Eccitando con la corrente faradica i muscoli innervaLi dal nervo mediano t:< dal radiale si con· tra•n•ano a sinistra piti sollecilamente e per più:lungo tempo. Applicando con sottile pinza bipolare la cot·rente l'sradica attraverso il seno fistoloso si provocavano movimenti rapidi di estensione del pollice, dell'inùice, del medio e del mignolo, e un~ volla di tutta la mano. La operazione fu eseguita il 21 gennaio 1895. Scoperto il cranio con lal'go lembo culaneo-pericranico comprendente la lesione di continuo nella zona rolandica, fu con sollile. sgorbia a piccoli tratti tangenziali eseguita una breccia o volare di 6 cm. di diametro : Sollevato il disco osseo, la sottoposta m eninge apparve di colorito per laceo, poco pulsante, ispess ita e lesa, attorniata in vicinanza del seno fistoloso da granulazioni molli esuberanti che l'operatore asportò con cucchiaino del Volkmann. Mezw centimetro distante dal forarne sinuoso trovava si una piccola scheggia della lamina ''itrea che fu pur~ asportala. Incisa la dura madre e resecaLa la porzione sclerolizzala per pachimienjngite, spostata con pinza la pia e l'aracnoide, uscì fuori del sangue coagu· lato mislo a pus derivato da preesistente focolaio emorragico circoscritto alla sostanza cortic&le al dinan1.i della circonvoluzione ascendente parietale. Deterso accuratamente il cavo, allontanati i deLriti della cor'leccia e della midolla encefalica rammollita, compita la dlsio feziona all'interno e


RIVIST.\ oll'e~lPrno, fu eseguila la ltUlura del 11-'mbo alla cute perifE>rica compreso il perirranio, lasciando l' &llllOio infl'rlf'>N pervio acl esile drenaggro ds garza. Cessali gli e!Telti del cloroformio, Il malato tornato ai <~en~ti ~~~~icu r6 di trovarsi lran<{uillo e libero dai dolori r1PI capn dapprrma tanto molesti. l n Fleguito la temperatura si munteune poco al disopra dei 37' r. J primi giorni dopo lA operazione aumentò considerr•volruenle lo paresi dell'orto supt•· rrore e un poco tJUello dell'inferiore a destra ìn c&U"II rlel processo reallivo e vi si agKiunse continuo formicoli(! all'arto inferiore destro, e il clono di ambedue i piP.di ~la rn <~eguito la paresi drminui, ce.....ò rl formicolio e il clono clel piede, per gradi rnij:tlioru la. funzionalità m otrice tlegh nrt e la sellsività, migliorarono sempre pril e progrcdrrono in me· j:l'lio le condizioni ~enereh. Dal gior no dell'operazione non !li manifc!stò più alcun moto convulsivo, etl ora l'operaln ~ ristabilito se non ad intearum m:l possesso rniglior·e dellu fa.rollà motrici e ~eusiliv~J t{ià tanto g ravemente otl'esa ùoiiA preJelle le..~ioni lraumaticlw. E. R.

HERUERT ,VU.UA'\1 ALLINGIIA \f. -

U n nUOVO rooohetto per

l'anutomoal lnteatln&le.- (The Lancet, agosto lS!I~'>· L'autore erede che un r·occhello o bottone queluntJUC •Ha ttl'Ce!lsario nelle e nastomosr intesLinali, per pr·evonit·e l•• rell·azioni o le dilatazioni del visce1·e nel punto d'unione, per·cht'l nelle semplici suture col rnPtodo dì Monsel o di Hal <~to l rl punto d'unione non ha alcun !>oslegno, ed ogni piccolo dilatazione o contraz1one può la sciar·e uno spazro che mollA in comunieazrone il conlenut.o tnteslsnale con la co\'ità )l< riloneale. Crede che sl riposo e la fisqazione assicurino In rrumone delle intestina lel!e come di ogni a ltra parte del COI'J'CI, donde la necessità di qualche spetolu, o bollont~, o rocr.hetto pot· reoderne soliùa la sutura. Il rocchello d1 Mayo Robqon, ratto d'osso deceleJikoto, sembra all'autore preferibilo agli allt•i, ma pui'e la distonzo.


Ctlli\ Uil iHCA

1275

alla quale r·estano le est.remilà recise rende necessaria una Butura lunga e difllcile, ed ollra a ciò, i capi r ecisi possono acivolar•e facilmente dal rocchetto e sfuggire alla sutura, come il rocchetto stesso può sfuggi1•o dal sito di sulura e scorrere in hasso od in allo prima che l'un10ne s1a avvenuta. La spatola di Senn lascia cadere a!'!!lieme gli e~;tremi tli recisione d'un vi..cere. e siccome du1·aote la riunione d1 •1oesli e~ll·e mi non resta nulln che poc:sa Lener dis~eso l'intestino, avvengouo delle slenosi, ciò che non avviene col rocchetto di Moyo Robson o col boUone di Murphr. Contro ttuest'ullimo si sono mosse diverse obieziQnì: e so puù r estare lungo tempo nell'intestino, e nel caso rifel'Ìlo t.hl Lane v'è rimasto 160 giorni; cosa non illùifl'erente per un ogg'elto met.allico; esso può ~rovara Éo'l'ande ostacolo nel passaggio per la valvola ileo-cecale elle è di varia grandezza, e produrre ostruzione; nella gastro-enterostomia esso put. cader nello stomaco, e trovare ostacolo al passaggio pel pilor·o e per l'esofago; non ~prudente comprimere i capi mtestioali nel sito di loro congiunzione con un bottone che tlr•ve poi passare o per r iassorbimeulo delle parli compt•esse n pel loro rammollimento in forma pollacea, mentre fJUeRto rammollimento in cinque ca si venuti a conoscenza dell'suture ba prodotto perrorazione intestinale e perito n ite mortale. ~ ragionevole il pensare che le recise estremità inteRLinali debbano esser tenute a contatto da una pressione, ma questa pressione non dev'esset• troppo Corte né troppo de bole; è quindi da desiderat•e un modo òi pressione che oon produca macerazione, e ren.Ja libero il bottone appena le (18.rti si siano riunite. Il r occhetto ideato dall'autore consta di due coni r iuniti pet• gli apici, fatti d'osso o d'a vorio, decalcificali al centro, in modo che non pr oduca una forte pr essione delle su~ure, essendo le estremità di questi coni molto molli. Vi sono diversi diametri di roc~hello, i pii• comuni hanno lia 1/ 4 a '/ 4 di pollice nella perle ristt·elta, da '/a a 1 1/ , di diamet,·o nella estremità e«terna, do l 1/ 1 ad l 1 / , Ji lunghezza, g li angoli che fo rmano i due coni riuniti per gli 81


1~ 76

apici tronchi sono da J5()o a uo•, ed i r occhetti sono numerali in ordine crescente da 1 a 4. All'occo t•renzu si possono fare di mag gior gr~~ndezza, ma i primi quaLlr o numeri possono s&mpre osscr richiesLi al ~i­ gnori KrohneeSeemann, Ouke SLreel, Manche&Ler Square W. L ondra. Que;ti rocchelli manten gono le parLi in al!Soluto ri pllso, possono essere facilmente assorbili, o possono passare senza produrre nect'OSI da coag ulazione, ma finché non sono riassor biLi, nou possono scivolar·o dal punto d'unione, e quando sieno cotnpiule le s uture sui due capi intestinali e legale insieme, nessuna eccessiva pt•esslorte é t!Se rcitala sulle estremila r ecise. Quantunque il t•ocehello possa s ervire ad unire l'tnleslino aUo stomaco o la vescicheLla biliare alqntestiuo, o a fJUI:IIunque a!Lra rorm a di anastomosi, il suo uso più conveniente é quello di unit·e due capi intestinali recisi. Alt'lnLorno di cu1scun capo si esegue una suLut·a ronlinua e forte con seta, ciascun punLo della quale comprende il P"l'itoneo. l& muscolare e la mucosa , quindi s'm troduce una estremilli del rocebelLo in uno de' capi del visc('re, e ::;i stt·inge La sulura con un nodo doppio, in m odo che non possa scivolare, ma que..,ta legatura tìnale non si esegua tìnché l'allro capo del rocchetto non sia stato inLrodollo nell'altra esLr emiLA dell'intesLino. Dopo di ciò, si s tringe rorlemente una delle s uture onde condut•t•e l'estremità intesliuale al centro del rocchelVJ ossia all'apice di uuo dei com, ~i stringe la s utura dell'altro capo tnLesLi nale, cosi l\! due suture isolate vengono a mutuo conl.slllo fra loro pet·la forma conica delle due parLt del rocchello. A questo punto si uniscono i dua capi intestinali eon altra sutura continua o discon liuuA allA LemberL, dopo ave1·e sca· ritìcalo tl periloneo viscerale con un a~o a circa mezzo polhce all'mlorno del siLo d'unione, ed in taJ m •lÙO l'intestino suLuralo resta fissalo aJ centro del roccheUo, non puo scivolar·e da alcun lato, n ò il rocchetlo puil sposLar si in veru n modo. l botton i di Murphy e di M ayo Robson sono spesso rtetn-


CffiRUIUHCA.

H77

~Ua fot·ma di <»rologio a polvere presenta una piccola superficie capace di ostruzione, I'JUella che si trova agli ar•ici dei coni, la (Juale dè facile passa~gio alle feccie, e torna subilo vuota. Per questa pr<>prletà, per la facilitA della sulura, pec· la CaeollA di essere I'Ì&to"lOrbito, l'autor e reputa il suo roccbetlo preferibile agli allri, etl avendolo provato r ipeluf.amenle sui Cddaveri, avendolo Lrovalo di facile applicazione, invil.a i colleghi a farn e la prova sul vivo.

pJli dA feccìe SOlide, ma ìl roccbello per la

RIVISTA Dl OCULISTICA 00~

-

Due casi dl corpi rna.nlerl penetratl nel btùbo ooulare. - Storie cliniche e cousiderazioni del doLl. F. GosETTI. (Rioista \ ·en~>ta, 3i agos to 18!l5). La diagnosi dell' esisLenza di uu corpo straniero nell'ioterno dell'occhio J)dneLl'Stovi in forza di un traumtlli$mo non è sempt•e ageYo1e a sl.abilirsi sia pel momento in cui l'individuo fer ito l'li presenta aU'oculisLa, ~ia per la f)Ualità delle alterazioni che nell'occhio ofl'eso si r iscontrano, sia per la diveri!ila con cui i lessuti vulnerali rispondono ella patita lesione, sia infine per le asserztoni, spe~so fallaci, cou cui il rerHo risponde alla domanda, se un corpo estraneo sia o rner1o peneLr·alo nell'occhio. In tali ~asi, oltre alla Bt·cennala dttlleolla della diagnosi, non di ralio possiamo lrovor·ci in fJUalche imbar&T.ZO nello ~l.abilir~ il rronostico, vuoi relutivamente agli e ili del lraumàUsmo nell'occhjo colpito, vuoi in 1'8pport.o alla probabilità tli eventuali processi morbosi nell' a!Lro occhio, come forme consensuali o simpatiche della lesione avvenuta nel primo.


1'2i8 RIVISTA Sollo questo punto di vista sembrano meritevoli di considerazione due casi elioici di cui viene esposta la ~loria cu1 l'autore fa sussel'tuire delle considerazioni che possono essere cosi riasc;unle: Senza negare la possibilitil che insieme, ad un corpo straniero entrino nell'occltio vulnerato dei gel'mi patogeni, e 1 gravi sinlomt tnfiammalori che in esso si osseJ•vaoo debbano attribuirsi aUa infezione, ed a questa siano pur ùovull in parecchi casi i f~nomeni simpatici dell'aUro occhio , tutta ''ia l' autot·e crede che il più delle volle t.Anlo r intensità della rea1.iooe llngislìca, quanto la maggiore proclivi!A alle rnanirestazioni simpatiche, siano da ascriversi a guasti operali dal corpo ferilore negli interni tessuti oculari, specie se esso nell' occhio si arr·esta alla regione in cui fissa sua sede, perniciosa Lt·a tulle essendo quella del corpo ciliare, ove l'abbondanza degli elementi vascolari e ner vosi, spiega la inLensita e la diffusibilità della reazione infiammatoria.

G. M. P ERt.ES. - Studi sperimentall sulle mala.ttie infettive degll ooohl. - ( t'irciLoais Areh. e CentraliJ . ./1ir tlte medie. WiBsenseh., N. 27, 1895).

Il Per les iniellò diversi microrganismi nell'occhlo dei co· nigli c ricercò le alterazioni che ne seguivano. l resullati delle SUt! 33 csper·ienze sono i seguenti. Lo collure pure dei bacilli del fieno, della sarcina gialla e arancia, dei bacilli dei pesci llttlreratli, e degli spirilli del colera iniettate con le necessa rie cautele neJla camera ante· riO!'e o nel corpo vilreo non provocarono alcuna importante alterazione nel globo oculare. Solo talora con l'innesto neJia camera anLerioro sulla superficie deU' iride si produssero ir!Li flbrinose o fibrinose emorragiche con essudali nella camera anteriore e chiusura della pupilla che si sciolse col riassorbirs1 delle sinechio. Per lo più gia dopo pochi giorni, t:essudato della carnera anLet·ioL·e era sterile. Successe lo stesso con un bacillo deoLritico non ancora descritto stato


Ul OCULtSTICA

1279

leolalo dal P ., il quale bacmo con l'innesto si dimosLrò non petogeno; iniellato nella camera anteriore. si sviluppo irile con chiusura della pupilla che si r isolvelle rimanendo le sinecbie; con l'innesto pel corpo vitreo si produsse irtle plastica emorragira, inlorbidamento del vitreo con l'lecondar·ia prolifer·azione tJel tessuto connellivo e distacco delle retina. Quattordici giorni dopo l'innesto noo si potè dimostrare nf'l corpo vilreo alcun bacillo, come pure non ne eSJste\'ano due giorni dopo. I bacilli del tifo lolli da colture fresche"molt.o vi rulente ioiettali nella camera anteriore ebbero per conseguenza la formazione di ipopion e chiusura della pupilla pt>r un esc;udat.o cotennoso i gia dopo tre giorci il contenuto della <"amera autedor e si dimostrò sterile i l'inne sto nel corpo vìtr·eù produsse ascesso del medesimo; nell'ascesso si trovarono badili Hberi e chiusiiin celltde. CulLure puro di slr eplococchi portole nella camera an teriore produsse1'0 eRsudali nella ca· mora e s ulla pupilla; però l'occhio dopo rruallr•o settimane era ùi uuovo restituito allo stato normale. Pus cal'ico di Rlr epll>cocchi innestato nella camera anteriore provocò gill dopo ore gra,•e il• ile settica ron ingombro della pupilla e cOA gulazione del conLenuto della camera; 1nne~lalo nel corpo viL1•eo vi produsse pure suppurazione. I bacilli della difterite tratti da lresca collura virulenta inoculati nella ramcra an teriore produssero essudato pur•llenlo, in cui già dopo 48 ore non era piti dimostrabile alcun bacillo, uuiLamenle a cberalo-irile di mediocre gravezza; innestati nel corpo vilreo determina('ono l'ascesso d1 esso. Apparve quale uno ':lei più maligni nemici dell'occhio il bacillo pneumonico del Friedlànder . L'toneslo di minime tracce nel corpo vilreo provocò una violenlis~ima panol'talmilt> che enlr·o 16 ore condusse alla rollur'tl del bulbo. I n egual rnodo, ma un poco meno tumulluariamente oper'ò l'innesto nella camera auleriOI'e. L'innesto sulla COL'nea produt~sfl un ulcera coperta di uo essudalo bianco come neve CIII! in alcune circostanze poteva guaril'e con una spcss1:1 cict'ILrice. Dalla congiuntiva iutegra non si produsse alcun(l infezione. Nessuno degli animali che avevano sotrerlo grave

2'


J?RO

RIVISTA 01 OCUU S-TICA

processo suppul'8.livo ammalò di melallia generele DiversamenLe avvenne col pneuroococco Franckel- V~icltselbaum. T uili i conigli che ebbero con que~to inneslllti gli occhi morirono in pochi giorni per tnfezione generale. Però, quando i pneumococchi erano coiLivaLi nel pus, il gr!Wo della virulenza era minore, in quento~hé l'innesto inkaoculat·e provocava la panoftaltnite, ma l'animale t•imaneva in vita. Poicbè il l.Jacillo del Friedliinder si lrova non raramente nella cavità buccale e net seni con esea comunj~anli, e parttcolar· mente sj incontra di frequenti:' nella ozena, deve essere l~>· nulo in considerazione nello studio delle malullie •nfetlive dell'occhio.

IUVISTA Dl A. NA TO~llA "E FISIOLOGIA NORMALE E PATOLOGICA

Il.

J uNcKER. - Peso 4egU org&Di del oorpo um&no. (.\1un.cltner med. Wochenscltr . ·~Centra/b. fu r clie medie. Wissensch., N . 3i, lc95J.

U J uncker ha cercalo d t dele rminat·e il pesoùei singoli Mgaui

e il loro rapporto col peso del cor•po, giovandosi 1lei t·apporli sulle sezioni cadavoriche eseguite in un rleronnlo nel· l' islilulo patologico di Monaco, prendendo però !'olo ili cun· siderazione i mot•ti improvvisamente per causa violenta senso prec~den le mel alli a . 11 peso del cuo1·e degli uomini sani è in media di 3l.~ :.fl". ' 'ariando da 250 fino a 520 l'l'., quello delle donne !'ane 269 gr. É l.'Orprenòenle jl peso tanto elevato del cuore dell'uomo; della stessa gr·ossezza ru indicato solo dal Goetze che s.i valse egualmente del malet•iale di :Monact). La Fopie· gazione, secondo J'Junck~r dove cercarsi nell'uso eccessivo di birra che fa la popolazione adulta maschile di MonA<:o.


Rl\'ISTA DI _L'\A [0\11 \. l FISIUI.OGt..\

l~

l

Il cuore aumenta in ambo 1 ~-~i fino a 30 anni per r imanere quindi cl)cotaol<', coalvo pacrole O>irallazioni. Il rapporto

fra al Jl6I!O del cuor•• e quello d•~ll'uo111o ù ne~li uomini rli 1: 17:!.2, nelle donne di l : 1~6,0. Anche questo maggior pe11o Mlallvo del cuore dell'uomo è me~Ro in conlo del ga·and•• 1180 di btrra, poiché in allri paec;i non !il o trovala una pro· porzione cocol &Il&. Nt>i neonati il rapporto ù di 1:101. Il pe!!O medio del cervello ne~la uomana ò di 1416 f!r . (in fl5 cat~ì) e nello tlonne d1 LtOO gr. (an !l'\ cncoa) Il peso negli uomim ''at•ia rra 1670 e 1150, nelle ù1Jnne rra Li 90 e 1060 l.{r. Nei neoneli il .1 un('ker ha lrovalo ;n m1•din H7,fl !!r. Finn a r11 anni oli t>lil il peso del cervello t'amen" u un dipre«'-fl ro. Umle per poi diminuire lenlamPnt.e neii'~IA più avanzata. Il pe...o relaliv<' del cervello dell'uomo é rh 1/ 41 , quello della d()nna di 1/~o· Secon.lo tulle le indicazioni, il peso relativo dd cer vello è nella qonna un poco ma~g1ore che nell'uomo. Fo mera viglia il (16'1(1 r elalivo tanto alto del crrvello dei neonaLI chr, Aeconrio il J uncker sare bbe di 'IR.o• ~econdo altri di 1/ 7 del peso del corpo. 11 pu::to me lio dei due polmoni rì nell'uornn di IOiH, dei quali liti a ppartenttono al l"ini~trù, s:H al destro_ l numeri corri~pondenti nt>lla donna ~no iii, 3K5, .1'~"2 gr.; nei neonati 70, :::1,3, 3G,7 gr. 11 peM relatavo UPf.tli uomanj è ",.. nelle doratw 1/70. J...e tlonne hanno 'Juincli a·elnhmmente i polmoni Jllll pic<'.oli do;:li uoanmi. Il peso rclntavo dei polmoni dei neona ti è di 1/ 11 • Il peso del fegAto è di 169:i gt• nell'uomo, di U51 g-t•. nella el•wnu ; vi sono p+>rò ttrandi dilferell7.o dn 8~0 a 2550 ne~li ll•maini, rla 71i0 a 2150 nelle donne. Nt'i neonati il pe~o è 1:10 ~r, aumenta costantemente oùlln KiovenlU, cosicch•' al 11uo aumento continua oltre l'accreqcomenlo del corpo Ono carCil ai iO anni. l l peso relath·o del re~ato dell'uomo i· l :35.2, •Iella donna l ..li ,!J, ,Jel lalla»te 1:2'1, del rEI!Idullo a due &lllll da etf1 1:18. Ollr~ modo \&riabile ;. la grandel7.A dello milza. Il pP"'O •h • ·ot~a n Pg-h uomini è lfl.cl,k gr., vn r ianùo da 511 a 2!l0; nelle donne 6 151\,7 1-fr. con vaJ·iazao11i do iO a 350. La milr.a dei nennnti m o lto piccolo, pesa in mcrlìa 10,7 g r. La milza

o


Rl\ IS l \ raggiun~e la sua deftnilivfl

grol'lset.Za col complt~Lm·~i dello sviluppo del cot• po. Il peso J•elalivo ùella milza dell'uomo adullo é 1:358, l ; quello della donua i: a~8; uguale ~~ noi laLLo n li. I reoi Ooal menle presi insieme pesano in media nt>ll'uomo 28ii,i gr., nellfl donna 25&X con notevoli Ol"Cillaztonr; ner neonati 26,5 gr. Il pf'lso aumenta fino al ll'eulesimo anno, quindr mollo lentamente dimmui~c<". Il peso r• lali\O •lei rem è nell'uomo 1 21J,8, nella donna 1:197,5, nei neonalt 1·1 ti. SI"ARR e

MAcL.nsu. - Sulla. looa.lbza&ione 4elaen•o mo· •colare oella corteccia cerebrale - (JJMecìne incert~atwnrzle, :-\. 9, 1 95).

due cJ•it•urghi americani puhhlicarnno te«le unn nc:"Prvazione che nwrila essere ...egnulttla poiché sembrn geltat·e una viva luce <~ulla questioue mnllo conl!1>\'et•sa della est~Lenza eli u11 cenlt'O corticale SfH.'CII\Ie del senso mn:-~colat•t>, Si Lr·alla di uu giovine dt 20 onni, elle a 5 anni iu seautto ad una caduta sul capo rima<-e 12 ore senza C<Jl:'chmzo, rulli andò soggetto a ccralahric uel lato de!'lro del Cllfl~~" a Ili anni ebbe un alll·o altacéO dt pcrJìta di conoscen:ta, e .Ja quel momento la cefalea dtvennc per·sistente con B,.;ucerbn· zioni pa<~seggiere, con accessi di mania. Tenendo couto cl10 la r egiouu pariolo- occip1Lalt> l't'u lo sede di un punto doloroso permanente, e che io •tud pun•o e~isteva una creatrice, probabile restduo di anl•ca ft·allura. --i deci~e di rwaltcare la trapaoazionP. Al livello della ciealrice t~i trovò una l~:ggiera depre~sione liuea1·e dolln paret · cranica: a livello di essa. cioò a poco piu di un pollice 11 ~inislra della linea mediana, a un pollice e tre cruarli dietrn la scissu ra dt Rotando, e un pollice frl dt soLLo òcll'angolo parietal~>, si esti'&S>ie colla coronu .11 trapano un diqro o~s~>o. '\'on st trovar ouo traccia di ft•allura antica : la dur·a ma1lre era normule · per contro le ve no della pia madre •H·ano for· V.mente disle·w, lurgtde, ed un vero plesso 'cnoso "P' r--e a livello della per fo t•aziooo. Si legarono con calgul lo vene pill \'Oiuminose, e tirando sui lacci s 1 lesero, l"i luct'l'&runo (.t'li s Lrali più super tlciali del Cllrvello in quulLt-o pun t1 di-


DI \:'iATOHl A g Pb!OLOI,JA

tt 3

versi: a ttorno a quel ple~!'O venoso il cer vello presenta,•a un a!tpetto nor male · una puntura esplorativa diede risultato negativo. quindi non esisl~va cisti. La ciCfllrice si fece rap1 li!>sirna in pochi giorn1. Tosto dopo l'operaz1one il paz1enl1• aveva avve1·tito una mcapacilii, una ineUezza particolare dcll'asambraccio e dt>lla mano destra, una vera ata"sia di rtnella rt>gione. Quun11o &\ evA gli occhi chiusi gli riu.,civa impoc,sibile roglo!iungot·e colla mano destra uno ~copo pre..,tabìlito • non s1 rendeva conto, non sentira le olliludini, l'ubicazinne d~tlagli alla mano de"tra e alle dita È da nolar!>i che la forza motr·1ce era p1ù cousiderevole alla mano de~lra clt1• alla sinistra, che non Psi«levano dislur·hi nella sen"ibilito supPrflciale, nt'• alcun' altra anormul1t.à nelle membru inCer10rt o nlla facc1a. l due autor1 r itengono elle, nel SOill.\'~>llo in que8lione, uua lesione superflcialt> di un tratto .ti territor io situato a livello delle circumvoiUZIOni !)81'telall !'luperiore eu inferiore aveva d••lermmato una pèrdita c.IPI senso mu«colare nell'a' ambra.·cio e nella mano del loto opposto, senza ledet·e le altre fot·me dt sen"ibilità e la l'orza contrallile. L'atassra r·tsullanle da quesltt obohz1one riPI seoRO muscolnre, persistila senza alcun camhiameulo pt>r circa un mest•. poi a ndò gr•adatamenle cllminuendo e quanto al resto, l'operazione ebbe pet• risullolo di porre flne Al dolor1 cefalolllici e l agli altacchi convulsi" i dì cui sofft·ava il paLiente A.C.

---

RIVISTA DELLE MALATTIEVENEREE EDELLAPELLE :..Ja.ttte outa.nee del llllada.ga lcar. - (Brtt. Mecl. Jou rnal, 5 ottobre l 95). Ollr•t• alle gravi fo rme di malaria e di dissenter ia, e!'liE~ le nel ~J n.lagoczcar, •·ome in altre regìonr lrop1ea1i, <JUel "ero lla~ell o dei viaggialo1•i africani, la pulce peneLrante. So da


RIVISTA

una parte le relazioni sulla spedizione francese attuale sono esagerate cu·ca gli eiTeUi disasll'osi di questo insetto, pure è indobilalo che essi sono g ravissimi e tali da cagionare ancbe la morte. Questa pulce è un dono dell'America all'Africa, o ve era sconosciuta prima del 1872 e 1873, quando fù importata nelle coste occidentali. Poco a poco ha invaso LuLlo il continente: recentemente ba fallo la sua apparizione nello Zanzibar e, passato lo stretto di Mozambico, è penetrata nel Maùagasca1·. Si trova principalmente nelle giungle e preferisce Il terreno secco e polveroso, avida com'è delle ceneri e dei cumuli di rottami che ~i trovano intorno allo capanne degli indigem. La femmina , dopo che è stata fecondata, cerca di nascondersi sotto la pelle di uomini o (li auimali, a p1·eferenza dei piedi. Una volta nascosta, l'addome aumenta di YOiume in modo relativamente enorme a cam:a dello sviluppo delle uova, le quali maturano rapidamente. Se non si è pronti a r imuowrla con una piccola operazione chirurgico, nella fJUale sono da lungo tempo maestri gl'indigeni, la cute sopraslaole s'infiamma e si ulcera, l'addome scoppia e le uova si spar· gono attorno: in otto giorni nascono le lo.[·ve le qnt~li a poco a poco dopo una serie di metamorfosi diventano pulci perfette. Oltre alla pulce venetrante~ sembt•a che i soldati frl\llcesi abbiano a che fare con un'altra malaLt1a della cute, prodolla dall'entrala d'un seme uociforme appArtenente ad una specie d'erba, detet•rninando grave irritazioue cd infiammazione. La pulce ed il seme non sono poi' s6 stessi pericolosi: il pericolo serio comincia quando, col g rnttamenlo, si apre unA breccia cutanea cui può inocularsi il virus d·una dolor osissima e pericolosissima forma di gangrena, l'ulcera fagedenica dei tropici. Queslo costituisce uno dei pes:tgiori fla~elli c he colpil'lce le ca1•ovane, i viaggiatori, i contadini. È particolarmente grave negli individui mal nutriti, malarici, SCOI'butici, anemici, poiché io essi la più piccola lesione di continuo della cute può trasformarsi in una forma uLcerativa rapidamente proj)agaotesi. Un'escara sanguinolenw o d'un colorito g r igio-cenere si forma sul punto d'inoculazione ed


DEl,LE MAf,ATTIE VENEREE E DELLA PELLE

11285

pochissimi gior ni si ha la produzione di ulcere felìde, di parecchi pollici di diametro, che determinano la per·clita delle dita dei piedi e dei piedi stessi : la morte non è rara, causata da selticemia. Quando, dopo lunghi mesi di sofferenza, le ulcere arrivano a guarire, gravi deformità risultano dalla distr uzione dei tessuLL Da alcuni questa terribile malàtlia è ritenuta identica alla gangrena ~nosocomiale; ciò però non e bene stabilito. Vari micr·organismi sono stati accusati come causa specifico: finora purtroppo lo studio dell'eliologia di essa ò mollo va,go ed incompleto.

RIVISTA Dl TERAPEUTICA N. Looo- YrNA. - L& l&nt a.n& braslU&na.. - (Br ti. M ed. Jo urn., 5 ottobre 1895). l l dott. Lugo-Vi na richiama l'attenzione dei pratici su Ile p roprietà antimalariche della lantana brasiliana, una verbenacea la quaLe vegeta nelle foresta dell'America meridicnale. Da lungo tempo presso Rl' indigeni del Brasile, della Plata, del Perù gode fama di specifico contro le t'ebbri delle paludi ed è perciò denominata erba saera. La sua intr·oduzione nella farma cologia scientifica è dovuta da dieci anni al dott. Buiza da Lima che l'adoperò per la prima volla con risul~ato soddisfacente in un caso di reumatismo articolare acttlo e in uno di febbre tifoidea a forma atassica. I l principio altivo della pianta fu isolato da NegreLe e chiamalo lrtntanina. Buiza dice di avere adopernto il nuovo alcaloide iu 32 intermi affeW da febbri di differente carallere e di a verne sempre avuto i più lus ing hieri risullaLi. Come la chinina essa produce etfeLLi moderati sulla circolazione e genera lmente abbao;samen li di temperatur-a. A dosi forti esso è un potente anliperiodico super iore alla chinina poìche é


I ~Xli

Ili\ l'oT.\

eli quesla lollerala dagh ~lo~nacln cl~hcali. l.t• fd.Jhl·i ri· belli alla chinina sono l>lalc guar1te dalla lenta una alla do!>e dì 2 grammi al gior no. Lu dose 6 di 1 a 2 gramm1 ol giomo solto rorma dì pillole di O,iO grammi l'una ùa darsi due ogni due ore. L'autore cita i benefici ei'fell1 olteuuU dal nuo\'O ID•Jdic~nale da altri medici cd ~:>gh ne ba e l~:>so le m· dicozioni. Cosi se ne é giovalo su duo t'OSi di nevrttlgia ree· ciale; in due casi d1 melrorra#(ia d'indole schiell.umente ptt· Ju ... tre. Cinque cos1 oslioali th febbre iutermillenle che non awvan ceduto ali uso separato della chinina e della tantanina furon guarili usandoli 1n~it>me o a voce all.el'Oa. Tre cos1 di rebbre colarrale elevtola furon lralLah con succeSl'IO culla lon· laruna : in uno di es~J 8i UH• mollre l'antipirina. (1111

.\. ~rcoLAIF't\. - L'orotroplD&. - (Reotte internationale de thérapl'"litJtW e pharntaeoiOI)ie, ~ellombre l s:l •). L't\ulot•e IHl dulo il nome di urotropu-:a aù una corubma· zione dJ ft.)rmaldeJJe e di ammoruaca, che m conclusiCJnc non è che un' esameltlentetramina. In una comunicuzione preveuliva egli aveva gia aonunctolo cbe 'luesto nuovo proJollo é perl'ellamonll' tolierulo du un adullo alla ÙO"è di 6 ~ram mi al giorno, e che ne 1i· sulla un aumento notevole nella diur·e~r, e una contemporanea diminuzione di a cidi) urico, collu scompar·sa dei seda· mE>oti urici: da ciò e;li concludeva che l'urou·opino dovevo rau!'lcire vanlllggao"'a non !>Oio come dauretaco, ma anche per corubatt~>re la diatesi urem1ca e gli s luti palolOJ(LCI che llt' dt• rivano. In !'eguilo 11 :\icolaier constatò che l'urotropuau '-i pre~la in modo specu!l~ al lrlìllament() dello lìlia~i renull' con for matione di calcoli urat1ci. Solto la suu rnftuenzn, per 11!-'0 intl'rno, l'uriua degli ureuuci ~i !>poglia della sua acidità, t' aurnanla rl suo potere dissolvente dell'acido urico. Spe1·r· menlahneule l'ur•iua ùi un adulto, ùaca puce di scro,:liere, allu l1!m1 P!'Slura del corpo umano, delle concreziom uratiche and1c:! dopo più giorni dr contatto, le d1~caoglie in\'ece i.1 'en· ti•ruallr•' o1·e quando s i sia amrninislrato. precedentonll.'llle alln


01 TEI\APEUTICA

1287

stes"o individuo l'urolroprna a doc:i c:ufficientemente elevate. 1'!8 l"87.ionu d• tale urma c:i prolunga abbaslanza non runaoe piu che la trtHtlQ C1rganica del calcolo costituita da materia albumtooide. Compiuta l'eliminazione dell'ut•otropioa l' ut·ina perde Il suo potere dic:c:ohente dell'actdo urico. Dalla relazione dt una esperienza clinica cìl.ata dall'autore come prova delle sue nc;serz.ioni r isultano dimostrali e con· rermall lulli i falli c:opracilttti. Allrì e=~perimenlt comptULi col nuovo medtcamento hanno mostt·ato che esso non produce sempre elTeLLi diuretici: como put e che, se abitualmente •" ben c:opportulo dagli adulti anche alla dose d1 8 e IO gr. al giorno, talvolta an<•he doc:t minori, massime se l'u:-to ne ò continualo, pos ..ono produrre una c:ensazione di bruciore nella regione ve~cicale con il'I'Qdiazione all'uretra, in S9~uito alla io1ezione, ov\'ero tenesmo ,-o~cicale crescente se s1 continua ti rim~>d io, e colla comparsa nel sedimen to urinat•io, pt•ima cosliLuHo di soli detriti di ep1l•~lio ve:>cicale, anche di globuli ~an~uigni. Alla do~e Il ì 2 :Irammi l'oso del rimedio po~è prolungarsi inJefinilaruenle senza spiacevoli effetti seconda ri . Il Nicolaler si impose come regolll di dt1ro l' urotr·opina ulla dose quotidiana di un grammo, in una sola volln. ttl n1al· Li 'lo in' una solut.ione actJUOsa: sUora la dissoluzione delle C••ncrezion i uratiche non comincia, d'ordintwio, che dopo duo o Ire giorni, ma poi pers1sle, e anche a questa dose SI hanno ~'!•esso effetti diureticr. Anche a forli dosi il rimedio non ha mai esercitato alcuna azione uo~iva sul r·ene : anzi in malaU che 8''tWano j.!ià in precedenza allmminuria, cilindruria, globuli rossi nei sedimenti, l'albumina e gh elementi rnorfol•>gici duninuirono di quantilà solto l'inlluanza di questo tr•attamenlo. Fu anche riconosciuto che le urine di indivrdui che prendevano l'urolropina alla dose dì 3 a 6 gr. al giorno rimanevano limpide e acid~ per dei mesi anche tlopo l aggiunta ùt ut•me in fermen tazione ammoniacale, il che dlmostr·a che in l8U urine è reso impos~ibile lo sviluppo dei microrganil'mi baclerici, specialmente di quelli che delermiouno la fermentazione ammoniacale.


11 1IJSl'A

ln,..pii·IHido!'(r 11 t(Ue•l'l concetto l'aulore pensò di amrninaHrare l'urutr·opana a dei soggetti la cui vescica er·s ~ede eh f~rlllcnlatione ammoniacali:', e alcune.os~er,·azioni che e~h l'ift>ri~e pure nel "'IlO lttvoro sembr·ano dimostrare che dO!<I u-iornaliere di ~:r. l,fiO d'urotropina ba~tano per pro:Jurr1• r ealmente laJe henetJco risultato.

Trattamento del vomito. -: ..eltt•mbre IW-151.

(Jfedical Record. Xe\\-York.

Un llle.lico fr•ance~o, r·accMnauda le seguenti formole. lA prima ùeJie quali, llecondo Stelfen, é uWe nei vomrti delle gravide. AI!IJUfl ùi~;otiiiHta

. . . . . . grammi J50 l'iuturn dr 1odo . . . . . gocce 12

S. Un cucchiaio dn tavolo in mezzo bicchier· d'ac(jull zucchera ln ogn i 2 ore. Lo Messo aut<m~ l'accoma nda l'aggi unta di pochi milli grammi d'ida·oclor elo di mor fina ad ogni cucchiaio oppure di sostiluire 30 gl'ammj d'acqua disullata con altrcUanli d'acqua di lauro- re r aso. Il Cenlralulatt fiir dia uesammle Tller apie raccomanda le due pre~crizioni se~otuenti:

t• Cloroformio . . . . . • . grammi fJO Tmturn di iorlo. . . . . .

gocce li

S. Cinqu~ gocce la ~era in un bicchler d'acqua •h Sell7.. 2' A Ct]Uil di"lillata . . . . grammi 100 ldrocloralo di cocaina. . ceolgr. 3 Anllpirina . . . . . . grammi l

S. Un cuccltiaio ognt meu'ora. Il "eguenle metodo in cui 1<i adoprano successivan1ente lre soluzioni da anche buonj risultah: l• Alcool . . . . . . . M~nlrlo. . . . . . . . Tinluro eli no~e vomica. .

. grammi JO

'/!

2' 'l'inlura di iodo . . . . . . g rammi 1e 3' AC<Jlll:l aatut·a c.li clorofòrm io. grammi lòO


DI TERAPEU1'1CA

19R!l

Ogni uH:u.'ora, acl ogni quarlo ù'ora, se necessario. il p11· zient.e deve pr endere un cucchiaio da lhe dell'acqua cloroformica cui s i a ggiungono dieci gocce della 1• soluzione m un bicchiere d'acqua di seltz ghiacciala. Se ciò non ba~>ta vi ~~ possono anche far ca der e 2 gocce di tintUI'8 di io.lo e flnalmenle, se necessario alle formale precedenti si possono aggmngere 2 o 3 gocce di una soluzione di morfina o di cocaina 1:50. Questa uUima è specialmente usata per iniezioni eoLlocutanee. Se il lratlamenlo suesposlo non risponde bene. allora sì può aser r icorso al seguenLe che è molto semplice e mollo efiJcace: si applichi un piccolo veseicnnte alla regione epigastr•ica e s'introduca nel r etto un su pposilorio conlenente 1!1 centigr. d'oppio pol vera lo due o tre volle al giorno. Il vomito molto spesso cessa, anche quello gravissimo dell'lleotifo n on r esiste a questo tratlamenlo. Qualche volla le inalazioni di ossigeno sono mollo utili Prof. PlU'r TI. - La fe.ll08UOOlllt. ed n feno•uoolnato •odico. - ( Archir>. interna~. Sfl. M. Chit·., seLlcrnbro 18fli>) . T1·a i va ri prodotti pr eparati dall'autore nel laboratorio R. Università di Napoli, pet• l'azione dell'acido !'IUCCInlco sopra il p. amidofenolo ed i suoi eteri t1·ovasi la elossir~nilsu ccimide ojenosuecina ed il sale sodico dell'a cirlo elosSifèOJlsuccìnamico o jen.osuccìnato sodico, quest' ultimo solubiliS$imo nell' a cqua, entrambi interessanti quali antipirelicì ed analgesici p rivi di qualsiasi azione nociva sugli apparecchi dell'organismo umano. Ln fenosuccioa si prepara dal cloridrato di p. a. fenetolo scaldato coll'actdo succinico a 180 gradi fino a eh ~ cessa lo ~viluppo di acqua ed acido cloridrico, ovvero della feuacetina che, pure r·iscaldala coll'acido succinico a baguo di fiabbta, fonde a 160, cou sviluppo di acido acetico: si raccoglte il prodotto dell'alcool bollente che cr istallizza in aghi prismati.ci ìncolori, fusibili a 155, insolubili nell'etere, solubili a 17' in 1300 parti di acqua, e ir1 8~ parli di acf(ua bollente, solubile assai bene e nell'alcool e n ell'acido aceLico bollenU. dellt~


Il! VISTA

Jl reuosuccinato sadico si oLliene sc-aldando l'ijlossifenilsuccinimide con soluzione acquosa di s'oda èd i' polveroso,

bianco, solubilissimo in acqua e dalla soluzione oon si separa che dopo quasi completa evaporazione a ba,ano maria: il sotlio vi é contenuto nella propor xione di circa s.~o per cento. P er quanto aoncerne l'azione biologica della fenosuccina, il pror. Baldi di Pavia trovò che nella rana, a dosi med ie, essa dà origine a contrazioni toniche spontanee o dietro stimoli come la fenaceLina. raleool, ecc. mentre le dMi piccole non provocano alcuno dei renornen1 d1pendenli da aumento dell'eccitabilità spinale: ed inollrij, ciò che (• assai importante pella fn·atica, il eangue trattato con soluzione concenlralissima di fenosuccinato sorlico, o di fenosu ccinu, non presenta la sl1•ia caralterislica della mela·emoglobina. Il Giofl'l•ecli pl'e!'!en lò ullimam~ute uno studio compiuto sulraz.ione biologica di queste .!!ostanze alla R. Accademia di medicina di ~opali, del quale merilaoo dJ esser conosciute le seguenti conclusio1ti: 1° La fenosuccina produce negli animali inferiori, a dosi elevale in primo tempo paralisi dei movimenti volontari, eJ esager azione dei l'itlessi per paralisi dell'encel'alo ed ercilamento ~pina le , in secondo tempo paralisi gP.Oer ale. 2~> Gli animali supet'iori resistono a dosi molto alle di fenosuccina, la cui azione, a grado tossico è analoga alla precedente con prevalenza però dei fenomeni paralitici. 3~> La fenosuccina è sosl.onza anlipi reltica capace di deprimer e la lemperalura fisiolngica da uno a lre g t·acli. 4o Es$8 ba pu1·e uua spiccata azione sedativa. 5' Le dosi piccole non esercitano alcuna azione s ul cui) re e sulla re~pi razione: quelle elevate pt•oducono invece lieve dlminu7.ione di frequenza lanlo del polso cl1e delle r espirazioni. 6' La pressione S{lnguigna non si modifìca colla piccole dosi: a dosi mollo alte la pressione si abbassa di 31) a iO mil lime tri e ciò unicamente in dipendenza della vasodilatazione periferica.


DI lERAPEUTIC\

1~9 1

7. L'a1.ione antipirt'lli~ dipende da duP or lini di fatti : aumentata di~persione, e diminuita produtione; pre'"alente la prima colle dosi piccolP, la ~erondu colle rlos1 ele,·&Lt!. 8" La maggior dispers1one devc<~1 alla vaso<hlatazione periferica dipendente da ll'azione del farmaco sulla parete V8!14I C',

!l" Lo diminuila Lormogenesi non (l in rapporto coll'azione del farmaco sui centri termici cerebl'ali, né <~ui presunti spinali ; ma nsso diminuisce la produzione di calore percbè riduce ed O!-lacola i processi biOchimici della cellula per atione rlin Ua ~<ulla ~ua attività nult•iliva. 111• Lu fenosuecma non ha alcuna azione "1.11 sangue anche a doperala ad alte doRi, nè mduce 1poglobulia anche ammioi .. Lrata lriornalmenle. La fennl:luccina viene eliminala dall' Ol'gaoismn per la via dei reni : dopo l'assorbimento essa t<i trova èil"Sociala neiI'UI'ID8 in acido succinico e fìniLidina, la quale porzialmenLa si INisCorma in eter i l'enilsolfonici, i quali, ricercati nell'urma l'O) metodo di Salkowski subiscono dopo l'uso della fenosuceina un notevole a umento. Le esperienze terapeulirhP, islitutle dallo etesso Gioffred1 nt>llo spedale di S. Maria della pace in Napol , avrebbero d1mo~trato che la fenosuccioa c <>pecialmente il feno•mecinnto <~odico riesce un buon antipir~>lllrO ed analgesico negli ammalati rebb1·ili, ed è scevro dagli inconvenienli lamentati per gli altri enlipirettici: si obbet•o solo li ~vi sudori nelln defer ve~cenza, ma senza disturbi gastrici, nè b1·ivìdi alla ri~>rcsa febbr ile, nè deprossiono eU forze, no modificoz10oi notevoli sul cuore o s ul re~piro. La dosi nece~sat•ie per aver e l'ipotermia risultarono simili a quelle della anlipirioa: uuo a lt·e grammi. Anche il pror. De Renzi ha sperimentato questi preparati nella ttua clinica e sarebbe ''enuto nelle medesime conclusioni, rilevando specialmente la loro ìnnocuita anche a dol>i el.. val&.

A. C.

82


Rrvrsn btTasloal per l'a•o 4e1 •lero a.ntltuberoola.re prepa.ra.to ool metodo tlel prof. M AnAGLtANo. Pre~"O l'o"pPdalc di S Spirito in Roma si sono iniziali il giorno 6 ollobre alcuni e!>perimenli di cura col !-Ìero anlil ubE>rcola re del prof Maraghano, del quale s1 f<ono lanlo occupati non 80io i gior nali medici ma anche quelh polilic1, ti'UtlAOùOctl di CO"'& che avrebbe un'importanza uoiven:=ale f,!l'andi~--1ma.

I n allesa di conoscel'f.l il risullato di que"le cure sper1· ro•·nlah te:;lé iruziai•"!Ì, cre-liamo utiiP di riprodurt't' le"tUI<I· mente la istruzioni '!!ull'uso Jcl siero anliLubercolart~ (l) Il qiaro aotilubt>rrolare preparato col metodo del prof. Mil· ragluwo, ha al pari d1•gli allri si~.>ri !lpecifici già in uso pt•r altre malallie 111 propr1età di mellere l'organismo in cuso di combatlet·e l'infczior!l'l. Queato fine 1>1 o!tiene, secondo le opinioni vigenti, non lauto in via direLta, qnanto in via indil·ella, cioè pl'Ovocando per mezzo dei steri !o!peciiìci nell'organismo le prncluziona dr melZi straordina1•i d1 dit~sa. /~ art questo punto che (!erf' portarsi !lpectalmcntl' l'altenstOne dei medici pratrci perchè se l'organismo dell'ammalato non. è piiL in grado tli pren· dere parie attloa. al trrdtamcn,to, i sieri specifici non giorano pw c l'uso ne dioenla inutile, per quanto ~ia innocLio Ciu vale pure 1)er il siero antilubercolare. M ooALITÀ o'Lso. - Forme nprr etu:lle. - Abilualmenle le eu l'n deve e.ct!'erc condollu nel mollo seguente: Pd pr 1mr dieci ~iorm se ne iniella 1 c. c. a giorni ollerrti, ne• d1eci g1o rn i ctuc.·e!tSI\'1 l c. c. Of!ui giorno. N et died giornt succes<trvt ancora 2 c. c. ogni giot•no. E si pro<>eaue cn~l fino o che i ralli umid1 non siano del Lutto scomparsi. Oop{l ciò l'• hene praliC'are per un mese un' miezione di 1 c. c. o~ni due {{iOI'ni. E J>f'l' un anno anco ra, in via di precauzione l t• <' o~ni ~ettimena.

11 Voda•i nnch& In uircolnro inscriL;t nlln nnu del r.lscicolo,


ni TEl\A PEUTLCA

H93

Forme l'ebbréli. - Quando vi é febbre: se la febbre é leg~r~t , inlermiltente con elevazioni vesperlìne poco consider evoli (37,7-38,5) si leo~a lo stesso procedim~>nto. Se vi é febbre persistente subcontinua, con oiCre elevate si iniettino 10 c. c. in una ' 'olta. Se due o lre giorni dopo l'iniez•onP sì constata una apprezzabìle remiss1one della cura termica. si ripeta dopo olto f!Ìorni unR nuove miez•one di pari quanlilà e cosl via via fino a che non Riasi raggiunltt l'a piressia. Quando vi si è a rrivati, si proseg ue a iniettare secondo i casi i o 2 c. c. per giorno : tenendo le norme ind icate per le forme apiretiche.

In iezioni: località. - È preferibile praUcere le iniezioot nei punti io cui il conrleUivo sotloculaneo c meno denso e più facile l'assorbimento. Le parti laterali del lrunco, il dorso luni-!O la linea ascellare posteriore sono p••eferibilJ.

Teen.iea da segu.irsi. - È necessario anzitutto fare un lavaggio sul punto della iniezione con s apone ed essenza di lremenlina e poscìa con solu~ione di sublimalo cort·osivo; indi asciugare la paPle con coLoue idr·ofllo. Si faccia una pennellazione CirCOSCr ftta al punlO deJIA iniezione dì M ÌÙO feuiCO in glicet·iua al 5 p. 100 e senza asciugare, tlOJ.lO aver sollevato una larga plica di cute, si infligga l'ago p•·olondnm•:mte e procedasi all'iniez.iorle. Per evitare ogn i possibile inquinamento è consighab•le di .ullingere con motra diligenza il siero 1.Ltretianu.mte dalla Loccelta. È necessario servi~i di siringhe ster1Jizzale della capacità proporzional.a al siero da iniellare. Pe1· sterilizzare la siringa ba sterà imme•·gerla con l'ago Cllnnula in acqua rredda che vet·rA poi por tata e t~nuLa alla ebollizione per un quarto d'ora. Qua ndo le iniezioni sono falle colle dsbile cautele, non si ha alcun a ccidente locale, fJualche ra ra volta un leggero at·t·os,amento, che si dilegua in capo a due o lr·e g1orni. Cons'l roazione del siero. - Le boccelle contenenti il siero <levono essere conser'vatc al ft•esco ed al buio.


t ~94·

RIVlSTA

INDICAZIO:-it. La cura è abitualmente utile in tuUe le forme circoscritte ed apiretiche di broncopolmonite tubercolare, con poco o punto a ssociazioni microbic!Je. (Il pt·of. Maragliauo prefet·isce 1a dicitura circoscritta s quella inct· 71iente, perchè la storia di un focolaio dal punto di vista Cl'Ouologico, non si può mai .bene determinare. E quello che piu imporla dal punto di vista pratico, secondo il r1rof. Ma· rllgliano, è la esten sione e non l'eta di un processo tubercolare). In Lulte le altre forme più gravi le iniezioni possono recar~: dei beneficii minori via viaJ quanto piu la gravezza e spicca!.a. CONTI\OINDICAZJONI. - Il siero non è mai dannoso, quindi non è controindicata nè in a lcuna forma, né io alcuu fenomeno morboso speciale (febbre, emoLLisi). Ma se non danno"e, le iniezioni possono essere inutili. Quando in capo o 6-S settimane non se ne abbìanrJ benencii, é inutile ìnsisle t· vi. T nATTAMENTI Accessonr. -Durante la cura colle iniezioni è bene mantenere colla più scrupolosa nUenziooe gli ammalati nelle mi~liori condizioni igieniche, s.ia per quanto riflette l'ambiente, sia per· quanto riguarda l'alimentazione. 1!: cet·Lo cbe le cut·e falle in buoni e speciali sanatori, rimarrà sempre a parità di condizioni più utile e sjcura.

Norme alimentari. - 11 prof. Maragliano liene abitualmente le seguenti norme: t• Pasto alle 7 del mattino : una lozza d!.i mezzo litro di latte con caffè ed un cucchiaio dj cognac con due uova al g uscio. 2o Pasto alle 11: una minestra piulloslo abbondante, preferibilmente dì pasta asciutta mollo colla, condita con burro o s ugo di car ne, un pezzo di carne, formaggio, 1/ 1 od 1/ , di litro di vino, una tazza di caffè. 3' Pas to alle 4 poro. come alle 11. 4' Pasto alle 9 pom. come alle i ant. Come complemenLo del cibo il pror. .Maragliano fa pren-


DT TERAPKCTICA

dere ati ogni p(lsto un cucchiaino delle sue f10lrer 1 ricoslilllPnti con emoglobina, la cw rm·mola f> nota. Quantlo si tratta di amrnnlati febbricitanti altament~, il profesM r Maragliano consigl ia i pa~li ma tuUI uguali a quello eegnal1 alle 7 ant.

Preteri.zioni farmaceutiche. -

Nessun medicinale per le

vie gastriche.

Sota. - Il mediC(J curante è vivamente pregato di dare nollz1a al pt•or. Maragliano (Genova) del ris ultato della cura mJ1cando le condizioni nelle qnalì ~ i trovava l'ammalal o

prima di comincial'o le iniezioni.

G.

FORMUL~RIO.

Cotttro le perioiJ.~e (Eschle). {Clinica morlerna). Pr. fo~lie di belladonna. Fu infuso in aC•JUa . A gg. antipirina . . Sciroppo lampone .

cenligr. 50 g r 00 » 1 30

S . un cucchia1o da dessert ogni due ore. Contro le oerruclte mt4ltiple (K a po~i). g r. 10 l) 25

Pr. Ftori di zolfo . . .

Glicerina. . . . . Ac1d0 acetico puro

• z)

Mesci e se~na . uso ~~terno. Agi tare la boccetta pr ima ùi servireene. Ogm giorno apphcare questa mistura sulle parti cop~rte da verruca. Le escrescenze papillomalose appassiscono, s1 di~~eccano a poco a poco e finiscono per distac<'arsi. Cont ro il cet·t~me che ottura le orecclue. (Bollettino ter ap o farmaceutico).

Pr. Carbonato Ili soda . GliCCI'ino Acqua

gr. 0,50 ~ 6

• 6

Si ver si ll'e volte ul gio1·no 10 goccia di quesla soluzione te pida nell'orecchio P vi ~i mantenga pet• 10 minuti.


Rl VISH 01 TEIIAPE UTICA

C(Jntro le pollu.Jiorti nottu rne (come sopra). Pl'. Solfat.o di rame ammonia cale . gr. 0.20 A CC (U8 dt:olillala . . . . . . • 15 Se ne prendano da 3 ~ 6 goccie, due volle al gior no. Per potere apr tre un patercccio &ensa cio/ore (come sopra). Pr. Clororormio . . gr. 10 Etere solfor1co . . . . • 171 Men tolo . . . . . . o 1 )Jesci e sPgna : per polvt•rizzar e sul ùito ammalato. Si ottiene insensil.liltta coaupleta e persisleute per circa :1 o ~ minuti, qua nto ba!'ta por aprtre un patereccio. C011gnmlioite blenorr ag.ica (Racco,:tlilore medico). Fare ogni due ore nbbon.lanli lavacri colla seguer.te :5QIuziono da permanganato polussico in ac•rua bollila : P e rtO ari~a nAlo

potdssico cenligr. 30

Fa una carlina. Da ad<'peraru una carlina per un lilro d'a cflua bollila . Mallina e sera toccare la congi untiva, a pnlpebra aL·rovesciala con un pennello imbevuto nella segu••nte soluzione. Nitrato ùi nqrento . . Acqua òi~ tillaLt~ di r osu .

gr. l • 31)

.

Con tro la seiatica (come sopra). P r. soluz. olcoolaca di lt'inilriua ad 1 p. 100 . . . . . . . ~r. ~, Tintura d1 capsico . . . . ~ 7,f>0 Acquathstillala eli menta piperila • l f> m. s. da p. 5 a IO ,:toccie tre volte al g iorno. Cllr a locale delle necr algie (cc.me sopra).

Mentolo aoo . Guaiacolo ana. Alcool M~ol uto

gr •

J

l)

J :~

Penoellazioni s ulla parte dolente per quatche minuto, ind1 si copro con ovatta; al bisogno s i •·ipeta la s pennt>Jiatura due od anche tre volle nelle 2 ~ ort>.

G.


1 ~97

RIVISTA DI T~LNlGA E ~ERVIliO M~OICO MILITARE

------

Doti. Ù ÉLISLE. -Note aul aervlzio a&Dlt&rlo nella guerra olliDo-gl&ppoDeae. - (.'\rc/tioes de m.édecine naoalP ci coloniale, giugno 1895). 11 dott. Délisle, medico principale della marina france<>e presso la divisione navale ùell'eslremo Oriente. a bor do rlel Baqa.rd, a vendo avulo spesso l'occasione di trovarsi coi bellil(eranlr, pubblica negli A rchioes sopracilali un Interessantissimo arlicolo in cui da preziose infot•maziooi sul personale e sul servizio sanitario duranle rullirna guerr·a cbinoglappor'lesc. Il personale medico giapponese si recluta fra i Licenzinli della facol tà di Toldo, nella ()uale i corsi sono professati da eur·opei. Il licenziato cbe desidera ser vire come medico militare deve farne doma nda, prima dei trent'anni al minisler•o della guurra c.Ia cui, se é riconosciulo idoneo, r iceve un numero dr classiflcazioue, quindi ra un tirocinio di sei mesi alla scuola di medicina militare di ToJdo, poi é mandato in uo regg-imenlo col g rado di ~o~loLenente: la carriera progredisce per tullt i gr adi fino a quello di generale di b1·lgata, occupato dal medico ispettore residente a Tokio. Put·e essendo sufficiente il diploma di licenza della facolLti, lA maggior parte degli uflìciali superiori del cor po sanitario sono laureati, avendo poi voluto acquistare anche il titolo di cluttor u: se conseguito in Europa, questo lrtolo non è ritenuto va lido. l dimissionar i passano alla riserva, e sono numerosi perchè molli ama no ser vi re qualche tempc) ne ll'llser cito, pt•ima di pa~sare aJla pratica civile: essi m caso di guer ra sono chiamati a pr es tar servizio nei cor pi o negli ospeda li, e l'autore nQ


Rl VI 'ii\ DI TEC' l C.A.

v-ide molt•ssitnl nei tre corpi che operavano in Corea, Mauciua·ia e Chong-Toung. l rarmncisLi sono pure r eclutata fra i UcenZJ&ll della facollà di T ok1o. Gli irifermìeri milit.sri fm•mauo un COI'pO ~:;peciale reclutato fra 1 soldati aveoll unu sufficiente istruzione. li soldato aspirante infermiere fa un tirocinio di se1 mesi in uno spedale militar~, clove disimpegna il ~er vizio pratico, segue un iosertnamenlo teor1co e subisce esami mensili: Hoilo il seanestr e, so o ttiene 11 brevetto, pa<~'"'a 10 uu reg~1meoto come rnfermiert•, come 11emplice .,oldoto nel caso contrario. Gli infl!t'miea•i banno dei gradi a s~1milatì a quelli dei sollufficia Il. J portO./t:rtft, presi llclle 11Je dei soldati , ~0110 blruih con eset·c1zi pt·aticl speciali. Data la composizione del a·e~~imento ,:tiapponese, l'autOI'e r1parliscc co~i il E-uo personale sanitario: sei medtei, di CUI un maguiore, due capitani e ere suòaUern.i: tre seruen.ti e tlrxlici capor'ali ir!.fermteri: 'Jllarautotto portaferiti. 11 mater iale SAnitario dei corpi, analogo a quello frtulcese, é rincbi~;so in ce<~selLe s peciali che ne rendono facil i! il traspo l'lo a spalla o sui cavalli. ~1ancaoo completamente i carri pt:l lrasporlo dei ft~riti, d paese non prestandosi a tale genere di trasporto: i feriti sono trasporta h su barelle, d1 cui la più semplice é un rettangolo di tela forte ai cui lati si flssa uo due bambù; e un'altro, ha 111 più due tra verse di legno sui lati cor ti, c.he manlenemlola distesa, impediscono la compressione del fe1•ito durante il trasporto. l giapponesi avvezzi dall'infanzia a portar ~··ossi pesi fanno degli eccellenti portaferiti. In tempo di guerra l~ formazioni sanitarie di prima linea sono. a) tl pOJJlo di soecorso impiantalo dietro ogni battaglione dai r ispettivi mt>tlici !luballerni, aiutali dagli jnfermieri u porlAferili del battaglione sles~o: i fer1ti vi sono lraspor tal:, medicati e provv1sti, se del caso, di tabelhnu indicenti la nolura. la "~'di! della ferila , la medicazione falla per l'ulteriore tra~ porto alla


& ~BRVIZIO MEDICO )JII,ITARB

H99

b) nmlmlan.:a, che non ha come .Ja noi m~>d1ci proprii, ma baUaglione e dir.-tta dal mag~iore med1co, per cui non ò una ambulanz!\ divisionale, ma reggimentale e ve ne sono tante <{uanli sono i r··~­ gimenti, salvo nel caso in cui più reggimenti agisrann meit-me, e allora 1 riApeLt1vi mPdici 1.i riuniscono anch'ossi, fo•·manclo un umco stabilimento sanitario analo~n alla nn!'.lra sezione di sanità, con eguale funzionamento. sc~l~ f' ~epa­ I'Rzinnr dei feriti, opernzioni eli nPre<~<~ità, ctgombro <~u~:ce"'­ aivo verAo c) l'osperlalP tla campo, il quale <~lu più indietro, cou ma· teriale pe1· rento l11lti: pt>rl'ouale e materiale propr10, Indipendente da I'JU&IIo dei corp1: se~ue la div1S1one; il direttore vi ha grado di tenente colonnello: ve ne sono sei per ogn1 divi!lione, e v1 sono arlùelte due compagnie di por lafer ili con 170 uomtni ciascuna: d) l'ambulan:a jl$s<t, ospedale git\ esistente o c1•ea.to per la durata della guerra, non ha potuto funz1onare in Corea e DPIIa Manciuria; 1 fer iti rur·ono evacuati ~u ospedali temporanei impiantali in post1 piu lontani, Gen sau, Fusau, Seo ul, Chernulpo per la prima, Taheuwan, PorL-Arthur pPr la seconda, cio ve furono coslrulle delle baracche-o ·pedala, e dnve i fer ili furono curali Ile un per~ooale, meiici ed inrermieri, por lo più volontari. L'autore rlescr1ve ~li ospednli di la,·ole impiantali su questi punti, abbastanza vaslt, senza alcun lusso, ma d1 una pul•~ia e di una el'attezza minuta tuHa giapponese, dove i rer1ti arano trnllat1 con ogn1 riguardo, rosaero gia ppone<~i o chine~i, In locali però separati, da I'agazze o Ji(ioven• donne, 1l cui emu<~iasmo patriottico le aveva portale &ti a<~socia..si nella società della Croce Roua giapponese, sotto la di rezione di medl!~i. como loro volonlarii, o apparleoenli alla riser,·a dell'esercito. l veri ospedali fissi e rano al Giappone, o ve cinque battelli a Tepore Lraspo1·tavano i malati e feriti dell'esercito, a Tokio, __,_..... :u Jroshima, Nippon1 Kiuseie, e che erano etali ingranditi e e onvenieulemente arr edati. La flotta spe.!1va 1 euoi malati egli ttpedali di Sa febt>, Hourè e J oukuoka. Il dottor Popoy, me\lico capo rus"lo, d1ce che a Riro~hima due nuovi ospe~ formata dai <'&pllani medici di ogni


1300

Rl VTSTA 01 TECN ICA

dali erano stati aggiunti a quello prima esistente, e vi si potevano curare tr emila malati, con medici in numero surtìcieote, con materiale sanitario in abbondanza, coll'anlisopsi moderna praticata in modo inappuntabile. L'is:nperall'ice, presidentessa della Croce Rossa, alles tiva a Tolda un ospeùal~ impiantalo con lusso, col servizio disimpegnalo dai piu celebri pratici della capitale, e dalle infe rmiere v olontar ie, di cui estsle una scuvla a Tokio da ohre dieci an ni. L 'auLoro passa poi in r·ivusta il servizto di sanità ùellll marina, in cui i medici hanno attribuzioni an alo~he a quelle loro assegnale n elle marine noske. L"lst.alluioue sauilat"ltl del naviglio gia pponese vi é pure &llaloga alle nostre p~r la sala di visita, l'ospedale, il pol:!tO dei reriLt durante il combattimento. Egli rileva taluni difelli nella costruzione di q01:tlche corazzata , ove manca un posto di ricovero pei reriti e pei medici dut·ante la baUa~lia, e ci La l'esempio dell'Hiyei, s ul t.JuaJe uol forLe della battaglia il quadra to òrgli urfìciali, scelto quale posto di medicazione, era pieno di f'~· dti che i medici stavano medicando, allorché mentre vi viene LrasporLaLo il comandante ferito egli pure, una gruItala chinese tr aversò la parele c.iel quadrato, scoppia eù uccide comantlanle, m edici e la più parte dei ft!t'tli; il Déli,..lo si vale di questo accidente pet• richiamare l'attenzione di'gli ingegneri sulla necessità di pt·edJsporl'e convenientemeulo pei feri~i le parti n1.eno vulnerabili dt~lla uave. La descr izione di un ingegnoso apparecchio di traspot•lo dei ferili o bordo delle navi giRpponosi termina la Mem oria del dotto medico, che merita esser Iella da quanti s'iuteressano dei soccorsi ai fer ili in guerra. A. C.

GnossHElM, generale medico. - L'eçertenza aul •llltema delle tende. -(Der Mtlittirarxt, N. 18, 1fill5). Il ricovero de1 ferili solto le tende deve ess ere consideralo carne un irulispensabile n1ezzo di soccorso per l'adero· pimento di un efficace servizio sanitario in catHpagna; e se


B SIU\VIZ10 \IEDICO ~IIIIT.o\RE

130 1

pure nelle regioni r1ccbe per popolazione, per edifici d'ol'tni sp~c1e non mancher·è il mezzo di ricoverare i numei"O!>i ferua anchu rlopo gr·andi e micidiali battaglie, sarà !>t>mpr e un grande vantaggio avt>r e a di .. posizione dei mezzi d• l'icov.-ro provvisori come quelli cbe ci sono fot•nili dalle tende e dalle bart~ccb e mobili. Ma assolutamente necessari tla•entano poi •tue~li soccorsi nei paesi povet•i, spopolati, le cui abilaztolli @C&rse e m eschine non si prestano ~urtlcenlernenle ad ucoogltere fer1ti ed infermi. Il medico di r·eggirnento doll Haharl, nel suo lodalissitno lav0ro sull'~nfluenza delle armi a lu n~a portata sopra il ~er· ,.,zio le'&nilario in campagna, ci fa vrdere qoonto <~ia da t'tlt>nersi elevota lo ctfra delle perdtle nelle ruLure guerre. Come punto di par tenza dC'i ~uoi calcoli egli !!ceglie uua dt· Vt«wne di fanteria con Jf>,lllfl fucili, cd amm ~ lte <'he un sol,Jnto cousumi solo la melù della suo mumzione che u th 150 cartucce. Sarebbero Adunque sparnli in quella divisiotw :!,.H2,000 colpi, dei quali 5856 ''anno alla meL8, cosiccba ri sultl"rebbe una perdita del37 p. 10() e quindi 11iù di un terzo di una divisiOne sarebbe tnPssa fuori di comhaLLimen to per ferile. Ver amente Habartdichiaraque<~tocompu to probabilmente troppo eu'vato in massimo 1-!eOel·ult•; fa però r iftellere che in dall' circostanze questa cifra potrebbe e~s('re raggiunta. Il feiJ tuarescitlllo Roskitlwics c~tlcola per 10!1,000 uorniui una per•l•ta di 2~,on uomint per ti fuoco tlt fucileria, ed a t(Ut>Sto p.. t·dtle dovrebbec:;i Agf(iungere quelle pe1· l' arliglie1 ia computale ol IO p. 100 = 2i00; cosicchè lP perditP totali <~i elevet•ebbero a 26,'.00 vale a dtre al :n p. LOO. Altri autori danno rifre molto ptù bas'l.. ba!>undo essi ti loro calcolo di pt·oba· bili là non sul numero delle cartuccia sparate e dei pt·obabili colpi utili, ma bunRI sulle nozioni di esperienza acquistate 'Hile perJate avvenute uell~ ~rand i battaglie. Se p e~. c:;j prt!ndono per ba e i dati dal rapporto sulla guerra frane• ~ermanico 1870-71, si lrovo che le pot•diLe nel comballimenlo dt Wtonville- Yars-la·Tot.r furono del 2~ p. 100, a Gravelolte À Sainl Pr,,•al IO p. 100, a Worth 1:!, a Spichel'!l 18. e che nei pol'iodl dt>lle guerre anteriori p. es. a Kuner~do rf 1:1i pet•dette il 3~ p. 100, a Lipsia 25-3:l p. 100, 11 BeUe-Alliance 2:, p. IliO


l ;31)t

lliVISTA DI TECSIC.\

per parte Jegli inglt~5i, mentre e~se p.·rdite per ru .;-i a Plewna si calcolarono al t0,6 p tOO. Queste cifre naturalmente non devono esser prese come indici sicuri pt>r le guerre future, pur tuttavia é da notarsi che nei circoli militari competenti domina l'opi aio ne che in avvenire si osserverà probabihnente un aumento nel numero dei fel'ili,'ma non in così grande proporzione, poiché il per· fezionamenlo delle armi non porta con sé la necessita di una elevata cifra di perdite, e questo ci é insegnato dalla storia delle guerre. Se si ammette una perdita media Jel 20 p. 10:.1 (nella guerra 18i0-ìl essa fu del 14,3 p. 100) e questa media si mantiene per un' armal" che abbia la sua fol'za normale, ne viene che per i sopramenzionali 109000 uomini si avra la ragguart!P.vt.le perdita ùi 21,800 uomini l1•a morti e ferili. Bene inteso non si e!'clude che in siugoli ~ rav i combaWmcnti la rifra si po!-!sa elevare e cl1e specialmente certi reg~imenli o brigale che si trovino piu esposte abbiano a soffrire perdite ancor maggiori, ma d'altra parte altl'i repa1·ti di truppa in compenso perderanno meno. Per es. il16 r <'ggimenlo fau ter ia perdeUe in un giorno a Mars la-Tour 131:{ uomini, ma furono so!Lanto otto 1 reggimenti in tuLto l'esercito tedesco quelli che in una giornata campale soffl·irono una perdita di più che lOOU uomini vale a dire un terzo della loro forzR E> 3't rt>ggimenti i quali colle loro perdite si te nnero tra gli 868 e 182 uomini (21,9 sino a 16,9 p. 100) tutti gli alll'i, quindi il maggior numero, re'llarono mollo indietro a quesla cifra. Vf'dere con certezza nel futuro non e concesso ad alcun mortale, ma Grol"sheim, fondandosi sui ùati che orJinarlamenle servono al calcolo delle probabilità, crede che collo stabilir e le nostre future perJile al 20 p. 100 110 11 si an d• ebbe molto l ungi dalla r ealtà. A mmes~a questa percentuale si dovrebbero contare per ogni armala di i09,000 uomini, all"incirca 22,000 tra morti e f.-riti. Togliamo da quel"ti, d'acco1·Jo coi calcoli tli Habar t, ;,ooo morti s ul campo (meuo del qual'Lfl della perdita totale) restano 17,000 feriti che abbiso~mano di medico soccorso, e secondo gli ordinari coulp ~i, fra questi Cerili trover emo all'incirca due terzi (Il, iOO) di leggeri ed 110 terzo (5700) gt•a vi.


E ::ì&RVIZlO

~ffiOJC(l

M,!LlTARE

1303

11 ,100 t'dr iti leggeri , dopo meJicali e ristorati devono portarsi indietro oppure bivaccare in adatti luo~hi; tra i 5700 feriti gravi si devono comprendere ancora alcuni feriti alle estremità superiori co~iccbé 8i possono calcolare probabilmeut~ a 50')0 i feriti gravi c!Je resLano alle s ezioni di sanità tHauphverbardplatz) o posti pr incipali di meJicazione dei quali per un'armala di 109,000 uomini e costituita di tre corpi d'armata , ne sono disponibili nove, quindi ad ogni posto principale verrebbero assegnati 555 feriti. Siccome poi sarà sempre possibile di piantare al coperto alla sera stest=:a della battaglia tre ospedali da campo di 200 letti per ogni corpo d'armata, co;;i per· ogni posto principale restt>rebbero ancora 2:J5 ferili senza ric(lvero, e questo bisognerà pur·e pt·ocacciarlo; da ciò è dimostrata la necessità di supplìr e a questa Jetlcenza col sistema delle tende. Come é nolo, ogni soldabo porta con sè una porzione di materiale d'attendamento con cui in compagnia di alki soldali può s Labilire una comoda tenda. Se egli resta ferito od ucciso sul campo quel materiale r esta disponibile; adunque col numer o qei feriti e dei mor ti aumenta il numero delle t~ntle utilizza.bili. Spetta ai portaferili del distaccamento sanitario portar quel materiale alla sezione ed impiegarlo per r~reziooe di tende. In quesLo modo, mediante apposita istruZIOne del Ministero e suUa esperienza acquistu[a nelle eserciLazioni si potranno r izzare tende di varie sorta col materiale che verrà sotto mano; queste tende pott·&nno accog!iet•e sino a 20 ferili ed assicurar loro il primo ricovero. Si noti che i carri del distaccamento sanitario sono fornili di 5 stanghe i quali con 22 pezzi da tenda si arlaltano alla erezione di una stabile e spaziosa tenda per 20 feriti. Dieci di queste tende possono senz'altro essere piantate in ogni posto prlnctpale di modo che si ha con esse il ricovero abbastanza confortevole per 200 ferili. Pe r gli altri 55 ferili che rimarr ebbero ancora secondo il calcolo sopra enumerato offriranno posto s ufficiente le altr e specie di tende fabbr icate parimenti coi teli che formano il corredo individuale della truppa. E qui va notato il grande >~nnta ggio che questo materiale da tenda non è portato sul campo coi carri.


lllrJST\ 111 TSf':ldC;\

S'111lende rio s.:• cb"" '(l dtwr A procurar d tli 'uolar.: l {Uelle lrmde il p1ù pre~Lo po~" bilt> e condurre i feriti ft~li o,pe.lah Ja caropo dietro la linea, ma mtanto non si Avré bi<lO,~rno d1 atfrellll"!'l troppo 111 questa opernzione po1ché esse lend•; !:'ono aprwopriale a dtrl'ndere almeno per I'!Ualche giorno 1 ft>rilt dallt! intemperie. Que<~to sistema adu nque otTrtrebbe un efficace mezzo di "'>~corc:o per i prirru P piu d1Hì •ili momenti detrafflur>ow dei f"rtti Gro;;sboi m passa in selluito alla oluziooe di que~raltr•' 'lue->ito: Cf)me può e~c;e re utilizzata lA tenda per la cura dt'· flniliva entro Il territor io tfeJie tnppP? Per t!li ammalali e f~rtll leggeri st abbtso~oa dJ tend" qpaziose Ctln sufficiente SUJ•et·tlcie. Esc;e devono es.qe rt• nrte,!· ffìate e "labili ed offri1·e <~uffieien te ripa ro dalle intemperte Vi de"ono tro,·ar posto in ciascuna da ~O a ili) uomini. Cento dt queste tende potranuo acr.ogliere tn totale 5!11)11 uomini Oltre a questi• ten le ru grandi dimeo"i 101 [ZÌO\era averne tn r iser va altre più piet·ole per 12· 15 uomim e quest~ dovranno avere tutto l'ocMrre nte per 11 traH~menlo definitivo Ottanta d1 que:;te nell'e«ercito tetlesco ~ono g18 reFolarmente a ssegnale ad ogm deposito di ris .. rva, eJ uno suffir1ente provvista d1 entrambe le spec1e dllvrà e "era sptnte pill a vanti cb» sia possibil& coi primi treni rerrov1ari. e dall'ultima ..tazione r~rroviaria vengono po1 tolte per essere t1·a~portale ptù oltre o colla rtlrrovia dt campagna o con carri o rdmori sino al "ilo do' e OOL'Orrono Si t\ fallo oli~;; tende l'appunto che In eqsp l'aria diventa a lungo andare soffocante e cniJa spec1almooto io Lemro di pto~gia che olJ· bli~A n tener chiusa la tendtt d'ogni Ialo mentre rumidih.t rende la tela tmpermeab1le all'aria. Ma questo snconveniente ~i può togliere stabilendo una buona venltlaz•one. Oltre a ciò vi é biso:cno che la tenda ~ia tPnul.a Cl'llla ma"· "ima cura e c;or"eglianza per parte del per sonale ullrimenl d1venta prPillO in..e r\•ibile. L'i,tituzione di gran•li mezzi di ricovero per i feriti immeJialnmenle alle ~palle dei comballenli non to,.:lie J'ob· bli~o all'ammimstrazione militarP di provvedere allo sgom ·


K SERVIZIO M&lll CO MILITARE

l :lO:i

bero piu ct:e !'lia possibile solledto der Cariti e malati lral pOrtebili e di avviarli aglt stabilimenlt sao•tarit in patria. Con tutto ciò resterà un raggua rdevole numero di soltlati blllognevoli di medico soccorso sul campo e cbe sul cam po stesso si dovranno mettere al coperto. Molli di questi oppunto troveranno la loro salvezza in un ben or-ganizzato sistema provvisorio di tende.

Aloulle oa..rva slonl •agll eaerol:ll • peolaU 4l lervhto aanttarlo ln campagna del governo m.lUtare 4l P arlai. - (P rogrés Médtcal, N. 4,~ del 1895).

