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ANNO VII
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DEL GIORNALE
DI MEDICINA MILITARE 1809.
TORINO TIPOGRAFIA SUBALPINA DI FRANCESCO ZOPPIS Via Alfieri, N. 24-.
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INDICE DEGLI AUTORI E DELLE MATERIE
RIDB1u. Commondatore, Professore, Presidente. - Fra le i nfiammazfoni son vene alcune che ·possano dirsi a base ttrleriosa ed altre a base venosa ? (R;sposta ad una proposizione dubitativa del prof. cav. CARMAONOLA), pag.137, 145, 153,161,
nazioni ed il vaiuolo nell'esorclto, pag. 5'1, 651 '13. - Statistica J\led?co-1\lililare per l'anno 1808, pag. 69. G1001c1, med. di regg. di I• classe. - Due parole ùi replica alla replica del cav. ìlhNAYRA, pag. 3-2. L O\flNI , med .. di regg. di _2a classe. - Rendiconlo e breve esposizione de' casi più notevoli curali nella sezione chirurgica,
169, l"/1.
Co.utnHTTI, cav. ispettore. - Annotazioni su le febbri tifoidi d'Europa, pa.g. 337';345, 353,301,369, 3i'7. ConTESE,.cav. nìed. div. <li l" classe. - Storia di un bambino vivente, 17ag. 8. Considerazioni ()l'atiche su le ferite d' arma
pag. 25, 33.
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med. di regg. di 2a elasso. - Su di un orchio-opididimite blemioragica, pag. 106. BAUOt<l'IO, med. di regg. di 2• classe. - Bibliografia (Apparecchi per frattura del dott. cav. Jlfsnt.n.J R, medico militare prinùlpale a Gana) pa.g. 103,108,119, 125,.134. l\'tAl:iSOLA. 1 prof. mcd. di balt. di 10 classe. - Obscrvation de rractorc de la rotule, pag. 3G. · U.wAr1E1, u 1 med. di balt. di t• classe. - Idrocele~ pag. :21'1. LAY11:i:z11n, med. di baH. di 4• classe. -1\leningita cerebro-spinale, pag. 133. DEo\GOSil.:'11, 1110d. di regg. di ,~.-t!asse nella marina. - Rendiconto ùcl 3° trimestre I 858, '!)'(//f. 1"1. R..lDL'io, veterinario militare di ca cla~se. - Idro-fisometra io una ca valla, pag. 154. CAUMAGNou,cav. prof. di Clinica Medica nell'Università di Torino. - L~ltera àl prof. comm. nmem, pa_g. 1. Fs1,:scm, prof. d'Igiene uell'Oniversilà di Genova, (defunto). l\isposla a! pt·osraJllma \ii copcorso al premio Rtberi per l• aono 185'8 , sull'alimentazione del soldcito, pag. 29 I , 299130'7, 315,323,332,341, 350, 358,.3GS, 3-/4, 382, 38!), 394, 4oi, 411. CAlllE J'u:rno, med. chir. a No varo.. - Osseryazioni di Stafiloma pellucido Joppio felicerneole curalo. Lettera all'esimio professore AtEss.i.rmno nrn1m1, pag. 249, 351, i65 , 213. Cucco:N.B, med.c-hir. a Cberasco. - I scuria prostatìca da ascesso al reue destro e apertnra del medesimo, pag. 113. BEtlloNno, l•ILII'PO, med. cbir. borghese, addetto al servizio dello spedaie militare di S. Isidoro in To.rino. - Storie di ferite da palla <la schioppo, pag. 225,233, 241. n1VA,
da fuoco, pag. 329, 339, 347, 356, 363, 312, 380 , 385, 393, 4.01, 409. Dnsozz1, cav. med. <liv. di 1:i. classe. - Sulla noce vomica e se-
gnatamente suH'uso di questa nella cura delle fobbri intc1·millen\i, pag. 185, 1()3, 201. l\lAl'uY11.1, cav. med. div. ui 2a classe. - Dae parole di rjsposla al sig. med. di Uegg. dlltt. Vrnomo Grno1c1 (su la meningite cerebro-spinale), pag. ,·. - l\olazic,ne intorno all' accresciuta m01·talilà n ello carce,·i giutliziarje di Cagliari,pag. J~1, 1~9, 149, 15G, 16-1, 1?2. cav. metl. tl lv. di 2• classe. -- Storia di malallia,
DE,'RCCH.1,
pag. 1'15.. Lt.Y, med. div. di:!• classe. - Osservazioni sulle malattie venereo, pag. 13, 85, 93. AL111mNo, med. di r egg. di t• classe. - llendiconlo clinico per i mesi di dicei:nl>. 1858 e gennaio 1859, pag. 41, .49. - Sulla conicina, pa.g. $9. l\j.1.i11.i.No, roed di regg. dì t• classe. - O; servazfoni intorno ad uaa cata1·a,lla stata operata con felice esito, pa.g. 9. COSTANZO, med. di 1·cgg. di 1" clasic. - Brevi riflessioni intorno alle infermità ed imperf<'ziooi fis,che osservato e giudicale in nna delle Sezioni Osservazione dal 1° novemb. 1858 a lutto fehb. 1859 1 pag. 91, 105. T&Pl'.UU:, med. di regg. lii 1a classe. - Storia di pneumonilo lubcr.iolare, pag. 100, PEcco, wed. di regg. di 1• classe. - Relazione sopra Je vacci-
Bibliografia Lezioni orali (Riberi), pag. 8, 79. l\Io.uuale di I'alo 1ogia e Terapia speciale, redatto dal prof. Vircbow, eec., tradoUo dal doti. Antonio Looghi, pag. 23. Appareils modèles, oo nouveau sy$lème de uéligalion poar !es
fr actures ùes membres, ccc., par L. l.tercbie, chevalier de l'Or,lre do Léopold, ecc. Médeoin militaire principal a Gand, 1858 (Sunto del med. di regg. 1lolt. lfaroffio), pag. 103, 108, I 19, 125, 134.
Riviste dei Giornali Saggi Chimici del Labora. torio cl1imico-fal'maceutico milit.,stati premiati all'esposi:tiono del Valentino nell'anno 1858, pag. 15. 1\ivac<;inàzione (lettera del doli. , ,vtemincbi.: al redallore in c11po della Gazette 1liédicafo di Padg; ), pag. 16. Otlalmia bellica (Discussione che ~bbe luogo ali' Accademia
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Reale di.Mediciqa nel Belgio),pag. 3'1, 46, 55, 63, 68, 8'1, 166, 17'4,, 181, I 89, 191, 206, 218, 29.6, 234,242, 252, 25.8, 266, 2'14, 286,295,303, 3.to, 319. 01.talmoscopio (Sua utilità), pag. 21. Casi i'ari, pag. 22.
Varietà l\Iemorial de Sanidad dell'Ej~rcilo y Armada (Giornale del Corl?o Saoilario-Militare della Spagna), pag. 8. Corpo_Sanitario-i\iilitare io Francia (Lellera del prof. Champou11lon al· doli. Br.ochio), pag. 8. Anestesia' locale,ottenota coo In conipro~siono digitale, pag. 23. Concentrami;ntò di truppe ai 11 di gennaio t855, pag. 'l3.
Della-Sodda, prof. alla Scuola di Medicina di OostantinopoU a farmacìsla capo nell• Armato di Costantinopoli, pag. 69. Escoliaste, medico, (Giòroale uel Col'po Sanitario-Militare del Porl~gallo), pag. 69. nisposta ad u~ .articolo della Gazzella Medica degli Stati Sardi su il prof. Ribe.ri, pag. SO.
Cot•po Sanitario-Militare del Reame di Napoli (organizzazione), pag. 11. Tubatnra della laringe (soo valore pratico), pag. 88. Tintora di iodio nella cura dei calli, pag. 88. Corpo Sanitario dell'Esercito .Francese (Articolo della Pre11e dei 28 di marzo 1859), pag. 112.
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lloseo di anatomia patologica presso lo spedale di Gfoanni in Torino (Discorso del DjreUore, "sig. Canonico . Allàsia, al professore Rmse1)~ pag. 96. Dell'oso delle foglie d'aloe nelle bruciatore, pag. 320. Su l'apoplessia della midolla spinalo, pag. 320.
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Bollettini Uffiziali .DOLLETTINI UFFIZULI -
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Onorificenze, pag. 24, 128, :.100, 248, \ DOLliETTlNt UEF!ZI.ì.L( 296, 344. Rìchiamo dall'aspettativa, pag. 24, ld. 56, 136. Cambi di destinazione, pag. 391 69, Id. 104, t12, 120, H!6. Demi$sioni volontarie, pag. 56, 96, Id. 240, 288, 296, 320, 328, 360, 368, Id. 3'76, 392, 408, 416. . Id. Promozioni, pa.g. 69, 143, 152,.160, 2231 224·, i48. Ar1mento de'c ennale :ii Fatmacistì, Id. pag. 8.8, J04, 120. Id.
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Collocamento in aspellativa, pa'g. 120, 320,328. Nomine di l'tledici aggiunti, pag. 128, 136, 143, 100, 168, (92, 223, 280. lliammessione in servizio, pag. f43, 152 1 168,223,376,392,408. Deslinazioni all'armala, pag. 143. Rivocazioni di nomina, pag. 192,240, 264. Accetlazioqe di servizio gratuito,. pag. 232. èollocameoto a r'iposo, pag,. 3·16. Nomina di Velerilia~i mi lit., pag. 400.
Leggi, Decreti Regi, Circolari del Hinistero e del Consiglio relati've a cose Sanitario-militari Competenze dei Medici e FarmacisU militari, pag, 140. Troppe sol piede di guerra (Dichiarazione), pag. 140. Richiamo all'osseryanzadelle avvertenze del 1855 ,s u ,le.indicazioni·di ferite, infermità, ecc. pag. 140. Qoadri numerici-sul pi:ede di guerra relativi ai l\1edi-ti, l<'(lrmacisli mili-tari, pqg. 141. Nomina di Medici per il solo tempo della guerra, pag, 141. Gratificazioni, sopra~ldo, indennità e vantaggi diversi al
Corpo Sanitarfo·l\lililarc ed ai Jfarmacisfi e Veterinari Mili· tari in lem!)o di gu~rra, pag. 1112, nazioni viveri in JJatar,a· ed ip contanti, pag. 159. Nuovi Quadri numerici sai, piede di guerra, rolalivi ai Medici e Farmacisti militari,,pag. 191. Concorso al Premio RillEIU per il 18118 (Relazione ed aggiodica1.iouo dej premii, pag. :181. Ooncorso al Premio Rrnim1 per il 1860 (Programma), pag. 3'l9. vaccinazioni nell'esercito, pag 104.
Principali argomenti trattati nelle Cmferenze Scientjfi.che Febbro tifoidea, pag.-4, 18, 59. Congestiono ed ipertrofia splenica, pag. 19. Tifo o febbre·tifoidea (differenze), pag. 44, 116. Orchio-cpidièlimite blennorragicà, pag. 54. Parafimosi, pag. '78.
Quadri statistici, pag. 40, 6{1 1 ·69, 70.
loscrilli di leva in oss!lrvazionc, pag. 101 1 -102. €acbessia scor.bulica,;pag. 95. Tisichezza p·olmoliace, pag. 95. Idl'ocele, pag. 134,
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Elenco nominativo del Corpo Sanitario·Mllitare, pag. 13, 209, Elenco dei !\ledici borghesi in scrv.izio presso gli Spedali _militari di Torino, pag. 184. .
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'L~ ,' • mf lì •:m 1 11 Il '11 Il ~ ·sç.o:i'gJir~·i i poss.31 elfo fr.à' noi, Tion i,ige. gr-~nrl.~·4.~v~rj.<~rsli ~:o11.e~UQ,~ma,'soÌt,àn lo nel·mptl.Q,d'LJ1Sp11Ì{Il erçi re.,finJ1}JP,~J!}:e Lettera 'de) ;1~rofossor~PirottriC,tnMAGNIU!A . P yr,,qlli~o risultato e;mergaie:Y,iilenl~- e, cliJrfq !~1,'?~f!ta, ·~1Ì·cav, Prqfess~re/ c·cimm~ndttdre· J\LESS.4:~DRO Rmnt., ~ ..,.I .ed•ii.lhira:lìar,eipo,1e.nto~IP.hi egualm~n!~ p~hi. ; .1 •COFfi~G,~;.;i;!~EGIA;t;.J~Sl~O· .. • •' I i;Senz.a ultiriori,gjg,r,(lssi,onj,.·i.o. e;0,tFo.,:.ti>s~oc:Jwm~~~ri~,.e .~"Tori!JO., 8 olt?.bre ..t~f,B·: ' ip-e.rt.~~-~~er~: COlle\S;Q, l'l:9:n fa.r,ò sfoggi;9· <l;-grµ9izio»~Lcon ,ciAllorc)ìè ~'el .~eeors<i del,. "èom:e.u!è .. ,annQ..1~_Q1J.acle1J1j c,o, .ta..r.e Aut.oi:i, chei ~~l co{).f} jLto: delle '9Hi.vi<if.l.i,, pp\i,:e~.l'!~~o, che ora1e.i3coùèè&e ripos9;1si.'à i.sc·univa l'imp~orhH1Jt=1. q-ue~ alfo n,tapanei.J:}~HaW.i~ !delle, oQi,.h:e iQì}qgioi,. aw.m# .te11ijoslioire sul do'ters ·: o,,iio ~mJ))J\t~,ll:r.~ .t)ar,trite, ~l~Mpt'11'!,g{c(1., , pef.•'\teJ.10..quello Jh'e·,pella sQtenza.. p,armi ~ssei~.aJJ1JallX\èJ,lte. speèial'e,· sp.ec.ipclJ; co11s~ct!tiva, cl),1,i;~eJJS'l,l,{Jle., Jl't f*'~ta.(ièçi!, p:d "v a_Qç_ét~atò~ p eh.e. ç1lin.eM ,per, tale ìo ,rile,nge. , · accidentale, eU~·q_oo m.ollo corr,Qdi)j <li d,ottt ioa, Jr.ii.\l'Oi-di d . FJqgofr11e.no.sa-.,o fl9go,s i a ,b._11;,se ,vemi,sa.., Q. '.,djje)'enztt profondi stQ~ii!\.dhsQv~re ~e.di~az,io:n,Lso,pra faJli r;nol.Liplici tr-~flogo~i at·(ei'i(Jstt,_e:.(lQgqsi ven(m1 1 noh ,po,?l amliieUepsi e variati clie-,n~IJ.a fanga ,s erJ~ ,(j,i _Jl:l)IJi ' si :pr.~s.en~apOQO e-n.o:n.·P,li.ò CO!lè'epir$i, se il proces,s0:fl.og'i$ijçQ--ba'."sua sede. alla sua o·ss~J't<\l·ion~. e ~h;,e)l(l-1,.,ceyll~ ~rnm.ir.~~ile;. sua pe~~i ;vasi Qapil]ari; ma appqntQ ~1el!a solLili_ssima, rete .:dei nelq1Uv~. to~t!),' iJ.Lxede ,(lè,iLto ,~. , 11~ 11 . 1.alì.Qia: s;fq_ggi;re ,còsa · , vasellini· capillari ,ordis,çoo9 ,j faltorj· paLo.genici :del p:ro.sen; a. tr.11.([l."6 p_ç~,~e.\~~frnr~.ène v.alere ,àll;uopo: ella,. dico, e.esso Jlogjstico,. ed ivi si s.yiluppano, figgono. sua sede.è 9ott.'11me ti rMiQ:nando sopr:a;la,questionc io cliscussfone, dominio, e se i .p.alologi d'oggidì, illumiirali dalle recenti. mise, iq cag11ro pe:r iocideni:a, ma ,come, cosa-ii'cevuta 7 e no:bioni -istolo~ich~, sf.à p.pliéano particolar,mefl~e. a st_gsulla.qua-fu OM aiavhdubhio da. muovere,, ùn 1punto di diate lo stato .morbo·~o sopra singoli i tessuti, ooJ!.i ieQ& pal~lqgia, ell~, a,pàrer mht; abbisogna. dì schiari·ID!!tHi e che, çonceélàno cnè il pr-oces·so fl_ogistico in qu:alsiasi ies-1io
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_, _ sulQ è semprè ·iJentico ed uno, e non può aver sede se non se néi vàsi capillari deJla parte che s'infiamma e diviene infiammlita. Or~, \{ilantunque I.fon pochi·anàtomici -distit;tguano i vasi caP.illatdn arteriosi e venosi, ed. asset:.iscanb che q\ni arted~zza debba finir:e in uoa;Q.orrispondente venuzza, alla quale dà principio-od origine: tuttavia io credo pi Ìl consenziente al vero, aro-mettere tra i1'si-stema arterioso ed il sistema venoso, il srstema capillare, il qliale,,dislmgl!es.i dall'U:n_Q,..e dall'allr&~r aoa_tomica slruttuta 1e1,pe1i-la1di,versvtà ei,llimportania ·delle funii0ni alle . qtia'li ·è1dà òa'tura··destinatò: e ciò io ,provo. - Nei vasi- capillari, collo smagliarsi ed assottigliarsi delle fibre 1 fìnalmenlescompai ono la tonaca esteròa,e la mèdia ·artè'riosa:, lpe·r ti~ultàre essi costilùiti unicamente ijàlla meml5tcl\na! int'erna 'Vascolare:· rron havvi differenza òi struttura in quel punto ove il · capillare cesserebbe di èssére atfér,i'òso per 1comfociar~ ad essere venoso, non -'ò'ss'efv'iinsiOqu'èlle prega tu ne ·xfoHa11membr,ana",inleJna, che ---"ci,~t1t\i,kct>nB· le ya,l~o:tef d'ella' verlé, non 1tra,ccia1 di fibra fi museòlarè' se non' 'se in qùe' vasi già.falli roa'ggiori . e che per quesfo -sfibilo caogiaméoto non:pitÌl,apparleogono ai <•tàpillafi~ ma issumond' ibnome <,dii:v.ene, ·compt ono gli •'ù'lfizi chWà'dìé"ssè(COti:ipél'o'n'o. I " I • r. "Ttitt''a!Iatt61•diversé sono le funzioni che- compiono le • àtferie, i vasi1éapillari.te le>vene, e-se queste cose io dico 'serive'ndo _al professore Ri'herì , che ·sogliono inse~narsi 'agii stliden!) d.cl prirob.ari:no, 'C1gnuilo..pùo ben 'dornprendér& che notr1olendo illuminare Minerva, che in :guesto cas"o il senno ed {il mio~cérvello avrebbero fatto divorzio m.a mi giova àirle •per provare il mio assunto, che il si~ stèm.a dei ·va:si 1capillad _forma un sistema disl,into d'al si- J ' sterna: à1{erit1so e d'al sistema venos·o, ovvero; 'pèr mèg1io1 dire (è -varré<à di parole, o diverso modo di esprimersi}, t'he·H sistema vascolare è costituilo non sollanlo d-al cuore, dallo<ar(erie1e Jdallè vene; ma élal·cuot.e, italle arterie, dai 1·vàsi càplllaì,i' e~dalle vene: ed infattilif:sangue aderizzato oéi polmoni; tal quale viene importato dallè Tene. polmooa!'i all'orcccbiella sinistra., · e da questa fatto passaggio · ~r vehtfiooro corrispond~nte, è spinto da\ile-va:lideicontra, litiorii Ia'elle iìbre; musc't>là'ri nèl11attò sistolico dèl ,roedesìino 'ì:foÌl'ai"lctia' a",Hta, e 'dà quésta, e per la for.za a-tergo tlel f:cmore roedes'imo e per l' attività prop'ria• delle arterie, :>~or:tnlo,in:cìrclHo per:.tutte ,Jè diramazioili aortich'e~sottoàiratbaiioni; pèrvieoe ìlnmutato si-no •a-i 'vasi 1cap_ìflati, di modo che lé atterie1 noir sono alLro che1 canali ,"destinali "'ana ti:_as1nissio'n$l dél ,saogue rosso ·dal centro ·smo alla -piu1 mirrtttl,\ filJèìlla, del nostr.o.-..organismoi"ma, ·~ unto il vsà:hgue· a~ Y.à~ì>ti~iHal'i!i>! dà!questi r're'evuto,.racf,essi ,apfiiarfèngono le ru11zioni .élè11a pi'u alta impòrtan"u«, in que. ' Wsi •compiono le funtiorncnimico-vi:l~li della nuthzionc, ·della assirnil_éXz.ion& e de'IJe, sac:reziooi: nei vasi fca':>illari 1of!lrsaigue:ar'.l,é1iiuso sono illl'l'alb~; pet,1esos1nosi q.uf mate' tiàli cb~·sono t\tli -a<l essere co llv~rtiti in molO'eale. inte·gt:an\i della-1ìbra organica noi" varii' Lessali séll(plici od ffstdlo~ici che· dfr. si vog1iano: ùai me,fesin1i nng1i organi ·sèÌJÌ'dtdrÌ'Ì ,"-è~;gd°'o atri:a~·ti iro oi;u-al rnotloi per un ,rippet-ito -'efettiro'; tfurè-if.cos'i', pér ·serv'ìrnfr dellé•p'i!'rolè'di quel gra11'dc liogegno di tùi Dnr~'in, d-Hla parlei)Tledesi'ma, quegli elè-ìiieoti o quei rooterrali clì~ s<100 arn éfd ·es'Serè .èo-nr·er.tili '6' donsociàh<fos? coii_àl:t-rpa c'l>nYOrtìrsi:in-oi?ili'llmori ·secr~li: cosi u!lturà. pt-oYvo'dé),à\1~ ' iittégrilà d~!le 1>"a;li -e•{l'ell"ln-
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'(ièro organism·o, e così i materiali dell'alimentazione subite tante :elaborazioni'· e metamorfosi chimi~b:e sollo il d~minio del poter_e t ilale nella cliimificazione, chilj6caz10ne, sangp1fioaz1one; vengono fi nalmente a depositarsi , ~elle ce.,!lul{l~dei tessuti p~rconrerli-rsi in parte jntegranle dei medesimi, e così si compiono. meravigliosamerile gli -atti della~rjparaiione, della nutrizione, dell'incrementi) ed ·anche talora della riproduzione dei iessuli (alto questo semBr~Jìaipl.Pgico), .CQQ.,..sviloppo _di normale calorici là, essendo liJ ~ul.r;izjone e te,sec.reaioni,Jonteipur ancheide\la termogenesHìsi,oJ_ogir,a,:,in.tanto poi net metl'esiini vasi capillari per 1maosmo$i vengono iotrodouti que"i- maleriali scipati o guasti eh:e i latini espr ~mono cosi beoe• dicendo -detriti, al quail -voe.abolo io non ·troio nell'ilaliana l avella H suo vero eiJai'v:aiente, voglio dire"que'materia-1i ohe più non sooò atti al sostegno ed alla Tnlégrìtà fisiologica del tess_uto di cui fu rono part~, molecole falle, dir~ qu~ i, amorfo e che debbono essere per via delle vene esportate. onde venire poi per uoa•qualGhe\v:ia di eliminazione dal corpo e d~Ji'organi&ll!O espulse: il sangue perciò cl~ arteri~sò si co!lverl~ in veno?,o, uero, opusto di' princ\pii çàrbonQs~'il'qu_ale, asso_rbito dalle v.e~e,'fa tilornp imm~·,tà[a''.alla ·càvìtà •d-estra ,~el cuore, per ·~ssere'sothrfuesso ' aa opposto·cabgiamento nella capillatità' à'ei polmoni. Ora, ritornando a noi, 'se i,vasi capillari disli11guonsi - dagli ar-te.rio'si e dai vefio'si per dj~ersità •di struttura e per le' dit.:ers'e funzioni a cui sono destinati: se n_ei V/lSi capillati non può amm-ettersi la distinzi'one dei vasi capillari arteriosi e -dei venosi, ma costiluiscono essi pinltoslo ura re{e cbc riceve il sangµe dallE! arterie per trasmel\erlo alle vene,, dQpo che avrà.p:i;eslalo i .sµ,o~ uffizi e subili .i Gang,iaxpenti dj ~oera ,no~ati,, costituenti ç'OS'1 uoa ·~i,ision!.) not,apil~, \rii le-arterie e Je vene ohe !)'er mez20 -xlei,vasi ;cap1llàri si•coi1nettono , se, in questi. vasi "soltanto :,ha ori~in:efsvìlup.p'o e 'sede lllvéro processo 1/fo(jÌlstico ; io •:to·nchluò'ò~ch;è I' infiarrimaziò·nè· ntìt •'p\ìò 'dirsi àrttri~sa ·o: à base "artéHosa piullosto' ché 1Jéno_sa. o a bai,1 venosa, o -vice~ersa,jefbhè no'n nelle arterie, noh; nelle velie', ma 1 1 • ' 'nei èlip'ill~?i 1ha sède. ' 1 ~ W· 2,Y~òffi1ht~ndefe 'pef Ì11fia1»miz io'iie ve~osa, l.\inilam1 maziooe a·e11~ v~~e. ossi~ lt Bebitifie~ Jn q 11esto . çaso o.on starebbe per sinonimo infiamma.:.ione a base veno·sa, ed in'oltre RM'1rn.o,,o.omplìpn!le- come.,ll);!)lo le arteri.!l.,,quanlo le .J~n~, ~le1po1~u,~~cltib,il~ l~1infi~,mJn,a~i, nçn ,i l~ri~;nti ,phe tulle le,aYtre parli del corpo, percbèhanno vasi lòro proprii penetranti nell~ loro tonache_e' prosP'icienli' alla loro nutrizione, 'èlì'e sonò i'vasa 11asornm del Dartolino, ùetLi .rperoiò .iva~rnar.~oHnia:ni;neHalsl<is'!Ja:.guisa cbe•,J'a•sostanza .èteJ cuore •riçéve le•dir~maziooi· dell'arteria •coronaria, e . ta loro 1n'l:lsen'ia f1;t dimostrata da Ru~s-chfo pér mezzo delhPihiezfo1\:j., nelle· qu-ali cos\ felicemenllMì mirabilmente 1'vit.'rie'sc\, ,esi'òéo1 he 'questi vasi\(]1fr;v·asi-sonb' eap1-IHi:rìs'sìmi, .,ti5 viarie fel' C(H\S'èguten.'7,a che ne!Jaiflefiite'l'ln'fi'à1hn1'aiiO'ne ·non' e venosa per quesl'o, ma ba sede ·o·eì capillàri delle vene, ga'ali"-slino,t11ofo ·arteriosi che venosi. -o 3:"'Vuol~i if.ltorfdere1per <'2n'fi«:mtnazioiìe' vcmosa ·o/i·nftamm-iizioìle-·a-•bafe•vd11osa"'tftrella1in fiàritfoàzi tl ne chetl'aItròlta"si desta e per fo più hrnlamenle · netlà memb'raha interna defiè vene (endo{UbiteT, per prava ·quàliCà dèl sangue che tsommìl'iistra una: stimolaiìoneiint'ongrua per· fMsàsÒelli.t;~\ità di quélla r,memb'rana,•suS'ce-lft'lìllilà ohe· ptio Iahche 1
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verità qui sollo si as-coode, della qual cosa.n.ei so':no conprecedentemente essere stata resa morbosa l)ef altre vinto senza saperne rendere ragio·oe e poteda matematimille ·cagioni? l\fa in questo caso si potrebbe ·rispondere camente dimostrare: infatti- ogni gioi:oo .nel linguaggio che anèhe la membrana interna delle vel'lè è provve'duta pràlico;c~ sexw;iamo dei vocabo1hinfiammil$.iòine avba,e,. a;r,.. e aeve essere ne'cessariamenfe provveduta 'éfl 'v.asi de1vaffi U11iosa, artér:iosità: a base venosa; ve~osità1 •pefì signific~réi prospìc1e·1H1 a sè stessa·, e cbe'l;infiarnma:il~ne d~lla. ~enel primo caso quelle iofiainmàzioni che,. a'éùt.e, irradfanodesin:i'a, perciò risiedere·bbe in que' '(laselliJli: inoltre non gli -orgaiti contigui e consenzienti, che .sono,.ac..compagnaleMvvi <tiversilà, se non di ·sedeJ fra. l'endo-flebite, !'endo.. 1 • darea-z.ion·e angio-cardiacaforle, nella quale il -poJso è foite,. arterìle e l'endo-cardite, e generalmente bavv.1 endo-carvibralo e gagliardo, la lerrriogenesi elevata d'assai, la dia.dio-àngi.olte , nella qual~ 1:ii:ifiammaz.ion~ si estend~. a tes.i ipe1;s.teniea, in una parola, è pronunziatissim,a, e·lliilu~ta la membrana :nleroa v.ascolar.e rappezzante l incbiegg. ono,perciò uoa,oura,a~Uflog!s.tica energi.ca. e. pro,nta, tiero·j.'1rn~~alo 4Ei circoJp : ,q4e~Ìa CO.Sli\Ui~.ce.. u;na ~1a]a.t: per impedire·il passaggio,·agli esjti peggiori ches.uccedono, tia tuUa propria, a~sai grave ·,, rappresental_a da smtom1 talvolta anéhe rapidamente, e nel secondo caso q_nelle eh& particolari, ma non imprimi! ..un caraUere dif!eren:iiale si appalesano con sinlomi:menosioceri, che progrediscono a11e infiammazioni occup~{!ti i vari visceri ed organi11nei lentamente e.subdole, n,.ell~. ·quali gli esiti si osseyv.ano quaU, se ·1a sola membran.a interna <le.Ile· vene d,issemilardi, e: r ichieggono .una mé}ggiore circo.spez.ion:&..:nel tratna}e pe.r (lcS~i loro fosse-iqfiammal~, e che qut s.l'infiam: tamento per.,man·cania ùi . loHer.anza negli indiv-idui che m~;ipne, f9sse limitata a .quelle; ve.ne, soll'~nto,1 e n~m s1 ne Jpi;maJJo il soggetto,alle deplezioni sangui·gp.e,edJaU' uso ,este,ndtA~~,e, ,iJJ di là, seguendo la, conlinuazio.ne della de'. fi.rn.edihantiste.nizzanti.Ma se questo linguaggiò'ioesauo mem)mma stessa nelle v-eD'e uscenti dalla parte infiatn-" è inlesp ed accetto in. questo senso, io domand.o ·a me mata (la g!lal· cosa a mala pena.si può concepji:e poss istesso in quale delle due. varianti' di fl ogosi a predominio bile), Mn presenlerebbe sintomi d'i nfiammazione, ma arterioso o venoso dovrassi riferire l'arLrjtide, che j mo-i pi°uttoslo patemi morbosi di'ffioili assai a diagnosticarsi, e derni amano 'meglio chiamare reumatismo arlicp]are che per ,1eu1'opatie verrebbero c,erlamenle -ricevuli. Laonde acuto, diffuso, sebbene sotto· questo nome sì le.gga già1:deiQ inclin,0;a credere cne quest'<l possibile maniera di amsignala dalla· Società! medica,, di Copenh·agh-en iIJ1~epocir morbate-d'ei vi~ceri, ,dagfr·serillori e dai pratici po·co sipiù rimola? E come ma,i, ~ quelle di predominjo veòoso, nllra avvertita e 'per nulla- studiina, non sia qué11a au·a se è- .p,oprio dell'artrilide, JI disseminarsi ,irradj'clndo .a11e quale alluda l'infiammazione a base venosa, di coi con parti,,vicine, essere acco~p<}g1.1ata dc1 reazione c,arrJiaca tanto ,acume- e solLiglien.a a'iogegno fe' cenno l'egr~gio forte, se il grado della feb~re e del calore non è suborprofessore nella discussfo1ie sull'artrite bleonorragica, e con inanivabile elocuzione' feconda di dottrina ~ di sadinato all'infiammai.ione dell'a1tjcolazione, ma hav:vi una legg~:di ç,oh1cid?nza, corue _dic.e ,il Bo,uillaud, tl\ai questa pel'e per esso lui virilmerHe· sostenuta. Che se a questa matima·:e le.i,n.Oa.rnmazioni del cuo11e? .S.e non .havvi. Jra vtnes~é alludere, i6' mi permèlterei Ili rls~o~1gli r~cile infi.a-mmazion.i un ' al.tra, anche esclusa- la ste.ssa pèris~men'l'é chè l'rnframmaiiq~ d~lla membran~' )n}r rna I ohe' si disselnlòa'no per nna arlic9lazione, non delJe 'Vene pneumooia, io cui si osservJ più facile tolleranz.a-al salasso può date per m!nifeslazione"i sintomi proprii dell,,àrtritide, ed alle dosi generose d-ir dèp.Jastizzaoli e oonJrostìmolanti e sopra ·ciò non credo sbagliarmi. sussidii, quali il njtralo ed acetato di potassa e particolar4. Vuols, finalmente per infiamm<uione a base veno,a mente i l nitrato encomialo da Locatelli, da Sperao-za e dal no_slro .collega ed amico Girola, il qujltè ;.però. nella qucll'i·n9orgo dì s~~gue, qu~(la ten~ione e)ie,n~~zza Jelle su;a1m,eu1pria letta in seno ,della, R. Accademia, medicoyenè, che o~servas1 frequentemente i'n coloro cli.e pòrtano jl COIÌ detto abito Vl!tl0$0, e che sorlirono dalla .natura QO chirurgica nella prima.sèduta .di aprile dell'ano.o ~ 843, cos) falfo temperamento: .temperamento lin1a'tiçò-ve~oso e pubblicala nel voi. ~ 7 della prima serie del Giornale per !}laggiore sviluppo e preaominio di qu.esli sistemi, in delle scienze mediche, la-.sbagliò nel dire che ~on mai conlronto cel\'arterioso, temperamento che i nostri anlisiasi portalo a sl alla dos.e q,uanto da Gendrin (al quanli· cni chiam~vano pltultos,o? taliv.o di nn'oncja e meiza nelle 2i ore), perch;è se avesse Ma }o ~,s~rvc;rei che questo stato morboso costituisce, gçtlatò l!oc,cb.io a quanto,sta scritto nel voJ. 48, ,alla pa'Qpa1 lle;bo~~e.si, ç se la difficoltà che prora il..sa~que a far gi-na:,64 2. del grande Dizi.on:a:11io. delle scienze ,mediche, ar~ p.as~a&sio dal)e Vf/Oe di un .viscere nelle vene m,MgiorJ, fa. licolo Rhumatism~. com~ risultareziandfo· dalla nola apsì che-~fvolLa inturgidiscanq assai i vasi appunto venosi poslasdal tradu\lore del Dizionario di terapeutica dello di quel ;vi,cere, questo slalo nQn. è infiammazione, ma è Szerlécki all'ar\icoloReumatismo,ediz.ione di Milano 48U,.. una sçnrnl!ce conges~jone, nè 1nancano i s.egni caratteripag. i3i; avrebbe veduto e.be assai prima di Gendrin, sin dall'anno 476i, Riccardo Brocklesby amministrav::a. stici ç l,lla.ncano i Jaltari patologici od elementi,patogenici de\!~ llògosi: vorremll}o forse '.ritornare aJla divisione · io questa malattia il nitro alla dose di un' oncia e mezza della ,flo.gosii in aLliva"& passi~a? OhibM, fo so es,seune1, al giorno, che Macbride pel 4'71'!} riccom~ndò la medelungi i:l pensiero del commendatore Rib'er.i. sima cura, che William Wli,te nel •.f774.'nel reumatismo, cEsposli-èos'l i miei pen.samenti per· comhaUérét'Uesiarticolare cronico, porlò la dose- del nitro anche a 2 oncie stenia...dell'iotiammaiìone, a- ba,e ìleho1a, percliè teoricanello ~pazjo di.uo gforno, pr.auca eh.e fu poi seguila da menle, -a mio talento, non s,i·può dimostrare e·non-si può Gendrio, Aran, Martin, S.olon ed altri. L'arlritide dunque cotfc-epire,-ed aspettando aalla di lei genlileii.a, t hfaris' è un'infiammazione neJla quale la vita arlerfosa e plasimif,èò1lèga; que1tè S"1>Ìe"gaziòòi e qu'elle dflacidazioni che stie'a 'de11'arLicolazione 'ìnfiammata 'è ·01tremodò èccitata si'ano 1 pei cliiarire 11e'' mre· ·itiee s~ll' oggetto di ·cu:\ cì' occon le'ndenza a produzi'oni abnormi: gli spandimenli, le c:upitm'o, de'hbo però còrifessà'i'e il l'ero, èbe una qualche
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-trel~li_yq alla storia. clinici!, qel dollol\ l'eMo;e!ldJ-ç,uì 'f èYisazione, ce»no nel processo verbnlo. Parlando de,i renerti necrosçopiçi
veget.a,zioni mòrb~se ' pro~ano l'allività e , la. coocitazrdne' arleriosa in quèstl1 mitlatha. ' . , Che se poi alcnoi crèdono._'.il, cohtrarJo perché.fa china.~ china giovò nel •reumatismo acuto, o~fu .raccom~ndata _da FolhetgilJ, Ugd Smith, Sydeob-am, M_orton, Ford~ce, Pnngle, Thollias, Giannini e~ (al~ri, io : mi ~cc'Onc1~rò _con Storok"c Giuseppe Frank,tlipr1mo deì qual, da-va la chmachiha:solamente al finire della malallia, per richfam"are le fo rze degli .ioférmi, ed il secondo la.amministrava quan-00 il i:eumalismo acuto si,manifesta qeg\i aìlrilici già. .lanuueoli per eccesso -di metodo anliilo.gisLico, e quando rjon :010 i dolori, rr:nrnnche la feblire sono evjdentemenle periddici: sinqùì si parlò della ·cbinà;china in sostanza:-volgendo opa il discorso al solfalo di cliinin-a, il di ·cut,vàlote, a' comb&tletle il i.euujalisrno artico-la11e acu~o ••è~ogg~d'l for:se. troppo esaltalo~, se io lo ,polessi•.ammeltetel dottlto di,,un pòtère1deptime:nte, ·ciò :verrebb_e in :conferma della mia..iopioi"one1 ma siccome fo,non ,posso oonlrad~ir:e11roe stesso coll'ammeUere un potere1,ipO'stenizzante··n~l tìme, -dio in•quesliene, e che lo ·credo-nè.,sli.fllolante, n~ àeprimenle;, ma dotato, oltre: alla vlrlù ~nliper.iodicl!, ·èh' un modo di agire sedativo o moderatore, io non posso·pers uadermi tornar ùlile se non se in que' casi di arl'rodirtfa, nei quali non si lralla•di vera flogosi, ma di flogei:ri mentila da eretismo ner-reo (1mirocitlesi di Buffa1ini), casi' nei quali l'aumento di sensibilità aache in una parte circoscritta la rende più impressionabile •dagli agenti comuni, -d~li stimoli consueti, si perturba perciò la !unzione ;di quella parte, ne siegue pur anche afflusso di sangu~, ed cenfiagione accompagoala da. dolore vivissimo che rende :insopportabili i movimenti lanlo di flessione eh~ di eslensionP-, ed ecco come si produce . in iscena un' appar~nte artri.le, mentre :v'era iartrile non è,• oon havvi ub vero e !."eàle processo' flogisli oo vigente:, ma il•sòlo el~men~o neuropalìCO' esse"ndo il protagonista_, non Ieca mar~vrglia se a sed·ar ·queslo-lumullo. giovi H solfato di ch1n_ioa, come in ·éiltri oasi· giovò ,Uacetato dfr morfina (clinica ai Cuis.tio~: i quali d'ue sali ·pe:r me, lo ripeto,,non sono slìm.olan.ti, m.a. nè manco deptimen:ti: fo li credo •sedativi, e che .posso(\.O• p~relòi·gi'o.vard tanto ,'n~lle steniche, éhe, nelle,asleo·lGh'e affezioni. Eccomi, chiarissimo Pr:ofssore, giunto al ter.rrii.lfe di quellewonsi,derazioni che mi er,11, proposto sotlomèl.LertraHa. di lui ponderazione e che io confido egli s'atà perfbene:. volmeo(e- accoglier e, e nel portaroe1convenev0Jé·giùdiziò, spianare quelle difficoltà che,ora fahno divergenti le ,rrO';.. si-re opinioni ed, in qualunque· modo io·sarò pago, se per queste noslre elucubrazioni la,scrénza fosse: per guadagnare qualche cosa. Coliediicbiarazioni dell' alla sLima che le,professo~
PARTE .SECONDA, 1
Belazieùe;slelle Conferenze sdendAellé' 1
(~ii.in 01 p1cu Mll'nli', l•·;,;oaNAT,\)'. .. •
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T~~Mo. - p 4*or ~~nçl~\ 1q9w,~pfl~.J8:itH~r9,l,a-:P~F i:e!Uficaro .un invol@tarip or.rore' loccorsogli nel ',cJlJore ~çll~ iwu.i;ov1 '1f tl 1•U~ ~., (li I•~
il dottor Ag!Jeltì nolava non·essersi fatta parola delle condizioni della milza; ciò non sar.obbe esalto, ed avea egli. voluto invece dire ch e.non se ne ,era con sufficiente precisione desèdllo Io atato•e lo alterazioni. Come beo dine il prof.essore Perosì.uo, prosegue il dottor Agnelli, era desiderevole si p_r.ecisasse mèglio il valore della parola ipertrofia, giacchè graq dilferenia d i significato avrebbe potnto avere se indicar dovea on semplice aumento d1 volume, od una ipertrofi-a 11era nel senso esallo della parola. Facile ed,ovvio è l'aumento congestiÌio di volome di quel -viscere qella febttre tifoidea, meniro sarebbe-in_vèce· un fafto interessantissimo, anzi un prfmo caso ai vera ipettr~fìa, 'gtaccbè in tllltii la hilteratora medica no~trale e st'raniera nelle • f~ ' ( . _,. . necroaco,," i e non e. ma, . . cennu;; 'd.rv.era mnuw.::r1 ,..,erl ro fi a consecuL'iva a febbr&lif6idea; se forselnon vogil~si'è ccett-uare qaalche· ral\O' ca'so dì'precédèntì, diotorilc'·febbri a peridd'Ò: non so:anzr, ripete,il.d'otto'r!A:gQetlì, sb SÌ ]5UÒ dàre •nriil',fale 1Jiifel'aziofie; dìè • il p.rocesso spapp'.olatore, distruttote che ò 11èll' 'èssenia '.aenà febbre biCoidea, impe'di1•ébbe o: di1Jtrngg'erebbe , qirell'esìlo. ·se oel ~aso concreto fosse stata, meglio, e1 più .esattamente consta. tata l'esistenza drooa vera ipertrofia avremmo forse n oto una · idea,d~I come potrebbe la fo.bbre ,intermftteote ,anda re consociata alla febbre tifoidea e fornire rappi;esent.anze poslinne indipendenti ; e ciò tanto più , che di sjmll!l alterazione della mjlza sempre, o pochi casi eccetloati, la e.a.osa deresi assegnare alla febbre intermittente. Ciò che dissi ~ella milza, 9icasi del, Ceguto. Era dunque a desiderare che VC!)isse ben distinta e de. lineata guosl'iP,ertrofia, per indicare se realmente coesist~va q ~est'.e nte morboso, glaccbè in questo caso si avreb~e avolo un fatto nuovo ed interessantissimo per la scienza. Rjsponde iJ dottor Pecco aver egli con~J~~ato il faUo,.aoa_to~, micQ, ne\l~!)scopico e n~o aver per ciç, nè dello, n! vo!uto dire che diRendou,e dalla fe~bJe ,lifoide~, o _non jp\-eI!p~e. per c(ò o,e yoglia battere Jìosser~azìone d2! do\loreAgn,efti.,.<t!!a. q~ate del resto pa'reTa es,ersi ~là ~mpia;roent~ ~i.~P.9Sl?., nel!' altra seduta. -
U d.ottor 4gnetti oss~rn1 av.e1r egl\ "'.Ol!l!O colJe ,o":a,cc.enrlate 1 l parole, più(tosl.o correggere una. meno esalta sua l • ....} tj\'. I\ , Il\ (,;. • u, espres"'ion. ' '-.z.{11 q . e, •1. che rie.~o\'a,~~ i}lepporl~lll 8pp~t\ ali~ ,COf~, i1SP-~sç6q 1~,. c!,_ol;, 10\-~ Pecco. ' • • li~• t J,. • • ' • \I ! f\, r Ila qo1nd1lf naro1a 11 dottor Xffur.no: 1 • , ,rJ . 1· ,\. ,, r· • ·qt. ".il ~ ' ~a s'lona 'di Cèlfore tffò1doa, ei,:li aice, Jet a qal dottor Pecco, pJrse occll ione al1lnostro Presidente cai ittiere M~l f[·:Ji 11 . t . • "'lì sporlarelJe questione io più vasto campo' e dt ini:r:iare· cos.ì. ana discussione sulla febbre tifoidea in generilè. e ~~Ile prip~ t '. • -e .. .,.. ...., ·r cip1i derta eara della me'desrma. '!foljo sl è detto, molfo si è scritto so questa malattia; ma, specialmente sulla curi, -non fu certamente fin ora pronunciata l'ultloia 'parola'. Qllel ch'io'qui dico è fratto aélla osservazione é déll'esperieiiza,-cardfni veri della medfcina. E d'osservazione é d'e'spérienza io ~bbi propizia ocèasione io Annecy> ed in Crimea flve,poleiJesercitarle so ampia scala. •li cavaliere Arlilla ricordava-aléuòf:sinlòini pa· togoomonici dèlJa febbr e tifoidea,, e prima la'ldiar-rea; 'ina,-io la· liddi, e spesso, llljlncare ed iuvece otservai ai.coflttario non rara la stitichezza., il ~meleQrismo; an1,i ossebvai essue- que-sti i casi uiù gravi.,Ricordava ìl prelodato-1nosJro. prftsi.!len\e;-epn:ìe sintomçi.palog)lo_!ìll)ni.co ,il dolotp,alla ,;egionc, ili<Wi'i{e1tra; ma qg~~.Lo p~re io, pqt~I c~~S\j!lare1qpa,ts';nto,;na •eriqcj pate non pe.1;.P, .P.11.\9.Sni~oJli~~;)o lo fiMi1in f~ttU.siA!i.aLl\-l:iM Hife,t~~j,~9m,e; n<!Jnil °i~}- f,11d,a~~J'1}?'18P,~~,l~ i IB.ÌA~OfDÌ Wlt8:~tei:j~li~i,!;Ot~iY,11~!i-;•• Si. ,<Hrà• oon lrattarsj.in çasi di vera ·fçhbre t)foidea~, ~Ia io r .,,., Nue1 {l . i i 1.• lJl :/f dico oçe quando in u·na ..malatH, ~Bj~emica, a .sjnto.mi ço_w,nni, 1
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...,,.J; tatti identici, occorrouo simili diil'èreoze siotomat-iche 9.oeoro- • 1 scopìcbe, n on poterai pe1· ciò slosso esitare di rln;li lliUi casi•,. idenlicj, di definirli per febbri Ufoide'e; ·e, doversi piull~!o uiel} • tere in dubbio il valQro patogoomonico esci osi vo di un sintoma , 0 dlw1 reperto cadaverico, aniicbè l' essenza d e-ti~· comune, identica malattia. A.coeooò puru il cavaliere. Ar:eHa l'eputa!,i,. però egli non ci indicava qu ando è sa1nta1'e e . qn an(lo· uo. Per me osservai obo se acca(ieva. nÒi p,rillli s~ll~ -giorll.\ e r~ eon evidente sollievo deJl'amma l&Jo, $8 dopò t ra invece con evidente-aggravaine_ntò delle suo co.oéliziQni, Not stessi,·se tar.dava l'epistassi. a ròaoffestarsi, la provocav11"'10 applicando le mi,goatte,aUe narici eelerne e con mollo.wa ntagg10. Tra la febbre tifoideà srJoradica, e l'epinemica sì- dine Ja , dift'e"renia non essere che di grado; 'ma, a1l.r-0 eh-e -grado.J' una è ìf"primo, l'allra l"t>lti,i;ilo 'g radino•della·,scala; la sporadicapoi non' 'è cònt-iiglos!I, ,lo èf ii1ve<:e l'epirlerhfoa. Tra ·1e"g,ravissime p ròfoli'Ue• Jesio'tli noi rl,i-eonlr ate n elt,1 féhbtl1 ,tifJidea·, nei moltissimi çadàverr•d'a me e ·d111 collef{a ,lott'011e,Ametis sparali, rttoonttammo- •poi IHportl'o'fi.1,,spesso ,ò vero,1cumplica-ba;a • spa'pp'olamènto, maiveradp&rt\·o fìa: ed in lulli' qk!ei càsi è.pos• .sibìle sempre pre'ced'essero: fnbbri periodiche, cò.nHi.asseriva il dot~ore A1gnetti? J{;li. no,•i d anzi potemrM in moltissimr..c.asi escladertie assolu tamente la pret èdeo \e r.srsteoza. La'cnra sola è ciò cbc <li comune esiste, e ciò ob:e solo-com- ' bfoa tra U{febbre.tifoidea sporadica e l'epi!lemic11, V i ca ra che meglio nei due càsi riesce, q uella che dà miglioi'i ·naotti è l'aspettante, la cnrà cioè pìl) semplice. Io parlo per esper len2fa; nel t 849 la stessa' malattia dominava io Annecy e s'èboe' il no.mèro qoadroplo di modi, di quello ch'io ebbi nèl t85i co n mollo maggior numero di ammalati. In qoel primo anno sì praticava il metodo antiOo~islico energico, e sì sode eraìio le convinzioni che lo stesso m edico capo col pito ·dalla domiuaole m-aJattii fu sei o selle volte salassato e ridotto 'così a tal stato che guarito non 'potè più ri prislinarsi in forza e dovette· lasciare il sedizlo. l o tibbi nel 52 più di 200 ammalati, e· sàl principio fro va:vami ben anche a fronterl'one malattia non abbastanza cbi ara e non. ben conoàciuta; ebbi quindi fo pttre ricorso alla cora aotiflogis'Ùca allora e perdetti molli ammah!li; ma~rat ro' pòi più tardi 'eélollo dallj). esperienza vi rioo ociaì, e, ìneno· qu·a•lctrécà'f o' di i'ofìahìmationi franche geuuìne, ìfo11 'féci •più \n: l'\ì.éòère clùH un paio 'éli salassl e ne!oUéòòi aìisai {frù coosolari li' rfsìHtlHì. La mia'.1 cura erà riatoralme'nlò prcssocbò identicà·•ed u-u.ifòfmè, giacch'è avea' a fare con soldati 1rrsqoa~l1id 1elllicbe èoodizioni,.e la m alattia lloll·mi òffriva differeot a <U forma, .c<Jme (òr!e'j,otèoffrìrè ìé cìltà ·aove le variabili condizio ni' degH . ami.ba lati per età,sesso, toòilizìoni di vitaec.c. , dov ellcrocaosarèdìfferenze tali di forma eiaesigere profonde modi ficazioni nei sassidii coralivi. Nei miei a mmalati sempre ossilrvai la for ma a8-inaéiica, • m eno pochissimi casi iofìammatorii; non m eritel'o ·qoi ìl'di l a taccia d'empir ismo, se la cura fu unifol'me od ideriHca; lraltàndosì in ìatli della stessa malallia e della stessa forma. . propinava l'emetico oe' pr imi selle giorni dimalallia ed a prererroza l'ipecacuana, p ercbè avendo usalo l'emalfoo ('5 centigr_ammaJ iQ' un. caso, soscilavansi sin tomr sì gravi che quasi assumeva la forma d'on vero colera, e se la febbre abortiva, la 1 col valescénzà: però · ro Janghissima o'-stontà'ta, é-O'nie se l'a.mina' • l lato avesse soe erala unlf gravissima malattia, il eh-e io ascriveva all'inopporlon; ammioistrazi.oné del tartaro slibfatl:l'; io'.op'pb'r - 1 tona por' la m anifosla 'non tolleranza di rimedii energici. .
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,I ,sl)iil,ç~io1,i ollnentl, i snbacid\ era.no ,gli f ~~! ~~~,r~/.~ a..P) e 1 usali oel primo periodo, dopo il ,Q~fle limifa·~a.m'.~ !a~\1m~fo~, 11trazìoue dei soli sobacidi, ancùe quando v'era delirio. , Sai fine della malattia, taNJa-es~o"ììll'ò l'a ·crisi , rìèorre_va van.
taggiosame nte ni vescioaJorii, che che ,ie ~ica il.V\faJlaj~,. suLJ'autorità del Loois,Lpercbè leqie· le escare,' ragio1re inierQ c}l,a n on vale il combattere, giaccbè, anche a ccadendo talcvolta, s~. fauno con vero solllevo dell 'ammalato e con assolo.lo ~liorame.nto d ell~ condizioni della mala ttia. In Crimea i.o ebbi la seco nda occasione di cò'nvatidar~ le mie opinioni. Si è fotta grande distiozione Ira tifo e-fel:ibre tifoi dea; ma io non l' ammetto. Di cinque medici fucevano servizio nella sles.sa sezione, qaallro mo11irono eolpiti.dall.a ·mala tlìv, lo solo rimasi soper stile; ed io rammento con dolor e come (orso l o mal aerate eamerflÌLe, le troppo affettuose premqre, i troppo prod igati sussjdii coralivi poleròno concorrere a produrre q1.1ellc dolorosissime morti. l q,ipvece nella ~ezion.e perdeva dn!! soli ammalpli so 50, ed uno 3,'l{lé! -ançqra. av.afo rece1J-tissimamente il colera oud'è chA DO!) P!}l~Vjl ,ay~r ~apta., eneJ'J{ia.,1'\lal(! da 1·eagir11 1111,a .grave naq~~.,w,a/;~lH~1cb~ io,colpiya. Ad Aooecy aveà porduU I~ ammalali1 e,g11pt itit9~: !§.2; i.I}, Crimea.ne perdeJ a meno, ar;icor a.1 ed io n~, <1~~~\ "!lS~O,qjl '.ali~ migliore aercazioue ravori,ta !llilmerHe <la qy.olle 131.~1co~tr.m Je ba_raccbet 'fra il t ifo e h\ febbre. tifoidea _io n on .à ~mol_to· poi diffiminza 0 U(lrximeno pi grado, giacch,è fn CrimJ a ,'{''due Ca$i d( morle furono , non fra quei colpiti eia t.ifo ~a ;da ri libre ti.:_ '
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I medici colpiti da tifo tulti mori~ono, •gli infermieri invece ' I ~ ~ ~ _,.. più f,r touati ptlr le mi~liori cqnpizioni d'aereazion e e per il
più semplice mQtodo coraliyo a t pcllanle, poterono superare 1a .• grave malattia. Dì regola non praticava jQ <;be ano o,d,_ue salassi. e !'icorreva vantaggiosamente ai r eve11~qti ~ster.ni, e qon mqi,• .,.'?i.I' > gior e vantaggio che in· Annecy, per Ja comune occapazioue dei vi?ceri enlro -loracici. La f~b~re tifoidea sporadjca è qu indi a mio credere m9lto òilferenle dall'epidemica; quella non è C()n -:: tagiosa, qoestit lo è manifestamente. La fe~~i:e, lifQi,dfil\ J Pidemfca cd il lifo sono poi eguali, la differenza iJe'sintomi è di.nessuna eolilà. La cura cbe meglio \'i si atl alla e I~ pi~r;e.coplice I o. '"'.\ ' ' • è l' aspettante cho in tulle d ue è la più vantaggiosa. A chi mi ohb.iett.isse essere troppo semplice, io r.ispoodet'ò coll'autorilìt ioà ppellabile delle cifre. · · , I
ll dqUor Jtalb facente funzioni (H !'residente, fa alcune considerazioni sull11 ,condizione e , sul ge~io delta fébbre tifoidea s~o radiea o dell'epidemic,1, ,e nota ..che ,rapnorto.alla.condizi 9ne pàtologica cli ,qoest.a pare coroopeme nt~ non essoro àm messo il pr.~domini o ~ \0l\ll. condiziono (ntìaflrnal9ri.a, ~on.ama però,egli , spipgere io là la discus~ione che r.illett~µdodi,ettjtme ntealc~ne p(op.os.izioqì ,emess~ da\ .cav.µi.ere-A_rella, çred,e dorer a luUa.sc.iQce. Qpp,ortpoo e HJ,ero \I camP,o della .di~coffisi.ol)~. Il dottor Agn,etU nota che ;1<lottor ·Alfornl> dl$se iwer-rJscontralo più volt~ s ul.cad~~ere e con sta tata col dottor Ametis l'esistenza, di vera lpert rolia d11lla lJlilza, ma.disse iper trofia çob. spappolamento; allora, soggiunge il dotto re Agnelti,l&:q aeslione è qoeslione dì voca boli, giacch è iq int~n ~!!Ya parla.I.'~ qi vera ip.e rtro6a. l o pure in Alessandria sempre. riac!)ntrav~ aomt?nl~· ùi vo)omo con, spaP,pOI.Jµ, ento, q11indi pon .iper;Lrofia, giac9hè tra .qu.elle due condizioni gli autori amm~ttono oba gqi.,n1lf_difr~reQ?:a; l'aumento di ,oloroe per :sè, uon è ipertrofia;c11el nie[J-: tre l'jiier trofia yera è un aumento di ,olome, ma per aesoluto aamento del parenchim111 aumento cioè di numero e densità d;ue· celialo della milza; allora i:i.o.~~ti ar,~arc" carn ifìcata,· aas~me l'as~ello del fegato , PQQ._~~rsinp. p~en(l.ere la cornpattezzà oisea. La,coogeslione ll_Qn i\ che Q,n.,a.ume,nto. di sang-u,e nell'organo, non è clie ,on:~ .5t11si d\ ~&~\> µ,e l lçs~ uto -p~r eoè9\m:,,tp, ~ ,, del vbcere, bea dlv,~~~.a,qo,i,p~i do}~a xer~ i~ er,,lrofi~. .. 1 ,, 1 1
,~ ' OV A, , r,a,}~ll9r,, d~I p,rRGesso ver.b l).le, ~~ll·a~l~t:e~,e~Je tomata, no\) ave~do jncoot'l'l \o,,çooJe~tazione/yenne~ p_JìfOJ,to.
- 6' L'iocominei,110 -scatnbi& dei reggimenfì che tengono apredi ona circolare d'e1 Consiglio S'operioro relativa allo ìntenenl0 1 sidio qlféllta città.mette solla Yia a-parlare della partenza d'alobbligatorio nelle conferenze scientifiche dei sig. farmacisti e cunLcolleghi, 'li·'dellà atfp~ttazìone1d'altri che nel prossiino1ànn~ , YOler-inarii 1che sono presentì nel ,(aogo dofe queste .si tengom~; fara>n'oo qoi servizio. qoiodi letto ed ,approvato il pr·ocesso verbale della sedata ante. li sig. presidente coglie 'Volentieri quest'occasione p~r manicedente, si procede alla votazione definitiva per le cariche, riresfare il soo ·'tincrcscimento per•l'allontariamento deirdiversi sultando,eletti a grande ,maggioril'à il Dòtt. Tappari quale secollegbi, che vanno a separarsi, per il cdmbìo (li gaaraigione gretario delle, co»ferenze ed il Doli. Riva· <Joale ecgr..elatio del peera.lla .Sardegna. gabinetto di lettura. Lo stesso Dolt. Riva domanda la parola poravverlire ·che le ,note relative alla parte economica del gaE ·Mlh>··stes'so ,temposi fa caricò!di manifestare la suatsoddi· binetto trasmesse dal nott. Tardivo al Dott. Capra,, già rlco1fa%ione per li modo lodevole , e per la sollecitudine con'cui atnosciote esàlte, egli le ritiene come glì vennero trasmesse da tesero a11e di,erse incombenze, ed ·ai u ri servizi di sà11ità miquest'altimo, e ,;he l'elenco delle opere e giornali esistenli nel litare. gabine.t lò è già.fallo e,sarà copialo sol regist;o. Si cont'iooò quindi a parlare sul lac6mposizione'del Gabinetto JIP.residonto D,òlt. Cerale fa osservare che. nel mese.presente l elferario, sn1la rifillovaziooe dell'abbuona mento a divérsì giordovendosi rinnovare gli aòboonamenti ai 1 varii giornali sciennali che r1•arrichfscono; si ' mise io cal:npo la qoesUone se vi tifici, sarebbe d'avvrso,di ,l;isciare il,gioroale 11 Union ,ltlédicale rosse 'modo di ta'rè. qualclie risparmio per aumentare di 'qaalcbe per sostituirvi la Ga:ietle .Médieale de Lyon; per egual m~do utile e nècessa~ia o_para le-uoo molte che attoalmente si, possegesor.ta lotti i pr.eseoU a proporre, se lo credano, per la ~entnr4. gono; è si fini la seduta parlo odo di di1ors'll' c·ose spellanti alla session~• allri' cambiammlj o nuovi acquisti ohe ripolassero · re.gofarrta e baon ordine del aeniZ!o interno dello spedale. eonve.oiooti. Il Doti. Riya chiade r11llimo trimestre economico ALESSANDRIA. - Dopò la lettura, ed approvazione del proòi qaesl'anoo esigendo la lassa mensil.e di d.icembre. ces,so verb.ale cJeHa préce·denle seduta,.'il Presiàeote avendo doJl,sig Presidente torna ra parlare relativi!me()te,al s~rviiio, e mandato se alcuno dell'adunanza avesse qualche scritto, p raccomanda esattezza nell'osservanza,dell'orario, affincJiè l'uno comuoicazione a fare, il farmacista Piolali domanda la parola noo d.ebba aspettare l'altro, ricorda essere dpvere dei medfoi,di ed alludendo ad una circolàre' del Consiglio Superiore Militare b.auaglione ed aggionU di txo-vars~,nclle ~alo. prima <!~,papl·sè:di· Sanità, recentemente ricevuta, nella quale vien~ ripot~to z10ne,-0nde assicurarsi, nella sezione di chirurgia se ogni e osasi~ l'avvjso ai farmacisti, o veterinarii tolti, di trovarsi presenti ad pronta nell'apparecc hio pi medicazione, io quella di medicina se ogòi 'seduta che.;si tiene dai medici di presidio ogni :ioindlci lulH g!Jap.prestàmooti med(ci ordinati foro.no eseg~j_tii. ~acçogiorni nei rispetti,i Ospédali òi~1sionarii; prega di osser~ manda cJ)e quando si trinano di guardia sor,eglino gli infermieri. vare che egli dopo che trovasi in Al1>ssandria è ~empre stato percbèH s~rvizio sia esalto circa l'igiene dello stabilimento e circa presente ad ogni seduta tenutasi, come ne potranno· fare tel'cs!)cnzion'O scrupolosa degli, ordini dati: si distolgano quindi sliinonianza la· nota dei presonll, cb0 si sèi'ivo i.o ogni pt·oalca.o p.oco da llp stadio e visitino sovente le se;loni. 'Continua cesso verbale, come pare l'adunanza intìera e cbe egli spera avvertendo che la conferenza di quest'oggi ver1erà ~9pra l'eclie tale avviso· più l\d altri ehe a sè alluda. U Pçe;idente same di on fatto patologico sol cadavere ed invita il Dqtt. J,\iva trora giusta l''osservazione del -Piolali. ed esterna la sua alla narrazione succinta del caso, che serva in seg~Ho soggetto opinio~e di credere che tale avviso del Consl111io S.iperiore di una.storia circostanziata da leggersi io altra seduta. · possa, come già osservò il Piulati , più ad allri farmacisti, 11 Dolt. Rira prende d unque la parola per -raccol\ta,re eh~ un 1 che a Jui alladero potendo egli ~ome tutti quelli dell'aduN, N. dell'età d' ~nni 42, solcla.to neJ 15° Reggimento certo nanza fare giusta testimonianza dè-11' esatezia sua nello i~d'Jofanteria, cassato recen temente da foriere, entrava io qoesl~ teneoire alle nostre sedute. Il Piolati si mòstra riconoscente Spedalejl giOrJlO 3 novembre prossimo passato per cistite çon: al Presìde·nte di tali· parole, ' ed esterna il suo desiderio; the di istrjogimenlì UretraJi.segoitO di b)eOHQrragie· non ìnter'rotle fino tale osservazione se ne faccia parola nel processo 'Verbale. PadaJ 1849. Che carato dapprima .con, rniooratiYJ, salasso, sangairimente il veterinario Boari prega11 Presidente, o l'adunanza suggi«?..a\ perineo ed ammollienti, diminoiv.ano alquanto le .di ad ,o'sserval'e ch'e n'ella siate ora scor:;a, trovo~si alcune Volte lai sqtrerepzeper cui sì cr~dolle di.passa.re alla esploràziooo del mancante alle sedute; perèbè l'ò'ra ìn 'cài' si tèogono, coincican.ale arotral~; ma che ostacoli ,gravl impedendo di penetrare deva appunto coll'ora, nella qaale··al quarLiere si fail baon goin v~1çjoa e sopravveon.ta irritazione pjultosto grave si ces1an ~erno dei·.O<;! Valli, operazione alla quale soD'o tènuti d'i'ntervedal '<atet11rismo· per conHona t'e o f.i.'~etodo élntiflogisli,cQ •em• nh'é i vèterioari, oia ohe al presèiHe esst>nilosi cambiàto !'-orario prl! indicato; eh.e in seguHo di cura si scopri'l'a il ft dello stesso del quartiere, egli potrà d'ora inoaoti sempre tro·orsi presente mes~ no tumore perineale assai doro e cbe_si c11ntiooava nello ad ò'goi :seìlota. st~.sso meto4o; eh: finalmente il \13 aggraval\doai Cinfermo ,ed Tèrm~Ìlate queste poche· osservazi'ò'ni individuali I il dottore esistendo edemazia allo scroto ed a.I peno, C(!O macchie gangreBorelli .dice, elio trovaod <rst alla fine deW anno sarebbe bene noso so!;li stessi, veni 1't1no cbiama!i talli gli .ufficiali sanità ché'l'MùoanÌ11 si oc'copusse del cambìoìij alcunrgioroali medici della l,lr~vjejon,e ,a consul~o:, ad oo\a ,peraltro _ di tutte ' ~~ pure di pdca' imporlànza scionttfica, ai, quali sl'amo'-presenten:ienle pr!,lslate, N, N. moriva /a, nolle del 28 al !i9 dello ',tesso 1 abbonati, ed avuto riguardo ai fondi disponibili, oi abbonassim~ novembre. invoèe ~li :Utri df'm~ggiore a\ilità, e tratlanl,i materie S'cienti'. T~rff.lÌ~l\ta l:p,l_ar~aii ~,ie, del J>ott.,Riya, il.Presii,,éoto in,ita fiche pi ti.importanti. Risponde il Pri S'ido1i l'c, èsorlnndo il ·o otf. su _ast anu a disi;eodere ntua per·1e autò;~ie ad in~ .eitar,i' 13orelli, a volere assieme a qoalcbe altro socio presentare nella qoe}.!\l deJ sogg~tto io ù.iscorso. Fa adoperata o'ella mèdesima seg'aente seduta un progetto di cam6iamento d'abbooamenlr.il tutta la diligenza che 11aturalmeoto esigeva l'importanza del q~a'leprogetto·sare.b ~e nè'lla s fessa d!s~tlsso, approvato, o'm~C810! e fo pienameote por questa giustÙkala la ,diagnosi (atta e difitato I seconda dell'opi afone 'dellà _maggioranza. la car'a i~t rapresa; sendo l 'ora assai tard~ .(3'ore e mezza poDopo qoesto il Presidente scibl~e la sed'afa. · meriai~·ne~, l'àduna nu Il soiolae. NO'::A'RA. - L"a !(e'c1ul~ 'inco'inincia-·afl~ ore· ona e- ' mezza pomert<liàne colla comunicazione per· parte1tel iig. Presidenté
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sara
-7:-
PARTE TERZA I
•
.
• Due, par.etc dt :i~ls1,osta
~14 risz;asta .del sig~\Or Dott.
GIUDICI.
discolpa, çhe qu,Mdo µi.i accinsi ,a ste~~~re ~111elja mia.{~lazione, .LrQvai per l'aJ!punto che1it n,umero dcg\i en~ç<\tl all'ospedale nel mese di marzo per cure. fallite somma_ya a 26, più tardi però, appurando meglio i faUi, riconobbi tal cifra doversi ristr.ingere a so1i 2J; corressi l'errore nel quadrò, rna lo lasciai riel Lesto. Per ciò che riguarda il mezzo periodo invocato da V. S. 'per dimostrare la ragionevolezza della sua supposizione, ch'io avess-i, cioè, assuula..Ja cura dei rual,1li della sezione medica, fin dal ·giorno ùel mio arrivo in Cagliari, le farò osservare che scrissi, è vero, elle il D. Loj ebbe la direiione di tutto il servizio sanitaiio dat/11 ,,arle-1mi àel,D. ~esoni fi,110 al mio rt1'1'iuo. ma JlOn dissi pe,r n.ulla phe il ,D, Laj foss,e flllil testw pelJ.a- ,ser,ion,~ _m~dica,,.nè\c~1'io J~p}lia.~ur,riqgil,;lo ÌII ,Lal servj-zio,. Che, am,i, alla:pag\na 76, µo dichi aral1Hv·l I 1 ' r modo il più espii ci Lo che il medie~. di 1·e9gip1enf9 sig, .fi-Ottore nforo co,i mo~la altenzio1iq e col pit~ loilèvòle ielo so' ,,; t•n Il:) ' > l • 1ft, • , \' I \ stem1e sino~ a./.let 1•/l,1(e el e~q'· mese r. i n,iarzo o scavroso iilcdr'ico di capo della sezione medica: nòli, sino alla fiue d1 ~ar~o. 1 Tacerò ~u luLLi gli -altri' punLi del!a sua. risposta, perchè lralLandosi di argomenti pu,r,lrc0~po ,soggcHi. •a coo~oversia, quali sonq le ,ç:<!u.~ (}d,jl P,roo~detq1dtJI:1~P,Ìfltmlill , ciascuno può seguir quella dollrina che meglio gli talenta; perobè fra persone a\'enli ciastuna la sua convinzione già ben· e formala, la discussione riesce una vana. logomachia e nulla più; anenendo di solito ciò oh~ esp.r,esse n~n ,o 1 1 q'ua\ 1poeta Co'se'guenli"VefSi ! I ' ,J,' '
La i ispdstà, di cui V:;s'. 111:ma o·norp;va la m\a ìe~tera, è a:rgula. brìl1ari'tè, erùdi-ta ed assennata, come t_ulLo qu ello -ch13 , sgorga dalla di Jui. · penna, e m'avrebbe compiuLa--D\8nLe sodtljsfaLto, se non si lçovassr..l'e.spressione•di un sospel,to che ad ogoi .ç,o§.1-0 9,e,~!fter.,o . d~s~ip~to Pi\l,t.l~ le i ,,api~o. V. S. é!,VJ:Q.. 8i()..,,in{o..vipat~1c}lf) vo·g\io ;P,arl\lr-e·~~l1'1,1 cciMa di !lpgio, che, a-1.cj 11ar110 à'jti.travedf e ne!la prima p-ar_le dl qu.el mio spdt~o. . , :Bis6~òà clie io apb1a lradoLlo mollo male 11 mio con·~eìfo, i •r-iuscii a fiffe''tomprenderé l'op~òslo1 di q'II'ello élie aTI?va: int'entiorìè "dl dire. Ghee'èhè de •sii1··però, mi piaberabbe che la si pers,ua'desso oon a-ver io mai avuto il. pensiei:o di farle- l~intraveduta imputasione; f .0 ,pe~chè ffiOOJl~ ,a r;va fe<\,lJ),l~Qt~).ffiO,liyo~ ~i? per.cllè,,;ed,q.pa!o11 alla •&i;uola di.JSoiJeau, u. J ap.pell,e ,u_o çJ1aL1, un c,hat .et , Rollet un fripon, .» nè ho punto l'abitudine ,di quel Frr,meh astu.'iissiìn.o·àoltore. 'che, secondo Gu,adagnoli, « ricuopria le 1 1 1 . • · piUole d'51tgentq. >> ' iN~1fo ·~tesso' modo ehe-To'mmas'irfi' rallegra Vasi d'ihconDopo °'ohi aculissipii argo!penli, tra\'e nel Tra~tato et Des phlegmasi-es crooiqàes:di Brou's- ·1 E molle rifless;oni pellegrine, :Sàis le ia.ee cbo sall'inlìan'lmazione· aveva eg1i emesse E belle oose' H'èlte da1tal~n'tì · ,ti:e: anni ,prtma, jn,el s11.o libro, su.Jla feb.bre gi'.alla ameri, I , Si grandi, la q,uislioneie'..bbe .queLfin.e ,c4~a, >i ~Qsì.i.o (ser,bi,lte le <lebile .propor:iioni 1 I} senza Che sogli on tulle le quistiooi avere, .]~n~o presumere. di parag_?l\i.\fmi a q,uel cplosso) m'era Cioè, RBSTÒ CIASCUN .DEL SUO Pil\RRE . rallegrato, vedendo che ia S. V. nella lodata sua dissertaNon tacerò' peraltro d'una cosa che mi sLu.pisca ..e mi z~one avesse tenuto l'ori\fn~ slesso,che _io reputai acconcio d1 adoUa:re o.ella comp1làzLOoe del mi.o lavoro sulla me· addolora; ciQ'.~ çl~ll'incredu!ilà 4i , cui Ell~J~ po1nJ>,é} iin falLò di leTapia. Cerla!l}enle io n.on m:aspettava da V. S. ningile cerebx:o -spioale. Coro'Ella vede, ciò non poteva uoa fede della forza di quella di S. Agostino cbe credeva detrar cosa alcuna al merito intrinseco della sua arringa, merito cll'in mi feci un dover di proclamare, .e del quale 1 , ppunto perchò l'oggej_lo di ~ua créaepza era i~,r,o~sibile jo era conv,i,nlo a11che prima~, leggerla, sapendo dalla j e.d assurdo; ma non m1 sarei némnieno aspettalo. d1 lrocorris~ondenza di cui mi fu cortese nel 1857, quanto I varé io lei un pirroJ:iista così 'incallito. Può darsi che rtfontaigne abbia ragione ·e clìè il dubV. S. conoscesse a fondq la materi-a di cui im;1r.endeva bio sin realmente un,comodo e; soffice ,origli ere, •per un trattare, e pèi casi osservali, e per.gl\ s\.~di .(attj ~ugli a%ori Jran9esi·1 e _qu-<1,1~0 in coµs~g~e nza fosse pe_r1 t.or- ( oapo ,•cne- pensM .oJa t<l_'ovie ,•si ,va, se si ~b:an.di:sce ,ogni nà~e ta·sua parai~ cd au'corevole e fècoada. ' fed e? E ,sb:{l< r.ispooder.ehb'Ella, c,oll.ega mio dolci$simo, a chi la .chiede$se, çome n,ai, non credendo alla L'essermi poi aslcnuto dal citare il n, 30 del oost.ro ., virlù d_ei giornalè 'e ia frase, chQ coolieoe péÌ ·mlo collega Nicoli· s , rim~, d ii, Ellaifa il medico~ e ne prescr, i v~ ogni_giorno a 1 tutti coloro che ricorrono a lei ~er farsi guarire tlai loro -lf,~el' \ne \t n si 1lunslghH!ro' el'o&io 1 hirlsr cl4i' prov~te' che • • , ' I ' ' " I I io l'abbi,a taciuto ad arte, e per reo'dèr~' 'in' 'certti 'gui~a malaom? ... Il ·duhli10 à parer mio s'addice ai soli impotenti, a piu 'ev(deote il preteso plagfò, moslrà.' iQfece cn'fo non mi quelli che in fQ tza della•lòro dapp'O'caggine preferiscono ·sògliava nè1pi.tnto nèpoco' tli' muoverle la b·e\ièhè menoma sla1•sene e.olle mani ia1mc\>noi e 1s:iogegna110' .di11t:vel,ar,e la accusa, e di sollevare un'insulsa1·4~i'stiohè 'aì pfiOrltà. 1 •p:I:'opria, n utlità,plìofess.io,n ili e,·ra v-volge,Q. dosi ·S1:ffierb~~eqte •Pàdmenli ~on Ì:rlìo hHèfi'dìò:i.è'{iil~ di f~rlé un 'ap d'up mflnlo,qi ~celtic.ìsmo .. i gi9vai1_i·d'iot~lleJto,d'opepunto: percnè Ella aùbia:'i!711omlo i,ì it~glfo, ciò ch·c 11oii ve;-t1Ìv11·1,u.bblica.lo elle i1ue1teml>re, ma be'usì di somnjinistrarle ro9j,l~, ~oo;i' E!la è, de~ooo co~ba~.Lere i:e r~pin~e~e a tfl\~omo que1la fune, La, leodenta, ç.h_e,, m1riacc1a ìnnuovi scbiarimenli, che mi s.e1nbrç1v~no, laLLi ra•modificare 11'# , q, · ( ,, L, , . , 1 1 lullo • t t. vaderc èèl isthiiìr' r : p'~rcliè o è que1ta sò111sse ~n<~!ifante 11bpinrone- Ua!V.'S! manff'trstah,1 i·o.rorno aH'effiqaéia dolte 1 della lotta, crol\C're-bbe da 'cima à fonH.o ·ogr/i o'drtìcio deplezionì sanguigne. , scientifico e !?Ociale,, Confesso essere. pur ,irpppo reale il ,disacco;:dp. notalo Faccia i miei, compJ.i.menti 1al sig. Be.nnet, p-el su<> nuovo da V. S. fra la cifra men-zional<t alla pagina 69·, e quella metodo di curar le polmooiti:, ma ~i·iguardi ,da:.l\',iinitarlo. consegoata oc}.qùaélro n. 1 ; ma ,le soggiungerò a mia '
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... ..i..s-'per poco cbe abbia a cuore la salute de' suoi clienti, e creda alla sliìna èd all'aniiiizla che mi pregio di prof~s· sarle' quan(mcme.
« concorso furono per alcuni candidali dei veri scoppii di « teorico $a pere, in ,ìltri tlovemmo\ricoboscere importanti
« lacune nella loro istruzione, o ben anche l'assenza u as, oluta d'abilud ini cliniche. ·cosicchè in certe scuole « ch'io non nomi,nèrò, j)cercl1è non· vogfjo gtà .lfiellerè il
YARIETA
fuoco alla messo del vicino, fu pubblicamente manife-
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« sto e.be dt1gli allievi, monili de'i più larghi certificati
<J.egJi sludii, ignorano co.n ~ulto ciò i d,a~i pJl\ elementarj « dell'ana,lomi~ e delle scienze access·orie, Questo coo.c ltasto è e,,òentemenle la con:'eguenza dj facili compia« cenze non difficili ad ioilovinare..La speeulazion'e cre'ìc dèllè chè M:stasse ad un giovane i1 r,i 1rnire le condlzfoni « d'e ia e ai fisica allitotli11e richiesta da! regolameoli, per (( essete am'messo nel servi'zio d'i sanità 'n1ilifare cosi « c.oJ?l,~ accaore~be n·ei,s_e.rvizio dei baÌenieri. È un e~roro «, e,d è u.eces,sar_io pef§ua4~rsi che.aU:avY§Dire, da1e~simo <t f\.Ur perire qi caresliQ, noi non a0-JJell~1;emo giammai_ se << noo quei soggetti che s,i mostreranno degni :di entrare «nelle 11oslr.e fìlé·!O di esser.vi ,conser-v.ati'.. <~, È nel co:slumè de' faceti e de' risoltlli della_professi'one « dell'orrline ci,ile, dì al>bassare Ja mMicina:militarifrà'f1 << figu~·ao\:lora cdme i'Y rì(ttuìo di.'h1tte!c ri1e.diocrità bi~o nise. 9 « Quòslo disprezzo .ci è pur talvolta gellato dai nos!ri ! f PDfralelli dell'ordi11e UQÌYersilario. Non si fa ,111i1urar « l'mia arroste11d~.la sitl fuoco. Coloro adun'que eh; ~ci • giudiéàno in condiiioni cli decadenza, e d'inferiorità. .« s'applichino ?i proposito a fornirci, nella persona dei • foro allievj, q·uello splendore che: ci manca. Se non lo << fanno, è forse··~erchè ,rbbisogna loro, come a11e stelle ,, la notte per'briJlare? >) u
li Corpo:Sanilal'fo Mililare'della Spagòa, possiede egli pur.e da poco.tempo un propri o Giornale, inUlolalo: . Hemortat }e Sanida~ ~el ejército v ormada1 il .quale si publ>lita ili'Madrid al primo ed ai 15 di oiasèq'etlun mèse ''in I ' _puntate di 32 pagjòé in; atlavo e con una tavola ttlografalil ~gnl dµe ,mesi1Qd a.ncbe, pjù sp,e_sso se il lesto lo ti~hio~erà. · Al pari dell'Actualiàad di Valenza, dal quale. togliamo questa noti.zia, noi aoguiamo prosp,rilà e lunga vita,al nostro èonfratello della penisola Iberica. ,.
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Le sorti (lel Corpo Sanitario Militare in Francia qon debbono essere troppo flori de se dobbiamo giudicarne dal seguente brano d'una lettera- dell'egregio professsore Champonillon diretta al D. BrocQin : · « Yoi forse 110n dimenticaste t lie ogni anno, ad una « data epoca, il ministro della guerra delega un giurì con « i ocarico di procedere all'esame dei giovani che si dedi« eano alla medici11a mililar'e. In quali là: di ,membro 'di « qu.èsto giurti presieduto dàll'lspeltore l\fièhele Le:vy, io e< visitai successivan,enle Stasbourg, Lione, 1\lonlpellfér, « Tolosa, llotà'ò, ecc. « onta ;i moU.eplici avvisi ed alla facilità delle prove «· richieste, non riscqnlrfàm,mo in qµ,esle diverse loéalità a che un m1mero di candidali inferiore d'assai -ai bisogni e urgenti del nostro reclufaroenlo. Ed· in vero, h:mnoyi (r oggidi n·ei quadri dei medici dell'armala circa cinque« cenlo v-acanie in consegu~ni;l di riìiro o di mòrlì; ma « è sovraltulto' l)er re dimissioni che questo·vuoto va tut• todl allarga!ld'osi. P ~r ri~oJma·re un s.1 fallo deficit; non « potemmo ammettere più di 38 aspiranti dei 63 che si n sono presentati: Cosicchè mentre le fogliefogi;ùliscono • e cad·ooo, ben lo•'V·ed,elè l\ilbero m'1ore dalle: radfoi .,E ((; anzi-:possipile" se. una lale -c·ondizione di cose OQn c11m« bia,.•tèòendu calcolo della lproporzione 'delle entrate e -: delle us~ire anòìia1i; ilJr~ci's are il mòmenloJnel qua:le « più n~n i:ìmar,rà u'n sofmedico militare. È" dunque asso<t 1ul,wnei;i.te evide9_te che la nostra carriera no n offresufu ficienti allralijve. P,er trascinarvj chi la conosce, nè per « trattenervi quelli che vi si impegnarono. « Queste osservazioni non sono le sole che avemmo 11 )'opportunità di fare nilllà nostra gita. Se le prove del
In
(Feuilleton della Ga,etle il~, Hopitautt No j 51).
ANNUNZl'O BlBLfOGll!FICO
RIBERI LlD~IONI OR&.LI Rclal(ve. 1°,.Al f4flCro Japbiale con alcunì rapidj sguardi sui mah cancerosi; ' 2° Alla·èÌi.frorr,ne e permanente flessione d~i diti della
. ~aoQ da cicattice; " 3° A casi d'amputazione totale d'un diEo della mano ,o~deLpiede con1 la fornwzio.ne çtun.Jemqo solo pa,1ipare o plantare; 4° Alla cqmwes8ione digitale nena cura delle aneu-· lisme ,(çprµq-q\caziooe f'<!tta. aWAccad~mia .MedicoCbirurgi~ ~i Torino). Un uol.icti 274 pag: alpr..ezzo d·i,L.2, 25 per Torino, e d_i ~· ~, .6.5 fffiw1 c_o d.~ pçsJ_CJ, ) per ]e provincie. }'end1b1le m 'forino dai, porLiP<\i della n, Università e dello $p_eç1,ale ài,,S..., Giovanni. Pe1' le provioci.e e per, L'Estero dalla Direzione del giornale di Jlfedicina rniliLùre. li òirétlote' DoH . èav. Af\ 1!:Ll.l\•1 l'Yled : Div. nvi ce Oirett ore rospoos , ll oU i\i ,HilTF.l.U. Med • di Biti.
Trp. Subalpi oa ai Z.ÒPl'Js o C.omr1, - J/iaAlfieri'N. 2"4. '
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ANNO \ 111.
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GIORNALE DI HEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARMATA SARDA
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L'associazione non sì riceve ,:;be per on anno e comincia col 1° di genn. Si pubblica neJ Lnnedl di ciaschedona settimana. • 11 prezzo d'associazione in Torino è di L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco di posta L. 11. Si paga per semestri anticipali. jo Doll. :U.ARUJSO: Osservazioni intqtno ad una callaralla slala Qperata con felice esilo. - 2.° Confer_e oze scie:ntificbe. _ 3~ var.ie.là: Ol'ganizza?,ione·del Corpo Sanilarici del reame di Napoli. - 4° Elenco noµiina-tivo dei M,edici -chil·urgbi dì \erra e di mar-~,- d~i' Fl\ttxfacis,li e dei vetorinatii roilitotj. - 5" l\ivista dei Gior11,ali'Scjentipc~,
-So!WAIIIO. _
PAR'fE PRHIA OSSERVAZIO.NE Intorno ad 1ma cataratta stata ~perata ·con felice esito dal medico di Reggi~nto dott. MARIANO. (del medico di Ballaglione dolt. BOGETTI ).
Pellegrino Luigi, nativo di Parma, nel ~ 80'f(u chiamato da11a sorte sollo le ba1ulil't·e ,1apoleo11.ìohe e venne inviato a guerreggiare nella Spaina. Caduta l'aquila imperiale egli l'ilornò in Italia e si arruolò volontario nel reggimento Gra-naticri del noslro esercito ila! quale nel 43 fece passaggio allo Guardie Ileali del Palazzo. Dieci arini dopo per causa della sua inoltrala età chiese ed ottenne la gi~hilàziono. • Il I>ellegrino verso il quindioesimo anno della sua Vita ebbe a soffrir unagraV'e màlattià cerebrale chefo curata con replicali salassi e con diverse·. appli'cazioni·di sang~isughe ai processi ruastoidei: d'allora in poi egli godette sempre di un'ottima salute e la sua lunga carriera militare· non fu ohe-leggiermeote disturbala da un emeralopia dalla qua1e fu collo nel ~7 o che guarì in una lreolina di giorni senza alcun sussidio terapeutico. Sollanlo sullo scorcio del 50 cominciò ad accorgersi che la vis la dell'occhio sinislro andava olJuscaodosi. Piì.t lardi all'offuscamento si consociaTono dolori eotroculari e vis.ioni di ombre di mornhe volanti e di strisciedi fuoco, ed il pot:-erovisivo decrebbe grado grado sino al punto che tre mesi dopo l;i giubilazione, cioè nella state del 53, il -Pellegrino da quesl'occhio non poteva più distinguere la luce dalle tenebre. In tale stato egli venne accollo nell'ospedale Mauriziano, dove nel giorno 6 d'i1gosto fu sottoposto all'operazione della càlaratta dalla quale però non si ebbe alcun frut.to: l' occhio restò come prima affollo insensibile a qualunque grado dì luce. Intanto anche Ire vista dell'occhio deslro, già da più mesi debQlissima, andò conlinuamenle scemando, ed .il Pellegrino sul principìò del corrente ann o si trovò rido tto
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a non potèr più cammi nare senza guida. Allorà l'infelice cui la pe11sione di ritiro noo era più su.fficienle per pro".vedere a'suoi cresciuti bisogni si rivo1se al Sig. Ministro della Guerra supplicando di essere ammesso al.la ça&a Reale Invalidi alla quale in falli venne 'aggregi.l.to nello scors.o me~e di settembre col grado di sergente. ~I suo arr.ivo in Asti essendo visit\lfo da!l\'l~dico 'éli Reggimento Sig'. dollore,'~lariano si .riscon:ltQ qu~Iito ·seguc. Individuo selluagenario, di teroperamenio sangtÙgno bilioso, di costiluzìonc ' robusta, d'~bii~ cardio'-capilaJe pronunziatissimo, amico dol vino, dei liquori e tlèi cibj riscaldanti, soggcllo a frequenti eruzio~i qi furon-coli e'd a facili sudori del capo occorrenti tanto nell'estivà quanto nell'invernale stagione. L'occhio sinistro è toèco da amaurosi completa. li destro si sct1rge affello da cataratta capsulo-lenlicolaresemimolle non mollo voluminosa è~rne può specialmeole argomenlarsi dalla pr.esenza dell'anello o cercine nericcio neJla camera posteriore; l'iride conserva in med iocre grado la sua fisiologièa mobilità; ma nel moversi dol globo:, va talvolta solLoposta àd un tremoli.o, ad unn leggiera fluttuazione dall'innanzi all'indietro. Il sospello di coesistente amaurosi imP,erfeUa, cui dava fondamento l'amaurosi complela dell'occhio sinistro venne dileguato, non soltanto dalla superstite facoltà di percèpiro la luce, essendo che questa rimane _pressochè eguale, come nella cataraLla còsì nell'amaurosi imper1 · feua; ma eziandio dall'av(lr riconosciuta 'iilesa· la forma dèl globo, f! dall'aver appreso che 11,1 màlatlia in q!}esio occhio si sviluppò e progredì senza allucinazioni oLtiche, senza fotofobia, e con dolorelli appena sensibili. N~llo slabiHrsi a qual causa dovesse asc:rh~ersi la genesi delle accennate infermità, si ritenne ohe'l'orgasino, l'esuberante tensione del sistema irrigatore rosso inerente al temperamento, alla costituzione ed all'abito del Pellegrino, e fomentata dal!' abuso degli stimolattli, avesse lénlamente ùalo luogo ad un lavorio d'eccedenl-e nutrizione, susseguilo da stato congestizio, da -cupo processo .llogislico ed influe da versamenti interstiziali, che neil'ocèhio destro si limitarono all'apparato lenticolare,mentre nel sinistro colsero contemporaneamente e l'apparato lenticolare e la retina. Riflettendo irroltre ai frequenti r.angiamenti di temperatura, @ui va sottoposto chi è a<ldello alla milizia, parve consentaneo al vero l'amn1etlere che alla produzione delle predelle manifestazioni morbose, avesse, anche contribui to l'in-avverlila eripeto la soppressione dei sudori del cap.o di cui si fece parola. Dal C/JTflplesso delle nota)e espressioni sin.tomatiche si gindicò potersi atldivenirn all'operazione con ·probabi-
Il Presidente si~: Cav. Perrero trattiené in s-~guito i'ad'onauza lità di favorevole. succe·sso. lJ trem()JiO "deffiride che..da·V.ll. sulla partecjpatagli impor.tante scopertadeL sigllllr Calloud farindizio d'irrc\piente sinchisi, costituiva certamente . una ma,cìsfa1i hi'mico i,n Cbamb.ery r.(!laliva ~! v.a!el'iàl}'ato pi cbir;iina, complicazione di:~mualehe,rilie~9;.,ma tulli sai:no che ·rro11 cioè al cfo'nsiderévole svilupp·o·dt luc.ee ,d'èlettrici.tà eheavreb!>tl iofi.;equenteibenle,,_:malgra~o-lo scioglime.nlo, de,I vitreo, si o,sser,ati>'nel 1:imesco.Ìa.r!J ,tàl saJe i_n ,uj) mòrfaio',~i vt\tro sul ~onses.uìf.ono lode·v;,oli ri's.ultali. i . quéslo rigy&rdo _sen~a cadere de!la, noUl},]l~à. 'lettura d!a'.na lettera a luÌ, ,ctì,r'fJtla dal rièòrr.'ére ài olimetosi esempi r-egistrali_ negli •annali ~elpr.elodalo, signo.r (;a\Joqd··-~ella qµale lo r<Jggoaglia.esatta:men.te l'arte, iò ·ne--r-iférirò uno, hellis,s1.mo fra tutti., o.~corso nel qellJaccadhto,< ~.d..o~~er,vat9 Ìn·propoiMq;.cb.e,cio,èogni qualvolta nostro stesso ospedale. La. ca.taràHa . sinìstr'a., dèl solçlalo fo'tùo~<?-. o~~i~o-_1'.imes9olasse il vaièrianato 0°solfa,\o <li cbinica Costa, della quale i.I mio' colleg_a ·ed . amico, dolt. Pugno, entro .un_ mol'taio di v.etro con pestello'della st.essa sostanza, un '(èce roeozionè' n·ena·prima 'defle aùè elabora~e ìs.torie.~4e freqnente o quasi cotiti'n·u'o lamtretgiare,venivatosto rramaudatµ ,sì sta!llp~ròno nel' N. 2,t del Giop ialè di Med-ioina .Militare dal sale.c'hin'ò_id·eo, · .èl~è :n,on ·ostante tulle fo. delicate ..e. pazieuti ma-n'ovre Il 1're~idente -osserva di q:uanto vaota'ggìo p-()SS!Ì riuscire tale deW.op,eraLore, per C/l!l~a: d-i uo· avanzatissimo sciogliscoperta alla médicjna·n<l'n solopel' gitln:~e1•e,uoavolta & squar~enl,o. di detto umore,,[risalì tagl_iuzzafa nella camera' pociare il velo o conoscere i'a'ncor.i h1,.'gràn parte:a.noi·vag-0 ed sted.ore, n,,e1lo ,spa; i<:> cli circa .d ue mesi si ,sciolse e si asoscui'Q modo d'azio-i1·e ilei sali cbùididei. c.he ·fi.nora ·dal loro efsorbì coaipiutame'òte. La coiigeslio1ie delle pa'i:Li circofétto. èliiami1nlfo col no.me di an[ip.eriodici, antia)·tri.,jéi,.mo(}ifist~l'\ti, m~!l~-~nuta ctalla pres~n2a del corpo dislocato scomcatorioèl si.ste/ll<i: OOC'{O.S,CJ,. ma ben Ìli;IC? per -ad'dìtarcLl!l via di pàr\t~ atrait?, ed i! Cost~ ricuperò .anche da quest'oçc~jo m~g)io precisare -il mo~.o d~~ztooe d.t àllri m~dièamel!li, i;pe• l,lllé\ v_ ista utilis~in1a_.Nè il fau_slo p:rognosti.c? jnlorn,~.. al. cialm~nle diµa.m!ci;. É (,uol'i d'ogoi.'fta,bbJo.egli di,ce:s he _i preparaii cbinoiqei non ~'o.pera;ione !l.el P~lJ!:lgrino, po~è _ess,er.e i.nfer,nato d,!ll .ti:' pQSS(!DO rif~ri!~i no.~_gli ~ti!l)olantt, gè ai ç'l_primenti, dappoichè ,more che dopo la ii1ll()zio11e· del cri~Jallino opaca~o con° con nessuno di questi anche j: pi\Ì. potentemente dotati di t~l qgi:ii ~_spe(tazio.n~ si fosse riscon.tqila parzial1nente. a'uaÌisUca azione, ,.si può impe-dire un sol accesso di .febbre le!la :Ja.specfote. vil[\liPi d.ella retina poiehè, aoch~.cjò su,cìpèriòdica; quale sarà dunqae il !ol'O modò d'agise? Egli incedendo, <>)tre. ·c)le l'ammalatp ,é/.vrebhe s,eropre potuto clina perciò a crèdere éol celebre fnccinotJi che Jlazfone .€;odere· dì quel tal gyado di xfst.a..che ancòra glirjm·aneva ancora ignota della éhioi.oa poss·a dfpe.odere non aH.rimeoti · non sarebbe !Italo improhabile ·che p.er effetio di ques.ta. che. qnella della morfina:e slrlc.!lina, dall~ fa col!à~eleltrosless·a riin:o.zione l'amaur~si poco a . poco· svaoissE). Ciò positìva, di éµi ;a se;çonda del suçcìlato autore s_ooo doJàl~; ~ -05Servarono R.ichler e .l'illustrissimo nostro Presidente tanto più-talò ipote~i glt s~mb~a probabile, in, quanto che Cònim. Riberi ; H quale ragionan,do appunto su tale ar"prò(ondi-. p.e,nsatori e. dis_!ioU fisiologi no.o _solo amrnot!ono gomeoto scrive che in questi easi /Ì cosa·umrt1ia,l'operare. cq.e l'elettr.icità sia il moY.ente ~àteriale del sistema oer.veo, ma · li Hellegrino entravi>. dunque nello ~.pedale del Corpq, credono inollre che, a 'tale flaid9_ porteptoso debba aHribgjrsi !il 12 onohr'e. Dò'po qualche ,gi:orno di tìposo e-di ·parco l'g.lto sublimee.~isterioso &ell-;. forma~i~i;.e.degli ~sse,r i orga~l.~,i : v~tlo, s1>araziato. con: un purgaote. il luhò g_astrfi-e1ile'r,ico1 è tanto è vero. chi{ all'eleltricilà vennero neJla m_assima.·parte a,cèdslumato l''oèchio al contatto degli strumenti ·e proèuatlrib.uiti i piu r,ecotldili at'ti- della vita, CÒ'il eletti ingegni non raia la dilatazione àrtificiale della pùpi,Jla,.il. prenominalò. solo·ei limifarono ·aa 'accennàme gli effetti; ma téntirono pure sign;or dahore Mariano nella'. visita p·omeridiana Ml 24 di,ffssiìrne gli oi,gatii, produttori:' 'cpsì,àd est\mpiq il Tòmmasini ii,iccinse a.ll'atto operativo.Jntor.nci:-ana scelta·delrnelodo paragonava alla Pila,di'· Volta Ia-s.t rultùra dalsistema celluloso; non poteva sorgere nell'animo alcuna libubanza: se,la il Virey,alla dc.Ila Pila Voltaic.a lro:Vava analoga la spina dorsale sfo'cbìsi escludev'a.àssolutàmen te la ceralomia, se la cera- - dell'uomo.: e dianii;na!i; il Màl_acarne st;il>iliva pµ ,re .analogia iÒ~issj era °CODtroindi9tlla del trernolìo ~ell1iride, li seiÌ)j:.tra il ·cervelletto., e ·1a ç.olonna vert.ebrale1 ed ir n.ostro 8ola~do roo)Je consisteçza .del ~9rpo r.at~r~uos,o ,si Hrcsla-va as,sdi io'fin(}, rignarda-_il pervelletto quo! elettro·rnoto1:~. P~ssljndQ poi bene all'abbass-amenlo per scl!)roli.conis.si il qu~lp Yen11e• alla.~erapeutica ar.plicazlone, .os~erv~ savi~mento in appoggio . . t . • •• della .sov,ra;em.essa jpotesi <slie dagli sperimenti· Qel pr.e!odato ll}.~eslreyolroent,e e çelerement:e. eseguito s~qondo) prec~im(co,!ig~or Callou.d risultereb~e più rtcco· d{clcttricilà. ·il c~tqj l~l!a ~CiPnìa. Ap.pena .sensibj:le fu.-}a reazion.e h:auvà!erianalo di chinina-., Yerr.ebbe SCCOlld(_) _in tale pr~prietà •il n;iNic1:1,; la djeta;ed:i ~agr_rnoli·fre~di ba~t{lrono·,a.di~sip,arlc!, @,.<l'i n 1~eno·di una, selti~ana il,P·ellegrino ~iups·e a,fru_i~e- :.olfalo., ultimo il c:lrato, · ciò che coinciùetcbho perfett~:men~~ colla pratica'inedfoa1 mentre da questa realmente risu'tta pfo atdj_ un, ta1, grado 'd.i vistà.da ·1wter disce_qiere le, Legq1e di, u·n tivo i! valer1~nato .di chiòina, relativamente .rglLaltridue clo~: .t~\~o. distante. da-lui çirca ,qu~r.an!a me;l~_i..LietQ di qu~,solfato e citràto. ~~·esilo che comprovò Rl.'a.ticamen le resatll)zza _dell.e teo: ~ollor l'rate osser.va che p·er avèr. ques(o benefic<;> .. eff~tto ·Il r.e.Liche induiioni l'operàt'o uscì claJlo spedale il 13 nov.èm,br~; benedicendo alla_inano éhe f5.li ha rid.onato il più illilé: dell'.elelt~\èi tà',,'è ne~essado che essa siJviluppi sul nostro ·orgaopnn?, no11 bastando.che si~ _mantenuta _ne! Il!~~icatrie9to !ne?H· più caro frai sensi. -gesto: rispood_ç'il Pr:Csidcnte che :de.componendosi, e subendo
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llcfaz§~~c (!eUe ~ouf~11.·~l!lirt.:e 8dcn.n4,i!ich~ .{l\i E">f; :1)1
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-SCI;U!B~RY. - Si apre lo .seduta alle ore 1 t anlimeridiahe. ,coll~ letl11rca del processo -verbaJe· dell,1 tomaia p:-ecrde_nt~,
èel qaa'e vien 2p.provata la red11:zione.
speciali m~d.iQcazioni net n~stro corp~ Ùrpe(Iicamcnto ·fogcs.to cd assorbito, liberi ne rima,ngono .gli'impor.iderahi!i che si lrovano .. ncl medesi;)lo latenti, fra i quali l'elettrfcilà. ~olo a 'tale. rjguardo 'ra òsser~are che la grande difficoltà ,p ratiJa consisterebbe nel sapere dar luogo aile correnti- a.seconda della divc·rsilà dclie nevt·,,si'c:ioò,. di sapere svolgere commti elet!ro,positivè nelle:ipoestesie,-è v.iceversa nelle iperest.esie, e· tanta essere l'impoi·tanza~a'ssègnala alle medesime ,daf 'già èifai.o celènre I Puc<:inotti, che in s-~fatte speciadi. m·or!>( usa associare sostanie
H -· .medicamentose eteroge~e'o, onde più. facilm\int'e abBfano esse Juogq, coroè ad eS'enlpio ~~l'èce d'amminisfriire il sòlo zinco~ s9olo ~ssotiarlo àl rariie·od al plaiioò, il ferro e' gli anliinoriiali ,èngono pure·da lo! assticiaH al hisòfoìo, e c'òsì'dièàsi d'è'll:oppio cof gjnsquiamoi-il castoro coll1_ell'eboro,fa'digil·a!e'1:ol 'm·osènio; fl, hÌurb''cèraso~èolla;canfora-\ Osser'va-inoUre' iioìi essere il,sòto Pilecinotti tehfl :auribàis'c~ ·i più sublimi ~Hi· déHa .viJa'~I lloiòò elenr,kq,:Ji.ojch~ lo stessoqieJebr~ .dìsic~ M,alfou.écì' non esita ad affèrmare c.h~ non· so!o varii atli della,vil'a)lipen'docò da eletto imp.olfd,erahilei, l;lla'-attfionis.'cerpare' alltor-ganisJl]'.01-St~s!io la)fa~.oltàtli ripi'odurlot comO'appa)'~ oàlle 'fesl1lali'dì,fùi p~rolè·qoivi ,fJP,Ql,'Jate; dçs ,tftats ·elè'ç-tr~ques gppo"sés ·exi~teritl·dans' les organi!s
vii,ant$;.ç'Mi do.ne à :cwx qi:ieaveè,,totit!fprobabilité les-sécréfiòn'S s~n,t {lu~~.,1/~st <Lo,w;d'àn:t'la.:Vié,•·e i,par lun,1{e; q.1.1e, ces '{tats eteé. .iriq'U6S e.xiate11fret sç i;,(produiscni, , Il dott, P.rato accenna che altri corpi d.ofati di mag.gior,gr·ado di eleJtrieità che-not1. i sa'li,cbinoiiiei p_ate non· es'.(,~i;eitano ;al-
appiiéa:zìone' di es:sa ca·dde 'poi in. non meritato discredìto qneJ sl'o.avvenne piuttosto· pe'rcb'è taluni' od in ·non indièàte ~i~éòstanze, od in non appropriato niodo ·la osarono, nellò s!essé, modo che corsero la stessa sorte np-n pcié,h,i ri!r,é·\'àti, ri-c&no.sciatiJ n.seguito·<lt ,molta utilità ed imµq rtaòtil. 'Pero·lsfoco'méi dopo i i raadi ,progressj falli dalla fisiéa e 1,dall-a chim'féa·.· noti pochi medici osservatori tentarono di naovo; con favorevolél successo l'uso Qell'eletlricjtà in ,varifì malattie, ed i'il ispe_cie io q.aello di "fondo nervoso c.ome risalta: da -Mn pO'chi sci!11ti clie ci pe.rvennero da tutta Italia e,.Francia.;,come pare daglt ~ltimj, ri$ trJlati,avuti dal,no~tro Riberi,.ìnclioa a creq~r;e,che coJ.,Jempo~ tale prosj<lio terapeutico verrà annoverato· f.ra·, i pià polenti , che. la .sciem:a medi<;a possieda.-; ·è è.on ·ciò si chiude la rs'eduta.
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VARlETA
cuna benéfica· azione nelle ma:lallie.miasri:latiéhe. Orga1lizzazione c@r:tJ@ Il ~res~dente·ris(1onde·non essere· grpvato. &e gues.fr corpi 'DEL REAìlfE DI NAPOLI. • " ' sieno\realm~ntii èieqro-posilivi, o·p.puro ·anphi, essend(!lg si~no ~ .~ st<1li !l\~~rn co~l:P é!.eHi::; malajt_ie n.el mo~o.q.n_atu.r;1 ~al r,ucciLa Rivista Militat·e' in un pregi.evolissimo ar~icdlo' ~till~ notti·,in<licate, CÙ ,a_. l!i'. ri~oar?O fa,_pOf,e ,fs,se~yff jl. C?O, Ili,llDQ Stato. Militare llell'[/a,lia, clel_ta.lo dali' egregio: Carfo ~fozza·~ ha mai c~n\tstat,<t la·~irtil. aptt~~ri.9dic_a, d_e\ .?hi~ot~i;i_, e .D,epcapo, discorrendo, uel fascico,fo: dello, scor_so iuglio, degli pnre ),'a,utis\filìtica def mercuriali,.eppure lu,lfi .s~l'.\O,O pµ~ ~i gli 01:dir~amenli militar.i del Regno di .- NafYo!i f(lx;eva .'·rapidatmi ohe glf.a!lri riescono non inu'tm,'nìa par anco dan. . ... . . .,\... ·~ • "· ' . •. 'h . ... mente cenno d.eJle condizi1:>ni dì quel Cor{1o S.a:nitario' npsi, ·qoan_ilo sfan9jntempestivaménte propinati. Il·dotf. 'Praio accenna alla p'robabilità: che la ricchezza d'e- , M:ilitare;1esponen.do..però re$imio-scrillore 'quègli 'ori.linà· m~mli col.sol9 ati,uto della memotia, e dt ,particolari\ notizi'e ii I'etlrìc'i{à'del solfatò.'tll'tbinina sia 'diivcm\ 'alld'zòl'ro all'agm.ve. $tento procm1.atesi vei ·~ittqmç-nt,ì avpemtti' p'ò.stefiofeido,s6lfòriifo\ai qiies1b ,sàlè: me.. nte.al 4 848, appena di vo1o tocqà'.v-a d'~IForgani~za'zione Il· b?tt: ~bb'é~è~~~,~~rv~:-a•taiè pr~{iòs!t~3 .?~~~ allora.~aa~do de! Conpo Stmit&.rio, sì che diflfojie ,rJéscirebne ·da· queldue"coi:pJ sono c1i1m1cameìÌte combmatr 1ns1eme;"ne' risulta -un· terzo..corvo dot~'to di proprietà fisièlfo o èbìmiélie àtra'tto pro1J,cibb,9zzo,forfna:rsene un idea ,suffiè'ienl'e ·e CoÌt\piuta. prie, é spesse fiale tot'alméilte aHfer~'nte ed anclìe' opJ)'ost,o ii' .La bel)a Relazione del.11'/eclico Maggiofé' spa{ftìuofo'lDott. qaepe:-de•suoi,compoaenti, ·e non p·otersi·p·erciò' piìì ·oiré l'acido Giuse1me Ramon Rod1:igt1ez ·1'Ia1izanai·es; intorno.ai servizio solforico 8e! sòlfoto·'A e'dé1 so.llàto B; cita~ad esempio il·s·olfàto sanitario m.ihtare di alqitne ma,ti01ii lYEm:opa, pubblio'ata a 1_frm11gnesia, nèl quale se si.conservasseM le,prop·rieÙuÌe!Fac1~o ll&drid !T),e l 185~, offrehdo'cf l'opporturiilà di t'r'irècia're le solfortco.componente, ne·basterehbe.la éfose ordinaria alla quaJé norme organizzative di quel Corpo Saoiliìrib';:nò'i crediamo' si .amministra fai saie pcr-prodorre'l>en .tristi olfet'ti; nota poi ~01( inùtile il farlo,. fJOD".certameutc a porgere un•moiléUo che a,l va)el'Ìa!:!alo di chJ.nina ,non p.otr.ebbero più essere·nè io interamente degno d' imilaziori'e, ma neÌ.sòlo• i'ritént'o 'èli zoffo !lè l'acido solforico che comunicherebbero l'eJettricità; completane ·sotto quesro..r-appo rlo 101stùdio' ;delle condicosì pure al c-ilrato: ~)llmètte,però .sollo la d~bita tttS!l.rva di apzioni mili ~ar:i del .solo Slato·.Ital.iano ,,éhe àl pari d'eYPìé-· propriati esperimenti, che gli acidi combinandosi ,coila 'chinina, monte ·abbia uri'.a.rmata nazronàlè e "Veri ordìnamen Li' !DÌ• · oltre al tlln,derla solu.bile.,.'è"perciò più facilmente assòrbib.ile', li(ar~..compiuli. . ' possano bè.nissimo diir laqgo ad un concentramento d!-èletlriIl Regdlamento orga.nico:èhe regge. le. parti d'el Gòrpo • cilà no) o.uovo risultat~ della loro. combinazjone1; 0pina... intìne Sanillflìio -l'rliUtare-del ìl:egno di'N~poli da.La;daN8~'1 e'ssE,r.e ·neçessarlo"mol_ti e,sva.~iati .sp~rimenti P!3f poter.stabilire quél rrieschino ordinamento, che già :a mala p~!}:a 'potevà·. · qualèhe..'èosa ili po~ilivg ~opra sì i!Dp,òrta:nte :a~goÌntnto,e,pera 3ippi\gar:e· le ·giuste esigenz-0 ed ii 1piu l!,rgenli b'iso~i ,,d! c,_be la ~ç.ope1·t_a Càlloud pos1~à me_zzo _di. es: i .rjgscire .ad arq,µel (;orpo., y.e-n~e, ancora p.rogressiv,11,1Uetfte m!Ìnomessoi ~eéarè immensi, v,ant?g·g~ ~lla_mè?i,çiq~. . 1 e~ §on -iJ»prqv.vide, .restrizioni ed ingiuste: :mutil~·zfoni la1 ìl:Doll. Pral'o',estel'ila l':a_vvisq cbe,uq çOfPO ç~mpo~\~"~~bba si~J~mAli.one ~ua ven ne si'ffç1ttament~,1mìniseri'tca, 1 che;·i l partecipar.e· delle.proprietà dei saoi ,com(!onenli. · l .. "·\ .: . . ' preloda\o·Médico- mi lilar.e Spagnuol'ò DQtl esi't a b: dirnèfle-1 S9rge il ·farmacis·ta sig'. Leone ed app~na Vi!,_rii,~sp,meJ,in COI!akl,l),~l.i. . conqizi,oni di.flìcili e sfortun~te,, •, ,· • ii • . trario tra i quali q9elli del citrato·ifi P,0°lassa, osservando che se 1 i ·metli·cli; i • Gompongono il Cer.po Sanitario Napolitawo conservano le prop_rietà dell\ 1<.iid<r nitfic~ e della pota~sa 'I•,~~~ si' t chjrurghi, i farmacisti, veterinarii militari d~Jitail ài'serì. potrebber-o ·àll'.imiilistr'a:re·in medicina cqsì' facilmente, ed alle yjilQ s.anil,or-io,d,egli,uomin.i e degli·aniD:Htll-ÌleWec;eJ'citoe osate dosi: crecle''però ébc lìàzionè ciei ·sali ~hito}déi'_~èog~ au1 n,e fa nno :po,i parte g,li- uffipiali com~ndantt degli ··os·p·eaaii mentala ·dalla 'riHl'ggiot~ · adidificazi1òn~'. d'égli·tbcidi r~i rii ·i~ ed il personale amministratiYo. massima, e. ,foi!se à'nco d·i ' più•·aèW'acido· tartaritb, lo èlie èi os1l Corpo è messo so~lo Ù poman<l°o dì u.n Generale che serva essere confermato da Ìno.lti pratici. ·1 Espone i]ifine,,il Presidente comè nellò's còrfo ·sécolo in ptesiede·il Consiglio -suprèn10 a ·cui è affid'ata la direFrancfa ed Italia-non riò·çhe·m·aJallie si traHàsslìro.'è1cll mezzo zione,<lel servìzio;:il Goìisiglio comporfosi di faco1Lalivi' <l'i 11• élacsse è dì· furrz'ioilarii ò' amri.1inistraiione . , tutti' .elètli d.el,l'el!')tt~içilà è, quanti.beneJìci risultat.i ·s e ne o~tènés$efo, òìmo~l):'à- a <:biai:e note e-,.1;ostiene con validi argomenti <:be. sè,la rfol Ministero délla Guerra. Nehcgno di s·i·cilià avvi ì.ln
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allro Consiglio somigliante, indip,eodel1te da quello di Napoli, e che come questo corrisponde diretlameole col Minisler.o. Distinti sono i due rami dell'esercizio me9ico, ed il nersonale dei facol~ativi sanitarii dividesi in due categorie•. compouen.dosì così di medici di 1• classe e 2a classe, e di chirurghi di ~ •. di ~a e di 3• classe. L'amrnjssfone nel Corpo ha luogo per concorso e sempre nell'ultima classe delle due facollà. I chirurghi di 3a classe sono ripartili presso i Gorpì ùi truppa, e non possono !ar passa'ggio·agli ospedali, ·se non presentandosi ad un apposito obnoor:so: Da q1,1èsto momento l'avvanzameoto loro, come que.l lo de' medici di seconda classe (clie sono immediatamente applicati agli ospedali), ha luogo per anzianilà di servizio, a meno che per elfeLlo dt una punizione non siano postergati; in questo caso ne sono però falli preventivamente intesi. I medici -~i pri~a classe so~o assi111Hati al graJ,lo di maggiore, quelli di seconda a quello di lenente; io stesso è de' Chirurghi di prima e seconda classe; quelli d.i len a hanno gr~do di sottotenenti. Le scarsissime paghe sono secondo la ri§pellin classe di 36, ~1, ~ IS ducali al mese, con i, 3, 2 ducati d' i,;idenailà d'.alloggio ; in marcia poi le pagh,!l s9no aume.nlale di un terzo o della mefa, secondo C~.e ,la marciR ~çcede l,e 1:,0 ,Od olttepassa le ~ 00 111iglia (,1): t chirurghi dei reggimenti S-vi1,zeri riceYono assegnam.entj lre volle maggiori dei loro compagni di reggimenLi napoletani, ed hann.o inoltre il privilegio dei vendere il loro impiego. Scarsissimo ed affallo insufficiente è il servizio medfoo presso i Corepi, .ed ollremodo difficile è il 'riempirne le vacanf~ .~.on persone capaci, vosciachè, essendo,cosi'·temii la retribuiione e l'estima:ion~,."non basta al concetto scient.ifico il fatto di mcritat·le moUo•maggiori (Dott. Ramon). Nel 48ti5 il personale 1Iedico-chirur"'ico dell'esercito ( di ~ i 0,000 uomini) componevasi di ~ 5 ;nedici J'j prima classe e 45 di seconda, di 3t chirurghi di prima-, 30 di second a e ~ 60 di terza classe. I militari ammalati sono, a• .seconda della natura o.• grav.ezza ,di loro malattia, ,rico.v.eraLi e curali nelle fi,nfeirmerie dei Corpi od inviali ;igli ospedali militari. L~ infermerie dei Corpi sono organizzate press' a poco come appo ~oi, c~m~ pure p.rossochè !deotiche sono le norme per I amm1ss1ç,ne degli ammalalL e la permanenza loro in esse i,nfeqnerj~~ li s-e,niiz!q desii ospedil,li so.ttpposto. ad u11a Dir'ézi·one G,enep~J~. çon la, cooperazione di un Cpnsi'glio Medi<l'o _per la ~ar_te iri:ofeasionale, è riparlito in uno Spedalè Centrale, ed altre lre classi di ospedali, oltre un numero di 011peg~leUi ne.' luoghi di piccol& guarnigioni. L'alluazione di lulti questi slabil.iroeoli è affidala al Corpo del Genio militare, FOI cp_n t·orso di un uffiziale di sanilà tra i più el~vat~.c\i;grado. NegH o:spedalelli non sono curati che ammalati di malaUie <;li breye durala, e quelli subitamente colpili da aJ. (1) È però permesso o.i sa nitarii il rionire 111 militare altri impieghi <lolla professi9ue p1,1ramente civilo: con .st teooi
compensi no.u sarebhe st~to)Qfalti possibile diversamente· L'avere pel servizio degli Ospedali persone di qualche merito,
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fezioni gravi, pei quali impossibile o pericoloso sarebbe il trasporlo agli ospedali principali, e questi solo vi rimao~ono fino a che dura uaa Lale condizione d1 gravezza e pericolo. Simili osred'!li son!) princip~lmenle nelle isole priii;idia.le in g~nerale da piccoli distaccamenti di truppa; son_dessi capaci di 1ion più che 50 informi. In caso d' urgènza od io circoslanze analoghe alle suindicate, possono i militari, essere ricoverali aoche negli ospedali civill. L'Ospedale Centrale è in Napoli ed è dello .della Tri ' nità; può conteoere,500 ammala.li. Gli Ospedali di 4a classe, capaci di 300·lelli: s·o.11ofaffapoli (quello del Sagranrento ). a. Palermo, Capua, No.cera .e. Pescara. 'caserla, · Gaeta, Nola e Messina hanno Ospedali di 2,• classe, per ~00 ammalali; per cento ammc1lali, di 3a classe, ve o'ha a Ceva, Trapani e Siracusa. 11 sen i>Zio medico negli Spedali dividesi in due se~ioni di Medicir1a cioè e Ili Chirurnia, di relle dai rispeUivi' capì, Medici e Chirurghi di '4a classe, di cui dipendono quelli di 2~ applicali alle due sezioni. I Chirurghi di 33 classe aggregali (per apposito concqrso) agli ospedali, disimpegnano il servizio di praticanti in ambedue le sezìoni. I due Ca~_ì'-sezion e sono affalLo indipendenti l'uno dall'altro e rispetlivaroeote malleva!,lori dello speciale- loro serrizio. Si .fanno àue visiti) al giorno. li servizio di ·guardia è fç1:Ll~ daj soli Chirurghi di 3~ classe. L'Ospedale fornisce al Chirurgo di guardia, oltre ad un letto d'ufficiale, fuoco e lume, anche il giornaliero alimeolo gratuitamente. All'epoca- dei ba gru lermali si attuano tre Ospedali provvisorii appositi ad Ischia, Termini ed A.li, capaci in complesso di circa 400 ammalali. ' I que sanitarii,oapi di servizio sono membri d.èl Consiglio iJniminislrativo (composto del comaodanje,'éonlrollore, uffié(~le amminjs·~ratiyo, e commissario di guerra) ùello slab,hmento a cui appartengono. È poi loro affidata escl~sjvamenle la di rezione del servizio sotto il rapporto della c.ura,.degli àmmalati, e(l a loro spella la vjsila degli alimenti che. per via di appalti o contralti l'amminislraziooe giornalmente provve:de. Gli in!er:mieri .ne·glì· Ospedali militari sono' lforghesi, assoggellat1 però a norme e leggi disci·plinari identiche allo mi lit-ari , sono passibili· di punizioni analoghe e ben anco d'essere sottoposti a consiglio di guerra. Sono disLinti in infermieri' maggiori (1 ogni .50 ammalati), ed ordinarii (1 ogni -4~) . Tu tti, oltre la risp~tliva pan-a mensile godono d'una ra:ziòrt é' inlera di viveri d'OspPdlJe. ' La sorveglianza ·s ul servizio' in generale è affi.'data ad appositi is~ellori che la disìmpeg,n'ano all'uopo (lj visite ad epoche 'mdelerminate; se l'ispettore non è facoltativo, d~ve-nell~ sue ispezionJ essere accompagnalo da nn medico o cb1rurgo di ~ • classe. ~e_l serviz,io farmaceutico esiste un laboratorio cenJl;'ale c~11~1co:r.armaceJ1-lico in Nap.oli dal quale xerigonq~provv1~l1 degl.1 occ9rrenli preparati tutti gli·stabilimenti militari. Presso.gli. Ospedali H servizio fa rmaceutico è àffidato ai f~rmacìsti di 1 a o di 2a classe da cui dipende un convemenle nnmero di farmacisti di 3• classe. alimen ti pegli ammalali s0no ollimi ;da porzione 1~t1era,p;lla h_assa forza compoAesi _di sedici oncie di pane b~aoco, .5-o~cre_ e mezza del medesimo o dell'equivalente d, vermicelli, riso, semola .o pasta ~ia·nca per là zuppa;
. ?lì
-43ollo oncio di carne pesata dopo la coLlura e mon,da dalle ossa, carlilac;ini; teodini e grasso; un quartinp di vino nero·. La ,car;e è di bue o di vitello e1 non ra:ram(;ln\e di pollo. Sono pm:e P.ermesse le soslituziol)~ dj zupp.e latte, uora, arrosti, costelelle, pose~ fresco, ed ~ pur concesso l'ordinare bi;cotlini ed anche vino generoso. Gli. nfficia)j banno cibi speciali, po11i, piccioni, pernici, frutta fresca, secca, colta; ed una ll'olliglià di la:criìba-cristi, ed è pur accordato, .a quelli alla mezzà pnr;,;ipne, un sor-bello al giorno. Gli alimenli, ~erchè non si raffreddino, si recano dalla cucina alle sezi-011i su appositi scaldavivande. L' Qs·p.edale centrale della '.trinità possiede una ricca bibilioteca di scienze mediche j fondata nel ~ 832, rapidamonte pro~però p~r I~ gco:e!ota sol\t>citudine del Generale Alvarez a1lora.Mfois.tro della Guerra. Un assegno mensualo permelle. di coolinuamenlc arricbirla di boone opere speciali, Ja soielta delle quali ò lasciala ai capi facoltativi di :qu~lf Osped~le. . .. Swvi1io di Campa911a. Il personale per la.Je.,serv1z10 varia naturalmente a norma delle forze poste.sul piede di guerra. Per una divisione cli quattro reggimenti .di fanteria colla,corrispondenLc forza delle altre armi, si compone nel seguente mo.d o: un Medico di 4a classe, tre di 2",; due ,Farmacisti df Ji\ e seL di 3a classe; una. çonwagnia infermieri, di quattço maggiori e quaran\a ~rdinarii. :O M.erlico di P çla:s!ìo ed uno di second'a, il Chirurgo di 1a ed uno di 2a vanno col QuarUei: Generale; lre Chirurghi di seconda e,d otto di terza con due Farmacisti di terza compongono l'ambulanza; j.d,ue Ospedali di Divisione constano del res'tanle· personale sanilariq; la compagnia fnfe rmieri è rìparlila melà: all'aml>Ulaoza, e l'altra mclà dividesi lra i due Ospedali di. Di visone. Ogni due divisioni vi ha poi un Medico ed un Chirurgo prirrcipali; . se lutto l'esercito enlra in Campagna nominasi µo Me.dico Capo, al qùa)e è. ·subordi.nato il personale dè)Je tte sezioni. I saniCarii militari in Campagna •fruiscono dell'aumento di qn teno dei rispettivi sii pendii, delle razioni viTeri e foraggi, nella proporzione di due razioni per gli ordìnarii, di tre pei ·principali; e di quattro al .Medieo·Capo. L'Ambulanza consta di quallro carri-vetture sospese sn molle elaslièhe ed a quallro ruote pel trasporto dei feriti; di due carri-m'agazzeno del tnaleriale e d'una vettura a due cavalli pel personale. Ogni divisione ba poi dei carri di riserva e dei carri leggieri a due-rrròte 'pel caso che la natura del terreno vietasse l'impiego de'carri ordinarii. Ogni reggimento è in oltre munito di due zaini d'ambulanze o borse d'arcione.
Elencio nomlnatho dei· Metlici-CJhirur~hi di -&erra e di .mare, dei farm.adsti e dei "'Weterinarii Militari.
Consiglio superiore Militare cli San'ità. ~
Rmen1 comm. Alcss. Presidente, (Senatore} Torino
'2 i,Iastio cav. Frane. Ispetl.Sanil. (deput.), Torino .3 Cantù cav. Lorenzo id . id. ,1- Comissettii cav. Gio. id. id.
o Perosino prof. Felice Ispelt agg. diVeter:, Torino. 6 Ma:rehiandi Pietro
Segr. del Consigliò, Torino
Medici Divisidnali di 1a Classe. 4 Cort.ese cav. Frane. 2 Arella cav. Antonio
Robecchi car. Carlo 3 Nicolis cav. Bonavent.
Spedale d'Alessandria Spedale di Torino in aspettativa Asti S.pedale di Genov.·a ·
Medici Divisionali di 2a Classe. Besozzi Giacomo 1 Ferrero cav. Lorenzo 2 Cerale cav. Giacomo
Bima cav. Giuseppe 3 Testa cav. Paolo
4- Manayra cav. Paolo
ili aspellaliva Novara Spedale di Sciambori id. Novara in aspettativa, Torino Spedalc di Nizza id. Cagliati
.
Medici di Reggimento di 1a Clas.~e. (
4 Deveccbi Francesco 2 Caire Benedetto 3 Kalb Uenedèllo #. Turina Giµseepe 5 C~pino S.ebasliano 6 Valzena Gioachino 1 Peluso Antonio 8 l\larielLi Sebastiano 9 Jorietli Gio. Ball. 4OLaj Gaetano ..f ·1 Alfurno Felice 12 ,Bobbio Feliciano 43 Sciorelli Francesco n Crosa Angelo 4 5 Marini Nicolò 46 Marinno Fra.l!cesço t7 Mazzolino 1\'lichelo 48 Costanzo Giovanni. 49 Arena cav. Antonio 20 Cigolini cav. _Amcd~o 1H Elia Gipvarrni 22 Tappari Giovanni 23 Galleano l\lalleo
l
Atligl. Camp., Venar. Reale. Spedale di Genova Carabin ieri R., Torino Sped, di Torinq Scuola Mjlilare, Iyrea ~ Granatieri, Alessan4ria. Cavai. d'Aosta, Pinerolo Zapp. del (,enio, Casale Der~aglieri, Cuneo Spedale di Cagliari 4O fanteria, Torino 9. 0 fanteria, id . Genova Cavali., Siìluzzo Spedale di Fenestrelle , Carab. di Sard., Ngoro. Casa R. Invai., Àsli 6. fant., Sassaricom.aGen'. Savoia Cavai., Torino A.rligl. Piazza, Torino Treno d'Arm., Torino Cavai. Aless., Casale 46.0 fanteria, Novara Piero. R. Ca val., Vercelli •
0
0
Medici di Reggimento di 2a Classe. 4 Soiln~s Giovanni
2 Fissore Bartolomeo 3 Dupont Pietro 'i Abheoe Francesco 5 Buthod Luigi 6 Discalzi Paolo 7 Bor~lli Giorgio 8 Moro Paolo 9 Zavallaro Angelo 40 Donino Annibale 4~ T9:rrone Giuseppe 12 Chia!')ella Amed.eo 4 3 Pecco Giacomo 4 q. Amelis Pietro 4 5 Magri Paolo t 6 Omegna Guglielmo 47 Giacometti Lorenzo
8.0 fanteria, Genov.a Spedale di.Lesseillon ,t O fanteria, Torino Cavai. Saluzzo, Chambery .4 5.0 fanteria, Vercelli Ni-zza Ca~al., Savigliano 48.0 fanteria, Alessandria 3° fanteria, Nizza 2°. fa nteria, Torino f 7 .0 faoleria, Alessandria. 13.0 fanteria,. Genova. 5. 0 font. , cotn. a Sassari Sped. di 'l'orino Caval. Moufer. Vigevan_o 7° fanteria, Genova Sped. d' Al c_ssandria 4z0 Gr;µi(\t, Alessa,ndr.ia
- H.lJ 8 Giudici Vittorio
49 Gozzano Carlo 20 Viberli Antonio 2 Patrucco.Gio. 22 Fenoglio Natale 23 Baleslreri Pìo 2i Viale Carlo 1 \
Cav. Novara, Voghera H 0 fanteria, Aonecy R~clus, Mii., Sayona l2. 0 fanleria, Chainbery 1ii- 0 fanteria, Genova Sped . di Genova i 0 fanteria, Ni1.za
Jfedici di Battaglione di 1a Classe. ·. ~pedale, Ale,ssandria 4 Pcccinini Giuseppe Sped., di Torino 2 Peirolò J3eriedelto Carab. Reali, Torino !l Quaglio :A uguslo Arliglieria Operai , Torino i AgneLti Maurizio Bersaglieri, Ozieri 5 P olelli.Loigi 1 OFanleria , Torino 6 Binaghi Am_brogio Art. Piazza, Genova 7 Mazzi &iuseppe Zappatori del Genio, Casale 8 Clara Frç1..ncesco C_avall. Aless., Casale 9 Marchesi Domenico Bersaglieri, Cuneo 10 Panizzardi Fr ancesco Speclale, Toriho 44 Solaro Pietro 4-.0 fanteria, Nizza 4 i Crema Gaetano 4° fanteria, ì òrino 4 3 Tissol Gio Ballista Art. Campale, \rcnari'a Reale H Vezzani.Folgeozio · 13° f 1mteria, G'enova 15 Muratore Gil1seppe Spedale di 1.'qrin~o 16 Aj.roe Giov~rini Spedctle di Monaco ~ 7 Ilol(ieri Fortunato 18 Gallio ara Gio BaUistà Sav. Cavai)., Torino 3° faalerin, Nizza 49 Fadda Stefano 8° fanteria, Genoya 20 Tunisi Carlo Spedale di TorinQ 21 Mantelfi Nicola 5° fan teria, Cagliari ~2 Pi,azza Giacomo Gasa Il. Inv ., Aili 23 Bogg~}li Luigi 45° fanteria, Vercelli 2,i. Plaisanl Giuseppe 7° fanteria, Genova ~5 Luvjni Giuseppe 4 4-o fanlerrn, Genova 26 l'tlnzio Gio, Ballista 9° fanteria, Torino '27 Garàin{ Vinc(}nzo 28 Orengo l\laria Antonio 4° fanteria, Nizza ·SpcdÌl.l~ di Cagliari 29 Corb~Ha Gaetano· Bersaglieri, Tdiinò SO Prato 's'lefano Art. Cnmpàle, "Vènaria R. 34 Peretli Gio. Maria 4 ° Fanteria, T'ori'no 32 Levesi Gioanni 4 7° Fanteria, Alessandria 33 pjzzoroo Giuseppe Spedale di Torino 3fi. Baroffio Felice t 6° Fanteria, Novara 35 Riva Carlo ·spedale di Genova 36 Garìhaldi Tommaso Cacc. franchi\ Fenestrelle 3T'Bigalti Francesco ~ 8° Fanteria, Alessandria 38 Malve''ltii Lorenzo Granatieri id. 39 PateU.a Alfòoso :Bersaglieri, Aosta 40 Cardòna Edoardo ·Spedale d'Alessandna 4-1 BoLtero Guido CaJ. Monfer. ·vigevano 42. Paradisi Paolo ... Sped nle di Genova ( 4-3 Baratelli •Giuseppe 1 'Fijmpio dì $pedale H Pa~'ia'ho Giuseppe Nizza C'avfill., Sav-igliarro. ir. Uberloni'Vincenzo 12° Fanteria, Sci'amberl 46 Cariieroni '.Antonio ·· -Bersaglieri, Cuneo Ti,7 Agosti Giuseppe ld id. (1.8 Ardis:-onc Francesco Cavai. d'Aosta, Pinerolo · A9 Derossi Felice ·_Spedale ài Seiamberì M :Mà.ssòla Sabino Speùale di Cagliari M Zavatt'aro Giùseppe :., 0
52 Miglior Luigi 53 Pacotti Teodoro 54 CerveUi Giuseppe 55 Lanzà Giu~eppè "6 .., Gallo· Cesare 57 Pugno Enrico
:Bersaglieri, Savona - 47° Fanteria.Alessandria Genova caval.1 _Saluzzo Spedal~ di Torino P'em 1 • R • ea v., Vei:ce11·1 Casa R. Invai., Astf
.Medici di Battaglione di 2a Classe. 4 Mariano Maurizio i Badarelli Giuseppe 3 ~o·arelli Gitiseppe 4 Scfriaparelli Giuseppe 5 Cavallo Gi'useppe · 6 Rippa Giovanni 7 -Al}jana Pietro 8 Tardi:rn Gio. Balt. 9 Prato -Domenico 1 O Arri Enrico ~ 1, bwezzari ·Carlo ~ 2 Butti Ferdinando 4 3 l\lorzone Giovanni 16- Mura,Giase~pe 15 Peracca Luigi ~ 6 Santanera Giovanni 17 Mariètti,l\'.lichele 18 Còtlè Piet~o 19 Qu·aglidUi Alessandro 20 Gaddò Giacomo
4° Granatiéri , Alessandria 16° Fanteria, Nbvàr'a 7° id. , Geri'ova 12° id . Séi'a1;1b·èrl 3° id. Nizza ~ 0° id. Torino Cav. Novara, Voghera 15° Fanteria, Vercelli. Cav. Saluzzo, Sciamb9rì 2° Granatieri, Messandria 9° Fanleri'a, T~~ino· 1 i 0 id. Genova 5° id. Cagli-ari Bersaglieri Soiamherì id . Genova 2.° Fanteria, Torino ~ 80 Fanteria, Ale~sand·ria 2° Grànalieri, Alessandria 2° fanteria, Torino 8° id. Geoòva
Medici aggiunti. 1.-Rull'a L~ui~i 2 Sanguit)el.ti Alcjbiade 3 Bel\one Qio. Dalt. /J, Main~rì Vittorio 5 'Eoseiji Giacomo 6 Dellassiaz Germano 7 Cocco.Agostino 8· C~gusi Giuseppe
9 Sjriati .G;usepp\'l 10 Pabis ~ milio ·' · 11 Ma6aggi Antonio 1~ Ca,_pra Giuseppe ~ 3 Pes.carmona Filippo 4 li Re.gis Stefano 45 Sola, Giuseppe 16 ~la.ncosu Antonio 47 belfi.oo, Gfovanni 18 Pollini Evaristo.
1 t 0 fanteria, Ann~çy 14° id. Genova 1 ~ 0 id. ;t\nnecy 6° id. Sassari jd. id. Cagliari Forte di Bard Spedale di Alessandria Scuola di Cav. Pinerolo ·spedale (li (i-en:ova id. id . id. NJzza, id. Geoova Forte di Exilles Spedalc di Tor.i no id. Sciamberi id. Nov.ara id. Alessand.r.ia id. Torino
Medico Divisionafo della Reale Marina. 1 Verde Luigi
Varignano
A ,Deàllferlis Giovanni 2 Leoncini Stefano
Genova lmbar.cO:to Genova
" -~fedici di Reggimento cli 1.a Classe,
3 Pesce Francescl>
Med'ici cli Reggimento di 20. Classe Mari Carlo 4 lJberlì :Filippo 2 D.e-agoslihi Giovanni 3 Valle. Domenico 4 Moriondo Giuseppe
(Depulalo) in aspeit. Genora id. id.
id-
Veter.inarii bfilitari in '16 ·
. Meèlici , di Battaglione di 1a ,Olctssé 1
· · ~ _Frecer.o Be11edelto 2· ~ta.l~cnroe l't'lic"t;,erJ 3·Gaffodib f;i~"a~nì' 4 ,Didòmenico'Anto41io
-4 Castàgneri Baldassare
Imbarcato Varig~?,np lmhai:cat·q Geno"a ' '
1
M.édi.éi 4i Ba~taglfone~f2!l ''.C~µsf~ 4 Sery1A11gel·o· 1
2 Sin"d'io.o Giovanni
~ ...~·;p!'g\\loettÙ\f(<'.h~Je
4 Rav.às"co Francesco I
l>: Chiapp.e"Cri,;_lQfo_ro
Gen.ov·~ fmbarcato; l\hdèl'al~JY~ ·Gapraia f n1bar,càto
'J[:ed'i-oi· àggìunti·.
-~ La·~ FÌl,ll Stefo~o _"con tit. ~.g,rad.,di ~t.d!:B.J~bar~a~? Secchi:P·inna ·Diego 3 Cug~rull.!i Niéòlò · i Schiaffino 'Giàvar1ìfr -l;,· P,iz2a'i'dkEgitlio· j'
1d. id. Med. agg'. id.
d. id.
Ca$h~r1 . 'id. lmbar.cato Gènova
Làporat9rig c~irYJ,i'.ço-frt~maèeu,tico militare.
..
- f· Grassi €,r:istof'oro, €a.v,: l)irptL..del Laborat., Torino .\ Per0S$Ì ·Gar,fo Assist. jd, id.
·Far1nacisti. militari di f:. ~ class<r. 1,.1\lal,f.lLLÌJfrancesç_o ·2 pe)la-cr.oce, Ff·ance.~ço Gj,o r<làno~Mich_er.e 3'. Piolati Natale
Sp~da_le,~d'i Tor.ino Sr>:edaie4i}l en\),Va_ . . . in aspetlaHv.a (ço~sano.B~lbo) Spedale :ç!i !lessan(lria
2·Bertan·a L'orenzo 3-Signorini Baldas·sa.re· t Bossi Giuseppe 5 Ròbert Gio. Batl. 6 Càstiglioni C<!rlo 7 Nanissi Giov:anni 8 Cappa Luigi . 9 Boari Giqseppe rn· nertacéhi Spirito ,t ·i Coscia .Ca·rlo H~ Rabino Vincenzo · 43 Mass·<\' F'ranéesco 4:4 Rosà Carlo
A:FtigL Ca'mpale, 1t. Ven~i\i.a • ' -', .f. Cavai. d'Aò.sta, Pinerolo Nìzia Cavai.,' Savigli~·no S;lVqia, Cav_al.,. Torino. Treno d' Arm., Torino R. . Caval, Vercelli Piemonte .... ··, ·· ·•1 • Cavai. d ~less.., Cas.ale Genova Cav~l., Saiuzzo Artigl. u4µiJ),t!·e, ~J'essandria S1mo1a Mii., di 'Pi·rierolo Cavai. Novara, ,Yoghera Cav'.~l. Saluz.zo, Ch·ambéry Savoia (fava!.. Torin o Tç1nca :cli' P-aulolat-iri.o (Sardegna)
Yelerinarii ùi 2° ·1 Iàbelot Ferdinando Cavàl ..S_a l'uzzo, Cham bery 2 Cavanni Pietro ·· ·Piem. R . .Ca-val., Vercelli· 3 Caviglia A.les:sandro Genova Cavai., Saluzzo - 6i Fogliata. Pezzolo Barlol. Cii-val. Ales.s:, Casale 5 Signorile Carlo id. d'Aosta, Pinerolo ~ Spadacii1i Paolo id. Novara, Voghera 7 ,Corra<}i C~rlo ~ìzia Cavai., S,avigliano 8_ Gallo Bernardo, Artigl. campale, Venada 9 Lamberti Edoardo Ca.val. Moofor., Vig"é:varu,, - - - -·s-• 1»>~<.c----
Farmaci'$ ti.militar( di 2.a-classe. 1
4 Montani Carlo 2 Barove-r'o Fèlice
3·1eone Giuseppe
$'pedale dJ
G.~J'iliari
id.
dj' Niz.~a .
id.
di Sciam'hQrì
id . di E.xiiies , i {{)'ai:nagi10ne Fhincésco id. di Novara 5-•Mon.aca Silvestro in aspeltaliva, Saviglian.o .Donipè Luigi Speda.le d'Ozieri 6.-Pecco Alessandro 7 A:bratc Giacomo Seedale di Tòrìno
Fa1·macisti· Militari di .3a Classè A,jmasso Aless.qndro ~ ..Bagli.an.o S.iefano
·2· B.bldriili
Angelo ·
,3 Carletli Enrico 4 Doùhet Giulio
..P Fìssore' Giusèppe 6: Bracco ìUichèle 7 Sfondrini Giuseppe. 8 Perètli Carlo 9 Ar,igiono. Costantino ·• O VilÌerLi Filippo 411 ·Mussi Giuseppe .4_2 Valle Luigi 4 3 Molino Teodoro
·u .noccbiola Luigi A.n O'derda.Fdice Boscassp A.nr:ihale
io aspet~~tiva Tor.i1ro ~pedale di Cu ,neQ id. Nuoro id. ~inerolo id. Fenestrelle id. Asti id. Saluzzo Labor. chimic·o Torino Speda\e .dì Yenaria Reale id. Verce11L id. Savona id. Casale id. Genova·. id. Lesseillon id. Anne·cy id'. Sassàri in aspellativa (,\s.ti;
N:l:li numeri 27 e 31 di questo Giornale ,p_er il 1858 abbiamo fatto cenno dei preparati che il Lavora torio Chimico-Fat·maceutico Militare presentava all'esposizione nazionale del Valentitw, .e del premio d,'una medaglia di bronzo di: cui i niedesin:i.i furono giud'icati •meritev,oli. Ci •faccia:mo ora grato debito · riprodurre d~l G:iornal'e diFm'm.acia, di Chimicci ediScicnze affini ('l'om-. VII fascicolo, 12 dicembre 1.858) quant'in prdpos_ito.·del La\joratorio predetto scrive il signor P: S. in u'na sua rivista~Chimico. Fùma,èeutica dei prodotti d'industria Nazionale all'esposizione del 1858 .. I l regio laborah>rio çentrale chiroico-farmace~lico mi litare, e per-esso il \,uo Dìreltore cav. Grassi, ~spos.e saggi di actdo acetico cristali1.1.abile, di ace.La.lo potassico, citral0. di chinina, cloruri mercuros·o e meFcu·riço, cte.re solfotico a gr, 65. ioduro di potassio, solfato <li .zinco e tar~raLo-anlimonfoo pota'ssìco o tartaro· emetico ; quesl'uHiinò fon1ito di sorprehdenLe aspetto crisl.allino ;. tulti poi e pec la loto· eleganza ed e$atla p"re11arazione nulla. lasciavan o u desiderar.è. Siaquincliresala beu.Llovuta lo.dè aì prefa:lo sig. Direttore, ma poi iH parlicolurn ai sig. Mi-
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Senza dubbio, come assai bene voi lo indicaste, l'attitudine od il difetto d'alliludioe a contratre la vaccina, non implica rig-0rosamente la misura dell'attitudine ~ contrarre il vaiuolo'? Io non L'ho disconosciuto, e questa obbiezione, mo la feci oguahnente1 quando scrissi questa mia nota per gli Arch(vi (stesso numero). Io vi diceva: « Altra obbiezione. Se la re.ceptivi là generale è considereI fatti esposti dal dottor Wleminckx, intorno alla volmente indebolita ·verso !:>5_o 60 anni, con altre paro1e rivaccinazione, arendo dato luogo ad una interesse si è meno disposti a assumere (nssumer) il vaiuolo, sante discussione nel nostro giornale, crediamo ulile come va che )a vaceina lultavia produca a qoesL'età rìsule necessario ad una completa apprezzazion9 di .quei tali sì prodigiosi? » fatti e di quella questione, il mantenere i nostri let(J Non intendo io già lacerare lulli i "eli; ma ecco ciò 1ori istrutti delle ulteriori osservazioni e delle novelle de~uzioni che l'autore sLesso ,a mano mano· che p'olrebbési ris poiidere, mi sembra con qualche llan. accumu1ando a sostegno e dimostrazione della sua t~ggio: Perchè la vaccinazione o piuttosto la rivaccinalesi. zione, riesce fr~que11tissimamenle nel vecchio, non è un motivo pèrchè sia questi ' egualmente allo a -ricevere il Lettera sitlla rivaccinazione del dottor Wlemincka: vainolp. Questo contraesi in un mezzo senza azione suffici.ente sul suo organismo; quella, al contral'io, copsial Redattor~ i?'i capo della GazetteMédicale di Patigi. slendo nelfinnesto di un '1irus, può dar luogo a risultati, che i mezzi ambienti, latori delle cause morhifiche, sono ÙRN.à.TISSIMO COLLEGl, iropossen:ti 'a -produrre. li vecchio ,CO'nlrae, i.n,.,date condiVoi gentilmente consacraste uua par.te del numero zioni, una gonorrea o delle ulceri, ma è complelamenle <lelli 14 dicembre corrente, all:analisi della comunicainsensibile allo <~ause delte febbre tifoidea. Contrarrebbe zione che recentemente fèci sulla rivaccinazione all'Acegualmente il vaiuolo, se glielo si inoculasse. Una volta cademia Reale di Medicina del Belgio. Vi ringrazio corancora, sè la spiegazione non basta, bisogna cerdialissimameolc dell'accoglienza che faceste al mio lacarne altre. Poco imporla del resto che se ne trovi o no; voro. La vostta riserva per una delle ipie concl11sioni, mi i fàtLi sono fatti, dovessero pure rimanere elernamen_te sembrò lull'affatto naturale, ed io stesso ho prevenuto i inspiegati. Notale che dobbiamo fo rzatamente tenerci a vostri. desideri negli Mchives J)elges de Jfédecine militaire. « È egli rigorosamente vero, voi dite, 0110 dai 3o anni questo dilemma·: od a·çceLLare le spiegazioni quali siansi, in là, la rivaccinazione sia una pratica utile 'l Perchè rieo respingere questo gran principio che fin ad ora presce generalmente da quest'età in poi, è ciò una prova valse, che il s11ccesso della rivacci11azìone prova it ritor·1UJ .della sua utilità? 11 llclla rcceptività pel vaitlolo. » Ecco, caro collega, ciò cb'io avea risposto a questa << Tullo non è ancor dello intorno a quesla questione, obbiezione che av!la prevista. car.o colJega,, ho ber:ie intenzione di occuparmene ancora, ·a: Si potrebbe conchiudere da ciò che precede non ès· e nella discti'ssionc che deve ben presto ,aprirsi sulla mia sere assolutamente certo che oltre i 35 anni la rivaccittacomunicazione, all'Accademia Reale di Medicina del Belsion6 diventerebbe 1·ealme11te preservatrice e per conseguenza necessa.ria. Bìsogna intendersi. Se si trattasse di far:si rigio, farò lutto il mia possihile per arrivare a qualche vaccinare solo ai 55 o GO anniall'intorno, evidentemente cosa ùi preciso. Vi banno specialmente di già fatti io gran pei motivi che ho allegati, l'operazione sarebbe inutile, numero che sembranroi spiegare plausibilmente lo cause se non per la lotalilà,_almeno pel maggior numero dei delle recidive di •rniuold, o di vaiùolo· dopo la vaccinasoggetti. Ma da 3a a 55 anni, resta un margine. A 35 zione, neg~i adulti, come io soggetti giovani. Li sottoporrò aolli e più lardi ancora, la ·reçeplività generale~ lo!)tana . a' mie.i collegbi, a Lempo opportuno, d'essere ciò che ella è a 55. Sta invero che il sistema 1 Se credete, caro confratello, che queste poche linee assorbente gode allora d'una più grande aUività. È l'el.à merilino d'essere messe a conoscenza dei numerosi letd'ogni sorta di eccitame.nli e di passioni. Non v'ba per \aie et.à, non possono esservi le &tesse ragioni di immutori del)a Ga-:.ctte Mé<licale, siate cortese di comunicarlo nità che per quella della decadenza e della decrepitezza. loro. << Ho cl.unque potuto dire con asseveranza che la riAggra<lite, ecc. vaccinazlooe è veramente preservatrice dai 35 anni in Bruxelles, 1 l:l dicembre f858. » poj. E quando non avessi ad invocare all'appoggio della (Dalla Gazette Médicale, N. M). mia opinione, che il gran numero di individni di questa elà che noi veggiarno colpili dal vaiuolo in tutte le epidemie (quantunque vaccinali), basterebbe già ciò' per dare Il Dirottoro Dott. Cav. AilELLA,Med.Div. alle cifre dell'operazione di Sand, quel valore che io li Vice DìreUore respons. Dott. llJANTELLJ , rtied. di Bat. loro assegnava. " (hchives Belges" "àe niédecine i11ilitaire giugno ~ 858}. Tip. Subalpina di Zo'PPIS e Comp. - Via Alfieri N. 24. nistro ùella guerra, che procurando per lai modo che al soldato, vengìlno. soromioislrali ottimi medicamenti, aboJì il sistema dellè imprese, che lasciava serripre luogo a non rari e oon men leggie.ri iocoovenienLi.
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i,6mfocia col LO di gén_.u. 'Si pubblica nel Lunedf L'.a!ìsoc~az1one ~on s, , riceY0 .che· · oer ~-. un.• anoo\ , n ., •• ·• • , di l dia JH~'àuoa.setil!tti~lll r. n..111 uo, ··' ' . . ·• 'm .. riuo;, dj,L 1n. Jn_pr,oy.incia ed lill'Estero, franco di posta L. H . Sr paga. per sem.iistn ant1c1v,1t , 11 li pr~io..::/a5.s!)91a,z1one1A,.,,, ,. . 'I ·.. 11 ,r , , , , . )
giermente contralti, frequenti, anoressia, sete po'cl1issima, urine scarse e sedimenlose, stitichezza . La diagnosi fu i~lituila di lenta epatfle, ~ongiunta ad epatìca fìsconi a. Dopo avere appUcale per varie' rolte le mignatte alla regi~nc ,1fl'ella, cd ay~.r amu:i.in~•I slr~Ù leggieri purgativi, e. rinmjì emul~~nti con s~llievo nol1.ibil'e dell'ammalalo, noo si L:mlò ad amministrate rn· ternameote il calomelano coll'estratto di cicuta, ed esler:naJDente un'unzione c~p~ a di unguento mercuriale con eslrallo P.arimenli di cicuta premettendo un ltrgo vescicante alla regione alTelta. 1\ENDIDQNTO OIJINICO cl-el 3° t-rmìestre' 1858 delL' uso non inl~rrotiq <J 'P}Olto ;ir,ene tollerato di questi due polenli farnfao / (làl~eprodigiosame·nlc a diminuire l! <Js~'ettàlè pr(nc~;&te~ 'à~Ulll. }tcir'in'c~. ,.,, I~ ~ non solo la durezz-a generale-ctel-fegato; ma agì ancora · -, , i' r I ". .. i1, • (IJ.eJ m'èèli,cò,S di .Reggitne 1.fl~~_<?,t • u:s-AoQS!_lNQ. efficacemente sull'affezione parziale, per cui dopo circa 6 due m.est d.i cul'll potè Jascià.re questo speda:le:~ recarsi Glf ammalali che al ·~0 luglro f8'58 Òrano _rjmasli nellq io Sardegna sua patria, onde totalmente ristabilirsi respi· varie sa1e dell'Osped~leprfnéipa1edella R. l'tWrina ascenrando l'aria naliV'a. devano eomole.ssiv11men.te a. 19;, cioè 6 (ebh.11icitanti, i ~, La .sala ohirurg1cà niente :di,·rimarchovole offr,ì ,degno chirurgici, f'/ o~talmici, 3.sifiliti~i. d.i ,P,a.~ticolar menzione. I flemmoni ,· i paterecci diminuiron 'EtìLl'àr'ono-cìurante il 3 trimestre nella sala di medicina di molto, .e meno minacciosi .~i osservarono che nel pre80, lotaJè dei curali 86, usciti 17, reslanti 9: io ,chirurgia, cedente t11imeslrè . eutrati'26, lolale 2'9. Usciti 26, restanti 3, oltalmici enLa sala dì OLlalmia si mostra quasi deserta Gli accortrali 14, tolale ~i, uscili 49,restanli2.Sifiliticienlrati H , r enti furon in pochissimo numero. Le ollalmie granulose totale H, uscili 12, ·restanti 2. Totale generale degli enche gravemente afilisser ql}eslo presidio oon risparmiando trati nello spedale suddello-dal 4° luglio al ·1° oltobTe il Cor·r,o Real d'equipaggi, n'è i soldati Reitl Navi, nè quelli 1 Sa& N!>'f31. Totale dei e.urati 1o0; ,uscili 13.i-. l.\forto ct·e1 ffenio, perchè rum q11~1.n vari Corpi di~Ìlçto un nuv~.mno: resta-nlii 46. · méro~o contlngentè' diminuìron moltissimo sia in ~omero Nella sala di medicina dominarono le malattie d'indole che ìò graveiza in seguito delle igieniche misure acloltate, reumc11ica; siccome però esse non si presentarono con non che dell'i'solamenlo instantauco, a cui si sollornisero sintomi gravi e minacciosi facilmeole cedettero ad un beu gl'i'ndi~dui che ne venivano di mano in mano colpiti. In ra'giooàtò nielodo aoliflogisl1co non mollo energico, coatan\o ~umero d'inùividui i quali subirono un trattamento diuvalò dagli 'antispasmodièi è derivativi. ~.edfcpin q~iesto spedaleper malattie degli o~gani :visui!,li, &Ieri.le.YoÌe di 90 .cenq9 R,l\r~icp,lar.e a ~io Piffere è il o_~s; 1,11w eb9e a lamentare guasti . orgQ.nici, ed imperfecaso presentalo dal soldalo.Real JXavi Utzeri A,nlonio, il ziQni nella fa coltà visiva rimaste in seguilo alla delta quale :rip.arava in quesl-0 Ospedale il giorno 20 per lenta cura, se.ii ecoellua il soldato Real Navi Durand Giovanni. epatite. Dotato d'un Leruper_amenlo emineolemente epaE.ntrava quest'individuo nello spadaie il ~ O febbraio to-linfalico, dell'età d'anni 22, di cosliluzione ~iulloslo gra1858 per acutissima ollalmia di ambo gli occhi: il lrallacile, la sua fisonomia d'un coÌoregiallognolo chiaramente menlo: eneJgico antiflogistico adopralo valera [a mitigare present.a.va i segni manifes.ti dell<1 malaLLia da.cui era benissimo- gli acnli dolori, l'epifova, la fotofobia , e gli altri travaglialo. · . si·nloroi che, so,gliono acèòmpagoare le acufé,,ottlilinitidi, S·oltoposlb ad. allento esame si senti-va ~1 fégato ma non poteva tm()'edìrc lo svih.tpp6 dei segni carattericonsislenle in tulla la sua sostanza più del naturale con stici dell"affezione granulosa. una marcatissima durezza1esislenle nella parte media anDomato appena l'impeto infiammatorio non si tardò a ter,ior-e alquanto rilevata e della·•grossezza all'i~èi-rca d'un ricorrere agli astringenti localmente, ed ai C?llirii di soluovo di lacchi.no non !l)Olto dolente >al tallo. Ltàlbuginea falo di zinco, di nitrato d'argento e di solfalo di rame a degtho_cchi era d'tml'coldt'giallognolo, come pur.e il rima-' norma deliJa·'1ifferenl1 indicaiiooi. nent·e della pelle, la lingua alquànto fecciosa, ·polsi leg'L'tuso di questo meto1Jo migliorò ~ollissimo le condizioni · 810• _ fo "gll. Di.r.AGo.Str.INJ: nendiconto.d~l ,3° lrimeS O.MAI.A. • ....,, fi " .. I d . s.!re t85ti. _ 2.0 èonferenze scienti che. - 3 R1vrs a e, GioroaÙ Soiebli6ei. - 4° V3J-ietà. - 6° B~'!egr ofia. 60 Bollettiuo Ufficiale. - 1°Em1ta-Gorrige. - 8~ Annun zio . bib!io1m1lico.
PARlE P.lll!IA
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locali,.,patolo~che,.l'l se"l'ammafato non avesse còmmesso dei disordini di~letici ~ ~on si fosse esposto impruden~e~!e lfoppo1pre.§~O liii;arja. libera, in »(ev~ç tempo s_arel:rne tom.a:to a\Je.an4iéhe a~jtu~in.i del ,su.o,qi~~tiere~ ma invi c~f~av,el¼,do pe,r beo1, tre ,f olte reqidivato, .,gli. ;org~,.11, i visµali ebb ero mo!to a soffrire daUe ripetut~ reqrude·scenz~, e sol:,unenle con indic_i~ile pura~e.c.o~j lllfI}.ensa solerzi_a fu dato di mi.norare lll;Iribélle cheratite, ed. iridite che, ~vcvano ~ nulo die~ro all'ingro.~a.mento ~d all'in-: ffaf&,\lnl.lW~ ril)eJuia. aeua , cq~giunliv~. palp.~hral~ ~d .~c;f!.~ Il pre~ello,D1mmd potè-r~cars1 ,n permesso 1q Savoia·.se noo deLtuUo guarito, e col p.rimiUvo· grado,di vìsion.~, in ,co,qdjzion.e,,perQ da f~re il viaggi.o senza aitilo di chichessia. . La sala dei sifilitici.non procurò niente ·alle nostre inda~ini ètle meritasse particolare menzione. Si completò la. rivaèc.inaiione. Nessun caso ·fatale·ebbeduraiitè questo terzo,tdfbestre a rattrisla're il nostr'o o~peaq.!e,.e l'e~ito cotrispos-e pienamente allé viste ed alle cure ùei medici \
.cùranti.
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P!RJH SEUONDA . .Relazione delle Conferenze· sciendJiche (l\h:_$ B DI DI CB.Mlll\E, 2~ TORNATA').
TORINO. - Lello eq _a pprovato il' proéesso verbale, ha la pa·:Ml'a il D. Al(ùruo: • Sùl finire della ·scor:sa sedata., il Dottore. Agnelli préiideva la parola per confutare la.: mia asserzione s .all'ipert.rpfia congi,anta, q ~p~ppolam~nto ,da me~. dal c,ollega A:melis più _volto riscoritrata sp,arando _i cada\'e,rj, nell~13piçl,e~ìa:l~oide Annecy. Si~come l)arlo di fahi ~'. os!ie,i,:,ytizion~, non. e.cedo parrà:slrano .s~_non vo' .,.èlarla. vi,nla 91 mio.oppos:t~ . ... 1111 \ ~· ~ • ,... ' .' ' torè-, Il D. Agnetti vide la congestione unita allo spappola. meJ1!0 ,1nai r ? n . ,i'ntendèrn come possano. insieme aoda;e, eongrnnle-J.a vr.ra ipertrofia collo·spapp·olamento stesso:·n,;10 ne rìnvèn n'e alcun caso narrafo nei ' molti scritù sulla feÌiore tifoi:cl'ea, non be risc9ntr.ava egli mai un esempio· riel cailave·r~. 1o·stei so in·vero il piu sove'nli rJnvenni la semplice congestione dçlla milza con pì~ ò 'm~no naturale tàmmoll-iment'o· i pappò1 lamenlo; mà pur non ìnfré'quentl volte ·ri_sci:>ntrai c9ll'~tÌ fue'nto semplice del volhme e ·del p,eso\ on vero aiiment'o parenchima~ toso, e se qu.est.a J:\On era !Pe.r frofia che è··mai a'llora :ipettro~a,?'· Ben Ja. sò e l'amme'tto la differenza i ra la congestione e l'iper~ trofia, ma so pur.e clie 1!1 congestione ,poò , però .condurre all'ipertrofia, che quella é\il primo passo a questa·, e che' dove fa la prima si può'l)l ù tardi riscontrare ordita la seconda, ~fa lasciamo la-questione delle pa~ole • e Y.edjamo fatti .t;_nlo'' ripugnano ad ammetter.e che nella.feb.bre tifoid~a possa rin ve, nirsi, non solo lir congestione, ma la vera ip,er'tròfi'a della milza:, " • Non vuole, nè può HD. Agnelli ammettere un'ipertrofia,. v_e ra _c on spap,p,ola!llento,, c1iè.iion,crede possano. qtieste ~p.e condizioni' andar unite j .a :~o non, pare però. slràordinariÒ eh~ co_lla'feb,~re tifoidea in giova~i saµi e ' rob"asti, nel vigore deJllelàr pòssa ciò accadere. Se dissi avere Ja.malaUfa in generale t'òrma adioamica, volli con' ciò alluder.e al corso intero della'
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malattia, gìacch'è comune in tutt.i erano; primi ·giorni la forma iòfiammalori,i, forse una forma inìì'ammatoria speciaie ll!a pure iofiatnoi{ltoriaa€ hè di Stl'.ano adanqae .se la milza, che Sl}~pre era·~e,&te 'ai un lavorio motlloso., èr.a. J ument'a'til di ':Vol'uin:e, ~ensitlilis~ima,:anz( 'dolèntè al tetto·;·, rìcévesse maggior èopfa, ·di sangtÌ,e , fos~ congestiòfìata, é di congestione aùlt a' certamente (giacché ile avevamo patenti i caratteri nella natura del sang-µe 'es!r~llornei v¼imi salafsi),,iì' clfo.:Si dep1>nessero quindi nel pa.r enchima m,1teriali fibro-plaslici alti ad ipertrofizz.a rlo·? Nel segf!'ltO la lXlalìlttia as·sumeva1 più o mena rapidamente 0Ia for.ma -adinamica, é. predomÌ.naiid'.O Ii elemento ' ·il 1>roc~sso diSIJ'Qltor.e n9n Uòveva·avvenire pure nna mutazione' délte CQll• .. --..~ ;.i. ·,-'t'J'-~~-.. t ·~ . ,.··~ . .,. .. diziom locali,'ond'.è clre qaella milza già ipc.rlrouzzata fatta pur . " . . ' ess'afede Ldi on lavo1'io•'opp. oslb, si rammollisse e·spappolassa· ~ ~ conservanao ' par sempre col,l'aum'enlo·di .sao·volame anche le ' note'càratter-Micìie del pr!3cedente abndt me sviluppo pareuchimatòso, 'iperfrofico'? . • 'Glì aufor-i,.disse'il D.·kgn'etli parlano di' èOogèstione e ·non d'ipertrofia? Molli in verilà notano semplicemenfoTàumerilo di volarne cl'èll!l milz_à , e sé non ricordano così l'ipertrofia, nòn fànno ·ueppur ce'r:11io ,.~li•.conge11fionè, Vàllei.x; Brettonneali ci r{imm-entano casi' d'aumento ·1f:..r,14, d' 1t5-·del vofome; co.me può un v.i,scere aQmelila're per effetto di semplice congestione 1 in. si fatta misura.senza. che il tessuto prenda parte all'.allivo· 'PF!)C~s~_o:~i·c~i è ~e~e;;oon ,f}~v,enga,~~gli ,~bJrgnqer*. materiali nalritizii che.lo P.,erc,9,r-ro~od l n.1~11:~ttf vità,, (u~fion~le eh~ ne:con11egae, .una condizfone facife ed opportuna a'increm~nto e dHi?ert:.o~c~ ~no svn~p.rr:i/ ifertrofia soventes'acco~pa~na con aumento aella consis.tenza de1l'organo, è cioè con rnduri_[!'.letito; ma.talvolta, coine ·apponto ric.ordano gli autori, è ·còn· ramnioUinientQ, spappolamenlo; si che ricòrr~no per indi~re q11es\a.~ondizi~ne àd lln CO!)frontò' p_a ra;onando il colore • e ,!'~spetto <:t,èl'tcssùto spicnico·alla fec~la' di "i'1;10-; ~d è questo precisamente il caso mio. Il ~ott. Agnelli parlò invece di .te~suto caenilìcato, epatizzato, persi~o ·d'. ossificazione; ml permetta però·che i'o alla mia volfa fifìu'ti qu~sti falli, mi permetta che gli ,dicà noii t-rath1rsi ili ·questi c~si più di vera ipertr'ofìa,,.ma di òcn più profonde alterazioni, di vere dege.neraztoni diitessuto e norl dì· semplice incr:C.mérlto del lessato pareo,cliimatosq, c.arat.t ore della pura e vera i per.trofia. Non può ac,ca<l~re·1q,-sp·appolain.ento d'un ·parenchima ipèrtrofico? e non polrebb'e·ssero un effetto cadaverico? Ct'!}Veilhier parlahdo d,ella (ì,as,tro-en\erit~ metp)>.ra!!.ac'.eà- r if~r.isce agli elletii cadaverici il r,ammoll!m_ento pul(ac,eo della !lll/-Cosa. A,,n~ral pare in modq ideatic.;o _int~rpreta qaei fatti; pe~chè no,n.J~ stesso potrà accad~re d.~11~ milz;t, e ~pecialm.ep.te in,una. li!alattìa nella. quale pel.predorninio di fenomeni àtassico,a'dinami'of la dissoluzione del ca.d avere succede ra.piàis~i~a e con g;and·e rapidita progredisce? Forse il ricocàa.r e ·in questi fa(ti-gÌi eifètfi cadaverici, non è poi tanto fuori di ~l't)posito. ~
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•lo nony credo 'qa,indi' d'aver errato, ricordando ciò che bo' vedqto; sono fatti, nè facil' cosa è condannare i fatti.. Del resto chi 11,on sa quanta iatlu~nza su d' una roalallia ha~uo i. siti, le stagioni, il:ge~io epidemico dominarlte ; cbi non vide <;olle più diligenti e intelligenti car~, non poteri talfiata salvare più d'un settimo-dei gravemente feriti, mo.ntre la.l'altra c()Jla maggior tra·scuraoza non se ne perde che 1120? non è quindi a stupire 1se nel cadim,re non si troYino sempi:e Je stesse lesioni. Al postatto ,p oi parmi oziosa atfatlo .pel pratico la qn.esticn~,.se Ja milza sia nella febbre 'lifoidea·sempli~emente con·g~slio~ata·o sì veràmente ipertrofica.» · Il doti. AgnettLrispondendinl dott.'Alfurno esclude !(intenzione, che iras~arirebbe dàlle parole di:questi, a·· avere voluto
-~g rare ona questione di parole, e d'aver quasi vol~to dire ohe JiiìJertrofia 1icordata dal dott. Alfurno, fosse un suo trova,.to,. appoggiandosi ai {alti propri ed all'autorità di ta(ti ~li autor{. . ·10; eglrdlòe opino in oiò/ c{i ,tralta{!s\\, .~~tlW~g~io ai 1 fattfilfostraH dai rnicfograti'pìù accr~i:lilaJi e t"e~eg.~: Cfie sia questione ozfosa non parmi quando rillelt.o alle differenze es• senziali tra le due conJizioni; dMano infatli ,!a congestione e l'ipertrofia tra'loro, per l'essenza, pel modo di proclozioµe e per e[rttìod esiti, nè iati dilfe;enze ~enbranmi'tantg..1nntifi, oziose:e-lli semplici parole. '!,a ~on~e~1on, è a~u,t~. l_1pe,rvo~ iia,~i or9isce inveqe \ont<!- !' _te4tii,~ent!l ~r;oMe~si~~,, sia.,che. ciò accada· per vero nrocesso •flogistico o p_er semph~\\ PJOf.e.~so Jlus,,ionario àl>iiuaÌe. :E l'ipeHfofia pe( continuo p,,r-0gre,sivo aomento . deU~'ceHul; pa·re:i'ol}irnatose, po_trr ;~nrrt la carnificazione, J'epatizzazio~e d{l. tess~to ? N_on_sWlEb~, anzi non è q-ueslo l'elfetlo dell1iper(rofi~1 e quindi ~ t~?sulo per tal modq'barnifioato, epati7.zato non potrà di~~i ,!Pcrirofìzzatq? da~ condizioni di co.nge• Ffoalmente)a di!J:'ereoza.J"ra le , I ijll /'!W l slione semplice e ti~ ,una ipertrofia, mag~i,01;t, .e P,}Jl,,iJP,,PJ.lr\al!le di'Veota.,. ~~· poo~i rj~sso alla c91·a, che ò Ì~J ero diy,ersissima,, facile' lieil'tin caso', ditiicilissl'ma nell'altro, lunga ed incerl1,1. • • A i! Un viscere ipertrofico, e specialmente la milza pnò bensì.in on .,, t ... . . "' punto . pan:ìahnente divenir sede di raP,1mollime~~o, fof, limitatam~nt~ spappolarsi, roa nqn è g~ari j>Ossibile od a,mmi~sihile c~e ciò succeda in lol~lità! ogni caso non più rim;,irebhero ,... ' •~ ..t i l J ' ~ ; . 'ij ' superstiti le traccie del p11micro s·tat,o, DO'[} più abba~t.anza.,l,lla-1 .. • . \. ~ ;;J.. \. ' "'· 1i: f "'> ' oifeati nè-sareb)1ero 1 segbi pcoprii sostituiti .dai éar,atteristici ~ ~~ i.egni ,folla novella co'IÌdiziorie che quelli ioteramen.tj? a'(re~bc cancellati e distratti. lo po1 non ammello che la col)gestione aculn possa dare l'ipertrofia; ~on, l'ammelto in,m:incipio, e non l'accetto tanfo più per la f.!)librç. fifoidca, dove il :><!ngue p,ecca ne' sa~i.èlemi:nti no_lritivi, çJove l'e~seuza.,. U oarattece predomin~nt'l dcll1~ malf ttia sl~ , ~!\ process~ d?plasiiuaµte, ~papNelle febbri tifoidee le copg~s.tìoni clw poJatore,, distru!tor.e. . .. t'' accadono sono congestioni venose; l'ipertrolìa. h~ in.vece pei; base, vere congestioni attive, ar,teriose. Ch~ del resto tale qoe: stione non sia grave nelle affezioni lifojdi, già graYi per sè tanto, ben lo vegg9, ma non parmi si possa dis.èonoscere possa aneli.te averein'ontaaciò una certa pMtii,lapratica; in ogni mqdo avrehbe interesse e valoro riferw1dola ad allri casi ne'quali 1,a disti1faione fr,;1 la Cf og~stione ~ l'j~e,rtrn!ia splenica. RO,.ò a,vel'l,I invece on v·alore dir~tto ed esse.nzia.le.• li professore Perosino ricordando cvme il _o. Alfa,rno nel notevole a omento del volarne della !Dìlza aqbia volato vedere una condizion.e; necessaria deU'iperii:o.fia, c9me cioè egli .non sappia :miegarsi,come . ciò possa succ.eclere s~nz~ iperu:olìa, rioo~.t:a pel' ispiegare,i;iuel .concetto. ?g_li .~semp\ d~su.n!l 9~1111:'R!ltolo'gia com(?ar,aJ.~. N~~li .anj1l)ali,J~cile, J"aptda,, gra.vj11_s_im;i Qrdisq.esi l'cmorpi.esi sp\~n)ca; iit una m~laitia 4lQC,pil) ,speci·fiUol!Dleiaf.tetta la.specie b<?vina, la ll!aJa,ttia. così deLtl\,lJ(ojdea.d~l.sangue, narra egli, a~cadeva io poc'1e ore un ing_ori(!.enorme della milza ; sempre qnesto ingorgo accompag11a 1$1aeJla co.ndizione morbosa1 che pur insorge rapidissima, ed in, poche cr..e uccide. Nella ~bbre tifoidea v'h~ certainente· piulosto.1 ten,denz~ alla CO(\g~stione che ad on proce.sso iP,erl~ofwo. A119ral,,dj9.p.,egcl;i.,,e • Gaxarct, i quo li amme.Uot10 cllç se~nre in .q,uella n;iilJ~lliaè il sangue à.lterato; negli animali I.osi è 11ie<>oo,scioto esser.e qu~lle febbrj malattie del saq~e; i visceri venosi µon pos~no-sgorgarsene, non p9ssono sgravarsi d'an saugue_l,llteralo ~ difil>rioato, e le- congel~toni più o meno gravi, piçi o menq rapide necessariamente insorgono. E prendendo poi occasione di rispondere all'ioterpelh1oza· del cav. Arella che ·gli domandava su quali dati fondava e per quall conslata-va ègli' l'aiterazione
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del sangue, il professore Perosino ricorda l'aotorilà e l'esperienza 1él BecqnereU, dd ,yidral, dol Gavaret, e Jìnalmente i recenti ~Arori del Berchal che t.utti ammettono e dimostrarono i'lel Saogoe, la dfminazjOnA dèJla fibrina~' l'alteral'alterazidile ;• I f '( t zione profonda della. sua crasi. Questi falli' confermano egli dice, l'idea che l'aomen'to ·del vohi~e dell'o~gano sptJnico, tanto ricco di sangue, avveng~ per congestioni -venose passive. Gli 'Osserva,_rispondendogli il D. Àlfurno, che egli' non disse avvenire cfuetl•aumento dèl · volume ne' primi giorni deÌla malattia, ma nel secòndo o terzo settenario: se nella p~ima seltimàna V'era qaalche aoménto, era q!lOStO ben maggi~fe nella, 1 tèrza' e'·cioaita seffimnòa, melilre dal 25:mo al ~b:q1·ò'gior~o milzà ril'ornava allo staio· qual i' natnràle, senza pe.rò' è'scluder.e un leggier grado di iperll·ofia; ciò è appunto che lo convio'se traltars1 di vera ipertrofia, a stadio avanzato della malattia, e non di·semplico congestione. llà g nindi la, parol..1 il 'D . Aime. • L' identità, eg[i òic11, gel Ufo è de Ila febbre !ifoiJea é un errore, :nè soTo~ aìi orrore di dottr%.&, ma dannoso ne.Ila pratìca, perchè dann6'sC),alli cifra. Io credo potervi , o e.gregi. ci lleghi, provare essere quelle dne condizioni affatto disparate, distinte per caratteri. J!ropril, essenziali. L'Accatiemia di me_dfoina di Parigi nef!855 proponeva un concorso sulla questione della iaentilà o non identità del tifo e della febbre tifoidea, o nel i837 p(e~iava una memori·a di_ Gaullier, di Claubry che copchiudeva. ped; identità dello dùe malatlie, e'd un lavoro di i\ionlault èhe riusciva ~ COnc1asiQnf piuttosto cou'trarie, e JH'OVÒ in' lal guisa di noq volersi pronu!lziare fra le dae opinioni, lasclan,do la questione anCdra-iliso!uLa. lolanto l'opinione del Claabry venne generalménte abbraciatà. A.oche Lindoozy che osservo o credeUe osse1·vare il tifo a Reims, creòè(le all'idonlilà cli qoesla malattia e del.la febbre (if~idea. Fleory e PelJicot,cbo osservarono, al bas,oo Tòlo,n~, il vei;o tifo, ,!mp1rnnlli·oq9 Jn;eoe que!f'ìdentìlà. Fdr11et, diet~o nn'epiclemio d( tifo"(la. lui osseryala nèlla_c:1sa d t dìteozione a,,Slrashar:go d~ u~o d~_i ~i~ caldi sosteniloii dell'identifà pas,ò' all'idea della. non identità : t ?i'.on è però che in questi ul~imi tempi che sgraziatamente si poté· oss'e rvare il tifo au ampia scala! io Oriente quest,epidomi~ re~navil io tutte le annate' r!\cenaone Jagrimevòle strage, e fii' qui cbc'si ~otè oss.ervare du vicfoo._ racfogliere o sturli&rifì'fattl e melter'e la qoé.s1iò'ne novel lumènl~ 'in: c~)itJÌ<', cbn 'isp'erabza di giungern alla diilìcilo §ua'solazio;é. É ùiet/o nna si'propizia ed ampio. occasiono rli o~~crvazionc cho moltissimi e distintissimi medici, speri.1lmente roi!ilarf,. ~i p,ronu nciarono per la dilferenza tra le doe essenzi ìi~ll!l dne. _ _ ~·· r T",Y 1 &"' grav:ss1me a . ez1on1. e.I.I , .O e I~ f~b~rc tifoidea <liversjficano lra di lqM' r\>.~tq, 1~o!tttc~ .e.ssen:r.iali r:iP,porli: per l'etiologia e perJa. sìntql'J)a~ tolog)a, pe1 cors9 e durata pella malattia, rne~· la te,·apeqtica,. ~~ , u1 per le alterazioni cadaveriche c).le nell'uno e nell!.altra ben. ciiverse ~ costnnt1 ri°pvengonsi.~ie caase deuo eia~ ' ma1au1e. SOD(! div~rsjssime, eh~ la f~bbre tifoidea riconos,ce delle 1;8U,~e. disponenti, che maijcano invece a[aUo nel tiéo.~ispoJJgono rtR.hr~ tÌf~ii'le,a l'clà, •la· ~osi!,tuzi'one od aVri · !»'tclifìpat~r~ ind{Yict!l,à'li .stalicì. li tifo il'\OD prefedsce ett o-coslìtp~ion.e aunl• i·O-lfJU·•fjf 10( t ..., : , , t ,.i~~•f", ~ .t s1asf. La[èobi;e fifoid~iì se coJpisce o.P.aò CQ~ire tatH,,indj~l\p.· lameole, ba però on'el~ di elezione, dai 15 ai 30 aoni, e prima e più l~ngamente imperve~sa sulle coslilazioui. robuste', poi sulle medie e con minor foria sulle deboli. li tifo invece non ha elezione nè d'età, nè di costiluzione. La febbre ti(oidea riconosce d·ellc cause occasionali e moltissime, con:ie u~'. insol~zione prolungata, inlluenze morali, disordini ~lete~ed, ecc. Il tifo invece riconosce per causa on principio o miasma che Dasce
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-jO dall'agglomeramento, nn miasm!l animale, mentre che tutte le altro cause noo prodncon·o il µto. La causa del tifo è no coo 1 tagio, anzi è emine.oteinent~ contagioso, . mentre ~on si P l!_ò ammet!,ere, non vI_può.essere contagio n ella Cebl>r!! ~ifoidea.• Qai· per l' ora gfà fatdJI il.p~esideote scioglie l'adunanza, rimandandh la continuazione doll'argomentaziooo de.I D. Aime )I ' 1 alla, veolUf9,sedata. GENOVl\, -- P.o.slQ,JerJ!lflle iill.a lettura. 4,e t,procesio,,\;,erbale, ,de)la,seduta pr~ced~t1\E\, ed anprov.ato 1 il sig. Brc) rqe~t~ , ~er~pde a P.W~are alla conos~enza dell'ad\lna.,uza n,ya ciféQ!are def Consiglio. S_operiqr_e llililc)r,e di Sao~tit ~all'obbligo ,che inoo~be jodisliptamente a talli gli addelli al pr esidio, ~iano,m edici, farma,cisti e veteTin~ri, d' intervenireallo Conferenze scieuliflcbe con a,•verteoza che saranno notati in margine dei relativi ~tocessfverÌìalì' i nomi o dei presenti e degli assent.i. Poscia siccome la Divisione di qu esta Piazza lia ordinato che sia presentata la No.la di tatti quegli individui che si repatarono.su:Scelfibill di essere softoposli alla rassegna di rimando,, cosi ri'cblama alla mente la Circo lare, del !\li nistero della ·Guerra, j~ da ta del 5 .gennaio 1858, 1:olla qua le so no indicat~ le norme (]ietro le qaar'i d.ehbono es~ere estesi i certificati co',qaall , p.poggiar voglionsi le r~ative proposte alla detta ra~segpa. Io <Seguito impre~e ~ .r.ammemo rare g,li obblighi principali che corrono agli onlciali sanitari in ordine specialmente ai var stàtt che debbonsi trasmettere lii Consiglio Saperior~ Militare d t Sanità, ì quàli sonò divisi in 3 ordini, mensu1IÌ cioè, s~mestrali ed annua li, bene ~peraPdc che ciascuno noumani;hetebb(l al compito proprio. A questo ponto il sig. Dott. Cairo chiese .Ja parola per espl'imore ' Oli SUO èl.o$idério, Ch~ amerebbe fosse !rad otto in aHO Egli osservava cbe srccoine. ìl Regolamentò di disciplina ed i ,Codice farmaceutico fanno già parte déita sappelletlile niedjca dei Sanitari, e che per converso pochissimi di questi posseggono in proprio i1Rego1i;111ento pcl Reclutamcnt.o, ·negolamento • '4'! el quaTe occorre farne ·s pesse volle oso e di diversa maniera~ e che por consegu!}nza ~e no lamenta continuamente Ja privazìon~; cosi egli propone che sia indiriziata o oa dimanda al l\finìstero dolla Guerra pyr l' inlcrmezzo del Consiglio S1,1~erior 0 1\lilitare df Sanità, onao ciasd1edou sauilario n~ riceva ,eirJ 'u{licio uoa copia. P~ho al slg. Jott. 'l'arrone iofernpestiv~ la r,ropòstu, no'n peréb,è es.sa nòo fosse utile, m-a pèl riflesso \ih,c cias<;l1eduno dovrebbe già esserne provveduto. Qualche -altro respingeva tale proposi-a per la ragione che \' 0 n'hà sompi:e uno p r~sso ciasched uo Reggimento. Il sig. dott. Cairo ripigliò, che oon laJll i medici sono pres.c;o i reggimenti da qual i poter prendere il volume aesiderato, e che quesli stes~i c'he, SOl!O addetti all'Ospedale Divisionario, ch e por nna aualoga ragione potrebbero avei-lo dall'animfoistn1zione di qu esto, non è sempre in loro facoltà di poterlo chiedere ed olfooere. Il perehè riforna con maggiore enetgia sollaproposta fa tto, eclinsta che sia fnoltrata, riconosciuta !a'sònima necessità nella quale si trova ciasc'un sanit11rio d'esser~ provveduto, cd inteode' che 1o ;i olleng~ . 1 I con ·totte e appe_nd'ièr-agginnte dòpo la primitiva pubblicazione. A tale insistenza del dolt. Ca1re sembrò la maggioranza ~munire alla di lai p,roposta, mostrando per allrò èhè, dayanli alle svariate ritenzioni me~sili che subiscono gli stipendi, ed aeU altri oneri indispensabili ai qoali deve sottostare il Corpo s anitario mil:1are, sarebbe desiderabile che le cop ie del sodd otto Regolamento slÌ[ìleclutamento potessero ottenersi gratuitamente, siccome lieve componso a que i vantaggi che furono tolti ai mediéi nella loro qualìtà di periti sanitari durante i Consigli provinciali dellè nuove Leve. 1 ~ a discussio:-ie proposta dal <loti. Cairo aperse la via a farne
allra di non ll!}oort.· imp_or tan.zi:. Si notò c?me _presso molti reggimenli 1 Pili successivo variarsi dei medici, p,el continuo sca~bio !li , goer'iìjgign~ .è venata,,~ mancare Ja ~ a.9c,qlla degli obblighi pri.ncip~I!. cf\!. incombono ai rispettivi medici, non che i modelll dff,ditr~ir,ep~i statì cbenell'nnno dévo n.o i noltrarsi al Consislio 1\lilitaro di Sanità , resi questi' ullimi ' l' 1Saperiore ;1.') "!i- (}.t'.,..._ 1J l. f I .. ~ a~che di~e t_os i per, ~o-~~rssiv~l ~?di ~p,azìo?fi~t~o4,ot[~. ~~t(!.~DO ai medesimi. Il percl1e, esp"ones1 if desiderio che veng,h faltl\ ristamp'a e <legli 6bfili~lÌ.ì 's'a\;iJari e dei inoa;H{ s~ccen'uat i e c~e ne' _s1ano_ifiviàlè t~n~ co~ié, ~bo una ne'~,e~~,/~~-f ~ a~i 'd,i c,asc_un me~co~_e ~~e-~llra ~1?3a~gapermanent\l press~ cia!c\ln reggimento 10 ogm evenfnahta dt mancanza da par te dei medici. E per secondo 'sì osservò il desiderjo che fosse dato compi~ ~ooto ;;Ila Racl;o'it:a delle Leggi, Circolari e Dis,Posizioni che regolodo_i! ser viiil ed il personale sanitario raccolta là stampa t ~ ' ... della qnalevenoe 'ipìziat~ anteriormenlealla guerta dellaCrimea, venneI interrolta• con rincr,escimento e e che pel fatto Ìdi q'u'esl;i. ... ·\ discapito dbgli ùfficii)Ji ..sanHari. ~ f",
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i"i..ESSANbRfA, ~ ' Plfimai'a là lelta1:ll det_processo ver~ale della sedula, antecedente, ed appl'ovato, 11Presidente fà osservare ( ' I ·lt• ' > ] all'adonanz.r, cne essenai) ornai alla Une. pefl'anuo a.bhisoaneI 'l ' i .. t0 ' rebbe second O"il re~~lamcnto, adaivenjr e alla nomina di a~ se~relario, e sollo-segr etario dell~ Conferenze, avendo q aeJli che attualmente ten~ono tale foozioM lermìua to il loro tempo. lfessa perciò iii voti dell'adunanza fa detta nomina, vennero rìelelti li stessi; éioè il dott. Giacomelt1 medico di reggimento quale segrefa~io e i1 dolt. Pizzorno medico di balté!gliÒne, vicese.g retario, i ~ù~li riu'g razfano l'adooanza dell'onore !oro per ben due Volle co'tupar-tito. Terminato qgest:o 'incombente, il Presldentoa pr.oposilo d'una 1 memoria _d èl dott: Quagli.no stampata negli ultimi fascicoli degli Annali di medicina ùell' Omodel, fa a lcune os~ervazìoni sulla utilità grande de11'ottalmoscopio per la diagnosi delle malattie interne dell'occbio;.al !JOale riguardo il dolt. Giacume!ti fa osservate che parlantlo dello stesso, cado io accon cjo non solo ma non s i può a meno di le-ner conto esplicito del fosfeno , ~ dellesoe varietà, siccome _quelli che conducono in morfo immedinto e diretto, ed a malgrado della presema df oslacoii materia li esistenti nell'interno o nell'este rno dell'occhio alfa conoscenza delle alfeziooi frequenti de l sistemil ner'vosQ cerobrooculare . Laddove in tai casi Pòllulmosòopiosofo o non giova, o giòva a ben pooo, e sofo che per via d'induzione. Così qu ando il corpo vitreo ha in parte perduta la sua trasparenza, q uando è opaco il crislallioo, ed esiste ipoem~, o ipopio nè!la camera anteriore, ovvero si tratta d'amaurosi d'origl nc profonda, l}roveniente cioè dalla lesione del cbiasma dei nervi olttci, e del cellvello istesso, l'otlalmoscopio o riesce on istrumento pressocbè iooUle, o inntHe affatto, e talora anche fallace. l'IIeotrechè colt'eécilarsi la .sensibilità fosfe nica, gi ottengono immediatameote, è senza oso d'istromento, col solo dito leggermente pol'tatoì;e messo sulla sclerotica, dei dati pr~cisi sullo stato interrro, dell'o~clìio, dei' nervi ottici, o del cèrvellò, e· per anche conoscere le le~ioni della vista, non che averne precisè indicazioni terapeutiche. ' Ricorda infine il doli. Gfacometti, cbe intorno al fosreno venne pubblicata per sunto. nel nostro Giornale <li Medicio'U Militare ana memoria del dotf, Serres d'Uge, il quale n e ebbe a parlare diffasamente,e a dimostrarne tutfa l' otilità.rratica jr, occasione del Congresso Otlaloiologico di Bro xel ~s. Dopo questo il Presidente poso fine alla seduta. L'UZZA. -lfanto nella 1a (1) quanto nella 2• seàata del mese-
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0) La re(ai:io.ne·,Ùlla 1n;imp, conferen,a , fu per inavvertenza omeua nei numeri 1 e 2 del giornale di que,t'anM:
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di x.bre la discussione si raggirò fatotoo al caso di 'febbre gastrico-ntr1>osa, letta dal D. Viale io precedente se~ota volendo gli uni, 'i l O. Macaggi in ispecie, che si tra.tasse di vera febbre.tìfoidea: e sostebendo per·cootro il D.1Viàle che là sintom:atologia eù il corso della maiàtlitl in, discorso •noti' e}a110 quali soglì-00 osservarsi nella fehbbne li,foidea-; ma bensì quali si osservaoq nella gastrico-nervosa. Posto 'fine a questa discussione ocçupavasi l'Ad1mail~a di cose intei;w • del gabinetto, il segretaro cassiere· rendeva Nella i a conferenza tenutasi nello spedale milit~re conto della gestione~dèi fond1, ctié' inètrntrava la generale apdi Alessandria per il mose di dicembre p0 p'!} il dot· provazione. tor~ Gjacometti, allndca-.-ad ,una ,ruomorla' de.i ,dottore. S'carobja:•tansi poS'Clil•frll al~Ur]ÌJil:llìnb'l'i alcune·OSSorV;1ZÌOll Ì stilla rinnovàzione.delle nssociazinni, e sulla scelta dei giornali Quaglino, stampal,a nel Giornale dell'On:iodei, (fascipel presente anno, fudi passavàsi alla nomina dei iégretari. colo di agosto e settembre 4858, pag. 426) i'ntorno Risultavano ad unan.imHà cli voti eletti a segretario il medico grande utilità dell' Ottalmoscopio, fe: notare come• alla di reggimento o. Moro, ed a ·maggiorariza a vico segrelaro il nella cura delle malattie oculari se il medico può D. Macaggi, e ad acclamazione rfonovasi l'invito al sìg. Barotvarrc veramente utile ,partito di cosiffattRfil!timcnto. 1>er~ di conlinnaro ud occuparsi cfo!le fonzfo,:ii 'di s.egrelal'ocassiere,.ca'i•aderiva <li• boòngrado .,1e11 singolar Vùlo ,di Jìd11cia· ò però cosa ,in~ispeusal.)ile· accordare ·molto valore espl'cssagli da tutli' i. aollcgbi . . al fosforo ed alle sue. varietà, perocchè molti casi Compiuti questi incumb.ènti ti prcsidealo l('accoma odava ai occorrono in cui il primo a poco od a nnUa giova, suoi col!èghi di proseguife C\ln , tutt' animo a compier esaltaed il secondo in vece rivela M n facilità la vera mente il loro manQaJo, ed a g~reggìare di .jmpegno pel buon andameµto tielle confe,:cnze,;·pel ·qual intento rinnova·ior.o di origine del1e lesioni della vista, e condoce piu facilraccogl~ere o~~erv.a1.ion/ , di comnnica,·e le storie dei .casi mente ad appròpriato metodo curativo ('l),. (l,ratici pi,(1, rìt(:,vanti, di victindevol~onte,sca1I1biar.si H frollo Per~uasi noi che, pure stando le osse1wate riflesdel.la p1:~1~rja .espericnz\l, e ad occuparsi di tutti quegli a11gosioni del aottore diacometti, 10 storoscopio sarà per· menti chi han r-0pporl.o colla scienza, col seryizio, e col miglior render eminenti servizii nella diagnosi deHe malattie essere del soldato. Poslo fine al suo dir~, sc'ioglieva la.sedata. CAGLIART. - La Conferenza scientifica del giorno sedici oculari, ma specialmente nei giudizii cb~ il.medico dell;ultimo scorso decembre non potò aver luogo s!ante l'asmilitare è chiamato a pronunziare in merito alle vario senza .della maggior parte dei dqttorjaom;indali ad assistere ai ottalmopat.ie degli inscritti di leva e dei milrtari riforConsigli di Uva delle provincie ,:\' l sili, lgle3ias, Orislano·o mç1ti,. credemmo cosa utile riprodul're p~r intiero Laiiusei. NOVARA. - Letto cd app.rovato con leggieto mod.iiìcazioni quella parte de1Vacceni1ato articolo che riguarda l'us o il processo ve1·bale della aulecodente seduta, questa incomincia <lell' ottalmoscopio. con alcune reciproclle dilacidazioni tra il sig. Presidente ed il D. Ri va intorno alla autopsia del Mioardl, dopo di che il PresiL'imporlanle influonzadell'otlalmoscopo non si estende dllf!;-te medesimo pre_ga il dott. Riva a volerne redi.gpre la storia, solamenle al cliagnosiico delle malallie ed ~Ila cura di e gli ufficiali sani lari lotti a rammentar beoo quei fatti e a farn e esse, ma sta per rendere eziandio segnalali servigi anche le debite consideiazloni, ~ffinchè· una storia così ir,nportanto aila nièùi'cinh pt1bblicn, specialmente nei giudizi i d'idoneità non passi sen'za che si fafrcia'soggeUodi ben dirette discnssioni. pel servi7.io militare. Continua il sig. Presidente i:ammenlando il dovere di rÌnnovare per !'anno , enturo gli abbnonamenli pei gìornàli, e dopo La miop·,a, che cosliluisce uno dei liloli ùi esenzione avere parlàto sulla imporlanza scienlifica od utilità di ciascuno dal servizio militare, poò essere facilmeole simulata coldi quelli, &i è convenalo ooanimamcnte di conservare tra i l'abituare gli occhi all'uso delle lenti concave assai forti (2) . giornali italiani: la Gamtta Llfedica 1,atiana éle§li Stati Sardi, Quando il coscritto legge a piccola distanza cogir occhiali il Giornale di Medicina iWilitare, la Ganetta Medica delt' Accadr esperim<1nlo, P,SSO ha daio p,rova sufficiente del suo di ''dpmi'lr,· il Giornate di 0ttalrnologia con l'acqoisto dell'anno che rèu.o. Ora eh\ potrebbe coi· soli crherii esterni e razionali sla 1per finire; in,fioe il Giornate Omodei: quanto ai giornali francesi, invece dell'Union Dféài.cale, si prenderanno: la Gagiudicare se tale miopia leng.a piullosto ad uno sforzo di sttte i,fédicate de Lyon, il Journal de Chi mie Médicale e la adattamento dcll.'occbio, oppure ad una maggiore densHà • Pre,se Médieale de Belgq, Quanto a giornali ioglesi il A!edfoo dei mezzi .rifrangenti di esso, o ad altra anomalia q1,1aluoDivisio~~le.c.h eha conoscenza di quella lingua, a vrebb~si assunto boo volent~eriAi faFne dei sunti· ai suoi c;ollegbi;.ma la circo- · que del bnlbo?Sf laroenle l'ef,ame oltalmoscopic_o p,uò dar, fino ~d un certo runlo, la certezza obbiettiva d~I graclo di stanza che giornali ~odici inglesi nou esistono sull'elenco porefrazionedei meiii diollrici. Infalli,se osservando i1.foudo stale e che quindi bisognerebbe farli giungere con meizo pri valo .di molto costo, consigliò a smj!tterne il pensiero. Essendo l'ora !arda è sciolta l'adunanza. (t) Vedi le cooferonze di questo medesimo numero. (2) Questa circostanza molto bene nota ai Medici lfilitari, fa già dal dottore Al forno specialmente accennata in un sµo articolo, pubblicato \n questo Giornale, pag. 41, ai 6 di seltem· hre 185~. '
PAR1'E TERZA
~'uo occhio col sem2lice ottalmoscopio sì ve<lonò tosto i v&si coronarii colla stessa facililà con cui si possono discernere jo un occhio perfettame nte normale coll'aiuto della lente convessa, si ha glà un forte motivo per a'ln· mettere la r~aJe, esistenza è ella miopìa. E se os-servando colla lente convessa, appare-assai picco!a la. papilla ottica, si avrà uo'altra ragione per confermare lo stesso· giudizio. Deve poi aumentarsi il convinoimen-to quando, volendosi esaminare il fondo dell'occhio ad immagine diritta, abhisognioo. leoti mòlto concave ed un grande. sforzò di adallamento da parte dell'osservatore per veder bene le immagini d~Ua retina; iroperocchè è certo che quanto è maggior~ il\;grado .di miopia .dell'occhio os.seryato, -mag:giormen(~, .oonl)'.ave dovranno essere lé lenti adDperale dall'osse~v,at,oie e maggiore lo sforzo di adattam.ento che gli sarà ne;<;.es~.~rio.• p~r.ben dis,tingue11e gli ogg.et.t i del fondò dell'occhio. La miopia sospettala all:appoggio di cpiesU daU, si· do· 0 -vrà amrnettei: quando si ri;-• . ~ ~ ~ (ìon quasi assoluta.certezza . r scontri àJ lato ip}er.no e tutto all'intornQ d°ella papilla il -cosi dello stafiloma 11ostel'iore ad info1s,amento posteriore della scle-rotica. . ~ Si dovrà. invece dubrtaré, che la mjo'pia l~nga àd uno , , . I .sforzo di adaLLamento o dd un esercizio abitua men le forzato delle lenti confave, qUinfdb ~ancando nell'occhio ì caratteri· esterni soliti·a riscontrarsi nei miopi, non constino all'esame oltalmoscopico i dati di !cui abbiamo fallo parola'. Iii.oltre per esimersi dagli obblighi di coscrizione -0 per altri fini diversi s,i possono !)-CCus_ arft particolari alterazioni 'dhis\a ed amaurosi'co1)1plete di' 110 occhio, che ponno rralmente esistere od e~sere sim~1ate, seni.i che all'esame esterno dell'occhio, appaiaQ,o caratte-ri sufficienti per ammetterle o per negarle, ' Lo strabismo dell'occhio affetto, lq rnìdriasi, il color1lo sporco del fòndo oculare, r '1mmoblliULdell'ìride..sono1 è vero, caràtleri che qualéhe volta rivelano la perdit~"totale della facollà visiva; ma tali segni :mancano spesso anche nei casi di amaurosi in cui la retina conservit ancora un'oscura percezione di luce, meolro ess'i possono esistere fodipen.dentemente da uno slato amauròliéo nei casi di paralisi del 3° pajo e n~11a midriasi semplice idiopatica. Nelle amaurosi invec·e pet distacco estesissimo della retina COO emiopia, O con abolizione quasi totale della Tisla, in q~_elle che dipendono da emorragie che occupano lo sp~• zìo rlella i11acula littèa, O da' piécole emorragie diffuse, O da essudali linfati ci dellh relina alquant'o .esfosi o molteplici, noi abbiamo .osservato che la pÙpilta cnns.erva la propria reg:olarilà e mobililà presso ~ come· nello · stato normale. Ora chi potrebbe dimostrare amaurotici tali occhi s-enza il p-oderoso so_ccorso dello speccnio oculare? In molli altri casi la pupilla è·regolare e mobile, eppure l'occhio è amaurotico, sia per atrofia avanzata ~ella papilla del neno ottic;, sia per malattia ..del nervo stesso.
In tali "circostanze si riscontrano· coll'otla:lmoscopio la con, essi(à o la concavi là della papilla, jJ coloramento madreperlaceo della di lei superficie, l'atiofia dei vasi coronarii, od allre•alterazioni proprie a convincere,che la retina od iJ ner vo ollico non sono più atti alle loro funzioni. (Annali U.niyersali di medLcina. Volome,1&5. Fascicolo di ago-
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sètle.m'hré 185S. Pag. 436).
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Cas,i rari. - li doli . Schub.ert r4 oc0Qt.~1 ,i d.uo seguenti .f.1.tti singolarissi.mi. Uu uomo, 'cìopo ~n vivo alterco con persopa autorevole, beveUe molla ac,gvavile, e s9omparve di casa. Era cjrca il mezzogiorno. Pérsuasi i suoi famigliari ch:e fosse andato a dormire, 110_11 s.e ne preser~ èura. Verso Je selle ore di sera sua n10g1ie lo rjnvel)IÌe io cantina coj collo tagliato, lutto nuotante. nel -proprio·sangue, ,co_n un rasoio presso di luL CirC.à ti:e ore dopo il doti. Schubert' lo vedeva giacenle in una camera sopra un mucchio cli paglia, pallido come un cadavere , freddo e.-senza polsj. La ferita trasversale,eslendévasi ·da un angoio all'a!LroHl'eHa masgella inferi~re-, fa lrachea 1er-a idleramente Lagliata appena-sollo la t·aringo, e il suo pezzo inferiore non era più visibile. Anche l' es·ofago sembrava interamente tagliato, ma avend'ovi il dott. S. intromesso il dito, polè conoscere che ri' ·era rimasta tagliala solamenle--la parte anl~riore. l'fon -potè assicurarsi se fosse stata tagliala una dello carotidi. L'unico segno di vita era un debolissimo movimento respiratorio che ·rinnova-vasi tre o quatt.ro volle in Uff minuro, il qùalc movitnenlo era reso manifesto da soffii ascendenti e dal rendersi visibile il pezzo inferiore della trachea tagliata. Non usciva più saugue. Fattolo \ rasporté\re in lelln, dichiarò io{1Lile ogni soccorso, e ~e _n'andò a cena. Poco dopo quei di casa pregarono il dolt. S. di_ cucir!;! almeno l'esterna ferita, per rende.re meno orribile l'aspetto dell'infelice, ma egli visitalo nuovam•ente il ieri lo, e trovatolo nel medesimo stato, si rifiu~o di fare la .cuçiLura, riputando perdul~ ogn! spe-· ranr,a dj ricuperar.e il t~pino. App.~na partito il Dot~ore, il ferito, /iavutosi.alquanLQ, mosse le braccia, ebbe il respiro più- frequente~ più forte, e fu preso da fg rle .Los.se. Itu~ ,ore .<lopo, il ferito per. -...ia di .segni, fece c.ahoscere che :volcya.scrivcr.e. e ricev.uto I' ooconeote , scrisse birra - avutane di bianca, ne bevetle nove bo Uiglie in un!ora e me.zzo. Qualt.1;0 settimane dopo questo uomo slàva be11issirno, • polevti parlare facilmente, e dalla ferilcl) percleva una porzione cli alimenti mollo minore che nei prìmi quattordici giorni, pa-ssali altri q-uattordi·C'I· giorni, e' quindi· sei seUimanè, d'apo l'avve11~mento, il, 'dimore $. vide quesL' uoìnu che Meva l'aspetto d' un fanlasima. Pareva che g\j ·mancasse -il co llo, e che il capo fosse 'attaccato,a:lle spane p'e'r mezzo tlei iungfii "capelli neri, la ' faccia eta del còlore della cera. La·voce ~veva netta e forte, e a~siturava di sentirsi ·benissimo. Al lato sinìslro della tr,achea vedevasi una piccola fcrìla d~lla larghcz:t.a d'un pisello e profonda, dalla quale usciva ancora qualche piccola porzione degli alimenti eh~ ioghioliiva. l\lediantè ùna forte soluzione di nitrato d'argento, in U. giorni si chiuse anche quel foro, e qùeU'uomo, quantun-
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que pallidissimo, guarì perfetta.mente, dice\'.a di sentirsi benissimo. Il doll. S. fa osservare che quesL'uomo er~ un pessimo soggetto, e che tutti, perfino sua moglie, desideravano che fosse morto ! li medesi mo doU. S. fu chiamato ù'nà volta a vedere una (lonna affetta la ernia crurale str~zzata. Praticati inutilmente i nunzi ili r,itluzipne, propose l'oper-.rìione alla quale l'·ammalatarifiuUJssi decis!iment~, c,licendo 'cliè .-vo~ leva piultos\o' morir.e. 11 dottore S. ~abbandonò qu111d1 al suo destino. Uo 'aJ)no,dopo questa stessa donna si presen~ò nuova.mente al. dollor.e S. p~r ~verne un c~rtificato per un suo figlio coscrillo, e gh raceoalò che 11 suo tumore era guarito, che si era subilo trovata me$1io, se non che dopo d'allor.a le feci le uscivano, non più dal l'ano, ma dal stto,'1Jve si era fo rmalo il tumore. Cinque anni dopo H çlolf. ·$. vide nuovamente questa donn4, e seppe da lei cHe l'ap~r,Lura al ventre si , era chiusa, e che. andava nuovamente di corpo per l'ano . Non aveva mai falla cura di sorta .. Jt.uestesià.locale ottenuta eon.la compressione per Uestrazione dei denti. - Non vo-
li mitiamo a r accomandare l'esperimento di un processO" che può risparmiare vi~issimi dolori. (Dalla Gazz. !led. /tal. Stati Sardi}.
VARlET~4 Non tornerà co~a afidllO ioulile registrar io quest~ Giornale _come per ell'elto del concentramento di truppe stalo testè ordinato La brigala Piemonte in Nizza sia stata traslocata a Novi il suoi pinloroi; La brigala Aosla ed il primo. ballaglionedei Bérsa.glieri dalla Sarqegoa.a Tortona e dintorni ; La brigata Casale dalla Savoia a Valenza e di(l;lorni; · Il settimo baltagUo.ne Bersaglieri da Aosta a ·Chivasso-; Il quinto id. id. da Cuneo a l\lonoalieri; .Il sesto id. id .. da Cuneo a Race-0nigi.
lendo esporre i pazienti alla influenza non sempre innocua del cloroformio, lrallandosì di un'operazione di sì lieve momento, e non pertanto assai dolorosa, qual è l'estrazione dì un dente, domanda. il dolt. Moreau perchè L'Elenco nomininalivo del Corpo. Sanitario-Militare-. siasi abbandonalo g,uel mezzo di ollenere l'anestesia lopubblicalo nel!' aotecede.nte , numero di questo O,iorMle cale già. preconizzato dai chirurghi inglesi Beli ed Hunter, i'1 quale consiste n·ella compressione dei nervi eh.e si debbe essere rettificato come infra: diramano al dentè ·affetto. Certamente di r'i'sponde, per I medici di reggimento signori dottori D.oPONt ·ed Anla difficoltà di eseguirla nel maggior numero dei casi. Ma ecco un distinto pratiGo di Parigi, il <loLL. Jacowski, che »BN!l stati collocati ai no. 3 f' t dei meclìci 'di reggimento di second°a classe, dèhbono invece essere collocati ai . dimanda nuovamente a questa compressione abbandonata il mezzo di abotire il dolore nell'estrazione denlaria, ~nn. 1 e~. ed i dottori SoLLNAS e F1ssoaB ai o.i 3 e 4. e come avviene quasi sempre, una osservazione delle più Al nome di Bossi museppe, veterinario io primo, debbe aggiungersi il Lilolo di Professot·e provinciale di veterisemplici lo ha messo sulla via di raggi ungere l'intento. Il dotl. Jacowski avendo osservato che chi soffre odonlal,zaria, del quale titolo il medesimo è insignito sino dall' gia ti;ova sollievo nel fare una compressione con le sue mani' verso le orecchie, h.:\ cre..duto che stabilendo una anno 48' 2· valida compressione al davanti de.li' orecchio, ed anche Dopo il veterinario· ìn primo sig. CASTIOLrON(, viene il sull'antilrago si ollerrebbc l'insensibili tà. L'esperienza signor.BEccnrs Giovanni Antonio, il quale fu dimenucato corrispose io piii casi alla sua aspettali.va. A tal u,op~ ei ,• appieno cosi nel ri.dello Elenco come in quello pubblicato si serve dr un semplicissimo compressore, il quale connel 48!$8. siste io una lama di acciaio elastica, ricurva in cerchio e muoila alle due estremità di due prominenze di avorjo o metallo, di forma olivare , od anche a superficie piana. Questo compressore elastico si a9plica nella parte poBIBIAIOGIU.FIA. steriore della tesla, per modo che le· due prominenze suaccennate corrispondano ai conddtti auditivi, o meglio ancora al davanti delle orecchie. Che avviene allora? La MANUALE DI PATOLOGIA E TERAPii\ SPECIALE compressione non può esercitarsi direttamente sui ne·rvi muscolari, opponendovisi la loro disposizione analom ica . l\EDA'JTO D.lt PROF, VtRCHOW Fra l'arlicolaiiooe temporo-mascellare e l'antilrago, trovasi il nervo auri colo-temporale, branca del mascellare Colla collaborazioue dei professori Bamberger, Griesinger, inferiore. A.Ila compressione esercitala sa questa branca Basse, Hebra, Pitha, L,bert, Traube, Vogel Wintrick. è dovuto l'insensibilità? Ovvero la compressione del con Liihr, ecc. dotto auditivo v' influisce anch'essa per lo assorbimento ~radu.:zione italiana del doll. A~ONIO LONG,RI. che produce? Non presumiamo di dare la spiegazione di queslo fenomeno, contenti di esporre. un falto già conferQuantunque là traduzione d'un'opera di tà:rtto merito mato, e che si appal~sà a;sai semplicemente. Attendendo pratico abbia prontamente ottenuto l'appoggi<fdi molli dei che la cagione di questa -insensibilità sia b{ln stahilita, ci
]>.~iì' hèi nomi dèllà medièin.a ìtaliana, le sottoscrìzi.oni 6e-
·ces.sarie a coprire le spe~e ai stampa l anrio inolt'o lèritamente a:mue.ndo, ciò c)le; ne ril.ardél e mette in forse la pubblica~ione. Se .lr tèouissimo P!eZ:Z,0 al q:tfale si è ~().lllto i'ìdol.ta. q.u.~st'op,~rn ri~}1.içd,,e.,up_numero aiquanto yi'stoso di fir.m&per coprire le spese; il rnede'simo dovrebbe e~ser.e-·d:allra parte uno sti,mQ!o -agli stutli'o~i-di·accorrere pr(lnlaménle _alla chiamala, e procùrarsì co·n insensibile sbors.o il migliore.e.più recen~e·1'rà.Llato di Medicjna pratica cbe si conosca . .Per coloro1i quali ~lànrro in :forse pertem'a che ·quest'opeJtii -al :compime'nto della quale mancano ancora i ·trattati .delle malatti e esantematiche, della mente e dèi reni, valg~ il dire che si sono ricevute recentissime assicurazio.ni dell;i., prossima pubblicazione di quei L!'altaH. E .nel caso nòn pi:ev.~dibile, ch1essi non.venissero in luce, il tradultor~ vi $upplirà traducendo i trattati sudtlelti'±dallaibelliss; ma oper,a ~t~stè pubblicata dal celebre professbre Wum!~rlich. .f)ssendo tutti i singo.H trattali df qiìesfop'éra sù-ifti da professori diversi, 110n perderenbe -perciò nulli l'opera medesima, qu<1,ndo l'aalQre, sostituiio non ·sia di fama e m'e rìto inferiore a. quello primieramente promesso. 1laccomandiaufo a t~tli i medici studiosi, di mandare -prontamente ai, dol.t. Antònio Longhi-franca dirporstola· loro adessione a sì ·belja'produzione,a:ffi.ncbè·p~ssa essere al più presto (atta di comune dirillo. l.\e lettere non àffran.~aie saranno respjnt:e. 7
t:esto; c.ollocalllenlo in aspeU'a1i0va la-sede d'a.nzianilà dèl f:>reàetto'Doltore è' slata-ifas:porta\a ai' 22 di marto 1856, per cui nelrÈlenco del· Corpo -sanHm;i!) i:pil_it.are il D1ede: simo Lerràjmmediatamente dopo al·<lott. Quagliotti. Con' ~1.ll'9•:R,t ~1.e J;)ecrelo_deì :4's del corrente:. i;n:ç~e furono pure richiama.ti dall' as;p~Hati,va . 7ie1: .r icluzi9ne di cprpo,1~ desl,iJw,ti q prestare; temporaneo serviiio presso il Ja,h.oràlo.ri.o .nhjmioo:...far,ma'ceu;lico-.milila,:i:è- co·n paga ~ecror.:rei.tda,d'l1PSH 'del medesimo _mese·, j signq~i: ·Gfo~ilàno 'Mièhele, farmacista mHìtare di 1.a classe 'Dompè,t uigt, 'iil. id,. 2.a id. .1lnaass~.°A.l~ssariçlrp, icl'., id. 3.a. id .. I
ERRATA (:0RRIGE alla'lèttera di 'risp°o'sta• tlèl .ò~ttòr Cav. l'lfANAYRA, ,alllrrisposta dèl Dotlor 1G·w m'd.
ERRATA
CORRIGE
P.ag.' 'I, col. '1-~ lin. 3a,d,i l.Ui .
di lei'
lb.id. Jbid.
" 4a '?l'On s.i . tr,01112sse • 16 M<mè-h Pag. ·'1, col. 2a, ~ .3a cure,falli/e i'bid. .. !Pidem(a Ibid, • ·45 ta'c·hieae'sse lhid. 57 dèÙa 'lotta
r2
non vi 'si 'trovasse F.rank. · · ;!lJ1p,.ç(a~\\e ~pj demje.
le ·chièélesse dalla lotta
ANNUNZIO, :alBLIQG.R'.AFlCO
RIBERI Relative
Ono 1.•Uleenza.
1°· Al ·cancro. labhiale, con alcuni rapidi sguardi sui' mali· cancerosi; Siam-o lieti di registrare in quesio giornale. ciò cne i 2° ,Alla diff0rriiè e permanente'flessiboe dèi diti d.e'llà n-qstri leltqri avr1111no- gi.à..ilP,Pt.eso d,al Gioq1ale, :UJiii;iate, mano da ci.catTice; . vale a dire che il sìg. prof. cav. Cantù, sena.lo.rii del S0 k ~asi d'à'i)1putaziQ1ie t_ot~le d) in .d'ifo ·çei_ l~ rila-qo Regno ed ispeHore farmaceutico nel corpo sàuilario mio aeI pi,ege corr 1a _fornyazi.orie.p:,U~ femJ>o solo,pallila~e, fu eia S. 1\1: ai· 6 del volgente m:es(r,di genn:a:io promare o plantar~; mosso a C:om.1neudatorc delFordine ·dei ss. i\:I . e L. in . 4° Alla compri:l$~io.ne ,dig)fal~ n~ila .cura delle. aneurimunerazione.dei servigi' cb:'egli'sin qui presfò e contin.ua risme (comu.nfoilzioné fatta all'Accademia Medieoa prestare nella sua qualità di ·Yice-Presidenle del O~nCbin1rgica di T:orjn:o). U?'t ·vp1, cli ~'.l4,:Pif,ql11i(ZZO, 4i,~.2, ,?5 :per 1'or{rw, siglio delle Miniere. e çI.(L. ~ ? ,f.[5 ( fr(mqo _4{. ppita) per le provinci~!. Vendi~ile in ',forinq, dai por:tinai, della ,R, Università e dello. SJ)Odale .di S. GioYanni. IU~hiami ,tafi' A.s1aettativ11 Per, ·Je _pr.ovincie è· pèr \>Estero dall'a Djrezione del · g{o,r,nale di,1!1i1Jdi cjn,a· m.ilitare. · Per Reii.re Decreto in data delJi. 11 ùel volgente mese il sìg. Dott. Giacomo -G,uldò, medico d-ì Ballagliorie di 2_,a clas.s'e fu dall' as'pellahva .per mQlivi 4( fa.diigliri ricbi<imato ,\n servizio at(i.v,,o e .destinato. ali' 8.0 Eant.er.ia, a fa.r ,l~~po dai 16 (li questo s.}esso_.tJ}~s-~. .In seguit.o,a co-
mmre.Uor.e ì}oti. "Oav, ·A?RELLA,·Med .Div. l l.ViM)).irettare respo1)s. Doh. M'ANTEtL), r.Ied: di Bat. •
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Tip. Sn'balpiba
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di ZOl>J>lS e éornp. :....-,Via Alfieri N. 2,.
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'GIORNALE DlHIDIOINA IILITABE ~
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DEL CORPO SANITARIO DELL'ARll'ATA ·SAR.04
L'ass'ociazione non sì riceve. clìè peqm anno.e C!)mfncill col~ 0 'di:genn. Si· publiliC:a nel L~nedì di ciaschéda11a settimana.
jf.
Il pfezio d'associazi~ne· io Torino·è-,di L. 10, I.n Proviocfa ed all'Ester~, franco di pos\a L. J1 : SÌ p~g~ per sem·èstrì anticipali.
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So:m,u.nrn. - t,o_Doft. Luvno: Uendicontb e-breve esposiziò~e
, . E~be,e~Ji._d,a luogo t~mpo p~inJa ~df qutll'~poca. v.ari~ rnfez1on1 s1fihl1che locali s:empre \rasèur:ate, o· curate. allai. meglio; nè_mai fec.e per ess!:J. u_oa,cl!ra v·e-ramentfradicale~j piu,-a.nd_?, eglì sogg~~fo ~ reqidi_ve fl.ogosi del petto. . ·' 1 ;. Nu\l~ :vats.e.rq i- rim'.edi, \tlllç tentati onde éorr~ggère, JJ! 1?cJfio siiilitic~, e qull9 q~II~ li~i .t~herc.~l.àr,e, }1er~~è ih \,.:: J ~ !i n~~· ~~l\ ~ai so~~orlar~ 1 r:~~~.di,mtern!.~a)i come 1ill 1 . ijerçy110, il 1qduro d1 potass19, J;o1J0:a1 Jegalo di met~iiìzo,., 1 r _;2ill • ~(o!~F çur.a.era_r°P,pen,. i_~.co~in,ciata, cné. .1a s_i,. d~y~fa.. t·'b n, \ ~os,pendere perla grave 1~rita,z1one ga·stro-rnteslmalll che, ' • ,., ;.Jl~·NDIC.d~'IÌO 's, breve ·esf Q$~one d?~qsj pi~ ?~.q{~tJ;dli .s,ì 'òestav~, > . ciwati nella SezioneChinirgica ·dirétta dal dokt. 1 I b!,i,~~at~err~ pgco S0f f9-,q~'e! tO ~aSO;•p~rphf io.no.~ l'.elipi ,/> 1Lu,oo; 'Méà ...di Bctt·tg.g#one· d:_i ,1a · Classe, nei . sqt\rOCCh?O; :che ne'sh uHfll.ll g1pr~1 d1 'U\l, 1 6SllleHi;~· , .Q,u~n.do io;il vMi la prima volta oltre:all~ su,~spost~ !ei'\f~e' mesi ·di ottobrele11,o·vembr'e:-185:'"l, <> ~ • al tes~_ieolo $inistro ~vev.a ~gli"d.lie durì, e.<k~~~l!Si J~g,JJ·i i , . ' ~ '~, ai 1,ti .dello slerno! oh.e .poscia.:cangi,~r,~nsp a. •\S.C~ss)r!entf ' 1Erarmia-~lntenilq,_ne .di .asp~Lta;e sino al fine.di ,diQ~mhre e,on carie, allo s.terno, ed.alle coste simstr~ cotr)sp_QJ}tlenJi, per; dare que-sti e.eoni ~ulla ·Sezione Chirurgi-ca onde €°Ò!t;fi'attuta .di dued:i 'esse anen1ta-~~C?Llo.i.lr~quenl;i§jjm> ~vei:e daranti un,nte~1rdi pi-li, epp!!lrei'Ò' più, J~rga mo-s§~ ac~e_ssi di tosse perlinàce ~on .escrea(i yisco:si:e pnrurenli: di· osser.vazioni. Ma .sicoqm.e yei;so Ja·fine d~l noYembre A questo punto l'arte dovette dichiàrarsi impotente, e storso .prese ia- direzione d_ella Stzionelil .medico di R~gg. contentarsi di-<rendere. al malàt.o il meno che fosse posslD.·Valle, la eura_.di ;ragguagli'arvi de'c~si.notevoli .a;yye'bilè·pellosi gli -ultimi momenti. , I_luli in questp· mese YÒlentieri cedo a lui, che mo.lto meD'aìtronde egli non è che un ·caso ~e/. aggi~nge,r, a. q~~u glio il farà dj q.tlello che io non valga ·a.fare. · tanti e.be veggo~si Lull9dì, e:·.•he dimq_stran9 che. quandp ;rallo.i malatj in pumérò di '36 . il giorno 4o -cii otlòhre; m;1,p,rincipi10 infettante, e disorgi\f!i.zzator_e qu~le; il sifi.lHico~ntr:aJo.no ne1due 1'3iesi ·12!:>; morirono 3; uscirono· 4-30; ecHI -~ubereolotico hanno preso stanza nell'umana ecooom,ia, rimaserofo çurail.4ò. dicembre, 28. · sov!lalul!o se coli!). trascuranza.o colle :~ezze misure ~e Fra le ~alaUie dè' mo 11sciti; e de' 3. morti figurano: 16 ne f~'TQrì lo ~vilqppo, si arriva a ,que,l punlq, in ~11.i la- naa4eniti; 1.0 ascessi tra acuti, é- lenli; 9 erpeti; · 8 pia·gbe, t1:tra, per qµanlo sia, sorr.e.tt~•. ed ajutala dall'arte,- nulla 7 ferite; 6 otiti; t> orchili; 4 artriti; i distÒ-i:siòni; ,2 flempiù ,Pliò ~o.rilro ~ì yalrqo oem_ico, ·ed è glocoforz~ _c.h.' .el!a moni; 2 scot.tature; U inscritti dj nuova leva in osserce.da. . vazi.one. -Le,altre ft»'on cosa di poca enlilà; cioè foruncoli, s.tomatili'11ggere, ecc: · 2° Caso: Urrù Fran9esco soldato. nell'.8°, reggimento. dj fanteria entra,và all'ospedale il ~ 8 ottobre con un 'asè.eSSO' Vj furono ·Yll,ri casi di cari• alle ossa;· ma dessi . .sono frèddo al dorso del volume.- della. testa di urr neonato. Di •ompr~si nel quadro s.-esposlo,pai:le fra gli ase,sti lenti, parte fra le _piaghe,; temperamen1o linfatico, gracile e scròfoloso andò ~egl1 soggétto, quan\q seppe i~dicar.e, a recidive (ebbrii nt'èr, Ecc.o in qu'altro parcSlejJ qudro statistico. Orave,n'enèlo mittènti , le quan avevano !~scialo traccia del .loro pasa1 casi p~rlieolar~ p,arlei:ò in pJin;i11, ,de' tre ça~i - fa.tali, e sagg/o all'ad9on:Ìe ;'qel q.uàle si. ~entiv.anQ i principali ~jperc~è e~~j furono ~e,nza du.bbi!) i più gravi, ed 1~teres1cerj ipertrofizzati. sanl1, ~ _p-er Jaseì_are in· se~1,1ito. il èampo libero ai c{lsi favoi:evoli Q,nde ç_onforl_a,rci alquan.Lo deilo·scoraggiamenlo, -A)là. s.ua entra~a egli' era apiretico; il tµmqi:e era.freddo che .pplre~be pèr a_vventura nas'Ce.r.e in poi dal v,edere le ed i'oclolente. Diveniva un :POCO do}ent,e qp_apdo si·pr~men tante volte imp.olente og~i ·noslro-sforzo, e fallace ogni intorno alla sua base. A d~tfa. ~el ma!,~lo .~atava--<la. pi)).di mezzo dell'atle. due me1i, .e cominciò, ogµora ) ndolen,t:e,Jda -appena sen-: si bile, ·ed andò crescen~o dì giornq, jn giÒrno sino ud .acCasi fatali:· qliistarè. il volume c9nsidete.vol~ ,,.che allora aTeva., Non si lagnò mai del suo n:iale, nè si .fece:o.:isitare da ~I... 4° Caso. N.N. furiere'nel 4° règgimento di fanteria entrava il·3 marzo pèr orchi.te (suppurata in seguito) con ~c\lno,. ed il giorno prima d'entrare ~l}'osp~dale fece, aneora il suo turno di guardia . ipertrofia, e degenerazione del. lesti colo .sinistro. de;-casi più noÌevoli. corali nella Sezione cbirnrgica. 2.•.Rivista dei 6fornali:ScieolificL- 3° Var.ietà: Da:e pà• role di replica aHa repli'ca del cav:·l\IA-NAYRA.·- 4..0 Avvis·o.
PARTE PRUJ,A
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..Fu tosto· aperto il 1.umore, e si diede ugcita ad un mezio cellulare·compreso D'el -vasto cav-o·tle'11'asces-so sèompa-rso; le massé muscolari annerate, spappolate, corrose : carie litro di pus felante e denso framìnisto a fiocchi sangui· profonda ali-e lamine, ed apofisi traverse destre delle due colentj, nerastri e concreti. La cura generale c·onsistelle jn un blando, purgante ultime -vertebre cèrvicali, e delle cinque _prime do~sali : hra c.ost,iato di vel,).trf)} e bevanae di ~amai1~d..u. pe-r ~ ~re carie al~'a porzione _pl?_ste1;iore de}le sei pi!ime-.-p~ste1 di cùi. la 33 e t• corrose per più della metà del suo d.iametro primi giorni, e dieta. Si passò indi a limonate nitrate, ed al 4ec0Uo amaro con estratto cliinoideo ogni mattina, a coi v~si corrispondenti corrosi, e mancanti per un bel tralto. dieta nutriente oya, carne di vit~lo arrosto.e mezza ·vino. :La cura locale consisteva nell'ev.acuaro il pus, e nel Aper_tç lo speco vertebrale n~lla por~iOl!,e cariat~ si tenore la parl(l pulila con freq_uenti medicazioni. Furonp vide cli.e la carie aveva oltrepassato lo spessore deJr!.- la· falle a\cQ..oe iniezioni di tintura di iodio da prima allun· mina, ed il pr.ocesso .dis}rultore aveva di.già intaccali gli gala con.acqua, ed iruli pura-. Il pus che usciva ne' primi involucri del cordone rachjdeo, ma senza al.traversarne s_ioroi in, grand~ quantità andò via via di mi_oueodo sino lo spessore, intatta, i:estando la mi~olla spinale. Aperta Ja ca,-flà del p~tlo si -rinvennero i polmoni saaJ ~ o0 g!orno 'di malàUia, ed era fetente di quell!odore nissimi, smorti, vuoti ·di sangue. Il pi:ocesso distruttore particolare, che gli dà la carie. ~i era da due giorni incominciato ad amministrare il non avea oltrepassata la pleura costale, la quàle era accollata alla polmonare, Questa ultima.lesione.era,..io cit.edo, ioduro di l.)Olassio qu~ndo il malato, che fin allora non il risultato di antica pleurite, poichè il malato in questa -~•eva ma'i avulo reazione febbrile presenrn un accesso ultima malattia non P,resenlò il più loggiero sintorno di notturno tale da far t~meré _de'suoi giorni. Il mallìoo affezione di petto. ~imise, e gli si som~1ilisJraron 80 cenUgramnii di solfai-o di chi oina scìolLo per J>occa, ea egual dose per clistere, Nel rompere le coste,onde aprire la cavità del petto tre di ,es-se presentarono come un piccolo ascesso nella ,;terchè a:veva rigetlal!), la seconq.~ metà ~en~·~rima so1uloro sostanza spugnosa contenente una gocci.ola di pus " 2ione. Bevande tamat.indate, e ghiacciò internamente, cui prendeva i;nollo volontieri, ed anzi era quasi la sola cosa giallastro, o denrn. Lo sterno p-resenlò pure due di tali ascessi. · èhe volesse prendere ì1 malato, i1 quale era coii~inuamente Nell'add.ome ipertrofia del fégato.,e. deUa milza r leg• tormentatq :da sete i·i:iestinguibile:ton ariait~ ~Ila bocèa. , Fu pure -faU.a una 'applicazione di ru-ignalte alla regrone giera iniezione mesenteriea, ed intestinale,. -0el fegato, che era dolente, e fumido: dieta, brodi. Al vedere tante, e cosi gravi lesioni restammo sorpresi coJne il inalato avesse. potuto vivere tanto, e· sopraltullo Al merisS,10 ebbe un nuovo accesso, che durò fino al -mattin_o se~uente. Intanto !a 'sup.P,urazion~ locale cessò , che egli,. benchè ~racile e di ,debole oosti,tll1l~one1 a"es~e potuto .s0p·pottare <fUel lento la\i.orlo dii disbruzio11e cl;te q,uasi del t-ullo; le.labbra dell'a_per~ra dell'asc;esso,5i fece;:o da ben lungo tempo lo travagliav-a, e conlìnuare il s:erTiolac~e; la base del tumore dolenlissima; l'odore di carie vizio sino ·quasi alla vigilia della•sua morte. -venne sostituito da odore pronunciato di gangrena. 3.° Caso . Martignone Aless~Q.dro trombeltiiere nel <z.0 La febbr_e si fece continua èon P,Olsi piccoli, ·auri 1 e fre· Reggimento di ,Fanteri'a veni·vai, tra:sportat'O , in questo -quentissimi: si praticarono, unto la sera l'altro il mattino, S'pedale il giorno 49 selt&mbre, ed alle qre 5 -di sera per. due piccoli salassi. ferite riportale (a quanto riferivano coloro Gne l' accoruMa quesli non si pç~erooo fare che di qualche oncia, pagnav.ano)in una rissa.Ù\'Ì ven iva dal medico cli ~uar-dia percbè il malato appena uscito un po' 'di sangue veniva DoLtor Quagliolli Losìo. medicato.. ,, preso da tale deliquio da non poterlo far riavere che diffi~ Nella prima medi,ca2:ione, ed ·ispezione vengono rilecilm ente, e Ja seconda volta dopo piil df dieci minuti. . vale le seguenti lesioni (·1): Solite bevande, e ghiaccio internamente, e localmen\e 4. Una ferita sul capo rappresentata da una linea, che jniezioni, lavature, ~ ba~ni di liq_\l;ore del Labar-a~e, e partendo al ·disopra, ed al davantHlel tràgò dell'oreccliio frequenti medicazioni. Qùesto stato di cos·~ <l\irò due sini$Lro,si innalza in..direzione quasi vèrlìcale_, e per la giorni, e cessalo il pro-cesso gangreooso la parte disorgaestensione di selle centimetri e mezzo circa sin sulla. ·nizzalà sì -separò, -ea usciva sfinita, ed in ·fiocchi coi gobba parietale corrispondente. Questa ferita è costituita liquidi che si iniellav-ano pet I-avare la cavità dell'ascesso. dalla di.v,tsiòne d.èlle· parli •molli, in bas&o; e s?perior· l\l_l/1 m,edic;i~ione èlel roatliuo s-eguente l''appare'cchio mente per l'estensione di due centim'etri circa •da· taglio era. asciutto. li tumore, che fi n dal giorno d'éll"a'pèrtura era delìe parti' molli, e .da divisione· lineare del parietale. scompars,o per dar luogo ad una borsa tlaccid.11 ricom· 2.o. Parimenti sul _capo, e nella par.te posteriorè deslra. _parve piµ volum_inoJo, e pi,ù t_eso d'allora. D.all'apertura in dir~zfone obliqua da Uo-stm a sinislra, e dall'·e$terrlo f~ceva capolin9 un grumo conb:eto di san;'!~: ,Si d,oveLte a:ll'interno sulla parte corrispondènle della gobba parte, d1lat~la alquanto per dare uscita-a tanto sangue coagu· lato 10 quél cavo. Ciò fallo si p'ralicò una semplice medi· tale una seconda' férita lineare dèll'-estensione df quattro cazione con compressione leggera ohde tenlaré di impecentimetri con taglio delle parli molli, e leggera solcatura d,e-11' osso. • dire una-nuova emoraggia. (Una più forte pressione non poteva essera soppo_rtala dal1' ammalalo pel grande dolore 3° A_ tre dita trasverso al di sollo d'ell'artrcotà~i~ne che gli cagionavà.) l\fa"inv-ano, clìe )a· sera era rlcomparso omerç-radio-cubilale sil)isira s.ulla parte posieriore inil tumore,, e cos,i il matti no seguen'le, sicchè il .malatf> in I d-ue-giorni mori , ,( !) ~el qescrivere lç.f~file p:l~ so,n tervito ,d,ef ~al}p,o~t~ io Coll'apertura cada.\'eriea s1 ririvenne ìullo il tessuto ·' propos1!0.esteso dal IY:>Hcr Qu,oghotli. · 0
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terna del cubito una terza ferita trasversale con taglio de' tessuti molli che coprono !~osso, e frattura dell'osso stesso. Q1,1este ferìle furono riconosciute fin d'allora pìuttosto gravi; e, tali da non# polere stabilire a·ptimo aspetto un fohdàto pro'nbstìco; epperciò il 'gi\idizio sllll'iroportanza di esse f~ riservato.a_più maturo 'esame, ed a cura inoltrata. · Antecedentemente il mafato, che era di temperamento · sanguigno epatico, e dj robusta cosliluiione rien ebbe a soffrire malattia dì entità, e da poi che era al servizio non fil ' che una volta allo sp~da'w p_e:i sino ca gastrica. La cl.ira· fù qualè la ri·cbie.d'eva il ca.so enérgièamente anliflo011islica 'con as,oluta àstinenza dai cibi ( t ). La cura Jocale consistè ne'so1i rimeài agglutioalivi semplici sulle ferite al capo, ed adatto bendaggio al braccio, e bagni freddi. Pochis~im~ e quasi nulla fu Ja .reazione traumatic~ ; e l'•nèTaÌnènto delle ferite non presentò rlulla di particolare; ti'afine· che si doveUe toccare col nitrato d'argento cinque o sei volle le carni ~esuberanti, che si formavano alla ferita al cape n. ~ .. Le coie andarono continuamente migliorando jo modo che al~ 5° glorno di malattia. si potè concedere al malato il quarto di razjone. Da.ques!ogioro9 in fino al 28.0 di malattia liitto andò regolar~ente, e la ferita. n., 2 al capo era perfeUamente cicalri•Lzala; .al bi:accio il callo incominciato, e la (erJta delle parli mòlli perfettamente gual'ila; la ferita o. ~ (quella ohe senza dubbio era la più grave) eta -Gicatriziata nella sua parte inferiore per una buona metà, e nel restanle presentava un bellissimo a,speUo, ~carni ·buone, pochissima suppurazione, nessuna , scoperhira d'osso. C'erava!Ìlo lusingati di poter nob solo guarire il nostro ferito, ma di guarirlo in più breve spazio di tempo, che non l'avessimo a lulla prima polul.O sperare. Quando la sera del 2-9.mo giorno di malallia il nostro malat-0 fa preso da una Yioleote febbre con pertinace vomito bilioso, la quàle durò sino al mattino, seguente. Alla viiita mallutina egli pr.~se1>tava, un colore ·itterico marcato a tutta la pelle, iniez.ioneitlerica alle sclerotiche, dolori al ventre, allo costipalo..... La febbre rimis.e alquanto verso le 8 del mattino per losto accrescere di nuovo oella sera, e nolle seguente, e durare ora più, ora meno inlenso aino al 38.mo giorno di malattia. io cui il ferito mor1. lndagand!) le cause di questo disse$lO sopravenJito, ed interrogato il malato se avesse fallo qualche disoréline, dapprima egli negò, ma poscia confessò egli slesso di essersi procurato varie volte clandestinament.e de' cibi, ed in non poca quantità avuto. ì'iguardo al suo st!!,lo di malattia (j) Di più ei non vote..-a assolutamente stare in (t) La cara dal Pri~cipjQ t11fi.no al 6 bltQbre fa diretta dal medico di .r!)ggimneto D, Za.vatt~o ,. e fino alla fiqe ~a.i Consigli dal medico divisionale della R. Marina, o. Verde, il quale ogni giorno assisteva alla medicaziQne. (2) Era da tre giorQi che mangiava (oltre alla mezza dì pollot e mezza vino, che gli veniva dietro la ·prescrizione mediea somministrata) ona mezza razione ordinaria.
letto tranquillo, e ad ogni momento geUava in aria le coperte. Dal gjorno in cui ebbe quesLa esacerbazione si rifiatò di prendere la maggior parte dei rimedi ammioi· stratìgli, ~ non pren?eva che ~uelli cui era io certo modo, forzat!). d1 trangugiare dalla p.reseoza ,del medico cu! rd·nle. A-nii la sua ostinazione a nou voler prendere rimedio di sorta giunse al punto da mettersi egli le di.la nella-gpla per rigellare quello che gli si era fatto prende-re. In tatto questo tempo non presentò egli alcun sioloma di affezione cerebrale, o meningea, tranne negli ullimi istanti di vita, in cui ebbe un po• di delirio forse esag~raLo,ancbe do.I suo carattere irrequieto ed irascibile. Da -suppurazione oell'unfoa ferita aperta ·a1.scfv.ragiuogere d~lle fehbre non cessò, chè anzi si fece un p·o1 più sensibjle e .crebbe verso gli ullimi giorni quando sj fu. sero le carni di nuova formazione e rima!e allo scope,rto il margine dell'osso ·taglialo. La cura io lulLi questi giorni consi,tè nel· far con.ti.,., nu~men.t& prendere ,ghidccio per bocca in pezz~tU all' ammalato (s.ola cosa cb,e egli veramcnt!l prendesse~; qq emulsione di .olio di ricino, ohe non si potè in modo, aJ.. cuno fargli assaggiare, un clistere purgante e dQe salassi il primo giorno. In seguHO' due applicazioni ili mignatte alla regjooe del fegato, qµalcbe clistere empllieqte e due dosi di solfalo di chinina sciollo (non prese), [e-mulsi.Qni s~!Jl~lici, ed altri rimedi cui noo enu;nero, p~ri::h~Tilmmalato non ne pre~e che. poco o punto. Necroscopia. Abito esterna del corpo: Col-0re iltericQ marcato a lulla la superficie cutanea, ed alle sclerotiche. Al capo la ferita o. 1 cicatrizzala nella metà infe,riore, nell'allra parte ridotta a larghezza pressochè ljneare; il bordo posteriore dell'osso tagliato, alquanto scoperto, ed appena p'fù rilevalo del bordo anteriore: ht ferita num. 2 ·cicatrizzata. Al braccio la ferita cutanea chiusa ed H cubito fratturato. Nel cranio: Le meningi e I' encef~lo nulla presentano di particolare a notarsi, nessun travasamento ne' ventricoli. Sulla superficie interna do-Ila teca cranìana io corrispondenz~ della fe ri ta num. 2 non si osserva Jesiaoe di sorta: in corrisponden,za della ferita num. 4 si os.serva una fessura lineare comunicaote còll' esterno l'\lnga uo, centimetro e mezzo in.circa con frattura raggiata della lalilina interna del parietale corrispondente- al lalo posteriore della ferila, e della superficie di un centimetro per cinquanta millimetri. Stando però la lamina interna così fratturata io silo ed unita alla diploe. Al ò.iso\to di questa.fratturua.ggiata, e per egual }ratto la s1,1perficie craniana dalla meninge è eoperla da un leggeJo st11ato albumino-fibrinoso non aderente stando essa membrana. io i.sLalo normale. Cat;ilà del petlo: Nulla da notarsi io particolare. Cavità àell!addome: Ventricolo zeppo di bile, mucosa, iniettata. Intestini e mesenterio iniettatissimi, con'lutli i
n~ sera che preced6tte la febbre sopravvenuta 'mangiò duo mezze(ordiJ)arie, oltre la solita razione. :Notisì che era da più giorni;cbe non andava più di corpo, cosa, coi egli non volle mai accasare, bencbè ad ogni' visita rosse con iostanza su di ciò interrQgato. Per talla &cus_a ci disse, che ciò fece per timore di essere messo alla dieta, i\Ialh1teso timore, che ('gli pagò col tributo della ,·ila.
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-$egni di sofferta Oogpsi. ~lilza_ip·erlt:,ofica,iep.pa di·.§aogue, ed alquan!o indnf.ata. Fegatp ip,erlr,~fico,. ~ presE)?tante alla snà faccia connssa due tu morelli grigio - ~cllp della. forma e.grosseiza di un uovo di colomba. Incisiqµestì,si cadde irLdue cav.er,Ae capa.ci di un uov,o ,di gallina, zeppe di pu& denso, e.fetenlissimo. Vescica biliare ip,erlrofizzata, e piena di bile. _ · AtJambraccio sinistro: In cordspondenza della ferita, :pelle e,par,ti D1olli cical.rizzatc. Gubito fratturato con appena visibili i segni ·di pregresso callo. Conclusioni Jfedito-tegali: La prima questione ed ess.enziale che scaturisce io ordine legale, si è di saP.ere J. -quale sia la causa immediata della morte del nostro ferito. . Vediamo quale possa essere .... Fra tuLLe le lesioni state colla necroscopia rile\7ate toccanti gli organi corri.spondenti, e ·circumatn'biéuti alle ferite, hesslina ve 'o' ·ha che dir si possa mortale: ed esse tulle insieme sommale, non possono essere sufficiente causa di morle. Dunciue la caus.a immediata della morte del nostro fe• •rito, devesi attribuire alla gravissima flogosi addominale, ed ai suoi esili. Seconda q~estiooe non meno dell'altra. importante si è: òelermibare se questa tlogo·si sia conseguenza direlLa, ,delle ferite; ovvero se da altra causa possa essa dipendere. Per poter asseriro con cerlezza almeno morale che l'affezione addomìnale pel noslro caso, ~ipende dalle ferite io modo diretto, bisognerebbe provare una di !lueste · ire cose, cioè: 4°,O che LuLte le ferite contuse, 9. fraiiure s,i(lno,seguile da tali·affezioni viscerali' ; 2° Od almeno dimostrare come ciò sia proceduto nel nostro caso ; od (io termini più chiari) dimostrate. come abbia fatto l'a lesione esterna per produrre que' guasti viscerali: e ciò fare io modo certo, ed incontrovertibile, e oon con ipotesi ed astratte leorie. 3° O finalmente cfimo~.trare. che nel çaso in qµestione non ci fu altra causa qualunque capace di determinare la malattia viscerale. La prim a,ipoLesi viene smen·Lila dai falli. Poiéhè è vero pur troppo che non infrequenti sl>no i casii di ·ascessi viscerali, ed in prima linea del fegato, do(lo le ferite, accompagnate da cooLusiooe, ed anche in ispecie di quelle del capo; ma fortunatamente molti più sono i casi in cui ciò non succede. Anzi sono dagli autori riforjte ben molte ossetvaiioni di fe-rite, con molteplice frattura delle ossa del cranio,. e perfino di schiacciamenti dell.a teca cranìana (casi senza dubbio·mollò più gr:avi che non quello in queslione) state guarite p.erfellamente. Quanto alla seconda ipotesi cerchiamo, servendosi anche all'uopo délla- g1.1ida de' Maestri, di darci ragi<lne della .relazione che possano avere le susseguile intìammazionLylscerali colle lesioni esterne. Diremo noi che \'Ì fu metastasi? Ma _questa ipolesi non :istà, perchè la sola feri(a aperta all'epoca in .cui venne io iscena la al!ezion~ viscerale dava una suppl}razioue ,q,uasi nulla, e dopo l'avvenuta epatite lungi da.I re.stare asciutta;. cowinciò -realroente•a suppurare. Diremo con Velpeau che vi fu assorbimento purulento, per cui il pus col mezzo del circolo sia stato tra-
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spprl.ato.n_ell'organo in cui dopo morte il ritrovammo? Neppure questa ipotesi sta.per le.ragioni stesse 6ra dette. Ci contenteremo noi della parola simpatia, colla qaale 13icha\ e Desault pretendono dimoslrare la simultaneità della lesione vis.cerale colla traumaticaì E li seguiremo noi' nel loro delir!o, quando essi vi fanno trapelare gli umori attraverso i nostri tessuLi, come aUra\;erso d'un corpo spttgnoso '! Non ,regge n~ppur~ la ipoteosi di Cruveilhicr, che cioè gli ascessi viscerali siano il.risultalo di una flebile locale consecutiva ad una flebile dell'organo ferito; poichè noi non ebbi mo nè al c.apo, nè al hrbaccio del nostro ferito ad osservar.e alcuna traccia di 0e ile. Eppai quand'anche avessimo tale flebi te osservata., ecèhè perciò? Sarebbe sufficiente motivo per dire che la fle_bile d~I capo, o del braccio abbia generala quella viscerale·? Non parlo dell'idea di Que.;nay, che cioè l'affezione viscerale sia stata prodolla dalla febbre traumatica ;_poicbè nel ·caso in questione quasi nulla fu qµesta ,reazione, e quando none in campo··1a malallia'add'ominale era da beo più di venLi giorni, che il mala~o era apiretico, e digeriva perfellamenta. Tulle queste ipotesi saranno bellisst'me, e potranno sostenersi da valenti ingegni quali sono quelli che le imagin-arono, ed essere credute anche da molli sommi, e da ma-ggìor numero di illusi, e credenti in verba magistri. 1\fa lraltanù'osi del noslt'·o caso di queslio'ne molto grave, mi conlenterèi di domandarvi: Chi è di voi che appoggiato a queste speciose, e (lasciatemi così éhiamarle) romànticlie teorie, vorrà far pesare tutta la risponsabilità della morte del tiostro ferito sul capo di C,/J[ui '(comunque reo) 'che il feriva. Serrier piil calmo osservatore dice in p.roposit9: questi ascessi sopravengoqo spesso negli spedali malgi:ado Lutte le cure che si abbiano degli ammalali, i quali sovente irragionevoli sono, e commettono di nascosto disordini di regime, che aume·nlano naturalmente' lo stato, f~bbrilo (nel nostro caso lo causarono) ed influiscono sull'andamento della malattia. Con queste riflessioni.io cretto d'avere abbastanza dimostralo come non· possa sussistere la seconda Ìpotesi più sopra formulata, chb cioè l'epalile sia conseguenza diretta delle ferite. • Quanto· alla terza ipotesi è <lessa di oiun v~lore nei nostro caso, poichè i disordini commessi dall'ammalato sono causa più èhe sufficiente dj lale malattia. In conseguen1.a io mi credo autorizzalo a conçhiudere; . che causa immeèliata della flogosi viscerale, e delle Lristi conseguenze furono i rinnovati disordini detrammalato commessi. Qual relazione. adunque avranno. le ferite .·colla causa immediata della morte'! Terza questione legale, cui risponderò con queste poche riflessioni. Certaìnen le che se il nostro malato non trovavasi ferito, e da m:oHi giorni a letto, e debilitato dé!gli s·travìzi da lui commessi non avrebbero portala in lui una entero-epatite tale · da torlo di mezzo. Ma è altresì verissimo, che fino a tanto che egli si attenne alle prescrizioni déll'arte tutto andava a seconda in modo da avere egli già due ferite cicatrizzate, ed una frattura col callo wollo avanti ; e la 0
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lena ferita (gravissima) chiusa oltre alla melà, e nel resto ridotta a pochissima cosa, cioè lineare, di buon -aspetto, con nessuna·scoperlura d'osso, buone carni, poca, o nulla suppurazjone per cui tulio ci .dava a C!ledere, eh.e essa in po'cbi giorni avrebbe dotu.lo chiudersi. ,In consegu-enza benchè le fe i;ite possanp avere influito sull'affezi.one addominale, esse ci'ò fecero ir.i.modo remoto, ed fodiretlo. Riassumendo credo di polere con tulta coscienza, e morale certetia conohiudere.,che: 4° Causa immediata della morte del poslro ferito fu la entero-epatite pas~ala ad esili.. 2° Causa immediata, e detet;nJìnante questaentero-epalile furono i dis.ordini dall'ammalalo commessi. 3° Le ferite non hanno ch'e una relazione lontana, ed indiretta colla morte del nostro ferito. Casi favorevoli. Ora venendo all'esposizione d~'casi. favorevoli, mi limiterò a darvi un ragguaglio generico per maggior parte di essi, e per n'"on rendermi tedioso, ed inutile ciarlatore parlando di alcuni di essi più notevllli li descriverò per summa eapila non toccando c.he i punti più salienti. E ciò cercherò di Care nèl modo più breve che mi sia possibile. Adeniti. Le adeniti per la màggior parte inguinali poco presen~arono di rilevante. Cinque.di esse 'furono trattate col metodo del Malapert, e qnattro si risolvettero in pochi giorni, l'altra passò a suppur~zione. Altre tre si risolvettero coi sanguisugi locali,-e bagni freddi cootinu~li per qualche tempo susseguili da eomf}ressione continuata. 'Due già suppuranti al giorno dell'eolrata furono lasciate senza aprirle sino a tanto che .la ghi;rndola non fosse <l&t tutto fusa, riduécndo così il tumore in un ascesso. Aper~o questo con due piccole incisioni si eTaouò del Lutto il pus, e,si lavò la cavità dell'ascesso con acqua tiepida. Ciò fatto si pralicò la compressione. Ventiquattr'ore dopo si ripe. teva la stessa medicazione, e guarirono l'una io quaU ro l'altra in .sei giorni dopo Faperlura. In tre altri casi nessun metodo di cura semplicemente locale es·sendo valevole a guarirli si dovette ricorrere ali~ cura ·interna col sublimàto; benchè gli ammalati assi curassero di non aver mai avute ulceri.sifilitiche, e con queslo finirono con risolversi senza quasi ak,una medicazione locale. Gli altri casi furono di poca importanza, e piutlos t o ingorghi del tessuto cellulare circuruambiente le ghian (loie, che veri} adeniti. Ascessi. I casi di asce~si acuti furono cose di poca en lità. Tra i quattro casi ài ascessi lenli, di uno die~i in alto la storia (Urrù); due altri sèn'Za complicanze gµarìrono i,n pochi dì colla iniezione di tintura di iodio e comp~essione. Il quarlo caso oe l'offri il sol1ato Cicuri Gi usepre del 7 ° di J)'a.nt. entrato .allo speda.le il 18 agosto per asce~so lento alla.faccia al dissolto dell'occhio siùistro. Di temperamento linfatico, gracile di costituzione, con disposizione alla strurua andò egli soggetto al pari dj molti de'suoi compaesani (Sardi)'a recidive febbri intermillen li, di cui portava con sè qualche ricordo a\ ventre, ehe era piultosto tumescenle alta regione del fegato, e specialmente a quella della milz.a. ·
In tutto il tempo che fu allo spedale non ebbe mai reazione febbrile, ed è per questo che aggiunto alla considerazioni della sua costituzione piultosto malandata fu sorretto ogoéra C'on cibi nutrienti e col vino. · Per tutta, cura·locale ci contènlammo di aprire il,tumore.· evacuàJ~ il pus, ed inieltare tintura di iodio allungata di tanto io tanto, e coprire la piccola apertura con cerotto adesivo. Non fu che alla fine della cura che si fece qualche ini~r.iooe di tintura dì iodio pura, che destò un'infiammazione adesiva . . Dopo qualche giorno della sua entrata allo spedale fa sqltoposto alla cura interna dell'idriodato di potassa amministrato sciolto iu sufficieqte quantità di acqua edulcorata. ed incominciando da piccole dosi. Per ben tre volle si dovette sospendere per qualche giorno l'uso di lalc rimedio per l'i rritaiìone gastrica che egli recava i e per la stessa. ragione la quantità di esso non fu portala oltre ad un gramma al giorno. 'Nel corso di cura eb~e .un tumore f~eddo c'aQ_giatosi lenlame_nte in ascesso presso il gomito ~iuistro, e piii tàr~r un altro all'indice della mano destra; i quali localmente• · vennero-come il primo curati. A misura che prendeva il rimedio inleroo si vedevano le località, come pure la costituzìone dell'ammatato, migliorare in modo che il 49 novembre potè uscire dallo speda.le guarito di tulle '1e magagne locali;' e~con molto miglioramento della geberale costituiione an'date·in permesso alla sua patria onde del tutto risl~brlirsi. Per tnlto rimedio consumò egli 22 grammi di idriodato di potassa, e l'ultimo mese 4 00 grammi di decotto am'aro con èstrattochiooideo, al giorno. Erpeti. i" nore casi di erpete guariti si presentarono di p.oca importanza.e !urono'traita\i coi purgativi e bevande rinfrescafrve e diut:elich·e, ed adatta dieta. Due però si mostrarono, ribelli e richiesero la cura interna collo zolfo amministrato in polvere commisto a magnesia calcinala secondo i dettami di Mialhe . Uno di questi uscilo per!ellamenle guarito, o a dir piil giusto senza lraccia di erpelè in alcuna localilà del. suo corpo rientrò colla stessa malattia il mese successivo, ed è tuttora in cura. . In questo l'erpete che era sulla racéia, ed al davanti dell'orecchio sinistro veniva accompagnato da otorrea, la quale era prodotta dalla coQlinuazione della stessa affezione erpetica luogo il canale anditivo. {Continua).
PARTE SECONDA RiYista dei Giornali Scientlfi~i Dal fascfoolo 6° (dicembre 1858) del Giornale les Arckives Belges de illédecine Afilitaiire, r-iprodueiamo il rapporto fatto all'Accademia Reale ~i Medicina del Belgio, da tre dei suoi membri, li signori YLEMIN.CKX..,
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"GouzÈE e B).IRJON, tutti e trè appartenenti al servizio Sanita~io;~nlitare., i_nt_or.no ad una ~Jl~8.tp~e cne
Et roaintenant, P.Oursuivòps. . Un-solèlaL a él'é aneint, sous les :armes, de conjoncti.. vi:te granuleuse; ses yeux ct,leurs vòiles ont repris leur interessa sp~cialmente _la.·Meqici_na.mili1.3X%,rel:ativ.a as:pect normai;· toures !es parlies o_eufaires s9n t ,dtailleui:s ci~.è .alla, recidiva, dell1@tta.lmia bellic.ai..-questione dabs un état d'intégPi-l'é' parfaile. Daos-c·éttec situati on, il• qllesta_che· la predetta Accademia~ pre.via l"aurorizes.t re·n-voye·'dans ~es' foyers: là,·s'busd'in·fluénce d'une cause' ·quelconqu!;l, ses t6n'joh'cuves,§'' e:nitr.epr'ennent de za-zione de1' ·Mfofstro d"e'\l'foterno, clìs.Cuterà. in' pub-nouveau, soit qu'elles se couvrent de" granulatfolis-, soit bli;ça ~eqµ~a. sè , congestionnent plus gén;raleinent, plus fgtaqù'elles ltcco il 'rapporto: vement; plus dan·ger~usement:C'est-le cas pòsépa-r là dépè:che· de 'M. le -nHn-istre:de,la justice. Y a-t~il connexité \ entr e !es deux affectìòns ~ La maladie .survenue dails les M. le Ministre de l'intérii ur a :communiqué à votre foyers pfocè'aè-t-elle eh droité ligrre de. celle qui a été guérie·sous·!es <lrapèaux,et,Je Goùveni~ment est-iltenu, Comp_agnie une lettre ·d'e'M. le 'Ministre "dé la justice, .daen' "é'q'uité, ae v'érii-r- èn ·ai de à tèlùil qui de'Vrent la victiioè 14- se.pt!Ìin~re. dernier,' e-t·qui .é1t ai osi con~'ue: t~e la.seconde atleinte'l , de .«JI arriv.e so.uve~t ,q1,1e, d'antJens mili\'air~~ qui, pe~Telle_s_soni les q~ç.$lio.n~. fJU!l~ V.!lU$ avei à resoudre ~iant qu''i'l.s é,tatent sou~ .I~s 1.rapeJ.uX, fur~nt i\lteints l\fe~s!_~wf, f:!Uant à' C~ C.a.s partìcuJier'. . d!opthahnie milftaire, _so.uffr~nt de· nouyeau d~ mafa,dies d'yllùX tres-.grav~s, a,pr~s <\TOÌf reçµ lepr i;:Qngé ;_.plu~ie"urs Voici la réponse d.e v:òus c.ooimissai-res..: d'e_ntre eux réclan:(ent aioi:s le~;, :§ec9ur~ 91>,; :got_!v~r,nE}D~n$ teIJe-éirc.on.slaoce, il y ~ura c.9nMi.ltit&;;dans télle. ment. · aut,r:e, c~Ue· connexhé n'exis~era pas ; dans 'tel).e situation, a 1J_jmporte1 pour ces cas, de savoir si l'ophthalmie la m,aladie cootractée dans Jes foyers pourra · ~tre .consimilitl!,ire,,·urié fois :guér~è, 'esf sujèffe ·a se représentèr der~e comme-,étant inJi!lleme!}l liée ~ ce.Jle qtfi l'~ .pr,éch~z ceµ.x qui"font ép,rouvée. Je. dé~irerais conriaHre. a cédée; dans. telle .autre, rien de parei! ne saurait ètr-e cet é,gar<l l'avis dé l'~càdérilie. )). raisQnn.ablement a1Jégué- pour réclaD}e.ii 1es secours et. du. Gouy~rnement. l'appui Le· Bureau nous ayan,t Ìnvìtés à e,çamìne,r t~tle ,question, nous nous so~m.es empres,sé~ c\e qpférer à ~a d.é,-' Nous àllons ·nous expliquer•. mapde. Il est en palhol'ogie si'non une "lai; du moins un fait--géMessieurs,.si nc5us devions prendre à Ja ·tettre la dénéralement admis, c'esl que t.outorgane qui a été le -siége· pèche miriistéri-elle, la réponse. à faire serà-it facile{ elle d'un mou-vement fluxio1i'naire conserve·pendantuo éertain C'ons:isterait• en ceci-:,«· Oui, , l'.ophthalmie militaire, une faps de temps une tendance à·sc congestionner de no.ufois guérie; peut :se r,eprésenter chez ·Ceu* qui .l'ant- ' veau. Celte te~ciance, que.les, palhologistes ,ont' cp,9 -bien ~ · épro~yée. » fai re de :d~sìgnèr sou~ le nom de·susceptibilit~, est souvènt telle, que des, causes for~ légères ou qlli, dàns d'autres ,llrfais évidemment le Gou'tlerne)Ilent nja pàs v-oulu ne conditions epssent été parfaitement innocents, ramènent savoir que cela. A quoi lui ,se.rvirait, e.o, effet, celte sim.1 ple et bìen concis·e déclar,ationfl A·q;uoi 1:a,vanc.erait-ell~? le -travai_l morbide et e-xposent une fois de plùs, et plus Yiveme!}t, ·J'organe coQgestionné à"des fàcbeuseS' altéra-, Ce qu'il -a.du. dés.irer c.oonai,tre, ce .qu'il In.i importai~ de iions. Mais évi<lemment il doil y avoiÌ'· une ljmite ,à la dusavoir, c.'est l'opinion de l:'Aoc/,démie sur la durée de .sa rée de celle s.usceptibilité; ancun bo.n -esprit.n'en .admetresponsabilité; en ce qui eone.eroe )es maladies pculaires fra ta perpétuité.; il•faut que l'organe revienne en6n à tm d<int peuvent eire aqein'ts, dans leurs fpyers,. le$ hi;>.métat lei, que dynamiquemen~ ei matéì:iellement il ne pré_mes quLont.apparteilu ,à farmé'e; ·sente plus de différérlc'e avec celuJ 1ui n'a jamais cessé l:Jnè fois 'enteodué 'de cett'e fàçon, la questiòn ,prend d'élre dans una sit;uàlion -normale. des pr,oportio~st.plus- vastes et·réolame toute l'a:tteqtiol); - C'est cette l.imile qu'il s'agit de fixer; car nul ne soutoute la-sollicìtude de la ,Compagnie. Liendra que la_ responsabi_li-té ,du Gouvernement doit ~tre · Mais -·avant_d'aller plu:$ loin, l\lessieurs ,p_ermetles-no.us e~ gue, par exemple, p·our avoir 0éur a_ttein~ d!ophinfinie, unefois pour toutes, de ne plus nous servir de l'expression t.halmie lorsq.u'on 'élait sous les drapeaux -on ail.lè · droit, tJP,hthal-mie miUtaire.1ndé'pendamm.ent de ce qu'elle a .de èn. cas ,a' . a·coidents oculaités à · la suite d'uhe affe'dien peu scierilifique,. elle présente le gr.~nd inconvénient de nouvelle S"Qrvenue élh ans après, d'fovoquer la pre,faire croire que. le Ulal es\ e~èlu.sivement l'apanage des triière; pour chercher à irripo!ier au Gouvernement des armées. Or, vous savez-Lous qu'il n'en estrien.L'opbthàlc hargès ekdes -sàcrifices. -mie dité militaire n'est p.as plus militaire que c:ivile; on Mais, Messieurs, il n:e faut pas se Je dissimuler; la la reU;c,ontre _partou't,,daris presque 'toutes. les eo~trées du science n"offr~ pas des- moyens,certains pour résoudre monde, ·d-ans toutès les clas&'es de: la-socìété. Il esr·rnn'1ps celle question; c'e?t dans !es faits, daos !es ·résuftais 'de de dech-arger les armées de çelte responsabilité, de.rel'Òbservatìon· qu'il faut ·aller en rechercher Félucldatiòn. noncer par con.séquent a maintenir une qualifìc.ation im~ propre, et ,cle· d.o:nn~r désormais à la maladie la setile déEh bien, D'ous .croyons èfre d'accorcl a-vec Ì'es faits en nominarion qui lui co.nvien-ne, à ·raison de sa constìtution fixant au iriaximiim, à un an, li,. dtirée de la sùsceptibilité anato·mique; C'e.st assez v.ous "dire· que nous l'appellerons oculàìre après une conges~ion entièrement dissìpée. Si, au "bòut de ee·làps' d·e temps, les yeux n'e présente'nt'rien ophlhalmie granu}eùse, o~; pour préciser, davarilag_e, é.ò,ijoiict'iviie gramileuse: · · · d'anormal, si 1a· fonction visuèlle's'accomplit•sannieri
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~rriver enfìo, qu'un homme renvoyé dn serviqe avec la laisser à désirer, on peul, d'après nous,,.hardiment afJ~erle d'un reil soit menpcé, au bou~ d'un ceriai'n témps, .firmer qu'anatomiqueruent ,jces organes sont vierges ,de ~·.accidenls sétieux, tels que amhlyopie, amatlròse, glautoute qlloratiori, et.que le mouvemenl riuxi,onna.ire dont còme m~me, etc. ils seraient de nouveau le siége a cessé d'Mre ~n corréOr, qui oserait, pour tous ces cas et pour bieo d'aulatiop .avec ce lui qui l'a précétlé., très encore que nous pq,?rrions ei~er, limitèr ti. un an la Faisons loutefÒi~ un aveu. · respònsabililé du Gouvernement? Personoe àssurément. No'\ls sòmmes les premiers à reconnattre qu'.il y a de Nous vous proposons, Messieurs, de repondre comme l' arbitraire dans celte fixalion. l\lais qu'y faire et corosuit à la dépécbe de M. le Mintst re de la jusuce du 4, meot l'éviler? La limile est nécessajre, indispensable, car si vous ne la dél~rmioez pas v9us mèmes en vous appu- . s~ptembre: ~ 0 L'ophlhalmie granuleuse, _p,eul se représeoter chez yanl sur 1., grand;nombre, d,'o.b~.~rvalio ns conTlues, d'au le soldat còngédié qui en a .etl' alleiot, bien qu'il èn ait tres, b1en mo.ÌQS ei pél"ime.ntés quc v,ous, la fi~e~ont ,pour été parfailement. guéri ; · vous et saos vous, et alors ee\le limite sera pour lons ce ' si la 1?3aladie ' i Néanmoins oe se représeote, sous que tous voudronl. Ce sera donc; loujours de l'arbitrai re, quelque forme que ce soit, qu'après un anoée révolue, il mais up arbitraire moins intellige11t, plus dénué d'autoo'y a plus lieu il'adm!Jllre .qu'il y a connexité e~tre les -rilé que le vòLre. .Nqus préférons v,otre a~préciali.on à déux à.ueinles; qùe la dernière apparafl ~arce··que 'la' pre. v.o~s·Messieurs, et nous ne reculons nullemenfdevant la mière existe ou a exisLé; responsabililé que notre demande fe.ra relomber snr nous 3°En ce qùi éonceroe les 1ésions oculaires avec !es en parliculier. ìl faut au Gouv~rnemeot, qui nous ioterquelle~ le sol~a~:a du/ilre ~o~~~dié, ,la durée tle la ro,ge, une soluli.o.n clair:e, précise, prati~ue; il ne saur~it sponsabililè de J'Èfaf an P.Oinl rt e V\10 Ùes acciden\s qui en' ·aucune mani ère se conlenler 'i une répons.~ vague. peuvent,résuller dc èés lé,iohs nJ' saurait élre' .détérincertaine, et. qui lui laisse tous ses, -embarras. Voilà pour1 • • mìné. e; quoi nous iosistons p.our pbleoir de vous une dé~isio·o 4° Enfin, pòur qu'il soH possible 'de sLatuer' équitaliles~prème. ment sur toutes 1çs récla1m~~ion~, -il ~st coqveoable 9.ue M!}ssìeur~. P,Otre t~che n'est,.pas fj.nie, Qes fails cfune. autre natux;,e·~eu'vent .se préséhler: il l'étaL des ·yeux. et des palìpières'' dé tout mili't"-ire ayaot faut éclairer le Gouvernement snr leur valeur, ~ur leur -élé atteint de n'importe qu.elle lésion do ces parties soit consl.llt~ et annolé dans un registro ad hoc, avant son désìgoificatioo, et ltHirer une fois' pour loutes de ses fopart en congé iUimité ou défioitff: cerlilndés et de ses doutes. Bruxelles, le 46 octobre ! 858. Il s'agil d'hommes renvoyés dans leurs fòyer5, èongé ' ' çiés .du sc:nice, non plus aveè des orqanes 'oè1dafres pè(aiDopo questo rapporto il signor Vleminckx, Ispettem.ent sains, mais présenta1it des a1léra.tio11s ou ·des lésio1is tore Generale del servizio di.sanità militare sottopose nlus ou. moi.11s graves. all'Accademia una nuova-pr..opQsizione che dovrà es· Citons quelques cas: sere soggetto o piuttosto base della discussione. Un s·olclat a, été trltHé sous le's 'drapeaux pour une con· E·dessa la seguente: _ " jonctivile granuleuse; elle a laissé des traces de son passage; la muqueusP palpébrale est lransformée plus ou «. La dénominalion que nous proposons de donner a. moins complèleroent co.un trssu-i_oodulaire. Danscet élat, l'ophlhalmie qjte militàire ntesli11a-s en-core,, d'après moi, ne se plaignant plus, ne soulTrant pas, voyant parfaite celle qui lui conyient, eL pour mon-compte,je. ne l'acceple 'i;nent d'aill.eurs, !è' soldat est' ,con,g~cl1é et renvoye dao s que sous loute rése.rve. s,es foyers; iµais à quelque témps de là, quelques sed'll faudrait s\Mendre avani tout sur la signiÌìcation du mairres, quelques mois, plu,sieur.5 aonées mème, le ~issu mol gt'anulation; il.ne faudrait.p·as surtouL doooer.la mème dénomination à une foule de choses diverses par leur na,in,odulair~ se retisactant, les paupiè,res se rnnve,:sent;,le ture, par leurs ca_uses et par leur fòrm'e . contaci des cils .av.,ec le glo.b.e ooulaire ,awè.n.e un élat coogeslif, une intlamtriation mémè; abou.tissa.nt, sj: on n'y « A.ussi longtcmps q11'011 n'aura pas fail cela, ia dén'ommalion d'ophth'almie ou de confonctivite gran-uieuse ne ·prend gar·de, à la vascularisation dcs cor.nées, à, lenr ul céralion, au pannus, clc., elc., D'autres fois, ce-tissu i-nosera encore elle-=m~me qu'une chose vague el très-peu dulair(} fo rme à la surface interne des paupières des inéprécise. tdl apparli'endrait à l'Académie de p'rendre Pi'niliatìve galì.lés,, Ms.rug,osités. L'infiammation s' en emparant, elles se transformenl et devieonent fongeuses, entrainant à Jeur dans catte grande affaire, 'de fa~fo pènetrer le jounfans suite des acc1den.ls égalemeol graves, égalem.e.nJ. c.amèes épaisscs ténèbres. C'est sa m1ssioo, me semfile-l-il. prometfants. .Dans certalnes circ,onstances ençor~. infiniJe vais plus lofo, je dis que c'est son tievoir. -Je soulil!'ns ment iiares à ta ver,ité, c'esl le .districhiasis .que l',on voit que pour éclaìrer eorlveoablement le Gouvernement qui nous inl'erroge, p'oQt' l'ui ldo~nèr ·te fil-qui doH'le gui'de·r ·pr-oduire le pannus et toutes °S8's: con-séque·nees. J:l peu t 0
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-He talora col capriccio della moda: il che fece dire ad uno -dans ce labyrmlbe inextricable, nous ne pouvons pas ne dei luminari della scienza, il quale veniva consultaro 'da 1>as approfondir la queslion. Telle mesure, l.elJe iésoln· un suo cliente se dovesse far uso o no di .un dato. rimedio: tion administrative se lie iritimemeul à \elleopinion;·telle Spicciatevi ad usàrne mentre che esso guarisce at1cora. autre s'eo écarle du tout au tout. Allendons donc pòlll' Ciò premesso mi sembra facile· intendere· come io possa éclairer le Gouvernemenl, que nous nous soyons èclairés reputare che sia utile trar partito anche di quel piccolo oous-mèmes. 11 n'y a pas de péril dan$ }a demeure; et grado di Yalore che riconosco alla terapia, e come io p·ossa tixons dès aujourd'bui, jour pour examiner à Jond les .Lrois per conseguenza tentare come tanti altri di. mitig_are le proposilioos qne je vais avoir l'bonneur de vous soumel. umane infermità ordinando quei pochi rimediÌ nei quali i tre. la mia po.ca esperienza e l'uniYersale consenso mi banno • 4° Il n'exisle pas d'opbthalmie mililaire, en tanl que inspiralo fiducia, raccomandando ai miei infe.rmi tutte délerminanl une spécificité' quelconque; quelle cure igieniche ,che sono riconosciute utili· da tutU o 20 Il y a cbez !es militaires des ophlhalmies de nai cultori dell'arte a qualsiasi scuol~ app'à~l(;lngano, sbanture, de ca.use et de forme disti notes; denQO una polifarmacia che mi sembra più d~nnòsa che (1 3° La profession militaire peut tout au plus creer une prédlsposilion. ' , util~, e non tormentànoo i miei paztenti che. allprquando io stimo potere i loro tormenti' esser Huoni'a qualche co~a; • Ces lrois proposilions, je les app&lle les ptemisses in una parofa, curando loro come io èerco di curare me des solutions qui vous sont demandées. De l'accueil que stesso ogni qual volta )l'.)i accade di ammalarmi. vou~ leur ferez, dépendra en grande .pa-rlie la r~ponse 11ue vo~s aurez à formuler. Dans lei ordre d'jdées, il y Eccole, o Preg.mo Collega, in qual modo coli.e mie convinzioni io mi ingegno di . far il medico, e èome io aura responsabililé; dans lei autre, celle responsabilité ne sauraiL étre raisoonablement invoquée. posso continuare a farlo in buona coscienza. Se sbaglio, lddio mi perdoni. « J'ai l'honoeur de faire lapropositionformelled'ouvrir Io spero che ella ora si troverà alquanto rassicurata une discussion snr ces d.ivers points., et de décider qu'il 11e, sera stalué sur !es conolnsions du rapport qui vuus est · ·sul mio conto ed anche un poco sulla sorledei niièj clfenti, sui quali io, appunto percbè sono alquanto Mfficile a soumis, qu'aprés la clMure de celle discussion. i> credere a quel che non vedo, e cbe trovasi in dirella opposizione a quànto bo sempre veduto o credut~ di vedere, non bo ancora esperimentato il metodo del professore Bennet. · ~pero allresì che ~Ila vorrà continuarmi la sua amiciz-ia, di cui io le sono profondamente riconoscente e che io le ricambio di lutto cuore; e lusingandomi cb_e questo nostro scambio epistolare che ebbe- origine dai dj ·lei amore per la scienza non influirà ~nto à dihìiriùir~ ,i noDue parole di replièa alla rcplioa del cav. !btvURl stri buoni rapl?ortj, mi dichiaro, ecç. intorno
-----·-----PARTE TERZA VARIETA
ALLA MENINGITE CEREJ~RO-SPINALE (del Dott. GtODICl Medico di Reggimen~o).
:Bisogna pure ohe io risponda anoor due linee alla S. V.,lll.ma poicbè la controversia, abbandonato il campo scien\ifico, venne dai lei tr,adoua sul campo moralacol domandarmi come mai io possa far j) medico, e presCt'iva ogni 9ior110 rimedii ,1011 credendo alla virtù de, rimedii. Le ho io dichiarato mai che negava alla terapia medica ogni e qualsiasi e!fì-cacia! Mai no. Parmi d'aver detto solamente che io cre1leva essere quest' efficacia minore di quel cbe molti credono, e ristretta in assai angusti confini, e le addussi le principali r~gioni che mi confermavano ìn questa opinione. Aggiungerò ora che in ciò·direìo prendeva principalmente dj mi~a-t1,1tte quelle .malattie, e sono molte, dcJle quali non si è ancora· l>otuto r.iovenir.e Io specifico an'tidoto, e tutta la caterva ~i quelle pan&ce~ che sorgono ~ tramontano col sorgere e tramontare di effimere teorie
A :w'f'.iso.
Li signori Associali a qieesto Giornale tuttor in ritardo al pagamento delle quote del passato anno 1858, sono invitati d'inviarne senza dilaziqne ulteriore l'importare àl ViceDfrettore rispoiisabile, Dottor . Mantelli, permez1-o di vaglia postale in, lettera affrancata, o per mezzo dei signori Colonnelli dei rispettivi Reggimenti, ovvero delle. Amnninistrazioni degli Spedali Militari al Qua·rtier Mastro per l'Armata ·in Torino, oppure per quell,'aUro mezzo che loro tornerà, pi'ì1, acwncio, senza costo di spesa.
Il Direttore Dolt. Ca'9, ARELLA,!led.DiV, Il Vice Dirottorerespons. Dott. :UiNHLiI,Med..dJBatt. Tip. Sabalpioa di 'ZOPPJS e Comp. -Via .Alfieri N; !4.
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3,1 Gennaio i 85 9 . .
N. 5.
ANNO VII.'
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:Gl8BNALE DI IIEDICINA ·HILfTABE .-
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L'assoclaziooenoasi riceye -che per unànno e-comincia col 1° di genn. Si pubblici" nel Lunedì tli ciascbe'duoa seUìmana. li prez~o 1i'asso'éiailp11e in,~e.!Ìno è di.E. _10. I n·Pr.dnnci'a ed~IPElìtero?~éàncò1difpò~tal,. tLSi paga l)er séDÌestri)ìnlicip'ati. io l>oll. Luvrm: Rendiconto é 'br'eve esposizione de' casl più 11.ç.tevoli coraH nella Sezione cliit'ii~gica. -
S"OM!URTO. -
' "o :Dòlt. »•.ss'o1.,t.'.: Ob.ser.yiÌlion ilèf ft,actnre dettal rotale. _ 3Q Rivista dei Giornali Scientifrci. - 4b Bòlhilino offi• ci111e. - 4• Q~a~r-o· Statistfoo~
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'òoUe in cui fu preso da qùell'accesso, it forte vento che domiQa:Vca•av-era ·collo &baitere le iìbpost'é ,roltò1itt · vètro ·alla fines lrà in 'vioinanza àel -suo,.lèlt6;_cos1échè ~i.fti' più ~ore so~1oppsto ad una corrente d'a'rià freddo-ùfui'dà. Do•vrassi· l tJllO il di~sesto avvèn11lo a falè'. causa··a\tribu4re, . e non piuttost0;·alla grarltle 'quantilà'oe•l time'dib..pft\so?io credo che·l'una e-l'altra éì~~ostanza -vi<eont"orressero per la loro _parte. Co~ùb~ue· 'la 1eos,a sia il ,fatf&i?è;'èhe. \:aDlo·ap,paratof'éWsin(ofu'i ih tre g1Òroi· ~comp'ar~e oòn 'chie clisteri purganti l'uno il rifatlihd e l'S1lro la sera, e coll'uso di UI) ailuto"di cas-sia e1~mhri·ndo inlernamenté, -e di'eta brodi. I ''Ila 'ni·édicazidÌfl!11o~aFé'•ç'i}JisIBlè iii 1c'Òmpresse imbèvute r d3 deco2iene·tÌi·malva, é oi'eot'altrp'. fltiesla esàéerbàtfone lungi•dal J.'ecar•oanno·all'.à~amenldicle11e ulcerfesterr,e setn:bri> mia· ·ve~~ nrov'v,i'de~"ira , IP,oihh,è c,pntitruan~do ;ta stessa sempl'foissHìia mecfìéa~iòné 16càfè, e èè'Jsl nd9 ogni rimedio inletno, le uloéri si app1ànaroho< «è1si cbiusero.,a 'Vista d!oceb1o'•ir1 m0Mche,dfeci gio:rni dopo'. il 'ma-lato pot'è us·eir.e dallo s-pedaJ'èl'l•guaril_o 8~1 'tutl:6 pér 1recarsi 1a ~ca·s~ i~ua i'.n 1cobgellò iHimita'\o, che tla qualche giorno gli spellasv.a. · ,; 1 Fèrìte:-De' feriti 'unb'mofi'ené diedi1 a storia più' $Opta. DeglÌ altrfÙno ·solo''b:ierftii~!ig:p·eciale1 ~e'ni{qn~. ,. . . Delsasso Stefano ·so1da16 del -1°'di fanteria entrò alio spedale eer ferita da arma 1aglierlté aHa tempfa sioJsira in diréz'roae orizzòtftdle lun"ga' ~ c~ptim'ètri ~irca, ed interessante tutto lo spessoré oellà cute: e-riportat~ mentre porgeYa · aiuto all'arma dei cariiblnié,ri, che stava . eseguendoTa{hesto èli'ffù'è.~ndivìdui ché si .rivòltaroao . La ferita~ a q_ugflo che riferì il màiat;, d iède m'o1to·sangue, ìÌ quale s~'arrestò tosto chè venne, dal dollore .Boar,elli con ad.atto benda'ggio r,gglutinativo tfl/dìcata. 1 1 ~ u•f ;ti pr~~~-Oti\ ~5:fijl~ i%_ore .i.p $HO, quand-0 _s'i rinnovo la .prima voll,a era quasi. del tu\to chiusa"'~h prima' intenz.i9ni .l~"sofo,z.içpe di..conlinui\~, ti t(1 ..1< l • , ,I lr.f ,, ,r,: a·:' •' }Ì ,1 trannet'he! 0'~1Ht<?/ ~1.fep~. ,lf·St~ssa nJe 11c~z.19oe,p,q e QOt· lette 1èìesive e sHasciò in silò due ·giorni. Tolta ,q\lesta nel centro della ferita, che ,sin dalla seconda~meclfoiiion~ ·ej~' aperto:' tu vistd un'ìu~oì'et{ò'fat}'o 4a,nn grùmo 1 di ~'a'bW-1/él -soltocutaneò. Qu'è'f to·· T~ taJ(o uscire, inavath il picèol<r cavo ~rsi praticò·~ sòpra' uba compressione. At dim4nf il: tumor~ era. tìcomp~r; of S'tessa medfoaiion~, ~ dopo tlile~gibtni~'ancora,èra· 'ì'n'~èan1po"" H tu·mòréltò. AL1 iora vuòlatb il ~a~o, e, fàu~ ni~iiifnéal ' tirilura di iodio lasciata dentro sfoo alla' s.er'a. Fu questa medicazi~ufe 'sempli.cc.. ,r 1 L' ibd-oroani' ' fu praticata' tà stessa iniezibne, la gbale-
però
RE~DICONTO e b.reve esposizpne dt!c,asi rpiJ notevoii om atf ·nella-Sezùnve.Chm:itrgii:.a cjù1ettct ilal dott 1 Luvoo,. Jfed. di Battaglione di ·,Ja Olas'se, nei rnes-i·tdi otlobne è novembre 1'857J 1
aa
(Continua:ionee'fme, Y, N. 4).
Pìagh:e..Peda1m·a'ggìbr parle"SUHe gài:nbe, e -p~;t1cau-.,. Jlleeeaoica.od erpeti'ca, e· di :poca gravh_à furono curale colla compressioM f.tlta col1e-lisl-erelle '~i· dia9hHo!l alla
B~ynton e coonnolto sue.cessò. Merita però singolare menzione il casÒ''presentatò d'al soldàlo Damiano Gioaani del 4° di fantetia: E~lr~ quesH all~'~ped,ale pel',_lr~. u~era~iooi ~f~0, s,ier~o · ton eat1é•allo stesso -òssor T~ttii J rfme,ch 1ocar1• usali ·a tnalla giovarono. La sola · eosa che abbia 8-ard'un u~il'e momentaneo fu la' tinlura dhnirra, Si ricorse in esso alla cura in,lerna coll'iariodàto,di'·po~ tassa, ·di cui pre.se ~2 grammi con migliotàinento visi·bile della locali.là .versò il fine della cdra . ~ vveone io 'quesl-0 un fallo, ch:e npn wgli'o iotrala' sciare. ~'éendevà 'egli, e:s'opporffva l>~diJs1mo un gramma e mezzo di,idr,o·òato al gioÌ'ìlò, ·riè mai si lagnò 'del menomo ÌDCOIDOdO, nèi enbe Ie~-zfone ÌebfiriJ~. lfn bel mat:. tino all'Q.tisita •lo·'.trirv,aì affe~to ait vfolfiltli f~bbte, con lin-gua f!!cciosa, ro'àsa,ai bordf,é stitichezza a1 alvo.1Le ·ulceri, eh~ erarro già. qua~i chiùs'è ·si allàrgarooo ai nuovo, tutta la regìone dello sterno si fè' rossa: lurnida é cafda, ~~.dolenWssimai1.le ghìandole: stittons·cèll~rÌ', '<}uelltfll'ella re: gione del..co.llo e.._d_egli iogctinii'ltimi'det il"os~èggiàriti e-do·1enti in modo da rappresentare come un' infia'Diìna1:ione d~ll.~ ~aggior1 p,ar!é Lde1 sistElma. ghiarrdolar~~.Iinfatico eslerno_e fo.rs\.anqlie int-e~no. ; "'11 malalo. era UQ giovane,ilocìle 'e tranqumo , 'e si attenne ognora scfu'-polosame11tei-al.hi' prescri2ioni·me'diche. A. quale caos~ atiriliuhe1luUa-questa ·sinlomatologia't La
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_<l,estò u1i: i~1ftau:unat-io-ne adesiva, che. in tre·gi~rni-cbiU'se l'- -Dietro su~er.imenlo del me.dico divisionale si,g. D. Verde perfetlame·nte la ferita. . f11 ·coperto lo scroto con uno ,stra.to·di collodion, ma con Otiti. Le,çli.ti, l{lcune. con ototrea:ebbero un cO,(sotre- ~ nino vantaggio. Si passò indi allemriioni di :pomata ri;golare, ,e n.on w~se,.otarp110 gran,phè.di rilev;an1e. 19 ijue • .s'olvente fatta . con ~il~uento napo1etano, ed esLratto di t;l.\Si ~e~r~l'avyenQe}i~~Ò s12s9J_aFei. ~ ~e\ladonna CUI VCO:Va _sovraposto .u~ _Ca\aplas;ma emolDo.po di essersi mostrata ribelle 1'otorrea cessò ad un h~nle. Questa med1caz,one fu con(inuata per qualche g_,orno ma con po~of-~ofi~Lo. 11 les,tìcolo rimase stazionatrallo colla comparsa .di un tu~oreUo grosso come una bella nocciola sull'apolìsi mastoi~ea-oorrisponilente all'o~ rio, dur?, e grosso pm dt un uovo di tacchina, ecchimo;.5ccb.io ?!?JDalato. Qp~.t.2 tqm;>.,m~ssò a ~~.g~_uTazione.{ salo ed !iylole_,nte._ . .. -:-:: _ . . ~a ..una ìffi)!a.,4P,~rl,(f gµa,rì 1iit !)9,fhi.gigrni, cpn,un~ st lll- . Fu a~o--ra, .c~e P}~.arc1s1 pr,o,v,.aptanche 1.n,q~est.o,.caso pl\ce iµe;¾~ioo~, e~ con;e~so Ja. m~lallja primi.ti~a 1 !omeo.h,5:~ch! ~oU_a pol~ere d1 s~~buco. lit chec, giorni _ Orchili:;--D,ue o.r.chili,.goarirorro~a in ouo, -e \."a:ttra ro, · ~, lale.med1eaz1one 1J-LesL1colo lomo al suo·stato normale, ~ieAi tsjoroh~pq ,q.ue~!a.j,se.mp!ic~ OJ}Ta. Prin.io -gtorno ~n ,ed il mal_~to ,U.!ìCl p~~;ett~~e~t~ gui,.rilo essendo,stato a.Ilo p~~8\\~ti~eva.,içle piti:~te e• ,tli~L~_. 'Ripos.o, a?solulo;.un spP,.d,ale mstqJ~o .3[> g!9'E1p. , Quin~o caso. l\ai11jsiè Filippo ,1narioaio entrò ll8 del ·\G\l&cjoelt.o;v.a~le gaml!e dell'ammalato adatlatQ_iD modo _,da tçp,~r.,rjal1'!llo il les~fooJo, e soprajli qµeslo, .c~taplasma mese dj olto~re neltla sezione pet orchite traumatica ~a t,EìW:c:>:Uie.nt~osperso d'a.c$Pa Vf}geto-miperale. Per. due- o un colpo -~ìcevulo sul eordoo6!,spermatic.o 'tlestro. n testi;ire.{gi,omi -stesse ·m;'~Q,içaiioni (P1.eM i!1n,upga.nt~) insi,no a ·,colo era,-'.ve,lu-minosis·sifno, e mo1to dol'.errte, ·ed il llJ'alato -che il.Jeslicolo GP;llliQcJò a diminuire di volum~,. avea febbre -gagliarda. Dieta assoluta, due salassi, ~ue _app1icazioni locali di lodi tolta ogni medicazione, e pulita ed ~sciugata bene .}a p~rt; , f.o91e1l}i ~ecc.pi falli_co_n po,lv:ere dl;.fìori <li sammigoalte; p.osii.ione rile,.a.ta de1 testicolo, cataplasma ,}tufp ;ri,WIP1!tj ,due,fvo.lle. ~l.. g,i,~m~, ,~i qian.\e~uti in1a~o em,ollienle,con acqua ·v;e,ge\o-mio~rale conti1u,1_ato per va.. ,c,on QJla cç;wp,r~~~?- ~ostenuta da ttò sospenso,rfo. rii giorni, un purgante al primo gi_oroo, bevande tamarinQue$lo·.m:etodo di.cura qii,rius.cl·oll'remodo,ùtile,.,e•sod-. da1e, e qualche clistero emoJliente furono tutta la cura .. disfac~pte,P.ncbeJJel!ò. S.ped.ale di A}essandr1,~ n~lle o.rchiLi 1-sata . Ali' otlav;o ei·o~no~dh cnra, il testic9lo era~rrtl.o(to al suo •~1~1:mi>çé'islçtle}n, mo)tI .ca~i, co,we p,.u_ r,e ,n~Ha .mia ,PfP.lica ~ arLic.olar.e~ Nè ebfil_,, cÈe. riare voUe a ricor~ere alle so.tv.ol~me n~tural:e, Itefl~odo pe'rò aJ.qùàoto indur;.it'O'i e nella trazioni sanguigne locali con mignaue al cordone spermaparte superiore an~jDre.dello scrolo si 1entiv-~ un tumore ..~ico i mg~JPJÙ ~i rado fa bisogno di salasso. grosso come una noce luro, e poço dolente, il quale si pre• U;ii~llro,,,ç.a~o 'f);Y•r,enne pel,ije{ls~gJiel'e Lissi,.,'\'1ioo.en20, senta.v~ q~asi ~q.me.,~n··~1weodice,al_teslicolo s~~ssp. Questo il 1quale eni.cò al'I{>. .s~edale, 1 pei ·parolHe. ,A.1 te.tzo giorno , suppu.rò, e venne "'perto colla l'ancella, e mei!:icatp semquesla ~compai:rve, e v.eone jn iscena un'orchite atoompa- :. plicemii!]te. DOP.O due,p .Lre gio!ini era quasi d'el tulio spagnal/l daifepp,e{.,,Es.sen.do $)gli qbt~tnperamento . sangui-rito, titlljllI8Ya P.~rò Til leslicolp ioduralo. Fa il tulll> avvolto .gno, e piu~Losto pletorfoo furono .praiioali dqe pi.eco-li sa-1 Brplla poj\\';,1tfi~. di,~aJ,I1.yp.c9 p~r pµ~1 gjprni, ed ,on bel matl~.s$i. lot,er.llfJnente J>~~a11de dLta.J?afi~do, e,d es\ern,a1I1enle' , ,\inoil \e,sliçolo si era .di nuo:w ing1pss.11\o,,ros5;0:l!:!\dol~nte , stessa cura preci$a de'casi precedeoti,,più .u,n sanguisugio i\ lu,mo,re ticomparso com~ {)rima..€iò fu ptodot~o,dacchè a,l. cordone ~perroa\ico. ln ~ 5 ~iornj d~lla Sllc\ entrata allo il malato per meg)io ,mantenew in silo,, la medicazione .! ,cie~pijo ayea forzatamen.Le il ~osp.ensorio, il q.uale fece s~1dale.,tJ.$CÌ gedetl~!Il\ nle, gu%i}o." Un q.ùa'rto.!;aSoi c,ç..lo,- preseqtò. il;non.linato 1µ A:,relji spituMa1 IIRlJe, uria, fo,rJe p,uessione sul le$'tieolp\ e ~iù spe.1àa!o né.ll:~ ..'l;legg. di Fan!. enlralo i;iella sezione:)!! altoci~lmente sul ·c.oo:flone &permatic<>' p,reç.isamente.oel sHo J)re yer oréh~le 1raumatic3.: !.\teoLre.egli ~tava di,:~r.tendosi ove il malato a vea r,icevuto la-prima contu.sione causa i::o'su~j lcpIPp,a(9.l\ uno tii ~ssi N'<;;fac.ezia g\i di~de una . dell'orchite .• Jl~\~ij~ .~u1J·e~~aliche; Ja qpale <;~lse per~s-veg:lu~~ anche .0,1,1e §aMuisug·i Jocalt, . un clislei:e purgarr\e; beyaode JuJIJp~ l9_stlpolo deJ nostio aqi,ma,lato. 1,2ues.ll s1 dovelt,e tamariodate, dieta,. .e~laplasma, ~mollieote a!J.a localil~, trasportare in barella, perchè il testicolo in un baller n.osiziontr;r..iJevata 9el} eslicolo fecero diminuire lutti qued'occ}lio si iece co~l ctole.nte, e voluminoso da iro1,>eq-irgli ,sli ,sl!l,loini,. U, les,lioolo. ,rjlornò P,re~!o al suo stato .nor- · t lì: daµ{p;ifniii:è'..• "AJ)id(ntràta e·ssS a,veà• il• v.olumé'.aella te• .mcale cl1 :S.Ioss_el2ia,.J.\i1J1anev~)pe. trQ, iJlUQt~to, be,nchè,,indo,, l , '1~ .. ,~ ~ l ~k~ t ~ U. ~ta d .un neçn'alo; erJ cal~o, e ilolenhss1mo, e ~res·enta,va lente,.,edtiliLumorEàS.\lpj)ur~Q.te, e dµro •.Unzioni dt.uoguento una warèata ec.chiDÌQst' tutl'~IJ'inLòrno, e s~èéja,lmente napole4tno con e&li;!);~lo di belladonna per v.ari gioroi, e -~1f'a ~art~ ~Os\èriorè1°~.~llo $CrÒlp, il quale er/ vioJenle- , più. lardi,[;uso della, rò!vere di sambuco ridussero il lutto '-m~,~~ le~Q', l , ' - ,ir , '\ , , allo. 'S1\alp .eo~w~_l~/led,il 1t1aJ.t\OìUICl il ,27 no.vembr.e,. cio.è , 1, ~a chra rn princ~,Piq~fu. decis~mJin~e anlifl.qsisficc;1. Fudop.o, iiJ ~io(n1 di cuFa. . ·· r,ono .pràticàti tte sal~si d,al ,,lir~cio, ed a gio111i, aller11i Blem1rw,:1~ ijeJ. d,ue~.e~si di flemm'Olrn uno fu poca cosa, tr~_sanq~~J,&_~ ~i~ i ,pi!:q~a~le 1\~no,.a!·car~ooe.speqnalicfl. J)Jtro ~Y.Ye.!l,ne. nel ·soldato del 6° Regg. Pant. Peeohio 'D,1e~~.~ ~~!~nde. em:uft;1n.t\.e ,imçetiche. ~~\ètné\iq~n\e, e ..P,oi;net1.1§9,. ''" r,, (r~quenJ•. che e,r1 em~\lienti,, 1 quali recaraqò, mpllo, ~ol:DJ ,Lempei'ame-nto sangu'ignof ,buonis'g'jiria-cos1tìtuzi6he, lf~yo all'ammalalo. località.h~gni dello Smuker éon.. robustissimo, o coraggioso enlr-òtnellk seziòoe per nem.tiriua!i_teneH'qo il tes~ olo ple.vatò~ ·lJJ.Qn~call~co~cià ~inistra datanle ,rla .4,2 gioroi,,pendente t1:rn1!11 ~'f.~,; eguHl.ltp··a fare il1sua ser,mio. Dopo d\eci giorni il testicolo av.e~.CQW.QGt~lo,..), dimir lfa:,cosèia ,prcesentàta iuni'goli~me'nlò' wafcàto tull1a-J:. nuir,e dj VQl~me, ecleri\ cessalo.•~ ni slot~rri~ 9,i ,tlogosi. 1
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1'i'titorno e speéìalmé'bJé' nella' parte mte.h ta'ilall'inguine 1 alla m·et~ delFarl'o. Era Hilpigti'alò' 'tutto ir teJSlifo:~&èhtr- "· lare .s~Uo cutaneo, ed l1 sòtto· a1>oneut'òtl'c~. II)umòre ·;:a do!entissimo soLto la più l~~gera pres'sio?'è.~e~ aJ~nomo mèlvimentb. Un purga:nté1 ,diela a.sso!u~~q~àttt~ ·s-ala~si_ io due uiorol, e bevande eh Lamannilo, e foC'alme!lle fomenti infuso di sambuco (non pòlevk so.py,orrare'i1 peso di un .èatapìasma). Al terzo ~gì~~no u~ .a?llònu'a'nle sao1ruisu·afo focale. Al quarto giorno 11 tmuore prese"Qt'ò 110 p'unt:'più rilevato, e flulluanle~il quale fu'a'i:i'értoJ>r~fondamente e diedesi cosi uscilil ad abbondante p'ùs misto' a linfa t~ssi.céia. QuesLa ope'fazioni sòllevò comé .i>er incrl!to \·ammalalo e ces:;,aro110 quasi Ml. Mlo i viri-ssjmi dolori che.egli' prova~a. DaròJpeTquaur3 gigrt1i"qtié'1 stà'auppuN1ziort~!··~f dirò pl'ù ~o~for1l'Ìe1èl_~:t~~o, ~~e~~~zi.ò~e di linfa; sanguiihilenta, pei'b d1mmuerft1.o, atI~ gm rnéd·1cà-, zi:oJ.le io r:tl'odo dà. é!iveo\ar~ qbasi nù-lla1'al ·qllintpçgtorno,. Ri'm-aMva pè'rd ufi.tio'gorgl:l ~arcat~ a (tufta" l;l ,;,pa'rte ' to,ccàNhtlla ~Alàttìa. itè'òYo'l'e'dell' ulil itia~tler f~menli sJ;çc'hi- 1 e vHto che i cataplasmi''. "e fomenti ri"miòtlbàgi 'dal tditif!- : mii re seml:fr~vanot lìnìi amMntare :qlfest'fogofgo f Vtllli pure )lht\i'cà'rli 'ton coprire tutta la J>'àl'te malaia,;è'ti'Wimo1•, stll'ato al 'po1"ère di Cìori di san1buc'o n:fa~~en'endolà1ti ·sito· con·una larga compressa, ed adatto ben<laggib_. • I 1l risullato 'c~rrìspos~ aHa mia aspelt~lii à~ -edJif p'o~bi i 1 giorni lulLo scomparse in l)lod9 ch'e W_m~Iafo us:_èl guar-ìto daft'ospedaleper riprenderètl suo serfhio dopo- 22 ~orni di· cura. I Volo'ri sifilitici. N. N. sergente de: Velerani èn_~.i'o àll' o.J. spedale il 18 sètlembre per dolori fortissjmi e lanèina-òl.i_ alle arlicolazioni delle spalJe, e.soyratCutto alle oSSJ\~ ~la: . braccia, e ,del lorace , a~ta·nli da v.ari ~ ~s!. ""''~ . , 1- , " ~ _M é~ egli avute nel!~ lunga su~ camer~ ID/hla:çe ,P\U volWdelle rilaTattie sifilitiche, Questa, Q ò,gnì.,. iìon l1.aggiuntal fttf' ' t • 1>" 1/ tf 11 alla.__ ila.t'ura de dolori, e ~elle P,arti affetl~, il -, j .., t ~ ~ ,fS !~ . 4":.,t I,. .,. ,poipparjre. , r.- • "'~! essi PtPvioJ,enti ~~. ~er~, ~ s~qz~. r~az~?2fa .~u~a_f ' Je.~er..o noi~!j'.t!lìbia l<1; d,,ago,0~1 91 ~\qJon ~f}Jb~1c1. . ,, ,.. F&curato da principio col sub'limato _c:orr·?~i.vo ip;p1J: 'l loie inLE)rnaroèn,le/, e d.ecoLto, salsapiiriil!~i..è ~JJ~s_e, ;d1 deulò 'c)oturol 1a5 ce.ntigratnm1 !fenz-a oJt;enere 11, Ol~\DOmo 'l .-<:· .J • (. • ,, , , 1, , sollievo, , , , 11 1 Veni o i\ ~ 1~·~,..o~~\>b.r ~ yi~La }a,..~pQC1' utili\à- .dj t~l;e- cura, e . sovvenendomi di vari casi consimili, in cui vidi torI)are mollo ~gìovevole ~'idri~da~o,. p! potai ~a, non. ~s~~~i a_m,mioislrare tale rimedio, ana dosi} d1 un gramma srno <lai pr1m·o giorn,o. ~luiMici gram.mi ,dì lale."ri'medio) oil~_r .og?.i torlllenlo all,'ammalalo, il quaTe:usci conten~o,. e guar1to.ll 26 dello slesso'mese., ci~èi,n 16 ~i9rni'di curacoll'i<Irfo~ato. Spillone nelf urc/!·'f · Vogli o: qui pm:e. aonoyt3.r_~r~ .l}.~ fatto noo tanto frequen I nelle.sale chirurgtclie).N. N, soldato nel 4° fanteria usava solleticarsi l'uretra colla,c~pocchia di uoa ~l'ossa ; pilla. Un gio;n.o aven,doÌa. s_pint,a lroP.po ~n bass9 gli sfuggi ùi mano, e scomp~Evi,.de:ntr.o 1'uretr11, Era rla tre giorni eh.e vi slava qua~do l'aroma:; lalo ,enl_rò· all;ospedale. Cothsppzione si conj h:Jtè, éss.e tpl cap,o dr essa arainto JnfinA,e,l p11;nto in f1Hi1J~uretrl}·si.r-i· volge in a(Lo verso'la vescica1 'e per ~sserepiulto.sJb lµ.~P~ . (8 cenlimelri ci rca) non :av~a r,r-o~re<)Ao ;pi.ù 1pltrP.i ,, ,., L•. • l F. r r "'·~ ,. ..:, ~i ,Len l~ .di f~[la is~i,r~\s~~fil. L4gli'i\ge, ,!11a iJ~11~lgi~nie1• per esser 'la sua punla impiantata nel tessuto dell'uretra.