L . B UTTE. -

L'autore, evidentemente medico eli riserva o territoriale, pubblica le ~ue impressioni sulle manovre speciali di servizto tli sanitA a Cili prese parte. Tali manc.vre organizzate la pt·ima volla in Francia nel 1892, si effettuarono tutli gli a nni s uccessivi nei diolornì di Parigi, e quest'anno pure eh· bero luo~n dal 7 all'ii clell'ottobr·e scor~o. l medici di riserva e dell'armata territoriale sono invitati ad assistervi, e vi assistono in numero sempre crescente. mo'itrando cosi l'interesse elle vi prendono . Le manovre furono dir·elle dal rneùico principale D.r Ricltard e compresero pei primi due giorni conferenze e dimostrazioni del malet·iale tecnico e di opprovigionamento delle varie formazioni s anitarie, s ul fu nzionamento delle forma1.ioni sanitar-ie di prima linea e ~ulle nozioni circa gli ortlin1 di movimento, l'esecuzione delle marcia, Ja l'egolam entazione del servizio di sanrtà durante le fasi s uccessive dt'l combatl.imenlo. Si esegui in seguito la partenza delle formazioni sanitarie pel forte di M onlrou~e col prevenlivo carica mento dell'ambulanza e delrospedale da campa~na. Il giorno successivo vi fu il combattimento di una divi!>ione di fant.eria contro nemico segnalo, nei dintorni di tre vmaggi, Eourg- la- ReinP, l' Hny e Chevilly, e durante lo spiegameoto della divisione eJ n comballimento si impiantarono i posti di soccorso e l'ambulanza. Alla ser a sles!"a


1:-Jo6

UIVISfA DI T.HC"UCA

l'ospndale dì campagna sostituiva l'ambulanza che t'imaneva cO!olì di nuovo libet·a e dtl'lponibile. All'iudomani i fel'iti furono Lraspo rlt~li dall'ospedal~ da campagna all'os pedale d'evacuazione impiantato a Hourg-laReine. Nel pomeriggio Jello stesso giorno uu treno sanilario improvvisalo, partendo da r1uesto villaggio, venne diretto sulla stazione fer1·oviaria di 11ootrouge dove fu effettualo il suo scaricamento. Jnllne le manovt•e eb bero Lermine con una esperienza di caricamento doll'ambulaoza divisionale, e col riassunto e la crilica delle opera1.ioni, falla dal ùit•etlot•e tecnico delle manovre stesse. Il ca ricameolo ddl'ambulanza t•ichlese due ol'e ùi tempo, e quello dell'ospedale da campagna poco meno di un' ora. Il giorno del comballirnenlo l'installazione dei posti di soccorso si feee rapidamente, ed in 3:) minuti la tavola d'opera7.ìone era alles tila ed i medici potevano dìspo rrt~ dì acqua bollita. Per ò, secondo l'autoJ•e, questi pos ti reggimentali, colloco.li solo a 900 mell'i dalla linea di fu.oco, erano troppo avanzali perché nel caso vero è qua ;r,i cerl<• che i proielWi nemiCl avrebbero In poco lf'mpo colpito tutto il personale di sanita. E' una osservazione su cui bisogna insistere: in manovr·e di questo genere il ser vizio mediro reggimeotalt• è setnpre collocaLo Lroppo vicino al fuoco del nemrco: é necessario che i medici non si espongano mai iuulì lmente, e non f3cc1ano prova di uo mulile coraggio: a che giove · rebbe l'avere lutti i medici di un reggimento ruot•i di com battimento, quando dor,o la ba ttaglia artluiranno i feriti ? Bisogna che il medico si mt>lla al coperto per poter compiere il suo dovere al momento del bisogno. E' inutile pensare ad assistere i ferili in mezzo al grandinare dei proiettili: è solo quando la battaglia è terminata elle il medico può intervenire: che egli impianti dunqus il suo posto di soccorso il più lontano possibile dalla linea dl Cuoco, e che si occupi sovratuUo di non perdere di VJSta il suo reggimento. Un'altra delle sue preoccupazioni deve esser quella di mantenersi in ra ppor to costante coll'ambulanza, e in ciò deve


8 "RRriZIO \lfOH O \liLIT~RB

1:307

aiutalo t1aJ rnedico capo della diVISIOne il 'luttle, la corrente dei movimenti t.lella propria d1v1sione, può informare sia i medici dei •·eggimenti, sia quelli dell'ambulanza sulla situazione de1 posti di soccorso, de1 posti d1 scambio iolermodiì, e della ambulanza medus1n1a. Un ~rrore, a qut•sto ri gu~rdo, fu segnalato dal direllore delle manovre o t!lln sua critica: i porlafer1li dell'ambulanza, inve~ •li assicurat•e il sen1zìo di sgombro lra Il po!>.to d1 soccor~o ed il posto Intermedio, rima<~ea•o irlf\llivi in questo, mentre in quello si a ccumulavano t ferili. Lo loro parte era CJUellli ù1 andar" e tornare tra il posto intermediO e l'ambo · lanza, mentre i portaf~rill rOf.!g•mentala de' ono condur re i fc:nlt al posto dt medicaztone dal campo d1 balt.agha. L'impianto fieli' amhulanza, ru ciPtto già, ..i effettuò rapidamente, ma le scritturuziont necessarie al mom..nto dell"aamuissione dei feriti esigevano un tempo troppo lungo. Lo stesso deve d1rsi per l'ospedale di campagna che venne o ~<osLilutre l'ambulaoza, ollest1lo molto rapidamente e pronto 8 ricoverare l rerlll, questi dovettero allendere troppo tempo la loro amcnissione perché il medaco di guardia dove~a far e pr•ma troppe scrtlluraztoni. se st rosse trattato di ferili vera, l'attendere tanto tempo l>Ollo la paoggia, c<Jme successe qu1, ~rebb~ stato loro di gravi~t«imo ùanno. Un'altra critica del medico principale Ricuard sul funzionamento dell'ambultmza fu che il per~onale medico vi fu insufficiente, e ciO mentre a poca distanza i medici dello otlpedale da campagna rimanevano mattivi, Es~i avrebbe•·" do\luto prestare aluto ai loro colleghi dell'ambula nza, poieh6 in to~Uerl'8, come il soldato d.,ve sempre rnarclare ~r•o il cannone, il medico deve farlo verso i feriti. Nel traspor·to ùci feriti dall'ospedale cio campagna a quello di evacuazione il loro caricamento si fece con molla rapidcta, lo scarico invece avvenne cun troppa lentezza. In complesso lutto procedette quas i costanlemeote solto la ,JireziorlC e col con<'orso qoa~i e!!cht«ivo dei medici dt>)l'f"J&erci\o aUho. Al :ruale propo.,.ito l'autor·e s c lamenta e vor rebbe che tali eser c1zi1 si est'~uissero due volte all'anno in Of.rni cnpoluog•l di corpo d'armata clùamandovi i medici 8;)


130R

RIVISTA DI TECNICA K SERVIZIO MEDICO l!ILITARE

d t rtqerve e di:!lla terrtloriulo, coll' tnrarico di rar runzi11nare essi qtesqi le diverl'e formaziont $8nilerie, del cui servizio do"robbero es~er soh incaricali e responsabili, dando et me· dict dell'esercito attivo il solo incarico òi istruirli P ;t•tidarli. l medici civilt sooo capaci th rt!ndere gli stesqi ~ervizi, sotto ti punto di vist.'l m~>dico, che quelli militari, ma occorre r icordare che vi f.> pur e •la disimpegnare una perle militare. relaztont c·ol comando, direzione di stabilimenti sauitar1, rapporti coi municipi, ecc. cbe non si apprende che collll pratica. E' urgente perciò che tullt i medici che io caso dt gul.'rra devono divenire medici milihtri,'invece di esser chiamati J••·t· 13 o pPr 2~ giorni,talvolle 10 uno CJspedale a disimpegnarvi un servtzio puramente me lico, !lteno invece eon que!'4li el'tlr· cizli speciali esercitali dtreUomenle nella direzione e ntll funzi onamento delle formazioni sanitarie.

RIVlSTA D'IGIENE

lall& presenz& del « b-.olllu.s coll » ueU• &oque pota.bW , e sopr& un metodo per metterlo lD evtdenu. - (Gior~ta le della Regia Accademia dr medrcina di Torino, l'\. 7-8, 189:l).

ABBA.

LA proprietà, che ba il baeillu-<J coli r.ommunis di produrre acido laltico dalle soluzioni di lattosio, ha ~UJ!fl8 rito all'autor e un nuovo metodo per meUerlo in evidenLa. quando si trova nell' acqua : metodo, che nella !1-Ua prima par te può essere utilizzato per un esame sommario il quale


RIVISTA o' JGlKl\"E

non richieda aiLro che ~emplici istrumenli alla portata rli lulli, a nche di chi non é pr ovvisto dei complicati o co~LMi appa recchi di batter iologia. Si racco~He un litro d'acqua, nella f!uale si voglia ricPr~are se <>sista il ba~illus coli e vi si aggiungano 100 c. c. <Iella se~uente soluzione: laltosio g. 200. peptone gr. 100, cloruro sodico gr. 50. ac<Jua gr . 1000, indi un mezzo c. c. d'una soluzione alcoolica alri p. 100 di reaolflaleinA e 2 c. c. (ji soluzione ~atura a freddo di carbonato soJico. Con ciò la mas~;a dell'acqua assume una colorazione ros.. a persit51Rnle. Si nistribuisce cyuest' acqua in CÌDfJUe o sei òoccetle di Erleumeyer sterilizzate, cbe si espongono alla temperatura dJ 37° c. per 12, 16, 2i ore. Se nell'acqua esiste 11 bacillus l'Oli, dal laLtosìo si sviluppa l'acido lallico, che, neull'aliz~ando l'alcalini Il\ del liquido, decolora la fenol fla Jeioa. l n tal modo, se il liquido nou resterà decolorato, potr·emo concludere pe1' l'assenza del colo- bacillo, ma vice versa il decoloramento non depor rà per la pr esenUl di esso, essendo questa proprieta decolorante comune ad allri bacilli a fra questi anche al bacillo del tifo. Perciò lo stesso procedim ento sommario, quando é negativo, serve onche ad escludere il m1crorganismo di EberLb . Se il ùecolorùmenlo a ccade, per accertar e la reAle pres enza del colo-bacillo si trapianltl una goccia del llt.Juttlo nell'agar-agar, si fanno sviluppare le colonie, si esaminano e st tsolano cogli ordinari metodi baltarioiOifÌCi i microrp-anis mi delle colonie. Le colonie del bacillus coli nell'agar sono, comP. é noto. circolari convesse b1aoca;.tre e, guar dale per trasparenza, si mostrano opalescenli ed iritllscenti : dalle scatole emana un odore piccante. In esso il bacillo si r iconosce dalla forma , dimensiom, mobilitA, e drsposizione delle ciglie, rlal rallo cbe le colonie non fondono l'agar e j)roducono gaz ed indolo, nonché dagli effetti sugli a nimali. Con questo metodo l'aulor a ha studiato le acque potabilj di Torino, ma lo slrano e che ha t r OY8lO in tutte il bacillu8

coli. Perciò, se il metodo è esalto, essendo assurdo il dire r.be Lult~ le acqlle potabili di Tor ino s ieuo inqui nate, bisogna


Rl\ l T\

ammettere che il òactllus coli ptl....l\ avere anche unft or t~iue di versa dall'loqutnamenlo ft>l'&le 1\la la pubblicaztone é una noto prf'ventiva e.J 6 cer to che ltl importanti questioni saranno metrlio in seguito ve ntila te. [Jfl.

Oara 4elle eaoortasloni • 4el ao4ore del pJedt. - H E n l.. (Jottrn.al de M édecine a rle Chirurgie, luglio 18!15). Secondo il dollor Herz, meùico mi ilare di Pil!!en, il ego, l'alcool, l'acido cromico, o pill semplicemente l" uovo d i galltutf \'ersalo nella calzatura, avrubbero un'azione intloitaruente minore delle pennellazioni con unu soluzione di illiolo a l :!0 p. 100. Questo rimedio eserciLet·ebbe sui capillari un 'azione va!'Q- cosLriLtrice tnollo enet•glca. Uopo l'evaporazione dellìquido, si produce uno slrnto protettore che favorh~ce l' intlu· ri meolo dt~ll'eptlelio, il quale calmerebbe il dolor~. senza ostacolare per nulla i movimPnll del piede. Applicato allo "la1o puro o in soluzione sulla p~;~ll& e:>coriala, l'illiolo SI essicca tapicJameule e forma uno strato soUile, d'espello bt·una~lro, cbe presen•a. le parlt malate dalle soz.zure esteriot•i, dai get·mi e ùalleri delrat•ia circumambienle ed impedisce

l'tnmtrazione del tessuto cellulat'<' soLtocutsneo. A C.

Ball'lmplego 41 ateutu eU all1l1Dinlo Dell'eaerolto. - (Compt es rendws de l'A cadémie des science$)

BA LLANO. -

Il signor Balla nti dà alcune inleressanb notizie relative

all'impiego degli utensili d'alluminio nell'esercito rrarh.:&!le. Comincia coll'a ccennare ad un mconveniente che si verifica nella fabbricazione degh oggetti durante la pulitura fatta con liscivia di soda, che spesso guasta gli oggetti da doverli scartat·e o compencLl'a nel tnetallo inegualmente ren-


o'JGCE:U ~<!. la ~<uperfìcie

131 1

rugot>& e più racìle ad 6'"fle\'8 intace~ota dagli ut:tenti eslerni. Aggiunt\e poi cile lfli ORgelti !}'alluminio Sl.)no fabbricati con leghe d'alluminio, oppure con del metallo corilenenle fino ad 8 p. LOO di irnpur·ità varie 'luali il ferro, l'allumina, l'azoto, il silicio, il carbonio ed il boro e ~a r·ipelule esperienze falle basta l'ac(Jua comune, lasciata per parecchi mesi nPgli ntensili rli alluminio, per produrre alla ~;uper·flcie di contatto dei fiocchi bianchi di allumina in polvere che talvolta prendono mollo svrluppo. Essi non hanno eiTeW nocivi s u.ll'eeonomia animale, si rormano spe<'ialmenle nei punti ove il met.allo eonliene partie4:'lie di metalli e!>lranei ; si trovano poi sempre into rno alle ribalilure d ai chiodi rhe fissano i manici. Con acqua contenente 35 grammi di sale per lilto si osservarono g li stessi effetti ma in un F{l'tldo meggiore. L'aceto conservalo per alcuui mesi in una gavetta fornita dJ coper·c hio ha pr·ovocalo all 'est~>rno, all'altezza soltanto ùel livello del liquido, la formazione ùi un le_ggiero anello b iancnslro di allumina. · Il signor BallaD(I conchiud~:~ che nelle contlizioui ordinarie della vita del t-oldalo, gli uten~ili di alluminro offrono una re~isLenza sufficiente t.anlo al consumo dovuto agli sfregamenli, qnanlo all'azione del fu oco, delle vivande e dei liq uidi. Il metallo pr·ende una tinta marezzata, ma H pe::o dopo quallro mesi, non varia in modo sensibile. P oiché Rli alimenti sono sovenli rinnovati, il lm·o contaUo col metallo è, in verità , di poca dur·a tfl; però i risullati sar ebbero difler·enli se il contatto si prolungasse. Il E~ignor Ballnnd é di parert~ che gli inconvenienti che si $Ono poluli veri6care finora non sono Lali da far temere che l'allumìuio non possa avere delle estese applicazioni, poiché oggiùì si fabbri cano delle lastre dr alluminio non contenenti che il 0,7 o il 0,9 d'impurità ; e difalli una gavelta eli alluminio analizzaLe recentemente nella rtu·macia centrale mili tare di Tor·ino risultò cQntenere solo il 0,2 p. 100 dj metalli

.e::otraner.


IUVIST.\

Tubulature lD. Chila 01trolte 4~ laorolta:&loDl oalo~rt . loelta 41 ua messo eooaomtoo per ellmiaarle. - (Riciala d'A rtiglteria e Genio, settembre 1895). Ln Rici3ta di arit'qlieria e gmio d..llo scor..o mese dr settembre comunica alcune nolizte circa un metodo eco11omico per togliere le incJ•oslaz.ioni nell'Interno ùl lubulalure per acque potabili Quantunque l'e~pedienle usalo sia conosciuto, es~cndo uola l'aztt>ne dell' acido cloridrico diluito su l mawriale lerroso che '"l depostla e si cementa man mano nei tubi clte servouo ver la cwndullura delle acque polabilt. non ~arà privo d'intet•esso dal l3to tecnico conos~ero come la dirt•zione del gen10 rn1lilare di Firanze sia rtu"'Cila con poca spe..a a toglit•re le incroslazioni calcari che ostruivano qua·;i p<'r '/1 un tubo di gb1~a t.lel diametro dì 5 cenumelri e per una lunghezza di 600 metri, conduttura che portava l'aequo dalla fontana murlicipale della Piazza Guet·razzt al poligono di artiglieria in Cecina. La direzione del genio, ratto il preventiVO delle Sp~;.Eie occorrenti per togliere le incro~tazioni con mezzi meccanici o trapanatura dei tubi, rinnovazione della lubulatura o truit.a, eliminazione delle incrostuz.ioni con lavaggi d'acido cl'>ridrico diluilo senza togliere i tub1 da sito, adollò quest'ultimo mezzo come il meno dispendioeo. Dato incat·ico al professore di chimica cav. Papa&oglt di rare le necessarie prove tli gabinetto, ~i procedeltf' a deo~truire la condutlora scopr«"ndo e rendendo libere le estremità del tubo per lunghezze crescenti do 40 a 200 melr1 ma n mauo che gli operatori acquistavano fiducia e prati ·a nel metodo. All'estrernJté a monte del condotto di ghiea venh·ll saltiato un tubo di piombo lungo mell'i t,50, innestato a tenuta dJ liqui Jo al fondo di una bolle scopercbiata che funzionava da grande imbuto e sorretta da apposita impalcatura in modo da risultare col suo fondo pressoché a livello dalla sommità di altra botte posl8 in vicinanza dell' estremité del condotto a valle al quale veniva saldato altro tubo di piombo lungo metri :1 circa e pie~olo a collo d1 cìRno. Versando una soluzione al10 p. 100 di acido cloridrico del


o'tGIJ::.'fE

l :) 13

eommercio nella prima bolla quella reagiva ener ~icamente nolla conduttura, srioglienclo e staccando in piccoli pezzi le mcrostabiooa ed il liquido acido veniva raccolto nella bolle roeno elevata e di nuovo versato n~lla boUe a monte, r apetendo l'operazione fino a lanlo che non reagae.se più su pezzetla di marmo t quali venivano u~ata per prova. Acl operazione llnila risultò una !'lpe~a effettiva di lit·e 300 d rca per pulire 600 metri dt conduUura corrispondente a lire 0,50 il metro mentre la tropanatura dei tuba co~lava lire 2,50 e, per la rinnovaztone della tubulaturo, anche con tubi cti cemento, oc<'orreva un~o~ spesa di ltre a,50 al metro.

Vf\ Rl ETÀ E NOTIZIE

All&lt.l del dtatlntivt 41 l&Da1 d'argento e d'oro lD uo oell'e1erolto franoe1e . - BALLANO. - Jourraa.l rle flharm.arie et chimie, anno L89~, vol. X'<X, pag. ·i87).

Distintiri di lana. l distintivi clt lana sono formati dtt un ordito di lino inlleramente copea·to da una tr·nrna di lana. La tinta è una sola per l'ordalo e per la truma. l colori uqali sono: lo ~carlollo, il rosl<o robbia, ti giallo, l'azz.ur ro e l'ar·aocialo . Lo scar latto dove essere ottenuto dalla coccinigliu, il rosso dalla robbia dei ti:llori, il giallo dal g uado, J'qzzurro dall'indaco, l'aranciato <.l alla cocciniglia e dal !<Oromaco. l ùislinttvt per gradi hanno Ulla larghezza di 22 millimetri, t) lOrO peSO c\ da J8 8 19 grammi dei quali 7 pPr )'OrdÌlO 6 da li a 12 per la trama.


13U

\' AI\IET\ E ~OIIZJK

Sn{JfJÌO. - l 0 Il peso tiPI clc~hnltvo "'Ì puo prendere sopra 20 centimetri rmsuratc il piu esuLtamente cbe sia possibile; ::!• La <>fllacctalura. praticata sopra soli 10 centimetri e tagliati in dUI' O tre pezzetlJ per factlilare la ~eparazione della lana del lino. ra cono..:cet·e il rapporto rra l'ordito e la

trama Sa t.errà conto che il peso puo e'3<>ere trllluenzato dallo quantità d·ac•JU8 contenuta nel le~sulo; nelle condizaonc nrdinarie ~i trovo pea· lo più una cifra vicina al 10 p. 100, ma questa proporzione nello jOTìornate umcdP, può «al11·e al 1:1 e l~ p. 1110. l tlli di lino sono ~cmpre un po' meno idratah di •JUf'lli d• lana, ~i lcn ~eneralment.e una differenza del 2 p. 100; li mas<~imo per la lana è slalo del H p. 100 e dell'H p. 100 por· il lino. :J• Conviene assicurar3i <'oll'esame microscopi<'O che il 11110 e la lann non C'O!llengano colone od altri prodoltc e~lranei;

1.• L~l LinLuru dev'es"'er·e solida e L'esistere alle rliver<;c prove der capctolt d'onl)re (provn coll'aequo bollente, o:tapone, allum•', acido solrorico drluito, ragl!"i solAri). L~ materie coloranti vengonrJ coratler i1.zale colle reaz out ~recinti di ciascuna di esse.

Dtlilintici lril'olori.

Questa dtslinlavi hanno la trama di filo e l'or dito di lana. qu~stn è l'emiuata

di piccole losanghe bianche azzurro e

scarlatto. Per 2"2 miUtmetra di larglaeu.a deve pesare da ~3 a 2~ ;n·amroa al metro, dei rJU&li M sono ,Jt hno e da 1'> H 16 da lama. Sagoio. - Come per i dislintivJ sopra descritti. Distin.ttoi d'a rgen.io. di~tinlivi d'tH'ftenlo hanno l 'orolilo di !!~la bianca e la tr ama da flln La Lt·amo é coslìluila da '~eta bianca e~alla­ menle rtcoperla tla unR lamina d'argento del tilolo di 99() millesimi. Un chilogrammo di trama deve contenere dR 650 a 700 gramma di metallo sopra 300 o 320 grammi di seta.


\"ARIETÀ E 'iOTIZIE

l ,Jiilmlivi di 22 mill imetri d1 Jarzhezza !'Ono le<~!'Uti 10 mvdo ùa pesare da 21,5 a 23,5 grammi al metro cor r·ente; in quc.,lo peso l'ordito entra per grammi i,5 o 8.5 P la trama per l~ o 15 g ramm1. 11 peso del metallo è non meno di grammi 9,52 per metro. l distintivi di H millimetri devono peqare da 10 ad Il grarum1 al metro dei quali da grammi { a ~.5 per l'ordito e da grammi 6 a 6,5 per la trama. ed il metnllo dtn-t' aven• un pe~o non inferiore a grammi i ,OR per ffi('tr·o. l dictlintivi d1 22 millimetri devono pe"ar u non meno ,Ji grammi 2:t,5, di cui piil tli grammi i per l'ordito e non meno Ili grammi 16,5 r"r la tr·ama. l ùJslintivi di 12 millimetri pesano non meno Ili 12 Rrammi dei quali non meno ùi grammi 8,5 per la trama, e non pii'1 di grammi 9,5 per l'ordito. Il lllolo dell'argento dev'es!lere di !l80 roillectimi. Sa[f(JÌO.- 1° Il reso del disliotivo al metro viene calcolalo sul peso trovato ùi 20 cenWmell·i. ;!• Il rappor to fra l'ordito e la trama os.. ia della seta alla trama, sa ottiene sfilacciando da lO a 20 cenlimetr i d1ll di"tinlivo (secondo che ei esaminano ùislinlìvi di 22 o 1!! centirnetri di larflhezza). Ltl stìlacciaLura si fa tirando la tramo e t.Agliando di l'(uando m l'(uando colla forbice la seta che forma l'ordir.o. Si pt•ctano separaLamente la trama ed i ft·ammenli da 11cta. l di<.;tintivi d'argento conleogoM per lo 1•iu dal 1- al ~.n p. 100 d'acqua; in un locale molto umido lo percenlusle qj eleva all'8 P J anche Al 10. Questi dati non ~i deYOno trascurea·e in caso di contestazione. La trama Pllammala separat.amenLe ha daLo in media il :l,2 p. 100 d'acqua e la seta il 7,5 p. 100. Si trovo un maqsamo del 12 p. 100 per la trama e del 18 p. 100 per lu seln. a· Il poso del metallo della trama al metro ~i ottiene calcinando in una capsula tlì porcellana la trama proveniente dalla sfllacciaLut•a; si ba il peso del metallo per' un chilogrammo t.ii lrama riportando a-1000 il peso LruvaLo dopo completa calcinazione. La ditferenzt~ col pet~o primitivo tlà la p1·oporzione della seta dish·utta per mezzo delle com·


13 t (j

V ARJ&T\ K NOTIZ!k

busUone ; vule a dire la quantità di seta contenuta nella trama. Si può e vitare la calrinaziooe, mettendo la trama in una "OiuZione d1 potasse al 10 p. 100 (circa 60 c. c.) che si porta all'l'bolliziooe per mezz'ora. La seta s i scio~lit\ completamente ed il metallo ben laYato con acqua calJa \'iene seccato e pe"ato. L'argento cosi ottenuto conserva la l4U8 formo ed il suo "plendore e non resta brunito come nel primo caso. l risultati ottenuti da due proces~i sono egualmente "O·Idisfacenli. io Il titolo dell'ar gento sì determina per via umida '-'econdo li metodo 1h Gay Lus11ac. Si prende l grammo di metallo e s'introduce in un matraccio da 150 o 200 {'. c. con 16 c. c. di acido nitrico che non con t&nga cloro, si lascia il matraccio per qualche ora in ambienti' tiepido, quando la soluzione é completa, si Litola l'ar~t>nlo vc r~<ando una "Oiuzione normale di cloruro di sodio con una ùureUa ~raùuala. Si opere t•apidamf!u te fin o ati avvicino r·~i al \ilolo voluto, poi goccia a goccia UJ'(itnndo vivamente in modo da racilitar e lo schiarirsi del liquido e permPllere di colpire dopo pochi <~econdi di riposo il momento precìflo che non si forma più cloJ·uro d'argento. Oglll centimetro cubico della !'Oiuzione normale di cloruro di sc>tlio corr1~pondo a gromma 0,01 d'argento; ogni decimo di centimetro cubico (2 gocce a grammi 0,001). ~,· l caratteri Bsict, chimici e microscopici della seta permettono di &tabilire se essa ha i requ.is•li voluti, cioè ~e é òi buona quulitA, di un bel colore bianco d'argento, esente di fibre estranee.

Distin.lioi d'oro. l dit-~liuli vi d'oro souo composti dall'ordito di seta e dAlla trama in tllo. Il tllo è di seta intteramente c.>perlo da una lamiua d'argento a 5011 millesiml dorala a fuoco, cou oro puro, nella quautitA di ·iO millesimi; ossia una foglia d'o•·o


.UIETÀ E NOTIZII

\1

131i

del pe!<O di 40 grammi applicata sopra una \'erga dì ll'gfl tormata da 500 g rammi d'argenLo puro e 500 grammi ùl melallo bianco. La \'erga COSI Otlenula viene pass&la alla filiera etf Il riJO dell1t grossezza volula viene poseia lami nato. Sopra un chilogrammo di trama si hanno da E\S.; a :00 grammi di metallo e da 300 a 315 :;!'rammì di s~>ta. La qeta tanto della trama quanto dell'ordito viene tinta 10 color giallo d'oro vh·o col guado. l distintivi dì 2:! millimetri sono tes!luti in modo da pesa re 25 a 27 grammi per metro corrente, pesAndo l'or·chto da 9 a 10 grammi e la trama da 16 a 17 ~romrnì. Il c.listìnlivo di 12 mlllìrnelrì deve peMre tln 12 a 13 ~rau1mi il metro; soprA questo peso l'ordito entra per grammi ~.5 o 5 e la trama da grammi 7,5 ad 8. La lomina che copro la trama (• d'argento al Lilolo di H!lO millesimi coperta da uno strato d'OI'O puro che non deve ecaflere inferiore a 25 millesimi. l .Jislinlivi di 22 millimetri non devono pesAre meno di .H grammi per metro, dei quali non p1il d1 grammi 7 pOI' l'ordito e non meno di grammi 17 per la lrarna. l 'n metro di distintivi d1 12 millimct1·1 deve pesare non rneno eli grammi 12,2;) dei quali 3,5 pe1' l'orJilo, e 8,75 non lllPIIO pet• la trama. Stl(J(Iio. 1° li peso del distintivo al metro, ed il rapporto rra ltt "eta e la trama "i d etermina nello s tesso moJo che si prnltca per i dislmtivi d'argento, lenendo conto dell'aequo 1~roscopica .

2• Il peso del melallo contenuto nella trama si ottiene sciogliendo la seta in una soluzione bollente di pota..so al IO p. 100. Il processo per ealcinnzione indicato piu sopra per i di~Lintivi d'ttt•gento dA un peso troppo alltl causa l'ossidazione del zinco, nichelio e rame che entrano nella composizione del metallo b1anco. Il peso trovato del metallo dè por difterenza quello della seta. a· Il peso dell'oro si olliene trallando in un matraccio •h 1 ~>0 o 200 c. c. grammi t,Oi di metallo ben lavato ed eg-


l :l IX

VARlRT\ !

~IHIZ•E

'4ÌCC8ll• (11'0\'0ilÌi!Uld dalf'opcratiOnu (.II'ecadenltl COli l;j C • ..:. di

tll'ido nitrico e..'"Sola di clo1o o non lropp<.o conceoh·alo (1). Si la~cia ad una temperatura modcr11l& tino a che non svol~ra pìu 'ttpori nilros i ; roro rimasto indisciollo solto forma di una massa spugnosa rMsa vieM r·accolla su di un piccolo filtro unito, bagnalo e lavato cnn poca acqua calda. Seccato 11 fil tro alla stufa, l'o11o si toglie racilmenl<' colli' pinze e si pesa al' ', mllligru.mmo od al 1 10 secondo la senSibihla della. bilancia (2). ~· Nella !>Oluzione nitrica alle IJUale si uniscono le a c.tue rl1 lavaggio, l'IL titolo rarECenlo como é detlo prececlenltlmPnle. l~ delcrminaziooo ol)n t• anfluenzala tlalla presenza dei metalli (rame, zmco e ntcheli<') che cost1Luiscono il melnll" hianco so l caratteri Osic•, chimic1 e microscopici dello sew !l~ · parattl colla sfìlacciaturo val~:ono pe1· stabilire se e~"a c di uuona I'JU&IitÀ, sen7.a mescolanze, convenieotemeole tinta e (li'Ì\ a tli apparecchio. DimoatrfUione de1 risultati ollenuti dolr anali!li

di rlislintioì d'oro e d'a rgento. ContliltOnt

· t m.ttf'l · · tl'argento d·'-? ? del {) '' nu'Il'tme l r1.· Trovato cnll' apitoli

anall<:i d' onere

(~l'. :H 23.50 minimo Peso del ùislinlJVO al mt:lru. 15.90 16 50 Peso della trama al metro . • 7.00 massimo 8.LO Peso dell'ordito al metr·o. • Peso del meLaJio della lrama al metro • 11.37 11.5S miuimo

(l) L'a.,IJo nalrlco troppo conceutnr.lo Poln:hbe ~raogliere uM t•tiXOia 'l'un· tlta •l'oro per L\ pnlit'D7.11 dell'actdo nllrosll. (!l :'\rl caso che l'oro si pres.:nlu-t~ ..ono rorma pOivl'rul~nta 'i t.rucwr~ Il IIIITo OJll':l una lamina dì platino e:sau.a mtmlP pesatll; l'aomeo_to dt p&l) ·1~11• lamina !lsrt. in quaotJiil d'or., conumutlllo ~rnmmi t ,nl di metallo tlcil.a tram~. e quirulf p.lr t ,MO. Con,·erra '"leumrtl eh•· 11 Ritro non lasci ceoPrt' ttrucl3n·

dono :~liro delle stesso climcn~lonl.


VARIET\ E ~OTlZIE

Pef{1 tlel m ·l~tllo 1ie lla trama al chi· I •S't'arnrnn . . . . . . . • i l5.iO 700.00 minimo P!:!"O della seLa della trama al chilogramma . . . . . . . . • ~i.30 300.00 ruassiroo Peso ùell'o rgenlo, al chilogramma. • !)i9.00 080.00 minimo

Distintioi d'oro di 22 m'llimetri Pl.l!-0 Jel dislìnlivo al melro Gr. 2;>.93 25.00 minimo . • J5.;J3 16.00 P~!IO della trama a l metro . Pt'~o dell'ordito al metro. . . • IO.tlO 10.00 massim o l'e<:o del meLallo della trama al metro . . . . . . . : . . . • 10.\1 10.96 minimo P ~:~o ùel metallo ùella trama al eln· logramma . . . . . . . . • Gi O.OO 085.00 Peso della seta della trama al cbilo· gramma . . . . . . . . . ~ 321.00 315.00 massimo P c~o dell'oro sopra graromt 1010 di metallo . . . . . . . • 39.80 i O.OO mmtmo Ptl"O dell'tu·genlo sopra g r. lO.O di rneLallo . . . . . . • 500.00 500.00

l plù &nttobt eaaml lA mecUolD& - (.\4ed. Maga::ine, seL-

Lembre, 1895). L'odierno studente di meJicina deve guardare oon invidia ai tempi pussati eu alla lunga serie dei suoi predecessori ai quali era ignoto il lot•mento degli esami. Xell'etè classica d• Ila Grecia e di Roma, la professione di medico et•a libera e aperln a lutti. Da un passo però dei Memorabili (IV, 21 di Sanoronte sembra che in Atene i me die• pubblict doves.~r'O dar pro'-a t!ella loro abilitA. Quando i medici comunali furono legalmente costituiti da Anlouino, i municipi che li dovevano eleggere, dovevano esser certi de probitate morum eJ pcritia artiti (DigesL l , 9). l a medici pubblici della città di n orna furono sottoposti ad


1 3~0

sere et>amìnati da quelli ~ru in ufficio. Le!fe Cantum eM tH una prova rueglio definita, i nuovi candidali do,·evano es;; e• e primi arti~ ~JU!tdem de nocortlm seientia ;udiearent (Sym· machu~. Epist. X, ~/). :\1a Il primo ectame vero e propriu d1 cui si a bbia ce1·1a contezza daLa dall'anno 831 d. C. L'1· gnoranLa d"uo med1co avendo cagionalo la mo1·1.e dì un am· mAlato, i suo1 colleglu di Bagdad e dintorni furono obbh· gali a pre.senLarcti ad un esame e dar prova di loro pèriz1a, superato il quale Pssi ebbero avuto il permesso di esercitare. L'esaminatore era Sinan ben Tsabet, uo med1co cri"llanu convertito all'islami'-mn. l più anliclu regolamenti cr istiani contro i medici uon autorizzali nou peccavano d'indul~eoza. Nel 1·egno di Geru· saJemme (1100 d. C.) chi e!:'ercilllva la medicina senza hceoza del vesco\'O e de1 giudici e ra prima pubblicamente fru ..lato e po1 scacciato dal terr1lor io. Nel J l W, Ru~gi ero li di Sicilia sta bill delle commissioni J'e•ami per 1 medici e com· minò pene ni non autor izzati (prigionia e contl.sca dei beni). Finalmente Federico Il nel 12\0 stabili a Salerno il cor::ù di cinfJue anni di s~udì medici. pr eceduti da tre di <tlud! K" oerali e '-egwti da uno d1 pratica.

HuGuE r . - llesso per oou~ervare l 'urlD.a l!.l gennaio 1895).

(.\Ilei[. Ree.

Occorre molte volte al medico pralico a ffa ccendato di differire un'analbi d'or ina e frattanto questa l!l decompone e diviene inservibile. Il prof. Hu~uel fa notare che l'orina può ce>nservar!'i inalterata indefioìLameote se aJ essa si ag~iun· gono 2 c. c. d'una soluzione &CfJuosa aJ IO p. lOO di cianuro mercur1co. L'ag{riunl« di questo sale non altera l'acidita dell'ur·ma né i r isultati dell'analisi. Il cloralio, che !lpes-:o «i uc:a a scopo conser"alivo puo dist11rbare le ordinarìs reazioni del glucosio.


l :l~ l

CORRI SPONDENZA

Pregati, pubblichiamo ben volentieri la seguente circolare del Prof. Maragli.ano. Molli medici d'ogni parle d' rtalia si r ivolgono a me con lellere e telegrammi per avere del mio siero anlilubercolare. Mi valgo di c0desto spettabile Giornale per rispondere a Lutti collettivamente, essendomi impossibile di ft~rlo sin~olarmenle. Dico anzitulto a Lutti che sono loro riconoscentissimo della prova di fiducia di cui mi onorano. Chiedendomi di esperimentare il siet·o preparato sotto la mia dit•ezione essi dimostrano di a vere fede nelle mie asserzioni. È cosa che mi conforta. Per quel che riguarda più speciflcalamenle le richieste del eiero, ecco che cosa posso rispondere. In primo luogo il siero cbe si produce nel modesto laborator io, cha un amico fiducioso nei miei studii ha con grave suo dispendio impianLato, non l'li presta che ad una produzione assai limitata. In secondo luogo l'ordinanza della direzione di ~anità mi crea l'imprescindibile dovet·e di conoscere la storia dei singoli casi in cui il siero viene usato, poiché le cure si debbono fare sollo la mia responsabilità. In conse~uenz.a di ciò io prego i Colleghi che desitierano applical'e la cura del siero a qualcuno dei loro infet•mi dt inviarmi una storia deUagliata del caso, avendo cura specialmente di esporre il reperto fisico in modo esalto e preciso, con il risullalo di lulli gli esami neces~ari e delle osservazioni lermometriche di un periodo di giot·ni per quanto più


1 :~u

CORIUSI'O~OEI'iZ,\

lungo è pos~ibile. Esaminata la slor1a ed a cquì!llata la con,·iozione che il caso s• presll pel lrallatnenlo Rieroterap1co, io farò loro concedere 1l siero nella m1sura del di!1pon1bile, perché Il dovere mio di fornirne coll'apr irsi dell'anno scola!llico le cliniche universitariO rendi! nece sat·iamenle ancora manore rJUello cht' è d•spooìbile per i casi da h·allarsi ruori di esse. l casi nei quali l'applicazione è positivamente utile sonu 'luelh di tubercolosi cir coscritta apiretica. Via çja che si traUi di infermi più avanzali, sia per· diffuq1ont> che pe1· anlens1tA d1 Jlrocesso, i risullali da attender si sono via via minori. Reco infl11t:' a notizia di luUi 1 molti Coll~>~hi che !lÌ iulere8sano al trallamento, che una sezaone speciale della mia clinica, con trenta letti, dall'inizao dell'aooo scolastico in poa sarà destinala eqclusivamente a1 lubercolos•, per cui sarù facile a chiunque vorré frequenlel"la di seguire i rasullati della ~ierol~rapia al !ello dell'infermo. Pror. E. MARAGLIANO. Genova, 30 ottobr e 189~l.

11 Darcttore

Oou.

U FANO Rsc1s maggior generale medico ispettore.

Il Redattore

O.• Ra oOLPO Lrvr CapUIIM mldi,o.

N u TtNI FEDER ICO, Gerente.


MEMOR IE

OR.I:GJ:NAI-..1:

ALCUNI CASI Dl CffiRURGIA Note cUnlrt.e del 103~1!iore m.-dlro P e r .. irb eHi l:ll\ t 'arto

lett.e neUn courN'PDJ.a sch•nllllca LeOUlJI neU'IlStleot.,le m1litar~ di Pt!rugln uelf'ago'llll 1895

l. ROTTURA DEl. TF.'WI';& DEl. QUADRICJ PJTE FE\IORAI.E.

Il soldato clt>l ~O" fanteria ~l nsse relli Leopoldo, dolla clas"e l ~i .i-, al 'L 942 eli matricola. durnnle le eset·cilnzioni di pia?t?.a d'armi . il G giugno u. s . andando di cor·a inciampò in un sasso e cadde nJJ'inn:mzi. llirerisce che per mnnlrnere l'ei'Jnilibrio rece nn energico sror1.o portando il cot·po :lll'inllictt·o, ma ciò non valse aù impeùire la ~ un caduta. elle irrirnediabilmcnle eube loo~o. ~all'allo di cadere il ~l asserelli intl'sc uno <;cr·oscio ;;ulla n~giono anteriore superiot·e del ginor.chio •lesLr·o. cl.te. lrovnndo~i In gaml1:1 in llessione sul la roscia. nnùfi a batlere sopra alcuni sa·~i. SulJilo tentò rial z:rr:~i, ma rir:tdde immedinLnmenLe sollo un acerho e mai sentito dolore. Quando ~ innse in bnrella all'ospedale. dopo che ru svestitO, :;i O$S(>rvnva : Un solco trasversale al di sopra della rotula destra iu corrispondeoza rlei vasti, largo ci rca tre ditn Lrasver ·e, nel qual punto la pelle era alquanto escnriatu; la rotola era mobili"\simn, portata in basllo a totale dipenden1.n del tendine r·oSi


Al.tUC\1 I.ASI DI CBIRIIRGTA

tuleu, il suo margini:' ~uperiore Lrovavasi quasi <~ lrvello rlt·l marrirne IOfl\riore del condilo e~tento. 1.:\ impo,;sihililà òi muo\ere l'arto " il vivo dolore :-oent1to d.ll paziente Cl vielcli'OIIO di prolun~are l'e ..ame ohhiellnu. l'iu tardr nel luugo della dt•pressioue ~opra accenn.tl.t. ~"llrlt­ Jnne una nole\ole cnlia;.;ione. d1e to-..lo .i{uadagnò l' 1111•~ra arlit:olal.•one. llalla srnrlrumo or· rif~:riLa chiam apparisce h• diaguo!>r •li ht• •·r.tt.iou•• dd tendine del IJ11adrir1pile femorale dr.:.tru. str.1ppamento tlclla cap~ula articolare ed emartro. l nnan1.1 n fJUe:-ìLCI ll'àutna graVIssimo era irnpossi l•rlll rim.utersl t110pern:;i, limitandosi cioè all'uso del ghiacc;u e nlla immohllrt.zazione tlell\trLO: la c·hirurgia rnollerna anlitamc nto c'impose l'immediato intent•nto. Prima dr descrive1·o le lesioni !l'OvaLe nell'eseguire l'ope· rat1one e e1ò che l'l'ci per ripararle, credo olilc di faro IJill akiiDC CUO'ilderazioni, le quali tnt'lgiiO èÌ f,u·anno ved'!l't: ltl ra~ioni per cu1 esse furono prodotte. ltur•t i• la l••ccr-.•r.iorw totale del •pladricit)ile femur.Liè, chu fu u~lllln .1ta la pnm• \Olia d.tl 1\ o~s ··h e che 1l 1.•· :.l l'l' operù una \·o Ila th , utur;t ~u l catgul in un ;;w' aue dl\euulo a!> olutamentu irnpolente <li c:tmmìoo. \ Itri poi l.• \Onlit- trono p.lr-tiale unilamente nll,t lussaz,onc dell.t rotul.t. lhiTnlll i• ri~aputo dw il li'Ìt"Ìptte. m•~sso 10 clircll;'J •· ''iolt>llla ti'UI.iou~. puu prnaurro o la fratUua della ru· 11111. o la laren11.ionc tlt>l leg:unenlo rotult>o, o ti Ùl:.l:u:cn di quc~Lo dalla ~ua HH'rZÌQue alla tibia. uv\ ero la tu ..... •Zinlle esterna della rutula, e raramenle proùuc~ 1.. ~U il rottur.l. Ì~ ginslo il pt>nsare che Cfuesto risultato si deve nll,, sulrJila e resistenza del II'ICipile hlesso. c rtuindl alla grawlc 1111 portanza •Iella ~ua fu nz10ne. I overo, contraendosi, d trit-ipito proiHlo il :;uo puntu di appoggio su lla tubero.sitù .u1tu·


ALCU'l C.\Sl DI Cllli\IJ IIGIA

tielln ti Ilia ed estende la gamb'\ sulla cosl'in I'P.r etre taaar•i la Lto•erazione completa del •ttndricipile nel nostro ea~o deve nlllmeuersi nel paziente lr esistenlr tli ono dei due sPUtJentr fall r, vale a dire : o di una soliditir e re ...rIIID7.:1 tale della rotul:~ e del le~amento rotnleo Ù"' non la· teiar,i spezzare dalla \'ioleola trazione del trit:ipile. ovvero che l'tntero lrrcìpite, le sue iìbre. rl suo tendine. t•~sendo;;i re~i fra~ilr , lacernllili per acquisila predispo;\izione morbosa. cad•lPrOvitti m'l della lor·o sle:;·a trazrone. Poichi• n parit.'r 1h relblt>nz:r rl trrcrpite non doveva romp er~i. nl piit alla su,, fiolun ta tontr·ozione doveva tener clieLro, come ~i disse. la fu sazione esterna della rotola, o In frallura tra~\ersal e tli quest'osso. O\ vero la rottnl'a o il distacco ùel leodrne rulli· fto. Ma se il tricipite, nel caso che ci riguardo, si t'• lartamente Incerato, se il suo tendine relralto si è perduto nelln mb,a tlelle spezzate fibre dei va ~ti. una causa prelii,pnoente 'i do' r(>hhe essere, e que::.ta ci saril indulthinmente mouirestnla dai dnli anamnestici del ~Tasserelli. Jn,·ero -.appinmo che egli un mese pr·i ma. ciot'• il H mal.!· ~·o u. s., era entralo in qnesto o~pe•lnle pPI' rdrartro de•tru, eau ~to, a suo drre, ùa uno sforz(l ratto nell'nsrenùere un muro. Dopo ?? giorni di de~enz<l 1111i fntta, .!.!unrito, r·icutrò al corpo. e tornato nlle istruzioni di pia1.2a d'armi, il ~H ma'.!· «•o cadde riportando la lesione in di,corso. CJuali fumno r mezzi cnratrvi. cui venne sottoposto per turar•• l'idrartr·o. e inutile ricordare. poichi• 1 'est•icanti (.\ immolnlizz.azione. il ma,,a;.:~ìo, la tintu ra d'iorlio, l'ioduro di pota.;sro e i rimedi ricostit uenti furono tntlt a \anta~wo a•loperati. lluoque nell'nrticola!.ione del ~inor.r.hio deslru, dapprima eh~ \'eni~se colpito òal re1·enLe tranma pree,;istemno oltre i rf'liqunti anatomici, istologici dell'idrartro, ezinndio quei


ALCUNI C \SI DI CUIIIURGIA

dislurhi nutritivi, lisiologici, che furono ,·alevoli a determinarlo, non ostnnle lo sforzo accusato. r~osicchè mentre da un Ialo si deve considerare nel Masserelli un dislurho ~;e­ ner.tle di nu!rizione rappresentato dalla sua mediocre costi Lozione ot·ganica, dal prevalente temperamento linfalico. dalla ipogloiiUiia; datraltro Ialo è giuocoforza tener conio non solo della distensione subita dalla capsula arlicolare per il liquido dell'idrartro raccoltovi , ma ancora della permanenza di questo liquidoJ altamente nocivo alla nutrizione delle parti vicine. E non . appiamo noi for,;e che Ja c.apsula col suo ripie~ameulo superiore si estende per due a tre dtta trasvene al disolto del qoadricipile? L'immoLilizJ.azione dell'articolazione u~ata quale mezzo curativo dell'idrilrlro non rese for,;e denutrite. att·oliche le tibre muscolari del •1uadricipite istesso! .\ mmess., nel ~l asserelli t1ueste cagioot generali c locali, predisponenti alla facile lacerazione del triciptte: ricouo:;ciula la causa prossima determinante indirelln nella \'iolen ta contrazione del tricipite, ed una pos~ihile dirella can;;ll rappresentata dall'urlo subito dal ginocchio battendo al suolo, non si dura [Jtica a spi e~are le lesioni dell'articolazione trovate nell'allo operativo. Difalli. pt·evia cloronarco$i. e'e· guita un'incuione \"erticale, lunga circa 13 centimetri. nl Jt sopra della rotula, st trovò subito una vasta rl\ccolln di sangue in parLe coagulata ; il rello anteriore e i due YU'ti largamente lacerati o con O$.;i il tendine cltc ~i era tli:.taccato dal margine superiore della t•otula. Questo legam~nto portando -:eco alcune particelle di O"O. si era t·itralln e nascosto fra le fibre lacPrate dei mu ·coli "eno il ripiegamento superiore della cnp~ola; la quale si osservava squnr· ci ttn in modo irriconoscthile; le aleue tendino'e della ro·


HCU:II C!Sl DI CIIIRt:RGIA

l!l~ì

coll'nponeut·osi erano lacerate per gui"a che In ro:ula, sgusciata, si mant('neva solamente in posto èlul tenrotuleo. Presa cognizione dello stato delle cose. lavai accoratate l'articolazione con uM soluzione fenicata e quindi la suLuriL delle parLi lacerate. La sutura fu metallica e catgnt. ~i riunirono i lembi mu·colari ed il teodtne al ~uperiore della rotula col 6lo metallico. i pa~sa­ in ogni foro praticato nlla •·otula. mediante il t•·ap~· d. Collio, modtficato, un tlopp10 filo motnllico. di che, con tre fori fatti alla rotola, poletti eseguire :.et metalliche col quadricipile. sdoppiando il ftlo. Le lnlerali dei muscoli, delle nleue ligamentose e della a fnrono falle col catgttl. Praticati due fori laterali al hto per un doppio drenaggio, feci la sutura a strati aponevrosi e della pelle, e quindi im mobilizzai l'arto 5tecca ùi ~tncewen. Non si ebbe mai reazione febOopo otto J.!Ìorni fu fatta la prima medicazione, e si \ide l'andamento della ferila nccennava ad esito favorevole, lic1uido siero-sanguinolenlo esce dalla sutura cutnnt>a dal dreot'lggio: 'i fecero dello irrigaziooi antiselliche e ripetè la medesima medicazione immobilizzante. Dopo altri sei ~iorni, accu.-anùo l'infermo una molesta ione al ginocchio, tornai ad osservnre l':1rlo e trovai punto della sutura della pelle ulcerato. In questa semedicazione si tolsero i drena~gi, si fece la toilelle regione e !li ripose l'arto nell'appat·ecchio. La cicanon tardò ad eiTeuuat·:;i per prima intenzione incident i di sorta. Stante l'eccessiva sen ·ibilita del paziente non mi fu po.,. ·le iniziare suhito i movimenti pns;;•vi dell'nrlicolazione.


l :~tS

ALCG1'll C.\l-1 DI CHI RUKGIA

ma poi coll'dellricitil. col ma~,a~~io, in i3pel!iL' del qoadricipite. e t•olle dpcce ~i i.• pi)Lulo gradatamente lletter& la gamhn sul ln coscia ad angolo retto. Ora egli canunina hene. 'aie e ùi-cende le ~cal~ senza mole.stia. ~on anclr:1 l!nari che ti \I n ·~erelli ~uada6neri1 ano•nra i movimenti eli più e~le,.a lle:, ... ione e rilen.;o che. !!oll'u·o dei lla,.!nl termali e dei ran~hi. giungera a ricuperare la totale funt,iunalità dell'tHto.

Il. FRATTl R\ ORI. LA R01 UI.A -

:-t:Tt:RA \IETALLJCA -

c. t; \lll t.IU \l.

Meroni Cellara della classe del 1871- , al :i. 30tH di maLriwla, soldato nel :)4, 0 fanteria, narra che. mentre s1 e~er· dtava al salto nel cortile del •Jnartiere in \ iterllo. ,•a,Jtlt> all' inntiOZi senza poterl'i più rialzare. ~ el cuclere aHerti uno scro·cio nel ~inocchio ~ini.;tro segni Lo da vivo dolore: venne portal•> a quell'ospetlale c·ivile. dore rimase in cu ra per· il periodo di tH giorni. «Juantlo ne fu dimesso. e.;«enùogli rimasta )!ravemente im· pedita h dearnhnlazione. si feci' ricoverare in •!ue,ltl 'hlhilrmento per es...ere solLoposto a rassegna. Al nostro e."nme oubiellÌYO rl ~J eroni non poll~'a sollevare che a stento e poco il tallone dal !ello per mancnta nltivitU. e fowt dogli estensol'i, ti tendine delquadric1p11e era allunuato apparentemente, la rotola rotta in tlue frammenti trasYersali, i qualr si rnostrayano ri uniti mediante una ma;; ·a libro a alla distanza circa dr i centimetri, il frammento su periore, sehhene tirato in alto, mobilissimo, l'inreriorP, invece, impiglialo coi tessuti ci rconvicini.

..


.\ tC{.'~J CASI 01 fOIKUIII·I \

l :1:?H

lnritato il paziente a .:amminare. c;j nutam deltoh• t''"cillantf' lo1 ~ua t~ nllalnra. e, ~E' an1la'a '"nza appt~M::io , .-; ~ t:uw~w.1 facilmente e temem di ·~.ul ore: gli er:t impedito 1l 1110\·imentn di sollemmento dell'arto, c•ome JlUrc• 'lll"llo tli virnr,i lll llanco . Tali tlislnllH fol·~a rol lélli(IO ~i ~:ll't'h ­ hero aj.(:mtvatl, ovvero scemati_ ma non t't•rto nl ~rntln di rentlf't'e hiJeri e spediti quei momnenti rhe -.i t'it•hi~>•lnnct da r.hi clevP con la fona delle hr:wc·i;t rampam la viLt. Il ~ erc101. "Pa'·entalo di r.iò e liducio"o in noi, tlornulolr'• il Oll'•tro irtlPrvento operati,·o, r.he di huon animo e"e~uimrno. 'ùtn ~appiamo IJUOie apparecrhio -tta stato a lu1 posto m•ll'u<pc>olnlt• rivile di \'iter!Jo, ma re1·to ,. rhe poca licllll'ia 'i deve t'i ponf' nei tanti escogi lo ti li no aù ogg1. Re l'li pensa per un momeniO nllr1 stmordi narin J'orw di lt':t1.111ne del qu.1dricipite remn ralll. rl 1e illl'essantc'menle lira in nltn il frammento superiore tlella rotulo spe1.r.at:l . duvc\ trO\'are un n\1'7.7.0 nll' infuori delln sutura metallica per li:tc·c trrtP d poteri' e mantenere a Mnlallo 1 fr;unnlelltl t 1;(j nnrini del \l al~tai~ne. l'appnrP.cchio ingeo;satn rlt•f ;\l.t7.· zoni, il proces~o del Ceci. il pirtno inrlinnto tlel Tillan\ ... ,. riMan no huon1 ri~nlt:lli, saranno 'ernpt·e inferiori PÙ irlt'erli a '[ll~> ll i dali dalla osteoralìa. llr questa noi ci 'erv1mrno. t>'leptuPndnln con tuUt• lt> rnutelo della mo,Jernn nntiseps1. t:lorof(lrtnizr.a lo l'i nfermu. ferì un' inrisione trnsvPr!'ì:dt• in· lPrt••..;anlr> la pelle P la mn, ...a llhrosn elle a\e,rn r1111lit1 i ùno fr.\mm t>nti. mcuendll co'ì allo ,,•opel·to il cavo arlll'Olart• . Sct'SI 11 lP s~uto lihroso neuformatu, !.!lit I'P.SO'i duro c re~i­ slPnte. scnpri i i frammenti ri,·opPrll 1lnl IP~~utn ric:llrizi:tle, e Ili' n•t'PIIlat lt> facci! per puteriP mell••m a t'Onlalto. \l t>dmntf' il trapanioo del Collio pratic· li li'O fori 1•cr· o~ni fra mIIH'rtln, pa~-;ai in es~i ùall'nno all'altro i lìli ntel:dliri, dto s ll•i n ~i rlnC> n mettere i due ft·nmmenlr rt mnluo cn nlntto.


.\Lil1 ~1

CASI 111 CIIIRURt.IA

~:,..t>guii ttuindi

la ~utura delle aponeurosi e deiiJ pelle ~ol c.lt~ut e po!\i l'arto uella e..tensione solfa stecca dt>l l\1acewen. :\on si ehbe rc:tzione fehhrile aiClloa e la riunione si fece pe1 prnn:~. Oopu ~O ,.:iorni dell'operazione s· iniziarono 1 movimenll pas,.ivJ di ne.~-.ionu e di e,.ten~iooe, che sulle prime furon o limilalt, ffitl rmi !>i portarono gradualamenle fino a raggiungere colla Il e--s ione sulla co ·eia l'angolo relto. TI massagg•o e l'elettridtfl furono adoperati per tempo, affine di evitare I'<HrtJii,t del quadrictpile; in seguito si unirono a que:-.11 vnlevoli me:t.7.1 lo docce fredde ,.;iornaliere. 0)-lgi il Meroni !lette la l{ami.Ja sulla coscia, oltrepassando l'ang11lo retto. la estende inleramenle senza dolore e sen1.a molestia , cam mina preslo e cou perfeLLo equilibrio. Osservando ora la rotuln si trova mobile e fra i due frammenti non csi-;te più intervallo alcuno. Questo ouimo rtsultnto snrà ancor·a più lodevole e proficuo quando, conlinnanùo l'uso dell'elellnta, del massaggio. il :\Jeront a\'l"a ri ..ent•lo ~li eiTeui ltenelici dei fanghi termali ( l ). Se 411Ì mi si permt'llle uno sLud1o di paragone fra il primo caso e il ...econdo. dirò cbe chiaro apparisce la :.trao.-,Jm:ma fo.-leua del tendine del tricipite in que·tu ...econdo c:uo. Essendo il \leroni scevro da qualsia~ i predi~posizione morho. a, ind1viduo forte e robusto. il suo lricipiltl fl!morale non si lasciò rompere dalla violenta e subitanea l'Uol trazione. La rolula invece, stando a cavaliere sui condili fra il tend ine tlol Lnripite ed il ll'gamento rotuloo, cedendo alla (i) Il Mur.r.e.<I~O ti ~ LIIIO ancho 11iu ht,hlghiero di yuanto sl ritene•·a, glacchtl

il Moronl li 7 oLtobr~ n~ri tlnll'osrol}olnlo aomplol.amente guarito.


ALCU~l CASI

DI CIUllt;llf.I.\

vioiAnzà del poLente estensore, rimase trasversalmente SJll:!l· zata. :\el ~tas,;erelli. come :.i disse, le condizioni locali erano a".u dtiTerenli: difaui il tricipite femorale lì:tccato dal sofft!rto adrartro, non potendo resistere alla ste,;sa sua r.tpida trattune, si lacerava largamente nel modo descritto. Se pet· la cut-a della fraltura della rotula mollt onn eu n\ in ti della uttlità grandissima dala dalla ...otura mela l· lica, po~hi invero sono gli ardimento~• nell'ese«-:oirla, e ciù, forse. perchè spaventati dalle parole dette in propo,ito dal Koenig: iJftLi.Y lt' chirur!lien, rloit acoir conscil'llCt' rlt• .va 1't'· stwn..vabililt1en entreprenanl 1me parcietle 011ération. Il fllut 'l 'l'il so iL ab~ol~tmml maitri' dc la méthodt• anlisrptiq,,.. Certamente se si pen:;a alle tristi conseMuenze di una mancata anti~epsi , rifugge l'animo dal praticare la sutul'll della rolula, come qualsiasi allra importante operazione c.,. Htarta. ~oi garantiti della nostra antisepsi, persua-,i del rcal~ \ lUllag~io della osteorafìa, volentieri la esegu1mmo nel no· stro 'oldato; ed oggi son ben lieto di potere mostrare con lui 11 favorevole risultato. rn pronto inlervenlo chirur~;ico. come nel primo cu~o. anebbe anche in lfUCSio prodollo identico ri,ultato, se il Meroni fosse stato sottoposto alla ostt'orafìa della rotula. ~·ortuoatamcnle operato in secondo tempo a()biamo olle· nuto in modo uguale il desiderato succes o; , accesso. ~he mentre renderà tJUesti due operati ancora idonei ul er\'tlio m1l itare, esaurite le cure !Jalneo-termali. non accresre All'erario il grave fardello delle pensioni.


·1332

ALCUNI CA.SI DI CHIRURGIA

liI. FISTOLA TORAClCA.

Tommasioi Domenico della clas:;e ·1 8-~8, guardi11 carceraria, di mediocre costituzione organica, alquanto deperita, entrò in questo stabilimento il 3 dicembre p. p. Egli narra di non avere antecedenti morbosi e che hu goduto sempre bu(IOfl. salute, ad eccezione di alcune fehbri malariche soffet·te venti anni or sono e di un dolore puntorio, che incomin~iò ad avvertire nella regione mammaria sinistra in -sul liniré dell'ottobre del 189~. Non andò guarì che a quel dolore Leone dietro ooa tumefazione localìzzata nella sede dolente, ttunefazione che crescendo lentamente raggianse la grandezza d'una arancia. Questo lnmot·e di consistenza pastosa verso la periferia mostrava nel centro un senso di fluttnaziooe, cbe si rese vie-più manifesta mediante un impacco caldo-umido anti.'ettico. Il giorno 8 gennaio p. p., dopo quasi due mesi e mezzo di lenta evoluzione, l'ascesso ru aperto Il il cavo raschiato col cucchiaio. Si ebbe abbondante quantità di pns cremoso frammisto a poco sangue. ~lnlgrado le modificazioni fatte con garza iodorformlca, l'aporlura non cicatrizzò e rimase in corrispondenza del quinto spazio intercostale sinistro un seno fistoloso da cui ~emeva discreta quantitit di liquido purulento. Dall'esame esteriore, come dalla specillazione, non si pott} constatare la carie costale, ma a priori con molta probabilità se ne ammetteva l'esistenza; perciò il l 9 marzo


.\LCU~l CASI

DI C.:BIRI:RGIA

1333

feci la resezione della quinta costola perchè essa ·i mostrava piti dolente alla percussione e ne asportai circa sei centimetri. Nella faccia interna della porzione resecata llavvi manifesto il processo catioso, come tollora si può constatare dal pezzo che conservo. Esaminato attentamente il campo operativo, non trovando nulla che mi accennasse ad a)Lra carie delle costole sopra o sottostanti, non credetti sacrifìcarle e cosi, mediante sutura dei muscoli e della pelle, richiusi la ferita per ottenere una prima. Quando la cicatrizzazione era quasi al completo, si svolse in forma lenta un'altro ascesso nella regione parasternale sinistra verso l'articolazione costo-sternale della sesta co·tola. Ritenendo che questo secondo ascesso si fosse svolto per filtrazione di S05taoze fiogogeoe e piogene provenienti dal focolaio della costola cariata, credeLLi bene fare una illcisione tra:;;rers:lle che dal punto deila costa resecata si porta:>se sullo sterno dividendo per metil il nuovo ascesso. Il quale si era sYolto indipendentemente dal primo ed a carico delle nrticolazioni costo-sternale della quinta e sesta costola. Il pu$ era in discreta fJUantitit e alquanto caseoso. CQI tagliente cucchiaio del \'olkmann raschiai profondamente la cavita dell'asces~o, e, dopo di averla bene disinfettala, feci la sutura per prima, che ouenni nel rolgere di pochi biorni. ~on cusl procedevano le cose nella sede del primo ascesso, poicbè qoiYi tessuti graoulo ·i, molli, bagnati da un gemizio di liquido siero-purulento, destavnno sospetti di nascosta carie. :Xell'aprile feci altri shrrgliameoti, asportai altra pQrzione di costola, cauterizzai col termo-caulerio il fondo della piaga, ma inuttlmente aspettai la guarigione. Fu allora che mi decisi, il 13 maggio, a resecare altre CO$lole ed inco-


ALCU:'\J CASl 01 CBlltUBl:f.\

,

miociai dalla soprasL'lnte (•Juarla), che ritenevo cariala pure essa nella sua faccia interna. lla quale fu la mia sorpresa nel trovare questa costola saniss1ma ed io cambio, colla breccia falla, una vasta caviti1 piena di pus cremoso, caseoso e decomposto. La cavità è limitata all'esterno dalla parete toracica e internamente dalla pleura parietale. che si vede muoversi unilameote ai moti respiralorii. Il caYo si estende in alto verso le regioni sotto clavicolare ed ascellare. col dito non si ra~giunge il 'UO fondo, ma sibbene si tocca colla sonda. Mediante il cucchiaio asporto tma quantità di granulazioni fungose e, dopo ripetuti lavacri, riempio la cavità con garza iodoformica. Dopo tre giorni la medicazione, essendo bagnaLa di sangue, viene rin novata e quindi si ripete dopo otto giorni. I otanto l'infenno non ha reazioni febbrili e si nutrisce discretamente. Alla terza medicazione speravo di trovare un rigoglioso processo di ~ranulazione, quando no' altra sorpresa più arande della prima mi allendeva. Tutta la superficie visibile della pleura parietale della cavit:\ era invasa da una sostanza bianca, liscia, levigata. lamellare, sonora alla percussione, non penelrabile dallo specillo, ma so)Q da acuminato istl'umento (forbici). La lamina cosi formala si diparte dal punto della costola ultima re3ecata e si porta io alto. Per re ndermi spiegazione del nuovo fatto colla pont a delle forbici faccio un occhiello sulla lamina, e penetrando al disotto di essa a modo di leva, a stento posso staccaroe dei piccoli pezzi, che all'ispezione, all'esame chimico e al microscopio risultano composti di sostanza ossea. La quale formatasi nel volgere di pochi giQroi, aderénte intimamente allo stl'ato esterno della pleura- parietale. costituisce pet· me

1


ALC0"\1 CASI DI CIIIRU1lGIA

1335

la novità anatomica e fisio-patologica. del caso, perciò mi soiTermo un pochino per iodagarne la provenienza. L'nltima resezione, come le oltre, fu eseguita col me· Lodo solto periosteo, colla diiTerenza che il perio!\tio dell'ultima costa resecata era sanissimo, come lo era la costola istessa, dal che emerge, a mio giudizio, il seguente ragionamento: Col tamponnmento il periostio della porzione della co'stola asportata venne involontariamente disteso sulla pleura p:trietaJe ed allora il connettivo osteogeno del periostio a contatto colla -..ierosa pleurale ha incominciato a proliferare per guisa che la proliferazione delle sue cellule in bre•e tempo ha potuto invadere tutta la porzione sierosa scoperta, stratificandovisi in forma di lamina. Chi non vede qui, per analogia di fnlli , l'istesso processo dell'infiammazione osteoplastica delle osteite e deJle periostite, non ebe quello troppo noto della formazione del callo? ~on ostante il distacco più volte eseguitG di queste lamelle ossee aderentissime alla pleura, si riformavano dopo qualche giorno, e ciò1 credo, avvenisst1 per l' infillrazione cellulare pt·eesistente, che porta alla continua formazione di altre lamelle ossee. ~oo valse nè il cucchiaio, nè l'uso di iniezioni di liquidi acidi per fare cessare questo processo di os·ifìcazione lamellare. Quale conseguenza pratica si può dedurre da t}uesta osservazione clinica? Per me è la seguente, cioè, che tutte le volte si deLba fare una resezione di costola per mettere allo scoperto an ascesso soltocostale o sollopleurale, è necessità distruggere tutto il perioslio se non si vuole . vedere il campo ioraso dalla proliferazione di cellule O$teogene più polente della mano chirurgica.


1336

.\f.Cl:~l C~l

DI CHIRuRGIA

])rima di terminare mt t'Ì\"olgo alcuue domande riflellenti il caso esposto. Il primo ascesso fu prodotto da cause comuni o fu l'effetto della carie co tale rinvenuta nella prima resezione ~ L'ascesso trovato tra la pleura. parietale e la parete toracica era il punto di origine di tollo il treno fenomenico. oppure fu una con,;eguenza lentamente ordita, dopo la comparsa òel primo ascesso, stante una suppurazione intermillente che scende dall'alto deJ torace t La l". la 2" e B" costola saranno nelle loro facci e interne esse pure colpite dal processo carioso" ' A dire il vero non mi pare facile ricostruire il processo morboso e quindi io stesso non sono in gt·ado di rispondere ai miei quesiti. Ciò che veramente mi spiacque fu il non veder guarito il mio operato, non per ambizione di chirurgo, ma per il suo interesse, essendo stato un malato paziente e rassegnato. Guarirà e~! i della sua fistola toracica 1 Sino a quando non saranno distrutte completamente le lamine ossee inr-adenti la pleora pnrietnle, sino a quando non verranno impedite le ulteriori produzioni di esse, e sino a quando non ce·serà un proees3o tubercolare, che in forma latentesembra vada passe.zgiando in quelle co·tole: ti mio prognostico sarà 3empre dubitativo e poco ra,·orevole all'infelice Tommasini. Solo una operazione alla Estliinder, che mi proponevo di fare, è, a mio avviso, la sua àncora di salvezza. In vero con questa operazi<lne si asporteranno altre costole probabilmente malate, alle qoaJi oggi si deve aUrjbuire la suppurazione a ripetizione, proveniente dall'allo del caf"o pleuro-toracico. Con questa operazione meglio si pott·anno distaccare le aderenti lamine ossee neoformate e distrug~ere


ALCU'H CASI Dl CDIIIURGIA

13~ì

le cellule osteo!!ene: sol amente con La le operaz•one s 1rà pure possibile annullare una volta per sempre quello spazio, tJUel 'uolo. che ora esiste tra la parète toracica e la pleura parietak R.an-icinate queste due superlicie e messe a mutuo contatto, qualora noo si s>ol~a un processo jlenerale tisio~eno, si salderanno fra di esse, apportando mdubbiameote al Tommasini la desiderata ~uarigione.


SUGLI INFARTI POLMONARI ;.iELLE PLEUR.lTI ESSUD1TJVE

Del do ttor G . Guieeiardl, tenente mec1ieo.

'

li prof. Ercole Galv~ni, mio maestro, discutendo in clinica In diagnosi di un ammalaLo di pleurite, in cui si aveva nno sputo sanguigno abbastanza frequente, emise per ispiegare tal fatto una duplice supposizione: o che si trattasse di un focolaio di pneumonite che per essere centrale. o comunque per la presen1.a dell'essudato non fosse apprezzabile all'esame fisico ; oppure cbe tale sputo ripetesse la propria origine della formazione di un infarto. La prima teoria è quella comunemente ammessa dagli aut01'i; la seconda era basata su esperimenti compiuti dal Tizzoni {1) nei hborato_ri dei prof. Bizzozzero e ~tosso, pei quali si dovette concludere cbe la compressione di un polmone era capace di deLerminàre la formazione di infarli in ambo i polmoni. Oielro cQnsiglio del mio maestro Ilo eseguito alcune esperienze, per vedere se realmente si può ammettere una tale origine degli infarti polmooarL

(l) Sugli tn(arti pormonarì non tnlboUcì. Studio delle altèrazioni del poi· mone in seguito alle toracentisi. L' Outrvatort - Gauetta delle elinlche di Torino. - Torino, t877, N 3t.


SIJGLI l"ilfARTI POLMO";ARl '\KJ.LE l'LIURlTI ESSUD.-\TIH:

f :3::J9

L'infarto emorragico del polmone è il risultato di una emorragia capillare ristretta ad una piccola e ben limitata porzione Ji quest'organo e qualche volta anche ad un ;;olo lobnlo (:'\iemeyer). laennec pel pr·imo distinse le emorragie bronchiali dalle polmonari e le disse semplicemente prodotte da lacerazioni dei vasi. Per esso il grado piu allo era rappresentato dall'inzuppamento dei polmoni {apoplessia polmonare} ed il più basso dall'ingorgo eraotLoiro (infarto emorragico). l)i•trich mic:e in rapporto l'iÒfatto colle pareti malate dell'arteria polmonare. Esso trovò dei coaguli secchi e dut·i nei va--i in vicinanza deiJ'infarto e credette cbe avessero ,;ede specialmente nelle vene. Gli osservatori che vennero dopo li riscontrarono specialmente nelle arterie, e mentre Bochdalek li ritenne un indizio dell' infiammazione delle arterie. la quale sarebhe causa dell'infarto, più tardi Heschl ritenne fosse pr•maria la coagulazione del san0rue nelrarteria afferente e da quesLa coagulazione dipendesse la formazione dell'infarto, che egli considerò come una fio;zosi emorragica. Si arriva cosi sino agli studi classici del Rokitanski e del Virchow ed alle pro,·e sperimentali del 1•anun, mercè le quali $i ammise universalmente l'origine embolica dell'infarto. Le esperienze del Cohnbeim dimostrarono ancor meglio tale origine. Esso os>.ervò direuamente sotto al microscopio le conseguenze dell'embolia sulle arterie terminali della lingua della rana, rilevò il movimento retrogrado del sangue nelle vene, il riempimento dei capillari e l'uscita del sangue per diapedesi , e ricercò la causa di queste essenzialmente nella disorgaoizzione delle pareti va:;ali, prodotta dall'ischemia. Il Lit!en più tardi disse cbe l'infarto era dovuto a una congestione per diminnzione della vis a 85


13.S.O

~t"Gt.l JN~'ARTl POLliO"AIIl

tergo nelle parli congeste ed a una ùiapedesi, per •sp1eriteuera net:essaria la disor~anizzazione delle pareti vasali. uastando In stasi a produrln. Riguard(l agli infarti polmonari, gli emboli che li formano partono o dal cuore destro o dalle vene del corpo ma c~;sendosi trovati infarti anche io seguito a malattie del cuor ~inistro. cosi il Niemeyer ammi:::e ~!he si pr·odncessero in segUito alla stasi nel cuor destro pel ristagno del SàD;!Ue nella piccola ctrl'Oiazione. Il sangue si raggrnmereobe in particola.r modo nell'oreccbietta destra. e da questa se ne !'laccherebbero dei frammenii che andrebbero ad embolìzzare le arterie polmonari. Altri in questi casi ammettono anche rhe sianll piccoli emboli che partono)!al cuore sinistro. e poi arri' ati nelle \'eD t' si ingro:>serebiJero per .;uccessivi depositi fìbrinosi. ~on tuLLi però 10 ·eguuo ritennero esclusiYameme embolica l'origine de~li infarti polmonari. Il Gerhardl. pur sostenendo nella ~eneralilà dei casi la donnna della base embolica degli infarti, ammi.;e che essa do-reva riconoscere come eccezioni. un numero indisculibile di fatti e in e'onseguenz:l noverava tra le eccezioni. ~l'iorarli senza dirnostrauile embolia in certe malattie in retli\ e. R.ind0eisch nel suo tratta lo d'h,tologia palologica crive: « re...;ta a sapersi se l'infarto emorragico del polmone debba sempre essere messo in rapporto con un'emb(llia o se altre cause possono pt·oJurlo. Ora si trova l'embolo, ma spesso no, ed allora poss1amo domandarci se l'mfarlo non iJ dovuto a lromltosi venosa o a semplice la· cerazione di un vaso jo un punto ove la tunica interna ba suuito quella degenerazione grassosa che si osser·va cosi spesso nell'arteria polmonare (conseguenza delreccesso di tensione) ~. 1\eck.liogausen ed Obermeyer hanno trovato ~rare la quale non

'


~KLLE PLEURITI ESSUD.\TI\'E

ne~li

13.$.1

infarti recenti. delle trombosi multiple dei capillnri ed hanno attribuito a queste una parte importante nella p:·odnzione dell'infarto. Da ultimo anche all' liirgensen pare c che non siasi ancora addotta una ra:zione convincente per far derivare l'infarto emorragico esclusivamente de~li ~mboli .,_ Nel tsn il prof. Guido Tizzoni, con esperienze su cani, conigli e cavie, aHebbe dimo.> Lrato che gli infarti polmonari possono essere prodotti della compressione esercitata sui polmoni dall'aria esterna penetrata nel cavo pleurico. lo l~ animali il prof. Tizzoni ba aperta la cassa torad ca, sia introducendo, come nella Loracentesi, un semplice tubo in uno spazio inlerco.stale, sia incidendo una delle r,art ilagini costai i, o praticando' i uua piccola sezione il cb e permell.e'l"a l'entrala dell'aria nel cavo pleurale. t lccide,·a l'animale dopo poche ore sino a 30 o 40 giorni dalla subila operazione, e studiava il polmone diste:;o per iniezione nella tmchea di alcool o di btcromato potassico l p. l 00 e indurito quindi nel primo di IJnesli due liquidi. Trovò sempre infarti, che erano più grandi e caralleTi5tici man mano che si allontanavano dall'epoca dell'operazione. oppure la pneomooite reauiva conseguenza di essi. Gli infar~i erono in maggior copia nel polmone destro, nei lobi inferiori, poi nei medi ed infine nei superiori, ed a preferenza nell'orlo inferiore ed anteriore, nella faccia inferiore ed esterna. Al microscopio si osservava in principio una semplice su!Tusione sanguigna sotto alla pleura e poi si presentavano infiltrati gli spazi iolralveolari. indi la cavità dt!gli alveoli medesimi. Gli iniarli o ttlrmioavan«? in dbgenerazione dei globuli


f3B

SUGLI li'!""FARTI POLllOXARl

rossi ed il riassorbimento era tanto completo da non lasciar traccia alcuna nel lessolo polmonare. oppure producevano 1:\ pneumonite realtiva lobnlare ora allo stadio rosso. ora al grigio, ed entro gli alreoH si trovava una quantità più o meno considerevole di cellule epitoliali. le quali nella maggior parte dei casi subivano l'esito dolla clnssifìeazione. Per osservare poi meglio il momento ed il modo di formazione di deHi infarti, nel laboratorio del prof. )fo3so furono fatti altri tre sperimenti, che. coshtuiscono la se~:onda serie. Essi posero il polmone ed il cuore ùi un cane entt·o unn boccia a perfetta tenuta d'aria {la quale doveva fare le veci della cavilà toracica) e attraverso al tappo di que."La passavano quattro tubi; uno per la tracl1ea, uno per la cava superiore, uno per l'aorta ed un quarto che meltern in comunicazione l'interno della boccia con due bottiglie di :\fariotte, colle quali si poteva mutare nell'interno della boccia la pressione da negativa in po:>ìtiva. Fu eseguita nell'animale la circolazione artiliciale con sangue defibrinato di cane, e se si produceva una pres~jone negativa all'interno della boccia, i polmoni eonser·vavano il loro colorito roseo normale; se al contrario si prodnceva una pressione eguale a quella dell'atmosfera, aUora si vedevano comparire qua e là nei polmoni dei punti Tosso-scuri. che poi divenivano quasi neri e che avevano la paneoza esterna di infa1·ti emorragici ed al microscopio mostravano il sangue infihralo negli spazi inlralveolari, ed entro la cavità degli alveoli medesimi. Il prof. Tizzoni eoocludem l' jnteressanle suo lavoro, djmoslraodo l'impot·tanza dei risultati otte1H1Li, secondo i quali; si deve ammeUere la poss-ibilitit della formazione


~ELI.E

PLIURITI JllSSClHTI\E

13i~

d'infarti senza embolismo e solo per variazioni della pres· sione all'e~terno dei vasi. A queste esperienze •ennero tosto in appoggio alcune O!lservazioni cliniche, infatti il pro r. Ercole Galngni ( 1) primo fra Lulti pubblicò due casi di pleurite essudativa seguiti da morte, in cui all'autopsia furono trovati numerosi infarti poi· monari ed io questa pubblicaz10ne il mio maestro fece a sé etl a;!li studiosi questi quesiti: L'e.ysudaw pleuriw può &81'1'•' e!i.vo la caw.a degli infarti? opp1Lre dipendono o sortO in qttalcht !J•cixa collegati wl catnrro bronchiale che in ']rt,.i duP infermi coesistet:a? Appoggiandosi sulle esperienze del Tizzoni rispo~e affermativamente al primo quesito, almeno per taloni casi, ma io pari tempo non rigettò come priva di probabilità un'alt~a ipotesi. ossia che in altri casi la pleurite sia l'effetto e non la •:ansa degli iufarli, opinione che fu pii• Lardi connlidata dal parere autore~ole di nn altro illustre clinico il prof. Iloncati, che disse che nei casi d'infarti emorrn~ici (( quasi sempre l'ammalato accusa un dolore toracico per sofTerenza simultanea della pleura, la quale anzi può infiammare acutamente e fornire essudato abbondante t~) . Più tardi al prof. Galvagni occorse di ,·edere un terzo ca<;o di cui non pubblicò la storia. Si trattava dì un giovane che alcuni anni prima areva riportato una ferila penelrante nel pcl'icardio con esito di sinfisi. L'individuo visse e per qualche anno e poi fu colpito da una pleurite ,;inistra con lo sanguigno che lo condusse a morte. ~ella sezione ollte...Ja sinfisi pericardica antica e la

-----Ct) Xota ditli&a 1ugU i11(arli polm0114ti non emboliei. BolotJno., 187~, N. Il. (:!} ROSCAT l. - hvJi::;io al/a dltJgiiOSÌ IM:C.

Rivl$ta clinica eh


13.U.

SUGLl

I~PARTI

VOI lo!O:UBI

pleurite recente, s1 tro>arono degli infarti polmooari che tali >ennero anche giudicati dall' anatomo patolo;.io che ese~ui l'autopsia, sebbene neli 'interno del~ cuore non vi fossero alterazioni di l!Orta. t:ltimamenle il G.-awitz ( 1) ha notat'l che affatto ind·vendentemente dai processi emboJici, SI 03senano nei •pi)lIDOnÌ iogorhi a focolaio spt!Cialmente nelle cartiiopatie, nella bronchite cronica e nell'emtìsema. non che in Yecchi cachellici per lo più nelle parli inferiori declivi del polmone destro. Esso in molti infarti non ha trovato trac~ia di zaffi emholici nell'arteria polmooale afferente ed io piu di l!l ca'i ::.i il adoperato a --taLilire con accorata indagine microsr.opica. se si tro>ano eventuali differenze nella strullura tra ).(li info.rli con embolo eù in quelli senza embolo, conr.hiu!lendo r.he tutti questi focolai si riscontrano fra loro, e che ne~sunn delle spiegazioni finora nole pe1· la loro genesi soddisfn. L'autore rla molta ibportanza alla complicante bronchite anzi r~ITerma che J'iofiammallione cronica dei bronchi è coo\tizione necess~ria senza di cui non accade mai un infarto emo119ico nei polmoni. La bronchite induce inspesstmento della mucosa bronchiale con una formazione copt0$1:5Stma di 'f"asi --an,.(uigni che circondano lìllamente i bronchi ;Zrandi. medi e piccoli. Le 6bre della mucosa ~ubiscono una trasformazione in celIale, e quindi in rammollimento: nei conati di tosse, si produce nella mucosa stasivenosa e così generansì le piccole emorra.~ie indicate da Laen1ec come emottisi. e•i essendo inoltre che i capillari degli ah·eoli polmonari in tntti i di-

{l) Mener l'oc/tensc/1, 1893.


N.RLLE PilURJTl ESSUDATir& ~turbi

136.5

circolatori mandano una gran parte del loro sangue nelle vene bronch.iali che meLLono capo aU'azigos ed alla cav:a, ogni nuovo conato di tosse in cui. si produces tasi nel ~1\nde circ{)lo, costituisce un ostacolo anche pel dellusso dei capillari polmonari ed ant:he qui si può anre-perforazioile e passaggio del sangue ne~li alveoli c1o~ l'infarto. In tale incertezza di spiegazioni, io mi accinsi a farei nuove esperienze in proposito, delle quali ora riferirò risultati. Gli esper·imenli fttrono eseguiti sopra conigli e furono divisi in tre serie. ~ella prima serie mi sono limitato a produrre la ~:oro­ pressione del polmone spingendo aria atmosferica enlro al cavo pleurico come nelle esperienze dei Tizzoni. ~ella se · conda e terza serie vi ho introdotto del liquido per esercitare una pressione più analoga a quella dell'essudato pleurico persuaso che, r-ome nota il prof. Galvagni~ la presenza del liquido come quel~ dell'nia deve trasf<lnnare la prt>Ssione negativa normale in una positiva identica o pressochè alla pressione atmosrerica e ciò in parte per la presenza stessa detr essudato, io parte pel diminuire o cessar& dei movimenti inspiratori chù sono i principali fattori della pressjone negativa·. ~ella seconda serie H liquido è stato introdotto per una sol volta in discreta quantità. ~ella terza serie invece l'iniezione fn faua con minore quantitit ma venne ripetuta ogni qual volta il liquido precedentemente iniettato accennava ad essere riassorbito, ottenendosi in questo modo una compressione continua molto analoga a quella dell'essudato pleurico. Come liquido d'iniezione bo usato una soJuzione acquosa sterilizzata di gomma arabica discretamente densa perchè non venisse troppo rapidamente riassorhita.


1316

Sl:'GLt !:\FAllii POLliO:'\AlU

,. SERlE.

Esperien.:a 1'. - Si fa un'incisione a strati di uno .sp:tzio iotercostale, si prende una pJi,·a del fo1glieLto parietale della pleura de,tra, Yì si fa passare un;t sonda scanalata e çi si pratica una piccola incisiOne. Lo softio prolungato ci indica che la pleura è stata perforata. Si lascia aperta la breccia per circa :; minuti e poi si fa la sutura: prima dei muscoli, poi della pelle. Oopu sei giorni si ttccide l'animale . .\!l'autopsia :-i tt·m·a ci1e tanto la plenra destra che la sinistra sono in stato normale. 1 polmoru S(}DO alquanto iperemici, solo 11Ua e la si osservano dei piccoli pnnti di colore alquanto più scuro del normale. Tagliato un pez~ello di polmone e posl<l nell'acqua, galleggia . .\.1 microscopio, inliltrazione Jiofoide deHe pareti alveolari e degli infunùthuli. L' iperemia non si vede che in alcuni puDLi, probabilmente mascherata dalla ~uddetta inlìltrazione. Esperienza ~- - Aperto nello l'tesso modo il sacco pleurale sini<~tt·o vi si lascia entrare l'aria per circa :; mi- • nuti. si pratica •1uindi la sutura e si la$Cia libero. l'anim.tle. Dopo cin4ne gionai ,i uccide il coni::'lio e si riscontra nella pleura si01stra un le!.?!!erissimo opacamenlo. niente a de:-tra. 11 polmone destro i• fortemente ipcremko: oltre a ciò nulla Ili anormale. ;xel lato superiore del polmone sinistro si trovano due aree, delle quali una lnn~a centim. l '/~ e larga '/, centim .. e l'altra più piccola di colore rosso scuro, dell'apparenza e:-terna di un infarto, ma però di forma irregolare. :'\el cuore leggiere traccie di pericardite: del re~to nulla di anormale. Al microscopio maggiore sviluppo del tessuto connellivo : qualche trombosi nei vasi.


:\ELLE PLEURITl ESSl:D.\TIYE

Esperit>11 :a 3". - Il coniglio \ìene operato come i precedenti. Dopo tre giorni si uccide e si trovano i polmoni accasciati su loro stessi come negli altri casi ; nella pleurn nulla di anormale. Il polmone destro (lato operato) è molto iperemico. nel lobo medio ed io piccola par·te dell'inferiore si csserva una larga chiazza di colore rosso scuro che spicca snl circostante te·sulo polmonare dj color roseo. :\eHa parte inferiore del lobo inferiore si osservano due punti tondegginnti più piccoli d'una lenticchia, di colore rosso scuro (pu'r scuri del precedente) distanti fra loro circa '/, centimetro. Il polmone sinr'>tro il pur esso iperemico ma in graùo a'"ai minore. Le vene che vanno al polmone sono tnrgide e ripiene di sangue. Al microscopio vera epatizzazione polmonare, essendo quasi scomparsi gli alveoli e pressochè riempiti dell'essudato: io qualche punto stravaso solto·pleurico con infiammazione attigua. troml•osi dei vasi prossimr. Esperien:a .f•. - Dopo due ~i orni si uccide il coni~!! io '. ~ che è stato operato dal lato "inistro e si osservano le due pleure normali, il liquido entro le cavità pleurali nor·mali. Il polmone destro iperemico. Il polmone :si nistr·o ha assunto una colorazione rosso-scura che lo fa l':l~somi­ ,.!liare a quella del fegato. colorazione la quale comprende tollo il polmone, ecceLtocbè nel bordo tag-liente. 01e si nota un leggiero colore bianco sporco. Al microscopio solito infiltramento linfoide. Esperienza 5". - Dopo 26 ore si nccide il coniglio N. 5 operato pure esso dal Ialo sinistro, e :::i l'iscoolrano le pleure normali, non liqurdo entro il ca•o pleurale. polmone destro alquanto iperemico, polmone sinistro pure iperemico c •i :;i osservano qua e là delle zone di color rosso scuro, di forma irregolare c del l'appar·enza esterna di infarti (eccet·


134-8

SUGLI ~ARTf POLllO~ABI

tochè nella forma), anzi tale colorazione occupa buona parte del Jolo superiore di detto polmone; del resto nulla di anormale. Al microscopio ~ome il precedente. ~· SERIE.

Esperienza o•. - Aperta la cavità toraciea nel coni olio ~. 6 mercè un'ampia incisione nel lato destro, s' inietta per l'apertura con una pipetta di vetro sterilizzata 40 gr. _ di una soluzione gommosa non molto densa; ma nel mentre che ci si accin~e ad eseguire la sutura della breccia fatta, una parte del litJuido, in seguito a movimenti respiratori esagerati dell'an imale fuoresce, cosiccbè app~ossi m~tivamente eotre alla cavità pleurale vi saranno rim~sti circa 20-25 grammi di llqnido. Dopo praticata la sutura dal muscolo e poi della pelle, si lascia libet·o l'animale. Dopo otto giorni l'animale Yiene ucciso eome i precedenti ed all'a~topsia si tro~a: iperemia diffusa nelle pleure costali, ecchimosi piccole al lato sinistro, nel lato destro deposito fibrinoso con formazione di pseudo membrane e nella parte posteriore della pleura viscerale ·una sottile pseudo membrana a superficie granulosa. Tutto il lobo inferiore del polmone sinistro è coperto da una pseudo membrana edematosa che simula un tessuto mixomatoso. Al taglio amendue i polmoni appaiono molto iparemici. Al l)licroscopio l'infiltrazione solita specialmente in vicinanza dei bronchi, la disposizione alveolare è meno manifesta. ed ti tessuto più compatto. Esperienza 1•. - Si iniettano nella cavità pleurale destra del r.ooiglio :"'. 7, ~5 grammi di una soluzione gommosa previamente bollita. L'operazione si eseguisce con una grossa siringa sormontata da un ago d'acciaio prima sottoposto ad l)


NELLE PLEU!UTI ESSlfDAT:I,VE

r

1349

un'accurata disinfezione chimica e meccanica. Dopo cinque giorni si uccide r animale e si trova, a destra una grossa pseudomembrana fibrinosa che ravvolge tutto il polmone, ed in cui sono :visibili numerosi vasi di neoformazione che formano come una vasta e. complic(lta rete, e qua e là in basso recenti aderenze nastriformi . .Nel cavo pleurico destro abbondante liquiiio di colore oscuro. Il polmone è forteJ.Dente iperemico e pre:>enta all'esterno un as.petto granuloso per depo.-;itì fibrinosi. N'el cavo p!eurìco sinistro, liquido in discreta copia> il polmone sinistro è pur esso iperemi.co ma io grado mioor:e, il cuore è coperto da una pseudomembrana edemato.sa. Al microscopio nulla di notevole. Esperienza. sa. - Si iniettano 9!5 grammi di soluzione gommosa uguale alla precedente nel saceo pleurale destro del coniglio N. 8. Dopo tre giorni sì uccide l'animale e sì risc:ootra, a d~stra essuda-to abbondante di colore leggermente rossigno, grosse pseudomembrane. Il polmone destro è circondato da pseudomembrane di un colore rosso sporco, che assomigliano ad un ~essuto tnixomatoso . .Nel medesimo si nota pneumo:nite lobulare in .grado abbastanza considerevole, esso crepita discretamente, e posÌo nell'acqua non affonda. A sinistra leggero opacamento della pleura; mancano le pseudomembrané e l'essudato. Il polmone è sano ùelle sue parti super.iori, nel lobo inferiore invece è alquanto ipere~ mico, deJ resto nulla di ano1·male. Al microscopio a destra piccoli fooolai di pneumonite interstiziale, speciatmente ·in vicin.anZ!:l. di una grossa vena. ;l sinis~J·a nulla di speciale. Esperienza 9•. - Si inìettaitO 25 grammi della solita so!uzione gommosa entm il saceo pleurale dest·ro del coniglio N. 9. Dopo 40 ore si trova il. coniglio morto già da parecchie


S("GU l'i1'.\RTI PolllO:'\ARI

ore. Falta l'autopsia si ri~contra: pleurite d'ambo i lati con p-rosse pseudomembrane; a destra raccolta di essudato emorragico, mecliastinite ditfusa con forte edema delle pseutlomem brane; abbondante essudato pericardiale pure emorragico con m(liti stracci lì brino-purulenli e con infiltra?.ioni puntiformi giallastre sotto l'epicardio. Il polmone destro i.' tjuasi Lutto in uno stato che macroscopicamente corrisponde alla carnifìca1.ione. ~ella parte inferiore ri si notano delle chiazze emorragiche solto pleurali. ~el polmone sinistro in minor ~rado si nota la slt:ssa parvenza e nella mn!!~ior parte forte 1peremia. ~ell'uoo e nell'altro polmone il :;angne t coagulato nei vasi ed è nero. come pure è nero quello che in grande copia si trova nelle caritft cardiache. \leha ncll'acrrna la parte del polmone carnili cata, sta malamente a galla. Focolai purulenti in corrispondenza della ferita falla per l'iniezione, forolai purulenti ed emorra;1ici qua e là per l'addome. Cuore e milza normali ..U microscopio il tessuto polmonare è conrertito in un te5soto compatto. infiltratoùa cellule linfoidi e percorso da vasi pri"Vi di s:mgue. Tale aherazione e prefalentem~nLe corticale. Esprrien:a 10•. - Si iniellano circa :50 grammi della soluzione gommosa nella cavilit pleurale sinistra del roniglio N. IO. Dopo i- giorni si uccide l'animale. Il liquido è completamente ria.,.sorbito e le pleure sono per·fettamente sane. :'iel polmone sinistro operato ,j nota jptalche ~ooa d'iperemia ed ai bordi Jeggiero grado d'enfisema. ~el polmone destro pure qualche zona iperemica e nel bordo tagliente del lobo inferiore si osservano tre o tfuallro piccoli tratti di color ro'i$0 ~upo che banno l'apparenza di stravasi sanguigni sottopleuric1, senza però ;were i caratteri microscopici degli infarti. Tntti gli altri or~ani normali.


'iKLLE PLBUBIIJ ESSUOATIV&

Esame microvcopico. - Polmone sinistr·o. Discreta inJiltrazione cellulare, più accentuata all'intorno di qualche grosso ltranco e nel tessuto sottopleurale. Qualche vaso ripieno di <;fl DJ.:De.

Polmone destro. Infiltrazione cellulare più. abbondante. In qualche tratto del polmone si notano molLi globuli rossi che riempiono gli alveoli. Yasi sanguigni pieni di san~ne. Esperier~.;a l t•. Si mettono 30 grammi di soluzione gommo.>a nella cavità pleurale sinistra del coniglio .N. t l. Si ripete l'iniezione il giorno dopo, ma l'animale muor·e appena eseguita l'operazione. All'autopsia si riscontra a sinistra tfualche aderenza pleurica, il polmone molto iperemico ha assunto un colore ros;;o ciliegia, ed in diversi punti della sua superfìcie si notano delle piccole emorragie sottopleuricbe piuttosto superficiali. A destra il polmone è pure iperemico. e si osservano di'erse piccole zone di maggior iperemia: che si differenziano dal circostante tessuto. Le cavilit del cuore, specialmente le destre, sono ripiene di grossi coaguli ài sangue. EsaTTU m.icroscopico. Polmone sinistro operato. lnfiltr·azione cellulare abbondantissima. Iperemia considerevole in tutto il tessuto polmonare che, divenuto corupatto, ha quasi perduta la struttura alveolare. Qua e là div~rse piccole emorra~ie sottopleoriche. Tutti i Yasi sono pieni di sangue. Polmone destro. Solita infiltrazione, ma meno consiùerevole. Yasi pieni di sangue. Esperien;a l'l". - Si iniettano 30 grammi della solita solozione gommosa nella c~vità pleurale destra. Al mattino dopo si trova l'animale morto. All'aulopsia si riscontra, a destra la cavitù pleurale ripiena di liquido


emorragico. Il polmone ~ enormemente conge:.to, e po•to nell'acq:ta va a fondo. e qua e là vi si notano aree mao, giortr.ente iperemiche di colore molto piu scuro . .-l sinistra lie~i aderenze pleuriche e nel polmone iperemia in picco! grado. lt pericardio è alquanto i:-pe.;l<ilo, e le cavità csrdiache sono ripiene di gro!'si coaguli -.anduigni. Esnmt> microscopico. - Polmone destro operato. Solita iolillrazione cellulare, piit acc~utnata intorno ai •a~i. ed alle glandole lwonchiali. l)oalche lieve strara.'o di so~Lanzl colorante del sangue ,:ott•> alla plcura. 'asi sangnigui pieni di _,.angue. Polmone sinistro. lnlìllrazione cliscreta in lutto ti polmone, più marcata d'intorno a 4JUnlche bronco. E~pC'rien:a t3•.- 'i iniellnuo nel lato ùesLro 30 grammi di soluzione gommosa. Si ripete l'inieziOne il giorno dopo, ma l'animale muore appena fini ta l'operazione . .lll'antop$ia. -.t destra la caYità pleurale è ripiena di li({Uido tinto in rosso. aderenze del polmone alla parett toracica ed al pericardio. ~el polmone il lobo superiore è completamente splenizzato. nel lobo inferiore e nella facci<L anteriore si notano numerosi piccoli infarti di colore rosso scuro, alcuni ancbe sporgenti sulla superficie polmonare. Postetiormente altri piccoli infarti e numerose emorragie :sollopleuriche piullMlo superficiali. \ sinistra nel polmone, lie'e iveremia nel lobo inferiore, nel superiore maggiore iperem1a, ed al suo mar~ine sup~­ riore si nota un infar~o rosso-scuro. di forma piuuo~to irregolare. I l pericardio è alquanto ispessilo e le cavità cardiache sono ripiene di grossi coaguli sanguigni. Esame microscopico. - Polmone destro operato. Infil-


NELLE PLEUlUTI RSSUD.\TlVE

1353

trazione cellulare notevolissima, anzi in certe zone il tessuto è divenuto compatLo ed ha perduto C{)mpletamenle la slrultura alveolare; numerosi infarti ben circoscritti e cil·condati da zone di maggiore infiltrazione. ln vari ponti lievi emorragie qua e là sparse senza forma regolare. Polmone sinistro. Infiltrazione minore. ~el lobo inferiore sì nota uo infarto dì forma caratteristica c-ircondato da inOltrazione eellulare piit viva e da altre lievi emorragie piccole e senza forma regolare. Tntti i vasi sono pieni di sangue. Espe~·ienza u•. Si iniettano circa 30 grammi della soluzione nel Jato destro. Alla sera si trova morto l'animale. All'autopsia. A destra la caV"i~à plenrica è piena di liquido Lìnto in rosso. nel polmone molto iperemico, si osservano diversi infarti nel lobo inferiore, unò nel medio, ed un altro nel superiore. A sinistra il polmone molto congesto è fortemente aderente al diaframma. Staccato si vede che nel bordo estremo del lobo infel'iore vi è un trallo di polmone, di colore grigio sporco, di consistenza molle e che ha Lulte le apparenze esterne di un'ascesso polmonare. Eseguito un taglio si scorge la cavità ascessuale a pareti rugose priva o quasi di liquido. Pericardite maniresla, le cavità del cuore ripiene di coaguli sanguigni. EJ;ame microscopico. - Polmone deslro operato. ~el complesso il polmone ~ pioLLosto poco iofiltraLo, eccettuaLo all'intorno di qualche vaso in cui l'in(lllrazione è alquanto più intensa. Di>ersi infarti emorragici, alcuni grandi e caralteristici ed altri irregolari e piccoli.


SUGLI JNP•.\RTl POLllONARl

Polmone sini~tro. Ent,rmemente congesto, tutti i va::.i sono pieni di sangue. L'infiltrazione il tanto con.siderevole che il tessuto polmonare è divenuto compaUo.

Esperien.:a 15•. - l i settembre. Si iniettano circa :30 grammi della soluzione gommosa entro la c:n-ità pleurale destra. 13 -'ltl"mbrl'. - Si ripete l'iniezione di altri 30 grammi della medesima soluzione e l'animale sta bene per tutto il giorno. 14 .srttembre. -Si ripete ancora l'iniezione di circa gr. 511 d11iqnido: ma durante l'oper;\zione l'animale muore. All'autopsia. -A destra si osserva il cavo pleurale ripieno del liquido iniettato. ma in mezzo però sì notano numerosi coaguli lìhrinosi, le pleure sono assai spesse e qua e là rirmite da br·iglie pseudomembranose. Il polmone è accasciato su se stesso ed in vari punti aderente alla pleura parietaie. È oltremodo iperemico ed ha rapparenza raroos:l. ~el lobo inferiore si è riscontrato un nodo rosso scuro della gro::;sezza di una piccola nocciuola. duro al tatto e spor~ente sulla superficie e che ba le apparen~e esterne di un infarto polmonare. l:.:n altro nodo pressochè uguale si trova al mar~ine tagliente dello stesso loho. A si nistra la pleura è normale, il polmone t: con,;e~to, privo d'aria, e posto nell'acqua va al fondo. Al microscopio esaminalo il polmone destro nel punto in cui macroscopicamente appariva l'infarto; si nola la pleura oltremodo ispessita e sotto di essa abbondante materia colorante del sangue, che colora un tratto di sezione in giallo scuro ed in alcuni punti tendenti al rossastro.


\[LLK PLE(;'Ritl ES~I.:D.\TlVE

135;)

~umerosis~imi globuli rossi fuorusciti dai

vasi, occupano gli alveoli e gli spazi interalveolari per un tratto abbastanza profondo, descrivendo una figura irregolar-mente triangolare. Inoltre trombosi vasale estesa a numero"-i vasi. infiltramento cellulare in tollo il polmone, considerevolissimo po1 all'intomo del focolaio emorragico. 11 polmone sinistro in alcune parti lascia ,-edere la :;trot· tul'a alveolare ed appare sano, in altre si osserva la solita infiltrazione cellulare, ma piil moderata, e qualche trombosi

tulLI

va~ale.

Espe-1·ien:a J6•.- Si iniettano a sinistra circa 23 grammi dell:\ soluzione gommosa senza alcun accidente, l'indomani si ripete l'iniezione, il giorno dopo si trova l'animale morto. lll'tudop~Ìil. - .\ destra il cavo pleurico è ripieno di essudato sieroso, limpido di colore citrino, il polmone nel Loi.Jo inferiore, nella sua faccia posteriore, presenta «JUa e lit le solite zone d'iperemia di colore rosso carico che si dill'crenziano dal cit·co~tante tessuto polmonare che è rosso. \ sinistra il polmone c splenizzato, nel suo lobo inferiore, vi :;ono numerosi infarti di grandezza varia tra un grano di mi~dio e quello di ft·umentone. uno di tali infarti si o~;;er>a pure nel lobo superiore. tievi emorr·agie pericardiche, cuore pieno di coaguli sanguigni. Esame mic-roscopico. - Polmone sinistro operato. - Infiltrazione cellulare ai.Jbondame. - Infarti emorragici estesi e caraueristic1. Polmone destro. - Jnfiltrazione intensa e maggiore all'intorno dei bronchi e nel tessuto sollopleurico. - Qualche nodo di bronco-polmonite. 8\l


l:l56

SUGLI I~FARTI POT.'tiONARl

Esperienza J7• - 14 settembre. -Si iniettano cin·a 30 grammi della soluzione nel lato de.stro senza alcun incidente. 16 settembre: si ripete l'iniezione di circa 20 grammi. Il giorno t8 e,;eguita la percussione si riscontra ottusiliì considerevole in lutto il torace destro perciò non si ripetè l'iniezione. Il 19 l'ottusità è assai diminuita quindi si ripete l'iniezione di circa 25 gramtJli. 11 20 ed il 21 ottusità notevole alla percusssione) iJ 22 si ripete l'iniezione, il 2~ si trova l'animale morto . .\Jl'antopsia si è riscontrato, a destra j] cavo pleurico ripieno di liquido leggermente colorato in rosso, il polmone è un poco coogesto e presenta in tre o quattr~ punti del suo lobo inferiore, due o tre piccoli no~i sporgt"nli sulla superficie pohnonare di colore grigio piuttosto ruvi1li e granulosi al taglio e che appaiono in preda a degenerazione caseosa. A sinistra si riscontra essudato pleurico sieroso, limpido. di un bel colore citrino, e il polmone è forse più congeslo. [J pericardio è assai ispessito ed ha contratto numerose aderenze colle parti cirçostanti. Tutte le cavità del cuore sono ripiene di· grossi coaguli sanguigni. Esame microscopico. - Pol mone desLro operato. Jnfilll"dZione mediocre in tutto l'or~ano. - Infarti emorragici caralleristici ed alcuni di es~i in via di degenerazione caseosa. L'infiltrazione cellulare è vivissima all'ìntorno dei focolai degenera ti.

"' ** Dalle esperienze della 18 serie risulta che l'aria spinta entro il CI\VO plcurico produce un' ipereJ.Uia più o meno


.NRL.LE PLEURlTr ESSUDATIVE·

~onsiderevole

nel tess,uto polmonare, e che quivi si formano delle aree scure che si differenziano dal circostante tessuto, le quali sono tanto più numerose e grandi, quanto più vicina è l'epoca dell'operazione e che vanno scomparendo col crescere dell'assorbimento dell'aria. Tali aree di color rosso ~on possono ritenersi veri e propr·i infarti. 'l o Perchè non s'approfondano nel tes~uto polmonare a mo' di cuneo come gl'infar·ti. 2° Perché menl!·e quelli descr·itli dal Tiztoni erano maggiori man mano che si allontanavano dall'epoca nell'operazione, questi invece si sono tròvati di grandezza decrescente dai primi giorni fino al sesto nella. quale epoca etnoo del tutto scoinparsi. 3° Perchè la pleura in corrispondenza di essi era sempre norm·ale. 4- 9 Perchè le arce scure da me osservate non hanno ta forma speciale nè la superficje del taglio asciutta, granu~ ~osa, compaua e tanto meno la struttura microscopica ca· ratteristica deWìnfarto. Infatti al microscopio non si sono -osservate che infillrazioni linfoidi delle pareti alveolari e degii infundiboli, ma.ggior sviluppo del tessuto connettivo~ qualche stravaso sotto pleurico e trombosi vasai"S. Per tali ragioni a me pare più ragi<•nevole ammettere ~be dette aree scure dipendono piuttesto da iperemia più .considerevole in confronto del cirr..ostante tessuto p~lmo ­ nare, e cb e la· colorazione rosso-scura si debba attribuire ad 1mhib.izione della materia col!}rante del sangue stess,.o; ~ per verità tale colorazione va seomparendo col di!eguar::>i -della causa che sostiene l' iperemia ossia l'aria atmosferica, .cbe lentamente viene assorbita. A ciò poi .~i deve aggiungere che deLle. 11ree scure si s{)no sempre trovate nel polmone corrispondente al lato in


1~58

"UGLI l~FAIITl POUlO'\ARI

cui si ù lasciato penetrare l'aria e mai in quello della parte opposta. 0Jile esperienze della !' set·ie si •' riscontrato macroscopicamenLe in ogni caso iperemia spesso interna del polmone del lato operato. piu moderata nelr altro. tah-olta. accompagnat·1 da semplice catarro branchiate, tal'allra --o::tituita da bronco-polmonite o da vera epatizzazione di qua"i Lutto il polmone; io parecchie esperienze si sono 05~enati infarti caratteristici del polmone operato~ una sol voha nell'al t ro~ frl'tJUenti poi furono le emorragie sottopleuriche piullo~Lo supettìciali ma abbastanza estese. ~elle e~peril'nze della 3• serie ~i sono sempre osserrati infarti nel polmone del lato operato accompagnati da reazione pitt o meno viva per parte del polmone medesimo. In una di que:;te esperienze gl'infarti avevano ,;uhito l'esito della caseilìcazione. 1;11 esami ualteri91ogici furono sempre negativi, mni '-Ì riscontrarono forme microbiche nei polmoni tlogosati e negli es~udati pleurici, solo dt rado si verificò la presenza di qualche cocco for,;e dovuto ad ioguinamento po::.t-mortale. ~E' Ila 1• serie di esperimenti, a differenza del prof. Tizzoni, non ho mai riscontrato mfarti e la ragione di ciò ~i de,·e ricercare nel fallo che la compressione esercitata in questo modo dall'aria sul tes;:uto polmooare dc•e essere stata soverchiameole lieve e di troppo breve durala, causa il rapido assorbi mento dell'aria n1edesima. Tnfatti n~lle altre due ser1e di esperimento, quando ho esercitato una compressione conveniente c mi sono me~so in condizioni assai somiglianti a quelle dell 'essudato plenrico, bo di frequente notate le lesioni aoatomo-patologi~be in di:;eorso. ottenendo cosi una spiegazione suflìcicnte al fatto cljnico causa di questo lavoro. Oai risultati ottenuti si deve quindi concludere che la compres::.ione prodotta dall'essudato pleurico è capace di


r NELLE I'LEURlTl ESSUDATI\&

13;)9

produrre non di rado -reri e }Jropri infarLi polmonan, e che se in alcuni ca i non ·i sono •erific.lte t.ùi alter.szioni anatomo-patologiche, si sono però nei medesimi :o.pess{) notale delle lesioni sottopleuriclle che non di rado so~liono accompa~oar~i alla fuoruscita dai >asi. 'Juindi all'entrala nelle vie aeree di qualche globulo rosso oppure della sostanza colorante del sangue, lesioni queste che benchè lievi ~ono capaci di spiegare lo sputo sanguigno, tanto più che si suoi IJOtl$Ì sempre trattare da pochi spuli e lievemente tinti in rosso. Gli infarti, secondo le mie esperienze, sono piultosto piccoli, spes50 numerosi, il piu di fre'}uenle nel loho inferiore e si formerebbero di preferenza nel primo Lampo della compressione poichè li ho sempt·e osservaLi in truegli animali che furono uccisi o morirono in un' epo~'a tnollo l" ici na ali' operazione (Esperienze l 0", l 1•, l 3• e l 4-') oppure quando per avere replicata l'iniezione del liq11ido a brevi intervalli, si è mantenuto costante rrn certo grado di compressione (E.-perienze 15•. 16• e 17") Quan:lo invece si ce5sò di agire colla compre•:>ione e si Ja~ciò in vit.1 l'animale per parecchio Lempo dopo l'operazione non si osser'"arooo pil1 infarti, poichè nei casi in cui J"emorra~ia fu lie>e., il s:~ngue poteva già es~ere riassorbito, negli altri o si notò rrna reazione v1va del tessuto polmooare (Esperienze ()•. j •' s·' l o· e 12") o si riscontrano focolai di degenerazione ca•eosa in quei tratLi di polmone o,·e prima esiste'a l'tnfarto (K,perienza n•). Noi però, ollre nll'nzione dire Ila dell'essudato, non possiamo escludere che nella genesi degli infarLi nelle pleuriti essudative 'i ,-i ano altri momenti ca.J,ali capac~ tli produr! i ro~i la stasi del cuore destro, do>uta alla compressione dell'essudato, p11ò es~erne. la cau;;a, fallo questo che l'u già dal NrPmeyer


·1360

SUGLI INFARTI J>OLMONARl NELLE PLEURl'fi, ECC.

invocato per spiegare la produzione degli infarti nelle malattie del cuore sinistro. Altrettanto si de~e dire circa la possibililtt che un concomitante catarro bronchiale possa determinare la produzione degli infarti in ciò facilitato dall'anastomosi tra i vasi polmonari e quelli bronchiali - ipotesi questa giit precedentemente posta dal prof. ~alvagni nella sua Memoria e che ot·a avrebbe ricevuto valido appoggio dalle interessanti osservazioni del Gravitz. Prima di finire conviene che avverta che non ogni volta che si osserva lo sputo sanguigno nei versamenti pleul'ici, il clinico deve ~nsarealle provenienze dall'organo polmonare, perchè talora accade di verificare che il sangue proviene dal n~so come è successo al medesimo pt·of. Galvagni in un infermo in cui prima vi era stata epistao;si delle narici posteriori. Queste esperienze da me compiute tempo addietro nella clìnica medica di Modena, le ho completale per la parte microscopica e batteriologica, nel laboratorio ai batterioscopia della scuola di sani là: di Firenze ~r gentile Cl}ntliscendenza del suo direttore maggiore medico cav. Claudiò Sforza~ al quale colgo quesl' occasiOne per porgere i più sentiti ringraziamenti.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

_RIVISTA MEDICA

ELSNER. .,-

&loerche sullo sviluppo c aratterlatlco del

bac teriu m colà e del bacillo del tifo e relativa. im-

(Centralblatt fur Bakteriologie und Parasitenkunde, vol. XVliJ, N. 19, 1iY novembre 1895).

pomnza. dla.gnostlca. -

L'autore preparo una gelatina sjmile a quella di Holz; mescolando cioè succo di patate diluito nel doppio dì acqua ed un_ito a gelatina nella yroporzione del die-ci per cento, con successiva aggiunta di 25-:30, c. e., di soluzione normale di soda all'i p. 10 e di un grammo di ioduro di po~ssio per ogni cento grammi di gelatina. Con questo mezzo nutr-itivo egli anali~zò acque inquinate di ogni provepien'Za en otlénne quasi sempre colonie caratteristiche del solo baeierium eoli. Queste colonie si differenziano chiaramente da quelle del tifo, poichè, mentre le prime già dopo 24 ore sono grandi ed assai sviluppate, le ultime (tifo) anèh~ dopo 48 ore si ve.ggono come colonie piccolis..., sime. L'autore le descrive quali colonie piccole, chiare, s·plend:entì1 s imili a goccioline di acqua, a granuli minutissimi, in opposizione alle grosse colonie del bacte-riurn coli, più fort.emente granulose, colorate in bruno. Le ricerche di ri_scontro col metodo differenziale del siero proposto da PfE>iffer, in 30 diverse col'lure di bacterium coli e di tifo, detter-o costantemente eguali risultati. Anehe le cinque celture isolate dal Losener, coltivate nella gelatina preparata dall'autore, si riconobbero per tifo ge.nujno.


136-Z

RliiSU

Nell'e.t•qua mescolata a germi di tifo fu possibile di riollenere le colonie caratteristiche anche nelle ruhriz1oni di 1 : 8000 milioni. In J7 malati di tifo, i bacilli caratteristici furono isolati dalle feci la volle. Essi furono riseonlrati già al ;• giorno eJ anche nella 6* selLimana. In base a questi ri~ultali raulore spera cbe sia ora po~­ sibile rinLracciare la diffusione dei germi del tifo fuori dell'organbmo malato.

c s. Dott. L.\dRo~. - Sulla diagnosi del bacUli del tifo col metodo di Elener e sua r elativa applioaziono cUnloa. - (Rerl iner ldinist.·he Woc!tensclu·ifl, N. 411, !:l dicembre 18!>5). L'autore, Hegul.lnclo il processo di Elsner, esaminò le deiezioni di cinque malati di tifo allo sladio acuto e di 16 convalescenti apireltaca da vario tempo più o men<> lungo. 'Nei cinque febbricitanti, che erano nella 1a- 3• settimana della malattia. diagnosticali clinicamente ed indubbiamente per tifo, riuscl all'autore, iu esami spesso rìpetuti, di ric~a ­ noscere cosl8utemenle dopo 48 ore le colonie del tifo e di olt.:nerle :-enza fatica in coltura pura, solamente.in nn caso le colonie erano già al terzo giorno caralterisliche abba- • !"lanza per poter emettere, con o~ sicurezza, la diagno«i. Anche in una malata, la quale ancora fra r&-~ settimana aveva febbre remillenle, tro,·ò l'autore i bacilli, mentre una settimana prima le ricerca era «>lata sempre negativ"a. • L'unica avvertenza nell'u~o della ,gelatina di patate allo ioduro di potassio per differenziare le colonie dei bacilli del liro da quelle del bacteriNm coli consiste nel diluire mollissimo il materiale, perché se questo é abbondante le colon1e del baclermm coll possono prendere l'aspetto di quelle del tifo. Le rispettive colture pure analizzate tanto col microscopio, quanto con le allre ricerche nei var i me:zzi nutritivi ed anche sottoposte olia specifica reazione del siero dallo stesso pro·


1363 fe::-sor Pfeiffer, presentarono Lutti i noti caratteri dei bacilli del tifo e del ba.cteriu.m coli. Nelle collure del dott. Lazerus, ollre i bacilli del (,acleritmt eoU e del tifo, si svilupparono pure muffe e, spesso in quantità considerevole, saprofiti di grande azione lluidiftcanL.s. Le ulteriori ricerche dettero i seguenti risaltati; Nei con,·alesce~ti, i quali al principio delle ricerche erano afebbrili da 3 giorni a 6 settimane, 3 volle ottenne l'autore i bacilli del tifo nelle deiezioni, anche quando le condizioni dell'llllé· stino apparivano sane e l'espello delle feci e•ra normale. È nole,ole che in un malato già apir.attico da .u gtoroo il t•isullato fu positivo. Non riuscì mai all'autore di trovare le descritte colonie di tifo nelle numerose ricerche di altre deiezioni, anche nel personale di assistenza dei tifosi o di pazienti con altre Affezioni intestinali. In 3 casi, in cui nei primi giorni dopo 1' ingresso poteva essere presa io considerazione la diagnosi di lifo, l'esame delle deiezioni, anche nell'ulteriore decorso, dette corrispondente esito negativo. l l nuovo metodo di' Elsner è di utilità non dubbia e per l'igienista e pel clinico, poiehè, essendo ora possibile di riconoscere i bacilli del tifo non solo nei <'oovalesct>nti, ma anche nelle forme morbose leggere ed anche negl'individui del Lutto sani, si comprende di legger i quanto debbano &\'· vantaggiarsene e la terapia e la profilassi. YEDIC.\

c s. Sull' ln1luensa delle porte d'illgresso •ulla adoue del vira• e le secl'ezionl batterlologtohe. (Progres !llédical. ~. 29> 1895).

CuARRIN. -

L'autore insiste sull'influenza che esercita la via pel' la q un le penetrano nell'organismo non solo i virus attivi ma anche l~ secrezioni batteriche, e sulla lo1·o azione. Se st inlr·oducono


13{)4.

RIVISTA

nel lubo dige~ti,·o delle t.ossme piocianiehe ;;terilizzale, g1i accidenti intestinali $Ono insignificanti; se al contrario si fa penetrare nella circolazione una quantjtà minima delle stesse tossi ne, si :>rovuea una eot.crit.e intensa con coogeslioru, emorragie, ulcerazioni intestinali. La virulenza dipende dUDIJUe ~e non in lutto, in molta parte dalla via d'!n gresso della infezione. Questi ste~si falli noli da piu anni, e ripetutamente segnalati dall'aulore, furono verificati da altri per le lossine del colera, della dinerite, ùcl tifo; e l'autore stesso li ha recentemente confermati per le secrezioni del bacillo del tetano e pel bacillo del colon. Si tratta pertanto di un full() generale, da cui si posson•J dedurre le conse~uenze che ne kae l'autore: la POl'ta d'enlt·ata, influisr.e notevolmente sulla tossiciLà della massima parte dei prodotti microbici; l'tll'ganismo é prot. . Llo i11 modo naturale contro tali los.sine; egli l'limina i veleni col flusso diarroico; dagli accidenlt intestinali pt•ovocati dalla. penetrazione inl!·a-vescolare delle lo--sine si può anche rimontare alla frequenza delle dia1•ree centrali provocate da una impressione che abbia a~iLo ~ui centri vaso-motori: e le tossine agiscono appunLo su questi centri vason1otori. A. C.

Balatu& del dormlenU. -

Med. Ree., 23 febbraio 1895).

Que~lu cu••io~a mnlallin al tacca più frequentemente i maschi trn il12- e il ~ nnno di età, beuchillulle le eta ed entrambi i sessi non ne vadano esenti. All'inizio ootasi ingrossamento delle glandole cet·vicali: sonnoleozn e sonno effettivo ad ora iousilntn sooo segui li dn pl'ofondo e Jetargico sopore,_che dura sellimane o ll.l6SI. Al pt·incipio un potente drastico può destare il pnzienle, mn i n seguito egli soccombe al letale sop01·e e t•ifio la ognt medicamento: JWOgrediente <Hrofia, esaurimento ed inanizione p1•oJucouo In mol'le nello spazio di 3 a 12 mesi.


MEDICA

136t)

Benché mo:·ibondo, l'ammalato si de5ta per pn~o dnl suo coma e le fncolta mentali diventano lucide ìmmedlalamenle p!'ima dE'l W morle. I c.'"tsipiù frequenti e gravi s'inco"1h-nno nellfl vtdle del Congo, poi in quella del SenegaJ, nel dislrello di Siet·J·I't Leo:m. Gh schiavi presi d8l Congo o do Sierra Leo'la vanov soggelti a.Ua malattia se portati nefle Indie Occideul~tli. Lu p1·o;tno~i è. cattiva. Guérin rif~ri5ce 148 casi tutti mm·lali: Gore ammette 1'80 p. 100 dei morti; Furbes ha i l casi con J l d~cessi. All'autopsia si nota ip"ramia dell'o.racao:de e lieve leptn e pnchim mingite croniça: la so;fanza ceJ·ebl-ale è pal · Jida, segoe di anemia dei centri corticali. In un caso si notò ingl'Ossa mento della mi1za, io due altri la presenza della fihu·ia nel sangue, pi'obabili epifenomeni. La etio:ogia e la patog~ ­ nesi so 10 oscure: se ne incolpa le co:1dizioni del sangue, la p1'esenza di fìlaJ'ie (Masin); l'allerazio 1e del sistemn ne1·voso lt·ofico (FOJ'hes). Ogni tealtamento è inefficace.

G. G.

Delle tmpulaionllrreslsUbtU negll epllettiol. - Relazione del doU. PARE.~T, dì Tolosa, al 6° congresso di nevro logia a Bo1•Jeaux. - (Progrès medicai, N. :t2, t895) L'nutore sludìa dapprima l'impulsio:te dal punto di vista diagnuslico, in quanto appare co:10essa alle manifestazioni convulsive della epilessia, in opposizione alle nlh·e fot·me dì impulsioni. ati e-..«eropio degenerative, che pos!;Ono coesistere colla epilessia in uno stesso malato. Toccando quindi il punto capitale della questione egli fa lrt slot·ia della conll·ovel'sia du tanto tempo discussa della epilessia larvala e deliu eptlessia mentale e 1·iassume la leoria volgarizzata dA Cbarcot, degli equivalenti epilellici, e le applicazioni delJe localizzazioni cor·ticaii alla teol'ia delle epiles;;ie moll'ici, sensitive e psichiche. P<tSsando all'esame dei fatti, l'auloJ•e T'tlggruppn gli al Li deliUuO$Ì o cl'iminalt co:nmessj dagli epilettici nelle impulsioni


1366

llfVlSTA

irresistibili in s li categor-ie: l' \'ioienze ed n!tentati co 1lt•o le pel'so 1e; - 2" suicidi ed auto-m•Jtilaùoni;- 3• vagabo.1 iaggio, automatismo ambulatorio; - i' frn•ti; - s• incendi; s· oltraggi e aLlentati pubblici al pudore Dal punto di vista della responsabtlità l'autore conclude: 1° che l'epilessia in se stessa non è una causa d'inespo:lsabilita, e che essn può benissimo lasciare all'in<iividuo tutta Ja sua inlegrila ment<lle; la libera possessio:1e di se stesso e quindi no:t r·endel'lo irresponsabile; 2' che vi sono deg1i stati dj impulsio1e franca,ir!·esislibile, in cui la volo:ltà è atTatto aorùchilita e in cui per co:1seguénza l'il'responsnbililà è lìCquisita ed indiscutibile; 3' che tale co 1diz•o1e può verificarsi i11 taluni ca:;i in cui non vi ha incoscienza degli atti; 4-' che all'infuo1·i di rynesti casi ozni epilellico ripu ·alo sano di mente. e eh~ ]o sia J•ealmenle, è J'espo lS.Rbile dei delitti che ha potuto commetle1·e, ~alvo J'ammis~in·1e, se è il caso de11e circostanze attenuanti. · È questa una questiùrre mollo dtscussa. li vero criteri v medico-legale pare debba essere l'esame dell'atto stesso cùe sì reput.a co:npiulo 5'0llo J'influenza dell'epilessia: la oo lsta!aziooe ulter iore di attacchi epilettici lascia sempre su'"Sist~re anoo,·a il dubbio sulla natura veramenle epilettica deJratto delittuoso iocrimanato: si citano o:;servazio:.ù di epiJe~tici incon · ' testaU cl,e commise1·o ~•ltì crimino'li ;;enztl alcun eappo ·Lo col loro st3to di malattia, e perfino -di uno dj essi cb.e simulò un accesso doJ.1o l'al'resto, e insieme la perdila della memot-i/-\. Ciò nono>tante il Garnier insiste sulla necessiti). di chiamare ratLenzio:le dei magistrati sona atrenuazione cmtante della respo 1sabmtà dagli epilellici i quali anche eome semplici viziosi e delinquenti aJriufuoJ·i delle loro Cl'i;::i, norr po~s.o )0 no:1 subit·e un contracolpo psicbico del loro male eg,tendente.,i alia sfer a morale. Sono koppo numerose le osse.r\'azio.li di saldati epilettici condannati dai f,.ibLmali di guerra in se;;uizo a dise,.~ioni incof}seien.ti per arttomatismo anwulalorio: è quindi necessario in~istere suJI' importanza particolare della medici11a legale nei suoi 1·app<wli colla legg·~ milila1·e. e del-


\IEiliCA

136i

l'epilè,;l>ia h·oppo "'pesso disconosciuta, mnssime da quei tribuna ii SI ecia i ll'oppo chmsi all'i~ '~?1 vento medico. Vi é una leuria dell'Ppilessia larvata, e dal punto di vista medico-legale tutto l'in•eresse consiste nell'apprezzamento della epilessia Jat·vala. La più parte degli alienisti ttC'ceUa come il più fido ct•tle1'io la pet·data della memt.ma: la ll'iade ep;Ietlica ... costil•tila dallapet·dita di conoscenza, aulomatbm o e amnesia. l simulalqJ·i sono presto smascherati: nllt·e ai processi ù'inve~tigaziooe che pos~ediamo, ti loro mo,!o di agit·e t!ifferi~ce sempre da quello dei malati. Si maniresta da poco una m'lrcala lendenza a conf•mdere epilellici e isterici rnJgratoJ·i, applicando ad enu•ambi la sug-gestione ipnotica, ma pare che ...sisla appunto una prll\'8 per la distinzione della natura 1sterica dei di!>IUt·bi mentali e ner'os i. Pare infalll che i soli isterici sienò ipnofizzabali e, çhe gli epilettici e tutti gli alienati non isterici ::-ie"lo a5$olulamenle refa·ntlat'i alla ipnolizzazione. A. C. C,.Roo:-;E e PERRERO - SWI'ezlologia del tetano reumatJoo. - (Centralblatt fur Bakterioloaie und Parasitenkunde, XVIII volume, N. 7, 1.895). Il tetano reumt1tico con tullu p1-obabilltA é di naturt\ ioretliwl, come il traumatico. A ~ostegno di tu le opinione gli autori r.J'et·i,.cono la stol'ia cliniCI\ di un uomo di 38 nuni, h,l'\'Matol'e rert•ovi11rio, il quale fu ric.ove111 o il 2i Hptile 1895 nel 'ospedule t:mberto l in Torino e vi mot'l il27 dello stes!;o mese pel' teto.no ll•aumatico. li repet·lo più impo1 tante l'i~cnntt·ttlo a1l'autnp~ia. ru una bl'oncbite di g1·ado piullosto elevato. Cnn piccola quuntit.a di rua~o bl'Onchiule iuocuhu·ono gli uutol'i due to[Jolini bianchi e recero C\>ltw·e in htbol'~t ll"lll. ~el due topolini si mnnifesto il tetano al 2" giorno e n l 3° essi ~nccombet­ teJ·o nll'infezione. Con piccnln rluautìtà di pus, tolto dùlll\ SE'de d'iniezil)ne, furono inoculati l'tlll'i lopolini, elle puro mot•iror.o di \eU1no e con l'esame batter ologico si osservò che jJ dello pus era costilmto dn bacilli analoghi a quelli del letuno e rta uumei'Osi bacilli del F1·iedlundet·.


13 6~

RlflST \

SenZA dubbio adun•[ue n~'>J;'e;.ci·ento bt·onchlale e1'8 oonlenu1o il oocillo del ~ icoluyet· nellt1 !>ua complew virulenza. Le colture annerobie ~i S\'ilupparnno ass11i lentamente ma in modo Cl\t'l\ teristico e in ess~ si ussèt·vm·ootl pocui bnctlli dd tetano sporificali. M l~liut·t l'isult.ali c;j otlennerc> con collUI'& aet·obie, con le quali a!Lt•i ossel'va tori ottennet·o lo svilupr o dei bacilli del tetano d t 1{1'1\nde virulenza. Colture ael'Obie miste oltennet·o pure gli autot·i adr1perllndo direttamente reSCI'ento bi'Onchiale. T anto le pl'i me, qunnlo le seconde Cl•llu1·e aerobie, inoculate nei topolini e nellu cavie pi·odussero tetono IDIII H!e.

Riuscirono pur e ~li <lUI•wi nd i~olnre i bacilli dd tdano da (1uellì del Ft·ied]{tnrler, rr~o1 Il! c11llure di tetano inoculate pet delle11• m tutto o in par·te lu lor·o virulenza. È dunqUP. certo che nell'e,_c!•(>a\u bt•(JOCbiale esh;(eY8 Il lmCillO delletnno, 11 quale vi c;j e1·a sviluvpHI·l o sotlu ft)l'tnO di Cc>ILUl't\ aerobill, oppul'e l\lllle1·ouia, smnministrando n.l e~q., cundiziu'li ftworenoli il bucll o d.-l h iedliinder cnn l'~t;;!'cwbi­ ulento ùi os~igeno . ~ei cnsi di tet.nno r eumatiC() il bacillo del ~icolnyer e po<>c:ibi e che vegeti non ~olo nei bronchi, ma anche nelle lhuc1, nelle tonsille, nella bocca o i in nllre parli del corpo, escluc:o l'uppiU•ecchio &gerente. Il bacillo) del tetnn • fn e4•ltu1-a ne1 obia put•• o non produce veleno, •> lo produce soltanto 111 fu)ca quanlita e d1 limitata azione. :\Iu se è mes~oJato .td Hlll'i g-ermi, t\UOn'l, anche io coltut·a ae1·obia, può dal' luogo allh sviluppo d1 toxina specifica. rn generale il letnno re umat·c,> .~ meno graYe, perchè 11 bll.cilln ~i "' iluppn .t Ilo sta lo aeJ·obio.

c. s. Prof. G. FERRBRr e G. GARB s1. - Le toDSille palatble lpertrofiohe in relazione oolle malattie dell'oreoob.lo . - (A re/t !tal. di Otologia, a nno I 11, N. 5).

Gli autori, premesso un r apido e completo suolo di tutte te pubblicaz.ioni riguarda nti l'anatomia, la fisiologia e la pat ti!Qgia delle tonsille, fanno notal'e che l'ipertrofia delle ton-


DOICA

·1369

silJe già riconosciu.la come causa dei noti disturbi nervosi riflessi (asma bronehi.ale - tosse spasmodica- incontinenza di LU"ina) è molto frequentemento accompagoa:a da olile media purulenta. L'inspessìmento della mucosa fat•ingea che circonda la tonsilla produce molto facilmente il reslringimento e l'obli· terazione della tromba d' Eustachio e quindi succedono i noti disturbi uditi>L Se persiste la chiusura della tromba, la mucosa della cassa del timpano subisce delle alt-erazioni speciali diventando un terreno favorevole allo sviluppo dei microrganismi della supput•azìone. Però tale azione meccanica è consiùerata soltanto come causa predisponente da Ferre1·i e Garbini i quali si attengono giustamente al parere di quegli autori che in questi casi considerano l'otile doversi attribuire aUa migrazione, dentro la cassa, di microrganismi piogeni provenienti dalle tonsille ìpertroficbe ossia cronicamente affelte. Osservazioni ed esperimenti sopra olto malati affetti da otite ed iperlrofia tonsillare hanno dimostraLo agli autori chf\ nelle tonsille ipertrofiche esistono dei microrganismi capaci di pr.odurre la suppurazione. Quindi vengono alla conclusione che. ogni tonsilla ipertrofica io int.lividui elle hanno nella famiglia tendenza alle olili debba essere prontamente asportata. Essi si dichiarano conLrari alla ignipuutura 1 riserbandola unicamente, come consiglia Knight in quei casi in cui si sia riconosciuta una.anomalia vascolare, negli emofillici oppure quando la tonsilla non può venire inclusa nella ghigliotlina. In lutti gli altri casi il metodo di seguire è l'amputazione per mezzo del t.oosillotoma di Fahnenslock. L'operazione bisogna che sia preceduta da una accurata disinfezione della bocca e del faringe nasale per Lutla la seltimana che precede !"operazione. Gli autori consigliano di usare il seguente collutorio disinfettante: Menlolo grammi tre - acido fenico el'i~al. e alcool ana grammi venti- i0-20 goccia in 150 grammi di acqua calda per collutorio ogni tre ore. gn.


1370

RIVJSTA

F. LAUGE. - Cra.mpo Idiopatico bllater&l.e dell'lpoglouo. - (Arch. /. klin. Chir. e Centra'l> /~ rliemed. Wis8etMeh_, ~. 25, 1895).

.

llLauge ha racco!lo dalla letteratura 15casi di crampo auto· nomo isolato della lingua: di questi 15 casi 8 appat·tenevano alla fol'ma cloruca, 1 alla clonico tontca e. 6 alla tonica. In una pal'te dei molati questi e1·ampi erano i soli disturbi esistenh; in alcuni esisteva prima e durante l'accesso un l"enso di torpore nella lingua senza aUri disturbi della sensibìlità; in un teno gru!)pO nei forti accessi vi partecipava il facraiP; in ne..«sun caso era turbata la coscienza. La età dei maiali sl-ava fNl i 6 e i ilS anni; 1a prognosi non è sfa~ol.'evole. Il Lauge ne ha comunicalo un caso proprio rclali'>o ad una donna di <M anni la quale da duP anni soffriva di questo crampo ché si ripeteva in accessi sempr(· più numerosi. La lingua era cnnvulsivameote lira l-a in fuori. piPgata in bas~o e rirnanevalur:g'o tempo fra i denti prima che potesse esse1·e di ouovo tratta indìetro; alla fine il crampo diventò permanente. Allora la lingua slava th·ata innanzi, al davanti dei ranghi dentari e un poco deviala vt•rso destra. La pressione sul palato v10lle faceva sparit•e subito e finchè qurava la pressione, Jo spasmo. Parlando e mangiando questo spasmo tonico cessava quasi completamente. La cur·a fu fatta consistere dapprima nella galvanizzazione, quindi nello sliramento di ambedue i nervi ipoglo"ssi, nella esh•azione di denti cariali, nelle conlroirritazioOJ alla nuca, fi nalmente nella r esezione del ne rvo ipoglosso sinistro. Ma tutto rimase senza effetto Dopo la reseziooe la mt>ta sinistra della lingua rimase paralizzata e il crampo rest6 inalterato sulla destl'a. Dagli sperimenti fatti sugli animali risullò che con la eccitazione elettrica delle flbre deil'ipoglosiw, la reazione delle singole fibre relalivamenlP ai muscoli a cui appartengono è affatLo diversa secondo la forza de!Ja eccitazione impiegata. l r elraUot'i sono messi in stato di contraz-ione dalla forte eccitazione, i propulsori dalla debole. Questo fenomeno nei muscoli aventi la i.nnervazione a comune è analogo a queiio indicato dal Ritt:er e da Rollet nella sciatica della rana. La os--


'fEDI CA

t :n r

servaztone del fenomeno R1lter-Rollet sul nervo ipoglo::oso ,Jovrebbe contribuire alla spiegazione dt::i diffel'enti sintomi ,J<>I CI·ampo dello ipo~losso. ~el ca!'o descritto per togliere l'impol'luno sintomo della truzio1w in avanli della lingua fu eseguita una Mzione di a1obedue i propulsol'i (dei muscoli genio-!Zlos s1 presso la spina interna del mento), la quale raggiunse permanenlèmenll' l'intento. La Jingua cessò di essere tratta in avanti. rimase dietro le a1·cate dentar1e, premendo fortemente contro quest.e con la punta piugala a sinistra. La contrazione spa8Lica continuava ancora.

HIVISTA CHIRUHGICA C. ).iA:-1'5ELL ~fouLLIN. - Cateteri uettlol. - (Br ii. J1ecl. Jour., G novembre 1895).

Il dott. WarJ Cou!lins ha richiamato l'attenzione sulltt difficoltà di puhre e deodorare 1 catetel'i e ba pt·oposto di trattarli col vaporP. acfJuO::;o prodotto da una caldaia capac~ (li -.ostenere una pres!Clione di ·o libbre al poUice quadrato, e lluindi di polirne l'interno con uno stilelto d'acciaio. Questo metodo è efficace mll ~ solamente applicabile ai calPteri metallici e non ,-. pratico, come p. e., nei casi d'ipetl'ofla della prostata nei vecchi i quali sono obbligati ad introdurre il catetere più volle al giorno. Per ov''iare a questo inconwniente il doU. Moullin ha ratto costt·uire dalla Casa .Maw, Son e Thompsou di Londra alcuni cateteri ftess1bili, i quali possono pulirsi e tenersi asettici e $empre pronti all'uso con molta racilit.à. La loro sup•wfìcie ioler:oa r. liscia, luchla e Jlnita come l'Psler no, sicchè l'orina non la bagna e non può S'i


13/~

RIVISTA

stagnarvi sopra. Non esiste alcuna scabrosità o irregolarita che possa far da punto di appoggio ai microrganismi setticL Chiunque guarda rioleroo d'un vecchio catetere da lungo tempo adoperato comprenderli facilmente quanto più su é deLLo. Se uno dei nuovi cateteri apT>ena estratto daiJa vescica s'immerge col becco all'insù, in una bottiglia profonda t•ipiena di soluzione d'acido borico, ogni Lraccia d'orina viene asportata e poscia divieue immediat&mente usabile. Questo met{)do è cosi semplice che può usarsi anche alfoscu.ro e non è possibile commettere errori neppure dall'uomo più tt·aSllndato.

DARDIGt'~AC. - ConslderazioDl aull'unghla. moa.rnata., qua.l-

oD..Da delle sue oauae e la. aua cura. radicale. - (Deul. milifdriirdl. Zeit., N. 9, 1895). Dalle ricerche fatte da Dardignac pare che tale affezione sia assei frequente tra .i soldali dell'es~rcito francese.. Lo stesso autore, dopo enumerate le cause entra io alcune considerazioni suJla fisiologia del piede. Si riguarda .come forma normale il piede incavalo, H piede piallo ed nna conformazione media tra le sunomi~ale ed in cui res~erno margine del piede tocca il terreno. È importante da considerarsi neUa palogeoesi dell'unghia incarnata il momento in cui si stacca il piede del terreno poiché allolla tutto il peso del corpo gravita sopra le dita. L' incarnarsi dell' uoghla è accompagnato oppuTe è cagionalo da deviazioni di forma del piede. Le deviazioni di forma possono dislìnguersi in tre gruppi: 1• il secondo dito st accavalla sul grosso, la sede ùell'affezione è allora al marttine ester no del dito grosso : 2' per un laterale spualameoto (ballux valgus) il grosso dito si spinge sotto il secondo ~ la piaga si fa pure all' esterno margine dell'alluce; a- il se· condo dito va a metlersi soLto il grande ed il terzò dito; allora l'unghia del ·sewndo dilo è incarnata in totalità. Una operazione radicale cioè la rimozione dell' unghia colla sua ma· trice si l'ende solo necessaria quando esistono ulcera.zioni


CID!WBGICA

1373

ad ambedue i lati o che si siano mostra le ribelli ad altri lra~­ tameoli. Seconòo l'autore nessuna delle varie operazioni propost~ ed eseguite fino ad ora ci garantisce della guari.gione perfetta e radicale. L'operazione di Dardignac é la se· .guente: t• si toglie l'unghia spaccando! a longitudinalmente in mezzo e rivoltando le due metà ai due lati; 2• s'incide lateralmente e all'intorno dalle due doccia ungneali che in basso si allontanano l'una dalraltra; 3° con un sottile e lungo colteUo si trafigge trasversalmente la pelle alla radice dell'unghia uscendo colla lama in avanti e for mando cosi un lembo; 4° si ta)l'lia la lunula con coltello e pinzetta mentre il lembo si tìe••e rovesciato indielro verso il piede; a• si ripone Il lembo nella sua giusta posizione; 6° si eseguisce la medicazione e la fasciaLura con gar•za al jodoformio spalmata di unguento borico e cocaina; dopo 24 ore medicazione eon ovatta e garza asciutta; questa medicazione si muta -ogni olto o dieci giorni. La guarigione si compie dopo quattro medicazioni. Dopo sei giorni dall'operazione l'amma lato può alzarsi, dopo dieci giorni può camminare, dopo venti può cQJz~re il pieùe. ln capo a tre o cinque seltimane si é ripristinala l'abilita al servizio. L'operazione di Dardignae corrisponde alle seguenti indica: :zioni: risparmio di parti molli; è assicurala la guarigione rimovendo la lun ula: suture e cruenlazioni non sono necessarie. L'autor e trovandosi in qualita di medico di reggimento -al 51." fanteria; ebbe l'opportunità di operare col suo metodo -un gran numero di malati (circa 200) e di osservare l'esito dell'operazione dopo Lno1lo tempo.

GROUBÈ. -

Dell'embolia gnuaou.. -

(Reoue de chirurgie,

1895).

I casi di embolismo grassoso, specialmente in seguito alla frattura della libia sono più frequenti, secondo l'autore, di quello che non si cr eda: ed, avendo egli avuto recentemente -ad osservarne uno, ne fa l'esposizione con importanti deduzioni clinico-terapeutiche.


1374.

RIVISTA

Si tratta di un individuo, che in seguito ad un disac::tro in ferrovia riportò lieve commozione cerebrale, nonchu frattura della clavicola e di due coste a sinistra, frattura della libia dello stesso lato, contusioni ed escoriazioni con versamenti solloculanei nelle regioni delle fratture . .Malgrad(} la gravità del Lraumatismo, l' indi\'iduo, debilaruent.e cura~ colle dbinfezioni e gli apparecchi immobilizzanti, dopo quindici giorni volge,·a evidentemente a guarigione. Senoochè tutto all'improvviso è assalito da oppressioni al petto e d& frequenti starnuti : alla notte la fenomenologia si ripete & rammalalo muore in pocb· minuti. AU"autopsia si r1scontra esteso embolismo ai polmoni ed edema polmonare acuto: quesl"ultimo allribuito ad insufficien7.s del cuore, intlllralodi grasso. L'autore non esita a riconoscere che il punto di partenza del grasso furono prevalentemente la fratlura e i focolai di contusione sulla libia: e crede che in simili lesioni, o<~sia quando la libia sia fratturata ovvero si abbiano rorti contusioni del lessuw adiposo sou.oculaneo, i bisogni della cura e della progoosi r endono indispensabili le frequenli e regolari osservazioni dell'orina, perché i fenomeni dell'embolismo grassoso degli or·gani necessari alla vita (cervello. cuore. polmone e r eni) sono preceduti dalla lipuria. La Upuria si rivela, se è mollo notevole, colla pre~enza sopra al livello dell'orina di uno strato biancastro e spesso. Una goccia dello strato sottoposta al micro!-:copio mo,tra i caratteristici globoli grassosi, che lraltati colla soluzione di acido o<>mico al 0,50 p. 110 acquistano coìore bruno carico. Se s.i riprende coll'etere il residuo secco ottenuto dall'evaporazione dell'orina, una goccia delln soluzione e terea, versata nella carla, vi fa apparire la macchia di grasso. Secondo l'autore, la pos!-:ibililà dell'embolismo gras<>oso dovrebbe far bau.Jire fimpiego del massaggto nelle fratture e raccomanderebbe il votamento, fallo per mezzo d'inci!'<ioni, dei focolai di raccolte sottoculanee. Cosi pur·e quando le l~sioni dell'arto fossero tali che il chirurgo si trovasse incerto fra la conservazione e l'amputazione, il pericolo della funesla complicanza dovrebbe essere messo sulla bilancia a favore della chirurgia demolitr1ce.


CH IRliR.f.ICA

t3i:)

Dichiaratosi l'emboh~mo, se non é fulmineo, findicaz10ne cuore e facilitare l'eliminazione renaie: perciò si ricorrerà ai m~dicamenli cardiaci, ai diuretici e sopraluLto alla tliftilale.

~ quella di stimolarP il

gli.

Dl&gnoal della rottura. dell'intestino in seguito a contualone dell'addome. - (.\·led. Record,

BER:-iDT. -

New-York, 31 agosto 1895). Ecco i segai princtpali di questa lesione: t o assenza dell'oUusità epatka nloritz.); 2° vomiti frequenti ed incoercibili; a• comparsa della peritonile se si possono escludere lesioni dei reni, della vescica, del fegato. della milza; i• il dolore spontaneo nella regione Addominale per s~ stesso non é un sintoma di mollo valore. Quanto poi alla necessità dell'inlen·ento chirutgico, l'autore cosi si esprime: t• se la rottura dell'intestino è evtdente, è iudicala la laparotomia immediata; ~ la lap~rotomia esplorativa è in generale da evitarsi; nei casi dubbi, deve adottarsi un lrt~tlamento aspettante (Moly); 3• se subito dopo la lesione (21- o 30 ore) insorgono sintomi di sepsi, l'operazione è controindicata. Le temperature bas"'e del corpo CQn notevoli sintomi genet•ali é una condizione specialmente sfavorevole; iO celerità e delicatezza sono requisiti essenz.iali nell'operare per rottura dell'intestino, segnalamente in presenza di periLonite. In conseguenza son necessari, lunga. incisione della parete addominale, rapido e sistematico esame dell'inte:sliOo evitandone .!li stiram>Jnli e le rozze manipolaziom, per <ruanlo " possibile si eviti la resezione delrinlest.ino; si U'c!ino suture semplici alla Lembert o a peggio ac.dare la porlione lesa dell'intestino si resechi a mo' di cuneo e la si chiuda con sutura continua comprendente le tuniche muscolare e sierosa. È da evitarsi la lavatura della cavità addominale con liquidi anLisetlici.


1316

lliVISH

JoaN W. Ross.- FaoUe e rapido metodo per la olroonoldone. - (Afed. Record, 31 agosto 1895).

Il dottor Ross, profes:.ore di clinica chirurgica nel collegio medico dr Sewaoee ba escogitalo il seguente nuo"o metodo per la circonci ione : 1) si liri rortemenle indietro il prepuzio; 2) s· introduca il glande tlno alla corona n~>lla bocca di un fubo di vetro~ 3) si stiri in avanti il prepuzio sulfestremi!a del tubo; 4) si leghi lutto inlomo un rorle ma sottile cordoncino di seta immediatamente al do vant1 del cercine dell'oritìcio d t> l tubo; 5) si tauli il prepuzio con r·apido giro del coltello y, di poJ. !ice (c. S rum.) al davanti del cordoncino; 6) si uniscano la cute e la mucm:a con 8 o JO punt1 di sutura interrotta~ 7) si Lagli ti cordoncino costrillorè; 8) si tol~ il tubo; H) :::i copr•a la ferila con JOdoformio polverizzat9; Hl) si applichi sulla metà anteriore del pene una fascia arròtola.ta di garza. al jodoformio in modo ello il meato m·inario ne fuoresra di poco per evita t'f) l'inumidimenlo della medicaLura; j i) si tenga il paziente a lello, col pene elevato, 24 a 48 ore. In caso di fimosi, il pr•epuzio deve prima incidersi sul dorso tanto quanto basti perché sia possibile la sua facile retrazione sulla corona e poi si proceda come sopra. Il Ross ha usato per lo più tubi d'assaggio come quem che sono sempre ~oltomano : all'uopo possono servire bottiglie sollih a larga bocca che sr trovano da ogni .:roghiere. Se il cercine che sormonta la bocca non è alLo abbasltmza, lo si può rendere tale avvol~endo'\i tuu·intorno strettament& un tuo ceralo. Il lume del Lobo de"e corrispondere al •1iametro che ha il glande a circa 3 mm. al davanti della corona. Il cordoncino co.,triltore deve avere lo <"pessore del· l'ordinario ::opecillo d·argenlo delle buste càirurgiche. Negli adulti deve stringersi fortemente per ben comprimere il prepuzio contro il tubo: nessun danno deriva ai tessuti e la cute non potendo sfuggire al di sotto di esso non sì ha emorragia né durante né dopo l'operazione. In generale è pr·udente eterizzare i bambini; negli adulti si possono pralicare iniezioni di coeaina al davanti del cordoncino di seta.


CHfRURGICA.

137i

I vanlaggi di questo metodo sono, secondo il Ross. assenza di emorragia, semplicìtà di tecnica poiché non ,.i è bisogno d'alcun strumento od apparecchio speciale e lutto per la sua esecuzione si t rova in casa del chirurgo o del primo d roghiere. La tubercolosi osJie& ed articolare d'origine traumaUoa 1n 'rapporlo alla pratica medloo-legale degli lnfortunli. - (Deut. m.i/ilu:,.ar·~tl. Z eit., ~. 9,

KJ\UFFMANN -

1895).

La provenienza della Lubercolosi ossea ed articolare da lesioni traumatiche é indiscutlbilmente provata. Il processo tuber colare è sempr e mela.statico senza che vi sia bisogno di una porta d'ingresso visibile. Dalla statistica degli infortuni professionali del 1887 .risultò che 0,0'~ p. 100 ùi lutti gli infortuni e 0,02 p. 100 delle lesioni delle estremità terminarono colla tubercolosi della parte lesa che secondo Kaurrnanu •t ueste cifre sar ebber o troppo esigue. Come già da par ecchi anni il ministro della guerra fran cese ha messo in luce colle sue comunicazioni, anche Kaufmanu ba trovato che la tuber colnsi articolare spesso sopravviene in seguito a Jeggere distorsioni delle articolazioni. Il turgore iniziale della parte offesa. non os(ante il congruo trattamento, re...«ta immutato oppure aumenta ; l'arto ~de in atrofia e dopo oll.o o dieci settimane la tubercolosi è confermata e palese. Questo processo tubercolare all'articolazione della mano e a quella del piede si riconosce presto e facilmente perché quelle articolazioni sono facilmente accessibili ai mezzi di esplortuione. Alquanto più difficile si è riconoscere la Lubercolosi del ginocchio e ciò perchè essa assume un decorso molto lento, impiegandovi anc:he uno o due anni, e perchè molto spesso }lresenta la forma di semplica yonile sierosa, e finalmente perchè procura poco disturbo funzionale per la maggior·e resistenza che presentano le cartilagini e le ossa negli adulti. Anche la tuber colosi delle vertebr e é spesso la coosegueuza di tr aumalismi, come- è sta to djmostrato da Harzetzkj·.


BIYJSTA

In tutte le tubercolosi delle OS$8 e delle articolazioni insorgono dapprima dolori reumatici e rHlvr•aJgici che pere) non cedono coll'ordinario trattamento della lesione. Dalla tubercolosi vertebra le è de disLioguersi la cosi detta spondilite traumatica di Kummel, la quale al pari della tubercolosi ver· tebrale dà luogo alla scoliosi. Per riconoscere con cerlezza la tubercolo!>i ossea ed articolare con:>eculiva a tt·auma è necessaria una osservazione lunga e•l accurata ; però secondo Kaufmaon la · diagnosr è sempre possibile un anno dopo l'accidente. Un gran numero di decisioni emesse dagli arbitraLi d'assicurazione dimostrano l'impo!'lanza d• rueste affezion• ne. pareri medico-legali sulle conseguenze degli inforluuii eri interessano anche la medicina fagale militare nell'aCGerlameulo delle cause di servizio comandalo. P. HowA.Ro A. KELL~. - Nuovo metodo d 'esame del retto e della fie•sur& sl~olde. - (\Ieri. Reeot"d, 7 settembre 18.%). Il dottor Kelly ha e~cogitalo un nuovo metodo d'el:lame d1 questi organi: eccone sommariamente t vari tempi: t• Completo ''uotamento degli inl~>stini; 2• Il pazienle ò situato nella po'>iztooe genu- peltorale, coi gomiti divaricali ai lati del corpo c colle cosce ver ticali; 3" uno speculum cilindrico o procloscopio, munito tli ollut•atore è iotrodollo nell'ano unto di va::selina divl!ricandn ben bene le natiche. La direzione dello strumento dev'et;sere in basso ed in avanti ed oltrepassato le ~fintare, in alto ver -,o il pro monto l'io~ 4o Oltrepassato lo sfintere si toglie l'oLLuralore; con cio l'aria si precipita nt>l t•et.o e dist.ende gl'intestini; 5" S'ispezionano gti intestini dilatali ed illuminali dalla luce riflessa do uno specchio legato alla fronte del chirurgo. L'anestésia e in generale non necessaria, poiché gli sp~1 ulum più in uso sono di piccolo calibro. La lunghezza ne var1a


CBJ RURGIC.-\.

1319

a seconda degli usi; il più lungo misura 35 centimetri ed è chiamato Sigmoidoscopio. Il dottor Kelly afferma che con questo metodo ha facilmente esaminato un res~ringimento 'dell'intestino situato a 1} centimetri dall'ano. Recentemente egli ba potuto scoprire un polipo del diametro appena di 5 millimetri situato a 10 centimetri dall'ano.

e RICKER. - Sul rlasaorblmento dl ba.tterl nelle ferite reoentl. - (Cen.tralblatt fur Chiruruie, N. 26, 1895).

SCRIMMELBUSCI:I

Per determinare dopo ..qual tempo i micrc>rganismi dalle ferile recentemente infette penetrino rispettivamente nel torrente circolatorio e negli organi interni, gli aul{)ri fecero llSO delle colture e delle inoculazioni in animali. I bacilli e le spore del carbonchio penetrano assai presto negli organi interni, nei polmoni, nel fegato, nella milza e nei reni e talora il tempo di penetrazione dalle recenti ferite ai detli organi non fu che di mezz':ora. Più raramente i detti germi si trovarono nel cuore (su 63 ricerche i 7 volte) più frequentemente nella milza, fKcHissimamente, con frequenza quasi eguale, nei reni, nei polmoni e nel fegato. I germi saproi'lli si riassorbirono come i germi patogeni; anche la grandezza dei germi non ebbe grande importanza; germi pure rotondi, come il fermento rosa e le spore diaspergillus furono facilmente assorbite. n riassot•bimento avvenne più sollecil.amente dai ''asellini aperti delle feriLe, anziché per le vie Linfaticbe. Nelle ultime inoculaziooi~ in cu_iil tempo fra l'iniezion'B e l'autopsia fu ridotto a 5-10 minuti, i risultati furono sempre positivi. Tali risultati non si ottengono cbe nelle ferite recenti, mentre nelle ferite anliche le coodiziotù del riassorbimento sono del tutto diverse. Gli autori non si pronunciano sulla controversa questione se sia possibile unf4 terapia locale delle feritE', in seguito al rapido riassorbimenlo di mìcrorganismi nelle ferile recenti.

c s.