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i>elfctò si ricorse all1uretr~U,µi1a "incide'tidb sdlla pun fii . ;,:iella spi11J1dàll' eslerno alr'intérnb. "'f1ri'~plirfurlt1~i'Ìfoth~e· J..' i ioèe:]jasiò per itcoprfre la punfa 1de]la spilla~~{] èsfrarla, . lf1~ntlamènto tdella re-rita noni ptesifi11 a:1èu11 che dr ri- 1) 1ev-atlle, e l'ammalato ·uscì dopo ~i giOl'ni dell'estrazione,. :Artritì. Due d1 esse furòn piultostq d6lori,aitrilici che' 1 ve.t è artriti, e non presentarono~ aléu'n èhe.dj r'trèvaote. Due al ginocc~io accompagnale da iararto éùrate c9~'us'o., di he,•aode diuretiche inlernameolé é sulla località un vesci"Ctnte,metlicato con unguento n·àpolìianèi utftt~r àgµ estratti dì belladonna, e digitate, guariron in'pocliL,&iorni· taa nOli\rSi che esse avve~nero in du~ sogieH.i . pf,p~èrnissima'fibra, é da sol~ ciusa reu01àtica, e .sèrrza_c.omp~i:.>f('fl->,..{1 r , eanz'à: aléuna. . f;.' 'j 1 ) Distorsi111i. Le disLorsioni non•pNsenta'ron gr-a.!l eh~ dì ~n_otevole., Col s.ol.o.uJo _co,nU.nuatp, dih.agnj :f~éddi. locali, e riposo fecero un corso regolare, e guariroilò !'n breve le.rnpo. Scollature . Un.a :~1~\(~ fl le.._gnam.{' ~~ll~f -fa~i1.1ria pro1do'Ua da poca polvere accesa in luogo aperto, di :poca eofilà s'è guarita io pochi giorni : L'allra avvenne .in un caiporale dell'8° fanteria e fu prodotta da bro.qo· bollente ,'Versato sulla gamba sinisl~à. Gya~ tratto della gamba fa ridotto comese fosse slalo trattato da un largo vescicante, solo in alcuni punti. ristrelli, e qua-e J à.-s'"parsi fu tocco il derma. Ebbe una leggera reazione. .Furono praticati due piccoli salassi, :b~andeJt~mar-in•date internamente, e qualche giorno di diela7 Locàlmente esportala a tralli ad ogni medicazione l'epidermide sollevala., veniva lulla la superficie della larga piaga ,eo.perla con compresse s,Palmale d'unguento refrigeran\e. Le .cose anda ono ·ri kolarruen'te' . e guarì.. hl .fo. gio'r'nÌ. ,,. ., 1, 1 "4fl • . , 1 ,
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1 ~H ' iriscrilli in osservazione la ma'gg1òr parte' _peqùa-' gbe i ro1cu'r~té ·eon:sostan~e ektai-Q:ticlréi ·' l'd :'aifoPg~m~e, cui essj dicev.aoo anlichissfmV,, ~:'rill'eili no,p<pr,É~e~t~r.bno
~~ &~% '~i ·~~~van te'. , .
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~foune si .;.resent~rooo qome, se la .p_elle fosse s,tatacòperta un"v'escié1a'rile/,é xiieélicatè {§èinpli1ceihente guarj'ròn6'[i~{tre, ò~·<fya(tro gior~i. 1.~ all~i ·dertn~ er~ i'oi~~ca\g p1~)1;hfondamepte, ed in, questi l 1qso,?ek ~e~~ -Fg1,o collè lisrerellC di di'achilon alla Baynton fece ma~~-viglie. .,-,,~l.\~•tf'-'f Si ebbe però l'avvertenza di praticare in lul.ti i c~_si un hiogo)~n~aggio, ~ segn"arlo coll'i~chj ostro in ~a poters_i accorgere ove il malato l'ave.s~e m_en~m.c1menteceréito di toglfore. .., • Tre casi di arubliopja $imulata all'occhio destro~ Tre casi al sordità'.. simulata. I Nel primo dì essi fii:scoperto, l'inganno dal sig. meilico Divisionale D. ~erde.in,questo·
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.Paspeggié\Va egli sott? l'~trio d~)J' ospe§al~ in. ;,¼Dito borghese m,entreiil coscritto 1.11 ijUest1one ~n.tra;va. -~,eoza, lasciarsi conoscer 1>er cµi fqs~e. trae,i-µ gisparte.l:ioscriUo,. e gÌl çhied,~ con aria di ,misf~X:t;> •p~r~h,è non si sia.f~tta fare ·dql,.~-qo .sindaco uga' d.ichi~Bazippe,,.d,ella .sua ,µialaltia;, che1gon. ess~ egli sar.ebhe su):)Ao,.Sté.l;t01rrifor~atoi, ,p,.ciò-, I con voce sommessa. l i povero inscrittò preso:1c.osì .direi all'amo entrò tosto in istretta conversaziooè col sii Dott.
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Verile!. e ~t~Lfu sub~to 2ichia,~ato siroµlalore. E gli- altri due ·,sor~t sim'}la,ti Cu,:pl)o ~resi alla.;stessa lrap,p,ola: ~ 1. li J uron9 du.e-?asi ;dit_t~g,~ .~oristM~t~. I} ?u,i tdi,..siJnulata. Ques.fr·due si erapo;imp,las}ralo il ~l.\pilizio, cnn 1;1,ni • 'Y t .~ ~ } ·tt• ~ t ' , • ù:t' ~ J ' composi~jo11,e,l,ale, (10 cui al ceJ.tO ~olr.av.a.iJ,P&!'al!o. ~!.~". chil~n) d'a -,~~molar~ .lar~he l ~p~sse croslè, dentrJ. aJ~e quali s~ v::ano coperh I capelh e capa~i d' imporr~,a~ un · supér-fichìle òsservalore. yn alto stralli éÌ'o.ngoeQfo refrjgera-nte'sovta qoèste crQsle, un "largo catapla!ìma eJDol,lieu~e pi~ttostò~.ç~Ìdo 'so,ptà,.,i uo,po .qualcbJ ~ra u,na . bùona }avatura oob a~qoà :(a1H~ . ~ saeooe ~~f,t~ro,90 ,a . SCOP.riré 1'1h&arufo. .. .. Fììvvi~pure·un ·casò di ·sifilllie cµtanea second(lrii). interessanlissirho, ma di esso non parlo parlrcol~rménte perchè tuttora in cura al primo di dicembre.
.&n exercant,uoe pression transversale sur le mHieu de celte t:Qme11r~ (la J~mhe ~tani dans l'ext~~s~o~ eoipplèle) on s~nJ uµ x1d.e ~ la1 piace n?rrp~11;,de_ la, ~otyJe.,.,el}~ doigt COJD.P,rl~~nt p4nèl,:~ .~a.ns ,,l.~rt1pul j1~10,n fem . yr(h tibia.le-,; . d ,l d • ~ ' au ~ssµ§, et a11~e~SQ'1l · ~ ce v1d~ 1 ia pr,~ssii9n fai! ~ajlljr les '.2 frag..1:1e9.ts.dépla~é.s de la ro.tule,,,séyar~s p~r. un~ distance Qe ? centi91élres ~et del)1i; le fragmen~ ~opérieor esl .plus petit que l'in(ériea.r, la coisse esL un peo. tt,UDéfiée,. a1nsL,que la jambe: qui présen\e en ontfi deo,x plaies lacérò-c9n1luses ~,upe~fìqielles, sa parti e anterieure SUP;érl~ere. ,, t I J ' , I ~ Rr~~.nce ,qe e~? ;.h~s:i9ò\ et des circon$lance51-qu'i présiijèrent à l'accldeotr on dfag,no.slica une frncture tt'ansver~alt de la ,r:olole par c~s.e' djrecle, •.. .E.oeffet.pendant la cbuteLJa j_ambe.ay.;i.nt élé Coi:_Lemen\ fiéchie sur la cµisse, la rotHIP:s,e lroovant alor~ ~1Jde!ìsous · tlet cond:y_les fémori;1.,u:x,: ayp;f~ su,pporlé to,qt le., ~oids du 1corp~. etme. p9pvi!-OL se ~çu~J.!air.A: a~ ..cb,oc1{ s(}it _p.l!,r la ré~.i,stepce; èlu,.sol, ·~oi,t v,~r Ja Le!l.§i9,?(;de,,p~rtìes ·v9)sines; ls'élait:fr~_cturée.en lr~nr~~Pronostici.gravJ,• 1 Cetle.{r.aclure complìqu~ . d~.Ja ru.pl~re de,lj, capsule articulaire, d11 froissemel}~ pes cariilages condyl9jdiens, de l;E}x\ravasion de s~noyie çlans la ca.vité ar:Liculaire, de OESERVA:TION la contusion f)t,.de I' ~cgim9s~ p:~~paities molle,s..prl se.ntait I µ~ fJiSW1;tUi;m_pQ~~qi ~~: ~~pl'riQjic~\ions,~JÒute, e~pèce der fracturse dé' la. ro'&ule d ap,P,are,l...cont~n\~f1 ma1s~en.,,mero.e. terpP,~ e1l~ prescxwait d'u_rgen.ce. ~ne médfoalion ~n!i1,jnlogistique locale. éL géné(Letta d~l dQllor.e l'tl USOJ.4 in. 1111a. conferenze ·deilo Spedafo ra\e, eri vue d'eorayer l'inflamalion consécut,ve au Lraumilitare d(,Ciamberi). maLi.sme ~rticulaire. En cooséque~ce, ,1près ~voir elacé la ambe . gà.nse J'exleosioo CODJJ?fe[è ·suy uo' pi an )ncl ioé à MESSIEVllS ET OONORA1ILES.~OLLBG0BS , 'sommf ,r~_po~d~nl, au ~àlon: _à"fi n de mie~ ~~!~c]}-et. }e li'Pl;'t d ! - , , 'I I '· !>• lf 3 · , garneòt ~o.tulien, l~ Cu)s~~. et;1n tJègeremen.} 11:~'cµ_iej ,µou r Les cas de fpi.ptµ,re e, la.•r~tule SR,D, ~f,SJ¼~,.r,ar~fr \la.?s relaclier·tes muscles éxCenseurs inse~es 1;1-u1·(',fragment su~ f ,. ''[ ru 1' . , · oos hopileau~ m~itaires , aussi ai-je cru devojr ne pas périeur, ·on appliqua deox )Jandages roulés, l'uu asceolaisser éclrapper l'occasi.oo de recue~llir.l'hisl.oire d inique danL 1àt plea veh le gen'oud;-Tl'Jtitre desceocfaht de la rad'un cas de e-e genre, soiL pour nion ioslructi on personcine 9e fa cuisse vers Je fragmeòt~ up~riew de Ja roLule ; nelle, soit daos l'inlérèL,de ::no,s conféreoces m_éd1cales, la ré'gion de la fracture fu t ens.uile recouverle cootinuelleespéra,ntq_;W.cette nole souléxet.l\,,p~ut-èlredes 4i~cussi.oris . b"b ' ID ' gIacée~ ,.a_yec ad.dihon ment :.ue compresses 1m _ì' eés u eau scìeniifig~et to~Jour.lì (~,ooi;ide,s I\OUli }a. pr11,V<p~e., _ Le (3 sept~mbre pàssé, à ·5 heures. de.r;el~:v;é,~, on ,t1ans- de li'nlar; &arni'c~. 1 Le leademaib ~é l'il'céiifeol o'ri fiL 2 sàigi\èe~'p.ou'r comportait à cet·hopital di, isjqn;ii~e, le DQ[X\.mé QaÌierf 8.~;J:ian baUre la fièv:re lraurnatjq~e. et1prèveni~ les conséqueucès llarie, ap·pointé d~ns l'3:rme. dè~ Carabiuicrs, a-cheval possibles de la commolion viscfr~le produjte pendanLta Cet homme~dòu~ d'oo leniper.amentéminen1ménl s~ngufo, cbute ; -dièle sé\'ère, hoissoos"teinperantes, tarìarisées et de conslitutiòn Corte, et agé ç.le- U ao~, nous a1mreM"que . •" ' nilré\3S' vers le~ 3 heti.tes dti Ill,èni' jo~t , é~anl cl.eservic~ de. è Ol'<Jie ti:a:ìrefuent co.otiÌiué • p'~ d.i\nt" ~ 2 j'ours'emaya la respondancé, éntre Albens et Aix-les'-bain§, soà élieval 1 .rl)aS'ie-Ù.~it tllait1e r I mfìP,lli.1 C\l'iss'e 'ful atlein(è cJ.'une pfiÌ1eg lan'èé·àu I[etit trot s'est aliattu sµr -Ìes jam~es 1cfe µ~va'ht· ~ ,.1 , a:'f f ,,.. ;. t , ! , leuco-phle]~te u1 use ; teLté) i·ouvelle co'mplicl,l;liob dìs,.. desarçonbé'tpar cè mouvement i'natleodu, Ìl a ·oulfiut~ e~ parul uéa'Jlimoins' assez rapidemé'nt sous· l'infiùence des • avant~oé sa mo.nlure, et afaìl une 'ohute sur Jes· genouds, ca\,ap1asn:ìés ammollienls, et-des fomeolall ons résofulìves.. sans pouvoir se relever. En6n vingt-deux jours aprè.s'la fraclure, l'in:flammation fo terrog~ sur le si~ge de s-on · llii!il, il accuse· 'clan~ le articul~}rè 1étant suffisammecil: dissipée; on pu recourir à genoud droit une violente d6~\e1;.1t tpli s'irrll.die daos la cuisse- et~~~ns la jambe. En.e_xàlnina.ìit le meml:ire ,on,Go_n~ la syolh~e cpirurgicale. ·D~p.ùif .l~'lh~n'dage,en X des :a'nèiens, (kiastre) la chistate que de: légers mouvem~.l}S,de 'flexion sont · enMre·,, rurgi1e1s'~s.re.nricHi~ d'un-_.gr:,m5l norn'bre d'a'ppar~jls conpossibles, mais très doùloureux; Ies ·mouvemèns d:'ext~ntentifs, qtf.il sorait trop long etc rappeler ici; a_u milieu sioo sont .,.au contraire ènlièrement abolis. Le genoud de toules ces. ioventioos ìngènieoses notre cboix se fixa droit contus et échimosé est le siège d'une toméfactfon sur un appareil mixte parlit ipant dè celui de .Boyer et de triplant le volume norJDal de la région; en éxplorant celle l',lalgaignè~ turoeur on scent une' ·fluctuat-fo·n élaslique, indiquant là présence~d' un liquide,' r&s,uftà.t de l'extravasiòn··de 11ang Une-pJ~?chelle re~tàngulai.~e de 25 cenliro( \re~ de Jon• et d'e 1syo·ovi·è·: · · geur sùr'tth:entim~tr~s de largeurpr~~ertlant d·e.qx. échan,. 1
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crures l~térates, :el .t~c~uverl~ d'u.o eoussineL ~e M.les d'avoine, fu! placée s·~us la fosse popmée1 la jamhE.élant dans l'eitens~on forçée ~ l'aide du pian incli)'l(!--sµ~ -lli~; 2 bandes de 2 0enti0J.~res de largeur fu~eot apP.hquees ... par }euç.P.lein bord, l'.nne,aude·sus dq_ -~~~\U~n.t.supépc.;i eu\l l' !}.U,lre a.udessous du fragme~rmfen~w '; c~s,~f! : ni~~é~~'~{~e~~.~·~s,de la \>ltnch.~.Cte, et ·r~_SfOr~~,n~~ ') 1 p<lr !es é.chap,e,ruies 'latéral!:)s, ;fovmè,ren~1~.:».l},P.~S__c1rcµ)~ · res ~enfermants toute Fepaisseur du ·mem.bre C9Ef(~pondant, et fur;.e!JL noJi,~es I~ plus près poss1ble,det-ec~~~crures extetnes de la pjancheLte; èJT~s fur~n~. ~p,sm~~ allirées l'une vers l'auLre par une compresse longuelte placée sur 1a pa-rfie anlérieur~ et médian_e du ge~ou~ : celte compresse ~n_g~gée sous 1..~ns~.~~pér1eu~e et-1,~fe~ rieure , et ramenée ~ur erle m'è me par l'a ré?n.ro'!r ~e ses 2 chefs ti'rés en seos in"feTSe, é1erça '!,ne lract1on ~irecte ' • • ~ ,ft. • lt ~• h• ~ _j ~ci1é ' .l y'},~f-S.,l 1-> surfeg, deuxJt~9J!iJs31f~S..Jacè~ls , e~ e,n • i~fll,q~ ,. e ra proc.Wem~p~ a_ù,laP!_q~e,po~va1l_le ~?'.m~llr~} ~P!~cliemfht•de1l'rmphe ,r.fisi1qlie :s~r'.v~nu pentl~'.~t les ,J!m,O'd~f , d'h:lravasfon,et cle. tuméfacl1on , accomphes pentlant le trailement des coroplic·,!lions a:rl1culaires: · L'a-pplicali.on ile 'c!\.~p~areil ful ren6uvelé_e 3·fo \s dans l'espàce "d'un mors el d_èini , soit pour reméùier !u r~.ll¾cbemètH des moyens c-onleÒlifs p~oduits par la rés-orplioo 1 progressfve ae l'tj,aoche~ent plas~ique, sofL paur pr,!venir pàr de lé'gers mou~emens, l'ankilòse de l'articulatio·ò femòro-tìbiale. On 'd;ut mènie inLerrothpre _l'etn.ploi1 de I' ,liipp,ar-eil p'éndant f:I,UelqUe~ Jpurs, pour: éo~àttre par une sai§.ti'é'elfo'cal~ eL des· topiqùes ammo:t1ìlns;',un1 infi'àh1a:l-ion pn\eg!_nt>':héuse ithercurrent1e surleo-uè "'à, la partiè interne ét i&Cérieùre du. genou~. ' Ma.tgré toutes.çe~ ç~m_pli.eations con?~milantes ,;t c.q_a· sécutives, on eu cep,endant lev-er aéfiQ1ttvement lapparreil .\co jours aprits ~~ P.rel)'.liè.re application.. " Les 2 fragmens de ia..rolule étaient réeunis par uo c1.1,I fibreux, du.r èt résis~nt, mesurant u,n cel)liméir~ et dem,i à sa parLie.~ exL~rne., I ~.ep<lant le's, p.r~miers1j'ours qui .suivjrenl la-Leyé;e ~e l'opareil l~ ware:\}i~ f1,1t possib.lo:avec l'a,ide,d,~:l l!,Qqqll-· lesi w,ais, ~O jour~ a_pi:ès l'enio~gem~nt éélema_teux, 1:epancheme1nt Q}a§-t\ij_l}e, et la roideuc de l'arlicu)atiopl·fe,no.ro-tibiale étant-disstpée!l. sous l' influence d'ul.le pom~ade foodanle, la progression fut renduc compléle sans moyens dc support. Ce.mode de r-éunion par un ,ca! fibreux exigeanL encore quelqu.es mois. pour sa coosolidation definitive, Callieri 'sorljt de Cho,P-ilal le~ 3 décembre, avec un congé de conv-ale.scence. La co~pt,ation·eUe,eontact immédiat ~es fra~men-s éL~1,1t 1n condition n~c~s~aire.de t9ut cal régulier e_t de,:sa,cQnsolidaiion, pa,rfoit:e, l¼lendue que fa,i rs-igna)é en1te. les ..2 fragm enli,1de la rotule,,el la nature fi-breuse,du .e.al oble!.lll; paraissent de prime abord.ap_porter une grave infirm.atioo à la valeur du résul~at.clinique. Mais si l'on réfléchit à la gravilé des co.mplications qui accompagoèrenl celle fracluro, si l'on calcule Jes conséquences évenlueUes aux quelles le lraumatisme articulaire pouv.a~t dooner lir:u, si enfin l'on lie~t com_pl~ du terops employé à dissiper le cortégeJ'acçidepls infl~.maloires1 çn est,je crqjs,~o~cé de r~p~qnaH~e que l,e r:ésullat, a encore1 dép.,a~sé 1,e~ ésp1:i , r4.i~ces1 ~r.ireyU;~s.,au,début,. et q~ç )e ca1 j!b.reu;t a él~ :
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dans le _ças actuel. le tl'ef plus ullra du sttccés ~herapeu-
tique. Vous savez d'aiU~grs, bonorables collégues, que lercal oss~u.x ,. a~s.e~ fMtll}, fi, o.btenir dans les fractures longìtudi nal es ou obliques, est si rare dans les fractures trans,veraal!)s, que le.s !l.n~i!}JlS .i;hiru~giens r.egardaien-tce,cal osse;U,x s;.on.i.n;re j.~po~s~~le. attJ'i~ua:nl e~, défau.t~der. con'."1 ;soliq~qErn;~ l'ab.s.~n:ce ò.u\p4riçste. sur, IHa.0e~po:sfèdeu11ei ldeil,a roiql(l, ";(l'~?Jl·çhement du sue os.seux,.da!ÈS, ltarti- L culi!,lie,n, ou_.e11fin à Ji\ dilolioo de celui e~·dans I~ sy;nov·ie,. ~lais bien qua, ce~ hypotèses aient élé i;e·nvei;sées pal' , !es exp~rieoces de 'Dessault et Dupuylren , q.ui prouvérel)\ que malgré.Ja slructure pariculière de ·la rolulé, la réunion osseuse-avait lìeu obaque fois . que les fragmenls, po~va.ienl~Mre maì_ntenl1$ en conlact, il n'en est pa,s , morn~ ~;ra1, ·que ce rapt>rochement éx-act,, t-rés· aifficile à ' oble.nir en général dans !es fractur.es compfiquées ,iétait; da?s I~ paf.ac~ue\ par~tculièremeut im,p·ossipl§,,rt\\a; p~éex1f\~p.c~ dJis, ép;a~phet'\lenl~ hemo-pla,s,~iqu~s., .è,t.- J}appli-, cat1on tardive de H1.ppari;eil conlebtif. , Nous, croyons donc pouvo,r nous é$tip11;r ,b..eureux, 'd'av?ir,,s,o~,~lrait le mt;mhr~ 1.~\IX graves év:oiuijp_ns.•patho~o, g1qµes forru ul~es §ans l~ ,prooosllc, et d'ay-oi~-Q..bten11; un.e · conso)idalion fibreuse, conservant tqules !es fonc_ti-0.ns.du membre. ,t
PARTE TER-ZA 'I• .:i 1'·11 ., ,,....J_..
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Giornali Sèie~(Jfi.ci ,.
OT T! i _M~ A B EL LI CA Sembrando.ci dì ilholta: importanza -aI,1che pe.r ilnost.r~ paese ,}ai,diSCl!SSiolie fostè ~pe1'fasi nèl~seno del- . 1 l'·Piecademia Reale d'i ~l'ed!'ètfia· dél 13e1giò rel~ti:va- 1 mente all'.JOttaUu.la bellica, I1òf~éretl1amò fare cosa gtile-e grata ai nostri lettori, co"nt1nuhndo a riprodurre l:etteralinente dal Gi6rnale L¾ Archive.s Belges de Médecine Militaire cosiffatta ciiscussibne, 1 nello stesso modo che già feci mo ne1 n. i/ per il Ra'f)pdrto dei signori Dott. Vlemirick..x, Gouzée e Hairion. Li\. RED1ZibNE ' •. ""--'1'a. ACADÉM.IE ROYALE DE l\IÉDICINE DE BELGIQUE '
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L'oe.o'.l'u.u:.nm otTE ·ltllÌi1.ir•rìniJ'!..- Nous ·com-.!(i rueoçons atij'ourdlhui le compte rendo' des1séani:es èie PA:cadémie rQyale de médecine, dans lesquelles se .di!ì"èutera l'importante quesUon dè t'ophthalmie dite milu<f,'ìre. . C'esl l'honorable inspecteur général du sel"viced-e !anté de l'armée qui a ouvert le débat dans la séanèé:cl'u:.30 dé· cembre ~ 858. .. Voici son discours: « MessiouPS~ lachons ,. si c'est possihle, de "oo'us>livrer avec calme à l'examen de l'imporhnle qu~~lion :qui ~ous es.l·soumìse.
-38« Que, cbacun de nous, quèlle que soil l1opìnion qu'il ai\ professée naguere sur !es causes ella nature de'l'affe~ tion quì ·a reçu,,~e nom d'·òphtlia(mie militaire; pr,enne la ferm tf'-l'é·solu:tio.11 de 11abando-n;nm;, la diseus,sion:U y :c<ondamne. ~
si
·IT
Gonsrdér-ons-nous ici corotòe 11ne•gnnde,commfssion
de Tappnrleors, munie de ,précie.ux aocuroenls, .a'\"e'e mi~sion dé ~es dépouiller et d'en donner la si·gnificalian. Fa1sons ceidépouillementavec conscience et sagacHé;-et n'en doule2.,p'.az, unessieurs, si -nous.sommes décidés-à -appor- ' tel' dans . lè débatpune,gr.a:nde~fra'tiòhìse; ,à rr'fo· pas nous laissc·r· aller dans nos~i'nduclion"si à d·esi ècarls d'i'maginatioo; à donner aux fails enfi:b leurvérilal>le ·inlerprétàtioo, nous arrivèrons incontestablémenl a des résullats ff.liles, et.- no1Js tènùfons à la science, au gòuvernemef?-1? è\'-·au" pays, un des~plus grands "Sel.'vices qui puisseiìt leii: èlre reodus, ,. · t1 sVous,vou'drez bre'n 'vous' 1e !rappeler, 'messiéurs·; la diSCIJSSfÒ n qui' siouvr'e,a"'eu pour' point a.èp'art fa~èlenO• • minalion méme de la mal-adìe. « 'La commision do'1l j'avàìs l'honneur dé fairéparti.e, proposait d'abandonner la dénòmìn'aliòo d'ophthaTn1ie militair~ enra1:1opter celle de,to,1Jpnclivite· granulOtise. Je suis venu:\t~ùs·<'dire ·qu'av,ant 'Ò'e v'.ifus rallier à bitte J:5ro~osition, vous deviei teni r à Mre éelairés sur la vraie 's\gni 6cati011 du mot grani,latio,i ... « Qu'est-ce en effot que celte chose qu'oo appelle gra,iulation? • • Quelle est la valeur de l'allération? En quoi consislet-elle? Est-elle le sigoe palhognomonique d'une ophlhalmio sp,éq.~1!;.? '~!l - ellf~-~~ f O~Jraire~ ,Cf,\le l'expjessi.oò 1 d'un pt~nom~ne morbJd'e stti'!'ple, depourvu de toute spécifilé?_ C'élaieo't là, mflP,tiil:ìTa1t - iT; aulant de queslions qui devaienL élre éh.icid~& devanL vpus, pour vous meltTe à mème de formuler .un-jugement ayanL pour base d'inallaquables prémisses. aèrmére analyse, j' ai compr1s1e,t, V,?:-US a.vez co1ppri~ }l~~c mo.i.; qu·e nous ne, sortiriotl$ d~ n2si,ymh,er.r~s re,t d,e~1Yos,do\ll~~.,qu'à l'à. conditìon . de r,ecbEµ;ciw.r ~~p 1fO\S Wt.Ur, loules_, s'i] existe hi'~ D'iUt)_(l ophlha)m,te ID j{i ta'.i're!,en \an!,f <JU8, d6leliIDÌ,Pa() L_tjn'é,~·pecjftLéi qaefooriq:ùe-? . " , • .. t( C'est-en eJfet la q1,1eslron - mèr~, sije pui-s w'exprjm~r .aìnsi ; elle résn~e Looles les aulres. << A.u\ tnr 'de la niotion,1e ~onsi~ére oo~nie un .devoir. popr moi1 ~~ vous don.ner>' ,a~es .l.1Aébut de la qis~u~~io.n,, les e;l,)Jic~li(lns, -qu;i ~e 'pairass-ent indi~pensables. « Diigne'z m'ecooler ave9 la bienveillaoce .dont vous m'avez toatou.rs hoooré. , « Messieurs, j' ai vu, dans ma longue carr1è;e,~bien des ophtb~lcni~.s _mililajr.es; j'ai lu énoi:.mémenl d'éçcits- et_d0 li,v.res imr cetLe atfe,cti-0n, etLje ~'iens nous déçla.r.er trés ne~~em~Jl}; wais a u~si trés-cQqsieAoicus,cm,e1rt, flll0l 1'oph·thalniie di\~ ll},\\ilaì,re ,wec, ta. ~ign.ifio(tljo,n ,q.uJ,s,n y, a atv t~chée,.:!f~xi$le pas e.t n'a j_a,111}is,eijslé. « Je P~.~~ais peuL- étr~ ro'arrèler icj eL 'alterulre les objecLioos qui me serool faites. J e ne veux pa.s.,De.mème que je demande à èlre éclairé, je cberche à . ecJairer !es aut,,-,es, ~~,,,j~ vais ~o~L de.i,qi~e vops .dire les mpJjfs: dee ma convicti9.o. 1 << Q~'.est- ce que l'ophtha1mie di1 e:mililaire'l ae-strpour
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moi ,-et ce -serabienlol p,our-\ÌQustje l' espère, une :affeclion d~une grande simplicité, don'1 on peut se fà,ire· une idée bién nette et bien j>récis"e, sans qa'il soit besoiir·dè !on.. gues, e't ·p.Mfon6es étades en·,ophtHalmològie:,;, «'Care~ n;e~l aprés l'oùf qfi"tloé'maladfo ea:t~tiéufè'quì, dans sa simpfi'cllé, n'alleiflt·pas Jes milieth transpa'repi's et donl !bus... les pbenomènes s'e passent dans' la conjon clive, el mème dtns la cò'nionclÌv\ palpéb,·aie p~esque exclus jveméot. , ... <e ,O.f, Jiù;-~~t-ce ·~?~e, wessié~rs, que cette~ònJpoclìve 1 tpai~é)ira1~'t Ìl iJnp6r,te de !'e sav,o_1r. -, . 11 « :Elle a fai!, VQUS le save~, 1objel de plus un~ ~Lud~, mai~;i, ~ a °inamioilé a ujou:ra'h.ui pour reççooft1r,e que 1c·e~.l,n.Jle w.u11~e~se p9arvue"ci1-1\l.me toutes les.;muq1,1eu~es, des élé~e.nt~ quJ ca,r~cte,rjsen~ ~e genro de JDfD?~tanes. « L,4l$t~Z-J?.l0! you~ en ~w~e[. '.4 .{les,çrJp!io~ ,d'ap~és. M. ~U,ll1\e,r:, ,p.rq(iwse.u1 à l ;up1Verp.1t~ d.,e Wur(z~itqfg.: , une m~n~hraAe,~~1uqu~use qqi natt a.u. p@rcL 1«tC',,~ libr~ .des .pau-pi~res. où elle ,s~ c.onlinue direçtement • avec fa pe'au; elle lapiss~ J11 Jace intero.e des pau• pières..... Elle forme une p,eJlicule rougetltre- de j7 à « q5 mì!Jimèlçes érépaisseur; .elle. lldbère Ìulime,rn~pl, à I.a Il face poslerieure d.e,s catti}9,~es ars.es; elle es't· comp,O• « sèe':d'urie couche' serree>j.cfé ti~i,~ conjonolival ..de Js à 11 (( 25) TuJflr~èlres d'6p~ ~ss'etir, qui{ çprrespond atl 'd}r.mé, • /-~ ,; \; "~f t ~ I ' cq~t a'wi, é_pitbéliu·1n s ratifiè·dori\ I cipaiss,eur , es~ de 9 1 (,( milff.hi.etres, et qui est fo.rm~ cellule~ a]loiìgées d~ns << la p;.!>Ì~Q~U r,. el ~e çelftilÈi~ ìÌ noyaux aplat[s ~et polyo« nales "'a, ]a sµp! rficie ... ç:~s.c~llules ne son~ pas 'V,i~ra~ tiles éiiez l'hoinme. On i~où,ve .f!l!ssi sur la cooj,o,ncLive, Il des papilles aoalogues à éeJlès Oe la peau; Jes Un(lS ~OQt (('. p~tite~ et'li}~fihd ri ~ues, ~~s' ~u,l~esplus ) rrss~s, ep. f9_rp1~ « de 1ertrre ou de chatnl?_i~non et alte1g,nant Ju~g\\'~ ,2 <t millimèlres de hauteur;·cè's ilefÒfères s'cibserveol sur<c loul'vers le point où la hiembrMe se r~flécblì, en de<< venan-t plus épaisse d'uoei mamèTegénérale, e. Krause « Sappey et W. Krause ont décrit de peLites;,;·glan'tlules "' riluqueµses en, gr.1ppe-s qu,i'èxìsle°t{lieot"di!nS le 'f{)bcl dù 1 <t cultde:.sae conjoqcLiv al : If apr:~s 'W. K'faus'&, c~s glan'u du1es•seraieot au oombre.de 4~environ• ìi Ja::paupi'ère « "Supéri:eure, el de 2 à 6' s:e.u-l'èm'eol à la paup-ìèrè infé«•rie'Ur:er » ( Extrail du Traité d'liistologie de IiolHker, 23 aoùt ~8'56.) « Pour €tre complélement1 usle, le profèsseht Jf61Iiker eul"'èhraje'llter ,qtY<f ces glan:&ules 'Ònl elé ' ég;'ll~Ìn'eHbHtliqt1éesfil'!y a,•/l'ejà l:iien 'uriè 'èl'Ìiai~é ~ll!anb'ies 1 dotre 'Collègue et compalriole M. ~hiry, et'' ~ue 'Jè phifesseur Sp·ring et~ l'universilé de Lrége, lorsqu'il )' ensetgoait l'aùalomie ..les· roontrait loU-s tes ans à ses élè-'Vei'. t1•Il con,ri~nt enfin d.e• nè pas perdre.de vùe··que·cetle m,m}ue'ilse r.epose· par,,une.gran-d'é par~ie de satf'àce anté~ 1 rieuÌ'~1s'\1i ,un lissu ·oa;t:lilàgi rfep;>.;. • I m~fo n"ièst \)ll's- sans-cle'purssants mòl\?s', nressieuts, que j'en·vre, dans •ees ,mlliimesHdétails · an·a-tomiques, et vous allez,e-nJuger. ··«. Q'ùel1e qu_e soit 'J'idée: que l'on se forme 'èles aTlérations palbologiquès qui penvent se mdntrer $Ur fa conjoocliv'e'.pà.lpé"hral~. on ne•satiràWau moibs" en imagit1.eruoe qui ofa,,i_t po'ur,sfd-ge' u,n1ou ·plu.sieurs·é(cineh_ts'anitprniques qui eoherìt\ ldbs·,sa compositfòn. · C1òst tròt:f"e1'ém?ntaire
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-s~ << Je cherche vainement,. je l'.avoue, !es motifs qui ont pour que je. m' y arrète. Je sais bi~n gu' un de no.s honopu en faìte ·cr.éer un'°e es~pèce,à part. Jè dis vaioement, iables collégues a ènvisage les. g1·anulations coml'l).~ éhtapquoique je le sache bien un peu, et je vais v.ous dire ce gèr!:Js à ces élémenLs, comroe un produj( cle formatioo j-e sais. Ce qui disting!le f ophth~lmie militaire, a-l-on que nouvell~ el sa,_os aoalogne; mais e'es,L là une maniere de dil, c'est qu'elle doit sa raison d'~tre à la facullé qu'elle voir presque individ11ell~ et d'aille11rs purement bypo~~ e se ~l?roduire:·e!Je-.m!me, c'est qu'elle:esl ess~otielth~liq11e. J'y revieudrai plus tar~. ~ ,,. , l~men~ conta.gieuse. ~ je ,r~pon~s _à celte o,~j~ctjo? que « :Eh hi~n. il ne fa11.l~_pas_avoit,,.vu~bea11cog_p,d'..ophlhaln en o est morns f?;Ifcte que celte allégalion, on me dit qùe mies,milìlaìres, polll' reéonnatLre que la. coajoncltve palçe .9ui prouve ,surlout ceLte contagiosilé, c'est que dàps p'~brale ne.r1r~sente- q'altérations, au coJ)lmencement de l'affeptiop 1 ~JJ:e dans, ~,e:s. éléineots ~landulaire et papilootre,E~r~~! ell~ efist~i~ prim'itivemen_t dan~~es. arméls. laire, isot"ément dans· I~ premier d',afford, dans les deux: à e: ,ei q·ue e e$l pa{ les armées qu 'elle-a été propagée aux populaUons civiles. (Continua). 1la.foi'S eosuite, quelqtrefois dans tous le:,_d~ x sim~lanéùrent. « Sous tiw~e ap,pare?·c.&, sous _qùèlle for?1e s~ .~?nj trenl tout,d'abord c,es ~ ·aodules e.l ees pap1lles· a I etilL path91ogiqaet . . ~ . DVI.JLETTINO IJFFIZl&LE a Les,prenHères, so~. forme de pehles sa1lhes sem1! piansparentesr les s.e?otléles ,sous,ceM~ de ~~a~uf.es'. 11 111 ~, ' ~ Oeujr.maQ'ifestatwri\ :a -}111elle,,qµ,~l?qu~!çh'.6s~'.è\il'n~' son I I I aspe'1i, dans sa maniè~e d'étre., qui s.;éloigne des alLéra- • Per bi-di1ie niifiistèt•wle dei 23 '.ifel votigente mese eb,._ .i . I tions simp'les ? Vous allez en juger. • bero luogo le. seguenti var~azioni di 'de,ttinazione~ « ~les!!ieurs-) meuons-y un .peu de bQnn.e volo.nté. ,Sup' . ,1 ij'Oseì uf:(ifostatH qu'b.ne ·-aJtéraLion s~roblable se'}'présen~e • Il .me~. ~i ~eg~imen-to, ·dolt. L~f 'd~,l}p spèd'ale dj Caaìllieurs qu'aux conjonGlives palp_é~rales, qu't s.l,;ée.qùe .gliari a quello d'Afessandrja; . :vous,dirfoz? fl!esl 'lue voas o'avez <levaoL vous que des Id. Id. d9~t. Marini dal c.orpo dei R. Carabinieri di U!"1iénomè11es de con.ges9?0, ~'irritatio'li ou d1intlamm,atibnSardeg~a in,Nuoro allo sp;edale1mì1Ù. di Sassari. a_épouillés·de toute s•pèèificité. . llrmed. 'di Battaglio.ne di t a clasJe dcM Bò~iièrl dallo « Poutguoi donc ce·qui serait vrai podr l?, mugueuse: spedale di Monaco a quello d'Alessandria~ du pharyitt, par ex-empie, ne le serafl-il plus poar Ja m1,1gueure P.l!Jpébrale:l Qaoi I vous serfoz en présence de Id. I~. dqtt. Za-va~ro GiusepP._e .dallo §pedale di t.al~epatiqu p~Lho.logique la plus $imp:le 'qui se:Puìsse,ren'Cagliari a· quéllo d'Alessandria; contner, s\mpl~,cl.ans ses syrtiplòme's, simple dans'.sa: marIL med.;,ag.giunto tlott. Sol~, dallo spadaie dì ''çhambery cne, liilllple dans sa tllérapeulique et ses termjoajsoos ; a quello d'Alessandria; t.outes les' maqueuses voas eo offr.ent de semblaliles, et de Il farmaci~t.l:, Militar~. <).i 2• classe,Jig. i,Iontani dall'oS-~ieté, de cmur., sans abs~lue nécess,ité, vous en (eriez.une sp~dale di qagljari a qu~l\o d' Alessandriii; a-ffecblon sui generis, d'ont l'apparitron ne saur.'a'ilr ni s''ex= Id. ièi.-si~. Peeco ,dallo sped'aie , di Ozieri ~ quello pliqu.er, nì se compren~I'e; sans 1' interveulion d1agents cli Gà"lia'ì'i ·I · 0 ex~raordi.naires, anormaux, spécinques, et po11:r, làcber le Id. Id. ~11 classe sig. Boldrini dall'ospedale di Nuoro ~and, mot enfin, sa'ns· 1',acl:ion· médiate ou ~th~~é~ìate d'un 11 q~ello 'p'Ale~sa_pdria; , 1 -vjrns. d'une cause '\'irulep:te spéèiijque l Messi.eurs~autant. . Id Id. sig .. aoeehioladaUlospedaJc di Anne:cy a quello vaudrait dite '4Ue la hrenchite la plus bénigne doìt son di Torino, per essere comandato al Laboratorio origine à un_ virus bronchiquel , Chimico J.arruaceutico l\lilitare. « A 1n·iòri1 vous rejetterez unesemblabl~ doptrine, mais v:ous la rejell~r.ez l:lien -plus vi'vèmeiit encore aptèi, u,n e- . I " •I xamen consc'iencieux des faìts. Co1i ò1·dine ministeriale de'i 27 di· quèstò:,stessd. mese « Uhe cause spécifique produisant, en ràison de ,son ebbero p~1· luogo queste altr-e variàzirhii 'di destiaction. spé.cifique, des phénomènes,. ma.\adifs dépourvus · uazipn~: ·de. tou~e sp~'cificilé, --c'est déjà une mons~r,u;o~iff~D'.B\\lho-logie, mais c'esL bien plus monstr:ueux encore1Jorsqu'dn- ~ Jl med. aggiuntò' don. S a nt;uinettl del N.0 fanteria rMécbit que oeU~ cause n'esl à trouver' nu.lle:part. · ali ospedale militare èlì' t,fovara; « Longlemps on1a yéc11 sur l'origtne égyptienne, sur le Id, ld. ~oUore, Siriati dallo ospedale di Genova al !virus iégyptien. t l'! fa:otèria; ' « Je'suppose qu1on rfy reviendra plus daos celte enId. ld. dotl.ote ~su dall'. .-_ 0spedale:.di Novar-a a .ééfnle.-srje-m'è lais tronipé, je1n'enapplaudìra:ts, car j'af quello di Genova. .ici de.vant moi les beaaxJravaux qui ont élé. produits auongrès atopnth.,almolo,gje I et (est là ,q~e j'jrais puiser tl'irrésistibles ~rguments eonl'recmes?• ll'onorables àdver .. ll' Dire'ttors Dott:;cat ÀRELLA,l'lfèd.'Div. ' .sa1res. li vice DÌrsttore resp2 ns . Dott. MANULLI , Med .di Datt. " Pas plus donc qu'il n'y a dans_l'ophthahnie~mililaice de marriféstalion sy.mplomàtologique eitraor.diÒ-airé, pas plus il n·'y a de cause spécifique. Tip. Subalpin~ di ZoPPls é·comp, -Pia Alfieri N. u . ~
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·QOAD:RO STATISTlCO· delle mala-ttie state cur,ate oe~U e Succursali )lilitari i, Spedali. Dl-visionali i di Terr~ nel quarto ttl>imestre ,t 85 8. 1
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Ripot IQ. . . .~ U 73 5238 5526 85t 803 J89 1139 H13 • 115 ìll,tnìà. . . . .. . . . . . . , .. ,. I 2 - ; '1 ' I-poc'hnlli'ia"sì,, ''- ,e:,., {, . ,. . J) .,"? ~ 1'3 "'2' '- r:; 't 12 49 28 24 9 1 • 1 2 j ;,11 , Nostalgia . . . . • S Tifò .•.•.•.••• ,. :) P .òdi h 8 In genere .....• 'iM 243 ttt24 ~ E 'f e(alno. . •.. • . . . . . . . •4 9 6 22 1 9 4 p1 ess,a •. . . . .. .,. eri 'C l'ernio1ose . . . . . » 6 4 1 ;;; Asma,_., . .•~· , .. ,._r. • ...., . . . .. . , 2 .2 , v ;. •. Eocefalito e meniegile . .-.-• . : •, 3 3 O.;>- P.a,l'l~HslaJo ge1,1~f~:t1..,· . . . . . . , f> 5 3 l' 6 Spinite . . • . . • • . , . i;; l\ma'tirosi,!inbliopfaamai:iroliéa'. ... "il 2 .,; 1s 66 , 6ì Otilo . . . . . , , . •.. . ; . . . :;:,_ 'Emel'alòpia. . . . . ·,_. , . .. 4 t4. 18 • . -,, Renmatica . . . . •. -,3 363 365 • Prosopalgia ...• _ . . . . . . . ~ • 5 4 • ,1 otiafinia Pnr~lenta . . . • .• 9t4 2216 2194 ~" 9,.o : lschjalgia. . . . . . . . . . . . . . 6 16 16 y 6 ~ i. 8elh,c, .:. . . . • . , .. 3' '4 4 » à Stenò!)èrdfa. . ,: ~'- , ,.' . t- ) , ·,: ,• 1, 1 w . • · 13lennorragica . ..... 5'1 .248 2,.t3 8 5t 6 J!~araJgi'i: varie. ·:e ., . : .. '" 110 'Jil ~6 ,; Bronchifo . . . . . . . . . ••.. 31 150 121 1'1 43 Apopìe.ss1a· . . , • . . . . . . . . . • '6 • f> l Plennile e Polmonite . . . .. 5 11 9 2 • ldrofohla . . . . . . . . . . , . . . Car~i~e e·Pericardite . . . . • . . 4 1'2 12 ':t ~ .., Ang101fe . . . . •,, . , . . . . . , • Tabe ._.. . ... . ·~· , . . , •. ·d · ,)>e ..2 2 t là1 , :i;1si9h11zza- polmoI,\are... :, • :. . z l?lebiter , ,. .. • . . . . . • . . . • . 8. ' 2~ '1 ' ~ ~ Sèot·boto • . . ~' . . . . . . • , . . ,O A'n'gì~Ie-Ùcitc'. . : ..~:: i . •. .' :· . : • ~2' ' 1 p 17 ? 33 33 9 gjS crofola .. . . . . . . . . . ! , . •. Parot-il; Or.ecch1onr •. . . . . . . 2049&~ .. 1 7 ~ Scirro o Can.cro . . . . . . . . . . l!! Stomatte, Gen_givite 3 'i"l 280 273 1 33 -~ ldrotdracè .. ·. , ... •. . 1 :a :An-giòa . . • . . . , . 4'd •,J,6Ò l'74 1t 2! .As:cit~. . ., . , . . "'•,. . . . ' . , 3 t-9 "o ~ ~ Gas.~.<Fe'n terile, ..•1• •••• ,, ••• 6 6 q AnqFarca. 1• • •• • • • • • i=. Epatjlè. .. , • , . , .. , . 19 53 62 2 6 14 ~· 5 6 • 1 • Vi:u orgàil,ici del cuore . ~ SJ)l~mte. . .... ,, . . . . ..... 35 Aoeurisoie . . . . . . . . ,-. . . , • Adenite. . . . . . . ..• 32 911 13 165 !4?, • 21 ,{;~cere-''" ,. ., , . 1 • , • • • • ••, , • 14 "10 M nenmatismo '. . . () 10 F1st~le .. , , .. ,. . . . . . , .. , .a ,A:rt,rile . ., . : . .r. · : • •• ", ~ • • .19 • '66 66 • 1~ 26 ~56 18 ' • 9 '1 2 'I'nmoH~ : . . . . . . . . . .lq. . •' Cistite . . ... 15 56 1 1"1 ' Asçess-i[acdll. . . . . . . . 1 3 1 " Uretrite . . , . . . . . . . 10 13 !i4 ••tlt 14't 1 " 6 ld. Jeolì . . . . . .. . fd,·NBlennorràgica . 1 3 5 l,9 68 72 • Jd ròcele . ~ . •. .. .. . urcliHe. . . . • . , ... • 3 1 4 4 5 ,6 5 l '-!'·,, ~Jt _:; ' _varicocele.; Cirsoc.e,lo,... : , . ..z Osteite . . . . . 6 . ,1 5 1 ) ;I 1 1 1, 2 .e S11rcocelè. 1 • • : • • • ~ • • • P,erios'lire .. , . . . .•.. . 6' 8 4' ì 9 Flemmone. . . . '1,o ' 69 '12 1 I2 ~ Artrocacè . . . . . . . . . . . . . ~ 1: ' 9 ~2 44 • " ;., ,1 ~ • Spina ·veolos11 . , . . . . . . . . . Patereccio . .. . . 9 ~ 33 37' 1 3 3 ùarje e n!}Qr.osi, . . . . . . . . • ,. Emormesicerebrafe . . . . . . . . '2 i 8 ,. 5 9 Jd. pohnonalo . . . • . . . I ;; OstaèolLgrotra li • . . . . . : , 1 )' » 2 tl1 ·, 8» I .a , Cllléoli • ,i ••. . •. . » ' ~• )) Emorragie io genere 24 121 Jil6 .~ ·11 .. .• . . .!: , Sanguigni. 'Pnegmona_rragìe .. . 5 I3 11 2 •~ <:: Ferite • . 13 t,;38 1:{4 • 17 1 ~ 1 ~ Cootosioiii . . . • . . .. :;,• Emalemes1. . • : . , ., 1 2 3 Commo-zioni viscerali . ••. ... : ' i>or1>o'ra febb. emorr. l> ,. 4 8, 8 7 o d'ull1or-i {Diatr.éa ... ·~.,·' · ,, 29 · 153. 173 J/'~8,l~\!:.11~,· ,; , , I • '!-' • • • • • • • 1 • 3 2 f secreti ·Oi~sénteria . • ••. 8 19 2'1 L.oss~.Z},O!OI . . • • • . • . . . .. . . • ?'4 '» JO J/6 12 Storte-. . . . . . . . ~ . . . . . . . Cbolera morbo . . • • • 9 9 • 11 '10 66 J 14 Ernie. , .. . Risi~ola. . . . . • . . . . ._. . •. 2'1 3 5 _CaAcreoa .. . . . . . . . . . . IO 25 Vàinofo~-. • ., .. . • . ... .. •. I . ·isifilìi'le pfimitiv'a . . . 6 ,.. &i:a.rl~Uinq . . _. . . . . , , .. . . . 1;14 3èi5 365 · » 04 4·' ' 3 7 1 13 9 ! , , l,d1 co·s.titòzionlflet. . . . -. . . 12 .44 ,4-3· 1 ~ Rosolia - l\1orbiII0 ~ . . . . . . . 26 5 '' 5 • :. lo o~s~l'yazione . ,,. . , . . . . . . . 208 3,55 531 . . .. : Orticaria ~ .. . 1 2 I : ~oii:i.lì§ c<1:òsoma10. . . .. ... ~ lll iljare . . . ... • ~ . . .. • 2 19 . 8 ~ Asfissia per,annegamento . . ~ Scabbia . . . • . . " ~ ••• . 58 • 12 "' Le~gie,_r.i,mor.~i locali,. . . . • ., . Erpete . . . , ,. 1•" ·3 ..3 ,,. / 1o(bi non' co~pHlsfli'el'gu{Ìcfro .- . Tigna·. • Sinocbe . . . . ;;i· Continoe, • jTifoid'ee ... ... .
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T-o.lale degli ost ili.e dei,morti • .. 33-1 2354 21,09 784-1 Sttle di;Medicina .. Totale dei dece,s si. ';! . • • • • • • 40 5-\ 45 139 ,, d! Chir.qr~ht 1 ' .t • dei Venerei. MorlaJìlà relativa, l>· OtO. 1,1 2 29 2108 1/f'1 • degli Scabbiosi.
Tolale generale
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ANNO VII.
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'(Del Jìiedic<o d'i .reggl:rneÌltof<l-p;[f. ALFJJ.11~&0.
t ra,ccio 'H Re.s:ò_con10, tdella"s'e:1,i.pr)e a: dfe ) ffidat~ n'e,i me:si tli Uicembre .e{génJùi:fé erJ ~c,&rs1; e.l(i lraj:;t<,1o noJì .pJ~~ t1~ p~r~an~a .nu}Ì{.efì c·a:·cle( roahl'.Lj_,Ln~~ IJ.'é! l\ ~'.po'ir~nz_a di V\l'rle r,nah(H1:e, clie -·sT'tr1att.aro.a e-d, .iJcurre,med<c11z10 ~1., 1 ChS' SÌ pdS'erO in dp'e'ra,. I ~ ' ' I I c\mli nei 'dué mesi 'furono · i.n numero di " 2:70. To!Li 'f • t [. • dicì~o n~:,,e, C~!\SÌ fuS_\wo;v_~rs~' l/qne\à,:df ~~pn~~9 ~O!} ll~ al trf~~z,1o n~, gJ1- ~§.C\tif uro.Qoj 9.6, t-t,re 1,~9rl1, N9.n,v1 ebb'~,-:ip- f\1,~,ia ~el)'a dol 1ez7;a d;~ll~ slag1'o~pe,: ~os~j,t~iio,lle , roedrnwdotµ,1_naqle i a,pP.,f,',\~.!lel} ,ultrn)a}IUllld~CIOa (li g~n,n~ip ~i Yiu_çfOJalcu?e prnl~l,lì.e;esaritq\l}atiéh,e, àlç~ne;fl.ogof i de!Vappar_at,o rtspìr~~op9,1_v.,he.neJI.' ~!\~q sc,o_rsò lan'Lo p9polarooo ,l\U·~s't'qspecla\;;,.l·~ fo$liri tnfjafllUJlJ,ori~ ,dt! :re-· ~to, ~as~1\c~e. ,o..r,eur~rnJwhe, [u.r_on1 _<r~_eOe, ?~e;-fi rw.0,1,10 li Jll1!gg1or conlrn,g:en\e. foçb1,rf~ea1, p:~~ ,S,~~pUlpne ie.:. -bella vallo coò lul~a facili:là que~Li morbì. Vi ebijero a11clì~· 1 var.i casi di r;ilire ioter111ilÌé.Qt~ re·cidiv.a il p'iù . sov,entì co nsociàlaà.d oslfozÌ~n.e;·a~i. ~~~e11i· àd~~mi~t li.Gli a~e\Li erano pressochè. Lutfa,bt:irsagheri proven1enl1 .f·ila1' ,preSfd10 I I, I[. di Cuneo'. · , , I . . AP,plicaz-ioni ~µ~h:e çlp~l[!le di _tpi$n~~le a.i v~si.~m.Qrro,idall alfo scP,p~ .9i.di§i~pi1 11r~g};iPq!;ç>ndrj ,speciaJmeute in~o! gati, e-spes~9,; ,<l'~ !~Q}i; :cQnli~uàta ·~,pJioJ1.1-ng_a'l.a ~.ll:j- 1 ~iriislrazione _di rirnedi deos.truenli valevano ad ol~ener,e quell,9-,,c,ije :non .$i sRr,e))p~,,o}t~pu~,o, qoi;.sa.JH:binoidei, cuì ave.i<ficòrs_Q'tn.vano in lll;li, cirp'Ostanie.: , . Dei .tre ;ca'si df,!P~~te,yno. s.~cçess_e ii~2.1 j}ice'Abre ne\ , soJg_aLo Bottei'o d,_eltt!)~ ~~ggim~n[_Ò~'iJ,nte~ìa1-~Q.lt'aLoJi ·'i q,"i. nov.~hr:.e_per fèli4te }n,!!.AmniaJori~ rg_~Jl!atipa; Bre.~eqi.ò più l_auli, l{!lti_j ~iql.(!llJ')1d¼,\gn,l.~-og.qs\ de} peyic~rdig,ppn vers.atpe.nlo ,d.i ~iero 1in g.11~;lla memq_rpM, ~uj s.i ~ggh,1n~~ 1 .po~,cia l~ascìtç_:i la malAl~a pare :Q'1e ~vesse. µn,(or.igiP..I~1 ,.,
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l'ente. Si pralÌ<:ò un'operaiione di coppelle scanlfoate a:i • quattro ,ore senia più rlcorreré aci altre sa'n'guigne. Maall'indomani rilevatosi il polso , riapparsr i sjnlomi còn lombi, da cui si calmò alquanlo il dolore: aggravato~i p_e~ò maggior eo1ergla si ripelè il salasso, e· si coniin6ò fino al -di nuovo più tardi senza reazione febbrileisenza.cap1p)e;oio si diedero quindici centigrammi d'oppio-io un'emul§ione ; .numero di quattro, diminuendo solto dLessi,-vis1n1lméole J parendomi che se mài ci fosse occasione opportun~ per_ fenomeni morbosi.Al quarto.giornò solto.l'am'minislrazione dell'eslrallo d'aconito il paziente fu collo da profoso suamministrar l'oppio tanto ,•aulalo da Chautfàrd <li Avign~ne questa la fosse più eh.e ogni altra, stn.,111,.e che sem- l dore coa evidente sollievo , e pressocbè scòmpaFsa del male. Ma pèr somma imprutlenza del malato ripercu:obrava non si avessero a lemerc sintomi da par1e oel cer~e.v.asi il sudore, si riacerbava il morbo, ~e diveniva più vello, che libero nffaLlo si conserva-va:Noo .appena e.bhe inlens:o di prima i il polso si faceva oltreo1-odo-fre-qo:enle, presa la dose prescrìlla d'oppio oomiociò a rilèyo.rsi a risLrel,lo. la cute aridissim;i, l'agitazione somma, ed i'f Lap~lso, ed in poche ore si pose a vacillare il èetelìro, à nalo ,·en-iva -posto in fil di vHa. Quallro vigoro5f sa.lassi farsi gagliarda la reaziònll, a dolere il capo, e·a il d'òrso fo !. , fdallj i~ me.no di du e gio'.Qi, .)'eslr4-llo dj atonjl{) ad alle og.ni pnnlo, a prcs"e.n\arsi ·1·opistoton'o, àd alpàrire inosi r1pQrlaro1)0 i11len .e~sere,; e no.n .e~;,ist~ndp,.p,iù <,be somma in isccna la meningite ceréhtl>-spinàté. ..Si feèe_r'ò un, dolore li ere al te~piro ., C8S5f\l,j' LoJLi li nll1f ,si11:tomi;~Ì tr~ sottrazioni sa11guigne in lullà fretta; ma si'i:lò'vèlte' de?,.ddiveniva ad ttna applicazi,one di migna·lle i!l,e5e.ste:.gfor.no.. ~i'slere ,alla quarta, poi ehè l'-ammal ato sollo ~i èfsàlu·éplf-0 Un abbo,nda,ole s.udor.e ,, questa volta non p.i:4.dp;en.cosso. da br.iyi'1 i jrnprovvis,i CO ll sussuHj fen<lin{i. lr'sangffé era còmpiev~ ,la,· Gura .• ed ro sellirQà~gi.onaatà .ç,0miòol_ava la eol~nnoso nei pri!l'li salassi, licvem :m·te abb.ondàf1te di cori.valescenza. che non,.venne più,s,turb~t~ da;verun altra cruore 1Jel 3° .. C~nnp.arve. 11 s_opore a1 sesto g.io;rQo tta."mmalatò $Lava ·supino, ~ raggouùtolato; pertleva ibvoJonta- · acoidenle. Osservazione, ~11.. - li solda!.o Franco del ~ 0° fanleria rianrenle le feci e l'o,riÒa; il suo p-olso era.'depresso:: la en~rava ali' ospedale Ii 27 dicembre c6n lol~i,.i sin:Lomi temperalura . <lolla· cule molto ba,s s-a: lç1.1ingu~ asciuWa j di f<!bbrè Lifoidea a forma infiamrn;llOria. Il sangue.estra~to come nèi Linci. Gli si applicavano due vesckant1 alle presentava liove coienna, che si dimostrò pure net secoscie, cui se ne aggiungevano l'indomani altri due all'e condo salasso, e che andò diminuendo nel Letzo, sebbene gambe .c'd uno alla nuca. L' oltavo .giotno cfi malaltrà esfosse abbondanza di crassanìerilo. La -diarrea tollora vi sen·dosi notate dislinle esacerbazioni vestJorliite, si ·dìeil gorgoglio addominale esteso, e ·nqn pi il era moderala, dero -sessan~a centigrammi di solfalo di ébìninà : mala sensibile alla regione ileo-cccale, che altrove: uoà forte riaccenkiooe fu in quel giorno anèot maggìore:'11 màlato pressione falla in quesl'11llima regione non produceva era· CdtnaloS'O con pòl'si pic:coli, esili; fugaci ; con sussolli dolore di sorta, come noi produsse mai durante lo\ta 1a te"ndrnei; t!on si poteva piì1 oltenere il discli'iudinienlo dei malallia. 11 delirio notturno duròlungamenle, ma -naci6.co. déoti; si aveva perdila continua di .foci e d'orine. (tue.sto la cute fu semp~e atida, noo oo·mparve mai :l'esànfema. stato duro due giorni presentaodosi lieve remi-ss10Ì'lè{n'.él ,Lo stupore, il tintinnìo d'orecchi, il tremolìo' delle membra, mattino;-fioalmenle' la· sera del ·1Oò ~iorno l'O'rrù ce'ssàva: della lingua, la ljngua sec,ca:con:Ìe u'n Rezzo ai le.il tromito. ar vivere. i det~l,i fuligìnosi, dHrarono fio..q· in sri.1 firjòcipio del •gno, AIÌ'auLopsia fatta dai dottori. Bin~gbj e Q\la,gliolti si ri.ni d,OP,Q ,g1j .àJLri ~çòrn-pariva!)o 1 lerzo ·s-elleoari9 1 Ìl) cui gli ·U marcava una ·grande emaciazione, silìisliogµev ajuna larga 1 gli ~nun.ciali sint, o mi, ~ l'à.rpmalal_? ·,e1Jlr1>tya j~ ~Jn~i ooescara·gàngre'nosa in corrisponèlenzfl d'ella-r;gi.o'n lro.can~ OQT\ più scqen\ila d~vpo.i'. A l.!.!,l.l~I qll,C,~l: apvalescen,za, t~ri?a _sop~riore d~stta. Nel i)élto ~ ~.~ì~;aV~ò~nff,;' ~~Ù~ ;'bi ,pax~;lo . fe~om~ nol9gi,C? io oppgn;qv.a::11.PÌ'},l~C.wi-9 tr$ S~\:' e nella srngQlare. I ~uas[1 erano nella ~av.1là ·craoiana, 1 Jas~,, 1:1ch1esli dal c~ralter~ d~I polsò, ,e,galla_fq.r/!l~ d~llaverte1>ra1.e. v,:nìezio1\e non ~ra smo?a~\ma ·iu ·c.ovfsptlnmafa:ttia, duQ applic.azioni di vescfoan..li ·in sul comparire deni:a aella base clel cervelle,Llo, del nooo àèlla v11a si ridei siotornf adrnamici, cessalo l"~r4.qre fèbb rjÌ~. l)e1 res.to sc.ont.~ava _una notevole qùanl_ilà ~i .ilenso.frs. Plr~y,~do un purga nte. oleosri, il ghiacci.o, i tam<\rin.dat(e sopratullo da quel punlo, e luogo lulto 1f m11lello sp,rnale uùo. spesl'astinenza M$Oluta <la ogni al1menlo. Ques~o fàlto mi con1 sissimo· stràto di pus 'a?<lensafo aècompagoj1.v'ai~1 Ù.n ,çolla fermò nelia convinzione <li alcune verità; cioè: pia meninge i cordoni posleriori' fioo all'estremo,joferi~re 4. Che il dolore alla .r~iooe ili~ca deslra non è un della cavità. segqo palognomoofoo <lella~febbre tifoidea: Accanto a questi Lre infelici casi ~om•ene ·molli fortui. Che ia febbre ùfoidea sporadica è m'ollo me,no nali, ed assai interessanti dal lato deÌla pp.l.olo.gi~. ,~ della grave della febbre tifoidea epidemica,; poichè sebbene terapeu~ica. Io m'accingo ad esporre i.più,e.ssenziali. ques\a si potesse considerare comé graYissima·'fra le febO~s1111a-ciQne ~ a. JI ber.saglieoo Laoalo enlra:va li 28 tlic. bri. Lifoide'e sporadiche, pure era d!assai infèriore!a quella all'qsp~dale con gralÌS$Ìma bronchio-polmonìte.1.a reviolenza di sintomi, che nellà feb·bre' tifoidea e.pidèmicà'si osserva. .• . g_io.ne toracica sopralollo in corrispondenza al polmone' sm1s,lro ei;a, co,mpie tam ente ottusa alla perGusstone :, alla 3. Che la febbre lifoidea sporàdfoa n'on 'è cont.a'gtosa. asc.o\lazione distingueva.si UJJn,antolo crepitati l'è t iii -fu1\-o L'ammalalo in questione lrovavasi oiffa\ti vfélnr di letto il polmoqe innJ.slro, e parlè del polrootre destr.o-,-,Ja tosse· ad un soldato dél ~. reggimento Saioia/'eotralc>'Jo stesso era. violenla), frequ.enle., c'on ,èpuLi , muco-sàng-ii:igiri, :la .. giorno,te •C0,11 si1ttòmi ,di fel5bre tif6i'déW1Ìli in grado mHe. pelle ardeore; la"lio.gua,bianca, fecc1osa,1polsò· ariipio,.ele:. Ora)' apèbe 'tenuto· calcolo d~lla neèé~/ta 'di ~oa·predispovato 1 tes.0,1 non mollo, fr.equenle. Uo eop,ios·o salas$o•:Unito ,' si2ii'ò'iHNper contràr're. U?'affezldne'.J ovtagi'Qs.ap qJ1èiFama' djeci ,centigrammi di tarlàro slibiato:iQ'.r.p'})osit'ò :Ner~olo mtthit'o lfovavaii appu~lo, i'n co.ndizÌòn-i opporLlÌo_e a lai agirono 'Lalroeote clopnJmend.o che' si dovett~,si.a're ·ventilueipo. Lun:gi dalJlaggravarsi· la f~6bre 1tif6ièle\uìersoiaato
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5;~voiardo) aho.rti o·,per sè stessa od i'u virlfl. di un e_p:re· ti90. Stette. lunghi giorni accanto :.al soldal.o Fr-a:rl!Hl' e ,-gua"r', senz'allro incomodo, che uno slato di debolezza non corrispondente alla bravilà del male:: f Che l';.·non 'bisogna m~i dimenticare in 'Clu.esta ma. ,._ ,. l1 1 . -<.; •,.W:1 • - ,, , 1'.f41 • lattia quanfo d)sse itasor,~che cioè', me9f10 fa om-mai10 fa. La-ccura la Ri°' s.emplic/ è la miglior.t. -~ malatlia inoltrala i-rimedii rie'}cono inopportuni e so':eol~ fatali. Hassi so]'.t'~lltiLto a rjcotd,m~ ç!I~ 1::~mma,lato ~eve essere tenuto una rigorosissima dieta durante. tpllo il ·neriodo, del male, per Ju~o; che si.a; si.è solo col 1,eguire un Lai sis\eo1a che si ollerrà una con~·alesc~nza franca·, non molèstala da nuoii,lurouiLt,id,urante !,a gtt,ale si potrà conceèlef0',:un v,iUefgradalament~A-nutrieotè3i.rlfammàlal,o, sen?Ja tema di recidi1Ta. A questosproposilo i~ n(i'n possci'.J1ascon.:. de:re la grande meravi'glia da cui re:nui colpilo nel legger.e sulla <JM'ette Jfedic/ìle di Parigi del 1 o o.ra scorso gemi aio p~0he ft~rol'e sul)a1cur,'f\1 d.el tifo, secondo • il si,g. LebeFL ai Zurioù . E però d1uopo il ~~.emellere che In Gaietta 1lfédicafe dichiara di as1cmersi d-a ogni commento. Il signor Leoert -lròva irn{lcropria la denomi-rl'azione·di febbre ·m~cosa· a tquella_ nùi'.fattià d1e pres;_enta in graoo mitn i 'sirHçmì dd tifo, e che. tifo Iéggero s1 dovrèbbe s-eciondo I~i chiamare. Sra nel liio _grave come nel leggero, egl i nutrisce i malati fin da bel _pi,incipio col !alte. con zuppe, e~cc. CJHìtro J;i..i1iia.rroa p,e'ns,.sl~1de ég_li somrnin~sJra il nit~alo"d'argèn~b· alla ùosè'"g1orn·à110r.a oi"'tlue a cfualt'ro pi Iloie di un mezzo grano cia.scun a~ la!ora dei clisteri con "(J_ui odici a--venli centigrammi di quel sale.
~o h~ curai.o i~ Anne.c.y 200 .a~malali di tifo grav·e ~pi, dem1eo. conlag1.oso, e ne perJeH1 soli i8 : 11.e ho. curali 50 di ~gµal rual.alLia in Crimea, e ne perdettì soli.2. Ho curatQ çon successo d_a rn anni in· quà innumeri casi di tifo sporadia:o non contagioso: eon ho m1fravulo occasione di v.,éde,re (CA'dià111·tla p,er.si~)f!tiLe dietro al tifo., H-o veduto invece la diarrea dur:are pcndeule, lutla la- d-ural~ del morbo con e\'idenle ,solliev.o· deJJa, malalLia,-la maliillia_ farsi più gr.a.Ye, quancjo. e~isleva meteorismo senza flusso, d1arr~ic0., PriuUosLo,.ch.idre1111ré) la diarrea j io .cercava 'di:, favorirla. Cedendo tulli.gli altri sintomi ho del •pari veduto cedere la diar;ea, ma io teneva gli . ammalali a severa. di~la, il mio-sislccna -era ci&ra farnis.. Il signor Leberl nu• ,lrisc.e i0\1eèe gli amn1alali fin ,dcrl pl'incipio ·del,.male. Non si polr:eblwforse allrihuire la diarrèà -pers·istente <la lui osservala al singolare suo si~tema ?<Ci si p~rruetta di crederlo, e di porre in dubbio l'efficacia del metodo Leb.erl ,fin chè po.sili~i fa~li· non: vengano.in apppg.gio dEèsso. OJ,çe,•uàzione S• Il soklàlò Allfonè dél 9u fà1iteria entrava li 2'7 dicembre 0011 una d'latallia, chP.' a ptimo aspetto lài!ciava,eg-0aimenle cre·der ad uua febbre tifoidea. Grande r.r-ostr:wJon .cli forze: sln pidi là, •Lfo:li nIlio d'.orec'chi ,, diarreà H~ofusa era~o .i sinlomì cbe co n qùht'lò. 'm'nlalLia ~olevano accomunarla; ma a. quelli si aggiungevano un polso eccessivamelile debole, sudori parzia_li, gravità plumbea_ tlel oorpq, cramp:[, lingua piuttosto umìd-a, voce ~E!i)ile interrolt~ da p,rof9ndi sospiri', sit~Lbru,i. lµtli, eh~ . p;l 1feceto nascere il sespeilo, çb '-io mi trovassi a fronte ~~ una di quelle malallie dÌ!l,gee.ere, delle febbri- nervose lenle e.osi .bene descriLL-a i'l\1, Giu,seppe Frank.,. Più lardi :l';ll').mal'ato Si. p1,1~ ~.co~~~are al,sr15;nor I1eb,ent la. .POC.? a.~alla de• era nl'Ollo. i1}qqielo, presepta·va spts~o .oalda la fàccìa, ·e, r10mrna~1orte1·df f6hbre.1 mucosa alla fobb're lrfo1dea.'spor.adica, come' io trorn impropria qucula di enleriLe folli co- . la palma'd:elle mani, freildo il corp-0, la sele -era inlenfar ~, n?n ~~~end-0-cosla.nte la l?sio~n d~i f~llieoli intesti- 1 sìssima, la lingua sempre umida, il càlore si esacerbava naf1. S1 p.uo a,ccordargh, che sia piuttosto il caso di chio.- . 1 alcune volte senza presentare tipo regolare; il polso si ~a.re:quella malaLLi'a tifo leggero.; per:chè~cou Là) 11ome si j eonservava-sempre ·debole, l'·ammal,Ho esalava trn ingra'lo riseh1a nulla, la parola ,typ!11Js non significando altro che l cd acre odore da lt¾ltd l'ambil'o ciel corpo. •ha cR<1rrea -, palrido. Vero si è, che, dala questa -denominaziòne, ci l persisteva. n·e1 resLo non gorgogliò addominale, n6n esantema, non delirio. Un lieve pùrgatl te la dieta ri..,.orosa •r estQrébbi;i pur sempre a conos<:er.e di qual màlaltin si le ,bevande s.ubacidé, furono i soli far~1acì adopi."; ti ·uni~ t~a'tli, dove abbia sua se<l-e il tifo; ma vista l'imp,ossihililà lam' 0 nle a· ripeluLc· apt1licazioni epispasliche-. .sudore di conoscere positivamente la condizione essenziale orgaprofuso compar.;o al -t 5° gìoroo fu mollo proficuo all'àmliica Ji questa _mal~ltia, io trovo. che è bene attenersi a Ì ma!ato, eh~ d'allora in poi andò Jeòlameote migliorando, quella cleoomrnaz1one, ancorchè vaga, che meglio la tuttora un po' cli diarriea. Dopo venti~ 'pri'rnc. Che anzi io, che cre'do ide·1,Hcl nelll( loro·inLima I p~rò conser'vando 1 giornLdi maialL{a era pienl mentè gµa rilo. cinque nàiara fa fèbnre lifoide':i epiùcmico·-cootagiosa, ed il Lifo . contagioso, carcerario. ca,-lrense, navale, nosocomiale, e 1 Osse,-vazioue . .\,,a - li Bersagliere Chianlel lro\'a\'asi credo la feohre lifojdea epidemico-contagiosa, di mollo - fin da lii ·I ,i oltohre in qùest'ospedale per ostruzione agli ·~ifférire ,~alla fobl,re li'foiélea SP,or.achca, fo voti, Pilt:Chè si , t ipocondri unita ad Mcite, risultato di febbri periodiche '1un"gamenl.o s.offerlc iù Cùneo. S1 .orterine 'di disoslruire a.boliscari le distinzioni di nome, cd 'ar pari di Leoe.rl non alquanto con approprLati rimedii il fegato e la milza, ma s1 considerino più che il tifo grave,. ed ìl tifo leggero; persisteva l' idrope. con sc'arsilà somma di orine, e leuq11e11o cont~gios.o, ~ che co_mprender~he.il li(o, e la febbre !j/9,idea, epig~,_r~iCai q~e$lo non cont~gioso,. e che.sarebbe ! coflenvn~~,ia,: ras90,ltaz1one e la Jl.CfCUSSÌone lasciavano prescntire .una di1ala1.io,ne lll\Ort)làle del OUOre COffgiuotala cosi ,ùell~ febbre Lifoid~a, sporad(c11, febbre mucosa, men Le a .raccolta si eros.a nel pericc;rdio. Crede~i:i oppordoLinenLerite, enLeriLe fo!Ucqlare. Si può pure accordare al tuno di somministrargli la digitale uni~ al .c<!lomelai10. ,s1.goqr Lcbcrt, che, per$isleodo il flusso diarroico, possa da cui par~e 1 9Hener.e un vanLa~g,i,osç effollo. 1'_fo nQn aµ, •l~lora ,essE)r,nece$$:trio il ricorrere a rimedi emergici', e p, ~ n~ 'il Gh,iantel ~phe p_r,eso ol\~nl,a c~ntigrammt. di calo-· f~rse anche al nitrato d:arg.ento, ma questo caso -formeruelano che fu Cl)llo da ~$Lomat.ite mercurial\3, 1a quale rebbe un'ecçeiionc ap.plicabile ai soli ed esclusi2i i fallì di venne portala in pochi_giorni al 1Dassimo suo grado; e ciò a~~rrea C!ionica consecuti,va ,al tifo, e che non nolrebbe · pm servire d~ norma·,1iena,1diarriea ~ons.ocia aUjfo, mede- 1 l~n!o più_che egli continuò. a pre.n.dere a mia insapota. ,'> simo. lfo ,dello «.'la·dia:uea, 0Ponica,:00'11secu\i,v-a-al Lifo )> ' altri, venti :ce'•;ligrammi:di qut•l prepar,ato mer<rnriale: Un
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.U---n-ilria, l'inappet.cnza:e l'avversione pei,cibi animali specialmente '])urgante drastifo ,1ato da bel'prj'ncipio e ripetuto, il sol,'f'.Ìn,_s()oni,11 od ,una-strana sonnolenza s_onza cbe per.ò 'il sonno• Ìuno di potassio a.a- ·alta dose non valsero 1a.. frenare l il .[. ,., ' ' t OfDÌ behefìcQ e;r-ipar.11tO(O. lyqU,l'S\Ì sjntoroi·vanoò'inàno·mano ll.là.le ed'.· ali' en\:frme scolo ,pi felidà saliva' ag~i·un'Séro "'~ , aa menlaDdo, aggravandosi finché p~sso passo ~erigono a mani1noltiplic1tte e vaste• ulceri sull~api·ce e sui Jtiar.gini ,della festarsi poi i sinlunii P,roprii della malattia; ma q,aesfi non venlingtta, sulle gengive e sulla mucosa boccale. Sì fu allora gQno invero io isceoa che dal terzo al qoarto gLorno, sì che, ch'.Jo pensai di ricorrere al cloruro di p·o[assa. 11 cloruro ~eheralmeute', infàtfi io sol bel prJnci~io dcli.i malattia, l'ap<li potas'sa preci:mi.zzatl). da Hc.rpin, usali'> tQtHl.i'l..nto sucparato sio!oma\ico· ci indU(ìa,a far diagnosi di bcm:9ivers11 ma•-Oesso da Rico1:d nel\!ospedate sifrlilièo di Pafigi fu deHo htrtf~ e pro-prianièùte di sìnoca ~astfièa, per po{ vedersi eostrelli -0a,SocqueL .possedeue u11' azione de-primente il _sislèm·a ·c,iopo qoa:lche giorno a cambforla, appales:iodosi la fobb1e coi ~ircolalorio, agire al pari del salasso. Per. me, i'o debbo speciali suoi caratteri. Il Tifo invece assale d' impron-iso e sa·<l.i~hiarare el)e oon verificai tale aiione nel cl<>ruro Ji pobH~fosorgono-i sintomi proprii tifoidei, la cefalalgi·a, lo stupor tassa: per quanro !lite dosi io ne abbia so~nii nistràt-o·, n9.n animiv et corporis, la spo.ssàtezza·, iLclelitio ecc. bedui r;nalatlie :pot-ei .tico.noscei:_e. OE/ssun abbassamenlo cl i p·olso., Un ~10 òiffè1<ise'oo61"ad'otlqoo somnnu:ne:ttt.e t, esseo2inlmef1'tè't1r.1 modo f amico, esercente la antdioirra in questa citlà, volle,provare loro proprio e ben, difl'ereote di i'ovasione. 'di st stesso .qu_esta vantala vir:l'ù controslimolanlc del _ • Nella febbre.Tifoidea poi st>wpr_e prevalgono i sintomi addo~ -Oloruro di potassa. Prese queslo·.sale alla,dose di quallro - ruioaJi, mentre che maoc.ioo qa.esu, invece, df sovel;lte nel Tifo· ,grammi nelle venliqual(ore: mangiò· col solito suu appeNelle descrizioni•a:egll autori è vero che vediamo fo propos.ito t_ito., ~llese ai suoi: affari colf a consueta. sua alliy~tà, e nbo una :grande coofasion~, ma ciò è facile consE1g1mn:za del modo d'·o-s'servazione1 imper.fetlo, e percbè non si badava alla. forma -.si accor$e' della m~noma all~a·Ùone nelle sue pulsazioni acleriose . Io sle§-so lo es periP1.entai or son p9clri gio-rui5 che la malallia poteva 'Pr·cnderedivena, restando, a cic)in onta, se:mpre identica neWessenza.sna: ed infatti il Tifo è lllla maprendendone la cospicua dose dì dieci grammi in meno laflia gllo.erale to(jtts .substantiw, come.disse benissimo il Jacdi diciott'ore; non ne ebbi a Ptovare il menomo elfollo. quot, e puc) quindi prendere luUe Je ·forme, come appunto ve°L'oRini.one- adunq:Ue di, ~ocquet,,riferita, da B.oaçhardah dill!Jlo .accadere p. .e. del i»làsma palusll•e., la coi fòrma è .nua pii pare. fo'n.dàta. L'azione fisfo}o gica del clorato di variabilisiima,.e nello stesso modo può variare la forma del potassa è nulla, o per lo meno essa oon è a·ncora conoTifo per le influenze speciali della cosUluzione, per il dominio séiuta _ Quello·però eh~ è assai ,piu essenziale il oonsladi speciali cause cosmico-tel[oriche, ecc. Descrissero infatti gli tare e che oramai è un (allo positivo, inconleslahile si è la autori epidcmJe ._del Tifo con pre'òominio var~ato aisinloll)i, e sua azione ~erilpeulica. Il clorato ~i potassa ollrec.chè è ne vennero quindi le-pralibhe .di.s tin.ztoni di tifo, cer ebrale, petdotato di· un'azione ,grandemente detersiva,,. pilò ,dirsi il torale, addominaÌe. Nella fcbbi:e '.]!ifÒidea però, s~~pre prodovero ·specifico contro la storoalile mercuriale, So.llo il suo minauo i sintomi addominali, e fin dal principio, ]a lingoa è • uso ,esterno ed ,interno si modifica con una mera~igliosa r.ossa, fecciosa, la sete è intensa, a:v-vi dolore aJ bellico, e s•appronteiza quella gra.ye complicazione della cura idrargipalesa il gorgog1io speciale, proprfo alla Fègioo:e iliaca ~estra, rosa. lo diedi al Ehiantel il clorato di potas~a. çl]I_~. co~9.c; nel 'l'ifo è irwe,ce Il addominale la fcwma più ra,ra e quasi spic-ua <lo.se .di ,o(to·,grammi il primo giorno, d1 d1ecii.il secpecc:Qzìone. co,~do, di dodici grammi il ,lerz,o·gioròo .. L'ell'ello.sa!ul~re .• Bjsç,gna però.ch'io qui dichiari che non bo vistò io.stesso da n~ fu pr.ootissimo e senza il m'enomo incoov.enie11le. Al ,icino il Tifo, e cbe i~teramente m' appoggio alle altrui osser· terzo giorno le ulceri etano· tulle guarite.; dimin.uendo vazioni ; per la fehbro Tifoidea, facile pur troppo è l'osserva~la p.rògressivamentc- la dose del rìipedio al qua~tp giorno, e f~eqoeotissim~ ne. abbiamo circqstanzo opportune di stu-0,gni;,sinlomo q.i p,Ltalismp era S~Jnp_~rso·,in, settiJna giordiarla. • i • 'llala. (Continua.) A que11te parole;avendo il D. Alfar,no osservato che so fre-
si
)
su
0
quente è l'opportunità di v-edero la febbre Tifoidea sporadica,
non così inv.eco accade dell'epidemica, il D. A.jme no ta ammet-
PARTFJ I
I
B,elazion.~ de lle, Co,af~_renze scie,nf!fiehc, CME$n in Gllt-1Ni1.10i, 1J/onN,.qA).
TOlUNO. - Il processo verbaÌe dell'aotecedeote, sedata è approvl!1'o. Conlinoc!ndo qoindl il D._..\jme oell'interrolla argomentazione ifÌ'avoro de,lla, non idenlila d·ella febbre Tifoidea e dèl Tifo, soggiunge·: ·\ -;io,notal nèÌl'ult, ima no~tra rionfòn~le a'i'trerenze éhe tra il "i", ' • - ' f' . . "Tifo e"la febbri{!l'ifoidea1 osservansi rapporto al re caose; facen do ora:passo dall'otiolé!gia alla sintomatologia delle doe affezioni in 4iséor.so, noterò chela febbre 'Iifoià:ea, raramente assale senza ' sinlomi1prodromi o,premonitor.i;-di.°'.Soliio la precorre on-senso p artib~lare'.dI pesò:àl.ca p.0:, iura;'s~okatezz'ìì· gèneraie1istraòrdi -
tere egli o la febbr-e Tifoidea epipemica e la SRoradica, come -~p1,~eiie o~~erva~sl çJ!)eSl.a ass,?;i più fa ~ile e. ir~9~ont~1 mentre il Tjfo è sempre ep,iqemi~o; Continua quindi n~)!'inle.r,rotto suo <liré, e fa osservare come la febbre Tifoidea p,.ossa e venga anzi spesso a manifestarsi nell~ migliori condizioni igienich~,mentre che' il Tifo a vece non· mai insorge in quelle circostanze, ma si\Jo qaa.n·do t'n'spe'cfali, opportune condizioni p. e. di guerra, d'agglomc'raqiè,ntò, ècc., . si svolge ;e. sviluppa qu~l 11eculiare miasma dal qbàl'e~solo riconòsce'. l'ori'gino sua. La febbre if ifòidea ba on corso longo, cbe i divers1 autori limita-no a tre od a qoattro stadfi distinti, il Tifo invece ba on corso rapido, con ra'J)ii.le variaiioni·ehe in·opinatamedte insorgono'da· ù.o giorno, 'àa ·un.moroenlo ·a'lf'altro., ha anà con·v~l~scenza fra·ric,a, decisa, nel menl11e )onga,, stentala è quella- della febbre Tifoidea, 0 1facili'sono le medicine ' 'Fioalm6Dte le lesioni anatomiche fòrniscono nu argomento i nc.oncusso della differenza di qoeste•doe- 'malattie. ·Louis, Bretor.neau. ave'Vano·già ' aecennati questi fatti, ma esisféva ancora o:na gran'de colifosione'f)ercbèfa'cì1m.eote confonder.asi la febbre
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Tifai.de.a collo stato tifoideo, sì r.be.~ lepocq,es!).~l~'qS$,C1:Y~~oni, e gli iosofficienti progressi dell'anatomia patoh>g!ca non ~astaYa.oo ad .sppoggiareJ e dislioziooi che i fatti oei:1'2scopici pare• 'Vano indicare: Ma dopo il Loois tolti ammettono che nella febbre Tifoidea co.~tanli sono le lesioni doi (ollicoli isolati delle glandole del • Pe.yer e d'elle mesenterieb.e. Nèl Tifb,,invece màncnno qiJnsi · sempre queste lesioni, ed è.n.e!;:pocbi casr in coi si lrovarooo che la matallia ba potuto assQmere la forma addominale. Aspe! -s~ v.onlisetie casi di Tifo ne·cita·doe; èlella stesslì·opioion. o sono 1 Jacqnol e"Rorget, e l;esimìQ n~stro m~dico Co'po ,' càv. Comiselli nel pregiqlissimo sao Laypro- sulle malattie dominale nel Corpo sard'o di spedi~ione io <Ìfrient~,,.cil<1 14 necr1;>logie di .casi di Ufo, nelle quali tutte mancarQ.no quelle·specifiche losjoni intestinali: Da ciò tutto l:ijsos.pa qoindi inf~rirn:e che. l'essenza del Tìfo non è oolle'ghiandolè <lei Peycr nè nei follicoli, come invece è néfla feb,bre Tifoidea~ le·dne malattie differiscono quindi essen11;ialmente. ; li co'rellario t~rapenti·co·delle su esp.oste essenziali dìlferonze è ,éhe se nel Tifo si poò senza_timore ricorrerci~ certi cimedii, ,nella febbre.Tifoidèa.."Por•oonv.eGSI> vuohi ·sempre ;iyer presente questa lcsiQile inlos.liòale, e uo)l permeJlersi certi ,rimedj(isti- 1 molanti, eccilaoti~ecc. ,.JI D. Alfuroo.pr.endepdo hl· p,arola, crede ne,cessa1·io premel1 ler.6- alcuni ·schiarì.menti sulle idec da lui emes.s e nell'nntecedento seduta, schiarimeqli ch'egli crede opportuni prima di l<Js!!iHl' P,r9~rèdire laAiscuss jone-. "Io non ·ho domandali) la p-aroia pei: aggiunger.e o14etra·~re all'opera ed alle opinioni dei. dotti delle àccàdamie, ma f>Cr P.~flar, I-a qu~stiooe 1ml terreno dei falli !' che panni il ter-reno pi'ù confat~nte por noi. roedicj pratici; io·m1appoggio. ne) mio dire <\ tl ue çircoslanze ·solenni, che m'offrirono oppol'lanissima o.~casiooe di studia re p·raticameoto la q1_1'€lSlione .- e di racco·glfor.o numerosi falli, {lai,qnali·•mi cred;çlli au·tQrjzzato a .formo lare le mie cond ùsioni: 1. Non doversi coofoudere la fel>bre Tifoide_a spocadica CQJl'iÌPldemicii i 4' I i . Offrìre una dill'érenza di g rado, ma talo che l'ona rappresenterebbe il pr.imo, l'altr:t l'Ultimo-gradino d'no'altissima scala; 3. Non ·essere la febbre Tifoidea sporadicà contagiosa, mentre lo è, ed eminentemente; l'eridemica. • Conchindeva da ciò essere· if Tifo e·Ja febbre 'Iìi'foidea,epidemica m.alaltie' iòenCiche, la febbre 'f ifoitle'a produr,ro il Tifo , qniisto, qoeUa; essere ambedue ìdeolicb'é non oelfal forma, 'ma nel.l'intima o·aturu, neU' essenza. ,QOnchìudova pur.e1 è'sl>'éfo la cora·· aspellanle la migliore, ,per-chè io ne, otteneva eccellenti risultali. :M'astenevo io poi dal dirvi ciò che io tendessi per~'Eifo e ;per··febb11e.'.l'ifoidea,,dal darv.d'opioi.orie dei variL.aotori, dal distiaguel'vi l~epldemica dalla spòMdica,:spiegandovi .cosa i1> òei due casi m'iotendes.si, ecc. io non feci che e~por~ i falli e ded;qxr~ dè1-cQr,gllari1.,~aesli fallisono inço!lteslabili; Ja contes,tazi_9 ae.se potesse esiste.re nou }:iolfebbe inso,rgere· çhe tra i presenti a qoei-fatli stessi, in caso diverso il .metletji_,in dQbbio sarebbe enme lacciaNPi ~i malafecle, o. d'jg{\Or.auza,; lf\ malafe,de sarebbe nel.caso nostro infondata, foo~atissima-sa,re,bbe invece la secondll accasa :,io avrei p~luto errare nel diagnostico; . ma se errai 1 ~rr_ò pure il meco,i,I D,"'~Il)eli§, çn:qia e T1tni1i ;, errò me.co il Co~jglio s,uP.erib.r e s_anit<\fio· mi)jt,a~e ,eh~, lo mlD;'¼~atnenle infi rmai dei ~inlomi, della conta~io~Hà, ~ej,suo mod(? ~i dif!ondersl, della çnr~.: li~~t~,J C~;,-'1 ,ch'~g~ \f;1le~1m_e~~ approvava coll'aulore,o.1e sua sanzione al mio oper.ato. Errarono
mec~ io·@rimea tolti quei collegbi'che videro ;ins-ièmé ·a fue i di"ersi ~àsi di fobbre Tifòidea e di Tiioì meèo érrò il medico capo, che iil pr.eseilza di q1.1ei fallì illclinevolc ·moslravàsi alle ·m.-ie,op!n!onf. tStommene io1~.unque tranquillo· ~n" fal Pl'.OP.~sito, g11fcèhè un errore che 'è diviso da l11~1i, unisce poi col atventare noa ;(lltità. ,Ma là appunto ove fo non credeva possibile 11.é'sserè att'acoato, l1Ysi foce, e ·ne l'oi sorpreso. ·um. Agnélti,mr impu~oò li,\ notataJperlrotfa, ed n:ffprov'ai"giii"a 1rispoodergli,. ·ed ·oggr'ri'peterè> con Raso ri che la congesfione s-e.mpre'è-ne' capillal'Pvepb~i i gti: no'ter'ò 'coWio<lral che la sfasi sanguigna èlaiperomi~,,ta Mngestioòe al te rzo 's(\idio. Ma·per non r~plicare in~orno ai già•discassi-v gomenli, mi permetto ricordargli che 11i'perlròfi~ non è sompré ctn p'rocesso~r\!gola re, ·e·gli ' citefò poiesempio•l'ipert\'ofi'a• acutà' 8eJP'cu<lre, ecè. te d.i'stirrziool tra la congestione e l' ipertrofia però ci traggono lnngi dal nostro Mnipo di cliscossfouo ohe è la febbre T.ifoidca ed il Tifo, n,el mebll'e la rnilzà'·è·-0if sol fatto secoìidariQ. 'Al '. sig. professore Perosino r1spoodo·iJ.òi, che se ~li l'ipngoa l'ammettere Ì'Ìpertr-0fia io cohdizioni :di la'nlo éfopanP.er.arµento od.allerazwne-.del sàngu'e, vorrà nègamii .clic f~l'é' ed' altamente Sia meli' iilrop-e1? • Sol valore delle 03porieoze e dei fatti d'ana tomia comparata, ne ammetto l'importanza, ed- ammetto il paragone anatomicamente parlando ed aoéhe fisiologicamente .finçi ad on,éerlo ponto, ma non mai ammetterò l'analogia e l'ideòtità' in fatto di ·malattia; chè l'aomò noo è solo un aggregalo di fluidi e s·olidi ma no eoto·cb'e oobedisce- a leggi¾lòra-li clùf 16 fanno ·il primcJ, degli esseri'crcali; il'coraggio, la prostrazione morale sono circostanze troppo ioflùenti nel cor\o e sull'esìlo d' una ll'.lalattia · ' fisico é rriorale sòo'ò'•coso,sì iife'i:itiotfe bhe qµasi ·si confpnJlooo., onde non tnaì ona malattia fi'isìèa Y'ha scompagnata'dalla morale. • Contloilan'do quindf j l D. 8 1furno nella difes;i soa passa a aisamin,Wa·rgomentazione del b. Ajme, e dimostra come egli lungi dall'aver volato entrare io una dUcussione teOt'ica, sfasi ~tmiliito a ricorda re d òl folli ed~a dedurne i:r,iù faè'ili e•l)àlen ti àt orollacii; ricorda corno egli an1Ìnellèsse l' iì.'l ecìlità"deH'iò.tima natura, dell'essenza tra il T ifo e la febbre Tifoidea epidemica~ e n,on percio volésse far ·credere ·ad un'identità assoluta della 'forma; ricorda come··1e ammesse dilfdrenze' noi éo.tso, neUà sùc· cessione sintomatologica , ecc. non' gli si offrissero nei falli' da lai ,osservati e cop lai osservati , da molti suoi colleghi fo Cri~ea ;, poi non potè constàtara Je analogie o differe.n~e nec,rQscopiche, fu perchè non ebbe alcun caso di m_o rte; del resto lo ~cal()ello anatomico non risc90,~rò s,empr,e.qocl!~,essenzia_lè differenza che il O. Ajme von·~bbe st~biliro h1co,ocuss~. lr? .le ilqo malattie; qoanto aUa cur~ poi non credo che potesse essere più felice nei risultati e ciò gji ba~fa , Conçbiud~ ijòàlmente.ìl O. A_l!~ r~o che all1a~p?ggj.o ~~:if~lti sa .rtcorda"ii, eili f\On sollo gia imporre_on' opmiooe ad alcano come non intendo' imporla, nef mentre però credesi aulorinato a mantenere la propria al',;1', ~.· I.i meno pcr'sè. ..,, l , ,, GENOVA.-In a.sseoza del sig. medico divisionale, trattenuto• per alfa~i di servizi01. il-sig. D. èaire pferido il"seggio della)>re-· sidè'nzai e ~l~blqra ~ or\~ Ja1se<~?la; , , , ,. nse,relapo legge llproces~9 verbale della pr~~edeà te tor-nata, il quale viene;3eprovalo.dopo qaaJche retttljcazi~ne. Es~endo .comp\ut~ I~ ~ca1P:N~ d~'.~}~f~imenti., e , tr~va1ndosi percrò lutll'present1 gh aff~1ah san,larJ, che fanno parte 'della guarnigione di qoeslo. pr~sidio,] nor.~a ~el Re)plamenfo si yiene alla votazione per la rinnovazioq~ ·4e~l,i ·n~zi d~ srs.r ~tario io primo ed in secondo,.roa nel mentre· étte-si sfava eompiendo qoesl' operazione1 suona l'ora della visita v.esperJina operciò si sospende rimettendola alla ventura tornata; e così la, 4 • ' seduta venne dichiarala sciolla:
io
io
.
-
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-4-6ALESSANDRIA. - Dopo la lellnra ed approvazione del proocs~o verbale dell' anteceùente seduta, l'ordine del giorno portando la disc115sione sµl cambiamento d'abbonamento di 1nalche giotnale. scì<lnUlìco, il Prcsi<).ente invita il.D. Bor!)lli adJest-er1pat~, la, sna.ppinioii~1co~e q11.eg;li, che1pel1prim:o·avevMa1:t.àtale ~ozlo~e. IHÌ.. l)o,ri,Jli,adunque pro:p):inelamaduna,nza eb.e?fr.a il !1\1.m.er(? d~-;g!,p~pali di JD~dicina,-,ÌeJ,qaalt i;teve es,el'Ji. dotato il Ga~inetto di1Iellura, se ne deveJ)are,scegliere,J1no inglese. • li ,Re_g~o "inglese , egli dice,,per la i~me,nsa-est~nsione dei sooi do~i~ii , p~r Pinl,repidezza aeLs90.i navig,:1tori, -i, q"11ali esplorano le. pii) igno ~e con.t rade; ~~l c;il.~bo.;· ta guerra éll.~uaJe 1i~ll'ludia,,9~ d!!,ve.eb)>e appnnfo, ~rJg},9,e>,.q aeJ · fatate,mOl!:.QQ iche forroa, Jalt'orà un, problema. p.er ~ mcqiploa, cioè il chp,ieva, pnò somminisiràre un .grande materiale ,di cognizìo.ni cbe invano si cercherebbé nei periodici d elte altre nazionj. ~a recente organizzazione del Corpo medico militare Britannico, t estò pgbblicata nel nostro giornale- di m~dicina militareÌqua}e d oo,am.enlo ,,d i cq'Ìlo progresso, ponendo qae l oor:po medic9 in 11na sfe,r.,a d{a~iop~ m ~l\o .b ene . mar~ata·. e delinila,,,pr.ova an-0or,a quanto grJ~nd~ sia la sode~z~ .pi;g11çl1governo ,.-,ed ·in qual conto sia leP.Hla,quella $çienza che h~ p er iscopo la conservazipno ed il mjglioramenlo della, prinqjpalc ricchezza .d-'una, ba· zione, cioè 4eU'Uomo. • Dietro 4\,\i t onsiderazioni, il D. 13orelli no.o dubita che tolti i men:i.bri ll~!l~!loti. all' adu!!anza vorranno ado~tar~ ona tale pr,oposta,,o.n dè coposcore .più da v-ii:in,o i ptogressi .d~ll,a, medioioa p..:ei;9 on. r ~òpolo, ché ,noi ,abbl~Jllo vis~o eost po,l~nte,e gl'lu>,èle nellé! gl\e.ri:a èl'Orieote. · Il Presìd,enté mette aì vt>ti l'a.mozlone d el D. Dorelli, fa quale qg,asi all' unanimità venne approvata, sul r iflesso che tanto il suddetto D. llorelli quanto il D. Pizzorno promettono di preseJ.1,lare periodicam~ole ~ll'adunanza ~Ili san ti o delle intere ttadoi i~ni jlçg!,! ~rticol~~-delle iµ,a l~l'ie pi,ù in~e1·essanti c.~nteno-l~1M I &W,r,qale ioglose cl,le ve~~a scelto. · 'l'Ollm,il!ìffo, queslo,)'adunaoza sfintraJ tenne su aku11:e cose di servido, ~ venuta l'ora ·della visi!~, il presìdetite sciqlse, la seduta. SC1AMl3EB.l' - Aper tasi la seduta alle.ore 11 ani. il D. Abb ene s~gretario, dietro in~ito del sig. cav. Forrcro presid,ente, ieggo, i! {iro<;psso verbale dell~ pr~c~denlo tornata , cbe viéno a~provato. , l':lu quindi ·1a parola il D. l\Iassolà, è> leggo là storia (1) di un caso di 'rrall!)l'él' tras versale della ro{~la, offèrto dal caral'>iniére Caglicri per caduta da cavallo, che egH ebbe a trattare mentre r eggeva la sezione. di ch irurgia : caS'o, sul conto ilei quale il p11_esidenlo aveva già'. con assenn at\ ri'flessiòai r ichiamato !a particolare allen~lpne degli offiziali sanijari tulLi di qallsto·presidio, sia in sedala che''presso il letto d'i lfammalato. 'CAG.1111'.RÌ. - Aperta fa sedut'a jf sig. Presi~\inte occo;>avasi d'a;scstarei\o'nti del (;abinclloy;rt~ascoiso I ... 8<18''\ , ~leset1uila ~ ) ,.,. r.:t _ ." tale operazione ne·cons~oava i fondi al cassiere sig. D. Zavatlaro: addiveniva quindi nel mollo prescritto' alla nomina del vicc-~eg-re(aro, che cadeva nella persona del sìg. D. ì\forzooe m edico 'di battaglione presso 'il 5: ~i fanteria, mentre, confermava nelJa carica pi pr!mo segretaris, il sig. D. Laj, sicco[Jlé il
R-i;vista dei Giornali Scientifici
OT TAL MI.A BELLI C,A
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sÒlo -~~~f~o ~f;reggj ~~nto f~a;i,f pe! so_~,ale. sani~ad o '.di 1q~~~l<> pro~t~J?·. Posc1a·,p~oponeva all'~dpnanza l'acqmsto 'd~l D1flo · nario-pr a~~o.,_dj, scienze, indaslil e, ecc. e là proposta~n'era accolta aò unanimità. Im piegava il rimanente del .tempo a pttr"' "t."Ì ,. lare di çose i'iguardanli il servizi.o, ed nllimata l'ora prefissa sc\~Jlit"a la tornai~.
(1) reggasi nel n. anleccdent.e.
ACA.,,DÉ~;Il~ UOYALE DE \\l.1foICINE DE BELGIQOE
(Con tinuazione, V _N; 5).
« J'aurai~plus d'une occasion de re:venìr, ctao~ le opurant deJa discussion, sur celte grave et téméta.ir:e,jmp1,1tation. Pour le·momenl, je puis me borner à ~etlre ~ous Ies yeux d-e l'Assembléc le ·passage ·suivanL da mémoire du docLeur Gross, médecin dè Jefferson l\fodiaal Oollége, à Philadelpbie, produiL au Congr.ès d' ophlbahµologie: << Bìeo que les ELals-Unìs aienL le bonheur de.:ne,posccséder aucune, armée qui .puisse pr-opager llophthalmie (< militafre, coù1me il (')aran Hue c.~la se voit en B'élgrque e< et dans les autr.es royaumes de l'Europa, 1'.~ffeclfos eou« nue sous ce noro, n'en est pas moins ropandue dans « presquè t6us les Èlats de l_'Union, aussi bien daos les « villes éL les cilés que dans, les carnpagnes. Dans le Kenc t~cky, le Tennessée, le 1\'Iis~issipì , la Louisi_ane, l'In« dìana .efl'lllinois, l'alfecfìon oculaire la plqs fréquentet cc est I~ .c..,onjoncliviLe grannle~.se. Dans q·Je;Jcp(es,.uns ae cc ces EtalsJ v.arlicul(ercmen~ 'dàns le.s dcu'x tl'efniers, elle « règoe parfois d'une man1ère' endéruigue. )) ' (( Et pour que vous n'ayez aucun doulc sur l' idenlilé . de l'affectfon, lisez, je vous pQe, dans les Am1àles d11, Cong,·4s, la descripLion qu'en ~Qnnenl le docLeur Gross aiusi que le dot~el}r Lillel, chÌr.u(gie.n au WjlJs'hopiLal <lans celle n1eme: ville de Philartèlp'b1e. Je,crai ndrais d'al') uJer de vos préci~'iix·~oments~en\•òus .1h Jisanl icj, moi.~v1eme. « J e demande donc gràce, ,Hl moins po tir I' A,neriqu,e, à mes llonorables adversaires, e.Lje !es sopplie Lrè!!-humblemenl de vouloir bicn C(rnseo~r à déobarger le._s armées de loule r.e~ponsabìlité, à J'endroil de I~ maladi~ r~gnanle pal'p:ii la po.pul4Lion civile (]es ,Étals -Unis. cc l\'fois..iJ, me :,vient. ici u~e i;dé,e; p~rtQaUezr.nH)J,de. vo·us rexpose.r... ,« Supposez qu'il enlre on joor dans la polìliqne .améri caine de créer une armée permanente, de réunir sous !es armes-1me bonne parti e·de ;sa popola tion , de la soumcllre à loutes les conditìo·ns de la vie ruilitaii'è, incon. t eslablement-vous verrez é.dater tlans celte· arm~ée, une ·c011jonoHvite 'g1·a111tlcttse, avec fo'Ul-es sos c'òtfdil'ions, avlec tous ;ses' clàngers: li y a· dans les Èlats-U111s lollt c'è''qti'il fau l d'éléments pour cela. Supposez encore que nous n'eussions pas fait connaisancè ifvec Mli. Gross èt t ille!; que par ·ces deux-nonorables mèdecinS' nou5' n'eussìons pas élé mis au couranL du véritable ~tal de chosès dans ce pays,.,nous, Europ,fons, nous o;eussions 1pas ·magqg,é '.de nous é,Frier que' l' o.pbtba:lmiè"contagièuse,,, q9e i'op:hfh~l-
t
- rn mie militaire a fait suhiteruent exp1'osion dansT ar,m~e; a-méricaine: que si plus tard des sold.ats de celte ·al'mèe étaient renvoyés dans leurs foyers, au n1ilieu de-celte po-" · pulation ciYile, alle.iole de conjoDctivile granuleusei n,ous n'eussions cerles pas manqué de lèur impùl~r d?y avoir apporté. la, maladie, et d',en faìre :remooter Ja responsabilit"é jusqu'au gouvernemenL lui-mèmei-Et voilà ·pom'fanl, m~ssi·eurs, comme -On écriL l'b.istoire L t t< l\Iais en'fin, nous dil-on, vous ne pouve-z nier que rophthalmie mililaire ne soil contagieuse? « ConLagieuse I Entendons-nous. 'd Si par ce m'ot ·vous voulez diTe que la r éproduction peut en avoir lito, dans ecrtarn.es circonstancestìpa"r I'à-pplkation direcle l ur, une confo11~live saioè, de ··mu_io-pus sécrélé par ·une dQnj011cCive mala·de;•j'acceple Je ·mot, de méme ciu°'j'ac·cepte le! èl19se ;. mais f il adtl'l mP,11:quer 1·r.déè q,,ré celle,répt'oduétìon rie l,euts~_9peteHru1~\fldnt-'éfùe' 1 ]lt .malaclie é1)€·-rM:me s1orf 'Spa&i.Mue: sui genérik,-je fe'p,ol\sse le moL· e.l la chose Lo'lll. fl fa Cois. ~- t. • ~ ' ·«i Oni; Fòpblba:hhie mlfitaire est fonlagf'?use; m.iiis"elle l'èst à laifàçétn d'ùné orélrilo ' srttfple qu~aurait 1pt'c\cJbiLe une sonltle lai'ssée lrop lo'ngtemps 'a·cleméure ;'elie'rèst à la fa9on d'une ·vaginite qu1àuraie'n l prdvoq.u'éb è1efè~6~s -vénérieos; elle l'èsi comme cela, m'ais'elle oe l'e'sL pas·autremeol. Dans r.és oirconstào'oes, vou·s le s'avez, le mucòpus faìL l'offiÒe d'ageh~ suscepl\hlé de prodliif e q(lm~~ d'a-ulres agents, pà, plai; spér.ìlìques HUe lui, l'irÌ aà11Ii~tion à tous .ses 'lklgrés, avcè toules ses cons:eq1,1en.,:;es et tous scs dangers. Dans tous les cas, il esl imp'Ossllilf<}'at-' tribuer à uoè semblahle cause l'origi'ne etl'em iefmecontinue de l'òphlhaltnie ùans !es armé.es. Tout le monde sail bien aujourd'hui qu'clle oatt e.L'se·èléveloppe là Mf' o~n.seulémeol ce contacl direèl n'a jarnais élè S'ignalé, mais, où i1 e~l méroe c-omplèlemenL impossìble. « ~lais la· propagtllìon a dislan1ce, là1 réprd'duct,dri ~ar voi~ n'liasmatiqae I • · • =et ~I:Jsieur:s. Juppo?ez un in~tµ.ntì q_ u'~l_J'e 1s_oiL, jnc.9n~e:.. s.t?~ et. 1ncor\~slabl~, encor~ faudr?il: il..~dmt L~rn, ,PP}Ar cro1re à: la sp~cifll~ èle la ma1ame, que ,le 'i)ro,d'.u.tt s,éqr6t~. peul .avoir, à l'éLal de ùivision, extr~me; un·r.Ruis~~nc:e.qy'ii 1 • " à I' i t I " A • I ' . ./ d J ~ ~ p;...s e i\ ~o~~re1{'i) .JUéI po~r, clr-e e 1:a~ge , ·:. for~y, 11 a chanp~ dc ~alure. Or, celle preuve n\ st p~s f~1:~i,elle ne lè sera iamms. <\ Ce ser~it cl one louj~ucsle méme muco-pµs, av~~ sa mèm~ puissancc ou sa m.èroe inerti e, com me on le voudra; car à ffiOÌOS de l'MVerser loules_le~ lois qui pr~siqent à l'orgaaisalion du monde , on ne peut ~onger ~ prétendi;e que de .rien jJ pui~se jjl01/iiS,S0rLir <J!Ielque CMS~. << Mai's, messiears, quoi qu'on ail pu-en dire, .la propagalioa à dislance esl unvériLable réve: l'ophlhalmie militaire c'esl- à-ilfre la bfenoorrbée oculaire, ne sepropage pas plus à dirtance que tlecoulement... urélral. « Que ceux qui ne parlaget1l pas celle manière de yoir, nous apporlenl leurs objeclions~nous fassenl. connatlre leurs fails, nous inilient à leu.rs secrets;.4foùs1·soct.1 -meUro.n& loules ces cboses au_c_re.uset.. .<l'uil examèIL sé_.,, vère1 car nous o~acceplons rien, ,ab~oh.ll))en.t.ri~h siln parole. Xrop looglepips/ 61J 1noq~,t 9p,po~~ des fails;i,;icom:pleis ou iuexactemenl ì:~pportés; lrop ·longte_!lfpJ.; nous a'vons vécu·sur qes. foduclj!)qs. illog,iqu~s: ,il nous f,aul 1
désormais des garanties plus solirdès. J~ai lu,,lè'l(t, abs'olu.:.t menNout ce,qui été publié pour •démontrer cette pro"'()a·~1 gattòn à:dist~noe, e~jamais, jè ledecla'l'e, celle 'dém·on"§ltà..» tion•n/a'élé pour, moi claire, precise, concluà11te. À' cflté d'un fail quelconque, j' ai toujours trouvè ·uneJ;eule indue-: tion, comme si près,du mème fail n1avait pu•venfrse placer: ·une autre explicalioo si nori plus safisf.aisanle, d11, moins Cout'aussi lé"gilimel Et qu'on veiiillè•bién n.e pas se botne.r à in\'t>quer. ùes aulorìlé's : il il'y a pas ici d'autorilé qui l1enne; la chose a trop Oc ·gravilé. Uné-affirinàtioo'' d'ailleurs, d'où qu'elle parte, n'esLjamais q'une affirmaliòn, et lous lant, que nòus >sommes, nòtis àvons le droit de la jagor'. " 'NÌ1i:1s attend:ons clone, et nOJ1S esp'trò'n's,bi·eo qJte· tous .lé faits:ctns de probation à <lì~ta'.nèe ser.ùbt, ~u'.x,aussi, , l'objet d'une discussion ,appt.ofonclie. ~r1J nfe reste maintenanL ~ vous enlraitenì,r,u-n i:ns-ta-nt et de la nà~u~e ù.e l'opht~lm'ie, dite militai.re el:,c1J s:e's'.~~atlsel} productriè~s. ~ f.( Qu-i!.nl à,la nalu'r é, je n'ai' plus gtarìd'èlfos'è' à v<fus' 1 en-dire; ·ai lisi 9,Ue·mor v~Js àvez <l'éj'à"cbmptis '~ùe l'à'ffe'c..': ~ tion' doit èt,re 'èbtlsidff'ée, 'ain§'j que 'l'i\: lres~.6iin é1.àb1i Thooonrble1M.' 'fhi-ry, cobrme nne-follìcol o1-' papi ll}te,siihp)e: Ce qui me paratt 'plus difficile .à délerminer'· ce sont 'les intluenèes qui l'occasiònòeot ·' tmais Jorsqò''il · .s'a"il ., o · d~ maoifestatioos patbologrqaes, vous fe say-ez, nre;sieurs, if esl "SOUvenl difficile d' élablir calçgoriqU_efoe'n~lés-relalioOS dc ca'use à elfel: ce qui est vi;ai pour µ,n_dou)e '&a1,1,lr.~s malàdies, Jlest égalemen\ 'pour l'opblltaimie gite mj-litaifé. Tout ce..que l'op p'eul as.surer icì, c'est qu'1otlepeodao:i; ment des 1influences générales, il existe dàas·les at m·ées des causes prof~sion nélles irrécusabJes. Ce seraiL aouser de v~s momenls que de vous Ics énuhvérer. J'e me ]foro~ à vçus dire qu'é si nous sommes parvenus·à ·extirper de nolr.e P?P\llalion miliLaire 1 le ma:I qui 1a·rongeait: 1ou dÙ: moins à le réduir.e à ~'infiroes proportfons, '<{est non en ' 1 tl!r;igea?t ·nos ~~Jei/s aon.t.re un rret~ndu ; '.~ri_ncip~ s P,é;CJ~_I, n~a1s ep élo)~n,n\t d'~IÌe,le pl~s ~e -c~ ~Se,f ~\~[~ifi~u~1f que n6us avons pif', CO amelior~nt ~on1 -reg_1p:/e e~ ses' condilions, en faisunt respectdr pfu~ r~ligil\s.emeùt Jes 1 Jois .de'1l'hygiène, e'n m:ulllpliant, en 1un mot1~; pré çau1 tions ef 'les garanties. Tout n'est pas fa.it sa9·,dou le~\ Cl!~ 1 égard, mais nous p'rogressoos, el ,grt\ce aux. exce,llentes. i(ilenlion~ du gpuvernement, nous po·uvons espérer d'ar:~ river !Jn jour ·sinon à un élal parfail, du moins à une situatien qui'dèfie les observaLions et les criÙques. « ~oi!à, messieurs, ce que j'ai i. vo~s dire s·ur l'éLiologi~•. La: d1scussion nous en appr~ndra ~av~nlag~ p~ut-e_ire; j.ele soubatte. lUa1is ce que je ne me lasserai pas çle recommander ~ caux. qµi. v~udronl encp~e s'e~ _o_ccuper, é'e~t de ne ,p,~s créer d'ì nul1les cTJ)barras, en se J~!ao~ dans des. hypotli~ses, c'est de se rappeler que l'affecliol! dont il s'agil, existe parini les popu)ations civiles,, daQs,d~s co}l~rées OÙ aes cau,ses, p,roduclriçes ont élé renconlrés et IDÌSeS ' U jOUr SallS féJ:iliquefo COO!CS Ìe. IJ , (\ Le mo,n~f\l est y.enu m~inlen~Jl~ d,e IJl'~xP,liquer sur la sjgnifìcalio9 à. qon,periaq mol flrq11,tdp.fion. wGmmtfoliot1, grammatinaleme.nt parla-o~, ,c'.est une flle.yure,u11e,aspéi:ilé. Ceei nous, dit déja;g:u9 le mQt.).uitmime ne donoe·,pas )a moi,ndre idée de·l'altér.alion ,path·oJogique· 1
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,qui faiL le fo.nds del'.ophlhalmie de l'armèe. li v-0us diL 0 qui la cQnsacrait, el que, quoi qu 1 on ail Jrn foire, on u'a bien qu'une conjonctiye>granulée doit,èlre une conjo,octi:ve pu o.hlenìr de ses m.emhres,. qu'ils coosenlissen-t à \<oir à asp,éritts , maj~. il ne. vous dit pas ~n quoi consistent ces daos !es granulati.on.s autre chose qu'une exa:géraliGns pa·aspéritès, ce qui les consti,_~µe, de qu~I phénomène morbjde thologiqu,e de c.ert,ain~·élemenls conjoncljwaux. el!Qs .sonl l'.e,xpr,essioq, « Toutefois, l}Je,s~ieurs, el ai le regretde,devoj:r X-'O US , V,oyons donc. cf ·q1,i'"ell~s. so.nt;.j~;parteto:ujo~F§1 e'est '.le dire, l'hypoth.ès~1ab1m,qonnée dans la définHion, s'est 'faitjo14r sous une- aqtt~-torm,e dan~ la Pésplulion fò nèla,entcndu,1 des, s r.arg1lalions ~eh r.~pp.ort,,a.veg l',ophJi,i}wj~ttni·liLilire. l\,J.ais, au p.~éal~ble, t~·is~cz,-mpi vous d~.m~ndet1 , mental,e de l'ilJQslre A,_~se.ipblé~. On y tenait pr,oba,fy\l}ment. pardon ,des delails dans•lèsquels, j~ vajs e.ntrer,; t;~!'!atchie 'J'allire up isLant-sur cell_e;ci volre plus,sérieujè. a·ttenlion. qui s'est intro.duile ·dan celle pa;rti-e de li\ -palhologie esl tt La voici: mon etcuse et, ma j,uslifìcalion. • J'ai eu l'bonneur d·e vous dire ce qu'élajt notre oph<t Quelle que~oit)'idée que l'on se fosse des granulathalmie à son début. Ces glandules et ses papi!Tes hyper<< tions palpébrales (voos le voyez, on n'insistait plus sur trophiécs, dool je vous ai parlé, soil qa'elles ~e prés-en« I~ cooceplion qui -avaiL servi de lexte à la .discussion). tent au. déJlul q13 l'affeclion,. soit qu'eHes la suiveut~voilà « leur présenc_e e;cite le.plu.s,souve.nt, da.ns la coçjpr:icLi ve, ,nos graoulalions, ,ni plus, ni .moins. ,e µn lravail d'inllammdtion avec sécrelion, muco-puru-. a .i\p~is,s~z 1ou, ,r,eJournei l~s pa,upièros du ~remier sol(I, le,nte 1 d'où s'.elèvent .des émanal\Ons ~ui,Col)Slituent.une ,daL, d.lt gra~,mlé_ veny,,~~,,~ous..qe d4cò~yirezt pas aut;c « de~ causes dep gran ula~iop.s ,.<lHes, iumtaiii:es. « Qu\st-ce a iHre? · -chose que de pelites lumeurs lranspat:enle.s ou vé.s~cJ1\~u_« Si je comprends.l)ien, cela signifie qu.e ce n'est.pa~ .ses à,l.i portioq reJr9,lars,ienna, P,ré~ de l'aqgle, e,f-t~fne la granulalion que provil'J}t le muco-pus, mais .que sop gél)éralement; non lJ:?,SP.arent-e~ et dures à IJl por}io? lassienne, quelquefois les p~emjères seulemen't, qiais plus rOle se borne à provoquer l~coojooclive à une,ex'llgera~ tion fonclioonelle, en d'aulres tormes, que la. granulatiop. fréqucmmenl les ~nes eL.les auires à IaJoLs. Je parle.i. entendez.-woi bien, des granulalions palhologiques à leur conjonctiv;lle esL uu..c_orps étranger, irritanl !es él_é!1}ents début. Je ne m'occ~.Re P:ast je ne qojs p.as m'oitcuper des placés dans son v.,oisinage, et que le produit df! celle irtransformaljons qu'elles subissent,dans leur as.pect, cçmrigJ1Lioo, à ~avoir le mocu-P,US, 1;épandu. dans les 'airs et me dan,s leur forme el ,1\eur ~oluro.p, en passant, su;cc:e~~ired_uil à l'~lal de dix~io.n eflremc, dcvienl non .pas la c~us.~. vemont d'une manièt~. Ie,nte ouH vive, ·pa,r plus.ieurs. de- , ma1.s 1ftlf,s\e;s ct1,ns,e~ .g,u :_iiévelop.pemepl des grl!,11.µJa.hpi)s t1 1 diles tnilitq.ires. , , grts du a1roceSfUS infiàiju:n'aloire. [erVO.ÙS di~a~,.SeuJe·men! quc ces Lransfurmations 6nt. reçu en Belgique, commc « Si Iés a~t~~rs de celte resolulion ont. enlendu par là à l'elra'nger, des déòominàLions diverses · no!Illfreu,ses, que CC ,plUCo-pu:, ,esl ÌOC~pabJe de pròduire, à lui loul telles q~e granulati'ons vegétanles, fongueus.es, charnues: seul, l'élat granulaire; q_u'il lui-faul l'aide el le concours sarcomateuses, etc., etc., qui loules onl si merve1lleused'autres causes,, il est é.vident qu'ils on onlfaiLun agent meQL aidc à jeler le désordre el la perlurbatìon dans !es reproduoteur de fanlais1e eL sans analogue; si, au ,contraire vi~ux comme dans !es jeunes cerveaux. J'ajoute que j e ils oo l voulu faire compreodre que des causes qui ne pro•viennenl pas d'émanations conjonctivales pe9venl, ~lles me sers à des~eiti dflS p:ipts granulation..s J)at/!olO(JiJJ~es, parQe que l'e~agéré\Ji<>n,gla94~ahe et papillc1:jre normale est !!,D , nussi, devclopper cel état, ils ont fai t mieux encore, ils out délruil la raison ·cl'ètre de l'agenl s'pécifique, sané't'éfai.L inco~!~~lahle g·ui, fal!_tç f ayojr éié llc.cepté, ·.a..&~éc difìcé dans sa ba$e ,et mh au gxrnd jour tot.ile 'l'inaritté ,de cau,s.e,de p'lu~; g'u1r~Jl~~~~ :f~-~hpu&c , 4~ pJqs ç1'~q~ aileuc cl'oclrin"e. ' ' tel)1ent ioutil.e e,tjip,alh.~IJ{eux. 1 1 11 ,Maiij com01,e ntù:. ~sJ-on pris, me g.e.mapd~rez-vp.ns, <t 'Quèl ·q~é soi\· ro·[ii' rçspcct pòu r !~ Coqg_rés, t.Ues• pour écnre Lant .de VQhtmes sur celte chosc ~i simpfo., <$i sieurs, je n'hésite pas à >dle que ceite décisioo ~rrac4ée facile à saisir e~ qui sei;nble n'avoir jaru..ais dudonner _lieu à sa Taligue, esl un logogr~phe on un non-sens, l! .eul élé à la Qloindre discus~ion? mille fois préférable de ne lui rien filire dire du tout, que ~ AUendcz, je ~ais -Vous éclairer. Il est d.es .méde.cios de laisser croire ,inx lllusLres éLrangers ,qui en faisaient, parli e, que nous, Bejges, qui avons vu lanl et lant d'e gra(rares à la vérilé), 9ui 011t cru voi~ dans Jes _gr:anulations vésiculeuses quelque _chose de .parlièulier, d'anormal, de nulations, nous cn soyorts enéore, pour en donner l'explispècifique, et l~availlés :par èeLLe idée ils les òbt foftné.es cation, à nous servir'ile mots et do phrasés réunis ou d'.a'utorilé d'Un pt'oòu'il àccid.entèl de format?ol). nòii,velle, . ·parés, ne se compren1lent pa's ou n'onl auèune 'va'leur'-. saìk~nalogue dan's t:ec·onoihìe, 'séoé:Velùpp~6tparuo (Coìrtihua) n h:ie'nt, insidleux e.t provoquanl la c·cnjbdcl'ìve ,à uoi s·é·cr~~ìon tnorb.ide Slfi gençris. Yous croye'z. péul-,élre (pie èe RE'IlTIFIOAZIONE fail si grave, si extraqrgin_arie a èlé démool,re.à la èlerflière évidence? Pas le moi!)s du mopde. J'e rie veux pas, p.ouJ Nel Qaadro Slatis!ic& stampalo nel namero preced-e'nte, le .giornate di cbfrorgia del mese di òUobre iMece di 18080, dene pas élel)<l-re inulìlemenL mes explicalions, VOl1S <tonner vono es.ero 18807. lecturP. ici des molil's tré~peu sèrieux et Lrès-pe_u-plaJJ.si. sibles sur lesquels pn ~s~.est appuyé pour j us(ifièr c~tle élii Direttore O'o·tr.. Cav. ARELLA',<Med: Div. norm ilé; je ne le fèr,ai ij}le-si' vous le désirez abs6,1uinent: mais 'eòfin on l'a~si peù,demonlrée, <ln a tallié si Eeert TI \' i.c e 'Dfrellore 1respous. Doti. l\JANTJ!Li1, Med 'di B11rt. no.mb re' dtadeptes àla-d~-çtrin'.f)l qu'•att ·seiin$ nfètn.e-du Oon~' gré's 1l'ophthalmologiè, \l'.a fallu 'abandon rrèt la ·défìnilio·ò Tip. Sàbalpioa di ZoPPis eaomp. ..... Via A.lfttriN. M.
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N. 7. -------------------~ ------------:-------._ANNO VII._.
-.GIORNALE DI HIDICINA BIUTARE DEL COltPO SANITARIO llELL'lilll1ATA SARDA L'associazione non sì riceve che per un anno e'comincìll cof 1° di g_e,nò. Si pubblica nel' Lonedì ili. ciasc)J~dpoa se_ttiroana. Jl·,pre,zzo d'~ssociazion_e io Torìno è di f;. 1O. .lo P.roviocia .e d ·all'Estero, franco dLposla L. 11 . Si'paga ~er-se!l}eslri jl.l)ti~ipaU.
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.. . ~ i ., • ,Sowu.1110. - 10 Ooit. ALI!on'No: Ren di cpn Io eImie.o pe ,m,~s1 . 0 di,dicemb.r~ 1S5tl !:I.gennaio 18~9 :-- -~: ~onfeJ$M;~-s.ciep40 Relllficali fiche - 3'' I\ivjsl,! dJ:1t Gioi;oah Sci.eolific,. ;zìòrle. - ·5• noitet'iino u!T}éiafo.
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RENDICONTO CLINICO pei m,esi d-i llicenilJ1•e 1858 e geiin-ctio 1'859. (,1:)))1 ~eflièo cH reggimento doli: ALF01u,q) . '
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(Continuazione e fine, //.
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n° 6.
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Osseru<ir.ione !)a, - li solcfa\o Carcen-Golletdtil ~ ~ x;eggimento fanteria entrava allo spedale''lì 20 n-Ovèro~te p,er febbre morbillosa con eru:z.ione non molto sp1eg,at,a. lmUv iduorra LempJ!·r a~~nto linfatico pronuncialissimo, egli presentava unifamen.te ad,una.,,tosse piuLLostd·ò'stinatà)/e ad u'Oa corizza mòllo int.ensa, piccole e Tare macchie in sullacfaccia, su-1 oollo e sul peit-0 di un. c·olore rosso vivo, e elfo spari vano sotto,fa pressione del dito per ricomparire tost~ un polso pii;colo, ilebole-; stitichezza di ventre, id orin!l, scarsissime, mollo clens'e, di un colore rosso,,cupo. Ling_ua del resto coperlit ,d'una leggera patina g?allaslra in mezzo, e rossa sui margini ; sete ed inappetenza: Si lagnava·inoltre di dolori vaghi in varie parli del cocpo, ed ebbe io sui primi giorni 11i'1ì. volLe· 11~ç1. perdila considere'Vole dal naso d1 saogne,sciollo1 Otlidissimo. Non di· mentjoanJo, che nelle affezioni esantematiche, le quali percorrono i reg,ò-Iarì loro peri od-i, lacuradeve solo consistere_ nell'impiego di sem1>licissimi mezzi igienici, mi limitai a sommin istrar-il primo giorno al-l'ammalato poclii grammi d''olio di ricin.o 'in un' veicolo mucilagi noso allo scopo di correggere l'evideote complicazione gastrica, e quindi poche bevande emollienti in on r,olla rigida dieta. La eruzione lultavi-a era stentata, la-tosse jncalzav.a, il polso non mollo elevato: u11à leggiera dose <l'estratto di belladonna sciolto in un' emulsiono veuiva tosto rigett;i.la per vomilo. Le!- respirazionç frallanto ~i ren,deva se~pte più ansanl.: ~I punto, clùo_fui costretto, malgrado il carattere del 1>plso, ed 1a30Jo scopo idrauli,co, d~!dd,tvenir~ _ap ,u~,?, applicazione di mignatte ali' origine dei ;hronyhi._ effell_o ne fu salultir,e, ·ma·d')po alcun-i giorni cominciò ad inlu.midi.rJi· il ycnl_t:e,.a, renper.$hdolenti~si1po_; sj fec~,ro sempre
1:
(1.}-N~I nosner.<_> antecedente pag. 41, col.,~,, la fio~_ 44, leigasi s9ltl11to Orrù.del 1° ,reggimento ecc., succe'ssfvaménte dove ·dice clbruro leggasi cloraì·o. ·
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. ,1-~ 1·., · .:ii&'f · ff l' . pncscatse , e or.1he,~spar1 a l¼lto esè!llema, e, compaçyel'ao·asarca, ìl quaJé ~omi nciando dagli1 eslr~mì Inferi.ori pro pa11Qssi ra, pidamen1le a lullo quanto il corpo, che 1 ~ ;,1 1 ~ v~nile 10 pocni -giotnr ·portalo ad un 'rnvoloso volume. :Ì.a liògua frauanio ,si era· ispessita coosiderevdlmenle; l'amm~l~l~1 .nor;i ~oteva P:iù _usci,r!~ ~i. boccà. Stato sfuror_ç~ p9l?J; nstr.ell1 ì fr,equent,, var1ab1l1. Sotlo l'a,pphcaz1on'e ili quitLrò epispaslici alle eslreinilà inferiori, sollo l'azione~i ep~pfasb~i emollienti in sull'addome diminuiva lo slùquasi 'foti1.Jo1entè· il Ùofore alla pressione por!'l, ·spariva.. ~ tJl adg:òm10ale. Ma l'odna era s~mpre ·P.iù scarsa, e s'èèli. l_l'IEl,ntosa, e !'anasarca pur sempre progre~iva·-il polso frequenli s.si~9, i1oppr.,~ssionç grandé..Un' ès'a;~ta ispel i1o&e del .cuore ci rà~eva ipoÌlre ficÒnoscere una l~gera dil;tazi:one cU quel!'orgaQo. Siccome l'ammaiato's, -rifìula;a '.,9stinatamen[e a' cfualù_nque rh,nepìo _po,cd~o;l\é. ~j,c.g;1 tinuasse, pe,!)Sai di riçorr6re ~d Un farmaco1aj' t(oo\,a èd , é~ergica ,a~iQne. Scejsf la digitalina, che dieèti àtfl! ·dose ,, ,u,·, ··11· 1,ilJ ., l·,, · · J J, , .',HK 'l tl d1un mi 1g~amQ1a 1.0 trecento gram!ll!, 'I• vp1c;~1u. IJ1ue cucclii~iat~ di, q_u_el riìn~dl~, a&s_~ press2~~~ infinite~im_ar,,, _pro~ussero Los.Lo,il, vom_1~9, cbe s! fre r~~-a s~ento, dppo die,ci oM, Vedendo una lanl.a'f •intolleranza r;,10 -'t.t oye ttt limitanni I a rinnova re i vescicanti, a ricorrere àl ·sciroppo aperìtiv:o che l'ammalato ·si rasségnava poi a prendere in c.oQlin uaziohe vé·dendosi rièlotto a mal pal'lito. Non taraarono a màni'festarsi le orine io copia, che andarono sempre aumen talldo, e fàcendosi più eh iare: l'anasarca airninui visj~ilfnenl~ in proporzione che r,rogrécli l' inéominciala èrisi, e l'ammalalo si trovò ~opo dieci giorni in buono, slatò di sal ute con nessun altro incommodo che una fame divofonte, cui non era sufficienre a saiiare il vitto dello. speda)e. -· ' o_s~ervacione 63 • -Il soldato Simond del 1° reggimento fan[e.ri'a lr.ovavasi arlo spedale-!ìn dai prfmi giòrpi cli ,fo. vembre co rr un anasarca a corso lentissimo , sintomatico. .di una notevole dil'¼lazione ·cardiaca. La digitale, 11 nitro.. il ca1onlel~no, l'acetato dì potassa ad alle dosi, il severo, regime valevano a modificare lo stato morboso del cuore, ma pur l'anasarca progrediva di co~tinuo.11 calomelalJo-, proèl'uceva più volte la stomatite, che tosto cedeva ~l l ,. c1orato di potassa, Le orine frallanto erano P.ressoclie: .nullé, il polso si conservava normale: le funzioni tutte regolati àll'ihfùori di un leggeto gr;ido di, c,lispnea per-ess'ersi formato un po' di raccolta sierosa nel pericardio, e neHe pleure: si applicav~no .P,~r ber}' sei volt~ i vescfcaLor,i', ma l'àuasarcà·p;en<leva delle proporiiorii enormi. Si ebbe ricorso al solfato di potassa che, CO'rninc.ialo dalla. dose giornaliera d·i un gramma si portò fino a quella di se'diqi ,grammi. Sotto )luso dì que'sto saJe· comiOèìarorto ~
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-50farsi più abbondanti le orine, che si aumentarono ogni giorno, diminuendo sensibili~simamenle la gonfiezza, prima dello scroto e-degli estremi inferiori, indi' degli ~stremi superiori e della fac.ci,a : èlin'linui pure la dispn~, e svani ogni indizio di racsolta- nelle sierose. La natura n~m.impiegb pH1 di quirrdici giorni a portare a, compimenlQques_ta laboriosa cr.isi, e quel cbe è pjù essetJ'iial.e. a qptars\ si è , che fµ di molto coi'relt? il viziò vlscerale orf$_àn,i'co, éh'era s~aLo la causa p~i~d del _male. A parte ~n~.d~bolez~a cornspondente alla diUturmlà de'lla·malaltia 11 Srroond trovavasi in fin di gennaio fo soddisfàcent;s.~alo dì salute. Ossen1azion~ 7a_ - li soldato Tavèro del ballagiionc di amminisLnizìone entrava all'ospedale li iO novembre con fenomeni morbosi imponenli, in cui non tardammo a riconoscere la men1pgite cerebro-spinale. Senza·fàrci.quì a des-crivere minutamente i ·sintomi già ahba5tàhza noti di questa màlaLUa, diremo solo che nlil'I Tavero nilllàmancava di ~·uanto sui -sin':t.omi imponenti che 'a?co'mQagnano que·sta le rriflìlè m~lalLi'a venne· scritto rdagli ·autor-i. Faééia rossa I sofferente; · èfòlore 'intenso al capo ; èleliri1; opi· stotono ; Uogua fe-cèiosa; temperatura della ·pélle diminuila; polso poco elevato ; dolore inte11so fuoao la colonna vertebrale; -sosp~nsione delle orfne,. slilicbezza. Uo purganl~amministralo il primo giorno produsse alcune sç,i.riche. Stjl finir del secondo giorno frequenti epistassi; comparsa sul c.gllo ~ sul P.C\lo cli macchie rosse scà~oforma di petecchie, orin~}i_bere ed abbo~dan~i, cal re 4ajla pelle 9 aument~tq, polso ~lqua.nto teso, c~ijS<\Zione _del delirio'. .Si fecero qual.~ro salassi,.. e,d il s~ngµ(}, c11~ diinosrrava èot~nna..nei due P!hlJj., non dimostròssì P,iii 'elle lievemef\le ;i.bbondante di fibrina negli .altri due. Do.Po il quà1'to.salasso ricompa_rv.e il delirio, sj rjabbassò ·1a températilra del corpo ~ del polso, e sì accrebbero i dolori lun-go'la tòlonna vertebrale. Si applicavano venti mig!}a!Le-ai giogoli. Sospesesj il delirio, che, ricomparso dappoi., durò jiJ qi:Jesta ~llernaliva per ben dieci giorni , durante 1 quali -alla sLilichezza subenltò una diarrea moderala, che si fece profusa in se;guifo con evident~ sollievo ·dèi prinéipal i sintomi. Al.delirio· essèndo sub'entrato verso I' tindècìmo giorno uno stato di' s.tupore delle facoltà mentali' c1Jn abbassamoolo della tétl')peralurà cutanea, pelle à~oiulta, arida, si applicaronò due v~scicanti alle gambe, clie {u_rqno all'indomani susseguili da due altri alle eoscie e -da uno alla nuca. Svaoìio pochi giorni lo slupore; u~ copio.so sudore sollevava di mollo l'ammalalo, cui però ·restavano tuttora un P.o' d, .diarrea, ed un resto di cefalalgia con vag~i dolori lung~il (lorso; che lo cqslringevanrr,a: tenersi sempre nella p~sizJon~ di fianco.senza osar.e di,q.rno;versi. A) vig~simo gi~rno, _dj ll)alatlia co;n,parv.e -un ço~picao ascess.o ,alla .regi'oq~ .corrispondente ,.al gran troèkn'lere deJ,tro, ed u11 aJtro ~ncor _più voluminoso al Ì:ìanco .sinistro della colonna cervj~ale: questi ascessi suppurru:ono''gtandell;,lenle durante olto, o dieci giorni, e furono la vera c.rìsi della malatlià! _sparendo sollo la loro comparsa gradalamenle lutti j residui sintomi. L'ammalato ·enLFava in p_ieoa convalescenia,..che riusciva però assai lenta, e che s1 doveLie confortare colle infusioni toniche amare~J)op.o cinquantacinque _gi9t~i usciva d~llo spedale perfetta.mente guarito per,..r,~car:Si iJl congedo di ponvalescen'l'a, , j 'Os.mvap·iq:11e 8.~ - :li S"o.ldato -Gariazzd.- d'.eli 1 Q. fa-òi·ei:ià •
offri il quarto caso di meningite cerebro-spinale che sì ebbe a curare in quei due mesL EolratoJi 23 gennaio a sera con mod~rato <lolore di capo, q_ueslo si era fallo · talmente viv.o il ~alti.nQ del giorno consecutivo aa·far crettare delle alle grida -di dispera1.ione aJl'all}JDalatQ,il q;ale lenendosi la tes~a. con ambe le roani, supplicava gli a, ·$lantj che Jo1am0',lapassero ond~ solti;-arlo a sì atroce .tormento. IJ·sangu:e e5.~ratto -in copia dalla vena presentava un:ora dop_o .~l'!J fi.~ta . ed alta potenna ;_i polsi eh.e dapprima eran!) 111stre.LL1, ..{rcquenli, intcrmillenti, si erao fa.lli improvvisamenLe~deboli, lenti ; il calore- della cu.Le al dis-sollo del_· norm·àl_e~l_a color'.n'.1 vertebrale 'ConS'etvavasi .t.~Llora mdC1tenle. R1l~valos1 11 polso dopo il meriggio, si rinnovava il salasso, f!aCtaolò che si continua,·ano sÙl capo i bagnuo~ì ghi~cefali. di Smuker incomincjati il mattino. Il dolore. di cap? p,er.sialeva_. l'ammala~o emetteva dolorosi lamenti, e 51 faceva delirante durante tutta 111 'no.lle. Il sanq,ue presen~ava rY~o.'V'a_ool'eBna.,: il dolore si_era esteso . alla nuca ed ai_ lomb~: ~prstot?noj fìsonomia:aHeratissima, polso sempre ns~~~tto, m1erm1llen;e; il sangue dimos~rossi a~1_corbabc0Ldennoso _al· terzo salasso, ma non er-a nemmeno P1~ a on · a~Le d~ cruore al quarto, dopo il qu~le diminmrono alquanto 1 sinlomi cefalici e rachidei; mal'ammalato er~ près~ cl~ ~opore, aveva polso tardo, ristrette, c.,on sussul~i , le~dme,, . era tuLlo r<).ggo~~tolalo sopra di s~ Slesso, 1 orina er~ se~pre s_Lula fac1l~enl~ emes·sa ma v1 era assolul~ ~ost1r.a1.1one d1 v~nLte. Un clistere•purgante non piiodu.ceva. effeHo_ ro1:3e il produceva l.eggermente una bevand~ p,u11~ante·_10go1~La. Nel 01,atLino,d"0-l giolìn.o ·~1 perduraod~· ti, so.~?re's1 'èlpphcarono:v~nti_q1t~l,lco mignatte alle ~pofisr mastoidee,; nella sera drn11.ou1!0'_1l ~~pore,_m~ conl!ouando_ collo sle~so. s~alo. del pblso I nsall, .tend111e1 per inlervalb fre~uenlr, :~ ap~lrcarouo otto coppette profe~d~mente scar1fi~a~e ai ',~tr della. colonna -vert.ebral~ . &Iighora~eolo _sens1b1le ali 1ndoma111 1 ma polso _tuttora r~Slrell-0, _1ntermilt~nt~ e recrud~scen~a. vespert~oa rnll.mf~s.la. D~eL~o ~onsr~lro del~- _Brnaghr s1 danno crnqpe carl~hne -~' d,r_ecr ~e~t1g ramm1 dr ,calomel_ao.p per ci~scuna a dt 5l~nza di ·. url or,a I una <,!ali altra. S, ottengono -alcune _s:car.iche alvrne e<i u.na notte lr,_a,nquilla; il polso è prèsso ~he n?rmale; ~l,u:i:a a.r:co~a un_ li~ve stupore, non più cef?lalgi_a, non pm rachralg1~. S, npe~ono le sLess_e cartol~ne di calomelano alla distanza d1 tre ore. Il gwcno 30 I am~alato dopo ~ver lrascor~o una t~an~uillissifl}a noUe, era prename~le. libero da ogo1 roolesl1a; il suo polso era normale, 8 $h era ·s~l:'?• conservando d_eH_a su.a~malallia un asp?tlo s0Jferenllss1mo, frutto della .violenza del morbo, <l~II eitergia della· cura. Dai surrifefili 'casi di· mcningile ·oerebro-spinale~ib deduco i seguenih:orollarii che da quei fatti direltamente emanano, 1. ·16 Convengo coi doltor'i l\fànàyra e Giudici che dimostrarono nei loro prègevoli scrilli non essere da a'scriversi la malaLtra in questione ad una:·varielà di -tifo, come· vorrebbe Boudin, ma non' perciò io posso soLlosc~iv~re_ a lulli i s~gai difl'erenziàli che ne danno quei ch1ar1ss1mi collegni. ·Così atl esèmpio il gorgoglio iiddominale se manca nella meningite cerebro -spinale è pur tsMssq tjl~,!l'cant~ n~'l_,tìfo; i tan~i yarì gQ~s.Ci·liùeftip.1!,li s!rn la n'ecropsia palesa· sen1pt1{ nel tifo, a .dolla .dyl càv. .Ma1
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· rrayra, mancano invece 'non rap~ volle. Nè ·pq,ssd 1 e~Q.lui · pronto si dev'essere oel•.pri\tiea,rlo, cosi è d:u.o_p-o,'.0ss.!:lre'. co·n·ven-irè ·allorquando parla ùella fitta .ed' alta c.otM:_ nar pllonlo 1 nel!' abbandonarlp o !lospqnélerlo, allqrquando, amma1)sato ,ìl primo impelo ilogistico1 l'élemento i:nfia~ degli ·affetti d;i meningite cerebro~spinale, m:entre·rrel tifo· malo·rio non si preseula pi.ù che unito al n.ervoso. Bissau., il sangllè si trov.er.eh.bc 'fluidò ES sciollo.L'i-nòizio. d~Ua C'O! guandG oHre ~odo l'aml)lalalo,si produo1;·ld,sfiaucamento teon,a del sangue nelle malallie èra-ssai in-cert9. Del resto.. vasale, ,si toglie ai vasi l'energia, 1~allivìtà cb:e è loro in" tFovasi l'alora cotennoso il sangue nei tifici; tal a,llra fiatadispens,abile al Iiassorbjmenlo del liquido che·,sempre si manoa-la cotenna negli ammalali da•n\eniniiteré~rehroracc.oglie in µiù od in, meno qualunque sia l'energia delspfoale. Per quanto poi all'.tspélto del sahglré:.à faeil cosa lrallamenlo. il l!onfòndere un sangue: la cui fibi:lna tròvasi se-arsa nel cruore per effello di speciale infiammatione con,·ùo ~an,. 4. Sebbénc que'sLa m~lattia riconosca m;H sempre la aue scioll:o1 depauperalo, defibrinalo. ~« on posso .poi acstessa capitale lesione dei centri nernisì, èssa ·si' presenta ~ordarè al D. Giutllci la rnancanta ass-0!ula di' esaatélna; però spesso sollo dffférente 'forma ~ ctin un decorsò nòn nella malaltfa i'n queslìotm, avemlola io•rinvl3nuta:e:in 1nod6 eg:1ale ìn lutti i èasi. Non si può· quindi stabilire pèY Jùlti dfstìuto nel caso rol"tutiato del Taver.o avèn'dolal'ln v-enuta: ua'jdeillica cura', se èccet~uiamo n~llà1pluf.~lità ctéi·c·asi fa: 1ò stesso Tourdès, còme consta dal q~adro eh'eg~i-tra·ccia sp)idilezza nè1le so'tlradoni sanguigne:·Ma 'hientie1n·rrerti casi· la' ma'laUia tfvrà u·r, corso 'rapidò, io a'llrf' ~~tf Ùµ de1ld m'a'lallìa. e, .l\>Ieii'lt.e ?òri Aoss'? essere ci·av~(~o;~co~. ,.ca~'. 1,1.a- léh to ant!Nre. Mentre ,'iella nl'assimà parti{ <l~t·t'ash1' Lròl ve'rà slitlcbeiza as'solhla di' \'eht'rè: 0 9 11 Jb!ancàno '.e~e~ pÌ ilP,y,r,1'es.ser.e la m.enmg1te cerebro-sgmale un 1~a.mma,-. di 'diarrea 'profusa. Mentre, in ln'olt1 s'orf t,frde le' funziòrìi zjone v;ra e leg(Ltì~na. ~a cip distogli~,n<loinì il còrso sdo cutanee, in alcùni si fara~rno con .tutta facililà:Sara·per~iò-' ir'regpfare, subdplo ed a salti , il carattere variabilè del talora n:ecessario d1 pfdµJUov·cr.e le secrezroni ed escré1:iolso, ì·~~trema sua violenza, lo avvicendarsi ~i lfé ne·'e' zì,qni mucqse, talora ~i p.lli{are le secrezioqi Gtila~ee. ÀJ male, il n'on prè$entarsi sempre coglhtE>sS:i siolQtÙi, io mì metth -p,oi dalla pa~te ·cTel D. Giudici' irel :consìèl~h~rè primo sèopq soddisfa pieq~mcrrile jl caloroélkno, siccob.'.u~· qu·es1a ma1~llia éçme un' infiammazione spetJdle. sÙ.i g.equ.el)d'che P.Ossiedè la doppia virtù. di essere pqrtaHvò' cìoè, !l ~·f reslri,iger~ in grad°o eruineore l'attivHi.é~'.ces?teris: e ·sebbene.la mancanza 'di conta'giosi(} e .'4t molli. si'va di Lul\o lrorg~nismo, di opporsi alla tendeÌlza dellaiinfa fra i prinòìpali sintomi non mi perp1elta.n'~ 1H giudrcar,:hr come una varielà di tifo nel sens6 rhe sì ·ac,còrda_'a qJfesfa ?la~lr~a al~e conc.reziopi, t d'inna~~are i n modo ~a~~icòlé}r~ 1l r1assorbnner1to. li fallo del Gat ,azto nàqalo pm sopra parola. luClavia parrui che i sintomi alassiyi.c'lfè""ora precedono. ora accompagnano, ora lengo,n dielro a ~ù~sl'_affeè così parlante da i,ndti'rtni a raècorfraodaré il calomelano-· fin da1 principio clclla malallia, presentandÒ~i qùella'forma zione dimoslrino, àe1 pari che nel tifo, altamènlé lesa l'innerv!).zione e perlu rbaLe le fo oiibni che da essa dipendono: · : acutissima, unitamente alle sòtl'r azioni sanguigne~g_e~etali e looali. ~ ,con questa differeoÌa cbe nella rrieningiL-e cerebr~-;spinale è p'redom\nante l'eleh1ento infiarn!ll;.1to·rio A1lfèle_mènt.o A.<l allivarp le. s~crc.zioni cuti,l,nee tep<lono l~.rjpelute nervoso,Auiodi pib violento il mal( più rapi'.ifo lalota il applicazioni <l~gli epispas.licj,Nelsoldato '.l'ayero, di cui vi corso,. più facil(gli' ~sjli, 'più neGessària una' p-i'otità,.en.d -· ,esp,os.i ,la slori~, i xes~icati.~i . promossero u.n mo.v:ìmento ~ca (/b\ln ragio:n~t~ cui;_n .. 1 r '_ • , __ . , flussionarjo salutare ·alla cute, fecero sparire ogni•.1'esi<Jq.o. 3. I 0~1-1p,,rati chinoi!lei )non ~iov, a po io, ,qne:!ìJ'aJfe.1 mo'r-hoso, det9tminarono,~a comparsa .dj dq~ yoJ:\Jmi.~oJi r,.,. r 1 .,., , r,, ,~ ' ~ '·" }' 1,_iU!l_e lUlt1>c;h~,P.feSe11t\ rna,nifesl,e ff.aG~fpaijQl1Ì .,e reipj,sasc'}ssi,i8he' fur,oo 1,a .crisi della m~lqttia . .~e 1110,n., gi,9.:>\aSlOl,l.11 , ) ,, I rooo nel sp\dato Orrù{ ciò avvenne pèrchè iJ,~qhtl9},9:p; oUniLament1~ al C~V,. :(\-1,ap~)Ta .e le e~es~p,ragi.o,ni .~h~ eefleh';l.!del ino1;bo npn .re_rmise !,IO~; c_ur1 ene~.g_ica',!l.1~eg?; lare; e~ allorqua9<lo s1 r1c,ors.e. a.gli ep1~pa,sll ~\ .wansi gi,à q,uel dotty,~.ts·piri~Qso ,nio <\tnico ~spoirny;~;n_~! ~uo ~!abòopefali (\ei ce9 lri n~r,vosi irrim.edi~hili guastr, invano ulo lavo.ro, io pen~o-es~ei:e l'o.ppio .Ufl ,rimepio"fàllAC,~,P~ Valleix vor11ebbe bandire, ì vescicanJi daga c.ura~della m.eanche ,dannoso nena ~.ura della.m.enlng.iLe cè:i;ebr~·§ptnale. ningile; cerebro-spinale. L'avversione qe,ll'illustre medico I casi felici narrati da Chaulfa,rd · succe.ssero forse. in i~<l.i.parigino per queslo semplice -e le mollissime· voi le utividui aHezzi ai liquori alcooiici. Ne.I soldalp O~rù, l'oppto lissimo compenso lerapeulico è abb.aslaoza coòo.s.ciuta. agi come un valido eccHanle; esso l)Oll valse che a svjlupSappiamo ch'egli proscrive i vescicanti oolla cura dèlla· pare la malallia con tullo il corredo degli impone11Li suoi febbre tifoide per tema cbe producano delle escare.NelÌa· sintomi. :. cura dt>lla meni ngite cerobro·spinaleegli li qualifi1aa.come -Non posso però esse.re dell'opinione deJ cav. Màffa)lra me-.;.Harba,:i che non (anno altro se non che aggiqngere che-vorrebbe dissangua-re gli ammalali annoverando tal un tormento maggiore all'amma~ato. D'uopo~ però.JI conmalattia fra q_uelle che il nostro signor presidente eomvenire che quella ba,·barie,·1a quale è capace di imlv~r la roeodaloré !liberi dice, aver mestieri di esser la.vate · nel sangue. Dopo aver consideralo questa. ma}alLia e.ome uoa: . vjta ad un aroroa~alo colla semplice graduata e pr.essqcbè indolente sollevazione,dell'epidern:iide, è per lo meno.una. fran ca e leg:i•ttima infihmmazfone e!'a hen naturale r:he- H pietosa barb,arie . · medico divisif>nale d-i Ci1glia'ri cercasse·dr.comhaller~a:co.li un metodo adatLaW al violento cara.ttere. <lei morbo, coJ, o. 11 pronostico del1a meniogite cerebr.o:.:spioale fa mezzo a11titlogis.Lrca più ,energico cb·e la me:d.rcina: pos- I detLO gr.ayiSSÌJllO d1!1q.OQOli ebbefo ll traltà't)o,diitl puo{O,. sieda, col salasso ripetuto'. iLI saJasso è senza ·aku.n dubl5i0ò . che ne-muoi (Yno i .quattro quinti d!li 'Colpi\i, .secondo il lord dire..; la,.gravilà ,è mag~igre, essi , dicono, qq-ando l'a·tre.li rimedio •più sicul'o:-ctr~.deph<l porsi in 'Opera/ al( a:p;p:a-.., rir.e del primo· sinlooto d·i' questa n1alaLlia; ina aom·é zione si ·palesa· nel midollo spinale .nnzichè nell'encefalo~
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- !SiSenza con~castare una si desol"ll.~\e l>rQ'gnòsi, godo ch1essa ·I rrvolto aJ un empìrico, il quale gli aveva.forni-te alcune nmrsia çoofèrmala1,élai pool}ì .falli;ch:io ebbi a.pafra11vi e car.toli:ne, che., ltlflgi dal produ.rre.,l'as'pellalo èffetlo , fu-che;.rcredo non, affàffo inutili per la~ scienza. Di ·quattro i:ono invece cag.ion.e.di quei· gflavi t.011bi:di inLesti,n:all. Dopò ~olpiti, e. tutli Yi'olenlemenle, due soli perirono; uno.fra di aver procedul'o-.ail{eliminazione délle cause, dopo esse'rmi essi però, il soldato .A.stesana, ent"Eava all'osQedale ·in uno assicurato che non esistesse nèssuu oslaoolo nel canale slato superiore agli sforzi dell'arte e moriva al1'1 ndomani ur.elrale, alto .à mantenere quello soolo.; rillette_Qdo che <lel sub. arrivo. Se talùno ,mi obbi'enasse minore es.sere la, l'infiam,n--azion.e .èa.taflrale,spe.cia.le,1 ~'1i.aa1<1,La hlen:orragia, gravità dei casi di meningite· ceJ.ìebro,-spinale sporadica te;nde .po11 Lutt~:(~.éili~à;a ,P(}I'Heluarsi, gu.a,odo.:~-a,§e s.tessa,. aobandonata., an_cheindip~n{leQ(~menle da, llna,qualunque ,d a quelli di meniògiLe cerebro-spinale epidemica osservata dagli aut<.,ri che slahilirooo quell'infauslo .pro110stico, causa generale,,9, locale , io mi dì-sposi alla sola cµra toio risponderei, la ~~Hilà essere la sles~a nell'uno e nelpiça, quale 1~ esi,g_eva il caraller~ del mctrbo. Presçrissi l'n\Lro caso al stessi autori 11 i quc,\li ,asserisco.no qu.indici,eeQligi:~p,1mi Ji oi~ralo d' ;irgepto porJìriz..~~~q1 in r r... dire:,d~gli t,\ . . 1 trec~!llQ;,gr,muni ~~a,cqµa·per iQiezinn~. Dopo.alçqt).i1gior,ni cpe,;Gve si ~el~psse., I).O me~ico in J?resi1rn; a d~ un ammala,t.o d·a,ll).,eni~git1:> cerebro-spinale se11,za fargli conoscere lo sçolo era.au!l}entato, il pass9ggio q~JPqrioa era dol9nl,e, se esjsla o non · un'epidemia, que! medico sj lroverebbe alçune slrie di sangue e,ra[!o misle al muco-pus,. ed almollo-imbarazzalo nel giudicare se.la malallia si.a epidel'orina. Cessai le iniezioni e praLicai un forle sanguisugio • mie~ o,sp.ora?ìç,a. ~ pa_rer mio q1:1~·sto. egpalrgra.do, di graalla repiP,l)e perineale: ·dopo due o tre gìo~ni pi;~ nes~un sçoiq1 {liùllnessqn:.,cloJore. Ttpp.po rapida er,a p'èrò uqa tal vUà, ç,on,fess~t9 d~gy auto,ri , prqv:;i. una cosa ~?la. Prova. gu,ariqiope pe,r po,leJvi pr~s13rr fed e. Ricom pi\rv~ difatti cio,è, q_ji~ si accordò tn>ppo legg.~r.mentè l'appellativo di epidemica a questa malé.Uia, per. Ja sola· ragième che ha una lieve goccia, per cui si ricorse di nuovo 'all'inieiione aumenLando eres~o che del d~ppio la dose del nitralo di p otuto coglier lalor~ un gran numero d'i~divj~Ai ~contemargeolo. ~t diede fraUa nlo in continuazione una moderala porarieamenle, L<\ Gfl:gione ver:1 ,11 Gn'epi~emja, dice Ippo,çr.~te; e ~90,l).li t.qili i iped~iii;ilfl~,cbi .~ 1r,ec~RH '.9:h~ pi'ù q_u~li~ianr do,s.e di b~lsall\o. d,i ~opaib~ . J é s,i lc,?.ns,er v~ studiaron~ qu.~fit'argome9Lo, qebbe,~c~ncarsi n~ll'.3:tgipsferl\,' se~p~f I amip aj ato ;,1d un tenue regiin e. l iQ!)'O ven,t, La do~_Utqzione e!!\demica cbe favorì le così g1ue epidegiorni , gçaiie questa perLurlYan& cbra, i1 sjgnor N. N. ej;à. perfellamente iuar ilo, e, quel' é~é più lnont.a, ia guamie dLmeoingÌle ,c~tebro-spioale Na~bonne, a Eoise, a rigione, s· mantt}Q.ne slabilé. ·, , llordeaux, a 1loch~fotl, a Versailles, a l.\'lelz, a Avignone. a Strasbourg, .a Pflrpignao, ,a P.oii:er,5, a N<tncy, Nanles ~ O;s:se,:v1uio~Ìu ·I ff•. - LI' u!Iìèiàle signor N. ~· è utrava 1 à Li'9ne; a' Cagliflfél a ~enov,a,·9_091 ~ . da cerca~s'i~~ell'a\:.. aJJ {>'.sp~dal~'it1t ?:g~nn~io~ iM1 u1i ~olumi ll ~SO''t u,nonè sf6mosfera, ma piuttosto nelle cause ncèidenlali conwni. Jilkq consociò ~il' ùn' u1cera in via cii guari9l4ne. Individu~ 6'. E' ormai proYato essere l'avvicendarsi deÌ caldo o scrofoloso , egli ave·va solferlojèplicale v'o1le l'a sifilide del freddo , la soppressione della traspirazione cutaq.!)a, le primilira sempte ·complicata.d{ bgboni inguinali. Questa cause·reumalizzanli· in una parola quelle che prodoçono voJ,tq b,uqone e,~a rJrm.~lo da u~ amm~ss919i ·ghiandole pi'ìi1fà'éìlmehte lii méofo'gite 9er'èbro- spinale. Tirrt9·;è vero j d,?re, ind,oJ.e?li,/ !ie .avAvan~ t;:~~~o s,eco. l'jp,g,qrgo di un ché la malania éogfìe 'di pt-eferehia i soldati , 's·e'!rd;oclìè gra11 lrallo-del tessuto ceHulare c,rcomambienle. Un em·.1~ • . , essi si Lfovano dì' cooliouò in icòndiì'ioni alle a senlfre piaslro ai mercurio sulla localilà1, pillole di eLi'ope mineun mese l'e!fello di quelle cagioni. Riesce p-er conseguenza necesral1., e.rano i rimedii di cui egli.fs( serviva sario, cb'c la scieaza faccia senlire· f'autorevole sua voce. cirç.a senza che 'ij bobone ~er nol\a si smuovesse. Tolsi E' n'ec~.s~ario che i .fu e<lici facenti sérvizio in qyatlièro 1iempiastro. e"'vi a1ppli'cai un largo vescicante, che in semandin·o immediafamente all' ospè·dale qualuqqfie1 uomo I s uito medicai per iJue giorn i consecutivi col percloruro so-spello di qoesl'aft'ezione, E' necessario poi' che alPospcd'rèlrargiro: all'elio.pe sosliluii jJ protoiodùfo di mercurio. dale l'ammalalo sia prontamente ed im mediam·ente eoc- · Una · Lai medicazione ncm lar~ò a lasciar scorgere il suo satutare efl'ello; •poichè iocomirrciò a risolversi fn modo corso. Si è io tal modo cbe noi potremo inwedire Io svilupp,'o dj u,n ·si f~roce ,malore , che, se per orà è as~aì s.erisihile la 111assa ghiunùolare ingùfoale, e dopò ·avel" pasJirofiato, non polre~be ·tardare a· prender più gràirdì'pro- ' sato·'venlioi nq ue 'gf'orhi 'a li' ospeèliile il,sig,ìor N. N. usciva porzioni , come già ebbero- disgraziatamente a p'rovare con no li eve ingorgo al Lessu\o céHulare inguiriale , a disyati pTesidi dì Erancia e fra noi quelli di Genova e di sipare il quale pìù'Che il ripo·so e'ra necessario un mbderafo esercizio. Cag1iari. Nèlla sezione l!lfrciali vi furono pure alcuni fatti degni E da notarsi, che dopo poche dosi di proloioduro 'il sidi àtfonzi·one. · gfiOr.,N. 'N. v,eoiv.a collo da sali,va.zìone·m·ereuriale , che Osse1•1,aziot1e 9~. - E' ufficiale sign<5r N. N. e:nlrava si"frenò t.o.sto coJ clorato di potassa. Bopo '<J.Yer pre5i• all'ospedale con gravi dolorl ioles{foali, addome teso, teakun-ì grammi di questo sale il signor N. N. ritornò' al nesmo,' faccia alteràta, cole secca, polso ristretto, freprotoioduro unitamente al clorato di polasiaJìµo al fine della .cura, senza,, èhe , mai v.enisse questa disturbala da quente, profondò. Due .salassi e poche bevande mucilagiifo'se:pàdroriegg'iàròoo il male. ·Prima pèrò di sorLirt'Y v:er.on accidente di Lìalismo. Parrehòe·ad,mque, vero.quel dall'ospedale il sigri.or N. N. volle g11arire da una blenorcbe ·a'Sserisce Ricord dielro a ntimtrosi falli dd. lui osserragia1,cbe rimontava ad unadala di-lre annj . .AJl'.annunzio vali, che ci'Oè j ! clorato di potassa agisce in rood:o effica· <\i tale scolo, mi credelli illuruinato-s.ulla cagione della co- cissimo: correggendo il lialismo·mercuriale senza che sien Jica,·per cui il nos.Lro ammalato era-enl~alo allo spedale. distratti gli effelli <lel mercurio..Il ,caso dal signor N. N. Da ine intetpellato· e:gli confess,ò d:iffatli , che a:Venclo ne\'e-r,r1:bbe a conferma di quest!asserzione, poìchè sollo. glello durante lre anni quello scolo~ si era ullimamenle l'amministrazione conLemp@ranea\..de1 protoiodoro di mer-
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- 5.S éùrlo, e• dcel clorato di -potassa-si ollenne non solo e.ha; dintorni di Sass.ari, mal riparato dalJ'ucpitlità, e dopo ;t.:.ver non si preseolasse,più sintomo dì stoma.Lite; ma,si otlen'!le vissuto alcqoi giorni no.o Lroppo regolatamèote si sell n {1\1,.ii anche- la riso1bzibti&"flèl bulione, M~ i ca-si 0sset.v:atf collo all'impnòvvJso <la sking~n.te,dol~.r.e amepjgastdo1da.. da- Ricord,sono poi e~si cosl posilivi da, non potere es~er senso d'i calore urente, da agitazione, e somma irreq.uie-p.osli in c.hilil>ia'l H1 tniglioràmen'l.ò della Jnalàtlià no·n potudine; .slalo questo, ch'egli aggr,avò ingoiando un bioila: trebbe piuUos'lo aurìbuirsi alla dose u1•mercu'rio presa~ cal'ef.ictenle, e sttmofaole. Dopo averl}assal'o a'lJ:U!lÌ giorni... anLeriorm~nLe1 al regime dietetico, alle.fqrze 'della natura? io quellà condizìone di cose mandò pe.,. il medico che, a guanto,,e~li narra, sospettò. trattarsi di febbre perio,dtca,.. Swqueslo punto·"norr .è facile il pronu;nzta,i,si per la iàmalallia assai comune in quell'isola-, Con tullo clie.contìgione, che ohn è ·ancora- conosciuta 'la combina~ione ohinua fosse la reazione febbrile, pareva che la sern il roo.rb<> mrca, eh~: subisce ìl ~lorato di potassq. inlr?do\tç nell'organismo, e non risullao-a'o'ci fipoi'a' gi foc9.nle~La~ile a1'fro' 1 s·i riaccendèssiri seusi·bH~enle fino a pi:odunre òeliFio,J.'11 che la virtù lerap'euliC<!. Che se le o~sen:azioni di Riéord · amministralo i~solfa Lo d.'.i chioi·oo, ma·appena siollenne una. qualche remissione nei1sin lo mi,. che tuttora perduravano. sal]lqno ulterior.!.llenle co.nferlli\(l~;, {uo,n,q 1s~r~.l;>J!x, q co,nMalgràdo i saggi consigli .dàligli : vollè,r~carsi in patria. fessare, essere un 'gran -fàtto aéquisl\tQ; alla s~eI)za, \\n Qui giunto si rivolse a varii medici, d-a·coi pare, a quanto gra.n pro9:lem,a UJedico scioLCo, qnel]o ~i poter c~i:arc l'afféz.ione sifilitica sénza la J,IlOle~Lil) del),~ sali l'a,z.i.o,nç_ mer;egli ùiee,,,che si.a-slalo trallato coùie~àtfeHo .da gas.tral-gia; ouriale. S.oggelJi a .fibra las;:a, molle, a lemperamento linfinalmente dopo· Lrenlàdue giorni ,di nìalaUia si deòise .ad f<!1Lic9, aq ~~ilo spofoloso, scorbutico, a p,articolarc sl9to enlra.re in questo spedale. militare. Il ~ioro.o eh'io lo vjdi d~lle vie qjgesUy_e, a special e· idios~ncrasia $Ì ,lr_ov~np fa- , Jo trovai c.oi, tratti talmeqlo allellati, <lo Ha fisì:<lfiomi-a1s'i'talcilmente colli da lialismo diel-ro a menome dQSÌ di qual!,1J1gata, e sì assolLigliata, con un'impronta lale di solfolu:nque p,reparato .n1ercuriale,. Nè un ,Lal i,nconnòiente si ~enz,a, eh.~ pi:(!. nQI riconobbi , sebbene soèolu-i slrello io poti::ebbe.-e~ilare ~ol ricori:ere a quei preparali ìdràrgirb'si 1 amicizia da ve,,;iti anni.in quà. L' inlempefte, il miasma Ill6QO degl'i altri , p.roducenti la salivazìo-ne, qualora, oiò feb.brigeno della Sar~e,gg.a aveva ,talmente componetuto clfe1pare assai: ~r-O'babile:1 poggiasse~sul v~ro la~téoria·di il SJ.\O orga:riisrg9 ,. t~.n);o .~·sì vivamònLè •.irm,pr.essio1ra,to.i Mia Ibe. Tutti i preparatì'mércoriali, secoudò ''Mi albe, danno cenlri ne.rvosi da pr9d ur,1;e, quel gr{tnde mutamento ne! suo' ~sp~llo esteriore,- Color~ terr.eo della cute, congiuntiva oritine ·durante il' toro soigior'no nell'è'conontià animale l~ggerm~n le gic!,1 logool-a,.li Dgutlifecci~sissima., nespiraziooe. atffùna certa ·quaritilà:,dil ublimat6·èorrò's.fvò, ch'e~blo prò'du·ce lultt i. ioro elfellì terapeutici e toss'ici. Qtfesla tta'lìb_era, addomealquanlll tumido, ma-indolen te; sele intensa; sf6rmazion'e, dice-:Mialhe1 d·ei ·diversi pimpahtl iirèrcuriàli or.i'i;i~. rossq~,s.pnre, ,abbon~ao·ti;,;1 i;u_te. s~c.ça; polso ftequenl~ li'a l'oogo ·sotto Yi'rl'flu enza dei ·tI~ruri à1èa·1J~i · cbnténìiti profondo, ristretto; ap-!'\!;ia delle faco llà-, mentali: Un legnegli um·ori' vitali'. Nè vale il çlire/ç'hé, èjò amm~sso, m·è.gero infus;od'ipeG&quana eccilò d_ei vpmili smodatì, fr-eoati glio' saro:b,bé i'l i:ic'orrere direLfamf!tnè al dèult -hlorurò, i-.quali ·co!,ghiaccio, pAe liplOJ1a,te, CW{!;parv.eijn iseen:a un che- meno d'ogni ~ltro preparalo làvorisce .la salivazione dolore sotto la pressione alla region&-ipocondriàca destra, ove loccav,,\si il fe gato ~lquanto aumentalo di .v;qlurue. Un me:rcuri~le. ll de(!.Co-clo~u~o ag~sce p~~nt~f!.!C1tè1·rapi~àtifente, ~d aYeòdo un'p.zi~e,irr[t_alfva,loct Je ~i' sJìuiiii§ iforte 1sanguisqgìo ai, vasi remrrroid<).li .~.g,q~gò quel vis~r,e, sir~1a d6sj moderalissim~i e1 ecco la,.r~gione'"èr C!li ,la . rpa non pose ancora fo eridenza la pe,rìodicil'~ della malaltia . Frattanto ·era ritornalo il deliiìi9, che ·Q,.rfl auq}_e nsua anu9i}iistraifono noo è, si..{~pil0i10n.t~. su~~~gt1jl~ ..<:lll tiallsmo. Le allre preparazion i. si decpmpongono lentatàva, ora rimetteva jn_modo affpUQ irr~golare, seu~a n:essun gerioqo fisso. I pols~ rislre~L\, limli., io~er41ille!lti non •mcple, si· ~ìssorhono pr~~a. e nog si è ç~e a p,oç!). ~pqco, etano.,d'jinp~Lo cardio-,vasale,:a·4omq(~,i·l qu~le ft)sse nepercorrendo lulta la lunghezza del.tubo digçsti".9iiche,una parte di esse si cambia in deolo-.clor-uro. CO$Ì per es.emcessario il ricorrere a generali sanguigne. Nei moinenti pi~ il C!)Lomela.oo, dato .cp1.>1, e aleranle., ,e, ~~me, a(~liilogiliberi dal detjrio l..'al)'lmaJato ,si ·1agna,va:·W.grav:e ·dolor ·di sli.co nelle fl emmasie addominali' non; polrebhe essere Cal}_o: Sf fece u.n nuovo sangui·sugip al!~ tempia·, d:a ;CU1 par.ve in :.ulle prime ottenere un sollievo, che, non fu di s[!rrogato dal deuto-clornro di mercurio. Cosl nel caso del noslro ,si.gn.or Ufficiale, che ci tras~e malgrado ,noi a,fare durilla. Una visita fc).lta di 1rol~e ad é,1;a str~prjjparia mi porse l'-assicurazi ooe dì un lieve.aumento di reazione,. e questa digressio11e: Dotalo dell'infelice abiLo che dcscriv:emmo più sopra, si doveva scegli ere quel prepara!o' d_Lcalor~ alla c~te, che non si ~ra fin allora poluloJimarçare. li solfalo di chitiina fu dato jn~ernamcnte•duranle la. m,ercuriale, che aveva una virtt't!di ptedileziono pèl sistema rtimissione, ma veoi\•a rjgeltalo pel vomilo: dato per clighiandolare~si scelse il proto-ioduro, e ben gliene colse; chè l'effelto ,oHenoto ·ne fu soddisfacenti"ssimoi stçre, era immediatamenle restii uito, S1 ap.plicavaao due v~scica.nti alle coscio nell'intento di ricorrere allo sp.eciOsserva:.ione- n. Ullimo per ordine, ma 'n'òn iiltìmo· pér fico per metodo endermico; ·ma nel delirio i vescicanti importanza vierre il casò.'di una febbre pernìciosa lanata gastro-epal'ica. • , erano strappati dpll\ \,ml,l1alalo: si ripetevano, v.eniran di nuovo lolti . Frattanto il delirio erasi farlo continuo, l'amIl sig. G... applicalo 'd'fn~enòenza Mili lare in aspe'Lmalato non mormorava più che parole in1nlellìgibili, aveva t11tiv,a. dotato di un lem.peramenlo sangujgno-nervoso' i polsi piccoli; fu ggev.oli; suss.uJti di tendini) carpologia. di r<ibustezza. non comune era, giunto all)tà. di. trentasei Fìnalmenle essendosi potulo ollenere in grazia di una. anni senza sapè re cosa fosse O:Ìalaùia. to quelf'época esslretta sorveglianza,. che:uoa Aerzai applicat.ionedi epispasendò di ' ritorno ùel\a Cri~1ca oei regi.Slall, ·ebbe ad ammalare," trovando_;i •io $,a\"00~~ . d'a feti lire' Ùfoidéa, che slici alle gambe·producesse,il suo effetto ~i co~perse ~ulla. ~R.idermide denud,ala di cia~cqno di essi un gracnma di venne facilmente superatà. li giorno20 \ OvembJ~ dell'ora, scorso anno lro.vandosi ~ oacoi,a in sul far della, n,olle nei ~olfato di chi nioa. AlFindo~ani'.og1,Ji sintomci era com~ per ,•
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- 5a.sempre dillìcile in guisa che, eccezione fatta pei pratici d.i 'incantes1mo scomparso; sj dordi_navano ·tutte leJunzioni, grandiosi spedall t~l!e\tl iper <1·1,1este ~ lalHo, esçlasiyamen.te, e .cfopo cinquanta ,giorni dh ma1a.t_Ua ihs1gnor,G,hfa,ridotto sèozal'aiulod'uo,bab.n autore e' di perfel!~ qgole djmostratwe ad una grande.,e.maciaziorre, libero d'ogni 'lltOleslia, enriesc~ 1ropos~ibile il f"'csene un' ,idea •esàtt~: ,dirlg~ qoinai i tr-a\'<IJ: ÌUipìena c9nv:alesce-nza, che,v:eni:v:a· conforliat a eon proprii-ringraziam~nti a quello dei colleghi, aq,. Tappari, che infu'sioni tonìche, ed amare allo scopo di coadiuvare le fa~~.va ct,oo~ al gab.ì??,ttP sJi ,lettura àeJla g&ande·edlÌiQne,di fu-nz,ion ii digestivr- jnfrall te dtil, luqgo,.digiuno. A:li bert con ~avole. A liberi, continua il D. Cerate, fu, il primo Ma come mai il principio deteterro p,itè- lenorsì così che.. cl ~•~j/it;assc f:d o,r~io~s~o ~nesta ca ~gqr jA ,di morbi, e hi-ngamente ·occullo, nè sno-ppiare mai pe-t s:uo cttrallere qoan~unq~e \{UesJçi suo oi:dine c . c)a~Jjficazione fo.ssero da piiù QVvio, pet la ,fèbbrc periodicà? Ma come mai·quelle altri mod'.fica.ti;, q~.~~ti ultimi DO~ -~ ~~~~n :10 D ()O poterpoo fare complicazioni .gastrica ed epatici.i si' manleonero luogo a men0-'d1 adottare in buonl_! pact~ 1 dt. /01 peosaroent,. Esorta terllpo senza dare·p.ressoébè in·ifriio di lo_ro esistenta~ dunq uègli officiali di'sanità a far di questo libro un ai;~omenlo C9me • mai, combaUule ~uesteç la febbre non comparì de,P.ropri stu'iH è coosullazioni, èsibenc'lo pci' confroùfi sètencoi srroi1fearaUeri o:ia·uifesli't G'ome m'ai . dirò auoora, tifici·opportuni la propria 6ililiole<:a é special monte io propo-· • il solfato di chinina potè per i' vasi cutanei penetrare .con sito Caze'ti1ave '.e Scb~fcl. • tahta.rapidilà' enlt()'a'l.l'economia .auimale, i·n cui si trovava '•li D. Riva, pregiltò dal sig. Presidè'òte, irà lellura·di ona acquaU.alo il gerlne malefico, è,:porlo~immedialamente in storia,di' orcne().- epiclidirni!e bJconorr~gièà: ' pr.ecipi'Losa fuga9/ Qui,mi correrébbe Foboligo di entrare ·Terminat'a·ta: letlu:ra di questa, il D. Cerale nota la'dimentiin-considerazioni, in riflessi,.in, i~duzioni anatomiche, paca.nza in q-u,etla \li segnalare la pleiaqe , giiuglio,oar'e inguinale tologiotie, eHér.apeuti·che di 1100 'ijeve,momeotb; qui';.wrei e la uoò'perfetta cessazione dello soolo·uretral-e durà·ote i'aéutezza dèl morb'o. lilrero il cam·po da spaziarmi -in ragionamenti teoretici,; J.ll o: Tappari, ot.t'élluta.,.Ja 1pnro'la, •osserva aLD. niva che la me ,ne ·dissuatlòno . però' ila- UDI!· parte l!iosuffit renza mi'a, circostanza dol minor volume del testfoolò di quello dell'. ~pidall'alt'ri l'o_pinione, ch'io nulro,essere assatmeglio divol<)idj'mo nQq ~arà -~intÌJ) no 1ìlifferenzialè ai grande i~portao.za, ga,re: lHY-f~tto Jler 1s ~:abbasJauza eloqnenle, aoiiche· abbànCO:ja beo,no,~ cb1H l primo anche ·nèl r al!o,:grado della p9jcqè,Q dooarsi a- svariati concetti teorici, vàgaTe fra un' ioestricas,u~ ll,qgo~j 9.09/ P\lèt.'\tliJ,lgere u~1 roJurne,,.moUo· consldflre.v~I~, hil-e matass.a dt speciose•,eil inconrÀudell'lF ipoté'si. Dl'rò~ siccome viscer~ raccolto io ona dora membrana, I' alb ugi n~~ solo ch'io non credeva di dover ricorrere ai cbi-noidei , c-0-l)le vediamo ~.c.s,i~~ei:,t ~ebb\'ll~q, ~~{l(~c.clJio. i~;tolto .d.alla ~,c lefincbè si foi:za$ie-- lc1. fe'l>'bl'e iNéée.sso a sdt>glièrsi da1 rotica;.;rico,;\!a che ,,o~nj VJlH~ c~e l'epidtdi~o ~d ii testicolo oeppi,.éhe ne-Ja tenevano avvinta, ed apresénlarsi franca, sar.ann.o qJfeUi si~oltan~amcnte d~ flog!lsi 1 ,il,_ waggior volnmo., genuina) neJJa sincerità., dei suoi sta'-diì. Mi slava sopràsarà s~pre r~~gfonto dal primo, perchèper la sna,anllomìca h1-tLo alfa mente quaoll> scrisse 'Baùmes, quanlo scrisse ,strul1Lora è molto pili estensibile ~~ll'aÙro.i4, què,'s\e ,Oiserr H rros~ro Sachero 'dopo un lun 9p sogg-iornò nell'Isola ili ' vazioni'il D, Riva ris"poode coll•~cco; darle giustissime. S'àrtl'égoa, cbe, cioè non possono, fuorcbè taramenle, reA questo proposito..i1 doti. Cerale aggiunge .eh.e non è, so\C' ~ che d'al • lra parte .i;i· slar lalenti gli effetti del miasma olfre i gaiodi.,ci giorni ta~o a, caui a·,del{a albogrnea, memurarta crilll' as·sorbimenl'o. Ma "as·peClàiido io m'ingannava. e-se veste tànto jf lesticolQ che l'epididimo, cbo ìl primo nòo possa fos~i rimasto ioope-ros~--_finchè ·1à fe~re si presentasse eSP\\1!d1ersl soverbhiàmente.; mapiuttosto per quello moJlepllci nella sua nuailfl, H' si'grior G... 'avrebbe còn luUa proba- 't\:nme~e ioembranpse mandate dalla ·alboginea medesima a bilità ·cessato ai esistere. , dividère il c<rrpo dell'o'rga;to a gQisa di un arancio in isplecbi. 1 ,1Qirest-e sono le'prì11ci-pàll 1nil.f~'We c1uate durante li ora Con'linoa'i) doli'. " Cerale per 'domandare la r agione per la trascorsi mesi di dfodmhre e gennaio. l o no credulo di q>.:àle.questa infer~1:i~ as~prpa H no~-o Ol'!l di orchite, oh di epldidfoìilef è poil'cbièdere so non potrebbe essere ùesigoata fari~ cònoscére, peitcbè'sµcct!'dE! ben di rad-o in uoa sola con altro nome. Dice che anti,camento.si riassomeva ta tto colla sezi-0ne, ed in sì breve ten1po un cumulo /Ji falli cosi: indenom'inaziòne,gètièrale dtorcbìte, ma'cbe taluni avendo ~sti?r~santi ·e meritevoli d'·atten,,iobe. l\foahihnente· !ì'e·co1iservato, e lr'.a questi Rochaux, che la vaginale entrava quasi dato dai Obllori B:ègrs ~ Binaghi, i·quali si succeclellero sempr,e o per buona pattle in -isc·èou, preferivano it nome 'di nelta ,seziO'rre, io -otterioi que1 •1·maggioro r1sultald, che ., vagjnalite dimenlioando çbti il fenomeno più impooenle'J)er avuto figuartÌo alla gravHà delle malallje, si _possa desi1 lo.rQ, la raccolta s,i6rosa, /Il.on tutte lo v.òlle er.a 09 prodotto dJ derare. Furoomi guida -a, cosi for-~u nato esho. 1eccletismo infi. a111ma1.ione, ma sibbene di circolaiione impedita. Aggiungo medico, la somma parsimoni'a nelle sottrazioni di sangue, che ~e il O. l}-L'(Ji qgn feçè molto .di questo feoom eno.,nella ·sua1 e sopratutto la s.emplicità di cura, memore sempre qual ~lega,nte ed esatli~_sjma storia, n.oJ fece porche mancava del so'tiò ·della veri là d'i quel dello: ·Natura moiborwm medica.tutto. C_ o ntino, l\ di,<;enqo ob_e ,Ricord vooJe,cbe;si èhiami questo tria:, 1iietliou,s vero ,iaturae mini$lér. '
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PAR'fR SEOO~D{l Belazionb delle Co11fe_renze scie11~ificbe { àl 8S.lrD1 GKN!'I.UO,• l•TOJUO,TA) .
NOVARA. - Lett~ ed ap-prov'ato 'ii <prooessd verh"ale della aotecedeote sedata, il Prèsidente doti. Ce.ral~ apre l'odiér.oa facendo,consfder'3.re como '1o sta~'io della_ tlermatosì sia stato
.n10rbo,iipiàiàitiiite Qer 1.a.f.reqoen'la dei ca'si in coi l'alfeiione si limita .a,qoes.t,~yarte so,!t~l\to1 e, teqniaa·çon e~P-O'tte l~opini_pn.Ef che praticamente è megliq comprendere tutto sollo~il nome di orchite, ~erJener,alizzare!ì!3 pr~~de_re il !ito\?• dall'organo •più io;i_p~rtante ilei tre che CO!l}unémente sono affetti da queslò m9rbo. Il D. Tapp:ar-i osserva che non solo fu cbil.l.m~ta e'f\idldiiniUì ])8r la, maggior Creqnenza dei casi in cui il primo organo è afr~t\o; ma ,altr.~si .perchè- si. ebbe ·r!~~ai:do a'1fa. si ra1a per~~rsa dalla Qogos1, che- deve necessariamente invadere prima l'opidraimo~ . A questo proposito li D. Ceraie fa a.il arializzare·iJ modò di
si
pijs,s~gg~? ~ella infi.a:rmna_tfO.Q.g d~\I' uretra (!il' P,l'~clP(!;ge!!ef.aJòre,: jn P.ri.n,cigj,i)-,dunq-cip·,è o,rdinar;iament~ )~ fqs&e\tanà,yicdjac~ [/1 ·prima,atl'ev~. in ~sizlli!Q ~ cµe Ja Qqgos! per4,end,'Q ,ì;li lr~tilei}a vi!Jeli}Jmçnl~ µis.lf od~p,1ostP.\ll e~.~a\t v,~rso ·1a.j>ros_ta;tà · ébsi' ,succe'dono ' gli :srr.jn11imenli uretrali, la ble,nqrrea croni: cjl., la ·tV, l ,- ,.--i,,• •t Q,°l'i ~ , ';,.$.> ' i :t, t'fv' ' . 1id:qa'.déÌla metaroslalite lenla . ..nar>uyt~en par(eggrava, 'p':'r 1 P tJl ··r · , v~ · -· . . ., v - ,.~ _ 1,. \ -· . , ~ .P~; Clì~ 3SS~.ri.~!i CJ Sere CC~S3~~ lo Sf O\<l; p~r foti;;~ .o.qua~( d,er fat~o, q~aodo 1~s~rg:~va J'~.rclilte,, pr~bal;>!Ì?1(;1,nle d~me~til tan~.o che quest'~)li':n<!- co~pl;lris~e 'sempre ad un'il'poea roòlto ,avanz~J.a aé1tur~trite, ç1ò'è·<i'uapao ,j renome»i r.,iù'~? ra:vi ·sono scompa~si:. _RiconÌ vede 1Jell.a orè~.ité•Jili!nnorra.~iéa.uiì 'fa(to' di simp.àt'iif pei''.la compaf'sà saltòari!i di .(iAesta s./inia..si"!i(ofuò•di n~g-0si't1ellép; rti intermMie te'à,1lbrt tr.a13 l tef.iidioiaì.o, contritdl:iicend<h per:qhesi':F~;~anfopftto assèrl,và altrove egp.~tess,o sull.a trasmiss:i'one~deli• pnf~dillle 'n'_c·~ d ali~ gli1anclole-seb.za ·al'teràìionei; deii1ilifa@'i,:sir·ome,1lì tl~l 'passà;ggio. Velp:eau e Vid:al . . ·9e·Gassisd ò.vc1,:é ,\1'-edopo nna, tr-asmissione. d1•,flogosi per·la vfa , s~gn_ara ,<i!iÌlll;!failafomia:'dejlc· ~ar.t:i; ·e ·eomeciche i sintomi di ,que~:to .JSa_\:M~siy-0 it;a~[)leltersi ,·della fl~gosi .non mancam,liu (t11tti.19ue,tcasì~nei •quàliiil inalato ·ba saputo, ·àlteDtil,.menle. o~ser.vaie:s, ,stesso. ed il medico·fudiligente ìnda,gatore·dol· morfro, D!)i ,Sljtremo ·pi.ù:procisamelifo per (lopinioue xli· q,uesti due·.u ltimi,màestrt, Jà 'trasmissi'one ,di· flogisi : ,n,o. ·Ceffllel couliòna facendosi la domanda siuià: sola la·u,r,etrlte1bleno:or.r-~gic~ .accomp11gn~ta ,o no ,da ilo,scolo; ,.,a"·caus,à:di :qnesta affeztone, ,e ri~ppnqtnd.Q/i afferJllal,i~amente; j,11.taµl.o i:he -nf cppsid.era,c'ol;l)e•c,au~a pi:o.ssi~a og.r,ii y,iç,Jcnza, l'j.ofl'<:lçldatjlra ifu~r:o~v,~~a,.il ,coito,dm;aAte l'.u~e'.tl'lte, ,l' ~pùso d,e\le viva od.e, .e .,de!je lji&!te/ pi,ri},o.$~.. ,RjgUAl'do µli.~ ,cura, ~i 'user~, eg!Cdké, di µn,,1n ~tq,do, é!..l'tt.ifl'?$is~!çg,;~~n.er~le e lfC~le Pf9.PP.t:i1011-1~t,~; 1;1:fè t8.d?r1he 110.n ~., ~~i fal~ilI(e:,c,he a,aottatqnd~ t:!,'oi;.'pQì, fà~é~dosi 'ai!. os1?,ori;,~; i ,!af.,i_ suggefi.l.ll~t?.li ip Pf 9R0*9., a.cc~.P,1:!P ·~Ila ,C?IDJ>,t:Ci~!9qe g~a~uµt,t ,~al_ b.as,~o in,, alt~,' f ilo ~/W!lJnqque r~qfom~n~~ta da}l~ ~ essò R}eor!,11 ,.cgl.i prçt,esta di no.11 ~vo,re visto riuscire giammai. Vélpeau fa 'il priino ché suggeriss e la pnntòra delfa, vagìna!C:come· rimediò fu'ecéàniw per fo 's.vuotameoto~·metodo'que'st'o della paotora ripetuto da Vièlale modifièato ,Ìo ':q.uesto se'ns~·...,ché ancfi'e nei casi di orchite pròpria'meQte,d'etta: àpri~a· Viilbugjne~..11 b'. Ceràle'·vidè qhtstò metòa,i a~opera.t(Ì con vatilaggio.è.là,I' D. Lunglii .di 'Vercèlli, mii:non ,Io éonsigliecebbe ~ai' da ~donar.si negli' s'pedali mili fari ,.'a<?·~e là respo.)1s,abi!itjl .é lìe p~sà sù.l niMié<fniilit!r~ è gi~1aoèbetroppa ·e Ìnentre;si· ~aò'usare (li: urra c11ra: éf1c finor'a'sF è :se·mprfnosti;~ta effie,;fcissime. Finalmen(e 1n·quesU qlli~i ,tempi· Jà 'a1t~me_nle, procfamato l'uso del Gòllodjon dai mllàici 0:el !gr':irtòe .sp{ldale, 'dj 1\1.ilana; ,uso,gTà prima pr,oposto da D9nafon: clìe ne l~sse Ì!llipr9p9tJl,O·~~Da':JP~!l}O&ia;_alH;t,l),~ad.~m~, di. P~rJgi, e che fu combattuta da·volpeau, da llicord e da altri. \pl~rn,o a questo a~gol).lent~ il D. 'l'appari racconta.averli egli steà~Ò itilpi'ogà:tò, iÒb1.iim~nte '•iJ èol'tod'ioÙ , ~e,110' ~p"'dalo divis'iQnale di Alessandria, pér èÌ.i'i', di~gu'slato, uo·n è'più allòIÌl',
·na.~i,
io st'ess,~D. Ceraro:·a:v)~rté non èSSElrè poi, f11'n\o rare' le ec,èe-
~ii~i a qaesJe i i~~9!;tri'pr~dile,zfoqi ~el mor.b'o pèl •tesÌi~olo s.i-
W'~fr, c_~.Dl~\ ~e.f~~l}O fe,d~,e"la; orchi!~ de~11·~; che.· fù 'soggéÌtn, !!!"a.~~Qm1 del P,· ,R!,va 1 e JJ~ presenia ,altu\ile nella §aht él{r-1, rQJ,g./f''"sl~l!~f ~~o d,i1~,r.~p.1(?/o?~i~ desf:a e,siìus.tf.~· rl~J quale a ~m1sfi'!. ~~~·e, a~élJO·C~e .1~PHj~d1mo, ed ~,<leslra· iìfve'.èe lo
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sono Pèp1thd1mo, li tesheol9 e la vagioafe. ' i Terminidl Rresid'éliteìl.snò dire invÙ~n~p i éoll-~gfiì a'd iirlitare il D. .Ili va qu~ndh·abbiano a compilar·ana storia éd ·esoMa lot.fra,continuarè aèl òcciìj:>àrsi ,éomè h~nil'6 f;t,tto finota spe~ ciàl.mente a,p~eP,àra'r:si 'ifnàtériali ile discassionf scietrtfflc!Ìè. onde.0appagài:ei giusti v..oti Ui 1elifinstituf~ìffat~e confòtenzfr. 0
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(l;:òntinu.azforie, J'. N , 5'. e 61-
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tànato tlall'usilale metodo anti'llò;.;isti'éd.
11 Presidente rkordwdo .come si mostri às's'ài t'àr<,f ,Porc'bite destra,.domanda' al >D! ,Màncosu qaa'le '.egli •èt,ed'li' sia ,·1a,•cagione .ai .qu:èsfa· singoJarilir? E questi •app.oggiandosi anclìe· ài ·pilnsamenti 'lii VidaJ de 0,!lssifip p~'Qp.osiJo, i:re.M'potcr,iiè dar ·iagìoiie " . e0Jlaj i~.P.O~i;iion!l11ma·\Q,l,Iijèa:\,l,elle:parti; ,a 'éui sogginiig13·il'(loHor çerale;ayer,vì anchè· n~:,inqti~p pig ph:1,u~H>.ile~.c9:n~isrere qµgsfo nella posfaio~ ordi.naria dei •tes.iicòli per 111 ve:sti,ment~,di ·u.sò, per c.!.li s.endo enframbLctillocati..a sinistra .della ìnca:vallatnra dèi pant.aloni;,no 11n:iene $M, il ·sinistro r.imJln~ p,fù P,enjol;~hte delrflesti:o, piiÌ stfra.lo, .'qu{ndi .P.iù.. esposto,,a fisep't,i.rsi çtàlle ~cossft delta. ~ersQrra. e fini.st ~:_c;oLpiò't~,sJar~ .èlic .ques.t.(.n11n J)t:~P.,q ~,,~~ .1m~r,vazio.ne;à,P.Jl~iliq~\f-9,.'J,\·iC,9;~,. '
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<i Ea.gran:i.1làtjoo,, ~P la11·t qlJe produit acç_vlente}'et ~e f9rm11.ti9n no,uvelle;· est un~ gr\rnulattou \)llaginaì.re.:ILsnffil, aqj Qurd'hui <led a lii~r. po~r la f~'ir~ ·~ispara.\Jr~, et gu iµirpe COUP:;.,disp,ar;afl ;é),:V-ec·~lie )~ ;gr9n~J~t1qp.,Jq(en/e, Ce\Je a9ke c9v<r~p,l(9n fan\;lsliqye q.µi a p,o.µrv.1,1 à. taptd-'expljca,l.ib~~ e.l fai~ .é_c\9r11.1 la,nl dMQ.tl~~•. << t'a,granulalion.latente, m~ssi.imrs;.§Jw.ez-~9µs.-ee,_q,qe ç'E}s~?"'~ :e,st .qn.e vé~jQule pl,u.s j~u.n~ que l'appa,r,e1ge, ,une v~iJ~uie élWtmt les ,mé'mes ca.r açtèr,ès .qlie ,s0n aìnée,.cum·,me t lle, p'rQduit de formation ·n.ou.vell~, cGm,!Ìle,ellft.,,aus.$.i, un-x~u.\lat d~n .trimùl Jent,.J osi4ieux. etd i1sais..i-ssab.le. <d.e !I(}. [)l'·appesaolìs~pas, messi.eurs, .s'ur. le. mal .que · no~u~ .a·.faH cet.le tr.is-t.e• décoùve.rle, tna.is je ne, p.uis im1abst.enir·de ,•ous dire 4u'elhh i c.oute·:ch,er :au, pays.,et que .toi.I's' !es jòiirs\ertcore nbris 'en 'P.il.yons !es, frais. (<C1e qu'il y,a de réeHimeilt singupen dans timt eeci, o'esl·que èeux-là mémès qui o'nt i1;1ve.nté ces.·oor..ps de formaliòn nou.\•elle, n'en. ont pas poussé jùs4u'aù· b.OuL ··!es. conséq,Ù~pqes Jogiqµe s, ~t i,p1éJrag~bl~s, Corp~ elnaug_~.rs, cor.ps çl~,fqr.ma\ion no.uv.elle , mai.s. le•plw, v·ulg!!,ire bon sen,s '.~!ls,COfU man<!a5t la ,de.s.truclioo,is.o,ti,_,ài tahleA~;,caustitiç1ue,s,J r ait:I~ Je,,l' exoisi\tn, còm1De::CQ,nditi.9.n ,e,sse,nlie.lle ,Me g!J.érj~on. ÀuJJeu de· ç,ela:~q'o.rrkjlstfài,tj, C'.es.L con:tre lit /.Ja1.,tfJti$ation; ç'est.co-nti;e l'!,1~CÌsiÒn\qu'ils se .s,on.t é!e.>:é~. è;e~.t Gi>ntre: t~r,n0Je0,s:,</11s.tt11içteurs·q.lliil~ out ach.~, .t~ur,s pl!fme_s,.,e' e,s q}é.tn~lqi deS"'<!S~r,~ngents. qu'ils,.Qnl}ré.<;,o nis4~ç'e~t Iei tanni n.sùrto.ut q'u. 'Us~ò nt ,reco maod ~; erest
-56)e ta,Ìnin quJ'~:été· p~ndant l'onglemps pour eux une,$qrle · ·de panacéé anligranul~ire! Et pourlaill le tanni ti ne pou- . vait, 9as plus déLruire les graoulalio1is de l'espèce1 qu'au<fun autre aslringenL, touC ~u p1us deva1L-il les !aire ren'!,r.è r <llns 'le (i~su con.jon9L~val1 ~l'r~o-ftrroanl qin.si le loup ·'8aos la berger1e crécr de \oul\!S p1èceS:ccs féimeus~s granulalioos latentcs dont j'ai v,aimenL h.à.le de- ne·ptus vous J>arler. « Les oph.thalmologq~s,.,-qui o'op l pa.s env;isag_é la granulation èomn\e 110 co.l!ps helér,òJog1.u~. ipais qui · neanmoins y onl vu quelque cbose de plus qù'une sììnple rilalion glanùolo: papillaire, onl appuyé leur maoiére de voinur la contagiosilé Jie çcltc e::g1géralion palhologique. « La' sé·èrétion d es ·g\_ andes irriJées, ont-ils dit, détour« née de ses ·caractères habiluels, acquicrl une s:pécialilé « de composition, >> elde C;.8tle composilion ainsispécialisée émane, d'après eu'X, le nìiasme pròpa'galeur. (< Vous pensez peùt-Mfo que ceox-ci au moins se s,oient attacbés à montrer·cctte,transformation et par conséquent ce~te dévialioo de ses caraclères habiluels de la malière sécrétée? Encore une fois,. délromp.ez-vous. l ls se sont ~onten tés deJ'affirmer1 voilà tout. llsS ont cr.ue necessaire pour l'édification do leu_r théoric, et ils l' onl pròclamée sans regard er derrière eux. Cela o',a pas élé plus difficile que cela. · « J e vous la livre, ,ce,Ue~lhéorie, _messieurs,. mais j,e ne la disco.te pas. Je ne discute ·pas ò!es obi.mères; jerileborne à dèplo_rer que des hommes distingués aieiil perdu tant de temps et dc pefoe a les propager. Il y -avail un •fait préalablç_à vérifier pour légilimer fa cloclrine, mais à -vérifier ave e la plus scr.u pulouse exactilude 1 à savoir si conlrairemeo t aux lois gé'uéralemcnl aàmises en paLhoJogie,. la granulalion se propagP. par yoie miasmaLique? ~I~ bi~n, cet~e vérificalio.~ ils ne 1'0~1t Jlas f~ite . 9b ! je sais, b1en qu on Vù· affi rmer le co,htraire et pretendrc que nous vèrson5"ùans une erreur complèle, mais celte affirmalion ne m'arrtte pas; je nie, moi, je nie de la manière fa plus formelle que la prnpagation miasmalique ail élé ·nlfse hors.de ifo11Le, et je-'cours ,sans,lì'esitatron au-d·evan t du débat su_r tous les fails, qui pourra'ieot 6Lre appòl:'lés iC:i pour me conlredire. e< Voyez un peu comme toul cela est peu salisfai'Sanll (t Si vous-.vou_lez que ée soil de Ja ,. granuliition e.rn~-mème qu'éma11e'le Ouide ·miasmalique quì, en se reµandant daras le airs, doil la reproduìre sur des tiers, p·ourquoi donc celte m~me graoulalion, absolumenl la mème, ap _ paratt-ell!!, en l'abs,cnce cerJaine d'une'seinblablesource? Si vous pr~tendez, au contrai re, que son rf>le sè ·horne à .exciler la sécrétion cgoj(>nclivale, qu'esL-elle si"non la sonde q,ui provoque la sécrélion uretrale? Dans run .comme daos .l'autre cas, où est, slil ','.Ou,s plaH, l'émanation
jr-
~j>écifìque ? cc De quelque c(ìlé que je me tourne, vous le voyez, messieurs-, je-ne reooonlre que conlradiclions el•impossibili\és; Et. -(tìl~~n 110 me dise pasque l_a .granulatioo,·qui se produr~,en,fabsence i,ncon.testée de l'émanalion, miàsìna-tique, n'esl _pas In: mème .que celle où ceLte émélif.alion est affirmée, carje_demandecais alors à,mcs honorables symptomatologiquemenL , LhérapeuLiquement , elles ne ,pré,;seoteraient entre,•elles aucune différefice ,; oo ·se: recon-Jrattrarl impuissant à dire quels sont l~S:$ignes el le's sym-
e,tf>mes différenliels de l'ùne et de Faulr'é, et n'éammoins. on persi'Sléraìl à établir enlre elles 'UIÌe séparalion r.a dicale, au poiilL de vue èles qualilés du produil sécrélé I Non, non, personne n'acceplera cela; il est admis dans la .Jpienc~ q~,c;. lorsque l'àllération -pajbologi.ques e.st iden't],que, la m_anifeslaliorì'he peut P,llS ~.tre <lHl:érepte1dans ses -condilions es~enlieUes,.;_ pourquoi d~c veul-on. noos fa ire aòandonner cc grand' Rriocipe , Jorsqu'il s\1gH des mala,dies, de: la ~poj_onclive P~.lp~hrale? « .Maif)'pJ?s~rv~tiop,~~ais .Ics fai lsl Eh .bien,-soill N;pus _en appelQns a,,,l .opserv~l1 o.n, Je v1ens de vous Je dire., oous invoquons les faitst ciille ultima rq.tio de la schmce. Mis eo .Lu,mléi;e,a~ec sagaciJé,) ls éclair(}ronl plµs :_encore qµe la.dialec,tiq!l~e, soyez, e.n ~i,eo r9ertains~ 1~ J'all~nds ùonc J,a:_ (liscussi.ontmgi,is la discussion sur des fait.s bienJ>bservés~ bj.en exposes, c'est entendu ; et je ne serai pas. lrès-emba;.rassé, c'esi ma con~iò.lioo, pour trouver ineme clans les~ crits des p\us ardenls contaaio..giooistes, de'. puissants arguments ·contra la contagio!Hè. l\lessieors., ce mol contagiosfté dont je vieos de me servir, me rap j5elle qu'il n'est que lrots sorles dé maladiès transmissibles, à savoirdes pamsitàires, les inf~ctieuses et !'es conta9ieuses. Tout le, moode 'Co'mprend, qù'.ll rie peut élre question ici des principes qui règlenl !es maladies parasitail'es. Quaol aùx- co11tagie11s-es on saiL ce qu'eÌles s~nt, comro'eot èlles se pr.oduisent1 guels sont !es phéooJirènes qui fos carI'(cl~risent; il sbflit'de vou's :o·ommer 1le èhancre: R~stent les i11Teétieuses; celtes-1à seules, sonl !es -mmttnatiq1,es. Or je ne conoais pas de moladie miasmmique qui ne foi t g611érale, c) sl-à'.-dire que toutes èt ehacu ne· so· présen~énJ L?ujours avec nn c<5i:Jège dc. phénomèoes généraux qui précédent; s~il -y a lie'Ù, la manifestali ori IÒcale. Mes hooorables adversairP.s. -voudro.nl bjen me di re espère, ,flao ~la discussi on ùes fàil~. qùels sont l~s·phéno~ -~èll<'S .généJiaUX qni precédent f' app.i\ritfon 'tle. la granu]a~100 p~lpébrale prodgite pai: une cause miasmalique .. « Vous aurez pu rem.arquer, messieurs, que je ne vous a! pas enlre~eou un seµl in,stanl des recherchcs micog,rap)li9~es,-su1)e.s gr~n.u.l~t~ons, C'esX,qu'eQ v~i~é il n'y, a tieo à e~ \li.re: les mico-g~,~phes n'opt rien ·d~_C-OQvert du _tout, mais i_Js-·ont merveilteusement contribué à embrouil. ler la qpe~tion. Je Rourrais le démontrer loul-de suite, mai~ j (} pré(~re all~odr~. pour abréget. (Gt1nlimu.t) 4
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DULLET:.IJINO lJFFIZIA.LE
Con n. Decret.o çlf~'#-8 ,cl~ gç,n,r1,aio tp,., p,. il Jlfedjco di B.allag#one di 2a Classe , _Dottore Piet1•0 co,·ie venne dispensato da.l servizio per demissione volontaria. QoJ'i, aJtrv R, Decreto dei 6 ..de.l volgente rnese il Meaico di, Ri!ggimento nel Corpo Sanitam9 della R. _Marina, Dott. Va,..l:o 1'Ia,'"i, Dep1,taJ.o dl Parl~rrten.to Nazionale, venne daWaspettativa per riduzione di eorpo 'f'ichiamato a servizio effettivo nel' medesimir 't6rjJo. ; HDire ttore Doll. Cn. AJ\ELJ.A,Ved. Div . Il Vice Dii'etlol'8 respons. Doti. MiNTELLI, Med.d-fBaU.
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Tip. iubalpilià di Zopp·ts•e èomp. -Pia A.l~eri N'. i,,_,
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.Npo stali prima n è"'va c"\-1oali, nè vaioolali Offrenti tracce d' anleriore baoaa vaccinazione. Otfrènti traè,'e'Jit i.;~à\~otr~~htcioto : Olfre'nli tràccb'cotrlbio.i1e i.. céibo e ·di vaiaolo pr egressi l,
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Degli 876 vaccinatj della prim11 categoria, 475 l'o furono con .esito perfett o, 1'39 còìl esito imperfetto, dubbio, &a.Fatt~11fazato{di1.(pui tuI0u puria e 26~ senza nessun effetto,. nè ])Uono, nè dubbio. Le vac~inazfoni con esito perfetto furono àunque -nella proporzione di 54 per 010 a~l'tòtale' ~ella categ0ris), ,~. ql!~sta , ~eJ\i;i,,S11 s,1,nlerata .in 14 dei 34 corpi o ,r~azigp,~ d( ,ç.Q.rpo ·.c~l for çiron.o,,l al,i ragguaglj. Il max. fu ài 100 per ,OtO nel 15a1 fanteria e nel roggimeot8 .Ni~_,za cavalleria, ed il fni11 . di 18 yer OìO ~él\' s·.,~"Tq,fùJl Jhin't~1\~,tr6H le1 '?è0:'&-1menfò' G€nova ••t,· cavalleria . ,11\ tJ'C.t1'ii?ç> ··J ...~tft'•1 1
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Sopra 4,617 vaccinati offrenti tracce:1 1di pregrèssa buona vaccinazionè:, ,. .• . ~ ., 109.0 ,~iad.~i;.uo ri&n1tamento J),er(atto 1 . ~ ;,511 ·a~·· ·ltl'' ....LJ ,t 1n:''JI duhbiò · ~ · , t/4 ' IJ, liQ~, I , I,1 9 f1 t r tt .~f.i 1ijfW~U!}if!~.ii~\a$'Wf.9 'i ni "'Ji" ,: , , ., }~1PJ~d.1~1 J?:fO.Ao,riip.piife ,~ ,ç1,,, q~.ti \a,,wep.Li,tJ?trfetH. :~ ~~rlaijtP, d1 .~~ per :5µp~r;i.tft, q:µe,Sta.ip 10 S?li corm. P.i:esjftto pn maXc. gJ - · "f · s'J l'f 'f mo-"· '"~ g' 1 1 'GO ~" " 1"'\ '·f j' , . l. l'.,L J' 1 _ _i,, J!:~P )\ 1n ,,r~gg1menior.c I r.aJl:l\er1a._ ... M'Q' , - '1 \~ ,il 'a ..• ~ mnh,'}r' t , f fr 11 -, 1
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prey,al~nlm,}1·o!\ 12cJI.&h..~J~Jpfl11eo,;r, ,q~V~. ~!ft-0rgio:a.tit e_pi~e~~a,ij[~lP.~c.h..it i.?3R~-tW~J~. ~~li :,Sp,eÀ~.,J f;lJ)§C\i di f p,s,w.9,llq9.J3q}}n~ ~1J~#b 1'11) bQ11to ilP.,i~~,eno~reJtt~-bll npi1J>rj_11f .giR[f\Ì.1Ah.fill\J;i1,iQ" la. ..temp-ela-J.ur:ax~o.sfe,ll!.,c,a. pot~Y.iSLQgrJ1go,qa(~a ìij!lelJ.<%rlii,piiroav.elllf:a.v.rié!,B~amQ~ r.egi().t\i,,eJli~JJba~s.'l\;-rlt<!l:ià!, .m·0m màlall)iuto1J0:1t0oltir• 1iia IegaiAr~oftP4 s).;11:ss.h~alldlii ida:nefalea1c~~ohi: :,alttiìtmani~ ! SLl}Jl~Ml ~,Q,to l}lj)d ljt) ie/l-e.1oata11t®Q ro.n'ébial~fl {rN~lts1iH!t hl!1 r-atis~ooec;,9,cc-ol'ser,11Jeri11:f.ermilàntléglii.rotg;r;n ràcÌi~s'j:fi:tlitdr!'i' no' ?11itu:i ,01i().~mesìq-~e,futap:el'Ll1Clilid:éttdli.~ )je\Tule':lgéner.ile). folanlo s.j Yide genel1à~lti1hfp'f)elèfllza.o'e iprtrlrà1 lenza d.i cosLipazioui ventrali, mentre per lo addietro era comuue il ventre sciolto e spesso,5Ma,11~0Jc%-~Mguilo di tali preludi G•lmpariva la febbre tifoidea . veslendo due fo'rn.i~@.éJHtl~!J~'ler,v.as~'Oilmta.fStdd il l~~ni Pìnìp-1RieMhi
meteorismo. l\Iancan-za.P.ell_'~sapt~ma caralLcristico tifoideo , sudore scarso ma felidissimo, polsi piccoli irregolari mancadli. "Nei t!)asi"J'nfausti i,cl..eUi'~sinfomi aomenfafono d'intensità , e Lre maiali morirono alla soprav,venieo-za di diarrea fetida di ,mJlJetiif fecal hrere miste a:sangut livido· sciolto : se però,J'.e;si,W si faceva pro.spero, manifesta-: V.ij p.s1 i ?.ibq,Q,nn ~.çJ,ii ~P.!ltgtl,j ,v~is.lftd i cla;Ua_é-mu-cos a~ if.chiàl èf se.~ b,G\1iY}ll 91\ Q.)Jla't h~l.ii;aIlìimprp~~iS.ll.t<l~ n~j br,G,Jr,q}xl ai.e11 ~r:on ic,a, l;ln lo .erra, ~l m.arcqevole ,la. »rp;Qf pr){~jl! fJ s)){ltévo; P,e,~p 1c~e1pr~~a~jl,no ~$;Si coWtspeltQra~oo~qi,qpeM,enace mv~o-pus· e J:es!?;r&si~n..e 1WtLo, PiOpri~d~lla;)q~9,!!$jq_no..1 qli~. beo a1,1t9riµzaj ~~o,prpgl!o~lica,re sulla cer~; e p(os- · sima guadgione!.(1-) e4JI maJ.~tp. eqlrava lJ!ilO , ~çt p_eriodo della co,nv11f1ceni~f!te fu ~CmJlr e prQn.,tp....: ftt: ·q~el 1 che concerne al traltamenlo curaltvo, dirò che raramente si ricorse ai sal.a:ssi, solo qq~~cbe ~ng,uigna looalè fu pra1 7 1 Licata or da' vasi efuorroid,il( ot dh' quei dell'app,arato 0
al~lli,i~Jo~n~ijt!cmJ(OOet:Ds;s:iaq,uttiiù<1!lll>'ltt~flL1f1,n1J:1e-vral·i CO!Jl.J~li;qat'~ O.l}it{i~IDnte,oo..r0hess·r~~eb~~!)(ic'a/,fl6'trrd~·ri:j,~'.1.-,
\izi<:>OAi~iJtébhnib ~{\t;IJµ}.i_,o_s~1lanv;atttPOl!l'tìlil<él'ilia.ivarno'iTrJ1 ! en~Jlali,ç~tfop -~Mt_gì'}.~.l\~ qg~'.~\~a':lfiilW\e.r~g~9;_ni\m.a~!Q.iqee nriir• 111~4.{iqqqJclef.la)i{,g'idl/lle;ler1ÌoS,t lpli{ls~ònocfti'a aÌ,le:ràfà'. e Ciò urg?r~<lo_s.!nlonN/1.lpP~t~_t,~,,ç,01rnfi.~m11in~f.9~j,goe,, la cefalal gia sopraorbilale, 1' avversj-qne1alla luc'è~ iMirlL ~~ ~emp_lrc1 b1?1le atfe~1p_eraul1, ,?.V:e!~t9~~1p~qfe_Bplf~l?tr oitp.ole.l\(,'.,OCQqcbie.,~:a:p0be1safdità{; li nfua ~'li~m'Jla'rft,e ..e I g1U1\fa d, poch, grammi d1 acqua èi1sli lla~a \ii camirorlla, 1 coperita.idj )4ggiera>palinà>gia11aslra c~Hnei:tiola'ld,i ;J'abàr.:J qu:ilche purgante oleoso ed i clisteri 'emoni'e.nti o ltggerbai;p O.li, ulnidt11-0n~seiuilar ventre c-os.trpatoicol1 go'.tgògflo I mente purgativi, l'uso di vescicanti alle gai&be tosto che ;,.., l "• · h 1 ,., ,, ntln , segurva :i r • l', !. HJ • nella,r.e_gion.e il80,-:<leoolet polsi irregola:ni,-pàUèta,i,id.a}':illiìiJ s1. osservava c e ' •esantema l'o <lrnano an1 SQJllJliOJjbd.elùioskrianqnilldj p.iù~lo1.fo (5àf<Js'~M tr.i~1ò à.fn- , damenlo : l'uso del ghiaccio internamenle ed anch~ l~ apren\e.Ht)1 ~~ s,eLe1m.i>1lérata,,1.iH fècubHo lafe~àletif'6S'ltof !1e.J plicazione di : P...i.t~.r~Ltccial~ s~lla regi~p,e frontale, è sa}\~)nalJi{oideu;c.cio,è~ t.dittéd~l!ma-ocJHe.'JfdS'e·eOsru'iìli.rta stato il corredo.de'rn_ezzi terapeutici più utili. Non si omqu~\~ , cleJ~IJi1>1t.hiUò e,~lpfuìfo-sovGnte~.comeo nl6PSt~tù're'"èli • mise•p,e,1tò ,di iifoe:r,r,ete. aiHè leggièr.è 'Mluzro ni tir 0.lfiomo , pulQiqai~e°'t~,l,a'Jl'oJ;t>isèJlé sul: tlors,ò dleHb.man'i~irrèn'a.Cpa~te sempre quando si ap.p.al.esava certa periodicità ne.~Tèrrò:!l intem<1·deUeJbFacQi'a,bn.ella ..cntè ldal,!ço!IB w <,'à:ntcf -'fl~11a meni febbrili; anzi sì frequen tì 1Baro110He: sèihlmini'slràn·tel faccia: rarament~ ne comparironoi1sull'dfsttfrn01;.:1giastnmai , di uo tale farmaéo da dov.ere· 'dichiarare che i rimèdi' principali 'de,i quJlliiei si~m.o servili con segnalato iant'àg::, poj mj {u, dato o.sser.v,a,rl&·•oel resto de1' C'Ol'p6! rt'3stè aé,., gio conlr.01 I!\ jiomi):la-l)·le .febbre tifoidea futooo ~ "bibite cenqajj feno.men,i h~11sLitui1-<ano il secotfdo pwiodo, i1 'quale toqc~~ll il !.llassim:o 'detùiU:meoto "erso'!i!l.gioFbo quattorsu,dorifor1r: l~g~tre 1<].i~\g\!o o di .viqle ,maiu(n_ole, t-vespi,jl~Ri noi-defo~ 1-1:~rle qo ben S\gdial01fQgill}6 igje- • dice~jmo.,~i ro/ijallia.1A:.llorquandO ~U0C006Va 1t lef.;.(Ì J)C· I rio,d~1.nel d~çO"ifO de\!J{Ualev,scooopàri.va1,eo1Jrpi•ulaméfile ~ OlC~_-r<i1 r.~e\\CJl!à>.; !.J ,, 1"1 th *' ft ,l , ,l l'~?a~i1unA ,caraUecisli<Jo,;lfuc.cede,'i"ano •sadO'rW[ferlerati•~a~ r t:fYP:iMfà 1LfsN~·i? ~te~so ,scni lt? QUalp!}el.i-ço,sA, iQJ V~O~I un ,odore aipmonia_~ale. felì'.lo, ,ot:iuoil bd'OPE}_':xl~i~'O; I se1~sor.~~v: rt~B~'1;.n1~~ra.I,qi,p ~~qO~~nlP,11 dpya:1l,~~i~% pel s1m1ji :t\:qutH~ daj;fW))l'OtHo;en d.10'10stll'f)b,~p1ìtcJ.'è ~l'if~O ., m ,V1r&h~11r1i~Rl·tk?.1,1wµ~~1.{$f,~qp,pJ~1-~~Wh ?)flfq ·çl~/l~ • so:,bditltn.OiCOflJ5QS!SUtl"i!l~<l/rlMi d:el\le ~ t'('é1nf(à; J'1ri [6\}a-èò· ' vanaz1on 1 OC~Ot'ff ~1{ pJO,l/fl1/l/itt~,t/lfl?,<lJ?OO1.4f9l/ !fJll:Jp.<iJ~tfl • ~ •• ù . ..l' ~-t" .. . I.. ~ ~,n P. () 01/l.i ,si.t\-v,,,llo•rl i (1,l..,O I' t .. J . rJ' • d I f U-I~• A.1g1,. oo,s1»: 1,1e1,~: eoU,-0(J):u.1tJ>j,l' lll c·dsVi;ft\it:6ne -v~ò~rcttt: e''l'a~" ! e' 1e ,Jir no\cu::~·i ne~~- "pe,dat~ g1111er~ e "' eiii-n.01 a rilan9.j.onc,d'eJlò,or'in:e."Dlettev!nio ,termiM ~t1a1sum'éntd'fata:·. ~i log\iò .(~~5' al 31 dicembre. Leggerò i primi period!.=. ., _ _ forma ne,·vosa tifoidea nei casi infausli. Ne' casi di fel~cel_i;il~ _Pfòç:.Jti~ç~8~adp?Jb<Am~1Heqj;{H~Yi-PL~ei,Eis~. « Sollo il dominio. di un~ coslilu'lione seplic~ e mentre s~f3 iuil, 1 srolom, eél avvanzarsr la CQJbw\t~c.eo~~.e.o.n, ,mper~ersa_va ogoor fave 11 .~holera ~ella _Crimea sul la 1fine ù1 lu·gho e rnnarchevole prontezza. _ ~ijl.'billse Jtli o}gosltic, gl' iodivid11i 1 (( f!.a 'f,trh'ld')'JUfri/W\nàcf1ffègtav~~i·io'iodif i'dìil'gl'i·WJrsa- - - - -=---- - -- - glia.Po9,c1,rf.JiMtf1fi:.liX:~~g!}.!}Ll\t)~M.e, .<!f,~.eh;e}e..rraJè-ajo:n(f' da (I) Colpilo d.a febbr8;,Lifoidea ìl farmacis ta mìlitare sig. Pec.c o. dinfwa~ ;~VW,4 .~A,CfJS,~tfl:JWili.lst\Jl S0<gl;l~~Q,,~a i, qindi <ttfci:Jtrr,i• l_ a( qilpp}Q •'O\~.fq;ç,~-~aJJ~A~~~èanp,bb'J. ro:lll'.'l\'s-si!fe-.ttl~ :uJ1Iq'(ì&IÌa sqj,S}~cqyArq1,~l!ot~~h.qJ~ .. Pfo·p,p_~.rat:o,;;1,j oté.ruatia'oa.fuì 11)111 gr~~~ ~1alatl1a e ~ 1 t,~;:,c1 ~e't 11 p~ogn?~tic? ~!!Ja,di lui pros~ima S~Rt0Pilc=:,iwl~fH\\~U>lWJH!'M4~.t\e 'dl,.fOl'Zei a:e.dubitttSU:j}ih'b,'Jl ~uai rgiono al_ cofu'.parir~ èhe fe<Hi'r'ef-g/1Jp~/i rnuco-purulenll che stunorP.. ,;ui n·il.nql~in. • !-i .nrQid~,. denti ' fnli·o-iif.ogjf,(MÌ.lJ" tal" 10b~\11 altro congiuntura m1 avrebbero dato sosp~ltp di · ti.si, hr.on• lì_ ., nJ 1 ,-, ,.,fy, · , ~J1 1le'l't' ~ ""' -0 ,. . °' I( 11 nf ll!il'l O~i<OOfi"U f: l))"fll'nl<ì, f'· lt« 1 - 'c)L11!, C<>;S},w.~ii91w ,co.\l ~fgqg!i.o,~,l-eo,oééi!LéHmNi11'0~1liJ6V1rn{e•~ e~teitòw,.4·~' ' "'lfi100 I, I.o roblt r l . .Il cJ,1, ~ i:.s, ,.i,,.,"q ' ; ··f •,'j ~' \"r!\ . ..1V, 1, ,I ,,h,1<.tni !<1 •lt ffi . • I ·' ,fJl,!,.ng,U~ ! ~l'}~r,c;r~ n~~olp.P1~lJIJS.SV),,~ d1,,à..,é're ~·con~lgm!l'o ,·òs~ di fumare in is"eCi.e ai conval<>cçecn,; 'f"""bm~t, rlj'l,a 1-ti·1I ms,dtl:.l 1b .'Ji: IW . 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"2ione che tengo deltt .piesenzir di un· elem~nté-eonlàgiosò 'Yolalile ossia ,di un miasma animale qual geoera'\Ò-re-della !\ìlkà affezio'i'ié: furono iI mezz1· iaién'icr, "àe''"lìnuali irava~ "1-- ~ 1iT»,duii, c~e' r,is,an:\ron.o qµ~i½ vi\~ mò") riccame,11é p'ro ' tl'J • ~ i..11liJLI , ~, t ;., Tri l •fP- ,W l\f).le dal, ,de.~pla2t!(d irrqrlu\ -B~~\~,~~ AlO!, C~l?if· \JH)j;ss,ètO. sp\la ns;~ta.I ~i~·?r~ll :~ l ~ (1i\.~~lfJ9t U~ lift!b1Jra~céi1ah;w1ooala~l impr.uò'e.nitem1:1D~e1.l'l9U'e101oohrde.re.lin'thibd.lii#ltrlefe01n'lé'lf,, battla·vll lo' sgon1b~ò1·icl'tlo-aj:iif11tì:~Pfoc~l~i'o tl' Ynfezibbe èol' c'àfloèare i dlà~rali11i'ri'•lliVè'r~e·13\iWé&e p'ar illiH~hl1ire I~ :..111\IJII , .~ ~ ['•• '" ~,1 J., - U. 1, '. a d'ellji ro1nacc;a a·:t:iest1·'1enza. . f eroe 1 çéiriJizio~! , Per quel ~· ,'c6:; n~ ~iice~1;\na' ! 0 .,.-q ,.,.r, ,. , ,.. palolo • iq gi.~ .. d dopo le pr,~mes ei~Meririz.lPll-!· npr., pqs~,Q faJr ; ,meuq,.di "1\ID~ m~~l~re ,cho,ì: impie-qjala · e;nri~jtiv~.Jlleraijo(le degli >1H IIIAri. AOimaliJ~_,, pr:iiwipa-tme~terdellsa~ae~•t!oi;trbufs'ca ta v,e'l'a,eSS'~OÙ 1fa to,J(J'git:à• 'd'étl.t f~bhr~ •lifoirl'eia;i!Pf(tmsti6ntJ!• Mdl~i 1s•oho11ì,''clihìyP •.itiftfc~f'll!rHcMtf:•11autiiril~·1 d'èP quàW m1')ii H~ 1ferii'.iolf~ ti11'tile"0lent~ u~3; 1nMr ~ prc'i.¾b élell l:òpe;~l ! I o~ .1 I l J ,, ilHi t" !i.:. T(•'l i; tt , , 'I 11 q1 1 11 ol?9 19 .qui .1,i_ ~?-~}~i;. w gs,1wgpr9, sqlt~nlQ ,ç~~ <\él!~o5.i f11lle ;;;,,.~en1.san!!'n~.si, J>\\~ r.av~c ar~()mento, alla· servazion li lt t- ~ - Tf ., ìi ì1 , spi~~~1,io9,e dj pi9:~tj~Q~9li 1(l~QlU.D\ l!-Jl~ fel,J,l)ri lifojdj .,. ~uqiH, ç,om~ io"'t..it1;app.x~'A.O..!,non 1goorale 11ce:rlamente ehe !tagendle:coo·e&;}-erienze1istilunEJ''t::Op'ra1.antìifali '1f:. venti vodeva sucoèd'ei'è"l , ~o.ngésliòni'I, l!à ètitorraglel tosroc 1 chièlImi niii i a% !"là Lu ltffiià" aél1à h1 à'&"s'l{ 'dll"sft.ffg1Jgfr~tlcì1 1 \\ •,;Ol li ',// I l' } i. 'f ; ,ti ll10< I tfl >,Jh 1 ~~ t;•; \ assai p1.u 1,oovmc'en e e rag1oname.nll e r ell~ ODllrme·oa1 tl'(l lJ:111n,! :i~i; h «'J•,,tvrn.o •F' (!,' ~!'.'i: ',•' ·' '"' .Jl''le ,\:, toloa1c le conr1,tr ··u eo accon~io,·.<1-:orov,are ... , , ., •• n che rntno1\ , sémnrn 1 ( JJ t-~~!:: o 1 ge~tjo11i ~ le tr;i;i.o,rq1gie~ ono Ho•istgq~Jl~a.del!a. fl og.o~i, E gius\a I' ili u.slre Ra.lo lag!) i4Jian<1 .D~ren·1.hsembta 'll.na' iniluiionA direlta e,r,agho nalaJ';1tt,r jbo'lre nelle affezfer1r.trfoidi ana sola dirnrnuzidnè dillla' nbrioa ì l-eguenLi falli: t . Le lcndet'tie corigèsti\<e; '2. Vernorràgié ·capill'arP è sòpratlullo l'epistassi e le < ~ l' ,IH • t1 I f' I -, m,~,r~rra,g1~,i.,H :;.cf,-"11 i ,,. ' , 3. J;.e n\Cpol~~IDO;J;}ì~ftÌC,t'Ìf}lers~~Ì~li1tqllQrQP,itler,mii,bJf• e $:qllo,-mucos~. çj,Q ~~Jlll-W!A~i~. l:~L(iliunie ,, le,,suffnsi-Oni, le .vibioi, le p.eteochiet, foritnetnn>'l'bose che1noiJ~ulWosse'r-1 van1010· a +osa ne''nostr-it tlìì'ci s\ nel vivenlé 1ènJ' hel, c;1davere. '" • ' •
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abbi'a ,•edulo la fébbt-e li(oidea con caraUere in6amJl)al'orio. Finalmente mi r_esta a proferire·la mia debole op1rlion-e· sul non 'men arduo argomento della identìtà c!Jlla (tbbre tifoidea ,col iifo c~ ta9i1so. Non dirò ricisaìnenfo ' ço]I' e: ,.. gregib collega dpt1.Jj~é t ~e i) ·?reç~r.~ c1lf' flfpnli!,à ,deÌI~. mentova~l sia da11nosp ,nella. Rr~.nca.l , e, , ma.lallié "Tfi tl , ·l ,\.Jil errorA t 'f ~ •T'f ~m.'t ' p~r,ç~~ daoQOJ.O all<! •CVJil; m11 nOfl· ,P,OlJll.l . p.u,r11 .ç~n}venh::ei, col .collega eà amico; d.oll. Alfuno-01 .che non .sì a:bbiaia.~le· nere conto 8ella g~nde distiìl~i-.one cb\31finora I è ' faltcfi trà' tifo è fèbbi;e· Ufòidca. vol·endo egli denegaril pet~ino la differenza èll. gr'adtl'. Non soliecitcrò il dissenso _, mi '1u,. singo piulloslo di 'riusoirè a conèiliaruenlo ·diceo'òo éoqie l'os~erv~zion~ e 1:e,~p~eri~,nza propria .mi, persua1e.,c'l;1:e tra tifo ~,ffibln:e ti{qipeq, }lei s~nso ~ggid) più 1wm;une. di~q.u:e~ st~ ç~npmJ.oaiicmi,t;_o,·JJOll ammetto ti(lentità,..hav:vi 1'p1~tòJ indul>iame.nte ,firollà ~a1tfi1iità se 1pot1d'eriaimo seoza1'pM6'é'-I c'upàzione •sì J> indole .J~lla éagionc roorl'l'osa sfti 'èòfo • ' I ' ~è~l'èssenza irato'logi~a cli·:~nlramb'~'. r.·rrcs.:ii~·w l to~wa nos61dgica ùelleI -quali è ìncooleslaHifè éhe• sia div.P.rsa 1 ,.._, ' ., T • Fra il tifo poi e la febbre tifoidea_ che n,'?!, l?P~\WO :a~.61rare sulla fine dell' io erno e ptjncipio ueJI~ -pciro<!yecra ' del t 856 nes!i _s_p,e~.~i del ~orp.o spedizione _sa.rd_oJn,0-, · ricnlc, ammetto assev,erante01eirle1cbe-vi sia identità- sal'i·o q.ualch e accidenlate ··di fferem,ç1 di grttdo rimàre!ièvb}e nel-" l'app·aralò tWfédofueni caraH'etisli'ci!' ' 10 1 ,!~1 - , •
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Della mo.,li!Htà .avvennta ~et sctoJ)do Spedale g~neraÌ; iii !eni-Koi llosfot•o Dai ~esoooll'ti mensili che per,tri plioe copia diri'g·evalno . ali' Jntend,enle' Genllra'lec·ed àl Medico €a po 1dè'I Cdipb di 1 spedizl6oe, mi ttsuJ·fa ·ta·s'e:g\fo,-;telcifrà' dl ll.l m'òrtiltWa,a;. vahulà nèl 2.a $'p·dctaW'J~ m~~~l9:''in J~ni-Koi \ t "t .. Y n l 1 > • f81S t 'clfo fu aperto~Ql. ai) aprii.~ 1 ~56..s_ior"o ?~Ila chl'u-
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l\lortatilà n1ggua11liala ài' numero èomples1iv!f, ~OS!' i~ffrrp_i ,_si ,O!. jioyi e ,gravi, com.o d, grav1ss\me ruaratlrn . . , . . ,~I , t ' \I "'t '". '• •llfiti.lH 1
Cifra d'!Jlle sole gr~v.issh:ne inallfllrc0 1'f.a'' 1.e; q~Jll! Jac;i~t,cy,çh9Iei~;"YiPh~.lo !1$~tfo:or, G6 foòbp pern1c1ose, 561 sc;òrbutiu1, !110
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poirè sovtaoo· cotlsiglt<nl "'Ceilè11oito: lb~gill~l1u~laòì!,•fèru1qiif , reverte che noi italiao1't;1liamlaìndll:l!p1t1,Jl:e 'de'''frè·avvhò'i. ri:\
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PARTE TERZA
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tt 1° 11 n'y a pas d'opht~almie milil-aire, en tant que l'on veuille oomprendre par cetle dénòminalion, une- arfè'ction oe"utaire q'ui soit <fii sp~~ifì~ue, ou l'a'p'a'qage' exclu:. • 1 ....!!. 11/ 1 I 1 ' I ' ! I I I > 1'f s1'·r dest- ~ar,.uees, «· 2° '.L.'Qnhthalmie rlite .milhair~ eit ùr1/mi laj!Y ~. r•1"1' :-J u •,i i h a~ ~, 1 ;r , 1 , , ,. u 1e11nil~Jrt1' ,io,j m<!-Loir_?-,~~Rl~; ,e;,. , , '1i , , .• 0 " ~ "(::0mmj '" loute~ le~ in.,tlammaLjons simpJesiL~lle p~o.t :se -reproilo-ire-·sons l'influ i5nè.e de caosesirlon spéeifiques, après éf.i°oir .él'é ooll't-ptètiifl)e\ft guérl·e, •· ;",.~, •111 •• 1 1 · . ~(t..ò.1louJè'raìs}. à rft61n§c d~éonsaèrlwlJè •ì[ti'Né,ip'e 1'<ilf!TÀ ' "tesWo~silh~}rè~ìl!IJl\'°È(~ 1{qu11·'tg~IHhe1t_~i·fé~'.\iif,1tluféi:)1 1ln1~~lll 1!, ) 1 · '•J l , !,u '· •i.,rll est ,t,J maladies inflammaloirès s-uB1es sous es raP.eaux,_rl +· ... '!~~·f ,.. I Il t1,1~~,~, 41 GI~ • • J; ~ u ., ~ aj ~~ieHLifigJue, nj .tog~~e ql}~-f/Ìr~llri/!iU9f ,c\l}telesp.eJWhi bili!~ goqr1 cyJles di;J~op.~lnà~~e ~c~p.~ionnellemf}lll. <~ !)~1iln ihp,qui J:C,'011.ceJ:JW l!!~Jes,io11s1ioc;ulaiteS{; •s v.e-a1le~ $quelles le soldat a du élre congedié, la responsabtlìté''Ùé l'Èta till~ù 1jy&il1Mìlt1lVu(!f<lè~~aòel'dlerHs 1et ilìtp~live1ft é'n' "1'tésùlllfr' e~Pì iìcbtitdsta·If1g~'et' s~ ·àrrr~e·nè·\~ùPlifM'tif~t!ll w
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~ujo'urd'bu~. à vo11s ,donner ,quelAues. ~plicatioos~·s.ur le ttavail .de, la Commi&sioo ; ,je le,,fais ici e.o, vuc,g!4,.rjlei: !}e • ~Pi<}.ndr~ 9-iaé. le cq~rs. ,d~ la dis~u~ion ,~}~s ~J·~· 'Yalions quì ponrraient m Mre adressées sur.Jl~s opl~!(},O.S qui ~e son l pas lé:s iniennes. .. ·ctt . ·f• ;,_:;, .t .! . - 11' at:t é''é' u,t~.. r, i.Id"' lran • ..,.1Lra\'at ·ae Ia ,lì6mm1ss1nn , .. une reuu. re '" · saclion, cn ce qui concerne certaù1es opft1-ffi.n\ ~èienff,. lìqtfei;lqui·oÒij eié éwlsè ' da'J81 fé't%11p'S: 1atiu~apW,A. J'ai (mni;aulanl ·plus, q.uanl tà wui1 ~ou~oitJ:faite.. :ol!11~ai'.nes coocessions. que, d\lpoq,.xtJ>:iLeeJt'n.ytaH étaH\ desli1J~.à t ti:;n,diJ'.~u,l1~ 41' qo.Pl~l~...~JìPJ0111 eh!I,~ 6q~~,Lljti,.paTL, je ne 1<i1u1ti' u~t% ..eW~1~Fi),psf~f1.r11?{iì~fi°PU!! 1 iWJll.1°~ ~ 1t •c~.}l~e.,co1L~e,6n t,iorlf? y,g11n~\~rnnP/)'1 0Jcml,m1;l Ìli:1 fll!., •,l'?';lU · A'insl, i1 .eS.L d, 4~ns e lj«P,pOrL, .9ue op 1 ua1ra1e 01 e "mìlftàW'é"\i''fi~t nlsti91'J!11tn~h&lçe 1qtl1 l ch+ne·;1tfttp1ifs la .Corn'.lfiistibfillt\Ìltu 'pr&p1òfJét lffil.'shB,\1ìu~r'' (W8entimfÙàti'lT.O',d.e:~t cmjontli v,ite,igrhn uIeas't!1-'à1~)3\I~ ' ctphlli~l'mi~ de }tarm~.e,;J, ••. ,. , !1T • li ','W ·111'\ '1b !' 1d !u;; ':}I;. I r',l\i~n. op;11iAA: ~\!f•~~d§!l.X,JlQitP.:~tt~•hP~s, é;~Jsll1_.Q.~~ 8·1~ii1\a ,ç._om~~tWA1iPi~~~l,.~,1ÌiJ1S! d.rJ\~i<\!.\J~1r~rfq~\OP~~ 1 vrai de direaujourd hai que l'ophlhalmie qui nous P~?NP,~ règne égalemeol dans le civii el ;lans l'armée , jl' il':en.:"a 1 1 pàls-'foujours étéstle tniòle. E n"B~l~icfuir; tb!time à'ans 1 beauooup ct'aufres ro)'àtitilos~l'ophlhal"miè i'èfail n'J'offfré~ d~abord ,dans ".l'-tftmé'e et nè•slesl' ptopa-gee'!'dahs' le" éi-vil 1 que-plus lard. 1; J' Quanl àJa substitu,ion de \a dénorfiinaliti!l d13~ conjonctivile granuleuse à -cel~e d'ophlbalmie, tnJliLaire., je la ~rouve/ ÌQìeuse, d;~~e ,par.l, .-Par~e que celle ~àl,~rlie. <j~anj elle i?éJJ ule ,~ar. I élat a_1~u1~e,don~e .pas loo1ours fi eu a ces procf4choris ruorb,des het que d-aulre part, nous 11cs vòyons aujo'urù)hui se dèvélopper 'sur ,res Jbrijoìiotives parfail'ement siffnes d'ailleùr'ì; et »ahs lr.a:cè d1iollammation . Cependanl, au poinL de vue où la Com missi on étailplaç~~~j'aj, pu me, go,nfo11mer à 1;;i~is, de ila q1aj9rjlé s:ans lrop violenter mes opì ni ons. En effel,_la Commission l\~;ai,l ~.porte~r so,n, i!-w~ruent. su~, t.e~ .J\lfér,aHOif\ Qç';U,IJ_ir~s, al)};quellés ne.ut doonei licu l'ophtlrnlmi'e mditaire 1 no-n Ras J r lf l J. '1 ..-k;,- ,t o , H , 'l :i~'" - . ce ile oplitoalmie g_{lve teli~ qa'.~Jle a exislé des è·p.,tin1 cipe , maì::; l'ophlhalmie av'oc fè',Véin:acf&res q1,1'.eml' Rrésen·te actuellément. Nous· h'avons ,don e pas à'tf1>us'oteui er, oi de .Pophlhalmie purulenll) aigoe primHive,,qui 0 n'existe pJus 1dan$-il'armée .depuis bie!f des, années, oi,des~granulations vé~icul~uses ieJles nu.'eUes sq prést3nleni dès le principe el qui par jllles-.memes ne· d,onn,~n.Li~ma-is lieu à aucuo a,ccident ., mais de ces m~mes granulalions ap.rès que l'i nflammalion s'cn ·esl ' emparée', (es{~a-dfre de la _ coojooclivile granulaire. r. - M. W ARLO~roY«: Jc demandi:mri ce que devrent le ràpporl de la 'Commission·qui a élé charg\;e' d"excaùu)ier les q1:1estjons ad ress.ées à,J'Académie par· le Gouvè,n.elJlCnl. J~ ~v.ois, .d'une p3.rL, M. Vleminçb.\'abangon:n.er; je vois, d'autre parl, M. ~ ~irjqr,,~o ,;l~o!(ner ll\ r;_eS;R~Qsabj lilé ; le ~r,oisiè!ll~ U'.ICII)~fe ~ \ st Pr-8,s ~ pré~e.n,l. q~ r.a.pl}Orl ~.i~raratlra-l•il ~o,l'ordr~ Wl· jpu5,e~. PfO~o.si~op~Ll,e llìl'lnafos du beau travati q.ué vient I.le nous hr..e M. Vlc-· miÌ\ckx von(-eJles 1(enif fieu de cès" cò'!tblusiofis'~ s•:.fl\n élail aiosr, je demandetais :que Ile tr.avai·\-:fut1>ùbllétèt·lfi·. slti.hu.~.~mmédiatemen't p·oùr que nous~~yons· te"lètnpS'·de .nous trccuper des fai ts nombr'eqx sut.lesqué-ls H;a1rJpelle
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la discussion et de~ propositi bn's ~~~es qui le terminent ·et qui son L a$scz. imporlanles PQUr 8tre exaroinées lrèsséri èusemenl. Si le Lravail de la Coromissioil n'exisle plus, et c'csl sur ce poinl que je voulais faire une interpellaLion à l'ouvorlu.re .de la discussi on, ~u'orr le fasse djsparailre·de 1J'ordre du jou'r, mais qu'il S'oihemplaré par. un a~lre pour que.-nou~ saGhiQ.nS sur-gooi- l'oo discute. - 111. VLE~UNCKX: Rien ne disparatl de l'ordre dnjour. resleJ}l, en discussion, LPs conclusions de la Commissioo , I mais avanl' de les voler, il fauL s1etÌtencJ.relsur cerlaines préinisses, et c'esl sur c.e.s...pr.uses ,que j.e suis veou appeler votre atlenlion . - M. WAIILOMONT: Le lravail de la Commission n'est pas ert'diSCUSSÌÒn! I f, ' 1 l 3)1.~tJJ.J: - M. Vc.E~INCKX: Au conlraire, il y est. Òn devra toujours finir par voler des conclusions. Or, e-e sont les con· clusit>ns dé la Commfssìoi1, amerrdé°h :ou n-oo' ,. qui en dertti·èr.e anàfy~e , seront mìses aùxtym,-f"éi'tacceptées ou reje\ée~. Quant à nioì, vous''fxve'zpii'remarquer que tout en m'explìquanl sur les prémisses, j'ai accepté el proposé :d'accepLer toùl.es les conclusions dé la Commission, à l'ex1 ception 'd'o_ne sb ule, e( e'esl uhé'1 &psérvaliorilffres:ju'dìcièuse faire par l''L1onorable M. LJbea'tl, à là dèr nìilre séance, qui m'-a fail vous sourriettre-celté-ffiodilréàlfon: dù m0:meot, co effot, où l'opilthalmie militaire n'e,:devait èlre con!-idérée que comma une affeclioo simple { el lei élait hieo l'avis de la Commissi~n ),,!l.,.ne.f1l!ail l?ll§ çtabilir pour s~s récidives, dcs règles qni op 1sgn~ 11as- admises pour ce,les d'aqlres affections de mème natur_e..!e; m'E)mpresse d'ajoulcr, au surplus, 'que l'hooorable M. 'Hairion n'élait pas d'accord sur ton~ les points avec hrmafori é' dè la eoromissiòh. • · •
Nel l{endicò nto Glìnil;o tracciato dal Meilfc.o di'Reggiinento Dqt\,)i\l.f?rno, e Jt1:1bvjioatq 'n~i mim~ri p ~: ! del Gfo,r-nale,pòr il volgente anno occorsero alcuni Mror1 chc,voa liono·essere ,cor• '. l f .;;,, ,.r.;, r.e tt1rco11:e·sei,t1.e: !
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fef quanto sìfetta àU'e càgionf delle sì fatte notes"éfisò <le1 nìMMìmì-iffii-faf<é"vott'pèl't~bè,- nelle vacci,. l'Oli diff.,erenze, P.UÒ dirsi ohe molte ne furono indi- ~ nazioni avvebiro le Amministrazioni dei Corpi siano cat& e yàÈianle~\ .'aqpr_èwzat_~ fiJl)aQft.nd~,.~~èt d\1~ I i?fitc:int~~fe f qq'1J ·hf ~ag~io1~ s~e~ .[tfg~·• (at;ilic,ar*
1l reo'ij]Ja)nent~ d~i rl"ga.zzi~vaècinJief~ F~ rp~'> che: bj'osb ®àlilfr.a lefqle!ref1me siano_state te p uhilflujjnµ . I5b-Hs'ottennero·i!pi6 feliGi- 1tiisultamtnti -001.à fn ries.0a.su..tlìcien .ti liisb.gso _ ~ seguito il metodo del prof. càY. Falconi o per lo Si credelt~. finalmente osservare in un Corpo che 'meno fu ?sa_lo il s~o a,go.. ~.§i gee i Rresi(ll:i . ài Can~i w-aça~a,~ ~~~o'l~i! ~ ~~iwegJ!~nell'. inferme.ria s~ gliari e d'i Nizza, risulta d;u p_rocess1 verbali de1le sian avutt migliori nsuttamenti <ihè non m quegh altn conferèn?e""'sètemifidte"' ' d'égl'i"'S-'PectalMi,~-sienat:iilomo... ..-tehe-et?{ine.J~b.ea..nelltb.GamtwaJ~ _ _ nimi., 's..½mp~t~ hei i;tfm~ri ~ e y5 ~-è l,{ Giornalfi d~_ ~n 'm61t~.,,gna'to1gi6n'i il1 Medròl de'i>iOOl'.()si ~ondasMediei:0~ miUtare,.,lS~-cb~..ID..e~~A.rve11,E1.1;~ 1. } , ~ ~9-11Uòn fl~~r.Q ~_St_it~i_ya'eèil'fàit(Ìf .P..tés~ ~~ $1:Iper:b,i torQ l).isulta,me1!iti all~su_pefio~·1tà del .nietodp. \ ste;,~i (loQ~~~i~tori ~~}.,'f-1Ccj~,~, i g,~Jf in o~?i dòv~ Fr.ilco.?'f:..~- E. p~pgoa ben a1~m.~Lte.~~ ~ne }ue~p ~~co°:co1~~i:~ G~ll: 1w~m.11ra.,,qu)}94P r~e~ti,~~ij~,vaccite,(~apbi~ lil'\9.~to, ~alo~·~iBP,~Ch,~,&,l,cp,n}raNo di qu.~,n~o. na~wm dei mth~_attJ D11 qu_e.St~M~Co1naz1o~L$late,(att~ s'ebbe?a vede~~ 10 ogni allçp. CorP,p,, 11 1?:Regk1nei conservatoru ·del vacc1tH) s' etlbeF(l); r1saltìi'm:ent1 meA~-Q difante;ia oite9.~e risuJtaQ1enti farnr~v-ot'i_ sg~ìyi, ora bùòni, ora mediocri ed ora ioiefiòri per numero Jii:rne.facen~ç> l~JQn~iwo, op_o,.liBfa yr~sa,,~p ~~p.lt1,:1~19~-1 e per bontà ~· gue.l_Li .aott~nut~. dai 1~edi~i .militari. Al tl,agli stessi , sòldat1 (-v~1 p_a~. me tl.e1 (};_ofnale d1 qu~le proposito g1ovam1 a~J.}-unto nferir 11 seguente .Meqic}na militàre 18@) . Cosi por~ nel Cor:po ..dei brano d' uoaJeu,er-a..sb&il ~ledico dLr;eggim,mtJ>, sig. Car;bi~iel'i· Reali ,di Sardegna, dove~1e !n.cci~a'zf Ili ~q~ ,,scrwe~J!, ~ I qµ~_$l~~~U_P6F,i~~-~, ,Con~JgJii ,!.. ' ~ furono eseguite-dallo.-Stesso çav.. Fal;om, 1buoni dscb1arimento delle vacc10azma1 da,~~so. lui opòrate ·sqltaiq,enti: flJfOJJO ~Kf. .numero superiori a qrr_elli. ili n~ Regiimento· Càva1lèggierj1 'd1Alessandria-: 10goi aitro Co~po. CTh~1. 'fi.oalmente 1si<i/ ttenn.er.o. ass.~ « Lc.§a§~!]tòfi Rfòvin.6iHli"'d'el vacbino con i quali buoni risultameoti ne1 Reggimento Cavalleggieri a.ì ebbi a trovarmi in relazion~ si mosfraron in- mas!o.~tiJ?~e~l~ ,vaCCinaj ~,9p. fUr~eo fatte COil l'ago del Sim~ parte poco, f~VOf~Y9Ji .alff pratiia de(~a ri~a.cciprt>f:1 F~lcom. ~1• , .,be I nazione, adducendo i'H Ilop,-iµ vet"' a iqro d1s_po.s1z1one Le ragioni deiìneno-buoni risullamcnti ottenuti negli'. nò anche i mezzi per eseguire a dovére la prima vacaUri pre.sid/e-,n~gli, a1tti Corpi, possono rigursi alle cinazioae: mi fornirono di tubi i quali non diedero lS~gu€ati!, _giùsta i~a~:to S~a scritto ,nei relati.vi ~tafif ~ai risul~a_mento ~l~sni:_~,,~_vJ~nq ;si offe:sero di ,vacovver.ò ·nei processJ v_erbah delle tonferenze sciene.mar eglmo stessi i DJ.!htari, s~rvendos1 a tal uopo 'tifiche. , eglino p1.1rtFfl.é{ tubi, fila 'con··pàii insnè'cesséf » Mc'ktt'.& te-vaecinaii'QQi f~tte_àa l}r~2cio a· tiraccjo_ e D~s?or~~ in_ q~esto mo~o le _cagio~i addotte dai ·còn lìdfa, pres~. da. r~gazz1 ~1ede1·. 1~ gene_re._ed. m Meq1c1 ~tlit;rr,1 det sac~ess) .b';}~ll} ~ ~et 1A~A~~qQaj, oani,Qove,ottim1 nsultan;tent1 ,:fu ,ID quella vece osnon sara, crectt (oori proposito che questo Supels:r.vato. che daWuso ·de1 vacciìto cpn$_ervatè>1~~i tubi, riore Consig,lio con<1sea a-tèunJ' a'.llr~ circostanze eh~ non meno ohe d-a quello della linfa deg1i adulti cioè forse non fur.ono senz' influenza sopra le notevo1i ,dègli stessi sotdati fè'.licemente-vac.cinati, non s'ottendifferenze sopra indicate . J;>èr mancan~a,,d'.~pt)'OSiti i$.JfQfiiOn'l pochi fra i Me.nero ·nella· maggto~ani~ de[ c:!i.si tfaror.évqlt risulta~ inenti.. :Oi faUb, l~s.ciaod' a parl~ il 1S di fanteria dici dei Corpi adotf.ru.:oo .un.ia.odo 'uniforme ,d'estersof)ra,men:ào,n,ato,,. ;fr a gli altri Corpi uno appena nare Ja loro convinzione intorno all'utilità od ali' inu( 18. dffànter'?a ) pot'è-re'gistr~re ~ualc~e bùoh esit_o tilitàdelle ese_guiCè \/.iècina·zi6Ii'i'.'tàlÌmHrai medesimi in seguilo ,ad, inoes_to :at~o ~o~ Ii9fa:presa: d~ adul!1: ' p_arvero per.O.no ~tm voi~~ a.zza~·dt.~ tt,n, ;qqalunque G~~~r~.~ .{)'ef~Dt.?' il>ill'~,. dJrs~, !l iCODSIHI~O 1d~f Med1c1 i· s1as1. parere ?d?Jm ?rc1, clt urnni~J?Zla,~I) ~lorno al~a Jm1hlari n.e!F.:àttnbuu.. 11 mm1mo suc~~i.5;9<1~ttenut9 bonla od all'msu~~~ebza trè1 h~hathenti ottenuti, a,l.l& ppta'. atf}vita detta·ma:teria inoculata') e quest'opistettero contenti ' indie~~ il num~ro delle puniori.é' la si toota 1PUiì!} r~gif-~ra.ta rel proces~o. _ve1:- ,sto!%_ conseguite 1 '.~eqza dfì:ffe . j cardtlerl buoni, O bale"d'u9_a''èòn'fér~n'Z'à -.~clen~1fita. eUo,~pe~,l~ d~' ?eS~pVtì: ~b a!tri- ~òl'~tlè' ~isti~~ioni 'ftà 1i èli{g~t ,risul1 no-va, stampato nel n. 2.8 àel G1 rnale d1 nfed1C1na 1.aurer_lh turorro ,n quella vèee 'tantò!'inoltW,Ii\ia'ie ohe -1DiÙtar.e, 18l>_ t (1) ; _é:.g~eraré' pur~u_ò dl!:§r U·cot- tliv,dq:a~r. ~~~!.~~_3/.~il~}!· :è9s:Hfo~tifq~!, stdtt ~lt'.~e\ti 1 dè1'le1~~cc~nazion~' st veggono·U1st1ntt1p .0-u.on:iJf.ncom. ·• . ' 1(1) Si't:come arg'omeo-to' 'pla'Osiliil!l d~lla •voca alli\ità della Pt1t~Ì, 'spiwii e 11iltl{; iò' altr,i in '.nvJli, ~~ulÌsi•nulli, 'ui11lèrÌa i 11ot u1~!\itfru"i&tqu·en~>spe·d'àle,\i.itemìto 11 ra~tos<i·~v,er.vi ¼Jd\~1ri•! in1 \iruiiufi~' 1u*ji'iftt~ ~'lqn, r,-tùlZi ·vt!aut:Pm1)1tatrs1ati ioa·mmentècvabèin»li,ooolrarre poebi giol'.ni neUu 'tòtèiZttà co?i bdmp'àrs'ci''.d'ìllp\t,Hlf!S!i1v Ièi.tlftfl°!jtàrli 'dl/p«iff..·aiù'òfo.',Sénza•iHscllter il merito-di,quesfa Sealenza;.dirl~~ cor'l)O ~rl il}y · · · · l 1 · 1
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• ie, dopolu'\i1lé'lnpo plìioffii'èno lfr!ve:e-;5'/re}fiò ·nod~iaote colli. I lfà1v>aiuototo ila'•Vàt~loid~,gM:lfelP,°eì~dl atcilln,..daYJ{\tero :,9.0..C• 1110, : · • 1 11, 1 d' adti! o·1bhé!t'o'vaccihico/ é-sser<inlilil'à\etitè .v'acèioàti 'al'Gokipoj 1col'i1Jìe)ie~- d. ,, 11 • '1 ,. 1
soltanto nello spedàle cW Gt>oov\1,-tma lforou\'l;.ptÌre oss'erV&fi in
. 'pà\le'\filìi' allr'i d ~oè -·fur~fiò'•fed'ofi• fflili'tàti èoil-0 ·sonza 'tracce I
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aseesso., accidenti queslli.a.c,ui po,sxr.qua)('Jle:tg.ra,~szna: un 'eompli,oaot.e morb.iU~. 3P N6'1r~ èli fanter-ia, iQ IÌn sgfd.ttto 1robustrssitlttl e di tèmpeitameoto sangui.gno s' ebb1Nino reazione fèb!. 1:Ìrìle gt1avissirna domplÌGàta 'C'Oli em&'tìnesi' 'eé~éb'raJe perOltè}rrcfn_.oomparendo aneora lè' pustole vacciniche al quinto g~oroo daH!'innesto , fu fatto lavorar alla ginnastica.
4° Nel '17° qi ~;n~~~ :ç~cor,~f a lcpq.i legge.rissi mi flemmoni ed alcune effììnére. 5° ~ei ·Cav-alleggeri di Monferrato si osservarono tanto •oer ~:a.ctinaLi p~e il (j):o;rJ>o -in Casale:; quànto in quelli del distaccamenLo-<tAlè:ssa.ndria. er.uzioni an omale, varioliformi, con produzione di fle!llmoni e di piaghe caocçeo6~e di Jup~a,ciu'rata, , G Nei Cavalleggeri · rli Saht'ao s'ebbe in un solo vaccinato una riazio·ne vascolare intensa . (!uanfo• a'lla ' gl'.l<ir'rrrgfone!'di '6'agliati cli duf nulla è detto nei relativi $,Lari dei. Corm.,Jeggoosi a p. ·1i5 _del nostro Giornale (-1~ti8.) queste,par9) e cb'il Medico DJvisionaJe., signor C?J· Man<!Jra ri;;r,ondeva al i\fedicQ di Battaglione sig. D. Bu~tr nella ~a conferenza scientifica cli novembre p: p. « Pareaebi di cos'toro (elci uacci11ati cyn it t)lelodo dt L}J1;of. Cq,v . Falco1~i'} fuJ;Qll c;itip,H:pti· dj rìp.ari\re,,0a~Q1,1 §pedale 1per ,visiP.H !t3 fl.emmonos,e. al!e braccjJ\ dn pocq,v~cc;,inate :i) . l siffatti accidenti.riest ir.ono tutti, quali più e g\liili men prasto, a buona guarig'ione. 0
68
scritti offrènti 'cicatrici numetàse·e bene distinb!J d!,an· teriore vaccinazione, furç.n ap'punto quelli eh~ dieder i miglio11i risq-lt~menti. J; quindi a .sper_a~i".ch~ q-µe.&,o I nunto;;d\ dPtJrina sarà ne!Hav.venire..~eglJ.91 v,~,rificato dalla co,n.corde osserv~ione·dei ~i(ld~~j -.militai;~: ,
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a•des,cenla,ines de, fails paroils . M.1,le mMeQi n-~e, g~_~nison. Delhaie ,a mille foi!Lraisoo, ei j'en sais per.souoelle-, ìn'è'ift' q~lqtl'e choi>è·. •O'Ml ,loujoìl.f!S ,à (m ;éla.t ,·anléri1eur òe I~ c~rnjonotive .qu' on tap porre•I'état, aorl.}.ét !Je gerlne fl!si' ~esfé~ les p~éroi~§es sonU!at!o:if~trs à 'la ccfrts~qlÌeoée àrriVe to\il rlatu.rel1éme1it: I , ' I lt: " • J.' 8 4 1 ~ 1 .1: : -11.1 • ••i. 'l • J ,11 ,1 1 •h I uomo1en èle fo/S n at-JO ras eU à luller, ma1s èO 'VatD~ f?ll, , . , . ·,, h, ,r :1,, !:.11 r,, · lii Jllt jl1 i: ooolpe ce parli ~r1s.,de renék<:t le luouvernemen respon'.J .L • 'u ' <l'H' '11 tl, }. \ 'f' • i l ;;a~e.,A' ,acciden!s"' a!lx. au~l&_il étailc, omi:#temen élra'oger r " . ,'I' ;, . ·,,11 ·,H 11 V ~ . ,.,..,r : • 'I" i n. IIJ f•n ~a1~ ceux·q,ae .Je~ combatt,ps avaJrnt leur, exç~se ~t iro;ii;1<1a1; ~t 1!),ur. ju~tftj-0~,lion All\Src~w~ Jµne§le ~h~prii~ R8S g11anulalions latentes,; ils ci:oyaienL .à; 9e ,tnl/1·cea~ .de !'irus resté~dans I' cèH, 1d:on1t; un d..en<ie<honòr.ablèscoll~gues- nous a pàrlé dans un •de nos do.rniets comilé,;,secrnts. Ce col lègue me s-aura1gré', j' espère, d{3 ·hc pas llévél:e11<son noro, darrs une,séançi~ publrqu~, oar ~-elle- -..:1llégatiot1 qne j'ar t . aoooléè- dès l{iìe jer l'ai • enleodue·: ne peut étre qui un ld1i~u;s, et d'oil lai 1étfe éclrané1.ctafls un ai'otneòt delli:li s~ action': 1, r I " • ~ ,. '. • ,, '·' i• • I• ~ ' ' l I I Cene gran.ulat1011 ·1at~pl~~ c~: H'or{éau èle • yi~~'S ,ctans J'reil, sonl. lt op,da?s les in\èré,ts-tl.,~1julori\f fiyile~, ROur qu'elles ne l' invoquenl pa,~ incessa.mìmeni. À l\l..1:Ìairion.,je..Ìe répèle,j JY<,, r~vi~nt, tqute re~po~sabililé; elle est lourde à porler, j'en conviens:a ' mais 11 a . tout ce ~Q.'il fa!!ttle>la)ent noq~se.défen~~1\l'~C,'!DOD ,çòlé, q.u~I qu~ soienl.. m~s J entim~ts personnel~ pour,X b_0..J,l9rable memhre,j ·e tle pou..vais;, sail~ manqueh à lous· me§ devo:ìrs, m:ah.slenifl .cl.e.dite , tout hau.ttdans. <.elte clisc~s..: sìon soleonelle., ce qùe jè pcnsais de ìia d-0'0tri1fo. li est ur\ sèdfrr'ra tpoiut fde •m·oh disctiurs ·~e· la··aernière séaooe slir lequel· ime explication vous est due. On m'a dit :' u l\fals·vout -m~m'e, memMe <lb11à cdlb'fu1s-s?&·nl'è1ia'r1gée,d'oxarrii n~t'1a ,dei:hanci'~ ,minislèrii ll~, ·v; us ayez vo~lu ! \ J ~ J i ,.: f1j ~ I ._ 0 H\ t gu .on c~rs1dcra.L ~o.mipe ~-~e .<}. pne; pr~;mièp; alleinLe d'oµ,.hth ~Vnie' U;Qe ~èGJ Ode qui ,survienct.rai~·vn. p.r;i·apr:ès_• .el,c,~RAndMl,.voHs r,1_pudif,~ , ~joord'huirLUj\\e espèce de responsabililé~poqt le Gouiverneipent .,du I chef de c,etle
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Ri:vista dei Giornali Scientifici O' T T AVM I A B E L L I ,CA ' '
,A.OADÉMIE ROJAJ,E OÉ ~f.ÉDICINE DE BELGlQUE ' (Conttttuaz'idne, ',
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r. LV. 5, G, "i é ·~) .J
« Monsieor l'inspeoleur général, « J'ai l'lìonnéilr de· vous fair(f'conna:Hre, e.n répo·nse à votre letlre du H de ce arois, n. 56r que M. le médecio
de régiment Diez et mÒi, Mus tlòus sommes reòdus à l'Ìnslitut ~pli\llalmique de la' provrnce <le Nemur, à l'; ffet de visi ler le nonimé P.... t( Le direcleur de Cj 'L élàblissemen~, M. le·.cloclr,.ur B, .., nous a dit que cet ùomroe;, après, a~·oir subi Ul'I h;ai\omen,L de qualre mois, à l'.fnslilu.t, ·élaiL reulré dans ses foyers, guéri de s·o·n,a[ec~io,ll'. À. la. que.stion ,q,ue no.usftmes,. P,OUr sav;otr dc qµ el genre d1 affeclioQ ceLhomme avail élé altelul, le ' direclettr·boU's •a·~4pondo que P ... avait•eu ·une esp~cç d'bphtbalmie ' grànuleuse (lcxlucl), que l' affection donl ii étaìt porleur, ciÒa(ric'e èlè èaul'é'rtsation1'snr les·paupi'ères·.supérìeures, r,o1ocidà:it bien aveè les réponses qu'il iui avai\ failes, qu'ÌI avaiLélé 'caulér1sé souvenls et dans qifférenls hòpitaux durroya,uin.c.,S"e~71eme.nt,a)~r?~e prpu~.aif à ~qe dif~Ct~ur que cei hp,mpe n'avaj~i9;u av.oir été caulér.isé ni souvenl 11i dans. di1féreofs1h6pHaux. du ro:yall,me, n'().n9t.séj9urn~.à. l'hòpit;il milHitir.e fle:}lruxelles, 10c du 27 novembre au ~ i déccmore 18,8. , (( P.erroctltiz~mòi, Mons·ieur l'i:'1speeteur gé.nér,al, à proP. 0S àe eelle visile à I' lnslilul ophlhalmique de Ta proV·ince de N'emur, de vous fa ire reroarqueff;' que depuis l'ibstitu\ion 'de ces établissem ents, des dil'ecteurs ·'onl pris l'habilude de 4:ualilìer, d'ophlbalmle militatre, lè's '~itférenles es)>~es1tl~oplHh-ahnies sùtvenués' cliez lés so\da'ts ~qng_édf~s, sans:li e·roi~ apparenl '.de roà~adié, depais oom1 l>re d'an ~ées, ·~ mm1e 'de lui al\{ibuer lo utes lef lesions qcul~ir~s, Ìn.éme. ~~ll~s p.foyena.nt d'u.y.e onllth~!mie norrhoique. ayant adoplé poor pri ncipe de s'eo rapporler excliH\1vem·enl à:u di re dè~·fntéress'és » Que diles-vous du prooédé, U}_e~sìeurs ? ..;. Eh bieo il y
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Gela est parfaile1D'enl vrai, messieurs, et je n'ai nulle raison ,de1Ie cacheo. 11 n·~:,a pas;c:onLradictio·n, cro.yàz-moi bieo. Je pouvai:S, sans m'~xpo.ser:à la moindre crilique, majnteniy eL défendre les èònclusions da la commissi'on, car roul eni ne c'onsi·d~rant pas ~a malacfie cotiime' spécifique, j'e po~fais: te d.evais méme t'ecd~n~tlre, a\b conformanl eo' c~la à Ùn~ ltof de·pallfo logié, qu'e11e 1Ii,ss·e p;enòaatJ n Jèrlairi leo~ps dans l'ò'l'§a'ne ~ffeclé, un~ diseqsitjqn','à' se rf p~oduiré: Téll~ :eti··defì~ilive,, l'oP,itliòn. d'e lil maior~t.é '11 de ,Jl la commis.si~~. rtfars je l' aCd.éi.à' dil toµ~ ,! ' Il~, U i ltHI ;e,•,~1 ' ,• I" les aulres organes sonl dans le, mème ca}, (!Uls l'93il, ~t pQur,la~t nul n'a jamais &011~é p. i:eodreJ ~ ~OJ:\v~rpe~ent resp.qns~~le de;, répidiv~Nl'.arlbtile .. par exemp;I~. survenues cliez. le sol dal qui a quilté les drapaaux I et entratnanl f" feur- suite ·a'és désòrdr.es ar~ioulairesou autres plus ou moins grave-s. ,,
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À moins donc de faire pour l'ophlhalmie récidivée une B'lJLLETTll"IO UFFIZIA.LE e~ception,.Jdrcefib'éLalt,dè' nfodlfiet dai1sì lé ~~nl :d~ c;e~ ~ J J,.,. J1.1, .' ,. j . 11__ ~ 1 f'i • vues, !es çonclusions ò.e la commission. . 'vo , f ~ ~ ~1lO'litr'ò:fis'qù"e=:Y~~-à; "'ous ~ 1,<1.Wgio~ . ooretò- d'e t 2-,1 'ièbbraio- s-p i-rante, ·for.on~~ donner1sur quelq?e! P2inls Judirco~rs q~e fa_i cu.t h~pp~omossr pal grado di medici aggi un li a quello di medici 11e11r ~de 'f>l''Qnob..èer ! l~ dérnière séa'ncb. hii$se =tna1~di1B~llll'_glione di 2• classe, li signori dottori lloffa Luigi, 1· tenant à d'a.utres so.in v-e,.:=-cwitjnuer 1la ~isc,usst i à DeflooJ Giovanni Bau., ftameri Villorio e Toaelll J ~ oins èlre forcét;ji?tnei ri>i:.entlrài ,la pa:!olel que pour GiaC:-nmo. l I (f;.t• . u 't ! ' ( I 7. , ., •• l i,éq:oodlie ,au,'x'. 6:oj;-cgo~ qy~ :l') rJ n~ fjitert là d~ tri1e ,C.on or~ine Ministeriale dej 25 di questo mese, il me- , que je vous ai ap_poiité"e, et peiil.-èlre potrr résumer nos dico aggiunto Stefano Reps . d'allo Spedale Militare didébal's1 - - -- -11--- (Co,nf,ua.} - - -vi,sronario -e· [JJ'{)ç~n9rw-des~inalo-al~econdo..Reggimento.,11 • 'l f' ~ I ' l ' 1 _ _ _ _....,,• - ~ ' .. ' Granaliel'i di Sardegna. i.•1, ' •
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Dal '{oW/'1~·cot·d~ Ph~rma~e e{ d'.e .Q,himie ()laris 3.e. serìé ..: 1'& année. T'ome i;XXV .-'Février 1859 Ì.! a~-· prèndiaQiò'ti·. ld segùeb(e t..q,tizia , torna a g.r,al)de O-;, ~~~t~ r ... . 1,ctte note di un nostro co,qnazi9na e: ; " ,, I
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, M. Françesco Della S119da,t proress~ur ;à P ~<lql~ de :médecioe tle C-onstanlinbple el pharmàcien cnclief de l'ar, 1 mée .obtoui:a·ne1 clodt lel}fìls elilit,p :y a iuelquf&iartné6JS, , l'un -<les élè¾~~ le~ ptfls· distfrfgués '~e l'E'èoll@'de ~~aPèn?, - ., eie·cfe Pa:r;is àvail lil'è- p~Ol)'.)U au grad,e/ de. bey (cofonel)1 1 èn \lu)o: .eK réc0Iìlpense de} sei'~ices q_~'jl ·av~il'' rendus :·, 1 peodanL rl<!, ·g_uerrf; un 1déprel im~éÌ'Ìal vifnL d~ l'élever à , 'la dignilé_de pach,a S0\1'$ le nQm dej F,fik. Paclia; avec le · tìtre officiel de direcleur de la ph.armacie centrale des. arm~e~ de Fèmpi~e o[tdrotn 1r , \i~ 1 ,, Fa)'k Pac·h~ ~Jt c~lholiqJe romain. I.e décret qui lui . coofè'ré,. efi ra'iso,,t d"-,·'ses \o;aux: sef'vjchs' une ·1.o'f, ..ti<Y..tilé- rhJ,. ' r :, : l , r servée jusqµ_'ici aux •SIJje,ts t\}US~lrpani' - i_e,l qm ~~pond ,che~ n9usia:Jt•litrei de gén1ral de fH:iga~~ 1e~l up [a11t litique d't1t(e.hauie imp'orranee e~ qqi n'!wn..ore pa,i @oins ~e gouveròement~c S. M. A•bèiul-J~fodjid que leJ·corps sp.'t I . dès·9. h,arma ,1.eo,,"' ,de I,I emp1r r . olloman. r . I I µ. • & vanl ~l.. \ I "' I~ t • ,
e pè[ cattm>rie,di malallio.{A talkquad:Fiifu:•P.ur ~ggiunlo di .bel nupvo e per j molivì ,'già /llra ·tliH~ fn~icati ~ il quadro npsoiogico riàssun~~l9i dej '?PflS~P.~tiW~lldti lrimestrali • st.ati man mano, pubblicali ìn .qm~st-o stesso Giornale.' lj Nulla o quasi nulla rimane da ~ggiunger a Si)iegaziooe dei ·medesimi, taot·o più eh' il.prospetto è.q~parativ.o, d-ella mortalità proporzionale di ciascl:ìedun· mese tl~IPintiero
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SoaÌitABro. - 10 bott. P.uc6': Relaiionè ; o~ra le v~cc)naziooi ed il nioolo dell'Eser,cito. - 2. 0 Dò!t. LAI : Gontrnuazione delle osservazioni snlJe mal~llie vcne~ee_. -39 Conferenze soi:eotlft~tie.- .ft> ,\1murtzfo bibl. - 5° Varietà.
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DI LEVA E D'ETÀ
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Risulta pertanto òa LuUe queste cifre: 1° Che ·i due terzi degli entrati, e qnqsi up terzo dei-morti appartenevan a11a classe d~i già vacçiziati altra volta con buon successo: 2° Che, tenuto sola,mente contq dei vaiuolosi aP.:partenenti aJle quattro ulLime classi di leva presenti sotìo le armi cioè delle classi 1833., f 834.1835 e..f836', il numero delle ammessioni e dei decessi é,ma,ggioré nei-soldati più gio,ini e va gradatamente diminuenqò nei più anziani,, la qual cosa sembrerebbe dimostrare ch'il maigìore pericolo d'es·sere toeco dal ,à({!olo è per l'inscritto nei primordii del suo serv,~iQ.., (f) Qòesl'i'nscritto, giar:ìto soUo Je'a'rmi per a'~ticipazfonè di leva, fu colto da! vaioolo nel meè~.·di dicèOltire t8S8~ ,
l' »1nisùra. igiernca7 Cre-do~cliè -sì eviter~bhero ·'rnrove
;:go- Che se-!il.mfmerg·~'.61 t~itlofos'ìaid'I) !çem~nì!I~ .-,corr il crescere~tlell'ètà, la igravità'réfativa del 'v,àiuolo :
pai vé.a~ei\tit~ ~bp Ì~e'~!)u1tlf1o J,1_). . . _
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ipt),u~~·?l~,-:se si potesserp vaccin-~r~ i cos,criitti ~p-
J ? -P.? "''.'"°~0~900 i.nqonrlotati ~t. rrs.peirii i'J QF.o regft1 ~o~~o qr,a loJ\Sl?era I~ liamplessMl fil'O~ mentot ·I .>J.W~n.J, :,. . . . .,' . ,.,..,, ' . ,.1 .
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di,tu·i Ul v: u.ol.~ i oèco'r.si n~L1'.858:,; sé~und>e ,-~h'e 1JL.," Ne mancano -negi1 elenchi de1....,:acèt'nà'l! e,...ne-1 pro-· . suita _dai rendiconti degli 8pedali, si tèota .òlìe fu ·ess'o •1' ce-s~i vèrb~Ii -~~al~~~':, ~'.onret~~ze .s~i~à!itìèhe ·s~.am'-: ·òi.si.ribuilO- -n·e) m.odo s~~g,ue.ntw { _pat.L tle1 1fflStr'.~ G-10.r?lr'J ~ :iure: 'Q,'p m1om ugualmente f:lvorevoh ,alJ'attnaJe,,s1stemà drv-accinàzione~.Fra-le' ..1t~5rJ.m,~$Jre 'llb~ ~0 ti.~_e_m~a_!i ·~Q morti. nr~d·e~illl'6) -pet:~taiei e~ài-= tanlè ~atte~·:, ~~1trn~terq ~ i. ~;r-1~~. iat-1:.1 " soltanfo gù&ll'à .tfè1 MMifo dMsfooaiè'"ci{ Nfaza , ~ig"'
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Da questo lato sono migliori le condizioni d~leE,se.r: l con i .termi~ì 1\istre~tt)1 ~t que$fa concla si~Qe, ~f.,. eito franéese, perchè in esso _gl' inscritti appena.gi'uµtr .[ tr.onde_ la stess~ media ~omplessiva dei ristiltamentr ai corpi e prima di essere sottòpo~Ji à.d alcun e~er-· !' p~rfett1 ottenutL dalle 4917 rivaccinazioni ,non· pare cizio militare, sono ·messi a:displ)si~ione ~~i }fedfo'i, neppure. tanto meschina .e lirqitata da dare ragioné· per essere vaocioafr sedz~ dilazi?ne (1} _L:à~ozi~ne al sig. Vlemioc-kx. dì co~ utne provvedimeoi9 las~1~ c~n }a~tp;~e ,P[ 8 ~ I 2-0 Le variolé doit se soumett,-e à la revacciiiationcb' ·,o Fr'anc:b "«1' ioscritt1_ "o-mngano sq_tto le · 1 a"· "c b•e"1 -ril"· de ~·a,;• ., prQP,9,f• , • •• _v<,• • , • r . ..., . ...,on ,<Jl,e_,le. ~acc1:_1i-,:La;• sume...,e ban~Here in più opportuna. Slagi,one-1, 6 §OOO fgrse zt0ne d~1 buom esiti dell innesto vaccinico, minore,.. quest'e metles1~ favorevoH ci~c.QS~:\nie èlie..Q~l_l' e!-;se_b~ene_ ~i. p~c_o,,.r\ef _ gJ~.Y.~j}W\~t\ çpe'\n.gn· n~i gjà· serc1to 'Pçu,11s~pì ,tur,9n8 1~.PJù,~,SS~DEi?JJ,pa~?Iii. del}~ va_c~1~31J; 11_ ;!SCOT)trar~ fra, I Tc!jUol0.si ad ~!!~è:; quasi' to,tale ~cowpa~.$a del vaurn1o, ,da,l ~91 ,gu;i.dr~ 1 st1c1.co~oS~JUti ~f soJR 1Jj\itfo1ato co~1r~.2;,1·1,gjà, nosològici. . . . i • , : -vaccmati ~' ~I veqerc fi~fllmente. up solo ~~so: di v;iir. 1 ~a conv.aq,ienza ,della -r1vp_c,~,~~zi9q~ q?a. 1~ comr.le- I uolo rec1d1v? sopra 1134 inscritti offreqti l!]p,o,e1 mento µece$si'3rio, d~Jle v~~c.ma~roqi prati-sate_.nell m.- •1 della medes.ima malattia già pi:ec~dentslme.~te ~of-· farizi~. à u,na que,S~iQM .già ~,L~ta i~ q.!lest~ Il.OS t ro 1 ferta; tutte qy.este oir'èost~'nze fànno u.1:i. n,,oJetoJ~ pae.se.., alt11e}. volt~ ~g1tata ,e, ~a ,i1c1:lu1p fa.wrevolment-e ·1 pontrappq~tp a\ ico,roU~ri,0 .eh';~ sj~. • Vleminc~~;i4.~r acnoJta, DopoGh~ q!}esto$ up,erìore, Gemsiglio, "g.iusta~. , ·dus.se·. dal n~uitar.r;v:nti otie~·uh~d,ilLdotWtÌ ntndl!élOi .m~~te preoooupa\to d'el \Crescente.., p:reél@fi'.}'Ì01_0 •'del ;} Ci.in.di aG'oèthJ j s a \lil%rd·e; ,_Mt', . . -vai~@lo l(e~li,s·peèlaU militari,41~ro pose ('f4!dil'>ftbv'emJ . l • · fn, ~ · 4o•. •us<n,1,1'ff) iq,ge à.~vinn1t1"'ci7w,.ans ,n11e,;,"1a .,.;waccr.,,8··1::6) I M' . • d 11 G , a· , tl l<b ,. l l { ' ,. ''iì •111!{.JI f (. • 'ltL 1 ' "! ·, br.e1;i. .:J. • à Il lJ.llSte\'O 8' 3 U8ff~ -l' 1'~0 er<ou .\i:'!"', gator1a nell'Esercito la rivaccinazione è'là va'éèinàzfon.e· µazi 99eJ'e,s qén.éra ,epie?~t i1i.ufil,e: . , òi tutta ìntier-a ·og?i leva annuale; dopo~bè Ja conve9,~ f-<1,, re11açcfndti()n;;fi,es; sQldats ·dans les· ar.mé~ 1 nieo-za, di tala provvedimento fu sostenuta dài!I\fo.dici , co11stituée,s co~n\e l(J. n4lre (fa BelgaréM•c11iJa Sarda1 militar.i nelle colonne del nostro Gìorbale e nelle ha molta,aoalogìa di composizione ).fest· :égalèment'... Con:fe!enze' scienLificbe dèglì sped~li; dopoèlié: l'AcAl fiae,di evitare soverchierr.ipeifziom bàstér-à aire· cademia Reale ~!ediè?_.Ghirnrgica di ~orini , peneche tolto inLiero il contesto della-pre~Iit-e,rè~-.Ìzion'l V-Olmenté accogliendo la relativa ,diS.CUSSiQn~.nel SUO vuoi dal }ato1 dei l'iSolLamenti parztali O .C~ti:Iples·iivr seno sollevata è ·sostenuta da ~Itri J,Jedici iiJHù,arL ) a._ delle rivacoinaziooi, vo~i ' pili specialmente-0a ··qttello,: risolse con ,oto qu.,.asi ooaoime ed 3.ff~rm~t~.9 , la . del _grande numero di soldati che, qaaiimnqu'e-già quistion'e dell'utilità è dell'opportupità della;rivacvaccinati d1111' infanzia, iarono tuttavfa.J.totcnifièa''vaicinai1òne fu agitata in tuttp Giornali mediè11fo1 nouolo (otto volt.e !arale) fra·i 20 edi'25 anm, àimostta< slro paèse e trRvò, eo.pviepe·di'rto. un acco.glimento abbastanza chiaramente elfo nei 'sMdeUi lhnitì ·a•erà-· piuttosto ravore~ole presso l~ mfggiorap.~a2 dei Col-. e.Ai cir.oostaoze -I~ rivaccin:azioneruo1i' sol'o n'òli.,"è in'u: l~gN. , Soll.evaJa poi ,~ !! çUsçussa quasi.ico,qte:m.('!Qratile, ma è imperiosllm~nte'ricl!Ji·estìa, e l~gi-ttiìbaffiè11tÌ} ne~gieAte .ip (,!1:r'aqç,\a e R~bJl~lgio1, t1tlé i(Hli.stj~J'.)e. vi- ordipatai. •1 o ., . r. 1- ' inc9n1vP:~ COJl\~1.Pl.essq1~Hj npi, pi;-µ sirn;)ìati~1'ekè;l!~D ·, , No.pi voglio pdtt lasciaré'''16esUa·r-attfiétll~ s~bta·'ì opp~i~h;ìpni t, 1w~, (;1,1 1gu~s~~ uJtiQW .eti9~,;ip~,ht.i,é.olar;~, par,la:rè·. dl~lcuni · altri f:Uti "~"qiWi ,~tiiÌY11è(ii1~Jir~n~( ~e~fe .a)Bttare,~pQt~a q\l~,Ha ~~e1~rfs#t~o,F~1·.g,e:~.eva:Jec,;, ~llWsército.l etlJ a qùtistòf$u~'eriore'<OonsiglJo {lì'ànn6del. S!mr1~t9 .san1tapo À~~l'.Eiserc:1fofBel-g;ry. Wlsigi.r@-r. li tuttav!a U?a diretta :elaziooe con µn pa'r€tet,e''fM~soJ' II VlentlQek ~, pe.rsoua,nispe~t:abHe~~Jt:re'HJgm:11J].ilf0Jt 1a.Lei, s~gnor Prcs1depj~ !iV.:~-!3~ tvQ..n. _,à\fr.Gntle a, e PJ!J l~~utorità del snò\ J1ome'l e ·per"il?;aJtet:va;)".fd'èlHi' çonfutar m parte un'altra conclusione (\'Sa) del sig. sua vP@Si~ioue. , . , r I è., . · r;rn 11,~ ." , 'l-'" 1,: • 1 y1eminckx, stata 9a. esso ~ui /or.ipJJlata Q-~l seg_uenteQr~ .$JCcQme,fra 1ls, conch111-s100N~ate •appl;)stéada:J ~ 1f10do. • , ,j.,;, ~·• L . sig. ~leminckx al, socr ~lav.or-d .1,su .1a·1-rrtat~igap\op_e, . . . La 1·évaccination de.s Étèws7tes écqles, des pensonv:ene alcune ,)e ...qual1, cozzdno•tropP.~ d,reffament1}" ' swnnals, des athénées et des séminaire5-e,s6,i1iufil~ . 1 • contrfai principi~!fl~ l qui-sù' tate pf{Jpòsftdipfcip~go~ti1 , Netf'a p': 1pr1ciav~; a. :Ì~ S n , ~ • I ~ J!i(; ' . da questo Cons1gh'b, cosi non ·~M1.ffra i fif>ppo1r1ù.i1ò dal~Ì1'.\W.' si . 'nittil~é ldef• R~ e01{ci.,: · 111l~:fì6~ta, cercare se e fin a qual punto dal contesto di '>acradi'i f di irJi' l}è~o • ••~ ,) \'\ 1'1\t, ' , , . eg,q_;~{t.\·-.J. l!f!P.. "' fi • l. .. 1-: ,.··a·1v • : .-,;t- .. , ~ u . , u~a ~.· r1 1~wrno a a. co~venienza ,m ~o~tcw.or~ 1u n 1ora esposto rrman 6 an ,nva11 aie· qoehe còn- a.Ua rrvttt'cinaziolfd 1 g'fi Al ' · d Il t"' ' 'e " c11-i·', · ·· ChiUSiOill',I CÌOè' la 4n, Jà. 2°•\ }{ 4,a118 ·1J'9a:~' ; ~ uèW21 I • • - . . U?Ill 0 0 S eSS0 ~I egtO r .P fu re , ih tt "'d .. ,,_.,tJft1' '{;'· 1·, •, ·~ .J,lti, i ,, .,:.,,, onde porh_ al riparo gal va1,uolo, che.serpeggiava fra 1. . ,. ~ace , a 01, t ,sWJf1 '¾ {.fJJ \ 4 ~gY,,ib?~tiff 1 I~ popolazione di quella città e da cui uno degli alprollu1t.~e~~~{eme11_t qttf i~]:P1f ,} ,111.~ll .tJ.~ieJr,,.¾~ . lievi e.ra,già stato<0oito. ~ " r" ." , 0 pr_~~?~::~t ~· ~~: ,d, .~~~ t<Ii_ 1tt ~B~Jr~~·R% Q~9t t\~I!li~è'gtiìtò afl'kftètm11tH-it'e8'faut6rif8fg iacire.àinu ' I ,, ;(; r_,,~a,~Cl~Z\~DJ,\J,l,~ ~ "p.grue,.):',~RWP-~ ~ fil Lei ~ ifl1g.1'Rettore fèee·'tòs't't1rivaè tii ;i è~u~t:,-'f I ~ Granatieri d1 Sar~egna nona ,:inno.trop,_ no_ll?1acc61:clQ : )UD"u rl ~ ; .1,,i ,~ .. t':l ~,·.ç } ~~•,t.a, 1 • 1 ff m ;;;n ,"'i · · -· . l • e ..)u • ra, ~no 1 10· irtia9.I)1 .u(ta {!.'e.;1;;·~~.1 ,.e,~L .r:i-· t - , ' •~ ,, q,. "' ::..~!no ' s··l*'a"-~ .,Ji·•IJ •;i.: ,,,... , . J111, <1!,. ,11i1,~~.-,i ;;,'rl .,a~, 'l{. ,..,,, )1 1 ,vq 0J1 J1 • , u \ ,tm u 1 cue au1 r:ascmvo a n im ijo~ita n Q• a . . · et.w ,, 1 A::,JtJ l'I" tut•,.u_l'ti> •1 i"l) l;'Hl'>'AJ ~a nHM ti;~ -.s,i.; ~! ...-'J, (1,) Y.. G,orsaalt d, Mtdici1ta Militrm 1sss., pa·1. 1.J9., d(lf.e ·• statamr çor ,es~we,qJe eomnn\cata, ,daj ì:lAicd Uivira r1.Rro<ldtta!1thlelatffirtir01,,i1,iìl'lìw-Nfif\f!•Jj J~'\itV.à frlLWJlai~ sjon'.àl~; '1 /fg. ",Rà'~7À:re'l1f ' ~· ' I • - .. ' p'f. i'• t, •'
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Da • O ad 44 anni. Vaccinali tt 39. Con buon osil. N,. 22 • H ;.,, .fi ·· » -id. ,, l6~ fd. 1/ 10 » 1451 11 43 .,. id. 11. 4!. 1d. ie • 5 • 1 s » -n • id. ii • 4. icì. •. • •
çll.~i,j pa.rl!!r9Ì )?11,bqpni, ,di far, p,arime.~t(p,r.eçe<l!lti.!l :!1,lla e~p,0&~1.iqf!e Q.el modo,.col quale ne coodu,ssi la cura, ed. alle mie o~s,ei-va1.iorii in propQsilo, alcuni çe11 ni s.ulla ori,gi, ,. i.•. 1W4le. ed imòame1.1to -dèi medesimi , ,., o.e, svilupP,o d 'I w ...-·.;i-. ~ ·~ ·<,.,; .. •. ~ ' • ·U •.- t ~ • id. 11·n . \l ·;. 9 sir.çp~e , .a , ~~,rj~~~ c;li q,ue:1t~ i~,n.dizioii·p.arm1 djp~nda .- 15 • n II id. 11 :4 5. i èL ,,.: 8 Jp~o cl ~j~ì_qcaz,one. ed 10 gran parte la scelta dei ,. ·- - .i lam~ii ' -:--curati.r!: ~r, adORtr,at,si lapfo IRc,al'!leole che {l\!e~. . . \, . .H o. ,· .. . . . . ~&, namenle r 5otale "° 'f\'•"' r f ! l ,i ',, IJ, I 1! i t 1 Prop'oriiònfcléi· risultafuerìti (à\ oi~voli ... :. 56 p,er OfO. , ·" u-t' :1,._ 11 l}ul>boo.e. com~ s·aP.~le. t•trò essere l~mrneaiaCa f .oen. \ f ,.,.~,t' ~ ' cortseguenz,a delf' ufoer a~conte ;tino dei sù.oi più, riìno(i ,• - .~,•t-rr !) I Jè f) "'' ,, n,f)t~,- ) Questi fatti di cui J:èsattézz¼~ l'a,.utentlcità sono:aseffelli, ed in que,s t o ~imo caso, p'iù o ofenb' c~roplicatò ""' " . , . ~ n \ , l O t ~ ' -.. ;i· ~ ttVl~ ~ f,W~ ' r: • sic~r,ate .aaL p.refa_to cav. Ar.élia, ~eri~~?~ al .q~r~o ~ lI dii~a'l'tri'si·n'lomi seMrrdari, doo'dè l'adivisione nei bµlfmolta cons1i:leraz1oné e non d7~Qohgono !roppo.m fil: boni iu primi ti-vi e secondari. . 'A·, ' .. voJie del corollario ,sjlibilìto ·9-àll'onorèvole sig. \ri~Altra volta ~ qua1~l'iìn_que di rad?! d'l!s!<> manife'slaSÌ minckx. senza èssei.:;stalo préc~dàM da1.utcerè, e p'èr con'~~tueòza t non si1 bia al'tt.t! d}lto1pér' g) ùdicarlò veirer-ètr, oh'e l'e;;_sere CQNQHIUSIONE compat'S'O dietro rapporti sessùa~i sospèlLi. Quèi,,o ~ que:llo ).ob;e 1 fr~ncesi chiamano :bubbone dlemt,lée1, e olfo Dopo 41+esta breve digressione., ritornando .or:.a al il ;Rioord ,n;o;nj ricon~se.:e vene're.o dtcenilifJmon aver mai,. nòstro asshnto ,· cdncbiudéremo co.n.l,~ ~~gu~ntì rived_uto che sja_sJato :;eguilo da. matallia.·sttcondarìa , nè , flessioni : ' cb,e, l:i119C\l.\a~i911~ d1d s.uo · pus. alJbia Jpr.odollo ~l:éeri 1° Quale fu esposto., il rhmltamento complessivp v.e,]' J ~l"~i c~r~Ueris_ t ic1 .. l> , delle operazioni vaccinh;be dell'anno p. p. può "dirsi Su qu.e~to p~rliçolare, a parle le asserzioni d'uomini abbastanza. soddiSfaeente, tenuto c·onto;•specialmente degni di fede èbe Qs~ervarono sintomi. ìli sifilide se~.Pil· 1 ehe si trattava. d'un provvedimento nuovo il quale daria ÌIJ seg1Ùlo a quesp bqbbÒqi, e cbe q\tennero l'ulçer;:i per questa sola circostanza d~veva incontrare e sucar,a\leri; jc~, ~~J'in0Irq.I17{01w~~~l loro P,!lS ;;per ,st,i)Wre J perare n.Q_n RPC.bi Qs:,tawli nella sua 1ese~uzione. la possi~ili(à delta loro ioùole ~fJ~ciflca ,;:baslerà il r,ìtleL2° Il diminuito ·numero dei vaiuolosi nel 2° set.ere, che ançbe quando si fqsse sicuti di non aver pr~mèstre 185~ pare,..possa già in qualche J>at'te rìfece~ublo "lj~tel¼r,ure .q~la,lbc:?e.·, r1~cor!az!pne~.rP,OJ1 ~i ,p.9-, rir.§i, ~lle es~guite vac~inazi:oni.. e rivaccinazioni. tren o niegare e 1e · 1 a·s ~or 1meplQ ~tp$1 P9rl-u.to 01w.~are 0 · & .È a·pr~s.1unersi.cJre le annùali vactrnazioòi della immediatame'o(e 'in virtù della magg! ore aùiv?t~ dèi .-vasi leva, ,quanqQ potran-n.o di bel nuovo riprendersi e·re- · assorbonti1 d.'elermiaata in COTlì=I. '1>arLicòlàri,.C1fCOs·t1;1._nze ~I \: ~. ... ' ' • golar,ment.e continuarsi" d'<lranno risultamenti •prodall' aocre~ciuto·e altameìHo vitale, 1 ' · • !' Ì • 1 /- f' h'fl ,J • gressivamente ·m~l.iori e cli~it vai.udi(\> anth à> ciò ·• X. spiegar' com'è cqe a.èoad'a 1a fotn1azione sief qu'bb,o~e stan~e. per~~ndo terreno, ma non a quel punto che venereo beo sapele che innanzitutto ;;i ricorre a1)a s[rutsi d~si~e,rm:e}!be e, ~ò p,e r l'-indicata ragi_ooe. \ur.a~aaatomica' delle ghiancihle·· b1edeshue, lÌl cruà.Ji f~vh4° Dalla maggioranza a·ei Mediçi dei .Gorp.i fur0po risc·e t'-arre'sl~t:s'1 la~1 p_ us a,sildr'ttili tlaf111a\ efli n?~i1~t411 per? ri~ono,~plute. neç~s9.~rie_, . ,per,par;te,delle> ~omp:a~prono n'ellallsuperaéie dellà parlef contaai'm·tlt11 cttI. vetenti Aqtorità., .quèl}e_ge.9ll,e migliorie o .maggiori'"tt'afeoo vener..eo,1oppure.,trovatoslffio1 medesimo a c~HtaLo'.!' ' ciliia~iRni 'ç,P,,,e ,~ooo i5tat-e- c:ennate nel testo dì Qµ!!sto p,.r.iJ~.àp'io ;viti~léolo dé'sta%il es~é~'ctuet 1 p'ar't,c'iirt~é W quejjfa rplazi<qç:~. u r h CÌ.is\:ucbo;din.aipic,o c~si c6n.Vé r.te po"i 'ii'11'prr?ce"s'sò IDìglJ sUq_o,1spe_cifle c.ome lacoausa ~otie-;J<f ha'1qeter,minati ....:~ ', ._ _ _ _ ., __ ••.»t~•----..,.-: ,. ~i fu,ro,l},Q:, p.t!Jl,àHr.Q. per pcatio!ldisli,nu~a~ q,uàli pf:a!que • .I} I\ • I ' 4_i niegare la " l¼.lora _specifìc~-.tlei b~b_borii v.~nM -.~è'o·n...!.J.? iidUJl.O dO<,!,q ~~?.l i: C~)!l q r~llJplrQtJil§e nJ ~I FJ\e1>it-1sp:~d!~e a \~ .,.,\ 1os~o,p>, g~~J ,1.nd.1o(re: Jaspetto. .de_ll~·p_1aglnl!he•?e?1~ò(: ~ ~ ~ I [}I~\) .. lt1nP.~ la.,dJW;ç9}!r,fl1,ìt01jc\-\ll'~~1~1ç11,L.r,9e,.,eom1nezz1:,011d1 .i. O CONTJ~U~(JE' È' ;J~Jè ·0;s~;,~;f~;{i dotto,~ qa.1{ ec\,iR{!,_9;,'1-.1~ Yi:l1!1,.'1i;1o1~1 ti!s.r Loll~ildà-ll~, me(je~Hnel J , • , •! sulle ma'Mtt,il venb;ee da es"s"o ·#Jralìi nell' O~P-ffl.½iet.1 P.mp4 ~~e.}.~/ 0 ,o~o, 10,E.Q.!W1Jr1 a granul_l\f6 . : • ,• Militaf·eÌ>ivMi<>ndrtò di I lt dal·1·itot't o ~ 4'[h- . I r,ag~0011 •~?8f,e0s Le 1i~nru,r j!, tl1P1Mione d.;,e,aftle.e 6ci~dg\?a :l·oh?rf~''$inrf;{lt~v'fWJ ~uò_(ìe.sie,~~idl9l},S~1~fe:l;~ r';P'l\~~h.Pt:!qol.!9tl:\t!ll Slitttpli_~ n ·, li,'l l'. • ,}1f' "'·,.,. '.'i,... · 1 •• li e 1 •f gorgo, origto:ilp d1111rnla1z-1one1q~lle ;parlr: doqd._El"'V!ln., , ·""!.k i v.11n1~t.No vu,l.1N;! 3'.8-è39)- I • . 'i . ... aono i linfa lici ch·e col c6tron9. alla for.rnaiionP. dAlli\ ghia~ -., " \ . q . 'r". '•\31\ 'i'! . ~·,, <'/:<'Uh. 't)'J, • , f , .; ,~ 1 1 .rf) ~.; r., . •. . '', • , • : . ~.ol~, )Qle~~s~t ~a ;\ èi1\~~~ 1~~~~~1~.!~ ~~~Q:i';1P~~'Mf ~'.M·& ~ • 'I \J J Se non·:vi opponeste, collegh1 pr~g1allss1bi1,.a ch~ 'ffar- :1 1 si no~an·o lii a, segni ·}ens1~1l1.dr nrees1stencLe-,1r.ç11~1qpe, 1 ' ·1assi· q~eli e no:uoo.1,,ge· · · ' l.mo htJ d - .I 1teoerllj r •T'i 1 ' c-a1 I) 1~ \1 11!I :tl.ll ' .~11 Hi• •'b b · Iand.0Y1· deIle u Ic~_ri· v1· rammen ob e·"me\'1 x9 o. no re. lra g I lì.le~si u - , 1 neràÙ ch\ ~8_gni , clìifotgo pol;~ sempre ÌOL!}rprela_r4 é'd,_ • b,oni grece<fillfijaSlJlf/tY. un'tl!Jzo!ip,_<rr l!t,~}oo;c~tn.~9,- 1 app!\Care _ sèt~'ildo sif.Q ~?Jo·~?I' v~dçre ,ecq?i.ndi' ~t~OtJAI, 1c<rs[ànl~IR~~lè 6ise1H're si·0Mallifé~fàj· r~ .teiJ«ci coroflarl prahc1 ohe ~&stono lalv.olla scostatsl dall,!,«R: mdoleQ.le....affa!lo, -o.. per- l<rmeoo..po-co !tensrbrle"'U'tc"era:. muo~ base eraP,euiica rre11a: cura delle atre~iooi ven~r_ee, zjooe. . -~ 1r ~ , ~ come d'ogni a~tro g'enei:e di mafa'tlia /t ~èr~~l}ete111i, ~or~ . 1 D.9~e,nJ o•. 911\n.di ;~mm~tl~~}s.pop&lbi1jtar,de1, biibbone ~1.'