13 o

RIVISTA

Dntt. G. KARLL'\SKJ. -Sulla. qu ..ttoue del plooolo o&Ubro. - (Cenzr alblai fur 8akleriologie v.nd Parasitcnkunde, vol. XVIII, N. i-5, 8 agosto 1895}.

Per consiglio del dott. E. Puulhaber, immaturamente J·apito dalla morte, il quale aveva e!ìeguito ricerche analoghe in collaborazione col dottor G. Habart, l'autore ba eseguito numerose esperienze .sull'azione di pr oiettili di piccolo calibro attraverso sç.atole di ~el alina ~terile per vedere se e"'i>i la ÌOI]uinavano e per conseguenza se erano in ~rado di produrre sepsi nei piccolr canali delle ferite. Quec::te ricerche sono ~;ongiunle a numerose difficolta, anche pei più provetti in microbiologia, difficoltà che furono felicemente superate dall'autore. Questi fece uso di scatole di latta, aventi 10 centimetri di diametro e i5 centimetri di alleu:a, aperle alla parte superiore, e riempiule di gelatina nutritiva al 10 p .. 100 Ad arcuratamente st.arilizzate. L'apertura s uperiore della scatola fu coperta: a) con tela sterilizzata ; b) con panno sterilizzato; e) con tela o con panno non sterilizzati; d) con tela o con panno inquinali con colture pure di ballerl noti, come stafilococco piogeno aureo, bacillo pìociaoeo ecc. Le scatole poste nel centro del bersaglio furono esposte a colpi da diverse dislanze e da proiettili dtver·si. Quelle sfiorate od aperle solamente di lato furono sempr(' eliminate, le altre furono in laboratorio vuotate della gelalma rappresa la quale esl!·atta con rigorose norme asettiche fu tagliata in lamine di mezzo centimetro di spessezza, e •JUP.~Ie riposte in altrettante scatole di P etri furono conservate nlla temperatura di 20" c. ed esaminate. ~elle scatole i proieUili furono tirati alla distanza di 100, 300, iOO metri e in alcune ricerche anche di 800 metri. Per armi furono usale: f O carabine da CaCCiatori ad 8VancariCa1 cS)ibrO 16 millimetri (grammi 5 '/, di polvere, proiettili sferici, di piombo molle, di 20 g rammi di peso).


CHJRUMlCA

1381

2° a n lico fucile di fanteria, sistema W erodi, calibro '11,5 millimetri, proìeltile conico, di 2i grammi di peso, di 25 millimetri di langhezza~ 3• fucile austriaco Mannlkber, calibro 8 millimetri, proiettile di piombo duro con coperlura di acciaio, di grammi 15,8 di peso ; 4• fucile inglese a ripetizione, sistema Winchester, calibro 11 millimetri, di piombo molle, del peso di grammi 16, lunghezza del proiettile 15 millimeLri; . 5° un fucile modello, sistema Heory-Marlini, calibro . 16 millimetri, proiettile di piombo duro con copertura di ramò-njcbel, di 30 millimetri di lunghezza e del peso di g1·ammi lO 1/, . Ad eccezione dei fucili Mannlicher ed Henrr-Martini, pei quali fu usata la polvere senza fumo, per gli altri fucili fu adoperata la polvere comune nera ed in totale furono esa· minate 50 scatole colpite. Coi proietli di piombo molle non si riscontrarono mai, nei anali percorsi nella gelatina, margini del Lutto netti, il che invece avvenne assai spesso coi proiettili a manLello alla distanza di 100, 300 e 400 metri. l proiettili di piombo molle lr·asporLarono dalla copertura di tela o di panno pezzi di diversa grandezza, spesso pertino di 4 mntimetri quaàral.i coi quali il canale sembrava tappezzato. I proiettili a mant.ello trasportarono invece raramenle gralldi pezzi di panno o di lela nella gelatina, ma nonostante tappezzarono il canale come se fosse s!alo ricoperto di soLtili ftli di- cotone o di lana, inollre alcuni fili, per la forza del proietlil~, jndipendentemente dalla distanza da cui esso proveniva, furono spinli entro la massa di gelatina a consiùerevole distanz&. Se la copertura della scatola falla con tela o con panno era slerile, allora in vicinanza di ogni filo di lana non ave\' a luoRO alcuno sviluppo di batteri. Se invece il coperchio era formato con stoffa non sterilizzata, od artificialmente infetta, allora nelle vicinanze dei fili aveva luogo rigoglioso sviluppo di batteri, il che era facilment~ visibile nei dischi di gelatma. l fili dì stoffa cacciati enll'o la massa di gelatina per


138~

RIVJ!>TA

la forzo del (ll'Oi~tlile a mantello non erano disposti regolarmente alloro() al canale percorso, raramente si vede\'ano avvolgete il lume solto fot·ms di cot•ona, spessissimo invece e l'ano di!'>posli a guisa di ra~gi d ' esso. ~on di rado i lili di lana giunsero allravet·so la massa di geJat.ina, appai·entemente intatta, sinu alla stesc:a periferia nella parete meta,lica della scatola. Pet· vedet·e a qunl dic:lanza tlal canale possono esset·~ spinti i fili di stoffa pet· l'azione dei proiettili. l'autore fece preparare alcune scalole di !alta lisce di 4 centimetri di al· tezza c di 25 centimetri di diamr Lro le quali dopochè furono ,•iempitJte con gelatina nutritiva al 10 p. 100 e ricoperte con l'ot•dinario pnnno di mnnlellì dei soldati non ste,·ilizzato, furono usate quali punti di mira. La massa ài gelatina dt>l tutto trasparente, IH rruale fu perrorata quasi nel centro met:lianlc il pt·oiotlile a montello di 6 millimetri .alla distanza di 200 mcki, most1·ò anche alln distanza di 12 centimetri, cal· colata dal mezzo ~1<·1 canalt• percorso dal proiettile, fili di stotru imm<•rsi nella massa !h gelatina, attorno alla quale si svilupparono tosto num(• rose colonie di batteri. I n una seconda scatola «'guale, che alla diskmza di 400 metri et·a stata perforata da un proiettile a mantello di 8 millimetri, i fili di lana cl'ano nnche alla distanza di iO centimetri dal canah• percorso dal proiettile, immersi neUa gelatina, ed in un altro Cl."l~o, in cui una simile scatola era :stata perforata alla dislmlza di 800 metri da analogo proiettile, i fili di lana si trovarono anrora a 13 centimetri dal canl!'O del canale. Perciò serubr·n del lulto in,iiffereole la distanza, da cui i proiethli a mantello dt,l'ivano per lo sparpagliamento dei fili di stolTa nella regione del couale percorso dal proietWc, almeno per· ctò che si rircr·isco alla gelatina. Come fu rtcor,Jalo, i proiettili di piombo molle, trasportano dalla stoffa usata pe1· copet•chio pezzetli di panno di divet-se grossezze, i quali poi sono immerst nelle pareti del canale percorso dal proiellile. Se per l'azione dt~i proiettili di piombo molle si formano nella massa di gel&lina grandi fenditure, allora talì particelle possono penetrare in dette fenditure e annidarsi nella gelatina lontano dal canale percorso dal


CHTRURtHCA

1383

proieLtile, per cui nelle parti in cui questi pe?.zelli erano conficcati, si scorgeva aLtorno ad essi, uno sviluppo di batteri ad ulleriore lontananza dal canale percorso. Nei dischi della massa di gelatina può non di rado vedersi subito la fenditura, attraveroo la quale l& particella della stoffa è penelrala; in alcuni casi questa fenditura divi~ne visillile dopo 3-4 giorni mentre lungo essa si sviluppano colonie di batteri, le quali sono disposte io modo da far manifesto che il pezzo di tessuto immerso, nel rapidissimo passaggio allr-averso la massa di gelatina, che tosto lo racchlud~, depone isolati germi. Nell"uso del fucile "'inchester avvenne parecchie volte che il proiettile da una distanza di 300 melri, colpi con la punta di Jato il coperchio della scatola, per cui ebbero luogo grandi perdite di sostanza tanto nel coperchio come nella massa di gelatina. In tali casi si-manifestarono distacchi di lunghi sottili nastri del tessuto, i quali furono quindi cacciaU ~ntro le fenditure della gelatina alla distanza di 3 centimetri dal canaJe; lo stesso risultato si ottenne facendo uso di proiettili rotondi di piombo molle aUa distanza di 100 metri. Uno sfioccamento <lei fili del panno o della tela e l'immersione di tali fili nella massa di gelatina, come avviGna nei proieWii a mantello di piccolo calibro, non avvenne mai facendo uso dei proiettili di piombo molle di grande calibro, ed in ciò. secondo l'autore, è da riporre una grande differPnza nell'azione di essi. Per vedere se il conficcamenlo delle fibre di panno o di tela nelle vicinanze del canale percorso dal proiettile abbia lnogo pure nei tessuti viventi, come pure per vedere se i risultati otlenuti mediante colpi sulle scalole di gelatina avvengano plJre in pratica, l'autore ha faLlo le due seguenti ricerche: Un cane di media grandezza fa legato ad una distanza di 100 melri, e mentre mangiava, fu coperta la parte posteriore del suo corpo con un panno verde. quindi fu colpito con un • proieLlile Henry-:Martini di 6 millimetri aLlraverso le due natiche da d~lra a sinistra Ucciso il cane con un secondo proieilile, che lo colpi al cranio, l'autore disseco le parli


138t

RIVISTA

molli delle due naltche attraversate dal proiettile, le asportò e dopo che le ebbe indurite le sezionò col microtomo in tagli asseriati. La distanza del foro di entrata da quello di uscita del proiettile raggiun'ie 30 centimetri e l'autore potelle riscontrare, anche a distanza di 2 centimetri tnLlo in. torno all'apertura di uscita fibre di panno e peli del cane. L'autore OS$ervò che il proiettile aveva colpito la testa del femore destro, ambedue le os:!a del bacino e la musculalura a sinistra, senza grande fenditura delle ossa. Jn un secon•lo cane, 11 quale alia distanza di 2()1) metri, con eguale proiettile e sotto eguali condizioni ru colpito al· traverso l'omoplatn ~inil"tra poleUe l'autore riscontrare le tìbre del panno verde alla distanza di 3 centimetri dal canale della ferita nel polmone destro. Il distacco di peli con muuizione ùa caccia è un fatto noto da tempo anllchissimo e ad ognuno è avvenuto nel mangiare a1·rosto di lepre di aver trovato i pallini ùa caccia avvolti da peli, il che $ì ver1Rca pel movimento rotatorio · dei detti pallini. L'autore ha fatto t1rare alcuni proiettili contro pezzi di carne di animali macellati, posti in condizioni eguali a quelle delle scatole d1 gela~ina. Egli polette osservare il sopradescrilto slìoccamenlo del panno che li ricopriva, il tappezzamento del cauale <Iella ferila con i tHi ,Jel panno, ma giammai la penetrazione di essi a qualche distanza dal canale percorso dal proiettile. Perciò deve esistel."e una differenza fra il modo di reagire del tesl"Ulo vivo e del tessuto morto e l'autore é di avviso ùi non andar lungi dal vero ammettendo che non sia convenientA di trarre vaste conclu!<ioni dalle ricerche de1 proiellili sparali contro cadaveri di uomini e di animali. La dimostrazione avuta mediante le r1cerche di Faulh&berHabarL e 'luelle dell'autore ~ulle scatole di gelatina e su i corpi viventi, conferma che le fibre dei tessuti di çestiario, s pinte dall'azione dei proiettili a mantello a distanza del ca· naie percorso nei tessuti, in date cit•costanze possano dar· luogo a diffusi focolai d'm(eziooe; secondo l'autore ciò non è senza impor tanza per la chirurgia di guer ra e specialmente

..


CHTRI.:RGIC.\. p~r la disiofeztone del canale della fer1t8. Anche la di!>infezlone più radicale di detto canale mfeUo da fili del panno di vestiario, non può secondo !"opinione dell'&utore !riammai rag~iungere lo scopo di rendere innocci i fili di stoffa spinti entro i tessuti e forse infetti, senza nello sLesso tempo dislru~gere il tessnto che li avvolge. Non ci de\'Ono perciò meravigliare gl'insuccessi a cui possiamo andare incontro nella cura delle ferite prodotte dagli " umani • proiettili di piccolo calibro a mantello. Le ricerche fin qu~ eseguile sul contenuto, in <!'3rmi, delle stoffe del vestiario militare dimostr-ano che sebbene es~e vadano incontro ad inquinamenti di diversissima «pacie, tuttavja la pr-esenza di germi patogeni appartiene alte più grandi rarita. Senza volersi addentrare nelle corrispondenti l'icerche non può di videro l'opinione che l'infezione delle ferile d'arme da fuoco per mezzo dei tessuti di vestiario appartenga alle rat'ita, assoluLamente non nella misura, come ciò tlnol'l:l fu ammesso. L'aulol'e ha spesso dal panno rude, dagli oggetti di vMttario di soldati dopo faticose marcie e dopo bivacchi; dal vesliario di gendarmi e di soldati dt sanità, i:solato virulenti slreptococchl, il bacillo del pus verde (bacillus pyocyaneus} ed una •olta pure il bacillo del carbonchio, c spesso ti bacillus coli di Bscberich cbe non é affatto innocuo per l'organismo, come dimostrarono chiaramente i nuo,•i lavori sull'azione patologica di questo microrganismo.

c. s. BRYSos. - Outr&zio11e e auute•la oooalDloa. - (:V. Y. Med. Journ., Zi aprile t895}. 11 dott. Bryson riferisce un caso di castra?.ione completa a causa d' ipertrofia prostatica in un indivtduo di 74 anni. Poichò le condizioni del cuore e dei reni controindica\'800 l'anestesia generale coll'etere e col cloroformio, si Lenno il seguente procedimento per abolire il dolore: lo scrolo tutto intero fu stretto colle dita della mano sinistra alla !lua


J38u

IU\'ISTA CIIIRURf.ICA.

radice e poscia con un forte tubo di caucciù allo scopo di obliterare i vasi della scrolo e del cordone. La Jiuea d'incisione sulla superficie anteriore del sacco fu iniettata con una soluzione sterilizzata al i p. 100 di cocaina: si fecero quattro punture e s'impiegarono ctrca 2 grm. di soluzione per ogni lato. Facendo penetrare l'ago della sil'inga immediaL&mente al disotto del tubo costrittore si praticò ur.a iniezione di 5 goccie in ogni cordone. Le punture scrolali provocarono un po' di dolore non cosi quelle del cordone. Passati dodici minuti dall'iniezione, le punture e i pizzichi non provocavano piu alculltl sensazione. Scoperti il testicolo e il cordone, questo fu legato in massa e quindi ambedue a!"porlati: l'incisione cutanea fu chiu!'la mediante suture continue al cat~ul Durante l'operazione che aurò circa 20 minuli, l'ammalato non ebbe sentore di ciò che gli si faceva . Tranne una lieve eccitazione m~ntale, nessun altro effetto ebbe 11 notarsi dalla cocaina: non ci fu alcun cambiamento nella re«piraztonP E' nella dimenl'ione delle pupille e non !'li notò ne rossore né pallore del volto. Il polM si mantenne indislurbato.

RIVISTA Dl OCULISTICA

----

Dott. Horu. capitano medico dell'esercito giapponese. - (.4 rch.Jur

Sulla &A&tomia eU Ull& oftalml& epaUoa. :\ ugenheaJw.nde).

Dopo avere ricordato gli esperimenti sugli animali eseguiti dal Ricoff e Mul~er nel 1857 e le ricerche micro"copiche -.ugli occhi d'uomini affetti nel lempo stesso da malatLia oculare e malallia del regato pubblicate dal J unge nel 1858,


RTn"TA DI OCULISTrCA

1387

Jui Landolt nel 1ft72, dal \Yeiss .nel1882 e da altri, il dottor Hori riferisce un caso da Jui Clsservalo che é il se~uen~. Un uomo di 46 anni fu ricoverato per la pr·ima volta nella cliuica del pror. Fucbs a Vienna il 10 olLobre 1890. Aveva ristretto il campo visivo, un poco pel bianco, mollo pel bleu; il verde e il rosso non el'8no distinti. Con l'esame oll8LmoscopicCI si scorgeva il fondo dell'occhio come disegnalo a scacchiera, i vasi coroideali erano di color r osso pallido rendente al giallo, gli spazi intravascolari di colore grigio bruno. La papilla era ben colorata; il calibro dei vasi sembrava un poco ristretto. Si vedevano poclli ma gr ossi tronchi, quasi nessun picl'olo vaso, da fa r pensare alla esistenza di un legger o ristringimenlo del s istema centrale vascolare. A immagine diritta a ppariva una speciale colorazione -pallida delfa colonna sanguigna, sembrava come se il sangue rosse trasparente. Le strie di riflessione sui vasi èrano forse meno manifeste delfordinario; nella macula nulla tl'anormale, intorno alla papilla s i scorgev.a un riflesM striato, ma iu nessun luogo intor bidamento della cornea. L'esame interno fece riconoscere nn enorme tumore dA fegato. Il malato mori il 31 ottobre. La diatmosi analumica fu di cirrosi iper·lrofica del fegato con itterizia ,!{rave, catarro intestinale cronico e marasmo. L'esame microscopico degli occhi dimoslrò che si Lr·attava rli una cronica infiammazione dell'uve&. la quale si era estesa alle altre membrane e inoltre di un' ulcera della cor:tea con invasione di slrept.ococchi. Il punto di partenza della infiammazione dell'uvea semhl'8 e::ssere stato la sezione anteriore 1\i questa. Infatti le alterazioni più considerevoli riscontrate fu rono la pr·ofonda sclerosi dei proces~i ciliari e l'estremo assottigliamento e raggrinza~ento della coroidea nella porzione anteriore e la poca infiltrazione cellulare in tfUesla porzione, IJl&ntre la parte posteriore della coroidea, benché in qualche punto fosse più o meno sclero!';ata, non era però visibilmente assottigliala, invece presentava una notevole infiltrazione cellulare, segno che qui rl processo era più recente. La relinu era pure ulterata e la intensilti di quesla alterazione corri.,ponoie ,,a precisamente a fiUella delle allt!-

88


1388

un I~TA DI OI,;I.:Ll:,llf.\

raztont eorotdeali. li ristringiment() concentrico nel campo visivo può ~piegarsi benissimo con fiUesta alterazione. li dott. ll ori ossentt che nel suo caso i fenomeui infiammatori fu rono più intensi che negli aiLri casi riferiti. NotQ in particolare l'alterazione ~.:orneale c!Jb in pari lt•tnpo esisteva, la quale doveva considerar:~t analoga alla clwra tomalacia. La ulc~>ra della cornea in questo caso st può spiegare ammellendo che, a ca~ione del disturbo di nutrizione determinalo dall'itterizia, siusi orodotta la xerosi della congiuntiva. la quale po1 si e•-te:>e sulla l)Upertlcie corneale. L'epitelio della cornea si screpolò e attraverso le screpolattJre gli su·~ptococchi penNrarono nel tessuto corneale e pr·odussero in questo matrgiol'i guasti. Xon può neg3rs1, dice il dotL Hori, una relazione fra la malallia degli occhi e quella del re~ato. Però resla da decidere ::-e causa della mala ltta degli occhi sia stata la dJrettosa introduzione degli alimenti a cagione della itterizia o l'anormale costituzione del sangue

1\IVISTA DI AN ATO~IIA E ~'ISIOLOGIA NORMALE E PATOLOGICA

Bapportl del fegato e dell'tnteattno lD patologia: U fegato organo d1 rinforzo dell'azione dl aloune toutne mtoroblche. - (ll.rchrces médicales ùetues, settembre 1895).

TEISSIF-K. -

Gia da luogo tempo è nota razione antitossica tlr>l fega to ebe agisce come un gr'lsso ganglio poslo sul lra~illo dei vasi che partono dall' intestino e arresta, digerisce, od elimina !e sostanze nocive cbe vi arreca il sistema della Yena porta.


RIVISTA DI A~.UOlliA E Fl.SIULOGIA

13 '9

Assai meno nola é l'azione del fegalo come organo che può rinforzare l'azione di Lalun:e tossine microbiche. Il Teissier ùa richiamal.o l'attenzione su questo fatlo nell'interessante suo studio, presentato al Congresso & medicina di Bordeaux, sua Rappor ti del fegato e dell'intestino in patolo[/ia, di cui alcuni punti principali e le conclusioni crediamo dover segnalare. ~li esperimenti confermarono la veduLa teorica suggerita dalla clilùca, che al regalo non costituisce sempre una barriera insuperabile pei '·eleni microbici, ma può ritenere delle lossine giuntagli dall'intestino, esaltarne la virtùenza, e produrre in seguilo disordini generali più gravt: a) in soggetti giovani con lesioni tubercolari all'intestino, finché il fegato é immune, la generalizzazione non ha luogo: appena il fega to si fa voluminoso e dolente si constaLa un t>apido sv<>lgiroenlo di grsnulazioni specifiche nei polmoni; b) in altri cas i gli accidenti insorgono in seguito ad un illero catarrale; il re gato rimane alquanto voluminoso e poco dopo ~opraggiunge emotttsì e la tubercolosi polmonare si svolge con rapido decorso; c) ovvero si incomincia con uno stato intestinale a forma tifica; il fegato e la milza gonfiano e poco dopo la generalizzazione tubercolare si compie nelle pleure e il più sovenle al !alo destro. Teissier formula così il principio che emana da tali fatti: « Cea·Le tossine microbiehe, e assai probabilmente q11elle a « potere diastasico intenso, inlt'Odotte per la vena porta ac" quistano nel fegato una virulenza maggiore e, malgrado " sieno state t.ralteoule qtla.lche tempo, determinano degli ac., cidenti più rapidamente mortali che se fossero state intro" dotle, a dose eguale, nel sistema venoso periferico •. 11 falto già rilevato da Courmonl e Dyon, senza che per ò essi vi attribuissero l'importanza che merita, e confermaLo ~peri menlaln::tenle dall'anfore, della diversità dei fenomeni e della loro forma e carattere, come del periodo immediato o tardivo in cui insorgono a seconda che si inieLta la peumobacillina, o la lossina ditlerica nella vena giugulare o nella meselllet'ica di un cane, tende a dimostrare che alcune


1390

RH"IST.-\

lo:::sine anziché attenuarsi nel fegato vi trovano un centro di sovratlivita per la loro virulenza. La prima ipotesi che si presenta pet• spiega re tale faLl0sarebbe quel'lt.a: la tossina alterando la cellula epatica ne sopprime la runzaone, quindi distrugge il potere distrullore der veleni in tra-organici che le è generalmente riconoc:ciuto; 'luesti, non clistrutli dal fegato, verrebbero ad aggiungere la loro azione a queiJa della tossma iniettata dalla vena por;a. Ma non è quella la r&gione del fenomeno: esaminati bene gli accidenti constatati nei due casi, si vede che non si tratt~ an sostanza che di accidenti anticipati e non ~ià modificati, e niente prova che siasi prodotto aumento di fenomeni d'in!Oufficienza epalic!.8: non fu rilevata urobihna allo spellro~copio; non drminuzìone maggiore di gl.cogene nel regato. non diversità nelle alterazioni macroscopiche. È dunque verlflimile l'ammettere l'esi!<tenza nel regalo di fenomeni fermentativi cbe valgano a produrre una tossina piu Yirulent.a. li fegato e l'intestino sono indissolubilmente legati nel lor() ·lestino patologico che la ci.i:nica attesta, come rembri(')o~ia e l'anatomia compnrat.a affermano la loro solidarietà anato~ mica e funzionale. Il fegato influisce sull'intestino specialmente colla secrezione biliare la cui integrità sia t[U&nliLativa che qualit.ativa P. indispensabile per• l'equilibrio funzionale dell'intero apparato entero-epatico, perchè se la bile normalmente at<etliea non é che debolmente antisettica, e."sa é per contro fornila dì una azione antitossica po$sente. L"assenza d1 b1le rwll'infestino o la presenza di bile mo•lifìcala nelle sue reazioni chimiche o bmlogiche, ad. es., per liti&si, piressie, compressione del C<1ledoco, trasforma l'intestino in un f•)Colare attivo d'elaborazione di sostanze tossiche o di alki germi infeUivi. Le esperienze dr Teissier provunn·pure che nei casi di fi~tolu biliare perm.mente, l t\ tossicilà delle urine aumenta con"iùerevolmente massime ~e gli animali vengono nutriti con cu111i corrotte. Il fegato può miche influire sull' lnLe<>tino per viu t'lllessn


DI

\~.\TOliiA

E Fl,IOLOGH

o secretoria, poiche le sostanze to.;i!ic'he elaborate dt\lltl cellullt ep!'tlica, o du essH non ritenute, !>ono !IUScettibiti dt ventre eliminale per la mucosa intestinale e produrvi delle grHvi lesiont, !ld es., delle lhrti emorrngie Questa nozione permette

unA interpretazione più razionale delle emorragie nelle nlil· lattie del regalo, segnalA mente delle eotet-ort-agi e pt·ecnci. nelle cirt-osi. L'imp1wtanzn delln integl"ila delta sect·ezione bilim·e implicll la neces:;itil. ùi mnntenet·e t·egohu·e ed asettica pet· quanto è possibile questa secrezi<me. Gli antiseiLici biltut·i e i colagoghi soùdisft\no a questo lloj•pio scopo. In tesi generale i migliul'i unlisellict bilinl'i ~ouu i migliut·i culu:.wglti, ~

viceversn.

L'intestino può n sua volta infhlit·e sul t'~gato. e ciò in du~ modi diversi, pet· tnlossicazione e peT' infezione. L'inlossic.tzione ha luogo di pt·efet'enza pet· ln vena porta, eù è il punto di pat·tenza dellu g1•un maggiomnza dei pr·ocessi scl~t·otici nel fegato. L'infezione si 1•roduce sovt·alullo pet• la vm bi· Jiare, e realizza il mojo quasi esclusi,·o d'm'igine delle ~uppuraziont intt-aglandolari. · Il fegato pet·o;sin che traltisi di intossicazione o d'tnfezll)ne, e suscellibil~ di difendersi: egli dist t·ugge o attenua la tnaggim· f><Wte delle sostanze tossiche che lo ~\l l l'a. versano. Altre volte il fegato soccombe nelln lollà e si t\llet·n: la pot·la allora si npl'e ngli accidenti d'insufficienza epHlirn. Le lesioni cost p!~)dolte e ritenute tlnnt'11 come speciali del regnt•J infettivo ver·tsimìlmente dipend..n•• dnll'azioni chimiche delle

tossine microhiche. In una let·zn sel'ie di fatti poi, sembt•u che t·ioforLi l'nt.i•,ne delle to3sìne che l'nlh·nversono, ciò che spiega l'impt·ovvisa compal'sa e la g1·nvità di certe inlos-sicnzioni d'ol'igiue tnteslinale (dissenlet·tn, colera, cet·li li·\lti di botulismo. talvolln !lt tubercolosi) Si tr-ittta qui di una azione di t·infol'Z<J, e non di fenomeni son-apposti di insufficienza epuliC<l dovuti alla dtslr·uzi,,ue delln celluhi ~hwdohll'e. Le iniezioni dt tossin<~ diftet·icH "di pneumo-bacillinn detet·minano In mol'le molto più ]H·esto se fNtte per la vena pOl'ta, e sebbene non pmducano uel fegalo


t39~

RJVI!'.U DI _,NATùlllA & L'J<; OLOGU.

a\Jeruzioni maggiori cbe se HlsseJ•o !.ilwe etfenua1e per In via delle vene periferiche. :\umeJ·osi ,nggi pe1· Josare il glicogene epatico hfl.nno provato che il regalo perde altrellnnto. se non piu, di mtltel'ia gt:cogenn nel secondo caso che JJel tn·imo. lf fegatO e l'inteSIÌnO infine pOSSOIIIJ Hl(6l"fll·Si SÌMUfluOCII· me nte, almeno in npp<ll'enZtl: tali ~~~~·ebbero le lesioni concomil.anti dell'inrestinr, e del reguto nelln ciJTosi comune. Questi fulti intraveduti da Br1g1, conl"et·muti du G1·uzia e B<,Unxzi. :::ono di difficile :;pieguzione. .È lecito però domanùnl'e sP. e~si non sarebbero urm C<)llseguenZtl dil·etiA di qnelln ,...IJ•ella ,-oliùm·ieta che rembJ•iulogia e l'anntomi; compi\I".llll, ;;;tobili ...C<JOO 11~ 1 due ot'gani. Le mi<>ure eseguite dal dotlo1· Fr<l}'f.IUZ sembrilnO diJal'i slnbi'il'e che e!>i~ 't un rapl'or·lo ffi· t·etltl ll'ù la Junghez:-n dt:ll'inlesltuu tenue e ìl peso dellu glundvlu epulìcn. A. C.

RIVISTA DELLE MALATIIE VENEREE EOELLA PELLE

LEVBT.- Claudtoulone lntermlttente coueoutiv& all'ar-

terite •11illt1o&. - (Journal r{P .\fedecine et d~ Chirurgie, maggio 1R95). Si sa che la claudicazione inlerrnillNtle, come fu dtmo~lralo da Charcot, é il piu spesso in l'apporto con l'arterio-

sclerosi e col diabete. "Ma ,.i sono falli meno cooosciull, ner •Juali l'alterazione arteriosa che produce questo 5intomo è fio,,lla alla sifilide. In una tesi recente, il dott. Levet ue ha pubblicato alcune osservazioni eù ha cercato di dimo!'lrare che questa influenza eriologica é mollo piu frequente di quanto si creda. Levet ha stabilito anzitutto un parallelo molto giusto confrontando le lesioni della sifilide sulla femorale e sui fluoi


RlVIST..\. DULE lULA.TTlE \"B~ERRE E DET..LA PELLE

l :193

rami con le lesioni che la sLessa malattia determina sul sistema delle arterie cerebrali : si notano analogie a~solute restando nel dominib puramente clinico. Nei due !'istemi si nota l'anenrisma, ma soprattutto la gangrena spontanea nel· l'ono, che ha il suo riscontro nel rammollimento cerebrale1 nelraltro la claudicazione intermiltenle dell'ado inferiore, che ha la sua analogia funzionrue con quella forma particolare ili claudicazione designata recentemente da Pick solto ti nome di claudicazione cerebrale inlermilte.nle. Infine l"evoluzione: nella stessa guisa che al cervello, la lesioni delle arlerif' delrarto inferiore prodotte dalla sifilide cominciano .con un pro· cesso specifico, e se esse non !>Ono arrestate rapidamente da un trattament.o approprialo, terminano con un proces!'o i oguaribile. I sintomi ùi questa forma di claudicazione hanno moJte analogie con quelli della forma prodotta dall"aleromn ; esi~lon o però talvolta alcune differenze. Ecco infatti come si presenta la mala~tia. Il primo se~uo può essere un dolore improvviso, di una violenza estrema, s ulla parte inferiore tleii"arlo: sia al collo del piede, sia di prererenza al polpaecio di un sol lato. Questo dolore •"' consocialo ad uua sensazione di torpore e dì formicolio. Esso aumenta nei movimenti, e presenta esacerbazioni notturne costanti molto nelle. Nello stesso tempo il membro impallidisce, la sua lem!>eratura si abbussa; aumenta t.li volume neUa sua parl~ inferiore, è tumefalLo. L' ipereslesia pare costante. Quest.o stato acuto si calma abbastanza J'apidamente, e non si riproduce piii che nell"oecasione di un movimento. La claudicazione intermitlcmte è costituita in alcuni giorni, talvolta in poche ore. Si nota infine che anche l'altro membro non tarda a presentare fenomeni id~nl.ici; 1'atfezione tende a diventare bilaterale: questi fenomeni possono snlgersi più o meno rapidamente che nel primo membro affetto. La comparsa della claudicazione intermittente costituisce ciò che si potrebbe chiamare il periodo di stato. Ecco in chò cosa consiste •tueslo fenomeno. Il molato, le


13!)4

RIVISTA

cui soffet·eoze allo stato di riposo sono bllerabili, dopo qualche tempo di marcia, risente un dolore piu o meno vivo in uno degli arti inferiori o in ambidue: è un torpore doloroso del piede e delhl gamba, talvolta un formicolio molto penoso occupante soprattutto le estremità Altre volle il malato accusa una sensazione di fre~do, di bruciore. H dolore può localizzarsi alle dita, al collo del piede, rna generalmente invade tutto il polpaccio, talvolta anche la coscia. Se tl malato fa sforzo e vuole contmuare la marcia, H do· lore diventa rapidamente intollerabile, ed egli è costretto a fermarsi ed a sedersi. Il malato giunto a questo grado di fatica muscolare, presenta nella generali.tà dei casi un crampo doloroso che irrigidisce il membro ed impedisce 1 movimenti tanto comunicati che volontari. Il .piede in questo momento è pallido, come esangue; la temperatura déll'arto è manifestamente abbassata; i battiti delle arterie pedidia e tibiale posteriore sono deboli, so venti nou percettibili. L'esplorazione della sensibilità: fa rilevare un'anestesia occupante le dita, il piede, e talvolta la parte inferiore della gamba. Questa anestesia può d'altronde variare molto neUa sua intensità. La claudicazione inler mitt.ente rapidamente stabilita m questi casi presenta ancora il caratlel'e speciale di prodursi ad intervalli molto vicini; vale a dire che la fat~ca necessaria a provocare i fenomeni dolorosi noq richiede che sforzi muscolari. di primo acchito molto leggìeri e che molto presto il ma.lato diventa realmente un infermo. Allora cerli disturbi morbo.si che prima avevano per caratteristica dt sopravvenire per accessi, si stabiliscono in un modo perm~­ nente. Tali sono: i batLiti at·leriosi percepiti più o meno netta· mente m alto ed abolili in basso, la cianosi del piede e delle dita, i disturbi tr.ofici. I dolori spontanei soprattutto nollurm o provocati div~ntano più vivi. Si può dire che il periodo di claudicazione intermiltenle è oltrepassatu, che la gangrena è imminente e che la malattia arriva aUa sua terza fase. Que~to accidente si presenta nella maggior parte dei casi sotto forma di gangrena


DELLE MALA.TTtE VE"N'EREE E DELLA PELLE

139;)

mummificante. Però se il tratt.amento intervrene a tempo,. questi accidenti possono esser e arrestati. È probabile che in un certo numero di èasi si siano attribui~e all'ateroma claudica,zioni che erano causatedatla 'Sifilide. Per cui quando si vede comparire questo fenomeno in un soggetto ancora giova"he, prima dell'epoca abituaJe del1'aterOipa, fa d'uopo pensare alla sifilide. È .necessari6 notare anc_ora che questa complicazìone si p1·esenta specialmente nei casi di sifilide benigna, noi) curati o male curati: fatto questo che presenta pure -.analogia con la sifilide cerebrale.

RIVISTA DI TERAPEUTICA Antisepal Intestinale. - (Journal de Mé.deci,_ne et de Chirurgie, ma~gio 1895).

BACKtEWICZ. -

L'autore ha sperimentato la potenza battericida nell'iute~ stino di un certo numero di medicamenti, naftolo, salolo, iodolo, tannino ecc., ed ha rìe.onosciU,to cne questa ultima sostanza è quella che possiede la proprietà antiseHica più efficace. Il tannino presenta inoltre il vantaggio di poter essere preso per molto tempo e a dosi elevate sen-za produrre effetti tossici. Nel catarro intestinale cronico, ·e sso da eccellenti risultati, soprattutto somministrandolo sotto t'orma di èlìstere, in soluzione contenent-e 4 grammi di tannino in poca quantità d'acqua. Per bocca, ~i da generalmente alla dose di 20 a 30 centigrammi due o tre v<;>lte per giorno.


RIVhT~

Fn.u rz t> FEER. - Cura dellt. toaae convulsa col bromoformio - (Corre:~porulen: Btatt jur Schz~;;ei::r:r .-!.erte, '-· 12, 1AA'>). 11 Dott. Fiertz ha usato nella sua pratica su 75 casi la <'ma t!el l>romoformio, propo3la contro la tosse convulsa dello Stepp n~l 1889; con l'andar del tempo egli aumentò a poco a poco !'lempre più le dosi primiLivamente raccomandate o ottenne sempre migliori risultati. Il Fiertz promette, u~ndo 1!-"'Ultamente le dosi da lui con"i~liate, la !roarigione in due o lre ;:eUimane e non e~ita a dichiarare il bromoformio lo -..pecifìco della tosse convul~. Egli raccomanda nei fancmlli Jìno a IO anni, ogni 8 ore (quando e disturbato il sonno not· turno, ogni 6 ore) due gocce di bromoformio aumeotatt1 di tante gocce quanti sono gli anni del fanciullo; cosicché ptt•· esempio a un fanciullo di 7-12 moai da :-1 gocce 4volle in 2~ ore, a un fanciullo di -; anni 9 gocce ~ volte, ossia dosi mollo magg1ori dl quelle che erano state fino ra usate. Se dopo 8 giorni non sl nota alcuna diminuzione degli a cce""'· !'Ì aumenta ciascuna dose di una, e ~o occorr•·, più tardi anche di una ~econda goccia. I molti insucc~;.i posti a carico del bromoformio si spiegano per le piccole dosi che ne erano dale. Le intossicazioni relativamente frequenti che ha ciii cagionato il bromoformio, 8 ca~ì citali dal Fierlz, fra cui uno lllortalc, debbono imputarsi unicamente ad imprudenza clei ;.renilori, perchè i fanciulli avevano bevuto alle boccellt>, o a qualche difèlto di ordinazione. Il bromoformio deve es~Ne prescritto solo io quantità di f) o al p:ù di 10 gr. in bnccellé conlllgocce ben chiuse e di colore scuro. e si deve raccomandare ai genitori dl con;;;ervarlo in luogo dove non po;o. -:ano arrivare i ranc!uUi. Le gocce esattamente numernte , 1no versate in un cucchiaio d" acqua zuccherata, e devc.:.i avere attenzione che il bromoformiO insolubile che. a ®il<& d• perla l'<i raccoglie in fondo al cucchiaio, sia inghioltito. Si dia il medicamento senza 111lerruzione finchè il malato non abbia più tossito per H giorni e dopo si interrompa ~rl!datameole. Quando di nolte non si manifesta più alcun acces!'O, !'i fa prendere solo ogni !l ore. Il bromoformio gene~


DI TER.U'EU!ICA

11197

ralmente è pre..~ volentieri. sempre ben Loilet·ato. determina rapida diminuzione degli aceessi in numero e intensità, ed ha inoltre favorevole infirrenza sullo stato generale. sull'appetito, sul sonno. Il Fiertz ha lenulo di~tro ai suoi casi con gt•an cura ed esallez~a, e riferisce a prova dei suoi risultati, molle ed estese storie chimiche. Il dott. Feer ha usato in un certo numero di fanciulli da l a 8 anni dal principio della tosse convulsa il bromoformio, secoutlo d metodo del Fiertz con buon risultato. Le grandi dosi furono facilmente tollerate, l'appelilo e la dige;;lione non ne soffrirono, anzi spesso ne ebbero vantaggio; gli accessi per lo più tornarono rapidamente indietro e dopo 2 o 5 settimane erano cessati. Il cuore ed i reni non ne ebbero danno. Per un definitivo giudizio sono necessarie altre osservazioni; però si può fin d' ora, con l' opportuna riserva, raccomandare il bromoformio come uno dei migliori medicamenti contro la tosse convulsa. Il Fees· vuole qui ricordato che egli vide sempre pur buonj 1·isu!Lali dalla chinina, particolarmente quando la tosse convulsa era associaLa a complicazioni polmonari e a debolezza di cuore. Anche della chinina bisogna prenderne dosi mollo piu alte di quelle che sono comunemente usate. Si dà del tannal.o di chinina ai fanciulli di 3 mesi 0,2 Ire Tolle il giorno, a quelli di un anno 0,3 tre volte, a 2 anni 0,4 tre volle, a 3 anni 0,5 pure tre volle, nei fanciulli di 10 &ùni tlnO a 0,8-1,00, pure tre volte il gioruo sciolto nell'acqua zuccherata o mescolato con pol ve1'e ùi cioccolata.

A. LERICUE. -

Fenomeni oonseouttvl a.ll' lmplego del llero a.ntldlfterlco. - (Progrès ntédieal, N. 32, 1895).

L·autos·e pren4endo occasione da un caso oeCOI'sogli nella sua elientela privata ha potuto sludim·e i fenomeni secondari che possono presentar-si in seguito all'impiego del siero antiditl.es·ico. Dulla storia diligente e minuta delrossevvazione in discorso si t·Heva elle. insortn e constatata la dit'terite, si feee in terxt1


RIVISTA

gw1 nata una Jlrima miezione di :!O c. c. di siero, e una c;ecunda di 15 c. c. in quarla gio1·nato con immediata defen·escenul, e guarigione appnrenle uei gìol'Oi success•vi: pui, dieci g ior·ni dopo la seconda inieziune, compare una eJ·uziont:~ di orticaria a c iclo febbrile a bru<tca defeJ·ves~enza nel quart11 l'tiot·no, m assimo simultaneo d'ipe1·le•·mie, di albuminuria e dv· lo1·i articolaJ•i. Questi fenomen i enll•ano nel quadro di qu.. lli segnt\lati già dal Roux, solamente es<>i banno nel caso l'lpecitlle sorpassato la misura twdinnrin, al punto da riuscil·e nllarmnoti dur•ante 48 ot·e consecutive. T1·e spiegazioni si presenb.tno rtlla mente di questo fullo : una suscettibilita speciale del malato, specie di idm-.iucr·asie; delle dosi lr·oppo for·tl io mpport.o nlla g~-avilà del ca ..o; infine delle ineguaglianze nelle proprietà del med•cnmenlo, le quali possono, n pT'&[tnl·nzione identica, dipende1·e dfllle co:tdizioni di viU\ dell'animAle impiegato, come succeùe nel l'egoo vegelate pe•· le pt•opl'ielit deliA pianta sooondr, 11 tD•J· mento della raccoltn. L 'auto.·e non si pr·o!luncià sul valore di queste ipotesi dichin· rnndo di la sciare a l tempo di risolvel'e tali questioni, probabil· m ente senz.a che il metodo debbo pt>•·del-e il suo valo1·e. ~ol ­ hmto \iichiara che fino allora egli consiglia di esse1·e piu ri<>ervati sulle dosi iniziali •ii $Ìe1·o da impieg;-u·si e più >~nc•11 1 1 sulla lot·u rLpetiz.IOne. A. C. :at..altato dell'lnohlest& orcllnat& dal B!lt.IWitero prualano dell'latrllzlone pnbblloa relatlvame11te al malati ouratl ool a1ero antldtfterloo alno alla be dell' anno 1894. - (Berliner klinisclte \VOi'henschrìfl,N..i3,2!iollobre 1895). La relazione fu elaborata dalle "t.ezione prussiaoa di controllo pel siero anlidinerico. Il numero totale dei medici, che mandarono relaz•oni sopra pazienti da loro curali raggiunse la cifra di 13i-H cioè un poco piti. del 10 p. 100 di medici prussiani.


DI f.&RAP.t:UTICA

In totale furono curati col siero difterico 6626 malati, C) cioè negli ospedali 2~. pri'\"atamt!nte 4166. Sulla ;.,'l'&vità della malattia, i medici riferirono in 5153 C8l'i ; di essi erano: leggeri . . . .

1710 =

di gravità media g ravi

741 =

33,3 per ce n t.o 1-1,4 52,3 ~

2693 =

Quali particolari fenomeni morbosi, complicazioni od opera· zioni al pt•incipio della cura, ollre l'affezione delle fauci, furono menzionati: c.JineriledeUa laringe 1822 volle = lracheotomia . . . 886 • albuminuria . . . 4U • -

27 ,.i par cento 13,3 lt i,~ •

){ell'ult.er iot·e decorso della cura l'albuminuria rn osservata 1,9 p. 100, perciò l'albuminuria si ebbe in lotale 62G volte = 9,3 p. 100 del numero totale. 132 volte

=

scarlaUma . . . . 100 volle = altre complicazioni . 626 • =

t ,O per cento 9,7

come sepsi, fetore della bocca, forte tumefazione delle glandole, din"'rlte del naso, dinerite dei geniLali esterni ecc.) L'indagine battet·ioscopica peì bacilli dinerici, rara nell'esercizio pr1vato, riflette solamente 660 casi con risultato positivo, c1oè circa in 10 p. 100 di lutti i malati e in 26 p. 100 dei malati cur ati negli ospedali. Di tutti i 6626 malati. gual'irono . . . . 5726 = mot·irooo . . . . 85"> = rimasero in cura . 45 = Dei 2~ malati curaLi negli ospedali

86,5 per cento 12,9

=. .

"0,5 per cento 19,5 ..

guarirono . . . . 1980 mot•irono . . . . 485 =

. .

0,6

Jei 4166 maiali curati a domicilio

=

guarirono . S79G morirono . . . . 3i0 =

. .

!H ,O per cento 9,0 ))


1}01)

Rli"JSH

In ~871 ca"o i relatori emisero il loro giudizio suH'azioue curativa del siero. In esst razione curativa fu sicuramenle dimostrata 2i0\ volte = 5.5,6 per cento vero~imile . . . . . 1501 • 30,8 .non dimostrala . . . 666 = 13,6 »

=

L'azione del siero fu indicata come nociva 60 Yolte dnbbia 82 volle; innocua 45i4 volte. Uei 60 malati, nei quali fu ammessa l'azione nociva, i2 guarirono, e f8 morirono. ~ei ·i2 malati guarili l'azione nociva f!l attribuita alle complicazioni seguenti: 1. albumin!lria . . 2. disturbi cardiaci :J. eruzioni cutanee ~- dolori articolari 5. pustole purulente sulla cute 6. a~cite 7. aumento di lemperalut•a 8. paralisi senza indicazioni .

14 Yohe 2 15 5

li

l>

1 1 1 1

2

,.

42

Nei 18 morti l'azione noch·a del siero ru ascritta alle cause seguenti: l. albuminuria od aumento di quella già

es1stente . . . . 2. diRl!lrbi cardiaci . . 3. debolezza generale . 4. emorragia da fertta di tracheotomia 5. vomito da iolossicaz•one . 6. emalurta . . . senza indicazioni

'1 •olte 5 " 3

L 1

lo

l 4

..

18

li

Degli 82 malati, nei quali restò dubbio se il siero abbia giovalo o nociuto, 48 terminarono con la guarigione, 3~ con la morle.


1\.ol

01 f.EIUPI::l: lJI,.\

L'atione nociva nei guarili ru attribuila alle cause seguenti: t. manifestazione- od aumenlo dell'albumi-

nuria . . . . . . . . 2 disturbi funzionali del cuore 3. debolezza generale . 4. et·uziooi cutane-e !1. dolot•i articolari . . 6. c-onvulsioni . . . . i. dolore locale alla sede d'inoculazione . 8. paralisi. . . . . . . . . . . ~- a;;cesso alla sede d'inoculazione . 10. emalur•a

17 TOlte

senza indicazioni.

4

2 2 9

" •

7

,,

2

'D

1

1 2

»

f

48

J)

Nei cusi terminati conia morte l'azione nociva fu ascrilla 4:1.116 cause se~uenti:

l. manifestazione od aumento dell'albumi-

nuria. . . . 2. disturbi cardiaci . . . . :l. ernoUi~i . . . . . . . t ,·omilo da avvelenamento. 5. !'lcarlatlina . . senza indtcazioni . . . . .

10 volle 2 1 • 1 • 1 1'1

Jl

34

Per ciò che si riferisce ai casi d1 morte é da notare che solamente io pochissitni si fece rrcorso all'autopsia per riconoscer e l'azione nociva del rimedio sull'organismo. Quando la autopsie furono eseguite, non ~i trovarono alterazioni diver~e a quelle che si sogliano rinvenire nei cadaveri dei diftericr .•-\nelle fenomeni morbo:::-i sopra ricordati, nei quali -ebbe bac;e il gtudizio per ammettere l'azione nociva, nei difterici non sono <>traordinari. Perciò daUt! relazioni non fu possibile raccogliere elementi per d~cidere se nei casi terminati con la morte l'iniezione di siero abbia realmente nociuto. Lo stesso può dirsi dei 90 casi terminati con la guarì-


IUHSTl

done, solamt:nle le eruzioni cutanee, i dolori articolari e i dolori nella sede d'iniezione possono el'<sere addebitati al s1ero. Gli ascessi alla sede d'iniezione devono piùHosto essere attribuiti a detìcenza di asepsi, anzichè all'azinne del Riero. l rimanenti fenomeni, come albuminnria, debolezza di cuore ecc.. sono cosi comuni nel decorso d<-lla dinerite. che ~opra di essi non c;j può fare assegnamento per ammettere l'azione nociva del siero. Potrebbero i detti fenomeni es"ere più frequenti dopo l'iniezione del siero, ma ciò non risult.a dalle relazioni. Da ultimo è pure da osservare che 2!) volte, adunque DI'l 26 p. 100 di tuUi i malati esaminali. mancano le indicazioni, sui dati in cui i r..tal.ori fondarono il lo•·o giudjzio sull'azione o nociva, o dubbia, od innocua del sier-o. Questa Cll'CO.:>tam.a la.,cia supporre che in alcuni casi il ~iero senza determinata hase sia stato dichiarato nocivo. Non furono r•iferiti inconven<enli dovnli all'azione del feuolo o del tricresolo mescolati al s1ero. Non v'ha perciò alcuna ragione dt rinunziare a tali mezzi di conserva/.iOn., e 1li --ostiluire ad el'<~i la canfora, come c;j uc:a in Francia. E tanto maggiormenw è da dare la l'referenza ai saprannominati mezzi anziché alla canfora, perchè il siero str·ani••ro conservato con canfora nellP. indagini fatte alla stazione prussiana di controllo ru replicatamenle trovato abbondante l'h germi. Rimane ancora in generale a decidere se i riscontrati fenc,meni morbo~ì del cuore e dei rem ecc. nella loro totslilil, anche quando dai medici uon furono attribuiti alle cure del !'\iero, come pure quelli dei casi sopra t•icordati, possano e;.;!->ers ascritti ad una influenza nociva della siero·terapia. Come sopra fu rammentato, in 494 casi l'albuminuria fu os~ervata prima della inoculazione del siero, 132 volte invece la emissione di albumina con le urine avvenne imme.liatorne 1te dopo la prima iniezi(me. Per gli ultimi casi é da ve· olere se l'albuminuria ebbe originP per l'uso del siero, per 1 primi se essa ne fu peggiorata. L 'albummuria si manif~t:la in generale dnl 3° al 5° giorno della malattia; perciò 14 comparsa del l" albumina nei casi sopl'& riferiti non può


DI TEUAPitt fiC.\

1403

a ttribuirsi alla cura !le! siern. e molto meno pu•. allribmr.'<i al rimedio l'aumento di e~;;.a. Inoltre è da ossN·var·e che mentre i nHllati dtflerici presentano albuminuria in 30-GH p. Hlll, in rtuelli c urali col siero la ruedw non giunse che a !), 3 p. i iJIJ. Le due ~ol e o~l"ervazioni di ematuria su 6626 malati, non pos!lono addebitar-si alr azione nocivo del siero. Lo <>tes.:::o d1ca~i dell~ affezioni card:Ache (1·5 p. 100). Anche le paralisi (2,G p. 100\ non ~uperano la medta or·dinar·ia. Le eruzioni r utaneu {8,2 p. 100) sono da allribuirsr alla cura specifica. Esse eonsisteltero in orticaria, e~anlemi simili alla scarlal· l ·1a où al morbillo. in eritema multiforme ed in emorrAgie eu lane... Anc he i dolo1·i arlrcolari (l H volte) sono da a~cri· vAr<;J allo cura del siero. QuPsle due uUime complicazioni continuorono "Ohunente per alcuni giorni e poi scomparvero <>!Jonltweamen te Per emHtleJ•e in base alle relazioni llll giurlizio pl'ovvisorio l'<Ul valore della sieroterapia, conviene e~aminare i se~ueuti punti. 1. Dai m cd ci ru adoperalo e~clu.- i vamenle siero, di cui llf•'l fu determinata razione. Una boccetta contenente 10 c. c . •ti ~ iero fu t>«aminata allu stazione centrale di controllo. Un ~. c. ùi esso pos!'edeva 5 ur.it.il immunizzanti, mentr•· ne 8\'rebbe dovuto possedere almeno cento. Che si fosst• •la clubilare sull't•fllcucia del siero, si argomenta pure da ciii eh<> )H ~tazione l)j t'lllllrOJIO. llPÌ prill\1 UUC mesi, SU 37 S!l!;!!Ì UÌ !<;ero, ne dovclle t•.-s.pill.gere no,·e. 2. Il tempo della cura ,Jelln riferita l'<tatistica caJde nel pr·imo perio·lo •Iella siero-terapia, nel tyual~ i mcùrci lhlll uvevano ancora le necessarie uozioni per la dose del siuro, ,Jj moùo che in molli casi, fu iniettata solamenie frazrone •Jella ÙO"'e minima per ottenet·e la ~l!ol'igione. 3. In molli Ca"i fn pure inoculato poco siero, per·c~ì'> que ~to nf>n era pos,;eJuto in qua n liti! c orr•i,pc ·ndente. i. La ::.tati .. tica raccolse i dati nella parte più sravcwc\'Oie dell'annn, poichè le osser,·ozinni avvennero nei me,· 1li ollobre. novembre e dicembre, nei 'lttalì si hamto le l'iù elevale cifre di mortalità. R!)


t.i-OS

JUVIST.\ DI l'E11AP.E(JTICA

5. Solamente in una decima parte di casi fu dimostrato con l'esame ballerioseoptco che r<'almente $Ì trattava di difterite. Col siero fur ono pure curale quell~ malattie, ad esempio la. difierile di l'ICarlattina, nelle quali non può ~pernrsi un'azione curativa specifica. Se si prendono ad esame 1 soli casi li difterite ~enuina la media degli esiti fausli aumenta. È pure da notare che, secondo le r~lazroni, m 13,6 p. 100 dei casi la cura del siero uon modificò sen~ibumenle il decorso morboso (cifra elle quasi cuopre quella della mortalità). Nei rimanenti ca"'i (86, ~ p. 100) secondo i relatori, l'azione è da ritenere reale o verosimile. Dr quest'azione ftn·orevole si ha pure una prova nel fallo chl• su 1822 malati di dtfterite larincea solamente 886, cioè 43 p. 100, furono operati di tracheotomia e che solamente in pochi ca,-i la malattia si esle!<e successsvam,..nle alla laringe. Conclusione. - La cura col sillro ha oo.piegal{) un'azione favorevole sul decorso della malattia nella difterite e, facendo astrazione dalle eruzioni cutanee e dai:dolori articolar i, non deltQ luogo a complicazioni sfavorevoli o noci-çe. Può ritenersi inoltre che l'azione del siero sara tanto più proficua, quanto più sarà ufficialmente accertata la bontà ùel preparato.

c. s.

RIVISTA DI TOSSI~OLOGIA EM~DICINA LEGALE ScHEDE.- Ùn ouo 41 &vvelenamento per 1& ooO&bl&.

-

(Corresponden~-Blatt f. Schwet.zer Aer!te, N. 16, 1895).

Lo S ched<', d'Amburgo, osservò un grave caso di avvelena· mento per la cocaina. Ad un uomo robusto di 20 anni furono inie ttati nell'urelra. 2 grammi dt una soluzione di cocaina al 1() p. 100 (= 0,2 di cocaina).


RIVISTA Di TOSSICOLOGH E l!IW!CINA I..EG.U.:E

Ici-Q:)

Subitamenle comparvero i seguenti fenomeni: perdita della roscieoza, atlac<-o tetanicv con arresto del respiro che necessitò la respirazione arli rlciale continua, pupille dilatate, cessa:z!onc ùel polso durante l'accesso telanico, cianosi. Dopo un salasso, le in !\!azioni di ossigeno, la canfora, il nitrito d'amile, la iniezione intraveno;;e del cloruro di sodio, il malato, due ore ~un quarto dopo il princi!JÌO dell'avvelenamento. mostrò la prima reazioue, e !ornò a poco a poco in se, dopo avere avuto violeol.i movimenti della lesla, dalle braccia, spasmi del lato destro e convulsiooj cloniche. Schede melle in a,._ '""ertenza contro ruso delle soluzioni concentrate, poiché una soluzione di 1 a 2 p. LOO è sempre sufficiente e perché v1 sono persone con speciali idiosincrasie contro la cocRina. La più piccola dose moriate per iniezione sottocutanea i> stata di 0,02.

RlVISTA DI TEC~IC! ESERVIliO MEDim MILITARE D tuolle Lee-.Mettord durante la oampagaa del Chttral. - (ReDue militaire de t'-élr anger). Do-po la guerra del Chitral la stampa indiana dapprima e 1;Juindi tutta la stampa inglese discussero gli ell'eUi prodotti -dalle palle del nuovo fucile inglese Lee-Melford. Il fucile Lee- Metford é un'arma a serbatoio, del calibro di 303 millesimi di pollice inglese (millimetri 7,7 all'incirea). Esso lancia con una velocita iniziale di 2,000 piedi (610 metri) un proiettile formato di una lega di piombo e d'antimonio con involucro costituito di una lega di rame e di nickel. L'altezza del proiettile è di 1 pollice e 25 (metri O,Oij175) il suo peso è di 2l5 grani (l2,90 gr ammi) la polvere è senza fumo e si chiama cordite. L'a lzo rlel Lee- Melford è gradualo fino a 2,000 yard cioè a 2,650 metri incirca.


li-06

RI\I ST.\ DI TECXTCA

Dai resoconti dei giornali e da arLieoli di corr;!Spondenlì elle hanno seguito quella campagna, ed anche d1:1 osset·vazioni mediche sembra risultare che il pr oietlile di qu~to ruciie è ben !ungi dal produrre negli or!!anismi viventi quelie terribili devastazioni che si sono osservate sugli animali morli nel corso degli esperimenti che pr eeedellero l'adozione.della nuova arma. lllatlo e interessante e merita d'essere segnalato. Quando si fecero gli esperimenti rreliminari relativi a quest'arm& i proieWii lirali sopra cavalli e montoni morti produceva larghe ferite tanto all'entrala che all'uscita; le fiSsa che essi incontravano sul loro passaggio vennero stritolate. Per contro. colpendo esser1 '•i\'·enti sia da vkino cue {)a lontano gli stessi pro1~ltlli producevano nelte parli molli fMite nette e come da t'lglio con po~hi~sima erosione all'intorno. Essi proiettili trapassano le ossa facendovi piccoli fori, producono pocbe scbe~j::e e sembra non abbiano effetti cb 3 s·assomig:lino a rtuelli esplosivi. lnollre dalle testimonianze degli stessi Cerili é provato che l'effetto dello sb.ok é mollo minore coi proiettili Lee-MetrorJ che con quelli di fucili di modello antico. In queste condizioni, le lesioni pìù gl'avi alle aNeriE' o agli organi essenziali non fanno cadere immediatamente il ferilo, ed un uomo anche gravemente leso alle membra può per un dalo tempo camminare e comballere. Gli esempi in appoggio a queste asserzioni sono abbastanza numerosi ed alcuni di ec;si paiono cosi strani che si osa appenà citarli benché la maggior parte di essi abbiano già falLo il gir·o della stampa militare inglese. Eccone due <lei più singolari. Il 2 aprile nel combaltimento al passo di ~Ialakand un indigeno fdrito da sei proiettili cbe ra\·evllno c.;olpiLo al piede, al ginocchio, al dorso ed alla testa ((11 rtuest'ulLima regione i1 proiettile entraLo alla nuca era uscito dalla bocca spezzando i rlenLi) venne egli sle$SO n farsi medicare all'ambu lanza inglese e guari oon una rapidità incre iibile. Un condannalo a morte pos~o a 12 passi solto ìl fuoco di s'!i tiratori non abbassò oemQleno la Lesta quau:Jo venn& c<>lpilo e restò ancora io piedi pt>r alcuni islsnii.


l

-.ERflZIO )11WICO liiLIHR!

I~Oi

« lo son t•imaslo spes.;o sorpre!"o, ~cri>e un ufficiale cor• rispondente anonimo del Broad .--1 rotr., di non veder cadere " i selvaggi colpili dai proiettili dei soldati inglesi. c Qualche volta un proiettile ball~nùo a terra dopo avere • lt•apassato un nemico sollevava unn nuvola di polvert· eJ ., il tiratore \•edefldo quella poh·ere dietro il suo avver::-ario • sempre in piedi credeva di non averlo colpito. • Pare del resto che gli indigeni ave.<;sero nominato il fucile: Lee-~!elfor.l il fucile da barnbin.i. Ritornando sopt·u avvouimenti anteriori, vari giornali inl{lesi hanno e~ualmenle t·icordalo t:;li effetti prodotti dal fuoco dei fucili Lce-Metford JurRnle In sommossa di Sharton. Le ferile furono mollo meno gravi •h quello che si credeva, e per la ma~gior parte ;;Uarirono facilmente e rapidamente. Sopra 18 ferili d1 cui qualcuno molto grave, in apparenza. llue soli mol'irono. L'uno era ~tato colpilo da un protellile che dopo avergli attraversalo il petto ne era uscito spet.zando la colonna vcrtebrale, l'altro av~va avut.o la gamba • infranta da un colpo di rimbalzo. Quest'ultima le3ione ~t·a specialmente pP.ricolosu per la sua stessa natura, poichè quelli che son ferili da proìellili cue hanno prima battuto contro col'l i duri con lacerazione dell'involuci'O metallico ~ono più gravi che queHi ferili ùa proielLil! direlli. C11l é noto a nelle ai c~tccialori che adop••'t'ano armi situ•li al Lee-Metford contro la grossa selvaggina e le btt~tie feroci. E"'' in falli sogliouo r_,ndere 1loro proiettili. Yeramenle i fallr erano poeo numerosi e 'JUinai poco concludeuti, e MI resto le circostanze stegse ne rende\'ano la tliscussione 1.hflìci1A ed inoppo1·tuna ~iaecbé si trattava d'tl/18 ri,·olta e non tl'una gue1•ra collo !=tlraniero. In 111eno alle asserzioni soprarico1·.tate, quale é la parte -c.lella ''erità, quella ùell'esogeratioM e quella dell'errot•e 1 ~Ian··.ano :;li elementi per sciogliere il quesito e ciò tanto ~iu cue alcuni giornali inglesi 1->er l'agioni molto Jiffert-nt•, sembrano mollo procLivi a screditat·e il Lee·:\1etfor.J e più ancora la cordite. Alle critiche rivolte n! fucile !"o ne aggiungono altre spe-


J ~ OS

RIYhTA DJ TEC~ l CA & :-ERVIZJO loliWJCO lfll.fiARE

ciali alla polvere, quali, per esempio. la necessita, in paesi mollo calJi di precauzi ni parlicoiBri per evitare le e,.;pJo. sioni cagionale dall'elevazione della temperatura, e la drfli· colt.à di tener pulito l'interno della canoa. Soltanto ri~ul­ tati tli ulteriori esperimenti oppure di avvenimenti nuovi polra risolvere definitivamente i dubbi sollevati da cr-itici "UIIa efiìcacìa della DUO\ a a t'ma portatile. P.

RlVISTA BIBLIOGHAFICA Guida all'eaame fllll%olouale dell'ooohlo, del dott. GtAOo~t<> LucciOLA, capitano medico, assr~lente onorario della clinica oculistica della R. Univeraita di Torino. - Torino, 1R96, lip. Salesiana.

Questo bel volume, dovuto alla attività scientifica ed allo zelo del nostro egregio collega, meriterebbe un'anali i piil dettagliata di quella che il tempo e lo spazio (avendolo appunto or ora ricevuto) ci cou<~cntano. Salutiamo col piu vivo piacP.ra un'opera che sara utile a tulli i m~dici, specialisti o no, ed utilissima per i medici militari, pet quali poi il pregio del lavoro aumenta o due doppi sapendolo dovuto alla penna di un camerata, tanto tloll() quanto modesto. Il libro si di-vide in due parti. La prima tratta della diagnosi delle funzioni oculari in generale, della refra1:ione e suoi '>tzi, dell'of'talmoscopia, cheraloscopia, fotometria, ccc. La seconda si occupa parlicolara:eole della diagnosi speciale delle malattie oculari, e comprende anche un e--teso capitolo sulle malaltie simulate e pro,·ocate. Il vasto piano é e-'"Sguito con unifor mità di metodo ·' di concetto. L'espo;~izione é chiara, e, nello stesso tempo elle concisa, completa. L'autore, oltre il fornire una guida agli studenti, ai rnedici pratici, specialm~nte nelle queslioni medico-legali, ebbe in mira di far co~a utile ai medici militari; e crediamo Yl sia


IUVlSTA BTBLIOGRAFlC,\

H09

ej,rregiamente riuscito in quanto che il c:.oo \'Olume non !"Olo giover-à ui nostri colleghi nei ftiOrnalieri bisogni della loro pratica oculistica, ma sarà loro un ottimo aiuto nella preparazione agli asami, i cui programmi :-ono qui svolti colla convenieule largheua. Handbuoh fUr k . und k . !lilltirirzte, pubblicato dal

doltor :\lYRDACZ, med•co di reggimento, Viennn, Jnser Safar, 1895. Redatto dall'infalicabilo! •loUor 1\fyrJacz era già U"cilo un p1·imo volume di questo Manuale per i medici militari austro· ungarici, C011Lenente sisl!lmaticamente ordinate luUe le pre· Rcrizioni in vigore circa il servi1.io e il corpo sanitario. Ora in una seconia parte si pubblicheranno: la storia e l'or~a­ nizzazione de• corpi sanitarii doi principali eserciti eurO(•ei; la storia sanitaria delle campagne di Crimea, delle campagne austriache 1859-66, di quella franco-tedesca del t8"i0-ì1_, e di quella russo-turca del 1877 i8, infine un compendio -;ull'azione de: proiellili. del dottor Habart, eJ uno l'lulle unprov visazioui, sulle tende, sulle baracche e sul traspol'lo dei reriti del dottor G~chirnakl. Tutta una serie adunqtte di monografia interessantissime per il medico militare. Abbiamo soll'ocrhio le prime h·e dispense. La prima di't la --toria e lo stato presente del corpo sljnitario militare f•·ancese. La seconda ,, la sto1·ia sanitaria della guerra di Crtmea, l'ana G l'altra dovute al dottor Mrrdacz; la terza nna c.:~m­ pleta e dettagliata stot•ia del corpo e del servizio sanilario in Austria-Ungheria, del dollvr Kirchenberger. Llbrtoclno d'lgt&ne. Guida pfJpolare pubblicata daii'U fficio

imperiale di sanità della Germania, edizione riveduta ed annotala dal prof. Boaoo:sJ-t:FFREOUZZJ. - Torino, Clau· sen. 1895. Il lololo stesso dice la nalura e lo scopo di ·ruesto libro. Esso ha avuto in Germania un successo f{randissimo, essen·losene spacciate in un anno 7 eJizioni. È un compendio


HIO

Rl\JSL\

di lutto ciò che i nou medici devono saper·e per tutelare l'igiene delle perAone e delle abitaz1oni. Vi l~ dalo uno :svi luppo relativamente ampio alla trattazione delle malatliP mfettive, dei mezzi di <!Occorso nelle disgt·a/.ie accidentali, del mudo di as~ist..r~ ~h inrerm1. ~; un eccellente libro popfllare, che tnPrila da,•vero la cura che hanno avuto l'editore e il tra.Jullore per la !'ua diffusione in Ital1a. Ma diet?ndo libro popolare wlendiamo 4flle lo aggelLi vo n4:1l ~'UO si~nificato più largo, cioé di un lrbro adallo alla lettura dci prorani alla scieuza, chl' però abbiano un sufficiente fon jo di cultura. Credtomo molto dillicile c·he nelle nostre clll><si operaie possa tro,·ar diiTusionu un Jihro, cl.e, per ·JuaulO ::.cdllo in sule :'cmplice e piano, pure rl c:lueJe per es<-cre cnmpletatnente inteso qualche previa !!<Ignizione di scienze fi-.iche e naturali. Perctò lo raccomau,Jiamo, più volentieri che ai soldati ed ai sotluflìdal!, A!;li ufficiali del nu<~lro esct•cilo, che vi lt'OVèt'anno unn piccola e ta-.cabile eociclope ha igieni~ Il voluwetto, che. dnll'uppellfttivo d• librwcino, parrebbe dover esserè mollo minu~colo, e invece un \'OlumeUu io- 16°, solidnmente !'•legato, a ~Uitnpa molto compatl.tl, che riempie beu 2:>0 pa;::ine e non co~ta che lire 2,f>O. Pror. doll. GruSEPPE MARlS\. - Btoerohe &ntropologlohe ed etnogr&flohe sui r&g4Ul . - Tor·rno, Bo ···a, 1R'J6. È uno scritto-di men che cento pagine, ma non è meno per questo, un'opera di lun.:a lena ~ di g-rande valore !"Cientifico. L'A. Ila e~·Jmiuato e misurato parecc~e miglia111 dì giovfloelti dt tulle la provincie d'llalia dall'età dì 10 nnni, a qneUa di 2tJ. Ha falto una slati~t•ca completa clell'incitce cefalico e del colore degli occhi e dei capelli. Di piu, sulla slaLurn, il peso, il perimetro loracico, In caTaciLa .,.;tale e 'il liuamometria ha raccolto personalwen t~ ben 146i1 OS!<ervazroni. Tra i suoi mi"~urati vi sono gli allie,•i deU'accademia ltHvale dt Livorno, e quelli dei collegi militari di Ftrenze c di ~mano. Que~ti allievi hanno dato in tuUe le età, medi•J in-


lt' BLIOGfUfiCA

l ~11

dicanli una cosliluzione assai piu robusta d.i lulte le allre caleg.orie di giovanetti. Questa super ior1tà fisica l'Autore la spiega non soltanto col reclutamento speciale che si fa di questi allievi, ma anche colle migliori condizioni igieniche in cui vivono e colla larga parte che si fa in questi ic:ttilut i alla educazione fisica. Interessant-e, anche per il medico militare, é il confronto tra le qualità fisiche del coutadini agiati e poverì e quelle dei cittadini agiati e poveri. · I contadini agiati, bencbè di statura atquanto minore, hanno per tul.to il resto una marcata superiorità fisica t~ncbe sui cittadini agiati. Parimenti i contadini povet·i, anch'essi inferiori per la statura, superano i cittadini poveri per tutte le. allre quaìitA (peso. perimetr.o toracico, capacità vitale e forza). Il libretto sarà consult.alo con vantaggio da quei medici militari che si occupano di antropometria, trovandovisi anche dati relativi all'età dj 17 anni ed oltre.

VARIETÀ. E NOTIZIE Xl priiDO centenario degli ata.btUm.entl cristruzlone medtoo-mUlt&re a Berllno. Fondato nel1795 per iniziativa del chirurgo generale Gorcke, tìstitulo Federico Guglielmo ba degnamente celebralo ai primi di tyuesto roel;'e il suo primo cenlenario. E stato un seguito di solennità e di festeggiamenti scienlifici, che ha moslralo ancora una volta quanta ìnvidiabHe considerazione gode il cot·po sanitario militare tedesco. La solen11e cerimonia celebratasi il giorno 2, nell'au1a magna dell' Onivers1tA, fu presieduta ùal cugino dell'imperatore, il principe Federico Leopoldo. Vi intervennero ministri, generali, e un gran numero di celebrita scientifiche.


VARIEt:l B .:'\OTIZit.:

Unpo uno splendido d1scorso del generalstatsarzt v. Coler, fu partecipato un decreto imperiale con cui sì stabilisce che ristiluto Federico-Gu~!Jelmo e l'Accademia medico-mililare sa1·anno d'ora in avanti riuniti sotto 11 solo nome di .-\ecatlemia Imperatore-Guglielmo (Kaiser WiUtelm Akademie). Il ministro della ~uerra pclecip6 quindi numerose conces<:ioni di onorificenze e promozioni nel corpo sanilario, ~lraorJinariamenle coucesse in questa occasione. Xon conlento dì tutle que~te dimostrazioni Ji affettuo~w inlere~<~e, S ..M. l'imperatore inviò pure un telP!!ramma a S. E. il genet•ele v. Coler, nel •ruale espl'ime,·a la gratitudine sua e della patria per i g1·andi servizìi re.::i in ogni tempo dal corpo :<anit.ar io militare. Il giorno successivo t·iunivaosJ a solenne banchetto pi(a dJ 400 convitati, e tra questi sedevano, olh·~ il minisL!'o della guePJ'a e quello dell'tskuzione, i rn·ofessot'i Virctww, Berj;(mann, Leydeo, Koch, Dubois-Reymond, Kohler, Schweigget, Waldeyer ecc. ecc. OIIJ·e a quesl1 vi fw•ouo altri festeggiamenti, quali pubblici, •{uali privati. ma lutti portanLi la caratteristica di una cor-diale e completa ptt.l'tecipazione dell~ autorità, della cittadinanza, e c.lel ceto medico civile. lu questa occa!'ione é stato pubblicato, come è costume in Germania, un Felsehrijt, o volume commemorativo. Que~to splendido libro cont1ene una gran quantità di scritti scientifici di me lici ch·ili e ma ilari, tuUi compilali e~pre,;:­ ,..amenle per qu~>~ta circostanza. Fra i nomi degli autori notiamo quelli dt VtrchO\\. Bergmann, Ft!<Cher, KoWer, LeyJeo, Schjerning, ~othnagel, GatJky. Liitlter, Hueppe, PCuhl. Anche tl giornalismo scitmtifico ha vi vacemenle partecipato a •1uesta solennità. I due pr·incipali giornali medici di Berlino, la Deuisc!te medicin.isehe Wochenschdft e la Berliner ldinisehe Wochenschrift hanno pubblicato ciascuna un numet·o ~peciale tutto r isenato ad articoli tli intel'6-<=se medico-militare e scrilli ùa rnedici mililari (1). A quanto para rutilit.A, la necessita di una scuola speciale pe1· i medici mililat·i, da noi tanto o ùa tanti dis<\).ISSa, é in {t) An:~lizzeremo nel JlfOS$imo numero alcuni di •Juesti Iavo,ri.


YARlET\ .E \OTlZI.E

1413

Germania una cosa che non ha ptu bisogno eli esser dimostrala, aHt•imenLi quella nnzione, cosi pt·a~ica, non le sat·ebbe così lul'ga di simpatia e dt pt•otezione. Ma non vogliamo abbandonm·ci nl pessimismo, con con····onti per noi dolorosi. E ht sorte comune di ogni IStituzione nascente o cr·escente tfueJbl di do v 1r avanzard in mezzo ai pericol~ nello sle.,.so moJo che l'esistenza del neonalo è piu insidiata dai morbi di '{uello de!l'ndolèscente, e questa più di quella dell'adulto. Xel mentc·e dunque mandiamo il nostro corJiale salut9 ni colleghi tedeschi, auguriamo anche noi per il 1982 alla !':cuoia d'applicazione di Firenze feste centenarie c )SÌ brillanti come 'Juelle attualt della sua consorella di Berlino!