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:venereo d'emblée parmi si dehba per le ste!se ra,gioni .am· :glie~~ J'opp'or-lunità· più ili questo che di qùe!I'a'ltr<>d t~tla• . rnenlo sta il segreto dell'Arte. .. mettere che possa aneh'esso esse11é susse'guilo da sintomi costituzionali. Più V.olle ,intesi a ripeLere da clinici dislinli che l'attiNel tratto di tempo summenzionato mi capitò tli: curarne lu~i_!le a d1scei;nete in pr~tica quel ~b~pfù sia co.~ve~ìente. uno solo, che non esitai a giudìcarfo tale: tanloslo spcadottare non s'acguis\a solamente sui libri; essere quindi necessari'<> di f'éder mol~i ammalali, occup1mene. ìnd'efesrimentai lliosutlìoienia dei mezzi risolutivi .ordrnari;~e~mi samenle anche quand<> si sia dotali d'uoa~dtspiisizlone polei persuadere che nessun'altra oausa intrinseca od estrinseca fuori della. v.enerea n'avea potuto .determinare par,tìeola,rè por, &jjplìcare le feorie alla pra't'.ièa. .... " lo svil11ppo, di porhi giorni preceduto da commercio im' Qa.esli"riO.essi· mi fecero sempre dnbilare•di me slessò, pur-0. In qu.esli> caso non ebbi a curare·malaUia">séèonè 4ei così <letLi metpdi ad un-tempo; e<$icco~e-0·onrimasl darj3, , come mi arrivò .in lanlr altri•n-e~l1 anni l'ràs-corsi: ~ran cos.a soddisf11llo d'a\".er n~IJi é\~f!.i,scw:~i agitot ~em.- , pre nel senso di risolvere fuLy indi~linlamenLe,i ,bub.b.0nt li Joduno· pola~sico àrilmini~trato a .dosì gent>,l'ose s\ibil"ò 1 dopo lasciata la dieta se-ve.ra dì duersole 1hine'~tte, e l!ùso ~· che curai, vi dico eh~ ne! lemp9 cfi 9.J!,} vi p~rlo non !D'adellé bavande temp-eranti fu ~~ffi15i'entè sénz'tàltro ~ ri'pop·ecai più a lutta forià per fmpedire la suppurazione solv-erlo, , . ' u 'dei· butfliòni, e ,i assicuro allo stesso terrfp".o?cfi no'n aver SLande1 tuUavia:a -quanto i-rì à1tf'( cà'si1·nH f11 è\alo· d:i Jf~ Ìll!piegalo molli giorui di più per ultiiparne:tl~ cura; co'mff 1 1 se.rvai:e,. noli pò·ss~ ·a·.~eòb '~i 1cof~~nJ~é .1~.n~.~à~~~s',?,f:e auèhe .d'èssèrmene ..lroval9 oonlenlo" ma$sim~ p'é.l'•~ve,W.lyto-t glt, l}II§ul rseoor1'cJat!l d, 'qh~s'll l'iu·\)'boni"'sono"'p1u mUi , a~lu~~i,coi:iserv~r~ ai :mit!i il~.{)1.al(ll,i: )I vi~<n~ oec:~?s·~tJiAlPJ~•.lì/J pµntb'\ éèroM 'cf~sli nol'i ''sotìb 'preceduti"da uf~f~ è'a ~f,tercj;1~t~re a~h e,1Tell1 del1la:<l1rnora,,d :9~pe\l<.!l,1¾, ep.~!~9 n.f~c.Q:~ ,, • ' ( ' ~ ,J! è r{ oli.,-..,<- ,l ' 11'\l , f . ,, ~ • 1,'..\ f ,, ll\.l' ~ • •;I ' • }• r11lrnQ,, C'.le rur'm::ijSO. ?n/ ,. ~i\ ?",~e u.'.~ 1e~11 ~eJ ·CJ,H!ll\11 . 11_ .o ir~~lMl]le~·w, an~i~jn,e,re? ~~~I' dp l°i ,ai~q.J~,, llj,\ q,fcp.~ia-r l' econ:ffmta .nOff ,le'rrn aM. essere1, sa!u,ratt 8~ v1r,IJ,~,; c,gme rio, non avenHo usalo che moaeratamenle, uI sqJ prrnCIP,IO ,nef éasì O't'ilinari èhe SOnO preèeauti da UICef1e, , ad11~1hl~fo.ili a: dé] 'salasi o e:<1el' 1Sllkguis~gf~.·' •,~'/J ,; H ·r 1 ~ !:.'intensità d'èt sìrMtpi cl'ie ,ò~terminj}:a'òd~mento;it~~., E ·se W *'vi 1M t>, 'à parér 1h'r~; 1iiì' c~i' ff <èfiir_rttgcAfeye 'Sll.o·, @lè conseguenze tulle dòlla speci~e ,inltan1mazìonc ado.perar.sl pèr olLe1rere1 la tìsohfa.ione def l5ubpiinelcon ogni mezzo possìbileisilè quando, pec•il'mado-~arlie_ohtre• che <là'\µ11,_go a'Do svil~pp,o dèL medesimi, dipende in,gran di svo,lgersi con, Sintomi eminentemente flogistici,èh'.é inparie dalhrrìtabìli là propri~ dì cìasi:uoa delle ~hiandole affetle, la quale è ,er;npre in ragione delledi.ven,e-ìdiosinteressino per molta este.osionc i te.ssuti attig',!i al~ghi3:W-;i.. cré!sier de1te parliqolari .~isgosizio11i pe.r r~ioni: ~iet;\. d?la ~ia egli per~uaso c~e .tra~Lisi f un ~u~]>3nit i~ fuiJ a • di Lewp~ramento. di costilu1ione e va dicendo,.daHe'4òali thffus1one del processo 1mlallvo, prees1stenle nell'ulcer.e. può e,ssere dominala l'ei;pnomia della persona affella. siasi assoéiata all'assorhimeoto {iel viru!I so~mirlisfra~~ ilell'ulcere medesimo, e per conseguenza si abl>1a d~1teCalc~Jando quindi q,ues[e diverse condizidni 'in<lividu-a'li,e conl~mporaQ,eamept~, ~e v.arie circostanze di clìfua, di mere fondali'C,ruenle non-solo della1 lròppà·iesten1iòne del prdCeS$o: flogi$l1Cò1 ma puranche d!'.gfesiti-suoi il-p'iù-rjefle luo~~. e, siqi~i, parqii d:ess.ere giunto a p·ei'suade:f.mi, che no11 e?ist~ aJc~n . ri!pporlo costante e deter-minàlb Lr'.}: i . volte io lalj, circostanze sfavilrevoli ~ cosìi, horpréitioafa siotoll)k PJ.i1Pi!i"'.i e..M, ~a.loltìa,·s.e.o.ontlaria, p'er:'fl_ue1' clfèln i· ?go~qÙalvo,lla,.tni~si l)~ll~Ol).~rqno _oasi si~.ili,e~h~.~huli.-_ riguarda ,lll,MP.1, e,lc1 fortnidella,medesi:ol~~bme aa~ìitòlt,.. cai cotiverge9te, ~r! n,d.~~? ,t~leri~qi_cazì9J)~n 1 16t,i m .• 1 , 1 ~si è' v19lnJ& P.!lll~,Jlff~l)er ' ;J{• Ùl , 1 h 1 Cl1e se il bubbone ore$entava..sea:ni maoif~sti rl!in,cj · h b &t · ~ • ,1f>1, ~ ,:H'(" 1 ,!S.1 ~· 01n: . 't1 vit.1 ~~ ai:n.uil!h;g" 1, ,t ·F; ra I utte qu~ste quislloni e e no.n ~1i sem .ral)v"t~nt~0.:J, ' piehfo suppuraz,òoe,creae 1,p1ù ra~10nevo1e non er.o.yoo,d iìll))en'o tgualro~nle{ll'~i]Ìl\Q:l,~a, S'Cie:ma~prati'da_~~lrfe'!(stl'na \ èailti('! Flissotlljnl\Mt~ cb? sàfaeflf. ·~d>'i' ts!?ìWlb.1s~i·t -~d''.~t a miti ~ ~~il!Ol,è(;Cosi i'!ll'por~r1té,<i'Qméfq,d~fta;1cfl:e,~tl~p-t/lld.:~ 1 ·u~()e fatlo,1Jusò1?.d~ji%v;~sìvi ,frlléstilliìli~1Ìé1~erffb7pfoPfi!!Ulll ·essetshprese'll tia Jlw,pPìtn·ar~a 1·e ar.dtfifi1se: c'o~;v..~lrgi,%~1h1ò~,r soly,tinti;1. p'er11)>1ldiimneu1Ji01,p~t{(deligirgtiarl'lot~'gita.<fra'p'p'o, e sempt~,prMul'àr.&;11a lt.isOl~zit n'~lij'é'Pl'lubb'OWi:11qi' n! li .ri..,.- vi9~~j\{ \"JOA(!~~~ Ousisti;(l.Q1U>b~!·e.~r,b ~ lfl ;~{I ,ii!); ;f,r I[; La maggior parte dd lraltalisli la voglion9., ·'eufh'l!m'lfi H! t fi~lvol~t~~if~~\o pr~S§.~~§b~ ~1m1iP tW\-O_~p..1lò.;di ,cu>,ve-.bio.) Sa()è:t~/'.u,):f;vfrègòitt'kèn'La"'eéce~IWITè~ ·n\o·n'biaìl~-l'.l~ò"'!efrr Ì J.sservare tn alCUDb aden1l1 d~terr;nio~te llb~ «ra~ e l)O!)f, dislintil ptlHlèiPèli'e! 'pèr lo ..ffl€ò~,frl lffiUò~~h~ç rii\'t\iW!t'H .'òù)it !ura\a r,b\e~icMigìà'.0 ~~ nft~febbe t Ul t ., • -r ~,. ..c~a • "' ,. .i >I J.''f~l(t ;..•11 • b rql.t\'r1f..,_ -diversatoente; come vedremo in a~~re!i_so. Baumès Sfh~ faden1kl_ ingùrna1l!'l' 1m-i tal casi) si pQlrelihe onsidera.1e 1 s~iene··~h: ta1 y,èctt1fva ,-&i"1b(W~?'ìf·é<lè pfed~' l~ ~~ toroe·~liélU)' dell'a~sorbfio, mu-cò--p'ws ct'è· pVftf't!J1ffJ~~t~ ' 1 rrsdf1121! n~ ~~~Ì'~_t1l>'ta t~}!,IO òf?,~[f ,~ J,l!,,0- i /rr,i\anL-e s_cp.a,.ra fo.,q~elJa, ci:rco-slàniEcit{àl\nub'os.tfitlttàrrf Cessctdt SOj}~arc1i 1òo~, i•tlfoc clie'>fa r1soluzwn~;.si det:e 6pRUr~ d~l('~l&e,:e,.sjfili\ic;o ,<:,be potr,et(bc èsislei'è'~ntéift0 ' solamente \colare allorauando avvi proba~il i(t q~ì,:~!) er_""'. pocao~all!~Die ,en!rp !' 9r,eJra. mei\,eS!JDé\; C!).nl.e ! {l'&.f-el';IO" 11 ,, "C:lh'~ Dll'll'l •(i",1 y lu• , " .- ~ ) '' · .. ft -•· ~ l · J il l con1ém'J>o1~. eameote neulraT1zzare 1 v1rqs,;T O?J1~ jJllnA- , possaoq, pro,vare, e ~a yrru qpf!me pus ~\}0c ~ -q-~sti .1 . ., • ,.,. J a :, oJrs . _. '1' ' A:~ • • t.. .;J;J ~ l' bb ' ~ I d { ~h. dmi~ gfì effelu; v3le a <lire, 9uan1 o lq, stato, di aqitp, e ,,. bu , 001, ~d i ,sin\..o,mi u.1en er~ i :ir. ez.io?.e. v;en . e.r~,,~ ~ }i ", 1 ·I' ~ }C~"'"' o,tt, ~t· • · ?l " 'l "' • • ' j '( ' ' 1a. b_uo~.a . ~ ,sf,ur,0;10,,.9,e., °'e,~11'in,iliyiduq, o,on~P,è,la nes,~,!ln~ , appa esano'i11 seguilo a, med~sifui; ma in que~t~ ;arti, ., • - • • .. il .. I • tfJ r,.: f I p. "f , I ' ' ~" I ,.., J f.. es1stpole ,co'molicaz1one p, e .rmellano di e~eguir:e una com~ · colare v'r •urru quel che en.s'o mc.rilr~ veri,:ò a ~ar. arv1 ·de• , ' \I t» l 1 l I I"-' 'i ~ " .. 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1>ri'aurenle deni. Di, qu-esl'oss-ervaiione mi servirò'in ))Tesso nell'esaminare quesle opinioni ed i criteri' cui sono appoggiale_; polen.dosi anche so·s,lenere che la blep.?,~tagra \utt6chè cònsideral1~_co m'e il ptod'ollo d'ùn"vii'us d1ver,&g, dal sifiÌitico propria.wente deHp, jpbia a.ncb'èP.saAe S\lC maj~:l,e,.s.ec,çwd~ri.~. o coslll~~jo[Ul.li prq~.ri~, . . L'altra pur imp,ortiµ/ll} Ql.\~tjQne,ç,h~· ~~med1aJao:fo11,te1, si prese.ola sj è quella,. se tolli 1bubboni, .nessuno es~lus9, siano,l'efl'etlo delt}a-ssorbilo.•veléno •enereo, ma meglio di 1
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PARTE TERZA Relazione delle f::onferenze:sel~~•i6.eb e,(MJ!r;.if.1l1 .GBl'ffi'~Iò, Sl~Toa~h•) 1
Lello ed appro,àfo .il processo Terb•le ~éll'ao~ · Ì • ,., l ·· · " 1 e.c~<l9p!e torQa\81 iHs.ig!, P.rèsidé.ote •ì fa,11 dima~cjare :se• qoaJ~., ID~ ·$l\~efe;ai quanlii'··i·tt>pé>r an~~!sja;in pratica ''asSfèura~Si po~q,g,~ll!'Apµoao~a ti~ne io ,p~!)11tO qpalche is-èJ'ittO f01storia Il prim~ 'di stabilìrne la cura, 'se questa, Oppure u,~)Jlra · leggere. A,llora it~oll·Bara\elJi chiede ed ottiene .di leggei:e onM delle \ante CaUS~ cbe p0~S0D0 d~terminare }'infirmmaSlOrijl di l?/lrl<]fimosi compJic}{t~ da. ofcete yeoe.reo allOJ:cDO, alla~ zio ne d'Atn; ghil\o1o\~, possa e.sser.~ di. pn1feren11~ .i:içon,o· , fOrona del gbia11de. Terminata la. lettora, il dòtt. Cajré domanda~, seiu,la ammis,sibile. J?arola pe~.façe al~oqe..oss!ll!tazipoLcrjticl:{,é all,Q sJoria.sçdtta ~lolle , oll"' le ruYide, o ~roppo -prolungate,frizioni Hai dott. Ba~jllelli, e inoaOli tolt.o·~li obbiel.!3 che tra\tltpdoti di -., para6mosi, la prima cosa a ffrsiish~1 di teg,tarp..e fl')•tjdo~9.oe, 1 mef.C\ll'i~}i àllo SOOflO di pì:ev:eoire J'iofeìione , ~erlerale! ' per .<ìna~t~·ii,ia poss1bJh\ ed es_au.ri!O. qof~\J> pie~~ohr)~orrere, tenendo conio dei oa'ralteri specifici d'un ulcere, 1.aòoé> poscia auo··sbrigliamento del cinsoto atro~~~te, i c}l.e n.ol} fo;t luogo a d·elle a<tcni,ti i~~uihali.; seppure nQò vengono praticato 11el 91so narrato dal doli. Baratélti. ~al!lti _a·a~l! JO/ta suscitale dall'ai,iQp.e; mecc.ani~~ del\' .a~sorbilo rrmedio. tisponde aHe ~~te o,bb\eziol)i ~he datando 1~~ da ~re,.fior~i,i~ 1 Ih parafiJ!losi e m1pace\aodo cangren'a,,ii crédette più conveniente 8 5 Così p11reJ,a d'uo~p-aceertarsi ,èbe non esi l~ una qua c di ricorrere allh carificaziooi, mezzo piil sicuro e più pronto condi~iop~ 4:iatesica .in quel sistema, che per manifestarsi in qnel frangente. Dopo alcune ·brevi ri~poste pro~ e cootro, iliabbi,a ,t~onlo sufficiente oau~ ll'oc.ca_sione .nel :Y.irus ~aoda,Ja·pafola Jj dott:Tar'rone.Ql>esti!oèga ~s~ò1~·1auretì'je1·h::iassorbifo·'> il' quale. ~ruantuo·qué 11hnolto inod·ific'àl<Ì ·c1~11a ~ole1venèrea•delle!oIE1ti èo~ pliéàdti' il p~rafimcst:°a~s~f·eodo azione' dei linfatici <;be lo condusserO' alla ghiandola, che essenoo·desse guariìe io' asi.ii bteve·'tompo e i o~ mezzi ·a~ semplici, ~gli era aulbriz-iato ·ÌI ·é'redérl) che fòssero in v·~ce semabllia ~~ito. tuttnra' irfilanciola, eer nerla trovata · ispoSla plic,i esco.~(azionij poiçliè.tse fosk'e¼'o Jt11tij: d'!r1dò\Y'vlfr'~tie~te 1 a suì}ir,e uµ, p~o~_,~s~o ,1ogisl)cò'. ,9a un pr-$ìèsjs~qnJt "izio ., specl.fioa, DOR potevano a mel:,o di'diffon!lèrli e propag~l~i aH~. J• cosliluzionale. fatte scari6cazioni,.il che non essendo aneonto coniprovàva Che il .viruli subisc.a una moaificazjòn'e per il'lavo11lo; maggiormente il stro1:tHedo. li dolt!Bar'atelli ris-pond·e1che oolhi dei Jinfa:ticl;, riJnane, <pronto dacchè •U,1_(ti,'convel)gon i osta,a,tta P.r 0 nta,Kria:rigione ditmJelle tillìeili,tanBl}e am'méltendo 1raltatìsli -che il secondo ot'oine dene- gbian'dole non la loro natpra specifica, trattandosi di:atc,l!ti'primfUve. e .,locali · non doyei-:si;p.r:.roiò ran,' me~v¾glia. se prima con bagni saturrimane ':interessat&j se non, in~pnualclie.iaro'caso, e per .,. guari..-ono. 1;1ioi~ ,Pq~.9J~ ç.oo .leg!;'i.ere ,caoter.izza'ziònft ti>sto~ diffusione del prcr'cessÒ ·éh.e_primarfJfue.1,1(e ,s( ~ s'(b1\o~ L'a~·a essendo tarda, il Presidente sciogti.é'la s'edula aile 'ore nelle ebii1ndo~é"sc~erficiali; tànlb è ~be aue,sle seconde ke .no. merìdiaoe. ,., , •' .,..! ., 'n:~ ... ~ ade.n; ti t,e cQ_s}. i>,os~Q__spj.eMr~i..,.sono J~Ql$ù~.~} lo.w,,cor~'},., A-;,.~s~~~.D'1,IA. -f.el.~O' ed- approv.àlo il pròCi!Aso verbalè 1 merwel',li Y,.ijri,,pup~o.,l)i11V9JlfiTpj~ .1;tmitiyJ hS1.1,ppur~rt.Q con, dell'~oir.cr~deot~;•eM•a)'Hipre~ioénti!iòtptUieb:e 11~iiÌllììHlz\l In• maggio.r-ptqnte1,~a..-e s.ono I piùLpircosoriiti. Per, decreerer torno ai maggjqr~pisogni, ob.iltp9ti:ebberow~çouerè.oet:servlzio· sanitario in 'seg~to aJ C4?q~trwi»nlo~Ai ,fto,ppe!l nei1intQrni nuiudi_ della .na.lur.a_. _d!i. •bub'ti/oo'i r;h_e_ P.,os,sor,_,b:.•• e.s.sePP di ~ Ie~l}@r,;.a. -i • ,y l , . . , 'l, I 11 ~ !1 11 creduli,';tf.é'ner.el' 6 1 p:mm tlY.fo/è~6elèssano "~tawrnare non SCIA~~flU,.C,<),.~çl:-\Rl,i,,~IZJ;..l - -~{lrJ'j!YY,Df:lll).;"3J'lepza. ~ solamehle· !.?.gli{' a-ge~!i: este,rfifèb/ ahD$no ,!ìfuì~tI 1 delle r1i.~, p-~tiv,e Goar.nigiooj, ,!l Gonfer~U!)ll-~entifi!}Jl ,pqo-i potè ! "C 'I ri 2 • l :J •. ••1 W T al loro svì1uppo, 'pia_ purancbe ie, , coodùjooi di sqlule aver1oqgo. , n 1t1J 1 1iIJ;l~,ta J~,lr,~\~f~ c~elsPr0 f.~~flh "frJlJill\J~011~ J;. gen~ra!~J!~\11~(~A(~·1'a~p, f ~ ,n; il atTelt-0,r:ÌéMn~o~~aJtolo11 ~ov 1irAÌ .. lu-;,i,. , .,,,, 1,r siidòta de1 primo genmlio, il !l.ott. ni,a.p_Qm.~?, la, parola per ezil\l}<liq,~~e )!Ue.,Ri~pr.,sizittoi· m11rM$'.e congentm", onde, fi, canone ... , ' ' nf ' • " • i:, " una- modi /¼1. proceno "stesso, ~~~ bnme~iMamente 1 eYi_l~tll)\J,;nQj,,(Ì'UJl?,• aisàda;,ta, ÒUfa anliV'el'terea~IDftSSlme1 YÌetlOesegiJila, . . 1 se ·S,Ì ·av,cQ~~ '3,' Se.o:Jgli'eré' la e1,1ra' mer'curfàl~ ! JD·etldè'fsi, ad \ l~ft'ei~de'f:~. .,cera!.? (~roè'~ij) ~f ,~~,nO~flif~l ipbja i°tllr~pdiì.deY,~ tlna C\:tfài'nl~f rfa ;'è pré'feriré i•a~lÌienerea dOYlllif~\lncomlDCl3re SV801Uratam~D,l& C0!1;. lrO ~,·\~I XJ;IOrl~; . ,' dall; i'1ixe~sit4 ' UDO di qaésli Si riferisce è Vèrn ad UD tisico iofe1mo da molti all:~dinarlf d&t\è àl\eoìtì; ~ip!!?,~; a~unqu~ d 4,eUJ 11fagnosi I slaoilila .ref~Jiv~IJl.~Ote, alla qjl\9rp., 9ej1 mesl;m~''gl~.al~~! ~ù }i ~1ìl~tr,a"ia~~~~~;'dif/.i~~YP,po 1 . b,h 'L l:i. ' ' ' • · l.' , • ' oel~tl'la mett1oa ·<la·~rè•d leoipo: aioe bli~ _an~o~~i aewi...1~ratp b u ,...,one,,qos,ljj~ d,~I P.,tE>1dorf ~CQ-,JJS).dei:~f~ tl ~»hbAn~s()!,lo:u cbe,tJei 'n~cruscopiè di questi 1 fossero 'itite 'iii •oggetto &etra i ra~egr;\i-1:efipJpgjpi, teMè ac~ anati t .oppure..da.l1imetteni· 1 presifilél•etlòta j'ma cbé•argomeoti plù'l\H.p'oi!tanti 16 •coatriò~ d'accoJ.QQ·tJ!ik,,,çq9ma no 1,,eh,e' .con iulll;a1Lro. AuL:o'ifé sulla,- 1 ~e•11"b,a!differire·di~pàrlb11eH ' .. • natm-i),~e~il>ul>bonitè)ie:'sono1niecedulil dalulctre'.'g11i~ieMoJ 1 • l\lfe11tke, "qp1adNo i teìi6"t1òit. Ceràìe 11:li'ei ladco~Jegaenxa Yen.eiieo:) ,. ! (Cofltt'infd) 11 dell&id1pezione passata,dal fig. m1ggloretgènèta~1, liYpropoad .r ,, l 8 raasegva -.1p-&Giale dal 1'1~91 "tegglmè'n~itl'Ùlf8JÌtb'ri9) m_ oJll lpacmti {.a~o.no' ,1natfdall1;mJo,1dr,atioifi,'>~tll ~etld•l,pedà~I! , 1 GE.NPVA-~ -
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tà'!,~a çb~-•i volevadar.~1a-,tu~Ha,!lg,Jo ràcconlava. fer tutte ~e p·reposte ragioni, il Casso.ne fil ·r1fen'uto da tatti inabile al milita,11e servj~io; . :: - "" • · ·· · ~ nne ler,z o ancor.l o TravclH: pel :qoa]c:..i.l dott: Cerate fa .os.se'r;va~e eh'e o[lre a deYìaziÒlle dello, estt eJJÌilà ipfeJi9ri', allega -~J.h1;tz~PP.~ ioei~ ~' c{ 9.v.e,n~o;1-o, tu\'y, \l1W,.Ji!'m ! i:~2:P. ·,esser e primo a1~'f{o,aJ grado ·i:la poter provocare la riforma: ,e d JD ~<tMJJfo11rt:soao,P.iloÌ·'cteilobb co~srsferel totl'o' ln-0hil'.S\inutà1~, JIY,1Ìto rik-0a~cJ,g;, 1ra.u~rli,n~-O:~!e.,01;izjpne pè.r P.'anéii.illlltiis,ç~(lto. e.efu _ che to~t.o alte m]s~rnzJ~nì ! iu~tissime c'.he se n,e . ~icavauo 'èo1h Jiligenti hf~;fijui', i ilìllll;;\1drp6 ttìslès~i si-a:n gtleiÌdo·èétilt~ili.~e le-cosci.ii -~ul 1>a.cci'!o!ad 3ngolo11etto,;,ei1 ·alla :·osbeJ1tafa ~ baccinoj stè&s_ o aceQ.innaaoata da. \'fodi contrazioni" Yi"1ione· l,q, ;t-f ~ r'°' del ' ~· ' ,r ""' '""i .• Y.. .. 1r,t c..:> . ~ ..)(: ,muscolari, ifttaoloèhtY,la colonna viii;e~r~{esi pres,eota regòlarm~rdiì tlii1itt_à. Il Tra\.e11ì !ltìn'qii'e' ~·'ltièhiàiàto~'libil'eia!. i er\11:iio ,a~. ,a~a~i~ità; ricredendosi -~ J:h~ lo.,sle,sso dotL Riva a,_coJ Jn pr.11(.!ClplO ~ra sembr;n'lo di SCorgeÌ'e. on' .acc<frçia:meoto del "ìtJJ'6'rè shiislr.o: . . ' . . • '' , !,\ç e~tq, OelPJ),Pfè, ~,ir,po !l1'ami:1!?l,o qea~tJ:! , M.r ~iv"à,r{ciime,oto deUe èstremità i"òferiori, ma osservato di liizenlemente o·e11a·no• .1 • J r.t I) . \ ,'- }\ .. r· r.ll ~ ·'! IZIODe' uCl Sd lfato 'in, n1ar:cia. ed ÌII co'r'.5a, fot(i' gli' :t~ta\ni ,veo;gono nella,co.nNinzione che il ·òel'.pò'titè sia:.ablle!al seÌ'v,ìzio Jmi-, fita,.s:e. 1 li • fr\l~tt. C~ra1e'pi:esent a [>8l'qointo urt'S~illigt , il qòile iillré ad nn qa~lebe grado,di gr;icilit.à offre irnche on'abbass11meofb &òn· r51i_deré"oie dell~ spalla sjni~lr~. rl,)O,pOl 1\S:rni; ,a.f CU~ate)'qda~i,oi', ,j <1it\orCl'ap_Rat-i 1\'i'va, n ao'Jatèllì'~.'i(~nco~u sono 'di_parere che "if diffe'Ìil dèHaJ p}i-fta·6on1$SÌSUI fu1e'Wo~ìi'fui iite: m( c&i ~1avììlo ,f i~?af~qj9I,lt ~ra~il\,W. ·.P'.?!è(~Otpt!>P(!~1j qu_esf u~"'o,eo,m~ ri d,1~1le _pei, I.a leva· veQtma-; ma,1 11 dolt-i Cerale·:in111atenào sol!a:;s11 ~' ' ~ 11 • • ,1 "' a" • I· , ·m:_u,a,zìone Pc!te~te.d i'viz1~ alf.a -s'p~tla e _consi eranrl9 •'cl;le 1Ìl 'gracilità non sja a qoel 11:rado che· ·il régol'amento e~ig9 , jièr dar, ?i,r.itt~:-~ gne_st~ p~oyvedi_~ento, ,"Jli.~ n-! il S~ill!go al serv1z10·~1hta.re, iltch~arando 11el tem'po 1sl! ss<d 'cJW avrebbe :!~.tlo,nota, '!_~l S!Jr> ce~tific·~to•de!fo O:P.ioion~ diverie;- ~Ròsté. se·sto ;èi!. ;uJHmò :è:/ò9.~ìtè~t9 ~d:eiJÌ!i~,.t~n, ç,.erJ!) F.i~Z!l\l~i..l:!'!!,l , ·quafe· scoprendosi nn'érnia eì:iiplòi11ii <'Hrella .ct.m-·alf6lizìnn:e' del .m~desimo. •· '\ ~, ~ t r " c'<\!Ì~!~' ipJ,t.ninal~1..:vi~o ad nnanimilà'~ich,i~rat.o idatiile,àl ,er_Certo C~sspne;' ·Vie~e s~condo ed .a,lhil?il, !)O·t qoit~lo amaC1ros~ r, •, . ~,.«,;. · "'!.1' • ~- 'i'· .'( ' ·1 ' '·t;',,' ' ½-• lì' ' vìzio,militare,,11iusta l'arli i s del R'ègolaÌrrénlò. ina da·lt'ocçhio sinistro. 111cr.ott.•Tappari cli·c _primo lo esamina, E'~:s~3tot.ii tèlmi11a' ~!l'e. O'~~ _\r~-e m'ezta po'm~ridian·e, si' ptJiunéià~· tMìMtiva~ènfe ·p)lt giùdiziò" di àuìaaròs1 v,era siriÌslra, e mià'ii ·{ uest\i, àn èaso, di rifQi-ma pèrl'àrt. il'ò itlèl r~golàltl~.f9 ~ .s.t~biljsce tl~\ .Pi <>:prja) Jj~g,no~,.i1.c<>nsi,, 1 b~ray.dò auo stral>isro,9 d~ i ~o~chfo 'si~istJo. non gipendent,1tda vizìo!rb'osiàfa't'e,, jre~(fiè1~l gìi%d SI vi lge 1con f';Jci fìt~ in'"tdrte ' e ·aireiic,ni,. mìd l"Je's.tà ,:st'raoico rel;Hivam'eilte ·ai ·ile'St,r,o ' ,p'er l!!!t)ta9i1r,iy,Jlaf(le!}11!}!;{dpgJ_t~ssi tÌei a.ca1J,11a dellaAW~reòm. p~liL~~)k~j!i!iJ.ì't~i~4i~1 :. ~~f!i:\,~J~~1~·<> ~.l,la·p,opill!l_.~~1'd~. !WÌ s~qoj mov1m~n.t1, qt1i!,Sl' 1mmobile.nella, soa·,RJtrle sup~r10,r.~~\nle;,na, E1 , ...,l ·, ·~Ii t· · lf1;1,n,; .·th fl, ,u . · ' i l h ' ""' UJ h ,d1là!ata · Ìll confronto alla d'e stra; considera nel o .. a11a cicàtr· ce $'opridigl-i~fo. élié'HI ma.http · 3cc~ilna c:òme ci>osegileni,a di ,./lefçttJve 1 l.esio11é ·r-ilf.o}ltata t alaunil anò_iisono., e'-fin'a'l,ìn~dle;'ilòn'siili!l-at'1ìfo 1o .Al :cancr-o •labbiale 1con alcuni ,rapidi sguaFdi. sui ~U;i. rnariçjln,ti':1Hfe7<f<1:Q;e·d;ell\QQc.bio ·l!ff~ttq~sopra un og(i tto mali cancerosi ; !PP,O:si~a!,llen,tp·. ip_~iç,~!1\•eì},\lj!,. ~9)R9.r,l.or~~J.r}li\à,c,<1Jl cpi,l•o·çcpjo, 2~ Atfa.diffor:me e ,P,ertnane~te·Jlession. ~:,dei diti-della l~~~ssO's foppptta lam1naccia d'an_a; ponta . .di. r etta contro,•I""'\ di la.t 1 ~ .. w,r Jt1~ --,_~ ~r~ r ~-itr~, fl ~. . ìn· a hò da eicatrfcè.; • Il, dn l: Jfac\,~!l,~~1}i' àpp::,ggi~ ìt sa.o :p~?clì; io princi~_al'rn_e~t1;1 3°'A: oasi d'ampùtazion1e te'taie 'éUun 'dito déll~ mano solla,poca,mob,dila litelh papilla ·e salla 1 mancante d1re1.ione dcll'o,èélli-o ap. JlD'.oggetto·o.~tprmÙm:t0,, ,per. istabìlir. ì·1amau·r~s,i;J dél pi'ede còù Ja f9raiaziQne.d'uri.'lènilio sòlo"Pal11.dott. lf.}eràle fa ri, s ·aì twre • speéialme,ot~.Ja cicàtriccsopoocci·· mare;-,o 'pfantar-e.; · • ,. i ..... J :;.. , glia.re in s~uilo a cada.ta-,)esiooé.che: H malato· non, acéennò 4°·J\1lai,compre~s~on6:'·digitale nena :cuv.a delle :anetfèiit , ·~upeflibr~intéb tè·' i~IM ,·i:&gato •. El chg si pqò Jtèsa:· r,isme '{qomuQiç.az.ioll'e fatt~ ~tll!9.çademJ~, ~ediGO.• 't· ""• i:;__ •b ' ~ .l ' ,f • • ' 1:,}. . .... .• " •i: . ' ! mer11,.cav~re off'eliol 1!~m)rvò sopraorbr.t<1.l'll da,~·col. l'alte'r:1z10.ne. CbiFUr,gic1 di 'forino). ,1 1 d~t11ervi :cigliari·e.coo~egoenterne1_1te, l'ama'a'rosi ;-Wferniità;'.çl\èl I Un vol. di 274.par;. al nrezzo di.L. ~. 25. p'er 'J);rino•. gh rngJe~i àmanò diJ iten~,:e come cpnsegq_enza d'e lla . commoe dìi:. '.2, 6!J:C{tuh·co' ai no.sta,) pe,t le, pr.ohitiçiè. zione·d-eli,glo~a.m_o~o ài q11elll\-"d~I- ce1We1Ìò,::Sèi,1Za7çb~ ap)>a-· Yeriai)1il~ in ·T~fino'.dai p6rtimH d'èlla 'lt risca lesione·appl!tz1.j1!,il!e. Ior,nÙ,continua il<dott: Ceulef;iLa,per.. e-ia~lt6 spe(]ale· d1 S. 'Giov,.fnniV •' dita d~IJCvista apdò.iD.RJ.1<dl'0icvblo {l1'Qgr~ssi vawent~~; esce~~o l Per, ~I l ~ provinde èf pen)Ullst~rà l!lafl/à-'Dittezioné' dell dal !P.OIXl.en.l<tdòUà":,lesìonè traumatica, come si ,po.tè sapere.dd..g,ù;_r:.ti-qte di 1fç<)4f<inf1r..~i-ti-tare..·. _l'insçrilt(!.,che,,èQ.n lul,.la i°'_,nultà e mer-a~!~liàt~,d,ella impor- i
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liraiò, scorsQ, accennand9 in un -su.o ·attico\o 'llll,l' per~ ~na del Prof. Riberi, dt>po a-.ere distinto in qaesh Yuam.odi s~i_en.zq, dall'qoµio so.§iafe,, d'opo àver;e dettp gh'e.ssa stfrispeUare 1tel.•Riberì.fuva11w saer~fìe~{(Falla iciènw da yuasi m{z~ secolò ,. ~.oggionge p,oi elie nel medesimo sa biasimar ad 1m tempo t'u-o»ie a,m bizio.~o, VuQmo c/J,e assorbisc.e troppo in s!>: l'uopi.o ~itt~tt>re, l'uomo che avversa sfa 1/tnn~ra dv.qualche ~,milo, l7,u.0:1ru> che- protegge solo le med~ocrità, e.peggio ancora,. l'itomo eminiiiternente egoista ehe potrebbe p.un.e fare tant·o beut 0,zta ,ciasse a. eui appat.·fientr, e '€;_he invece le. ha fatto è le fa co1itinuttmlnte tènito "l(!ale •. ••• •
,QuàJificaìido in eostffatta guisa n~l Ribérl l'u01I\o ioda,le la greme.nto'fata Gazzetta emJfilse affatto le p.rove del sno asserto. Non si adonterà quindi la metlesima se noi le sottentreremo sènz'altro in éotale {!.ffieio. È il Rib~ci colpevole d'aver a tutt'uomo promossa e vjnta 1a ea.u~a della fusione Medico-Chimrgfoa con in.contestabile vanbggio qella. ,società; · d'avere .rialzato il Corpo san1tario militare nella estimazione dul paese e dell'Esercjto, e crq sta con il fare stabilire, gli esami per la pro~.ressione in carriera, sia con il promuovere l'istruzione scientificopratica del medesimo, sia con jl patro.cinarn~ in ogni tempo i vantaggi materiali e le o,norificenz.e ; d'avere nella lunga, sua· carriera di Professore: coslantemente addestrati gli allievi nelle operazioni d'alta chirurgia sul ,ivente, cosa questa nella quale e.onta fors.e~ ,p_er quan_tò noi ·sappiamo, _pochJssimi imitatori nei suoi Coliegbi dona pénisola e:- d'altre :nazioni incivilite; d'avere p;romossa è co~seguit;)· dal ~fagn~nimo Re Carlo Albe;tò }''istituzione dell'attuale Acèademia Reale Medico-Chirurgica, d'avere favorito il sistema degli esami di coneerso :nelle nomine dei Me~ici e Cbirul'ghi assistenti '.alle clin1cbe dello spedale• cli S. GioYanni e d'altri speè.ali civili; d'essere riuscito ad 'ottener ampliato il numero di ~oie§.ti Assis)enti , ed ~mmesso indistintam.ente il c'~rpo tutto degli s\udenti di ~edicina e Chirurgia ~'esercizio pratico. in detto spedale di s. Gio,nnni; d'essere con lunga è rara pers~rer,aoza p·er:venuto
creazione dell''attuale.·scuola ostetrrca; d'~sser egualmente riuscil(! ad ottenere-vinta, la, eausa d'una ~coola pratica su le malallie veneree; a~a'1ér sempre t1otirtciatò. 'aVsu1:i s(iP.~ndioffiì' cibalìtà -~hir'orgo oriiìnar1o ·dello spèd~lo·~i 1,11ipvannj,. destjnandolo P.er Junio<tr?,l~o di Jempo.,.a Ji,-oyt dei ~por~eri in~rm,i quivì riooNeratì: ~ 'e~qui~dl,ipnanz1,al 'Museo Pat:o11ilgico ·tèstè a sua ist~.nza erèfto nello speda le di S. Giovan~i; pèr i1 gri~ i!}i'PJ)nio del q!Jille conferì con la, iomma dì .i . .2QOO: t d 1aver, stabililo un :assegn'clni~.Qto dii,L, d000 a favore di questo nostro gionale'Onàe nèJn•ne venrsse · meno ta__pubblicazione a detrimento defemulazion.e ~cìentifica dei membrj del coçpo. sa.nit1ari:o 1!}1)Jt:ire; d'aver parimente stabilito utYpremio dt~t. ·:l 000 a fàvor di quei m'edici militari c'be'da apposfta commissione. di cui e~li non fa parte1 sarànno"jiudicati "Vi:noitori nel risolvere un tema .~i ·spett;i.n~i JnedicoclÌirurgica da .prop0rsi anrmalmente a cofeevrso. d'aver da parecchi anni largito un premio di 1. 600 in'favore di qi:rel ·,neo-fa~rea\o in medicina e c'blr.urgia che dal :voto èompl~ssivo dei pùnt(ettenuti dai siinorì professori in ciascbedun esame dello intiero corso risultassedl primo tra i suoi coHegbi ;, d'averi:n più circòstan~e ricùsati i'mpiegri -onorifici e lucrosi, skcome n.oµ. ò guari ac.cadde del posto di , JJlCmbro orainario del consiglio superjore. civ:ile di sanità. Arrest'a'ildoci in tbtesfa e'num(t'~fiç>'hè n:oi n·on porremo i}ne a questo. articolo chiedendo con quanta opportunità 11n giornale dedicat.o a11a scjenza,si faccia ,ad ioquisjre oel cultore di questa ,,Uuom.o sociale piuttosto yche l'uomo "scientiftc·~; hon rioè)';cberemo tampoco come e quanto da inquisizioni di simile fatta abbia sin qui ,aotagg,iato o iJa per. vA_.D~é!ggiare nell!av, enire la classe medioa,,,Diremo s0Io1. che se li fin qui discorsi fatti, compiuti dal ·B_iberr, ,meritano realmente le qualificazioni dalla G([zzétta Medica al medesimo prp~igat~, ·g.çi, per quet;caldo affe,tto che ci lega alla classe me.dica di cui Siamo pure parte , non ristaremo mai dal fare voti perchè si moltiplichi n .numero dei Medici che, come il Riberi, pr.ot.etsòn ambiziosi, diltatorj, in:vidiQsi, , egoistj, l tori de1lè mediocrità, dannosi alla classe a çui appartengono, ecc., ecc.
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~d!èlli\ldal~Mèdico J>iyisiona:le· Cav. é!oarrf6lt \:l'ella ÙOll1etenza de~ Jffhè!:Pi9 ,18~9,;fl ~!essaodria),· 1 ; 0 ,, 1 ~ tJ ' ' J ,,,
·fr 20•'oovembre"élèllo soorso' ahq-0·un!f. àoona •giovani lJf i\.Il}'ssandria, ~di costituzi'orfo sù'fficientémèrtt.e robu!tà, ~e$sifrice di"professione, ,gràvì~alp~r Jà,priZ nra,1 ~olfa1dava alla, locè' un bambin-o màturo, cbe si nomo.Pi~tro Ang_elini il· quale offri sin d:H suo-'.primo. nascere un singolare esempfo di Ectopia ik'eil:i:mm del citare, che si mostrò poi compatibil~ çolla conti· nuazibne della -vita ·e colla régolarità deUe: funzioni . tutte1del corpo. Scorsero oltre a du·e mesi innanzichè io ajessi notizia dell'importante caso'1)el qna'le -vari cultori dell'àrtc nostra s'crapo qui cbµdòìti anche d'a lontani paesi. Fu per la prim'a volt-a il 1° -di .ct~esto mese ',cb,.io potei ·rintracciarlo e vederlo,, e quale Jo.. ·1rovai mi parve · soggetto di dotte considerazioni, e meritevòle di osservaziOO'e ·coritiouata e dHigente. Dai ràgguagli cb'io m'ebbi dai genitori potei :rilevare ctie la gravidanza della madre era stata felièe, r~golare, senza accidenti rimarchevoli, e terminata da un parto in massima semplice e ortlinari'o, un po' luogo in vero, ma forse non molto più che soglia es· sere nelle primipare. Intorno alle dipendenze deHeto· non lìò potuto rilevare cosa alcuna positiva e •concludente. Dalla levatrice parrebbe ~ssersi veduto il funicolo molto bernoccoluto, quasi fosse sparso di nodi varicosi, ~ lungo circa SO centimetri: ma su queste particolarità non ripong1> certa ,fede. La porzioJ,1e rimasta attaccata all'ombelico .cad~e fra il .terzo e q:uarto giorno, e la piaguccia progredi un po' lentaalla cicatrice. · Il bambino presènta oggidì uno sviluppa abbastanza conforme a!F.età sua ris·p,etto .a lunghezza di eqr.po e ad alacrità di spirito: un po' sottile di meinbra, ma: · '
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pr~porzioriato nelle soe parli; frallquit1lÒ (~nJ.fi;\?• come sogliooo essere t neonati non turHati da fi~1ci . . . . . . . . . . : pat1ment1; d'occb10 1n,telhgeJ)te G d1 motl:pront1 e v1. p' . b , , .. ....~ ·. Jf.. f ·1· -va.01. oppò sempre ~ bondantemente eu etine ~c1 ,1 ~- Ordinat~ 'le fuozJçrn( ~i~e~9V~;· }rptf~ .ì\Jlf~J.t fi11"6 s1,,w,ol,yqga c~q ~lUSH \nter~~ll) frt }'l!T.lQ latlamenio, non agitato /:l,a .movi,me.nti sp'asmòdiéi JtY d~ airro éh~ acçénpi ~d ,inte:,?a,~o,1rèr~.rrza{J ~ :ùta ast,n1~1p~e .~l~ll!, loc,a¼ d;~fo,r.i:n~ta _c9e,_ mcaec1gi?J,'~ d CSC,rlV0f0, SI direb!le m COnd1z10nt affatt'O normafr dr • I I, , l I, ! . ' I · • , V'ita. .' : · •· ·!~ l,orac~ 'b~ ~~!lA·suAp~~tt ~QMri~-~~, un~' s.i.(c.b9~ ieJf1l~~ prpppr~1on~I~ c,e~ll~ ,alJre Jlarti. ~el ~9r.pp~: si dila'la facilaiente negli' alti ·respira(od, ·spetìalmerlte con llieccanisino 'cti espansione lateralé dellé è'oster' la cui ~erfe si esCende i·nbass9 e' ne-'prolurig-àJ atèeiz~. Rispetto àHa pa,rte meoi~òa, Jo s(èrO:o mis}i~' apJtena . quattro çeo,tim~tri e mezzo in. lun'gl'lè;za., ~oa1la,'fo.~sà iugulare fino alla sua estremità. inferiore. Misurato quest'; sso ·medesimo in url'alt1r'o 'bambi rlo, viveilie ben 'GOStrutto 1:3 di soli due mesi di eta si trciYo·~·Efifa fossa iugulare anzidetta alla pllbta del!~ cà1\ il~ in'ètiq.11cro.:nata lung::,\ 1 quasi nove· c·entiJ?,~Lri.; Mincabò~a~un~µt allo sterno dell\ngéIÌni ç;ircà è1nque ,c~nti'ì~é~dtlella sua,po~zioqe interiore. ~ 1 Al d1 sollo di questo sterno cosi atil:lrev1atb e monco s'apre un' arcata· parabblicci, le d'rii1'ì'ìnèé' 'discendenti sono costituite dai .botd1 de"lle ·Jn~_ té che metto'Tlo ca po al meclesimo. 11 marg}ne·tunìì'ifeµ;Qé1ro1 tondeggiante del1c de(te parti solide forma Hhornicé' d'una larga escavazione simmetrie( nel ci:li mezzbfa prominenza , fino alla cicatrice ùem ng:ioético • UD tumore OTale, più O ri:reiio spòrgénte e voluminoso secondo gli sforzi ~ella respfraziqne. ba parte superiore del tumore (che corrisponde immediatamente soLto l'arcata) è occupata dal cuore : la rima~ nente, fino all'ombelico, da' Tiscert della zona ·sup·eriore del ventre, fra cui si rilevanQ per Yelastièìtà aerea, lo stomaco, e per la formà tuberosa ·rl·colon. tràsverso. · La cute ricuopre questo tumore s·enza ·interruzione di tessuto. ·Quella che tappezza·il su.ore-in ori.:. · gine forse più diafana ,e pìù s6ttile, oggii:lì si pre.. senta analoga per colorito e pet· èimipòsizione· alla. rìmanente cbe riveste il to11ace f alquanto J5iir·)tenué, perohè non foderata da stFati.'muscolari o adiposi:·~: così sopratesa al cuo11e da lasciarne ravvisare.-la I
S,iORIA 'lWlJN EAMiU~O ·ViI\ìE~TÉ J'-:-,,f; I ..J... ,.J l i , f
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t orma, le provinoie, i $blébi er perfino il meccanismo dei movimenti. Essa lascia scorgere a destra, laLeralment~, ma un P.0' p(ù hurìi deU'aprqe. cardàaGO un, forellino rientr.a11;fe, eolJ!,werturia ri~Qlta fa a1ltQ, .a11a~ Iogo ·_ad uha, fistòfa g,rarita da lungo tem,p~•. mi a fon'1o aderente, ' che indica un'alftica apertura .cica:tritzata·. Di là la c11te.sego,p1n ,r;oloriJo 'c.titels6t un,a ~ ,,_. Q r-· ir ; ;i. ~ .. l5 ~ , -specie di rafe decorrente 00Q1iqu·o fino ~u1'om ehéò, ove la""cute--stessa, p.er,.,. lar;.ga-estensione•~.! moslr-a· ros, ;s~str:i., prt! t~nt1e, ;q1fas i'pr'o'dbtto· dì 1ci'ea trfo1e-. refe ente, le Ml-~g~wtt~ ~hfiW~Clesa ~'gli s!fa:ti ~~llìJ p~tO'slann. Questa seconda adQ,ita un processo d1 svolgimento· e di 'fi11afari io~~~p,ili' }·ecJ~fé lè p~s_rerior~ ~1~:~ _-a'rii i'-
Daua.: descrizioùé a:èll'Jifòmaffà :offer.ta dat farrciullo Angelini $i deduce. che Ja .condizione teratolo-. gtc~ ·tfo(fsistes ~"'fn. 'aw·iq,rd,~. ati .eetbpia ~ ~ ,: i 11El Es1m . . . ,. .,., 1..c ..._. - ':}d Ì-i'caba ' 1 . ".\. . , ·-\ I ff!&<lt~!J-(de .~~O,tt~, effer~io U' iID:~e,ta ! ìtl·?l'.ert.e flella f l1µéa Alb1a!. sopra'-oml:Jel~a e.. e della ttjntem.por-all'ea ! disgiunzìone .delle dué nietà di :cni si c·omp9I)e d:i origìrre;,jl l.5·ìfrfo!@eU~suet1 9·:o•. Pe;r~la quàle prolun(Tàt a " "',u.. . ,. .,~''è,..,. 'i.."i'>:..o ~· ...N , l:f u l;,, • . · t> . . separazione fanno erma, noti so1tant,o le viscere del ~- bas.-s<:r':en t;r,~,-1:00:.si=anche .s·i-:-ttQ·V;~~ftlor,j,=deUe~ ue-:: ; tn'gtufà'J!'.1cu'stQ'tHft fl1',c'u~re~ a .,cu'i1fa b.atiif:ì' 'fi!fHd~s ti.1.11tia'tQr~e~m.~zz1 ·'ètsi ;b..ed_W:9ftliY.tati{l ·fflJ:prt>t'éz!Str~~Se I I ra·~jvi~i~~t d<r~l?ie~%~~~§i[o~s~ l,ip:i_i1\~1! ~jl~sol~J}~t~; i {llQ~!' l~!W!A~Jii S.! §;/l:ij~~]e ì n~9t\~ ?d .:Ull~:u9~:;qµe~ .dettà'. ' ,, , . , j' ·fr.eque1atissi,m;i{t1l'SÌ Q-;t,C/JjiSOJl0, .piB.~·e le open~ ,di,J.e1 11 ctibr.~.! ii;tì:o.va aùunqµe su1I~ ftneà , m~,dì'a~;a de.I I rato logia·, e ,dei .quali il pi;im&-1g/Pad'O 1~ F·ernia ombe:. troh~ J919ÙO as·se longitiidihaié ~orr,[spoi;tdente.,a.\la licahnru1rg-enita-;-f.uitiIII'CT' Ìcr S'ortitrd;er·--v:i'sC'erraùù·ò=.Ii~Ja wedèsimaµ, ·ap1)ar.eJlfé:meute esttinseco· a'.\\3"ca~ i:ni-nali ~daHa loro cavità .ed il foro estrinseco s.vilup·vid'.1to·rJr·~étta, CO~e ifi{tst'terd(' ~ ' ) ì{t"~tto' . ,;,:~6· J t~ò . to pame_nw. fi .. G _';1 ,, 41: t ! - , , · ('" ., ·-·· -r-- " r;. t,•1 ,,. •. • , · ,1nt, I "'i.. 11:.lfi t.li- i:: ) ~A. , 1'J .scop~,rtò '.e P,tìvo <M:t.a1. ~a~et~ ç~ e-a: J;éi ·~a .~re-c-r Le'- storie di ectopìèael .cuòrè sòno~ss-ainumerose: ·c]).ié\tà a~s\:r.a., visibì1e iH ,iS1)6Cil so{Ltol li·(1 'diastO,e,, ·e basta a .convincersene, rr ge(lare nno sg_uardo alle n J !i\( ,.... 11 ' ,)" l'.l ri~µip\e q~f$.~1e1 tutto' la, fP};t.a qell~. t\Ca~~Al_OUy' I opére dpt/ ~tekel, ,de11n11esclfo1;1- Ò~JW~II~n~i·~Otto, laddo~e 'siniJtra1 M~astbn'd~'ill parte dretrd'il CO{ 1 9i Geoffròy -~a\M mfaire'"{Jr' iiér"'taéere "d'a)tli' infirisponrlente bordo ·sterno-costale. La ponione ~éii- r·niù.· 'lli citati· ·da, ~t-:guest'ultimcibe11a S\P1 hèWopera. Ma. ~· ·1 .. ~-,.,.r ~t · . . -/ p ,, ·-tf·.:.r-:\ ?rt•;. ,.q ....; :, ·cf t ii ~ • ~ft' ,,~~ " ~ ~ ·~'{ tr~~Ol~rt~loel V!1f,r re s,c.epa~l v~f~\C.a}e ·v~\~'q,J ~R1.9J~ asibzio'he rarra "dag'li~~s1anièntrou-e~noilfliniìo re.: .strio libera e 'mo~ile ,per gui~.a _cl!.,e. ~ot1t.0)~ 11ct1~st9J~ . J azione1.c0l UiJstttH' melìa$m1a~sim~, parte_ildilfquei,., oasi s'·au?~~~ ~~~~01~~n;i~; -~~o\tio:1a .~1?,t~re·po.i : e~Yrfn~e 1a uscita ,ae1 cuore si riseo'tltrnl'&onipfèt1à, ·e ,oofinassa e ·mostra.un apice accummar.o -cherurta con u:n: .moto ,' per:J.J.-1-Pi,i;i.~, 4· ~w»tr.~rq.§\Qij·,PH}. Qi1yienp\,~9~si,d1pre! 0Ji, pa,rii'cp1~r,~ rf j~·; sç;fwtk~i , :,r~~~~~ '. ~ ~-~P.0 n~I\ :~J~il ,~ç1;·~J1Jjf} J-:61 ,~!:,,8if.\V.\. 1<\h0p;?~191lu (qqµ}~ P.§h di~tesp:.e,t1rqriz:~Rnt~}J\Ja P, Ull,t~ c.~ir/~\ss,%n,raJb."' ·1 es~rqpi~ .~fT.f~'&~Uf~~lab,l;\\illi 1~ R<\}~linp?i:~d~tJ1ar~t~M,t •1 ~lmar~1:ri_n 11oco.·g, S}~!~\;ll,,, °!a q9!fe~~n,_tl?,1 1~a,p.\BlW~' ef~1n;efab.a;)~~~ihfe1iµer.~.lf 8JJa.fJ;1;·q~ie.,1; ~9fif.P~iWJJ)0~:; 1 m, ~tt1tu9tn;~ esett~-i S? f,'A 0~fSv~'.Ì~g~t'\ ? ~r l~~lch~,. Sibile; e la) fono ir.accolta,; v.n ·s·o~g~tt.o, pjò1. pr~§tf!,:dt 1 p.t_oduiione çlie, dal pencard10 s1 n.roJuqg~ a -basso; sttii:lio- ·c0v0logié6 'é p·atòlògico che d.i :vivente fi:sio f~t~-~)-~~é\' f.r1J~<?, i i dià{ta~~~~q~·~•. ,oY: · higja·. , , · i~ 1 , <'. , puµp) r1,(\~epi19r8,0;§U\ Ù,~v,q~l~J,,, ~8~.f\1~/ V~ s9.~(\ ~1aq];'r~a ,gp~~ti,;°çà~i -~~r,a_o.rdÌJ.Jlf}i crigq :IiX~ljte;rol#.fil can,ti,le,_a~~a-, .gJ~Ci} ,Pr:o.b ~Q1.l.~eNte _,99~e lpa t~;nçla, sr.~~i,ale,-,we.pij,9,n,etrç9em.~l~re ,P;c.).,J?.}~ r~ç.qq!~9,, e de,- 1., sottesa alla punta del cuore. ~mpyr.~1qf,f~~~!/lJ.l,eJPa(~ scrittoneJ)ascicol0, di lw;.tio ,?1 ç,g1~~,atrJe~1/f[emorir..ile ti_tudjne e~_et! a,. -?~ran!?i l~ Sl~t~l'~ ve,ntnci lire' essa . de}la°.Mcq;jcirta, Cp,1it.~nipoi;çi,1,i ~ ;(;vpo,ezié;l } •8 42\ nel, s1_ ,~cor,g~lpt~~utp ~Q ,g~~ ~~ ·Cl,~~jctle ,cosa f9:e,_ fp.riM1 qµa}e. feptopi1r 1deJ1 cu.or.è 1e .d~l destr'o polmone 1eH p1~g!). ~~F,l~lZ!lç$OttQ l~ ~ute;. . 11 ti COJ:OBliç~ta ;i,!cJ}~~,.SlI2·N:çi%nsà q~t ,v~gtrij,;fU_n~i.d,e~ . . Q~e.s~~..Jl-\~~~auzj~~~ di qieJt~r~, i),,RPfft~i}ro ri~.~J~ : qual~ er,~IW,,&r~~s&ipti !kfe~?tQ~.- ~a '.gi,Uza,~ l}~,sf~Hlll\~.o. 11 P!~4~ Aft }9,~!~P~Il'81t~1Le nel .cf~91greft~.l;l;\e~, ?·~"'i_H~is1 , ~ con grap..na~ta..~UeH!G~~~t1.1;1,~r 1~la;11~QGh_~~ ,t9me;pto,0 fo!~~r~ 1pll~ 1gmst~ ,\qea g~lla co~l~r,a~i0Qe_r~,el1 c~ç~ce· ·1 s'~ w;~,,axvo\\o\atinntorp.~. al :peLlQ ,f.J;eJi tan51-qJLo, ~-rqop.o e A~~ ,S~Ql 1r.a'P\?.9,J't\,çp})p y1s~~rn ~-0~\~~~t~,!Ul~ f;er.cw,c~ l dt~ijl,\lStacuo.re. .Qu.esto ,mo~Lr\ò' il?J~sentav~ ,;id llll , cbfo·1qmn1dq il,itronc.9, ~i%e:~p9s.~i~9i ~-NW)11_Rn},~; Fe- I teJRJN u]J.~ p.e~ff!ta,exe.~f.,{a~ijt, ~1 la JesM1t} Ae} ·p,~-:,,1 sp,r.azio~e è. pji/-,pl~a~cl_.a., .Jp ~1r~\p.:;~~y;i~PF\Q-,_fç~)'~~! ; la~o. ;E_PP,'lF~.1~R~!.n~to. v,w~ e,d ax~Ja 1ur~~o,,,q~al1;h~ d,ùiµ,e e ,~ 11Qe~t0, ~di~kilW.m~~ ); e,,;g\u:i_nla:?,~r~1,.re,~J1. , ~!Pµt~ ~,W,l p;a)mto ~!W.fg1ç.o,r~~i .cµo.1:t1, ~..mimmen,tJ1 orgijni agçlqim,g~h pspsp,!.~.~l. ~.e1: ~aeco eqnano dalla d1 ~o~br,.a.v ,, . 1" . •,~ • ' , ' . ... , • col).t~i-\.Zi~\W d~Ue,. _P,~~~~ ve'Strp)_lii, ~çs.~ornuo ! -~~ ~s:po- _ , . . Se,,11 ca~o ,del /an~mllo ,.A_ngel~n1 e .SIQ_gola~men\e . sta~q.alquant,o,,!a _1D;{~r~<\~~e ~s~r:~.1µt 4, :R\\-~1) q~gaçi,o. 19te1Ì:e~~M9l~ aJ!-a sc_1el}~a,~:~1 4,~XetN~~1J;,w¼Jp m. ~ ., ..,. ,D'~l·,r,{l;StQ qu~sta ~Qs1z1D?e ver,~1cale.,-il ,ba~nbm0. la j t1golat, ~Qd9 -all-~ mn1ore ~U,,é\ ~H~Y!~a,: eA1i~J.!a, PlélP11 ,· ,, · ,, ,. , sopporta senza mamfestaz10ne d1 sofferenza .,1,e.Q ,e;l.a .! .,- ~ ....,. \ J più .,,~eçonct~1~tan.d\~h~:ric.on(!~ter~-i.~olohi (J:el cÙ,o-fe l)'!J, . " ,... • h .1, .... lì .,, . ,1:, 1 ,,, .,; ·, . l\te.l\e1-F1an.uuucn der pat o.;og1.sc en anatomie. . ed,,a (l::ete,,rll).j_D'9re,,il J;itwo ,-dell~l.,&-P.e pyJ~azjoJJj. ;1,e: Bl'~sèqit-àfè°a:i~~té surl''~ct~pfe dè'Ì'a'pp~r'éil;d~'l a cirbùlatio'~. quali, SOOQ tr.eçpfa.tme;Q:te ;:t,Ìteme;-fr:J, le (,Jll~C(llfo~tte- è 'yfhHk~<i<aHJil'aèVatftfl'ii~iraniiliuìiE'oinryogeriesil:h' honii'rlis' et i :y~ntricoJ\; semufe c.eli;ri, co,lll;e,,rsogJfo,nò ! itI1·q·U.esti marru::qalium. •· pic~pli 1es$~·ri,, ,~, t1!INcf)lt~., m.oJit~ntaneamente •tQ)P..tH· o:i.'tò-ldehY.rlu 111i.1&eP patnol. a ifa t:- 11 u'11 ,i , , tl,J;O~tl: ~qtto gli,~fQf;t,;¼;ç.c.i,4eQ~~ij µ~l.:~~piro e •s.!l)Hp,i GE}.<l,PWry Sai.n.~mllàire-Hisloiret!g~Ìl~i'ate. l}qfarlfeulièi·è, ilés1' griizthhnptovvisht~ntg>~;fr~que.aJi (]iq:uet CP.f:P.i~çiuoli. 1 i I An9i:paJ.:ie.s~, ro · · 1. , , ·1 ,;, ·, ·, • , ,,. !
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osso, o µi tolto intero. , I fori e le ~e~sur~ sternali, i di ~otto· in su. Sarebbe. quindi più basso di un 1 in.ter,vaIJ9 ,costai? cl i quanto , dov-rebtw essere, seeo,ndo (già not~tj dal ~ ckel come,~sclusivi. deHa :ma pornatQra..Jfa.computanòo n piecolGJctiirnrJo ·some .eonzio~e ~n!eriore e 'pell:app:endic~) ~be ~i*{l~~epg~no ~?Il' quàr~Jre, riì~cr~~9~a ~-Ci· ca~~ven ~er d\ff~~t~.i;d'os- ·seg.uenz.~ deJ1 trasporto. deJI' ijSse . d~l i!ì!lOI\e dalla norma.I~ qirezione, oblicrua, alla vertic;)Je. :sL.1wdrà s1Ccazione·, e tll cm ògo1 gabrnetto anatomico poscompensata la differenza. Del resto J'.àUezia della 'siedè qnYl~hè ésemplare, ))On sonb 9bo i pri~1 ~.ra~i base sarebbe conforme alle condizioni :tipiche: perchè di questo .processo dis~iuntivo non riparato dagh svtsuole corrispondere allo -spazio intercostale· fra la lilppi' sirccessi'vi dell'individuo, Laor;i.de gu;irdanqo a 4a ~ 5:l negli ad~\ti, e .un po'pjù in .su,,nej,..,b;imJ:iiQi questf 'mo.di di osteogene~i (le~lo sterno, ed alle permanenti ·IHic<nl~iidni ·intermedie c11'esso non di rado nei _q_~a.1.\ e~sa, ~ q'altron9~ 1pi\li <;~n\r.ale1,* ili c~~sa conserva, ~i 'aa'rèrlh1é 'ragìbri~ 'àl Bausne1; che 'ne ha del d1a~.~fro aµ,tero~poste,5ior;~ (j~Jla . c~~sa,,. tqrapic~ 'I. '1· proporzronatamente m essi pm sviluppato degli altri. fatto tre- ossa distinte. Qu,es~e considerazioni aQcttomicbe provano assai Nelle complete ectÒpie dei visceri toracici (le quali chiaram,eote, r.be qui si tratta d'un caso ;:ibbastanza sono per_ Jd' più,accompagnate da sventramenti più o se,nplice , cioè della m~oanza di ,porzione _dello meno c'o~pletì ), il manubrio dello sterno può man,. eare per Jlletamor,\osi regressiya, prodolt~ dana pres- ster~o ; della.coll9caziorie np.rD;lal,~1~el CUQJ'El rispetto adaltezza, e de's~oi inuta_ti-r.apporti di di11eziqT.1!il,,per sion~ cleg-fi organi usciti: Berò c~i neo gu~rda in quei il suo asse collo,cato verticale, in .conformit~ essersi casi Hhèdrà quasi sompre réspinto al lat? .Qppostq, massÌnié:'se la s'quarcialura lia preso una direzione a ~uanto ~( osserv,a in altri mammiferi. IW.che, e dal modo di comportàrsi dell'ernia ombelicale col obbliqµa_. Nelle ectopie mediane del cuore è il corpo cuore ste~so, )~ 1;1 uale nell'atto del rjgo,nfi~rsi non sternaie bhe ~i feod~ in due parti1 e porgendo con ne super~ mai la punt.a., l[aggo un~ giP;~ta ill9zi9n.e e'sse att~ccd ~!fe cosre~ ~9stituisce cosi quelle arc~te sulla ~rèse,nza del.diaframma e qu~Qdi 1sulla e,sistenza simmetriche d\ cui gues\~ d'ell'Abgel~n\ ~ .un.~i°~Elllipio ,t ' ' coiàtissìmo·. Talora e tùlto 1:~~pinto da un lato per- 1 del ver9 e n·~t~r~le s;e~tq.t ,ylre ,separau,il .1;w.ttQ d?L 1 . , chò 1•a·zi9Jiè distradnte o~eràpdò i'n direzione ·ob-. venfre negli animalj Sll°ijerìprì;i bliqua es~rcjtò la sua 'forza dip~tta sulle. çartilaiini Egli è, appl!nto su queste considerazioni che si delle còs'te. 'Allora l'anatomia mostra lo sternQ tutto appoggia la mia persuasion_e della ~itabrnlà del fanintero -rove~cfaio da un lato e nell'opposto le ·estreciullo' Aageiini: perçhè fra i oasi che. mi sono noli mi.tà costà1i rrpi~gate 1n. sè str~s. e ' o maocbevo~i ~ non ne ravv.iso alcuno ch13- presen\i •condizipni,-tapto tronclte (V~Vr0I1k 1Tav. 24J, acconcie a,,ragg,i\l'O&ere una,, t,al met~1.,. 1 Geçiffrg~.Sa;nt Che Ià'°fà:ivjsionf ~.edi,ana .d~ll9 ·.~terno sia. il çà'so· Hilaire dichiara apertamen:te « cbe i foli cli.~. pre« sentacooo esempi di apertura del toracft ris_ultante dell'Ang~fipl1, bastano .a pi'0,varlo le citat.~ misure. ( da assen'za total e o parziale dello sferoo,. sono visUno stef'no lungo non "interi cinque centimetri, .a due mesi e l'neizo di età' non pu6 essere costituito che CI s~ti ~empre \I°alch~ ?~ a:..,e,à _anc~e uno o due dal suo ilianubrio e dà unà porzi one del corpo. Ora,. « giorrn, ma giammai non s1· e r1usc1to ad, <}1fevarli il cubr~ 'iii' questo bambitrò tiene una direz\_onè per~ ( per gu~ritè pure ~ia,no, s~.~te" adope.r.~ti a qu.esto »' Eppure·e~h f/l .terrrro lf" un caso che' i)avr.. ebbe fettatmen1~ vrrtit àle 'e se_g~a, d) l~a' escav;~iolie~sott1- , « uopd~ 1 t.1 ~ r ' 11 • atralogia col nostro: nel 'qu'ale lo ~tetno era clivìso stert.ial~1fìba al suo apice; cenlpn. 4 rn punto. Da ne,le sù.~ metà' lat'erq,li}il &lod 'riinakto· al .suo'posto qoesto1 àfla 'vera cìtatrice- ompefical~ v'è uria tlistanza e ricoperto soltahto da "itna 1,,iembrana abbfistanza di céntim. 6 quà~.ilcòmpleti. Dal 'termi'ne del ·rumore sottile per concedere all1oèchio di segu~ire attraverso erniarib1.( él:Af' si estende- trn 'po' sotto a quella dcaallei sua spessezzh i mo·vù;w1iti fii sis~of13. e,,f{çtstole. t°l'iée ) fin'o~al ~pùbo Si hanrto tlif 8 ·l r2 a 9 cenlimetri. Ma della _~ontiaua~a. esistenza~~i quest'individqo, non Dà.' è'io•'sL eorlcluderebb<t: che iJlitoraoo •cJil cf.uesto·fan-1 élti1lo je.'à'JC'dl~to 'fino alla: ·pÌ.tnfa del éu'6Te', 1àvre-bbe v'è par81à. I cas'i déJin·eafi dal Vrofik sono·7bìt'à1tro che accoino·da:ti alfa cdntiduazione aJép·a vita ' ove il circa 9 céntfm. e l' ÌÌddome ila•q_òel ~u'ntÒ al ~tioe ne cÌ1ore.'è affatfo a nudo 'fuori del 'petto, non rièoperto àvrebb& d~ 14 a 15. L''clnilielico si troverebbe quindi un po' s!]'periore in consegtienza della fend!lura e neppure dal pericardio , ovvero dove l' apertura toracica è intera sia con · vera manéanza, sia con deU' impédito· sviloppo della regione epigastrica. Ma irt -massiina•queste sono mi.su!~e conformi aireià, e ispostamenti totali dello sterno' per mocfo c}le l'uffi.cio ~degli org1n1 respira! prl ~eve riman1ere· prodi~ostpi~o eh~ \l él'\o'.e èl!l suo P.?'sto e; ctiet'il_ c~so 1'" • • ' non ap~~tien1. p-er riulla' a gueglr spostan1enl1 che fd'na;unen,tè alterato. 1 Gèofl'roy $aìht Hilaire appellò 'addorrii'nali, per esr 'Ap2,ar~ndo ne! caso nostro i p_olll'.lonr reg9lermente 1 sere' il èum·i•uscitò dal' petto a traverso di aperture ra~chiusi nella loro custod1a,· e que::1ta 'mobile ed congenite èlel 'iHa(ramma. espansibile qn;a1,1to compor ta· ii compimento dell'atto respiratorio: ' ìl cuoré nélla-nprmale s~a,sede, s_ollanto A provare hiàggiormente· questo fatto essenziale bo,Ihi~ar~t~ l'altezza 'del_~à punta del cu·ore in ~apporlo p!}r ~j~cftur1al e 'p ~r, ·~;~z<d.~~Gi}i Pf.?J~i~one; cdl'le éoste del lato' manco ' e mi tis\ilt'ò:' èli'e'ssa l'e\t91~-:?f1P~1•c~Je .~~?~ 9/~Rp~c, .i~pepiri.9 n~llo an:iva àito spazio iutercéistàlè fra la '5a e. $·a·contate eserc1z10 defle sue con\rai1qn1; sl}reb.b'e ~ v,eQ.ers1 se 1
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fililici e specialmente mercuriali tanto a11'interno, come col tempo le dette;-anomalie si potessero correggere quanto è uopo. aq,.assicurare la ,futura integrìtà d'elle , "per. applicazione topica; salvochè per la diuturnità dell' ulcere che l'ha preceduto, e per i suoi ben dislinti caratfunzioni relàtiV'e .a11JUei vìsceri. teri uoteriani, non si abbiano fondati ShSl)elli d'fofezione Sebbene dèlle p·rime condizioni della deformità io t jrul.enla, geo:erale; op:pore perchè esiitoh'<b<ta ti positivi non :possa• reh'der conto• 'se non quèl t.ant'9 apperla gi uqioare-drernolesta, supposta infet.iQne;,g'ffiì'erale, sia per clie 1'11év.ar0 dlìllè1 n#ta:t.iòòi incomplete <1tl iofecleH ·stata op:e-rala p.er mez1.01,de.i capillari venosi' ch~ta.v.rehdei genitori, pure s'fan9q alle diff~renz,e . oss1rvaté i h.ero in t.ial caso ver-salo 1'dir,etlameole 11el ~angue ~.) p1'innelle v1arié inJet.vJs1té'.in qu·est~'·ptfoQI giè~Pii,.tr?v?r~i cipio tirulerroo as.serbitcr, quando lo si potesse arg.uiré,ptù' appoggiatcf un' fè1ree p'r:ognost1co. Irfiperc10,iche ,! araver notalo, p'o-G.(!•ltmpo· dopO' la comparsa d'elPulcel'e ie cata sotto~sterrtate1'mi · parve inc'!foata a ri~s~T(arsi quasi conLemporaneamente a quella del I>ubbooe primiccl a cbl'.)rfre',a base 'd'et cuore: la cute acquistare tivo, sintomi di sifilide irncondaria. maggiore con.s.i'sb~nza o tensione, tanto che I.a stessa L'ulcere che in Lali circostanze dà.'origioe al·babbone 1 macch'ia rossasfr.a so pra ombelicale assunse·un ,co- e si potrebbe supporre causa assoluta della inaoifesLalorito più scuro, quale di çicatrice ~iù antica ; e il tasi infezione generale è d'ordinario assar este.so .e procuore essete l z:mc!i f,?.~i assodato o'èll~ ~~a s~.de .~a fondo e talvolta prende il carattere fagedeoico. non temere sj}o~a.!Ile., l}il! p,er parte d~.1 v1scep cJr11 Il liubbone :pri,rhittvo· adunque, stando nel limite tli mac~nviéini. ·Sè µ1ter'o\'( prpcessi riparatori DS).~ . ,snlattia locale; moo aggiunge nè toglie per sè l)robablltlfl ranoo turfl[lj:'éfille, \ ante ocpasiopi,1dì maJ.,a.t.tia él cui ò' infozione gener.ale. e' neppure e·sso diventerà malattia 8~P.R~}.i 'i ç~JP,P~O),·~ in i~p~pie .quellj ,1el Q~SSO grave se non in· ca11sa' d'a'lcuna delle summenlovale cirpopolo, ·\RffeDQ ~:lw11 daranno. tn ques.to caso una costanze, di condizio.ni diatesicbe, di malalti'e pregresse, bella prova dell~J:pvvidepze dalla natura impiegate concomilan li. · dopo la nasciia per·riparare i disordini,dellp sv~luppo A mio modo di .gìndioare, la stesse diflìcollà clie s' inumano duran,te la vita. intr.auter ioa, contran o nello stabilire la cura delle ulceri'/ sl presentano Pe,rciò app.ant0-1ip ,non volli istituite sper.ieuze sui per la cura interna massime det bubboni pri'm1tivi, sia tQµ:lori de~p;u,,or~,;fiiv~n(l.~ osservato come.qualunque perchè non è facile shrbilrre ·ehe tulti i bubboni che ·venleggi~r,il, pr.essi.òn'El..~PIForecchio1o col·dit0 ne scon~ gono in segùito ad iuo uJc:ere,, riconosciuto; venèr.eo se si cèl1bi i 1,D,'G)Ji•e mina~.cLsoffooazione. Sponienze~qa.este vuole, siano ,della stessa naLorat, ·e. si'.a· ancora .p:erchè considerali ,gen~ralmente come rualattia ~o:ca:le, ;non ab;.. che poi11anno ,esserehpiù facilmente, impresè ·ad et~ bisogoerebb.er:o ,ohe di.cura, locaJle. più avanz.ata diiffueUa:naiullo. Nè èrederèi tam-pow prudente il proenrare di contenere il tomoye ernioso Le questioni alle qoali a:ccennal parmi possa-'no presencon mez.zi meccanici, perchè la loro aziòne del tare ai voslrisagaci iotellelli oggello degnò di discussidne, massi me dal lato pratico; quindi mentre vi prego d'ocrespingere ~ visceri· fuori uscili, potrebbe essere cup~rvenl} pel d.esjd_erio e colla sperao--za ~· im parare nociva al libero.,esercizio. delle funzioni del cuore.
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CONTINUAZIO.NE1dèlbe osservtizioni del,.\dottore· tAJ sulle 1nQia,ttie;~e,ic,ree da esso curale nelt' CJspedale !tfiÙtare Divisionario di Cagliari 1dal ritbrno delrd , Campagna 4{~0ri".ente sino 'all'.aprite de't 1.'858.
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P~r quel clietriguarda questo importante giudizio non sarà male ricordare .che R 1,1nter non esita a chìamare H tubbon~ ,prim.iHvo·semplice malattia looale; cbe Rìcord lo dice sjoLomo successivo dell'ufoere per i rapµor-lì anatomici diretti fra l'uno e l'altro; 1 per cui dalfa· cdrisidera.:. z.iooe ~elL~.; uesvos~·c.ì~r-ostanze, e' da'I valorei:èbè •si dè've a.CfOfP,t\~~r,a\l~ rifer~~e pro.posì½iO'lli 'dl qu'esli , Ì!\J,~· sommi' &iijlpgra1ì'. 1_parqli Q,QJr<~Ì· pps~a· ioferi re~~be ·i.E liubboòe. primitivo debba ,esserè.sftmoç~ curalo. con, ri metlì, aoLii,:i..,, , _, "S t' 1 ... r1 .11' , , Il • . ·
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sempre qu11lche cosa, vèngo a parl~rvi dei risultali -da me oUenuli oparf\ntloJ a. 911·~ dei bubboni, dietro i principii acceon;\Li pocan.zi. P1nciocchè,, dopo rl''aver diagMsli(mto v~.iJ~rep·,qu!ll .b11bbooe .~di cui , impreo:dHvo la- cu:ra, gru~ diç.ai d,ella oo.nve,n~.enza dHen1a,~ne,1li~ 1r1sol1u~io1Ie, ·op.puro ~i lasciarfo sup.p1rnare:,, modera11iio >:beni ole.so i~ ptiOGeSso flogistico lo,çale conrquq.,lcb..~ 1.salas·so, talvolta, col sangui.!.. sugio di frequente, col severo regime ,dieletico, l)urganli sali ni, bibite teiqp~ra-nli, bagni Loµici ammollienti, ecc. Ciò stabilito ed impiegali i mezzi creduCi coovèn-ienli colla mag~ior sollecitudine possi bile. Nullarnerih però de\!O dirvi ohe non sempre',polt1i1 oUt"nere il risult_alo che aveNa pre,1eduto, e.e chA mii era ·prefisso; dosì più• vorte non ·polei impediTe la s>uppurazioire,a•dispeù:o d'aver impiega\o lulli j . mez.zii possi·bili;1pe11 evitavla, e·'fanle I altee vol(}ndo piullosl6.favotirei l~1suppu1razfone, e per coosegueo~a senza • adofierare i mezzi ris,,lutivi, viditopetarsi risoluzione..come p·er, ihcanlesimo. . . ·, • t Se io volessi fissa~e -le circostanze oell~ tqaali bo po'.. l-Ulo. ossecyare quesLi falli , sarei per dire corilradìÙori ai meizi praJicf impiegali, SQno pH crédere èbe· non potrei, cHr~i cose..vere, perché, sarebbero giudiiì sÙifordioali a d,eUe jllee, pre.Go-n<,eUe: e nòn emergj>tili.da un C'òmplesso di fatLi i.denLfoi1; s.e,p:r,.ur.e per ila m.-ia•1po'Celie.zza tFin&egho e. non pe.n la manhama,di,)da,i / 1frfutche nòn pol'E!i11riescir~. a preoisare)iht ~ 1di,t~b'sta~ze, tal11lfo esfrin.è;èckJ! cHe
-86Jolrinseobe, sotto le .quali si olliene piit facilmente.la :tisohniooe. 1 .éhe1quelle altre per la di cui focza è ·q uasi
impossibile evitare la suppurazione: -A, paTilà di oir:oo1olao1ie, ho più ,olle avuto opposli risultali, ancliB',1 come v1 dis,si, ,a dispelt€> dei mei:ti adoper,ati mòltepUci e,.sv.ariati. Avendo ivolulo impit>gare l'unguento me-réurraJ& pel'J.-ott:e-;. o_er~ la 11isol uzjooe ,li parecchi bubhoni;po-s!nH:rsstcurar\<i ~he,, anchJ3.: nei più Jeg~ieri, non ho mai potuto oltenerecdì 'lfisolv.erli che invece ho ve.dolo accre:.eernè l'irritazione, -u~erHlo,si, all'irri tazione della g[andola. quella della ,peHe, ml}ssime se adoperale nel prim.01periodo e per fri~iol)i eseguile direllamente sulla ghiaodoJa. In ~ambio 1, vi sono ·ri,usciJ.o· in ollo ,casi su dodici ·per 1o menv, 1in gr.azia·dei ripcluli ·salassi ~<lei copi,osi sal'lguisugi, àei .pnr·ganli drastici, e dell'uso iuter,no . delf'jòdiuo 1 : potassico. - 1n ,propo&Ìto, ·comunqu,e, la .pensin:o;,Bun,ter,·e D.elpeeb, ,p0.s~o,1os1lipurary,i, 1 dJa14e-re·guarito un numero· consideJ ;re:v,ote , di, :militarli ,affetti ·da pubborii .fuwd,'o·gni· dubbi'o virulenti. affatto senza metcurio~nè aV<er avuto1da'1'amentarn iQap:pr.esso le tante, ~ tanlo temulè· terri'biH co:ose~ guenze delle cure eseguile senza mercurio: :È· petlan.to mio parere •ch~'si,a conv,eoienle pellacura inter11a deì b'ub-1,onj . prìmi~jvj oon usare preparati mércuriali; saho'·.P!!i casi, ,come ,già dissi, oh~ si abbiano indizi,, o fondali s~ spelti dell'a,cc.0duta infeziooe generale. Avendone g1 udìcala oppÒrlnila l'amministra~ione non ne·bo mai prcscrillo l' uso l)J'ima d'aver messo \lol'ganismo in. circo.slama di reagire, mediante rrna cura òi ·pre.par.a~ zione, che servirà ora a deprimere, ed ora ·ancne-ad ~éci'! Jar,~J a vi\a,lit3, dell'orgaoi&mo in generc, io diun· .qualèhe sistem~ io 'J)~rtioolare, avuto riguardo· allo slato di ·salute fo ~ui ver;ta l'i ndiy,j.cJuo affetto, (' 1 L:os_servazione costante ·1cherin dioltihciisi. di· biiob'ò-ni che suppu'liMO ,si.1va esen,ti da ,malattie seoondaritf;· eèl ac.cade •invece ·ilì contrario ioinon pochi di1 quelli oh~ JM1 ri"s:ohonoymello, no.fonn'lcne,.rte ih pllatioo.fo oirre:o$iitoza;oì non 1essel!e,!1'ffaMod:n,qrfferente, per quarll!o:1 rj:gui1,~da~!11t11Y fezjqqe· g,enenafl~)~cJu11uu11bubbone spppuri, 01fro) l~ p't.bL po&ilo1sqn'o d¼w:<isoi Jooripeto; es-serespiù1donve-·1\1èh'tè''éhé un1bubbone pr.imi,ui,vo·sempli c·e,:s:upputì<gia1eeh1è rìsò,~e.nL dosi, quel ma~el'idle ·vir.ulento,ehe ueterlli~nava l'a-déìii'te;' e che ,verrebbe, modificalo dal proces!lo fh>gì!sl1b6f;eot!l'érà' io ,cj;J;oolo, 1e ~~uà causa di O'.)alallia sectrndarìaf. tOJle· se."'àlcuoi bubboo¾·o)l'e ,·en)Hlro a suppurazione fcrron.o ,segìiiii d~ :>sinJomi cosLituiiQnali, notisi che-dessi non sono stati se,mplici, e di primo svi luppo, ma già ind'u-riti-;.Q pel'; Io m.e.no pro'dolli• da ulcefi ominenlemenìe u'oterJani;i;di' nòn recente.data, i ,quali somminislrarono.:già :prima dfreijamente all'epooomia ,animale qu&nlità .sufficienti} dirveleh,o vene(eo,pe1', iofellarla d'av.anz,o sonz-aohè si ,abbia a' ri·.:.. correre alla suppuraziooe del b.ubho11e1 perr -spiegare~iotali C<\S~ !P. l,al~~~Ìè 5-~Goi:iq~ria., ..J - r ,~· I r Tòll,,i.l.VÌé\ quand·o credeUi.n~cessarialarìsolu'z'ì'one dlùn .bult\lons, p ~ll1le1 !ìUesposL/'l ragioni,, .01tre:1i mez-zi-an tjfl 0;,j.:, sLiçi, ;<;> r.djò~rj, .i:he.. è\€C,ennai~po:caozì, ,ad'Oper.ni ia'rl~;. i' o;i~1,zi ,wecc,a,.pu;i,,ç)l~rjusci11ono,dirmol L-a>u·Liii)àl1t~~1ndi-~ v,tg~i.gi Iti~mp~r,ame.RjlO lh1faLioo,1neir'tla:ali ,pbteitlis6I\.tijrè. i bu.pbonj, ~on ~.na ,·pront,e.zza1slir·wo.i:d~n~i.3! auc:he1Mllapor:iat'\, s.~Jijr,a <lir., uiiLralo( ,c1:,~rgel)lo ,applie;a(a,ipeJH\miÌ<Jn·e, 1
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sul, foibb one. Non fui così fottunal61 avendola, v.oluta .u&~e nei èasi .i o · ouì il processo ,flogistico ml'a-,di mollò ' avanzato e risentilo, ed i curali eriano dir' fibra irrita:bil.e, · çia!c.~è. j11 lali ckcostanze ùove~i prçrnlagienl~-QV\!iare ~pe 1Qns~~ueozc che minacciaNano l~f~:Pil}Ilp)>J~, p!!r le /favi irrjtaziooi , dest~Levi, c9.i .c~laplam:lli am~1ç@enli e parcolici. . ,e n -, ,·, t ·,, . .._ ' · R ileJJlai l'aplli~~zion:11, del v.~~cjGaql~..,srn bubboo~, e _den"!ld<\la 9,eJI ep1~e{m1sje ,Ja sup1erfiq1e vesoie:ala·, vj a,Pp]jcf i le lìlaccj~ )?a~nate. n~lla ~ol~ziooe, dj 5:-n}li!};l'tllo ç~rro~1rn \·n2? però s;itura torbe è pçes?rillaA,alJ:a~tqrc ~} ,questo melodo, e quan.tt.1oque con tulla qiJigenz~.sja.o l~ale esèifuite, le SUé~eSSÌV8 ID.((~Ìcaziooi, !},QD~Jib,i sod1 <JjsfaCent!'YistilLUlk cbè i~, qù'e1 ·,1-wélir casi lo' cqi gli 1 ·~n1maiìHi ·wqt~f& no 'to1Letà1e le VeHe~~L~) p~ijca~iqni d~J 9,1:.t l '' LG J, !é'.. .,i,' ' , • ,1 ..1,I ~1 !• ,, ,I , ,;,{_,, · P,~ en l~ 11, 1_eu10' . ~ s,1 P.O~~ p.tlr ço9.s,~g2eg;'f.a Ol\en.~re ~èn'z~: li1s[urbo, tl n'esca!~a l:ì1 ~fca1, e. TIÒfl l~vwa"s~(é).; çne i'tìtere·s~_àva ' la ..~~nii per ') un , te~zo ~Bte:l,.ochi~M~I ·suo 1 fdr.~ ·ifotH~ è ,\~tj tlu%~tòhil 1 1 1 ffiedìco· rle11 ~ scctgll~refii rrlezzi• duyau1*'1· 0 Rlrthè fra i fan ti fu ~ii'i'I ch~lsottil'l)iri~Ìra':r'a'rte'Hf bMa1t-è io 11nòn 1 ~i a•,ri~'si:Ho 1a,fà1r ~céfLa rde~ piti OJfportiAì' ~ nvrfàtto olìfl'i sta ohe e: tu'~i·1•quekli' •<tràtla·tneotr ·clie< tfÙt<infiÙèliii/nràtj metodi, non m'llann'ò"inai cofrispéisÌ6 fn ii/6'd'o1da p'otèrn1e alioltau~ un:o per1 !10,meno'1 trellà,ròaggior- J}\lr,L-e tier-c-aii. ,/l'u.\tà-vitt' r.n-venentlo'"))er, • un, oi~meti't1oLsut v,afdrt! ilei meizi, i'isoluHvi nella &o ra· ·~i-el tb'ubbonr ~·fpPiìn'iH~i1i-Wi ~$srcul'O•.dl.aveD1:dtltt1u\0 mdhissim'i bùòni ri'sùWàti fl'alla pa.sliy di :\'iienoa\ anche nel ,per.i9du •d!aouzìe, ~ ppTica'la Qe{ centro 14!1 .bubbone io 'mbdo da•darl all'~oa'ra tf~a fig11ra ·ovale oella <li rezione:delle fibre·del tesstiio 'd6Mie0>:: ns~odo, le: necessarie precauzio-ni, perohè J'escara'.I fro ~ inlce!,es~.as,s-p <.hfl la pQIJe, _ei noo 1si es!en~sse the"~pé r u-tr cl!?i~lce&1mq d~Jlé\ $\IJ)§r6c1e,del ,t;umor,e...O!Jsh smaglìara. l:a pelle, la gl11aodola che nello infiammarsi aumenta di volume non è più sifgglit~c?'lìll'iraoJorosa pressione che risulta dalla resistenza che la· pelle medesima.esercita sulla ghìandola.,iofia.min\t,, ,,..9pp1 en:doJi>1aQpunio al suo alimento di volo'm!; ciò' ntrollJi:so] oo solamente 1 può àggr.avare il processo mcdP,simo , ma essere causa ad un le'm po delle term inazioni · più iinbarazianli che n9nllanlo ;d_i, r~do. sii osser:v.a-no.,ni-g+~'S pe 'cfaJ~~!c"Jffiè'fsoh\;:1 l~ !ìuppul'niio!\i ,·pro(ondc·, i I seot,, e-•slalwh'Ea>1,an'dhe ,la d.ege,n.</r<1~iqp,e 4nl.b.µ)>boni : ' ~·j 11 ~, , •,,\, :n i\, :, Nè mi si. oppongat'che~l\appHcaq:iì}n~ tltun ''ctt,usli'.co quantunque mili! su d'una &(andol~ in ~fmmala, non può che accrescerne la Oogo§i , pt5iè'oè 1questa nuova causa d'irritazione non agisce chr. pochi minuti, ed ai suoi ~ffeLLì .si p~ò facìlmenfe ~V\ i~.ri ..,c~1i c.alaplasmi · freddi morati con\Jnnamenle col~ cgua v~geto-minerale sino a che l'esr.ara incominci a distaccarsi. È sensato che in qu_.~i ,P.ri{l'lj: gipr;ni ~ ' eura l'~mmafato ,deòba1osservare qna,{Ì,89f.PS~ .di~La," fl\p. 11so 1 di plìrgànth~rd.i ·beva'nd~ ta1r~ \ l~Fili~!l,li, ~4i~ncl1e del S!.\la.~~o qua;ndo l<ralt,s~t'Hin:diviàuo pl~\oric&,, BHP1,tre qua,oµo l:a malallia.Jaca]èl<fosse,ac·còm-1 ,;
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intetna ammitris1t1~nairné'giara~tiWen1t tà11ria~i i WtrWJ1<1
aJ. gramma cSè°ip!tQ:~O)i 00 grammi d'acqua..edulcitra,tà, · però in cui all' indurimento ·deJ. bobbònedàceano- seguito altri· si ntomi di sifilide secondaria., ,amminislrai ,il deutoper,u(la quin~icjriic!,. di ;gio,rr1i dal .pi'ù al meno;·, e coaditt~ ".~ doQt l'~zio~1~ ,colle) unzioni! geJl.1\. po11:1_ala joduralai c,lç{ ùijO I unitamente &Ile dfc.gzrçn.i di sàlsq,p,ijrig]ja, R,er , no~ ~m.Pjfgare. soli -rimedi m,~rcuçi~li èl}~ pa,. p_e~).otp attwm.o~alla.})~seidçJ tµm.ore. rl ' I' . " , Jlr~liç-c).jj d,~1J,l'i,l)e, i bubbf>.ni't0àtli'a·UQ p.urll,Lfco11alfanceLta,, gi~<lico insu,ffi~iE:_nti se nç_n nociv_i pçr_ç,o,Niu~~~ a,,te,rmJn~ d.i,J~Lan~or.l'ii11d~i(!P%!P.P.e.n~ ~c).;qto, diq:i;u1e;<esi~p-alibero' a:\11 ~uni' cor:a.aotisjfililica 1ill modo da prevènire ogni ul(eriore cotlsE)gUenza d_ella·;soff.er.ta infezl one venerea!! l pus coll'aiuto di leggmt r.ressi9µhi-n¼_oroo1f ll~,a:s.c~ss~: 1 1 ,'t, " '' ' ·e (Continua')'. ' / Di$si lòslp; p:6tch~10gni q-u,~J~oltà' rrèmial'iò.i s,~orsi, ~hp .. . """I •, as(!elta;o, p;en..pifali'carifléi ,J!i\pè.rt'ilrà: ,·, ~lre'1'il ,la v',gt16 'di3.lla· 1 1 1rqppul'azio>Qe' à~~ss.e fa:tt&scon1~al'i:t'.e) òg~t:idu~ema t~Ua ' r I , I base ,del uum~ore-; 1•;n;Òn ·lio,' p-otnW-l 'e'Vita:t'.eHil ,mol;e:ilò ~, 1 :J ·lafv.olta: t11a>-veiio:c,on11:e.:ri i•e fl\f'8'fò ef s·en1f'pi1u ~ tifé'no pilofo rlèli 1 rl1ERZA, che_,n90_s:empte rronvte,ne spllfo~tl'l tcò'tn~ 'vedrem'@ìin~ -u J 1' lf -: - . ap:pre~~,O'! , i t:>_il .r. 111.111, 1 11 !t-.iU- . •,I ·.· ·1 fl t " I . . ,11 -,c;L,J I . us . 1 1 !Nò'n nn-·m1i a\Y-9.)!éPa1o ·H~~a-q~ico -à q1ie$1fo sc-opo, ufvo nei' é'a'si ijh,bii'BÌle-o:i 'c}letiP.f e$~ •a',.e1frare-'qUà'otlo 1erari'd cli · . I :I già tla.t-Mefite sò.pp'Jlrati-~'i 1pr'ç~-é'ntà,\lè7 gl'in~é·gu'mirlt'i·1Uvi'd'i'.' e talmentè ass.9~tigli.a.li nel cenlrçl' _nott, ~islàçc'o 'tlil\lqffa I d'elt'ep1'd'.~Ffii.ìd.é'f'l~ 1'ì'lo'lt _f;sdiir' 's'f}er~itza1 'çlie '((ù'eha. 1 : .. ,, 11 I i)0f2Ì'('ìriè@.fit.es'sé'la'fitfO'.f~ i{d1,elfi reHaJ[ f1ròfto. { i! ~i 1 1;!,i, -, )Qàa\ièr~fe~1àg~e:'fis"ullanìi" dal Hi%· d'.éll'ascè'sso èran ACADÉMIE'. R-OiYIA.l\Ei.Q lf·~lÉD ICINÉ-1)E ' BEUGÌ®E as~qi _l-rrila:Le, esse1rtlo- eÙ1fttcrdall' 'eSJJerienza che si 'i o· r f' , ~ irri\Q.no· -~g~ior.meiil.e) _e ,1•,di~entano11hiolen.liss·im,e ,. rse ~ ' \ -V ' ~ ' 1 :-:· I ,,. ·'( Continua:tone, V. 'N. 5, 6,. "I, S ·(.t.) e 9) ·iD,e~iç_ate-cogl'ammo,llJ.entis;1fe.oforicor$:01e semP.re.boti varo.i. 1 1 I l ; )1lÌ! •' ' ' .• t11:ggi,o.,,, ;alle,l.!igge.,~ çau\etlZ;Zazioni,,co.L nilr.ato· d'argentoe · [Il Il I ·. . I' p-er c.ui s_off~.,1rju~qi.lo 1 a i p,ensua~er;m-i ,essere qqe.sto· il J Séance dt, .29_janvier 1859'. - ~f.,V:IiE~Iµ(GKXlHA,vant què-1 metto . pJl):i-ulile; peP'ìIXIO.dl ficarn.e 1/eceessi,va~~ en~iHtà: ,,t1 1 1~ ~ì;;~u:Ssi,01h nM ';engager pltis a~ant je do·is?, messieurs, s;edala;l'<l<..quàle:.~h ,.d.ìs,si·pa · immedi,atàn.1èn.lé: l~J;tjtazioil.e, clw;oo,n !;lSi~te, ~\le,·,p.er4~forma, 'Es.eg·ui tir, o.9rn,p)Jigenza" m'ex:pliqueNu.r; q)uelÌjues~tfn'ès'. des''Pa'l\9les~que j'.ai pro:. la çauter.l.zz-,aziPnr:vh.0}11fi.p-,0;p.~tio aa i'pi~ga: ço.g, .fà,td.ella1 · ~.<>:ncéest,dans:laf'dérn'ière séà1nè'ét, ehftii·1,on t 'elé•'a!\séz sin'spalmata. cJ.,iqnguent.o, .re{rigera:nte ; ~·:.5olame.nl_è·!qut1n,do11 gulièr..em;ent interprétées, sr ,tJe, qo'on mt,r rap.porlé est. no1:i, rimanM'·a ~IJFP ·~1c,urar,e ~he,Ja,<liurezza aUa,,ba.sei dél v;~i. liubbqn,e;-.bo spà.lmat_o, le., fi\aceìe eoll'ongu.ento merc,or,iale J: ai dii dans· un passage de, mon •discours que la· théo-: ,c.onJi.nu,an,dQ; in1:qu;est?- ,ro,edi eazìone s'i'nò al c.o'mpl.e\o ri.e, ,ges gr~nolations late,rtes, a couté cher a·.u paysf•et.q.ue àciqgli{pento,;della durezz~/lJl.le~esiina.1 • 1 tous-Jes:_j9,1m nous :en -P'!lyons'•·encote les frais: j e. m.aiofjei, casi o,rdinari poi ho sempre spericirerilato. più- , ti~ns_ ce:lte.assèrtioll ·daòs loute,sà.rì•gueu,r i,maìs on-a cru ,,ulìle. /la medicazione a piallo e. pi:essochè asciulJa di I l ~oir une a:lta-que.iconlr~ t'l10QO-tàbl~ M. Haici.?.O, contre fi!acct~ b~n ~-or.tlide/ _dopo ~·a.yer~~ ben ben_e lav.~i_o)a pia?a ~d' 1 suo1 ·c-09toro1pon soluz~o·ne leggera·d1 suhhnl'at~ la.ih,é_r,a;p.entique· de l'im,titub de-..Houvai,n. 1 li ,. ) COTfOSÌVO! ,, I ' :Mes:s(e.urs', jti repousse:r.e~le,i1flerprétalion i je·1la ·ve..'. '(foJi!e hé\1-s~pétf .Jl' lir.cO'rd"f~ :app,artenerii ai lfoblfoni P9:Uftse ~ lo.ules1mes·.forcés:. 1C' est mòi qu:ì ai · faiL"cré'er·' ptimifivi', i'tà:W1dèHi b·énigni : p'ehniè ia-a···seh1pfièe d-i'ffii- ' l'lnstilul, e' esl moi. qui ai fai I. rnellre à sa léte l' hon-oi.:ablèJ si'òhè'cf'u~ri p_ròcesso'1irl'ìtafì~o., iti Vihiìi di rapr,'6'rÌi ,;anà'.-. ' M. H!<l:i,-rto,n:;.j.e: sa::tais:ce'q.u·~,je"fa:ls;ais· en s0umebt~nt ees torihci o· ·~ifriP.:à.ti'ci'l egì's\'.ènH tf~ !a par.te,_p'r1òÙ.ria.m~o'tè'li 1 1 proposilions au Gouvemement~M'. Ha:iriòn sàit 'l'ofite l~e.- 1 1 alfett\l e )t,~lfi'ao~~fa, ~~f~,!ll\~,i'~J;ahi'.e~Le i riteré:ssa_tà. M~ stime qull je'lui porte, tout k cas que,jeJaif des services ç~eor-se:1cl1 'curare. pa:rJ'çcb1' ldf coò·est1 bubboni, , quah ,.,. , . · , · )I Il. q•. . ' ' . l ' sono dolorosi-(uori ·di- propqrziooe--fir~ d.al· !oro app11rire-;- qu l a rendu a 1 armèe, comment donc. aur.a1s -Je eu a ma··cedooo ,(c\cilll¼_~nle,~ j <l$Jli ~~t\l~.1;iin,i, o l!l-Jlp ,Af.pj ù al pen.sée· lltf ll'àtla1q'ui r _ fii iii iiJrsoil n{ ét dans s~ lhérapeùti'(ftlè? I ·solo. sa_nguisugio intorno al luroore. ... ',' ' Provai una qualche volla d'ahbandonarli a· sè, ed in M~i~-l·honprable ~t Hàiriòn est ' te ·r·ère de la tbéorie tutti .i, c~si , J.h t:rdi asitiìrierfe .if car.alteriTdel'·swplioe , de~·;swluta_ti ons .1aien'tes; 1na créée.'M tò&tès' R}èce.s, e.t t~m~.rj!-illlì~,in!l},alo,!'iP~s.1,1~13ur re ,n~èsl o c1pb.oodàntilrt)enl'è,~ I lje ·oleo _d-0ute·pas le o'l'òi'ns du ino.n~e. a_vec cp ns~iente.et' e, çlj,p,u,onl' 1~uppu~1à~i,~Qf) ;, rl~~p~l~i P?s~rva:r~\òç!1i a~Pb<l09Ji. COffVfottìon li doil d~nc S0t1ffrii' que O(JUS•1,:q¾ì sommès nuto un tr~ll1 ~1 co.~~egj nzt ;- . 1 ,.l _,, t.i . . : it 1 _, 't ,. • d'elerm10 ""'. éS' de sa I • d Jh11;re,,, j/~ Ies· ad v~lsa1res occr, ·n'ous qu1-.. -Quando 1 ès1lò iun but,bQne .che g)udrca1 prim1l1vo; è 1 cro,yo'n'~cetll' dotrriii~fa"'ùss'if~l fuiièstè".'i&\'it~a I01s, 1ntou·s' stato l'indutimenlo,,salv.ò.ch.e,il:h.bia.'. A.Y;utQ~r;igiooLS.P.ddi• J .. -l ' sfacenli per sµ,.iegaré,àl ~!i,menli, CQe C<1mè-sj5,lb117,¾de,jla , J l 1- ) r' . . \ ~ ;.# I,! iJ " I ~- ~ . ' 4. . ' •1 malalti-a i.secondar.ia1, ,II·u·esla,,, a mio....t1 a.v,vj~o, ;1(o~eyo}e }'_ ),,-;!\ pr.esenle l>,~b~.h;ciz~fl1e, ,~ft..it1v;3. apa 1d1sc'!,5,s1°i~,t~~ èir.cosl'&u_~a, i_oli:apresi imine(1 iaia:m.eut.eJ.a_cura ì.nte'r.na: l'Otta1mrn tli1el!Jca"dell':Acc.\aclemia Reale di ~leòicina ìlel Belglo. mercurj~le ; 1.p~r lp più' c~oj, igclurp, di niercurio ~i nei casi debhe precéde'f't n~n ,egùìr;-q11Ji\iiipatì6)ica1asi nft N!9. u:
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'<( ,En· présence de .ces antéc'édents, is?est élevee' la ) a combatlions avec tout ce q·ue nous avons e_o nous de· :queslion ·ile savoir si l'alfociion nculaìrè· pòur laquelle -résolulii'.l·n et d'énergie. P. .: sè troùve aujourd'lrui en lra'item·e:ot~ à l'In'stilut -J'e me sui:. aperçu, messieurs, que je n'ai'p<1s.'~lé'asscz ophtalinique ·civil de N·amur, re;r.!l où: n'on•le càra~lere-· eiplicH'è ~ur ·ce · point: lo ree m'ésl don.e de 'voiis don per de Pop:h,tal'cilÌ·e dite, milita,irè. et doil; é°bT<é,a lfohuée ·aux quelq~e~ ~?ls:d'èxHli_cati ~~-Yf _ici/ e (Ulf(~st: . .. . suite& de'srgranùlali.ons, qui ont nécessilé-'en148i8 u~ Un honiniè .o~gu.ère,,alleiul ,d'ophJtia,lm~.~ f $l IJ~~ré ~~ lra'itemenLde quimrnj.ouis,, servi~~•. ses -yeux donl l'éla~ est conslalé avant sa li_béra·.•'~i le; )ll_inìstre de la ju~lice. ay:anLapop.le 1a ptop,Qsilioo •dessog,n~,Ure. ceit.e. q)lc.s!iq.n à l'. ex~ll)tl.!l rd'une tio_n , sonl parfails; le·corijoncli-ve:s p11,lpébrales ne préc2mmiss.i11.~ • .;i~ méded.n,p , ruiJitair~/ì., .j~a~ lllio,n,rreu1\ de .senlent pas 1à moioélre aÌtération. i r-rès une es pace de vo,u~.,p.tier, ~ons,i'eur l'h1s.pecleur ·gén-é:ral, id(ntonn~r des temps plus ou moi'ns loog, guelques jo~rs, quelques mois, oJJ.3.res ,p_,Qqr, t;JU.e, mò_O-$tCM le iné<}eèin ·deq;amhro"Q DeJh.~ie ' quelques anoées mé'.tir'~1-{ pfès s'a ·Jilrériltfon , \es papilles s~if~li-~et~cet etTll.t à !'lostiJullsusll)ènlinnné,, ijC'G.~mpagné et !_es glandul'es conjpnctivales- s~ c9ng~slionhent- de noud~un,méd.!lci,r de Ja garilison èle'Nami:ir a d.ésigner par··lui. ".eau, eri .d'aù(res lèrines, c;e qu'on aP,pelle des granula- 1 ,f: Vh-g~ vou,dr.e t }?~~·,., D), O~si~ur l'i n,$~tél~~.r g~~~ra~, 1 tioni · appii,fi1ssenl~en ~lus ou moi'ns {sÌ'ànd iiò·mb.'rè : /éh m~ t~~nsmel~~e. apcomRfgné de·~~s~çons1d,~r,j\J1òV:!ì eL <!vis bie.n. 1~ théorie de -M. Hai rfon-failr. renionJe.r jusqu' au Gou • J~,l'1!'QP,Qr.l.,gui d~yra v..o.u,s étre~adr;es,sé ~ur le- :l!~sult,a_t <!e· v.èroenlf':nt la resp@sabililé de cel!,e alleinl.e.; si le solda't l'e~1w1~0 .don t,'il ·s'agit, 'I\ '· ti · . 1 l > .•f ~ I , • I , J\ rùila,\1 immédia'leJtJeb\ M. le ,inédecin · d!}. ,g/ir.ni~o, congédié devient:'gran·uieux, E_' e! t .p·ar-M qri'il' a·élé solda.t ; Delhaie·à faire à -N<amutrnne,en.q,ué,\e(s.ur c.etL-e: alfa-ire.· donc lè Gouve,rrièmerit doil payer \es còns.équences ùe ,~'6_,~ovemb.re ·suivanl,il· II!:-~nv,of a la r~pQnse,qp:i.suil: S'?n a'ffepL-ioo rw1JveHe,,eM:Élal' pa-y.e,-messie_u·rs; ., \jj , / "'i1. J é me hMe dè' dire que· celle théoric, que la lhé'orìe ' ;La qu.éstione,s~lle,v,àta;j,n seno déll~:kt:c.ad~tn'ia Imp·e:. <;les, granulatiops,li},teniel jl. élé re p.o~ sé~;Pl \;.le Congrès ri;;1le,di Pari'gr da unre.conru,riè~ii0ue del Jlol~Me Bo.uchtit· d'ophthafroologie lui -ménie ,..qui !,,p.i:.O,O'vé pòurtant qu'il i' sul vaJ<l:1'e pratico della lu~atui.~··(iulrag·e)·~~lla. glollid~,,in étail bien disposé f ériger en ar,ticle_s de foi, les suppoai- · c'onfr-0nl9 deHa-1.r,aohetomiai nel .croup) d1etleA uo:go ad tiòJJs les ·plus' lra:sardéès~• uo;t,1aninratissim·a discussione · cb~•.fo•.ehiusa n~.J:la ~ed:uta il faut ,ttre :p\·aeé: où je suis.-, m_~ssieur,s-, pòur bien se deHn .s genbaio -1-8~9 ~ avendo l'A~oad.emia :adot-t'ate ·1e segue!)Liì pr.oposiziogi ~ 'Prirri'a c011clusione·:. ~< lia·iub'al'ura, :re.n~re c9mpler.dèt la,si lµaJion r,éeJl.!i:d~s,.cho.aes.Jl"y-a dans del\~ fai:inge, qu,ile.:fu fin al'pr'esèole,appHcàCa-, rf<fn s·em-· l0ules Jes>.cdmmunes ime. tendance à se ,,.déb'arasset ,de .la plus grandf;-SoJl)me de~qép.enses pos~ible: ., Ro11n"p.eu,q:tre · bFò mè· abbaslan'iamlile-, :n-è a Suffici é:òz~. ses"\>',ra di :p~~i-' coli. per mijril.are-J'appttova'ìiòn~ ùeH' Àc'eadèmia·>ii Seelles voient ouYerrure à fai_re suppor,Ler par d'.aùtres• ce condi\ conòlu§iòne: ·« ta· lFìrcìrnotorilia., irellofalalo '~thia'le qui a-ulremenl letir ,jncombenait à ·ellesr.:·mètnes, el\es della s:oienza,, e·rJ solo ;rt1ezzo d·a im-piega'r-é quand·o· noò s' empressen,t· de faii:e.v·atoin e.e ~1u'elles croierH étre le'tirs'" resta più alcuna .speraoz·a.dì•s:alutè·flélF àpp'lic.a21ìone-dei 1 droHs~;-c'est ~.out naLiìrel. Veus, voye.z d!i'oi, ~- Q'oinbien là me·zzi medicìrn;. , · théori.e,des;gr·anul-alions Jat-erit·es,letir .v,ieht en-a.i,d·e'.; on trou.ve ;louj:oms ·a,es l!'otnQlJ~s· prels: à · dè-c.lart~r, el ttès} ido,~losj '\\qrgt~ ~;' W:ager _impieg~~,0:1çoQ 10~.Ìi~'Q e ra;conscien·cieusement; j'aime,.à le ,croire, · que l'oph,tàlmi~ pi'dissiµio successo l~L\ìnlura di iodio nella cura ~e,i;_~all_i, d'.aujo11rd'hui d:e~q.en~d:en· dr,oite Jjg:ne •d.e eelle- do.rr1'·01) a Basterebbe; to~.çar.li,·pì'4 vo:lle a1,g~or90 ~o~_,un p.~u1felliqo soufferl jaèlis. Laissez-:moi 1ou.8.'t·ci~er e.ri\rei~autfes: lerr.fait · inzil,P~.alo, in q.uestò lfqui:do, ,P; r .,_ye,d~rli ·d_i~,parire} n al.r 1 suivan.L: ~ , 1 ;. H ·: cu~i ,,gior.ni compiulall)ente: Se i\ éallo e silu/lLò tra le. .;J,e, r,eçus 16'. 12 .nov.emhte dèrnièp de..M., l'.e,m'i'ntslr'(f de dit\]:, ,lo si rìbòp,re. con una: qicéola p.ezzubl~· inzòppàta. u9a:}misce)a di-lintll,I'a,;di .iodio· e di ,i Jicèrioa. la,gu:etr!}, ')a,l;eltre què"je) Ya.ifi Vo.us:lire:, (léitungi.(ùr. Meaip·. u,nd Chirur,g_J ~ ,, . , t :\ i ' « l\fons1,e,u-r 1 Jnspeçleul'. ge'nér~l, " 1
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~.~tJ e-min-(~Jr~ q~ la j,u~Ji~e i!;.signal,é, ~u d~P~,Glem.ert de la guerre com me· vieti me de l'ophtalmie 'dite de l'a,;!Dée, l~_nomro~. P··:, so)dal çongéd\~;du 5e1 r~giment de. J -~-~~s !,~pséi~n·~menls demandés aux aulor_i lés rp,!l/l<\ire.s compétenl5ls. on(établi qu_e_c~I, hom~,e· ~; é'.~é lrailé, d,u i7 novèmbre,au ~ 4 décernbre .1~4~ a. , l'h~pilaf.mtlil~ir~, pe 13r1;1x!:'ltes ' i pour .o~JiliiJr:nie 9raquleus.e , · mais· 1que ce.lle aff~cLioo ne :~;~s\J.>l~s reprp<luile peQqa nt tput l~ ·t~µ.i~s ·qu'il est reslé ! o~J_es armes, _c'.est-à-dire jusqµ'à·Ja fin de rn q.9 et qu'il n'était porte~r. d'a·ucun germe ~lm!lr~nt d'òp}l,a.J~ii ' ~U mois' a'ao,ut,/ 8~( 'lor~ de .,SQO r~p.pe) sòusì es arroes av~c des miliciens de. sà .cla·ss·e,
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rll1><i'rètfoi:1ì•Dott. C-av. ~R:ELLA .~l'ed .DiY·, '-lH Vice Direttore resp_on~t•Dot't. M-Ì'~T~LLI, !lfed',:di Bali. 1
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lo do : princiµìi)~ questo rnio' 1 se.ritto colié)<&tes'sé parole<.cohì!iuii iptri'e:vO' 'terttiiné.racl 1 rén'.die~nl-0 ~il nie@_.;- Naturitt •wtò.r:oorum ,mè'di}:a~ìk!l #ìèdi6(~rlvèrò n'atwrae m}i:niiJ!er-~ <' . 1' ; It lra~udam~n"to, la con'gh1tinaziorle, la sap,purazione, il 1séquGst.r.o, la rJgenera~ione, i!elimfnàZìone der m~el'ÌtOi alteFati, l'azione e;::ta reazione organièo:v1sc.erale, sono tutte operazi6nì 'della natura, ed il medico .non fa altro cbe addentrarsi, approfondirsi nei suoi misteri, facilitare, appoggiare, coaèliuvare i suoi sforzi. Ma nello ,stesso tempo che 1a natura per :via dcll'assimilaz1one, èlell'eliminaziòne, della· metamorfosi, delta· cre·azione.tende a rimediare agli inrlormali processi del uostro organismo, onde rendersi ·vieppiù facile l'opera essa presenta nel triplice suo régno una sterminata serie di iµedicamentj, cui sp_etta. alla mano dell'uomo il scegliere, es3minare, Ticonoscere, coll~aluJo della chimica aggre'gare e disgregarei coll'aiuto 'dell'esperienza saggiamente, prudentemenLe applicare. La medicina, scienza eminentemente progressiva, non è in questo secolo a nessun'altra soienza seconda per importanti scoperte, ed anatomicbe e fisiologiche e patologiche; essa ba portato al più alto grado la terapeutica operativa. Ma è.forza il confessaré cbe essa non progredì di pari passo nella terapeutica medica .. Si potn~bbe quasi asserire che sotto questo rapporto noi ci siamo <H poco scos(ati dai tempi dell'illustre Bacon.e, il quale cosi si .esprimeva: « Quanto ai rjmedi particolari , ohe in virtù di una certa propriétà specifica, comengono a.taJe, o tal altra malattia, od i medici non li conos~op9 a sufficie.nza, o non vi si attaccano abbastanza scrupolosamente, poil
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chè.in grazja delle )oro decisioni magistrali, ci hm fatto perdere tutto il frullo della tradizione e dell'esperienza ben constatata,' aggiungendo una cosa, mu1ilando l'altra, cangiando il fotto per rappç>rto ai ·faq:naci senz'3l\ra r egola ~be il loro capric,cio. · Ma ,corhandando c9sì orgQ'glios11mente alla medic4ia, essi bàrr fattQ•che l;i medicina non comanda -più a11a ma~lattia. Sé1'voi ne togliete alcuni rimedii in piccol numero; non v'ha pressocbò medicamento cui si atten!. ·t ,mp con1 bastante eor~polo e severità, poicùè ques.t,i ~edicam~nti so10 pìutt~sto ~àtL! ,pe_r ~e direzio,~ì, g~nerali, anzicliè appre>p'riali alle cure partic'òla'ri~ ·é n on si rapportano··specialme_n~e ad una ·m·a~atii~!'_qia sèl~ a certi effetti .gé_nef~1i_J. Ed e~co perchè''noi vc~iamo' degli empiriéi e delte ·vecchie doiibe: rieséir t'cllota: m~glio neiJ·èJoure thé i più sapiefnW1iiì,édici';. per' la ragibne che si sono a:ftaceati cbn maggiore scrupolo e fédeltà alla composiiione ·di rimèdii di provata 'Vitl,ù . .,, · · t Queste severe parole di gu:e:r s~mmo uom~ 'non s9_no affatto ·fuori .,tli proposito per una parté'.;dé1 inél ~ici dell'età preserrte. Studiando minuta~enté' l'è) l:.. terazioni organiche, le metamorfosi plastiche; fe'' cellule di nuova !ormaziooe., ecc. essi si iascian. trascinare, direi così, da una fatalilà 0rganioa; aeebr€lanòla supremazia alle.lesioni materiali; e.'•pàglii ttf rièo'l noscerle, essi si abbandonano 'ad un I còlpèv0lè iicoraggiameoto. Essi si trovano dinnanzi ad ·~n fatto compiuto, dinnanzi ad o·n pro-cesso di distrazione, e credono inutile lo impegnar seco una lotla, facendo, un ultimo appello ai medicamenti: M a non ri.fléttono,. che non v'ba pl'Odotlo morboso .ohe 00'0 sia ' sirpera~ bile. Ma non riflettono, éhe Ja: :natura è ·immeos'a nelie sue risorse, che penetrando·n&lle viscere deJJ:r materia medica si giunge ad ottenete' clà e~·sa deimeravigliosi prodotti·. Si ò nella cura e1elle affezioni· croniclie cbo ·consiste per l'~pponto il vero trì'Onfo del medico. Nelle malattie acute il medico si limita a seguire l'impulso della natura, 3 compattere o prevenire le complicazioni. Ma nelle malattie cronichè è d'uopo determinare nell'orgaoi'smo dei cambiame'ntf radicali, è d'no(1o' creare in ee_rto ~uàl mòdoi'i·degli sforzi curatiYi. A cbe tiene egli mai il rumore cliè mena ancora al di d'oggi la medicina omeopatica?' Chi ne sorregge la vacillante :fortuna? La natura. Quella medicina pretende di,, guarfre. somministtantlò· rimedi che valgano.a produrre -bel corpo sàn'o,efl'etti~
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·anafoghi a quelli che succedono nelle malattie. Ebmedico, i;altro farmacista a Lione, tentarono fin dal ~~ene : essa cerca di agite direttamente sull'organo 1847 c!'inLrodurre qu~ prinéipl9 jtella (erapeutica, coreggendoge l'à}tcrabilità. ,e.bei soffre, di:determinarvi la l;Bazione e di farvi oa$bere 1 in~~r-no lavorio, che vi opera La gu.arigjone. I, Vi_perv~~?to dg~o .i~apèlit~ siòr~ • 'helv,, lo,:o mam la con 1.cm?, ch'tusa "In vasi lrmehcarhdnlè sugt>ra, togfret~mi Fazionè delle dosi infin'itesiinali, to gellati, presentava dopo lungo tempo le stesse qua. _glietemi quel curare i sintomi a preferenza della malattia principale , e troverete pure qualche· cosa di I' lità di CO]OTazione 8 di rèsinaz'i®e, che nello stato recente. Dopo aver acquistato dai loro esperimenti la buono in quella medicina, e questo si è la uura cogli ipeçiijcj. ·cònvq11go~ 'ébe sono,lungi dà~meri~l:l.rsi nu J yO!lVÌD1~i~ffé, ,qhe, ~ se~i,:~l C~CU.t?:~~a~o ,~J.:~;_~[\e P ! rt~ tal nome tutti i ricn(}çlii, cui gratuitam(),nte lo affib- i della p1~otr~pelh Che C,OntenevaR,O magg19r f Op1a dl biano gli omeopatici. Ma è d'uopo pu1' comen1re, che 1 quel pnnc1p10, ne deducevano dover ques1i,.soli esse i Medici ailopatic.i ricorressero piìt sresso, con sere impiegati nelle preparazioni farmaceutiche. Conm~ggjor ostinazione e. con maggior fidaci.a a rimedii sci come spesso si attribuiscano alla .cattiva qualità ,energici, di .conosciuta efiicacia e di esatta preparadi un -rimedio gli effètti , che· piuttosto alla ~attiva zione, essi otterrebbero ben SO\•enti la guarigione di scelta, e preparazione. dovrebbei·o ascriversi, davano malatlié .credute insanabili, ed arriverebbero forse a. i caratteri dei s.emi defla grande cicota da non coafare· da quando a, qu~\ud·9 la scoperta di t1no specifico: fondersi con * ri .della fomi~Jia, d~lle omb·eUifere. giacché non parmi possibile che la nalura, dopo aToccavano dell'e'poca in cui cl'òv'évtfno rac·cogliersi, cioè quand'erano all'apogeo élella loro maturità, alverci fornito il mercurio, la corteccia del P.erù, !'iodio lora quando jl principio attivo risiede in essi in un ed il zolfo, siasi definitivamente addormentata. .Cpl) que.st0 mio 1~~.9ro, io intendo di rill:jvare dal- vero stato di .concent(àmeoto.' ~"'on 'trascuraraoo di ricordare quanto iuiluisca Ja temperatura e la località l'immQrì!evoie pbblio in cui gi~ce da alcuni an oi un in cui nasce la pianta, per at1me~t~re o diminuire in rimedio, non dirò già spec1fìco, ma bensì di esperimodo singolare :•attività dei semi . Tnd.i, vistà Ja tlif~ -eJ!taia viijù, contro una delle più frequenti e ter;ribili calamità che affliggono il genere um~no,. ~o ficoltà di conservare inalterabile quel priòcipi'o attivo, ~o_glio parlare della conicina, princi pio essenziale se lasciato nelI' i~olameo to, riesr~ario ia renderlo tale combinandolo cou appositi -veicoli solidi ·o fluidi; della cicuta, principio che solo fornisce alla pianta tutta la victù risolutiva e sedativa di cui è dolata. cnedianle cui ne ottenevano un'indefinita conservazione. Coi semi polverizzati, siccome quelli.\che conNµÌla di pii). comune presso i medici d'ogni nazione tengono m~ggiQr qu,antità di cònicin~,. preparavano che l'uso delle diverse preparazioni di cicuta. eerò rimedi intero i sotto forma di pìllole e di ,soìroppo, l'uso dell'elemento più attivo che solo potr\hbe .trfoncolla coaicina stessa un1ta all'adipe, all'alcool prepafare cU tante gravi malattie, noi lo vediamo posto ravano il bpJsaQ.10. per,,uso esternò,, il liquorn _per, inpre~~och,è ç9mpiutamenLe in, dimentica,nza. 1 jezio, ne-. ..Qovo. un la~gr9 che, dQrò per .ben cinque . ,Per. l,ungf) \empo era sfuggito aJle indagini dei chi· i signori Deyay· e. Guillermo:ud 'lntr.odussero la anni, ~ 2i,il p.rìncipio essenz.iale della cicuta~allort1uando i loro scoperta llella pratica. Eca a. desiderarsi che lPiY,o,rJ importanti di Gi~ek, di Giesen, di Cbristison tanta .fatica vicevesse· 1:'u1 ·adeq:uato.;compeoso ; é Pebbe e d,i Boµtr,Gn vennero a dimostrarcene la n,itura, ed difatti. Durante quafohè; tempo si: fu ull'a pi.oggia di a iracciarcene'la storia. Brandes, il _primo scoprh che felidtationi che si rii;evevano gli autori di sì bel rinel seme·di ci(}uta contenevasi un pl'iQcipio alcalino, trovalo. Gran nomero d:illostrazipni mediche d'ogni che cpiamò cicutina. Nel 1827 , Gisek distillando i s~wi J ro~chi deJla ci.cuta ço)Ja magn esia cal!;:ilica' o. 11aes~ ebl;i,ei:;o a sperimentare ,con mirabile successo quel r.imcdìo in gravi"lnalaWe, quali il scinro ·ed il coUa,. pot-a,na, ottenne un prodotto molto alcali!lo,, •che combinato coll'acido solforico e concentrato coll'eva- cancro dell'utero e. delle. mammélle. Nè solo come ris0h1enle, .r.na come eminentemente porazione, .dava a piccola dose una rapidissima morte s~dativo il riconobbe nella per.l!J::11:ìe. ,il D.•.Speogler aglianimali. Geiger, poi .nel1832,•essendo professore all'universi'tà di IIeidelbèrg, isolò quella sostanza di- d1 Herbor,ri tf) .. L' lfnjgn Jl1tdic-1fo lo.raccomandò, appoggiata su.diversi successi nelle febbri inLermitLenli s~illando colla potassa i semi secchi di cicuta, e Ja c.hJamò coni,cina. F u seguito da Cbristrsou di Edirn'( f) Speogleir ·a Hiirborp ,avendo troyato l,<1 coniciòa affic3CÌs· bor~o, i udi da Henry e Boulron. Al .pari di Chi.;istison sirpil"io due f-J5id,:mi,/ /ii 'pei't òsse, po·~l,~~ ~1Jel méctiè11fueo\o al ei ti Liebig, Geiser osservò, che le fo glie secche. di dissopra rii tutù gli altri ·:vantati irr quell':tffe~io'od, 'éoro'è il taocicuta non contenevano conicina, cbe ne cooteneuino, la di11.Halio'a, il nilralo d'à rg cn lo1 eec. E2li ht sommioi~lrava a i r~f{~zii secondo)'età e l11Jgrl!,yità del male, ora alla v~nò invece i semi in abbondanza. Altri chimici osdose.di u?a ~ecirna :9-r;tdi ~na Se,Ji ml~~ ,J,ll uu~ ventesima, s~rv.aronq,_~h,~ gli estratti e le allre :preparariioni di 7 d, un grano fo sçi oncie q1;1araolesmia (' qu!)raolo\te~1 m,1 parie crnuta perd'Orro la conicina.quando sono sottoposti al- Wliotjua1da i>rènde'rsi' li'oà1éu'&:hiahitil~~AI trè oie'. 'J\r., i ;igoori l'azione d~l calore. M·a na Geiger, nè allri ,-riconoDbvay ·e Go n!ermoùd o,sseov11no cort ragi,:ne, ebe qui-.sto :modo di atnmioìstr~11.1i'ne della coukina ne nn,de !\$Siti Jijlìcile l'11nscendo la somma alter!lbi lità- di quel priacipio, osaoirg~. Essi pr,iferjscooo p!}rc1ò somministtJtre ai ra< 111.zi il loro r~ng a~çin,g,~rsi alhi su~,, a:~minist-ra,ziooe. Con prodigi s_ h • i!• • , ,./'X I ' t, ·...-1 ·< ' .1! Lf'l.l ,.,. I • le · , l \)Jrùppo, drcu r né dunno a r.t'a rh'ezza\ tic.cli-1c'ii11to 'da c\ ilfè.il'mul· d1 p,az1enza ,11 dott. Devay,.ed il sig,Guillermoud·, l'uno tino, ed- unia1'1ràlriléiia/la sè:r'aiitt~llb\i\lno¾riì'òo<.>'. I ~ !
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ribelli ai ,prep:aratkebjnoidei. Il nostro Parola tr9rò ·molto meno sicuri dell'oppio -; IO:cchè, secondo ,loro; v~iita,giosissima -la p0]y,ere dei semi, di cicuta tii;l :u~ ·tiene ·alla poca stabilftà d_ella sua composìzio11e. caso,di .wvailzatissima~tisi ·polmonare., iin due c-a~f>d1 Quindi vecisamente conchi,udtiYatid., ehe· si dovrebbe,anlithiss,ima;ma!attia_di cuore, l'uno c3'.i enorme ìp'er.-.. eancenaré la .,conicina ,dal ,novero dei medicamenti. troAa:~con·ilil~tazione: ,ih q\l_ell'on:g~00-.h f alti:o di leu·sual.L..tHi ar:gomentt però addotti da quei .rtspetta~, ·sione in'9'eterat.a.,dèll.e valv@le . con,:m·in~cci'a -,d.i sof!obili · mèdicù so:n.o troppo. poco oonviueen.ti, per:cbè la ca~ien_e ad <\g_ni istante; ambi(}ue'Ì C·3.Sf e~a.irn ribelli, conicina .po:ssa rassegnnr.si ·in pace alla SeiVeti\ .COU, aa Qgnì cur~; am!)idrre àttennero,uti 11r;o~1·gws_o ~ r~dap-n_a-,,:ch'essi Jeritano infliggerlé. Pritrra ·di tutto èpiQ~ so\lJ:~\lÒ;.daJI? ùs<;> Élella :-p0lvem>.;,ae1 .se~f dt ~1: P.e,cessario U \~icordarè, non es~cre indiffere.nte la cut.a:~ (~) ·lnh~Jlemà'gµa _,, pi:iJ c~é\ 1altr.?v~i 1,·mecl-ic1 scelL~ della ~ici~t,a, e de.i sjmti .dj essa,,da ·cui s_i-estr-ae p,Q'l'}.arcfoo ;alfe stelle la, .ç,onic~na,i dire~~ .r~Mn'obbet.o il principio essenziale.; ehQ, un11 vòtta fallita questa la. Sbfufna uJint.à:·P,e.rsin'01nellsl onr~ del t-ifa. (! I) Per scelta non v'ha prèparazione, per esatta, ché. sia, che p,ac.(:), GÌ vone, èbe n:o.ru·iV'enisS;et prqcl_lrn~ata la conivàlga ad oL~èner.e quel che è'.irnµossibile ad ottenersi. cjg~ uu~...pa·oàcea univè-.ts:~l~1\t.ant0 fu l'~ff~tto ch''essa Se.nza d11bìtare pèrciò dèlla pre-eisione; clelle ·prepa~ PNdussè I Ma b'én _-dissdl ~oe}a,: .\ i'a:tioni,. di cui si servirono i si.gn·.ori Ren)ingi e S.al-. 1\, v:0Ii·tròp-p.o ~alt1, e rep.entrn1 ze'r,. io ·so.no ~utori?za.tq a c.r~d.ere, .Ghe ess) nop qpS,0.alii:Jn0 i ~i.;,ecipi'zi esservioini. i _biano. aYQ.~9. ric~rso aJla .g1?nd~·C_icuta, _a :iueJ~a tli~· M~ ~pnjcipq..,çìimostrlòììla· .verità di questa SeJl'.iènza IljlSCB 08'1 p~~~l rnontU.QSI_, aytd.J., ll)Cfl.diOilqh, Jnà co;!i ca.4~.11&~4'.9J!€l boivii'&simo tempo di tutta l'altezza, piµttJ)sto alla cicuta acquatica.della fan~iglia ,·delle om. cui si él".11'. et·evat.a,; ,ed il ·mond:o;-me<lic0 noff tardò a i bellifere~ in cn.i, egnalmente che in quella che-,nasce,nei djobi:r11.ace,.tbela:Gon.icina1çtvcti'f•fait;, son·temps, come giardini; nei. çirniter.i, eco. U. prifl-cipio. essenzial~ esi~ dj~o.i~o·ii no·stri alleati <Y-ol~re .'alpi. ·Ném bastàva però j ste in minima_qnantit,à, o·~ assai çleb,ole. Ho detto ,eh~ ·ançpr:a U .f~rl.a capìtom~olare. Do~o av~rle'_ fa't;o •ap- 1 era aut,oTiz.,za_t~ a cip 0re(~ere, poi~J1è già i s:ign9ri p_ena assaggrure gh onori del Carnp1_dogho era d uopo · l Devay, e. Gq1llerrnoqd, pr!.ma che.1-p,w\as&ero, 1 pr.eanqlg·erl,~ ~.et fangp, farle gµr;;_tarc, gli orrori cl.ella fati medici Teqeschi, ave:vano rinvenuto nel-,commer- · rocca Tarpea. , . cìo d~lla conic.ioa prove-niente appunto dal)' A-Uema-Incaricar.onsi,di ciò fare due meàici Ui ,quell? stesso goa, che nori aveva l'odore caratteristiqò della v,era paese,, in 'cui la •coàforna i:lr:is'alita ir~ maggior fo rtuna. coni~jn~; cbe .era i;n.olto méno viros-a} ,,i ,~ f ] rè$~nW: ·n eufing· ~ 'Ff'. Salzer .phbblicavano nel 1854, un tava ql~a:Jph~ cosa qi a1;9matìc.o" !,.a s/;eUa ,dei s.emi a~tt:éil_g p'el JJ.~ittsck k{ini!., sup~~Ci_on.ici_n,a, che-n~n era di cicuta è· cosi . jmport,ante: c1l,e: ~lj:'.~tes&i1~~mi çli ,r1.t3,sc1ta. s-otto la loro ~1t'E)z10,ne a produrre verun Stuttgara, che: puri! sorrp r1c,onosciu11_,e.flfoac\; &Qn. sollievo ·in dodici ca~i di.t ifò., .èl,le _era· .riescita una iuu,gi però dallo sviluware, .trattati chimicamente, stùa 2otra s,u qua~tord.icì casi cli fèl)b.re: inter.g1i~tente. lo stesso far.te odorè di cooicina, che s.i· sviluppa da S'q,ggjuogevano,:che la .s.ola sua,azione ,reale era l'aqµelli raccolti n_ei paes.i 1li~riiU9_irnlì èléUà.fr.a~\eja,· e. z1one ca Imante, ché qufndi l'uso di essa neJie tube reoquesti po_ qg di ll.]91 to infçr:iP.ri,~ q1,1elli dell}Alg~.ria., losi e nelle bronchiti. croniche diminuisce !à \oss_e, e e délla O,re,Gja. ca1~ a i dÒlç>r(.nem;algièi; pia .c.he q.uesti effettf sono In. s-econ.tlo· 1uogo i•signorit ReuJing.,t e Sàl_z.er non parlarw deleazione piò potente, ·1a1sola cihe1 pr.esenn un' efficacia palpabilo, ,,"togli0 ,Mre lJaz.ioné·:,ri~olutiva. (1) Il doll •.Pij,rola 'diet,\e. aelcaso di .tisi avanzat:-, 1 di cui sopra·, Jf)!o~vere, ~_ej sen;ii ~i f icuta., prima alla do~e di's;inquo c'enli· E _petchè venne lor 1nerio l'esperimento nel tifo, e grammi, ,pot dì 15 e· 20 centis:raroooi, e succ.;essivamenle sempre nella febbre in tèrmitte.nte,.- perché· la CQ.ùicina non· annfeill andci a ~~o, 40 e rrer!ìno ceulo !i venti ccoligram,ni. corrispose.loro cbe .medì_ocreme11~· nPÀlè. bronchiti Nei dne casi poi di ma-1/lttia di c.;uore, al primo che era,au uomo croniqhe, e.n~i dolori nenralgici, e.on I una impron' di ;!6 .a~ni; ,e ~be er!l.sl;ito trattàlp. ioulifmente <:olle'cacçiate di sa_ngue, coll~ digil~le ecc. , i I tlolt. ·paro.la dledo 1a po lv.ore dei titudine , imperdonabiÌ-e., , e.deMgando':'à quella, impersemi éfi,ciçQla it.t principi_o àll~;'dùsc.di dieci cenligr3mrt1i, mista tmbabile :llemma, a qtrella~ponder.atézZa 'tli rg'i.udizio·, a :'1 . 0 <:enti{:?f'arom·i di solfato di cbioioa divisa in sei pillqle: indi che formà il carattere disti"r1tivo della -r.azza. Teutola r.ol'vf,re fu porta la 11 f 5 o ~O -centigrammi al ,giorno, divisa in seLcat~olino,da. prendersi, u.Aa .ogni dae ore. · tonica, r).rontìnziano, c.hh si dovrebbe èaneellare la l( secoodo / !f)_ggetto era uoa donna di sessantacioque, anni, coniei~a dal novero dei.ìmediç:amenti; Ma per canceleh~ lrf?YaYasi. da quind ici giorni _in ano stato di,ambl\,schr e ,di lar.eda c.onicina;'dalla terapeutica ·sare-bbe pur d"iwpo 9r.t,9en.e a di,l. far temere p,e·r la .sua vita, con io_tens~.r"amor di poteT cancellare dalla patol9g:ia buo.n .numero c'!,i ma.s·offi~, polso freqaentissimo,-riccolo, profondo, ir.regolare. Q.uat~ro cFpl.ezionj,saqguigue avevano éalmal) gli accideoli. li dolt. lattie, ed"i·n: ispecie le à'ffézioni ghiandol:H'h si;ìriose,, l?arola prescrisse, 20 centigrammi di p0.h e i:e-di semi di cicuta o caneeros.e, in cui quel rimedi-O',• .saggiame.nte'·:amcfivisi io ·olio caf t~line, a pr~ndersi in· trentadue -ore. cooti- mirìistrato, ,pr0duss·e ottimi risultati. ., .nuR_s~i p~l çiinedi9, i ~.iorni s_/4gueoti e -sollo la-sua iutluenza-çal.T1,1Lti Sanno dj: quanta ,gravità, di ·qtlanta frequenza mossi !'.ortopnea, s_i fece, più regolare il polso, più s.v iluppatq; ria~pa,rv,e il ~01rng:;.l'.ammalat,1 i_ntiue si trovò di.molto miglioi;;'.ità. sìenò il' scirro,. ed il Mnetm dell:a ·w·ammèllaA del- · (?.llr't,a,que~li fatti il dolk Parola..amminislrò i semi di cicuta · l'utero ; con, quanta.faèilità, :a'iì'éli'e operaW, si:ripro·· aq u,n;\ gio:vane,c\or~t.ica.di venticinque,apni·; riescì i·n. nnù set• duca·. Non vi ha òggfnìai· p1.1a~ièafo<clr valor'e·, ·che non, tiqianl!, _a qi.9JJ,~rare J"impe,to cardi.o-vascolare;la palpi.lazione; amvietta essere' quest~. m-a:Jattià congiunta ·àd una, che si esasper;U'a alla menoma fa'tioa, o rese Ìa vita sopporlabilr.,
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preesistente, o coesistente discrasia. Quindi Ia neces· sità di correggere que;ùo vizio, che non la ceda a nessun altro per la sua malignità, per la sua ·tenacità, per la sua perversa indole. I-rimedi non valgono il più soventi a frenarla per quanto continuati; e noi vediamo bene spesso_quest'affezione dbelle ad. ogni. eura anche la più ragionata. I preparati di cicuta sono il più delle Tolto chiamati in soccorso dal me<lico, ma l'insufficienza loro è abbastaQza conosciuta. .Molti pratici accordano la loro confìd~nza alla cicuta, allorquando solamente essa è data allo stato fresco, appena raccolta. Ma siecome è impossibile di trovarla in tal condizione duran.te tutto l'anno, ne viene che si è .costretti d_i ricorrere ai preparati farmaceutici, che sono assa i i·nfedeli. Ora, non è già at certo la varietà delle preparazion\ farmacentich~, che, I venga meno, ma pillttosto l'a loro energia: tera_peu- .j tica. Deschamps d' Avallori fece trangugiare ad' uil i ~ane quindici grammi d'estratto di ci~uta senza che quest'anii,nale ne fosse menomamente incornmddato. Reveil, professore alla scuola di farmacia di Parigi, . racconta aver veduto amministrare ad un ragazzo 1 nell'Ospedale infanlile quaLtro grammi dello stesso estratto; l'effetto fisiologico fu assolutamente nullo. Un' altra ragione poi, la quale basterebbe per se sola a respingere affatto i preparati ordinari di cicuta si è che riesce presso che impossibile d' incontrarne identiche preparazioni nelle differenti farmacie. Se dunque le ordinarie pregarazionì di cicuta sono così infedeli, io credo,che il medico debba Rtimarsi fortunato dì trovare nella conicina on rimedio, che cÒr~lsponda al suoscopo.Ora risulta dalla relazione di varii pratici. di Parigi e di Lione in ispecie, ch'essi colla conicina ottennero la gua11gione di molli stirri~ e cancri dell'utero e delle mamtnelle, ribelli ad àltre·cure: e là, dove non poterono impedi re un' operazione, ottennero di con·.egg~re la discrasia, di circoscri.vere. il male, di,pr-evenirne la riproduzione. Nè solo ne:lle indicate affezioni fu con for'tunato successo us-ala la conicina, ma, pur anche nelle inveterate denìfatosi, sostenute da un vizio discrasico, che trovansi beòe spesso, in islrett.a relazione colle prea ccennate ntàlattie. Nè la sua azione fo minore nei tumori sclrrosi della regione cervicale, sotto mascellare, sott.o ascellare, p_ressochè sempre ostinati quando son -sostenuti da vizio scrofoloso. Venne in seguilo l'ipertrofia, il scirro , H cancro del piloro, delle glli:indole mesenteriche, del fegato, i tumori bianchi scrofolosi, la carie delle ossa. Di tutte queste malattie furon registrati non pochi casi di guarigione domti alla virtù emine,ntemente risolati,a della conicina. ·Nè basta ancora; cbè non inferiore a questa è la saa azione sedativa, e nelle ~tesse affezioni dolorose del r-etto prodoLte da fissur~, da qancro ulcerato fu Elf(ìc-a~issima: Il liquo_r~ di conicina ·ptodusse perfino degli effetti anestes1,c1 nelle, mani di .Bretonoeau. Solo De~ ,ay e Guillermoud co~fe~sano, ~; n_on aver: ancòr.a potuto esperunentare l _az10\1e del foro f.t~edio negli
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ingorghi testicolari . . Ma a questa' lacQna godo cfi essere in grado di poter supplire fa ·stesso. Nel 1852 mentre io mi trovava alla Direzione ·sanitaria dell'' Ospedale Succursale di Annecy presentossi a me un· caporale- foriere del1'8° r~ggimento con,..un testicolo bernoccoluto, du ro. grosso più del doppio dello statÒ normale, che durava da più di due anni, e.cominciava a cagionare di qnando a qnando ·dei :dolori, faocinanti. L'origine della malattia ora sifilitica' ma ,. a malgrado delle lunghe, ripetute e b en ragjonate cure, erano scomparse le altre manifestazioni della lue, rimanendo però · guesta nella s~a integrità. Era · a me pervenuta in quel frattempo la notizia della recente scoperta dei signoJ:i Devay e Guille1mioud, e volli tentarne lo spe11imento. Un chimico di gr.ande sapere, il signor ·Calloud-di Annecy:, di cara e venerata. memoria, preg·arq esattam~nte la conicit~a,, i'lè fece il balisa:mo, n~ compose le ,~1Hole s.econ)do le norme indicate q;rgli stessi au.to.n (1); Solto J uso esterno, ed intarno ·dì u11 tal ri~ medio, aumentando di quest'ultimo pTogressivamente la dose, l'ammalato andò sensibilment'e mi'aliora:ndo e sortl dopo sei settimane dall'Ospedale ~òmpiuta: mente guarito. ( t ) Ecco la forroola delle diverse preparazioni per oso interno ed esterno, secondo IJevayo Goillermood. 1° Pillole N ° I. Un grarotna di semi di cicota recentemeole p~lveriz_zati con quaolità s ufficieq.te di zocchero, e di .sci.r oppo ridotto 10 uoa massa, che si divide in f 00 pillole copule di"zoc• cbBro, e che sar.1000 del peso di dieci cenligrammi éiascona. Si c~m!ucia . da. d~o pillole il primo giorno. e si progredisce fino a cl1ec1, qu10J1c1 o veotì, aomenlaodo di ooa ogoi giorno. Allora si ricorro alle pillolo No 2. Pillole N° 2. Ciuqoe grammi :di semi dL cicuta recenlemente polverizzali, incorporali con sufficiente qu~otità di "Omroa é di zuc~bero,' ri~o tt.i io una_massa.che si di vide, io·cenfo piliole rives!JLe !i un inviluppo d1 zucchero. Ogn.i pilloJa pesa 25 ceotigr,amm1. Scìt·oppo di conicina. Dieci grammi di.semi di cict:ilà tra ttati c?n 40 gra.mmi d'alèò?l i~ ~8." p1w fo rò e una tinlu; a ; ' indi si agg10.nQano 2000 gramm i d1 sc1roJlpOarnmalizialo a piacimento. Venti gramrni di questo sriroppo rappresenta no u.; deci• gi-amm:-t di ~trui di cicutll ,. ossia no millhtram nia' di éonicina. Una cucchiaia la ordioariu equivalendo a ~O-grammi di sciroppo il malato che pund,:r-à una pillola N° 2 pòtrà prendere ona cucdtial,~ta ciel scfroppo. ' · · Dietro le riCl!rche de~li Autori ecco la p?·oporzione di conicioa cobleoota 11ci loro medicamen ti iulen1i: on g ramma di semi dà uo teoligra mma di conicina; uo deci!(ramma dà on milligramma di conlcioà ; 5 ccotigramma ne- danno on mezzo milligramma. .!° Formofe per uso esterno. Baltamo di conicina. li ba~samo di coniciaa è uon vera soJoziono nella sogna-della ·èonicina sciolla <iai principii che la ritenevano nella sua natora!e combinazi~ne. La cooicina lnlrodolla oella sogna alio stato feceole s'unisce <"OD essa e forma una spceie di sapone çhe si cons·erva iodefioilamenle. l o ~e~te iocli~azioni morbose i signori Devay e Goillermood sommm1slrao() 11 balsamo di c,micioa b1·orourato, o iÒ.d orat-o mescendo prima all'adiµe il bromuro o il ioduro di polas3io. ' Liquo~·e di conicitia per !niczioni. Alçoo I di cicuta '100 grammi acqua dJ ci!lce 900 ~ramm1. L'alcool di cic!ila fo l'icooosciulo da l>evay e Guillermoud non ispan<l~re odo.re di cònicioà ma qoand,o gli si al(giouge l'acqua dì calcc,qoesl'odore ·si sviluppa toslo lll allo ~r'ado; la1cooicina 11i n-ìncolà per via della .calce dalla su11 .oombinaiio00 salina,, e resta allo stato, Jibel'O-in solo• ' ·· · zionc,uell'ac,qua,
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è abbastanza imporl'1nte, pel'chò si cerchi ~on tutti i Un vecchio soldalo,,ch'era stato flagellalo da varie mezzi di vincere gli ostacoli oude mantenergli.eia. affezioni celtiche, che era stato sottoposto a ripetute cure, udenoo il caso, volle pur egli tentare. la grrari- La conicioa risorgerà ; io n'ho fidu.cia; e ricordando come sia debito in. medicina 11 render conto della spegiooe di un te.sticolo, che enorme egli portava da rienz~. che a ciascuno è propria, io la raccomando quasi tre an:ni seriza che.gli cagionasse ;Verun.dolore. colla scorta degli esposti casi. Due soli sono i fatti, In questo il trattamento (u alquanto pi~ luogo, parè vero, m.a ta1mepte eonstatati, talm~nte· parlanti, cbè si sottop@se irr prima H·soldhto ad una yurà anche per me eqliivalgon'O ~d un gran numero. <A:Ìl'aptisifilitica dirètta.; là quale però nonfecechedi~porre poggio di es.si io ·non esito a classare la conicina fra la risoluzione 'dei ..voluminoso ingorgo, che saldo i più energici, i pìù attivi, ed i più utili Diedicamenii. mantenensi fino·~ tanto cl}e dopo un mese continuato d cura o.olla pomata e le pillole di conicina cominciossi ad imprimere in esso un movimento retrogrado ; dÒpo · due mesi di questa cura il malato esciva col testicolo pressocùè ridotto allo stato normale. C0NT1NUAZI0NE- delle osservazioni del dottore LAJ Occupato, qu'<)l ,i:o; Jlii.,.era,· in quemepoca deltìfo epidemieo, che aveva i-nvaso quasi tutto il pr'esidio di ~u!l? malatt~e'.~ene~e~ ~a esso. c~rate -n~ll' O.speda~e Militare Div.tswnario di Cagliari diil ritorno della A:nnecy, noo'1)ensai nemmeno di reod·ere di pubblié"à ràgi'doe questi due casi. D'altronde io sperava di po- • Campagna <!/Oriente ~ino all'a.prite del 1858. · tere coll'andar del tempo accumulare nuO'vi fatti da (Vl>Dl ANNO Vl, N. 38 e 39) aggiungersi a qùeJll in appoggio della virtù della co(Contioaazior!c e fin e, //. N. 10 e 11) nicina, ma falli la.,mia speranza, non già perchè mi sien mancati i fatti morbosi, specialmente negli Se per essermi regolalo nel modo che vi ho faHo cospedali militari, ma percbè mi mancò sempre il rinoscere, non ho dovuto lamentare gravi inconvenieoÙ, medio stesso. non posso però vanlarmi che non mi siano rimasti nefla Un •caso d'invEiterata.ipertrofl.a epaLica, eà u-n.·altro sezione alcun.i cronici più o meno gravi che mi ·diedf'tro di, antico 1ngorgo ~esticolare, occorsi nella. sezio·ne1 dei fastidi non insig_nificanti prima d'essere pn't~to·.rius~ire Uffici ali, n:ri ·détet.minarono a rivolgermi al farmaéi'sta a mellerli i!l grado. di lasclàr l'ospedale, guarili si, ma èapo di questo nostro spetlale Divisionario pér ottecoll'impronta carat.terislica della sifilide secondaria sofnere, se fosse possibile, la conicina. Invano egli fece f~rta, che si è un~ par~icolare emaciazione; a_ _proposito il giro di molte farmacie della capitale, non gnfu dato d1 che, dovendovi ora rntralteoerc su i casi di sifilide serinvenirne; e là dove rinvenne i somi, dessi erano condaria per lo più relaliv ì a quelli che curai di sifilide od antichi, o d'orìgine s.ospell.3, per cui non si poprimaria, poslochè sono in via a parlare dei bubboni teva rar calcolo sull'attività del principio che se ne continuerò le mie ossen-azioni su di essi, e vi dirò qu;I sarebbe estratto. che peuso dei secondari, o costituzionali, i quali quan·Lu~Rimane ·per aons~guenza stabilito, che il dtrovat,o que non differiscano per natura da lulli gli altri accidenti dei signori, DevaY,1-:.ei__Guillermoad noH ebbe che una secondari, possorio lfviluppa,si in qualunqu'e parle del -glo11 i'a effimera a·malgr.ado del l'incon testa bi le sua virtù1 corpo, e suppurino len'lamente, tuttavia hanno _qual che A dir vero se questà: Woria non fu di maggior durata, cosa di comune coi bul.iboni primitivi che deve a .paTe'r mio 'inleressare· il pralico. la colpa ill gran parte è degli stessi autori. Qualora Cotesti bubboni d'altronde abbisognano, e non di rado, i signori Devay ii Gt!illermood avessero assotdato il di una cura interna affallo diversa da qut>lla che·si usemondo proclamando la loro scoperLa a suon di tromba rebbe per laute allre roalaLlie sifililiche costìtuiionali, e io sulle principali~piazze d'Europa, avessero 'Stancato c'be più si accosta per l'appunto alla cara dei bubboni il pobbHco coll'affigere di continuo sui canti delle vie primitivi. Così ad esempio, tanto nelli uni come nelli a·ltri ampi cartelloni a.caratter~ cuhitali, collo inscrivere trattandosi d'individui scrofolosi, parini dehbasr studiar; per lun,gbi, ~ Juµghi mesi sulla quarta pagina di tutti e mette.re i~ pra:tica ogni mezzo alto a procurarnelnisoi Giornpli n.~.iionalì, e.d ~s~eri l'importania, I'impalnzione, per liberarsi'innan~ilut'lo·dalla lungaggi'ne· dei sen;, reggiabilità_della loro it1venzione e dwhiaraLala uoica e piaghe sordide ch·e in 'tali casi risultano dal buhbone al mondo, essi avrèbbero non solo arricchito se stess'i, per ]a poca resL~tenza che bauno. i tessuti in suppuralo ma quel. che è assai più essenziale, avrebbero arriccodesti individui. I rimedi ìnlcrni da amministrarsi, a mio chilo la scienza .. Con quella modestia cbe non è mai avviso più indicati, sono parimeuli i preparali d'j'>dio. e, disgiunta dal vero merito, i signori Devay e Guillerqualora i bubboni vengano ad indurirsi d'una durezza moad si limitarono invece a far conoscere io una scirrosa, unili all'estratto di cicola; menlre nelle altre semplice mònografia il risaltato dei laro lavori, e malàllie secondarie-ed in caso dì altre diatesi, si ricortacquero aspettando il giudizio dei dotti. o·uesto rerà con maggior vanl!'ggio ora ai preparati di'zolfo e giudizio fu inesorabìl'é,~ e non meritato. Cadde 11ri- mercurio1 <'d ora ai soli mercuriali. In proposi Lo mi oc~ medio, p~rchè qi !r9Piij.9 delicata prepç1r~,1,iQne_, di corre <li doverv,i confessare d'.aver cumlo per l'appunto troppo difficile cqn~~.rvazione. Ma la vita delf uomo .afoune lenle adeniti dipendenti afl'allo da dial.es i scrofo-
----··..,~···---PARTE SECONDA
lo_sa; per_bùbboni secondari. Vi 'dico ciò·_pe'rchè° .sa'ppia,te: ch'erd-alla cura m·ercuriaJ-e·Jntètlla' cfie ib tali c'àsi erèdl Hi nece'ssar,io ln\rapien.der'è n1e~M risultalì affattoiiop:pnsti ai riprqmessimi. E;-s:e·fa, alcuni ca'si arrivai in:tempo'h"inime.diarvi sos.p~udendo l~ c11ra ·mercuriale ;1in allrVpérò. ;per av~rla · ,voliula .proJ~ngare coll'a $P,era~z-à :di, ·mi,g!iotaiAe.n lo •.a ·eura ,comp,iul.a, avrsii.cv-re:,;;alo taHu costilu2iòne dei;,cµr•a\1, da.n~i, s!Jr,ei pe;rAJl"ei'i~rei~~r:aòils,.se òòn fosse giu,nl9 a t.empo il.sofc_,Òr10 chr~- in .vlrtù·cte!la b~ona elà ~ 1t.~!)lperan\en1lo p~g)'in9jvi411i,, n~~ur,a,111ed1calr1ce suole in talì casi prodigare. ~ Chj;imo. in app•>ggio ·di qùesl~ mia osservazione -il parere dell9 slfl;~so ffunler le di C!li :vt~t.e pr~liche nella . cura dei bubb·onf sono hìisate'sull'ulililà della cura interna merc.uriale. Raccomanoa .egli cionònosla'nle di non p.ralic~rne l'.uso1 sino a. p.rodune ,nell'orgi\:llis_m0 ce,rti.èf.:-, {e,tli cfieJ ndic,an.o il disse\l.Òfu~zionale e·qu_~lfo ,ma~sime <l!lll~ nti'trj.~ioÌ)e; e ~Q!l -qn,àJ9ra si , fosse èQstrètli d'iµ~ro~ durre nell'economia animale una assai considere.vole quantili di in.er~urio pèr olt~·~l~~f là risòluzione·d'un bubbòne, sostiene <,he val rp.eglt!) lasciarlo-suppurare. .Superato il pèrfodò 'd'aéuiie:, sfa che invece della risoluzione siàsf avulò · l'in'durimento; sia antora che, avi u<lg suppuralo e· dopo evacuala la :marcia., s_iavi 'l'irpasta laa ·~rezza alla'Blise, l'àpplicazi~ne'to.J'ii'ca dell'uogu,en~o 1:nerc;urialé , così come -n'ei 'bubboni, priroiii'vi, la vidi a gfovare n~i seèondari; sàlvciil caso in cui 'i bordi A modftìéare d~11~aperl1,1r~ pralic_ata' si er.a·no esulcerati. 1 que~tQ nu~vo prQcess·o ìnsortò. com e gi_à vi dissj, più ' cije qualunque sia.~~ ailra meclìèazrone., 'amroolli'ente., o· delér.siva sp.er.i'mçnl31i.utili le leg~ere càulèrizzaziooi·.còl nitralo d'iìr$iinl'o. . 'Ogni tj.ùal volta noi ' persisie,t,le 1\ ndurim~nl~,, feci . ricorso,,.p]!a cura !nlerna ':°erqir\~l~ aAo.pera11do di P.Tfal,fer,enza l'Joduro·d1 mercurio, m~ss1m~qog·qdo !~ ç9p.1pa.rs~ di· ~itri sintomi 1secondari, ed j\ p~~4on1iq io;,de!' sjslp,ma li~falic~ 'ghia,ppolare ,n,!,forniv~no l'iQdicazi,01,rn di q,ue,s,~i q u~ ~in,1~?' .~òm;hi?_ali e~ unili· alV~stra,llo dj cicul!;l', .Ebbi fra.. i }ari9 c4e c.urai: al,cuni c~si nei ,q?a·li i bubboni passatj allo. ~ta'.to di ,a.ssolulp Jndlirimento, si mostrarono affàtto r.ibelli a ..c~t~s.li çom.p.ensi i Ln tale. stato di· cose òon esitai ~ pra:licpr~ ta:~e.a9oi1_lu,ra diJ utla là .gpiandola 1 che tratt~i io s~gui ~o. c,olJ~ _fjpetute !)au,te.rjzzazioni, e, collà, appli9.azione coqte.µ:ip:9_J-~ne~ degli amm~Jlient-i icòsì mi libe.r t\.i d'.alcuni crpnici,,,ch~ s~rep,ber_o riipr sli chi sa fino fIUando, nella se.zjon~ ,ço_m9 prora (~çlla ni'ia·i.osu ffici enta,,. } ,{da~.dct,vi g~})e çure,ch~ r.igm1rdano i casi di siijlide ~~~lilu,z.ion~le da we. .c~.r;U :i9..qq~l d,ecgrso di lempa,. yi· <lir,,Q, ~elle div:er.~·e, foqne~, ,dj /D.aJallja occo,rsen.1.i.., dal mom1wto cre!iulo ci~, me, o,,pP,qrJ,.u110 1>,er- addivenire alla ~1,u:a intel',ina, .éhe, , fu q,u~sj .~8,ffiR,l'C mep~u~iale,,, ,çome vi prepar~i-i miei, aìmnalali; çli,g-qal.i -~llri1inepioam~µli feci uso. .allQ ,stesso, tempo clte a:w.mi(lislrav,a., il, µ,:iercurio, op:l)ùrè,pùlLiuiaL~ la , cu,1:a .m~rcpri.ale , , ed in fil) ~;,deila prefecenza e.be· ho semp,redalo aLd.el.ltoclqrgr,o di,mer,cl!rio e .per quali ragì'òn\ sec·ondo·,il ipiq;I,l)p'dò cli .Y~4ere.. 0
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P-ARTE 'TERZA
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(:MESE DJ ' F.'El!DR'AJO/ jà TOIINATA)
.T-OlU:tìQ, ~ Letto ed apl)i"Qvato,il -proce{!so v~ bale dell'aqtecedènt~ s.ed!JliJ, rl sig. ,Presid~nte ,Mediço Divisio.nario tav. Arella preJt;iQla a.ll'a(junanz,a il terzò vo1ume , deÌI' Opera del prof. Fresc'\ìi, I>,i~ionario·èl'igiene e polizi.a medica, dono di S. .E.' il sjg. l\linisttò dèÌlà Glie~ta al n6sf'ro gabinetto di leÙar~. . Pòsèia ·il d'ò ll. Alfo r n.o' fa notare essere occorso Iiellà ·nidaziòoe del:pro~e·~so vltbaie deile nos'l~e conferenze·, pah'blica'tosi nél G~òr;nale di Mfdieina- Mi'ìitar.e, un errore che passò pure inn_a,vcrtito nella le)1iua ed a-ppr,ovazione~di qael resoconto; ma. ql;ie ÌDJp_9r,t/l1Ycnga 1relti'lìcato. Padam11! òel melo.do carativo. i_~i,ieg,a.to ne11'.eprnemia :c1i rebbd,-tifoiùee i11 Annecr, è ·detio che 'llsando 011 po' la1=gamente·-del,metoùo antif)ogis.tico si perl ''• " ' . . I deUero molti amma,lati. Qucsl'espressioneierri:mea sarèhbe.in ,,., .. , . • I • , -urlo coi fatli ,e contraria al ·rjsult.ato oUen.otosi,.giahchè essendosi perduti assai pochi aròni'alafi ne_l comple.s;,Q, non se ne potevano perélere molti ·'.sùl p_r.incipfo. D~siae,rer.ebbe qoin~j il dott. Al'fòrn<f cihe' dal)a pubblic.a~ioµe d~l processo verbale di q·oesta conferenza, risultas-se la necessàrf-a correzione di'cjaesta frase ch é uoo poi è .essere sfoggita'che, per inavvertenza. Ha q,u'indi' la. parola to stesso ,dotf., A:lfurnèl c~e dà lèlt11ra del rendiconfo-delfa !e.conda seziònnr1eàicffed !-lffi.ci.ali <la lui ·d.ireva pel.l'ul\lm~.~ime~tre da di.~em)?re iss~ a tut~o gennaio 1.85~. 'l'ate.Jettur.a .occ,upaH l'i;ççera se~,ut~. GE~.OVA. - Lotto ed· appro.vato. il processo .,vetb.aie della 1wec~denle seduta, il sii;. presideote' presénta il p0 :v.olum'e del rf,~1i01ia1'io d'iqiene pubblica· dell'illustre .prof. Freschi in.viato a questo Gabinètto <li lett ura daS. E. il iniriistro'della. guerra, ed. il.S? fascicolo dellé 'malattie' che h,~nno regnato 'i1f Q,.,ien(e fra lé iruppè;sarde.comprendctlte la c'ach'mic/ sèorbù.tica dello ·egtegio si.g. cav. iliitt. Comisctli, spedito da'Jl'~'utor~ in dono a .questo s:t es&O Gab.i!Jetlo. u sig. pre'si(\eìite·facendp$i;legittimo il},lerpretè dei sentime:oti di!'ta.lla l'aduoali~a, proppne,~sfono ind,iriz;i;ati , i do:vuti e ~enlill rìngrazi.:,m~i:iti ~antQ a.:S. E. ·n mirtjst(c;> della,gu_e.r(a, qu~n\o aWegre,gio Rày. _d~it. ,C9misètti, e !alo; propositi, v~nn~ ac,coHa ed, appro:va,la ppp applaqsi. ,<.:ompr.~sii q~ tu \li i pr~sen,ti, ,alf ad~PJ\JJZa l'impo_rt~nza, del la~9re del pre\o,dato e~~· . d~tl: ço{mi! _etti, ;t m~lli napq~e il desi<lerio eh~ fos:sç resa cognita la, st!l,mperi~ dalla qùalc esce per dis11ense il pregiatissimo precitati lavoro, aliìn chè "vènisse coÙ fatta abllÌ[a a ciasdheilòno' af pot&tselo. procacciare . 11 t r<>vare"' infàtli riunité · in un cd.rpo'' di lavoro le ·prioòipafi ma,Jattie castrensi cbè.,.di ])rèferéoids'pesseggiano all'è'tà :Oòstra è"UtJa còs'a dèlla ID'àssì,m'.a 'importàil'i a, speci'd.fmerite rief''giorni che corrono; ne•quali sèmbrà iridubital'ò eh~· il'nostro C'or.po sanitario militaJ1e si ;trovei,'à-.h~n présl()' 'i'n 'ao.lidjzfoni di averla, ben pl'eseO:te e vantaggillt!ì.CJlC. il.sig. presid.eòte'Jccè..ei:o'a-1 lòdey,oJe desJderi.o di coloro <ebe amano,di;ivere i,n proprio e l'i\rni,IQii,li. un -yolume'l'elii.borato, con~cie.J1zioso.e p_i'atic.o lavQro sulle pl'i!)cipali malat~i'll çastJ1ços'i che sj~Ìi:fanifeslarQno. fra le tr,uppe sardesuj.,csimp\ ~.ella Crimea e. da·~uesto prtJ1de argoin~~'.l<i pe1·,en,oµierare p.arlita~en~.~.i. djffé.re'nri sò~l prepi, e farpe s~nUre·tott~ y util,tà pr_~tica ,. q~e d.àlf'àtlenf,i lértu°i":1 e 'ponder11zforie 1,el fl¼,çdesimo~u~deriyarne 'a'iloi ·tutti ,' Ma spèpialm~nte per col<lro éhè noi).. haìlno ·avuto f· . "-), • + ' ..... . l'otcl sione di ()$Servarla finora. 'E da.i pregi-dell'opera passando 0
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a .ragionaro.,4,~lle ,malat~lç,,,più degn~ di, e!!scr.o:;pnese ia, copst- ~ gastrico ha cessalo di agire., dando cosi luogo aita _,para-lisia cardiaca ed all'asfissia polmonafo? Di questa causa m.ortale ,, deraziouç,.amò in,icP,eci, a l modo intert1mere l':rdunanza tielle J,' T' ,. f :1 'hJ .... ' ~ t ..... TI '? :I eome ,illaltr e aoaloghç, cbt,iavveogono pres~o i militari sarei>ditfereuti formo che prenl'letJa cachessja scor,bulica, alia.-èlis~.er1 ~ 1 , { l" tt H ll <"J , , hcrei d i:!) (a,(l .degli, siudi prQf9nd[,ond~ iscoprirle, .For se alla tazi ooe sulle quali po r~ova appunty il fl.,~{ilc~ il 3° f~,scicoJo.9.he ·1 lo.r,o prqd1n,jone p9lreb,l>e oon es11ere eslraoea la vl!a propcie oTtimàmenlo cj è,statq off.erlo jn dpoo. ,\'tel di.scop-_o,:~~etlanlo 'I , cjle,;m_en11no i milj~ri. l uvil.and,o Qgnono il. medita;r.e,~q questo dello quali stimò specialmente: qpporta oo di f~r ,.o_o tar~ o ponto p.a~ologico, diuhiar~ s cìolla l'adoqa.nza. t occarè con mano come s i pos.sa più · agevolm.ente i;\nsrir!! a ALESS,,A.NDRl A. - Si legge il processo ve.:bale dell.a sedo.la preservare i militari dallo essor.o..afftilli dallo scorbutico morbo antecedente, i\quale viene approvato. In seguironou essendovi di qaello che; attaccati dal medesi1n<>, ' p-ervenire a liberar.noli all'ordine del giorQo alcun a rgomento da d isca te(si iii medicina col soccorso doì méui ter~peotici i jliò tl'ipnl~ti. militare, o dì cq~p spell~otì al servizio sanitario, .il Presidente _A.raggiungere si utile e salutare scopo ;il gr ande '811cano sta nel prof. C~rtese h>gge uaa~toria d'un Bambino 11ì11entecot1 ectopia r etto oso delle misQro igieniche "Per temptssimo mesao in congenita. mediana del cuore Gt). ~1 pratica, coadhlvando queste coli' iso,lam11_plo òei sani dagÌi . Da~e ìo se.qnilo al.eone spiegazioni verbali, le quali sempre-più infermi, e col traslocament o di que·sti ultimi da quei lu~ghj dtlqc1davanQ questo (alto iotcressaole di teratologi;i,,la•sedotà n.e 'quali da primo .io(erll'.rìlilono ln, àllri ove ·non v-i sm ombra , v.eqne,sc,iolla. ,., · dI male1 ed run'oria più potà e s11luberririla,gJi p(lssa r.inf,·anc-a:r NQVAHA. 11 doli. Ta.ppar,i jnvit:ato . d àl , P.r-esider.ten <là· ,~esilata1·é, Qu11~fip9r.~p1bili1 é,g)i faceva osservare, socio stati -lett11ra,di .una. rela1.i9n(! ,90Uagliit,a,. into1•00 ai r,isult·ali,; Jella i fè,l\ci socçessi che si Plfèn {)vauo per siffatfa "!11,aàieria. di, sem ao lòpsìa stata e.segui\o in quest,o .speJlale, s.al oatfavefo" del Jllìq1 mis ore;Jgieuiche. E-P,tlm 1ço nverso faceva n qtàr.'e"il -gqli'-sfo 1f t • ~ ,, I IJ fu ri(l.re N, N. gol '5ò ,Reg~ii:nento di fanter.ia, niòi,to mella seitrlmeoso-che recava nelle truppe la cachessìa sGOf.itu;W:a,, ;o v~ .ziooe d.i medicin11 per tisi polinool)re. veniva o o n~gliJ!enla~!l le suc~enoate r:i1,lsure,.igien!fhll; e q9me 11 ,,'l'ermiqala la lcllorJl <li çrue~a ~toria, necroscopica; if' P.resi'ang·1·I a~/i 1•··· d ·>' ' · 1 ,. · · h ,.. ,1 a n asse ~e~pe~~1;1pc o 11eg~1 ancora sani,, s,1a ç e,!.,..a 1 deote doli. Cerale, non aven,do potuto il doli. Tappar.i prèni'ei<J!]el H eoìaoa'sle(O cause di pu rl~ lao_te in'fezione, S\a, più _pr~ss9 .te.i:e a quella dell'autops ia uoa relazione anamnestica ne Jeg ' per lii: ibflàelnà ge·1terale 'morbo's,~ , so(lo la qua!e essj• p~re I . , ge f ,1 cont cenni su!lo slòsso soggetto, e cosi si compie una suelioggiacevano;,e come, in fl ue,. rn qo est~ tristlssime coniJizioni b eni poco e ·spesse volle•null1 era il s ossiMti ~~e da{tfiù appro- ' .cinta si.ori a io torno ,a questo infelice. , . Continua lo sle9$0 doli. Cerale, riferendosi a,lla causa diretta priatiargomenti terapeulibì potevasi sperare. Dava compimento d1 morte presunta dal dott. Tappari colla osservaiiooe. che ap~· coosìderazioni di questa. falla, f'dcendo. emergere quanto punto le. lunghe inter mille~tì sofferte dal defunto foriere, poimporli che.ILmedico mili fare sia edotto i'o silfatlo·a-rgomeoto..; t ~vano,~rsporlo alle 1;oogeshooì cerebrali rilflarcate d orante la percbè, al caso, la SOJI voce sia autorevole, e possente presso le ~ila e cooslutate dopo morte. Il doli. Riva crede· che quelle autorità superfari 1 percbè, que~le prendano qoelle, delermilnler milteoti po,ssano essere effetto dell'assorbimento marci-oso : n,aziooi che valg,no a t11mpo opriorluo.o prcser.vare tao\i a cui il doU. Cerale Ca osser vare che queste febbri durav.1no individui da sì misero iorermare ' a serbare ,alidi soldati alle da lr~ppo l~mµo por derivi.\rle da qu (}lla çaosa, e che l'autopsia faJ.ichè delJa guerra pe r la giuria e pel benefizio della pa\ria. ooo 1scopriv,a veruu elfclln addominale di assorbimento· ed il Doro _ciò, il sig. presidente col, ò a pari ,re della m o,te dolt. lliva.5011g1uo~e .ch~ so questi ascess( uoo esistevao~, s~apress9chè ìmprovvisa d'urrsoldato del 7° rei:11:imen!o. Da due veva,oer altro assai copioso sudore peJ quale questo assòrbf'anni che-fioesli era al Corpo non era mai' caduto ill fna lafli~; meoto cnedcsimo polesse.sm;iltirsj. , solamente trotanclosi in pwm(mo' or',iinarfo s't~ mfualò, s nza j;
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cli&siasi mà\saputo dl' cl1e1 rn11laflia infermassè. N,Jo ha ù;oltò elle eglì Ql:iié's'e Jn visita. e · il 'm e,1Ìèo' ìlÌ •iullrli'ere tròvai1Ìlolò semplicemeAiedlièliììpostò·gli C01lC68SC il solo r ipÌ)S!J. 'Nd Àèlla stessa.~iorn'a~a.egli' veo ne eolto,:sulntannHrle da ·~j;i1è1iiiij ·e da yomjto s;mt,àigoò, e rilJ,\ilse prìvo.deLsous1 tli)lla. vi ta. '. fo tale stato 'l!eone,·.iinljle.~ia\àrqepte. lra$p•ìrl11,lo a 111,e,to ·sp~a'le. fl medico dJ. grarJia p.-el \iohbro .se la rp\lrle foss.e . appji'll6.l)l_ll () reale 1 e com~ il syo Qbbligo l[II!POrt\lj, hMò il salasso e !e coppelte 1 scarifìea~e, ma il ,ijj\11gu <1 usd nò co_n ' \JD mezzo: nè coll'altro; ano p,cire riµs cirono le app~~caz1oni 1rritao1i .alle • I i I • esfrem i(~ e . persipo no clistere a11imalo <l I amm,,niaca. Tutti · questi 'meni adbperà ti colla m,1ssima sollecituclioe li•edcco 1 certezza che no 0 si trlitlava di m_!>rlé appa ente, ·ma ·sibbene reale. Operala l'autopsia, siccome si era coo'Cetlùralo, s1 verificò una congestione oardio-polm ,nari; con 'rullora di vasi polmonar i, causa dell'emorragi~ chè si man1 f~s1ò all'alto ed anche ~npo '!,li.Orte dalla bo~ca..$1 op tò, il s;rn~ne s~l'.ilOr.dwària'!Il."o le pero i;i ~e.I), (), 1/,0 q ~~P,~f~fV ,;.li -O,e;lSUO 1 \': lZ) O, or_g'1(\~!nlè ,~ICOO ;i :pr.eced~o.~/'-CQ~1di.1i~~e p~_1qloltp1:, i! ,çu_rpp1 ii!l}l'1oi11vnNo ,eri ò 'altronde ben cooforma10 é beo cumµl -~s". 4'1 c~o.H ~!lffit qriale ij.p,pa rent~ dì.f i ~ubh1~~ or l.e.-.a pp.a r.e _seyz~ d 11bbi o nella coogest~o.ne~ca rdio -,pulj"Y)ooalc spi~llflllall'ulli'ro'ò gni'cfò; ma chred~ il eig.~ pt1e'i1id~nte I qu·al c è ll l;f C81J,f;j• r écònì:lit'a 1AI sì sub'ìta)~a CÒP,llMlioM? 'Per quale c:uisa ìl' oèfo pne:umo. ~- • 1·,ri q,'Ci '• ll , •l.'\ , ':, ll..i' e ·
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li ~Oli. Saogui~etti htrut~o dalla esp·e rienzà in .ni61te ·àutopsie a, ebbe 01ccas1one·dl ass,sler.e., <_lomn 9.t1u~-sr.fossero o's servat1 tubercoli C!lrebr~li; al ,gualfl pro,ppsi to tacqotita il !éàso di un suonatore nel 14 Il.~_g~iine nto di fanteri ~, i~•.Sa~~ari, èhe da luogo lemp1i si lagnava di molestie al capo, morto poscia io q~eUo_ spedal<l r~ililare,,~I .q.uale,si ri11ve11ne·ro appunto molli p1ccoh labe.rcoh corebrali aggrappati; ed on altro caso. ancora nello spedule Divisionario di Torino, di oo individuo cred_ol~ iq pr_ipcipj~ simulator~ di paralisi, nel ca<lavere}dèJ q:uale s1 scopersero mollissimì tuber coli Ml midollo spinale co.n altre lesioni di quell'organo. ,..
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li Iloti. Cerale domanda se qo'el tober'coli 's i presentavan o .ille meoio~i o Ver:imeote alla polpa' cerebrale,·e·d il dott. Sangainehi r ispoe ,le che lllnlo i tubercoli rinvenuti nel cervello . • quanto quel rI scoperti nel n:11dollo spinale, si' òsser·varono·s-empre nella pol1,a, mai ne11li 1ovolocri. li d9t1. Tuppa11i dice, nel N. N. Jlon si rinv-enlie'ro tracce di toberçoli cerebrali, e.crode poterlo asser ir.e~franòameole in qua1'to che,Jtveu do·osser v/_\la tdota coog~lion~ in •q;111i~ vfscere all'apertura del ,-r aoio, non ha ommessa diligeoza ,p~rseguita9a ìn lolle le p111·1i dp)l'prga\lO, ;: Il do~t. Sao~11io.e/~.i ri r,i~lia per, dir.e -ct.w paqfQ;,diJ.JW.Slo ,faHo be~. tor.1uno ,,;11aJ•.,~,u.1w are $plla·~Pl~puz~,4·e11a ric.e r,01;t o, ~:ai i;ol~i[. j "t' (0 ·V,•iJ:Dl0 W(le);Gio~11 Me. o!I h
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tanto per aver occasione di manlonere il discorso nellè Conferenze . dotf. Sanguinetli invitato a ciò"tfare dal:sig. --PresideJ1t&; -ri~ -plloga ·tasto ria del defunto, ocèupa'ndosi s-pecialmente-d.ella_.etiologfa del morbo che lo cond usse a nio'rte, faeen<lo_ deriva~e questa affeziono tor a~ica io parte dalle longbe inter miltenli coi fa soggellp alcuni anui souo, come quelle e)le,al:erando gr..V'e· mente la circolazione addominale, dovevanJ di ~eeessilà perturbare anche la toracica, ed io parte al~ibuendola alle varie ,infezioni sifililich e soff'ei:,le, le quali alterando la costitoziooe primitiva, polevano benissimo favorire la formazion_e di qoei lobercoli che l'andall)ento della malal!ia faceva sospettare, e l'autopsia faceva toccare con mano. Il doti. ·èerale espone alcuno osservaiioni intorno allegravissim~ alterazioni della vescica, r isco~tr ale nel ·cadavere, éd I ammette 1:he fino dalla prima blonoorragia; l'infiammazione si i coo,,molta pronte-zza pr ()paga~a alla '\'e~ei'ca, senza che mai' piò i ti,., ~oell'organo , si,spegnesse del lutto.: 'contìnua dimos;ltaodo di nuovo ti modo di propagazi'One' qi' qtiesta, flogosì::daWr ~o,s- 1 1 seita navicolare lu.ogo l'orelra alla prostall! eò ,aila :xescica; 1 mo~o che deve essere stato:sogoil.o anèh,o in ,questo cas-o, e ter• mina.colla,domaoda: Qoal~ delle tante infe'.l:iooi 'sifililièhe' pri~ , milive,potesse e~sere s tata la causa delle maoifestaiioni secondarie cbo diedero luogo nel N. N. ad 011.a ·cura generale anìisi- 1 fililica? 11 dolt. Tàppari coosid.er ando che durante e dopo le infezioni primWve passate, mai si fossero sviloepati fenomeni di Joe secondaria, meno ohe dopo l'nl!ima, crede che quelli debbano attribuirsi a questa esclusivamente, ed il doti. Cerale conven·endo nel medesimo pensamento , lo convalid'a coll'opinione Bicord che limita a sei mesi il tempo io cui possano manifestarsi i sintomi d'infezione secondaria i aggiunge iocora cbo per combatte.r e le vecchio affezioni locali non' furouo mai osali rimedii specifici, e ter mina col ricordare essere· presentemente opinioue generalmente ricevuta che le sole ulcériiodurite siano capaci di d<1r luogo all'assorbimento venejìco e qoio;..ii ai' di lui effel!/· Faìta l'o,ra tarda si dà termine àlla present~ se·duta·. CAGLlARl, Cll~l\lDERY E NIZZA. - ES's(,rndosi i Medici militari ass~ntali 'pot,Ja msggior·parto insieme -cb,n i Corpi'dellc guoJnigioni 'rispettive, J1~dur1aoza non <>bb'e luogo.
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·• breve i motivi che l'avevano traUa a com'pì'ere· il c·o o• cell? manifestalo dal!' egre'gio professore : éoncèlto çh~ « ·ora allaal'o sarà di grande liÌi'lilà alla giq,ventù medica w subalpina, e. segnerà· un nuovq passo ~el_ progresso <t delle scienze medrco-cbirurgiclìe del nosirò paese, c\li « così degnamente·provvede l'illustre professorE,l 'di chi« rurgia operali va, cav. R1el!111. ,; Dobbiamo alla gentilezza rlel sig. Spa.nti(;'atl, studente del 6° a,nno medico-chirurgico, il f>Olere qui registr&re le gentili e. generose parole' che il Canonico AIJa~ia in tale circostanza rivolgeva al Prof. Biheri.
Egregio Sig. Prof~ssore Quest'Edifizio eretto per consi,g1io,, e·per gene.tosa I vostca coop~razione è condotto al suo termine, e la Direzione di quest~ospedale rappresentata da,Noi·condirettori, lieta di avere ass·eccbndati i'vostri;dìségni, si pregia- di ·presentarvelo atto al vahtàggio·so le'òpo cui .è di'retto. Ì 11 sublime conc'etto da voi ·pr.oP.osio Ìia ·'merita,. mente riscosso il plauso def dotti non che .aeÌJa patria, ma ancora deJllestero: e grande sj è il y~ntaggio che da questo ramo di. p,ratica istruzione ridondér.à alla gioventù studiosa, poicbè in questa scuola, ebe porta in fronte l'illustre vostro nome, gli alunni vogliosi, e solleciti s'informeranno ai vostri scientifici principii, e la vostra ingegnosa opera, sarà seguita dalla loro non peritora gratitudine; e quest'atto della esimia vostra sapienza è una nuova gemma che s'in· nesta alla gloriosa corona di cui il mond'q le1forario vi cinge l~ nobile fronte. · Questo pio stabilimento aperto alla languente umanità , che è da· luogo tempo 11 vasto teatro delle illumi_nate ed indefesse vostre fa:tiche acqdis_tò maggior rinomanza pel ,antato ,ostro nome-, è Ia·benemerita 'direzione del medesimo vi esp.fi.m~ Jler me?:zo 9i n~i la .sµa rispeuos~ ri~?r10scenza, amm,ira :il ,~ntagg,o~o ~copo d~I sublime voslro· c9t1c.etto, El· vi appìaude con ~utto }'.animo, spiacente :solo che la tenuità de'SQoi mezzi non le permetta ·dJitcortispondervi adeguatamente. Dessa peròs'adoprerà con·tuttò l'impegno affinch~ una cosi degna opera' 'cob~egùisca ne' suoi effetti il suo 'Pie!lo compimènto: Piaccia all'Altissimo di conservoare lungamente i Nel Giornale u:fficiale del Regno, n. 64, si.',legge: • preziosi TOstri giorni al sollievo dell'umanità soffe• Ospedale di s. Gio~aunJ. - Noo sono molli rente, ed al maggiore incremento della sciepza ?rie,. t< mesi che il prof. cav. RIB,El\t manifestava alla Direzione dico-Chirurgica di coi vòi siete uno dei _più nobili • di questo pio Slélbilime.nlo il desiderio -che una.somma ornamenti. · « non piccola di ooorarii a lui dovuli servisse all'ere-
I.
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zione di un museo d'anatomia patologica! annesso allo • spedale. « La Dfreziooe accoglieva con amore il desiderio del « professore, ed alla somma da esso lai slabilifa, altra • aggiungeva pure cospicua, in rapporto ai m·ezczi dello « Stabilimento. « Mercè la somtn~ attivi là del direttore òell'interno, • can.Gugfielmo ALASU., venivano pochi giorni ·sono;con• dot}i a termioe 1al'cubi locali allo scopo 1>re6sso, e ieri ne • veniva faUa solenne apeJlu,ra : il c<1,nonico ALASI~ in e nome della Direzione dello Stabihmento esp:oaen in ll
D ULLETTl~O UFFIZl~LE
Con R. Decreto del 12 del Yo1gente mese S. M. ha accordata la demissione volontaria ~l medico di Battaglione di 1a classe signor Dottore, Fortunato DottierJ. · ' ll))if.eHore DOlft.Cav , AR~llL:A ;.e'd .J)ir:
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u V.fo,e Oirellore r e~poos. Do.li.. M.l~TBI.U, Med,
di OaU,
Tìf>: Subalpina di ZoPPilfJ Coinp. -2 Pio. A i~~riN.%1.
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28 Hurzò t 859
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CORPO SANITARIO DEtìi"!tftlA'f A.S~RDA -
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L'associazione n!)~Si ricev,e, che ,per un ~n~o e comincia col l di genn. Si pohblic" oel..L.~i,:e~ì di ciascbedun~ setJ?~an,~. 1(1-.~e;~o ~;asso,ciazione.'i n TorJ r.iPi,4) f.,. fÒ, Io, Provincia .ed all'Est~~o, r1:aoco c\i po;st11 .L., 1 I. $i•p~g.a}1e~ S~l:Q\l,Slfl q1wi:;1pat1. tir"'/
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ed-i prQgressi della medicfoa forense, in ord}ne alle malattie simulate e dissimulate. L'esperienza mi ha poi dimostrato che la pratica d~gli ospedali, se da .una parte .riesce giovevole al medico èqe deve giudicare. i sjrimlatori, gfo,va ur{¼ 1 a questi ultimi poi: ing:annarè U medico. Eppetcj,ò,. senza precip,it?,re il giuàizìo;bo procurato per qµa ç(o .. era p,ossibile di nqn frppporre indugio ne I~ ricer'ca . PARTE PRIMA degli eleiQ.enti diagno~tièf, p.ofobè la sorpresa e di~trazfone, da~ grandi)i~riùci dei simulatori' sono iµ.· facili nei imm;i gib"rni :~1rorchè l' oi~.ervand..() noq.' ll.REVI RlFLESSIO NI a,;mcora,Ja· còoo~cénza ·e. la pr.iitjéa delle·,p.eisòn~ 'e ~~èIIé cqsé ctie 10 èirc'ottd~ni;>. 'S;àrr1 I itiixµpla; l nl,qrno qlle _,infetmit_à. ef!,, itrfperfe;ioni •fisi~he,, os· , toi·e, a quale si pu·ò· pa1hfgo)1~re ~d1un coini~o sr .serval~ e giiutic~te in una de,lle.sezù5ni osse.r.vazione accioge· a rappresentare un~ _parte, se si lasci.~ conìi:,dÒl 1°:nov_em~re 1858 a tutto febbraip 1859 . J1:::are a I1mgo nella finzio,Qe, riesce sempre pfii difficile a scoprirlo, pèrchè diventa un àttore cons11,Delicata e difficile ,missioP.e mi venne _affidata, o mafo ..• . . Ed il lungo soggiorno negli ospédà1i non colleghi, e,f~unio im,peWld'di corrisp.onderi\ g,egf!a· costituisce gJà cli per sè~sdl.ù un' pfieceoénté )Il certo mente, ,p,er,qua.rHo le mie deb.oli .forze' il '(iler.me\te:- modo farorevole al )si'qiiilatwe'? Pur ~roP,pO ~ Tero. vano : ~e posso avere er~ato ne' miei giudizi, ho e si danno dei casi in cùi non s·i può farne a meno, però la coscienza di ave're,operato quant1era umanatanta è)'asLuzia, la perseveranza e così vorosimile mente possibile per,isfuggire l'inganno. I lumi della talora l'imitazione I A questo proposito, come a,scienza; la giustizia e l'umao1tà guidarono gU atti e verte saviamente Begin (1)., sarebbe a desrnerarsi che le sentenze, e quando, malgrado le raddoppiate· inle cineslioni relati vo a certe infermità, le quali quandagini, leie'spcrienze e le osservazioni·, quando; mal· do siènò reali nbn possono rion es~er~ co~o·sciutt grado gti:sforzi comòin-ali.(\ei coUegùi e ·dell'es·perto nel comune dell'inscrHto, queste qu(:)stioni relative nostro Mèdic.o Divisionario ebe chiamava a consulto per esempìo alla" sordità ébe talµni fingono ~on tanta nei casi difficili, quando, ciò malgrado, la verità non ostinailoue, fossero definite _innanzi ai Consigli di appariva aneora in tutto il suo splendore, esprimeva Leva rn presenza dello autorità loc~_i e delle parti i dubbii nelle rispettfve attestazioni ed in ogni caso interessate. il giudizio che pronunciava era debitamente moli· Ma non basta al medico di scoprire la 'friide ed vato e, 'f)reeeduto dall'esposizione .delle• e·spetienze acquistare un intimo convi~cimentb, cbn,vie.qe ~ur~. fa'ue, dei mezzi adoperati' ,ecc. se sì può, colivincere il simulatore· della sua-men.lmp~rocchè è troppo granqe la responsabilità che in zogria affinchò dismetta le maliziose sue mene, e~ simili emergenze gravita sul_eapo del perito, il quale indurre Mgli astanti la medesima convinzione. E ·se da una P,arte deve lut~lare i grandi interessi della questo, o colleghi un nuovo inciampo ctte mette 'tapatria e ilei ~uoi difensori,, non può ~ssore tacciato. lora a dura prora, meglio che la scienza, l~~cc.01'di egoismo se pensa pare un · momento a sè: ste~~o tezza, fa màlizi a; ]a, fermezza é l'uròan\tà del rire~td<:> t' ecl ,alla su..~ i;iput~r,ione, ·pçr g,t;ia,rentirsì, dal1a- ·tacci.a Alle consfrlerazioni di eqlÌi{à e èfi giustizia ·:pufu))l'ica, I d' ignoi;an.za,; di leggierezza ,o di colpevole. parzialità, permettono in questi cioforosi frangenti 1di ffobrrere Nena·ricerca del , ero mi ·fur(}no di ulile- insegnaqualcbe volta a 1ali prore che parrebbero a prima mento le_P.reziose avvertenze chè si trorano intercavista ripugnare ai sentimenti di ·urbanità, èome le late nell' Eleuco delle- i,nfçr.'ll)ilà ed ùnperfezinni fiprivazioni, il terrore, lè mìnacce·e.-l'appliéai iobe del' siche, ç.h,e. dqJ1,1~0,.Ju.o,g,o.,.~{,f,,r,i;[qr-m~, ecc., redatto .dal. .,. ,· ~ tJ Wt' 1 I!.. \fj • Cons)glio,superipre mHikane :di:.~.anilà ;, anr~e a..v.v.er(i / Òi~tioona'ire de. médicfo:e é,Lf biròr_sie,praiiqne , a.r~. ~(,• .... ' I • ' tenze che riuniscono in epitome·le cognizioni attuali " •forme. to Doli. COS';l'ANzò: 'Brovi riflessioni intorno alle iofermi1à ed imperfezioii(tisicbo. - ~0 Dottor TnPAru: Storia di pneumonite tuberc:olare. -:- 3" Confer enze Scienfi6ebe. ..: 4° Bibliogra'fìe. - - 5°'Bollellino ufficiale.
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pubblica, sì ·dovettero -p--er lungo andare ripet~re gli ferro rovente-: e quand:o;contro tutti i gradi di-proesperimenti e le osservazioni onde sceverare 11 vero babilità, la malattia fosse reale, ( consoliamoci I ) il da1l'esagerato, prima di pronunciare un giudizio dì ~a~ ico. sareobemwe generalmente indicat~p·et ·condal militare servizio. esclusione ·sìq~razioni ter~peu:ticlì~. ~it~re'?o ~d eselllp~q/a ~orI Conviene pure.-talora farte qualche c.oncessione·all' dita..e l'.ineontmenza:d ,orma, d1 cuL parlauo IT'aisdJ,ve, amor proprio deli'impostòre smascherato per indurlo Begin ed altri autori. . b~ona via;·perciò prescrissi tiilora rimèdfr insulla Non è minorè la difficoltà nelle malatt1e.esa~erate, nocui ed insignificanti col ptelésto di curare l' inferove un difetto esiste reafme~te, e l'impostore hà già', mità allegata. si può dire, metà dell'opera compiuta, e n?n si potrà Altre volte dopo le milfe prove tentate iì:nitilm'ente mai strappargli la confessione di es~g~raz10n~. onde scoprire l'inganno presunto, fu messo a.nudò Così in un caso di nuvoletta assat circoscritta alla per.iferia della-corn~a de~tr~, l'ins~ritto_ affettava ~e- il reclamante per ~attenta e regolare ispezione di tutto il corpo, e.si ric~mobbero difetti di cui egli ignocità perfetta per am-auro~1 dt quell occhio e non ''. fu rava l'esistenza e clie. da~anb ragione alla rif9.t:mi1. mezzo di convi.ncerlo, dell:i menzogna.. Dopo un at.,., . Perciò con s~vio divisaIJle.nto f,U· emanata anni sono tenta tspezione dell organo, per cm non appartva una circolare IQiiiister~ale che prescriv~ ,Jma_visita ·,erùn segno anatomico· o nsiolbgico che potes~e giu8tftìcare t(n così grive-tlìsòrdine funzionale, re-cero regolare ed accurata di tutto il corpo degli inscrit~i alèuni ·esperimenti chè i'µdusser8 Ìleìlo sc'rilente ~ in osservazione, onde accertare l'esistenza o non di negli astanti la cdnvinz,idne di simulazione e si ordì~ altri difetti, oltre/ pìelli dai 11'.,\edesimi aUegati. Nel caso che stò per narrarvi o,e era dubbia l'onava' l'uscita 1dalio ;spedale. Merita qui ~en'zibne il rigine, la µatura e la curabilità dell'imperfezione alseguente esperimento improvvisa~~ dal ~io amico e collega, il dott. Gattinara e pra~1eato m. presenza legata, non pot~va c<!dere meglio a proposito la visita generale di tutto il cor.po, che riusciva a soddipure dei signori dott. cav. Arella e dott. Baroffio: chiuso con una mano l'occhio sano, mentre si distra- sfazione del medico non meno che dell'ammalato. eva l'attenzion·e dei reclamante interrogandolo sull'oTrattavasi di épjforà ,bilaterale. La viziosa conforrigine della cecità, sulle ~ause, sui feµ?lileni, _!3C~. mazione del' naso il quale era schiacci~to àllà sua ragli si presenta~a~pn ,og~etto., un pez~~ dt _te~a, mv1- dice e come arrÒtondàto, la mancanza quasi 1òtal6 tandolo a prendérlo e portarselo sull occh10 amma(non sentivasi al tatto) della docciatura lagrimale che lato: l'incauto dirigeva l'occhio e la mano verso dovrebbe essere scolpita nell'unguis e nel processo quell'oggetto e lo afferrava come chi vede bene da montante deU'osso mascellare superiore erano inqualunque lato glielo si porgesse, ora in alt9 ora in 1 dizi presuntiYi di ostruzione del canale nasale, per basso, ora a destra ora a sinistra del corpo, ecc. viziosa conformazione ossea congenita·. Par-evano Un altro inscritto, col pretesto di una nuvoletta confermare la diagnosi la siccità abituale delle narici sulla cornea dell'occhio sinistro, affettava pure ce- e l'osperimento del cateterismo che.fa provato più cità perfetta con par'alisi della palpebra superiore, volte dal lato del naso· e l'istromento esploratore non tenendo l'occhio ostinatamente chiuso. Non v'era inha mai potµto percorrere tutta la langhez-za del canale, dizio sensibile o razionale, nè dell'una nç dell'al}ra sebbene vi s'rimp'egnasse per un buon tratto pel di ìnfermità; po·téva ;oio presumersi in qùel1'9ccl1io lui orificio infei10ré. Sorprésò però·,di ·notte·e dumaggior sensibilità all'impressione della luce che rante il sonno il malato avea le narici umide ele lanon nel compagno,. per ottalmia anticamente sofferta. griroe non, fluivano sulle guancia, come di giorno. Sorpreso nel sonno e svegliato impronrisalll.ente aIl capem1le e ]e· lenzuola non diedero mai indizio priva ambi gli occi:ii, e distraendo fortemente !a di che il profluvio fosse-pure notturno ! (1) Nacque allui attenzione mentre si chiudeva l'ocooio s~no si lora il sospetto di malizia, ma le raddoppiatè indapervenne pure a fargli aprire l'allr'occhio., m~ non gini e le diligeiitiuosservaiioni nol confermarono e dismise perciò la viziosa abitudine di tenerlo forzadiedero luogo ai seguenti.oorollarii; tamente chiuso, allegando in disperazione di.·causa 1.° Che la congJuntiva oculo-palpebrale era. in di oou pot.~.r, .aijyire i~si~µie gli occhi 9 fu d'uopo liistato dii iperèmìà abituale lenta inveterata da va-'rii · cehziatlo SèQ~à.con~.ì1icerlo. anni e consecutivà al vaiuolo, stato morbdso di cui QueitO malvezzo dell'esagerazione è maggiormente partecip,avano pure le ghiandole lagrimali èvid~ritè· ment-e ipertrofiche. a d~p\orarsi in \aluni che, avendo già in loro favore un tale grado di malattia reale da meritare la i:!for2.° Che i punti, i c.analetti, il sacco Iagtimale ed il ma, nullameno cogli. atti malizioii insinuano a I.oro canal nasale, forse non estranei anch'essi all'irritadanno nella mente-dell'osservatore il dubbio ed il zione abituale discendente dalla congiuntiva, erano sospetto. Così in un caso di b·albuzie, ove. non apparivp. 1imperfez~one anato.mica che potesse rend~rne (·1). L' ispezione degli abiti, delle vesti e delle copertnre di ragione, esse,ndo ~vtdent~mente esagerata ii;i guisa ~ario genere,,sommi-nislra:uo prezioso criterio dilfgnostico nèi varil o·asì dLprotluvii. sospetti 6i1!'1il1>'olaziòo'e Ò·ifi1'dissimolà~a simulare wal~me~~te. l'af~nJaJ s~1>br1~e t si.st~s~_er? , ,! q '' I I rn favore del balbuziente atti autent1c1 d1 notoneta rione.
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servava l'orina in vescica, volle perderla anche ai pèl'ò pervii alle lagrime, sebbene il canal nasale per giorno, non pensando ch'era assai più"ctrfficife é pe"izìosa conformazione ossea non ammettesse il è'atericoloso il nuovo incarièo che s'assumeva. tere metallico. Alla, sagacia e solerzia d~l 'sitnor me!lico div. dott. 5. ° Che la lagriniazione diurna esiste-va realmente cav. Cerà1e è' dovuto il vanto di ave'r convinto di ' p·er morbosa seòsibilità abituale della copgiuntiva .e ·menzogoà un- impostore insigne.' Sf\'!Ìlfell'~· n'fatto sia ·delllapparatoilagrigial~, çosÌ che 1.a sempUèe ii:n~resavvenuto or sòn due anni incirca ·e la 'storti'ne·'fdsse ·si6Ii1e· d.egli sftrn,oJì. ''ordinarii e naturali aelFatinos~ fp ql1el' turno r.è'glstràra nel ; Giòmale d{l !(etli~ina !era 8 dèlfa ,lUCé 'Valeva· a pronÌ'.UÒyerè tal èopfa Militare, pur~; per la cbnnossi·one che ha coll'argo,di Jagriinèlche• i'n'ondavà 'l'occhio e stra.dpava sulle in di11corso, 10 ~erei eziantlio fàrvicono·scere, mento guancia. . colleghi, la relazione storica con .cui informava il o 4.o Dalla· visitaJìnall)lenté- di tutto il corpo dell'inprelodato signo~ medico div.. su quanto s.i e.ra osscritto, sébbei;ie non risullassero manifesti indizi di servato ed opera\o in proposito, relazìone con cui diatesi scrofolosa già tradotta irr atto, scoprivasi un accompagoavasi l'invio del reclamante tlqllo speda'lo meschino 'abito linfatico con debole costituzione e gracilità di corpo.talerche il perimetro del petto mi- militare di Vercelli in osservazione presso quello di Novara. Da qqèsta narraziòne appariranno viemsurato all'-altezza delle mammelle non arrivava ai ce.n· ~tif!1et~Vi~;·,r.er .<I~"0st~ , ragio~i spacial~frite fu ~~o- meglio i segni cli riscontro che aoi cfòano·· le+'n:ì.alll~tie simulate afte reali quando la simulazione 'è Jìi~Heràta , 1nunc1àto··1l gmllm o d1 e'sclus1one dal 1mhtaro sevizio. e·per cui rendesi" sempi:e piu diffic·iJ'e la diagnosi. In ~ltro,èttso l'ispezfone gener ale del corpofu oc• casione ali~ scoperta, di un mentitor·c che allegava Raggiwglio stoi·ie,o di dubbia ·inoontinenza d' orilta~ sordità e producev~in appoggio attestazioni di qualche peso.· Messolo a nudo, esamiua, a le parti genitali , Vercelli addì ( 1) maggio· 1857. quando' mi caade sotto le dita un lumoretto cistico, « Il soldato Gaido- Danièle del ReggÌnrento1Sa'voia piccòlo assai e circoscritto, aderente al cordone sperCavalleria, entrava nello spe'dale (di Ver.eeIJi) addì ma~co sìnistro, assai in basso e'vicino alla di lui in19 febbraio p. p. per supposta i'ncontinen·ta d,_oriua. se\'zione al testfoolo. Mi volsi al Dott. Gattinara con Nella visita or'dinaria pas"Sata ai soldati di,nuova ·1eva voce pluttos,id,oa·s~a, pregandolo: toccass~ a_nr.he lui, ~ppena giunti al Corpo, fu ri:conosc.iuto· sano, ro. chè io era tl'a~vìso esseré quello mc:(ivo di riforma. busto ~ be.n co..n,formato; distinguev.asiì aozi fra ì suoi Richiesi quindi l'inscritto con ·grado di ~ote 0Ttlicompagni p'er tevoJuzione perfetta delle 'ivavie parti ·nario1.sull'orìgine di ·quel tumore, se gli duoieva nella per la regolarità ed armonia delle forme del corpo, marcia ecc., e fu non solò scoperto ma convinto.della e nou accusava verun difetto o fisica imperfezione. simulazione e ébiese·subìto d'ùsciré dall'ospedale per . « Trascorse il Ga1do la prima settimana in quarraggitmgere il pròprio Corpo. Tanlo è vero che là disenza dare indizio di alcuna infermità, ( questo tterc, ·strazione prodotta da ·questioo i che interessino granaffermano i sergenti del pelottone ed i compagni) demente il sim!JÌà!ore, giova non meno dena·sorpresa qaindi incominciò a perdere l'orina io. letto ' .asse. per fargli dimenticare la sua parte I ç1 ) rendo e::,sere quella. .un'inaisposizione a cui andava Altra volt~ l'ispezione generale del corpo, ha sco~oggetllffin dalla pr,ima infanzia. Minacciato di .puniperto oicatr.ici che, 8ebbene non estese nè aderenti zibne si mise. a pisciijre dl giorno nei calzoni:; fo alagli organi at.tivi ~ella locomozione, tuttavia per l'alora rinchiuso in prigione e visitalo dal sig. dott, G.at-· 3pelto, la form~, la sede, l'aderenza alle ossa, acquitioara, alla cui prèsenza ha emesso varie. volte assai stavano maggiore importanza quali. segni commemo~onsiderevole quantità d'orina a grosso getto ,e conrativi di preceduti atti morbosi di scrofola, tumori, tinuo, sospendendo talora volontariamente a metà ascessi freddi, carie , ecc.; induzioni diagnostiche l'orinazione e riprendendola poi a sèconda dell'invito avvalora~e pure dall' abito esterno del corpo , dal del medico. temper:1meblo, dalla costituzione , ecc. • «Eliminato così. il sospetto cl'incontinen?a.completa Ho detto più. sopra che l'esagerazione, esistendo che fosse insorta instantaneamente, giaccbè prima l).na malattia reale, riesco talora a danno del meono~ ~e 6.'~b?.e alcun indizio,' ed il co.scritto pres_en\a· ·tilcW~ e4 lw iJi~JQ,alClmi e~ernpi .. Qra ~i ricorre .alla :· vasi alla v1s1ta_coi panni asci.utti ( i calzoni del Gaido •:r;nemoria un, caso d' inco~tipenza .~' orJ.na,chè desiborghese, vi~itati poi subito che s'eb,be sospetto . dèro pure ricordarvi.. In questo il riclamante , non d'incontinenza,,. non dàvano indizio d.' esseré mai contento di attenersi al suo primo programma d'iostati bagnati d'orina), rimaneva il dubbio :che.,l?indi.continenza impei:fetta o notturna (che poteva..credersi sposizione fosse imperfetta e solamen,te~notturna, ~·eaJe per anljcl! abjtudiae viziosa) dopo avei: pisciato perciò il reclamante si mandara in o&servazione allo 1i;t lel~o per ~n mf}§e,.incjrca, mentre di giorno conspadaie. Colà continuava, nei primi gJorni a conser·- ...-, . vare l'orina in :vescica ed emétterla p~i ' -volontaria'1
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' (t) Sebben ìion'·siè'òo ·c~tati' i nomi, l'aotenticità dèi falli è •cò,:ij'pro~ata1:llà1fecr8failve attestazioni, di coi éohsèrvasi d~a
•ciipia1all!tdlìdi'o''d~A.fum1ni'strì:1t.iòne.
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(1); Maoc11, la d; ta del ·giorno,nello cop~a .c~o '.co~setYO della..
rela,,one.
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mente a pieno getto e continuo ed io abbon{!a!)za, sui lali,, ma sempre.. ranoichiato colle parti :genitali così che pesato 11 liquido dal (àrmacista sig. Angiono nascoste ed artifiziosamente avvilnpate in guisa che una volta in cui,era meno abbopdante delle ;tltre, rn fia d'uopo scuoterlo e svegliarlo, pet' esamina-rl~,, ec.c. .riconosciuto del peso netto di 205 grammi. Ma d'al- Il cateterismo praticato di notte ricavava qµara~ta o lora io poi l'a dos.e ~nell'orina eme·ssa per ciascuna cinquanta grammi di liquido; di giorno poché-goccie (I) Parlo degli esperimenti f;itti ultimamen"te, noiehè sul voltp. andò,1 s~mpre decrescen.~J>, così ~b~. a~.\ualmente si osserva uno st.illi'1idio. apparentement~ con- ' principio, CQIDp g;i.à (iissir il :e~ido CODtene~a 'ÌC1:·V8:Scica. parecctii~ ce1::1ti9aia di grammi ,d.'ori[\a.. tinuQ con escoriazioni' eci ulcerazioni aL ghiande e specialmente · al µi~ato orinario , ·come pure allo o: Osservando . attentamente Io sgorgo delle orine, scroto eçl ail'jn'terno lato delle coscie. .quale si opera in questi ultimi giomi, sl yeélono « Del resto ·ii sqggetto è dotato, come già dissi ,- queste uscire a .Piccoli getti e nell'intervallo idi essi a goccie a goccia, cadenti talora ad intervalli ~asi di temperamento sanguigno,. di robusta ed atletica eguali, talora no. .... . costituzione e , malgrado il protratto soggiorno allo « Dal complesso insomma delle OS$ervazloai ed spedale, offre tui~ora le belle forme e l'aspetto di t • • florida salute. Non ha la ghianda palli~a-e floscia, esperienze finora prat¾cate, parrebbe autorizzato~,un quale si os~e,rya nella1,malatiia reale, e l'esplora~ione sospetto di simula·zion~ o pe,r lo meno di esagerazione, potencl,o.l'incontinenza notturna essere.,réale fatta col catetere non darebbe indizio di malattia, salyo cbè 'lo ·stromento,. in questi ultimi giorni .si mentre è dubbia assai la ·cont.inu~ p p~rf.e~~,.~ .yi.~110 muove forse men.o Ub.eramente che all' ordiu~ri.o che questa non.sja s.opraggiu.n:tij_ istantaneam{lnte. « Sul dubbio intanto, ecc. > quando è giunto nella cavità voscicale. Ma la dimiDal conte.sto di q11esta relazione appaiono i monuita capacità àelYoi'gano, se pùre è reale, non potivi su cui fondavasi il sospetto di malizia, ma, giova trebbe attribuirsi aila vacuità abituale a cui sia stato notarlo ancora una volt.a, egli· èspecialmente il nrroTo maliziosamente co'ndannato da circa tre mesf? Non potrebbe pure la ves-Cica divezzata dallo stimolo suo pr~gramma di esagerazione adottato . improvvisamente dal simulatore, che avyalorava il so:;petto agli naturale essere divenuta impaziente dell'orina? occhi del(o ,scriy~qt.e,. non po1endosi dar ragione della « Le osservazioni' e. gli esperimenti sinora pratitrasformazione del m.orbo di notturno in continuo, cati con quei .mezzi di locale e di personale chè· trovansi a disposizione·ln questo stabilimenfo, nòri sono ·senza che apparisse ,verun indizio di lesiorre anatomica. · sufficienti a fondare ·un giudizio definitiv'o , m<.t un Il soldato in discorso, figura attualm9nte fra i più sospetto 'cvi malizia pcwrebbe abbastanza fondato sulle belli del Reggimento, e non esagero a dire clie poincoe,·enze del reclamante , s1tlle di liti contradditrebbe servire _di modell9 ad un nuovo Veg~~ìo che ziotii, sull'andamento irregola1·~ del morbo che sarebtentasse riprodurre la descrizione del bel soldato. besi trasfrYrmato ùi tnod-0 instantaneo di notturno i?~ Tanta astuzia, tanta finezza erano degnt di micontimio, sulle avvedute cautele con cui il paziente glior oausa e sopratutto di miglior fortuna I cerca. di evadere e dì illudere gli esperimenti, s1.4l ( Co,t~tin·ua) sonno talora simulato, ecc. e Col pretesto d.i compensarlo di sue fatiche nello scavare una rossa ,P,er ·pfant~r al15eri nel giar'din·o:;1 Jl ' dott. Gattinara ba p_rovato di ubbriacarlo col vin9~ di cui è ghiotto assai, in compagnia di un accorio e iìdo infermiere, ma sentendosi alquanto esilarato non volle più bere: .una volta finse d'inghiottire le pìlÌole sonnifere mentre le conserva,a in bocca nascoste STO RI A dietro i denti molari; accortosi delle intenzioni del di Pneumonite 'l:nberoola.-e medico di sorprenderlo ed esaminarlo n~l sonno, • egli lo simula, e varie volte o.ccol'se allo scrJvente di ( Del »edico di Reggimento · Dottore TAPPABI). avvicinarsi alt>us'.cio èlella camera ove era rinchiuso V. . .1 , .. Carlo forìere nel ~ 5° teggim·entò d'infanteiia i! Gaido e di aprirlo còn rumore appositanreq'te·p1:o- ù'annf 26,_ di temperame~Lo mìsto sanguig!'}o-lin(atì'cp-, ldngato e trovarlo sdraiato sul tavolazzo ·coglì 6cchi nervos~,'dr·costituzi onemédia, si ammalo per la prima voìta chiusi in attitudine· di dormh;e, mentre un momento all'età df 6 ·1umì pe,r·pl!lurìte' destra che fu curata con 6 prima, guardando pel buco della serratura si. t.e,deva salassi e' mignalte. Enlrato nel collegro di Racooiggi alsvegliato e seduto. l'elà di 9 anni ebbé a'soffrire dissenteria che fu vinta ruerèè « Si è prÒ'vnto di so1·prenderlo nella notte durante qualche sanguisuggio all'ano e l'o.so del decollo di iamail sonnoçnaiurale,,o provocato coll'oppio e con. . fatirindoo AWetà di 4!7 anni v-eo'oe aruolalo nel f5 fanteria cosi esercizii del c9r"ffci, ma }'esperimentò ,np~~fµi ai e nel maggio s.usseguenle (4850) contrasse la -p~ima sua riuscito abbastanza de_cisìvo, percbè il sonno .fu~ m,ai ~ff~,zi~n_e reni r,e: 1.cìP.~.Ana;blennprrag~~: cbe.,p~r;l~ sua sempre leggiero -e di brève ..durata, eà il paziente'e;er 'J1~eps1l~ .~oyeh~~ JJ\eha.r~l con ~~ng(!~snggi_i>, ~l p,e,rineo e'Vltare la' sorpresa usa ·coricarsi sul ventré''e'.talòra. pr1ma-d1 passare all ammi,ni~,lraii.Q.~ .d~\ibalsamo di :Co~A U· - · 1
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paive, il q~ale non bastando a tr-oncare lo scolo ,fa surrogato dalle foiezioni uretrali mercè soluz.ion.i dr ,nitrato d'are;e!JlO. Ma dura,~le siff~Lta cura avendo· C'Ommesso gravi pis%din.i diete,tici jl mal.e si1 dHiuse alla vescica , p~r • cui sangµisl!;ggj, all'.ipogàslrio, alcuni salassì_e l>~gni generali. Dopo due mesi di 's.Q.ggiorno allo spedale, oe use) 0011 guarito; cioè conserv-ando .il suo, scolo .ore~ralé, che per~urò per-ben quallro anni,,e fiòl per isgQmbrar.e seni.a !. altro soccors~ medico. Guarit0. appena da quèsta infermilà,.conlrassa,, in Genova ·(4.85~)'varie .ulceri che !Jammalato- is~.esso curò e guàri nello spazio tlt 20 giolini; ;co•n ripetuLe ?:aut_eri~za~ a.ioni' col nilralq d'argento. Nel 4855 essendo in Cagliari, vide nel mese di marzo, poco dopo ripctuli coiti, oomparire dilè· bubb'oni che lo cos-lrins·ero a riparare allo spedale ove turato, dal dottore Bulbod con frizioni locali di ungu~nto mercuriale vide in breve tempo la doppia ade'farsi sgombra: A.'vendo fallo parte delnite in·duirrale .o l'àrm·ata di spedizione in Oriente -, ebbe a solTrire in Crimea e,diarre·a e dìssen\eria-ed un'artrite, malanni questi che lo ·c·oodussero per ben due volle allo spedale d'onde ne usci libero da ogni malore. Di ritorno dalla Crimea venne in Alessandria, OYe poco dopo il'sno arri.vo f~ travagliato, 4° dalle rebbri periodiche, quindi tosto dopo fù$àte questè, cotitrass'e nuove u1ceri (quarta mal~t~ta venerea): cli.e anche questa volla guarl eg!i st~~so in pochi gioròi, mercè ripetute cauterizzazioni. Nel 48r>7 trovandosi in distaccamento a Casale vi contrasse una quinta affezione specifica, una blennorragia cioè che soUo le iniezioni aslringenli.prescri Lle e pr'atiéate dall'ammalalo stesso si fece sgombra nelto spazio di 15 giorni. Appena giun lo in Novara {noTembre 1857) c.ontras_se di bel nuovo una blènnor ragia: e yario ulc.eri di cui u,na uca sede nel canale uretrale ·stesso presso il mealo urinario; curatosi da lui stesso cO'ti file bagnale nell'alcool canforato ed inlrodo Ue nel canale uretrale n.on pÒlè liberarsi inlieramente da '}\lesta sesta iofezìone specifica, a malgrado che si sotLoponesse all' uso interno ripetuto a più riprese.del sdroppo deJ Raliaoo. Persisten li anc.ora la blennorragia e l'ulcera ureL~ale, ebbe commercio con donna, d'onde esacerbazione della blenorragia e comparsa di due bubbmii che mercè le frizioni di pomatA jodica vide in breve tempo risolversi, ma colla risoluzione di Lali sintomi 1100 ebbe la soddisfazione di veder libero l'organismo dalla inf.ezion e cellica, poichè e macchie e papule e pustole non tardarono ad 'invadere l'inliera superfi,cie cutanea, mentre i capelli andàvaoo cade11do e l"inliera· costituzione si deteriorava a visla d'occhio. Rido'tto ,in tali condizioni riparava il 4 agosto 4858 in questo spedale e veniva coricalo nella sezione-deL venerei diretta ._dal doli. Butqod, il quale presa conoscenza della sifilide ·costituzionale ben evidente 'che avea sollo occhio, s9Llopose l''individuq a cure specifiche inter.ne, protoiodufo, qi merc.urio e decozione di salsapariglia. Sgraziatamente però la e.ora aolisifilitica non poiè essere continuata olli:,e una settimana. pèrchè sorpreso' il V...... da _grave bronco-polmonite destra, le cu.re del medico dovettero essere, intieramente rivolle a questo malanno, il quale malgrado· 'l"energièo :m~todo anlillogis-lié:,O m~so fn pratica (séi ·sa1a~si~ tre vMèiCf\.Oti.~ecç. ~oc.) J~assò allo s\alo cronico è'd eb'hé' pi~ù-tardi ' q'u,:I1 fine che v:ò, i~ 1 cono. ' '
scelc. Lorchè. poi io preri.de_v~,la sezione chirurgica in oUobre,l"individuo e~adigià'_.ridoJlo ~ tali esAr,emi_dt~n lasciare_più speranza dj 'sot=ia) • ' 'Nei-pìi'mi $giorni dèh 0 sté~so -~llobte il V. ... . fu tra- · J t. t ( 1, -sporlatp nçUa se.ti9n~ di medicina e l!lrminava e.olla nonsunzfori{ ~ giorno 1.gennaio 48~9. Il dì 9 dello s,Les~o _1:1ese si _procedeva quindi. all'.aulopsia cadaverica assistita dal signor medìco divi~io·nal~e da lulli gli .ufficiali di,saniti ~ddetli alla divisione . . li cadavere mostrava il: f.!ÌÙ p erfett,o dimagramenio e. le .solite m_gcchie ;d~ m9rt'o· ·ap~ar,ivaoo nella pa,rt~ piu. declive del corpo che ·era rimaslo ,s~pino. Aperta la cavil~ del cranio, la dura madre· si .-vedseva alquanto inspessita e la aracnoidea offriva una iniezione venosa .delle più rimarchevqiì,inieiione che si eslendeva nella parte cortrcale d,ella S!)slao1a cerebrale assai ratnmolJ ita e noq terminavaidel _lntio nella mid61l·ate mede. sim.a~ molto ~ier,o saoguinolenl_o era versalo tra ia-dura· roailre e la tecca craniale e. n!lgli stessi ~enlricali cerebrali. ,0 Aprendo la cavità del torMe; fu impossibile distaccare le coste dalla sotloposlà pleura e questa · dal polmone, sfogolar:menle io corrìspondenia,al lobo superiore e me·dio polmonare da un !alo-e dall'altro; ma più a s'inistra , . . o,ienlre i dne lobi inferiori si mostravano aDcora in ista~o ,quasi normale. . I lobi dunque superiori ·e medi d'ambo i 1ati erano luUi gremili di tubercoli a i.utli · gli stadi i con vaste oa'ferne ripiene di pus. J grossi bronchi e la trachea presentavano nella loro mucosa interna un' iniezi<>ne piullosCo considerevole, tutta sparsa' di ulcerazioni minute", çhe vist~ poscia con leoli cij ingrandimento, presentavano forme irregolari, non si approfondarano oltre ·alla muCO$il stessa e terminavano a .cominciare della 1-aringe, della quale apparivano normai-i anche le corde · vocali e lullo il lralto superiore di essa nonchè la laringe·. Il cuore ripieno di sangue venoso era alquanto volùminosb, rforn\ale del rimanente. Nella cavjtà addominale non appariva iregò làrilà apprezzabile_negli inlestioi, ma il fegato si osservava voluminoso e di un colore più carico assai dell'ordinado; le alLerazioni principali venivano ofrerle dalla v~scica; era quesforgano i:idotlo a così 'piccole dimènsioni. da far raviglia a primo aspello quasich è fosse scomparso: sta va. rannichi.alo io fondo alla pelvi· attingendo la dimensione appena di un pi~co!o uovo;·eompresso fra Ie dìta si· sen liva· di uno spessore ragguarde•ole, ed introdotta una cannla dall'uretra vi penetrava senza il più piccolo ostacolo, seoçlo la proslatà di. còpsistenza e volume normali . Gli ureteri erano entrambi molto dilatati, ma non contenevano urina. L'appqrato. urinario·e-ra, a-peflo procedendo dall'uretra, nella p-arete interl)a della qnale non s'·ebbe a rinvenire la più piccola ·iesione, nemmeo·o,alla fossetta navicolare; ma alterazioni gravissime esistevano invece. nella• vescica. Le sue pareti inspessite le dav.an-o l'apparenza i:li un utero vuol-o ( erano grosse quasi un cenl1metro), e la sua che chiameremo ioLercapedin-e piuttosto che cavità, tan1o era que,sta li.mitala. p_ontepe.v~ -~ ~zzo cucchiai o di un li~ quido denso, biancaslro, --puri,forme. Tuua la· pa,rete, in1
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\e'r'na1tfi ·que_si'o:~ano .~~~.~on.11gliava, a pit~òte. cir~2~v,ò luìiorii'·cerebrali; gremita tu!!a come era d1 ·p1ccoh e.or.-, doni salienti' lorluosi cbesÌ a:ggrapP,ayàoo,• fof di •lo,r' O, CO. ·1 ,,.. .. . . ' • slilU:iti da inspessimerllo vjlloso .dellà mucosa. 1~lérna cofora-ta dì rdiso P~.r ~~pio~i'ssfD?;a 'iiìi'e.zi{~é~.fof~np ~asi sanguigni" .er-ano injetrali co~i, ò~,c:ostjll11re-:'~~~ ven ~g;il_Pp!iinen'li' varicosi. ,L~ pre.s.e~,.z~. ~i q~,~t'tt~~mlo ~ur~'{orme:Ueslò il soip.ello' ~éll:a e~1slen~f,}1, es~l~eraz.19m, ma Jè più minute i1ùlagini ajulate, ~~che d~.una : buona lente ·d'irigràndimen\b~ nàn -v~ls-ero _a scop~1rle 1era un semplice tr'asudamèilto morboso i:la qu_elle pareti alterate nell' inlima loro tirganizZ!l,Zioùe. :1 0 slato ·pa-tol6ofoo dei polmoni ·spiègano, a · mfo avviso,.èom,e si prolG1tgasse i'ti ·un modo cosl• strao'rdinario. .. quell,a yi-ta; ììi1'meztò a tante soffe;renie' e•,fino al pi_i1. ccim. ple~o ma:rasttio ·;· i'~fattl ,· còro~ ab~iam6: dell~, an1h1 .1 ~ol-moni si vid'èto disTorglinizzat\ nei 's.olt .1001 super1or1 e· ~édii; ma iUobff irìféri·otte 1 tli' enlramhf·conservava q)l~si -il s·ùo staio· normale, pèr cui ·Ja fuì'121one non fu mai ab:olita del lutto. E ·in altro .senso, la.i'espirazioue,brevissìma concessa, non ·ess·ènòo sufficieut~ alla·voluta ,.Mficazione del.sangue; e la eir,colaztone· di1conseguenza alter.ala dov.e..van:o ·portare ·quelle· continue•congesJioni:· al,-, capo che ebbimo camp9 di osséi'dre negli.l ullimi due,·Jll'esi della 'Vita . del ·V.. .... , ,congesti·oiii che1, conie , appare anche· dalia n,ecro~copia, furono 1a causa ul\ima.de\la.mor-le. \~: fa.lli più v.olle ,il :d·eljr,io · fa rimarcato durare . parecchi _,giot,ni, pjÌl v.olté la faccia apparve sutfu'sa, coforalissima-; iu 1 qlie$:to,l1ultimo fenomeno che precedette di pochi mi~m1ti la, mwte., •~. la .grav,e,e..profon.da.iniezi'o.ne con,isp.an~limen.lo rimar.cala nelJl\ c.aTiià craniale, -giuslificano;l'idea esposta.. . Fu p9i (lQla.\ot con sorpresa, còme · essen'de: con lo ,dalla stori'a anamnestica del.V. ...... , essere. egli stato .molle ~oÌte:aff;t~o; da blennprragie osti nate,; pur ,nondimeno, l'uretra si mo.strasse i mmune da alle'.ra-Ìioni òrganicbe di sorÌa alcuna:, ed)nv.e.c(} tanta lesio~e apparisse nel serbatoio urinario, senza ,eh~ il mala.lo si querelasse m.ai di· soffer~nze.. a ,quello. r!ll~.L!v,e;; pr~babJ.lm~nte. perc~~è l'affezjone polmon,ate asliorJ~iva ogr1! .i:',llenz1qn~ dell 1.n,fermo. È ques.lo un fallq.vera19.ef!le ~in,g')]are., m~nlr.e è pen.nolo coni'e sia organo &Elc n$Jbilìs.~.imç)a, ve&cic~.e,qu~11.t~ lesion_e apportino àlla econo!))ià Jilale inler~ a,lt.er;azJ~n,L ~ssai 1>1en6. gravi di vescica,di quelle denµnci~~e idal~a. n,ecro1
_,séòpia. f
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'PARTETERZA ..
s·Ìio dotlò dfscorso sn ta· {ebbte tifòi<léa infrattiinne· l'Adunanza "pèdotto il tempo <!.ella i ornà:ta én, GENOVA. - La seduta è aper ta cl>iia !Ìlttµra èd ·appro'Va• 1jione .dèl 'proc'esso~ve~b'al~ ·dell'antecedentè:torçii~. Il sig': pré.sid'énte, non ·essen·do.'Vi alcuna. memoria o ·scritto •'in prontO' a l~gget'si, previene l' aaananza clie sarà fallo -soggetto' d~lla presente C(!oferenza .,.l'esame ~i .alc~i iinsciitti • !, !trattenuti all'ospedale e, d'esig.nal.U!l·•OSservazione dall'aotoi:ità mìlitare superiore a fine di constataré la loro éàpaèitli od' in•capacitàtal militar.e:servizio. Si fanno ·qoindi a'd. uno.ad uno e-ntr'are<nella stila tlelle ·con• fe;cnze dovè .ad, istan za.del sig. mediéo dhtisfonale vengono specialmente '.i ncaricali tr·e medici per Vopportunò esai;oe,e relati,vo,giudizio solle allegate infer.milà ,li prioro,cbe si pr_e sen.l a~a.;all'#am~ era:il solda:to.di nuova l(lT.a. F. Qio,vanni,per .allegat~ ernia · j_nguinaie sinis.t ra .o <}jfficpltà nei moyim~n tj della,c(!fCÌ(j 11,gamba ,~Jl!O f/,t,sS() lalq: !lal pr:aticat'o ~sal)l~nell~Jo.calit~ ~ioè: 10;<1ell~i!lg~i!,!llle, ~il'.}ìs~ra si scorgev_a bei:iissimo, un tam<l'retto .evid~iate,m11~te, f~,l.t~ dalla impuJsione p:asseggiera ~i qualche por.;zioIJe ci_ella vi~ceratara enlrq-_ad<;\9mio,al~ a c~gio,n,e di ~pa i:,iccol~ d{!ataziooe dello anello inguinal-e, -disposizi.o.ne o tendenza aUa .for.mazione dell'ernia, : ~a che no'n for'ma ancora !;ernia ingu-ina.Je, lib~ ra e éioinpìn'ta· voluta )•esenziOll'e dal, militare servi,zi<>. di uu insèriito: viziatura d?allrorrde' ricrinol ciuta snfficieilte per la esenzio110 cH ·un v~Joiitàrio o ·'di un s~rrog~to·; ~0 rigo.a rdo alla difficoltà ì:lella màréià' é 'dèi . mo'vimentr\ he, il mcdèsimo a'cc.risa p~r offes'a .délle còs'f ÌQ e g'amb;t : ~ini~tr·~, .,risnll~nJo dall'osam~ esseré,qµ ésÙi membro eg~a.l e in voi api~., ·1ungh.ezza e di rezione all'arto destro, lion' ~corgenèl.o:;i hè tanìore, nè ;i-lt'èr~zione ·dj sòr.l~' ~·~ rigidez~a nel!~ vah e: arii~olazioni. Inoltre ne~lì at\i c~e si ·i'à n.no pot !!llÒngare la ,~am~; :e p.ort at.la al hve-llo dell'altra (~ ) da tulio. questo s1 do.vette conchiude're·,non sus.s isterc in nes~nn modo la allegala m:ilattia e Mfffcolfà,d'ei fuovifiii ot, :. .Il'· secondo che . fn sottòpo'si!? .all'esame è· certo R.~Carlo del i3° reg~in1e11lò fantéria:giovau'e di témperàmento'.·liiffatico, di molto 'g'riacilè.Hios.tilqzionè-, diinagrj lo a!lfnantò, ·e ,' avenlé uba fisionomià 'd r uomo· che solfre, éon torace'assai•ristr"Ct10:c l'.li'ale c.o.nfo'rmatò, palpitazio'ne:di cuore, voce ·rani:à , èolorito della cn\e Pi!llido-'çereo ,.·ect ,ino1lre. éon i c.osì deUi piedi pialli; si è ins·ol)lma· rJco_ooscjalo n,n iudivi?uo ~oggetto-ad .una lisi polm,onare. lenta ,,o !l crQnica i:ofe'rmi.là di:petlo. . . I1l lerzq a ·çoropé!rire fu certo B.,Pietro :del 14fl·.reggi,monto di fanteria con cattiva. çonformazione dei pie'di sollo il titolo di pi~di piatU, e p; cscnta.n te iuollre un ingrossamento della al 1-ato io tor.no aiticolazione tibio-\arsca,. , destra an'inclinazioue 1 , ·d ella tibia· stessà, ·s.egno ·di un'anticà.... distorsiooe malamente guarita, qoalemàJatli~ non poteva a meno di .rendergli disagevoli. lè proliiri~ate xrlatcie e simili militari servigi: • Il ~uar't'~ fo certo V, Pietro sold11to ·net fò0 battaglione 'bersaglieri prèsénlante a]cune ul.Q(lre (3) ali!) due gamb1 c)le f~~o11Ò felicemente gual'itç__JDeµia~ ~e.' opportpn,a cn,~cJ , e in9n lasè\ava.il? diet(9 di ·s~ akq,r\ r ~sjduo .d·i ~fr~~ c~o possa . es'sère d'incaglio·a un. lodevole servizio, d'altronèle t-rattarsi J , ,
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Nei riuiiièì'o "a,,·teèldentè1i,Wèce¼'li •fecon'da Mtiatà 'l,gQi
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di un individuo sano e çobùslo ,nel res,toJ\ dèlfa, sua c,,ò~ti~ .J i 1 toz1one. · Il q~i ~to fu ~eh& B: Gfoaonf solda'to nel 100 ,b.attaglione bòr:sa~lieri', il 'qaa!~: allegava una Ì:rfalattia scrQ~ÒÀ?~B~ Dall~ esame però pralicattYs<l tale iadhidùo .noi.la si po_tè tro\'.are di quaòto costit-uisce la: vera. sintomàtorQgfa· 's.c,rofolosa, quali <:icati:ici al colfo..ed: agli inguini per adeniti-vre~rt~se, creste o:i ulceri. rener l'ambito ,Aé) cor:no, -tùnn>rt 1ed ingrossamenti ,. • ~ " l' i:, • • . . ~· ghiandQlari, mafatlÌé d' oc~hi"; erpe\j, scolo d'o.reccm etc, etc. s i convenne ttitta,via e~se.re meglio acJ..à tfo per· la rànteria, che pèl COl'J!O dei bers;i_glieri di éu'i \ oreseolémènle fa e;ir!o. r . i;.· · f n,ji''" t\, -- p :} ' ; I' ., · . •. r . Te,rmfoata a visita, l'ora ess'cnao /arda,. la sodata v_iene I"~ • \ .. scio.Ha alte,o,r-e tre pomeridiane. A'LESSANORJ_;\. "'-'"'Lètto.ed· appr~rato il l!ròcesso vèrbale delf itl,l!P,Pe'~eqte ;1tdùt;i. l';duo_anza &'h1ll,f,att~nn·e per qualche te~po sulla condizione·patolo;gjca òell~,fol;>b1~e lifoidea, .sui suoi sintom tlìtrirr!tniiale della stcs,a dai tifo; quindi • ' ii e 6Q118 forma · I 1 , ~r ., · ,, • • · • • noiPess'end·ovf àl1'or!J,in1,1 pet giorno alcun .altro argoiµ,eq.to , .sci;n{.ffico, il'meilico1dì o'i'J isiooe · die.de comanicaiiane di un caso irarfo, .e)r,imarchevòle·,di \ e·clopi1l de:I .,cu.J r~ ,. _che _poche: ore P.rilij_il ,AV~N~ ,l!vqt~ !)llll!P,O , q_i.ossQr,v~re , in. un bam~ino ,tli ti'o P.1,6~1,l/~ q\lìJq,t lll~~anq ria. .Esser~~~ !J~eslo. ;caso, mollo importante l,ll.la scienza, e po\endo .d1lucidare molle questioni sn!l'.d~gib_? d'~Ììe'~i~tr.~osit~1 ~ui ~uo~i e ~o~imenli de'i cno~e; e snllà1•Ioiò cofriilp:OridenzJI, lo stesso 'professore pensa di visita·tfo.'~i ·no·p.vo •attenlà"menie ; ..a di !farne soggetto di un suo s.cril,t p,_;.~he prese.i;ilerà aWadnnanzip:èntnra, se nella lista non , vi ~Ì'~~!11ento di ni~~giore i~portanza .pel m yizjo san1tarro m1bt'are . . L'adunanza. ·si intrattenne qainlli di ·cose concèròenti il servizio sanitario.tanto in teoipQ'·di p_ace che di gaèrra; e-veriuta l'or11,~1eJlì4 vi~i~a ~a-se~_aJa venné'sèiolta. N,O'~ A'RA. - J ,,ett9 edav,provllto 'il processo ~er.balè d.e ll'antecede~fo.sedata, il . Presidente _dott, ()era le ricor.da come .in r,~ ' . . . un'altra seduta, avendo. Jameu~~ta l \l, perdì.ta di tre individui daran1~hrmese di gennaio, egli desiderasse che ne fosse letta la descrizione necrO"scop.ica, e come per.affari pi~ a~-gentÙladempime·nto di•qnesto·desiderio venisse pcocra'stinalo:·or.a cl:te la sc~{ ~a confer.enza fu ~c<;upata (alta d~lla r~làzione,snl fatto del foriere V •••••.•.. e· coQsegueoto d1scnss1one, e che havvi opport.uoità di tempo, invita il dotl. Ta·ppari a légg~ro la rela ;r:ione eh~ sa àver egli in pronto, e ·que.sti dà l9ttar.a di un santo ,ii storia ·e d~lla necr~~copì!l ~se~uita_s~I cada;er~ (,lei soldato · (l~I 16. Regg1mep li> d11nfanter1~,Tq,.rAghq~~!Gl~rS',!o,,!}ho si 11- a 1 nis.c·e al presente processo verbale. UJti'mata silfat~a lettu~a, iLdott. Ceralo si rivolge al dott. Tappa~,{).~ chied9-~gli .se;<!uran.te l:} f~l>bll.O}ifoidea sofferta dali 'To&tiglione jo Vercelli, il tnedico curante non ay(!sse rilo:vat·o ~~t)l,c.~o ~er iaf o'?pl!c~z,on~ ~~l l~l~ 4c:1~,vi~ r~?iratorier sog-; gmo~~n3o che le tristi cood1Z1om m cui .l' indmdao versav~ all'ép6cà dèll'entrat;i 'sua allo spedale, le antiche ~d ·estese lesioil1r)nvéòufo'.Òel 'cada:verc ed il gener~:di nialattià in allora sofferta sono argomenti stiUìéienti' J)'er rOlidere plausibile la supposizione éhe il troéè l,llàlan·no che tras-se a i:norte il 'l'ortigli_one ayesse fio da qu.elltepoè.a ~sordilo. , 1 Il dott. Tappar i risponde, non aver pr_esente qu,esto·fatto, in ogni''sob dèttagÌic>, o'i101(èssère 1perciò i,ir grapo <li dire iµ quali -cono.izioni 'si'i lrova'sse ·allora l' organò l'e?pirat'ori~ di qµesto individuo. ' • Messa cosi in avanti e brevemente svòlta ·dal doti. Cerale la ~,___ ,.,. ..__, ... ._.......... -ques(ione della 'fr~q~e~z_a-~oii f \!}, i!_. Pf;.3:tico c:l'S0J'-VJJ ,d.tmi,sti nell'~l!P!r,"\oi .~spJf!~fil'!O ,flP,raµ!eJH .c,o~~o,-c\i,u~a-~ebbl)e 'lifoi~aì.annoiscQllO"a' parte•de' suoi pensam1Jnti i doltori'Rin,
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Sa.~gui?E\~\i e _'.l'app.ati·,eh~ pr~_n!foni, ~pa~~e ali,(! dis~(!SJi1ne, trat_l!!_D9~ sj "gh uo1 c~e gh alt~1 ~ti tale ~1·g_o~enl9 .solto ~n pon_J,~,d_i,1 ~is~.a l~~riC?, aJq~~Dl!) dj ~er,rte d,i ~Qr(!la., ~a p~eSl!O• èhèJ,d~1¼li90 ~-I' fo,.nd.?: .. . " . L'ora; avanzata, lro,e mez~a pomt,ri"dìlrne, mette termine alla: ·i~ .· " · , r · • ' , f i ··" ~edata. . CHl MBERY, CÀGC::ÌARf e ·NiZZA. - P~r l'asséiiza 1dei'~ledici )lilit'ari, la.seduta non p'o lè aver"è ,1uo'go.
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B.d lQEFIO )
·t questo il titolir di un bel'libro di •pììi'd ie 600 pàgin·e nel quale·il sig. -~erchie,: dopo àver dim1stratd alÌ'uopo di làboriose ed er-udite 'irive'slìgàzi·on·i, di iì1iriuti ed imparziali 'raffronlì l'insufficienza dei mezzi' pr.o·pos~i ed attuali per fa cur& '<MletraClure,tùàiitèi:npi p1ù:reiiloti fi1i'o a· noi, cèi'éa; colla dim'ostraziònè ·tedrica e pratica di un . Jiuovo sislemà, frutl'o de·" lunghi sli'ài· studiì e· sà.tizionàto dal.lideli'c'e sua esperienza, cerca, •eg·Ji,stesso cé lo dice, di risolveri arditih m problema di cui sentè la ·scienza e J~ pratica vivissima urgenza.; si sforza citlè di o(Tri'rci dei mezzi. di fasciatura, di mantenimento semp1ici,·rapidi,eco~nomici, alla pòriala d'o'gni pratico, specialmente utili nei lrasp·orti immediati dei, feriti a cons.ider.ev.oH distanze senza danno e senza dolore...~ .. :meni tutt'affatto-all'. alten1' della moder.tia civiltà: Se abbia .potuto l'autore olltnere sl r~lice, . sì prodigioso risullato gjudjchi. il lettore •dai -rapidi cenni .che qui li porgiam~ dell'opera, cenni . che esonerandoci d&Jl'entrar:e·~c).ìre\tamente. nel ,merito ..essenziale del sistema, possono, ci· s,embra pur .anclie, ,bastare di suffì.cien ti indi zii per guidare il pratico che volesse tentare di assoggeUare alla prov~ dèllae~perieoza ,il meto,do dall'autòre proposto. La medicina mìlilare sente ape<lialmente - il bisogno di mezr.i .c\ot<1,ti degli eccell,e11Li.r,equisili ,dall:aut,o.re iµdicati ·;· se il !1UOVo sistema tµtte . 1!on appaga. le. :esigenze, segna per9. inco.nL~asLabilin,ènte un ipa~_so forllioalo rielJa·via del ~rogr~s.sp; il temp~, ut.ia..larga es,perienia:, p,otrebberp forsè. :s~ggerire quei perfezionamenti che varrebb'ero a. far.ci,r.àggiung_ere.la difficile in~ta. Nella prima parte, l"autore ci porge uoa an,aUsì stocica , una classificazione dei dive.csì appare,ccJii di frallura,. ne accenna la qualità, Ldifetlì e port,a, un assennaL9 kiudi~io sul loro ·.valore ..La seconda parte,~ cons.aèf~la 'ali'e~posizion~/ lel :~!lOVO sistema, ed a mo' d'in~ro:dtjzione !'.autore J~ inffe~_ta. ,alcurie. veq~tQ g~,i;ie;,!J ~u ~iver~e,;qu:e:-, : sl'ioni importanti .C?-H>Lù ~ ~ ~P.9c~i!.~tt,~mente ~rmod_1tn~i a11·0~~4uo-'.'.~~~ è ~ce.p,i qçH~ow;r~il'.~ gJin4.i. 1a..~~qr,i.a p,~L su~ ~isl~~~., ne ;segp,.a . lìo~igi19,~, r}I Pfllg_~essq~ ..vie~e ML
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11oii {àttetils} ; ..~: .A:pparec·chì sòlidiffoabili, cìoé primiti-alla àe~rriiione degli appareccl}i mode}laii, ci, indica il n n:iente .?10.ll/, ma .~he i,?~u.i'~f!·d~~i d,o~o ff -~en lungo modQ. df ·loro ' pre,µar~*\on~. ~d appliç~~fiO~e~; ·J)rima ~i' tempo,. formano all intorno del lll~~. b n;> ·u,vn.xrluppo· squn modo. gimerale poi part1colaregg1a\o, seç, o ndo I~ d1u . 1 "1 • l... ,,. .' ' •. .. vérse·pa.rti cui si ppsso,rio ap_plica.rt.]:;,ijui entra i~ mte- . ·iidò e resislérl e. ressanlissimi 'd.eltagli anatomo-:patolçgid s.une. conaiiioni dispope'nti l.o.caJi, rapporto .a)le .~r,s1Uµr c) ,s·u,ll<\ .frr,q~enza della càusa loro,. sul genere ,dqgli spo,slanw~1~Ì. ef C,, le indi'cazi<ioi. terapeutiche disceJ1.d'ono. naturalmente da lali I · preliminari coi1siderazio1ii. La materia.~ ric~a, svariala, e gjì episodii, 'dìressimo, S. M: con. Dèc~etò df i:' ò_e ~5 marzo vqlg~nJeJ.1 a. sostengono l'interesse ~)~f U~_!\Zjòòe. i_~ ~,ue.slio_ni_ ~er lor~ accordato aifarmacisti militar,i di 2a classe IAeone;, stesso lanto aride o fastid1bse; anche I fatti chmc1 sparsi ll.loutani ,e rl'@magn_o ne l',,mI:Qento dtlcenqua e I~, nel menire danno alla-teoriil l'appoggio della nale, di L • .2f)O , igiusta J'articolo·. 1.1 ·del R. Dem:etò · pralica, re·od.ono pj:ù jnleressanle ,. più pr11ficuo e diressimo.'p"iù pFall ~o il lavo_ro ·~tesso. ~lolle frgur.e i1ù1eslate del ·26 di ·gi.ugnÒ '1853. nel tèst.o 'teod·ono facile -e precisa fintellig,en'ia delle idee C'o_n Oréfoì.e Miiiistéfiàle·del 18 "di·m·aizò il Medico · e facilitere'bbf\ro.d'assai:i tentali.vi' d'applic~ione èhe nel di ·Batt~glione di ·Ù. clàs~e::F~lice:· D.;1.•-os~Ì sis\ema si voless-èH> fare.. Termina tìoalmenle l'autore con uno _sguardo,,cr-ilico sul proprio sistema', ne melle mae-, Reggi~Qt,o G.aval'leggiert d'Aosta fa destinato a far slrevolcnente in rìlievo la qualità e!l)ioei;rli, ed -accennale · passaggio. presso Io Speda:lè Militare·Divisionariò di' Torino, cd il Medico aggiu~to 'dotr. Giusepp~ èJule obbiezioni di cui fu I.', og9'elto , , ci;:_ri a ~revemente .riJ spondervi ~ ribatterle. t• autore. lia pure una mira perso- , gusi dallo ·s pea·are Militàr'è Divisio'narip ..di 'l'orino, , nate scusabile e ben al\che,lQ~.evoJe., egli Yuole ingene- ' comandato presso la·ScÙQla a;Equitazipp_e ~-Pineroio. rare nell'.anicno!,de,Hettor~,la cony.inzi9ne, c·he .il, P,ropo~t~ fu deslìrni:tò a1 Reggimento· Gavall~ggieri 'di Aosta,.. sistema .è affatto ,nuovo. t}_l~llQ__suo. pr·opriQ, Con abili là _lo Con altr0 Ordine, Minis1:eriale dei ~6 deUo stesso~ scri.Hore .sa ·rendert} a lai jns;hjne,voJ.e,l'aftrµi g\udiziQ,, nè il Medko .Aggiuiìto, ·G'ermanò_ Del'asiaz, dallo ultimo Jod-e.voljssimo.. a,:ri-ifici'o onde acca:ppa1:r,arsi l'animo del lellore è I' impar.z.-ipli tà d.ell'elqgio accofdato. con larSpedale Militare Succursale . di Bard· fu dest11Ìat0,, al ghezza al merito allruihè,il grato contiouo.ricordo.di,lull~ 9° Batt?gli_qp~ {lei Be.rsagHerL quei benemeriti..che vòllero in qualsiasi modo cooperare Per Disposizione Ministeriale deì 29 dèl medesimo all'altuaiiòne, al perfezionamento.; etc. del suo lavoro. mese lo Spedale Militare cHN izza 'frr temptrraQeam-ente L'#gre-gio .autore s_ep·pe_p.oci p"Fe.ve,nire la·.più grave ·di cbinso, e furo no dés'Linati 'presso lo Spedale Militare tulle le ob~ieziqn'i', ,~·_quanluoque teuero· del proprio s,istema, non s'illude_-per-0 ~.lll suo merito assolùt.o,nòl) sene · Divisfonari.Q d('f.9ri9q il\tedicp Divi_sionale,Ca:valiere 1 Tèsta, ih Meàico Aggiun:to dott.: 1tI~caggi ed fa un ~on~etlo lroppo esagerato: « cat noùs, egli: dice,som« me~ bien c.Pn.vaj-ncu d!ur)P,,v~rilé, .c'est q.u:il n'.existe-rien . il Farmacista ·~Jili~a11e di ·~a elasse- ila.r-overo, i «de parfail, et que notr.e sistème n'a pa&.lepriv,il~ge <l'équati soli}:esta~?Il<!. a pre's_!are serv.izid pi'ess-9 l'aIÌzj:• Chéipper à C~Ì~~irègle Ullff;e~sei\e. . . 1 dettp S~ec;la!~ di N\zzp.. . i ~Notre sèul bu6;,nolre;'unique d'4sir eòpU~liai1L'c.e livre _ _ _ _ _....,,,....,..;._ _.:::__.!._.!_ • ., a a-é.té de faire,une,,cbose ·utile » ,~ùlièe à'ncòra; e,cosa 'u- · tile fece .,. anzi u'tiliss·ima, infereisanlissima sotlb mol.Li '11a.ccinaifoui dei Mi~tarJ. rapp.orti; comé rìièglio si ,vedrà, dal breve s.unto èlfo, ne porgiamo.
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B .Mini.stero della. Guerra ha diramato1ai 22,del yo1gento mese:la::s~guen\e lettera cir<mlare (N. 2S.~ Sozi·one Spedali. • . Questo Ministero h,~ determinato che !iino a'c'l ulleriore .
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aVYis,o s! s_oprasse9a d_/ i1art,esegliime.!JlO ,alle <Fs1wiiiioni fall_!:l. CQT!a nota 5 ~prilc \$ 58, .pagina !'.il:i'8 del GiQi:na'le MiHlàr~, relative alle VaQciòaziQni. "
Non·· è cbrla mente che un' esposìiio·ne désc'riUiva cO'nipiuta Èfei diversi ; iìi11ùmeti' apµ·are'cchi p·e.d ràllura pro- ! posti' ei:l usati dai jrìù anti'élfr temp'i :tino al prés'enté'; 'ci'ò l avr-ebHe f ichiesta i:lri"òpéra infora e voluh~iohsisiim'fi.,È piuttosto l'anàfisi dei èaràltèri ··ge.il'eràli dei più1in\pòttaìifi con u~ accurato e_saine del loro modo di agire.«te: Japò: riosé ricerche, i rmfondi 1'studii 'cfallta'utorif. c'o'ns'aèratl a 1 quEist~ Ì(llp_ortad lh:sip:ia· ·p·arte' d'el'suo lavçro mél;tòno in luce .fdtlì, 'p~tgono cognizioni ver~mènte riocite, inavvertite_ ~~91i Auto1:r) n1·ge!)er~lé trattando ·dì simile n1jiteria, 1 ed 1-l lellore· ~rova qu~l~he grato ed in.~Ueso_ conipens~ all"ariòa fatica c)le orèHìiàriamerrte' si'mi'fi lavori i'mpoo:· gori'ò a elii ama .profon'<i.amenw·pon~eràrW _ 1 Gli a1fpare'c tliì éla fr~ll\fr~._ divitlodsi 'in- due' graiidi ··1 clasii,; f.' App" arfoèh'i ordin'atii""Ò'd a sté'c\ihe' , férù1:J', fa-· ,! .'I
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·Ne!J~· -,1~j~~'è.-,scri.lto Gui\l~rmp_u{l'. teggi G,uiUennon.4 a p11g. ·,~9 1..,2, leg~ì~ :~d un !ìetet1(ii; mio r.en,djcoo.lo , ; »- 91 ·» 57 » • Non v'.ha oggimai pratico dì i ìti>he'ft?.reJJ.otL Ca"v. -~BELLA ,Med·:mv.' . 'Il ,Yìt!e,Mreno;rthes)%n~.' DÒ'.tt .lMi NT°E't'J!I;;Ml!d .-·iJf lfatl ..,J'bl ~ ~
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Tip. Subalpina di Zo.l 'PI8 e Comp• ..:. Pia Alfieri N.~4.
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5 Aprile .f 859
N. ~ 4.
ANNO l'II.
------------------~-----------------··------DEl1 CORPO SANITARIO DELL'ÀR~IA.TA SARDA
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L'iissociazione n on sì riceve che per un anno e comincia col 1° di _genn. Si publilica nel Lunedì di claschoduna settimana. 11 pr.ezio /f>.associazi·~ne-i~·r~dno è di L, 10. In-Provincia od all'Estero, franco di posta L. 1LS! _ p,tg.&per semèslri anticipati.
S0mun1ò. - 1° Doli. cosi"ANzo·: Brevi 1'i flessioni intorno alle infermità ed imperfezioni fisiche. - 2° Dotior .R.IY!: Sa di on orcbio-opididicnite bleonor;agica. - 3° Bibliografia. - 4.0 vari!llà. -- 5013olleltino officiale.
PARTE PRHIA
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BREVI RIFLES SI ONI lnt01:.no alle ìn{errnitcì ed imperfeziuni fisiche, osservate e gitulicate in unci delle sezioni osservazione dal i 0 novembre 1858 a t·utto febbraio 1859. (Continuazione e ~ne, Y. N. 13)
Or.a tò.rniamQ ai fatti osservati in quest'ann.o. Il O'Um!?ro ·totale degli osièrvancli ri'Ooveràti nella sezinnt1. e gjuilicaH as~ende -a 103. I mali d@l collo,; gola grqssa, gozzo, tumori cistici, ingorghi gbiandolari figurano in prjma linea pel numero; poi vengo~o i ma1i del petto, vizii di conformazione, palpitaz10ne, asma, emoftisi. Per esser breve dirò .solamente èlu~ pàro1o di questi duo generi d'infermità, sebbene fra i Iijali tl{31 c~po, dell'addome e dégli .arti, oltre quelli di già acceqnati, figurassero ben altri casi rimarchevoli e curiosi. · Dei gozzi era inslitui!a la cura, meglio che l'osservazione. Quella si faceva colle unzioni locali di pomata d' idriodato di potassa e col mecltisimo sale adoperato intername~te alla dose di un graroma o di un gramma e mezzo al giorno, propinando mattina e sera un cucchiaio della soluzione atrofica di i\[agcndie (·16 grammi di joduro su 250 di veicolo.) Il rimedio era generalmente tollerato assai bene e stuzzicava l'appetito clei gozzuti, muovendo ordinariamente l'alvo due volte al giorno. In tre casi su venticinque, ed in qnelli ap·punto in cui succedevano rare le ·deiezioni al vine fu osservata la febbre jodica, ~e così_può essere denominata , la quale comparve improvvisamente dal 20° a\ 30° giorno di cura con polso frequente, grande, cutaneo; faccia suffusa, cefalalgia, rossore della congiuntiva, coriza ed irritazione l;>roncbiale,. come si osserva nelle febbri eruttive. La sospensione- del rimedio, la dieta, .il riposo,
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le bev~nde subacidc calmarono il tumulto nelle 24 ore_; se r.ill\édio fosse stato continuato piil a lungo od m_n:ta~g1or ~lose _am:11inistralo, avrebbe forse proV?cah. 1 smtomL cnp1Lah o polmonari più imponenti di c~11. P,arlano gli autori. Fui intanto sorpreso del s~ns1btle .~rado cl' immagrimento generale e déll' improvviso avvizzimento del gozzo, fenomeni non avvertiti per lo innanzi, che tennero dietro immediatamente all'irritazione generale e che dimostrano Ja giustezz_a delle osservazioni già falte in proposito da Blacbe e Gnerlant . . Ma.,la guarigione del gozzo sarà poi essa stabile?" I pe.rtnesso dnbitarne, come può rivocarsi in dubbio la gi·ustezz.a_~lei gindicro d'insana.bilità di un gozzo c~e h_a resistilo al breve tn.ttamento di 12 opp11Ì'e 15 g,orm; sapendosi per esperienza che una cura conveniente dovrebbè protrarsi almeno da un mese tre, e sa'pendosi inoltre che gli effetti di questo ricome quelli .che devono la loro effì.cadia (a medio t ~ té.J:to. ~rincipe ~ei , qis~olvgnti,, non tengono d·ietro unmet11atamente alla· cura;='Illa-luogo tempo dopo si osservano. Del resto, qualunque sia la dose del rimeàio ed il tempo impiegalo nella cura, l'esperienza e l' osserv~zìone hanno dimostrato, e voi lo sapele meglio d1 me, o colloglli , l' insanabilità clel gozzo antico duro, scirroso, circoscritto, ~ia gangliare o cistico, ~ qua~do !)er la sua sede od aderonza agli organi clella respirazione o per la sua giacitura sui grossi vasi del collo, possa nuocere al libero esercizio delle funzjoni di queste partL coll'uso specialmente dell'assisa militar.e, non guardava tanto al volnmo del tumore q11anto_ai caratteri ora detti per pronunciare un O'Ìt{dizio _cli esclusione dal militare servizio; e 'fieppiò se qucsL1 tumori per origine, nalnra, sede , numero , concomitanze o precedenze accennassero ad atti coslilulivi od aoa~nestici della ·diatesi scrofolosa. Due parole ancora sui mali di petto. .Mi affretto a dire che su clodici casi di palpitazione (1) dUè soli motivarono il giudizio di esclusione dal militare serviz.io, c0me di otto casi di' asma o di altre
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{1) lo questo numero non sono compresi quattro casi dì palpitazioue relativi a militari ric,iveratl allo spedale per essere as:50ggettali al giudizio del consiglio superiore mililare di sauilà.
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malattie di petto variamente denominate, due ~g.ualmente motivarono l'esenzione. Jnc·aricati ,qu,esti due ,nobilissimi visceri, H cuore ~d'ì polmq;ni, ,4.elle funzioni pii'.1,importaQti d'ella vfta~ i fo'ro patimentì·per vizio organico -si !:lipingono sulla fisionomia del paziento; gli occhi, le'guançie, la voçe ste3sa: ne offrono l; imniagjtie.; l' ispezione '.PQi de] petto e di tut~o il corpo, la. misurazione, la percussi9ne, l'ascoltazione-.so.nò ?ltr~ttantr criterli ·diagnosticì, vieppiù prezio.si quando. glì esperhnenti e le osservazion1 sieno ripett1'tì a. diversi intervalli, or;i. su corpo quieto e.rtposato, ora dopo qna lunga marcia, la -salita .di uQ..a-sc'ala,. dòp9 il paSìtO. ecc., app1foffitando: p.ure della sorpresa e .dél sonno per osservare eèl esaminare i ino'vimcn'ti della respirazionè >, il modo di ,.de,comb.~re--ccc. Coll"appoggio di tutti. questi elementi diagnosticì1 :niessi a parc1lello l'uno dell'altro e scrup·olosamente 1popderati, verificati pure . pei casi ~Libbii dal signor 'medico divisionale , pronunciavasi_ un giu~izto., il quale. ove ,accennasse ·.a vizio organico.; del .cu9re o dei polmoni, si limitava geperalmente a à.icàiarar11~ l'esistenza, che ·è quanto richìedesit,dal regolamento s,enza iv\lenturare una diagnosi più circostanziata e- ' preci; a,iÌ1torno alla natura ed al grado dellà lesiQne, ben. ~apendosi c,oip.e i pt;atici più esperli ed illuminati, sicn,o ;i tal,e riguar.~9 tncorsi in errori.~ui la sola J autossia ha potuto poi dip:i.,ostrare .. Conchiudo uri cenno,di ben meri- 1I •• , ,, , finalmente con , tat9 elQgi_o ai ~istin,~i:nostri colleJ?;hiç.oUori Baroffi~ e, r GattiQara .c.b~ furQ_qo s:w~ce,s~iva~en~ a,d d,e_t~i al s.er- [ :v.izio iD' ,queHa se~i0n.e,- e _mi aiu\~J.0QO n~lle di.fil'~,ili invesligazfoni e coi lumi della scienza e col fino a.ctorgimento di cni .s.ono dotati. , , '
gaggio comil\Ciò in lui.una serie di falli morbosi, i quali certame.nle hanno influjlnzc,1to a modificare. e deteriorare 'un·: organism'o presentau le indizi d'essere,stàlo origrnariame,nte nuon~; cioè ·in sèguilo, a (:oi\9·iq1p~:r~ fu a;sP.d,iato per _çirc.a un a1ese da ' affezione .sifìli_ti·ca ilP.Pl!.le~an'tesi c~n ulceri e bubboni, la.cui chiusura fu suss't~guila da escrescenze c;ondilomatose - . • . dielro la. corona del •o..,.land.e' dislrulte coo Jegalura e caul.eriiza~fone faUa per suggeriroe_n!o di u_n l!ledico borghese_, _In qq~sla cura furono adoperale ·?.Oflarrze mercuriali, senz(\ però potersi dire fosse rigoros11m,ent~, cura m~rcufialf,'l. Qiiei sintomi sifiliLi'ci pare non lardàs~era a m'ioàre la generale co~lituzione, ch'è si.spiégarono .ulcere alla gola e ·sin:fomi' -sifiiitì'ci duta11èi : contempora.neamente gruppo di ghìandòle. della regione cervicale deslrà in. fiamÙ1ò con esito su ppuràlivo; C la piaga ·.rd .olila cli assidue-cure' lardò tre mesi a pervenire a .cicatr-ièe: quesL'ullilll'o fra llamen lo fu fatto porzione nell'ospedale èivile dj Bohbio e porzione in quello d'Alessan(lria: Una disgrazi?, come. si suol dire, non è sola e,ne chiama ben presl.Q un'altra, clrè:, dopo ,brev\ mesi dalla pria:ia infezione speci'fica dietro nuovo coito i_mpuro, r.iappari:rono sulla sceoa àltri ulceril e bubboni. che non si• limita•. \. rono a.Ila con.dizione di fal.lr r,rimili\'i ed uniti, ma furono segui.li da allre}òrm~ ·aJ!ose ·e cuJii.oee, eia dòlori osleç>-· cop\'-~aratlèrislici. ) ._llor~.'l"àm1nala,to veniva curato ne 11 1ospedale civilè di Bidla coi sus,~idii çoinporlabili colja.stagioné invernale: 11 rif?renlè sotloscrillir può assicurare che· fu lutLavia ~Ol\,suin,ata in quel ~urt,Jb di tempo una buona, dose di deulo-cloruro di iclrargi rì'o é di de.cozioriì di liig~ii depurativi~ i1~ se·g~ilo a ~uj. . sc~1.n.~~1:v,_y1;0 o __per lq meno ta.cq_u,ero I s1.n.lom1 su~~1SL1t1 ,(\1 sifih(le coslllu-
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RELAZIO NE Su d,'un o~•chio-ep~cÙdi,oiite ;, lennorrag;ica (Letta dal Medie!'> di Battaglion'è dott. n1vA, in una i:o~rercuia dello.Sp'édalc militare òi'~ovara. )
N. N. Ni·colò, sRrMnte a.el 1'6, R'egglm~11to..Jfl,nleria, d'a:n;i 21, voloillario da qu_at~r.o ,anni e mezz.9,, figliµ di ·p;ate.n.li':sa.ni, dotat9 di ,cqstjtuzione fi:;ic{l, pi11~(os_to ~µ~na, .ma di temperamento lendenJe al .~infa.li~~,.n.e'. ~µoj prin1i anni amin~lava -per ()ar.ecèhi mes_i di un lumpi:e di cui rimane ancora èica:lrice al dìssopra del maleolo .eslerno 'de1là gamb·a. .dèstra: ' \'enuto al mililàre servizio s_oggiaéeva ,ad oft~Jmìa &he.,p.e r l.a·,qu.alilà .tl~lla c.ur.a ed 11(~-inp.o impiegatovi si ha moliV:ò d1 sosp~t~ar.la di fondo g.ranu·1oso·,.'e successivau1ent:e a febhre•di nalura -gastrn-reu01atica, durala circa 12 o 15 .giorni . l)o.po. due anni dal!' in-
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. l\fa fossè fatalità o fosse ,the .le lezioni dell'espe'Ci,enza si usufcullano orùinariamènte solò tr:ò,ppo tardi col d.iscH:. nin1ento, è .negli anrii p.rovelli, N. ·N. còntraeva per propria: sforlunà didtro altro co1rimercib femm inile, aÌlée ulcer_e sul membro, le quàli 'Ve-nne.ro ' in cinq'u·e sèltirilane nello sp~Jale di Vercellì nella p. p. estale guari te bensl, i ma per dar luo'go ad altra formola venetèa.'pure comuni:.. 1 cali)si per suéèessivu .co·ito, cioè una -blèiinbrrngia che dopo v~nti giorn,i di sua cura per'dis'oi:dini 'tommessi dal pazientr, éb11e la coìnplicaiione rlell·orchite· si'nislra; de:hella'lasi d·appri·111a: con ene'rgi(fo trallamenl•o:.anliilogist.ìco lì genèralc •e loéale intèrno e.d•e'sternò., e poi S(5lvente, cori dissipa'lione d'ogni su-a traccia:: '1a forma gonorroica però non tacque affalt.o, e sebhenè. il paziente fosse licenziato \ da,ll'o'spedale\ a quando a qu j ndo ,riant>ariva , ìn ispecie · sotto ~isp'rdini ,di qualunql!e geper.è. Si fo in questo. interlasso dj_~empo, cioè nel mese di settembre p. p. che [· \rown~o~ì in d.islaccaQ1eÒlo a :Oomodossola,.il nostro pa! ziente.Ju·agguesso da un,a, graie e;uormesì c~reb ate, anzi 11 per la, con.comil<)..nia çleldel)do e pycdita ~,ellè ~~poltà QiOrali e mentali, direi da infiammazione cerebrale . fu di n~oyo soJtop.osl~ ~ cura sangqigp~ Jep)'(},lliv~ e con~~~laneo lraltàmentò interno, in seguito-a cui parve rito rnato l'orqi l);,~!MJACII~ disse~lalp. l~~qcµi,na. Ho de,tto, clie parve, stanleçh:è so~lanzialm_enle . n.on [o· era) come addimpslr.oss_i negl_i uÌtimi. giorni d~l.p. p. \l1Cfie di ot,t.obr.e1 qua.odo previo. un prurito lunghessu il c,aqa,le ·1
PARTE SECONDA
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<lell'orelra per alcuni giorni con iscolo di materia bleonorragica dilt1ta ( senza causa specifica ~noV'a, conformeID'erite al deposto dall'informo cui in simil momento mi induco ad aggiustare fede per una tal quale sua fran·ohezza e naturalezza ndl'esp.or.re la succ.essione dei faUi} ricompanero in isce:òa i siniomi dr pali me.nlo del didimo deslro sintomi di fondo vero iniìamroalorio , ed il paii,ente fu ~st,o rinviato in questo sp~dale. Nella prima visila si corrslataro1JO le seguerLi con<liiioni morbose: malessere generale, faccia suffusa, .occhi inieltali,. cefalea non grave, calore sollo il tallo ed accusal<n1allo sresso pazieJ1Lo , li eve rumore alle orecchie, lingua un po' asciuUa, se Ce; nel Lornce non riscontrossi Jesiòne tranne.il ci1'colo aumentalo come lo dinotava la con}Jizione d:ei poJ'si frequenti; auriuscoli, in brnve esprimenti uno stàlo febbrile; nell'addominc niente di rj liavo in fuori di un ·dùlore lungo il decorso del cordone sp"ermalico <lestr·o con son~o di peso ai lombi; c1al pene un gemiiìo ben scarso di materia gonorroica, e lo scroto tèso 1 rigonfio specialrnenle al lalo destro nel corpo del diòimo e<l epididimo <la superare il volµmc cli un grossç uovo di gallina: 1'ammalato accusava quesla come la sede princ,ipale e più molesla dèl suo mnle, e Lnle ~hbesi al lresi a conslatare.eziandio nel progresso dello interrogazioni, per cui tra i preccdenli e l'esame del fallo presente si formò in genere la <liagnosi di Orchite destrq blem1orra9ica.:Giovct però far notare che la passi'ono più marcala slava -per l'eyididimo, la cui compage era d'assaì aumentata di Yolume e dolorosa più che il lestic;olo sot.to il pi gia.mento, e mancavan-ò quei sintomi chè· sono più caratteristici ciel Oemmoue Jella so;itauza del lesLicolo, si,iidiopatici che simpatici, come ollre gli accennali della gonficzzn, calor.e e <lolore eccessivi, la estrerna agitazione con grave cefalea, la febbro gagliarda, la tensione diffusa clell'add.orue, i vomiti ostinati, un senso cli s·coraggiamenlo e di debolezza, ecc. La epiclidimite dunque più che l'orchite era l'essenza meglio circoslanziat1i del palimc11to del N. N. Ad una prima cavata generale di saogne ne successe dopo l'intervallo d'u na nolle una seconda, od il sangtie internacavato presentava una leggiora erosla (lonislica: . o ' 10ente si ricorse uopo una prima bibita emetizzala all'uso d~l decollo di allea Mn se i centigramma di estratto idralcoolico di bellaclonna, il quale eslrallo venne accresciuLo in dose dal giorno 1 ollobr~ al 1 di uo centigramma quotidiano. · La reazione generale in seguilo ai due primi snlass1 andò dissipandosi, chè il calore accresciuto della. pelle lasciò luogo ac1 u,f sollevante leggiero madore, la éofalea venne meno, gli occhi perdùltero della lor-o iniezione, fu moderala la sete, l'addome Lraltabile, le orine ·abbastanza copiose, l'alrn non co!\tipalo, il Jiléllato iu genere dicbiarossi beo sollevato. Allora nel 3 e 6 giorno <li cura per l'attenziono arrestala alla localilà si ricorso al salasso locale con 35 sanguisughe nelle su<ldelte due fiat.e, e si ebbero due copiosissime sollrazioni lungo il funicolo spermatico deslro e lo scroto corrispoudenle, da cui ridondò un. pronto principio di risoluzione dell'orchio-epididi°mile per la palese diminuzione dei sintomi generali e locali. E mi piace far ri saltare dei. sintomi Joc~li in cui è compreso anche il' fatto gonorroico, perchè pur questo dimi-
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ouitosi dapprima durante il maggior periodo acuto dell~ epididimite, tornò a crescere mite, con sLillici<lio mucosobi.a:nc<.1stro, poi venne mano mano io diminuzion e sino a per<letsene .ogoi lr~ccia. Così l'ammalalo, lenulo alla dieta tenue pr.r ollo giorni, polè coo1i nciare ad usare qualche cibo colla razi one del quarto ed una zuppa straordinaria, razione accresciuta ben pres!o-per le favorevoli circostanze: la benefica opera e forza <lell,x natùra fu coadiuvala sempre coi cataplasmi a~mollienti e ncll'ollavo giorno coll'uso contemporaneo dt ur.a pomata solvente composta di eslralto di cicuta grammi dodici, di Jiellado.nna g~a111mi sei, adipe dopura\o ed unguenlo mercuriale gram~ venti per sorla , da osarsi poco per .volla sulla regione dimostratasi sede della malattia iu discorso. E mediante l'alliyilà del trattamento ìn •I 5 giorni si ebbè la risoluzi~nc tli un morbo che e per la nobiltà del visçere -in cui ayea sede e per tanli precedenti sfavorevoli lasciava il du~bio di durar.e bea -piò. lungamente: non si risconlrò con.10 p.bstumo morboso che una Jievc gonfiezza del capo dell'epidid1mo, quasi fosso distaccato dal corpo <lei medesimo organo, <i tale jpertrofì~ il paziento dichiara dì avere anche prima della sua recente entrala nell'ospedale, ritenuta esito della prima maJatlia toccata ~simil genere per il consenso dei due teslieoli. La pratica poi òà come fallo quasi coslanle l'ipertrofia dcll'epidi.dimo, com.e succcdan t!O rlell·e orchio-epididimiti sia ?cci dentali .sia da retropulsione, metastasi, diffusione;. o consenso blennorragico. - -
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PARTE TERZA Rivista dei Giornali Scientifici OTT ALMI A BELLJ CA ACADÉMIE ROYALE DE ~!ÉDICINE DE Bf:LGIQUE (Contimtazione, V. N. 5, 6, ~ 1, 8, 9 ti 11)
- M. BAJRJON. professe une opinion diamélralement op'J)osée à. celle dc M. Vlemiockx. Tout en se félicitant de l'iniliative prise par ceL honorable académicien., initiative d'où il résulle une discussion qui éclairora le Gouve'tnemenL sur l'élendue·de sa responsabilité, il doit déclarer qu'unc conviclion profonde, basée sur l'élude rigou-reuse des faits et sur une expérience de plus de vingt ans, lui fo nt un devoir de combattre les pr.oposìti'ons formulées par M. Vlemincln. eL de leur opposer Ics proposilions contradictoires suivanles: 1° L' opbtalmie militai re se distìngue des aulres par des caraclères physico-palbologiques; 2° Elle esb contagiéuse par le conlayt immediat et par l'interro.édiaire de l'air ; ·
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30 Depuis son appari(ion ,dans l'. armée, celle-ci e$l un
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et misonn6e rles principamt appafei/.s à fractures employés
I foyer permanent d' j nfe~tio nd_où les j eunes milHadires J depuis les ·temvs les plris recnlés.jusqu'a -nos joitrs. Pa;r L. Mèt·chie chcvalier cle l'Ordre de Léopold, ecc. niétleciii militiiire prinèipal à Gand. - 1\ Ro8.
viehnenL contracler 1a ma1a 1e, pour 1a prq~~ger ans Jes .po1mlations. •.. L'honoraQle académicien "rJéveloppe ce:s propos1Lions, e.L, re.produit à cetle. occasi on la 'su6;;tance, \ant dé_s travaux qu'il a publiés lui -roéll)e que de .c.eux· qµ ont fa1t paraUre MM. C'unier; Decon.d!, .etc. Il empru_nle, ,en outre; des arguments au Compte· rendu du Congrès d ophlbalmologie.. . . L'onorablè inembre ne .comprend pasque 1\1. 'Vleroinckx ailaUaqu6 la Comriiission 'des·pensions inslit:u~e l'hopital ,d e Louvain·. ~t _rooins encore qu'il ait jelé du hlà.me sut les moyens r.eccimmandés par lui. pour comballr~ ies -<!.ITe~li:ons des conjonctives palpéhrales . - M. lLE~nNc'!{x; Je s.uis étonn.é qu'après Tes expli•cations qu~ j'ai four.nies au commencement d.e la séan<;e, l'honoraMe l\'l..Hà.irion soit encore rev~nu sur quelques points, au sujet desquels mes etp!ications me paraiss-aient avoir élé c.olilpMes. Je n'ai pas plus attàqué \es .oré1 ralìons de la Commìssion des _ pen3·ion~ de Louvain que je n'ai altaqu:é.)a thérapeulique de Fhon! rablè me_mhre. Je ~ais.les services q:ue celle Commission a rendus; ce n'est pas moi qui !es nierai. Mes altaquès vfaaiènt .aille11rs. ·ll n'y a pas uo de vous qui ne l'ait compris. Et à propos de la lhérapeutique, de l'ònorable M. Hairion, je m'aperçois maintenant q'Ue m·a réponse n'a pas élé suffisànte. Où dohc a-t:-il YU que fe me sois pr,éinoncé contre l'empìoi du lannin ét des astririgen.ts -dans le traileìnent aes granulalions? Mais tout le mçinde ~ dù. se le dire ' la l.héorie que ai développée dans éelte enceinle fai l aboutir-, au corit.raire, à e.elle roème th.érapeutique dont, d'après M. Hairion, j'aurais déma.ndé la proscription. Cè qui !Il-'a élonqé, je Pavone el.je l'ai nian1feslé,. c'es.l ~1u'elle ait élé. préconisée par l' honorahle membre. S' il est Hai, en effel, que la granulati on soit un corp para·ssitaire , commeot peu~-il espérer de le fàire ,di~parailre.'à l'aide d'astringent '-1 Seul parini tous, il eut dù préconiser, 9'après sa doclrine, la canterisation ou l'exdsion, et c'est l'aslricljon qu'il a r~com'm~ndée I J'ai fait rema:rquer celle conlradiclion, rien de pÌus, rien de ,rooins. - M. l\1ARTENS conclut, d'aprés plusieurs fails·observés par lui dans le Limbourg, .que,l'oph(halmie miliCaire est contagieuse. La.d.iscussion sur ceUe queslion .sera conlinuée a·ans la prochainll séance. Ml\{. Cr0cq, Thiry-, Warlomon et Setitin sont.inscrils poni.' prendçe. la parole.
( San lo del Doti: BAROFf lO)
Apparecchi ordina,rii L'Aul'Orè li -divide in quattro parl'i delle quali · tratta separatam~nle: 1. bendaggi; 2. sleéche , ferule. , (allelesJ; a.1 genli di riduzione; ·4-. scattale, cassette ecc.
a
r
BlQJ,IOGR,1.~H..
Appareils modélés, ou -nouveàu sy.slém~ de déligati'Oll v·ow· les fractr.tres des membr-es, précédé d'une histofrie a1talytiq1te·
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(Continuazione, Vedi il namero 13 )..
Bendàgi;i
Be;ndag~io circolai·e.-- Rìcorda H.sisternti à' Jppoc~ate (a Lr~ bén.de ordinarie, o pi.ù, anrmolite; -rinn.ovamento e ri~uzione ·dopo il selli mo giorno c:oll'àggiuola delle assicelle. ecc.); il sis(ema. di Celso (6 bende, _di cui le ultìme due da· applicarsi alla prima e seconda, rinnovazione déll'apparecchi'o); fa poi cenno delle modificazioni apportale cla Galeno a11' apparecchio ·d'lp·poérate; di quelle inlrodoltevi da Pao.lo d'Egina, çl-agli arabi, e dagli a1·abisti, o medici dell\fodio Evo;. ricorda i p.recelli ippocratici dali dal Guy de Chàuliac (XIV secolo, la pratica d'Ambrogio Pareo (XVI secolo) , che pure seguiYa , appena co.n q:ualche modificazione, i classici insegnamenti del padre della medicin~. Fra i posteriori rammènta specialmente il _Pélit (XVII s,ecolo), al quale rivendi~a il precello d'estender.è il bendaggio a lutto· .il niembro fralluralo ..... « pour fixer en quelque sotle !es mufcles, eCleur òlér la'liberté de se cont~acler; )I l' uso dei ro.vesci Jlellé fasciature se poi a· lui non appartiene, è' pur degno di nola che non trovasi però descrilto nelle opere antiche a lui anteriori. L'apparecchio del Pélit è quello tuttora a·do.~erato ai dì nastri, se vuolsi far eccezion è a!!' impiego d'una sola lunga benda·, anzi eh è di pi ii bende, come ci ,indicò il Boyer, ed usasi dopo di lui. Listèl'eUe. - Il loro uso è ànlico~ i più ·comuni apparecchi di lal genere sono il bendaggio a .48 capi, (benderelle cucifo sul mezzo), '.JUeHo,di Scu\Jet (a più Ìislerelle libere imbricate}, di Poll (le sle~se ma cuci'le}i e quèllo a lislerclle separate ed imbricate del Dcsaull (che è a proprìamente parlare quello che oggidì designasi come dello SculleO, Compresse.- Si usano -per involgere. il membro, ariempiere gli infossanHm~i, a prote.ggere le sp~rgenze ossee dagli èffolli troppo diretti od energici della ,co'mpressione (Ippocrate, Pareo}', eù_ ancl:te come tulori e s9slegni delle ossa (Pétit) . I cuscini, sac9bett1, le riempiture , I~ imbollilure, lè ;pallottole, sono d'invenzione più qrodèrna; chi generalizzò l'uso dei sacchetti, ecc. fu ~pecialmenle il Desaull. Lenzuoli, pannolini, portafano.ni (<lrap-fan.o~). Rimontane'·il primo ri.cord.o a Piérre "d'Atles ed al Guy Chaù-
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liac; Verduc ne consigliò uno solo av,,ece di due; il Desault primo usò la denominazione di drap-fanon (portastea_che~ecc.) La ciarpa pelle membra superiore rtsale ad Ippocrate. [ legami (contenti vi), di la.cci (eslensiv1 o controeslensivi) sono pure d'uso assai antico. Descritti cos·1 con molla e mi-nulissi n1a cura gli apparecchi ordinari lenta apprez.zarne l'autore il valore e gli effellL Gli .antichi, egli ci dice, volevano l'azicine co11tentiva e caniJJre,~siva, ma l'otlenevano? Non pa:re giacchè pér ottenere quel duplice effeLLo voreb~esi ohe l'azfone , del bend,agg_io, invece di cssert: locale, o l,milala alla sezrnne dell'osso f"atturato, si. estendesse a t1itlo .il membro. ... quella vor:.ione che agisce isolatamente su l'uno à~i d1ie {tammenti non ha 1Jlilità per 1wcve11ire gU--spostame111i. La. compressione è pure limitala, irregolare e non uniforme, causa perciò stesso di non infrequenLi accidenti. li bendaggio a più capi è di più fa.ci le e comoda applicazione; quello · di Soullet a .bende lihQre e separale, è superiore agli altri tul\i. Ma, conchi ude l'autore, tu1t' appafccchio se i·imedia ed impedisce 9li spostame11ti laterali, ,1oii ha {o,.~a per opporsi allo scivolamento qcl accavallum1eulo dei pia11i inclinati d' 1rna divisione obliqua; 11011 ha poten·!a · co-ntro l'azione musco/a-re, non 7>uò opp.orsi·· od attutire gli effetti ,delle scosse. Assibelle, slec.che, ferule, rololi (alLeles) . F1,1rono impie gale per la coallazione delle ossa frallurale, onde .olle nere l'immobilità loro e quindi la relliludine naturale fin o a completa formazione del callo. Sono grandi o piccole, mediate od immediate; di queste è ri cordo in Ippocrate , in ·Celso, Galeno, Paolo d'Egina e fino al secolo XVI\ sono invece moderile le ferule medi.1te o grandi. Si usarono al Medio Evo i fanoni e le ferule di paglia; Pareo vi met~ leva un'· anìma d1 lcigno. A Pareo stesso rimontano le fo. ~ule a grond'llia o semi-canale, a Rhasis invece debbonsi le ferule piane ed inflessibili. Ricorda qui l'autore il singolar modo di fare di Albucasis, che lcigando la gamba stessa contro la coscia le faceva far l'ufficio di fanone . Le fer.ule lunghe furon0 poi rimesse in onore dal Desaull; "Vi fe' modificazioni il Dupuylren (frattura ùelreslremilà inferiore del femore), il Blanùin (ferula a gomilo per la frattura dell'estremità inferiore del radio), si immaginarono i palm11ri, le suole, ecc. A compiere questi cenni cita l'egregio autore testualmente il Malga:igne nel suo sguardo storico sui fanoni e le ferule. Meni di ,-iclutione. - S1 imooaginarono per conlrobilanciarè-l'atione muscolare e prcwenire l'accavallamento nelle frallure obbliquc. Vi si comprendono le macchine ad estensi,rne e conlro-eslensione, la semi-flessione ed i piani inclinali, certi mezzi direUi d'azione sui frammenti. L'eslen!)ione è ridulliva o permanente. Spellano al primo g!uppo di meizi riduttivi il letto e banco <l'Ippocmte, il glosocomium cli Galeno, ecc. , quello di P1t1·eo, i stru.menli lutti· a:I organo e puleggie esercitanti l'estensione e 14 contro-estensione. Voglionsi qui pur ricordare le pu1cggie polispaliche per la riduzione, di Pareo, lra·le inn ovazio ni moderne del quale apparecchio fu creduJa importante l'applicazione ~del dinamelro a quadrante. Fa qui l'aulore cenno degli aurei-precetti del Pétit su.ll'ap.Plicazione dei mezzi ridollivi;..-.discule la convenienza del
pun!o ove applicare i mezzj estensivi, e sull'epoca di far e la ridur.ione, sui modj di operare la coatlazione, ecc. -Rapporto all'eslensione permanente, dopo aver ricordali i mezzi primordiali immaginati da Ippocrate, quelli di Ailken, d.i Rogero di Parma, il peso scorrevole sulla puleggia usalo dagli arabi, J'apparec.cbio dell'· Hildou , quella di Bét.il ed HeisLer, di Bellocq, di Goocb, la- stessa di Druninghausser, l'apparecchio a feru le del Vermandais; descrive finalmente in mo<lo particolareggiato l'apparecchio ad estensio ne eontinua del Desault, il solo che rimase nella scienza. Viene poi al processo del Boyer che componesi della staffa o suola e del sottocoscia. Esamina da ullimo tulli questi apparecchi e domandasi se adempiano allo scopo, alle indicazioni tulle, concbiudendone essere 1'. estensionc permanenLe un metodo assai i11certo ne' s1wi risttllati, la/volta da1111 oso, giudicaio severamente dauli sles.;i suoi pal'tigiani. È specialmente perchè il metodo sopra accennàlo provoca colla tensione esagerala ·dei muscoli . la çontrazione loro e·quindi il raccorciamento del ml!mbro anzichè preveni rlo, che il melodo slesso è dannoso. Si pensò quinJi olleoere il rilasciamento dei muscoli, a vendo ricorso alla semi ftessione del membro. Debbonsi in proposito rammentare .Poti, J3ell ed il su.o doppio piano inclinato, il · piano del Rae, il doppio piano inclinato <li Delpedi, l'a-pparecchio a sospe11sione di Ra,'.alon, il metodo di Santer da cui sorse; per opera del Mayor, l'ipponarlecia. L' aulore apprezzando questi mezzi osserva in loro gravi difelli: non guarenliscono il completo manlenimento dei rapporti dei frammenli, peì movimenti laterali non iroposi.ib'ili del tronco facili sono li scomponimenti; facile è il raffreddamen to del membro nella slagione rigida ; manca.la compressione cirr,olare che è pur utile e necessaria, la loro slrullura non è sempre s·, semplice quanto appare, nè di pronlo appresto. Tra gli istrumenli agenti direttamente sulle ossa fraLlurate vanno rammentali la leva in fer ro. d'Ip pocrate, gli ele,:atori, il tira-fondo, lo scalpello, ed il martello di piombo del Pétit. Oggidì è sola in ca~o di uscila dei frammenti altraver-so la pelle con impossibilità di riduzione che si ric&rre allo sbrigliamento e tal fiala alla resezione del framm en to denudato, ecc. Trovano qui posto poi la vite estensiva. che l\lalgaigne impianta nelle ossa in certe fratture della gamba, gli 1111ci11i od artigli cli ferro ( sotura delle ossa ) per la frallura della rotula. Nell'apprezzare i diversi mezzi riduttivi su ricòrdatì, lascia l'auLore da un lato i mezzi diretli, come affatto eccezionali , e parlando <li vantaggi degli allri do.e, fa pe'rò notare che il metodo della flessione ha i suoi inconvenien li, i suoi rovesci, come quello della estensione; e queslo che pur sarebbe il migliore, generalmente parlando, offre pure un lato erroneo in ciò che le forze a9iscono -su 1mnti lontani, limitati, anzi assai 1·ist1efti; )l)eo tre sarebbe necessario invece ottenere una compressione e conlenimento melodico, ed agire su larghe superficie: inrece di !ollare direllaroenle coolro lo sforzo muscolare, coll'incertezza d'una potenza artificiale, è necessario opponi una resislenza moderata, ma mullipla, paralizzare l'azione collo sf,-egameuto ( froltem ent) d'un corpo soli do che tutte abbracci le sinuosità del membro .
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Cassa, c.asseUe, canali, sern1-cariali, grondàì?, ecc. L'usb .~ a una Pareo."una Pélil, ecc. In generale vi _si sosli lrris:'éono oggidì larghi cùscìi]i con spulatura d'ave11a, ~: la .ffo:rda sospensi rn.-pel m11)ato, on<l<l possa rimuo~ers1 n.eUell?. I1~ quesli ultimi t~mpi ancora .fu proposto un. app~re,~~h10 eh tal genere', l'appatecchLo cont'enli".:o;e~le1~sl 1:0 t,1 Baudens; è però un opJJareocltio meccanico' ·compl:cato ~/t(! ~sige pratica tièl .suo inancggio, eh~ n?!1' sare~lw altirabde i_n. wn'a.mbulaiiza e che·esige l'immo.bìlità. q;ta'SI assoluta, e non potrebbesi quimlì uttfiiz"cire Jie( t(llSJWrli; è jJOÌ yoiuminoso C ài non'iietw costo. ·Termi'na quesla parle dc\ lavoro del MercJiie con uno sguardo sinteli,co e cronolo~ico sugli ap.parecchi aferulè, dislint,o in qu!l.llro epocl)e di verse: 4, Anlfohità - epoca Greco-1{oma11a - <li _ çirca ùieci secoli, da Ippocrate a Paolo ù'Egina, caralleri~z\J.ta <htll'e, . sclusivo impiego d.el sistema i'ppocr~lico. 2 ..Etèi di mez;:o - Arabi ed Arabici (arab\stes) - ~1s(i_nla pell'uso aeHe sostanze solidificabili., per, l'.i.mpieg~ delle assicellt~ lunghe, mediate, dei . fanoni e p~l ritorncJ.!)I m ezzi di .~sleO!'ione conlinuas. 3. Risorgimento - çarallerin~to. dalla reazi~n.e i~ ~avore degli antichi sisle.mi e dei trovali ippocral1c1: ritornano in ononr gli apparecchi a lislerelle e"henderelle se· . · para.te. a.. Epoca moderna - secolo xvm - epoca <li 1:a1'.sizione, <li dubbio e di scellicis.mo: s'accorda grand1ss1mo favo re agli apparecchi ed istr~menli meccanici. Desault che cbiude ques1o p·eriodo vi figurp co_u1e veroinnovalo.re.1 Sec0lo x1x - corilinua l'epoca di riforma, kinve.nz.ioni si succedono, Boyer opra ·questo p.erj_odo, vi sorge \"apparecchio a s.ospe·nsione od ip~onor.te.cia (ferula infe_ri:lr.~) però incontra poco favore. ed 1 yraL1c1. perdurano nell u_so ,<Jell'appareccbio di Scullel e d.1 que'\11 del De~aull .e qel ~oyer, .più o meno perfeziopati , o; i11egliq, mocldìcat1 . Tu\li gli ap'pareocbi ad asticelle, ferule, ecc. hanno ciò òi comune, di opporre, come agente.di conlenimenlo la linea retta o geometrica, e le superlicie pia.ne ~ deg)i or- ! gani' cilin<lrici, irregolari. (( Or c'est.1~ u1.1e pr~lj~ue c?n(\ trairc à loules .)~s r?"glcs de la phys1qu.e ,les plus s1mu ples notions de la sl~li~l~e .nous e.n d~m. onlrenL ~'er- I. @: rèur. i, Le compresse; 1r1p1em, ecc. mollJphcando gli oggelti interposti tra i I n1ezzo conleulivo e, !J'oggello contenuto, moltiplicano le cause di spostamento·, di di~locazione. Un' àiion e mediata non potrà n~ai offrire. l'efficacia ~i un mezzo che agisca dfrellarneble ·o, pèr azione immediata , L' azione eontenliv~ si opera ,in lre modi: circòlal'c, locale o circoscril.la i p.Q~teriore od inferiore ; .laterale .. Di tutiè la prima è ancora la migl,iore; tutte P,erò offrono gr.avi jnco11venienti, nè ultimi quelli degli e:ffeUi sulla saJute gener àle, perJ'immobìlilà forzata.della macc)1ina intera e spt)sso in una. posizione mole.s ta,. difficile,. ~cc., d'onde accidèntj' gravissimi e persino pi:ù- o meno ·q.ire.lta~ . meh te l~L<!li. Apparecchi solièliftèabili.-Ne fa l'aulore diversi gruppi, cosicchè òivide1i in anlichI, in1tmovibili, inamidali col gesso. be11daggi in cadone, in gulla-percha, ecc. A11t1e>1i. - Sono gli apparecchi solidificabili d' origine antichissima. Ippoérale, Celso, ecc ..però non ne usavano è pure anlichissìmo; descrissene varie Cel~o.