CORRJSPONDE~Z t\

Il distintissimo collega e camerata dell'esercito tedesc<>, doli. Paul Brecht (il quale. sia detto tre parentesi, è uno dei più solerti collaboratori della Gazzella medico-militare t"desca fDettt8~'hrt Mili[(i.ràr::lliel·e Zeil~hriftJ e della Rtvi:>ta annuale medico-mtlitare [Roth's Jahresbericlde], e roet·ita che lo addiliamo atla grat1tuJine dei nostri colle~hi, appunto perché a lui si devono le analisi e le riviste bibliografiche su lutti 1 lavori dei medtci mtlitari ilaliam, che vengono inserite nei detti periodici) ci ba indirizzata la lettera seguente, che s'amo ben lieti di pubblicare. Essa fornisce agli studiosi della sl.alistica saniLar1a comparata alcune notizie mollo interessanti, e che ser'>'ono a spiegur megl1o l'andamento della curva delle malattie veneree nell'esercito lede~co, da noi presa in esame nell' arltcolo inserito a pa~ina 262 dell'anno corrente. 111 quell'articolo si era attribuito il repentino aum•JOlo dei venerei nel mese di novembre 0\'1 -


COJ\IUSPO"\ OE\ZA

l'esercito led~!lCO alla magg1or focililà di contagiarsi che banno i cosl'ritti (chiamati appunto in quell'epoca soLto Je armi). Ora il tloll. Brecht ci avverte che r 8Urnento è dovuto SÌ ai coscritti, ma non l erd1è es... i si contagino dopo l'arrivo sotto le armi, ma $ibbene perché alla prima visita p resso i corp1, ID<Jlti di ec:si c:ono Li·ovali atf~Ui da malattie veneree contratte pl'ima. Ecco la lettera:

• Berline•, adl1 22 novembre 18!);)

Preoiatissimo colleaa e camerata, • Ho letto, c con mollo interesse, la sua nota Snlle malattie oeneree .'!econtlo i me.~i. Le sue conclusioni sono precisamente anche le mie, spoci~lmente in quanto EUa è dell'avyiso stesso ùel chia1•issimo collega Sforza, che cioò la morbosilu miliLare dipNtde soprnltullo dalle generdli infiuenze lelluri che e biologicJJe, e che le influenze speciali d~lla v1La mililare non sono che fattori di second'ordine. « Ora, poiché io vegs:o che, a pag. 278 del suo opuscolo, a propostlo della !<h'llOI dinaria ele'1'&4ione della curva delle malatlie veneree nell'e~ercit.o Le.lesco. Ella fa alcune ipotesi. che non COI't'Ì!:pondono al \'ero ~tato delle cose, mi preme di fot·nir le alcum dati di fallo, che varranno a j arle la vera spiegazione dPI renomeno. Anch'io ritengo con Lei che il carattere dellt1 nazione e del soldato ledesco è pin eatmo e ritlessi\·o, e non co~i nppa!:>~iooalo come !"italiano, e c: 1e i tedeschi dovrebbero meno preslo e r:olerdter i correre in braccio a l'enere. L'aumento d 'J ve 1erei tedP.S::hi nel me~e •li O(IVembre è infalli dovuto quasi esclusivamente ai coSCI'ilti, che all'arrivo ~otto le armi sono trovati già affeUi da malattie vener.!e e come ta!i sono mandati in cura allo spedale. Sono dunque inùrviuui già contagiali prima del loro arrGolamenlo. Dopo In loi'O ';enula solto le armi, pe1· molt~ settimane, essi non possono ave1· pirì alcuna occasione di \ infeltarsi, perchè da no1 i coscrilti, nntantochè non sono ab· bastanza edotti nella cosiddetta disciplina di strada (Stras-


Mn - Disciplin), non possono uscir soli dalle CS!>errne, ma vanno !';empre in gruppi accompagnali dn GejrPtlen (appuntati) o da sottufficrali. Perciò il Eislerna nostro di reclutamento (che, ad eccezione del corpo della Guardia, li la~cia lultr n"'Jia provincia nallva) non ha alcuna azione, nè fa,·orevole né sfavo:·evole, sull"ummalarsi dr malattie veneree per parl.e dei co~critti. Del rec;lo anch' io !io:to d'avvi~ come L~>i, cbe l'ultima classe dei soldati "i di,..tin:rua d&L:h anziani per la prù g1aode facilita di incappartt in ce1·l.e malattie infelti\·e, fatto messo fuor dr dnbbio, per esempio pet· il lifo addominale, per mezzo dei noslri Sanilatsberichte. Co~i t-òi spie~a anche la repentina diminuzione dei casi di malatl•e 'eneree nel mese di dicembre in un modo mollo semplice e senza ipotesi. Le feste di Xatale <:ono CJUi in Germania la più grande festa religiosa e familiare dell'anno. Chiunque può farlo rito r na nel seno della propria famiglia, possibrlmente dal 24 dicembr·e al 2 gennaio; cosa anche lrn i soldati si concedono colla massima la•·ghezza licenze della durala da 10 a l 't giorni. Restano quasi esclusi'"amente i coscritti ed i lot·o istruttori, c.ioé uomini so~getli poco o niente utTatlo alla possihilita d'infettarsi. Da ciò la diminuz:one delle 11\Blaltie veneree. In gennaio esse lot·nano pui ad aumentare. • Pniche dalr~nno J 8!tl in poi (in :o:eguilo all'adozione del ser'\izio d1 due anni) , co~crilti sono chiamali io ottobre, nelle statistiche dal 18!.l3 in poi vedremo la rapida salita della cur,·a venerea coincidere non pii1 in noo;eml1re ma in ottobre. In nessun modo può avvenire •JUi da noi, colla stt·elta di5eiplimt cc>n cui Sflno tenuti i coscrilli, e colla proibiUOile ralla loro di u<:cire dalle caserme, che es>:i po"'~no cunta,.tiarsi di malallia veoerèa. Questa facilit.is comincia a verificarsi per: gli uomini cbe fanno il secondo anno ù• servizio, massime al loro rito:-no dalle mant>Vre. Di qui l'aumento delle malalLie in questione nel mese di ottobre. " Salulandola distintamente, mi dichiaro

• Suo deo.mo camerata c Doll. P. BREcu-r • Capitana 'llwlico ne/ IJattagltcl/lt (t~rille,. i • del 4° rtqq. della Guar<llCI. •


1416

NECROLOG 1A Edgardo Jacopetti. Il rlubbio, il filo di speranza, a cui ci attenevamo ancora é ormai spezzato. Già si hanno notizie positive di tutti i su-

perstiti della fatale e gloriosa giornata di Amba A!agi, e tra questi non trovasi il nome del tenente medico Jacopetti. l!; dunque anch'egli caduto, partecipe, e in egual grado, della gloria degli ufficiali ~uoi compagni. Onore al suo nome ! Duri, nel corpo sanitario, eterna la sua memoria, come quella dei nostri Gasparri e Ferretto; e sia la sua sorte oggetto più d'ammirazione che di compianto! Il conte Edgardo Jacopetti era nato a Fivizzano, in provincia di Massa il 22 gennaio t863. Fece i suoi studi in Toscana e si laureò nell'istituto superiore di Firenze addi -6 luglio 1886. Entrato nel novembre dello stesso anno alla scuola d'applicazione di sanità militare, ne usciva sotto tenente m~dico di complemento il 10 luglio 1887. Il 2 ottobre è ammesso per sua domanda nel 2' reggimento cacciatori d'Africa e prende parte con esso alla campagna del generale San Marzauo, poscia rimane ancora in Africa fiuo al 26 febbraio '1889. Passò successivamente all' 11° bersaglieri, dove ebbe la promozione a tenente il 19 dicembre i889, e al 4° reggim~nio genio; finchè, sempre a sua domanda, il 16 gennaio si imbarcò nuovamente per l'Afriea, che, come a veva visto il principio, doveva vedere anche la fine della sua breve ma .gloriosa carriera ! 11 Direttore

Dott. SrBFANO RBGIS maggior generale medico ispettore. Il Redattore

D.• R rDOLFO L rv r Capitano m4ieo. NUT IN I F EOERrco, Gerente.


INDICE GENERALE DELLE MATERI~ PER L'ANNO 18~·

MEMORIE ORIG'INALI. .\LY AltO GnJSE.PPE, tenente colonnello modico.- Dell'af~ etJizootica negli . Pag. 3S!S animali e nell'uomo . BARGELLINI E-r<ronE, sottot~nent-o medico di complemento. - Sopra un casa di inversione dei visceri . • 653 (;ALCAGNO B&NIAMINO, medico· capo di~ classe nella Regia marina - Un c,aso'tli emogiQbiouri:;~ paros.sistica da sifilide • !!8! CAilRATil GELEST!No, ca~itano medico. - Considerazioni circa la teoria della porpora emorragica ed un c"'so di c:tùesta malattia . • !5:! CSVASCHI CATtri.LO, tenente medico. - Sopra un tipo speciale di febfrre domipaot~ in BologJJ,a . • U9 PE {;JonGl BE?UAliiNo, sottotenente medico. - Co)ltusione ,dell' addom~. Contributo clinicQ • !027 t>ELOGu G.A.ETAJ:iO, tenente medico, - Un 9.M di atetosi con etiologia accettata, Guarlgiow. ,. 1048 FESTA GronGIO 1nedico di 2• classe nE>lla Regia marina. - Contribu~o alla chirurgia ·operaiiva 3 FlORINt FtORl!NZO', ten8!:\te medico, - Un caso di contusione. addomma.Ie seguito da morte. • !0$3 FoA Teopol\0, tenente m!l(!ieo. - Contribuzione a1la terapia· della difterite . • .UU FOJ\."!ò Guco~o~o, tenente medlc9.- Concettò moderno c;lella bleno1Tagia. Contribuzione allo studio delfe localizzazioni di questa malattia. neiJ'endQcardio . • 909 GJA.Nt PIETRO, capitano medico.- Un ;;aso di angina difterica ;;urato col siero · • !!35 GuLCCI:\RDI GtOV.ANNr, tenente medico. - L'acido salicilico per via epider· mica nella cura del reumatismo articolare acuto . " 79!


1418 Gu1cCJAROJ G. tenente me lieo. - Sugli lllfarti polmonal"l nelle pleuriti essuda.tive . Pag f33& LtYI R•ootTo, eaplt:mo mndic:o. - Le mal:JUie veneree oeeoo<l<> ì mesi • m J.uccJOLA Guco\lv, e:~pitaoo med•co. - La sindectomh. il pus hlenorr.a· gìco e l'lll!Jufrity nell-;t terapeutic;t oculare. - Con tributo clinìéo • àG LUCCIOLA GIACI/.110, <::~pit<'UlU medico. - :'iote di ottalmometri3 . • 4lfi e :it3 !>luGu STI E.. C<t!JiLmo medko. - Variazioni locali •Ici corrmscofì san goigoi per influenze termiche .

• U03

MAnGOTT.\ CssAIIS. teneul() medico.- Snlln tletermioa~inne dell':tmpieua t lei baci.no r.ell'arma di ca Y~llerìa .

i69

)J:u.s:J.tA .\1., m01tico di 'l" rlass.e,- Contrilmto cliuicv alle fllrite dello avambraedo • ~lO :'iotizia l!Ommarle sulla ;;tallstìca sanltariJ. •lei n. Esercito per l'anno Ui'J~ • !139 Osl'n<o HJOVANXl, teoeot~.> metlico - Dal morbillo nell'eserCit<) Italiano e nella dì visione milit'l.re di Torino. - :-lote stathticlle ed e111 lemlulo. gl•he • t 6.2 Pi!RSJCIII1TTJ ca1. Carlo. maggiore ruooic~t.- .\lcuni c~s• di cLirnr,tia • t 3Z3

P•llrll'!m..J.I Pu:rno, capil.3no medico. - OS>'!!rvazi.:>ni ~otlm ottuntanOI'ì! emìe U!guinali operate nelln R. r.tini~.a rfliruf",zlt.:< di l'a•lo~a \Prof~>sor BAs~INtl

.

liti

PJ:;P<JI,J !lAPT,\EI.J.O, tenente metli<:o. -

Un cnso di ferita d'a.rm;• da ruoL'O

nel midollo eeniulo.

• 56?

PJst>oLI llAPUF;J.LO, tenente medico.- Un t&SQ di sullida polmQnare dopo

nn •nese dlllln compar~a della ~cl erosi primaria , i.!HI Ptre.c1 PAOLo, t~oente medieo. - Cura dell!! fratture coll:l mohiliu-az-ioue il r.ol trulss:tgg:io • S~3. 881 e 993 RANDOiill GJovo~.NJ<t, tenente colonuello medico. - SOflrtt un oaso di sutu-ra •lnl nervo mediano nella fos.~n cub•tale seguito ~~ immooiaL1.· mente dal ntorno r.om_pleto deUa sua runziéDl'. 6~3 Ro.et:11T• G., farmacista di '!" classe. - Sull'alterazione delle soluzioni di sul.llimato corrosivo . SFOBX., Guuo•o, m:~ggiore medico. - Cenni sulla morbosita In temitO •Il pace nell'e:.crcito illtUano, dall'llllno t8i6 all'anno l~ • 201

RLVISTE DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI.

RJVISTA ~EDIC~ Alloefllazloni uditive -

Jolfroy

Alllfgdalite acuili (la .:ont.~giositit dell') - O. Pepin Ami!;l};~lite cronica cpJi-l\.1.eillare - Lermo)'e~. Relme t! B:trhier Anemla perniciosa (trattamento dell') - Ralflh Stockman .


l.i-19 Anglna dì peuo rinessa d'origine gastrica - llronsdeiT PIVJ t080 .utrili suppurate meta-pneumoojd}jt - Fu\•lgny • • 84& lladerium coli (ricerche ~ullo niluppo caraueristico del) e del bacillo del tiro e relati va importanza diagnost.lea - Eliner2. • l 36l CanS:rt!~l spont.mett e wnuenza dttlle affeziOni nerro.>e sui va:~i - H. Jier-

vatts .

• 934

Caps1.1le :>arrenali (le) e la patogent!Si del morbo di Adltì.son- A. G. Auld l 589 Crampo Idiopatico bilaterale dell'ipoglosso • » 13';'0 Cefalea (.rulla) ablt.aale quale sintomo principale di diverse malattie naS:\11 - Sche1nmann . • tOt Cerat.ee (diagnosi diiTereuziale lra le) ,;illliticbe <l neuro,temche- Fournier • Utì3 C.,lpo di calore (rkerctle sperimeulll.ll $lllla pntogenia del) - Laveran 1: P. l\egnard . • ~..5 O!abete tdiagno~i del) me.llante l'es:tme del iltlngue - 8remer . " 94 Oilterlea Ila. diagno~ lJrtC«e dell' .angina) - Ftrrst " ~9 llìfti!rite (oss.enazloni sul trattamento delle) col siero di 8ehring - Em· • ISS roerlch . Oiftelili' (tmportanza d.ell'esame batteriologico nella) -\Yal1bourn e Ho~ wood . • SH • m Dilterlte (profila$$! e ttatt4ruento dellà) - Da t~ e Talasescu Dilterite (trattamento della) col siero di Behriug - VJerordt • 6SO JJlfterlte (la)- Furot . • 6$1 Ulfterlte (ouo\'e rlrerche. sulla) in r•apporto alla sieroterapla -Concetti • f253 LJiplococw capsolato laneeola •o {:Wone del) sulla emoglobina- Patlootti G • soo Emholismo grasso (contribuzione allo studio dell') - OrlandJ • • !073 Emicrania (la) - P. l. Méìblus . • 9M Emotor&ce (rieerche cliniche sperimentali sull') - Pagenstedler • 93i > 1071 Emottisi cardiache - G. llargeio F.nte;algla (l') ' 8~2 Epidemla (una strana) - lltiiller ~'Sa Epile:ISìa (c:unbillmenti ollll.lmoscoph:i nell') e nella paralisi generale deglt • 590 :tlienatì - Vliver Febbre biliosa ematurica (sulla) del paesi caldi - Macl:md 9"-0 Febbre tifoidea (due nuo\1 "'gni della) - Obra:~tzoll • • ~ Febbri\ tifoidea (gli a~cessl muscoiMi nella) - .\. Someil . • 9J8 Flu Fegato (diagnosi dilfereru:iale dei Mnèrl del) e dei regali cart!iaci Emile • • HSS Globlllloa (ncerea della) nelle urine t~lbumlnose - Daiùer. , 9!7 tmpulslonl irresls tibili (delle) negli cpltettici - Parent. " t365 lofluenu (complleazioni genito-nrinaric deU') - Lamarqne. • 6SG lnfioenulricerehes(>4ll'imentali e cllnlchesulla): patogeoia e cura- Moss~· 857 Leu.co~ili (nuovo metodo par la <tetermlnazione del nom!)ro assoluto delle singole specie dll - Ettbotz . • 4U Leucocitosl (sulle variazioni della) -A. Gol!lschejder e P. Iaeob • 8".>5 Malattla d~i dorm(enti • ~36i Massaggio (influenza del) suJ ric:;miJio malP_rials - B. B~ndix • v.:;

90


tUO M~dlcina. menta!~ (del metotto a.natomo-rhnìeo nell:\) -

.\. JofTroy

Po.g .

m

Megalogast.ria (~oJia) e la gastrectasia - Riegel • tt;;9 Meningite tubercolare (dhtorbi respira~rr nella) - JoJes Simon • S81 Mioclonie (delle) - Haymonù . • ton Allopatici (della swione sui talloni nei) - P. BirlrH e H. Melge • :>78 llonta:na (tl mal di) - U. 1\ronetter • i33 Morbillo (sopra un segno precoce del) - P. Bolognini • . • 8 \C Morti improv.-ise (la patogenla delle) dal Ponto 4h vista medito-legale ·'. Lcgro:> • • 6i0 :\efroptosi (delle emi gastnebe nella) - llaccel lbraton . • :'ieurasteuia (manrrestaz-ionl boeeaU della) - Mendel . , m Otdiom albicans (l') agenh1 ratogeno generale: pat<Jgenia dei disordini morl.igenl - Cbanin e Ostrowqy • uss OsteomieJ,te v&Jolo;a (snlla, -F. B Mallory. • 9!3 Paralisi genenle (rapporto tra le mreziont acute e lal - A. Oelmas. • H G3 Perimeoiogite acuta Clal - Meslier . • 386 Pneumaturia !sulla) - Hey"' , t85 Pulmonite aeota •trattamento deUal m0111&llte glì arebetti a ;h11ccio P. Blaikiù Smitb. • 6b Polmonite (soUa) da inOuenu - A. Alhu • 446 Pott .lo p,;•·ud~male di): ll=<l" di Poti i5teriro - M. Piguet • trns Rem lft>nomeor clinici dell'L atT!Wone ù1fteriea d••l - A. Bagro>t..; • 4U Scorbuto (contributo alla conoscell2& dello) - Alh~rtoni . • nt Segno fisico (nn) non ancora pubblicato - Walt~r Rroadbent • t !60 Stomaco (lacerazione spontanea dello) - Bra~ n • • 936 Tabi (ricerche statistiche :;ull'eziologia delle) - RereoJ • 685 Temperature subnormalJ - V. Jan:>:>en • • 1156 Tendine d'Achille lvalore diagoosuco del fenomeno del)- Th. Zieheo • 9!6 Tetano reumatico (sull'e:tiolog~a del) - Carbone e Perrero • l367 Tifo (sulla diagnosi dei bacilli del) col metodo d• Elsnere sua relati'fa. ap· plic:az.ione clinica- l.llzarus • • U 6J Tifoidsa (Il singhiozzo nella febbre) - Daureillan. • 6!1i Tonsille (leJ palati ne ipertrotlcbe· in relazione colle malattie doll' orecchio - Ferreri G. e Garbini G. • t369 Toosillite Jaeuoare (della) olcerosa acuta - Terrade . • tlSt T obercolina (sn i risultati dJ 48 tubereolo:!i curati con la) - Sehies.• Bey e l{artulis . • t O! TobPrcolosi polmooarP. {sulla) e suJJe mfeziom mist& che la complicano - C. Spengler . • 4S1 Tub<>reolotici (deformazioni congeojte nelle fam•ghe che banno eomunemeotc) - Ricochon . • 58t Urina (la perqstenza dell'albumina nell') dopo la Jtuarigiooe della nefriU aente - Bard • 3!1 Urina (la to!IS!eit8 dell) pnma e dopo la legatura della ,·ena porta -

m

A. Oisso

• !1St

Vir\13 (sull'inOoeoza delle t>Ort8 d'ingrP''lO sulla azione del) e Il'! secrezioni battPnolo~•che - Cbarrin • UQ


IU1 RIVISTA CR!RURGICA.. Arldome (delle ferite pe netranti dell'l - L Dawiac . . Pag. 333 Addome (no caso di lesione gwve dell") seguita da guarigione- Gotjw ~ tt?S .Adrlome (contusioni gran dell') - MichalllC . • 606 Addome (tro~ttnmento delle ferite penetranti dell'l - Chaput • 696 Addominale {chirurgia) :;ul campo di battaglia - Senn • 95! • U77 AlTetioni articolari tubercolose (sulla dia,."'losi delle} - Yiller Anastomosi inte~tinale (un nuovo rocchetto per l'l - Beber~ William AUingh;un •

• li74

Anestesia generale (un nuovo metodo di) - Rosemberg • 935 Anestesia localf' (nuo,·o metodo di) con la coeaina - Krogius • SII Antisettico (valore) della farlna di senape e dello zucchero - Roswell Park

4:S7

.Apofisi masto.ide (trattamento chirurgie!> delle arrezioru dell') e loro complica7ioni • , t 96 .o\ppendicite Cdiagno~i dell') - Tillau . • 450 t.J>pendicite obliterante (l 'J - Senn. 704 .Arteria meofogea media (sulla anatomia cbirnrgica dell') - Steiner. 598 Arterie (cateterismo delle) - Severeann • U3 Asees3l acuti del fegato {rimltati del rasehiamento negli) - Fontan • U7l Ascessi tubercolosi freddi {sulla penetrazlone di) delle pareti toracicbc risp~ttlvamente nei polmoni e nei bronchi - K. l\lùller • ,. tH A.scesso cerebrale, io seguito ad infiammazione suppuratlva dell'orecehi:o • '!IS medio, guarito con l'operazione - Sebeler • -carcinoma {siero terapia del)- Emmericb e Scboll • 698 Cancro (le condi1:ioru dl cura flel) - Herbert Soow • eoi Clncroide {cura del) col clorato potassico - Sausen • t1:6l Ca.struione e at~&~ia cocaina - Dryson ; • 1385 '(iatet.eri asettici - Mansell l\loullin C. • 4371 Cervello (estesa lesione del) senza fratlùra delle o~a del cranio - Zaayer • 1183 <Chirurgia di guerra (la) - Sir William l\lae Cormac . • H 67 Chirurgia intraeraoica {la) - .\Dnandale, Bride, Clliene e BramweU . • 59+ Circoncisione (Cadle e rapido metodo per la} - .Jollll Ross \V. . • ta76 Considerazioni sull' ungbja incarnata, qualeuna delle sue cause e la sna c11ra radi cale - D3rdfgnae • i37:! {;orpl estranei (alcune considerazioni sull'estrazione dei) dell'oretra e dèlla vescica - Gus·on " 1083 Coxite tubercolosa {esito della) nèlla cura cOnservativa - Burns • 949 Cranio (snlle lesioni del) protlotte- dal proiettile a mantello- Ebermann • 336 Crine di cavallo per le suture - C. O. Tbomson . • !06 DI!Lorsione (della) medio-ursea in generale e nell'esercito in particolare: patogenesl e cura- ADdré • 603 Ecbioococco (venti casi dQ - A. v. Puky. : • t86 .Embolia gr.usosa (dell') - Groabè • ~ Un


Emorroidi (Il valore della soluzione u~rett di jodoformìo nel trattamento delle) - Beek Pa(J. 597 Emorroidi (cura chirurgica delle} - E. H. Throwbridge • 9!& Emplema (sulla diagnosi e cura dell') latente del seno frontale- Licht" lzBordeaux

1~

lnuresi notturna (on Proee5SO •emplice p~r la rura dell') - Strumpr • U73 Epilessia jacksooiana traomatiea - F. Scalzi • tti:!: Enna ombellleale (nuovo proc~ per la cura rafiicale dell'l- Gersun) • ~ Fegato (ferite dd) - lo'cidler • Gt6 Ferita penetrante nel petto (della conrtoua del chirurgo nei casi di) per urna bianca - Huguet e Pi!raire . • 00;-. Ferite reeentt (sul riusorbimento di batteri ot>lle) - Seb1mmelbusch o Ricker • i37t Ff"rite tsopra alcune ~>&rlicolarita delle) prodotte da proieUtli a DWltello d'aooalo - Taober . • 33:'. Ferite d'arma da fuoco (sopra le) - delle ponloni spugno,e 1lelle o-;.<a lunghe dello> e.tremita - Bystro'ol. • 33tl Ferile (sulle) oblique dell:1 diaftsi delle o ·~a loo~he prodolte da proiettile a mantello -

l wanow

337

Ferite (sull' imporlanza della terra. dell'acqua, dt>lle pietre e degli all•eri quali !W'u.ì dt protezione contro le) del proiettile a manlo•llo Paulow • 338. Ferita d'arme da ru~o prOdotta dal nuovo Cucile niuero - Brunner • 596 Ferite da Ugllo (so.Ua guarigione delle) L<etLiebe della ente -Busse • Ha Ferite (le) del Cueile Y.annlil:her osservat,. neU"uJUma guerra del Chili. Gonslderaziool generalì sul Cucils moderno a piccolo calibro - A. De lbarl'll • • H7S Feriti (defle cure da prestarsi ai) nelle grandi cillà - F. Terri~r • S99 Filo-sega - Gll!li. • 70i Flemmono>e (Il trattamento delle inO.aaunlUioni) mediante medieazJone continua di alcool - Sah'l\edel • ~ Fratture del eolio del IPmore (c;ontribozione allo studio delle) e della ror· mazion<t del tes~oto ~- Hagen·Torne . • Uli6 Fratture periartJcolarl <1el gomito tc:ura delle) Mila posizione ft!$S& ad angolo acuto, ~euza ferule - H. L. Smith . • tOB& Fnclli fl' importao%:1 rhlrurgica ciel) di Jlìccolo calibro. • 699 Gouodrou o Anathrè - Y.acland • i 08i Gouo esoCtalmieo (trattamento chirurgico del) - Frieburg • u lUusiooi endoscopiche - Dittel • tlll! IDne;tJ cu.W:Iei presi da animali - lrtles • 9~l llltestino (dìagtlosi della rotto.ra dell'l ir. ~oito a contusione dell'addome • f375 - Bern•lt . lntub.uiooe mdicaziool dell') - GHieL • ~~ Laminectomla - Duodore . • 4;;5 Laparatomia (sugli eiTettl della) nelle perltonitl tubercolar i - A. Nl\nnotti ed O. &ciocchi • 70!


14.23 Laringe (una pnlla nellll - SOkolO\\sld. Lipoml dolorosi - Boi!flo . Lnssa:ione congenita dell'anca - Bradford Lussuloni (sulle) antiche del gomito

Pag. 00! • t90 • n9

• U6:! :Mesenterio (sulla semiotica e sulla ~erapi:). della cisti del) • U4 ~etodo a lembi (il) nelle operazioni chirurgiche - Chiene. • 6l 4 Murpby (il bottone df) nella entt>ro:~tomosi e ltl" sue modificasloni • 46~ .llurplly {analisi di casi operati eol bottone di) - Iotm Mllrphy • 6S9 Omento {incon,•enleoti postumi delle llSCisloni di) n elle operatloni d'ernia ingllinale - Scali • 69<l Osteomielite. (la) le s11e di verse forme ed il suo trattamento- Bergmann ,. H75 Qst.eoplastica {sull') stutllata clinicamente e sperimentalmente - A. Sdunitb • 187 Qtlti tsopra una nuova manier• di cura delle) - Hamon de Fougeroy • 9<8 il'apillite lingoale - J. O. Doplaix . • i91 Pericardio (r Incisione del) nella pericardite puro lenta - Eiselberg • • 954 Peritoneo (é l'apposizione deQ al porrtoneo on er.rore chirurgico?- J. G?eig • 454 Smitb . Pi.:colo calibro (sulla qoe.otlone del) - Karlinsl.:i . • 1380 Piede (J18rforazlone del) prodottA tla colpo di melle: ferita rolontarla: conservazione del piede - l\i vet • l~i'O Ple.sso brachiale (lesioni del) nelle fratture della ell\vicola - E. Brissoo • !1\l Poi ferì pitic.!le e pro iotU LI settiCi - I.mgi A. r.;~gude • «83 l'rostata (trattamento ehlrurgieo dell' ipertrotla della) • 206 Pro~tata (CJ,Ira dell'ipertrolla Qella) col taglio e la legatura del canale deferente - L. Jsnardl • H68 Rene (contribuzione alla patologia chirurgica del) - lsrael ,. t07 Resezione del polso - Miller . • • 465 Retto Innovo metodo d'esame cM{) e della nessura slgmoide - Bo'llfard Kelly A.

• 1378

Reumatismi llronici ariJèolarì Ccomunicazioni chll'urlriebosu i ) - Scbiiller • &.60 flinoplastìca (sopra un caso di) - bu-ael . • 2!6 Riteniione d'orina (della) post- traumatica - Fitaudeall • 61! Splenectomia, guarigione - James Murpby . • 330 Stomaco (~or.e dello) - Langenbnch • 45i S11ppurazione (;;olia) prodotti< dal catgut- Lauensteìn • Hi6 Suppurazioni (Sul trattamento asetrico delle) - Zeidlér • 9.0 Tabe traumatica (sulla) - Hittig • ua Testicolo fstrotzameoto del~ dovuto alla rotazionea:;stle del cordone spermatico - Owen . • 1!167 Tetano di ROS"e - llidon . • 45$ 't'ìc doloroso della. !llceia (trattamenc.o del) - Farre 'Torace (una resezione della parete del) e del polmone con esito favore• 168 vole - V. Miiller . Tracheotomia d'urgenza (la) negli acçidentl gravi dell'anestesia - ~r­ • 94& baux .


Tobf'rcolosi articolnre (effetti del trattamento deUa) ed o<sea delle e<tremita colla ij)f'remla fl1S$iva seeoodo ti metOOo d1 81er - WaJ!ll!r Pag. 1180 Taberrolosi ~ ila) od articolare d"orìgine traurut>ea io rapporto alla pratica med!c.'l-legaJe degli lntortunii - Kaulrmann . ,. ur, Tumo ri maligni (i} primitivi dell'orecchio mediO - Gcorges Marcbal • 943 Ulcera ~astrica (trattamento operativo dell ") - Ku~ter , Ull fficl'ra varicosa (nuoYo metodo terapeutieo dell') - Conrrler • • tt il) ffitl'rt varicose (trattamento delle) - J\irsch • • R Vapore d'acqua (impiego del) nell'estirpazione det tumori dagli organi p3renchimatosf - Snegisietr . ,. 697 Vertebre cervicali superiori (un caso di lesione dt>lle) - Fr. Bemdl. • '!lt \'esclca (sol potert ,,._~rhente della} nell'uomo " ~t66" Ve«citbPtte ~tklw llnfbmmazione delle) - Fuller • !il

RIVISTA DJ OCULISTIC~. \frettonl del grande ansolo dell'occlùo .timolanti una malattia delle vie latrimali - Peyroux. Pog. &l~ AITezlonl dell'apparato visivo ner1oso (sulla d~~gnosl delle) negli occhi con opaeità dei mtzzi - R. Kat:t • • H89.o\trezioni ruuenulari <dellf' dell'oahlo loro frequenta, loro cura -llllqoet. U88 Antlploolna (dell'} o del suo impiego n~ ila terapeutlra Ot"uiare- E. Rolland • !JS ~lho oculare (due casi eli corpi stranieri penetrati nel} - F. GosetU • Jm .Diabete {sulle complicazioni oculari del) - K~nig • H !j7 CondWoni per l'ammissione alle dll'erc;e $CUO!e militari dell'eseretto fran• &IS cese riipetto alla acuita vist\'a e alb mioPI& Congiuntivite granolo:;a (C:nra della) con l;t E'lettrolisi - Malgal • 6!7 Oifru~ione {sulla) nell'inLemo dell'ocebio L. llelluroinoft' e \Y. Dolganow. • 41» Empiemi del sacco lacrlmale (ricerche batteriologiche sugli) - M:~~et • tt90 Erma dell'irl<le !sal mil(hor modo di cura dell') - Grandclément • 957 Malattie infettl.-e degli occhi {studJ sperimentali sulle) - l!i. Per~. • un llassaggto (il) dell'occhio - Parentao " U9t .Miopia (sul trattamento chirurgico delle,> di alto grado - Hori . • ~1 9 Miopla gr.~ ve (w.! la cura ehirurgica della) - Siivestri . • 70S. Occhio dei pesci {l'accomodouione dell'l -t::. Beer • 809 uttalrrua epatica (sulla anatomia -di una) - Bori . ,. t38ò Ottalmometria (~ul valore comparativo dei dtYersi processi obietttvi dii O. Parent • • t088' Petrolio greggio (il) nelle congiuntiviti - Léon Dubaur :. t089 Porta·l~nb (Wl) ~be facilita la reUnoseopia - WìJbur B. Marple • iOS Rlltina (degli 5eollamenU della) e loro trattamento - Glluo"zld • t087 Astigmallimo (sull') - Roth • 958 Sacco con:tionthale (so.i germi del) - L. Bach • tl7


t4~5 Saceo l:u:rim11le (estirpazione del) - AblsltOm Pag. 469 Tr.1e0ma e congiuntivite follieolare; loro trattamento ton la pinzelt:l mliiigaoatrice- Sc.hmidt-Rimpler. ~ 467 Vizi di refrazìone (nn_ mèuo sempllcis$1mo per sroprtre i), e l'insullkienz~ Ilei muscoli oeutarl - 'Frank tnger3ol Proctor . • 708

RIVTS'rA Df A:\ATOllfA -e FISIOl.OGlA NORIUUI Il P~1'040G I CA.

Can3le biliare (elùu.sura del) e del dotto toraeico - V. Harley • • Pag. U5 Fegato (rapporti del) e dell'intestino in patologia: il fegato 4!"gl1M dJ riofono dell'azione di alcune tossme miccobiche - Teissìer. , t 388 Peso degli organì tlel corpo umano - H. ;Juncker. ,. 1280 Senso muscolare (sUlla localizzazione del) nella eorte<:cla cerebralt.: - Sfarr e Maclosb . • t~ Trombosi (l'estratto di sanguisughe e 13.) - Saltli • U6

RfVISTA .DELLE MALA.T'l'IE VENEREE E DELLA PELLE. Atroful ><immetrica (uo caso di) della pelle - F. Zinsser P4JJ. 471 C!:mdieazlone intermittente eonsecutha all'arterite siOlitica- t.eret • 1392 Flebite sHlliti,c a (della) - Mendel • Hg, lnìezioni endovenose <li sublimato Iii metodo BaCC<lUJ delle) nell11 sifilide - Blascbko. • il3 Itterizia grave (l') nel periodo secondario de11a slflllde - A. Gallot . • 959 Leutoplachfa (trntt.'\ruento delia) - :;. Rosenberg • • ~l Lupos (lraUamenlo del) - Schiitz . • 4TJ llalnttlc cut<\nee del Madogascar • 1183 llabttll' della pelle (cura delle) oon la cataro resi di su blimatu al bagno elettrico - K. Ulmann • 4i0 )liellli sinUticbe - f.ebrun. • 963 MiiZil (lo stato della) nell3. sifilide acquisita - Colomb!ni , 960 Orticaria ed lttiolo - Laoz. • 47:1 J>sorlasi (cura deUa) con le ,alte rlo.ii di ioduro di potassio - Seirert • tiO Sillli<te (etiologi,"t dell:t) - N. van ~itJS.<;eD • U9 Situide (tumefazione d~lla gl!l.Ddol3. tiroi1e nel primo periodo della) J. Eo~el-Reimers. • ~7t Siil lide della parotide e della gianduia sottolinguale- r. Newnann. • 6!0 Sifilide (appli.:azionl locali di calomel:ulo e traumatieina nella cura della) - G. Piecardl . " ~u Sffilide terziaria (c:ontrlbuzione alla etiologia della) - Tb. v. Mars.:aU.;o • 7i! Sifilide (influenza tlell:ì) nell'atàssia - Catdarelli . • t 090 llrticMi~ pigmentoro - .Hzelius • ffl


RIVISf.\ 01 TERAPEUTICA.

Achillea. millefolium (dell') - Menoella • Pag. -t!ll Acqu~ salata (trasfusione ed inietion.. d11 .. ;~ Anl~PSi inte.,tloale - Bacluewicz • • l3~3 Anwnrco (ioOuenu delr) sulla no.tri1.lone - Vira.lelle e lleori J.èvy. , 10')7 Brrloruro di mereuno (il} nell" tosse eonvuJ<wa - R:aobit.sebel> • 7!6 Brrromato di potas3a nelle malatue dello stomaco - T. R. Fra~cr • n; B~>muto (la\·atura dello stomaco col) - Follrrier. • 976 Blu d t melilene (il) nel no ma - C. P. l\a.stnerin • • 2!6 Bromoformio (li) nella tosse eonnùsiva. - 11. U. Carpenler • '!S~ Bromurazione (la) continua n~gli epilt•Uici - Ftrot • tt96 Bromllfonnill cura Mila tn<'òle conntl<ll roh - Frer~ c Feer • 13~ CatT.: (il) nell~ emie ~troztate e nellll or.rlnsronl iot05Liflali - P. Gucr ln. i:tl Carhonat.o di g11:\iaeolo (il) - llàlseher • 7!7 Chuuna (su,:h omolo;hi della) e sulla lt)ro uionr. O•iolo:;ica e l.erapeutica - lirimeaUli • u; Clor~tlO di SO•lio (il} nel tra.ttameot11 del r-..amuoma dello •toma.eo Brissaud • !113 Colelitiasi (trattamento tlelln) - Blum . • 7J6 t.urt.rrrt.e {risultati •lell~ ~ierott-rapia u..tl:l.l - lleubnrr, Bagirul.;) el altri • ;1 S lJtlt •nte (cura della1 - l. Ruter • l09~ Dlg113le (ationo della} ~~~~ cuoro - ~·rançois l'rnnk • !liJ Dr.;itale fmtuslnne C()ncentrata di rollii" di) nelLl rohnonlle - J. Rlocb • U 9"1 Estr~tt.o di Otldollo d'o~ umpiego d"ll'} - J. Blllin~ts ~ 47~ Feno~aeci.na (la) eJ il fenosucclnato ~odlco - Piulll • USt lialli<'ina (la), nuo"o rimedio per le m;tlaltìe degh occhi - Carlo llel· li.ogrr . • 7!4 Idrofobia (trattamento d~ll'l - Dulie' . • 1"..6 f.acco4o (soli fl sul soo poter<' os.sid&Iote - Bertran<l • as Lanlllna bra.t<rliana (1:1.) - N. Lago-Vtna. • ll8:i l!Wntulo (il) della ditterile - Kastorsky . • !16 ~elodo ipod··rmico. Si ·ri naturali profeuienU dal sangue o daiJn·er~r or· ::ani anom:tli - HourMville e J. :O.oir • • tO•.n Perm\llganattl di calCI' (•lei pot..re anl.t<ettiro del) - Borda,; • 971 Pilocarpioa (u-«> esterM d~lla) uelle nefriti - Mollicre • 0~1 Pillol~> (o.n nuovo rivestimento per le) - Walastem • ti:> R:lg.adi anali (lr.ltta.m••nto Jelle) - lhrrtson CriPI•~ • ll'JI Salofene (il) n~tle all'ezioni nenalgiehe- Buck e \'an•ler lenden " 'i" SalofPne (uso d<'l) nel reumaUsmo - l'iorre ~a.t1e • 9i:t Satorene (il) e la sua a?.illne terapeuuca - Marie • • t096 Stero aotldintnr.o (fenomeno COilSeCUh\1 ;ill'implego del) • un :Sr•ro antidifterico Crisultato dell' incluesta ordinata dal llinistero prus· soano ddll' istr.w:iooe put.blica, relath•a.mrnle ai malati curati col) sìno ali& flne dell'anno t894 . • {398


~horn antitubereDiare (lstrw:iooi per l'uso del) [Jreparato

eDl me.todo del pro!. ~liano. PIJIJ. lt9! S.rroterapia della rebbre puerpenle - Charrin e Roger • 7t8 Sr•·roterapia nella difterite - Eaidi • • 9i4 ~= teslieDiare dJ &own-Sequ.ard (contributo allo :;todio sull'wone terapeutica del) in atenne rorme di alienazione mentale - Fonajoli • ~ Tannino (il ) nelle rebbri malariche ribelli alla cblnlna - P. Alli ,. i!3 Tossine (sull'aztooP corativa dellt) nei tumori maligni - Campanini • 116~ Urotropina (l') - A. Nicoiater • • U&6 Vomito (trattamento del, . • t:!SS

RIVISTA. DI TOSSICOLOGIA E MEDICINA I.ltGALE. J\ntidoto d~ll'aHelenamento per oopw Con nuo,o) - Wll.llam !lloor e Nathan Rnw . PIJIJ. ~~ Cocaina (un caso dJ avvelenamento per la) - Schede • • 1404 Microbi (l'invasione dei) nell 'organismo dopo la morl.e - Aehard e Pllulpin • 3U

RIVISTA DI TEC:\lC:\ E SERVIZIO ll&OICO MlUT!RB.

\ccademla imrcnale medico.-milllare di Pletrobu~o (l')

.

• Pag. 237

Arml a piccolo calibro (Stlll'importanu chirurgica delle)- w. P. Slerenson . • i33 (l'applicazione dell') sul campo di batta;:lia - R. Boms !llacpberson • IB Asepsi (snlla po~ibilita dell') Dfllla linea di batlaglia- Herwg • 3W • 6~ Atl.elldal1lt'nto (C$perimento di) oulla oeçe carne Oa) nell'alimentazione del $Oidato - Max de Nansooty • • H7 carri comuni (i truzlooe per adattare) al trasporto •Il reritl - J. Ellhogen • ~ Casse.U.a me.iil"'•·cbirurgiea moderna per uso miJJtare - Senn • • i3t Corpo s:&nitarlo rnglese • 6ft Eserci4t $peci.11i di servizio sanitario in cuopa.goa del governo miUbre di Parigi (alcune osservazionr s1,1gli) - L. Botte • t305 reriti (apparecchio di trasporto dei} - De.!J)rez . • 6!1 fucile {il) Lee·Mttford .1unnt.to la campagna del Chl~l • uo;; l:tiene (l'l io t.tompo di goern - J. Olah • t~l Madag~ar (rl servizio :;anitario ndla spedizione del) . • 730 • l !l Ya.lattJe vene!V (le) e l'esercito - Roberto Bit.Ur (vou) Toply. Materiale sanitario (istruzione sulla consen>uione cleiJ presso l'esercito • 3'3 francese

.\~p._'i


14~8

Ye<licazione an Li•~tliea (,ul ~teri:ile d:t) ,. sui filtri •fa campagna d~l corpo di ~li1lone e dtl corpo d'occ:upa~looe del Bénin, f89H893Rangé . Pag. !3t Primn medicatura (hl) sul campo di battaglia - Rabart • , 3•,0 Primo socc:orso c~istNnniono del) sul campo di battaglia con ,peciale riguardo alle modPme 11135se di eserciti ed alle armi moderne Voo Harten • tU Primo soccorso (sistcmuione d~) su1 campo di ba~fia, in rapporto agli eserciti mOIIPmi ed alle nuove armi - Habnrt • • 363 ServiziO miJit.a.re del u1ediel (ìl) e le riforme d~ li' iosegnamellto medica • ilt Servizio samtar•o ( li) nèllt! opera~ioru contro R.as Ma.ngaseia • 48'. Servizio sanitario (note sul) nell.'\ guerm chino-giapponese - DéUste • 1!97 StabiUmnoll militari oanltarì (n_otizie sugli\ della città di Budapest Claudio sroru . • ,;, Tende (sull'uso dPIIe) per pruno rie.>\·ero di feriti io 1(11erra C. GrossbeirO • U9 Ten~ (l'esperieo7.& >DI >i~tema delle) • ~~ Tracoma (il) nell'esercito - Nathaniel Feuer. • tto Vitto del marinaio dell'annata italiana (il) - Leone Sestini • 3:i1

RIVISTA D'IGIENI!:.

Aceto (di un falso) contenente acetato di zinco Pag. t!OO Acqu., (sulla puriOr.u•one delle) m campagna " 985 Acque potabUI (tlltra7.10ne delle) - Gulnocbet • i~ Aleoollsmo (voto contro 1'). 9~ Alluce (direzione dell') In rapporto al margine Interno de\ piede. Cooseg~~ per la calnton -· F. Regnault. ,. t!S Alluminio (sull'impiego di utensili di) nell'eserelto - Bafland • • t3t0 &diii del co lera (prGee$30 per uccidere i) neli'acqua - Forster • i l3 Bacilli titlci (di.\gnos• hall~.riologiea dei). Loro esisleo%a nell'ambiente anche in a.uenu delta malattia • ;u Baeillus coli (sulla presenza del) neJJe :acque {)Otablli, e sopra nn metodo per meturlo In e•ldenza - Abba . • 1308 f'.arne (sulla perdlla In peso della) per eaeLto della cottura - Ferrati • 'JU Carne di cavallo (modo di riconoscere la) e di distinguerla dalle altre carni di macello - Brautigam e Edel.mann . • 987 Carne di vitello (into. sic:uione per) - Darde e Vlger . • 1098 Carni di anìmall avvel~nati colla strienina (su ll'oso delle) . ,. ~4! Carni malate (anelenamento pe~ • • t197 ea~erme (lo sgombro delle) • 37( Colera \diagnosi. baJteriologica rapida del) - Denys • tlt Oift.eria (sulla dll•poslzlone personale e sulla profilassi contro la) - Was• 978 sermann


1 ~29

OisioCPzione dei }ll'odotti tuberwlos.i - Gorianskr P(lg, 3i0 Dl>lntezlune delle polveri asciutte degli appartamenti • • iiS Ouinfezlone delle materie recali - Vincent . • 6!9 Sseor•ationl e del sUdore dei pi.edi (cura delle) - tlen • 1310 Falica (la dietetica della)- Tbomas Oliver . 98t • ~7 Filtri (Sul mlgllo•:ucento dei) in bi3eotto dì poreellana - Yiquel Piltrl Wetllcaeia dei) cosi detti domestici - G. Slms Woodheade e G. !. Cartv;yight Wood • 7;6 Immuni!! (sulla questione della) - Bachner. • :!45 Macelleria militare (organizzazione praUea di una) - Nansoutr. • 741 ~ìerobl (c:lassllleuioue dei) - Hetme e Pau! Bangé • !38 :lfiaorganismi patogeni \Sulle condizioni dei) penetrati nelle dh·el'>'e stotre • ~ del v~tlario - l'\1kolski . J>:me di Grabam 'valore alimentare del) o pane naturale - ». Bardot • l~ Pol•ere di carne preparata in casa- lluggard • !'6 Proibizione di sputare (la) . • 370 Risanameoto del pozzi (sul) in Sulmona -R. BenU,egna • • !'l :'Ieri antidifterici (relazione sul ''alore di alcuni) - Sela,o. " 616 Siero del sangue (esistono sostanze immunizzanti nel) di individui che hanno sofferto recentemente il valuolo o che contfO Il medesimo • 87! sono stati vaccinati t - Landmann • 87! Spoti (sulla disinfezione degli} - Ricci . Streptoeoeeo (immuniz!.a%ioue contro lo) - Gnmakowsky. • SiO Stufa per disinfezione (nuova) a circolazione d'una corrente di v;opore • 493 sotto pressione - Vaillard e tlesson Tubulature In ghisa. ostruite da incrosta%ioni calcari. Scelta di un mezzo • {3(! economieo per eliminarle. • 368 V"accino 1~al ore celati\·o deOe l"arie preparazioni di) - Antonr.

RI\"ISTA DI STA TISTI<A YF;OIC.\.

DiStribuzione geograllca {sulla) di alcuni illfelti fisici nell' Ao.>trla·Unglleria

- ~h rdacz . La pio .salubre città, del mondo - Virlan Poore •

• Pog. !51

• tl9 Leva (della) sUi gio\"ani oaù nelfanno t Si3 e delle \Ìttnde del R. eoerc•lo dal t• luglio 1893 aJ 30 pugno llì94 - lloreno . • 63! \lalattie veneree (mlle oseill:u:ioni mensili dèlle) - Campe."\nu . • 875 Mortallta nei comuni capiluogo di provincia . • 749 Relazione metlico-statistica sulle condizioni sanitarie 111"1 R. estrclto ltaliaoo nell'anno l 893 - Santanera • • 373 SiOJide fl diagrammi della) in Italia - Giu:~eppe Sormanl . • 631 Sordomutismo (saggio sulla distribuzione geograllca del) In ltall:t A. 0'Aguaono • il89


H30 Statistica sanitaria dell'eo.erclw ~ngJe,e Sl1tisliea >&nit.aria dell'esercito francese per Il tS!l! Statistica sanitaria delJ'esertlto nwo per l' anno 189~ • Statistica sanitaria dell'esercito au.tro·ungarieo .

Pag. 37! • 497 • 498

•- &H

VARlETA' E ~OTIZIE. Azoto organico (•ul dosameow dell') (lll assenza dei nitrati) col proces50 Kjeldh.al - H. Causse . Pag. UOt Bracciano (note sul elima di) e sol suo poligono - GiovaoAi Comoldl • i5J Caserma degli allie,·i carabinieri (glu rtlt.io estero sulla). • ast Centenario (il primo) d"&li stabilimeniJ d'istruziOne medico-militare a • &rUoo • W.J Congres;;o medico interna7Jonale (ricordo dei). • 506 C'.orpo sanitario In ..\friea (111 • " :.o& Corpo s;u~itario militare rran~I'Se (nel) . 638 • 63i Cremazione sul campo di batt;j.glla (la) . Ofstintlvi (analisi dei) di lana, d'ar!l'ento e d'oro in U50 nell'esercito rran· c~ - Balland • • Ull • ttB Dottoresse m medietoa· Esami (l piu antichi) io medicina • t 3t9 • 636 Giappone,; e cblni'SI . SeniZìo sanitario ed equipaggiamento presso 111 troppe 1.1iappon~1 • • m IlO i Siero antld.itLerlco (pel) Sierot.erapia nell'esercito f'rance3e (la) • liG4 Società ltahaoa di medicina m t.erna. • H03 Soeietà italiana di Lliongologi~ otologta e rinotozia ·~; Strumenti chirurgici dell'antlcbità. - ~g ~ • llv5 Suicidio e paula nell'esercito . Ut·ma (mezzo per conservare l'l - lluguet • IJtO • 38t Vìrdia (il tenente medico) .

..

Guida all'ewne Cunzioua.le dell'ocehio - Lucciola Giacomo • Pag. tuo flandbueh rur k. und k. Militarinte. - ;\l.yrdaez. • t~ Ubriccino d'igieue - Bordont·UITredoui • tW9 Ricerdie anlrOpolo:riebe ed eÙlO<;raftche sui ra.gaui - !brina G. • U09 Sul bitanc~o della Guerra e spese straor.iinar•e milil&ri Fetlr" ;;an. tini • 99t


u.3J Trattato cliniro dell'epilessia - 1.. Roneoroni La medieina militar esp~ola . Formulaìre d8s spéciaJités pharmaceut••JU6:! - Gau Uer e Benaolt Atti dell'Xl Congresso medico internazionale.

Pag.

~04

766

• 990

• 99t

CO~GRESSI.

l. Congresso medico reg,onale ligure

.Pag. 875

CO~OORSI.

Concorso al premio Riberl scaduto il 31 mano 1895 • Pag. S03 Concorso a1 premio Riberl scadente il 30 novembre 1896 • 766 Soei<'là Jlledico-dlirUrgtea di Bologna - Programma dl concorso al premio Sgarzi pel lS97

• ;;o!

CORRISPOXDK.\'ZA.

Circolare- 31angliano Sullt malattie ,·eneree secondo i mesi - BrKbt P.

• Pag. U!l • HIS

~""ECROLOGI.\.

Ai!tl:ltaDO GìO'I'Inni

Fa1l<la Stefano. Jaeopelti Edgardo Lam·y lppolito • Rebeudi Sestllio .

.PIJI). 50e • tsiO • Ul& , l:!lO

• 639

S~ghierl-Blzr.~trri J-eopoldo •

• 510

Indice generale delle materie per l'anno 1895

» Ul7

Elenco dei luori scleotifici pervenuU all'ispettorato di Sanità militare don.ote l'aano 1~5 . • U3t


ELENCO DEI

lavori scientifici pervenuti alrispettorato di Sanità Militare durante l'anno 1895 (1)

Aita 8alf'a t ore, sottotenente medìco di complemento - Sulla cura della pneumonlte ernpale. "Ddrelai &Jrre 4o, soltotenente medico - Contributo allo ~tudiò de.• pr~ !lotti baslei del diplococco pneumonico. aaldaosa &ad rea, c;lpitano medico -Sulla. necessita di riparare mediante et<'roplasi.Ll, alcune perdtte dì su~tama cfella cornea e dt proteggere quelle ìneomplet.amente ril•lrntl!. aarc;ellia.i Ettore, sotto tenente medico di complemento -Sul trattamento chirurgico dei Tersamentl slerosl e puruleotl nella ca~ la toradea.

aaroeehiai cav. EDri~o, tenente colonnello medico - Sulla cura della difterite mediante la steroterapla. a eeearia Giov-ai, ten~nte medico - SOpra un er.so di siOiiile terzlarb precoce. a eraardo eav. Ltùg i , capitano medico - L.l tecnjca chirurgica moderna durante le operazioni e nella cura delle ferite applicata .alla ebirurgta di guerra. •••••• IAtreoso, earttano medico - Sull'mtervento ehirurgieo nj>Jie ren te d'arma da f••oco penetranti nell'addome e solla tecnfc.t llell'enteroralla. aoasi Pie tro, sottotenente medlcn - Alcuno note sulla recente epidcmta d l febbre tlrofdea nella guarnigione di Brescia. Burchi "rturo, sottotenente medico di complemento -SulLa presenza del d•ploeoecbl laneeola li mcap$ulatl di Frankel nel sanii"Qt dl!J pneumonici. Cabibbe P e tiee, teneniAI med1co - Sull'Igiene delle caserme. CJaldare ra Pede rieo, sottotenente medico - Pereh6 la tisi comlnc~a nelle re;ioru polmonarl superiori.

(i) Non sono compresi lo quellO elenco l Inori già pubblicati nel giornale.


ll-33 (!-••rora !'fieola, souotenenl.8 lllellico di complemento - rn U-"0 di alopecia are.:~ta universale da influenza. Clarino Tontmaso, capitano medico - Relu.lone sulle operazioni eseg11ite nella clmica chirwgica operati,-a d ..IITnhtr..ita di Pana rturante l'anno sc::ola.~bco 1894·!1:1. CeYueW Catuuo, t~nente medie.., - La cura della urettite posteriore col metodo del dotL Baruceo. ()bi avaro &leuandro, sottotenente medico di complemento -Cancro prt· mario delle vie biliari. Clorracli Angelo. tenente medJco - La cura <ielle adeniti 'l'tneree suppurnte. De «luare Zauaria, capitano medico - Studio sulle suppurazaoni del mediasti no. IEbne r Martino, sol!Otenente medico da complemento- Patogenesi dell'angina di petto. Filippi Filippo, capil.i.no medtco - Oi alcuni caratteri fisiea •peciali deiLl ra:zza nera. • •ri,ali Leonardo, capitano mec1ieo - La clinica chirorgic:a operativa di Oenofa threll.a dal prof. A. Ca.<e!U. ••uuoni Atl eoda&o, capitano medico - Un auno di corso nella clinica medica dtl 1\. htituto da :.todi ~uperion di Firenze Anno seola.itico 1594-93 La «lerto..a Ti$o, sollotenento medico di complemento - Per un ca.a;o di cirrosi mista del fegato. Lombardo .t.r&uro, ~ttoteoeote medico di complcm•nto - Daagnosi e cura della tpertrolìa della prostata. .Bandr~ora Domeaieo, sottotenente medico di complemento - La tonslllotomia nella cura della ipertrona ton~ll111re. ••n• i-ci cav. Esi o. capitano medico - n primo quadrimeslre alla clìnica m~ica di Torino. Manna Salvatore, sottotenente medico di complemento -Con tributo allo studio d~! massaggio elettrico nella cura delle malattie nervose Mar•·•" aalraele, tenente medico - Un caso importante dJ losione violenta nella cavità orbitaria sini$lm seguita da sordità bilaterale compteta. Jlarreeee .t.dùlle, capitano medico - Nel sei mesi d'assistentato .al corso d'aoatomaa patologica. Mori An&o•io, soltoteoente merlico di complemento - Un delinquente epilettico. :Konillo Vineeaao, .sottoten• ote mP.dieo di compiMTullllo - Sulle cbU da echinococco del fegato. Pimpiaelli Pietro, eapltano medico - Della mediCIWooe :uettica e antisettica e •Jet metodo u.«ato nella R. clioiu cllirurrica di Padova.


Pi•piaelli Pi~ .... eapilano !DNico - lleto<to di amputazione a due leml:t laterali mUJCOIO-(UI&Dei. Phapiaelli Pietro, capitano medico - !'iorme generali di cura •Ielle fente •l'arma ..la fUoco - Due casi dioici - Posslbillta tll UIJPiicare Qu~~tl' norme in chirurgia di goerra. Pimplaf!lli Pie tro, capitano medico - Studio •perlmenlale sulla eor:t •Ielle ferita d'arma •In faoco dPII'addome. Pi•poll lla«aello. tenente me11ro- Un caso di Ct>rita d'arma da ruocii,1~1 midollo C<!rvlc.1le. Pialli Antonio, sotto tenente me•lìco tll complem••nto - Terapia tlolla pneumonite crup:~le. PreUi e&T. Carlo. teoente colonn~lh Dltldioo - Salle Ierite prodotte dsl fll'Ojettili delle no o \il anru da ruoeo - ln.tlcujooi coraUve sui campi di battagluL Jl.aftO l.oreaae, sottotenente medt~.o dJ ~Omf>lementn - Ric;!rchc ,.natomi~he su di un euo Ili lperlrolla ecrehrale. aaadaeeio TiUorio, >ottoteoeole medi~o di con>plemento - S.Jila >Pila l>ill<!a. ai:r;~~:o Mle.helange lo, capitano mctlir.o - Clinìca e!Urorgiea OJI(!rntila dPlla n. Ulllveuita ili Palermo - llC'ladone ellnicn tlell'nuno vobstieo 1894-95 8aecà .:·arme... sottotenente medico •Il comN<'m~ntv - St'"~rd•.a.. IJaatoJi F. miti o, soltoti'neute IDtllll•v di complem.. nt - Sopru un CL'O di· nico di PmorraJnll cerehral... Hoh•ro ~·ateatioo, sottotenente medico di romplcmo..to - Sult.< cura \Jajoc· cht della blenorragia. IJorrraUao Ped~ri-, sottolenoote mtruco di t'omplemento - Rapporto tli eansaliLa fra lf' malattiE> cronlt:he e le malallle di

cuore. TaTena Ale.w•-4ro, sottotenenlo med•eo d• eomf.llement-o- SOpra un ca,o

acromegalia.. Tom..u.elli ~tonio, :;otloteoeotP mt'Cllço di C<lmj'l)emeoto -

Ynlvrl! tPra-

peulìoo del sala.sso. Yiana Gildeppe, :>Ottotenente medico di complemento - Cura llboruva della

sifilide mercé la distruzione del SiJllòma iniziale. A.lcunl ea,;i di siliJotiPrml l>ll:!lolo>i.

'l'ideua llmanuele, tenente meoltro -

--------o~c--------


Conto corrente con la posta. SUPPLEMENTO AL N. 4 del GÌI>rnale Medico del Regio E.<~ercit() e della Regia Jlarina ( ANNO XLID)

QUADRO D'ANZIANITÀ O Et.

eORPO.SANITARIO )IILITARE F. OE"I

'

FARMACISTI MILITARI al I 0 maggio 1895

E:\RICO \'OGBERA TlPOG!tAFO Dl!lLLE t.~. MM. li.. Rl! l! LA lt&GlNA



SPIEGAZIONE DEl SEGN:l INDICANTI LE DECORAZIONI, ECC.

G U • Grande. Ufficiale dell'Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro. G U o§o Grande Ufficiale della Corona d'Italia. C • Commendatore dell'Ordine dei S$. Maùrizlo e Lazuro. C o§o Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia. U • UI'Jlclale dell'Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro. Utflciale dell'Ordine della Corona d'Italia. C • Cavaliere dell'Ordine dei Ss. !\lauritio e Lazzaro. Q Cavaliere dell'Ordine Militare di Sa\'Oia. o§o Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia. O !lledaglia d'argento al valor militare. 6 Medaglia d'argento al valor civile. 6 Medaglia d'argento dorato pei benemeriti della salute pubblica. cl> Medaglia d'argento pei benemeriti della salute pubblica. ® Medaglia di bronzo peì benemeriti della salute pubbli.ca. o Medaglia di bronzo al valor militare. o Medaglia di bronzo al valor civile. '8' Medaglia commemorativa di Crimea. + Aiutante maggiore in t•.

+



INDICE

Maggiori Generali Medici Colonnelli Medici • • . Tenenti Coloooem Medici M~ggiorl Medici • Capitani Medici . • Tenenti Medici . . SottotenPnti Medici

• Pa{J.

9 • to

• u

• i3 • !O •t!>

Chimico Farmacista Direttore. Farmacisti Capi di t• Classe Farmacisti Capi di !" Classe Farmaeisll di t• Classe • Farmacisti di '!' Classe Farmacisti di 3• Classe . .,.mpleme••• &Mriui al aetie

~6

· ~ •!7

C.himieo FarmacistA Ispettore

lr~iali •~"ie.i 4li

9

• 27 • 27

·tS • !8 • !9 ~~ir•

P e r-

ma•eate:

Tenenti Yedici Sottotenentl Medici.

30

•n

lllt8eiali •~•id della •iliaia .Jiehile•

Capitani Medici •

• ~o

Tenenti Mertici •

• 40


IJt.fteiati !lle .-iei di Cloatple m e ato ~riUi aUa -.."lùtia lllobile :

C.."\pitani Medici . •

• P(JIJ. !l

Tenenti Medici . . sonotenenti Medici.

47

5()

~

llflleiali K e diei d e lta !llili:cia T e rrito riale

111fteiali M e diei n e llsa posiziooee di s e r wizio ausiliari o r

Maggiori generali medici

Colonnelli Medici . . . Tenell'tl Colonnelli Medici Maggiori Medici • Gapitani Medici Tenenti Medici •

· ..

• 65

• 65 •65 • 03 • 65 • 66

Maggiori Generali Medici

• 01

Colonnelli Metlici . . . . Tenenti Colonnelli Med1ci

• 67

.Maggiori Medici .

Capitani llledicl . . Teneo ti Medici • . Sottotanenti 1\llllilci.

• 7ù • m

BipMtl> d&glt ufl!ciall medici e dei rarmac:i3ti militari fra i diver.;i eomandi, corpi ed ~ci del regio eserelto . . . . • • . . . . . . . . . . . . .

• 61 ~

1t

• a


QCADRO D'ANZIA~ITÀ D St.

CORPO SANITARIO MILITARE & DEl

FARMACISTI

MILITARI

al 1• maggio 1895 :Q CIO



9

UFFICIALI MEDICI Data

di

nascita

I OBST~AZIOJ'iE

COGNOli.E E MME

POsat;;:sa

YAGGIO.RI GE:>iEltiU ~EOICJ dal n. • al n. :s 1 ottobre 1887 :!8. 7.33 Cipolla Giuseppe, U 5 G U o§o {j. . . . . . . . !spett. capo. 3 marzo 1895 14. 2.36 Regis Ste(an.o, Ul& C o§oo. lspett., ca p o . dei I nftìeio. 28 marzo 1895 \.~ 1.6.U.S3 R\liTa Luigi, U t& Co§- <il ortapo del U ufficio.

COLONNELU MEDICI <la l n. • al n. , ;!3

20 marzo 1887 4.32 Saggini Franufco, I.J • C

+o . . . . . . . Oirett. san. n corpo d.a{lll.

7 otto'" L887 ~i. 6.33 Bono ne Danide, •

C<§> .i Dirett. san. IX corpod'arm. :!:!. 8.3i Tosi Ptduico, U. Co§oò. Oiret.san.Vlll corpo d'ar. e <Iella se. appl.

:san. mil. 8 aprile 1888 :!3. l .S1 Goria Francesco, • C>§o ~ Direu.san. XJ corpo d'arm. Il ottobre 1888 5. ~-34 Bortllla Silvio, t&Uo§o{j • Oirett. san. li corpo d'arm. 13 marzo J892 :l6.H .3& Rieeiardl EUore, ;iHJo§o . Segret.ispett. san. miJ. 12 giugno 1892

18. 4.S!S Maltese Vincenzo, • Uo§o. Diret.san . XH corpo d'arm.

V.\ RIAZI0;\1 DURANTE L 'ANNO


/Stgut} CotU~ei.LI E TDI!'ffl COLO:I'~BLLJ IIEO!CI

tO

dal n. s al n. sa

•u+O

Il diee.bl'e 1192 ~. 3.36 COcehl Domtnico,

D1reu. san. X

corpo d':mn. ,

17 luoli• 1113

u. 8.3t Pa~torello Giuseppe, •+Dirett.san.rn corpo d'arm. 13 dicembre 1114 1. 9.38 Givogre Gio. BaUislo,

e + ~ . . . . . . . Oirett san. l\' corpo d'ann. f . t .37 Sappa Domenico, e >§o • Dirett. san.\" corpo d'ann.

3 marzo 1195 11. 8.3\ Pnri• ..Cndrto, • ~. 4.38 Lai LUifll,

+

. Dirett.san.VU

eo§oO

. Oirett. san. l

corpo d'ann. corpo d'ann.

TE.'iE~TI COI..Oi'l":'o"ELI..l MEDICI

dal n. 1 al n. 1 a Il otto"" 1111 9. 5.37 Prettl Carlo, e+~~

. . Dirett.. osp. Firenze

• aonlllbre 1119

u . 4.36 Baroccbini E'Miw, •+ .Oirett. osp. Bari U. 9.39 GuPrnero P.cesco, e +o.ld.ld.Bologna 7. 1.87 Cavigìoll .A~, • +o .Id. id. Piaeen. 31 maggio 1190 :~tuo 38 Olìoll Ercole, Oirett. osp.

• +o . .

Alessandria 1t aprila 1191

t3. 7.39 l..andoln Pedtrko,

• + ~ Olrett. osp. Pal~rmo

ii. 6.37 Pi~'IDO Giocan1ti Bottida,

e +O . . . . . . .

Id. id. Chieti ti.!\!.33 Guida Salvolore, •c+~ A dispos. (mio. guerra) J9. 9.37 lilontl Robtrlo, e o§e. . . Olrett.. osp. Uvoruo 13 lllllnO 1152 L i .38 Carbso GloOOA,.;, • o§o ;t O. . . . . . . . Oirett.. osp.

Geoo1a 12 t laeno 1892 i.lll.38 Pannra Po?a/llo, e U o§o • Oirùtt. osp.

Roma

i. 8.38 Vlnal Gtacomo, •

+ . .Id. id. Ca.tan-

~. 4.3~ Pr:111u.tllro Carmln~

0- .

e+

zaro

. . . . . . Id. id. Messina

l l


(oY;IIU) 'f&!>"E!'o'TI COLOX3BLLI E KAGGIOIII KJ:IIICt

dal n. t.t a1 n.

•.a

11 dicembre 1192 t 5. ; .3Uferll Lvigf, o§o • • • Dirett. osp. Perugia ii. 6.U Cbi.aiso 4l(OIUO, • 0 o§o • Id. id. Ancona 3 aprila 1111 s. ~ H ~ Retal GfUitppt, +~ Dirett. OSIJ. Salerno 17 luglio 1893 28. 3.39 AStegiano Giovanni, o§o~ Oirell. osp. Padova !l. 9 3~ Calderini Ft rdm. , +~ o. Osp. Padova (suce. Venezia) 13 dlcemltra 1194 t $ s.u Astesiano Emilio. Oirett. Olp. Torino t:i.l!.'l Randone Giot•a~tnl, +~ Id. id . .Yìlano 7 11&1'%0 1195 ' · s.u Alvaro Ghuqpt, +!:; . • Direll. Olp. ~a poli .Id. id. NovMt '!.Jt.39 CaiVieri Giulio, u . 7.&0 Libroia Luigi, o§-0~ . • 1d. id. v erona t ò. 3.H Carabba Raffaele, o§o Q9 . Id. id. Br·escia

e

.

+· . . .

l

+..

&L~GGIOFII

MEDICI

dal n. t al n. ta 7 ottobra 1117 ti. 3.10 Volpe Gl4como,

+ . . .Osp. Verona (succ. Mantova)

l aprila 11111

:o. ~W Orni S4l,olore. +t . . Osp. Napoli f:mcc. Gaeli) 3. 8.39 Mosci Fron.ce~eo, +~o Diro!lt.dei ser· ,·izi di ~anit11 rlellc R. truppe d'A friea 4. .~>•.1.3 D'Andrea JWcola, o§oQ9 • • Osp.Pia.:eo1.a ($ucc. Parma) !S.tl.43 Pinto 4rdonio, +~ Id. Napoli

.

..

(SOCC Caserta)

l Ut llaestrelli Domtnko.•+·Id. Bologna (snec. Ruenna) 7 ottollrt 1111 $.Il.~ .Y;mescalchl Lu/Wtneo,

+. 0.-p. PadO\'a

(sncc. Udlne) Il ottollrt 1111 30. 8.38 Gi.acomellUug&UI<I,+O* Osp. Padova tJ. U5 lmbriaco Pklro, Se. appl. san. miL 19 " ' •'• 1111 il. U5 Iandoli COstartllno, Osp. Alessan. (su cc. Sa vigliano) 4 IIOYIIIIbrt 1111 6. 3.&3 Semplici Ottaolo, Osp. ~ovara B. 8.43 Lombardo IIWatlt, +* .Id. Palermo U. 6.39 De-Prati Gia~11mo, Id. Genova

e+. .

+. .

+ .. +± .

l

Il


l!

(Stgue) IUGGIOI\1 MCDICI

dal n •• alu. •• 4 novembre l a 89 ~- 9.40 Goliardi Luigi, o§o()~ • • Osp. Bologna i. 3.U Faue Gìoc:anm, ~. . .Id. Torino ~- 5.43 Booanoo Pc1ow, Id. Bologna

+. . . + .

!i. 3.U Cervasio Salc(ltou, Id. lSapoli IUU4 Bianchi uopoldo, o§o • • Id. Roma SI maggio 1890 u. 5.4~ Adelasio PtMrico, o§o • • Osp. Roma i!~. H3 Bllcchia Enrtco, o§o • • • Id. Alessand. :!6. 3.40 Morossi Giov(lnni, <§- • . l d. Firenze 6 settembre 1890 6. &.:U Ferrero di Cavallerleone J.uigi, Osp. Torino 2 nevembre 1890 19. Uì! Forti Giwtppe, .§o . • . Osp. Naroli 2 IIOYe:Ure 1810 13. 3.18 5Corza Claudio, o§o • • Se. appl. ~.

+. . . . . . e

mil. 19 aprile 1881

+ .. + . +.. +. . . +...

5 11.4~ ~osìz.zano Luigi, Osp. Torino to.IO.;it 3tmmbata Git~UJ~Pe,•+ . Id. Salerno i.U ..\9 Gounno Fr(lncesco, Id. Piacenzn 'll.l0.50 Morino Domtnico, Id. GenCiva 2S a,osto 1891 16. 9..43 Volino CarmtM, Osp. Firenze lS. 3.49 De Furia Elt~rt, o§o. • • Id. Napoh U. 2.50 Caporaso LuSgl, Id. Roma 17 dlC811111re 189 l 15. 8 l! O..rulfaldi Uborio, 0~-p. Ptacenza 15. 8.46 Pabis Roberw. r<t .Bolotm:a IS marzo 1892 ;. 9.43 »euadri Gi11o$f11pe, o§o. • Osp.Aies:;and. :!3.10.16 Caradonna Aftl01tiac, . Id. lles~ioa ~- 3.45 Morpurgo GWCOtn(), .§o • Td. Yerona 12 giugno 1892 16. 3.19 Massa G~tLStppt, <§- • • • Osp. Cagliari l t dicembre t 892 31. S.!i~ Bobbio Eugtnio, o§o. • • Com. div.

*..

+ ... +

Cnneo l.11.46 ~ini Riccardo, .§o • • Osp.. Bresela 9. &.ii F~:;sore Fra~tuo, o§o • .Id. llllano t9. t.st Susca l 'iùl, .Id. Bari 8 aprile 1893 u. i.$9 Ra•a Errtuw, .O~p. ~lilano

+· . . . + ..

12 glupo 1198 ~- 9.~6 rer•ìchetU Carw. o§o • • O>p.

Peru11ia

17 luglio 1898 ~- U6Zmg:lles ,f nlonino, .§>4f, • Osp. Bari l !l. 4.19 ::u!lt.l Domenico, .g. . . id. Roma ~il-47 Tempo Luigi, o§o. • • • id. Ancona 8 marzo t884 H. Ui SUio Pietro, ùsp. P:llenno ~i. '-·'7 Z11nlni Gior:a111ti, :§>. • • lù Verona 8 lpi"Ue IIU

+....

13 10.18 GuBm•en Pietro, <§o. • • Osp. Molano


(SI!Ijut) » \l~tnlll f; CAPITAli! IIEOtCI

\laJ n M

al n. s,

13 dltulbt8 l 894 ~. 3.JO 83rlelta ,fl'i(olò, o§o •

• • Osp. Ancona !S.il.S! Cavauotea Gnueppt, o§-. id. Vero03

'· i.5t Oussooe-Chiatt.one .t!OOnio, -§-. • • . . ilf. Livorno 9.lt.:il Quinzio Cesare, t§- • . • se. apiJI. san. mi l. 7 marzo 1895 l!O. 11.51 Rossa 4ugmlo, o§o • • osp. Chieti to. 5.49 Crema Gìov. Ballista, -§-. id. Cal.<lnz. es.u.5t PasqualeFtrdmanào,o§o® id. Napoli t ~.!i Silveitri Fra rumo, id. FirenzP

+ .

ùal n. • al n. t , 29 gennaio 1880 16. U6 GUberli J/otko, o§o • • .ltis. J)t>rgnmo 19 febbraio 1880 -t. 9.~.1- Vill<ldinl Luigi, dis. Monza Il luglio 1880 t!. !H\ Parr...e .lfarto, dis. Chlell 8 febbraio 1881 30. U7 Garrone Girutppe, ~ . . dis. Mondcvi ' · i .19 !llarUnaui IMlb&ico, o§o • !8 art. 21 Mttembre 18•1 t5.U.49 no.:.anìgo Alberto , ~ . osp. Piacenza 25 ottobre 1881 !0. 9.50 :Wcnniti 1/ichtW. o§o. • '!5 art. . dis. Modena li.i0.5i :O.eHani Pio, 19.10-51 Ynngianti Ezio. .§o • . se. eentr. tiro rant. 8 gennaio 1882 lO. 1.51 !1~1 Gio&anni, o§o • • • t 9 art. ~9. 9.4!} Boghaecinl Costanzo, o§o • dis. Torino 't9. U9 Michieli L.uigi, o§o. • • osp. Livorno 26.40.49 Orru Ratraelf, dis. Are1.zo 5. i.M 51-rbolisca .~1lgtCo,o§o • id. Lucca U. U.48 Pocetto 6iot'anAi. osp. Genova u. i.5:! Verri hulgi, o§o. • • • dis. Alessaod. !l. U3 Oarbat.e!U Ellcre, coli. Alassina .se. mil 5. us Carratù Ctlatnw,+ ~a48 Sarombo .1\alak, -§-. • dis. Pinerolo 3l. 3.~ Nel! i Git"~ppt, o§o • • id. Pesaro 't9.t2.4\l l.aera NicMit, ~. id. Savona n. 7.~ Corte Silt'l<>,+ . • . osp. Torino (se. guerro) u.. 4.50 Glgllarelli Jln niero, -§-. . dis. Peru({ia !4. 3.JO Guarino Luigi. .§i • . id. Caserta ~- 4.31 Pe'\lldori Egidio,+ . . osp. Padove S. l.~ Giraldi Pùtro, .!Q art. 43. Ul Solicorni C4rlo, o§' . . dis. Piacenza

+. . . +. . . .

+..

+ . . + . + . +

+ .

.

13


dal n. tft al n. • , l giUgiiO 1882

+ . .S1:. appl. arl e genio 16. 4.55 Parlsi Fehce, + ~ . . . osp. Salerno 16. 3.M Bernardo Lmgi, +. . .dis. Bologna 8 fabbraio 1882 16.10.48 Frosa ArislocUmo, + . . dis. Cremona 3. 4-.51 Fregni Arnaldo, + . . . i genio 15. 6.47 Baldassarm Geremw. + .osp. Chieti 6 febbraio 1882 19. 2.47 Lc1•i Bonaiuio, + . . .ws. Udine ~-

1.50 Griggi AI!Udtc,

4. 3.47 De .'\ngeiL~ Lazzaro, o§o • 13 :u-l

~. M4 Baldanza Andrea.

+ . .osp. Napoli

lì. 6.53 Arcangeli Al(OJW). o§o • • coli. Firenze 11 agosu 1882 29.U.5~ Pasquale Ferdinar&®, y. dis. Voghera

5. l.:a Teml!esl:l Lmgi, +· . . dis. Ferrarn 18 settembre 1882

3. 5." Bizzarri Rodolfo,

+ . .t4 arl

29 settembre 1882 2.5. 9.49 tannelll Vincenzo, o§- • • dis. Aqnlla Hl. 2.5t N;~polltano.fflc:helangelo,•~Hd. Rovigo 9.H.Ii;J Cametti Silvio, a§o® • . t• genio ~.H. 53 Dimn .!fcmrtzto, ispett san.

+. . .

miL 8 gennaio 18&3 28.!0.50 Galormini IUdof{o, . dis. Teramo !5. 5.50 Ventura PWTo,o§o • • . osp. Livorno l O maggio 18"&3 tl. 8.48 Mal vicini StceriM , di.s. I\"Taa il. 1..49 Patella Franusco. e§e • • id. Trapani iUO.Si D'!}ello Ratr~ o§-. • • t! art. il. 7.51 Vigorelli Achilie,+· . . d.i s. Yantova ta.I0.49 Magliocchini Nicola,+ . id. Sassari 30. 3.48 Fioren lino Luigi , id. Catanzaro "'· 6.49 Fimiaoi Antonio, cf .Id. Potenza 4. 6.53 Minici Eugenio, osp. l\lessina

+.

+. .

+ .

+. . . +.... +.

7. 7.53 Bonavoglia. Luigi.+ • . coli. Roma 10. 3.53 Cnrzl Duio, osp. Fìrenze 16. &.5! Cherubini BdoarM, 1• art. 19 luglio lf83 ~ 6.50 Oterl 84-.ardo, +0 . U. 3.49 Rinaldi Micllt~. o§o • • ~.U.!l4 Saviano Rafrfltle., <§o~.

. dis. Padova •id. Venezia . osp. Napoli

(SUCC. Caurta) 5. 6.54 Cittolini savio, dis. Belluno 18 settembre 1883 1:1. 6.53 Gbirottl Felìet ,o§o . . • 4 gen. 9 dicembre 1883 :!2.l0.5~ ValliOI\111 Antonio, o§>. • • dis. Siena 5. l.S2 Fantasia Salvatore, .§-. • id. C&strovill. 7. 9.53 D' Angelantonio Bltore. t§<. id. As!:oli Pie. 19. 9.49 DesU)lo Salvatore, o§> • • id. Livorno 13 aprile 1884 :!. UO Rainerl Gaetano, >§o ~· • dis. catania

+...