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clrn eccezionalmente. Per·ve<lerli usati come ùretoclo ge·uerale hisog·!ia venire fino ag)r arabr. La goo:nna 1 il balsamo delle mummie, () llit.un\e giudaicò,' il Tièo col sa:le, la cìilce estinta, il gesso, l'albume delle uova, l'olibano, il bolo d' A:rnienia furoi'io .successivame.rile pre'Conizzali nella confezioné di tali .apparecchi. Qui I' A.uto·re ricorda alçuni ·di qùesti apparecchi e specialmente colle parole ste.sse del Mal~aigne quello dBll'Ilugnes .cli Lucca, che ra:ppresenlava per quei tempi un vero perfézionamento , Carattere a tulli comune è l'in1piego ùelle ferule i'ppocraliche ecc,; erano adunque apparecchi misti. Pareo nòn 11savà~degli iipperecéhi soli_ditìcahili che per la frat..:. timi della clavicola. Fabricio d'Acquapendente in Italia, Scullet in German'ìa, Wisemai1 in. Inghill~rra _se usarono apparecchi .solioificabilì, limilaronsi ad applicare.un ceme.rito sull'apparecch,o ippocratico. 1\loscati, Letlran, Chcselde11, Bròmfìefd usan,.o apparecchi cl1 quest9 genere, ma eccezionalrnenle od a ·s.olo lÌtolo d'.esperimento, senza pensare ancora a gener,!lizzaroe l'uso, :a creare un metodo novello rii 111anlenlme11lo ecc. ))eJ metodo degli ap11areee-hi inamovibi:·i è invento.re il L.arrey, e. gli~ lp inspirarono cerlamenle i· supremi, tremendi bisogni delle me-' p.iorìabili balla.glie a c.ui quel gran chirurgo Ju presente. L'autore descrive minutamente l'apparecchio cleJ Larrey, come il punto. di partenza della maggior parl,e dei processi che sj produssero di poi. Vantaggi del metodo sono· le .medicozioni più rare, la coauazione, ed immobi~ lilà dcj corpi fratturali ìnfìnilamenle più r~go1ar-e e preci·sa, la possibili tà di lraspor:Lare e mutare il paziente; non si e.sige l'impiego di mezzi meccanici eslènsi.vi, di casse, ecc.; v'lia 'econom,i-a·di materiali, Jll témp-0 e·di fatica. Ma ~ questi preziosissimi vantaggi stanno pure di fronte <lifeltì gravissimi: l'apparecchio è complicalo e.di ùiflì'cile appli'cazione~ d'altra pàrle è inestensibile, ~ò stralò profoodo non è s=offìce ed .clastico come è clèsi'clerevole anzi necessario sia; si ritrae dissecca:rido ed aumeilla cosi gli effetti del gonfiamento delle parli. Il volume, il peso , la forma.ecc. n,e rendono !'·usò difficile sollo l'aspelld pra~ trico. Non si può aprire sehza dèmolirlo, non si può ri'nnòvàrlo senza rifar tutto dà ca po . .Se si \iuò usare in uu O'spedale non converrebbe certamente per servirsene isstanlaneamenlè sul campo di hauaglia. Però questi rimproveri J'auloni non dirige al metodo ma al materiale di composizione, alt'istromenio, Del rèsfo il Larrey meri la rispelto e riconoscenza dalla posterità per aver indicàta a' suòi successori la Yia·da seguire. Nel 1 ~34, Sculin m(;!<lic,o capo· dell'armala Belga, invenlò·J'apparecchfo inamitato; J'a scoperta fu io gran parte frutto del c~so. Al suo apparire l'apparecchio inamidalo fu accplto con f?vore; rico.vetle nel seguito. importantis;~ ~imi per·rezionamenli sì cbe oggidì difficile · sareh_he ap·porl~_rvi miglioramenF novelli. Qui taulorc dà 110 esalta d,escrizio-çie_dell' apparecchio del Seutin, il quale riqotto piti tarcl.i a pot~rsi aprite o chiudere a i1ol<lt1tà, a prestars,i al :Più facike~ame d'wia pa1·te o. del rnembr,o intero, ai movìm,ènli passivi e{ic., d'una articolazione, costitttì il metodo AJtiOVO· INA1'10YIB1!..:E; metodo che..(esercitando la compl'assi.onè circolare ·e. pennèttendo mllo stesso '.liienlre i, movimenti genemli sen:;~ spostamento dei fl'ammenti os.se.i) è certamente a,ssai. s,qmior~ aU'inamovipile. A completare la rninuiiosa descriiione del metodo di
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lido, e,ige una caria speciale, bisogna rinnovarlo spesse SeuLin l' au~ore ne descrive gli apparecchi speçiali nei di[ercnli casi di fratture delle <li verse membra e regioni. ' volle durante una cura, è poi lenlissiq10 ad essi.carsì. Seguendo nelle sue ricerche cronologiche e cqmparaFinalmente viene all'apprezzai-ione complessiva dl\l medel. -Van tive fa lo scrittore menzione dei cartoni ba"nati todo, n.e ricorda i ,•antaggì e le e~cellenli propriel.à. gi~ t, l'tfeerbeeck, del bendaggio gesso-amilaceo del Lafa.rgue. prima acconnale e meglio le pondera: 1100 ultimo merjlo dcffapparecchio di Seutin è la sua leggerezza; d'allro f di quello di Pelikan di Pietroburgo gess9-deslerina!o, del becdaggio inamidalo con lislf! relle o corcggie di caoutlato il principio della deam/>11laiio11e fu Q.pponlo stabililo per la prima volta (ter l'impiego di tali ,apparecchi, ed è 1 chouc, e di quello inamidalo con colone cardalo che lo stesso Mcr.chie idea \•a OPl 484.{i, quando ;ippunto propoprincipio ulil,ssimo quando se ne usi con discernimento nava la sosliluziooe del colone cardalo (oualej alle come pTu<lenzn. La semplicità di composizion.e, la sua forma stoppa e L11lli i ruer.zi impiegat_i di ripieno, ecc. prcs~e, naturale , snella. l'economia, I' adatLabil.ità a qualsiasi Gli appilrecchi rol gesso sono mezzo antico, risusciparte sono pur vantaggi di non poco rilievo. talo dal Ile11<lrickx, ma reso pratico ed accello dal MaP erò anche I' apparecchio inamidalo inamovibile od lbysser (1852). Disli11 guonsi in apparecc.hi a calriplasma, amovo-inainovibile presenta inconvenienti; èd anche grain cui il gesso è steso su un pezzo di stoffa ·<li. laua o flavissimi sòprallullo sl>llo il puuto di vista della .chirurgia !lella porosa ; in appl'.lrecchi l,ivalvi,, ·r;iui con !isleretlé. in cl.elle arm~.le. Applicazi o11r, luni,,~ e difficile; attenzione gessate, trasverse e longitudinali, quelle assai pit1 corte somma qd iJlC<l$S3nto; •man.u~liLà spes~o imbarazzante di queste; oppure falli di due gusci separali .uuo posteanche pe) chirurgo più esporimenlato; 11ecessilà di molli riore, l'allro superiore; appar.ecchi l\ be11dagyio ci1:colar~ ~d in~clligenli aiuti ; sono inrlispensabili diversi oggelli e sono quelli che si confezionano con bende ineessaie che <li dattl: qualità, 1ion sempre faci le a rinve,nire; necess.ita si. applicano como lo comuui: lagjiantlole pot colle forJ'appli<!a1.i o.11e d'un apparecchio di sostegn9, JJrovGiso1·io, bici di Senlin se ne ol!engo no delle valvole mobili ; 6nalfino a dissecai.ione cpmpiula; 'può essere ancor~ rlchieslo menle spella a questo gruppo il bendaggio di Scu'itet co~• l'uso dell'estensione e àclla cootrocslensiooe permanente. listerc!lc ingessate. Al poslulto presenta una complicazi.one o varìelà di reGli apparecchi solidifi cali all'uopo del gesso o.ITrono il gole noi falli ' .pa rticolari, e tale instabilità di norme _in van taggio della pronta loro solidificazione, sono perciò genera confu:.ione e scoraggiamenlo. Questo, dice l'auqnrisln lato agli inamidali, la s-0lidilà ne è superiori da tore, non è Ull rimprO\'CrO, ma la cooslalaziona -di un pure utile propriolà come pure la porosità donde la quafallo. Aggiungasi che o.on è poi lanlo economico. ~fa la lità di non deformarsi poi liquidi assodali e la possjbililà più grande obbiezione che far si possa all'apparecchio iòa,. di impiegare ben anco le i"rriga1.ioni fred de; ben faUi midato è la lenleua oolL«. q1,ale la 3.0/idific.azùme dèi diffesono anche leggieri. ì\Ia non è questo un sistema a prorpnti 1iezt:li delt' appar8cchio si operct, la di{{ieoUà deUa loro priamente parlare, è piutloslo una sosti~uiione semplice ,dissecca.zicmc. In principio iufalli non è che e5clusivame1zi già usati ; manca poi o <lifella di semplid'allri mente· compressivo, n non div-eolà conleotivo che per Allri difetti stanno nella scelta dei materiali, nel la cità. . l' aggiunLa opportuna di lomporarii tutori; l'ùnenlore difficoltà di loro preparazione, negli ostacoli di applicaistesso conressa in falli che sarebbe neiJessario trovate una zione e mantenimento; ne è difficilissima infine la rimososlan);a istanta11eame11le solidificabile peda conf11zio11e del:i.ione. Non potranno pe r ciò mai diven ire di uso univerL' ap;1al'ecchio. sale, specialrocn~o -poi nlfatto eccezionalè ne sarà l'im Aggi1.111gasi a quanlo sovra notammo gli, accidenti per piego nella chirurgia, mil itare. un a imper,i la o caUiva applica.iione, ie dillico\là della se:. Col titolo tl'apJ!<ll'ccclti di cartone intende l'autore inzione dell'apparncchio applicalo, 1a necessilà d'un appodicnre quegli app\lrei·chi in cui il cartone preccileolesito isLrurnor110 per cip. Sarnbbo _p:01 applic:tahile ud un menle rammollito ncll' acqua .è impiegalo come agonle gra11 11arMro ~li rcrHi insieme, per csemµjo ,su d'un campo principal e se non unico <l i s_olidiftcazion'e e con lenimento. di b 1lluglia? In proposito osserva l'egregio scrìllore che Ilioord:i. in proposito il Pélil, l'Assalini e speciali)]eole i suoi in'conveni cnti sono tali che nowè permesso di speSommé. Questo sistema se non ha lulli i meriti che questo rare che il suo impiego possa ~ia111mai essere adolLalo ullimo gli attribuisce, è certamenle superiore al1'inami~ nella chirurgia militare, all'e~closiùne almeno d'ogni aìlro dato per la semplicità e l'acililà <li sua appJicaziori~ e per sistema, quantunque p~ssa nella pratica chirur<>'ica «e l'eoonomia; ma è difettoso dal !alo solidilà ed inamoviuerale rendere inconle.stabili servizìi in molle e ~variale bilità necessaria: non può applicarsi immedialau;entc ; cirooslanze, nelle quali sia ir'ldispensabile di unire alla bisogna lagliaro il cartone al momento di applicarlo; la P;rfetla immobilità l'occlusione! più o meno prolungala solidificazione non è si rapiùa quanto sarebbe dcsidedel\1,. parle lesa . rcvole. M~di{ica:ioni dell'aJ>parecél,io inamitlalo. - Sollo queLa gulta-pe rcka rammollita nell'acqua boll~nte si mo~ slo l1tolo rìcorila l'autore: ~ 0 il Velpeau che soslitl,i la della con facilità e si sol1di(ìca poi in pochi minuti (Lyell, destrina all'amido ; ma la dilforeoza è m1nima e consisté Lorioser, Larrey, ecc.) L'impiego rli questa sostanza fu Uhicamenle nella possi bi lità di fare la solazione a_freddo ere!to a sislema da HJtlerhoeven. La maggior parle delle n~· tale vantaggio va poi affatto scompagnato èa qualch~ obbiezioni che ha sollevala piull9sl? che .alla sostanza, 1 1tfello che lo compensi; 2° Laugici surrogò 1e bend_e e.d son dirolle. al propesso. ~}introduzione del!~ guttapei:ch a 1 ca.rloni ammolili con lislerclle di carta gr.eggia ,e ,-piiÌ nella _lerapeutic~ fo un rerQ progresso ; l'ultima parola \~rd1. con carta ca.l.ramala; il suo appareechiu è semplice, sul suo uso non_ fu sin'qra cerla(llenl~ pronunciàta. leggiero, econoo:uco; my lacera~i fucilm~nt~, è poco so:. Chiud.e r.osi l'aulo~e i s uoi ,stud.ii storici e comp~raiivi
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ilei dìversi apparecchi· da fraUura con nlcune cou;sidergzioni generali sugli a_pparecchi. solidificabili, ç?nsi~-~ra,,. zioni .che iion formano che un riassunto, una npet1z1ooe di quanto già. uolò rwr cìascm,o partitamerte. (seg1iita)
VAIHETA Nella Presse dei 2:8 di marzo. Jeggesi il segnante arti'colo, relatfvo al ·corpo sanitario dell'esercito francese:
« Enlralo al servizio sollo l' impero, ho preso -parte àllè grandi guerre dei sudi ultimi annf ~ fin? d'alldra i~ {j f!Ìi c:o·lpHo dall' ingiust\zia e da~l'ing~a~~ludrn~ con ~u~ « erano ricompensati gli eminenti serv 1z11 degli uffic1ah .. Ìnìlitati di sanità, ai quali ciascheduno di noi aveva « ·tante obbligazioni.» . .. Cosi parlava nel ,\ 84-8 un o·norevole deputato, 11 colon~ nello Cerfberr. Queste parole oggi ancora sono Jlespréssìone esalta "ileJl·a -vedlà; e noi -cre.d_iamo doverle ràmm.eotaTè in questo-momento in cui, a quanto , ci s.ar~b~e stalo assicuralo; si ·stanno progettando alcune roigliorre alle condizioiiì del Corpo· sanitario del nostro esercit~. . Il quadro dei medici militari ricbìe·d~ .~2_77. do~ton ,cli cui 7 ispenori , M principali, 130 .mag~iori dt ~ • ~la~s~, 260 maggio_r.Ì di 2a classe, 4,QQ amianti mag(<,lOfl d1 ·1.a classe e 4.00 aiutanti maggiori di 2a c\asi._e. Ora, sopra tal~ ~umero si contano non meno di 323 vacanze che l'am_mi:nislr.a:iione, malgrado i suoi sforzi, 110n sap_rebbe ricm_pie~e. Le demissionfdivengono ogni giQrnQpi'ù frequenl1i; le dom~nde-anliéip-ate di riliro si fg1nn ~ pi'ù n~merose,ch.e .n1ai ;' le ra'miglie esitano. nelllavv.iar· i loro -?gli n,ella.,J)~r: r.iera della 'roé'dicina militare e nella l):)agg1or pa,th}~degli spedali .si è a tale µunto da dovere,· richiedere il .conç.ors,o a·egli stuaenli e dei_ me'dici borghesi qon, il ,compe~~o d'un onorario ~ensu·a1e che varia dai 6.0 ai ~ io frapclì1. · Questo sfato di cdse è' triste e·vera.ni.e.Ptè ~traordin11rio ì n. un eserèHo ·cotanto accurùlamènle e: sapienlepieJ\~e: or,ga11i4zato, com!'è appu·nto il r\òsfro. Il rhuedì_o 1ultavi,\ sarebbe facile ed havvi lu<igò·a s1'lerate che 11 governo non ne ·irasanderàTapplìcazione, Gli ufficiall'di sanità che ltaori.o tutti suoite'Je prove labori,os~. ri!ibieste per •otle:nere il diploma:·di •dottore in med. i.~ina~,sono sollomes~i all_'aulori~à ?:irè_Ha de~li i~1_pie-· gali deU'inte"Qdenza aai quali non s1 esigono ft10rche nozioni elementa.ri cli gramnùtliaa/ di ari·lrrietìca' e di ge· ·slione·amministralivà. Una. talr. subor~inazjoné._e_sovènt~ uo'peso ·soyerchio a persone c_he debbono a slud11 lungl~1, .éliffici li e ·costosi. -un~ posiz\one elèvala nella gerarclua ìntellettua:k e sc1eol1fica. Seguitiamo J'.ollìciale ..di sa~iià nell'.e~erciz~o ~elle sue fun.zipni. Una grave malleveria pesa sopra _d1 lui: la sanità,e ·la vita dei s.o.ldali ·gli sono confid_ale; .-dqvJ.1ehbe egli per conség.uenza ese'r-cilare, al pari dei medici civ,i'Ji, una autorità per così dire suprema negli spedati è nelle iofermerie. :Ma non è punto così. Negli spedali e.bi regna è l'ufficiale C.tmtabile. Il ·medicò non può ordinare d'urgenza il éollocaroento d'un infermiere accanto ad uri malato; llon ha egli neppure il dirillo d'infli&~er~ u·na punizione àd \!O foservi.ente negligente ò òrutale. E per ciò neces·(I
sari ò che egli si rivolga all'. intendmza, la quale può accogl[ern o respingere la sua .domanda, · N~ ciò è tulio. c;;1i ai.ulanli maggior-i, quelli stessi di .j.• classe· che contano già lunghì anni di ser~izi'o e- di sp,erienza, sono sov.e nte obbligali, a cagione del ,v11olo che dirada di giorn.o in giorno le fil e del Corpo ·sanitario, di ùisi1ppeggare negli spedalj delle ft1nzi,011i riserba~e agli allievi· ed ai principianti. Uammitrislrazione per lo stesso mo.tivo ne ritarda a \ullo potere le promo,zioni .ai gradi sup\f!Rri, al fin~ cl' a5sicµrare per quanto lungamente è possipile il servizi o di cui le mille paJlicolarità sono natu1.ralmen.le confidate,. agli ·aiutanti di 2a class:e. Uno ·di qt'lesti ainianli maggiorj di cui noi abbiamo la leHera.s.ollo gli occfii, ha calcolato che per giungete dal ra,ngo,··cH ai·ulaole m-aggjore· <li 2• classe a queJto di ·maggiore dj 2? è'lasse, cioè· p~r montar.e· un solo gradino inlermeòiario, non ci v.uol meno di 2-5 anni, nelle èircoslanze ordinarie, Qual'è la natura di que.r,ta ptcog_ressione cbe il meaico militare TI on ottiene· fuorchè dielro proposizione falla dall'intendente al niiniRlro-della guerra? Un semplice .s.oldalo può pervenir ai più alti gradi dell'esercito, senz'ecc.elluarne ·quello di inaresc\'.allo di Francia; ma l'ufficiale di sanità che ha consaèralf'i ~5 prinii anni della sua. vita ad acquisti.tre le più alle cognizioni insegnale nelle noslre facolLà', non ba per iscopo su·premo della sua am.bizione, fuorchè u.n grado e·quiv.alenle a quello di capo di ballaglione . · Il governo ha dunque un atto di giustizia d'a compiere versò il corpo degli ufficiàfi di sanità che in sè riuniscono Ja -scìetizà, il coraggio, il lavoro del gi.orffo e-'dèlla notte, e di cui la vifa .è una v.ita di priv~zio!)i . Il B.elgio ha ,rssimiJali n-el 184 7 i sùoi ufficiali d'i siìnilà agli altri tifficiàli ifoll'esè:rcilo,; I' Ing'hiHerra operò le stesse riforme nel -~858 e n:ebhe ·J' applauso della nazione; ·la Francia non vorrà certamente rimanersene indielw. Gli ufficiali :di sanità addelli all'armata .navale avendo i loro gradi assimilali a quel li di conlrammiraglio, di capitano .di.,vascello, di capitano di fregilta, ecc. cliffici,1·merìle si cornpreude·come ,possa: stabilirsi una posizione inferiore, P.f.f i medici militar.i deJl'Èsercilq ,ch!l sono aJ un .J tempo uomini . di scienza e sold.ati. - -- -.-a::=-Q"'a
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BULLETTINO UFFiZIA.LE
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Con m·inisterta1e disposìzione del 1. ciel volgente ~.ese furono fa~te J~ seguent.i var,iazipni nel personare del Corpo sanitario miJitare: Il dott. Sebastiano (;a1»iuo, medico di Reggi) menf0 presso la scuola.milifare d' Ivrea, d'eStin'ato ~Bo sped~le militare divisi·onario di l'orino, per essér comandato pr.esso il deposito della Cavalleria di linéa in Saluzzb. . lì d:ott: Fr'ancesco,.Selo1•elH, medico di Ileggimepto.n~\ R~ggìmentç> Genova Cayalleria, destinato J presso la sctJola milit~re..d'Ivrea.. J
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)'l:Dire:Ho re Doli. Cav. A-RELLA.,'Med . Div . ti Yi<:e'l)lretlore respons. DoU.. 1\IANTEJ:-p ,.Med. ·di Bali•.
Tip: s ·u balpiva ili ZOPPI.S :e Comp. -J/icr Alfieri N:i 4i
N.
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t! Aprile ,I 8 5 9
ANNO Vllo -·--------------- --
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GIOllNALE DI DEDICINA IIIl~ITAllE L:associazlone non si ric; e c,he perµ~ anno e ?om_incia colt di _genn. Si pobblica n~l L11n.e,1t·di c;inschodun:-i settimana.
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l i prè:z.zo,d'associ,azione in Torino è di L. JO. In Proyincia ed ·all'Estero, franco di pos'la L. 11. Si pag,11 per ·semcsll'i anticip,1 1i.
b~======== ==========================-===== =1 toD-0.l!. G!ACCONE : Jscoria prostatica segoita da ascesso.al rene dèstro e apertura del me-desiil10. - 2° Dollor Duxcd1n: Storia tratla'dà l Rendiconto dello Spedalo della veoeria Reale. - 3° Conferenze scieolifiche. - 4° BibliogTafia. -- 50-nolletlioo ufficialo.
S01111umo~ -
PARTE PRHIA lSCURIA PROSTATICA S'eg·u,ita da ascesso al rene ·déslro : apeit1wa del meçlcsimo e çonsemtiva guarigione.
LeHera all' .Hl. 0 P. Coinmendntore A.
RJBERI.
L'avere inteso più vo1te dalla S. V. Ili .a tornarle sempre gratissima cosa il ricevere d:a coloro che ft1rono s:ooi allievi, -0sservaziòni pratiche di fatti morbosi ioL.eressanti, mi diede animo a dil'igerle questo mio qualsiasi lavoro, al qu;:ile mancasse pure ogni altro pÌ'eg.iù, resterà pur sempre qQello dell'esposizione rigorosamente genuina d'un fatto clinico non troppo frequente. A. questo pregio, eh~ in simili lavori io credo essenziale, pClsposi og:ni altra considerazione, ed è perciò r,he la S. V. III.,, troverà questo mio scritto brutto affatto di rettorici artifìzii e di teoriche disquisizioni. di cui qua e là avrei potuto .ingemmarlo. rJ medico essenzialmente pratico nota i fatti, Ji precisa, richiama sopra di questi l'attenzione dei colle.ghi e ne fa tesoro per l' avvenire) mentre l'erudito· teorico nel silenzìo del s.uo gabinetto li notomizza, li sviscera e ne tfao quelle induzioni cbe tornano poi a lustro ed incromento della scienza. L'indole mia e le circostanze n~i trnsscro di preferenza çtl primo., che al secondo genere di studii, e siccome quello è che porge alimento al s·econdo, non parrà strano che ad o-gni altro pregio io anteponga quello della veracità, tolta ta :·quale· è tolta alla discnssione ogni sol\cla base. Ciò posto, passo senza altri preamboli all'esposizione del fatto. La notte del 18·-ottobre 1858, fu i chiamato ad accorrere presso il nominato Montaldi Giò . .B"attista, contadino, d'annì 38, di buona costituzione, ma alquanto iqdebolito dalle febbri intermittenti' che a lungo lo travagliarono, abitante alla cascina ·detta la
Casassa in riva al Tanaro, sul territorio di Cherasco. Giunto al letto dell'amma,lato, lo trbvai affeJto da jscuria completa, colla vescica facrente un tumore voluminoso, esteso fin presso l'epigastrio. Praticai immantinenti il cateterismo, nell'eseguire il quale pl'ovai . C:J.U'al'cbe difficoltà a cagione della prostata che horistalai assai tumefalla. Acquietato l'ammalato per l'emissione dell'orina che da lunghe ore lo teneva fra 1 gli' spasimi, seppi, interrogandolo, elle da venti epiù giorni provava sempre crescente difficc.ltà nell'orinare, che per ordine del medico Silvano gli erano già stàti praticati due salassi, ma' senza sòllièvo di sprttl. Prescrissi Ù terzo, presentandosi il sangue cotennoso, anzi che no, e rrservandomi a provvedere al da fa1'si. io compagnia del dott. Silvano; col qual0 r ecat01hi il gidi''nò-' segn~nte· prèsso l'am'm~laio~ ca~ demmo d'accordo di combattere con una pomata risolvente il tumore della prostata. Interrogato l'amnrnlafo ·se sentisse dolore ai reni, rispose negativamente; coro pressa poi fortemente la regione cui questi cqrrispondono, non gliene derivava incomodo di sorta. Osservammo piet e piCt volte le orin~ per vedere se vi fosso renella, ma semprP. inulilmente., ed inutilmente pure col catetere frugai la vescica per vedere se qualche concrezione calcolosa vi fosse nic1 chi~La. Fummo obb.ligati a porre il catetere a permanenza, perchè la distanza dal paese impediva di poter sempre pronlaroonte accorrere quando la vescica distes.a da ,troppa quantità cl'orina, richiedeva imperiosamonte ìl cateterismo. lL ~2, l'ammalato cominciò ad evacuare un mezzo bicchiere d'orina, ma si dovette ancora Ticorrere al cat~terismo il 23 onde assicurarsi per la notte, però non fu più messo il cateLere a perm11nenza, e solo si raccomandò aU'ammalato cli continuare le frizioni colla pomata fondente . Dopo il 2'4 non bo più riveduto l'ammalato. perchè continuando libera 1'01:r~issione delle orine. esso consideravasi affatto guarito, poco conto facendò fun legg~ro dolore all'jnguine destm clre di quand'ir1 quando si faceva senti re, ed a-I ripetuto cateterismo attribuendo il bruciore che gli cagionava il passaggio delle orine J)er l'uretra. Mai.i dolore all'inguine si faceva prima continuo.., poscia esteso sino alle false coste dello stesso lato e soventi sioo aHa spalla; si manifestav:1 pure alla regione lombare destra fisso e con senso di ténsione· molesta; insorgeva poco dopo leggera febbriciattola-
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vespertina con brividi di freddo, inappetenza, e.stitìche~za osLìnata. Ricors.e di nuovo al medico. Silvano che, fatta diagnosi di nefrite deslra, prescrive.va dne salas.si dal br~ccio, cataplasma òi ~icut? .e.ontusa e finalmente dodici nùgnafte sulla sede dél dolore lombare, ma lutlo indarno. Il malato rimase in questo stato una ventio;i di giorni, dopo i quali fui di nuovo chiamato a vederlo, precrsamente il 12 dicembre, ecl .eeco che cosa osservai-. Emaciazione cospicua, pelle arida, giallastra, febbre leggera con esacerbazioni vespertine, lingua asY.iutta, sete:, stitichezza, d0c,1bito costante sul lato sinist1Io, im11ossibìltà di muoversi s~nz1 aiuto d'uomo e senza provare dolori atroci ai lombi ed a tutto il .co,stato destro sino alla spalla, impossibilità di star seduto; d,uro, teso ed intollerante cl.ella più leggera pressione l'àddQrp.e, nel lato destro particolarmente, tumore duro, dolentissimo alla regione lombare desti:a, esteso tra l' ultima falsa costa, e la, cresta iliaca, v.oh,imin oso qµanto un grosso uovo, non.dante segno; veruno di ilµtt.uazi~ne; orine normali; persistentel .anzi cresciuto il brucior..e nell'orinare e dolorosis1::imi i movimenti di flessione e di estensione deU'estromità inferiore destra. Ìl tumore si era ltmtamente ~siluppato da una ventina di giorni, e la minima, pressione sul medesimo esacerbava tutti i patimenti. Era evidente:che dalla presenza di questo era daripetersi tu.tta la fenom~nologia suddescriua. Restava ·a determinarne la natura; io proJ)O~i un consulto cbe U- malato r.ifiutò perchè.di rist.retla for:tuna. Prescrissi per quella ,sera no cataplasma emolliente ai lombi nromettendo di ritornare. Rividi.il malato due giorni dopo,, e trovai fa stessa sintomatologia o c1•escinto alquanto il volume d·eJ tumore che si presentava alcun poco edematoso. Le circostanze che precedett:ero ed accompagnarono il suo -sviluppo, là. fèbbre evidentemente suppura,t0:ria, l'edema recentemente comparso nel tumore, l'essere questo elastico, uniforme, mi condussero a fare diagnosi di suppurazione 'del rene destro, la mancanza. della flnttuazione dovendo eviclentemcnt.o v,enire attribuita alla spessezza dei tessuti nosti fra l'ascesso e le dila dell'osservatore. L'essere il tumore duro si, ma elastioò e non bero·occol.uto, la mancanza. dell'ematuria e dei dolori lancinanti e di· quel tutt'insieme checostitu i~ce la presenza clella;così delta diatesi cancerosa, eséludeva la possibilità di degeneraziooedetrene. ~ianifestai.all'ammalato li mio modo di vedere non dissimulando la gravità d'el ca:rn, e cercai persuaderlo unica via di scampo aversi nell'apertura artificiale dol tumore. Il malato non seppe risolversi e chiese di temporeggiare; feci continuare il cataplasma emòménte. Lo, rividi il :16, ma tuttora imlociso. Il tumore cr.esciuto ancora di volume, era tuttavia edematoso, e questa circostanza conconeva pure a convinc.crmi della pr,es,enza d'un as.cesso, sebbene QPn mi dissimu,lassi ohe vi poteva pure contribuire il' cataplasma che da varii giorni si applicava.
Il ·19 sono chiamato presso deJFarrnuaiato deciso a modo mio. Il tumore non dava segno di fluttuazione; nondimeno mi accinsi all'opera. Con un gammaatie convesso pt·aticai sul meclcsimò· un'incisione lhnga ti·e dfta Th1sverse e parall'ela .àll':tsse del tronco, quindi col gammauLte retto continuai il taglio a t raverso della cellulare e ·dei muscoli sottoposti, superati i quali mi trovai sottomano un tumore elastico, e'videntemente fluttuante e circondato da tessuto ·cellulo-aèli'poso. Presi allora colla mano sinistra nna tenta scanalata e spiutala con mediocre forza contro il tumore vi penetrail e con grandissima soddisfazione vld:L scorrere il pus nella scanalatura dellà medesima che mi servì poscia di guida per spaccare sopra e sòtto, e comprimendo quindi lateralmente· il tumore) 11scirono circa tre bicchieri di pus vcrdasfro, e di olore orin·o~o. Medicai a piatto e lasciai l'am.malato contento e tranquillo. La notte cbe seguì fu confortata da placidissimo sonno, da1 quale il pover'uomo si scosse con un senso .di universal~ benesseJ"e. La suppurazione continuò a mostrarsi abbon.ùante e di buona natura, iot.antor.hè dileguata la sete, la febbre, l'insonnia e le d,oglie tutte au:iote , rinasceva l'appetito col riurdina1:si di tutte le funzioni. Sul finire del mese l'ammalato stava fuori del letto quasi l'inli era giornata, e l'ottimo srato delle funzioni digestive, le notti tranquillissime .ed un:i dieta dettato dalla'necessità. ài ristora'.r'e re fo1·ze e tègolata a.a un tempo da. severa prudenza, conduce-va ben presto il convalescente a tale stato che beli poteva dirsi di perfetta salute. La suppmazione cessava in venti o venticinque giorni, e pr~sto cicatrizzava la ferita fatta dall'arte. Come argomento ~onfermalivo della diagnosi non ·è da climenti1}are la circo~tanza che app.cna spaccato il tumore, col dito e meglio còÙa tenta mi assicurai di essere penetrato in una vasta cavilà chiusa da ogni lato, ricerca autorizzata d'altronde dalla possibile , ma non verificata presenza d'uo calcolo nel rene affetto. Eccole, chiarissimo sig. professore, il fatto esposto èon quella semplicità che si addice al vero. Che se questo non presenta interess-e rimarchevole dal lato operativo~ qal lato diagnostico mi pare non ne vada affatto privo, e questo è il molivo elfo mi animò a sottoporlo al suo au tore-vole giudizio cd ancbo a farlo inserìre in un giornale medico, qualora Ella ti creda ·còhvenienter Cherasco il 18 febbraio 1859. ~i fare
FERDINANDO GIACCONE
Dòtt. in !;{ediéÌ'na e Chirurgia.
- Hososlenuta da processo fiogislico mio<!ccioso, cd associala a dolore conUou.o e smanioso, ed essere perciò i1idicalo, UJi en-ergico mclodo aoliflo gisliòo-Lor'pente, modificalo in Nel Rendiconto dello Spedale della Venerja Reale per modo che possa essere con1e nieuLe anche nell' incerlezia delli:i: sede precisa del processo tlogislico. Per la qual il mese di febl)r :iio' p. p. trovasi registrata la secosa si prescrive un ampio salasso, ed ooa hevaoda amguente Storia del m~djco di reggim~nLo signor molfienl~ cui si ,unisce estrallo di iosoiamo. Dott'.. D'EVECOHJ. (La,'. Redazione) 26 Mallina. Ha passalo una nollc dolorosa, ba emesseAj .'... If , d'anni ~ fa parte. •òa ~ mmi òi ,q.ueslo regpoche urine rossè., nellfi,quali si ossernno al cuni '. fiocchi gimento- in quamà di Lrpmbetta. D1 Lemperameolo sanmucosi: però non è torpida oè all'alto dell'emmissione , guigno, di' furle c:omplessiol)~, ~i p~opor~ionat~ ed elenè in.seguilo. Ln fe.bbce non. pcesonta la minima remilgante coofopnaiione, cui ha I abitudine d1 dar risalto con tenza; il dolore lombare nou !asci~ requie al poiero amistrjrroersi fortemente alla cinlo~a, no~ uso ad iolempemalalo ; io complesso i si.atomi sono gli ~Lessi che quelli ran~:. ammalò una vo1fa,sola d'uretrite hlennorragica, sul della sera preceden(e, nissun rossore, nessuna lnmidezia, finirè dcll':anno i 857. Dopo due mesi di permanenza nessuna pulsazione looale1 come nessun- molo spasmonellò spedale S'ep:pe farsi credere guarito, e ne sorll , dico. Quesla condizione di cose dura invariata per lre benohè l'ure-lrite durasse tuttora sollo forma cronica. Per <1lèuni mesi la -trascurò, po.scia lenl,ò Iiberl¼rse~e con gioriii, vale a ùire sino al maLlino delli ~9. In questi Lreampie e rìpelule dosi di resina di copaive, che tornarono giorni si' praticano nove ampii salassi, si alleroano le beio utili: e tornò infine ad abbandonarla a se stessa. lnlanlo vande ammollienli con estrailo cli iosoiamo alle mucinel ~ese di 'novembre ultimo ~corso gli sopravcnne un lagioi con acqua di lauro· ceraso, e si applicano clisteri dolore ottuso al periueo, che si associava ad ioLervalli ·a leggier grado di disuria: n~l susseguenie dicembre ' narcot\co-ammollienli. qu esLo dolore scompariva per dar luog-0 ad un' alLrd mo29 l\lalli1ia. TuLli i sinlomi hanno riinessò nolabilmenle, Jesl'ia. ogualmenle ot.tnsa alla regioo.e lombare destra, con lullo questo J'aspello dell'~mmalaLo non è r~ssicu.. esacerbantesi sollo ·1·eq_uilazione-. Anche questa so!ilenne ranle; la fa{;cia è pallitla ed alterata; la culo è. urenle, ed occorrono brividi;-le arlerie ballooo con frequenza e souo senza farne caso, conlin_uando ognora co11 alacrità nel suo .servi-t1io, lanlo più 'èhe il suo fisico non dava segpo appa. vuole; i moviwenli del lro.nco sono tliffioili, dolòrosi 1 e .renle di sofferenza, cons~rvandosi ògnora beo nudrilo, e uell'e.Seguirli vi Q mioaccia di deliql!io. 11 ventre è :Uedi · bei colori, i1L apodo a !'ar credere- ad un·a Ooricia e . . . . .. . leonzzalo·; l·e-or1nwp,lrche; rosse ed emesse con, 1slento; ferma salute. Finalmenle:·però il giorno 2o è colto da febbre, ,, ed enlr~ ,,i(~ quesl·osp,edàlo an: ora della visita ha a,'ulo luogo qualche evacua~iooe alYioa, jlla di madella sera. La febbre è nel primo $ UO sladio di fri!mo ., ·' ~ lerie·Jiquicte·. Per ora non sar'ébbò co1H cnìe1He ,un'iullechc è ass<1i intenso, cd accompagnato da tremori: senso riore iosis'teoza nel salasso: si prescrive un'emulsione di prost_raiioo~ e di ~ddoleulamenlo genè:ale: ,?efalal gia çleosa prepatala con olio di ricino da prendersi a ripartile dosj fiuo ad effollo sufficiente· e nella sera s1 ordina grave. lingua 1mpa111al1t. senso dt molestia ed ingombro alla rngioneJombare, sele moderala, ltispondere alle in' q11' enwl:.ione di maodo~l.e t1m~re, e si applica un clistere tcrrogazioo1 che occorrerebbe fargli, lo a!Talica assais- 1 simo. Si presQrÌvono provvsoriamenlo cinque ~llogramrni 1 ammoliente.oleoso. L'effetto evacuante·otlenuto è discreto, la·tlebolezza è massia;i,a; porci~ le pres.crizioAì ,cle\;giorno d'acqua larfari2.2.ala loggiermenle slibiala, c:on riserva di rivederlo pi_ù lardi e completare la prescrizione in con- 1 30 si limitano a heva:nde gommose. Per ò nena controviformilà della diagnosi .- che· avrelihe all'èl.ra po\ùLo essen~ f ·sita deJla,sora, risconlran~osi una rJotevole esacerbazione 1 meglio accertala. febbrilè, si applicano dieci mign~lle aÌl'aoo. Mal~rado Giorno flc5, ore 7 di sera. Al r.igoreJebbrile che fu in tale solLrazìone localo l'esacerbazione non ha ri,nesso, la lenso, ed ass-ai prolungalo, è solte11lrato il calore con notte è staia assai inquiela, ha vaneggialo qmrsi conlinuapelle arida, polso duro, senso di J~~filh,ira al dorso in mente. Nel mattino susseguenJe (giorno 3-~) il tessuto corrisp.ondenza del reo-e <ldslro, tlolore che si aggrava celio-lare solloculaneo corrispondeole al luogo,del dolore. sollo la pressione. Da questo punto c~ntrale si es!cnde dà segno d'infillrazio,ne, le vene cl)e scorro00 su quel in alto sino alla regione occupata dal margine posteriQre !rallo di cule, sono turgide ed alcun poco nodose a guisa del fegato. ed in basso sino alla sinfisi sacro-iIliaca; l'ad,ùome· non è dolente, L.' io fermo non ha emesse Qrin e: di IJ:.iccole varici; il ven~re è molto mcteorii zalo. Si amla vescica presenta una qualche resis.leoza,-e la pressione ministra un'emulsione oleosa che dà luogo ad.abbondanti di q.ueslo viscere rende più risentilo il dolore lombc1rc. evacuazioni biliose, (l nella visita della sera un l'eggier Nissun sinloma ohe acceo.ni a lesio'lle dell'asse cerebrodecollo di tamarindi per bevanda-. spin~!e, se pure come tali non si vogliono aver~ la cefa~° Fèblìr(lio. Nessuna variazione: massima jnqujelulalgia ed il do1ore lom1iare. È in questa visita che si racdine. Si dà un bagno generale sostenuto assai bene. Dopo colgono dall'infermo i dali anamnestici sopra dcscrilli. La di.agnosi è difficile: si lrattér,à di nefrite, di spinite, di esso l'infermo si sente assai s·ollevato, ed orina abbondarrlemente e senza slento. Si ripete il bagno nella sera di alfp2fone muscolàre'? Quello che è Cuor di controversia si è \raUarsi di malaLLia infiammatoria acuta, vale a dire ~ dietro inchiesta daU'infermo: dopo il bagoo ha q_ualche
PARTE SECONDA
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ora di sonno: Ti torna poscia il delirio; il ventre si scioglie in evacua.doni hiliose: s,i' aggrava ·progré'ssivamente, ed alle ore selle pomeridiane delli ~ cessa di vive_re.
Relazione del\' auto~ia praticata dai dotti VI1ZiA1R e PEnm1 Superficie esterna La cut~ è sparsa di larghe macchie livide: la ·~e~ìone lombare è iofillrala, quasi fosse edematosa.
Gavità del c-raniÒ Vene super6ciali del 'p~rvello a!q-uanlo turgide.; ara~noide leggermente iniettala; la soslanza del cervello lri islalo normale. · Nella c.1vilà del pello nulla di rimarchevole. Addome Il tubo intestinale è leggermente inie.llaL<t un lra.tto delle intcstiìra teou_i d i 20 centimetri circa è iosp,essilo_. rislrello· ed iniellalo. Eguale rei,lringimento ed i11sptssi: mento s~ osserva nel CQlon asce11dcol~. ed in. quello discendente per un lrauo di centimetri dieci,: questi reslrsiogimenti delle intestina sono posti sulla s_Lessa linea orizzontale e corrispon~ono alla lineacqmpressa abHualmenle dal cintùrino: le intestina crasse, cd una parte del lenne sono erwrm~mente distese d.a gav. Il rene <leslro à assai pallido,, e pare anche leggermeole più l)iccolo; l'urelare ,è sano: l,a. vescica pare l~ggiermente. j nspessr.ta. Colonna 1Jertebralc e parti adiacenti
Nella ·superficie posteriore del tronco fra il dorso ed i lombi havvi un' inlumesce111.a.Jivid,o-giallastra appena prom10enle~il c~i cenlro corrisponde alle due ullime vertebre donali e prima lolAbare. Sì. i,ncide con ìncisi,oni crocialir e disseccaU' i lembi trovasi il solloposto tessul.ò cell ulareinfiltralo di RUS , ~i <J.is~cccano i muse.oli: in c~r.rìspon ~ denza di dette ve.rlebre sono alquanto ramroohl,, e oe, vari lorQ. inter.stizif, bavvi pure. infillrai ione di pus; 110n è però possibile riscontrare alcuna raccolla centrale, alcun asc;esso: apresi infine lo speco vertebrale . ed ivi trovasi' una raccolta puruleola, la quale occupa per boon lralto la parte posteriore ·del \medesimo:. l'involucro del mitlollo spinai(} è alquaot,1 iniettalo, 11 midollo pare in islalo normale. Come s piegare in questa malallia la mancanza dì moli spasmollici, ·di dimill'ui la,aiion·e 01 tiséo late nelle' estrè\nità? Sarebhesi potuto frenarne l'impelo con abhonòanli sottrazioni saogui'gne locali conlemporan'ee' o.Ile genPTali', oppure con continue· applicazioni ghiacciale al luogp del doloro?
PARTE TERZ,A
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Reladone di,lle Conferenze fllciendliebe (l\fJi:$.JlJ Dl l ?1!DD1lAI0 1 9• ·T OlllUTA )
TORINO ( t). -- Lello ed approvato il processo vèrbals dell'anleèedenle slidota, ha: la parola ii 'c uv, Arella, cbé' nella discossione sulla identità 9 oon iden lilà del tifo e della febh.re
( 1) Discorso del ca\l. Arella di c.ui è ce11no,11el N" a11tecedente.
tifoid ea già agitala jn diverse sedale:, volendo eoncrcfare in ' ·q9alche· modo le opinioni, cosi .disc,, rre: • Le b elle ed assennat e discussioni che con molto co r.r:edo di dottriua e ili pralìéhé osserv11zioni s'intrapres-01·0 in varie conferenze da parecebi· modici militari sol llfo e sti lla febbre tifoidea, nel monti,e dimostrarlo' le disco! di opinioni CS i~tenti ancora fra voi colleghi pregiatissimi al r iguardo della natura di tali lofer-,nilà, por la difficoltà del soggc·Uo e nello stato attuale de'na scienza m' avrebbero al certo distolto dal prender io oggj la parola, se ·le òbbiezioni mossomi dall'e·gregio dott. Alfo~no non m'obbligassero, a difesa delle mie cony,i~zioni, di sottomellore brevome'n le ·alla meditazione vostra alcani miei pensam-0nti.• • Ma pet· procedere con qoalcbo ordine in 9oesla di fficile ed iolricata disquisizione bis·ogoa innanzi tolto premettere che il sig. Alforao crede là febbre-tifoiaea e~idemic?·Contagiosa ed il fifò contagioso Identici nella lorò fu lima n~ttira, che l;i febbre tifoidea epidemico-contagiosa ditlerisce di molto dalla spoi:a6ica, e che la febbre tifoi'èlea non essenfo che un legg~ero tif~. non significherebbe la parola tifo altro che putrido ; e $ebbene la denominazione di putrido impartita al tifo' ed alla lebbre tifoidea n·ou valga a fa-r conoscere di quale malattia si traili e ov~ ~abbia sna sccfe, vista l'im.possìbiHtà di.couoscére po·s'itiv~ment~ la condizione di tali iofermilò, totiavfa egli addoHa la anzidetta '1 enomioaziooe la qoa(e ancorchè vaga, va le ad cspt imere ti dì loi co ncetto. Per il che non è a mera'<igliarc se trovi Impropria 'la denominazione d'eo·teri1e follicoJ'are non essendo costante nelle affeiioni di coi egli discorse , la lesione dei follicoli.intestinali; come pure sè in Aonecy ed in Crimea , ov'ebbe occasione di esercitare su ampia scala le soe osservazioni ed esperienze, non abbia poi riseonrrali·i silitomi che si dicono patognomonici e che caralleri1.zano. il tifo ·o la febbre tifoidea come due enti tà· !dìslìple,da una fenomenologia loro propria . Tali idee egli confermnva o r ll' nHima lcllora ùa loi fallaci, cogliendo op porlonarp.eole il des tro di vilorn~re sul ca mpò .dollè ' recenti discnssioni ·!all'occasion~ di doe falli dioici maes~revolrnente 9elineati suo birocstr.·ale rendicont o.• • Non- esistendo adunqo o alconl differenza di sin tomi essonzi'ali tra la febbre ti foidea epidemir.a ed il tifo , ed essendo entità ideotieho per esse.01.:i, decorso, fenomenologia. lesioni cadaveriche-e metodo ,ff·cura divie1fo irnproprio il' vocab olo di febbre Lifoidea epi<lemico-co nlagiosa, c,he è a classifica rsi come una varfo tà di· tif(! e perciò da caoceJlarsi nell'anzidcL.t~ significalo dalla nosologia. • se• lmpel'lanto parmi che.in qu esta g,,ave vc,·tenia sia gllirsi l'autorevole esempio datoci da Collen, il quale dopo di aver stabìlitò uolla sua ·n os ologia il genore lypbus e il genere syoocho!·, trascorsi appena alcuni anni e sulla considerazione èhe queste due infermità sù uo.prodòfte dalle stesse cause, nei suoi elementi di medici na pra\ica riuniva io un-sol genere il tifo ed·il sinoco, e, c(ln mèdiM sapiooia distruggoo~o la predella dislio1.iooo gelt;iva le fondamenta d'u n allro P,;enere di piressia chiamata oggid1 fi;:bbre tifoidea. Di fatti là ove parla déll'cnterile vi figura pure la piressia li"oide e con qoell'occbio vigile e senno impa>-egi;iabile che si lo ·distingu o co,npar tiva alla parola tifodc on significato diverso da quello di sinoco. Anche io tempi più ree.enti si.-sono vedu'ti chiarissimi patologi alla distanza di pochi anni abbracciare Ol)iniooi affallo opposte so Ila oata~a del tffo e della febbre tifoidea, e basle1 à' citare il fabre di venerala memoria, il qua le essendo direttore di due classiche opere, lasciava 'che si considerassèro,idenlièbo il tifo e la febbre tifoidea nel dizionario dei dizìonari'i d1 medicina, m~ulre ~i propm;nava ooa conlrarià sentenza nella biblioteca del modico praticò. • • L'o~servazione clinica diligente e rie.orosa ci mostra invero quanto differiscono tra loro le due affezioni comu nemente 0
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-H7:-distinte cogli appellativi di febbre lifoldea e di tifo. ta oatara
apprezzazione de_'sintomi, permiRe di faro on' esatta diagnosi i delle cause, il modo d'invasione, l'llpparalo dei sintomi, il de-, se maoca.no non e che poss.ano mancare nella febbre tifoidea, ma cbe st ebbe a fare con o o'altra forma morbosa, con ona vacorso, gli esili cadàverfoi , il modo diverso della oonvalescenza rietà di tifo, come era appunto il caso del doll. Alforno. in Ansooo paoli sì Ji~linti é diversi nelle so deno mina~e all'ez,ioni necy ed io ùimea; se si hanno poi anche nel tifo ben car tche, ,: p'are'r mio1 impossibile parmi il no,1 r iconoscerne. la esterizz11 to ciò dipende dalla.possibilità di sv,lur,po del tifo an:he S'eozh1le iotitnadi"tfur'ènzà di natura, si cJie ~ tuHo r.ig,1re deb , io indivi(lu) ~ià travaili,a ti qa febbre lifoi,lea, che l!ttna nbn ebnmi slabilire due enlilàcno~òlogil:'10Jepan1Je o disliq.te,. • ,clude Va,ltra malattic;i,,,,m a,.pomm<> a 11icenàa complica,·ii ap~ Le ~!\ uso della feoti:re'UròiJ!ea 11p,partc,ngpno al grapRO 1cllo pyntQ p.crchè sono dùe ·m alattie,, due entità tnorbo1e per{'èttà~ cau~e comuui 1 Oltrd'ò 'ctte questa piressia insoq~e inopinata, mente dutinte. • miele le sue vi•tlil:l'è in ogoiJuogo, iu oli mi e tempi div·orsi,. in • li valore dei ~u ricor\1a!I segni dilferooziali nou è semplimezzo alle più .miserande .come alle mif?Hori condizioni i.giecerr_ieoto specolallvo; che aozi dai caralterj dislinlivi su ricorniche. Di ciò ne .abbi.rmo prove luito dì, ed una pro va di;re.i dai'. oe em·•rgo la dilforeoza os,senziale dei dae processi morquasi inappellabile u'e eb bi io compnlsando le statistiche di ~0~1, donJe la possibili.là !li concretare ua giadi1,io pratico sulla questo ospedale, avendo potato coostatare che il numero dell.e 1nl1ro~ natura delle due alfezrnoi è di seguire nel trattamento febb ri tif!iiai e la ro;irctalità ·Telaliva, moslrasì presso a poc-0 .ecoral1vo on. metodo scientifico e razionai e, auue · h'e,· vag-are guale pei diversi aooi e,. proporzionale nelle (l vei:s& stagioni. ,. , senza. .convmziooe. suUe lraccie ll'on pericoloso ed u·in-1· t· Non cosi iuvcce può élirsi ~el tifo che i·iconosçe cause. pa~ , . ! 1an e 1 ~~P; r1smo. li complesso invero delle ac,:ennate caratleristiche tentomeote diver~e, spech1Ji,, spcc_ifiche.; .che ~emRre iqsi ri;,e d1!f~renzo non ci i.nd,i:ca infatti nella febbre tifoidea la ,;èalì~, là ovo,domioaqo datr c~.p..,{z40',r;t,i i~i~nicho, eh.e imp,erve~~~.fezazione della r:nal& tti\l, u6n ci indica la sua sede nell'a·p t roce o cessa-a s~coud,1·cu.e .quclio tristi ciroos\anze che ne fad' t _ Pijra o igereo e. e , speci.a lmente lioli'ultima porzione dell'intesti.no voriscono lo svilu ppo 'Cl uraoo immutate e, si p,,ssooo mitigare-e teo~e ? La cefalulgia che accompagna la fohbre tifoidea t ircocorrei;gcre. I3r n a ragio·ò e ilìsse infatli il Baodens, e già J' ,ivea .scritta R!la froot~ ed al dissopra delle orbi te è sotto questo rapdetto li'rank ed, altri ~on:im1 scritt ori che quasi a volontà si poò P?t'to, sintomo d, summa importanza apponlo per la possibilità ingenerare il lifo coll'agglomeramento o distruggel'lo col diradi dedorue la l~ca(jzzazionodello stato morboso da cui dipende; damento, colla separazione degli ammalati. La prima d~visione questa correla.z1ooe tra -Ja sede della malattia e Ja sede dèHa cefrancese in Crimea sa 400, aromalati di tifo olftì la spaventosa falalgia ha uo valore pratico grandissimo, quando si apprezzi roortolilà di 395; venne Bàudeos, diradò, separò, disseminò gli SOR DO col corredo dogli altri siulo rni proprii. L'osservaquesto ammalali e la morlalilà dlmioui d'assai, ed i\Vrebbo certamente dimiouitd anche ,il p ume1•0 pei co,lpiH se lult,e le p ro·vv-i,dèu.ie f z'.,oue clinica avreb~e infatu'gia perrocisso dì stabilire io proposuggeri~e' fosse stàlo pos,~ib,ìle a,1~uar,1, come in(atti a:cr'aèl;d1;11 ]" sito che la.cefalea frontale indizia le malattie dell'apparato diger!;)nlo e pili spe~ial01ente della por~i\lne ultima de1i fe~,oi noll'armata ing\eSé1 (!V$? S,i pqò, fti.re ,CbO tifo ,1'.l()ll Vi fa p!jrcbè con larg hi provvedim·enfi oc fu P,revenul~ l'invasione. • j! ~outra se la cefalalgia ·predomina al sincipi le in'dichjlrebb; ~i u lloslo la ~cde dCJL male negli organi oro-pojetici e nJ11•0 1. • La febbre tifoidea n-oo invade d'un subito, oon si svolge tirna porzione dei CJ'3ssi, come la occipitale ha inve ce 1000,, 0· in imroedialumenle in tot!~ la gravezza e specialità de! suoi certe fo~me, ili dispoea coo tendenza al soicltJio. • tomi, m1i offre·de'~egni prodr omi che ne indiziano lo sviluppo; • La diarrea, diss,, potersi avere qoal sintomo oaratlerislico • il tiro in vécO'insorge repentinamente d'un lrallo e d' un tratto assume lo speciale caratteristica sua apparenzg. , . mi obbieUava il dolt. Alfurno ner egli osservato spesso l'op: ~ Difi"~ronza essenziale nello due mul.illie è poi l'àppar.a!o 1 Pl)Sto, aver notata Creqoeute la slitk:bezza e.perciò oou essere ;1i{ltomatico, il coroplesso;l!i sintomi ci.òè cbo l' una e l'altra I qoella a •·i tenersi qual segno pr11prio, caraltt ristico. Gerla_ men\e P!·eso iso~ato questo sintomo nonJe ò carn!terislic,o, allrimalattia c,lrattetlz1.ano e, c)~o valgouo ad indiziarn beo ,anco men~i offrir ~ov~ebhe i:frcostanze speci111i, alle .a differenziare ., la differe nza doli ~ se.de e _llel la qat~ra lol'O. ~•i!la febbre tjfoitleà quella <li~rrea che ir.so,rge nella fobbre tifoidea da <ruella che abbiamo inCa(li la cofalàigia, frequento )'epistassi, sete intensa, ~pess,o ~et· ben altra causà e condizione roorho.sa insorge; non oalvro, socchezzaod urenza della pello,spccjaJ~eate dcJ ventre e certo 10 seo~o tv.nfo .as.soluto che usiamo del!'epit-cto di -011_ dolore in pt•ima djffoso ali' a\irlomo ma ohe Gnisc~ coll'esser~ ralteristica. Aozi concedere vogliamo che in va rii casi pos,a più maoifosto od intenso Qeila reglone ileo-cocale, dove s'appamanc11ro. Ma voglia111e pure che ben si badi non essere la diar-lesa puro ca,aUeristico il gorgolio, linalmenle- meteorismo, rea della feb bro tlfoid_~a profasa, maueare il te nesmo; ooo sono diarrea o dissesti diarroici. Nel lifo l'aoparato sioloroaticoè in.che 2·4 evacoazioni nelle 24 ore; è più un dissesto diarroico vece ben divorso, manca il meteorismo del ventre, mancano ohe V<· ra. diarrea e potrebbe perciò meno apparire qaantu11que quei sintomi localizzali alla regione ileo-cocale, osser vasi di.renou abbia m,incato, oppare potrebbe ben ancbo apparire lragola la sliUchozza, ecc. •. •. li rle<iorso della millattia è pure a ssai diverso ,nell'una e 1. scor~i 11lcuui giorni. Ma..eslste intanto la sole intonsa, il-dolore ed il gorg"lio iloo-cecale1 il i:ndeorisriio, slntornì cbe indicano ~ell'altro. arrezioùu i ~uéçessi'vo, regolare uella ,febbre tifoidea, è pure cbe la rn;ilaltia ba la precipua sua sede nell'ul.tìma por· roveco Irregolare, anormale nel tifo, il.quale ne' casi folit:i ·olfre zìone dei tenui, e lo dimostrano fìoalrnente i postami cad.avepure convalescenze rranche e rapid o, meolre lento e, pieno di rici colle arborizzazioni arteriose pronuociRl issimo della m.u.-. pericoli è invece il ripristinamento della salute dopo la fébbre cosa, collo profonde le'1ioni delle ghiandole del Peycr, coll;esultifoidea. • cerazionl e perforazioni dell'iale$lioo, colle alteraziooì, suppu• Finalmente differenza essenziale tra le due forme morbose razioni delle ghiandole tinfatioo-ml!$enteril)he, !es ioni indicanti 1.ono gli esiti cadaverici; giacchè se n,•I tifo non s i rinviene alappunto la sedé dello sconcerto morboso, del lav.orio pafol<F cuna lesione anatomica caralteristica o oossuna speciale co.: gico nelle intestina .• alante alterazione locale, oe!la fobbre tifoidea si ha invece • La :fobbro tifoidea è adooqoe nell'origine una infiammacom.e principale caratt.e re la lesione delJo ghiandole del Re.yer zionEI dell'ultima porzione deli'1leo 1 ò opa. fivgosi localizzata· e_ l'a!terazlone del.le ghi~ndole··, .esentericho. Por me q.ueste lema i sintomi coi quali insorge non sono ·pe·r ò Ji pa(enti' che rà! i tonHono caralleristtche., ,u_on mai· mancano quando an'esa(tà· cile dir· se ne possa sul Winoipìo on sicuro diago~stlco, cbè
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zala nelle intestina tenui, oe la porgqno q·uegli autori stessi che DQD subitamente ne banno luogo le caralleristichc e P.iù sapur vorrebbero ammettere l'idoritilà di essa e del tifo : il Rolienti esprèssioni sintomatkho. Pure se ben si bada al loro vakilanschi infalli, il qual;} professa -la do ttrina della discrasia lore ed alla loro espressione complessiva non è certamente'diflifosa predominante in una od io al!ra parte del corpo secondo ficilo stabilire fiu dai primi giorni e con sicurezza l'indole e il vario grado di latitudine dei paesi, nella sua anatomia patol'esseoza..della.malallia ; e nei casi infelici lo l'isull~nze necrologica ·denomina ileo til}lìus, come allTi lo denomiÌl:'~no tifo ,a dscopiche '~on faranno mai dl!'ello quà1iilq si sl\r•à g\_unti a poter dominale, quel processo locale tifoso che ha per risultato l'alstabilire con esalle?.za il diaguoslìco stesso. terazione dello ghiandole dell'intestino ileo e del mesenterico, • Più tardi è ben ve1·0 insorge qocl corredo di fenomeni che processo che pur ossonasi predominante anche nei paesi set~ dànno alla malattia llueil'improota speciale-, paleotv, che comntentriouali·èomo risulta cviùéntelliento doi numerosi casi di nemenle ritiensi appunto come la fo1·ma propri.a della malattia, alteruziòni i-ntestinali i:lescritti da Maguns Buss ne' suol sludii e cbo i più dei pratici ~anno come l'espressione dell'intima sul tifo a Coponboguf'n .• essenza di essa. Voglio dire insorgono i fenome11i atassici ed .adinamici, la malattia assume la forma tifoidea, Ma quol cor• 'La specialità dei s intorni adungne e delle lesioni cadave. redo dj fenomeni spetta l)l socondo periodo della malattia; inriche stabilisce, Il pàr,el'"roio, una différenza fondamentale tra.la dicano essi già.,J'esilo del~la flogosi locale: quel siolomi sono l'é~ febbre tifoidea ed il tifò·, o qoes lo due malallic essendo nella fello della alleraziono della crasi sangoigoa, dell'avvelenamento loro essenza, etiologia, decorso o fenomenologia distinte, di· prodotto dall'assorbimento dei prodotti morbosi dell'olcerazione slinte dovrebbero pur esser e con nomi differenti, apponlo per• dej .,(ollico]i d.ol Peycy. Anzi impedendo con oppor(_qno melodo chè guardando più alla analogia dei nomi che alfa loro nalara curati\'Oquell'esito, impedendo l'ulcerazione intestinale si o\lvìa ed origine vennero copfuso insieme, e p.erdendo il filo dei sin l'assorbimenlo, l'avvelenamenlo, e con ciò si prevengono i fetomi che caratterizzano Puna affezroo_~ eJ'allra, sifì ui da moltinomeni atassici ed adinamici cbe caralteriz'Lano il secondo penosologi per r endere 11 diagnostico incerto, ompiricoedobbiosa riodo della febbre tifoidea. Si ha adonqoe vera febbre tifoidea ogni nosologica classificazìooe, veuendo .così r innite· sollo ·la prima che insorgano, i fenomf)nl li~òidei, ed è {)Ossipile che una .stessa denomiD!lzione, ma.Jatlie all'atto differenti e disparate. Non adatta cara conduca a buon esito la malattia senza che insorsarebbe perciò inopp·ortano, pormi, l'adottare una speciale de· gano quei sintomi. Allora ad on ossen•atore superficiale può · nomiuazione per la febbre tifoidea, ed io amerei meglio appel.ben parere d'aver avuto a fare ad una semplicesinoca reuma· larla ileite lifoide per indicare appuntò che l'origine della matica o reumatico-gastrica, qaando invece si era alle prese con lattia proviene primitivamente da un'infiammazione dell'estreuna genuina febbre lifojµea. Nel tifo ìnvece, i sintpmi, atassicì J mità 'inferiore doi)'ileo, Ju q11ale intérilss·ando le gliiandote del ed adinamici, l'apparato cosi dello tifoideo, si hao fi n dal bel Pt\yer, sia ili tale natura e gravità da-fur passare qùesl'ollime pr-incipio, giaccbè è il l:ifo effetto d'una causa speciale d'un avad ulceramento, complicandosi par anche con ane~azioni varie nJenaroento immediato, primario1 esterno, mentTe la febbre delle gbionòole diS5eminate nel mesenterio ileo -cocale. Parmi, tifoidea è invece una· flogosi speciale localizzata; susseguita se non erro, ctie una più osalla deuomiuaziono potrebbe beosi'spesso da avvelenamento generale, ma questo è mediato, spesso indiziare il -pratico al lotto del mala lo, impedirgli di secondario, interno. Quando questo ebbe luogo certamente lo fuorviare dietro un'Illusoria apparenza, o potrebbe rendere ben dne malattie per còmunan:ia di sintomi, per idontilà di forme anche più facile il diagoo.s!ico, aps,uoto perchè sarebl>o stabipossono essere confuse, ma prima no perèbè la febl}re tifoidea, lita in tal modo la possibililà della diagnosi stossa sen?.a la (lffre nel primo period6 on corredo èli sintomi proprio od i fepreseuia di q11ei sintomi atassici ed adinamici che eo:ilituiscono l'appaTalo fcµ0menologico lifoideo e ehe sono s] , pesso Domeni tifoidei comuni non insorgono che posleriormenle, e causa di confosiono cd errore. Sarebbe forse più facile allora l'avvelenamento è l'eftè,tto dell'esito della lfogosi localizzata. • distinguere la maJattia nel soo primo decorso per quella feno• Che se 'dubbio vi fosse su ciò, pel rìflesso che·allora tutte menologia che O$Sil olfr,e ben marcala, s1,ecia)1J, (listfol'a da • 'le 'affe':iioili"'iiltostinali , fott e lo flogosi loculizzatei dell',oltima quella del tifo, fenomenologia alla ad indicar.e, la sedo deJ porzione dell'ileo almeno, dovrebbero daro quei.sintomi, ìo osmale.• serverei che ben allr a è la gravezza d'una flogosi che interessi un viscere a tolta sostanza, da quella ébe solo parz.ialmeote af• Nè siffatte nozioni voglionsi ritenere, lo ripelo, come di vafetti una porzione o superficie di esso viscere, Ne abbiamo lullore secondario teorico, chè aozi costitai~cono la base essentodl osempi nella diversa gravezza della flogosi del polmone, ziale del crileriopralioo, servono a concretare il criterio terasecondo che affetta o la sola mucosa bronchiale, o la sierosa peutico e form3no la più sicura guida del medico nell'uppresto pleurica, o tutta la sostanza polmonale insieme : ora fa stessa de' sassidii curativi. E d-i f.tlto stabilita l'indole 'iDfiammatoria differenza uon è ragionevole :.imroettere·tra la mucosìle od en della febbre tifoidea, stabilito che è nna flogosi localizzata delterìte villosa·, la enterite )>eritònealo e l'enterite ·parenchima· l'inléstina lenui che è un' ileitc t'i(uide la cura dòv"rà iiecessat osa o a lotta sostanza, quale appunto è nella febbre- tifoidea, riameute essere alla natura (lei male adatta, anliflogistica come ne fan fede le esuJcera2ioni, ora aperle nel cavo enteperc!ò in relazione colla gravena della malattia sìessa, o diretta ti prevenire l'esi.lo focale, l'esulcerazione delle ghiandole rico, ora nel peritoneàlc1 ora perforanti. completa.~enle l'inPòyeriane, causa dei feòomeni poi tifÒidej che co.slituiscpno il testino? • secondo periodo o che nel mentre indiéano il pericoloso ed ir• .E non sarebbe deJ resto anche sollo il rappòrlo della rimediabile progresso del male, banno poro un'espressione tereciproca gravezza contraddetta dai faU.ì l'idea òa alcuni, p. e. rapeutica giaçcbè significano cbe ormai è di necessità di ridal professore Lcbbert, vagheggiata eh~ la febbre tifoidea non spettare ie rò, ze, le rlsol'se della ualu_i:a uollu lolla che pel già sia che una ,gradafl,ione leggera, un grado mioore d.cl tifo? La febbre tifÒid~a genuina ·poò infatti essere altretta'olo grave consumato foquinomento della crasi sanguigna, pel già accaduto che Il tifo, e quando grave ò tanlo mortale quanto almeno il avvelenamento,interno, l'organismo dovrà ulleriormente sopportare. Nel tifo inve~ fin da bel principio siamo in queste · tifo stesso, il quale invero è pure or grave ed or meno, senza éessare d'e.ssere pe1·ciò vero tifo.• condizio!Ji, Jìn da bel principi9.,l'economia lolla contro gli er.. Una prova poi che la febbre lifoi~ea è una llogosi1ocalizfolli dell'a·vvelenamento e1tèt"na , 1ia che.questo vogliasi altri-
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bnire ad ibfezio·ne, a specifici miasmi o da.c01:itagio, Ciò p-osto non solò è possibile il diagnosticare fin dal bnl principio l'ileite tifoide dall' esatta apprezz~ione del complesso dei sintomj, p!ljma anQora che. insorgnoo fenomeni tifoidei propriamente d~Hi, nia è.ao1,i uecessariq dj 'farlo, i'n~l)nèlimdo a ciò con srrupofòsa dilig)lllza ed ultontlssima osse\'Vazione, oJule avere U{Hl giusta-normo curaliv,1, una noi:ma basala sul criterio palo logico saU'essenzo del Plale. p . vcrsai,,ente facendo non saremmo solo costre ti a ciecamente sM1Jirc fempirjca.,gaida sintoroatic:i per, sè fallacisshna,.ma per<te1·ei:qmo l'opporlunilà di attuare un metodo rli cara iazio11ale, pratico, il solo allo ad irupcdire quegli esili, o.he ima volta nella loc;alilà orditi costituiscono ùa loro .stessi una u_ovella ,caùsa di gravìssimi guai, che una icrapia meglio adatta, e gìustamenlo 1m)porzionale, .più scieotìlica avr8bJle saputo prevenire. 9uesta terapia dovendo u!!cessariamente informarsi alla cogoidoue dell'indole e dell'essenza del
male, alle condizioni della locall!à affolla primH~v.amente, dO'v.rà aocho proP,or:i:iolla1·si all',i.ntensilà d.el pr.ocosso morboso locale; dovrà essoro tioaJmel_lle dirella dal convinci1;iienio della oecè11~ità di impedire queg!i esiti lanto a t.agione paventali, ed tnsieme essere co n canta ·norma limilala ,dal dubbio che non tissendo quegli ,esiti ovv.iali., le mal ri,peUate forze uon poss·ano poi reggllre nella lolla q_lteriore e l'economia debba osao~ sta soccombare. • • Eccovi o colleghi le mie id !e sulla questione ohe voi con tanta dolldna sì vivamente-agitaste; eccovi le miu.coov.inzioni Joforno ol lifo ed alla fobbi:e tifoidea, sporad~oa, qoale,,comune po·r .lroppo l'ossorviamo e frequeute ne'aosll'i oaped_ali. Dell'epidemica io qui non intesi parlare, giaccnè· questa io reputo non una febb re vera tifoide, non on' ileite tifoide, ma una varietà pura. del vero tifo; il quale ( appunto come originato da caa,a esrerior e, come efl'elto d'on. _avveleaamenl'o generale esìerno) può a~l)omere ed assume facilmente epidemica estensione e può affellare formo ed apparenze dive rse, decorso il-regolare, ecc. ;_i seconda della località.su cui sl concentra l> viene a predo(t)juare J'azioµe dol morbìgeoo agente. Sempre però facile ~iesce all'occulato ossot'vatore il distinguere il lifo d.aìla febbre tifoide~ qualunque siasi l'aspstto che assume, qaalonqoo l'irregolar ità dell'anomalo suo decorso, anzi è questa h·r.egolarità ed·anomalia uu caraltore :rn'lliciente <lillerenziale. lo n·'.obbi ·1a ·pr ova noi pochi oasi d, vero lifo che vè~so la fine dolla primavera del 1856 potei osservare in qaesl'ospeJale in alcuni soidali reduci allora allora dalla Crimea nel compartimento medico con tanto zelo od abililà dir elio dall'egregio cav. Sella. Fiu dal primo caso che si presentò e che v.i4i c.omunicar~i al vicino tli. lèlto già in via di. c-onvàlesceaza per aflra malallia, dovetti subita· mente scorgere uua malatlia cho per -la S(>ecialità dòlla sua fQrll'!,a io non m'aveYlJ. mai Go allora osservato nella rnia lunga pratica degli 1,sp-edali, màlaitia che a hoou ditittQ,' vuolsi distinl:t da!Pileile tifoide o febbre tifoidea di Cboaiel, e quale la intese il Bouillaod ed il Forge!. • •.J/osservazione potrà, io lo spero, lisiare meglio an gìoroo te-i~ee dei pratici inlomo a s~, importante quesi1ono, e. se i.o vi 8Sf!O~i od egregi Colleghi co,n franche pi rolo il miii modo di V-edere, oon fa per imporvi ia mia opiuione, no, rna por indnrvi ;tppunfo (I raccogliere nel vasto ca-:11po cho avete o voi inòanzi, rrovelli fatti, novelli ·:irgomenti atti a s<.liogliere l'Intrica ta que11:tr~'tle·: le circosfanze ci sono pur troppo opportuno e l'o:pera è cè'l'lamonlè degna di flisaro la vostra occa·l'ala atteuzi'one. Nè difficile e meno possi bile parmi d~bl>a per noì essere la soluziono del so esposto problemà, per noi clt~ all'1lltenta osserva.zi9ne dei fatti clinici possiamo e siam s11lili mi¼llere sempre in ris'coalro i reperti 8DAlOmo-;p_atologfoi altentamente·e-studìosatne·nte ·r icercali nel cadavcte.•
J pesid'e ro .io dunque che é!Ùetto degli nmmalali stalliamo & risolviamo la questione, e specialmente desidero che si possa ~angece a ben definire questo ponto vitale ,e cioè in principio 1'esse.n:a della febbre tifoidea è <>eramente' fa/iammatoria. Questo ponto è impo.rtaolissimo a dc(ìoirsi e slahilire come norma direttiva della cura. Sul proposilo della cura Tardieo:i(p. e. ci dice cho la febbre lifòidea leggiera guarisce con nulla, che la gra.vo non è sempre morlale, che noi casi gravissimi senza no met.o.~o conver_tente l'ammalato muore. Ed è appunto ciò che ooi,vogliiimo, stah'iltre cioè il metodo conveniente di cura dietro pratìcbe ed aitente osservaz.Ìoni al letto dei malati. Noi a;emmo nell'ultimo semestre molli casi dì febbre tifoidea gravi, gravissimi, e molli ne guarirono dopo lu11ghi3sima malattia; il metodo mìtiflogistico fn quasi sempre usalo sul p,riocipio e con ·vantaggio; l'ulteriore o~serv(1ziorie sola pofrà ~iu11gere a ciò fissare in.dubbiameute, E dl'Sid,•rerei an)ora si studias,e allentamento ~!~esta ileite lif9ide, nell'intento di trov&r modo di spiegarne & dJ,indicurn~ re cai:;ionl. Sarebbe r.ert;unente di somma utilità, di grl!_nde vantaggio il poler E?iuogerc a scoprire la causa della maÌatiia, causa ébc spetta iodubbiameolé alle comuni, ma che finora non è- definita, non sapp;amo qual è. • Naln ra intima della malattia, rclaziouì tra i fenomeni sintomatologici ·e le Josioni caditvériche, criterio torapootico, dotcrminaz·o ue delle cause della febbre tifoidea, ecco qual vasto c.àmpoè aperto agli olìlissimi e preziosissimi vostri stadi clinici. •• Voolsi però limitare, lo ripeto, l'c.1sservazione alle circoslanzo e coudfai6ni ordioarJe; il portare la qneslio~e in oasi straordiilari, non gioverelib"e cho ad ihlri·carla e rentl~rla inso-
lubìle. •
=~·-==---- --BIBliIOGRil.FIA..
Appareils ·!71odelds, ou ,io1weau. sysleme de <léligàtion pour los fractures des membres, précédé d'une histoirie a11qlyiique etraisom1ée.des principalfx appareils à (ractures ~mployés dep_uis les Le1r11s Ics 71l11s_ reculés jusq.1~'a. MS jours. Par L.
Jfer,;hie r,(ievalier lle l'Oràre dc Léop,1td, ecc. mMe.cin mili-.. tafre prì11cipal à Gand. - l 858. ( Sunto del D oti. (Contioaaiione, Vedi
BAROFFIO)
ii noméro 13 e 14).
PARTE il.
Apparecchi modellati I nuovi mezi,i contentivi per cura delle fratture costi tuiscono un vero sù1tema, ciò facilmente appare dalle considerazioni generali e dalle accurale dis\iozioni che l'autore fa intorno al significalo dello parole, metodo, s'istema, proc';!so, modifi-cazio11e, generalmente usate lanlo impropriamente. Il sislellla, dell'autore può essere formulalo per rapporto ai ~ri'ncipii che gli servQoo .cli' base, nel modo seguenlo: • 4. Preparazione anticipata degli apparecchi e parli loro; 2. Mocl;,,lJazione preceJeole sulla natura umana, o su forma di rigorosa 1e$attei2ll ; 3. Applicazione dir~tfii d'uno stràto òi coto~e càrdalo
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sentano .gli e1ementì principali del suo sistema, gH ,appar-per regolarìzzare la compressione e renderla dolce, unitengono iu proprio, sono di sua creazione , oiuno poforme, elaslica ; lrebbe conlraslarglieno l'rn,venziooe, In tale,sco.po egli ,&.. Indipendenza e s~parazione delle due aii.ool, comanalizza lullo eh.e fu immaginalo sollo que.slò -rapporto -pressiva. e conlen li.\?· , che poss.a avere qualche analogia col suo sistem,a........ La pdma condmonè non è nuova. come non lo è 1 algia,cc!tè e.gli: ti011 teme, ma des,i<Jera lu luce; e nello stesso lima, ma le allre due costituirebbero assolu tamente una mentre poi va via, via, gilldi-0ando l'opera altrui per diinnovazione. Studia poscia l'autore gli effetti della compressione cirmostrare la superiori tà della propria, Passa così a rivista colare appoggiandosi al\'analomii\ fisiologica e patologli apparecchi a serni-canalP, a grondaia, ad armature, gica delle membra, indaga lo scopo e. deler~ina la co.n~ quelli figuPali della scuola inglese, quei di filo di ferro, do'tta del chirurgo, nell'appli'cazione dei rnezz1 compress1v1 ecc. e n,el mentre l'i.l larga parte al merito dei diversi in-. e conchiude quindi per la sùperiorilà della compressione venlorì che v.a ricol'ùanclo, naluralmcnlo coricòiude in larga, melodica, uniforme come mezzo vrev1mtivo e ,·epresfavore d'ella superiorflà degli apparecchi figurati , modelsivo. Ma q_uale è l'agente compressivo il più efficace, silali suWuroana natura stes$1L, il proprio sistema. curo e semplice insieme? J>àssando qui in nuova rivista Entra finalmente, alla pagina 3/i.4-, io materia e coi bendaggi applicatì direllameote o coll'intermezzo ùi mincia l'esposizione del nuovo sistema, sì che lutto che corpi grassi, ecc. le soslanie emplastiche usale nei tempi precede non è che una ilrudita , v aslissima inlroèluzione; di mez1,o, i refrigeranti r. specialmcnlo le irrigazioni non oi ios·a affatto por,ò, giaC'obè tesse in essa l'autore una d'acqua fredùa usale dal prindpio del secolo, i mezzi anbella pagina storica che ri1ancava fin ora alla meèlicà lettiflogistici , conchiud e in favore della sostiluiione da lui leralura, prova l'insu-flìcienza dei roez7.i 600 ai nostri di preconizzata del cotone cartlàlo ad ogni altro mezzo, conimmaginali ed attuati e vale infine a dimostrare che il cios5iacch.è ovvia a tutti gli inconvenienti , sopperisce a nuorn sistema è cre112ione asso1ula, compiuta dell'autore. tutte le indicazioni. Appm·ecc!ii modellati prop·n·amente detti Il mezzo consiste adunque nell'applicazione sul memL'autore con minuziosa e religiosa esattezza va procebro fratt,u,rato di un foglio di colone card~Lo, spesso un dendo ne.Jl!esporre al lettore il luogo lavor.o cli cui fu pollice; se periscopo d'esercitare una compressione seml'oggetto il nuovo sistema; con compi acl'nza ft1cile a complic~meple preventiva deve ridursene lo spessore colla prendere ne segue passo passo le fasi dal di che l'idea sovrapposizione d'un bendaggio circolare a mezzo pollice, madre in lui sorse, fino all'alluale perfeiiooamenlo, e per ad ,un quarto invece se la compressione è repressiva; la assicurarsi lullo il valore dell'opera sua, va in l,~rcalaudo compressione in Lai modo esercitala è perfolla, regolare, citazioni, testimonianze, falli, ecc, Senza voler noi !,lsporre semplicissima e facilis sima, lanli parlioolari conchiudt:remo co l dire che l"aulore otL'occlu,~ione è, pure s\udiata a~cural,amenle ne' suoi lie.ne l'intènlo, e che il sistema, qualunque sias), appare effetti. e l'autore proe,ura risolver1J Ja questione pralioa oh1aramenle essere suo, lutto suo. li vero pFogresso poi, sul modo di istituirla e sulla durata; studia l'occlusione il vero risullaLo dei lunghi le1,lalivi eù espcrj_menli falli permanente od assoluta, ìa qu-estione delle medicazioni dal sig. Merchie, dal di che il suo sistema fu primamenle frequenti o procrasliuale . conchìudendo qui pure che alidealo all'ultima sua alluale modi6caziooe consistelle, a l'uopo del colone cardato si ollengono olli~i risultati, nostro credere, nell'aver immagi nali i modelli piani per migliori che con qualsiasi ·altro mezzo. taglia're i ca~loo i prima di modellarli; fu qqesla_una forP,assa poi al contenimento q IDillltt>nimenlo, agitando tunata idea, della quale incontraslabimeule lullp gli è profon'damuulc tale questione sull'appoggio dei dati anadevoluto 1'0110re, __ _ _ _ (Contirnia) tomici e fisi ologici. e dopo aver stabilile le condizioni ne. cessarie che l'agente conteoLivo deve avere onùe ,idemBULLETTIN?O IJFFIZIALE piere allo scopo. perchè sopperisca a tulle le indicazioni , cerca provare cbe la contenzione lnleralc ( apparecchi a Con Reale Decrel~ dei 3 d'aprite 1859. ferule, fanoni , ecc.) e la circQlare co11secuLiva (appareccl1i . 11 si~, ,dotto.re Pio Gi_~.sè.ppe..Balesti.•e:a.7l, me· solidifical:\ili ) so_no affatto inferiori al conleuinr,ento circod1~;~ d1 ~~g~11nc~to 0J 2a classe' presso lo spedale lare immediato (apparecchi mo,dellal'i e preparali prevenmilrtare dm s1onar10 d1Genova, fu coll ocato in aspettivamente), giacchè quesJo mezzo vale a mantenere la ' tativ~ .pe1: infermilà temp(Jraric noo dipendenti da ridu;•jooe senza alcun soccorso estraneo, cosliluisce an:d serv1z10, con l'annua paga èli L. 1200. un -vero agente riduttore. Le differenze di slalnra, di lun. Al sig. Giusr ppe Antonio :Jialetti, farmacista ghez,za dei membri, entro ccrli limiti. non possono m9did! 1 a class,e addetlo a)l,o:5pedale militar e divisionario d1 Torino fu concesso l'aumento decennale.di L. 200 6c~re profondamente le condizioni doll'apparecchio mod~ll,àto, prep_aralo preve.rìlivamenle; un apparecchio mo- a norma dell'art.11 del R9 Decreto 2($ gi11gno 1853. dellalo p~,9 adattarsi con facilità e sicgrezza anc4ee in'casi Con ministeriale disposizione dei 5 d'aprilè.1859 . di Yiltiazioni nelle condizioni del soggetto, dèHe parti; per . 11 ,~i.g. d~tlore Antonio l 'il1e1·tl, medico di Regg!mento di 2" classe presso Ja Reclusione militare un grupp-0 almeno di individui, come sarebbe p. e. per d1 Saiona, fu destinatQ al Reggjmento Geno,a Cadei militari, ecc. Ciò dimoslra l'autore all'uopo di numevallerfa. rose misurazioni e di \avole di confronto. lllHreqòre 001 t. Cav, AR ELLA ,ll1èd ,Div. Enlrando nell'esposizione del sislema, l'autote ne fa la U yicti' J>ircllore respo ns,. Dott . 1\1 .l.!'lTELL! ,,Med,. di Balt. stori(l nell'intento di dimoslrat'e,che le ferule ~Qdellate e Tip.S'ubalpi_na di ZOPPI$ e Comp. - JliaAlfiiriN.J4. la compressione circolare coi COl,one cardalo, che r"appre-
! 8 ....;..,,_..,....---·Aprile t 859 - - -------..__...,,.__ ANNO VJI. _____________
N. 16. ... _____________
GIORNALE DI HEDICINA IIIIJTAHE . •J : 1
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DEL CORP9 SANlTARIO J)EtL'~AR:MA.TA. S·ARDA 1
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L'associazio·oe,ooo,~i ."r-icElv,e ,cb~,p~5 Ufl;ljOD.<W, corqincia c~I11-< d-i go~u.;~r "popp1,{9a nel r.Jnedi ciasclieiluna·seltimana. Il prezzo ~ ~ssociazione io ToriDO-Ìl di L. IO. In P:rovincia ed all'Estero, fr~_nco di Si paga.'rfèr sènicslri aritièipali.
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So dal 1856 iu qua la éorrd"izione dei carcerati. s ia dal latoJplenico, sia dal drètetico e llai rriMicogiuàiziarie ,di Caglii ri. -, 2° Con_fe~enzo scieu'lificbe. - 1 farmaceutièh 1fosse andata peggiorando, 1' ~uineato 3° l3ibtiogré!fia. - - 4°1lollellino uft1c1ale. progressìvo dei decessi sarebbe giust1fìéato, ma dal-l'epoca suaccennata ·in poi la pòSizione di quei disgraziati ò stata, a quanto parve, s.otto tutti i rapporti miPARTE PRl·!IA gliorata. Varie utili misnre ven'n'èro messe in pratica ~ prò cli tutti i carcerali; per gli infermi si adottarono }e norme seguite negF ~p~dali militari, t~nto per le IlELAZI@NE vfaite rnedi_ch e, q~an!o v.er le prescrizioni_farmaccu·I . I I 'tiche, a1fzi' quest' ultime11 furono fatte eseguire b'ella i ntorno p.Uti c~usà p1:ohc,bileciel./Jacci-esciuta niottalità . . farmacia ste~sà d·i guèst?ospeòalè-militare dMsionale. neU'e Cltt·cerf gi1tdizimie tl~ Caglùwi. · Pure, à dispetto dr tlltti,quer C3hgiamenti in meglio, (Cornookazione, ra.ltR dal Meò. Divis. s~g. cav:·MANAYM) ~-a'. 1 m'd1'talità auméntif:inv~foe dt - s~ém:iré; ìin· c·onse... gflènzr1:o ·fo ric'6rdà(é migliéwhi rlòn:·torio -quello ·oh·e A:ll'ill.mo .sig°'oJ lntendeJ!te genera.le · realmeÌÌ1e vorrebbero essere, Od bavvi ·ua qualche Jèlla Divisione -Ammin ·strativa, di (lag_Hari, -nuovo fonÌite morboso 1ìnora •inavvertito. . 1 • • _ ' • ' • ' • ~ '.Pàle~ aIV• ihci1·oa; ,fu d' es'IJ'O~izione de.1. fatti cbe Ottemperando al1'irlvito .che lord, {'eniva ifattò' con • Vi S." iìnui~ colla lu'èiclHà- d'1Jaee e Ìa precisi·one di lettera ael 17 p. p. novembre, i sottoscritti si ra-du- J parole _c~é la contraddistinguonh comunicava alla n~navane· il 1 O dett_a· n_ell' ~fficL-0 .di co~e~ta I~t!n"r r.on:mkissi.9ne, r_a'coo!Jland~ndo~e. di :m~ditarli,, di.sopdenza generai.e, ove rniervemvano pure 1 s1~non m- ~!-il~~rlJ,, ~.1,..3;nal1zz~dì,_ a.cc1ò d~ç1~ere se per ~v:veniendente dàv. Sini, 'pre~idente della Commissione tura !~ ,riforme ,i1H,c.odot1e n~i sjstema cwq_ovo d_ei permanente delle carceri, professore cavaliere-Massa ·prigionieri a 1iado2ione della.farmacope$i, militare, medico, éò iJ signor Savio direttore delle medesime, la quale do.vendo servire per soggeiti ,la massj ma ed udivano da V. -S. ifl.ma come I l'a movtaliti1 ohe parte giotv.ani ie robusti, forse non è adatta;ai bisogni éla tre a1l'ni si osserva andar progressivarrlente ere- di persone attempate o logore, non stabbi-ano :a.prescendo nelle prigioni giudiziare di questa ciità, ed ferenza d'ogni altra circostanza mQrbigena ad incoleccede di gran lunga le proporzioni deì tempi antepare d~Jla $'O rrjcordata c)'esce~te·mo}ìtaJità. riori, li ,a-V-esse condotto a sospettare si potesse sir. ln s~g9jto: :\ tal· ma9µa~o, .~ ~alenùos.~ d~i docufatta mor.talilà atti'ibufre a 1qualché causa "'non esi- -menti, è delie incliG.~ziooi, ch;e .J,rltOfQO: ~le ~ggctto stenta prima del i 856, ed a nominare una speciale di cui si aveva ad occupare .le furono gentilmenleCoinmissione, la qoale ·instituisse·le opportune indasommioi_strati dai signori cavalieri·Sini e ~Tassa e dal gini fer r1ntra'eciaf'e'. crotal iocognila oagione. signm· dj~~ttpre d.e!lfu~~rceri, ;la ,Com~issione, dopo A ·vieinmeg:lio fat" comprendere,.&~· qnanto rilievo di ~Y~ r visit~ti i dJy~rsi 1,lo_ç~li. irì•òui s(a;nno rinfosse la 'questione che i sottoscritti (ai qµali -ella avea cblu~i gl'inquisiti, esaminati i cibi e le bev,ande, e stimato bene di affidare sj onorevole ed ardua mis- messi a pareggio p~r quanto.si potè fare i rimedii siano.) dc:rvean@ studja11,e, Y. .S.: ili.ma, aggiuI{geva adoper~ti prima e dopo il_liordinamento A~l.servizio, 4ue,ti oennL · .~anitario,, ~tl interM.gati uno pe1~un~ iuttij i dJt~o.utì,_ Nel 1856, il numero_,dei dite1wli essendo ùi 611, ba \'oqore di rassl?g;nar~ a, V., S. iJI. ma~ ,qµal risuls'ebbero 36 mor~iz la m@rtalità .fu ùuqqµe -qel 6 Oro. t~en~o delle su~ inv~sqga,~ioni le ; eguenti osserNel ~822.!icifra de~ ~rigionieri ~;el evò a 749.' ed i , I3Z\OPh e;o_pq~rn~.Q.t\i..n 1_ .,1 1_ • ( pior t1.r5)o~~JO~P.,. ~ _7-'tt,, v,al~ d!:e ,c!le s:..t<ne per• , , 11.,P~% -~~_rerll!elt\e tCQ~~!derla_ta11t~No-_dfl ~Aaio d_eJia· oelfe 11 1Q'èirn,. Nél1'"anno presel)t'è, _COii a:ppena 49 (J4.ant1ta cpp della q\:!-ahtà !lY.i!1 1.f}ferm1 II). esse neo.~!fIc~1~,(~i' ~iN 9,eJl:a\l10 ' sc_?f~?J, 4d'~l~_ n)X. già •98 , ,v~~~tJ,,·come ~Zil\Il~ìo da ~uel1~11~epa t.ç~p~rafia ed · bmw;\~~li\ ~ .t!r\i~i.~~f!ll\9,~.,ill\n.tp .i-9JQ, ~ed a I j;ig,i ~~ ,a~J\~ 11Yl~i\~~inte;,, ~idP.kdR-§~RèP 11\~rapeutico comp1er 1 anno mJ1ncM..li.1nJ;~fa 4i ~\OJ;™) , , 1 1-,nre.~en,AemJl:.nj~,!OiY~Bf,e;110 11 11• u I J.r j• so:w u·:u o. - 10 Doti. cav. M.u..i.vu., Relazione fo_torno alla causa pto1>al>ile" d-ell'racrèsciuta mo'rtalità nelle CHrceri
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Tero deg_li intJu.i lini decrescesse in luogo di aumentare, po1chè le finestre dovendo rimaner chiuse il rinnovamento dell'_aria non si OlliBne che impei;fe_ttamente, malgrado 1nove ventilaloi onde siftàtlo dormitoio è munito . . Sen~a ~posar l'opinione di certi odierni igie[Jisti~ 1 quali cs1gerebbcro per ogni ammalato un volume d'aria equivalente a 45 metri cubici ed acconsentendo con Bégio che basti frapporre fra u~ letto e l'altro la distanza di 65 centimetri e l'assicuraro per ogni ora e per ciascun infermo un volume' d'aria · pari a 20 metri cubici, è evidente. che nella sala in discorso, astrazione fatta degli arreçl~ che vi si trovano e ne rlstriogon0 il cubaggio, non vi si ha, specialmente nella notte, la quantità d1'aria rinnovata compatibile colle leggi fisiologiclre della re.spirazione (1). Colai dift'etto era g'Ìà sta'to avvèrtito dai signori CkPlT OL.0 I. medico e chirurgo dellu sta.b,iliq1enio, còme risulta d,11la relazione compilata dal chiar. 0 pro-f: ·ca,. ~fossa Jr,,ferm,erie e pubblicata non ha gQilti ·sul °" o;iornale de,lla R. Ac• I . Era nalm:ale che tra!tandosi çli scuprìre l_a cans.~ .cademia Mcdico-Cbirurgica di Torino, e vi si sarebbe -o le cause dello 3traordinario. numero df morU che;- · infallantemeote ovviato·, qualora si avess~ avuto un su·ccedevano nelle prigioni, la çommìssione rrvoÌ"t!i altro camerone io cui versare una part'è dei malati gesse anzi tuUo la $Ua attenzione aU'ospedale, oTe1 · di medicina. i carcerati infermi ricevono i nee.essarii soccorsi.i Nè giova il dire che i nove. sfiatatoi suaccennati Infatti, per mettel'Si sulla via deUa soluzione deb sono io graélo di mantenere anche di notte una conproblema propostole, era assolutamente indispeu.sa-1 grua e benefica ventilazione: perché fa d'uopo rifletbile di sindacare l'indole delle malattie dominanti tere a tal riguai·do che il maggi or numero ed i più -0nde riconoscere se da qualche, influsso epidemico., , grandi dei vcntilat.ori essendo dalla p;µ;te di tqlmon-0ppu re da nna cotal endemia o da un conc.or~o dit tana, e J,)redomioando ~~ notl~ i venti .nordici, o,ve .eircostanze, parte inerenti a codesti stab,ilim.enti di , 1 quelli si l~sciass.ero ioLieram,enìe aµerti, si stabi·li_pen,a, parte ad ·essi estranee si d.ovess~uo ripe\~!~· ,. I rebbero· correnti perniciosissime ' per coloro ,che si , L'ospedale , de'i prigionieri contenuto nel recinto trovassero nellà.loro sfera.d'azione1• delle crnrce11i di S. Pancrazio corrstafdi tì'e :sale,_n~Ua Dalle conçlizioni igienìcb(} clel!' ii;rfermeria. pasprima· delle qu_ali si curano le affezi'0oi mediche, n~lla, sarìdo ad esplorare. lo stato dei maiali a:h.e vi erano seconua•le chirurgiche ed esterne; nella teFzfl -qg~1Je · in cu·ra, la Commissione s'acçertò non r.eg.fiar colà. d'amb'e le categ0rie passate allo stato cro11·,ico .e..:-gìudentrp alcuna malaHia ,specific'cl o.d ep idemica· ed adicate- insanabili. · verri il sopravv~nto le Jlog~~i del. ~IJQO ,ga;stro;enteLa sala di medicina è un parallèlogr:amìn} i oui 1:i~o e queHe .dell'appar-ato rcspiratotio_. SHfattei-i'lolati pìu corti sono rivolti, uno a levante_, l!altr-o·a po- ··gosi, gravissitn,e sempre in ragione della·. Qobiltà nente, ed i più lunghi gu·ard~oo·per e1inseguenìa a degli organi colpiti e dell'importanza ,delle, funzioni mezzo·uiorno ed a tramontana. La: sna càpacità è {li cbe questi esercitano, offrivano qui un carattere -<li 29 mefri di lunghezia ( dei quali 6 sono· Oèèupati maJ_ignità 1:articolaro e più minacciose e terrjbili apdalla cappella) per 6 di larghezi.a e 5· d'elevazione pa1wan.o, 10 quanto cbe gli organismi nei ,quali ttve- cub~tora 1044, 1O- dessa ha tro ·finestre al nord vano gotlalo radice erano più o meno co~Lilozionale cinque al sud; di più conta qua(tro sfiatat'or da mente deteriorati e sfiniti dai patimenti d'ogqi genere a cui andavano nel carcere sogge.tti. questa e cioque dall'altra parLe. Per quel che rifléUe l'esnosizione e le condizioni generali d'igiéne, sifSe violati· mostravansi i preeetti dell'j.gieoe ·nella sala medica, lo erano ioconteslabilmente. assai pìùdn fatta sala poco fascierebbe a desiderare; senoncbè quèlla ove si veggiono adunati i ·malati di chirurgia. il nu~ero ·degl1 uomini in es~a racc~W supera di Nella prima' se non altro v'arar abbondanza di luce; molto que1Io che seèondo le regol.e dcli' arte., dovrebbe contenere, imperciocchè oltre a 29 létti ' deI I I , J stinati agl'ìnfermr ve .ne ha"Qn'o '1:0 per gr'infèrmìeri: Cl.) 11_ nost ?celebro P.r?fr5sore1 Fres~~i,. lenut,o calèolo .~el SOllQ adÙnque 29 lè' persode eh.a vircinb ih qÒ'èl!''àtea carbonio e p\rato e d~I vapor ac~ueo ,.d1c'esser necessarii per • • I 1 I ~ t •~ I ' ~ t. • .- d ~-~~l ,. 'rel:Uivainente lr&.p~o 'r isttètta' se nor{ llut~lite' il ~g.m uomo sano e· per ciascun'ora nn v,olume a ~ar1à pota pari ' '' · ,, . • L. I h' .J1 l••'l . ,I .Hl , • .. glòrlfo~ indubifam'enfe itÙlte' 1{ ,dre•1fdi nO't lè., 0:r':r°si ., a '"" n ,molr! cub1c1, v. Fre,c i-uuionar,o tt',giene·,· p'ultl!ltta1!1· e dt• 1 . . i · .. ,.,;n... I ,· , ,r , ' ' 1 sache appunto nella notte ·iÌllp è1rt'er-eÌfflé 'c1lè il ·.fio- po 1.na ,anua ia, yo . . ar . Gatceri. ' Le stanze di detenzione; 3. Gli indumenti e la polizia; 4. 0 L'alimentazione; 5.0 I raffronti dQi fatti e le deduzioni che ne sgor~ garro; 6.o Le misure riputate acconcie a diminuire il male attuale ed a prevenire simili danni in avvenire. Stando a questa distribuzione comandata dalla logie.a, la Commissione stima qpportuno ·di dividere in sei capitoli il suo lavoro, il qua.le pe_!: tal guisa Tiuscirà più chiaro e potrà, più facilmente raggiungere lo &copo prefisso e soddisfilre, per quanto ad uomini d i bo,ona volontà è concesso, alle giuste e filantr-0piche.bra,mc di. cJ1i con tanta sollecitudine. e con si raro senno vegli.a al ben ~ssere edilla ,_pi'6sr,eritLdi ,questa Divi,sione a,mministrativ~. ., ~ .0
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nella seconda dì luce e <l'aria si patisc~ eguàlmente di'ffe'ttò. E h( éosa non poteva es's'ere. èHver~amente, gìac21~è ·sitfatf<1 sala situata fn mezzo d1~1Lr! fabbricati, lunga soltanto '15 metri, l~rg" ~ all'.toc1~c~ e alla ~' 83 - cubatura 365, 25, - e formLa d1 dut;. tinestro a tramontana o <lì quattro a poneo_te'c t11tte _d_1 rr.ie~ c?e mediocri dimensfon.i •e, p~r soprrassello nmp1cc1.0ht0 an-cora e rose pin insufficienti alYa:-r~zio?~ ed. al solegg~amento dèlla stanza da una·trr~l1ce rnfer-rrat~ .. èom'è egli mai ppssibilc çbe un _s1 angusto. 1;p~~10 basti ad albergare ·t 9 persone, 'non c6mpres1 gl 10servienti (che tanti appun.~o ~ra?R gl'.infermi 'iv.i ~~co~èt'.ati), senza danno manifesto tlella loro salute-? ... . È fu.or di dubbio cbe un tal locale è insufGcientissimo _per i arita gente è lo è Lanto più che alle cause comuni di viziatura dell'aria è me.s'tieri d'aggiungere Je em;inazioni pu~ride provenienti dal,Ie piaglie e gli efflussi poco grati ·e meno saìubri dei recipi,enti collocatilo on angolo della sala, nei quali per mancanza dt cesso si depongono le materie escrementizie. Due altri inconvenienti', e non lievi, vi si notano ancora. Il prrruo si è I';wçl;,:ir L~l ~al~ traro<;zzala da tre archi cbe.l;attraversano dal sud al nord, cirtostanz.a che la rende maggiormente scura e-·meno arieggiata e lo dà un aspetto di catacomba: l'altro consiste ne11a corrispondenza della porta d'ing_r1:1sso con una delle finestre di ponente, in graiia "di eui, ~nche ffU'.ando non soffia il ventò al di fuori, ·se si trascuri d1 chiudere questa o quella, s'i forma nei mpzzo dell~ stanza una corrente così incomoda da non potersi reggervi. Lo stesso inconveniente s'incontra, bencbè io minor grado ' ne1 senso della Jungl1ezza della sala, poichè rimpetto ad llOa delle finestre di tramontarra s'apre la porta che dà accesso all'infermeria di medicina. Il sullodato dott, Massa nella già citata relazione non mancò d'accennare il tanfo che si svolge·in detta camera allorchè per motivo ùel veoio s'è costretti, anche per pooo, di tenerne chiuse le finestre . All'insalubrità del luogo a11meutata ancora dall'accalcamento ò prç>babilmente dovuta la diuturnità delle malattie , la degenerazio_n~ delle ulceri, ed il lento marasmo da cui sono afflitti la più parte <l'ei meschini col'à confinati. l guali d'altronde r,ortaqo 'tutti le impronte ditclepravate costituzioni e di antiche irrimediabili cachessie; piaghe scorbutiche, artrocaci, ogni varietà di mali sci·ofolosi , ottalmie belliche , tali sono in generale le mala~tie preponderanti in ,quella mala bolgia. La stanza per i cronici popolata di 12 individui . è pur essa, comparativamente al numero de' suoi abitatori, troppo ristretta. Se si trattasse d'uomini sani o non forzati a dimorare continuamente fra quelle qualtro rpuì:1,'le sue diµi,ellsioni di ~ètri 8, 10 di lungo, 6, 84 di ]argo, 4, 15 d'altezza, cµbatura 263; 54, corrispq.ndl}!'eb,bero ,a, u11 di , pr~~~o ,al bisogno. Ma qµi si trat.ta di petlSo,ne logo.re,. .consunte~ in preda a pnocess,i. dissolutivi,. a. cui occorRe, aria ,pura, onde.1~inn0varcè .ad ogni istante l'ambrente ·oor-
roLto ed ammorbato ·da' principii deleteri1 che da~ Joro··corpi poco meno che inca(faveriti si vanno senza inte11ruzione sprigionando. Siffatto inilispensabile l'innovamento non fìa luogo, nè può averlo, ad onta delle :finestre b'en ripartite e de' vari sfiatatoi pratica.ti a fior di suolò; -peréM. come si notava poc'anzi parlando ·del la saia ohirurgicà,,; le lìnestré· · n·on si possono l'asciar sempre' dischiuse, e per p·oco che timar1gaoo serrate, ratmosierl:i, per ·1e suallegate ì·agiuni , diventa rn breve mefitica e noci-va a chi 1a respira. Qtreslo premesso intorno allé condizion i igiegiclrn delle tre succitate infbrmerie eù alle specie morbi éhe più frequenti vi si scorgono, la commissione si crede in dovere di tenor discorso del metodo terapeutico presentem.ente in uso presso le ridette infermerie. Senz'enlrare nena questione dell' opportnnit~, o non, dello singore medicazioni iostituitc da codesti signori ;;aniiari, quisLionc lcrnga, eomplicala, estranea allo scopo de11a commissione, e cbe la nota , ,, abilità ed istruzione clinica. sì ·aeisignori clott.i Ma~sa e Sc-birru, ché dei loro ·an'tecesshrì f'a del' reito i'risolvere nel sensff il più favorevole, la c·ommissione prese a paragonarEr le ordinazioni mediche di questo anno con qnelle degli anni addietto, a fine di appurare .se fra le.une e le altre corresse tanta tlfffére'i:iza, cla trovarvi la' spi~gazio'ne oemf' diversità dei su,ccessi. Confrontato pertanto dapprima il ricettario del 1856 del chiarissimo signor profess.ore Pnddu con quello • del ,1·858 del sìg. dott. Massa; fatto quindi il parallelgfra i guadcrnidi yisita,.dcl primo degli anni summe-ntovati del ~ignor dòtt. Mùndula e gli attu'ali del signo1' dott. Schfrru, si ravvisò non esservi quasi a1can divario ed i rimedii prescritti prima deUe riforme o del cambio del personale m_edico-cbirurgico rinvenirsi tutti nella farmacopea militare, per cui si ·può con tutta franchezza a'sserire questa essere affatto innocente del torto da taluni imputal.ole, e ba~ stare-non solo alle esigenze del servizio clinico dei carcerati, ma a quello altresi di qualsiasi ospedale o stabilimento sanitario locchè·vien provato d.aU'intro~ duzi'One· dt 1es'slft effettuatasi in parecchie infermerie del continente , nelle amministrazioni parroccfiìali per gl'infermi pq-veri di Torino, e financo nella regia accademia militare. A modificare l'upiriione .di coloro che sembrano persuasi che prima delle riforme, i'malati delle carceri fossero trattati con una larghezza e un lusso di cui si rammarica l'abolizione, la Commissione si fa uno scrupolo di dichiarare non aver es.sa saputo scorger·traccia di qtiel lusso e di qti~Ìla liiq~hezza, tanto cofuµi'en'devoli, secondo gli uni\ tantb'Hras1mevoli, al dir degli altri, e confessa àd onor' del vero esservi adesso in tal materia maggior varietà che non vi fosse allora, e°'@èll'abbondanza éhè è imposta dagfr accidenti morbòsi parlico1'~ri e da una· 'bèn in~osai terapia.
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Non sarebbe for§e fuor di proposito il far qui osservaro la vistosissima economia ,finanziaria realiz, zata dallo stabilimento dopo che nell'infermeria dene carceri si fQrmolarono ~e ordinazioni Jarmace.ul!che giu§la le norme della farmacopea militare.,_e dell;i preparazione dei medicinali fu incombenzatq la speziale. di c~desto ospedale divisionario ·: ma la com .. missione, -ciò tentando, teme d!andare incontro al rimp·liO\:ero d'aver: vol~tq usqr.pare i diriUi, allrui e d!esser scientemente uscita da quella sorta di cir,,. colo di Popilio, fuor del quale non avrebbe· dovuto .muover passo·. Essa si a-sterrà pertanto dal, meLtere .]a falce in quella messe non sua, ed entrerà fo,ece in alcune consid,erazioI,:1i intorno al regime dietetico. ' Negli anni che precedettero il 1856 era in facoltà dei medici di pres'crivere agFinfermi ogni ragio1,1e, alimenti che avessero stimati più confacionti e pro:ficù'i allo. ,statq di que}li. _Tc,11 facqTtà fu loro tolta all'epoca suindicata, nè monta indagafne il motivò!: NelJa restrizioue però di siff~lto potere, bavvi un fatfa deptor~bi1e, .e sf è che a malg~ado della vo).ontà e, delfe co,nYinzionr del curante, l'iofermo, sia o po ~n c~so qì_,çligorirli, ò costretto a nutrirsi ( dai pe~ci in fuori èhe formano fa sola classe autorìzzata di cibi.partipOljlri) degli alimenti ordinarii, i quali constano invarfabilme~1te di .carne.;ar l;>u.~ e qi p;me pre,. parato col grano del paese che per essere rjccbis~ simo di ,g!çitine, quantunque lo si assoggetti coila più minuiiosa esattezza allé varie opèrazio.ni ri'cliie.ste P.er una buona panificazione, dà sempre ~ patje pii{ pesante di quello e.be 'r(cava èlalla fari rt~ di grano tenero, sià questo di Marianopòli o di'cihirka. Ma n9n è forse. la stessa qu,alità di pane e di carne quella cl1'ò in uso all!.ospedale miHtare? ( obietter.à probabilmente qu?lcuno). Co~e mai ciò che nOQ è reput~to dannoso in· quest'uHimo stabi!imento hij çl.a esserlo nell'infermeria dei carcera ti? .... Cbi rµuovesse una tal ioterrqgazione, mostrerebbe di conoscere solo per metà lo rPgole velativ.e alla -dieteticèi io vigore presso codest'ospedale militare. Imperciocchè, se è ·vero .che la qZio~e·~~limentare orqinaria dei malali nel nosocomio oç meoiionato è composta di carne bovina e di pane di froménto indigeno, non è men vero che agH ufficiali di sanità è permesso di ordinare, a se~oiida dei casi, carni d'agnello, di, .pollo,. .di ,galliria: uova, {egumi, frutta crnde o cotte, pesci, pan frane~~. oaffè' nero, caffè ,cpl latte e persino vi~i fo~·estieri. ·come ciò si possa fare senza grave sbilancio fioanz_ia1·io si dirà più sotto. bastando per ora l'aver additato il fatto, senz·a addentrusi pi,ù oltre in tal argomento: A bello studio si tacque delle minestre p,articolari, percbè nelle carceri quanto nell'osp~d~le militar~ sta in arbitrio dei curanti di variarle all'uopo ed a piacimento, purchè in una certa misura. Ad esaurimento di tal -J?ateri~i,ed ~. compl~fa editi· cazione di chi avesse vaghezza di conoscere insieme
si
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alla natura anche la quantità degli alimenti accordata d.<!~lj ~ppositi regolamepti, tanlo ,a.i .rna;lati delle carceri come a qu_elli dell'ospedale. mililaro, si crede giovevole di soggjungere che la razione de.i primi ~ formata di 2 minestro.di 186 grammi ciascuna; 492- grammi di pao bianco .di _'Prima qualità ; 154 > di carne cotta seoz'ossa; 11~ litro di yino. Ogni minestra contiene 93 grammi di p,Jste, semola; riso, vermicelli fini o pane in sufficiente quantità di brodo . Quella ct'~i secondi corista di 2 minestre ; 50o' grammi di pa,ne bi'anco di prima qualità .; '150 > di carno ootta senz'ossa;. 75 centilitri di vino. Le minestre dì pane e di riso contengono 100 deì-, l'uno e dell'altr.o : quelle di semola e di pasta, 75 grammi soltanto in pre,porziònata misura di .brodo.(çontinua}
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PARTE SEUONQA Relazione d ~lle Conferenze seie•i•ifiehe ( MESEDJ MAIIZO , 1•TOUl4T4 )
TORI NO. - L'al,lun11menJo di par.ecpbì ca.rrì d',~mbalanza nelle Gallerie dello Spedalo~ porge occasione al Presideole, signor cav. Arella, d'intrallenere il Personale Sanilari'o -Militare, anzicbè in · discussioni · scientifiche, nella ì.lirnostrhzi~ne della composizione e ripartizione drl maleriale io. dclii carri conteno lo. G&NOVA. - Compila la lèllara del Pròcèsfo verbale della precedente Seduta, il medesimo fa &eoza conte,tazioue appro,vato. 11 sig. presidenlo presenta, come offerto in dono. a questo Gabinelto di lellora, on opuscolo del ~ig. medico di Regg.o doti. Italb, ,che ha per titolo • Sulla.Febbre tifoidea del Corpo di Spediiione Sarcw in Orienti • ; e ~.i convìene che debbansi porgere i ringra1:iameoli dovuti all'autor e donatore. Fatti i rapporti sullo spese occorse per Ìa rinuovazfone dei diversi gioroàli che costilaiscòno la dote del Gabioètlo di Lettura, ed esamina(j i ·conii dél bilancio attivo e· pa&sivo, emerge che per l'ora spirato anno rimane uu rì'sparriiio ìii Ln. g4: Si apre.discossion&solmodo onde qu este ~4 lire polessero venire im pfogale a benefizio del detto Gabinctto'.' Il desiderio che si mani festa per accrescere co11 queste d' una qualche opera utile iloa.:mro 1frquolle che già l?ossediamo lrova .\JOO ostacolo nella. teoojtà del risparmì9 medesimo. Il perchò, nella di~collà di coocilitire le di'verse preten~io~i non corrisl)ondcnti ai mezzi, sulla proposta del doti. L11vini è daia pieoa' faèollà al s.ig. P resjdcnte cbo impieghi que1la somma per qàell' opera ch'egli stesso giadieberà più nece~~sar ia per l' alifi tà di lutti.. Dopo ciò-si venne alla votazfone sla!a in altra volta interrotta, por la r.ìnno,azione e nomina d éi due Segretarii in 1• ed in j•, e per q1rella del Segrefario Cassiere; Fàtto lo spoglio dei ,ig!iotti deposti, qnasi all'uo.animilà vennero nominali:il dottore
Tarrone a Segretario in primo, il dottor Mani a ~egretario in secondo, ed il dollor Capra a Segretario Cassiere, Col tcrmino di qnest'operazione veooe dal sig. Presidenti~ dicbh,ra·ta por l'ora avanzata, sciolta l'àdo naoza. ALESSANDRrA. - Aozicbè io discossi·ooi scieoiiJìche , il tempò' c;lella seduta ru òccopa\o io osercjtaziooi sul cadavere rel~Live alle operazioni dl chirurgia militate più frequÌlnlt i campi di b:ittaglia. NOV·AUA. = ·coine .al:·so!ìlo la seduta io9omincia colla lettora del processo verbale' dè'lla anlecedenié, a proposito del quale rurouo cbiesle diveNe mo<lifioazioni e dilocidaiioni, alle quali non potendo più ollre prender parie i l doti. Cerale; sorpreso da grave• odontaJgfa,;lil dvtl, 'l'appari assomev,1 provvisoriamente la presidenza della adonaoza.Conlinaò quindi la . discussione.sul proct»SO verbalo emergoodooe di verse rellilìcazio1fr; io seguilo a: che1lo stesso d9tt. Tapnari lo~ge una breve istoria d,i çmoptoe c9n pneumoo)t~ seguila dalla de-· icrizioo_e. di una autopsia che qui si unisce. A questa fa tener dietro di vorse oss.ervaz.ipni desunte dalle c,~nse di quella b(eve mal~llia, dall'andameolo della medesima é' dagli effetti prodotti dai rimedi i che fur.ono apprestati: a questo' ragiooamenlo prentlo aoche parte il ~-ott. 'l\iva, riferendo come sembfì cUi) sia stata caus;i principalissima di quel morbo, un soclore copioso soppresso improvvisamente; n ozione che egli si ebbe fo(t,rrpga11do alcuni camerata doll'estinlo. Q.o_esta causa il dolt. Tappari crede sufficien!issima a determinare la pneumonite, ma ripele non trovarla bastante a promuovere la copiosa emoploe che fn il fenomepo principale,che ehhe a combatlo.rsi prirpa ancor.a che i 11h1lomj della pneumonite si faces-s ero manifesti, aggioogendo e5sere stata questa la ra~ione per çoi.egli fio ,dal principio ueva sospettato di lubercoli. L'ora a vvanzata cbiawa gli o(lìciali di sanità alla visita, sciò-
su
~lien90 l"aµunanza.
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PARTE TERZA BfflLIOGR~FI.I..
Appareits. modelés, ou nou11~au sysléme de déligation pour 1es (ràctu,res des mambres, 1mfoédé rl"une histoirie 'analytique ·et miso1111ée des prfocipaux appareils à fracture$ employés _depuis les temp.~ les JJl14s reciilés jus,qu'Cf nos j o11rs. Par L. Jferchic chevalifr de l'Orclre de LéoJ1,>ld, ecc. médecin mili.tafre prillcipal à Gand. - ~ 858. ( Su:Ol!> del l)oJt. J,linonr~) (Continuazione, Yedi i nomari 13, 14 e 15)
Sallaodo adanque .di piè pari il resoconto storico, vcrumo, ne è oramai tempo, all"e·sposiziQ!l'8 pratiça, dct.sislema e per ragione di bre't'.ilà non faremo eh~ esporre .rapi,damen.~c qQanto ·s arebbe necessario per iniziare il leUQre, nella pralic~ del mezzo ed abililarlo a· metterlo in esecuzione io .circoslaoze opportune, ònde accor<Jare al melod? slcsso ·il giudizio di fallo, la sanzione pratica, la ·sola che posS'a ragionevòltnenle e meglior-desidefare l'autore, e della quale, dopo allenta disamina del suo bel lavoro, ci sembra por meritevole. Divide l'autore qu.es\a parte del suo libra i" diversi
cap)~o-)!, .consacrando il primo· alla descrf:i:ione della prepar.azione ,d~i suoi apparecchi, da prima ;:o modo generale e quingi parlicplarnggiata,menle; nel se condo lra~.~a della, applicazione in generale eci in p·artico,tare; indica nel terio le norme speciali per le fratture com•plicate; dà infi"ne le regole per la rimçizione degli apparecchi,,per le medicazioni, pei: la deambulazione, e traila cfolle cure consecutive. · Prtpat·ai ione <iegli ·apparec.c{fi. - Innanzi lut,to è necessario determinare a ,priori I-a tigura da dare.al cartone: bisogna trovare cioèla forma pi:ina dei modelli {palroos}Per otteuerli 110n si ha che ·a suifopp,are su d'un Riano orizzontale Ìe· sup.erficie cutve che. determinano la ~gura eslPriore delle membra. In tale intento ~i applic~ ad un mell)bro un vero booda:ggio inamidalo; dis$eccat0lo si rncide Jongiludinalmeote; si leva allora l;appar!}ccruo dal mell.lbro, ed 1,11neltatolo leggiermente lo si di~leude su d'.un gra,l,1 fo~lio di carta colloca,lo .su d' u~ ra Piano oriizonlale e s.e ne traccia il conlorno. La fiuu O • che _ne risul~a è spesso assai biziarra. e s(ugge a qua~siasi\.\ ,si. mililud ine. . . S'-viluppata così la superfici·e delì'inlero membro dividesi longitudinalmente e traversalmPote onde ottenere fer~le separale per. la porzione iot~rna ed esiern~1 del membro non solo, ma pH le diverse porzioni dj esso, pèi: esemp.io, ferule della coscia, ferula della gamba, ecc. Finalmenle dai margini di ciascuna ferula si taglia una lisle.r'ella d'un mezzo centimetro di lai.:gezza, onde (acili·tari nell' alto cieli' applicazione il ravvicinamento delJe di;x~J:se porzioni ·del-guscio modellato senza che s'acc~Talèhino. · P'~parati nel modo su. in.<:1ieali i modelli (palrons) di grand,ezza, t,nedia, per ollenerpe di adatti alle diverse sta~ lut.e basta l,racciare sui mod!!lli stessi una, \inca concen trièa od escenlrica al contorno del primo modello e di·sYàole da esso conlorop uo cenlrirpel~ò ,circa. I modelli delle membra inreriori si possono olleo~,e in un sol -pror.edimenlo per la coscia è per la gamba insieme; non c.osi pel membro superiore ,do"~ noo è p,ossibi'le ollenerne l'inliera configurazione in una sol a operatfo11e. Cosl pel braccio il bendaggio inamidalo incomincia alla piegalura del gomilo e termina all'ascella formando la spica della sçalla; disseccalo si fende secondo un:a~linea eh.e dalla tiletà della. piegatura. cubitale si .dirjg(l ver so il l1mile .anteriore r,lel cav.~. ascellare 1 sviluppato il bendagi!io sul piano orizionlale si ollieue il mo~ dello, ecc.; per ollenere poi le due ferule eslerna cd inlènna si incide il ~ode!lo io.due par,Li secondo una linea ·tirata dalla metà della f~ccìa posteriore del I' arlicolaz.ion·e del gomito all'eslremilà posteriore della piegatura ascellare. Per l'avambracdo'il bcndag·gio si es.tende dalla seco,nda falange delle ultime quallro dita (libero :il pollice) alla piegatura del gomilo comprendendo la porzi~ne posteriore ~ell'arlicolazione omero-cubitale; il b·endaggio si incide lungo il margìne radiale ed il modello piano lungo invece il margine cub'iiale. Disegnati così i mo·dclli pfa'ni so carla si tracciano poi sul cartone, che tagliasi alruopo dì forbici a tanaglia. La porzione del bendaggio ioamid~lo che corrisponde a parli lon~,eggianli, mollo salienti, semisfori~h~ ·(come '
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pei: esèmpjo là S!)'allli,) non s'·addalla ad essere distesa su · il carl.o.ne ,bagnato .e- desse·ccalo aèq-uis~a uria durezza e -d'un ·pia'rìò; è pèr ciò ;neces~ario· incider.e ·all'uòpò 'd.Fin.r.esi.slenza. s1rperiore a quella dl,cui;go.de-y~ prima . ta·ccaiture ,.\··Mr01à1.oi 'V' à1Yerro il guscio rielfa·-porzione: Cos·, <;ostrµL_ti g\j a,pparr.cchi spno a,_suffià)enia robus-li; ch'it abbra'c"cia q'iiellilparli, ed il s~gmerit:o corris"j.i6nclenfè solj_dj !l_ rn~ist~11li; ,se v_uols-i lo siano cH più, si r.ossono del rnòéfollo èlis't-eso Y:ie;H~ ne'cessa'fia' mente ;ali es$cre ne1 ra'[O!Zqf,e con,so~rappo.rvi d~ll.e bende a- s[fali, op.pure <ionforn~ ì11terròllo da qtiellé inlàccal1Ìr'-'~ che \;engono· -aJJ'oopp .dj,Y.,ll rìnforz.o longiludjnal.e costiluito élà 'ùn avvlèinaté :e scompàiono: all'allò r1, ·rn"od'ellare sul là P.'~l'le ' r.ezzo . di ca~ione, largo ,due o trè dìta trasverse, che s'api\ Cartone. ]mpo.rlaute è la bu.ona SCélla de\ Ca'ffOtÌC che plica in;u.r.ridi\p sµl mez~.o ùe.11(!,-s,up,erficie' esterna di cias~ vuol essère omogeneo, re-sisi<mle; spesso :e 'ben se·cco: il c,of)a-ferula ne.lJa dire~ionè, .della· l011ghe,zza; e che tosto n. 7 del commercio per-· esernpio pm' i ,membri inferi'ori, drsseçca,to vt si auacca. solidamente con 'coli~. · ed.il n. -9 peJ superiori s!lrvo110 ·a:ssai ·bene. Ber lagliarè Rer. r.endere ,g-Uappare,qchi°'lmpermeab'iii (il.che a---verò il cartone usava l'autore le la•naglie incisive del Sentin, dir~ nO)l, è che eccezional~enlfJ ulil_e o n~cessario) si- può, ·pi'ù lard1 p'etò,immagi11ò, una specie d1 :coltello leg.giergiusta) ! cons·iglio, d·i Pelikan di Pietroburgo, rico~rirlì' ment'e curvo; di lam~ s·oltil?, .mollo ,simile al col'hello d'ei. . >· d'uno strato di col'ore all'.oliò e vern'ice; si pòl'rebb·ero ca:lzolai, o·me·glio, degli operai ·in cartone. Risagna poi, anthe us'.are: il çoll'odfon, il eaoulcl,1ouc-, fa gu'tla~percha· avere 11avter.teoza di tenere il c.oltello nol) ·perpend icoA nelì''aaqua di n-p.fla, ,od. il ~Jil,ramè- niineta1e· ordinario. la,re ~I piÌ\no, del' carfonc, ·ma' Òi -con~urlo, obliquameple, L'c1ulor'e n'l1f-_parte'ggìa P.J r'ie. fen~shalure degli. a_ppa·~ per dare ai margi11i la Rguscialm:a, l'.ugualura (en hrseau~ recéhi i.o caso_?i fr,Ì!l ~re, ~~mpi\fate,, ec.c,; s~ HeJ''èÌ si vo-: a spes-e aeJla,·sup'erficie o ra_vola 'es.leroa. g)ianò pralieare,. fo .si p.uò 1>en fare, o .levando un . pezzo 'M6<lelliitt1ra. - .È' tà ptirlc più ~ropoi:là"n le e.:délicàta, èlel cartone a~~pr òagn~l9 e mo]le, 2r.p~re-ta.gli~ndo nel dell'àppreslo oegli apparecchi. Sciegliesi a'la l.uopò' un-'fo'cartone mo<l.eJlalo e disse_çc~l9 un!l ·v<;1h·ol,a cjrc.oscriita , dividuo ne·n ·confoffnalo e di aìfal'la' sL'a lura, e poslo'l'ct in mobil~ ,aiv0Jo,9là. . _ é:onvenienfo· posizfone (coricato·s.u d'un Jr,Ùo' od: rassi!fo I cartoni come eh.e a,;\rid'i ·dé:ll~çmidità,vogliono ess.e.re, se~on4o eh-e· \)"alla.si peli~ memlÌr,a ·sup.eriori od il'lf{lr-iori), conse.rva~i in lnpgo.,asèfullo; .ed .abbàstanza caldo. _ il c:òir.ur-go addalla -a! ò1.émht9 lé fJJmle preparale: P,er: .. Il caFtone eohe fa preferenza. p~r. r;ola ragjone d. i eco. ci_ò' fa.re co~1incia òal llrénderne una, bagnala JnO'i.l'era~a- ' n O'mia; vi si polre,bl;,ero pur sosli tu ire ben a\lrp -sostanze, .mente con acgua lieP.ida a mezzo d'·una spugna, poi la come à m·o' d'esempfo iLcaoulchouc: la guÙa-percha, e'çc. ma·neggi~ fra le !llan,, la mantrugahi _gradaiamenle. 62-0 .a Tracciale cò'sì le norme g-eherali per la. cdòfe.zi-one e, dare ~I cartone presso a poco la figura del membro ,cui l'applicaìi' ooe dè''suoi apparecchì passa rautor'e· a denÒl~i aprli·care: lo stesso fa della secon'dalerQla,o:si m,iscriv.ere gli àp_parecchi modellati per ci.tsct.in membro gu~c10. ,, in paiifièolàre~ Noì1 ·d e qu\ pòssrhile sèguirlo P.asso ;i..S'applic'ino''poi à hudo sul m·éinfiro, cercài:tdò di ' ib'J{_ passo, chè hisogiièrehbe f. ipt:od.urlo; :e'"'lariL<f]ÌÌÙ,chè è:gli terne fa superficie il méglio che è. po'Ssibile· i·n ràppòtlò stesso, in 'onta àlle riìifnìzio.$C" des·c"'rizìoni che ce ne da,. è· con lùlli 'i pùnti della pelle; è.· ciò fa'cile, ·ma esige so'µra:Cspesso pùr luttavia coslrello ricòrrere per meglio concre\ulto la massima leniezì'a: (( s-ur/otrt auctme jJl'tfoiJJÌ/aliòn. • tare i''SUoi cobcelli alla risorsa d'opportune ed ingegnose J)ue. a i~tanti mantengono le ferule appi~c~le f9 i_l ,phifigure dimoslralÌVe; ioLercalale neÌ tesfo; tal fi'ala anzi , r ·urgo Ìe fissa quindi all'uopo <l''una lietlda circQlar~- di nell'impossibilità di dare una d.escrizione intelligibile; lit ui comin~ià l'applicaz·iO'ne sul metzo delle ferule ed.. aumi lasi alla rappresenlazipJlQ ilei .moçle11o piano e d.ell'apmenlan.~o moderatamen~e la pressione, la costruzi,o'I)~, parecchip confezionalo ed a-ppl.icalo, senza tentare di de1 òiscend'e a co'prire lu tta la ·P,arte 'infériore de il'apparedcnio J ipe.arlo a p.aro!e ..Ci limiler~n:i ~ qui_n.di anche _npi a ri~ 'rimonta pòi 'per finir.e col rico·prire -tùtla' la ,fu~~à·'sù'peçorda,re ·solo quelle par-tic.olad là C$qenzia.Ji cli e i_diver.si rìore. 1-!,p{lare,cchi gas.sono offrire, e che _possono tqrn:ar uliJi'pei 'Ciò rauò il soggetto devé statsené i'mnrobife coll'-arto 1 let1lalivl di' una _pratica esecuzione. inferiore,actagiaro sp cuscini di spùl'iltura (èo,ppa) q'avena; J)of>_parecc.ltio della gamba e del,piede offre di notevole s~ è l'arto_' ~uperfo'ré ' basterà soste'~erlo ç_Òn un.~ ·çiarpa e spfciàle la somma ra'ssomigliànz"" anzi la q,uasi iaenor&inaria. . lità dei ·due semi-gu·scj esternò ed i~leÌ:no, SÌ che pòlrebLe ferule po,ss.ono essere ,t.olt~ clopo un'.9ra a!l' iòcii::ca; il ·ca.rtone ha~allòr.:t preso esat\am~ilte l'impro~to àèlle bonSÌ a'Jl'·~o'po cònfontlère e soslituirsi senza danno. Nel n~antruggi;i-ménlo l eJ cà'r!one Tìchi'ed'è spec_iaJe cura H p,,rti ·coh c.ui fu à 1ò.n'tallo e può conservaria di poi. Si punto:cotrispondentea~ maJ:eo'lo1 c~me·pur,e,vuolsi là con lolgo'nò lè-fàule cd-(due sémi·:guséi con ''precaùiiò'n'e e molla ~ireospezjon~ e prud:enza fare la, ·co.slruzione . del curà per non'- isfiguratli,_e si 'de.pon·gonò~ih.sito opportuno e disseccante. . ·cartòìfo applicato all'uo'po' de'J"lienda ggio circolare. App_~reccÌiio Pe'1' tq.cçsc'ia. - ÌI sem'i'-'guscio' inlerl)"o è S-l 1t0Jnebb~r9 ~sar11 ~~ell~ ~odtllatµra ~nihe fo.r.1IJJ:l in gesso o .s.còlpitejn legpot,ecc. .J,n. 2:4 òr,e fa dis'sèeeaii91J_è assai diverso e pì'ù èorlo "dell'eslernò èli'{·abbraccia'inè compiuta e_più ra.pioa~e.nte ançh;e ~e in h,1ogo ,caldo Lie:r;:a la regiol)e-.~tulea, o.y~ ;'f.le,l . ,m!t4!l)l;ir~ il .car\Òiie "è. -o.d ~I sole all'.a.r.i~~libara. P.er pi;'evenire , megli:o la defor~ necèssar.iò ,fi~sarjo.ç~ll~ ·s.pic,t c1ell'~v.ca· non solo, .ma con mazione .è ufile ·col\ocare i pez-zi 190.deUati ve~licalmente ahcbé qualclte.giro;,ci-rpolai;e1de\ lr_on-co.,! :nel centro ·dlunat finest11a (0 dtun~cafumi·no. ;È df fa(to , Gli apparecchi det bràcéi'ò e dell'a11amb,lttleio òffrpno l>enchè n-on se n~ possà~·addurl'e una cagiòbe cetta, èh~ press~a poco J1 s-te-sse:;parlì·c·olarilà.~\ quéll'o d~lla cosci;t. e
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Applioat.ione degli apparecchi· modellati alle (tQfttw:e, Enlra l'auiote in considDraiioni lull'affallo chir.u-fgiche,e teraireuliche, che hanno heusi mo.lLa imp..orlanza. ma che non offrono un nesso assolute colla questione pratica, questione meccanica diremn10 , dell'applicazion~ .degli apparecchi a propciaroenle parlare. Ci è quindi giuoco forza -nell'imP.ossibililli di r_iaesumerle, sallàre di piè pari · le beJle considerazioni dell'autore·, relalive al diagnostico, sia per constatare l'esistenza d'una frattura, sia per determinare il genere1 la specie, la complicazione o semplici Cii; taqeremo pure sui rimarchi ch'eg'li fa in proposito dègli sposlamenli e.dclia . lliduzione; non , ,lenlèr:emQ di sviluppare le sue idee sulla necessità di far la riduzione slessa immediata o mediatamente, sul modo di attuarla, ecc. Gioi a però osservare che all'occasionè aµpunlo del i:nantenimeplo necessario della falla riduzione mm lasciasi l'autore sruggire l'opporlunilà di stabilire di nuovo la suprema.zia dei suo· sis(Òma sng1i alfri lutfffino ad ora usati: nota poi specialmen1e goùere i suoi apparecchi del prèziosissimo carattere d'una somma semplicità, dole della quale al paragono ogn i altro difctlerebbe. Viene lìnùlmel'lle ad indicar le norme e la 'm'éccaoica de11'applicazione degli apparecchi modellali che· rid.ùcesi ai se-guenti precelli: Si fa prima l'apparecchio compressivo· col cotone cat·dalo solo, o se vuolsi uu'aiione più energica vi si sovrappone un bendaggio èircolare. Nèl primo caso si tagliano delle I isterelle di cotone cardalo larghe quallro diti' trasverse e lunghe una volla e mezza la circonfereo:za del membro, si collocano queste su d'un pa1molino éhe si passa sollo il membro, disponendovele presso a poco come si fa delle benderelle nell'arparecchiò di Scultèt, cplla di fl'erenza per(J cbe la listereila ~orrisponae·nte al sito della fratlura dev'essere la pi i1 superfi'ciale cfovéìfdo ;applicarsi la prima; s'applica infa.llì' questa còme si farebbe della bendorella di Scullel, quindi s'i:ipplicario le ,altre. . I ~ ~ Sulle li slerelle di cotone cosi applicale s'àaagiàno di r etlamenle i gusci modellali. Se vuolsi agire più forlemenle nel· comprimere il membro, invece di listcrelle si applica un pezzo inliero di colo ne cardato, che l'alga ad involgere tullo il membro, io'cro~iandoscne al dinnaozi i margini come farehbero le lislerelle separale; manliensi il pezzo cosl applicato serrandolo all'uopo del bendaa.-.j _o"o 0 circolare, sul quale oollocansi poi le ferule m·odellate. Se lo stato d~Jle parli lo richiedesse, al benùaggfo circolare si potrebbero sostituire le bendet elle separale ed imbiancale dello Scullel. Anche le ferule si foderano con uno slralo di colone -cardato, quincli s'applicano 1:una dopo l'allr-a, e si: fi ssano· poi con un bendaggjo ~ircolare-, .con fetucei.e 10 ;coJJ co,reggie a fi bbia. Si colloca il membro su d'un cusci no ùi 1,oppa d'.a:re.n.a; •o nella ciarpa, se è il11superiore\ -
Invece di ferule separatEt si potrebbe pure usar.e d'un guscio inliero modellato su tulta la pe11iferi~ del mem}lro, come faceva appunto l'autore sul pdncìpio de'suoi tentativi per l'erezione del s~o Lrovalo a pratico si~lema,. Qual fiducia vi pooga egli ne'suoi appareccl1i facile ,~ppare dal conchiudere che ne fa quest'esposizione generale del modo, di loro app!icaiiQne dicendo che giammai metodo tcnepeutico tradusse meglio in JJratica lo spidto del vecchio adugio, cli cui si (a lutto (!i si gm11d.e sciupio ed abuso: CITO TOTO l!I JUCONDR. Venendo quindi a dire dell'.ésp.plicazione d egli ·al)parec-ehi m~de1Jalì alle fratture in particolare, sicc'ome ognì genere ·di fr,\Llure olfre necessariamente delJft· difl'.e.r~.n.ze, così, l'aulo11e ne studia l'applicazion.e in fuffe le di.vel.'se ré11<ioni del corp.ò 11arlilatiHinte. • Non p.ossiamo però neppure. qttì seguirne, le.r minute <!escri'zioni per le ragiopi stesse che grà· più,sopra acèen.1ramrriò; ci limiteremo quindi ad indicar-e quelle,cerle,differenze salienti, quèlle.ccrle sp.eciàlì mndificaironi che repuliall}o essenziali ·a conosoers i•nel tenta-re di •venirne alla pratioii alluaiione del metodo in discorso. · Nella frattura clelt<1 dita si usano due forulelle modella~~. ,una esleroa, l'altra inLerna; se la frallura è alla prima falange nl però meglio usare di feru.le palmari e do.rsali~ che s'este1idaoo appunto a hu.ona posi.zione d,èJJa•palma e sul dorso della mano. Non }>isogna poi tenere il dito forz.a\ameole esleso ma loggiermenle Desso chè previensi .C{!si,010gho la r igidità o la semi anchilosi Gopseeoliva. Le fratture dello- ossa del metacarpo e del carpo nulla offrono di speciale, Parlando delle fratt,urc c(ell'afl«mbraccio entra l'aulor~ in ,oonsider-azioni appropriali~sime p~l mecc.a.ni!ìll19 loro e sulla.lòro terapeulÌQ\l, 4onde fa risultare la, s;ùp.eriqr.ilà del sistema conlenli,vo da \1~i pr.opqs.l?· , Eglj, 1nmlici; JI ~olilo .s tra;lo,di colone,car.dato, quindi sulle due faccre dèll'~viam_bro:ccio le compresse interossee so:stenend,o_[e 911'.uop_o di picoole•ferulelte slrelle di carLope della fornwapprossim ali:va dello spazio interosseo .e delle quali l·a posl.eriç,re od .esle_rna <le,;',esser,c alquanto più lunga, se.nz.a pecò cb.e discenda sul capo perchè non .leda la peUo in questa regione assai delicata e sottile. 11 lullo è manlenuio .con un bendaggio circolare, piulloslo slrelto, esteso 1lalla rndice delle dita alla piegatura del bra~io. Sp .ques~o be,ndaggio s'applicano i due semigusci anlibracchiali- foderali al .s_olilo di colone. Nella frattura dell'plccra110 è meglio çbe l'avambraccio non manLengasi flesso, ma esleso al 4,.~,"òd ali' 8.0 rli flessione; la (erula posteriore dE}ve ab]?rac.ciare il gomito e la parte .inferiore ~el braccio, Ateglio ancora sarebbe l'apparecchio articolato, immaginalo per ·pfe ve,::iil'e .la ,Figiclez~a· e l'an,chilo.si e di1 oùi si,farà parpla , 1 ·, • , alLrove. 1 li ibr~ccio deve-·nello fralltltre lde1,1' aV-a'mbracci'o' esser-e sospesò ,ad uua. slliilll(>a o meilio1a'il unà br.eldla1cnll:~ì1:o bracbiale, e fissato cosi coiitro la:regione·epigaslrìaa1
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Frattura del bratciÒ. - Se la !rallura è al disotto dell'inserzione del deltoide, la ferula esterna può esser pìà torta; se· fosse a,1·disopra è necessario cbe,llbbr,acci tutta 3a spalla. Se la fr.allura è nell'.estremità inreriore in m'olla '\•icioanza dell'articolazione del cubito pilò esseté utile e uecessario l'imprimere di 1 tr'atto, iil tra'ltCJ' all'll r!icohl'Zione òe ' movimenti moderati passivi; in quesl? caso adempie assai bene alle spécia-li indicazioni' l'apparecchio che l'au terre dice semi-canale,o groncl'aia articolala, di cui dir~mo altrove. F,·attur.a della clavicola. - Entra. qui l'autore in mo1te, considerazioni.sul meccanismo, sul gene~e, sul modo di riduzione, sui mezzi di mantenimento di lale lesione; J>'à ssa a rapitJa riYisla i diversi apparecchi pro11osli rj:cordando specialmente quello del Desault1 di,Senlin e quello 1:emenlato col gesso che a tutti egli preferirebbe. Venei,dò ,quindi all'a·pparcccbio· modellalo1 riconosceod·oneimpossibile ta descrizioue, n·e affida l\ ntelligenza ad aloude figure, risorsa ohe a noi manca. Ne tralasceremo pe11ciò o'gni descrizione accon'lenlandoci, di far cenno della F.i.011da a sei capi che l'autore= immaginava per adempiere opporLunaruenle aù alcune ìrnporlaoti iodiclizìoni'. Consiste• in' una· lun'g'a ci.arpa fessa alle due estr~milt a mo' .&-fionda a sei capi, di cui gli anteriori' sonò appena lunghi il terzo dei posteriori;· il ·piéno· presenta hQI cenl~o ,un'apertura ovate, ove applicata la fionda si innicchia la J>Unla del gomito; il pieno della fiomia abbraodà la porziohe inferiore dell'òtiiero e là sù:periore ~ell'.ayrarnb-racciò. Il capo piil corto anteriore superiore si dirige orizzonlalmenle al dinanzi e viene ad allacciar~i al !alo opposto del pet,to, all'uopo di una fibbia al capo lungo posteriore superiore che passa pure orizzontalmenle al djdietro, sì ehe gueslì due capi slringl>no il b.raccio alla base del to·race ; 1 capi inferiori: passano l'uno al dinanzi, •l' altro•al didietro del torace verticalmenle e vengono ad allacciafsi sùlla spalla c.orrispondenle , i oa:pi u)èdii attrave1rsanò oblìquamenle, dia.gonaJ·me'nt̽ il lòrace., l'uno anteriorme11le, l'altro posteriormente, e sì corìgiurgono sulla spalla opposta. Una cor'eggia cerrièo:bracòhiale che sostiene, l'avambraccro a guisa d,i ciarpa compi·e l'appar eéchio. Disctfrrehdo delle fraUure dégli ,arti infer~"ori ,Mlra 'PUr,e l' aulore,frt -minute·. considerazioni che è jmpossibile qui compendiare. Nolerem·o però che, ben a ra-gione mette egli in risallo 'i gtavi~simi 'incon\'eni,enti che in queste rratture incontra:nsi nei lrasporti. Consiglia perciò, in caso ché sia neces-sario il trasporlo del malato a n'6tevole tlisl'an'tài l'appl lcaziò'ne immeòj:at'a1d':un•a1()pareecbip·prov• .-isori'o cdl semplice còtonei ~ardalo ed i cartoni modellati per adi:liYon1re poi pii( tartlie colla vofola comodilà all'applicazione dell'apparecchio definilivo. Ali' occasiQne.dell.u'rallura, ì:lell'eslr.emità i-nfei:iote del perone, ricorda Fabr~, Pott e Ifoolean che lanto esallamente ne descriss.ero,,g\i effelli e le conseguenze,i quao0
tunque però lo studio generalizzalo di queste fraUuTe sia l'opera derDupuytren che immaginava il suo apparec.,. cbi o a lulli noto, dove la lunga ferula interna. protraendosi al di là del piede vale a fissarlo e ad impedirne il rovesèiamènlo all'infuori. Vaulore noia p erò gl'inconvenienli gravi di questo apparecobio-, si che.a suo dire dovrebbesi préfel!ire quello di Poll modificalo dal Jloyer. L'appareoc.hio modellalo. che informasi .agli .steisì principi i su cui has'a quesl'ullimo, non differisce per nulla dall'apparecchio ordinario per le fratture, delle oss_a tiella gjimba, vuolsi soll,1 nfo aver cura di aum.enlare ,gli strali di cot9ne fo corrispondenza del saliente del maleoso esterno. (Con.iimm).
BIJLLETTl~O IJFFIZl.&LE
ln seguito ad e.~ame di concorso {:urono con Reale IJecreto degli ,11. del volgente mese, nornùiati a. Medù;i aggiunti nel Corpo· sanitario militare, i sègnenli dottori :. IJbaudi P ietro deslinalo allo $pedale di Torino ·l:habert Alfcedo id. li Goria Francesco id. Genova Dcllachà ,Lorenzo id. >i B e llino Gioachino A.lessandria id. Fior.hl (iiuseppe id. 'Torino )t C:ucchictti Darlolomeo 1id. ~aretti .An tonio ili. Alessandria Dellancg1•a Luigi id. Lossei'll on BoJ{lndo Gregorio id. Novara _, Minii;gio Carlo id. Alessandria )) A.nt;onoa Pietro id.
4).,i~rlflcenza. Jl Medico Divisionale in aspettqliva, si~oor dollore •e.sozzi, nella seduta dei 4~ di febbraio 4859 fu all'un;anin:ità1pr,oclamalo Socio Corri~pqn.9e~le dell;i Società Imperiale di Medicina di CoslanlinQpoli.
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tfl.Dir.emrr,e,DÒlt.,Oat :1Al\lEIILA,Med .Di,.
li Vice Direllore respons. Doti. lii ANTE LU ,Kèd. di Bali. Tip. iìubalpina di Zo ~J>.16, e 'Qo.lllp. - Pia .,Jlfi,ri N.il.
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ANNO \ 11. 1
2a Aprile t 859
N. ,t 7. -
GÌOltNALE DI IIEDitINA IIUJTARE DEL CORPO SANÌ-T~RIO DELL'ARMA'fA S~RDA . ,
Il
L•', 8$0 c·i.a'·zt·P, oe·oon si ,rie.oI ve
1
òlie. p er"ub'an'n•o ~'. còn/Inc(ll poi I.o di g~nn. Si pobblica nel Luneà'ì di (liascbedilna -settimana. j;
, f • , . . . · · 11·p;;2 ~0\leì,'>~ss~éiuzlooe iri·"rotin·cl è cli L. 'IO. 1,11.,J> rèl'vrµcia ~dall'Estero, franco di posta L. l 1, Si:paga per semestri ;inttc1pall. 1
10 Doti. cav. MA.Nu11.1., Relnio ne intorM aJla causa probabile <teli' acresciota morf&lilà neOe Carceri giudiziarìe di Cagliàri: - 2° Doli. LAvl!ZZAlll ~ Meningite cerebro-spinale. - 3° Conferenze scieotificbt>. --- 4°, Biblio~ralìa. - 5.0 Dollellino ufficialt, '
SeHMARlO. -
(;areerl di
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s. Pancrazio-.
Camerone':.;.,num. 11.
In questo camerone- lungo metri 24, 72, largo 8,. 26 ed alto 6~ 95, cubatura 14-19, 1O, stanno rin-, chìùsi" 47 prigionieri. Esso è provvisto· di àu-e finestr,~ a ponente, di mezza finestra al sud è_due a tramontana. Tali finestre, quando sia~o tutte aperte, PARTE PRIMA -· danno luogo a bastevole ventilazione. Verso il canto sud-ovest v'ha una porta che mette in una camerucoia lunga 3 metri, Jargà 2., 65, alla S, fornila di due ' . finestre., una a mez.zogiorrìO' e l'altra a lerante , in -:cuL sono sostenuti due inqui.si.ti. All'al)gò,lo diago.:nalrriénte opposto eni .uqa spede di stanzi.no fatto. a - dispendio dello stesso cani.erone, mediante due sot1 . tili paretj, che partend-0 a egual distanza dalle mora (Comooifazione fJtta oal Meff. Divis: ~ig. c~v..M,ltfn114) •• tl< formanti il canto or' indicato, s'incontrano ad angolo, retto. Io ·cotale stanzino grande circa 2 m.etl!i .qua;;; J p (~oopnu11zien_e1 e ,fine, I!. N.11Q), dratr e·seq,pe-rto superio_1;me.nte,,,so_no rip_oste le cosi 1 ,.q..ette)ombole inser.v)e.nti aci u:so di cesso;: Jll di fuori ed acaanto a questo sono collocati i recipieutj· perAll' ill.mo signor l nl;ndeote generale l'acqua potabile. · della Divisione Ammfoistrativa di Cagliari. Il camerone di cui si· tratta, pochi giorni prima della,visita della Commis.sione, era sta,tQ prescelto CAPITOLO II. per ten(}tvi in o~ser,azione. quelli ffa i prigionieri che .senz' essere decisamente ma.lati accusavano un qualch'e disturbo fode ro di non lontana. malattia. A 'S lanze di dele1nione. costoro, in lu ogo della razione comune, era stata Poche- parole potrebbero bastare a sbrigarsi di asaeg_nata con savia e commendevole prqvviò.enza 1a questo capitolo, poichè -il -motto di Virgilio < ~.b uno razione del!' ospedale, ,ed a certuni in cui l'avvi:tdisce· omnes > è applic~.bilissi,mo alle camere di re- . DlQJ;Jto verso un gualsifosse II}orbo era giù più ·palese,. si fa~e.rano prondere de.cotii, emulsioni od altri riclusion.~~ . 1.e qu~lj presèmt;rno press'à poco tutti gli mediifsuggeriti dal medico. stessi dj_fetti~e vaon9 ;per.ci;ò .soggette ad identici apSiffatta ·ctisposizion~ ei;aineniemente equ_a e ragiopunti.. &imonchò la Commissi9ne essendosi prefissa di portar nelle suo in vestrgazioni la massima çura, e nevole, e dimostrante iQC chi la promosse non ba di tutto registrar quello erre Je venne fatto di ·osserscord,ato il precetto di Q! Pietro Frank: « I medici non, de.vono vedere ne'carceratj malati che uomini. Tar~, anche a costo . di parer fastiçliosa a..Jorza di ai ,.q.ua1i l'umanità ordina nei loro malor-i la più esatta r~p-~~j,?io:ni ipevitabili 1e di Jninuti descrizioni, ~i conassis.ténza ,. aveva la sua ·antitesi nell 'umidìly ·d'una ~i4er-a come obbligata ad çs,poi:re ragguagliatainente ogni ·cosa, e procedere con metodo, ·e per così ~ire .porzìi3rie della camera , nella mancanza' di -~entilaa passo- a passo. Coerentemente a siffatto suo modo tori, nella reclusione assoluta di quegI'·inJelici e neldi intendere il suo mandato, essa discoi:rerà dap- l'insufficienza delle vestimenta di cui molti si lagnaprima· delle stanze ond'è composto il carcere di San vano. L' is_pezione sanitaria a cui si sottoposero quei diPancrazio; quindi di quelle di JJuoncammiaò , della t.orre aeU'el~fanto, e. finalmente della Darsena,, mantenpJl t:ivelò par,ec,cbi ~asi (li gastro-enter~fe i,ncjpiente od .à-forma le.nta.,.un pr;faejpio di ·scorbuto, ip alcuni, . tenenélq nella su:à narrazlone.: l'ordine seguito nella ;yfsila. di .ci'ascun~ di esse. infiltrazioni edematosé delle guancie e dell'estremità f
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inferiori in certi altri: nell'univ~rsalità un. cdloì-ith l' te--L.za: vi ha di gi·1.rnta uno sfondalo lungo,7,. 25, lal'go 2, 30 ed alto 4, 20.., cubatura 2Z4. 30. Uaria e la pallido-verdognolo , fisionomia abbattuta , ftoscezza luce, vi penetrano da due fines tre .guardanti . a mez~ di carni e considere,,ole emaciazione. z~giomo. La tornperatura, Lantq per l'esposizione, A testimonianza dei signori sanitari dello s~abilimento, dopo la loro traslocazione..in,qoolla sala ed H che -pel numero degli abita'llti, si trovò assai elevata. Qui pure, invece di eesso ·convenientemerrtè fabbrinuovo regime alimentare loro apn!ioafo, noti_ pucbi ~ato, le so1ite bombole entro ad una sorta di garita .aveano subito un favorevole cangiamento , e scons.(ornita di cielo. Vi..si_cerca iny.ano il tavolato ve~~iurata la t13mpesta che.testò minacciosa lor.o sorra.stava, e gli a:ltri, se .; on àveano 'ricavaìo sensibile 9};i!01nell~ du~. prime ~tanze; i prrg.io'riieri l;anno, tolti Lf~~oltosi, una semplice stuoia s,lesa sulle yietre del · -0uadagno, certo non avevano scapitato; locchè vi.ene pavimento per giaciglio. Ciò non ostante lo stato sain appoggio di qm,nto'·or ·ora s'avvertiva circa l'ec.cellenza ct~Uil sos~it'uzione, d'un nutriJ]lento più ap- ~it~rjo1 e.t;~)n ienerale soddisfacent~, e ciò- proba1:lilmeote de~iva.vr da p}l.e 1~ maggior P.~rte ~i ,queì ·propriatn alia razione usuale, e· dell'àdoperamento detenuti, oltre ~lla s.Luoia avea. sJramazzo e coperd' una medicazion e ·preventiva. toi proprii... e ricevev.a dalla cantina del care.ere o da Cameronè mmi . 10. ~ualche locanda della. ·città cibi ìn magg.ior bopia e Situato a fianco del QL'ecedènte questo camerone ',1 ·me.glia pr~parati chen1:ln fossero .quelli.di cuh ;i comba metri 14, 50 di lunghezza, 8, 26 di larghezz8, 1 :pone la semplice ra"zione doi diteriuti. 6, 95 d'alte~za._ cubatura 990, 48, e rinserra 52 deI _rar~ i~fer~icci,ch~,v(si s~o~ersero offri.vano sin'\ll)q1;1enti. Vj si nov~rano sei.finestre, due a. Je,an te, ; tomi d'1rritaz1one degli orgam digerenti . ·Sàla, ·· nitrn, ~.· :dué a tramontana e· d_u~ a mezzogiorno; I.a , , luce ~e ' la veoti1azione non vi mancano, a1 contrario questa SiffaLta sala sovrappO&t~ alla precedente, alla quale ultima, a cagione dell' elcvazìone del piano della i tJ9~~ e ~ella '.corrispundenza Q8ÌJe,fine.str~ mez- ç.pari in tutto , salvo eh.e m:mca. ùe.llo sfondato, ciò che· ne Testringe n:c'ù'hàggiò I 2'0$, 'ì.7, eonleneva zodl COD: quellB del ffp·ra,. è spesso, soverchla-, o :dà .iagevolmente:origine a catarri polmonali ed a brnn- 9.7 prigionteri. 1Si osservò'' che il c·aJorc era ,più alto ·chiti , com-e rilevasi dal su rrimembrato lavoro ilei .in quesla e~~ nella.stan2a num.- 1. LE} condizioqi di salute dei rinchiusi qui'·pure mosfravansi lodevoli au--0à.v •• Massa. A finestre. ebillSe però; si è lqngir,dal1 ·r.aver la cubatura d1aria:- voluta·; gia·cchè ad ogni iodiiicherfò: percbè•questi, ·come r loro vicini di sotto, -viduo toccber.ebberne .appena 18 metri. D' altroode ~I erano ben ou·triti e discrelàmente. éorredati di panui in questo comG nel già descritto camer.one. i serbatoi.; ~ d'oggetti le.ttorecci. ,dell'i~mon~~z.ze sono in'· un ripostig!!? privo, di ·oo- J J)erch10, costrutto all'augolo nol'd-ovest, ed.hanno un 1! turacciolo che adauasi poco·esattamente, per ,cui i I La sala h. 3 occupa la sommità della torre; misura gaz mefitici phe da qu~lli sfuggono. es'innalzauo" pos- ; metri 7 , 27 in l11ngl10zza, 6, 30,in·targhczz:i., e 4, 46 soao liber.amente sp_aodersi per l'atmosfel:a.. Di niù in altezza, cubatura '204, 27, ed è a!}itata da 17 iole anfore d;e.Ìl'a.cqu;1 quj/ egualmeòte che ,col'à., trodividui. Conforme alle ,du e già descritte per ·esposi-vansi in tl'òppa vicinanza di quell:'immoodo bugizioo e e dimensioni, ne diversifica in quosto ohe ba /,gàttolo. ,.. urya sola finestra, e che il caldo vi è insopporLabile , ln_amb.edue queste Stanze poi sì ~.cgrgon.o djsposti ·all'oppostQ. .di qua,nt9 pàr d'O vreb~e accadere, in rarutt'intorno ,de' piccoli l'a.vo;laLi mob.ili St11~ite perni, I gìon-e.,del.la sua elevatezza. I ·caro:erati fur,ono quasi contenuti in. cerchietti di fenro confitti nella. parole, . 1 liuUi ricònosciuli beo portao'ti, Ja plnralilà di essi, che si sollevano di giorno e s'applicano con_tro que- ~ similmente ai .ìOnsòci dei pianiJ inferiori, era ben. -sta, e di notte s'abbassa.no e se rvono tli J~uo ai car- ìl alimentata ~d ave.a: di che t:.ippaPsi, nel caso che la è.eratL Jn gt azià della s:u·a capàèiilà e bç;oua es_posi- tempelìa.tm:a.,di. quella sp(fcie tli serra cli piante tro:Ziooe. la s1anza di cuì s.i favella era stata eletta nel - l picaN si fosse abbassala a seguo da rendere nct esra,rile di q:uesl'a,nno pel'.:-segregarri gli scorbutici e j -s.aria un'·aggiunta al consueto Yesliario . In uno so-~_o,nometterU ~ partic?larè ~r~u~wél'.)LO ,, s'e~za in- I _1~1:rient? 11i_nvenner~ tra~co di c~onica ~astr,o-epa,gom~rarne Je 10fermet1e. 1 d1tenuL1, c,be· al ,pi:eseOle i ftte; della .ç:i.ua<le pero' eg~1 non s1 dava il ,menomo i'i banno domicilio sono tutti più o meno v~!etudipe·nsiero. nari e colpiti da len~e flommosie dei visceri addomi- l :rrali 0 aeu,e vJe aeree. Lungnezza 7, 27 Làrgheiza 4, 90 SEZIONE 1à - Sta.n:a n111n, 1. A.trezza 3, 72 Cub·atura '16'l, 26 In questa stanza stanno imprigionati ~O inquisiti. · In codesta c;amerarche giace al primo p.iaoo della 1:orr,e, non -c'a\coland0'1a scala esterna del parcere, D.essa g~rnl'd~ u tramoµt~n·a e gi~r;~ a P,iè della torre : rimcpgorro 2ft prigionìeri. Le SM ·dimension'i sono riceve aria e. luce iusuf:ffcientL Gl'i uomini ona'c poòo-di metri 7. ·9,j di lungo, 6, 30 di largo, 4, 26 d'allata offrono per lo più l'aspello d.i persone attaccate
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da lente infiammazioni _viscerali. Il cesso qui, come nella camera della ·1 a sezione, è rappresentato dal solito incompleto stambugio contenente due tino.zzi dì Jegòo mal turati. $<ilcpiv/n1,. ·fJ. Lunghezza 7, 20 Larghezza ,4, ~s ·Altezza 3~ 75 Cubatùra 114, ~·\ So.nvj quà dentro 10 ditenuti. ,,,ba u?·a sola finestra da cui ·entra poi aria ~d a st~n.to.ar:iva 11~ deb~le mo di luce, per~essere .sì l'una . che _l'altra 1mped1te dal muro·della cìttade1la11,be sorge d1 fronte: ed. a!l~ distànza dì soli 2 metri, vi si nota inoltre un um1d1ta che dà il brivido, quandc;i vi si mette il piede, _ed .una puzza mol.e&tissiro_a dovo(~ .• 1a prima alla ~anca~'l~ di v-entilazfono e d·i soleggiamento, la seconda ali mcompleto r-inno.v1mi del_l'arii ed ~Ile l),omb~.1~ ,tenute seeoffiH'5 fl surnge(uto srstema. ù-11 àl:iltatort di quel: fombra eterna (per ìmpiegar una locuzione dal Ta~so) mòslrano ·flsionémia ·squal'lida~'magrezza co~siderr · vòle, e lu'rjde vestigia di scqrbçito e di gast1;.o-enterite; alcuni· son pr-oM cfa cat3rro.
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Sala.nwm. 6.
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T:,'unghezi9 B, Lp.fghezza· · p_,. 9~Altezza 3, 7fi Cubatura 118, 9.2
t..;i.po..s'izione '{o.gog:r,affoa ij;,gpè~t( sala ò J; stessa I 1
della prtceùente} 1e''éìfcostanzè igieniche pe~ò soriç peggìori, pel mQCiyo c9e con, ~hnen:~iop.i pr~~soçll,~ ugùari, qiìe;ìt3 co~tità 7 ca~cebti di più dell'aftra. l.io stato s3nit.ario di quèi .disgraziati è veramente misèrando,. Sal:CJ,.nwn . 1. '.Lun·gbe'tza 7, 30 Largl).ezza 5~ 9~. Altezza 3, (;5· Cuòatura ~58, 53 ,A,ncl)a. qui l}if~!Lano; l'aria,.e, la1 luçe, la giaoilm;a essendoae que!Ja: dessa, 9.elle s~le 5 e.!,). Nessuna di,. vers.ità f\eUe çoqtHzion;~.d'igienQ .della. staoza; ,e neHa sa!ute dei rinchiusi, ·i quali sono in npmero di 16. La nocuità, di .queste tre segrete er~ ~tata adegu;)la_mente npprezzat,a dai signori ,sanitari dello ,stabili: mento, i quali e$teroarono su di esse il loro parere .n.e' termipj segu§nti.. e< ,Queste,stanzre si credono ,as,. solutamente nocive, percbè umide, ba:sse, imù:cessibili ai raggi del sole, e meglio che J tailZe sjmili a sep-.olcri ai pers·o110 viYé11ti: ebJuoque le visHi per ~a prima volta si sen,te c9mprendere da un subito septimei;i\o d'9rrqre, che . .di~~n~a ,ap,cora-, p,iÙ P.ro(ofl.4P col pensare ai lamenti, alle strida, aJle be~temmi~, agli strazi) alla ben miserabile vita, .j.n un.a parpla, ·che.vi devono--iµenar gf,' infelfci colà gntro, arrzi ch'è rinchiusi, sépoTti, se oon cbe: tanto jofortunio vie.n,e in qualche rhod-o mi tigato dall'umanità del .signòr Dii:ettore il quale concigliando le cauLe1e della cu$lodia col sollievo dei-ditenuti,- dà lo scambio almeno ogni mese agli ,abitatori di quelle tane. »
Sala num.. 8.
Lunghezz~; 15, t~O Larghezza 3, 34:, Allez·za $, 1.7 Cubatura 161, 99 La tcam,era n.tlJI). 8., maa .d.elle .mtgJiori. della se-:zìone, a, d'etta oziandio dei Dott. Massa e Scbirru, ·è, bastevolmente ,n:ieggiata ed illqmin,~. ed jl numero, de~co"lpev91i O' p}:.,esnnti tali che vi nanno dimora , (il quale ascendendq ,a 19 splt.anto, non è in tanta di~groporzJone coll~ ~ap,a.c-ità ·aj c,ssa) fa sì che ques,tj godano di_salute relaliv:amente. buona;, ciò che HÒil esclude che qua .o là non siasi a.ffa.cdi.ato alcuno af; fetto dalla Solita•·cronica flemmasia dègli organi ~d:... dominali. Il cesso è composto anche qÙi coi già bia,... simati mastelli nascost'i in qnélla s·orta d'armadio, ornai ripetuto a sazietà. Sala. mtm . .9 .
Lunghezza '1'"~ 9'2 Larghezza 7, 80 Altezza 3, 93 Cubatura 406, ,rn ' Albergano in tale sl~nza 33 prigioniérì, la salute· dei-quali è generalmente bhona, qua·ntunque, comè avvertiva n più volto nominàto cav. Massa , 11esse~è: quel cameroae scavato in parte neli:r- roc~ia, e• l~ sue finestre muni·te di huss'ola, ohdè 1viedr{iE} comlit. nicazioni che altrimenti potelano aver luogo fra i ditenuti ed i K°nasse.Yi~1 '.L (giacch-è des,~e s'aprono sulla.• ~·p · ~ \i t ._ f.:'7'.. strada dell'A.rsena1e) lo renèle umrcliccio e scuro. L pochi valetudinari ehe· vi s'inGOntrarcono offrivano l.e stesse .esprossioni morbose ossen:al{l nel.le altre· stanze, cioè cera floscia, lingua rossa, secca, colle 1J)apille eretizzate, addome teso e~ qn l~ggjero movinièn to~febbril è. Tant.Ò questi che' gli_ilLri' èarcerati della sezipne non hanno che una scuoia stesa sul Jàsti~.aro pe(istrarna.zzo , I l I 'Djretramenle ·Od indìrellanfente 1e ~lallzè dolla 2a sezione eomunicano tutt~ cor;i · un ·cprLiletto, quadrilà\e1·0, ove in cè1'lè' ore qèl gioh10. si.pJrmette ai ditèùuti ài' rt.lspirar un' aria, m~no impn.ra. Si disse .. meno impura in caml:iio ~li più l)Ur·a, cUe sembrerà a i taìurto sì dovesse dire; e non a caso. Con'ciossiaéhèit cortiletto summentovato, oltre àd essere attraversato· ad una certa altezza da du'c gàller~e che rie restringono l'ari a ed intercettano in -parto i raggi lµminosi e la ventilazione, a pou oote ba· il gran ser~ batoio dell'acqua, a cui viensi attingere per rifor-· nirne ogni camerone; (.circòstanz,a .j n forz.,a della, quale n-pavimento è .sempre umido) ed al _nord lm la chiavina., in cµi si vuota maitina o s,era. il contenqfo élelle bombole rqppresentantii corhè fu .qétto· e ripe.\ to, in ciascuna stanza il cesso asseòie. Il rime~colamento !li sìffatte nìatèhe non deve cert.o imbalsamà'ro l'atmosfèr'a e re~'dèfe 'p_1µ reÌpi~abil~ di· quella delle came1·e l'aria del corlile. A lati est e sud si scorgono cinque ceUe, destinate a ricevere i con~ dannati all'ultimo supplizio. Cotali celle, di cui lapiù capace. misur.a ·3,, ~Q di 1ungo su 3,, 75 di largoe 3, 50:d)llézia; e la,minore..ha 3, ~1 di Jungbezza 'Ì
9'-..,.
per 3, 09 di largo e· 3, 50 d'altezza, ricevono l?aria ed il lume da un pi-ccolo finestrino praticato··al dis-
sopra della porta, e con una cubatura al massimo dì 44, 22 contengono talora fino a 5 individui'.. Comè questi vi si' possano conservar sani ad onta.delle cagioni fistcbe e morali di patiment.o a. cui q.ue' s'eiagurati deTooo sog3iaoere, è cosa incon<{epiblle, ma chi volesse negarl:i douebbe pure. ~rrender-si .all'elQ'quenza irresistibile dei·fatti e delle cifr~; mercè cùi il suencomiato cav. Massa dimostra che nel!' anno scorso un s·oJo di cotali é6ndatrnati ebbe a cer.carricovero all'otpedale. Dei 14 distribuiti in tre distinte celle, che la ·~ommissione., ebbe agio di esa'minare, nessuno presentava alterazione notevole di -salute. SEZIONE
4• -
S<tla unica.
(Ar'roeria vecobia)
Lunghezza 19, 06 Larghezza 7, 35 Altezza 5. 18, Cubatura 7~6, 23 Cotesta.sala ben si.~uata, illuminata ed arieggiata ragione.volmente ricetta nelle sue mura 46 ac.cusati. Fra costoro due o tre appena si ravvisarono affetti da leggiei:i dis.turbi dell'appar.~to, digerei.He:. gJi altri fruivano di buona salµte, dovuta indubitatamente alle ll'egole igieniche meno trasgredite.
Lo scarso numero delle inferme (sono 2 appena) prora una volta di più la' buona salute,che reaoa fra le carcerate. L'infermeri3 situata in ro·ndo alla"'stanza n.um_. 1 è ben}ssimo esposta, e purchè non la si riempia eccessivamente di malate serre ·mirabilmente all'uso a c_ui ò desti.nata. Dell~ due ivi coricale una era in via di convalescenza. ·· · Sala nu.m. 4 .• (Ammalaie croniche)
Lu'ngh~éize· ~h -1 4 Larghezza 3, 35 Altezza 5; 20 Cubatrira 54, 69 Que~ta camera attigua alla precedent~. co~~ quale .comunica, presenta le stess~ 1circostanze di località è .d'aerazione, ed a patto cbe non vi si a(YgiÙnaano " , ' o n~o~e d1L~~ure, ha sufficiente capacità pei bisogni resp1ratoru delle tré r.be adesso vi l:ianno dimora e Vi ~Od?ITO ~i g_uel_ben essere ch~è compatibiÌe co,glj anticln ed meu-rabiJi,mala.nni da· cui sono trav.agliatP.~
Carcere cJ,l D11onc~111Q1.ino. Salu num.. f:.
.
Lunghezza 12-, 68 Larghezza 7, 34 Altezza 6, 00 Cubatura ;558 42 . )
Il carcere succursale·di Buoocammirio situato all' Carcere clelle donne. ~pertQ, e sulla:. oresia del ppggio eh~ .sqrge a fian?.ç> Sala. nnm. 1. 'della caserma Carlo Alberto nella direziono nord del castello, eonsta di quattro sale segnate·coi num. 1, ~unglìezza ·17. 00 Larghezza 3, 93 ~\ 3 e 4: Le tre prime poste sulJà ·stèssa linea. hanno Altezza 5'-, 00 Oubatura '334, 05 Te dimensioni indicate per la stanza num. 1, e sono Questa ,stanza occupata qa, 27 persone? compresi l provvisti di finestre a levante ed,a ponente che s'imdue bambini, è evidentemente troppo angusta, pon esboccano perfettamente. Ne viene da questo che sen.dovi per le adulte che 13 metri cubici d'aria per quando siano simultaneamente aper~e -dai1 due lati, ciascheduna. Tuttavia le ditenutè sono non solo sane, la ventilazione che vi si stabilisce ò smodata, e riema floride. La spieg_azione di questo fatto in appasc· e molesta e pericolosa pei ditenuti. Siffatte sale arrenza contraddittorio aì dettami della scienza sgorga redate come qùelle del carcere> di San Pancrazio• .spontanea dall'esatta· ponderazione delle circostanze vale a dire compiutamente-nude, pri.ve di cesso, ma qui sotto enumerale;_glacitura topografie~ ecc1?ll~Ì1te, g@rnite: di tavolato da dormirvi sopra, versano io luce ed aerazioné ben int~se, pulitezza d'aoiti magcondizioni igieniche assai vantaggiose, semprechè si ·gioru di quan,to si veda fra gli uomi(li i laroro ed eservegli a modérar la ventilazro·ne spesso, esorbitante cizio corporale, tanto nella sfaoza, che in un éortile cagione di di-verse malattie-, a seconda delle stae che sta dietro a qoes,ta, ove le ditenute fanno il bugioni e delle disposizioni ·individuali. Desse ricove-cato e s'occupano io varie aÌtre g~ise. •·· rano.90 ospiti, dei q11ali un assai scarso numero dava • Sala ni1m. 2 . indizi di mal ferma salute. · Lungbezza 8, 00 Larghezza 8, 93 La ~uarta stanza serve di prigione a 18 ragazzi, Altezza 5, QQ C.ubaturà 157, 50 fr~ cm h~nnowl)e alcuni scarni e s.colorati, probabilNon dissimile dalla -precedente per esposizione e mente. p111 per effetto di prave· abitu,dini, ,che· per c~Jpa dei loc:de, che sebbene meno spazioso .dei tre condizionrigienicbe, la stanza n. 2.dà j15ilo a 17 car011dlor ora s'e fàtto parol:i, pure è 'in tjroporzione col cerate, che al pari delle loro compagne, collè quali numero de'suoi abitanti essendohe la cubatura 134, hanno comuni l'accesso al cortUe ed al lavo'rq, sono 5@, ciò che non vuol dire, che tal proporzione sia· tutte vegete e prospere. quale converrebbe che fosse, giusta i canoni della Sala num. 3 . scienza. (l ofermeria)
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.Lunghezza 3, 6~ Larghezza 3, 84 Altezza 5, 20 Cubatura 75,..28
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PARTR SECONDA Menin;;i&e eerebro-spi~ale
(Stpria ed os1ervaz-ioni del Oott. LAYizzut) Ho credul'o di f,irè cosa rìn.n affallo oiiosa ed·inulile col ptendere 1iola d.i un caso ·dLmMirgite cer§bl'.o·spfoal°e occorso nella sèzi;~he ili medicina ,. dì'retlattlh1 t.ì].e'di'èo dì reggimenlo sig. dòlt'. ·Robbio; per6cchè, quanlunque da un fallo isolalo non si'possano' dedurre~corollarii di pratica ,esperienza, pur~. <tlfando· questo fallo venga calfr'Òhlalo ai molli già stati sollòposli aUa nostra ossem\zioné o a quelli ,che gioroalmenle çi pQssono occorrere. potrà accrescere la somma di queile inauzroni cbe possono grandemente giovarci nello stM,diÒ d{ questà terribile malattia, clic già molle villime ba {atto nelle file del nostro esercito. Deglise-f;ilvr.~ R~~ele sòldato dell'ultima leYa nel ! 0 r eggi!l'lento fanle_r.i~ ~1:rlraya in ci,ueslp spedale la /èt:a' del 4 Gfebbraio p. p. Di temperamento linfàlicò sang11ig'no, di buona coslituzi'One, egli , .da quanto si poLè rìlevar.e dal piantone suo compatriota, è nato da parenti sani, e non ebbe antecedenze morbose di sorLa, ad eccez.iou-e--di qualche cefalalgia ricorrente nella primavera. Di aspeito simpatico. di carallere ,mil_e e do,lcisiimo, offre una di quelle ingenue e semplici natl)re ae_i figli delle montagne, che non mai 'distacca.tisi élal casolare-paterno hanno raccolli Mli i pensieri ·· ed a.ffelU nel limitato confine della ·valle nailiva : Pi·.ullosto ìnèlaì1è'òiìicb , da.cchè sH rp;_vav'é\-',soLto le, bandiere, e· fors e'? già,.i"n preda ai pritni i(rs.ulti 'della: nos•, talgia, il nostro savoiardo era slalo collò ìl giorno· stesso durante l'esercizfo militare da grave ceralalgia, e pe.ggio.r ando 1sempre più il suo male ru in sulla se'ra invialo all'ospedale, dove il medico di guardia sis. dolt. Prato gli prescrisse un primo'salasso. o\ 1 febbraio, mattiiw.L'arumalato, che ha passala la nolte insonne, inquietissimo e gemendo, ci offre i seguenli sintomi : inquietudine generai~. fìsionomi~ trist.e, volto sur:. fuso e rosse le ,got~,. ç!l,lore, 9r.enle til r~onlt ed alla faccia; mentre la le.mper-at;ura .del corpo É\ al disott.o de11a i,ormalc: for.Li dolori al capo, alla 11uca e lungo la còlònna nrlebrale specialmente, alle regioni cervicale e lomhare, opisLolono cervicàle rigidissimo; crampi dolorosi agli arti in fe riori , special mente al polpaccio dell~ gambe: lingua asciulla o biancastra; polso radiale depresso o lento, mentre le carotidi danno un urlo rapido e violento : sensi esterni illesi: facoltà inlellelluali un po' intorpidite, ma il malato risponde. nello a'lle domande che gli sono falle: nessun disordine funzionale nei visc~ri, tlellorace: ventre trattabile, al~o c:hius·o, orine chiare ed abbondan!i. Diagnosi di menin.gile cerebro-spinale.: pr_ogrlo's~ assai riservata. ll sangue del primo salasso è lutto crassafuenlo ma senza cotenna. In visla dell'abballimenlo del polso, e della bassa lemper;ilura del corpo il sig. Medico curante crede di sospendere il salasso, e fr-alla,nlo prèsèrive_25 grammi di unguento 1nercuriale per frizione- da .praticarsi lungo la colonna vérlebrale: infuso di camomilla per bevanda : ghiaccio per bagnuòli sul c,1po. Alla visita della sera i sintomi sono gli stessi, ma più pronunciali; se'no11chè la pelle sì è folla arida e calda i polsi fe bbrili frequeil ti ssi mi. '2° salasso, '
! 8 febbr:aio, m11tti~o, Nollè agitata, deli rio ; l1~mmalalò cercò di fuggire dal leLlo ; continua la febbré ardente, la., cefalalgia, ~a. r~chi~lgi_a , !'opistolooo cervicale, i crampi ali.e eslrem1t~ mfenon , risposte tronche, torpore , lingua an<la e fecciosa, alvo sempre chiuso. 3° salasso : acqua e ,t tarlariizala con ~5 gramm i di solfato di maunesia o grarnma di, nij.110:';, gliiac~io por bagni al capÒ c,he sono. mal !oll~r~ti tlat(agi.Jll_alato. Alla ser.a. gli slessi'. s1rtomi e le eguali prescdzioui. 4° salasso. 4 9 febbraio. li deÌ1rip f-atlosi magg,òre nella notte con grida e tentalivj di.fugil° continua. Salasso ripeluto la sera, otto c?ppelle !carilìcate-lungo la colonna vecteorale, acqua lartaniiala_ con nitro. Gbiaccio come sopra. 20 febbraio, mattino. Persistono tulli i sintomi in aumento e si insiste nel salasso: il sangue, ad eccezione di · quelle del ~ salasso, è sempre coperto da alla e dura cott:nna. Si presenive calomelnno 60 ccnligl'amm\,. resjua di gialappa ~ gramma,. z.uacaro 6 grammi per sel cartoline da prendersi nella gio,rnata. · Sera. Sì ebbero tre abbondanti eva<òuazioni alvi ne· ma del r:slo l'infermo è sempre più aggravalo e sopor~so: 4 t'.> m,gualte alle apofisi mastoidee; senapismi ai piedi ; du~ vescic~nti alle gambe, clistere purgante, acqua tartariiiata mtrala~bagni gbiacciali alla lesta. i~ febbraio. Nessun miglioramento: l'ammalato ·nell'agitarsi della notte ~ì sfasciò i senapismi e i vescicanti, che f~rono r~messi ·il maltfno: si ripete il elisi.e.re purg·ant-e, e s1 prescr1Yono due_cop'pelte scarificale alla .naca. _ Sera. Qualche remìssione dei sintomi : acqua tartariziala con nitro e ghiaccio. 22 id . Si continua nell'uso del ghiaccio e delle bevan'de nitrale i ·I 6 migna!le-ai processi masloidd. Verso le ore 9 antim. fu preso da fori.e accesso in freddo , per cui alla visita della ser.a si' prescrissero 60 centigrammi di solfato cli chinina. 8° salasso. 23 id. La nolte fu ancora inquieto, ma senza delirio. Al malli no l'am.malato è calmo, i polsi sono lllt!OO lesi e meno frequenti, la pe!le,, coperla di tiepLdo ma<lo.tr,, Si sospon~e il salasso.·Ghiaccio.- bevanda nitrala cori 15. 06ram. ai sòlfalo m<lgnesia. 2-4- id. Sensibile. generale miglioramento , ma persisto la cefalalgia: 4-2 IDignalle alle tempia, béva nda nilratn, si concede a richiesta del mala{o un leggiero panlrtlo . 21> id. Uiglioramenlo progre~~ivo'. Due ,·escicanti alle ga91?e, i bagnutJlr ghiacciali al capo ·sono sempre contìnuah. Alla vis'ila della sera si cons~ala un tiùroen.to di calo~e _alla pelle e maggior forza e frequenza di polsi, per cui si sospende il panli'ito concesso alla mallina. 26'febbraio. Nulla di nuovo , lra~nc clie l'ammalato accusa sete e presenta lingua giallognoÌa. saburrale-:· si prescrive calomelano 30 centigrammi, giàlappa ~O ccnl. zuccaro ~2 per lr'e cartoline. Sollo l'azioQe d"u-oa. sola.di queste cartoline 1\1.mmalalo ebbe nella giornata tre encuazioni alvioe. 27 id. L'ammalalo ha dormilo buona parte della notte : decubito supino: scomparsa la ceralalgìa e l'opistotonc: polso <lcbole t: lento: due panlriti a sollecitazi-one del r.1alalo, .Bevande sempre. 28. id. Non si Ìàg~a più l'ammalato èhe di un se~nso di 0
Se gnita il do'ttore-Cerale' diS,C!)rreJ\90 s~!!a ~tiologia di qae-.~t<4morbQ.·, desamen,do dalf~ orcblti,passàtel\dt:ocele prt>sente assèren·do come p,c r la Yicinanz_a _q~lle _paIJ~ la vaginale d.ebba , .1\·lanife~ta islantem.ente òesideri.o lii cibo,,per cui si,..e~n.. qi.ìasi's.emp'r.c'iiìfiammarsi all!Òccasione. di orcliit~; 'i.:'propos1l~·· . •. ..ì ~. . ... ,, .... cede u'n ·4:" dì p'olfo. co~•'dueJmtnesrre.. · di che.Wdoltorc Tappari emmette l'ossen·a·zione.che tr:is,·arso2'~f id . D'. og,gi l'n· p'.o'I n·c:in si' ebh'è·a provved13ii~'òhe' li) 't'i~ ofr tempo. rifoppo lan-go·tduè ànni)'tr.a 1iu1tima$i,n fiainm~ii~11e• stora~{eo io dellefdi''Lé èlell'amroa,latfi., liiq,ua:lèlluttavi~'ll.òri del testicolo .e le, priih~' l!!gnaJlzé ·ratte dal· malafo relative "ii si1>Òlè ~in~e'tiere elié len.tamenle' ne.ti es.sehcl6" dìven,ul6 ih i'dr-oc~l13; ma,ff doJLòre Cerak6,J.1PO.Qe;<,O! .dfre che sa·ranJl.O,prQ.· . gra.do,'di u?eìre ~all' Ospeù•acle,:clrn'il ~ 2~COl'fenl~ ?c'\ge.·i) 58° bahi1.Dlént$l,sf~~,siti Lpr1imi .sintòmi"all'infèrµ10 e cpe la ra'cç~IJa giorno d·al suq higresso. sierosa nél!a :v4·glna.le: paò èpnservàr.sj p_ici:ota per l'ungQ tèmpo.. 1 Ecfovi petlantò \m;esempio di nfehihgì~e èetebro~spi- ~ fitjcbè una :catis_jt:_ioap:p,rezi~4ilf ~·!lt~rin~nà ·ll;19i;nént"9 .rapi'dò n'lìl'è 1l 'id co,nlf.as:ia1bi:lè ·gf-avi-ra ~'~ 'éhe· pur-~ f"u vinnt•còll'opde:ila .~,il.~~lk.~ 11}:o~itda Aixe':\tare. non.s~lefmen~r sènsibite, ~a· frwomo~a '8DC!)~, e;qut çita,,i) casp di _U!l 'ser:g~n~e _j\0S$Ì del pòtv'i' éòraggi'o'saoi'èrHe~un etrérgico, ti'a:m~ììfe~\Ò j c'o~solìf6~J:!e,ggi~~n.to~d'li)f,11Ql~rj.a,, -curato~'poc.o -tempp fii i~· que,st~ ;: dando è.osi c·o'ì:t•tfna é'ù0v'a· 'prova tli falto!lè o'pinìonì sulla mal~tUa i'n discòriiò1 ,e·m'U sé 'èon latilò!lumeiaiì.n'telfellò e . S1i-eilale ") r. .:- · il .. ·quàle.. .pr,esent~ . · · · or.a ,- piccola ,. t.,.,racco_lta.-n~lla va.ginale., c~e a.ura;d~ lpolto'lemJJ<>, 'f~'llQ.:c.onstatato <l~ll~s!es.~Q. ·doJtaP~ :di dcit~iha. dal M,edfocf divi·sforral~ 'di Ctgli'a,ri è.da altrìi Riva. nostri o~Òrf)VQ'li co lleghi. Bel •resto· fe'Cleli alleali della na-· J ~rmina il' do!Jor.e l;~rale rfm.~!lt!a.Jl:~!? :P.~_r li,ier~t~J prese~!t .tura anche. noi com'baÙi'àÌnò ·1e,nostre baLtagli'e e, ·se non a leggere qo\l,n,io ·ei,li §)~~~o p~~iif.i_ca,ya ,sul nosÌro.gi9.i:nale meci ri~·eresce· il c:onfessa~e. lè :sconfiCJe elfo ci ltrccà1io,·.éi.'sia dico·iJJ.torno ...... a ·q{\es\~ inferm.it~',:riportando le l~zioni... déll\illn. -~ t., ) ;\;, lecito qu~J'éhe ,v~i la ,consòla~ei col -regislra·re uha!Vilstre·commendator.e Riberi. lori·a·! -~folti ogg~tti ~i s~f vii io '.oefoparonii il residi:ìo tempo <lèl!a-~: sfioimentò e di debolezza, e-sorride· alla ·promessa faU<!gli ,d'i~ivìarÙ>.,in patri-a io conge·d,0. dii c9~v.aÌ'esce1,1l a:. .
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' TOIÙl'!O:· - ~·L'adunanza dei t 5 <li marzo non• p6{è, <!:vè.re ,, !• ,, ,,..,. .. ...- .. "J'• • luogo per ç,ircostanie di -servmo. --:_· NOYARA. - ·Letto eèl ~appròvato il 'procèss'& i èi'b1Ìi ' Ì.lella j)assala seduta·, si dà principio alla' presèhte::c<llJ"iiivito{fat-tcf oal Br~s'itlclite àl'a ofl'irreiB-atfareHi, clìe adifo'ndp , l~ggé iinh lofif d'iorocele -sinislro.' c.urato:·· felicementè ·èoHa, .ilìiezi.otiè 'd·'·al&obf dilo'Ho. 1 Irdottoré C1;ralé tdçpò ,à\'èr, tiél:ìi'estò al 'dòtl'ore 'Tappìfri s'è alle rip~tiUe orchiti •fosse-r-iroan9 supèrsHte quèll'iùd9rimentè SOl\lO a)1 ·oss'e'rvai'Si.e1},av·é rlté 1avotà ìiispòSta·affet'iùatlya,,~òti~ ti·n ua:1.100 crcd.ere- egl1 ,cbe ì,L moli.vo del ·q11a'simi~ac.~lo sue,., cesso dal Il! priQ1a) ,ptç1:ioo~\sia slill<f sçla, la tfopJ,pìJ.eq'Q,e ~ilaizioo,e, alcoo,licl}; impi~gll_ta, ~ aìSÌ a ne.or:~ H, g1;a!l9.1P'!,).CO p,òhinj~ deJI' alcl>'O.!{~do~~·r.atoj iç,a f¾~S~l19J>~st~to e,ss,er.ijp .<!fÙ',~J!itJ io.naca chi,i .qaell_'alcooJ,s~g,~a'l~,i.!?~gradi e pr:~ ~Y;~qlli~Y~aJ,l~l)0r~t9rjo <C~tllr<}le1 l'iste~_SO ~ot;, ,CrJ!IJ~.ri,V,Olge lì! SOa:,at.tp.Jtz~WJ~'S\)J).ta 0.1) altro m~~~iv~ <!L~ ~~!II~p~ia, fl ~~cita,. ~~le ~ dif,~.,sullo i~J~e.~~.imento gia rimarcato della vagmale,. r1corda.cl:ie q.u~ndo 11male ' ,- • J< •• ~ conta una data remota éome nel nostro caso, esisterà quasi ,, ' . •• ",.. ~39'>1.. . ,.. . 1· • ,· .~"' " . .scmpre_alteraz1one·e nella vagmal.e 1s.tessa e ne hqmi.lo versa1 ib~i moroosai'neòte, pe'f bui llrvénia 'neces'!fariò'ùif lcoital i nto llla.~giore, sta cq-n lfq"ùi~H p'iù I irrHànti si:a' col Mcortéi'e a~f ineto;èh>'"ii'ritièo èlell~ 1iooisib'né : ricò'lida a1l<:òra clftf'Ià%giiilìle·su: tiiséè' aHét'.ài'iòni t.à!i\fl,i 'f'ar~i'lìno1c1itWagi6'~~. e"lqùind'i ,'potc!rsi ,a ra-~iòìl'e dàr ,ll~ogo~à1 dutibio'se la inieziònc·pHinà a1:lo'perata fosse t·rqppo :c!ebole 'per se stessa ò relalivàmente'.allo,;statò dè'lle par.ti da e'CO~t<jJ1S),;1ed.,~gli"è 1,l1opiQiòn.e Cb8:§Ì~ da ammetlersfil seceodo ca.~o ; .OPi!!l!!!\e, ,c;:lii;Hai:~pb\l in lu_i, cJ5,P;y_alida't'a·.d·alla stessa ;~spe1;ie9~~';.. e: ,rl!,cçont?, il '.fl!tto !l,i jlµ ,ièlfOi::.t.le:J\lsfè ,da·lui iOperato, vinto perfellamente con ioieziòb,è ìi;i,assaiipòca·q~,a~t1Jà fatta,.c'J.l} i\Jcool eq ac~~aJ~ll?,ste~se:.p~qporzipµi di)nescolanza di quella usata la prima volÌa in .questo caso. ~
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.t Su irto •del Doli. B.rnoi FH> ')
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Fni:tt,.11:a 'delÌa rotella. - Tra' f divers( apparecchi ,iµ1maginati , ricordansj il Kiaslro. a . cirfaoltò dègli' -anticbi,, ~ ·e1 i ·bendaggi unitivi. serpplì.ci q é111la .ijrula post.e:tiore tl , 1 D'~s·a.ult, 1a1lpar~_çcni6 i sfmica11'alè 'del nor,er. I:'ap~arec'.chio. ae.ll 1aùlòre consiste in ùrra· calolla· niode"llalà ébe, a~plicasi cli: f~Ì~m·ei1le~;·u1fa rotella: unt~rò~·daia o·'semi~ . canale modellato: che fissa, il, memB,ro tra; il quarlò dh J}es~ one e di esle usioQ e fòrzala; e d'una lìJmda ci finn da, a . q1~?,llro C ·aer a,fì_~Jji~" d~]]a· 9.uaJe.: ~~pl')casi_i_l P,Ìeno :a,!· pqphle, alla~cmut,lone I dl)e capi su.p~,nori .ti dJs,opr.a , gli inl'eriori al dìs:otto della ro.teHa, coll'intermezzo p,erò .della• t ~ ~ ·1' 'f ". · I c~lol.t11.mode]JaJa an\eriQ~qfenl~-~ ·del .sf°;li-cai:iale postilr1orm,ente.. . . .Ànc)~ a -prq~p;i to.çl é~Ja fr~llurf!: del few ore,en.lra i''auI tòre n1éne s'oli(e considéra:z.iòni, c.he .ci è giuq,c.o f./>rza Ja:scì1r <la patle,;rnol.eremo~_però 'cfie nel °oén'da'ggi6 ,CÌ[CO.-· fare èhe 'eslènU~si .dalle dila del piede a !'uttà la 'coscia. vuols'i non sòlo éo mprenòere l'a11èa ali' nor.o .della spicà, nia. ahcne la porziqne infefror'e ae!Pa,ddoin'é con· giri èir; '
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dììò ·isr accavalcàno per' OCitèvo.le tr.attò. Nella ft'àffura del zio.ne dei movimenti passivi , seQza scomporre l'app.:1.·recchio. COJlo ·de( femore, le ferule della gamba 001) SODO ·neCèS • sa;:i·e~ka in coocambio vuolsi allora che la ferula esterna Ad ogni descriiione de' diversi apparecchi, l'autore inò""eHa'l \coscia abbracci all'innanzi cd ' a U'indielro lutto il bavoca l'aulor.erole Lestimoniania di 11ùmerosi .fatti clinici il ' • •( ~~10, 1e rèni, ed 10 buona parle di sµ:;11 àlt~zza (addome tier di-m15.slrar.n~ tutta la pratica imp.òrta11za e.cl efficacia . anteriormente. Consacra poi alcunì paragrafi a trattare· ·della rimozione degli-a-ppareccbh -alla posizione da dare al membro , Non esigono cenni particolari le poche consid·erazioni all'allitudine e lrasporLO' del fPrilo; ecc. quelle considP.ra<:he . fa l'a4tore.in riguardo .delle. frallUJ"e.d~lla pelvi, .delle ziooi non offrono p.etiò n;uJ.l;a di speciale da merilare un :Q~s,~,<.lel)ro nç91 sle-rno 1 CJ>·ste, d6lle· oss.a,ma-sçellari. d,el)e cenno particolare·: t'on9 cenni c9.mp1emenlar( necessa.~ii •O"§sa 4ol cranjq, d,e lle. '\7erteb.re, .ecc: nel piano propostosi dall'autore. che non han nÒ uo ,Fmllure complicate~ - Le comp-licazioni forniscono nesso assoluto indispensabile colla descrizione d,i:1 nuovo ,nella maggi2r parte de.i ·casi indicazi·pni ~peciali, indivi sistema di ,11pparecchi. lo stess.o ii,può dire de.I para,dtt:ali che1-dlffi'.èif.e od impbs-sihile 1.l'i'es·c.e' ridurre a precdLli grafo ~ve discorre <l.ella:terapeuti,ca gene!'ale de!le. frat:,gener-<1li cd uniformi. Gli ~pparecchi .modellali al'ppstullo ture, dell'igiene, della deambulazionf', dove traila delle perruellooo di umettare e ioanlenere continuamente ba"cure consecùlivo, ecc. :gfiati i pezw idi medfonion e per lo spazio che resta tra No. n v?gliamo però t-ralasciarc di fo r Mlare il prec~tlo •unafer.ula e Jt'alLrà,.;· le féru\e impermeabili pecme,ttereb <lato dall autore rapporto al trasportareinèlividui.con fratber-0 le irrjgàzioni fred<\e, conliou.e, ecc. In cer(i casi si art.i ireriori su bari>lle, di volgere cioè nelle a. ture degli po!rebbe aver ricor50 all'applicazione-deÌ bcndagirio a li. scese i piedi del ferito innanzi. l'opposlo nelle discese st'érèlle sèparate, come p. e. nelle· Jratture co~plicale perchè il peso del' co'tpò non venga a gravitare sul frall) ~ .<fe11a gamba. -In simile caso le lislerelle dispon'gonsi in tre serie sul r mento fratturato , L'apprezzazione g-ener.ale del sisièma, colla q-u-ale l'aupa_nnolino ed ordinate in modo che possansi ap.plicare tore chiude-il suo lihM, non è in 6rr <lei conti che un rieprrma quelle della pari~ inf-etiore, quindi quelle della -pilogo di. quanto già d.isse qua e I~ sul proposito ad ogni , su-pcriore, finàlmente le me.dia· corrispondenti • al luo.,.o o<:_casio~e di çonfr9nlp c~rpa però · a_nçhe ,di• opportuna d'ella lèsi.one •.ohe debb·ou-o an'ohe ·essere•. più co:rte . bn<le moslrare Lutla Peslensione pr11ti.ca 4i' cui è capace · il suo incrociare 1neno. Si medica con una1;cCompressa unguer1sistema, conchiudcndo é!Je deve essere ulilissimo lulta·ts.t8 e filaccia la. feriLa,. s'invilo,ppa Lu~to il o:ie,ru.bro nel -volla in una malallia delle membra abbiansi a soddisfare -<:olone carda,to, quindr a'a'pplicano. le listerelle ìnferfori ·l~'.$. e gueo.d in, d ic,1zioni :-, -comincianiio,.dal pio~e. poi le superio1+con,i~cìanod dalla • 4. Compressrone mel-o.dica ,ckcotàÌle. più bassa, finairnenle le medie che corrispondon!ì·;1 i~o 0ero ~. C<lol,e,nime_,alo e,sallQ ed immobilità più o meno com<I.ella ferila, eri essendo queste imbricate alroppos~o di pl~a e_pr.9I,mg?la. 1,, quelle delle· al-tre :due serie:, si -comincia dalla superiore: ,S.arobQ.~ .q.4-indi $p,ecì.aJroent~. in.dicato ,nelle .ftallure. :ta~e ùiseo~siziorierr1.rnde· fa~ilc la sc-opertura· <lella ferita e !e successive mi:dica1.ioo1: S'.applica-n.o lìoalmenle le fe- ' of\lle. resezio,ni. ossee, neUe lussazioni e distorsioni , ne' tumori bianchi, ecc. rule ruodellàle; colla precauzione però di fissar!~ separaTenta poi l'autore r~ballere le oilhiezioni sollevate t~11~p1te, a.p.plicand11 cio,\ e fi ~sartdo con c_oreggie con:tro H sub sistP.ma e -,;p~oialtne.t'lle i ,dubbii messi io prmHt I.a ferula ehe non h·w rapporti colla ferita, poi l'alcàmpo su!Jcoiilenimcnlo •ine~allò. sulEimperfella modeltra che si fis'sa- coh allre-coreggic Gh'e,abbraccian:o anche inegua le compression-e. Quand-0 erano forlatura, sul1a la prima ; q_uesla pratica gi-ora pure a faci'lita're la rimomali d'un guscio unico gli ,1ppa.recchi di cartone potezione della ferula per le n1edicazioni ~enza toccare al revano forse ;essere anche imputali i:li occupare troppo stante. a'1)parec-chio. sp·azio 'nei carri. d'ambulanza, ere. ma· ora ridolli "a ferule Qu11n'do la frattura ha' sede in vicinan·za ù1 u·na ~ari'icos~'parate non starebbe più tale obbiezione; cita irr propotazion_e, già lo dicemmo, ,die a prevenire la rigid;Ìzi e SJLO l'uso Cb.e ne fecero i russi in Crimea che li TiceVe1·11~cbilosi giova poter imprimHe alla pnrtè dei movi~àno da _Pielrohurso. Per. l'umidità soccorre aW9_opo la qi,en,ti 1~ossivi_; in tal~ in,tt nl9 l'au lom ellpe r,icor,so. alle lrnl'a alllolio,. l'incatr'amarli, ecc. gr.on!i'a1~ o semicanali arti.colali omero-cubitale fcmoroUn 'obbiezione gr,1ve ~ quelia della difficòllà dì inlrolihiafo,"Libio-lar~eo. È impossibile descri,·pre q~esti apdurre il sistema nell,1 pratica g.enerale stanle le immense _i3arecchi, cbè l'aulore stesso ne affida l'intelligenza alle dei tipi, per età, sesso, statura, volume, con differenze ~iure,; .d.ir<ìmo, però che ·in fin dei c,onli .non ~i pa~9no dizioni generàli , ecr.. L'autore credette ri solverla Gol dire ~11.ro clre le ·gi;ondaie articolale del 1'Ujo-r e di allri, f!!.LLC Qgni uowo cl~ll'ar~~ j_ovrehbe avere a sua disposi_ che rn-carlone. zione una collezione di apparecchi e che in oani casÒ è . o Jn ~orri~pp-,.ndeoza deH'arlicolazione, il semi~canale è sempre facile lrovare dej carton{l e eoLorio çard.a!o, eeoo <:Qme 1_ntcrr~Jlo ·per due lunghe incisioni lrasversalìe non f~zion1{\fSi ~1 momento ~n ap.pai:ec,~~iò, . aP,pli,::_andp nel è conl111uo che, per bre\rè. ri<11to nel metzo; l'arto disteso fratLempo ~fl ~pparecchiq provvisor-io, Per g li ìndividui le due porzio~i semi-fo,jse drlla grondaia appena si tocslor.pii . deformi, gli ap~recchi p.olrehh.ero tendere -a ra<lcano, mentre invece essendo l'arto s.em:-llosso si at:ca,aldiizare l'art.e! e valere aq -avvicioarlo alla direzione norcirno .s11i lati e 'possono essere ,cosi fissale llll'uopo d'un ma~ . , o_o~o. d'una cinghia, ecc. ·con lo.le semplice dispq;;zione Una numérosa raceolla di documenti cosli.tuis,cono facile è \'Cdere come si p.o,s1110 imprimere all'articola-· l'appendice e valgono a. convalidare cerle asserzioni <lei ,
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- t36l'autore, rapporlo alle epoche, alla esclusiva propri-età, ecc. àel sisLema. Dopo il suolo complelo che qui ne porg,emmo, il lellore noi speriamo, avrà potuto farsi un giudizio. derlavoto del sig. Mercbie. Per parie nostra diremo che è un buon libro che il suo sistema merita studio e merila d'essete me~so alla prova della pratica esperienia e specialmente deve interessare i medici mililari per mille ra"giòoi facù~ .l concepire, Certamenle per la nuda esposizione del nuovo sistema avrebbe bastalo ben meno; ma-olrreal merito dell'erudizione, l'opera dell'egregio scrillore, ha un -v·aJore int·riJ1seco e costituisce un lavoro completo . . sulle frallure: le considerazioni speciali, gli studi storici hanno un'ìmporlanza pei con fronti, valgono ad rllùminare il !et.lor~ sul merito relativo de.i dive.rsi ·mezzi c~rativ'i pr.opost"i, ecc. Sollo que~to rapporto adunque non è solo: scusabile Fautore, ma dobbiamo felicitarlo giaccl,è e_òbe per iscopo, come egli stesso a giusto tilolo ci dice; di colmare una làcuna esistente in questa parte della storiu chirurgica, 1·iu,iendo sotto picco/ 11olm11e i documenti i più proprii-a-dare mia giusta idea dellè dioe,.se [asi, c.he 1a tetapeutica delle fralJure ha percorso dai tempi pìtì m1tichi fimo a noi. A.I postullo poi l'autore sa, e lo confessa, che il suo sistema no.~ è neppure il perfetto, e se ripete con compiacen'Ulil complimento direttogli da un entusiastico collega: , c'esl e: trop simple; il ri'y aura désormais plus·de merile à « trailer une fra cturel » Conviene però che io .certi casi gravi, complicali, ecc. il suo mrlodò ·potrelibe essei:e -meno inòicalo di un altro; conviene ancora chè_si richiedorio cure, dili genze, esperienza, ecc. Ed in proposito ci sia ·lecito l'esporre un noslro dubbiq: « il.m~tod_o.) ecc;"el·~ )enl~, ma come di metodo che esige una .cer.La 1:(eil~rez11 ia, una certa abitudine di mano neJ}',ii.ppr.est~ ~ ·eccat< .nico dei pezzi, è pur gi uoco f?rza·il confess·a.re·:cheinon 1< darà in mano di lulli quei risultati che ne oni~oeTau« tore, perchè appunto ne' lunghi studi, nel, lilri~(oJavoro (! consacratovi, nei ripetuti tentativi, a_ cquislò la cono" scenza, l'alliludine meccanica ad inanertité. minute {( particolarità, dalle, quali dipende l'esa\lezza, ·ta bellez" za, la perfezione cl egli apparecchi, e che formeranno .i pur troppo un pericolosissimo scoglio per chi vi ~i vos. glia cimentare: ccrlamenle però la pratica e l'esperienza « apprenderebbero ad evitarlo. Il ( 4)
( 1) Non sal'à certamente discaro all'egregio -autore 11 sapere rhe peÌ Corpo ,aoilJriO milìtare Sa·rctogli a'ppaiecchi mo-dellati non sono più ona novità. All'epoca ilella g_oefra d'O-rfonte, il nostro Cònsiglìo sopériore sànifar-fo miÌitare, ,eer.cò realiizare a beneficio del Còrp·o di Spedìziooe· quei ·vantaggi e ho da tali appa·recchi parevansi poter 'sperare ·a giòdicarne dagli S('arsi ed ihcompioti ce1rni ch.e·allora se né avi vaoo. Ne furono infatti conrcziooati mollissimi, che dopo .ripetuti e la-
BULLETTINO 'UFFIZlllLE'
Con mi1tiste1·iale disposizione dei 18 d'aprile 1859
Il Medico cli Reggimento sig. dott. )fis~ore dal Forte di Lesseillon fu traslocato presso lo Spedale militare di,isionario di Torino per essere comandato presso i depositi dei Cavalleggieri dj Pinerolo. Co,~ mini~teriale disposizione dei 21 d!aprile 1859· Il Medico Di.visionale oav:. ~Ianayi•a dallo Spedale militare divisionario di C,agliari ,fu traslocato a quellò di 'l'orino· (a ·di:sposii-iorte). Il Medico di Battaglione di 1A dasse s'ig. Uor•-
ltetta id. id. id. Con Reale Decreto dei 22 d'aprile 1859 I Medici divisionali sigg. cav. Bobeccbl, dot-
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tore Besozzl e cav. Rima furono richiamati: dall'aspettativa in attivo servizio e destia~ti i due primi allo Spedale militare divisionario ai Torino( a disposizione) e l'ultimo presso.la R_e Casa Veterani ed Invalidi in Asti. , Jl Farmac_ ista di Sa plasse, sig. Bosca~~o fu pure richiamato dall'aspettativa in attivo servizio e destinato presso un'Ambulanza attiva deU'Eserctto. Dott. Giùseppe Vinci, soldato nel Battagiione d'Amministrazione, nominato Medico Aggiunto.
_borio.si ~cntalivi p11rvero llhbaslanza buoni, e se rre d'otarooo ii cassoni' e cofani d'ambulaoza. Per 4are agli apparecchi insieme alle be.Ile, fo,rme d'-m.1 esatta modellatura, anche talla la necessaria solidità, è specialmente per impedirne ogni lleformazione, si usavano nella loro preparazione due strati sovrapposti di car1o·n0 sotlile, collocando fra i due strali uoa tela grossa e robas.ta, e riunendo il lntlo con colla; si verniciavi100 poi con colore aJl'(liio. Presso a poco s'adJòttarooo senza nverué notizia le stesse norme rbe adottava il Pelikao a Pietroburgo verso la stessa ef!!f3. Tra gli oggetlr compooenli il materiale delle nostre ambulanze figa• rano o~gidi tali apparecchi modellati in buon numero e più specialmente q11elli per gli arti iuferiori, come pore vi figura una certa quantità di cartone io fogli per la confezione estem· por:inea di apparecchi di simìl geoere. Questi apparecchi modellati far ono pur quakbe volta impiegati iu Crimea, ma le relativ!' osservozioni sgraziatamente oon furono raccolte, e fu quindi impossibile il concretarne il pratico giudizio.
·11 Direttore: Dotl. ca,. AREhl.A ,Mcd .,Div. 1
Il Vice 'pirettore rcspons. Doli. i\lANTELLJ, Mcd. di Dati.
Tip, iubalpina di
ZoPJ>IS
e Cc,mr,. - Via Alfieri N :!14.
N. 1 8. 2 Ma~gio ,t 8a9 AN~O \'Il. ..__,;.,,.~-------~---------__;;...;;... _____________ ___________
GIOUNALE DI MEDICINA lUIIJITAll-E DEL CORPO SANITARIO DEl,1/ARMATA SARDA L' associazione n on si ri ceve che per un anno 11 comin ch1 col I " e.l i~, nn. Si pubhl ic.i · n··l Lono,jj di ciascheduna settimana. Il ~rez:io:9 'a.ss.ociuiìone in.Tofì nò è diJ.,. 10. In Provincia. ed all' Estero, fr.anc(l di ·nos la L .. 11 . Si·pa% .a pe r semes tri a nti cip,t ti. S0~n1,rn ro. - 1 o Pro!'. I\ rni:a1: F'r~<\ ·te in fì t1mm:izio ni sonvr n e alcune che possano clirsi· a b;1se art~r~os~ e~ ~lh:e_a _b ase venosa ? - 2" R~!(i Dee.rei\ e clispos 1~11'11) 'ttl r~(sler 1ah l'Clalive al ser vizio ed al Persl\iale San_1t11n o-llf!h ta re prt'sso l' Esercitp in Gampagoa. - 3 Bollet boo ufficia le.
PARTE PRUIA Alla lellera del chiarmo professore CARMAGNOU r.he, esLralla dal Gior-nale dell' Accndemirt R. Medico-Chir1iryica ili Torino. pubblicammo oel N° 1 di queslo periodico per il volge11le anno. l'ill ustre presidenic del Coosiglio §,uperiore Militare di Sanità il protessore commeodat. lfrn1m1. in alcune: torn ate dell'Accademia stessa rispose con. la scguen.le )fe1p9ria, Ch!I parimente .riprod uc:iamo dall'.a,nzidelloGfo rriale., persuasi che gli Associali ci sapranllO'·buon grado di !!oler avere soll' occbio uoo scrillo scientifico colanlo maeslrevolmenle ed erudi tameolc svollo io ordioti ad un argomento allrPllanL'im1for.lanle quanlo sin qÙi poco trattalo, qual'è quello della flogosi venosa.
LA
DIREZIONE
MEMORIE ED OSSERVAZIONI Fra le infiammazioni son1Jenealou1te che possano cl·irsi a base arteriosa ccl altre a base venosa (-1)? ProJJOsta du/Ji tativa 1/,ctl chi'arisshno 7m,fessm·e C,IB.MAGNULA falla cil pto{esso1·e C. R IDER! e da questi spianata 1tel·seg1.wnt{} modo nelle sedute ctvç,ader}1liche deUi' 25 'Cli febbraio e 11 di mm·zo 1859. Io ho accettato con soddis(azìone l' invito cb'Ella con pari gentilezza ed amorevolezza mi ha fatto di r ecare qualche schiarimento intorno al valore intrinseco .rappresentato dalle espressioni (l,ogosi :venosa, fiogosi a base venosai v.ènpsità, ecc., delle quali mi .sono servito nell'occasione •.c,he s'è (liscusso nel seno di quest' Accaaemià l'argomento dell'artrite blennorragica. Lo 'bo ar,cettalo, dico, con soddi3fazione cotest' invito, percbè mosso da un collega con cui da molti 1usLrì m'uniscono lègami di soda, vera ed alJelt uosà slim~, e con cui el;lbi pul'e per lunghi anni comune:" là carriera militare e contin uo ad avere comune la· t at ciera :universilalìa. E dico ancoi'a che lo bb accettaio e~.~ soddisfazione, percbé, essendo dettato da un vero s,pirito di scienza e di mutua istruzione e vestito di forme degne e garbate, collima esso per pelo e-per -punto con le idee in me radicate su le discussioni scientifiche, ciò ~ono cbe non delJba pren(J) Ve~i .ìl Gi o ro:,le delle 's'c 'i enze mediche o. 22, 30' di ·di cembre 1858; pag. 346.
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dersi parte all e medesime faorchè quando il con cetto scientifico ò il lo r esclusivo intento e quando non escono mai dai lim iti dell'urbanità, e che sìan9 da sfatare con il disprezzo del più ostinalo s_ilenzi_o quelle ctie nascondono, sotto l'ipocrito velo di scienza, turpi tendenze e passioni macchiale di personale egoistica speculazione. Credo in nanzi tatto opporluno premetter alcune rapide considerazioni fisiologiche ed an~tomo-patologicbe su le v~no e su la diffe renza di st~uttura cl)e i ntercede fra le medesi me e le arteri e. So che queste ed.altretta,Ji consid(lraz-ioni ch' io metterò innanzi nel corso della mia scrittma sono per Lei, chiarissimo professo re, cose vòlgari, ma spero però ohe me le consenlirfl inùalgente, come quelle che a ni~nt'altro mirano fnorchèa rendere piùfaèilo il mio assunto. Diflèteww di st,·utti~,-ct tra te vene e le arterie.
Nel far un r~pido ceqno della diffe renza çb~jnteroede Lra la strnttura delle vene e quella delle arteri e, m'l:,niformerò ai dettam i dei più recenti e più-.illostri micrografi, fra cui primeggia il Kollikor e-be con diligenti e profondi studii va ogpi giorno alzando il velo che copre i più astrusi argomenti d'istologia, e dirò che, dotate di mollo maggiore capacità che non le arterie, Je, vene sono p·erò meno con Lratliìi, piu sottili e perciò più flacide .che non queste ultime, e ciò per'la minqre evoluzione dègli elementi airntomici di contrattili tà e di elasticità. Sovente non più spessa nelle grosse vone che non nelle mezxane , la Lqnaca inlernà è però meno spess~,. ma., secondo B~elard, più resistente che non qucila dell e arterie erJ h.a altron de apparenza (l'uguale s~ruttura. Di colore io generale grigio-rossiccio, ma non rµai giallo come nelle arterie, la tonaca rriedia contiene una maggiore copia di tessuto unitivo, minore numero di fibre elastiche e muscolari cbe non la tonaca media delle arterie. Un'altra differenza eapitale tra i due ordini di vasi è cbe nelle vene questa tonaca, ol1r'agli strati di fib re trasversali , contiene sempre strali d1 direzione longitudinale. La tonaca esterna delle vene è d'ordinario la più spessa e la sua spessezza è quasi sempre in ragione dirntta del volomo delle vene. Però in alcuni siti manca essa , come nelle vene cerebrali , in altri è assai tenue. ed ill alcuni molto spessa , come i;:iella parte della vena porta· cl1e .si dirama nel fegato) dove
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Son alropposto prive di fibre muscolari: 'l O le vene ebbe da Glisson il nome di capsula. La sua struttura della porzione materna della placenta; 20 la maggiore non differisce guarì da quella della tonaca esterna parte delle vene della sostanza cercb1:ale e della pia delle artorie, se non che in molli ~iti, spoci~lrilente madre; 3° i seni della dura maùre e le ve:ne degli nelle vene addominali, offre fibre longgudina1i, soossi; ft.o gli spazii venosi dei corpi cavemosi; 5° le vente bene disUnte, il che dà a tutta lii parete vevene della reiinà; 6° quelle cl ella milia cli alcù ni nosa un carattere affatto speciale. mammiferj~ Le veiic minime sono, stava per dire, formate soltanto da un tessuto unitivo vagamente Ohrillare od Le valvole possono considerarsi eome un prolunomogeneo e d;t un epitelio. GÌi elementi morfologici gamento della_ tonica interna e dt~lla tonica media dell'epitelio sono oblunghi o sferici e presentano un delle vene, comcccbè, secondo l<iilJ.iker, siano sprovnucleo ovale o, rolo11do. Il tessuto :nni.tivo pgi iorm? viste <li Iìbrc muscolari. unrt tòm1ca esLerna relativamente spessa ed ollracciò ' Io quanto ai vasa, vasonmi già veduli nelle vene da uno strato più.soltib che fu le vecidelJa tonaca me(lia: Bartolino, Boerbaav~, Low-ero, 'l'ulpio, si distribuitant'i.o qnelfa.quanto io qt1eslo la direzione delle Dbre scon o essi in modo cfoerso nelle arlerio e nelle, vene è longiludin.ale. Al disotto di due centesimi di milscconùoche 11rovarono sperimcnlalmento dne illustri limetro di diametro .le vene perdono progressivailaliani, Port<1 e Cortese. 11 profeS§Ore Porta (Su le mente il loro tessuto nnit.ivo estN·no .ed il loro cp i~ altfJJ'azinni patolo?1ichc delle ·ai'tC:-rie, Milano, 1845) telìo, dovechè lo slraLo medio sembra continuarsi provò che ]e pareti delle vene sono inLieramenlc vacon la ml') mbr:ana amorfa tlei capillari. Lo s(rato muscol,ari e che .le numerose reti t1ei loro vasct vasonon, scolat:e poi ed in genere lo strato .a f:ibrn circoJari passando Iiberamente sLra.to a stra Lo l' invoglio .cellu1100 compaiono fuorcbè sopra vene dL cinque ccnLeloso, 1'aggiungono la faccia esterna dell'interna tonica simi di millimetro di c1iarneLro. del vaso, dove si disporùono ad ùoilazion.~ pcrrotta Le ve1w cl'un clicmietl'o 1nedio cioè da due a sei e delle reti vascolari éhe si dislrlbuiscono alle memnove rµ_iJlimeLri, come le ven.e sottocotancc, l~ rene 1 brane sierose: oudecllè risulla che nelle rene la toprofonde dei membri ,. inchiuse la bracciale, la ponica in terna ç a contatto e..sqlto l'immedi ata inf10tmza plitea e simili, sono notevoli per l'evoluzione assai delle spessissime reti vascolari dcli.a tonica cellulare, consi"derevole della loro tonaca a fibre circolari. Parmentre nelle arterie la stessa looaca è disgillnla da ll'esterna per lo sresso tramezzo formatù çlalla memticolarmente distinto sopra le vene degli arli inferiori, brana fibrosa ln qt1ale naturalmente non le permcue ques(i\ tonaca è di colore giallo rossiccio e trasrersalmcnte striata, come. nelle arterie, ma mollo meuo fuorchò Fa1J:i vo di un piccolissimo numero ùi esil issimi vasi. Il Qor~ese poi (Sull'i?!l·inw str-itUw·a tlellt:; gl'Ossa, ·giaccbè non ·supera sedici centesimi, di millimetro neppure uei siti d0ve raggiunge h1 sua mag-· to11ache rrroz,wìe dei vasi. Atti dell'Accaclemia (li Pagiore grossezza. All'opposto di quanto s'osserva su. dova, ·I 8!i6) con l'aio lo ù'iniezion: e con osserva7.ioni d'anatomia c)om parata r..onfermQ che i vasi sangu igni di le arterie, è d0ssa c9.mposta di strali tl'asvorsati e di cui ricca ò la tonica cell11losa ùcdte vene, attraversano strati longiludroali, fÒrmati i primi da tessuto Ul1ilirn ordinario e da fibre muscolari liscie, e gli ultimi da la tònaca media e si conducon a far evidente comparsa, sotto l'inlcròo epiteli o, 1:ome ha luogo nelle vere fibre ·elastiche riuni te ìn l'orma cli 1·eticella. membrane sierose, il che non succede nelle arlerìe, La tonaca intema. dello vene d'un calibro medio ùotale come sono dello strato crasso ·e poJposo della cioè da due centesimi di miUimctro a nov~ non è, tonac,(· elastìca che è il loro precipuo elemento. dove .s'io0ontra più sottile, composta fuorche da uno Se in ordine a' nervi ru uoiverS'almente ammesso stnto epiteliale a cellule allungale, da una lamina che le piccole dirisioni venose clistl'ibuite negli organi striata a nuclei e da una membrana elastica longituerettili ùi cui ·parlerò t\'a pocw, son abbonclaùtemèntc dinale. forriite òi nervi organici, furoo essi poi da alcuni riLe vene pù~ voluminose differiscono dalle veoc cli fiuta ti àllc tònacbe delle più grnndi ·vene. calibro medio per la poca evoluzione della loro toOggigiorno però, dopo le min11te dissecazioni ·ed naca media, specialmente delle sue _fibre mustolarì, ju,·estigaiioni di Chassaignac, Soemmering, Weber, e per la frequente esistenza degli elementi di contrattilitit nella tonaca est:erna. )~,u_tz,er, Lohs_tein,, ~ìurray, Fienlc, Bicldor,, Arnold, Valentiu, è provato fin alt'ull:iroa CYidenza ·i10n solo Tutte le (J'rosse vene che imboccano nel cuore sono per 1.m picioto tratto coperte nella loro esterna suche .le grandi. ed anche mediocri vene viscerali, speperficie da uno strato di fi.hr!J mnscolari striai.~ e, dis cill.lJJente le cave.e la vena p,or~a, sono forn ite di nuposte ad anello . merosi nervetli gangliari grigio-rossicci, ma che queSonvi vene in cui esagerata è l'c\'oluzione dell'clesti s.ono veri 1w1·ui vaso1·u.rn, come dicono gl i anatomonto muscol.are, tal ì s~nci quelle dell'utero gravido, mici., cioè destinati ai vasi sles:;i e non solamente·aì nelle quali le fìbro muscolari occorrono, non solamedesimi applicati, por essere i 111ù ccmdoui, come mente nella tonica media,. ma a,nche nelle toniche ioterna ed esterna con direiione· longitudinale in qne- 1 suce,ede ii;i molte arlerio, ai diversi 0rgani al fine di presiedere alle loro funzi oni . st'ultima.
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Dei tiasi detli intermedi o cc1pillm·i . Nell"uomo, eccettuali i corpi cavernosi e la placenta, le arterie. e le vene sono tr,a sè comnnica nti per l'intermezzo dt reticelle formate da fin is::iimì vasi, tlelli perciò cgpillari, oolant0 ben ill'tlstn1ti da. .B,~rres. Consiston essi inuq~ ~em pl'i ce mùl'nbl'ana i1t11o{fa c.pr,erta ·ai nuclei d;1 c_ell~11,~: ma Lnn10 ·aàl lat o tle1!e '11'teri0, qua hlo ìh quellçi ifolle veno 1;1 transizione fra i due ord ini di vusi·soccr~r.· cosi gradoa ta ecì insensiliile che io alcuni luoglii (ltl loro Lrc1g~llo ~areiJbe impossibile ricouo.scer i can1tteri distintìri d'una o deil"altra di visiono gene:ral·e ammessa io istologia . È però cosa naturale che, secondochè sono situali dal lato delle .arte.rle od.a .gue'.llo deflr. ve11;e • questi vpsi capillari debbano e~s_ere.. consi51crati qoali vasi di transizione a,rterio~a o veno§.a. 1 ver:i vasi ca"piHari sono , dissi téstè , formati da unn rnembran:a·aroorJa e jali na che ora è sottilissima e notata da uu solo <\On lorno , P,rl ora ncqDisl.a 1111:i grossezza e.be raggfunge dai duo ai diciotto millesimi di mHli melro ed òJirnitatn da un doppio conlorno rli stinto .
esterna s'aggiungo1, o ·una tonica avventizia amorfa ed alcune cellule muscolari. 1 vasi di transizione -venosa sono meno drsLinti per un cel'to tratto ed alla loro faccia esternn s'àgginnge un o strato omog~neo, tempestato di nuclei, che può aversi qlrnl à ~essuto nnitivo . I11 somma i (~~pil!ari s-emuran o trasformarsi -in•vusi riiù ~ross·i metli1nlc la giun t;i di strati nuo vi su la IOl'<l, .sn1rerfrcie ii11terna ecl e-sterna, clovechè la loro mendJrana pi-o pri'a si uonlinua con lo strato elastico della tonaca interna. Queste materie venni, chiàr1110 Professore, esponendo con qualche diffusione pcrclJò credo che abhian 11nn gramle importanza fisiologica e patoi ogica che apprezzerò più Lal'd i, f\ perchè Ella veda cb1 io non potre'i cònsentire'n ell'opinione, che ba 811a dichiarata: 1< il sistema capi l.l aÌ'e distinguersi clall':irterfoso ·e .dal 'venoso per anatomica sLruttllra; con IO sm:igllarsi ed asstitiigliarsi le- fib Pe dei vasi c:i pillari scomparirè la tonaco esterna é la· mcc1ia arteriosa. e rimanere essi fo rmati un icamente dalla memhrana io Lerna vascolare; non esservi differl'nza òi ·1ruttura in·quel ponto dove il capillare cessa d'essere arterioso per Uominùiare art esser venoso , » l\"on potrei, tlic.o , consenlire nell'opiuione di Lei, pcr('M s'allontana dall'osservazione el ci piì1 mot!ern i microgroti, siccome può facilmenle rilevarsi dalle coso che [10 Lesiè dette su ilconto dei fJasf ct1pìllci1:1: e quelle che ha Ella rriesse innanzi , princrpahi,en'tc in riguardo della loro tonica interna cbe è àài micrografr deua membrana propria e cJ1e, secondo KoJfikcr, si contin ua con lo stra to elastico delle tonica interna delle a1·terié e delle vene.
Il cl iametTo dei capillari oncleggia nell'uomo fra cinque o quaHortlìcì millesimi di mi lli metro. Posson essi dividersi in capillari fini che hanno da cinque a :e;ette mil lesimi di rni_llimetro di cap~èlt~, e.d in capi llari gr.os~i, il· cliametr(:)) lei quali oulleggia fra novc 'e quattordio( mì1 Les,imi di-·mffl.iruefro e.so r10 forniti éli parete · grossa e di nuclei numerosi. I capillari anastomizzandosi fra sè fo rmano reli minutissime vascoiari, la fo rma delle quali , fatte poche eccettuazioni, ò costanlemcnlo la stessa per un deterModo con cui gli elementi del scmr11,c si di ~trib-riiscouo minato organo. È tlessa in qoalche modo caraLterislica alle parli solide e subonlin.ata allà disposizione ùellc parti elementari , òell' organo ed all'energi a delle sne funz iòni. Per ri11 Oui<lo nnlrizio, distribuiln a tulle le parti da vasi guardo al la i)rima cohùi'zione havvi una s·eri·è cli tes- ! più o meno nomernsi ll'ei q1~nli si move con ·grande suti ir.i cuì non penò,~r~uo·m~i vasii come le,fibre .mus- 1· rapiditù, è sommin istrato acl ognuna delle ·medesime colari stria te, i fa~ci di tessuto unitivo, i tubi nervosi, in varia propol'zione secondo iÌ grado di vasco1arilà )e cellnlo ù 'ogni speGie, le vescicole gb'iando1ari. La stésse parli, grado ùOtesto cue è_. e fu già detto, ?elle funzione 1ìsiologica è un,1 condizione ancora più essenm relazione con l'attività delle fuuzion i d'assiwilazione ziale o<l è legge generale che <JUanto maggior é l'ate di tlisassim _ilazione. Ovunque però, insino nei testività d'nn organo, sia ùhe si riferisca questa ad atti s~ti pi ù ricchi di vasi, i capillàri sanguigni non si di nutrizione o di sensazione ossia elle si rifèrisca a d,~·~mao?,, come fu_già notato, acl ogni elemento prifunzi on i disecreziori_i o d'assorbiUlento, tanto pi(1 fitta vo eroe ad ogni fibra o ad ogni cellula. Ma sonvi m1t1 è la reticeJl11 capiflarc che alimenta quesL'organo e isolette di sostanza organica circoscritte da11e :maglio _pii1 ab~)onàante la quantiUt del sangue che Faiinaffia. delle reticelle capillari e ri\c0bindenti fibre nervose, Le r<iticelle più fiLte, sono quelle che s'incontrano muscolal'i , cellulari ed altro, le quali 11011,sono solabegli organi s~<:,re,.Lorì od RSsarbenti, come le ghhnmonte senza vasi, ma ancora senza relazione in -un dole, sopraLJ1Lto i polmoni, il rogato, i reni, poi le grande numero cli punti con i. dntli sanguigni. È dunm?cose. M,olto piit-diradate sono coteste reticelle neque necessario che -gli elementi del sabgue si stravagl! ~rgani a ?ui non arriva il sangue fao rchè-per nu- sino per nutrir i tessuti organici. · trir11, come I muscoli~. i nervi, gli organi dei sensi, EffeLLivamente, lo studio microscopico della circole membrane ·sierose ed i lendi ni. lazione sanguigna capillare dimostra ad evidenza che li modo con cui i capillari si continuano con le ari globuli sanguigni rimangono sempre distinti-gli uni terie e con Je. vene non ò facile ad essere seauito. dagli altri e che _passanò Jrnrc sempre dall e arterie Verso le ar~er,!~ I _c-apH\\\ri diventando più larghi, ofnelle veno senza uscire dai Joro piccoli dutti giammai. frono· nuclei pm rxstretti, mentre che alla loro faccia La parte fluida cbè serve dì veicolo a questi cor-
-H,0.pus0oli cioè il plasma può sola uscire per esosmosi dalle loro pareti, infiltrarsi nei tessuti ed inaffiare ~iascbeduno dei loro elementi. È di fallo questa-dis.soluzione d'albu~ina, di fibrina e di saii che sommi:. nistra ai solidi org:mici i materiali della loro nuteizionc. Però la parte globulare del iangue che iron p1,.1ò con la sua forma propria uscire da~ vasi ! non .rimane estranea al làvorio·•nella.nutrizione, poicl~è i globuli che, attraversa'Ò..dq i polmoni, hanno, pèr l'influsso dell'ossigeno atmosferico, acquistato un colore vermiglio, divéotano .nerì attraversando. i capillari., dove sembra cedàno ossigeno ai tessuti. Dopo queste premesse io sono, chiarm0 Professore, dispiacente di non po.tere del tutto acconciarmi alle idee ohe ba manifestàte dicen<}.o :
I!
i materiali dell'a,..
Um~ptaÌionc, sub\te tante elaborazioni e ip.ot~D?:Orro,si ~llimicQe sotto il dominio. del potor,e vitale nella..t hi.mificazioue, chilificazione•e sanguificazione, vengono .finalmente depositali nelle cellule dei LessutLper convertirsi in garte·intègraote dei medesimi. » Imperoc-ehè se per cellule dei tessuti noi intendiamo di-.parlare di vani, di pic_cole catità esistenti fra fibra e fibra, noi ritorniamo alla vecchia idea, onnioamente sbandita, che i Lessu.ti ra-ppresentassero tanti corpi spu_gnosi, uelle aiuole dei quali fossero deposti i matc.riali di nutrizione destinati ad unirsi con gli elementi ,dei tessuti stessi. Sé pçii .noi intendiamo parlare delle c,ellulo come elem~i)ti primiti.vi J1ìOtfologici, ci si affaccia subito il concetto scientifico che queste si,,Jormano, si svolgono e si ripl'oducono a spese del cf;stohlaslema che è il plasma del sangue uscito per esosmosi dai dutti sanguigni.
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bile d'ogni loro competenza sì in conianti che in natura vorrà essere inclusa in quella del ballaglione ,l'amministrazione; epperciò le paghe ed ogni altra preslazione venir loro cor-risposle per mezzo del comandante del distaccamenlo di dello battaglione addello a ciasç_una -ambulanza o speùale temporaneo. '.Essi continueranno pure a far parte effettiva d,el pro:prio Corpo o spedale anche nel caso di prornoziOO'e;.e sebbeoe fossero per risul~are in eccedenza al rispe.LLivo quadro di formazio.ne. 2° li Consiglio d'amminiskazione <lei .suddello ballaglione compilerà p.ei medesimi apposito foglio nominativo di competenze, che. verrà conteggiato nel foglio genera.le delle competenze del ballaglione. 3° Le robe che v:enissero distribuite dai magazzini dcll'lntendema g_enerale;;d'Armala al persònale sanitario e fa rmaceulìco addelt.o alle a-mbulrinze e spedali anzidetti dovranno consh!erarsi come prelevate per conto d'Cl ball~glione d'amminislrazione, e verranno in proposito osservate le regole sancite coi §§ 85 e 86 del regolamento 4.0 aprile· 4859. 4° Alla fine d'1,gni mese l'aozidello Consiglio manderà a ciascun Corpo o speda le nota esalla di tulLe le variazioni a-rvenule nel deLto personale che possano interessare la leoula dei ruoli matricolari . Pel' il Ministro, il Direlto1·e get1ei-ale A. Dr - M ONALE. ~" Le truppe deU'eserdLo allivo sono considerale sul pie<le di guerra ·rispelto all'avanzainent'o a far tempo dal 27 aprile corrente. 2° Le !ruppe dell'esercito allivo sono cons idetale_sul piede di guerra risp·etto all'amministrazione della gìusliiia penale Militare a far tempo dal i O mag~o prossimo. ( Dal Giornale Militare, !.'io 17, pa~. 363 e 365 ).
PARTE SECONDA R. D_ecreli e disp~sition!ll'iùttsleriali _c~ie pù~ o .meno
Richiamo oll'esatta osservanza d.eltc Avvertenze del 1855 sttlte indicazioni d.i ferite, infermità, ecc. 1 ' ·
direttamente ~inferiscono al ,servizio od aJ personale Sanitario Militare, estratte per inli,eroro p.er-•q .sunto dal giornale !ifi[J,lare del volgente anno,
( Segretariato ge1.1erale - Divis. Personale, Sez. 1•) CtaCOLARR
N. 3762 -
Tori110 28 aprile 1859
AJ I' Jnlenden!e Generale d'Armata
CO~IPETBNZA DEI UEDICI E ltAR~IAClSTJ aJILITARI { Direzione generale Cu\COLA'l\E
òivis. Contabilità dei Corpi, Sez. l•)
N:0 37. -
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Torino ! 6 aprile 185.9.
Ai Com.unrlauti dei Corpi; ai Oircltol'i degli Spedali; all'Intendente generale d'Armata, ed agli u'méii 'd'·folcn~ deoza Militare. Per facililare ai Medici e Farmacisti .Militari addelli alle ambulinze ed agli sped?li -~empora~ei il,meizo di ~iscuotere le loro PN;he, e s.tabilire ad un tempo norme uniformi di con legg}o, questo 1Hini$Lero determina: · ~ 0 Gli uffizi ali s~oilarii ed i f~rmacisli destin,ali p~ess.o le ambulanie e gli .~ped~li tempora noi in camp.agna .continucr~nno bens) a .fare p.arte etfo~tiva dei CQrp,i e .degli speoàli dai quali vennero dista9c,atL,ma la gestio.ne conia-
Nella campagna di Crimea degli anni~ 855-~856 fu1;ono generalmente poco osservate le avvertenze emanale da questo Ministero il'3i marzo 4855, (inserte nel nuovo re~olarnento pel servizio sanitario militare in campagna) specialmente· per qua.nlo si riferisce alla prescrizione di irid'ica·re lanlo sui big](elli d'.enlrata negli ospedali e nelle ambulanze, quanto silÌ' quaderni di visila è sugli specchi di cui è cen1.10 all'arl.0 6. delle summenlovate avvertenze, i I (Jenel'e delta rnalattia ; la parle ferita où inferma; la natura e la causa della ferila od infetmilà; il luo90, il temvo e le cfrcoslan.ze in cui la ferita o l'infermilà è stata dal mililate inconlmta, per cui fo assai scarsomeol~ raggiunto lo scopo che il Minislero si propose nell'emanare le dVverlenze summentovate. lp non disconosco che l'adempimento delle prescrizioni anzidelle può in cerli casi riuscire momentanea-· mente non s.empre facile, ma so ahresì che mo.lle:4iffi-
-tHcollà si superano col buon volere, e d'altronde le ridell-e prescrizioni che· non possono in momenti slraordinarii essere .all'istante eseguilt, possono esserlo dopo adempiti gli allri:,pin gravi doveri che non debbono-essere assoJu,. lamente differiti . Il lavoro, per cerio non indifferente, a cui d.à luogo l'osserrnnza delle u1•ver len~e di èui si lrall,a, e specialmcnle la co mp1laz iono degli s pecchi slab,lili .dall'a.rL. 0 6 delle medesim~, riesce ulile io quanto solameo.le I'osserva.01.a e la compilazione summentovale sono eseguile. compiutamente e colla voluta esàllezz'a1 Nella prolfabililà di una nuo;va ~u'e rra io non posso, imperlaolo ristarmi dall'ì.nvil_ane la S. V. a vivamente inculcare al personale sanitari°', ai direllori degli s'pedali ed a oli uffiziali addeUi aTie ambulanze ddl ' Armala l'obb~go che l oro corre di scrupolosamente allenersi alle av11ertc11ze più volle ricordate. , Cl Ministro ~ ,A. fa Man~QJU: ·- - -- .. ••»*<<••~- - - --·
MINISTERO DELLA GUERRA. Torino 30 aprile t 859.
R. Decreto pel quale vengono stabil-iti li quadri sul piede di qnerra dei Medici e Farmacisti inilitari. EUGENIO PRI NCIPE 01 S.wou.-C.n1GNANO Luo!]olentn!e yeneralè di S. !f. 11ei l?e9ii Stati.
l o virLù dell'autorità che Ci è delegata; Visti li R. Decreti delli 40 ottobre t 855 e 26 ,gi·ugno 485:3.: Con$4dertl,ndo i:\lla 11~çessi1à. di ampliare li\'quadr-ir,dei medici e:farmacisli m,ililari, onde potei: convenevolmente provvedere alle esigenze del· servizio sani tario presso l'Esercito in campagna; Sulla proposizione del rtl inislro segretario di Stato per gli affari della guerra; · Abhii\mo·ord inato eq ordiniamo: A.rl. ,f . Li quadri del persona le medico ·e farmaceutico militare, ebe pei tempi ordinari di pace sono mantenuti nella forza stabilila dai IL Decreti in data ~ O ollobre 4855, e 26 giugno 4853, s'intenderanno e sono per la guerra attuale e per ora recali alla: fo rza seg11ente: I
Q11ad,1:o del Personale medico, 1 Medico cap,o, 5 Medici divisionali di 1.• classe. ,t I ld. di '2.• 11 28 Medici di reggimento di 1 :' classe. 56 I d. id . di 2.• 11 3 z Id. di battaglione dì ,t .• l) 6/1 hl. id . di 2... lt ~ Medi.ci aggiunti. T otale 300 Quadro del Pers()ua/e farma,cetdico. 4 O Farmacisti di 4 .a classe. rn · Id. di 2,• ,i 20 ·Id. di 3." ,. Totale 4-i .
Art. i. li medico cap0 presso l'Esercito io campagna godrà dell'indennità annua di L. 600 per spese di rappresentanza. A'. rt: 3. ti D'.ec,reti Reali del 1 O oltobre 4 81>5 e del <ì6 giugno 4853 i:elàlivi al riordioamenlo del Corpo mii.ilare sanitario ed all1organirizazione del servizio chimico-farmaceutico milita re, sooo mant~nnli fermi io ogni loro parte-che non sia derogala o contraria di presente.
Ai:l. ;t._ Le d is~osizioni di cui 9gli artico,Ji 12, 17 e '4'$ del ~uccirarc,Realè Deèr!.'lo in dàta 10 ottobre -t855 che si riferiscono al personal11 ~edi'~C:; so~o pure applic~bili a j farnrn'cisti militari. Arl. 5. Per l'assicurazione del servizio deg1i spedàli militari e Corpi aell'i'olerno dello Stato durante la guerra, è fatta ' facolla al Ministro della guerra di ammeUere,in sussidio dei medici militari presso li ti etti stabilimenti e 'Corpi quel numero di uffiiiali: saoitari borghesi che sat:à ravvisalo neces.sario, assegnando ai medesimi io rimuoeraz.ione ddl'opera loro una mensile gratificazione da pagarsi coi fondi slanzjali alla categoria Corpo sanitario del bilancio milHa-re ordinario. lU\forìstro della guerra è incaricafo den·esecuzione del presente Decreto, che sa,rà registralo atCootrollo genera.le. Dal. Torino addì 30 aprile i 859.
EUGENIO DI SAVOIA Registrato al Controllo generale · addì 1° maggio l859 R'eg. 0 itO;~Decreti Ammioistr., a ·C. 12. VVEHRLIN.
Ml NISTERO DELLA GUERRA Torino 30 aprile t859.
R. Decreto per la noniina di Medici e Fannacùti , pel solo tempo della guerra. EUGENIO
l'I\LNCIPB Pl SAVOTA.- CA.RIGNA.l(Q
-L11ognt11nc11/e generale IJi S. M. 11ei' llcgìi ·Stati:
In virlù dell'aulorilà che Ci è delegala; Sulla proposizione del &Un islro segretario dì Stato per gli affari della 1/.U<•r ra; Abbiamo ordinalo ed ordiniamo: Art. 4. Per · provvedere o.Ile esige·nze del servi'zio sa'nilario presso l'Esercito io campagna, potrann<, essere ammessi' nel Corpo militare sanitario ve,· il solo tempo dellct. guerra, come mP.dici aggiunti, 'o come fa rmacisti di 3& classe i medico-chirurghi e farmacisti borghesi, i quali, facendone domanda provino di oon eccedere i 4-0 anrii di eLà, ed abbìanoTalliludine fi&ioa necessaria per reggere lo fa(iche del servizio sanitario in campagna.
- u~ Art. 2. Li delli medici e farmacisli non avranno però diriUo alla con servaziooe del grado. . Polrà tuttavia essere conservalo a quelli di essi, che duranle la guerra · avranno preslalo un non interrotto buon servizio.
plica1.ione delle pene contemplale nel Codice penale militare, o nella legge sullo stato dPgli uffiziali. e) Ne fossero stati licenziali i11 seguilo a sfavore\•ole risulla menlo dell'esame di confnma. lranne che in o.ueslo caso si sollometle$sero cli nuovo al prescrillo ésame d'idoneità. Ari. 6. Ol'Lrc alla. gralifiéazione d'entrata in campagna slabilrla dul nostro Decreto '.2'.\ aprile 1809 sarà conCèssa a tilolo d'ìnden11Hà di p.rii110 corrndò altra grati6cnzìone,d ì,L. 1~00 ai medici di ballaglione.riamm ess i in se rvizi o, e(l ai medici aggi unti di quova nomina, e di L. 300 ai fa rmacisti di 3. • classe pure di nuova nomina duran te la guerra. Ari. 7. Term inala la guerra, e nell'atto del licenziamento dal servizio. sarà accoTdalo ai medici e farmacisti riammessi i11 scrvi1,io, o noroihati pel solo tempo della l?llerra, un semestre di pag·a, a .tiro lo di gtotificaiione. ll .Mioi$lro s.egr.et..irio dì Stato por gli affari della guer.ra ò incaricato . dell'esecuzione del preserHe Decreto, che sarà registralo al C.oMrollo generale. Dal. Torino add'1 30 ·aprile •I 859.
Ari. 3.
Ai mGdesimi pqlrà essere conTerj_\a )'effsuività,del grado con tutti i diritti· al1c1 progressione .10 carriera, gua\o~a. nel corso <lolla guerra si ùisting·uano per segnalati s.ervm. ArL . .i,.
I medico-chinrrghi' borgh~si, i guai) avess.ero gi~ p~e~talo servizio in qualità ed'eu1,a d1 ch1rurgh1 maggion rn ~.u o ùi medici òi baltaglioor, e desiderassero ripren~erlo nelle presenti circoslàoze, potranno esservi rlamm~ss1 con la conservazione e con i vantaggi del grado di cui erano iosianili, meno l'anz-ianità. la. quale non sarà loro computalt Juorchè dà! giorno s\ess? della riammes's(on~ in. ser'\l'izio, tenuto però a calcolo, m fa~ore de~!~ g1ub1l~z1one, il lempo anterio·rmente- lrascorso m serv1z10 effettivo .. Pei eletti medici !'eta di ani1i 30 slahilita c.ome limite massimo di ammè,ssioue, sarà prolungala di allrettanli anni quanti sono queJli del servizio alliv0 prestato, lìmitalàmeole all'età d'anni 40. . Art. 5. f Non saranno lnltavia.riammessi quelli che: a) Non possedessero più l'alliluùioe fisica necessaria a sosleoere le faliehe del servi1,io militare. b) Fossero slali dimessi dal servizio in segui lo all'ap- .
l
EUGENJO DI SAVOIA. Registralo al Controllo gcnel'ale addì t 0 mag.gi/> 1859. Reg.0 40, Decreti Amministr., a C. J4 '\VEllBLTN.
A. LA llA 11\IORA
GilATl"FICAZIONI, SOPRASSOLlJO, .INDENN ITA' I~ VA'NTAGGI O!Vtl\SI CONCESSI
a.I CJor1,o Sanit::wio, Fat•moceutico e Veterbuu•io iUilit.a1•e 1>re111so l 'Esc,•c ito
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01Jl'LLETTl~O UFJFIZl~LE Con R" Decreto dei 25 dello scorso c1;prile fiwono nonii1iat:i a .Jl[edici di Reggimento di .21~ tlasse·, in sr.guito Ml ·èsmne d-i concor.s~ li sigg . Medici· dì Bciltuglio1ie d'i 1~- da~SJf -'.
rcir 3ni Carlo
'1,n•utt.i Enrico
'fflo1•i 1gia. A.lcssandro Luga1•esi Fedele Sonch1~ Giuseppe Ffa1•e1• Giulio
J:auanti Gioanni Uiaueo Alessandro lliu:oni o Anl,>oi o
Dozd Cesare G .l aisleni Francesco Uo!!-si Gioa:nl)i ,, l'tI 0a•io1nu1o Gioanui, Doti. Maoriiio llgnétti all delLo all' i\rtìgli eria Operl:li 'l'oniui Paolo » Atlgugto oua~lio id . al Corpo dei R. Ca_ra~. "f,olli Alessandro » Lui ocri Poletti id. al IO Balt Bersaglieri , Houtini Luigi Con all1·0 Ro De.c-,~elo dello ste.sso giorno fu nomi O t•e!tcenth10 ·Coslanlino nato a Jledico Aggi·n11to effetliuo il dottore Giacinto .Uessandtr"il!li Gioao ni Pesce , .~fedico- Chirurgo .borghese. Cubassi Pietro 'lli!lisio Lodovico Per [to Dec.reto dei 26 dello slcsso, t'l)e;,e d'aprile S t,d '.n,i'ni Giuseppe
l'IspeLto,re presso JI Con:1glio S~perior~ ì\filitar~ dl Sanità~ sig.' clotL. 00Hus ~e tt1, tHfic1ale cJell'Ordioe dei sanLi ·~faurf~io e L::izza1·0 e 'dcUa Legion e d'Onoro di Fran cia, fu nominalo Medico in Capo presso l'Armata io. Campagna con l'aUuale sua paga e con i vantaggi stabiliti ùa.l R0 Decreto dei 24 .del mese suddetto a far tempo dal giorno della nomin{\.
-
PERS0NA1E S.\NlTAIUO pres.~o il Q,~artierc Generalo:pri11ci11ale, i>resso fa Ambulanze e i,ress'O i ('orJii dell'Ese rcito in Gamj1agt1a.
éai éi'nqué <li m,1ggio 1659)
Li signori Doli.or i llu au fa no Biagiò Sobb:1. Emilio ~J>el'tis Pietro
QUARTIERE GENERAL8 PCUNCIPALE (1-) Medico io Capq dollore cav. iiìpellorc Co~nssKTn n di Reggimento <lollorc Pncco » di Ballaglione di P· classe do llore B1R0Fr10 Id. di '2"- classe dollorc lì.ESTELPNI j?armncisla di 4:, dasse. sigoor ChonoANO l1J. ' di 3" » P,H1rn1
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(C) Furano nominali 1\1edici .\.ggiunli effettici Li signori Uetlfoo-Gbirur¾?,hi borghesi P.,a::;Ua.llli Luigi '111•11,ffi !~rcole t:tw1·uvti Luigi J.f a filoJi•et-ti Cesare 1'11•1•iu;ou-.i' Ercol~ D c !.ti•,u:; Carlo
GuUaR"hd Francesco B os.miHi "Giqvanni
Giì'luu:iua Gioachino @U11'6'i l!"rilllCl'SCO
(D) Furono nomfoali Meùici Aggionli per il solo temvo della gwm·tt Li M dici -Chi rur,ghi borghesi Fo1•no Alessio :Uac:cfoe~hi Giulio Z&neHi Giuseppe PapoOi l) omenico Buffon i Giov-an-nì lGt1nusi conte Gaetano ten.-.ail..'~O Gaolao.o Natali Gi ulio I So~ld~ Zelii riuo ·U,\1•d a1110 Pier Alessandro DufotH' Antonio Re!ilusco Adolfo Francesco
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o F:uinnaceutico-llilitt1rc
dasse
Giu,opr,c
Va1•1•e.-i CesMe
u ...uu:ra.t.i . Pietro
Nili/.. /ler fatli inclisli·,ito,mo1bLo i Dottm:i 71l'eme1illJ 1J1tti di 11omina o riammassi iii se,•uitio, lri 11 ig it cleh·ispeltivl) grndo comi11cio a decorrere con il )?l'imo di ma(Tgio stesso.
(A) E'uro,10 riammessi efl'ettit!i in attivi là dì servizio col (_)l'imilivo loro gra,Jo di medici ùi baUaglione di . seco11da
BapeHi
Co11fa.loni e ri Angelo Bbmlnni l'tafaele Ga'1ioli Fe~erico 1'Ie.1 ·il~hi Emilio B1•aml)il!a Gio. Ballista L odi Luigi .Negi"i soli Domenico l?ormento Fclict Rai;n.~zooi L eone
1iuo1J1t
Per Reale Dec.rew dei 2 di 11utggio 1850 ebbei•o luogo le ~eguenti di.sposizioni.
(B) Furòno ammessi-io ;iHi vilà <li senizio 11ei· il soh tempo ,Lella gt,rrra col primìtivo loro graJo di Medici di Balta glione di S1Jconda classe J,i signQl'i DoHorl J?oa.•;,;ano Paolo Jlt'e11•1.·.~rii !?nolo lS.lo, Ti\o S1rn1•tillernardo Tod~ie Pietro Boss~ Leo nardo De S iuumi Alessanòro Re,!ilteUini Lorenzo Cc,·a~co AleS$c\l11fro 8 :nc,nl cavalìere
Forl'i A.llilio C@tiota.-PiSél-lli .Pietr o
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Amlmlanza. della •I " Divisione. 1 l\led. Div. cav. Te5la 2 Med. Agg. doll. Sola ·l Med. l.legg. doll. lorielli 1 id . dolt. Ollavi ~ id. id. dolL. Quaglio 4c id. doli. Resasco 3 itl. ili. N. N. o id. dolL Yissio I Mcd Hall. dolt. Gardona 6 id. doll. Ragazioni -i Fat matisla di 3; rlasse, s1g. Gra11eui Ambulmu:a, della 2,a Divisione. 2 Med. DaLL doll. Panzano ,t .Mt}d. Div. cav. C'r.rnle 3 id. don, lVUniggio ,t Med. Jt1~gg. doll-. Laj t Mcd. Agg. doli. Za1ielli 2 id. N, N-. id . doll. Dardano 5 3 id. N. N. doll. Tr'uffi 6 id. 1 ~Ie,1. Batl. don. Lauza ~ Farrnacisla cli 3" classe, sig. Boscas!>o
0
Amlmlanza cLella 33 Divisione.
I Mcù. Uiv. cav .?ilanayra
12 l'll ed . Bali. duU. B_oarelli
( I) 'l'ollo il personale sauilario <li nuova no mina non com pr<:so ne lle amlHilauze e nei Corpi f11 clesli ualo pre;so il Q11ar 1iere Genera lo Principale.
-431> ~ Mea. Regg. doli. Tappari 3 lled. Agg. doll. Gallarini 2 .lf. id. doU. Binagbi 4 id. doli. l\lorroodo id. N .. N. 5 id. doll. 'l\lonlioi 3 ~ Med. Ball. doli,. Corbetta ·6 id. dolt. :Formento 2 id_. · doli . .Boarelli 4 Farmacisla di 3• classe, sig. Cagnoli Amb11la11:a dellq i• Divisione. 4 ff. di Med. Div. Kalb 2 Med. :Balt. doU. Pawlli 4 Med.Regg. dott.1\fazzolini. 3 ~led. Agi,. dolL. Angonoa 2 id. dolt. Polelli .,A. id. <lott·. Poglianj S id. N. N. 5, id. doLt. Crescentino 4 Med. Bait. doll. Paletta 6 'id. N. N'. 4 Farmacista di 3• classe, sig. CabuLLi Ambulan:.a della s• Divisio11e. 4 IT. M,ed. Div. Valzena 2 Med. Agg. doll. Narel\i 4 Med ..Regg, dolt. Mariano 3 id. doll. Grancini id. dolt. Flarer i ff. id,. doll. Panizzardi ti S id. N. N. ·o id. doti. Bozzi. 4 Med. Ba.ll. doll. Bollero 6 id dotl. Rossi 1 Farmacista di 3• classe, sig. Boldrini A1nbulan:;a del quartiere gene1·a1e principale. 1 lf. Med. Div. Marietti 2 Med. Balt. doll. Peretli 4 Med. Regg. dolt. Agnel~i 3 id . dbtt. Mass.ola 2 id. N. N. 4, . id. dott. Quagliolli 3 id. N . N. 5 Med. Agg. dott. Pesce 4 Med. BaLt. dotl. Ilogelli 6 id. doLL. Costa-Pisani 4 Farmacisllt di 3a classe, sig. Depetro Ambnlan.sa di ristrva del quartie1·e generale ,principale. ., Med. Div. çav. Ferrero 2 Med. Agg . doli. Vinci id. do~l. Peyrani 1 Med. Règg. dott. Crosa 3 i f.f. id. doli. Solaro 4' id, do\t. Mor-jggin 8 id. N. N. 5 id. doll. Soncini t Med. Ball. càv. D. Ba1elli 6 id. dolt. Inzani ~ Farmaci,ta di 3a classe, sig. Diancolli Al1lbulan:.a Di1lisi01iale di cavalleria. 1 Medico _di Reggimento di 1a classe dott. Sciorelli 1 Medico di 'Battaglione cli- 3• classe doli. Rumiano' j id. id. 'i'd. doU. Ferrari 1 ff. difarmacisla di 3a classe, sold. palenlato, Iogaramo
PERSONALE S!NIT.ARIO DEI CORRT 2° Gmnatiel'i clì Sardegna 4° Gra11atieri di Sardegna Medico di Regg. Giac·ometti Medico di Regg. N. N.
id. id. id. Medico id. id. id. Medico itl.
id. id. Medico id, 'id. id.
llatl. A,r-ri Agg. Cocco jd_ id. Regìs 2• fa91teria Medico di Regg. Zavatlaro id. Bau. Sanlanera id. Agg. Cbabert id. CucchieUi id. t 0 fanteria 3° fa11tfJ1·ia :Medko di Regg. Viale d\ Regg. Moro id. Ilatt, Crema llatt. Faddr. id. id. Orengo id. Cavallo id. Alliana Agg. Cugusi id. !)o fanteria 6° fanteria di Reg~. Chiapetla t;f. di Med. di Regg. Vezzani id. di Batt. Maineri Batt. Piaiza id. iil. 'f oselli id. l'!Iorzone id. Gallo id . id. Cervelli
BaH. Patella .Zavaltaro id. Marian'o 1° fanteria di 1\egg. Dupoot Batl. Tissol id. Levesi Agg. Ubaudi
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7° fan/tria 8° fanteria l\ledico di Regg. Magri Medico di Regg. Solinas id. Ball. Luvioi· id. BalL.. Tunisi id. id. Ilaraléllj' ìd. id. Gaddo iJ. id. Mancosu jd. Agg. Capra 9° Reg9ime11to ~ O fanteria !1edico di.Regg. Bobbio Meòi.co di Regg. Alfuroo id. Ball. Gardini id. BalL. Rippa id.. id. Laveizari id. id . Pugno id. id. Gaitioara Agg. P.o;Jlioi id. H fa11,/eria 42 fa11teria_ _ Medico di Regg. Gozzano l\led. di Regg. Palruçco id. Batt. Marchesi id Batt. Camerooi id. id. Ruffa. id. id. Scbiapparelli id. id. Bellone id. id. Prato >I 3 'fan tel'ia ~ t fanlél'ia Meèlico di R'eg"g. Tarroni Mediéo di Regg. Fenoglio Dati.. Muratore id. Ball. l\1ùiiò id. id. Agg. Sìriati id. id. Bulti Agg. Goria id. Dellachà id. id. 45 fa11tel'ia 46 fanteria Medico di Regg. Bulbod l\ledico di Regg. Ajme id. Datt. lliva id. Balt. Plaisant i<l. id. Badarelli id. id. Tardivo id. Agg. Sanguinelti id. Agg. Rolando 17 fanteria ~ 8 (c,nteria lledico di Regg. Borelli Medico di Regg. Boni oo Ball. Marielli id. BalL. Pizzorno id. id . id. )lalvea i id. id. Ubertoni Agg. Bellino id. id. Paradisi id. Ro99. lYizza Cavalle1·ia J!egg. Picmo11tc ~{. Gaval/el'ia Medico <lì Regg. Di$Calzi Medico di llegg. Galleano id. Dalt. Ubertoni id. Bali. Gallo Regg. Genova Oawallerìa Regg. Savoia Cav<tlleria Medico di Regg. Costanzo l\iedieo di Regg. ·vìberti id. Ball. Gattinara id . BalL Cervelli Regg. Ca'l)alleqg. di Novara ~egg. C<tvallegg. d'Alessmidr-ia Medico cli R.egg. Giùdici Medico di 1\egg. Elia id. Ball. · Marchesi id. BaLL. !Iliana Regg. Cavalleg9ieri d'Aosta Regg. Cavalleg!)ieri di Sal11uo :Medico di Regg. Peloso Medico di Regg. Abbene id . Agg. Cugusi id. Balt Pra\o
Reggimento Cavalleggieri di JIJonferrato Medico di Regg. Ametis id. Ball. Paradisi Corpo dei Bersagliel'i Medico Agg. Delfino 1° Bal. :Mcd. Agg. Pabjs 6° id. id. Ball. Peracca 2° 1d. id. id. Mac_aggi 7° id. id. id. Agosti 3<> id_. id. Dall. Muta 8° id. i d. id. Pralo 4° id. itl. Agg. Delassiaz 9° iò. id. ·id. Ardissooe 5° id. id, Dalt. ~iiglior 10° id. Comando Super. <l' .Artiglieria Cttccialol'i f,·anchi Med. Regg. cav. Arena-Macelli Medico di BaLt. Bigatli Zappatori del Genio ff. di Medico di Regg. Clara 1
11 Direttore Doti. Cav. ARELLA,Med .Div. 11 y ice DirelJore respons. Doti . ~jANT'llLL l ,Med. di Bali.
Tip: iubalpioa di
ZoPPJS
e Comp. - J/ia Alfieri N..24.
ANNO \'Il.
N. ,t 9.
GIORNAljE DI MEDICINA MILITARE fl JI
L'.associaziOJlt' mm si-ricr·ve che per un ann o e comincia col I" di g 11 •1. Si pubblica uu Ltlllt' tli òi ciaschoduna sellim:ioa. 1{ pt<n;zo d'assl\Ci~ziooe in To1·iuo è di L. 10. In Provincia ed all'E3tero, rra nco df posta L. 1t. Si pa~:l p,er semestri anti tipati. t o pr,ot'Yllrn1m1 : frn , le infiamma zi ooi snnveno a1c.une che possano dirsi a bllse arteriosa ed altre a b ase
SoHJ11AllJO. -
ve11 osa? - 2,i D o.i!. cav. MANAYRA: Relaùooe io\orno alla causa prob;sbile dell ' accr esciutn mo rtalilà oolle Carceri ~iudizia ri e di Caglgiari. - 3° Veler \n~rio l\o\UINO: Caso d'.' Ioro-lisd metra io una Cavalla. - 4° Bollellino ufficiale.
Il
vero , distrngg.endo in un animàle 'il cervello e la mi-· dolla spinale e manlenendo artificialmente Ja respirazione, la produzione del calore scema assai a malgrado ehe l'acido c.arbonico si .formi in egual~ copia. Si sa frna lrnente cssorvi rcfazione rrn la doyizia del .sa ngu~ e In potenza della calorifica.zione. 01·1mw in cui te vene predom.imùio.
PAR'fE PGUIA MEMORIE ED OSSERVAZIONI Fra le in(t'ammazioni sonvenerllcitne clrepossano dirsi ~ base arteriosa ecl aUre a base venosa? Pro1iosta,. d·ubitativa dal chiarissimo p,·ofessore CàmUGNOLA. fulla al professo,-e C. RmEnr e <la qitesti •<;.p,i,4nata nel .reg.uenfo modo,mell_e sedute cwcaclemiòhe ·clell:i 25 cli febbraio e 11 ,di metrzo 1859. ( Contiooazicine, Vt ùi n<> 18 )
Catorifjcc~zione o term,ogenesi. Un rapido ceno~ st1 la caloriOcazione entra anche a parte del mio ~ssunto, ollracbè non può parlarsi di nutrizione se nz;i toccare l'argomento della calorificazione. Si sa cbè ](I produzione del calore si, connette con la fò'rmazioné dell'à'cido ca rbooico e con l'atto dèlla respirazione che ne inLroduce uno degli elementi ne11'economia animale. Si :rn altresi che la potenza della calorific:izione sta in relazione con l'ampiezza della superficie desLioata a por il san gue in contatto con l'aria atmosferica. Si sa parimente che' la produzione del calore ha luogo in tutte le parti rlel corpo per ciò appunlo çhe la formazione dell'acido carbonico succede nei vasi cnpillari di Lutti gli organi e non esclusivamente nei polmoni : di fallo, se il sangue arterioso che conduce l'ossigeno, sorgente della combustione del càrbonio, non può più giungere ad un:i qualche parte, questa ~i fredda. IL calorico <.lunqne s'assorbe e si svolge in seguito al doppio movimento di composizione e di scomposi zione, e l'innervazione che ba jnflusso so. la nutri zione, ba p11r un influsso au la calorificazione: e di
·J.0 Prima in qµes:t',ordine è la milza dove. le vene son abbc1ù1'lantissirqe e, prima che si 111iìs'cano 'ai tronchi, s' offrono rigonfiate e scomposte in 'tante larghe celle tra sè comunicanti le quali, secondo Hakc, sorgono dalla membràna interna della vena splenica, .mentt'é la ton ica :fibrosa della milza ed i tramezzi che· ne spiccano .s.ono ·formati ' dall_a ,seconéla tonaca del la stessa vena :;plenica In quale in prima s·~sP,ande in tondo su la superficie e poi si suddivide per imme.r,,ersi nel parenc!1ima vi~cerale . 1° Vengono dopò i così detti corpi cavernosi od erettili, come quelli del pt',J{le; del clìloride , della gbii1nda, ilei cilpezzoli delle .namme, nei quali due allri il31iani, Moreschi o Panizza, mostrarono con prore inconcusse non esistere, come ia prima si credeva, cavernuzze in cui le arterie versassero il sangu'& e Je vane lo sner,hiassero, bensi quelle c:avernett.e essere forrnate cl:1 numerosissimi plessi di vene ondeggianli, in mille guiso e direzioni tra i;è intrecciale e ùa ammassamenti di vem1zze gonfiate a bozze e c·omu.oicanli a piccole distanze . 3:,:, Qua l\ organi ili grandi~ parte composti da vene di cor::10 serpentino o di lume piuttosto ampio, sono da annoverarsi, a 1.nenle di Cloquet, Grimelli, Fario,. Gadcti, Sereni, Raspail, Heole, Iluschl<e, ·cuvier, l'iride , la coroide ed i processi ciliari. 4° J'fon è da dimenticarsi la plàcenta èhe Derros ins.egnò essere composta di capillari venosi ; che Illaiaville collocò fra i gaoglii vascolari venosi e che Corlese dimostrò essere di strntLura cavernosa ed eretti le come quella della milza. 5° Non è pare aa dimen ticarsi l'ntero il quale,. fuo ri del tempo della graviùanza, è io gran parte formato da vene, e ciò in sentenza di Ribes: a quesLi s·acèostò il Paoizza il quale dimostrò come il corpo cavernoso ammesso, già tempo, nella spessezza dell'utern e della vagina non esi sta ovvero non altro sia fuo rcbè un intreccio intricatissimo di vene ir.a sè co-
muoicanti a minime distanze. Raciborsky pure disse Vlteriori considera:ioni stt le ·uene . la struttura dell'utoro esser in gran«o parte venosa Si è so pra veduto qvnli relazio11i le ven e abbiano e le sue vene a:vere ciò ,di comune con i dulti venosi per·i vasi intermodii con lp al'Lcri e. Con i linf~tit:i poi della dura m~dre e della. sostauza diploiCà degli OSSI, hanno tali atti nenze di corso, cli $!ro ttura e di funt be le loro pareli da nient'altro sono costituite fu orcbè dalla membrana interna accollata-ai duUi fibrosi 1 zioni che.(Jucsti posson a buon Lliritto ritenersi quasi com•uoa divisione meno perfetta uù un· appenùice di cb~ fornisce l' ulero al loro passaggio. Jacquemin poi quelle. Di fatto, si ha clall'anaLomia c0mparata che e Kiviscb banno bellamente djmostralo co me la granegli animali inferiori ai v.ertebrati il sistema linfatico vhlanza nella quale, qu_asi i,mmutate le arterie, cotanto s.'allàrgano e s'ipertrofi{z~·rno i va,S\ capiBari ve- non è- separato da l venoso, ma è solamente un compl es8'o cn ram i anc·or imperfetti di questo sistema, e nosi, pònga·ancota in molto maggiore luc·e la strritche a mano che l'organjzzazione animale si perfeziona. tura eminentemen te venosa degli ovarii, dei legasalendo dai pesci ai rettili e da qncsti agli uccelli, ai menti larghi, dell' utero, della vagina e simil i. mammiferi ed all'uomo, acq-uista tra le sue parti una Qo Non debb'ancora essere dimenticata la memscmprcmaggiol' vita d'insieme, una fisionomia parlibrana mucosa gasLrnntericaJa quale è al ragguaglio colare e distinl:i, uo· e-Sistei1 za sempre meno dipenassai più ricc.a Lli vasi venosi .che non d_'arLeriosi , .dcn te, di guisa che te rJii·etle e \l isibl,li sue comnoi ca massimamente in alcune sue, rarLi , come nel fondo, zionì nei tronchi renosi da numero::;issime ehe erano cieco dello stomaco dove si riscontrano i vasi brevi. Ciò dimostrarono con minuL'e iniezioni Ribes e Gaddi, 1 prima si riuucono ne11'uomi1 (ìJle sole comunicazioni del dul.lo loracico e del grande vaso linfatico destro. pore volendo credere esagerata l'opinione di Cruveilhier il qpa1e1 avendo veduto dopo nn'iniezjone il Dall'ana lomia paLologica poi si sa che in. molle mercurio, quella mucosa convertita in una lami na 1 fo rme morbose iotcressanti questa o qnella divisione .arg~ntina,, esclamò esser essa essenzialmente costivenosa si mo:,;tra per solito an~b e insieme Lo.eco il tnita.da tina trama vascolare venosa ai:eolare e da un $isLema dei vasi linfatici; che tale tratto le stesse forsoLtile,strato di tessuto erettile. me morbose in cui si trova più alterato il {;istema 1o Cbe cosa diromo delle capsule soprarenali state delle -vene mostrano, invece di quello, mollo leso il tratto corrispondente del sistema liufalico; Gbe non rassomigliate d1 alcuni a piccole milze, chiamate dai. ò infrequente il passaggio d'unn malatLia da questo più, come la tiroide ed U Limo , ghiandole sanguigne a quello ed allo opposto, e che an~bc mille ma.laLLie in (ld aventi tale alLinenza al sistema venoso che nei bacui è profonclatnc.rn t.e ed este.samenLe ammalato · il traciani è nei cheloniani fanno corpo cou le 1venc relinfatico.,. raro é {the non ineontri qu:i l. c;, hc pjù o menu nali effei:;epti e nel pesci son io qua,lche modo adelimitatà partecipazione morbosa délle vene . Concorre renti ai medesimi vàsi? Noo ba egl i il Muller veauta in fi ne a provare la fratellanza delle , cne e dei vasi la sostanza midollare dei cor puscoli di quella capsula linfatici il vedere questi abbondanli o scarseggianti in essere mollo spugnosa ~ quasi unicamente composta que' luoghi appun to dove le prime abbondano oscardi un tessuto venoso? seggiano. 8° Non è pure da tacersi il predominio delle, vene Koto la singol nre disposizi one d~~ll e vene no[ crani o negli ossi essendo, dopo i belHssimi lavo1;i ,di Crudove non han esse grande parte nell a intima composi"Teilhier e Breschet, pro.valo come la sostanza .àiploica zi one del cerrello o si riscontrano piuttosto ramiucate sia uo organo mollo venoso . Convinto dai risu!taalla st1perftcie delle sue membrane. menli di questi Javori, Raciborsky volle veder uoa graotle analogia tra la disposizione e le attinenze j' Noto i granrti dulti venosi ai qnali gli anatomici delle cellule della sostanza dip!oica con i dutti vediedero il no1J1(} di se ni vertebrali o di vene rachidiane nosi clegl·i, ossi , e la disposi zione delle cellul e nei 1 anteriori e posteriori, comunicilnL.i con le veue det corpi cavernosi dc~) pen~ e del clitoride, e si foriµ ò I, ca po sur)eriorniente, r.on quell e del bacino in basso, il concetto che, se in luogo di cellule ossee.si sostitu- j' con i canali venosi degli ossi rnrtel)rali in mezzo, e isse un tessuto fibroso, s'avrebbe un'esatta idea della dò in tu tla la lunghezza dello speco ver!ebrale dal disposizione del tessuto spugnoso da Dupuytren chiaforo occipitale sin al sacro. malo erettile , il quale pòi alla sua volta offrirebbe Noto la doppia distribuzione venosa ed arteriosa m.issima rassogiiglianza con la strulLura della mil za . della v(loa porta ; le sue pareti più spesso e più resis90 È guasi superfluo accennar al fegato, il, paren- f tenti delle al~re vene in modo da supc!rare in ciò, ,ehima; gel quale è in grande parte formato dalle vene secondo 'Bumas, le pareti stesse dell a vena cava nel -epat.icbe e dalle rami-fìcazioni cntroepatiche della suo pr_incìpio; la sua poca dipend1mza dagli allri vasi vena porta: se non che debb'aversi presente essere sanguigni e la sua pronta comunicazione con i dutli uno degli elementi easenzial i delle gl'anulazioni o biliari; la natura del suo sangue diverso per chimiche della sosLanza òe! regalo i dotti bili ari che sono proe fisiche qualità, da quello d.elle altre vene., cosi che paggioi ocl introllessioui della mncosa intestinàle, çJees.s o, secondo Doerhaave già o poi Walthe-r, non si men~o escretivo e rn11coso ,~be non fa parte 1foi corpi Cl)ag,ul:r; secon do M:rn·<1 1, wntifrne meno di fibrina, cavernosi, de lla milza e simili. più materie grasse, più ematosin a, più cli carbonati di 1
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attribuili alle vene e l'indole del loro ufficio, ciò è d'.assorbire e di contrarsi al contauo degli stimoli appropriali, giaccbè nel loro concello ]o stringimento che ne sarebbr, l'effell.o immediato le.nderebbc anzi a re~P.ingere che a ricevere le sostanze stimolanti; tn1svolo,. ripeto, su questa forza assorbente ed es);>ansi,·a per ·la !·agione cb e, so par essa provata da' alcuni spr 1•imenti, è cohtl'aclcletlr1da altri ecl insin estesa da Lah111 i (Gàloggia) ,rì vJs, arteriosi e venosi, e per la ragi9nn anconi. che la wntrazione ùelle grosse vene, .11011 .i3Cuggitn aJl'os$erva,.io11e di Vallaeus, Stenonè, Lancisi. \'\'hyll, llaller, Senai:, fa di recente r,onfer°'.ala da lle ossern11.ioni e ù:,lle spe!'Ìonze ùi Al!ison, ?1 ~fu i lor 0 ùl ti r11 bry. tiia è in lTUella vece mio ùebito 1os1:3Lere su l'arg1)rnento relativo alle cause deTla cìrc1;!.u:iu1w v,;1u,1~rt e rn <1nollc dell'azione elaboratrice e pl:1sllca cl1e lu \'t,1c c3orcitnno sn il s;ing'uà.
soda e di ·potassa; secondo Dlandin, ba un sapore ])iù am:iro che non al cun ·altra specie cli sangue 'Veno,&o; scconclo Nasse, è p1ùscurp,, non arrossa per l'ossi~eno e prr j sali ; h::i meno fibrina, piiì ematosina, ecc. Noto in fine elle Il' ,·ene son i primi vasi' ,·.be si vedono 1anto nel11emb:riono, quanto nei pr.odotti morbosi nuovi: efle:son esse nel corpo umano di gran Iun era P.iù nun:\HQSe eh.e nou le llrtcrie; r.he, al ùirf\ .tl ì rfa1ke 'e Bi'scuott. In vena ciì:nfalo-rrrese11terica è il pdmo vaso che appariste nella vosci cbetta blastoclermioa e eh.e st:ibilface ln prima comunicar;ione tra cotesta vesGkbeÌta .e l'em!Jrion~; che, soçondo Stenson, l'orecchi.a dest,ra del cuore e le vene muoiono più tardi ohe non l'orecel1ieUa sinistra e le arterie.
Cii'colrtzione del .sct.ngiie nei ca11illari
TI movimento del sangue nei capillari sembra dcri-vare 1° da_Jl' rmpulso dato dal cuo1•e; Czu da quel lo elle ·I. Formafmunte uegato da 13ichaL e da altri fisioriso lta clalla,rjazione del le,. ::irterie; S•) da u1ù 1zi.one logi. l'inflnsso del cuore su la cirèolatìone venosa ptòpria 'Òei C!tapi11ari. La: primu azione è la priocipnlc; non puu pif1 e:-sere èont0slalo, csscndorbè il sistèma la seconda è assai men impo1'tante, o i-i runa, si l'altra vasco! nro , r.on siclon1to nel suu ·comples"o, r::ippresenS01l Uilifoi:mi! cosl;rnti è regolari io Lntto l'organismo· lallllo un circolo, i'origine ed il le1:mine del qoalè quella però dei capil'!ari è un'azione mo(lificatrice. in ::;ouo al cnore, non può es~o, 1Juand' è pieno e digrazia, di cn i la lnro circolazi one propria ·assume casteso, l'irercrr1 di Mnlinuo sangue da unn delle sue ratteri speci:llì, aPmooizzanli con la nalura dellr, loro funziqni. ~~cl e npp@tn·pcr quest'azione modificatrice . ~sLromil~, senrn lraspO)·tarne pure di corrLin•10 <lill1a!lra csh·crn(!à: altrondc il cuore stesso. oon può cI1e poò sorge-re turgcnza in una parte, congestione spingere nel srst.cma arterioso fliorchè il san"'ue che ed infiamrnaziòne in un'i1'1Lra, mentrnchò 11 rimanente gli riLOrn a per mezzo <h1I si3lem:i venoso. ~ 0.eHa r,iJ·coiaz ione 11011 dìvia·<latio stato natural o. :2. ~01t può neppni· essere 1'.0l'l[(':;L:ùa l'iinpulsirrne C01::Un_i'cal~ a.I:-,rn~ue dal ~·i,loriÌo detle hrteril; SOp\•)1 SA s!e1>sc.1 '.1 mLu d~II clast,c11.a cl ello. loro pareti, ·e qu ella Trasvolo sti la sensibilità an imale che Didrnl e clw gt1e cornao1cala <fall:i çonLrazione vilalo di qt1f'sto Cr11vuil hicr han no, t~ontro l'opinione rli nibe~, e.on S~L·s~c p,~reti e. ~hc è la cau$a per cui, dopo la sosp,~u.appositi sr~erimenl-i climostra t.i nuilél nelle veno in is- t10nr <lr1 uattil1 del cuora e dopo l':illacc'iatnra dei tato Si:lno. J1~0,11chi ;11teriosL il snngnc ò fpinto nei e.api Ilari e nel sistema ve11 oso, ri sul t11 ndon0 In vacn ith delle arterie . Trasvolo pjrimcnte su la foria succhiante od espan11 c1 ,~:illa vere. siva clrn f 1•.1 eia b.!ani (Danvin, Bkhat, 'l'omrnasini, 8. I C3ptllari r.untrib~1iscono pur all a flrt1g-ressione A<lel on, Fraochini . ecc.) all.ribuila alle vene per rl~l s.:initue venoso, irrn in \nodo assai os.curo, ruel'ilzione,.degli st imoli, appogginti ai fenomeni·dei testlranl<' mi nistringimen to ioseDsibil e il <]ualfl, .non suti ereUili i qunli, per g.li slimQli esterni ed jolerni, avB11d1J mi oarnttere ritmico, @n pt1ò operare fnorch è fisic i o psi ehici, turgon_o ed ingro.ssano : :i ppoggiati nel mo<.J<, dei lnbi distesi r,l;c tendono continuamente ~ur :i ci~ cJie il ' cuore destro, toccalo dal sangue si a ritornare sopra se stessi. · dilata aLl1vamente; le vene sotto.-cnt:11100 Lurgon esse pure per le reiterat~ fri zioni, per l'azione d'lln'atmos4. Le valvole pl'omovono il corso ael sangue venoso sostenendo La colouna sano·uicrna in· un rnodo f~ra. elellriQa e sciroccale ; le vene d'una pai;te dolente .. o o -s1 dilatano e si tendono corno corde per 1a iìerez,m pru o memo compinto eù opponen1losi al suo ri torno verso i capillari. del dolorè; qnelle riel voiLo e elci collo (PocheJL) per un patema ?'~Iiimo n per nn'intrnsa appl icazione; le 5. L'.1 con trazione delle p,ireti verws-e debbe pure emon·o:idali per i l.iq:uo.ri alcoolici cd altri stimò li· essere invocata prr ispiegarl' il corso del saogne: è 1lltte I~ ,:eoc por _l'~le!tricità , !5CConclo \\"edernaye/ dessa una caosa au.iv:i, mentre le valvule sono nn.a causa pàssi va. appoggiatt ancor ::illa rassomiglianza cbe hanno creilulo. scorgere tra le vat1uzr.e ed i puoi.i iagrimali i 6. L'clasticitl1 delle pal'eti delle vene opera n!tr<\sr qualt al,contaLto dello lagrirne s'·;:iprono per suc~hiarle su il corso del sangue , ma in modo passivo. e. l.!'at~urle all!1 loro dcst.in::izione: appoggiali in fine 7. Gli organi circostanti alle r-0ne h<1n ,m inllusso· ,alla dissonanza che loro parve vedere tra i ca ratteri su la circolazione <lei sangue venoso; t'influenia <lei
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muscoli è evidentissima o quella delle-aponeurosi· eh~. mantengon aperte e dilatato le vene non può :essere messa in dubbio. 8. È parimente manifesto l'utile concorso,delle anastomosi. 9. Notevole è poi il concorso della respirazione su la circolazione del sangue venoso. Già V~lsava aveva detto che, mettendo a nudo le vene del collq ad un cane, queste si sgorgano nell'atto dell'in~piraziooe e s' ingorgano in quello dell'espirazione. E causa dell'afflusso ùol sangue n~ll'atto dell'inspirazione il vuptq fallo n.ei torace e non il vuoto prodotto nel. cuore nell'atto della diastole. Quest'cffeJ.Lo è remotam~nte simile a quclJo prodotto da una tromba aspfrante. '10. È eia ;innoverarsi in fine la parte che hanno le. varie compressioni.
Azione efoboratrice o .vlaslìca delle ·vene su il sangue. È cosa certa, già avvertita da A.delon, eh~, a :mal,grado della grande copia di sangue consumata. dalle arterie nella ricomposizione organicu, il sangue venoso è molto piu abbondante dell'arterioso, così che non può in alcun modo considerarsi· come il solo -avanzaticcio di queslo. Ed è cosa universalmente ammessa che, siccome nei minimi vasi linfatici e chiliferi, cominciano a cangiarsi od a perfezionarsi i- materiali svariatissimi cbo enLraoo nel loro seno in una stessa linfa, io uno stesso chilo, così nelle miriime, vene, considerale nei loro 11aturali vincoli anatomiciJ fisiologici e patologici con i proprii ner,•i, cominciano a cangiarsi ed a perfezionarsi i diversi materiali i quali penetl'ano nel loro alveo in sangue venoso che offresi quale fluid o omogeneo senza tracce del vari elementi da cui deriva. Toccherò passando. queste condizioni d'aumento, di cangiamento e di perfezionamento progressivo del sangue venoso e lè toccherò alla mescolata, percl~~ alcune condizioni di oaqgiamento tf pç.rfezionamento sono. pure condizioni d'aumento.'f:!Ù ·<,\1l'opposto: ' 1. Secondo Blondlol il sangue venoso avrelWie un ' nolernle aumento per parte delle mat~ri'e solubiìi degli alimenti cbe, nel suo conceLto, entrano nell'alTeo venoso. 2. È opinione universale che , se non tu.Lti, non pochi dei materiali i quali, dopo avere coi;npiute le loro fasi organiche, ritornano ano stato fluido, penetrino nell'alveo delle radicette venose e così conferiseano all'aumento del sangue omonimo. È di fermo ammirando cotesto magistero, in g1~azi~ del quale il sangue arterioso Ca, per una sublime metamorfosi progressiva, passaggio nei più intimi penetrali del corpo dallo stato fluido a quello di solida composizione organica, ed il tessuto solido , linilo il suo lem1Jo orgcmi'Co, si t.rvsforma per una ·metamorfosi regress·ivit sublime l)gl~almcnte e ri.totna <\Ilo stato cli !lu id it~. , 8. È parimenti opinione universale~e non infondata
che l3 n::iturale lonlezz:1 della cil'colaziooe delle vene
in genere ed in ispecial modo in quene ~oìte e rivoltè
4i viluppi venosi che rappresentano in qu·at.che' modo le gbiandolo conglobate del sistema linfatico, confevènoso ed risca eziandio all'elaborazione del san(J'ue ,::, . al suo progresso verso l'omogeocilà. f.t.. È avviso a Giacomin i che, ad aecrescere, a pèrfezionaro ed a rendere più omogenea la crasi del saogne venoso, molto r,onferiscano principii çhe le vene iotrorneltono, esalandoli dalle loro pareti, nel fluido cbe tragittanl•. Ecl il professorn Cortese vedendo che, ma !grado elle fil sangue arterioso tt'asutli ·gli elementi di secreiione modiaoto Hmestruo del si"ero, quesLo siero, a :vece di .scarseggiarn, ,è nelle vene in quantità aocOL'a II!i.lggiore cbe no,o nelle ~i'te,rfe ,. nè potc,ndo rcpdersi ca paco che di quest'anmeotala quantità cli si,~ro del sarJguC\ venoso sia u.nica causa la.linfa. versatavi da i vasi linfalici ontrn alle gh'iandt:5le,.conglobàte e quéll a che assorbono lc ,radifii venose, ·cr·ede movere colest'aumcnto del trasudamentò vaporoso della membrana in terna delle vene, analogo .a quello cbe ha luogo nelle membrane sierose, e conchiude con asserire cbo le arterie sono fornite di massima tonicità la quale forma il principale dei loro àllributi Dsiolotici e le vene di grande aLlitudine alle funzioni di perspirazione; quellè essere principalmente accomodate alla trasmissione del sangue e queste alla sua dparaiione. E veramente l'azione formativa ed aumentativa d<'lle vene, scomponente e consumante delle arterie. su il sangue circolante{ potrebbe ancora congbiellurarsi da quell'essere nelle intérne. toniche rlel cuore e delle arterie maggìori assai p(ù apbòndanli i vasi linfalici clie non le arteriuue nutritirn, siccome con adatto iniezioni dimostrarono Lauth, CruYeilhier, Fol1mann, Bon~my e so.pra,tulto il-nostro Afossaodrini, mentrcchè nelle toniche delle-maggiori vene non so l::ime'nte S1)vrablionclauo , e fu già aftrove. dett.o, le piccole artcriuzze, ma sori es~e-àssai snpertkiaH verso l'interno loro J'.lto. La· quale cosa però non colljmerebhe con la settima sperienza (Memoria su l'espansivilà) di Laloggia da cui risùlterebbe che, bagnaoù.o con una soluzione di stricnina le grosse arterie, l' assorbimento è lentissimo ed i fenomeni del tetano molto più tardi che non bagnando le vene: se non che non può definirsi al giusto quanta parte abbia avuto in ciò l'endosmosi pi11 facile a traverso delle. pt1reti renose che non a lraverso delle arteriose. 5. Secondo Beclard nel sistema della Yena porta succederebbe la trasformazione dell'albumina in globuli del sangue. 6. Il dottore Maggior.mi avendo credulo o~servare che in tutte le malatLie in c.ui lesa è la milza il sangue rimane. assai modificato cioè privo di materia colorante e di fi):>rina, ricco di siero e di gra$si, e eh.e nelle varie classi d'animai( la copia del sangue è in ragL011e ·diretta dell'evoluzione della milza., additò cotesLa v.iscera wme Ja parte <fai sistema venoso più il1'Ùuente. noll'ematosi d'el cbilo e nella salurazione
de' suoi materiali grassosi d'azoto e di ferro. Secondo
J)onné la mil?.a in cui si trova il maggior oumèro di globuli bianchi a tutli i gradi di formazione, sembl'a essere specialmente incaricata d'operàre la t:asfo1:mazione dei globoli bianchi del chìlo io globoh rossi, e_, secondo Gallini, a11che Je cavità destre del cuore sarebbero so.de d'una simile trasformazione per la ragione che i globuli bianchi dalla linfa trasp_orla~a nella giugulare dal grande dutlo linfatico acqu,st~ !o esse, e non prima, la possibilità di trasformarsi rn globuli sanguigoi. 7. È lungi dall'essere sconfessata la \'e~c.hi~ oi)i Dione cbe, prima che il sao{{oe venoso arrm a1_pol moni per sottos}arvi a qo·cll'u!Let·iore _azi_ono che lo rena e acconcio a snscHare lè •t;oritraz1ou1 del cuore é. delle arterie, le- vene lo preparar\o a cotèWu1Un10 peì'fezionamento e.on depurarlo nel fegato ~~i prinèipi i rèsitfosi, grassi e d'a;Lra natura, ineH1 ' :.l con·vertirsi in n1~to1·ia aniinale, dei qLlali si compone la bile.
Non ini dimornrò in dire d'alcuoi allri argomenti di ·poco o nissnu rilìevo stati tanto spesso addotti irr prnva dell'azione bio-chimir,a delle vene su il sangue contenuto e di quella dei vasi linfatici, considerati come un'appendice delle medesime~ n-el formarlo : tal è quello di Schullz, Gnrls, Valentia, Tiedmann e Gmeftn i quali videro nel dutto toracico dei mammiferi veri globali sanguigni: tali son ancora quello di Bosa il quale disse aver osservato che, se si punge con 11 lancetta un4 vena stata, prima bene risc·a1da:ta e res~ turgida, il sangue che ne spiccia, anzichè nero, è rosso coino saogne a11torioso; e queJlo di Desjderio il quale al.legò avern vednto ché, incidendo nel tempo stesso due vene nei <lt'le bracci, una dopo un· protratto fregamento e !'~l'tra nò, il ·sa11gue dèlla prima era coperto d'alta o dura co~eona, rltentre qµello aclla seconda 'era copertd (111 un lieve velo µ'ella ste·ssa cotenna; e. quello di Mancll il quale tlissc. avere .ver:ifioato che in Dna vena allacciata in due luoghi drversi li quido rimane il s:ingne noi vaso compreso fra le duè ·allacciature; non mi tlimot·erò, ripeto, ìn dirè-i:Ji cotesti argomenti, perchè i fatti addotti da Rosa, Desiderio e :Mandi furono da molti osservalofl contraddetti, ed è oggigioroo sperimental mente provato da G. Coline da allri cbe i globuli sangnigni rinvenuti nel dotto toracico vi erano rifluiti dalla vena subclavia. Sia pure che vogliano e possano, anche nel mio concetto, ritenersi come conghietlurali e quistione voli alcune delle testè allegate opinioni in prova ·che le vene crèscano il volume del sangue, perfezionino nella fdrma e rendano più onosLi d'·ematosina i suoi globuli colorati e ne mantengano la fluidità : sia pnre che si consideri per esagerata l'opinione di Cruveilhicr nel coocolto del quale le vP.Ì1c cdsLitu.irebbero il v~st~ set'hatoio !n cui si compioo9 ·tutti i gra~di fe~ome111 dell'orgiiì11smo,; obn pe11 questo, io sono dispia cente, chiar1110.Prof~ssore è coHega·, CÌj 1ntin poter ab:. bnacciare la sua opinione «·ùbe li sa:ngue 'da arlerìcrso
GOllvertitosi in venoso, nero, onusto di prìncipii carbonasi ed as'Sorbito dalle ,ene, fa rilorao imrnutato alle cavìtà desll'e del cuore. » Dimostr.ata l'aulonomia del sistema venoso nella sua strultura e nella mo!Liplicit.:1 <lelle sue funzi·oni fisiologiche, ~uole l'ordine logico ch'io dica come sia esso pure autonomo nel suo stato patologico (pletora, ipervenosità, flogosi) e come dal più sopcrJìciale confronto risulti grande la di!Ierenza non meno tra fo 5ue m:inifestazioni morbose e quelle del sistema arterioso, che tra le cause predisponenti ed occasionali di q11esLe manifestazioni. Si premette innanzi tulto cbe s'intende ·per plètora venosa quella condizione dell'organismo in_ cui il sangtie venoso è in più alto grado venoso, sopràbbondaote e scorre lentamente, e per ip.eneuosità .<1uello stato dell 'organismo in cui sono prevalenti le .proprietà delle vene e del sangue Che circola per entro alle medosimc, non potendoqucstedne condizioni ( Con~inua) essere considera Le separatamente.
RELAZIO NE .Fnlomo alla oai~ci probtibiledell aocresciuta·m01;lalità · 1wlle carceri giudiziarie di Glig_liari. 1
( Comuuiciiiìouo f.itta d 11I ì\lcd. Div. sig. cay. llJMYRA)
(Continuazione, V.
,v.
t6 e 17)
= All'ill.11 •0 siii. t11len,lenle generate del.la Divisione Amministrativa di Gagiiai'ì.
'l'auto· ai ragazzi che agli adulti , in determinate ore del giorno, vicu concesso di uscir aiì'ar-ia libe-ra e di_passeggiare pel corti.le che il muro p.i cit)ta for.ma t11uo1 in gi ro al fabbrioaLo . Oltre le (lUattro stanze suaccennate, vi sono eziandio alcuni camerini> nei quali si rincbiudono prigio nieri di distinzione o di particolar riguardo . Tali èamerini sono abitabilissimi, purcbè non vi si orettan o più di due in dividui per ciascheduno: nel caso contrario, e massime a finestre chiuse, non vi si pòtrebbe rimaner imponemenle. Gli attuali inq~1ilini non avevano semlJianzo di gente cbe soffre: ma ~l numero di essi oon oltrepassa il limite poc'anzi s~gnato.
CJ;u·ce1·e della 'I'o1.·1·e <lell'~,Iefa,nt~ Lunghezza 0,47 Larghezza 6,34 Altezza 0,,10 Cuba.tura 250,22 La Torre detta clell'Elefantc convertita in ca'réeré succursal e comprende ,1, stanze perfettamGnte .e.gµali contenenti fr,a tulte 06 prigionieri , éli cui 16 per 1
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ognuna nelln prima e nella ~uarla , e '~ 7 i? gu~lle cl! mezzo. Gonì1emerge dalle misure sumfente ! m tah sale vi ha stdficie11to volume d'ar ia, ~·a Yi_S\ ,.,tr~va da criticare, in aggiunta alb mancanza d1 laln~a. I esl~Osizione al nord-est, il difetlo quasi totale d1 sol eg.giamento nell 'ir1v0rno , l'esistenzn di. sole rl1f~ fincsLre nella direzione or ricordala, l'assenza di tavolato e di sfiatatoi poi rinnovamento dell'aria n~ll'oro noL- J turne ' e tulle I.e volte che il vento olJIJ!iga a tenori cJ1i nse Ie fl nestre. 11 cav. Massa nella succil,1ta sua RPl11zionc assevera questo carcere aver forse somminist.rato il mat gioi· contingente all'ospedale nel pass~to 1nv.eru?, c1_0 ch'egli fa dipendere dc1l freddo cbe_ ,•1 _ù~i~ma _in sifatto periodo dell'anno e dall'imposs1l.Hl_1La 10 r,.u1 ~o~o i cnl pevoli co là isolali di fare, un p0' d1 moto all aria libera per m:mcauzn (l'apposito recinto. Checcbè oe s ia nella 'J'orre òell'Elefaritc, come a S. Pancrazio, I a Commissione s' imballè in molli visi sparo ti eri jo non pochi organ ismi logMi da lente aifov.ioni sop~ortale senza darne avviso al )lcdico, per <juella ripugnanz a per l'ospednle si comune fra i popolani dell'isola .
CA PITOLO lll. .fndimte'f! ti e 1mlizia. 11 Go, erno non somminislranclo il vestiario ai carcerati, fu orchè nnl c:i;;o tlell:\ più slreua nece%itii ,_ questi devono provvedersi del proprio i v1ri in(1 ttrnenti di cui possn n0 abbisogn11 rc . La Comrnission0 su questo particolare fece alcune osservazioni cl1e reputtt congruo ili qn i consegnnrc, ta,nt0 perchè ne ~ia inJorroata l'anlo ril.ù competente, che por va.lers.onr. a suo tempo alla spiogazione <lol que~ito che le venivaproposto. .M.olti. ·doi prigi onieri ~on o troppo mber:imente coperti per la stagione, o fra questi primeggiano iilcontestalJilmeote coloro che indossano i panni del noverno, i quali consistono in lìD c;appotto di lana sollile o leggiero assai, in un pantalone di tela cù in una camicia dell,1 stessa stoffa. Un sdlatto vcsl.iario appena appena in eSl:lle può bastare in questo clima~ ove se il so1c è cocen te., spi1·ano. 11~11· ~cmpre venti 01· fred di, or umidi e le vicende atmosferiche si succcdooo con tanta violenza ed in modo così repentino, cltAne-Ha stessa giornata il termometro passa L,1J vo}!a da uno all'allro cs[remo .della sca la. Accorù:rnùo che in una stanza cbillSa, nella (jllale C:1:u·ee-1•e tleUa »~1·se1u11. sono agglomerale più persoot·, la Lempllratllra si ele.'.'i Lunghezza 30,/20 Largliezza 7,82 ùi tanto da render inutili l e copùrle, qnarrtunqrio il corpo non ~in separato dal nodo s::isso elle gli :' 'i've Altezza 4,72 C11llaLnra ·1343.~3 di Jello Ghc cl.ilio ~pesso re di una ~1u01a . è cIJiarc: cne (Juesto carcere. ha, nn sol camerone edificato p~al mntlino, allorché si aprono le finestre pel r i11 no·· -ralcllamonl e al molo destro della Darsonn, tun~o 11 v;,menfo ' ùcll'aria~ riesbe: inrlispensnbilc, sotto [HJM quale scorre quello dc' suoi lati ch'è riv,)110 a levante; cl 'armnal .J r;,i, d..-aver uu galibano od .il tro arneso equiè situa~q al piano Lerreno cd aperto a P?rnmlo. l_n valente, acciò farne schermo :ille membra contro un gra:t.ia della sua gi;:1cilnra i:o~o~rafìca. o (1e 1fa p1~n~s1:;ubitaneo 1·aff1•e(1damonw·. milà del marr, esso è um1d1ssnno e freddo as:s:u,. e n~ila mancanza d'abiti a,Jaui ali() stagione si la scmlJra che t1oHeblle Lqrnar ins.1l uberriu10 a· suoi gnano non pochi fra i clitennli, pornrn pecore Lo:::ue, ::ibilatori, che essendo 103, .Qcccclono il nm½c.rp, che, per le q11ali la brezza n@rr è sempre misurai.a secn n,10 tenuto e.o nto della sna c.ipacilit e dell a di[jcollà di il mantello, a dispetto 'ili <Ju ànto su tal proposilo si cambiar l'a ria, ,louebbe coulcnerne. Eppure. lo stato legge nei sacri libri. Cotal deficienza lrascina diPlro s:inHario di quei tlitonnLi snperù di grnn lo.ngn l'an sò aual coroUario obbligato il sudiciume della perspettazione, e i·u rir.onpscioto lode:olissi1no .in )Jressona: e la generazione lì i p~irassHi. iro lti_ P:igion ier~ socbè Lutli. Gion1nota1·e a questo ngnal'l\o che I carcJiff;l tti offril'onsi agl i $gu3rd1 <lolla Comm1ss1one 11~mcer-ali della Darsena dormono sovra un lavo).ato, e che sr.ant(;lmente sorc1idi ed assediati da innumerernle e stanno nel camerone soHan~o la rrntt~, L1 .auenenilosi sc;hifosa O½te t!'Jnseui . Ma di sì stornachovole immo ndurante ìl giorno nel corrne cbe gli sLa dio oaozi, 1lczza non voolsi assolutamente cd unicamente ,11.:cnOYO <lànoo upern a ,·ari i lavori, secondo il gen io P- 1':1sare Ja su esposta cagione. 8ssa è dipcnùente soprabili lt1 <Ynn ciasehecluno. I cess i qui non sono un va no tuuo dal non venir gl 'inqojsiti al Joro giungere i n desiilerio t~ 1,rov.rnsi fnori del dormil.oio: pt•rò poi bicarcer.B assoggclLuLi al ttlglio tle~ capelli e ad·un 'aJJJ usogni dr,!la 11otLe vi si tengono alle due esLremila due ziooe generale, come pi;ire dalla nessuna r~golarilà d.ei soiiti ,recipienti . ! nel cambio cleHa cam icia è doli (' c1ltré part.1 d el veKal cti1ndnt'e questo copitolo la Cominissione st,im n li sr.i:ido in corilàlto im med iaLo coll a pcll ci, e dall'assuefa1.ione fa r,ui sono In maggior pirte dei vil!ici tl i non non ino'ppol'tuno di eicordare che lulli iodist in laadoperare lazzoletlo per pulirsi il naso ~ le_,lahb_ra: mento i parimenti <! ell e stanze cc1 rcernrie sòvra deocl asc.iugafSi il S~C!Ol'~ dell~ fron.te . Necl I p_m ag1~t1. scritte- son fa iti di lastre cli p'ietra quadrilatere ; che où i mealio· for01t1 d 1 vesti, quando non vivano Hl <JlltlSLe son mal connesse e lnsciano i'r:1 loro uno spacelle ap1Jartati, vanno esenti dal rimprovero di tras·zio di due cd :inche piu centimetri; d1 e rengono quocurata nettezza, e (fo un tan ro si_1i ge11cris prodotto. ticl ianamente lavati, e che metà per q11.P.sta ragione, (la iJ;~qialgi1ma, ver cosL.dire, _di ,tt~tt.~ le fetide. emametà per circostanze peculiari di esposizio'l1e , il nazioni 0lle tramandano I corpi vwent1. (Continua). suolo io qo asi Lulli i cameroni fu trovato assai umido.
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I vi Là sprigiooarsi ancora 1a mia sorpresa quando sentii dalla della ca· con forlissimo rumore una considerevole til1Ui1
PARTE TERZA
qu~nlìtà di gai iooi.loro che durò circ,t cinque o i;ci minul1, e che ugual feootneao si 01anifeslò por ollo giorni l~e o quallro volle nelle ve11tiquallro ore, venendo t'emisD'1Dìl0-FlS0~IETilA l s1.one delle fla,luosilà coslanlemcnle suss~guila da quella <l1 ,pc>ca qut111Lilà c,l i liquido bi.ancaslro semi-c.remoso I A:e0eru1\a.. l'a ùi~gnosi appeni.I diminuili i premiti, ed. 1 ogni ,dir? fenomeno. che iudicass6 dolore, non essendovi (Ult l VoleritrnrÌQ in I" dtilJloggimunto C,1vall1Jg1tferi ~i Saiuzzo allrn rnd1c,1zione, praLi cai siringa1,ìo11i di decozione di n ADl;{Ò VmMNZO, .) 1~alva, .u r .ropir~ai ial~·rnamenLe bevande o\!eruperanli e Se frequente anzi che no !;i osserva l'idro-pisia della thluenll: ncor,;1 poscia ad iuiciioni toniche ed a:.lrinmatrice nelle femmine geslanti delle specie dc' ruminanti ' ~cnli q1lali di scoria di quercia e di china richiedendolo domestici, laalo ràro si offre 11uesla malattia nella cavalla il cas11, amo'.inislrai per cinque giorni consecutivi un pur~he gli aunali della v~lerinaria non ne registrarono fuor- 1 ~ante qo:,l twcllentc comµoslo d'aloe-soccolrit\o, gialappa ·chè pochissimì casi, cd alcuni fra quesLì lasciano pnre e scan1o nea 1\on a,·c nc.lo tlal luho inleslinale alcuna couassai a desiderare, canto a riguaròo dell'eziologia che lr~ i.m.licaz.ione. DrminuiLo ogn i siutomo di mahtllia codella natura dell /\ 1)1à:.la.lli,\ di cui il versamento fu una m1nc1a1 . gradatamente assuefare l'ani 1u ale al suo regime ,const'g1}cn1i11. Sebfiene,cot' nùrraro il folto soguonle porli ord·1.na.rio· o ccJ S°t dopo venti giorni essendo scom.p orso perfetto convincimcnlo di non essere in grado di rischiaogni lenomeno morhoso loc~lc·, lo feci uscire dall'inferrare puuli cos·1 oscuri nell'11lromctra, nutro \utta via la 1 moria per resliluirl.o g.radal.1me11l1~ al !-ervizio dello s,1uas.peranza di far cosa uliln alla soienza cd ai miei pregiali 1lron P., al q~ale però, lentrndolo in os~ervazione pc!r uu colleghi, richiamando la loro allen1,ione sopra un argo lempo con.sulere\'ole, non mi dimostrò uiù alcun inùiiio mento di patologia che richiede da noi ulteriori sludij. di ri•cidirn della stttldell..i malallìa, sr. · non che vidi le li giorno i~ no\•eml>re del p. p. anno ·l 858 fui chia?oncltzioni generali dell'animalti mantenersi quasi sempre malo verso le oret.re della sera, clurante il governo, a vi11~ u110 slalo alquanto unormalt!, ed essere cioè debole, sitare una cavalla-di razlf.n ungherese, d'anni sei, di tcmp1ulloslo macilente. pera1nenlo linfolico-bilioso, tl'abilo macilente ma di buona Verso i primi giorni ùe\lo scorso l'ebbraio fu assalito co·stil.u1,ioi1e, eh~ mi.si ~isse, e vitli perdere· dal la vulva cli bel nuovo da coli.che per cui venne nuovanicnte Loslo abbondante quanti là <l'aòqua. Supposi a ryuclla prima viricoveralo aW inf~.rmetia, e dopo uoo s.prigionarsi dì -sita trallarsi di pro-ssimo parto, tanl11 più che era una ca· nuovo gaz con rortissi mo ru1aore dalla vulva cessarono valla dcll'ullirna rimoo~a. epperciò non si poleva sapere i sintomi di dolore; presci:issi alcuni bever;ni falli coo se fos!ic slala o no esposta all'accoppiamento, avendo i- , de~zione di camomilla, che parvero ridonare all'animale nollre \'arldom-c_i;vilur.Palo. F11tlal.1 p1ssare all'infermeria, la. caln1a e pr,miliva sua a.ppelenza, ciò nou oslanle fu lenel procedere fl pjù rlilige11le esn Ole osservai conLin uarn r1ulo a dieta per due giorni. 11el qual tempo adivasi an\'Ora111c11Le coriiosa la perd ila d'acqua, che aumeolava con\ lrallo lrallo un go rgul:o similr a quello che si senle ad ogni sforro c)rn f-dceva l'animale accosciandosi, che il nel vuotare una boLli glia di liquido, rumore che si ripotè li.q o_ido ora era limpido, ora biancastro quasi giallognolo, tre, quallro e Jìersin o cinque volte ncllr~ aiornala senz" O simile a pus alquanto di lui lo, ed ora presenta.vasi al. .. Ie a~)hi,1 mnnifo,tala inquetutlinc, o mal essere;'" cI10 .I' vn1,11m quanlo piìt den_so; talvolta semhmva che .-i 1.'osse nuo. c~nscrvu-va · eg1i per contro una si smodala appl!lcnza da lanlc qualche lar~o· pezzo <li memhrana muco,a i tale ·verd1VOr~~c lulta la razione che gli veniva s.porla, e per ;;osamenlo fu sl copioso che in meno di un'ora a:;ccse alla prapp1u mangiava c.onlinu a.1twnltl la paglia de\la lellicra. notevole quanlila di iilri quarauta in circa. Persi$lenci o lullavia ora più , On\ meno l'em'issiooc cli L'animale r,.rnvava dolori alla regione sollolombare, <~~ella s~ccie e.I-i Oalo_ ;Jalla vagina menlre pro~rediva per allr.riare ì qua.li orn si aluva ed ora si cor:cava, s: I 1ruroa p;nmenlo de,lla cavalla che ogni ~iorno lasciarn vevedeva prostralo di forzé, aveva 111 1nr.. mmelli! di vo!ume dere i fi rnchi s1>mpre più incordali, cli venendo la mede maggiore <lell' ordtnario, e dalle medesime si poteva munsima lanlo tlebole da minacciare di cadere dieko un gere un umore Ialleo. ~s~rcizi o ìlnche non mollo prolra\Lo, veniva giudicata Il,us~ila del liq~ido dalla vulva cc,~ava <lopo un'ora, 1ncLLa a p~eslarn un servizio allivo, epperciò ne era proma 1anu~al~, ?~nt1nua~clo ~· provare frocp1c uti premili e pos la la riforma, ed al 26 ~Lesso mese er:i. vendula aldar lì~gn1 d, v1v1 dolori , 1111 lasciò elevare il sos1ielLo che l'asta pubbliea _che ba arulo luogo il 26 spirante. nou ~1 Lrallass.e di un prossimo parlo ; per meglio assicu_L'idropisia dulia matrice, cho forma l'oggcJlo di questo rarmi del. fano, yoJlj inlrodurrr una mano esploratrice ru10 brc ve scritto, porlo opinione che fosse la conseouenza n~lla va? ina, ~ù a\lora c~n noo poca. mia sorpresa, per I d'1Ieolo processo Oogislicoconlrallo probabilrneQle quando o tr ovarm1 .la pr,ma vo!ta 1n Lale circo~tania' m'avvidi che la cavalla trovasi in 1slalodi gcstazionf\, e questo concelto la n:1edes1ma colla massima facilità penelra"a in un 'a-rupia deduco dal fallo della persi5len1.a della _secrezione del c~v1t.à fo rmala. dall'utero, il quale Qra affallo vuolo così 1alle e dal rifiellcre che non poche delle carnlle tralle di rne1H1ro liheramenle la mano ' .dilatalo . da permettermi . . dalle rau.e semiselvaggie per ammeLtcrle .nei . convoglt tn giro, ,anzi ~uas1 ~on se ne poleva· più clislinguere il per le rimonte lrovansi appunto in tale cond izione-; ed· ~olio .d'.1\ foncto , Q111 non fu più ·dubbio, trà.llavasi di una posto quindi a numerose e polenli cause d'aborto, non è 1drop1s1a ùe1J·uter9 evacuatasi sporHaneament-e; ma con-·
c.~so
I! !