IStgtu} C.APITA lll JlE{IICJ

dal o. •t~ al n . . . . 13 aprile IIU

.m.s. Lodi

:li. 2.~ Rigbini Pio Ettore. ~.

+· . . 9 art. + . , dis.Campagn.

~4. 7.53 candrinl CUart, t9. :t49lnzltari Ghu~.

5. :!.53 Zoppellari Pompeo. o§o. • 15 art. 2. 1.53 SequJ Emanuele, t§<. • • di:;. Cagliari 4 maggio 1884

30.10.50 Li cari Vlnc;enzo, o§o. • • dis. ~lessina LH.4SCarot.enuLODomenico, :§t. :!4 art. !9.!0.49 Satti Nico/.c., 5 id. 13. ~!il Orlandi Giooa ..tli, dis. Verona 16. 3.53 De Cesaro Zauaria, id. Taranto

+.... +. . +. 9. 3.:1.'> De Falco Andr ea, + . .id. Nola.

(com. osp. Roma} IO mqgio 1884 18. 4.i9 Taglfalatela Jf ichde. • . a.spPLtativa 29 giugno 1884 9.U.~ Giuliani Francuco, .§o • • l1 art.

:!l.H.50 Yaec.1gno Giacolno, :§tdl. art. mont.

+..

12. 3.53 Natoli France1co, osp. Palermo ;!5. 1.53 Bile GioVImni , o§o • • • dis. Napoli 25. 8.49 Perfetti Francesco,+. • id. Cosenza %8. 9.51 Pugllsi .lliclu!angelo, se. appl. san.

+.

mil. :0. 2.55 Giufl'tedi Alfredo, .§o • • ! "l art. 1a ottobl'$ 1884 l. 6.5:! Testa PtUq!Ulh, .§o • • • dis. Campo b. ~- 6.51 De Yartino .~ngelo,~~ . Begie truppe d'Africa 22 ottobr6 lf84 ~4. '!.55 Cervigni Giotlanni , rt art. ~l. 9.55 Grieco Gimeppe, t§: . • • dis. Roma i. 8.53 \>1eedomini Natteo, t§>. . id. Salerno 27. 9.51 Vita Gaetano.+ . • . id. ReggioCal. 25. 1.54 Carrozzi A.aot(o . . . !:3 art. i3. 2.55 Tallarico JJoni(acio. . coli. Napoli 6. 8.!10 O!Tredi Pi.etro . . . . dis. Varese 18. 8.53 Bozoli Giova1ml, c§-. • id. Vicenza u.. 3.53 Piceni Giulio • . • . osp.Alessand. 3l.f.ll.53 Cìnmpini Cflare, o§• id. Firenu lO. 8.50 Ogllengo Lorenzo • • 3 gen. 9. 8.33 T~rzago Gi1Uepfle • • 4 art. 18. ~.51 Cn "iecbla FramuUJ, <§o • 3 id. 5 aprile 1885 2i. 3.$9 Freda .4l(onso • di;,. Parma 8. ~-!IO Tripputi GLmeppe • • . id. Caltanis.s.

+. .

H. :!.5"5 Brezti Gimeppe . . . . osp. Roma :!. ~.!Xi Carino TommtUino, ®

. id . Ancona

JS aprile 1815 '· 4.49 Sortioo Salvatore

: . . dis. Siracusa

l l ottobre 1885

2.4. 2.51 Arduino Fortunato . U.IL;I~ .~moroso Giuseppe . 3. 4.00 Sabatini Qtdntiliano

. osp. Torino . i ! art. . dis. Fog.,<>ia

Il


16

(.'òtQII<') CAPITA Iii Ili! OICI

l

dal n. t 1 • al n. •• 1 Il ottobre 1115 S. i.:;J RìvleUo Enriw . .l.li,, Pistoia :!0. l. 53 SeaJdara GiultfJPt • • • Id. Palermo 13. i .56 Li vi Ridol(o, & isp. san. mil.

+...

!L 3.5~ Cacace Francueo Sa!Jtrio osp. Napoli u. 8.5t Sardi Giooanui .llari6. • dis Vercelli !6. ~.:>4 Moro~ìni Narco . • art. ca~ !9.l0.$\ Bertozzl Alllo>ti6. • oiL-<. !llìlano !S. 8.:;! Gambino Gatl<ulo .Id. TreYì~ :!Il. 9 53 Losito lilo. . . . id. lWI U.l0.53 Spinelli Giuuppe • hl. Barletta ~ U3 Ritto Jrw;h.gelo, ! . hl. Girgenl.i (com. o.p. Palermo)

:!O.tj.S$ Vlvalda COr~ S. 9.5G Malavasi Enrico

.Id. Cuneo

.Id. Regg. E. • id. Genova 4. 5.54 GriDone .lngelo . 'l9. l.ll Bozzi Ftlkt. . . .Id Lecco 22 ottubre 1115 2~. '!..::.3 Cou~el Filippo . . . . Ili~. \ nrooa 2:;. 8.:;( Pfflr&7.ti Al(rtd.o. . • • Hl. Rrt>scìa 21 marzo l 188 29. 4.56 Zanchi Dante . • Ili~. Corno 2-t. :S.M P(jronl Felice . . tG nrt. ti. SAl~ Carbone Bruno . •lls. l.c~ce 9. 9.!:i3 C.'ltall.li Luigi .

. i<1. !'IO\'ar a

21 settembre lllf ii. t.53 ,l,l:mo-Giuseppe Aclùlù . t6 art. 6.Ul.5i Gior,no Caare • . . se. soUuiT.

6. i .M Cedrola t;iUSfPPe. • ~,.U.SJ Oe RoberiO Got.tw . ~.U.53 Garabelll Lvigi '!.H.~ Citanna ,\'icola

.

• 1 art. . lS Id. • di~. Frosmoo

.o~p.Ca~anuco

. di~. Fnrh '!i. t.5l CaltUi Gi6vann.i. • ! arL ~- 6.33 8i$binì Pitlro . • .dìs. CeCalù s. 3.5l Barreccb ia .Yiwla • M. AYellino ~ ~53 Falconi Gavino . o• p. Cagliari :!il. 8.53 Gt>iD'!IIi Cesare • .l•f. Brest~a 24 IUI'%0 1117 10. 4.53 Buron%0 Gi011anni • . . l.lt~. Pat"i.1

t. 8.33 311&ueì Giotlanni .

6.1l.G\ Geruodo GMimlo . • . tO arL t G. 4.57 D~li Uberti Gennaro • • dls. Orvieto tS.H.S3 Turco Domenico. • • • hl Ra~enna ~.U.5:1 Pecchio-Fantoni Giwtppt 8 art. iL 3.51 Bistarem Angelo . • GO ranL !3. t.53 A.bbat& Dona~ . . . • 91 lof t~. 8.53 Yartiello Gaetano • . . i! id. 28 settembre 1187 3. 4.~3 Ca.rlocci i\.icola . • . • 6 fant. 7 ottobre 1887 t3. 6.55 Gi~~nola Antonio . • • 34 rant. t3.H.56 Prossaeco Pagquate. • 39 Id. :!1). 5.56 Ricciuti Fr(Jn-ce~eo • ~G id. 6. 8.5G Rosso Orute, o§o • . se. cav. ~9. t 5S Testi Fra.ncaco • • 93 rant.


(Segue) CAPITANI .lll!IOICI

dal o. te~ al n. 11M 7 ottobre 1187

"*· li.5i Fraoc~~chi n·~CCIIZO l.S3 Polìsl.ena Dome~cco ~~- 1.5; Fabru Domenico 2. :!.s:l ll.augm FroJ•Ict:Jco • u. S.S6 Gandola Gwcomo !~.

!i. ~.:;.; SLell'~now Etlort. _;. S.s:l De >ì;rlib Ra/fatk.

. 3! fant . . 2i id. .l! ~rs. • 5 rant•

. tav. MontebeUo l>) .IO fant.

. ca ,·.t: roberto l (!3

• 40 C:mt. G.:» Cherul~toH;uunmaroni ()r-

:,., 7.7>.> PtllUJstl ,fdrillltO •

n.

. 9' 1'3nt. . il itl. . ca,·, Roma(~) . leg. ali. car. • osp. Bulogna . 78 {3Jlt. . u. id. . $3 id. . U i<1. . 36 id . . 73 id. 29.12.56 Ca ntarano Costantino . . cliS. Gaeta IS.trl.53 Care< Ida Federico . osp. Perugia l3. 7.:16 Arpa l 'il/orio. . . . . cav. Padova

l.lndo • . . • . . • . 13. i.SG Maggetta Edmvndo. ~\. 1.56 Moscblni B11ruo • . 21. S.55 TrovaneUJ Edoardo 1.6. 3.57 L:.ln?.a Bmanuello u. 7.55 ~nruool Antonio. H. 4.5Q Bcllia EmUlo • . 21. 2.56 Vlgliarrll Paterto. 2MUi3 Pagliuzzi Giacinto 17.i:U5 Curli-Pet:u·~la Nicol(~ . t5. !.:>3 Re Giustppe

(!!) ti. 7.!17 G:llll Giut•. Domenico, o§o;~ isp. san. mil. H. 3 !'ti l'eru.s-;i Giooanni Antonio colf. Mìlano 30 dicembre 1887 3. !),5$ Haznioi Romolo . . • . Cnn!. 8 aprile 1888 ~. 3.:>J OeU'Oiio Gio. BatUsla . 54 l'3D t ,,10.56 Golmetll Arluro . . ~ id. !.10.5! l.orido GirUetJ11t • • 19 id. !. !..:>' Bruni AUiU<I • • . 76 id. t9. 3.Sii S&noo .tlllo!Ww. . 69 iol. li. 3.5! Tur;;ini Gio11. F.ct:Jco, ~~ :i3 id.

a

+. .

U. &.iiS We.odinì Giuuppe. Com.cor.S.lr. 23. i .:;c; Del v ecchìo RfA9f1in'O • . ;o fan t 3. !.57 Trombetta Edmondo • • osp. Torino !l.H.36 RuinJ Camillo. • . • • U fan t :!'!. l.Si Proootto B~ Slàpizio, eav.MilanotiJ ~. 3.57 Tommasma Vario . . . osp. Torino (com. ace. mi L)

*. . . .

.

7 ottobre 1888 fl. 4.5;; Attanasio Anlonio . 30 fant. H. 6.57 Fascia Giuseppe . . !3 id. tS. 8.56 Cuastonl Eugenio . osp. Torino Il ottobre 1888 23.:1l.:i7 Ore!lce ;llaurlzlo, o§o . Regle truppe d'AfriC<l 16. U7 Faralll Celutino . . . 26 fan t. t &. 3.59 Bernuccl Gioowmi . . osp. Genova

ti


Ul dal o. ~·~ al o. u&

Il ottobre l 888 ti. 7.5! Parlati Pa~~lo • . • . . 49 f~nt.

u. 1-.!16 Carta .Yantigli:l Filippo . ca~. Pi~montE> Re~le (!l • ·~ btrs.

ii. I.SG Rand:u:10 Ernulc, ci()

•~; ra.nt .

H. Uo6 AlloaUi Rettl'dcllc . 4. t .57 Astengo fi'ra•tceMo .

3. 7.55 Cipri~no ~tligl, ~2. 3.57 Al.lalt' Al{On$0

. ree l. Sa VOM J . t• bcrs. . tS fant .

41

'!$. ti.:l7 Sam:uinetl Carlo la. ,,:'i6 ninaldi , ripiOIU, ± 6.36 Romano Frart.CtSco . 10. 1.36 Tarocchi Adolfo .

1

. 67 Id. . i id.

n.

.Uid.

. so hl.

!6. ~-58 Delle Pìanfl Luigi

.~3 Id.

14 aprile 1889 19. ;.si Ausiello PCW~ualt 4. l>.53 lloscati Tomma1o

. St Cani.

UO.:I:i Criseuoli ,,leola . 13. t.:;:, San<lr~ttl Enrico

.o;;p. Bari

3.1!.5ù Xodari Pietro . .

.85 id. i Lers. . 4 fn.nt.

l 9 maggio l 889 :U. 1.!10 Cutri Ferair1amlo • • ~~ fan t. ~ 1. 111.56 \lonem Em•4lo • • . . 1! Il.

'.!'1. !i-.59 Fernandrz TlrMit'o • . . l5 id. 4 novembre 1889 l5. G.SS C~pobianco Dorun<t:o . . 50 fan t. 7. 5.58 Ru~eri GiU$tppt . . 6i id. 9. t.:i6 Samor~ Poslumio • . 6S i<l. ! t. !.~Cacchione Francesco . ca,·, ~lutto (U

3.!!.:16 .\nani Dornmico. . t. 9.59 .\pro.>io Robtrto . .

. 86 id.

!!6. 4.118 S1ri~o Felice, ~-

. cav. !\ovara

7.1'.!.53 L.~onardi Bcntd.tlto •

13) . id. Alessandria 114)

:!6. 8.53 Schìrru Gugl•tiTno '· S.Sì .Yar~aria GiOII., q,. l:l. lt.li :\oc~llì Domtnko l!6. 3.:\; Serf:'rico Giweppe t n. :;,:;.; Blsee$!lìA R~cardo

.~ fant.

• 48

rant.

. ca'. Geno' a

••>

• se.. appl san. mi l. . o;p, Milano . l :;ran..

30 marzo 1890

6. 3.M "i~llo Ltlltrlo . . . H fan t. 3. 3.SS De Simone Ze{trino . 63 id. 15. 7.57 Miltroccò Achille . . . ca v L.uccn(l6) Ul.tsS FrìgoU Leonar do . . 8 bers. 3. l!.!!R Luc~iola Gio. Giacomo .H t1nt. 1O aprile 1890 tS. 4."V Petti J'inUI!%0 • • . . 5 bers.

l


(Stg!U) CAPITA' ! ll!:l)ICI

dal n. ~·• al n. ~81. SI maggio 1890 ~.to.:;; Corma!ti Giuseppe

. 3 bers. l!. ~. 5S Vlttadini Ca7'1illo • • . 89 fan t. 3(l.U~ Fulloni Adeoduto • . .88 id. U0.:17 Buonomo Lormzo, .g.. . cav. Fojl'gia (H)

2 luglio 1890 30.iO.G8 Tappnrini C<!&ore • •

8~ rant.

2 novembre 1890 ~- 3.51 Vir:fallita Mario . . • l Ca.nt.

r. 9.:;; Alasrge5i 7oml!l4fo .

• 3 id.

~.i!.SS Fattori Giovanni

• ca\. Lodi (IS) . ~ fan l. . ta\'. Caserta

;;. 3.:;7 !orio Luigi . • . 3. u;; fras~ì Francuco .

(li

i. l.Si Gaeta Anlorno . . recl. Ga1'1.4 :!. ~~ lldla YallP Francuco, +osp. Roma l com. min.l!'uerra)

19 aprile 1891 . 3t rant. ;;. 3.illl DI~ L.uca Costantino ~S.i!.56 Onrgoni

Attilio

. cav. Firenze

.

(9)

1.8. !1.:;7 Conenna Hto, ® ~- U7 0' Al~nzio lf"u:htlt.

.Si fanl.

*. • Begie truppe d"..Vrica

30. 9.5i D'Aruato Càrmdo, i . . 33 id. !5. l-57 Leurioi Fr11ncuco , . 9 ber~. l!:i. 3.59 Pimpioelli Pietro,+ . . ca\'. Savoia (3) l.5. ll.l9 O,•mieheli .fnl011io . • . 8 rant. 14 maggio 189 1 30. 1U:;6Tr:t~eN UlìpOli<J. o§-.

• 79 tmt.

15 giugno 1891

t:i. l.~.G P:\l~rme>-l>at.era .S/aJtislao 9 !ani. 23 agosto 1891 17. ~.li1 ~leclugno France,ço. . . 21 faot. 17 dicembre 189 l

29. 8.56 MelP .~$Canio . . . . . .t raot. :un.56 r..or.ola l'incen:o. . . . j! gra.o. 13 marzo 1892 :!i.H.:ib Pascale .4lbtrto . • Si fan l. 30.U.60 Santoro Giuuppe • ca'l'. YJCI'Ol.'l i1) ii. U9 Gloni Pitlro . • • 36 fan t. 12 QÌII!IIIO 1892 29. 4.5$ llar~heo;e Gior;annl BattiIla • . . • • • . . 66 fan t. 3U0.56 Grom Carlo, ® . . . . osp. :>o,·ara 7. S.l!9 Farina Gi rutppt, c;, o . . 57 fanl.

Il dicembre 1892

l!l.lt.G6 Dottori Angelo . . UO.IIS Sieilianì Amln-oqio •

. 29 raot. . Regie truppe

iO. 3.511 Barletta Saloa~rt •

. 37 I:wl.

d' Africa

IJ


(Stgvt) CAPI U:\1 1: TISL'CTI llED!Cl

!>l

\l.a.l u. • :i Id lo. 31:1 l l diwabre l 892 . • • t6 fan\.. !. S.S8lfcnnella Arcangelo. . cav. Catanoa

,Ji, s :;~ StJeco AntoniO

(ti)

5. !.60 Monno f.hmcuco . 6 bers. 17 dicembre 1892 . (0 bers. t3. US9 Clncclo A"are11 . S ap rile 1893 . U bers. 7.12.1$7 Ga~~:llano rrance3Co.

• . . . • 64 rant. . . .4<) id. 17 luglio 1893 la. '-~ lofd~ GiKMJJpt. • . Ti fant. 13. 1,;.; .\m~'<lPO D.,_ico . .!3 id. S. 6.38 Flli('Jii P1hppo -~ id.

M. 9.5'.l G~l~ /Ialo

~1\.10.~9 O;e~iaiiO Ci9ran11i

~.U.60 Sehin1

Pitlrn . . .

. eu. Yitlorio Emanuele UO)

i.U.59~elo~>tl.:ln1 Dtm<>nico . . !3 fant.

8 marzo 1894 9. 3.57 Care! i F•·auct·srtJ . . 65 rant.

!6.U..;;S Trcwlsnro b'ugelliiJ . . • cav. Piaceuza

l

(fS)

5. 9.59 T.wazllltli Ctfnrc, <ì}o @.ca\'. Aosta (6) 3.1t..5~ Calegarl Giu. BattUta . •. 58 rant. 21. 8.00 La~taria franutcl) . . . ~ id. IS dlcemlln 1894 !. G.OO S.•lmari ~~IPcllort . . • cav. llonf•r· nto (Ul !'i. 6.59 CtNil.1!10 Enrko ~. . 38 fant !:!. i .SS Selavo /.uigi • • flegle trn(IIJ') d'-'fJiea .!8 id. ~. 9.59 Oarra Hltorio. . cav. l'iwt Il) t. 3.60 Do nos:~ .1f!c/lele . 7 marzo 1895 . 55 fant. ~. 7.59 Gurgo Achille . • .90 id. 29.1!!.59 Lonl Virqtuo . . . 79 id. 6.!0.57 t'iubiln Pasyuaù. U. 6.5i Boccin !\nhmtore. • ~ bers. . cav.Guide (t \l) l!.>. :kGO I'OrC:lO ~'itlorio . 6t fan L. Ut .\bello Htkortn ~l. 4.61 Sot1- .fnJr~ • . ~i i•1.

e

TE.\E:\Tl ~ICI dal n. a al n. •

!5. i .58 Sulliottl G({illo, ~ . . . os"[l. Torino l 5. 4.~ Cusalli Alflrlino . . . • id. Roma Ccom. min. guam.) 26. 8.!1~ ~ Cesaro Eduardo. • • o~p. Torino t O. 8.5, C~vasclu Catullo . • • . dir. san VJ corp. d'arm. Oi )!(W TA.rnh• r...ul•'"'-n# '1 ~ ln

l


dal n. 7 al n. U 11 dicembre 1887 1!. i.56 Tocrt Fibppo. osp. Roma 6. 9.57 lv.o GioOCJfl~i . . . . . id. .\ocooa :!.l!.Sl \'alli" Angelo • • • . • leg. alLearli b. 28 dicembre llf87

+· . : .

u. 8.110 Videtta Bmonude . . . . osp. Ba.ri 8 aprila 1888 . osp. Me&siua 27. t\.59 Co.owlla Martarw . . id. Brescia 26. &.6:1 Delo{l'u Gattano . . .art. moot. 21. US Debern(lrdl Slt(a1W . . osp. Chieti :;. i.59 D'Ettorre .~l(redo . . i art. ~ 8.~ Marini ErnaU> . . . osp. Palermo 31. 3.59 Furno Gùuomo . . • RC!,'ie LTO(I~ 10.:1!.60 ~Oz.lt'tll Btùto o§o 0

d'A.Irica

. . .

. l alp.

l i. 9.59 Ros.si Ctlat'e . . . 7.:1o.:J9 Corradi dngtlo, ~ .

. :! arL

~ 3.59 VIale> A"gtlo

. art. cav.

. osp. Bologna . id. Catanzaro . 8 art.

1. 5.59 Negronl AtlU>nlo . • 18. US9 Marlcu.a Fr(mcuco .

iO. 5.00 Loseh i Piero • . . 7. 9.59 Plorglannl VIncenzo l!. 8.60 Ongaro Giuseppe.

o

2() id.

. osp. Firen7.e . id. Firenze

18. 7.59 Cugi Llcurgo . • . . 59 rant. l. 7.59 Romeo Francesco . • osp. :-;ovara :19.li.S9 Glannlm Jl(omo 22 aprile 1888 :!0. S.56Rieh~·rl di ~ool~ieber conte carw . . . . . osp. Tonno 27 apto 1888

t. i.SS llagneUa FtrdirumiJ.o . • o~p. :\apoh l dleembre. 1888 5.10.61 Del Priore G11ribaldi . . osp. \'erona .1.3 id. 16. 9.6:1 Marzoccht Fabio • . id. Salerno ~~. i.61 Calrone Fabrizio . . 24 art. H . 3.60 Loscalzo Vtlo . . . !7. 6.61 Fnnchiolti Et'gettto . 3. 5.60 Castello Franceaco • ~- 5.60 Donnani Ciweppe

. osp. Milano . l nlp. ·• . l4 art.

3. 6.59 Galas:lo Antonio . ;. 8.60 ZibetU G~ . :10. 8.60 RCI'N Alfredo . • S. 9.60 Vtlullo GitUq1pt • 9.tl.~ Bumaz nuli~o . e.U.59 Vìrdta TOIIIIIIGIO +0'!~. 1.00 FL<sore

rìtU>rio • l. 4.00 Sltuauì Vtttorio . 6. 5.61 Mombello Brnulo i:!. 3.60 !\loro 'Nto . . . ~.iU9 Ro~si Gaetano. . i7 .l0.6l Calorll Giovanni • 9. 7.:>9 Del &Ilo Antonio 2S.t t.60 Colino .~ cllillt . .

- ,. . . . . n...,__ . ._. . l".r•••- -

.23 id.

• osp. !oltlano . id. Piacenza • id. Padofa • 'i alp. . Repe lriiPJl~ d'Africa

. osp. Tonno . 4 alp.

. osp.Aiessand. . id. Bl'tls~ia . id. Napoli . id. Padova.

. id. Bologna . l gtn. ............ no....---

l


'!!

9 dlcambte 1881 !6. :..;;s P~ocaro ClemtAlt, ,;;; • 5 al p. o. 3.60 Cotelessa Al(oruo . • • tG :ut. 8 aprile 1889

'!l. 3.:>8 Fiorini Fiorn~ • • • . osp. Xovara 30 maggio 1889

::17. 9.60 Rostagno Gitutppe. • 3 al p. :t. :1.60 ~1m in io Oro:iO . • . 3 art. 9. 5.58 FaiCOOP Emoruuk . . . dir. san.

Xl corpo d'arm 18 dicembre 1888

! U 2.fa Rosslni 'fommoso t !l. 5.6! Canna.> Xitolo. . !0. ,,6:! O;tino Giocatln~

. osp. Roma . id Cagliari • dir. san. l eorpod'arm .

S.tO.G!. Vasilìco Giuuppe 26.U .6! D'Amico Blo!)iO • 2. S.&! Cerono F.euco, 0 5. 8.61 Spina Vinun:o • 5. 3.61 Gaha~no Tfuflt$lo . ts. 1.63 Pa~ Lll.igi • .

. osp. PadÒva .1d. Torino . id. Salerno . id. Ancona . 'art.

:\. G.G3 Marms Raffaele '!. !1.61 Nieddu A•thmio U. ti 6t Buccino Tobia 00 .

• osp. Livorno • Id. Genova

• RP:rte troppe d'Arriea

. id. Bologna

(snco:ursale Ra;eooa) U 1..6! Gristioa Ca&tren~o . . . ti art. t&.t0.60 Zonc:~da Anton io . osp. Veroon '· 4.60 nrignooe Ferclinoll4o • . tt art. S. 9.61 GerbaldJ Gio~am~i .

. Regie tropptd'A!riea

'!\. !.Iii Yetamr•o Giuseppe . il. 1.6-3 Jaoopetli Bclgard4

. osp. Padova • RPgie truppe d'ACriea . osp. Torino . R~>gie truppt.>

6. 9.61 FaldeUt ~tro . 30. fi.G-.2 Littanli N~lao, o.

<1'.\friea l :t. 1.6! De Prlseo Luf.!Ji ti. 1.61 Cara Pronee.eo

. o~p. :\a poli

. r. art.

. ~~id. . o-.p. Cagliari 30.10.63 Verdura Luigi.. 7. 8.61 Comoldi Gio. &llUW1. . t7 art. . R~gie trU[IIle U0.61 Coppola .\'~olo, O .

3. U:! ~fa <l in Giuseppe

d'Africa • id. id . 19. 3.6l Cupelll Pasqualt · • . id. id. !3.tt.61 Lucia nl Lat:inilJ • • OSP Napoli 19. 1.61 Fuseo Emilio . . . . 03p. Palermo 6. 5.61 Petreeea Michele . . 31.1. 6.111 Vespasiano J)ommieo. • Rt;:rie trupp~ d'.Uric:~

11. 9.61 Lollg'ari Rodot(o . !7. 4.60 D'Andrea Anlo11io !8.1!.58 Cuoco Lui!JI 16.tl .f! Gnaldi Corio • •

.~ut.

. osp. Perugia . 6 alp. • dir. san. Ylll eorpo d'arm.


•.131 n.

•.a o. al

aS;$

19 dicembre 1889 . . . dir. san. Ili corpo d'arm. • 18 art. t9. 4.&1 Simoni Giautppe

~.U.G! Giana.zza Gitutppe

. osp. Bari

4. 5.59 Beccaria Guroanni 30.10.63 Foa Te<xUJro • • 6.a6~ PetroM Jfndrea • t5.1:!.00 Cantgallo Lorenzo .

. id. Alessand. . id. Pado~a

'13. 7.SS Giostinl Cebo • • !t.e. GO San toro Gi1-1uppe

• '!6 art. • :!9 id. . '! alp.

. i gen •

:!IH2.G-l Vijno Lulqi. . t9.l!.59 Crispo Ubold-o

. Regie truppe

IS. 3.6! Trevi sani Gatlano

• tO art.

d'AJrle.. 4 maggio 1890 . o~p. :S:apoli 16. ~.GO 0<-ntnC:llla Vìnc~::o 15 maggio 1890 29. S.Gl Bonomo ll'icolino • • • osp. Ilari.

l 5 glU!IIIO 1890 ~. 8.61 lliglio d 11gtlo

• :; alp.

i 9.U.60 Cottafa\a Enrico t~. 7.61 Pucci f>aoto • • 'M.tO.GO Petrarca Adamo . :!L 6.61 ~ordini (ijul.lo.

• & id.

. osp. Livorno . id. ;y,..~lna . t~ art.

20 luglio 1890 . osp. Torino 3Ut .6:! Torina JUJerto . tS. !.61 Cigliutti f.i.ueppe .65fant. (com. se. appl. san.) U O.G3 Cabibbe Ptlict . . osp.Aiessand. . Regie truppe t2.t!.63 lleeeblone Eltore . d'Africa 4. L6:! M;~rini Pio • .osp. Roma 7. 8.63 Savini Carlo • 3C. appL san. mil. 6.1!.&1 Di Reozo AAlonio . o~p. !SapolJ 9. !.63 Santuccl Slt(ano . sc. appl. san. t8.t0.6t Passarella Ugo . .:! alp. 28. t.63 Maisto Parqualt . . corpo In v. e

25. 5.63 Licari Hncenzo . ti. 5.61 Di Giacomll Luigi H . 9.6i Paltrtnieri Umberto

:a. 5.ed Chelescbl C4miUo •

veter. . dir. san. IX corpo d'arm. . se. cavalleria . osp. Genova . id. Chieti

• id. Perugia • 9 art. 8. l.63 Pascbetto Peràinondo . i7 id 3t. t.&! Comola Girilio . 6 alp • i. i.Gt Santoll Umilio • . osp. Salerno l6.i::!.6t Senati Alfonso . .id. V&rona ~- 3.63 Gallo .Vicolangelo . '!t art. iUO.&l Duccescbl Jloduto • .6i id. i 9.t!.&l Bastiaoelll Umberto. . t id. 9. 9.6! Reale Vincenzo . . • cav.Vieen. (!4) 9. 9.6';! Arzano Prancesco •

l l


dal,n. 138 al n. 11'8 20 1o1llo 1890 ~- 8.6! FedcrìCI Pl•lro

• Regie lru I"Pe

lS. 6.63 Oo.ldl'ra Lutgl .

d'At:riC.'\ . ùir. san.

\"corpo d'arm. U. 7.6! lbnrl Luigi

.

. t fan l.. . o..;p. Roma

l..iO.M Gros Giusq~pe

19 dicembre 1890 • • • • ta\'.Ytlano (71 ~J. 8.61lbr:sanich Arturo . • . Id. Lodi (t5)

~- 4.63 JJ'Eha dl(OJUo.

iO U.59 Stn U Domenico . .

. . li fan t.

21 luglio 1891

!Il. 8.63 Yinri A••gtlo • .

. dlr. san.

tlS. 6.63 Tortora GiotJonni '!0. ii.@. Costa Qulnlo

• 86 !ant.

20.!2.6~ Orodo Paolo

t .10.64 Rh a Antonio . . • . . 23. !.6~ Brivio Fra1"t~co

. l~ art. . t llers. • cav. X1w1 (l)

19. -'.61 Unntesanti Ft.Jtrico ~ 5.6:! Gimelli Eugmio • •

.ta\.GuidP(I9) • Regie truppe

H.U.6~ Doria RIWirio.

3l. S.t». Petllnelli Pllonmw.

. Il faril. • RegiP trnpJle 11"Arrica

18. ~.63 Chini Gaetano. . .

.6 alp.

Xllcorpod'ar. • Regie truppe d'ACrica 1. 7.63 Bog)liO·Lera G11bride • 3 alp. Hl. 1.63 Alt.obelli .4lbuto . !50 fan t. t. l.63 Restlvo PanUIII)ne G.ppt. e&I'.Genovn(4) 1. 9.M C'~tani Carlo . • osp. Piacenza

d'Arrica . .

3 aprile 1813 13.li.63 Fortnnato C4rlo. 31. l.6ì Rh a Cmberlo.

s. 6.63 !'iota Ct~ • • i. !.t». Surano Lwgi.

lO. 8.63 \'isal!i Paol<J • 8. 4.63 Pastorello Liborio

:!3. 5.66 GU!cciardi G nrli.

.a rant. . dir. san.

VII rorpo. d'a.nn . . ! alp. . dir. san. X eorpo d'arm . • 68 fan t. .14 id. •~. appl. :.an.

mil. !9. 6.65 l!ariani Enrico • 4. 4.M L.a Ca.va Ignazio. 8.ll.63 Yartinelli Giwrppe. '!5. L63 Licastro Giuuppe . 6. 6.63 Cnlini Alpi110l0 . • 5. 4.6• Gluffrida Luigi . . :l. L S. t». Zoo cada Francuco .

G. 8.63 Pispoli Raffaello. . 7. 7.64 Zorzoli Luigi • . • 6. 3.63 Piuoeolo Og~>il>ene. 3. 9.6a llargotta Ctsore . 1;. 3.64 Paslno Eligio . • •

• 6 fant.

. 4 alp. . 5 alp. . ~7 raot.

. cav. Roma(20) . cav. Lucca(t6) • osp. Drescla • 38 fan t. • cav.V.Em.(tO) • ld. Aless. (14) .1•1. Savoia (3) . id. Sal uz. (l!)


SOTTOTENEli'TI IU!OICI

dal n. t :ti n. a.a Il glug110 1893 13. 3.64 Oe l1ior,ri Btniam.ino . • ~ fant. t!U:!.66 Cambool France1co . 86 Id. li.l:!.6~ Pellerìno A•IJrta . l alp. ~ i..6i F:uiO GatiCJICO 58 6ult. ~- 6.65llonte .Yieola • . • t gr31l. :!\. 5.66 Lo Bi:~ neo Lodgi • 37 rant. ~8. 1.66 Bonomi Cadano. cav. Aosta (6) 6. 6 6l Vadora Fra••u~eo • • 7 alp. ~s. 3 63 MJliLello E•mlw • . 49 rant. 5. ti.G.i 1..~ Grotteri:l Parquale. • 59 id. ~HO.s.i La f'.ascia Sulvatqre . eav.Pado'-{~1) 7. 9.6i S.1g:rrni E~arlslo. . • cav.Umb.li!l)

(com. se. 3(lpl.) H.I0.65 Vprdoli\n. /Jcn!aminu . t6. 9.6ii Pant.1no Arl11ro • 19. -t.6i Vardeo Efl•w • . S. 3.66 CHteUano Ftdelt ~- 4.65 Bosio Giuseppe

.

2U! 00 Tro,·anelli Lwgl •

. ~!aut. • {~ id.

. 3 Id.

. ~ id . cav Piem R.(2) . t.l.irlll. san. IV corpod'arm.

:&.H.65 lervol!no Saltatore. 5.H.65 Stefano Cml>i'rto.

. ts raot.

~- :! 66 aono Gioronni

. 3 alp. . eav.Caser. (l7) • 48 rant

. eav.Umbertol (!3)

. 18.10.67 Brunello .Jugwto 20.U 66 Cimino .Prance~eo iO. 4.66 Mo.rri E:;lo • . •

. 5 alp.


t6

UFFICIALI MEDICI IN ASPETTATIVA LA CUI ANZIANITÀ È SOSPESA

Data di eoUocam.. in aspettati Q

DaLI di antianlb

n . .a t S38 ottobl'l'

Il

!7

tS8l maggio

10

1895 gennaio

~

188l- ottobre

U

t 895 marzo

3

!882 geno11.io

8

t890 dicembr~

l~

t893 !nugnn

Il

'!1.11.5! Borrelli Er11eslo .

1894 ottobre

t o. U9 Marsilio Gllrico, o§< • • • • • • • • •

t895 gennaio

3. 4.52 Arlom Abramo, o§o • • • • • • • • •

6. lO.~i Cermelli Cvrrar.lo, o§o.

• • • • • • • •

TE:'IE."'ìTI MEDICI

n. t

1894 ago>to

~. 8.6! Giarom~tli Gaorn1uli •

iO. 5.60 Di ~a Luigl •

ago:;to

SOTTOTENE.'\TE YEDICO

n. t t O. Ui Panichi Rndol(o • • . . . . • . . .

!894 giugno

~~


FARMACISTI MILITARI

CHill!CO F.UUl:\CISn ISPETTORE

n. t

Fihppi GW.olllo.

• + . . . . Ispettorato di sanita m1litare. • . . • • . tS~l3 m3rzo IO

CHIMICO FARMACISIA DIRETTORE

n. t Go tU G!u1eppe.

+ . . . . . . farmacia centrale militare. . . . . . . . 189~ marzo 10

FAJliD.GISTI CAPI DI t• CLASSE dal o. t ttl n. 3

dal o. t al n. •

1

13 lll&l'ZO 1892

Il ottobre 1885

Pari:ù Luigi, o§o. • rarm. cent.

\n tolino Btrnarào,

+ . . . . . .o<~p.PaleTDlo

mil.

25 agosto 1893

17 novembre 1187

p.,nzl EratmD.+. osp. Torino 4 nowtmbre 1889

Leo Gweomc,

+ .osp. :'i:~poli

Glord11loG•u,.a••"i·

1 + . . . . . . -r. Ftrenze

FAIDllGJSTI CAPI DI !"CLASSE

dal n. t

dal n. e al n. e

:~1 n. $

14 luglio 1887

4 noYimbre 1889

Di Gregorio L.gi, :§oosp. Alessati.

!\asi Pietro • . . rarm. cent.

17 novembre 1887

4 marzo 1890

Rliolettl Soulo, o§oosp. M.lano 9 llllftiO 1881

Brtro Gw11anni. . rarm. rent. 9 maggio 1889 Amoroso Vlncen .. o§o osp. Verona 4 novembre 18811

Franeiosinl Guido,

+ . . . . . .o,p. Roma

Pi~J:ozzo Fthce .

l

. osp, P1arenz.\

a marzo 18112

LI\ Roton1Ja llalfaclf osp.Oan 25 liUto 1898 BoUo Gwrglo • • osp. Bologna

l


St~utl F.A&IU.CISTI IW.JTARI

FARllACISTI DI t• CLASSE dal n. ao al n. 11

Jal n. 1 al n. 9

l

14 luelio 1887 BoiO!!nini Carlo . o•t• ,\ncona 25 settembre 1187

4 DOYIIIIbrll 1881 Pellizzari Coriokmo osp. PaJvva Meoeghello G.nni.. id. Livorno 4 novembre l 889 De Paol: A mo.+.Re::netru~pe d'.Urira 111 aprile 18111 Lovadioa Jlarco rann.cent..mll. 28 11ovembre 1191 Belliazzi .~rturo • osp. l..ntet.

Francesconi Guuo-

mo. . . . . . osp. Genova Gayt.'\ Demetrio,<§- lspetl. san.

l

Carrier Al(on.so. • 0~1'· Brescia .l.bb3U .tnlonio

9 manto 18811

SOla GitUtppt • . osp. ~o..-ara

• id. ~e-sirul.

25 gennaio l 888 Cameluttl Fett~ico O>l'· CatanlMO.

17 febbraio 1888 RompianiAie.ssarld. osp. Koma 25 marzo 1888

1\o,so Enrico . . form. r~nt.

13 marzo 1192 Rcrrere Giu•fl'Pt • osp. Cej:liari

22 apri1e 1888 Ch.alch;a .f •ldrt4. •l>Jl. l'erogia

Cocrone Naggier. osp. Roma.

15 agoftO 1898

FAR)lACISTI 01 ~· CLASSE rlal n. a al o. 18

Il ottobra 1815 Tonini Lv.igi . . '"l'· S31emo Bozzola Eugenio . i•l .\lt•ssand. (int. J•r""· Casale) Il novembre l 88 5 Sibìtla Gio.B~tttisl4 o<ft.Piaeeoza (~urr. Panna) 25 mano 1888 )~:orini Pitlro • . Ro•gie troppe d'Afrtca 22 novembre 1888 Oertoldl Anter1ore . osp. Padova

(succ. Udine)

dal n. 11 al "· ae 17 no~e 1117 Fabris R'cctlrdo . osp. Pa&J\a 25 geonalo l 888 Yann~jont G.nni . osp.Ra.-o>nna l O febbrelo IIQ 1 Jllberani Emilio . osp. .VIlallo l U Stttemllre l 888 l Cervellin .•utonio. n;;p. Pa.!ova vntpres. Tre\ i>o) 8 mattie 1888 Giull'redi Giuf(redo osp. l'ado\"&

l

2S lllliii&ÌD l 887 lloldnni Fttkk. . O•P· Verona rsu~e.llaotot"a)

14 luglio l 887 Rifuleo .~urdio. . Cl• P· Torino 25 settembre 1887 \lantice Giooanni. osp. Verona Alarini FrancesM . <'Sp. Napoli 'iaule Luigi. • . td. Chieti (In r. rres ..l.quila) llenniti Ra.f(atù ...sp. ~poli

suce.Cllsertal • . Oiip. Ancona Chemìn Antonio . lrt. Ca.tanz. ROSSI Carla .

Amatnro •.frllonio .hl. Napoli lli~lìardi Dommico id. llessina Pompeiani Carlo .ltl. Palermo

l

(suce. Venezia) Rodinl .11iclt.ele • . o~p.Piacena. 4 aovemllre 1819 Ferraro .dmubGle. o;p. »ilaao Baroni Edoardo fann.cent.mil. 18 glugao 1891 Roberli Guaeppe • osp. ~apoJI ~:>uc:e.G._

29 agosto 189 l Castellini Giustppe. farm. eeatr. 13 dicembre 1191

Coscera J\"ieOIMCÙ. 0>~'· Fireut 18 mano 1812 Ferrari Cla.Wìo. . osp. A

(succ. SavigllaH) 25 agosto 1898 Gaspari PIO • • . osp. fil' S novemllre 1193 , Lutrario G~<Jcomo. osp. Bari


(S~) I'AIUI.\ChTl liii.ITUI

FARMACISTI DI 3• CLASSE o!&l n. t al n. ~:

22 nonmbre l886 ~appl Gioacchino. osp. Chieti

14 luglio 1887 )Jiechlni Antonio . ow. Perugi:t Centa .1Ulllo. • . Regie lriiPP!' d'.Hrt"& Gro:;:;o Fraru;tat,O. ree!. SavoDI!. Perotta GuslatJo . osp.Piaeenza

(sncc. Pa~~tn~) Gerbino l'illorio . osp. Tormo Ferrara Gi~Ueppe . id. ~Ula no :-onis RalfoJtlt . . id. Bologna 14 !ltttmbre 1887 Te1.:srhi Frana-

o . . . . osp.Palermol

tlal o. ~3 al n. u J o otttobre 1888 Laurml Carlo . t..rm. e<>nlr. 9 maeg lo 1889 O:unonte GitU<'PJ)t. O"P· lles."irul. (io f. prè,,, C3Wlial I'Amelti Cal'ndao • u-J•. \·ero!J:l 25 ottolw'e 1889 Corchia Primo . • ~'IJI. Roma 28 marzo 1890 lSirola.l Angtlo • . nsp. ~a!)&li 1-~llr.C~l'Ul'

27 aprile 1880 \"aa:aro F•a•!aco o•p. Boio~ 22 sett-""- 1810

25 llttembre 1887 GnJ.1a G'"· B•tutt.aa:,-p. Xonra

Rotla Fra'/Utuu • o•P. Ales"'3IJ. 14 maggio 1191 :\larenco VUto,•to • tl~ll Geno~a 7 luglio 1891 ~lartinotti Carlo .u-;p.P1acenza 1luf. l'l'l!> Pavia) 23 agosto 1891 Cornelio Llàgi . . o•r• Tllrino

(su.cc. Venezl:\)

Do Rosa lsido•·o. • osp. ~a poli (~u&. Caserta)

leO,

(inf. pre;.. Tmro.ni) Pdrbl VmcCIIZO • o;<p. Rreseitl Pir~ino 1/.te(o.ltOGio·

vannl

• • . . id. Urs~an. Csuec. Sa\i!!liano)

Ye!1:1" Or~''· . .'3Spett.~tau. t<>j:tcono P111quak. id. P.11lon

:>ego! Jlat.~rlzlo. • osp. Cll::ll~rl Rensl Pulro . . • osp. Veron3 (SO~ ~.13ntMa)

&n:wentttre Sk(. farro. centr. 14 ottobre 1887 Ceppi Ugo. • • .osp.P:\Iermo (In r. pres. Girgeotl) 25 gennaio 1888 Faldai CmUio • . osp. Cagliari linL pres. Sa3,.;;~rl) Celli rmcen;o . . osp. Roma Sln~galll GiotJanniid. Navoll Polo Lorenzo . . id. :>a poli

13 marzo t~82

2 5 settembre 189 2 ~onis Gerolamo .

. osp.Firenze

Forcherio Luìg• • .ld.\le:;~ri. 16 lelllw'alo 189S Guerrieri Ro ffatl~. '"p.IJolo.,"lla Enriro Fr!mcUC•• . 1d. Ll,-orno 2 5 aeosto 18es \!berti Egidio • • o<l•· Piacen. Gii'ITI'lanO l'inun:o ad. $:11emo 3 novembre 1193 Mlreli l'inctn:l1 . o~p. P' lenno 15 marzo 1894 ~l;~rlini Giovanni . (hfl, Verona


UFFICIALI MEDICI DI COMPLEMENTO ASCRITTI AL REGIO ESERCITO PERMANENTE T.E:\"E..'\TI YE DICI

dal u. 1 al n. 37

dal o. Sl!t :~1 n. 8 e

15 lllcemllre 1889 !orio Au-ola • . . J~<. Salerno 19 dicembre 1889

3 aprile 1193 Sebirò A• onù•o dis Pal"rmo

Giardin~

\!Ila Franr.uco. • rli~. llilano

8 april e l 894

Gitmppe. i1l. Palermo

l

20 luglio 1890 ni Giandomenico GiUJtppr. . . . •lis. Teramo 12 maggio 1891 B•o!cat, 1' •l! i., • . Ji• Ril\Jgo 20 luglio 18!11 Frrrante Bitlgio . di~. Co•tnza 21 lug.Jio 1891 Bellinr.on~ E•I.!Jenio di:.. Le~··o )larthi!SI· .\'irola . id. \'o~ hera 21 luglio 1892

l!l marzo 1895 Zacearla Gnrl11no • olis . .\'apolì 1Russi Enrlcn . . • id. Xapoll Biani Pi.ttro . • . id .Uas>a Ge:.<ro Cum Luag1 1d. G!'.tiOYa Cavazzam Emilio • id: \'enui:t Falcone ~sart . . 1d. :'\apoli

A.ccorimt>oni F.ppo Id. Spoleto Pieraccm• Arnaldo i•l. Yar~rat.'t : lla~er Sil•·rslro. . hl llologna Znccbi .F'rnnreuo 1(1. no ma Caldo lg11a.::io . 111. Cuneo

l l

z:.ppin Filippo dis.llc;:gioC>Iah l'aloruW .Wilio. . i•l Spol··to Il dicembre 1892 Sangw.·no l!.foardo dis ::Sapt'h

Ga.~parouiDo~mmico, 1. r-rn

23 febbraio 1898 • ·•~·. Vi"CI! lla!tlio ·•~tppe. . "' Genou B.'tsile Gnelnno . . Il!. Trapani

l.arini Salralore

c:

Ravignnni Gtmeppe id. Venezia \ntoni<>ne Giovanni id. Casale Cutol Giorannl . Id. Xapoli !karlata lgna~ìo . hl. Call3nii. ~l:lrian1 L'lllberlo • itl. Chieti Comino Ci~ • ili. Yondovl 7..alli A lt<mio • • id. Uoline !olaot~alU lìmb. . id. Firenze

Vegni Gluteppe . • hl. Siena Biscaltll Luigi Ern. Id. Xovara ;';alal!hl lforiano • id. Pirenz.. .Uliod Sl4nialol). . id. !ne~

GiudiCI Prancesco . id. Bergamo Ptnnino .~ntonio . id. lloodov1 \'ecrbio Cfro. . . id. Piae.:nu l.., Sarto Frot«:UtO id. !lene•. Testa Giuseppe . . id. Milano Calca CnmiUo • • Ici. Cosenza 5chiapvoli Hichelt. ld.Prosinone Damiani PW•·o. . Id. Palermo éhiarena1.An.toni no. id. Pavin Ancooa Arnalao • id. Mantova &llac.. lonoa ..t.ttonino • . . . . id. Calan'" .Hel'l••o Pl~tro . • j,J. ~amo

l

ltl&ngarim Gregorio id. Orvieto Yolinara QJrlo . . id. Sa,·ona OoYa Umilio . • . 1<1. Casale S.,Ope;i fì1ocan11i • lt.l. lfa..'3a Boni EIITICO • • • i•l Yilann Paolucci Lamberto. i!l. Aseoli P. GianneUi Raffaele • id. !,ecce Fraocesclli Carlo • Id Forli Consoli Gìu$eppe • id. Rari Berr~tta Pietro . . Id. YllaM

l

Berra.()eutt.triniGfu.seppe . . . • . •·l. Yanto•a

Faldella Pìdro . o·.~scosw Molti-• Positano f>i.ttro. Leoni Enrico . .

. 1d. Casale •• d. Campa;. . l'l. Bari

• td. Monza Go Ilo Ca.m-en~e Giu-

seppe . . • . . id. Cefalu De Ponte Atttonio • id. .l.ligneco Fran~esco. id. C>tank ll.ontano Crucen~io J.l. Sola. Mariani Btnttnulo.ld. Omete Mirri Fronctsco. . Id. Ravenna Aiamaoni Luigi. • Id. &rezzo Dertogalli .4~14 • ttl. Parma Rodi An«mto. . • ltl. Savona Riecianii Cio. Dott. 1d. Bene,·. Perrit>llo Stanl.doo. id. Benevea. Corsinl CLuuppt . Id. Trapaai

caserta

Gioror'"t id. Paoa lYarinone Yartino

Luigi • . id. Xapon


l&g!U) UFP. COliJ>t. ASCRITTl AL B:l!GIO SSBllC. l'ERli. - I'llJ'IiNTI llEl>ICI

dal n. 8 t al n. .. 32 21 marzo 18&5 Polidoro Gfu$eppe . l'li s. A''el lino

CappeUrJ PeliciaM. ili. novi~;o Lattes /l'ino . . . itl. Cuneo Lencioni Adolfo. . id. Lucra

Bartali Giorgio . . ici. Firenze • • Id. Padova

~artinl Angelo

llerou Carlo . • . id. Cagliari Sa"a Enrico . . . irl. Xapoli Grassi Stt(attQ . • ili. Siena GabarrliOrocchi·G&o· vawu . . . . . id. Firrnze Coli\'a Gotrrtilo. . ltJ. Firenze Foderà Filippo . . id. Palermo Zoia LtligL . . . Jd. Pavia Buglioni Bgitlio. . Id. Frosm. Condorelli Mario . id. Rom:~ Omodeo-Zorini Carlo. • . • . Id. Pavia Bersaoo Giuseppe . Jd. Cuneo Rossi GitU.eppe . . id. r\o,·an Porcellt Pielro . . Id. Livorno ~fineIli Lui{Ji. . . id. !leggio B.

nagucd Nicola . . hl. l'iapoli Uppi Cbaldo. . . ili. Cagliari Ca.rraroli Arturo . id. Verona. l'atumbi Francesco id. Teramo ~ilesi A/arco. . . id. Bergamo :Uelloni .lg0$lino . id. RoVigo CipoUonl Luigi . • Id. Aquila Bontardelli Ca1·lo . Id. Brescia Guida .&mlrea . . id. Camp:~g. Masooro C«an. . id. Casale Formigli l'irgi1~ìo . id. Firenze Cangiano Giovanni id. Beoeven. Oe Simone Luigi . id. Campob. Ucaslro Raff.We . Id. lecCi' ~lil~i GioiJantli. . 1(1. Rergamo Conti F'ra-ncesco • Id. Catani:t Bonelli Antonio. • id. Tarnnto Collotti Eaoarào . Id. Palermo

Dello-lo!o F.f~o. . id. :Xola Bo mmarito Franco id Palermo V'JSintin .lntonio . id. Tre\'iso Di llilria A uguslo . lrl. Orvieto Fiori ...fdriano . . ilt Modeon l.asagni 8omoìo . ii1.Reggto E. S.-uJgtl.inetl E1nan . • id. Genova Ciane bi Paolin.o • id. Firenze Fasani Bme&t;o • • id. Brescia LeVi Satvalor e . id. Padova. Guidi Domenico • id. Rmna Foppiano Giacinto . Id. Massa Albore ,Vù;ola • . id. :-<apoli

6iannont Francesco id. Nassa

31

dal n. asa al n. 18~ 21 marZll 1895

Te~zagbi Giuseppe . rlis. torti .Berta All/ino. . . Id. Torino Fllippeuhi Gregor. i•l. Livorno Comba J/ario • . id. Casale Robbio Ubatdo . . i1,l . V-oghera Go.i=rdl .4medeu. itl. Aneon:~ Fera Gatlano • • Id. Cosenz.1 TommllliOiiFerrant~ Id. Forh

Rinaldl Gìovam1i. • irl. Foggia Caleill lfauimJJ. • 1d. YodeD:I Zeppoui J/4rco . . l•l. Pes.~ro OeAngel.is Grttseppe id. Spoleto Drapperi Afatteo. . Id. Caneo Villa Ell01·e . . • id. Colllo .Yurd.~ca Tov~o. id.~o C. Nardò Do~ . Id. Foggia

Zanetti Cam·e . • id. ~lodena Seommegnailntorlìo id. Barletta Lo Presti Gaei«~~o. id. Forli PoJti Orule . • • id. Como Lofaro Jlocco. . • id. Reggio C. Taurino Anloltio . Id. Lecce Barollll ~'incen;;o • itl. Cefàln

Bosdr:lgh1 Gio..Ballll id. LiT~HIO Cassisl Satvator~ . Id. Roma Glorgetti 1\'ino . . Id. Varese Pozzi Gaei4M . . !d. Siena Valente l'idro • • id. Avellino Pc,lini Giovanni. . Id. Ascoli P. Scalfi Guolielmo . id. Milano Giovannooi Andrea hl. Siena De Francesco Genn. ìd. Castrov. Sorren lino Rqff. . id. Castro v. Accardi Camillo • i<l. Caltani~. Sanuasardu F."o . itl. Palermo Longo .illdrea . . id. Caltanls. D'Autllio Carlo. . id. Livorno Virga Nariano . . id. Cefalù Baracco Giotlamù • Id. YondO\'i Garibaldi ,1/a:rUJIO. 1d. Geno>:t Grapplolu Gio . .Batt. id.Aiessand. Stìcca Strofino . , ltl. Casale

Tonnarel U·Gtasseu l .4sumw • . . . hl. Spoleto Bofondi Gnrtco • . id. Forb Fabiani Vincenzo . id l'ìapoli Burzio Nel&Jtiorre . hl. Pinerolo Bovio Lmgi • . • id. Savona Fatuzzo An~oJtio . id. Simcasa Giardìnieri .Alfredo Id. Spoleto Anzuoni llincmzo. id. A:velllno Caporeale Gimtppe hl. Poten.za Laghi Alessandro .1<1 Castro\•, Macari Antonio . • id. C;~S!Iì31'i


(.'\t!)1U} t'Fl'. COlii'L. AòCIITTI At B. KSERC. PRMII. • T~l 1!: ~TTOT. lll&lliCI

3!

·hl n. 168 al n.•, .

dal o. $-:i li o . . . . 21 marzo 1195 Lusardi CamUio . fh;. l'o'S.Vo

21 marzo 1895

Allegretti Ludouicò dis. Pot.enm i\lanr.one l'hlCt1lZO. id.Fro:<inon. lluedo 1/affaele. . id. Siracusa Ber tolti l Giovanni. id. Vicenm De lhrouls Dome.nfru . • • . . i<J. Potenza Provern Edo)(Jroio • id. Casale .W:t~:;iore P~tro.

Monta! w Wn~e1110 111. Trapani

Lombardi Nicola . ltl Campob. Panìchi Lortn ;1.1 • Iii. 'sco lì P.

Pellegrini Cirlacu • Id ..H~Ilino Grassi Bi.ogw • • ifl. Oltani.1. Cialdea Pittru • • hl. llo01a Stolll Alasaudro • i<!. Poi.Poza De Ri;>io .Il(c>ll<o • 1.1. Chieti

. id. Bre,~Ja

Yero::.,li'lli l1ru.. . id. Ravt:nn3 G:J.Irno Gnmaro . id. Ca.:!~trta

VIlla Giorgio • • 1•!. Venezia On·aUaro Antonio. hl. Salerno Oe Mori GirJ. Bnlt. lol. Treviso Petruzzi l'incm::o.lol B;tri Vietri .Yiwlrr • . od. \ ,·ei.Uuo

r.~on:mlis G trar-

d i n IJ. • • • • id. CastroJV, . . id. Vet·one~

Lugl~to Piclro P~ei nto . .

. . id..\Scoli P

Pi1$ò&OO:mtl Domtlllrtl

.

• id. PalM'tllo

SOTTOTESE.\'TI llF.IliCI

dal n. 1 al n. t :

dal D. ~3 ,J Il • .S.&

1 luglio 1889

calcinai Dionl~io . dis. Livorno Bnsr!"rul Domenico. id. Caltanissel~l

7 liiQJiO 1889

YPro•ll Ftliu . . dis Cremona 18 aprila 1890 Gras.;a .tlllonino . rli$. TrapMt 19 giugno 1890 Ferrari Carlo • . dis. Padovrt Perron•• Gi(lcomo . id. Potenza Solh ,lnlon io • . iJ. :Yessin3 l,l.umn Gtora•uli . id. t;dine 1 Jualio 1890 :'dll•c '•• .salratorcl.dis. TaranLo

RPgin Glwtppt • id. :Upoh Di l.lbdrlO Frcutc.jd. Palormo l l gennaio 189 l

Cluro /Jartolo . . dis.Ceralu 12 marzo 1891 .Y·>glml Gtulio . . dis. :>o> a m 28 llUOJIO. 1891

BaDO G1ulio • • • dis. )Jonu Btlsell• Al(rtdD • . id. Bolo;1na lleFiammmei~LtUgi ìd. Teramo Guir!elll Ccuim.iro. id. C'.asalo Corlll Antonio . . id. Romn

Parig• G!ultppe. . id. Arer.7.o Al•l111i•1 Gitutppe . id. Potenza D~ no-~1 llirrardo. id. Roma ('.o•a Patlro. • • iii. FiretU~

28 giugno 1891 Pal.tettì Co.dr.mlltl<l t!ls. Novara B~i

Gioor11111i. 1•1. Crt>mona

Lupi Gi!IM!pfl~ • • !•l. Goou\'a Pèt'.9eneltl J/itMie. id. C'.bieti

Bombicei Lu1g1 • • td. &J~--na Salratori Cnllre • Id. Mact'!':U3 Biagi Silriu . . . i•!. L1 vomo Bruni Carmelo . . h.l. Co5enza

Galloni l'in ce~tzQ • ltl. 1\oma Panicbi Om·Lo

• • hl. Arez~Q

Giorgetti GiutJurutl td. l'dine ~larzivli Colombo . id. St>Oleto OeUepi:ul·· .\acol(l .l• l. \'o~bera P:lss:Joisi Gioranm Ili. 5ll1tCII3Z

l

Perri Ra!fad~ • • lo!.Cat.Ul:rar. foppiano Glo. Ralt, 11!. Pl:u:eua Andreis Eugmw • id. llrt'scia Martino Gugl#flm!t ·'''· Campob. Cusenza. Michele • Id. Siracusa

Agostini Giuseppe . Id. Verona Gusmano Caloqn·o.ld. Roma Calderone CarrMlo Id. \les...nta .\ngeloni Carlo . .Id. l'ro<inon. lbrchei Buggtro • Iii. :\neona Lapati Gio11onru • M. A \'elJioo

Brigneti .~ngdo. .1•1. Geno~ Campanelb Err~eo id. ~avoli Memione Eugenio. Id. Napoli Varallo Btture • . Id. C.'l.salé DelloSt rologi)Dario Id M~ Grumelli GiJUl111''. id. llrescia lohuatori Eugmlo . hl. Ferrara


St:JLt tFI'. COlll'L. ASCIUTTI AL l. ESDC. Pftlr. - ~OTTOT. W&DICJ

olal n. ~ al n. tef)

33

dal n. ••• al n. t:i"l

28 giugno 188 l

28 giugno 1891

(;othertaldo Iacopo dls. Vicenza Amata For!u~aalo . id. Frosin. Serra Egidio . . . ili. Cs.sale Lat Fra~aeo . • iol S:t'\Snri Guofoli ~ro • . Id. Spilleto Parilli Gwcomo. . hl. BréScia Patrl7.i Gluuppe. • id. Leeeo

!doramarcomaciniO dis. Bari Astarll..l Colla•llino id. ;\oln Camerini /.ucillul) .• id. CreUlonn Pisaru Glacom->. • id. Cnt.anz3r. Pagani Bmi<lio • • id. Cremona Poleslr.l Franu"o id. A.\llllinu Ottonello J:nrico . id. Gaglian Coron.'l P(IJIJIUJ~ • id. Barlell.a Fabricatore G.u!l.i. id. Avellino Verda Luigi • • . id. Torino De Luca Gilllf'JI1lt . id. Cosenza Boccuccl Oentaràino . . • . . id. Gaeta Ricci l"ittct11.:0 • • id. Cosou1.n 5al~oui l'itlro • • id. ~rescia Belloc:clùo Dl1rico . id. Tonno Magri Em(ljo, i . id. om~IO Al~ri Ptu.1uo.~. • id. Avellino YnsumeciSalt'alort id. Catanta ~liletti .mcMlc . . id. Ave! lino Piccinelll Gi•1lkl. • Id. ~ergamo DI Lorenzo Pietro • id. Rom<\ Colleonl Gatlano . id. Brescl:t

~feti Salcatore

. . ul. Ceralo

Frll<ia DomeniW • id A•ellino SaLbadini Arnaldo id.Prosinone \'tntura Jlario . . itl. Li,·orno Pallavicini Antonio id. Voghera Tricnrieo Orazio . id. Aquila Salvagnlni Perrucc. id. Rovigo Sl>g>A l'irginio . • id. Bologna lor:;antini CamJll<l Id. Novara Zopego.i Alberto. • 1<:1. Milano Rollino Luigi Siltio id. Vereelli ~ucd Francaco . 1d. Campag. Gianelli Adriano . Id. Cuneo .Mart.ullo ,flichele • Id. Avellino Ma~tronardi G.tml. Id. llarletta GrtUo EL/()re • • id. Spoleto Zaltl Eugenio. . . Id. Udme Paradt:.i .fl(rt.dJJ • id. Sio·oa fl()ssi Giuseppe • • 1d. Spoleto Tomm3Si Jaeopo . Id. J.ucca Q:lvaggioni Scipione Id. Verona Cucio la Def.endente !(). Torino Vacenro 1\"icola. • Id. Polenza Fernando Cio~;a•ll•i id. Sassari Corbi AlllolUo . • ad .•-\qulla Paeini .4lessanàro. ad. Pi~toia Fa raro A11/o11io • • td. Venezia Tlc07.Zt .Varco . • Id. llllaoo Co(t.cioln FWppo • i•l. Col$ale Pinzoni Pidro . . Id. lkrsmmo Antonio! AntoniM uJ. Perugia Polltnl Giolla11'11(. . ìrl. V~hera Lieto Saloatore. . Hl .\\'ollìno Zonnelli Giouann'. td. A•Juib. Colognese Giot1a1<ni Id. Verona Vllllli Piet·ro . . . Id. Bergamo Plan1:4Stelll V.nzo. ili. R:a•enna ~uzanli Pidro. . Id. R oYenna Di Bartolo LuriaHO 1<1. Caltank. \•aleoti ~pt • id. Sii'Oa

1\eale ~se . . • r•f Potenza Ra ho IM.oardo • • id. :'IQpOli t.nutard .Mar io . . id. ~·irenze tlorrini El-nato. • rd. S:~voon

Font.•na .1\"iwla. . hl. Trnpnni lhzu Antonio • . lll.~ob Gior:;ti Ercok . • lo!. Bolo.zt13

Scami'CI'hia G.f'Pt . id. Aquila Falco E111nllno . id. Temmu Pace Fulolo . • . id. Veroua

Bondino ..-1111onio . id. :-iapoll Monte~anto Coatan-

lino . . . . . id. Salerno Rnggieri Giovauni. id. Foggia

Sorace Rocco. . • id. Taranto SpagnolettaLton11r. id. Barletta (OVine J.gr~alal). . id. "apoli Cola:.uoono Strt1/ino • . • • • id. B:lri Buon! neon tro fìiuU'PJlt . • • • . id. Zìa!l(lll Toro Fuolltmo . . id. Campoli. Pitandello Ettore • id. Palermo Basile Gi!Wflpe. . id. Girgeou l luglio 1891

Jannonl (:uare . . dis. Napoli Cal rello Ougmio . id. Palermo Abeniacar Caulauo. id. Livornu 7 1111110 1891 Bifa.no A'"raw • • dis.Camp:Il;:. 26 luglio 1891

*.

dis. Roma l O dicembre 1891

Samhon l.ulgt,

De lbJcCISlrb Corio. dis. :\woll 14 fel*lralo IU2 S:wzior.za t.atJii.H.D- di< RAJ.w,..


34

(Segue) UFt'. COliiPL. ASCI\~TTI AL Il. ltSEl\C, PERM, - SOl'TOT. i!EDJCI

dal n. t5t al n. tOI l O aprUe 1892 De :Xobiti Blutach. dls. Napoli 8 maggio 1892 Benedettelh Lelio . dis. Roma Fittipaldi Hmilio . id. Salerno Il luglio 1892 Prò camillo . . . di s. l'rosi n. :Yarcbesi Giulio. • Id. Roma Bertooe .ì'icolantonio. . . . . . id. Campo b. Cerio Giorgio . . id. Nola CaTruceio .Variano. id. Roma Carletli Amedeo. • id. ~~~sa D·Alessandro Felice id. Catania Jooa Giuseppe . . id. Venezia Aecame Pietro . . id. Sa~ona Zandotti E'ltrico. • id. Roma Tonietti Pietro . · id. Siena ~randoniFrancesco id. C<>senza Rebustelio G.ppe . id. Treviso Conti .Bugenio . . id. Parma :Ba.sili Andrea • . id. Perugia Pagano Pasilio . . id. Salerno Ricciardi Pidro. . id. Napoli Albini Antonio • . id. ~mano :Yurgia Yitto,·io . . id. Cal:liarì Carioni Tito . . . id. Lodi Yontini Giuseppe . Id. Brescia Olio1i-Fa$ola Giou. id. Torino M'inervini Raffaele. id. Napoh Consiglio .Vichele . iJ. Palero1o Massimi Giuseppe . id. Roma Gon1.ales Gioocch. id. cerai ti Malfei Rodol{o • . id• ./,reno Courrier Riccarao . id. Roma Spagnolo Hncenzo id. Loo:e Palazzi Giuseppe • id. Modena Stancati Raffaele . id. Cosenza Gh1gni Gerarao. . id. Cosenza Portaeeio Ati-Ionio Tommaso . . . id. Lecce Giarrizzo ;!liclule . id. Caltanis. Sa.nduUi .f.delclti . id. Avelli no Giotrrè Bruno . . id. Reggio C. Vespa BetliamitiO. id. Aquila Odero Ippolito . . id, Genova Bonasera Roberto . id.Caltanis.•. Vereellio Filippo . id. Spoleto Teodori i\'ìcokl . . dis.M:lcerata ltloUo Giovanni·. . id. Mondovi cacciamali Vincenz. id. Bergamo Benvenuti Ezio. . id. Livorno ~litani Giovanni, ® id. Massa Dattilo Antonio. . id. Napoli Daddi Giuliano . : ld. Pistoia

~al n. ~•~ al n. :158

l l luglio 1892

Laurenzana Donato Antonio . . . • di s. Bene\ e o. Devoto Ltligi. . . id. Genova Cristiani AUilio . . id. Lucca Zieari Pasquale. . id. Fo;:gia Yura Giovanni . . id. Ca~:liari Talari~ Giacomo . id. Catanz. Rondioini Giacomo id. Firenze De Caridi Angelo . id. Reggio C. Demieheli Alberto . id. Voghera Piazzi Arnaldo. . id. Varese Yontagnini SaJval. id. Vercelli Macaluso Luigi . . id. Girgenti 1\ardi Giugeppe . . i<l. ~acerata Novo Salvatore. . id. Palermo Brocchi-colonna .4t· tino . . . . . id. Vicenza Bennati· Angeto. . id. Ferr~ra Oeletti Giuseppe . id. Teramo Viceconti Giuseppe id. Napoli Farinati Amerigo • id. Firenze RavaldinJ Leopoldo id. Pesaro Ancona GW,seppe . id. Trapani Contella J!Ukele . id. Avellino Cascioli Francesco. id. Orvieto Nicolli Ferruccio . id. Rovigo Alignani Ptuquale. ·id. Voghera Gangitano Ferdin. id. Parlora Rubini Q!dtrito. . id. Bologna Parundi Dftnalo. . id. Potenza Oamiani Giroklmo id. Gaeta Africa Gimeppe. . id. ReggioC. Bacei ViUorio . id. Pistoia Pizzio:i A11gelo • id. Bergamo Bolasco J>ie.l'l"o • id. Geno\'a Fiore Hto . . • id. Potenza Trippitelli .Attilio . id. Teramo Rucei Paolo . . . id. Bari Lardone Giuseppe . id. Pinerolo Serra Francesco . id. Trapani A.ngelini F1'ance~eo id..\Iii ano Gu!li Paow . . . id. Reggio C. Guastalla Lintoh~ . id. ~Iantova Angelico Gia~omo . .id. Siracusa Valao .Angelo . . id. Treviso Zapparoli Luigi. . id. MantO\'a Ma.garon Pietro . . id. Vicenza Valle Luigi . . . id. Genova · D'Anzéo Attilio. • Ici. Fog~ia Todeschini G.ppe . id. Milano Cavaliere Luigi . . id. Salerno Simone Giuseppe . id. Lecoe Rossi E1nilio. • . id. Caserta N:>nn•MnA r.,.tllnz. irl• ..1. OUJ·-..--


(SFgUt) CI'P. COVPL. ASCJ:JYTI AL R. ESERC. PBI\11 - !'OTTOT. llEDICI

dal n. ~~<& al n. 30t

Il luglio 1892

Cor3ZZll Giòv. Battista . . . . . dis.Bergamo Liburdi Balda$$. . id. Frosin. )lorelli /Jntuto . . id. Forh Bonifazi Armando. id. Spo leto Busuito Luigi . . id. Girgenti

Frnncesconi Telemaco . • . . . id. LucCà AIlieri Achi!l.e . . ili. ~tonza m Sterano Gimeppe. id. Catania l.eschiera Gio-vanni id. Ivrea J.a Selva Luigi . . id. Foggia Savio An{)elo . . . id. Brescia Ubaloli Amedeo • . id. Pesaro I.ancieri Pasquale. id. Potenza Cataldo Gaetano . id. iSola

Paolini Mario . . id. Pesaro PiglioneBartolomeo id. Casale Giaimo Salvatore . id. Cefalù Topa Giuseppe . . id. Reggio C.

.De Paoli HZ:zelino . id. Genova Chiesa CamiUo . . id. Pavia

Carbone Agostino . id. Torino Prestia Giuuppe . id. CatAnz. De Luca Antonino. id. Palermo Saioati Lorenzo. . id. J.ivoroo .~mltrano Nicola . id. !\ola CiprianiGiov. Balta. id. llrescia Berardi Antonio . id. Flnri Carrieri Lui9i . . id. Barletta Torre .Bmiliò. . . id. Salerno Di Lalla Prar.uuo id. Foggia Santangelo Domenico . . . . . id. Barletta Chiavacci Pietro . id. Mas~a

Montemagno emanuele . . . . . id. Salerno Magnetta Vincenzo id. Napoli Gay Giuseppe . . id. Casale Cagoassi Luigi. . . id. llondovi 1 Ral!azzi Giov. Bat-

ttsta . . . . . id. No1·ara . . . id. tivorno ll'JWa Gaetano . . id. Nola Torra L"igi . . . id. Alessand.. Cando Ilo Hncenzo id. Catania Bandi l vo.

Di Loreto Biagio . id..\quila l!irone Salvalore . id. Catania J>epe Baldassare . id. Foggia Coda Raffaele . . id. Nola Testa Ltligi . . . id. Safona Marone Co$lantino id. Campo b.

Montemartini 6iuStfJPt • . • • • id. \'ogbera

a:;

o"lal n. 30 ~ al n. 339 l l luglio 1892

.\latarazzo Costabiledis:.Campag. Mariani .llicl~ele . . id. 'fer;uno Quattrocc bi Gaetan. id. Catania

Cuccnrullo Samtttle itl. :Sola Ripamouti Carlo . id. l.ecco Saechi Luigi . . . id. Catanz. 7 agosto 1892 (}iuranua Bruno . dis. Castrov. AlesSandro Francesco . . . . . i<l. Yessina 25 settembre 1892 llayer Eduardo. . dis. :\apoll l ottobre 1892 Picch.i Lttigi . . . dis. Firenze l O ottobre 1892 Martinelli ntto1·io. dis. i'iapoll 15 nowembre 1892 S.:uderi Co1tantino. dis. Yessioa 27 novembre 1892 Spagna Alfredo. . di;. Siracusa 30 dicembre 1892 Salvi Adolfo . . . dis. Pinerolo 22 gennaio 1893 Alonzo Giovanni . di:>. Catania

5 marzo 1893 Bosio Emilio . • . dis. Torino 9 marzo l 893' Coda D M·io . . . dis. Nola Sorrentino Nicola . id. Napoli 3 aprile 1893 Squillante Gallano dis. Avellino l giugno 1893 D' .>\.ddotta Ignazio·. dis. Foggia l l luglio 1893 Gregomci Pier 1\'ic. dis. Catanz. Zappa~igna Carlo . id. Reggio C. Corbi Edoardo . . id. Aquila .~jello Salvatore . id. Cata nia Ponzio Francuco . id. Messina Pisani .&ntoniO . . i·!. Avellino Pinzani Enrico . • id. Pesaro D'Erchia Nicola. . id. :Bari Ferri l!1lrico . . . Id . Avelli no .'darengh.i (;iovanni id. Cremona Caroselli Vincenzo . id. Girgeoti Costa Tito. . . . id. Genova Gai bissi Adolfo • . id. Genova Cremagoaoi G.ppe . id. Bergalllo Scalinci Noé . • . irl. Lecce !'latoli Beniamino . id. Me.>sina Yivenza Giocanni . id . llantova Grillo .1ntcmio . . id. _4.lessan..


(Segue) llFF. COl!PL. A$1llll'1: Tt A t R, e'S.El\C. PEl! M. - SOT't~. ~Ef)lCl

dal n. 3.&0 al n. 3tn

dal n. 393 al n. <1.;15

Il luglio 1893

l 1 luglio 18!1$

Del Vicario Giuse,ppedis. Foggia Gapparoni Pietro . id. Roma sancassani Amllrog. id Milano Bòzzi Piètr() . . ' . id. Massa Carbone Giovanni. ·id. Avellino Tobia Ar!uro. • . id. Frosin. Coccia Tenlistocle . id. Roma Damiani Nicola . • id. Foggia Cimmino Enrico . id. ì'iapoli Benedelti Nrnf~O • Ld. Orvieto D'Agata AleS\!ianà1·o id. Siracllsa Sorgi AnÙ>nirw . . id. Palermo FJiaàorò Gi1tC$eppe . id. Castrov. D'Arienzo C..iovanni id. Napoli Corbellini Luigi • . id. Pavta QeVincenzr illode~Ù> id. Savona Tesio ·Gtusep;pe • . id. Torii)O F'loferi Tito . . . id. Firenze Contegni Marèello . id. Voghera Binodo Giorgi-o . . id. Sir~eusa bel3enedictìs Onorioid. Teramo Pelracclli Pietro . id. Varese Seal-es~ Giorgio . . id. Napoli Marini Paolo. . • id. Roma

Peluso Gaetai1o. • dis.l.'\ola Rocco Biagi-o . . . id. Castro V'. rlli'U'asco Francesco . id·. Catan:t; Rossi GÌil1!anni . . id. Vvgbera Massi-BenedettiSav. ìd. Spoleto Gualandi Luigi . . id. Bolo.gna Balboni Aldo· . . id. Ferrara Arsufll Fra'Mesco . id. B'ergamG Castagnetti Ji'o1·tun. id:. ReggioE.. Folli P.ra1tcèsco . . id. Ravt>nna t:omatis Sre{ano . id. Savona &\rpi Ernesto • . id: Cosenz<1,_ Ruscica Gaetano • id. Siracusa Sibilia Vito . . . id. AvelJ.ino Trev~:> Ezet/l.tf!> . . id. Torino Be.natti Vìttorio • . id. :àlocten.a Arimondi Gitklio . id. M'ondov.i D'Autilia Potito., . id. Foggia Cristailfni. Gìusepp~ id. Macerata C<~-Smgnola l'ilo . . id. Pia~ru:a GiUstolisi Luigi . . i.d. Siracusa Turbi!. Ct~rnente. . id. Torin<f Matturri .1\'ù:ola. . id. Potenza R1moJGi P~tro . . id. .Montl Volpi Girolamo . . . id. Bergame 1laganuco France$. id. Siracusa D~l vecc.llio Felice . id. Bene.i·.' Manteiia. Giu.seppe,. id, Catanz.. Cantamessa F-erdin. id. Mondovì Yaggiacomo Vinc,. id. l.?aJermo Rotondo Gi~eppe. id. Bal'i Ferre.ri 1'eoPaldo . id. Foggia Di Franca Domen . . id. Catania Alessandri - GuazziRegoli Temistocle id. Sien_a Bacchi GiovannÌ- . id. R~gioE. ScarJata llo.sario . id. Catania Basso Pietro . . id. Treviso Stassi Sav~l'io . id. Palermo Mazzoni Luigt . id Parma Tarotzi Giulio . id . Tori~~ Alessi Rosario . id. Catania Taddei Or este • .1c1. Aquila· Blancbi .Celestino . id. C)lneo · .Minetti Carmine • id. Avellino Crescimone Rosa,·w id. Caltanis, Masi Giovanni , . id. Palermo Salveraglio Luigi , i~. Gasalè Alessio AnÙ>nio • . id. Cuneo 1Iiloda Enrico . id. Genova Pavone Nicola . id. Tarauto Nannini Pio • • id. ~(Jdena Benatti Orest~ . id. Modenà

.PignattH,fo~ano Giov~nn.i Ba.t tista . id-. Nodena Fou.tanà yi,·ginio . id. Gremofia Paranipfo Git·olanw id. Caltanis. De CrìStofaoo Ferd. id. Avelli no Sassoli ~làrcuécio . id. Bologna • Sacerdote Achille . id. Voghe.ra Boni Ernesto . . . id. Frosm. Zaootti Pilippo . . id. Novara. Zoeèhe9clu I!f.wrr. . id. Cagliari l)'e. Mal:co 4lèssan. • id. 'Cbietì Pesante P~tro . . id. Savona De Petrìs Ettore . . id. Napoli Rigazzi Emilio . . ~d. Novara Grimaldi iom!J~aso id. A:vellioo Novel~Q Giuseppe . fd. Vicenza Maselli Pasquale . i.d. Aveli in o Mu,celli Pietro . . id. Udine ;r-reséa Et(or~ • . id. Aquila Straroaccioni Vinc. . id. Vicenza V:aiiL4l{onso • . id. Mass1 Biciuffi Luigi . , id. Macerata PimpioeJli· Fnl?tC>• • id. ~erugia Bru.ni Domenico . id. Taranto Maioraoo Gab·riele . id. Taranto De Simone Nicola . id. Foggia Vitelli Gwvmmi. . id. 'l'arau.to Scalini Agostino. . id. Como Saeèhi:ero (Jmbet·w . id. Y~cenza ('.