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- ~oi raro che questo avvenga prima che le medesime, giun• gano ai reggimenti. Tale mio giudicio viene ancora corroboralo dalla natura del liquido versalo, avendo talvolta assu,nlo i cara:ttèri del pus; e dall'essersi questo in110rmale y.e rsameo lo più volle ripetuto col progred ire della lenta metrite; la quale lraeva a poco a poco l'inferma verso l' emacia1.io1ie. Fra le poche osservazioni di idrometra pubbticale, e ~he sono alla mia cognizione, (h•bbo ancor soggiungere che alcune si riferiscono appunto a !eolo processo fl ogistico della muc.osa uterina , come t'bbero a notare parlicol armeote gli illustri Delafond in Francia , ed Herlwig nella Prussia, quando nel 1852 facevano stodii intorno ad una malattia singolare degli organi genitali de~li slallon i, e dalle cavalle destinate alla propagazione . Riguardo alla raccolla di gaz inodori che andava associala all'idropisia della matrice, havvi non poco a credere che la medesima fosse una conseguenza dell'introduzione del!' aria nella cavità dell'utero la quale si portàva a sostituire il liquido a mi sura che questo veniva emesso <lalla vul~a .
Jlfedici di Battaglione <li 1• classe pt·omossi a Medici di Reggi1111mto di g3 clw,se. nhu,gl1i Ambrogio C:fa1•a. Francesco Pan izzardi Francesco Sol:11•0 Pielro
1 O fanleria Amb. 3n Di vis , Zapp . del Genio Zap, 'del Genio Bersaglieri ..\mb. 5" Oivis. Sped. l\'1.Torin o ld , di riser. Q, G. Prin. Tissot fìio. Ballisla 1 fa nteria I fan teria We zzani Fulgenzio 6 id, 6 id, l'tI1n•atore Giuseppe H id , 13 id , A.ime Giov.anni Sped. ~I.Torino 16 id, Gnctioora Gio, Balli.sta Savoia Cavali. 9 id. Fadda Stefano 3 fanteria 9 id. Tunisi Carlo 8 id. 8 id. 0 !91nnfclli Nicol a Sped. M.Torin o Com al Cons. Piazw.a Giacomo 5 fanteria 5, fa nteria Boggetti Lu igi Casa R. Inva i. Amb. Q . G. P. Plai~ont Gim;eppe ·15 fan\eria 4 ~ fanteria Lu'l'ini Giuseppe 7 i<l, 7 id . Muzio Giuseppe 1 4id. i~ id. Medici Aggiunti promossi a )lfc<lù:i di Battaglione di 2• classe.
BULLETTINO lJFFIZIA.LE
Con Regio Decreto clei 3 del volgenle mese fm·o1w 1wmi1tali Farmaci'sti di 3a classe , pel solo tempo della guerra, colln paga stabilitu dal R 0 Dee,relo dei 213 di giugno 1853, a datare dal 1° del mese stesso, li signori : ltepch•o F elice, Pa'l'in.i Carlo. Ca;;noli Giuseppe. Zuccotti Luigi. Cubutti Vincenrn. Gra11etti Vittorio. Biancotti Francesco.
San;;uinetti Alcibiade Dellnssiaz Germano C:occo Agostino C:ngusi Giuseppe Siriati Giuseppe Pabis Emiìio lUacu;;;;i Antonio
15 id. 1 is fanteri a 9 Bali. Bersagl. 9 Bali. l3ers. 2 Grao'at. 2 Granatieri Ca vali . d'Aosta /J.. fanteria I .'i, fan teria 14- id. 6 Bali. Bersagl. 6 BalL Br.rs, 7 id, 7 id. On1n•a Giuseppe 8 funleria · 8 l'anleria Peseaa•mona F ilippo Spe1U LTorino A.mb. Q, G. P. Rcgis Stefano 2, GranaL 2 Granatieri Sola, Giuseppe Specl. 1\-L Aless. A.mb t • Di vis. ltinncosu Antonio 7 fan teria 7 fanteria Dclftno Gioanni 2 UalL Bersagl. 2 Bali. Bers, Polli11i E,,aTislo ~ O fa nteria 1 O fa a Ieria Farmacisti di 2• clas$e promossi alla i • Montoni Carie
Sped. Alessan. id, 'forioo id. id.
F elice Leone Giuseppe
Ba1•ove 1•0
Con R0 .Decreto clei 6 di !,faggio volgente furono fatte Ze seguenti promozioni nel Corpo Sanitm·io e Fahnaceiitico Militare, con la clecorrenza della nitov ,i paga a fare tern.po da detto giorno. llfetlici cli Rc{lqimento di t• classepromossi (t Medici Dìvis~otwli tU 2• classe. Deirccclai Francesco D.alb Benedetto Wal zcna Gioachino
OB&TINAZ, ATTUALE Nt0\1AOESTlm, Arligl. di Carn p. Com Sped. l\1. d'Asti Carah, Reali Ainb. 4•Divjs. 1 GraaaL id , 5a id. 0
Far,nacisti
(li
11.imass~ Alessandro Dag'lfano Stefano B0lctiri11i Angelo Curletti Enrico
Douhet Giulio
5a classe pr omossi alla 2n
Sped. Torino i(L Cuneo
id, Alessand . imb, 5• Di vis. id. Pinerolo id. F e neslrello
I l Dìrellore Dott. Cav. ARE I. LA, Med . Di v. . 11 Vice Direttore respons. Doli , 1\lANTELLl , Med. rli R rgg.
7 ip. Subalpi na di ZOPPJ S e Co mp.- Jlia A l{itri N .24.
--N. 22.
30 tlaggio ·185 9
ANNO \!Il.
GIORNALE DI HEDICINA IIIIJTARE ,,
DEL CORPO SANITARIO DELL'ARIIATA ·SARDA 1
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L',associa:.1,io.ne. n on si riceve che per un anno e comi"nc!a col I di,f;<mn. Sì .pol>~lica n ~I ¼a o~dÌdi cia,schequna. seil!,~ ;,~ua:' 11 prea2.zo d'associazione in Tòrin'o è di L. IO. Io l~rovincJa ed all't~tero., franco di ~osla l',. 11. S1 P,:l_ga per semc:slri antrc1pat1.
I !J,
sistema arterioso ed ora nel sistema venoso e nello sue dipenaenze, non tardan a sommìoislraro i.ndizii inJorno alla soa sede primitiva, alla sua iodolc ed alle sue.affini là patologiche ed il linguaggio def feno meni morbosi è poi ampiamente c_onferm~to d;tl!O, lìci. traccie cadaveriche. JH fatto già Macartncy, avendo osservato in mo!li caèlrlveri di persone spente dal tiro congestioni di san g1;e <li colore paonazzo e poco lendenlo a coagularsì PARTE PRIIIA ne-~li apparali véno!-i <lei cervelfo, dei polmon i,! dc.Jlè viscere aùdbminali, ecc. ed a queste èontrappo'neij~_o Je congesti,on i che occo1~rono nelle fr~nch e in.ffanrn1~1\lEJW@RIE ED Q$'8EHVAZ10NI ,ziom ~ cuj prendono part_e le arterie, disse che in queste le minute ramificazioni delle arlorie conducenti rosso e flo rido si mostrano più numerosè del sangue Fra le infi.ammza~ioni soiwe!iealcuue chcpossano;dirsi so)ito, e che lo slravasamento che vi ha Jv,ogo· è più 1 a base arteriosa etl alt1ie a base ve.nosa? P1 oi1.10consislerilc che non nel ca~o precedente eà-'Ji.a (tit_to stci dtibitatiw-1, dul chia,rfrsim,o professore CAmr,tF~!pel_tQ del siero, talvqJta :COl) secrezione dnnis . GNOLA f.a-tta al proj'e.ssot-e è. RIBERI e da questi r b \'t-i,n, l a tliffereoza non avvffra la risipola elle, come s;picotatct ;i·et segium1le motfq rt:elle sedùte a~G/J.dietni,si dii'à più innanzi, i più fl'e:i palo.logi stjmauo con c// e delz.i 25 cl-i (ebl!1'aio e·"1.1 di nw,·to. 1859. Ribes essere flogosi a base precipuamente ven0sa ed i1 (Co nli nua1.ione, Ved i n° 18, 19, 20 l' 21 ) flemmone acuto cberitengono còn lo stesso Ribes quale flogosi a 1)ase massimamente arteriosa? Dìflèrew.,ct di forma., d'aspello, di fenomeni e d'effetti Armstrong ammette comB 11n fatto cfalle necropsie c!t~ plfssa tra l'iperemia e la. flogosi che è a base vedimostrato che nell e febb ri accompagnate da aumento 1wsr1. e. quella che è ci (,ase arteriosa. di cafo re abbia vi pletora o Ijienezza innaturate- hèl si- . Ella, chiar1110 professÒre, disse che « avendo il _prostema'a rterioso ed in vece pletora nel sistema venoso COS:,O flogistico la sua sede- nei vasi capillari, non può in quelle che sono contrassegnale da calore.difettivo o ammettersi, uè concepirsi differenza tra 0-ogosi artedisuguale, e siccome nel primo stadio del lifo ~emplice riosa e Oogosì ,enosa. »Sembra eflettivament.e che, se e nel tifo infiammatorio vi h~ riazioo e viva_con aula scolastica distinzione tra vasi capillari arteriosi e ,•emento di· temperalnra e fenomeni opposti ne.gli stadi i nosi è idonea forse a porgerci un concetto più semconseco,livi, cosi crede egli cbe al primo· peri'òdo di -plic,e dei fenomeni che occorrbno nel segréto dei quosto.mf.lrbo presieda ·come condizi òne morposa una tessuti, sia petò jmpossibil'e, efo già lletto per·p·asso, congestione arteriosa ed al secondo una congestione stabilire nei medesimi capillari i limiti dove termivenosa; e quest'ullima condizione sostiene egli predonano le arterie e dove banno priucipio le vene . • ron minare dal principio alla fine nel tifo che cbiama convi vuole tuttavia molto a vedere che dei capHlari gli geslivo, e ciò non tanto perché non è mai accompauni non allto rappresentano. fuori:J1 è il termine· delle gnato da esaltamento totale ed è costantemente conarterie e,,gU ·altri J'origin~ delle vene. Nè vi vu9Ie tn1ddistirito (la fenomeni indicanti ingorgo' y~bo~o, pure moltò a vedere che se anato.micamente parìando qual i difficoltà di respiro, lingua nera, d'eQli ann~rfri, non si può , mentre un'infiammazione è esordiente, ansietà, 'macchie sanguigne, emorragie e simili, ma stara per dir in miniatum, slabilire se interessi essa percbè nei r,ada\·eri di coloro ~be ne rimasero vittima maggiormente o pr<>feribilmente quella porzione di s'incontrarono solamente turgidi di sangue nerastroj vasi ca pillari che si continua con il termine dello artetronchi e rami venosi toracici e le ca.vità dest.rc del rie o quella parte Bei medesimi vasi che è con tinua con . cuore. • l'origine delle vene, i fenomeni però che a breve an-· Abbiamo !la Ho4Jgson chq quando la flebite , ovunclare si rendono palesi, più vistosi e più gravi ora nel que naia, si diffonde alle vene principali e vi si·separi 10 Prof. Rrn1t111: Fiale infiar:nm11zioni s.oovcne aicuòc che possano dirsi a Ifa.se arteriosa eJ al!re-a base venosa? - :1° Doli. cav. l\LiJ\:Al'RA: Re lazione intorno alla cau~,1 -pi-obahile d~II' ;.iccre~ciuta mortal ità nelle Garce ri 11io<lìzì~rie .di C~8 1iari. - .3~ Rivista dei 11ior11aJi scieuli-
SoMMAtHo. -
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pus, essa genera sintomi somiglianti a quelli àeJ tifo~ della febbre tifoidea. J;;à grande <lifferoQza cfJe passa tra, le; malat~ie CO$ qq!iinio o a11Lerioso o venoso è 01.e.ssa in bett'e,v~denza ~)tdo~tQ fohn (1); dice egli che-, se )a yenosit~ localmente accresciuta à tanto inLeosa da sl~r ~1 sistema venoso come l'infiammazion!:} sta all'ar.Lerioso, allora essa genera quegli sta Li che Ìlild~brand ba riuniti sotto , al titolo di morbi settici loc?li ed allri sotto a quello: dL di-ssoluzi-011i,tifose --o seorb-utiche; genera la ,poeumonia detta cmtcrenosa da Schoeplein, la pneu_moo~a detta venosa pa $arcoµ e e dallo stesso Sehoonlein, re pneumooie chiamate nothae da Sydenham; genera ia stomacaco, .la dissenteria scorbutica, lo sfacelo della milza, del fegato e simil i che sp~~so in contra tielle febbri maligne endemiche delle zone trop.icali, forse ]'antrace. maligno, ecc.; genera in somma, può soggiungersi, qaegli stati erroneamente in elà non an cbra da noi lontana òallezz.ati con il nome di flogo·si 7nalignc; astenù:lte, passive, adùianiiche, neruose,, putride, scorbutiche, subdole, smtrie, ne-µ1:0-para,litiche, risipolatose, cancrenose, ep. a_ncora QOO il nome ai nem·o-(lpgMi, di splenizzazioni e simili, nelle quali I.a maleria organica è in una metamorfosi regressiva. e dissotuqva. Quanta dissimigliania tra questi mali e quellì che han a base l'arteriosità e la flogosi arte'riosa I ~~àggior an.c.9ra apparisce qu esta-differepza là dov~ lo stesso_John contraP,pone in via di _paragone .la costituzione v~no~a .all'arteriosa, lo scorbuto 'alla pJ etora. art~ri~sa ?d cr~lln·osis di Sc~o~nlein·, la fB?hre ~ei;y-0sa q1l'1rritat1va dl. 11.ufeland, lJ tifo, rnalgllrn ~romenlementc venosa,. alla sinoca. Grand_e apparisce altresi _questa ùiffe,reµzµ ~e si ragguaglia il sangue rnsso, lloridb, carico di flbriDi1 .che nell'arteritide è conqotto dalle ra.rni!ìcazioni ar(eriose, a quell6 del tifo. E di veto, nelle malattie tifose il sangue è ricco cli glgbuli e quindi di ~aterie colorali:) ançhe disciolte nel siero e d,isgragatc d~l crassamento e dai suoi globuli, dal cbe nasce prob.abilmenle quet colore d'uniforme imbevimento violetto della tonaca interna non solo delle ~ene, ma allre:sì delle arterie, stato da, -Bouillau<l tequ to qJ1_al~ segno an~~omi,co delle )'ebbri tifoidi : anche Vesierlen di 'fu1:ijnga ba, dopo µiolle r.J,cercbe, annunzialo che- il sangue cli queste febbri h3 le cor{d izidn i più opportune a itenerar:) quel colore violaceo d:1 imbevimento, ezianqio nelle arterie dove s'incontra sempre una maggiore 9 minor~quantità di sangue dopo morte. Così ancora Canstalt clie jnstiiui molte sperienze per chiarire la vera. origine della semplice rossezza delle arterie dopo le pur ora d~tte febbrf, eqb_e _a cpnviq_ce1:si che può essa arlif}ernlnienle o con facili là prodursi, come nelle arlcrie, eosi nelle vene- e. nell'codocarclio., immcrgen.d()li rPr ;rlcunc ore uel sangùe reso con nn poco d'arnm oniat a 0
( t } Vedi l,1 già citala bella diss-11rlazfone inaugurale de l (!o t-
lore f.'cdcle Brnno.
sjmig\iapt.e a qnello prosciolto deJl.,3 affezioni accennale, mentre non ·incontra essa o non ino-ontra se Q.OJl s~ .difficilmente e dopo l mgliissimo tempo se quelle parti s'immerg.ono nel sangue puro. Tanta è questa differenza di colordra le iperemie e. flogosi, secondochè son a- base venosa od arleriosa, che alcuni aut.or i designarono le prime nere e le altre rQsse, e' fuvvi chi, fors e cqn pi ù ingegno che realtà,, suppose che queste ultime consistano nell'aumento della vita e del movimento dei capillari arteriosi d'an O_!'gano, anzi nella trasformazione temporanea d'uoa ,parte, dei ~aselletLiniintermedii o capillari io altrettante _arteriuzze per·la pulsazione affrettai.a del correlativo ramo i}rLeriosq, mentr:~ le.prime COI\Sistono nell'esaltamento' del la·moLililà e nel_l'incn~mcnto della capacità dei.capilJari venosi, anzi oeìla temporanea conversione in pic:cole vene d'una pal'te àei .detti vaselleti.ini in tP,rmedLi o capillari per l'azione di succhiamento esagerato del più vicino ramo yenoso, la di.latnzione cresciuta del quale chiama nelle vemizze prossime e nei capilhri :.id essa continui un'esuberante copia di sangue. Parimente flaspail con quella sbrigliala fantasia che conosciamo disse che le 1·oss.e innalzano nella parte le qualità ar'Leriose ·del sangue. accumulato quasi che si' trattasse di altrettanti nuovi apparati di respirazione, mentre le· nere ne esagerano le venose. gnalità quasi fossero tante parziali asfissie; e elle le rosse debbon o lasciare -trapelare dalle parati dei vasellellini in~ iett.ati il plasma, il liquor stmgitinis ossia tutti glielementi del sangµe, eccettuato il fibr.inoscy_ E già Ludwig, S-el1e, Sarcone, Grimaud, JJò11siet1i e poi Bicb:al, Mugna, Biaggi, ec,c. si convinsero con le necròpsie r,be nelle nere la stasi saoguigna è forma'ta da saogue yenosa in islraordinaria copia raccolto. S'aggiunga che il c"orso·delle nere è iD goner-ale più Jento di quello delle rosse : che in quelle.il dolore, se non manca , è lieve e non pnntor.io o lancinante o polsativo come nel-le rosse, ma oppressiYo e, se è talvolta vivo in principio, presto svanisce del tutto o qtJasi.: c,he. nelle prime, in vece di que1la pulsazione delle arterie vicine e di qpel color incarnatino che s'incontra nel!e rosse,havv, gonfiezza delle grosse vene circostanti e.Jiviaozza della parte con macchie di coJo,re cupo e violaceo: che le rosM, se sono.alzate.-al grado di· flogosi, coslil.uis-cqno çli prefer~nza infiammazioni plastiche, mentre le nere dann,o sovénte in pari condi 2iioni per loro prodotto una sanie bnioastra e riescono facilmente e prontamente aJ) einorragia, a caricren~, ad arpmollimenlo. ad ulcerazione. ad idropisia , a splenizzaziooe, anzi eh è àd altri esiti: che nelle mcLlesimo l'amma.lato uoo ò conscio della gravezza ilt1I pericolo da cui è mi-naccìato, m:wca la febbre o non è proporzionata all'entità del pericolo, e la frequenza cJei polsi, il colore e la, seccbe7,za della culc non corrispondono ;,ìll'ìnlensiti1 del morbo locale : çlle son esse le nei·e compagne o con-seguenza di qnellegeneraliaffezioni che maggiormente con1prometton o il si·stema venoso; socie alla febbre tifoidea, alla pernicio3a. alla puerperale, alla puru1
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lenta, alla petecc.hi~le, al tifo, allo scorbuto e simili; pl'oprié alJ_e costituzioni venose, '.lg\i abili emorragici; amiche/agli oi:gani. dove le vene. naLuralment.e predomìnaM, Jegato, roilz~, ~.i~ningi, u,tero, v.ena -rior:ta, mucosa de'gt•inte&tini tenui'; assai frequ'ènti in ·qùclle regioni in cui l'ipel'vcoosità è una coutlìzione·e.omune. • caraLLeristica 0 fondamenro tle'i mali endemici od epidemici che vi dominano; a longo andare genitrici di <l issest_o ne Ifa crasi san go igna e poi di cloro-ànemia che si sa essere pronta a comparire in qoelle ma!attie cbe Teù·ono _gl1 usi d'organi strett~mente vjnwlati all'opera dell'assimilazione e dell'ematosi, s•pecialmen~e del fegato, dè i polmoni e simili, organi cotesti i quali, appartpnerrdo alla vita vcgeta.tiva e rappresentrndo una ca.tena ascendente e dis_cendente- d'azioni e funzioni cbc mutuamente s' intrinsecano e si, comp·enetrano , succede olle .La Iesione iii' cìascbeduno dei mect·esimi cliffodtta 1 suoi' pernicio$i ertétu ,rgli altri org_~ni della Stess3 v:it.a vegetati fa .
Sonui scusabili ragioni -anatonio-fi.sio -patologiohe di qitesle tliOei·enze tra le ~pere1wie e flogosi che, per ~uit(lre r.irco11 loc1wioni, r;onti?weremo et chùunarc nere esosse, ptwt! ric01wsae.ndo l'improprietà di r;o(esta dizi/Jne·? J~ q_ uesto un tasto assai diìicalo e per rispond'ere al posco quesito è mestieri c:h'io lo consideri pei suoi principali aspetti. Come.:-hè contindi nel cen1ro e 1)ella pet:iferia i sistenH <!):terio-so e venosò gòdono. Lottaviél; in grazia {LelJtll-µ,a,1·J.icolare sopra. Il'òl;a't~ l'oro, slrut'tura, una diversa autonomia bene ç,ontrassegnata dai foto atti iìsiolog_ici e patologici. L'estwess-ione di quesLì alli nel sjsterr1a arterioso volge all'eccentrico, all'espansiYo, e nel ve..noso al cupo, al concentrato, all'oppresso; di foL~o il _p-re_dominio dell'arteriosità è stt·etLamenle congiuntò con un an\mo brioso, ·,,olubill', viva<rn, penetrante e ,cqnfidente, e quello clella venosltà con un animo acquatt~lo, tenac-e, meiancortico, clifffdentc. Nò ciò s'osserva solamente nelle persone, ma cl Ltresi' ncl le nazioni, e farebbe certamente·opera, non che. curiosa~ ULilissin:rn chi si facesse a ricercaT il nesso che negli Al~ma:nni _esisle fra la lo1vcostiluzione .fisica nazionale gene,ralmenie :fle-mmat,tco:-venosa e·lb loro quàlitti n'ld.raU tendenti alrihdividi/,èttilà ed ,ti l'idealismo : .quello cbe negli Inglesi passa fra Ja loro costitllzione fisica elle è iù genere flebo-epatica e la forza e tenacirà della loro v9lontà e la loro spontaneilit in tutti gli atti del genio na~ional~ che lutti sanno: quello in fine che nei France~i intercede tra la toro cosUtuzlone fìsÌca gene ralmet1f~ &rterp-Mrvosa:e'la socfa,bHiLiì <-Jd tnotì slanci generosi dell'anima di cul''sOno capaci. · A s~·~s~re e ad incnpirè le manifestazioni lperemichc e flog1sttche venose le quati non -sono mai dìs~iunte da lo.caLe soprabbondanza di sangne venoso e d~ stasi o Jentezvt dell.a sua circ.olazione, debbono conferire i J)~inci'pii:carbonosi del $,aogue. Slessò i qµ,ali, irl forza d1 quella.sua soprabbonmrn·za e di cruellà shrs1, ·son ;n
ecces~o _e, possono più lungamente dispiegare su ì tessuLi-v1v1 la .stupefaciente loro azione. Dal momento ,c~rn si to~ca_n.o t~Uod! con mano gli effetti stupefa~ienli e.d asfiss1anl1 d1 quei principii ìntrodolti nelle vie del res_P,i~o, Òhi ,potrebbe negare un'identica azfone allora q11ando sonin soverd1ia copia od in co'odizione di stasi in urnr qua1èbe parte dell'alveo veno~o? Da qù.i dér1va probabflmente che.in quelle affezioni il dolore-o mahc'a od é oppressivo, non pungnnle, non lancinante non P.nl's.ativo; che l'atnm3lato non è conscio della grn~ezr.a ~el ina'1e0a cui è min;.tc(l'iaio,; che.è tale tr~tto sconvolta l e~onom1a clel senso ge·nerate·; che. la parEe: affeua presenta, in vece d' no ·colore rosso o roseo I m1 co1or~ rossoss~uro o piombino o violaceo; che la febbre manca_o non ò proporzioòàta all'eutità ·dél per:icolo, er,c. Per altra pa,·te ::;apendosi che le vene ·corlferiscono a ricoslit~ir od almeno a crescet:c J·a copia"del san_gue) a perfezionare ,Ja forma dei smol globrili ·dolo1 ratt ed a· ma1lteoero la.Jluidilà e l'umogeoea, mescolaozade'suoi prirtcipii, presenLe ognuno oome, turJ)atu per malatlial'economi a delle medesime vene, debbano pure rimaner~ turbate le lor azioni bi o-chimiche, e p,er cons.egt~enza li sangue venoso rendersi prono alle conC~'ez1·on_1 ed Gsser allronde, per difetto di -quantità e d1 qtial~U\, men idoneo a sostener'è gli atri èlcilla' vittt vegètattva ed animale, d'onde fenomeni mor-bbs-i se.condarii che cootribuiscoo a rendere proteiforme 11aspetto clei morbi venosi. Parimente ,nello svisare le manifestazioni e nel render~ irregolare e speciale l'andamento di qu.el!e ma,!:~t!,te, qellbe pur<} avere;patt~ il siero e~_ç1lantti, nel gHt c1hilo concetto dol Cortese, dalla membrana interna clelle-vene affertc e, se·condo ogni probabilità, cresciuto ~ella sua quantità e talora forse alterato nell'a su:I qualità: ma -sopratutto débbe·avervi pàrte l'alt~raziooé di qoelle funzioni affidate alle ·ve-ne per cni esse trasportan0 tµ'Hi od una -parte soltanto dei mate,r)jali sLaLi già. usati da-ll'orgirnismo, sopratutto le sostanze tosi cl~tte.estr.all'ivc (crcat~1w~ creMininci·, vari( acjdi, ecc.) risultanti dallo sdoppiamento succedente nelle materie a~baminoidi per le funiio~i degli organi. È·cosa per se·evrcl~_te eh~ quei materrali debbon andare soggetti alla sta~1 a cui è soggetto il sangue venoso con cui son,~ tfon:tbinati. Ora bene, cotesta stasi (ii ò1ateth1li org,anichscoi:nposti fl'a tessuti viventi.sarà-essa inno'" c~ntc? Se1n~tede corrotte e putride, compresc>' Fetnuv10 umano; introdotte nel corpo per mezzo dell'aria o.degli alimenti o delle bevande alterano, per consenso d1 lulLi i pratici, la crasi del sangue, chi potrebbe asserire' cbe avesse ad esser fn nocente l'effiu.vio umano genera'tosi 'nel corpo per ·effeLt.o cl élla dissim,i'.la'zione orga11tca? .Qua11t:i può e.ss.eré la parre dr q_afsta causa nel dissesto dei sublimi atti 'di nuh'tzione, fiefl'altera1.ione del plasma, nel modo della sua diffusione e per conseguenza nella genesi di qnei morbi lo~i detLi, e fu già notato, dal giovine Hild,ebrandsettt'ci e da altri dissolutivi o tif,osi'o sèbrb.\\'tfoi,e di quelle flogo?i e stati morbosi .rapidamente e successivamcnLe eancrcnosi
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PARTR SECONDA
che conspguilano talvollail tifo, le febbri tifoidee, pe· I" tecchiali e simili,? Quanta.parte può aver avuta ques.ta causa alla genesi di quei prinC'ipii deletorii: i quali, RELAZ:IO N1~ gcner~trsi spontaneamenlè ner"còrpo, fur0110, àl di:re di Brera',. cosi prontamente fatali a color,o on.è li coIntorno allct caustt 1J1·obabile dell'accresciuta mortalità varono? Ma sono conghieltu_re l~Otestc dalle quali mi nelle carceri gfodÌziarie di Cagliari. divido con fretla. (CrJmaojcaziooe fatta ilal Me.d, Di v. sig. cav. l\Ll~AYRA) A svisare finalmente le µianifestazioni ed a ren.dere frregolare e meno sincero il corso delle malattìed pe(Gonti nua1,io uo e Lìoe, //..N, t6, 17', 19, 20 e 21 ). =-· remicbe e: flogisticue veno.se alt~ranclo la crasi veAll'ill,rno sig. lotendeole ~C\nerale nosa, qéfibon ~ncora conferire le azioni catalittiche di rteila Divisione Amministrativa di Cagliari. varie 80stanze deleterie, contagiose, miasmatiche che Ai carcerati poveri si somminisLrino abitj approcon il sangue venoso s'introducono nel c.orpo, conoalle stagioni: sarebbe anche bene che tutti i priati scendosi come Lutto ciò che.entra o che esce dall'orprigionìerì ricevessero un véstito uniforme, quando ganisi;no sia in prima ammésso nel sistema venoso ragìoni e_conomicbe non façeiao_o ostacolo: alla r?iJ.l(zcome in un comuue serbatoio. Per essere ,dLciò .conzàzioue di si,ffaùo progetto. vinti è bastante un rapido sguardo gettato su il proTutti g!'inquisili al loro ardvo -in carcere siano -falti teiforme andamento delle grandi epidemie tifose, petosare e lavare, o siano messi in grado di cangiar di biancheria alla pii1 lunga ogni quindici giorni, e-S'obstttenziali, pelecchiali, coler'ose ed allre di non incerta bl ighino a servir5i del fazzoletto per nettarsi il naso. origine miasmatica o contagiosain cui laroa\3:tthlascia, Si ·c.ollochino sputacchierè in ciaschcdtrnà c,imera e fu dimO$lrato sopra, tracce cm,ì profonde di sè n.el e s·ia proìb.ito di costellar dj sputi ù pa~·im,ento: si sistema deìie vene. costnìis.cano cessi iood.o..ri; i recipienti dell'acqua Se p~r verità si pone mente alla vastità del sistema siano alla parte opposta al cesso, ed abbiano al disvenoso, alla soa particolare struttura assai. più-abbonsotlo una vasca, percbè nell'attingere, od altrimenti, dante di vasi e di nervi, e perciò dotata di più ricca non si s_parga acqua per la stanza. Si facciano lavatoj a zampilletto, acciocchè ctascuno organizzazi·one e notriziooe eh'e non le arterie per nasi possa lavare la faccia e I~ mapi con ~equa puliJa; tura destinate ·a funzioni pj{r meccani che iù isce,mae sl dia ad o;g,nuno un tovagli.qJo, o.nde non par ausa mcnto d'una sq't1Lità evolµ_ÌionRdei loto elementi anil: alla trasmissione di certe malattie contagios,e., e setornici e della lor attività organica, alla mo!Upliçità.delle gnatamente dell'ottalmia bellica. sue funzioni, a quel suo freqùente esser in contatto Il vitto sia, se non più abb9ndante, un po' più vacon sostanze disaffini elle entrano od escono dal corpo, riato; e si faccia maggi.or consumo d'erbaggi e di non reca più meraviglia nè il particolare as.petto, nè la legumi freschi. maggiore freqn~nza, né·la più facile di!iusi'bne a _pai·ti S'fovigili- a cbe il ~an~ sia lievitalo, impastato e cotto ammodo. più o meno lontaµe dei suoi mali , spe'cialmente flogiUna "olta alla settimana, ed anche due secoo.do il stici, comparativamente al sistema arterioso, nè lanacaso, si sottopongano i diten.uti a visita saoilarhl ed tura dl questi per solito insidio-sa, spesso truculenta, i malati siano tosto inYiali all'ospedale. Per certi vatalvolta prontamenle disorganizzalricc, e quasi quasi letudinari il medico abòia licenza di accordar loro Ia si cessa ~al credere Lroppo ésagerato il Cruveilhier~ razio ne dell'-infermel'ia , ed _an:che quale be farmaco, quando disse cbe « le vene. wstituiscono uh rasto confo rmemente alle inqicazioni. (1) serbatoio in cui suoc.edono tuffi i grandi fenomen{ della Vi sia una s.taoza di deposito o di osservazione, poco monta il nome, in cui segregar dagli altri .carnuttiziòne, delle secrezioni naturali e morb0se, deità cerati i bisognevoli di cure ,?·di vitto specialè. Quanto flogosi e simili. » E dico anco_ra il 11articolar aspetto e la 1)Ì1t{cfCilediffitSirmc de-i suoi mali (logistici (t-pm·ti vanlaggio si ritragga da cotal 8egregazione lo si vide nella scorsa primavera, quando appal esaronsì qua e più o·meno loìitane, perocchè l' irritazione e la flogosi colil casLdi scorbuto, che avrebbero senz'alcun dub.che h"<I la:suà sede nelle vene~debù-e di necessità combio aument~to d~ass.ai qualora non fossero state poste parteeip3~ alla parlicò1a re solidarietà fisio-anatomica ad esccuzi'òne le savie ed effi.~aci r,auteJe consìglìate ùei lor ele.menti ed alla speciali\à delle loro fuozioqi; da] cav. Massa. e di fa lto si osserva che la sua diffusione ba per.lo più Per ]'o-spedale si seguano in tutto le norme in viluogo dalla _parte infiàmmata verso il cnore aozichè gore presso gli spedali militari, e possano i curanti verso la perìferia; la quale cosa rende palese come si na turi' e.ssa alla funzione delle veno ed armonizzi ( l ) Q,uest.a misur11, come s'è- vedi;ilo al Capitolo 5°, fa già con la direzione de.lle medesime. (Continua) messao io pl'alica : ouJl'aHro. ad'Ònqae resta a faro, senonchè mantenerla.
·r,orrger.e nuovè-e ·viv-issimeJfràzi·e· a!fillnio.-s'ig~ Inten dente·}Genei;a'.ltr·clie -la ·toll~ :~'notaie d'uh sì lnsinvarietà .c1Lcibi, anin;titli e v,egelali. (1) Si proc.uri ..a tut,ti j .clite.nqti U)1 moder~tq eser.Cizip . gh'ie1'01 attes:N(t_o:, d_i :c-onsi!leraiiotre , eome anèhe·. ai di membra; e-sopraltutto sìa loxo 11é-rin.esso r,H r.es-pirar ~igg~ ~ç;av:i §i~l ,e ~lq~~a,.et(~gregìp sii.'dot·L,:Schir;u,. ·J!..e.r,aligne ò:re ·clel·giorno 'un p.0' i'l'ariillbe.ra.-'Quànto.· nqnqbe~.} J s1,g,, Dire~t-0rp dell,e,._c.ìr.ceri,, ~che Te fur.òno s,ii p_rbfittev.ole.·. quella t.ut(oé~~ mpdièa J~co.ìriozioiùt · 1aq~J:i~f1ì l1;1-~tj,:q~1zf,I_L-schìarim.eh~Lch"e ffOtQ~e9P~.ag~; vol;u{~. fa ncer.ea. a, gu.ello scabro ed iumort~nt~-iaxall';iperto lo si p_uè' fa,cilmente. rilevare Rai:agonaudo ·?an?~;c.?rrié_l~ veriWdi~])emocrito, pur ,trqppo.sep.tiha lo stato Sàtlfta-1·~6 d'et ditenutj d.i S,, ..P,moraào .- e della rn 'fondo ad -a.l'to':'ch ~qehros.o pozzo. . ~ Torre èleH'J5iefabte ·con .q.uerro dcii e dorirrn e def l~ro tOagliari, 45 0i:~emo.rn f858· , . scfoi'cli perni delhi'Dar:s·eda 'e'\ti •Budi'l'cantmino·. 1e'-so1/1:a ri:ìer).zi9ifat{ misure prev.erìtiva vengariq it Pì·oìessfre:4{ Cl[nÌca.Jfed./ca pre$-e in consi~er~zi_ono e· tradpH'e in atto., la 0,qmGa·v. BASILIO .ANGELO P1su·. mi$Siooe O_On dUQÌJ;a :,pµntÒ ch:e, non S,Ìi).. per-ra-gguarProf.; A. 1\1: 1)òq. deVo]mente restringersi: la mo.rtaJita El~t pri·giofrieri: P. E. MA NA)' RA. Afed. 'Div ., Re"làtbre. ,.._, 'r.) •• imperciotchè, -sic'èome lo ·pròclatnavà..riòn. ha guo.ri' il dOtt,. Alessai:Idro ·Mayer~ sarebbe'· stbltez.z'a itnegare la sup.ertcfr~t'à Xfoll~ profila~si .Sùlla, tçi:a,p;e'µtiça:. La çura la più _rag.ione.vole non ries,ce- .ch13;l}_ssai lii ti,ido ( Copia ui 1J.\ 1~rl) del sig. ln\eodent!! i~;,ueralt, ) çl trion_ fare: de\l'a·malattj.a_, q,uanc1Q ques~a-ab.bi:1 gettato Càglìar:i-,. 2 .gen:iiaio 1$·59 profonde radi,ci-;neW0,r;ganismò :·. conciossìachè, ,dato:. .. eh.e se .ne poss'aHò r:imLw,,e.re le eause,, rimangono Al si&,no1: cav. PA6Lo l'dA!'.ìAYRA Jlledico Divisionale pur sempre glJ ef(et.ti, i ·quali v-arcati· ce.rti confini ,1)1'f)SS0 f-o Sp1fdale 'il{t1i(~/'e:DivÙ ..- G~vÌiàri'. .. ·( e l'anatomìf!_irnJotO"gica è Hp.er '.farne, ia più solenn.e -ed irrecu.sabile te&iimo0I:aoz,a') oon lascia:no.~probabi- _ Lessi .con lul~a alleuzi9ne ~~ rela:z;io1yr s:tei;a da V: .dell'a ispezione falla~e gu_este carc"('l ri co\ ,tav, Rrof.. J,>fsu e lit~ alcuna cli guarigio,ne. -C,oWaiutid nvece dellà staprof: Ugo, e·, ~uLtocliè eslrane,o ,alla scienza inedi'c a, ho tistica, e. meroè i prògressr della fisiea e .dell-a chimica • ' p oluto ..appr:ezzar,e i} rner-ilo di c1ue-1J avo:r.o ~oUo e<l'a-céusil è,o:mai in grado-di stabili.re qgiéne su ija.$i incròlrali§si~)o .. C~I .pr,imo.;c,o:rriere lc( rasseg~'eì'iò alla~t,odesla-' labili_, e dj racc_ogliern~ 'i' pi(1 dè$i~orabili wu,tti il' superier-.e , Ia q u~Je n:o.w pòlrà ~.m.en,ò., <;l i remn;lo,:ii1· altò., ,pro' della salute puQplrca· .e clell!indi'vi-clµa'le·.. pregi2_. -1otanlo . mi c:çrr(l ·dove,re.J!i rfogrcaziare- Va .C-om.Con questo' la,· 'Commissione, conlida di aver esaumission~ ctel[a solerzra. e diligJ3oza ,coila quale ha volul'o 1 rito il ~uo mandato,- e d aversuffi'cientemehté svisc·édis\ mp~gnarilspo màndalo, e là pr-iucipale parte derlav·ouo ·-rata e .lumeggiata' la qdi-sCi'on-e ~che le fn dafa, ad esamin:i.re. Neì ·caso però 'che I.è. S),10' forzè avé~ser.o tfa-., esJeodo•&lat~- d;:i V. S. ·$ostenura: " a.Ha ·S. N. rh.i rivòl-gç;: pregandòla d1 voler estendere a'stìoi d·lie collbohi i sens i0 dito iJ su9 bpò·o, vo'l.ère, e ch é lç, suè' risposle ~on di mi~:tiqono~sce1)l.e s_oddisfazione. v~nis,s~rP. ravv,isate nè' b~slaniemen~e con(}ludenti, nè· M.i.-.preg1p in,tan'lo dirini con disti,nla oonsidcraz.io11-e _pnecjse quali le. vo_rrebbe lo sp,irito di posìtivismo Qi V. S. lllm• pnd::è ·predominato .il secolo, la vastiLà e :-la difficoltà -Devotissimo Serviim·e del sog,s-erto, e l'a b1;eviti't del tempn ?ç·cooséhtifole Dì 'Cossrnr,A. per istudra'rlo ,le sérvànò di .sct1-sa , Prima_élj dep9rre la·pen,na~s,ènt.0. poi H b.isogoo di
confoi:memf)ìite! _alle esigenze J 'presèri\'OI'.e qualsiasi
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(I} Per conciiia'i'.~ ques.ta p.rodiga\ità .èolÌ~èc.orìomia deltat ·1 qaale s.Ì 1}hbisogoa· o~!ie Sll'ellezze {i C1ar.iz1a~Ìe in cui yo;; a, rarto ~~bbl!co, } i atJi p_ e:ri i_l._{ìp_i_~~o. a .'}l,si ri.cotre tji;gli ~pe~ '1'.i_~lr m;htar1, Supposto:che r mala-li, presenti al!o sparlale siano 100; ,·cne'di-q·llOSli' llU qnfotO''Sià 3 dfo,l!J'. asso!_nta e gli allr'i ti:ian.gioo p.artc un· q.ùi'uto, par't-e,la meià, -par-te· i tre f'.prarti c:li pur;; ~ìè>_ge,1,ed !ll_c,~~i l\~<\l;l.~ la·,porziooe. io~iera, i·nyéce d! pr.ende'r.e., ,co·m•e. prfscntto <l'al regolamento, 250. grammi di .caro.e per ogn'in\iividuò, fueìitre 60 razioòi soHàntò domiotÌÒètsore di- · strib~ile1 se·oe p~;oìl~oo '70 ,od SOl~zio~i di c~rne) sec'ohdo i.l '?.u~er.o, .deg11i~ifermref'i --cha· vivòr:io. suHotale,· e-le 30 0 20 ra . ' z1om resiilne•si '.prendaoo in.danaro. Con-questo si p'otrà pfb,v ~ r.e~ere~,se !},?&_ i'not~ytà ~ei cibi pa:rHcòhu-i qhe il medico..sti_merà necess·ario d'q_rdinare,;almeòo buona _p<)rle dei me<lesìmi. In alcuoi'sfled·<1li ìili'litari ,si'·fà,Ìl.il 'altro. rispàrnii-Ò. ·E-stai~ ~ic~ ~ noscfolo che còri sò' ~ram~1 di pane fraiicese-lie'n \avor.a(o ,si ottie!ie un.a zoppiq,iµ,,cl:ie,suflì_r;ienle: si :eco·um:nizza~o in.con~ ,segaenza,26 gn1mmi di pane P.er ogni zuppa, economia..da n'ou ditpr~izarsì,.sp_ectalm_enlé""se;sj riflette çhe·negli ~·peìfali militaù non· si dà mio~st'ra ~Ila .d!sl'r)bu:zi_op~ d'el fl!Ullj~ò', l}lenò [, c;asi eccezioriali:in cui il pane, amiuollalo o·e f brodò 'si crede _pos.sa ·essere mal sopporta!li dallo· stom·aco.
l'e-
(~phrdf!eH~t:1.' <lel.r,f in;fò. ofilcial~ del .MiJfigte r):>,•ùeiHi' friter'ni~ -N° 171 -1-753, ,Divls, 33,. )
rfori1ro1 ·1'4, màgg,io ,1 859 1 l.Pill'}fsl1~issimo signot ca1.11iiiere ,PA0.I.:o MANHRA lfedico Mil,ifare D~visi9.11ale - Cagl,i.,arL
li s1~, JJJtetrd·e nle,G"enerale. d ì,co.d·esta-Oi;visione A.mmi~ ni~trativa ba li:astnèssp a qùesto -Ministero la Relazlone deria ,po·mmis.si'one co.mposla dei-.sigg,. Pfofe,ssori B~s-i:lfu; Ang!lfo fisu. Antonio- Maria Ugo. e .oav.dlaelo l\fanaytl''' Medico Div.i'sionale l\:Ii1il,are,'e creata"alro@ieuo {l"in~ J~ti-~ 1 gare )~ cause della ·mo'rlàlil:à o'gnora C l esifo~le:nei.Je car,c.eri ~i~dizi;irìe di :c igliari, é·di tfròporrè i baLteHa eU éli1Mnarla. La 'é:o~ ,mis~i~'m~"h-à cot.risp~slo .a,mpia!llenlè ·aHa 'fid.u?ia che jl·'Governo\in essa-ripo{l,eva, e quell~·relaz\•one scrjlta,. -dal prefa~o- sig, cav. ~anayra con P,)irabiie ·chr~reda e corredo' <li·dottrina co-nti-erre p'reziosè osserv.a-zioni e'p,ro ..
~;z1,i'p.er·f_o.cn-
f '1\ -
poste cbe il Ministeto si sto dia d; a.ssec~nda re. per_quaulo il com.portano le circostanze locali cd I mezzi· della Q~bblica finanz.a. 11 'soùosr.~foo compie inléirilo.'al 'grald uffièio· di' po;tigere a1 pre fato,_ ~ig. ca v. e per di loi ·mezzo ai 'si gg. pro'féssori Pisu ed Ugo i suoi più vivi· ringra-ziamènli pèr l' accuratezza e lo zelo con cui ebbero ad eseguire Fimporlante missione loro affidala. Per 'il Ministro
PARTE TERZA (Uvista dei Giornali Scientifici OT TAL MI A BELLICA A.CADÉMIE RO'YALE DE .MÉDIClNE DE BELGIQUE (€imtin'11a:ioné, Y. ·N 5, 6, 7, B, 9, 11, 14
e 2·1)
Messieurs, le simple hon sens proteste conlre l'exislence d'un~ ophthalmie ~péciale dans l'armée.-On invoquera, pour·~Mcndra l'opini on conlraire, la prétendue origine ,~gfRlienne de l'opbtbahnie militai re beige, sebasant sur ,ce qq:e )e vra.i n'esL .pas Loujours vraisemblable ;· on ar-gumen~et-a des th éorjes exposées à la derniè're.i:séi.lnoe par M. Ilairion el des fails qu'il ·a si savammenl·r'é'digées. Eh bien, je répo ndrai à ceux qui souléveroul l'origine égyplienoe. que leurs prclentions ne souL pas f!>n'Clées. Qu'esl-ce que lo solduL beige a pu rapporter d'E:gyple , si ce n'es.t la-gioire d'y ayoir élé cl d'y avoir va_illamenl cornbal~u? L'ophlhalmie, purulente? Tris le tr.opl1ée,~n v,érité. Mais. en supposant que ce soit une opblhalmi,e qu'if en aH rappor,lée, loujour;; esL-il qu'il faul admellre que Je soldal beige n' a pu rapporter qu.e l'opblha lmie.cLu.'.il.atr,ouvée dans ce pays eLalors qu!llle est cclleophlbalmte'-1 .Parhleu ! l'ophtha\mje égyplienoe? Très-bien, mais quelle est c~lle ophthalmie égyptiennc '? Est-ce l' opltlhalo:iie ça~afrhale? Mais celle· ophlhalmie, quclle ..qu e $O il $O n inlen-sìlé, esl de lnus !es pays. l):sl-ee J'·o,plùhalmi e 11csicnleusule M. Hairion ? Mais 1\1. Anagnoslakis n'en a pas ohservé un seul cas d-aos les visiles qu'il a failès au Caire. Esl•ce la blennorropMhalmie virulenle '? Mais quoique, d:après 1\lo'ise, l'Égyple soil la Lerre c!ass-jque des blenoorrhagies, der,uis !es Ilébreux celle malàdie s'est répandue uo peu partoµ,t, e.l en général on n'a pas· besoin <l'eco.uri.i si loin pour en"'éi re affeclé. Est-~e en6u une maladie égyptieone sp6cifìgue s:ans analogue? Mais oµvr e1. <lonc le mémoire de M. _Anagn~stakis, et voye.i si , jusq u'ici, ce fail ~ pu elre élabli,si celte préleodt~e opbthalmie ogyptienne n'esL pas, comme le dil le médecjo d'Alhène une inllammalion reconné\rs?anl plusjeurs causes_, et Cf\ parliculier la chaleur hum.ide q,ui 1;ègne si souv,e!]it daos ·ce~ coolrée,s et qui esl si pernicieuse qu'il .sullit <:l:a.pa~ser une nuit à la belle
éloile pour elre é,•eillé le lendemain avec uoe-0.phtha1mie purulente aigue. Ajoulez à èela la lùmi ère.Lrop. vive qui irrite còstammenl les yeu:x, la poussière,nil.re:.use-qui pendant l!éìé-', S'e .ttép.ose enlr.e les ,paupières·,, la malprop11ete tradiLionoelle -0ti visagc cbe:z do.s indi\'idus qu·i ne se lavent jamai~, l'habilude de ma:.rcher pieds 11us surfles marbres des mosquées, eL Yous ,aurez loutes !es éauses ·de l'oplilbalruie ég-yptienne, ·opbtbalmie catarrbale que !'on lrouve p;cirloul, parcP. que !es mémes causasse rencootreol parloul,, eL que les mcm es caus.es dans lous !es pays ·du mo.ode produiscul )es memes effels,·Esl- ce clo celle o,phLh31iriie 'q-U~ ~ous 1·.oule,z parl~r? Je n'i,Gnore pas qu1àprès toules ces causes, M. Ar1,agnoslakis a joule la conlagion; mais je vous le demande • ce mol esl-il bien à ,;a piace ici , n'·éskce pas plu(bl une concession failc par nolre excellenL coo frère aul préjogés encore en vogue? Peut-on adm ettre qu' u11e cause conla g:ieuse·11'a1,1rait d'aulre pµi ssançf que àe <léyelo_pper ce) iu'une cause ,1 ussi vutg!lire 1 que i'a chaleur buJllide peut protl1,1ire? Une se-piblable ca use conlagi euse n'es·t poinl, possible, el ici, comme céla n' arrive que lrop souvent_, l\-1. Anagnoslt1kis a confondo deox cboses esscntiellemenl disliocles, la propagalit>n par voi e cl'irritalion ·et la propagali on par voie coolagieuse. Vous le=voyez, messieurs, il est.impossible de soulenir serieusecincul quc l'arrnée·.belge ait rnpporté d'Égyp'Le une atfoclion qui, quell e que s'oit· la forme qu'elle ail r,evct.ue, se lrouvait depuis longlemps dans ~on pa·ys. Voici d' une aulre cOlé une opinion que l'on a comballue, mais que l'on o'a pas Ténv.e-rsée, el qui affirme loul ce que je viens de diro. Elle esl.. de deu~ auteurs dont vous ne contes,tere.z p,as la compétence, elle est de Eo.urnierPesca.y e~Jlégi·n: , .. . e< Depu':is la. c<1t11pagne d'Égy,pte, !es médecins an·gJai$oul, ti on seulemen Ladmis qae les sujels arri1'és de celle contrée aveo- des ophlhalmies chrouiqucs plus ou moios violenles onl répandu celle maladie <lans les villes où ils ooL séjourné, mais ils croien l la n•connatlre daos tautes les i11~ammations dt'!s ycu1( q.ui se sonl .manifeslées ou qui ·se manifest'en't eneo re eo, Europ~, el qui affectenL à la l'ois un grand nombre d'individus. Sur quel fail un paradoxo aussi élra:nge csl-il fondé ? Vs mé'decins anglais ont· ils reeueilli-en Égyptc des ohservaLions di [ érentes ~e celles que nous devoos à nos compalriolcs-; onl ifs déduil des co-nséq uenct!s l"lus jusles des maladies qu'ils onl euessou~ 0
!es veux?
c/lJ ne ~ous semple pas q1ùn Ègypte méme , pendant la camp.~gpe, le rnoL co ntagio.o -ail élé pronor1cé"·el·,appliqué par persoon e à J'ophlhalmie dont lant de soldals étaienl !llletnts. Français el ~nglaisc tous paruren Latlribuer la mala<lie à f'aclion des causes exléricures qui exerçaienl leur infiueoce sur un grand nombre do sujels. >i Ceue manière de voir si l'oiiqul', si conforme aux fails biel) òbse,rvést so'inoide èxMtemenl avec l'opin'ion de M. Anagnosla'kis. M. tuslrernan n\n a pas d6fet1du une aut re au Con-grès- d'ophlhal01olog~e. Qu'est.-il résullé de la pralique de celle manière rle voir , c'f'sl qu'en France, donl l'armée avail all'Ssi otò en Égyple, on o'a pas observé d'opblhalmie mililaire, on n' a pas eu à déplorer-les ·ratales cotl'séquences qui onl éte la suite de celle malbeure'use èréali'Olf. En Frflnce I u!en oo.ulez pas , il y a eù claos les rangs de l'armée ùes conjoncli't!ites nomhreuses, puru •
r
fonles, granule1Jses, com me il yen a eu en Belgique. mais nos confrère!l fran~nis n'onl pas mis comm~-nous )es-Sol-,. dats }){).n du droiL commun. ils ,onl lrailé Ms·ophlhalmies ca\a,rr~ales, <les ophlhalmies hlennor-rh.agiqoes.1 chez le soldal co.mq:ie cher. l('S aulres indjvidus; pour ce q.u,i est de l' ophlbalmie de l'armée . elle a toujours 6Jé potir eux une inconnue. En Belgique aussi, il y eul d1•s médecins qt1i.ré,;islèrenl à l'enlratoeruenL général ; inslioc.tive!ne!}t, u'r1yaol po,ur goi~e que la raison, MM. Vleminkx, Vai:i ~foos, Van Sevendback protoslèrent co nlrc la conlagiqsilé qe j'opbllwln1ie mili La ire, il ne leur m-anqua quP. le, fiam)J e9u de !'anatomie palhologjrruc pour résoudre, dès ~elle époqul', Il). queslion qun vous disculez en ce n-loment. llre;sort clairemenl pour moi quo les conjMcliviJe~ quEl l't>n a obsçr:vé~s dan~ l' armée bolge onL exis~é de ~out l~mp;; , à 110-ece.rt~.ine ~po<pJe plus qu'à une nuLrn, c'est possible, __ma.is p,'_g11L j~mai!l 'Cofl&l.ilué une ophllHlmie. mililair-e spéCiale. Ces op.hlhal111ies, pou'r la p!uparl, n'ont été que , atarrlta}es; a]ors, quoique nvec èisudnlion. purulente·, quojque avec érosions, ulcerntion , et si v:ous le vo ulez inégalilé conj onclil'ales., elles n'on l co[lslilué que rles·ophLhal'rnies simpl~~. el si on leur~ accr111èlé une s pécificilé guelcònque-, <;;a é.l~ d'aulorilé PL arbilrairement. J e l'ai òil e.n commen çan~, je ne conteste pas qu-e I' on aiL égaleruehl o~s~rvé des op-hlhalmies , réellemenl conlagieuses., réellen:1enl virulenles el granuleuscs. de.s observate.ors di1wes de foi en onl rapportò des exemples; mais 1e prélends, el les faits me donnt.'nl on solide appui . qu'alors on se lrouvail en présence de la blennor;ophlhalroie viTulenle, la senle qui flil contagieuse, la seule qui présenlàl les vra·e$ granula~tions. C'esi pour avoir confondu ces dh;erses existences morhid.es les unes avec le$ autres que l'on esl arrivé., en •dernière aoalyse, i\ éL,,~1\ir ccs ,:ariélés noll)preu:;e.s de .granul.1),lions, qui burleol Jc se voir ì.iSsociées el répugqcot ,à roconnattre une paler,nilé qui lcur èsl co.tnpl<itemenl é 'lrangère. S1il n'en n'avail pas .élé ainsi , la B.e lgiq.ue pas -plus q.ue la Franee n'aurail élc viclime de l'ophtbalmie de
l'.arm·é.e. Mais pourqt1oi 11ous arr,éter à discnt~r· 1:originJ é[!,yp,Lienge de l'opnlhalmie tnili laire et ré,:élorce·ctu'e:lte gou,;vaiL élre jatlis, lorsqu'on l'accusa:il d'aveugl~i: si tra,Hre.usenl'ent no·s sohlals'l Il ne s'agiL plus de cela auj,.>Urd'. hui , l\L llairion vous l'a dil, il n'est plus quéslioÒ _de celle ophlha!mie grave. Lcllè qu'elle a existé d·ans le principe, ni de celle ophlhalmie p·urulenle aigue primitive qui n'e·xisle plus dans les armées tlepuis longlemps, ·mais bien d' u-ne ophlbalmie plus capricieuse quc méchanle. plu" fanta~que que redout.able, mais loujours milila•re cepeu danl. A l'èlal aigu, continue M. fìairioo , ct>lle ophlhàlmie ue donne pas loujours lieu à scs produclions morbides spécifiques , l~s granu!alions, d'nulre pùl, ces_granulati~ns se dé, cloppenl sur des conjo.iclives parfailemeul sames et ,:;ans L~aces d'ioflamniation. Je vdirs l'avo11-0, je ne comprends µas_ hieri le.sens des p,lroles de !l'I . llai~ioo, je ne saisis pas commentane conjonèlil'e allei-otP. d'opblb.almte h1ilitaire ai%!,ùe 1;e cloune pas li eu nux ,Mlér.alions-spf <'i lìqTJes qui doiven Ll4',éaraclèri 5er la,nlis r1u0 ce~ 1,11~mes alltratiops se pr.ò~uis1ent là oi1 celle i11fla;nmalil)(1 spécillqu\' n'exifil·e·pas, où la conj,on<'liv.t• N,I parf,1itemant 'lrainl,.Jt> n\n1dou!e pas, l\'L Hai-
~-15 I ri,on nous don nera. la solulion de .ce probl'ème , .san.s ce! a nous regrellcrions dè ne pouvoir le discuter. Nous ne le comprenons pas dannlage Jorsqu'if nous dit q.ue l'ophlhalmie acluelle esl loujours l'ophlhalmie ancienne, qui n'a f'aiL que perdre sa gravilé pr<!miere el la form.e sans laquelle elle se manifeslail. Nous eoufessoos humblemenl ne pas bien nous rendre comple-d u méca nisme myslèrieux par lequel une ophlhalmie aussi spéci· fiquc que celle de l'armée peut , loul en cons~rvanl sa m~me cause conlagieuse ou miasmalique, aboulir néaamoins à dc? résu'llal.s diITérenls. C'·esl là un deuxième problèmc donl nous n'enLre,,oyons pas la sol~lion. Pourquoi 11'enlrevoyons-n(lt1S pas C!l~Le s,olulion? Oh Ije crains bien de le devincr , c'esl parce qu,e vos (h_~ories sonl un labyrinthe lé116breù'X, d.n.ns l0 .quel, pour dori ner une apparence de raison à votre manière de voir., vaus.ave~ en1· lf.lSSé t:1rgum~n ls Sllr ~rguml}OlS sans \'.()us, QCC.q,peW~~S I fails qu'ils auraì1:nl c,lù relier entre (•ux; il vous -a fa!lfu ucl'e ophlhalmie dc Ì'arrnée coùte .que coùJe ,.et:po.ùr arl river ·à ce résullat, pour ne pas re.nier volre pass~, vous ( avei sacrifié votre logique haliiluelle et avec elle volre I! granii talc11l tl'observalcur. illainteHanl vous cherch'ez le ' fil d'Ariana qn'i doiL \TOUS guider dans cé dédal, et vous r:e le rèlrouverez, je vo11s en préviens, que pour autant que vous reconnaissiez qu'il n' y a chez le soldal que de.s ophlhalmie;, et non une ophlhalmie mililaire: Mainlenanl qu'il me semble évidenl qu'il n' y a poioL d'ophthalu,ie ile l'arméc en lanl que maladie spécifique, j'aborde l"examen de ma deuxième propositi.on elje n'bésile poinl à proclam<'r q ue les granulalions papnl~ires, vésiculcuses, végélantes, inodulaìres. <lont M. H~ir-ion I vous a eltlrelcnu deroièremenl, non-seulemenL n exislent -pa~, mcris n't) n·t nulle raison d'exisler. Je ne pénse pasque l'crn puisse ùlre plus radicalernenl en opposilion q:ue-je le suis avcc 01011 honorable collèg1re de Louvai.n, el qu'on puisse moins le dissimuler. Si ce qui précède a pu fai re. passer la eon.viction tlan-s vos espri ls, si vot1s Lronvei déjà ~Crang~ la cré.11.ion d'une 1 1 malad,ie sp éci fiquc par le sc ul molif qu'..ell.e se dév~iopperai Lohez.1e mil'ilaire, ou rè,;u\tcraHde ce 1taines conMlions indélerrt,ioées que l'onne rPnconlre que dans.les armées, je pui$, dire que n,a causP. est gagnee, et je gagera,s que M. Hairìon lui-m~me OLJous ses p~-rlisans se.rangeraieot de mòn còlé. s'ils pouvnienL se dégager des éireinl'es d'.uo pitssé qu'i ls .flC snveut oublier, el si, n!) voyant ·dans le soldat qu'un sim:,lc morleJ, ils voulaienl s'aslreindre à obser\'er Ics fails .cn dehors de loute préoccupalion qui leur soi l él.rangère. Si vous vou lez me prètcr eneo re quelque allenlioo, vous ne larclerez. pas à vous convaincre qu·ea parlanL ainsi mes prélenlions son forl modestes. A la rigueur, j~ pourraii; m'en ref{rer à r,e 'ìu-'a clil i\l_ Vleminkx su r le m6me obj0l, si j,• n'avais à \OUs- soumcllre quelques raisons nouvelles, si je n'aYats çnfio à livrer à votre ~onction la doctrine que .depuis dLX ans j' ai défeodue dans la presse. .le vous prierai ,dc -rappaler à votre souveni r la- belle descriplir,n que J.\iÌ.1'inspectenr du servicc de sanlé a lrac'é.e cÌe la conjol'iclive a général ' . l'élat·normal, cela est indìspen5able, car les détnils cl°'~1s lesquels je v:nis enlrer reposeut uniquemmJ sur-de~ re ~ cherche:; analomiq,u.es qµe vous pou.rrez vérifier quM ù
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prété u,! fàit d'après···sa vr,aie ~ignificatiçn. Jl n;·y .a d.onc 'Vous le oésirerez. }è 1ùtvancer-,1i rien ~ue vo_us ne pu'i.sp·e,s a,tì gr~nulati.oos papina,.res n·i car:nues. siez juger_par vous:ni~me:s. ~Iàis allon:S. plu·s-·loin. ·Qtr'une-t,aùse, Loujo'u'fs irri.tànle·~ . Y-011~ n'ignçr('.,Z P/l~-q1i e· les :pa_pille.s?<,o_igaf:es il:e ;.~nsiordin à'._ire (~L".:re.màrqu'ez gueje nn f~ls a~éu'òe-hy~òlhesé hijilé1 que !es foll tcul·es rèlro-t.arsiens, or.ganes de s.e<:r.éha_sàrdée, je me f..énfefme·'ctans ce qui s'è _·passe chaque tion de la 0C>njonétive, p,~uvènl présenier des èoba'i,Lio'ns )Olll'., en· p]eìn sol'eil, S()lls Jitf ·yeux dè to'us).-agfsse 'SUr' yariahles cl~, volume et_d'?.èrivité fom~fwnn~JI~, s_àns qù~ Ùn' s tij'èl 'lymp}falique, cJJ:ez UJl ~ lJJet OÙ cl 'h,abj'(Ùffé '}es· l' C>n soi_t t>n droil d' en è éluh,e, un ·é1a,t pag1d10~1que. Si sé-créÙ?ns muql'iéU_feS soril.aJfo.ncJanles, Cne.zJeq_µ fl;àlé"(o~,& po_i.tyiez en. do.uter,. id m~me je pQU(T;'lis ·tous en l_ a l~ i' l ' Q rru.af adminjs.tte.r l{l p.reµv~, er,i p_Ti,anlJ~ho_o9r-a.hl~ ~eci:f !~i_re 1 l_~s gr~n.Ùl!les èl,:ç rep)i conjoncti~a1 sont_plus. owmoins èlévelo. p.pé>, et v~~;~ verre}, soil en ,9éhg.rs. [le -l>erp.éhiel de f'AtadémJ~. d~~~ l;irifé rM d_e Ja vé~it:é,. de tou~e pàrl.e,c'ip_a:fiòn cl..9 re~}e de i~ f O,n.jçnclfve . S\lÌl.cqnc1,1r,:. vous laisser _e~pfor.tr ses ç.onj:o,11cJ1ves, v.qus y vemez des reµie;~t .avec ses ~~LresJ·léinenls, les fojli·cules n1[lqueuiç papilles énormes, d;es-.JòXÌicuJeS', qui ll!l. le. gènenl nu!Jese cong~!ìJ_1onn"!r , ~'enllamme.r., s'.hyp,e1:lropl{i'ey. Si. c~lie ·menl, et pòu'rlàJ'Jt des òpJ1lhaltnolog-ges dislingués'voulainj1a!l)m<!li:Qn e.s~,i.ntçòsEj', ,j!s_e pqi~uj.r~·un~;s~cr~lì.on .mù-ìent les-lrào'sf6rmerei1· lìssu l~ranuleilx.e.t le traì(er <;orimù~: queus~ ou,!UU!;O'- p,_urµlenl~_plus OJI- mo1~s ab:òndant:~-.Vo.us tel, si 'd'aprMnfolJ co·nseil, 11o"trc honorab!e·coìléguc.i:·o·e s'y ota'H heùreuseme11t opposé ..-Cet:élat, tou~exlraordinai.r,è aure~ .ctè lii sor-t:Ef·une oph!balqije catarrbale suraigue ,a·vec, ex~u_dalio,n çnuc1ue~sé ou' ri1_ucO:.-puriÌlelì t:e,,et:.quej".apqu'il soil; ne cessp, cepen'danl'pas d'élré un étàl rformal.pellimais a veè' p·Jus~de·jusle'!i'se une cò11jonctivlté folliciileuse 11 péH saus cfoule pdWsp.oser à -s'ilb:fr'J'ioffoence des causès ' irrihrìtes qui ·agissént s.ur 11mil, mais on t1 1a pas le:. . a.vec mucorrhée ou pyorréé. droit <l',y yoir un é.léi:Qe·-til pou.h1i·nsYdfre n;llu'tel, coogéVoilà cerLes ,.m.essieurs., un fail<l' lln~;si1ppli;ci!é e;xtr,ép)_e,, nì~l_., <J"~f'fecl(on CO~!agieuse, 'queffe que SOÌ't li) posì(ion .que !'on observe Jl4tlbuJ èt ~haque-jour.s., f)jr_e1,-·vous (fUC· d~ns'laque.llese lro1rve f'.tndiyid u, quelle q~e sÒi1 $a.posltio·~ ce faitsimple, 'àònt:i·évolfrtion,§é ,1-ieut,,,ous ayoi.r ç-chappé! soci"ale. ,O'.g n''a pa·~ )e1-dro j_t èfe,c_gnsigérer yne e\Xagér~_Liq~ soil une ophlhaltnie sp.éciffqùe, gr,anuleuse, mia~m-a~ique physiologìque c~l!lme un __él'é~ent .palho}o$ique _auquèl elmilitai:refl No.n, :cert,aioernent'Ìrori, Cepen.dant c'est ave.e CQr,re:spo11deraie-nJ ,ce que.-J'on. e~_t.co!]v~nu d'a,1rn,el~,r les. des fails de l'espè çe ·qu_e"~,i. 'Hairion est parve_nu à ,édifrergranulptions sèches non sécréla_n,tes, et.·ç,es. gra~l!la:li9l)s sa ·ùòétrine des &'r-anulalions vé'si'cul'en·ses et mème des v.ésicuhmse_s. gti!l,M: Ìfairion. voil a~lu-ell·emept se dévelon_granulaLi911s)~.t:entes, qye Ton ne vo'il p:as eL qàe·!es maP~!' s1ìr das cQ1,j'Qirntives 11a:iJàit~me11l ~aii!IJS et,sans t_ 1'acès 4'i11ffa1iimaÌiòn. _:_.Énigme di.ffici lc donl dfljà'J:fourla.nt, d'afad~s ne senlenl pas. Oui , mess'ieur:s, ces peliles ·g.Ja.ndules. près ·ce que' fe:'viens o.e vòus,.clire, vpus ,éùtrefoyez la qui , à l'étal_sain:tapparajss.en:L,Rarfois à b région ré;l~ç sj~njficaliQ11. t~rsienoe spl!s for,ine d.e. petiLe.s-élé.v.atìo·os hya:Ii'nes; trans.Sous l'intiuéu.ce ,tlcs Cq.uses ir.rilr1n.les prd'inairesi san.s • parentes , onl élé pr.is.es pgur d·es allér~ticns sp'é~#\que&: qi1'iJ p,UÌS._S(! é}r.e quesli,OO du ID()ÌOCÌre:Tl)ii)~fne, è:Ju ~O_!l)dre :.-1 sans. aoalogues, i:ésullarfl èl'un p-dnéipe spécifiq.oe ; d'un: v'[ r.u.~. l_a conionctive;pf1:t s'enllà.mmer da1is Ja tpialjl~ de miasme donl )a déinoiìslraliòn n' a fa-ma is -pù &tre ·ac:'-;;es, .é.léme:nts,. aYec prèdoll)inançe, d~ l'u1)-- el ,de l'aulre, èomplje. suivant le's ·cireo-n!ì,la nces .· e.eia, me semlìie.i nc-onles'tahle. 1 Ce-sonl eh·core ces petites gliùldules, appeléès suéces..:_ D'·a~tres fo,is,,a:u da·~/ " 1;ens·em b:J, . Ù'eu . de ,s. cri·tiarrime,~ ,, ' . .., ' . e; de,ses paFtt~S2c.gnstiluantes,. éltene s'e.nilarngi~ que da1is , sivemenl !.gstes et vesiwles, qui ; ~n ~~.congeslionnanì, ei} gue:Iques-u~~·,. dans un_e seule m6rn,e._·- ,_Ainsì, qµ'une I s):mii a_mnra.nt,.·ents'Ì,yp ertraph i.ant, .ori t:éle con verUès malc~tisé 'irriLa.r Le,ot~)nc1ir.e' é!,gjsse S!!r une- conjou.~ the,aou.é,e Il gré ·enes, -rie.1!',que par le fait. de ia prngressioo. phlegmad~une_.gr_andt:i sensilrilité, e..t1l'l'j \I; a,es . c\rnjonetives,~ens\bles· sique, en era"nufatfons' v'àSéularrsè·es, -teliulo-'Vasotilaires dç·1is l'a:npée, .ne sern_-ce P-n.S _l'organe, agènt m,aJé.rì!'!l rle _ y'~gelanles-, ·èbarhu.es ql sécr.é_~~!:les. Il ~·'_est pas _mie vi-· cèLL'é sènsibiHJ~ qui·_ ~n rl.l.~senlità les JJrémiers offt.'Js ? - 1 len' .i.!-'ì .. pa·s un méfaft ,qu_e,r on n'ai Uìtlrib-ué à ces inno1-,es pap.ill'es n.e se: cangesJiòuneronl· e!les pas? Ne'.s'èn- 1 èents. 'follicule-s qué. l'on .Lr.àv,~stis:Sair de toqles flam·n1eront-ell es pa<i Ne ,s'h.yperlrop-hierooJ-.elles pas . !es . fao.ons.·_, 1 _pout' pèu qt1e. J"aolìon éli.ologiqu'e sòiL pe-r:ii'stante e~ è9n~ I ,C:est c;o,n.lre eux r1ue ja(frs o.n a;Vail prop,cisé l:a:,cutisalion tiòu.e ? El ·si :cela ar.riv.e., ne Lorrinerez..'.'votìs pas en .plèi11 co'njoncliv..ale par la caulé:Ci3aL\o.ò pféte1Ìlive,.c'esl cç nt1'e òan·s ·1e champ· ùes ,gr.ainifalions papWairés , carl'),-µe.s <l~ eu~_qp,e,J (o;n, a, dir:igé; comn1'e-til)e- ~ .@:ml'c:e 'inces~a-fite, ,c~Ue MM. Hairioh.-erl)econ·dé? Seriez-vons·con lrain~~,rou,s ctui forn:i'Lfl-alile c.olleéti'on'de moyèns prévenl.if'~ . ·. g;ue je ne,P.uis, :,1vez-suivi 1ias à pas çe mode d:e dévelòppero en(d'altti.buer conda!nner, .quojque irulilenonrr~ ,11.i'ffepUo,n qù-i ~·n ,était à ces· pa p.i]les le ·nori1 -c1~·gra nulalions ed1 ces gr_ an_uJ~l10ns le motif;:pàroe .cfu'Hs résuinènl cl'es préceples hyg'iéniquès le d' oph thaln,iie rriiìi'~~il)e ?' avaniage.ux ,daps lo ~Lf,s les ma·l~di,es,. Je ·vous a.ban<lonn-e le ~rnin d.e ~épondre p'our moi;, et
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'Storouto ·e.''simHi, è meno sincera nellè' sue ma,, flifestàiibrii.\. 'si' most-ra ·'f:lru,\ "in1domrta'· ai 1m.e.~ii òetl Jla'rte:"nob ~ecetlriatirg\i-,rntf~ogistèéÌ / è1 SOV·e'll-felasso~ tiat:r ad ioti-crì-i e 'sostsanziali ~aogìmnenti nella ''C rasi (Ì'cl sadgòe·1io1•a 1spanrnn,i1ed on'a élip~àd~fitl (laJl.a•miscela di sostanze tlfsaffini o fòrma:te'si tlelf.éorpt> ò·d-al di fu'orì passate ae-ntro-; ha un ·çorso,piÙ"irreg.olare ed ub' esito sofrl'amé-nrn~,impi't:isperÒflfn1qu'elH1 Mtè •la se· ~onda la qhàie ocèorre neue:-giovani re ròbuste persone cli cos.tituzione arterioss1;' per 'Solito irf. seguito t:i ~aus'è refimatì'Che 'o ttiaumati,cb'e, 1à7 sover.chio ·eser· cizi'ì~ aWabuso d'àlimenti soyerchio nutritivi .e. simifo è .più siocer:àcrnelle~,stte manifestaziant e, nèl suo .cor:. so;· n'd n•ha òou's_oma ;una•t iziltta cras, -:.(lel sàngue';< ha 'frarrca l'impr-oi,1"'1 'dei carattevi della Jlogosi~1lemmo·nos0~d(!)'l0t:&, dureiz.a, calore-, r4,ss~lza, ecc.. ,e ;,non domaL,a, riesce pur:tà-gli ordin~rii e noti est~i locali.di que"sta, ma si offre a·ssai piu docile ai mezzi. .dell'arte ,e'd è meno; diffÙ'sibile e,meqo.poci.va'.alleJµarti ton. tane.che non fa· prim~. Jn s:eguito·alle lesiMi I tra11maticl1e accidentali otprov-oe11te dall'arte occorre vede're .nogli ,ospedali amào quelle forme" p.iù sovente però la prima obetnonJa seconda, dovechè nella ·pratica particolare si vede di lunga m:ano più frequente la ·seconda,,ch·e ÌlOlilda pr~ma, Riepilogando le.c'Ose fifi qui deLte.~io ere.do potère concbiudere che la diziolle di 'flogosi a buse~vmiosa od a1·leriosa., stata.quest'ultima aoch.e d'etta ·da Tommasini (Trattentmenti c1ini'éi) infìam,mazivne arteriosa, debba essere .conse'rvata-pe1~esprimere quella differéni'a d''aspefto cti'èssà .assume, ·si·ccome fu soprab.bondant'emente provalo con mille esempi, secondochè disordina piu l'albero arlericrso che non il ve- Doso ed all'opposto; clifferenza èot~sta la q'tral.e inove da più cause di cui le principali son il preèlominio natural e od ·acquisito d'uno o dell'altro di questi sistenìi'.di vasi e l'essere .secondo Lutte le pro.babilità primrtivamente daUa medes1ma affetti capillari che son in relazicrne ph1 con llalbero .arterioso che non . ~on'.il venoso ed al cbntrari·o. E, òiò st'aflte, credo· ancora cbe non sia nè pleonasmo~ né contraddizione il dire flebite a base.v.enosrt. 0cl arteniosµ, siccome l)O_n inobiude pl-èbnasmo, nè contraddizione il dire pneitmonite e, base arte1•fosa o venosa, eec. ~~i rirbarie a scio'r-··una qrrestion'e èh'Ella, chiarrùo profe[sor-e, mi ha pure mossa diceh'tlo che, ·se il linguaggio inesatto di flogosi a base arteriosa o ve1wsct <i inteso ed a.ceetto, Ella crede cl1e l'artrite· si.a Jlogosi a. has.e arteriosa , percbè < essa si dissemina irrad,an?o alle parti vicine, è acc·ompllgnata da riazione catdra{l~ fol't'e,_ dà ' àgH àmniàlatt tiri gradq ài Lbffetanza a1 _salassi ~ a do'si generose di deplastlzzanti e c?pt~ost1mol.ant1 .maggiore che oel!e altre inffommaz 1001, e perellè in essa il grado dérlla febbre· e del calor_e nori è subordinato alViofiamtnazione dell'articolaz10ne, rna_havvi una legge:,di coincidenza ·s"eoonào :Botiillaud·, tra qnesta malattia ·e 1e iòtl!lmm;zÌoni de.i · cuore. > Ella però con quella lealtà scientifica cbe
le è propria non nasconde a sé stessa, riè a me che l~· eli.ina in sostan.za, il solfato di chinina e !'.acetato ai rìloPffrta pOS'sono e~ser:e, co1~re 8ff,ettìv'amé11te-furon~; rrmedìi cool:lucevoli nella artrite o reumatismo a'coto ma ·:eb'ede(enè -giovino come•rirtrediì •sedativ; 1:anti ne\l'e1St.eoicJri, C{Ua'llfo 1ne1Jo,asténicbè àffézioiii; 1èVche
le m&lattie anuté delle gìi.i'nture in cui furo11?ò u:tiU ~o..n, e1;an1;Fvere ftogo.si, .,n p ar.l¼1oclinie o n~gpsì ·lmèn! tltegda erettisino n"erV'òso'. 1 E'na, cbiarm0 professore; 'sa · !]1eglio di ine çbè là parola a'rtri\i·èle O' feumati$IDO ac-q.Co è:, come la pai. rol~ •gr,zw! q:mattrosi, arlroctJ:Ce a .simili, uj? 'éspressiorre geoèrica cob cl'ii sono stati tlesigoatf 'dìt!l!rènti ·statrinò'rbl!i~i ~ che i'lacc·bh:til~ ancora molte1Wlcod1i'lte. Òti&i, montr1Ella pàrte~gi·a 'p(lr l'optniooè di 1colo'fò che 1a dicoFJ uoa Ookosi ·intetisissima, il Tarum scrigse Uff'VÒ]'ume4per 'provare cl1e non è.urr( ve'rà iu'fiarpmal ziòm~. Mentre Ella ,accetta senz'alcuna ~estriziòne fa legge'cli coi1ì1cidentu; ~ià_ st~t3' indicata da Joh'nson e pèW'fomùl-ata ·aa Btfoillaud~' tra li reurnatisfu'o"aèl:ito e'l&infiammàzioni del 'eoorè~ ot:ln y'è pra~ico il 4dlilc nel1reumatismo a'Cll.to nd.11 abbia in gen'ètè ved~t'o
-UO·a1v0Ità in quam0
O dinq&e·
marrcc\r i' sìntbhlt d'eti-
doGàl'diLè, di pericardite ò d'endo-perica;dite, ·e Grisolle, 1iiatico oculatissimo, cò'nféssò cb)e ne\ ca\i id ~ui 11arLr.itfi.lè coUitnnva coh'oti'affezione dè'l'tentro della cireolazione,· appeaà una volta in -sètte gfà q,t:esta c0s~ìtl:ita .d~ ~era i~fiamm;zione; c11ìiQ tn;{ti gl! altrJ casl: nievo egh varie manier~ di rumori p~to!o.gi¼.i quas(~u~ti esistenti solamente nel primo ·tem po, 1Lc_he.non t!:lcltcbeP~bbo un'enclocardite·; ch''in·. at<tùni casi que-sti rumori erano del tutto lhcll[mot1 e·ntì aa un ~omi~e iafiam.mato_rio, ma movevano ora da grami fibtinost trQn att1neat1 ad nrr lavorio 11o·g-1stico e stati ri_co~os~iutt nél~a necropsia~ ora (nei salassàti) aali·~ d1~10\1z1one de, glo'bu1i ,sanguigni e simili. Uentre gl.t uni, cO'.in'e Gris·otle e ,Gueneau ~fussy, d.icono non avere nelle ue.c1·opsie riscontrate losioai di sorra od ~.vere rrscontr~1/e lesìoni·di pochissimo momento, ao~1ilJa',ùd 6ffre molti casi irrparte proprii id in 1farte -d'altri pr atici; dai quali è provalo come dopo il reu?latismo acuto sias i inr.ontrato nelle articol.azioni pus m 1m1ggìore o minore copia: 0011 dobbi'amo· però nasc9nderci che Grisollo, dopo una severa· analisi di qu,esLi casi1. ne ha ridotto jl numero a pòchissimi. Mentr'alourn norr ric0noscono luorchè una sola manier.a d'artrite cioè.quella cbe move da cause reumaticfre, allri ammettono l'a rt1:ilid e dal calaterismo e da altr.e operazioni eseguite su l'uretra, l'artritide da uretr,itide blennorragica, l'artrite dal puerperio, l'arLri.t,~, da infezione purulent.a e sicni)i 1 nellé quali varie maniere cl'artritidc quanto varia debba ess~.i:e la condizione patologica ognuno se lo vede da sè. Mentre al©?ni lo.da:110 conll'.0 all'artritide energico metodo. antiflogistico, altrt come Onomer e Grisolle, anpoggia~i all'autorità di Syde.nham, di Sloll é di Callen.., consigliano ··moddtazione béi salàssi; altri, fra cui Mortoo, Cheyne, Tavaris, Giannini, Fothergill, Hay-
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gartb, Alfonso Leroy, Audouayd, Br-iquet,.,G-nJn<!:"'
.st(m.anclo che l' cwtrite da iwet;r)tide. b'/&1,morragica non homme, Legroux, ~fascheroni,, vider~ utili 11! Wi.oa f'osse speci,fica e ~~pza co~cbiQ.der_e., cpe ne1la, mede~le.sue pr;~pr~par~~o~i; altri,in fin.~.viusetofa,~nt~ sima.J'iiifialr\rq,a.zi9l)e, fo,ss'},sempre,1~1J4.S\yenosa, non ~on .i sàli di ,mor.fina ('f,rousseau e Bonrrat) ilf),}O,l~catL bo inarcate Je oiglia al .casQ stato rifèritO' dal socio second'il metodo endermico o con 'l'oppio (Gamgan SelJi, i11 -(}ui tale fu yeramente, ed ho çle.t~p dovers~ e)lé,qqinLp.er uso inte1:nq.J ~ntre a,l~uni djsti~g~endo aspettare;JJ,al t~mpo t1lteri-0ri dilucjg\Zion~ id•pr:op9tia·rtd~ it.eµl'a lieve a,<iUi da9, ilpome~d'artrocltQ,i~ p~i; , sito. E1que,sto tempò ha git.dirhostr2to:1a Rollet co~e er.ettisJ;no nerv.oso, çlalla vioJpnta, credQno ehe 1, oppi.o j il ,·e1,ma. per esso lui detto blenn01·rqgico ass;ilga soe la china siau.o soltanto efficaci primitivamente. con- ~ \"ente l'.itide, org!l):lo, eminentemente venosoì e geperi un' iritidè. sinton;,,"t;t·t icà. ' ) trq a qµ.~11.~ ~ ~on g(gvinq: cont~o a: ,q~esta-Ju?.t~hè guao.do precedett'e il metodo antiflog1stLco! altn. non · · Ho d'allor in poi osservato un {alto da cui mi fu frappong_ono fr~ l'artrite lie1·e e !~_,violenta alcuna ~eso palese che in .questi casi l'atie~one dell.e giun!l}ra ~iffe~qz~ .fJlOI~ehè· di _ir-~~o.ed_. affetmaI\ avep~ ' ture a >eui ,seryedd'o.ccasio.ne un'irrJtazione ictmsen.vedute utUi.guell~ preparazwm m amno le f~rme sm suale delle parti genitali; n.'On ba nulla di spècifico e µal prinèipio senz'aver1e fatte precorrere in 411est'ulche ha essa un'jntlole propria la qua].anon ha-niente t~mo cas,01 da energici mezzi antiflogistici., Ment'Fe da vedere con l!artr.ite orfl,ìnarja·, Uol!)madami.gella su .àJcuni ere.don e~sere-assai ltra sè distil}te'l'artritide ,i 25 anni,, di tém~·eramento linfatìco-len.oso., stata "' ,, e.la gotta, altri, tra cut Racz.y,nki, (ìriso)le, GhoJ]lel i soggetta a molte affez.ioni locali d'indole scrofolosa R.équin e Guilbert; pensano non e~istervi tra quest~ l (ascessi lenti, carie, né~ro_~i, tumide~ze g~ia_Iidolari! due p:>ril).attie una disti.nzi~ne,, fondantenta~e, .ed altr.\, -ecc. ) , fu , nel corso d1 cmque m~s1 al ntorno dei come Ro~te e Sanson, ritengon esservi tra· queste ·menstrui i quali son in essa lei. abiJualme_nte scarsi due malattie nel laro stato di lentezza un tale eon- I .e dolorosi , tre volte tocca da mfiammaz1one della ,corso. delie cau~e d'una delle med_e.sime. cqn i,~iume.mbran,a sino;viale .del ginocehio idestro , prontatomi d~l('altr,a eh~riesce impossibilo. di_re se ap- j:nente rius'cjta tutte, e' tre le ·volte all'idtopisfa della partengano picrttosto alla gotta che non al ren· giuntura e stata vinta sempre con il comune metodo matismo, ed è questa combinazione che molti ~ntitlogistieo negativo. ComecM la febbre s~a stata 'a.~tori dissero reumatismo rfottoso o yotta.i:eumg;tjc«,. tutte e,:tte~le vol~e alquanto rjsentjt'a_, nop. vl ·furono 'Mentre a mente d'alcuni l'.~r,trite è ~alattia floglstica però indizii di tlog9si precordiale.La stessa mancanza di base arteriosa, e fu già detto, la flebite è, $e._condo d'endocardite e di pericardite ebbi a notar in tutti i · l'osseryaz~one d'al,cupi pratici e dello ste.sso Boui1casi per me v.eduJi d~lla.•così ,detta a:rtri'te da uretrite b ùd, assai comune nel corso !}el .r.eumahsmo arh- -blennorragica; nè so che al.tri prati~i abbiano nel colaro acuto, e già il citato Raczynki dimostrò come suo corso osservata la coincidenz.a di .flogo.si_precorla fa,mig,lia m'ttiti~a sia accompagnata dalla flebite diale; so anzi eh' il Rollet .dubita éh'iJ reµrna blen~ crònica della vena porta, è Pigeaux.e Rober~tòn osnorragica sia capace ·d'accoppiarsi a questa gra-ve conser varono notabili varici delle radicette venose cir· dizione morbosa. Se questo di(etto di coincidenza tra condanti Je articolazioni distese dai to6 cretacei del la cosi detta artrite da causa gonori:oica ·e l'artrite da reumatismo gottoso. Mentre ad ullimo.alcu:ni,<we.dono causa cQmime fosse da quindi innanzi verificata dai che le -redmatalgie ed il reumatismo che hanno sede pratici, rimarrebbe ognora più provala la. differenza nelle ·memb.cane fibrose, specialmente in quelle che che esiste fra queste d1te malat~ie : rimarrebbe procircondan i muscoli e separano i laf'.o·maggiori e tqi· vato che nient'altr,,o~han esse. forse. dL,comune-fuorche mori fasci, non si differènzino per natqra delle ordiil noine: rimarrebbe anc.ora provato che, a meglio narje miositi ed artritidi di cui sarebbero soiamente chiarirla, conviene astrarla dalFartrHide comune e un g~·a1'b minor:e, altri sostengono che queste mastudiarla . . ... in sè stessa. lattie non differiscono soltanto dì .grado m:r·d'indole. Quello frattanto che dal narrato caso rimane fin Le opinioni che vengo di citare e che certamente d'ora provato una voUa di più è che non è privilegio non sono tutte da mo conMvise, provano abbastanza delle sole irritàzioni specifiche delle parti genitali il la verrtà~per me avanzata , ciò è che i'n colest,o arproy0care per consenso l'infiammazione dellè giun.gomento ·vi son ancora molte incognite e che nella tare e che in que.1 caso, a giudicare dall'abito del categoria. dell'artrite sono _stale collocate alcune afcorpo, dal predominio Unfatico-ven<Yso, d~lla. v:enoféz.ioni ,te¼qu,1li nu,la banno da ved(}re çon Ia~mede· sjtà CÌell!l viscera (utero) da cui s'irradiò l'affezione sima, han ·apzi, per le lor.o cause, per il loro andaalla giuntura, dal corso e dal termine di questa, l'inmento e per i loro esiti, un' autonomia propria. In fiammazione articolare era secondo ogni prob~bilità prova è).i~~i.ò; disertato l'argpmento geQerico dell'ara ,base,,;venosa. -trite, mi Iim1to, poichò f~vòr{lvole s'offre l'o.ccasione, Dai corollari i che s'inferiscono lfa questo caso non a dire due parole nfrca queJl_a sua speci_e che dicasi punto diversi sono quelli eh' io debbo dedurre. da un artrite da. causa blenoprr.agJca. altro caso pratico per me, v,plgonn p_0cbi gtorni, veNella discussioii'B ch'ebbé' luoge, nel se.no dì quesla duto a cònsulto con l't}g°rl;)gjo,,_nos.trQ collega il ò.0tAccademia su il pur ora citato ~rgomento io, pure tore Lùr~nzo Brnno, assistente alla ,cliniea operativa. ,t
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qois, p.révenir M: Hairioo que je maintieos ma prétentio11. Una signor:;i, ditemp.eramento nervep -linfatico e della èL que j'a1 r~ison de la mai,nlenir. J'e le ~rpuvé'. bella, età d'ann.i 23_, ~ile.vò, ormai tr~ IQ;_esi, UJ!a. fle D'abor:d I il tst a5sez éLonnanl que l'OS granulalionS' l>ite- Jitarina; noa: "Spe.cifica nè purulEm.ta . la,.. !filale v~si9ufeuses vieJ;l0:~l}Jconstamment !e~produirè àl' eodrÒit .senz'alcun fenomeno ,d~l 1:ato del pe.i:icardio s' ir;p,. ocq1pé par lesJòJij~l~s muqueux ; il ne l'El,sLRa-§ mÒÌ!l!f 1 diò ,alla 'giunturà eòKo,.-'Uiaoa 'des.tra e fu, sventirna~1 • I ( • é • l"' 1 • ' Il >, '1' que ces mémet v. s1ctqrs, orsqu e es ne 1onl E!-iis, vascu, ·tamente co'nseg,qitata (ja luss-azione,spontanea. larisées, ress~n,1filent, à·y trom~er freil le plu~'. èi~Vti ; lo'. faeuio~,cnfa~Q pfo!essor.e e collega~ ,~1.,0~.Pa stifollicules' dontJe , o.us' ài enrret~·o>u il 'n'y·a qu'Ùu initant ma della sagae'ità scientifi.cai di le.i per IU'edéte cb:e,! Prenez-les 'jeiì,ies· ou vieilles el la rèssèmbla1fèe'pei:siste. in pegaito alle,Ta'gJoai che yenni dandole cosi Qome il n'y a que lès grànull tions latentes qui né rèssemhlent penna getta> Ella sia per consentirmi .le espressioni à rien èl u lo'ul. di flogosi a ba,se venosa ad a base m•teriosa, e che sia Du resle: ne vqus cnargez-rous pas 1ous-ni~me de déparimente l;)èr çonve.o.ire ·mec? cb!3 lo studi'a, -d_'ell'armontrer volre è'rrem: ~·1orsque, e~pliquanl 1ettr mode de tride da uretritid&filenno'rrag,ca debba esser,astratto développe!11e.nl, · ?òu~ dites: cc Des granula(i'tfos ypsicuda quello d:ell'artritt<ie in' gpnere e stuèliato'Ilella sua leu~es son Ic1oosLJfué~s par un produit qiorbii,l~ spéèial,:.mr: particolare. natura. ;I'iii cose.avrrei potuto aggìurfge-re 9,'11eris, .~~ nouvialJ.fl f~rma~ion, ~e dével:opp~nt P.~r-11n lra,aiJ 1 in,~pro:va di ·gues'O 'd'u~ a;ssunti~ ma, ìne ìr~1-.a's"tenhi l~n~, iq~iclie~.x<à J'fosu du malad~, au ~ìlieu ·ditis·sus-qui p,er tl'On allung~re gi v:anti ggio ~ n m:)'O ·scrìtto, 'e:I m i ' co,9se,r".~nt ~·_aill~llrs lous leurs,caraQlères.ph~siologi:que·d stimetò.fortunato, s'Elfa.mi pè'rUo'nel'à gael rrìio ·a-vere Màl~, me.ssieurs, peut, on raisçmni}lilemenl· a<lmeltre que', già varcati 'i coiìfini entrq cui dove,a es'so rimànere • dans un organe,aussi d~lical qae l'ooil, il puisse se iJevecircoscritto. , lopper de la sorte·un p'roduit morbide q\le rous baptifez 1 \
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PARTE SECONDA'•
OT T AL,MI A BE L L I CA A.CA.I>ÉMIE' ROJ ALE DE MÉDIClNE DE BELGÌQ_UE-
(Contin"ai:ione, P : N. ~. 6, .1, B, 9, 11, 14.e 21)
Quoique la raiso:n et les faits condàmnei'lt ,unè tlìéorie -qui invoque- cle seòilHlitilcs expédients, il m1importe,-pour ·qu'à mon tour Yous ne m'accusiez pas de porler un jugemeot d'autorité, d'examiner les argument!, a-vances par 1\1. Ha.irion pour établìr l'exislence des granulalions vés1culeuses. Je le dois d'aulant plus que les granulaiioos vé siculeuses sont le vérHable cheval de bàtaille de nolre confrère et q_uè si on lui accordait 11exislence cfe celles-ci, il sacrìfietait-facileiuent les, autres variéLés, qu' il a cependant a:dopte~s. sur Uaute!Ad~ la conciliaLio.n. Il ' est ~à remar-gue~ que dans son derinier. disco·u rs, Jie professeur de·Lou.vai'!}_reconnatl cofin l' existence tfo:, gJandules t é.lro-larsiennes~ m.aìs il oie celle des folUcules clos qui exislent parfois d~ns la couche superficielle du derme ; il est vrai qu~il se b'orne à nier. « Nous avons, dit-il, insisté à dessein sur !es caraclères que présenlent ces petites glandes, parce- qu'il en est (cet il en esL c'èst~oi) qui prétendent que les granulations vésiculaires ne sont autre cbose que les glandes augm,enlées de \""olumé.,» A:près cela je croyais. J[tiè M. Hairiòn allait dém'onlreq H;uç ma pré~enlion, queJM."V:lè'minkx-a pàrt~gèe d,nfs.son)lìseours, n' était pas .foodée-;· m-ai:s.ma croyaooe' a1été Lrom.pée. Dusséje 'pour ce qui _D{e,conqerrte ~tre laxé d'it1révér~nce ,1je
de spécifique, sans ~qu'en mème .temffs !'on .ne remarque quelque trouble, quclq_ue réaclion locale si légère qu'elle soil. N'esl-il pas élrange gue loul cela se pàsse à l'insu du malad·e, né 1~est~il pas davantage qu'il n'y ·ait aucun trouble phy,iòlogiqtte'r~on, non, Tous Yous failes illusion, une èau'sè 'miasm~tique lorsqu'elle. e~Ìste, lor.squlelle agit, peul,èlrtdnsiiliéus.ei saùs' doule, mais ne peiil•@téirÙl'.re Jes tiss\{s sans qu11s s'e'n ressenlent. U11 prodiiil morbide --sans ànàldgue, mais .é'est une créa'lion nouvelle, et pour la former il faut une aclion, et une action pathogériique paissante e·ncore, et celte a.clion Yous la :refusez à y_otre eJifant adoplif, qui dès lors n'a plus de raison d'élre, puisque l'inflammatfon,-celle source ioévilable, fatale de toutè productioo bomologue ou hétérolo~ue, fait défaut. Vous le voy.èz; messieurs, j~ suis pas 'à pas M. Hairion, je prènds· la première peri ode de ·sa granulati on-'favo~ite, 1 je l'ex:amin e, el j,e Lrouve que !es ca.raclères qu'jl-assigne à celte preroière p.ériode O:e changenl en rien les condilions d'une ~çonjotrcli\'.e physiologiq ue qui présenterait seulement un lé'ger développement folliculeux.-Si tous n'admeLLez pas ceUe manière de voir, je soutiens que la descripLion M. llairion n'a pas de sens on esL· incompréheosible, car on ne peuL constaler quelque chose Jà où il n'y a rien. Du reste, lisez. Loute I~ descriplion qu'il donne de la première période de ces prétendus produits ,de nouvelle formaLion, et diles--moi après cela si je suìs dans l'errèur,:,-si c'·e·st moi qui crée des fanlòmès au lieu d'éludier.là n·ature dans ·ses manlfeslati'ons. tc·Les granulations vésiculeuses pèuvenL-Mrè looglémps indolenles, il y a hydrorrbée, les granulalions vésiculeu.ses soilt pcliles, discrèles, diaphanes, disséminées sur la·èoojonctive, lisse, blandie, 11acré11 comme à l'état normàl. I;a sécrétion muqueus·e, un peu plus abondanle qu.'à l'é\at .normai, cons.erve sa lransparenco et n'offr_~ auç_une altéralion. Les symptòmes su,bjeclifs sonl nuls. ·» Sing111ière affeoljo!' en e,ff.~l qui est spéci.fiq.ue- et contagieu~e en Lhéoti~, et qui ·~ans la pti,.tiq,ue ,s,e bpr1:3~ à lais·ser les lissu_s dl}ns ,Jpu,r ·éta~ nat11rel ,e l à n' app,o_rl.!lr é!,ucun trouble physi,9Jogrq,u~. J 'aur,ai$ ,voulu po~n ma l{l;ll't vous décrire une CQnjooetive normale que je Il!e sera,i,s ~m.paré
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ce lravàil if'ir,,Oammilti"&n avec -sécrélìon muco-j>'urulent&de fa àèscrWion gue.,r:Haì'rion dopnt de'·1a confonc\ive' ; =• L é,)ff('t1ali07IS • ., g.'fii'COtl$li:t\feTIL ,' ,;' f ' •/'t tfle"(ie$ • •'Cat}$/Ì$' , 1J • d•OU,n S'~ C''{ÌlcVCn••iues all',!ì,ot:e de·.q!!l.?J81·a\)ons·xij~'f dill~:tlses 'à Jle'ur 'pretlii}ht,p~'.! s:J t . ~ 1'. .f :..d du dévelo1>pemeol des i ,anùlà!ions ditee milìfatres, Sifi!... :ribde ; et puisque ~es graoulalions ex,~Lenl à~ 1o~u u gulier phénomè'ne , I)'Jessieurs, qui a fòpmé une. des pro.~ mal~~tJJ je l'àurais, laissé daos s.a. don~ tranlfbihité ; si , ,1f,1 ~ - , ·, · .. ~:,' 1! f'i;':..m •• "lld!- i,~u-11· 1,,1~ ·h ''t;h 't · posi ~fòll's ,du'iCohgrès'l·idlophtn.almologte!iet doni M. Vlel, 1 ~n a,v~1~ t~u)our:3 .a.91:a1~s1;y te~j¼l't ·ioID~t-~n "u o~ a ; minkx vous:à dérnoowi l~ bsurdHé. ,_ m1es m111tà1res sera1ent reslées 'tlans 1 os6311!. . , '! o.jlà ùoncfcomment se ccfmportenlJes granul.~tions à .. ~~-"g~e -c.',est .po~~l%~:..U?~.5fi~N~5, /~aBP-EiPi.~~iol.!l leu, r .:detix.\èìll. e et troi·gi.èlllo p:e.fiòde)Uneìln.flamma:tìonsim~ dlffér.e'p_~e des fail~: .p,enrfaQl qu~ ll)Ia;n~P. e\ p,ar ~pie· se comporte-t-eJle autremènt? Jè·.n'essaJ erai pas dei sans él~jenl sans CC$Sf ijr,,éoc.cupé' de. voir de~ g,ran~lations parlout o.ù il avaiL sur la con"ionctive une n.e,lile élél' élahFr-;1car on .ne pr_Quve pa~ l'évidence ~ roà~s _je dirait • • · ., , . ' , "' • •t ,·1 r que sj M. Hiairfun lui-mèroc vo-ulait rempl'ac~r:,ses graoù,., val10D: l1yahne1 J,ra1\spa~nte, av~c séc,ret1qn nprm_al~,,; de mon .c{)léi int~ p:r~ianl ~es mém.e~ ,~ails ~'après les ~J9>plJ~ laLfons. vésjGuJJ:ire~ pai' le.mqt fçlli<;ule., il lui ser-attriruposnntio~ · ~iana,tom1/\ et.;de Jq. Qh1s. 10log~ e, .mei gardant si))hy,~"'1 d~sirtr,e1aµtr,q:1n,~nt. qu'.iJ.»~l~fai,t l'o.phlhalmie c;i.; Yt . "r · ~ l , ,.1 H H\ · 1 r ..u.. , l' de consi ~Jer comme grapuleus,es to,ules le,s émint llces ~u1 lard1~te ;1il]j;y;qula\L,r~Jrapc,he!; la:.. qµaliijp a;,\io t,1"~~ granwpeuv~n,t exi&Le.rf .~aL(!,rellomeò~ sur l( 1hu.~~eps~ oonlaLio~. gµ'il a.ccqrde .,s.i implto1...~JeJ?en~,~,µx, proq1ftions jqpctiyale,,.ap,pe,H~n~ eµJì!l 1,es chosfs ,par.le.pr noro, je déqellulo.-,ra~çula) res~ifì~f~~~~.t et..y~iét~t~91,~i ~~it l~ r~1t cla~isi ndemnes de l(}ùt/~a1adie ocul,aj;c1.uri~'fofil~. a·in.Pe toule 1p~~m~~~l'Qi;i .~11l)~hh·c4rop1q;_n~, J~ am,ver~1!11¼i dividùs q_ui anùenl e(é dén,oncés cooimei'"J_lf' attei'rits"' d'o'ph- s'expliquer lrès-~i~emeo,t ée~ div~;rs élats conjo.ncti.vaux. ,:.41 tbalmie ....~raoultuse ,:'lts1cnl,~us, ' ara, ijissa'is qpi_l'élon~ent .aoj?ur~;ht,Ii ·~(111. _\h,érapèulique e'ni-:, .. · v . ~ ~~ e... ,,.1 et*, 1· e les 1.1·~ g r, , ir-l.fl J ,, de piote aura1t du roo1ns 'Cel ·avantage, e est qu'p.Ve~coues-;" ]a sorlè COOl(e ~Qui Lr~teJDe;IJl' qu.i; P,quJJ~ m9i,nR·· ~urait pondrait au mal q'elle est destmée à cQmballre. tantl!s élé inutile, puisqu7 inspirt ~1r,uq._e.rf;plaqf~.~~~iCique que mainlenant eHe n'en est que-,..l'anti~hèse. Elle réussit, i,ma-g_ioaired il p'ìu1.raì\ ff eJV.4{\li.t,,i ., él~ ap.p,lim~~ <J.Ue.sur 11ne èon'jooétive,.normale,. doule, voi.re ooédialion , mais elle réussil malgré vouS', sans , I ou dri moins malgre- rotte lhéorie donl elle n'est pas uoe C'est ainsi qu'.en ~ &4~1 i,nyilé~ijar, mon hqnorabJe conconséquence Jegi time. frèret ~LCharon ~ ~Il~~ vj&iter I& dépòh~e,I[_\ Cé,imbr.e où De ce qui précède, ie suis dooc en droil de dire que si l'on ayait 4écouverL Lrois,pe9Ls.granulés_"t je me 'r~ndis à le t-ahl~ eaq quvvQus ave.7:. fait de la gran\l.JaJion vésiculeuse celle inviLillion, et n.e par,vjns, ,l)oo-ob~taol la meilleure est peiol de 1nain de mattre, ce ·n'èn est pas fuoìns un 'tav,olon.l'é; q1,1'à ,cqnst·al~.i; l/..oxt~te.n.ce de, lrojs..blenP,9rrJ>.phbleau de fantaisie comp-lèleme!ll ·Méal, car ce n'esl pas thalmies virrilentes, v;éritableme~t granµ,leuses ,celles-ci, la nature qui vous a inspiré ~t que vous avez reprod}lile. avee pannus elr perle de la vqe. Tous- !es aulres J,6QX çe sqnt des follicules ·qne vo,us avez peints to.ut d!abord e taient sains) .seul~mo~l yar leJa-it,de r~nco.~b1e,menl, de dans Jeurs d'iverses coudiLions 111existence, mais ce~ fol]a chale_ur; un cer,tain uomqre ùe,conjgnptive~. cougeslion'licules vous !es avez appeloes granulalions vésic.uleuses; nées o!fraienl, C!llies-ci des d~veloppements papillairas , c'est l'ophtbalmie calarrh ale, enfin, qui vous a inspiré pour celles-là , ~les déydoppe!I!~n ls..fol}foa leu~,~aps la ,xµoindre reproduiro, les traits d'.e l'a deuxi~me et troisiè.me période gravité. On en av.ait.faiLjies gral,!ulationt~que di,s-jo? une de l'ophlhalmie milita1re1 et l'opbihalroie cala:rrhale, mal ophtbalmìe militai re ayant fail in:uplion au dépòt de. meu.dìcité.. dissimulée par vous couleurs, pèrce toujours non-obslaut vos efforts-. ,Je vois bieo, au' fond de votre tableau .' un En"fin, o'est a-~usi que ,<lepui~ q.ue mes principesse gJ. . miasme sous le forme d'un nuai:;e épais, qui Leod à pronéralisent, pé()èlrenl d.ans la pralique médicale, Qn ne renjeter sur l'en~emble un, e leinLersoJAbr, e tonte par.ticulière, -contre plus à Bmxelles,, dans les-écoles com,m.nnales, dans mais ce .r:niasme, ce nuage, .n·~ pas de r,a-is.on d'ètre, il ne les écoles gardienn es I s.oumise:;·à la visile,tdes médecios .s'harmo11ise pa_s avec le reste, il ne se raltache à rien et des pauvres, la moindre ophlbalmie grlinuleuse. ~fes hodéJìg1,n, 1 e lOU;L .norahle!i e.onf1 ères .Mi\totDelya,ux-., J.a.cobs r. Dudau _.p,o,urxaient vous r.aconler !es lultes qu'ils ont. eu à soulenir Les çoosiqéralioos q:ue jc vais vous soumellre finiroa t, , pour arriver à cel excellenl ré&ulla_t. je l:es·père, par.dts$iper lous les doutes qui pourraient et~core régno:r ,<l:al),s vos esprits, .I.e a9ntim~~ douc. l'.examefl 'Eu supposant que .V:ous ayei rai':,on poor l~., prémi ètie des alléralious q,ne peut-prése1iter la conjonclive sous l'jnpériode- que 1\f. Harion assigne aux granulations vésicu.tluence des causes !es plus sitpples; raura i de nouveau, leuses, il ne s'ensuìl pas I me direz-vons. qu'il en snit de cbemin fc;lisant, à fairc ressorlir hien des-erreurs et à samème ,pour ,l a dem::ièm.e et la tr,ai'sième péniode. L'objectlsfaire à plusièurs ~bjeclions: · · · · , '· \ìon est jusle, v.oyons: J!aj (,liL tanlllt que la conjonclive, sans .Mre domirtée'pa:r Dans la deuxrème pé'dode, l'ibfl.ammalion qui esl inca'\,\Ile qiathèse, oq par une puissance contagìeuse po11vait pnble dè forl:l'l'ei"des vésioulos ,s;eiJ ernpare, les dé:veloppe; I s'enflamo:ier dans la. lotalilé de,ses éléments a.naLomiques, la douJ.ear surgit . la mugueuse s'injc-cle, <lovlent r<>Uge, camme elle s'o.nf)amme dans chacone de scs parli~s Gonplus épaisse, ·elle, se ramollit. Le l)'roduit de sécrétion, est slll.ua..q~es, C'.esJ, là une, vé,i:ile 1l>aoale:admise·, par tout le plus àbondan.t ,t C'ohérent1, frla'menteu,x·, plus ta,rd la mu· monde: uoei fois celle .infia·mmation simplo établie <lans queuse ·ctevien~ cellulo-vasculaire~ charnue, végétanle, etc., la oo.njonctiv~ ~ vons deyez, a~mettre qaelle peul passer à celte· époque o.o tombe en pleiti ùans la troisième pé·.rìod·e et l'on· péo't..observ·e'r le's drvèrses consé.q,uérioes de ~ ,p&,r toulè'.s Jes~_p-hasès,,911' elle ~&t!suscep_tible de, présenter tou\e iriflammalion, el ?tf. Hitiribn , eo vérilé', ne: signale I -daos,•les autr.es organes, dans les autr.es'. lii:sus; daos les pas auCi'e chos~. C'esL alors ., saos doule, que se produit autres muqueuses I si vous l'aimez mieux. A.insi, d'abord [ ,, t
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~4u~Jl:a~·'ci,~e-,1al~io1(ttr~arrttnJ~rt1·t ef a111-tsù1(e·ial!'léàìte.s~n1r~ d~s cas de
·ti9n çle I~ c,onJùncti vile. Voilà; bien
conJMò1i-
vifes-pur.~<rJl¾~~ff.IDÉ:!ì§~.!\m, voil~tP{~\r,P.,gig~~,ài:l}M\¼,"'·' lre_meqt ~!i9Jìlp,1#-ei~~;f~~'X, qu~:.i;~alL~!l! <Af~AA~t~~\;~JIJ;,3 granulat1_Rfi~1,':W~l~IW.fa.f.§;>1Wéme a: leur,J>]B'¼h~.ut~l¼eJJ.fll!e, d'jnte.p.s,i;\~,, 1Y:è!il~ li;ml!,~,& 1}1aJa:gi~ ~n '\?.U.t;H~tlkii!!~ à certai.n.~hfr;ri:qp.fu,s!eJ':AW!!~l'mie .r.gypy.qp,p.~•.A~~~.lt& q,I! i exisralenl d<\M JhWi4:~&tMbq~·,ff}ctll?Jl!t9~ Q.Pfifv,P.,~r~ t_ deg, pphthal.mj~~ :t:ét:V~m~t. gravès.:;,,JgtJì1Z~Yil\)}!~ ~,&é so .l là:' auta~t1 d~,,&P,]lj,9.QfJ~ireS: con\agieJ.l;~-~}:,?),'1t'l};;t~gg~'.rP1. · vo ue,&éfr@iJMJ>;p;h~Ii·~ mi es 1W;Ui ta,ir:~s·~~ f~i.s,8s~y~ s ad MeUìei i)un;e;~ew.l>#bl~,ieonc)usion,,~DA ,1;pur~i! ~,P,nn
·m9J~~4oR,urvr-~/urei: c: t!tf µteÌIJ~ ip~ is'~a~P.ftP?Jl,lagh~§e.-:a;u,.x inflainl\'lja.~~o,~ .JJajt,~ Gltj qÙp iilstarìt,_env~h:t~se.P~t~, u~,rss ·muquc'!~fl~.::iwti'q-µèlÌi1e, na.~ale, guUaj°,t Jè1~.Jl\l'tv.~11,,. u.~ tnrale ve~tnaliy,J~J:rifo.,i-.4tat- e'icinplet1 Ni\HIJì, ne~l'-~l,l-P,rJ Z p'a s, c'ès.l ilp,éth~.9ftRj lliolog(è génArn~ ;·lei&J:cye1;$9S 1 nlJ ss~nàr,. fo~his mu [que-uses,;(e'n,s'~o[aì:il'ma,nt, peuver,("P < 1r 1 • • " •,... · ~~ ,, . . 8egrés e,41R_~r')-J,,.qq.J:ws,,fè's, ~ rmes p].efb~~§l4'Y_0.,S/ 4,U~'.,l),OUS 'venons d'ilJffel4\WI' e·i:Mtàski\n l dida çJl~i@$ti_y.)i¼} ~~JIJ,it.n. I
là'. sim.l?i~,J:411\9,4) ~9i~~ itt,rnu:on' iìeJ,c!9)~~}P,;~~IYéi!:.~ii~)
, e. I I
telJes èi>1:1;ijHp;l}5ii.~ts,P. Bl1;~lmi es Cò'Jll~gjnp,s~,-~D.iÌ.t@fa]l'~leµse~! ~i sj)iflifig_u1s~"'nif!U\1itair~s{,i. m.,ajg~q,q' q;t .~~1t;ws se ~P,~PSW,}\C~J.!i.l#.A,r. ~e.i!iaj exi§.~~~t4hH~l!lM~-ci'M~~tPif~ des•oP,)l,t~_9J{!ii,~s_fi~imp.J~,,..1q_l!e-vous, ,p19.1-1;ç~e.z,,;$.i YQ;q~ t,qo~ez ·à 'èl~e;i.Rri1~Ìfu'.~t;~;i).fl~~fg.~Q:?·•V:(Jlre. larrg4ge,,1,çiq~1rn~,r.!,"d:'.J- I 'iìP.h~~11¾fQJìaw.,.~q'.~11~.91zyg~.eteul Qlf J,e_pJ:.W'.O"O!PJW~!i!>.9~--q!l~ 'e.lleB, SU~Ì;l!W~·/l!,f.,.~~id \.Ìi~i:g_.n~Jion~- SlQ\l e!k~~~i) Q;ffl1lh:.itlmJe ,si mpJes, p UJl\\~.Qìl'es)!'p!;!-S:C.Mt~tf~qA,~J>è.e ~M~; W1<l~1.~f!A1cles, u}cér~u.~Mtrl_e.tc,;&;_iet,liél;,n~·c'es di y:er~es' cirço~:1;SJclill.'G~~~,,isi I <{e:s't .u-n ~!(lfiti ·,11µ_i~!h.à,i ç;lé a tlein l{i l~R,çlfs ì<'{.u~iHI.H'.~~ lé g];!érit> ':'!l~PMJl~»IUl:; j}.~~1ière a.ffecti on-'~ .a:;,~ 151.iè-J,I~ 1p,µjs;;e ~isp:ose;r \ 6pJ):à t e,.q~Q;.~J"'9".ll ne sera~;in,~.̧r~rulcyi:is.é:Ji:11'lçé't~ni t'~; ~p( · tepott.é1 chez lui. l"e germe ,de s:bll affoelion \i,'1is. - "' , ( 1 ', ;. ",. ,, ''" '(+ , • --~'t qµ,;,·~ ef ,.,. n~m:en:t ttfles-'Vne'S'pbusal5l'e,\'Bes &inJoncttli fès;.'àtìrdttltftù)n.èé~~~llf~ d'i'~~:lì(St~Yi.'igafi\hl.f e11JJ,\~ù'ro'nt ·\1~im&MfAs;~mJ tiiÌ~lip-~ét~h.,;@!11 g'~w~\)i·iroh~~!1sicii',<
Te"nsè-s ou"p' Hl.iff re.8,j,~~~Jp)l'.L aQ Ie~~ ~ •~~ ..,..,, ... ~:t.;;; -~.:- ~, .e.$, ~, O,ilJ9!5lf{6c;r.è:t. ti~ I fl c;. 1 'r.F
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suraigue pur uleòte a ét~ admis'e-, él c'é1t•aussì,le motif q~i a faìl que celle opb'\'hàllnie catarrliale à été <l~baptisé~ èr ra.ogée 1Jàhn1t Je~ o·pr1àiaìtrl1es~uru1eMès ~òotagie\is~s, à còlé des·bleono,rropbtbalmies virulente~, a'llxqu"elles on l~~1associltìt t malgré leuJ1 incompatihìlìJg ,a 1bum'èÙr et'<ie nature. Si .fe remònl ais~f ,l1~rigin'e, en lB_~l~ique; de l'oph~ Lh~Iwie tlite mifflaire,·il 11 ~ me s~rait pas impos,sible'd'i'tabltr 'qhll?c'est i>'arce :que·Jl'o~laùcomprls la cont:a,gion·- a-6 celle maoière qu1aujourd'bùf eifcore nous· troiitoos l-aì'il de '~éiil!bres répandlies ,ur "un'.e maJ.~die c'ep-e;ndant, ~.• sirilpl~~t'si bien d~·~'o'ie:· 1 1 • ' ~ • tcot1ti,waj. ~
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~riN(,iJ~-nieìf1\,J if~:v~ lt ~jf c1e·1h~ttnelà?i·ète ~ ll'é~ard des àutrls mugn_éuS~s ?1Ìeuteù'sement"' otl se p~i:<f1ouj~.U~s par resex'~!1·~uxqH\'ls o\i se:)i/rè, ~i l'ina'11 1Ì
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nité de semolables prétentidns n? titiIV p1~~·votts é-lre·ct~L :monifee, il ruffit q\re jij Y6ns·les·srgoale'. I .ti~qti'i1C i 1 • n!es'stbÌlr's•1 'tòbl"t leS~Oliligés'ilJén•Clj[jyenir, 1,· ., r; . 1 ., , > J rlòus n·~von's eocore pu, malgi"é ùne analr-se aus's1limpa±.Ekuco 11,om:vrativo dei !tf ed,iGo~Ghù/tWghj ,Jlorghe~ tialè;'qu'6-'scrupuleusll des faits, rcì(coht~er rti une 0:phlbal- ' .tt1.,a lmit:.ite i 11, :pefV.jzfo;~wugli.Sp.edal~.,Milttari di Jm'~1 mitl\'àiiè~spé-ci~'é, 11P'6plillilllfiié è6nl'agi"èus'e:tni 'dè's .aTorino. , ,, ,, · 1'1tét'.ition~pathologr,g~es;iqùi d~ns leor'èoMitutiòn, dao·s 1 -Ieur:• màh~r~1 <\'è'tré:., aaWs l&urf : srm p'.t6'fues•,) l~esté1H , &ppe6d~hi Giuteppe Mane-a Gjuli'anb ' 1 41i.'s'andri~ Giàbò'mo '1r ·na..[c-hfsi~ L~igl C~Dllll~ l)Oi~l ij~ 1~:~~f:~n)~n'cf~~ C~on'!a~eU~! c:'èsl-àBaghis Amedeo ·nartin'i 'Gibanni if~e,' 1~f,,.v~.us, ~!nfe-~~le~~ ! ~·?,f~.:.d1. !e-. !D•~me. .~a Bi:iidl Nllgéld I 'l't.-ol'ih'ari nome'nlico I ra1 qn en est lnen, s1mptir ~~1est ~llc ma1gr~ nosl homBa1~str& EniiliO ') nJ.Si z~aD,>.. i\[a'rio ~ '; '1>iepi ~s rçc]érche~: nbui'n'ar:~ns pàs décpuverfa~.-ns les 1~e~ Alberto B-e"Imon.do G f irs. Fnipp6 ~iy~~?~ J,~i$l'fs il~~~?,nìo~~\M!.~ _,ré~?,t·~~s 'sP,~éi.?'cfue.~ 'oti-J~ttl tui<gi' · , · -~l C?n!:~~1~s'es P,a; nos do!Jlra~1~t~~d, \,es''cfr~Hères 11, DeUra...1 Gi'àèi1rto ,; Oth-ol0èleslioo -: tranches 9.ur son\ 1apanage cons1aHt: et hclus1Mes mala-. Berti 'Gioa.noi ijiet~.ontagiifl)~s1. Po ur' q'd'uri étay'pàthOIQg?qu~·Joiì spé- ·111~i;lin.c-~i~iricénto .-r ,easqq'i~i :Evasio J Pazldni Aillonio' •cifiq_uc, p'~o/.qµ'(I Jl~is·se èlrè còrrsi¾1éré 'COdfP.,ie·I~ ~~sullà.t 'lli'hio Forfuoiato :?'~f~ c~g~~·'11~?ta;Jf~S1).._,i,1 fa~t'èfa:il o'rait que~]a ,con- 'Br.iilio '8olt. et!lr. torè'nto Pe;trani ca\,. Vincerho. Pèyl-'e~tf1Gfpva'I'l1nì Ìag1on ~~1 _p.wss)e le ,r.ro-durf%; 1·1 faut que J~s •efl'çtf É!allfò- ' B ~unio f ,e'dele 1 :llurzio -G'ioséppe ,.. Pira's siil'oro'masò~il, 1t )ogiques q~i"procéa'en(de _cètte c'o~laiitiusndienl Càppa 6o~taòlin'o1'! ' · " .PdUini· Gfacomo 1 , 91 rif .cohs'(an.tJ, j'fihrrablè~. exc.eit1 ~n~els ertouj.ours rae:ntigùes I •Dapbt,t i·'Pietrb ' !:!,·~ ., I - à e;l 'mlth~l Ne ìfèul'jàmlis1·è1te ~:~nra·$,it,tsk, Jii!ni~n'~, 'ca'tt,ila'1b:io\1a1ìni Ca't'a8s8ìJà:l;eoaé lter;i• Gioaòni .,r ' llne !)alls~, ~~elque éoergrque qu'élle s'oil:', qui abouli~à B~j .mo,1'd·1(larlo ~ i " o 1mMìil1ei!~non1'srmpJe; télle?rqu'è' lès~l)réten'd'Ues~ anula .. I · e òcé~lit~F~~ric~~o\J 1'Ri1Jofi1Tirn'ò\fèo '.Di~éii Gi'3'.1Jla(tisfa .,,, ' · ' tìons 1~api11airé~, gsictfléuse·s, tnoaoTaires·et v'ég~tanUs, Filrfnft.' ~lesslU:'i.drt>' ''Rit1i:iidl (ll~Ìibtonic,Ì,' 1 f et 'u1re ,allérà\iort ~ul~aireHne 1féùt Ìogiqùeh1fnPéfre 'àt.t, »1 ,. lo;!r '"'l''ì N cobcagieus'è~ ,,,. ,.:1.: •·~· . I,,. • Fori1~1.·i~..C:1h'f~ h11 i.,, rnoèJ1è'i.v.~~1tlan'it•P , •ll .t 1rrnJ1~tl c:i'-une causeu ·viru eQte, ~a~bia Pfanrlesco~ li tB '6saiy''~iÌdò~ò~ i i ' lei, pour hien vous taire saisir rou,le dìi pensé'è:•potir 1 'd~tH,ire ~ l'a-venir° fqufe·•éqùiioq'ùè rèl.alivè.m'e nfàt1é~ <file "Gagliardfui·'.t&dòviéò Siin'tà'lfo'.ra'~eficlntio ·· ~ ,air'4!llli ba.ti'. &io~nni· ,· ,,l!Sajimitill'@m;eip~O l 1on ~doil eotendre }?lir ro'ala'i:lìe•è'ònfagt1fo'§lé' ; je:'do&!vous Gasei., -Gàelano .., ·S ella cav. A.11-essàndiò · • soumèHre qttelqtres :principtls do pathòlogiti &euéra1e qui res~drtérlt dé 'n6;uVelÌès1~éélfercfies~q·ue'jlar'fMLes'tliftislffes ·G~a~otbi~!i Vftto;rÌò· ~ "1 :i.l'im,~tJ*ncins 'licJt~o}'e aomg. Gibèllo G11tcol:rl'o ., • '.ronind' Giova'nnì IJ,i derni~rs temps. Cès pri'ncipes jetrènL'llnjÒur· tout nouGiorda.nci ,p,·of.SS' è ipione ltJbérti,An't-onio · ·: ,la qlìestioli 1u\ nou~ o·çc~,I!~ ·~t.f.e~plJ9ueoY.comnfeol t'ant d~homdl-ès s'~rieux on'l p~ errer :, déf_eil'8re lesi i 1Jeftli1•Ca'l'lo ~ .....1 111 ~1 'Varllc-.rCarltl'Àlb~rto'· ,.,r,, lìibèrau:Libèl!ale· 'Vezz-etti P-dòJb • , 1J1polhises !es plus àbslraites, de bonne foi, cfoyant dé>i:Jn'ògbi À.ti\oni~ f I I ' Wimo•Gid! Uoo:neni'co11 • t~ 4111è,idjié1 rr1•vét<itè. lt§fé'trli~nt ,t110n1p~ç~à·r lè"s·ap~artrnèlis. 1zo';;oì;nil LilÌgi'~ ·"(l • fj ,,[. - 1)ò1 géfiéra-1, qu1èiitè'i\ti-..on'par mélt.r6te eo'nl!·g,leu~~?'C' est 'Mac11"l.•i Fran'Ce$OOI, • l~ : '. " ' I , J () . t f •'Òne aftèctioa rqu~·se"-tr~nsme1 ~d'un iìt.di vidu•à ,urti.Lufte ·1Je. ..Lh,.. "' ,, · ,.. , ' n , "" ' n, pr~ Di~~:9'.§i,zio,ti~,s. p eci~!eJ efj.(,~ .!r;j l,,Jl!j; , H §Jr,9, in- , 1 - l' enooièW'e de•la• transini'ision 'pò'u-i'• beatleoùp U ~teùr's1 :terf~Flt~· .. cleUp,. qium·a fu., PM$°a '!h1tin1ttp 11;r-ess . ,o 1]0 1 .conslìtae seul la coo'tagro:o. C'est pàrcel qdtiJ adoi>1ai~nl 1iMtar,.ç 4i Torifw,;.t _,S.p,11i~J~ ~ ,do.t~tn ,,P. .a.npni•II. 1 1 " )(let\~ marri,èr.e éle,'foi~1 que d~s,oph~lfalmolaguMr ùi@-dis-1 .• fM,, " _ :u 11':~ 1tm.w . . rr mr I . 1 tingJ!ès· d~ameul!s, on~ sousL-eM -:q.u,'une, eonjooctitjt'e,_ ori-. •• ,:• tlDl"rètÙi'te rlotl: av~XRÈt:fi;M'étt'.Mfv! f l · ~.'l ~ -·., a8j~aì~~Jll eri ~>~ip:i~leiP.91Ul<\ih lo~§qp-~ lle..s'tl_~fA~! Ìlii~g ç~r-1 '· : 1·l'FVi·oe biì-è-ttdJlel,:ies\)~ils•.1Dot\. MA?4;)U.1f,, M'ett.. d~l\èfg, 1a1n degré o'rntens1te de ·" · · t ' · ' l I 0
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~.I.Jt.L>. -.,
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4 3 Giugno t 859
A~NO VII.
N. 2-'4. _,...--,------------------e--:--;-~~ -:----------________
GIORNALE DI MEDICINA HlljlTAHE l
L'associazi:ue non:ii ritr&-ve che per qo'anoo e ~o mi.noia co,I 1" di genn ,1Si pubblica nel LoJJedi di. ciascheduna ,settiql·ana_. · 11 prezzo d'associaiiooe j 0 .:,corioo e di L . 10, Jo Provincia ed all'tslero, franco di posfa L.,ll.Si paga per semesl,ri anHcipati .
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1° Doli. BBsozzt: Sulla noce vomica e segoataroeo te sull'oso élr-qo~sta. nella cu ra delle fobbrìin~rmitt enti. - 2° Rivisf~nei"i;:ioròalt scìeottfici. - 34 Ile,gm D ecreto e Bollelino officrale. - 4° AvvJso t"i Pagamento.
S0111aAn1o. -
SULLA NOGE VOMICA e i e-U/\Mammte ,ulttu, o di que,ta
NELL,}. CURA DELi.i F.EBBRl INT.E.MUTTE&II Memorfa deJ·111Jedico l)iyÌ'sio"rl11Je di ta clasfe 1
quasj.,di una melaraoeia, che ii chiama vomicaio. Sono desse formate da una sostanza di consistenza co.rne~ , composta di un'.endosperm;1 c~e. co~~\ene ~~r\o pic~o)o eyµp~jouedl. due l~gtiledoni O[biç?Jali·t ~~p,r~ssi,, ah1rnn1tç,.;90,ijvessi g,a un lato,,.PryJffQtan,cl'ij una. 1c~qt~aJe. ·prorni,neQ7.a ~ g1,1isa. ~i ,opbe\p~o, fOij: cava., d'ftll' altro,,, del d1a.met1:o d1 ~umd1.c1 -:a yenh millimetri e dè.llo spessore di due . m,Hlin;i..1tri e mezzo. Esternamente presentano una pell,icofo {$'rigiaslra, liscia-, quasi setacea; all' io terno il loro c,oloire è giallo-bfanco <;> bruniccio; ùaI\nO .un iebole odore balsamico ingrato e.d un sapore a~sai ~aro, e cl)e rima.ne per , _qualche tempo imp4r~sso.., sulla lipgua,. In iptato ordinario le noc1' vomich·~ si possono raschiare, ma 00.n pt l verizzr,re; èsponeri~ole , . 'b" 11 • ,,. J.l ,11~,1 de Il a~~ua o ent~ m . v. so .per.i\ . ..1 r iotiere . ,•J )- al,,, ,va:ppre "'H.~1t, . . • , .·n<1(.1+ .1J1' . n . . • cb 11.w9, SJ p9.~ .~i~PR·P-a~lveq~-~a~e ?e~za ifr~J't~ -~1~c~J~ri l)a qu,:rnt9 p:uo de.? nrst dai t1Br\;cl~l~~ ~Y.'~}lZ~·ID,f· dic'be n,on 'appare cE~ da.i tempi remoti sìan.~i fatte ana1i~i chimiche sulla noce vomica; erquelle chè praticoronsi c).a Neurnann, da Scadorna, da ~;ay, da Loss) da Jughauss Iion sono esattè, come· pai;hÌ:rénti !ali non lo sono '4:sùelle tental~, in tempi,,men4 q~'nhi lontani, da BfaQohJriot e da Chevreul. Sidmo d1èbitori pettaci to aeua· ~on6scenz.a dei P.' rincihii àtHVi ~ 1Mè ,. , \ " J.f!"'' 'fl • •· • ll'i:f' "'1 ,·.n 1·,, ":n··· ~ comp,ongon,q 1qo(}st.p., seµie ap,~ acçuratc rnclaiHll èh p ' '' ) , (' 1,, C 1" , 4'. f· 1 ,r , ti ., r !'',,t.:i-\ l , 1 ~ ~CJ e le1 1 1er e,· ',a:yentou fatteI) ~!in 1segurto allt ,aHmmae.s ·111a: . l, ,, ' ,· · '' ,, " ', I !J t,.,,, ìn?nto' m1>eca~do11?, il_.9l)are aver,a in~egn~fo c:~e ad ho sbtdi~dnctpio eratit· aovùto'1Ie meçlieam'enrosè e le' veQtHìcbe'·prdp.rietK :dr èul vàhno tòriiit'eLfii'tr1t 1~
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do.ti. G1 ~co~.o ,BllSOZ~l
Solt!) il nome èfi 'Noce vomica distiaguouii i, &e.mi di un albero di mediocre aJlezza e gro'ssezza, che appartiene allafa~ig1ia delle Apocinee di f ussieu, ed alla classe penlandtìa, ord. monoginia di Llnneoi albero indige:m, delle Indie Oriènlali , ohe cresce abbondanza speciaJ'mente nello 'Isole Filippme, come pure nell'isoHdli Gè~l.arl,, sulla cosl~ del Cori:migtl~J; nel Ma1)abftr,, fi.eU_à 1noèihb1tla\ tnel' ~H(èlag1rscar ~tt in n:Ìolte lb'calHà tride d•sàb'biose·dell1IDgifto! >IJ , 1 1 I sud'detti s~mi; ~hn~os'èiuti· nel ' oomrnerdi0··-anòhe sotto il nome di Y,:1lnghi d,i, 'Le.vct.nle per la 'loro :3dmi! glianza al ca-ppèllp di un picco lo rurrgo, norl erario ignoti agH anticru, benehè essi noo ne conoscessero la pianta èhe li pr1:rduue. G:1Bh'uclìioo asserìsoè'infàtli che per quante ifid!agi'nt ir!ili' ~tiesso abbia fa.Lti3!n1on gfonse 'a sonpnij'e'{qùèlf_à ,Pianta-.'.' Fl~ Rciéie,if JH'ìµiò che, reduee' da11fs,'ifom,Ni,~g~i l:l'a-lle'~ntl'ief liè41i,~d~lhel suo 11otf1,t's 1Mt:lltbtircle~ts;'ììt di~,~gno. e ia tìesér-fh@l}1 e c11e iiidiò.ò' a.pp'ci rteuéifo 1{fl:l~'sLi sém.l- aèl->i:i10:'aUier6 nouHn•atd rrèNriafaNlr1 C.{tMNtm'1 é dhe :Iliiìm~o 'èlénd-
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mirrò 'Strychn0s=1tttf&!,lf{ftJ.ìi'Cài psan'd'o· cfoJ la''Ifa r1ol'a' \ilie i Greci srno ~aFteinpì d'.r •reo'frasto è J}i'i)saòrièfo!fsfflevaoo dar~ •a c'érte ' pra·at@~òhrnac~è 'att~a fà IÒtB proprietà n'àrcotrça~i è CJitì forse•1per 1~: sèmigfian'ià élie 1)::1$Sa·'fi'àV .quèst{(pial'lti Jè'11è i1M'ltft·. !h lìa'J'Hl~ ·1 riè dòci ..\1Bin1èlfe 1fontl étlnttl!t11e·'1n'humé1<@iaftmo a qninrcliéf nel •mi'dulib!1ç~rnosd \W,fo rrl}ttrq~O!èrìa c1a fd~lJil'é 1c'8 rtèieHI giàHWHstiti}'~oVdb~1ò,WtMf\to:Ittill~.
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T'dJ~ au'J~ri sMr~citatì èli~ostrarono cb~J.~ n§ce vomica èbntferre imct 1nalerilt C/)ÙJl'allte '{/iftlla.,1 detl'olio do1icrel'o, dtÌlà g'J1nm'a, ~(t'SSOriNèl, ·i,1icfs10:na.1lzl:t an'iilalidt, i1:1/-=po' èÙ cJ,~J·,1 e·;firinlroètle.itif:pFikttpi8 .u I t (' I' , 1 "H;,irt I;:, r'i}<.r u " 'I I J t'• 11 l 'l• , '/i · atcadM ar nart'rèO'l·al'e rraiura ~nori' hber'<?,', ma pn·t.o lM tii\'1 a'crct)~'' 1è~~\'th :.cb11drt11dlB'!fdt~iZri'c~'(;Md ~ukbirJ
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Desmarest e Gastaldi, s(scoperse ehe la noce vomica contiene 'puro della fì.brina ·uegetabile, del sopraigaiwrato di briitiita e stricnina e del ('erro . .t;fe,spoix it16ltre vi tr0vò un· solfato tli una base', cui çl.ie~e il igqsiiri1ia. ViÒleniissima è l'azione della stricnina sopra l'animale economia costituenòp· dessa un'O dei più potenti veleni che si conoscano, iLqJJ:ile da qualcbe lèmpo acqurslò ·.una f unes{a celebrità nelle cr.onac1rn crimi:nal i. ·f f aùàloaa, a . sebben mìn:01:e,. uioue è pur ctotail\ J~ li.f~t'éi'iièf,) ~i!cèbè I~ SJ!J?~,f''.!iZa' v.en'efìC_a sta "dà'll'1 al 1QO a quella gella .st11u;1iin·a . L;10nclo ch1aqj apparn che a~rereri~ sugli 'animali e· sull"u'omo cievéj:iur-esl sere f'aiibne délla noce ,riiµiloa. Oodé approfittare d~lle_virtù medicinali, che pos-siede' là irl'o<re vòmica, i meélrci· fanno •uso nella foro J)l'a~ì6g.,i'tfI:i°tO 1ÙEl1 Seme "r3S:Clriato 1ff ·pOJ'verh~z3'fo;, qù,a."nto "'è1~t1 suoi trçph'ratl-.fàtp:ia'ée'ulìéi, come 'pure Oè' $1101,.p,'riilcip'jj l)lÙ atti-Vi~,I •qua1i SODO }a Stri:enifia é la l'.>ru cirra . • . •· La rasébiatnra o la potvéfo· si somministra c>relinariament'e\.·a.lla dose di dinque a qtii?i4fci ·a venti cetlligrcllli-ni'i'per due, t re', •quattro eè.l· anche cinque
.n.omè,ai.
1glté''hl gio)'no. • 1 L'e~friJfo ac,quoso , per.-tspoSt?mèntdt·pN~paràt~ ~ 1 1 I
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wmti ce1l(igr'àntmi sino.ad mi drarn mà in 'due o% lrè I• f.' ' r' ~ voltc·nmfa. giornata. ' .L'e~{r,att,o ,al~OQ.l,ico, cb~ J ~ollo pi~ ~ttìvo c,JeJl'acqposo. q.iassirne s.~ ridot.tp ~cr e_ssicazion~ perfetfa, e qqindl rroi'vet jzzato, si dà, a1la dose di cù'iqite .centi1 SIDO · " a,·t-1:eiit(I " · nPr « tue 1 ' o ·tre vo1·te a1 g.1ornu · nrammi ~ ,! Jllt · l'.' !" I · · n• ' 11 ,, , • r centiiJfa111rmi. · , · ,La t~tura alcoolica per uso ipterno s"i Viopina ali~
dose dÌ trenfu ai Séssa?Lla ée-ntigra1i1.1'ni diJuitafo C00-
V8DJ4nìf l'tl~g10 p~~ dl}.e so)re_ volte al..~ior_oo; P.?len ~
gr;t3:d1 a gradi sino a1 ~en~, v~ntiq~_att~q ~e,r u~· aiJÒiion'i dJomentad9,1;1i,J)Qi -~il ad~pef,a ~ ò'osi
dosi 1)\lrl} aumenLare
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in et,erfumàte, ma per'1o pl.lI'~a a'l,eçi a lrentaai=at'firrn. F,i;~.~ prepqtat~ cbiiniii s} ·apq~era la,.s,~ricofoa.ed i suQ.i s;:ilLe.la .b-,ruc,iija. A.U? prìm~ (qbe) mO)e ~ul _priqcipio prescriversi da qttaltro.1m"llig1·arry,Jii a aie.ci mitlio:ramrni,sotto,Jorma df piUoJe, di,cui un~ ..s.e_pe conff-,1 .. -,;I ,} } \ 0(: .rv. hr s. u ma a.JJ:i . m altina 11 al tt.a ~lla: sar,il \ ,ogrr. 1 g1 orno,.si; pre~~ t ,ll,1) .,) ' L,H .,'i, l ~ E .: , . . C;
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f13.rfa~9,9~,},'su,9t ~~l~l' ~ ,se;n~i~mente .il '.sol(atp,. ~~,. sendç A·e~~o mo}tp v1ù,,sp~1;ro1le ~ella stricnina i:1u~A, &he perJo piµ si,f~ pçen~e~~ aJ:ipala.ti ugu~Jm_en.te jp. pil!oJ~ ,na'é19,e dapprim,Ì ~j tre w_il~igra;n:p~f p,rpgreèlèndo a poco poco smo a1 sei. milligrammi o_gnJ mal· ti!J~1 e ~~~~... a~w~waMp.nf, su?e~~1~~~~9f)e aosi ~wsit U,tr,~oi.no e )~r1RYfr~n·~~ 1Q,çlty1du~Ie .. '
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f P.~r. Y§,O est~11no poi sj, i;i_§a pur~, -talora dét ..~0lfa~q cli·stQcnjna~ì $Otto forma --di cròlli riQ.>i,c.ho so,kto'qucllo g.i po~~~,. ,o di UoiIJ1en_\o.- 1,?er tollwio si impiega .d'orc}Jn~r~o c,ç'ltg piillign«vJ?tii 1pi solfa~o in fre!!,tadiie grammi di acqua para : per pomata, o lini.iµento, ci,tiq·~t?i(a c.~rit~gr,wmv, i.su ('r.,entqdue ~liam,m,i·1~j .gra-
~ç,ia s.f!ìc~na~e,. , ~·
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La Ili'acina, meno usitata, venne da Magendie prescritla alla dose di venticinqite milligra1mtii unita ad -itn (;ram.ma e mei:zb cli conse't'va di rose}e divisa i'n .venfiq·uatlr-o plllol'e~ d~lléj i,iali fqcevà.. pte:ndilre ai malati sei al giotno. ,Aue~o-però 11:1 pòo~} uà sxìlubilità pare che in. ogni caso abbiasi essa pure a p.osporsi ai 1 so-0i .sali ol1e sono moito più solubili e quindi più a(tivr. La pot~nza venefica- delle ooci vomiche, ru-:tGo.nose,tuta .fino df Lempi. a:ssai reì:not:i, specì:1lmente da~ tttacl;ì'CÌ:!"I\i·a}lji è 'da .(3~h'Him,, fm;Onìtr 1 poJ:Je11i'c:alj' aJeuni fa tti pe'nìmostrarne l'azione crei eteri a. Si pre,1:ese sol(~nt~j'er molto, tompb cfi~ ~0-ésta 'sosfan,za non rieSC\S'Sè ~t~n.osa se nou agli an.jroali, e fra questi ai soli non ruminanti, e ...;he- .l'uamo ne. rimanesse illeso. Ma oramai qnest'enore è.-sparito, e.dell'azione deleterfa della noco. vomi'c3,.it;anto sugli animali tatti, quanto sull'uomo ù0n, v' ha 1Jl1}) ~hi ,ne '1ub.1U dopo le rei.terale •esperienze !alte di Giovanni Rilccbinq,. da Gaerlaner, daBartllelemv, rra-~fallioli, da F. Hoffmann, da Corra&o Gessner, Lin~eo, Bninner, Lossius. Vedei, Mtirray e ~a un'infinità cli aJtd medioi anliclri;,in. ispecie 'l'eàeschi 1 e dopo quetle ai tempi nostri rigctute e variate da Desf.;JO!ìt.!:l.s., D:.elìlle, flt~ge.ndie, Orfila, ·Se!lal.às écc-. Pell' etieree'a·. vf!ntou atte~t,roo nnre d'.aver '"' 'I'. " -· " . -, '1 • • ì! t, ' ·~ A vèdutè 1a' Parigi 'cader •vHtime di venr.ficio 1wo1d0Uo dalla nn,ce vomica le capre, Dufresne e Uorial a ~fonpellier !_mpnlooi, come èèonst.ata lo cbe ne vengono parimenti atfossicaU gli UGcGélfi e le rane . Jn quanto pui agi\ uomini la vantata~Joro~impunità dai terribili rffelli 9:oes.Lo tossico fµ a quesL'ora P'V t_r9ppo s'grazisat~ffie nLe s·meotlla.t ' ta moHe proOolla dalT' a\'\·~lonamcnto della· noce vpmi'è~ ypuò ~vvenir in ½ons~e_guenz~ d'i i!lrcciAc9nvulsioni te.taniche parzia1i o Jfa tetaQo gederale, che, ~mpedendo i movimenti dJ>,IJe (c9.~lE~- o qniodi la .res: P,ir.azìòne-, cagionano unaJj,,,ver1.1 asnasia .1 q f 'i1tn (_ , Qqe~fo· ften·omer,o,.f~~intp.Meduto, gji1 Gli ~J1uv.rar e fu ctmfe.rmat0 i,9 particolare d·agli ~p·orimenti fatH coll~.etftttlo di noce v_omii;_a sugli ~njmali è1ai suddetti. J:l.espa,rle&, Mageodje·, o Delille. Ma la, morte, può ~ziaµ.oio sopra,tvenjre Jo consegueriza di. gravi lesioni ,cerebro-spinai~& g;istro-cnt~riche? .~~i,en.do q9Pt(~rm;~o àalle ~spe~QZ.0 ed1,ossenJ¼ziQni~<!i .JP.?Hi 1
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iVi.iilJUJÌ1·IBB,d io~/' fra;i. rn1a:]li,e10q11_p~.JBouissaa:JJ1,,0Jli~r, ~ Jà§iji~,, fa noç,.e, vpmic9 PllÒt ap~~Iitare . anche
-~ne,
forti j@aJ,Dma;iioni. nel g~naJe.,,.ç\ige.stjv:O e .rendere tur,gi()i i ~asi del midoUQ spinale e del cervello cglle rel~tive,.j.nfauste cons,eguen-z~. E nelle l~~io!!i di_Mediç,ina J~gé\lp d~I pro{ess9i:e OrfiJ<1 trpv;is-i. 11:oJ,s~rvazip/1#;.di'u1n ipdi v,i,<).uo .c,}le sr.era,i1~Lo.Ssfo.l!,l!frCQl11lrllQCf! romi.cm 100I}L~~a : oell'autpps:i:Fsi, tr,ovg,.r)elli\.$i.ero,$ità pf,',ventri~.Pl\ laterali,f.1.el ClìTJYel}o e, oell'ar~cnoid~ racbidiapa; l~ Qarte po~teriqr.e èli' qu~slil melpl}rqpa era cospersa dì l_amine ,car.,tijagipo~& irregoJar! e ,PQ\to p.µni~r:0~13, ,men~1:e, ne,lle ~'te-,qi_gestive esi~~ev:?.V.9 .delle gpp~ezze,, qei 1pul}ti ro~,si e d~)le re~u1cerail?Di; ~ei f.kWtfJ, IJ,lt~wi ~~ei,u DOD.;¾ ~ilijrÌ'~ pi~i:ay,~ljaF~i x9P~1-
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dèranàd cb"ehHascliiatuiia della noce v0miea:1'lape'g_.. ~nelli che,servono aJ.1'1ns·piraztonè-parlée.ipMo incongiat_a i''è'r q:ttalch.MEimpèi .fa. rise.hìire .alhi (lita i;le1la tàn~n,te ài ined'esimi disturbi, e lq respiràzio:nè· qon wanci :p11a S'.ofle' di ve-sc.i.e·a'.ZLohe . " · si· el\ettu;i pii( ch.~ ,per roe2zo qi sp~sse insuffìçienlti. · ..Nii'b1JlGl g;be si ingqiotli.sc~ ta hq.ce vomica, 10 poco t :x- d,'ituin.1nio.nei .che :sucç:ede dei., .palst intlica ~he il ù:op.o:,1ir0vas.i u:oa s~ti-sazioçi_e parftico1a'rè,, c~Parnm1èzzaa Cll:@l'é rnecléBiùro è soggetta à spasnii .600 v,ulsivl; ed a11·1f base. cle'll:a-iiq,grra..ecr Q:l.lag0'1.?,·A ddsif pocò @Te_al~oTt,bè ·gµ'esti -terri IYiH sintomi hanno., dlréi 'qti:asi,.. Y:itaj 0rùinar>ìàntetr]e., -;dessa -n0'.il api:,oilr1tfeHst~1rnl'm~)lè pios-trat(j l'a vitatita; la nrnr.te_, preoeduta dà lin i·sfanté fu11ilo'ni di~C'Mvè,, Ghè àùii 11 us'1{ ton'tinuaJo gi~r1:1a1.: cli profo,ndo stµp@f% tli insensibililà"e;0Ò:rpl~tà, ,po~tl men;te ili' ~à1è ge"stam:a1l~r :tJù'a'r<Me .tempu stil;ltau., un termine a: .qtrei, paJ.im~nl.i•. men?La-t1e -lk~p,P~.tit0,t talò1:a e:zi~p,clìo ~-n ri10th;i• sti:.tròd:liDurante il s9p;ra~lerc; i~to .sp~vent-ewole. a.pp.apto cJ.i riarìo B;.à,en:dere" più. ;a\~i.ir,,a la,. nu(tPl~tone :.1relllàfrt1as'Sfr 1 • $intorni tfai · si abt5e . a..d .ossetvai1;e ohe U'©'n sempre d:~1°s111Jgue. :e {\§l't~$.t.!J\ ·qr,g@i.er. lM~ tsit la -d0tih1e I costa:0te:me.nt'e . p,ersisCono ,i l-i -spasm.i .ed ì' doloti, ._nè fòss·e :r~ii,tGi p,0br&hlrn 1J.]).p.o:etMè;~i-p(Wpe:\.è,,nz~.,. ifau~ea e.olla e.g:irnl'i~ intensi tà; e oJre. qLiak&o -a~(V,i .calrna o è c6s·a:ti tH .vomito,.; o@\lle. i:ft1-11~ s~l'ilfo'O ~~'l(:po~o.:aJl \(¾pLtregua; la minima .impr:~ssi@iiHLeJferr1;à; rc11µale, quella . .g}strj~ é'iil· ezicàr](il:rd d.0,lor.e..,~ì'l :~t.!tlleJl~_Afl!esta r..eg-ion~ I prodoLta,dal. fre.Q.·àG,,. da ak.rlfli ~@,1,..Cafllenti s,tiJla ,pr,M~, .pÒt11à_e;$,te~clu1:~4aHa 'e;ril·G!lma v:er-tebiial~, pQm eh0 1;nn da. qn forLe :rupi.one,, da, uné\··rninacGia e:. $PP:1Hi,• Y.ill~. se1m>Jp~0T~.g~lo~òttlel:iole'..z,7,1 ll.èll 0Rpl:.essìo11e1p.ùòtumt .ad esg,Ce.r:nurli tlLt a ri.a.e$ra1;li.. .e; P.,r;,q·11it~.-aJ)~111~:,\l(,e-,. iJioN"1ntcé\·1&>. tli.su'doi'.~, m'inaMia .iili Nei·.casi di .a.vv&le-0sarilè1J~o,m·e.no·;gr,avi,, mio.ore.,. n.'è $ltlC.O.P.f¼, ang.Q$,ei,e,~pj.g;:titci:otw~ ~f)Qt.vt1zion_he,(!.is.11u·rj,inj cosi te'n:ibile. è. l'àJipt1ra10 ,clei,:i;intàmi ,ehe Vi aec.0m-.diùB:ne:rVia'zÌ0.n,e .tali•,Ela ac;;GsgJonar!3;,:,s(\<ìPBdarla1;i;ie11te. pagnanoì e vanno questi pér gradL·é. leni..nuenté· èli·s c,011èerti atMhen_eg1j an_pàr:ali.tlella.clì.leola·~iQne..e:deJfa ·~ i11u13Q(lo ,é).i fnauiera ckJe, dqpo il p,1},rio.~lq1 ~i çlQd)ci r:espirai,io.nè'.. g i ,è 1 rof 'c;oslantè:me11ite oss'e:flya~o eM .a vepli(ll:1an.r9 01:~, 1:,ayveleJ,:ia,to:non .è ,pijl llJQit\S:\atp la\• npc:e vomiM ttroél:LJ;ç~ ,ma:gi:rio.r q0antilà d'01ìina:, se irnn ~e qa-1.w:9· sposs,n11cnLo •Jnuscol<1re µh1tto~to .. '-ft ,9,.. . i.pentry.\:R,iù fK~,9,uenJ.e an.c,,qr:a çcl energica . ne,,. r~ude o.0nsiderevole pe.r0 ., e persis~E:i1Je per n,h tem1:ro l 1e.~ç.r,~1:j,o.oh,cl1~; ti,c!litu. ~ t ..,eyaG~i:ri,i.o.Ì)_i' \~~y·in;e,~nche abbastqnza-_protr;atto. , ,neg,U.fodivlònks:9~~è~,Jl..~0~~tip,a~l9P.li di vwt~~., ~ çfte.. Ora dal complesso d~i §_ucJdeLLi e.ffet\t ;é)i~en,~ç..fioàlro.enLe. atpn~nLa t a~t.i'vit~~ d~g\\ 1org;rni gtoi~~alL,_ m0J1tc ,sJ. scç>Jg~H eg~ l~ ~OG!) v.òrpipfl i3s1e!ìciJ§1, uiv,1 AilownanJJò p:erò des~lèJe do~.i.,. I.a, rJO,.çe·· Y.OJnir;-apanicO)cJ ~·.e; az(9ne ~µ \ SÌ$'teiQ1~ J)(;).r;Y~~i çleìl'&:;;,{) J1.et~eser:Git.a la .:;.suà ailò'tie. ·urn,elrèa, s,e in .a1to· &ra~o, i pro-,s,pln~l~".e dr~gH 9rg:a·ni :d's1J ;rne,dg~i~1,q :9ÌP,'?llQ~nbi, _ ~ipto.m:i elle ·màriifestansL uetl'attoss.icato s:ono i seTnfotti i $:i!j~On1i morl)Qpi ch,e v.en.go.tw r i~ve.gliati nel K\leq.t,i,:, ~:\lor:'tl, '0olore e pL1l_saz-ioi1i.ì:iel éapo tal ftalà , ca:po ,c i1egli organi della visione,dinoti.'no ebè'. ne so110 di ma1iiera che· 1'ass.001ig[jfJ_nO a: ripètufi GOJ [j i sui qe- 1 \ affetti gli emisferi, ce:re.bi:.ali; il se1~ramento ,del'le ma??cri~ cb~ seml?r/~(;wj:lvinq, s~gnat~}P:en~~ ~1ll'o0ci:pìte, 1 ,s~elle, ];1 ù0Strizione de.Ila fal'ing~TndTcà t :HM_razioI1e il_ c;r:vçl!!?, sçr~ii.~lf~:f~Qj n~gli oc.0hi,.. ab~a_g!)f1mento, cJ~~,sÒff~e 1a ~Of!qlJa oJjLllfl_g~ta,; .J'en~rii~ ,9,ell~'. çÌiV1Sl'Òne (]1 cdtp1 Jnp di, nd mentre, l ,1nt~ll1geJ,1~a non gc~LiqçL ~ deJla ,sa:µgu iQ.~~jon~ è l'eff~tLo,aer1(t perè p€r 0b lla disturb'tita·· t.al o'rij cecirà ; verL.igìn i, ehe !1).rqazioui ò.e\ ne.\'VQ l\t:\eum.9,7:ga§tric.9.i le,:coµ tr~zioni a,pi hru,no 'b't:frdòllamet«ò 'aellà ·pefrs.òmi ;: sùffudione c\i.s~rdinat,e, i su~~i1 J.bi ,cl.ei IJ.1;1:1si;oH., le t~nsfoni t~ta~el' v.J s.r! , aòlbri lievi .e-hgi'de.'zzi'.I ai ·11Tnsr:oli de:lle, mapiQh~ e.c'c. sono. da allcifi.uirs.i all'alberazfone; del :tni~ sct1f1e, ML cdlio taetta' [llrGÌ\; s·enso· di stringiJiférìL'o dbll@/ spinale~ COfil(f pifrirn.ènfr@ dov.uta :a qrièllà in ~f~ìl~ Ìa,1,rp.ge .~i~eliihofago.. f-g gh,éi,o i;efya·~tièlif- !spe~te~çlella_tir~l~b~t,Anz~_to\1r9,*re l~mrigg\9r, v.~t~_lità :fl.<,1leJa degll:ÌUz_iope ;·s ~nSQ cri-_pe~o ài:d~lorei11ellp deg,~1 or.ga:n1_ ge,m~plL, F11wJ,menlt 11 fl~~p e (\ol.qr~stomaco, cònl\·aiione è ,dtfiìtoll'~'· n.e' m.ov1menli d·el nel1'erii&astriQ , il sentimento: pro(ongg, ,dL,debolez.~a pottÌJ è è:l~H;3à'èlome:; eréziùn'i' d'el ,pcn.€Ve 1ièl!a i;~~ Ai oppressioQe ·nrnventi jL~uclore, la m_inaccia alla mina . e,n,ergichè· sen'.s aiio::ii. \ér'ierge'. A. questt 'feno.., sin'cbpt~ le a~_gosèie e,pigasttiébe, e gH ait:ri".d'istlirbi m)3nj1i;e.go~o:o".cfàtrpres~ò·ìfèYC'o1hiùlsron,i. SbI'princ·jpio addomìo:ili rrìòstrano ·c1fo ··vengo·no a1terali anch·e i ì';attosfièa·tci vi èòe;:as,s·a1 ito da ·pfo'èBfe s~ cosSe éon eftìlsive p~~~i l}nili~~arL, -còn!f .~Là.èqli'ipròv.aro~? tdr~ e}~l~Ì)i~li~~- n"ai/ çJ1 :~A~~çloipri.'.lÙfo ·n~h~ Ql~ml:ira·.cbè e:?R~rim~nti .sugji an.frn~IL~ di ~~li ,fli.Stì~liSfer'o j OI1 1)~SS</.OQ çoiJ'ç\ f'aw·c}it(l del fampo e ohe. P0,SS0'ff0.. para~Il) OSS,.O di ba\ena -iJ m\tloJJ9 ~pi.n,ale, '~fag:çndie ,e: ~~Jf<1..r'§'i1 pèi; -la}11fr'q èivr:Ha e sènsaii0f2i a sÌ08Se ·ehitHesnQrtes. 1 tqéti<f susse'g_Ùiie<cfa,brhiidìo,Jo,rmìcolio' e.pbitJtd alla Qulesta: azìone d.e1 la noc~ vomica J1.a. prin<;j'pfò 'e ·sr: p·elliè~ gù"inò{ sriece:don6) b'.en tos'to scò)ssé·'letani'èhè estende ·all'asse c·erel:1.fo-spinalè UaJle rnpiifi'c.àziòni forLissirae· a':.· prccò1i·ùWeirva,lli1 o'd ~fiéJieI'seÌ1za··ioteri·u.- 'norvMe con chi vìehe p6s.ta a cò11tatto '. ·:fi} Mrtvero ziòne, ~J:ie,si' @!igài16 titipo 'g)!'\fè1:kfatbnT0aµ;r t'icomchi;). ~.è j t{rin(cjpù, ~ttivi ae1~~ ìn:ectegiiipca}}~·~o:r.i~ i'n-fro.pari1:J ton ma1gif,rnr , .r0Ceµza_f to1:mii.{lio; le'\nis~~11c aotfi~11ren,e 'Vie-' c1eira citq6lazio.i;ie, oct ar.p11c?ti 1ac1aove sj tengono, s·errjl.e,, il . oa·p_o rimau.e pie-~rato· vcr::;o Jà si avi anclfo solLanto .unç1. vascohtre. aipend:e:nza del SIJina à_orsale, e.Be. è Qall !!:lJ! è àol'e'.l)'Le.; Te b'raéc'i~ <Ìbn- complessivo ?riani&ùio,Mne J'f~entt pl'imitiv.ame:nJe tratte·piegana nè!Htpf'o:0azib.ne; 'rìgi(ie:sono-·'lè ·gambe. non s<o'lo il sist.èirfa iiervbso1 ma ~nen ·anco.'il circ0laSliccessivamfni'te \.a rigi'rl~zv.a reJ~ nfoàtiel piuart.ò1gradci tori6, cdme lo tlifu·osfr'àno la v.iolen'fa'dèi-sinte>mi cb'e si impo'sses~à di Jutti i 'mu~cò1i .d~lra v.it'a iinirna'le; piu o meirn rapld"étchenle in tali C3$1 si m'ànifèstano. 1
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!ila ciò è da attribuirsi all'azione intima combinata col contatlo di questa sostanza con tulte le propa:g,ini ed estremilà nervose pr:oprie delle dirama~ioni dei cv?si. E per verità i sintomi nervosi che si manifestano con tanta prestezza e prim!l ancora che i sooi principii
.attivi possano essere assorbiti ed introdotli nella circolazione dopo l'ingestione di forte dose di @ce vomica, confermano cho la sua prima azione è veramente sul sistema norvoso. Ma se tutti i medici concorrono nell 'opinione che la noce vomica esercita la sua azione più particolarmente sull'apparecchio di innervazione, ed a preferenza sugli emisfei;i cerebrali, su1 cer,•eUetto e-sulla parte anteriore della mid'olla allungata e spinale; S'è inoltre sono pure i medesimi concordi nell'ammettere i sintOlili mòrbosi clre né conseguono ; nQn tutti p,erh con:vengono nella stess.a ·opinJone circa all,a qµa li~à -della sua dinamica· a,zi·one. Gli uni infatti s9stengono essere la stessa ipostenizzante, ,g1i altd per lo ·éolli' trario iper~tenizzante. I primi appoggiano in particolareJa ]oro opinione, in primo luogo, a che nei cada.veri di ani·maU, che furono avvelenati coll'estratto di noce vomica, non si risconLrò quasi mai traccia di infiammazione, confortandola colle Qsperieoze ed osservazioni in propositQ fatte da Pelletier, Caventou, Cremer e Wepfer; secondariamente poi, a cbe dagli esperimenti comparativi che furono praticati da molli scienziati si rileva che essendosi somministrata ad alcuni conigli o porcelli d'India la stricnina (principio il più velenoso che contenga la noce vomica) preparatà coll'acido nitrico e coll'acido idroclorico si osservò aumentata gel .doppio Ja -sua forzà letifera; e questa forza sl -accrebbe ancora ove fu la stri cn ina mescolata con aci'do jdrocianico. In terzo luogo inoltre; :i e.be i rimedii stati adoperati da illustri medici ·aoché antichi per com~g.:. gerne ,glJ •eff~tli eccessivi o peri·colosi sono.gli stimo, lanti diflusiyi, come l'alcool e Fam.oioruaca, 'la' morfina e. i li op.piati, tutli iperstenizzanti , e~rì.ten1,1tr da Alibert, Rictber, :Mi quel e da molLissimi altri oome .i migliori antidoti dell'attossiccamento prodotto dalla sostanza in quistiooe. In so3tegno dèll'opinrone che l'azione dinamica della noce vomica sia veramente eccitante adducono i secondi le seguenti ragioni : 1° che i sintomi morbosi prodotti dalla noce vomica allorcbè Yien.e somministrata ad un uomo sano dimostrano assolutamente un'accresciuta mobili là; 2° che l'azione della medesima si manifesta piu potentemente e con maggior danno quando venga esibita ad aìnma.Iatl nei quali preesista un prqcesso flogistì cò od irri!Jlti,,o negfi emisferi del cerebro, oppure vi esista ~n certo grado dì aracnoitide o di infiammazione delle membrane rac,hidiano, come quando vien e amministrata ad indivi'doi affetti qa permanente e dolorosa cooL,razione di 9- lç.Lrnl mu scoli o d,a r.ig.ldità. e .contrazi,,011.e di qu.?fot~e mei;nbro; 8° ob.c si tro1•:i,no ,registrate 1n libri 4,elle scienze rpodichc .mot'~issii;ne guarigioni ottenµ~
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tesi dall'uso della noce vomica in persone affette da. paralisi dello estremità sostenute da ben marcala debolezza del midoll o spio.aie refrattaria ad· qgrri altra cura e.on rimedi ritenuti di azione opposta; 4° finalmente che nelle autopsie su cadaveri di molli animali stati attossicati colla noce vomiça si riscontrarono coslaotemente le traccie di infiammazione cerebrospinale, e t:.i lora anche del tubo gastro enterico, e si appoggiano ancbe alle osservazioni ed esperienze fatte in-proposito da Cloqoet, Douissean, Ollier, Begin ecc., ed all'autopsia descritta da Orfila nelle sue lezioni di medicina legale già da noi sopra citata. ·Tanto gli uni che gli alLri vant3no nelle loto s·chiere uomini distintissimi -sotto ogni riguar_do, e,cbeJecero· particolari stndii ~.d esperimenti per dislucid~rettale ·argomento·. Così frad prjn:cip,ali propugnatofrdèll'azioncoontroslimoJante :si c"otriprenclo1ie•Ratg-i; Borda~. Maccary~ Rasori,, Tommasini, Giac&nini,; fra quellt. s-he- attribuiscono alla ·Stessa sostanza uµ'azione et cftante troviamo Spallanzani, Cbamberet, Gi"useppe Frank, Caldan i, Hartmaun, Bogio, Barbier, Chauffard, Beraudi. L'illustre Dottore Beraudi in compagnia del <lotto e fin d'allora distintissimo suo allie'V'O' il Dottore Comisetti, l'alluale lspellore nel ConsigHo Superiore Militare di Sanità nel 1829 intraprese alla presenza dell'esimio Dottore Pagliano varii csIJerimenli su se stesso e suJ detto suo allievo per constatare g1i effetti della noce vomica sul corpo dell'uomo sano. Tali esperimenti furono fatli dal 24 al 80 ottobre in una camera riscald3ta a ·15 gradi ùel termometro Réaunntr ad eccezione del terzo fatto in un ambiente di 14 déllo stesso termometro. Nel prjmo esperimento il Dottore Beraudi prese tre ore dopo il pranzo ( alle ore 4 pom. ) mezzo 1 grano di noce ,romica ridolla· in, finissima polvere con sufficieòte quantità d'acqua. ·Trovò la bevanpa di un amaro insopportabile, ma pas,seggi~ro . Pn.'ora e vepLicinque minuti dopo ebbe sommo~c}olore al .capo e particolarmen te all'ocdpiLe; poi d.opo mezz'ora, scomparso il dolore del capo, acutissima doglia alte prime vertebre lombari, indi somma p.roclività al vomito. Jl còlorito era naturale come la lingua. Alle 4, 3/4 nuovo dolore all'occipite, ebbe restringimento della pupilla ed :iumeoto di sei pulsazioni deJ polso al minuto. Alle ore cinque dolore acuLissjmo alla regione epigastrica cd alla regione temporale · sinistra. somma irritazione alla vescica urinaria, formicolamento per totlo il corpo e specialmente al bra(:cio sinistro, diminuzione di tre battiti per ogni minuto secondo del polso assai ristretto . .Alle ore otto sforzi dj vomito, sommo dolore al capo e spe.cialmente alla regione frontale sioistra, faccia suffnsa, pupiÙa sommamente dìlatnta, lingua rossa, b3tC6Ìlamento del co1'.pO, tinnito all'orccGllio si[)istro' ; il polsg çhè·pri:éna delf' ~sp.erimenio µava se~timt,1d ue b~ttiti,.al. niip.uto.• creseiutq di venti nell e:> .$.Lcs~o ~empo. La ,n,i;>t.te :fu somma.mente irl'equieta.
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Gli esperimenti che seguirono nei giorni successivi ebbero luogo il mallinò a ventricolo digiuno, e là q11antità di noce vomica Lraogogiala fu da un gra~o e mezzo fino a sei. I sintomi variarono più o meno-in i9tensHà per cui mi sarà sufficiente di qoi riferire quelli cbo seguirono l'ultimo sperimento ·che fu il sesto~. in cui il Beraudi ne iogbioltì sei grani. Setlantase1 erano i battiti del cuore per ogni secondo prima dell1esperimeoto, che effettuava alle ore otto a:otimeridfaoe. Gli sopravenoé dopo mezz'·ora la naus'e-a in sommo grado accompagnata d:i sforzì di vomilo, da· dolori d1laoi·anti all'abdome, alla spina dorsi\le, al Qraccio sinistro, alle,regioni tempiali del capo, il polso. a quel l'ora dava sessa·nt'otto battiti. Dopo un'altra mezz'ora i dolori .all'ab,dome, speci'almente alla ve-sciea, crebbero in n;i.odo insopp,or.tabile, i battiti 'del,ff6lf6 fattosi irregolare, diroìnuiro1Wlino a s·es~ar.ta s:eL Quindi si aggiunse l'affanno d:e.l re~piro,. scoss~. t~taniche, al braccio sinistro cd a tutti due gli arti inferiori, alt~rna.te da doloi:i i più. pungenti alla oolonna ve-rtebrale, quando un profoso sodore venne a moderate .questi patemi; il polso aumentò in. allora di sei battiti e di quattro ancora alle. 01·0 dieci; un forte dolore di ~apo associavasi ai dolori addominali , cbe continua.roJ;1,o giorno e ootle, Jìochè prese sonno, il quale fu .accompagn:ito da spaventosi sogni ed interrotto da .conv'!lsioni tetaniche. ( Continuq.J
PARTE SECONDA Rivista dei Giornali Scientifici O. TTALMIA: BE LLICA ÀCADÉmE RO)'ALE DE MÉPEOlNE DE IlELGIQUE (Contin11a:ione, //. N. 5, 6, 1; 8, 9, 11, 14,. ~I·, 22 e ~3)
Noi,, messieurs, la lransmi$Sion d'une maladie d'un in-divido à un aulre par l'inLP,rmédìaire d'un produil e.xsodé n'est pas la conlagion , c'esl simplemeot une ·de scs ·condilious, el je vais vous le prouver. Supposaz une conjonctivite oatarrbale suraigue , avec -pyorrhee; recueillez le JYUS rxsudé par la muqocusc en Jlammée, Jéposez-le sur une ·conjoncLivé saine oo sur o.ne -aulrc muqueuse, que pensez-vous oblenir? Vous ne èlé'·termi nerez d'au,lres accidenls que cetix qui po'u~tai·e-ri t èlre la consequtnc_e de l'aetion pàlhogénique ,do premier corps irritant vcnu plac<i da.ns la m~me condilion. ·\rou s ,obtienùrei une intl~mma\i.on simplc,1qui ressèmbferayeulélre à celi.e donl elle d~rivc, mais qui pourra fo,rr,bìen ne ,pa,s y ressemp'lor 1 ·s'.il y a clicz.l'in'divi'd'u 'sò'jel de ·llex·· ~eri!mce quclquc raison organique ou dìath'ésique pbur
qu'une lelle ressemblaoce ne se produise pa-s. i\faiS', dans tous les cas, l'application de volre pus n'ab·oulirà qu'à une alléralion simple dans sa nature, dans sa forme, dans. scs-syroplò.mes. semblable en un mol à celle qui· réstilterait de loule aulre cause irritante. Si vous ap'j>liquez cela à l'òphlhalmie mililairc vous pourrez provoquer de ·celte manière des granulations papillaires, vésicuJeuses, ~ég-é~ tanLes et inod ulaires, parce qu'eo aocun cas, dans ces diverses espèces de granulalions, vous ne trouvez une alléralion spJci fiq'ue qui s'eloigne de celles que l'on attribue généralemenl aux phlegnia-sies simples. Il y aur.a eu lransmission sans doule , mais il n'y aura pas e11 contagiou. Pour que l'on ne s'y lromp~ plus nç_us' avol)s formulé les deux proposiUons suivanle$ essenliell~m_eol•disslinctes: · 0 ~ Les rnaladies , et .parlìculière~~~ni,. ce:lle;~ d~.? m\1.,qu,euses, pe11venl se pro[)ager yar '(O)e d'1rr~ta.t}OQ,; 2°· Les maladies peuv:f nl aussi .se P.F?page~ p~r vofo,.de contagion cl la con(~gion ne ~·etrectu·e qu' t l',alrl.~ (l'u,n ·inlermédiare nommé viru,s. Qui dil maladie qontag(euse, dil maladie virulente. Une cause conlagieuse , un virus ne se hornfl pas à transmeUre une simple inflaromaLioo indéterrninée dans sa forme ~l daos sa nature, elle renforme en elle tQus les élémenls de l'allér&lion qn'elle doil dé\·elopper, el celte alléralion une fois produile esl loujours parfailemerìl détermioée daos sa nalure, dans sa forme, dans son mode d'évolulion, ùans ses symplòqills et daos sa mar.che; elle. est saos analogue et reproduit falalemeoL la cause qui lui a don né naissanc.e; èlle esL toujoors identique avec ellemème. quel que soil l'org~ne oìt on l'obse,rve; aucJ)oe allération si rupie ne peuL lui ress~mbler ; enfio, elle ex.igeun trailemeut spécial: il faul commen,cer par délrnii:e la spécifidlé et la (amener à l'élal ù'allération simple, E-st-ce que le$ ophlhalmìes que .nous avons passé_es en revue jusqu'.à présenl. ct11e fon a. appelées conlagìeuses el1 par èe fait, mililaires, se lrouvenl daos la posìlion que je· viens do 1 vous exposcr? Je réponds calégoriq:µeinè nt, non: Dès lors, dirons-nous à nos' conlràdicleurs, sL vòs préteodues ophlhalmies mililaires ne sont ni i;'pécifiqur:s, llÌ corilag,euses, si les ophlhalmies militaires ne sonl p~s. possibles sans contagion, si elles ne réclament que le taonin pour se gnérir, que sonl-elles donc? .... Allons, un bon n'louvemenl, la !ìcience, l'huroanité, et lés CQnlribuables vous en saoronl gré; elles sool des alfe,cLions infiammaloires simples qui doivenL passableruent Mre éLonnées de l'i~porlance que vous leurs avez accordée ~t de la p.e.ur qu' elles vous ooL causée pendant, de si nombreuses années. Pourquoi ne fericz-vo~s pas çel aveu t Qui vous arr~le 't Vos épidémies de Tbildoock et de l\lalines? l\l ais ne savez-,,ous pas que loule op}lLbalmié simple catarrbalc ou autre peul exister épidémi'l_uemenl Y Leur propagali on d'un individu à un aulre? Mais -ne savezvous pas acluellement qu~ celte propagation p,eu t se fai re par voie d'irritation? N~ craigner. pa~, il y a encore <lans les fuils inlcrprélés. <lè cene ma11ière-de quoi tiriliser un cerlain' nombro des mèsures prév'enlires à'rrelé'es en séance 'du Con &r~s d'6rhtlialintilogie, Il y a ené'or·e de quòi vous expliquer com'menl cerla:ins n1Mecins, én se foet:tanl dans les yeux: de la mali ere exsudé'e ,)ar mie,<foiilonc-
« Qù e, ceu'X <1ui ne, p:artage1H p,ts ceUe mani"ère de voir lìv~ enflàmù1ie et ·su ppmarile, on1. pu ·~tre stir;le -p&ill V,de ~.' de~enfr aveug\es; s~its tfu' il .soìt nécessairlt u\t11voquer 1 rroùs apporbenl leufSI objeéti.oùs, r\ous fàssenL co~naì(r:€un'e· puìsJailée èonlàgìèus'è'qui n'exisLe pas.1\'Ji(t.!ì, p.r.en.ez- F teU'rs fàits,. nous i'rlìliEin!·à·leU:rs:se;crnts"', nous s011meltron,, Lòules :€ti s ohifse!i. au .cr.e.uSf1l d' m1 o~amen · sévè're, cau -en note;; ils.t:O e V'é us explìq11e'ront plus;g-ar·ex~rpp\e, comnous n:acdipt<oii-s r,ieri'su,r ·par-ole. Ì'ai lu louts. àhsotnment meilt, uué· affo.clion -qire ·vous tègarlléz voù -ò;1è'q,c co91me ;érh1 n'èrhmei1l còn Fagièus.é p:eul sa'rìs va11·i~nìam; sa ' tou~ çe qui a éh3 piilili'é·,:po.unl6.mo ntrnr,.ce.Lte·,p'ropa;g'ati'<rn à àisl,HJCeJ ~L.jamaì;;i"'j,e ,le clécfare, celle démon~Ù_à'li on nature, ètd~ le résriHàt de tcfi.Ile :au::iire c.a:u~e q4i n!a ri·en n'a. .~l,é: p;g,ur m9i ~cl aire . t?,t :c~11cll!à.1;lJ \ /1. còti d' ul\ f4i t de · co·mmtih 'iniéé la cònl~giill\ ; ils tìe,·v<rnS ex-pfrque;ro rit qu_ gJc;,onfi,u~,. j;)i , ~p.nj oiir,s- J,r:ou~é µne seule i t\d ucliQn, pas commeril uné ~ \le opnlhalii1i·e. pel.)t òlre·oo1ltagièuse, cq1~vn&-~ st :PSès Ì}q mép~-9. (a;i,L n,:av,ai! p11 wqfr SJM!Ia.&e.r sin.on· par- contM\;1~ fà ,m-.~tiere 't';)in.Ul.!liinabl'e a'vec \-a UAe ., ~ ~p\io<J.lf911 ~i~-~·~ p).4~· ?a~isfo i1anl~, 4u mojl}s 1qiÙ pa-rlie con.tamitréW., ,,. ' f ·çssì,JégHim,~; _.el q_µ' Q.p ·VtuilJce, ~im 9.e· pas se .bo.•111er.l~ 'J'ounlia1s-.q'ue' v:o·us a,v1~7; en rèserve,' pour- salisfa1re à )l)~oqJ.Jpr l~~ t};uloi;j,~és. , 1,1;n:y a gas.,ipi g'aploriJe ,qqi ~ienp ~, celle' olijet tioh, un ·~i.asn)e <Ju, po,ur P,arlej,.wolr..e langage, \q cl:J.il s e a trp\Vle &~~i\~· \XQN1ffi.f.~,~~ipn _4-';aillE%1:Hs_, .d:Qùl'a:'·c.oiìtagion Jla,-r 1!Afç;v1iasmpl'fou.e. l ' ~u,r:ais bieb à·es choses g,\1'elle w ·rte·~n\e, s L j, s il'Jl~~s ijù'àn{l !!f{!r.111,~!ip.Q, fl_t&11s aJJ-: à vou~A i~e-, tn~ssieurs, sl,lr la pr,él~ndue. existenè'e d<l· ce_ l.ar1~ que r . ~ °''ts §fU}Jne$ JJR us -af oAs te <tr.o(t,-cl~ la jùger, fuià13Jne,-:i\1'ss_i' ,:nysti ri'eu:t. d1rns sa n\lt~i;e que .bizarre fbit, e ft:uwion;}L .,.\cii"éiì'li~ li?-~nié,d·e~io~ de ,Belgiqu.e :e:st dans so.il' hiod'e.'cfadfo,n ;~mias·me· q~1e rìe-q n,e rìfvèlf , qu~ 1 r'ìé'rl i\e prouv~, e.t q~ie 1'. o·n 'àil.nì'il p·arce_~qu'1l serl de mo~· .un li·eu .ùç libre ~Jishussi'on\ •àucune -autor}lé;, Je, iiepse,. <(ue1Iè ,tj_-lì1èllé:soi l, 1né iié11Fici tfous rmposi r !i'es croyances: j'én· d"e'.xplicaliòn .)l'è\.talson <J' ~~r~ 'à -~1he théot ie ; niiasrn~ Jeeo"n'tilòùi . )) , . . . . • qué·l'on ·prétend Ì:létno'ntrer, no rf .<l'apt'~s tlès, e'fJ,é'Ls"qu;gn C'e:t' àpp} e ·\ ,fa tt 'a ·no·s è.onlraifi·çt, e urspa'r,l}' L Vlémi nèkx i11ias:me semi pournìi,l produi're, ·mais à ·coup de !)ila'.li_orrs n'a' 'prlsl,'élé: le·ti,Cel)dU j 'jli'sqi'/à pr-és,ènt; òri n'-i:t JJ'rddùil d'àul-cur·s ~u·i l'aclin~\tent ·s·anpp-o'ùvoìu èn r<N&l!"l-t davnnaue.uDo 'preù1è'/Mrieusè, on'a àffirmé;.dù'il'fallait él~s.fà'.ils tagé fa ratsòù. Mais ·à~qu9ì· 4on òi:rcu-t~i"' une;_ lìyp·othè·s-e pYécis, orì.1'.i' réf1òn':d'l1 a cò~ì)s do èì~a.tFon's ·ou pàr des qui 13'a' plns dè rajson \f'é}re <l'ap'rèl5 i'explication qqÌ. 'foiJs dorit l'itll13.r:prétalio~n est f.orr còolesfabl.è. voù's èst· ddnnée ~]es. l\lléralions. ç<1ojoncliya1es. qn'o n foi Ex.amìnez !es biLalioiùl ''él !es faits dòht M:. Ila{rion a s·i aU.rlbùe·'? l!f11 nl'iasroè f'epanou tfans l'atmosphàe, erttbi ,gétlerètlsem~'nt" e'b'richi ls.òn disc,ours; Ae-t. di-té:5· rrrbi s\Us a le poùvoir'de' 'l>ornèr s·o.n àèti'o'n à Ia··st ule li1emb'ran·~ pe.uve,nl' fègH11inlment l'evernliq~ier là ·s.igni,fièatìoìi ·qu'il è'ònjon'èliv,ife-, sa,,,; atlèin'd're le -hrsté cle r~o'i1ga11isme,. me _leur a accord 1~ ? Q,uyrez' le Biillilin de l'iica.démie et s·emBJè · uh· 'pb'éno.nYène trop "étra~ge-, et 'jc :ne puis ni h~ jugozl ~ éomp·réndré 11i 'm~en reiìdre 'é.om{itè, Hu-reslc, t1ti.e p,·olir.Main,lenant, 1pe?sie.~~'\ si vous lene~ ~om_pte d·es çon:raisJj,e vons "é!-ii,:-tf ~él:a tfvem'é1if ~ :ee 'mhis_!'rle faou,sti;gue ,si<lérat/_gns que)j_e f ie.mnle v'ous ~(!um·etlr~, ri' atlmellre~~· 11;\le ne.'vous ai ent'di't a,v.ec' tànl 'tle- s,agaèik.é èl d'e 'rais'oh y~s;pas comÌ11e ]~·gitimes l~s c9001usions ~ui vanLes ; " lBft. Dè·Gaist1'e et MèTcliìe, dar:fs les! òi~mo1ires /qu·\ ì's o'nt 1 ,1° Les préJenyues granlila.tions papillaires, v.é=-ìculeu1us··a.u Bo1igr'és d'o:ph.thalniòlò~ie', •qùe .ne vòiis ' ajl liit \\1, 1 1 ses, ~i'gétant,es .eJ io0Jl1,1l~j1:e~_,nte;~,istè»l pas; le d·o·eteur. Léòpòld Buyi, <laii'S sÒ'h .'l!ì-hme1:1; 'ètHique cles 'diverses ofiini'on's' érn1ses':S'frr 1' òphUi'àfm1e :tres. armées et '2° ~,..~upposarit ciu!èlles existent, leur,nalure ne rèyèle 'insérél d•ans' la Pfé}'séf néàiéale be{fjd, ·'t òu~èe que j ~·~un, a,ucune cause coritagieus·e,; lèur constrtutiòn anatomìque J'a·ire!"mèssieursi c''ést. \ lé-vòus. di.Ì'é cfu'il ri"'ii.s~ tas', ù1ù' fSH aucupe Kpt c.iFièit(; i,n.vpg:ué pà.é ..M. Hairìou qui élàblisse l'existenè"e dèJ'ce . 3° Le~ gran?laLì90~ papillai1:es e.L ~ésicule~~ s ne soni:" ·mi,a{lmé_;•lout rc'è f} tlt! je puTs faiì e,, o'esr de, v'ous tll"p,geler r1en antre ql.!è les papilles, que !es fol11cu!e"s retro-tarsiens ·1es 'ra.'ro'fes si,·vraìcs eL ~i juste-s prono-h'Céés 'tfàr ì\i. Vled~ 1a:.ai:ilìjp'i'1Glive-) avan.t.s\ìlii~è-s:tno:difìcw lions -tfa volume ,.. -~ . ' .,. 1Ìlipèkx, dans votre ·ai anll-dètn i'ere séarice, ~aròTes ·què cl e forme, de lex.ture, vari'al.Hes sous l'in'Uuence ·d'un élal Ton n'a {l'as réfuléès. congeslif inilammatoir~; liypert'l:ophfque,;: ;< ~Ia_i.s p~<ilHI'"'à(i~n 'à dìs_L.ance,, !a i-eprodu~li-on • lf~ Les. grairnl~ lion::~eg~fa! tes 1i'(soiit'riéìi.àotre que.~es miasn1ati'qlie, èlilN{.VPerninçkx, su-pposei uo.,ins_tanl qu'elle v.egetat1.011s COlìJOncllvale, •. Les-granolations fono-ueuses o ) stlit ìil'éo11tès_l6e e.t in·.cor\te~t.àble,:eno,ore fauaT.ai\-H't dn;rets,arcom?le~?,~s,.-lìr,, ~.otJ\ rién autre ;gu.~ i es._·r.ésultals çrditré pòur _eroi re. ·a·1a sr,'éqì~'dié cl~ Ja:.•ma,aoi.~ que ie pro_n~i:r1is'<lct;~J.9}1'11ll-!ll·atiqp,.qp qnµs1~0u~)e.,nom d,e,fo;f)gosités duif sécr"éte p'e.qt'à-vofr, ,'à· l''~tdi: à·e di"vtsi.oh "èxt"té.m'e, ·uiile el a.,. ~Lal..sar-coru~teu~ ~~l ~ ~ ,l, b~ . ;. ]>'uiss,h'tce qt\''il n' a pap ·à 1:~lal CO'nçrei; q·l:ìe p'O'ur ·éLre 5° Le:;.ophlbalmjes ~il~,s .~ i,Ll;tl,\ìfos ne-sonJ. ·ie plus onéUa nge Mforme r1. a 'chàn!?te ti.e ITl),~u're. drt c·ettè cpre\lvè dìnai-rè.rìfMt, que!,çl!ls ò·pl~l~a1ln'ii'e,s fc;afà-i:rh'al-es; · · · _.;n'·esi r:as foitel ne lè Sérà. jam,ais. '{ I _6'!_ L;op}1lhalmie,.., <liL~ Q_lilila.ir;e, _qqe les pJ.'é'leod:µ.es gpa« Qe·, serail toujòurs le nièii:ie muco-pus~ia:vee 111ème ~"11laJi9ns,:;soje.vt v:-és;i'culeuse~1QU papjHaiqis vdgé:ta"ntcs,o~ J?Uissauce 'O!?,, mèm.e ln~~ lie éo~dh:! ~~ le v.9udra: 'ca.r, i:ood ulai~J~!ì; f ,,e_s~pi int c_oplag:it..use J)'li"Yiru~.e11te1; ellf! peut à n.ro~~s de re,1vers_er 'loules' fé-.lo/s. q1,1i ~téfi§ènJ à ì"or~.~l ,\?.PJOq1fiJA,.S.Q!)-Planép:ieo:t ,:.S(\'•JH:,Qpé\ger par voìç· d'"irri!?m.sallro'cl~ rp.onde, On ne;,peUt'§QUger à préleo,Òrt que taJi.oJ),,so.i.L-gul:\ I~ Cll(ltStdrrH'\ìole ~.e ~reuwe; d·a_ns le$ co11ile- nen (l ptn.sse '.j"amais sojli~ que\que cliose .. :d1Ii'c5_1,1s ;<le l"a-ir, ,911 ok n, q:µ'e l)_~ soil la consé,queuce d,u i< ì\'.lais,, messì,eù:rs 1 ·quoi qù' on èn aìt pu di.re; la prow dép,òt. .,de. Ja ma.L(:ér;e;-elsudé'e,, (fune: coojonçlive .malade 1 I!agalion à dislam;ié est un. -v qr.i_tallle r.ève.: ,l' op},i,t.halroie· SJ.JD que. coQ.jopCLive' sain.e. milita.ire (te!le que :~f. Jbi.,rion l'e.nt'!md).ne s-e pfopage 7°~··1a profàgàlion 'piir"vòie miasniatìque est une hypop·as phJs à distance q,ue··1-e:·si'm'ple 6.c.ouleroent ur.é thral. thè~e: ìmaginai_ré que ri'eri ne' prouve.
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- ~91d'ùne ophlhalrnie. S'il y a u.oe ophthalmie c.on~gieuse, Ces conclusiqns sonl la cpndamoalion formelle' d.es proposilions Gonlradict.oires q~~JL Hairion, a formqlées en on doit <le toule néccssilé retr-0uver ces condi Lioos. opposiljq11,à.c~lles de M. Vle~in_y,kx. Eh bie'n ! il y a uue ophthafmie contagieuse, eile exisle J'ahoi ùe acluelle'meul l'ex:a.rri'en de ma tr.oisièlne proavec 5;a pause virulente ct·ses,aHéralions ~Vécilì.qnes., c'csL pos'ition : il y·a une oph\haJi1iie GOOlagieuie I v'ir;ul/r1te,, la 'c'onjdoctivile .purulente, gri,inuieuse, cixuLr·~msnl di·l la s~écìfi,qeHi!;"~ anal<if$~~Jp.ns,:sa, eouie com!Jlevdàn~ ~_es blennorhop'tìtbalmie'vimlente: Je vaiscssa~,o,r,de'vou:s faire all~rations; existanL chez le solda~ co{llme dans Je cmJ ;, pàrtager moo opinio.n à e~ S!)jel. faì~ant'i.~plosion par des' sjmpltirnes tellel'leut eclatanls 1 J'ai conser\fé pour les allécalions si é,1 idrmmenl spéciqu'il o'esl. n.ullen1~nt utile, pour la démontrer, <le·recoilrir fìc1ues de celle 01>hlhaJmi~, le,.tt nom det s:ranula1ions, parce a1.1.,HiUtnd;tse ,<lX(tédienl., isoìt étioldgiq ue, ~otl •anatòofrqùe; , J . .. ,,. ..., que ce mol, do.11 t on a lant a~11sé, a t9pjours eu une. sii\ suffitd'o.uvrir le~ :tteu;;:. , • M:ais, a,vant tout,, il faul querj''Q,lal)lisse , p;.00,i;. q:J.!.:,~ Yo.~s gn ificati01~,tQ,1.1Le ,P,ai>licu;!it r~ti · g,1:1 t),e P,qpL p,a~ fo prononsaisissicz. 'hien moo pu iol tle départ, que~le~.t_,S;QJll· lesp ccr, sans qu'aussilò1 l'idée de oo.ntagion el ;d~ spécilìcilé condili ons ·d'è-xisteoce d' u,ie op,Mlrnlmie c.on\agieuse. ne vien ne à l'espril. V911s}ayÌ\,ut:'dé"rnootrié qùe le nom des li te~sort de tout- !te è(tré ivous ai 1dftlùsqu':à présent, granulalions 4 devai~ èlre réliré à loul~ ces a\léralions, qull: l'.onJ.ll_~agèon dr.oi~ id'allff!n:ter une pui.Ssaoce co111a,. qui, pendant si longternps:, en o:n usurpé les-prérogalives, gieuse au,x proiluils muqueµ;s:' o;u pu.r#len_l;s i de~1dtYt:;f.iìe~. 1 j'ai cru qu,'.il n'y aurail point d'inconvén1enl.à le laìsser opb.thal!lli~s fltl~ j'.ai i~~alys~es qve t'on De Re~t av.ec r>lllJ 1 aux. alté'.ralions, sp.écifiql\,es <lont' jr.vais vous faire l'a desùe rai~S"(\''f l~g/r!.ler ttlo'lnffié' ·fpfolfit{b'es les a!Mra'trons • • ,. l ,,.,,\ l 1\\ cripllo1i. · m·orbi'des qu'ils deirèloppent; si' I' on a agìldi1Tè'rebi'm,mt C~ose singulière, me~sieurs~ ia co-ò]onclivite virulente e· es~ _q ~· oç.s' est }.fis~~.~t d~i_r.e M5\es,appj1,rcnç.e¾ ,ij~r l',hagranuleu·s-e, !elle que je l'ei1lends, n'à pas tié déc.rite, oi hi lude, par-!1-e:_a~tft~e1en<ls_ n.01n} on\c.slé~ jus~~'à P:~~~nl. On a eonsac"te ·an1~1 une s1tua:l)on _c1enll6que arl>itn1Jre, méme men lionnée dans les li~res d' oculistiq ùe, avanl celle co.nlreJ~quelle ·doitl veò:ir ptolester :1a ra'is'drt'mìèhx éclaimème expédition d'Égypte quì a joué un sr gréfifd ròle rée cl les faif~ mieu:>:. observés. ,, , dans la ,questi on qui se deb'li€'.lcluellc.ment. 11 est, assez Unie, :Op~~h~lrql~ :cpo,tifgl~l'!s~./ ll!~ssif!~rfù, Jil!.l}J,h.ç;Iawe1 curiet1X; cfi(ll\l, 1é•a~?l'èfirffilyçimaJI, (tafi5lls~n'•tt,avai1 Sii[ auouoe.IJIB~-diflp!'i~i~i,90 p~~.Lj-0ulière pour se ?évelopper; lés oph_:tBàJmìés co'~t~~lépsi ! ; M· co'o'stat~r q'ù ·cetfè 15pbellr est;renfè.rm~e loul enllète. daD.s son priop,pe.~µ,P,lqlòt ; ( ;J ., • • , .> E 1 d1 b ct . V • • ~ • ~: T . tf1almie, qu~ l'on' 'a ~us~j 1àp;l}~l.~ blenoprr~agi/nfe, av~i~ daM son virus. n ~ ors e·ce virus, loul .n·esl 9~ 4ccomplèlemenl échappé à l1aLlenl1on 'des médecios avaot ce~.;oire. Elle s'étabnra de la mème maoière, avei:~les m~~'les c'lrractèues' Cl\é'l. O'homme1et 'chez JaJémlire i, chez celle épo9,ue, el quc c'es~ ·précisémenL au temps où l'e.nfa nt,et. ~h~z:,I' ~ppJ!.er.e~-~~'Ji~JJ}_,1.1~9,, d<1flS1I~ J.l'!OR~e 1~ir!l! dàgv.!~~~to/~it 'son ili'~molfè'su,r 'foplfthefltni'( rè'gnante ~ <l/n ~ i I ,; ' di ,,ht J,j , ,.< ~ - , l , ,, i 'I ,J•II t co.,n.1'm'e dan:s le mo,ll~e 1~)hla1re;;, nu\1 1 part. ell~ ne d,m 1"' en Egvp,te, que Swé 1aur, J./1eI-"..prym1er s1gnàla1l'I ophthal-, ~,j). ,}"11/?.-"Y' ,f e J) 1 muler.a ,sa,.phisionomie, ,elle fra:ppera ses v,icJimes en face mie b!ennorrhagique et la dé~riv~il .~YeC upe ç~rlaine et •non d'uné~'màriière i1\~idreu~e et ddtolJrnée, it narfouL .bésjla\i{l.n, enlìr., elle sera falaleroenl jd'enlìtjue avec elle-meme: Celle.1>arlicu\~rité,.a celte·impoilance qu_e clecst précjPourupià ì.1.-c.ola:~... Pai,ce q~e,rs.t1. c'àuse. à l'étatmobcnil, sémeo l à l'époque où 1'011 s'esl préoccupé de J'ophthalmie c0;mmei~J;~1ay d:~ d~v-is:\on,~;\\..rel}'lt:, ~eriferm~ en elle toule purulente de l'armèe que Jtò~fi; s'e'sL\ préoccdp'e iai:iss~18e la sa puissancc d'a,ction el, to.µs le.s.•~11ro;n\~id,e~.ajlé.n~tjpns blennor'rophlhaJ 111ie vir~le0:}t ,,;i.ulfi;m,enl tlile. Qpliihalmie qu ·elle dcii l su:sci'ter d'ès q_,Q:é~e est, <léposée, dans un_terrai o con~eoal}1e. n esl évTèl:érr(ifiie,oi1ns l'occureoce, ce ( Continua) b1ennorrbagiq ue. Lerrain élànl les membra1H'S ~uqo11uses, celle cause vi{ - - - --·•.,.,-«e:•-··- - - ru.le1lle oe pourra se b.llmef. à ~àiir .sur uoe seule muqueuae, sar la conjonclive , p.ar ex-empie, mais qu'elle po urrà a'ussì•éle\11!.re s9n ac,ti·q,rà~d1aotres 1n1Jq11e1.1sE\s qui luì Affrir,Qi\l'..df.l,S \to'11ditto,n,~ ana\Q~ues,. . 1 , , 1 ,,~ - -· ' "t'! ,'1._1, !!fJQ Qué,'Ni\'ie-0.òjon;ct~y~' soitt n;qru-rnhh,.o,1,1s b'i~'1 qù,'.,elle 'p:ré~ SslJW~,d~s 8~·P,ill~ , fo1licu.t~s,.~g,pr.g~s1l~ pe!\r<\p,hi~s1 ~IJNISTEllO D.B.LLA GUERRA ,~naillPJ1\,!~ s~lu~l,io~ 1s1r3.ltmèmtau poioL d.~ V\l,.e,M la çause co!1tàg~eu~~ ; el!e n en abou\1ra p~s !J!~ins:., aan.~ les dèu 1bs, aux mén\'es 'e<tni~qyences, et-e ·sorte qu'i'I l.\~ DECRETO pel quale -i;engono stabiliti "lj qt,iadi:i sulli,,\\~~:·~@}i~·e~ctiQÒ p~,r.,uii)l cà usé\ Ò011l~gieuse p'our sut"p1~d;di'duerra /l,é( illed'iC'i' 'Fa1•1ftacisli: 11i'il'ìtari'. 1 1 I • I '" I ! I " I l , voir al~R.:fr.ifOrè' ~' Ph\' t1t'r\Ùct:~'s 'lntMrf,ìti1J6s1V ve'sì'éò'.ieuse~ 1 EUGENIO Rnrncw..EJ),_I S~vO,lA.-:CAIIIG,NANO èL' paprn'aird, qu1 (ont \ìe'~en'rJ~'rtV le1eh~r1he èlel.nb't CQll ~ L?l;l)gotenente Genei·ale ài S. M. nei Regiì Stati. tradfèfè\irs'. lJn:e 'èau'.fè \:011la'gréfff;è ni!'respeote' rfeil, ··une r. } : . ' ... ' \ In vlrtù' d'ell'auforità còe Gi e delegAta ; cause con.L~~use aboulit.toufours aux mèmes ahér·afions, ~ .:J e . ---Vis.la l'insuffioienza della fbi%ard:eiqua~ri attua.)id.ei Medici qu.l à leur lou11.lare1rnoduis~J),l;ii,Jlin61Li1n e Fnrmacisti militari sul piede di guerra per provvedere coni.Tel!e~ 'stln\, ,mes!lteurs, en')resumé, les,condi~i~ns,,d'ey'Xi · veo:e'V.olniente alle ò~noraftr~~scentiJesigenr.e de\ sepr.i:Zio;sasten~~ ~-~ ~l'if,:SBe,~{a;;Uent 1.vi~lé\~ii~, co~~gì1ru,\e 9.i\9.Ni0r,<\ttl1',f/},1:,~jfp f,~IDPÙ»;~;~ 1, •1u • f'
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Sulla_p11oposìzione clel Presid.en te del Consiglio dei,Mini:: stri, i1rca11ìcaC0 del portafogH.ù del1a Guerra; Àbbiamo or.Qinaio .ed ordiniamo: -A:r t.1.
-Li' Quadri '.(lei! ~ersona:le 1\fedi'co, e·Jt'atma$leutico Milita-re: sono·per.Ja,pr_és'~nte guerta ·I'ecati.,àll.a f-01t~à ,seg,o,~p.-t'e ; .
Quadro dei fer.sormle Jfeai'co 1 Medico capò. 'ffl'ifodici difisìoJiali dB:> cÌ';isse. 8 -~lèt id. _2• '» .• • 45 itl. di' règgi'rtfonfo di iP~cJasse.
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4°. Fur~ono ·nominati a .Diedid ~ggianti. effettiv,i con là decorFenza·de'lll!:Paga1~a f.ar tempo·dal giorno ~tesso: della D0Inin-a.i.Sigg. ·dottor.i : ,.
!,l]otale 35Q
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$° FurQno, dietro io.ro dbmanaa, tivc>"care ·e èon-
_siqer~t~ 'coii}:~ Iipq_:4vyei,\~te }~.noipjne \i~fer.mioat.e: o.on R. Jle.cr.eiL2.,, 14 ·e 21' Magg:iÒ,ultim.o scorso dòi, Sìgi. dottori :
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j:, in ,(~_ç.pl\à del,Jtfinistm di mantenere vacanzè in· una; .DcliSÌmonl- Alessan·dro ":lMlléd t<J( BalL ~i-2.• éla'sse ~Ja:Me o gra_~ ,; C\,,q} auinentare:~epa.~la~se,o,gra-doinferiorè . pèf' tempo' dèlJa·guerra. Ri>ffSQpale ;~Ì~.~i,!ito ,puréhèiil. tot~@à :o.on sia olttepassatò· ~tiigÙ.o~fGiacomq. Med. · 1 gg. 'p/ 1 ttn,1,pp2].,J efi~-1it uerra-, r , ii' nunrero fissatò atmsùi'.riferifi quadri .1• • Liberali Pier.o Idem 1
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Le' cli,SJ),OSiZ-ipnj,cpntep.'\1gn ; l 1{~S~~.O J'.:lq,strp .ùy}li;~Q.1\.priie, ultimò-{ ~elatjvo ai J~a:av.,sul.~pi~fl~ .,~i,.g~~_rrà :dei ;M_f? i_çi _8i: Far,mi ctsti, sono man te~ute ferme m ogn, lo.rd parfe·c}le l i " ~ 1 1• ' t f IJ T }li'fis"èil'iif--no:ri .~i!( ço'Iitrnii'.tL . ;:" I I Il detto Nostro Mìnistro è incaricato dell'es·ecuzìone1d~l 1rteséntè"Jlécreto clt,è-.~aìà-'FèglsftafO:,:aMimcro 'dél 't:o.µ.imllo Gen'érale. I I ') • !l Jt •
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Con R. De1,ret@ 7 Giugno ·185'9· furon0.•nominati
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'1'.q.ffoli :G:rfa ., A ntòni ò1!e Bortolit.~zi ,uiro ·l'.lestinati•1iw ·Geno':ià'¼i 1tlis'peìsiz·i'o:ne 'del 1·0oma'O'd1arilé Gen-enle d-ella it. 'l\f'arifì-a. ;,1,{, ;· ' .' " ! 1• \I
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2° ·F.uron'ò' nominati a medièi aggiùnti pel sol:o te~p\ylell-a guerra:, q~lla pa&a,dal _giorno stessO,della n0m,tn~:i S,igg.. dott0t i: • Tl~aldi Aµgu s-tg. P~esl. .a.Ho Sped. Mu. ·divis. dì 'llprino Pa1i_çerasi Vh:ginio C~ce,u~ inl conte: Gaetano. , "j 'l'o'sJ1ìederieo
ìd., di~aitaglione di .1'1 .) 'di\,2a , 1> iti<J.,,. id~ 50 id. /:jggiu,nti. t4.3 ., l
,paga -a, far tem_po dal gìorno·.stes·so della ·nomina i già Chirurghi in 2° i Signori Uolto.ri : ~ranmr.i· G~us.eppe Dest'. allq Sped. ~j'H. di.v. di T.orino Bezzi G-ìoanni Idem
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l1,ç1;lttQ;-,~ ezf,0tcli e,l o.r,lJ .tcorr:.i ;~·r(µt-Pii',,Jq,,qçg,n ~(P.f ~P.ttr,'-'1 -c:qMg ~ 't~~ •-ftU: '\,fl:h1'1 t 1i (1ldlii!,d l, 1 • 1 1)(.11 :J-,:H ·~;..,,J I~ · i,i~ T1D.ire:ttpre Oo,trHi&aM. Aft1E.I1JJ}f\iAiìl~B'iv.1.1,li , 1 -8 1uv r t {tl,f i:eed>Jn,e.tl".!)ré,.,ArÌl~ 11,APJl.2,Jt Q'PJ .,~Mll"ff~1<_.I;~; jlf.q~t: 4!',Jl. ! ~gg,
ne ioìfl~~g81SafDU1.J;di '',j)Jpp~~je";èòm'W41P'fa~ Zf;èr#!k.l41.~ ,,!
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20. Giugno 1 859
N~ 25.
A~1\0.· VII.
- - - -'----- --'-- ·~
GIORNALE DI ODICINAIIILITAUE DEL CORPO SAl,ITAl\10 DELL'AR~IATA SARDA Il
L'associazione non si riceve che pe'r un anno e com io'Cia col 1° ,di geno. Si pobblica nel Looedi di ciaschedooa setlimana. ,1 I~l preizo d'associazione io Torino è òi L . io. In Prov}ocia ed all' Estero, rl·anco di posta T,. 1 t. Si paga per semes.tri anticipati. , 1
10 Avvìso .di Pagamento. - 2·0 .Doti. BEso:z;z1: Sulla noce'Vomica e segoaiamentè sall'ùso di 'croésta o~lla cuta delle febbri · iotermìlteoti. '- 3P· Rivi~ta :d.ei !(:i.orbali
SoltM..,RlO. -
scientifici. _:, 4QÒnoril1cèoze e proinozioni Pl/r m'e rito.
A.v vls o. Li signorii As~ociati a questo Gio1·1wìe tutto1· in t i:. lat·do al pagc1m~nlo delle qiwte, del.. Pqf~qto a1!·1io 1858 e del primo semestre 1859, so.na.j?3Pituti_d'inviarne se11za dilazione iilterio-re l'imporia1'e al Vice.Direttore rispo11sabt'le, :Bòttor Mant~i, p-e1· mezzo di vaglia postale in lettera affrancala, o per mezzo àei signori Colonnelli dei ?'ispettivi Reggfrnenti, ovverò delle Amminist,·azioni degli Spedali Militarial·Quartier Maslt'o pe1· l'Armata in To1·ùt0, oppurqJerquet. l'aUro mezzo che loro tornerà più acconcio, setèa.t,(J.~to df spesa.
Pi\RTI~ PRIMA ,----
e segnatamente sull' usci di q_ll~sta
NELLA CURA DELLE .FEBBR:T INTElli\11TTENT·I Memoria del Medico Oivisionale rii 1• classe doli,
GIACOMO llESOZZJ
(Continoazione Y. N. 2-·f)
Sintomi non guari dissimili si manifestarono nel Comissett! che pur volle tentare uguali speri.menù con qualche dìfferçnza e.videotementè prodotta daJI-a diver.sità de' temperamen'li, essendo quello del J3eraudi nervoso, mentre il Comissetti aveva t~g:Ìperamen~o sao~uigoo, non che forse dalla d~ffet~nza d'età che era d'anni ventotto nel primo, dì veqtilt('\ nel~eeondo . Dai risultali ottenuti con questUmRortantissimi esperJmenti anche sopra se' ste$SO l'l dott. ller·a\idi Iu tratto a COilpOÌ,U,d~re cfovers{ ·attrib u'ire alfa· noqe,,yQ; mi'oa un'azione eccitante e slill,lolant~ l'economia ani·
male, e, segpatamente- un'azione elettiva ·sul midollo ~pinale . .l\Ia Giacomini contracldicendo alle .deò~loni di Deraudi asserisce non poter vincer.e il s.OSF{~tto. d~ Ju,i concepì lo che gli effetti incitanti che. il J3.eraudi attribuisce alla no.ee vomic~ 'depbono pi u.Ltosto·, éssere portati da altre cause e parLié'olatmentè ~gli stati 1 o;rina doversi i medesimi attribufre all'azion& dei ~a]9re artificiale .4i qu indici graçli , cQi fu, port~.t.a la témpcratui:a della camera nel,Ia qua!e si pr-ati~atono i cimenti in una stagione d'altronde in cui ogni uo~o ·fao,i delle abitudini devn risentirne accensione al .9apo, acceleramento di polso ecc. E1 in Qrova g.eua .sua opinione si fa ad osservare che .sotto Fazione .della dose di quattro gl'ani Beraudi ebb~ il p,oJso ab· bassato di quattro battute. e ben di otto in msizz~ora sotto quella di sei granì, e ~i...altr~ due dopo altra mezz'ora, sintomi questi che~r~~ii~ano un'<!_zjQ!!~ ttlt· t'allJ:0
l'.hl> iporolonio,oauLv,
Lasciapdo al giud izio del lettore di apprezzare il valore di tali argomenti cfol Giacomini contro ]'o,pinione del Deraudi notoremo come guest.i nella s,ua dissertazione sulla noce -vomic:,i, P,np)Jlicata, in1~il:anq nQl 1830 confuti per lo contr~riq l'ppinio.nc di·T,qm· masini e di I Lulti coloro cl1e attribuisc·ooo al1a n(i)ce vomica on'azione ipostenizza nte . S-e la noce vomica, egli osserva, 11uò prod11rre, come si dovreb~e dedurre dàg.l'i esposti rìsullàli fatti su corpo s.ano, §nffusi.one del volto, rendere la lingua rossigna dopo la su,Lingestione., a11mentare il nrn;nero dei batriti d.~1 . p'Olso, non v'ba <lubbio che questa sostanza in istato di sanità mostrasi eccitante. E se possiede un'azio ne sUmolaoLe le forzo vitali nello sLalo di saftilà, r_agion vuole non possa produrre nello :>talo morboso una azione contrari::i o controslimolante; giacchè il vino, l'oppio, H mosco, l'ammoniaca, reputali come stimo· lanli nell' uomo sano, sono consideràti dotati dell'eguale azione aocbe neWnomo io fatato morboso, e come tali da Tommasioi e suoi segilaQi proscdlti ne1Je malattie in fìaromatorio, come nelJa 'Violenta oe~ fali tide , nella pneumonitide, nell'enter.itide eco. Ed in vero in m:ilallie a base Jlogi::;tica, nelle quali il sullodato prof. Tommasioi dice averne onenuti grandi vantaggi ' allri sommi praticì as~eriscq·no a"°l!ve-rne avuti effe~Li tòtalmente qiver$i p,er ·essersi .inasprito,. ii lavor1o flogistìcq, né p.uò dir:~i che negli scqtH del~ Fi llus'tre cli nico di 13ologna tro'vinsi registratrcisì ai decise malallie infiammatorie risanate col solo n1e,zzo
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dciia noce vomica. r oifferenti risultati quinai clie dal so opposì:o. Insomma da un accuruto esame il Mar'l'ommasini e òagli alti-i sf mellono in campo sono, ch.esani fu ~ersua 30 essere quella un'inctlmpiula pasec0I1d.0. il ·n~r, .1dt, da attdprlirsi a che ,o~J l òfl1'Ji-. '1:~11iJJt}l9! qp'.asi) tutti ,i ~mù1 ~o11 a;d_it~Uif al iJF\vhnénto pt~tra!·si la ll~~e Vomica _c0,ngiunlà C~fl µlh'f 'l'imJdi vdlo~ta:t10 co1 1 ~cde~<\ aste esial de1n<!i,.yi a,oùst:ici.. quesC, for~e elidevano l'azione. della pru:na, e supera~ Eg:ti allo1'a d&pr> seri~rifl~ssi0rli conv-\Jté ohe festratto di ooce vomica agisce eccitando l'asse cealcoolico vano l'incitaot~ con un'azione comr~ria. Fa d' altronde osserrnrc lo stesso Beraudi che tàlora molli, rebrc5-~innll\ Jl0S°". mai}o-,a _gu'9.1Yfarmaco, somministrandolo per vario tempo all'iofel'mo fanciullo. Mirafenomen i morbosi, elle seni'o'rano dipcodeoli da aumenLala sensibilità di una p-arte·realmentc mm sono ·b,i~e:-ne-::Ju- P-effelL-O'"'Otte.nut:oy poi fllrtr in- me.ne~ai due cho l'èffétfo di 'unà 1stato di 'deboleìza ìn cui s·ì trova· m'lr,sì'"qa'ei 'mò,~tMnti 'parM ilfè i quasi Hi,rti~t'arMnte la slessà p,a1te. N<3 v~Je,) égWsoggiuo~e P'..e( dimo} 11 ~éis'à~ftnlr~pWe 11· f;!.ndu11b~p0Iè r'cggersL irLpfedi e straro l' azione à.epriroente della noce vomica, l'adcam ei gua. mì - (lria,r1e . sapza verun annog!Zio. ~t',-.1"1 ~ • Nulla JJerò ~ .... dol're Gbel'o·ppio: rilenuto il priocìpe deg1i stimolanti, dagnò; neWQòito,; ,pe,r cu'i 1a cora doveva continuarsi, è rantiaoto élella noce vomica, giaccbà l'çppio sò,liP ma l'.:inùolenz:r.e ua motivo di economia da _parte del e non gli attri stimolanH sono rlputaLi antiddli di sifpadre l'Jmpetlìrooo. , .. fata drò gà dà'ta in' eccesst,va dose -et ale da avveJenarij~ · Da q1~e,sti clinici i·isuHa:mel)ti il professore Marchee qufodi'forse ì principii di que'sti dué Mrtr1à&iil u'ntèÌ, sani de-duce essere l'azione di q1lel frnnaco eçcitant.e, e doversi· per.ciò adoperati ·rrei casi di contrazione introdotti che sieno nell'anfmalcr econ·omia, ·formano un composto che non bà _più le proprietà ge'commuscolare prodotta da indebolimento dell'asse cereJ>Onenti, poicbè lo loro aztoni si eljaooo. Clò ·che 'S\ l:ìrale. verifica pure di alt:re sostanze di uguale natura, èhe J 'que~fo pròpòsi:to P,'e rò h Tònèlli 'dichfara di non unile si distruggono a-vicenda:; cosi il liqu'Ore1 òi Hdff~ 1}otè'r an}m~fteÌ'e1;t1a:z10ne e'écitantc datmèòz'ionatò estratto ,adduèendo•io pro·,v,a Ìl't'àHo ai 1una rara fo rma ìiial')n ris_vcglia l'uom'o ìliveriqto tor,Pido e sonòàtchioso -peJ vino, Fammoùia,d~-dissip a pur~ il ·so·pore di mala.ttìa coti\•ulsiva partecipante insieme -di opisto.tono e,di emprostotono, Ja,qua:le dopo avel' resi'stHo d~ll' ubriacco.; l'azione n~r.éotica dell'oppi'o 'v iene anzicbò tolla accresciuta dall'acque di lauro ceraso· e a tutti i 'piµ validi eccitanti c_per flop ai più diffusivi, come etere, castoro, musèbio, fu poscia compiutadall'josciamo. mente guarita in meno di tre mesi dall'estratto alcoDa queste osservazionì il Beraudi ne trae la conse1 • olico di noce,vomica. Ed in vista di ciò egli co~chi,ude gu_en!} "hf.\....s1ccçro~. l'o.p,_J?J.o,_,lA noc~ -voµi1.~a, puo accag1on!!r:e .~rav1ss1me· c·ongest:10m al (jtJncllo.! oh,:; occor.elt'po·co fondata l'a dòttt1ina del, duaJismo terapeutico, ea rendere pi ù:sieu:i:1' 1a pratica della .scienza talora RBr essere sanate ·riéhledonO' abbondàòtissime doversi ricorrere a' pote1'i elettivi, specifici, o simili e numerose cacciale di sa_ngue; che se Orfil3, niega dei medicinali. Al che noi aggiungeremo che l,espeesser l'oppio l'antidolo delFavvelenamento grodotlo le variazioni uei loro e[etli rienza ben addimostra dalla noce vomica, che Baynam, Basodore ed altri cusull'economia animale di moltissìme sostanze mediràrono con esìto felice mediante e·amroinistrazione cinali, quali variazioni debbonsi altribuire primieradel .solfatq '4i zinèo, d.~ll'òlio di rici no, e d~l t~rir;ito mente all'azione per se stessa dei medesimL che può antimopìat6 _di potassa n.òt\ può e.sser$ dùljl5fo arrche essere divwsa a-séconda-della parte, quaulilà, veicolo per questi l'atti che la noce vomica abbia un'aiione e differenti sostanze con cui vengono introdotti neleccitante sull'animale economia. l'organ ismo atte ad altnarne gli elemenli, non cbe Il professore Martosani, celebre pratico,.. p~r dimodella. maggrore o minore attività dn'suoi prepatati strare l'azione dell'estratto alcoolico di noce vomica chimici e tempo nel quale si perdura a farf)e uso; in racconta un·caso di malattia.assai notev,oole in.cui quel secondo-luogo poi alle tonçlizioui relative 'in cni trofarmaco tor~ò molto op~ortnqo. vasi l'individuo allorch€ si souo1)one all'azione dei Uu fanciullo ùi quattr9, alj_n.i er~. al:(oLto .c).a jnJermit~ medesimi. E, parl ando 13.articòlarmente doll'3 ltossicastr<l,na, oolavansi in lui sv:abismo , ~qrdità focomptodotto dalla no.oe .vomio3, di1'ò che come mento· piuta, rnutolezza, iostabHità nella macchina del:corpo. antidoti al medesi mo furono proposti da Drapiez la Quasi tutti i mémbri di questo erano in continuo treNhaudirobe Feviltea eordffolia; da Y\'iel il.Solfato di mu!p movjmento, ma ,simultaneo in ambo,~lati, ed Ziuc. o ~ : dà ponné 'l' lodi;O,. · c omo da altri)! ,Cloro ,; da e~r~gui!o __in 1m or4ine peci;il~are e meravjg}i@,so; la, iwa~di vc~.et~~n.i,! e ~.a !11N~ì altri} ?C~ra m.~scella Jnferiore, p. 1~s., ab.q,a.s.sandosi ·9,9P,Y~r,geva a ' gh sp1n\?.SJ. C11.ve;1Lou U\ 'S,OS.tttuzione deJ reatt1.v.o JO~ destr.a ;~la te.sta coo le vettebre c;ervicali imcontinua; èl'u'r ato, qìiàle antidoto pér gH alcali veg~tali venefici, tremolante circonduzio(\e; lo stare in piedi impossiconsigliò l'impiego de'liqu-ori tannanti quali sono il bile, pcrcbè il tremi Lo produceva la caduta. Questo dècotto di galla, la solu-zìo.ue di tannino; ed- jl dottrer;nolìo generale. della persona, ~econdo il ~iarcbotore Rocbester dice di qver ìmpiegato con buon sucsani par:liv~ indubit~tàmenìe.dall'asse cer~bJ9-$p111ale. c 'òsro:l~\~q,1~t1r,ct per ~,Oin~~tler~ ~Il, e~etti v:ene~ci .~sso Q9n, .era volqntariP. ed era .stato ,c~gionato (\a del!~ : stncnnra. Lu canfora da luì. 1n:ìp1egata fu di una cadàta per cui fl fa.nci:ullo aViendo ui:Lato a terra I· qu_~ltf,d gram1ìit:' circa, '() f!on produsse alcùn sinistro con ua osso parietale erasi.totto per conti;ocolpo l'osaco1dente cel'ebrale o gastrico. ' 1
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.Ma noi, finchè Fipetuli fatH posìtivi ·non _attfrano , retta a vincere i flussi dia1TOici tan lo sierosi" 'Ctie muconstatata l~sisl'enza di ,assoluti antidoti, oietl'o le i cosi e sanguigni. Hartmann la lodò nella cura aèlle ulceri erpetiche e scorbutiche ed assi,rnra aver pure nostre osservazioni ecl esperienze opiniamo doversi a lodarsellé in quella contro il catarro, il reumatismo nell'<l cura cl0gl. e1Ietti dannosi aceagionatì da e~cese la poélagra dà lui più volte teotaL3 con sommo solsiva azione diial dtogae de'suoi preparali et\alca'loidi lievo trlle,pèrsonec·che ne erano affeue . Jfande'l disse dapprima ricoci:el'e"àLmèzzi atti a p1<odurre j ~ vo~ito, ritener fo OO'ce. v.~mìca come un medicamentQt.quasi sia mecc"Qtci eome eone titillaz.Hmi a'lle ranci, ~i:a cogli eIQetici, Q•o·m ~s.c:l11so il ta1t~av.o st~biato., màssim0 uni,vorsaJrnen'ter.s,\J.lutare nelle gonoree. Sdiul'fz.Ja racse ò da poo<5 tem}:fo che il t.ossioo venne l.ntrodbtto ·comandò còntrofi vermi intestinali, e ne1la provinc:fa! di Overissel nei·Pa'-esi· Bassi suoJ darsi' anzi mista con nell' 0Pga11 ismo, 1.10n trascurando Itapplic~zlon:e<•di drasticj agli affetti da lenia , come il oostro Cefri 1a qualcho éUsteTe purgativo per procurare e:vacuazion.i clava contro la. stessa , unita alla santonina ed al1à alvìne, e'cl i purgantì'per bocca se è,da m-aggior·tempo i{ciarappa, Bak-en~Schultz la encomiarono pure come che il veleo..o fu .inghiottito. Indi gillSta i sint:omi cJJ.c buon rimedi.o contro l'idrofobia e l'antico elelLoario l?av.,,elenato p-rcssmtoc per ilgià·avvenuto ass-orb'imenlo 1 delto de ovo Jm_ptrat01·is ll11t1sirn:ilùtni1 tanto \'antafo del veleno crediamo· cloversi prooecle1 e òTa aHe sòtoonti·o qrresta, tertibile malattia ave;v-a appunto per trazioo i sanguig:ae, general i ,p lucali'·piùio meno co}lasc la, no.ce, v9.mic:L .. Nè· n1inori èlo'gl 've011eto :ma piose e ripetute,, a b,ev~q,de ammollienLi e1GO.si ·dette' ~edesitnaii{)rcD,digàti neJ/c1èt1Ni contro I~ -ip~à11fa} l'ianti.flogisticqe,fa'¼cijsto!·i soll;li~i,vi e,dt en10llieu;Lh~fc:; b.d al}tihe subito ai);.~alma,nti soli I o,co_Otèm po;ra:;11ean)e:ote sterismo, l'ipo,condriBsi, l'ep,ilossia, il fo-allò ai San Vi Lo, la cataJes_sL B,specialmente da Alst1pn, da 'Wiol. all.e sgtLçazioni sanguigrrn•• non esclusi l'oppio etl i.su"Oi propar.ati, i q,m1li a.nzj n~lla plu11alitl1 de:casì, appunto ' da llorn, da Si.dren,, da LichleSwin, da Uèr1nann e dal Valeo~io i. Hanse poi, segl1ita la morte dei WeilzJ appa,te abbj;tnp Qn:flzi-0nespecjale o altncno:pce.valeììte fece conoscere che il..tanto celebrato loro segreto ansu gli altr~ rime{lii a.neo ·.antjspasmodici aLLa a mòd~raro e togliere. gli SRasmJ proao,tti da ,un tal-e.v,enefìtiepilcttico noo .cpgsisteva che-nella fava di S. I~nazio, cio; p, ciò, a seconda, dei differenti casi) non ,poten .. drQga qne~ta che Tacchjude i medesimi principii nttivi conteo111ti nell~ ..nooe von:ìica. LintHm, Cullen, 'e d.Jl~i s\aQLlirt per. tui ti una •cura 1.rntfotme, la·,quale SchmicHmann. lo;d:JF.\:HlO la noce v6mica •come a·ssU'i deve1~J?sere ·PÌQ]t:qsto r-el4li".~ ,gju,sLa le {hyer.se spe0Jµcq qe..,J1imeq~ eoti;tno J·e ne\uosi· dello suoroa00·.·' ciaH cir9Qstiw,ze,tn c~li ti:..Qv~iSi iJI soffer~t,e1 .a l'm.or ~è. manca;ç,po_ m.e.d.ici 1inom~U .che proclanr'<{ssero mento c~eiil meJlic~ è Q.hiamalo ,a so.çc.0,rrerl'6.. t la noce,vo,ori0~ qu-ale1otltmo medioàm.enlo att0 a, gua;Uopo S~rapiçrn~ ecbe pa:re sia stato il ·pI;jnu.l ad usaro,la noce,vomica~come miJiicamento, molli me- , r.ire le. febbri io\ermfttenti,. e fra que.;ti p-iaeemi rl'~-. minare Ilaskow, e:Marcus, il quale ultimo ami.pubdic\ d'ogni tempo e paBse si diedero ad adoperarla. blipò i felici risullamenti <la lui otteJJ:uLi nelJe cure, E ben n,oto è \>nso che. nofaçevaoo sino da età assai .falle specialmente contro le febbri complic,ate a remola gli Ar.abi contrp la mo~sicalura de'serpenti; diarree coll'us,o d~l su.ddetto farmaco. nò si ,ignoça c}l.e .i 1.iapponi.,l'usanp conJr.oJa coli.ca Ma la malpl,t~a.;pey la..qu3i:le vantasi la noce vomica;; nervosa; iobe alcµn p.opo1o. <il.ella Sibe1:ia e speeialcome p0tcQtC. ,ed,e.ffiMC:ì~sim0 rimed io, è la pa,ral1'.si., men le :g1'~ Ostia:cb,i-·la rep,utano assai utile ,qt1ale p.nr.,. f-)1 il prin19 Fouqnier, che ,(ammaes,tc1ato ,dijletespeg~}j v~ .~~ ~l+1·etic~)n ln·9, lt0 qi~lattie, iChe gli1Iindiani 1 rienz~ .di M~geodie e.Delile falle allo,sco,r,o di ~nùaga.re altrilinendQle; u.1/ ~?;tone,:a.str,in-g~nte e,r.i,Rerc~~sJy.à,; 1la l'azione qi qn~$La droga soll 'organismo-a1ti-maJe,e basomrn~ni13tra1i;io, çpµtro ,i reqm~~ismi cronici; ,i~he,~nella èocincina si cr.ede~1rn ottimo rimedio con.tro i, Dori sato .su}J'p.sserv;azione fatta che tale sòstanza m~t.teva io giuoco i muscoli sopra cui la volontà .noo ave-va bianchi, e nelle Isole Filippine;cont1.o a\ colpo di soJe. più impèro) J'ado_però contro la suddetta malattia; Infinito poi è il numero delle malattie nelle quati i ecl il suo esempio fu ben tosto seguito c1a moltissimi medici Europei e, specialmente quelli che fio,rii:ono altri medici, Jra i qoali hannosi principalmenLe aù dal decimosesto a~ depimo oLLavq ,secolo im_pi~J~ar:900 enumerare Hus5.on, Tissot, Assalio,, Bficbeteaq, Ferla P,Oce vomiç.a com~ rimedio . raqe.sF.he, ,Galli, )3~rd!llesley, llally,.Marlin,,S9Jon ecc. . E pe,r--V:erità noi ~a tr0viamo ,indicala da!l,-Fé\lpppto, cpltod. della nosl11a scienza,' osservand<;> G.essnprl Lud9v,iè1 Veilel e da mo}U aLtri:come"éffi.cacei Qu,esti yalenti ') ... vial contro lò scorb-uto, cl!e tanto la ,noc.e-·vomica ,ohe i suoi principii attivi rimedio contr,6 ·1a ,_R;este; .~a .,1 prodbcevano spasmi te-tani èi ùei InllSGoli, pè Ùd·u&Sero da ll0rn con.tro J~ diarre~ castre.o~e. Odh~ll ~att'éstq d'aver ~1.iarita, una d9nna lebbrosa ed affetta éonJem- la. co'oseguenza, che,' recando la medesima azione a poraneam~nte ga dissenteria qell'uno e dell'altro· qucHi che sono privi di moto, pQLevano ad essi restima)e con., µn_a ta1 sostanza:. Wiel la disse nm:e assai tuirlo in tutto ocl in parte. Il fa tto poi, avendo corutile n~lla cura deglt-.erpeti, dei reumatismi an.che risposto le moJtissim~ .fiale alla loro as.pettazione, iocora,g_giò sempre più i med ici a ri-peteme Je .prove articolari e J1er.fino. delle iclrop,i. ,ll già ciLatQ ,J;Iorn io mp,dp che a.oche òggi giòr.oo l'u~o maggiore che c;_o~: l f~fe}a9q,'. ~uJ !erti S~nrgstro_m, ,;&ec,}lli~r :e,f!)lOlt1ss!~J ~lt~)~~fp1c.1!4mass1Jl}~ fra .1Sv.ede~sh 1çè·e-f,urop_q1 sj f.~~. ~ella n~c~ .vomic~ e· ,ge{~uoj BriQCi].i,i .attiYi._da,i a~~1 1, pr,11:r,11 .a r1ypn'ocS,,cere n~l_l,a }ìoce :vopii<l.-a-'Jal~ " me"t11c1, cons·1ste~a.'Q:p,unto.1\çl ~ur~re qtlesta,.mal attJ~ e 0 virtù, la' p-ro.èHmhr.on'.dfo.0me Ufl ilSSI ma n·1eòa cara ,al- quèlle di pe·nclèntì!ct'a' es"sa~•oòWte 11aI rìteo.zi16'fie' d'orina 1
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l~~olo1e d~i moti convulsi-vi nelle membFa paralizzato. causala ,da ,.paralis~ _d~lla y(3~C.i~a, la sua i11éonti,nenza Glie anzi fu =pure osservato essere più,proola Fazione congenita, amorbosa, l'amaurosi e simili . Ed è dalle dellii noce vomica sui muscolj paralizzati che non su persone dell'arte consid~r<\CO come segno dt buon i s:io!· _N~ _fu a1.t11_ibpita la, ragione primieramente, alla augurio durante la cura de1le meJX1b1~a pavalizzate suscetL1h1htà magg10re dei punti della midolla sp inale lo manifestarsi rll èsse, dopo l'ammiriist1'azione dei e da cui i nervi che rondonsi oei muscoli paralizzaU ·suddeLti rimedi i, le scosse tet3nicbe, jl prurito, il ric~vanq pr.incipii che. poi trasmeltono a questi mussudqre, nn'eruzione cutanea sui generisJ c9.me non c9l1 donde ne deriva (se la polpa. midollare in tali d,i .rado .oc0C;>rre~ e ,scosse,, moll<~ ipt~use· ed a, brevi punti sj è fatta sensibile) un'azione più viva delle intervalli, mentre la maocania dei' tremori .e doi molecole della _noc.e vomica, su della medesima, e ~uduri nel membro paralizzato, lascia d'ordinario poca ~uind.i d~lla loro iP1p.rpssione una piìi<:faoile' e pl·oilta. spqranza di g1,1arig,io:ne. 1 nnorvaz1one·sopr-abbondantè, provooatricedell'aziono · Che ~e n.on sempre la n:ooe vomica ed i suoi prindei mus.coli sopradetti. In secondo l~ogo alla magcipii attivi valgono a guarll'e la paralisi, ciò devosi giore libertà ilei mnscoli· sui quali più non aofaceJa attribuire alle condizioni patologiche assai dtverse 1 volontà\. e che ptmiò sono più faoili a.·cedere a tutti delJ'encofalo e d'él midollo 'spin~le, non essendo la gli stimoli cbe gli altrj pei quali fa d'uopo vincere la paralisi cbe l'esf.)ressione semiotica di un'allerazione della vo.Jontà. resistenza dell'ordine normale dell'apparecchi'o spino-cerebrale, Ma gli effetti, dèll:a nooe 'v0mica ·sono spess.o-modie:gµindi·più che una ,malattia-per se- stessa·un. sintomo fioati nella paralisi per 1arie,parlieolarità, oome sadi altra afiezinoe morbosa. tebbero le sempre cresoenti èlebo1ezze de!Yazione· Ed io proposito mi giova qui riportare l'opinione muscolare nell~,:, membra per effeH<Y elélla .floscessa emessa daJ Bahbier. All'apparecchio oerebro-spinale delle molecole dèll:i I)"olpa··midollaFé' degli emisferi nella Ma integrilà·norma1erdébbesi, secondo il citato cerebrali e della midolla spinale, che scorna la forza autore, l'obbedienza dei mu.scoli aUa volontà e la lidell' inneuva~ione. :In questo caso la· n0c~ vomica fa bera, facile o precisa contl'azione dei medesimi nello• · poco, effetto sui·centri dell'.apparècchio cerebro-s.pistato di sanità con tutto il vjiore di ·c11i sono capaci; invece agita tanto i muscoli saili quanto nale, mentre per il cbe o~i1mo'Vimento delle membra riesce agei paraliz.zati, producendo certi fremiti e formicolavole e regolare. Ma' se la polpa midollare degli emisod ,un sen.so di ard1Qre e varie rigi'clezze nelle mentì ferii cerebrali ·soffre qualchè les·iòne ·se ne· Nsentono toste gli effelli , es_sendocbè i muscoli più non ri- . membrà. Cosi pure nel ca'so tli irritazione e di flogosi sopra qualèbe punto degli emisferi oerebrali del corspondono colla solita _prontez-za e- coLconsueto vigore dope taclliçliano , 1a no·ce , vomica manifesta la. sua agli im.Qulsi della volontà . Sè· alterati contemporaazione potentemente. anche.i'n piccole,dosi nelte pal'tj neamente venissero-j due émlsferi cer'ebrali e percio irritate ed infiammate : che an~i nella paralisi parsformati o comp.r_essi, l'azione delfa volontà su i ziale accompagn·aia da tremito e ·convulsione nelle' musr.oli del tronco e delle membra e.esserebbe del parti libere la noce vomfoa anche in pi'ccolissi.rria tutto; se·un solo 'emisfero fos~é le·so, la volontà non quantità ba un'a2iooe cosi'Violentà che obbli11-.a a sosavrebbe aziono che sopra una metà del corpo dal lato penderne l'uso prima cbe afibia oper-Jto sensibilmente opposto alta lesione. Qoar1do la par<llisi ò effetto di sopra i mus·ooli paralizzati) Finalmente ri~lla paralisi un1 aff.czhrn,e degli emisferi 'cerebrali e là n'iidolla prodotta da disol'ganizzazione dclla·mido.lla spinalo, spinale e, i cordoni nervosi sooo ·sani, i muscoli o nella paraplegia dipendente da atrofia della promibanno ben.sì facoltà di muoversi, ma però manca loro lçm1bare, la'.noce vomica non•produrra effetto nenza -Ja pto·voc'llzione e 1:·impulso elie rfèevon0 cla'gli emi- 1 alcuno sui muswli paralizzati, o potrebhè in'Veée su-. sferr·carebrali souo l'impero della ,volontà. scitare contrazioni disordinate nei muscoli sani. La scienza· oss--ervando questi effetti prodotti' dalle Giacomìni definisce la paralìs1: l' àbolizione e soslesi on1 !'.!e:gli ~misfe-ri cerebrali, studiò. i mezzi qi supJfonsibne motb osa cli senso 'e moto volòcilàrìcì Ìrl or~, pliT0: :::i maucrmli impufsì della volontà, e trovò' gani dipendenti dall'asse cé1'ebro-spinale, e ne àttrituontamenle che certo impressioni chimiche e· mecbuisce la causa a malattia de' nervi; se ne sono affe tti caJ?rche potevano ass11mcrè io qualche modo l'uffizio i~ nervJ' ~spin:rn ' antedo.ri, ·egli ·diM, :t.lassi la paralisi' cféHa s-te'ssa volontl:i: O'o'sì 'fu ossc'rvato ,che le moleparziale di moto, se i posteriori la paral'isf di sens·o, . ei)le della noce vomica iri.v-eslendo dopo· l'assorbi~ amaùro5i, cofosi., agheustia ; anomia, anestésia; se méato loro In polpa dello spinale midollo ~roducono gli t1llÌ e gli ~ltri"iòsieme.' O nell:asse spinale- O· tielalcuni!·movimenti di inMrvàzio,ne sui tnnscoli· ·donde emiplegia~ apoplessia. A condizioni -patol'encefàlo, nascopo tcrte violenti contr'àzibni indipèòclenti 'dalla lo~icho assai diverse attribuisce il medesimo l'imp·evolontà non solo, ma ad essà pul'e contrario. :-Uguali diment~ a.•azion~ di questi prg~n,i',donde ne .con~eg\re effetti furono· p'rotloiti dall~ n..oce v_omica nelle parail slnroma tlella paralisi. Q'uindi 'fa: d1slirlzione fra là liS'i' tlip'eidlénU da 'una los'i-one del corilone n-ervoso at basi meccaoicb· e , ci.uella pi·odolta -da ipos paralisi tachic!iano, monifesiandosi alcune conlrazioni 11éi mu~ellia, ed. una terza or\gi nata da ipc'r~.tcnia. Delle prim~. sèoli s,ot.~;a~l~ ~.l,l'.!rnpeto.,?~pJi emisferi .~~reprn!i 99èlla 1 c)i1.e ~sercit vh16.i;i,tfiI.:g;'\lal~ 1mp~r8nJ·n-si.rijs~~p.çl.e1cl10, sinQ a'll'os- o~in~ p'òter esser caç$a'un por·po
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.p~r avvelenamento~ per abusn· di bevande spiritose una pressione sopra un trano nervoso· spinale·, ~o.pra e -per, dcQJ.enza, giudica affatto ino'.pporttini qhei d\]e la spina, o sull'encefalo,. come pdre la tò1ta·-coi1tinuità dj un n-ervo per di vis.ione succetlata ad u.na fetit'.l ; .rimedfr, e così pure dtlbita della lor'ò virtù còntro ìe. paralisi tebbrili', le intormiLLonti e ·1e p~ov~ni,~otL da.. ed i viziì org~nioi nella sostanza nervosa, és~ti ùi .pretumulti dell'animo o da vizio psorico o q.a gott~ o da, gresse malattio, come l'ioduramènto irr'esolu~ile., lo spappolamento. Tali paralisi, come prodotte da QalJSe lue celtica, o da reuma, o da sovrabbondanÌà cii bHe. Aggiungendo- che se in questi casi vantansi alcune irremovibili , egli giudica insao~b\li sotto qualsiasi cura, ALLribuisce poi alla seconda od ipostenica,. ad . v~rtù di' quei farmacbi, egli è più ovvio il rjfi~tt~re uno stato di vera deboJezz~ e tale da rendere languida ·che tutte le sopraindicate specie çli paralisispossono la -vit·aliLà dell'apparecchio çerebro-spjnale ìn,-modp· dileguarsi per la stessa facile ,µiutab.ilità ,dello, statoda ridarlo im,mobile ed insensibil~, e ciò..-i!1 G~l!~l,l. o. movboso che le ingenera, e quin,di le otte.nut-e guaridi ·gran perdita di sangue o di assideramento,, oppure. gioni non sarebbel'o dipendenti che dalle naturali cQnversioni delle malattie. qall'abuso di sostanze deprimenti , quale )'~cido.icfroDietro l'osservazione po_i, che gli animali, fatti pecianico, .la b~ll ~dqona o simi li. Cre.de fitralmente )a terza od iperstenica prodot~a da ll'infiammazion'é aeuta rire per l'azione, della n-oce vomica e .della str-i~nit:r<l, rrìostraronp i C'entri nervosi , e,singolarmen·te .la mi_. o .cr0pitrn deUa, polpa. Mrvostt a tal grad.o da impedolla spinale in istato di flussion-e saogu·igna e-·dl dire eesercizio della funzione jn m.odo cJie··il •.ner.vo, la)$P,i>n:a,; p 1:encefaJd,,pre,si .da flog.osi nmn eseneHino flogosi, si.fa a dedurre le·ct>r.Hrofodicaziobi·'.Hl~\is"<>"a:f sensibilità, 1iè ,tletèrmini rip mot-0•, .è , 1i ·a-tioia4etargo, quei due farmachi ed analoghi, 'c0nclua'ehcfo :aver apoplessia, o paralisi parzbl-e. 'f'ale paralisi~ seéòndo · questi,. se atl alta doso si somministr(nol, ùn'azione · pervertente, alta cioè,1• àd alte)'are o distrqggere l"ag· lui, è' la.più estesa ed imp'or'tante:. ' gregato ed il composto organico; perciò ·a'oversi Ammesse queste- tre classi di paral isi, il nostro ces'empre prescindere dal loro uso nei ·casi a'f troppo lebre professore deduce essere assnrdo ·l'ammettere debole resislemm or~anica, perchè la- sov?rchia ecnimeàii assoluti o s'pecifici co ntro la IJ'araiisi, -'si edo ojtazione non troverebbe l'orgàno abbastanza ilìs~ dessr nr,rvìoi, eccitanti od antìparalitici'; nbo èsclusa posto a sopportarla. ( Contini~af la strtcoina stessa co' snoi preparati avvegnaccbè 1a stricni11:i ed i rimedi Lulli cran~loga 3zione non agiscono ni ;i con vantaggio nella paralisi a fia~e meccanica , 1.uoceranno in quella prodotta daQa so-starlzé Il d'azioiic coogpoer~ alla loro , ossi;i , çiusta la sua, opinio-0e1 oeHe paralisf ipo"stenicbe.; ~ p9Lra!)no solç:,, tornar utili nell~ paralisi iperstenica od ippammatoria, neIJa quale spiegh11r~nno gran.dc pot.ere per la loro Rivi.sta dei Giorna]j Scientitìci azione dìnamica ipostenizz:rnte con manifesta ;predi, lezione al midollo spi.nate. I I, Bq{a liui.nelle su.e br.evi consicl~razioni éir:ca:Je/iìl· OIT T. 1:\:1, 'M'f.A '• BiEL L! OA d'ica!liOrii e• controinclicazioJ'li a ben nsare dèlla n0ce • I v.omièa1e dona s.Urièni n-a: c01itrò la' paralisr; dopo avèf. accennato ali' incerte~zri. c:b0 rég1ra tùftòra''fo~Mnò alla vlrtù·tet1af)e,t1ti(Ùf della noce vomlca 'e clel\a :slic'nina nelle ])tll'alisi , ed a varie o.pioi9n i emesse su' questo proposito da alèuni''praLi:.:i, stabilisce Je.. dis(ço11ti1111azi<mc, //. N : G, O, ,1, S, 9, 11, 14, 2-1, 22, 23, é 24) tinziòni sulle alLeraziòni dell'organismo elle ·sono c:igiooi di paralisi. No't.1 quiutli come non io tutH i ge~e1:i di paralisi si possa con buon effetfQ far uso Celle siogularilé ne veul pas dire qu'antérieurement de1 due farmacl1i accennali; ma solo io quelli dipe_nla bleuoorrophlhalmit> virulente n'élail pas connue; mais denti dalla sospesa innervazione. E corredaf!ao di elio. n'avaiL pas rrappé. les esprils co.mme elle le-lit après olic~iche ossèrvilzioni il s~o asse,:to, espòne ritener l'invasion de la prélendue ophlbalmie égyp.lienne-: c'est: egb non potersi ravvisare nella noce vomica e nella qu'en éludiant l'une, on doit nécessairement étutlier l'ausLricòii;ia vému'altra virtù che qll~lla qi accrescére lre, puisque l'opùlhalmie purulenrc, con'La:gieuse; égyp~'innervazio~e,, ~ quiqdi ,.~ss,er13. qe~si . per tale, virtù tienne, o'élait 'en délìnilive quc l'ophlhalmie bleniio'rrhà11 vero sp~c1fioo deJle paral,isi cleJ ,genere sovr'indigique, ,quo Ja,blennorrophlhalmie. Oai,_ niefsièms; nous .cato. Fuori di questa non cret.le egli ancor-a ab., n'hésilo.ns pas à li pn;>clamer, !es fails o:oµsfy<lau'lori)eòt, b~sN1oza e1·ovata a,IGiu\' altra, indicazionf;) ;i.d , usf!re l'ophlhalmie rliilitaìre beige, 'llan·s bien"'de circostan'ces, d~IJe soyradjtte dpogh.e contro la. parani~. 1:Dif(atti. fui réellement contagieuse virulente- et gr:antrléuse ; nei, casi nQu di sosp~sa ,,in,nnf.y,aziòile~,m.~_cli ,rriu,.tn-mais alo11s, ~etle ophl~almi'e mìl[(alr'e n~élait :qµe l''o'ph-' me11to soITcrto .doVluique nel tessu~Q ne~ve:JJr,.,.t.~>. di, thalmie1bl11nhtmMgiìfue avect. ~à~.u'èlle on .fiqi Ppa.r,.ton~-~ fcind1to d'es fonn~s \hHlròl'ogique·s·'qu'i iùi étài'ènt-rM'irèret onsegu ori:te,ab.@lliplen l.o, cleHu1funzio ne11, rreil!e'1pùir·a.fìsi 1
PARTE SECONDA
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1Dent élrangères, lelles.que l'ophlhalmie catarrbale . Lisez ]es descriplioos que les auteurs les plus compéleols onl dooné de l'ophthalmie militaire conlagieuse, virulente, granuleuse, el dè l'òpblhalmie blennorrbagiqu~~viru1eole, grn nuleuse.'. et vous verrez enlre ces denx descr~plions unè ressemblance frappa ole, une idenlilé apsoluè; res-1 semblànc·e el'idenlilé qui ne son t possiblef qu· ·eh~re meo;i" '' L'1q.ue, •· A •1e 1am1 r 'Ile-ayan\ì une d· çr1 r · grne •· · 11uen · m' cm h res, um une En \roulez · VOUS la"·pr-0trve ~ ri:-co11toz M. Fal)ot: « Phéooménalcmenl, dil-il, il ·rr'y a aocon rboye'o <l'é di ffé rencie-r les ophlhalmiies· -gouorrbéiques tles aulres blen~orrhées oculaires. Les .d'iffÙences' de cou]eur sur le'squélles nous savons que l'on a lanl insis!é, n' onl aucane signifìcalioo prét:ise, el nous avons -vu ceu~ qui y atta:chaienl.le plus d'jmportaaoe s'y tron\per lourdement. 1> É,wutez m-ainlenant ì\f. le docleu·r Boys, ancien médecin de g~r:nison à Dru'ges, à qui1l'o n <loi·t l'applicatìoa,s'i hien.fai~-aoLe;,con~re Jes,pr.6le,ndlles opblhalmies •miJilair'e~ d~i1'<1-c,ét:,.ie <l'P plomQ, $.on a;'\l!lu,(l' e~L p·as mo \ns e-.xplicite, «Nous,cp 11fo1n(jon~,,çli.l-il>avec_I' opb,lhl) Imie,gonorrh'éi,qne hien ,dcs qphlhalmiesi grao uleuses suraigues, ce qui n'a rien d'étonnanl, le diagp,os~ic différentiel élanl lrés-sou· venl impossible à élablir. >> li ressorl de c'es av.eux que.1'jdE:nlilé de l'op,hthalmie. mili tai re, porulente,,co~lagieuse, ayec l'ophtbalmie hlen_norrbagique avaiL élé ealrevue, biefi long\e1J1ps avant mo~, par des. observaleurs d'u· plus gr-ancl mérit~ ..Pom;quÒi1 .e!l deroière an"lilysè, l'ophLhalmie mi lit.ai re coalagi·euse n'aurail-elle pas été identique à \'opbtb alm ie blenf)Orrhagique? Si l'on veut se rapgeler que. c'esL à la suite cle grands mouvements d'.bommes, à la suite ~e guerres que l'ophlhalmie mililaire a-élé la plus frequeote el la pl11s redoutable, o'cst-on pas coaduil à reconnatlre égaleme1\t q_ue c'est à la suile de ces bouleversements poliliques que Ics aJfeclions blennon bagiques sévissaicnL avcc le plus d'énergie. Les eonditfons d·e'J'exislence de l'une sonl les condiLions de l'existence des aul res. Mon asse rlion a dooc élé légilime, lorsque j'ai cli l eo commençanl que dans cerlaines circonst~née2; l,~s-,:op~thalmios Jnil'ilafrés avaitrnt pu 6lrc récllemenl tontagie.uses dans Jeurs causes et sp'éciitiqoes dans leurs aHération s. C'est, po1,1r ces all~ralions sealQs que j' ai réserv~ le nom de granulalions. Si désormais !'on ne peal plus coolesler l'id~nlité ahsglue qui exisle entre cer laiaes ophlhalroies diles militaires et la hlennorrophlbalmie virulente, voyons en quoi ces opltlhalmies diffè:rent des conjoncLiviles catarrhales et des conjonclivites granuleuses LeJles quo M. Hairion lesa comprises. Voyoas· s:urto.ut 0omment. ell es altes·lenl leur spécifi oité, .leur oontagH:rsilé,. el da'ns leurs~altéra,tio•ns.• el , • daas leu,:,,canse. Quel·es t leu'r mod:è de déveJ.oppemenl et d'. evcilulit•n ? l>ès que le vir-us. coarngieux, que je désignerai désormais sous le nom de vi rus granuleux, a élé dépos.ri sur une conjoootive sai_oe, peu q'iostanls après, sans période d'incubati on lhe, l~s vaissea.ax-sanguins se.•co ngeslioanenl eL apparaissenl en, n11mhpe,très-considerable .. P® 1a peu llt roo1,1yerµ~n t fl.uxi0-.n!laise f!li l,des progrès,,les ne.r.\'ures vas9ulaii~s se_gorge,i tù!'u:n. sai;ig rulilanl, s.e rapp1:-0cneot, s.er14<mfo~d~f1'• po.u1H1~.pt1,1sJai~ser, aRp~rattr.e,qù)1,rè s:urfaoe1~'i\10 Jl OJ.!gfl y:if, uJ:11,fQ.}!OJ~'l C~.Ll~falfér~lfon enivàhi lilìr
naleoocnl et, 1a coojonclive. palp6brale et la coajonclive ooulaire. Le Lissu cellulai re sous-muqueux se ·gorge de , sang oL de produils plasliques; ·1es veines qui .ra~pent dans l'in1érieur des paupières s'iojeclent else lrahis,sent à f' extérieur. L.e boursouilemeo l conjoncU vaÌ va lellemeo't Joi n que le rapprocpeme9l des paup(ères devjept irppossible, qu'il se p.foù ~j lu_ne.s?rle d'ectr,opion. L'épi!pèli um s'e-xfoliEI, _se déla-01)2, s';élimine; à patlir de ce moroi n\ la conjoncliv.e, li's.se et polie p'àbord, ~evient i.oég,il_e: une e.xsudaLion fibriao-a1bamÌneuse apparati '.à sa surfa~e, . lorganise ef lrans(or:m.e la ru uqueuse cot1jonét1valè cjoi se recouvre dans toule,son éleudue de pélites saillies Lrés se'l'récs1 trés-aboodà.ntes, surtoul vers le cul-de-'saé oculo palpébral où !'.on ne peuL plu.s conSlaLer l'exisledce des follicules, pas p-lùs qtre celle des• popilles sur Ja'conjonctive ou larse', Ces-p.e't:-iFes taillies cor\sliluent les granulati,ons vérilables. Ces granulàLi oos dnt ùne eoufour·d'un rouge' amarante , so11hù-thrirfu'éès 1,ès1uhes dan,;-'fés:autres,' in.clinées veni le. gr,and an,gle de'l\reilp~vasMs à,leur 'base; ac.uminées ~lieur,·sororneL Elle.s s.ont .brill anl'es,otfre'iituil aspecl, mi roi tant caràbtérislirfu.e. Quan'd•on les tedresse, en passanl à rebrousse-P.·gil su r lea r &ommet inclirr~. ·on voit que Ics granulations son.l séparees pat.' des pelils. sillons qui s'inlerseclonl dans lous les seos, remplis d'apord d'unesérosil~s.angai~~lenle, puis d'un pus bJ~oa., jaupà,lre., l1omogène, exsa~1 jnctss~meal ~vec une abonj:lance exLi;éro~. La 019m~ re pr~,~sioa, le moindrc froll~ m~nl e,xerc~ sur ces pçti \~.s ·~~,p~ri!és eo fo nt au,ssit,9L so11lif up,s,\ng ve_rm~_il qui s'11l.~od eo, n(!pp~~ur !es, parti es/~ vironnaotes ; cene béro orr.agie e.sJ la çqnséf1uence cic la _force ,dµ mou1 vem'enl iluxitloaire perm'aoerili P.r9pre à l'élat g;ranuleux, 1 La s6crélioo purulente a·e~ granulnlions ésl fala!e, conti nue et palhogn_omo1Jique . Ce pus, oulre sa propriéLé vi ruJeotè spécifique, jouil d'une grande puissance irritante eL .d' une àcrelé exlrème; l'acLioa de ce pus sur le globe oculaire est dcslructive, et les palients en supporlent'avec peine lo conlact. Dans la .hlennorrophthalmie, vi rulente, la conjonctive n'es.L plus reeonnaissable•; elle offre, en petiL1u.neisuffa-'èe q.ui rçssemhle·assez ·à celle. du pa:v.é des rues' ; ofry.·re~ chorcherail vaiòemeat Jes pii pili es eL lès ' follieu l-!is qui coosUluenl la ha.se des prélendues grànulalions papillaires et vésiculerrses. Les granulalions vériLablcs sonLimbriquées, enchevèlrées par lear base , disposilioa qui leur doon.e celle uniformité, celle régulari lé que l,'oo no relroq-ve pas dans les prélendue;; granùJations végé lanles, foogueuses, cal· , leuses, vesiculeuses,, etc. J>en1an~que ce:s pJÌénomènes se Pi\S\CPL.élu cote ~e l,a çonjoncEive. palt?.ébr.ale, voici ce ~ui arrjv~ dct còLé~de Ja co,njo ncLive oculaire: .elle ~·injecle, bieo\ òt la vascnla.risalion s'ex:agéraat de plus en plus, fi hil par voi ler compié· lement la sclérotiqae ; un chémosis se produil, dépasse les limiles de la éoroée. ènchà.sse )'rei!, le comprime et peùt le' fairè' écla-ter au mrlieu des' douleurs l.es plus cruelles. Le chèmosis n'esLq~'un accideol conséculif, il oe procède ,point dìrectemeot de virus granuleax:. Ce chémosis, suhl'ant il'inlensilé -phlegrilas.ique; peut ~Ire iìdlammaloire Q\J redém!& teu~. I ,J , j r I , .Sou·s ·l'inilue·uce<dì'ssx>'lv~nte du rpuss,lb r'c·ornée·peu~ se 1
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ran.iollir, s'ulcérer; se perfòrer et donner naissa11ce à un moi ns une pbysìonomie ,spéoiale· que !'on ne lronve dans él-\ICU!f0 'aU,\T(l afff'CLÌOO, I 1 gt~byl6me, à l'épanèlièrnenL au dclfors o~·· ]Ìhume.u r aqu'euse, au dépla·cewent du cristallio, a u'ne ophrbalmie Je sais bien, messieurs, que l'oo a argnmenlé contro interne. j 1a.i· en eé momen'l én ·1raìt~meÌ\t à l 1M1pital Saint , tiìo.n~.opfqi-00 de !-'analogie qu'il y aùràil' e'ntré· la costiluPierrè de'ux iodivìdus a:lt'einls tl'opbthafmie granuletis'e lioo anatom'1que''du bourgPoo èharnu el celle de.. la. vraie ttès.,,intèrts,e', où j""li pulco'òstliter Ldos le'.S:,s;ymptoiµ es., tou'gr_anulalioh. Loìn dè rnoi la prélonlion d'a-voir découvert, ~·ar l'ana!ys'e qtle'j"iiil'faìte 'dès granulat'ions: des clìoses tes !es alléra~ioris que jè-vicus d'éìlUroérèr.' li. Vlew·rockt ~t M. Cr·ocq, comme tous les èlèvçs qui iO'ooYcs, impossil5feli. •Les·é'lémen.ls analomiqucs disgrégés SUl~8;lt l.Da diniqu·e; ò!\l Vl'Sfl& 'e,es ÌnOiVÌ111lS Y et -péìh'!!nt des gra-riul a.lior{s ·peuveiìt av'oir ~e!? an aldgùes, du· 'ils·;?scer'lifier de la vérgcilé dedails que je viens de vous rap; sorlenl de l'or~aoisation bunfain'e qui ne pedCproduiredes p.ortè'r. Actùellemen't, t rtt:ce ~ un trditeme'.nt' 1.ndéhfica.teur ièsullats·palhologiques'gui lui sojent·compfèLe.m'enL étraoéoergiqueconsti{uè sur~òul par des caul~risatioò~ fréquegèrs; mais', messieors, celle analogie e'X'iste 'aussi po.ùr toos ment répétés avet une d'issolulion conéentrée de nitro.le 1ès au lr~srod,ui ts ~pécja ux, iIy a <l'a\,ltrcs•glob~les-q'ue ceux d'argon!..-, par des scarificalions conjoncliV'alés el des irriétu pus; le's globules du ·µus virolenl, chancreux, roscse·mgalìons co~tinues, l'un de ces individus est radie,alemeol blenl énorQ'lement à. ceux du pus ordioarrc; il y a d'aotr,es guèri e.~l1aulre est en voie de gué~is9n. . • cellules quccelles du caucer, cn adrnelLant que le.cao0er ait 1\1. Bairton, d.llQS son dernier disc.our.s, a eu raison de des cellu!es spécialcs; dés lors, ·quoi d'étonoanl que l'on condamner le Lraibement modifica!eur eo tant qu'il s'apuì-sse renconlrer des c;~llules, qes fìbres, des vaisscaox ailleurs quedaos les graonlalioos? CelargumeoL n'infirme dressaiL à ses pr~lendués graoulaLions vés.iculeuses; ici, le La.nnio peut suffire, mais je serais c1,irieµx ile sàvoir s'il dooc poinl la spécifi(lité·. que- j'accorde aux granulaliolls, pourrail maintenir Jasullìsance de cel agenL Lbérap.eulique car ce o'est pas de la sorte que l'on co nstale la spéci ficilé d~une pro~ducli.on palh.ologique. Celle sp&cificilé s~ lire cn .Jaee desrgranulalions',x~rilables. ì\1. Vleruinckx me semble avoir condamné d'une made.s coodjlions de soo développemont, du mode d'agencen:ienl suivanl Jeqoel Jes olomei,ts aoalomiques de ces ni~re trop <1,bsolueJ'emploi do roicroscQpe dans l'éludc;a-.. natomig ne nes granulaLio11s; en·effel., d''(lprès I.es: recherproduclio'ns, se com bi'ne'o l el grandissen.l;i cll·e se Liro enlìn de l'élal morbide final qui la cQnslilue, élal qui,. daos son ches mi, ·ographjque!i de.l\IM. Gloge eL Prosper~Delvaux, enscnnble, est sans analogue, .et ne peul Iais:;er ,a,ucun les gran1datioJ)s vé,rHables natlraienl d'un exsudat.plastique, qui s'orgaoise, pour-former d'abord des ceUules l-es doule po.ur celoi qui a des yeux pour voir les cboses Lelles qu'elles sonl. quellt1s, en s'allongeant,, clonnent oais&ance à <J,~s Cibres qui ,se disposenl parallélemenl dans eba,que gramilalion; A uoc affecliQo aussi bien élablie que la blehnorrophcellolos et fibres soulieonen Lun l;rnis vascul~1ire excessivethalmie granuleuse, il faut nécessairemenl une causa spéciale el l'oujours la mèrne. A'd,ire'ltre que des causes irrimenl riche eL serré qui les cri imente et qui n'est qu.'uil taoles ordinaires seraienl capables de la prod uire, serait prolongement, de no~velle fo rroalion, des capillaires de la une énormilé palhologi51~1·e. corijoocLìve. Celle cause -5péc'iale exisle-l-elle? Je vais vous ledéfo n)éonmérerai pas ici les cariltlères des granulaLtons !!lOntr;e,r, chwniques ;' ils m:i sonL .pas' O}ois- lranchos,,qùe,oeux de l'élal aigu; il me-·suffiL do resle a•,avoir démonLré -louL ce Je vais vous démonlrer que e.elle cause est un virus, g)le ce. vii:µs est le virus granuleux: e~ que ce virus seul, que !es granulalions véi:i lables o·nL d'ètrange àf'élal ai 9u dans l'armée commc cl'an.s \e civil, d~y~~oppe la conjoopour qu'on puisse.devin'er qu'1l en est de, m~me à l'élal cl1vile donl je viens de vous relracer les caraclères aoachronique.Un point que je-ile puis ornellre·cepenclaol, c'esL lor~i~ uerprinci paux. què, quelque chroòiques quesoienl'les ,granulalions, , elles Pour fai re cell'e t.lémonlralio;1, je m'adresse à la raison sont sécrélanles el le pds.qu'elles sécrètenl est coolagi:euxc. e11 à l'observatioo el à 1·expérimenl:aliO(J. J e ne sais si· je•m'abuse, messieurs, mais il me paratl La raison ne non~ dii-elle pas qu'Ù y a dan.s la nature que lè/, spe,cificiLé des al,Lèi:atìoµs. dòn l je vjens,de vous ur.1e ioi d'hapJtonie générale qµi ,veul que les causes et entreleofr ne peut èlre conle~lée raisonoablemenl el que les e[eLs soie1H liés enlre eux d-'uc n;ianièr~ élroile et je suis en droiLde dire que l'pphlhalmie granuleuse, coniRò·i~s,0luble? Nt~ oo,us- diL-elle . pas qu,'à. des éij'els spélagieusc, d'on't la s]gni'licalfon vous est aètuellenrenl r"'èv:?fcia1.rx.hien délermioés, ()Uell-gré!,11ulp.Liq11s;$ont d,e 9e nomlée d'une manière précis·e, calé.gorìque, esl une affecLioo bre, il doit nécessaircru<'nl y avoir une cause qui soiL en sp.écifique, donL 1~ cause esl unique,,virulente, Loojou11.s la rar,port, a.vec ces ~ITct?? La saiB,o,n, ne .nous cÌiHlle PJ/ 1 méme, qui se propage par conlaininaliòn 'élirectè ou in~iqt1-0 celle cause ne peut èlre rnlgaire el corumune 'l recte, donl les altéralions palhologiques sont sans analoL'obse.rvalion des fdi!~ vlcnt j'usljfier ce que la raison 1 gues et se lrabisseot par··<tìfs symplòr:nes r.éèfoulables qù~ o'lvail que pressenli. tout en procédant du mode in1lammaloiro, o'eo ool pas Voici ce que fai lòujours observé d'ans tous les cas 0
-290'ò'.ophtbalmics granul~uset , ~hez. les mililaires .com~e cbez les bourgeois, cbez- les adulles comme éb-ez les enfantsj elc. L'o_pbtbalmie ~o,nla_gieuse débule presque toujours par un seul roil. 'Ge n'esL qu·e conséc;1iiiveme,i1 ,qu'elle s,e pro:page à l'aulre par le transport plus on moins direcL du pus virÙlenL, exsudé par les granulalions. J' ai généra.lèmeot conslalé avec l'ophlhalmi·e la cooxislen,ce d'une urélhrile o-ffrant une ictenlilé frapp~nle avec l'affection oculaire. Ayant quelque fois eu occasion d'e;xplorer les femmes qui él~ienl le poin} de dép~r~ de l'infeclion ,_fai, relrouv,~ au col-uléfin, dans Je c.anal des glapdes v.ulvo-vagi nales, q,aos'l'urélb~e , des granulalions iden\iques ìt. cel!es que j'observai~ sur la coojooctive en dernier lieu infec\ée_ (Continua)
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:~er.eC,ti Gioaoni Medico di Dalla·glione p~çsso l'ambu.-
lanza del quarLier generale principale , promo~so 'Jfcdic.o di .Reggimento di. ~a plasse per lo zelo e l'oper.çsil.à con cui 1pcestava assistenza ai ferili. La'l''3iz111·i (ì,arlo Medico.di BaUaglio_ne nel 90, Medaglia à'1irgento al valo,· milita1·e per essersi portalo con risolulezia senia badare al pericolo -vicino alle prime file dei combaue.nli o.ntfo meòicare i feriti. 1'Iacca,;r;i Medico dì Battaglione neJ ,7° ftfqdagl~a: d'A,::gcnlo al valor militare per l'operosità dimostrata n,el ~ur_are i rerili .sotto, il fuoco nemico (già menzionalo onorevpl:rneole ,il 30 maggio). Ji'attold'Armi di Confìema dei -3-1 Maggio Ca'1allo Giuseppe, Ted(lc Giovanni Medici drBaltagliooe uel 3", e Forno Alessio'Medico Aggiunto nel 3°, Menzi01~c Ono,·evole per l' intelligenza e sangue fred,4o con, c.Ui. hanno, curato i ferili sulicamp.o
PARTE TERZA
di battaglia,
ONORIFICENZE EPROllOZIONI.PER JJERJTO
Fatto d'Armi di jl'Jagetita a- Gii,g110
State confer.ite d'ordine di S. ftJ. ·ai Jfedici ft1[ilita ri che niaggiorm.ente si distinsér-o in segitito ai fatti cl/armi seguenti:
Cerale Cavaliere Giacomo Med ico Divisionale, Laj Gaetano l\ledico di 1\eggimento, Ponzano Giuseppe ,e' Lanzo. (fiuseppe Medici di ·Daltiglione,
1
tutti addetti aJl'aJ,Ubu.lanza della 2a Divisione, J!fo11zio1111·-011orevole per J'alacri là còlla quale si ado-
Fatto d'armi del 23 maggio stilla Sesia presso Vel'celli Maccaggi l\iedico di Ilallagliono nel ·corpo dei Be.rsaglieri, Me11s-.i011e Ono;revole per aver cu ralo i feriti sollo jl fuoco nemico , '
F<itti .cl' ttrmi di Palestro dei 30 e lH maggio
Ma••idti Medico Capo dell'ambulanza del quartier gener,ale principale, pr.omosso llfoHoo /)iuisio11ale <l'i 2° clàsse, per lo zelo e l'opero'sità con cui pre-
stava assistenza ai feriti. Arena cav. Gaetano Medico di Regg1meolo presso il quartiere , generale principale 1'1mizivne Onotevole
per lo zelo, allivìtà e cura con cui volonterosamente assisteva i feriti. Bot.hod L'uigi Medièo cli Reggimenlò a·e1 45°., bfenzione ono1·~vole per l'attività e zelo con c~i' prestava, assistenza ai feriti. Ajme Gìoaoni Medico di Reggimento nel~ 6°, llfenzione Onorevole '()er l'aLtiv~tà ed-inlellige'nzacon ouì provvedeva alla cura dei feriti. Muratori Gìosèppe I\Ied.ièo di Reggimento nel 9°, Menzione 01101·evole pef'modo lodevolissimo con cui si recava a medicare.ii feriti à portala del fuoèo, per cui riportava leggiera conlu~ione.
perarono a soccorrere una parie ùei fe riti òclla gioruala-di Magenta, avéndone c,ura'.li oltre 600 lra Francesi ed Austriaci. Piazza e Morzooc !ledici di llattagliooe nel 501 me rilevoli di essere !lenzienati Onçwevolmente p.er le cure prestalo volontariamente ad una quanLilà di feriti Francesi nella slazione della ferrovia. Rossi Leonardo Medico di Battaglione nel 9° Ball. n ersagli~r,i, ft1cdaglia cl' Argento ·al· valm· mili~are per esser entralo io, Ma-geula unilameole al p-ro'prio battaglione ed aver-Jvj curali molli Cerili durante il combaUimenlo sollo il fuoco nemico. 'l'.~s~lli Giaoom.o Medico di Baltaglione e GaTioli GiuseppeMedico.Aggiuolo nel 6°, degni di Me,~zione 011orwolo per aver prestalo i soccorsi dell'arte io un sor giorno a 3~ Oferìli lasciali alle loro cure dai Francesi in Marcallo: 4
11 ':òirelloro 'Dott. Cav. ARELLA Medico Dìv.
11 Vice Direttore respons. Doll. M ANTELLI ì\'Ied. di negg.
Tip. Sob'alpina di
ZOPPIS
e Comp.-//ia Alfieri N.24.
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N. 26.
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ANNO VII.
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lli quesli' trenfasétte febbricitanti, dei qualì~dae riod1cQ:- maib.vece pef1acsua az1oné elettin sul ~issoli recidivarono per disordini dietetic:.i, uno era tema nerveo att:iccare dette .febbri nella loro essenza. a.ffe:tt? ~ -t~bJr'4 ~r~\m\,_;'dlle da qùotJ~!~~~ ·. @e ~ rf lla, ~e ®ifi-O;lle fd in/!{)t~ a\w91·eifv.f.tgn:e ;che Ò~.:l~ìl'b\~Op:ij·a HglllJ l}f!f•tl'..~ptadue lh·fEr1rr.~ t.i'.. _r~~e,~1,re (J~fl? dp,~vu ?~ll~!ji<f. ~t·~~·i;ie~o zaoo semphce. \ l ~ tfac1M ~ cli.e ti'èi caa. iaèutruna , a· . l ~ du essa La dose· òella rascbìàtura''dì noc.e vom'ica impiegata non bastàrono ad arrestare la febbre, questa ricomfu da sei, olt~ o _diec'i,~itf!r/.itn:m.i_ èlirisa ìn ollo, p.arli, paQ'e; ~010 _lei~ie o~~f rQ.SJismp· '"e ?1algrad? la so~da coosumars, d1 segu ito una OiD1 due ore. Nel caso pensione -0e1 nmed10 1a febbrè ando ad estmguers.1; di <Trt-e·mo-·de,Ha !ebbre., giu:s,ta,la maggiore o .miO&l'~ il Ghe:.1glbp.ane..-0.be 110&,..a,V;ieG.g:t.,nelle. car,l}rf1J a,ijcaie forza1.o:del 'ptrdssfsm,r ,'''rl~ presclliveva t> la mBtà1 o '' l Mi p,reµara t!fl'GM'natei.r ~eH~ tftìa1i ·o:goi (pjù;ilteve pal'ithi'erà1_ifòse sMldojta. ·~}g~nk( P.e.rò il diJt!~ P~ : ! ~ !sI~~-~-s.\~~~ ~éì"!rifÙJ!d'.:~;~~i~alt~~nt~lato, a~ g~iaoi· es'se're ç~ssb persu~sQ cbc $1possa far uso d1 altri consecutivi. EfsiCc6,me. rilèvò ààlTràtt'àto d'1 dbsi'n-ìa~itgiòri,' ih§t~ùtfo daffa' esperfenzà'fatta: in LomL m!iterfa'ililfflìéa del Rfé11.reV; aaitD !iibnario u'èl Merat · 1:>àrtijìrfùtcf{51ti '<fellà Brì4'ìiza, òve· ebbe i suoi natali', e tè:te'Iis;"J dalia Farmaé'ol~g\1a ~èfctiacoÌÌ:ilnt che n~~e'co/~ .A~ll-~ .mP~.rèe ~f distenteri~, per~~·qnaI~~ia , ner te&pi a~datr.,iù 'gìà la nò'cé" v'omi~t:aià,~~,~rata ~Rl?jltttiì~e'~~r!!Vet,E(~al r~Fè1lr?-·.~fJa.~~se d1 .?no ~pgtr~...Le féb~ri intetb;lill@1i ;_J??SÌ_ egri~ O_!!_ch1~de l!Wll d~~ pel o r1.1.slqacò, paT!11i d uh •gr~mrna etl \i'n i promettere d1 contim1are, p,el.,sUOl esperimenti; ntetèY:iò M!fl ~Q'es~ a'ituafmenté ,aèldpera1tl. 1 ., 1•• / ~ nendo che un tatilN~cCU. o_., cbe,pup valerè.gqa(lto la 1 '. ~e1rt ·~rd~èt,(Wtrent.rse~.ru.. fètlbri.~oj 'du~fs'ol~~n~~ I china ed i SUO'l ~ 11<hfilJiii/ o1:lé~u labb~ndpn_a~o da~ si polijrorrtr·-vìnberei coUa n<TOO' vomica ; ma· q~e•§1 I\1edici per quell'abitudine''Ctre banno gli uomm1 tuti1 'll!~strarQ~~)~'i~ restie ai tra:tt~eieh'to ?ol~b ~P~R~·fi,è"? di a~banponqt;.e il ecç,bio ]81, abbr~cçi~fe.- tuttoc~ò d1'~1irplna.1ù).cbe :furono scevrate dalla cdlt!phcaz10~~ 1 che e nuo'vo senz,lpuntch~iéi~te sefsi,.h s.cra 11.meilto .c~~ }~'d~ia~ \~n~~~it~f?! p~r conse~.' *' l\~ .~.9·~:iJJ.1.~AA&i>O, ito;iedio~re. Agç_f~.~f,:a}µ.ltfi r~1:9e~pp t~l.'f da fnf~edire lafavorf.v~!e giunge gumd1 che se s1 ~rr,vasse, a trovar g1oyevole tà1zj~~~~fl~(fuo; fel:)~r1fo'~o;~ ~tie s~' In, q~osii1c~sfì1~ - latn'òèé1'v.timlèàl'se dò'a{fultb~i,},'bhobé.s'olo in Jitnitato ~a,~~<Sq>6 l.f fU~b. tl~lla, uo?e .vom1c~! ciò· f~ 1S'i lq ~p1él I numero _Qi casi 1di fe~~re intermittente di una ùetert1more, ~fìe prolungaoèlos1 d'essa pm oltre; re~pMse minata gra\r'Jzà·, 1l"vantafgiò sareb.l)e gfà grande dal ai \xp~l?-1i ', h 'cfn~!nziohe ?~e::c~! prepara~i chi~~l~fi lato economico pét' ~n ·òspeù.~1i ~i ci'fili c~e milita_rj, sarebberd!statl ~IV, presfo @,arit1. . · , e per la classe più pove~.®ll~P,opolaziom, e segnagli ,;1li(i.trentaèJ'nqu.~ èasi furon'o ~qtti rj~.airatf1èolla mente"dil p{lv.,eri. contadinii che)ne veni,QDO più degli niè~ tòili1;èa I',lt~&i àfl'~ p:{"ipi'à'g.o's t ru~iHdi 'hlla se- I altri ·bersagliati. Sogg,iungl a-ltresi che i Me(lìoi c~ncdn1cta tqù~ììro 'à1fu"te'ria. Di' c{u1ls\i ùlÌ1mi' quind1bi dotti, parJ;icolarmeote dè' luo&,hi bassi, umidi. e pa_9psi ~~Ab.: ~u'àsi , tuù~ dimoirraro,n~.~d'~v'~r~e ·_sép\iÌa fòstri, -~~-~~~B~tPrJ,Il~QÒ sgeps.o_ c'qpdAnna~i'a.ri~a~:e1:e immediatamente l'azione, percbe il parossismo suespeitator11nert1 nella lotrn. trà" 11male ed 11 preg,ud?,o ·~~11:r.ìtb·.llla lconsomazìone.. .o~ila' prima dose fù.orcii- e la mis~ii-.f ~' e qÙmél.i , !e11a rovi'rfa 1tieua~!saiute ed nariaihen.1ré· più breve e più .:mite, e ai périodi irt~- adèiMaèila ri·.era.iea.déli"i ~irl cìi ~qe11a ctasse.i.nciigente ~ lar1-ài ihi dbl i~ .talun& ,)n tui prillià njrr~àa-o I ~1 Uilt3f~(cMoia 'é<111l'{tìié 3'11a società'. . ··~ 1 1 1f11 ~ifg.~):w~Jtesf9.~~,·ia~~~?~lbi[~'Jji;~ :. Pq\~\?,t~aswl~~t~r!e altri 1t ~CftfP ? fij ~ssa1 m~~II~ _Qf~v,e , il~,a. )~ tJah 31trt }.t ~l~9J c~i~gl~lla Reqf~~n~ ,cieY\;i _yfZi~lta i;nanc~(S-~~r;~n~ 11 ~udore... ' .I ' • • t ~etze~iise~r__1.A.~~c~s~,y~q~gQ~lç{1 8~8 ~bbeI;c}~Jll.l?~ J ,N;etat~~w f~b}lp COipJ?h~tte.egt, P9~ ~~~~\P!,~ge<J91ie ~l?:H}~r~1.~s.i1upgç~e ~ije ,ar;i..~p~ gl!, ~~.P0/~~:tt ,r~tt~ ~\la ~rq_ni~9zii9~1 pella ,nQQe v~m,lc,à,or~fJ~Ie~~-pur- 1 ,?,9~Hjdc~ilJ..~çj •mst9a \qj#~Ì\~ 9!!}9tt.,.\~~z~~f,yD~lh .~~1:1;t0 ,J:fJ.a.ì~0 t1 \ra'.4iQ~ht~~n.~JtWA~ ,~,:P.q9\r}PJ?Plìar~A· 1 oW!l:WiB?~1Y(:~~t~~t,~J~;1i5~~Hi~ft,,\\S ~?~t,~o .~N\i~r.a (~ ~~n.t~1fil.1,1PP~~·~9im,iç,.~H~8f.J}Je1lHIS~l/lv.~ 1?.. Ht},S,\l,~~ ! ~ dlt$i~t,~tfttR!ffi~ffi~qt~,w ~Wsfrf~~,~ •çtq~!\'bl {~II t} acide e '.gelate 10 quelh clie' ? h~~1!}1H1·C~Se,~~.1,;eµ1 P9:•J:·,'l,~6S8~Pi::Pr,l.l~y,r.~PDt~\R.PMP.R AfloS~~W1Gq J t?N'q;J~b1?J~~~ avevano P,~f e, ~o~uto, Q13\'f!~:r·gfs ?nte- . ·1Vfj1flfi'L(l..,JllÌJ~Wtrn,~tl ~qP.JPJ p,amtar19 . r,~, eçc. • . , . . ! J i ., , • ' I ~~ ~~~,H ~,ar. ~.~, h,,.,,,.., ~. • '-'' ,..11~ .l,pa~o~ssismi qi.gu~~¾,tte.ntrS~}t~.FaSi!fl.i ~e~br;e j~ 1 r~i.JlfijH~iltYf~ &i~ Pl;t~?q,qfir,~1;~,of).di~~~~tp all'iJI?.~ 1 ..~/m1~r:~ {µ;ouo_per),O..JHU_}~tt1.g.r~v1 e vtoleqti? e,d ,I i:1eg9t0~a~S,Wl!~~!' 9eJ~dli\'i6E~~f!J1~s~,er~~.1i\;tni>A ~1 11ffiMWR1fH,t~çp}.~f.Ym~ 1JP~fo.Hf:~.&t~ry;t Ja sua :w,s1~ifnza . ~i~~~r?":~~t~~1q~l~ij~e~fH1~J1ltQ~tQ1~W?,9,SA~f.,UBI~: ,r;t ~~i\19!:h~QP.~\. due,,il. trf,,: j\.JJ,llca. W,9. ~<! ~oe!H}; 1S}.D!l~e I .sW,tai;nezyJnl~V~f:Slld:~q~e.li"ica~~~g~% CQ'g\!. iH~~Fl~P . .~ttflficnji l},1~uest~ Pçf,J/:l;yqJg?,ç~,~ritir>.ati.é\ ~lt'l,ngpigtP,ç~ [hc9§!l}p;er~p,uto1htn,e'#ppri1jSid~~e 1~~l.miq it~LAr~. medicamenti si:i,eci<!.h.n1wte- d~II~ Cli1SS~ ,d~~ chi- -F,epto ·e-.a--Jn;vitar~J ntaµ,~o -~JQ-:ir.~ i~-~cj é\,.ripetei;e le no,id"e,i. 1 • , • J)l'.Ol'e• e9 la,, rif~rir,men~ tj 1:J~ql\at{ o.o.de ,ra.c~ogJr.er,e • , .. 1 1 . Diti, qgaJhfa!.!j·jl nos.\ro 1'1ioJl~ga dolt P9gli'<HJ.i infe- j1S?ffi~i~nl~.i:ll\i!ertifie .~u. cuJ pb~~a,~..pn P!Ù:tPO~itivo ,SJSf~~\·:~om1~p~~Jt~re la1w.9;913: ?~Pli~3,, n~l!'e, 4t1re delle I g~~!iW,G!fCi,,al .yalor,~101,.~le r)~~ ~)d1ome1 combfttere ,fel~h!ìPUte.r.m1tte11th .CPnJe.11s·aJ1 0llma~elif~<l 4nziivoler l.~ S.,~it;l~l}nn~tia ,ma!at.~e · '"':o: ,,1 1, • •• , 1 ògl i spérare non essere dessa a,p sempli·ce, :~·niipe- 1 .. U:~fli'.ç,toasi df febbre•+titermrttéute,g:uariti aoll/1,n.oc,e
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1éi~i~.~va ·r1~nra~rea. !i~'·'~e'gli_~ìn'~i_v~.~\oi .?.~.'éssti ~gl-
piifossislff0~,'IJ~ll~J :clirlnli'-"il' p1irhW !g{~~9.-:.:~n ver- ciac.:cheduno di r'ascm:Huh 'il1"Bo'eè vol
9.ramma
i1b\tt!niti''a·ire· &\:a m~t1J/iucb)t~\tftffmi\q1~,~ itisa ·Wl 6tto ~a'ttt ,.téhe o,i~tffssi ctdil-enB.dsl atl'\ tlìs:tknfh i 'af-n$ii' ilrenò'>JJii&''c1&eTMi-11;,tì ,!h nk1rah1r~ id'tlna I ,m;~ll8,çf~li{iJl~~~ò!a•J<lpit~\i eif è~fç'a.V~àfta:il~J&~j'a J
~ lh, e che v1s1tta1 pBf:l~ E1\Jbl~'tolt.rfs,9ttti 1J·terzW'pa-
:?:~~ismo, èì~I!lf.tre aW/j) c'éSs'stjli~_ri ~Q .no'e _a}nì\foa e-·dall'altra 'affesz10ne. 'G'Onsu~ardn'ò 1 'inetleisirìli' tre ifrr,-»1mt 'per"'ci-as1èhèdtfi101'di ris1ctliitur~ dì if&é'é v·ò-~l~~"p~etrél~Yia~, ~1~·ofe1:~.trfIPJànttìì'e1~ de~eft:,0·lttfm:tt1 lli~si'ò•a \fp~ca1Pidro ;&"f~tlbr~l lilRrcf'dn §61c?aé~essp rmtl1 con 'lmuc1lagm'ei i:h gomffl'à·Uar-al5iM.I IiJ1;.'dtt1'0 sòWéouti) '11rJse'gtlftQ ~ 1cqrMHèÌ-~llirnntb'èlJna~ou rtL grahi,>ii 'in,éi1e'1)8f eiasoh'eaUn'o dèlla i1tess~iàsc'hia--nM •cà~J ijl"ffèb't\~è ~Htzlija 'd·i,Riii~~b·n1 tc1ò~'AHclrzlo'de • l -rt:uÌ'a ti:01a-~11~rrtd.rfi?.~ega~t rer- ~~ìféstare ·1a1e1fffrè"sùtl· '~illlRçflòfé11'Jlf11~~~~<lt' vo!n~tl[n-ut 1t b.~.~r.a.t~Pç6Plé~e (J{].étla 'ift una1·<'1ireft~'i-cW',fr' onla ~éufflà\ idfanìi1eii1ff Nd51tiìlg9,,ab1iesMf i~téb6titepilitifofmé', ' cHé 'vi§il~i 'lpar ·vara! ed~ih una''tlcimèsHfa atld'.etfa ~duna ceàSa 1civìie -:t9p1fi~a ¼n1ta ,W#àniè½ttret'zo aMi--s8, àa é~i.i ra#o ·né!'b:òrgo di '8'. Martino' ·préssb •-ìa stess{ città. lia Jiiììtfo d\Ì'~'{,lfèti1\nifltt;~$1>),rf>q~1 it~~Ò~fòrtonate es1fo r fìlt,tm~ qi qìY~stlfu'·di1ttìe1;,-Isita:tatcg~{to'1il sectntdo pa'\fopò~lle'1!t~'\~00~&ss[•~t'ést/~è'il}&&1o, i'n~i,~àlJdj'~n I ~vsssismb ; s&Wè li' [4fzb 1\kUséc~rrna·;•J1aiitneélu~ nel _g1:~n~1\\~.!~hfz~~~h~~?çìi~imf:~1i~{fil~\~fà~p~f .èra~- I ~9rs~ ·della :~ù_ra eb~e~é'.~ne·o1·~~cib'~uié.a6eessxtèh~Ti~: lfilllfduna' neghnlììtè: ~1h 'd1 'ttp~r~!fia., non· are'ntlo ~ti' Diarrea 'loro eontinob ahcoi:a·•p"er a1Gu'tì1 -g1or01 ."·qn'éste'çlM&ff/oipfo·W~Jfà'é.è~f~;;~o'iféf.t8· clte?dtie'1alth linp.o la1 1sc-o\rtpat·s:d· cteih•1èl}tfte,...f'è 'ndn Js'vani1l'àttfl1µpàt~ssi'~m~1rtJtl~prjfh;iì-'è~a ffff'aru'é1Jgat~1~~1d{.~3,Vàfa 6ID~tfte~sSlnòiii"qdlhP~rn1iffullìie'Nè db1\dé~b.1itfi Ìft>·tra- . 1a'àhfii '!l?~ 'cP8itlµJà '&91sifil\1i1é1.d~1Qsi~!"cff' t:ellì'{/e\ia- 1ffi'liri'ncfr c0n11ìììUt!ilagili~•di ·~6mmW ar~I>i.1iia' sommii1\·me~t~s.tif'guigpò / npalli~i1stàt1fQòtpìtà' 1d'a ffi.'afatt\~'ili •siratol'p~,r ~v~nllà ;1à6J1trt1iHtiµì'ò'!àggiùnsi !dè1lii(}'eea1
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wòin1e~a'dt ùrì1regio impteiàto · c1e-~'à'n1al~,. ])-qte rès'i- 'merlt'o ,sa'n'guign-o, ·àì'JJuona ·safaté 'àbiltiafmente, nén 'll'ént'e 'Mllài&1tlà~dr 1Nò~r:r, ·lrarlm ~~' Ui1ti~o'n'a'. ~64ti- 1 -~veht1 9 mfill''so~rtb mala~le~ 'ft11:ittlfiè..en:à1ìfèbhré1~à.1é~che ,iltuii.~11·~~'fiè1tt :t111~~~~:Jb~e-n.~6:'h'ér~8MA~ ,J"Stt'icà>t{~lf fliìnW'tlf6t'è'è'èaéfiLél•1ri~h1,gl'a'vh,1~ ar¼ll~è·ve 1 1 soggetta soJo aJ·éufii>à'fini ~d<lle1~&~a..•cod filsio\ii s'tè- • -1duraìa,r.L,l" dorrtésli€af fa'{innt ·~9(•ai nbubnW11~0stithT,i'clle 1ievit~7l1•brev~·t1ura,t',a\ Q1lesfa 1giàl dallon. )hesc · izjbne' nM~i, tll 1temperaÉÌ!eOÌò~nèrvòsò;'n~ntp~li!pure -• e-1più prnva#tl',1'.int·c~i·t~ JhMrts~.è~~i,di 'é1~il·MW!§tp~va I friiai grav1 7mblattié, mh .Jra 'dl1·Tuèque1\te fsogget.t'à' a· dar ~pi.egaii~ni in con.s_eg~.e.~a.~t~tt~H :m~a1!:~i,~6's- l L1tga~tt:::~.ì-sm~:1 • 1_1_ ,, \~ • ''.~la ' .e'~~. urn 1, ~~·rn ,n fq , pens1oneJ d'e111mènsl11.ul;i et!e}··rrnompanv~011neg~lar- ! -... ~~1 a)t't e!!'fébbrrJ,ldtteLqffèt1tli:ahe eoquà€Wéf •a'<lfipo ~nte ..d0JJ0' gt1aLtr.~>Ìi~~M·i0daHa silllÌill.qnea~bk~sa- I 't!ftzi'ario; ptet eèluf~dà'~i~é' irf'i'.t'.li'iYoiìe''g~~t_ro,entèr:!Ztone ·deillaUebbre ,e,;;.(te-Jl'e.{~Ìll'Hl},SÌOni ,11D,b.e tactrri1oasi r'·c~. bYlr{(~JU1e'rifilWs~·sotrcfat'·ft:ie~dì a~osfò c~'t,§WU. idj.. (eli\h r(tM-~¼}ap an roi. onJ&i1ip.ti>l i<ca tàltssinrutt:omipt:tmiti.vci: · ·a,elto ·W.~.fàèfo?e. .co j,:m.~ès imi1lfélfélflt i§ùlll~cleo V~}n · -~Q,mpl~,anzi( iji}·;t~qmh~;smo;13:lltipòJ.à.Cel;-rmr ©fMrtrno -. ,!-}fa 'nél1W'primà'1tJ..fiihtlfoJna 'clil's~iMÌnB'rlf1sqj'HU·'tt·e du~ co,ntaò.in:i dìun.~ l!tjo:amtpòc~;distante dà,Novata. · 1ain'nialat'F~uov1 l11' fehbré!Ìtérz.an~ d'à1 me· dutati'fc-olla 1.11Ambe.d.u~ &.~lt.Q>S~ì1>icta,1i~ :va~t1Jìa tem:p.~name11to •·ras'cl:tià'tfir-W di i10cè1~rnmi_d'a llfi1J1 '.S0'1ò m-i é~r~Ìspose e\sang4:fi.gno.~ili~s0; ;t)l:.1,HlQfJùÌQ/J.~ .l!)i~ entaqµ~fo~:mii , 6~1nWWè'ir a;h'dè~tl'é,Tftij ·è1iàeh~ì, mbstPtr'ono ribelli ~ ·a.tve~a ,e&~tfodut.o,·tella..,~iùdlofiQ'a~sal~te}·e<;s~lo a1~t 'ò6sé,~ i'~tOttr-d~tW'r1> n~tij .s~s5rrf:'M,émo1 cli 1 m}a unlntt1s~:~irJvao<fitr.euma.li.ismo:aUa spall:a,s~Ì$~ta; ·rri.o1ìo ch'èCflfetfo yiregf;irér'a1.1 dé' ...mf ! ~ "dFprésé1i~ a·JL~rot~qt-<\'g~ .tr~pt~}ettJm:ép,a-;giifusUM,rsip.e1µlarA!ente 1 •·fverè' Ipt'ò'forcliMPIO ~~Gifiéo1rferJ.al &pe'rà:rf-Zti! ai !gua,SO.ititt·a.1a~s{ibi'a,lt.ias~es.ti11M~~ll<l#Ilì:J'~01pe.l'~.d1àl,d~e 1 •0 ìliVettlulìptèrHt>11 1uie'èfitlnia-no•t\l4loWtd~di$CiTulifA~n:a·11~~11 ,-a:!\n:i cir.-ca;,:trovav:itsb}p,e;.Efett,amente, 1'i Hanaot0iJ1ma.i:cla dose pQr ciascl1eduno di ottarvtar:cà.hiigNìiltftli Jael utl lll6Wr.&aftrJva Hl-OooumatiBmp .iiWarticdlaz~one:uiel medesimo; sciolto,lrireento grammiìlà1ta.lrtJl1ai-òbè pre1 ~ino.G.Gbiq ~S.fiJ10 :,;B'-qiida lolro-.~iamat0il.dhqn.te. il • is.ero per :me'tà cll,1.e ·o;t~~~ptim,\11deJ:Fota .ìtif<nru'Solita--.,Je,Jlzo i·par.6~mooi~j:pni~ò~ff1._..I.~:éF.'cl~o· datl.mtfeà11>re 1j ilm.e.nt,é 1enan?1i iassuHt~1c}~JIMsé'es~r.J ;eH'lrlfoa i1m,età ·· ·_(Wn.,,tm1t~f>ii1gf-amniqi':tl~h(f1m'8dl'O!;'J1er rronvebb.e,iaJtto : .trb:~ora:fd@potla.cmasuma~wn:ed'el!f.fl,ili n:la; J,e qgaH dosi ;att-ailco <t~yò111à'c<fniWtòi'0Jairctrr~~,}.,:alwo1,guari.~dopo - .ba§ta11ono ipfàt~ì~iri's(tnarti;.,p~t~lt_ITTI1ente::Flttin pl3ri 1iv·erni cfòis~\naU''lti~?gtlànilffifj ·mà' è'btl~ tfl~~p~fes-1 1 tempo a'ffetto da fEYpbrt rq't1olill1an'if i~mànltl!aen~r'S un11 arlc~i 8è1·>l8PsftaiftP! 60\1PN:HU~YrJfioi·alféfr-1 nominata dfrelt1HM'hjI81rh1t1ftl'q1ie~iRMrfiffù~~h\?')&lh-
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mahirqoo neltpgo~H> di febbre terzana C01' CQp:wlip~'.., "' ~isul~ati. i1i~n9ci ,ottel\n~ ìl dott., C.ùnti ~t~.µalm;enJe ~ioq~ dl diarrea e, che ben tosto.guarirono co-tla.. no~~- ~edicp{condolto . di BelHnzago yre~so _Dlè~gjo. '.~ià are va esp'' eri\neiit!l'tO iìf Cilàteana vo;ID,ic~. Come pure ammalarono ancor:\it es.senda prima ~!or.a egli f ~ t lfJ-t~.,. i 'ft, ,. ~ ~ . state. ssalite cla f~bbre quartana sì Ja 4iettrìce st~s~a non s_ol~ la poce ~onp('.a,. ma ~z!ailill ?. J~ fà~~t.9ii-SW1 ~be la sei:vepte dej borg~ qi S. à~ai:tinq,, di.cui .sopria. Ignazto nella cura dell~ tebbr1 !Dterm1f e1;1.~ ;pia, ge· Il prjmo aoc4e qoesLa 6.<\ta gu~ri 1 q_Qn nn grcp;ama sp.erfonza 1.0. P~fS ~~se .a.ove~,&i pre!erife.~r}'~-~ ~'fa delle feb,bnf. mLerm1ttent1 ID .genere a,quesb ·nmedu le della solita raschiatnra dòpo aver ~ojjert~ d.ue pa~c,.sjc . ; 1 I ' pre.parazioni di.cbJn~, ammetlendo.v.er altrò che.qu'elte . s}~mi ,a:v~nti, prepd~re jl d-euo ri~~q;jp ,e~. u~ , s9.J9 _9opo. All,o altre 1dµe, essendo tornati..msnffic1eni1~ n~\la p1ure in alcuni casi sp·ecial(potrebbero ess(rk' uìilm9nte. adop.eraii. • ' • I ' •· pr.illla 1• sei gra1rin1>,, _n~!}~ ~eco94~ set.te gr~tnmi.~ J;i,9c~;vomici3-, giudl~ai.,Qgp9r.tu?o d1 ~rdmpre il ~otfi~o ·,_ H) ~celll~P;.·p. Q, J'eire,}g, cp,Jlfl@l" ào\J,or.~ An1 di cl1j~i.oa, di cuj qq~tt~o dosi per ci;lscbequµ ~ c9~~ ~01ni9.~,~Jfol~ $1~. ~al}!ata, ~eqt~nd?' d~t}-9~t,- f ar~~ le soprl!CCennate,1~·P~llo st.~S$0 in.o~p,~o~mi,nistr,<!,~,. ,e]~·10 ~es11~~ava cop,osç~re 1 1,ns»Jtap 1~·tre 1c~.~1 neriQd~car da 1~ui cui:ati ,~èolJa,noce yo.mica,, b.w,tarppR ~ Hber:~Gle dopo 1u~ solo, altro«P,atossiS.Il!P· di febtrA fi '1 1.ç l ~ 1'> ,·:" ,Il';;.'" i.!1 ~, ,J;a,\i1f(\\~! ipi ~o~qss~r~ ~ rivqJg~r:e preghforecrfl ,Ipi ~g[ i);e.ya ,f~~ ne). ~i;j,mQ 'c3§0,~ui.:~t~Y1r,dl fçF!ir,e alC;llJ)\ ,c;QJlegl1j: ~~,rc)l,è pe,ssi «P\IF,e, fQ.Jess.~r.o ,çsp..eyJ- t .!ntpp~Utept~ i~i\\a,,e~~ 9~f~~ g~t.dfreéi,;~Jorni .~qn;tar~;11'a 11\QCfM'.P)Xl,ÌCél; »~J q)'Q.d,i $,Q,P,t}l.des~r.iW,ci:ui- l ~H., ;q~a ~01!.9f ,A,P~% I ~p,, ,:~\c9e,~~.,o,ftam~«i •:tfìt tv,o,le f~hliWi ·{\teçmi tt,enti, e·pa1:te,Ò\l,:;tJì.D\\tio,:l\PP.pes~p ..SG~t~!U;l!(~J,}39.e~11vQi;n,1ca data, cqf;Mel8d·~'\id~ p-~4~la ..J1ris,u,lt;¼J!!.Bf}ti>~~Jt~ -loro' .osse,rv~i~ni!, ed ì~spèvienz~.• .~~Jl9t~J.Q;~ d1~isa c,qn v,ocp ~~çcq&rP ~n.qtt,or;P,\ttl~,<J.içlle ,Laqnde, il. ppt~. Antonio ,~remoli ipedico GOpdott~J~i .~~~\i l)am~1alatl, prps,e,una t9gQ),1dl\~; or~!.r):ia~~tt ~yf~ G~t~<!gO~.:.NQv~r~~e Jlli çomuQicò_~~l. :Rt!Ìl~~Pi? i!fl ,çb~ fo~se i,&uanta .seqza .:.,c;~du,i~· ll,1a,econs!,0; ç~so .~ra ,d~ ,un giova,n!l d'an~i I di9fot}q ~Y~8\e. RQa f~bp 0 Pt 1nov,~,Pbre J.858.una n.ot~ q.~d1,eGt c~ ~i-d1 f~ljhr,e 1nMnnitten~e da, lui. curati çolla qoc~yoroica id~l P.r~ ~ 'tipp ~ .t1erzan~. L.a n~ce . ~omic.~ .(iyel-gta per 15 dell'aot~cedepte settembre a tutto il s,uccessfi o · beQ 1tre .v9Ite aJle dosi 1di u1i gt·am:ma, per ,ciaschedui~/,vplta, aiyi~a co~e soprla; e presa in .tem.P,o,di ottotir.~-.,Ri~ulta da questa,, eh.e dell~ febbri 4nterntj:tap.iressia non....,giovò,t... nè... ànco .~ tendere gli · acces· si tenti da lui collo stesso rimedio curate.,. toJte prima • •"'..,_ "' , I~ &~mp.lica~z~,. ç,ui. ao~avano · congiunté, q~ cin~ e upnor1, mentre)'ipe_rs9Jfato dj cqjp~~ valse a.n:onca~li e ad imeewr.pe la reoif,1jva: ,N~l te~zgtca~Q; ~reva ~41:!0tidia,ne., upa guaçi perfettament~ c~n,1.µt ~r,amIJ!a egli a cprare una febbre flµotidian a in .l)na~iov~etta -di rascbiatur~ ;, due, &i most~arono r.estìe ~li.a gq~e,~ i due· grammi ,e cedettero, a àuè gramm.i di· spJfato~di d.'~nni diciasette. L.1, noce vomic~, dat~ ,e.o~e sopra, chinina,, che fu ob~ligato a prescrivere ulteriormente. ,à'Ue dosi di on gramma µel giorno antecedente.., a • dietro,il desiper,io, Qe' parenti ,più ,fidentiJ,n ,quel spe-. i4'90llo. dell~ febbre, gli fallì pP,r tre ,voltè co-ns~çu'tive, ~er cui sfiduci~!·i di quel ,rime~i9 i .p~r~n~i..e_·1~,mecifico·~Ane1gua,;it~,., . l'uoare9n it1i -.91'am1n'1 e 1!2'e~zo, l'altr~ 1cop d-ue,grgmrni ·4l n~ce, :v~mi~~' 11e~_i.div8riwo dicp,Jz essendosi ripor~o ) l}l'ip~r,solfatQ: 4J cginina la 1 , • •Jé\ pri,m,a1,clJ.mo seii giq~ni, l~op9,.n9:v;~;J;ll]tra11·e.~. ~p- . JeRbf~ dis,~arv,~ s~,nz~ l_)iù r,iprod~rsi. . ,tr.aiqq~1R9.i fur.ono pqscia~p~r;~~t\~,.n~qte vì9t~ ct>l 1~€,!l- • , Il ,pUllodato dott-, OlioJit,J)Oi ·$h pr,open~~~ djj{are . ~~l0.1-~.hchinin~,. 1,lnolt,:i~,.dj tre cashdi,.Jer-z,~n,a s~e,jn- I .,µl~etiqri.·Pr:ove neU' inte~.ti>· d.i ~!,WC6$.Si·v.·~m~n.te,;P,U:b- · plice·, ,uno risanò con soli ottcmta ce1~tiflw~rn.a di -;l,l)iiça;r·n..~(i,rj~ulto~i. : , 11.i ,·. , .. pi ,, ,, • ' , , · .• .t~lì":$, up ~}tro~isoriì,4l!·meclesiJpo ~fle:t:t.o,.. con ' -QJa•tn·altr.i miei scrjtti, ho.;g{à àiohratato1;eòme '.JO 1 .Jasçib~~ , it~ 1U?ì/Jf~a1thm§~O, pella ~l~SSit :m,a ·rncj~iY,Òr,ÙPPO idi:vida Uopinioòe dj color.o, ~che·rjçonos9.$'çi-1d,ipen_cinqq~ (0iQJ:Jli pe,rl'g,uar;ir,~., ~UO!ijlJ!en~~1.~9,µ11uo ,altro ,.dere, le febbri ir:i te·rmi tten tì · da _,causét èli ven:~e" io'S'sia gra~nia.1d~Ua,.me.._4e:¼ii;na, _fincl,\.è) essen40, per la.se- r:da cause, cosi dette c·on:tuni ,e :dai:•mrasint1palùstri; c.onaa: vQlta1.recidiv,atQ; :si Qtt~nn~ ~ompiùla -iu:ari- 1 ,,ed ho ·(limostrato quindi: ohe ·Ie·pdme hatmo:forigine , g.ionehQol sQ}fat91 di c,biqin~. 11 · terzo risanato _paridaicambiamenti'.rapidi,di'temp-eratura che a.\r.véngono $ meqti d~ )un g1;arnma ~i:.ra~chi~tura'., ~jç?,dd~ 4Qpo 'Sp.ecialm1mte nelle ragioni IJa&S'e'.'. e'Ef':titnide,,dovè,alle sett~ gioro~. ~ (u del:, p,ar.i g.qai·iioid~l sù.à,d~ttq_pre- fliesch&•·mattin'ate ,succedono ore-eàssiù-, oa,lél8> ·alle ;parato.,cbinaceo. ~t due., quarµm~ ,fiQalm~J!te; :jn: una qllali jloisuss~uono sere e noni tho}Jo,.ftrfàde,.d'Qnde d?..·:-.noce;,YQ.m:ica non prodµ$~8: AA,yan satutar~ effetto, I ; lièconomia"nO'stra .anfmale soffbe·alte'r.Mioni·da"oudse ~1 l}0Jla: second.a. CPtrispPSA, µia .dopo~. -4ll!!lehe \empo neMe1·fuo zioni, di seçrezioae ,Finclfè ·duro• iloc·alore gµesL'ultima rioomparYe, ed essa"p~re fa ~al so.lf.a_to 'dlUJ:[I@\ :è favorita l!esalazfonerejilalÌel[ ePfa-roti,te fl0 di GBtnin~,debellata. • i1 ... • , sono parciò .lo secr.ez'it>.ni perifirtche-· ·ma al/sopnav1~imili11t~otativi,oon la raschiatura di m~cè·vomica v.enire~dèhfrb·ddo\•queste funzioni sfl'lfttentano3 l'atd'ee~o mella stessa' epoca,~ontro le fo'l;~bri J~nte.rmittività 'Vi~le Si 'CODCeQtra nei :~yÌSCeDi.,f ;e P,!:Q~lQ,v,.eJe .tenti anobe ,ili dpLt'-; , .:Raiin.bndv f; ìmedieo..,·con<idtto.,.òi l sécn13zitlnj iQtoriori'. !TI~lo mutai iQne1im~lav:orio:<fisioI Sus$ago ·è · il 1d0t.i:1lFer11i dir:,Novara :• il..primp, ebbe 1 H1gic:o1•.ho11i .'èi potfrva,·se ·pro'éechJ11fentam.entei e,11p·ei· ,,r~sl\J.i~Lil P~~(.) dissimilJ,pa·,qQelli~twe..sti, fino1.~••1il.s,e-! iil!a,dQ,,}Ila{set:gli ·Qrg~piupasS!lnP 00rr \rap~a.J1~{ìi'(iità · ,1çg,n9i9, el)Q~ Dis1,1)~~~Q}i, t?rLu,na\~ tp ~\eu~j .c~s.i{Jn1 '"'(Q;i.\19, Sl§iP~P~r; qfi~i _d~f\~f :di _rif!O~O;P,t!.Ìt1~~l~, cJJ/}il:fqro -~~trl,1Qurn i~O.Pt ,G;qf.rn~pqq!1~9.F,J)SP,~~,~~it.a ·'.• ',. , , I -t!;q~IW ·i~tl~V.P ~~'.Wn1PW!1~ ~pJrnr.tq{~ g~~Vi,J-QfiP~~~-
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" ~ .,. Oi --;.lJJrf risicàlw.r&,' sono rnvectY:Jl'èffetto ·de'nliasmi 1):}'ahrstri, esser~.çonsum~ta ~?~o~i ~Spli ap:i9~.9F.1,t~PJ-'c~p~µ.~to i q:àà'IJ;;is'!:l·spesi neHla,11iabibJlun coPvaij)orJi a-p.qaeij11,di R_aross15.mp,\ ~g)J. t~\ l;IÌ~f:6,q r}~ f~ob,%JP;!Il!ffiM'ah~; cui è :imf)reg1rnta,r&i•intitoduoouo nella nost.r,a mac- ' JDen~e t1•onc;1t~.1 Ebbi ~QL0111 p{~P.t~zi,qJie 4C;far: ~o.ro ,.ehtua 1 peP ·~eii9-<iPf\nci,pal.m.-eqte Jlell~ vie:-µella XfJ~ .~optmu~re a P,rendere, qgp i ,,gi~o~i lt ipl~t~ipa, a ;spif,~~}OJlf}~ , LJ:>il[~Jltt,~~l Pl?-\o;tg~i lì~ t,or11epte..p,~Ua ~e~,zo,~1,Qtno ,e, l~ -~~ra~~n-~pçclìii}ij9<tii1~. 9a~1 ç.q}.rpp cirç~lafiç5n'6 s1 me~c?l~µo-~o.l~s1,nz?t d,a~q? Rfl_g,_~e d~ U\l,~,P,Olv~re-;compo~H_ l~ ugfi~~fili ,Rtt~carbOJ}ato d1. ferro , da gramm1 sea1c1 di e1irato di ·a @elio stato p.ar,t1colar~ de~ medes-1mo., detto d' m'fèzio~é mitsmatfo~. èòtesll ·orezfo'ne.., m'enfrg per., magnesia é' da.gramm'iitrj nta ~i foìvéri'li? radfo9ttli 1 un~ Tl'g':gfe'.l':r;f bhò'lit elell1Ja ''à'gts'Ù~1nf~f·satÌlhre sull'a 'gén~i.àpi!' ni'~dXi n~·:'cf~~i o.~)i~ 1 in __9WéMtn)~~sj'1~1liiai t-J fuilz:i i~.-giodo da àumentar'iié di 'Ull sobfto il-'voiunre, adoperar .~emprce' dopo -vfnte•, Il fèbl':ira' int1ermilte!ti il più ·delle vo1t~1 mod1ficìf1rì pari t~mpo~~il sistèma ( ~'indole miasmatica'per un·thi~e eì)ili-! giusta le par1 1 -11ervo'so'in mod1:Hth01 he'1'prov:ienè4la ifeb.brè -ìhVePdlit- • ticolari" drc;ost~pz r in·èL1f~ ì;trova1ab-ti J'inaÌvid'ui dalla tente!, _. ),11 ·, , .1 , ,,, , .. 1•· ·;;1 mediesima ri sàriati. O'òfue a.n'èb e~·è'. rdro 'tdsfume· alter1 1 narla. di •ipertrofia: di 'milza Convi~fo di tali massime, e fatto:.persuaso dall~os- ( • iìei casi ove sJanvi'r'ésìdùi t o. di Je· g àto, ton' , élMf ~sccìtde.nti pro'gttl'ssi'vàfuent1Ma - servazfone>,edte5p&ienz-ai e-ontìnllata. .da motti,,anni nei 1 1 trènta· 'cèritigfamiM ih · s u' , ' d ' i ~oluliotiij' !'di!~iofduro1di paesi b'assi ed umidi specialmente còltivatiJa)Jrlsaie··, potassio giusta il'bisogno e la tollerànzli~nffividuàlt ·che le, f~bbri int!i}rmitleP.tl nrjasmatj:che ci~~nçiino ~ppu~t?, ~· J1l~gif~st~.ML%u\ .qn_iffi Jlq,eV:~g9~\i -~!i~p.l .- . Qù~'stpHcc~ss1-:P.·ertanto ·Ìnl c'orlfétmà~ofroLnèl't1:\r• ~Jfétit'Q. mio l ?lP~Jldt mpiìil~ìù éiìe/ilfYui-tI$1el'ifW 'tu prll}P}P~~~e. ~9el S,Y;~l~?,1~f,e~ .~UW,8llt9p.~OP~ÙQ~~~Sl~~i mente rn modo da costituire la ma1att1a m essi preìndi.vidu1 ~uqaiiite incònfrai1 còffi'è~pl'oràhaiU tcitdomip,anJe d>alforA siho }er 16 .m·eno ai' primi ctél ~ore'alla'milz~, quel po4o 's-ut//ètt'ét'is, qugH1i fisìo·nov~ni:~t,e:~ -s~:Me~'tr/ven[~f,\!l~t(\~nrr~~s~e~ìo, .!.1q~ilf;,! :i9ue~l~ ~~Jfà tt\ròetl to:'.#sìeò~'e.lll~f~I101; ich:~fapno che )a ndce VOffilM Sia p'òt'ente·nme'èlìo, 18'd 1Q grado ·a'ccorh 1 med1c1 prat1'ci spe'c1Jimente di qµesti"fja'èsi del genere appunto di febbrè 'di cui trallasi. Al che · forS~ magtiore à'ogni ·1altra sosiànta amarièante, ad -écceziti"ire' èJ~lla l'é-òrtèccia· Peruvì~ua 'èt suoi cbim~ei , vu·oisi aggiub-géré ·C'lìE!-,' à'v~ncto i'ò conti'nuatb oeUe suc1c'mt~·e~pH1eì:i~e, auH;dtèlff rbes'e1di'febbr;ii~ ·ptclsprepataiìt; ·eo!ltr& Je 'febbrk,iintermitt.enti ·elle rioona·s1ti:!ò s~òrso ol#p'rima ili~ia aJIc'orferilé-màrz'ò (epoca "'Scono 1a•loro onigine datrcause. comuni. .·,. ·1 io cui don;iinarono in Novara' 1e'iebbn11 interrri'ittenti, , ' 4~i·ò parmi .sueoederé·per, q,uell-a-speciale azione .che spjega la noce vomica sul 'sistema:'.à1etvoso. S;pipale,!e I -giusta le mie coritìòzìbnì~':/i~n1 <l'i1l'dil11e 1tìii'asmatica) ebbi a risanare _perfet~a_qJen~ ~sei individui affetti da gangliareJ· atta , à sus.citare n.el (io,ì'-po sco~§e1 tianto febbrè intermittente quotidiana. e due da terzana :violenth~d esie.se da:,iP~urrn sorp,;e.f!pe.nti m~\azL9ni senz,! aver olL~~l)jSS1~ la~do~e di -itn g_ramma.e mezzo 1ìSiGJQgi~pe~ ~l\J g,e,nevalro:~11te;1.W,~W3.!i\d0; 11ppn,. p·J.l;l.ÌO 1 rascbia'tura ij.l ir6&J·v0:futéa,.1A8hrl.ru~ olito somminil\Jviso c.~.e .~&s~.s\a .suQi.ci~nte ·~ vinç,er'e lf f~~.}~ri' èl i strata, per cjaschedun·ammi!:lato. i?J'igiq~ ID;\~s/n\a~?,\)bq'p~~s1~ei;ic1o '1~:·azion,tspedi~ P;ç~ @ali .Jatti, se io epn!eqgò coll'egregio mio lfi'c,a:.c, òotiòd i , m1a~mi pa1ùèfo·si, •bom'e·)a po:fstedé~ la .... ,,o. H}'I ~:l; , fi !) / ... ~ ~,I V J I. '(/Ili •lt ,, I•, j, ,, ' Il!• • ooO~ ~1 a~tlf.4 Pogl'i::rbì!.~òlé~ eftsir.e p}~~è!fttiffcon cnma co s 01 PQ!p,arau. Stetti perciò lo attenzione che mi. si offrissero in)ovi -Yantaggio la -no-ee- vomiea, a ~referenza anche dei 1 , _çasi a'i f~'iftWg ·.inth!ftìHite- 'autu noo.tè ·pér 11nn~,are prepara.ti cl)i~açei. J n màlti ç?S\ di febbre ìntermit4 -o-}è m}g & ·ss1Jif~iihn'i';eff esp~fien!e~~Mniilfifàn'if'<IPOD1b,r tentè o.rikiil~falJdf .aaVseholbunif 1¼a'isftne se com1 I 'gia&l:fé' n~lf.V~~t'dn'da S{5ffifuana cfe} di!tembf.et p..!IJ), plicata da croniclie cliarree-"""sintomalièbe non dipen" fui {cbiàm-ato perfmfrare àa1febbre ·qnan~ana uru br,acdenti da viziata materia, ma da: rilassamento, ct>me 1 cta·rttro"l'e-1:\:1 né~&~n'ne;ttmog\ftia 1du~ altni' ppe11ai. hQueste, in''~b~;'thÙ.si aiàFrbh~i siérò'si 'tnuéòsi o1sa1i'gufgtni che pePs.on'e>~bita.'"an:o·1n unaitnedesim.a,casa pç>~ta io si- siano .l'effetto di wia,cQ.n~d!..?Lqn'e Ilurament.e 'dinamica -tuazio~e.bassa. .ed umi'dii, a poca &i%~),lZ.c!, dJ ·~oyara, e,n~Ue f~bbri _Qeriodi,cqe:.,p~r~ pop.CQmi.taLa~,coQ tali ed -eram> affette ·?'a tal'e malat~ia iinL> d-olla/,:q~J~f.le~ affezioni non creJlo,., .p.~r;Q.~c.h~ :missa la noce vomica 1'3nte.~:A'flen\~t,s~tfemP,r,e,., ~pe: s1n,à'H0Fl1f\.f.0.Ya9,i cprata1 (almeno nella p)ilralilà dèi C'asi) sosÌituirs1, e m·eno poi da s~ ~t~~si,H~P. i;e,Pil}AAfhJWrgant\ ,~ ,19011\i ·11~~élii a., pretérfr-sFal· 'ètiìtiincted~a''su'oi)Jrep~rati, nella.cura delleffèlibri' làteìfuittentì mi:asmatielte! Ed•opino.,esmqçiçanti,fca ALV'''li creAAti.i niù valevo~i felÌbdfùglli ·w •11TT1 , li Ur 1, <"t,P•11l) j :,I: :nn ,., I. I,\ .s_-:ié·l·, l /l lJH!'M)M · ~ ' ma senza· 'llessun)rantaai 10 e; con evi ente P,r lJ~l'f:lS-, . ser''11ecès~arid 1tTctrrèrè'1il:l1\ilife11&}.fi'1e§1~e-.r.imerl:ti.~er · .(10.1.,, lu(1it!t J".fl:'! I i ns11 11 • 1JJ 'll;JIJM1c1, I
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o{-g&n.~qu..e ~IJ;!Jl'lt'
~tianule.ux.;)!ì~Sr.al~ér11:~\onsi~~cifiqijt~ifitiu\ç;s,,i1Qi·\lf·Q{if!~r-, \p,n.9w ~e-gmm,uI~i.ion§,.t~,,1,v ,,1 ·1H •)i•11~1JJ1· Ji tlli; 3° 'L e tissti muqueùx est le seul su1r1.~ !tl!~ll !,e ..~~qs ,,gra,nµle1flifPQia:~e;/ B~Jl OQA.Y'-JJl~~tipQ1çl~y~eJ9p.ue.P?MS1 ~lt:é~.rati:o-li s !ìP:.é <ìi'ftg_uii;s,1 SJi§.l ~1J-é.1;{lij;on s1l .p~.t::i fì,qµ;~~sopl~to.uj!Hirs identiq\l~s, quelle que so.i,t,.l~:nmque.nie. ~J.!:11Jii.,.q.uelle on les observ~;;1q~;el,,quèJ.S:0Jt ,ite:.-n;o.til..fquJ·o1HJ,~\i~ rlo11ne. ,1,e~})J'~1 HlprjAi~Ae~ g}a,n.d~§J'YiP1t!kWgtJl.i\)~st $)1U j~ G9l ulérin, et ces e.~périences,ont toujour~ ahouli~d.ti~ f\~..p)- tiJ).o:p,h'lb1a:hnièqcd»tàg,ie.use,·1dj.fu..r.e·g~_phe011e-/ m.iliijitèf qè~ ilàÌi>p'siid-e,lia:nmée;.ii:o,-plrlh'aÌìIÌiérb1en1io~rliagiqu~fl\'lrtdettte ·tal~1P.P.sìiif,s. Ì. · . e.t i'ophtha'l!)li~' :vì-rnle.n't!3 ciesnnou~eau-...'lltfa·:l(e sont; (soùs . Que~conclur!l de ces fa-ils., q1Je je pourrais muUiplier,. empru9lés à raoSél'V'ali'on èt:'il~etJYérìmenlàfiuil directe? I de~·n.oms ,~iffétilint-s:, .qwù'1te!·$eùl'.eAitfectìo'n; ellès. ne -vaN'es.l~il pas évident,.1p13ssieurs, qu'il y a,concorda1~cepar- · ri~nh;qùe, pa-r•lesi.cir.c·o;nslà;.ficé§'au ll').i.Ji·eu tl~s·quèll'd .e'll'es {àile erMe lès granulalJ;>Jj's JI»~~altrj$ue ,'comni,e aHé,ra- ·se ·SòtW pì'ò'dùttèst~ , . . ·' I '•Il I • • .. • ,. il I I • ~io!l.s sp~cifìque.s à· l~ b}!~~ophlha.lmie virulenl.e el la 4:0 -t:rnehtrl&qu·e,J1es a'~h ~nt' ~h~rch'è à 'éì.al1lir1en1 • '' } i:. l cau,'se qui 1.es,pr9~oque? La spécific;it~ des premfères et ''tfe l ~òplitliahxHe,fafàfrh'àle ·su'rìiitulf'èt Vo'putlfiHmlé ·V irhJa N~ruleu_ce·.dt la_s~copde ne so~t.-~lles pa:~ désotmais Ìn· . hint'e'•gr;fl'l'ifleti_S'e e'sf'inììfossìb1Wetl1ais.on'1è ~ elf'f1rt. j .' • 'cbrlièst&~rn};:i frluh ~ ~'dtf-3Je1tn·Bd~~il'.WJMé·té&d~i eu- : · 5° 1 Lèsl grarnùtatiBWs lpé~fiqù'e'si 'ui1'èà·ra8terisEfìi-t t"ètph~11 1 • 1ehr i . lllalffi;ie11v.rrulentet:èo~lé1gleù§l n11ònt.fi1en1tl~ 'c6&Iriu'fr1avèc s'éjiyeHP}(ib~i le'~~gràriììl~ ion~· ìsonè ~à~?à'.Jffès 1 -tò'tls l.~ QU~\fì~'(.~~ fg,~¼~ JIIJ!e'a.r,~I f?tÌif~t•\fahi{1-~lfrs : 'è~'tpté'WM"i( t~p,ìlèt~i,si'i·,m~ròjftMmérlte~r'àìiulaU1òhs~y~_'?j>ì-~i1~t~s;eX1~alìs' (tefft1~~.P~~t.}:i~è q)}J\P è:fù$'Wn"'è~'( pls 1 Ì>!11àìt~J.·1 g'ra·n.u'Y.l{tforr~ 1 vé1sì~µfliùl~~. 1h6dblafrJsni~•tv:é'i\\iQllf~b\ì~ v<l~lt~.(tèj)i~ l1l~.ffl!bè\\h~e~\~fisl•forlstitÌiéelp~r (1@}lHo:n\è-s ."·' e, r, . .~ ,··,irt l'~i,~3·· ,i.·Ìmlrn -:11;' !•J h.1i, +:i~ pùs'jgranM ~o'oc (iU~rénfé\\.me\~~l\illI.Efv{~ ;\qùe\tòUt'iù>Ùs' ;1 '' ·61, '42.'éstrà Itò~t>-q u~~F~ nta1i;tp.p el~\1g11~tmtè.u:s-es1 tle%1.@M1 ~f~~~~p~l~t~~ n:ùle~~~ffs·t ... ~~ 1.i11(lh) ·, ·,t,,,1 ~\ì t~@lfsH_a,{fsl i l~ \ga-illeS,t{Jl1{0 llie~ ìfey.s~~; 'i}ésé fò#gòs~\ès. -<, HO'ìi ~O'<tllffi~~ Mti o11e;·M~w,&H.é&,-< sW~ah~~sti.11i 11-Jn'\tj\u ·dès1·0.a'Uas_ités~heitc., l.:d. js t.,.rr;'!,~,'l , il7sq · \i:J:JJ•I< ., ·!P)J~p.t~Jq,gt~(tD ·~ -~ isii'~!»·i ego.r.dèn:Mhrtn~<fta~jès·~r.à- \ I, 1'11&1.<fa' o:p:bJhal,mi~ vir.t1\eme~gr.Mule.u'se,-se r.é:-lèJe·-so.us fa. ·form eti n;fl~mroa;t.p;i re:1µ-1ais;l' inf1 amJ!)o.l:iQ0i.ig•l!~uleU'S'e :pqs1JiJui~lion~l~G~/SSi.~S1~~~f9"li~l,li 'O(S"ni~µ,e's ,~~ntrh~ <!9.D,,l\er 3: ~a COPJ~OCLtve -palpéorale I aseecl fll:gil.l..6'~~\$1 Ì -·sède 1àan,s'1son ièn.seiriHa.;fG:o:m1m:e difnsl',l:1>:usµ, ses éMménts, 1;,00 'Retsisle à adm~~tre· un mia,s01ç,qula~ucuti J):i~dE)cin. q7'a ..,une-rtp·bysiò'n:@mi;e- q.n,'éo'i'on , ne: ..Pe11:èon:tr~ d•att1~ikau~.mr~ aulre phlègmasie.,,.· m, 11G ù .t ,' ,1· , -t il ·l s d, déruorrtr.é~~q,~tauè.un ·n1a,\adè ..n'a..resseòti ;: si· l~on pèr,sisle ,&,q ..Ii.,rlhéJ,a'f)e.u!i.q.lie' d,e 1l'. op;h:lh~jm-ieegr.r1ùiJ~~.viru·u:Pif.o,nd:r.e l a ~,aga_Lio~ ~ ~VQ.i!ti,_d~jr,rilali.OEt.J!Ui_~ ..l'èni~e;;tl:}o:~l ~iOé!$1èst,leit.ltbJil;t,ptliss.am'n\.e·1l'l m.p;di,ficalrice; partreliLà tq1.1l'es les ·maJadies. dont les prodtiils jòuìssent <le cerilaj o.es, Rr.-0 p.rmlle&,i't11H1tìl':tét~a:v.~ ·1tttiptoiatga~t~n;par '6I1 p.é-sdni-lì po.ud ati~,'O'ioL: négliter Aesilm·o:y,Msr .~apaplés -de ni:od:éreo, eo hremti f'e'l).1,p.s1,q.'lrl~n·,b~1m.,a,dì·freJ.Iailvfo1eO'ce vo,ie,de,;~~n~i!J?;iòo <i.u·i est \) ppn-ag! e,xclusj'f d.ès: maladies , -"':li>h !, -~ Jil l,P~J.,VU .., 1,l'Q. 1w1P.1l!::n lilll7h1~0::~:n't f vird1en:tes, qm soot res_,seules vra1h1enl coril,à'g_ie!As,es., ' ..:dq fl!i'R'fl'an? mb.ti,00 ·~l 'd.1)•!iprt0l,!;h~ill'Jt_S'.f&t f µ,n~stesYoo:Urptì'..G,\iiPb~llt " ,Il~ i' •,> • /,1!,(j ;,• .! 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quéstiofi"'pòléè''pàr Jeigouvètnernent, n6us'adoptohst01u'tès les cqf\cJusions qu_i vou~ onlélésoumises p.a.rM.Vle_n1inékti ·<fònìme 11 f"ék~1ttlrìt "tr'ti/i'e apptétialiorir: ~ta,cte ·d'ès lfa1.{s' ·L'fkisVen~è:'à elf•ìò'pli1lìàlmiégrà6vléu's'èJifolente,~~tiè'n-ous a:vons ìlé.mon~rél!, ~e peJt·énife1n;mo~i &~.neJ's~·co1rfdgsLons :C~F, }>.a! p1Us\jfié 'lès' -0pJìt\i.ilmiif1ég'$JUS'ibé"nigoes,e1)es 'iie~p~ut ètte i o\i:Ji<li reWéomdt~ in'l1ére'ii,le ! la pro"~essioo mil'ff.tlré: d'evar1.t 'le :vi'rlìs grafiù'l(u5W to.ils. fos"cHò-yens -~brtl égà'u'x ·e~ p.ersonne, ~vint~)'u~, -Ìfl;Je droìt ae réclà;. mer ni' des distinclion·s ni':tdès~·pr'ilvi\~g'es."'-, ,
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Ispettori Mas tio ca'\'. Francesco Of'r -fì p.ial9 *- Dep. al l.)adam. 'forino éi,ntì:t G<trom. Lof'e nzo Se-· id . .,ialore del llegno. Comisse,tti cav. An:ooio, l\ledico Capo presso l'.arp:1 ala Offic. >I< Q
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[~pelt. Agg. pe,r la Veterinari ii Perosino prof. Felice
Presso S. M. il Re in camp.
SeQretario , · il larc hiandi Pi~lro Med. di°Ri:gg. I
Torino
Mcclici Dì·visionali 'cli ·~" t;lq,sse Eorlese cav. Francesco Medico V. Capo pr<'sso l'Armi Carnevale-ArelJa caiv. Anlooio Speòale Mmt d' Ales'Sandria11 H6becchi cav. Carlo id . id. , di Fossano 'Mt9'lis èa; . Dòna'vJnt ura id . id. di Genova Besozzi Giacomo id. id. di Torinofl ' 1 Ferrero cav. Lorenzo /\mb. di ris. dl}l Q. G: P. a disp. Cf!alc cav .. y iaconto .A.mb . ~el! a 2 3 1Division e l\1ma òav. Grusep pè 1d. d1 rrs .. ii;eVQ.G.P. comr,,;t Milano.
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llfed;ci v:visio11ali di ja !!lasse .~ li f I 1111,· ;r i ? I h ; f é la cav. Paolo Aoìb . delhl, 1,•IDìvisi ono nn I, r:1 !. 1\Ianayra cav. Paolo id. 3• id. ilr, 11,. J •·t, De.veèchi F-rancescp Sped. i\lilil. d',\ ~~i glà'a\J':AD1P. l{:c'!lb Raimo ndo Amb. della !;"Divisione V'aliena ('ti·ò~achi"no l ! mh. della 5• Divisione I, Mtuil'Lli Sèb'n:sliano i'd. ò~l Qvaf\i G,é;ll. ,P<liino. 1 1,u-Q ~1 ., Garre 'Beneò ~llo Spcd . <I Ales~anil ria. ~ ,,u ,I·~ Peluso A.olon.io , R cgg. CavaHegg. d'Ao::I~ '~r~ì .d ~ Joriçlli Gi ovi1nni ]3allisla Apjb. della 1"10ivisione L.a'i G-Mlan,o I id. della,2• JDi,·isione 1
Meclidi, cli Regginumto di ,t • clas§.t Til:r-ina Giuseppe J Soect·ate di ·Tdri1H> ,1 i.1 ·I D'epos. di:Cavall. (Vigevano} 2 Ci1Iìn6 Sebàslianoj A.mb. della 3• Divisione , 3 Alfurno Felice 4, Bobb_io Feliciano id. della ·I• id.
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GASATO E NOME 5l
SciQtelli E1··aocèscò I l<i • .Grdlia, Angelo 7 Marini Nicolò 8 Mariano"Giust'ppe, 9 Mazzolino J\lich'elè' 10 Costanzo Giovanni 6'
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Elia Gfò~fan.nj ' -14- T'apparì"°G'iHvan·ni 15 Gall~a1Jo Matteo ,. 1, 6 l)upoot.Pie.lro ·17 Aboén'è F(a:ncesco 18!' $'ò.lrnas-"Gio~a nn-i Maria Hl, lfissore Bartolomeo 26 J\,fàrchiandi Piefro-· · ~- Pfellet{o ~1. Buthod Luigi 15° Fanteria 22 Disca'lzi 'Paolo' Niiza ·Càvalletia ' ~ 2~ Borelli Gi<ir,gio: l\farià /i, mb ,. dèlla 2a Div,isionè 2'i i\~o.ro .15~o1ò Giusepp~ "')0:F~~ e'fia --25 Zavallaro Angefo I 20 id. ~6 Booino Aònibale 17° id·. 27 Taroni n.obile Giuseppe 13° id 28 Oniapella Amedeo Giovanni S_ped. Milil.. di Torino 2\f Pece-O Giaçò_mo Quartiere Gen. Principale '3'0 Amelis Piet1.o Ca vallegg:,l\fon ferralo 31 Magri Paoio 7° Fanterìa 32 prnegna ,G,uglielmo Sped. l\f1lil. d'Alessandrit 0 33 Giacomelli Lorenzo ~ Gr,a,uali.eri 3t Gfodici Vitlori.o Arpb. della 2• Divisione 35 Go~zand Carlo · 1·1°Fanleria • ,36 Viberti: Antonio Genova Cavalleria 37 Patrucco Gjosanni 42° F..a·nteria 38 Ferr.ogl_iQ.N'a~a·le 14° id. fc39 Viale ·cario /t.~ ' id. 0
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~l}[edici . di Regg,ime.nlo ,di 2a classe Agnetti· Maurizio · Amb. del Quart. Gen . Princ. Quaglro Augu.sto id. della 1 a Divisione 11 , 1 Polent Luigi id. 4a. id. Binagbi Arrihrogio id. 3a ·id. C.lara Fr.~~c.e.~co · Uegg. deJ Gerl.i.01 , i, Pa-nizza(ai Ftancesco Amb. ·d~lla 5° ,D,ivis ion&. 1 Solaro .Pi.etrò .. id di n:sèrva . . ti Tissot Giov.anni· 1 °· Fanteria , , ,, 1 y éz~a.ni FQlgenzio I C'ava) legg~di Novara r ·h Muratòre Giovanni 1 .9° Fanl~,rfa . r-.i , · , u ,1,..,, ~, Ajm'é'' Giovanni . 16_ hL. ·1 ;rr~11 1d 't· r I·~ G.atlioar,~ Giovan-oi' -Savoi ~ Ca,va·lla,lfa.i~w· ''. , !. 1,J .::'1 l F·add'a S.lefan:.o 6° Fanteria 11i, t;1,'
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Pi·aiza: Giaco.mo' 17 Boggell i . Gip vanoi '18 Pla.isanl Giuse.·pp~ , ', f9 ~uvini Gius~ppe 11 20 1\-.!uzio Giuseppe '2',1 Rer.~.tti Giov~nni I 22 Co.rbetla Gaetano 23 P~:t}o .~\E;~~l;O . 1 ! 24. Leves1 G10.v-anm 25 Pi'zz.oroq ~1.useppet ...2Q Baroffio F..~.lic~ · 27 R.i va Gal'Io' I 28 llìgaLli Francesco Palella Alfonso I Cadorna Edoardo 31 Boiler.o Guido
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D-EST1NAZIONE ATIDOA'.LE Amb·. ,del Quart. Gen. Prinip . 'td. della 2.a Divisione NivLa Cavalleria {~° Fanlei-ia·
Medici di IJattaglione di In c~ssd Sped . .Milit. d'Alessandria Peccinioi Giuseppe Dep. Bersagl. a Cun·eo 2 -Pey~Qlo Benedello Sped . MiJit:·di ,: Geoovra $ !\tani Giuseppe i Matchese Domenico Cavalkgg. d'Alessandria i 0 _fanteria · ' 5 Crema Gaetano 6 Gard ini Vincenzo 9° id. ,7 Oreoe;o darlo q.~ id . 8 Gadbald i Tommaso Sped. Milit. di G'enM~ 9 Mal vezzi Lorenzo i 8° Fanteria Baralelli Giuseppe 1° id . .A:gosti Gi usrppe 1° 3° Batl. D~-rsaglleri Ardisso ne Giacomo 5° ìd. Derossi Felice Speri. Milil. di Torino Massola Sabino Amb. Ris. Q. Gi P. C-. rr Ca~ale Zavaua,:o GìnseppJ id. id, a Ve:r'eel1i 1 110° B-alt. Dersaglièrfl Miglior Luigi 1 : P acolli Teodoro Amb. della iia Divisione Cervelli Giuseppe Genova Cavali eri.a Lanza Giuseppe Amb. della 'z" 'Divisione Gallo Cesare Pi"emonle R. Ciivalleria 1 21 Pugno Enrico • 0° "Fan lena 22 Mariano Maurizio ~ ò Grana Li eri 23 Badarolli G.i-useppe Antonio 16° Fa,nloria I 24. Boarelli Gius-eppe Amb. della 3• Divisione 25 Scbiapparellì Emil io rn° Fanteria 26 Cavallo Giuseppe 3° id. 27 Rippa: Gioanni 10° id. is Alliaoa Pietro Cavalle,(!g. di Novara" , ig Tardivo Gio. BalLisla ~ 5° Fanteria 30 Pralo Domenico Cavallegg. di Sai uzzo 3 1 Arri Enri'co 2°,Granalteri , 1 ' 32 La v-eziari Carlo ·9° f anteria 33 Balli Ferd inando I 3° id. Morzone ,Gioanni 5° icl. 80 M.ura Giuseppe 8° Ball. Bersa$1ieri 3'6 Peracca tuig1 2° id. 37 Sanlaner-a Gioanni 2° Fante ria ,, ~ 1 I 38 <I go id. I • fl !1 I I t\'fariel li J\I ìchcle 1 39 Quagli oLli Alessandro, Anib. del Q. G. P. ii •1• I I /10 8° F aoleri·a 011, • -.,.,(! '~1- ,IJ,, I ·~;r./ G'a<ld ò Giacomo
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Mcaici cli Dattag(io11e di 2• classe pel, tempo della Guerra ~ 3° Fanteria Forzano Paolo Amb. dì l1is. a clisp. C. i!.!\lilano Rovere Tilo 3° Fanleria <' , i Tcdde Pietro AllJb. Ris. a disp. C. a Lonalo Cevasco Al~ssa11d ro Amb. di Cavafl . , Ferrar-i Pa olo Amb. Ris. a disp. C. a Milano Operli Bernardo 9° Ball. Bersag.Jieri Rossi Leonard o Quart. Gen. Princ. , lleslcllini Lorenzo Bavelli cav. Amb . Ris. C. pfe sso il Q,.,»-~J?l 1 • Ji ili, L·,,1?. Rapetli Giuseppe Am. Ri~.,a dis.[C. aDesenzano I I Il I J< I Alberli Lui gi Sped . Mii. To·rino ·e.a Novara .Alernaoni Luigi Amb. Ris. a di! p. C. a Deseni. ,,. 1 J3 ra.iba11 ti Carlo Sped, Milit. d''A.lessan~ria 1,1 Bozzi Gioanni H 0 Balt Het:slt-glièr,i ;,1· .r lf, ,, I,• Grarna~i Giuseppe' Ball. Dep. d·el t~i> Ji';~nt~a.:L6l:li I V .,;1 Torriaoi Leone f., 1 Sped. Milit. di;!J.l911~Q.IY De-Simoni Alessandro Sp. Mi i. di Torino ù. a Milano ,· 1 1,-11 r Zalli Costantino id . id. 11t • il J . I, I I I. Prandio~ Gi o. }!at\ista i.d. id. J ,, di :r•~.1 ! , , , t
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Medici Aggiunti effettivi Ub~udi Pietro ·1° Fanteria Chabert Alfredo 2" rd. Goria Francesco 13. id. •1 t. il Il Dellachà Lorenzo I'· Bellino Gioachino 47. id. Floris Giuseppe Sped . l\lil. Torino.e .a Novara Cuccbietli Bartolomeo ·I 7. Fanteria Naretli Gio. Antonio .Amb. della 5• Divisione Dellanegra Luigi Sped. di Lesseill.on llolan<lo Gregorio -1 6. Fanteria 1-" Miniggio Carlo Amb. di Riser. C, a Brescia An gnuoa Pietro id. id. Yin ci. Gius.eppe jd, C ..~ Lonato ./-1 1 , l; Pesce Giacinto Amb. Quart. Gen ..Princ. ,l,f, hi; :Depraz Nicolò !d. della,,i :; Di vi~ione 11•,n; lli.'P•H .11 ,~a • Il 'l'ruQJ. Er.cole 1d. del.las2:· id. lii :: Maffiore!Li Cesare 1 ,f 8. Fa:nJer.ia, 1 11h Jrit.Ì ·•1 Gallariui Francesco Amh. della 3• fDivisione , ,, .,,q ~oglia.ni Luigi id. della 4a I id . 'l I O r ~h dm I J C.iraolq Gi useppe Amh ..Ris. a dis,p. C. Desenzano ,,,,.,J,11,'>I , ,-. Cerutli Luigi 9° Fanteria Arrigoni Ercole Amb. Rfs.a disp. C.Desenzano n1i1 ·1 't i-h '),, , \H,\11,\\ •\i Grancini Gioachino Amb . della 5" Di visione ,:;i,~l11r,'i t>f l ,!!rJJ ,,'iìt·Ji Ollav1Francesco id della ;Il' id. t; m11;;,,i;;> "11ofl·.1T Casu Nicolò iò. di ris. disp. C. a Looalo i1 ,,.,,) li I i,.>11,rlr Capello Carlo ' id. id l id. h, H1lf)'Hil{) ili•: • 1T Vacca Costantino Batt. Depos. 9~Fanl. a ltlilit;~, I, ·,,;;_i ~1 .11 .. :J. vi~r.i3 ,1:i .. i1n.uU BoreIla Sil\'iO Sped. Mii. To \f!q,~ . a ijq~ ra" , r. ~t1! d,1· /. .,,JitnJ sd~h -O Ruggi u Diego Dalt. Dep. 11. FanL. a Pa.\:ia,;1 111 t •! !11 ,nJra,'1 ,.11 ,lfJ Casu-Giuse·ppe Amb . Bis. a ù/· sp C. a l\lilano , 1•,1 1.:··1 ''.i I I• ,11li:,I/ lll9fll.ll~U;;~ B.orrone Dani ele Sped. Mìli!. d Torino Lt ,~ rn 1:rn1 .,, l ~ .. :~a;;h <I Gianni Aureliao·o id. n'i• tr.,11>1a "!: id. l'lf)iJ~ .! !. •1'.)' l, :, I ')'19 ,.,,,,il i•u •111 .. . . l I I S!-!O .'Il ' '•»JJ,J . !tfed101 A9911mti pe tempo de la Guerra , "'.'" , \ J,11•.1,111, 1 1- 1 f) (t{j'J;.:·.i,) iJ,,,,i? t'orno AJessio 3° Fanteria ,1-111 ,.. ··1•,ff JJn~L • oil1tn'l o:tdr.q Zanetti Giu&eppe I Amb. della 2• jDivisio.oe .lti :- j 1in,1l,, J i·,;. ,. o1 J/ Buffoni Gioanni 8° Fanler,ia l ·,qq 1,1/!v .,,qr,J 4,1,rnJ,11,1 Caù a~i~ qa_ètano Amb. di lìis. a 6ispi};;1a.µpnqlp bh w,n .IJ/ Il. (j(tiiì.'1j lllirHf}l11M••q B"nd1 Zeur1nq I 5° Fanleri:a J , ;.1,1lJ1 , n "/:. l\flj)~ ,1% ,. ·~.,.}I Dufour Anlor~io Savoia Cavallj:lria , , 1 ,·H • 1 ;,1 • , Jrn/ ~."1~t',~t 1;"> J;lr,~ Bacciocchi 'Giulio Ca,vç1llegg. d'Al'essandria t , , 1·; l , ~ I j I ,•p/ I' , ,•lllf f{ P~potli Dom enico Fanteria I , f,1 • u .t • 1 ti1i !! , ' o
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Bonasi con le Gaelano Natali Giulio Dardano Pier Alessandro 42 R.esas.co Adolfo 13 Peiraru Caio H Mori ~giJ AJessandro 15 Lugatefi Fe<lele Soncioi Giuseppe FlarPr Giulio {8· Boiii C.esare 49 Gh1sleni Francesco 20 Rossi Gioan ni ~·I MorionQ'? Gioaoni I 22 Toninr Paolo 23 Lolli AlessanJro 2i Moolj.ni ~uigi ,. 25 Crescenlrno ·Coslantmo 26 Alessandfini Gioa1in i 27 Cabassi Pietro .28 Vissi o Lodovico 29 Slefanìoi Giusepp 30 Carulli Enrico
4. Granalìeri l·r Amb. Ilis. a ditp. (}.Ha- ì\tilaAp1 1 • ,I· 11 Amb. della 2~ iv.isioile 'l ,i. i l•lfa 1•,11V id. ,ì• id I· li Amb. di Ris. C1a'Utl!niano • ,.'Jf •J:nl id . id. ,. , •tù . bi .I, ·1. Fanteria I lf'f 1111 I, hl"'· Amb. della 4• Di'vr§'i~/'ic 1 ... 11 d li. 1 u.11. id. 5• ià~ 1" id. ièLJ , lid. , ,I.I rn. Fanteria Amb. delta a• :Oivisìéoe id. 3• I icf.1 id. llis. a disp. C. a Milano I ' JI id. id. id.• 'Oasnle id. della- 3a Di vis.io'ne id. 4a •i'd. ' .·-: " ' iù. Ris. a disp..,G1•11a:l1asale_"'· 1, h1 id. id. id~, Dèsenzaòo ' 1 ,: • •,qé' id. <lolla ·1 "' Division'e' ~11 111 id. Ris. a òist. C. Desé\lzano 44-. Fanteria !11 34 Inzuni -Gi oanni ! Amb. t.• Divis. C-:a"Desenza110 • : 11! ,lwA 32 Bianco Alessaodr.o1 Cavallegg, Mo 1.térrà:tò :.., , I' lil iM lt'iqf! 33 Baronfo Antonio 7. Fanteria •11Hd "!. 34 Ferri Allilio A!llh,Ilis.adisp. C. Dtsenza-nb · , ,1!!.l .!.i ,12 ~15 Cosla ~ii;rll,i Pietr? Am.b. Quart. Gcn. Princip. i 36 J Coufaloni èri Angelo o. Faoleria ')j 37 Bandini Raffaele Amb. llis. a disp. C. a Brescia ,,1 38 Gaviali ,Federico 6. Fanteria 39 Morighi Emilio A:mh. Ris,. a qisp. C. a Milano ~hi 4:0 Brambilla Gio . .Ballista id. id. id. Desenzrnb n1 q,1 Lodi Luigi .11 • id. id. id. id. 11 t 2 Ni~risoli D901enico ,t 8. Fanlerìa J ,,' ,~a )forinenlo Felice I A111b. della. 3. 'Divisione ,i.i Ragazzoni Leone id. ~. id. i /i,:j Carreri Cesare ìd . R.is . a disp . C, Desenzano hi 46: Batlarati 'Pietro I id. id, id! id. .i,: Bollo Bartolomeo id. iJ. ìd Alessandria(.f) 1 48 , Beccaria Pio Sped. l\'lilit dlAtessandria 1}9. Aubert Luigi .hi id. id. I id , II oO Gan1bioi Stefano id. id. di Genova t,1 51 Paelli_Narcis() id. id. id. ,,1 5-2 Milanesio Gioanni I id. id . id. ù3 Va~o Innocenzo i.cl. id. e 'Alessandria ( ·1) ,!1, lH- Maffei Luigi ì·d. id. id. .!,1 55 Ghiglione Giacomp Rivoc. In nomina a sua diruan. h, 56 Carbonara Antonio Sped . .Milit, di G~nova ,h, 1 57 Frérejean-Soliboi~ Gi!,!seppe Sped. di Torih o C. a Casale 1, ~8 Sonri ni Fabbio · id. . i~l id. b. 59 CampetU Enri'c9 A!nb._R1s.ac_J1~p.C.Desen1.a~o .111 60 Maccl.1io'rl11li G'iò. ernardo 1.d. 1d. 1d\ a Br~sc1·a . ·1 61 Gerbino Promis Qiuseppe io. id. i,~. a Milano ": 62 Zadei Luigi Sped. l\lilit. <:\' Alessandria ,I 63 çòrso Mi chele Arnb . llis. a ~lsp. C. a .Mìl\1,11.0 9,\. R.<1.va Giorgiò Sped. Milil. ~ Alessandria i,i 65 Ceresola Antonio id. icl. di Genova 66 P onzio-Va~lia Ee4erico jd. id. d' lessandria (1) .I : 67 Taglie,r~ Dernaràq lii 'id. id. cli Genova 68 Fadda ' ' indenzo I A:mb. l\is. a c1· p. C. a Milanò .ti 69 Pi~u Francesco id. id. i J. id. .111 10 1 ·1
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7P Santini Pirro 76 Nizioli Achille 17 Fasce Luigi Gerolamo 78 Generosi Anlonio 19 Ghione Alessandro 80 Zaccagnini Emilio 8,t Gavino-Sechi Ant()'uio 8:2 Te nca Nicola 83 Taschini Luigi 81. P eri oi Bartolomeo So Agosli Giuseppe 2Q 86 .Arrigoni Carlo 87 Yenin·i Giuseppe 88 çf\slagn o· Bernardo 89 F abbris .P ietro 90 Mouselesan Gaetano 9~ Conti Odorico 9~ Serra Gioa11ni 93 Azuni Eugenio 94- Pislis Sisinio 95 ~farcello Antonio· 96 Rand!lcciu Luigi 97 Louibrosò Cesare 98 Reìna nobile Gioanni 99 ·:r.ebaldi Ap;uslo 100 Pancerasi Virginio 1 OI Tosi Federico 102 Cèccari 11i :CUv. Gae.tano 103 !\1u nerali Silvano ~ 04 Stara Francesco 105 Secchi-Si.rcaoa Ga,vino ·I 06 Vall e Efisio · 107 Valbosa.Erminio 408 Pu tg;oni Antonio 1 109 Violini l\filrc'An,toi:iio 11 O Papini A utero 14 ~ Cara magna Giuseppe '14 ~ Palaliano Antonio H 3 Franiaiii Bernardo 1 1i ,i. Gauberli Gioanni ,t I 5 Zoia Gio.anni H6 ~'i.1ga ·Ltiigi 117 Crudeli Giulio 6'18 :Bussetti Gioanni ~ 19 Garneri Eugenio ·120 Gerbl11i _Alessio i: 1121 Barni Uuggiero 12'2 Massa Giacomo ·I 23 Dragoni _Luigi ·12~ Ruvioli Francesco · -I it> Bianchessi Annibale ' ·t 26 Piaizi nobile Apdr.aa 4'2.7 Galli Ercole 128 Cao Antonio 129 Putzu Piet ro 1 i 30 Orsi Fra ncesco 13 I Marlini l!:rancesco · 13'2 }!ragilglia Frances~o •I 33 Morelli P)elro ·I H D.avico Virgin io ~ 3!i Brancojini -Vi rgi nib , 436 Ucelli Luigi ·137 Coggi Ce!àre 138 Valerio Gioanni ., 139 S01.zani Ermini9 J' 4 r~o Paozcri Angelo -
DESTINAZlO~ ATT.UALE
ANNO TAZIO N I
Spea. Mili t. d'Asti A.mb. Ris. a disp. C.p eseozano S~ed. M.ilit. di Ge~ova id. 1d. id. 1 :A.mb. Ris. a disp. C. a-.Mi.1(1110 id. id. id. Desenzano Sped. Mii. Torin o C. Nov~ra Amb ..Ris. a disp. C. a Brescia Sped. Milil. d'Alessandria , id. id. · id. t·t) 1, jd. id. id. C. Casale . 11'1 Amb.Ris.adisp.C. Deseniano id. id. i9;. 1
Amb. Ris. a disp. C. a ~Fescia id. id. id. a Milano id.. id. jd. a Br:~scia id. icl. id. aJfiJ.ano. Sped. Milil. Torino C..Nqvara id. iQr,, . 1 id. jd,;,~,1 :,; id. id. ·1 , 1 'i ..lmb. Ris. a dis,p. .C ..!1,Milao6 ~, ,,(J • , · 1, Spe~. Milit.TorinoC. a,Casale , ,i )T;.i~iliur ' • 22° lfanleria /. .. 'I Spe<l .. Milit. di Torino , • id. id. id. id.
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lieri'chi Luigi Sped. Milit. di Torino Ardu'ini J acopo id. Gemelli Cesare id . L.11gli Carlo id. Moschetti Clodoveo id. Renal( Anlonio id. La'i Cade Ilo Alberto . id. CampuS' Antonio id . l\lìgo'àti F rauoesco id. G'!iidi tuìgì id. Faedda-Delogu Gio. Baltìsta id. Licheri Gi'oanni id. Segre Isacco. id. Cossu Antonio id . 1\faresèoUl Luigi id . Zanardi Cesare id.
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PERSONALE SA:\lTARIO NELLA IL & IARINA ,
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Verde Luigi I
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illeclici ili Reggimento di 1• classe 1 Déalberlis Gioanoi lt.CanHer_e de}la y oce ' Leoncfoi Stefano Fregata V1Uorio Emanuele Pesce Francesco Varigoaoo
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classe Presso il Comando Gen. Fregata Euridice id. Governolo id. Beroldo id. Carlo !Alberto
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Mar.i Carlo Uherti Filippo D~agostini Gioanni Yàlle Domenico Morioodo Giuseppe
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Medici. di Battaglione di .f • classe' Frecero Denedelto Piroscafo ?tlonzambano ì\lalacarne A1ichele id. Tana{o , Gaffod10 Gioanni Brich Colombo" DiÙomenico Antonio Piroscafo Gulo11ra ' , ,!Il•
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1l(edici.di Batlaglio11e di 23 classe Sery Angelo Corvetta Aurora • 1 Sindico Gioanni Varigoano Aulhìoo . . • • , ll::1li t Sanguinelli Michele Ravasco .Francese.o [sola Capraia , . ~"'.i! ih , Chiappe Crislufor? Piroscafo Malfala1JR·i1,, . .. t, iHfl .I.,~~
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,~J ': tAJh , I 11,Jt ,;,;; 1!, con titolo~ qaP.IJar, , . h • ~hl !, e gT!),~o d Vap_goan o,11 • • 1 t. , l, ti' i\fed•d,Bat. Sped. Bag. Ca~h.~ ,f l,i Piroscafo Dotr.,_ r,,,, · M Fregala Viltoi;iò Emanuele ,,: s1 ,,~ , 11 . id. Carlo Alb!\ftO ,I. ìl .i;,;~' Gepova , .. , ,u'I ù ìlf,ft • r I • · "ftfedici !J,UÌ.unti.pel tempo della Gu rl'a1n•l 11 Il I rl; I • I I 1t• t,1 ços.ia Angelo Geuova ~ I .bi Marinelli Domenico Fregata Euri ·ce r !,! Per~gallo Gioanni! id. Villo io GiW!lnueJe 1 ' •t ToJ'fuli Gi o. Antoni o id. Gov, r-nol o .ti, Berlolassi C.iro i~. Pes.geney I Cal)'lerata Giar;om ,d. Ga·r,1f :Alb~ r! Q, n ·/ .J 1!1h
, .. . . Secclu~P.1nna D1e o Lazzano I Stefano .Cagarnll u Nicolò Bern inzone Raffa61.e Schiaffino Gioanni Piir,acdi Egidio I Del~ nto Ernesloj
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DESTINAZIONE AT'.f U!LE
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CO~PO FAR1UACEUTIC0 Grassi cav. Cristofo;.o Derossi Carlo Sfondrini Giuseppe Angelo
Direttore deJ·bbor, Chimico Farmac.' Mifit. CenLrale .Assistente al Laboratorio Assistente al Magazzfno
Farmacisti di 4 • classe Sped. di Genova 1 Dellacroce l7rancesco 2 Giordano ~1icbele Quart. ~eo. P. per. le Ispeiioni Sped. d Alessandria 3 Piolali Natale id. id. 4- J\ilon tani Carlo Quart. Gen. Princ. 5 Barovero Felice 6 Leone Giusep_pe Spe<l. Milil. di Torfno 7 Monaca Silvestro id. i~. di Nov'ara id. id. dì Torino 8 D.€fmp.è L'uigi 9 Pecco Alessandro id . id. .di .Ca:&lfah; 1 O Abrale Giacomo Quart Ge.ò. Pr.ìoc. a disp.
JI /j,m
Farmacisti di 2• classe ·t ~
3 4 5 6 7 8 9 4O 4t 12 43 4i ~5
Tamagnone. Francesco Ai~asso Alessandro Bagliano Stefano Boldrini ,.\ ngelo Carlelli Enrico Douhet Giulio Fissòre Giust1'Jfpe <Bracco :Mic.hele Perelli Càrlo Angiono Cosianlino Viberli Filippo Mussi Giuseppe Bocchiola Lo·igi Ocierda 'Felice Boscasso Annibale lfa1'?11aaisti
Valle Lujgi 2 _Molino Te11doro 3 DÒ'pe·tro F~'!ice ~ Parini Ca rto 5 Cugnoli Giuseop.e 6 Zuccolli Luigi 7 Cabutti Vincènzo ' 8 Granelli Vittorio 9 Biancolli Francese~ 1 O Schellini Gervasio I 11 Gagliardi B~roard~ 4'.! Curti Carlo I 43 Parigi Francesco 14 DorseUo Cesare t o Ber,mo.neì:.Caflo . ,\ 6 Ferraris_Pio Desid -rio 17 lngaramo Filippo 48 Rog~ero Gìacinlo ~ 9 Dell'Oro l>i~,L ro '.ìO Carfovaris Feliciano 21 lliancp Guglielmo i2 Negri-Gagna Gioachino 23 I Rabioo Placido 1 <=2(:, Ansioelli Virrcenz~ 25 Gagliardone Lu-ig· 21:1 Mo.iola bu1.gi-' 27 Dergancino· Loren .o 4
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Sped . MiliL di Dard Quarl. Gen. Princip. S1>ed. l\filiL. di Cunro Amb. della 5a Divisione Sped. Milil. dì Tori.o.o ... jd. id. Fen·eslteTÌe Casa Reale Invalid.i Sped. :Milit. di Torino ,, 1 1 id. fd. dìVeneria Real" , ) • ,I ·a di Vercelli 1· ' • r ,, • 1u . 1 . 1 1 Reclus. Mili!. iii Sa.vona • Sped. Miljl. di Cas-ale icl. id. di Torino id. id. di Sassari !mb. della 2• Di visione
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di 3• classe
Sped. M1Jit. del Fçrle d' ExilleJ ; ', id. id. di Leseillons ,l\ I i ;ti Amb. del, Qttarl. Gen. Princi'p. 1o 11 10 1.i ·~l•1' 'J Quar.l. Ge.n. frine. ?lt Amb . d'elf.a 2a ,Divis. 1 id. dél Quart. Gen. Prin(!, id. della 4.• Divis. id. della ,Ja. id. id. di Riserva Sped. Milit. d!Alessandri'a .a Arub. dfll.a ~",Divisione ;~ ·1tiì)M., ·~lì<:i\t Spcd. d1 Scrnmherv A.mb. d.i _Ris. disp~siz. ,,.i,J' 1 \.f foJ .I rii / Sped. Milit. d\ yercelli" 1· ' i,, ' I fh,, ,,i~·!;,;'\ id. id. di [G"è'rrovh iJI L• ~, .11.d,li ,J ·~r.1 id. i<l. d'Aléssandri a / 1••1 f 1il 1-. 11'1 Amh. di, Cavalle ria 1 1 ,J I I f i:111;:;' - f Sl>ed. Casa Reale lnv8'!tfid1' 041 :'> bi 1 id. l\{ilil. dl Torino 1tt,;'J.1 id. id. & Alessandria~\! 1 11 \ 0 , \i . )l id. id. d'i Torino ' ' l" • id . id. Bard id. id. Torino "' · id. id. rl'Aless'aritfrrl 01 l 'f id. id. di Torino )h, l'l rn,I · l. I I' d. I", ,.~'.Jtl. I'd . Hl. Amb, della, t~ÌDiyisione 1d'/1 ' 1·rr, i
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..I l prezzo d' associaziooe in Torino
.S-0~rnu10 . \ - 1" Vo ll. l),\.t>.1,nE1.u: , ld roçele. - ~0 Rivis lu del g iornali sclenlllìci~ - 3° Bullettino afliCiàk
PARTE PllHIA
IDROCELE Storia coniimfoetl<t, tfol Medico rU Blttlaglio;te . Oot.t.' BADARELLJ . li tiignor L. P. ufficiale nel 16 Regg. di fanteria, d'anni trenta, nalo alla Mndd alM::i ( provinoia dì Temp io) da varenti sani. di temperamento sanguignobiJioso, di cosLituzione robusta, entrava in questo spedalo clivisjon:.iriò il 30 novembre scorso per essere curato di un Idrocele sinistra. Entrato a~ mililare servizio nel 1olt7, uo-n areva fino a (JueH'epoca sofferta. mala!t.ia tii qualche im[}ortanza. Nell<1 campagno. ilel '1,81~8, nl blocco di ;,1anlo\":i . fu~collo da' febhL'i inlarmittcnti per ie quali fu maoùato allo speda le divisionario di Alessandria; di là a Genova e qlllndi in congedo al paese natio:: non u~b~ut~ tuf(t ti('.i, le ftd1b ri lo travagl iarono p'C r ben doc mesi . Terminata la campagna, trovandosi a Garh.1sco.ebbo a patire c1'orcllilo. sinislra, in seguito ad abuso di coito, malatt:11 che cou un'applicazione dì mignatte t1Ha loc:ilità e poclri ~iorni di rìposo guarì senza con~eguenza alcuna. ' [n 'sul. firn1 . ...,~,, · 611~uno \.I. · d.esima · re 11· 'e11·o •st·e3s e per Ia·ure causa ebbe a r1petcrsi l'orcl1ito dàllo stcs50 lato, che pur e~sa s:inara in bre,e tempo e e.olla sLessa cura. Noi 11851 , a l'iizza, nel l;aJH:ile, clieL;o violente eser~ C\lazioni ginnastiche, e spocia lm~nt,C clop~ tin salio clall':llto, comparre 1rno"amcnte in scena t>orcbite che obligo11o a ripé!r:it1·e ,allo spcd.ale. li rip.oso e lo sottrn i0nì locali collè mign alte fn ron? la prinoi palc
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.~ura che a,nco Q.uesta volla in poch_i _giorni lo condussei'o a guarigione. Kcl 1853 fu a Torino all'etto da ulceri sifilitiche pusseguite d~ nn bubone sinistro che venne a sup~ p uraziqne e- richiese un mese circa di cura {.)er. guarirno. RiMnato da questa malallla, fu poco dopo trarn~Ualo da fortis.sima q~l&lmia é).ll'occ.bio destro, é} vincere b quale, olirn gli altri mezzi-terrapeutic.i, fu rono pecessari nove sala$si. - .Di guarni,giooc in Sassari, in sul tiniro del 1854, /\i_fW'O coilp ioi,p,aro, fn ,c.olto da blenonagia cl.ie c.ur'ossi egl{ st,~ss,p ~ che cessa.va ii;i pochi giomi, mà rihe però rnnira ben presto susseguila dall'orrl.Jite .s.i.oistra. · · Senza cercare, i .soecon\i dell'~rJ,e,, appoggia}@ alla ottenuta guarigione anteriore, ne tentava egli stesso la cura facen,dosi un'applicazione di miga.atle che riuscigli insufficiente, per cui, visto · il progre.sso del male rip:Ìrò a qnello Sj)8.d1\IC dove dovette s'o.pportare una cura cùe durò circ~a due mesi, e nella q_ualc gli furon o praticalo y;iric sottrazioni locali e speci almeo\c _generali. , , Da 'f~ell'epota nun venne più molestttto da alcun mllaooo fin.o a tutto i! 1857; quando poi in s.ul prin1 chlio del '1858 a Vercelli s'accorse d'accresciuto vo.lnm_e al t-e$.tic9lo sioistrp cl)E\, s.euza c..sse1:e do l~nle aoda"a però passo pa3so crescendo fiochè venuto ad un volume piultosto considerovpl(}, si risolse dì rie· ,correre c)i\ ',irte,.yer fil_rsi curarcdj.q11esto che_, ~ccondo j lui, era più difetto che. rnal114ia. , I Entrato p-erlanlo sul p;·incipio (Jel mese dì aprile 'j nello spectale militare di rercelli dopo pochi giorni di cura prcparntoria gl,i si fe,c.e l'opcraziane,1c!Ìe ,non 1 potè esser0 compiuta per clife!tei della c.anula del 1 rroquart che sorti dalla ferila in un col troquart ! I .st~s~o, pQr ,ç.~ii, invccp di oit~ne~g -la ç,ur.{l,~radic~le, IÌ si dovette star conten\o dell:i _paJ!ialiv~. ci0è. dr.Ilo svuotame-oto della cisti. 1 ! . Si ferm ò un ,mesB circa allo spedale per vedere se mai si fàcesse aocorZt raccolta clro fosse però .tale da 11
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polere operare nuovamente, ma, visto che questa sì Qu·esto fatto congìunto a quello della ricompars!.l faceva bensì, ma piuttosto con Jenlczza, lasciò l'odella raccolta io credo trovi facile e sufficiente spiegazione in ciò che il lìquido iniettato per J)rodurre spedale c.ontento per allora d'e~ser libero da quel l'infiammazione, se non fo abbastanza forte da, !)rO'leggero inc-0mmodo, aspettando propizia oe;casìone dnrla in tutta 1a membrana, abbia bensì potuto- proper assoggottarsi aà una cura radicale. durla inlquella parie cbe come più declive ha dovuto La raccolta che, come .sopra dissi, siJ~ceva lentamente, continuò ognora aa at~crescersi, fincliè \le- naturalmente serìLire maggior i'nfluenza dal ·liquido dendosi il tumore· di una gro.ssezza piuttosto coosi- ., che dovette soffermarsi sn di essa. derevole, entrò io qi1esto spedale all'epoca succitata. 11 giorno sette· gennaio, vista la grossezza del · tuDopo l'esposiztone delle sofferte malattie, esamimore e la nissuna complicazione, si rinnovò ·l'operanata la parte, presentavasi no tumore piriforme, di 1 zione~ portando il liquido da iniettarsi, a suggerivolume piuLLosto considerevole, liscio, ondeggiante j mento pure del signor i\Iedico divisionale, a parli e trasparente messo al davanti della candela ac- !' uguali d'alcool e d'acqua. cesa. 1J testicolo trovavasi nelle posizioni ordinarie Quesla volta il risultato fu felicissimo poichè ne cioé io allo ed 'all'indietro, ed aveva la sua grossezza ·( sussegui una moderata orchio-v::iginalit~,. che collo 'naturale : per H che e da,U'esposto dell'ammalato .e 1 ainto di cattaplasmi emcillitivi, e di unzioni risolventi più; dai sintomi presentati, non dubitasi a stabilire j (unguento mercuria!~ ed estrallo di cicuta), andò diagnosi di Idrocelc.dstico, lento, semplice e secon- i gr'.\datamente risolvendosi, finchè non essendovi più dario sinislro, fissando nello stesso rempo il metod·o i traccia veruna di nuovo vessamento, ed il testicolo, di cura n quello cléll'iniezìone. j sebbene non ancora del Lutto della sua naturale gros'I'rascotsi quattro giorni si face,a l'operazione: i'l t sezza, stanco il malato di sì lunga stanza allo speliquido uscito. era gia11ogoolo, ma chiaro, e traspadale, si .]asciò sortire, fascii;mdo il testicolo stesso rente, llel peso di circa duecento grammi·; svuotato dal basso in alto con Jistarello di pelle cop.erta di jJ t1:1more si iniettava , a suggerimento del ~fédico dicero tto de Rannis; cosa anche questa tolta pochi visionale, una clilniione di a'lcool 'ed ac<1na, nell'aprogiorni dopo poìchè il malato si trovò perfe!lamente poni on e di 1111 terzo del primo e due della secon'da 1 guarito. (30 grammi d'alcool su 60 d'acqua.) Al momento dell'iniezione l'ammalato non provò dolore di sorta, ma circa un'ora dopo fu preso da ~A.RTE SECONDA acutissimi dolori al testicolo, che però. per buona buona ventura, durarono pochi momenti; cessato questo l'ammalato restò. Lranquillo e più non s'acRivisl.a dei Giornali Scientifi~i corse .<l'altro, La vaginale invece di infiammarsi, come era. a creOT11 ALMIA DELLICA. dersi dopo l'ini·ezfone, restò aem pre nel suo stato primiero: di ciò accortosi il medi co cu rante, Dottore Tap1)ari. rie.orse ai bagni locali di vino aromatlco, a ACADl::MlE ROY_ALE DE ~fÉDECTNE DE DEL~IQUE cataplasmi cospersi di polvere di zafferano, per vedere di ottenere un qualebe grado d'infiammazione (Continua;., ;,·, N. 5, 6, 1, 8, !), 11, J 4, 21. :B, :13, 24, % o 26 ) fo detta vaginale ma n1tto fu vano, cbè dopo alcuni giorni, ecco in scena m1ova !'accolla di liqui'do, e questa andar crescendo cli giorno in giorno. Quelques mots rnainlenanl $Ur un aut.re point. D'après Inutili rJesdrono. ancoi'a le ':fozioni risolventi prol'honorahle l\l. Hairion, j' aurais sppcialemenl ~u. e.n vuo vate per ottenere, so f3sse possibile, l'assorbimento de dégage r la responsabi,li té du gouvernemenl; un aùtre .. ' di questo mTovo siero . Sicché crebbe sempre il meoibre de celte ?Ss.eri1blée vous a meme fait entendre tumore acquoso quasi al volarne che aveva prima que j'élais en quélque sorte fotéressé à fai re résoudre la del!' operazione. · gucslion à ma ~ani_ére. Le moL a été allénoé, je le saìs, È a notarsi pérò cbe la raccolla non occupò più mais cela me touthe peu·; je connais celte lactique, eL je come prima tutta la cavità della vagina, ma solo i sais ce qu'!!lle vaut.: On a di\. ce qu'on voulait dire; Te tre qu~rti superiori, lasciandone libero H quarto inlrail a élé lancé ~o~rn oisement; on en a mes.uré la porl.ée feriore, dove parwe aver adè1'ito le pagine della el on es.père avoi'r réussi à blèsser I vagin'~le. 1\fossieurs, j'ai .confiance,dans vos lumières, dans la Jo -
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yaulo do ~os opprèi;iaL,om:. Yous acw1:1llc!r-ez, eorume elc'csL 1fìleressan1, c'esL que le èlouveroement do1 1 ~!re les ruérl tent de l'élre, ces misérabl es insinualion-s. Que rendu responsahle tle toules !es ophlhalmies qni :;e ruauin'imporle à moi la rt'1-ponsabililé du ~ouvernement? fesLenl. en Ilelgique, de méme que de Lous !Ps àccidenls au-xque!.s èlles peuvent.donner lieu. Qu'.elle ;;oi,t ro~!re1nlc dnns ks l\mites les plu:S ~Lroites, qu'elle soil élendue au d'eia de toule raison. <1u'èSL -ce que Cela vous parott enorme, n'esL-oc pas ?'exagé,ré, iucrocela me fàilà moi el en quai ma responsahiiilé personnelle Iahle, aQsurde méroe? Eh bien, e' est pourlanl corume cela, Se LroU\'e-l-e\le engagéc, en CjlfOÌ tloil-elle èlre allégée? el je èléfie l'honorable l1, Ha~rioo, je dèfie qui que. ce soi t fat-ce' que lc"s opinions que je vous ai apporlées, ne sonl Je me conlredire. C'esl la conséqucnce logique, 11erlessa ire pas le-s opin\ons de toute ma vie? 'Est-ce qu'à Qne autre fatale de la. doclrine qu'il a <lé\•eloppéc rlevanl rous, et je èpoq:ue, je. n'ais pa,s défend u-un gouvernernenl qtte je Jé"ais avoir l'ho nneur de iv.ous I.e: ùémonlrer. testais. foil trc celle mòtne r.e-spooso:bililé qu'on prélen•t Suivan t l'ui, vous le savez,, FophLhaltnie si rualht:!ureuimposer aujourd' hui à ot>lui" q_ue j'ai l'hoooeur de se,rvir? serueul appelée mili lai re, esl 'tlne maladie sui generis: e!le C' est, en vérìle, une m,rnièrc éLrangc <I~ rhscuter, que <le se Lransmet immédiateruenl par l'applical1on direcLe du revottuer loujours en Joule la boone foi de. ses adversaipus ou <lu muco-pus qu'clle fournit, médiatement , par rfs, la sinèérilt; de teurs conv·iclions, la pureté de leurs l'mlermediairc Je l'air impregné de jc ne sais quelle ma.inlenlion:S, A, cie·par('illes condil•ons, la discus5ioo 11 'esl Lièrc èmanée des coojonclives ol qui s'npr~e lle miasmc_ Ce miasme esl parl'oul, il est m~le.à l'ai r dòs limix-habil6s plu:ì qu'. u1fleurre trt uoe décepliQll , Jci suis aujourcl'hni ine~sieurs, au poir.l de ru~ de la nature d<! l'ophlbalmie, ce par !es ophlhalmiqucs elles hommos dils granulés; il Of.t que j'élais en 1825, pécheur end urei e't c,bstioé, si vous daos lt!S étoffcs de laine el de colon qui y sont ou qui 'i le ,-oulèi, mais pécheur profondément convaincu ; run ont été plongés; il efl dans les endroils où ces étoffes )o loi onl resliloe. Eh hienl si- celle doclrine esL vraie, il est conn~r-s1on n'esl pas encor opérée, et puisqoe l'houorapcu dc conjoncli\'iles en Belgiq_ue, qu'elles apparaissenl ble l\J.. Bai,rioo a i1woqu6, àaos c~lle discussion, son exdans le ,ci:vp ou qu'elles se montrenLdans lti miHtair.e, q,ui périencel qu'il me soil permis.à l'l1ò11 lour ile vous parlet ne puisseol èlrè. logiqnement ç_onsidérees c0-mme engenuu pcu d'e la mìcnne, quclque r~pugnancé que,j'on aie. drées var l'oµhthalmie dit.e de l'armce. Voilà bieolòl lccnlc ans q-ue fai Fhonneur ù'è-lr_e.,ptacé à. Yeuillei ruc .sui\'fe un inslaol, messicurs, la cbose en la LNe du service de sanlé de l~rmée. Duranl- ce loog vaut !a peine. lops do temps1 j'ai visité un nombre cons1<lérable- de fois. \' oici un soldal qui a accomAli sou terme de serv1ce. ~n y mettant loti! ce que j'-avais d'intelligence cl de zè.le, -saus aroir éprouYè la ruoindre a,Q'eçl1on oculair~, mais tous nos h'òpitaox, tous nos òèpòts, Loules nos salles diles 11écessairemcnt il a habi lé une et llìl}llle plusieurs caserde granuiés; j'a.i inspecté dcs -r~giroe11ls enUers-; j'ai vu nes: or celles-oi recèlenL, el!es doiveul rccéler. s.ui.anL l'ophthalrnie à toules les époque:. ùe l'anné<'. dans toules la doctrinC', dcs miasmes o,p,blhalmiquefl, el il esL impo les part1eS- du ,pa~·,., sous toulos les fortnlls el à lous !es sible que ses offets cl'habillemet qui y onl èlé plong-es, n'eu detrés; je l'ai n1e a son déhul r.omm•· à sa fin, dans !es soienl pas sa\urés. Le roi!à qu'i rcntra chrz lui . avec une! ~r1sons eL les é,;oles dans re riYil lll duns le militairo purUe de ces cffets-lù.. Est.,.tc que les miasrucis. fO~s l'om~ j'ui lu les<innòmhrahles r'appon:: qui m'<)llt,été _transmis pire de certaines causes, d'une lempuralurc éierée, par par les· médcr.i11~ di• \'anuce ..·dans quelqoe situation quils exemple, ne serool pas re~litués il l'air tlu foyer et n'ìnse lrouvassenl; fai éln<lié p:ir deq>1r, eo,n,ne par posi fecteront:ils pas à leur tour l<'i: pareols eL les arnis ? tivn. lous fos tr:.waux qtit> hl un1h1d1e a faiL ér.lore; lorsquo A.ulre f.ail. l-n soldat a. comme le précédenl, atcompli Ics liHE'l:ì éta,enl écnls Ja11~-une- langue qui m'élai! e1ra11son LcrnH\ sans ophtha!mie_ ;.nns grn1}nlalions ,,isibles. gèrc,, je tnien s11is l't1il. fairè l,1 trarluctìon: je n',1i rien né1uais nen n1i11tliquc qu'a son depar} il ne soi l pas porleur ihge., ~n urt mot. pour m'\nstr.uire ot :llt' couv~i ncrc. ri eu. ùc gra'nulali ons lalcnlcs. Rl1,nt-ri dans S~$ fnre rs,.il est alr1b::-(;lomlrnt rten , ni le.s i1lresligìllions sor lcis ruafade:;, ni leinl. au bout d'un tcmps plus ou moins long, d'opblhalle1t méditalio r\s clan:; le silencc do rnbineL L'ophlhalm ie mie plus ou moin:; aiguc. ·Encon• une fois, n'e~L-ce pas u elé penùanl de IOllfues ~I cruellcs années l'obj•?I de mes préocçupa-trons con~lantes; plu.s d'une foi · elle a, troublé ' son ancie.n élat de solJat, oe ::onL-ce pas les granulalions laleotes donUI llait 1>orteor ,n quitlant l,s drapeaox, qu, mon sommeil. Lai:.sez-nrol dor.c a mon tour in\-oquer mo'n cn sonl ia so uree l'l l'origine '7 cx.pé'r.ìènée., el ditcs, la main S-\l'r la conscience;s'il cn <~si 1L y a µln,; que cela, un seurparmi '' Oli!>. un sepl mème ailleurs. qui ail le droil Si la doc1rìne dc 010n l\onoraulo umi est vraré, il foul d·én parteii itrec plus ù'a~surancl' et d'auloril6 quc ' lugiquement et falalcmeol sequestrer l'c)rmèé, et 11 'ouhltei moi. y arniL songe cn Da11emarck. Comruent roudne;: pas qu'on J'.irrh'e au fond de la queslion, el j'aborde louL dc vou:;, en eITel. que les effets dc nos so ldals n'iafeclasscnl su1le le poinl capitai. pas conw1mu)e nl ~cux en pç.ésenéc tle~qucls ils _(eslitucSa.,,èi-vous. mossieurs, tù,mene la manière de voir•de l l'hononibl~ M. I.bìr1on? A ceci, écoulez-moi bien, car I raier!l a i'air ie mmsllle ,qù'l~ r.ccèlcnl? El l'au\ i.l qu,e j1:
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vous dise la vie du. solùal, pour vous fai re compreodre combien son conlacl avec une ccr laioe partie de la popU=lalioo civile esl in lime eL fréquen\ '! i\lessicurs, je ,,oos indique loules ces cooséquences, c'esl à vous de voir si vous consenlez. à Ics aèopler. J 'avais. prèparé un lravail, pour d.&montrer e.l seien\ilìquemen~el expéri me1Jlalemenl,que la doctrinc d~ l'honorab·le 1\1. llairio11 sur l'analomie palhologique de ce q:u'.il appello granulalions,, oe supporle pas \'ombre d' un exa· men qolllqoe pea sérìeux; je reoonce à vous le communiquer. car la chose ne me P.aratl plus 11tile. L'honor.ahle )I. Tb irv s'esl acquillé a,ec un merveilleux talent de la Làche qu~·je m'élais d'abord iroposée; sc,us l'ètreiote de son argumenlo.lion vive, serrée el cons\ammeot logique, celle. doclrii\C a dù succomber pour ne plus se relever. Perme:Uez- moi néanmoins d'ajouler à ce qu'. il a di'l , quolques courles obser·valious. Le carnctère anatomo-palhologique del'ophlhalmie militaire est la gra1111la1ùm vésiciileuse, dii l'honorable M. Haidon, et celte granulaUons esl un kysle. Eh bren . messieurs, ce quo l'honorable f\J, Thiry ne ,·ous a pas dil el ce que je sens le besoin de vous <lire, c'esl que ce krste es t de l' nventìon de l'h.onorable M. Hairìoo. 11 u'esl pas, e~ceplé lui; uo seul opblhalmologue n:u monc)e qui nit·osé dire cela, il ·n'en est pas mènJe un seul qui l'ai L acceplé. 'l'ous, sans exception, ne volenl dans ce\l-0 prélendue granulalion qu'une esagèra\ion d' une porLion du lissu c-onjonclh·al. L'booorable M. Bairioo a bcau dire: « J'ai vu ce kysle. » Je lui reponds, moi: «No.n vous ne l'are1. pas ,·u. Vous a\'ez cru le \'oir, je ne I~ nie pas, mais vous oe l'ar ei pas vu e n réalilé. D'autres que vous onl fai l usage du microsr.ope pour lcurs recherches granulai res. cl il n'en esL· pas un qui n'ail inlcrprélé autreme nt que v·òus ce'qtrecel iQslrumonl leuroO'rait,àvQi'r. >> Après 'tout, ne l'oublions pas, messieurs, l'inlerprétation des -choses que montre le microsoope est nne opérali·on inlellccluollc; elle n'esl clone pas, elio ne p·cu( pas élre la mème chez lous; d'où résulte l'inconlestable nécessilé do soumel\ro au coolrt>le des lois généralP.s, les impressìons qu'il fourn il, et s'il y a défaul·de concordance, de se mélìer de celles-ci eL d'hésitor à leur donner une signifi calion, a Combien ùe fois, s'écria a\'ec raisoo l\J. le docteur Pauli ·au Congrès d'o.phthalmologie, eo parlan t du microscope, conH5ìen d-e foisce moyen <l'invesligalion, qui n' est pas in fai llible, ne nous fni l-il pas vo.ir les ohje-ls sous une fausse apparence '? n Je le répèle donc, je défie l'bonorable l\L Hairion de vous montrer ces kysles de omm, 3, de omm, 4- à I ou 2 millimelres. Pour qn'ils exislassenl, il faudrail que la nature se fl1 l décÌdée à ab<!ndooner ses lois; que la muqueuse, qui se nomme·confonctive, ptll èlre nulreroeol roala<le quo scs congénèrcs; que la thérapeutiqu e enfin. celaulre contr6!'e de !'anatomie palholçrgiqire. fù t \'en ue nous clémon•
lrer celle dè\'iaticnicetle excepL1on, celle aoor-maljté. Gar1 je l'ai .Mjà dli, un corps élranger est et sera éternelleIDl.'nl un corps élrarrger, quelles que soienl les lransforroations qu'il subisse, et, poor le fa.ire dispar<1ìlre, il fao· Jra loujours r ntirper ou le déLruire . Or, me$si.eurs, -péné.lrez,-vo'Us bien de ceci. c'esl qua la granulai ion <lite vésiculeus~ disporatl souvent sans rien faire.Ju tout, e~si l,a cbose.à laquelle on donne,ce ,nom, conslilue vérilableruent un él11l path ologique, il su'ffjt, dans un graod nombre de cas, de mellro \es conjonctives dans des condilions de repos, de Ics souslraire aux causes de congestioo, pour n'en plos voir de lraces au boul de peu de jours. Dans d'~ulres circonstances, !es moyens Jes plus simples, Peau froide, les a.ltouchemcnls à l'aide du solfate de cuivre ou da mucilage lannifiue, etc., fool éYanouir celle légère conges.tion aree une inc.royablo rapidilé. Et ce sorail,là un k,yste, un véril able kyste., un corps•élFangt>r eo un 1Ml ! messie.urs, vous n'en croircu. rien, }1en ai la conviotion. L'hooorable mernbre qui sail inyoquer anc un soi'n si minulioux, lorsqu'il s'agit de ,·enir en airle à certainc.s, parlies de sa <loc-lrine, l'auLvrilé d'homroes qui ont uo nom dans la scie.neo; se garc!e bien de recourir à eux, lorsqu'il s'agii de,ùélermin-er J'essenco de sa gran.ulatioo vésicuJeusr,,, Il a hien soin rie ne pas vous dire, p.ar e.xemplc, que, pour 1\1. D.e.condé, c·est. une intmnesce11ce patliolo gique (l'une vartie de la co11jo11clive; qu·e, pour Bendz, <le regrellable mérooi re; com mc pour M. Decondé, c'esl uoe adJ11ite co11jo11clivale; que. pour M. Muller cn6n, e' esl uno glandole moqueuse hypérèmiée; il sail tout cela, M. Ilairioo; il a confiance dans ces homroes, el Jorsqu'il s·a- · gilde vous éclairer sur le poi11l fondamenlal tle sa ,loclrino. il reLient leur opinion sous le hoissea u ! Vous parlerai -je roainlenanl encore dc,; granulations lalentes.? Il le fe1ut, mes&ieurs, à mon grand regre,t, puisque l'honor,able ·membre ne conseol pas à les a:banclonner. • Elle$ seules, sui~anL lui , expliqnent IP. développemenl cbez nos soldals, de granulalio'lS vesiculeo5eS sur la conjonctive, à I' occasfon d' ooe came catarrhale quelconque, alors que quelques heures auparavant une inspeclion minutieose avait monlré clrez eux une membrane parfailement saine et exempLe, en apparence, de t1:avail morbido, el la q:ioltiplicalion quelqucfois si reremar,quable de ces produits palholQgiques sous l'nctiòn irrilarlle de collyres., de· pommadcs et de·causliques employés d'un e rnan ière inopportune. ,, N'est-ce pasque cela esl bien troavé? li y a des kystes, parco que des graoulations vcsiculeuses développent soudainemenL else moulliplicnl; el à leur tour, ce développemeoL el celle molliplicalion se maoifcslent, parce qu'il y a des kysle-s. Tlrez -Youz. de là. si vous lei>ouvei . Il fo ul, a mon avis, Mre sur l'c.wpire d'élranges prèocupatioos, pour allribuer à des causes ex traordinai ro1s des cboses si si mples el si nalurelles, Quoi I on pourrait ni
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saos pré~colcr d'allèralion dans sa. texture, puisse r.ecélcr conc-evoir- ni expliquer, sans kystes I' hyperèmie., la coogeslion, le dèveloppemenl plus ou moins soùdzin de l !es germes de l'ophlhalrnie granuleusr;:. Ce ne sont que des ,·ue; spécul~Hves <le l'espr; ,, cl qu; ne ceposenl pas r.e r!aines part\1'S de la c.onjo.nclive, sous l'emp:re d.e:.ca11· sur les fai1s. ses itritantes certaine~ I Mais c'esl méconn-0ìtre les pre: <1' M. Stromeyor ai,1é. Je crois que celte. articìe a élé miers princ1pes de l;:1 pa~hologie ; c·esl <le-.gµi e.lé de creJJr rédigé par de, médécins mililaires fo rl au couranl des et sans raison aucune se jeler dans le myslicisroe eL ce queslio~s prali ques qui se rallacbent à l'ophthalmie d1le mellre à parcourir les espaces. immagioaires ! mi.lita.ire. Après une visite lrès- minulhicase, un soldal sera Méssieurs.-celle qu eslion <le granulalion lalenles a un e déclaré exemple de granulalions, et deux ou lrofa jours !elle imporlance, elle crée. à un gourerneruent. qui,acce - I plus tarJ, après avoir quillé son corp~, il offrira, sous la pterait la rnlution de mon honora-ble ami , une re.sp·onsainHuence d'une ca use occasione!le, de.s r;ranulaLions avec bililè <l' une lC'lle etend ue, que je ne puis m'empecher ·de toutes leurs conséquences folales, el apparaissanl avec vous faire conn atlre loule la discussion) Ja,quell~ elle a I l donné lieu au sein d'une seclion du·,Conirès d'.ophla!- ) uoe rapidité élonnanle, sans qu'il aiL été so,umis à upe nouvelle conlagion : c'esl là un faìt qu' il n'. est "p11s- rare de molo gie· ren,conlrer dans cerlaines circonslances. Ècouti?.z-moi clone ; 1 . I •< M. Melchior. - Pour moi., je _ c~nsidèrf, ,cél a.rtihle ,nonLe .ctrp1ilé d'o,:ga ni$nlJol) avaii ;;oumis, à Ja san clio11 de ! seulemenL comme inu ti le, mais mèq1e còmìne dan,çereux, l' assembléc la résolulion suivanle: , CHAPrnrn IV,§ L - Les faits p.r.oiivenL qu'une On n'esl jà\nais en droil <l'affìrmcr qu'il exìsfaiL un germe ,lalenl avanl l'évoluli on dcs granulalion$, et il foudrait conjoo.cti\'e pcul recéler Ics germes d'o,p!Halmiè (et vous au\re chose qu'une si mpl e asserlion pour admélirè urt sayez qt\els sonl $es germes pour M. Hairjon), sans semb\ahlc fail. qu·i1 soi l p.OS$ible à l' reìl nude saisi r le moindr-e change· · << JJ. G(J{11ie. - J'ud mels vol onliers que l'expression dc menl. soH dans la lexlure~ soil clans !es fon ctions: de cètte gmnulations late11tes est impropre, el qu'il est tliffi'cffe de membrane, de \elle so.rle que les mililaires qui onl dtijà ~ornpreodre anatomiq uemeòl ce qu'on a voulu désigner élé alloiols, Yoire m~me ceux qui oot é lè ~eulement exsous c1 nb111 . Cependanl le fait signalé dans cet arlicle posés aa fou~·er d'tnfoc.tion, sc,nl suscepliblt '> , quoique est réel, et bea ucou p de médecins militai.rés sonl d'accord ayanl en apparence les conjonctives sainPs, de voir se que les choses doh·enl sç passer ainsi, dans uo cerlain <léveloppc.>r chez eux des granulations \' és'cu1euses, sans norubre de cas, qu 'il serait tout à fait impossible d' expliavoi r subi l'inOuence d ·une nouvelle contagion . Po-ur douquer de loule aulre manière. ner un <lèveluppemen l rapide à ces grauulalions lalenles « 11. }fel'chie, èn répondan l à .M. Stromeyer, fàit remar· iosai5Sebles à l'ooil ou., il ne fa:ut q-ue l'actio r. 4'une cause quer que c·es L~urlouL des graimlations lateafts qu' il ·a irrii anlf' quelco nque, un· rnfro:dissernen l, une lésion lrau_ vol{lu parler, el 4u'il n'a pas émis d'opioion sur la préte11malique, un co rps étra n,ger vena nt se lager sou~. le~~paud ll'e pér i'ode ,l'incubai ion qui précé<lèrai l le dérelo ppetnenl pièrqsi ou laute aulre cause susccpl_i ble '.!e déter.n1iner gra1rnlaire dù à l'i nfection mia~.malique ou .à la conlagron. · ..sur I;\ co,pjo nc\ ive, .un 1roouye 01cnt flQxionn.a1r,e, " ,e Jlf. limdc . - Cela.rlicle, doni· je recono11is l-0ule l'i1nCele est ,exlraordfo aire, n'..est-ce pas? incomprehen$ip.òrlance., rrie semble devoir etre niaintcnti, car i'l cons.laL blé rnéme. 'Eh bien I l~I a a1mi ele l'à-vis du Cor.grè-s, ca r un fai't d'une veri le incont eslallle, et <lonl bien <les. m,édevoici com meni il n accueilli ~elJ(l ,proposilion: ci ns mllilai re~ on l <lè.jà eu plus t1·one fois l' occa.sion .de se " M. Mel'clde. - Celte àrlicle est <l'une importanu qu (tSSU rer .. En effel, on ne potil conlester qu'il y a, lors de n'fchappcra à perso11ne; les conséqu cnces peu\' ent e-A laute conia gioo ou infeclion,. une certaine période d'incuèlre excessivemenl graYes. Jl s'agii, eo effel, de décjde r ! bation pendant laquelle le g~rme est réeÙeroenl à_l'élat si nue maladie doil Hre considéréa comme exista11l déjà° I, lalent. Il est vrai que l'espression de granulations.lalcnles alors quo les phénomènes p1rysiques qui en indiquenL la. n't1st pa5 exacle, car on ne pourrail entenclr.e par·là que présence dans le lissu où elle a son siege, ne ~ont pas !I lcs corpuEcules glan<lulaires de la conjonctive, recélaot, acressi hles eocore a nos sens. l i est, selon nous. impospeodanl on lemps plus oo moins loog, le germe d'opbtalsible <l'atlmellre que ùes gl'r.,11uln1io11s la.tentes puiw~nlexi. ! mie. lesquel, sous l'influ ence d'uno cau~~ occa·sion.elle sle:r, si le lissu de la conjouclive u'o ffre aucuné alléraiion quelconqu.e, éprouveraien l une modification palhol.ogr_gue malériel)e, in{.liqoan~la modificl\lioo granul~ire <le ceue qui le- fen1it passer à l'éLal c!u vérilables granu1alions. membrane. Le doule esl bien souvenl perm :s an déhuL de « :11. Gul: parla~c e11tièremen l l'·opinion .de n{. cà1ercbie l'affecl ion i il s'a.g1 L d'affirmer que les granulalions ou la sur l'impossil)ililé de r~cònnaHrc cl.d'adrnettre la maladie ophtbalmie qu'on a sons les yeux doivef\.l étre rapportées en l'absrnce de toule lésio11 malé rielle de la coojoncliv:e, à. uo germe lalenl, a.}lanL 1ixislè plus ou moins lon~tmps La lhéori e de ce ge.rme lateol lui, parail une c·hose lrèsavanl l'ap.parition de,l'état granuleux v 1;ible à. Frei'l nu, b-ypolh éliqtle . car il po~sède des faiJs qui lut onl clémortré 1c M. lle Cai$nc. - Je de1uande la ,suppress.i@ de ·tout que, do11s-ct'rlaines çirCO$lanccs, les,,;grarnilali_ons· pcuvent c~l ar\icle ; il me rép,ugne. d'adr;oellr(l que 11\ CQl\j,J.Ilttil'e , se d·e\:cloppe r ~poulilnémen l.
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-2%'2 <t Jlf. Lotfl!er . - C~l artide est fort importa1\l, cnr il ' sàit lrop co111111enl il poù rrail jrnrvenfr à s'en lire.r. Dev ras'agil d'une mcsure di! la plus grande portée. Si l'existeil par hasard a:roi r reoo urs à un instrumenL d'opliq ue tence de granulalions lalenles est une' chose in<l'Ontes1able, grossissant les objels, chaque fo is qu'il aura à se prononil n'en esl pas de meme pour la période ù'incuhat'ì·on penccr s·ur l'e'xislence de ·ces granulàtions ? c ·esl là . il fa ut dant laquelle la gt>rme de l'ophlalmie reste à l'état lalenl; en conv'enir, une chose ìnsoulenable. · c'est pourquoi .jr Youdrnit rédigér celartici~ ne la mànière <t ili. Hail'ion. Les diffioultés qu' on préiend reconsuivanlù: ·La disposition 'élant i:Z01mée po·im procluirnm ddnattre dans la me.sur.e 'rec.òmmandéli.l dans oet article, ne veloppemenl rnpiilJ t.le!; 9ramilatio11s, il 1w {tml gue l'action sont pas lelles qu'on s'es l plu à le dire ; il est, en effet d'tme cause irritante, etc. dans la plupart des cas, un moyen bien quel temps le « M. De Caisne. =- .Te .croix devoir expliquer ma proso\dal a quilté son èorps. Ainsi, un' mililaire, a-n1n l son posilion.r.n ce seos, cfue je dem·ande seulemcnt la suppresdéparl en ·congé et jugé.sain,_esl reconnu alleinl tle grasion de ce qui précèdc la phrase: << pour donner un clénulations ou d'ophLalmiegranuleuse lrois ou qua1lre jours veloppemènl, elc. n, plus Lard ,i ne deMra+on pas aclmellré alor qu' ìl a pu\sé << M. !Iairion. - Cel arlicle, personne ne l'ignore, pcut le germe de l'ophlhalmie dans l'arroée donl il 1·len de faire partie'? ~ avoi r des consèquences graves l)OUr les gouvernemcnls; mais \'in\Ùèt du soldal est-il moins sacré'? Dans quelques " III, Wa rlomirut. - Il est beaooup·. d:obsei·.va:liQns qui circoslances, cl sous l' iuOuence de certaihes causes occaprouverll que des· soldals, reéonnu cxem pts de ,gtanulasiouelles, le òéreloppemenl dè3 granulations se fail 1wec trons à leur deparl du régimeol onlélè alleinls de granulaune rapidilé incoricevahle, et il esl facile. èle se trbwpe'r lions on d' opnlhahnie purulento, qu'ils ont comunidans le jugemenl qu'on pourrail ètre appelé à _porler sur quees à leur famtÌle•peu de temps aprés leu r retour dans la <)ale à laquelle en remante l'évolulion. Ainsi: des homleurs foyers. mes vìsilé. ava·pl, èl'élre rcnvoyés dans leurs fo ye.r, onl élé <( Ce~:>fails sonl signalé;;, chaque année, lors des v·is iles enlrepriies -dans ·Jes p roviò·ces, sur l'invitati on de M. le reconnus com me ayanl les conjonotives tout àJail saines, el quelque jours plus lard 1 au sein de leur famille, !es ministre de la juslice, pour oonslaler Ics dr.oits à la granulatìons se $0'1'\~ mqntrées avec .une incroyahle pension , du t:l1ef de oécìlé plu·s ou rooìns oomplète, que rapidilé, et. ont sen·i à propager lo maladic à plusieurs de des mifitaires qui -.viennent de quiller le service, réclases niemhres. C' esL en présence de fail semblables qu'on roanl citi gonYèrnemen l. a voulu ?:ccusur \es ruédecins mililaì res ò'aroi r r,envoyé /J Dira- t-on, dans ces cas, que lt~ mililaire qui \'ient de cbei eux <les horomes porleurs de granulalions. ~ ussi, ·quilter Jes drapeaux élait ·saio· au déparl ·? Si celle c.onpour obvier ti ceìa, l'.adminislralion dg serrice de sanlé olusion faìl l'afl'aire de l''Élat, elle ne peul fa ire celle du malade, et !es intérels <le cel"ui-ci 11e doivcnl pas ètrc nèbeige a-t- elle obteou du mini;ìlrc òe la. guerre l'ordre de faire signer la cart,ouche <le Lous ces h ommcs avan l, lcur gligcs. On ròconilatt un e période· d'incubali on a toutes òépart, el d' y ()éclar-er qu'ìls 1-1.e présentent e, aucun germe les maladies, pourquoi en refuserail-on une à l'ophlal mie granulaire, alors'ftl'on a l;in t de raisonsdel'admettre'! appareni d'ophlhalmie. •> Qo comprend facil01e nl que, si !es foi\s s_ignalos .daos ce1, articl e peuvent ti,·oir des con u M. Laveran. - Cc scrail peul-éfre ici le moment ùe séquences ìmportanles pour le lrésor public, les·fnt éréls s' occup.ér de la queslion de saroir si la maladie esl toudu :;o\dat uc doiq~n,~, p(ìs aLre moins écoulé~ da ns celle jours doe à la conlagion . ou si elle peul quelquefois se d rcosta11c,e, surtouk quand il est tl6m.oulrè qu'il a con- f d:(welopper spo'n{ànémenl·sous JlinOoenc~ de oauses caLarrahales ou d'irrìlaliou. L'opinion 9ui ad111el la eonlaLraolé son mal sous I-es d11apeaux. et que c'esl bie.n àl'opht.halmie u:iilitaìrc qu'il es\ perrois d'allribuer les accidonts gion comme cause ·unique s~est jm1qu'à- présenl proJuile sans oonlradictio rr. li setail sans doute 1t1tile que l'opinic, n tiui l~,i onl fai\ perdre plus ou: moins la 1·,ue. Je pourrais, contrai re pltl ;tus~i se foire éntendre. dii en terminnr.l !\l. Hairion, ciler :\ cel effel quelques 1c il/. Gul~. -Je demande la permission de ciler un fail fàils prou1'anl d'une manii' rc irrefragable la rérilé de ce. qui me s·emble prouver d' une. 1')1ani~re frapp anle, Le·dére~ue jn 1 i.en d'a.vance.r. loppemenl spontané des gran ulalious dao:; certaines cìr<• M. Meiclii01· croitòcvoi r répéler encore <ju'il considère oonstanees. Je suppose. commc cela ce voit parfoìs en qcl arlicle co11w1c da ngercux: en l'admel1anl. on mettraiL Aulriche, que mille. h·ommes èhoisì$, rebusles, v-enan\ dc l' offi òier de sanLe., chaque l'ois. ,qu'il serail appele' à statuer la cam-Pagne. soienl placés -dans une cascrnE! qui n~ sur l'élal des YCUX d' un soldat avant son renvoì d11 corps, rlevrail .en conleriì r que cinq cenls: eh bien, par-mi Ce$ on ic ru e~lra\Ì, llìl-il, dans la fausse posilìon de décider 1 niill e soldals, donl aucun n' ét,\il.. portc-ur de granulations, ·s'il cxiste ou s'il 11\ixiste pas de germe d ophLalmie. « M. Jfe,·chic. - ·O:ans ccl arliclc, scmh\e-l-il, on veuL on verra, au bould'-un certain temps, d'une annèe en,·\ron cl sous I inOucnce seule dé l'Mcombrement, apparai!rc mellre !t1 méclf'cin mililaire dans la nécessilé <le recondes gta-r10Jali om1 ettsans ltu:on pui ssc le.s a,1tribu,e r à une na'ttrc l'eiòslencè dù granulalions insaisis'.mbles à l'reit w1. conlagion qùi eo aur.11t élé IP pùint M dép11tl. •> Or, ce scrait-là lui crèer une foul e d'embarras, et i'on ne 4
1
J
Lrl ,S}tppr.~ssir:m di.§
i•r:est prononcee.
La òon.dan'lnàtio.n, vous le v,fy~z. est formelle, abs\l~ue, et j' osertli ·m·e.111é d~r()., ,rrérocabk..C'est-& I' A,,c~.dé!Jl,ie :à v'Oi:,r, -s'I ·e\l~ e:st d·isposèe à a_çcuerllir l' apèl 911e-,Rh'on-0ra'.b'leM. Ifai ri·oò .a ctu devoi'r ·en,in lcrjet~-1' aup•rès d'el'\e. Poti.r ne plu? devoir re\'c1~i.1\ sur te po1n'l, j:e vous prie• n1'essieurs., èÌ'e ·ret<enir l\ipibfon M~f'. G'ulu. qu·e. j~ yie.Qs c1} vous lire, ç,'.e-s.( u~; réponce pérempto'i-re à :mi qui à'élé ùi tda1isAa çl~r:nier,s~s~?Jl~e, '.qu.ç, i' en4p\Ì\:,tlrerne,rt setail imj>u is,ant, 'à:; proii'uire tfos 'affecli,.oris: o:c.uJaiiies. Je.~uls d' a,,·isilLre rlvonorabl~.J\iL Thir,y. eùt ,pu S"Ja1\Jtèliir clè·s'fJ.i v're 1\1. fla:iri'oni ~lans, to.1:1-L ,cle q,u'i:l à .tlil des' ~ranulaUirns papi,Jfair.~s!. 'l'égét•anles, òhi rnues.ou·f:b·rb~plas\iques-i fibreuses ou inoèlutaires et d.é nous: ç.roduire le beau. trav.ail cpre l'OU5 o.opnaissez. E:n,realiléì,l6ut oelà:eiWéltabgér à la qtiesti'ò h CIJli JlOliS OCOUpe'. [I S'. agrt, .eweffot, pl,lrerneni et simpfonie:nVdt·sarni~ si l'i.i'plitalmie "'ait mi lì l'a li'~ ,esL une mafaciie ,spet)Jì:q9_e oururye :ìnfl~mn1a1io.n ·~i~p1~0r\ l'hono.ra.ble ~f. Hairiòn. Ìùi-mèine n'al,laç.he <tucun~ impqrta1ì,çe à tQtÙes (}es pr~lendue$ gra!)Ula!iuns! el) lapt que carac!érist.i.que.s: 'dì'\ celle. oph'l~drn.ie. l',outqù@i.d01i-c con.linueçaL-je à-. v,a~s--en.l'.rele:n>ir 1 li n'~;a t:iourlu4-qil'1une seu1e gra.nu.Jatio.o: ·~pécifiqua; ìc-a-ractérist,ique, ole$\. ·c:ellc q,u'1i appelie vésiç,u,le,use:,Eh ijieu, reduics.ez l&: c.ell"é gru~ nulalìon, à .sa: véritabté·sìgniftèalion, 'f,;Ìtes en ·ce "qu'ei'le est 611 Fé.alit~, M qu'en ;on f&i t Mì\f. Dè'contlé. 1r~1ioi>, ~luller eL à•aulres; µn ·simple dérelopp.:roei)l f:i)!litufa ir,,f, et la spéc'.tfile- de la mala/lie disparàib imn1é.d\.al.ème,p\, èJ la p11e_miér~ propositi on .de l'o.n~rable _memhre 1 celle }!Ui Jail le fo·n1.lem ent de sa d:oolrin u ùo.nti! ~lL<lico.l.\1-er 1ou(es l~s consequenàs, q,ue vni1s sa,,e, , si ·e--xtràva:ganCés: cfue èlles soien_t, p1spart1H ;d~ la scènc sc.ienldique ·f'I L reiitre clan5 le ·m%nl. (Col1/i1nw.)
Per R0 Deereto 2 lu~lio f859 Ldottori "Foi.·rian_i Leone, già Chirurgo maggior~,iµ 2°, Del§hnoni l t\lessançlro. già Chirurgo Maggio;:e cli ~a Classe~ Ztdli· ,C.ostantìno già Chir.mgp maggi'br~ in .W\ l P.r.•iuulina Gio. Batt. già C.hirurg0 maggi01:e-_ip 2a,. ·yennero nominali a m~cli~ì di Battàg1ione di 2a Glasse pèI solo tempo. della Guefra e désti1fat1 allb :$pedale )iiHLafe Divt d1Torjno, coq decorrenza de1Ja pagn da·J '1. °-: detto mes·i . ·
I I
• P:er R0 becm3-to 2: lçig<}io '1?591fqrono, nqmin.ati ..a ,.Medici Aggiunti ner il°tempù ,d,ellaiGuerra con deç,or~ ' renza dell'a paga dal '1° ciéttò niese i:Sfg:. Dotto:i:i : 1'1Iu!i,e:a•a.tU cS1lvan_o St&ra ,F.r.an~.es,ço
(~aJd~c1•~,i Gi.o,, ijaUisli! Zo.h..: Gio\ia_ru;i,i
Sec~hi-Si~ean~:G-irvJn'o ;Fuga Luigi · Va.n e !Mìs'io CJ1•ti•Jeli Giuli.o Wal!?}l!l!!i& Erminio Buss..ct.ti Gìo.vanrii .Putgio.ni Ant.onfo Mar.iàJ ~àr-llfer.i;,Euge.nio '1Jolitli. 1\f,ar-~'An.tonio Gerbjni Ales.&io Papin.i A.nlP:ro · B ,a,r.ia:i Uuggiero ,~ ·: u•ama:;na {ìius:e~p<' 1'I'uss,a ,Giacomo Paàl!t!(fhui ò Anton io, J,&,ra_;;;o.n i .Luìe:i fi'1•anz1mi.Berna-rdò lb.n'i~U Frànc.es.co , lliancbè\:>si Annibale Lee~bi Luig.i Pfoz1di J\ ~·d rr.t '1i:r«lwàni J•,rcdpo Gatti ·E'rrolr. 'Gcme-!ii Cesate• .Cao Antonio ·f,u~ii Girlo. Put,zu P-ietro Mosé'betti Glo.él'ovéo Òrsi 1.i< fo;rn·esoo àe,1at-i- Atito-ni-ò jiàr.tirii Fràn'cescò Eài Catlelfo Alberto 1 B1•aga~J:~à Fràn-ces'è'ò t:'am1Jus ' Arllonio1 I lfEou;eÙi' Pielfo f ' Mignati Fr<1n ées'c-o 1
1
Da-Vico V!rginio
:l!iui<ti' Luigi
B1•1u1coìioi' Ei1~ico \;ceni Luigi Cor;i;i Cesare
Fa~llC 'Deiogu Gio. Balt. ,l!Jicbcri Ùiovam1i
I!
Giovanni· $oz~a,n ,i Errnini'o
, l.1afo11'io
J' Pa:nze.'@•i, Angelo
•Scg:1•c Ìsa:cco-
Cossu Anioni-o ~l~resc'ot~ Lui.p,i' Zànardi Cesare:
Pe.'f R:..0 · Decreto -i Iug;Jio 18'59', fì1rono, no.minat.i 1 a Farmacisti militai'i di 3~·classè con la d·ecotreìiia t della· j;fàga del '1° detto mese, l già soldati ilel ffatta1 _ glioiie d'Apirninistrazinne~:, · ,· · 1
· NUO:YE NO.MINJtJ Per H De.ere.to 2. Juglìq ·1859 firrono nomin.ati a Medici di Rattaglioi'rn di ,2a'classe è dèstìnat1 àU 'Qsp.e:dale Militare ·Divis'ioo·ari'o di Torino,- con dè'cprrerÌza <}ella: gri'gt a fa'll temp,o dai '1'9·d.e,.Uo niese, il dottore ~'r.illU' Oscar~ gi~,Chirul'gO maag'.i~o.re·il ' in 2°I J ed' il • .. l"t,.~ . !4. .... ~· . dott. ('~:n;,t~.'Pl.eLr,Q, già Medico di Batla,glionp c1_L2a .C.J::1ss,o. ,. 0·
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Pè.r Rò· D~crelo _;2· lugHo~ '(859 furqn9 no;ninaii a
Carl~'fl:ù•h, Feliciano Dest ,allo Sped(Q;v.. iL\Jess-àod-rja Bfa'ocò Gugliel.mo
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N~griGagnit Gioac, R1lMuo. P.lacido il:1:t.ziùe'JU Vince11zo ~ag~i~a,<lone Uig.i llllajot.a Lui!!:i Jfflei;g;'a neb1~• Lòren,,o
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i\1edi_òi A:ggiirnJi é tlest'in.ati all'Ospe-daìe Militare Djv. PllOM'.OZIONI ·d·i 'l'ò'ri'no con,~deè'of,'rflfiifèlell·a paga (laft~.détt'.0·1nesè, ,: j do:ll@ ri :Bo1·1.•o.il.e J}arii1sle :e,' Gia1u•i A.nre- j . Per .Jetermin;àzi,òn~ ~(inis_te,riale ap_provalil ,,<!a S. g\ìan.o. A. H. Luogotenente l;ieQuale di S. M., in u.dienza 1
1
•
del 2 luglio ·1859, passarono a Medici Divisionali cli BI-asse, èon la decor.r-eX1·za dolla nu·ova paga a far tempo dal 'lo eletto, i Medici Di visionai.i di '2-n Classe signori Detrori ·: 1-11
Besozzi .Gia-c.on)o
Desl. allo Spedale di Torino
)l'errc1•0 Cav. Lorenzo Id.Amb.di ris.d-el Q.G.P.disp. ()è1.•a!e c ·a'v. Gk1como Id. 'id. cle11a cJ.a Divisione Billla Ca,. Giuseppe Id. id.diris. del Q. G. P. disp.
Per H.o Decret'O 2 lngUo 1859 furono promossi a Medici Divisionali di ~a Glasse, colla decorrenza della paga dal to èletLOi i Medici di Reggimenlo di 1;t Classe signori DotlJl'i : · Coirc J.Je.necletto l."cluso Antonio .Jorfotti G. 8all. Lai Gaetano
Desl àllo Speda:le d' Alessandria ld. Reggim. Cavalleggieri d'Aosta ld: Ambul. ùellà 1 •. Divisiòne Id. id. ·id.
Per determinazione Ministeriale approvata da S. A. R. Luo.O'otenento Genetale di S. M.,, in udienza 2 luglio 1859 passarono a Medici di Reggimento .i:li. 1a Classe con l'a decor,t:enza dcella paga a far tempo dal ·lo detto: i Medici di Reggimento di 2a Classe, signori Dottori : I
Dupont Pietro &bbeue Frnnce~~o Solinus Gio. )lari a Fissore Bartolomeo ffJ,u.·chi.a udi Pielt;o Buthod Luigi Discalzi Paolo Uot•e lii Giorgio 1in J:t.loro Paolo Giuseppe z .a "~ttaro Angelo
D'esl. all'A.mb. del Q. G. P. Iil. Cavalleggieri SaJµzzo Id. 8° fanleri-a Ì Ìi. Spedale ~i Pinerolo l d. Cons . Su,P,, !\'.lii. iE S~riilà Id. 10° Fanteria Id. ~i~za Cavalleria Id. Anih. della 2d Divisione "1a. 3° FanL~ria ' ' · Id. Amb. fdellà 5° DivisÌ\lJlfl Òonino Annibale Id. 17° Fanteria Ta~oni Giuseppe Id. 43° id. C:hiapcila. Ameùeo G. , 1d. 5° id. Pecco Griacomo Id. QM.rticr Gen. Principale ./1U1etis .Pfotro 1-d. Cavalleggieri 1\Iooferralo ttl'ag.-i Paolo ld. 7° Fante.r,ìa Oqacgua Guglielmo Id. Spedale d'Alessandria ~~acom;;;,Ha Lorenzo . ~~. ;2.; Granati eri 11,iucUcN'iUorio Jd , Amb . della 2• Divi~ione Gozzano Carlo Id. 1 ·!° Fantéria · Viltc1;ti Antonio I<l. Geno va Càvalleria Pa't1•11cco Giovanni Id. 12° Fanteria Fe1•1•ogHo Nat~le Id . ~ 4c id. 'l'fale Càtlo ld. 4° id
1
Bi~aui Francesco Desl. Cacciatori Franchi Paleaa Alfonso 1d. ·I 6 Granatieri c:,wdona Edoardo Id. Amb. della 111 D'ivisionc Botte :ro Guido Id . id. dellçi ii~ id Paradisi Paolo Id . id. ci ~! Quarl. Gen . P. Panzano Giuseppe ld. id . della 2• Divi$iOoe ç be1•toni Vincenzo Id. Nizza Cavall eria Came1•4u.1i Ari[?nfo Id. ,r~° Fanteria
Per, determina2ione- Ministeri'ale a(.i'provata da S. A. ~. Luogotenente Generale di S. i\l., in udienza del 2 lnglio ,1859, passarono a Medici di Battaglione di 1,t Glasse-, con la decorrenza della paga a far tempo dal 1 ° detto, i Medici di Battaglione di 211 Classe, sìgno1•i Dottori: Marfani Maurizio
Desl. 1° Grlluatier, I~: -1,{~ 0 l?,anJeri a Bo:u-elli. Giuseppe Id. .1\mb. della. 1 D1\')$ÌOne Schiappn1.•cOi Emilio Id. I'f?° Fanleria (:;a.'fiallo Giuseppe {d. (3° l.d. BÌili)B .Gioraa11i Id. ,10° id . AJHana Pietro Id. C:walle!!!i1en <lì l\ova ra Tà-NUvo·Gio. Batt. Id . 15° l~an""'"'leri a Prato Domenico Id. Cavalhrggièri dì Saluzzo A,1.!ri Enri co Id. ~ Granati'1:rì L:nezza1·i Carlo Jù. 9° fanteria Butti Ferdinando ld. ·\31> id. ~I01•zou-e Giovanni Id. 5" id. iUura Giuseppe Id. 8° .Ballag!. Bersaglieri 'Pe1.•u eca Luigi Id. ~ 1d. id. Sàntane!.'a 'Giovanni Id. ~o Fanlerifi Mariet.ti Michele Id. 4 3.i id. 2•·u 1;lit,tt.i Al'essan. Id . Amb. del QUal't. Gen. P. Ga.dtlo Giacomo Id. 8° F.anieri?.
Batlal.'elli Gius,, ArH.
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_Pe1' Ro Decreto doi 2 luglio 1'859 foro-n'o promossi alla 1 a classe, colla decorrenza della paga dal 1 <' detto i farmacisti di 211 Classe, sigo.ori : ìtiouaca Si lveilro Domp~ Luigi Pecèo Alessandro Ab1·o~ G1acomo
:Desl. Spe<lale-di 'onrrit ld.. id. ùi Tori:10 Id. id . di Caglia ri }J, Àl))b. <l ei Q. e e.. a ,up.
Per H,-0 Decl·eto ~ luglio 1859 fu rono promossi alla Classe, colla dec9rrenza clell~ -paga diii 'l 0 el etto, i farmacisti di ~w. Glosse. Sigoo·r1 : ·
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Per R2Ticcrplo clei 2 iuglip 't-85Q "1rono p-romossi a Mediti di Reggimento di :2Uc Classe., colla decorre11za della paga dai''l 0 delto, i Medict di Battaglione di { 'ii Classe Sig. Dottori: C\01·bctt~ Gaetano Prato St.efano l;evcsi Giovanni " Pi_z zoa•no Giuseppe B,wofflo Fcli ce
& iin~ Car'o
Desl. Amb. della 2• Divisione Id. 4° Ballag!. Bcrs\lglicri !d. ~., Fanteria ìd. ~7° id. la. Qt12rtier Gen. Prin cipale lt.1. I o·> 1:anteria
.l;i'.isso1•e G1 usepp~ " Bracco. lHithele Perclléi Carlo
/lnfò'l; iono ·Costantino 1/iluwti Filippo lUussi Giuseppe B~~cJ1.iela Luigi 9de1•da Fçlice Uosa€iço Annibale
D.esl. Casa h . lllvc1\idi Speda le .(l\ Torino l.d. id, di f enaria !leale 1 1 ill. di Verceill' I d. ld Reclu~. 1'11ìlìl. di Savona .Id . Sp'edale dì. Casale. lù . id. di Torino id. di Sassari Id. IJ. A.mb . ùelta. 2·1 Division~.
Id.
il Oi rt>:torc tJott. CaY. AUEL L.~ 3!edico Div.
rJ ·Vie~ l.}irettorl) rtispoos, !Yolt. llfa.«/t'~LL'll Med. di Regg. Tip . Suèalpi oa di F!Ut'\CI:SCO Zo PP IS - J'ia A lfieri IV.!4,
,
~- 29. ,.__....,...-,.----------------------------------
GIORNALE DI MEDICINA IIIIJTAUE ~e~l~~;;~~- ,r
L'fl~Sodwziove ui:n ~;' r-iè~ve (•!'. e p1•r ~n anno è com!uc::u eo1 l '.~I •g1:n11. ~:;1 pnh?l'.ca :!·~I L.ttu:dl_ rii cla~t.h:clnna. l f pre:izo d':!S.SOCta2!0i)6 l o TOl'lfit> e t!J 1, I J 11 P 'Q\'Lf.C!a cd ali l~~.ero, 1\0<'11 <li ;,os:a L. I I. Si r~g~ re I S<ll,ll'<.tri .Hl(l (,lpatJ.
o.
1 • no-~I. BELMo,rno: Fl)r:w da paU,ula sehi.opo attraversanti! I.i ea:,ili.i. 1nr:icic,1 <le,tr11 tt.> iLpolmoi!'e ed il
So:.1:,u111u. re.mio,
C()D
mnrte snssecutivt.
Fclcntilit:i, -3•
l:l:.iHeHino
(.l''
l\ivisla dei '!ic,rcaii
amci,1hi;
PARTE PIUHA FEfiITA D.\. PALLA DA SCHIOPPO aUra1:e1·sante lei c(tvitiF(oi'Ctcicv, tleslnt tra. il pol_nwne ed il {Q']C~to, '. co11 morte snssociitfVL~. Sloria comauic.ata dal Uc,!t. BELMoNoo F1L11'1•0, uno uei medici Borghesi addctli al serv:zio dello Spodale milllarcd i S.hid-oro tn ·roifoo.
~{insnelz Stefrurn, prigioniero di gnerra austriaco, soldato del ·12 i:eggimento infantorin \Yìllhclm, /4.ù compagnia, d'anni,213, di c0Slilnzione g1·acile anzi chenu, tli t(lmptramento linfatir,n bilioso, ai 3.0 di ma,ggio, nella prima giornata di Pc1lestrn, fu ferito nelle vicinanze a; quel cimitero tla una palla che gli ;iUr:.wa!'sò il torace destt·o dallo avanti all'ìn ·òielro , ond' è 0.ùa è3ddc a let'ra con grarn emorragia. JL Minsnelz ( cosi J'accontò egli stesso ad u11 infermiere, prigioniero austriaco facente il servizio io detto :;pedale) tentò arrestare queEL'emorragia portando istintivament.e 1èl mano sulla feritn: proh:.ihilmonte però la mcllosirna non cessò cbc per effetto di sinco.pe·, cl,\ cui riavulosi il ~Tìnsnetz, st:elle
in quella misera condizione per tro giomi all'aperta campagna senza soccorsi : l'imenuto fi nalme.nte dai nostri prodi soldati, fo caritatevolmente sollevalo, mcs;;o in ambulanza _e lrasport:ito allo spedale di Vercelli, dov-e, dopo trascorsi 7 giorni, fu trasl_otalo a Torino e cm·icato nena succursale di S. Jsìdoro, ai 9 di giugno 1850, al N. 348 della sec_onda Sezione Cl.lirnrgica, diretta dal Capo-sezione dottore- Rapctti. Come si presentasse dapprima la ferit a .e, corue sia
r,
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, sia .)lata r urata noJ1o speciale di Vercelli, non si sa. A noi, il 0 giuguu 185!), si presentava nel modo segne.nte: 1° t; n·apertur11 anteriore elci costato destro sottn 1a l'irnmmolla tr;:i la 5.:i e la 7•l costa, con Ct<atllmt. /
a scheggia della (lit rnstc. oel punto tmTh;pondénle alFunione della cartilagin e cosi.li te alla cosLo, od alla àistnnza i.li 2 o J eeo.limell'i dallo sterno. 1·apertura areva un diametro di due centimetri circa, e presentavn nella sua profondità ana specie ùi pseudo-membrana che In ,estiva, era forata pel passaggio di m:neriali purulenti, ma no11 della stessa natura di (1uell1 c!1e uscivano-rrnr l'a.p.ertol'a posteri.ore. · ' 2Q Un'a per!ora- posterior (;'t tra la H}a e Hl! costa. eou fralLUl'a ptwe scheggiat::i <l.ell' Ha, alla distanza di circa quattro e,enrimetri dalla spina verte·hrate. Tiaperrura ·a'Vexa il diametro cli un centimetro e m~7,zo ci rca, cd era otturala nel suo fondo da nu corpo duro, resistente, che pareva essere il fegato coperto tlal diaframma che per climinuzìone del valume del polmone si fosso spinto in ::ilto nella cavità toracica, cd otturando l'apel'tura impediva il libero sgorgo della materL1 pnrnlonfa. Dn ess.a apertura. poslo1•iorc poi gemeva, ccl in gran ([LlantiLù un µmoro giallo purnlcnto,con icore i:-anioso, abbondantissimo, misto a moltissima bile, manifesta pel suo colore giallognolo, cli odore specifiC(I della bile e che colo-
rava puro in giaìlo i pannilini. Inoltre da1le aperture, sia aotcl'iore c/Je posteriore, si ,·edcvano uscire bollicine d'aria nell'atto deHa inspirazione ed espjrazione, cd all'asooltaziol)e ?i sentivano orribili rumbri e confusissimi. ~1° Presentava ancora una leggiern rerit.a al dito mt~ gnolo della mano sinistra, proclotlj pure eta una.palla. Durante il corso tlella sua malattia io questo spetl:lle fu medicalo con medicniooi emollienti, diet2, brodi o più tardi con latte che prendeva molto votooiieri e tollerava, anzi digori\·a b1missimo : per beranda decotto d'orzo, di tamariodì, limonate, vegetali edul corate, 11 generale di questo mala to era p.erò poco coosolante; prostr.ato .ed ansante tr:ie,,a i suoi miseri
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giorni. Da principio non tossiva; sorse in seguito la tosse che era accompagnata da continuo sputo di materia gialla simìle a quella che si evacua~a per la aperlura posteriore del costa lo: in :;eguito poi ancl:Je per ,·omito evacuava d1 guella ·materfa. Verso li 15 dello stesso mese la suppµra zione dolle ferite cominciò a diminuire, l'ammalato deperiva visibilmente, il petto.si facC\ia pjù ans.ante, il ventre tumido, gli sputi purnlenti, le defecazioni diarroiche, sintantocbè una febbre lai;ita ùi consunzione lo scheletriva o lo spegneva il di 1 O giugno '1859, ::i ore 12 meridiaue. .\ufop ~ia.
Fattane l'aulopsia 40 oro dal decesso nella sala mot·tuarfa dello spedal e clivisisionario di S. Croce·, aiotato in ciò fare dalla gentHezza dell' amico e collega clottòre Gauberti, osservammo il cadavere presentare esternamente gli sressi caratteri sopra descritti: aperta la cavi tà del torace trovammo: i O Scompar.sa del lallo inferiore polmonate destro, ed a sua vec,e u!l'ampia, or'rid~, e fetentissima cavermi .che dava adito ad un pugno; era que~fa traversata in parte da alcuni prolungamenti a briglie probabilmente pleurali, la caverna po-i si estendeva per una più o meno grande estensione ed in allo e'tl ai lati in varii luoghi del parenchima polmonale ; ii resto deì polmone destro era aclercnti-ssimo, epà'tizz.ato. Il polmone sinistro era quasi io totalità sano. 2d Il fegiìto alquanto oianotico prnsen tava nolla· sua faccia &nperiore una solcatura lunga circa 4 centimetri e larga 2, solcatura piuttosto J)i'Ofonda e presentante una superficie granellosa. 3° La porzione corrispontltlnte del dia.fr'amma scomparsa. Qnosla amp ia c:werna era poi piena zeppa di materi ale purulento. che 1ion ostante clue apertur(} non aveva potuto esci re.
lUvisla dei Gioilnali Scieul.ifici OTTALMIA BELLICA ACADÉMIB ROYALE DE MÈOECINE DE DELG-IQUE
=-("Co11tinuq-z: , I(.. l'i. ':lS e antecedenti.)
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PARTE SECONDA
L'honora ble m() nibro n'a pas louj:1urs e.le d'avis que l'opblhahnic dile mihlaire fùl une maladie spècìfiqne. A
une aulre époquc il l'ovait considerée comme ayanL pu avoir pour poinl <le départ1 une ophlhalmie purulente simple ou sporaclique, une ophtbalmie cata,rrhale epidemique, vo-ire, mèmc a:joule-t-il , I' ophtltalmic agyzJtiemie. Ce n'est pas 010i qui lai reprocherai d'ayoìr changé ù'avi.s ; j' ai Loujours cc,nsi<léré de semblables iniputnlions comme de piLoyables argumcnls. Les cbangemenls d'avi$ bien molivès, bien consciencieux , sonl chose forl .simple, fort natureIle et surlout fort louable. Pourquoi donc discu!oosnous ici, si e,~ n1t1st pour opércr des conversio ns, ~t n'aije pa.s eu l'honncur de vons dire, moi-meme, au débul de celle disoussion. que j'étnis .pr8l à abi:tnùo nner ma manìère <le voir, si l'on parvenait à me démonlrer qu'elle est erronée '? Mnis lorsqu'.on s'est livré nvec qnelque soin ù l'étuJci d'une ma ladie, lorsqu'on s'esL 6xé sur sa nature et sur so n éLiologie, changer d'avis esl grave. el il faul dc pui~sanls el d'impérieux molif pour s'y décidcr. Est,ce bicn la s1luaJi.o.n de mon honorable con lradicleur? Si jc ru'en rapporle à ce qu'il affirme. et je n'ai .iucbne raison d'en douter, c'cst un voyage fail en 1!H,3 dnns le 1\lidi et l'l.M rie la France qui à opcré- sa conversiM1. Il n·a pas rer1contrè alçrs à Lyoo, à Ntmes et a Mar::oille sa granu!alion vésiculeuse <:hez on gran<l nombre d'ophlhalmies qo' il a ob~ervees, mais simplcmenl des granulations vcgétan!es et papillaires; <l'où il a lire l'indtìclion gue ces ophthalmies-là n'élaien t pas l'op l1lhalrnie dite milìtaire. Je n~ sais ;;i, comme il le déclar.e, le tnème fàit a élé ohsene ail!eurs, mais ce que je sais parfoitemenl. c'esl que le molif a <le quoi étonner ies hommes qui ronl nn fond <les cboses et qui 11e se conlenlent ptis de mols. M. ~fekhinr. aurail l'Uivant lui, cxprimé la meme opinìon au Congrès tl' ophlhalmologic; je !' ai vainemenL eherchée. SaufBen<lz, il n'esl pas un seul membro Je celte illustre nssemblét>, qui ai t parlìige l'avis de l'ho nornble M. Hairion. Yoici ce f!Ue je lfs dnm, -le procés-ve1bal <le la séance d'une seclion, du 13 septeruhre ·I857 : (< M. f.obet/.é, (A.ngle.lerre} oroii que l'ophlhaìrnie se propage µarm i les miliLaires, non-snulmept par _le conlact méJial ou immédint, maisaussi par ti11feclion de l'atmospllere viciée par l'exsudati<Jn purulente dans les casernes, Celle \'iciat ion de l'air ne se mllnifeste pas à l'ocloral, com me la sangrilne el d'autres 1\ffeclion3; elle ne sedémonlrc, que par scs etfels. L1i.J1ropagatfon <le t'ophtlialmie épi<lémique 0 1' e11démiq11e ne dépellfl pas cepe1:da~1t exc:lusiv_ ement tfo oel,le i11ffue11ce; ullc est aussi soiis la clépenclcmce àes cliange111ents bnisgues de saiso11 et des 1•icissitudes ntmosphériques, enuses qui-agis.,e11t d'aula11t. pl11s é11er,giqueme11t' que le soldat est 71lJ1s affaibli et déprimé a1i Jlhisìque et 1111, rnor~l.· t< Qoand, au cool raire. le soldat est dans de bonnes ·eondilions hygiéniques, le:s épi<l émie:S <l'ophtlrnlmie catarrhale n'affeclent pas la lendance à la purulence, è'est
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-21,~Ì ll ~i que daqs l'uu lorune de ~ 800-. I a.rmée a11:1;Taise fut atleinte, en Crirnée , de celte variéle de conjoucfitite ~ les soirées deveM1ienl subilemenl froides: !es sol<lats fali:rnés par des lrav aux dc Lerrassemenl1 ~e courhaient 'sòuvenl sur !e sol e.L prenai1•nl ai nsi l'ophthaln:i'ie èalarrBale. hicn ! celle ophlbalmie, qui élait p1·i111itive111ent et esse1rtielme11t altS$i 9rave qu~101,le auf1·e épidémie de celle nature. ne .manift'Sla ùuc;un caraclère de purnleiice, de con lagion ou d'ìnfeclion. C'cst que !es so\dats, au \ieu <l'élrn togés dan s d~s cham rrres, occu1,aient tles lcntes el des baraqoes parfaitcme nl acce~sibles à I air. Ajoulez-y que dès le commencement de ·l 8Mi , Le:.solda.t ava il une 11otmiture $UCCUJente, ce qui ne laisse pas tl'avoir au~..,;i dans ccs cìrconsli'(oces une action bi~nfaisarlle. ISul àoute que dans dcs conditions omiosées, l'ophthalmie m:1 f1il de~e1wc T1ien a.ulrcme11t !}rava et ·co11lagieuse. ci En résumé, l'e1\combremon\, la mauva;si; nourri\urc, tout ce qui e:.L en état de déprimer le phisique el le moraI, toufcs li:is ca:uscs d'i rrilatìon sonl en élal d'y ùonner le criraclère fàcheux donL nous venohs de parler; l'élablissement de bonnes condilions hygiéniques et par-dessus tout l;épaipiJ\cment des. l1omiues, sonL Ics moyens prévenLifs. <1 On peul dire aujourd'hui que grace à ces salulaires mesures, Ì'ophtalmie ne règne plus daos l'arruée anglaise; ne se elle manifeste plus. qu'accideulellomenl rlans !l'une ·ou l'autre colonje. <1 M. nfarquès (Portugal) résumc u1re parti e de mémoire qu'il a présenlé au Congrès sur J'ophthalruie de l'armée portugaise. Au comrMn cemenl de l'épidcmic, dit-il, on a hc~~coup parlo de l'imporlalio n d'une contagiòn qui aurait élé le principe. la senle c.1 115e de la maladie ocu l~ire, qui, plus lard, a ravagé prcsque loule l'armée. Mais ce,tte opinio,1 f!t spéci<1l1mwnl lcs ùlée_s .s-0utenues jlar feti lo docteur F/oreat Gu/Jiar, mti été enti~ren1e11t 1•e11r cwsiJes JlCII" la. lumièr,: de l'hi/.toire. Le débu l dc l'ép1démie a été parfoilcnwnl démonlré; on a su quanfl e! commcn l elle avaiL comrucnce. et sol! l)l·ir,i>re d.ue aw1é con.stilnfion càta.rrliale est aujou l'ri'hui ,·eoomwe p!tr tous ceirx qni se donnenl In t1ei11e d'étwJ.ie1: les fai1$. Ce commencemeol, qui r emonle ù 48.i5. est non-s.eule.me nl cerli fié. par le lémoigo{lgc des m,éde.cins militaires, niaLs par des <lonné es stu11sLiqtie:;. dignes dc la plus haule conuance. L'origine calarrhal(: clc l'épidémie est dc m~roe élablie 1)ar des circo1istances qui à elles Sl',ules, ·&uffisc.fil à explic1uor le dé\•etoppemenl dc l'ophthnlmie sur de!l sujets prédieposes, so us. l'influer,cc. do causes très-cl'mmuaes dans 'de grandes réunions d'hommes. cc M. Speri11o (Sa11daig,ne). L'opb.lh almie ·purulerHe n'cs\ pas Loujours le produit de la conlagion. c'csl-à-dire quc elle se <lé\'doppe qu_elquefois sponlanément. Ro elfel , j' oi vu un rertain nomlire <l'individus ,1ui n'ont jamais été en rapp o! l.avec des granulés, chpz lesqul!llC's l'oph.llrnlmie
mi
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a élé le
·1'ésuf.1at d'une 1:t1t1SC' caiurrluile. J e \'ai vue survenir cn 1815', à la sui le du trausport du pus ù'un abcés palpéhral sur la co njonctive d' un eofanl, el j' ai conslalé que l'opb lbalmie purulente. mem~ très-grnvl' . esL quolqnefois produile che1. !és enfonts par la hléphariJe impéìigineuse, ou eezéma io1peligineux. lraosporté sur la co njoncli\'P. a :U. ,tnagnostakis (Grèce) admel qu· mie opht!talmie calcu'l' flàfe 71eu:t do1nter licu à u'lte opht 11 a /mie 1mnilenfè, Ct>mme on le voil souvenl en EgJpte , ainsi q_u'il croit J'u,o[r démonlré clans rnn Exposé de l'étal dc l'ophtlialrnologie an Grèce, lu tlans la prcrnière::séanccvdu Congrès. 11 JJJ. 11l ' ercl1ù: (Belgiqile) . Pour no11s. l'opblha1mie militaire4 délmle sozu l'i11fluence de cause.~ calat't/iales .... Les conditio ns inhérenle$ à. la ,ie de soldat, y imprimenl un caractère spécinl d<il~rn;inu. Examinons ces çonùilions. Changemen l dc régime, ùc: rèlements, conjeslions hahiluelles n:> rs la lèle; gardes dc nuil, etc. L'opblh:-ilmk tn ililairc ressernhfe à <:es rariélés de plantcs qui acqui èrcnt <les caraclères parliculiers cté·peodanl de la nature <lu sol · sur lequel eifos ool pris nais1,iance.. <1 Les cond.itions dans le3quelles vit lè·solàaL, imprimen t à son organismC\ enli.er un e modifica ti on évidente.. Or nous sarons par Ics expériences de-M. Magendie, que:1es modiCicatioos générales des llumeurs relenlissent immédialcmenl sur Ics orgaoes de la vue. <( L'ophth~lmie militairo exisle actl,1elleme1)l dan.s toules les armé-?s permanentes .11 rte faut pas croire qne c.'et par infecliQn qu'ellc s'csl ainsi transmise dans les conlréés les plus reculées de l'Europe. Celte opbtha!mie se dévoloppe chez le saldai pur celà mème qu'il vH de la vie de soldat, <le m~me que la mille, le plomb allaquenL le vidangeur à l'exclusion de toul aulre artisan. e< (lei l'oralcur cite l'exemple <les soldals de l'armé~ d'Afrique el termine· rar ces mols :) « Yoilà le mal . . . Quel est le remède? Ln destrucLion des' granulalions 11\ •sl qu 'un palli,1lif . .. 11 fauL chercher à modilìer les conrlilions cl'existence du ~·old,1t, quant au. logemenl, à l'équipement, nux exercices, aux gardes, etc. " Jc n'entends pas dire en vous iisant ccs cilalions, que j' approu,·e loules Ics opinions qui y scnt fXp rin1é,,,s, j'ai seolcmenl voulu vous prouver que l'honorahle M. Hairioo esl en dissenlimenl complel aree Ics médecins qui li'$ ont émises, ·sur. le poi nl capitai dc !"origine dc l'ophthalmie. EL dans le proCè!H'erba\ de l,1 séance cle la s.eclicm dtt ,t6 scplcmbre, je lrou,·e bien autre cbosc cncore. Le comilé d'organisalion, ou plulol l'hooorab!c M. llairion, car c'est lui qui à redigé c<"Lle solulion, avai l prop.osé ct1 qui suit : <• § 5 . .Enfin sous l'influence de mauv nises conditions hygiéniques, àes fails s.emblent prouYer que l'ophlhalmie catarrhalc sporadique ou épiclémiqtie, pt'ut rcYélir la for-
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me purulente el s.-nir de poinl •le déparl à une n½uvcJlc Porlugal, l'oplllh<1lUJ m mili la ire lfoil origine à une o.phlh,1lmie catarrhale. cpiùemic. >• Ce n' est plus Loul à foil. \·ous Il? voyez., ce que notre " Le sous emer.ùemenL de ~I. ~felchior n'~iant pas non orab!e collègue dit aujourd' hui. Eb hicn, voici com-appu~·é, l'amentlemenl dc M. Ponlus est mis aux- voix el adoplc a\'ec la modi fìcation mcnlionnée plas·h aul et promenl celle proposìli on a été modlOee par )a section, sans fér(\e par MM . Lire ran eL Luslrrnl.(l,n. >> la moindre opposiliòn d~ sa pnrL; je· copie l'iUéraleme111 le compt~ n•ndu : Et le§ 5, modifié com.me YOtlS ve nei de l't:nteodre; fu~ aùoplé pnr le. Cv ngrès louL enli er' cle mcme qu':I l'avalt •1 On pa$.se à la tìiscusstvn du § 5. élé pnr la st•Ction. a l>lusrnurs amendemenLs ont élé déposés. u I° Celui ùc Jf. Po11111s, ai nsi conçu: u Sou,; l'inlluence 1 'honorable M. Hairion s'é!onne que cerlaines armécs de cau~es cr irritali on des organes oculaires, de maurni~es d Emooe aienL è!e cxemptes dc l'ophlhalmie. pendanl un co11òitio11s hygièniques, de l'encombrt>ment surioul, de~ lemps plus ou moi n~ long, el lrouvo dans crlle circoafails pr<,uYei:l qJe 1·0,phlhalmie catarrhale, sporadique ou slance une preuve nou,elle en favcur de sa spéctfìcilé. Ce épìdémique; priul revé:ir la forme granu!eose ou purnl-ente, qui m'éton oe, moi, o'est son élonncmeol. Pourquoi donc ul sHvrr de poi nL de <l épart ti un e nouvelle épidémie. toutes les arnré.e-; àuraienl-e lles élé. soum.rses au mème (< 2.<> Celui < fe ;lf G1(lz: u Enfi n les fails prouve.nl q_u-e jour, ù l,1 mèroe he.ure, au rneme 1uslant, .au x. causes proJuclrices Ju mtil ? EsL- ce que la vie ,du soldal ·est la ·mè,sou,; l'inOuencc de certaines condilions conlraires a l'hygi èlle. J'~ncombrèmehL surloul, l'ophll1almic mililaire peut , mc parlou l et loujo,urs ? Esl-ce que la me.me réunion de cireooslances propres à engcnJrer le mal, a dlt nécessaise dé\"òlopper sponlanéme nl. rement se pré3e,1ler en li1eme lemps dans toules le~ aru 3° Ce lui de Jl. Loe;J"IR,·: <1 Les fails semblenl prournr mèes .9 Sj l'ophlbalmie dilr. de l'armée élail une ma!aJic quc, au.;~i de nt1s JOurs, la conlàgioo est la ·~eole source simple, m'objeclez- vous, on dc1·ra it la n!nconLrer {}arlout de l'ophlhalmie militairP, et qu'on pourra arri,·er à une où ces cnuscs se produisent. Mais c'est précisemenl ce exli rpoiion co mplèle, si aux mesures qui précèdent. on qui a lieu, et c'est là c:e qui \·ous condamnc. L<'.s .citalions ajoute Jos sulvames, ttc., etc. qui jc vie ns de vo·u~ fai rc le prou\'ent. me semhl.e- t-il, <• 4,1,1 Jf. Mcltftior J.n·opose un sous-« mendemenl qui c.onsurabondamrnen l. Lai~sez -moi vou., lire, cn otilre, des ~is.le à r1j oule r il l'i!-mendemcnl d~ .M. Pontus, qu0 les passngcs Ju beau trava ìl de M. le ,docleur Lustreman , choses nt: peuveol avoir 1ieu <le la manière indiquèe, que aimi que du mémoi rc non mni ns inlèr,essant de Benùz, dans une garoi:sÒ o où l'ophlhalmie dite militaìre i! dé-jà ils compléteronl, je l'.e;peré, la clemonstralion régnJ anlcrieurcrMnl. ,. L ameo<lement de M. Lcefiler s'éloignanl le plu~ ,le (< Enfi11. ,·ou, ne poovez pas dir<>. ùil &I. LUilreman, quc yolre oph!haimie mìlitaire ne soil jnmais l'influecce la réciad•on du comilé. e3l il'abord mis aux m ix. 11 esl de causes catanha!e::. rt•jelé. « Qnc !"on admelle ou non que l'ophlltalniic qui sév it « Yiefll enrnile ramendemcnt dc ,jJ. Guli: qui n't> st.1)as adnii::. dcpuis le comniencemenl cle ce siècle sur les um.ces· de .Europe, a eu sori l'i ~rsau en ltgyple, loo,iou rs est--il que « llcsl"c l'amendemenl dc M. Ponlus qui en_r.xpose le personno n'en uonteste la parfilite confo rmi lé avec celle bu i rn quclques n}ots.11 fr1it surtout ohse rn1r que d,1n:; de co pays, e! que pour J'armec anglaise lOuJ an moins, beaucoup de ras, il est impossible d'c tablir neì\emen.i la rorigine égyptienm! ne peul è!rc conlcstee. lignc de ciémarcalion enlre l'ophthalmie calarrbale el la ophthalm1e mililaire. Au,si pour ne µas donner aux fai!:; u Eh bien ! co11sullez les médecins qui l"oul ohscrvce uue sigoificalioo qu'ils ne peuvent avoir, on esl bien forcé sur pince, les royageurs !es plus éclairés, el vous Yerrez. d'admellre que, parfois, c'esl aux causes catarrhales qu'il que tous sonL d'accord p.our l'allribuer. les uns exctusire. fo uL i'l tlribucr !es granul«Lions ou l'ophlhalmi e pun1lenle. 111ent, les autresprincipn!em:?nl, à. l'cffl\l du refroidissemcnt « M. Cut~ adople en p·artie la mani ère de voir de M. el dc l'hnmid ìté. DaJ1s le remt1rq~1~ble lra.vail Uor1l il a Pon lns : il donoerail cepen danl une modificalìon à l'am·endonné lecturn cl<1 n~ lès ùeux prcn\ière,:; séa nces;· :\L le do-· ctcur Anagnoslakis, vous ,, rappres·eoLé l'ophthalmje naisùemcnl .que ce me.mbre a proposè. et <JllÌ lui· semble ne sanl nujourd'hui sur les lrnrds du Ni l, comme au temps pas cxprimer exactemenL Lout re qu'on doli dire. << Jl,V. Lavermi-eL L11slre111a11 ìnsisle:'lt aussi sur la mode J>rosper Albin, dc Yolney, <le Bruce, rl' ..hsa!ini, dc rlific,llion à fairP subirà l'.101enclemenl de ?rl. Pontus ; ìi.; De!ìge!1clles, de Larrey, etc., chcz <Ics sujel~ à coojoncti ,·('s saines, qui sonl exposés aux abonclaoles rnsees el an proposent de ron1plaeer Ics mols la (ol'me gra111de11sc 011 p111·ule1,lc. par teux-ci : lc.ç caraciè1·e~ de l'ophllialmie d,jte fro/d re!ati f de la oofl, landis quc le Dédouios placés dans 711ifltail'e. les mèmes condilrcns de lumiere, de·c:.holeur, et de plus, « M Ponl'us aecè<le à <:e chan~cmP.nl. subissant i'aotion des sablt!s du dése rt, mais. échappant 1< M. Marqwls appu1e l'arL ic-le ·l,·I 1111'il a etè rédigé par au fro id hum ide, échappent ègalemcnl à 1·opb lhalmie. le ccimite . Car, po-ur ìui . c'cst un foi l incontcslub!e qu'e n 11 Leò Arabe~ d'Algérie présen lonl la méme différencc.
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Le~ hahilants Jc-s nHHHagn~s <iu dcs plames 3<1hloruieuses or.I Ies yeux claìrs .et perçanls: cetix qui vivent da:'15 les hnb1lalions humilles de la còlt>, ou dans le-$ bulles iinlourèes d'eau des. oasis, offrenl tonles tes altérali-ons oculaires qui on t fail nommer le Gai re, Il\ l'\lle des -avelt !!lei'. n << Pour sa fréqueHc.e, <liL ] endz, il suffit dt1 sa:voir que l'adeno-oo njonclhile sp<'\èi fìque règne dao'S les lnd.ès o-ri e·nlales, coìinue dans les lnd es occidentale,-. en Asie et en Afri que comme en Amerique.,el que clepuis sòn apea- , rilion en Europe. au debuL·de cc si~c:le. eUe s'y est lellemenl rèpandue. qu'à P.réscnl la Norwèg.e. \'ìle Je l'Islande et les l<an ~r sor.t p.eul- è Ire le,- seuls Pll!S qui e.n soìenL encorn exempls. )) E:1core une fois ,1e n'acceple pas Lolll ce qu'avancent aes dcu-.x. cminanl,; rnédecins ; jc ne vou5 livre ce-S ext.raits , J dc llJ.u'l's memo.ires que, pour \'C\lls prouver une fo is d·e I .plus qu·e liopbthatmie se monLre on peut se 1notitrer par.Loul ou se pré,ente_uLde ·cau~es sttffisanles pour Ì 'e ngendrer. Rnfìn. messie-urS-. rappeltiz-,·ous l'évl!nement crni se p.usil en 1St9, à borcl <lu Rodeur. Ce vaisseau, vou~ le save-2, encoe11:J ra sn·càlcl ile 169 nt"greE, pris ~ur la còle tic la Guinée et embaiqoés pour la Grande-Brelagne. L'-0phlhal mie se clédara à hord, èl 39 n~gres ·~l '12 malefots perdiren!. la ,:ue, bi en r1M les noi~s soieo Lrélativemenl mo·ins ,snje ls à conLractcr celte miilarlie, ù1~me en Eu rope. EL cc n' Nl pas_ ,;.eulment le lloclcur qui a donné au rnond cel all1igeanL Sl}l>Clacle. Ècoulf'i ce que diL cncort' le docleur )farquès; , La fau:;se opinion qni esl µropagée sur l'e:,;ìsls,>nre ,r un e opbthal mi,• endémiquc dans 1'..\.frique porlugai:se. i>s~ ~cnuo òe3 épidémies .effroyablcs qu i n·élaient pas seulcm.en( de l'oph thalrni e, mai s ent:ore !IH fa p('Lite vérole, du lypb u:; el <!'<J.ul re~ m;i.la<lios qui se c!evclopp,iienl à ìJor,j de:; liàlim'e n.ts négriers <Jans la traversee de l' Afr ique pour l'Amérique. L'ophlhalmie csL ici b1en e-s.pi iqnée par l'encombremenl des nèRres au fond cles C.'lle:5. Qu.elle cause plus forte d"infcclion ei de maladie, en e!Tcl, que l'entisscmenl de qu~lques cenlaines de n~grcs <lan;; un espacc où ils ne pouvaienLquclqttefois roèmc ~e lenir co uchès? L'o pMhalrnìe puruJcnte grave, afìr<!us,", se tléYéloppait <1tors lrè$-souyent à lrorcl, el là il n'élai t nullemanJ qucstio n d'un ,germe <+PflOrl6 de l'Afdqpc, ni rie l'f~gyplc, parco qne les ca11s~s c.onn-ue~ en dis,i iept ns:sez. ,1 .Te m'a bsliens, messieurs, de vous fo urnir d'aulres preuves; je n'en voi; pas d'aille1i rs la né<ie1-sité. Yous devez èlrn coavaincus mainlenanL que, quoi qu'affirrue rhonorable }I. liimion, l'opMhalmie dite Je l'armée se montre on peuL se montrer parlo.ul oit \'on renconlrn une réu nion ùe r:auscs propres à la, faire na1Lre et rru' il n'es.t.nul bP~·oin d' un priuci pe spècifique. pour on expli cruc.r l'apparition . l i est donc fo.ux, complétemenL fo ux, qu'ellc ail en les ar.mcies par berceau . comwe on vo us l' a ùit, il est (aux
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eneo re qu'd!e offre drS- cara ctès-es nellement lranches, 1:t qu'elle so riisti:igue par ù~s propricles que ne lui rnnl commune:: aree au(.'une aulre a!fer:lion ocu!airn. Tous les nl(lnurnenl;; de la sçiencc prolestenl r:onlrc. ceUe exorbilanle prétenlinn. ,< ~la is l'or.hlhaltl}ie passe successivement d'qn corps de tronpe dans un h-Ulre, de l'arrnéc d,1t1s le civil; -et c·est encore là une·p.reure d~son O,lractèr,: specifìque. ii BalleJà, mon chcr collè~u.e, ·n'allons passi ,•i le. fo nie, n.1oi ,. ce pas,rnge, el je, le nie <le \.i manièrP. 1n plus fr rmelle; tel que vous l'entencle:;, il n'exisle pas, il n'n jamais exislé : co P.Ùl· tlll mt>me la dé'mooslr.ilion, Ct! qui n 'esl pas, vouHous v,irriez eneo re fo rcé par ceux-là rn~rnes'.avec lt'squels vous ,•ous recoulrez !e p1us inlimemenl !\Ur d'autr~s -p-qints,· d'i.'lban donoer la concìusion qut> vous aYez cm devoir eii tirnr . Esl- ce qu 'ils n'onl pRs declaré qu' une mal?ctìe catarrha\,! peut se pr.opage.r par infection er par contagion? Or, un11 inaladie calarrhale est bien une maladie simplc, j e pense. el commenl une ophlhalmie simple eog_endrrrai lello des principe~ svécifiques? Jc ne rai;; pas à 111011 hooorable nmi uo grief dè ne pas ~lre au couranL de tous !es faits que l'hisloi re de la médecine nous a rc\·eJés, !ll)ljs il cn est quelques-uns. au moins qu'il eù l dù connai\rc perli nem m(!nt. Lorsctu'il affirme, loujours <lans lo l)ut de légilimer son principe spé.cifique quo l'ophtbalmie di~e mililai rn a paru pour !a prèmiè~e foi.s en Europe, au commencement de ce sièçle, Je le lrouve un pe.u l éméraire. Elle clail ckjà. connue ilans \'antiquilé. Yoici ce qu•' j~ !is •lam: A~liu:: ( On rnil. ,;:ur IM paupil:'rc:: rc•lournées, de:- éle,·ures ~ui rrssemhienl a cies groiul's de millel ou à des pelites le nlil lss: ce.t lr fo rme e,I plus rebc llc que !es aulres. hrkc11 ne Albueasis et Guy de Chauliac ne sonl pas rnolnse.xplicite. Dan:i le cours dt's xv i°, xrne cL svme siècles, des ophlhaltnie, ép-idér11iqu-0s sernb lables cn tous poin ls à celle qui de.pu1s a reçu le malheureux nom cl' ophtil<Llmie 111ililC11re, onl été obserrùes d,tns plusieurs parties de l'Europe; la presence clc cc qu'o11 o.ppelle graoulalions :: ur la conjonc tive-, Jeu r malignilé, lcu1· rési5lance aux moyens ru ralif.,;, bi.en el <hìmenl. co nsl~Lés à cette epoquc, prouvcnLsurabondammt nl q11,'éllcs étaicnl hien lès rnèm~s que ce lle que l'lwnorabl e ~I. Ha irion prélen<L n'avoir eté imp11rlée <? n Europe, qu'au .commencemenl de co ·si.ècle. Te lle fut l'épidémie de I o6G, d<ic.rilc par Foresius. Les médacin;: anglais la dé?ignaie r,l sous Ja <lénomiu-atioo de panpiò,·es null'a/es. Est-ce clair ? L'ophthalmi~ ~pidomique de 1699 à t 700 q_ui sthi l à Brcslau, cc! 1e de 176 1 à t 762 qui aUaqua ]es troupes nngla i,cs en '\Yes!phalic, el qui, !-Uivant Muller, é!ait enMmi qne parmi les hahitants du Bns-Hin, nppartenail égale nii? n! n la mt1me,e~lég.o,ie,. . Et il y en r.ut. ,f aiJLres enco r(' .
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dìlcs donc pasque l".Europe r,'a connu l'opblhalrui·e qne on s'obstinc à appeller tuililaire, qu'au corumenceroenl dc ce siècle. L'allegalion est inexacle, eL ce. nouvé'I argumer:l à l'appui de volre spécificilé, vous échappe, comme Lous ce que vous avei invoqué jusqu' ici. Elle ne règne pos en Amérique, celle opblhalmie, nous a dit nolre e:-:ceHenl collègue. Ceci, messieurs, devieol un peu plus sérieux. Avec la saga"éilé qui l e distingue, l'honorablc M. ll,irion a bien vìle compris la haute imporlance de ce lleobjecLion que je lui av,tis faile. Si, e.n effet, la maladie cxiste en Amérique, dépourvue d'armée, il est imposs:ble désormais de lui donner le nom de milìtafrc ; il est éénl foìs plus impossible encore d'en atl.ribuer l'im->"· porlalion à des lroupes quelcooques. Eh_ bien ! mon honorable ami n'a ricn lro uvé d'c plus habil que dc nier le fail . el de ie nicr meme très-carrément. Cer.i, messieurs. n'étail la profonde e.stime quc nous inspi r.c l'hono~able l\'J. Hairio n. mérileruit cl'Mre séyéremenl qualifié. Savez-vous pourquoi Ics 'Élal-Unis n1 ont pas celle ophlbalmie'? C'est parccquc ceux qui en on faiL la de'scripli on, n'onl pas siirnale la présence de la grano"' lalion clile résiculeuse. Eh bien, s'il en est ainsi, Ics· méJecins belgcs sonl dono de grand!\ niais <l'avoi'r pu crciire un seul insta.nt, que depuis ~ $15 jusqu'en 1839, ils aicnl eu au milieu d'cux, ce qu'on aprelle l'op//1/ialmie mililairnl Quel r,sl, en èlfet, celui d'cnlre eux, y compris l'h onorable M. Hai1'ion luimème, qui d·urant cn long laps de lemps nit signalé et décriL cetlc ptéle11d11e granulation? Quel esl m~me cel ui qui ,;oiL a)lé à sa recherche? Est-ce que tout le monde ne sait pas qu'il à fol lu riue l'illustre Juogken vinl appeler, en ·I 83,}, notrn plus sérieuse <1\tention sur Ics r·epli's retroLarsicns el nous mc1tre ainsi sur la raie de recbercbes nouvelles? Qui s'élai t avis é seulement jusqu'a\ors, de renver.;er !es paupières supérieures, camme nous les ren-versons aujourti'hui? Est-ce que ce renversemenl était praliqué ici et mème ailleurs pour élabli r' le diagnoslic? Nous avons eu ehei nous de 4 8HS à ~ 839, et depuis lors jusqu'à ce jour, les memcs ophthalmies que les Américains, les uues simples avec ou -sans suppuralion, les auLres virulenles et par conséquenL spéci6c1ues. ll sttffil de conlparer· nos descriplions, à nous, avec celles failcs par MM. Gross et Littel, pour 11'avoir pas le moindre ùoute à cet égard. Mais alors, messicurs, nous devons bien le reconoaHre les phénomènes iniliaux nous échappaienl, nous n'exa~ minion,s pas nos sol{lats avec ce soin r11inulieux: que nous y metlons aujo urd'hui; nous ne rotournion~ pas' les pa u~ pière:s!_afin d'y renoonlrer les premiers vesliges de la roaladic. Or qn'arrivait-il souvenl? C'est que le mal qui, sans que personne s'én aper'l;u t, avaiL couvé dcs semaines el tle mois entiers, sou.; la proteclion de circonslance.; · almosphériques el d'autres, faisanl violem,men~ cxplosion sous !'empire d'aulres causes . arrivai! l> ouvent à des ré sultals irremcdiab!es.
Les choses ne se passeot plm de mème atfjour<l'hui : nous voyons nattre le mal el nous l'ernpèchons de grandir ; nous tad1ons' de ne plus nous laisser surprondre, et si l'o.n ajoute à ceue. vigilance incessante, l'abseoce de cerlaines inOuences et la destruction d' un e foule de causes mauvaises, on co mprendra facilemenl purquoi uous rie voyoos plus que de loin ohez nous, de éas ll'ophlhalmie (j'cnlencls parler d'o phthalmi e simpl e) d'une haute gravil~; c'esL à torL quc l'honorahle fil ..Hairion a pretendo qu'il n'y en a pius. J'affirme qu'i l y en a loujours; ils sonl à rarPs la vérile, mnts ils sont assurémenb lrès-roeis. Soyons dc bon co mple, messieurs. est-ce que le E 1\me~ ricains, en oe qui concerne les affeclioos.oculaires sim ples n'oot pas toujours élé el ne seronl-ils pas toujours, peutèlre, eu:"C mMecins civils, da ns la position où nous nous sommes lro.uvés jusqu!en •I 839 ? Commenl vouiirait-on exiger d'cux qu'ils nous fìssent la descriplion de ce qu'on nommc la gmnulation vésic11leÌ1se, quand ils ne so.ol pas, quand ils ne peuvenl jamais ètre appelés i1 la ,·oìr, quand ili: ue se dou!ent pas de la valeur ou ce la signilìcai1011 de celto chose, quand il!'. peuvenl mème,. p.our de pni:)sanls molifs, ne pas la considérer, dans une foulP do cas, comme le produil d'un élal morbide'? l l y a plus que cela, messieurs; on ne cosse d'affirmer que ce qu'on appelle l'opblbaltuie mililaire est exactement colte chose qu'on nomme l'ophthalmic d'Egyr/c. Eh bien l je défie qu'on me monlre dnns une seulc· description venue de là. la Yésicule caract<irislique lle 1\1. Rairion:Pruner qui a lraité en Égy.ple des milli ers d'ophthalmiques, nien parie que pour en nier l'existence; scs de~criplions ressemblent exactement à celui de 1\1.1'1, Gros::: et Li'ttel. Si par conséquenL, l' honorab\e M. Haìrion <:On · linue à prélendre que !es alìeclions oculaires des. ÉlatsUnis ne re~sen1bleot en rien à celles de notrc arnilie. il fau dta bien quiil arrive il conclure aussi que celles-ci ne nous viennen! pas en droite ligne d'Ég~·pte. puisqu'1l ~- a cntre elles un air de ressen1blancE\ cl de famille qui rend le diagnoslie différeoliel complélemenL impossib.1e. Messieurs, c'e.sl le moment de vous dire quelques mois de celte ophllialroie égiplienn·e. J e nè vous reproduir3i pas toule l'argumentaii.on de l'hooorable l\L Thiry contr.e la tluforie de-.\'e.xp.ortation, ce serait vous fa liguer inuliieroen~, mais j'ai quelques au,res obserralions à ,·ous oresenter. ça élé n,ne b:eo facheuso dénominalioo que ~elle d'Opht./ialmi'e d'Egypte. C'esl ellè q·ui fait. naiLre 10: <léplorable confusio~ qui règnc aujour<l'hui dans les esprit$. Opl1tl1almie cl'Egm11e, mais scièotifiquemenl parlant, cela ne veul ricn dire du tout. Il n'y a pas d'oplùhalmie d1Égypte, mais il} a des ophlbalmies en Èg::pte. Lisei l'hi sl9i re, messieurs, et rien ne vous parailra plu~ vrai que celle a!JégaLÌon. Il y a en Egyple, comme parlout, dcs conjonclirilé.,de loutes sorles, des conjonctivilcs simplc~. <lcs puro-muquouses·, des blennorropbthalmies virulentes ; m:}is rl r.'.y ;i f"1~ I~ ;'ln~ qu ,,ill,~llr,, UllP maladi~ ~pé-
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Mais si cela est, qu'on veuille bien nous etp}iquer pour· • quoitl_es Français (etje commence par eux) ne f'ont propagée.,·à lt:ur re tour, ni à aucu-n··solrlaL dc l' inLc.rieur, ni à aut un {!~e rnbr"e- de·la populaliqn o~v.ilc? Qu'. on n-ous dise 1 p·o;mquoj .il en a ·ele <le mème de la pad des al'mérs fran• _ç~1ses r.iui, pemfant prés de quinz~ aos, ont parcouru r'Europe én l0:ùl s:ens et s'y sont lrourées: en contaC:l aYec loutes ,syrtes de pòpulatious ? EH-ce tout vrainienè? Oh noir! La France esL ·er1:vahìe ir. son tour; !es àrméès alliees, au nÙlieu desquelfes !1ophlhalmiè,dilP, ;é~yptienne a éclalé dès··l 814-, !!ieirnent occuper une grane!~ parlie de so n terrfloir«?, habi ter ses caserires, fréq·u,eliler,se.s 'haliilanls: où -sont, je vous priè, les· pretn'ffs; ou ,plulòt où ~st Ta preuve, la seule que je dema~de, de ·la propagalion ~ela malaclìe p&. dan t la Jorig,ue. pll ri odè d'occupation •! ·Le trait!;\ d'Aix,,la..:Cbapelle m'it fì n·à celle silQalion; le-salliés son rappel{, ·; les:-caserries, qu'i ls i1iennenl d'é'S Ujel. ,t Aµ ucl ti1.ult'os,enim pqpu)os ophthzilmias vagari aliqui- . vacuer 1 sonl rendues' aùx Frailçais; e·st-ce que les nouu bus te111p0rib1ìs rèperien1us. 1ron ta1nei1 sém71er 1> (Liber ,11 v·eaux 11:òtes de ces lieux y ont conlracle .l'ophlhalmie ·I dont cerles1 cl'après la doctri"no, .le germe avait du y élre pr\m us, pag. 2.3:.). Jaissi? ,, •<..Hyér.ie ocblorum~ lippirud1nes ibi multre vaganlur ; Les A1ì~!aii f911 l le siège de Copèn-hague' en 4 go1: ils « p·lurim asq uc, Cayri, eas<len~que per.ò,mnia anni _ tempora·, µeo .l s!.;rr !es c.òles de. la See.l'and, 3ò,OQO hommes; débarq· 1t h6rpi0es in vadere, ob i)Hrosurn p'ulverem quLcontihoe· I< dcu.los halìita1i"tium morili càt it. calefaci't, o"bser.val'tìr, il'.y à parmi eux d~s ophlhalmi-ques; hèaucoup d'ophlliàl· t\)iques, c'es.t Bendz qui le élil; y eul·-il un Danois, ui:i " Jorfgè P1axi mèq;è iu m-s~alis prirnà parte·, quo le.rnp.ere <t c:alO'r amlìie-ntis summe calidi 0C"i1los·'· inflam.ina!, taHumseùl auquel elle ai.L été communiq,uée? 'E n ·I 80()". ,ils env.oie.nt une armee e.o Pòr-lug-al: 1'·015blal1< qì.rn morhonim numerum,~u.get'. Sparsim verò p_er urb~m 11 ·toto ànlro hm oculottim 1nllaminationes vaganl,ur, atq-ùè mie P~gne danSses ra·ngs. régypUenne, -toujours l'égyp'i liénne, Quel est le Por.iugais qui en §Qit deYenl.l viclfme'? t< _ epiHemieè ph:rimcE, i'n· priim1. mstatis pur!e vali<lissirnà Lisei. \' hìs\oire, n:ie~sieurs. lis.ez surtouL le trnYa"ìl cle c:e ,< ;nmquali-s-s'in.1aquè1 ub ve'hei11éolissimum n1eri<liona!ium «-rnntorunr c;ilorenr alquc, 'i n·I!amma{arum aée1"arulì1 -1 èoncilian t l\l. iViarqùi¼, inséré. dans I.e comple rcn<lu d:u Con,gròs, et vo.us serez èd ifitf 1 ti cO:~i·am rjuffi ab · lisdem \'entis app.br!anlur. l\fùHi p:rtè:Éè&utez encore: ce.ci : ,1 s,2rvc1;1lur ah his in{Lrrnmalionibus ~c~li'òrurn smpii1$ i·n 1 << diè àlgiti~ ·&quà oculis lavatis, ve! ròsace à, ve! aliqti'à .I 1),000 Danois pai:ticipent, e rr it8.15, à l'occupalion d~ la Fra:nce: i!s -vive nt cntourés de tous. còlé~, <lit Bends ' de « s!ìllalilià1 v-eJ nili 1l.uminis· ·culefact~ » (ld . pag. f4.. ). V'.) tis re v·oye1; donc, messieurs, depui's l'anliqul!é, j'o- J lrqup~s rn:;;ses cl prussi!3nnes qui <;onrptaient un gr.a.nd nombré d'ophlha lmiques . Eh bien.!: voicì ce que 'ctisàit s~rais dirti la (.flµ.s .reculée; la somce dc !'opJ:Hhaln1ie eneneo-re cel excellen.l Ilendz: << Notre ·armée·revinl en. Dadérnique d'É'gypte a .Me parfaitement·teco,nnue, parfaiLe' ' . . ne·mard<, ·ver5. b fin de. l 8-l8, sans ·ramener· un seul sol. mènh lécri t.e ; los causes· n'en s'on"t nul-iemenl spéciiì que.s, eìies h;è>nl ùonc pu produire un.e rn,dadie· spécifi.qµe; ellf.s dal qui so·uiirH de la maladie. 1> E.s.l-ce cla,ir ? Voulet · \'<Jus d\1ut.res faìts eneo re? Mais, en yé:rité, je sonL Wules !oc.alcis, il ·es'l -cfonc bìen nahu.el que-ceux .qui y sonl sou mls o.u qui -vi.entren,l s'-y s.ou.mellr.e, en éproucraiÌ\urais <l'.abuser "drpolrn palierrce. Je· prév01s l'objecVen~ lèi fuuésles effoLs· et qhe la· malad'i:e, aìl l.e, au·:con-. tion qui v·a m·'étrc fii Le : <e S'il n'èsl pas· prové, nre dirat-oi1, tfu' il y ail eu imporl.;1lion.e°' Frane~, a-u moins ne la trajr.e, en §;.éleignanL1_ à. .fur el à rnes-1,1re qu' oo s'é.loig_ne niere1;-v-0us pas pour I' Angl~lerre. n Au contr.:aire, mes<)fu lieu d'otigine.l Ga. élé La siluation deS; Anglais e~- des Fra·t1çai~, 1òr5. dé la éélènre exp·é.clilion qui ,i èù lietr vers sfo urs, je le nie et je la ;ìie:. co.mplèlement. Une 'èa-use h fin du si~cl~ a~rnfor: l'hisioire -iibrrs · a <lit leùr ' sofi<lentique' ne peùi pas produire de,s effots ·compl~lé.menl frà:!JCes .en Ézyple, m'rti'S; elle nous ·a dit atùsi. qu' ils ont <lissè11itì]ab'lcs . L'opli lpaiinie d)ie <l'.Égypte n'a pàs pu lly èessé J-e s1,J'u.!Trir; dès q'u'i!s ·eurenL .reu1is le- 1pì'ed.sur le. pas <Ùrt im:po riée en Frrançe et ~lr.è i;t-ç,~orL~e en Anglesol de la paJrie. · ' lerrè ?' Ecoulez ce qùe 'dit i\'l'àr.quès: Est-il vrai . rn,rinteiJa·nl, ~u'. ils aient. r~m.~n:<3 a:y~c;.eox <t. i\Iais que nous aP.pren<l l'bisto'iré à cet egard ? ·tes l'!lpl\t1~·alm ie donL ils avafo,hl ét(,rèablés; el q( iJs r1:ent lronpès aoglaiscs qui ,iv.aienl été~n:ig.ypte, ava1enl beau_. ·èomìnuÌl'iqJ1ée ti leùxs :nalionaux e! <l'.aù.lrès, co.mme -on n~· ,ç-e.sse ct/;\ l'. af1ìrmH? , . . eoup soniTert <le f'op h!11il m'ic;_~1u·i esl endémique àans ce cifi_qù;e;.,Jlt'òseiilant, des car<)clères parl1cuUers, et qui ne s!ii~nt prorr.es q;' à celte conlrée au monde. Parcourez le nelu Ctavàil ;le :Pr.llil ~r, qùi po~te .poti r .i,tn~: 1Jù! Kranhei ten des d11ie,1Ù$ {.Erlange.n, ,I 8:f r), e:L v·ous cùn's!'ale"rez lout ae su.i'le què sous l'appellali:op genérui·e. .d'éyYJrliemw, on· t1. rangé les affeolion·s ocµll!"ires les· plus·aì:ver$es. ·lJoe s'e1ie y .est e.nderoo-·~pis:lémiqtJ~:/est la Q<wjonclivìté simple, a~t:c o·u saris puru!E:ince; mai3 celfe-1~ !) 'est p;is p1ns egypt1en.n~ qu'.elfe n:os-Lb~lge1 pas p·los· b'e. lg~ que · fra·n"çàise, q1i'.ai1~laìse,<iu rl1sse,; elle esb dE:) tous l~s p~ys i· elìe .s~ n.10n \re bu ,peut se moutçe'i-,,.sotis le nfèuie aspe·ct:, ·1 ~vec ies. rpèmes symplòmes ~l les mèrnes. Ìés.ions part_oul ·orne frouveiil rèunies' acciùente-llenìenl ou continue.Ile- . J11.elÌL .cles causes Cflpahi·es ;(!e l'engend,rer. D.'aulres que ·mo-i vo us' o,nt d~l ces i;:au·se:: pou.r f Bgyp'Le; hilssez -m oi néann)9 in$ v~us !ife !es a,eux passage:; sùivar1ls de la ·. ,ltede'éUìe t!:s E9yjitùms, <le Prosper Albinus, sude méme
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pa55.' E:t1 1$0 I 1:t \ 801, q11il1!tl l 1fflll<', t'~, rèt•Jllrtll!D e1r. ,b 19/eten'c, la ?11ala,fon;'y ·m1J111tai1 encor<J quelqrwf'ois. mais 1,as nssez 11ou, attii'er l'atte11tion et don11er l'i11quiél11ile. C,esl
seulcn1eul en •I805 que l'ophthalmi~ à pris de lar:ges proporlions. Une circo~ll111ce encorc esl biert a remarquer, c'est qua l'ophthalmie. ne s"esl vositivr:me1ll 11toM,·ée dans 1wc1in 1'égimè1:l de ccu:i, ,j1ii avnk11l rllJ c,11 EgyJJle, car il arri\'aiL en AngleLerrc q_uelque chose de parei! à ce qu'on a vu daus l'armée fran{:a-ise, olt !es régimenls <le l'expéuilion, apr~s a mir .b~aucoup souffert, n'etaii!nl plus affeclé~, ou du rooius celle affeclion n·excititil tl'aucune manì ère l'allention <les médecir.s mililair~s. L'opbtbalmie <t éclaté cfa11s le '2" ballaillon d1~ 'ifz,cpl}yima11Lw19lai~,q1,i était casat11é à J1ylhe (Tfoitt), et l}Cnait cl't:t1·e formé, en recev(tlll· qz~el,pus officiers el soldcits tlu ,, "r ualla'illun et 5QO reC?'i1es ·volont(l.irl!s des milices frlcmcla·isès. l./lih;loirc de celle maladie, <;('ri\e par le doctctll' Velch, qui blaiLohirurgjen du ~ 52' régito t, fail remonter l'ùrigiue de la maladìe à, quelque.; soldJl~ 1.jui en avaìenl souO'erl. Quoi qn'i! en soit, il n'eu esl pus moios\rài que l'oiihthalniie ~·esl lell<'m1:nl repanduù dans !e ~ç balaiilon du 5:ic, que de ,00 hornmes qui compost1:è11l le corps, 63<.i soul cnlr~::; dans les hòp1taux 5.0 sonL rcslés Lonl à fail uveugles , cL .rn onl perdu uri rei!. D' AUl'I\J::S l'\ÉGl~lE~HS Qlìl ÙTAll:NJ: DAN:, u ~nbrE CàSER\'iE {(,)i /i.:3 ET LES M! L (CES DE L1Ncoum111m) t°i'O\'iT PAS SOU F'FEtlT VAl)lS CETTi! OCCASÌON;
M.\\S L'uvnTU.\L)llE A ÉT~C'ìDJJ
SES i\AVAliE5 AU C..OfN ET l'Al\M[ o'AU 'rt\li,S lillGDtENT:3, cn sé-
vissaunL ll'uuc manii:'re si 11\Treusq, quc sillon feu le docleur Ballingall, dopm;; celle <1poqu" ju::qu'au 1"' décerubre 181 O, il t1.;l entro àaus les hòpitaux dc Chefsea el. Kilmainb.1m, e· esL-a-dire en moins lle nuq ans dc la duréc <le \'oplt~halmic, 2,3 i 7 sohfols a\'GU~lcs qui soiit r~slés à charge de l'Élat. 11 Est-c0 as~{,lz explidtc, et faul-il quc je m'applt;e sur chaquc déLuil de ce fc1it hritanrtique pour vous ea donncr la vérilab\e signifìcaliotd J~ n'en vois pas la nécessile, tl, commo moi, messieurs, rons YOltS hàlt:rez de conclure que c'esl ai\icurs que dans uue préteodue importalioo 4u'1J faul aller chercher la sourcc el l'origine òe rophlhalruie doni plu:;ieurs regimcnls anglais ouL été atteinls tlepui::; 1805. Je rnus l'ai dit: il une autre é!)oqué, dans I~ siècll,l précéde,nt, la mème malatl1c él.til ,reou fontlrc, en Weslphalie, snr une autre arn·16c anglàise, eL il eul él<-i µi{(ìcile, je crois, <le recou1·ir n1ors /i la doclrinc de la iruporlallou. B~n<lz qui reconnaissa1i uvee la bouue foi qui le c.;atac· lérisail, que !es Aogl~is n'nvaienl pas apporté eo l 807 l'ophlhalmie en Dauemarck, que Ics troupcs Danoises ne l'araient pns conlraciée pendant leur séjonr co France, qu'dlc n'a\·aJL pa'3 élé imporlée non plus dans son pays, .en 18H-486.4-, à l'époque de la coi:slructìoa. du cliemin de f<!l' tlè Kiei à Allo1fo 1 l3ìen que des Alle1Jian(1s employés ò. celle construt~lion ensemb'le aree des danois, .eo soufl'rissenl ,·iolemme:ni, qu'·elle é11ar~na m{:rn1:: i, t!i' i:om ..1.,
triole:s-. pendant toute la \!uréc de ìa gtttm.>. <le ~chlcsw1g Rolsle10: Beodt, di~-j~. éla1l don e mal ,eou d'affirwct (car cc n'élait de sa parL qu'unc anìrmalion} qu·eae arn.it ete i111porlée en Danemarck c:n ISo 1, par les rccrues 1101slenoises; il l'était d'antanl plus qu·il avouait lt'ii -mflnìe qu'clle éLniL réµandud à celle époque dans la populalion ci,ifo. ,J e ~ais llièn que c·~sL r'11rméc qu'il avail :·en'cln respol'lsabie dc tel\e exLension, mais encore une t'ois, c'est là un11 simple opini1Jn qui 11 'esl appuyéc sur rien. Yoyez un peu la tonlradiction ! li déclnrail Ju-i·méme que, dans un rncme camp, des.so!daLs òphlhalroiqucs, confonùus t '\°eC d'aulres qui ne rèl.aie~1t pas, n'avaie11L pas propagé la maladie à ces derniers, ot ccpendanl, d'après lui. elie ·aurail ~lé inoculée par l'armée à la _populatìon cirile, à <:e poini que dèjà en 1853, sur 2, (ìH recrues arriy(•es dc tous les colns du ro1aume, il s·cn <:lail lrouvè 3-20 cp.1i l\H·uienL cou tractée dans ieurs foy<!rs ! . .. €L qu'.y rt-L-11 donc de :;i·surprenanl, bon Dieu! ù cc gu·ttne rnaladie alleignc tout à lu f.;is l,1 populalion civile el la popu!ation lllililairc 'i Est-ce que l'ophlhalmie mil laire 1j .! rnus demandi! pardon de conlinuer a cmplo~·('r ceU.e épitflèleì dont fureol alleinls les Angluis en ,veslphaiic, n'étail pa!:, d'aprés le d,re de i\-Iul!er, ('ndémique panni !e; bab:laots <lu Bas· Rh in ~ N'est-co pas ell!) oucore qui, au moP1ent o.ù_ ks troupes prussiennes commenceren t à en snufi'nr violemmenl, édè.ta au.;si en ,18·1::J òaos la. p1:i~0-n d~ Bnuweiler sur le Rhfo el qui y persista ,iosqu'eu 1ISH{. pour S reparatt~e de. 11ouyea(! en 18 I 8 el eu 1821 '? N' est-ce pas elle, Loujours elle, qui apparatl de lemps a autre daos nos pensiounats ~t I1tls hospiccs'? Le docleur 1\-larques n' avone-l·il pas que l'ophthnlmie qui appanu en 18.iu ~ans l'armee portagai:;e, ,,\viss,1il on m~me. temp~ !>U! une partic del,, p_opulétlion ci~1Hc tir.' son pays·? (Conlimw)
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Per determinazione delli ~2 Gingno 183\:1 S. Ecc. il Mini~tro clella Guerra accogliendo la geueroso gnituita offertà deU' lspetLore snnil•ai•ìo èmerìto, sig. Commend. B:mmc N.l~§f.m1·a tU 1?.Ji•e:%ide~ 1o ;immise a pre:-iar-e 11u0Yarucnte l'opera sr.rn presso il C011siglio Superiore Militare di ~anità, affidandogli :..id un tempo I' incarfoo deJl3· Di rezione Superiore dol sernzio Snnifario degli Spedali Militari di Torinq. l! OiNl!ore Do\t. Cav. A[ìELLA Médico Di-'r.
li ,'ir)e Dirè.H<1r e ,rt! Sp (1f'S. Dolt. MA.N'J' l",LI Me<l. di Hegg. :.
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25 Luglio
N. 50.
,t § 59
GIORNALE DI IIEDICIN/\ liUJ'l,AHE ..
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e comioèia col l 0 cli g~o11. Si po bbl1èa o~l L'associazwnc n e>a s, ri ceve e he per . uu ·rnno ' · . . tn ne,lì . di ciaschetl111,a , . sellim·aoa, . . . ,; 11 . · · ·T or in o ,li r IO I n rrovi,1cia .,,t .i ll ' B~•orQ, fran r.o clt posta L. 11. S 1 ~111iz11 per st m eslr 1anllc1pa u. 1 6 11 pl'ezzo d assoc1aziooe 1n , •
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Doli. BRLll.ONDO: F&rila eia l)alla traver_caole l a mano sinistra lra·il 4° ed il 5° osso me tacarpo, m orie consecativa a tetano. - 2 v n ivisla dei ~ ioroali sc11)n -
S8.tUIAR IO. -
1ifici. - 3• null~ ttino uffi.ciale.
PAR'fE PRHIA FERITA D A PAL L A. trnversctnte. la -ma.rtò sinistra tra il 4° ed il 5° osso 1netacar1J.O, 1p,0t·te consecutivq, a tetruw. Storia comunicata dal Doli. BELII Ol\DO F 11. 11>P~, a oo ,d"i rn_ed;ci Borghes i a.J<lelli al sen•1zio dello Speda\·~ mtl.tare d1 S.h1doto in Torino.
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Gaddo Pio, caporale -nel 7° bauaglione Bersaglieri, 260 compagnia, di anni . . . . di coslituzione piutlosto buo·~a, di tempe.n1mento bilioso-nervoso pro1)unciatissimo, giovial e quanl1 altri mai e l)lOILo lepido, facilmente rr11scibile. Ferito li 30 maggio a Palestro, fu di là a Milano, poi a Torino lraslocc1to, od en trò li ~ giugoo ·1859 nell o spedale sucetrrsale di S. lsidoro, sezione 2'1 cbirul'gica, del. Capo-sezione dottore Rapetti, coricato al n° del lelto 32(3, piano ~<>, per ferita alla mano sinistra, traversante l'articolazione metacarpo , fal::irigea fra il 4° e 5° metacarpo con scheggiat ura e strilt'blarnento. di ·tali ·ossa , gonfiezza. enor.me cji tull:1 la mano e parle del braccio corrispoudente, dolori puntorii al menomo movimento, immobilità assoluta dell~ mano ferita, prostrazione grande del moral e, disperazione di poter guarire. Si prescrisse nel primo giorno dal Capo-sezione la dieta brodi, medicazioni emollienti con unguento refrigei'aote e cataplasmi alla località, bevanda semplice per la notte. Ma poco per volta seda vasi il turgore infiam~ato11io c.oi topici ·emollienti e colla dieta rìgo!'osa; si prescriveva ad inchiesta, del malato, ,e
non essendovi controind h~azione, prima il quarto e poi la me,;za porzione. Li O rlello stesso mese l'~mma lato sentendosi un pochino meglio, voll e provare a levarsi e mettersi a Ila finestra prossima al suo letto, ma chè-, non av~sse mai ciò fatto contro l'ordine severo del Cap o:seziooe di non m!loversi tilmpoco, poièhè la fata lità voHe che I • • appoggiandosi alla in(erriata della finestra V1 urto contro con la mano ferita: da ciò oc nacque emorr;igia abhondaote , nuovo turgore flogistico. piutlosto marcato, dolori trafiggenti e più forti dei primi giorni alla p;J rte ferita, stringimen~o alle fauci, deglutizione difficile, Lrisma dei muscoli della fa c6ia, rit,.azione. de1le dita sull a manp, e cosi poco per poco dell'avambraccio sul braècìò , pe'r cll i, sospettandosi dal Chirurgo Capo-sezione di mirac;cia di tetano, si pres,;risse tosto infùso di digitale grammi 100, sciogli estratto d'aco.nito napello ccot ig. ·l5, sciroppo diacoùio gr. 30. Alla sera dello stesso giorno, prescrizione-.Estrallo d'aconito g.rammi 1, est ratto a:oppio gommoso del BAaumò centigramm i 20 per f::lr n° 20 pì110le. Per applic;zione topìca la seguente pomata: P. Unguento refrigernntc grammi 80 , estratlo di b.ellaclonnacentig. 50, unguento mcwcuriale grammi15 per nso esterno. - Per bevanda, infusione di fiori di tiglio e di fiori cli sambuco grammi 600, sciropo di papaveri grammi 50. Ai 10 giugno si continuò la dieta e solite prescrizioni, qualche lieve sollievo~ ma cosa da poco. Ai 1·I, dieta brodi: iosor.gendo s.eropre di JJil'.1 lo stringimento delle, mascell e, il tl;ismo fa&ciale, i dolori nervosi alla locali tà, si venne all'el(ffiz1.azione che fu nella stessa sera raccomandala òall 'ill ostrissirrio e venerato mio macstFo il Commendatore Riberj, il quale, appena avu to sentore di un caso di tetano accorse j n questo spedale: detta ettorizzazionc fu praticata tre -volte nella giornata con etere solforico a 66° .. Internamente si prescrissero pillole d'acetato di morfina cen tigrammi '10; estratto òì lattuca sativ:a Q. O. per P. 8. La sera si rip~te.rono le 'PIiiole e la meciicazione
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~3i-
topica sedante,però con la massima attenz1on~-e àèi licatezza possibile.
Ai 12, dieta al solito - Olio di gi usqniam~ gr. 50, laudano liquido grammi 12 per uso esterno, per farne unzioni al braccio ed avambraccio corrispondente alla ferita. Si lasciò il giorno 13 l'etere e si passò al cloroformio dall'ammalato più sentito ed ottundente meglio la sensibilità, usandolo ogni 3 ore una volta, ma pur troppo senza pro' e vantaggio dell'infelice ammalato, poichè sempre più aumentarono ,e si fecero intensi i sintomi del tetano. Respirazione stertorosa, decubito plumbeo, impossibilità della favella, movimenti automatici del braccio destro, perdita della conoscenza e sonno eLernQ furQoo gli ultimi fenomeni presentati dall'infelice 'Gàddo li M luglio 1859, e verso sera all e 9 pomeridiane s.pjraya ·questo martire dell'indipend enza ilahana. Negli ultimi momenti domandava, con segni, del ghiaccio, tanta era l'arsura che provava mternai;nente; al che da -più giorni s·i era gH1 pensalo ~omministrandogliene a volòotà. Non si praLieò l'autopsia.
PARTR SECONOA
Rivista dei Giornali Scientifici OTTALMIA BELLICA ACADÉMJ.E ROYALE DE MÉDECINE J)E B.ELGIQUE
(Contit1uaz., f/. N. 2!) e antecedenti.')
Il n'y a, à mon a vis, rieo rle plus clair que loul cela; te syslèmr de l'imporlalion cl de l'exporlaLioo ne résisle pas à un examen quelqo" peo sérit>OX, et ma coofiance dans la solidilé de::ì ar~ume11ts qui le repousseoL, esl tellemeoL µra11cle quo. jo OP. nés.. :>père pas de lui arracher ju~qu'a u dernicr lle s11s partisans, J'e n ai fini, mcss ieurs, avec les pr('nves qu'Qn croyait vous voir fouro ir à l'appai de la s1}écd1eité de la maladie. J'abord.e mainLeoanL ,une aul re ~é1 ie rl'1J bjPctions. L' opbtbalmi~ de l'armée, dit l'ho 11orable M. Hairion , est conta~ieu,e par c,1ntact imméd•at et par voi e µii asma~ tique ; ol le a élé pr,,pa;i,ée dç111;; lt~ci vii par ·,es suldats. Et à l'appui de celte double propo$ilio11, il "pporte des opi-
nions el des fc,its. Qnaill aux opinions, j'ai rtéjà eu l'honneur de V0\1S dirA le cas qu'il taflait.en faire; rlles valent généralemenl ce que valenl leurs auleurs. Ce ne sont, ce ne serontja'mnis des fails d' uù qu'elle.s éma ni nl. P9ur ~e qui esl de ces derniers, c'esl aulrc chose; mais je le dis louLd'abord, i I n't>lait nul bosoin de noos l'n livrer -à l'effet de prouver que le pus où le muco-pus ù'une conjonctive malade appliqué direclemenl sur une conjoncl1ve saine, peul l'hypèréroier, l'irriler, l'eoflammer; erta ne fait de doute pour personne, et poor en -finir, je oéclare accepler, si 011 le veut, tous !es fails de re genre .q,1'il pourra convenir à mes honoraoles c.onlradiéleurs de m' opp9ser. 'l'oulefois, ne nous égarons pas sur leur signific.ation. Voici ce que l'ohservalion démoolre. Lo muco,pus ou le pus conjonctiVìll de l'ophlhalmie simple, applì'qué diréclemeol, peuL ou ne donn"r lieu à aucun ,aoèjde1;l, ou produire une conj ,, nclivile de médìocre irilensilé, on amener une ophLhalmie purulente d'un e haule grav,té. C'est,. je vous l'ai dil, le propre .d'aotres agenls irrila11ls : un corps élranger quelconque in lroc! uit enlre les pnupières, provoquo ci, une hypérérnie simple, là, one conjonclivile lcgère ou inte nse, là, une opblhalmie alla nt jusqu'à la purnltrnce inc)usivemeot. Il n'y a pas bil'II longlemps.jt' pense, c1o'on doil avoir trailé à l'lnsl ilul do Dra baol, un rn<1lheoreux maçon cbez l,•quel de la cha ux inlroduile enlre Il'!': coo jonclivcs,avait occasionné one ophlhalmie purulente d' une grande inlensilé. llais à coup sù·r·il n',·n esl plus <le meme dP-la bleno rrophlbalmie vinite11te, donlle JJU S. véri labl«>menl spicifiqne, appliqné ùirecleo1enl, amène toujours, i,wuriable111e.nt et Ìnmuldiateme11t, une blcnorropbthalmie idPnliq.uP. J e ne sais pas quelle esL la quanlilé d-eau d,aJS l.a,q.ue.1.le un semblable pus peul élre dilué s.ins per<lre de s.a virult nce mais ce que je sais, o'esL qu'il la conserv~. c,ororne le yaccin, dans une di luti on qui n'es l pas trop étf'ndue. Les développemenls pleins <i'i1tlérél el si complels dnns lesquels l'ho11orable M. Thiry PSl enlré ~.ur ce poinl Je doclrine et d;cbservalion sonl encore Lròp présenls à volrc souvenir, pour qu'il soiL b~soio de ,•ous les rappeler. Nous som mes donc cl'accord su r ce double f..iit, à savoir, ·que le muco-p us provenanl d'une i1 fl,1111mation simJ)fe peul prod uire 0 11 n<~ pas proùoire, à l'inslar d'un aulre agenl irri\i, nl, une inOammaliòo simple. el que le. muco-pus fourni par une in011mmalion virnle11te ne peul pas ne pas ame11er Loujours une ioflilmm ation spécifique. .Uue nHtladie vimfo11te so l ransmPL douc toujours la mèrne, avec tles cond1lions qui o'a pjiarl1ennenl qu'a elle; mais c'esl précisémeul parce que l'ophlh..ilmil' que nous voJous babitu ellemen( r.hez nos solda ls, 1ù1ff,e p.as celle pliérl'òm'énaltlé car,, clé risti q ue, q ue fon est s,rns d roi l pour la rangrr ,dilnS·Ja C1Ìtegorie dt>S a1ffé.clÌ<] rrs sperifiquJs. La v'ariole qu'oo m'a opposée s1 mal à propos, u'est pas
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21,35 -
le produit d'une cause simple; elle doil son origine à un qltirL, doul la nature el l'essence inlime nous écbappenl, c'esl vrai. mais qur. rien au monde ne i;aurait remplacer, el qui se reprodoil sans cesse a.vec la maladie el dans la maladie. Je su,~ prel, au ·c9ntraire, à remplacer autànl de fois qu'on le voudra, par un aulre agel)t irritant, le-mucopus de notre ophltialmie ·simple, et je sujs s'iir'de voir se produire \'u11.ou )'',aut.re des.phénoroèn~s que j' ai en l' honneur de vous indi,guer, à la dill'érence du muco-pus dii la blonorrophtbalmie vinil,mte, qui ne pt>ul pas plus se remplacer que le quid de la variole, eL qui, comme lui, se reproduiL sans cesse avec l'ophlhalmie el dans l'ophlhalmia. J'ai va, et une foule d'officiers de santé de l'armé,e l'onl ,u com me moi, fai V>u, dis-je. dans nos bòpitaux mHitaires, le pus d' une conjon-clivile simple, non pas dilué, mais dans son plus grand étal. de co'n~entralion, couler au-dessus de )a racin 1:1 du nei., .sur la t;ç1-1jon clive de \'rei\ reslé. sai u, et ne ri en .produi're du tout l' ai vu dnns d'aulres circonsh.nces, le meme pus provoquer des accidenls lerribles. Pruncr, qui a lraité des milliers d'oph1balmiques eo Égypte el qui,par conséqueol, a acq uis par son expérience une in r.ooleslable aul9rilé, a écri l ce qui suit, òans son ouvrage, donl je vous ai déjà parlé: 1< Depuis viogl aos, pas un médecin.exerçant en Égypte; n'y a conlraclé l'ophihalrnie par contagion. En ·t 836, j'avais la directi on de deux hopitaux de la capitale qui ont renfermé peLHlanf- plusie.~rs mois 3,000 ophhrnlm,iques (3,000, messieurs, en:lenclez-moi nien)., fournis par. les régi monls syriens et égyplieos, alleinls de Ja forme pul'ulenle au 1•t et au 2 4 degré. Celle annéo-là, 20,000 inòividus passèreol à l'bopital, el parmi le personnel on oe saurail ciler aucun cas J e conlagion. Il y a plits, le tra1isJJCort cfa 1n·oduit sécrété ,ttnle., y<mx sai11s, n'a provoq1té qu'unc frrffo.tio1b locqle semb/(1,ble à celle cléterminée par tout autre coi~JS
étninger.
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Que ~lites-vous de cela, messieurs? Est ce assez sjgni-
fical1f? J'arrive à la propagalion par voie miasmalique. A. propos de ceue·propag,alion, j'altire louLd'abord volre alle't'ltion sur ce poinl, c'est que loules les f.ois qµ'il s'en agil, ce ne sonL pl.us des faits qu'on nous apporle, mais des opi·nions. Veuillez relire loules les observalions que l'honoral>le l\t ijair,io1.1 vous a coromuniquées, ,el vous y conslal.erc1. l'éteroel post ho<;_,ergò pr~pter hoc. Elles disenl toules ceci: « D.es op,hlhalmiquos ont séto.urné d;an:.- r.efs ou lels locaux; des hopime,s sains sont vènos Les habiler aprè$ eux cl on.l élé a~leipls de la maladie; donc. il y avail l à une cause infecticuse, uo miasme ophlhalmogène. » Qu'esL cela, sinon. de l'iud11cliot1 'I C'csl lejudici11111 de notre matlre à lous, el vous savez ce qu'il est ce jud.icium, ... difficile et frillax. J'ai vu, -moi, de mon còlé, une innombrable quanlilé . • I de foi ~. des ophthali;niques de loulcs sor.tes et a. Lou.s, les degrés cnc9.1pbrànt, n.<;>s ,hòpilaux; j'~i vu fes)i~.vreux•. l~s
hlessés, !es vénériens en communicalion avec eux, soi[ dans leurs salles, soit aillrurs; eL jamais jc n'ai vu la màJadie ni se propa~er ni se commuuiqu er par voie miasmaLique; j'a,i vu les objels de couchage el (es effels d'habillémeol passet des uns aux aulrcs sans la vag~ ·ni' -désinfectio11, j'ai :vu des casernes que venaie'nt d'abando11ner dos régirnenls dits infocl'és, miscs à la disposition d":aulres qui ne l'éraienl pas; el jamais je ·n'ai P!l constaler une seule observation oe propàgalion ; j' ai vu trois de nos grands élablissements servir successivement de dépols poor les r11·a11ulés eL de lieux d'habilalion pour des soldats qui ne l'étaient pas, et je u1ai pas recueilli le plus pt\lil fail de lransmission ; j' ai vu à deux reprises dilféreoles en ~ 831 et en 483~, les Français occuper inip.unémeot nos casernes e\ nos bopila.ux, el null e p<1rl je n'.ai lu non plus qu' ils eussent imporlé une ophlhalmie en 'France; j•:gT•vu ,à une, certaine époque la prison roilitaire d;i\lost enco mbrée à ce point, qu'il y e'1l cles menaces d1asphyxie; j'y ai vu, pendant ·ces mcroes mauvais jours, une énorme quanlilé desoldals dilsgranulés, couchés còle à cole, avec dcs prisonoicrs exempts de loule affoclion conjonctivale, el loin qu'il s'y soil produiL un seul fail de propagalion, j'ai vu la maladie aller en décroissaoLel s'élei ndre oìeme complélement; j'ai vu ·de cenlaines de médecins mllitai res en contacl incessant avec nos ophlhalmiq.ues, a:vec n'lS granulés, soit pour le!5 examiner, soit pour le~· tra iter, leurs yeux èollés poùr àiòsi dire sur- leuris yeux, .eL _jamajs je n'ai observé, sauf Jes cas excessivemenl rares ·de, contamination rlirecle, qu'un soul d'cnlre eox eft~ conlraclé la maladie ou emporlé le miasroe dans ses effets; j' ai vu loul cela, messieurs, el bieo d' autres choses encore, el je pourr-ais, en présence de fails d' un caracté're aussi imposaot, me rallier aux irllluctio11s que l' bonorable 1\1. Bai rion a cru pouvoir lirer des quelques observations q_u'il vous a présentées et q.ui d'ailleurs s' ex pliq.uent tou.les si n~turellemenl; je pourrais i:eQonnuHrn une propagaliou par voie m~asmaliqne, dans le!l r.irco nslances les,moins favorables, tandis qoe de vérilables foyers d'infeclioo (ca r la doclrine doil Ics appcler com me cela) sonl reslés inoffensifs el sans puissance ! Mais en vérilé, je ne sais pas ce qne vons penscr.iez de l'élat dr. mon cerveau I li n'y a pas, Une peut pas y avoir, je l'ai cléjà dil, deux manières différenles d'ètre eL de se comporLer pour un méme principe spé,çifique: s.i ce pril)cipe exisle vérilablerncnt 1 il 'faùl qu'il mo11lre ses ,effets en lous lieux; li fout qu'j\ le.s. monlr,e surlout lorsqu'il se lrouve àl'élat de cor1cenlratfo11 ,exl.reine; s' il ne le faiL pas, c'esl qtt'i.l n'a jarnars exislé. Et romarquez bien, messieurs, que je n'aì pas été seul à observcr loul cela: j'e11 appelle avec coo6ance à Lous les l)léòecins mililai res.; il eo 1!5l parmi eu~ qui font parlie ùe la CoJnpagnie, qu'ils vous dis(lnL si je; n~ suis pas ici lo rapporleur fìdèlc <les fails dont eux (lussi onl élé )es lémoin's, l.e,s princ;ip~\> q\le j,e souliens, ont étò ,·.~illamm;t1,ol <lé-
fo::11.rnì ' u·f) ..aosez .graQd nombte cle .conjQnclivile~, D'où fe1nlus au·sein àu Congrr~, Je,sai!--t\i! 1j•à;;Ot l)~<:i~ :cf's,1 Lrfé~ v.eo;ait cela? D.'o-ù.? Je 1i'el!; s~js rie.n,. m_.ais je sais bien dtcil)~ <p,ii ~n 0111 f~·it p~lie 1 d~ n';•voir pas làch·~ r..i.~ .;..èL puisqtie l'océasio n s'e,J1,fHéJ>r n[e,j'a / quf•lqmts •.mots•à1 el'i11·e d;.~tJ çfl~ n~ v,~p ait-..pas. Veui.llez. me suivq~·. qiessi~urs. 1,es efiambtef·occupérs,trnr les· solllals attciols élaient ·-sur fesvrit.de cor,ps que j' ai, e11 léndu lem: teprtfrhi:11,_ef ~~i pràb,,blenren l irail pour ·quelqurs-utJs', jusq_u~a<[~y r'ffiiti e d~_ns !es m~mes condiLi ons. q.ue les aulres:11 n-e ,s!y lrouanjurèrloùr',; ·èorìviclio.ns aU: déLrirnèrì l d<· la véi·ité. li hovait pas pius d''ò.phlb'aÌmiques que. de gtanulé1,. Tout à . nor-~ble membre- qui· i 'é-sl p.c·rrnig C'f!l.le p~t·i'tecinsinu.rlioh;_ coup; sans cause conoue, un, .deu~ 1 lrois h_ommes de: a-l-il p.erdu de vuè qu'il'a r.u iui n16rnt1 )'bonn Pur de fai re 'viennent malac\es·; ils son:t enleves irnmédiatément et trarisférés ·dans la salfè di.le _d~s grannlés; d'a..ntres sont : parti e du ser,vi.c.~ de sari_ié c'1,, l'al'111.é ? A l-il oublié: l<is ·]ri)res· a:llnfe's oe· cé. sèrvit'(',' el sa par fai Le hono,rab1Htè? suo'èessi v.e.me11t, enlrepr,-i·s ,et.en levés 'de méme. T;outes les Oit don·c a~t-ÌI rerrco\i tré.,pl·us rl'ir~dép1wd n'n-oe e.n tnalièmcsures sont prises poor que rien ne manque·a~x cqn, diti'p_ns de salubrilé- du logem ent, re scieo-ti6q~rn. ·jomte à plns de lumières ?1 N'ost,ce p.as daos ce .service,'que l'·on voil cbefs el sltbnrdanné's '-i:li's'• A còtf de ces ch'ainorès s'en Lrouvenl'<l'àulres exacleme1it -~embl"all.les, où eas ·un homme ne subit_les a!le_intes cuter 1Yobli:q1~e.ment ens~mble, se comb:alll'f.\. else conlr,~':clire !es uns les aul.res-, s;;n!; foiblcsse cornhYe sam -0ster'lta, do mal. La éòrffrh'ur)iealion enLre loti$, les ,soldats ~du còrps est Ji'brè el ihtess_anle, el' I~ mal ne -sé propage··pas. La lini}'? mir.i mèmè dans cetle•ençefole,. n'est-co ras ~~,r:. totil-enllie deux mé<lec1hn11iliL<1ires, l''h'ouorable l\f.Hafot'dn sa Ile des-::grariulénsL piace 'à l'auLre extrèn1ilé c.rè la éaet moi, qu'it li el('lé déb,1l' r.uquél vour. ,,ssistcz? serne, el )eS'Qhambres qui _l'ayoisin,en~ regl( nt dans · Ull é.lat <l'immuhilé complèle. ,Meitsreu.rs,.·iJ y a parmi les 1)artisai1s de la propagatiòn Voilà Jes faits, messieurs,;j l (au,l avoir de la bonn,e vopar voi<t mia.smatiqut'(~ deltX! :c.amps bicn trandÌés:. P.our· lonlé ·poor 'altrihLier·à un miasme, ·à; une cause infedieuse les u!I~, l'ageot ihfé'cli e.ux, vous l'avez -enlend u, est cx·ctusiverne.nt'Le. pus; m;iÌs le pwr.visible, tangibice, sa.isissw/Jle; l'origine, l'appar:itfo1i .e'vf'exleosio~ du mal.·Ajoutei que les 1 à l'élal de-v.oh1ti,lisat 0-n l pou r !Ps' aolres, ce n' e.st pas seumém.es chambr,es; q1re les m·étnes fournil;1res pre:tenduJe.menl ce pus, _mai.S: encor.e el surlout·un e éinanalion cònmenf infeolées onl sery'i pluf lard à d'. a'itlrès compagnies, j_oncli v.-ale .d':un je ne sais quoi qui' n'c·st pas du pu's, ,.et .saos qu1on 'a.it 's;i'gnale ·un seul cas de mttladie, ~l vous serez:·complè'tcme11L édifié-s .s.ur la ·valenr do fai t qu' ori' à qu)'.resle iuvi.sìhle, intartgible et insaisìsable. Ce qui fait q:ue l'. oJihlh~Jmie ,né se propagerait p-as seulémenl d·aos ,;ru pouvòir opposer triompbalement à. mes princip,es, lés lieùx où le 'muèo-pus est ·formé et vollllilisé;'rnais en:. Des incidenls semmablès à èetùi d-'YjJres se sònl encore dans c.eux oifil,11'f.r1 ~xislC\ p,,.s, oli 011 n'en p enl rnècore pr~·senÌ!hrets.e pr~senletoole,l)core,j'en sµis c.er,Lairi; nie,.ip'trtev·òir le mùiuflfe aloJl)è. il ser~il·til'ém'e extraòrclinaire qu'il né se? é.sentasseol j'aQu.e ces ,messieun;,,s'anar1.14enl 1 c'e»l l'e.ur a.lfài1'(1;:la m.ais; mai$ quoi q!)'on purss.e ~enser de ,ffiQII im,pruàence Cf\ose ite.,1pe,.cfonceròe .ptis: 1'Wfl nOSlr•um i1i/er •1•0's •la nfas :et dé ìnà' téri1étilé, 'je he .,craiì1s pas de dire ici tout haut 'tòm,trm,ei:e. lit,,.s; mais _je ·liens po-urtant. à v1rù·s din~1unè qu'ils ne \roubleronL plus' mon repòs. J'ke11Len\lu profess·e-r, daòi:i cét'le djsçussio'ri, ·llien des oh9se, c.' est que: dan~ 1H1s· r.aseroes; il h 'y (I pas u-hq ·g,nrtl.e dé-·pus visil1le,.aUeno1v que lés bornmes 'qui j)r és.eti'L'~nt la hérési~s. el p.òurlanl j.e n''éprouve, pàs le hesoìn dés les ph{s lége,.11 ,wnjon.cliv1te ,eu ·sonl irnrnéclìalì'menil . r'Plirés r,eleyer et dr, les çombatii·e. P.ourqu_o·i chercherais-je, ·en p0ur ètre env11yés aux hòpilaux; qu'il n'y a' p,as ifarn plus effet1 'à vous démonlrer que la spécificité o-u la 1,on-spéun alon:ie de cw-quid qui n'est TlllS le, pus, puis-que ceux cificité d'urre: malad(~ oe sej uge pa_s aiaprès Je traìtem_ent qu?on appèlle· }e<. ~ran\1lés, RorH translérés ,sàns retard ~qu' ellè reclam·e.; q u'ùnè infla mrri a-liòri_p'èut lrès· bien n'·ètre .daQS ,les saUa~,qui ieur .i:ocl de~linées, lì~ pourta-nl iJ° se pas ·spfotique ~t pou_riant ne pas récl'amer une médic_~présènle encor·e par-Ci, _par-l'à; des <iphlhalmìes non ble- . tìon éihòllìeolé èl a'ntTph'logistlq.lfe?Po'urq_uoi vousdirais-je norrl~agiques .. Je cnerche _0 11 vai11 I.a. ca!}s~ ip_f<;:lvH~use, je que ,le coryza~n'est pas uoe malaclie i'nfe-ètieùse, q~e la ,i le lii Lroove pa·s. , , ·pourritul'e 'i.l'hopilal n'è· peut pas ne:'pas ·é~re précédéè ·de Il doil clon'c y avoi f aul~e chos~,.P.t je pri.e _lr·è-s-hum~phénomèrres g~néraox,? Pourquoj voi.1s 'm·onlreràis-je, à J\iide'dè nhifl'res .òffici'èls; que 'l'ophihalrriìè. esl réduil'e, filèq1ent mes honorables ilrlv·er_saires tle \'òulò.ir b\e-n m'e l'Ìr\diquer, U-n'y il nr oplilhalò-iie d'aucune èsp~ce, ,ni g-radans.. nolre é\rrnée, à .cfiòfim es ' propoì:tions? Pourquoi vous ·assurerais-j'e'e1rfi.n qu'qn;se r;noque de v·ous,en cher·nubfion ;.il-11'ya 11i pus, n• ~.ma11aliòn ;il ri-'y a oi eùcombd rrìent, ni défc111l d\té'rai.ion, el-il s urvien~ def malades .... , cba1f à vous fai~~ aècroire que n.o\is sotiten()òs là thèseQu1esl ce d~tie 4\11 le!:i _e11geridre.... :? ' · · ·abslirde que Je.!; miljcieils appfil'és s_ous !es· drapeaux · et CeèFm'ìitnèrie;à vous éntrel'e-nir du fait <l'YjS'res qu'on ·qui y conlrùctent u.n'e òphHinlmie, l'a'nraient contractée vous a r-acool.f ,{Q ne relè·verai pas l~s inexactilu·cÌ~s 1,1ssez éle meme 1. s'ils élaienl resles 4ans leurs 'royeq;'l"Noo, ·n·orubreuses do rét il ;, la chos!'l imp.orle pru, d.~ dirai -mes'sieùrs, je 11é le fecai pa§; car vous-mème's vòus aurez lonL.-d'. abord qu'il ~sl lrès-vrai qu~ v~rs le milieli oé. l'an déjà, j'en.suìs-s:i1r, fai,lju!{~ice d:e lo_o~e·s ces, pauvrelés-là. dernier, une ·,ou deu~ co,npaghies <l'\i,n régimeht ont • Orì Ò.é_ prou~e llas d: ailléurs qu'il fait jòur 'en pleìn.miili .
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-~07 ·Maisfène puis medispensér demèroed'appelerencore un inslanl volre allenliou sur l' accusalìon, porléc ·conlre l'arnfée d'av.oir propagé J'ophlhalrttie dans la p_opulalion I • ' I civile. Sans doule, el nuI ne 1··'a d1amma1s con l.es,:t.e, eIes hommes renlrés dans Jeurs foy-ers avec des coojqnctives plus ou moios sécrélanles {eL il y a loogLerops que cela n'arriye plOb) ont pu Mre cause que d' aulres personnes aienlépr.onvé des alleinles· du meme mal; mais de là à 'prétendr.c que 'l'armée a I été. uh fdye,· à''infection ·p6ur la populatioo c~vile, il y a vérila·bl èment un ahtme. Ab I je le comprends) si l'on élait parvenu à vous probver que l'ophlbalmie dile mililaire est une maladie spéciflque, ayaul son origine dans los cooditions de la vie mi-lilaire el ne l'ayant t_rn11vée qu.e, là, prove.naot, en un mot, d'un principe ~péc'ifi.que, je cqmprends , dis- je, qu'on et'll pu lirer parli de celle particularilé, en faveur dc ce prélenclu foyer; mais vous le savez, messieurs, c'esl précisémenL le conlraire qui Tésulte de vos débals. Vous èles bien conr.aincus à l'beure qu'il est, gue le mal naH e! se ~évelùppe, ou 'du moi ns p~ul 11aHre et se développ·.er., parlou.t où se trouveul réunies un certain nombre de ca.-use.s propres à l'engendrcr, dans loules les contrées du monde, dans celles qui ool une armée com mc dans celles· qui n'eo oni pas, daus loutes les classes de la societé, sans que •aucun conlact direcl ou indirecl avec ce qu'on appe llo des'iÙectés ail pu èlre indiqué· comme la sourèe lie l'apparili?n; vous éles par conséquenl à meme d'apprécier les exag.éralions auxquelles on s'esl làissé aller au suJel de celle propagalion. Si elle est ce q11'on l'a dil élre, celle prop~galion, c'est dans nos l.evées annuelles, q,tie nous devons en-trouver l'infallible criterium. Eh bien I ~oyons un peu ce qui s'y passe. J'ai eu la currosilè de revoir un grand nombre de rapporls qui m'onl élé a-dressés sur ces lovées: je ne vous les·Hrai pas lous, pour ne pàs vous fatiguer, mais je vous comu'luniquerai òcs passt1ges dc qnelques-uns d'enLre eux, rclutifs à la dernie_c levée. lls se ressemhlent lous d'ailleurs·. ceux-là, bien enlendu, qui signalenl des cas de granulations, car plusieurs n'en font pas m~me menlion.
Voici Je lableau:
<e
~OMS
~1 e Plf,E'N-0et :WS c.:,
PROv1~f;€s
IrN0IcA.·r10N s 19~SERVATION~ ronrnles ~ r I..: o!Jitt
7.,
i
Van Eggoruo (Andrd) . )!I. occid. Véslr.ule.t
? t'ìeyaert (-Cbarlcs ).
l,t.
3 Clicteur ( F.rao~. L.) .
Id.
"
1 l.lU'l pio N a p"s subirle traipiè.e-es inféricurc, . Cemc11h Guéri. Gra.nul:allou,. 11 r..-sl ~ CjUttl<lnea\l'é,. sie P.às .dè 1r,a:Hem. Gr~o VéJ.itulettsc. .::.uéti . P.. d~ tnh.
Id,
GriouJ;uh,111 ..
(d .
5 Heodrickx ( Picrre).
Id.
G'•aunJatl-011, .
llre~<tc <10,clqoe~vé.-
6 Vanstémhroek ( Ch.).
]d.
Grin,illatl ons.
$icul. P~s di! trait. Détédé
? V;,u. Damme {.Englob,)
Jd,
G·ranullllions .
GnérL
Vesicu\es cl•naél .. angles de• paur er. Petilf}• g'raJ1 ul1t.
Id.
Jd .
Td.
P etit. ~r •nul.>1l<1ns vé.sieul•·usos. Gnnul 2u ous,
Ll~se.
yranul." vdsicul.
V1rplancke {Adolplle).
Vleling {fran~ois ).
Id.
9 Z20thore01 (J ead,).
[d.
10 Egsermool {Louis},
)d.
8
H
Vanl,eulen (CbuJ04).
l2 Colin'(J..àu -LamJ; .) .
13 Lanktnaus (Jènf! n.).
l'•
tlillerys• ( L6opohi ).
« QuanL aux granulés, il s'en trouve 46; d'après les
indicaUons du cahicr des visiles, ces hommes ont élé mis en observalion. Les gr~nul:alions onl prompleroenld.isparu sans,trai le111enl; ellcs n'étaiénl ni développées, ni sécr;él-aotes, et probabfement un resullat puremerit mécani11ue.
ld.
Id. I d.
Bnbant. Granul.- iujocticm
ld.
·o'culiiros ~
lct.
Ìd.
Petit . .g,~uubtions.
l!S D,111es,1nake(Jean B.) .
Id.
Granul. , tisicnl. Acet.cle plombcritt,
16 A!oock ( Rcori),
Id.
Cunu l. v4!$lcul .
:~::c-~:ii~~G!~~L
5° l\liGJMl!N~ DE L!GNE. (Un gmmilè..)
L'étaL 11° i prouve q11e la Fiandre orientale tient aussi à la bon ne composilion de l'armée,; de mes six proposi.tjons pour la réforme, elle a agréé le cinq premiéres et rejelè la dernière. Il est vrai que jP. n'àvais demaodé le reovoi <l'O .... qu'eo sa qualité di.', sobsliluant, el j'ajQulerai qu'à son ~etòur au corps, j' ai Lr,oiJvé ses oranulcitions beaucou11 moin's vol1m1ine1ises, que loisque je l'ayi}is renvo)·é à l'cxamen de la dépula li on, « Probablemenl, qu'au momenl de ma visilc, elles étaienl cpngesLioonées par suile du voyage ou d' un exrès c1e boissJH\ ti.e la veille, comme il arrive si souvenl ch•z les remplaçanls, les subsli.buants; etc. Cel .ho.mmc a élé dirigé immédiateme nt su r la saHc des granulés et en est déjà so.rii. (signé.) Le medecm cle t'C[Jiment IlARJ'· ll «
2•
R~Gl!l!RNT DE CBASSEURS A Pmo • •
<' Trojs mili èiens· de celle n~vée, foisant pariie du coo-
lingeol de la Fiandre orientale, onl élé trouvés porleurs de granulalions vésiculeuses mìlilaircs et peu oombreuses aox paupières ioférieures. Aucune mes~r.e .o.'a élé prise à_leur égard, si ce n'est que signalés· au médecin chargé du service , pendan t leur inslructio·n au òame de Beverl·oo, ces hommes n'onl pas élé p1 rdulì ·<l'.e vue. A leur arrivée ~ Anvers, un seul a dù suh ir un'e légère application do plomb à chaquti paupière inféri<'ur~. Quanl aux deu~ aulres, les granulalìons avaient Lolalemenl eL spontaoémeol disparu. Ces ruiliciens m'ont déclar·é o'avoir j'amnis élé. avant leurfornrpor.ation, cn èvnlact avec des 1hÌliraìres alleinls d'ophlhal~1e. (.fion<DLe 'llréd~ci11 lltt ruvime11t P.oNrus.' » 1
\,dr RÉGIMllNT .DE LIGNlì .
Pas <le tt:u\.
-
Cela suffira, je pense, pour voLre édifìcalioo.
Et voilà. ce qu'on n'a pas crainl d'appelcr l'it1fi•cti01i
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suis reslé profondémPnl convaiocu qu'ìl vous serail impossible ,de forr.nul P.r un a vis. eo loule con11aissancc de cause, si vous n'étiei pas in1liés auparavanl à lòus les délails de ,la qur.slion . Puis ensu1Le, pourqu<1i ne le <li raije pas ? l'bonneur de roon pays me sem blail engagé a la solulio n <fu problf.i me. C',,sL à nous Bt>1gf!s, qui avoos vu tanl d'ophl.halm1ques, qu'il devail appa rlenir, suivant moi, d'éclairer les pcupleli et les gouverncmenls, et .de les prémunir conlrP des écueils et des d'angers, auquels nous o'~vons. pas loujours f\U le bpnheur. ,d'éc;happer. Je pe,rsisle dans rnes propositions. M. SEUTJ~ s'efforce de pro,uver que l'opblhalmie dite mililaire est uno maladie conlagieuse, se propage.anl_par voie roiasmatique, li a fait jadis un mémoire éonlre ce mode de pr.opagation ; uuj,,urcfhui il reconna1l qu' il s'est Lrocnpé. li espérailbien qù 1après les n<lmhreux écriU, qui avaient v,u le jour sur' ceue questjon., on ne se seraiL pfos avisé d'y revenir eL de réVoq1ìer en doule l'opioion que Cunier, l'd . Fallot eL d'aulres avaiPnl chnché à faire prévaloir. A son grand rt>gr"t son espoi r ne s'esl pas réalisé, IL cile qoPlques fails qui lui sembl,..nl démonl•er l'exisle!1ce du miasme orblhalmogènn da·ns !es o~j;,.ts de lain e et de colon qui, dans des circonsliìnces 'donn~es, le reslilueot à l'air. Il b'àme baulemPnl CP. qu'il appelle Jes faisi>urs de lhéorio. li désapurouve les mesures prises en ~ 834-, qui,-sm11anl !ui, onl l'U pour résultal de fai re passer l'o,,hthalmie mil itaire à la populalioo civile, car c'est à partir de celte époque si>uh·mPnl, à e,e .qu'il prelend, que celte populntion a commen.cé à élre alleinle. cc M. Vlt1mi11c·Rx, dil-il, reprocbe à 1\-t . Ilai rio n <l'etre le pére des granulali11ns lal1>nle.s; j'aimerais m1cux élre ce père~ là, que comme, M. Vlem1nckx, l'autcur de mesures de
de lei po7mlation civile pm· l'armée l Voilà de plus, ce qu'oo a•osé nomro,er1cles.gra11ulations infectm1tcs .. C'ès~ en ve.rilé par ltòp se rooquer de l'a bonile fo1 el de. la corifi'ance publiques ! On m'a fait compreodre eofip que jaurais parlé avec une ceclaine irrévèr,rnce du .Congrès d'ophlhahnologie I A Dieu ne plaise, messieurs, qqe j'aie mérilé une semblable. reprèrnhe 1 Je n'ai eu pour celfe illustre ,assemblée que des. paroles d'es.limc eL de respecl ;7mais re Congrès n'élait pas un concil e, je pense, et lui-mème probablemenL elll lrouvé fo rl èlrange qu'òn reveodiquàt en sa faveur l'iMa11lihililé. J'ai ùonc pu, sans lui manquer, criLiquer ses décjsions, eLlorsque j' ai dit d'une d'elles q_u'elle élail on logogdìJhe ou un oonsens, je n'ai pas dépasse le$ lìmiles de mori droit. J 'ai pu dire:dé méme, sans manquer aux convenaoces ni à la vérité; que celle décision avait lilé arrctchée à sa fatigue ; il suffit de lire le procès--verbal de la seance du H sepLerobre 4 857, pour n'avojr pas de doule à cet égard. C'esl eo vain que l'on est vena vous dèclarer-q~e le Congrès o'a ,p-as eQl.endu faire dc la théorie, et qu'il s'esl borné à établir des préceples·praliques cola n'est•pas exact ; la décisioo que j'ai blàmée, est purement tbéorique; 111le ètablil la loi de la propagation miasroat.ique. C'esl de la lbéorie pure, eLde la pire espèce encore, car c'esLde la lhéorie à p1·iori ei par conséquent de la: théode $pérulative. El à propòs dc ce Congrès, J'ai encore un moL' a: vous dire. On a léinoigné un éHmn'emenl pl us qu'ordioaire de ce qu·e je n'aro pas élé y défendr.e la doclrine que j' ai eu l'bouneur d'exposer devant vous : on a Mé plus loin, on bai. » a poussé l' indiscréLion jusqu'à vouloi r connaitre les ·M. Selllin_exemine cnsuile le rapporl de la commission causes de mon abslention. Tout cela, me se1nble-t-il1 n'a qui limite à un an. la durée de.la susceplibiliLé des conrilrn de commun. avéc Il} queslioo-··que nous ·oc.c'up'e, ét jonct1vPs: il soulien l que célle-dnrée n'a pas dè lirniles; quelque fa·èile qu'il me soil de m'expliq uer là-de~sus, quclque simples eLnaturels qu'aie11l élé les motifs bien , qu'on soldat qui a été alleinl d'ophlbalmie sous !es draconnus d'ailleurs, qui, à mon graod re~reL, m'onl empépeaux, à quelque époque ullér1eure que surgisse une opbthalmie n uvelle amènaol des résullals désastreux, ché de pcendre parl aux delibérations de celte belle réuful -ce cinq, Ct\l- ce dix, ful-ce viogl ans ap~ès. peul en nion, je refuse de Ics dire ici, parr.e que je ne reconnais faire r-emonle:r la rcsrJonsabililé·au gouvernement... ll proà perw nne le droil de me les. deì'nander. Permellez-moi, m~inleoanl, messieurs, de vous souduil plusìeùrs U1bll'au:x: qui ool élé drcssés pour lui,. par M. Stievanarl, de Mons, à i'effet <le prouver qae dés l'écimellre une dernière réfle1ion. Qu'esl-ce donc qui m'a fai l vous proposer d'ouvrir une dives onl eu li"u aprl's un 11:rand nom bre d'anriées. ll voudrait que l'Académie invilat M l'inspecleur ~énéral <liscussion sur la grande quei:.t1on de l'ophlhalmie. de l' armée? Est-ce le va in el puédl désir de faire du brml du servici' de saolé ò. déposersur la bureau, les regislres des granulés dcs corps quj pourraienl soi:vir à élucider la et dc l'eçlol '! Hélas I je suis arrivé à un O.ge ou rien de question. parcil n'excile plus des délerroioalions. Esl-ce un ainour li finit par·prendce I.i défense de M. Sl.ievenart conlre dèmesuré de la controverse el de la discussioo'l Bien moios encore. L'expérience ne m'a que lrop éclairé sur l\f. Delhaie, qui, dans une lellre lue pàr M. Vleminckx, a ce qu'il est permis d'allendre el_d'espérer d'un pai'eil allaqué les direcleurs des insli!uls oµ hthalmologiques. moy·e n. Non, messieurs, ee n'esL rien de loul cela. Mais Le discours dc 1\1. Seulin a élé souvenl inLt'rrompu par des .d'énégaLions de la part ,de plusieurs membres de t'asaprès avoir sérieuscment él.udi~ ia ?emaode du gouvernem""', "'· P"vni.- "'1 Vic,.11.g-é~ SòUS ses diverses· faces, je semhlée, qui du reste ont .de:ru<!nrlé la nr1role pour té11
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-239pondre à une séance proèhaioe, à l'ex ruédecin en chef de l'arméc. La discu~sion sera conlinoée à la séànce procbaine SonL inscrils p11ur prendre la pim,le Mì\l. Goµzée, Didol, Crocq, Thiry, Tallois; Vleminckx el l?allot, Nbus reproduisons cl'après le ll.11l/etm (le l'Acadtimie. le discours pto'non,·é par M. SEUT LN, daos la séancc òu 26 niars dernier, doni nous n'aviòlls pu dooner dans notre der.òìère Jivraison, qu·une lro13 succincle analyse. L 'oPHTHJ1Ln1a;;.n1i'.E
11n.-.n·.t.1~1e . -
M. Seuti1i: 1\1 ..ssieurs, en preuaol la parole pour comballrr quelque;; il,SSPrli()ns de oolre bonor~ble collégue M. le docle.ur Vlernin.ckx, j !:)' n'ai pas pour bul d'i-,xaminer cerlains poin,ls ct·e pure 1hébrie qui onl élé débaltus vin-gfois, ni cerla'ins autres qui ne mo parai'Ssent: a\'oir qà'un inlér~L lrcs-secondaire.Je ne relèverai, pour ma parl, dans le d,scours de M. Vlerninckx, que ces drux queslions esseolielles: Ct>ll.e du caraclère spécial, conlagieux de la malad ie, caraclère qu'on lui co11leslP, puis la proposi li on d~ limiler à une année la po!isibililé des récidives. Rappe lons-nous d'abor<l, messieurs, comment est sur~ venue la malaclie iJUÌ nous ,,cc.upe, afin dc savoir si sa dénomi11ation tl"op~lh.alm1e militaire esl jusle ou non'/ C'esl vérs 18,1 1 qu'on n•n111rq ua rl\,bord celle ophlhalmic; elle sev issaÌl alors exclusivemt• nl dans l"imnéè; n'oublioì1s pas ce point que pcrsonne né conteslera,. je pense, car avarll el mème -à ccllE' époqne, aucun pralicien civil ne rcnronlrait l'ophlalm ie granuleusc dans les populalions civiles: L'!lrmée l'a don.e vu natlre. Cou:11nenl s'c~L-elledéclarée? D'abord, sotB là forme épìdémiquo, sans caust, apprécial>'le (l'ar ricn n'étail chanf('é dans !es h~di(udes des soldats) l'l avec une viole neo exlròrne. En peu de lemps elle envah1l l>imultanémcnUo us les corµs <le l'a rmèe holl'an.dobelp.e; il n'y eùt pas de garnison qui n'eul bienlòl quelques ce11ta1nes d'opbtbalmiques. Sa m,1rche élaiL si rapide, sa violcnçc telle, que des yeux parrt1ilernenl sains élaien~ souvenl en quelques heure~ 1rrévocablemenl perdus. Celle ophlhalmie, fol pen<lanl quinze ou vingl ans, un vér table Oéau pour l'armée; mais remarquons-le· encore elle resta Louj ours 'éirco·nscrite pa rroi elle. . c·esl pendant . ~«s vingt année~, messienrs, que 11011 a écril 11ne mas.se de volumes sur celte ma)adie . e.t que !'on a foil loute e!\pèce de suppt'l silions sur son origine, ses causes et sa naluEe. Je publiai aussi à celle époque un mémQire sur ce sujet; mais avouons-le <le suite, car nous sommes id plusieurs qui avomì écril sur -ceHe maladie, nous chncbions alors l'inconnu, nous avancions beaucoup d'erreurs, parce que l'alTèclion élail nou1elle pour tout le monde; aujour<l'bui il n'cn e,,l plus 1tinsi, l'ex1Jérience et les· fa ils; onl parlé, el nous devons1 sans ·défour, mettre do cOlé oos opinions d'alors.
Uo des grands points en discussion étaiL celui de la conlagiosilé; ce ruL merue ce poinl qui douoa lieu à la déoqminalioo de contagionistes, par oppositioo aliX compres.;io11istes. Les idées des conlagionisles qui , vers 182.a, élaienl peu répandues, gagnMenl rapidement cÌ1,1 Ler.rilin, à lei po/11l. qµe t:tlJÌS ou quattre années aprè:s nolre révoluli on· elles Mai~.1,1t presque généralemenl aòmis·es. Cè fut nolre honorable président àcluel qui eul en grande .parli e l'bonneur de- c9nvaìnc11c le corps médical de l'armée et de prouver le caraclère coolagicux èL spécial de l'ophlhalmie. A celleépoque (c'étaiL en 483,), une grave et déplorable errcur rut commise: malgré les sinìstres prédiclions <le M. Fal1oL et de plusieurs aulres medecins, plus de deux mille soldàts attcinls à divers degrés dpqpblhaJ rnie, furout renvoyés dans leurs foyors, el ils y p.ro,pagèrent bientòt celte triste maladie. Celte mesure fut prise sur J'a vis d'une commission dont M. Vleminckx fut un des merobrf's les plus in[uenls. - ~I. Vle,ninckx: Je n'en ai pas foil parlie. - M. Seu_t~11: Je vous donne ceci com me ·tJes faits bistoriques. Si f erre, je prie M. Ylcminckx de considérer celle observalion comroe non uvenue. - 1,1. Vleminckx: Je ne vous eo !ais pas un reptoche, mais vous errez. - 1lf. Seuii1i: Il exisle ·un leltre de l\f. Vleminckx, joinle au memoire de M. le docLeu'r fongke n, dahs laquelle il approuve non seuloment la mesure proposée par cet opblhalmologue, de renvoyer Ics soldals alleints d'ophlhalmie dans lcurs familles, mais il eng_age M. le minislre de la guerre à adopter celle mesure. Voicì un passage òe celle lellre, à. l'appui de mon asserlion. <e Au nom·bre. cles mesures rccomnia ndées, il en esl une 'cl'unP lelleimportanceque si elle n'est immédiatement exé.culée, n.ous aufons lé malbet\r de voir encore pltisieurs de no,s soldals affeetés de cécit6 complble ou incomplèle, avanl la fin_dc la saison acluelle; je veux parler de rènvoi dans leurs foyeri, de ceux d' enlrr. eux qui ayaol été atlei nls d'opblhalmie, conservenl Ics conjonclives palpébr~les engo1'[Jées, 111jectée,ç, gramile11ses, elc. AiHeurs, el loujours dans la mèlllo lellre, M. Vlemiockx dìL: 11 Les solclats porteol <lonc la cause du mal a~cc eux, parloul où ils se 'i'én'dénl, dan s quelque lieux qu,'ils se lrOUV'enl. Jl .n'e,t pas ralionnel dE>, vouloir la recberch~r dans ri f>n de .ce qui peut apparlenir à ces loc.alfles; on pourra1l toulefois J fairc régoer dès a préserit plus de proprelé. » Je le sais, messieurs, J'avis de celle commission ful incontesLableme11L consciencieux; mois, j.e le répèle, il eut de déplorablès C'l nséq11ences, ear d.e celle époque s.eu lemcnl, date J'irruplion de l'oph.lhalmie daos )e.s populalions civife.s ; el ntie · parlie nòlable' ò/:is iHrn1breuses pensions quc l'Él,al 'a' payées depnis ·1BH jusqu'.1Ujourd'hui 1
- · 2JO à des pères, mères el sreur.; de mililaires opblhalmiques,
forent le résu\Lal de celle mesure irnprèvoyanle. - M. Vit,,nitwl..it: Cela n'esl pas exacl. - Al. Seutin: c ·e~ l mon opinion . - ilf. .lo /lr6sident: N'inlerrompez, pa$. - ltf. Vlnni11ck:c: Pcrruellez; monsieor le Présidenl, qu,md on avance de pareiles fai Ls, que je coosidère comme d'mi e exlròme gravilé pour le gouvernemenl, on doil les appuyer sur des preuves cerlaines. Eb bfo n, je nie cc que vienL d~ clire,l\f, Seutin, j c le nie de la manière la plus formelle. . - 111. Seulin : Voici la lellre de'M. Vleminckx. - Jf. Vlemitlclrx: Un seul mot: la lel\re donl on vienl de donner leclare, prouve précisémenl que je n'ai pas fait parlie de la commission. J ·a.i élé l'exéculeur de ses décisions. - M. Soutin : J 'admels la rcclificalion avec empressemc nl, mais je lisce que vous avez écr.ìl à M . le ministre de la guerre e~.je n'y vois pas la moindre opposit.ion à uue mesure que j e regarde comme pernicieuse. M. Vlcniùwkx: Vous ne l'avez p.as signalée comme lelle à une antre époque. - 11. Se1tti<11: C'esl une pénible erreur. Lorsque dans la derniere séance, j',1i enlendu l'honorable<M. Vleminckx dire << que la lhéorie des graoulalions lalentes élait due à M. I{airion. etque tout. la lourde .responsabilité de celte doctriòe fa usse eL absur<le lui revicnt , >> je me suis <lit qu'il esl cenl fois préférable d'assumer la respoosabililé dè la lhéorie de M. Hairion. que d'assumer celle de l'avis de la commissfoo de 4 83i. Messieurs, Je rappelle ce f-iil pour prouver qu'une erreur scif.ntifique a parfois de grave( conséquences, et je vous engage vivemenl à oe pas vous laisser enlratner à la légère dans une voie qui pourrait plus lard faìr~ natlre d,~ sernblables regreLs. Réflécbissons-y bien el relisons les discussions el inslruclions sur cel vbje.l qui onl élé rapporlées ave e lan l de -SQins et. de délaiJs par feu nolrn collè1rne le docleur Cu oier, dans ses Reche,·ches sur les rn~la1{ies oculaires en Relgique. Ges discussions' son.l toutes d'aclualilé ici Le courl exposé bislorique que je viens de lracer m'au.Lorise; je pense, .à concluro ccci: c'est qu'il est incoulestable quP. l'armée a vu nailre l'ophthalmie .granuleuse épi<lémique, cl que pendant qui nze ans celle-ci esl rcsléP. exclusivem·en l dans le monde mililaire; d,ès lors sa dén9minalion si répandue d'ophlhalmie mililaire me p aratt jusli fi ée. En second lieu, la conlag1osilé de celle affeclion, que M. Vlemintkx veul à peu près réduire à rien, me semble désormais un fait si prouvé, si paleol, surlout depuis ce qui s'est passé dans la vie civile après 1834, qu P je ne comvrends pas 4u'cn vienne encore la coolesler. J'ai élé moi,méme anlicontagioniste en t 825 et en ~826, mais cl epuis ceLL(' époque je ri'ai eu aucune peiRe à avouer que ]'étais danj l'erreur j je croyais que
j'élais daos l'erreur; je croyais que lous ceux qui erraienl comme moi alors s'étaient rendus devanl l'évidence des fails. J'ai donc)nlendu avec élonnemenl le pa~sage du discours de M. VJeminckx qui a rapporLà la contagion. M. Yleminckx a cru '.(nous foi re un e ohj.•ction capitale en disant que l'opblhalmic granuleuse sévil dans la pluparl des provinces des Elals-Unis. Or, s'écrie-l-il, on ne <lira pas qu'ici· ce sont les armèes qui onl imporlé celle affeclion l Cette objecbion n'a pas la moindre valeur. L'Amérique du Nord reçoi annuellem'e nl 200,000 émigranls, el dépuis vin15l ans la moilié de sa populalion s'esl recrutée de ~o.utes l~s nalions de l'E urope. Ces émigran.ls onl oalurellemenl lrailsmis la:· mah1die, comme notre armée l'a transmise en 1834 aux populalioos cìviles. M. Vleminckx considère l' ophlhalm(e granuleuse comme une maladie « exlrèmement l.'im pie el loule cxlérieure,)} c'esl-à -dire des paupières, Je pen!:e, messieurs, que peu d'eolre voùs auronl aulant d'oplimisme; il suffil:de pt\sser en revue lous les aecidenls qui sunienneol, el de réfl échir qu'il y a cn Belgiq ue r,lus de trOi!ì mille soldats congé_diés eL pensioooés pour perle plus ou moios compléte de la vue par suite-de l'op.hlhalmie. Dans ce nombre n'esl pas compris un plus grand chiffre encore, celui dc ,18~ '1 à 1830, ni un nombre forl considérahle de parenls de milici ens devenus aveugles par suite de coola.gion apporlée par ces derniers, de borgnes qui ne rcçoivenl .pas de pensio n el qui, par conséqueol, ne figurenl pas parmi les pensionnés.; des milliers d'opacités 11gères e,l pnrli el· les de la cornée, des cicalrices, des Sj néchies, des iri tis, des cboroYdiles, des slapbylOmes, etc. Cela prouve clair camme le jourque l'opblhaJmie mìlitai re alleinl très ,fréquemmenl les milieux lransparents de l'roil. (Co11tin11a )
BULLETTINO UFFl~IJI.LE Coi Regi Decreti del 2'4 luglio f859 furono accettale le demissioni volontarie dogli Uffizi ali sanitari pet' il tempo della guerra, signor dott . .P•·aauliua Giuseppe, Medico di Battaglione di 2a classe e sig.
Dottore Faelli Narciso, Medico Aggiunto. Per Reale Decreto delli 24 loglio 1859 ,è stata rivocata e considerata come non avrenula la nomina a Medico Aggiunto, per il solo tempo della guerra, del signor dottore Franc€sco Orsi, fatta con Reale Decreto del 2 del mese suddetto. li Direttore D'oli. Cav. An ELLA Meclico Div. Il V.foe Direttore rcspo11s. Dott. l\f.ANTÈI,U llfed. di ~cgg. Tip. Soòalpi oa d;
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Yerso li 't5.,del,lo s.te$.S9, 1nso1:icr9, s~gpt dl epatpAlèhjtè, la.~ sn_ppuraz1oh~ dellé'ferite si fe<ro ognil .,1 ti, 'l 'x.f; \ { '1 volta minore, l'~mmalato ne· deperiva '.a, vi.sta 'cl'Q'~'crn9,, il pèt~o. si (3C~V,\1 'au'sà~y:t n' ventre tumido~ ,gÌi -s1S~li' ptmrlenti , de{ccazi1foi·.clÌ~'r'çoicn:e ; si·pr-ait&a•' 1 , sala.s1)j : spiegmWfosi J!)Of pìir ev,ident.i i: sin. ·io.n o 4 . . toln i d.eWa suppurazioti©, .e, ·volendosi ,,premuoke .cQptro iLso:spettoJ di, a;eie.ss1 peJ1iprJi~i; ~i p,r.~~Q_vis$e il,~i$olf:atQ di tibini1,H1: Mai,ne gli .~ntitlpgis.,t_icj,. pJ iq , •; .J . .. • • 'I~ 'b';l i ~n~~ì~ic.o ·valsero ·ad ai:r.estafe, H co"i:so·. a,el. UlO.fbO t ed F ,E R-I 'I' A~ ,.i) A P>AL~L.A r ,i:r0vero ,Vinkter .si spQgnQ U V"l it .dì ~-6'-,'i'rdugno s!IJ~ 7 -'-'g. • 1 per[o_i·q4te~·:;fzato ·slnist1·0 del. totai::e -'{télla reo!bv,e - f ~&ll}erip.i-ane . . ' ; ' rp~,'steriore, 1f.tss'eg.iftla ,4ct è.pçtto,.,:fieb.ile. 1.i 1>olt.-Be1.;lmND0: .F&ri·t·a ·da palla' pef(1>rante il lafo-si,rislrofdel , lòra ae, n.!illiuegione" pd'st~rìore', strsst):, guifa <la epalo'-fle5if'e: - ~1' mvi'~t.i dei _gìorinili s{lieoli'!1ci: -- :'W . Ihrlicfti.l)o uffi.daJe . . ... ~.. . ,,
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ménW'hilioso-sang,uigno.
m,a-ggio férito• a HalesLt10 ·cla · pana· travcrsante'il lalo·sinistr0 Ue,)l!a, fèg1\}n'è d'é'r'Sà còsfalè, fu tJ?asl:)oii~afo ·~Ùo ·S'pédale cl~· 1Vèrd~1Ìi .f!" Ù\ là , 1H Q giùgno, à 'Jl91~!f(o in 'gdè~t6
spètJaUi~ 'cortèi~ò.al'.~µ~
men:>i-3~:e: sèìi61te <zn 'èhir:utgi'ca d~l <lottore' Ra1i'eft1; ipi~n~ g'q•d-è:lfo ,~_p.ecJa1f , P ·GJosti :sHi.!WJat t4_;, à V~rc'e:Jli 'no.n si s'a. l! l'i"òi' p1'è'" • , "t, I ~ . 'n l " J!' 1 I . l< ·I' Il~ . '' . ~èptw_a'.sl la 1e.ril::I, 'kt1ve.1_:;t .,.te ~i11 Ia,~o sini:Mo èle~ 1
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o.s.dii-~c/1ciat@ Mi l1Qst:e1~1J~..;1lW[~t~Hl.Qi2e~~M!f i.yv,i~~~r<i t;hi gf;:rnn9,ral\<1., ~pa 1~:es,tr'?UiJ.!1~<W1ritrwnY~m~ ;R@lc monj), es:ko loon,'tl>ltti. l}l lr;i y.isc,e.r..i,,lj,,JI/J. P._st:,a·.oa,)Zifà - r 1 1 . ., .'.J r,3... , ~1~· 0 Hl ' r 1:d,,:u-· 1-gli' trova.v.::insi· nèHa loro hosi,z~one :nressoch è:, normale. . '<1(Wi' ffiJnfll[ ', J) l' :,~ i;,j q (·· •J'Ot'l~':r'~ 'ff<l ';$Wit.... :,.11t.;.• ©sseryati separatamente deUt v1s.cèn, s1 vMera. 11 ' J ,.i (Jt,' •' • >)' j I 'I r. Q:l ')~fJ•ij:J 'b I,~ H' ,f,•l\t' °6t polmmoe cl'èstrb prese:Rlé.\t:ét nessilna auorm,~11fà, sè ,. rlf:iJ:; ,. 71 ,., ,,.. , ' lli".ll•,•1t1.1Sl 01•1,.l ! ' ' ' ~' , nòn ·C'.h.é tii.ì''U(:fve:·gr-ado tl''e:uem:1 'gen·era·1~1 ·r. srmstto ,H
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PARTE SEOON,DA
Il. su.o ]ato inferiqre, n~lfa parle- ··attigua al dia:fr:mima era distrutto. per ..s~ppurazfone.~ L_a cayità ! p1~i,i,ica ~·orcisponcfonte -;~F.a assa~ più tliI:j tàt.c! del · \ nor,inate., ècl a fIU,&s~a çlifataz1one eo.\ttdb._µ;i:va. mo.l'to- ·l
·quella degli sp_azii int_ercost.~~li; _ep.·:~~!f çnss~ s! tro~~ ;! t. "I una taccolla d1 tm n11s.cu_gh;o::(l1--~1e}01:sa.ngr:1e e pu~OTIALMIA RELLICA "ih gr.an'cle quantiÌà. I .. ·Il p,us poi che si tJ1ov'.lya ,.cogli altri '.eleniènl\ ln· miscuglio- era poco. :La; p1f,mra: f9'.$~1e. e vi_sèera!Q t erano assai tperemic_ be, e significavano una pleur'ite . 1 . = = = = =. "'> aétil'issima; fa•prima tli queste ~ra forata "in c.orris(G:'imtinuaz, •, r, :N, 30 e antecedenti.1 = = = == = ,pontlen~a delÌa terw ..costa spuria vers.0 la sùa_dia:fisi~ Separ'at~1 le GQ~te • op.q,-e, ir0vare le,· refazioni dell~ "La sa:var)le dissèi'l/1tion' analomì.co-paHio'logique à 1a: 1 quelle s'est livré M, VleminckJ_.po,u.r,1m-t-.; 11e ja'm.àis devas.oJuzibnLdi .00»tinuHà .~sterne ç_ olle interuene, la vja per.corsa,· dal projettd~; potemmq ve,der:e ohe ì a nir Uri puissanL argliment en'f; veur de.la Ll1ès~ q.u 'iÌ SQUtieot .? Je irè le peose pa~. En effet,.. qu' importe-L-il pom palla frattur<~; ili più ·,pezzi la terza costa, spuria,,je, prouver que l'optith,rl,n1ie tlìt~.tm:ilit:aire n'esl pas spéci-fì·'frMd'C><i vasi dèll'o·i,spazior.interco.stale t»a q,i1e~ta· e 1~ que, que l'on sache à fon-él l'anatomi'e d'e la.conjonctive ? quànlà d~oi.fd è) il'~érr(a:totor'c'(lCe), p ass{;) o'bliq uamenfe Cela. nous donn.e-L.a.i.l ]es moyens de parvenir. à appr.éci ~r la naLtfre iotim'e de ses in~là<Ìie$: q-ùe~l'ìm ait'brie cònaissotto ]a quarta c'<'.l'Sti' faJs·a S6rlta leEleda: menomade ces ç1lléralions' oathòlogir:iues, que Pon sance, Jherite; éd 'l1scì ·irattìirando' la qttinta purç in pj·it f ....l parfaiie· l t\ ( ' \,.i .: ' 1 sac!ie qu'au clénùt la ccinjonclive n.e,.présenfé d'altérat'ion pezzi verso l'estremità vertebtale, ledendo .qui i vasi, qu~ dans s_~s élèmedis gt,~dctriTaires it papill~1res; que lés jl 9iafrapima e la supBr-ficie esterna deHa milza: il grau,ù]qtions $0ienl des -pr·~duit~ cÌe nouvelle .fornratiQn, d,h,1Jtqi:nµia itr questp: y osizione:presenta.va nna su~(}r·ou .le re.snHa-t .<l~ 1gl,andqles•·. ou papille~·. bype;i:trop,hiées; ~N!31su P.-R\Ìr:apte,, e con ess.a l~.1:fiì)za ) 1 cuore~;tranl'!~: vòire m'éme- de$ -milcli1~( àe j l. 1HàiriQ 11 ? çl~ QuélÌe induèt-ion peul-,on lirenle.tout cela'/ Non~j.e le . ù.n ~ertQ ,&r51do . d'an'.e,iQia ,e fla.cc.id%zza,. nµlia pre,-, .ré:p] t.!}; d'e. s.embl1d:r\es,.lh,½'ti·~s,,quelq;11·e _s:a,v-aotes,•gu' efi-es ~e~rta~.~ di · patml'agieo,., 1 , ~oieri,t~.b,e,p.olit.ì:o:atJa:mais re1iver-s.er .<;:e qui. est si solide~ ·tJ_~t1it:èi· céddomrinate':'. ~ Anéb.e nelle\' ca,vità,. ·a~domen,Lrf labJi d~p:i1t~uhjenlòt un (iemi~siè,c)e p:ar des .mll1iers Ì:9.-ìirale. iJ·Ò.vàmrrio 1aiter,.a1".z-io.ll'e 'cli 'co«te)iutb: ·era ·essa de fai.ls irt~cusables.. i. 1 :· , •• •J ,so'rtì pìuhòstò hié an1:landanfe. ·q~an:tita '.di sierd:Jfrn-: . .l'ap,qri e m? i9t.~.!l 9JiJ ,.la,, •n:i~sti.on .<l.u cariot.è,re 1,péc'ia!, ·prnJ'. g,ialtògi-loio·~-il lùortéso s·atà:stat0.-què"no. J;I1 pii'.ì parlic,µlie r,,~spé'.e,i.G.'que ide r.op}llh,~j rnJ e,· · . , 1 {H1 1cini, :r,'ihitbrie~··\we:sentav,a t\,iù ·J. .caratt~r1 1 No(r'e~Jionotab/e a 'dit.qù'.ll 'JP 1' a,,; in D'l •ans· ~true Ì 1p,1i:~rdenl 1'..,1 t ., • \ ., µ ' tJ 0 • ~ ,,:' _lr:f :. J, ' ·,'l'·'. l .'' I~ I \ I I /. ' jfll, , J,, della p·err~op.Jte,, er.a tuffildo, me[em1c0, , ed m m.oIllt1 l~:tarac~èrq Qar,ti~~(iCl\rMéc·ifa1u.e d.'.~~e. qiirlad-ie, s.e ùé'.' lf 't/ ,.1 1 q_uil, d_ i ,éa'ràè!è·n~ s.es, 61." uses, U_ av-,n, ~iL ·O'!iandeµienJ .r.ii..t,,.-..:•.1 ... , 1 de , . ,.1 o ~r;;,. ,, ., , nuQiL ip~n~~~~O. .da; de,nso. te~sùto I adtpp.s.o·, . son; et c'esl ce qùe M. VJ~llJ i1r:,k1 ~ ~i;i~li~:; ~HiQJlhlP.;é.11.'i n ·1! ,tubo:ill-\estiU;at~}'..:por:zione1,~einre,/,.b.ff11i.v a.un 'CO-i
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·moires des médecins qui onL assisté au Congrès ophtbalnìòlogiq ue tle 11turnée dernièro prouve.nl il l'évirlenne que celle a{foclioo étail j,iconnue dans· plusieurs· pays. ~I. l'tiarquès (pour le Portugal) diL caJegoiiquemenl, <• jusqu'au mois de mai 1849, on ne lrouve aucun reoseignemenl écrit. o; lr(t_ditioonel qui pursse fai re soupç;onner l'exi~lence dan.s J'année porlugais.e d'une ophtllalmie a,yanL les caractèros avec lesquels on la voyail sévir dans quelques armées d'Europ.e. ,, M. l3en<lz, (pour le D,~oi~marck) ·di.Laussi: <di est éLabli aujourd'bui qu'au!lUn inédecin <lanois n'avaiL obsen·é celle aO'eclion parmi les populalions de oolrc pays avanl 1%1. )) Vòilà <les témoi goages irréçusable;;; d1ailleurs il y cn a. l)eaucou_p d'auLres, el les oolres prQprt•s sonl là aussì. qai prouveol qu'avanl 183 4. celle mala<lie n'exislail pas dans 1 lc civ i.I. CoromerH se pourrait0 iL1:1lors1 messi~urs, qoe celle·maladie, qui éch1le.brusquement, avec une violonce exlrèrne, avec des cara.clères par.ticuli crs, avec uoc lénacilé sans parçiJ!e, .soit1 comrne l o. y_eul, M. VJ<:minckx, une inilaromatioo catarrhale ?°l\fais si- cela éta.it, nous l'aor\ons loujours vu_e parmi nous. ì\fais la conj oncti vite catanfa te à laquelle 01.1 veur comparer l'ophlhalmie milibÌire a -l-elfe celle g_ravit,é'/ entratoe.~ L-elle cell-e ténacilé el celle grande l'acilité à récidivcrj No,u, mes.siour~, tout 1Jrns c<ille ophlhalmic indiqnc un caracl~rc' parlicuticr, cl, la caus.è, à laquell~ ,elle es t due est uno incomiue; c'(!sl celle cause myslériense qui eclale à de's moments donnés dans cerlaines armèes, el r.'e,,L ce mj;s_tè,rc que,p.o~Ls n'éx.pli~uw,ons jamais, mais f\ont nous devons combatlre Ics effeL, el pr,éveriir les caosos pré<lis· posantcs, Lelles q_ue les refroidisseroent.s, etc., causes prédisposanles que M. Yleminckx a JJrises p.ou,r la cç..ose ocq~-siqnncll.~ ~;~principale. Là 1c.sl .~on erreur. 1 Perroellez-moi de vo,os cilcr uu autrc fait quj .prou,·e qu' il y a uoe iocgnnue, une. cause non inOammalQire, non .ca~arrhale. q11i pcol .9~11per liça à crt,lc aQ'cction . .En 11835 ou 11sae, un ·marchand fripicr nommq_ ~Jicl).e), ~e,n:i.ç~r,rnL àJ,Ions, tue de la Co,urounr, avail ,,chelo 9u g,ouvernemenl no gr,il-DQ nornbre d'efiels militairns mis hqrs de $CrYi,ce,, lels .,qu§ pa,p.qt~~-, -.:est~s. b91'l;rwts r\o. polic,ci etc. Pcu • de lemns ,i,.prè$ cell!:!• i1.cquìsiLio11. l'oph\halm)o ~ili,lqire .bien cnraclérisée se ·d,eplap da,ns la Jamillc du malheu.reu-x acquéranl i elle ,cn. all,aq,\la .toos l,es memb:i:r,s donl CJJl~lqucs·uns 9nl1cor1.ier.yié <les,l·~~io.ns...qu) .ov:~i\lléYré plus ou moin~.leur v;ue. Jo vous)ivre sa1Js.cqrn1uenli}il~e ce foil, sur lcquel. ì\t Fi:s1nçois, jci pré~~n~,f(J9Ut'<.a ~vofls clonner , , • m•,/• ,,. de plus,,<).nm·1ei5..(1,4ta\\s,~:i, 1 1 ;P,arl<1n L,de-ta snAoii~-çilì\~ J' òph-th~I~i ~", l\l, no.us dil « qu'il clic~che1v11i.n~meul le,s~mollf!i gv,i et) 011L
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pu fnire cr.oer une espèèe à pnrl. ,> Ce gui rlistinguc l'ophlhalmie mililairc, a-l-on cli( c'esi qu'ell e est essentielle1 menL con!agieuse: il répond à. ceLle ohjection, «·que rien n't'sL rnoins.fooclc\ que celle nllég.,tiòn? » << O•n me--cliL .qu·e cc ·qui prouv<r surLouL celH~tcon tagio• sité, c'csl que dans notre Europe, elle exisl~il primilivemenl daus ]es armées, et quo c'esl par les armées qu'elle a élé propagéeèlans lcs populalion.s civiles. ,i Pour déchargcr les arn;iéc~ de l'E urope de ce qM M. VJemiuckx appelle celte-gravo et té1nérafre impt,fation, il cilo 110 mémoire du doclèur Groos., qui •nous arprèntl qn' aux Etats -Unis on a le, bon1ic1tl' de no ptis av-oir d'nrméo pour propager l'ophlhalmie, mais qu'~llr. n'esl pas moios répaodue rlans presque lous les Élals de oe pa~·s. Aprés celle. cit:iliori , il demande gr:lÌ.oP au moin;,. pour l'Amériquc, à s_es hono-rab\es advcrsarires. . l\1. Vlcminclcr clans i<5ul son distours n'ayant. trailé que la parlie d~ la qucsl~on qui s{l ranache i: celte nOU\'l'Ll c dénominal.io11 et comp!an.t probab!emonlbieò s.ur une vir.Loir.e, a c:·u dt) \'Oi l' prendre · ses coirclusions1 0n conséqueùco dé sa lhéorie et n'ndmettr\1 dc responsabilìtc qu'en ce qui coocernll- le ,;oldal congé<lié avec des lésions ~culaires; piais, j e clois appt'IN lr,ule votre allenL100 sur 'ce poinl imp,orlànl do débal, et j'cspèl'e, .mess'iè111·s, que vous ne liroilere1. pas celle responsabililé <lo l'Él·al avant d'avoir disculé noe dernière foh:>, non encore ,avec des lhéor.ies ~l);VaJ)les, mai& ce qui yaurlm heaucgup mieux, avec les seuls ~rgumenls qui aient une valeur réellc, avoc des fails lr.ès nombreux cl surloul bien prou'"és. Liroilor le lerni\) de In re~ponsabi!ilé du gQuverncnirni envors !es miliciens qni ònl été alleints d'ophlhalfnie, c'est un problème:, il faut l'ay-O'uer, qui n'esl pns fac ile à rèsoudre par la théorie; aussi pour ,·ider C{'lle qucstion, devon.s-nO'us nous OtJlOttr,;er dr LQul~s leiì g~r;rnties,po~,i~les; CIH /l' un còt6 11011.s avoos à guidtir le gouvernenré11l dans la spbère <le ,scs tlevoirs, de l'aulre, à s;:ureganlcr les clroils dc 1ws concito,yer1s. 1\hss\curs 1.ei,, r:, rworle.l! rs <I i$ri II t q ue Il\ rr,'s&qns,x~\j do gouv~rne meul 11 :.: doil t,ns élre inlì11ir., el qu'en cas d'acciclef'\!S oculaires, à la suite d'une malaòie no1iy~llc survenue dix nns :iprèSc~ (Hl u:,\ pas.te droi~ d'invoquer la pre1nière pour chercber à imposc.r au gouv crneme.nl dcs droits et de~ .s.. criliccs;) ls .ijou l<'J)J:que I.I scicnpe 'n) ll're P,oS de mo1ens cerlai ns pou r résoudrf' céLle queslion; C'·esL dai1 9' 1es foiL~, d1u:1s l~s rés~dlals,d() \'ohs1m,ilior qu'il taut en :rcchercher l'éh1eidafi.011, el ,pour èt~c d'aecord a\109 t'es fails, ils fixeo! <LU ma.ctmum d'im an la llorée de la s,,scepjibiliw 11Cmlaire; l!~ ib ,ijoulenl que.si il-U boul .d~,ce lemps, les yr u.x D,f, 1-lLé;;cntei,1 t.rieJ1 ~·an9rmo l,, on peul h;ìr~imitnl affirÌ'n cr que èes or~ancs s,on l t ie,rgi:$ µe toute altéra\ioÌ1 el que le mouvem~c~l 11.~,, iorrnai re doni jls seraient d~ nouveau le siégc•, a cessé tl'èlre en corrél,1tion avec éeluì
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..Lrac.lee au servi'ce, ont., ap1,~s 1m· e-et,ttrùi te111ps, éprouvé lains pour ,ésoud re celle, q,qesl! ~n1 µas plus .que ·po,ur ~.ta))lir <l'une manjère bien st\re Ì'époque òù te·'g~rnjè ilµ .da,ns-leurs, fQyers, des recrudescenus qtii !es ont: p,riv1s ..µiaJ ooJl\agi.eU:X,:e.s·i,tot'a·lem~nl éleio.t. plus· ou moins clè l.:J: v.µe, ct'ont ensuile en ,w,ancle.:pà;ll\je Jc tlis le ge;roe dir mal, parce q.u~ dans. m-a éonvieti:on co·m,muoiqué leur nrnladre aux. meinbres d'é leors familles la faGililé q11~onl:.les ophtha!mjes milft_a,.ire~ a se r~produire t.ous !es rapporls aèlressés au départemeol de ia guerre, aux moirdres . causes e~ ci c.011ti1rùtr .à, iitre go'(!t11gie11sps, en fa. veur .deces malheureux, à 1'. efl'el de lcmr faire obtenir trcol moi ns à la. suscrplihi lilé des; organ es qu'à la pcrsides pens,ions, étan t reslés ~ans, résp Ila.\ , slan ce. clu l!Ì-l'u.s sp'écì~w1e ,qpi le~ a, produiles ,e~ qui le.~ «·3'? De-79 pe-rsonnes alla.quées de perle plus ou moins · entrelìent. : complè(e de la vue, par su.ile d'ophthalmie r.nililaire,~loiit Jungken, <làns·so1J mémo;ire cilé,,pagc 4, semblé aussi ~5 parenls de militair.es et. 54 an ciens milicien$. et qui ~l-re de ccl avis.:··,1,lie-s si gnes d\inilammation 1 dit-il, tjùi , .toncheùL dcs s uhsid~s du déparlemenl cte. la juslice,: dortt acèomp-agn~nl celle mala<li!:l nf, sonJ, que des. syniplòmes k mo ntan l pour I', nn<io· 1S:,7 s' e,1,òl&Vé à la sOm me de d~pen·d,ant <:le l'affoclion pri ncip.ale, etc. Ce.serait une wa6 , 60,0· rran'ès, pour la p-rovì.nce du :Bainaut. n ve eri~eur d&·crqire qn'ils cons_Lilu~n.lla, malaJ.li0- elle-mòrile L es fai.ts, inlér~ssa:nls qu~ j'e pr ends' la coll'fiance cle car on pent dissìper cornplétemcnl l'ipll.antmalioò, Landis li,vrer sil'ns oommenlaire à vd's çrpp.réciatìons éclairées, q~1e le germe de la uial.a-di.e seulenìent aff~ibJi; persis(e con tluue M. ·seuli1~, v.ous p&raìlron~ ,,sans::doule asser. -pon r r:eparallre.-avec·une nouve:)le violence à la première còncìuanls par e ux--rnemes pour _vous p'ro.uvef'\,éju_' àpi:ès QCCaSÌQQ r.avo.rable, I), lll\ an. deux· ans iit pJus l,'ophlba'lmie·. q-u.i pa;,aissait .. Celle,a,Jl ~,gation, diraal-on, ii'est qu'unei.de.e; ,c'esl vra,j, guérie, peuL reparailre avec lòus !es symplò.1rrès qui la 1n.ai;5 celle i9ée èfo;vieO'~ra 111~e réallié g-uand des fails n.ouicaractérì.seo , el, q.µ'po n~ pe.ul, dans l'immen~e majoTilé hreux vieridront, l'apputer. Ces foil!l, que je prodliirai des ·cas, délermìiler -l'époquo 'où celle rrialadie guél'.ìe en to_u} à l'beure. VQll'S prouveronl; je.l'espère, q.ue d~s mi-· app~rence ne ·peul plus rep,aratl,r.~ ù'eìlt1-Jn~rne et re.licièns a:y aM eù J'ophlh,,lr~ie et congéd'iés àprès la visite prendre· ses caraèlètcs primHifs, qn'.i! csL ii:npossiblè .s:citupuleuse du tnédecin rnililairfl qui établissail que le.urs enfin, sapS' s'expo$Cl' à de' gr~ves' erreurs,, ·de li1~ile!' Ja yeux ne préseo\a1ent plus aucune trace, de malà<lie, on~ resp.onsabililé du gouv.erne.me.ril e1J°vers les ophlbalniistes après plusieurs· mois, un an; deux ans; el'beaucoup plus, au 1'i1-a:ximum d\i~i an 11insi que I:tinl pr.oposé M·M. les éP,rou,vé' .d.es rech:ub .qui ·t;rni~naient_ I.es o.phlhalrnies à rapporleurs. !etfr éta't pd1;nilif1 qui par leur gra.vilé compromellaie!}l .Ptirrr mieux· asseoir , vos o_pipions1 vous voudr~z bien plus 01J moin~ .l;eur vile (!l qui".con}inuaien~ à se propager prendr~ en corlsid·~ralion, mèssi('urs,, qtH} les fo..ilsc,qQe ,je, aux membrés ·de In famill e àvec lesquels cei:- 1noclades se vieus de -vow,· s.ig'naler n'~fitiarliennehl qu'à une pelile t,ron-vai·ent e11 conlatt. f~aclion du·p~ys, .a·u Raioaul seule·l):1eJ1l,,el.gu'il en exisfe -Ce que'j'ai di~ plus haut à 'déjà clu vous fàire· pressenllr èerlainènìcn·t en nòn ùìoins gràrid non'lhre <lH1S l.es·a:ulres qù~ je ne p,ouvaiS'Jnff ralli.er à la proposiLion émi'se· par provinces. MM. !es rapporfours, qùi fl-xen1, au maximum d'u.ii cm le A cc bil·an .généràl ·chacun- de vous,'j'es_père 1 àjout.era lerine dl:l là responi,abili\é...du gouvern·eme.nl ef)v~rs les le fruìt ·dfl_sa. propre ~xpérience, (?L vous. couch;ir~z facimiliciens qui on( é.lè ,atleints de l'qphlhalmiè·:; tJl si c'csl lemé1lt que j' cii ,reux mo.dHìcalioos à .Proposer à cetlaiòes sur des fails ge11ér~ux,non ,ar.tiçµ,\és qu'ils se b~sent. pour parlie$ du rappor~ qu.e v.pus aurez 4:exal)1in~r : Futi~, fai re celte propos.ilioh.i c''esl aussì -a\rec· a·es,faits, rriars a- . c'est de cons·erver a l'bph:Lh'àlm i.è I~ 110m qu'~lle a to.uv·ec de$}aHs ·nomhre.ux et bien prouvé~,. qne je la comjou.w porlé eloqui n.'~sl bjen connnc·.en Èu'fçrpe. que sous celui <l''ophllralinie mHHair.e; gau lrè1 é'èsl 'de ne pas li]5at.traL 1\'I. Seulin présenle. à l'assemb'lér. l'ròis lali'leaux,. élats . miler; le terme .d~ l.a -res.pon\;'ab.Hi.l ~' <l.u g.ouvernement au maxim·um d'un an. nomìnalifs': (Ì ·I o De i s .rrrjliciens, qù_l ap:}è.s ~voir élé congédiés Avaol de fini'r·, je désir~ y9us dir.e un. dernier mlJt_s~r eefte importante· queslidn: ))cius'somnte.s ap,-pelés à juger sans•pensjOII, orit pél'OÙ ]~: VUe, 'plus QU llioi'Jis COmpléleeo dernrer ressort; si' ~ruh ·C'oté nous t~vons Ies inléréts me~Ì èlans lenrs fo:yc:rs, p,11r suit.e de l'op~lhaimie q·u'jl~ adu goùvetnelrient à sauv~garder, de. liaufre, n.o.us ·avoris vaie;1l cp_ntracléè 'àu service et donl f1s. ·avaiènt conservé à remplir ·u,!) rl,çvoir de ju~tice ef d'humao;ile ~nvers !es le ·ge.1:me, et qui tous onl éle. pensio,i'frés pro.vfaoiremen.t malh.eùreu~,. aveugles dont;Ja pò.s'ilfon o'a pas lòujours ou <lMì·nil.iv.edien.l !, 4, 6, 8 el mème , 1 O années, àprès 1 élé appr.éc.i·é\l ,cotnme elle aurait dft l;élre. a~·oir réç~ /ç1tr'.ç coi19M tléfiniti{s, elce, eosuite desr-appòrls ;Eo effét, ·messieurs, sa vez-voùs ce qùi se passe· dans qu~. M. _Slìe:venart a a~tessés· é~ ·reur CaveUr, _soit à l\L ce moment,? M. Hrmin,s_Cre de .la justice atlend l'avjs de le gouverneur · du .Ha:i'haut, s.òit au déJìartemeol de la l',Acadé,mie sùr. C'ette. grave 4u'esli.on poùr· a,CCord~r les guerre. ,secoun; au:1 -victiroei. de l'.oplùhal'çnie militai re. J,es a.ò_nées « 20 De M milici'ens-qui, après avqir. ~lé congédiés, apparemroent guéris de l1opbthalinie qu'i~s· avaie_nl con- · ~r~èédèntes, c~s subsides élaien( envoyés aux: inléresses
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-:245 au comtriencemcnt de l'aonée! Nous voilà en mari', e\ aucun pe ces malheureux n'a tou,;hé cc qu'il e-sl en drgit de recevoir ! L'Acacl6mje·ig11o re sans dou'te uussi que la pl'uparL de ces infirmés-qui depuis un certain non1bre d'an nécs toucbaieoL dcs subsic!es, comptasr1l :rnr leur ,.entrée. ònl conlraclé pendaJJt l'hiver des cielles qu'ils cspéraie1l pouMir
payer. Rà.tez .d·on é, au~anl qu'il sera e.n Vùlrc pllllVO i'r. b Ni.· ponse. i'l foire au ministre; n e-sl tcm i)s de metlre,·frfl à .l'aoxiélé de ces ,·1climes ùe la maladie con11ue s ò llS la dénomioalion d'r.phfhalmie mililairc. malaèie qui conservera ce nom, quoi qu'on eo dis-e, quoi qu'on en fosse ; car, il es t de noloriélé publique qnc ces conscrils l'o11t conlract~e immé'diatemenl a1)rès leur enlrée au serv icc. Yòulèz~vous, mossieurs. levc r tous les doules qo/on pourrait fairc naiLre dans vos espTils à J'égllril <le ée que j'avance? Engagez le gouvernemenl à fai re faire une visile géuérale dans chnque Jìrovince, de loules les faroilles qui onL eu des enfanls au &ervice el qui onL élé aHcinls d'ophlhalmie quand ils élaie·1Ìl sous lcs drapeaux: ce\ lr. vìsite, sì .ell e iHaiL fai te . corrsciencieusemenl, prouvcreit que !es neuf dixièmes d~ ces famill es sonl plus ou rnoins in feclées de ce mal contagieux. Qu'auraiL- on à répondre à c~la, alors que les adruinistralious locales viendraient atlesler qu'avcu1t le ret11w· des miliciens infectés, lc1ir$. f'amilles n'tivrr.ient jamais <lté allei11 t.es ct'~Jihthaimie? Un oculisle ilali en nomò Luza rdi, qni venait fréquemm enL exploiter là Bclgiqtre. disàil hautemeoL el:publiqu.rmenl, que bientòL nos conLrèc,; ne se raienL qu· un vaste cbamp d'ophlhalmiques, en suite rles roalheureuscs mesures prise~ r.n ,t 83i, dr. renvoyer daos leurs familles les mililai res atteints d' ophlhalmie . Sa triste pr{diclion ne s'est que tr1,p réalisoe. J'.ri\ mes~ieurs, une oùjeclioo ·ptu~ serieuse à faire. La qucslion que l'on veut nous faire lrancber ici el d'uni! maoière si malhémalique, peu l <1lrc résolue par des fails devaol lesquels nous nous inclinerons lous, des fait.s auxquels lés membres do la c,ommission seronL Ics premiers à coonailre une valeur:· absolun. Je òois mème exprimer moo ét~~nem'ent que -M. l'fospedeur général du :;ervice dè sauté, commo membre de la commission, n'ait pa-s eu recours à ces fails pour fixer l'opinion de l'Académie. Je veux vous parler, messieurs, du regislre cl e grariulé;; qui e-xiste (lepuis lot)glemps (huit à diS:--ans) dans lous· Ics règimenls l'ar.mée. . Ces .regi.$tr,es conliconent'la date et lous les délai}; de plusieurs milliers d'ophthalmi'ques; ces dales e-L ces détails sooL anoo1és avec la p.i:écisi on ella rigueur que l'on renconlre daos l'adminisLralion mililaire. Or, messieurs, dans ces registres, il dait figurer beaucoup.ùes réci.dives. Nous aro·os don e devant notis ,une masse de fai-ls ~ ajouter lo~s ceux f.ournies ·p-a/ ~~. Stievenarr'qui vi~e'nd1oot démonlrer si Ics récidives scinl fréqu enles, si elles sont
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gravcs, èl surlouL ,ç j clles ,(onl 11l11s lie1, après u11e amiée de r;uérison. Si l~caMrnio per:>iste qonr. à préci~er une époqu e, éomme .Je prapose lt1 cornmission, j n tiemande gue ·1es r'egislres des ving-huil mèdicins de régi menl so1~nl consullés, paTcc que ce soni de.s documcn ls essenliels pour lrancheda. queslion qoe Ton voudraiL cnle,·er ici à coups de lhéori?. On objecttrra peul-élre, mnssieurs, crie tle!rx membres.; do la commissi ~n, 1,rn. Gouiéc et Ilairioh doi venl avoi r cle·scmblabi es regislres rl,\ns leurs hòpi teaux. Cela n'.esl_poinl; ces médc:cins ne Lt',iitrnl, dan'~ Je.urs élab!issements, que les opbthalmre~ gr:wes. Les bommes affe~tés de l'ophlbalmie granuleu:;e simplc, ne péuvenL p,,s ctre traile~ dans les Mpilaux; il le so.nt ilans le!ì salles de granu los dcs casernes. Or, il s'agil ·su'rto-ut Jc ceux-ci dans l a qu eslion qui est so ulevée dev.ant vou$. Ce sont donc Ics mé<lecins de régimènt qui peuvent surloul nous éclaire r sur ce point, eL je demande formellemenl que l'Iuspeclcur géoèral du service ruéJical fa;se tléposer ici ces docurnenls, afiii ùc nous éc;l~1irer sur celle grave question. .O'àprè:i touL ee que je vien <i'avoi r l'honnèu.r de vous dire, cl pour rncllre Gn au désir tles nccessi(eux, ;icli'mcs do l'opbth:almie militaire, en allendant la fin de nos discussions scienli6ques, je fai s la proposiliou s.uivanle que je déposerai sur le bureau. u J'ai l'honneur de proposer_à l'Académic de prendre aujom<l:.liui uno résolution propre à satisfài re à la demamie ct·c M. !e ministre de la justice, rclaLiv_c à l'époque qui doil èlr e atlmise par llti , !JOUr fixer celle cle fa responsabililé <l u gouvern emenL » Puisque j'ai la parole et qu'i l fau t loujours plai<ler la cause d.e.. tilisènLs, j'eo userai pour faire droit à une réclamation ùc fl.lQn colLègue et ami M. S. l(evenart, deMons. Il 'me demandc de répondre à un e accusalion qu'on a lau.cée iodirecLemenL con Ire lui. Vofci la lellre qu'il m' a a:dre;;séo lo 25 février dernier: K Uans la séance du 29 janvier deroier, nl. Vleminch à avancé quelques a\légations noo fondées que je oe puis laisser pasrer sous silence, au moios P.out ce qui • ', I concerne la province <lu IlainauL Vous allez en juger: « Il y a daos toules le communes une lcn<lance à se débarasser de la plus grande sommo de dépeoses possible; pour peu qu'elles voienl ouverture à fai re supporter par d'aulres ce qui auLremeut leur incomberail à elles-1nemes, elles s'cm pressent de. fai re valoir ce qu'elles cr.oienl etre leur d'evoi r. ·1, Ce repro-che, si c'en~esl un, adressé aux communes, elles oe~e méritenL pas, catjami,is à ma conoaissance, dans le Hainaut, elles n'oot pris l'initialive d' aucune réclamalio"o en faveur .de leurs adminislrés, viclimes de l'ophLhalmie mili.laire; eL si celle province a réclamé des pensions, et dcs subsides heaacoup plus que les aulres, c'.és.t HJ1e depuis près de trente ~os j' ai pris à làche de sìgpi ler au·gouveroemenl toules les victimes de l'ophlhalmie lant civile que mililaire.
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2-t.6
,t'lus loin, M. Vleminckx. dil eneo re: « 0,1 lrouvera tou· , I - M. Vlemit1ckx : Je le sais bie11, mais ses · observa,jours des homtues pr~l.s à dér.J,1rer et lrès-copscie.f!cieulioHs me sembleol avoir élé prises d'uoe autre manière se menl,jamais à le_croire, que l'ophlhalmie d'a.ujourd'hui qo'elles ne d~vaient l' élre. descend en droi l~ J-igoe de cell e doul on a $OuITer~jadis.» J' ai une aulre remarque à fa ire. Il voos a_ été s.ouvent <1 Si /otaìs l' un dcccs hom me.s auxq uéls l\L Vlcm inch parlé de r.elle commission de 1834, qui a Jélib~éré sur a voulu fa irc allu~ion , je répoqd ruis quo j'ayo ue .hau tecc rla in es mesures à prendre conLre l'ophlhalmie .. rnènt que <les c;.inlaines..de 'r.9i:; j'ni décJaré par écrit; - .V. le Presi.de rrt : Ce n'csl, pas là un fai ~ personnel. chtns le soul hu l de {aire re11d1"e.fustice 11 cles malhem·euxl Si la rl iscussion conli-oue, la parole esl à. M. Gouzé-e. cru~ lelln ou Lello lésion oc;ulaire dépendail d'une opb- 1'J. Vleminckx : J 'ai fini en deux minu les; je dis àe !halrnie dont le germe ava.il élé pnisé au serv ice, ou par nouve,1 u que je n'ail pas faiL parlio de celle commission i<' cont,tcl avec de miiiciens infectés, cl que loores Ics fois el cependauL jc déclarr, en àme et conscience, que j'am·ais qnc fi1.i fait ces déclarali<,ns, je tne suis loojours hasé fail commc elle. sur loutes les garanties qui élablissaient cl la Jerniùe éD'une nutre cofé, Htus ayez cnlencl Q que l'oo cherv"ùle1wu 411e l'atfoction était cle provcnà.nce ruiliLaire. chail toujours il apr,u;;e11 °.l!:l me$ures de ,183&., el à fairc << A !'appui de 1:es a1lé-g,ations, iH. Vleminckx prod uil supf>or-et que c'est à partir de ceue an t)é.ìl qne l'ophthalaussi \lllC letlre de M. Delhaye, 1Jans la quelle sonl tuis mje est passtio du mili l'airn at1 civil. Ne"<dira-iL~on p.iis que en catJ.·e d'une m_a.niilregénérale les tlirecleur:- d'i nstiluls le Got1vcrneruenl hollandais n'a j amah1 envoyé · un .seul opltlh:ilmiques, l~Llr.e quc je liens aus~( ft relernr pour malatle en congé? ce qlli me ponrrail concerner. li y cs.L dil: « l'ermellez~ - Jll . le Pn:sirlenl : La discus:;ion sera contiuuée dans moi , monsieur l'inspecleUì gènéral'. à propos de l'l nstilul In prochnine sèa,nce. ophlhalmique, de vous faire remarquer quc, depuis l'in- M. Vleminckx; Soil, je m'e~pliquerai donc sur tonl sLiluli ,,n de ces étahiissements, des direcleur::. out pris cela ùans la s.éanr~ procbaine. l'li abiluue dc qaalifier cl'ophlhalrnie roiliLairc, Ics dìliérentes espl}cc1> d'oph,Lhalmics s.urvcnues chez les sol<lats congédiés, sans germe apparenl ilo malad ie, depi1is plu. S'éarrce du /4 6 aw il 18,:.i.9. sieurs années, co.mme de leur allrihqer lout.h les lésions - M. Goide : Je u'éti "que pcu <le mols à dire pour oculaires, mème celles provenaoL ù'une ophlh,!l mic hlenappuyer les cooclusions du rapport. norrba gique, aya,it a<loplri po111· vrincipe , de s'e,~ rapj1grte1' exclusivcment an clire <Ics inléressJs. )> L'ophlhalmie qui a envahi les armées au comwencemenl dece siècle el qui s'y esl manlenue dcpuis a..-ec plus « Mais, sur qu_ elle preuve M. Delh C1ye a-l-il pu se fon der poor laocer aussi !~gèrnmenl conlrc les directeurs ou moins d'ìnleosité, n'csL qu'u11e simple conjc,nctive, d' inslilut5 ophlhalrniques une p,.ll'Cille acousaLion? ainsi que notre collègue M. Yleminckx s'esl parlicnlièreme11 t eùorcé de le demonlrcr, eLsi le développemenl « t>our ma. part, je lui répondrai que j' ai rédam.é du Gouverno111ei1l de cénlaines d·e fo is, de~ pe nsions ·ou dcs morbide des villpsilés el des glanduk s palpéhralcs, en un mo l, si lcs granulaLìon-s de$ paupières on·renl des càracgratifi c,tlio11s en faveur òes victìm cs de l' ophlhalipi$l mililairc, mais que ja.mai.~ , jc la 11rocìamJ foi ùìen haiit, j'e ne lérc:s si remarquables de' fréquence el de tenacitè, ellcs m'en s,.uis rappor.lé, pour élabl ir mon jugeU1en t; e~clusiI~ ctoive11l aux c;rçonsta nces au milieu desquen.es elle~ -vomeni ai, dire dcs 111téressés 1 ainsi que l'avance si ardise monlreol. rn cnL M. Dclhaye; au contraire, je me sui3 loujours tait un Qu..aoe ophlhalmie c,alarrlrnle ~e duveloppe chez une dévoi r sacré de ne me prooonccr sur la nall1rn spécifique pcrsonnc vivant.isolémenl, au milieu d' un air ·pu~, ob 1 de l'orhthalmic, quo Lor,_9ue ma convinclio n ne,_111e lais-· servaoL les règles de l'\1ygjène, il su~l de CI,!,lelqoes soins sait aucu n cloule à cel égarù. ,> el surlouL de la prècaulion de ne pas Lourme11Ler les organ,cs P.\f des all0,UC1Jemenl,S et I,deSHmoyenS I inlé.mpesÙfs, ~ J tl (e,ia is, me~sieur,J i·~.clifior -~" foil qu, pol!_vail ,at• t • TeiÒdrc un hornmc eslirnt1ble qpi s1 est constami:uchL èlò.pn llr voir la malaùje diminùe~ et ,dispara1tre en peu de iouo,,uso~lagemenl_~cs mallicurcux alteints dp m.il_adies le mps, Les muquem-.e_s palpébrnles, sur lc'squclles ont n-p paru des rougeurs, des .slrics, des gla~dule; , des saila·yeux. M. Vleminch,r; ; fe demande la rnro1.e pour u.n fail lics, r<•prcn 1u•nl e:lles- memes peu à peu leur transparence personnel. Le· Jait auq_uel jc réponds ù'aburd esl le deranlérieure. 1\lai; qoe celle mcme mala{lie alleigne. soi l sporadi nier qu';i avancé i\J. ~~nil.i1~. Je ue veux pas lasser planer .un seul insl<1,11L s.iu,M. Dclbaye l'acc usation porlée conlre queme11l, soìl,sous 9-u clque in Oucnce épidémique, un ou .Jni .,M. Delbaye u1,a: ri'o,11!-Ul.é persoiine; il n'a pas dil les plusieurs ind iv1dus daos une réunion quclconqùc de per1 dir.éèlcu?s des tus<[!\ul's~ m~is Jel;'tdiTc'clèùts d'i'ns-ti'lut-s, , sonnc~ vivant en commun 1 mal s'.acc.{òH, s' élen1, .. f ~ ~· ., '.. ,,. , I ., t •·'-T ' ' ,,•,1-1• ~f. le p·, és/Hé\i'1½,J'.;;ç1ùla'is 'fait rrrEri-m'~me 11<ette.obs'er~ s'ehracin o dans celle i\ggloi11éralion, et voilà I op'lilha1mie l ,, • ,J '.i ~ .( -t I . :,,( ' . 11 j , , I 'i' ·~ '/ . . . . . l' ' , . 'val1on. P't,rso·nn e n ést nomme dç1 ns la .1elL1e de 1V1. velhaye. m1l1la1te déclaree: Je dis ophl1rnltr11e m1l1ta1re pour.. avoir , , I ' I ' 0
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l'occasion de monlrer tonte l'impropriélè de l'expressjon; car le fr,1il, loiu d'èlre cxclusif aux mililaires, s'esl pr·o<luit roainLes fois dans des aggloméralions ùe personnes qui n'avaieuL eJ qui o'avaieul eu auncnne relation avec l'armée. C'esl ainsi que l'ophlhalmìe s'esl déclarèe etrépancfue, à Paris,. cn 1183~. par.n;i ll?S ltois ce11l,s eufanls· ·orpbelins dn choléra, .qui éta'ienl e'nlassés cl,\ns d'immffisanls aortois; qu'elle s'esl mauifèsléè,en 183ti, ùans un pensionnat du llaiilaut, l'un des élèves ayanl èlé ,1llejnl d'opl1thalmie purulenle aiiWè, après avoir élo urnuillé pa1' la pluie; qu'clle s'csl encore monlrée, cn I 837, daos un peosionnal dc ùerooiselles près de Louvain ; qu1 elle s'ést Tépantlue, en ,t 839, parmi !es orphe\io.es de _l'hospice-dc Malines, coucuéès à l:étroil dans dcs liocloirs lrop peu élev.és, J'uo,e,<Felle~ ayant été -µrise, pefidanl une.,promenaàc, d'une pphth:alrnie éatarrbaie intcn'Se, et.., Jp~é.s_une ceriainc tlurée, tonles porLai en~ ~es gr.Mulal.ions àux paupières. ,Nolre c'ollégue l'rl. Bairion a publié sur quelques-ons de-ces fails des renseigoemenls inléressants, el jJ seraiL facile d'e.n mulli_plier le nombre. Dans lous, !es caracLères d·e la mal;clie eL des granulatio1ìs qui· eo furcot le r'ésullat, ne dìfféraìenL en rien de ce ux. de l~ophtbalmie qtìi ~e monfre daos l'arméc. CeLle e:x!lension-d·e le\ co,11:\onctivìlQ pculo-palpé.bn\le ou de la CQn)onclivite palpébrale ,simple pe11L· dm1e avo·Jr 1ieu dans loulc aggloméraUon d'indivjdu.s: c'est ainsi que l'ophLllalmié s''cst ripa.ndue ùaris l'ntmé'e el è1ue son développemenl et sa violence da,us un corps de troupes onL toojours élé en raison direc!e do nombre des granuiés qui s'y lrou..-aieot el cju degrè <l'encombremen~.auqu(}I le corps élait as5ujelli. :Òepuis qui nie à vjngl an-s que l'atLenlion (~Sl p:arliculièren;énl fix.ée sur cli poinl, :gue L'oti s' oecopc clè 'toutes. parts à réprim e,r el a comoallrc les gra9-ulali_.ops, qu,è '!~B encombréthènlS' onl'é'lé,. aiìfa'nl' que pòss,bl.:i év(tés, le fa1t n'à' plùs'les mép,1es rainso:n'S d''~lre el il csl moins :;eosible aujourù'l{u,i l\ qui v·e'uL Jé verifier; ruais il est i,?n~lagt p_9ur moi, el j'~D ai}~uP'1.,ulé (~s prcu,vcs. ~a1,1-s un._m-émoire écrit ~.n 1838 el <l-0oi l;JU1blication a é~é. xelartlèe par diverses circoosL&llCe$j usq11'.e.o 48Q2. Comtrlenl celfe propagalion se fnill-cllé; esJ.-òe~par, c'o'o'tragioo, ·pai' 1nie~fo,(. miasmaliqoe, par 'tiuelcrue a'ulre mode iocorl~ù de lransmissio'il ·? Je n~e n ~àis'Tie.n etie m'en_gagetai l?oint"dan_s_une di_scus~ioo sur ht gu~sliòo · lé1 n'llbre'ùse cle la co"i1tJgiòhlèt •d~ •Vinl'ectioli. Le '!t{it de la p,11.òifp.g,,tion •de. l{l;'tò.n·jorfoHV:i Le oçu\b-1>al~ehraJ:e1,GfllL(ler la coujo'oollvilei pihp~'b.f:f!'é i ra11uleùsé 'patmi des t1ra'ividus agglomérls1 'è\ ·sttrtout ;rrdomoré's, esl . i_uconteslafilt, et com me on Fa dit avec raisoo, Ìa ·vérité· d'un fait· dépe.nd_p.s'\S_@_t.e~~ioJ!.qu'..011 eo...g.o,l!ne_o.u. q.t41n ne peul en donoel"'~111 1 1, , , -.. JJ.'~Jpre~siQ~t,cl:;i:ip:b}Mlmie ~ilitaire,. :rl'o,p,li.L:J,i.almrtJ tle l}armée, emnlo,y.ée,p.our'ij~si~ner' Utl.e ma\adi-e~·qtf.i*se -dé• ,', ;\)\__ 91'-\-1!1'1111)\ · ',)l. I J t I ,qfo:tfr~ l veloppe el se, repa:nù egalement dans des·reu~1ò'.ils de.
ne
u
pensionoaires, d'o.rphelines, de Jeunes geus 'des· deux sexes, manqoant tlc jusle5se el ùe vèrilé, la Commission a ins1slé snr la nécessilé de l'abandoouer pour celle d'oplithalmiP. grao.uleuseles, granulalion~ palbébrales élanL la lthion la plus frétruenle, la plus répa.nélue et éélle qui tend sarrs cessé à réveitler el à pcrpolue f le mal. A<lme~lal)I,,. uòJl !es gTi\!l'ulalions latr.nl<~s clonl on parie aujouru'hui;c>esC-à-dire, des gra'nulalions cachées ouqu'on ne vo1l pas, mai·s _.une suscept1bilité qa'il est quèlq·uefois diffici!e d'éleindre e11lièremc11l lant que Ics miii!aires reslenl dans !es memes condilions, la runjorité de la Commission à étend u à une année Ics chances ~e récidivP.s pour ceox qui q_uillent le service, mème parfaHement goéris, et a limite à ce Lermc la respoosabililé de- l'.11tal. Je pcnse que !es co11clusio11s du rapport concilicnl a~ vec équi le\ lous les inlerét:;, el je volerai gour loor ad•1nission. .M. Wcirlomonfregr.etle què l''Acadètl"iie se soil égarée dans Jes discussions lòoles de LhéQrio, laissant compléleruenl de còlé la que:;lio11 pralique qui lui a été s?umise par le gooverneroeol. Les proposiliòns préalables qui ont élé inlroduiles, saos 11ucune raison, •elon lui. ne serveot qu'à égarer les croyaoces el à porLcr l'indecision dans les esprils. • \ I Avant d'aborde_r- l'examen du rapporl de ·h\. commission, il n(~ s'arrétera qn'à u~ seu.l poi,nl.t la\ grantilaliou , tene que l'a conçM et ùécrite .M. Thiry. « .D'après M.Thiry, <lit l'o'tatcur, le caraclèré csffoliel 1 in variahle, pafhog.nomorlique dc ce produil, en ddwn/ae stt s{roctu re. analomique dorrt je no parlerai poinl, re~jde daos la sécrèlion <l' un pu;; virull'nL qui, appliqué ~o r n' imporlc.quelle- muqueuse, y détermine fatal ement !!évo, , ,t• 1 lul1on de granulaL1on analogues à cclles auxq~elles Il a 4té eJnprunlé.,E.b. bi en ! messieur~, je souUens è:t' je- p'ròu'!. venti, par: l'.expérience direcLo , quh, là gr~n(Ì(a·lron -a-i·nsl 1 conçttb. n'cxiste pas , ' ' I c~est à M., Th'.irf q'u'e ]es niédecìn s JN/~hitul opll !lfa l.. • 1 t ~ lì, \ mique de Bruxelles demandenl S~llV~!ll, p,our .erÀli~u,e1 l'inoculalio11 blenoplilhaln;ique, m vue ,d~ la guérisor!_,òy pannus, du p_us proveoanLde blenpophtbalmi.ei sni:.aigp~s; \e pus virul~ptes sonl. les milleures.; ti quanti nous-.:av.oos <1 du pus gr&nuleux. dite M. 'l'hiry, nous-< stiGsfaiso'iis· à> 1 << leur demàhde, alors loul rnarehe b~en1 la bleno'ò1\hili; 11 roie se dév elo11pe ct,le 'pnnt1Ù's gò,~rit. » 6' /,t"èffe~itçt., . bJ i.:· •l' 1 1r • 1,) I1,,., f ~~.~1·~.1.;.it.~ 01essrnors; ~n grande nomi/re de malades ont ele.10no;; ~l , I I •1, /. 1,, •_, J,1 m~I• culés à J'InsJitul avec le pus ~uisé1 à celle s~urc·e.,;.::ap~ graouleux, ,recoonu el déclare loJ,pnr ll!, ,meiUcnu8 ~<!.nto; rilé eo la matière, pus donl lè ùépOLsur Ìes(eoojanotw-e~ de~ai~,done donn:oh naissancc fatalemeòlc;,à des.,granulalions caraèLerisliqùes. Je va-ìs sans doute "bren vòo-s élonner, mes,sieurs, mais je vous debl;r~ sur 'fl'iét;n'ét r, . . pour • 'COtlJJrnier le•> ' 't·•' p1J' ~?~ . , ·ct· et 3e pourràJ.,,c1ter ix terno1ns m·f s a1 eg~1 1. 1111 ,I)', I! '!<.,i liOO$, ,iamais~ sur nlus da .cjntr\tanle'l é,oc@u.V,t s. 1_; l,e11no,fi. !½l,1 f' :l ,J., l 'f,·t, ~ , .. , {,._ ... ,.!Ur~, phthalmie ainshffnoc'ùlée 'ò'a don né naissance. oi 1ptin0
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d:ul 1'.è~tlL aig~, par là suite,_ a ?es granulations de n 1mpor:te quelle O<!lurf. « Bien p!us1. et ceci esL elicor'è aulremenl fr~p,pant, 9:,u_~urf l0s malacf~~ .por~~'le.ut c1es gn1r,ulapo1)~.av.ant d!é(r~ -iri.~éulés, les pl'od uils dispa raissaient.io \',arfableme1r~·sous · J•ìnOui·occ· de l[\.hlen 110.pblhal0Ùé cté~e.rmìn~e -pax l'ìnlrpclp ~hon d.u pus. dit çrà.mileu,x,. Est,.ce,, a.s&e-:z., èlair, et me faut -il ajouler quc lqQe,ç~qse ~ e,e\l~ déiµo qstralion expéri;,1et1 lal·e foit sans sid:ée~ì::é'coù;çtio-,. au ~rand jour de la plus J·arge p,,ubh'ìici l,i\--'?
{ì\@1.•.na
~;fol_lç1:e l gl)~ziq
f.!\f.edico di Bà.Hil.glioné
~est~llli,1i D oLL(}re Lere·fl!zp;
I<l.
Jlla."elUi DoJt<>,~e Ca.rio B fal!lleÒ
Id. lei. Id.
Ga:!Ja.~·ini Dòll. ~r.a.rro.esco
Id.
Tì!~ufil. PoH.ore -Villori.ò DoLLore A!essirndrn ii'fa~~e1: Dotto.re
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Men~_ionii. Onoi:ev.o'le. .H ~uii.et.ti Dottore Scbaslia'nO
'Medico Jjj\•isìoììàfo .Ufìu.•.no Don~re. F~l]ce · M.édìco dì Jtè"ggicn1.ento ll~lJ:~>io ·:Potlorc f cilicia·no Id. Dupon11t~,D°0llpr,e.:,tì,éLi:o Id:. :i~o"d!\ D_t5Uo1;~. Gii>r~o I<l. - ·--·~!ng1•n Do,_~tbre G'rgsèµ.pè ld. S~Hd~è&_Dc-tlo.re Villòrio Iéì. O~·OlUFI CENZE 1 Quag,lli.fJ> Dotl'o·re Augusto Il cofrcesi1c dt1 S. fil . al' Coì·po-Sm1itario. e Farm;rteutieo ~IiL A~n-eui D'òtlore Maurìiio Id. Fàd'da .'1fo~Lore..S-tefuno, Id. _{lt:CSSO I' e.Se!!CHO Ciunp-agrw. T~111ìi~j Do.U:oi:e' Garlo ifd. ai, 12 d'i. luglio 1_ 859 .. Plaiisa:nt, Dollòrci G-iusi:ppe Id . .Pe1•eui Dolb. G'Lo . .l\laria Jd . Ba1.•efn.n Doitore ,Ff¾\oe· Id. l\HLI'Ì'ARE DI SAVOIA. N.i~~~e~z.ii_,n9bìle 1._ o ?_nzq l\'Iedico · Battaglione {yitaclo cl' Uffìzùtle. Ba1•atelb. Dottore Giuseppe Id. A.go1!ft.i Dotlore Gi11s~·ppe ' Il C.»mis,~ed(i c,av. J\illooio. l\'Iedi.co io Capo . l'1'01•zou._e ·Dottore Gi·ovanni Id. Q'mt.;;liotti Do nlore Alessandro , itJ.. G1'ado di 'Cavaliere. ' ~~I.Jone, Dott.ot'e1G:io. :Ballista, Id : Ct~it·~le Cay. G,ia,corl'io, Medico di 4'" Clas-se. ~~1.~,ie1:,i l)ouo.re A:mllrogio -Médico di DalL .di· 2il C, D,~J.a si::~ D,9llor.e Gipseppo . IcL ·1'!a \aayra Ca.v.,'.~a:cilo, Medi.éo,'di Classe .. ·p~J}iÌl/ Dotfor-e ijm,1lid ld. "'~"lfe~a, l).()l{. Giacomo , l\'Jeplc;o Drv.js,. d:i :li• C',l.as9e. ~a.p1·à. I53éLor.e 'elfo seppe· 1'd. Arem!l Cav. pae tano 1 id . Ld. &afa,,Dollòri ' (ffos~pp'e'. ' F. ja:1 rt.la;n eosu Dotl'òl'e. A.n'lonih 1'cl'. Il-tèdagdià al Valor,. MiWrtr_e.. Jl.o ssi,tDottorq Lectnardd • ' lii.I I~! ~ )~ S·~ Ca.,v...f?a!)!O, l\'!13pico- Division.ale, d,i :211):~\ass'e r 1Jbei:t:~~ DoUot'c I?iel110 BoffonijDo.tlo.re Vlnc. e niò Med ,,4\gg. pel' Q. G-1 t-~i .Dolt. lè\ o. 131., · l,<l. u:f/ °H , !.1 :\:P"" , . ""· "· (:'f" Cp,BJi;f;~foil·ièff Dott'oro'·A:1fgel9. .Id. lJrai !l;o.lt.OT<( GactanQ Id._ . ,iq. _ . f~, llI~.1.·ia,n~,-Uot~f rfFrtps.esco J.\1e~ico c\-i }1.;.e~~\me~1Lo l Donfle D;otloi' Sé'fferìqo. . ~ '.: n \01Ìio ~ o~tot é A,ùo'nio lèl .. EMa fioL(or,e Grovanni Id. · t 1 Bolt~·iu:i t\ngelo · Iiar.macisfo d{2;• bàsse Tt~pi~~r;i Ddttò\•&'·&ioyan'n\ I 1t1ì'.ibva:nnt G~·a:ùéUi·si'ò-n-o:r 'I.èì: '. d(sa ·1·d·. ~i'òne1IDo'll.i O:<ib~·tSas. ' fd·. . i, '.q - · 'il Be:a,:g:~Jleini' .Dorcnzo ' ' · " . • 'lJ f -c~.o·'D olro·r MG-?:ì<ll5liid I :l'd. Gagli~~~-~it~!~~r:~e_r-nardo 1 • , i;,.i. '"' ' l'!, G~zz.:111,ò ,·Doll"oJte,.QarJo , -ltl, ~afrbc.1111s1 _ILs.er~tn,l~, S.qt~p,-to,1ese1;c. la Flèi\QL Fe11•1•og,!ò D;o.(tpre Natale, . li , fld~ if~c1"(?-,..i$jo. G-;sp;ar~. Es,er,ccoJ!; .- 1,, .•Jp. +,;:~~IÌ~.:D.o_tlbre ~nto~ii ,i,. ,!' , Id. 1 · Pa..n1Zza1 ih ·D.0Lfore han, c esco, Jd.. I 11 • I .. . .,, .. ~; I I ' :P.ia:,;za Itoitor'~ Giaéofoo ,,Jd. .PRO}lOZlON't I, iii.ta"iii Doùo'ri <il b'..n·~·llisLa Yct• .ln-i.a.i•i .\?rnt Qrru..~ nge!o, l\fodio~.iAg@J presso lil~Q. ·&:; ~~~;~;t;tt.a n;,l[()·f; ·a;~él.Yl~O• •, tf~. I .ttioit,noss:o <\ lJedioo', di R'eggime,l\.lo' di 2':1 Clà~se. , ~~~o, Q'Qllq:ft, ~tef~970,. ' ~~f f'. ~ ,DAo::i;ètl:if'.diSoM .:Es eri..Fa.r~b 'iProm·o.~,o .a J.:3¼~ B~iftero· Gu1d0 '[d;. ' .... .Do'tlore .. ")'' madsla di, 2i'L\ Classe.. .J ,1 Il l )I \)'.' • , ,· ' " 1; •l «;,~~},llp; J),oJtore; -GaeLd.1fo :Medi~o di 'B:alfaglione ~_wtl~s,I s o:n.eilltiUorè\ Gia:como, .Jd :;~ f, t' . ....... • ·". ,::;.); NJ_i,..lio•~-, ~·1 ·g. I,uf0ò·1·, · e ~ ~ li Dire ltore Dqlt Ga,v,. 4,RELLA lileai,ço DivJ..,, 'Jr I ~u-c1a JJ.9t.t9re ~tuN~P.pe , , 4 Il '~ieJ .D1ifrlé{fo,e re~pons\'Dottt?tfiJ~~~Ì!~retÌ. di lle'gg. ' t'#acJ.it9l)9Uor~; G1ac.0,mol ,. . ~ ,._ ! ·, I T .. ,. 'l i!.f' ' I /, I I ., ,. ~Ì!,qgwinettì D'o'l!òre iileìp1'àtl~ 'Tip'.Suòatu11,,.i. Ili l• R,A~CKS(;Q ZOP,PIS .::..:rfa :,/,/fieri N ,24, I 1
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8 Agosto f 85 9
~-·- -------~---- ~Al\f\O VII.