1ioli T J... rti


37

(~gu.e) UfP. COIIPL. ASCRITTI .\L 11. ESBRC. Pf!llll. • "ùTTO.T. l!&IJICI

!: dal n. «•..& al n. 6S•

da! n. 44a al n. 48a

25 marzo 1894

11 luglio 1893 camporota Fortun. dis. Castrovillari -'fezzar! Gitmppe . id. Verona Aricò Aehillt. . . id. Reggio C. Ciampoli Vincenzo id. Catania CrescimannoTomm. id. Siracusa :.Jontessori .Luig~ . id. ReggioE. ){anganiello Ro.tr. . id. Avellino Boeri razerio . . id. Massa Orlandi Durante . id. Venezia Donati Giuseppe . id. Catanz. )larcheso Pietro. . id. Caltan. Ugolini Angelo . . id. Forli Spinelli Giuseppe . id. Campag.

LisciaRm<~LoAdot(o di s. Livorno

Trafficante Fra.co id. Palermo Caruso Corrado . i•l. Palermo 12 aprile 1894 Perugini Vitaliano. di s. :\Iacer. Prota Gimeppe . . ici. Napoli 26 aprile 1894 Orlandi Edmondo . dis. Torino Nola Giu$tJJPt . . ld.Campob. Ferrantini Erne8to . id. lloma 22 maggio 1894

Pelissetti B(tSio . . ùis. Casale l luglio 1894

Saona ..4tlilio . . . dls. Saosari Donetti Edoardo . id. Lucca Spediacci Corrado. io l. Siena Fasso carlo Gaudenzio. . . . . id. Nonra IA1nza 1 omma$o . id. Torino Randaccio Vittorio. i ti. Cagliari Gobbi Ta.ncredi. . id. Lecco Frasebetti Vencesl. id. Roma Mori Antonio . . . id. Saena Bargellini Ettore . ici. Siena De Anolreis Riàol(o. id. Genova

Guassardo GiU$eppt id. Voghera Patèlla Gio. Batuata id. Padova Franchi Salootort . id. Teramo Oe Cesare Liborio . id. Salerno ~oscatì Hncenzo . id. Caltanissetta Ralfaelli Luigi . id. Massa Lari.zza Piett·o . i(j.. Reggio C. ~!olino Luigi . . id. Novara Ferrari Silvio . id. Verona Perlo Davi<ù . . id. Cuneo Bevilacqua Eugenio id. Napoli Yinetti Rinaldo . id. Torino Gioia Antonio . . id. Potenza Tarantino ,Yicola . id. Bari Guadagno Nicola . id. Salerno De Toma Bernardo id. Lecco Tommasone Luigi. Id. Avellino Troisio Vincen<:;o . id. Salerno :lfangini Gioqcchino id. Genova ~azzoeeonG Ferdin. id. Chieti Calanna M~htle.

Paooe GiU#JIPt . . id. Gaeta Trigila Gimeppe . . id. Siraeusa Farroni Enrico . . i<.l. AscoliP. Magno Gìov. BaLI. . id. Bergamo Sebastianelli Gian!Jiuseppe • • • . id. Foggia Costa Emilio . . . id. Vicenza Ranfaldi Antonino . i<l. Caltanis-

setta Cantalora .Yicola ·. id. Castro-

nllari

. ht. Catania

:Yori Gino . . . . id. Forlì 14 gennaio 1894 Leceìsouì Anto1~io. dis. Foggia 28 gennaio 1894 Fabianl Pittro . . dis. Napoli Giac\alli Franeesco. id. Barletta Arlotta Corrado , id. Palermo B"orzellino Giu.ppe. id. Palermo Il febbraio 1894 Sacra E11r~o. . . dis. :'\a poli Cangiano Enrico . id. ;s"apoli CiriUo. Gio11anni . id. Roma Gagliarda Donato . id. T;~.ranto 18 febbraio 1894

Assnmm!l Ignazio . dis. I\apoli Biètti Amilcare . . id. Bergamo Riccioli Giu&eppe . id. Catania Giorlti Btlore. . . id. Veaezia

l

Sola Enu:$to • • • i•l. Torino Tempesta Costanzo. id. Frosin. ~iengaroni Amalào. id. Pesaro Dabbene Filippo . Id. Mondovi Bernucci Rodot(o . id. Pa.tova. Libertini Giovanni. i<L Lecce Sfameni Pa$qnale . id. Messina Pero tU Rocco. . . id. Teramo Yandragora Domen. id. Bari Andreini ..t.l(reM> . id. Siena Tini SeveriM . . . id. Spoleto ~egro Emeslo • • id. Mondo~ì Del Vecchio Roberto id. Ancona Rugaoì Luigi. . . id. Siena. Procacci ..41·tut·o . . hl. Pistoia Gaggia .Va·r io. . iJ. Belluno Santioi Pedtrico. . hl. Cefalu Santini CJbaldo • • id. Massa


38 dal n. ~.ao al n• .J81 l luglio 1894 Zarut·ler .idelcM . db. Pa•lo\n Speranlil JJi<Jilco . id. Onieto Caldarer-.1 Giuseppe. id. C3tania Quas•olo Luigi • . i•l P10erolo Ferro-Lultl .Vauamilian o . • • id. Ron ~ Sotgau Art~uio . • id. ::;..,..an CI-'P• .4n?-'·• . . . ìct. ro~c:: ,za IrulO\IIl& l'• ICC~t.:;o. iol. et-raIli Giarum arco Piu G&«l~l''.

. . . ld.•\•JUIIa • . . i•l. \'.:reelh

Coda Carlo Grimaldi .drturo . id. Pt~saro Lotti Gattano • irt Ch i~t• Bollieri ltobtrlo . . Id. Berg-.un. Ba rlelb t:ltmnltt • id. Ca:rta Fiz Rurorlo . itl. Ca'i.'lle Cah i Remo . . hl. C.1'>3le Alt.~n-,·• ~tl!)tlo . i• l. Cefalu Messma Salvatore . Ili. Trnr•nrll Tllo Gaeta11o. • • id. ~·og;o~i!\ Soli!rl Htlet~lzo. . id G!lnova Vi\ i Hrgi#o . . . id. ll11~;.:. E. Nasi Str(ano • , . id. \lon<IOYI Ca\allo Cnrminf . id. LPCce Ctmino C&utauns . id. Cefalu Brilli Lt)rtn:o . . id Fm•nze ~l'ri Orult . . . i<t. Rom:~ Saponara Filippo . iù. Poten:ta Folli Giacomo . . hl. Parma Cari occi S•llvatore . Id. Potenu Chiat3ro Ak$sanà. i.:l. can.pot•. SaJ.-o .Artallytlo . itl. Siraru-;.'1 !osa Gi11.$tppr. . . i-1 . Pot~>nta Rocca Celso . • . i•1. \'~hera .Ya»ari JI~IILie . . ;,J. lbrltlt.a Girolli Gi "· B·tU. . i·1 \lact'rau. Di l!OMc" l'rmu . td. Ca.'•'rlll Calinari /'Jlabtrlo . id. hcoh P. Dt: S'" f'r<~~<teiCo . itl. Salerno GllisoiO Si/t'IO . . Id. Pam1n Ca•·alltU.t:l F.cueò . Id. &ra SaporetU .~ lllino. . id. Ra,cnu. G~o SolDo/ore . id. Cetanì3 Cuzanl llomto . • id. Co>n1o Tor. oru Ani&Rio. · id. ~·ro:;m Nati Gad(l11ò. . . i•l. Ca'tru\. Gravllgna Fausto . id llonllov1 Gaglio Empfdock . i11. Girgcnll Piccini l'alenlino . id. Trsviso Marini Annibale. • i1l. Gnla.uz. l.n Corlosa \''lo . . id. Tarnnto Poli 7'a::;o • • • . id. ~!Oliena Ciltad101 .4nlot~io • id. Barlett:\

da ln. $8t al Il. 840 1 h1gllo 1194 Pizzi .diiIOniO • • di~. Campob. Xi eas tro-R Id o tro Carmelo . . . . id.Caltanis. Rossi Giuu.ppe . • itl. Mod~n-. Bago Lortn:;o . . 1d Taranto Oebellis EJU14duo. id. Bari Berlese Amtilo . . id. Pado.-a Toma..~lli Anlo•liO. id. Catania fttorre D~Ridt . . id. Campa-

::oa Sorrentino Febrico id. Napoli !ila Sal:va.tort . . id. Catania Plessi Domenico. . id• .llodeua Gentile GiU#flpe • id. Alessìn:t ~<>iDrno L?Wd • ici. Gir!:enti

Palermo- Paten ~ manutù . . • • ul. Trapani

Mastrangelo l/arco. 1d. Avellino Battbi Arl11ro • . ~1..\nron:t Gastagneri GI&J·.Bol-

tista . . . . . 1\1. Torino Perasso .dttlonio . • Id. Genova ~rottura G~tatflpt • Id. Pinerolo ChiaJa Francuco id. Bari

:\foltisanti Carmtlo id. ~irnensa Oe'lll.le Pidro . Id. Cunoo Sipari f1w.JtniJJ • • id. AI)Uib Agrò Euymlo. . .lo.l. Gi ....;entJ Cerquetti Gsmtppe. !.l ~aeu. Sbroçch i Ariflodenw . . • . . . t<l. Firenze Naccarato Fr .ctuo. id. Co<enu Bosi Carlo . . . . id. Bolo;:na

Rontelli CictrO•II •• 1<1. Napoli La;orio Jtaun:io . 1d. Sa\ona Cacolza Pran.cur&. ilt. Cat<lnz.

So!uderi Frm!ct:Uo .Id. !'Ì1'3CU3a OeCesareCal411lbano Id. F&ggh Rotolo Giocanni • id. Bari Pansini 1'ilo • • . i•l. Dari Magnavacchi Paolo. ici. Rt>gg. E. Renda dnlonio . irl f.atanz. Lombardi Arturo • 1t.l. ~a p" !t .\.Iberico Genn.aro • id. Ca,;ert.a Yanacorda G.nni • id. C:tule

Simoninj EnZ(J •

•·1. Ferrara

Lo Faro Gi.ueppt • 111. R· z:r. C. Tasca Paolo • • • ltJ. Sir.aeu;a Rossi Fra:nce:sco. . id. B~rletta Carbognio ,ltlitio • I•J. Verona

Tornei .sat11otot·e . id. Verona Sacc-.à Carmelo . . ili. Hr~g. C. Antico Tommaw • ltl. Teramo Busc:emi Em41'luel<'. ul Catani:l


l~rque) Cl'1'. t;O.liPL. A$(;RITTI At Jl. &S&RC. P.EJ\JL - SOTTOT. ~EDII:l

dal n. e_. e :ù n. &2 •

dal o. e•• :ù n. e::o8

l luglio 1894 Mannino .P ielro • • ths. Stra-

cosa Spadaeci Giuseppe . Id. Siena Cali Giuseppe. . id. Cef'alii. Furio Antimo. • . '_'1. Caserta Marl .i!aria11.o . id. Cosenza Argento Gimeppe . 1d. Gìr~enti Ricci P.uq~ . id. Foggia 1\fenin Ugmu • . . id. Vent>zia Llcini &uptrio . . id. Ascoli P. Sunserj F1'0IIC~$CO • id. c...rah] 'faralli An!lelO . • id. Foggia l..alini Attilio . . . id A~coli P. O~rton Ginseppe. . id. flelluno 'favella Ale$aawj1·o. id. Catan7.aro FaiJ3..;one Cewre. • id. Ivrea Y~C<l P()J·turwto • id. A\'ellino Mass:uollo Ernato. ltl. Savoll3 C.3SSI.ra iln{lelo • . lll Trapani

l

l

l luglio !894 Amato .Yicolt~nfontodis. Salem• Cannone il/le/tele. • id. Rariet ta Sacçhiero Lui{li . . ~il. V'an.>zia Bellocci Coda11tino. id. Foggia Bonetto Giuteppe . id. Vicenzn 19 IUJiliO 1894 Ctrrito Alberto . . di s. CO-'en7. 4 agosto 1894 Costa Adolfo . . . dis. Pavia 5 settembre 1894 Corrcnll J.'rancuco. dis. Palerm. Allegra-Davico Filippo . . . . . id. Torino 9 settem!rre 1894. MuglllO lticcrmtu . rli>. Tonno Ca~illi Augusto . . id.l\apoh Gi3.lli Lt1igi . • -id. l>.rea 19 otlobre 1894 ~forttni G•lllli~lmo . di:s.Bologna


4(}

UFFICIALI MEDICI DELLA MILIZIA MOBILE

C.~PITANI MEDICI

l dal D. ... al D. te

..tal n. • al n. A4

19 dicembre 111&

l luglio 1112 Liguori Hn-~. . db. Foggsa Galli HlalÌ4110 • .Id. Brescia Broglio ffil'*o, ;t . id. ~ano Carrucdo .irùOJtfo,

De Anna ÀJtgelo • • dis. Leote Lauri carlo. • . • id.llacer. Donadeo V'IIIUIUO, o§o id. Bari Lenctooi Ze({iro • • id . Luea \'"ec:chi Frar&USco, . id. Catllll·

e

Uo§o . • • • •• id. Roma Baldini Ctlart . • . ul. Roma

uro Gatti Al4&andro. . id. Napoli :Yaccanti Giooaani,~ id. Siena Zanzotti Giorgio . . id. Cuneo Casotti GioiJanni . . id. llegg~o Emllia Luise Guglielmo . • id. Aquila

Corona Augwlo, ~ • 1d.$assari lanigro .il(onao,

+ .ld.C.1mpobasso

l\atali Salvatore . .Id. ArC7.ZO

GiosefU Francuco . id. UnrleUa l luglio 1883 Cerio fgnazio . • • dìs. Nola Fabiani Parquala .Id. Reggio Calabria Sassi .tchille, ~ . .id.Cn mpag. Sirignano Federico • id. Napoli Bonito Giomi . • . id . .iveiUno

9 tllcembre 1888 Zecchini Geroklmo .dis.Anoonu Nerici Ugo . . . • id. Lucca Saoi Costantino . • id. Roma

15 dicemb re 1888 Vergani GioiJanni . dis. Milano

Piovano Adolfo • • id. Torino

TE."'ENTI MEDICI dal n. • al n. •

De Giuli •.fugUito • • • • • • . • • • • distre~ Novara

Quinto Franauo • • . • .

. . . . id. Barletta

• . • • • . 1873 mano

• . . . • • .

s

• marzo Il


UFFICIALI MEDICI DI COMPLEMENTO ASCRITTI ALLA MILIZIA MOBILE

CAPITA!\! YEDICl d al n. t al o. :n

dal n. a8 al n. JJ. 81 m&~~lo 1810

9 lllctmbre 1888

Resi GI~Uq~pe

• . dti. Foggia QuirlcoCior.• iJ. Roma Di Venero Gaetano. ad. Rari Teni .Yarrtllo . . id. Potenza Meniehlno "'.etiCO • id. Nola

Sìrno Be11iamino . \lls.Campob. ToUer Giu.&qrpt • • id. Como 18 maggio 1889 Tapparo Felice • • dk l .-rea 15 dicembre 1889

Roccella Federico .dìs.Caltanis. Casella Gregorio . id. Taranto 1 GlgUottl Savtrio • id. Cal:lnz. Lopresti Francesco id. ReggioC. Oi Tulllo Benigno . id:Kapoli Castellani Ruggero id. Venezia Rrudaglio ,y~ola . id. Cagltari Cerretti Lui{J' • . id. Roma l,aonl Lv.l(Ji, . . • id. llàrlett:J. Ga,·a,ci Pktro • • id. Spoleto Gatti Cruee.n:;o. . iù. ~o la 31 maggio 1890

f ogliAni •.fituan-

aro. . . • . • dH. Ye.~ina

Ile r ..o Lui9i • . jd. Barletta l O' AmlmJ~io Gia-

ciniiJ • • . • • id. Xola C:t.rloni Ltonardo . id. Arezzo Pil'tbmi Lttl!Ji . • ìù. Cremona tk' Torna Pidro . id. Bergamo Ca.mroana Aug!Ulo . jd. forli Paen~n~tell Jllchtle. . id. Teramo Guanni Carmine . i-J. Salerno Pro~~:~U CUore • . id. Pinerolo

.\rcari Dtrnordo . id. FrOSio. R.a.Jaloni Giu.&epvt,

•+ ..... id. Perugia

urotlno Fellce . • ili. Potenza \lattaoli ,\'utore. . id. Orvieto \lairta Luigi • . . i.J. Cosenza Trucchi Giovanni . i1l. Sa\·ooa tle Simono Luigi . id. Avellino Bruuo Pietro . • id. Venezia Ralnone Alfonso . irt. Beneven. Campatelli Ar;tonto id. Sìena Marotta Filall<tro . id. Siena SgTo§SO P<Uq ualt . id. Napoli Soli Giovanni, <i • id. :\lodeoa

l

•+

8 eprlle 1892

Dovi Brnuto . . . dis. Livorno 1 Scaalpa 1\'rmzi(). . Id. Taranto G"'rdino Lui(Ji • .Id. Campag. Rnblttl Paolo • • id. Mantova Petrocchi Luigi. . id. Siona

l

23 febbr~lo 1893

Resei Francesco. . dis. Lecce Roocella Ctsare. • id. Lecce Barzl Ezio. • • . Id. Firenze Cluceo At(oauu . . ad. Uarletta Lomonuo .&l(oruo. Id. Roma SciAJpi Gitlltppr. . id. Taranto R.inAidl .\'icodcllo . itl. Benev. San~ Giwtppt. . hl. Bergamo 1Guanno .4Jtgeto. • ad. Caltanissetta GuaJdl Tito • . • id. Rotna Caradonna F.cuco id. Poggia Di Giaromo Ettore. •·1. ~apoli 21 marzo 1815

Castronovo Dugo • dis. lle$:Sina Bellmo Hto • . • i!l. Taranto 1Malinconico Lodov. ad. Perugia Storchl Albtr/4 . . ad. ilodena

lRegglani Ernalo .Id. Raveona

Antonl Ranitrl . . Id. Livorno 1ù. Genova l:P 111 Felice • • . lù. Cremona Chetoni {.u!gi . • id. Livorno Leone Bald.auare • id. lvre.1. Salveltl Jto.lo . . id. Udine Traina Alfonso • . Id. Cefalu :lliraglla Antonino id. Palermo 1Nleri ll'icolao. . . Id. Pes:~N TonelloGìocunnf l Battista • . • • id. Cuneo ft()C(I Ttrtnz.o .


(Segue) UFI'. DI CO.VPL. ASCIUTTI ALLA li!L. liOB. - T.E~&Xl'l ,IIBD!Ct

TENENTI MEDICI dal n

~al o.

1 al n. 37

l O febbraio 1884 Zoccola Git~seppe . dis. Alessan-

38 al n. 83

15 dicembre 1889

Ca\i R~carM . . dis. Roma Petrella Antonio • id.Frosinone Marcilli Fra1~co. jd.FroSinone Di Paolo Lltigi • . id,. Chieti Martire Antonio . id.Frosinone Mansi Gaetano • . id. Nola Palagano Luigi . . id. Siena Ghlno~i Adòlfo. . td. RavlUlo a Ripamonti Domen.. id.Milaol> Zazzera Pt·ancesco. id. Piacenza .Qel Torto Olintc . id. Firenz-e (sola EgiSto . id. Bologna Mijil Carlo. . id. Siena

dria SI dicembre 1884 Gioia Donato . . dis. Bari 21 gennaio 1885

Avìo Eàoartkl . . dis.Voghera 19 dicembre 1886

La Scola Francesco di$.-Ceralù 'Ibeo A-ndrea . . id. Gaet.1 Znelli Tomn&aSo . id. Manto,·a Marebes;lllo G.ppe. id. Palermo Ferrari Diego. . . id. Mil~no Burgonzio Luigi . i(!. Torino

Ceo Rocco. Masi Emilio

!\latino Tonmroso . id. Trapanj

. id. Bari

id. Ffrell1.e Solìm.enc .tfch.ille . id. Napoli Angelèlti Annìba~. id. Massa Gusmano Giacomo . id. Paluroo lfagliani Filiber-to . id. Forli Pavone A.flclltlang. id. Palermò Picca l'!to . . . . id. Oa,rlett.a l'arò mL11igi. . . . id. Oologna Iaonini Pasl)tUl~e, 'l9 id. Potenza Stigliano Giovanni Batfi&la, ®. . . id. CastrC>-

27 agosto 1887 De Sanctis Pietro . dis. Aq,uila 26 dicembre t887

Brindìeci Giuseppe. dis. n.~ri 8 aprile 1888 zavanone. Et~asiO . dis. Casale Boglione !1/ich:ele . i!':L Como '22 aprile 1888 O' A.ntonio Vincenzo di:;. Satemo 9 dicembre 1888 Bocetuzi Vi1tcenzo . di~. Udine

l

Pac~sini

Rant!i 11les$andro . id. Padova Sabat.elli G.ppe, .§t id. Bari DaJ Pt>ztoDomenico id. A!es~ n. Cardooe Pt"ancesco i(!. Napoli Guida, Tomm~Uo . id . Na-poli Staderini Carlo . . irt. Siena De-Cecco Adolfo ..id. Chieti Dallari VittoriO • . id. Modena Brìni Tommaso . . id. Roma Vlsani Scozzi Paolo id. Firenze Di Santo Pietro. • id. O:lri Urtoler Giasey~pe • id. Yantova Tolu .Jiaurizw . . id. Sassari Ghilarducci F.cescoid. Roma Politi Raffaele . • id. Lueaa Maggio iflberico . id. Verona Zallcan Giuse.Ppe . id. Pado~a Debarbieri Gerol. . id. Geno,·a Paroli Jlav.ro . id. llrescia Barchiesi Bm·ico . id. ~lacerata Quarella Gio. Batt. i(). 13resei:l Zatti Giorgio. . . id. Parlo va Pappalardo Sa.lva.t. id. Salerno 1lìg:1zzi Gi11Uo . . id. LS.,·orno

I'illa'i

Gatpare . irl. Milano Arena Antonio . . id. Reggio C.

Lazzeri At~gi-ISto. • id. Firenze DeiGaizoEmanv.ele. id. Napoli AogeliniParoJifurlo id. Perugia 1\ìcciardi Raffaele . id. Casert."\ Mass."\longoRol>erto. id. Verona Capono Ovidio • . id. Campob. . ~nti F'ro.ncesco . itl. i\li{aoo Voghera Leone • id. Venezia Fagioli Faustino . id. Genova Racchi Gio. Battista id. Napoli Serrano Cost<mtillO iii. nari 8 aprile

i SB9

Pa!mieri AntOI~iO . dis.neneven.

Leoni LeOll', O · . id. V~nezia. 9 dicembre 1889

Caropil1 Gì11seppe • dis. Siena 15 dicembre 1889

Cott.ercbio Alessio . dis. Pinerolo Toncher Romeo,,§>.id. Roma Co~i Gaetano. • ..id. Rom.a D' lppolito Satvat. id. Taranto Q_..._....._

hl..,.,,/\

. id. \~e:-ceiU


(SeQUt) UFP. Ol CO»PL. ASCI\lTTl AJ,LA M'IL. HO,B. - TEJSE$Tr HEDICI

dal o. t!t$ al n. ts' 15 dicembre 1889 Angelelli 1\'it;ota. . dis. Pesaro Lozzi Vincenzo. . id. Chieti Bartalena Gino . . id. Rovigo Cassini Giuseppe . id. Genova 19 dicembre 1889 .\larrape3e Giacomo dis. Caserta Viuelli Gio. Balla . . id. Geno,•a Galletti Htl. Eman. id. llilano ::ìalomone Giuseppe id. Taranto Rainone Ercole . . id. Foggia \'ettorim Orule . id. orvieto 31 maggio 1890 Magno Vinctn.::o . dis. Venezia Finzi Gimeppe . id. Bologna Cosco Angdo . itl. Cosenza Paterni Alcide . id. Orvieto Negri Silvio . . id. Novara Viscanli Giovanni. id. Lecco

Coen S<timonBmilio id. Firenze no~ni Piet1 o . . id. Arezr.o Rodella Ugo. . . . Id. Genova Fellini Tito . . . id. Padova Sararva Emanuele . hl. noma Spicacci Nicola . . id. Barletta Condorelli Mario,~ id. Sirncusa Fongoli Luigi . . id. Spoleto Arnerio Daniele. . id. Lecco Cerza Pasquale. . id. Bcncrcn. Tomelleri l'illorio. id. Verona 8aeulo Bartolomeo id . .Napoli Rossi E1niUo . . . id.Aiessand. Bianchi Gino. . . id. na,•enna

.Jannel!i CamUlo . ici. Taranto Vertova AgoJUno . id. llilano Ferri- Giuseppe . . id. Cataoz. Yirzi JJernarào . . id. Palermo Gambara Luigi . . id. !':Irma Palombari J\'azzar. id. Macerata Poletli Paolo. . . id. Lecco Tioti Giovanni . . id. Bologna Un.,'"<~ro Goffredo . id. Avellino Scala !Vunzio. . . id. t'ìola Formigini Demetri-o id. Como Fraowni Girolamo. id. Brescia Mazzinghi Orazio . id. Varese Ferrara Michele. . id. l'iola Puccinelli Cuare . i((. noma Ghetti Pellegrino . ili. Ascoli Carini ~'~Ionio . . id. Palormo

Paoletli Giuseppe . id. P~rugia Roncalli Francuco Id. Ucrgamo Voena Giovanni

. id. Torino

Russo Ciro . • . id. l'iapoli PÙccinelli Alfredo. id. Lucca

dal n. t38 al o. t88 31 maggio 1890

Piglia poco Giuseppe dis. Ancona OeAngelisBenedelto id. Gaeta Porqueddn Sebast. id. Sassari Medici Aldo . . • id. Firen1.e Senape Luigi. . . id. Lecce Corcadi Corrado . id. Yerona Forti Pirro, • . . id. LiYI)rQO X'Jgrisoli Bartolom. id. Ranmna .Mancia Romeo . . id. Spoleto Bria Pasquale . . id. CosPnza ~!arzano Fro.ncuco id. ='iola Colomiatti Luigi . id. Torino Lupoli Sossio . . id. Caserta

\'acatelloPasquale, ~ . . . . . id. C.'llaD7.. Raspini Atlil~o . . i·l. Firenze

Tarducci Giuseppe . id. Siena Dossi Luigi . . . id. Milano Focacci Pietro . . ic1. Firc>nze Trillletti Alessandro id.. l'\apoli Ferraris .!lodetlo . id. C:l:mle Grossi Cm·mine . . id. l'iapoli Pa,·one Anpelo . . id. Siena Pascalo (Uovanni id. Napoli Fresia Agostino . • id. Torino Mastrogiacomo/sm. id. Dari Rossi Umbe;rto . . id. Firenze Cuneo Ambrogio . id. Geno,·a Borgia Simone . . id. Caserta .Y.:trinelli Go.britlto. id. Firenz~ Di masi Pietro . il! . .\vt>llinv

Oamiani Rocco . . id. G3eta Yen.abuoni ruwrio id. Firenz~ Ferretti Giuseppe • id. Vo~hera Blasi Giuli-o . . . id. ADCOD3

DinrazzàSa,-orgnan Pw . . . • . . id. ReggioE. Yusci Gimeppe . . itl. !\arietta Gipperich Federico id. Parma Antuzzi Pasquale • id. Campob, Emiliani: l'i>~cen.:;o. id. A.>coli P.

Lombardi Hncenzo id. Benev.

Cìam Alessandro . id. Yaeerata Pt>nta PaJquale . . iJl. :\a poli Sil vestri Vincen:;o. id. Reneven -catavaggiLeonardo id. Ro,·igo Sarti Uberto . . . id. Bologr\a Luzzatti Vittorio . id. Siena Scala Achille . . . id. t'iola Tommasini Remig. id, Milano Novelli Pieb·o . . it1. Pistoia De Pasca!e Virtcenzo hl. Salerno Pucci da Filicaj:)..

GiU$tppe. . . • id. Firenze


CStQIIt) t'l'· 01 COlli!.. ASCRITTI ALLA lUI.. 1108. • T EXE:.;n UDICI

dal n. Ute al o. a:u

1 dal n. ~s~ al n. •198

S 1 mqglo 1880

S aprile 1892

Valunti Glulfo . • clis. P~rogla Ingegni Giovan!U • id. Romn

Buda Nicola . . • dis. Forh Gareno Giuseppe . id. Savona llessina Giuuppe • id. Orvieto Liguori 1 Omm410 • Id. :\'apoli ' Ferrarla ~Uo. d·~. VerceUl Querenghì Franm. id. ~fiano Crosti Donmo . . id.Perug111

Fieano Gfuuppe . Id. P:~hmno 15 11wtno 1181

Zulhno Frcrnauo. rlis. Napoli 20 hlgfit IUO Onorati Lorenzo. . dis. Spoleto Bonser vizi Frane. id. Maoto\1!. \'adala Pldro . . il!. GirJ:tntJ Oeuti·Po m pia ni 5.111U • • • • • id. Rre<eia Campione Fr.sco • id. &ri

19 dicembre 1890 Yanui .-il)O$Iino. • dh. Steoa Carissimi Gfov=nild. Vare.e Toma.>si Antonio . i<I.Froslnoue Peruginl Gallano .Id 0ene1 ento 20 luglio 189 l Palazzolo .Vicolo . dis. Catania Pieeni Orlando . • id. !\<•vara

Cer1•eUi An{J•liJ • .Id. Roma 21 luglio 1891 Balacco Corrado . dls. Ilari GaJraoo Ant otlìno. irl. Trnpan l

Topi DomtnìGo. . id. lhorno 27 marzo 1892 Bur~h1 Fulvio . . di•. Bolo;ma s aprile 1892 Benedettclli Manlio dis. Roma Yohnaro Saloolore id. Avelllno Zampt>tti .4l{Of&$o • id. Bergamo Ludo~•si Gitutppt. id. Padont

Ya..Ytti Pio . • • i•l. Roma Gard.ini Lodoç~ • id. llantova Spicacci Giuuppe . id. B.Jrletla Capelli Gi'"eppe • id. Cuneo . itl. Potenza Zeri Riceardo • • id. Roma Tordelli Pnolo . . id Roma Leccia. PIUqMale. • id. C\sPrla Yassa Aliquote. • id. Fro.m. Ferran Hncenzo . ld.Cremooa

Loogo .Vìclule

Sartogo l'ttlorio . Id. Udine Ruggiero Giuseppe. id. ReggioC. Balestra surano . id. Savona Proto Antonino. • id. ~CS3ina Ca.cciani::a Brt~alo.ld. Trcvt$0 Salinarlli Gimeppe. id. Polenta Vaccari Francaco. id. Genova Cimbali Francesco. id. Catuoia Grasso Biondi Luigi id. Udine muso Francuro. . id. Firen7.e OeChiaraDomenko id. CasLrov. Yazzarella 848ilio . io!. Roma

Castagna Romto . id. Ascoli P. l Galanti Fautlo . . id. Roma Formenti V"lllorio • id. Lodi PiacquadioRa/T<Ule Id. Beneven. Croee Siltino . . ld. Cbieti Brindisi Canio • • id. Potenza :llalesan Lv.ìgi . . id. Verona Stura Francuro . id.Alessan•l. 1 Del Re .4-rcanoeto . Id. :'\apoli Tarasc.oni Ausonio. Id. Monza Medici .tntonio. d; . id. C.am~. Garzeoa Luigi • . id . V'erceOi lraeì Alfredo . . . id. Peru~a Gandolfo Guare. . id. Savona Selli Raffaele. • • id. Pe-saro

l

Garino Giweppe . id. Roma Peroni Giacomo. . id. Torino

Bellini Al{On$0 • • id. Firen7.e Agnini J.nlonio • . id. Massa SaJçetti Lorenzo . id. Verona Abrigo FilipPO • • Id. Mondov1 Locatem .Ercole. .Id. V'arese V'anDini Camillo • id. Pistoia Foglia Pa$(Jv.alt . Id. Castrta Ceccarelli Ca mUlo . id. Siena Castellani lblrico • id. Livorno Tomassini Enr~ . id. Ro"t""igo Vandelli Gioçan~ti. id. Macerata Gberardl Giu&tppe. id. Vicenza Lossana Felice • . id. Padova

l

ll

llenatti Allilio • • di. Trapani Marvulli Alllonlo • Id. Ilari Pasetti llìlippo • . id . Cemo Ricei Carlo . • • id. Padova Palma Luigi . . • id. leue Sgobbo Francesro. id. :!iapoli Lepori Vittorio . . id. Firenze Armoci.da Luigi . . id. ReggiOC

l

B6lti Tullio, o . . d.is. Macerata ,\.ddario Cannelo • id. Catania Frnguglia l'aoto . id. Milano Cereseto Pillro • . id . Geoo.-a Yaozooi Paolo • . id. Ra,·enna Del Greco Bmesto. irt. Roma Minutilla Salvatore iìl. Palermo Solito Pilippo . . id. C.altaois. :lliltarazzo Gi1~~e. id. Sira..usa


(.StgUl) Ul't". DI COliPl.. 4SCBITTI ALLA .liiL. VOB. - Tlo:NP.XTI 'III!UICI

dal n. ~8• al n. a~o 3 aprile 1892

Oe Viti de Marco Ce$4rt • • • • . dis. Lecce z.:woLti BJJrico • . id. Varese Colla .bgelo . . . id. Piacenza Regoli Pitlro. • . id. Orvieto PMosino Gwn:anm. id. Turino Chlesa CMart. . . id. Torino

SOOall En.rko

. • id. Campob.

Boccblni Cesare. . id. Padova ~re Giulie. . . id. Udine Ponrrelli Niclurt • id. Bari 8a.d11 Lucio • • id. Ferrara Cesari Bligio . . . id. Lodi Crist3.ni Ugo • . . id. Bologna Donelli CMart . • id. Vcrona cavalli ilcrtlmo . . id. Lodi

Bonacehi lreneo. . id. PisLoia ileta Pa"quais . . id. Cosenza Giordano Alusand. id. Nola. Ciaceri Giuseppe . id. Siracusa Basso P.rancuco . id. Salerno Errera Giuseppe. • id. Trapani Caselli Aluacmàro . id. Siena Lapent.a. Giuseppe • id. Potenza 2S febbraio l 893

Quadri Giweppe

. dis. Or>ieto

GriiU Alfredo. • . id. !.scoli P. Clù:lpporìGi{IV.Balt. id. Geuova Bollo Torqualo . . id. Alessan. Mlnchio Augusti> • id. Rovigo Masella llocco, ® . id. Taranto PegoratoFranceuo dÌ. \1cenza C3ocei Sisìnnkl • . id. Cagliari Falcone GrtgoriO . irl. Campag. \' alro·ZaUaraG.ppe id. Xapoli Caprio Sall.lall>re • id. A \"ellino Gr0$0ì Anacrtlo. . id. Frosin.

De Facendis G.ppt. id. Bari llaggta G"ido • . id. Vercelli Gallia VIttoriO • • id. Brescia Vall!tltl Giacomo . id. M.ilano Selln Ell.>rt • • id. l'orino Sansoni Luigi . • id. Torfno Castelli LUIQ~. • • id. Bergamo Italia StbiUtiano . id. Siracnsa

F3Soli Aoostino. . id. Lodi. Roggieri O$car . . d i. Torino Corllvilla ..ttemmd. id. Arezzo Rasori Carlo • . . id. Bologna l)ollo GoffJ·tdo . • i<l. Geno·va Grandls Valmtìrto . id. Torino Glnliettl Angelo . . id. Orvieto Dongioanni AJUlrea id. Mi \allo Grandi OrmtnegUà. id. Parma

dal n. su al n. se:a 23 febbraio 189'3

lsoh Filippo. . . dis. C3W.nia Cainer Artuandro. id. Verona Rondinlnif'ramuco id. Forlt Brancaedo Antonio id. ::\apoli De YiliLa nnun:;o id. Potenu. ltaliB &bori. C/lTtJI. id. Siracusa Pedrauin1 GiUUJip~ id. Como o·onofrio Guueppt. ® . . . . . . Id. Campoli. l3ozzola Gi~eppt . Id. Verona Marcbìoni Buqmio. id. Breicia De Carlo L4z;;tJro. id. Lecce Cercignanl Gi~UtPPt id. Lh·omo t.atl•ri Ferdinando id. Palermo De Zelis Drnuto . id. Teramo Plstocehi Gio. Batl. id. Ferrara Ralmondl Camtllo. id. Verona Ferr:~.rl P~lro

. • hl. Lodi

Pomarici Ptrdìr•arl. id. Potenza Ruggieri Frat~cuco id. Roma Ge.ri Uldimco. . • Id. Pistoia Rossi Bramante. . id. Pesaro Paolucci Bqidio. . id. Forl1 Breseia-~lorra. Luigi Id. Salerno Plccinino Ghueppe. 111. l'iapoli

Matarese" Frcmcuoo Id. Napoli .\gostlni L11iqf • • id. Venezia Capov.i Antonio . id. AVellino Moodinl Angelo. .Id. Ravenna Mendilto Giol)anni. id. Caserta lizan Clemente . . id. Lh·omo Yerdurl Bmtslo. • ili. Brescia 011\·a Pranct~eo. . id. Cosenu NO\"afa PrtmcUCQ • id. Cefala Cr!Vellari Carlo. • id. Pado'V:I Giaim() Saloalore • iù. Celala Pe\"erem Peleo • • 111. t.ecro Mtle Giat:tumi • • id. Foggia Ca.ssls& .&nLonio . • id. Trapani Nuzto Gio. HaliUta id. :'\ola Ferranti CarLo • • id. Teramo Morosi Bald.D. • • !d. Firenze lJe Cllrolis Gio.BaU. id. Savona ViWc AIILonìo • • id. Nola

Ferrari-Ullll Gfu!io. id Modena Di Blasiis Giuseppe id. Potenza Ranieri Frar1usco • id. Regg. C.

Frontini F~ice • . Id. A.ocona O'Agoslino Alberto. id. NapoU FieniLi Jrugenio . • ld. Cagliari Agresti Alessand,·o id. NapOli Cucçati Giov~Wni . id. llologoa Gnlzz~tti Pietro.

• ili. Panna Zntti Giuseppe . . irl. Brescia


(St~/i't) urr. 1!1 COlln. ASCIUTTI ALLA IIIL. liOB. - TeNENTI \II!()LCL

46

dal n. ae~ al n .u.a 29 febbraio 18 93

I l settembre 1893

. . • li>. Limmo Randawo .lfario • ili. Palermo

llonltcbiari Giusrppe, ~ ohs. Rnma 21 marzo 1895 Piraino G1wzppe • di:<. Go t1lu Canova F n-dìJ~ando 1d. \"'t>rce li Caleaprina Pirro .id.\"ogho•ra Ce...<a.IÌ!II .~ ugmlo • Id. Pe~o Pomarieo Barlolo . id. Roma Pastore l'ln~;en=.o • Id. Fro,m. ~rella Gtrardo • id. An•llìno f'arenga Fr-anuato id. Bari tta Eboli P~inan® . irl. Casert-1 lacoli Zt{firo. . . id. Moc1~na Clllti .F'rtln.ceuo. .id.Frosìnooe

Costa Blla

Ucclar,l~llo Jlario. id. Catanl:l

ftirelli Ac/Ulù • itl. Cremona :'\atale .r~ola . • i-t. c.~-Prt.'l ruuo BugmiCI . . id. eo-~nza ~ota Ltllnordo. • lei. Taranto Orbn<toGioaccllino. iJ.. Cefalu Ciocchi Gaetano . i<i. Gaet.o.

Lon.,ao Luigi . • • :.1. Utline Bona.111 l!rntsto. . Id. llanto•·a Agostini Francesco i•l. Trei'IW Marini ,\'cme#Ct • • id. Genova

Galanzino Giulio . IJ.AJes.-<and. Cereseto Gioca n m. ® . . . . • . id. Gcno,·n Graw Armando . Id. Cremona Caporale Pietro • id. Potenza Cosso Giuseppe . • Id. Genova Grieco Arç,angelo . id. Avellino lrianni ,\'ltola • . i•J. C'lstroviL IAmbarcll Giuuppt id. Brt'<~ra Bell!a Domenico . Id. Catania

Piccione .'Vicolò • 111. Trapani r.oeuzzas.:baaliono i• l. Siracu-a :llilan<t Fra nusco . i• l. llon•IOVl 1\at~i Lu•oi. . . Id. Parma De :V.etlicr J/ic/telf. hl. Catanz. p,nna Gi.u~ppt . bl. C:l:diari Ca.telli Gi•~eppe • ~1 . Parmll ~Ili P.u•cuule . • H. lloma lfr.rf'tti Fr(lltUsto . Il. \'enetia •l:;sdaret., J ..tolli& rd. Chitti Brun~lli Robuto • it.l. )Janl0\"3 Bruso .Jiidltle . . i1.~avcuna \li!:"Deco Jlnrio . 1. Cat.nia

D'Amtoro.ii.IA.ll{ltlo tt.l. Nola OcoJ('s Cio Bali . . id. MPS>ina Di Rago ,\"teolo . Il. Potrnza Chie!ll JIIC~k • • 1•1• .\quila Booifat:<'io Fr.cuco Savtrl<l •

• i<i. Potenza

+. . . .

llocco .tleuaRdro . id. Fogg13 . ld.ijent'veo. Barbanll Pietro. . id. Reggio'E. Cil'ico Biagw. . Id. Ternmo Porm Carlu. . . id. TorìM Co~one Carmine

lz:zo b'rrìco . . . id. Gaeta Bolafii Gmtcwo . .id. Firenw B<lchelloni Aacanio. Id. Sl>olPto $QJia Al(oiUO • • id. llilnno Cìpparrone Nicola. id. Firell7.fl llaroiani linUil.:l'O • id. Roma Ri1era .4nptlo . . irl. 'l'ollb••rn

Giro> Ema.n-utli. . id. i:\apoll Luciano E.:man-uelt. id. VO~J:b~ra Porta Carlo . . . id. llilano

s· Alessandro Baimondo . . . . 1d. Girgeoll

Delmonl.t! Dom.co • id. Pesaro Lampre.Ji .tugasto.ld. Pis:ol:1 Ttlli Atl{ltlo • • . io.!. Chioelt Bomll.:lldi Bru!UUo id. Pt•ru,;~'l Torra. EmilV.. • • id. :'iOI:Lr.l TabaS-0:0 SW<l • • id. Tvnno

Della Yalle Bartolomeo. . . . id. Sa'o"a Buongiorno SaltJol.ld. :\ap<oh B:trh<lra GiacoiM • id. Tra p~rn Fini Lodov,eo. . . id. Roma

Bauer FortUMlo . Id. Ftrcnz~ To·!eschini Giulio • id. M:l.llto\a

Chiesa Saltalore • io.!. Cun8Q

)lartin(lil] Lttigi. . Id. Lucca llianco Poolo • . id. Av~>lllno :\ctta Gerardo . . Il. .\v~ Ili no F!l{taro (;lmeppe . lrl C.'l,;ale Coni .4lt&sunàro • id. Na(loli Abate Raffaelt . • lc1. Napoli Petrelll Rig~ri<J 1d. Ancona Oi Sill"ìO Gaettmo. id. :"ìnpolt ....... ......._.Afl /'!ç.._• .,..n, U1 ~~Mli

Corrado Raffaele ld.CastroHl. Cimaduomo Nicola id. f'o:,r~rin. Pasqualueci /gna;fo id..\ti urla

Boschetti fii~ id. Chtell

Nastri Giuuppe . . id. Grr~··n tl

Act:etta Afichele. • id. CampnJt. Palombeli:~Agostilw id. Bari Oe !WnnìS CaidW • IJ.. Aquila V'oena Fram:uco . 1cl. Moncl•J~I

1\ebuttati Tommruoi>t. Savo_n_a_ __


(.)tU1U} ri'J". t•l CO)IPL. ASCRITTI .U.LA liiiL. lfOB. • Tll.\OTI t:: <OTTOT. !IIEDICI

olal o. 48.1 al n. :il$

dal o. $10 :Il n. :»S& 21 marzo 1895 Rossi Gt~pe • • di< Geno\a Bu"Wni Cllrrlfrio . id. Catania Gw.l10elli C<~rmd.> id. Firenze Oliva Ferdinando. id. Nola Bobl'rl.i Luigi • . id. Xapoli Cwnpo Brco~ • . iJ1.AH•IIino S:n·io Giuseppe . . id. Cuneo Del ''ecchio Pa~q. irt. Càserta Rabajoli GiD~omo • id. Torino Patell~ Gi"lldllni .io!. Salerno Teollli Raf(Mit • .. id. Aquila

21 marzo 1895 ~J.Jou Gìusep~ •

H

. llls Cefalo

Colb-r&aldo Giro!. i•l. l.looz.a

Pernigotti Domm. id. Voghera • id. Cefalù De Crl<ci .Antonio . iol. Taranto Gurricri Rafrotlt ·••l. Rologna Anchlsi Tommaso . id. Cngliari Vaccaro Giorgio. . id. Ca.•tro,.,llari Ga::liardi BUore. . ~l. C.,.tnn·. Gr:Q~O Giu~eppt. . id. catania lnhntone R~Kco . Id. Rergamo BeUtnl Ogo . • . ld. Rologna oc Oenedictis Gtu • ~e • . . . id. Foggia Foleo ..tRtolll<. • • id. ~avona .~zzarello J/u.Uro.

Ciani GiuupjM • . id •.hellino D'Asco la Gt:~tltlt • id.Re;:gioC Bortani GiuatpJ't • id. &logna Pascal! Silvio. . . id. Ascoli P. Ciarroì Pietro . • • id. Lucca Lo Rus.•o Camilto . id. Miuila Ferrara Alichtl4n!ltto . . . . . id Caserta Gui<brelli CiloconRi id. Onielo

~roseogiuri Pona-a-

zw . . . . . . id. Lecce D'Addabbo Oronzo id. teramo Ca>ellì Franuseo . id. Verona Biaguli Carìsdmo • id. Siena

Nicocbno Ste(atiO . id. Vercelli Sclliavooe Glouan ·

Fedeli" Nicola. • • id. Udine llaresca B~tgtruo . id. Barlet&a Franc:P~bi G.u<ep. Id. Bologna Loreta ~·mbuto . id. Oologoa

lJJJUista •

cat.aJoddi Carlo

• • id. Taranto id. :'\ovarn o

~odonesi Antonio • ioL BoJQJma

SOTTO~"TlliEDICI

dal o. • al n. •~

dal o. -t:a al n. ~•

2 lfetlnaiO 1811

IO ma. lo 1883

Varco. . . dh. Udine li ehruo Gioacuuno ici. P~lermo Il dlcwre 1881 Oiom!'de A~tgelo • di~. Bari

Go.u.oni dP;li \ncararu Arturo, dis. C.'!Siiart

Ale,~i

Turnr.za. Guido . . id. Padova 23 IIIYtmllre 1882 Bt>Jttteco Carlo . . dts. Cuneo

C3mbria ARtoltio . Id. Messina Rcx:ehl Camillo • . id. lliluo ROSint ErnesUI • • id. Treviso 4 IJ811llliO 1188 Mercaudino F.eesr.o di~. Torino Bru~-nlltclli Bugtrtio itl. \IJiano

+.

23 dicembre 1883 Barb3nti Locl0t1lco dls. Moden3

8 maggio 1884 Oe Lorenzo Lulg' . clis. Potenza Amidei J.l(rtrlo . i•1. \w.no 8 aoosto 1884 ceresoli caart • . dis. Brescm

l a,rlle IIIS

15 no•embre 1884 Cbiriaco Pietro . . di,. C:ttaru:. 18 luglio 1885 Gradenigo Gltlll'ppe rus. Tonno 25 l•lio 1885

Zanna Pi(tro. . . 111~. Torino

Brigatti Gimtppe • di.s. l'\ova.ra

t>ru~b

Errnùtw. . id. Pa'"ia


48

(Segue) UP,. DT COliPL. ASClUTTI ALL-' I(!L. 1108. - SOTTOTENEr>'TI MEOtC;

dal n. »

dal n. •• al n. $$ 25 agosto 1885

SteccbetLi Glat~annJ dis.~o

5 ottobre 1885 !lisa Fdica . . . dG. Sassari

nl n. 8:1

27 febbraio 1890 Sergi Pietro • . . dis. li~Ulll 8 giugno 1890 Del Bene Angelo • di>.Benenm.

Il agosto 1886

2 luglio 1890

Biasco Silvestro • . dls. Leece Gian\ Donalo. • . id. Potenza

Crisafulli Guglielmo dii. Palermv 17 luglio 1890 Galeati .1fichélang. dis. Ra'l'enn.,

20 febbraio 1887

Bonavera Gi ovanni D11Uiata . • . • d ls. Savona l O IIIQIIO 1887 Reechia Giati11to • dis. Tùramo

30 novembre 1890 Leonar.u Giuseppe. dis.l,nler tllo

8 dicembra 1887

l l gennaio 189 l Di Lorenzo G.ppe. flis.C:unra;;. Gramoli Tonlma~o Id. Reggio&.

Boari Giustppe • • dis. Fernra

Bracaloni Gtu~. Id. ~·irenze

18 marzo 1888 Robino Aagew • . dis. Siracusa 8 Luglio 1888

C3.ntalup.>Biccardo di$. XaJWli 8 dicembre 1889

Neri Vittorio. . . dis. P;~dova 27 gennaio 1889

Vitale Felice • . • dìs. Benevento ButTa DomeWco. . Id. Genon A.d.ipietro Cio. m1' . hl. C"tserta

Savìgnoni An toMo. Id. Boma BenDati Carlo . . id. Rovigo 2 maggio 1889 Ab&lfr ,~ntoniv . . dJs. Cm~eo l I~~GiiO l 889 Coeito Dtrw • . dis. Siracusa Vicini Carlo • • . id. Belluno Garlaschi GiOIJant~i irl. Brescia 7 luglio 1889

Dall'OI)p Vitl4rin . dis. Bologna Cbiapp~ri Pa$quate Id. Bologna Dore P ietro . . . id. Sassari RnberU> Al(~o . id. Campo b. Fo1~o Antonio . • irl. SavoM !orio Qlrlo • . . ld. Castrov. 26 settembre 1889

Friscia Palq~la . dis. Girgenti 4 novambre 1889

llarrabini F.mèo . rlis. Trapani l dicembre 1889 Lutrario .dlbtrto . dis. Livorno Pa1omba Fra11cegeo Id. Napoli

so gennaio 1890

Carvelll L1t.igi • . (lis. Ca~tro­ villnri 6 febbraio 1880 Tortarolo Anlo11i0. dis. Snvona 23 febbrai o 1880

Canlena Giusl'1)pt . 11is. Gaeta

12 mano 189 1

Diaz Francesco . • diS. SiPno 29 marzo 1891 Stanziale 8o!WI[o • dis. ~apoll 29 agoato 1891 Sesselego Enrico . clls. <:aglian 7 ottobre 189 l Mazzarone Alfonso. dis. Cosen1.a

l O dicembre 1891 Coccia Luigi . . . t.lr-. No,là Del Buono Albe~·to. irl. Napoli Sighinolfi lfgo • . id. Firenze Di Giuseppe Pier

CiJ,miUo . • . . id. Napoli 20 dicembre 1891 Camerino~Y~la • dis. Castro·

viliari Ccespolani Edgardo id. Vicenza 28 gennaio 1892 lSilti Girolamo . . dls. Xapoli

14 febbraio 1892

Faggioli Augusto . llls. Spoleto li maggio 189l! Stampa Umberto . dls. 1\ot:na 20 maggio 1892

Staderioi Ru!,ilio . rtis. Firenze 3 luglio 1892 Valerii Valeria • . dis. Tentmo 3 lug lio 1892 llondio Gv.glielmo. dio. }l~Ssìna 3 agusto 1892

VentnroliA-artcucod.is. Bolognll 3D agosto 1892

DeAmbrosysEmidìo d.rs. Teramo Gala~so Giuseppe . id. Avelllnu Messina Ono{rio . id. Taranto 30 agosto 1892 . tlis. C.'lS~rta 27 novembra 1892

~larone Gius~ppe

DirorradoFrmicu,. dls. Slracu§A Dottoli Gio.Baltisia id. Fo:z::.:&


(:)eqtu) UFF. DI CO!Il'L. ASCIUTTI AI.LA »>L. liOR.- SOTTOTE.'{&:-.-yJli&OICI

dal n. M \l o .

••.a

27 novlllllltre 1192 f.iuffrida J'ifo. . . •h•.C•tania l 6 novembre 1883 ~larelli .Achillt • • di~ Yonu H aovembre 1883 Lima SalvatQre. • dt~.Palermo IO diCUibre 1888 Del Piccolo Poo'o .rtis. VPnt>zia 14 gennaio 1894 Loreozon Carlo. . Ili~ 1'ri1Vi30 28 gennaio 1894 Sacdù I!mnnum . d". \·enezia Il aarzo 1894 Speciale GatLtJno • ol h. Messina 25 mano 1894 Grazianl Carlo • • d h. Rovigo 12 aprile. 1894 Catalano .dtltonfo • dtt. Cat.anz. Lojacono Pietro . . Id. Calanz. Cagi.ati Luigi . • ul Roma Emmanuele Pietro . id. Firenze 26 aprile 1894 A bba Jilra11ce$cO . • dls. Torino PacìliÒ Ernulo • • id. 1\apoli 22 mqglo 1894 Puceio llareello . • dì$. Ftrenu

Barb.:lgalln ltt.lt'iO • it.t. C."\Serta Panni6iaoi f'ra n-

eeuo . . • .

''' Siena

22 . . .lo 1814 S3rra Ba{fatlt . . •hs. Taraot.o Petrillo Gfocomo • id. Ben~>v. Coiro Roero • id. Pou.-nza S(brrru Carlo. . • id. C~gllari

4

o.lal n. -1•:. al n. .llflt 7 aiagaa 1194

P••tniPse .lflcll.ele . dis. Bariti. Granni Fra11ctsco • id. Ceralu Marcocti J'incrnzo. id. Perogi3 Paolocci Gi~ . id. Or~leto

Lezza Felice • . . irl Nola Trombetti Gnllòeppe id. A''ellioo Palombi Brmanno . id. \lacer. Molezzi Gio. B~li~la id. Cosenza Romeo Pasquale • id. l'inpoli ~'araone Luciano . id l'ìnpolf

.sa lv a. . . . . id. :iapoh

Ci:~tjuinto

ton

P10na .tfTl~ro . . . id. Torroo 24 giugno l 194 Sa varese Ra(fam . dis. ::\ola Simooi Darfo . . . ;d. Ltvomn Fa bris Fr=caco • hl. Belluno Torina Aicolò. . • ili. Ceralu 19 luglio 1194 llnggiori Luciano . dis. Forli 4 agosto 1894 Muratore Gimeppe. dis. Aie~,. 5 settembre 1894 Ba::noli Adulle . • dh. Barlet. O•• s..,nctis Gf11.~. id. Bencv. 9 settembre 1894 !.alteri Tnnoren:;o . dls. Pttlt:t. 21 aovem.bre 1894 lorcrrera .tfngew . di.s. Me·~~ 9 dleelr.bre 1894 MDC'villo n n.cm.:;o. db. Mll3SÌD3 IO febbraio 1815 l:.nrt-ri SI$W . • • db. ~a(lt>li


UFFICIALI MEDICI DELLA MILIZIA TERRITORIALE

l CORPO D'ARMATA C.-\PlTAl'<l MEDICI dal n. 1 al n. a

dal n. 41 al n. 4ò

l

12 febbraio 1882

Squarinl Da11liU. • • 14 batt.

l O marzo 1889

A.Udenino Albtrlo • • l! halL. 29 luglio 1890 Gatti 4ngtlo . . . • t batt.

20 febllraio 1887 ~o .Uooux G.ppe • lO balL

l

7 febbraio 1889

21 marzo 1895 Violetta G~uvppt . . dis.l\Tea

Ctrutti L11igi. . . . 43 batt. TENENTI MEDICI

dal n. e al o u

dal n. ~ al n. 8 9 dicembre 1818 P:Lradisi Ellort • . . ! batt. Lessona FiUppo. (1) . batLSIH3. Giovanetti G. Bott.,(.\) id. Ivrea Giu.~lano Guueppe (A) id. Fene-

9 marzo 188S

Dorando Cd,,lino. . 3 batt. ,\iroldi Prt»pero. (.\ ·. t.a.rt.Exllles Ue Uominlcis Carlo . 9 hatt.

strelle Onesti Cml)erto (A) . id. Pine-

21 marzo 1895

rolo

Da:rasso Pier Lui{] i, (A)batt.Susa Gallo Vincenzo, (A) . . batt. F&-

2 luglio 1810 Ftr ilvlo . • . . . 6 hatt. D4're;ribus Candido . t• comp. sanità Forntlli Bnwf.ettc, (1) batt..-\osta

DI'SireU~

l':l.<seriniErmtllig•. .\ 1 balt. Exilles Oemaria Ftd-trico, (A) hatt.lm~a

SOl'TOTENE:'ìTl MEDICI ola[ D. l al n. .&

flaJ n. ~ al o. 8

21 IIUf~ 1884

19 giugno 18110

Xotn Annibalt • . . d i s. To· rino 8 aprile 1888 Perron Gfullo . . . 8 batt. 13 aprile 1809 Pastore An~elo, (A) • batt. Pi· nerolo ll~a .•ltiU~ndro. . 16 batt.

Robiola AUWo (A) .tlls.Norua 24 gennaio 1192

Mo.ssatti Btture (Al • hatllvrea 26 aprile 1894

Matleroi Alfr·edo (A) .batt.Aosta 9 settambre 1894 llazzuccbettlllt~earoo

lA). . • • .

• .hatL\OSI&


51

OFFlCIALI loiEDICl DELLA lliLnlA 'l'ERI\JTOll!ALE

Il CORPO D'ARMATA YAGGrORI ~El>lCI

n. t •893

l

n. •

1893

Pi«.Inini Bllort • . . • a disposiz. . mar. Il Revellr Sam.utle. • . . a dk-posiz. . ma:r. 9

C.\PITA..'\I MEDICI dt~l n. t

al n. •

Zorletti Franeuco

dis. Cu.oeo • •

i~ !ebl•raio

Beltrame Vineenzo . . . . . . . . . • . . . .

~ batt.

t888 dicembre

. . .

9

TE~"El\"fl MEDICI

dal n. 4 al n. s

dal n. ~ al n. 11

9 marzo 1893

2 luglio 1890 Federiti GiOt'iltl11i. . 19 ba.tt. Bogliooe riltorio, t (!). . . . . . . batt.Mon· dov'l

Ghio Emilio, (.\) . . batt. V:inadio l>e Lueis hldrea, (! ) id. Pieve òi Teco 21 marzo 1895

14 agosto 1892

Lt~vi

uan' A). . • hatt. Vi-

nadio Bererinì Enw.nue~e . :!l. batt. Or-azzinl Giuteppe. . 3!i batt

Corra di GJlflitlmo (A) bMt. PiBve di l'eco

SO'M'OTENEKTI )IEDlCr dal n. , al o. ••

dal o. t al n. 8 22 setl8111bre 1884

Bongiovanni Carlo,(.,) batt. Dronero

5 gennaio 1890 Brega Pier GiOvanni. 3$ balt. 28 maggio 1881

18 dicembre !887 .,n saldi Glooanrli (A.) batt.Geva 30 dicembre 1888 Soleri Felice . . . . !7 batt. 31 marzo 1889

Aeconci A.lberlo • • f8 batt.

Lngaro E1f0Citlo, {A} • batl. Bor-

For:lllni L~igf . • . so b!ltt.

go S. Dalmazzo 21 maggio 1889

Casoletti Giulio, <M • bntt. ee,·a

2 5 dletembre 1892

GngnoUo J!~asio, {A). batt. J)or· go S. Oalmaz~o 26 aprile 1894

22 maggio 1894

Lncerni ~'90 . . . . !tl bait.

29 agosto 1889

28 agosto 1894

:-ottanis JWçol(l,-{.\ ) . batt. Dr(}-

Carle,·arisGiu~eppt,(.o\' batt.Mon--"'n..::

..


t"FFif.I\LI li&IJICI ll&LLA liiLlliA rn:&IUTORIALE

III CORPO D' AR:\IATA MAGrJIORI MEDICI da: n. • al n. t .\ dispo'lrziune • . . .

Quaranta L'IJ(Hmo>.

• • 1893 mar.

id.

C.APITANJ MEDICI

dal n. .1 al n. 3

dal n. ~ al o. •

l 2 febbraio l 882 Ombonì Hncen:=o . • ~ b~ lt. Bertolone Giweppe • 411> \li-

12 febbraio 1882 Buzzi Emilio. lA'· . • batt. Tr·

la.n.> Blazzi Folcnier·o . . • G! bntt.

2 luglio 18 90 Brunati AgoalitiQ. • . 46 hatt.

1'1100

TE:SE:o;TJ llEOICI dal n. & al o. 1 .a

dal n. 1 al n. , 31 marzo 1889 i'iirolai l'ilforio.

9 marzo 1895 Sormani lgìnio. . . 39 batt. Guerra Giovanni • • 5') id. Berrili.i Ci~no • . 5\ id. Ferrario &ipioo~ . 5! id. 21 111arzo 1895 Coollialtti.odocico,, .\) l.att.Jiorbegoo

43 bali.

2 luglio 1890 Vioeeoti Ciwli!W . 49 baU. )luaugonr Cario • 371d.

GWli L.u,r . .

. ~ 1.1

Toti Adtko . .

• 38 1t1

14 agosto 1892 Penco Gio. &U. l A). b;&tt. TI·

Matucc:i Giovamu

Gualberto . • .

1'1100

~ooza

9 mano 189!1 }(lriani Giulio

u bàtt.

Pedretti Ratra<k • • 3" eomp.

. • .!50 t~tt.

sanit&

SOTTOTS.'iE..\11 YEDICI dal n. 1 al JL. a 17 aprile 1887

Campari G12,c;omo,!Al batl.E•Iolo 18 dlcudlre 1887

Clericetti Emflio, (.\) batl.Edolo SO ~cembra 1888 Vecchi A.t(onso . . . 64 batt. 2 magg io 1889

Beroardoni Giov. ,(A). batl. Ve· sto nt> Ferri Allllio. (.\) balt. Morrnotmo 5 geMalo 1890

dal n. 7 al n. 11 l marzo 1891 Pevianì. Giuuppt . 63 batt.

25 settembre 1192 Gagliardi Alfredo • . 40 ba'l. 2 6 febbraio 1193

1

PatrioiPaolo Bzio, lA) batt. v.. ~tone

22 maggio 1894 BerteUi Giaco·mo (A} .batt. Ve-

s'*f

l o marzo 1895 _ _

-.~-


53

n'r!CIAJ.I JIEDICI DELLA lllLiliA TERI\1 rOni.HI>

IV CORPO D'AR~JATA

~BGGIORJ 311EDICI

n. 1

, Imparato .llarilln(• •

1.8$3 1

rlal n. a al n. s

• • a dls('o, z. o

ilal n. .a ·'' "

12 febbraio 1882 ASSI'reto march. Gior. SI balt. 21 maeato 1882 Ros~l Giacinto

1~83

D. t

• a dhpo,;izione mar. 9 BiscbtZio Gio. Ba t/.

-n .r 9.

;5

9 marzo 1891

Oondero lir.otmnfli . ;; t•att. 21 marzo 1895 Gro~~o Ltugi. . . • iP l·att.

. . . 76 !)alt.

2 lutlio 1890 watava.~l Gitueppe. . 67 IJatt.

TEl'iE.\'TJ \lE&ICl dal n. 1 al n

:s

dal n . .a al o. • 14 agoato 1191 GberJn11 Guido. . . ; 1 batt. 9 11arzo 119S Gaja;;elu Canullu • • #il bat. 21 ...rzo JIIS

12 mlftìo 1881 • . 80 balt.

Zunuu Cnrlo.

2 lutlìo 1890 73 blllt Brarhlm .41(rtdo ~·sena .\t~o''' . . 66 1·1.

R~;l.lo~O r.iu.J~J·t

• ;4 bntt.

&OTTOTE~E.'\Tl l!EDJCI

dal a. 1 al n. • 5 agosto 1883 Pl'drazzt .4Lbel'lo • • di3. Pia·

eenza SI marzo 1889 Gallo liiowtfl "' . . . 4 l:omp. sanita

1lal u. :a ;, n. • 25 gìUIIIO 1893 8(1110 r,w /lati. l eomp. sanlta 28 aprile 1894 IJs:heltO .• 1lfMIIO 4 CODI (l. sanllll 1o marzo IBIS FHir•r•l Gltuomo 4 ~omp. ~anita


.,

>•

t'FfiCIAt.l lUWICI OtLt.A !tltLrnA tt;ft~ITOIU.tLB

V CORPO o· A.R~lA. T A MAGG-IORI MEDICI

n. • 1.893

l

o. %

3osehetti Eu(lemo . . . A t.lìsposiz. mar1.o G Tosi lpJ!I)lilo . . .

1.8&:1

• ,t dì;po;iz. mnrll) 9

.

CAPITA:'>~! MEDICI

dal n. 1 al n. :

dnl o. a al n . .a 12 febbraio l 882

12 febbraio 188~

Galante Gimeppe • • lO~ hntt.

>asqnaligo Pe/lt(JI·ino 108 batt. >adoa GìllSUM. • . S9 t<l.

9 marzo 1893

Avam.! RU:carcto . .!00 batt. TE~'E~TI li.EOICI

11al n. J al n. ,

dal n. 8 al n. u 9 marzo 1893

9 dicembre l 888 'onnlli Vittorio. . . S6 batt. luidonl 1~1lio. . . Si id. ioncJnj .trMld<l, (A). Y&rona

Putell i (A) • .

mtt.

Ferr~Juio ,

• batt. Pie... di C1dore

• • • .

21 marzo 1895 A m br osi Loctov~o,

2 luglio 1890

(A). •

• •

. •

• ·batt. ~·e-

ozzl Twtlorieo . . 8Z batt. oo.ls Plcuido • , • t03 td. lot:lda Prlrn<.esco . f09 ul.

rona ?iatalucci Giv..•tppe. . l ti t~tt. Ricci Antonio . . . 8S batt.

9 marzo 1899

Cannars3- Sauerio . ,92 batL Ghillini ~re. (.\) .!»tt. Ba$·

•eficc F<1uslo • • • 9~ l.'oaiL

s:~no

SOTTOTE~iE:-fTl ~IEDlCJ

113.1 n. t al n. ,

rtal n. 8 al n. •~

l 7 gÌUOJIO 188$

28 maggio 189 1

ldclli Torqtt'llo. . f01 llalt.

Boul Dan~ . . . • 91 balt. 30 agosto 1892 Ravenna Cmberto. \ ) batt. Ge-

a giugno 1884

riMen=o. t•' .

. ba ti. Cre-

mona

monn

Righi Aug';SI(), (A). . batt. \'i-

2 novembre 1884

gli()Crdi Dome -

cetl7..à

iro . • • • . . v,; b<ll.

25 dicembre 1892

8 aprile 1888 i Giovannl . • ~ ba tt. 28 settembre 1888 illi TurquaU> . . 96 toau. 28 seHembre 1889 Guido . . . .101 batt.

Ql.rrelti Quir,no, (A) . b:m. Pieni di Cadore

28 mania 1891

i 41(rtdb. !A • . b .tt. ~"clt.

28 febbraio 18 93 Antoni4 • ~ batt. 10 189$

lYonulti dicembre '

Frejllno Htlorio,(A) batt..Bassano 28 agosto 1894

Gloder &rtofqmto 5 comp. ;an


I:Fntl4LI .IIENCI DELI.A .lllLIZIA TDIUTOI!AI.E

VI CORPO D'ARMA TA .IUGGIORI MEDICI dal n . ~ al n.

*

Al~lh.lri Carlo,

n. a

•893

.g.

t89S

. a disJ>O~. mar. 9 Barbieri AI{Ofi.IO • • • • • a •lhpo~. mar. 9 . i\1.. • . id.

Rnu.a.boni .dnlonio •

C.\PITA:'il .ID:DICI clal n. G al n. t.e

olnJ n 1 al n. • 12 maggio 1881 Fauni Piaro. . . . l!i haU. 3 sattambre 188 1 C•lmelh PW . • • Hi ban. 12 lebbra lo l 882 . dìs.

Ce~ari Gi111tppt

~ro-

dena Gllnernh Fra11mcn • tH batt. llon~o GilLf"PP' .

. • 13'i Id.

96lcallllln 1888 Poraceinl Ltugi • • U~ Latt: Caramitti Achme . • us 111. Ghetti Luigi • • • • i 3D id. 31 maggio 1810 O'Ajotolo Gioranlli . 6 comp. sanl til. 9 marzo 1891 B<!rgoo:tl t;(sart. • • 119 batt

TE..~E~TI MEDICI

dal n. e nl n. e

olal n. l :1! n. $

2 luglio 1890 Yentori Jn•dhak . 6 comp.

19 dicembre 1886

Caratoh Probo . . • U9 batt 9 dlcambra 1888 Ahteri Gi01Janni . . HS batt. &nvicini Eltort . 133 1.1. 2 g iugao 188i Gr:tiSelli Biagio . l~ 2 h•llo 1890 PIUOii vgo . • • • l!3 batt.

~:\1}.

Casorall E11t1J • • • t3S hatt. 9 marzo 18113

batt.l

Ca\'icchloh Al{rtdn • ti ! b."ltt. 21 ma.rzo 1195 Cougnet All>trto. .

U3 batL

SOTTOT&NE:'lTl \IEDICI riai n .. al n. a

llal n. t li n. a 17 lliUfnO 1883 S.1ntopadre l 11itse . • !27 batt. 20 gen.n alo 1184 !lintaJini ,4rllto . . db. Ferrara

7 giugno 18114 Cirelli Flli}lpu . • . r. comi•

14 maggio 1888

ID marzo 1115

t.:gatti Olil:'l· ro. .

6 c:omp. snnita

Sllllilà

24 ll lllfBO 1194

\'accari Lu ~q i

. . . 6 com p.

sa nota ~~uabue f!itiSfJJJ-t

• s• comp.

sanita


~ FnCIALI

liKDICI lli!LT.A IIILIZLA TERIIIT<>RULE

VII CORPO D'ARMATA liiAGGIORl MEDICI

o l

t 893

l

n. a

a dlspos. . marzo 9 Cantalamessa lgnozw. • a dispos.

Di Oomcnioo Nicola, dJ

C!PlTA~I )(EDICI

dal n 1 al n . .a

dal n. • al n. t;

12 maggio 1881

12 febbraio 1882

)farmi nw . . . . l47 t>att. 13 ottobre 1881 Maz7.0COIIJ Augu!to. . tU l>att.

Casah Tor•amcuo .

l'etrilli RofTtUu. . • ts1 baH.

Perii Denwrdlru,

. 158 ba.tt

2 luallo 1890

. U() baU.

Ca~seso Luco, ~ •.

• 461 ba l l. Mollira CerartiCI • • 169 it:l.

12 febbraio 1882

Gnaatoli Cesare. . • 139 lìa.tt. TE.'iENTI MEDICI

dal n. ·. al o. 8

dal o. • al n. t7

12 febllraio 1882

2 1utlio 1890

Virglho Enrico • . . dis. Or-

Fimiaoo Ra(fade , . t:-.6 batl. Curosella Camtlw . . 154 id.

vieto

21 luglio 1891

l luglio 1882 De Mnuro Ro.tratk . . 160 ha tt. Il dicembre 1886 .Utomue .~ ..get.o • • lti8 hatt. l dlcabre 1888 Spanocchi TUo . . . t6l' balt. Armandl Corio . • . U3 Id. Benigni Otl!!itro . • 138 id. De .\lattcis FrallUtco. 7 comp.

Cingolani $rt111Jg#'ne ;o (OID(l. 14 agosto 1812 Raucci L u.gi . . • • 16~ balt. 9 marzo 1893

Geremia.

i comp.

Tilh Enrico .

• 150 batt. • 111 id.

~·u•

.san t là Soli mani AI(OIUO

21 marzo 1885

sani La

Spadoni Gius,pp• . 1 c:om1>.san.

2 11111110 latO Ptrrutti .f ntomo . . 148 t.~u.

Pe 1lleciotti Ca~fn . • i -:omp. s.lll.

SOTTO'rEXE.'ìTI YEDICl dal o. • al n. $

dal n t al u. s

28 m8ftìO 1882 \olre P~qvolt. •. 16:i bau. Iinoz~t

4 gen11aio 1883 Domsnico. . t33 l>att. 8 1.prlle 1888

,laspari Tommaso. . i r,..mp. san.

27 nonmllre 18t2 :çaroJaccbiooe D&uato Fra,!cuco . . • . 1&9 batt. Il giugno 1893 llarinelli N~litlt Arcangtlo . . . • •


l'ffiCI \\.1 ll.EIIICI t>!I.L..\ liiLitiA TIII&ITOiliUE

~

----------------------------------------------da.tn e to e n. •• dal

al 11 ••

12 settembre 1893

24 giugno 1894

Manzoni Cal"lo . . • 7 COIUP. sanlta

i comp.

Lombardi Hn.cftiZo>

sanUà

12 aprile l 894 Feliziaru FtU:.iano. • i c=omr. sanità 22 manio 1814 Pandolll Rubtrlo . . i57 batt. 7 giugno l 894 S unzi /,11,~, . i cùmp. •anill

l luglio 1814

Sa.toPlta. JfatitO • • • ; Nmp. '>antta l l novembre l 884

Sferra Eduardo. • . 1 eomp >anita

VIII CORPO D'ARMATA YAGGIORI YEOICI

n. :a

dal n. a t i o •

•8D3

l

189S

. a dispos. marzo 9 Pardo Etlrico, •

Romiti Guglielmo,<§< . Borgi Giovanui, <§<. •

.

Id.

.

id.

• a dlspo,~,. marlo 9

CAPIU~I YEOICI

Jr.l n 1 l n :a

<l~ n .

s settembre 1881

.a aJ n. 7 17 giugno 1883

Gatta! Rucart/.o . . !96 balt. 12 febbraio l 882 Barloll h'ttruo . . ~ - 190 bali.

llarteJU .&lessamlro • l~ batt. 9 dicembre 1888

17 giugno 1883 CoraMSI"III .'ripioru • S comp.

5everì Pr;nperu Sespoli Giulw .

san.

Boc~lla Giorgiu

IRJ batt. .111 id. • 191 1d.

TEXE..'iTI YEDICl dal n. a l n. &

d&! n. e al n. ••

3 tettembre 188 l Callainl l'il v. . . . f9i batt. 12 febbraio t882

llarcacci Franeuco . i7S batt. Il dlçembre 1888 llaJCatu ooh. Eman. i77 batL PandoiO .frr~oC(o . di~. Firenze RùDCI Linn

. tSS hatt.

28 luglio 1889

Pilastri Ttbqldò

. . !99 hnu.

2 luglio 1890 Zaball1 d••unrtfo • S ooml•·

san. .\les..<mdri t'arto .

8 :d.

2 luglio 1190

V.Ugnrdi Oratt Meoni V'"tr!}inio •

. s batt.

• & id. 14 agosto 1882

[lrO<tOW .~tllOIIiO . !Si batt. lì ~annotti Bmt'~ltu.to • 186 id

9 marzo 1893 G1arni Carlo . . . • l il batt.

Antonelli SlanulM • 174 iJ. Cape• G!Upero • LS-1- Id. Cremisi Jdclfo . . LO~ Id. 21 marzo 188 5

Borc!oni Luigi • R romp san. Pampana lgi'ft,. • • tes t.att. Sealiotti Luigi • . • 180 id.


l"I'PJCL!LI JnlD!CI DlSLLA IIILIZ!A TE~lll;rOR;IALE

SOTTOTEl'iEl\ìl MEDICI d~ l o. t

al n. ~

5 agosto 1883

30 luglio 1893 Yarcolioi r.10.B.IIa. 8 comp.san.

Fiornao:lì Cm· lo . . 18! bali.

zo gennaio 1884

Birelli Luioi . . . . t83 batt.

4 agosto 1894 BarLalloi Fram;t>CO 8 comp.<an.

6 marzo 1884

Cerroti .4bele.

. . . .f93 ba t t. 29 novembre 1891 Dotti Frrwce.<co. S comp. ~an.

l O febbraio 1895

)lercanteUi . lll#tmio . ti2 batt

lX CORPO D'ARMATA M.\GGrolU MEDICI dal n. t al n. ~

1893 Giommi .11arto . . J{<mi Pomp~o.

+.

l

dal n. 3 al n. 4

1893

• a rtis-p.Jj. marzo 9

. a dispos. marzo 9 Croci Pietro . . . Id. • . id. Tolli Ratfaelt,

+

• "'·

hl.