GIORNALE DI HEDICINA HILITAHE DEL CORPO SAN.ITARIO DELL'AR!IArf.A SARDA
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L'associazio ne non $i riceve cbe per un anno e comincia col 1° di genn. Si pubb)ica nel Lnnedl di ciascheduna settimana. ,, Il prezzo d'i1ssociazione in Torino & di L. 10. In Provinda ed all'J<Mero, franco dì posta l,. 11 .~i paga per.semestri anticipali.
SomxAB.IO. - ·1° Doti. CArn1>: Osservazioni di Stafiloma pel· all'esimio I>rolucido doppio felicemente carato. l,eJfera 1 fess~re Au,ssANDRO RrnE'nr. - 9,o' RlVisla dei c:iomali scientifici.
P AR1' E P R.I ~I A
di S tatUo n1.a 1•ellucit'.J,o tl o p1do f elicernente wrato . Lollera del D11llor P1.BTRO C.unE di Novara all'esimio Professore CommendaloreALESS,INOllO I\JIJEJ\t.
Il isommo Scarpa, nel suo Saggio d' o.mtvC.t%.ioni eèl esperienze stille 1nalatlit degli occhi, al capo XVII, dello stafiloma, riferisce ·in una nota il caso cl'uoa singola·re malattict clella cornea, che: non saptebbe iife,.fre ad altra classe che allo stafiloma . Accadeva ciò,, in una donna che l'illusLt·e Clinico tici.oese descrive con gli occhi naturalme.ute sporgenti come nei miopi, e con tulti quegli altri caratteri che distinguono lo stafiroma conico e pelluci.do dei moderni. Non parla più oltre lo Scarpa, !)è dell'adoltata cura nè deJl·'esito avulo. D'al che è lecito inferire che raro assai fo~se di quei giorni l'osservare lo stafitoma pellucido, se: ad uv. oculista· di tanta fam a qual era lo Sc3rpa ne toccò un caso solo. Well.er dice impropria la definizione di stafiloma pellucido che designa ·Con' il nome di propulsione conica della cornea lucida: lo dice malattia .rara e non conos~iuta -prim~ de suoi gi orni, e nella descrizione esatta, concisa éh e ne dà, oota come l'apice del cono corneale sia ordinariamente inspessito e tal -volta opaco. E parlando po_i del metodo .curativo dice cbo i presidii te.'r ~peutici consigliati nella cura sono finora ìnsufficientissimi :così lo svuotamento dell'acqua proposto da Ware e la compressione successiva: ·riescirono a·nulla, la decòzione ·aj tab~cco instillata
nell'occhio e. la recHnazione della lente csistallina poco di meglio giova1·ono. Il critico alla 1a edizi-one dell'opera d1 Walter accenna questa malattia come il risultato della jroUura ùella membrana inter.:na delF acqueo accompagn ata dalla pfopulsione- della lamina esterna de1la cornea stessa, quale rottura può essere detorminata dalla simultanea e violenta contrazion.e di varii muscoli antagonisti dell'occhio. Se ciò fòsse, allorquando si esulcera per qua1siasi-~ausa l'apice del cono corneale gii:I opicato, do\•rebbe v.uotarsi J'acqueo ;ed abhas-. sarsi il tumore, osservc3~d9si invece l'opposto, l)isogna inferirne che1·imanga irit'aita la membrana dell'acqueo, aricbe,a malattia avanzata, e che la malàttia in discorso propria sia della sola cornea; ciò appunto che io tocèai con mano nel caso mio . Sithel.nel suo trattato i:li òf~alm'olpgia cl}.e' intitotò Suppkmento all'opera ciì'Weller, non parlando punto cli stafiloma qualunqoe, lascia credere che intorno ad esso abbraccHissé le opi nioni teorico-pratiche di qu'esti. Ella, mio illustre Professore, nel suo classico trattato. detto Blefarotàlmo terapia, premesso essere lo stafiloma pellucido malattia rara,. non conosciùta prima dell'età nostra, con una chiarezza tutta sua propri a.. ne da una descrizione \>OSì esatta, diffnsa e nitida? t"'1l cbè pare ayer sott'occhio la parte ammalata . Poi, -ventilale ·1e opinioni dei più accreditati oculisti dell'epoca sul modo ùi formarsi Ja conicità cor.neale e circa le cause che la producono, appoggiato a tre casi pratici per Esso Lei veduti, incliria a credere essere una lenta flogosi quella ~he determina l'assottigliame;nfo e la perùita di coesione della cornea~ a cagionè di assorbimento interlaminare o intersCizialc per cui, compressa questa dagli umor.i. entroculari vfo ne bel be)lo allentata. Ed una t:ile induzione Ella la fece daccbè nei tre e.asi accennati osservò, oltre all'epifo ra I,'iccorrente,. unp. o clne vasi Sclnguigni nei dintorni della cornea alquanto dilatati. E questo fallo io lo noto. con compiacenza per le ragioni che. dirò poi e perchè nell'opera sua l~ssi per primo accennata tale
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circostan'za di fatto e di grande rilievo pratico. Anche il Quadri -padre ne ripet~va la cagione da lenta flogpsi corneale, ma non accompagnata da dòlore nè da .af- , flusso di sangue. E venendo alla ter:;ipeu~ica EUa dice schiettamente come furono iosnflicienti \ ·mezzi fin qui proposti. Paracentesi, compressione, abbassamento della lente, colliriì astringenti, infusione di (ahacoo, cli acèfaio, ùi arse:n:ìco, lall'dano ec·e.,tntto-tomò qual più qual inono inutile: solo come profilal.tico a correggere la vista e nascondere la deformità lrovò giovevole., pii1 che ogni lente, un occhialq a foggia di tubo con u'na apertura pùpillare. Pét cui, conchiuae essere questa malattia argomento meritevole cli lutla l'attenzione dei pratici. ,.J Vidal, che io cbiameréi il Monteggia francese, al pari dÒi precedenti osse_rvò neltò .stafiloma p.ellucido l'iride e la pupilla allo stato normale; accenna agli stessi sintomi, alla stessa fonomenologìa : solo aggiunge, cbetperqu'anti:\ lacornea semhrilisciaBr~wter avrebbe col microscopio ril'evato delle piccole irregolarità; non so quanto possa giovare questa circostanza alla cura. Non tocpa, il Vidal alle cause che possono produrlo; non parla dì llògosi nè di vasi iperemid corneali; dfoe il pronostico assai dubbio, perché ne1là cura, sino a giorni nostri, fu impossibile trovare un ·mezzo valevole a far scomparire tale deformità della cornea, o conservare aò un tempo la vista. L'opacità dell'apice. corocare, secondo Vidal, no.n avrebb'e luogo che àllorquando questo supera il rrvello del ms1rgine pal1Jebrale. Per cui 'lascia suppo rre come egli credesse l'opacità corneale derjvare dal contatto costante dell'aria almosferita, dallo mancanza d'umellam~.nto lauimale, e dalla strofinamento cJelle ci'glia sopra 1a cornea, .anzichè da flogosi corneale idiopaLica, appunto c9·me si osserva noll'entropion . Quindi rigettando e la evacuazione reiterata del1'1,1.mor aè(1ueo, e la compr.essione, e la iiifùsioQe. di tabacco ed i collirii d'ogni genere, e l'abbassamenLo d'el cristallino quando non è o-paco, .concbiude esser miglior cònsiglio attenersi alle lenti concavo-concave le quali servono a nasconde~e la deformità e confortare la vista. Antonio Dall'Ae1.1ua, oculista di Milano, distinliss,imo allieva del Flarer di. Pavia,. nel febbraio ·1829 scriveva all'illustre suo maestro una dotta letlera sµllo stafiloma pellucido. In essa, dopo aver ammesso colla genéraliLà dei praltçi dello seorso e del pr~.s'ente secolo av1òlgersi Lutt6ra. nelle tenebto la natura di questa grave malattia, non che il modo di vincerla, ne ri pone la. natura (, in un ramtrLOllimento o dimiQ'. nuit~. coesione ed assottiglianiento delle lamelle « c~ntl'ali della cornea, con aumento ed alterate qua·
« 'Jità cl'umor acqueo itrfòrza di abirorme nervoso in' < flusso dei nervi ciliari, p1·csidi del processo vegeta« ti-vo dell'occbio, per cui alterali o dis~ordanti dina« micamente nella·Joro sfera vegetativa, ne viene al« teralo il ìnodò di a~ionc clolla forza t)lastic·~, o vi« ziata la elaborazione della miscela organica: .o Al quale principio appoggialo il Da!FAcqua ne infèl'l per indicazione tera.peuli·ca ·J'jmpiego di mezzi vitali atli a çorreggere la viziata qualità della produzione organ_jca noi tessuto della cornea, e producenti una temporaria azione vascolare, nei limili di un sa.. lnlaro, eccitamento ne'I senso d.etlò el eganteme·nte d-a Huntcr stfrriòlo di 1iecessihL Fra i quali mezzi scolse a preferenza la pietra. infernale, elle chiama. rimedio cantina;le-, ~gendo come escarotrcp non già, i;na sibbeoe a gufaa di stini'olo sulliciente ad i1rdurrc un graduato cambiamento nella disposizione e condizione organica della parte affetta . Era l'.-i mmalato suo un giovane di 29 anni, affetto ~a chel'àto:cono :irI ambo gli òccbì, ormai ridotto alla dora òecessita di aver bisogno di chi lo guidasse per le vie : il Dall'Acqua 110n dice se vi era o non=·opacili! dell'aplce conico corneale, se vi' erano o non vasell ini ipertrofici arborizzati dalla periferia al centro selerolicale , e non dive poi qual parte abbia toccato col nitra.to nè quante voHe. Sembra l:lCl::altr.o che qnes(o sovrano o carainhle rimed io non corrispose pienamente alla aspeltazionP. sua, avvegnachè, , ·i associò, sebb,enè dica ·come cor1d iuvanti, una c,ompression o metodica a tempo opportuno applicota, l'evacuazione dell'umor acqueo, non che ùn generale trattamento conveniente. Quale di_ queslt presidii avrà più gio.vato? Per qnanlo jo inclìr:ti nell'attribuirne il m'erito prioòipale al nitrato·d'argerìto, setnbrarrii però che mal si possa dedurre dall'e parole stesse del Dall'Acqua. 11 dottor Paolo Farfo di' yenezia che tanto si distinse nell'oLLalmologia, prend:eva per tema di una sua quanto dotta altreLtaoto elaborata lettera al nos~ro Hiberi, lo· stafiloma pellucido drn chiama con Him1y iperchemtosi. Si può questa considerare, a detta di mol1i, la migliore monografia elle si eonosca dei nosLri giorni intorno a questa malattia che si l egge nel Bollettino delle'scien:te melliche dLBblogna e stampata anche in Venezi·a col tftol o dell'essenza patologica dell' Ipercheratosi. Quale patologica essenza, H Fario·opina. i.n ·altro non consistere, che in un morboso vegetament6 dellà cprbéa, il cjualè v~getamenlo èrescendci a.poco a poco colla Jénteiza propria delle membrane dotate di poca vilalHà, passa quando che sia allo-staio d,i flogosi (l agl'esiti ptoprii della flogosi stessa. L:ronde, t'ontro l'op1nione di Val&on, Wàr-
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drop è Travers, Dall1Ac'qnà tiene, per·fern10 òori ·v.i· sia Lieto deWes'ito ripetè·iLFanio 10,stesso pròéesso ope.raìiy9· jn un ..altro pqnto;p.iu in'fe,rior,e, 1ma qui· el),be.a as·sottigli'amento delle 1aminc corneali, nè m;1m.ento ·còmòaHere-la.pro-c-idenza.:dell'iridé facile a.preyedet.si. deWaéqued. :$ècori,'do' lni è 1rn_a pur~ e s~p:i:p)iée iper,. JJi$si.p~t0 i-l-p:~rie9lo, quasi 1:ima1:gih·a'ta ~nc·h~--q,uesta tiofi'a wrnea.le,.che nàn t.rasalc allo sh\.to. di 1fogosl, '~et·oriq;ì (ebita GOil. p:erdita di sos~anza 00JJ\}Baie, Jha QY() Findiviauo eh() ne: è.affetto :nol sia açl fm Mirfp.ç> i,1à grayj ~ _particot:fri'abiti i:ndrbosi., s:e:_gnatarrteot'e lo ,o.on ri.llòrta. anc.o,11a la ·corn.ea al plano nat.ubale~ ri;petè upa; t!3r-zruyolt,:f la .-ste.ssa_, operazipne ,al 1~to sup,~scrofoloso?,non sia. c_o;tre,tto a lavor:i assfr!ui è. f.ilti~osi delf occhig:; !).. 'la\nalattia vengà:· in temp·o curat'a ..:Per . :t.iore intèrno,_e -dhp·o :due ·rile.s.i,.·ci1lca d'all'ultima qpemzi onr., cparliu.vando,.la~ur,a coi:.bagni _di :ma.r-e ~ c@o il che. dissente.-anco1:t\ eia coloro c}l~ d·issQro poter lo stafiloma :pellucido rilnanenè Stazionàri_ò ·tuLfa.]a :'vita. ùn.collirio di àlh;1m.e, I-a p'Q'.rn:.e~ era appianata come SÌ OSSer v;a .nei IDÌQpi, el'ammalato,,potl:l-Y,.i¼ sei;virsi 10IU)a!PA.oqua tifeti'.sce'il c.asò di do.nna :se\tuagenaria dev_olménte del ,suo, oeebio. che d<}. 30saqoL.portava. lo..sJ~fi.19.ma_ p,epu~tçlo àlt'ocImmaginoso ed· àr.dito al1. cento,i1 processo opera'cbio/ilestro: no1ùvé,v.a·trascnr.ato inèzzo per gmrirn.e ~a..tut't~~i;V??~ s~mPT:-, -~· vi;ir~Ja c,orn~,a, pres~ntava . tive, proposto ç.al F'i!ri'o, ma.come og;nun ,v:e,d~) llt~UO il pra.tièarlo e penicoloso assa'i1 perchè se,.òfaGi!·e punc-ar~ttel'\ egnaJi a quelli del gtovaòè cli ~9 anni. d~~llo ,scorso,lu.glio_foi co.ns~Jlt,ato dç1 pna Signola ' gere I.a- tornea:e· formare il p1;im.o !ato;. del triang.olo sp_l 4·Q aim-i, ~fietta da i_pe1;cherato~i ad ambo gli oc- per iL.té"mbo da esportafst, non lo ·è più per ,p .seolii nel limite entro-pafpebr:ale, senr,a alcuna opacità .condo, a-vvegnacohè, _perfoi:ata I.a -carpei;a. ,anter:to;i;e l':acqu~b ·s.~ruzia in gr~n,pattE)' fuor.:i, la çamf?ra ~.µ~ecorne.al.~, la q,t;!_~,)~ r+ù qLsse ~ssergJi sopqggitmta tale malatti?, nel, t84.q, a, seg:uìlo della desolazione r:iore scompare) hrid.e si avanza ,e: si ,adossa alla pr.ovala per la p:ercl.i~q del su9 1~rim;o ·nglio nalp da Gpn)ea.st_essa s~ se .rrqn s'l f;l. tostp,,.anche , procièl~pte pochi ,giorni. -Clì o'~-chi-erano alqilanlo "lacrimosi, e per la pr.aticata;fèrita, è qùasirimp0ssibHe·11 Mn fe:, tali.mi giceva,ave.r,\i' a'V~1t1 abi,tu~lrpeple d'aU0ra in poi; rfrla, v.ole.ndo int-rodyr;:re. il.,cheratotomo d,al )~to Qpalcuni vasel lini pr.ònunciatissimi §Ul'la 'COngiuntiva. I>O,:>t!): oltreychè· vuqtn~o· l'umor ,:.t}èqu~_o·, Ja:co_rn'ea :Si ap.piàna e p'iùrnon presenta .quell'a resis.te.nza &be ne oml are; n'iur;i do1o.re nell' occhfo nè·al ·tapo,;1miopia ,ed ambliopìa non costante, Disse aver ,pro-vato.i_µutili tende faeile.la purii.tfr,a ~EJJ,en v~fo, eh~ quesJi ~ei:,i: n:iill_e- qollirH, ma· non volle sottoporsi a cura 'locale: . ooii si posso.no facilmente evitare non sortendo il ch,e11atotpq10, e. pros.!:)g(!ei;:tdo V.tag}\o., ma in. allora là veg.go talv:oUa. ma sempre netro stesso stato:' -~ si ottierié diflìoi-Jme.nte -un taglio a V. Esimio operat.ore .T6.c~amW poi il ll:ario:al 1netodo,èurativò, annovera i mezzi varii 'c0nsigliati -or dagl ~uni qr d:rgl' altri, i. il. Fai:io .hn schi.xa.to la fer-ifa dell'fride ma JlQil' pot~ imp,~d.irne,Ja procidenza~ che vinse-tuttavia·,;. sen,.z-achè quaij, d_iée,.il Fc1ril\ se 1fon f~1rono tutti afflitto io\1lili, sia:v-i i·imasta obhl'iquilà pupillare o_.sinechip.: almeno certò. ntm cordsposero all'aspettaz-ì,one m.edica ifd al bisqgno .dei -m.afati; _quindi Jicor da,il fatto de) JJalPAc"' parp:fr che;non Jo di~a . Alla delta lettera del Fa'l'io rispondeva Ella signor · qua Cb'e per essere sòlo·èì in ·cui'molti altri rirnedii prof~~sore dotla!,llente. Gli ·qssèrvava -com.e .SP:flZa si usoronÒ· oltnql riiti;atq p.'-a1:g~nto non si ,p9(,:eJ~be., 1 conchio.d.e, verc1nienre flir"è se lo ~ debl:la,.tenere pér puofo:con0s~ern-il pro.cess-o suo operati,•o accennato rimedio. carcliha'le. ·E, nella. manc:;io_za af miglio-Id ,e prima assai cbe. Gli gim;igesse.Jo scienlificp .s.cr.itto mezzi a d~be}Ja.re qn·a si .g_r:<1ve rriaMll.à• ff F~ri9._a- 1 uò, avess~ nella ·çlinica o.pei·aLiva adotLato 'un·aimsimile proces.s·o, quello cioè di pu11gei:e la corne;l alla vfobbe ideato e praticato ancora pel' il prin10 U:n s).la.grande circooferenzajn pii:ì. lu9gbi ond.e,ottenere taglio a 'V ·r)tlla, ~0r.oea :cof_,l esportazion~ del.l'apice cicatrici solide,,le.quali, e' per il. p;roc,esso ,di formaclQl se~xµ,çiito . 11 la'gJio si riratièa con un ;:Chèratotopio zione., e f)er la compatta tessitura 1 fos·sero valefoli a J5jtagli~nte, pen~tran4o. in ,utì pqnto a sçjelta de1J.a gr~p,.d_e ci rèpqferen7,:a çq_r'nç~Ièçnella ça m.eJ'à'ante.ri·91~!},. coarrare; pet cosi dire,. il lasso -tessuto ·cor.oeale, ed abba;sarM:per conseg~enza la conicità. hfa.con. tuita fac e.òdò °ll1l taglio di circa due linee-: diri.rripetto a schie.ttezza 3ggiunge~,cbe se·per esso. mezzo ottònne qu~sLà, ioc_isi-9ne .,daJ la\o ç>J>po:s~q q~ P,rati<:a un!hltra in muào c'.be,.,antrat;n})e. è@il.ver.g,ano,.iu un P,il0t0 al.la qualclie:-migUoiamentq, npn g_u;i,rì per,ciò il snQ· .ammalato, Ii quale ri_tqrnato p)ù taidi pe.1 dìca01J)re 18$9 periCeria. corn_eale, cns~\t,u~n.dg ~Q~I i Ju.,e lati :di ,un alla clinica a.dottan€l'E.lla il proc.esso..del Farlo, non ti:iaogolo totrap.ir,lfJall;infooti ·e la n.as'e,aLce'nfro aella .çornea, qninùi c.~m Jorbiee, co.nvess,te§po.r;.La l:apice.. eviJò ègli sçogli eh<? ,p'çe~.e_JJta) i vin1se/pe.r9,{ed il ìfo?n oomealedel falto.'.Se~m.ento.,Quindi;rihiuso l'oe~_hjo·çgn. preté,; cJie tal.e era il malato,<s.e n.è to.i'nò gu:trfto alla lisle.relle agg}utinaJÌsv~. d,0po. oJto gi,o-r,n_r.:ttG.vòi.quasi sua .c.asa nel s.u.ss,egu:lilnie a1wile; rj,o;i~ rg,iq3:ta.l~ férita etl:alquan ~o af:i"b,as·saJa J~ éprn.~a. Se)).pn·ç!n~ Eìll'ét, sign~r p:i:ore~s.ore stimatis~ì-~1>. .
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ad evitare il pericolo di ferir l'iride nel se.condQ tempo deU'operazione, e ,per vµotare ad un ti:attp. iutto o gran parte dell'acqueo, consigliava di modific.are ·il ,processo operativo del Farlo e.osi: 4ol p~cc:n}o uncino del Beer si afferri l'occhio _penetrando con esso nella camera anterjore i_n qu~1 p.u.nlo d:ella cornea che 'si vuol esportare, e la si trafori: così· l'occhio restafissato dall'uncino; quindi con un coltellino si faccia un piacol foro a:d:un lato dell'1mci110, poscia cangiato df mano uncino e coltello, si fa un taglio uguale convergente. a11iapfce. .ed· all'infuo1·i col primo, e ri.volto il taaliente del cberatotomo in alto, si esporta . il picco] lemb.o che sta preso d.all'un.cino. Nel rimanente la cura non varia. Ella soggiunge che trovò più. vantaggioso e più facile ad eseguirsi anche da operatori 'mediocri il suo processo. E sarebbe pure uh un gran che quando non si potesse altrimenti vincere questa malattia. Siccome sappiamo che altrt fatti Ella 3ggiuose al primo di felice eYento in conferma del suo processo operatirn. Ma .non pago a q11eslo, il mio somqio maestro avanza al dottor Fario on suo J)8Dsiei~o a modo di problema, ed è sino a qual segno la cauterizzazione parziale, ma a tuLLa sostanza della cQrnea fatta col nitrato d'argeuto potrebbe supplire a1Ja recisione di un lembo triangolare della medesima, ,nembrao a? Ed ecco come l'indefesso CUnico torinese tracciò una via alla cura ancòra dello.<s'tafiloma· opaco parziale, che og~idi in beo molti casi, e d~ molti pratici di tal modo si cui:a, consèrvarrdò la figura sua all'occhio ed i11 parte ancora il poter visivo, o possibile l'Jridectomia. (Continua.) ~
PARTE SECONDA R'i.visi.a de.i. GiornaH S@ieutifici· OTT AL MI A B EL LI CA ..lCADÉMIE ROYALE DE MÉDECINE DE BELGIQUE
(Con tinua:., Y. N. 31 e anltcedenti.) << El qu'on ne <lise pas que si !es granulations ne se développerit pas, da·ns ce·s circo-nstances, c'est q_u'on !es répriroe ou qu'on lei empèche, par des moyens quelcooques, de se produire; ceu~ objeclion n'aura,it ammn fondemeol ; les individos ionoculés ne subissénl aucun lrai-
temeol, là blennophlbalmic. pour ressortir tous sès eff'els d_ey~nl ètre ~bbar,idonnée à elfe-mém~, et_pti.rcourir p~i1 s1blemenL el sans enlraves loutes ses periodes. » l)ans la supposilioo méme oò la granulation de M. Thiry exìsforail, ·co(i)i;nct1t concilier son cxis.lence av:ec la proposilion qui établil quc l'ophlbalmie dité militafre est un e ma1adie simple, p'ouvant se reproduire san.s cause spécifique? 11 Si l'ophlhalmic créée par M. Thiry cxisle, il existe,donc une nutre ophlhalmie que celte ophlhalmie inflammali'on simple; el que d1n•iennent alors les conclosioos proposées? Comment surlout M. Thiry peul -il sty rallier'/ A.rrivant à l'exar:nen dù rapporl de la commission, !\I. Warlomo1iL s'al.taéhe à pr,ouyer qu.c Fophthalo:iie militaire en oulrc du caraclère de conlagiosilé qui la dislingue et qu'il a suffisamroenl démorihé dans son premier discours, offre la propriélé de se 1:e'produire avec·uoe remarquahle opioiàlreté, après un temps quelquefois)orl Jong et sans l'inlerventi on nouvelle de·;Ja caule proèluclrice. L'honorahle membre base son argurnenlalion sur ce que les militaires granulés·, traiLés dans.les casernes, èlans les salles tlites de 9m1111lés' el sorlis de cès sàlles, aux Lermes des ,inslructions en vig_uenr, pa.rfaitemet1t g/1;éris, -re 7 vieonent le plus s.ouvcut·y subir un ou plusieurs nouveaux traitemenls. Les mémes hornmes y repa:raissent saos cesse, à tel pòinl que cerlains ·d'ènlre eùx fìgurent sur les rngislres des granulés, pour un temps·presque égal à c~lui de toliL leur servìcc. « Si donc, ajoule-l-il, celle a-ffocliou récidive dans ces circonslan<ces, c'est qu'élle a Ja·issé' c11J.os"les or.gancs qui eo onl élé le siége, une disposilion ou plutot ~n élat, eo ~ei:tu duquel le mal se réveille sous J'influence de Ja moinclre cause. « En quoi consiste cel élal? Est-ce seulemenL, comme volre' commissi on l'a dll, dans cette disp·osilion que « l9ut organe qui a été le siégc d'un mouvemenL fluxionnaire, conserve pendant' un cerlain lemps à se congHstionoer de· nouveau? » Je ne Je pense pas, il y a là bicn aulre chose qu'nne disposition, il y a ·une modificatioo <les tissus, une anération parfa'itemen-Ì appré'ciable dans un.e foule de cas, altération qui n'est pas ifwompaLible avec u'n étal de lfon ne santéi relalif, mais qtii se caraclérise par un boursoufiemeol, un épaississeinenl des conjonctives palpébrales, qui persiste indéfinimcol,1 eì qui sert de point de déparl, de supporl à une nouvelle io-vasion sous l'iòfluenèO de la moindre cause, C'est ccl élal quo M. Ilairion a désigné sous le noro de granulations latelltes, appellatioo malheureose, j'en conviéns, mais qui caractérise un état q1,1i n'est qùe trop ·r'éel. « Coromenl M. Hairion a-t-il été aroené à celte créatio·n qu'on:'lui a si vivement rep'ro·chée'?'Je vous !'ai dit, messieurs, après une ou plusieurs atleintes de l'oplllbalmie militaire, àlors qu.e les malades ne ,ressenlenl plus aucune gene, aucurie imp·ression pénible dails lès orgàues oculai-
lemen l, au moins en apparence, se reprod uil facilement, re$, ..Si l',on examioe lcur$ conjonclives, on u'y découvre celte lendance à la réoid ive1 selo.n M. Warlo1uont, persi.sle p'lus uticun.e de ces grantJJa\ions; !es p-aupières g~r.ais.s,ent aussi, hien èhez l'e sol!lal congédié·. Il en cite poui' preuve revenues à leur élat normai, mais en.réali\é la· muque.use donl elles sorit revèloes e,s l reslée plus rugue~se, plus l ce qui se -passe dans les insliluLs opblhaln,iqoes où arriveni fréqu em,mcnl des individus, ayant qui tté l'armée 13paisse qtie dc raisot\'; si quelque ,nouvèlle cause d'irdepuis plusreurs a11nées, y ayant eu l'ophtbal1rli~;attejnts rjlalion vienl alors à agir sur ces otganes, ce .ti' est p,as de nouveau de la meme affeclion. L'élal de ces hommes -qne conjo'nolivile simple qui se mani feste, mais bien une conjonctivitQ gran ulair:e en tou l semblal)le à la. -premièrc. l1 a élé co-nslalé cepcnd~nl avanl leur dépnrl do rétiment, C'est sur c,e,fait que 1\1.lif).iriQll il voulu appeler t'é_1Ue.nlio.n, 1 ·el leu r coogé porle celt!J déclaration du médecin_du corps, el ceJail est plei ncment conOrmé par l'observaLion : chez ,. qn'ils 11e s~nt atleints 'à'auc.mi r;erme~a:pparerit (l'u,ie a.ffectio11 oculafre. Gette déclaralion e~l, selop l'honorahle oraleur, on mal,lde qui a eu desgranulalions, en apparence comsans valeu.r, el il n' aùmel pas qu'il,Mil ja:roais poss.ible . plétemenl guéries, et qui plus lard est pri3 de nouveau de dire, quélnd un l1omrne a eq.èl;es graoulatii:Jns, s'il en l:l'ullù ophtha)mie extei;ne., lo11.i,0~1.r.s cetie pph~~.al~ie se esl radicalemcnt guuri; aussi, dans son esprit la responco;nplique d'un élat granulai re dc la conjonclivc: il sabililé dt1-gourernemenl à l'égard de celle calégorio de semble qu' eµ téalilé celle membrane épaissic recèle dans malades oe pourrait è,lro liruilée. Le doole tpéme u'est ses mai li est à l'é,laL1upiroenlaire, ces corp$ qui, à.un momenL ~onné, en éclosènl avec une r emarquable rapìpas permis au sujet de l'ori gine d.u mal; ~uisque tout bomrue atlmis à l' ineor_poralion doil élre a,bsolull)eot dilé. _exeropl de loule mala<lie c,eulaire, dc quelque naturè et Le moJ de granu.latio11s llilentes u'esl poinl heureux, 1 je o/ai pas de p~ioe à le. reconnaHrei et Je n'hé~iterai~ pas 1 qu'elle so.il (,l ). 11 Faùt-il entendrc par lò, con~inue l'oraleur, que. je à en fai rc.le saèrifice, si l'on ~n voulail mellre un aulr..e t à sa place; mai s quan~ à l'é\al qu'il a élè jusqu' ir.j appelé J considòre l'ophlhalmie mi\i l.iirc comme incuràble'! Je ne à désigner il se révèle chaque:jour par I~ récidi\1 es in1 1 veux poinLallcr si loin; 7ieuL, tifre ta maladie se goéril-elle <1uelqu,e(oi$ sans, Jaiss·er de lraces de son existènée, mais, ·ilexibles qui, rn.nl le lraiL :c,u,1cCèristique de l'é\(fection qui à coup sùr·, cel ui 11oi eu.a ét~ aUeinl n' csl, n.a s rlus que nous occupe. 11 Comb.i.eo de lemps cel élaL pe ut-il persister ? Eh hien, celui qui a <'li la vé-role, ccrlain d'èlre à jamais à l'abri mossieurs, ,au risquc d'a,11peJ er sur mes paroles Jcs plus ] des récidi ves. vives dén~galions, je n' hésite pas à vous · dire crue cel é~ I « !e comprends, messienrs, còmhien je donne prise à tal ne disparaH jaroais. Cela est si vrai, gue Je porte le -I ceux de mes adve rsaires qui pr-éloncl enL queJa maladie se guérit, rol\rhc faci lemen l, par !es caustiques. » déO à mes h.ono1'ables advcrsaires de me fni re voir un seul l ei M. Warlomool s'élèvc avec éne rgie contre le lrailehommc, ay<)flJ i;éj.Qurné dcux ou lrois mois dans une sa\le ment.des g~anulali.ons par lcs c~usLìques énergiques eL Ics des granulés quelconque, y aya.nl élé traifé par n'irnporl,e. ·eau léris'ations frcqueni.cs. Si ces moyens consliluenl le quelle mélhode el offranl dos conj9nclives enlièremenl norroales .•Aussi, dc m~me qoe cerlain c1uleur.a dil de la I seul tl"llitemcnt mdica-l de la granulalion, c'esl au prix lle ù~sor<lres plus gruvès et plus· lerribl es que le roal lui• N~r.ole : jp. ,Y.iens v.ou.s dire à mon ·tour: cclui qui a l'tt meme. . /.' 07>hthal111ie mititairc n'est ,iamais sil,r cl,' etre guél'i. Reprenanl ensuilc le fai! dont il a élé queslion dans les 1, ~lais, me dira-l-QJl, de quel\es granulalions voulezprécédenles séances, <l'où il sembleraiL résu.ller que devo~s parler"I Je r,époud;i simpleme nl que j'enl~nds parlcr pnis l'elàblisscmont des insliluls, ues di recleur-~ ont prìs. des granu\ali9ns lelles q·ue jc Ics: connais, telles qoe je les. l'babilude .de q ualifierd'opblhalmi,è roililaire les èlifférentes ai vuP.s, telles, en un mot, qu'elles exislenl chez les soli espéces d'ophthalmies survenues chei les soldals congéda\s de nolre armée. » 1\'l. Wa.rlo,monl rappelle à celle occasion pour l' apprcu· diés, l'or~teur admet que le plas souvenl ,e' esl à bon droit el avec jQsl.e raison que celle so uree leur est ,appliquée; ver de tous poinls, un arlicle pullljé en ~ 853 dans les il y a plus , quand bien mème les .granulés o'aurai enl pas !lrcliices de médeci11tt militaire, dont M. Vleroinckx se reséJourné dans·les hOpilaox, on ne doil pas conclure à la connatl l'.auleur, où celui-ci mel en, opposiLion Jes granunon-contl'èiilé des accide.nls ql!,i surviennenLaprès leur JaU,QM ~xis.tanl dans l'arrnée,1 telle_s qu'il les con.çoit, c'esl- à-LHre des eog,)rgements de glanqules el do papilles, avec _ }es gran ul~lions diles virulcnles, produil de formalion ( l ) Qooiqo'il oe noos apparlienoe pas d'intervenir dansJe débal eogagé devanl I' Académie, noos ooos permeltrons de sinouvelle, pouvanl se ren conlrer chez Ics mililaires de Joi n gnalèr une erreur de faìt, d'aotant moins explieable qo'elle en loìn, il t sl nai, mais à coup,pur ne formaµl pas !'imémaoo·d'nn de nos aociens· collògoel. Il n'esl pas.im méder.ìn militaire, qui n e sacbe que jamais•les granalations, eL c'est de mense m.aiorilé des a:ffeclions oculaires qui 1es a.tcellcs-ci qo'il est ici priocipalemeoL.qoeslioo, o'o?l formé un leignenl. . obstaole à l'incorponifroo des milicitns el s11b1tUuanlt. Les Ce n'·esl p;i.s ~eulemenl pendant.- la durée du i ervicc nmplaçants seuls doive.nt èlre excm.pls de toute espèce de déf.iul ph,ysique. (.Lq ~f,d.,). que l'opn\halmie miljtat~e, après avoir-élé gii<érie ra9ica-
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départ <le l'armée avcc l'ophthalmie de l'armée: car <;.'est ,, Pour prouver que je suis dans le vrai? Mals ces preu,ves,. dans !es salles do granulés qu 1 il faul aller cberch.er la f je crois les avoir faite;; dans le temps I , je n'eri ai pas de cause, I' ori gioe de ces accidents. oouveHes, i:ii de plas forles à fournir, elceux:qu'elles n'onl pas couvaincus alors ne s'y rendronl pas plus aujourd'-hui. Il cile à l'appui de sa manière de voir deux èxerpples Poor coaverlir mes adversaires à mon opini on? Je n'en de soldats congédiés qui, iiyant qoillé le service avant ai ni la prélenlio_o, ni l'espoir. Je pensais avoir fai l ma ~ 8!>0 (les regislres des granulés n'e<xislanl pas avanL celle parl el devoir laisser la·parole à d'aul.res. Pourquoi aujourépoque) n'ontpuélablir leurs droils àdes seooors du goud'hui manqué-je à celle sage résol ulion? Pourquoi esl-ce vernemenl. foule clc renseigneroenls officiels. que je sors de mon si lenoe? Je vais vous le dire ea L'inslilulion des regislres des gran ulés (décembre toute sincérilè. Je cède à la sollicìlalion, aux inslahces 48!9). de méme que la prescrlplion de ne délivrer ùes réilérées de mes nmis scientifiques (j'enlends par là ceuX: coagés qu'après siétre assuré que le perrn1ssionnaire n'a de oos collègues qui purlagent mon opinion, à l'endroit aucun g;·rme apparenl ù'ophlhalmie· (·I 84-'1) oot été des de l'ophlhalmie mili lai re); ils onL craint que mo.11 sìfence mesures fort utiles, mais à litre d,e renseignement seulemenl; el cela parce qu'il n'est pas possible: de déclarer ne fllL interprél'é commé .une abµ icalioo de me;; -prìncipes ... , pis encore peul•él'Fe, une ,déserlion à l'enneini. que les gtanulés sorlis dc lrailcmenl sont,guéris, l'àbsence d1un gènn·e ap)>arent d'òphlhalmio n'iinplìquant p~s uù Sans pàrtager'leurs ·crairlles, j'ai obéi à leurs ·sçrupules, et ·je me sui,s déciòé \:I èlire cjuelqu.és mols·. Rèmarquéz g uérison absohrc. c iest 'ainsi que des so'ldals quillenl l'armée sans "élre , bien ces paroIes: quelquts mots. Elles a1moncenl què. j e ne loucherai ,que qu elques poin.(s de Ja qu~slion, en m'al- . guéris. l\'l. Wartomonl cile ·deux exeroples d' irtdi viu us prestachanl surloul à soò cOlé pralique, e~ m'abs.tenariL de que aveugles aujourd'hoi, donl l'un est paTli en congé illoute allusioo ou insinualion personnelle; elles conlienlimìlé en 18 48, après plusienrs séjours dans les Mpitaux oeoL eo oulre l'engagemenL d'èlre href. et' salles de granulés, exempl, d'après la déclaration du Peul-élre vous rappelanl mon ancien rt>le dans la poroédecia de son régimenl, de loule lrace apparente de lémiq_u_e sur la queslìon qui nous occupe, craignez-vous maladio oculaire, quoique ayant, cl'après ·son dire, louun long discours. llassurez- vous : mes habiludes, ma déjours ~" mi peti de mal aux vmx; l'autre, mi licie.o qui est claralioo expresse et l'absence dans mes mains de louL resté au service de puis ·18S3 à 1839, a été ordonnance pendant loute la durée de son terme, eL n'a cessé d'èlr~ volurnineux cabier rnus garaotissenl.de la sincérilé.de mes inlenlions . traité, sans enlrer ni à l'Mpi lal, ni à la salle des granulés, Vous n'allendez pas qoe je discole sér1eusemenL celle pour une a[eclion granula ire . proposilion. Les solJats peuv,mt etre, atiei:nts d'ophtha1• Vo·us voyez, messieurs, dìl en termihant .M. Warlomonl, qu'il n'est pas possible de s'en ·rapporter, pour l'émies de nature, de cause et cle (ormes di.stinctes. Le ni.er tablissemeot des droils cles petionriaires, aux reuseignes.erail aller con tre l'évidence eL le bon sens,. Chaque jour voit apparaìtre chez eux I-es aITeclions oclilaires I-es plus ments, lrop souvenL insuffi,anls ou négalifs, fournis par l'"eoquéte aclministralivc, lelle qu'el\r. esl.aujourd'hui c.onvar-ioes., d'origine el de nalurc-9i1Térenles. Voila un' fail duile. Po11r arrivor ~ dos aicis'lons equita'bles i1 faul a''aud'observation inca.ntestable. Mais un aùlre fail qtii ne · lres éléments donl il y aura lieÙ de se pourvoir }1our l'est pas moins, c'.esL gu'il existe dans plusieurs ,armécs, el notamment dans la nòlre. une bl.ennophthalmie, qui l'avenir. « ·De ce qui précède, je crois pouvoir lirer de,s conclumalgré !es efforts \es plus assiclus ~l les plus inlelligenls pour la corobattre, s'y mainlienl, s'y parpélue, y fait conssions enlièrement opposées à cellt•s da rap'porL de volre Commi~sion. Je défendrai donc avec conviclion tout -0 temmeoL des vi climes . .Te ne parie pas eocorè de sa nanlenaelllenl qui aura pou r objel <le rcndre illimilée la doture, j'y viendrai. J'examine seuleroent dès à présent,s'il rée de la responsabilité <lu gouvernemenl. Je me réserve y a des raisons pour lui enlever, comme on le propose, d1autrc parl, de préseoter mes observalioos sur 1a qualrile rrom d'opbLhalmie miliLaire. éme proposilion du rapporl, quaod on en sera arrivé à Je ne mets pas en q ueslion la baule posilioo occapée, dans I.a scieIJce par mes honorables adversa-ir,es. eL la léla discussioo des arlicles. 1J gitime aulorité qu'à ce tilre ils exercenl, mais je m.o de-M. Fallot: Messieu_rs, j'élais bien résolu ne pas pren- dre part aux débals engagés dans celle e~ceinle d-epuis mande si celte aulorilé sulfil pour faire proscrire du langage médical une dénoro_ioation cònsacréé par l'offariim ilé plus1eurs séaoccs. Divers roolifs devaieol m'y engàger. des opblhalroologues les plus ém incnls de Lqus l'es pays. Je me borne. à en énoncer un seul : c'esl la convicriim de Je oe citerai pas lous le noms, qu'il mè suflìse d'en rapl'inulilité ùe mon inlcrvention. En effel, on conoall.mes opinibns à l'egard de l'ophlhalmie milifaire. Dep.µis le pe,ler quelc1ues-uns des plus récenls. Sieh1rl1 J~11gken, Maclmrsie, Des·mares, lous dans leurs lq.ilés classiques contem.ps où je les ai falt coonailre auc.uo fait ne s'est p.r:òduit, aucun argurne'nl n'a élé avanr.é qui ail pu m'~n fai re saèrenl à nolre oph;thalmie un cha.pilre sp.écfa·I, ~ous Le changer. Pourquoi ùonc serais·-jevenu p·renèlre 1a ·parole? ti.oro d1òphlhalmic militaire, ù'òphlltalmià bellica,; cr,oil-,on
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ma10Lenanl, 'qu'une simp-le dénégalion, assaisonuée de quelqnes plaisanteries cl'nn goitl rlouleux, d'un à propos lrès-conleslahle, doive l'emporlerd'emblée sur d'aussi impossants. lémoigoages? _ Mais.s'écrie-l-ònr celle opnlhalmie n'est pas l'apanage exclusj( <l1is milÌtaires, elle e;\istc aussi dan,i la populalion civile i l'érJiLb'èt~ de mililaite' ~s l clone 1mproprc el doiLétro-abanòo nri'&e. Tou~rl oux, OH}S rnaHres Elte s'ob scrve dans le ci vii, c'est vrai , nous le savoos, nous l'avons rlil et imprimé avnnl ,•ous, mhi~ elle n'y eiil arrivée, elle n'y a acquis droiL de naturaliLé qu'après y avoi c élé apporlée par <les mililaires qui e'o élaienL alleinls. Celle opi nio n, jc le sais bien, a éLé duremenLmenée iGi, on a élé jusq u'à la trailer de calome11~e, d'oulrageanLe pour l'ordro mililaire:~trange cffel de la pl'éoccqpation,singvlier nbus dernò ts I Dès 18"5, celte·· transmissio n à. ·<~té haulement p'rocla1ùée par \es médi cins de la ri\'e _gauche du Rbin , lémoins ocufa ires et y voyant clair. juges com p'é lenls et imparljau_x, sans exciLer alors nucuoo réclamalion. Nolre honorable Qollegue, M. Gouiée, l'a o.bservée en Belgiq ue ol prise po.ur uoe ùes bases de s9n beau lravail cour,,nne : elle a ré_uni l'unanimilé dans le Congrès ophLhalmologiqu~. eL éuo'i er, donl j'ai suivi les recherches laborieuscs fa ite·s dans - cles document~ officiels, .en a cilé clcs cenlaì nes d'exemples. Ces faiLs so nl patents, se reproduii;senl eneo re chaque jour cl j' en ai pour ina part rocueilli et cité àe nòmbreuses Cl irrécU$ables pTe·u,res. Mais je suppose pour un inslanl. et contre l'évidencc, qo' il en ftH autremenl, que la maladiè apparlìnl à tilre égal aux deus classes sociales. qu'elle leur ('Ùl élé comrnune rlè5 son appartion, y aorail-il mè1uc alors une r~ison sullìsanle pour renonter à l'épilhèle de milìlaire? Non, sans! tÌoute. Verba ·1Jqle11t.usu,. C'nsl l'usage qui fìxe le scm,, la valcur de's mots. el c'< ~st. jeter dc la confusion dans le hwgage et par s~Jte i.fans !es i'décs, que de !es d·el1:fiirner de' ceux qu'il' a coòsacré. Or la dénoruìnalion d'ophlhalmie miliLaire ayant une significalion clai re, l)récise, accepl4o- clan$ l'idiome médicnl, ne pouvanl clonner li6u à aucun malenlendu, doiL y èlre mainlenue, ne p·eul ètre ulilement remplacée par anca.ne aulre, el c'est d'elle_, par conséquenl, qoe l'Ac.adémie <l oiL so servir dans sa reponse au mi11lslreM11is quelle csl l'èxpr~s.sion à laqoelle on veut sacrifior celle d'opbLhnlfl!ie mili lai re''? Celle d' op'lùhalmie granuleusè. - M~f. Vlemì11c.kx et Tlifry: Non, erreur I ophlbalrnie simple. - Jll. Fallot: Je riitlis qu'on propose de subsiiloer la dénomination d'ophlhalmie granale.use, ou conjooclivjte granuleuse à celle d'o,p11lhalmie mihtaire. Et pour prouver que je suis ·dans le vr:ai, je ren voie à la page 2 du rapporL de la _C.Of'.!1JUÌ~Jìon; où vous lrouverez .ceJle opinioh texluelleine1WèXprìJfiéé. C1es t le. se ni d'o.criinenl officiai que je coun_!riss~:
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C'cst, on vérilé, ne pas avoir de bonbeur: Si 1'on et1t dit ophlhalmie puruJente, j'aurais pu l'accepler. Ea effet, il est dans la· nature de l'ophth:ilmie des armées de tendre, d'aboutir à la puq1\ence,el c'est dans ceLé!at qu'elle esl grosse da dangers, fécood e en désastres. Mais l'épjtb~le ~e Granuleuse n'a pas la m'éme raison d'Otre. Il exisLe à' hr _vérite Jos granulalions sur les ~aupières dans l'ophlbalmie mili111ire, mais ce caraclèrè ne lai c'st pas ex:clusivement.. proprc. Je mc suis exP.lìqoé ailleurs il y a bien des· années, sur ce poioL Je soutiens que loule congcslion permane nte. répélée dc la rnuqoeus e palpéhrale doit produire un engorgem enl, un. grossissemenl de ses papilles, de ses folliculcs, de fOJl appareil glan<luloux par l'~{fet de l'exlravas:.i,tion qui accompagne tot1les les bypér~m ies el fait su rgir à la surface- d.e.s saillics grenues·dH grandeur fliv crS0·, do forme g.éné'riilmen! orhiculairc, des granulalions enlfo qui jusque là n1 ont rien de spécifique. L~-des,-;us, c'c.st-a-d in: su~ ce que la présence de grauulalions n'impli quo pas néces$airement la conlagion, je sufs parfailemenl d'accord avec mon honorablo el laborieux oollègue Tbiry. 1,lai;; fo rl de ma vieille expérit~nce, de mes longues etudcs, òe_ruon 9bservalion nlte11tivr, je souliens qu'à l'<1specl on ne peul J~as dislinguer. surlout à.u_débnt, ces élevur0s, ce~ ,aspritudi1ies d'origiirn hypér~n,iquo co mmune dc, cel,!es çiu~ pi:oviennent d' une· cause s,11éciale et q\ti p.euvenl p.r.èndrè un cai-aclère con lagfoux. Elc'esl un fait de la plus baule importance dans la praliq ue. Si l'oo objeclail que moi-mènio je me suis servi jadis de l'expression d'ophlhalmie granulcuse ·coìnme s:ynonymo d'op'hlhalm.ie mililaire, j' en coovi endr4is, e.t di rais quo j'ai cu d'aulaf1L plus de torl, qµe je n'ai jp.mais aqce~lé la1sig'~ilicj3.lioQ lr,op cxclusiv~ accordé~ aux ,g.ranulrilions, mais j'aj 0ulerais qu'il y a loin cèpendanl de l'éLablisscmenL d'1rne syDonymie, ou é4.u ivalençe.de deux expressions, à l'éviclion de l'une tl'elles el surtoul de cel le qui jouil du droil de la plus légiLime posses.siou. l 'ai un auLre poinl à examiner. On ne veut pas que l'ophthnlmie militaire soil une malad ie spéci,1~e. Je vais plus loi n ; J8 dis qu'elle.esl spécifiqu.é et crois pouvoir le prouver. lille est conlagieuse. Ùf) li\ nie, <.':est vrni, on a d\t , jc. crois,.qi1' 1lle s.e.,.gagna).t par imilatìon . C'élai ~. vous lo savoz, le sen!i ment d'Ovide (1 ); Je cr.ois clfivoir me dispenscr de le <li~culef; Je dis quo l'ophthain1ie csl conlagieuso, el à colé\ le Fassenliment unanime des opblhalmo logues, j'invoque Jes f-ails inoombrables sur lesquels cot assnotiment se fo-gge_el !es preuves irréfragaòles que j'en ai moi-méme recueillies et produiles. J'invoque les nombreuses circulaires émanées du minislère de la guerre e(1 Belgique clepuis ·1835, ( 1) DòlU SP,ectai:rt:'!res'OS ~CCtlliJ lrodunt,u1• ot,ipsi.
Multa
f(U:J>
co1:poribil~ transiliono
ooceuL
f ophlhalmiques, la révoça~iou constaoces qui ònL pu influer sur leur insu~cés. Jusquede la d6sastreuse m.esure de renvoyer les granulés dàns là, il faul les classer, je penso, au oornbre des rares exleurs foyers, acles qui seraient sans motif, saos bnt1 -sans ceplions. el.comme n'élanL pas aonature, par conséquent, raison <l'élre, si l'òphlhalmie n'avail pas élé reconnue à infirrner la règle. conlagieuse. Or, si elle est contàgieuse, celle pr.opriété Je ne dis pas, remarqucz-le bien, que tous !es problèlu i vieul d'un agont spécial, spécifique.11 eslde la nature mes soulevés par notre ophlhalmie soient résolus, mais de la conlagion, au milieu des d}-fférences dans ses voies en allendant la levée du .voile gu i les r(lcouvre encore, de propagalion, d'ohéir à celle mèmc loi. QueJs que .gardons· nous de .loule préoccupatioo, n'acceplons pastròp soient mon gouJ èt ma préférèncè pou11 !a pathologie g~légèrement les faits qui s•a'ccordent avec nos idées, ue Jcs nérale ,je me gi).rderai bien de venir vous entreteoir de lorturons pas poar leur arracher ~es areux impossibles, ce q:u'elle enseigue à ce sujei. Je dirai seulement que pour et sur-toul ne sacrifions pas au vain triomphe de notre ne pas s'eo èlre assez souvenu, on s'est souvent fourvoyé amoar-propre la cause sacrée de- la verilé. dans l'elude de l'ophlhalmie milrlaire. Qu'on ex.alte des ppinions qu'on partage , qu'on enJ'accepte avec c.onfiar;ce les faits nombreux cilés par loure d'éloges les noms de ceux qui l~s pr.ofessenl, cela mes bonorables conlradi cteurs où l'ophlhalmie ne s'esl ce cooçoil, on peul humer aiosi sans scrupule, et sans pas comniuoiquée, mais·je ne saurais accepler de mème trop de vergogne, l'encens qu'oo paratl br(ller pour aulrui, les coriclusions qu'ils en déduisent, à savoir qu'elle n'e.st mais que, lorsqu'il s'agil de qualifier ~elles de ses adverpas co,ilagieuse. Je continue à soulenir qu'au poinl de saires, on· aille cJ1ercbcr ses épithèlcs dans la vocabulaire vue irhénoménal, on n'esl pas parvenu ~ distinguer du mépris, qu'on leur applique mème celle d'abStfrdes l'opblhalmie conlagieuse de celle qui ne 11est pas. D'ailc'est pea conv~nable, el c'est maladroit, car cela dil seu~ leurs, et je !'ai écrH lln d'autres lecnps, la· contagiosilé lement en défìoilive, mais dans des lermes que la bonoe d'une maladie n'est pas. allachée à la condilion de n'écompagnie o'accepte pas, qu'. on n'esl pas du meme senpà'rgner personne. Tous les argumenls dont on se sert timenl. pour comballre la contagio~ité de nolre ophthalroie On ne rejolle p.&s absolumenl la transmissibililé de figurçnt parmi ceux qu'on a produHs conlre celle de fa l'ophthalmie mil(taire, on n'ose pas s'inserire catégoridysseoterie, et plus récemment conlre celle du choléra. quement eo faux oontre la masse énorme de faits où elle qui soul cependanl aujourd'hui généralment admises. patente, irrécusable ;· on l'·acc:eple, mais commc une esl De ce qu'après l'fotroduclion d'un virus il ne S'e maexception, pour autanL qu'elle esL due au coutacl imménifeste pas une alfeclion toute semblable à celle dont le -diat, à l'inoculalioo d'une mali.èr~ qu'on suppose sévirus étail le produit, on sei:ait bien mal vcnu à conciare crulée par une espèce parlioulière de granulation~. Tout que le mème agenl n'a pas présidé à l'. évolulioa dns deux cela est bien arbilraire, lei, je pourra:is tout cFabord deformes morbides. La variole nous eo offre un exemple ruander à mes honorables con tradicLeurs de se metlre bien frappant fotrodui.Le par la rnéme voje dans l'éconod!accord.·Tandis .que l' un oie in terminis la spécialité, nomie de deux iodiv idus,, elle produ[l c.bez l'un une ùu·adrnet en vfrus granuleu~ c'esl· à-d1re un facceur l'autrc ption discrète, bénigne, pa,rcourant ses périodes- avcc spécifique. Remarquei combien ce mot dc virus granurégularilé el sans danger polir la vie, landis qae chez leux est significali[ dans la bouche de ceax qui veulenL gaulre survienI un exa-nlhèroe eonfluent, péléchial, malin, échanger la dénomination d'oph~h.almie mili taire con tre -promplemenLetirrèsistiblement morte!. Ce sonl des choses celle d';ophlhalmie granuleuse, et qui les coosidère 11t par qui sont loin d'èlre neu1tes, ie le saìs, mais qu'on fcrait conséqoeoL comme des malaJies 'idéntiques. Mais ne nous bicn de se :appeler. "Y arréloos p~s: No11 nostrum est, d1rai-::]e ave-e l'uq d'eux, On_a allégué conLre la c_ont.~giosiLé de l'ophllralmie ld.nlas comv•·nore li/es. mililaire la vanité do quelqucs iooculalions faites avec de )a maLière blen11ophlhalrnique. J'accepte le fa il tout (Continua, ) extraordi.naire qu'il me paraisse eo présence des résultals conlrafres, iroRerlubablemcnt obtenus par Lous ceux qui li Direltore Doti. Cav. ARELLA Mediço Div, on fail ces in'ocut~Lions en vue de guérir le pannas, M. Warlomònl, ici présent, pourra vous dire qu'il n!a jamais Il Viçe Di1"etlore respona. Dolt. MANTELLI Mèd. di Regg. 'échoué ni vu échouer. 11 faudrail avoir élé lémoin des operatiom, infractueuses pour pouvoir apprécier Jes cirJa fòrmaLion des dépMs
Tip. Sabalpina di FUNCl!SCO ZOPPU - Yia .1.lfieriN.U.
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N. 53.
5 Agosto 1 859
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GIORNALE DI IIEDICINA llltlTAHE .DEL CORPO SAN.Uf ARJO DELI~ 'ARll!;f~ SAllDA ~
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L'11ssociazione..non si riceve che per on anno e comincia col I O di gen n. Si pubblica nl' I Loneclì <fi c_iasdiecluna settimana.· ~ Il prezzo d'assgc!;iziooe iQ Torino è cli L. IO. l o Novinria ed :ill'Eslero, fr:ioco di posta L. 11 . Si !)a~ per seml'slri anticipati.
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SoM.&u.nro. - 1'' Doli. G,n nn: Osservazioni di Sta·filoma pcl· lucido doppio felicemente carato. ì,etlora all'esimio Professore A1.11ss1:-mRo RmEnl. - 2° Rivista dei ~Jornali scientifici: - 3o_Bullellioo officiale.
PAR1,E PRl!IA
di Statllo1na pelJuchlo tlo1•1•io relicemente c-iwatn. Lettera dol Dottor PIETRO CAILOt. di Novara all'esimio Professore
Commcn.datore ALESSA!'!D-ilO
RIDER[.
(éontinuar., V. -N. 3!.>.)
Rognetta al p,ari degli alld osscna come quesla malattia eolrò nel dominio pra tito dopo l'osservazione dello .Scarpa;. passa in rassegna le opinioni dei pi.ù dislinti oculisti italiani e stranieri sui caratteri, eziologia, prognosi e. cura di essa. Inclina per altro nell'opinione di Quadri e di Riberi essere lo stafiloma pellucido da cheratiti subdole e di breve dorata, di Mac~epzie da dolori e11pi deJ\'9cch io, da cefolalgie antiche. Questi diée di più: essere, ben piu probabile cke l'ipercheratosi. sia l'eiletto di una qualche azione anormale dei vasi sa11g11igni nutritizii della cornea stessa( rigettando l'idea che po·ssa dipendere da una pi:.essione esercita_ta dall'acq ueo. M'ackcnzie suppone ancora che qu,esta malattla sia una conscgu:ema dello assot.tigliameoto della cornea stessa prodotta da una cicatrice trasparente ed a faeciette. Che questo possa avvenire crie lo pi:ova il fatto d' una baml:lina d'ùtto anni circa, piena o.i scrofole, cbe tengo da più mesi oella mia sala in questo Spedale maggiore, ::i.ffetta da omonima ottatmia ulcerala. Per rammollimento alla corneale cicalrizzazione dell' ulcera non centrale della corne!l sinistra, terme dietro I;i conjcità pelt'ucida colla
sommità del o-ono opaca e riulcerata. La trattai localmente coJ ,niLrato d'argento nel modo c!Je dirò poi, e ne gnari passabilmen~. Sta lutlora nella sa la., ma per ascessi lombari e crurali fistotosi. Il Ilog9~lta µota co~n,e il T.}'.r~~l si trovò contento flei tocch i reiterati del nit1·ato d' ar.geoto, corno ve,demmo che lo fu il Dall'Acqua, ma nè esso pure acce!lna çiual punLò cauterizzasse della cornea. Consiglia I~ lenti concavo-coocave, gli pcchiali opacbi con forellino nel centro, come. Iliherì , e pdsCia, quando la sommilà deJ cono sta per far5i opaca, ne prop,orrebbe il Rognetta la escisione e la formazione quindi di una pu pilla arlifìciale. ln vero non sapremmo concigliare qu~sti duo fa t~i 1;1 perati vi che.Egli stes&o pqi chiarQil di ,esito assai incerlo, ed inevitabile il leucoma. Tocca al metodo proposto dal Fario che dice non nuovo, ma avanzato già clà . Midlemoor., toro. 1, paj, 530, ~ per nltìmo :il.('iride¼tomia yaqt~tp.. _dnllo st.esso 'l'y;rcl, comè che riescitng!i in sette od otto è,isi. Dal che è permesso dedurre che poco o nulla gli abbia giovato il nitrato d'argento,. altrimenti non avrebbe sottoposto t:rnti amnrnlati ad uoa op,crazione non sempre cer.ta e grave sempre. Ma cq nchtuùe pe rò che ìn mezzo alla infinità dei mezzi proposti, nulla avvi .fin qui di bene stabililo, essendocbè tatti tornarono più o roeuo inutili. DesmatTes, nell'eccellente suo tratta\o, te,orir,o pratico delle malattie d11g! i occhi, ultima ecliziooe ·t 857., .ne p3rln lungamente. Da buon francese non fa punto caso degli studii in proposito fatti dagh llaliani, tra cui non cita eh.e j\ Fario per biasimarne il suo processo operativo, che chiama LrQp.po azza.rqoso per essere adoLL:ito. Circa l'eziologia, dopo ventilate le opif1ioni degli inglesi (presso la qunl nazione dicesi ass_ai fr equente, forse ,) C,igione delJ'iotensa applicazion.e aJl:l mecanir.a erl oggetti minuti). Travers , Wardrop, Ad:.ims, Mack,enzie., Br-wster'; dei t~deschi Jmger, Schmiclt, D'Ammon, Bemd ieL e.Cbelius dice egli pure a,·erla oss~rvato di molte volte io Francia. Ammette La possibilità dell'~nunciaLo cli Màcke.nzie cioè,, che l'lllcerazi·one della cornea possa.essei:e sus-
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seguita da stafiloma pe11ocido, sotto determinate cir- j,_ 4 costanzo, ma che non perr,iò tulte le ulcer.aiioni, i1tie- le cboraliti abbiano per conseguenza la conicità corneale, Mackenzie non lo dice, e questo tutti lo sappiamo ; ed io appoggio di questa sua .o_pinione I dic8 averne osservato un c1so ove non vi er.a stata mai malaLLia oculare io un alto personaggio. Quindi il Desm:irres senza pronunziare alcuna opinione propria, nè a-vvicinarsi a quella d'altri, rigeua ancora il supposto da alcuni, che al suo sviluppo possano influire la clorosi, la scrofola, i tub.ercoli, il reumatismo che chiama cause de comuni applicate a tutte le malattie, e conchiude nettamente che l'eziologia dello stafiloma pellucido è tuttora un'incogriit.a e che tutto rimane a farsL Nè Jnono esplicito si pronuncia riguar.do alla'. cura. I solfali di zincò, di 1·ame; il nitrato .d'argento, l'allume nella decozione d'i qnerda proposto da Gibsori fra gli astringenti; l'infusiòne 'd1 tabacco, il laudano consigliati da Warc; la pomata del precipitato rosso del Ben edict; la paracentesi delJa cornea di Cbelius, di Raa; la compressione di Demòurs o sola o dopo la puntura dell'acqueo sono rimcdii, Egli dice, che furono qual più qual meno preconizzati, ma sempre inutili. Nei casi disperati, come mezzo di ec,:ezione, proporrebbe di adottare la reclinazione e sLriLtolamento del cristallino, alla foggia' di Vetcb~ di Lawrence, di Textcr, o l'iridectomia seguita da Walter, da Tyrel e ne concbiude éol sugg1~rinr1e lenti concavo-concave, siccome il mezzo più utile per diminuire la rcfrazione dei raggi lucidi sulla èoroea. E siGcome quegli eh.e non ammette fra le cause possibiJ i l'al)i to costituzionale, chindc il suo ar.ticolo consigliando una .cura generale in armon'ìa colla costituzione dominante del malato, e I!,Wicip.alruente. l'u~o dei tonici e la compressione almeno notturna del bulbo dell'occhio. Al concreto : volge un mezzo secolo daccliè lo Scarpa additò ai clinici questa nuova e gra\1e forma morbo~:l, ed io mezzo secolo di indefessi stud ii, non si giunse a _stabrnre le vere cause che la prod·ucono, l'intima sua essenza, e meno poi il modo cii guarirla con mezzi incruenti. l collirii a nuHa valsero, il nilrato d'argento nel modo fin qui adoperato non corrispose, sclerotit;onissi, iridectomia, paracentesi, esportazione parziale dell::i cornea non sono di· esito certo, sovente inutili, pericolosi sempre; infine in questo solo convengono i pratici, l'uso ciòè delle lenti concave, come il mezzo pro.filattiç,o migliore cho si conosca. Dopo un quadro cosi sconfortante de1 primi oèulisti del secolo o della colla Europa, ella è ardita impresa ad un ·modesto pratico ,ai provincia _portare la
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sua voce io tale delicatissima , quasi sen'tènziata materi a. Se non cbc, appunto percM rarissimi si leggono i casi di.guarigione oUenati con qnal.siasi~mezzo dell o stafiloma pellucido, avendo avuto .Ja fort1;ma di gnarirne perfettamente uoo doppio con semplicissimo mezzo, mi affido oon tornerà discaro a Lei, mio illustre Maestro, ed ai pratici il conoscerlo, sendocbè io uutro opinione che nel pii1 dei casi giov3r a,ebba, e se ciò fosse, qual vantaggio ai meschini che si tro vano alletti da malattia giudi,cata quasi per incurabile? A Lei pertanto cui tutto io deggio, ed i cui beu.efizii non scorderò mai per fin ch'io viva, sono lieto di presentarne l'osserv:izione qual teµue. çontras~ segno dell'imperitura mia gratitud ine, pé'rsuaso cbe vorr~ a,ccoglierla colla benignit~ che s~mpre accordò· ai mioi pod1i scritti. (C01tt-i~iua).
rARTE SECONDA Rivisfa dei Giornali Scientifici OTTALMIA BELLICA ACADJ!:MlE ROYALE DE MÉDECINE DE BELGJQUE (Continua.z., Y. N . 32 e antecedeiiU.)
Passant cooc!amnalion su r la. con lagioo ili1médiate,c'esL pour cell1 par l'inlermédiaire de l'air, pour l'irifeclion, le LransporLmiasmaliquP, qu'·on .réserve.,toul .son dédaih, lous se$ sarcasmes . .Je ne saìs pas, messfours, si "vous vous souvenez des efforls foils par Jo~rdan pour·jeler,'dans iè Lemps, le ri dicule: sor les part.isans du virus syphili'liquè, qui malheureusnmer,l u'en a pas moins conser"é.·sa fatale puissance. Je 11'ai qu' une seule obsenation à fai-te ici. Moins Pargumcol puisé conlre la tcaosmissioo miasmalique en ce que le3 miasmes n'onL jamais élé vas par personne, argumenl que je eroi oeuf, il o'en esl aucun aulre qui n'aiL été réfulé par nous il y a vingls.ix aos et plus. Aujourd'hui , comme alors, nous o'avons pas la prétention de la déroontrcr mathémaliqocmeol. Sealement aujoord'hui, com me alors, nous la croyo.ns plausible et.en barmooie àvec uoe sai ne doclrìne médicale, aujoorf bui comme alors, nous la croyons aussi bien élahlie que l'infeclion typhiquc, dyssenlérique, puerpérale iclérode, que pa~ u.n médecin de nous jours n'esl plus lenté de nier; aujourd'.bui, comme alors, nous produisons à .son appui. un lrès-graod nornbre de fails qui .sans elle. restenl loex plicables. Pour les développemenls je prends là contìance de renyoyer à ce que dans"le lemps j'aì écril sur ce sujet.
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q,ue les immigranls aux Élals-Unis, fournis en gr~nde ma.O.n dil à còlé de moi· (el sans foule ·avec !es meilleures jo·rilé par les classes sociales où· l·es · malaciie's ocuìairt!s infentions, je ò'en doule pas) , cìlez les fails auxquèls vous sonl !es plus communes, qu i penda o ( la Cra"ersée el arri·failes appe l, personn e ici ne conni\.il- v-os lravaux . ou do -vés à leur deslioation sonl souinis aux c~ndilioos !'es ptu~ mòins ne les a lus. C'esl possible. )e le crtiis, car cians (avorables à-'(é'closion el à b propag.atioil de la ble·nn ~ph·cette longuc discussjon à pein~ si on eo rail mentiqJ1, mais thalmie, telles que p'rivation d'pir, de lumi ère, d'alimrnts, voici ma répori.se. Ceux qui ne le:; onl pas lus ne liront malproprelé, encombremenl, ioquiélude d'esprit, peuveot pas davanlage mon discours. S'il en est qni en lisant cetrès-bien a voi~ élé les·ageots d' imporlaLion; où se trouve lui-ci y puiset1-l. l'envi~ de, prendre connaisance ~~s fails ·éerite. la IQi. quc pour se produlre loule maladiè coolaauxquels je Fenv,oie, qu;ils' aiQnl r11co\lrs à ffif;'S Hr.res pugieuse doive ètre nécessairemenl importée, pourquoi ne bliès à une autre époque. ffen existe encore qu~lques pourrail-elle pas natlre sur piace et de toules pìèces ? La exemplaires, je pense, dans Je commerce. On argumenle contre le caractère infeclieux, le co11tavariole, vrai lype cles affeclio,ns confagieuses, ne s~ com·porle-l-elle pas ainsi? Qui est-ce qui s'·inform~ aujourgiu1n fo' 1Ustans de nolre opli(halini,\ de ce q.u'ell'e n"esl pas acco~pagoée de fièvre, ce qu'on affirme m~gistraled'liu i d'où nous esl vt>rrue la syphilis,,:.i elle est le produil de l'ancien ou du 11ouveau monde? Ce qui inléresse nolre menl elre la condition nécessaire d~ ce genre cle lraos §:lJjr..l, ce 11'est pas de savo.ir comarenl l'ophLlrnlmie est miss.ion. L'argumenl n1est pas nouveau <~l a élt~ mainles I arrivée ,.,ux États -Unis, mais si une fois déclarée elle s'y foinéful é; en fait parce qu'il est dcs ilfaladies inTectieuses élend, s'y propage, s'y gagne par coolagion, el c'esl jusap3•réLiques (M. Wt1rlomonl vous a cilé avec raison le L.emcnl ce qui' a lieu. l e fl'e r,,is pas fi de l'érndition, tant coryza ella pourrilure d'hòpilal), en principe parce que sen faul. J'en conuais tous lcs ava nlag~s·el regreLle lous daos chaque maladie tra,nsmissi_bte on,lrouve dans le mode les j; urs cl'en avoir i,i peu. Mais pour èlre utile elle doit de Lransmission quclque chose de parliculier. marcher accompagnéc de la critique·, el celle qu'on a Je n'allacbe pas grande imporlance à la délcrmi nalion dèployée dans la di~cussion ne me paratl pas ·remp\ir celle du lieu d'orrgine de nolre ophlhalmie. J e ne òi!I l?as qu'au ' ' éòndil1011. Qu'importe que des ophthalmies s·etbblabtcs à poinl dc vue hisloriquo des rocherchi>s de celle nature la- nolrc aient régné dans d'aulrcs lemps, claos divers pays? soient dépourvues d'iotérM. Le <lcrnier discours de nolre Personne ne prélend, je pense, en faire' une maladie noubonorable collègue :M. Vleroiockx me donnerail un dé0 ve.lle, dont la prcmière apparilion <léile du cpmmencementì, mais jusque 1à c'est à mes yeux une question de menl de ce si èole . Ce qu'il auraiL fal!u à nos adversaircs -pure curiosilé, saos utililé pralique. Je 11'ai ja91ais pu pour légilimer les conclusion:; lirées :des hisloires d'ophsaisir ch1i remenl une filialioo enlre nolre opblhalmie el thalmie, décrites par les Grecs, les .Arabes. eh r que sai:;;l'ophlbalmie éf$yplienne, ou mieux, comme l' a fait remarje moi? c'esl _établir qq'.elles ne s~ transmeltcnl pas. Or quer M. Vlemin'ckx, <ielle qui règne épidèmiquemr.nl en c'esl ce qui n'a pas élé foiL. el pour cause, el c'esrce qùe É/!ypte ; mais en présence ùcs documenls qui l'atleslenl, démenliraient au besoio les nornbreuses hisloires d'ophil n'est pas 11ossible <le méconnaìtre celle qui lie l'ophlhalmie, donl en 18i 5 l'armée prussienne étaìt atleiole, à 1 tbàlmi1> rapporlées pa r lè (locleur O·za1,a01, i-rul epi'dé~ miographe que j' aie pu co'nsullcr. A l'appui de l,r coota·l'ophlhalmie., 'qui éclala peu dc lemps t.P.rè;; dans celle des giosilé de celle m;iladie, il invoque l'aulorilé de Foresltis, P ays-Bas, et qoi s'esL per.péluéo depuis dans noLre BelgiLtmzo11i, Laven-imi, Assali11i, Vasani, Omodéi el surlout que avec des nuaucos plus ou rooios prononc6es, mais Sca.rpa, Lous témoins oculaires e( explique commenl les saos avoir jamais élé éleinl'e. Tous ·ce1Jx que la qu.estion del' ophlhalmie•ii1léressé connaissetù fes savants .el con- médecins français qui faisaieuL partie de l' t'Xpèdilion d'J]!. gyple, adoplant aveu~lément les vues de Prosr,er Alpin, sc~encieux Lravaux de oolrc laborieux: collègue le docleur Decond6, dans lesquels on Lrouve lracées clai rcmènl les farenl conduits à méconnatlre la contagi on cle l' ~pbthalmi e YPi,es par lesquelles cell.e cruelle maladi o s1est propa qni désola l'armée de Syrie. gée à presqu·e loules !es armées de l'ancien conlfo ent. Je n'ai ni le lemps, ni l'inlonlion de suivro mes bonoJe suppose coonus aussi ·les fdils de l'rmporlatioo encore rables conlraòicleurs <lans les longnes digressions où ils lr~s-récenle de l'ophlhalmie dans les arm6es de Danese sonL jélès.Je reprends directement la grande route qui nia:rck el d'u Rorlog<1I. scule conduil à la 1•ériLé, et jo 1lis, sans cralnle d'élre,dé~ On réjelle l'iì:nporlaliòn- d' une marlière absoloe. De ce menti, que dans lous les corps, dans toules les garnisons, qu'elle n'esl pas parlollt démonlrable, on co11clul qu.'elle en un mol, dans tous les lieux où l'o.phlhalmie mililaire estimagiriaire parloul.On all ègue. en preuvc, la préseoce s' esL déclaré~, elle s'est étendue,, communiquée, propagée. de l'ophthalmie dans des règions ou on artìrme q_u'elle Je <lis que Ùi-dessus tous tes lltmoios qui l'onl éludiée n'a pu .Glre importée, l'Aoièrique du Nord par exémple. sont cl'accorcl. Nos honorables conlradicteurs, ne pouvant Mais sans s'arreler à l'explicalion de ce foit propos.ée par détruire, ni infirmer ces lémoignages, ohl cherché à en at~ M. Seulin, el q1ii ne me sembi'e r,àssi graluile qù'on e·uisse ténuer qutant gue possihle la sigriificatioti, et là où ils ont la passer sous silence, ou la' rej t!ler sà~s exameo,.·à' savoir élé forcés de se rendre à l'évidenc<', ils onl imaginé pour
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. expliqorr les fails une e~pèce de Deus e:r.: mac}1in,i, une mes yeux, la Compagnie n.e peul que s·bonorer en déclaranl ouVertemenl qu' il lui e:sl impos:sible· d'assigQer entité, à la-quelle ils ont:donri-é IA nom de virus gninùleux dos caractères d'après lesquels on peut ètre sùr que l'inet qui servirait d'inslrumen l à la lransmission . (Je ne sais diviàu qui a une foi s souffe~l de l'ophtbalmie roililaire esL s' 1ls le considèrent oomme plus accessible ao:-s. .sens qqe désorm ais à t'abri d'une recbute. C'cst un aveu qui ne )es miasm Ps). Nous pouvons nous di~penser de discuter celle opinion qui est jelée dans les-<lébals saos aucune peul lui couler, puisqu1i·t a sa soorce dans l'impuissari"ce dc la science. preuve, mais nous sommes prèts à l'~ccepli>r pourvu qu'il J 'aime à croi re que sur ce point l'Académie parla_gera soit eulendu que ce virus csl J'age nl spéci fi que qui premon ,s eotimenl. side à la propagation de noi.re ophthalmie militai re. En l'u dmellanl nous serons lous d'accorci . J'ai quelques courles observalions à présenle r sur la quatrièmeconclusion du rapport. En voici l·e texte·: E11 Permellez-rnoi, avanl de lìnir, de jelcr un coup d'reil sur la questi on des rccrdi ves , poin l oolminant , còlé esfi1i pourq11'il soit possible da slatuer ét.Juitabll:meut s,w toules st>nliellement J)ra(ique, raison d'élre , dirai -je ..dt la di,as niclamatio11s, il est éonvenable qtie r 6tat des V"ttx et tlcs pai,pières de tous les militafres aya1it tlé altefols de ,i'imscussron pui,que c'est dans sa solutioo que doiL élre poisée nolre réponse ao minislère. Si on la demande à l'oh porle qnelle lé.si'cm de ces péwties, soit conslalé et annoté da11s u•1 registre ad hoc, avant so» départ en conr,é illimité ou servalion, on la recevra sur-le-champ et coru plèle. .En elfet, de l' aveu de lOU!ì cPux ·qui con naisse11l el qui ont définitif. o li est dans !es vues des auleurs d'éclairer les vu de près notre o, hthalmie, les ré,·idives y. sont exlréautorilés c,hargées de slalner sur les réclamalions <ln mi>menl communes, el se succéclent souven Lde façon à. chef d'iufirmilés·résultant de l'opblhalmie mililaire. Le n' ~.re qu'une c'òntioualion, une recru,l escence de là méme bul esl on ne peut plus louable, mais la conclosi oo n'apatl,·inte. Mais ici surgil une nouvelle qut>slion. Pendant pr1>od pas conm,~ot -~ visi,~ l)ro. lfiée doit l"dLtein<lN quels effels elle a,ura, pour ceux qui :y seronl s<1umis. qurlle duré·e de lemps celle ·connex'ité enlre deux ou pluJe m'explique, car avanl LouL je dési re élre-clair. L'afsie urs all~qncs doil-etle èlre admise? En esl-il un l~ps au faire e~l tellement inipo1·Laote qu'il foul rr. b~nniì loule delà duquel elle ne peul plus èlre acc·eplée ? Jci commence l'in c~.rlilnde, non -seul,·menl pa rce que ju~qu'ici 1 ambiguilé. Ce n'es l pas une queslion de tisc qui s'agi le, c'en esL une d'hurnanilé, une question sociale. 'llgilut .lle l'allent•on n'a pas elé suffi ,ammen l altirée-dans cHle direcl10n, mais encore à .cause de l'i>xlròm~ co mplexilé du · pelle hu111a11a. L' avcnir d'un Lrès-grand oombre d'èLres problèrne. donl plusiPurs élémèols ér.happent à Loule évadignes de tout nolre inlerM· est altache à sa solulioo. luation a priori, comme, par exemple , 11!! con?i lions indiSouvenons-nous-eo. Je reprcnds.- L'elfeLde ccs visiles -Y irlueltrs, les inlluences épidémiques el locales, etc. Les se.ra-l-il qu 'une ]é'sio n òculaire consignée dans un congé tim,trs qu'on poserail seraicn~ donc arhilraircs ; la science cornm e résultanle de l'ophlhalmie militaire, établira la présomplion qu'une maladie semblable declarée après la ne possède pas de criteritim, sur lequel on puisse asseoir sorlie du serviçe. r·econnail celte oph lbalmie pour cause !?Oli jugP rnenl. 011 affirm e, mais suivanl moi, loul gratuilt>ment, que !es et pour origi ne, eL si elio eolralne des infirmilés incuophtbalm iqnes, èbez lr!-quels il n'existr plus de ~ranularaules do nncra-l-elle ipso facto droil aux: secours du tions palpébral,•s sonl désormais et défin rlivem<'nl à t'abri lré,or? En cc sens, j' adopte la conclusion. Mais si elle de loule re.-hule (je- dis reehule et non pas allaque), mais implique le refu s ipso fìicto d'Un subside du l~ésor aux ce sonl là de sirnplt'S asserlions démr.n:irs par !es r,1ils. Je milila ires chez le.squ els,quoiqu'ils aienl souffert de l'oplhalo'acceple pas de~ granulalions invisìbles, i11saisissables mie pendant la durée de leur servi.ce, on n'en a remaraucuoc lrace au jour de la visite, en d'aulres lermes, qué aux seus, Jnais j'affirme q1Je des rechu les onl fréqoemsignifie-t, elle qu'envers les individus de lapremière camenl ea lit> u cbez des hommcs où on oe voyail plus d 11 granulalions. Je sais qu e. noor éch_a()p,:r à la difficolté légori e l'Élal peul Nr~ lenu à des dommages , tandis que envers ceux rle la deu~ièroe il esLdéch~'lrgé de Loute roson se rt> lra nrbe derrière l'allégalion. de nouvea u Lou le gratuite, que da11s c,•s cas l'exa-men dPs -yeux. n'avait pas ponsabililé, alors je ne saurais l'. accepler, son applicalio n ,élé fa il d Vl' C assez de sorns el qu'il se LrouvaiL €ocore pouvanl donner li<'u aux plus regtelLables erreurs. Veuillez. remarquer, et je liens à ce .que cela soil bien sur la muqùCU~P. dPs paupil•res quelq,ws granul.ali ons qui compris, que je ne coulesle oullemenl à t'adminislralion s' y élaienl dérobées. La•ssons l'ex11lical on, conslalons le le droiL d'ordonner !es vis.iles en queslion, et d'eo fix er fait. Des soldals aya11l souITeri de l'ophthalmie rnililaire la signifìcalion, d'en règler !es effels, comme elle l'onlend; pendenl la ~,1 rée de !Por se.vice el sensés parfai lemenl elle .seule est juge el matlresse à cel égard ; nous n'avons guéris à l'ép ·qu-e .te leur Jibér,ition, en onl éprouv6 rien à y voir; mais il est du droit el la dignilé de l'A.c-aaprès lcur renlrée chez· eux , àu boul d' un laps de lcmps déinie, eL de cbacun de ses membres, de réclamer des variable, <les recbulPs, par suite dt>sq11ellei, il onl perdu la vue. L'Académie doil'elle lenir c~niple ùe ces faits daos explicalions au sujel d·e tonte mesure qu'on lui propose d'approuver eLdont, en l'approuvaol, elle assumeraH la s a réponse au Gouveroen,enl? Je i,euse que òui1 et, à 1(
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-16t responsab.ililé. Avanl de se prononcer, elle doil en conoatlre exactement la portée. Voilà comme je comprends· sori devoir. J'a,l~endrai ce$ e~plicalion.s el.josque-là jc me réserve moò vole sur celle. parlie:du rapport d·e la Comm1ssion. Eo allendanl je dépose q:uelques emendemenls, déduclions Jogiques à mes yeox des paroles que je viens de prononcer et qui conliennent la juslificalion. J'ai l'hon~eor de proposenle repondre au ministre: 4°. L:9,phlhalmi e mililaire, dile aussì ophllialmie ou conjoncù.v1lé gra11uleuse, ·peui se préseriter de nou;veau chez Je salda~ congédié qui en i. élé alleint, bien qo'il n'e11 po-rle plus de trace momenL de sa libéralion du service; 2° La scieoce ne possède pas de c1·i1erittm, d'après lequel OQ p,u,ss~ allìrrner qu'il n'es<isle a.ucune con.nex1lé enlre dètix alleinles de cette ,maladie ép roavé,e,s· par le. m.ème iodividu à des époq\!es plus 011 moi11s èloignées , el dès Jors loute limile qu' ou voudrai l élablir à ce sujet. serait arbilraire; 3° EQ ce qui concerne !es lésions Qcu1air1;1:; provenanL de l'ophlhalmie mililair:e; avec lesquelles le soldal a dù étre ,coligédjé, la durée de ,la respons,1biillé <le J:Élat, au poinl de vu e dcs accidents qui peuvrnl résuller de ces lési<•ns, doil èlr1;1 illimilée. Je- borne là mes quelque5 observalions; elles suffironl, je peuse, po.ur calmer les apprébensio us de mes amis, en prouvanl que je suis reslé fidèle à mPs principes. Celle tàche, acoomplie; Je descen9s de cellr1 lrihune, où.je sens que .j e ne suis plus à mà piace, el d' où c'esl la dernière fois, ,peul,·élre, que je me rais enlendre: j' en descends avec plus d'rmpressemenl que je n'y su is monlé, lenlé de vous ~emander pardo n de l'avoir si louglemps occopée. Je ne crois pas cependanl avoir excédé le Lemps accordé par le règlement à ch,aque orateur. Ava.nl de la quiller qu\l oi:e soit permis de rendre hommage au remarq uab le lalen l el à la conviction chaleorPuse avec lesquels mes honorables . coulradicteurs onl produil el défendu leurs opinions. 0
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Si' Perga,ma dexlrn Dt1fencli posscnt, etiam fw;c cl,f~risa /hissen t. -M. Decaisne: !\fessieurs. vous avez enlendu dans vos
précédenles séances diverses communicalions rel'alives aux, pTotluclions anormales de la conjooclive palpébrale, auxqu1>lles on applique actuellemenl le nom de granul aLion:s,..J'ìgnore si, malgré lcsdifferences quel'on s' C'sl efforcé d'élab!i.renlre cei; allér:aljoris organiqucs, .vos opinions se sonl dèfinilivemeril arrèlées sor·la valeur des caraclè· res qu'on leur accorde. Pour moi,je l'a\•oue, 1es signes à l'aide dèsquels on veal les 6xer ne m'onl pas satisfait, et je ne distingue pas davaolage1es alléralioos dt! la conjonctive palpébr.ale liées à Lout~s les blennorrhées ooulaires, de celte~ qui apparaissenl à.la ·suite de.l' ophlh·al\nie ca-
tarrhale ..J~o effet, celte deroière occasionoe, com me d'aulres,ophlhalmies, de vérilables granulatioos. IÌ est possible qo'·on ait cpnfo.ndu sl!us le nom de grauulalions des .altérafr(fos lnès-différenles analomiq ocmenl, mais ce q u' on ne ooit p-as perdre de vue, c'esl que loutes ces allérations de la conj•inalive dof!neol naissance à l'opblbalmie purulente dans l'armée, el bien que M. Hairion seroble l'oublier, loul le monde sail aujourd' hui que nos soldals sont plus;ordìnaire13'ent allei nt,; d' ophlhal mie en revenant dcs exercices oo des m,1nreovres, qu'en séJournanl paisiblemènt à.la c.,Sìt\rne. Dans moo opioion, et je l'ai déjà exprim-ée à plusieurs reprises, nos conscrils l5euvenl enlrer au serv1cP avec les germes de l'opbf~alm.ie, et, ne pas la conlracl, r forcémenl sous les drapeanx. Ces poinls de doclrioe onl été l'objel d'un examen sérìeux de la part du. Congrès d' ophthalrnologie, èl p-ersonne n' a oublié la parl.qu·y ·a pris .M. !lelchior, ,fo Copenhague en -c.omballant l'opinion érnise. par sou cornpalriote l\t Bendl, sur lequel s'appuie M. Hairion. J'élais donc en droit d' espért>r après la disi::ussion approfondie à laquelle le Congrès s'élail livré sur la lransmission miasmaliqae de l'ophlhalmie, que l'oo cesserait de recourir à l'hypolbèse µes granulalions invisibles à l'reil nu1 poqr expliquer l'afi"Pction qui nous occupe. Nou6 pouvions croire en outre qu'en en lranl de n-ouveau dans le débal, M. Hairion apporlerail à l'appui òe sa m-anière de voir des fa ils nouveaux. 11 n'eo a pas élé ainsi; M. Hairion affecle au contrai re de laisser sa.ns·réponsc !es observa:lions qu o j'avais eu l'honneur de lui adressel", de memc qu'il écarle fos objecl1ons aus·si solides que prcssantes. q~i lui ont clé.failes par .M. Vleminckx, en se bornanl à reproduìre ses ·opinions òe ·1839. J<) me !rompe cependant, car alors M. Hairion admellail que l'opblhalmie d'Égyple, celle de nolre armée et l'opbthalmie purul ente élaient une seule et méQie maladie désig11ée par dcs ooms différenls. Au Congr:ès il prélendail qu'. il suttisail, pour fai re développer des granulations insaisissables à l'roil nu, d'une cause irrilanle quelconque, d'un refroidissemeot., d'un corps élranger ou de loul autre cause ,usceplihle de délerminer un mouvemenl fluxi onnaire dans la conjonctive. Aujourd'hùi enfin, ìl soulient que l'opblhalmie de I'arµiée se distingue de loul~ aulre ophlhalmie par des caraclères analomo-palhologiques partic.uliers. En présence de celte mohilité d'opinions, je me permettrai de poser à M. Hairion quelques queslions donl la sol.ution lui sf' ra sans doute lrès-facile à savoir: commenl il se fai( que depuis plus de vingl ans qu'il •dirige uo service spécial d' opblhalmiques, il n'i,l ,pu conslater par des preuves irrécusable·s la uaissance de conjonclivilé émaoaot uniquemeol d'objels conlamioés? Pourquoi nolre confrèrc ne nous a-t-il pas fail assisterà la naissaoce età la disparition complèle de ces vésicules d'ori gine miasmaliqoe, lui qui a vu_disparatlre sans le moindre trailemenl !es granul'ations vésiculeuses1 c)lez les sol-
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dals logés ùans des casernes qui pour lui soni de vérila- l pendaote deE causes auxquelles on l'avail allribuée dans bles foyers d'infeclion? Et puisque 1\1. Hairion a laissé i · l'origine, qu'ils sont alleinls de celte fun este :maladie. Comme on le voit, la lhèse avancée tombe devanl l'obsans réponse ce -que je disais en 4857, je dem·ande à servalioo rigoureuse des fails, puisqu'en admetlanl mémè l'Acadéroie de vouloir bien me permellre de Je, repéter. qu'on parvtn là exlirper chez tous !es soldals d,.un régiment En admeLLanl méme, disais-je, que les soldals ,· à leur josqu'à la rooiudre trace de granulalions, on ne serail pas enlrée dans Les cad res de l'armée, doivent leors granumeme eo droil de rapporler à un virus granulàire, chaché lalioos au;c érnanalions des objels ·conlamiués, au milieu dans une couverlure ou sous un tra,ersin, la réapparilioo desquels ils commèncenL à vivre, on demandera encore de la maladie. En effet, à cbaque instanl da la fouròée, d'où pro\'icnneoLlous les granulés qu:on renconlre daos· Je fantassin , plus quc Loule aulre, se trouve e.xposé au le civil, qui n'onl jamais eu chcz eux d'ohjets imprégnés développement sponlané et immédial des granulalions. de ce prétendu virus graoulaire, el qui affirmènl ne s'èlre II faudra donc recon nailrequ'en eolrantau corps !es noujamais renconlrés aveG des personnes aUeintes d'ophlhalvelles cecrues se lrouvent porlér en elles le germe de mie militarro. Si aujourd'bui, ·comme par· le passé, 'de 1' aff~clion. soldals sonl al i!;nts lorsqu'ils sont de service, de·garde LesTè'glemenls de l'b6pilal de Louvaio· différèraienl-il!i .ou rl1: faclio1l, il u'en faudra cependanl pa·s conclure .que l'oµblbalmi .e continue ses ravages dans l'armée; · 'dé ceux <les autres htipilaux; de la Be]g,lftlÌ_e''?. Je ne le crois pas, e! je crois • savoir que !es objels de céu<;hàge p.arce que les horomes se trouvent encor.e plu:s plongés qui servenl aux opbthalmiques, et cÒnsidér.é's coròme daos un foyc1· d'infeclion produil par les émanalions qui conlamioés par nolre contrère, so.nl égatemeqt donnés s'.élèven l des ol1}els contaminés qui les enlourenl. Ne aux ·malades des autres salles sans noir été lavés;,car'dés voyons-nous pas les mémes effels de literie s.ervir indiou désinfeclés plus fréqoemmenL que !es aulres, et cela slinctemenl à loolcs Ics lroupes d'.une- meme garnison depuis vingl ans, sans atoir fourni, quc je sache, à M. aìnsi qu'aux malades d'une mème hopiLal'l Jlairioo un seul exemple d'ophlhalmic réeliement miasIl y a plus encore: on a vu souvenl un régimeot abmalique, Il en est de m~me pour !es Insliluis' ophlnalmisolumenl exempL d'ophlhalmiques, en remplac·er dans ques de Bruxelles, l\lons et ~amur, où je ne pense pas sa caserne uu aut re qui eo ét.ait forlemeol alteiot, et, bieo que !es ruédecins aient observé dcs cas d'op!Jthalruie proque se servanl des objels qui oe quillenl pas mème 1es chambres, ce nouveau régiment resler saio, el conserver duile par des objets coolaminés. Commenl donc M. Hairion, pénélré de l'idée que les objeLs.de co_uchage renferloujours, au oenlre du prélendu foyer d'infecLioo, le ment les germes lalenls d'une aussi grave affeclion que pelil nombre de gronulés qu'il avait à son arrivée. Il eo notre ophlhalmie, à-L- il la1ss6 subsister un lél é(al de esl de méme dans les l)()pilaux, Qù les 1iteries et Jes cachoses saus adresser à l'aulorile d'énèrgiques récslamapoles serveut indislincteruenl à lous les malades. · Oublie-l-on qu'à <leox reprises l'armée française, p.eotions? Car, si le fail es t irrécnsable, le gouvernement esl coupablc <le n'avoir pris aucune uresure efficace pou~ fai re danl son séjour en Delgique, s'csl servie de no.s lileries disparaitre !es innobrables foyers d'infeclion qui menacen~ el a occupé no·s casernes ~ans avoir emporlé le germe de à la fois l'IOS soldat's cl nos.' employés civils. Je d.i'S plus. ,notre ophlhalmie. -Il est d'aulanl plus ooupable qu'il les laisse sub1,ister au Eofin. lorsqu'eo ·I sa·9, on eul élabli à N,amur et 'à Ymilieu de nos prin.cipaux centres de populafìon . Si eofin pres un dépM gé11éral ù'ophlhalmiques de, g4rmée, (}es locaux,,pqur-ainsi dire, salurés de .virus, el qui n'unlcessé ?t:I. Hairion croil pouvoir altribuor l'ophlhalroie à un roiasme delélère, je m'élo11ne qù'il ne domande pas que de servir de caseroes, on l-ils fourni plus de granulés ces hòpilaox soieot converlis en lazarels et qu'~n brl\le que les aulres? !es objels qui onl seni aux ophlhalmiques, sei.on la couCes foils, donl aucuu médecio mililaire beige ne çonte:;lera l'aulhenlic1té, clémonlreol jusqo'à l'évidence que lume qui se pralique ailleurs pour les pestiférés. Je de}es effels d'habillemcot~ cl de casernemeol ne cootieomandera_i à nolre confrère si par mesure de prudence, il nenl point le miasme gl'a1111Lifère, et dès lors, il me pa-ratt ne coii,iendrail pas qu'1l désiofeclàL scs \'èlemeols, qu'il se puri6àl roème au besoin afin de ne pas lransporler la inul1le do ramener la queslion ou le débar au poinl où ils maladie hors des hOpilaux infoclés? Car, après loul qui élaient il y a plus de lrenle aos. Si je ne parlage pas l'opinion de ceux· qui font jouer veul la !in, doil vouloir les moyens, el jc oraind rais, en un grand rOle aax vèleinenls i mprégnés de m1asmes, on vérite, oe pouvoir m'enlourer de lrop de precaulions pour ne s'étounera pas si je di!Tère égaltment d'opinion au garantir ma famill e et mes clien ls. sujel du lra.i(emcnl; car on semble toujours oubl.ier q.ue L'Académie comprendra, en el.fel, qu'il ne suffit pas de ce o'esl ni d.ans les hòpilaux, ni ùans les salles de granurépéler sans cesse, comme on ne le fait, que l'·armé·e esl Jés des casernep que nos soldals sont pris. d'op.hlpafo:iie; un foye.r d'infeclion où les jeune·s ·soldal$ vie.nnenl conlra,èler le germe.de I' oph tlialmi·e ou I' opblhal mie cllc-m~me que c'es\, au contrai re, ·en revenant des manreuv.res, ou .a la suite d'une irrilalion que)conqu.e, toujours inòé- .l!'ans en donoer des preuves incontestables .; rl ne suffit
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pas d~ dire qu'un soldat peul con server à l'élal laleol le germe ,d' une maladie qu 'il aurail conl'.aelée au servi ce sans démonlrer le fait. D,'e semblablcs affirmalions rre, so nl pas des preures, ainsi que \'a fait observer avec aulanl <Je rajs,on que ~e scienç.~; M. Vleminckx. Daos mon opini on, el en préseoce cles difficullés insurmontables qu'enlraineraienl la conslalalion de la conoexité ou de la non: connexilé de l'oph\bahuie; ·daòs l'inc,erlitude d'arriver à découvrir l'origine de \'(lpblhalmie mili laire, et au milieu d!!. l'obscurilé profonde qui eolouré tout ce qui a trait à l'incubatioo du pré_tendu virus miasmalique, je crois que !es inlérèls des mililaircs lihérés el ceux de Étal seraient sauvegardés en de.mandanl , Que 1oul homme en _coogé iflimité ou libéré du senicfl allein't d'ophtbalmie, dans ses foyrrs, soit lenu de se présenler àJ'hòpilal mililaire l'e plus Toisin de sa rés.idence, pour y èlre lrailé gratuitement. l 'ai l'honneu_r, pour résumer (oute ma pensée, de soumellr~ au jugement de l'Académie lès conclusions sui var,?es en réponse à la deyècbe · • t\f. ;,::· , J h · 1rc rie b jusUce; 4° L'ophlbalmie peul se représenter à dcs époques plus on moin~ éloignée!l et bien que Le so1tlal eo ail ~lé parfaitemenl gùéri; 2" 11csl impossible, daos l'élal acluel de nos coooaissances, d'inòi quer )il limite de ;durée de l'inçubation ou de faire connattre d'une inanière absolue la oonne.xìlé de dcux ophlhalmies; 3° Afin de staluer équilahlement sur tous les cas de maladics oculai res qur pourraient se déclarer cbei des soldals en congé ou libérés, les.malades seraienl tenus de se présenh•r à l'hòpi l,il rnililaire le plus.· voisin de leur résidèoce el de s'y fai re trailer; A, 0 S.ur un rapporl spécial du médecin dc l'hòpilal. milil,1iro. déclàranl que l'affeclion oculaire a po èlre conlraclée _pendant la durée du service mililaire, ou qu'elle -est le fail du senricP., le plaigMnl pourrait avoir ùi·oit soit à un secours, soil à une pension de l'Élal; 0 ~ Toul homme renvoyé dans ses foyers pour cause. de lésio'ns oculairos, conlra ctéM à l'armée, aura ·droil dt faire reviser sa pensioo dans le cas ou il serait alleiol, après uo le01ps indélermioé d'une ophlhalmio qui le priverai~ de la vue; 6° .Pour meUre à l'avenir les médecins roilitaires à roème·de fouroir ler renseignemenls Jtrécis sur l' ori gine des rrialadies oculai res survenues, suinl pendant, soit après le service, il ser.a, établi,. dans chaqu·e regiment, un registra spé.cial, dans feque l on insctira l'élal des yeux de l'hq~n roe renvoyé dans ses foyers. M. Crocq s'a,ltache à prouver par des. .d·onnées historiques qu e c'esl- surloul sur ·1a pop ulalio n mililaire, et spécial~menl enBeJgique, ·qu'a sévi l'affection oculaire, à laquelle à jusie. lilre on a donoé le nom d'opthaf.mie militafre. Selon lui, celle ophlbalmie est conlagieose, par
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conlacl immédial, la conlagion miasmaliquc, sans èlre, ìmpossible, n'esl jusqu'à présenf., n11llement prouvée. Pa§sanl en revue les opinions différentes éniises sur la. nalure de la granulalion propremenl dite, M. Crocq conclut ,~v..ec Yon Ilasner, Gulz. Gluge, Arlt, elc., à 11exislenée dans cel élal palologique d'un élément òotweau. un oéoplosm~,. Quan.l à la vésicu!e de M. Hairion , elle peut exisler sans oplHb.almie quelconque. Pre11anl enfin à parde la doclrioe de M. Tbiry. il s'efforce de la combaUre, la granrilation décrile par ccl au, teur ne présenlanl da.os sa te1lure rfon qui dénole un prod uil spécifìque. La pa,role esl accor~é'e· à l\L Thiry, mais. l'heur.e élanl lrop avancée, son discors esL. remjs au début dc la séance prochaine.
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S6a11ce.d" 30 avrit ~ 859.
M. le Président donne leclure d'un lellre mìnisterielle I :nvi!an• \'Académie à se prononccr le plus lòl possible ! sur la qu~sliòti qui lui a élé poséo reliltiveméot à l'ophthalmie dc l'armée. M. le P résidenl sai-sil celle occasion poni- inv:ler la Compagni e à clore la discussion sur l~s proposilions de M. VJeminckx eLà entamer immédiatemeoLcelle sur le rapporl de la commissioo. MM , Graux, Vleminc}<x, Seulin et Thiry,sool· succcssiveméol enlèndus sur celte proposilion de ?ti. le Président, qui, ètant mise aux voix, esl adoplée par dix voix contre neuf. Il est enl'èhdu ton lefois qu'on repremlrail la discussion générale après le vole su r le rapporl de la co mmission·. La·discussio11 élant· ouverle su r le rapporl, M. Vl'e~ ruinckx demande la parole e.I propose à I' Aca~éroie de cléci~er que lous !es arnendemeols seront envoyés .à une co mmis:sion, qui antaiL à faire son rapporl dans un href d,~lai. OelLe proposilion est combàllùe par MM. Fallot, Seulin el Graux. ?ti. Ylemi nck;x; insiste pour qu'elle soil mise aux voix. Elle est adoptée par lreize voix coolre dix. L'Acadéo1ie décide qu'en allendant la présenlalion du n'ouveau rapport, elle coo!jnuerait' la discussion générale. - i, t. Thiry. Messieurs, la doclrine que j'ai eu l'ho'oneur d'exposer ilevant vous sur Ics ophlh almie's que l'on peuL observer dans l'armée el dont, sì mal à propos1 on a fait un e affeclion sp·éciale, propre au soldat, comme sous lè nom malbcureux d'opblhalmie mililaire, devait renc.onlrer de nomhréux conlradicle urs. Je le savais, et je dois vous l'avouer, jé ·~·en -réjouissajs. Il est dans la destinée de tonte idée nouvelle, quelle que soit son importarrce, d'ameuler contre elle tous les partisans des lh éories, des systèmes qu'élle lend à òéposséder et qui jusqu~-\à ava;enl dc,miné ùans la s,cieoce 1·
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saos conteslalio n et i.-ouvenl sans conlròle. CeLle domination élaiL usurpée san~1 doule, mais vous n'ig;orez· pas que 1'011 lient souvent d'a uì.anl plus ~ un pouvoir ,qu'oo le sait moins légìtime, el en général il n'est pàs aossi facile qu'on le penso de se souslraire à l'arbilraire. La vérilé a beau se -produire dans tout son éclat, à réclamer ses droìts au. nom de la juslice. de la raisoo el du bon sen$, on reste sour,d à S"es·rédamalìoOsj l'errear la coudoie, la repousse hors. du cbemén dans lequel elle veul s'avancer ; beureuse si on ne. provoque pas contre elle' I-e.; injures et !es ouLrages de la foule. Tout celà, messieurs, doil-tl rebuler l'bomme qui, sans aulre inlèrèl que celui de la séfoncè el de l'humanilé, s' est fait l'apolre d~1rne idée, d'une doclrine qu'il croit vraie et legrti me? Non, il doil se raidir conlr.e ces obsLacles., il doil résollÌ,menl ac!.le.pLer la lulle, car il ne · peul ignorcr qu~ c'esl par la persévérance. qu'il parviendra à conquérir pour l'opinion qu'1l d"éfeod, la piace qui lui apparlienl dans la science. Le lemps est un grand màtlre qui dis~i pe bien dns, er,reurs et sur lequel toule convinction !>inoère et profonde doil toujours compler pour arriver à la réalisalion de son bul. La discussioo -qui ·s-'est ouverte sur l'(>pblbalmie de I' armée el notamment sur !es priocipPs quc je défends avec mon honorable ami M. Vleroinckx, n'a donc rien-qui m'étonne, je m'allendais; je vous dirai mème que s'y complais, car je suis d'avis que mon opinion n'a,-ail rien à redouter d'une lulle, qu~lque viv-e qu'elle ful, dès qu'.èlle élaiL sérieus~, loy,ale el n'ayant qu'un but, la vérité elle progrès. . Celle lulle ou plulòl celte discussion a-lelle biel} préscolé lous pes caraclères? Vous eu jugerez, messieurs, après n'avoir entendu. Dans mon premier discours, je crois vous avoir démonLré par la raison,. par de oombreux: fail cliniques, par drs rxpérimenlations faites au grand jour de la publicilé et· conlrolées par un grand nombre de, sav.ants qui les onl répélées, qu'il n'y avait pas d'ophlhalroie e.le l'armée dans le sens altacbé vulgairemenl à celle déoomination en Belgique, qu'ily r1v.ail da,ns l'armée !es mémes oph tha1mies .que dans le civil, c'est-à dir~des a(fections ocu'laire5 Lrès-diverses par leur nature, par leur caurns, par )Purs alléralions palhologiques el par leurs symplomes, au1:q11 el!Ps, abusivemrnl, l'on avail donné. rien que parce qu'elles exislaicnl chez le soldat. une nature spéci6que el un oom particuli,·r qui caractèrisail celle spécificilé imaginaire. Je me suis eO'..ircé de jéler quelque luroière daus ce elmo;;, de dé·gaizcr chacune de ces, exislences patholo~iques cles léoèbres où on les ltJnaienl plClngées depui,; plus d'un demi-siècJe. u'honorable M. VJeminckx a fait Mmme m,o,i. - ·-Que nous à-l-on rép11ndu ? Bi en, absolu m1•11t Tien. Je lìlo lrompc. au lieu d'analyser nos argumenls, de les renverser, s'ils étaienl roauva:s ou iosullisants, on a préféré fes considérer comme oon a-
venus: nous avions prouvé que l'ophlbalmie militaire était uM fanLOme, une illusion, on nous répoodit que s'élail une réahlé en se basant sur des raisOO$ que nous avions reloornées de loules les façons en démonlraot l'i11 anilé. D.e sorle que si acluellemenl no.us vouHions .réfuter les objeclioos qoe l'o" nous a fail es, nous n'aurions qQ'.·a répéler une sécoude fois nos preru'iers·discòurs. C'est là un genre. de besogn.e auquel, po.uc ma parl, je ne.puis m~ résigner. Amoncelanl preuves sur ptPuves, invoqual)l le •sirople bon sens, la logique el.l'analyse minuLieuse des fails, nous avons, M.Vleminckx el moi. élabli qu'un miasme, qu-è l'on o'a admis tjue pa.r hypolhèse, ne p,ouvail proòti;re une ophlalmie dans !es conditions quc l'on i11:voque; nous avons établi que les granulalions vésiculeuses. bysliques, papillaires, charnues, etc., n'étaienl qu,>, dos mudifications patbologiquc·s, fort-simples, se- reoconlrant partoul d'éléments normaux òe la conjonclive: n()us avons éLabli que la préte·nc!ue gran:ulation mili lai re suppurante o'u non suppurante n'élait, eo dcroière analyse, q_u'uoe follieulopapillite plus ou moios aigui:$, avcc ou sans suppuraLi on; enfin, nous avons élabli que ce qui en avail imp osé au poiol de vue de la c-0nlagi on. n'élait rien aulre que la proprielé de se propager par voie d?'irrilation que possèdent les produils phlt-gmaliques d'es muqueuses à l'égard de lous les agents irritanls. Que nous a-l-on répondu '? Commeot a-L-on r.onteslé n·otre aranière de voir? En affirrnant systémaliqaement ce que nou.s nions, en appuyaol s()n affirrualion sur des contes, des hisloires invraisemblable:s qui signifieol LnuL cc que l'o-n veul, en in\•oqu~nt des anatogies impossibles, en juslifiant des bypolbès~s par des hypothéses, el 1•n rapporlanl des observalions incomplètcs basées,sur le dire des malades el-dénuées de loul eiçamen anatoruo-palhologique, (Co11tfoua)
DULLETTl~O lJlFFSZJiALE
Per Reale Decreto, in data dei 7 :igosto '1859, venne rivocata ~ considerata come non avvenuta 19 nomina a Medico Aggiunto nel ,Corpo Sanitario Militare" pel solo tempo della guerra , del Dottore sig. Bcnatl Antonio, fatta con R. 0 Decreto delli 2 luglio '1859.
Il Direttore Doll. Cav. A[IELLA M11dico DìY. Il Vice Oiral111re r-.i~pon&. Dott. MANTl!Ltl Med. di I\egg.
Tip. So bai.pi na di Fu~cnco
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~gge.lti pr.ese-ntàligli di fro·Iite..li :re~v.à !ilQ~pii :e e,o:pfusi, ·e, n'ò~1 e1:a;.c:he1dirsl)J.e:cs.> ebe li p,0tev-a ,disJi,n.iuere nella f0ro,,~ì,nte.g1ri:tà1 e., qaanto: più• dal sinistro ohe dal ·.des.tro il 1.(Itt~le· q1Jalc.h!3, r,osa l lf ,meg.liq,~li .,*erviva,.. 11 :ma't:tino. delli i r1·6 )"<t_o-1·s:o ,maggj@· 1'85j ,, T. r sénza :1rna, causa c9nos'ciuta, ·s:avvede. eh.e• i~~l 'sin.istr,o, e[ia:iqùasi q:ir.itv:.o·: é:màl .p otéla èhiuçerlo.,i·l~H.1~si AR B~P R. I ltl A un corpo.!S:trani-er.o li s;tess:e ·d1i/vanti~ prencle i,uiio l ' • I specebro è nico.nosce. l' ocèhio-aé.cuin.iò'ato e.luciente'in ... ~ni.odo,g1raordjnacio·.QQn l)l1).,Ìlli• billn;,_S:traisull;·~pice · i:i:he gli to.gliç aff~lto H,ve,de:r~ I ,c"Cll!lpa.g,u~; il pame.··t~ _ tt \ , 1 di Stafilo1ua p_e ll:11eido cloiipio tier.e;,g!i·o.o:n;[-e;r;ro:an·o:j_l movbos:o '.sL-a:li.o, il , •-i\ Inital!:) kan:gfnte fe,.ce.; ,c · h i;11:Uà~ tib i.sig;@9t,: !Ù.IJ) ;tt0re felicem,ente -c.w'tetto .. .(?(re1xaJ&gHo~arlclet't0: a'lif]oHég~g,·(g_i,oy._-ane ohe"s,i ;ç,·isJinguo ,eoms c'hlitur.go ..gi~ s0stituitq e, o-omQ.timarJO.t}}.l f • .• ,, I • ~ LeU~ra d.,eJ Df}.\01'. fJ~l;R9,9Aì,~~-\li .~?,Y<!J~,a111 sim\o. l?rq(es.s,ore $~ ~,[piUt Ui 1Pie.tà:).,. ib qua tee: bé.a· di.a'Mò~ticò:, dl..$làfi1.;ommenaatore AtESSil.NDRo R1nRRl. I ;• I ' " ' )oma:p~I1:uc·ia,0;-a vanl{a t.o, plù,é1til1sùJi'stu0,oherdel destN . rn' ~sµl_cer::i~i9oe,1)~l ·PJlLiii9 ·,<JeU'@pie,e eor1f1e<}lil.! e ;s_aw.i-am e.nite:"Pr0yv1d'è ;a.Li :pe'l'rc(}l0, c1ì m,~n.a,eei at-a. r-o,ttu,ra '9QP , ptotr.usion·e. ,.rJtJlt i·f.'id.e;,, insii.\ta.!'l l'l9i ,t!B·n: o,_çebio p.odie,gtelcèie d,i so~\il'Zione €li- ~ùropina ~be~agi, n:fira:,.Jl! stgnt>r 'Giusèppé l."erl'~rì i çl'a Cerano, •.~o.spìcuo 1 bilmeute. E·,i v,ist;J la:Jgr:,lfvezi-3 del.1eaS'o,, ·per tna.it(Hli llorgordr .qdest,f'15i:bvin'ç,ia, d1ahòi 23i chi·erièo sta~lJ~isteç}alJ;Sib.onl~·,f e':sp01.1,~n.d0 al ·SµP.,~rjo r~ ,çfo1 .C.91· derité reòlogfa in ·questo s·eminario -v.esC'ovi le, nnope Je_g~o lei co;nUògeoz.e.ip'.@sS:ibi;1ì1,•p1:qpose di se·otire il •dalla nascita, o'ì 'b~rt.~ e-foo'i.rstc fo'i~mè, 'di j tèn:ipèi:'a:mè:n to misto, d' thàole maos.aeta!'e'. do·1ce, .nat0 1dà· pi- mi~t ~,V;Visp, i~di avqtone.-1'.assenso mi cJ;1,1;1dusse,.p1'.esso . rnntì s~rii~ no'Ji "t'u nla'i' àffeffo da,malà~tìa .0cularé,-nòn ,il:malato: 1 1 P·r~se.l.'lta,}l.a r ;ocçJ.liocd.estro~ lo s.t~Olqqiai pellncitlo ti sb'ffer-s'é' irfalàitia:irann~ 'qµéll~ ·p1~ oprie cleli'ihfanzia, •J ' -·· (• "'I I . , l 1 f;· I · :nìun seg,n0 !fi disçr.àzia quàlsiasi cong.en,ica oo. aé:qni"- '.e,.aoo,tc,o:p,iµ ~b;~,} n,e;i,piente m,~Ju.niforoie...., Iiiuna mac1 è.liia- s,ulla. ,c'o.rn:.ea,. lfiride ,e. fa p,upilla al10. ,stato, norsi~a. s'e n.'o'1\ .lfòfr•,t 'rsè·· 'di·l ... u'ff abit'o urir •po' Iiìbllé 1iropr io :,~,f ,., ' -: I i __, . ma·!~. Alcuni · Vi??elJini, ,,qua'.H si .OS.SAr:vatang ar1,,che tlel suò ' p'àese ·0vè'· è· dominante ] a scrofola·, per mal .talvQJ Lij :allo .stato.naturalè deU' oc'chìo;i serpèggiav,aho gcrverho,\ Ì.éile ab it~zi,oni. ' . 1 ::. ~f~ ~q~ qt1~Jè_~è. tempo,,~i1.ll,Jt:fva1• ?,O,? i c9~p·a~ni: ;sullm,~cl~J,(}fìlca e- ,di,~u·i al m.~_ni~olo..1 o,on.,,fecirpo caso;.. la 1.(S'€f,ngÌ'm:ttiv,a paJp..eJ:iràle·;J-tanlo ~.u p,eriore '.che· infécbè·l.a sua J Jfta $1 era ;r(fi~y.?hta tS~~µ atameqt.!}1,~,all' , 1fare, a'llfiJ,stat@ ;nbrm-ale,: Net sinislro, lo st:afiilo,ma bMhio . sioistro, ner cni non p \ 1teva .ché a molto sterito. ,Jtl)'1-". '"1 i } ' ~- h~t ì L~,J'J" fii' .N1f· Ì'~ < l ,' • · ' ìl' ' . ap~l!iq,p l alJo .S,.tqèhq. E _(lUIWlf 10, J~CCfaYiHìO .q:u~sì :m0Hon:~i111,avanz,a~:o. ,{ irHh:1alla, .$,ua • S:ed~ . ·na.tunàle, ,f!.\1PòÀtri4~rR!a:.q!~~tfd~ogli ~t~e.)\Y~:va ~li,,OViÀi .Pi~ )).e)li ,la 'R,i;ipillà .d.ilat-atis~i·ma pe1: l':àzione- de1l'ati:opin-a ·in~u~~gji1.~llrb;m~tr,e 1i _P,rofèrrìv.a s,porgè.nti 'e, brillanti sti.ltatavi H ,gi~rr.w iHt1:r1n~i, l.Jlcentissi,nta Ja: corne:a: e fogg,iat,3 ~coi-i+~,:,un .bo.none, ~~tal1ic:o ,è0n\q9.,. a~ r,ui • come ,.µp, d\aroa9te.,n~liçat9·~nel)!,o:n,9r~h JJ.i:;t.~fob.:~;,pic~ g4te ,aRf il~Pi ~§~t<}: morhq;sia,, ,p~i:~,e·v,~rò ifelJp ·~M,_io usa,vano ·aH.a1gi111bparHc,a~alan-i', èome una . palla ·~onica caogi,and,o-,tjPi~:tutaq1.è0,te di .ocehiali..>M/4 .aQche ,l~ot-· , .&a ·hers:agliere; Ul;ll'Op:aoa.. ta .so,mmità, ed ulcerata p.èr la gr.and_èzza.i d!,1:1,rnH_ente co.m'.tùte, le·lamine oo.nnéali t imeii:,q,{pJU V(l;,;',l!lQ~t')i e.lìa l13µ,,t~ eh~ -glt-ii(}v-a.s~e ;1gli 0
1- ùott. è.ArnE: OsservazJonJ di Stafiloma- nellucido doppioJelic~menle ca'rato. Lelter'a ·alÌ'esirnio Pro. , fes,se ri: A'!.llSSANl>RO RIBll.Rf. - 2''. Rivista tael g:ioç,oali sciènh fici. r
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ulcerate non offrivano già l'aspetto delle ulceri incadalla congiuntiva della palpebra inferiore si portavano cavate, quali si osservano comunemente nelle ottalalla cornea abbandonando affatto l'ulcera all'apice corr.rriie, maoen:si trn~'llo di un nmmotli~énto cli tèsputo neàle. Al terzo giorno osservammo u11-deérfeseimento fftuasi sottisse-ioae!erato dall)cqua, epp'el·e.!_ò__ tuinitlo; l nel pro~e~so~~cèra~tvo, il·bottoncino ti!Mrato ffi'~liliashn'è-era già-un trastrdàmeoto di-lin'C-a p.erchf1tr'tal caso sava, chm10mta. l'&pìfera;·f'ajrtn1alato ve-beva meno connon era difficile il constatarlo, giuggeva sino a mezzo -fusamente gli oggelti.; i tarsi p:ilpebrali, ma 'non ne- superava il limite, la (Co111i11ua ) sua presenza però molest~va il battere _çle.Ile pa!pebre ed impediva anche un .tantino -il chiederle perfett'clmente. La c0ngiuotiva -palpe~!'ale-, sègnataihentEriò~ feriore, alquanto tumida rossastra, e per. poco, direi PAI\TE · SECONDA qnasi, gr.ati'ulO'sa1; 1due o tre rvasellini da essa dipartenlisi ar-borizzavao.o Rul globo oculare, {}ÌÙ proouth éiawassaf che ne1ctestro, diretti.verso t'apiceae1 cono Rivista dei Gi'ornttl'i Scienfitici i1e.orcte.ale, ,ma cbe si arrestayaµ~ al limite\ corneo ;sòl'erobhtale,i,una··teggier epifora, q_l:ra1lrah·e flolor•e7vago ,al sopÌlaci-gllio ,' un ,senso di capo11lenio e(l:u11-polso ! OT TAL MI A Il EL LI CA pletorico, ·ambliopia, eràno lo rstato ohe presentava il -siabot'Fer11ari ecr i mali clrn ac;fa1sav'<l. o ACADÉmE n~YALE·DE MÉDECINE DE 'BELGIQUE Av.entlogH git U Uottore Crosa ·amrninistr:ito dfio purganti, si prali'cò ·on ,gen'eroso .salasso che"non tllè ombra éli cotenna e poca plasticità'. Dopo dèl che.nei (Conlinua: . • Y, N. 33 e anteced_enti,). dì seguaoli abbandonate le lenti cristamrre'eoncavocoòcave, munimmo il malato di occhiali di cuoio pèrfor-ati nel t;entro, quali si usano a correg~ete lo strsaVous vous rappellerei, messieurs, que je \'Ous ai déçrit bismo. Questi meglio raccoglievano i':i:agg.i lucidi,-,e avec la plus scrupuleuse exacLilude la seule oplbalmie Yammalato più facilmente si •govemava e leggeva delqui·soil' conlagieysli et spéciµij u}~, p~rce qu 1e1)e est falal~occb'io destro. Quindi in·stiHamr:ìlo ueW'@Ghi'o-quallemen~ la coriséqucnce d'un virus. parce qu'eJle·présente cbe goccia di laudano ·colltaggiunta dell'a compres-· uno ·a1Léralioo paLhologique sans analogue, que -nous sione ()'culare moderata a·al sinistro; ma~nuJia si 'Otavoos appelée la vrnie gr,mulation; vous voos ra.pp.elJ~rez que' j'ai don né à celle o'phlhalmie' le nom de blennorrophteneva. '11occammo e ritoccammo f'ufoera eorrreale col nit.rat~ 'd'argent0) Dia con niun iVantaggi'o-t Già-.elliaf;mio, ,vir;,J,mt~ m:am.1,1ll11JIC, cn r·~·pr}~i çl.Ìs~p,t,. qy'e.tJe. se :ra,'Vamb 'tjet ptmgeve 'l'a:equeo 4ed ~me.ora! pt~aw~ar-e il ~enconl.r:~i,l .chez \H 1$q lç~l cpll'),Ifl<hcJwz le bn.urgeoj~·.sr\f.!S proceSSOl(Ypé-r~d~o.•del 1P1ari01dall;al1S~i'IV(;,! I ììl<Nlficà'to, gy,~ Q~ s~il i Jl 4r0,i,l1 ~·9,1.fair.~,1µ,Qqttm.l!ladi,e,. :isp,écia.le, ', sicc0me ebbe•' la 'gentilezza I diV•su.ggelìir1ni•,1ql:Id.lido ,PA-r,çi:119pe_,..t1a~~1~~n~ì,ne~tt ~ir,cQpijanc~s. çp la.- v.e1:rait 'gliene paflal 1a1voce- dhprrei giornit se-iiJlon 'Cbe la ,s,Mi{,.plulò,')1.~\1s1 ~JlP ~tas~,e. d~d.fl ~~cié~i qµei d11~,s 4ne presenza di quei vasi iporlrofizzati, lo stato idella •, aulre. - QL~·a~L:,9n o~pos,é ~ ,ce~!n desy-r.\pli_qp. coqiplète Cùrigiuoliva 'pa)'pebrale accennato·, ' '.l'Ul"M.razioti'e coret ~xqp\e QC .\~ . !·1lrn,no,rf,°Ph!l1~hnie. Wi~ 0.l;ll,eus.,~S 1.<J.ue n'eaJ~ mi fo"eeJJo vedere ima maJo-gi·a fuorbdsa all\l m'a-t-.on o.bj~clé lorsq~e f.at ~émo?lfé ffPe .s~il..Y avaiL u1~e ophlhalmie spécifiqne, virulenle, granuleus.P. dans condizione. in cui, ad un dipTasso~·s, lf.rovarro:quéste ,, 1 , ' 1 ., · .n l'armée, e~ ne pouvaiL, étre que I~ bleofiorrophlalmie? parti oell'ollalmia scrofolosa e' pust0losa. ·Ed avendo · .. "' Qu'a- l-on répondu lorsque j'ai demon.lré-Ja spé.cificM et da luoghi anni uella mia pratica adottato con grao<le la virulence de celte aff~clion par la }aison,' l'ob;erv.ati.on 1 '1-antaggio di cauLeriizare io questi ca'si ncm già l'ulel 't·c~perimeotalion/. eL lorsqué j'ai fait ré'ssotlfr les dis1 cera o •la··pustoJa; ma bensì i vaselliffi che:•Ualimens~dmblaqces radicale~ qui e~islaie~é eotr~ ç~ll-e ò~ht'balmie si émi'nemment Jp6'éilìq1Ie et la nrét'eidu~ opbtano e formano quasi la .coda di 'lm:kèomèta,. il .cui nucleo sarebbe foggialo nélla pustola, e ioo'n;po'femio •(,tbalruje mtlila:fre ~i si'l'nple, si vulgaire, ù'a'os"lli1-na~ses cauterjzzaro i , vasi della oon·giùntiva scletòtjcale- o ,llébinrii·e tlaòs'>ses- altéralioris '? Er\core \irìe'forJ1PiYò '~o~o' per la,,mdbìlitàrOl)aUra degli amma'Ìa,ti, '.di•C11Uteriz- · )u'!Ìle\it rien: '- ' 'v:dus a oz1entendu la JfefHi.èrèl1/'t;/{-fi%\i1zaué leggiermo-ntti •,ànche1,solo"1fa 'C'ò1rginrìnv::1., pa/pe- - ta.lio'n do·Thònòrà'bl~ 11 M'.' Wrtribm'oilt\1•et'jé p·~bsè'/1 à 'la br-al'e S~0S')5r:>"in ù~' 1punto1rqo'alÙll'tJU'C 'lltì~Si a ,s,tabifii\ ifo'là. èlerlijlère séance,,! vòus:avùir 1pt'eu-v<fqu~~ÌÌtl1'in1 1ire,uoa dev!a.zidne ·di' stlm@l'oJ,Pe:nsa~·di Ìf<:X~care <!rgni --Jfirmdil' ·a·ucuri dè, µ~ilnr-ìpés 'qri'e1fai sò'.timisO~i\ìolre1~p'g~onno ùnaivolta' almeR'01.e'ta'1'd1~ 'due quei .,vaseUinj cbe' 1 1précjatiòn éclaìrée! Qu'anl ·auxlobfco(Jons prodtiitèsl~ar
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un aut11e orate·or, elles sool plus singullètes et,surlout immédiatemenl r.ésolue né'gati vémenl. Dans 1na· mani è're de vòh, croyez-lc bicn, celle solu lion o'égalive ne1 va pas plus incroyables, je m'en occuperai daos ùn inslant jusqu'à pré.lend re qu'une ophlhalmie conlractée,d'aos le D'après ce qui précéde, ne suis-j.e pas aulorfsé il: dire ser.vice militai re n'c peul rècidiver; oon,.ce que j'e prèque cetle manière de proceder n'est ni sciehtifique oi lends, d'ancord avèc les lois du plus simple bou sens; c'est sérieuse 'l N'aurait-il pas élé- plns simple et surtout plus que celle récidive n'esl possible que pour aulanl que. la commode de dire, dès l'abord, que l'on élait IYien décidé ifhérison n'esl pas complèle, qu'il reste encore un germe à persister daRs les er,reurs qui abood_enl dans cel~quesappréciable, si minime qu'il soil; o~esL aussi daos ·cètle lion de l'ophllìalmie mililaire, el que les démon·stratioos, circonslance seole que je' oroirais juste d'engage.r direcles r-aisons. les preuves invoqoées par M. Vlemiockx lemeo l la responsahilHé' du goavernemcent. Or, pour une, cornme par moi, éLaienl incapables, malgré-1eur evidence, lelle solotion, vous le savezcomme- moi, p·<>ci-nt n!esLhesoio de changer celte.délerminalion. Cerles', on a le droil de oontrt>ler, de coolesret mes od'invoque.r une ophlhalroie spéciale, u1\ miasme, d(ls g_rapinions, je n!ai pas la prétenlion d'èlce i·nfaillibfe-. Ennemi nnlalions latenles, ou mém"e 1es grauulalions ..da,11destjnes découverles par M. Warloinonl, il .suffit d,tine ,folli bulo-pade l'Oul despotisime·, je ne v('!ox l'lmposer ·à ·personn-e; mais $j réellemenl ines adversaires veulenl uniquement pi!Hte conj dnclivale, d' une oph thalmie •catarrnale:qq\ ·r.é.: 1 servir laicause de la s·cience, s'ils aspi'renl a SI:\ fa\ire des suh'l'ent- parfaiLemenl touL'es1 !es affecU0'1)s 00o'lai-rès ·qtre l'on· a coll ectìon nées sous le,fam'eùx ·noni o'ophthalmie, prosélytes, s'ils prélenrtenl élre prisau seriéuxjje nnìésite pas à déclarec ·qu'ils doivenl défondre leor cause· avec mi litaire'. La soluti on que ,jeipropos~r~is·seraiL donC:bìen• des argumen ls plus solides qu·e ·ceu1:1 ·q11'ils 011l emp1oyés si'mplè: je dirais au gowvernemenl que ·toutr soldat qui• jusqu'ici, el uon se borner à exhiber ces raisons hanales au_ moment de sa libéralion, ne sel'ail pas· radicalement que l'o n est b1en surde retrouver-lorsqu'i l y a ,une matr- • guéri ù'une ophth'almie conlraclée au servioe, q·uelle que va-ise cause fl.'Soulenir. Pour ce q4i me concerne, je ne soil la nature de celle ophthalm ie, tomhercait à la ~hargè, demande pas mieux que !'on me prouve que je su-is. daos de l'otat jusqu'à l'~poque de sa guériso n complète; en.· disaot cela, je rendrais horomage à la vérilé. l'erreur; mais ,·ous convieodrez, messie11rs, q_u'il me. fauL· pour cela auLre chose que cles déoegatioos, quélles que !1ais cellé solulion-là, je le, sais. ne l)e.ul-convenlr a. mes honorables conlradicteurs; pour les satisfaire, _il fàµtsoienL les au lorités dool on les appuie. Je me suis efforcé de convaincre mes contradrcLeurs, c'esL bien le moios qu'aveuglémenL vous f;ngagiei l'avenir, il faol què! sané~ tionnanl les erreu rs scientifiques d'un passé fun~sle; vous que j e demaode la réprocilé. reconnaissiez une ophthalmie militaire et que ceue· òpbDans' la dernière séance, oulre les argumenls auxquels Lhalmie peul réoidiver chez un sol<fal,·bien qu'au moment j'ai dejà repondu, l'honorable M. Warlomonl a ém is l'ode sa libéralioo rlu serviee, il ne porte ptus dei trace pinion suivanle. La récidive dc l'ophLhalmie mililaire, a~t-il diL, esL une, chose avérée, il en a ohservé plu~ de celle affeclion'; iI fanl enfi'n que rous fassiez ceL av·eu, qui doil peu, llalter volro amour-propte d~, méde~in prasfeur~ faifs; mais moins absol u que M. Fallol, il pense, Licien, que vous· ne possédez pas'fd'è cl'i'terium•qui ·permel~ que celle réci'divo pectt d.~peni:lrf ·de cc que l'ophl.halmié. le d'assorer qu'il 11 'exis te au€ude, connexite er)lre de_ux militaire lat'sse à, sa suite l~ .inuqueuse palpélira)e·bquralle111tes-de laclite:,malatlie, éptòuvée par le mème irtdisouflée el rugueuse, étal .qu'il C6nsidèr'e co,inmé coìnpalible avec la sanlé, et ,auquel il do nncrail volonlie_rs le vidu à d,l!s inlen,,a lles plus ou moins éloignés, et qu,e par conséquehl toule limite qulon •voodraH élablir ·sur ce point oom de granulalions lalenles. M. Fa-H-al~hli, soulienL que. serail arbitraire. la réoidive esl possible hi en que le soldaL eongédié ne Le sorl en esl donc jelé: il ne -suffil pas q_ue le rualheuporle plus ùe trace d'ophlhalmìe.,au momeol de sa Jibé reux solda l soiL, en raison de sa posilion, victime d'uffc rati·o.o do se.rv ice. Celle q11eslio11 de récidivc devanl jouer un grand .ròle ophlhalmie que, pe1· (as et ne(as, \' on 09ndamne,à re\:~tir une spécificilé mili lair.e; voilà encore que, comme consédaos la réponse que l'!cadémie doil adresse"r au ministre queo('e de celte première fa11laisie, on le condamne. poorde la jusLice, il esl utile q ue jr I' oxamine, et qoe je Ja~se ainsi dire à p.npéluilé, à l!lre sous le coup d'une récidive rcss.orli.r si, en vérilé, elle existe dans le condilions adincx.orable, à laquelle, quoi qu'H fassi.>, il ne pourra é-_ mises pàr presque Lous les partjsans de 1a préteodue chapper. lJne fois qu'un ~oldal a élé atteinl d'o.P,bthalmie ophthalmie militaire., milita.ire, de par nos conlradiclenrs, il d(}vien\, Il\ chos~, Messieµrs, \l es.L inconleslable que, si vous reconnaisla viclime de celle ophlhalmie. EiJ vain vous le .croyrz sìez la nòn-exislence d'une oplllh<! lmie prso,pr·e au siildat, guéri, ~n vain il se vanle de son excell,e nl~,?~O.,l~, qe ~e~ sj v.ous,Leoiez comple des nombreuses raisOfì/\-q.1,1i O)ililen,t bo.ns yeux qu'aucuoe trace de mala~ie-ne .v.ient \r:ouble;1;, con tre celle en lile palh.ol,ogi que; quo rieo ne prouv~:. .gti! aul'ophltial'mie, I.a hideuse ~pb!h~lm,i.~1_n'. (ln, e:~L_pas pioi,n$ cun·[ail ne ~é_vèle, que l'on n'admaginée q.~e p.oor.A:~.t i~f*~ à, d-es idée's' pr,éc,onçues, ,celle question1 di% ,i;éèidiv:e,J. ,qtfp~ là, mar.chant .à s'es.;c6Lé.s, -se, gli,ssa:nl Jians.s~~ h,abi,Ls, cal'on gros,sil à• plaisi.r po.)lr ~n faì~e tjn 'épouvap~~jJ,,:,.&'era)l ~ prieie,u,se el fanta~que,1et p<mant, des coups d'·au.tarit ,pl.us
-!68 dangereux que l'on s'J allenò _moio:>... .. C'est l'épée de Damoclès suspendue à LQpl jamais sur la léle du m:1lheureux soléla-t: , P:ourrez-vo:u~. rnessieurs, ad;nellre unè t-ééidi,v,e. c.om-. prise de,da- sorte? Je $ouliens,.q"1e non·. U.ne _mal<1,die r.sL. guéri~ -on P.~ l'est pas, comJ)le -un~ porle esl ouverle on, fermée, J'évidence esl la..miipe qans les deux cas. Si la mala.die est guéJie, la réoicli-ve esl impossible;,el si plus, tard 011-eonslalc1 q,u' une ,.§fGOJVl0t1ij_a!adie semblah,lc .à la premi ère.,s'e~l dé-!,eJèppée1.:c:es:Lq1,1:1rne nouveH.e'\oa:ose a agi. Cett,e vérité,q11e ,,l'on -ne r,or\le,sle pas lorsqu",ìl n'esl p oin l qoe~ion de maladies,, dial)té!)iques, (el jusqu~ici on n'n pas. ,pen_sé à fair,e1de l'oph!balqiie doJ'armée une ma· ]adi_e,4iaJ.Ms.ique, cela 1vieadra peul-èlre.).,,csl en loul applteablp f!ll'~i9j,yer~e.!i,~oqj411,~~tYJ1~eJ5 qµ$} )'Qn1pe,u.~ ohseif~er1o]iei;,lèi,sold,ai.l·.,1Sj ,,,4;un1/aU:.lr;~1eM~,,,\1,J'.)i:\ r~,e.,i.di v.~xér el1J1.l,ore$J,; ,q1Jenle. ,sold~t, n''élail;;p,as. g.µé ri,;, Il C$L,possible qu:o~· 111il Òrn qu';il l',&lai!;q oo_m.l\i-Or) .de,(}r-OyMC~~~n,o'l} L pas tllé. tiì,otQpées. JI .es~ rp,os,s\QJe qulon ,n'aiL-remarg ué aur+uoJ}S ,lta;ces, f a:lléra lion. aonjMitllvaJe au momenl d~ sa,Jibè.P..~~91)',dlll"'&~\ri'iÌPe•,, 1§!,0_mhien, ,v,'1~J ~é~a\ÌOl}S ,ne sont pas,.pnss:é'.es i:~a~~.e!l!nues.~ij,';eshjli p-.as,ceO't foist p,r:éf~r<'lb)e de ,confesser. une Cl:r~u1nd·e,9iagnostip q)l~1d'irivoquer un exµédie n~don!::-les,.corrségue.oces sera1eut aussi fàcli.euses-po.ur cel ai au, p,tofil àùquel on Je mellrait en avant iqu'..oo,éreux pour le go,1r'tel!nero,cnL. -Si v,ou,s p-11éleJ1-dez1$~Gour.ir•1 l~s , opbl halmiq,uiis .,en, puisaot d.ans la eaisse1:de,h\Éla,11, que\oe n,e 1spfa ;p:a$;,~·&v1ous,en e:oojure, .à, ]' ai~é ~'-une J\ér~sie·, soi1ei1.tifiq,u~~,ln~ ma-Iheuréu:x saven L faire naoilr.e asse2, de, s~1mpa,l;hi-e poun que vous ne soyez pas obligé..:dèqecouril' à delle ex-lrémrlé. . .M. wa·domonl, .il esl,jos.l-e·d'cn cilnvenir, àllrjbue la r écipiv.e'd1: ,la préleoùue-ophbb-alrnic mililairè,,à la persistfoie~,'aprr~p gu'é~ison,, 'Ò:,0to•~tab :rn g,ue,u!Xrde11Ja, nrnqueuse eorfjonenvalo, .èompalibhmweml'o;Jil"aL1dolsantéì•ffrès .:,bien voilà qui'· estJraiisqo no11f.d'·l1fino.rabl~e me01htfl)>ian·1i1ofos, 11 tadm~t paS°'d'·effot saris. oa.us1r~,a~,q«'i11a'V'anoe peul ,se èomprenote ' pai:cc qae oelanlomheidnns le domain~! de J'ap.préoiation. Mais quelle signitìcalion ~L ~ .artolnont acclfrcl'étt>-Ìl 'àì.celi éì!a. 11U-%t!WX:f?.·, ~ndubi ttablemt'Jlit, pour Jui{ ooitiéf.Wrùgiui\ioc-, quli'I s:e.ga1r..d~tde ·~ldfirii·~ b)Mt11qa,u1) iifàscru.e-sails' \·eque I s-e caehe, oe Br.olée qu,eJl~on a<p-pe1le granulalion; .el cfUi, un•Jjouli·OU' l'aulre, qu~on ne1pré~ise j>as, sé:li~g-agean( do ces rugàsilésir de1ce bor.sou.llement t6njo·c(ival"s10ùs1leq\l°el rii -s'e'td1ssim~l~. ,v,iendFa j'ouer nu, Jn~hvliis 1to'nt a:u \.HlUVre, s0l,dalcc.l à 1'1Elalr'dcln~ on dnvo·que: 1J,%spoif~ahi fité·t1Ponf1tousi1Je's' -pv1,tltGieusirqui. éo n'.te;sie 1i l fa COID{J~Lence' Be la ,f(jj 1en,dfai11J,de•1scfonoe:1ce's ru{50'SÌlés examfhéésG-tle~pfès; nlFso111J stluvèn l que''d-es1fo!li.cules el ò~ paptll°è's;.cfe•la conJont.tive\ ' qui peuveut(,0-pr~.avoir stfllt iitìe-pr'è"mi'è'te' ~l~fftiliclieJ"éòaS'ervori onpdé,vel.oppeM1etlV'phrsl eonsWér%1Wlté1.t'eJd'ìi11IMrai1t(llb,rrh~l\ sa'ò'slqu:e! cet éC'a'l <>~ot'tfral~'e-es'sb'11d'-/)fx~gfti~; el~ a'i)'Sllq'lle'iHofl ~ttill'frf.:tlroif d'ot s u'pp6'téhrfi~ i·t yaiV làJ'sWsl for.m~ hfr'fed, 'uoife:rliienf 1
spicifig.ue. J!admels que:ce dévelop.prmen~ (olliculo papillaire Reul con.slil uer une pr,édisposilion, ~Jtri w ncle la conj_onctive plus sensibl e ,aux causes .irrilanles,-m:li.s en admella.nt qela, .je suisJoio. d:,y, voir Jes1élém.gnl$; d'une réoi:dive teli.eque l'ente od M. Warlomonl e~ ses parlìs,ans. El n'en doulez pas . .messicµrs. si l'on csl arrivé à·une conclusi(}11 opposée à celle que je vous signale,,c'.esL que aiosi que vous pouYez Tous en convaincr~ l'on,esJ c,onsLammenl parti 'de prémisse.s fausses,· ne, découla,111. -p.oiòt de J;i1.1~erpré:~aUo,1) réelle <les fait.s1. Miss.leu.rs, j~en c;,{Jliy,e maiolenai1t au discours clèiJ:honorable M. •Falloi, li v·ous a dil qu'.il ne complail pas parler, que s:iJ s'élail décidé à prendre la: parole, c'slaiL,parce qu' il craignaiL que son silen,ee ne ftU folerp rélé comme.élan l un désa:veu de ses p.tin~pe~. " , 11, " 'J :au~ais, ,r~gT,.ellé une :·s,emblabl.e cl:élermin'l!li,o,I)' de1la pa,ut dèrnolrelidìgne c&Lsa,Y-ant·oonfrère, ·car petsoon·e plus qae moine, foJldu oas,.'clclses,mscours, pcrsonne plus que moi I o',aìme ·a r en\enJi:e. :<bscnter. l~s queslioos les phls ardues •èle.Ja::.scienee,,aveé celle élégaoce de1orme, avec celle dé)jcatesse!l'd1expnesS:iòru qui'·conslilnen.lcle ,colé le p1u-s., rem{1,rq11iaibl e1Cle1spmbalen t ~ a· ona,~e\J.11. !BI JlU~S /, ~ourr quoi .v.o:U\5 lo;caclaerais,jq ~,tiail's celle quesLi0:ow.;de1Voph.. thalmie·ide'I' i}rm·ae·J1e, pouY-aistj usqn1à certa iIl' p-oi nL,,croj re , que M. Fallo!;. viondraH pffilt~Mr.e bien, affin:ncr q.uelques uos des .prfooipes1,que,·je -vo,ns •ai ax,posés.- J 'aur,ais·regaitdé.1ce,Ja,c-om1:ne une boirlfetf'otlnnep quoi-ql!;e..je1doive vo us avouer .que je n·e complèi point,parnfo les,•1amis •d:fì l'. honorahle1 p·rési-<l"enl qui Hnnt'• engaaé , ài.ntoafor à, la lrihuo:e1 1 Comnre looj'Ours, le discoms cfe l'bonorahle·pi:ésideot a élé- cbarmant;· eepcndanLfil mia 1~emblé qn.c sons uno forme poli è el coùrloi!le, i l s~ c.fchait, je, ne dirai,pas du dépi\\ IÙrais, si v6u·s· l'ai'méi .-mre0Jx,q1nii ··sob~o·de:i.è\rntra--, ri'é'létfMii,F~ill·o1,, s!eS·lr plai;Ù1Jcl·ei,ce1~~1e lfon n¼t.val wpils ihvoqué suffisamtr1ét1blllauLU'ritl.é1·9eJscrn nom·: ce1qui prov.e1:..nait·sabS"doul1:\'ld' àpr,èsl Jui , 1de.ioe qu'. 01111\e li-àait pas sés é"ctils,, 'Cw reproche, p(lut" re· qui n\c"conèe11r:w,'!iill '. aurait: é.lé ~rès~seu'siblè,s'i l ·dùl' ~lé"fcfod é,' car. ·d~pù-is .dou2-e1a11s, f ai 1i~oessa'mil1enl• in 9•ot1\)·é,, ,aa!,p', bfil déì tlilh 1cfoetrioeiaur. les ophlha lmies de l'armcre belge, !es opini6ifs1ae !n,JF1a:lt0b,1 j'ài· Jl)l•a ltMllv~roenLlsos'é"cr~ ts et'fy• ai111phisé1dWMmhreux· a-rgumenls ,poul' élàyer. les printlpes ,,a:crtriohtphe dèsqnels•je me ~uis voué; mais a·ussi,,que M; :h.llot me p&rmèttelde!'lo lui dire, soo·dernier dìsco1rrs at·sliscité' en m:&t q_t.i~l'(Jiu-e1étlonnemorfl/lprédisémenttl\pea,1~e"d~ ses: é-: crits antérieurs que j' lus et méailésJt ill 111ft ~il11'JIJ, li I , ID·aM,s'!òn"tier ni'er,·dìscou1s, r.M ,,Fa·Il·o~ad11110'tlquJiI· existe-unè' ophllìalmi'e ttl'iiilaife spéC'~aJe<i &t pou'ri llél.ablir il irrroque _l'èflemoignage- d'e's auleutslqoìla'dmettent la .m~-· me éh'.os'e7sa'tisila prouve'l;'davcan.t~ge';til ;So'utientique celte tH~tènffire1 ·òphath1l\ln1i~n denl!.ai'm'é'CI esr '°dntà!greusei à la l\1ffil ÌeT'é(ij t{Jlj V~'tl'Sl}tl e'>là, •<lyssen lel're·,,i •dÙl1Chp rérai( ie t11qoe' fàl'"c"trnt~~ioh1 ffitasd:Hilìqù~1 'èsFHpJ~us,'ble •quòiqulti11 r.ne
ai
- t69 -puisse la démontrer; li refi· il défend' lonl ce que fai attaqué eliil alla:que ,lout-ce que j' ai défendu, sans cher·cher à établit l'insuffisance de mes argumenls ~t saos eo foutnir de sérieu~ eo fave'ur de l'oproioo qu'il se·mble l)arta·ger. Eh bie·ri, jè le répèlo, t()ut .eeta m 'a éronoé, car en cherchanl hie'n dans ses écrils,"'i\ oe ·me· ser-ait pas impossible tl'·y rernt.ortUrer des p1assages où i l àflkme ce• qu'il co1)le:ste,auj'oen·d',J10i. ,Il y a eu une· époque oì1, pour M. Fallol, l'ophtll'almie vulgaire ·désignée· sous le nom · d'ophlbalmiEr 'ffi'.ililaire, n'élail, ainsi que je le sou\iens,· dans la ~rande' majorilé des cas, qu'unc oplìlhalroie simple, catarrhale ; qu-a.nd elle offrail des caraclères de virulen ce, quand ellé élaifré~lleroenl contagieuse;, oo·avail a{f.lire à .une ,blennorropblbalmie,virulenle telle que jela oomprends, à une .blennorrophth almie virul~nle, la seu\equi soit r,ée,l.lemenl.0011lagieuse, sait qu'on' l'obscr:ve dans le 1civil ou ch(Jz, le· soidaL ,Je sa~s bié1i, que1 jusqu'.à-.cerlain( poinl, M. Fallot a chao.gé d'opinion; mais lorsque je lis les écrils d~un auleur., qui sur. un méme sujet a e11 ùeux opinions diffgrenles. il me sembte ·que ,je suis bien lihre de cboisir parmi :ses- opinions celle qui cadrc le micux avec ma raiso.n e:t- a~c les fa ils quc j'nj vus el analy:;és· Je suis donc .etr d·roil de.dire àll. F alloL que la d-0clrin e qu'H condamnecaujourd!ù.ui ne doit:pas •ètr.ì'::- $i mauvaisei puisqu'i\1 -l'a pa'lron:ée péntlilA~ 'de riombreuses .,'.rnnées. Vòus mc réporrcfir-ez que .vo.us éliez alOit'S clans;J~evr,e ur; mais qui vous dihqùe oe n'est pas le contraire? ·quant à moi, vons ne serez rras surpris., si jP. le prèlends.. J' ose espérer que M. 'Fallol me pardonnera- les réO.exioos qui pre.cèdenl, car il ne peul se méprendre sur rucs inteolions, d-'au~anl plus que je professe la plus profonde estiroe pour son oé,\rl\élère ella pluS'. .grande:·considér~lion po'urr sa haule posi bi on sci onti fi'q np . li me reste,.à répctm:lr'e, messieurs, ml, dernier di·scoors q1ui' .a télé ,pr011onc;,9-·d~n$ l·a ·d~rn ièt·~ ·seancc. It.e \:11,e'nl de'l\L @rorcq ·est i1Jconleslahle, je-le reèonnais, a,;ec d'auLan.L plos·de,plai.si<r que je I/ai vu oaUre eL grant. dir. Aucune questi on soienlifique nc- paràtl fui • elre élrangère, el vous_.a,vei P.U soovenL vous coovaiocre qo' il )es \raHe toutes avec- un égul sur.c.ès, Chez lui 011 ire conslàte poiul le doule pbylosophique; ce clou-te l1Ji1semhlo lo parlage des esprils vuJgaiu,es. lJ ri'bésiLe jam'ai-s, et quelle , qur. soi\ lit ques~ioo scienìifique qui s'ç1g~t1:>; i-1'se jetle r6solu.menl dans la mélee, a!Iirruao~ 6u·1nfant'av'oc l à mé:me ,aulo,rilé,1A:veo. M> Crocq, vous n'avoz jamai·s à r edouler la rnoindre inconséquence, la m0indre contn<liclion; ferme et conv:airteu dansscs principes, la vérilé poor lui' est loujours la ~érile, n'ìmporle d'où elld •sori, rtli mporle c\>où·ellevienne: voùs ne ,le verrez. i-roinl-c}1anger d'otlinion suivanl les temps ell les licwx, il a:bandonue tòlooticrs celle triste fatullé aux caroéléòns qu.e l'on rèheontte d'a'ns l'a·sciéli'cei oòtt101e 1 rlàns la p,olit:iqùé', ~ 11Avt:tr> u1wgèmMabl'e orga'ois1Wb1r, il 'V'oli'~ eslJà.e-ilè de ~òrnf,1·ebdl"e' qu'é. i! bòritJrable metn'bÌ-e ò'e ns ti lue 'ii'ti,adver-
saire redoulable. Yai le ma}heur d'en ·savoir quelque chose, puisque c'esl sutlout ma personné qu'il a prìs à parlie dans sorr i:lernier aiscours, puisq ue ce..sont·mes opi nions'qu 1ir a· èhargé avec"cetle éloqùenle i'ri1péfuòsilé' qu'on lui co-n'n'aHl.1. Je vòus l'avduerat, nressìeurs, fe ne m'y allend'ais pasì quoique' à vhii diré,Jr l'~p'qquc ou nous vìv'ot1s1 ò'rì~de:vr,à'iff' un peu' s\illendre ~ ~tut · 1 Puisrff.ie 3ar ilù lit è'hance d'en còurir l'à'iiìére·"'ériCique_ de M. Orocq, v'<ry<i'b$ s'jl est possib lè de me réìe\rer des ~oups qu'il a eu l'hH'enlion de me 'porLer. Ìle vous lé dissimulerai pas, fuessieurs, ma sorprisc 'a' élè lclle, quc je me i:erais déci_dé à ga rder un ·silence _prud.l nt, sì par un hasard beureux' il ne m'élail arrivé 'u'n dé(énseur inattendu, qui a· relev·<r morr doura'ge éL qùi à forc'e"de 1,onnes raikons m'.a ·cònvafobu qu ò- ma cause n~e'là·ÌL pas 1 aussi co,npr:omise qu'e jè pitra'fssa,s le sup'!i6s.e~.' "\fotro impa'Ùbrfce est èei-Lainew'6nt graitcl~ de corinailre l'homme qui, d'iìns ma ctétrh$se, ·est veno aussi gériéreuscmen't m·oITrir Jiappui lie son lalcnl. Eh bie11 c!evinez, messìcur,,, o-ti' p1ùlòt.·noo, ne d:evi ::e:-: µts ;.... ci!l ·homme, ca savanl, l)uisè{u'fl fauc l1 appOler 1par son ·nom, c'eiL M. Crocq lui-mé'mè. ,. · D'après le dernier di~cours fle °1'.ttorrorabté'·d1embre, il sernblcrajt què tòu~ès' !'es retberèhcs,'qae lous1ès lravaux que j'al accomplrs d'è'pùis 'tahb CÌ'anné·és, 1n···ght'·Alio.fi li a rlen de ncuf et onl laiss·é la question di3 l'op'.l?r~a-Jn1 i~ de l'armée ·dans son an1iqué élat ~'ihcertiluÙe. D'ilprès l'honorable mernlm~~ mes Lravaux ne dalcraienL que de 1851, loules les vnrilés que j'ai proclamées avanl èéltè époque dovraiont élre considérées éomme non avenues ou auri' huées à"d'aulres praliciens; j'aurais élé en ehul'ra'dièlion avec moi-méme ew soutena11L actuellèhleol qùe t'6plithalmi~ millla'ire rilesE ·pas origitnllre d1~ l'Egypto; ce rf'e's t pas moi, rò_ais b·ien Pb:on'orabfè 1\'.f\f 'Vlcm i,tc'k'f ? qui aurail étàbli qud lè1'p1lu'J so'ùvM:t leslop lHhalmi·es MMs mi lilai~·ès n''•étaien•L oonslilué~s que pat· un è fotlioulo4ilipiti.fre pf us où moiirs 'develo'pfiéil', qùoique 'dà'ns·-so n premfor cUscours l'bonor.al>le:<~f. Vleminckx n'ait pas hésité à m\,l'lribuer celle découverle ; l'ideniilé que j'at établi C'nlre 'l'Òphlhalmiehlennorrbagique, la bleuòòrrophlhalnlie ~1rulente cohlagieuse que· J!on peuL obserl'cr bbcz· !es soliiaLs', et l' ol)blhalmidc'on faglcusl! vi rulenlè d\3s·riòu\•eaù-nés,n' exislerail,pas-; il n'r atirail'pàs1 prcis d'ò vrru,s gr,~·nuleu:x: què de' grani1la:tio11s o~~ pl'astiques s pèc.ificftles' ,' et ;piM'·une foule cl'aotres gi:iefs qu'll ne nie' convienl pas' dli vou; énumércr et que l'honoral>le membre vous· a exposés avec une rare complaisat'ree él salìs le moinoii ecrupule. La -erilique élail s1hére, vous deyez en c-onvehìr, mais élail- elle jusle, élail-elle legilime? C:'esl ce- 'que-J·honorable M. Crooq va" vous appren'dre, càr, à partir dc ce rnomenl, je remets entre ses mains les soins ae ma défén'se : V:ous jo'uirèvài.dsi 'clu spectacle. aussi étr~ngé 'qu"é·.:. diU'ant de voi'~ l~liòn16tliB·l1é"M',:Crocq refì.ité· pàff le tm~flrè 11 ho'nora·ble '1\:1! Gro\:q: . ' ' I I • 'lr I
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Mes rechercbes,sur l'ophthalmie·de l'armée daleol de 4816 el de ·1~4'7; en ~ 818, j'e.o fis l'objel de me.s leço_ns 1 cliniquès a J h~pilal Saint-Pi.erre. l\f. Crocq qui le:s aviJ.it suivi,e,s a.v~ç assii ~ilé,, i:nç,pni.po$a;d~ foire, u~ lcavail sur . les principes que j 'avais enseignés; j'y acquies~a,i volonliers, d'autanl · plus que la 1\aute opinion que j'avais du mérile de M. Crocq me fai sail penser qu'. une lejle c,oopér:1lion ne con!rihuerail pas pe~ -à.1-a vulgarisalion de mes idées. En coo~équence, le 2~ Jév,r-ier ,18~9. l"h.o.norable t,nemhre publ)~i~ d,ans la J>resse médicale l'arl\cle.suiv,anl:, « Je crois qu~ le lemps. est venu.~.e donner l;ID aperçu (I de la doclrio,e de M. Thiry sur !es granulalions, q~e je u ne crafos.pas d~,appellerlrès-imporlao te.M.Thiry, /e 1n·e« mier,, a établi cl airemeol la ,~al.uve a11atomiq11e des g~a« nula~i o.ns. -11 a démo1)lré que ce que !'on dé.GQre vul« galrement çe ce oom, n'esl souv.eJ1tJ;len moini; que t.el; (< qu'qp a copfon<lu av~c elle" u~e fori le d'aulre produc11 L io ns pat.liolog\gues,,Lelles que les typerlrophies p_apil<< laires et glanpulaires qui s'e.n rapprocbenl par cerlaioes « apparences exlérieures seulemenl. Il suffisail qµe l'uoi« formilé, le ,poli d·e I~ muqueu~e palpébrale fuL délrnit « par ces p'e:lites inégalil'és pour qu'on pron,onç.àt le mot « <le granulalion, el q\l'on en con'clut à l'exisleoce d'une << affeclion conJagieuse. M. Th,iry a inlroduil l'ordre d.ans 11 celle confusiol,l: il a séparé et classé nellement ces di« verses affections. •> Vous le voyez, roessieurs, ce.s paroles diffèrenl entièremenl de celles, qu~ ~1. Crocq, 4 prononuées dan,s son, dernier djscours. lei. c'est une doclrine iroporlaol,e, lai introduil l'ordre dans la confusiop, c'esl bien moj qui ai exposé, le rremìer, l'analoroie palbologique des 11raies gram1/ati011i qne l'on confoodaiL.avec ]es développements papillaires et glandulaires de la conjooctive, déveloi:1pemenls glandµ)aires ,e) papillaire,s, que j'ai précisés et decrils. Pour que vous ne puissiez avoi,r le moindr,~ c;lo_qte sur 1\ rnlheoli.cilé de sa maoière, d~ v.oir, M. Crocq a soin de terminer l'io~ro~uclion qui précède son tra,ail ge la déclaralion suivaole, déclaratio9 n~llc, précise, qu'il ne pourr-a co11lredire aujourçl'hui . • 11 Cetie i@.porta11le doctri ne a été. exposée pour la pre« miere' fois par~\. Tniry, à l'h~pilal Salol:- P,i.err/l, Ce « spnt ses leçon.s cliniques q.ui ont servi de poinl dé dé« parl el de base à 1110 11 travail. » • Ce sont don,c hie o !es opinions de ~l. Crocq, c'est son travail, il n'y a pas ici d' ambiguilé, le, pronom po~sessif s':y trouYe .., .. ,Abo.rdanl le.<lévclop,pemcnt. de.se.s idçes, M. çrocq. écrit ce qui suil,: « P!usieurs armées européennes, el parmi « elles surloul l'armée beige, OQ.l présenlé,depuis !es der« n,ieres guer-res une affeclioo t.errible, plus lerrible q.ue u \es balles ennem,i.es. Celte ~lfe.c.lipft s'avançail avec uoe «: m,arcbe insidiws~, mais ~ù.re,.s'altachanl opjniàlremenl l< à ,certains r~girn~n\s, à ciwta)oJi corps. El\~ prési nlail (< sour en,1, au début, une marche lèllemenl lente, què les 1
l.i.ommes qui en élaieot allefnls n'y fllisaienl pas aJlen11 lion; puis,louf.. à coup elle révélait une forme surai,gue, 11. du, pus se produis~i.t.e11 ·graQ~e abo.ndance, et f!ooilmar« cbalt à une désorgani·s ation presque ,certajoe. >)· Voilà le -passage que ~1. Cro§q empruntait d~ns vo\re derniére, séance à ma brochnr-e de 18:St , pour prouver que, conlrairemenl à ce que j~ souliens aujourd'hui,l'opbLhalmie élail bien réelleruent une atfoclion d'origine mililaite, el à propos duquel il 'Se demapdait, avec un gràceinfinie,. comment-j'avais osé·me -permellr,e de soutenir le contrai re clan~ ,le djscours que j' ai proooncé. En me metlanl ainsi en conlradicliou av,ec moi -méwe, 1\1. Grocq oubliajL de v~us avertir qu'il étaiL l'auleur du passage qu'il vous signalail à l'appui.de son assorlion, Seulemeot il l'avait écril en 18&,9. , EotìiJ, pei;sislanL dans la rnéme voie et V'Ou)ant a .Loute force me· donner un e leçoo ·d'h.istoité qu'il panatt si ·oien posséder, M. erocq ajoule : u C'esl depuis l'expédiLìon des Français enÉgypte qtie « ce Oéau (l'opblhalmie dite. de l'. armée) s' esl rép.andu.e.en « JJ:urope; auparavant ou n'eo ·parlait pas; eLpourtan'l on « n' c-u.L pas{manqué d'atlirer l'.aLlenlion , s'il a:va-it déjà << exercé .ses ravages .... mais. non, av-anl•rien, si ce n'est. « à des époques rP.culécs de vaguP-s iqdices, el encore ces «indicesse rapportaienl-j}s à. des expédilions e11 Or.ient; « depuis au cootraire, ùes régimenl-s, des corps d'armée << sonl Mcimés, etc... .. on est donc fond é à lç1 regarder « e.omine une imP,Qrlalion,nouvelle ayanl _pour palr-ie l'OCJ rien\ et surtoul l'Egypte où· elle est très-fréquente. )). Comment se fait-il qu'en 18!'.19, en pleine Académie, M. Crocq ail pu reproduire dans son discours cet!e cilalion, pour prouver qu'eu i 8t'l I (c'est l'année qn'il a desiguée) j'etais parlisan de l'imporlalion égyplienoe ·dans le seos qu' il attribue à ce m.ot? Cornmen l se faiL-il.qu'il ail pu ometlr~ de vous préy,enir que .cellt! cilation éta:it de lui el non de moi. M. Crocq aurail-il per<lu la_mémoire de ce q,u'il a écril? J'aime à le croire, poar ne pas devoir faire une aulre supposiJion. - M. le.. Présitl,mt. Je vous arrèle, ce que vous diles.là peut élre regardé :com me -~ne· insinu~Lion des ,plus malyeillanles., - !tf. 'Tftiry , l e ne fojs pns ci'insinualion. je dis la véri lé, el je ne puis. je pense. la dire d'une mairière moios o!Tensanle. - J}f. le P'l'ésident. J e vous le répète volre insiouation esl malveillaole .... - M. Tli111y. Elle résulle da.s, fa1L-s inv.oqués i:iar mon adv,ersaire-;... En lous cas, si vous ,~ ten,ez, je re\irerai les expr,essions qui paraisseni vous préoccuper. Voici ùu reste ce,qui peuljusq'à un cert.ain poinl justifier l'erreur de M. Crocq, c' esl que cel arlicle est il peu près le seul qu'il ail écrit à cèllo épeque SJlt ma doclr,ine; poµr !es autr.cs1,.Je suis inlerven~; par~e qu<' j_e voulais qµ.!) mes idées fossenL publiée camme pi:;ovenant de mes Jeçons,,et «
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-27~ ne constil_uassenl point un travail ex professo du docleur Crocq. En ~ 851, lorsque je r-éunis en brochure !es arlicles épar.s que j'avais publiéis'ur ce suj'et, j'absorbai dans celte brochure u~e par<tie 'de •travailid'è~IW. Crocq, q_ui s'. agençait assez bien aveo le resle1 de mon lr-avail. Il par·att que l'honorablé M . .Crocq aime assez, dans oerLains cas, à allrlbuer ses écrits à ceox (Ja'il v·eul pourfendre>-de -sa or.itique ;"fcla peul èlre adroil., mais à coup sur; je n.'oserai's' pàs pr.étèn<lre que celà soil ex,cessiveoren~ ,lpy,al. '' · ' ' ,Ce 1n''esL ,pas t<rul. torsq1re· mon ·excellénl! ami, M. Je docleur Buys, inL,oduisiL dans la Lhérape'uticjùe des ophlhafmies ~iles mililaire~. l'usage_ d~ l'a~6~al defplom.b,_d_ans le bol ò'·ecarler le lra,lem-eot 1ocend1a1re par les caulé risalio.n~ qui, à celle époqtie, étail le plus usÌl'é conlre ,tout 'CiHfUe l' un sup~on/l'ait•é~re une élal granu]~o·x, qui 1 i .esl--c:e· qui pi'H fa J)'ato'le poiìr 'r'eclam'et en fàve'ùr i.le ' rb a 1 doclrine !'es avantages,d'avoir s.u, on révélalil !'a nature du mal,. préciser les ind1cb.lioris lbérapculiques·? qui eslce qui démonlra que l' acétal de plomb pouvait elre ulite co11lre 1 lès· ophth;:ilmies catairrbales milila1re-s, mais élait •i osutìsaht è.01Hré 11'es v.t-aies :tra'rriifations sp·~cifr1ues qui caraclé.ris~nl la hle·nnorropbl.halrp.ie· vJrufè'nl'è, la seulo qui soit òo.nlagi·éuse? _- M.' ;G,ròc"q, lòujulirs '!l~ Crocq, - Voici ce qo'il imptinrail à ce sujet datls la!'Presse médil1ale bélge du -2'3 juin 1850. ct •Ainsj douc, quand un 1nt'.ldeci'n ·vi'e1,t >'oùs dire j' ai « guéri·pa"l' la·métbo'cfo diM{ Buys 'd'és gràòulation's,'l ous << 'é~e~ en dro·it il'e' fui' rej:Ht:r\dral: 1Vòi.1s 'iiv'ez gu~'ri¼ ne 1 « òiahftl:te 1queloonqun, de laJ:llbjortcti0é, udje' lfé'sais quoi « voos ne savez. pas vous-m~me-ice que vous avei goéri. «VauJeur -qui 'le p1·en(ie1• à sìgnalé celle confusion, et , w qui a cherclié à assigner ·à cbaque variété de:granuci làtioo,s isa~ N\rilàble __batur~: ,c'·esti l\l. 'Tl"lÌ'ry. N.orls' rap* p'eJl~rons -que·11les le's\iò'ìfs;clésig0'6es1·vu,Jgaire·liìe'nl"s,ous 1, <<'le-·nom cle · • granuf,alions-, sonl ra·pporn~o~ par !\I.', Ì'hi ry « à cinqcalé:gorles differenles par leur nlllùrl!,' létiréa'uses « elileuD'lrailemenb: ~ 0 l'hJperl-ropllie php-ìllaire', 2°1i'liy·« perlrophie glaoèlulaire ou- fa'lliculeus,r; '8° les 'h"jstes i <t t u l'ei,; vcgétalions; 5° Jes granulations propremen't,·diLcs. 1, 'lles1 d,iuX),p'iie-mrètij's"'sM tfl dues 'à une•còiig.esli6n• ou àt u' une ir1ffammation de:11a éonj0ncti'Ve. Les1tleux-sdìvànles << sonl,J~r,ésullnl· 'tl'anomalies cl'ans la nulrilìon. La d!:r<< uiè'r e atr contro.ire esL dùeà n-0 é cause aonlagii>use spé« oiPf11'C-; elle est oaracl«_r1sée (écoulei bien ceci) par des , « producll'ons hélér-0.Jogues,, 'deJ fo11me parlieul:ière, con . <1 ~(iJmA:e.s P~f -qp ti~.sQ. Xl~op,la;;liqut! .parcQQ.tU par < lleau'~, c.oiap, fle.., Y~i§S~\l,t,t;x. ·eJ s_écr~~an! ,1ecesstti,;~1r1e71! u1;i_, p,us « ~USC~J\hb!e dc pr,~~O~U,ef S~lf une m~qUCU,~Jl,J~jÒe, la « ~orma.,l1op 4e prq~µ1ts.sepò,l~bl?s., ... ç.e1~e docJ~ioç, at< Joule M. Crocq, est, telleme9l simple,, l,eÌlemenl ralion« nelle _fill:.a.u._p.remier abord,JLs.ém.ble.Jmp..ossjbt.e ae ne « pas y accéder,1 C'.~st ~ E},l.l~_ qµ~ M. ~airjpn ab,qu;~il dans « son dernier 1mém0tre, , p,r9ba.blei:nent. sans,se Vavouer << à .Jui-mètiHJ', eto. fll 'I •f " \- \.. ::, ~r • I t, U t l ~ jl
Telle él.ait la manièr-e de voir de M. Crocq en ~ 850, lelle étail l'éloquenle protes-lalioo qu'il écrivait eri faveur de ma. d_octrine; d'où vient· qu;en ~ 809, 1\-f. Croéq soulie'nri-é{ a.vec la méme conviclion apparente, une- opinioo tout à fail opposée? d'où vient qu'aujourd'hui,}1.~~élende qù'il n'y a plus de virus granuleux et que les ~aie~ granulalions ne soot pas un produit oéoplasli~ue ·spécj~que.? d'où vie'nt que pour motìy~r son apostasie il ,soil:obligé de lronquer et mes opjnioQs e t mes écrits.? Est-ce bieo
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~._m'acc~.se cl_''111c91~sf 1~ence .et sé'tleli~em~~1l ~.u~, l\'f... de contr,ad1cL1on? S1 reell.emeol j'ava1s cominìs un tel méfaif, si-pour cela j'avais mérilé volre hlà.mç,, q_~'aurailil mérité, lui~ Quoique M. Crocq' semble, acLuellement, faire assez bpn mardhé des i;ranùlalions sp.écifiqJes: voos"l\vez cependanl enlenllu me fairò un f~proébe de n'e poì'Ìl l l'~~oir ' berehes m1crosc, . .op1q:ues ' · J 11q,ue 'I \ I e,'le' a' p.ropos II es ree j'ai attribuées 'à M~. Glur.e 'e't Prosper Delvaux. En vér ii6, je ne mc 6gutais pas q·ue M. Crocq p'!l encore désirer avoir qtlClque cbose de commun aveé une questi on qu'il a, dansla ·derniére séance, Crailéaveé 9n si s1i'p~rbe dédaio. ' 1(11 • , .· ''ìl I I ,11:• I ' ' ) ·, I Il 1, a1s P\Jl.fqu . y lten.t, v.l1s essayer de vous édifier ù ,,, t P 1 ''r . . ,,-.,, .~,,Jr . . , ., • i ,.,, "' "-1.· ce s'UJ: . òur ce a, Je Il 31 . ql\ a V,OUS 11r~ une 1elfrr ne, l'l'f. r . ,\- D I >J ~ •• ,;. • 1, ' .1-, , , 1 ,, ,, 1e e:i octeu e vaux1 ou ;.,~ avrd HHS:,, vous pòurrez vous 1 1 3.SSUI'i• r par VOUs-mém'e, si j'ai commis \ID déni de justicè: 1
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'<< 'VouS'ln".avoz' c1~,n~J§é ag votls 1fair-é 11~~aWittre 'ctans quelfas citlcon'slaìfies on'l été fàiles les' reèlrerches ·ao~tomo-p.ilholog-iqu~s s-ur les 'grandlatìoos. td,orsque jé m'òè.cùpai mfces •rech'erébes,,je fìs Jes pi;emiè'r.es observatio-ò's: ibicroso.opit'foè's sur 'efès·gr.tiiula,Lio_os ~x·éìsées de· 1~ rC'Ò~Jbhcfivèl pa'l-p"ébr.l:fe, d'un l'odi•• v.itl w,e)1 tfoitc '" e11t,àlfl1h'tip'i tii'f1.Sitl o'tllJea nt:Ces obsel'vatròns furenl, con.firmées pa-r M~J~rcfotlt?u~·Ghìge. , ' « J.e.-:ré.pélaj cc-s obser-va_libos mioroscopfques sur les granulaiions du col ulérìn el de la coojonctive palpébrale qui m',a,yàieill1été remises par.vou~! J'y ree6n'nùs'; comme M,·,Giluge1 lai forrmilion' d·u·n'Tissu•nMphislique, 1/i'cio 'lissu }létéfOl~s,Uç,ii1 ) . I t I I.I I' h l Il V I Il fl P.oAr .clpnner 1plus d.e1, poi~s, ,ù ces-,obser~a'tions; je priai.:alo rs ·mon collègu~ 1e 'd.oeleu,r-,Orocq, qui étajt •convaincn...ctr:Jan,~lure to1,Je speèiale.des granulalions, et donL le ~~oignage élait d'une ·grailùa im--portan'èe: dans ces recbe.rçiles, ,q'en, fa-ire avec,ru-oi un nou,vel re:X:amen \lli, 9,ròsco;piq,1,1e.. . • , :i ;, 1 1 1 ,·, 11 , l ~. 1 d ~ _in.'}1 r~~di§ , ch,ez .M.:t Cr.o.cè1, et 11ous s·outiltmes1au microscope les granulaliAnS' q.ue j'avais1déjà exaµii·n·ées dans ~on cab in.et. ~t~ le_. dop...t,epr. Orooq, Et!Cooout 1comme moi u,n lissu né.oplflR\iqu~i -b#érologrrè,, et ,de noiivolle formaqp.91, , 1 ~1 , " 1 1 :; , • ... ,,,· , , • o « ~~.~st1,~,ous ,Je~, y~µ,x cl.é1 1tft. C~l!c.q Ig ue,j;éJfis--ré. d-es~in primilif <1ui ,c\e.Y1~i~"seçyir;-~JM1,te,1l~cteur .qiUdek'e'm',rqui
eul \'extrème oblig~ance de le reproooirc tel qn'il publié. « Agréez,, etc.. <<
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C'esL par 6ub1i, sans cloule, que M.,belveau~ a .omis. J \' ' ~ . ,. ,! deme rappe'ter qo:aJ a e èfo11se de's~ lhèse, en ~ 854.1 ~f. • ' '. ' ' . J t t ) • ~· '.; ' , •. f. .. J) . '" • _11 '~ Crocq,3va1l énerg1quem~nl defendu les prin,cipes qu.1l allaque cn ce_momepl. A éette épqquè, 1son microscope lùi faisail voif des granulati·ons ~spé~ifiqu!!s; depuis lors, son inslrument s'esL~obs"curci, il n'en voi t plus. Maiolenanl, messieurs, permellez-moi, avaol de finir, ùe vous rapporler une pelile hisloire. Tout:le monde a usé el abusé de l'J1is\oire dans celle d,iscussion, c'.est bien le moins nuiss~. l'invoql\er à rnon tour, d'aulanl . •'I c1u~· je .,,,. f Il. ·p1u\ q~e ce que. j'aÌ1 ·~ /i.u~ racçnl,er s;.esl,p.ass~. au gra~d ' 1 •• ', jour, coram 7Jo1mw, ~ 1 C'élait ep 1803:I:oul à cou,p nnc so~1bre rumeur se répand dans le publi.., Une ophlbalmie eminemmenl conlagie~se1 une op~lh.i.lmie granuleuse purulent-e .<le l'esspèçe la plus grave, a envahi l'écolc gardienne de Saint'' ' une vraie épidémi~, l:effr9i est J osse-len-Noode. C'est dans les famil)es, c'est, M. "'arlomonl qu,i l'a découv.erle; plus de ~enl enfanls, diL-il,. sont allei nts, il faut d~,s:mes,ur,ei pr?o;i,p~es !et efµc,ces. En co?séqueoce1, visiLe1dé,la com niis$ion roédicale, d.e la Uéputalion permanente, consultalions de roédecinsi el · grand embarrus de l'adroinis1 tration de la crèehe, qui ne sait us à qnel saint se vouer,,puisque, IJend-ant que I\1M. Warloroonl, Van Rooshroeck et ,A_ndré Uytlerhoeven allirmaieol l'épidémìe et l'exisleoce d'un.e 9pbtbalmie granuleose redoulaole, MM. Carlier1 Gluge,: cl'UdekelP, ,Crocq, Delvaux el Thiry la niaienl positiye!PenJ, et déclaraienl que l'ophthalmie gran.ulet1se·cootagi~use,.o:exi,Slait,p·~s dans ~et établi-ssement con HlusJQ!l;.ç_onJ!~.e, gm~ ,ledails. se •e.ba 11g~re1Jt,de1ju·stifier. - M. Wà,·lomo-,14, Cfest·,inenct. - M. Thfry. C'e~t exacl, très-exacl, excessivement exacL. A ce propos, il s'.eleva entre mon honorable,confrère War.l()roool el moi, une assez vive discui;sioo. M. Crocq, qui avail vu lcs fait.s, qui épousail mc!\ prìocip-es, qui Ics ay~i l ulilisés dans sa 'pralique, crul clevoir inté'rvenir en f,ave:ur dll.ilfl v,é.rìlé q,ui ·ava~t él~ consacrée d'un·e"manière si solennelle <l.ans celle 1ni·érhoPabl'e cl rcoòslanèe. Il pub.lial, le 20 aoul t8M, dans· la Pressé ,nédicalé bel~e ·et dant le Jo1m1al de la. Socio/è des sr.ie11ces mùlica1es et naturelles de Brnxelles, l'hisloire de celle fameuse épidémie granuleuse. Le travail de M. Crocq eul un gran<l succès, ~anl par la forme qu.!} par lo fond. J e Y.aÌS1l'o1:1a eo·cirèr 1 quelques' exlrails; en nitme temps ,qu'ils vous f,édifior.ont sui- le:s opmions act.uelles de' nion honorable ad versairè, ils serviront de réfulalidb 'a' qnel•I ques asscllli~ns ~q'e'.'°MÌJWar-lonrobl,. irvdiCèléjà soulevées en18·o.i, h qu'il a reprodÙiles'(d'àn1;- ce debal. I(
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t< Ainsi, diL l'honorable ~f. Crocq, Ml\1. Warlomont et Van Roosbroeck ont cm à l'exislence d'uu foye r d'opb11 lhalmie coolagieuse là oii il n'11 e,, a11ait ptis. Pour s<111« teni,· celle errem·, ils ·ne rèctifè,.ent dG11a11t ancuue_1Jeine, tt ils allèrenl IU:~m,e }\1Squ'à se compromeUre. lant leur ~< conviotion élail fprre. Au cpnLr,aire, MM. Gluge; Catlier, << -,d'Udekem,;Pt:lfeau.x, t!.l J;)9scordes ,/vitèr{!nt cetfe.1J1ir-~1w t} e.l d6ohHèr~nl que, le fafer d;infoction16t,\iJ im;agin;air--e. « Cela 1Jro11ient ile ce qi,e- ceua;-ci cmt cxaminé sérieuseme11t «. adopté et a11pliqué les doct,.focs 11rofessée.~ j>ar JJ, Thiry, « landis que- MM_, Varlomonl el Van lloosbroeck Jes ont << dédaignées. 1, M. Warlomool, dans un article criliqae sur ma doctrine avail _dil quo 1Dy~J~~o.1;irs étai.Qol rçslées ignorées, qù'elles auraienl pu l'~lre longternp$, t.anl e)!cs sonl en opposi,\ioo a.ve,c Ics, idleg;_·~e,çu,t!\, ~iH\I el,I~~· son lìdao,gel'.eu,ses, si leur auteur, pl~cé à,la .Lé.\il cl'tun,yaste enseig,nemenl, n~ les avait pas commur1iqu~es,à,ses élèvts, qui'n'on'l pas tardé à en faire l'ap_plicali,on p,ralique, etc. (A1111ales d'oculisliq_ue, ~ 854-.) Voici comment M. Crucq, qui aojourd' hui co"mbat.sous le drap~au d~ l\L Warl-0monl appréciaiL a.lor~ la crilique de 1\1. Wadomont: I <( Comment M, Warlomo ~l peul-il dire quecelte doc(< lrine est en fi;ag;ante . o,ppo.sÙio,n aveo l'évideoce .des << fails, alors qu.'elle ressort direclement dc l'observ,ation, « alor.s ({\le vers,e,tle ,converge\\t,d la fois l'anàluse;anato" mique et l'observatiou clinique, c'esl-à-di re \es deux « grandes sources.vde ,l.a science médicale; il est vrai qu'il • est beaucoup plus faci'le de <lire: loule asphrilé de )a et conjoQcliye est une granu.lalio(l. << M. Warlomool parie aussi de doctrines dangereuses. « Il y a tles dangers, en.efl'e~ 4 effrayer les populatio)ts, à << mcttre en émoi tou(ei le.ti acJmini$,l1·atio11s, t,Ì semer,/'in1« giiiet11(/e, à pr,ovoqµ,~t l' appljcaliqti d'tf.n 1h·aiteme11kt¼ter<: 11,iq,ue à <les ,y.euq; _qtti 11'e,n ont pcts ÙP,s_oin. C'èst, /à· qiie
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comluiscnt 1~.i. çlqçlrj11es de M!f V{in Roos1Jroeck et Wm·-
« lomont; les fi1ils; gr-aves ,do11t j' ai ele,1lemo~n-et ,dont je « vietis dc 1·elater l' h;i1$1oire en démontii1mt t>ositfoemenl lcs << .<la11r,e1·s. » « M. Thiry a clone rendu un granrl service à l'oph\bal« roologie eo débr,oì1iU\\ol ,oe cha,os, on appelani l'allenti lì.on su r la diyers~l.é,des lesions connues soosile.moin de ((,grau.ulalio,ni,, ~11 <léfi,ni,ssa nt,,ces 1~.f'ii()ns, d'u.ne., m~niè.re i) préctsc, rigoU'reuse.,&C'i,<; nlifique, Se$ q,dvei:sairfS C <;failes « alle.ntion à ceci ~1. WMlomonl, car c'est vo~re Mlié qui (( parie) tiem1e11t à etile e-011fusio11, ils c,-aif!•tlent la lumière « q1,i vient les éhin·éher àu sein <Ics l611èbres où i/.s se· com<< j1la1se1i(; ils nous clise11t: Po111· l' àmo,w cle Dieu. ne soyer. « ào11c passi~ I1maiwais; lai'sst;Z--nous nos g,1 ,anulatio'ns, c.l 1ions ~ 5oJ I
vd-us laissero11S l_ es vo/'res. »
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Oi'fe\lo ro Doti. èav. A(\Er.i, A M,Hl icb Div.
l~Vi'c e-•Di rP-'ll'oto, rt!<.!)rn's. •!111,ll, M.l,N'<J:ttli1 ?Jtd; d.i·1Re17g.
Tip. Su bai pi ua di FU?IClll!CO Zol'Plll - /lia ~/fier'i N.~4.
29 Agosto ,t 8 59
N. 55.
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GIORNAljE DI BEDlCINA HILITARE \
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L'a~1ooia~ioo:e;non,s.t .riqeve oh.e pet1 UJl enno A.;<3>mi,n~ia ,ool l 0 di géno. S.i plib.blica nel Lunedl d" olasobedooa settimana. , JI prezzQ d'a,ssoti~io ne io Torio'O ò ~i L. In1Proyin,cia ed all'Es~er_o, franco di posta L. 1{ .Si paga per semestri aotì.c1pal1.
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Soauuaro .. - 1 ° DoJt. e.nnJ!: 0$servaiiooi di ) ~lafiloJlla J>1l· Incido doppio.felicem eqle carato. Lellera all'(!S_\fP-i~ Professore AussA.~'ono ~lBEnr. - j 0 l\ivistr. ~ei ·g iornali scienlìfici. _3u l)qlTetli(!~ offiz.iale. ; ..
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sinistro dalle 'toccatine quotidiane col nitralo, d'argento, l'adoper:1mmo del pari sui v:isellini. dèl destro e pari ne fu il rjsultato. Niuna riazione eboe lùogo giammai, non si fece uso di alcun colliriQ, non si a~socciò tràttamenlo generale qo~lsiasi, solo-si,distolse il .malato daila ·vita di collegio e .si .mandava. a passeggio varie ore. della giornat~ a piacere. Il sigoor Ferrari si portò in patria il 10 del luglio oltremoqo ce,'lb®to ..a$sic~oci che tiCJJ)...~opo lenti, quantoYeìtza non av'iNà 6:iiin ! ua~ta·veddto cosi bene comèai jire'sente. Nel congedarlo gli raccomandammo di farsi toccare ancora tratto tratto da guellojfra i si:gnori medici locali in c.ui a:v;esse maggior fiducia, ed intanto con un pennellino instillasse quotidianamente alnreno-.una volfo, una goccilì in am1io gli occhi di un colliiii8 fatto da 5 centigrammi di azotato d'argento in venti grammi d'acqua stillata, di rose. Usò egli costantemente del collirio, ma eboe hmiteiiza a lasciarsi toècare ila altri col nitrato, per cui di '15 in 20 giorni porta-vasi a ijovara ond'io lo visitassi e toccassi oye d~ùopo .. Lo rivic\t ieri 21. cle.ce,mbre per l'u,lt\ma volta, d9po .olt.re 1U1}.n:}.es9i,,é4 bq r~ sqd(l'i,sfazion~ ~i 1clìchiarat~q;per(ettamènte g\1arito: &e.nza c'J'ie gfi ,·,~i.a rimasta tr:a,çci~ alcuna della $Offerta·graV-_e malattia. Eccole, mio i1lu6tre signor Professore, un fat.to genuino, brillante fra i pochi che si conoscono il! gua, rigione di ,stafilo.ma -pellucido, guarito con -un mezzo semplici-ssimo ed-incruento. L1usQ del nit.rato di argenlo nella cura di molte mal atli~.oculari e della stessa ipercheratosi, n'on è oerlamerìte nuovo còme lo vedemmo usato dà Tyrel,' Dal!'Ac·qu;i .e·Mackenzie, ma p'er· essi non jfn metodo eclusivo, vi.assoçiarono la· pùntura dell'aaqll'eo, la compressi'one-~ i collit:ji, l'ir'jdectomia, rimedii interni; laddove noi~ci ·siam.o attenuti al puro è semplice nitrato d'al'gen.tò~.e'd'azotato d'argentO' fu ~ncbe il collirio ultimtl, ed all'uso per ,qualche ·tempo degli occhi:ili di cuoio. Questo fatto.valé per se a dicbiararl iosus_sistente Yosserva.. ziòn:é 'tlel Bognètta, d-ei Dé'~inarrel e(l a.Itri che lo di~ d1i'à'raro~o ·mè'zioJi'Nsutfiéi'~nie. Eh iò pdrtò ·qpini'on·~ 4
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Animati dal p.ro!\to succe$SO \nsi~y~mmo .µ~1~~ ca1,1te11iziazione .9èi tasellitii i qua\i diminuivano pure, di volume,. e ta}or..a aJ)'.pova ,de,llq (çongluntiva stess~ alla palpebr\l •i,[j'f~f~O.tf1• 13.rillal)t~ fu il I ri~,Ql~a{9,,fìn~JeJ lii ulcerazione alla sòm01ilà- del ceno ccrrneale·.sLcon~ vP.rLi in ?emplioe D:)accbia bianc;isica, la qua,le, persistendo ooi.s.empu.e.nella leggera cauLerìzz.rzfo-ne g:in11naliera dei vasellini o 'della congiuntiva col ,nill'a(o d'argento; si-·dissipò es~a pure; la ~ornea si abba~sò allo sla'.to normale di miopia, ·e miopìa congenita ,era nel nostro amtnàlaJbr Ect 1 rimedio ver-amenìe. cardi~ nale, come lo ~issè il Dall'Acqu·a . E)eggic>'hotarè ~eh~ s'ia•S·p~'ntaoea', sif. eftetto delle caùie.rizzazioni; si sviluppò; Una pustoletta sulla congiuntiva palpebrale' inferiore, chè io c-aulerizzava pure ogni' giornò f .b'ello studio, trovan'd:o in- essa, direi quàsi, uh révenente ·salutare :ill'ulcer'à ·corneale. ·ouesta pustotetia perdurò ottre i vemi gioroG e' wna sua cicaCriz.tazibne tu fin ifa ogcl i cbS'a' dèll <1Mhfo si~ nistro. : ·· · .., 1 ,/n it 'Q' • !l 1,i d •rt ,;,,''}'(Vlil. J ; I. Mb',ll,jl l ; iH\\:. ltth• .ra, ·'.'• ., euenJ olll'll(f!j _cpme gu~nya .,mira ~,,1 men~e ocu·r;,J) lO 1,1 ,. (Il ',it•· I f ' I nl • ·, 1
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clìe,;mche tièLcasi dalla S, ·v-. chiarissiJD.~ 9sseryati molti· auni .or soJlo,. e rJP,ortati nel .c)assi~o Blèfàrot,.. :tnl~o iq qui tileJò I.a ,Presefiz-a·: dei ·ia-selli1H ipertr.o:fièi, av:rebbe potjltO. d~l, pari giQ,Vat e eh_~ ne! caso. nostro. li percnè nell'ossequfatgliene: l'G$~er,v._ ~Jione~ ~a p:regJ:}~rei ripeteme la pFovaj elie: ov~to1'11asse uti~e jn ~Itri ca:si1 io sar,ei·lieto·chè un,,suo antico e rispettoso àfoevo? ·àvess.é pott1W·· jn,~èiuJllolie ;µi~do èon.tribuire a1lo stabllir.e il'"cìnezz(} intruento, di gua:rire, una ma'l.attia: tlai piii. a·islinti ·ottalmologì gi.udicata in•·
« tandìs què pour nos de i ancfers, c'élait Ùri· èhaos, c'élait « Penipiri_ .$me. l:,ouloir· r.a~ger da·11s le méme ca:dr; .<!es .lé« sioti·s iiussf. di'fférenfes qtl"-ui1 simple ·eng_o'rg't;,iènt tl'élé,i
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~e1~~s;,e;i;istari(l' e.t· la,prod~cti~i &uneJ lembit t.1().lft!~'au. (I é.~ÌJSl TetrO'gl'adé1•, C é s't f ÌÌi/t la, SCfolCe tÌ '/e' progrèS / l ~$l.-ce asse.z_clairj Ai-Jarn<1,is exP.o~,é mes opi'ni<ms a_vee plus d\énergfe èt ilè;'cobiicliob ? N'ai-je pas eu rai'son d~_,p,_o._nfiç.~; ,J~..fl.é!e.!l_se "de. ~<l~ prloc,ip~s i l;hoQqnbl~ ~l Cro·ccr?· Qui- mi'fùx· q·ue lui po;uv11iti.èri' fa'ire re_ssorli't: la v:érité 'scienti'fìq,ue e l'util(té praLique 'l ...~ Q,ui nii~.ux,que lui, ~ c. . .. enfin, ·pouvait· réduire à oéanl ces allègaUons hypolbéc. Liques·,. ?e~ ~rg!,ime.n~.s ~1hlc\e:ux!;·c{s fc,1its i,.néompl~,ls, mal irite.fpr( tés; qµe 0n. m'à.sàns cess-e op~osé'~?' . M''. Ì cr.èàa ecé. lle,ss\eirrs, fe Y.~tJsJ e dif ~,(~~ arriere-p~~;rJ;e; )~~-..di~ ver:s· p.ass~_ges- des· écrits èle .}I. Crocq· que: j'ai eu l' hon-· neur oe voiis rappo_rter, sor,fla~re fulalio11 la}>liJs com~ 1 . pJ~te., des objecli.onsJorroulées \ci, dà·n~.lacter.l)ièr~ !ì~ai:ioe; jls·sont s'urtoutJa cond(lmna:Ljon-·de ·M. Crocq ·!ui.:mème., Cepeodao ~ fe sui~ loin: de vous avoir tout d~.v,oile, et k ne vous dévòilerai pas tout, car Je n:en ai ni la vòlonlé 1,i la co\l'rage.... l . Quand je me rè'ssbtivieni, ~uàncÌ' 'je reporle·mes regard·~ ·Vet~ \i p~sé, ~~ 9!¼~ vo.i~J~o.ao;}illJ.e. M. ç rocq comh;.tiant:avee é'oètgie èl .ta]ent ces,tbé'orie.s. faotasliqùes et 1py~léri euse~ qq(i~tueil~mept, leodenl de ~oules p'arls à se ·re)~ver dù ais.crédil où ettes·élai~nl toinbées, je suis . . -i"oviociblemenLport:é'll me dema:nger:·Poµtqu òi .,M. Cr oc:q, ACADÉl\lIE lW;YALE,DE :MÉJ;>ECINE DE J}EL<¼IQUE· n-1 reniaot ce passé, va-L-il s'inèlioèr deva.ot ae.s idoles qu'il clwrclìail jadis .à reo.xerse.r? ,J.>{ourquòi dans un ~tlébàt au~s~i ~oleq1nel que'• Ce,lui-çi.,,va,,-t-il grossir le~ rang? des ènn.èm'i.s d'une :µocl'rifi'è que, .pèrìdàut tcrnt c\'années, il a sj vaillamment òéf~m·due? Pourquoi ?.,.. Jè ne, P-Uis satis.:. e ~f. 'W~tlomoot· nia •teproché e~ m~ repreche e:ncor: Iaire. Ìì èès jnLe~0'pqlions qul se,prése'.tUElQ.t à vò-s' .~spri fs d''élre ~ ellU èpérèh~er, aaos 1c'e .qù'il . n-omme "s'a/'[jra·1ide 'comm~<aÙ niien,l tr'eil mér appelà'n't lès parcil'fis' par !est.. ql'ie!Pes M,, Crocq ' a ' Mmme_n.èé .,s'o n ·-a'ernier dfs:cours: famil.lel granMeusé, qnie, d'es "farÌélé:$. qui Ìa CQO!ìlhU'edl me blà;ecfe.if(~trè:èfopàré, dans'le l:M defi1foe:uo~' ,fonp lè ·«:Bi~u'quì.lle èlàns' l·és c'reurs·tles •hon'lmeii p'eiit s·eut jtigèr 1 dislioction aomé'ncl'aÙv.e:·e'C.d.e rèv,ètir mon~typ~ fav:ofi~ d-e, · les mo.lifs qui·;dirigenLJ~urs· a:ctions. ),; M. :Cr-òcq:'r~ponda1H 1r;qùè!ques',arglfn:ìeiltsi;que :v'ìent dt l'exprèssioo r,olls·à:faee- pòur ''désìgner·un éfa:t bte1i' 0oonu d·e Lous. l'! me ':hrà:me éo}ì'n -a:oser:.djfolarer qu~ _Loul ce pré·sentèr M'. Tljiry,; expfrqu~ :ltrs 1•cqntnatlj~tion,s, .d·ooL 'il qui n'es~ pas m;èih fypelavoìii, o'~Sct plo's r_ieo daos l'esFac'è.Ùse,, eil cei'qti'·eil 'publi a.ti Li dans'. le> Prèss'e nie'dicalè l·es pèce·, que,.lé1np-m, la .symptomalologie; I~ thé1;ape1llique ltiçons'de l\:I, thJry., i) o'a, 'faij;'que,sl~nog!'.,aphi~-t· l'e.~·opiniòosJ !u ro•aUrei ·sari·s· les· p.reÌn:lrè poùiì. sien"nes. llréonijdòi':v.ent·~tre,:refaits. V'Oici oe, que l'l1onorable'NÌ: €:rocq, lui 1rér,Q.nd: nue ·et d~v.~l9pP,e Faf'@umeirtt tion do·nU I .a pos~ l.es ba:,<r Les ·graaulàtio·n'$ csòht rlo.nc; cl'iaprè.s,_!.'I, :Wa:rÌ,omont, ses· à. ra: derifrere -séan.c,e.. . ~ un~ grande rf~mill,e, ~ans 1\qu,ell~. viveo,t eff palx:·pJu.- . M'. V.:ffmÌ?!C~,x·) V!e.~sieu_I'S,i 1·wàqul·à; i~ fin ·de,l'·<liYtRt~4.er.~ sieurs Lypes diff~re.l) llì i tuefnous .ne-nolls/donnoos pas ·1 ìii.èf.e sé'anc~, je,~.o~lil~ Vous dQ.o a:er. quelg1iu1s e~plic:a\ioos %UrJ_!es)a,iJ~ gui. :Y,t;f\aie~l:.l~e iy.O,!!~ ~tr:~;_ra1rnorlés~)l. J,~ ~.:'J~ Rt in~. d,i\di~F9,gger.j1e~ LQule~ ,J ès: 1!lf~ren{ei :qi,(on pcés,ideot{ ugea ·co_n,veo1;1.plft;,de:;iµe' retlre,1;; J;;) pai:ìiJe ;, 9,'.é-« J)~u.t y élabÙt 1\e •sé)n-L. q;.u~. d~s.qistiit0.t.i0Rs Mr11~nclativesl ,(< ! ~.iio.m ~fl)! ,s~i~9e,e ,~Qier.n~, .je qp plljJ>. ,!ai~-~er p,as- ~rit{p.q1ì1~9)i -~tje· Il~ \ll~/J?l~/ll~'!'!JaS de, J'.~~a6_0 flU'i_l ep.-a <t•ser.,un~ (el)~; déclap1.lfpn de princip~&,t;Pou.r. ,noµs (confa).l.,Ne: s~J ei· cfonc,,P,·a,s sµ,~~ri's,'de me voi1' ~~plre.r ~n ,ljce a~9i;i,èd't,.,j,. h'ui, .Gar il' (l.st··p~ Ce$. eh~urs:!Jui O)!,t ~lisq\qmènt ~(<, li11µe,,,M-. Ctf C.fl w,i;y.pe ~f:ap,.d~ .~nr rg~ ft~;p,lle gr.q9.c,l~ (• if:;. t !:... ,: • ,il -;, bésoin èl'èt.te teé!ressées. · ,~- :é,ril~) •._une !D!ÙRW.f~~ d~~il1 P._~r s.~~ Jésjpofd, par son :,. a: nalqm1e ,et, sà' hhvsio\ol!ie :p·athologique. C'esl nourNe•• ,.vous éffratez., pas g'.aillèurs;,,,je'• rie,,rser' ai' pas très-• 1 1 ,~~ 'r../~ 1 • i;t:,r ,~,~-~ - ~lit ,., - :i: 'tl \.,. ff'f 'I,}~~ ~ ·••• '% ·~·,1ri:~ "'t· \, ,,, ..,yJ!~·nu if lòng; eat la réponse comp_ I ète à la plu.part cr~s.~ho. s,es qm _<< 'quoi la médecmti, .es\ pour. Mti.S ime .scienc.e positive, «_
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-i15'fous ont élé diles, se ·lrouve dans mes précédents dis,~ours, à ce·pointque je me suis démand·é une fois de plus quel pouvail èlre le mobile qui faisait répéler sans cesse les méroes ybjections et ne lenir aucun comple des réfutations doot; e1les avaient élé I' obje~•. Vous m'éles lémojns-1 messieurs, que j' ai fait Lous mESs efforls pnur relen ir ladiscnssion sur le lerrain'de las cience j ò'autres onf cm devòir l<,l porter sur celuì des récri.l)linllfions ,; j e Ics y suivrai, quoiqu'à regrer,~répudianl d'ailleurs complélementla responsabililé de celte nouvelle situati on. Il est asse.z singµlier 1 messieur,s,, 9u'on vienne-voos il ire aujourd'h11i que pendarit près de viogt, ans, <{ est-a-dire depuii; 48t1 jnsqu'en 483t, l'ophLhalmie est r eslée circonscrite dans l'armée, alors que c'est précisément par dei, fails publiés bie.n avanl 1830 el qui montraienl à ·la deroière évidence, suivant mes ad~ersaires, qu'elle élaiL passée de l' armée dans les classes civiles, qu'ils cher· chaie,nt à comballre mon opinion sur )es causes de la maladie. L'honorable ex-roédecin en chef de l'armée a invoq_uè, pour cléfendre ceLLe lhèse, le nom de Cnnier; je suppose qu'il a In ceu~ de MM. :Vatlol, 'Vaflez, Marinus ét aulres; il assistait d'ailleurs à la séariçe d_ansdaqublle J'honorable M. Hairion a déYeloppé sa doctrrne; comrueot dès lors expliquer l'assurance avec laquellè il est venu vous dire .que l'opbtha:lmie es~ restée circonscri te dans l'a-rméc jns_q u'en ,t 834? Comment s'expliquer qu'il'se soit laissé aller à ce poinl d'oser vous affirmer une aossi fl agrante contre -, étilé? Commenl et pourquoi? ... l\'lessjeurs, je vais vous le dire et vous i nili er Loul de suite ~.la laclique. JI fallaiL à louL prix chercher à élabli r que jusqu'en ~ 83t 1-es•class.es civiles avaient élé exemples do la maladie, afin. d'arrivcr à la conolusion que· c' est aux mesures.-q11i furenl adop,lécs a\or,s, qu'elles doivcnt d'avoir élé infeclées (c1est le mol consacré). L'honqrable memhre me semble eneo re un peu novice malgré son gral)d à.ge,;, a-l-il pens.é, par a,ven(ure, quo personne n·e se ser.ail levé ici poudoi répondre e l meLlre aa néanl ses accusations si habilemeol calculées 't Mais nous sommes à l'Académie; ailleurs, il a soovenl la bon.oe fortun e de parler toul s~I el de neir,encontrer pe,rsonne.11ourle conlredir.e, fau te de renseignemenls précis; ici, c'es.l a111re cbose; nous sommes lous et chacau à m~nrn de comb.allre, l'erreu.r et de faire prévaloi r la vérilé. Laissez-moi clone parÌer de celle commission de 48$6.el des mésures qu'elle a raiL adopler. C'est moi q_oi en a,ais demandé l'insLitulìon, el voici · à quelle occasion. C'élait au mois de seplèmhre_t833 ; l'opblhalmie èon. li.\mail ses ravages, el à Lo.ùl prix je voulais en debarras.ser l'arm9e. Je résol us donc d'adreseer aa ministre de la • guerre le rapporl gu.e voici (il esl ·imprimé) et que je termin ai par ces mots :·
Je. soumels celle p.ensée à l(Gs méditalions. 1e eonvfoos loutefois que qans une aff~ire aussi importante, il ne sulfit pas de l'opini on d'un seul bomme, et je ne sa11· rais vous bl'àmer d'avoi r recours aux capacités 'do nolre pays po.ur decider U)le·question à la s·olution!de laquelle tanl de familles h elges soot si vivement inléres~ées. Mon opinioa d'ailleurs peul èlrc erronée, el ce soraiL pouT 'moi une. source et~tnelle de remords et de regrets, de ne vous avoirpas c~uséill'.é defaii;e ce· que me prés·crivent à la fois ·mon devoir et Jlhumanile, pour parvenir à la découverLe des sources d'un des plus grands tléaux q_ui puissent ·dé"oler ma patrie. Je désirerais clone qu:indépendamment de la mesure que je vous ai proRosée plus baul, vous voulussiez nommer un.e comroission composée de médecins civils et mililaires auxquels vous soumet,triez la ques,tion de savoir quel!e est la càuse.-de l'ophlhalmie de l'armée1 quels sont les moyens de la délruire't ~e Volre département, j' en suis sur, ne refuseraiL à celle commission aucun moyen d'investigalion, el je sui prèt, de mqn c6.l~/ .li, D!e~\te à'sa élispqsìLion t,o.u& lM ,reg~ei1 gaemenls, lou; le.s /aits que m~_pò ~ilion m'a,permis de recueillir. <1 Uoe parei Ile commission devrait étre composée, suivànl moi/dé- person·n,es qui n'ont famais émi& d'avis sur la queslion qui leur seraiL soummjse, et qui par consé· quent ne.seraienl pas_sous l'iofluence d' une opinion préconçue : deux ou troi$ .de nos meilleurs professeurs d' u· niversité el dlux ou trois bons médècins mil.ilaires pourraienl élré désigné.s pour en faìre partie. « Si vous adoptez mes vues, faurai l'honneur de vous proposer uneljste de Q'l'édecjns qui, j' en suis sùr d·'ava:oce vous parailronL digne_s de volre confiance et. ré11nironL à la fois les suffrages du pays to ut enlier. ll Le i;nirjistre acceuillit ma pr.oposition cl instiloa la commis~ìon quc jc lui de1nanclai. Trois de· nos anciens collègu,es, Baud, Somme et Vancutsem, le doctenr Ansiaux père, Ics médecins principaux Colson, Goozée el Lepage ell e tpé1Je.cjn de. garnJs.011 Tallois fur enl désigoés pour en fai re parli1~. Je dòute qu'il eùt été pO'ssible de·confìel' l'imporla'l)le mission d~ recbercber l' éliologie de l'ophlhalmie à des bommes plus honora bles el plus capables. J',ai ici QJW8fll. m~i "!es pt:ocès -v.erbqux aullwnliques. de lcurs réunions; ,;,ohs pouvcz !es parcourir, si vous le jogez co_uvcnahle; je rlésire mème que vous les lisiez, afin de- vous con vaincrll une fois de plus d~ ce je ne sais quo) avec lequel l'honorable èx-médeci n en ch ef, de l' drmée est venu vpur allirmer, 1( que j'avais fait11arlie de ccttc commission et qite i' c11 avàis élé mi des membt·es les. 1J(tis influents. » La cornmissioo de ·1·8H i\V'ait,aa"oplé enlre aulr<:s la, résolu-lion suivanle ; 11 La grar.ulation, étanl une c'.lu:e constante de réci • div,es de Ì'opMbalmie, el.lçs.hpmmes qu i en sont p_orleurs étanl inuli.les aux régimenls, 'eo ce qu'ils embarrass.eo'l le_ t<
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servfo.e par la né'cessité oi1 \'on se trouve de !es ,en:vo1e:r souyent aux hopilaux:>''<Ju'·ils ·encombrent inulile,ment;. el où, apr'è!! une o·u plusieurs récidives, ils sonl exposés·à perdre la ,ue; la. com missi on eslime qu'il convient de )es renvpter, sans solde dans leurs foyers. Ces miljtarres devrajepl elre obligés de se présent~l lous les lrois mciis dan~ 1' b'òpilal le plus voisih. De.s irlstruclions convebables devraient elte ,données sur·ce poinl par le chef du -service de santé, et l'appréciation des graoulations, et en génér~l de l'élat dBs conjonctìves palpébrales-qui pourrail nécessHer ,.des cong6s de .c~n;vale_scence: abandonnée .i:ux officiers dé s'aolé seulement, cl spécialemenl à ceùx que l'inspecleur général désignerail à cel elfet. » C'est là le crime de célle coromission, messìeors, le mien, vous le savez déjà, c'esl d'avoir prélé la main à l'exéèulion de celle déçision. Et Mmme c'est rnoi, loujours moì, que l'ex-médecio en chef de l'armée a en vue et qu'il recbercbe, il mel bien vile la commission de etile; il la rejelle, dès qu·il ·le p "11.l, sut l'arrièttP.'--plan; il la cc.nsidère mème comme n'ayant pas exisl(;, pò;ur ne ·voir que moj, pour s'emparer de moi, pour m'irnpo~er à moi, à l'oxclusioude lousaolres, les prélendus mèfails de 4834-, ~ u dìsait jadis du prt1cureur 0 J,iéral Dupjn gu'il avait ioujours un jé$uite.sur son nez. Les jé:;uiles, à la bonne heure; ils en valaient la peine, ceu·x-là, mais ro'oì Oh ! hien certainemeot je u'ai pas mérité Ni celte excès d'honneu.r, ni celle indignilé.
Donc, on vo'ùs l''a Ì'.épélé à saliét'é,. è''esl sui' moi seul que a·oi l relomber la r.esponsabrlilé des m-esures de ·I 83i. Soil, je le veux bien, je l'ai déjà dil; mais, loules ré· serves faìlcs (car je ne veux pas ravir à la commission une .parcelle de l'lionneur qui lui revienl), retou_rnons, s'H vous platl, la médaille. Supposous un instarit que j'eusse commis l'impruden0e de faire repousser les conseils et · les décisioos de la commissioo composée des bommes que voos ·savez el auquels le docleur Jiingkén, ce gr,and 9phlhalmologue, étail veno. preler le C'OQ:<;ours de son expérience et de ses lumièrcs; suppos·ons que j'ousse faìt retenir les grannlés et que plusie!Jrs d'entro eux r..écidivanl eL récidìvaut sans cesse, ce qui n'e"ilt pas -manqué d'arriver (nous élions edifiés . là-dessus). eussen l :fini p·ar perdre la vue d' un-e· manière irrémédiable;·dilesmoi, s'il voos platt. le 1angage qu'òn e'.fil teno é!lors, ici méme, àans ceUe ·enceinle; diles de quels reproches je n'eusse pas élé accablé, à quelles accosalions je n'eusse pas·été en bulle I V <Jus vondrez hien remarquer, messieurs (òt je dis ·coci enlre parenlhèses) que je vieos de me servir do m'ol gmnuJés, parco que l'honorable ex-médecio eo chef, ne i:eculaot devanl aucun~ exlrémilè, n'a 'pas craiol de vous affirmef que j' avais o'rdòn(ié le: renvòi dans leurs 'foyers, d'.homm·es atleiiits d'ophththalmie à. tlivers de9rés.
J'a.voue, messieurs, j'avouo trè_s...:n;1rvemenl qof:) je me ser-ais all~ndu de.sa paFl surloul, à plus de iprude.nce et de cìi:conspecliou, Le ,ròle d'a.gresseur ne poOY<\iL·pas élte le sien, dans celle circonslance; c'esl là lèle basse el le creur con lril,q1,i'il eut di) paratlre devanl 'Vous. Quoi monsieur, v.ous, vent z blaroer aujoord1hai )es mes-u:r~s de 483 i ~l ceu:X qui· les ont proposées, el v,ous ne frisso11nèz pas l Què fai si'Cz-vous don e à ce momenL vous qui en volre qoalilé de médecin en cb,ef'èle l'armée·av1E>z la direction du service sanilaire de loutes 110s tro1rpes-actives? Vous ~tiez co·nvaincu, diles-v.ous, des désçisfy.eux effets qu1ailaieut, produice ces m'esures; vous él'i ez en rapporl incessant ,avec l' adminislratron supérieute el spécìalemenl avec -son chef; le ministre .de la guerre, par sa circolai re du 5 mai ~ 83ìi-1 vorrs avait faiL conifa1t~e à vous, comme à -loutes les àulor.ités militaires, qlicil rece',trail avec gralilurl.e les obsenalions qoe volre ex·périence vous meltrail à mèroe de préseoler•sur !es mesures prescrites et sor celles que vous croiriez ùtile d'y -ajouter, el vous gard,iez. le silence, e.[ vous ne disiez pas ·un mol, el vous ri' écrÌ!i'foz p.as une ligne. pas le plus pelit rapporL pour éc\aiFér le gouvernemenL que VO!JS serviez el qui avail publrquemenl fait appel à vos lumières·I C'est en vérilé par lrop C<•mpler,sur l'iodifférenco ou sur J'impunilé.! -· L'honorable M. Fallol quo vous invoquez à volre secours, comprenait.aulreroenL ses devoirs, lui; il croyait avoir des objcclioos à Cairo conlre les mesures de 1,83.i; il ntallendil pas mème, q'on les lui - demamdlh; en bon o.l foyal servileur, il s'e.mpl'essa de IN,, coìomtiniquer à ses chefs, ·et croyauL queTien n'élait fail Lanl q'i l raslait quelque chose à fa ire, il fil plus ancore, il eul recours à la presse el fil connattre publiquemenl sa manière de voìr. A,.la b.o.nne heurel,voila ce q.ue j'appclle ·une con<fuìle loyale et franche I Il a peul-élM le droil de parler aùjourd'bui , lui (11ous verrons cela plus Lard), mais voos, moosiPur, vo.us qui Mes resté muet qua od o'élail volre devoir de. parler, vous ètes sans droil pou.r, Jever la leté e-n ce mome'nl el veni r vo.us éi;igcr en accusateur I J'aì torl prul-élre de m' échauffer pour sì peu et dè prendre l'hooorable ex-médecio en chef de J'armée au sérieux, car les hommes de 1834 sonl bien au_-dessus des allaques dont ils on.l éLé l'obj.~I de sa part. lls onl extirpé l'ophlbalmie de l'armée. Voilà leur d,roil aux respe<:ls 'cie-lous; voilà leur litre a la reconnoìssance· publique! EL·si vous consenlez, messieurs, à oovrir aoe discussion sur )es me~ sures qu'_ils ool fail adoplcr, jc mé charge de '\'OUs démontrer à la dornière t videnée q1(i·Js ont fajl touL, ce qu'ils onl du 'fairo, el qu'ils o'out p·as pu fairo autr.e chose. Lorsqu'on vienl vous dire qu'une-·par.lie nolable des pensions que l'Élal a ·payées d<>puis ~ 834, jusqu'aujourd'bui, esl le· .résu llal de CPS m1-sures,,o-o vous· lròmpe, messieors, on Vous dil Cl\ qui Fl'esl pas, on égare le pays. Quoi! a partir de 18 17 jusqu'en {834, plus de ·300,000
J:hmmes onl élé renvoyès dans lenrs foyers, soit en per-1 aujourd'hui. Eh bien, inessieurs, consu1lez-la celle reuvre, el vous saurez le cas que vons· au'rez a fai re dc loules les ro1ssion, soH par licenci~ment, au flagranlde la m:aladie; declamalions que vous avez enleodues ,· ~plus ~e ~ 00,Q'QO peot èlre avaien~ les conjonotives en.Quand donc on vieot vous dire que c'esl aux rnesures ·eorgées, granulées, sécrélanles,mème; cela se praliquail dc •I83;1,. qu'il faut reporter l'exislence de l'.ophthalmle pen\la_qLquo v-0us: messieurs, qui vous vous récriez,aujourdans la populalion éivile; quand on vienl vous affirmer d'hui , "Vous éliez·au seni ce, cèfa se prat'rq~ait n<rn-seuleencoré quc l'ordre de fenvoi a élé révoqué à cause de fa menl sans p1Jcaulion aocu o~, mais sans àucune objeclion 1 còntagiosiié'de 'la ma1aaìe ·et des malhew·s qui s1en sont s11ivis, san·s ·aifo'dne réclatnaticin de 'V<Hre par~,quedis-jef \'ous !es on vous trompe, rnessieurs, on vous lrompe audacieusercnvo.yez vous mero es dans ceteélàL; car j' ai trouvé daosmelil. lei beureusement l'in6 nnalion peut suivre de près mes archives des Jocuments qui en fohl foi; et parce 'l'affirmalion,·el, quoi qu'on fasse, èruelqrre in'lentioa qu'ou qu'en ~ 83-~ le.go u,'ernemenl en ,,_a renvoyé 2 ou 3 o'lille, en ail, on eslsans puissance pour fni re prévaloir 1'erreor c'esl-à-dire ri~n ou à peu près rren comparalivement aux ou le mensonge sur la vérité. rC1nvois :a·ntéPieuvs, il· 'Vious ,con.v;1en•t, de.dire aujourd'hui Ahi messieurs, si l'Àcadémie coosènlail à ouvrir une qu'il a produil un mal affreux., qu'il a propagé l'ophlhalmie ddns la p·opulalion civile, qu'il l'a fail passer à celle discussi on sur ces mesures, discnssion ,que je sollicile et 'do'nl j'ai soi f, je f'erais iomber bien des vhiles, je ferais popul!_l!ion qui jusqu'.{llors ne la cònna'issail pas ! Vous savez bit>n que c"la est foux, mais qu-e vous imporle? t cesser bien des illusions. Un délail cèpendanl, car après Vous,_avei ·un but à alleind.re, ,ù sous des apparences de tout, je ne suis ras obligé de .me La ire loujours. Savez1 vous où nous en élions à celle fameu·se époque, où nous modéralion, de candeur' el ù'humanité, vous le poursuivez sans relàche. Malheureusemenl µour vous, ce bul crève en élions tnéme encore longlemps après? A ccci, que lei. granulations élaienl considéré'es par les hòrnm~s· Ics plu~ ).es y,eux à lou,l le pxonde, et it, n'esl p~s un homme imparti al qui, à l'i.oslar de<ct> juge:que vous connaissez tous, distsngués tlu se'l'vice sanilair1\ comme i11cu1·ables. L'hone s'écrie e,n ;vous éco utanl: ·,e Où est la femrne? » ' oorablc M. Fallot ne me <lémentira pas. J e lui avais conPorlez-nous donc vos preuv·es ~es .d'ésa:stres de 183'4, fié, il ·s'e le' rappelle, la·su'rveil\a O'ce du dép6t'des convalescerits d'ophlhalmie à Namur. Ces convalesceols n'y éfailes-nous voi·r le chilfre de sl!s vicUmes: indlquez-nous i celui des peosions el des indemnil6s qui eo est résullé.; laie11t soum ìs à"auciin moyeli curalif,.:Cin atlendai t tout monlgiz-nous les aveugles el les borgnes gui lui doivent du lemps; je ne pus consentir à laisser"' subsisler un état Jcur irrémédiahle ma~heurl Mais vous èles impuis~anls à . de choses .qui me semblail fatai, convai ncu d'ailleurs ([Ue - le fai~.e; vous save~ affirroer et vous nr, save1. pas prou - ·relais, convaincu par des faits que m'avai enl commuriiqu·és M. le mé_decin de garnison Delemarre et l'bonorable ver: ie vous mels au défi de nous apporler vos preuves. EL quaod poussés à bo.ul et acculés dans vos derniers reM.Hairion, et donl j'avais consla,lé la réalilé, que ·ce qu'on tranqbetl)enls vous ne savez plus que· dire, vous invoquez; appello dcs grmmlés elaient parfaitement curabl es: je fis parl de mes désirs et de mes inlenlions à l'honorable quoi? comrue ultima rntio? l'opinion publiquel. ...L'opinion publiq,up, supefbe argu~enl, .en véri(é, en malière de oiéòecin prÌ rìcipal. Savei-vouS. ce qu.'il mc répondit da-n.s un mémoire qu'il m'·adressa le 21 janvier 1838, près de coolagion l Je ·vons le dis avcc la plus io lime convinclioo; non, vous ne d.isculez pas en hommes calmes et sérieux: quatre ans par conséquenl après l'introduclion de nos _ vous clisculez :avec passion, ou s:i cela v·ous convienl mieux, mesur.es"? Ces roots-ci, messié.urs, ils ne sortiro11t jamais de ma memo ire: Lcs granulations se g11Ùisse,1t1 mais on ne en vérilables .eo!anls. Ics guérit pll,s ! ! ! A mon lonr, je vous di rai, moi, que je me suis allaché à recueilliT sciignousemenl les foils civils'qui ORL pu s'61re Quelques 1nois riprès, j'en conviens, l'hooorable l\f. produils à l'occasion du renvoi de 483i, el je viens vous Fallol, mienx éclair.é revint sur ses pas: il m'envoya un seeo.nd mémoire qui fin il par ce mols: on (J·1J.ér(t l~s grndécla~er, sans redouler le mo,indre démenli, qu'il son,Lel tmlàtimis, ma is é[los 11e so g11éri~s1mt p<is. ·cerles, je o'eoquaHtaLivemenl et qua11lilalivemeol insignifìanls, compatenils pas lui fai re un grief,,.dé' ceUe mohililé d'opinion, :il rativement à ~eux des périodes anlérie.ures. Et je ne vous o'avaii' pas 11mliqiié jusqu'en , 838, fl pratiqua ·a~puis, la deman.de ,pas de me ,croire sur parole; je m'en réfère praèique l'é'claira el il l'avoua, cela lui.fait bonn'eJJr; mais ,à ce ruéme Cunier donl vous vous faites uoe arme; je m' en ceci ne vous prouve pas moirlf, indépendammenl de mille référe! sans ap.p.e! à guel4u'un qui élail, vous le savez, aulres choses que je pourrais vous d'ire., dans quelle si mon ennemfle plus in'lrme,< c'esl tou( dira,. Voìci son Jivre, lualion déplcirable nous nons trouvions ~h t 834-, eo préil a paru en 484-'1, par cons~uent lreize ans après la sence de 11'ig11ora1rce (c'esl le' m'ot, je n''ai ,.pas h,onte de le mise à exéculion de ces désastreuses rnes.ures: l\oouvre est pron'oo.cor) des gra'nds còmme d'es pelits, des chefs ér.rilec eo t;,rande parli e con tre moi eL pour .la glorificalion comme des s.ubordonnés. de ll)es ,conlradicleurs; nul doule que son autl'u~ p' ait reLaisse·z-moi vous lire sur celle triste époque, fe passage ·clrnnbé a:véc soin, p-o.ur m1en farre un lirrémissiblè crfme suivanl d'un beau travail de ~l. 1e professeur Van tous ces prélendus malheurs qui font jeler des bauls cris
I J.
1
-278 Roosbroeck qui a sa piace marqoée daos ceUe enc~iote el que je regrelte de ne pas yvoir. L' honorable prof~sseur vous paratlra d'auli,\.n't moins suspect à mon endròit, qu'il se rapprocbe à cerlains égards de l' opio~on d·e mes çonlradicleurs, 1 ~ Lorsqtt' en. i 830~\a. B.~lglque s~ ~épa11a de·fa Bollande Ics Belges incorporé·s.daos l'açmée des P~ys--B~s •.et qui "Vinrenl s'cnròler squs le' drapeau national, portaieol en eux. la source de l'ophthalrnte dont la gravité avait élé jusqu'alor~ eo pattie mécoonue; une roule d'entre éux étaienl alleints de gratmlalions qui deYaient .répandre et perpéLuer le mal daµs l'al'mée nouvelle; cepeodaot penclanl ]es prcmìers lemps qui suìvirenlla fondaliondu royaume de Belgique, on ne songea pour ainsi dire pas à · l'ophlhalmie; niais après les re.ver!\ de "834, l'arro·ée ayan~ ~lé port'ée a,u chiffre dc 100, 000 hommés, l"ophlhalmie ne lard!l ·p. 1as à se monlrer dans plusieurs rég1, ments et 1llème dans quelques localilés; ces fails furent signalés par quelques honoraoles représenlal)t.s·, au sein mèm e du parlement.. « Au moins de,septembre ~ 833, M . Vleminckx inspecteur général du serv1ce de santé, dans un rapport adressé à M . le ministre d·~ la g_uerre haron Évain sur l'oplhalmìe, proposa de nommer une còmmission composée de nrétlecins civils et militajres, et qui scrait chargée de rechetcher la cau8e de Fopblh,almie de l'armée et ks moyens ·de la <)étruire. Pe.u de lemps après, on ioslitua la commission dite d~s recherche.s sur l'ophtbalmie de l'armée. « A celle époque.je me trouvais à Berlin où le gouver-
nemenl ro'avait envoyé pour faire uue étude spéciale de l'ophthalmologie, so_us la dir-eclion des bommes éminenls qui otai en l à la tèle de Ì' enseign~menl de celle branche importante de la chi'r.u")'gie, dans les diverses·univ'ersilés de.I' Allemagne. Au irtois de février ~ $34-, M. le minis_lre de t-inlérieur me fit l'horioeur de m'adre.sser une leUre par laquelle il m'invita à recueillir près des b-0mm~s spéciaux de Berlin , lo,us les renseigneru enls possibles. concernanl l'opblbalmie de l'arroée. Je m'adressai succ.essi-vemenl à. MM. llusl, Grrofe et Jiingken . Les denx premiers · me remirenL les ouvrages qu'Hs avaient écrits sur celle zyialadie, me disant qu·e j'y lrouvèrais lous les rense,gnewer.ls qui pou-vai.~nl).11t.ér,esser mon gouvernemeot. <( Le' troisiènie, M. JttngJen, me donna des delails s, coror,lels sur lou_t ce qu'il avai~ obscrvé depuis urie vingt;tine d'années, et discuta avec lanL de soin toutes les queslions so ralLacbanl à l'ophlhalmie des armées, que je crus voìr en lui un homme capable de rendre les plus grands services à mon pays, l e lui demandai s-1il '.ser,ail dispose à se:rendre en .Belgi qae, dans le cas où il en rece-vraiL l'invil·alion du gouvernemeot beige. Sursa réponse allit1matiye, j'écriViis à ~t 111 miuistre de l'inl~rieur polil" lu\ fai're nonnattrce: le ti'é,sultat.de- ooes démarches ·auprM des hommes que,fa-vafs cru \es plus capables de m'éQlai-
rer, el j'eus l'homi"eur de lui faire la proposilion ,novite.r M. le professeur liingken à se réodre en Belgique pour
aider, daos ses recherches, la commissioo insliluée depuis peu de lemps. Celle proposilion fut agréée avec:empres-sement par le go.uvernement, el peu de temps après, 'i,e l'.eçus une dépjche:qu.i,m'ànnonQnH la/résolulion prìse,par le gou.vernemeol d'iuviter l\1, Jtiogken à se rendre à Bruxelles et me priait de reveniri ~vec lui, afin de raccompagner et de l'aider dans le lrav.aux qu'iJ entrep,r~od rait peodanl son séjo1,1r en 'Belgique. <1 M. Jiiogken, accompagné d.e M. Tallois secr~taire de l'inspeclion générale du service de sanlé, el de moi, visita successivemenl les-cas.eroes e\ les ht,pilaux de Bruxelles, Gand, Ao,-ers., Malines 'et Louvain . « Le oombre de granu'lés qu'ìtdécou:vril élait immense, il tie renconlra '{5as un bataillon, pas une' compagnie qµi n1 en offrii un nom~re'plus ou moins considérable. cc Aprés celte inspeclion, M. Jungken adressa à .M. le mioislre de la guerre un rapporl que je lraduisis en français, et qui ful dislribué dans tous les corps de l'armée. M.Jiingken jugea avec raison que le foyer de la maladie existait dans l'armée mè~~, et avait acquis un tel degré d'inl.ensité que des m.csures radicales el énergiques étaient devenues nécessaires pour y apporter un .remède ef6caco, et il pro.posa le ren voi dans ·leurs foyets, de lous les granules. « Le ,1or mai 1834, M. le ministre de la guerre, sur la propositioo de la commission des recberches et confor· mément à l'avis de M. Jungken. pril la réso1ution suivanle: « Des permissions de six mois au plus, peuvenl Mre accordées aux bommes qui auronl élé désignés par les ollìciers de sanlé, camme éta11t porleurs d'en~orgemenls des conjnnclives palpébrale~, de granula..lions; etc., .à cbarge par ces l\ommcs de se représentet tous les mois à l'hòpilal qui leur sera désigné. e, Tout homme nouve11ement arrivé dans un corps, soit qu'il vienoe du dépòt, soil qu'il rentre de permission, sera soumis à un e:tamen sévère, spécialemenl pour ce qui con cerne !es organes de la vne. << Si ceux-ci ne se Jrouvenl pas dans l'éta-l le plus normai , MM. les officiers de saoté, auront à.Jes faire renvoyer ail dépòl, ou.à deman<ler pour, culi. une. uouvelle permission d.onHls limiteront la d11rée, <( Les officiers de sanlé, charii.és t'n chef du se_r~·ice des bt>pitaux, ne laisser,ont. pas rentrer à leurs corps les hommes qui aurout élé alleints d'ophlhalmic, conserveront les conjonclives palpébrales granuléC$, ou dans un tel élaL d'engorgemerìt, que leur retour à l'élal normai ne puJsse étrc espéré-dans un bref délai ; ils sollicilero11t pour eux ~es coog~s de convalescence donl la ùurée devra élre basée sur l'élal. morpiqe dcs.diles memQranes. Ces congés · CoQ'liendront l'injonction· adressée aux• p-ermissìoniluires de se 'ptése.otedoilS' les mois à l'ht>pi·lal le plus voisin de leur domicile.
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-'i.79 -· 1, Si des hommes sorlaol des Mpitau-x étalenl renvoJés au ·corps, ayaol les conjouclives· palpébra}e·s engorgées, granolées, non-seuleroent ils seront' exemp·ls delout iervice, mais. on aura soin de demanùer sans Jé'Jal pour ces derniers, une pe-rmissioo donl la durée sera caloulée sur I' état, maladi f des conjonctives. << Ces résolulioos im.porlan\es fur!ml exé'.o-ulée.s ponc-'&uellement: rnais-Jes suite.5, i! iau~ bi-en le dire, n'enJurent pas beureuses_. Cerles, aujourd'hui on se garderail bien de,prendr,e de paTeilles mesures, mai~ on ,d't'\iL se rappeler que nous é1ions en 1·83i, et qu'alors en redootail les conséquences~ qui _P,our~il eil appréèier Ja, porlée/? « Élan{ admis que '\es homm1•s pùrleurs de granu)ations, :oevaient· ètre considéré$ com me imprò13res au service, les récidives •qo'ils po'Uvaienl ronlracler, les exposanl à Ja privatioò complète ou parlit>lle de· la voe, quoi de plus simple que de les soulrairu aux causes si nombreuses de ces récidive-s. que présenle la vie' du solòat cl, par consequent, de les r,envoyer dans leur.s foyers'? , "11 n'élail pas encore définjlivemeot admis aln.rs, dans la science, que \es granulàlions pòùvaient, ~à leur l?ur devenir la source de granulali.ons nonvel\es, et perpétu_er ainsi le mal, tout eo le répandanl dans le pays tout entie:r. « Les· mesures pre~scrites étaienldonc -a J'a bri <l'e toule critique au poinl de vue scienlifique de l'époque, et l'on ne pouvait q'ue hénir l'·adminislfalion de le·s vouloir et de ]es prendre aussi radicales e.t auss1 éner,gi,ques. · « Ce'.r.tes-, ii n'avait. pas échappé à la perspicacilé éla M. le médecin princjp?,I Fallol et a11 gouvorooroont luimèroe, que ces mesures élaient · de nature à occas·ionìier de grands iuconvénienl,; auxqucls on ayail espér-é pou-voir parer, ·par les ,instruoti9n~ données aux perroissionnaires renvoyés dans leurs foyers et aux officiers de santé; mais eò présence d:uo maLaussi intense et aussi jnvéléré, l'administratjon avait le droil de repousser les demi mes'nres, et c'étail son <levoit;,,de sub.ir <',es in'convénieols pÌulf>l qoe d'essa1er Ì'exlincliòn du ioyer par atermoiemeril-s. 1e Cependant le mal oe ce.ssail pas; assoupi pendant un f cerlain temps, il se téveillait de temps à aulre avec un r'edoublefneot de fureur. :D'aulre parl, le~ inconvénìents doot nous vènoks <le ,parler, devìiì'reoi tellemenl insup_--porlables, que bon gré, mal gré, l'adminislralion dul song~r sérieusernént à !es amÒindrir, s.inor1 à los llétruire coropléleinent. << On a ~u l'.ob$erv.er,;l'élM granuleu:x:'q~s conjo,nclive:r était ooosidért alors èomme,pe dey,,ant èli:e soumis à aucun traitementi,il é.lait a<Jmls gueJe's ~ranulatiops.se dissiperaient sponlan6menl, mais .qu'i! n'é~aj:t pas au pouvoir de. l'acl de ]es fai r~ ·di~pa(!ltlre. Erreut;.fu.ne&t.e eL dq_nt les résultats furenl on ne peut plus desa,sJreux. « C'esl à M. Pi-ospec.teur ,génér·àl VJemiookx' qu'e 1l'o_u dnl ae sortir de.ce.l epp~y;rnta'hl.e ,cn-aos, _qui, s'H eùl duté
quelques années -seulement, eftl ameoé pour lfl Belgique les.. catastrophes· les plus déplorables. 11. Un .an après. la mise à exécuti.on d1~s mesuris prescrites sòu.s' le pa\ronage de la con1missiòn des recberches et de M. Jungken, M. Vleminck.'1: proposa le rclrait de la' phis falal~ de ioutes, celle qui avait prescril \'envoi en congé de lous les granulés, et demanda leur réunion dans !es dép6t( soumrs à uoe<,surveill'ance spécia\e. 1< Des obslac1es nombreux èt lels qu'il S: en présente ròujouis dans· des affaires de ceUe iu)porlan-c'e, empécbèrent qu'il -ne r'tìt donn é irnmédìatemeot suite a celte demandc. C1esl en l8M' seuiement que" fut'mise à exé:. culion ceUe grande et salu.laire mesure, mais on orut de,. voir mainten1 r la déplo11abte.résolution d'entoyer les gra:nulés ~ns les dépMs, non pour les y soumettre à un trailoment, mais pouf leu11 y.-ifoire· allcnsh:e l·eur guéris.oo du temps. :En u11 mol, on vo.nlut bien qu'ils·sorlissen t d-es rangs de l'arp\ée et qù'ils, o~ fussenl plus renvoy-és dan& leur foyers, mais on ~éfendif de toucber à lenrs coojoncctives évidem1nent ma.lades. « Il a fall u encore les iost.anLes et ene.rgiques réclamations de ~i., l'ì nsp_ecteur g.énérai, Vl'emi nckx pour fai re renoncer à celte défense: mais celle fois, il Iaut le dire, itavait-~i bieo,. priS'Se.$ lll·~surcs quril ful impossible çle oe passe ranger a soo avis. <1 M, ~~minckx, .forL <l'an,, cer~ai,~ no.mbre de fails, rep_ou.ssa,avec fò·rce la fatale· doclrioe de l'iocur.abilifé de l'étal graoule.ux, et prou'i\a· iiU con trafre que le Lemps, aaquel on a1ai1 accordé une si grande cioofidn ce, ne le modifiait que lrès-légèrement il poussa, en conséquence ·ses subordonnés dans la vo\e des- recberebes, il demanda leur opinion sur lfls meilleurs moyen$ à !3mpl.oyer, ainsi que sur Jes résultat_s de ceux qui avaient élé mi-!, en usage, et Jorsqu'il eut. réuoi un faisceau de fa:i..!s ;rrécusab!'es: il insi'sla sans relàche, pou.r que l' inslitulioo des dé_i)Ols fut complètement changée el que les granulés 'y fusseot d\lsormais envoyés·n.oo plus pour y attendre leur guérlson de l'.elfet du Lemps, 01a,1s pour ,J étre ~oumis à • des agenls aclif.s donl l'efficacilé av,ail é'lé mise,hors de doule. "'I'I fit plus,: ·prévoyant qu'il fa.udrait bien on jour'Se résoudre ,à ab:andooner ces dépMs qui a'élaienl pas <Vus de bo·Dooil pal' l'aulorilé mllitaire,·il songea à'prevenir les inconvénien ts' qui · résulleraient dé leur sup.pression, en fai'sa-n't inilier ~u lraitement,des granuÌalions, tdus res médecios de régìmeot de l'a:rruée. S~r sa· demlmde, !J., le ministré de la gu~rre Qnvoya don.c.J ous ceu:x.:ci à Natn·ur, et avec,mission d'y·sMourner jusqu'à ce que celle ioitialion pùl.ètiie co'risidér~e cbmme suffisan'le ·e.l c.ompléle. 11, Nous ne. pouvon.s nous ,abslenir de proclamer iciJes graods,,les imporlauts· serviees que rendirent, dao eetle circ.onstaoce, à J'arn:iée ek au pays. l\l.. le médecin prin:èipal,Fallot et 1M', le médecin de.ré.gime:ul. Loì~1:1au, le premier charg~ de l;i di.t:eclion et de la S!,lrveillancé du 1;,
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dépòt, le second du traiLemenL des granulés; c'est gr~ce à eu-x, grà.ce à leur concors inlelligent, que M. Vlemiockx pul pousuivr.!) la réal.isaLion de ses vues et oblenir eolio Jes résu}l.als dont nous sommes aujoucd'bui lérooins. :, Une fojs le lraitement ~es graoulalioris bi~n connu, Jes d~gOls pureot ètre supprimés sans iocoovéoienl; ils le furent en effet, mais d' au~res mesuies deva,i~ul oécessairemenl èlre adoplées, a6n d'éy-iler de retomber dans le cbaos d.onl on avail eu lanl do peine à sortir. « li f~llaiL; d'un.e p_art, n,e;pas ]aisser les granulés dan~ )es rangs. cle l'ar.roée, et de l'autre, éviler la faule de les renvo,yE;r aux hOpitaux qui pouva,ienl etre -pour \es uns, une cause d'aggravalion, p-c>ur les auCres, la source d' af,,. focllons, nouve)Jes et JunesJes, l\~. VJeminckx le senLit ~l p,rovoqua, en cooséqo.ence-, le ~ra~Le,IJ)enl des granulés daps chaque corps, eo -ayan_l soj~ de les réunir dan.s un Jo,cal ad b,oc, et avl;)c la recommanda,lipp d'envoyer dans le.$ hopitaux tous ceux chei lesquels l'ìofiammation affec-teraiL une forme aigUe. <( C'est là où nous en sommes encore à l'heure qu'il est, e~persoooe ne lrouve qu'il y ail la moindre raison poor abandonner cene,siluation. L' opblhalmie pent ètre considér,ée sinon comme éteinle., du moins comme réduite à de Lrès-miniroes proporlions. Aumomenlou nous écdvons ces lig-nes ('18o3), gràce au 2.èle..;a:vec Lequel !es médecins recherchent les granulés, par des iospeclions fr.èquen les, il y a des régiments (celui du génie par exemple), qui ne:'renferm'ent pas un ·seol granulé dans leur rao.gs; c'est à peine qu' on reoconlre eneo re par-ci, par. Jà, une affection aigiie, el le lrai_temenl des granolations a ac-quis un Lei degré du -su.rete, ,que les inconvénients 110~quels il a vai~ doµo.é lieu d'apord, ool .complèlemenl disparu. Le pays ne saura jamais assez reconnatlre les servioes quo lui onl ~rendus,.,dans celle circonslaoce, les m,édecins de J'ar.mée et parlicalièr.emeot leur digne chef; il a fallo lo.ùle !'energie, tonte là vigililnc'e de. l"un, loul le.,iéle, tout le,]évoueme:nt .des au{.res, pou,;. amener ceUe .siloalion heureuse que la Belgique n'avait plus connue depuis sa séparalion dù royame des Pays-Bas ! >r Je vous Jivre ce passage, messieurs., je le livre à vos sérieuses méailalions; c'esL vous donner, IDù seriible-L-il, une haule preuve. de.\non irilpa1'1ia~ilé; mais je suis tellemen,t con~aincu de l'excelleoqe des mesures qui oot été adoptées· en ~ 83~, ·que je ne redoule pas le rooins du monde de vous in.diquer moi-·meme on livre qui vingt ans après en a criliqué,quelques-unes. Seulemenl je me permeUrai de faire. deux remarques, la. première, c'est qu'il n'esl nullement admis encore-·dans Ja,scierrce que la granulaliQo (c'est-à-dire, ce que nous, méde·cins mili.taires, noos appelons la gfan.tilaLion) engendre la granulali on; la ,seconde, o'e's:t que le professeur,Vaotoosbroek .a ,suivi le loJJr,ent en parlant du renvoi des granulés .de 1834. Il a ·acceplé .çu1' parnle ce qu'on avaiL édrit, "'avanl lui, sur ceue mesure1et saus s:1enquéoi:r rde,la :véril'é ·des faits, il a
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eoregistré ce qu'on lui a dit élre le rérnlla~ de l'observation. On ne saarait lui on faire un grief. lUi.eux r~nseign.é aujourd'bui, il n'hésilerait pas,j'eo suis-sur, à modifier profondéooenl celte parlie de son excelltrnl travail. Messieurs, deux ans aptès la mise en vigueur des mesures de ~ 83i, il me parul uli}e de coostaler les rés_ultats quì avaienl élé obtenus. J)evi_o~z, messieurs, quels en furenl al.ors les plus ardenls approbaleur,s I Oli l je vo,as le donne en milfe. Devi,nez .... Eh bien, ce J ureni pté.cis~ment deux. de leurs, plus grands adversaire~ d'aujourd'hui, a savoir, Ml\f. Fallol ,!ll Seutio. Niez-vous 'L Doulei-vous ?... Ecouleimoi: Le 4cr juin 48)3.6, j'éori:v.is au ministre de là guerre la leLLre d'oul,j'e vais vous donoer leolure: « l\lonsi'eur le roinisfre,
« La pròchaioè teolrée dans· les d~pMs des hommes qui onL,~Lé !ìwa:.essi-vement envoyé~ en qo,igé pour, granulalioos, me fait un de,oir de vous demadeer si vous ne jugeriez pas .conv,enabl~ de réunir en celle ville les médecins principaux hre:velés. de l'armée, conformément à l'arrélé du gouyernement provisoire en · daLe du '5 janvier 1·83 ·1. - << Ceti~ réuniqn ~urait spécialcmeot pour objel d'exa~ mioer les résullats oblenus des mesures déjà prises pour .l'e}lirpa!ion çle liophthalmie et qnelles ·seraieniles modificalions qu'il serail bon d'y apporter. « ..... Si vous .n'y lrouvez pas d'obsla?le, je' voùs prie d~ mo p ermel.lre..'de r.onvoquer à Bruxelles, le$ médecìns princi-paux brevelés FalloL, Lepage, Vandènbroek, Colson et Gouzée. èes messieurs, se réuioiraient- à !I. le médecin on.chef Seutin ·sous ma présideoee .. ,. » (Co11tirn1a.J
lllJELETTINO UFFIZIA.LE . .. it I
Coù Reale .Decreto in data del ~6 agosto 185-9 è stata rivocata e· considerata come 00·11 avvenuta la nomina a Medici A,'ggiunti, pel tempo dell·a Gu~~ra, nel Corpo Sanitario Militare, fatta c,on Reg,io. Decr,eto delli 2 luglio uWmo dei ,signori Dottori Carama~na Giuseppe ,P ,anze1•i. Ange.io
G tian.eUi Cesare Mi;r;uail Frao'cesco , ., 'I ;iJe~chi Luigi l i Direllòre l)òtt. ffilv. ARELL'A. liediao 'Div. '~l V,i_G"e1J>,ir~\\{lFP'ftlS,pOl\S: J?oll•., M4~il'EJJJ,1, llf~.c;l.,di l\egg.
'-'T1V,Subal(mra dì FUNCUCO ioiJ\>1e-//ia ,4/'fieH N:~4.
I.
5 Settembre ,t 8a9
N. 56.
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A~NO VII.
GIOllNALE DI MEDICINA HHJTAH~ OEL CORPO SANITARIO DF,LL'ARttlA'fA SARDA
Il
L' associazione
O(lll
si ri ceve che pe r un anno e comincia col I ' 1 di genn. Si p ub bllc11 o er Lu nedì cl'i dasc hed o na se!liroaoa.,
i'1 prezzo d'associazione in To.riuo è di L. IO. ln Provi.noia ed all'Eslero, fran co,.di pos la L. 11. Sr·pag:.i per st! me.slri anticipHU . f" Conco rso a l Premio R1asar so il tema d'alimentai.ione del solclnlo per l'anno 1858 o ·Giudizio della Commissione. - 2 11 R ivisti.. dei Giornali scientifici. -
S01ttM.lRt o. -
3° "Rull~t!i oo uffiiialc. -
4° Aòoo m:io Necrologico.
P AR'r E P R I il A ~OOOQQJJI.I Q
At PREMIO RI'BERI '(ltll'
li'l¼llllO 1858 SU lL TEMA
D' ALIM.ENT AZI~NE DEL SOLDATO Rclazi01ie,del Sir]. 1l1edico Div. ca.v . J\.RELLA E PnOCESSO 'VERBALE
contenente il giuclizio della Commiss-ione.
RELAZIO NE Nel processo verbale !;lei 23 d'ottobre. 1857 la Commissione incaricata d'emettere giudizio in_ merùo ai 'femi pel concorso al premio Rm1!1RI, dall'attento esame dell'unica memoria cb'in quel tempo era stata inviata al Consiglio Superiore Militare di Sani tà, ascriveva la soluzione incompiuta dei quesiti al· tempo troppo limitato, in ,proporzione Oell'ampiezza dell'argomento, per medici che appena di ritorno da una lontana guerra erano ancora distratLi cl:ll rumore delle armi, e non già a mancanza- d'atlitndine scientifica a trattare con successo un cotanto difficile.tema quale appunto è l'alimentazione del saldalo. N0n si apponeva quindi 111 medesima, allorchè fidente nella dottrina e nella 'pratica abilità dei Medici Militari in tutto cbe ba tratto al ben essere fisico del soldato, riproponeva lo stesso tema pel concorso del 1858; DiifatLo, la più splendida prova che non erasi ingannato nelle sue prevfaiooi Ja ebbe nello scorgere che cinque erano le memorie pervenute prima dei
quindici dello scorso dicembre al Consiglio Superiore. Cause indipendenti dal buon volere della Commissione ed i servizi straordinarii di guerra affidati dal Superiore Dicastero a questo ed a quello dei suoi ,Membri impedirono che lHri.edesimn potesse ultimare l'esame di dette memorie. Fatti ora di bel nuovo alquanto più tranquilli i tempi, riprese Ella e recò a termine il gral e e delicato suo compito. Eletto iò da voi al di'lficile ed onorevole incarico di Tielatore v'esporrò brev-emente il concetto che. mi sono fatto dall'attenta lettora delle suddette memor.iè: concetto qoesto nel quale ove _voi pure, pregiatissimi Colleghi, foste per convenirè, vi guiderebbe al giudizio sol merito di dasched una delle medesime. 1° L'autore dolla memoria, che ba per epigrafe : 1ntdenclimi esse, omnia anirnalia, nosce.,. qitq?, sibi salittan'a. sunt prceter homineni.(Plinio) nella. supposizione cll'il concorso pel premio essendo stato $tabilito per j Medici .Militari dornsse essere obbligo di chi s'accingeva all'opera spinos~ di soffermarsi specialmente a determinar il modo d' azione degli alimenti su l'animalo economia, e specialmente su quella del soldato, giudicò cosa $Uperfllla, anzi contraria allo spirito dei qu esiti, l'intrattenersi d'analisi quaJitative e qnantitalive, che, al dir di lui, sarebbegli stato facile tnipiantare dalle opere dei più illustri ch imici moderni nel suo lavoro. Perciò restringendosi egli nella cerchia dell'aecennata supposizione, e scegliendo il metodo espo·sitivo, raccò'lse qua e r..olà da lle diverso opere di Fisiologia e d'Igiene ciò che ravvisò piiLapproprialo alla soluzione del programma, ma avendo tralascialo di trarre profitto dei più positivi trovati della Chimica, per quanti sforzi abbi:1 Egli fatto non pervenne a spargere di nuova luce il tema che intraprese a·tràtlare pazientemente, cd in alcuno parli anche felicemente. Per quanto però si esamini il programma e le condizioni che vi sono annesse, non si può al certo infe rire che: alla soluzione dei proposti quesiti non si dovesse ricorrete il quella larghezz-a di errrdizione che i concorrenti avessero l"avvisata necessaria: d'im-
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piegare a sostegno e di1ucidazione dolleloro opinioni, confermandole segnaia~ente con i dati delle scienze accessorie, relative all'argomento. Pertanto· è riocrescernle che per un.et1'ooea ioter,:p1~tazioné del programma l'autore defi.tHrtemoria che Qra ci tocca di giudicare, comecbè la sia intarsiata .di non poche pregevoli cogniziool scientilìcbe e pratiche le quali ebbe opportunità di a~cumulare convivendo _per molti anni in mezzo a soldati oelle più opposte circostaJ1Ze di clima, di stagione, di pace, e di guerra, non siasi 'elevato all'altezza clell'argomenlo profittando dei lumi della chimica di cui sembra non avrebbeavutp difotlo, quando t:avesse voluto, come appare. cli legg1eri dalla leLLura del suo scritto. Per il che l'autoredella presente memori"' non. avendo -ad.empioto alle, condizioni del programma non può, a mio avvis-o, aspirare al premio. 2° La memoria ·colle due seguenti epigrafi: i soldati lumno il cuore 11el ventre (Federico II.) Gli.ttlùnenli sono destùtali a mcmt~nerc l'a.1'monùt delle funzioni clell'"organismo animale (Liebjg lettera XIII), è scritta con ordine e chiar:ezza e con uua certa quale erudizione bene applicata al soggetto. Però è , a notarsi che fra i non pochi pregi di cui V:,\ fornito questo lavoro di lunga lena, vi si osservano tali pec.cbe e ~pecialmente qnelle relative- all'applicazi one della ·cnimica e delle scienze accessol'ie, che lo rendono maocbevole e difettoso; ed ò appunLo ~u questo riflesso elle io non lo giudico meritevole di premio. 30 L'autore del]a memoria avente per epigrafe ; in magnis volitisse sat ~st iucominc_ia ii suo lav01·0 col fare o.ssei·varo che l'argomento, ~'ersando sopra m~terie qQ.~si estranee alla Medfoina, ed il programma non essendo abbastanza cirroscritl'o, parevagli più che mai gravoao l'assumersene l'ardito jncarico. Ma se il me1ito di un'opera sta nella difficoltà vinta, e se in presenza di sì scorraggianti -riflessi egli ò giunto con qual~he di.;invoHura a maneggiate il pr.oposto tema, è a mi o avvfao la più chiara prova che nou si doveva redigere altrimcnte il programma per lasciare ai concorrenti ampiissima facoltà di trattare il tema come meglio avessero cr:eduto. per comeguire 1a desiata meta, e così non fossero obbligati a gbcere entro limili troppo an gusti in qitesto di Promtste or· 'l'iclo leito. L'autore al fine di rendere più facile la soluzione def tema, ed in pari tempo ovviare alle molte ripetizioni, credette di dover ridurre i quattro quesiti del programn;ia a sole tre parli. 1a Parte - Premessa la definizione degli alimentj i n genere, li classifica in cibi, beva.n de e cotic(irnenti; quindi nota che per una gradazione quasi insensibile
dalla alimentazione vegetale si giunge all'àqimale, di cui le carni sono l'alimento per eccellenza. Indica però che I'alimentazione, tanto vegetale cbe animal'e esclusivameute, continuata finisce per riusdro danno,aall'~omo, dì maniera che la varietà degli.alimenti divenne uoa legge inviolabile dell'umana natura. Valore niariMvo clegli alùnenti e Leggi clell'aUmentazione mnmw .
Deter:~inazione qita.lilaliva e quantitativa, dei C'ibi che debbono wstit,ufre T,a ,·azione clell'uomo aaullo e lavorante. Emette l'opinione che la razione del soldato sia insufficiente e manca.Q.te della necessaria vàrietà, l'azoto essei1do in djfelto, ? propone la seguente razione: Pane di Munizione grarnme 735 > Bianco e paste > 155 Carne di bue , , 250 ed alle obbiezioni che si potrebbero fare sopra questa sua proposta risponde in 11).odo perentorio. Del fmm.enlo - 1·egolamenti 111'.genN. 11! acinatura., diflerenli suoi modi. 1ib{;mrattp.rnento Farine di buona qiwlilà - mezzi per detenninarle.. Fiibbricaiùmc del pane. Valore nutritivo delle wm{ AUercizionc pei· inci]>iente Jnttref'azione o JJer rrJ,_alattié degli rmimali. Bevande - altera2ioni e mezzi per wrreggetle. 2u Parte. - Vitto conveniente a.l so_ldato nelle di{{erenti circostanze in cui può trova,·si. Il vilto del solqato in tempo di paçe essendo monotono e senza varietà di prèpar:izione, propone una nuova razione, e quando il Governo col mezzo dogli impì e.gati delle Sussi~tenze miliiari vo1csse assumersi la provvista ùi talli i g~neri, si otterebbero tali eMnomie da compensare l'apparente aumento di spesa. J.fodificazio1ti in speciali circostanze. Vitto del soldato in marcia, ne·i carnpi d'istnizione, in gwfrra ecc . Regolamenti ecl osse~'VaZ?:oni in proposito . Cibi pttrticolai-i pel soldato ·malato, in marcia, ne-i campi, in guèrn.t. Oibi che in cas·o di necessità possono supplir-e allct ?ltancm1:za dei generi pùì necessarii e convenienti alla su.ssistenzct clèl' soldato: carne di cavallo, castagne, l1tpino, gltiancle, castagne cl'india. 3a Parte - Conservazione dcgl·i alimenti cibi, bevande e c:ondimenli ; emise delta i110ntanea alte1·a:tione e decomposizione dette sostanze orgcmic.he / descrizione .dei diflerenti ·metodi impiegati alla conser· vazione del frimiento, delle carni, del br,oclo, dei leg11,mi, dei condimenti e delle bevande : considerazioni siti -varii modi p1·oposti. La precisione colla quale ha dilucidato moHi punti de1 tema e la dovizia, di _prove desùnte dalla fisiologia, dall'igiene, dalla chimica e dalle sue pratiche osser-
vazi.oni forrrianò. qualche merito ,per l'autoi'e. :àia n~l,.~omplesso questo lavoro non ha soact:isfa'to a.tutte le c;òri,dfzioni dèl programfi!a ~ nòn si· giudica degpo éli premio. 4° L'autore de1la memo-ria a_vènie pèr·· epigrafe: Licnit serriperqiie licebit sign'ativfii prcesente nota p1•0:.. ducere 1~0-men. (Ifòrat·. de arte poetica). Senza mai· osc;ire. dal ~amj:iò circoscrittò dei _programma divide il Sl~o . lavoto in quattl'o parti, cosi ·è. indic~to iiel programfu~ ·stésso, è ·coil passo ferino e risoluto procede alla soluzione delle più ardue. questioni che òi ma.no in mano si presentano 1iet trattare dell'ali· ·mentazione ct·èl s.òldato. 1n Parte. - Dopo cii ;iver studi'ati gli alimenti e le b~vànd,{ s<5tto: i'l rapporto della loro provenienza, composizione chimica· e valore nutritivo, passa a cons1d'erarli sotto il au·pplite 1Yunto dì vista delle -loto spontanee alterazioni e delle ~arie adulterazioni che ·r,òminettono dai venditori. 2a Parte. - :iJue,son.o le incognite che prende a ris_olv.e re, cioè : se si possa .l;l sç ~j del?ba varia·1·c la ·qualità ovvero. aùchc la qu:mtità dell''a1imentazione del soldato, e per procedere ~on ordine·Jògico? pr'emette Io stùdi'o della quantità, ~' considerando la razione viveri accor~aJa·al soldal'0 S:ardo insufficiente per la q,ualità,, qu'atititti e variQtà",. p'r òpone una rà.Zìon·e, gìo,ma1icra viveri (vedi Ù prospetto che- alla ·sua memo.ria ·unisce), .disLrilHiita nell'ègu'ale misùra in ognif giorrio àè.Ùa setlimana e vaìut,ata sotto il triplice J!_apgo:rto ,del P,eso, della qualH~ e: del potere nulrili-vo. Giùdiziò'sé sono le variaiio.ni che,eg!Ì lntenélerebbe d'introdurre nelra · alimentaz·ione del soldato neJle varie cò'i'i_Hnienze in cui <1uésti può trovarsi cl~ èset'· ci:zi; di stagione e di ,clima, come sono otili le savie àvverlenze ·ehè proponè per glt equipaggi _m~ritiml e per le ti'uppe imb arcate che debbono passare la linèa o navigare nei mari del No rçl, dol)de la neces-sìtil: irr ·tali estreme dontingenze· di modiffc~fre 1a loro alime.nlazione. 311 Parte . - L'c!utòre c,rede di non alfontanarsi da11o spiritò nè dall-a leuera· deJ program·ma descrivendo quei soli alim~enti c11e_, non gi~ jn casì straordinàrii e rnutabilìssimi, 'mà invece pér cause incuo mut1;1bilt che .occ_orrono -tanto ìn tempo di guena quanto in tempo di pace, si ìiossono sostituire per una raz\'cine giw~aliera .alla razione-ordinaria. · 4tt Parte. - P~tlarido ·della conservazione, dei viveri e del mo'<lo .di rimediare. a'llc lol:Ò spon~anee alterazioni, ritiene in massima esser l\unidità e Varia i più terribili n~mici della·e'qdserv~zione degli alimenti e perciò i metodi dè~bono bas.arsj .sulla so\irazione doHt?. sostànzè aliméntàrte: dall'azioùe Mll'uÌniclità e
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èleWossigeno dell:aria, e senza occuparsi delle varie 'èònserve alirnentari,.s'intratiiene più par.ticolar~ente a·ena· con.servazione dei· viveri or.dinarìi indicando il mod,o· fii. µtilizzare quelli che avess.ero s·o~erta qo,alclrn ·avarìa:- · Ma se· è rtus.citQ felice.mente a risolvere i duE} ;primi quesiti, norr con egù·àJe fortuna l1a trattato gli altri du.e quesiti, limitando.&i cl.Ile cose più ess~nzif1li che gli parvero più davvièing interessare l'igiene del sob dato, mentre lascià- nel ieUòre a}cunchè a deside,rare. L'importanza della memotià che esamìniamo si desume .facilmente dal ,modo e.on cui è ~ratLata, es,s endòcM è dessa ·scritta: da mano' maestra, in' stile chiaro, preciso ecl adattato all'intè1ligenza anche· dei 'llOD medici, ed il S.UO autore ha dato alla chimjca quella estensione che ·vale a fare conostcre la q,rn~~ fità_ dei principali ~lem.entì cbe entrano nellu co'mposi,zione. del vitto ordinario del spldatò ecl a ·scoprire le· adu1t~razioni che; nei medesìmi. si. operano n.e l comme-rcio. Giudico·pertanto la-presente monografi::qier i molti pregi di ç11i va adorna, meritevole del sQcondo pre·miò di Lire 300. 5° La m,emoria ohe lui per epigr:a(e, mc degno. a ~çmto né io, nè altri crede (Darìte) è la pifr chiara prova dell'attività e pazi'em;a del s1~0 autore al-lavoro:, avendo _·dato al suo elaborato scritio coqossali Proporzioni. Per rendere ·pi:ù facile l'intell.igenza ~ Jo studi9 delle materie che dov·èva di. mano in .,màno traHare lia ,diyiso \i programma jn sei .articoli, ·cioè: )I primo ed j} térz.o qnasito in dùe diÙiùtì arfi.c-oli per IlQ'n clbve1' ripetere cose ~ià delte, <Sd ha trasportato in fini) qel suo hvoro il secondo quesito quale un'applicazione immediata: dei princìpii teorici e praiici già svoltì nei primi cinque arlicoli. _· La soluzione pel primo quesilb riuscendo difficile ed' intri'c;ila ~orto- il riguardo prallco ed i:;torlco, dovette l'ingegnoso autore im1nzitutto stabi lil'e scientificamente .I b1sogrti alimentari dell'uomo, inclag;irne le le~rgì, .studi,~re le diverse sosta-r~ze alimentarie, deduÌ·Ìle jl valore nutritivo per giurigcre alla èletei·minazione della quantità e delle ·1oro rispettive-propo_rziùni ;· e tra i diver?i metodi prQpòsti .ed u·sati dagli autori egli presccgÌie quello delfe pe.rdile., fàtte dali'organismo? che neilo' stato attuat'e,.della séienza è ìl solo che possa .dare~ristiltati p·osit-ivi, limitandosi sp.ecialmente all~ rerditc nelle dtw-fu~zioni respiratoria (polmoriale) .cd escrètoria (renale) cioè ìlll~ perdite in carbonio eci azoto. Tiene pure calo01o dei' dati dedotlì dall'al'.imentazione popolare- delle
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masse nei diversi paesi d'Europa , affiuchè la pratica sanzioni lçi teoria. Infine ~Ila composizione della raz:ione normalè indica q,uali ed in quale quantità deb.bono entrarvi le bevande. Sull'applicazioni delle norme generali dell'alimentazione al soldato : sotto il rapporto alimentazione non s0no in vero tristi ed inferiori à qnellc di molte nazion i d'Europa . Però non è ancora quale la esigono i detlati della scienza, nè secondo i progressi attuali della pratica es_perienza. In questo primo arlicolo ebbo l' autore solo per iscopo di stabilire i dati fondamentali dell'alimentazione del soldc1to, determinarne qualitativamente la razione normalo ma in modo affatto generalo. Nel secondo articolo studiò largamente le stesse sostanzt già slate es,.1minaLe nel primo paragrafo dando l'o ro una pìù compiuta descrizione, ma per la mole che naturalmente assumeva dovetle dividerlo in due parti : poi cibi l'una e per le bevande e condimenti l'altra. Ma per procedere con online e per determinare i caratteri notmali, le alterazio11i e falsificazioni cli ciascheduna delle sostanze alimentarie r iconobbe cbe bisogna avere una esatta cognizione delle medesime. Nel terzo arLicolo parla della conserva:,:ione delle sostanze· alimentarie, indica le varie avvertenze da usarsi nella conservazione de' vivel'i e dello bevande e cerca di completare la descrizione dei diversi processi Jiroposti a questo importante scopo con una esposizione storica dei tentativi fat_Li per gioogerc agli altÌlalì perfezionamenti. Nell'articolo quarLo indica i mezzi peL' rimediare alle alterazioni delle carni e come utilizzarle, i modi per poter utilizzare i gl'·ani e le far ine avariate ed il pane, il biscotto e le pasle altera'te, il modo di correggere ed utilizzare le acque allerato, e di migliorare e correggere il vino e l'acquavite. Nel_quinto articolo sotto il rapporto degli effelti nutri'flvi dice: che sono veri succedanei delle carni il formaggio, il latte, le uova . Il mèrluzzo, i pesci di acqua dolce o di mare e la carne di caYallo dovrebb~ro avere una più larga parte nelralimentazione del soldato. Succedanei alle farine clifrumento nella pani.lìcazione, sono le farine d'altri cereali, dei legumi e delle sostanze amilacee; come si può utiliziare la crusca. (Tavola del valore nutritivo dello miscelle di divcrs.e farine e del pane cbe si ottiepe.) Neil'ultimo articolo stauilisce cbe la quantità o la qualità degli alimenti non possono essere assolutamente le stesse nel\e differenti circostanze in cui può versare il soldato. Essendo l'alimentazione del sold.ato regolata nel
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nostro paese da norme fisse regolamentarie, esamina se in base dei precetti sc.ientìfìci stabiliti la razione atfuale possa di rsi compl~ta , norm~le. M~ dall'an alisi degli ingredieuti nel villo del soldato avvi d'ordinario un eccesso di carbonio e difetto d'azoto. Oltre a ciò il vitto manca della necessaria varietà pei materiali componenti e per l'uniforme modo di loro preparazione. Propone adunque una razione normale, sufficjente, variata, compiuta. Parlando dei pasli cbe sono due, vorrebbe assolutamente ct1e si aggiu ngesse un pai5to supplcmeritare cioè la colazione al caffè noro o col lalle, ovver o col formaggio. · Circostanze modificanti. - Individualità (non vede necesaria una razion~ diversa nei diversi corpi) ; stagioni, climi, esercitazion i aut~mnali , marcie, campo d'istruzione, imbarchi, soldato in punizione, ammalato, convalescente, dominio di certe malallie, soldato in guerra o nolle fortezze, vitto dei bassi ufilziali e degli uffiziaJi, cd add itando così i molti bisogni del soldato, le norme rego lamentarie,. le pecche ed i difetti in alcuno parti di queste formo la quello proposte che ravvisa opportnnc a migliorare I.a condizione de' soldati. !\Iolle furono le difficoltà che ad ogni pie' sospi,nto ha dovuto jncoot,·ar-e l'Egregio Autore nella soluzione di un tema sì intricato ed a cui diede si ampie proporzion i giaccbè nel trattare di ciascbedu~ na delle sos~anze alimentarie non ba tralasciato con peregri na erudizio..9.e <li stnélia,rle sollo il loro aspetto slori.co, chimieo, fis iologico ed industria lo, e di sminuzzarle pazientemente in ogni loro più minuta parte affincbè-fossero comprese anche f1a cbi avesse appeM con.oscenza dei primi elementi della chimica e della storia naturale. Il modo facile .con cui ò redatto quoslo. lavoro, la spontaneità delle idee che lo informano, la semplicità di stile sempre limpido e ckiro lo rendono molto adatto non solo ai Med ici Mili Lart ma anche agli imw piega ti dell'Intendenza ed agli addelli alle Sussistenze miliLa.ri, in ispecie per quelli che aspirano agli esami di concorso per l'ammissione e progressione in carriera . Con molta operosità e criterio è riuscito a disporre in bell'ordine una grande raccolla di materiali lucidamente- proposti, rigorosamente condotti e perfettamen te compiuti. t .pure da ammirarsi la maniera coll a quale egli narra, descrive 'e connette le suo svariatissime ideo senza quasi mai infìacbirsi comechè ve11tm opere in longo fas est obre,pere somnmn., onde sarebbe _pedantesca servìlità l'appuntare l'autore se per mancanza . di tempo non vi abbia dato l'ultima :finitura.
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Quale faticosa cura siagli costata la composizione del presente lavoro si può agevolmente arguire dalla sua mole, dalla copia dell'erudizione che largamente vi abbonda e da1la dicitura co'lla quale è espresso il pensiero, di modo chè le stesse imperfezioni che in nn lavoro di st lunga lena qua e colà esistono ilOn lascian qnasi :ippiglio di fargliene un appunto , ad imitazione del "R.ubens il quale mediante del colorito ha saputo arlisticamonte renùeN una bellezza la. stessa irregolarità del disegno. Pertanto io .giudico questa monografia meritevole del primo premio di lire settecento avendo il suo autore meglio raggiunte tutte lo condizioni del pro.. gramma _ Le conclusioni che si trovano poste a pie' di. ciascuna mcmorfa sono pu ni qnelle che il Ca v. Comissetti i\ledico io capo all'Armala mi trasmeLLeva confidenzialmente pr.ima di pal'lire per la guerra af:fincbè io le iacessi conoscere alla Commissione nell'atto della votazione come in oggi compio sdebitandomi all'affolatomi incarico. Quando il voto vostro, onorevoli Signori, venga a sorregere le mie conclusioni io vi propongo d'annuire cbo si sLampi noi giornal0 ~i medicin3 miliLar;e la memoria meritevole del 2° prem io essendo poco voluminosa e.mollo adatta pér essere pubblicata a braIJi io un .giornal~,led in vece sia inoltrata preghiera presso S. E. il min istro della gnerra Generale Lamarmora affincbè ,sia stampata a spese del Governo la memoria mcrite\'ole del ·1 °' Premi_o pel'c11ò per la sua mole mal s'addice a11a pubblicazione in un giornale; perchè faccbiuèle c1nantò si è fatto nella scienza sopra un si importante argomento; perchè in molle parti e specialmente ove tratta della panificazione può. tornare molto utile agli impiegati dell'Intendenza e del1e Sussistenze Militari. Torino .23 Settembre 1859
Jl .tlembro Seyret_ 1lclla Commissione ARELLi\
PROCESSO VERBALE Ai due di settembre 1859 Ji sottoscritti , Presidente e Membri della Com.missione instituita per giudicare intorn o al Concotso del prcnnio 11,mEm pet· l'anno 1858, su il tema l' fllimentazione del soldo.lo , l'adnnavansl nella sala del gabinetto di lettura dello sped~le di,visionaI"io di 'l'mino al fine di emetter il loro definitivo
volo in merito alle cinque Memorie che relativamente ·detto. tema ipervennero in tempo opportuno ·al Consiglio Superiore MilitarP, cli Sanità. · Il Medico Divisionale, signor Cav. Càrnevale Arella, membrQ Relatore e Segretaro, per invito del Presid.eute signor Qommendatore Bqr. Massara di Previde, Ispettore emerito nel Consiglio Superiore Militare di S:rni tà, dava lettura dell'furnessa sua relazione, di cui le conclusioni furono unanimente adottate èlalL1 Cornalissione cbe proclamò merìtcyolo del 1° premio in L. 700 la Memoria avente per epi-
à
grafe : cc' ~1c degno ;1 tanlo uè io, nè altri
crede Jl DANTR,
e meritevole del 2° premio di L. 800 l'·alt.ra Memoria con l'epigrafe :
« Licuif. scmpen1ue licebit signatum «Prrescule uota producere nomeu. i 1io1cA'I' dc m·te J1od1ca .
IL prelo<lato signor Presidente accennò quindi come , benc,bè l'officio di Medico in capo presso il val oroso nostro esercito Lultora accampato nelle pianure della Lombard~a, privasse la Commissione della presen za di un distinto sno membro nell a pers~ma del signor Ispettore Ca.valiere Comissetti, tuttavia era Egli lieto di poter annunciare che co11forme pienamente al voto emesso dalla Commissione era pure quello dì qnest'nltimo suo membro assente, siè'come risultava da uno scritto che il medesimo, prima ancora della_sua 1.ia rtonza per la guerra, coniì(l ava a mano del Segretari o relatore, signor Medico Divisionale Cavaliere Arella. Procedutosi in seguito all'/lpertwa delle schede annesse alle due Me1norie sta te dich iarate meritevoli di premio, si rinvenne che quella a cui cr:i st.i lo aggiudicalo il primo premio portava j nomi dei signori Dottori JFcUee :o·a.1·0.&lio, Medico di Battaglione ùi ·t° Classe (o!'a )Jedico di Reggimento di 2a) , e A.les§aaul11•0 Q11a1:1Hntti ~Iedico di Battaglione di 2·1 Classe (ora cli prima), e si riconobbe in segui to che guella stat,a dichiarata meritevole del secondo premio apparteneva al sig_ Dott. Freschi Professore d'Tgiene e di Medicina legale nell'Università cli Genova, ora defunto. Abbrucciate Je schede appartenenti alle Memorie non ptemiate, J:i Commissione discusse ed adottò le seguenti proposte da rivolgersi al signor Presidente d~I Consigl io Superipre Militare di Sanità co.n preghiera di raccomandarle presso s_E. H Ministro della ,Guerra perchè possano essere tradotte in atto. 1 ° Cbe la memoria vincitrice del 2ò premio per i moltissimi pregi che contiene e per il bel modo con cui è :dettata sia fatta di i:mhblica ragione nel Giornale di bfetlicina- Jfilitare ; 2° Che agli orfa.ni figli tleJl':Egregio' Prof. Freschi, autore di detta memoria, stato cotaotoimmaturamento rapito da morte ai pro-gressi della scienza Medica, por I1angustie finanziarie in cui si trovano e per la
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molta bei 1emoramrza: cb' i PPadre loro s'ac 1quistò vers,o la l\fedicijna MiJi:tire :lratll.ando nei lodaLi suoi sr,ritt;i svariati argomenti- rèJati,,i al servizio Sa oitario,-ì\filitare, siano conseg,nate l~ L. 300 costi!: uen trl'anzideUo 2° premio; e ciò non ostante che il predetto Bh1isla dei Giornali Scientifici profes·sore non potesse a senso del Progxamma concorrel'e .al premio I,lmERI, mticacnente jnstitoito io. favore dei membri del Corpo Sanitario-J\liliLare. Nel OTTAL ~fIA BE LLIC A fare cotesta proposta la Com~·issiotie e1lpresse però r ecisamente l'opinioll0 .che la siffatta derogaz1-0ne dal Programma invocata io favore dei premenLo,valì orA CADÉMIE ROYALE DE MEDECINE DE B-ELGIQUE fani, non debba in verun modo stabilir uu: antecccedento che pos~a altr;t volta çss·ero invocato; 30 Cile la.memoria a cui fll aggiudicato.il primo (€ontinuaz., f/, N. 35 e antece,lcnti. ) premio, siceome quella cbe per essei:e, all':iltezza degli odierni progressi dell'I~iene e delle scienze Ii'iL e minisLre aulorisa la convocalion, et J.a réunion fut sico-Chimicho, in quanto s i. rfferisc.e aU'argomento 1ìxée poar 8 juio suivanl: della ttlimenlaiione clel soldato, può tornare di som- ,, Persoone ne manqua à l'appel. M. Vahd:énhroeck souL ma utilità non solo ai Medici Militari, ma ben anche excepté. alle Amministrazioni dei vari Co,rpi e Spedali, non Dans celle réunion, il n'y a pas de doule, M~I. Seutill meno che a quella delle sussiston.ze ì\Iìlitari, meriti di el Fallol vooL foudrorer de leur éloquence Ics mesnres ess&r fatta di pubblica ragio ne eon le stampe. ~[a sic~ come cotèsla pul;lblicazionoov.o fosse falla a stralci nel de 4834 et spéciatemenl le reQvoi des graou lés; ils vont, Giornale di Modicioa milil:il'e, oltr'al perdere molto prouver par des faiLs à leurs collégues assemblés, lei della·sua utili Là, non,po~·rcbb'essere compiuta prima di désaslres, !es grauds désastres qui en onl élé le résultat· un tempo Iunghissimc, cosi la Commissione fu uu:rnime ils vonl en demaoder la révocalion, non pour cc.rtain·; nell'avvisare si do·vesse far appello al ben noto inteinconvéoieots de l'ordre adminislràtif, mais pour cause ressamento ého S. Ecc.. i1 Ministro della Guerra J)rende de contagiosité et de propagalioo. C'cst leur clroit, c'esl al benessere morale e materiale dell'Esercito preplus, c'esl lcur devoir! Eh bicn, messìeurs, détrompezgandola a volere con queJ mezzi cbe ra,1viserà più vous; Voici le rapporL que je fis en leur oom, le 9 juin. acconci disporre perche Faiidotta memoria sia pubà l\J. le ministre de la guerre: blicata a spese del Governo a qµaato più sollecita« Bruxelles, le 9 juio 183 6. mente sia possibile, raccolta in uno o due volumi. ' « .Monsieur le miqislre, • 40 Che siano resi i ben 'dovuti ringraziamenti al Conformémeol à l'aulorisa!ìon que vons m'avez donoée sig. Presidente- del Consiglio Superiore Mìlitare di Sanità, Professore Commendalore Rnmm, generoso par volre dépécbe du 4 couranl, n° t:>200 (! • tliv.), j'ai largitore del premio in discorso, siccome quegli che . convoqué en celle ville pour lo 8 écot1lé, MM. les mé· con questo suo munificente ~tto non .solo ottenne di / decins prìocipaux Fallol, Lepage, Vaudenbroeck, Colson mantenere viva nel Corpo Sanitario-~lilitare J'emu - 1) el Gouzéc pouf conférer avec mòi el le médecin en chef Jazione nello studio,. ma procurò ali 'Esercito ed ai sur le service sanitaire. cultori dell'Igiene un'opera la quale, meglio forse ·, ~ Tous ces messieurs onl assisté à la réu nìon qui a d'ogni altra consimile, po"trà essere con frutto coneu lieu hier, M. Vanclenbroeck excepté, malade depoi~ so Itala ~er. tutto ~iò elle. ~a ~ral to all 'alimenlazio,te quelqucs jours. di quan ti vivono rn conq1z1on, analogbe a quelle del , « J 'ai pensé que je devais spécialemenl allirer leur soldato. allenlion sur les poin ls menlioun6s dans ma dépéche du t er co uranl) n" ~L'Is1Jettorc !ifcmbro del/la Commissione Dott. MASTIO • Nous avons en conséqueoce examiné d'abord les réId. id. Dott. CANTl/ sulials des mesures déjé prises pour I' exlirpalion de Jt P,·esidente della Commissione l'ophthalmie et s'fl n'y aurail pas lieu d'y apporler des Ispettore-Emerito del Cons. S,1,periore MiUt. di Sa1tità modifications. 19J.1ssu1i1. 11 fl a élé u11tmimemenl ,·ec011mi que ees résultats 011t . dépttssé tou!Rs les prévisio11~ et qu'il y a li, u de mafote,iii· Il Membro Segr. Rel., il fed. Divis. dell'OsJ>ed. iilil. di Torino to11tes lt s mesures qui ,1011s les ò1it jùit obtenit'. » ARELLA. !,f. Setufa. - A quelle <late? .M. V/emiuck~. - Au 9 juin ~ 836. M. Se11ti,n. - Je ne savais pas alors ce que je sais aujourd'hui.
PARTE SECONDA
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M. Vlemìucl,x. - -Vous arei ,òil fdans volre discQurli l L'honorab 1e ~x-mé<lcciri en chef de l"'armée affoole, je ,que vous \e sa\'iez déjà depuis 48~5 ou ·I 82.6. - Je con-1:. vous l'ai d6j à. dil, uo superbe dédain µo,ur les tbéo.r~iens :tinue. et Ics sa vani ;s; jc le comprends; m~is lo rsque chemi-a fai« Toulcfois comme il ost cohstaté qu'un grand nomhre sant, il rene•~olresur -sa roule qucLqu'on de ces lhéòrioiens
d'hommcs eulrelicooenl leur mal da11s leur foyers ou le
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e\ de ees s~rv-ant maudils, il s'en i:ropar~ hìén vite, pour qu'il v·oie moyen ù'en lirer .qnelqne appui el de le (vous l'enlendcz, roessieurs, -il ne s'.àgit ioi ni ùe profaire •servir à ses fios. oi de dcsaslre~ mais de fYou-s savei. messifur~. <JU O je ~uliens avec une conpaga r10n, ..n,· de -conlarriosité -• , • 0 cerlaius a'bus et inconvénients loul;à fait étrangers aux ( viclion que rien n'a po ébranler depuis plus de trenle ans, motifs de ·réprobalion qu'oc fail valu.ir bien haut aojour- f que l'01)hlhalmie dite de l'armée, .e',esl p11s une alfection d'hui), i\ a élé Uécidé que j'aurais l'bonneur- de tous faire ~ spécifi~ue. Ce n'esl 11lus l'a~·is de nwn honorahle coulrales proposi1ions suivanles: dicteur. Mais voulez-vous eonnattre i;on priucipal argu« 10 Que. les hommes alteinls de ,granulations seule- ( menl COfl tre ma manière dc voir? C'cst :1ue, .aipsi quo menL el q-ui sortir.on\ des hbpilaux ap-r,ès y a mir subi un J: l'a dil M. FalloL, le caractère 11~1·tic1ilier d'une maladie se trailemeol ~ppro.prié à leur ,étal, seraient envoyés dans 1' dl!duit du .cara-ctèrc dc ses causes. des infirmeties à,insliluer spéoi.alemenlpour le lraitemenl :\ ..Qu'.esl-~e qoc c'elll que cela ? C'est c\_e la lhéorie, j'imacles granuié-s': . ! :g111t• i il en ,use donc quelquefois, l'ex-médecin eò chef de 1c 2 6 Qu',11 sera~t ouv<:rt uu,e i1\fir.merie de ce geore ; a'arméc, et G\l la <lédaigno.pas louj,our::1. A. la bonoe beurel ,,dans chaque µrovince ; j J 'élais bion Biìr qoc oolre farouche collègu~ finir'ait par <( 30 Que -le,s hommes qui :y ser.aienl en voy.és, y seraieot j s'homaniser ,u11 peu. Eh bicn, voyoos. ce prèceple. On 1trailés el qu•après un laps de t~mps suffisaot pous appourraiL légilimrment le reLouroer: Il est plus exact, en tPréc.ior Ics ré~ullals clu trai lemenl, il vous serait propose j efi'et, de dire que lo caraclère d'une maladi e permel de <le prendre à ~ur égard te/le mesure .qui serait jugée con- . Conclure à la spéci ficité ou la non-spécificrté'ile sa cause i ve114b/e. m~is so il, j'acccple l'axioroe Lel qu'. oo l'a formulé eL je .« l i a élé égalcmenl résolu que je serais chargé de ra1sonne romme s'il élail l'exprcssion de la vérilé. vous demander si les bommes aoluellrmenl-eo.coogé pour Or, s'il, esl vrai que lo oaraclère piirticulier d'une magranulalions el qui doivenL renlrcr le 1" juille~proclfain ladic se dl!duil do carai:lèrn de ses causes, j'ai mille fois le ne pourraienL pas r~ce.vcir uoe prolongaLion de permis- jl droil òe S(lulenir quo l'op lilhalmie mililaire n'cst qo'uue affccliou simple. sion, etc., olc. » El rualnlcna11l, me:;sieurt, soycz éJifrés. Je !le dirai . Je ,·ous l'ni déjà dìl à.µ lusiours rcprii;es: l'ophlhalmie, la pas un ~l10l de plus. Seulemcnl je forai remarquer que 1 méme ophthalmir, se monlre fréquerumenl clans le ci vii cl I l'honorablt>. 1\1. 11allot qui venail dc proposer, avec Loute I s'y dévdoppc sous l'influence dc,s mod ifi caleurs orùi uaires· ' 1·1 Y a A ceLégard unanimité d'opinion parmi lous C(' u.x la commission, la mise eìl lrailetnent des granulés, m'écr,. vail e11eore deux. ans après, quc les gra11ulatio11s se .9tt-éris- qui l'Qnl él u<liée. A rnoins donc que la logique ne soil plus paicnl, r11ais q1i'o11 ne /as (/uél'issait tms l la logique, ou quc ces mcssi~urs n'en aient une parlicuLa premièr~ opinion de l'honorahlc M. F~llot sur l'ioliér~ à Jour u ,age, ayanl posé la prémissc que lo caracl.ère spéèifiquè d' uno malt1die se déduil d~ la nalure de ses curahililé prélendue dos graoulaliòns J)aratt avoir foil causes, il faul hien qu'ils rccoo11aisse11t eux-rnémes que des partisans que sa propre cooversion n'li pas ·converlis. Vous avez enten<lu à la dernière séance nn de nos honoles modificaleurs qui cogr.ndrcnt l'ophthalmic apparle~ rables eorresponclants vous dire que les graoolalions ne se oant à la classe dcs modificateurs or<lioaires, celle-ci ne guérissaienl peul-èLre jamais. L'bonorahle M. Fallol a du peuL pas revétir un caraclère spécifique, en d'aulres terétre bien surpris de cela, lui qui m'a cnvoyé nagu~re mes, que !es causcs 6lanl simples, la maladic doil l'~lre plus de cinquaolc procès-verl>aux.clc guéri:;ous complèles égalemenl. de granuli\s, signé:i non-seuleroenl par lui, mais par Lous Voici ce que j'écrhrais déjà là-dessus, il y a u n quarL les médecins placés successivemcnt sous ses ordres. Je de siècle: conjure l'honorable memhre d'opposer celle fois sa prati11 L'ophlbalmic qui règnc dans nolre armée ne- diffère qiie à celle lrès-insuffisanle d'ailleurs de son jeune ami, poiol de celle que l'on renconlre chéz les personnes civiles, el de lui apprendre cn mème lemps que nous ne nous teet e.l'est à torl quo l'on s'obsline à la consiilérer comme fusons en aucune manière à recevoi r les milicieos porleurs csseutielfemcnt vw·ulentc. de granulalions, que nou~ les acci;plons litléralemenl lous (je l'avais déjà assez indiqué d" ailleurs dans roon dl}rnier v Elle se prése()le, comme l'ophlhalmie- sporadique, discours), taol nous somme$ sùr~ ùes m.oyens curalifs sous la forme d'une foule de nuances diverses : taotòl !es auxquels nous !es soumettons I coojoclives oculaire el palpébrale 11'00:renl qu'une légère coogestion, 1>assive pour ainsi dìre, qui ne rcnd pas les Puisque j'ai la parole, permellez-moi de vous entreleni r encore de quelques poinls de science. ycux très-sensibles à J'aclion de la lumière; tanlòt celle
ron,na , tlre dans les corps dans le bul .<l'aller en penmssion .
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a· ophlhalmie militaire à une certa'ine ènose, que. vous ne membrane est allè\nt_e .d'i.nflammalion. Dans quelqu~s cirdécrivez pas, mais qui e.xlste dans volre ima-ginaliob, et couslances. la cornéè prése,ite. sp,écialenienl a·e~ sigries .vous le voulez, parce que. c'esl dans l'.frmée q.ue cetle de rhlogose ;, dans, d'.aulres, c'esL l'iris; quelqu.efors l'inchose a pris nàisaoce. Mais hous vous nions positivement flammati.on se· pmpag.e à la cap's°ule du aistalliì1, a:u crjs~ ·que cela soit; nous ~voos fait plus, nous avons·demonlré tallio lui-i:néme, à la rétine. V1enl enfin r'ophthalmie' puque cela n'élail pas. Votre raison 1,'eil esl donc pas. une. •rulente propremenl <lile; qui n'esl que f'lnflammatfon des Vous coi1senlirfoz ce!)'f:ndaot. à subslilllfir au nom d'opbcòojonctives palpébrale el q·c1,1lai're porlée 'à uplus auht thalmie mililaire cèlui d' OJJlithalniic pµ,mlente. Mais s'il o'y degré: mais dans cèlle-ci, la.phlogose ne s.e borne pas· touj'ours à la conjonclìve seule ; dans le plus ·grand noma pas de pus, ·et il n'y en a pour ainsi dire jamais, quicl de volre déno,mioa:Lion? bredcs cas·, elle s'etend,à la corné~· el à l'tris, quelquefois -111. C1iocq: Alors ce n'est pas encore l'ophlhalmie · ·n1éme à io~L le globe de l'ceil. militaire. 1< Nos hòpit'au'X militail"es fouroissentjournellement un - ili. ,Vliniinckx: Alors nous n'avòns pas l'opbtfialmie grarrtl noipbro ·de ces varielés., el si je ne craignais d_e 1l réòdre c·eue liolice lrop longue, je cilerais, à l'appui de 1 mililaire. La pu,ruleoce d'aiÌleurs, YòllS le savez, n'e?l te que j'avance ici, une foul~ de fa1rs lous égalementccon· I qu'un degré du 1iroces'sus iriflamrnò;toire; ce ri' est pas uri l cluan'ls, tous égalemenl Méisifs. l s1gn!l dilfdrentiei' .et b1en moi ns encore un pri1erium· de .« Celle mulliplicilé de fotmés que revèt l'ophthalmie · spé·cificilé. Celle raison ne 'vaut dnnc' pàs mièux que l'aude no"tr.e armée, ex.clul donc lo1,1te idée d~ spécial.ité, et I lre. Vous rre voulez .pas d~ nom d'opblhalmie ou de con.suffirail·, à elle seule, suivanl moi., pour faire rejefor l'o- ! jonclivite aranuleus~; je n'eo suis pas plus fou que vous, pii:iion q:u'. elle doit· sa sour.ce 'à un·principe_spécifiqu.e. li est I mais e~fin s.i on n'.y .altaclre aucl).ne i{fée de spécificité, il généralérilinl reconnu, en ·eff.et, que les alÌèctions dépen- I a du moins ' le gr,ana inéri te' d'expritner un fail visible; danles.d1un parei! prinèipe, se maoife$lenl loujours par I il pl·ace _en facc d'un ètal àn~lomique qui ne peul élre nié des symplòmes qui leur sonl proprcs, el sefonl distinguer (M. Crocq doil comprendre cela; lui merné vient.·de nous dire qù'il aime ce genr~ de dénominations),. lan~1s que par des signes parliculìer~. delerminés, palhognomoniè~lui·d'ophlhàlmie inilitair~ nou-seu\ementh'esl pas exac~, ques. » Si fa\'ais à expqser aojourd'hui les mèroes faits, je m:e mais ne dònne pas mème la moindre idée. de l'allé.r,atior, se.rvìrais de lerr11es plus clairs,moins sujels à o.b.servalions; qui ,fait lefon~s du mal. mai.s, quers qu'ils soient, ils établissent une· loi donl ]' altends .toujour.s la réfulalion. On appelle ·cel_a.dans ,un - -== a.,·;;:;, · ·'-J--=-~ - - - - - cerlain langage clés cov,ps de théo,:ie ... je le sais, moi j'appelle. cela de la pralique, ca'r c~ sontdes pr.incipes 'tirés UULLET'.1:1~0. IJFFB ZIA\ L .E · dès faìts, età l'exception de l'bonorable ex-meùecin en chef d.e J'arméEJ, je doute qu'il y ail quelqu'u~\ ici qui se lève Con R. decreto delli 29 agosto venne òispen$ato pour les répudiér. Vous eles ·touj'ours dans \es nuages, da ulterior~ servizio il dottorA Felice Fornneuto messieurs ~os.c,onrr-adicteurs,et vous n'tin descendez jaiL q~rnle per R. decreto d:elli 2 luglio '1859 era stato· mais que .Po~r parler un iaQgage sybìJlin. Reslez donc nom.inato Medico aggiunto nel Corpo Sanitario Milìsur la terre 'avec nous cl voy'ez ce qui ,s'y _passe. tàre pel solo tempo della Guerra. V oici une caserne: il n'y a pas un seul ophlhçtlmique; demain aprè's-deniain; un deux, lrois hommes qui ne l'onL jamais élé, préserrienl, en de.scendanl de garde, en reve~ nant des excrcicés, !es coùjonclives bypéréroiées, congestìo~nées, irritées. C'esl lout, rien de plus, rien ae.moil)s, Il Farmacista ,Militare di 211. classe!già addetto ·auo car nous n'.avons que cela; très-rarèmenl le ·mal dépasse Spedale Mililare Division.ario di Genova e comandato ces limites; de la purulence nous ne S<\VOns poµr a.insi dire alla Reèlusionc ~Ii li tare in Savona, signor 'Viberti plus ce que c'est. Qu'est-ce don e què cet ·étatcorijonclival, FiliP:PO, cessò ivi di vi,vere addt 31 d.ell'or:fl scorso s'il vous platt? Q·Qel 00111 lui donnez-vous ?' Esl-ce une m~sé d'agosio, per gastro-enterite. affeèlion ~pécifiq1ce:? Est-ce là.ce que vous appelez uph-
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·t11 àm1ie 1nilitaire,?
-M. C'rocQ: Non, ce n'esl pas l'opbtalmie militaire. -M. V'LJlqll~ CKx: Eh hien, c'est la seule chosc qui soit dans l'armé~ el doul 11ous cherchions à établir la, nature. Mais sj ce n'esl pas là. l'. ophthalmie ihilitaire, diles-rious alor,- l'eosembl.e des !l)'ìnplòmes i1uquel vous enteudez donner ce nom. Vous vòulei.! tlile·s._v·ous, conserver le noill
Il Dirèftore Do.lt. Cav. ARELLA Medico D\v. I!Vice Diretlor:e ro}spons. Doli. MANTELI.1.1\led. .dj Regg. Tip.Subalpiha di FllAl'ìCESC.O Z.Ol>I'JS- //iaAlfieri-N.24,
ANNO VIJ.
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GlORNAljE DI 'REDICIN.A HILITAUE DEIA CORPO SANITARIO UELI/AR~IATA SARDA IJ L'associàzi«m-e non si rfoeye che· per un anrro.e comincia;_col t q. di gcnn. Si pubhlièa nel Lunedì' di ·ci,ascheduna seltimana.fl Il 'pl'ezzo d'àssocia.zione'iu Torino,.è rli'L: .10. In Pr.ovioc1a çd al_l!·Estero, frao.co di ·posta·u : 1 L Si)>.aga;per -semestrì anticipali
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Somu nro. - · 1·i Prof: FREsém. ·ne!Valimen'tazioue del soldato. , RÌsposta·a1 Progr.amma Co~corso al Premìo.Rrn1rnr. '-2"·R.fvista d'i Gihr~ali scienti'fìci.-3o. 'i3ollétÌino uffiziale.
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DELV AMME'NTAZIONE o·Ei .SOLDATO RISPOS,Tìl.
q,l Programma di Concorso al fremio EIBERI 'piibbicato il 26 ottobre dél 1851' dalla Conimissione a~iudicatrice .nella Gazzetta .Ufficiale det · Régno Ùl2-5 1iovembi·e 1'8511-,.Ne 2t9.
La quarta j>.àrle finalmèhle si oc.cuperà dellà conservazione dei viveri, e del modo più acconcio p.er rìmediare alle alteraziòoi loro. · Ciascuna parte poi vimà suddi..-isa in Ca1Ji èd A,:licoli, ,quanti ne.richiederanno le diverse maleri'e che si e'samirrèranno individualmente. Queste partizioni sono voln[e non solo dalla diversità degli:,argomenli e dei falli cosliluentH'insieme del ten:ià oltremodo complesso, che vìene proposto, ma ·eziandio delle circostanze nelle q'tiali ciascun argomento, e cia'scun fallo può .essete o studialo o applicalo .. Nòi confidiam~ che la. chihre~·za e la semplìcil~ di .!5lile con èui d'areruo svolgimento a que~.ta mat9ritpotra!i'no. essere compenso ~ufficicrte a .cui non piac.esse) per avven_tura cli vederla cos,ì sboconcellata. I . .1° PARAGRAFO DEL 'PMGRAM:MA. « Determinarè quali sieiio,
n:èllo stato alluàle dellà.
« scienza, i :v.iveri e le bevande che meglio .conv~ngano ,. .... , .. ... licuit, sempll'rque liccbit » s·ignaturo pr~sente nota· producere nolilen. » Ho1·at, De .4.i•ti po_et,
<« al s.oldalo; ed inrlicar·e il modo di riconoscé.mela buona « qualilà o le alterazioni e le adùlterazioni. >)
AVVERTENZA
Dèlla qiuiliti, dei viveri pi'i~ .conve11ienti al solda,to.