C.\PIT.\l\1 MEDICI

dal n. 8 al n. t1 -

dal n. t al n. ' 12 maggio 1881

12 febbraio 1882

Ravo~li Augwlo

Ascentl R·u.tilw . 9 comp. S.'ln . .ta werthal Vladi1!l-iro,

. . !U batt. )ttoni Otto11e • • • !1.0 id. 3 settembre 1881

U

+ . . . . . .!13 hatt.

?abrizi Spertllo. • . !O~ batt.

9 dicembre 1883

12 febbraio 1882 3igli Gunumni, .~14 batt. ,andoUl Gaetano. 9 comp.:sao. ~!cebi Ecarl$to . il5 batt. ..att:ulzi :ln(lelo. • • 2i1 id.

Sonnino DC!vitle. . . 9 ~;omp.

+

'>an. 9 d.icembre 1888

Travostìni Tomma~o . !09 batt. Garelti EITrilin • • • 1!11 id. TENEC\ìl MEDICI

dal n. 1 :li n. :o 9 dicembre 1888 •aganj GiiUtpp-e • 9 eomp.:;an. :ll.lllba Or~sle . . 9 ·id.

;allabene Ctsa1·e. 9 id. 4 novembre 1889 leccbini J/a.srimo 9 comp.san. 2 luglio 1890

largiotta Gmmsci Giusippt Anfo-

Ilio . . . . . 9 comp.san.

dal n. 6 al n. ~~ 9 marzo 1893

Fiorioli Franeuco. • ~~ l.alL Grisplni Ct·ispino . . 200 id. Teyxciru riftore . • 203 irl. 21 marzo 1895

Vcrwi lhccardo . 9 çomp.$311. ,\ntognoti Altl'edo. 9 id. • Ago.:;tlni caare . 9 i<t Sorge--Liberan Tib>~· rio . . . . • . 9 Id.·


59

ITPFICIAI.I, lU!OICI OBLI..l llll.UIA TER&CTORL\LI:

SOTTOT&NENTI MEDICI dal n. s al n. '14

dal n . .1. al n. _,

26 novembr-e 1898

26 giugno 1884 • 205 balt.

Santoç~hif) Romeo . ~ CO!JIP·

~lan rredi Lorenzo •

san.

26 luglio 1885 SpiOI'IIi Leonar do • . 9 comp. san.

26 aprile 1894

C&z-d JJndrtct

• • • 9 comr.

san.

8 aprile 18&8

22 maggio 1894

Ba r l.w r ou x Costan-

De Soncris nnçen~. 9 eomp.

zo • • . . . . • 9 comp.

san.

san.

24· giugno 1894 Veronesi Al(rt/W . 9 oomp.

Profili Naz.:a1'eno . . 206 batt. l marzo 1891 Caja Vitueruo . . . ~{6 btltl.

san. Pollidori Giovamti. 9 id. 28 agos to 1894 zepponl _4nqelo. • . 9 com p.

8 maggio 1892

Della VaUe Claudio . 9 comp.

.san.

san. l O febbr-aio 189 5

Il luglio 1892 Pa~anini Git.lio.

M•gn.,no Bmt<ktto. . 9 comf•.

. • 9 comp. san.

530.

X CORPO D'ARMATA MAGGlORUlEDICI dal n • .a al n. li

11<11 o. t al n. 3

.893 De Dilectis G(«$tppe

• A di:op.

Riga ,l/arino . . lluecino Galtride. •

id.. id. . .

mar. 9 De Paseale JJcllille id. Sallcone Giactmo id.

. A \lisp . . itl.

•ssa

mar. 9 i•l.

C!.PlTA~1 li.EOIC!

dal o. 8 al n. &

daln.t .;l n. & 12 maggio 1881

Gapuano Bmmo

.

dì~.Ben11v.

12 febbraio 1882

ADnarumma Gerar àil. 2&0 ll;ltl. Sm11rra Pi(fr n • • . !O eomf'.

san. Giampietro Edoardo . 224. batt. 9 diumbre 1888 TipoldJ GiovaniU . . m baU.

9 dlcembl'e 1888 Lo.mbardiPerdmando:!U ball. Sealese Franusco. . ~ id. 2 luglio 1890

D'lstria Hichdt. . . 'tiO batt. 9 marzo 1898

Cottolino crut.o(Of'tJ.

.g. . . . . . . . 231 b:\tl.


CFFlCUI.l lfEDtCl DBU.o. llli.IZ!A. TBIIRITO!IULI!:

TE!'iENTI MEDICI dal n. •.a al n. ~.,.

dal n "l al n. 13

2 luglio 1890 Salvato Vincenzo. . ~~5 b~tt.

3 settembre 18,81

Pentmaca Erne3!o • • dis. Caserra

14 agosto 1892 crcconardi GW~como . w comp.

9 dillembre 1888

LaDna .l1llonio . . • iO comp. san.

san. D'.>\ntonio Ra,aeù, o§<tOid.

. iO id. De Rienzi J)omenìco . lO id. Rossi Brlrlolomeo . . iO id. Cna Ltopoldo. . . . dis. :\apoli Savastano R'nct~uro . lO comp. Caggese Giacomo .

Rubino Alfredo. Caro Orazio . •

23 febbraio 1893

Rubino Armiào

. . iO comt•.

san. 9 mano 1893 Vitone Vincenzo . . ~ hall.

san.

21 marzo 1895

• 1.0 id. . !3i batt. :!i3 id. •!ii id.

Cuomo GtnMro . . 2a;; batt. Tira bella Scafati Leo·

Giros ~amù . Falcone /Ji,agw • 15 giugno 1890

nardo

. . •

. !O eomp.

san. Girone Alfonso .!O i.l. Allocca C'·t$ceu zo. . {0 id. Rossi Enr-tev. . . . 10 ld.

P eco raro Gaàriele. . lO comp. san.

De FaltQ r.w~·amu

2 luglio 1890

. to id.

Guerriero Ra{ffJtlt. .!4Hi.

1li .~lbtrlo . • . . 238 batl.

SOTTOTENENTI MEDICI dal n. •• al n. ••

·1al u. • al n. •• 27 marz:o 1881 uclone Giuseppe • . 2.46 batt. 28 gennaio 1883 Bandiera Gi<I!Janni • !O comp.

san. 17 giugno 1883 Caccese Domtllico. . IO comp.

\'erde ~alca.t.llrt Cmpo .'/Uhdt •

san. . !133 batt. .IO comp.

san. 22 ottobre 1884

Lionelli StetantJ . .dis.Foggia 25 agosto 1885 Tecci Enriw. . . IO comp.

san.

Gu&rìru Gitt$epp~

. IO id.

18 aprile 1886

Vatalaro Brtmo

• . IO comp.

san. \utiero Domenico. . IO id.

18 dicembre llt87 Sorge GaetaM . . . iO comp.

san. 8 aprile 1888 Oe Toro..Domeafro . '!30 balt. l O giugno 1888

Taglìalatela /,eopotdo. ~ hatt. 29 agosto 1888 . j:$3 baU. Fiore Gadt!nu . . • 10 comp.

!neo mino Ciro

san. S marzo 1889

Aotooelli AlòtrLo . . IO id. 4 novembre 1889

San Lucei Paolo . . . iO comp

san. Bruschini Brnt$10 • • J.O it.l. Parascandolo Carlo . 2'2 baU. 13 aprile llt90

AlCano Lt~ìgL • . . W haU. Tortora GiUit~ • • 10 comp.

s.a.n.


61

Cf'Fl<;I\U •&DICI llBLLA IJIJI.IZL.\ TKIRITOAHLE

cJal o. 'l& al n. SI

dal o. ~· al n. '17

30 agosto 18 92

13 aprile 1890 vmtoo GW.Stppt. !l; batl l maggio 18911

YerrannJn

• IO romp.

-an.

S:u:rhl Carlo. •

. l.O COu!p. san. P!lolurd rince11..zo. • -ll!6 batL. Tede«rhi Ga~l~ • tù comp.

Il logllo 1893 Rullnest.,lner Er•·ico. tO comp. 'Wl.

:san

12 aprile 1894

12 giugno 1890 ~131Tel

..tftdr'!J

AJnaLIIJ'Ò F"r.mctscll • IO rom p.

Luigi . . . . tO COWIJ·

:;311

san.

1 giugno 1894

28 giugno 1891 ~13-•"lri Gùl '"PII< • • IO com p.

Ferro Fl""'' do

san.

'Xl CORPO D'ARMATA !UGGIORI MEDICI dal n. a al n. •

dal n. J al n. t

:1893 <:asciaro Giouanni

.A dt.'ll· . id.

Gentile 8a1faelt •

1893

l

mar. !l Perrls Francuco. • • • A d1~p. id. De Franceseo Fran. ~. • lol. • •

• tm.r. 9

id.

CAPl'l'ANI MEDICI d.:tl n. • al n. 7

dal n. "' al n. ••

12 ~~tqglo 188J Pacciam Giweppe . . !65 bat t. GaUo Michele. • . !59 id. Pisano Filippo . . i18 id. Tncd Brune . . . 2.'>3 td. Fonte Gaelo•10 • • !li! id. 12 febbraio 1882 Prancoue Vincenzo . . "!SI batt.

12 febbraio 1882 Marotta Enru;o • • • !63 oott. 9 dicembre 1888 Mazza PtUqualt. . . !73 batt. 81 maggio 1890 Padub D()I"Wt~O • • ~l batt. 2 luglio 1890 Ciccarelli .i ng,c.l . . !:ii b:ttt.

Me!tdoro Glweppe. . !67 id. 'l'.ENE.'iTI MEDICI dal o. 1 al o. 8

dal n. e al n. ••

12 manlo 1881 Familiari Giovanni .dis. Reg-

gio c.

Agneta Gimeppe . . !60 batt.

Plastina .Yicok&. . .dis.Cosen. 9 dlcelllbre 1888

Carignola Gennaro . 271. baU. Luc.ianl NtcMie . • • ~ Iii. Gentile ..tal<mio

• . ~19 id.

14 agosto 1892 Morace V•laltanv . . !74 batt. Piea Gtovanni . . . !!70 id. Padalino Fra~co •!77 i•l. Bitontl Cadano . • tr.a i· l. 21 lllarZO 189 5 &letta Lorm;:.o . . .!ll batt Bari

Catuees Paolo

. !l~S Latt.

t•• :•J

• '!'16 batt.

2 luglio 18110

Perrooe Civuppc . . n3 bau.

o--"'n• v,.,_,.~

~ ht.

Jai3 Fior

~letta.

R:trl


t:FFICULI llll.lHCI DELLA IIILIZIA TER~ITllRlALE

SOITOTE:\"E.."iTI MEDICI dal n. •~ al o. ~•

dal n. J al n. t 1. 18 nonmbrt 11182 ~laccllia Emanutle. . 268 batL 20 mqgio 1883 Coppola Carlo . . • ~ batt. 28 geanaio l IIU Fato Gitu~t . . • dis. Bari

l marzo 1891 Pata PtU<JUJt/.1> • • • !&~ ban. 1 tiuooo 1893 Cinr1ue Ra/fflt/.1> • • • 11 comp.

<an. I l luglio f893

26 giugno 18114 Riecardi Domtnico • !!GI ba tt. t.ateru Giureppt • . 14 comp.

C0"1 .4ntoni0 • • . • Jl COI!l(l.

san. 25 marzo 1894

san.

Giannone R11/faele • . u tuiUp.

22 ottobre 1884

Parrotc.a :Jl(onso . .l!i4 batt.

sao.

2 luglio 1886 Ri~iuu Daridt.

12 aprile 1894

. . ll.comp.

PassPri /liogio • . . ~ ha tt. 26 aprile 189 Rus.si S<llralorr . ueomr.

san. 26 laglio 1815

Saponnro Tommaso . H com p.

san.

san.

22 IUgglo 1894

17 aprile 1887 Fem Ntrola . . • . U eomp.

!J com

san. so 11111rto 1889 P1c<1 •nt Lt<igi. • • •u com p. san.

r.

san. 19 luglio 1894

.\ rcaro llonarmlura • H com p. san.

1 dicembre 1819 . H eomp.

19 ottobre 1894

Bocca~< mi Jlauro

Gio~ioauo Giu#f>pt. ~ batt.

san.

XII CORPO D'AR:\JATA ~GGJORJ

D. l

.

.893

l

MEDICI

n. •

a <ll:;posiz. rnar. 9 Mlgneco GatlaM •

erro Gi~~ouppe .

.8. .

a di.ipom. rear. t

CAPITANl MEDICI dal o . .1> al n. ,

dal o. 1 alo. 4 12 ~~~aggio 1181

eli Ciprtan.o . . . !8S batt. ~ligrA Fr<~.r~eeseo • 315 id. 12 flllbraio 1882 uh•a Fdi<~. . . • 30'J batt.

warr:t Lr<Jnardo.

• :!91 h11lt

12 febbraio 1882

lllau~eri Angelo

. 313 ba~

Branc:~leooe Pielro

. H eomp.

sa.o. t lfìcembre 188 ::_8::___ _....._.~.--_


t'FFICIALI liEI>ICI DELLA lUUZLl T&ll.llTORl.\U!

TE.'\E.\"TI YEI)[CJ •liti n. 1 al 11. a1

dal n. n al n. ••

9 dicembre 1888 s~il!a Luca

14 IQ0$10 1892

Coglitore l'lllorlo {! COIDJ)-•an.

. 30~ ball. \d:tmo Jlauro . . 3H id. :\orcia C~ado, • 301 id. Touolomondo .-fngtlo. ~ id. • .

9 mano 1898

\jeUo J Mt . . . . '!S6 hatt. ll.lnneci Edoardo • . !Si id. Bonfanti Corrado • . 303 id. Picone Ernesto . . . 306 id. }lauceri Jo)·at~eesco . 302 hl.

2 luglio 1890 5cio Sugen10 • . • m baH. Pappa lardo Arlknino !87 id. Rrrera GiotJanni. . . t~ comp san. Passalaequa J/~ehd1mg. '197 b:ltt. Callerr Luigi . . • . 300 id. Carpioteri Alma n ..o§o. 31! id. Orlllndo _.ndrltl • . '!93 i•l.

Jmpallomeoi Gittu:ppt. 308 id. o

o

o

o

o

o

21 mar;to 1895 Cl•senza lgn~io . !9'J

batt. Tr3p:tnl

La Manna Tommn$0 . •li s. Palermo SOTTOTEì'I'E:'TJ MEDICI

tlal n. 1 al u. te

dàJ o. -t 1 nl n. ~•

9 novembre 18112

Fkarr

Frat~CO

28 maeglo 1891

oli<:.)fes..~na

Occhipinti Simo u. . M batt.

28 gennaio 1883

)laimooe Alllonino dis.Messlna

28 febbraio 1892

25 novembrJ 1889

Or Pisa SaiDalore. . U comp.

san.

Tricomi Paolo . • . 305 batt. 18 glug110 1885

26 febllralo 1898

Sterllni l'inccn~o . . 298 batt.

Fortunato Fortunnto 310 balt.

26 luglio 1885

Ferranto Antonino

25 marzo 1894

.dis.cerahi

Guuardi J/iclt~lf

17 aprile 1887

. l! eomp.

Di Leo Franuuo. • da Cetalil

~n.

s mano 1889

Elia .illlollio . •

. t! Id. Fi..<icbella nll(l'!l:;o f! id_

.\"Jcolelti Fra ru:tiCO • t! eomp.

san

12 aprile 1894

2 maggio 1889

Noera Giovan1ll

Titone NicMl~ . . . t2 eomp.

san.

. . 12 comp.

Ciancio Filippo . . . . l~ u1.

29 agosto 1889 Yuutla Calogero • . 3!4 ban. 4 noumbre 1889 F*U Ftlia . . . l% eomp.

7 giugno 1894 ~rcbesa Llborro

• i! comp.

llazu Lu ig• . •

. l! Id.

san.

san.

ISOLA DI

SARDEG~A

MAGGIORE YEDICO

o• • Zuddas l'i.olct .:o.

• . . a disposizione

• • • • . • • • IS93 mar. P


UP,F!CH.L.I 11:BDICJ D&IJ..\ :.llLWA TBilRITORIALE

C!PlTA:-;1 ME:DJCl dal n. 1 al n. •

Pitzumo Giacomo, t; +G' Piceardi Antonio . . • . . . .

HS~ rebltralo i!

318 battaglione . . distretto Sassari . . . . . . .

id.

Il TEì~E.~TE MEDICO

o . .. floris J.nùmio .

320 batt. . . . . . . . . . . . . 189'4 nur. 9

SOl'TOI&~ENTl MEDICI

dal n. t al n. • 29 agosto 1888

Anehl:>l Atll'dio. . . f3 comp. san. 29 agosto 1889 Pign JlJ>berlo. . • • 317 batt.

dal n. 3 al u. J 3 agosto 1892 rllòso-a Andrea • . . 3HI hntl 29 agosto 1893

Stazza Achi!~ . • • 320 batt

u

F


UFFICIALI MEDICI NELLA POSIZIONE DI SERVIZiO AUSILIARIO

Y:Af.GIOIU GENERALI ~EDICI !l n. t al n. •

•. . . ...

Firem~

t8&•

mano 13

t.8&a

.anera Gio11annf, r.;'&Co§o';J'O . • • •

• • . . A<U. . luglio t 7

LI n. 1 al n •

188•

udì Pitlro, U. Co§-0 . Tor.no gin. ~ is Emilio, U• Co§oOOot. Firen1.e id.

t88G

. Ancona mar. i t

binari Luigi,t' •c~.

1890

;asebi Gio. BIU{a. eU o§o j. Pìatenza mag. 3J

1.89.

ni Edoardo. e C o§o • • • Vrr.. rw

~riu.

l!

TE.'\'E.'\11 COLO:t\'ELI.I liEOICI 11 11. 1 al n. 3 18~,

. F•ren2e mar. !4 . ~ovara . ott.. i

l••rini SilvtiJ, • >§o u .\'icol&, • o§o •

18M

Roma . 3gos. 23

ncbini b''U9t11IO, e o§o •

M\ GGIORI liEOICI

al n. l al n. :a

188.& .g1u. :!9

-t4llo LortA:.o, o§o

li Brm<Mgil-111, o§o

188,

• • \•twla

030 Bun••c:tnluro, -§-.

• Roma. .

OlL

i

id.

C\ I'ITA.XI ~IEDICl 1tl n. :a

lal n. t a l n. 't 2 maggio 1878 •· Enriro, o§o. • • !llìlauo 20 giugno 1178

r.ntti

ao.... -

..... -

D...--

20 giugno 1878

Vanani !•!tonill, +<t i . . . .

____

. . XO\'&n

___.


IIFTIC14J..I JI J,;OI(!I .\BLL.\ 1'0'17,10SE 111 ~Btl\'1110 At'SILJA.RIO

dl\l n. 4 a1 o. • 30 mag110 1179 ouoteo;Jhi D<lr:w. O . . . • • Genor.o

+

3 nowembre 1879

Grillo Pilipp{J.

+ . llarlcua

8 sattalllllt-e 1111

Alrenr Gi•tn-pp... §o • Ca:rtiar•

d~tl o. 1

al n . .,

18 diç811lbrt 1873 ;-ia:-rii'IIÌK!nì ALI'fiSntlrl. Padova

9 dicembre 1878 R•tlfMU> • Avellint·

Grim~ldi

rtal o. , "' n. t • 8 genna1o 1882 O• \ .-er.-.a Git•tt~~Pt,? Ben.:·

l

\enlA:l Ferrare$i &llralort,e§> )IIIOL'fla 8 gennaio 11&3 t:.Ubooi R·•imondv. ~ l.h •mo 29 gennaio 1884 \hrebellJ r,mi.lock. liacer':IIU

l

dal n. :J al n. a 24 aprile 1879

l Oominl'dò GitUI'J'i't • C.1t.1oll

1

5 febbraio 1882

• Del GìuofiL..- Cariano. '' "'"''•


UFFICIALI MEDICI DI RISERVA

M.\GGIORI GE:>iERHI MEOICI

dal n. 1 "' n. ••

t.88"

Eha lìf•>coulli, C e C o§o O O 3

mar. t

t893

l•a••m hrgi,.io, L' e C .§o • •

gin.. Il

Arena·!\l~('elh G~no, G U & 0

+o~

G lJ

.. .... .

dic. li

t89o

eli

ManteUi ,\icola. U >§o • • . lu\ini Giuseppe. U • Uo§o'5 . .

Plaisanl Glustppt , U e U +O'l>O L:ulza Glacll<lo, U e U +'l> o' · P ieri JJa tt11to,

u• U +o

Ml~lior Luigi, • Co§<>~

Pasca Camillo, • C.§>. .

mar.U Id. id. id. id. id. id.

COLO~NELLI

MEDICI

dal n.· a al n. ae 188~

Dainelll Luigi, e c:§o.

gia. 19

t.88., . ottob. i ~aretto CiiOOaftni, eU

Ajroe Giocumo. U •

1893

+'8 ·

apr. 6

t;+<:>.

dic. ti 18~~

+ ..

. ou.. 31

Glor.IMo Giulio, 11 Campetti &nrfco, e U.§o ~ •

. oov. l3

PM!uard1 FratiUitO, • U>§-0<:) Pemeea L ulgf, e Uo§-(3' . . • Monoue Frnnctuo. e U~ . .\m Enrico, e u+O~ ..

-t8Do

mar.lt ~f.

id. irl.

TE.'\'E."ffl CoLO~~ELLI M~DICl dal n. 1 al n. •

Pepé Achille, eo§ci> Riva Carlo, e Uo§-'80 ·

+O

Radt~elll Pericle, • U

e

Calefll Cimbro, U+ci. . Pola Carlo, • U+ . .

t.88t feb.

6

ott. 25

t.882 dlc. !l

1881. apr. 13

giu. !9


I:FnCIALI llEDICI Ol &Ji&II\'A

dal n. , al n at

1886 mar.!t

CaraisÒ Jntonio, •

\'iroll Filippo, •

Caha,sl Pìtlro,

+

t888 . apr. 8

t.889 nov. 4

t890

•+t

mag.St

t.89~

Bobba EmiUo, &l'+~ . Prato Domenico, • Uo§-Oct~.

•li

Grossi PUippo, +. . . . Cbertonl r-~nr;o. eu+~ Pizzomo Giuyppe, e +O~

Andreis Cosla11~0, e + . .

. giu. 5 . Log. 3

t8fJ3

die. 17 id. id.

t89.J. ott. 23

t89&

. mar. l!

Yoretli Fra1UUCO • • Grameodola Gw. Boli ..

id. id. id. id. id. id.

Garduli Hncen:o,o§o~O Santoro Luigi,+ . . • Mujà. Luigi,* . . . .

Carll$0 Domenico,+- .

Mariano Jlaurizao, +~.

rur.pa Ciov=ni, e +'S

id.

Pontorieri ..tgo1tmo,+ .

il!.

Glaccomelli N auro • •

Jù.

Binl Gwvanrù,

id. id. id. id. id. id.

• +. .

Angoooa Putro, ~ ~rrati Giotlanni, Pastro Lui.gi, Uo§o • .

• +·

•~bina Lmgi, ~o

Bro$Ca Gaetano,

o

•+ .

MAGGIORI llEDICl !al n. ta :ti n ta

dal o. 1 al o. •• t~83 llontaniL1rigi,eo§-0~0 mag.lO

Sfrlso Luigi,

.a+ . . dic. 9

Be~ Adolfo, & +

t.88.& . apr. t3

Barnabò Angelo, o§<® • td. Eliantonio Donltrtico, gio. ~ Le\&Oti Olrlo, id.

+

&+ .

t.887

Perooaed Rosario, e o§o ln:t. IO Aman~ OraZIO, o§o • • Id. Supen:hì l'inun .• •+t •l. PerilloFrance~eo,. U

+ aj::l>". 7

Di Cesare Pietro Fran-

ceseo, o§o • • • • • sett. ts t888

t.888

Lombardo .4n10ili0,+ . giu. lt

+. . t6 t.8S' Della Croce Tilo, +· . mar. 3

llanzoni Giustppt. +C>· apr. ~ Sormani Giustppe, lug. l

Gauberti Giooanni, e + tu;:r. 4 Seru~thì 4 MgUJto,

DO\' .

SamuelU Angtlo, o§OO • mag. 5 Giuliani Gatlano. >§o. • ~u. t9 De \W'trnc. LUVJ'· lug. fO

•+·

t.8M

+.

t8et

CltanoaFudinondo,o§oO giu. it Yaoeosu Allldllto, o§o. • ~.:o. 3D IMnrani Almondro, :· ._.;;id"-'.'----"""'"'

+


69

UFFICIALI MilOICI Dl IIJS&BVA

dal n. 1:. al n. ti'J

dal n. ~.- al n. , .

t891 no v. 2

+. . id. + . . Id.

Poggi Giotlanni, Roma Ferdinando.+ Cao Antonio, Maìoccbi Tirst Terzo, t§o

id. id.

Besìa Vincenzo, O • Moroni Pirro, e.§- . . nov. i9 lliar:nonte Achille, dio. !!O

+· .

. t89~ Merea Luigi, mng.!6 ~arcotnUi Coslant. +O id.

+C>o . .

Govematori Vitlten.,t§>O Muzzioli Druto,

Tedde Pietr-o, +0 O' . lug. 3

+ . .. id.

Damele Pietro, D'Antona GiuJeppt, o§oO

Id.

D'OnofrioDomenico,o§od> id. t9 llet.e lli Giovanni, id. 3l Fantini Gìot:anni, ago. i

+. . + . Bartalini Bmllio, + . . id. 14 Pelosini Francuco, ® . ott. 2' Batolo Luigi, ® . . . nov. i

Gerleri Giovanni Butfi,. ~

+. . . . . di.:. 30 id. id. t8U3

'Barone Donato

. giu. !5

landolo Luigi . Crespi Cuo.re .

PoiTe .4~relio.

id.

+ . . dic. li

Gaddò Giacomo,~(3".

id.

Sarno Vincenzo,+® . Satla Giuseppe . . . .

id. id. Id.

UbertiS Pielro, +~ Puritano Glovanni, Cesaro ,neola.

..

e+ e+ . .

id. id. td.

+ . Perondi Bartolomeo, + id.

Cattaneo AntontoJ

Crudeli GiUlio, lt+o. Ch:ognaEnrico,y . • tagliero B<lr.MTdu, o§o •

~aletti Antonio. ·~· Raveggi Ftrdintmdo. . Riftolì Gimeppe, Pollini Antonio,o§=òo. Fuga Luigi,+. . . Mundo v-me~zo . . Canelles Federieo . .Y,.

id. !d. id. id. fà.

+ . . id.

Angrisani Giovanni . Zannetti Raffaele . • Fantolini Edoardo .

Boccalone Gfa.:omo,

Lanza Pietro, +o

o§> • • • • • • • • gju. '1~ Turano GatJano, o§: . • ott. t Dellanegra Luigi,Jli:§o(3" id. 3 :\icoletti l1tnce/lZo, id. Papotti Domeniço~ id. 8 Gr~"'SO Filiberto. *'§o . ad. Allotchio Loopolilo, ~ . lrt.

+

** ... - ...

id.

+ . Id. Rossi Fed.ui.:o. + . . giu. 9 Vicentini 1!ugmio, + Id.

Giglio Gioa.:chino

t 8 9A Pellegrini-Trieste Giulio,

id. id. Id.

id. id. · id.

id.

+ loJ.

. - "id.

+

. J!en. 3i Camnri Ga~l(lno . . . mar.ti Monselesan Gaetano. id. Docimo Nirhele. id. Pisano Roceo . . . id.

Secchi FriJnCUro,

Ricca Antonio • • . Bruno Vincenzo,

+. Nieosia Paolina,+® Vinci Carlo, + . .

Verdnzio Vincenzo, o§o. Foggetta G{useppe, ® • Frèrejean J olibois Giu.~.o§-0. . . . . Ferrara Celedino . . . Gatti Ferdinando,+ . Campoli <4IU$andro, o§o.

fd. id

ii1. id. id.

id. id.

id.

«. . . . +

id. id. id. id. id.

• .

iò.

Vita Felice, Piordeli:si PrO$ptrO • . Petrelh MicMlang.,

R()vati Francuco Ct·

$at·e, @,

.

Fimiani Luigi, d> . • !squinl Bnrit:O • • Romano Gl~ppe. .

id.

id.

+.

Id. id.

Batlìsta, ® Sangiorglo Pl4cid.o • Cannas B(/Wo, ~

id. ad. id.

Bert{)la Pitlro~+®. Oecaroli .l{mitro. . . M:igneeo Scbastia;noJ ®. Borghese Gaetano

ld.

VasseIli 4ri3tide, Campobasso

Giovanni

D'Atri .4lu$andr o.

Bertini Orule, O . Somma Giuuppe. Vita Pieh·o • . • Giorgi .lflchele . . FraneeliCOni Gill.$11Jlpt

id.

id. td. io.!. id. id. id. id.

id.



H

I:VFICU.tl )I&IDCI DI lli!'BBVA

•ùl Il sa al 11 •e

·:kl n. • al n. st

188o llagrì Ftllce . Bianro Calilto •

188&

De Cecoo Giu.uppt . <.lk. { 5 Testa An{ltlo hl. Chiaradla Gaeltl11o . J•l • Leo Antonio u1 . Bruno dP Cnrlis Sal~:at. id. ;,l. Stringa.ri Fran""o . Vi.-en7.iO H~tetcO tol Petrncr,u Giuseppe id.

• feh. tO . lug. ~

1888 Scimeml Eranno . . die. l9 Carlouo Gio. Balti$1lt Id. Gal<wo CDslaiiJiHIJ id Id • Buonomo Adalberto . Merlo LucUmo . i<!. Sensi Antonio • id. PHtaloga &rko . id. id. Sacerdoti Carlo Pi.gnalari Sokalore . id. iol. Piadenl Federico •

.

1888 Zuccarelli An{lelo . Gelmm1 PWro. Consolo Gimt;p~ . Fat.ìani Gmnaro . Cicebetti Amsibalt Pactootti Giuseppe Di Martino /\'teolo Biondt Domenico •

• olic. 9 id. iii. id. id. id. il!. id.

Leooardi ..tnwruo. rranzoo i Pitlro Laterza Gicr.onni. )lartiol Anlonic Io1li Jmrlco . Cololfllato Sclpione .\mab Hnul'l;o

. dit. 15

Ma.~razzo Ga.tllllto

• ·~" mal!.3i id. Id.

Pìmllo .YicoU/ • Ricotti Franu:tm.

id. hl.

Capoti GiOI11Uinl .

Colamus>i Fl4cltmo.

18&~

Del Glzzo P1U41.1ctlt . . Celi. 14 \ogeltnl Gafla•to. • dìc 4

18&3 Gasca Etlot·e

. CNI. i3

•s••

. m:u.U BussetU Pidro. Seiamanna Git4$t(Jpe. td. lora J.'Uippo . td. PeroZl t Gadano Id. lrl. Cantù .lnttlnio. id. Mascaro l'incenzo. id. De Robcrtis Ro~to. Vianello Allltmio. id. id. Malatesta Ftdtrlco Sealml ì BenedeltiJ • hl . irf. llors··lf>tto GitUeppe •

t88& Id. id. id. id. Id. it:.

SOTTOTEl'X.'iTI MEDICI dal n. li al n. 7

rJal n. s nl n• .a Bi~glia Luigi .

. reb. 3

PE'Ilacaoi PMIO .~mmendola l'iLtro

. mar.!i . ott. 21

• 8,8 De ~tcolais l'•ttro.

t8,,

t818

lug. l

cantu Fra1truco . Silipranti Gto11twni .

• Ott. !

tof.

188. Altana Gimtpll'

. :!io. ti


..'·. RIPARTO DEGLl CFFICIALI )JEJHCI E DEl FAR)JACI Tl )liLIT>\RI FRA l DIVERSI COMANDI, CORPI ED UFFICI Da REGIO ESERCITO

MINISTERO DELLA GUERRA.

ISPETTORATO 01 SANITA MILITARE. M. G. l!. Ci(JOila Gms~ppt (hf>"twre rnpo). M. G. li Reorts le(a110 (i:;p.;-l-

Seg.·ela)·lalo gmaale. .\DDETfO

T. C. M Guif\a &loalore (capo 1e.tione).

rore). l&. G. li RutTa Lui!Ji (itl ). C. F. l. FiliJlpi Giacomo (id.).

COli \!\'!IATI

C. M. DelL'l Valla Francuco

1C<ll. li. lllrci~rdi Hllore ($egre&.).

'<isp. di RoJU&). T. M. Cu~ni !/arlino (ospedale

c. li. Bima .Vauri~o (addellOI.

1C. li. Livi Ridol/o (i•l.l.

tlt Romn).

l C. ~1. Galli Gio. f>llmeJHeo (lo1.1• F . Ga~ta Demdrio (td.).

COMANDO DEL COlPO 01 STATO MAGGIORE. C. li. Mendini GitUtppt.

l

COMANDO DELU SCUOLA D' ARTIGL E GENIO. C. ~ . Gritzgi .Jut~tO. COMANDO DELL ACCADEMIA MILITARE. COlU~D.\TO

DIREZIONE DELLA SCUOLA D'APPLICAZIONE DI SAIIITA ' MIUTARE. 1 C(> l. M. Tosi Feller;co (di rollore ,. li. N.. lmbriaco l'Uiro. M. M. srorz.a ClatldltJ. M. 1\1. Quiozio CWJ1't. C. M. P11~lisi Mtchtlangtlo. IC. M ~O<"elli Do1MIIico, M. Savmi Cm·w. T. M. SallLilcci Stefano. T. :\1. Guiwardi fìiovo.ttn&.

+.

,r.

Tvl'lno).

l

COMANDO DELLA SCUOl.A MILITARE.

I Umberl4l J (~).

C. Al Tommasloa Jlnrio (OSfl.,

C. M Car1'3tù CdNnw.

COllANDO OEUASCUOLA CENTR. 01 TIRO DI FANTEIUA C. M. Mangianti E.'::io COMANDO DELLA SCUOLA IlEI SOTTOFFICIALI. C. M. Giorf(lo Caare.

COli\:O.DATI

1T. M. Ci;::Jiutti GìtUtppe (~Id.). S. T. lL Saggint Hcorirl o, car.

l

l

-

COMANDO DElLA SCUOlA DI CAVAUUIA. G. M llosso Ortslt. T. li Licar t Hnun.zo. COMANDO DEL CORPO INVAUII E VETERANI . T. M. Matsto PCU•)Ualr.

ABBRE\'IAZIOM. - 111. G. M., maggior generare mecl.leo - Col. li., eolonnello medico T. C. l! .. t~>nente colonnel.lo medleo - liL li., maggiore medicO - C. ~ .• capitano medito T. M., tenente medico- s. T.ll., sott.otenente medico - c. P. 1., chimteo rarmaetsta ispettort- C. F. D , s;htmico l:trnlacista direU.Ore - F. C, farmaclst:l c:aJ?O - F., farma.:lsta - + .4.iutante m~~nre.


Rlf'AIITO OEGLI UFriCI.\I,tliE;OICI E DEr PARM.."'CISTJ lULIT.\111. ECC.

- - - - - - - - - - - - - - - -- - LEGIONE AlliEVI CARABINIERI.

C. M. Mosehioi Enrko. T. bi. Valle AU[Jelo. RECGIMENTI 01 FAHTERIA. 1 Ql'anatie-ri.

C. li. Bisceglie Rkcardo. 2 !}Tanatio·i.

C. M. Ct.ocola l'incem:o.

16 rantçl'ia .

C. !II. Sticco An{J)flio. 17 (ante~·ia..

C. M. Romano Franc.ts.;o. ~8 fallltria.

C. M. Abalc Al(OIISO. 19 (anl~rio

C. M. Lorido Giu.stppe. 20 (a11tnia.

S T. M. Monte .'\'i~ola. 1 (anleria. C. :Y. Virgalliht .Ilario.

C. ~. Lastaria Frtltlct$co.

T. !!.I. Mauri Luigi.

C. M. Meduguo rrauceuo.

2 (anltri<l.

tt (cmlma. 22 (ant~l'.io.

C. M. Mele Asronio. $.T. li. Vcrdolha Ba11iamino.

C. M. Sigillo ùllEril'l. 28 (a1lltria .

.1 (auteria.

C. M. Fascia Giuseppe.

C. li. ill:J~gesi Tullfmaso. S. T. ~1. Vnn1eu Ejisio. .f (a11lsrw.

C. M.. Xodari Pitlro. S. T. M. Castellano Fedele. 5 (anluia.

C. M. Maugeri F1·onc,~ço. 6 (anUria.

C. Y. Carlucei ,ncola.

S. T. M. De Giol')ti 8 !>11utm1110. 2·1 {allterio.

C. M. Polistena t>om~uco. .25 (OJtl erì.a.

C. M. Amel.leo Dtn'llelllto. 26 (Oflllll'ia.

C. M. Faralli Celestino. 27 fanteria.

T. M. llarloni Etit'ico. 7 (onluia

C. M. Alloatti Betltlk«o. 28 (allteria.

c. M. Binaldi Scipione. 1

C. M. Jorio Luigi.

8 (anleria.

C. l!. De-Mtcheli Antonio. 9 (anlerfa,

C. M. Palermo-PateraSI01lislao. 10 (anltria.

C. M. SteiTenooi Bttott. tt {anltri<l. C. M. Lucciola Giov. Giacomo. T. :\1. Dorlà Rosario. 12 fanteria.

29 (allle•·ia.

C. M. Oettori Angel~. 30 fanteria.

c. M. ,\.ttan:I.Siò Antonio. 31 fanteria.

O. l!. .1\itti Nicolt~. 82 (antsria.

C. li.. Ariani Dommico. .18 (.auleria.

C. M. Catrl Ferdi11allào. S. T. l!. P:mtano

C. M. ,D'Amato farmtla.

19 fanluia. C. M. Cecchett;lnl DomeniW.

C, M. 6ianola Anlo11io. 35 (ankrìa.

S. T. :\.1. Jervolino Salcatol't.

c.

14 (tJ!t/tria. M.. Vigtiaroi Ji!Jitrio.

T. M. Fortunato Ca·rto. T. ~r. Pastorello Liborio. 15 (a11luìa.

C.. JI. Fernandez Timotco.

73

34 (antv-ia.

C. 111. Fili.PJ'i FìlippP. 36 fanteria. C M. Gi:mi Pitlro.

,n fanteria. C. M. Barletta. S<Jlralore. S. T. M. Lo Bianco ?uif!i ,


38 (alllt•·i•l.

C. li. Cu.smano H11rico. "· T. ~1. Pi<poli 1/•tffiUilo. 39 (allltrùt.

C. )1. Pre---<a•co P·~•qualt. ·10 ftnltrill.

c. ~1. Pettinari .Hriano. 41 (anttrs11.

C. Y. Rllini Camillo. 42 (Clllltria. C )L .Yonelt Bnwlo. .JS (anJerta.

C. lL nelle Pr3oe Luigi 11 fanteria. G. li. Xardoni Antonio. 4:; {iznl•l·ia.

c. M. Oggiano Giara11111. 16 (antrrta.

C. Y. GA!melli Arlc1r0. 47 fantula. C. li. So!is .d ttdreJ. T. )1. Strati Domntico. -18 (anuria.

C. )1. S.:bii'TU (it~glitÙIIO. S. T. li. Cimrno Fra .. cneo. ·)9 f•l'fll'-rlll.

C. M. Parlati P.Ialo S. T. ~t llihtollo Emilio. so fanteria C li. Capobiallf.O Domenico. T. 'M. \lloloelli AlbtriD. 51 (tmteria. C. l( . O<l J.u.-a QldanliliO. s2 tanltria. C. il. Franteschi luum:o. 53 (antnh. C. ll. Tor.siol GUI•I FrallrtuO. S-1 fnnteritt.

C. ll. O<lii'Oltc GH /Jaltuta.

59 (anlerio..

T. M. Romeo Frnncaro. S. T. Y. La Grotteria Francts·o. CO (OIIitria

C. )1. Bistarelli tfllgtlo. 61 (anltr-W

c. ~1. .!belli Httorlo. 62janteria. C. li. Buggeri GltUeppt.

63 (artltria. C. Y. De Simone Ze/lrirtO. 64 (a11lnia.

T. M. G~ole llalo. 6J (anJerW..

C. M. Cardi Fmncesco T. :\f. Ciglìutti Giu~pe (c:<lm. se. appJ. san. mìl.).

66 (arderia.

C. ~{. :Yarehese Giov. Jlaut~ta. 67 fanteria.

C. ~1. Sanguineti Corto. T. Y. Ducce~clù Modulo. 68 fanteria. C. li. Samory Podwnio. T. ~- Vìsalli Paolo. 69 fantllri<J.

C. li. Strano .into11ino 70 fanùriD. C. M. Del Vecchio Bugger<J. 7t fa nU:ria.

C.lf. Re Giu~ 12 (an.tn-ia. C. lr. YartieJlo Gaetano. 73 fa•teria.

C. Y. Curli·Pelanla .Yicola. 74 (auleria. G. li. Raguini Romolo. 75 (anUria.

sr. f•t~tttrla. C. Y. Gurg-o •• cJUIIt. 5G fanteria. C. li. PaJIIiuni GiiJCilliO.

C. )1. Ricciuti Franceaeo.

57 (01dtri4.. C. ll. Farina Gi11uppe. r. li. Licastro Gtuseppe. 58 (anlerla. :. ll. C.'lle{::lri Gio. Balll1ta. '3. T. l!. Fazio G~rflll uo.

C. li. lnfelise Gimeppe.

i 6 fanteria.

C. li. Bruni Attilio. 77 fanteria. i 8 (artll!ria.

C. M. Lanta Bmanutllo. i 9 fanteria•

• C. .\1. :'\ullila Pasquale.


m.\ l lliVKRSI COMANDI, CORPI ED UPFICI DEL IIEGIO ESEilC!T\l SO (onlfria. C. l!. Taroc.:hl .4dol(o.

7 btr•tJqiLeri. C. ll. $an1irt'ltt Bttt'iro.

SJ (ant~r••t.

C. li. A U$iello Pnl'}ualt.

8 lierUJglitn

c. M. Frigoli VomJrllo.

82 (aul~ritl.

c. 11. Couenn:t l'ilo.

!l btr~<Jglitri.

C. )l. Lf'Urioi Frnn,u•o.

88 (aNltrio.

c. li. ~~~~~ Emm... 8 J f•Jttlerta. T. :\1. T&Jip~rini Cttort. :> (ollltria. C. .M••\1·3•~11 T QmtnnfO.

t () bn'4<1glltri.

C. .!l Ci:.eo·i·• .-hdf'M. fl btrragl~ri.

T. li. l~ltano Fr.Jttruco t~ btr~tagltvi.

C. )l. Fahri; Doll!mko.

8(} fanteria.

REGGIMENTI ALPI NI

c_ \J • •\pro-i•• Rnbtrl<t. T. Al. Torttor:l Gioranni. S. T. ll. C:\mboni Pt"tlllC~UO. 87 /llllltritl.

C. )1. P•~Scntc .tltlitrlo.

1 olpi11i.

T. M. 'r1alr .f~tgtlo. T. ~1 . Castello Fl'ancrl(o. S. T. Al. PellerJno Aud•·M.

88 (anltrin.

C. M. Folloni llcfeodato. 80 fanteria.

c. M. Viltarlini Camillo. oo fanteria. C. :11. Lonl l'lrgiUo. 91 (Oitltritt.

C. ~1. .\IJI}3te Donalo. 92 (O'IIltrin. C. M. Oarra 111/orio. 93 (onltritl.

C. li. Te>tl Fratutlco.

S T. )J )lttlinelll GitJSfPPt.

91 ,,,,,.,.10,

C. li CIJerol,ini Gtammarooi O,.. landa.

REGG.I.ENTI DI BERSAGI.I ERI. l btrsa!)litri.

2 aiJiini.

T. li. :'\Ot!l Celio. 1'. M. Vljnò J.uiqi. T. .M. Pa<sarella (!go. .1 lllpmi.

T. .\1. Rostnguo Giusepf)l'. T • .M. Bo:tlrio-Lera Gabriele. S. T. M. llouo Giottwni. l lllpilli.

T. li Sguuzl I'•Ut·r •o. T. ll. l..ata\'a lf)llll:.io. T. M. Ctltt.afa~a Enrico. 5 olpini. T. \l. Pino<:af'() Ckmr•lt. T. .Y. \l~::ho A~gtlo. ~. T. li. \larn J!:io. 6 atpint. T. li. Cl•ini r,,.,,IIIIO, T. ll. t;noeo LulgC. T. li. r.omola Giu11o.

C. M. Cipriano Ltdgi. T. ~1. Grat1r> Paolo. 2 b'rtoglierl

C. '1. Roccia Satrator~.

i5

7 alp1111.

l

T li. Tuml13 fi•u.lcppt.

' T. M. 14rnuu: Ttoh110. S. T. ~L \'adora FmiiCP$Cil.

3 btrla{lliert.

C. M.. Corma.gl Giu.upiJe. ·l b~rraglltri.

C. M. nantlaclo Ernuto. ;; bcrsuglieri.

c. )J. Pett1 l'i11cettzo.

f/ btt'$Og!ieri.

C. ll. ~!orino J.'rttrtctsco.

REGGIMEMTI DI CAVAL LEIIIA. H:;za (/),

C. ~ . 0 •1 Rosa .1/i(/tiJlP.. T. M. flrìvlo Frnncr~co. Ptemotttt neale (2). c. M. Carta ~lantiglia Ftlippo. s. T. M. Bosio GilmpJit.


RIP.IcBTO DEGLI UFrJCIALI JIROICI E DE l F .t.R.liACI~TI .lllLIT .\RI

76 ~<lt'Oitt

($).

C. li. Pimploelli Pietro. S. T .\l. ll3rgotta Ctsart. Gn1ovo (.J).

C. l l Margarìa Gioca1mi. T. :)!. Resti•·o • P:mla.loue Glu$tppt.

,\·m·ara (J). C. ll. :Sìrì:roano Ftlice. Ar~>to

l6.

C. l(. Tavazxaor Ctaart. s. T. M. 1l<111omr Gt~tlano. Milano (7}.

Pndcca •l?1r.

C. li. Arpa Hltoril).

S. T. Y. La Cascia ,s,,,.,al.,rt. Cal4•i4 (22) C. l\1. lleonella J.r«&rl(lelo. T. M. llle!ampo Giwtppr.

Omlm·lo l 123\. C. M. De V~ili~ Raffaht.

:5. T. ll. Sagg-iui Er-~rnto (r.;. mand. sé. appl. san. mil.). S. T. ll. SIA!fuoo t·m~rlo. Hcen:a ,l?l

C. li. Santc·ro Gi!Wppr•, T. M. 1leale l'incei.IZQ.

C. ll. Pronotto Benedelto. T. M. O' Eli4 Alfonso. .Vonltblllo (8).

<:. l1. Gantlolfl tiwcomo. F1rt11Zt (9).

c. ~f. Bargom Attilio. \'itto1·io Cnw1wete (Wl.

c. .\1. Schizzi Pietro. T. M. Zorzoll Luigi. Fr!(lf)Ì" (Il).

C. M. Buonomo LortnZO.

a/u;;o 1121.

C. ll. cacchione Frau~to. T. M. Pa.oino Eligio. -..VOII(trrola (t3j.

C. M. salinnrr Saloalorr .tltsll<li'I-Jria {l l).

C. M. Leonar.li Bmwello T. ~1. Pin•<olo Og11i~ Lodi !f5).

C. li. f:tUori (iiOCtJ111li. T. ll. lrlar<ankb .frùtro. LiUC() (IG).

C. M. llarrocco Achille.. T. ili. Glu!Trilla Luigi. Casfl'la (17).

C. M. G:l$,1 Frau.usci'J. S. T. 'l. BrU1wl1o AILgu<W. Placm;a lldl. C. ~- Tre\ls;~n BIJ{)tnw Gultk (10). C. M. Percgu l'il/orio . .

T. M. Montosnnti Federico. Ro111a (20). C. M. .:lla_~e;.:eUB E<lnwndu.

T. M. C.'lliOI l!pru!'lo.

REGGfMEMTI ARTIGLIERIA t arliOlitriJl. C. Y. Cherubini J!rJoordo. T. M. Bastianelli Cmb'rlo. 2 arligliuu1. C. M. Catelli Giovam1i. T. M. Rossi Ce$are. 3 artiglieria. C. M. CavicciJia 1-'I'I.IIICtlto. T. M. Delminill fka::io. 4 arliglltrw. C. M. Tenago Giu.CI!PJ>t. T. li. Gahagno Teonui•J. 5 artiglierill. C. M. Satti 1\'ìcola. T. M. 6 artiglitrla . c. ili. T. :\1. Cara Franctuo. 7 arliglitrto. C. li. Cedro1a Gnuq.'fìt. T. li. llarini Ernt$10.

8 arli1Jlitria.

C. Y. Fecebio-faotoni GitU"ff~. T. li.. Loschi Pù r o. 9 arltglitria. C. li. Cand.rioi Ctrort. T. M. .\n:aoo ProncuciJ. 10 artiglieria.

C. Y. Gerundo Gu,Lwrw. T. Y. Trevisani Gotlon().

11 m ·tiglieria.

C. M. T. ~1. Bri:;none Pe,·l.linarnlò. 12 artigliena.

C. M. D'Aiello Raffatlt. • T. M. ll.adia Giuuppt.


ii

f'R,\ l OIVER.;I COXAXDI, COII.PI ED I.Ti'fiCI O&L REGIO &$ERCITQ

1.1 artiDI"'"w.

C. ~t. Oe Augelis Lo::.z,rro. T. M. Vanocchl Fabio . H arllglatria.

C. M. 8i1urri Rodol{O. T. li Donnini Guat,pp(. 15 artrgl~rio C. M Zoppellan Pompeo.

T. }(. Riva .411101110

Rtgg arllgli<'rtll '.l cllt'tllltl. C. M. Moro~ìni Jlarco. T. ~- Corradt AIIOtlo. ft,gg arlig/itrla eia 1•lOHia,.iJ. C. M. Mar.i:J;rtlO Gitteomo. T • .Il. 0Pb.-rnardl Slt(OTuJ. T • .\1.

RECCIMEJITI GENIO

1r. arliglrtri<l .

C. M. Peronì Ftlice. T. ~ Cl>t~l~..,sa .H(an$6.

1 ~J'"'

C. M. c.,m,tti ilr n. T. M. C>mo -~•lttllt

t7 artiglt.>t·io.

C. M Grulianì FraTU:nco. T. M. Pa<cheuo Ferdinand-o. 18 artf91iuia.

C. li. D!' Roberto Caetano. T. M. Slmoni fìiu"t'/)pt. 19 artiglitria.

c. ~1. RO$Sì Giot·anni.

T, li. Nardini Glt~lio.

2() arhglitrU1.

C. M. Uiralrli PìclrlJ. T. M Pier~innnl l"incm:o.

2 11~1110.

C ~t Fre~rm .kna ldl). T. Y Canr;::.llo IAr•'ll;n. 3 qnno. C. M. llgllcngo Lortn:o. T. }1. O~ Flllppj, Adill~rt. 1 gemo C. M. Ghlrrotll Ftlict•.

COLLEGIO MILITARE DI FIRENZE

C. M. Arcangeli .ll(o••so.

21 ariÌ{}Lieria.

C. M. Giulrredi tll{redo.

COLLEGIO MILITARE DI MESSINA

T. M. Gallo .'\'~orongtlo. 2.1? arl1plirria c. M. \moroso Giuuppr.

C. M. R~rhtHClll l:llllrl'

T. Y Cnstin:~ Ca..trfiL;O. 23 ar hglirrio.

C. )1 . Corrozzi .~dol{d. T. ll G:tiasso .illlonio. 24 artrglitri-1. C. li. Cnrol,.nultJ Dm11tnico. T. Y. Lo<c:llto J'.tn.

COLLEC:O MILITAR:: DI MILANO.

C:. ~1. Pen•·'ì Gio. hllo•ll•'· COLLEGIO MILITARE DI NAPOLI. {. )1. rnlhrt~O 81JIII{tlri<J COU.EGIO MJU ThRE DI ROMA C. li. llou:no:th, l.tug1.

t::; arlilllitri u.

OISTII.ETTI MJLITARI.

C. li llennlti .Virktk T. :Y. l.on;!ari GIJ. BotiWa. .l?G arlrglitrla. C. !ti. \larccHiius~~pe Ac/Wlt. T. M. V•n··lli Gi11. Boltista. T. li. Gm<tinl Ctl.o. 27 a.-tigùerio. c. M. Ctrvignl fìiocanni.

Ale>Sandria C. \l, \'em Luiq•. .\n.rona C. \f.I:.Oit!:rwt FiiiJII'O· A•tut~ L \1. lannelh \lnu11:;•>

T. Al. Cornoldi fìio. Raltisla. 28 arliplitria. C li. ~1:\rtinazzì Lodtn-ico. T. M. 20 nrliglierk

c. M. T. M. ~ntoro fìw~eppt.

Arezzo C \1. Orm R<lfT<Itlt.

A"CCli PJecnu C \l . 0'.\u~elan-

tonio Ettore. An•IJino C. )1. 8arrecrht:l .\ lf0/4. 8:ur C. ~l lo<ito l'ilo. B:lrleUa C \f Spuu:H• Glu•,ppe. Brlfuno C. )1. Cilloliui Si/no. Bene,·euLu C. M. BerJrnmo 1:. l!. Gtlberti .llallt<J. Bologna C \1. lio>ntllrdo Luigi. Brt·~cia C M. Pedrazzt Alfredo. Cagliari (;. \1 . :'"'fUI Emallutl~. Call3lli~-ctta t "· Trijtpuu (;w-

ltppr.


;s

Rll'.HITO DEGLI OPFICIALI llltDICI l! DEl PAIUUCIS'fl Vll!l'Anl

--------------------------------------------------------1::ampagJJ.o t: \1 IDZita.rt. f;itl· Piacenza C. :\1. s,'licorui Carlo. <fPpt.

Campotoa..-.o 1:. \1.

T.~ta

Pa-

I<JUllle.

Casale c \1 Caserta C. )l Gli~ liDO /.uigi. Ca3lrovillarl C. \1. F:tnln.sia S.• t. caiOi"f. Dunrua C. .\1. Raln,•ri Ga•latlo. Cal.3m.aro C .\1. Fiorentmo Luigi.

Cef:•ln C..\1. BlsiJini Plttro. Chieti C. \l. Pari>e Mario. Comi) C. \1. Zanchl Dante. Co04'nZ3 L li. p,•rft•LU Pralic• >co. Cremona 1:. \1. Frestl •.friltocùnto CunN C. \l. \'h al•la r.arlo. F"err.s~ c;. \l. TeulP<"•ta Luigi. F~enze c. \f. C•amr•iui Cesar,, F'"og~i:l C. \l S.1 l•a lini Quint~ li.JrtO.

Forh C. ~1. \lav••l Giot'llnlli. Fro>inone C. \l. r.:mt Ileli i L!n!Ji. Gaet~ C. ~1. C.1nt:tr:mo Costu.nliiiO

Geno-a C. )1. Grtllone .lttgclo. Gir;{enti C..\1. nlzzo 1/icltd{Jt~-

grlo. lnM c. 11 lhhirlnl .:-totrmo.

Pinerolv C. Y "irombo ,\o2f4IL Pistoia C. li. Rlviellu Earico. Potenza C. li. FimiaOI Alllo.UO. R:Jveona C. li. Torco Donttnico Reg!tioCalab.C. M. VitaGotia~to:

c.

Re:noo Emilia M. Yal:nasi Enrico. Rnma C. .\1. Grieoo GitUfJifJt. Rovigo C. ~1. Nnpolltano Jlrch,._ langelo.

Salerno C. M. \'rccdomini 1/oll••l. Sassa ri C li. Magllocehini ,\'icola.

S:açoua C. ll. Laera .llielltlt. .:iiPqa C. li. Vnllic.elll Anl<>nio. StraelbaC ll. Sorliov So.lro!4rt. Spoleto C. Y. Taranto C. ll. D.? Cesare Zoc(IJria.

Teramo C li. Gelormiol Ri4ul(o. Torino C. ~t. Bogl!acciDI Coatanzo. Trnpa::~i C. btl. Patell:t FraJlcti<O. Treviso C. li. G:unbino Gattono. Udine C. li. l.eVi BoMjul.o. Yarese C. AL Ofrredi Pitlro. Venezia C. M. Rinahll Mìchtlt. Vercelli C. M. Sardi Gwo. Jlurca. \'erona C. ~t Urlandi Gklra""'-

l""e (} \J , C.rl~òn4' Br~tRO. Le«o C. .\1 . \'itta<llni L&ugi. Ummo C. l&. De,l•M Satvalore.

VIcenu C. ~. BozzOli Gio.YIIIi. Voghera C. .\1. Pasqu3le Frr~

Maet-rata. C. Y. Yanto\'a C. M. \'l:torelh Ac/Wit.

COMANDO DEGLI STAI MILITAII DI PENA.

L.:lm r.. li. Ri:zhuu Pio Ellort. tucra C M. Sarl•oliS(3 ...ngtlo.

&rassa

c. li

Ye>sina C• .\1. 1.1cnri rmcen;o. ~ilano C. M. Bertozzl Antoni(l. ~lodeoa C. M. Xc11ahi PiO. 1\londovi C. M. C:nrrone Glu<tlJ~.

\1 . Vitt~dini Luigi. '>apoll C. :\1 Bll• GiOtWIIttl. 'ola C. li. O.. Falr<> A•tctrea. ;\ovara C. li. Calnltli Ltugi. lnil'lo C ~- lle::h l:J...·rli Gt~t· uaro.

ri/JftdJ),

Reclu&orlo Sat'OIIa.

C. M. Asl.eogo Frattc~8Co. F. Grosso Fran.cuco Reclt,3orio Gatta. C. !1. Gaeta .111/omo.

~louza C.

•a,Jo\a C.ll. Olt>ri E<l<lllr~•. 'aiermo

c. :u. sra.t.tan1 cau·[

$tppe. arma C. ~1. Frt> h .~ltoruo. 1a1ia C. M. Raro111.0 CIOI!an••' · eru;.:in C. li. G•~:liarelli Bo-

m'ero. le;:aro C. \1. :vili Giu<fppe.

DIREZ. TE.RR. DI SAliTA •IL ED OSPEDALI MIUTAII. .DlllEZ.IO~Il DI SA:o\ITA'

DBL l COJU'O D' Allll AT A

COl li. Lai Luigi. T. l!. Q,tioo Giouonm. 01pedole principale di T uri"o. T. C. )J .•\stesiano Emilio.

lt. :\1. Faùe Gior:an,ri. M. M. Ferrero di C:Jva llerleoue J L"igi.

-~-....;....-


111A l (11\-ER•I COMA:'<Dl, COIU'l &!> rrncl nEl. RE(;IO ESERCrT•)

:V. li . llo<~u.ann L•tìgì C. li. Tromhett.\ J.'dmor.do C. li. Corte Nlfio (com. se. di

.lddttt..· al Comaudo

+-

;;uerra).

tùU4 liiu. mil. di r.~tntl}

;v. ìY. llobbio Euge"'"·

C. :u. Grlggi .tmedw tsc. appl artigl t> genio.

OIBEZIO~t: 01 '\:\IT \ • D&L 111 CORPO D'ARIIAT.\

C. ~1. Arduino Fortunato. C. M. Tommasina .1/arw (com.

Col. Jl Pa~torellu Gill~r)lpt (•li-

au.. mil.) T. M. Solliotti Bfi$lo.

T . .\l. Gianazza Giustppt.

T. Y. Dè CeS<~re Bduardo. T. Y. FtSSùre lilt.lrio. 1'. M. Richerl di ~lùnl Rirher Carlo. T. )!. Fahlolla l'telro. T. li. 0'.\.mico 8111g•<•. T. li. TlltiOa Albt·rtt>. F. C. l'onzi 8ro>mO. f. Bi/olc:o lunlw. F. Gcrbino Hll•lrio.

rettore}. Osptdale principnlt •h J/ifi&IIO. T. C. :ll. Randont- Giut·anna ldi-

reltore). l!. li. Fissore PI'Ollcttco. :11 • .\1. flava En1t..to. .ll. Y. Guamoeri P~l.-o. C.ll. Severico Gluuppt. ~­ T. :\L ZibeUt Gi•mp~.

l

1T

li.. Fanchioth Cu~10.

F. Cornello Lui!)~.

f. C. Risofettl So«ao. F. Ferraro .lnrlibafe

Ospedale prillclJIIIIe di :Voval'll.

F. Ferrara Giuuppe. F ..~Ibera-n i /imìlfll.

T. C. M. Clllvieri Giulio (direltore). M. li. Semplic• {)(t<Jvio.

C. li. Grott.i Carlo, +.

T . .\J. Gi3Jlllinl .il{on.<#l. T. li. Fioroni J'Wrm~o. F. Sola Glll.lqpt. F. GWdì Gio11. &IIWcJ.

Ospedale principale tli Brtui.r. T. C. li.. Ca.roht..a RaffMI·· (olirettore•. 11. li. Ca.salini Raccordo. C. ll. Gemelli Ci's·~r·t, T.

T. ».Uelogu Gatlano.

1>11\EZIO:'<t: 01 SANIT<\, DBI. Il CORPO n'AAlUTA

Col. )1. Rorella Silvio [dirtllton!).

T. li.. ~oro TUo. T. Y. Zoncad:t FraMU(Q F. Carrier AI(OtWu. F. Parisi l'mcen:o. DIR€7JO~E 01 .,A'\ITA' DEL f\' CORPO D'AR\B T\

O•peao!( principale

di .~ltllalldrla. T. C. "· Olloli Ercolf. :IL .\t Iandoli Co~tantino (sue.·. Savigli3DO). M. Y. Bocchia /,'nr~co. M. M. lhm.adrl Ghlttppi'. c .\1. Ptcenl r.tul•o. +. T. li. \lomht!lio Eruti(Jo. T. li. F•'li Teodoro. T. li. <'.3bibl,.. Ptliu.

F. C. Oì r:r..-_:"orio Lui~. F. Forcherio Luig1. F. Rolla Fro~tee~eo.

r. BOZZtlb Bugtnio (inlt•rm. Ca· S:lltl).

F. Fermrl CLaudio (~ucc. Savi:.tli3no}. F. Ptraino Gwoa11111 {$UCC

trli:mo).

Sa,-1-

Col. )1, Givo;..'I'e Gio.,. Ballt•la (direttore). S. T. li. Trovanelli tuigi. C#pedaleprincipaledl Pioren.=.:~.

'T. C. li. Cavigioll AllttdfO t•li-

l

rt'ttore). li.. li.. D'A.ndre:l.)acolo ("u~cor. P::rma). )1. li.. Gozzano J'rcmuvo. lL ll. BaruJT<tlt.li /.ib<J1'ao. C. .\l Ro53lligo .4lb•rl!i .,. T. li. P.os;i Alfredo. T. M. Palumbo Gìlufppe. T. M. Cattani Cat·lu. F. C. Pigozzo Ft'lice. r. Rodini .Vtchtù' F. Alberti Egidio. 1-'. )Jartinotti Dlrlotmr~r.l'a'h.


8()

RIP,\IITù DIGLI IJFFICI.ALI llt:OICI lt Olll FAI\li-\CISTI :!lll.ITARI

F. Si bllla f.10o. Battuta (so ce. Panna)

F. Perotta Guslat•o(•occ.P:.rma). 0Jptd4~ prì11cipalr di (if'NOC'a.

r. c. li. C.U";~.S•O Gioran.11i tdi· rettore). .W. li. Oe Prati Giacomo. :\J • .Y • .Y'lrmo IJflmmi~o.

C. M. Pecetto Giovanru. C. 11. Bt>rnu!X'i GiOIJIUllll. T. )[ ~tcdtiU .~llliliiiO.

F. Bertol·1i .~ultnort(sur~nale Uotioe}.

f'. Cerrellin .ltliOillo lor. rreriso). F. Lojacooo Pa1qu4lt (<uceon,

>enezia). F. tiiulrre4i GiufTmJ.Q {sore. \'~

oeiiaj .

+

T. )J. Di G1aromo Luii'F. Fraoce.<cooi Go.uonto. F. llarenco rtllorao. DIRELI•>:IE l ti ' \ S"IT.o\' DEL \' CORPQ n'llllUlA.

C<Jl. li. Sappa Domt•IÙO tdirl'ttvre).

T. li. OddPr.t Luili.

Ospedale princtpale tU l'erona. T. C. :\1. Lit>roia Ltt!gi (tllret· t ore).

11. ~l. Volpe GiacOII!O (succurs. )lauto\ :L).

:Y. M. Morpurgo (;facumo. M. .\1. Zuoios Ciioranni li M. Gau.zzocca Giustppe. T. :\L Zoncada d•llvllltJ. T. Y. Del Priore Gar•baldi. T. li. Benali di(OJUIJ. F. C Amoro•o> l 'i ru m:o. F. Boldriol Ftdcle bll~c. )lao-

to•aJ F • .\l.antu:<! Gwr.umi F. Rtlnzi P~tro (su~t.lialltova). F. CoroPJii Cur•ltlao. F. )lartloi GIOIIIllllll.

DIREZtO:>S IJI 'ANITA' DKL \'l COBI'O fi'AIIIIA TA.

Col. li. Saggini Francaro (di-

rettore}. T . .Y. cevascbi Cattdlo.

Ospedale principak a. Bol<>gn~J.

T. C. .\l. GoerTiero Frt11tu~eo (diretlc.re). li. li. Yaestrelli Domt~ico (socc..

Ravenna). .'ti. .\l. Gottardi Luigi. li. .Y. Booaono Paolo. I M. .'ti. Pabjs Roberto. C. ~L Trovanelli Bcloal'àO T • .\1. Del Bello Antonio (Dt'JIOS. conv. Bastia}. T. li. .1\egroni Antonio. T. M. Boccino Tobia (•uccur.;ale Ravenna). F. Bolio Giorgi6. F. :'\onis Ra/TcuU. F. Vaecaro France-co, F. Gneràeò RatTo~

+

F. lfluloaioDJ Gwco""' (aU :l'Ur. Rareuoa1. DIRE:ZlO:>E DI <."IT \ ' DEl. n1 COIII'O O'.A I.IIATA ,

Col. 31. Paris Alldre.• tdireuoreJ. T. M. Rim t'mberlo.

O.spdtale prirwpctlt ùt Padova.

lhptàa~ pritU:ipalt di .d nCOIIII.

T. C. 11. A>legJaou mc.trannl (di· rettore}. llY. Caiderilll Ftrdi•umdo(,ucc. '>ena&a).

T. C. )1. Cbi3iso J.l(onw (tltreltorej:

li. li. Tempo l.uigt. M. M. Barie~ .\'iclllo.

C. )J. Carino Tomma$ittn

+

lL .Y. llauescaldu Ludvt"ICO ·succur..;Jlé Ud10~1. :\1 • .\1. Giac:ùmtlll .lttgusto. c. li. Pe,a,.lori Egidio + T. M. llelampo Giust)!pe. T. ~1. CaiOr4.' Giocm111l. T. li. vnsilicò (;itmppc. T. ~1. l'elrOIIl' .1ntLrta.

T. C. "1\f. Pisano Giov. IJ111tul4

r. l1. \'ituiio GittHppt f'. Pelhn:m Coruda11o. F. Fatm" 1/ucarJo.

(direttore). li. .M. Ros>i .duguslo. C. li. BaldaSsarre Germ•~i., _._t .;....._ _ _

T. lL Jzzo Gwcanni.

T. M. Spma Vinem:o. F. Bussi Carlo.

F. Bologuini Carlo. Ospeaal~ principale di Chi eti.


rn.~

l 111\'EI\SI CO:VAJ'iDI, CORPI ED u~riCI D&L RIIGIO lt~KIICITU

T. \1. O'Ellort" .tl(rtdo. T. \1 PaJtrmitri Umbl'rlo. F. fkolliaz.z• lrlun>. r. NaJI[li Gion"ldno. r. Natale Luig• (inf. AqniJ•>·

T. li. \la rio! Pio. 1'. M t:ros OltHrppe. J.'. c. l'rlnrio••: i Guido. F. Kompialli Alr.~sa11dro. F. Coecone Jlaf(lior;no.

F. ~Ili

l'i~~.&tn:o . . F. f.llrchin Primo.

IIIRBZ!OliE n! 'AliiT.~' D!;LL' \'111 CO&I'O n'.t.IUIATA.

Oq>Malt pri~tc(pol~ d t Cagliar• .

Col. ~1. Tosi Ftd.t>'Uo !direUore). T. li. Gu.aMI Carlo.

lr. C. \1, \1. li

Osptdllll principale eli Firttt:.t.

T. C \1. Prttti C4rl11 h.lirellon.>). )1. )l ll.oro<•• Giot'lliUIÌ. ''· )1. Volino CtJrmint. \1. lJ. $11\t'-ltrì Ft·auct3co. C. )1. Curzi Vteio T. M. On~nro Giusfpp::. T. !Il Cugi Licu.r!JO. F. Giordano Gi<111anni. F. Co&l:"r~ l'_f•·ome!U. •·· r.~pan PcO. F. ;>;onls Girotomo.

l

T. ~. Cnnoas .Hcolo. T. -Al. Vndurt Lu•!J• · F. fl<lVt're GÙIItppt. F. Segni .1fuurizio. F. Fakhi Bmillo (inf.. ,s..<ari}.

l

Ospedalt prifk;(pale di Ptrttgla.

l

o~ptdale prhttipaLt di Li·uo•·no. J

T. c. \l. Mouti Rnbtrlo (diret- ~

/

T C. :11. Meri• L•ligi Cditetton.•). M. M. Peraicbetli ea,·lo. C. :11. CnrN!.1a. J.'tlùrico,

T. M ()'Andrea ..tnlo>uo. T. M. ChBleschi Camillo

F. Chlalrhia Andrea. F. Mic~h•nt A11hmio.

torcl. )1. li. Bussonc-Cilii'>SODe Anto-

Ollt;;Z.lONB 01 ~A~ITA' DEl. ;\ COIIPO O' AlillA TA

uio.

c. li. ~iehlrll Lu.ig1 + C. li. Ventura Pidro. T. Y. Marr:u. Ra{fatlt. T. li. Poeti Paolo. f. llen~b··llo t,iora11ni. F. Enrico Ft·ancuco. I>IJIEZlO'IE DI •A'IITA' llt:t. l'l CORPO l•' .\lillAT A.

Col. \L Borrvne IJcz.null (diret-

Col. li. Cocchi Domenico ldJret-

torel. s. T. ~l Scarano Luigi.

l

Ospedtt~

T. 1\1 Pist:~rrhl Giustppe.

():rprdalt pr111cipale di Roma. '

\1, )1. Di<tnclu Leopoldo. \l. \l. Atlela:;io Ft(Ùrico. M. \l. C:lpor:l.«o L!Jig1. M. M Susca Domemco. C. li llrez.zl Gitm.f'1le

+

C•.M. llella Yalle Francuco, (curn. l\lin GuerrA). T. \1 CU<3nl 1/arttnll lcom. n• in. gu~rra).

T. \1. Tueci Fllìppo. T. \l. Ro•<inl Tommaw.

pnnt1palt di .l'apulf.

T. C M Alvaro Giu.sq~pe (dire11.1.

l

.\L .Y. l>inlu .i•llonlo (sw:c:ur. Caserta1. ~1. :11. Orru S<llcatore l"uctnr.

l

Ga~ta).

~J.

tor~··

T. C )l !';mara Pa>t/flo {dire. tordi

C•lirettore). lb...-.sa c:usep]lt.

e:. :\1. falco01 C 1çino.

+

c.

8t

:». 1:.-n:L•l· · SiJlcllÙire.

li. li. Poni Gnutppe. ).!. li. De Fnna Eltort. ~1. )(. Vd"~u:ale Ptrdt,..tndn.

+.

G. M. B.'\lrtnnu 4ndrtà C. li. Sa.-ilno RaJTadt rsurc. Ca.."t'rtn'

C. M. C.,cace Francesco Sa cerio. T. li. \la~ett:l Ferdi71<ln4o. T. Al. De Pri.;cn Lui!Jl (succnr:<. ea~~rta).

T. l!. Ros>i Gaeto•w l<occurs. Gartn).

T.

'1. Fnseo Enrllw.

T. 31. OertiUl'OI-,.1 l wr111:0. T. )1. 1)1 nenzo AIILIJIII<J F. r.. l.eo Giacomo.


IIII'Al\T(J DP.GLI l'P'VIC14LI li!DICI E Otri r411M'ACISTI )IILITAIII

F . .\larini r.-ll11rt.tro. F. Robertl Giu~~ppt (~uccur~. Gaeta).

F. :'iappt Giooccllt, '· f. Polo Lortnr.o. f. SinL"lCalli Gwr·,.,.ni. f. Yenniti Raffudt (SU""· Ca-

serta. F. t'\icolai A•lgew ('o~c. C3s••rta1. P. OeBosaJridoro.suce.C~rta).

M. Y. Stilo Pidrv. M. M. Lombardo Jltr/Jtlc. C. li. Natolì Frnnce~co -.

T. li. Fumo Gièuo"'lo. T. li. Petree~:t Alicllelt.

F. C Antoliuo &Niardo. P. Tedeschi Franuuo (int Trapnni). F. Pompeiaoi Carlo. F. Ceppi C'go in[. Girgent•

()spedak principe~ l• di ~ltrM.

F. llieeli Vìrtctn~o.

T. C. .li. 0<' Renxl fiilluppe •tirettore 'l l!. Se•umbata Giuseppt. c 'l Pro-i ì Felice T. !Il. r.atrooe Fabri:io. T. ~t. Cerone Fra nusco. T. :11. S:ultoU Er11illo. F. Tonim Luigi. F. Giol'dnno rincen.::o.

T. r.. Y. Pranutaro Canmn' (•1.· rettore). li. .\1. G.mldoona AnlfllliiW. C. l!. lfinici Eugtlrio + T. :\f. Cantella ,flariat~o. T. ll. Pelr.lrca Adamo. F. Abati Atllonio.

DIR&7.10!1& IJI S.\l'IITA'

F. Damont.. t.iuttppl' (inr. Catania).

+.

DELL' ltl CORPO u'ARliATA

Col. )f. Gorla Fmncesco. T. lf. F.alcooe Ewmuell. 04Jieaaie principale di Dari.

T. C. Y. B.;rocchinl Enrico (Jj. rettore). ~. ll. Suscn Hlo. .V. \1. Ziogales Jfutonmo. t.:. '\L Cnscuoli Yrcola T. M. Vill••tta Bmarmele. T. li. Booomo .Y•colmo. T. ll. Beccaria. Gwt'a!Uli. f'. ~ Rotonda Raffaek. F. lutrario Giacomo.

Otpt.daù prilkipau di Jfusina.

F. Migliarrti Dome1~ict>.

FARMACIA CENTR.ALE MILITARE. C. F. D. Gatti Giu.ttppe (dlr·'l·

tore). F. C. Parigi Luigi. F. C. Masi Pidro. F. C. Orero G'ocanru. F. R.usso l!n.rico. F. lol'adina. Jlarco. F. Baroni &Joorao.

F. Castellini Giu.up~. F. BoM\"enture Sl~f·uw. F. Santilti Carw.

o ~e j,riiU'tp~ d• Catanzaro. ~- C.

Y. Vuw G.acomo (•1•reltoref. M. Y. Crema Giova1mi. C. M. Cil.anll:l Xicula. -l., T. :Il llarletta Francuco. t'. C.arnelutU &àtrico. F. Gìulrredi GiY[fredo. 01Rl!710m! DI ~ANITA' D&L ~~~ CORPO ll'A:'Ut.\TA

Col. .\1. :\lalt.ese l'h1ctn:;o, T. )1. VInci .dnge/tJ. (J~ptdale principal8 diPallrmo. ~·. C. :\L

l,:mdoll1 Pedericu (di-

rettore).

PRESIDI D' AFRICA.

Battaglione cacc•alon T. l!. Gerb:lltl(Giocaw1i.

Truppe irnlige,~

t• b.ltl rant.etia T. ){. Gim~l EtL{ItniO.

;r blùt.' bot. T. M. 3• batt. rant. T. li. .\l.ouettl 1.'llseo. 4° batt. faJ1l. T. M. Vlr(tia Tont· maSi}.

St:;ione ài •onilli. T. ~(. Reeehione Et!<lre.


Fil' 1 111\"ER~I t;Ol!ASIII. CORPI ltlt CFfiCI DltL llt:G[I) E51iRCIT0

Direzione dei acrvi::t di 14rnl•i m~lllarf. ~- ~- Yo<ct Froncr-co (rliret·

tore). C. li. Oe lhrUno -~"~'IO. C. ~ Bozoll Gitroon,•i C. li. Orefice J/ourizio. C. la. O".Uben7io vw ~"'­

c. Jtl Slcillant .4m!IJ·ogl0.

C. M. Sela\'0 Luigt. 'L \1. Littar•li JYict•IIJo. T. .\1. Pace Luigi. i. 'l J~cop~tt1 Bd!Janlo T. \1 CttJlPih Pa~?tllll'

8,

T. M Luciaot l ..at:inio. \'e;;pasb.no Dommvo .

IT.T. li..li.

(;ri.:opo l'baldo. T. M. fiettinelll FilomtiiO. T. ~1. f<'deriti Pì.dro. T. Y. 0&3 Q•tirttu. T. :Y. Cuppola .Ytcolo F. C Dt Paolì tftlll>ltit•.

F. llarioi Pùtru. F. C~ot:t JtfiltO C:{jieiall mtdv.t a d.iapo•i:;ti)llt dd .1/inMrrt• d,gliaffan ~at~r•

c. ~J. Tra,er<i Letrooltlo.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.