Il Programma del ~6, ollobre 1~57 pel concorso al Premio R.rnmu, limitando il tema. alla alimentazione del soldalo, noi non usciremo dal campo in cui venne circo.scrillo. Se non che, la sua. ampiez~a e I.a oece&sità di dargli uno svolgiiuénlo chiaro e pr.oporzionafo alla sua importanw, ci iohbliganodi ,dividerlo i n varie parli .. .Esse ll"Où saranno però nè più nè rn·eno del numerò de' paragrafi che sono nel program.m.a medesimo, · La p'rim·à parte sarà dedicata a stabilire la buona qua• ·tità dei vivei;i' e delle bevande del soldato studiale tanto sotro il punto ùi vista della loro p1·ovenienza quanto della prepacrazio-rie. loro; e ciò fo'rlnerà subbi etto della ~ a·Sezione; mentre nella- 2• si· lrallerà delle varie alterazioni e aduleraziòiii loro, .e del mo'do .di riconoscerle. · ra·seconda parte .mostreFà:,quali siého, le vm:iazioni da iolrodu·rsi nella àlìmeutaìiòne- del soldaio,..date alcune str~Qrdi nari e còn ling~nze ~eiie ,quali ,si possa:L_rqvare ; esaminando prima la qùis.fro.~e della quar>.tilà norrnat,e. La te.r~~ parte farà conoscere qu_ali viveri $i, p.9~sano 1.n certe cjrcostanze sps,tituirc a queHi di !!,SO ord,Ìnàrio 1 se1,1.za pn~giudizi'o per Ja sal'ule del sold.alo.
l viveri più convenienti al s.oldalo sono somministrati dal d,µplice. regn.o 0rg1111ico; clal vegelale cioè e daÌ}'animale. ÌI.-tegno iqorganico. non spmrrÌiniska che uua parte del coi)dimenlo per I.a preparaz:ione lo:ro. · I)al regn.o vegetabile abbiamo ì cereali. çhe oHLaono alcyn~.graminacee, e colle farine <).ei quali si fabbric,a il pan.e colidiabo·. Le fecole aiimenlari sono .pur fruttò dello sl~sso reg1,1ò; e così pure le materie gommose e zuccherine,. le quali in proporzioni diversissime en trano nella C/\m(fòsizione dei o ostri alimenti Le leguminose pure ·ci som.mjh islràno molti semi e frulli una parle d'ei quali può M lrare- pure nella òrctinar.ia àlimenlazione del soldato. Dal medesimo regno provengono p·ure luU~ le.bevande fermeùlate e disliìlàte delle quali usiamo generalm.ente. Dal regno anim ale poi ricaviamo per la massima parte gli alimen.li plastici o ri1!aralori delle perdile organ1che giorn1,lli,ere1 perchè . piii o meno azolaU.'Sono fra ques,li sopratutto gli .aJ\pi~nli carnei, una parte dei quali concorre alla nutrizione pure del soJdato. Si aggiungono p:01 tul~i \ nrii pro.dotti animali ,quali p.e. il falle, il bii1-ro,· il
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v.crizzazione o ma.cinatura del frumentò {triticu,n.) di cui si oonoscon.o r:ilOlte varietà. Négl'i Stati Sardi la . varietà piil ,genera\mAnte colthial'a è .il .sativum di l.ama:rck, Che co.rrii ponde all'hyb.ernum, e.d- àll'aesti~ì,m di I:.in,neo. Non è i11dilfor.ente .pe',' avere 'Uò,buon pane l'fmpieg~ie o "P;a.n1i o l'altra varietà dì frumento. In commercio se ile _dìsli O'guono.duè. specie diversé: 'iì duro eil tanero·, .e ·un'aUra intermedia delsemi~rbli'o'. le quali h~p'no un Yalo.re più o meno ele,at.o. La dun~zza m.aggiqr~ dt un gr,loo misura il suo ùrn,gs 1~re pe,so, e la sua maggiore ~'utEitiv.ilà. Ciò dipende cla\l'0s&ervi nel duro una pi·ù grall'de pro()'.orzione- di glutine, ·sostariza azotata, fermentisc\bile, irutrjeo:tf? la.c:ui-quao.tiJà,rappresenta il pi1\,o il mei:iÒ <li nlore del gr.a1~0. Un frumento durQ, quando sia.J;ien~ stagionato e s~ccc5 pèsa .assai di più del semid~ro ,e del Le,nero. E però i.o geuerale si Filiepe di miglior quali là' quel fr,umeo_to, ilfqualò, a-v6lufne parii.1resa dì più di. ùn altro. 'S·i ammette:oggi dai ·più che. un metro éub'ico di frumeillo CAP() I, cli buona quàlilMd-e:bba ,pesaré; Rei' ·me·dia. chilog. 7'50. De_i vivel'i fratti da-l r~gno vegetabile chè-.meglio con~engono _ l)oslò queslo, è facile di apprezzare.1e divers.e v'àrielà di al so/detto. ·I1 fronlen to deséritte qui sotto; per ciò ché riguarda.il peso 1oro. ·
grasso e le ova ccc:, e sj vc:lrà che là s·c:)la clegli aliroehli ' che ,ci somministr,a qu-esto regno è' forse ,µiù esleesa· di quella ,cJ1e ci Q'an,110 le pianleì Un.a lYarle però di quesli prodo,tt.i animaJ.Ì e.nlta riel n·over;ù dei, coodimentt; ciò per allrQ 1100 fl;l perdet loro ·la quaiila .a)imentare che p'ossegono. li regno inorganico ci som:rnin)st.ra in;abhqodanza uno degli elementi più indispensabili, nQn,solo. alla nost:ra salute ma ben anco alla e.sistenZJl,nctstra; e q~wsto è l' acqua,. che forma la comunedi~vg-nda del -po:vero e .del soldato, Cìò premesso.noi tratt~réi)10 .s~µaratam enle gli alimenti · somministrali da!Funo:e daH'a:Hro regn-o; e ,,.edremo qugli·· fra gli µÌ1i e g)i allri sienoi meglio convenien.ti al sold,alo nello . stato aituahr delle cog'niiioìii sci'enlifiche., . omtDet• te1~d~ quelli ·che nòrJ ci sembrerunno essere tali. .,
l1 pane essendo il pri mo alimerilo d~! soldato, oùj do.bbiaroo inn;, nzi tulto occuparci delle sostanze con cui vfone fabbrita:lo ..11 biscotto ndn é che una varietà di pane cosJ p,ure l!l pasli alin1enCàri acl uso di.rancio. Il frumento, cbe ci somministra il triiicum cli r.ui si ,co.noscono le. due specie. Ttiber:num e salivum, è il _grauo eh~ macinato. dù la migliore farina pet' ess~ re ,convertita i~ paoÈl, Altri cereali, come la s~gale, l'orzo, J'av~na , fa melica, il riso, p,ossono <:ssere co~1'ferlitj p~u:e fo f~rina, ed essere più o ~ eno -panilìc3:ti. l\'1~ non sono parag.onabili ìn a1c.u.na rn'aniera a quella del fr um~olo. Import.a ad unq·U'e che il m0diçQ, militare co11osca quali sieno .grani della mi.glio,re qualilà, da c1;1i pot0.r ricavare le far ine. più convenienti per il pane da munizione, D!a\Ltonde potendo egli essere ·chiamato a·.far parLe della Commissione esa111ili.atrìce degl'impiegati nelle sussistenze milìlari, non ;deve igndtar e le:esigenze del 11r(igr11mma che per detti esami pubblican i! 1\'Iinis\er , il.ella g11emt in ·data <1ell'8 nJarzo 4S;St. , Alla farina di frnmeritd ché và fonanzi a tntte tengono dielro per importanza nella ali tnénla1,ionè queJJe degli altri cereàli or ora norpi :1ati, e di cui parle,ezno distinta'nlente: l\fa un gene're di pianle ·nuLriecti in grado eminente, e poéQ o n~lla fin ora consideralo ncll'al ilnen!,flz.i011e. oròinaria del soldato, sono te leg~1minosi\ i cui trulli o_semi sono cornr.iestib1Ji't.aoto, allo stal.(I secco, qoà1Ùo al fresco . Le t'ecole alimer;lari ap1Jartei1gonò pure a qnesto regno qi1àntu:rque nò.n sienò generalmente annòverate fra gli ilim'eilti proprii de.I soldàlò. l)j ciò nòi ci oc,11peremo in altro luogo .di ques lo lavoro, d'o\'e mostreremo la convenieni'à <l'lntro.aurvcle, o armeno la utilità della loro sostituzione ai viveri di più cornune uso. ÀtlTICÒLO 1°
Delle [arine p.e1·. fare il pane -1a munizione. La fabbricazione di ur. l5non pane richiede J>i mpiego di f~ri.l)e d'ot\im(. quali', à. Que5le sono rfr.avàte dalla pol-
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FRl:Jl\'IENTI ES O'I:,ICI' (1}
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P.eso di un etto!, Frumento di ~Iaria'rro;p·oti .. Chi!. 1•01, 26.8 · l q. del Caucaso )) 90; 564: Id. di 'Galao·z ~ 1)0, 228 Id. .di Tanganrock duro \) 87, 657 i,, ss; &02 ld. di ~:lopgona . di Òdessa duro )) 84, 7j,'9 Id. lc1. id. te11erò . )) '18, 87'2
FRUMENTI INDIGEN[
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Frume,nt.o <l.i Voghera
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Irl. Id. Id.
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di Sardegna di Casale- , di Savig\iç100: di 'rotino (1 853) d i ,A:)essandria (11852) di Pillei:olo·
Peso di un etlol. Chi!. &3, 760. » 82, 600 il
)) »
)) )}
82, 82, 8.1,. 84, 84',
480 28() oOO !~3j) 3,00
(1 ) TraHa nd.o di frum~oti esotici noi crerli ìHllo utile l\Har c9noscere ciò che da a!ci;wi ;3nni si.è osse!'vafo e. si va·os~ervàndç io F1•anci;l {'ol;r!ìn1inen,t e ai fruirren1i:crre vi vengono por lati' chill'Egf ~to,.e.~ui {filali una do tta C1m1missiqne prosegue altua)m eu le .i f!tlo i st\1di. Ern. gi à (la tempo stato notato <la parecchi jn.ç_ellat.01·ldi
· granì esÙ:r.i a.n ~ei:to odo1·c ,arom.?<tiéo e· putrido ·sensibilm~jlle ad nu .tempo, che j. frumeu_ti egizia pi mauùavaao al lor!) arrivo in F r ancia ; .odot·e sì fallamanie tr.oace, che Iiè la ,•agliitgra, uè)l crivc-iÌam?.ato o-nelÙ1mentò i più ben 'fatti, oè la lav;Ìtu_ra és~g uita hon ·neo con appat:ei:cbi µÌecci\nici, nè per fino un ri·;:ii<lo es~icamento otte~U:to col calore di stufa pr.teva~o liba_ rarueli. Jl qu;.>.ie inconvenfonte poi tale ri;;petto alle sue ;o;·seguenze relative alla pubbliéa alimentazioic, che volen• do;i',fab'bri~are pane biànco con mistura.di .farin'e di frumenti e~t~r1 e ic.dig-eni,. ndn sl' polrèbbe.introdurvi più·del' 5 odel 10 por 010,di quella p1·ovenfontè .dai gralii d'Egitto, nna propo~zio110 maggiore ·1àce:o.do rius-ci:e a male, o dando un cattivo
era
pane.
t.
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i9,1 -
perfino iI 1O per 010 del suo peso.Un fru mento ben maQuesto prospetto comparativo moiir,a la nole,olc diffeturo, e secco viene pi ù facilmente. e più complelamenle rem,a che corre soLlo il rapporto del peso, e quindi della TiduLLo.in farina. La crusca che. se ne ){)va, (la quale non bonlà, ·rra i grani esotici ed i noslrali. Il peso però non è altro elle la parie lignea, o involucro' corlicale esterno basta per re)!olarne la scelta. Chè si dere pure guardare del frume nto) franl.umala àalle macine, dee presentare alla seccbezia. giocchè frumenti di oltinui qn;;li là, ma quasi nessuna traccia dj materia far inacea aderente ai non perfellameule seccati non danno le migliori forìrle; e una parie del peso loro spella all'acq-na, ondr sono im- . frammenti suoi. Un fra menlo di l>uona qualità non tlee dare odore di preguati. l n Lai coso bisogni. prima di macinarli, farli sorla, lran11e quello suo particolare, e che lanlo aggraessicare complelaroenle. E la complola es;;icaiione oLt.edisce. E~so ùee essere pur~alo da ogni miscuglio con nendosi alla Lemperalu1"a di 400° centig. continuata per sei allri grani o semi diversi, o con corpi o materie eteròore almeno, è foci le il valuta re la quanlilà d'n:cqull .conte·genee, delle quali, in ogni caso, il vaglio e il crivello ponuta nel grano, <ll'sumendoln dalla di ITerenza fra i dOe·pesi, tranno liberarlo. Nè dev'essere invecchiato ; chè in Lai prima, cioè e dopo la operata essieazione. Non si dee però caso o è corroso dal tarlo, o guasto allrimèoti. credl"re che qua.nùo anche il fru mento sia stdto _nerie esLa fo rina si ricava dal frumento, mr:diante la macinasicato, non assorba più acqua. Corpo igroscoÈico com' estura. Si tl eo sopraluHo badar'e al modo ;e aJ gr<lcdQ ·con .s.o è, ne assorbe continuamente daWaria, sopraLuno quando cui r,i èseguisce codosla operazione, perohè allri.roébti è umida. lofaui' basta esporlo dopo on certò lerop,.o dal suo !)SSicamen,LQ ad un calore di ,i,0° a 50° cenligr;adi per · pùò patirne ùanJ\O la qua'lilà della farina ..11} ge.neràle le due malline1 o mòle, non de Mio no trovarsi nè moJlo· vialçµl)e ~re, e si trov.erà ch'e&so perde avco.r.\l il 6J' 8 , ·e ·cinc, nè mollo allontanalo l'una dall',ÙL1•a, Nel primo caso J'icl' l8o5 veniva a queslo proposilo aominatà dai Ministero si avrebbe un' eccessiva quanti Là di semolino o ·cruschollo; dell'Agrico!tnl'a tl Commercio una Commissione incaricata di nel secondo caso la farina riuscirebbe troppo ftna; e noi. esaminare profondaroenle que~t'o fallo, di investigarne le . .abbiamo bisogno che osso riesca alquanto grani la e sofeanse, e cli proporne· i l'imcdi. Dalle iotfa'gini per essa istifice. tuite si Ò venuto a conoscere che il notato incooveniénle 1)00 è Una farina di frumento di buona quali Là non dee avere proprio $Oltanto clel ~rano, ma si estendo ben anco aU~ farina ( odore nè sapore diversi da quelli che le sono propdi, e soa, e qtdn!li anche al protlolfò della -paoificazioct1. OHI'€ c~ò il che so110 così omogenei. Essa si compone della farina glutine in essa coutenuto difficilmerile si può isol:xre; e non è bianca propriamente della, della crusca e del cruschello poi nè soffice· nè dullile, nò elastico come clebb'esS'cre, ed è che vi entrano in proporzioni varie, secondo la diversa rea/mento.il glutine di.buona qualità; da ciò la grand~ inferioqualiLà. di frumento da cui oeriva. rità delle farine '1i frumenlo egizio a confronlc. co::i quella di Una farina di frume nto di 1a qoalilà, se è pura e fu pastaoli all ri grani e indigeni e forestieri. La Comutissione, accer~ sal"<l per r.elac~io, presenta un colore bianco, traenlé .altale che ebbe codesto fatto, cred.et le sulle prime di poterne inquanto nel giallicc;io; è dolce al lallQ, morbida, soffice, secca, colpare la negligenzu, o incuria degli egiziani :igricoltori e nel pesanlo, e aderisce allo dita. Non dee coB'incinetimento raccogliere, e nel ballere1 e immagazinare il !Òro grano, metdare più òi 0,80 a 0.90 .p. 010 di ce11eri. fo generale,j lendol,o por nvvenlul'a a oonla\ to di materie organiche putrescifrumeoli duri cho sono anche i più pesanti, d.anno minor bili. Erano però questo supposizioni, e non allro ; bisognava quanti là di co~et·i; ai l'opposto i frumenti teneri. verificarlo con opo,:lune 1•icerche. So non che pet• risolvere. ,il La composizion e chimica delle farine di frume.nlo <lifubile prohleroa la Comm\ssiono propose al Gove,rno. ,Ili far v'enne Mplorat.a e determ inala in qnesli,ultimi a,nni da ve.nfrc ,da diversi P,llnf.j'_de.ll'Egilto il frumento ancorn in sp.iche, moltist;imi Chimici in ogni parlo d'Europa. Noi diamo la non s&dnato. Cosi.fu fatto con ,tono ltt,diligenza per pr,rte <~egli preforenza alle analisi dnl VaoqueliN, del tregnaull e d.eì Agéni.i' del Goveroo francese cbe inviarono molte c.asse· piene di qu~lle splche, a {liligeuLcmorito' imbnrc_ate.. Ar riV;Jli q·ues!i Pèìigp-L\ che riporlia1n o nei ~eguenli grospelti:
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gplni io Fraucla vennero cciu ogni esattezza O CU f (\ pe1· parie ! ANALJ$1 J)l VAUQDEL!N della b11nmissìono sgran.:ri, mondati, seccali, macin~ti; e le e 2 ~ lo(o farine Corono analizzale o panHicJie con tolta accaratezz.:i. e:: ~ "O <I) :::: Con tullo qoeslo si notarono .i·on dìpt·csso 1 modes•mi iue,on· o c:l E = e.., <Il venienti qoanlo all'odore, ed l\llti insuffinrèòza, o ca_Uiva 'qua<Il e!:: ..o o;. o t:0",:;l Co~iPOMEt<Tl lità del glutfrlt, che !!i erano r;ià osservali noi grani e farine elle :.a ~ ~ o il commercio ri tira orilinariarnente dall'EgHlo. r.: .~o d "';· Qo_ale adonque suà la causa di questo deterioramenro ·dei ~ .::: "i: frumenti egizfani? llQbbiamo ne i credere cho' J•anticasemeuza I Cz;.c ~ si~ degenerala t°Sare~be tnai questa 1?03 CODS('goenzadelle parlj!ola1•i omanazionì do! !:'ìilo, e dolla sua n1elma ferliHzzaote? Acqua 42, 90 10, 40 Ecco quello cbe rima.ie di vedere e slu9iare. Jntanlo pe1: ;;;ug14, 85 GiuLine secco ~ o, 36 gerjmento cli alcunj ml'lmb1·i dolla Commissione,slessasi·aHeu· equivalente a 29, 00 di )) )) )I de ora a compi1m~ due espertonze lo quali dovra~p..P spargere )) . GluLioe umido gran luci sull'oscaro probleìno. Si è ad uogue i n'trapresa in '11, !9 Amido 56, ~1 'Egillo la collilvazionc di;div~rse qnalit~ di fr,u.metili1fi';rnc.esi; e 4, 7,3 Gll!cosa 8, ~8 si è cominciala io Franci_a qoelta dei frum·ènn iglziani &ve~ti D,islrina 3,, 3'2 q., •90 i ~ar.a! ler i notati. Dai r(sultame11ti cbc se, n·e. av::aorìMai-à fas Crusc.i 2, 30 i> )) ,c;ilc ìLdesume:re.la.beoetìca,(o malefica influénzà..de!,stròl<i"nello 1 Totale' 100, 00 svih~ppo del seme tanto per1 l'ono quaotò pe.c" P.altrò paese·100, 00
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292 -
ANALISI DI ABBENE
ANALISI DI REGNAULT
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Totale
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rn, oo
42, 00
H, 00 7-t, 00
l2, 00 1 (i., 60 57, 60 8, 50 5, 00 ~, 30
03, 50 '1, 40 4, 80 2,,· 30
3, 30 o, 00
1 00, 00
rno,oo
100,00
Acqua Glutine secco Amido Glucosa Destrina Rimasto sul setaccio
,•• 70
UiALISI DI PÈLIGOT
C OMPONl!?(TI
45, 30 Acqua 1, 80 Malctie grasse 1\lalerieazolale insolub. nell'aéqua 8, 90 Materie azotale solubjJi (Albmnin-a/ 1, 80 Materie non azòtate .solubili (De7, 30 strina . 63, 50 Amido )) » Cellnllosa 4, 40 Sali. Totale
400,00
H, 80 , , 90 rn,20 1, 40
7, 90 57, 90
~. 30 1, 60
_.......,_ 400, 00
Che se volessimo a queste preferire allre ancora piil recenti analisi, noi non sapremmo trovarne migliori di quelle del Poggiale. e del nostro Profèssore·cav. Abbene che riportiamo jo questi specchi comparati11i.
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COMPONENTI
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Gluline e Albumina Amido . Gluco.sa Deslfina Sali ed Ossidi Totale
17
68 6
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13
75
. 3, 8 5.
3, 2 ~00
Il confronto di queste due analìsi lascia vedère alcune differenze di c@n:ìposizrone che n·on sono senza importanza. Nolisi la proporzione ben djversa cbe danno i due analizzatori, rispettò alle materie azotale, e alle non. azotale. Si aggi unga che il Poggi ale valuta al 14 p. O[O l'acqua contenuta nella farina, mentre Abbene non ne fa cenno. Vero è che quest'ultimo operava· sopra farinP. ben secche e stacciale; cionullameno cj sembra che non potessero essere lull'affallo spoglie d'acqua, a.meno che non le avesse solloposte ad una temperatura =:: ,160° o 165° cenligr. a bagnc d'olio. Del resto dll' queste due analisi chiaro e!llerge che l'acqua e il legnoso rapprese.otalo dalla crusca, costituiscono i materiali inèrti o supe:rflui ch!l sono conlenoli nella farina. La sostanza più essenziale di que.,la è il Glutine; materia azotala oltremodo .con:1plessa, nella composizione della quale entrano giusta le plù recenti an ulisi, IIAlbumina e la Fibrina vegetale, o glutine puro, la Caseina vegetale, la GluUna e la. Gleiadioa. l i Glutine si può oLLeoere isolalo, allo stato umido e allo slalo secco. li suo colore è bianco-grigio; è consislenle, tenace, elastico; ha no odore lullo suo; dissecalo non ha più che il Lerzo del peso che aveva allo slalo umido. Più una farina contiene <li glutine e più buono, più poroso e Ieggiero riesce il pane che sommfoislra. La quantità del glutine varia però mollissimo nelle vari() farine; ciò però dipende non la.t1to dalla diversità dei '!rani, quanlo anche dal olima, dal grado di maturità dei grani stessi, dalla diversa natura dej terreni in cui si coltivano e ben anco dalla varia coltivazioue (~).
ANALISI DI POGGIAI.E
lo 1 00 parli di farina di frumento duro o 'tenero
CoMPO?:lEMl'I
Acqua . Amido o Destrina Materi.e azotale Màteria grasse Materie fisse Ligooso Totale
~4, 70 63 , 03 44 , 40
4,90
4, 70 4, 27
4 00, 00
(!)Alla serie dei prinoipii o componenti delle farine riportati nelle analisi che abbiamo riforilo, si donà fra poco agg\ogerue altri c!ue sui quali recentissimi lavori dei signor Mège-Monriès banno rìchi11mala 1'.!tteazione dei dotii. Questi due nùovi principii' sarebbero: t 6 la così della da laf cerealina, forse una modific:1zione parlico\are della diastasi, principio attivovegetalefcbe si s:.volge dura11te la vegetazione, ossia germinazione dei grani, e .Ji tale energin che. può liqoiòare e trasformare in zuccaro .du,e. mUa .v.olte il,_prot1r io ireso 1.Jlamido idratato; :2° una·moteria fQsforata che si tt·ov~r,~bbe nel germe.,ed em.hriouo, alla base del granello. Questi do'¼ nuovi P,riocipii spieghercbbcro,.secondo il Monri ès tale iuOaenza ,nella panificazione e nutrizione, ch'egli h a lrovato di aovér riforruar o 1·adioalmenle l'attuale sistema di pani6r..azione. Convinto dalle suè espetienze, che sotto· l'invo~ lno,ro ,11orJico.lo del,grliDO esisto.no ip,gran parte:j dile,priocipii notatj, egll è potuto a11rivare,11iponto da:converlire in Pane bian~
l
- - ~93 Elemenlo di composizione import.anlissimo, comecchè variabile, delle farine è la crusca, che è cosliLuiLo dell'involucro corticale del grano, frantumalo dalle maéine. Generalmenle è considera!a come uo materiale superfluo, incongruo alla nostra alimentazione, e perciò da eliminarsi dalle fa rine. Infalli in quasi tutti i regolamenti per le sussistenze mi !ilari si prescri ve In, quanlità di crusca che debb'essore levata prima di fabbric~re il pane. Nello alluale Regolament.o S?,r(,lo è. slabiiito;di levare il~ 5 p. 0\0 per guisa che ~ 00 chilogr. di farina brutta vengono col se\accio ridolli a sbli 85. Però, sapendosi dall'esperienza che i grani dori danno minor crusca dei grani teneri, beo si vede che la misura prescrilla dee necessariamente-variare io ragione di questa loro qualità. E io falli in Francia gli stessi regolamenli lìmitano àH 5 p.0\0 la quantità della crusca che si dee levare, quando sia il caso di farina di grano duro; e vogliono il 20 p. 010 se si tralli di grani teneri. Questa differèilzà dipende dal variare la quantità, del legnoso o cèllulosa che i varii frum cn[i contengono. Infatti il Millon ci assicura, che mentre il grano dùro di Odessa non contiene obe 1, 2D p. 0(0 di crusca, e da i , 5:S ad 1, 58 il tenero, i grani indigeni teneri ne contengono da 4, lH fin o a 2, 24-, 2, ~8 e anche 2, 38 p. 0(0· Se non che, appunto il Millon, in questi u1limi anni sollevava una grM'e questione economica ed igienica ad un tempo, cioè la qualità ,nutritiva della crusc,a, per cui dicev a. essere errore quello di volerla eliminare dalla fari na , la quale sétiicciata aneblJe perduto di' sua proprietà nutrienti in propÒrzi-0ne della quantità di crusca levala. Il cbe egli a!l'ermavà éfll'appoggio di varie anafisi chimiche da lui istiluite sulla crusca, specia!menle quella di un grano indigeno raccolto nel 4 8 48, in 100 parli della quale trovava i ma!eriali seguenti: Di Amido, Destrina e Zu ccaro
P.irti 50, OO~approosimaDi Zuccaro di liquirizia . 1, 1, OOt iivameate Di Glutine 1> 1,1,, 90 Di 'Materia grassa . 1> 3, 60 Di Legnoso >> 9, 70 Di Sali 1> 5, '7 0 Di Acqua i> ·13, 90 Di Materie incrostanti ed aromalicb~ » ~, 20 Totale
I 00,
oo
111\lillon poi osservav.a che l'ivolucro corticale del grano essendo costituito da due strali concentrici, di cui il più interno comprenderebbe le cellule periferiche del perisperma, ~&rebbe a_p,punto in questo più centrale invo1ucro che si trpverebbe concentrata tulla quella eccedenza
trova n icchiata sollò il detto involucro, e· la quale finora oon.òava cbe pane big io. E cosi col metodo suo h a potuto da 100 parti-di grano otlencre 110 di pane nianco, mentre coi metodi ordinarii di panificazione se ne ottengono appeua9'1. L'Accademia delle Scienze di J>arigi colpita, e gfnstamente, da questi risullati ha incaricata uoa Commissione dì ver ificarli e furono ampiament.11 ver.ifie11ti. Ora i due lllioistri, della Guel'ra, e di Agricoltura ba.ano nominate due <1P,posite Com.nissi?ni per yede~·se sia P_9SJiJ>ile cl_i risolvere I? ; m,P,ortaot~. quirhono ecooom1ca ché st lega a s1ffa(to esperienze; con òperu:lioni Intraprese sopra g_ranile scala. , co la sostaoza che si
di azoto, di fosfati, di materie grasse e aromatiche la cui quanlilà proporzionale io centesimi di parte abbiamo qui riferit.a ..ora questa.sarebbe lulla· quella crusca che, secondo lru, dovrebb'essere conserva la nella fari na, perchè renderebbe il pane più sostanzi oso, e nutritivo, quando anche fosse a scapito della sua bianchezza. Se non ohe corùrò . i risultati analitici di Mi1fon stanno i più recenti del Poggiale, che io 100 parti di ér'usca da lui analizzala tro~ava là composizione seguente: Di Acqua Par\e Di Zuccaro » Di lllalerie grasse azotale » Di Amido . . . . 11 Di Materia solubile, non azotata » Id. id. azotata . . . . ,1 Di Materie azotate insolubili ma assim ilabili ,, Di .Materie id. id. ma non assimilabili )) Di Legnoso . · 1~ Di Sali . ,1
,t 2,
669 1, 9t 6 2, 873 2 ~, 692 7, 769 5, 6~ 5 3, 867 3, !51 5 34, 570 5, 5,1 t
Totale ·I 00, 000
L~ di.lfer~oza fra queste due analisi salta subito agli occhi d1 ognuno. Imperoochè, stando ai risultati oLtenuti dal Poggial e dovremmo riter.ere, che nella crusca non vi ha che il U per Oro di materie assimilabili, e il 56 di non assimilabili; ciò checonlraddicono le sperienze del Millon. Vero è però che a sostegno di quest'ultio.10 venne recenteme~le iL_.Moutiès, i~ ~uale dimostrava erronea l'opinione del I .ogg1ale, che r1ltene per non nutrienti tulle quelle materie azotate che vengono eli minale dalla farina insieme alla crusca. Cbè egli anzi fa vedere com'esse adempia.no all'ufficio di fermento, appunlo come opera la diaslas1, col trasforma-re cioé la fecola o amido in destrina e questci poi in zuccaro: e perciò sarebbero tali materie d'una grande impoitanza nella panificazione . . C~n tulLo questo la grande qu islione della proprietà nulrienle della crusca rimane a tutt'oggi ancora ihd.ecisa. La s~ii)nza non ha: delta an_cora l'ultima sua pàrola . Noi crodiam~ però c~e quando si avrà trovalo modo di migliorare, e d1 perfezionare l'alluale sistema dì macinatura dei grani, aocbe la quistione del più o del meno di crusca d_a togliere ad una farina sarà mollo semplificala, o presto nsolla.
'Fabbricazione del pane di mimiziowi
Scelta ìlna buona qualità <li fa rina, non resla che di c?nveitirla in pane. Ma per avere questo prodotto, necess1Lan_o .tre operazioni prelim inari, senza le quali non è poss1b1le aver pane. Esse sono le seguenti ; ciò è a dìre: 1° Idratazione convenienl~ <lolla farina che si conver te in pasta. 2o_ Fermentazione sufficiente della pasta ottenuta. 3° CotLt1ra conveniente della pasla fer.mentata. . Noi Lratt~rem? suc-cfo tamenle nei tre seguenti paragrafi d1 queste srngole operazioni che riébiede una buona' ·panificazione. ·
§ t ldr.a~azi<me delta, fai:imi
~~r far~ l)Uo~a pasta bi)°gnp. bagqare i!J. 'fàrin~· èo~ acqµa cal.da .a ~ 5o, o 29° cenligra~ i; ~agnata cne s1a, _v1 si aggfonge 'il lievito, o ferm.eJJlo, dì c~k,diremo più sotto non che i I sai~ (cl or.uro di sod i~J i !1 quella qua)) ti là ~he verrà indicata. La f;uìn.a idral_a1~) 1,Jìs1or:be Più.p n:ieno d'acqua in ragione del gluL,ine, .ch~ conljen(). $e ~- rtCCi!- di, questo inalerialé. azolato, G_ cei::tcr èhe ne assorbirà molto più. La farina ordinar\amen~e usalµ_ a fahbr-icare il pane dei n'oslri s.oldali essendò cli 1à qualità, assorbe i }lu9 lerzj del p~oprio p t!SO 'rncqu,a. Ond'.è che ·100 Qhilogré\,mrai, dl farin,a setacéiala, e privala òi crusca ?Il ragiòne del t5 p.Ojò, / onvertiti in pàsta I?es:rno 166.chilqgrammi, co\l'ag;gi~i1t_a di gràmmi 600 di sale.. SiffaUa p.às.la,-iasciala conve;ruènte.Ìn<!nle fermentare, s.onHbi nislr,a iln p.anc cccellei1te. ,L~ prv.por~ioni dell'aèq.1,a· e della farinà variaho però nei vl\1:h aplo~i eh.e lràHano di qu<~sle ·male rie ; ma.corì feg,;gie,r.e dive.1silà dagli nni ap;_li altri. Si àica lo slesso del sale, _di cu1 so1)0 pur varie>: le ,4uaritil~ o in più o rn meno se~9qd9 chç)e,farine,sieno di m.edio~:e, oppure di òHima qual'iU\. In. generai.e però non s.e.ne impiega più dell'uno. per ç~n.t.o._L'aggl,1rnt~,del salti si fa, ..uon ~ol~mènt-e per T.e,n~,er,e più s.ap9r9-so i) .pa.p e, ma b_ell 1~co p.er moderar.e 1' a ,fè'rmenta~iooe pa.ç~ria, onde n9n ?i t).cci1t troppo solle.citame11Lq; c4e iri lai.caso dive~terebbe udda, ~-!_a.past~ p,ur~ .in~cidirebbe,,,, e-si-,o\terrnbbe -~ ·queslo fr!Odo ,un pan.e di ru,;to agro ~ noé,ivo.,
§. 2. F,mJ,ne1itazione della. fi0:stti La ,pasta .·si dee p.répàl:arè, Mlro maclie t.ileCQar1icl}e, delle qnali pos·sediamo oggi non poche, phe, e p.er forma; e per bl'.rne ideàt.i congegni r,is·poil<lono -~cc'ellc:n'temenl~ allo s·~;p<J .. lfIl medico disapr,roverà.mai sem pre l'uso -c-h~ ancora.r.revale, pui: troppo, di far.la preparare per me:z;z.o di vomi11i,.s:emiQ~di, o, nudi àff.:t.\to, che _g~ondanti di st:rdore, ·c.Òllc,.,r,i.~a..nt ,~ ~9.i,ptedj ma.nipolano1~alpeslano, stivano la. p,a.gt-a., :0te.&çhirt19,ov,i 1~. materje. del sudor'e,,1'e del]a traspi'ra..z~qn.e.. L.~ pas\,~:dl!bil:à,roenle,prep,?t-(lta si las.ci,a.in riRo.soi,entro :un an:i,bieit~e c~lclo <)., ·io0 c~ntigr~~i. Qutì9.ta, (em.p,eptura ,è.sufficiente p~r procurare una conyeniente ferme~Lazione. Dura.Ate la quaie l'la luogo lo sv,iluppo dell'a\çool, dell'éicido aceti·cp, e .(Jell'acii10 éarbpni!;Q, ai.utalo . cia)l'addizio,oo de.I f~rmenlo., o lievito·s\ati (,;i'la dop-0.l'idr-alaziçme della fa.rina. Soié 24. Qre di ah~~_n.dqno dj qui>sl'ullima in luo1~0 corivenientemr.11le caldo bas~ano, ac-<;1ò ' la fer.meniazione panari·a .S.i operi . convèt;lienteciìente. 00d'è clJ:e- à,.queslo ,mo.do pòssiamo faùilr)1enle .ave.re il lievito ùi pàs,la d~ ag'gÌÌlng·e-re ad ·og·ni fàlibricazione di pane. I'l'il~vì'lò, <> rnoslo, o ·ferrnenfo di b.irr.a può giovare eguajnt~ote'; J.o si .usa infalli m_olli'ssimo e iii Jn.ghillerr:a e iir Francia, ~e non che )o si d<we previamente, sotLO· porre a ripetut~ ,lc\Y.alurc, </Ilde logli.ergli quel :-;uo o~ore parlicolare. .NÒn ,-rje_sce ,cJet p~\i ~lil sos.l~tuz-lone del bi-carh_on~to di ~oqa ..ç,olj'.aoi~2 cl_ori9r,i_co,J ~o.me consi gliano ~t cuP,i~ r.erchè quesù1Itimo nel ·decomporre il s.ale me\\e 1,1) JiberUi
t l'àaido carbç>0iço, il qµ~le r-esta imprigiona.l.o in. fo.rma di
bollicj.ne e_nlro la pa~l.a. In ogni mod,o si deve 4ver occhio a elle· la 't~rroe.ntazionp,derlievit_o no.n ,ollrep;i.ssi ,i! sego o. In }ta};,casu))lcool~ che sj ~n~ r.er pr.imo formato , ~ -utexeh,b~.ih fcido a.cellClQ o la.Llrpo, 11 quale agendo:po1 sul. glt1lrne cl ella farina, ne l'e!1der~bb,e mino(e Ja,ten~.cilà e 1t eJa~li_çilà. Si conQ~Ce c6e la pasta ha raggt'unio il ,grado conv011i<:3n~e di fermcn,Lr.zione dal. v.cdè(~ 1.'a.ùminto tl,~1 suo volume, claJ t:\s~onare çhe fa baH~ndola legger.mente colla m_anQ, c}àl le· screpolature yar-i.e.'·che pr.esenla,, da quell'od.ore a'lcoolico piàcev~le che las.cia sentire, non che dall'aumenbo di temperatu ra a:cquistato ;, aomQnt(> vari~bile dai 2110 ai 2·5° cenligradi .. . Dalla - compòsizione chimiéa Llellà farri1a che si è ~ìfer(ta, ·T!sµl~andb ~lÌ'\ar;i JEeIÌJe ~'.le i ma{efi~li ,su?i piq 1mportan,ti P.el val9.re loro nutnt1"'..o, ~ono l am1d,o e il glutin.e; ~- pl}r~ aal.\a esP,~ri_errza, di910s_lral? essef.e essi gli agenti ,pr!npipali de1ia .té,rmen~a~Ìone P.apfiria. 1: Inf~t_Li., è ~l,.glu,l,in,e µiù o ,cneno a91for1qa11te ~l)_e ~r-qee la,. '! .tenacint,·Jelapii.pità e 0~1oge1;1eil~ U.~lfa pasta., rn~nke l'aID:i<lo sul q,uale il g,lulipe sl_esso OP,ern i?si~m;..all'acqna e :j col ccmcoxso ì:leJ calore, '$i lrasfor-mr1 in- maleria zucchel ,1:ì i;,~ qoàle miJ.Liria ~ucc~ n~ 'pr'ta1 ·m ,i dp ,olten'1la, -i I unitil, ~ qu.e11'41Lra (gJnco;;à) ch,e abl1iamo v~<lulo essere natqralmenle co1),l.enuia nella 'ttirina., sommin,istra P?.Ì i ~atFiali .occorrenti 1!1la forrn~7,ione deH'.alcoole, d:ell'aci,flo 11.cetjco :è !'),l,rborrito, prq~olti 0Jdi1wrij · del!~ fer1 w~.nt'azioné panarj~,. ia qu) !e è sempre, ancb~ acce.~:. p~gnala da .sviluppo dj caloriço ed eziandio d'idro_geno·. I quali flu.ic\1 elastici, svol.ge'ndosi neÙà v·asla e dì! · lé_1.landosi col ca.lor-a, là rendono pùrosa, per <iui\ crépola, ! si buchera 'in vario mocJ·o. ! .Bene:'!!,lmente sì,usa l'acqua pottnile per Ih fabbricazione del pane,; e si è -pér lungo te!'npo credula impro.[ pria e. n9~Iva.quel.la .di inaré. ~t~ 'dopo· appòsili ds.pe1 · ri menti is lilL1iti in !?ranci a'si oli dal ~ 833· da1 sig'. ea:rlo !· P·aquet, capilànff . di commerciò ai:l flavre, ·e cb'nJ'erhìali I po.scià dalla pratica oavaie, ·non !>t può· pii.i sostènere una ! siffalla opir.iohe,. pèrchè· erronea. Non la si ·clèe però •! usare da sola, ma mescolala in pFoporzione, èpnvenienre i co·na,d,o!ce; così si risparmia 'ì'ad1ziooe .dC'I sale·._'V'1rn ,: ,arni lalunq 1:be ::;osliene, e-sser.e i~' pàn,c fobpri<.;alo _ col 1; miscuglio di quesl_e du,e a,cque pi,~ rinfrescant~ dell'ordij. nar,io. Ciil non _ncg~eremo; ma éli'r.eruo bene che i't gusto i ,ne è diverso, e cerl~~enl.y poi µn ~i'IT~llo,pane: pon è .~osì ·appeflilos·o kP1e l'alLro. lnfoJti i me.d,ici della J\farin·a' mil ilar,e ft'afJCrse. ~Vui· hor'i:ll) sì us·a 'fabbri,càr pam~ ·cohn1·~cugÌio.:òe1lc due àcque, ònile fare spa,rmio cl'eJ, salè, confes sano che què.sto Jjibcolo vaì1tàggio; eco~.omrno· non è àd:equato éonip·en.:;o al}a. ,tlimìnuzione. d,~ll~ gfialllà sapide del pane che· se ne ·ottieni, . .N\rn.si può slabilìi::e·. in modo assùlulo la duràta della fermentiùione·.della p'asta. 1\1.olte 'èiréostaoie. c'oncbrrono a vari aro e il tempo ;' tafi soni\: jà., st~giorte, la qua1ilà della for.ina\ i·l volume e là,.speéie dei pàni, !a ten1p,eralura cfoll'ambiente in -cn.i. si. mél.lon.Q .a fei;menlare, la qRanti(à••d!acqml'impi~gala', 'e ancbe·del-s.ale ag'gitmio. -'i A ·pa:dtà <l'i cìr-c9sEanz.e però. la fe rmer.ta:don-e 'è ·più sol'! ìèèìta· ~e,il"esJ11te,...RÌii fcnl~ ,n~l v;0:rn9:; me~dfoçr~ ,neJle_,r~ J tr.~ stagiorii.. ., (.(:01Jti.1liJ~a),, .
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s'assurer que celle opblhal'niie' n' est ·pas sculemenl endémique en Égypte, mais qu'onla rencontre aussi sous celte fo rme, en JLalie, en Éspagne, en SiciJe, en Calabre, etc,; que rnème peliclanl les fo rles cbal eur-s de l'été, éiu lemps des mojs-sons, il 1ùst pas rare de la voir survenìf spontanément sous la forme aiglie chei nos cam pagnards, cL en vingt-qualre heurcs leur occasionrrer la perle de la vcte. O'f TA LMIA BELLICA I Quanl à la fo rme cbronique sporitanée (granulalions t diles primi liv.es), elle est si fréquenle dans nolre pays qu' on peut cn renconlrcr éles cas tous les jours, da11s tov.tes ACADÉMIE ROY.ALE DE MÉDECJNE DE DELGI_QUE 110s comm1mcs. )> Cela rnus suffiL-il mainlenant? Je ne partage pas toules ( Continu-az,, J/,. N. 36 e aJl!ecèdcnti.) lei\ opinions de M. le ~ocleur Van lloosbroeck; mais ce que je M lui contesterai jamais, c'est son beau talent d' OUServàlE'Uf ~l de pralicien. Vous nous citez MM. Siche!, Desm ares, Jiingken Ooi, rlionorable 1\1. Crocq a raison l Voilà bienlòt l\1ackensie. J'e respecte ces noms, mais je ne m'incli ne pas trenlc -quatro ans quo jo souliens la mème òpinion, que devanl toutes 1eurs ~sscrlions. Jc prélends que nons ici, je comhats avec les mémes argumei.ls, les mémes objecen ~elgi-que, en ce crui concerne l'ophlhalroie dite mili- . lions. C'est, tn(; sernble-l-il, la plus grande preuve ae taire, nous avon$ cenl fo is plus d'expérienco, de pratique l'ar<lcur de mes conviclions ainsi que du soin que je {et je répète ces moL~, poor l'bouorablo M. Fallot qui mels à òbsernr el à rec.ueillir les faits. Je n ai pas des semble nous avoir contesté e~ l'expérieoce et la pralique) opin ions de rechang(\ moi , suivanl les circons'tances o,u qu'aucon de ces Lrois ·Ophlhalm.ol.ogues, si grnnd quo soit les octasioos. Je suiS' de ceux qui se pas&ionnenl pour ce leur reoom ; jo préleods que nous sommes plus aptes qu'ils croienL èlre la 1érilé, el qui s'y érampoooenl, quels qu'eux à décider les queslions qui s'y ratlachent. Ne citez que soient !es hommes, nmis ou ennemis, quj la pro d'ailletrrs ni Desmarres, ni Mackénsie, ni J ii ngken, car il duissonL au grand jour. A.ux uns cL aux au\res je viehs n'y a pas entre mon opini on ella lcu'r, au point de~vue de en aide a,·ec bonheurdanslalìmile de mesfaibles moyens, l'essence de In mala<lie, l'épaisseur d'une reuille dc pael_je me. refuscrais. ma propre eslime., e.t me croirais dépicr. shouoré, si des animosités personnelles ou quelque chose Ce qui paratl avoir particulièrcmeol impressioa né un de plns méprisable encore, m'avaieol jaruais foit abande nos honorables correspor.danls, c'esl quc j'ai dil à une don11er cel[e règlc de conduile, la seule qne la morale certain'e époquc qu'un o maladi e propre à une- arrn ée ne cnseigne; quc la l'oyaùt6 approuve, que l'bondeo~ coml)CUI pas avoir d'aulres causes quc colles q1\i existenl d-ans mande. celle armée, soit lemporaircmenl, soit d'uno roanière conJc oe relè11e pasca qu'on a avancé pour souteni r la spétinue. L'honorahle M. Crocq a Lrop de. perspicacil13 pom· cifìoilé de la cause, el c'esl encore l'ho·norablc ex.m é<lecin conclure de là que celle maladie <loil (Me dès lors· essenM chefde l'armée qui a <lilcehl, <1 que l'ìnilammalion s'est tiellemenl spéci(ique, Cl il reconoatlra probnblcmen1. anssi étenùue rilus d'une fois des conjoncli11es palpéhrales aux (ìl vient de le faire) quo si toules ou plnsieurs <les mémes milieux transparents. oL que plus d'un accidenl a été le causes viP.noeol ì\ app,w1Hrc dans la populalion civile, il résuHal de celle exlension,& cela n'r$L q'uno plaisanlerie, csl tout nature\ q1J'elles prochtisenl \es mèmes effeLs. Je et ne vaut pas vérilahlemenl une répo nsc; Qais je rledomande par cooséqu cot quel pnrli ir ente.nel lirnr de cet manile la permission <le dire quelques mots de ces mal1/.rgumenl? ~le répondrn-t-il quo l'ophthalmie (la méme heu reux cqmpressio:wistes, pour lesquels on semble o'avoir qui aITecle nos sol<lals) n'a apparu dans la population plus que .des paro Ies de commisération el de pilié. civile que pour y avoir (~lé pro pagée par ·eux? A cela Savez-'vous, messieuri,, ce qùe c'ètaienl què Ics oomje rcfuse Jlisormais de répondre; il vous a été fourni Jlressiormisl.es? En vérilé, je ·su;s eneo re à me dérnander iii on \es a bien compris, lnnt j'eolenès énoncer sur leur lan l oL de si boones preuves qni dérnonLrenl la fausdoclr ine, d'asserlions fa usses et r.rronées . L'honorable selé de cetle allegali on , que ·j e doi·s eroi re qu' il y a M. Croc11 seul dans colle enceinte, paratl les avoir bien désormais parli pris de les considérer comme non aveétucliés. Les c~mpr<.>~sionistes élaienl \es identicis!es d'auoues. 11 n'y a pire sourd quo colui qui no veul pas enJourd'h1:1i : com me oeux-ci, ils ne reco.nnaìssaient.que deux tendre; ce proverbe sera élernellcmen:t vrai. Làissez-moi espéces d'ophlhalmics, à savoir, les simp/es el l~ sp11cifivous lire à co ~ojel, pom clerui ère cìemonslralion, le pasques: poor 110X, les causes des i\.lfeclions 0culaires qui sage suivanl que je tire, enlr e dix r. utres, de l'ouvrage de se presentenl le plus généralernent claos l'armée, élai~r.t ~. le. professeur Van Roosbroeck : « Par les recberches toutes simples, et nullemen Lspécifiques; la compression dù qui out été i'aites depuis Fexpédilion d'Égypte, on a pu
PAR'l'E SECONDA
Rivista dei Giornali ScienUfic·i
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cou et <le la téle n'élai t pas la cause direcle de ces affec,lions, mais ecl lc qui amenait la 11redisposition à les contracler. Leur lorl, leur u11ique lorl que, du ~esle, j' ai reconnu moi-mème depuis long-temps, ç'a élé de ne pas {enir asse-i de comple d'au lres influences mauvaiscs, eL ce lorL, il faut le dire, c'esl hi commission de 4 8H qui l'a réparé aulanl qu'il a été en son pouvoir, en faisaot disparattre oon-sculemenL la compression do cou et de l a lèle, mais cu oulre Loutes !es causes qui de près ou de loin pouvaient occasjonner les coogeslions oculaires. Les compressionnisles, messieurs, ces borribles compressionnislcs) onl donc élé très-.près de la vérilé, et si alors coinme aujourd'hui, ils eus.sent élé: guidés par les lumières .de \'anatomie pathologi que, oul doule qu'ils n'elisseot résolu complétemenL la question et que vous n'eussiez plus eu à vous en occuper en ce mom~nl. Les coll,lprest:-ionnistcs adroollaicnt et admellenl encore la contagiosité, c'es l-à-clire \es qualilés irritantes clu muco.pus de notre opbtbalmic, en ce sens que l'applicalioo immécliate, clirecte de ce liquide oe donne lieu qu'à une affection semblable à cella qui la produil, c'esl-à-dire à une ophLbo.lmie simple. Les compressioonistes étaieot donc des cootagionistes à la façon de l'honorable l\I. Crocq . car h1i assi, je crois, n'a pas admis un seul instanl que la roaladie soil dne à un principe spécifìque, ni méme qu'elle se répande par voie miasmatique. Chose élrange, messieurs, que je ne pois m'empecher de faire r emarquer ici I L'honorable ì\1. llairion, d'accor~ eo_cela avec un grand nombre de membres du Coogrès d'ophlhalmologie, tt recoonn dans celle discussion, que la propagali on de l'opblbalmie, par voie de contact jmmédiat, n'a lieu que Lrès-raremenl, el l'honorahlè 1\i. Crocq répudie la propagali on par voi e miasmalique; cpiel,I~ sor:te de propagalion reste-il dono? Si je ne savais à quel rnoyens .exlrémes on peqt 11.voir recours pour s'épargoer une défaile, je serais reslé, je l'avoue, cn stupéfaclion devanl le gé.nie inventif de Fhonorable ex-médccio en chef de l'armée. Yous vo.us rappelez, messieurs, que j' ai produil icì ccl argument passablemenl cbalouillcux, que ce qu'on appelle l'ophlhalmie militaire existc dans les f:tals-Uoi s qui n'onl par d1armée. L'honorable i\I. Hairion a nié celte existence, je le sais. mais tout le monde dans son camp, n'esl pas de son avis (car c'est la dcslinée de nos conlradicteur;; de ne se rencootrer lilléralement sur aucun poinl). L'honorable exroédecin cn chef do l'arroée, accepte l'?ffirmalion de MM. Gross et Lillel, mais voici son explicalion: 1111 qui repoussait eo •1824- la conLagion miasmatique, lui qui affirmail alors cc que lo. co'ntagion ou plulM le principe contagieux. résiùe dans l' dcreté de I' humeur abo11dcmte, épaisse jau11e, v81'<icil1'e, ~(icrdtée J)Ur la conjo11cti11e, lorsque l' ophthalmil' est i11ten.,e; lui qui soutenail que l'ophthalmic C(J?11mcmça11le et oello ldgèrr: ne soni, ,ie peu11e11t pas étre co11taf1ÌC1tsès, par ce que dance cas le seu\ écouleménL qui se montrc, esl une plns grande sécrétioh de lCf:1·mes et q1Z'alors cette humenr n;est pas .1éc1·et1fo; 11 luì,qui disait tout celi\
(E\l s'il l'a dit, c'('sL qu'il l'avait conslalé,,je pense; il. ne s'agil pas ici d'une théoric, mais d'un {ait),il allribne aujourd' hui l'exislencc de I' ophlhalmie en Amériq 11-e, à l'imruigralion I Oui, messieurs, à l'immigralion, et ce que qu'il y a de plus fort, c'csl q11'il a élé snivi dans .celle excentri cilé par l'hooorable l\i. Fallotl .Mais croyez-vous qu'il se soit seulcmenl donné la peioe de nous dire qu'il a vu cl reconna cbez les 11migrauls d'Europe, celte humeur abonda11te, épaisso. jaimc, verdàlre, dool il pàrlaiL à une aulre époque? Croyez-vous qu'il produise un seul fail de transruission direcle ou m~me iodirecle du mal par un Européeo à un Américaiu, sur le sol de l'Amérique ou ailleurs'l Pas le moins du monde. li n'esl pas gené pour si peu. li affìrme, donc c'esL vrai ou ce doil etre vrai.." l\fais pour·l'Arrique qui, elle aussi, a son ophlhaJmie mi!ìtaire; mais pour l'Asie qui n'en esl pas.exemple, mais pour les contrées de l'Europe les plus éÌoigrrées les unes des aulres qui cn son l égalemenl alleinle!-, est-ce donc aussi '\'iromigralio11. loujours Pi111migrati'on?.Et loules ces causes loca/es, si bien <lécriles .par MM. Gross, Lus· lerman, Van Roosbroeck el d'autres, qui ne peuvent pas ne pas aroeoer l'ophlhalmie partout où elle.se monlre, en Europe comme en A.roél'iqu~. en Asie comme en Afrique, loul cela ne dil rien, Lout cela ne prouve rien. tout cela n'explique rien .. Il faul loujours el partoul comme cause produclrice, l'lmme1w jam1c, 11erdat1·e, ou plulòl l'incomie le miasroe (car l'bumeur àcr e esl ab;;ndonnée a-ujourdui, je crois), il faul le miasma, n'en fut-:J plus au monde, sans miasme poinl de maladiel En vérité, je doulequ'on soil jamais lombè dans un plus déplorab!e aveugleruent! (ContinuaJ
DlJLLETTl1'l0 UFFIZIA.LE
Con Regio decreto dclU 9 settembre S. M. si è degnata di nominare il Medico divisionale·di '1 n Classe nel Corpo Sanitario Militare signor dottore Giacomo Besozzl a Cavaliere deJFOrdi~1e Equestre dei Ss. Maurizio e La~zaro. Con altro IL decreto dello stesso giorno fu accettata la demissinne volontaria del Medico Aggiunto nel Corpo S~nilarjo Militare pel solo tempo della Guerra signor dottore Antonio Ua:i·J1onera. Per R. decreto delli 9 andante settembre fo dispensato da ulteriore servizio, in seguito a sua domanda, senza conservazione di grado, ma co11 facoltà di vestirne la divisa, il doLlore signor G1.•a1na1-•i Giuseppe, stato nominato con R. decreto del 4 giugno 185!:' a Medico di Battaglione cli 2a Classe nel Corpo Sanitario Militare pel tempo della Guerra Per Regio decreto dello stesso giorno ii signor dottore Ra,,elli Carlo, stato nominato per R. decreto delli 2 maggio ullimo scorso a Medico di l3attagUone di 2c1 Classe nel Corpo Sanitario Militare pel solo tempo della Guerra, venne ruspensato da ulteriore servizio in seguito a sua domanda, colla conservazioue dell'at,tuale suo grado insieme con la facolttt di vestirne la ùivisa. Il Direttore OOIL Cav. AllEL1,A _}fec1ièo Div. Il :Vice Direttore reipons. J)ott. :MAN1'ELI.t Med. di Regg. Tip. Suba lpiun di ll llANCJ;:GCO ZOPPIS-J?ia Alfìed N 1!!,4 .
N. 58.
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ANNO VII.
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GIORNALE Dl HEDIOINA MILI.TARE • 1
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invest1La, eh.e. il ias acirJo carbonl~~!_%_, essìdn111+i'g tdnalo e nelle maglie d:el gl~~ine, e;,quél ' pq~chissimo acic!.o ace~co che s:i era svo!to ,du·c,1nte 111, ·fet.meotazi'one, è l alèooie, e, se,c9ndo Spieogel ii·1ra/ c;e; lf!, qllJtn.tità cÌ;idtogeiio, sono costretli a svaporare insìéme ·atrar,qua. E allor-cbè la .. , !\1 1h1crnp~n1\t!Jra .de;lla:,p~sta r;i,ggi.ung~ i 4009 "0 i :I •I 0° ·ceilti,gpicl.i ·succede Lale r'ea~ion;e deJJ?aC:qù?-· -;ìul!'ami.do, P,er él;li q.u~sto .n~. r,iroane sçiolto e fr,4mm1slo al .gli1L~1i.c.;dtl;]a1lbumj;n a, ~Ua gluc:osa, e\ a quel ,rimasùgJ.io.:di', des~tina .che,~ocor,a, r.i"!,n.rrne,va.~€HH è,n-el Lem:po ·~p,Q.unl1>., dkqueMa. ir~~z10.o-e .qhe."s1 S((.ttarda1no ,~~T oallòtiico' ci'.he'1Jòv1ide, gli " llj / 1{) L l ';6J:r,1co'lect~i~9·qn.Le:neo,ti, Ja 1s!oslan;La1.a,m ila·(')e.i\i ctò, eh.e: èosliu I ' •• I ' !,.. ,. . ' I BI§~òS'f(it 1111 ~ j/j •• 'f1! -~qi~C.e., quel più ;ò1li1'Mf fìho bùehe.réllantetrl6. oh'fapnJsc,ilta 'l 11 I MfTtrid 1 I ,' I . o Jl)lf~ i_" IJ (>,1') li'' la .,mQllicà' di ~h ~p~n~::ben .ratt?~-' • 1 .,, ;;i,DJ;:4,,Iè,~ ~~.Ql\}ti J.~!l~~Cff~ Il I .&enenlmentè pe¾lo: la co.Llura ,d:e:l p-a.ae· non oltr,e:p-a.ssa n. ·''" '' , 'liii , ,tP ,al .Pt:0prf1,i,riii ·, d.i,.Còncvr~q ,a,.,1 ,r~ 1:ein;io in~:EJ;f p.1,1, - .- ,i ·10 0_ cen~ifaél:!;;s:e: Ia.,~i®is_ u:rà pònèl'.i.do il termo.mel;r:o bi~g,Jp i,t,.213,, ~~Mmt :e/:.<?t4 t857' ,dAtl.l.~~ Qo,,ni,1~.'i.~~i,q7ip 11 n.ell" l'D Len1;0 .della,m·ol11cai,E:.cròivll'o1 dtr;e-, che se ~oche 0 aggii&dfowtiWJce <~foZltt.r G,azzetfa. Ufiloiéfl&· 'ri,el- BtgnlJ /.iLfoxnD_~ riscal-d~t.ò""« i·0~ : ,cer~qgMll,i,. pur~ ·per èùo;r:er~J .Ja pastm non coDsama· pm ,-d1 ,,t0:0,o.. Mjlt>;l.io è p.erò f~r del,25 tno_verrtore'l-J8'!5o/, l\Tà :~7ig. • : cuocere nei; forni cosl· detti ,acereot.etmi;r o.s~ia wc;\ ~iia ·càl.dal,t'perc~è, i_l comhustibil13, dre ris~àl~~- è ~iw t~ fuol'i, I enon1.denlro.,· 11 fòrn,o, c.ome.111egli; ofd1m\n1. -.S,1 pgQQlJç.» • , . • . . . . . . . iicnit, so01pcrqne 1icehit ! nere ,iJ;lor,0 ris:e,lJdamenlo, sinp ~ 27.~? e ,2 no, C~;nJigna,gi. ) I Sigi?a't)tin pr;i'Ìseilte'1 1òta1 p:r'odtréèro iiò'nfon, ii D.ees:, pér6·Jare:allenzjoue a che.la ,L~mp.i;r.~tura.1del fq,r~p ., ,TJoi·dt D ÌJ A.rtìVpòet·, non sia: ecCe)ìsiva. Ii) L~l, eas9. l'az,19n~ de l1 c;,tlore irr,1r.dia,qle dall! voi ~a.honcenl.f.andosj,tutl.it suJl,a -sup,e.rfiei~:deH,q,pa~ta •. I . ' ,vi determiua un~ c.osi·raptd.a eva_po~azioot .i,p,çr.cui qu13s\a ( Contini1(lsionp v~di IY.. ?,8.) pron!am~nte.tJi.~scc,rn \l s'indura, p<>.rleJ1Q<tcos1 _gp'o~Jaçojo .iuv.joc.ibHe al)o svapo.1;amen lo d~ila rimanenle, p.asla; on.d'è (oi:%aJ2- la . J!lollica de! pane, JQ.. quale. avece .di riuscire ,§ 3. -po.~qs~, ,spffi_ce ·e leggi,er.:a, si ,osset:va urniia., 1nol[foda, Gotìura clèlla 11as1a. pes11,nle.
PARTE PRIMA L•
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1 L'ullinra,e la p-iù -imp<irlante,,:operaz-iooe a cui ..sò:ggiace la pàsLg, è fà' s'ua/..coUura ohe si oui,er:ie nei fornì r.onveni.eniernen{e'risèaldà~i, è datqua-li si eslra.8·poi so'llo formiì di' par~i :.Abhi·sogoa ordinariarrienlè ·un":r.isoa'ldamenlo èli '300~, o 35011 c'enti.gracfi ;:ma ·s.icwmeicphma'cli ,ih·trodur'vi la pasta, -bisogna Jjb·errare il fomo <lal f,uoco , spazz-arn:e--i l suolQ. pulirament~-; _co~l è che in qt1eslo fra ltempp la sua temperat\}r.a .s'irb~ass~ a'ssai. Ond'è c'he qu·apdo: tutta. I.a pasta sra,s~a-ta i:nforpat,a,. se sì mi:'>ilFarfa tempen}l'ura.,.del .torna.si tr,oveià, g~ueralmenle l)On superiore ai 1,6·0° centigradi. Sé noii ':eh.e chi.u.den_cl·osi ,roi >e'rmèficamenle ..Ja bcrecà., e concentrandosi il•ca,lo'i'e il'èll'hiterwo dèl forno, -la: cosl.i.tì teniperathra torr1a ao' elevllrsi,.e raggiunge ben presto•i1 i<90° e.j t~JOO~ cenligradi•. ~Ilota èòbe'1 uUo il caJori co i'~raèlfan~o~qaBa ·volla ,del forno ·sul' pane, ·e·p,ene~ trairdo in hiUi ,i sensi la pasta, q,uesta. ·ne rimane per mqdo
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§ 4. Camlter-i del Ì>uon pane cla rmmizione.
I! ·paòe, tla mu·n4zio oe cn~ si fahbrica nei hos~ri fo'r:ni roililll.r) e,,fo·ragìone di un'a· doppia razione p·er ogni parte; Il qua.l·e per. c'onseguènza dee, dop.o 2~ ore èlàlla su'.a éstrairo~e dal fòrho, p~sare- 1470 grarirn'li, Ota p·erè'liè si posi>'a 6l(€here·quèslò pesotnsieme ad un'à 'bttonaé'ottli,ra de-e. rimarréré nel forù.o :quasi u1i'ora1 , o per' lo 'in'eÌlo tre ·q,u-a~li '<:l'orà; c.iò dipèodendo i>òi e aail'esse,r.è il forno piu o n1en:o' èa-l<lo, o·ila1 ph:ì o o:)e11{ d~M.<111 a adoperata nellà .p,,asl.;\ ('1).. '(?)!Si·!lssetva ·generalruele un~ dHl'erelfza ùi proporziono della
crosia- al'la molliça.fr~ il p~~o co1~;.o'e dui!e p~nal\crie civiÙ e·
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-~98La coltura delle g.alelle si ottiene entro forni risealòali Se il pane da munizione renne ben fabbricato, e bep a 27'0° cenliwadì . Vi si lasciano denlro da fi.8 a 50 micoUo, esso dovrà essere soffice, leggiero, galleggiare sul n,uli, se si usò farina di frume·nto duro :; ma se.d~ tenero., l'acgl!a lungarve1\te. La crosl,p~a avrà un còlo.r7~i,a[_lovi ,voglìòno a)lor,a,.60 ,ninpti. _ ' pcu ;o, ·più èari:-.<>'J>CP a'icuni. mjtlim_el(i <-!i . spfssìo:e~n~lja Le gaiette lolle dàl foro.o· ~ìtcollocano entrd ~camere> porzioh~·s.'lf~ prn esterna, ma iro1 u.mrol'me 1n tutte~! .re~to. perfellanrenle asciutto, e ca_!de costantéroenle dai 300 ai Il suo odore LanLo piacevole, massime quando è ancora 4'0°, o i5° cenligradi; vi si tengono una quindicina cli caldo, dee invitare a mangiarne. Taglialo, o spezzalo, la giorni per lo meno , onde cosi ottenncrne il più compiuto sua mollica dev'essere porosa,_huchere\lala, soffice, ela- , ossiccamenl'o. slica.Immeria nell'acqua dee in un'ora.assocbire. tant'acIl biscotto di buona qu~lil.à èlisc~o al di fuori; _·ha un qua, quanto ·è il suo pèso,a un drpr~s.so, o poco r:neno. I colore giallo ,palliM; non de,e presentare nè gonfiori., nè pani da -sold·àLo Mo debbono ayer,e più di ~5 a 30 çentiscrepola-menli . Ballulo, è sonoro e lo si sente perfè:tLametri di larghezza, nè più di 8 a ~2 d'allezz:-a, quando mente secco. La sua spez-zalura è nella, di apparenza vesono di d-0ppia razione-. trosa, a gràni brillanLì ·b~n serrati, e presenta 'lln bel hianco-giallelto aggradevole. Non si dee sbricciolare; ARTlCOLçl . 3° e quando lo si getta nelt'acq'ua dèé gonfiare, ma oon diDet pcme biséotfo. scìogliersì; l'odore del biscoUo é\ piacevole, e il suo san pane biscolloi dello anche con termine spagnùolo pore leggier.ruenle zuccherino.: gaiette, è ·il pane dei marinai, o navigan li, costituendo la AnTtbèlLù 4. principalissima fra le provvislei di bordo. Esso è però in t»olle circos.taoze anche il pane del Delle paste alimentari aà uso di i11pJ1a. soldato, ogili •qual volta non si possa.fornirgli pane fresco. La fabbricazior\e del biscotto 0011 essendo che una li Regolamento del 3 giugnq 18M nel suo articolo 24 v.arielà1de:t: parre comune, bastano le •cose. efo.p.oste . p-er prescrivendo che la razion~..deLsoldalo sardo si ,cqmponquanto alla scelta dei grani e•delle fo_rine, onde fa:bb11iga anche ·di Hio grammi di paste, noi. dobbiamo ora .esa~ carlo; le quali però debbo110:e,ssere di ·\ :, qualità. minare quali fra queste potrariu'oesscre fo 'più convenienli Solo è da laroèotare che da noi non si sia ancora ina un tale, U?,po. lrodollo l'uso dei motori meccanici, che in Francia da orLe paslé che si mellono in commercìo sooò (le' più fine} mai cinquant'anni çennoro sostiluiLialle braccia dell'uomo fal:ibricale- con farina di frumento la più pt1ra, e dcllà miper la fahb::ìc;az ione S"opraltuLLo del biscotto. Si avrebbe gliore qualità; ve.ne hanno però. anche delle men'o fine si-iarmfo di tempo, e •di spesa, è m'aggiorf) pro'dolto.;1e il o ordrnarie. Si fabbricano çii foqne e fo g~ie di-v~i;~e, e biscoU1> tJOn s9 rebbtJ meno 'di' òtlirna qualità. tutte poi col mezio di apparati. meccaoici, non essendo Pi ù_ lunghe, diverse e piìdaticose openazioni rjehiede più il lornacconlo di fabbricarle a m,1no, come u,;avasi la fabbricazione di qu<>slo pane, cioè iropastamenLo, torun lempo. Ve n'hanno delle bianche e delle gialle; quenimento, spianamento e tagliamento della pasla. Nelle sl'ulliroe conleDgono una piccol? porzione di 2affera no nostre Sussistenze l\lililari lolle quesLe opl.'razioni vengono ( i;rocum .mlivum L.), che si unisce alla pai:~.a e la i ngialeseguii~ a ·mano. Invece vi ha!Jno, sop rulntto ·in Francia, lisce. Si usa però di unirvi anche una piccola quanlilà di · ap,parecchi meoc;tnic( coi,quali, io meno di l're qu·arCid'ora sale marino. Le pas~e chc ·s\ fabbrjcano a Genova banno s·i iìnpasla la l'arion, si gramola,.si spiana1 si la,~lia hl.tpasta mòllo credilo e 'Ìlll'i nler'uo e ·~lr'esrero, percbè non sola'e ·si trafora la gal ella. mente impiegano farine d'una l:Hanche:iza e d'una p1,1rnza. singolare1 ma ben anche pcrchè impi.,gano per ottenerle qudlo di muni:zioue. rM pdmo oroioariaroenle si calcola.no 57G di prefere11.za ì grMi duri di Taoganronk. di mollica. e !16 di crosta; n el secondo 4}5 di mollica, e 175 di Ma al povero saldalo oon sono rìserbatc generalmente crosta; e mcntrn qoesta 1100 contiene che il 15 p. Ogl"èl'acqua, che le paste ordinarie; le quali $Ono dislinle dalle fìne • quella ne n.10,;hiudo, in media il, 50 p. 0/0, e toU'insiemeXu.µa e pcròbè vennero meno liher.al.e d,\lla presenza del nrus.l'atlr:i, il 43 p 070. ln>'cco l'acqua ctJnlenuta uella moll~ca del chello o tritume. Oud'è che al paragone con quest,\ulliroe paae biauco ordinario non sarebbe·che 'in ragiono del 45 p. 010, sono mollo più scure, essendo bia11cbe all'alto le .fine. essemlo eguale però quella cho vi ha n ella cr osta, cioè il 15 p. 0J0 Che a questa differenza di colore risponda un diverso \Tacome pel pai:o d:i ~old~lo; ma oel totl'a~.sieme pui, mollica e lore nulrilivo'? Che le pasle fine sieno dunqtle più nu. erosi~, oon dai·ebbero µiù <)_cl 40 p. .010 d' .ic4ua. Questa dilfelrientì delle onlinarie, on!lc appunto usa il solùalo.'? Tenz.a deriva da OOi1 m'lg&iore qa ao lità d'ncqua, cbo si adopera Non vi ha dubbioi ohe. lan.to il parie 1 quanto l e<p,asle nella fobbrfoiJ<Zione .flf l pau,o mìlilare, cioè dal 3 al 5 p·. ())0 io che.;s i u:,;a90: p,er min'\~s.Lra, debbono' la-lo,ro q11:.1!ità1nuLriplù· quatùità mr~m~iore.dcl re.~1 o voluto d11 una maggjÒ~ .doso di 1' tiva al glutine e all'amido contenuli (>. in ,queste e in quello. 'I . ' una p1u .' erose;,. eh~ si Jasc1a oc Ila f arma, per. cm. qoes la· assoroe Egli è 13erciò cht? si l'uno e si le -altre tpslituj$eo110 per cospicua quantilà p\1cqua. Coùesta idt'atazione maggiore si fa ooi un alimento coroplelQ. l'ullavia, stando.alle sperienzc an che c9Uo seopo di facilitare l'.impa~tameolo, o di ottéoero isLituile. -.a-queslo proposi lo dal Payen, e il cui risultato uo rc11ù:roeato più·abbondanle in pane: ciò elle spesso si ·vede era da-loi commun icalo alli,t So.oielà d'j11con~g9iµ.mento rli essere un::i mera illusione. in qnanto che si richiede on ris-calPar,igi nella. sua ~ornala <l.e.l 2"} ,dicembre 185i!. dobbiamo uurnento maggioro d(1l foruo, ùlrn è -caus·a poi del formàrsi raricrello.ret)l. e , la propr.ietà nutri liv.a del glutine jles~o .did,imeuiil ona~c1·ost.a.scura, o, nl)r:;,S)i'a1 dì gusto a<lre,.rimaoeutlo p~ncla in ,gran parte pute dà'I modo di pre,parar!;o. Chè la mollir-;1 pilÌ umida 1 e meuo poro~a. , ~ 0
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non da altro che dalla diversa preparazìone dipenderebbe materie grasse, le -amilacee, le gommC>se e zuccherine. la maggiore forza nulrienle d~l così deUo Glutine gram.1r Ora è dalla si unione di queste e di quelli che si desume lato o gwmuloso de-Ilo stesso Paye11, anche a ,confronto il valore nulrHivo deJ pane che le contiene in proporzipni colle,,::Paste alimentari le Wù fine (,mach.crohi, \-erniicelli, variP. l ndipendenlemenle dalle anali~i mplie che vennero i"ssemola, ecc.) giusta Il Rapporto fallo il 2r.i maggfo 18-o5 a.ll'Acc:ademia di l\feèlìcrha di P arigi <la uoa Commissìone lituite da.i ohi°mki odierni su lla com posiziaoe delle varie appositamente nomjnala per l'esame ·di t1oesra o·uovo 1 specie di p,ane., 09.rnurrn d'ogni ,quali tà, noi ne,p<isse,diamo prodotto àli·fu,entaf.è. · I puro d~lle S;peàa\i relali va!)'.lenll;) al pa1te di mulii-ii"one. Le pirsfe· a'd ·uifo 'tfi ratìcio per le truppe. s.oA'ò ·1e '('.liù I Il Poggiale, p,erò è quegli fra i pi'ù moclerni clie o_e ha ol'dihari~, o ·alme'h·o' o·on ìl:ellc più fine; ci:?> l)OO permel- I fatto uno studio parLi'w lare, e che ne ha dcsuntq corolalenùo ta slreUezza d:e' mezzì pecaoiarii del.s·oJdato . fo og_ni 1 rii irnportanli. lmpeìocbè egli ha solloposto ad analisi modo siccome non: è la bianchezza soTa cbe mìsura 'in le piit minute il pane che si accorda ai soldati di ben unquesto caso la bontà delle pàste; così non sarà mai l'esdici Stati militari d'Europa, e ne ha mostrale le differenze sere le medesime più o men"O scure eh.e le farà rigellare comparaLive di composizione, che altri chimici, eJ igie .. per la· provvista dei ia:o"cio giorn aliero. P"tutlosto sarà da nisli i più dislinli, cruali il Chcvallier, il Levy, il .Boussina.ve,r o·cchio cJ1e '!è' medesime sfeno stille bene preparate, gault, e tanti altri hanno adollale come pienamente conformi a verità. e• fa.bbricale éo'n f;ir.inà di gPani duri, Che non sappiano cl'aci,do, o d\tgr-01, n'è siàno state prepan\le ·da nfollò te1hDalle ,1nalisi d.el Poggiale risulterebbe dimòslra"to che po, oè che•al;ìbi-an () ..soffortò l'ornirfo,I o p·P.rchè non' perfelil l)Un e da munizfon~ più. ricco di maler.ic proteiche, o alamertte asciugate e seccr1lP., o pP.rchè depositale per più zotale io Eur-opa, é qu ello che si accorda al sol'dato frano meno tempo in' luoghi umidi. Ciò imporla principalmente cese. Noi vedremo poi se questa conclusione a. cui è veper le provvigioni che se ne l'anno per le navi. Tulle nulo il chimico sulloclalo sia vera assolutamente. lotanlo quasle particolarità o buoue, o callive delle paste ad uso noi crediamo di dovere qui riferire il prospello compadi minestra, possonr~ esse-re racilruenle constale con un ralivc1 delle ricercM da lui istituite in proposi to, e dei saggio di coltura- che se ne faccia prima di stabilire l'aprisultameoli oflenuli. pro,vigionamento·intie,ro. Imperoechè 11uando- qu-este pasto furono .ben prt}par<1te, bene stagionale, e fatte con fa~ VALORE NUTRITIVO DEl.,1 PANE .QA l\lUNJZIONE rin e di,g;ani duri-, resisLorro alla1 cott'ura per un cer'to tempo; DELLE Pl\lNCll.lALI ARMATE D'EUROPA indi~io; ~1uesl'o•ifolr;i.• loro bontà. Quando )e p'a's'l'e· che si ·se,~ondo il Poggiale. m.ellono a cuoce.r:e per f,m.1e rni neslra si ·a:rbmdlliscono prestamente, danno un brodo più o meno bianchiccio, M .iTEIIIE denso, o insipiùo, o avente dell'agro, per cui la-minestra r iesce ooo solo pòco gustosa, ma Lalvolla anche disomogenea all'alto. In questo caso bisogna rifiuLarle, essendo P AESI troppo evidente la loro mala f<1hhricazione. Talvolla si avverte anche nella ipinesLra sL('ssa un'odore spiacevole e ciò accad e quando le paste vennero lenl{le in luoghi U· midi, o poéo aùèati, per cui· patirono un JHincipio di putl'ida' fermentazione·; anche in g_1,1eslo caso è evid~nle ~) Pane da muniz. d'A:u;;tda .4 O, 27 &6,80 ~.58 ritlulo, che 'sè ne· de9,ra~•e. Id. di'B.aden 14 56 52, /J:1 2, 2i 1a. di'Baviera 8, 13 61. 42 1, 32 ARTICOLO oo id. del Belgio q, 52 !7, 2~ 2, 08 ld. di FrauèforL 9, 36 5·1, !J,7 4, U Del valore 11ut,·itivo del pa11e di muni:.ione. Id. d'Olanda ~ :3, 4-5 46, 71' 2, 01 Id. di Piemonte 4 4-, ~3 47. 15 2, 19 Le cognizion·i superiormento osposlf, sia intorno alla Id. della Prussia 7, 26 43, 85 ~. 42 scella dei grani, e delle. farine più a~concie a ft1bbricare ld. di Spagna 1 O, 20 48, 52 1, 57 il pane del soldato, sia intorno al modo msgffo.re di p.rc ld. di Wurlemberg ,t 3 39 !J/i,, U . 2., 06 ,. /•o ' ., pararlo, non bastano al medico mi li tare. per'forsi una eF Il 2, ~6 ld.'J di Francia ,t &., 60 ' a/IN . s2'1 salla,ic!ea di gl!es.to .vast.o L~ma cne .ò l'alimenLazLo1~ più Seconèlo· qucslo prospetto eòmparativo:Jè evìtlénte, òhe conveniente delle. armale. Ciò ch(i egli dee t:ercare di codov·endosl- desumere la boolà del pane dalla gìi-anp~à noscere sopralullo è il va.lore nutritivo !Ìei singoli comcomparativamente maggiore dalle materie .azotai.e, o -proponenti del pane -stesso. !,ani.o consirlerati rispel l~•am-0nte teiche io esso contenute, e rappresentale ùal glulin-e, il quanto nel lor o complesso. Questo $ludio è oggi .reso facile dalla chimica, la quale è arei vala al punto d11 disgrepiù abbond-anlc dr esse sarebbe il francese, eh.~ ae contegare non soli), mà da isolare aO'allo gli uni dagli altri rebbe da ~ i , 69 p. Oio, al (fuale succederebbe il- pane da componenli, delerinioaodon.e nel modo il più evidente e munizione che sì usa nel Gran Ducato dtBaden che ne è ricco in ragione · di' H, 56 p. 070, e per te'rzo succeàel a qualità, e la q_uanlilà rispeLLiva. rèbhe il nostro, cbe Ile conterebbe,f.i,, Sl3 p. 010, Ma se i\ Così è che essa. éi presenta da una parte, come·,ab~ bi arpo .~'edl!LO nelle prodolle analisi , i componenti di nagJu(i ne è il prdcip\ib el eme1)(d della fo rza' uutr,i'en.fe· di Cura azotata, e daH'altr:a quelli 0 60 azotali, c.omel s.900 le questo afo:neo~o~:ompfeto, ··non $i può però dire ·ç'h,e sia
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l'Jlh,ico,.. Essfl <le.ve pure computarsi dàlle .mat~rre non az.ot,at_e; quaJi &.O.no la· feeol<ij ? amido, ia-<lest1·ina. o sos~ ta,nz-at gommo.sa, la, gliicosa o zuçc,aro, e ,le mat_erie, gi:qsse c~~ì oetie ..Sqno. H qu~!e ultimo 'rapporto oqi Ye:iliamo che ,il pane,. da munizionecfr.ances~ n_o11 li,ene piiLJ_J :pJì'mo po$lO .d~lta, sc.a,la come _per le n.ta~eri~· az.0~1l!ue;,, ~a qe· ·diiscende al qi,ti;i'lo. La_onde .s(:l y9lé~sjrr]o disl riQ~i.re lt, qn'-'· dioi -sl)eci.e di p·a.ne miljlare Jin.a.HFzate_d~l.Ppggi'a le; in ra• gio11e a·~l!a. pr'~va le11~.<!- dei lor.o Rri·o~M)Ì~ nutriti \'i il,SSÌl_l1i)l)'.,bili-, comp,araLivam enleHe une ,\lle'_a ltr~,,dov:r.e,mm_o.fi;\re una dupJi·ce-scala d.isìJostir.,n.eJ ·m.oJo seguente: .
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1?,ER LE MAT-ERIE AZOTATE Pane di mani.zio.ne i.d. Id. id. '2 Id. .id. Id. ~ p IJ-: ' id. p·, !<)., id. 1· 'i<l. 7 _Id., j.d .. 8 Id,:. ; id. Jc.l. ,~ ; fO: Jq. Jd. .id.. H Jd. A 2
.di ,Francia d-eLGr.an Ducato di Bad·eu dd 'Piemonte del Tielg_io; <l-elFOlan<la tlel '"Vurlemberg; dell'-Austria della ·s uagria ' di Frnn1.fprt ·ae).ia, Davierià ·aella p·russia
.-PER LE ~t{1'ETuI1fNO'N A:iO'iiATÉ , ·Pane' 'Iqi mu.niziohe <l~lla Baviera 2
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del Wuflemberg del &ran DLicaLo di Badeò di Fran.cfort <!ella Fran.cia d·ella Spagllà; del Belgio del Piemonte deli'Auslria <l·eH'Oianda del!a Pruss_la_,
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,Au'Sbria e,in- Sardegna, il t~' ~ i1f E.roc_ncia,il- ~O,p. OJ-0. Si aggiugo110 poi le ,differ~nzQo provenienli d~J ;JlOJh eS!\ere in tultì i pa~si rico11dati il pane da, munii.ione fabh:i:tc9 l-OtPOO pur-e fah.ue di g'rtu).o, .mét,,Gfln. 1!iisqugli Qi allri ceret\i~di,. versi dal fru,fu:~ot~, come· si rl~~ica i~ I>ru,s$ia, ,in l\'u$s'i,a., in Bavièra, ·a Fra.ncforst, .g~ve si, µ~:aJar.vi, el}IT~!}~,Ja,, segalb in ,pr.opor~jqr1i .~ivers~. , Lo s t_~sso Poggiai.e avendo-an,çi\izzatq 'iJ m~.*O· pal)e da; munizi:one., non .vi anebpe..,riny;~11nto pi,ù ;{(e.I 14,d>, ÒfP di m;rt.er.i.e .az9ta.l~, qu.~sto risqliatq v,eoM,,p-erò c.o,:o , molla giusl~zza_ 4i c.~Jcolq,. ;'(1 ' ,dÌetl\O:·: a:Ppos)Ji S(i)èrÌmenbi j:nniu.gn~lq_d_~IJ'illqslre çni.O}ioo no15,Lqi il. C.avaliere .P.,i:ofe.ssore· A~bene, i,i qu~J<,1. diljllos_trè) ,ca1))'minare ,la tosa in mo,do dè) l'UlJp C!)'nlfa.rj o. -X.~1. q.oale, scopo egli .soUo,pos·e ad aç~ut~ta,a_palisi}. paneJ;he , si, fa.bbrica u·:eue~lJ:e pninci , p11,Ji,~~ iyi~Èioni ,m.1li'l~tì,,d~lf~ S:talq., T.orin~: ~ éiJo,v.a, Al~ss,andn~; '. d~ notare 'clie 11 ,pane i:la mum,z1.0 ne d1 Tor,rno vj,en,~ fifibri;eat'ò,dC:Qll farihe d'.i frunierilì iodigeqi, O OO r strali_ rµen.t ~.e a Génov.a si •adoplilràno ~·epiJo più g~a!lii eslen .sopratutto di l\'1a1:iano.p.oli, _òj D~rd_ia.nski .e d'altri paesi stiaoieri. Lo.stessò si .P1:a:1.rça ad ~less!lndria, ,cJoy; per lo -P,iù s 1jmpieg~riQ farine' d,i gr&ni o i ella,.PoJonia., o .di Beròdias.ki. Non, è, gL~ çhe1 l'a0;11;IJinist11ilzio,ne1,1)1ili~ tare rifi.uli i frumenti op.slrali; Ql,a per~h~,m.Jal),€1.Òy'hp. il suo . tornaccpnlo pr~feriirn,e ) o~o i for~ ~i~r.i m11:ssi,me, lrat, tandosi di gtanhd~trirçbe essa1pr~f1;lI\̧ce,semppe,;.ai tene.ti -Pn:ruess_o ~ues~Ò,_ooJ .qi.r.ç~:(l,elte l~.,f-arine p_e r fàbbcri·car.e..lè Lr~ specie .di Raoe,d~( o.ostP~.& ,oJua\i,; es;se9~ò st_at~ dal N ofes_soçe AbbJ 9e; s_otiQJ10file,,a..d ~na;lisi 1qie<l_er.o, i·;seg_~e-~i ti.risµ! Lati: QU>1.NJ:ITÀ
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Ciò che- sot·p,r'ende e. ip q_ue_slo, -~ _11.ell';illro p'.r~.t~eùo coii1parativo si ~ di vec}ere' che il pane da muomone at fr armata trussiana OC,CiJ.pa in am·e·:1iè1e' le SGJl,lè ,pìlr s~~pi:e l'ullib1i 'posto. A1l'Ìnco1ili'o quellq u~ato. n,el Gran Uucalo ili Ba'der:'è unb èlej 'migliori più nulriti\oi,, e per l~·ricchez?:a ·dejprio.cipii azotati é.nòn azotati' eh.e con-
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di 'tiu/no. Ge,-nova: ,:i\:lè$sa.ndria ~i 5, 7,7,1 ~. '17,,\3·65 45, Q'A4 ~i
·~u-~sl\ri'sultatl ~?s·~!'P°-?' 1.u~q~e-.?~1 'mo<lo il P,iù./l i'~ den!ola t 1cchezza de_1 prrnf1p 11 1tzotalr conl'enuti nell~ fari·n-e·1 e~~ l'' .A.mminislrazionJ deITe '.Sussisleni.è' mHt1Ari pr-onede per 'Ja,fa..b'~r(cazfon'e c.1t( nos.tro éfoe da inuriL~ ziooe: 9nd1è che, conosciuta µ.n~a raie rìccb·eiia, fu pòi f-dciJè· al qrirnicQ todnese .di stab.ilire ]a .composizione chimic;a d<flle lrè. indicate "cjuàlilà' di pane, come si può rileva·re dal seguente; prospé,llo : ·
ANALISI. CHf~llèA DRL.PAN·E :DA ~tuN·IZIONE degli: S~ali' S~r.d'1
ti'ène. ,Q~csta differenza dì vàlore: nùl:rilivo vuolsi alldbuire a 1 prihct palissi~e f\8:,US.e;/J ~u:1 ;,i. è .la cl~versU~ d_e11:~, farìne i8ipiegale a f~bbricare que-sle dl'Verse sp.ec1e.th pat1e, non sempr~, ri{laYal<lt;c)al (ru,ll}ieplq,, ma da varii altri. ce.reQ.li, e sijp.ra, l~.LLQJI~ s.eg,a,le. ço rne, s.i pratica s.pecialmen.te; .in :e,r:l\ssìa;,,.l'.allr.a è ·la :vari,~ ,p;~o.por,zioo§_ù~lla.,_1.i:usc.a1 ~ln~ sì toglice~d~lle· fstrine _col m~zzo ,d_el ,scla,cc}o, o col bu,r~Uo. lnìpé.roc·èh;è soltp qµ ~st'.ulli;no rapp,or-lo gli a~iu,a.lj;llçgql~menlì ·p,er jln ,us-1~te'OZ,è mili~JHi .in Eur9pa va_ri,a110 11,0.~abilmerHe fè~ lpto~ gli_,µ:ni ~o~pa.ra}ivan1e,0Je agJi -aJ.tri. .Qosì è1èbe,_;'pEl;r t srm~tÒ,\ O.eÌ );3elgi;o l)OU,S-e1~-0 .)(~va·pµl} ~Oj ·in ()la:irda si usa:ilà~.oi'ar,v·~n,e}~;µias:si ma, p,.ar(~. .,_I ~ quella :vec-e, pochi ssilria,.cru's~-a; .9o'n\iene ìl,;pan.e deJ ·G:rao .(hÌca:lo . .d1 B.f\çleir; ,i;n q.uellò dj, Spagta se ii~ l-0.v...n l H p. 010'(1in
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è'oMPON.liNTl RAN,R DELLA DIVISIONE ,DJ in,.100 parli di Torino Genova A.l!'ssan,dri,a Glulin e . . 1o, ·8!3!:7 9,twt Alhurnin4 , . ( 9 , 983 . •' Nl? f~ria gr~ssa (tra-cGie)( An1ido ' . .. ( .., .. DèslriOil f fi., 1,50 "46,. 21)4.: 4·7, 067 G1ucosa { Cr.u~ch'ello ,_ _ H, 667 4-, 359· 4, /J,36 (i Salì , . . Materie fiss~:;della far:( ·2, ,200 3,. 00,0 3, iffOO M.a!erie fiss e<lell'acqua( Atµ,u,a . '36; :QO,O, 3·5, 520 35,,9o'O. -,.--- l ~
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Dal pr,ospè!LG) coq1.p_arali<vo ,deLPogg\·a:li:si•r.ile,v~ (~) che il-pàtìt da .munizion~ foanc~se, .i:I più r1cco (.ti m.a.teni~~a, z()lale; r(e cpnti en·e da 8; .9 ~ ·p,,JOto:;·<>faiil nos11l:ò; :s&lt1ndo. a,i.,·risùl!ath.ouenuli ·cl.al, èhiari&sim:o: p.fofos-sore.Ab:b'ene; ne conletr.éhhe, ei'rca F11 p. 01 M~iacèliè ,là :qui}.nJità, rillV:fl• nula val'ia da 9, 5t7 -a,4 Oì 867,, N0-'n ìtò'ss.iatnò però .dite lo stess·o dellé maleriè r1on ,aiolate-. Chè nél pane foan·cese si ~è ivedulàtla- 10.ro qu-artlilà.- e}.e<Var:si, seco:t-1do i~Uoggìàle, a i~.• 3~ p, 0.101.~nziil me.d.esimò,Ab·ben.e il rq,uale, arialirz.~ò p.Ul'e·,lo S,~e.sso pane.'· fran.cesé: ~,e, o·e?a•Vtébhe ,tr.ovale da bèn ·-r13, 4:111 ·p.1010.:, ilfchè 1,i uol èlir-e più, dèh.6 O(:(),i co·m~ pà.r~tivamenLe al'.r~'ostro paiìe, nehqu;ale,., eo,me si \l'edé::Oel p:r,osp.eLlo q.ui .. ritel'ilo, la pr<Qporz\one..ivarta~da 'ii16t ~.54 pi Oto .che. sareb1;>,e H mi'nimww, veri,fi,cat:osi rrel p11ne .di Geno-vR,. fino a 1/J.7; (5'0 drn,-.sar:ebbe1··il ·maximum t'r.o,a.to n~l pane da\ munìzione.. f;bbri c,~lo ·a 'Fo·ri~o. Con ,~ulld qu·eslo ,001i possi;,l'mOr::.Mre, ch-e,se··il noslr.o p·ane .mili.tare non vface il frnn'ò. ese q.ùiinto al suo v.~lwe·nulritievo, cerlamente no.n',gli è,info.ri_ot·e; 1
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C'AJ.>0' TI. 1)~{],lf,al}111~i1t( fl,i; 1rd~~ir~a.[J,mi,lta~e,a p,i/t·co1wetiien~i ll..t ~o(daio.
Cer~anieFtlo ìcereali1e sopraltulfo1 H frum.en.Vo1occupa.n·o il primo poslo n'.e,lla1s·r,.a'l:l,Jt1Jl:~li ali:men.ti ve~etàb,ilì;;e .j ~ (1) Ne) prospe\to-<:omparativo.che. di; ·mo a'lla pag.,:29,9· nQn,,vi so.no, c;rtcola,l~ 9h~ le '.t al~{}e %°.i:ite9 .e_ ,{1l~ J zo,ta~'<. Cf qJP.I ?~si· vamcule prese, rispetto alle varie specie d1 pane,th muu1z1ot1e irsarò' in Éuròpa. Il 'Poggiale•però.. ne · ha ~?ato ' Uacialis) c;iua; Jitaliva· e qoantirativa· la .pl'Ù dellag;ltafa·,come' si v:é<fo;iù,qn'èsto 1 specclÌÌo.: ,. ..;
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j)a-l)e·ne è~il ., pdmo. e prec·ìp~o r.appresent an.~e. Tulla;v,i.~ cli,solo. p~ne n.on1si P,O.lrebbe y,iv.e•r:(lunga-rnente; e,· µ10J.Lb meno· :i1I po_lrébbero i Roldati t'a\i)'nè.n~a.zinne 'debb'es~ $er,e ·IJlisl'a, .e ,V,arial.a, gìasl~ la 'nàlura•Qi:iri,iy-ora .dell'aò.~ mo.; egli è ,:r q,ue~lo pal,~ò1ch'essài-:può•.rin,sèire pr.ofrqua alla•' sua):sa\ute.' Uba alimen'lazione, sem11rè: it!,enlfoàs ehe lÌOll ' Va 1fa IÌ1aÌ•, finisce p:erina:useare, detefiO:ra're, e ÙCCÌ~ 1 d'ere· l'individuò: 1 .:Tu' ih(r,fJ:Jl u·ìibn·é· i1hperfi1-lit'o·élegtì. ·a>\iri.renii iecul acej o.el.la: ràzio'ne 'giornal.i:erà: 'dei' vi:ve.ri ll.ocbnl·ali al sold-atq ,o:on jiuò che.11eoare vantaggio alr. suo e·ssere. ImperoccM S;ffnÒ )e1fec.o\ e1 k gomme, ]e,1milteÌ'ie ZU.Ct herine,Ùicui ab,~ fi~mdano puincì paJmentej frutti d_i ahiµn,e pi<1nle alimeo:.. larri, che som!}linìsL.rano la ,sostanza .oomhusHbile oq~e si alimen ~a iJ calore·vltal·e; a-ggiungansi atle ce9na~e,.J!), ma~ leri·e ;grasse piii •Nngno abbondanli. Veramente nei , ,l\ègotame{i'ti milita.ri di quasi , t.ulti'.t paesi d'Europa, sl<sim'metJono anohe gli al,ini.enti a1 nqlUrtil amilacea nella razione del sohlalo,; rna noi crediamoin una ptoporzione indeli'ila; ·o si pecca· nelfeccessò, o si cade ilei difeilo .. La ragi.<Hl'e 'di lqu'ésle ·di·lfe:retiie sta prinèipal· mente ci~·. ~he ~w~fid_o vennero, pul~~li? 1~i gu~i ~-~go-, lamenti n-on ·s1 con·osceva.peranco 1 uffi'c,o che nell ahmenlazione .noslra'compiono le 'saslanie amilacee ò-:fecolenté; nè il valor nutri'livo loro era stàlo a'licotà così òeLtàn1entè cerca.lo e dìmoslrato çome si fecé in:. qùès-Lì ultiìbi 'àl,l.nì. O'nde ne d·erivo, che cerli alimenti y-ennero · i'ipul11li di prima necesità·.irnrohè: cre<lµli forniti. ,dr gtallde ~oterit nutrilivo , quando no-n .n~· possegooo che ,uno secqtHlario, e sem_pre. subor,4ina.~o ~ quello d,~aJtri. E,se11;lP,io ne .si a il Riso, de·I C[fi·ale ç>r.a dirt ~J?· Esso·. I.figura, _nella,. Razione viveri de.I s.~lda.Lo,,i n !ul}i i Regolame.nli ·d'Eirrop-a, perchè lo si 'è credulo sempre, e lò sf cr:ed.e luLLavia:da molli_ per uno Qei cernali'che ~9mministrc.tno il mag_gi.ore e m,iglior.~ ali'm_enlo dell'.ùomo.'Eppu·re m.es~o al confro'ot.'o cogli àllri e ancbe con pjanle diverse dei cereàÌi, si mo.s tra molto él} di sollo per valore nutritivo'. Dovend~: br; entrare. n~!la. particola're dìsadlirra di que1 gli alimanti' di natura 'afn'iladè'a i:Jie possono t oi\venire maggiorme'rHe ·al solda.to, hoi ci ·limiti'{frno a oùlgenéri soli nellé. o'rdiiiarie cortli bge.nze, c'i;ò è a ·dire : 'ì'l' Riso e il Pon10 di lefra e la. Palala. Noi tratler'èmo iri ·d'islinli arLì: coli .delle 9.,uà\ilà· fisiche e nulritive di questi singoli alir menti. ·
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Si può dire .che (re''quarti dei p'òpoli con.l;ìsdòlf s'i ç,i'b.ano :iiì''n.iso ·, ciò ra: crèn.efo_è:h'e é'ssò 'sia allment<r' casi complefo com'è giid lo che 'somministràno altri èei'e'alr~ ~ome vedrénio;i è·èn'orieà alTalto. M'a l'.òRià\liie Y ~1 .Là ve-g.etazìone del riso · ('orysà.Sa'tivà L.) esige .,.pet ç.~,~~::e~p~~~A~;a il gup'lJ.ce co?c~r~st òel, bal'~f.e e'.ttck& ?!!: d1 l,i~,;,Egl1J per..q.u.~sl9 ohe,1ie1 ch~!Jpterlrc.,l~ ah ~'..°.: ~ns'. S~P.l ~WJH~P.~~ rrc.ca!lPPWl!O P;e,~cbl,i~.~s..le ,~Jl,0. c?n,~lizw,~1 sp,n~\ v,1 p~r~1a1w~t1? '~~I. I. YJ~;~e ,,da ;c1.9, un lral Ls, .~r~eh o deJJa. 1rfa,~~i;p P,rfY\denle_, Ja. 1~p,wÌ~,. ?fd~ 1)011.,l~SCJare) Qco!lè le più vaste ,terre ùel glolio. ac.c,ordava aù .una se_iµ· • i<t ; I • · ' I • " ' " ) ' !, 'I ' • .. '•' l ' ' • -,1 plice grtaminac-e'a ~i crescefe·esèlÙsiv-aroeni:e nei lerre'1ù ~
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Amido ,o Fecola ,~1,aler-i~.,a~o,lal~ ., .• . "1;>.eslrioa e,s.ostaoze ani\l9ghe. . ,M.~~E):r}~ _ gr.as.~·~ ·.. ,.... C.elluJo&.a p. !ei$.s9-to v~gell~ile !hteri.~ !l)in.e,ra.li .. '!
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In 01ìta- alla differenza cli p-roporzione delle nl'alerie azotato del riso· stabilila ùà qòesli due aoa!iz1:alori , noi oon possìamo però a meò'o' di e-onsideri).re queslo1c~re~1le fra i più poveri di si ffàtle materie, n,e.n~rè invee~ è uno dei più dcchi,, od il più riceo di tuHi, quanto a'lle ri.Qò •azotale , o 'fe.~~leiilc . Infat ti l gfi manca':di ~lùlin'e ofide la suaJarina 1 ~0 0 ·· è p;inificabi!e.' Ma non vi lia 'pi'a'iita'· a;timenlare che e~~l~nga' I t~fi l"aiiifaò quanto l)e cciJ)liene il riso/ sia, che ·s1;~ogl}.a;à1rpnetterè l,à. pròpòrifooe stabilila. dal'Vogel del 9Q:01 ~Ìo, 9 qurl)a aèl Pàyen di 89; 1o p. o,ò., Qu'e'1,[à e~BR·ew.1:z'à di , fe} 9fa dà/ agfone della .stia &O~_à/1)PòYerlà 11.ell\\1,Ò'l91 t'ifr~ (ti.,...,if'lfoussineaù]"( èf assfòu1 ·a hò)i. 'essere il !t }_ l' \ . .·• 't • +- 1 •· if nJ • :r1~9r·Vi ù azqté!,lO ì\it}':1luno, ài i P:ati' · s,~c.oni ? l'}!, ooti copte;rebb~ ~Ilo' sla~o s_u.o .oi:.9i!rélrio.: ~)le o; .PH?. gt. ,dj ~'l'O! Q, .e ,l llo $\alor~~c20 ~' o,t gr. Tu~fo_..qµestò .,fa · vçdere l)ne. mentre 11 , riso occupa lino <legli -ultimi nosti 1 >'l .. .. . )' •1.1\t... ' !lÌ'I ,· . f, l • I 1< I , , I: ' 1
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nutdtivi ,!lìmcp!i; ma b(lt\ .aD<;,Q pe'è-la meschina proporzioQe lrova n(5 in l;l.§SO. lc1n'aferie graSSfl; e. i s ali JUÌnl)rali. lnfàtti'q nanto alle prime rn,n arri yano ad ·essere .i'' I' p. 070 , .e i ·secondi sono ··pur~ infoJ'iorì ali' l p.' 010; ciò.spièga il porc~è si~ye<:ess~rìo di assoçi~r.~ ~µi>~ to cerea,l,e_a'c}-~!ime'ii!iazolat1, ~ a.sostaoie g1·assc pc( poterlo portà&e a;qod grad.ò èonvcnicntc di forza nu tr itiva, <n~de abl:risognano coloro che se ne cibano qaasi e.i c!u.si vaqie,ntQi:cotiJ;; sono· :vade popolazioni dell'fo.dia e ·dt 1,Ia Chiìl,a, cl)O"lo giangia'no .f,1t1,ì onllàmc,11tc l\l Kavi, che è '\l,ll coò'.Jp'oslo di l(l_gnmi e di cai·ne ~di pesci. - . (-!:) Questa erronea opfQi·o·l)e., che 'cotre.sulla molla for:i;a nulrili va dei Riso non-.è matile11uta soHa'ntò ll.èUa· ncìstra Amministraziorfe delle sosfalenze niìlitari, ma ìn quella ben anco di .ailri 8tali militari d'Europa, nòn- esclusa la 'Fra(lcia.·Ecèo quello ché}n prrrposi!o ·cl( que~l\ìltim~,.,Rarlap"do d~l tHso, .scrive il -Cevy, •C'èsl donc à lorl qve i'l\dministfation <l'e la goe-rre man• ,, Uenl le rìz ~olllin·e ·1\eorèe très-nutritive daus'les·approvisionc• ments de s(ègè et de campagné, et.qu'ellu est 'allè'e jusqp'à-po" ser ii la Gommissiiru consultirl'ive- iies subsi,tances mìlitàir.es "celte qaeslion: Quelle esl la riitio~ :le riz il àllouer ·au sol(.!'afs • en rempl.ac1iment dc la vi~nde, celi.e-ci venanl à m~.n qner .. ?». (V. Levy, rrailé.d' Hygiène etc. voloure I, pag:13 I ,185'1.)"Vedesi adµ nqoè ché il Le·v;y no·n. solamenfo· ri.criiosçe il poch{ssimo valo1·ii n.utrl'livo del Uiso,.m,!l si fa.anzi merav.iglia-comeallaCominissiotle c.otistiltiva'per le sossislenzè, militari 'sia stafo ,chicsto da\ Minis tero dj stallj lire I<) r a.zione pel soldatoélì quesìo cereale,.che ~gli vori·ebbè vedere escluso dal novero <legli alime.oti suoi. Noi non.ci spi.ngere mo, Ono al punto a-i invocare la sua escl_usione, dttlia' r.aifòne viveri dei nostri s:Otdali, ma-non taceremq pe!'ò. la ~q,ç nvenien.za di v.ederlo dosato nella medesima al grado stesso lellà carn-:O. é d,ella pasta, e la .ncc'essilà quindi chE! v.i"h;i ,çti. ab.bass[ l'ne !Il- ci(ça lino al terzo,di qoello cbe è altnalme.nle secondo i l Rllgolameoto.:d;el 1851, adottando la dos.e : stessa çh~"si ac,§orda: ai 1\; Eqajpaggi deQa Atariila d'a .guç,rra. iri 'mii
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a dose 'proporzionale degli ali men li feculen.ti alla q.1,1anlità degli azotali, yuol esser misurala dal. rapp.orLo che. corre fra le perdile di carbonio e di azolo che si fanno gioroaLmenle:·Ora, stando alla quanlilà e qualità del rancio prescrillo pei nostri soldati dal citalo articolo, possìamo noi dire che una lale proporzione, massime per quanto risguarda il riso, venga osservata·? La sisposta verrà ile.la là dove disculereo'lo il valore nutritivo deUa 1·azione iiive)·i'accordala al soldato. Intanto si ritenga per massima, che 050 grammi di riso hanno, sollo il rapporto del valore nutriti,o, il loro equivalente o in •160 grammi di legumi secchi, quali sono le fa,:e, i fagiuoli ecc,, oppu:re io .2):iO di carne di bue; ossia vi vogliono ~75 grao;imi di riso. per 125 di carne.
Je ne dois pas, je le sens, insister plus Longleìnps; car tout cela-esl lròp. misérable, et je linis en vous, remerciaol cl'avoir bien voulu m'écouler palieroment jusqu'au boot Ce qu'il me re!-le à \·ous dire, trouver~ mieux,sa place dans la discussion de la réponse gue nous avons à faire à Ja· demaode de M. le roinislre de. la jusfice, La discussion sera conlinuée à la séance prochaine, rnalgré la demande dc cl6lure, fai le par M. Graux:.
Séance- d1J 28 mai i 859. Ra7>port de la Commission cha1·oée d' examine1· les amende,nent~ pr<,no~is am~ conc(1tsio17s çli~ (ravail,siw, la, réçirlive , ,4e l'opl~thctlmfo dite 1~jlitai1 e. -1\1. , VLEMINGK~ rap1
PA,R'i'E ·SECONDA
P,OrLeur. 1
1\ivista dei Giornali Seientitièi J
OTTALMIA BELLICA
. ACADtmE ROYA.LE DEMÉDECINE DE BELGiQUE
( Continuaz., //. LV. 31 e antecede1iti,) 1
Mais commenl vonle,-voul, ,bessiMr., qtle l'mugle-
1
Messieur$, dans volre dernière séance voùs ·avez décidé que les ~mendements proposé.s aux cc;iocl.usio.ns de la commission cha.rgée <Ptrxaminer la demando de M. le miniatre de la jnslice sin· fa l'écicli-ve ~e l'opftth:almie militaire, se raienl envoyés à une commission, pour .exarnen et prompl rapporl. ' Le bureau a bien voulu cbarger MM. Goazée, Marjous (I) eL moi, de ce nouveau lravail; la commissfoo, a sòn tour, m'a confié la tàchc de vous communfquer le ;ésullat ùe ses délibcraLions. Je vais m'en acquiller. Nous avons voulu revoir touL d'abord les lefmès m·émes de la dépèclle minislérielle, aGn d'èlre fixés une fois de plus sur l'espriL qui doil présider à la réponse qui nous 1
est demantl ée. ne soil pas porlé à 1111 poinl exlréme. alors que 1'on ne Le gouveroement v.enlsa voir, vous ne l'iwez' pas oublié se donoe pas m~me la pcinè d'élulfier les·_ auteu'rs" donl bn r! cherèhe l'a'ppui. Vo'us a,vei e1,lcr1du dire ceci, ·par I si t'opht11almìa mrlit((iile, mie f(,if/ guqrfe, es~ sujetle l se 1·e1 di\11ài1dé· que ex<~mple, par l'l1011 od1 bl(i ex-rn·Mociri etn chef cfo l'armée, . prése11ter clier. cciia; 1j1.~i l'ont ,Ji1rouvée. Il cela, ri eu dc plus, rie'n dc moins. que·d'après M. .rungken, le$ in'flam·matìo11s, ctan's nòlre 1 Yous vqus rappellcz, messieurs, tjuè hoùs avibns eu OJ">blh'à\~ic, clépéntfa'iènl de l'aJToctìon prìn'cìpale. Pom l'honueur de vous proposer les i;on~lui'ions, qu ptulòl le qui H.1 JUngktln, il est c\ai·r qt1'il enle·nd dffection projet de réponse qui suil: principale ccl étal des conjoocl1ves palpébra\es-, si1Jieo <t 4° L'ophlhalmio granuleusc·pcuL se représen ler chez décril par lui eL qu'il appellc yrg,mila.fre, élal qui fioit le soldaL coogédié qui en a élé alleinl, bien qu'il-en ait souvenl par produirc rles acciclenls infiammaloirt-s aigus 1 été parfailèmenl guéri; consiclérab1 es ! Eb b:on, l'honorable ex.:.médecin en che!' t< jo Kéanmoins si la maladie ne se repprésente sous de t·armée lui fai I dire (cl lrès -cer[ainemenl, il en sera quelque forme que ce soil, qu'après uoe année rév olue, bieo élonné ce digue M.Jungkcn) que ce.Lle affection prìnil n'y- a plus lico d'admellre q u'il y a conoex!lé r nlre les cìpale est le virus S[léci{ìf)ne: il n'à pas vonlu e11 avoir_le démeoli, c'esl t.oujours le mo,·ceau de vfrus 'da11s l'mil dont ' deux alLeioles; que la d11rnfère àppàraiL, pàrce gue · la première exisle ou a exìslé: · il vous itvaìL déjà p;i rlé dans uri comìlé secret. << 3° En ce qui concerne les lési ons ocnla1re:~ avèc lesAvec _une -semhlable manlère cl' cxpliq~er lès fails, quclle,s le sol<laLa tlu elre co.ngérlié, la duçée de Ja rescomment ne pas Lomber ùans 11abìme? Tous les écri1s por;sabililé dé l'ÉLal, au poinl ,rle vu~ des kccidents qui de Jungl<en eL oot.am ment le mémoire qù'il a pti!Hie en peuv,~nl rqsulLcr,de çcs lésiqn_s, pé saurail èl~e délf r01inée; Belgique prolestenl contro cnlte inl'tirprl}laffort, e(' néao<t a-" Enfin pour qu'il sòit possil\lè 'dè ~5taftier"é"quiTa:blemoios ·o11 ·persiste à: lit souLM irt onme retul~ ·dévan.l riep, t • •> parce qu'.on 0$1 bien résolu à ne .iainais avouer-.son :ighoranc.·e .eL'sou orteur., > , .. (t) l\I.llfi\n,~ms rèo>plar;nnl M. Uwnor;"absent. i
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<H>0 ·To·qt 1homm~ renvoyéi daos s.~s,fbyers. P-tlUf cause ,mènt.sur. lonles, le$_ réòla·mafrons., il .~sl·qo1wenaple g.u,è de lési'orìs oèùlaires,1 cori'traciees à l'ar&ée, atira'·droifde 'l\élat pes _-yeux, et òes _paupì.ères.dè, t9 ul n.1tlilaire a.rrnt élé attéin ll de-mli!l)p·or.te ·~uelle lésion 1h~"ce:~ ~~lies1 :s0il fa'j·re·,reJtsel }a. P.ttnsNrn 9,ap.s 'Je Ci¾~ od il s~raiÌ' a\iej~J, co1)'sla.tl.et annoté dans, nn r.e.gis:t11e 'a:d Mt.cl avan·LsQ~l -~~.r'ès ~.2 lemp~ Jffdéterminéj 1 d'une opMh'à\mie q~t le . prive,l;é\ìbpe 1~ V-l}_e;." ... , " ,dé.pa·"~ èn c'ongé~illi'tr{rté .du Mfi'o'ili-f..~>1;! Un·.d~ vos ,.commissair.es,'(·lì' f.ous•ai ~.n,grugé,. /J;a:bord ~ ,5J;-.6P lfo.u,r 1neLlre à l'aveoir, tes imé.decios ·mNil,a,ir-es,.à e'xo·n éter le gouv·ern,em,enl.. ~e tonte re;"poòsabili lé d·.u mém::e d·e•fournir le.s I r-Emseig~remeotsFpi-écis ·~urd''ori·gine ' J !,. <• •;:i• A ' chèfcl'es réciaivès, auèuoè ilitfér-~n·~~ ne ùev~nt c~r.e eta,des ui'alà"dl'es· òoulaires sbrven·ùe?, ~ail·penì:lànt,1soU:àprès hlie e·otre ,J\ls 'r'Joi&ives- Ues malacli'ès·aes ·yeux el celles 'lè, sè_i-vièfei ff' sera: ·éfa!!li; dans .chaqò'é' r~g/r;nii1it~·p.n regl¾tre~sJ)'éc°fo:L su r 'Ìéquef. on 'I6scrirafi''é tal ''tl ls·\fé,b±'·ab d'·autres organes ou lis_SJl~. _ >... f!. ... '· {J ( ,\ ~· 1', ' ' ·~ L'lionorabJe M_. FàÌlol vous a soumis à ·s.on to·ur 1è.s 1.,liot ~?t-~{,1llVi?,YC. dans,~1r-.foy1e!r , »., . ' I,( A la rigu-cur, ri'ous aurioo~ pu nòus clispén.se·t d;e ipenpropositiòns suiv.an.tes,;111 ,t ì <i lè.'1o tles conclusio'ns de la commiss(o~ ser,ail rédil?-é 1 fiorr!)er ces ·derni.ères pro.po.silions_ , mais il nous a .paru 1 coffifu·~ s\ti l: 1 qu il élai l dans J.Li'nléfétfde l'a s'cièn"èe el 'dé l'humanil-S, , . ,c/'L' opfiihahni'e n1ititài're, 'èfi'l'è.'irussi 6p'll'fli'alroi'é ·co.IJ- ·1 c!e ne pas no1,1s a.P,pe_sa:nlir cetre fo[s s·ur une q.u~stion de 1 "'jorrélfvÌt({"gran~Uiùse. peul s'll pré5enler rl:~' o'ou~eau òhez forme el d' allr,ibut ifrjs. Nèiis av9i1.s ~pi"éfété· les fé!ire prple sòldat congédié qui en a élé àlleint, bi éil t.pi!ì'.I oe· visoireru.ent nolr~s, sous lQute PéserVe to·ulefois et ~veç parie plus dè trac.e de c~tle aO'ecljon· .au . mome;nt de sa l Ja formule nsilée: 11ec pròbatis, 1. ieé?irnpr.obatis. .si vòti"s~ vous·.Jeles;iie.n p~néLr'és dé Fesprit Ìibé'ration a11 service. · · Me·ssteoi,s, "" 1 • \i '":~· il'. ~. (! La. sciencc ne poss,1ède pas dè ·m;it11:,u,m qilÌ' permette qu.i:a présidé à fa ~éi:laction, de ces ·divers amendeme.nts, d' assurer qu'.ll n' exi'stè àùci.10 e ,co·nne·xi en tr~ detq: atvous au'rez dù temarqier què les divergeòces roulent. ·teinles ·éle la s~;'ciit~ maladfe, éprouvJes'p~'r le rri'è-m~'(ìi·prinçìpale~enl.sqr les p,o.inls· ~ui·v;l.p ~s: · ·11 -· ' "' . • ' 'l 1° La. dénomina-tion el la.,nalore de' la ri1alà.die; diviclu à des inlèrvalles' pus ou moiri,s éloignfs, el con2° 1-a vérilable si'gni6cnlion ·.de son.re.lQ.ll-r; séq~;ernrilen_t,, ;O~/~e._ \i t,1\itt W(9}1 ~o.~d~airéta·blfr SU[ ce 3·q'l.:"élén'd.ueì;dé'lla.Hr-0spdntan11Hé. dra .r:Élal, .ei . .. . 1 ... ,p9inl ~er_ai1;a~bi \n1ir~. . . 4° Erfio les mesures.administrati:ves qu'il _ço.n'1ient de · <c.Au :2? serait su'bsliluée la r!d~ct,on no·uvelle que faire accepler, pour sauveg;ffèlefl6i1s !es inlérets: voi.ci: Vos c9mn1is;_aires, pour simplifie_r le deb,~t, o'nt ·écarlé .<1 .Qpal.'lt anx lésions 9,~u\àirè~i·é~u]lanl-~e-l'ophlh'almie tout d'é\'borc,1 loul ce qui ·a trait iJ.UX m~sur.es ad.n'ii,ni~tr.a:roilitàùe et.avtc lesqll'e\les J~ .s0Iò11l a él~ r~rv9,yé ,a_a.~s ~ '~ . .. l ses foycrs, con,gé.d_ié du s·erl'ic~, la durée· d.e a r1;espo n:,aliv:e.~1lt vo.us n,t:?;Posent m_é.'!Je de nè plus ~ous en .?ccuper. Yoùs n'.ele,s ip.t~rrogé's, gue §-qt olj. i;iqint sçi~~ilifi~ue; bitlt{de l'État, au p.oint de vue des acoidenl~; q~i p,euvent q'esl ~n~ q.uesLion:scientifi9ue qui vòus est fai Je,, c'esl une ré:1ùller de ces lésions, rl.oil élre illimilé.e. >) Eoffo h~norable c,~rrespondant l\'f. Dcc~is.òe a répo,n,s.e sd~~1itifig1~e. qu_~ vo~s a ve;i- àJorntuJer Vq,~? i:e 1 dev.ez pas al\é'r. a.~ 1deiàr.J,e g:p.uyerne·in'ent,. n'en doutez fo;muléJes·ptop9si.t.io i1s· g.ue nòus allops vous f~ire conJl\\S, t:rouver,a. ce ~.~;~ i f_a,~t çle- 't1,1;n(Jr!3,~ d;i.9s Aes age\}\s, • . , , nailr:e : . 1 .p,9ur ,qwliq~er. sureme.n~- el ,clans .l'iot~rè-t,.général le d"o<< ilo L_ '9phlh~~mi~ fe:ut .se repçésenter ~- d~~ épo51.u.e~ plus ou moìos éfoig11èe_s i t ·hi.en que I~ solilal en a1l ele c,ui:nenl !ìGi.enLi/:ìq'!e d,onl.jl vous ·detn,!l\de de.le mu1\ir .. , ·1èssieurr5, après eu av.oir longuemeril 1dé!ibécé, nous parfailemenl guéri. (< 2;0 Il est impossibÌe, dans l'{la,l adue\ no: ronnai's· nous spo'l\ne.s mi~ d'qccor.d ,pou.r v9upoum.e.~~re. les pr_p' sanc~·s, d'ipçljquer la liìnite ,de d.urée a·e l'inc~balion, ou .p.ositim1s sui:vanles: ~ de faire connaHre d'une mani.èr~ ~b.~flue la c9n11exilé de 1 ° çhez le~ ,mililai~e,s ,~omme 1~ns I~ cìv'il, 1.e.s qpht~1i l•• I J, n ies1 ·q~elles qu'.elles soienl, :peuvel)l l~iss.ei' ~.pr.ès,gtl~deux ophll1a,lmies. ;r-ison 1>adie'(J,Je,. u.ne:,s.µsc(}plibilil~ qui -prédisp~se les yet,1x « 30 Afi,11 de. s_lalup j q)l,.ila~)1;1meot su{ tqus le5. cas de pe:rJd~ur un tem p·s qlli ne pè,ul étre·°fimilé,, à sabir r,l~s maladies oculaires q~i pourraiènl se d{:\clar;er eh~~ des en congç, ~u li)i~ré's, les .m?lacles, seraient tenus ,foti)emeùt 1:in.fluenc! ~. ~JS degrés 8iver:s! de ~Olfvelles de .se ,prés.enter à'\'ht>pltaJ mililaire le plu,$,-:yoisip-tlft .leur causes d'irrilalion·, Dans tous le~., cas, u.1r1;, a,fl'eclion 1·écidive est u11e affeçlion nouvelle. ré,sid'en.ce et. :<le s'y fai re lr~il~r . ., ' . (Continu~:J (( q,0 Sur un rappo:r,t s,pécial. clu m~decin· qe l'ht>pit_al 1
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il,DJrel$or1e.Dg.lt Cav. AB.ELLA ~cdico.Div. .11 Vice, l>lr~lt.~Jt~,res.pops. Doll, ·~IANrnLtI.)Ied . .di
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26 ·setten1brè ,t 85 9 N. S9. VII. -------·---J. ~ -------::-----":------.----------~--"':"-...;.._,_ANNO __-v--:--..:... •
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GIORNALE UI MEDICINA BILITABE don Po SANl'l'ARIO IlE.Lli"JRll{TfASARDA
DEL Il
.L'assvcia'z1ooe n on si ·ricevo 1'.hC pur on anno e comi r/ci:,t''éol 1" ·i)'i gèun. Éfrpubblica nel 'Lurie•fì 'df ciaschcdntia setiim.iina. , Il priÌzzo d'associaiion.e io Torino è ·d.i L. IO: Cn' Pròyfocfa e'd all,'Rsterò, franco cli posta t.1 l.·Sì pag_ ;;rp·ér semestrianticip111i.
·somu.R10. -1" P.rof. F1rnscHI. 'Dell'alimentazione del soldato. Rispost,1 ,d P·r·ògran11'.Ìll½, di 'corrc<i.rso al Premio B11JF.nl. 2u llivista doi Gfol'll.ali scìé'ntifici.
ANA.L1S,l ])EL POl\10 J?l TERRA COMPONENTI
In ·100 parli i'n peso 74, 00 20, 00 ·1, 60 O; ·1 ·1 1,-09 1, 64
)-<i'qua
PAR1'E PRltt'A
-
OELV ALUIENT;\ZIONE DEL SOLDATO I
BISPOST,l
Totale
O.EL PROFESSORE FRESCHI
al Programma-di Concorso al Pr·ernio RII?;ERI pubbi"cato il -2 6 ottòbre del 1857 dalla Commissione aggiiul:icatrzce 1iella_ Gazzetta Uffici.ale, del .:Regno d~l_25 novembre 185.7, Ne 2J9.•
» . : . . . . . .. ..
ljcuit, seoopèrque 1icehil
'( ·Sigo,1lum pr:csente nota producete i;iomen."
H.orat: ])e A1'te.poet.:· (Continuazidne vedi N . .38..)
F:eéola.àmilacea l\laterie azotéllè 1\'talerie grasse e Olio -essenziale Mate.ria Zuccherinà . ·e..el'lulòsa (epidermitle ·e tessuto) Pectali ; Citrati, Fosfati; Pilicali di calce Mag'{)èsia. Pòtassa, SO'd-'I.
100, 00
ANALISI IJELLA PATATA CoMPONENTl •
i\~cqua Fecola arnilacèa _ Cellulosà . Acìdd peclico Zticcaro . Albuhìina e allre.. materie. azolale ì\fat~rìe gr.asse . , Salì e Sjli\~e
In 100 parti in peso "/9; 64
.9, IJ:2 ,,, ·54
,1, 30 J~,
50
·I, 1 O
·o; 21s ~. 2q
/
Totalf\,
100, 00.
Dall'arialìsi· riforila emerge chiaro', che tanto il' pomo di terrà; qiianto la patata; mentre sonù' po-verissinii ·di mateDe'i pomi di terra, e ·delle patcite; rie proLèìcli-e, abbohélano invece-di sostanza ·amilacta, e pos.sano' quin'tli surrogartf il riscf e rom'pere la trlon'otonia· Una- delle ,,arietà le piil utili e le più omogenee di:alim'entaz-ione a:milaceà o feculenla è cl,il'a a·alle radici tubedella sua alimentazione, col variare l'a-ssociaiione loro rispeltiv~:alle carni. Wallronde essi hann·o · sul riso. dei rose del Solanmn ·tu1ierosum L. conosciute volgarmente sollo i\ nome di pomi di terra, e da· qu.elle del ·convolviilus vao~aggi per q1i possono essere al medesimo prefetili. batatas L: chiamale pure dal volgo patate, che molli conChè i p·omi di terra po~sono mangiarsi colli ·111 qualunque modo, nell'acqua semplice, nel fuoco, nel fomo,. néi fondono in una coi pomi di terra, quantunque frulli :di varii condimenti, e. sono ugualmente gustosi. 11 riso diverse piante, e aventi -caralleri differenziali. bolli~· nella sola acqua, senza sale, non è mangia-bile c~e 1a•necessilàdi ritenere il riso nel novero degli alimenti feculenli porta qi .conseguenza la varietà ·che si dee proin caso di D<'-Cessità; il pomo di Lerrn lo è \anto collo curare .n~i me(lesimi . Ora, nessun altro, èeftamente 1 può nella .sola acqua, quanto nella cenere, nè r-ichiede condis-odilisfar·e a un'.lale bisogno, meglio del pomo· di' terra e mcnt.ò àlcuoo·; tale differenza è spieg_at11 da:lla ri~peLliva délla patala,'che per l'àb.boqtlant,t deJla fo·ro feçola~ e p·er , con1posizione chimica. Non dobbiamo ·poj aimenlicare, wassime · nell'inlere~se, la quasi .alcuna·: prèparàzìone che rièliieggono poss'ò'no sicuramente equivalère il riso.· · déi marinar, la proprietà: che ha il '.pomo di terra, mangiato crudo, µi preservate e guarire dallo scorbu\ò di La composizione chimica di questi frulli venne ·stamr.r.e; propri'ela messa _in evidenza principa:hnenle- da bilita dal Paye'n nelle proporzioni segnale d'ai s'egue·nti s-pècohj: .J Roussel de Vauzème e conformala poi dall.e osservazion·i .ARTICOLO
'2°
-
306. -
Fra i più eorl'iuo i, meno costosj e pìù nulrie"nti legumì cli molli medici della· Marina inglese, francese ed an'leri-. figura la fava (Faba vesca), .della qu~le ·si hanno due vacana. rietà; là.·grossa e la piccola. Quesl'ullim.~ si couç>sce sotto Del resto se.·an:che n.o_n p_ossiamo dividere Je opiuibìiì esagerale di poloro, che nel!' uso di qoes~i 1 to~eri ali - · il rioine vcilg~re. di faJJetta, e generalmente non si i.mpie-ga che come for.aggio pci c;i v,alli. La fàri na di fave. uìrientari· ve·drebb'ei;o quasi on equiy_alenle ~el frumento e ni'la iti una cerla proporzione a quella dì frumento può di alt.ti cerettli, sìamo ben lungi però dal parleggiare p~s da~e u11 pane guslgso, nutriente, purchè sia ben fabbricoloro, i quah, come · il Fod~:ré, vqr~ebbero incolpare cato: questa iirnocènle'solanacea dello ,aumentalo numero dell·e. Le fave si co1)suip.ano per. la _più gr11n pari~ in primamalallie. scrofolosP. allo slato. verde, parche qu!).nto più màturano,,taoto vera, I pomi dì terra.di buònaquaJità h~nn_o µ_n çolo.re biondo, "P.iù Juro, coriaceo, resiste.nte e perciò indiges.lo allo stopiacevole, on iforme; noJl .debbç,no essere maccl1iati da altr,a macQ ,riesce il loro involucro corticale. che chiude i àue tinla. Tagli ali non ·debbono presentare maèchia, nè ge:lo coÙ\edoni. · sulla loro polP.à Volendo provare la lor~ bonlà si fanno Un tale involucro essendo costituito dalla materia lecuocere ò.in ~cqua! o nella cenèrè ad una ternperatura== 4 OOo ç(;JQiigradi. Nel'l'o spazio di u1.1'òra., o di un' ora e . goosa, e quin·di · ì,;assimilabi.le, è pe;ciò che· questi legumi r·ièscono .di diffi6ile digeslioné. Se non che oggi i mezza, se sono buon-i, deboono convertirsi in una pol.pa sign.ori Ma~son e Cholle~ a Parigi seppero Lrovar mC\do di farinosa, unifÒrme lanlo alla p·eriferià, quanto i,l centro Jevar,e alle fave tµltavia: verdi qu.esto low involucro corn1idollare del tubero. La più omoge1iea poi p.i però e Hèale, mellendo a nudo. i due e'olilecl'oni.del seme, e disquella che. sta sollo la' epidermide per u1.10 spessore di 4 secandoli quindi per modo da potehi corrs.érvarsi lungaa 4 O rnillimilri. Egli è per questo, ch·e si sconsiglia. genè.,. mente senza. scapitare nè nèlle qualità sapide -e. nutriralmente dallo s_corlicare i pomi di terra, .essendo facile tive'° nè nell'aroma èhe h'anno ·quando sono verdi, di esportare, quando sono crudi ; parle della polpa lo-ro Siffallo metodo di disseccamento influisce sensibiladere.nle alla pell.icola corticale. Le medesime osserva-, mente sulla conservazione dei loro principii nulr.ie:nti, iiooi s_i .confanoo alla patata, la cui cnmp·osizione ehic-ome si può scorgere,tla,lla segueq(e analisi comparativa mica poc~ div.cr.sifica .da quella del pom~ dì terra, sollo del Payen. • 'il pun.lo di vista del potere nulrilivo loro proprio. CAPO .III. Degli alimenti dati dalle Leg1imt1t()Se.
Noi npu ,l?aprel).lmo dire il perchè nella Razione V.iv.eri dei soldati no.stri di [inea 00·11 entrino i. legumi, nè .verdi, nè secchi, ) quali ullimi_pero fanno parte di qµella cbe si accorda ai marinai. Chè non vi ha ragìo.oe·aJcuna per · doverli esèludere dalla ·categoria dei buoni . alimenti; e d'altron{I~ non sj sa capire come debbaoo .far r.arl.e di una ra~ion"e, e non dell'allra, trallandosì dj alìmentare individui della n:;edesiroa elà e vigore, e soggetti aq una vita egualme·nte pura e faticosa. Jj:pp,ure il già· citato Articolo <z,1 'dél.Regolamento 3 giugno· ,185·1 non parla di legumi, che -deobano entrare nella J,lazione giornaliera Viveri ivi stabilila pe-i' soldati. I legumi entrano nel novero degli alim~11ti compleli, perchè al pari, e anche più dei ,cereali, corìlengono mate.rie azolale e fèculenle riunite. Anzi soLlo il -rapporlo del -valore nulrilivo sono dei più, completi, in quanto che l'aiolo è maggiore in essi che non nei oereali, e del pari prevalgonvi le .roalerie grasse. E ricchi poi ·èom.e son'o d'amido quanlo i fecul~ùli semplici, sLao90 di ì.nezzo fra .questi ultimi che sono, .in ge'nerale., i più incompleti alimenti, e. quelli ,che da!}oo i cert ali e le carni . I frolli, p semi delle L~gu~ioose.che più cou~eqgono all..i buon.a aliineolazione del sojdalo sono: le {lwe, i piselli, le l.c11ticcl1ie, i fagit~qli. Ci lhpitianq a qu~ste quattro specie oo.me le meglio cooveuie,~li ,a un la.le scopo, quanlunq~u.e I?iil altri ve n'abbìano nçin meno ·pregievoli per le loro prQprielà alimentari. QuesJi .serni ,ppssono. usarsi tanto allo stato ·verde,. o <l,i imp.erfelta malurilà, quanto allo stato seç90. In quest'ultimo ca~o possooo essere convertili in polver.e per mezzo della macinatura, sorQ.ministraudo così far,in:e di,r.erse,
CoMPO~llNTr
Amido Destrina. ) 51, oO . Zuccaro. 2t, liO Materie azotate l\falerie grasse i, 50 Cellulosà o tessuta. vegét. 3', 00 Sali . 3, 60 Acqua 16, 00 Totale
_mo, oo
55, 8~
4, 35
29, 05 2, 00 , 1, 05
o, 50
3, 65
8, 40
4, 65
·1, 95 0,05 7, 60
~ 00, ,00
Si vede da questo prospetto la raggµard1wofe. differenza. che con:e fra le , fave. ordinarie sec.che, e quelle .disseccate artificialmente quando sono ancora verdi. In quest'ulLiulo caso si conservano mirggiori qua11lilà di materie azotale e noil azotale; e la differenza è. tale 'sollo il rapporto del loro valore nulrilivo, che le fave v.erdi disseccate stanno alle Qrdinarie o comuni : : 1 ·l 5 : ·I O.O. 1 piselli sono il frullo del 11isum sativum. Essi pure sono co.m111e.sLibìli ta,.nlo verdi, quanto secchi; ma sonp molto più gradevoli ed aromatici allorchè ~i mangiano ve ..di. Col melodo-:già citato dei signori l\'{a.sson e Cholle.t si possono djs_secc~re .qua!ido &ooo an<rnr;i verdi, ..e conservarsi lu.ngam_e_nl~. Anzì si vei:ifiGa pur.ç io essi, c,ome nelle fave,.una maggior pr9pori1.one di prindpii nu~ritivi , qµando sien1J di.s.seccali con codesto rneLD"do, come si può rilevare dal seguente specchio comparativo di analisi i.s tituitè. dallo stesso Payen.
- 307 I
Ed ecco, che anche i f~giuoli disseccali allo slalo verde eol metodo di CholleL_hanno un valore nutritivo superiore ::,i o ·..::: c.. c., ._ '5 a quello dei f.agiunli ordinarii, nel rapporto : : 115 : 1 i o. ::::.;: o COMl'ONEt.TI O·i o. ... e Quosli ultimi poi possono essere macinali ; e se ne ottiene o:= ·= a(I) ' una L1rina, la qual~ unita n quella del fru 1nento potrebbe .g ; ~ ·5.. e :=: o c., essere am::be parnfii;ata. Se 11011 che la mescohxnza rlo-c "' vrehbe fars i in piecola proporzione, giacchè e l'odore particola re del fagiu olo, e il gusto suo che pur si ronserva » o, 20 Amido, <lesl(in a e 7.uccaro 58, 70 58, 50 11ella farina, la fa rebbeto sempre .-cuoprire quand\1r1che J) 23, 80 20, aio I, 60 S0sl11o·1.e azolate non vi entrasse ohe itJ ragi.on.1• del 5 al ·I O per 010- Del 2, 1O 2, 00 » o, 10 l 1\falcrie grasse i:e:;to la farina di fagi uoli 0 011 è di per se panilh:abile, I) 3, 5() 1, 90 1, 60 Cellulosa percbè manca di glutine. lnfalli, qua nd' anche si unisca a 2, 10 2, oO O, ,i.O » Sali u1i uerali quella di frum ento, I.i pasta sle1Ha a levare,. e il paue riesce )) O. 1 O 9, 80 .9, 70 Ac<tua igroscopi ca pesante, e massiccio. Non si sa però ancora da che dipenl•1 da questa particolarità che la far.iua di fagiuoli spiega l 00 , 00 100, 00 3, 60 O, .rn Totale in modo così t·vidcnte sulla fermentazione panaria. F inalmente le lenti o lenticchie, frullo dell'Erv11m l1ms, Si vede adunque eta questo prospcllo quaoLo sicno di cui esistono pure parècchie varietà, presen tano analoga ricchi unch.e i piselli di malerie azota'lc, giacchè poco composizione d1imi~a coi legu mi di cui si è già fallo pa~ manca a queste da raggiungere la proporzione in cui si roJ ,i. Sola differenza rimarch11vole è quel loro priucipio a Lrovano nelle fave. Le quali .poi la cedono ai piselli sollo romalico e carallerislico , il quale lta sed•i oell'in volucro il rapporto del.le sostanze 1100 azotale, e delle materie corticale, e che si co mmuni ca ad ogni pn parazio11e alìgtasse. n:1enl0,re ohe venga faLta r.on questo feguaie. Non divers1 si è la composizione chimica dei fagiuoli, fl Payen ha stabilila la seguente co111posizione delle sollo il ponto di v1sla del loro valore rrnlrilivo. 11fagiuol o Jenliccbie. è il frullo <lei phcMcolus vulgarts L. ùel quale esistono molle varietà, dislinte per la forma, pel volume, e pel coCOMPONENTI fo -, 00 parli lore l'una dall'altra. Abbiam o'in fàlti fagiuoli grossi, piccoli, piccolissi mi; di figura o,•ale, schiacci:i la, roto nda, Amido, Destrina e Zuccaro bislunga ; rossi , bianchi, neri, azzurrì, giall i. marmoriz56, 00 Sostanze azo.tale . ·20,, ~o zàli, variegati.; form e e c/Jlori pt:r nulla influenti nè sul Materie gràsse, e traccie di sosLanze aromatigusto, nè sul pote-re nutri Lìvo di questi semi 1eg11minosi. che . Geòeralmenle si preferiscono i biancl1i, 0 011 solo quanùo 2, 60 Cellulosa, o tessuto vegetale sono verdi, ma anche allo stalo secco. I fagiaoli ben sec2, 4-0 Sali minerali . cati, messi al riparo dall'umi:lilà, si conservano lunga2, 30 Acqua igroseopiea . mente. Una gran parle si mangiano prima cbe abbiano H , 60 raggiunla la loro malurilà. Dopo che si è cor.osciulo il Totale metodo di loro conservazione allo stato verde idealo dal ~ 00 ,00 Chollcl, il consumo cli questi legumi è mollo aumentato pel grande approv iggfonam enlo s·oprallulto chfl nù fa la Le analisi riportate mostrano chiaramente quanto a buon tlrillo debbano i legumi più comuni, quali sono ap!\farina da guerra. Ancbe pei fagi uoli accade qu-ello che punto i descrilli, essere annovera li fra i migliori alimenti già notaromo per le fa.ve e pei piselli, ciò è a dire che che ci somminislra il regno vegetabilt>. La. gra nde proseccati ve rdi col melodo di Masson e Choll~l conservano poriione d~lle sostanze azotate, e delle non azotale che .. maggiore proporzione di pri n<;ipii nutritivi che quando $i f-1cci ano seccare all'aria. l~cco in tale proposi lo i risulessi contengono è la causa di questa loro erninenl.o proprit>tà ali roe11lare. ~ poichè sono comuni aff,,tto, e in abta li ottenuti dal Payen: bonda nza ne produce la terr,1, noi Lroviarno perciò con·;:: ' <.) .!:: "O v-enìènlissimo che essi entrino a far parte pure dèlla aliDifferenza ""e ·.:;; ........ ~.:f! menlaziòne del soldato. J~ ciò lan lo più, traLlandosi di n-""O · - "O Od ... ~ :.s o.o limenli che si possono usare verdi, quanto secchi; nel COMPON ENTI o o __ ~li; Q .:, o<:) > quale ultimo caso si aggiongn il pregio della fa c:ile loro o o o ;.:= e ..,.. o co nservazione. Vero è ch e all o stato verd e non nutriscono .:; ·s-o e e: e,:! ~ ...,. oO egaalmeole eh.e mangiati all o s'!alo seccò . .Ma la. minore nutrizione che se ne trae nel primo caso è compensala Amido,deslrinae glucosa 57, 70 60, 00 3, 30 )) dalla più facile digeslioue; men tre nel seeondo, ancorchè Sosla1,ze azotale 25, 50 27, 00 1, 50 J) nutriscano d'avva ula~io, sono però mollo più difficili acl Materie ~.rasse 2, 80 2, 60 o, 20 essere digerili. Sarebbe adu nque o\.ti mo divisamen l.o qne.Jlo Cellulosa e lessuto vegetale 2, 90 )) 2, 00 o, 90 di assegnare ot>lla composizione della razione viveri acSali mi nerali 3; 20 3, 30 O, ~O )l cordala ai noslri soldati anche un posto ai legumi, che già )) Acqua igroscopica 9, 90 5, 11O 4, 80 tengono in quella stabilila pei marinai . e
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CAPO IV
DegU alimenti animccl·i, e soprattutto ocwnei. Gli alimeoli di naLura anjmalo accorda.li al $OldaLo sono quanto miti limitali e per quantità, e per qualità. Egli non lia come i l libero cittadino ·racollà di scegliere più gli uni· S.i può dire ch'essi si cbe.·t)0 Ìi altri I e perciò di vari~rli. • riducano quasi osclusivamente alla carne di macello. Cbè quanto alle.altre carni sommioislr~le dai gallinacei do_mestici, o da altri animali selvallc1 e comp rese sollo 11 nome general e di selvaggina non è lam'poco da parlarne, lraltandosi della sua ordinaria alimentazion e, Del reslo la limifazioue éos·1 ristr'ella che gli vien fallà per l'uso giornaliero delle carni, è la consegue.n2a del piccolissimo soldo che gli è accordalo per le sua razione sul bilancio dello Stato. Nè Lulti gli animali da macello dauno la carne al soldato. Ordinariamente non ha che quella d<;I bue, o loro casl;alo ; subordinatamente a questa venne quella di vacca, ma sollanlo in c~so di necessità. Quelle del vileUo, del monlono, del capret~o, rlell'agnello, r,lel daino ecc. non sono convenien ti !)è pel prezzo, nè .pei:la loro qualil~ alla miglior(:) alimentazione 4.elle truppe. Per la medesima ragiona escludiamo q_uelia di maiale, quantunque e le une e le altre in cerle contingenze slraordinarie possano riuscire ulifo:sime. adunque, come ben si vede, dovendo cirL'arnomenlo o . coscriversi alla maggiore convenie.nza di siffatti alimenti pel bisogno dei soldàli, rimane mollo limit.a\o; nè questo limite ollrepasserllmo certamente. Se non che per isvolgerlo io modo il più possibilmente completo, aobbiamo esaminare l'alimento.carneo accordato al soldato: 1°sollo il rapporto della qualità; 2° sotto quello della.quantità; 30 del là più convuniente prepaift.iotre; 4.0 del valore nutritivo dell'inLiera razione di carne accordala. Tmperocchè onde l'alimentazione del soldato possa dirsi soddisfacente, massime rìspello alle carni, dee realizzare tulle e qualtro le condizioni ora indicale, allrimenti rie torna detrimento ~¼1{;igiene. ARTICOLO 1°
Qu,alit4 della carne pii, conveniente al soldato. È un f.tllo innegabile che sino dalla più remota anlichilà la carne di bue o di manzo, ossia loro castralo, fu ritenuta la migliore per l'alimerHa"lionc dell'uomo, comp~rativamenle o. quellaAi lutti gli allri a·nimali da macello. Tutti i Regolamenti milftari perciò vi_gcnli in J~uropaprescrjvono di qucsla carne per la razione dei soldati. Non basta però il sapere che sia di bue, o di loro castrato una carne, per poterla rilenere con\'eniente ad una buona alimenta'zione , Nò tulli i lori ca$trali possono dare una ca,ne eguallfi.ente gustosa e. salutjfera. Ciò 9ipende dal modo di allevamento cli questo bestiame ; 1>eroccbè adopérare il bue nei più faticosi laTori del campo e dell'industria, e pretendere poi che somministri la carne più gustosa e conveniente alla nostra alimentazione, è un sovverchio pre lendere. Se il bue non è sano, vigoroso, bene io cnrne; se è di-
magrjlo molto, se liene penzolo'De la tesla, con occhio languido· e ,scolo di .bava o dalle narici o dalla boe.c a; se non rumind, so a sle11to si muove, se il pelo è arruffato ed ha fredde le orecchie e coda, segno è che il bue·è àm• malato, e che non può essere macellalo. Adunque il vero bue da macello per poter somministrare una carne veramenle, sostanziosa al soldato , do,vrà essere pingue ed,.ingrassalo lanlo quanto quello cbe s i fa ogni ao no transitare per le vie di Parigi? Dovremo ritenere tanto più oulrie11te la carne del bue, quanLo maggiçre- sarà la pinguedine involgente? Nou vi è dubbio che la carne <lei bue magro eccessivamente riesce più dura, più ligliosa, meno sapida al gqsto, perchè pochissimo o nulla impregnata dj quei suchi o.leosi che la ,r:.endono più.r\office e più molle; ciò che c!ppunlo succede quando il bue è pingue auzi che nò. .Ma non è meno vero però che quando la pinguedine è eccessiva, la digestione della car11e riesce più difficile, · app.unto pc! soverchio adipe che 111 31w,o,Jse, La buona carne di b11e si ricon9sce. al suo bel .cplore rosso, vivace, traente. al fosco, non che a quell'odore suo particolare piace,•ole., e ali~ elastic,ità e resistenza della sua fibra. quando si comprime col dito. Se, premendola in q.ualche pul)lo, il dil!J vi s'ìnfo~sL. o, vi lasci imprpnla, segno è che la carne non è 1'rosca1 o· deriva da animale ammalalo; e in lal caso si dee ricusare; mollo più poi il colore sia ruollo scuro, se mandi odore disgustoso, o presentì nel lutL'assiemo uu aspetto <liverso dal naturale. Però l'aspetto più o meno atlraenle d'una buona carne dipende anche dal modo di macellazione, o accoppaìnenlo del bue; ii che può anche inOuire sulla digestibilità della carne stessa. D'allronde non si dee ignorare quale sia l'ordinario rendimento in carne dei bovi da macello, e qua1i le parti loro più o i,neno utilizzabili. µer la alimenLazione,giacchè Lulle qucstocircos~anze bann o una grande jnfluenia sulla più o meno lunga conservazione di queste carni . li modo più generalmente usalo cli accoppare il bue quello si è di atlerrarlo colla massa, indi seg(lrgli le carotidi, giusta il CO$Lume israelitico. I o questa guisa si ha il lolale dissanguamento dell'animale; circostanza importantissima; percbè la carne quanto più sangue ba perduto, lanlo più facilmente si digerisce, e si conserva. L'animale appena ucciso non si dee subilo m.ellere in brani, spacciarne le. c;ar.nj in pezzi, e mangiarle. Se ciò si può permettere in alcune conlini;enze straordinarie di guerra, quando un'esercito sia travaglialo dalla fame, o eia lungo tempo privato dall'alimento carneo fresco, per cui non abbia nè tempo, né possibilità di aspellare 24- o 36 ore per averla più sapida e c,onfacente, non si pnò, nè si dee permettere nei tempi o-rdinarii della vila di gual'higione, o di presidio. La parte del bue macellalo utilizzabile per l'alimenlazione <lei soldato vuol essere bene determinala. Ciò si 0Llier1<J separando la: pura carne da lutto il:resto o superfluo, o impcop~io ai bisogni alimentari. E egli è per-ò sul rendin)eoto in carne che si misura il prezzo più o meno elevato del bue da macello. Noi abbiamo a queslo proposi lo i calcoli stabilili da un di-slinlo allevalore inglese, lo S.lephens.oo, il quale ba lrovatQ., ohe per ogni ·4-00 chilogrammi dell'animale vjvo si olleogono =: cli carne nella, chil. 57; di sego chil.8, di en-
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traglie e ~\tre pa,rli minule ·e inulili 'chil. ·~8; jl peso ·4ella : .nf~nzo; ma però alla condizìon.e·,che non.sia molto. vec.ch)'a, nè che abbi~ figlialo più volle. pelle,è· calcolalo chil. 5,50.- Uri altro ioglese, il Sinclair, Un.a vacca !all,aiola, iogl~~e, de]la ra.zza di Durham., la citato dal Boudio (Y. Annàles d'/Jygiène etc. j 850, tam. quale Pss~ndo viva pesava 6'8 0 chi1ozra.01mi,'Jatta macelxLiv} .dà un bui~ di lre anni c,dieci.. mesi., ·dei la_ :azia del Jç\r.e,.da ~lajl'O, citalo dal Boudio_, di ede al ma,,;~\l~ i s~Devonshire, e che viven(e pesava chilogrammi 7(},~. t~. ot~ gueoli prodollì valµtali in peso : lenne i q'iialrò quarti in .c.ui venne spartilo, ·c.he lull'-insieme pesavano chilogra·mmi ,{92, 5; il ctifi vuòl dire un rendimento in carne·equivalenle •al 70 per, O:tO èlell'ani-. I· · , malevivo. ·• Se ~on che il rendiml\nlo varia i11 ragione dei luoghi I· i>).RTJ o 'nn.~NI DELL' ANI~!Al.E in cui ~i alleva il .bestiame da mae;ello, del. m'òdo d,i alle- 1 var'i'o, · della quali Là dell'ali~1enlazione; e· dei climi dive·rsi. i Quanto àll'allevari1en~o clotihiamo ess~r lieti chP, l'agricoltura ha falli in q.uesti ullìmi tempi opl~rnli progr,essi per f due quarti anteriori pesavano K. -184; oOl t).i,, oO quesl.;t ,parte. Prova ne ·sia il fallg citato dal Kergorlày I due quarti posteriori . » 192, 50f relativo a Parigi, dov,e;dal ·18'20 àl 1·833 si è notata una La' pélle » • 28,) o·· ..,i. ' 9'0 ,, 00tevolissima .~ifferenz·a,,su qu.esto parlir.olare. Chè dai 7, 50 Il Sego ,i 51', ,o.o 27i!. chilògrammi, e 63~·grammi a cui ·ascend.eva nel 182.0 7,60 JI Sangue . •> .oO, .00 il. rendimento.in ,carne si vide, che eraii nèl 4g3·;3 elevato La lesta, le ossa, ·errtragli'e ecc. ,, -173. 50 '25, 50 a chilpgrammi 289, 008. Eg]i è perciò cbe,oggi, stando ., 00.; 00 all'autore citato, ·il pes,o m~cli.o pQi quattro quai:li di l.lll Totale K~ 6_80, 00. bue macce\lato a Parigi, si ri(iene non mino.r ~ pi HS.Q i chilogr.ammi ( V. Kergorlay De la cons()m1;tiali.01i_de la . .] Da Lulle queste ·èogniziéi'ni ·potranno ali' occorrenza viande ecc., Pa.ris ·I 8! 2·). Il Fonssagrives cì. dà poi i.I peso Lrarre buon fruHo i ·provvedilorÌ' 'di carni m·acellala perle medio dei quattr.o ·quarli di diversi bovi allevali, e ma:.. 1 truppe, quando si lralli sopratt,ulto di proyvèdere gli .aniceliali in divérse cò'nlfade oel globoi ove·approdaron.o le 1 _rn:ali da. macellar.si. Cbè dal peso anche so}~ d~i qJtaL~ro navi da, guer.ra fra'nc·esi, ohhliga-Le·a·vellovagliarsi di carne quarti .può .aversi _un crilerio· su.ffi çienle p.e r _giudicare d:çl fresca. (V:Fonssagriv:es; Tmité d'llygi<lne navale ecc. 1857 peso totale dell'animale quando era in vjt\}, come da qu?Pag. 590.} st'nltimo ·da_to si può . trar.re uo,a nor.ma per calcolar.e il 'l}'llin_ero ~ell~ razioni i.n p_ura carne, eh~ si potranno Peso ric,ayare da qgnì ·~nimale bovino approvigiorJalo. P11ovENrnNZA DEI Bovr dei soli .4 qùarLi Solo è da de.siderare che nqi casi ordina.rii ç_lovendo i soldati ,prov·vedersi d~lla Ctlrne di· bue. ai maçelli pubblici .Bue di Khiel . 269 o nelle, bollegho dei v~ndilori della medesima, ·,rbbiavi 234' td. d.i Tenerì(fa costan.Lemenle una vigile ed ocçulata Polizia locale, ,che Id . del Brasile 2.H sorvegli e ì macelli e. le pubbliche vendite, nell''iirler'esse 470 Id.· de.Ila Gqadalapa delFigiene pubblièa e privàta. Ch è non tutta, la caroe: cbe Id. della l\larliuica '1.6.3 si spa:ccia yeone· macellata· giusta i regolamenli di pulizia 15µ Id. •dell'Ocea,nia mu1frcipale; be'rl~ spesso insieme alle buone si smerciano Id. dell'Isola di Dilrbone ~2~ anèhe:carni séadenli, di . anim'ali bovini non maéellali e '12Ò Id. di Caie.nna stàLe ·clandé'slinamenlè ìnlrodotle; Id'. di Gorea 8.9 1
Si ved·e da qµestò piccolo prospello, che in ragione del clima più caldo gli animali b.ovini d1miauiseouo ·di mas~a, sono, più piccoli, più magri; ,ap·pùrJto. ,coqie succéde nell'uormi. Infatti è .nei climi .leinperati·p me:dli che cl1é il hue-i,igrassa e. iilgrossa in modo a1ìche slraordjnario. Queste cognizioni sul fìiù o sul meno di .reridiniei'ìlo irr darne dei bovi. foreslìeri possono tornare ·utilissime ài medie.i della Marina militàre, onde regolare J'approvi-gìouamento . delle R. Navi, quando approdano nei porli stranieri. S'a!!giun,ga poi che il bue <iei ·paesi ·caldi oltre di essere ben lontano dal)' eqqivalere ill' peso al. nostro, dà anche u.na carne nw ll:o i~.feriorQ. Chè menfre ·quella del nostro bl!,e,è suC"cole!1ta., morbi.da più o meno ad_j posa, quella <lei bue intertropicale è asciula, biglio,sa, coriacea, più difficile a diterirsi. · . Quello ch·e si èlice 4el bue, quanto ~I r~ndin1'en·to in carni, è appli'cqbiie anche alla vacca. La .carne dj',quesla ultima p.ùò. surrogare fiO'o ad -un certa pùnlo :quellà del
-(\.RTICOLO 2°
Quantità d.ellà carne piu con-veniente al .soldato.
,La .ra'zione giornali eia di carne accordata al"soldalo sard'o viene stabilila d'all'articòlo 2·1 d'el Règolamenlo d giugno •1851. Essa,è di cinqu-e cnoiè dell'anticò peso·, equivalenti a ·I 55 gr'ammi pel soldato. ili fanteria, e di grammi ·I 86 per quello di cavalleria. Or a diremo noi ·éhe q9,esla dose s11t sufficiente ~ Prima cli ris-p.onderft '.a· que'slà · domanda noi dobbfa mo esaminare col lume;della scien.za a cJi.è si. r.i<luéa la fo.rza n.u.ti=itiva di questa..closé d'jllir;è~it~ cc1-rneo accordalo ai nostri' soldati.. No,lin~10 inn~nzi LullO'.che i •I 55 grammi sono di carne con osso i e· le ossa ben si' sa tengono o un CJ?arlo o un qu1n,lo del peso totale . della came. Stiamo per il quinto; è chiaro,..cht" i •I 55 ·si riducono ,a,. soli 125 gr. di carne senz' o.sso. Questa poi viene messa nella marmi la a cuocere onde fare il brodo per la zuppa, coli a coltura vie·ne
-3rnrìdo\la alla metà del peso; adunque i ~25 gramipi di carne cruda senz'osso, si ridurr,111no colla coltura a pTes-socbè 60 grammi, o poco pii,, ossia due oncie, e forse meno, dell'antico peso. Ma per meglio intendere quesla soverchia riduzione che fa' essere insufficiente la razio11e gi·ornaliera, non dobbiamo lacere quello che la esperienza ci ha più d' una v-olla dimoslrato e ci dimostra tullodi. Imperocchè o')n bisogna dime111ic,1re; cbe ~ )15 grammi di carne di bue seoz'osso contengono: Di acqua . . grammi 96(_ 4%o Di so$ lanze solide " 29(e che messi in sufficiente quantità d'acqua a bollir.e, possiamo ricavarne lil. O, 87~ di brodo. Ora ~µesta quantità di brodo ridotta in secco, non dà ceriamenle più di s.cj grammi di es lrallo, e oon ollre a gr. O, 81 Odi grasso; ,e così in tolalilà grammi 6, 8~ O. Se viene quindi pesalo il . bollilo ricav:ito, .si troverà non maggiore dì grammi M. Orà in questi 6/~ 'grammi è evidente che si dovranno trovare i 29 di so~ia111.e solide contenute ndl'intiera razione di carne, weno però i 6,, 810 andati disciolli nell'acquà a cui la carne dovette cede rli bollendo, per formare il brodo. Possiamo però portare questa porzione solubile ~ei materiali solidi C<'duli all'arq ua, fino ad 8 grammi, computando la porzione schi umala, e parle dell'albumina sottralla dalla collu ra. Ond'è che nel bollilo rima~Lo dovrannosi trovare 21 grammi cli sostanze solide a.zolale, più -ppi i 4-3 gra_mmi d'acqua; infatti 43+21 == 64.. Ora i 2,1 gr. di materie azotale contenute ner64 grammi di bollilo non formano oè meno la sesta parle di quella quantità delle materie stesse, che è oeccssaria a costituire la razione normai~ giornoliera pell'uomo sano. Se si aggiunga poi che il solrlalo sard(l giusla il RegoJamento citalo} 1on mangia carne per la sellima parte del l'anno, cioè o2 giorni· per lo meno in 365, tanto più insuffìcienle. si r-avviserà l'orctinariR sua alime·ntii'L.ione carnea. Questa insufficienza non esiste rispello alia rt\zio1)e accordata a.in. Rquipaggi e alle lr~ppe ,di marina i,mbarcate a bordo delle R Navi. Anzi vi ha tale ~iffereoza fra la razione di qu esti soldati e quella delle lroppe clì linea che menlre per queste 11011 è che dj gram mi 155 a Lesta, come si è ved uto, per qu elli sì eleva a 238; differenza in più== 83 grammi; ed ::: t,2, rispello ai soldati apparleneoli ad aroii speciali. Noi dobbiam o certamcn1e far plauso alla savia determinazione presa di tenere in questa misura la razione giornaliera di carne fresca accordala ai R. Equipaggi; ma non possiamo a meno , di lamentare, che s, sia slati così bassi nello stabilire quella del soldato di linea. D'allroode non sappiamo vedere un giusto perchè di tale differenza. Forse si vorrà dire che la vita di bordo è più faticosa, più dura di quella del soldato in terra? Ma gli ospedali mil ilari smen tiscono questa opi1iionc e a circostanze vari di età, di servizio e di tempo, uon v'ha paragone quasi fra le malallìe e la mortalità che· cagiona l'esercizio della vita militare nell'armata di terra colle malaltie e la morlalilà che. presentano i mari~ai' quando non iolervengano circostanze straordinarie. ' · {Continua.)
.Rivis·fa dei Giornali Scienlifièi OTTALMIA BELL I CA ACAUÉ~llE ROYALE DE l\lÉDECINE DE BELGIQUE
(Continua.e ., V. N. 38 e antecedenti)
2"o Les médecins seuls sonl cornp·ét~nts ,pour juger d~ la colinexité qu'il peut y avoir e1ttre deux opblbalmies,.i:ip d'autres Lermes, si la susccptibilii é laissée après uoe première, a pu exercer quclque influcnce sur l'apparilion de la seconde. Messieurs, si nous ne nous faisons illusion, celte répon~e esl nelle, calegoriqoe, adéquale. Toute aulre ne serail oi aussi scieoti6que ni aussi rigounrnsemel vraie. Cc que nous affì rmons n'est pas conlestable, ce que nous affirmerioos en debors. allaot au delà, restanl en deçà, le seraiL beaucoup plus et pourrail n'élre pas meme enlièremenl scienlifique. Ce que nous nous sommes elforcés de fai re avaol loul, c'esl d'éclairer le gouvernemenl saos nous lancer dans le cbamp des hypolhèses et nous exposer à. des criliques fondées. Plus que jamais nous somrucs convaincus qu'il n'y a J)aS d' ophthalmìe qui puisse rec.evoir légitimemenl le nom d'ophthalmie militafre. Co nom, en effet., ìndique une de , ces deux choses, ou que la maladie appartiénl f}Xcl usivemeut;ct par privilégo aux armées, ou bien qu-e les <}.rm~~s en onl été le berceau. Orni l'une ni l'aulre d.c ces asserlious o'est vraie. Nul jusc1u'ici, dans la longue rjis-eussion à laquelle nous venons de nous livrer c l dont pers-onne probablemenl ne cooleslcra plus l'utilité, au poinl de vue du travail qui nous esl demandé oul, dis-je, n'a pu nous fìxer sur les r.araclères analomo-palologiques d'une conjonctivite spéciale à laqaolle il faille donner le nom de militair·e. TI a élé dil Pt prouvé à saliélé, au conlraire, que ceux qui.Jui ool élé arbitrai rement aUr.ibués ~insi que Jes causes donl on l'a fait dériver, sonl communs ilUX- c-0njonctivites qui apparaissent sponlanément dans le civil, et que loul le monde reconnatl n'avoir rieo de spéèiàl. Ne poovaol donc, com me corps académique, fai re une tléct.aratioii de priucipequc nous serious impuissanls à souleuir, force nous est d'abandonner une dénominalion qui ~urait toute la valeur d'une somblable déclaralion, è.t qui ne trouve sa raison d'élre ni dans les priucipes.d,e la science., ni, dans Ics foits de l'observation. On ne peul pas argumenler dc l'usage, quelque anti-
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- 3H que qu'il puisse èlre (elce n'esl pas meme ici le cas). Lorsqu'uo asage est reco nnu mauvais el qu'il donne lieu sorlou.Là .des inlerprélalioos fàcheuses el à des inconvénienls graves, il fa ul y rcooncer. Les corps acadé~iqnes doivent, eux, les prcmiers, donnnr cc salulaire exemple. Loin dc suivre le to.rrenl, quand il$ le lrouvecl vicjeux, c'ost à eux q~'ìl apparlienl à se jeler en lravers efde l'arr éler; c'esl leur dev-0ir, c'csl de plus le but de leur inslilution ; cn suivant une aul re marche ils s'exposeraienl à faire douler d-e l'ulilité de leur création, car évidemmen\ ils ne sonl pas mis au monde pour élre e\ o ch:1 r· ùe la r'aison allelés p~r derrière.
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On pourra lrouver,élrango qoe nolrc réponse ne soil aprt'!s tout que l'énoncialion d'un princìpe de palhologie générale. C'est qu'i\ n'est pas assai: entendu pour tout le monde qu'uoè opblhalmi c gw!riio qui se représente, à un inlervall c plus ou moins éloigné, chez un solrlal con .. gédié est une malad·ie nouvelle; c'esl q-u'après Loul ce principe nous parai\ avoir élé complélemenl perdo de vue. li nous a clone 1>aru utile de le rélahlir. TanL d'erreurs se sonl amassées auìour de celle malbeureuse queslion de l'ophthalmie, dite mililaire, qu' on ne saurait fai re assez d'efforts poor les dissiper el pour foire prévaloi r la vérilé. cc On doil en lendre par ,-écidivo, morbus 1·ecirlivus, <lit Chomel (·1}, le retgur d'une mème maladie après l'entier rélabUss,mumt <lu sujet. » Si par cooséqueol un soldaL ayanl élé aUeinl d'ophlbalmie esl renvoyé dans ses foye rs, sa11s ét1·e entièrement gnéri, et que son mal s'y aggrave par l'uoeou l'autre cause, celle aggravalioo ne peul recevoir le nom de récidive; ce n.'est pas ici le relom· d'une mala<lie enlièrement guérie, mais la conti,wationd'uneroaladie. existanle, qui méme sans remonler à l'état d'acuit~ peul ameuer à la Jongue des désordres de t.oul~ espèce. Avons-nous besoio de J ire que, pour ce cas, la respon· sabililé rle l'Élat n'esl pas un iostant doulcuse, daos l'bypolhèse, bien eotendu, où \es a[t>clioos oculaires soienl considérées par lui, comme devanl fai re, en malière de secours ou pension, l'objel de mosures particulières et oxceplion 11elles? Mais nous n'avons pas à délibérer sur de semblablcs fails; le go uveroement ne les a pas soumis à notre apprécialioo , il ne nous a consullés que sur les oplithalmies récùlivcs.
Or, nous l'avons déjà dil dans nol re premier rapport, l'observation ella pralique nous monlreot la possibililé de ces 1·écitlives, d'aulanl plus faciles el plus promples à se monlrer que la susceplibililé après une première alleinte, esl restée plus grande. l i 1>eut donc y avoir foi res ponsabililé, toujours dans l' hypolhèse <J.Ue nous venons d'avancer, m<1is ,il n'eslpas cerlain qu;en~ soit. (1 ) étément de patiwlogie génira/c.
La limilalion à un ao, de la durée de celle s145ceptibilité, après une guérisoo radica)e, a soulevé daos volre sein quelques observations. D<'oX des amendemenls proposés onl pour objeL d~ rendre cc\le doréc illimitée. N?us n'hésilons pus à reco-nnaHre de nouveau (car vous voudrez bien vous ressouye.ni·r que fl{)IJS avons lenu le- mèi:ne langage dau·s nutre-premier rapporl.) qu'une limilalion ·quel-~~ conque n'e.s l oullement scient1fique el que de plus elle est quelq ue peu arliilraire. Nous n'éprO'uvons clone nucune répugnaoce à céder à des scrupules, quelque exagérés qu'ils nous paraissenl, eL de vous proposer un syslèroe qui ne préj oge rien. Il y a d'aillcurs pour l'_Él_al aulanl d'inconvénienls q_ue d'avantages daos une fixalion quel· conciue de limiles. Vous compre11drez aussi mainleoan l, messirurs,.J'uliJité de notre secooèle propositi on; toules les fo1s, en effè:l, qu'il s'agira de s.laluer sur des réclamalions aya,ot pQur poinl de <léparl une ophlhalmie 71rcmiere , déclarée radicalemenl guérie, la durée de la susceplibililé o'élanl pas limilée, il y aura lieu à une enqu(}te adminislrative et à une apprécialion scienlifiquc. Or celle deroière ne peut apparlenir qu'aux hornmes de l'art, qois seo! sont à de se prononcer meme dans chaque cas sur la queslion desavoir s'il y a ou non conne:xilé cnlrc Jes deuxalleintes. El à celte occasi·oo, messieurs1 qu'il nous s~il permjs c)e protesler contre des insinuati6ns d'après ·1esquelles nous aurious cherché à fai re ravir à òes malheui;eux Ics fi.libles secours ou peosions qui pourraient lr,ur èlre dus. Nous sommes convaincus qu'elles ne vous ont_ pas émus le moios de monde; mais nous n'en seoloos pas moins le besoio de les meLlre-ao néan l, en vous disanl plus cl aire· ment quelles sonl nos intenlions. Ce que ooui; avons voulu, ce que nous voulons encore, c'est que ces secours oupensioos ne soienl pa:yés que par ceux qui les dQivenl légilimement. li ne faut pasque le gouvern ement puisse imposcr aux coramuoes eL aux bureaux de bienfaisance òes obli_galions auxqoelles ils ne sauraien t ~lre lenus, mais il ne faul pas non plus que ces derniers, à leur Lour, fassenl payer au gouveroernent, et pa r co nséqueol à nous loos (car ici, le gouveruement, c'esl nous ),des sommes grandes ou petites que-la loi les oblige à porler à leur budget. Les malheureux u'ont qu e foirc ici; ils ne peuvenl ricn perdre dans. aucun cas; quelqu'un doil lcur venir cn aide, il s'agiL seulem e,n( de déle.rminer scienlifiqu~menl, autan l qu'il esl possible de le foire, quel est celui qui do.il.s'en charger. La commissio·o a l'booneur de vous proposer onanimemenL, par mon organe, dc rejeler lou~ les amendemenls qui vous ont élé présenlés el d'accueillir les deux proposilions qu'clle a subst.ituées à ses propositio11s p·remières. -M. Le 7mJsiqenl propose, au nom du bureau. dc c11m· mencer l'ordre òu jour par l'exarnen du rapporl. qu:on vienl de .lire; Cette proposiLioo esl adoplée sa ns opposilio.n. .
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soit et}gagée, il faul qu'il y aiL spontanéité dans le reLòur de la maladie, ce qui a lieo pour l'òphlbalmie mililaire, et npn pas pour d'aulres aliections dont la négligeoce de certaioes précauli11ns est le plus souveul la cause. - !ii. Decais110 propose dc pas spécifier l' opblhalmie armées. li c1Le à l'appui quelques déoominalions analoqui donnerail droil à la pension, puisque ce o'esl pas gues. Du reste l'ophthalroio militai re esl une enlilè morl'ophlhalmie dite de l'armée qui seole peot en délermioer bide réelle, ce n'esl pas une opltlhal!llie simple, !iar elle la demandc laisse après elle non pas ,rne prédisposilion à la recidive, -M. Vleminckx, rapporleur, s'aUacbe à refuter les armais bien des allér~ti i,ns spéciales, qui ne di~paraisseol ~omenls dos bonorables préopioaols. La comm1ssìon o'a rejelé l'expression d'opfithalmio militaire, que parce qu'.elle pou,r ainsi dire jamais. La récidive esl clone on des car.acd.ans l'opinion de ceux qui en veulenl le mai11lie1,, exprime lères saillanls de la maladie, el c'esl là cc qui çonstitue uue ophlhalmi~ spécial el spèci(ique, dépentlant de .cau-ses sa sl)écìfioilé. - L'hooorable mP.mllre propose de· fai re à spécifrgues. Pour J'ad.mellre, il l'audrail au préatable prouM. le ministre de la j1.1slicc la réponse suivante: ver qu'il existe une ophlbalme militaire, caraclérisée ·par «L'·ophthalmie milila'ire, une foi guérie, méme com'plétemenl en apparence, est sujette à se représenter '*ez I des phénomène,s spéciaux. Or cetle preuve n'a .pu ètre ceux qui I' ool éprouVée. La scicnce ne J)O~sedè ·pas de I fournie puisquc M. Fallol lui ~nrèm.e, pour lequel T:ophcrit~rium qui permelle d'assurer qu'il n'exisle aucune i lhalmie dite mi lilaire csl une maladie spéaiale elspécifiqu.e il n'est pas possiblede.distinguer phéuoménalemenll'ophconnexilé énlre òeux alleintes de la susdite maladie.» -bf. Fallot esl d'avis que In déoominalion d'ophthal- . lhalmie ca larrbale de celle qui règne dans l'armée. Si celmie militaire est scienlifique, puisqu'elle esl acceplée par 1 le-ci esl spécifique parce qu'elle est conlagieuse, et conla science el qu'elle y a cours. Elle s'adresse à une alfoc-- i lagieuse parco qu'elle est catarrbale, il n'esl pas besoio l tion. spéciaZ.e el spécifìque, puisque celle-ci esl cootagieuse. ! de coolinuer la discussion. Selon l'honorable présideot, le rapport de la Commission (Continua) ne répond pas à la lellre minislérielle; le Gouvernemenl ne demande pas si l'opblbalmie peal récidiver, dans le sens aUriboé par elle à ce motr6cidive, se11s qui o'e~ladmi·s que par l'école de Chomel, le Gouvernemeol demande si «l'ophlbalmie une fois guerie peol se représeoter. » li A.vviso. oe s'agil donQ pas là de maladies nouvelles, mais ·de recbutes. Quahl à la responsabilité du GouvernemenL, elle n'esl. pas absolue, il esl vrai, mais l'Accademie,n'a pas à s'èn ocou,per. Il lui suffil de décl'arer si oui ou non l'op~ Li signori Aswciatict qiiesto· Giornale.fattor in rihlhalmie mili la ire p·cut se présenler de nouveau .. tardo al pagarmmto delle· quote del passato anno M. Fallòt persiste dans l'amendemenl que là Comrois. 1858 e del primo semestre 1859, sono in'tlituti d'insion rejelé et qu'il a formulé po.ree qu'il exprime une. inviarne senza dilazione itlteriore l!itnportare al Viceconlesla:ble vérité, qu'il est en harmonie avèc lès dorrnées Direttore risponsl.lbile, Dottor Mantelli, rie1· mezzo di g.e IY. sçience, et qu'il répontl aux besoins de l'administra-
-M. Wadomont corobal )es conclusions du rapport; la dénomìnation d'ophtlialmic mM,itaire doil èlre 01aiotenue, il ne faul pas y allacher d'aulre signitiealion que celle qui y revienl, elle o'e11gage en rien la respo.nsobililé des
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tion. -M. Didot o'adople pas les conclnsioos du rapporl~ el se range à l'opinion de l'honorableM.Fallot. Seloo lui, la
granu\ation, hyperlrophie d'un élémeoL normai, Jaisse après elle. loole Irate apparente ayanl disparu, non pas unesosceplibililé parliculièl'e, mais un germe, un principe qui reproduiL le mal. C'est une altération spécifique permanente. L' honorable membre n' acceple pas d'autre lcrme que colui 1l'opltthalmie militafre ou des armées. -M.Seutin propose l'adoprion des conclusions proposées f) &r .M.Faltot. -M. Jlartens oe croiL pas quo le Gouveroemeol puisse .Mre respùnsable de louLes les maladies conLractees au service et qui auraienl laissé après elles une susceprìbililé d'organes. Pour que -la responsabìliié du Gouvern·emeot )
var;tia postale in lettera affrancata, o per 111,ezzo dei signori Colo,inelli dei rispettivi Reggimenti, ovvero delle Am,rn.inistrazioni degli Spedali J{ilitarial Qiwr4ier !Jfasfro per l' Amiata. in Totiuo, oppu1·e per quell'altro mezzo che loro tornerà più acconcio, sertza costo di spesa.
Il Direttore Doli. Cav. ARECLA àiedico Div. Il Vice Dit'etlot·e respoos. Doli.
llfANTEtLI ?.led.
di Regg.
T ip.~ubal pioa di FRANOBSCO ZOPPlS-J/iaAlfieril\',24.
S Ottobre
N. 40.
,t 85 9
ANNO VJI.
GIORNALE DI HEDICINA IIILITABE DEIJ CORPO SANIT!RIO DELL'ARHATA SARDA n L'associazione non si riceve che per ao anno e comincia col l JJ
O
di genn. Si pobb!\ca nel Luoedl di ciaschedana seUimaoa. I l p1·ezzo d'associaziooo in T orino é di L. 10. lo P1•.ovinçia oda1l'Estero., franco (li j)'ps.ta L, J I. $~paga per s.emesld anticipali. t O Prof. F_nsscm. Dell'alimentazione delsoldato. Ris·po;:ta al Programma di Concorso al Premio RJBERI. 2" Rivista de.i ~iorn.1li sci·eoli6èi.-3° 1folletli1fo ii-ffiziale.
SollflURLO. -
PARTE PRIMA DE.LL "·ALIMENTAZIONE DEL SOLDATO RISPOSTA DEL PROFESSORE FRESCHI
al Programma di Concorso al Premio RIBERI 11ubbicato il 26 attobre del 1851 dalia Commissione aggiudicat,·ice nella Gazzetta Ufficia1e del Regno clel 25 ·novembre 1857, No 279.
11 • • • • • • • • • •
lip.uit, scmperque lìcooil;
» Signatmn r,rreseolo nota. producei:c no.m en."
Horat, Dc .ilrte pote.
(Continuazione vedi N. 39,)
ARTICOLO 30
Prepara:.io11e llegli alimenti che.meglio convengono · at soldato.
La cucina del povero sold'alo è presto falla. L'arte culin are non dee 11è studi.ire, nè faLicar mollo per arumaoirgli buone, varie e gustose vjvao<le. Zuppa, minestra, bollito di carne, ecco la somma òe'suoi scarsi e colidiani alimenti: tulla la sua ghioL~om:ria si aggira entro queslo piccolissimo cerchio ; egli 'OOn può nè mutarlo, n~ variarlo. La pa rte essenziale del stio rancio giornaliero essendo coslituila ùal pane e òalla ca'fne, resta ~ vedere, se anche non dipartendosi da questa base, vi abbia mezzo di migliorarl o, variando, fin doYe lo si può, il ll'iodo di ammanirlo. li brodo nella categoria cl egli ,11imenli animali ha, si può dire, quella stessa importanza che nella classe dei vegelabili ha il pant\ ; l'uoo e l'altro alimento poi, riuniti
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n convenjente proporzione, coslilaiscono un nutrimento completo. Ond'è che se i.I p'àne ,mal folto può, 009 solo riuscire disoo'logéneo, ma ben anno m1ocere a colui che ne mangia; parimenti un brodo mal preparafo può rendere meno gustosa, e perèiò meno nulriliva l_a z-uppa, -o minestr·a fa:Ua con esso. 11brod·o non essendo altro che unà: decoiione.acquosa di carne, noi dobbiamo ora vedere quale sia il modo più acconci o per farla, quan to temp.o dee:,p_\)rar~ la. q~cozio1)e,, quale sia la misura e dell'acqua e della carne che si debbono inipil'gnre. . .Due sono, gtlneralmenle, i metodi · o modi per fare il brodo; ·o l'iriftlsione d'ella _carne in acqua fredda, o q;u,ella io acqua bolleole. La scelta o preferenza da darsi all'uno o all'altro melodo dipenderà daHo ::copo, che si vorrà raggiungerè ; cioè o si mirerà ad avqi:e un buon brodo a Scapito anche 11:ella carne bollila, e si preferirà l'iofusione a freddo; metodo questo il più comunemenle us1lo nella òomeslica ,eco nomi a, o si mirerà piuLLoslo ad avere un bo)lilo sostanzioso·, sapido, poco curand o'si del .b rodo, e allora sj darà la profe renzà all'infusione della carne in acqua _bollente, avéodo cura che i 4 00° c~nligradi si mantengano per alcuni .minuti_ Non è a dire che il so ldato, abbisognaodo principalmente del brodo, e acconlcnlandosi di un bollito di carne che la cottu,rn ridµs sc alla m.età del suo peso primitivo, viene pel rancio della truppa preferifa l'infusimie della carne in acqua fredda. Jn questo caso una parte dei materiali solidi e solubili che sono nella carne vengono ceduti lentamen te all'acqu:i che se ne impadronisce; tali sono l'àcido lattico ed i1iosico, la crcatìna (4), la c/·eati,rilui (2}, l'emalosi1ia o maleria colorante del sangue, e l'albmni11a ohe forma oo poi_la schiuma, la quale si leva, appena in cominci la bollitura. Una parie pure dei principii aro matici, e di osmai;oma vengono ceduti all'acqua dalla carne ( t) Secondo Gioslo l..iebig la creatina conterrehho gli e lomenti òella glicocolla, o iuccaro tl i gelalin:11 più un atomo di ammoniac11. Qpesl;i soslaoza si trova in tolte lo carui degli animali domcstid commestjbili (boe, vacca, vitollo,.pollame, montone, e<.:c.). Si calcol,) che io on pollo nlediocro si trovino 60 centigrammi <\i ci·ealioa; che in on cbilogramma di carné di buo se ne tr oviuo da 51 gra!J)roi; e io uno di carno di cavallo 36 grammi ( ,, . Recherches de Chimie anim,a/e eté. V. Oomptes• hmrfos de L' !.lcudùnie de Sciences, 184'1', tom. :xx, v). (2) La crealioioa;secondo IÒ stesso Liobig, non sarebbe 111tro cbo il prodol!o della ll'asformazione subÌla dalla creatina in contatto cogli acidi;·ossa p.c rò couter rebbe gli ulimeo ti delta cafcina, più oo'alomo di amido.
o oo-ere i •I 00 centigradi necessari i alla ebul. Prima di raagiun
3'1-4,
Con questo melodo la carne non yerrebbe a perdere che poco più del terzo del suo peso primi Livo; circostanza mollo rimarchevole, jn quanto che ordinariame.nle, com~ già si è Yed ulo, suol p.erdere la metà (4). Queslo brodo ottenuto dall'illustre velerano dei chimici francesi fu trovato poi di ottima qualità. Chè un litro di esso. pesante g,:ammi ~ O,t 3, t>, non di ede meno di grammi 28, i 80 Ira sosl.anz.a organica solida, e sali solubili ; dei quali 128 grammi, qa 111 a •I 2 erano proveuienli d_alla carne, da 6 a 7 dai legumi. il rimaoen le dalle ossa. e ·dal sale. Noi abbiamo confrontalo l'uno coll'alLro questi diversi mclodi, ed abbiamo veduto che il migli ore e più e'couomico brodo è ancora ,quello dello della Compagnia Olandese. che si vende p.ubbljcamenle a P arigi, e la cui composiiione è la seguente: Si prendano Di acqua fredda . . . Grammi 2ffOO Di carne èl i bue.con osso di 4a )) qualità . 500 )) Di legumi freschi 26 8 Di cipolle bruciale 5 4 Di sale da cucina li 8
liziooe. 11 che non avviene egualmente, o solo in roirume proporzioni, allorquando si immerga la carne in acqua già bollente. Chè in questo caso l'azione immediata del calorieo fa si cbe lulfa q_uella -emalosinn, ed alhun.1inà~ le quali si trovano alla superfici:e· della massa carnosar s1 coagulino p.ronLamenle, formando in.L~I guis,~i u~1~ speci~ di tela. involgon lr. la massa mede.sima, pt'r cui si 11nped1;iee eh~ i materioli solubili e such·i aromali,ci in essa contenuti escano fuo ri, e si spargano nell'acqua, Ond'è che i medesimi per colai modo lraLter1ulÌ, e assoggeLtali goi. ad ~11~ lenla coiione per una temperatura= 7CJ.0 cenl1grad1 s1 condensano sempre più. si consolidano, e danno -poi alla massa carnosa colla un gusto più squisito, e appeliloso. l\'Ja intanto il brodo riesce meno saturo, e men impregnato di 1nalerii1lì alih\li, è perciò inferiore in bonlà a quello ricavato col melodo d\nfusion e a freddo . In og,ni modo poi è dii rilenerè, che sia l'urlo o sia l'aaro mel~dò a cui: si voglia daro la preferent.a, la JlOnlà dCll hrodo d1~end: rà sempre da queste tlue circ0sli!nzc; ùalla quanl} là cioè dena caxnr messa a bollire nell'acqua, e dal tempo che avrà durala la bollilo-ra, non che dall'essere stata quesL'nlliroa o forte o lcnla. Si immerga, senza punto la varia, la carne nell'acqua, llispetlo alla quantità necessaria della carne. non L~ll~ e si riscaldi lenlamenLe la marmitta, dopo avere, all'alto le opiniorri sono d'accordo; diverso sono le .proporiioo1 , dell'iromersiooe <lella carne aggiunto il sale nella quantità assegnale. Vuolsi eo\ nolare, che il reodimenlo. in brodo, qui ootala. Arrivalo il ri~calùameulo fino all'ebulliz.iooe anèhc data \:,i medesima c,iuantilà di carne, vana sepondo si deve schiumare con diligenza; schi umalo il brodo che che questa venga messa a bollire tulta in un pezz~, ~~ comiilcia a formarsi, vi si a~giungono i leg11~nl verdi, iodi pure'divisa in più pezzi) o tagliuzzata. ~n generale s1 deve le ci pollo bruciate. La bdllilura vuol essere COT\'dolta lenri'tencre, che qua,\to più la carne sarà divisa, o tagliuzzata tamente, e a marmitta sempre coperta, contin uandola per otl anc he pestata, tanto più copioso, più sostanzioso, e cinque a sej ore. Vaol~i notare, che molli non fanno l'agl)IÙ aromatico sarà il brod~ che se no o~tcrrà. L a ~?gione giunta delle cipolle, perchè queste sogliono comunicare di questo maggiore reod1meoto proviene da c_10, che al brodo un odore disgnsloso. <lovuto ad una porzione di per la 1riolla diYisione della caroc auinenlandos1 la sua zolfo in esse contenuto, e che si svolge durante la bollisuperficie, si dà una ·mag_gior -presa all'acqua. o ude p_ossà tura. per cui formasi del gas sollìdrico. meglio impadronirsi dei s~oj _materiali solubili, e saturarDa quanto si è esposto emerg·e dimostralo che il ,,alore sene. Ma in lai caso è facil e 11 comprendere che, vol.eT)do nulri livo del brodo di carne dip<'nde in gran parte dal avere p1ofto brodo e ben saturo d'osmazoma, si corre rivario modo di ammanjrlo. 11 che noi abbiamo potuto ve- ., sél;io o cli avere pochi~simo b,ollito, o di do,1 erlo sacrificare rificare, paragona.rido fr.a loro i risul ta li analitici ili comaffallo, ccme quando si venis~e al pun to di tiigliuz:iare o posizione di quallro diverse spocie di brodo, cio,Ò '1 " il triluraro la carne . brodo preparato col metodo Chevreul già ricordalo ; 2° Puo::si ritenere che un chi logrammo di carne di bue quello che si distribuisce a Parigi agl'inferm, e convalecon ossa, tolte queste,. non pesi più ùi 800 gr-ammi. Questi scenti dell'ospedale militare di Val-de-g·ràce; 3° l'altro 800 grammi messi a bollire in una sufficieole. qua11tità dello della Cumpagnià Olandese, al qttalo noi diamo la d'acqua, e condotta le11l-amente la decozione per un lempo preferenza; 4° l:ìnalmenle il brodo proposto da Giusto noo intérrollo di cinque a sci ore, danno 011 llrodo abLiebig, come si puè rilevare focilm enle dai seguenti bastanz~ ""ustoso, aromatico e nutritivo; e il bollilo manspecchi comparativi: rimane di èàroe, nòn pesa in Lai caso più di aiabi le 400 grammi ; ci6 vu~! dire che la holliti1ri\ gli b.a tollo la ( 1) ['foi abbiamo .volalo appliçare il mt)todo di Che.vreol per la metà del peso primitivo. prcparaiiouo del brodo dei 11ostri soldati, facond{li)e la prova. Secondt> il Chevre~l, immergendo •1 43,} grammi di sop ra 1550 grammi di carne cli bue, equi vale nti a numero 10 buona carne di bue disossata in cinque lilri d'acqua fredda. • razioni per le !ruppe di linea, giuslA il Regolamento del 3 e aggiungendovi !~30 grammi di ossa, più 4.0 grammi e giugno 1851. E abbin!}lo trovalo elle si possono con que,to·meroeu,o di sali•, e se poscia si f,1ccia riscaldare lenlameole tocto olleoere oomero 6 lilri di41llimo brodi), piò 864 gram!lli fi no all'cbulliziooe, schiumando bene, e aggiungendo dopo di bollilo ecctUcnte; ciò che vuol dire cbo ogouno dei IO soldati circa un'ora di bollitura. grammi 311, "cli legumi verdi, si potrebbe avere nel caso, pel suo rancio giornaliero !/2 IitN, e ollengono dopo ci nqùe ore e mezza di lcn la decozione: 333 di ollimo brodo, e 86 grnmmi e più di bollìto, metlend!J io Di brodo guslps.issimo e aromatico Litri i comone lè r ispcUiYe n1zioni, e facepdon,l boH!lura nel lllOdo .Di bollilo saporitissimo Chil. O., 8580 insògoalo dal Chevrcul. Noi però prrfcriamo, come.si vedrà più ol~re, il hrodo fa ll'o col metodo della ComP,agnia Olandese Di ossa . >> O, 39:25' Di legumi cotLi . . >l O, [fft.80 cosi dolla.
cl;
3ft, UN LITRO DI BRODO· Dl BUE
Da questi prospetti comparativi si ve·de, éh-e il brodo della.Compagnia Olandese la vince, sebbene di poco, sulla fallo r.ol metodo di Cbevreul e del peso· di gr. 10,13,5 , bontà del brodo che si dispensa a Val-de-.grà.ce, quantunf ha dalo: que arncndue di analoga composizione, COMPONENTI Grammi Vero è cbe il brodo del Chevreul la vincerebbe sull'uno Acqua 985,480 Ii e sull'allro, in quanlo che vi avrebbero 28 grammi di Sos tanza organica solida disseccala nel vuoto materie solide- disciolte per ogni litro; ma è vero·a\Lresì asciutto a + ~0° cooLigradi ~ 6,95'1 che la qoanlilàdclla carne Impiegatavi è moHo maggiore-. Sali solubili (cloridrato, fosfato, solfalo di Lo stesso si dica di quello di Liebig. Dai risulLali espotassa e di soda) ~ 0,124posti si vede che la carne non abbandona all'acqua ne.mSali pochissimo solubili (fosfati di calce e di meno il quinto ciel suo peso, di quelle materie 'solide somagnesia) 0,$39 lub-iÌi che fanno essere il brodo ar'oina lico e sostanzioso. f0.13,000 Del resto quell 'a ltro brodo proposto da co4e.slo illustre Totale chimico, e il qu tJ.le Cònsisterebbt\ riel Lriturare, ò pésfare UN LITRO DI BRODO DI BUE primà ca roe, e immNgerla quindi in acqu11tf.çecTaa acid,ell.a C.ompagniil Olandese e del peso di gr. 104 2 <Jiulala c11n, alcu.ne goccie di acido c.lol'i'dl'ico, i)()i, lo ere,.. diamo più ùeslioa~o ac1 uso medici'na,a-ch,, arimerilare. ha dato: Meglio risponde a questo scopo quell'altro melo'dò che Grammi COMPONENT.l ·consisté nel prendere 500 gra mmi di carne di bue piuttosto m11gro, tagliuzzarla, e immergerla in dot> lilri d'ac99•1,300 Acqua qua fred<la, aggiungervi un po' di sale, quindi scaldare Materia organica solubile nell'alcool debole 9,HO lentamente fino all'ebullizione, schiumare accuratamente, 3,~'23 Materia organica insolubile nell'alcool debole poi aggi ungervi alcuno cipolline al.ihroslolite:c per ultimo 8,610 Sali solubili nell'acqua continuare la bollitura lrnta fino alla diroiooz,ione di un Sali insolubili nell'acqua (fosfato di calce, di 0,4.67 magnesia e ossido di ferro) quinto. QaesLo metotlo, comP. beo si vede, è analogo a quello della Compagnia Olandese. Tullavia ncm lo credia,IO•t 2,000 T obale mo applicabile alla cucina dei soldati; I quali se anche abbisognano per il loro rancio ili un buon brodn, non posUN LITRO DI BRODO DI BUE sono però rinunziare a pop.ione alcuna di carne da dideHiOspetlale di Val-de-gràce e del peso di gr. 4OH, struggersi per fabb ricarl o. ha dato: Sono adu11<(1Je pl' r r.otal guisa chi arite le cagioni dr!le diff'erènze varit\hili o h11 i11 pratica 'llÌ presenfàno rèlà{ivaGrammi CO)IPONllNTJ mente alla <rualità e alla quantità del brodo che-può ricavarsi dalla carne di boe, massime dipendentemente dal9f).1 ,000 Acqua l'uno o dall'11iLro metodo di sua prepaì'a~ione. ]hf<:i,s,pi ega s;s~o ·Materia organica solubile nell'alwol debole , 1 ,5'15 Materia organica insolubile nell'alcool debole an che• il dis.acco rdo che regna f.ra gli autori: circa il ren~,,, 55 Sali solubili nell'acqua clère più o meno in brodo dì una data massa di carne Sali insolubili noll'acqua (l'osfalo di calce, di ho~~ina. Ch è. taluni opinano <:sscre, per massima, la qttan0,51 O magnesia, e ossido di ferro} lità del brodo ollenulo minore della quantità d'a:_cqua impiegala; meolro allri dicono, che se noo supe ra questa, Totale . 104-1,000 certamente oon le è inferiore. perchè se anche una porzrone dell'acqua, bollendo, svapora, la parla svaporata UN ClllLOGR. DI CARNE DI BUE viene però compensala da quella che è nella carne. falla bollire d,L G. Liebig in qnallro liLri d'acqua, In ogni modo è un fallo cbe dalla decozione acquosa ba dato: della carne dì bue noi olleniamo due diversi aJim-enli mollo proprii ai bisogni del soldato, uoo tiqoido ed è il Grammi Co~-PONEliTJ brodo, e l'altro solido ed il il bollilo di carne. Si varii pure 750,00 Acqua il metodo di proparazioue 6ochè si vuole, epli è certo che ~H,Q O Materia fib rosa per· olle nere mollo aromatico, gustoso, nuLrienh~l'uno do4.0,50 Albumina sciolla vremo rend ere mei\o aromatico, menò gustoso, o .r ercl ere 20,00 Grasso ben anco nlfaUo l'altro; lalc sarebb~ jl paso di n.i;i bro.do Gelatina ?,0_0 che i fràocosi ohi amano c.oris,rnHnè,,dove cioò si sagri fica ,t 9)50 A:Jburoi 11a coag11lala il bolli>lo per (t VC?r.C più sos Lani ioso il bro.do. O non si cura mollo (f11esl'ullimo e _si guarda prirH·ipalmeote,· al bòlliro, • 1000,00 Totale '~ l
l
la
!.
r e ìri Lé\l. ca~o aJ maggior gusl()',.di questo si sagri.fipa
qu~llo. t1gradi (gtacch& fra la temperatura- de.ll'fale.rno e, quella della, superficie eslèriore dell·a ma~s.a carqea yi h 1l qilft!olere ~_he aineod·~e si~no d"i sqùisilo arom~, sp·stlinziosi _renz-a della !l)elà in pi~ che s_i nota in quest'·ultima), qiae appetilosi, deve,s.i ,impiegarll molta carn·e·. .Nfls.suoo 4l cei:11no poco a poeo e disgr.ègano lentaroerile il lesslilo fi.questi ·casi si còhfa-.all'ordioaria alime.nlazio.ne,cie-1 soldàlo,, hroso,Ù qu.;i.le s'im~eve e. si in1,uppa dei sucçhi sLessi, il qùale abbisogna di ulilizza~e .e brodo, e JlOJ\ilo (1 ). l\ia,.anche· non ust:endo ~ai ligiiti della razion~ pr~- rammollei;i<losi int_anto e rendend.osj alibi le e .gustosò,, Or bene ci sembra1 ,cùe per variare-la qu<.lli<tà delFa:li~· scritta, ri,on si potrebbe ài nost.ri solaqbi ammanire qualche ment.o carneo, di quando jiJ' quando si potesse. nella pfe-: volta l'alimenlo carn.eo di.vers~_m'erile dalla forma ,alessata.? parazione.del rancio giornaliero accorclàio ai ()ostri soldati Non .si poJrebhe <lar )oro di qual)do-in .quand·o l_a stessa 'O J'uno o l'altro dei dae. nioèii dì collura dèlla ad'ottare close di c.orne altrimenti pr.epàrata? Anche volendo fare il .carne ui bue, anche alla condizio1rn di dover fare il brodo brodo perla ZUl}P/l·, oo_n,Si pnlrebbe far cuocere o al'bur:ro, per la zuppa éO.n una porzione ,de.lla ·carne assegnata ;Ila o a vapore, ò a rr,'oslire, la massima ~ar.le della carne ·acraz.ione. Chè q'uando il brodo; fosse pr.eparàlo col metodo corhP1 eel ranci9 giornalierif'l della C.Qmpagpia Qland~se, oppQre nella proporzione .Ecc.o. fanti dubbi che. ci si .elevano ,in mente di fronte noi sperimentata di grammi !QO"di, catn.è ·senz'osso, e di allà. ~01wtonia ~el vill_o.cotidiano che si acco,da a.i nostri altri 400 gr. tra-o~sa e adipejuJroer~i in ,5Jjlri d' ac.qua sord~ti; monotonia che his9gna, pur.: roropere, se si vuote· fre~dà riscaldando Ìentaroenle firio all'ebu'llizioné-, poi ageh~ r alimenla-z1one loro sia comptera e safo'lifera, giacchè' giùgendo i legµmi verdi come n.el hro<lo della Compala varietà drl cibo· e elemento necessarjo quanto que\Lò gnia Olan·dese, polrebbesi ottenere un bro ù·o'·sostanzioso ·della bu,ona qup.lilà per. ottener~ s1:1lule e vig6re nelI nutri~ivo e molto acconcio p.e'r Id zrrppa, lasciando la l'.,uomo. E"li è cecto che· la carne rlel'hué fatia. cuoéere senza i· ma_ss1µia parte d~lla carne, per esiere condila.~ltriµietjli. ' 0 . . l'ìnter,ve,nl,o dell_'aequa, e qon uo~Hempera:tura portata ,a: ! SUpponendo ' che , ogni soldato av~sse 200 grammi di carne.con osso di razione giornaliera Sal'~bhero d'u~--i;a.. fJOò·cè.nlì gradi, rie.sce mollo ,pjù sapida al palalq, più nuzioni ·.per ogili cinque litr.i di brodo1 •èhe ,potrabhero im-, rri(}n l?. Chiusa la·!lle.desima·en lco recipiente di terra ,veroJ·cìa la coo .pòco sale, burro; e qualche .droga; ~ppure j }l(~garsi a lale ogg~lto; altre tre ,razion.i si po ~rel:ibero espçsta ,11.fuoqo immedialamentèi infilzata nello spiedo,. J. . ammanire diversaménte, nel supp·oslo che o_gnuno aoome. nell'arroslo•i'ngìese, si può a.vere.la car.ne o·condita,. vesse un litro di l:irodo a lesta. Così cinque razioni oppure_arrost,ta-1 che riuscirà· e nell'un caso. e nell'altro di carne. polrebber.o dare cinque litrj di bro,do, adoperandone però,due solc:.coH'aggiunla di. alcune os~a,,o aassai.gu~tosa e n,utriert~e. Quest~ sqa maggiodor.za sapida e nuLdtiv.a è 'dovuta a ciò, ehe i.n an1eridue i éasi•es5fH1do v:anzi di m'acelleria; é le altre tre sc.omparlirsi .fra i 6in/ . que soldati o in forma di arrosto, o di sluffato, r,_ome più la carne <1s.soggellata 1,\d una lemperat.ura di. ·I 00° a HO.Q c,e1Higr,., ne· deriva che l'a:lb,umina e la emalosina esistenti si volesse, Nè noi ammettiamo possibile in via. ordinaria costantemente questa varietà di alimentp carneo da ~malla superfici~ della m~ssa· carnosa si coagolano rapid-amf)n\rsi .al soidalo; ma la riteniamo però fallibile di m~nle; e il tessuto fibro.so, r,estrlogen.do,sì e_steriormen-te quando in quand()', 01a-,ssim,e ,q.ua\qra:il so\<lalo CQCi oiere alla medesi_ma.,forma '!Ila g.uisa: d.i crosta che inv-o)ge la sappia utilizzare Lutti i· rimasugli· ossei, spartire bene·· j. m1;1ssa stessa, e impedisce eo.si lo ·sv~pora.mento dei sùcpeizi, e regolare la decozione in gùisa da ol,Lenerne c~i conleout.i nel su.o inl~rno, do.ve· rirnanGnùo., per,chè brodo. ecoellenle an<;he. senza consumo, o adopetam·enlo solt9posti solamente -ad una temperatura ùi'J.$.8° .o 6:5° cendi grande quanli[à di carne.
per
(1.) Il booo trr.oclo, fallo cioè.coll'uno, e coll;altro dei metodi iodicàll, c~nÌìene, ghrsfa !e bel.le sperÌenze di Liebig,· cleÙ'alhumimr.co.lt; ·, clella gelatÌua, e della creatina; ,più nna piècolissima qu?,olità rl',1citlo,: d.elle niaterie• es}ra-tlive e aromatiche, alle quali poi bisognrq 1gf1iuu11ero alcuni fosfati alo;iliui solubili, dei lattati, degli iuosati, del fosfato di magnesia,, e alcune traccie. di fosfato calcico. (V. Liebi.g-Sui; les principes de's liquidès de la ç'haiÌ' anlr,Ìala oe.~li Annales dè.Ch'i fnie. et·dePlwsiqtte; aniio.' ! 8.48,
toro.
x;xi11)
·
Ò'al\r~·pa( le il bollito·si compone di:.uoa miscela di fib.rioa, di albumip~.ç2ag_u laJ.a, di. tc~sulo cellnlay~ gelatioiz,zato, di elai.• as,, fii sloarih~, e di maleria gfass.a <lei ll<mvi; _ma è desso poi c!Ìe prioci palme1Ìtoc·ontier1e i ;ioe·fosfali di ~alce e d i magnesia; del' rcsto il sapore 'suo più g ustoso clip~ndc dal più o meno •li' brociò che.lo Ùmctta, O èhe'si lro.va clii'uso· Mlle' maglie del!'a massa carnosa; e tanto me.no ~irstoso e nalt,ielitò riescé; quànto più fu luJ1ga e io grande tju ~11ti\à: d'acqu.a la,sua dec<>ztòoe.
ARTICOLO
i0
Della aigestibilitJ e palore .. . nut1;itivo degli alimenti . ,, che mf'gtio co11ve11gono al soldato: La raz'ione viveri che, abbisogna giorna:lme))le al soldalq non basla che. sia creduta sufficiente in peso, o mi:sura,. e che .si oompo.nga di s.ostanze vegetali e aniofali di huoòà· q_ua:lità. Perciiè la ·sua alime11taiione Tfosca a b_uon pro è- necessario che le malerie. oncl'e si compo~e sieno 'cli facile dig.esLione, e abbiano utr valore nytr(tf':o c9rrispondenle all'uomo. li quale valoqi ntilrilivO; desunto dal più .o dal me.no di sostanzeazolaie e di materi~ grasse Che, t 11!rji .alimerlli COJ)leogo110, _si trova essere costante-
-311 menle io ragione diretta della qualità, deUa quaofità e· della preparazione degli alimenti stessi; giaccnè questi sono i tre principali fallori d'ogni migliore e più actoncia alimentazione dell'uomo. Se uon che vi ba un· altro elemento irnporlaolissimo da calcolare, od è il tempo, maggiore o minore, che impiegano le forze digestive del)<! stomaco a lrasforma.rè le nraterie alim entari; ciò.chè si chiama dai moderni -appunto digeslrbililà. 1mperocchè è certo che lulli quelli alimenti i quali, per la loro parlicohrre natura o cosl;Luzione, o lessilura, oou sono trasformali dalle forze digestive del ventricolo e vi passano immulali, non cootribniscono punto alla nutrizione; al pari di quelli allri che appena appena vi si arrestano e trascorrono nel tubo inleslinale. E qui ogn.uoo vede facilmente la importanza che può avere nella ali"mentaziono dei soldati la conoscenza del tempo chegli alimenti ing~rili durano nello stomaco per esservì chimifìcati; essendoehè si può così avere una norma. on<le regolare le ore del rancio e del riposo. li DeaumonL ba fallo receolemenlc a questo proposito e osservazioni e sperieoie, alle qua.li ci appoggiamo principalmente; come d'altra parle sparsero molla luce quanto al valore nutritivo dei singoli alimenti i classici lavori dei Dumas! dei Boussingau\L, dei Liebig, dei Chevallier, de.i Pay.en·e·d·i tan'ti al°lri, di cui la scienza odierna va giustamente superba. Però nella scelta di tanti risulta11 e sperimenti analitici noi ci limilererno a quelli che hanno principàlmenLe per iscopo di chiarire ii tema .della alimentazione del saldalo. E in tale proposilo diamo i due segùenli prospelli dimoslralivi, uno dei quali è dirello a mostrare il rispe ttivo valore dei si ngoli alimenti più proprii al soldato, e l'altro la loro più o meno facile digestibilità.
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Carne di bues~nz\sso t 8,50 10,M 78,00
3,00 4 l,00
30,-iO
0,38 47,02
5102 16,00
7,00
4,59 35100
1,20 30,00
l\Ierlozzo salalo Paoe da munizione
l'ane bianco di farina di grano duro per la ·13,00 zuppa .
·1,70 37,00~ 2,20 31,00
Pape bianco con farin adigrano tene.ro10,05
~
,7o H,00 -t,84' 39,00
j,25 i ts,Oò
-1,15 4-t ,oo
Farina ùi melica
9,::;o
8,80 1S,OO
1,70
Semolino d'avena . -10,75
6,iO i 3,ov
4,95 44,00
l?arioa di riso
6,tO
0,80 13,00
,t ,08 -43,00
Pol'Jli di terra
i ,60
O,H 'H,00
O;~! 4o.o·o
Pato.le
1,40
0,25 80,00
0,48
Fave .
26,50
2,1 O 45,0 0
4-,50 40,00
F11giuoli
22,tO
2,20 42,00
3,88 t ·l,00
Piselli
20,50
2;10
0,00
3,50 4,4 ,00
Lenticchie
2·1,75
2,65 12,00
3,75 40,00
4,30
3,'10 86,50
0,6:6
Formaggio
CHI! MEGLIO CONVRJ'.\GONO AL SOLDATO. e;.
9,71>
Lalle rii vacca
SPECCHIO DIMOSTRATLVO ' . DELLA FORZA. NU'J'R.lTIVA DEI VARII AllMENTI
so
Farina di segale
l
~
3o;iso 2tOO ~,0,00
u,oo.
8,00
8,00
o,o'O 31,00
Una semplice occhiata -che si geLli su questo specchio basta per farci subito vedere quali fra gl i alimenli che meglio convengo_no al saldalo sieno quelli che somroioislrano sollo lo stesso volume più materiali pi astici o ripara lori dell'organismo, e quali meno. Il che mostra ad un Lempo quanto ìmprovvido consiglio fosse quello di escludere dalla raz.ioM viveri alcuni dei qui indicati e più comuni alimenli, i quali soUo il rapporto del loro valor.e nutriti.vo superano di molto quelli che.finqui vennero considerali fra· i più nutrienti. li valore nutri Livo degli alimonli essendo rappresentato dal più o dal meno ahboodare in essi le malerie-azolate e le grasse, è facile il rilevare da queslo quadro non solamente quali sieno quegli alimeoli che si distinguono più degli altri comparaLivamenlc o per le une, o pede altre materie, ma quelli ben anco cbe riuniscono in sè l'una e l'altra prerogativa . Solto il rappodo delle materie azotatesi distinguono più ancora dei 'cereali che ci <l,anno il pane colidìano, i legumi che ne sono rìccam.ente fornili. Se non che questi ulLimi sono anche notevoli per una dist!reta dose di materie grasse, che li avvicina per consegu enza agli alimenti completi. Imperocchè queste-materie che cosliluiscono quella serie di alimenti, che i moderni chiamano respiratorii, spiegano una grande influenza nella noslra nutrizione, e su lulla l'economia animale. Quantunque, chimicamente parl ando, risultino esse pure composte di carbonio, ai idrogeno e di ossigeno, come le !'c•cole, le gomme, lo zuccaro. le b<l\'ande alc_o,-0liche, pure somministrano assai più di questo aliroealo al calore che manlìeue la combusLione vitale. O!Lrecchè le sostanze grasse propriameole delle contengono più di quesL'ult.ime del carbonio in abbondanza, vi ba poi l'idrogeno altro loro componente,, il quale, trovandosi in esse in ana pro~ porzione, rispetto alì'ossigeno, mollo maggiore di quella, in cui si trova ne.ll'acqua, somministra a peso uguale lre volte e· meizo più di calore che non il carbonio, ~i guisa che vi vogliono 4·I O parti di questo combustibile puro per
-31 8 -
equivalere il calore che possono dare 100 parli di materie grasse. Ond' è che non v'ha oggi nè medico, oè _fisiologo, nè igienista, il quale non sia pienamente couvinto della grand.e importanza che queste materie hanno nella nostra alimentazione. . Se non che pensano alcuni che gli effell'i uliti e salo~ tari di ques.te materie slesse sieoo resi ancora più evi denti e dimostrali da ciò, che una parlo delle sostanze .feculen te, zuccherine, gommose verrebbe ~el lrav.aglio della digestione slçrmacale converlìta in materio grasse; ciò almeno autorizian'o a ritenere i recenli lavori del Durnas, del M1lne-Edwards, del Riche, di Lacaze e di
Payen. Nel quadro qui riferito veggonsi varie fra le comuni ~oslanze a:limentari, e delle più usilate anche fra le !ruppe che s; distinguono pri ncipalmente,.o per grande ricchezza o per somma povcrlt1 di materie grasse che entrano nella loro composiiion e. Lasciando a parle la carne di bne, e considerando soltanto gli alimenti lralli dal regno vegetabile, noi vi troviamo il riso, p. e., il quale alla grande sua insuffi.ci_enza nelle materie azotale accoppia la somma penuria ,rnlle rnatf)rie grai,se ; cl.o,ppia ragione perchè si tolga dal ,rovero de'i tnigllori alimenti <.li cui usurpa il credilo da tanto tempo nella volgare opinione. All'incontro noi c'incontriamo nella melica, alimento cosi comune, cosi prezioso~ mas~ime poi povero, e cosi conveniente anche al soldato, che contiene uria ricca quantità di materie grasse, cl1e tanto contrihuis·cono alla buona, se. non )a pi'i1 completa, fl'Utrizione. Parimente l'aven~. il cui semolino, o fior di farina conliene qualLro volle più cbo non la farina del frumento, di materie grMse ; li che spiega il rapido irnpingu,,re dei fanciulli in Scozia e io Inghilterra, dové si usa ap~restar loro giornalmente una ali menta·lione feculenla, la cui precipua base è ap.~unto nella farina di questo cereale.. Cogli alimenli riferi~j nel quacli:o qui unilo puossi costituire una ra~ione. ordinaria per soldato, la qaale sod-
disfi pienamenle !11 duplice scopo che abbiamo or s(lpra indicalo'; sufficiènlememonle ricca cioè di sostanze proteichr, o azotale che servo.no alla riparazion e cl egli organi e dei tessuti e cli materie grasse fodispensabili a sommioistraru iJ necessari o calore alla fiamma vilale. Finora per altro le razioni mililari, anche fra le poleuze principali di Europ~. non presentano ijeJla loro composizione questa savia.me.$eo1anza <lolle. une alle aHre materie alimentari, alla quale .alludiamo ; il che ~ e·glio si vedrà procedendo. Ciò vool dire adunque che l'alimentazione del soldato,
QUAN'fITÀDl TEMPO CHE RICHIEDE LO STOà[ACO JJCr digerire i qui sotto 1iotati alim1mti. ÀLIMENTI !'lllll'ARATI
Ore
.Minestra di riso in brodo semplice Orzo e Farro colti nella semplice acqua Fave cotte ne.Ila semplice acqua salata Pomi di tèrra colli nell'acqua Minestra. di fav.e semplicJ) Carne di ~bue arrosliln • Carne di bue alessala, ossia bollilo ordinario di bue Carne di.bue magro e secco, arros.lila P.11oe di (rumento fresco Btirro fus o (per condimento) Formaggio vec.chio l\lineslra, o zoppa di pane e legumi Bollilo cli bue salalo Ilrodo d'ossa Cavoli coUi nell'acqua Grasso di bue bollilo . Tendini bollili
~
~linuli ))
2 2
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~
30
3 3 3 3 3 3 3 A.
4 4 4 5 I'
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30 30 30 3Ò 30 ))
rn 45
30 30 30
Quantunque non lulli gli igienisli si sicno messi ancora d'accordo fra loro sul valore che si dee accordare alla parola digestibililli, di cui si fa lauto uso attualmente nel. discutere q~este materie I pure po·ssiamo riten,er~. che questa prnprie.Là delle !ìOslan~e alimentari vuol essere misurala <.lai' soggiorno più o meno lungo che le• medesime I fann o nello stomaco. indipendentemente dal loro- valore nulrilivo e dal processo cli chimificazione che debbono subire. Stando alle osservazioni le più generali. e concordi, noi sappiamo che la carne di bue ò più presto digeribile quando ò arrostila, eh~ quando ~ o frina, o solo alessata. Le ossa, le membrane delle arterie, le cartilagini allraversano lo stomaco senza dare elemenLi di composizio_ne al chilo; i Lendini bollili Yi soµ~iorna no lungamente ma senza soro minislrare materiali nulrilivi, quindi sc11za ben.e spesso scom porsi; ·p·iù· ancora vi rimangono immota ti gli olii e i grassi ; ·è neglt ioleslini che si emulsionano . .Fra gli ali men li l'eculacei che sono i più presto digeribili, il riso e i pomi di terra e poi il pane, figurano fra i più facili; cosi i legumi freschi e i frolli diversi. Quanto al pane pc1ò esso è più presto digeribile quando è già di qualche giorno, che non quando è fresco, o appena cavalo dnl forno. CAPO V.
considerala in generale sollo a questo puoLo d] vista vuol essere riformala, miglìorata a norma dei principii, e co-
Dei co11dime-nti 1iecessarii qlla buona alinie)lta:sion~ del soldato.
gnizioni. atluali ,dell°a scienza; ciò che appunto cercher~mo
Pochi sono gli alimenti soprattutto di proveni.enza animale, che non richieggano qualche preparazione·per p.oter
di fare.
I 1
f
~
essere mangia~i; e non v' ha quasi alcuna pr'eparazioµe
I
alimentare, nella quale poco o mollo non intervenga qualche condimento. Che se pure avvenga lalvnlla il
caso di dover mangiare alimenli non cond iti, ove questo si conli,nui per qua\ch~ tempo, sarà seinpr~ a detrimento più o meno dell,a.,?alule; che si userà di· sììT\llJa alimentazione. La riparaiione organica noslra 1, on può effettuarsi i 11tierc1menle se non .-i concorrano in proporzione e qualità conveniente gli ali menli solidi, gli aliruenli liquidi o bevande, e i condimenti. I primi somministrano i maleriali plaslici o riparatori; i secon~!, se anche riparano io Rarte. sono però princip;1lm,e nln deslìuali a diluire gli umurl e mantenere nella debita proporzione le parli liquide co.i
349 -
dere più sapido e più nulrili\'O il brodo, io quanto che gli cedono in parLe le materie loro a1.olate, come fanno i legumi e le non azotat.e. 1\la in tal caso essi entrano nel novero dei componeoli del brodo, e aggiungono più o meno al suo valor oulriLivo; perciò su questi non ci estenderemo d'avvaol.aggio. In quella vece r,i O'Cùuperçmò piulloslo degli altri già' ricordali, come fra i più comuni c necessarii ad una buona alimentazione. (Continua).
PARTE SECONDA
solidi conlenuli nel sangue; e i·condìmenti finalmente servono ad atlivare e sollecitare maggiormenle l'elemento dinamico della chimificazione, stimolando e le ghiandole salivali, e la mucosa gastrica per modo da rendere più
ath ista dei Giornali Scientifici
abbondante la secrezione deçli umori chimificalori . Egli è perciò che l'alimenlaiione del soldato riesci-
.OTTALMIA BELLICA
1
rebbe incoroplela, insufficiente quando fosse senza con -
.... .
dimenti. Vero è perù che esso, come già nP.gE alimenti
dee scegliere e.ntro limitatissimo cerchio, .e. appigliarsi solamente ai più comunì. Ciò però non esclude uè la loro importanza, nè laloro necessità. Del resto a·nche i condirocn~i sono una guisa di ali monti; almeno ~li oleosi e i grassi, per cui non solo spiegano azione di stimolo sulla mucosa gastrica, ma somministrano ben anco materie nulrienli. Il condimento più n~cessario, e del quale non può for sonia nè il rjccc), nè il povero por la giornaliera alimen tazione, è il sale comune ,o sai mi).[lino (cloruro di sodio}, dello perciò regolarmente sale ùi cu~ina, e dì cui parliamo più sollo. Fra i condimenli acidi no11 vi ha che l'aceto comune. del quale possa far uso i I so Id alo rrei limiti del suo rancio giornaliero. l\la fra i condimenti grassi vi }tanno il lardo, il burro e l'olio d'oliva, come fra-glt acri si conlé\OO i~ pepe, l'alio, la cipolla, il pQperone e qtlaiéhe
.
altro. Non faremo verbo nè dello zuccaro, nè della cann ella, garofani, noee moscata, ecc., e di tulle quelle allre droghe esotiche, di cui fa tanto spreco la cucina dei ricchi, come quelle che sono affatto eslranee al rancio del soldato, non essendo che in qualche raro caso che possa farne uso.
Si annoverano pure fra i condi monti, quantunque spettino piullosto alla classe degli alimenti, alcuni erbaggi, come il prezzemolo,' il rosmarino, le rnpe., le carole; ecc. Di questi si usa principalmente. per aromalizzare e ren-
ACADÉMIE ROTALE :OE MÉDECÌNE DE BELGIQUE
(Contint1azio11e e (1.11c I". N. 39 e antecedent·i.)
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L' cxpression d' ophlhalmies quel/es q1t ellcs soient 0$1. plus arge, plus prudente, plus avanlageuse aux malheureux; elle él.cnd les faveurs du gouvcrnemenL 1Jon p,,as s~ul~menl aux viclimes de ce qu'on a appelé l'ophlhalmie mili laire, mais à toutes les lésions oculuires provenanLd' ophlhalmies contraclées au service. En présence d.es -opioions hypolhétiques de sei; co nlradicLeurs, sur la cause de la réoidive de l'opblhaltnio rliLe mililaire, opinions dilférenles pour chacun d'eux, pour M. Didol, une allératiou de tissus, pour M. Hairion , un kysle sp<\cia l, pour d'aulrcs, un germe invisihilé, il soulienl Ics conclusions ·du rapport qui ,\Llrihue ht récidì\'e à une suscèp libilil.é qui persiste plus qu m9ins grande après une première alteiote. C'est· aux.bornmes de l'art que rcvienl la décision de l'exisLence dc la connexilé des deux affeclio11s contraclées à deux époques <lifférenles -ìll.V/emil!ckx propose, afin d'apaiser tous les scrupuIos, de placer dans la première co nclusìon, au liçu de giuJrison r1Ulfoalc les mols de gwJrison censée riulicafo. - hf.liairion propose· à l'Aeadéroit\ de rés.er:v:er erilè-
r emenl la queslion scientifique eL de ne s'occuper què de
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)a répoose à faire au gouveroement au poinl de vue de la quasLion adminislralive. RelalivemenL à la queslion scienlifique, il de'made qu' uoe commission soil chargée des fairè de recherches sur la nature des grauulations, recherches basées sur l'observaliC\n clinique e~ sur des éludes anatomo-palbologiques, Quanl à, la queslìon adminislr-alive, il accepte la proposilion de la commissioo, lelle quo vienL de la modifier M. Vlerninckx, el en rempla~anl les mols: « les ophtl1almies quel/es q"'elles sofont » par ceux de:« t' o,phtl1almie dite militai,·e. » La discussoin est close. L'amendemenl de 1\1. Fallol (1) est mis aux voix ect rejelé par~ •I voìx:c conlre 6 el 2 abstenLions. La proposition de: la Commission, modifiée par l\1M. Vlemind<X el·Hairion, esl arnsi conçue: c1 10 Chez I.es militaires comme dans le civil, l'ophthalmie dile mililaire peul laisser, après guérison censée radicalr, une s usceplibililé qui prédispose les yeux, peoaaot un temps qui ne peul èlre limilé, à subir plus facilemenl l'inOuooce, à ùes òegrés divers, de oouvelles causes d'irrilotion . ,i Celte proposilion est adoplée par 13 voix conlre 7 et ~ abslenlions La seconde proposilion conçue comme suit est adoplée par assis eL levé: « 2° Les médecins seols sonl coropélcnls pour juger de la conne,cilé qu'il peul y avoir eolre deux alleinles d'ophlhal mies, en d'aulres lermes, si la susceplibililé, laissée ap rès une première aLtei nle, a pu exercer quelque ioOucmce sur l'apparilion de la seconde. ,i L'ensemble des disposilioos a été a.dopté à l'unanimilé des ,, 9 membres qui onl pris parl au vole. Se sont abslenus MM. Fallot, Marlens el Seulin. L'Académie vole ensuile la prise en considératio11 de la motion de l\'l.'Hai rion relative au renvoi ~ uri.e Cmmission chargée de faire des recherches sur la nature des granulalions (2). Sur la proposilioo de M. Didol, la reprise de la discussion des proposilions de hl. Vleminckx sur l'ophlhalmie dite militaire, est ajournée, jusqu'à ce que la Commission qui vi enl d'Mre iostituée ait lermioé ::;on travail.
chf gU si trovava presso nel giardino. Il succo della foglia prese Loslo una linla violeUa, il dolore scomparve immedialamcnle. [L'indomani non reslavan ' più tracce della scollatura, ma la tinta violella sulla pelle si· mantenn e per dieci giorni. Ollenne un egual pronlo risultato Lemairc, professorè di bolanira II Gand, su 'l braccio scollalo di una.sua cuciniera: e Aui llet, dirett. delle se'rre <lei Museo, ricorse del pari alle foglie d'aloe pèr soccorrere un operaio che aveva piagalo il dorso da un getto di vapore, e ne ebbe del pari fo licissin10 risullato. L'efficacia di qu.esta pianta grassa, co~ì comune uei nostri giardini, e che può crescere aoche in vasi negli appartamenti, potrebbe facilmente venire confermala, e allora non sar..,bhe difficile sludiarne la pari.e aLLiva, e formare qualche utile farmaco. (,hmali di Chimica).. Su l'apoplessia della m.idolla spinale. Da un lavoro sopra questo argomento del <loll. F. Duriau ricaviamo le seguenti conclusioni: ~ 0 La emorragia può, essere precedul.a da rammollimenlo di qu.est'9rgaoo; 2~ i dolori che segnano la comparsa della paralisi sono l'indizio di questo rammollimenlo; 3° il pronostico è sempre grave, l'andamento della malall1a rapido; ,i.0 le paraplegie essenziali, oo leropo sì numerose, non forma-no oggidì che una eccei-ione destinala a sempre più dileguarsi ; 5° le emorragie della midolla e così quelle del cervello sono susceLlibili di guarigione; 6° possono goarire del pai'i 1e paralisi che ne dipendono; 7° l'esame cl ella cohlrallililà olellro-muscolare non deve essere lrascuralo nello studio df\Jle paraplegie; 8° in seguilo all'apoplessia della midolla, i muscoli perdono rapiclamenle la loro contrattflità eleLlrica nelle parli paralizzale i 9° fra le cause, la protraua posizione verticale sembra esercii.are un'influenza polente su la produzione delle malallie del midollo spinale. ( Union méd., 1 mars, 1859}.
llULLETTINO 1JFFIZIA.LÉ
Cori Regio Decreto <.lei 26 settembre 1859 furono accettate le demissioni volontarie dei Medici aggiunti pel tempo della Guerra i signori dottori 1tinne1·1dti Silvano, Putgioni Antonio Maria, e del Medico aggiu nto effettivo Dc1n·az Carlo, con facollà a quesl'altimo di vestire la divisa del proprio grado. Con Decreto Reale in data del ·1° volgente ottobre il medico Division.ale di seconda classe signor dottore Raimondo Hall, fu co\locato in aspettativa ·per sospensione dall'impiego, con l'annua paga di lire . 1200 a far lem po dal giorno 2 dello stesso mese. Dell'uso delle foglie ,l'aloe nelle brucia~ Coo Regio Decreto in data del 2 volgente ottobre Ona.•e. - Un ortico\lore fra ncese, Simoo, essendosi scolfu accettala la volontaria clemissioo.e clei Medici aglalo un piede con acqua bollenle, e pe 'I. dolore non pogiuoti pel tempo (lella Guerra i signori dottori tendo oè muoversi oè cercar soccorso, pensò ad invol1'Iassa Giacomo e Fasce Gerolamo, con facoltà iere il piede in una fo glia d'aloe, spaccala nel mezzo, ·i al primo di vestire la divisa del proprio grado.
-------- -·-------(1) Voit' rH>trc dcrnier cahiel', page 462. (2) Celle commission est co.mposée de nouveau de i\11\J,
Goll".tée, llairion et Vlemin~kx.
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li Direllorn· Doll. Cav. A ClEU, A Medico Div. Il Vice l)irettore rès-po ns. Doll. l\l~N'l"Er.t1 ared. di Regg. 'f ip .S111>a lpi oa di J?1uNcllsco Zo1•v1s- //ia Alfìeri N.24.
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Gl:OUNALE DI IIEDIGINA 111111,AUE .
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DEL CORPO SANITARIO DELL'AR,ltlA'fA $ARDA
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j- L'assodazfone n on ~i ri ceve cbo pi- r un anno e comi ucia col l" di ge1m. Si pnliLli••;; fl "l Lone,!ì Il i ci;J:s_d11)11una setfimllna: I JI prPzzo ù'associaziooe io T orino è di L. IO. lo Pro~·incia ed aff'Eslero;lf:ra ~i:Q !li ro~la L. t 1. Si p~stitf:Cr semeslri a uticip:ili.
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so~uunro. -
di Cuncorso al l'teinlo J\UlEUl por il 1680 - , ~ Doli. cav. Con-rrisE : .Consirlerazioni Pralic;be su ilo Ferite ti'armu da foooo. - 3° Pn,f. F11Esca1: Doll'a· liruoulazione del sQldato. RispMl!i al Pro~ramma di r.~~ · ' cor-110 al Premio Rrn"En.1. ~ 40 I\P.~;rniono o -n. 1\')~~p •sull' i!ldenpilà r>• r allqggio é per m obili. (> i i ; 1" Progmmina
PARTE Pll[HA. r(:r: .
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'I .. -~ , 11 :1 I 1; r' +,., « ·1° Casi che richiedono' l'amputazione .ne}Ja'.con; » Jinuil,\ o contiguità, o cho1 }J!Ilporoggiaird~.,, .a-..
f, ,~.ciano la speranza di._PGJor consre,r,r~r~ìil m~~b ro é ,.. , «, 2° Fra i .~~ s~ierni Ol}Posfi1'11l'µnputa;iiqpf » immediata o consecutiva, qual è da prefefìrsi ' d~l , medico militare ? ' ' <l 8° Osservazioni cl1n'iche e prove statistiche che ') , nlil.ano in·favore della cliirurgia operativa o della -> tllirorgia· éoosetva~iva ». : . J.
PRO·GRAM1IA: lJI CONCORSO 1° I.e memori o prerriiate saranno dlle, · ess-endo òesv~ate ¾J?O p~~~Ia migliore, e~· 800 ~er quel!~ 1
i1e1· fatino 1860.;:
che S'l s,ar:a fi11(), a~vi~JPata ,1lla solu21t0ne dei -prioposh ~'Siti;
'
2° Nel caso che una sola memoria sup-erasstnii- - lunga mano. le altre, l'autore di questa conseguirà
CÒN81GLlO SUPEIUOilE MJUTAU.E SANfi\\R[O 'foriuo 12 oltoure 1859.
Il commerid'atoro Ribcri, presidente del Consiglio
superiore militare di sanità, volendo elargire un nuovo promio di L. 1000 per i medici militari, ba delegai.a la Etessa Commissione già istiti1ita per 1l concorso sn l' alimentaiione del soldato, presieduta dal signor ispettore barone JllassmYt, e composta dai signori 1spettori cavaliere .11'Jasl'io,commendatore Canl1i,~ cavaliere Comissctti (')',. e medico divisionale cavaliere A t·ella., affinchè scegliesse il tema. La medesima in vista,..dell'intcrcsse che le ferite da armi da faoco presentano, e che i medici militari banno potuto i'n ogni loro porte studfare nell'ora guerreggiata guerra dell'indipendenza italiana, propone come un importante argomento d'attualità la soluzione clel seguente quesito: .(~) L' Ispettore sigoor cav. Cotnisselti, per ragione della carica che tullora o eco pa, di Medico in Capo presso l'esercito fo Lombardia , non polè prendere parie alla proposta dell'anzidetto tema.
l'intioro premio io L. 1000;
3° Nessona memoria, ;uttochè meritevole di lo<le, potrà conseguire il premio se l'autore non avrà adempi11to a· tuUe le condizioni del programma; 4° Le memorie però che u·on conseguiranno il premio, otterranno, ove ne siano giudicate meritevoli, un'onore.vole men1.ione; 5° Lo dissertazioni dovranno essere inedite· e seritte in lingua italiana, francese o latjna, ed in caratteri chlarameute leggibili: Jo stile sarà piano, facile e conci$O, q1,1ale appunto si acldice a coso scientificopratiche. · 6° Sono solamente ammessi al concorso i medici militari del nostro esercito e marina, in attività cli servizio, in aspettativa od in ritiro; ne sono però .ec:cetuati i membri del Consiglio e quelli delìa Com. . m1ss1one; 7° Ciaschcdun concorrente contrassegnerà la sua memoria con un'epigrafe che ve~'rà ripetuta sopra una scheda suggellata contenente il nome, il prenome ed Hluogo di residenza dell'autore; 8° È assolutamente Vi1,lata qùalun11uc espressione cbe possa far conoscere l'au tore, il quale fatto, ove
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o·ccupazioni disciplinari, e dalle inèombenze di orsuccedesse, toglierebbe al n1edesimo il dÌritt0 al ganizzamento degli.spedali, come essi io .furono dalconseguimento del premio; 0 l'inopjnata solleéilud·ine ·ctei movimenti d·ell'eser.cito, 9. No.p ·si ~f:ìril:arlno Inorchè. le schede tlell0'. memoi'ie' p'remiate: le altre. saranno abbru.ciate senz'es- . abbiamo dovuto posporre la parte praÙca -all.~ -neces· sità flél servir.io. Io non ebbi ad occuparmì di oggetti sere aperte; clinici che da·l 20 maggio, giorno delJa battaglia di 1.0. Il ·giorno stabilito nor le memorìe è il ·,1 ° ot.. Montebello, al J 3 giugno in cui partii pel quàrtiere tobre '1$60. Quelle che >p·erven\ssero dopo tras.corso generale come Vice Capo dell'armata; e fo quella questo ·giorno saranrro considerate come non esij· breve epoca racvolsi oltre un migliaio di feriti, mestenti; '11, La pubblicazion~ ner Giorna.le di 1_nedir;&a mi- , dicai da ben '80 uffic iali , sorvegliai ·a tutte le cose lita1·e dell'epfgrcife delle memori~, ;l maùo a mano 1 relaÌiNe alla loro medicazione, compiendo .altresì ·va·· rie O}Jerazioni grar)tli di chirurgia nei 5 speçlali che che pe,rverranno al Consiglio, servir'à di :ricevuta ai eralfo affida Li àt'Ie miA curo. E tutto ciò con un perloro a11t{n{; . s,onale incerto per)e: continue soffr.aziooi reclamate '12. 'rotte le memorie inviate al concorso pppar~ éla 4 ltri s.ervizi lontani; · 'tengon~ a_l C.o~~gli~ ~up~r~òre m].~itare di sanit~, :i'l Fu quello il solo lasso cli tempo nel qùale ho potut·o qtlale- si nserb~ìl d1ntto èh pubblicare le. premiate J \ ·'' • ' raccorre al_cuni fatti interessaod, la continuaz_ione dei nel GiMnale di niedicina mibitare. quali, .e di tutti. insieme, venne interrotta dalla mia To.rinq, 12 ottobre 1859. partenza,. Dopp la battaglia dì S0iferino le occupaIl P,·esiilente della Commissfo e ' zioni di goel genere si rinnovarono a Desenzano, a l\'fASSARA Brescia e ùltimamente a Milano., ma sotto condizioni l llfombri : l\i!sno - CANTÙ di servizio non Jimitat~ al solo oggetto clinico, e perciò in massima.accomodate più [.)testò a ribevere delle Il Segretario Relatvre AR,ELJ .A impressioni, ·anzichè a porgere. comodità cli assidua v.o per l'-apJ}rovazione osservazione_, e di eompilare note regolari·.e precise. Il j'J:Iinistro della gt?cri·<t TuUe q_u:e:s.te circostanze mi tolsero ta possibilità A. LA MABMOllA di comp,or:r& cosa ·afoùna equivalen.te ,alla, gi;andezza degli argqmenti attuali, e metitcvoli di essere presentati alla S. V. IILm(I., come frnt.to di stndi positivi sulla chi~urgia militare .della.presente campagna . .Ciò nulla ostante, siccome le impres.sioni sopra oggetti di questa natura possono avére qualche cosa cl'inte:.. ressant.e , allorchè sono stale fatte sovra una .mente lllustrissimo Sfgnor I'1residente già invecchiata nelle cliniche osservazioni, e perciò potl'ebbero invog,liare altri ingegni piò alaçri ad ocdel ,Consiglio Superi-Ore ~lilitare di Sanità, c;up.arsene con maggiot' fortuna, ç,osì io nbn mi .volli trattenere dal metterle ·in. carta, espresse in .un.a ì'.liilano 5 ol~obre 1859. forma, la quale al ·Mrt9 n,on incl[:\de nessuna pretesa La g~ierra che. abbiamo s9stenuta nei J)assati mesi di aùt.orit.à, di cui in ogni caso io sarei ben lontano è stata c1i un decorso cosi ra_pido,µ, d'un aspettò cost da} volermi arrogarE: n~ppurc fap.parenza. fiero ·e sa,:iglif~{oso, che alla rn:.iggi~r pade dei meNel presentare·. ·aHa S, y. lll.m.a qn.esto miei esig~o dici addeL~i · al_la truppa vie_tò. di fa re studi tranquilli lav.orn, io non ebbi a1Lra iote11ziope elle diowstra1;le è ben maturati, ·su molti argomenti pratici di chi· noo, ave.re in totto adoperato il *1!0 te.mpò iD çQ§e rnrgia. 'Ciò non di meno la solerzia di molti, e. spemateriali e passaggere. V. S.. 1giudicberà se. può meéi'~linent.c· èlel Capò medict , sig. cav. Còmiss~tti> è ri tare di vedqr l~ lu0~. nelle 'pagiQ~ cl.e! nostro . giorslata sì singolare. e col?linua, ch'io sono d'a-vv'iso, che nale,.dal quale in tal caso,.la pregherèi farne estrarre . J " . la s·.'V. lJl. ma avrà motivo a confortarsi d'i molti e un certo numero cli copie per mio conto , desLinate · pregiati 'Ìavori sLatislici ," ·e di raggL1agli di to~fronto a .quei tributi di stima é d( riconoscenzà èbe n1i letan · da onorare il Corpo Sanitario, a cui la S. V. degano con tanti distinti collegbi, df cui una parte mi gnàìnente 1m~siede, R d~Jcirnire de~ ,risu!tamenti di fu -compagna nelle fatiche. Aquesti potrò offri rlo con posltivo progresso ·alla chirurgia militare. anjmo pih tranquillo, çla cbè ;_sè là S. v: lo-avrà, . Io, come molli altr,i mie4 l}olleg_hi, disLr:atto dall~ eredutò merilevole ·della stampa, avrò la certezza che 1
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non sarà affatto indegno d'essere a loro presentato in dono. :Mi pregio pertan to di rassegnarle la mia sincera stima; e di protestarmi con riconoscente tiverenza di V. S.
fll.ma
Dev.mo Servitore Il Medico Div. cliAil cl. Vice-Capo CORTESE.
CONSIDillUZIONI PRATICHÈ. suJle Fe•·ite cl' a1.•1t1a eia t'uoco osservale nell' ultima guerra
Dal Cav.
FnANCESCO CORTESE
l\lerlico Di visionai~ dì 1a Classe, Vice Capo 1111' Armala
Tulle le guerre in gouerale presentano uo cara\tere proprio che le distingue dalle preoeclenli: caralLere deri vanle non sollaolo dalle condizioni speciali della scienza Lallica, o dalle ca use politiche che le produssero, ma sì ancbe da circostanze che hanno immedi'aLa alLinenza colla scienza medica. Dalle prime epoche del presente secolo,., in cai tante.e si famose guerre si sono combattute in Europa, sino a quest'ultima, di cui non sono ancora finite le ccmsegueoze, è succedula uoa tale rivoluzione nei mezzi d'offesa, Lale ~n cangiamento nelle manovre . d~I soldato, e nei ruov imenli ,lolle mass(!, che, può dirsi senza lemo. di errare, le dollrioe chirorgiche di quel tempo non pxeso1Jtauo più inlìero il loro valore primiti vo. I Cbirurgbi inglesi di quell'epoca (Henoeo, Gulbri e, Hotchinson) hanno _beosi fatlo qualche cenno, e ferm ata l'at.lcnzionc del pratico sulla singolare gr.ivilà cleHe ferite del soldato di ma re, esposlo non sollanlo ai comuni stramenli m.ortiferl, ma si ancoré.l a tulle le svariale lesioni, che i materiali staccati dal bastimento, i frantumi di legno, le sosta nze.inccndiarie, ccc., venivano miserabil mente a produrre sul suo corpo . Del resto pei soldati di Lcrra causa d'offesa erano le consuete palle rotonde da fu cile, il cannone, le bombe; lo quali cose non già che non foss·ero gràvemenLe lesive e ,morti f~re noi loro effcLLi, ma lasciavano buUavia un vasto campo alla chirurgia militare di ,preservazione di v·ita e di membra .. Nell'epoca presente si sono introdotte nell'arte militare armi di cosi Lerribile effetto, che le prognosi e le cure di un tempo· non possono più valere come norme sicure nelle Corile che da queste cterivano. S-e poi alla ,introdu-
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ziouc delle palle coni<;be e cilindro-sfari che, spinte da armi di precisione a luogo tiro, si aggiunga una lattica appoggiala sovra esercizi di corpo faticosi e svariali, ten denti agli àLlac.chi di posizione che espongono più direttamente alle offese nemiche, si <:omprenderà di Jeggieri come le ferite del soldato do' noslri ~iorni debbanq riuscire d( gran lunga pi'ù gravi, µiù perigli ose, di guarigione più incerta.sia per la causa efficiente, sia per le condizioni fì~i ologi_che in cui l'inclìvidoo si lrova. Nelle ultime balla.glie, èhe furono Lolle. campali, non vennero adoperate, co:ne p. e. nella guerra d'Oriente, quelle méno comuni forme di proiéllili, lo quali sogliono lanciarsi dalle grosse artigli eri e, nè tampoco quéllo palle inc('ndiarie e scoppianti che i Russi usarono nella singoJo,rc difesa· di Se,ln1sLopoli; palle accomodate al fucJle, e producenti un sì spaventoso genere di piagl10, '. che Scrive dichiara non a\'eroe potuto .spiegare la prove nienza inn anzi la scoperta di qualche esemplare delle medesime (1). Guardando al wan numero di feriti rnccolti nei ooslri speùal i, si direbbe cho il fùcilc fu in quesla guerra l'arma più operosa e più universalmente micidiale, laolo è stato esiguo il numero dei fo riLi dal caonone, dalle bombe' e dalle stesse armi bianche, a paragone.'·dei colpiti da paìle coniche. Non so so In stesse proporzioni si sieno verifì v&rificate nei morti sul campo: q11esla osservazione ri guarda soltan to quelli che.ripararono negli spedali; ed è appunto in questi che si po~nono osservare g)i clTelli delle palle ac.uminale, e l'ar qualche raffronto colle sfe riche che si usavano diaozL S~bbenc ,la mia posizione presso Farmala non m'abbia concesso di segùirc passo· passo tulle le svariate forme di lesioni di questo genere, sino alla compi uta loro terminazione, ma sì più comunemente di vedere le cose in massa, ciò nondimeno in mezzo a tanta moltitudine di oggeUi si possono oUeoere delle couclusioni sintetiche, le quali! quauLuoque. sien.o lungi dal co.slitu\re un corpo. di sèienza, potrebbero alme.no per avvenLura essere conform i alle osservazioni di altri, e fortifi care così i loro meglio elaborati concetti. Esr,ongo perciò questo mie impressioni sollo la forma di semplici proposizioni che mi studierò di provare coi fatti suggerili dalla mia esperienza. (Continua).
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(1) Scll1V1,:1 Relat.1'1'Ied. Chirurg. de la campa911e d'Hòrient
i86'1' f. 438.
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PARTE TEI\ZA
il 7 p. 010 d'alcool; e on;\ birra leggiera non..r1e conti ene che 1'1 ,50 circa p·. OJO . V'ha,;no poi le ·birre gialle, le bi anche, le scure, rispetto al colore. ' La birr,<!, cli buon.~ qualità debb'eSSfire. fabbricata coll'orzo e col fi c11'.e del luppolo. Prima però deve fars i gerALIMENTAZIONE mogliare l'orzo; il che si olliene lenendolo in macerazione per due o tre ore enlro 3 o i v-olle il suo pe~o d'acqua alla Lemperalura di '75 ce rali gradi . Così esso ne RIISPOS'l'..a assorbe una cerla quantità ; lollo dall'acc1ua si passa al DEL PROFESSORE FRESCHI cosi dello i;erminaloio, luogo desti nalo a far germinare al Prograrnrnci cli çonco1·so al Ptemio PJnEn~ tp_itbl'orzo; germinazione che si compie enlro 1 iS giorni, e inbicato il 26 ottobre del 1857 daUa Commissione dicala dalla piumella verde che banno emessa i grani. aggfadiwtrice nella Gazzetta Uffici-aie del Regno Durante la germi nazion e la composizione clli rnica del!' del 25 novembre 1857, N° 279. orzo vieut' mulata, g1accbè si è fo rmata la diastasi, specie di fermento il quale agendo sulla fecòla o amido conlenulo nell'orzo la trasform a parle in giocosa o zuccaro, e ,. ... ... • . , . licuit, ~cmp erque licchit ,, Signatum 'pl'IDS<n1 tc :nota pioduccro nomen. " parte in destrina o gomma. Senza questa lra~formazione lloràt. De A.rtt poet. òella fecola in zuccaro col mezzo della diastasi noa sarPbbe possibile IR ferm enl111,iooe alcoolica. poichè, come già si è avvertilo, è sempre; a speso dello r,uccaro che sj (Continuazione vedi N. il.·I J forma l'alcoole. ARTICOLO 3° L'orzo debi!amenle germinato si fa poi seccare alla Della Birra e det Sid1·0. stufa, o ben anche abbrustolire nel forno, Lorrefàcèndolo alla guisa del caffè; qu indi si fa macinare e si converte La birra, che è la cerevisia degli antichi, è divenuta in fariua; la quale farina si rii.luce poi in ruosto, o mallo, oggi una deJIP. bevande fermeQlalc le più comuni e guco.1 versarvi sopra acqua alla tem peratura di :.i5 a 65 stale in Europa. Essa è il 1nodollo della ferroenlazione cen tigradi. Si fa poi bollire onde concentrare il liqoore; alcoolica dell'orzo germjoato ;. e può in caso di bisogno bollitura che si opera. io grandi caldaie apposite. Durante essere soslituita a1 vino per le esigenze della 11oslL'a la bollitura si aggiunge H luppolo nella ilose cori'venienle. aliroonta,l ioue. L'aggiunla dì questa sostanza ha non solo per iscopo La birra è una bevanda mollo complessa, ma grata, e di impartire alla birra quel gusto amarognolo che essa ba, nutrienle ad un tempo, in quanto c.he entrano nella mediima ben anco d'impedire che si corr;.ornpa. sima sostanze azotate e noil azotale, con t:ribueoLi in Levala la birra dalle caldaie si passa al refrigeTaloio parle alla nulrizione nostra. onde (aria raffreddare; e quando non ba più che ,15 ccnIl Payen avendo ,tnaliizala della buona birra di Straligraùi di calore, si ver:rn nei reci,pienti ~estin a,li ali.a sua sburgo, trovò in un lilro della medesima: , fermenlazi one. Ei;li è durante quesl'ull ima che succede t Ja trasformazione de1lo zuccaro, fo(malosi c.:olla germiDi acqua . grammi 9~7.o.o nazione dell'o rzo, par.le. in acido carbonico e parte in alDi alcoole » 4,50 coole, i dtie elernenli essen't.iali di questa bevanda, co,i1e Di destrina, glucosa, malerie grasse • 4 I ,4 O del vino. Di materie azotale . >) 5.2.6 Il sidl'o è il prodotto della fermonlazione alcoolica che l>i sali minerali si fa subire al succo dello mele e deUe pere. Qoesli frulli Di un prin cipio amaro, di es$onza 1 rlebbooo raccogliersi hl.'n maturi, (1 in un leru po asciullo, aromaLìca,. quanlilà iadelerm iu:i.l.i. e ll!ncrli-esposli al solt! 1,1c.l' Lr ~ o ,1uallro di, prima di mellerli sollo il torchio. 0 0 11 s,olo, l)la prima ben anco di » ~000 Totale incamera.rii. Imperoccbè dopo la loro esposizione al sole Si vede aùunque quanto ragguardevole proporziono vanno raccolti e pmroucchiali in camere pcrfcllamenlc v'abbia di materi e grasse,~gommose, i uccherine, e ancbe àsdulle, <:operlì con ·paglia od allro nélla fre-1cla stagione proteiche i. ciò che spiega la proprietà nulrieule di questa ònde preservarli dal gelo. Si lasciano così ammucchiati e difesi per un qllalcl1e mese; quindi si levano e si pasbevanda. Lo birre si distinguono per la loro bontà o forza; e sano1sqllo lo slreLLoio; così se,ne preme ·jJ su{!;o. Terrniquesla viene misurala dalla quanlilà d'alcool che cooten--nata la espressione, si mescolano in uno e sugo e polpa, gon?,,e. per cui si hanno le farli e le leggierc, o _piccole e si-lasçi:110.01 insiem,e a fermentare.per una giQrnata circa. Qui udi per tela ~i-crine si ç;ola lutta Ja parte liquida, la birre ohe dire si vogliano . Una birra forte può dare anche
DELL?
DEL SOLDATO
-
quale viene ricevuta entro barih o bolli apposite, che sì ba la precauiione di non chiudere, limitando.si a mettere sul cocchiume solla'nlo uria lela. La fermeolazione del sidro comi11ci<1 .dal momento in cui questo liquore viene messo nei barili ; si desta in esso una guisa di bollìlura, durante la quale comparisce molta schiuma all'apertura superiore del recipionlo. Vi vogliono circa sei mesi prima che quesLa bollitura sia Lerm;nala. E però, supponendo che si faccia il sidro in ottobre, non sarà che in marzo che-sj potranno chi udere i Lini o barili. Col resto poi della polpa già espressa, e coll'aggiunla dell'acqua si ottien e un secondo e·d anche un terzo sidro, e questo sempre più debole di quello, mi·nore essendo la quaotilà dell 'alcool che contiene. lruperoccbè il sidro il più forte, secondo i calcoli pubblicali -da Brande e da Théoard non contiene che 9 ,87 p. 010 di alcool. .Ecco, secondo il Payen, la coR1posizione chim ica dei frulli, dai quali si· può ricavare questa b.evanda, purchè sieno arrivali alla ùovula maturiLà. Io 100 parti di frulLi maturi si trovano:
Di acqua . Parti 82;88 Di glucosa o materia zuccherina > H ,52 Di cellulosa, lcssulo carnoso e concrezioni » 2 ,20 legnose Di gomma o destrina, o materia mucilagiuosa » 2,05 Di aci do malico (libero e combinalo) . n 0,08 Di clorofllla( male ria verde solloJl' epidermide)» 0,02 Di albumina e altre sostanze azotai.e. i, 1,21 Di calce (combi11ala} ·» 0,0,1,. Di acido pe<:Lico, di pecLina, di sali di po-( 1n'oporzioni lassa, di materie grasse, sostanze azotate( nari ancora e olio essenziale (determinate Tolale
,l.00,00
ArtTICOLO 6- 0
333 -
da Lrascurilrsi pure gli altri di Baumè e di .Carlier (1). Le gradu.tzi oni di alcool e d'acqua _che si spacciano nel commercio bauno nomi diversi. Un alcool che contenga 53 p. Oto d'acqua (e che misura ·I 9° dell'areometro di .Baumè, è ·1 8° di quello di Carlier} vien d.elto. Acq11avila 1n·o11a cl'Ola11da. Coi-I l'acquavite a 3t6 è uno spirito, che mare~ 19° all'areometro di Baumè; e vuol dire che sopra sei volumi d'acqua ve ne hanno tre di alcool. Oggi però colla scala centesimale si delerrnin~no molto pìù esallamenle i gradi dcll'alcoolizzai.ione. .Dicendo che un alcool o -aquavile segna 50°, 60°, 80-0 , ~0°, 100°, si vuole significare che pe'r ogni 4 OOparli in volume d'acqua, si conlengo no 50, 60, 80, 90, 100 volumi d'alcool puro o anidro. Una bnona acquavite <lee segnare 2~0 aH'areom~lro, di !Jartier; che cordspondono a 58°, 7 dell'alcoolimetro di Gay-Lussac. 11 doppio co9nao segna ~0° all' ar,eometro di Carti er, e 52°, 5 al centesima]('} di Gay-Lussac. L'acquavite la più comune segna 4 9° con Cartier, ossia 490, 1 con Gay-Lussac. La pi.ù debole acquavite è quella che segua 13° all 'areomelro di Carlier, e 45°, ·5 col centesimale di Gay-Lussac. L'acquavile che si ottiene colla distillazione dei vini è la migliore. Generalmente è bianca; ma chiudendola in barili falli con legno di quercia, acquista col tempo una tinta giallo-scura, che viene prodolt.a dalla ùfasoluzione di una parte del tannino e delta materia eslralliva contenuti nel legno. Ond'è che questa acquavite annerisce col tempo, se mai venga a contauo colla soluzio ne di qualche persolfalo ferrico. Sel'acquavile é di buona quaJilà ba un gusto, spiegalo, :piccante caldo, che poi si va modificando e attenuando: L'acquavite che è conosciuta in commerciò solLo nome di oognac, per indicare la provenienza francese, ancorchè sia fabbricala fra noi, viene considerata per 'la migliore. (Continua)
Delle neva11de di.~tillate. Cbiamansi bevande alcooliche distillate quelle che si otlcngono per mn,zo della distillazione, operazione che ha per iscopo di isolore l'alcool oontenulo nei liquidi éhe subironQ la ferm enlazione alcoolica . Dài vini d'ogni q~alilà e c.13 altre bevande f1•rmc11tate si oUicne !'aicool, hase esseniiale ddlc beva nde <listillatc di cui ora si tratta. L'alcool pnro è un ·composto ternario risull;nle dalla chimica combinai.ione di 2 equivalenti ai carbonio, con uno di ossigeuQ e tre di idrogeno. Tale però ·non si trova jn 'commercio. Ch è combinandosi in ognj p.roporzione all'acqua, è se01pre una varia miscela di quesla co11 quello che si spaccia come alcool più o meno puro, o anidro. Lu quantità di quesl'ultiino che può trovarsi nella miscela è. misurata dagli alcoolimetri o ai-eomelri, di cui · quello d1 G11y-Lussac è il migliore, quan.tunque non sieno
(t) L'a nalisi chimica c' m,el!oa che h 11.cool è I,{ cnns.egtrnoza dello sdoppiamento o decowposizio1rn cb~ snbisce lo z1.rc.c:i ro d'ova, o giocoso sotto !"azione del fer mento. Ed è clal!o 2.~c~ ro stesso che non sol.,m~ntc deriva tatto l'alcool, ma ben aoco lulto l'acido carbonico cbc r.ooleago~,o le bevaode le r mentnte. E per vero la formola d1 composizione l"bi m ica dell'alcool essendo r,,i H<i O'.!, •• dell'a.·cirlo carbonico ~ C02 ben posso no abbonduoleme ule trovarsi 11:h alimenli costiluti"i dell'uno e dell'altro nello sdoppiamenlo che procura· la fermentazione dcii stucoso, o zuccaro d'uva, la coi form r,Ja rt i composizione è CJ2 ll12 0 12. Jmreroechè se noi diridiamo in parli ques\a formola, vi troviamo subito i li elemeoli di c.'lmposizione e dell'alcool e de ll'acido car,bonico, gi acchè sta .J'ètjoazioue' C12 ~12 01 ~.= 2C4116 02 + 4C9, vale a,dire,cbe lo zuccaro d'uva coptiene tanto dei lr,e ~\ernonÙ, ('arpo1~ico: idrogeno, Ol!sigeno da poter somministrare due equìvatenli d'.akool e. .<1o~llrp d'acido carbonico. Ond;è che /a ferro(lntaziooe alçoolio.~,; come ben Gi ,vetl~,, uot\ 1è che !a d~~.omposi_zioue •li un _Jqpiy.(lr let~te di zuccaro d'ava i? due di alcoQl e 4 di acid.o' cai;bçnic.o.
'l'"""
l\'IINlSTERO DELL A GUERRA Torino 15 Ottohre 185!).
RELAZIOl\"E
,
e R. DECRETO S'ttlla indennità. pe1• al- ,
loggio e per mobili degli U{ffaialì e d,egli impiegati
addetti all'A,.mata
1 1
Ì
i 1;
(Direrione generate - Di vis. Contabilità dei Corpi - Sez. 2•)
Smn, Fu sempre continuo p<!nsioro di V. M. quello di . mi:oliorare la condizione dell'esercito, il quàle lia sapùlo in o ogni circostanza corrispondero all'aspl1llazione Sovrana, ed acquislarsi nuovi titoli alla ricon oscenza della Nazione. Oo1>ello di preoccupa1.ione di V. M. era pertanto. il considerare come lo ru utate condizioni economiche delle varie provin cie pongano, specialmente gli uffiziali, i~ condizione lt1lo da poter difficilmente coi loro slipeffdi far fronte alle esigenze giornaliere della vila, e c~me d'altra parte fosse necessario di non aggravare ecccss1,amen le il pubblico Erari o con aumenti di ·stipendi , i quali non fossero c.oosenlili dalle co ndizi on i fi nanziarie altuali: quindi è, cbe uel pensiero di secondare le paterne -visle di v.n1., il riferenle bi\ credulo essere appunto il caso di promovere uu teropcraroenlo, che menlre soddisfo: ~b~e ad una delle spese che principalmen te pesano sugli uffiziali per le fr.equen Li e spesso imprev~dibili nrnsse . dì truppa, sarebbe al cerlo ricevut~ co~i nco_nosceoza dalJ!esercilo ·verso la Sovrana sollec1tudrnc d1 V. 1\1., e non sarebbe pur tulo da cagionare una spesa lroppo iugenle. La .spesa, sempre rilevante per gli uffizi a1i, si è qucllà d'alfoggi o. - Porger~ lo:o i mezzi. ,_li soppcr!re a ques~a spesa, parve al riftirenLe il mezzo ~rn acconcw per mi: gliorarc la loro con di?.ionc_; per ~u1 cr:tl~ oppor.t~no d1 proporre a V. .M ., che su, agli uffiz1all somµimi s Lralo l'alloo,,io ed i mobili a carico d1~I Governo , con ragio ne 00 . d ad una corrispondente inden nità sempre quan o non possano godere io nalnra di late somministranzaJ dacchè non in tulle le localiUl. v'ha il modo di , provvedere al loro alloggio Sul rillesso poi che la spesa <l'alloggio non è eguale in lulte le località, ma hen allrimen li nelle principali cillà; cosi il riferente ha credulo, guidalo ùagli slessi priocipii elle informano questa proposla, di regolare su diversa scala l'iuùeonilà per le cillà di Torino, Milano e Genova, e per quelle di minor popolaiione nella guisa stessa con cui suolsi regolare Lale inrlennìtà presso allri e~ercili. P arve ad uu tempo equo di estendere analogo vantaggio ai personali amministrativi, sanitarii e religiosi, pareggiali a grado mlli\are; non .c~~ ai person_a\i con.ta~ili addetti al sen-izio dell'armata,,m1hlando· per I medesmn le stesse ragioni,e specialmt1ntQper'quelli il di cui sliP._endio è·di·minor rilievo; ma nel fare tale prop-o·sta,che non può
a meno di essere ravYisala eqoa, riconosce il riferenle fin d'ora come possansi a Tagione ridurre per questi ultimi i soprassoldi, cho attualmente si concedono nelle circostanze di dislocazioni; ed ,allresi dim inuire per alcune classi dei medesimi le competenze di campagna, che vennero sin. qui calcolale in misura alquanto elevala, appunto perchè. io l.empo di p ace nou esseudo abbastanza retribuiti, -non potevano trovarsi in grado, all'aprirsi di una campagna, di soslenere le mag.g1ori spese occorrenli. In hase al' sovracspòslo, il riferente ha fallo compilare un diviso di Decr~lo. con cui si provvederebbe all'uopo, ed ba quindi l'onore di solloporlo a V. l\t con preghiera di volersi degnare, ove sia per incontrare la Sovrana appromione, di appmi la Reale Sua firma.
1
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I
I
VITTORIO EMANUELE 1~ llE ).)I
SARDEGNA, ECC. ECC.
In virtù dei poleri straordinari a Noi è"O!ìferili cèillai · legge 25 aprile~ ultimo scorso; Sulla proposta del Noslro ministro segrelarfo di Slato per gli affari della guerra; Abbiamo delerruinalo e determiniamo quanto segue; A RT.
i.
È stabilila un'annua indennilà per alloggio e per ,mobili a fovore degli umi.ial i in c;crvizio eJTellivo, e degli
impiegali uddelli all'armala. ÀRT' j ,
Lo ammontare di questa indennità è delerminalo dalla tabella, che fa seguito al presente decreto, il'ordine NosLro sotloscrilla Ja l predetto ministro; e sarà corrisposto colle norme indicale nella tabelht s.lessa.
Aur. S. Si provvederà al pagamento di della. io<le.unita coBe
somme stanziiile nelle rispetti ve categorie del bilancio. A11-r. 4, . Queste disposizoni avruuno effetto a cominoiare dal 4° di novembre 1,rossimo, da quale I poca s' inten der~ -dover eessare q\111.lunque ahra indennità, che si corrispondouo per alloggio o mobili. Il predella Nostro ministro è incaricalo dell'esecuzion(clel presenle docrelo che sarà registrato al Controllo generale. Dal. Torino ~ 5 ottobre ~ 859.
VITTORIO FMANUELE
A. LA. MARMORA
"
- 3'~·5TABELL
delle indennità per ,àlloggiò e pet· mo.bili agli Uffizia.zi et! Impiegati adde.t#, all'armata. JNUE'NNÌTÀ. ANN UA
c~.r.nuoc per. Milano Genova e Torino
GRADI ED IMPlEGHl
l NDENNl'.CA ANNUA. comune per tutte le. al tre looalilà
I I 11------------------.- ----- -----•--;..,·---;·--·--.::--~---:--All:og-1 ~:fobili g10. _
Offiìiali
A\f_og-1Mohili g1 0
ToT,ffE
Lu.ogoiemmto g'en erale C")
:(50,Ò
500
2000
(200
400
1600
Maggiore geoeralc (•) . • . . . , ç oloQu.1.'J!.o e luogot.enenle .eolonnel!o com·andanle di co_rpo .
J.2qo
4:oo
,.1~00
. ~60
320
1280
·150
250
1000
60'0
9.00
800
800
480
< Luogoteòiote
in se-rvizio effoitivo
TOTA.LE
culonnello .
i\'!aggi,m,
"
600
.•
Capitano
, Luogo lenente e soi'tol<l'ncnle Guardarme
640
5'20
180
700
425
15.P
5"1-5
:350
Ùp
59.0
280
140
·4_20'
280
140
420
240
120
360
180
90
2"10
'iO
2ì0
200
100
300
1
Corp? ~· frilend~u_i:~ mi}iJare e se_rvizio Secondo i gradi cùi sono assimilati rchgH>so, sa01tar10; tar maceut1co . . e di Veter~al'Ìa .Scrivano d'Tnlend,enza militare . .
80
160
240 j
. . ,
450
150
600,
360
140
500
) Contabile dì .secò·nda e le.rza. classe
350
150
500
260
140
400
IQQ
31)0
{ Contabile di prima classe
P~rsonale C.ont~bile pèi materiale d'm-tiglìeria
Pers<,male C~ntabile ·pel ser vizio' del Genio
)Aiu.tànte con.labile :
280
120
400
_20() I
( Scrivano
200
100
300
160
80.
240
Commissario d l prima classe . . .
4~0
150
600
360
140
500
di.seconda e te.rza classe,
35'0
150
soo
260
.140
400
280
120
400
200
100
300
200
100
300
160
so.
240
600
360 I 140'
500
l
fd .
Solto-commissario . . . .
Aiutante
Persori.ale CoutAbile p~r l'amministrazione della guerra
. . .
. • . .
Cont~bile di prima classe . . . . ·contab.ile di se.conda e terz~ c)asse· .e \ Yor1Oca tòre delle caserme . . .
450
350
t50
500
260
140
,foo
.~iu~·antc conlàbile . . .
. . .
280.
J2Q
400
200
100
300'
Scr1vt1no
:
-200'
,100
300
160
80
240
600
360
140
500
1
. . .
Uiretturc di lll'ima·classe Persooale òonhihile '<)elle sussistenze miHtari
. . .
l
.,
. ,
~'.·r~ ttò~~ ~i seconda classe .
350
150
500
260
140
400 •
\1ce-Dne,tore
280
120
400
200
100
300
200
tOò
300
t'6o
80.
240
... ..
Comm;isso .
\ Qoarlier-~_asln> . .
450
1,50
.60Q
Pet·sonàle addeLfo all:uflìcii·o del quartier-mastro pel' \'anm1t11
/Vi ce q1Jar ticr·-mastro
280
120
400
I
/ Sn·iyant)
200
100
300
350
' 15Ò
500
280
120
400
:20()
100
300
~00
i.00
;300
Conll'O!lori e capo omcina di 1a cfasse
350
150
Mo
260
140
400
l d.
cii 2• classe • . . . .
-28Ò
1~0
40,0
21?0.
,30°0
Id.
dj 3• classe
200,,
100
:rno
160
1op I
Uisegoatore eri incisore di 1,a classe . . Disegoatnre ed io.cisore di 2a classe, Personale àddetlo ,~ll'ufhcio top~~rafìco e <:?lco;i;i:afo . . : • • . . • del R . Corpo d1 Stato lllil!.Ig1ore . . . d'1·3a classe , Disegnatore od rncisore .
l
Scrivano ho rgb ese . . .
Controltori presso la R. Fahbr. d'.afnìi . e capi cif.IÌcioe '
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1
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2110,
(*) Le itule11nità sopra, indicate non sono appl~c'abili ai comandanti geuer<ili,dcll'c Divi#o.n, o solto'-Divisio11i'ie1>t·itol'iuli, i quali g_odr/i:niio 1delle .indennità per loPo stab lite. da· apposite r!etorminazioni.
-
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Disposizioni g:ene1.•nli ''§ L L'indcrnnità per a·l!ogio e per mobili t è9,mmio, .ed eg1iaie p.eJ' iulle le armi .e corpi 1 ed 'è· dovu!à·ag\i uffrziàli ed 1rnpiegaii in servizio effettivo semprechè nòn fr~isca110 dell'allo.ggio o .dei mobili i1Mia·hir-a sia in locali del go.vci:no , sia per c_ura· dei rouì1icip'"ii: a,) .Ne\\e. 1:oQalilà in oui,si<1 a'sse~.nal.o l'.all'oggio in natura, gii uffizia\i ~d hnpi,egali non potranno esimersi dall'acGeL.larl,o, e quin ~i per loro ·cessi1. i1 dirillo all'indennilà, e sol o sa..r'à. corr.isposta l'ind Pnnilà per i mobili, semprè chè qoei:,li non siano pure somm)nislrati in na tni-a;. b) L'uffìz,iale od . im_piegato. che rifiutasse,di occupa·re ralloggio o Ji servirsi dei mobili assegnatigli, non polrà prè-teridere aÌl'io<lennilà; e) L'al:loggio in, na,lu-ra vuol essere in massima asssegnato 11e\ seguente raggn.aglio:
Luogo ten ente generale èamerer 9 Maggiore generale » 1 Colonnello e ten .. éolon.n. >l )) i\fa.,. o-iore ·. 00 )) Capìla_no )) Ten1~nle e ,::,oltole.nerité Negli accantonamenti ed in ogni a!Lra circostama di. mov'iinen ti di tç·uppe, in cui il s·ervizicl necessiti che siano alloggiati' in· minore Sl)aziq; n,on si polrà pretendere al sop.ra indiç.i\lO numero di .c.amere, oè. ad alGuo pecuniari.o corrrpr ns.o p.er simi1e ri~uzio1~e dl allog~J o. . P.ér. .g}'impiegali, che non abbiano ass\mila.zipne· di grca.do mililare, l' alloglsio co1is\erà drl num.~ro . di carn~~e assegnalo àl grado cui corrisponde l'jn<lennhà approssimativa.. Gli scrivéjrii, .aiulanli, o.o,mme.sssi e ·guarrl,i rmi, avranno ra.~ione all'alio gio slesso che i\ fissat.o pei sutloleoe.nti. 9 § 2. Le indenqità sono .devolut.e in massima in latte e singòJe le· posizioni in cui possotio tr9varsi .gli ulfoiali ed impi e.gati io :;;en1izio efff'llivo 0011 diriuo,e c:ompetefi,ze; e cosi per quelli che sono in ,lfoeìiza, slmorclina,ria od in altra posizione senza ràgiq11iJ a. comJ1elenze, doyrann·o essere sospese la indennità, ma saTilnnd corrisp'oste·J>er Finliera quindicina, ;n cui avver:rà la sosp'ension e. Per gli uffiziali od ìmpiegati posi.i fuo,ri dei quadri del ·servizio etfeUivo dovrauno ce-s;;àr·e . le indeùnità; ' ma saranno corrisposte per l'intera èj'uindiciòa in èui av1à luogo l_a cessazione. § 3,; Le inrlerìnilà sorrn corris~)OSll\ assieme agli sli·pendi e cal.colill.e a quind1c111e; i 'corpi ne conl èggiano lo ammontare nei fogli no1Ilinalivi clellè cnn1petenze ìn ?Pposita Colorina, § .fJ: 0 .Accadendò che l'uffiziale od impiiig'alo, ohe godendo de\J'a1log_gìo in natura, dehba lascia rio per ràgi on i di servizio .o p~r orclinc .snperiore,. gli ~ar,1nn9 corrisposte ic indeno,~à .a d.~iare d·al ,t O gio,rnò (lella quindiciua;in corso, E parimenti l,'ulliz.ìa1e ocr'impiPgafo cui venga assegnato l'all.ffggio ìn· na\ur~. mPnlre gode d~II' inçlennilà, avrà ragi,01re a riceye.re 1.'.ind.ènni,là per J'int(er\\ quif).dicina in corso.
§ o0 In caso di promozione le indennità satan~o corri.snosle per l'inliera quindicina in q_ui avvenne. la pro .. moiioile, nel ra~guaglio della somma stabilita per l'antico grado ; e quelle .del nuovo grado deèorrera.nnt> ·dal ~ giorno della, qu_indicina: seguente, sia ohe. gli uffizi ali rimanga'no ne,\ primitivo. Corpo, o' cnmbioo di Corpo pel fatto della prom0zion e. · 1n quest'ultimo caso il Corp.u perdcbte dovrà pagare l·q. quindicìna per l'antico grndò, ed il Corpo ricevente .quella <lo! nuovo. § 6° Gli uffizi ali ed impiegati di nuova no'inina, e quelli avoli da 1111a 2osizi'OM di non effettivo servizio avranno' ragfone all' iìidennilà ~· alloggio e mohil1 n da.lare dal 1° giwno della qui1;dicina1 in cui avi:à luogo l'arrivo al Corpo, o ·nella stanza rispeLlivameo.le a 1o.rn_assegnala. § 1° Le incjennilà sono. ill inassima: dovute in ragione del grado: e quindi l'utlhiale od impiegiJ.lO. destinalo ·ad adempiere le veci ocl incumbenze.:di allro graclp o. caric;a., nqn polrà. ricevere le , indeonilà 5labilile ·pel grado o carica, di cui d1s1mpegoa le fuozioni, . senza una disposizione espressa dal M]nìslern, § 8° Gli uffizi ali ed impiegali, che coprendo cariche ed impieg,bi, per ,cui , non $iano assBgn a\e indennità d'alloggio e cli m.olJili, -percepiscano gli slipendi della carica od impie,go : che c-oprono, non a'\lranno ragione a qut!sle,jndcnnità., sebbene loro compelauo Ìll ragione del rispellivo gra90 ,od i,mpiego. '§ 9° L'inden1,1ilà d'alloggio per .gli uffiziali dei Corpi dei Carabinieri reaJi dovrà essere limitala a}la somma, che essi_pagano alle amminis.trazjoni locali, sino. a tanto eh~ ri.m~rr-à in, vigore la disp,osiziof?e sIJeciale.,pcl lçro alloggio ( articoli 654., li.on, t56 :dfl l regolame11t.o 16 oHobre ~ 822). § ~ O, Queste indenuilà non. sono soggene alla ritenuta e soprala$sa. §. 1~. ~e medesime, non· s9no ·devolute allorçh'è gl'i·uffiziali godono. delle compeleoze di campagna. · § 12. I Comand anti generali dclln di visioni mi litari,t5\i uffiziali del genio, e gli uffizìaH d'intendenza militar~ veglieranno facchè gli alloggi dis'J)on ibili siano sempre, assegn<lti' e maotenuti ne l limi Le stabililo ; e che le inÌ non si corrispondano allorchè sl gode dell'all dennità loggio in natura. 1 0
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Torino ,\ o o/.tobre 1'859..
V. 0 d'ordine di S . .M. Il 1l:frnist1·0 Segiè/jt1'io di Stato p.e1' gli c,ffari deità giterra, A. LA }1AR:11iplll.
Il .!)jr,?Hore D.olt. ·cav. ARELLA llledicò i>iv,
' Il Vice Direttore re.spoJ?.S, DotL MANTELLJ tvfod, di Regg.
:I Tip.Sabalpìoa di FRANCEsc·o ZòPP.IS - Via Al/iéri'N.M;
2lt OUobre f 8a9
A~i\O VII.
N. 43. ~~--------·------------------,--_. :. ;.--;--:--:-;--------,.,--
GIORNAljE DI IIEDICINA HILITi\HE r1
J:
L' a!!'SOCÌ. azione non si riceve e.be per IID a nuo e comi'ncili col l '1 ,!i !l.;UJI . Si pob~lics n el Ltm ~d ì di ciaschedunit_ se.U~~;JO~: 11 pr ezz:l d'associaziooe io Torino è òi r,, IO. Jn P1·01•iJ1cia 'e d aWEs tt·1·0, fran c(i 1!! ·posta L. l I. S 1f1,1g~ per semestri a nllc1pat1.
SEH()Uttro. - 1° oott. c.r.v, Comss&T'J'l: Anno!uzion i snlle febbri tifoidi d'Europa - 2° Dolt. oav. CowrssE : Considerazioni l'raliebe sulle Ferite ,t'arma da fnoco. - 3° Prof. FRESCHl:
Oell'(llime-nlaziono del soldo.tu. Rispo~La al Programma di Concorso al Premio RlDllfil. - 4° TlullelliDO utlhìalc.
. I nost·l'i G0Uer1hl i qnali ebbero [Jià a. leggere in qu,Mto Giontale le erudite Memorie del. signo1' I.spetto1'e dott. Cffv. ComsSETTI su la diarroa~ dissefitéria. scorbuto e cho!era· morbns, ci suprçz.n1to, ne. sirinio convinti, bi~mi grado se 01'Ct noi i-ip_rodtµ;ù;uno dal Giornale della ft-a Ac~:adernia Mcdjco ~Ch~rwrgfoa cli Torino le preyù.itc· Annotazioni che ii Chùt1f.s.~imo Aiito1·e 1tlli·m,am1mte dettàva .su le febbri til'oic1i d'Eu. ropa , correiandole deU' a1JJJrez·z~to favorevofo fJÙi diz.io che in merito allemedcsùnc l'erpwgil1 Co11. dott. SELLA consegnava nella nota che scm·gesi pnre in.
calce ri:prodotta .
LA DIRE7J O~E
MEMORIE ED OSSERVAZlONI An111ota.a>lio.n i
Sylle !ebbri tifoidi trnnrop~ (J)) llCI ClH'. dott.
Co:1USSRTn '
l,pettore, ilfBmbro dei C(msiglio s111m·iore m_ilitare di sanitli. I
Nel descrivere, come foci io diversi al'ticoli, le malattie che hanno dominato noi Corpo di spedizione di Oriente, mi sono piit di una volta impegnato di metter fine al mio assunto con alcune considerazioni sul tifo. A. lorto od a ragione erami pr e'fisso (!) Codesi-0 bel discorso sul Lil'o doveva essere letto dal Oomisselli io s!lno rl ella nostra Aw1demia, quando gli eventi ùclla scor:1a. priruavcra incalz~rooo io modo cos·1 improv viso e subitaneo ùa non aver lasciato lempo all' Aulore di occuparsene ulteriormente. Merlico in capv del nostro Esercito, laqto al Minisl<tro della Guerra clic al Consiglio superior:e sanitario militare, ru di conLiouo inleso ai grandi provve<l:menLi necessari ad 011'arrnala prossima a<l enirare in campagna: e pel pl'ecjiJizro con cui furono dal 'l'edesco incominciate I~ oslilitài lrO'vossi, più presto d'i q1,1anlo si pensava, nel campo dèi è6mllat-~ tenti, ove Lutto·ra itmaiìe a riparo dei gran <lisa-stri .della
I
di procedei:e nella mia ,)toria medica di questa campagn:\ per ordine cronologico, vale a dire esponendo le malattie l'una dqpo l'altra, giusta l'epoca di loro npparizione. La costapza di questo proposito, se p.e r una parte mi valse quella calma cl'ani_n10 ,di. çui ah):)isugnava onde porre in sesto e maturare .i materiali che aveva raccolti, dall'allr;i, non posso negarlo, mi fu cagione di (fualcbc sacrifìzio .d'amor proprio, atlosucbè al mio ritorno dalla Crimea i1 tifo era nel "''" mondo niedico, come si suol dire, l'argomento di att.t1alilà ed j\ mi<> silenzio, itl mezzo. a._t9nte discussioni, pit1 che moùestia, poteva assumere presso taluni l'aspetto d'.trna colpevole inerzia. Com.un_qu~ si~si, raggimitQ o betje~O, male il l))iO in'ten9J~~b~o,, ven\Y~ ora il turno di clirc qualche cosa del lifo, ecl a questo, come foci del cb_olera, della çliarrea, della ,dis~enteria ò 1.loUo sco~btrtb, avrei dedicato un ·esame egualmente minu to e circosLaoziaLo, quale melo possono concedere le mie forze, se nuovi e repentini rumori di gaerr:i non fos.sero venuti a distogl ierQli, minacciandom i di una interruzione di cui non è possibile prevedere la. durata. ln tale stato di cose, -anzichè espormi ai pericòlo cU sospendere inçlcnniJivaµ1ente il mi'o la\'oro, giudicai che non sarebbe Lorn ato clel .
guorra. Il 1mrnoscrilto inlanlo giacev'à abbandonal o in un angolo dell'ufficio del Consiglio superiore sanitario mililnre, quando, infQrmalo dell'esistenza. di questo lirvoro, oUcnni a slenlo. dal modPslo Comissatti la permissione di pubh!iearlo io questo g,iornale. Nella pre;;eufe eru<lila e nitida disserlazione sul tifo, nvenJo il chiarissimo Autore comballulc qut1si luLle le 1-· dee su. questq morbo qa me so~lenu lc nelle discussioni l'a ttesi 'noll,t nostra.Accademia due anni or so·rro, mi riservo a giustificare più lardi od almeno in. parte li> optnio.ni cosl sapieut()mcule impugnale dal Comissctti. e ad obbligare così il mio amico a_scend~rc <li nuo..vo in camp,Q sulla doUrina delle L;foidi con profillo dell'arle medica. I otauto il lellore che i:,rià favorev-olmenle conos:ce l'Autore per altro sue opere mediche, da questa 1111ova scrillura sul tifo vedrà come la doltxina del Oomisselti gja pari all'abilità pratica con cui seppa illustrare la dillìci le p-0sizione di Metlioo c11110 tl'qrmata Lanlo nella spedizione della Crimea, qua11l(), nelfa recente g.ue1\ra d'Indi pendenza Ha.li,rnà. 00.TT, l:JEttA.
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tutto inutile il so.pperirvi con alcuffe annotaz1orn messe giù alla buona., le quali apl}unto, percbè dettate senza ricercatezza. e senza pretensione di sorta, · oltre al permettermi di esporre le 1ni1} idee tali e-quali mi vennero suggerite dàll'o~servazìone e da1Fesperienza, m'avrebbero quando cl:ie sia salvato dall'obbligo di troppo invisch1arm11n al6tme questioni, là cui soluzione credo sia da commettersi piuttosto ai fatti che alle parole. Non saprei ben dire se così facendo possa il mio scritto meritare tuttavia !'-attenzione cli quest'Accademia, ma quando considero le divergenze degli a11tori, quando penso alfe tante loro disparità nell'interpretazione dei classici, quando ricordo il dire e disdire di molti fra i più reputati patoJogi, e l'asseve,razione ,ed, il dìniego contrastarsi persino verità di un fatto materiale, l'esistenza d'una lesione anatomica; parmi che l'esprimere liberamente i piopri pensamenti senz'altro corredo che la propria esperienza, senz'altra autorità che il proprio criterio, sia ancora il più savio partito a seguire. Voi, dotti colleghi, che tanto· avete fatto a pro della scienza, che già deste, or non è molto, sì chiare prove di el:udiziona e di st.odio su quest'argomento (l) e che aveste più d'una vo1ta occasione di notare.il poco accordo degli scrittori e fo incorreggibili dissidenze dei pratici su cose che si dicono le millo volt.e vedute e constatate, voi sarete, mi lus~ngo, meglio che ogni altro, meno severi verso di me~ se per un momento, qualunque possa essere il mio rispetto per i classici antichi e moderni, ardisco sottoporre al severo giudizio vostro il puro e semplice frutto delle mie osservazioni, senza confortarlo di un nome autorevol~, senza neppure ringraziare quelli stessi a .cui vado s-0dza dubbio deb.itore delle opinioni che sto propu~ gnando. Dal che voi capirete non essere ora questione di darvi una monografia del tifo., oppure di fani una minuta esposizione di quanto ebbi occasione di osservare in Crimea, ma trattarsi di un semplice e breve riepilogo delle idee che mi sono fatto su questò argomento, sia tenendo dietr:o a,Ue dispute ognora rinascenLi, sia ai risultati della mia propria esperfenz~. A tal :fine, dopo .d~avere esposto alcune considerazioni sulla famiglia llelle febbri tifoidi, ed annunziato io massima le distinzioni che ho creduto potervi ravvisare, farò susseguire gli ::irgomenti, ossia la dimostrazione teorico-pratica su cu i ritenni fondate lo mie vodule. Entro senza più nell'argomento. Percorrendo gli autori cho hanno trattato delle ti-
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( I) Veùi Giornale delt'.t.lccade1J.1iu medico-chi1·ur.gica, anno 1857, saò ul~ 20 p:1aggìò, 5 è 26 giugop, voLXX.lX, ·seri.e secon<.lu.
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foidi, sia che siano state 1}onsiderate coi nomi dei tempi nostri di tito, fébbre tifoidea, dotinenterite, enterite follicolare, OJ)pure di sinoco, febbre nervosa, putrida, petecchiàle, ecG,, credo che Lutti voi, onorevol'i colleghi, dal più al meoo avrete al par di me .Provato uon J)Oca.sprpresa, quando al fini1:e ,dei vostri studi avrete tenta,to di fare un dassi;mto delle foro; opinioni. In verilà non vi ha nulla in patologia ili più dubbioso, oscuro e sovente coniraddittorìo di quanto ci vanno generalmente insegnando intorno a cote~te aITezioni. Cause, sintomi, natura, tn.1ttamento curativo e persino il.nome con cui indicarle, tutto è confusione, tutto è litigio. Ed anzitutto esiste o non esiste una malatti.a chiamata tifo, la quale sia altra cosa cbo la febb';~ tifoidea, oppure: non ,,i ha ·in pratica che urta sola e n1'èdesima ,entità morbosa,, chiamata a capeiccio ora r.on l'uno, ora con l'allro di questi dt1e uomì? Uomini dotti ed- integri, osservatori &ccuratissimi ed oculati, che attinsero alle fonti più pure degli antichi, che incanutiron.o nell'esame dei sintomi e nel loro raffronto con innumerevoli ricerche cadaveriche, sostengono la febbre tifoidea ed il tif() costituire una sola e medesima entità morbosa, o'tutL'al p:iu _d\if~rire solo per grado. Altd, non meno di quo.sti ed eruditi o stur1iosi, a_ppoggianclosi a fatti dol paro numerosi e convincenti, propugnano una sentenza del tufto contraria. A questi ultimi, giova intanto notarlo, veggiamo accostarsi compatti qùasi tutti i medici che studiarono l'argomento al seguilo degli EserciLi in campagna, e più particolarmente ancora quelli cho presero parte all'ultima gnerra cl'0riente·; ag11 alt11.i inveoe riunirsi quelli che oercarono le loro convinzioni nell'eseì cizio della pratica ·civile, Prima che s'jnventasse il nome della febbre- .tifoidea, quello cli febbre peteochiale e di petecchia eraJra noi speso e ricevt1to a vicenda senza quasi addarsi di quanto scrissero e CuJlen e Borsieri, senza crucciarsi grao che dei 1:apporti di quest'ultima col sino.co, colla febbre uervosa, alassica, putrida, e Lutti s1intendovano perfettamei:ite: A nessuno, in fatti,. in leggendo lit storia della 'febbre petccch i:llc di Gènova, venne llrni tf1 pensieì·ò di r,;1unodare la malallfo descritta dalla penna sdegnosa di Rasori al sinoco che ogni giorno s1incontra nella praLica, sicr.hè una dillerenza era, a ùir vero, ammessa, anche indipendentemente da quanto ci lasciarono scritto gli autori anticbi, le cùi idee,checchè se ne dica, a me sembrano tntt'allro cbe chiare e sacramentali. Ma dopo· Bawles, Cbomel, Louis, Petit ed.uq;dnnumerevole falan.ge di moderni scrittori che p'rodigarono' i loro studi a far pr:ev1,tlere nn nuov0 nome, a 1
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far entra1"e in nosologia la co~i detta fe~bre fifoidea, lresen.tare ~ess,e radicalL di:ffèren~e fo tutti questi enon fu quasi piii possibile l'intenqersi. Contt1@statà in lemenl1, voi non mi negherete che avrò scièntificasul sno nàscere, questa nuova oreaziooe nosologica menle provalo il mio assunto; ed allora non vi l'i-· prese '" poco a poco tale consistenza ehe, contrariachiederò più altro che il controllo clella vostra prnlica mente a qu~nto stabjJtr;a,tio i su0i autori, dlvenu.e un ·e I~ 'Sanzjone dt}fl'auior&voJe. vostro voto. Se non vel'O omnibi~s, cui vanno a riferirsi tutt1, le om,opatie .giungel'ò a tanto, 1.ni terrò tuttavia contento di veaccompagnate da :::tup.o.re ed atassìa, moLivo per cui dermi da voi sfataLo inL.orno ad afcnni errori, a favore ani:.be il. tifo o febbre petecchiale che dlr .si voglia dei qual.i à~ alcuni~nn,i in qua credetti di dovere cessò.. alla sua volta dal costituire un'entità morbosa combl,\Lte!'e onde fal'li penetrare ne.Ila convifn,ione di a- parte ed entrò nella moderna logomachia medi ca altri miej _colleghi nella carriera militare. (Coiiti11ua). come un elemento di più ad aumentarne la discordia ~-hl confu.sìone. Ebben~, io cbieder;ò ancota una volta: esiste uella s.r.ienza, esiste in pratica:, una malattia ti fo che sia qualche cosa d'altro che la febbre Ufoiclea? PARTR SECONDA Q~1a11to a,.ino rispondo di si: e per i:nanifestaTe tutto ' intiero il concetto che mi sono formato intori10 alla famiglia delle tifoidi, .ag-giuogerò che ammetto due maCONSIDERAZiONI PRATJCHE lattie ed una forma morbosa; dislinte quelle coi nomi sull~ F,e1•ite tl' a1•ou, tla fuoco di t·ifo e di febbre ljfoickct, e di s"içfto tifoideo quest' nl tima. Dfrò a:iicora che il non avere saputo o voluto teosservate nell'ultima guerra ner.conto 'di quesla distinzione f-u la prima origine dei Dal Cav. FnANOESCO CORTESE tanti clissen~i che veùiamo perpeLuarsi ed in.grandire, starei quasi per dire, in proporzione degli sforzi che l'rle,lil:Q, ntvisionalc di ia Classe, Vfoe ci,po all'A1·mata si van'facendo onde.appianarli, e cbe lo slalo tifoideo, ==== ossia ti(ismo, forma particolare cosi sovente compa(Continua:. //, N. 4.2) gna di molte piressie, coll'avere ottenuto, éome. ottenne })l'esso talm1i, .un'importanza immeritata nella diagnosi, fu quello obe fece maggìormenLe sviare la I. mente dei pratici dai veri sintomi cost1Lutm, 0~111:: La palla conica ll~uv~- ,1 r,ors_~ retlilineo, n~; d ovi:t due prime infermità e .divenne il motivo principale qu asi per ,nuJia da.Ila, direzione cl1e )e ,•en;u1::·_h,,.,,.-.,,"-"'. delle confusioni insortffnel tracciarne i liroiLi proprii neppure se incontra ossa compall~ eJe fracassi. a ciascheduna. Questo fatto già sta bi lito dai moderni scriltori trovò La semptice enunciazione di q_uesto modo di conuna piena icooferma nei casi deWullima guerra. Dice s1clerare le maìattio tifoidi debbe inLanto persuadervi Scrive (O. C. p. Hl) ch·e palle di q.u,ealo .genei:'e :<< penecome io abbia ch iesto la parola, non già per rivelarvi << trano con grande facili tà a traverso ogni organico nuovi ed inauditi arcani di patologia, si bene n.el solo , <t Lessolo, qualunque ne. sia la deosilà e La consistenza « senza provare deviazione sensi.bi!~ per l'incontro d'qn &copo di collo.care cose le mille vòlte cl etle .e 1;id_eLte <e osso o 'd'un muscolò i.n· conlrazion_e )>. Sogg)uùge Bausotto un'altra luce o, se volete, sotto miglior luce, dens (I) « esse sono animale d~ una grande velocità, affino di poterlo contemplare più chiarament-e e più « entrano in linea reLla, frantumano le ossa, soffrono dereJt?mente giudicare. Semi dimostrerete che mi sono e< for(n.aziooi, schiacç,iaroenli, ~ivi~ioni, in piÌl pezzi, e alla mia volta illuso nelle mio indagini ed ingann~to « lùltavja il foro per cui so'rl'ono si trova quasi sempre nelle induzjoni, voglio tuttavia sperare che vorrete << diamelralmenle opposlo a quello d'en trala)). I medemettere in conto del mio buon volere l'arditezza di simi co nc.elli sono espressi da Legouvesl. sebb:ene non, cui feci prova ,nel rjtentam un argomento così di.fficile s~mJ)ri c!l'egli riscontri in ciò u11a totale differenza dalle ed intricato. palle sreriche (i)' A fronte delle diffit;oltà che mi si parano innanzi, È probabile che qualclic divario si scorga nella direnon saprei scegliere nellà mia argomentazione altro zione delle delle palle, a seconda della 9islan.za da cui ordine di prote, tranne quello in cui siano insieme comparate queste tre entità morbose rispetto : 1 o ai colpiscono; ri:ia nèlle ballagli e c:.he s~gnalatono la guerra: sintomi; 20 alle cause ; 3° ·alla natura; 4° aUo le(I) Bandcns, Souvenir d'une mission médicale a l'armte sioni cadaveriche; 5° alla terapeia cbe si conviene d' Horient - Paris 185'1 (p. 43). a/ciascheduna in p,1rticolare. Quando avrò dimostrato (2) Ahtùy. Gon. deMed! avril 1859. 0
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selone a uguale di~lanza del la.lo OP.posto: aveva cosl dì quesL'anno, si è usalo se1i1pre ricorrere a\Fa,ssalto di posizioni nemiche fortifi cale sui rialzi di lerrenò è sulle rollo due archi costali, le verlehre corrispond~qli, il P.Olinoae dei due lali, e lasciata la cute, inlerposla alle-due colline; e quintli in massima le distanze furQnQ lirevi, aperlure, Lesa sul canale della ferita , in modo da I appre...avuto anche riguardo alla lunghcu.a del tiro dc>i moderni senlare negli alti respiratori il mo,•imeoto dell'animella f~cili, e-in grandissimo numero in direiione obliqua daldi nn mantice. Questa palla pertanto, entrala in isbieco l'allo in basso. La velocità adunqoe fu tale da superare soLlo la cute, e inconlralo un arco osseo mobil~ ed elaogni ostacolo, e da altra versare in lip_ea rella. non solamente slìco-, non ha mulato direiiohe per nulla ( come probabilJa -gros&ezza d'un membro, ma allres1 da perforarne due mente avrebbe faLlo una palla rotonda tirala~ tangente) su~cessivamani e, o uu membro stesso in LuUa la sua lunma perforò Lulle quelle parli senza essersi risenlrta dellà ghezza, consHvan<lo I.i forza di peoelrnzìooe ed il corso loro resislenza e conformazione. dirello~ mal'grado l'urlo, e la frallura di un osso. La legge di decorso relliliueo che ppò dirsi gen·erale Oss: L - Al Capj\ano del 74 di lin . frances.-e sig. 1\1... .. alla palla. conica, permelle di giud icare anche a prioh ferito a Monlebello il 20 maggio, una medesiAfa palla colpì appros~imativamenl*3 del silo ov'essa è rimasL<-1 nicchiala, il lato esterno delta sinistra coscia, la perforò compkLa-. quando non ebbe forza baslante da traforare perfeltamente, entrò poscia pef la faccia il1tern a della coscia demenle la par,te ferita. E oi.ò sp-(ega l,x. mo.,ltilqdinn d,elle i tra, ruppe commioulivame nte il femore, e sorli per .la _palle che si sooo .estrali~ per ogg·euo di cµ ra .frn·o dai .esterna faccia, lenendo una direzione in lt.illo- q:ues.to primi giorni del trattamento él~irurgico dei f~rilHntgue,rra: tra·gillo cQsì rol~ilinea, che .coll ocando i d,uc memljri ·.na. sla introdurre ttn dito- pel-forçi° d'entrala e scoprite la nell'alliludine ricordata dal ferito nel momento de.Ila dìs · direzione del canale, per indovinare il.fondo del cavo ov~ grazia; ~i ravvisa noo essere per. nulla d.eviata neppure si lroYa il corpo straniero. L'estrazione dipende poi dalla dopo la frallora dell'osso. profondità e posizione del rondo medesimo, e dalla posOss. 2. - lo un soldato austriaco, ferito nella stessa sibilità di pervenirvi colle pinzette, o colle incisioni,loccl\è • battaglia, una lesione analoga per posizione e per gracostituisce una questione diversa; basta per ora riçpnovità si rendeva rimarchevole per I' opposLo effetto degli scere come reale il principio. urli. In esso la palla era peoeLrala pér la faccia esLerna Oss. i. - A.I Capitano aiutante maggiore di fi nea fr.i.nposlerisre della coscia destra1 avea fracassato a scbegcese sig. Z...., forilo a Monlcbel!o, la palla entrò oeila gie molteplici l'osso del femore, poi perforato il lato i~ parte superiore della gamba destra, sotto l'epiffsi della terno alquanto anteriore di quel membro, conservava libia, e urlò di sbieco dall'alto in.basso contro la costa \anta velocità da traforare lulla la IJ}assa dei muscqJj inlern:> ,~,,11 ,u l;aho: ~:l:,,o.l c,. L .. 8"mh~ Or<l. Ium ida· ect'assai posteriori della coscia sinistra, che lrov~v~si alon;, dolente quando entrò nell'ospedale di Alessand~ia, che .vanz;ata di pqsi t.ura, com"';" _..,.~mne d1 progressione. li'nn; .i, queslo genero oc.corsero lll gran numero sollo fu il 22· maggio. In trodotto il dilo, e snoperlo dal p.rimo le mie osservazioni in tulli gli spedali, ove ho visitato i tratto che il canale si dirigeva dall'alto in bassò, scorsi fori li de' com ba llimenti accaduti nella guerra attuai-e; sia colle dita lungo la costa inlèrna dell'osso, e,m~a-rresLai che le ossa fossero rimaste· illese, sia che avessero sofdietro il malleolo i1lterno, ove sospellai, da cèrla,inusiferto fratture più o meno vaste e schc,ggiose: ndL.qual tala resistenza dei tessuti l'nollo tum efatti, la presenza caso costituirono sempre (e furono pur troppo assai 'nudel proielli le. E qui vi infatti con una incisione parallella merose) una classe di ferite gravissime, sulla quale a.vrò all'osso lo rinven ni ed estrassi, dando a un. tempo sortita a 'lenere discorso più avanti. a molla sierosità puriforme, che le Jeggiere confricaz ìo·ni A questi modi di penetrazione delle dette palle posfacevano rifluire anche dal foro d',fntrala. Questa pall a siamo aggiun·gere quelli che riguardano altre-regioni del aveva percorso uu lragiLto di ben 30 centimetri, s'era corpo, dove del pari si è notata la medesima disposizione smussala alla sua base, e non aveva devialo un 610 dalla a non soffrire cangiamenti di direzione. Tali sono i casi sua direzione. in cui passò da una spalla all'allra con fr allura d'a:na o Oss. 5. - l denlico caso ebbe luogo nel Generale.,\ .. d'entrambe le scapole; o da un braccio con frattura del. . . . . ; identico rispetto al membro, al sito del foro l'omero, e frattura successiva della scapola èorrispond~nte d'entrai-a, ed a quello di arresto del proieLLile. In questo ò da una natica all'altra, con o seoza perforazione del le conseguenze furono molto diverse, perchè non si ebbe sacro, o dell'ileo, o a traverso la regione dorsale -con o.fgiusto il conceuo della strada percorsa dal corpo. Fu fesa delle ossa, e lesione gra,issima dei polmoni. j fatta da prima una incisione sull'allo della sura ove al Oss, 3. - Il U giugno fu trasportato a Brescia il cocer~o·esso 1100 esisteva. Poi fluendo copiose le s·~pporalonnello dell'8° reggimento' di linea francese férilo .nella zioni, e vuotandosi pel foro d'entrala, lasciarono fi nalbattaglia di Solt'erino. La palla era entrata a forse cinque 1 nie,n~e se.niir,e diel ro il malleolo la sua preseqza. Per dita di distanza dalle ultim e v,erlebre dorsali, ·sugli archi risparmiar.e una incisiooe ben.elica, si fece rimontare la delle coste del lato destro, ed era uscila .di~i~ta_c~me .un , p~lla-<coli!' slrofioa.zionì fino al f.or,ò d'entrata, d'onde fu 0
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fatla usci:re. Par lroppo gli esiti che ebbero luogo~( flegmasja alba della gamba , ginocchio e coscia; assorbimento puruleolo1 ecc.) non corrisposero alla lro.ppo pie~ tosa,prudeoza del curanle . . Che poi molle p1).lle, malgrado la fisica e morale certezza del loro collocarueolo, ooo si possano estrarre , è una cosa che troverà la sua giustificazione nella qnanlilà maggiore d~-pericolo che si aH ebbe in quella pratica operativa, anzicbè dal lasciarle ove si trovano. Tale è la sentenza eziandio di Scrive (p.4,57'), ove dic~: ,e \"extra" tion imméùiate des corps élrangers- . . . . a élé lou" jours la règle générale el pratique de nos mMeci'ns; cc ils ont r euoncé à remplir celle in'dication, dans Jes 1< cas exceplionuels ou les difficullés de la recliernhe «-aurai.ént èlé plus cou.leuses que l'p~ban101, corp_s « ~~ra'"nger <la·ns les . organes, » La me'desimà le!$ge ci siamo fa~IJG. anch e noi'in sin)ili casi, e,,con evidente vantaggio. (Contimia.)
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PARTE rrERZA DELL., ALIMENTAZIONE DEL S0LDAT1l BISPOSTtl. DEL PROFESSORE FRESCHI
al Programma di Conco?'SO al A·ernio RlBERI pub-· bicato il 26 ottob,·e del 1857 dalla Coinmissione aggitidicat,·ice netla Gazzetta Ufficial.e del Regno del .25 novembre 1857, N° 2'79. » .•...• . .. . licuit, scmperque'licebit ». Sigoo.tum
llTOOSonle nota pr,otl.ucere nomen .." Hp.r at. De -4:,:le poet.
(Cont·i1p1azione vecli N. k2J SEZIONE SECONDtl.
Delle alte1y1,1,ioni e aduUerazioni clei viveri e bevande che 1ne_glio con,vengono al soldato. Noi abbiamo nella prima Sezione considerati gli alimenti e le bevande che crediamo essere i più ·convenienti al soldato, sollo il rapporto della loro provenienz.a, della loro ·composizione cbjmicà e del loro valore oulrrtivo, met· te_ndo a confronto le quali là diverse ·degli -uni e. degli alti.ti·, e cercane.lo di dar ragione delle var~e dilìerenze che in pratica si osseryan~, ammessa però ,sempre là· buona ciua\ità loro. Ora 1101 dobbiamo studiarli sollo i'i duplice
puntò di vista della ton> spontanea allen1zion.e, e delle varie adullerazia tti e falsifica·1.ioni che si commellooo nel commercio dagli spacci atori di qutisle ma~erie alimenlari, onde evi tare i pericoli di più o men .grave danno che potrebbe de-rivarne alla salule dei soldati, usando di ali ~enli adulterali o guasli. L'importanza di ques-lo sluòio verrà: priucì pal menle senlila dal medico militar e, !lf qua1~ dee premere vivame.nte che sj allonla.oino dai s.oldàti molle delle ca use pt oduLLrici di malattie diverse, delle quali 1100 si conoscono poi QÒ l'origine, nè )_a proveoi~nza. Molli coofondooo in uno le alterazioni spontanee c:olle adullerazioni degli alimenti e bevande; ma è un s-rrore. Cbè. le prime son-o indipendeuli generalmen~i,dalla volontà, o almeno non se ne può inco[pa1;e chç. .o l'i.gn9Ì'anza o la negligenza, o la imprudenza di clii .esr.on·eva le materie aliQJ entari allé più favorevoli cìrcòstànze,per potersi guastare. All'inconlr9 le.aduller:azi.on,i so-no se~pre Hprodotto di una colpevole induslrfa, che non alriìnèlle scusa. È vòrò però che si p,uò commellere una fro<kaçche, spacciando viveri gu~sLj quando si sia trovalo modo di mascherare la corruzione avvenuta. 1\fa questo però_non cambia natura al fall o, che sarebbe sempre un'adulterazione, giacchè lo scopo sarebbe lo slesso, ql!e!lo cioè di far passare come materia di buona qualità quella che in fond o non è. La ragione e l'indole-'di versa der fatti aaun.que vogliono che·si lrallioo dislinlamenle le· all.erazioni dalle adullcrnzioni dei viveri e bevand~ di cui ora ci occupiamo. CAPO I . Delle alte,-azioni cd a diiltel'àzì-o11i delle fa1·i11e con cui si fabl,;rica il pane da munizio11ç.
La farina di frumento, come già vedemmo (V. S.ez. 1a Cap. ~°, Art, ~0 ), contiene una dala quantità.d'acqua igrosèopica; il che vuol dire, che nello s'lato otdin~rio non si trova mai perfellamonte secca, .per quanto ottima sia la sua qualità. Questa quanlilà d'acqua è vari.abile però no_n solo da una farina all'allra, ma anche nella stessa farina, giacchè dipende dalla stagione, dall'aria, o dai Jµ_ogbi più o meno umidi in cui si lrova, cb'essa assorba più o me·no di umidità. L'esperienza imperciò ci diinoslra ~he siffatta quan(ità d'acqua varia dal 6 fi no al 2 0 e anche al 25p.O[o. Ond'è che si calcola; generalmente, sopra una media del 47 p. 010. Una farina mollo umida non può essere annov:erala fra le farine normali , quand'anche tulle le allre sue qualità si riunissero in essa per farla ritenere tale-. Se non a\Lro vi avrebbe un clanno notevole relativame~fe al peso. il q11ale sarebbe di tanto mag~iore dell'orainario,. o n·o rroa,le, di quanto sar~bbe quel.lo dell'.acqua co.nlenuta in essa, o!Lre il limite della media norma·le. Volendo assicurarci sperimentalmente dì .questoecçess-o 1 a acqua che può contenersi in u·na farina, non'si ha che
a pesarne una data I)Orzione, farla 1liss·eccare lentamente a bagno maria per urta o due ore circa; q_uin<lj ollenula la sua disseccazio Ot', pesarla nuovamenlc, e v-eùere se abbia per'cl'ulo più, del 2a p. 010 del suo pes:o pt imili~o. essendo q1Teslo il ma.-vinmm di umidilà contenuta 'nelle farine normali. Non si oreda 'J)ero ohe u'na :farina disseccala cessi dal più assorbire umidità; corpo i_g rometrico cli sua naturn, essa ne assorbe sempre dall'aria piil o men o umida sempre; ma pìù· poi qliànào· vertg~.{coll<1cata'"in luoghi umidi. Cosi è che allora essa n-011 solo aumeuta del 12 e del 15 p. 010 il suo peso primi tivo, ma si conglomera ben anco, si ·riscalda, quindi form enta e si .guas ta. L'umidità in, concorso col calore nnoce pronfamente alla sostanza delle far ine in due modi principalmeute, o. collo allerare lentam·en le il gluli ne per guisa da ·renderle improprie alla · panificazione; o col favorire la formazione di sporule e di fu nghi .microscopici, che poi si manifestano n·elle varie muffo che si veggono ,comparire sul pane fabbricald con sHfatte fari11e cbe paliroM il cald o. Nell'un caso e nell'allro il pane che se ne fabbricherà non potcà a rpeno di riuscire ·nocevole più o meno alla salute dei consu·matori (~). Una farìna di frumenlo alterala dall'umido-caldo si ·ricon'osce dal colore, dall'odore e dal sapo~e più o meno profondamente ·mutali a COEffontO COO queÙi di u·na fasana. . Il e.olore non è più di quel bianco vivace che quest' ultima presenta, ma sporco, gialliccio, o d'un grìgi aslro, o rossigno più o meno notevole; ond'è che l'aspello di queste farine guaste varia ·secondo il grado più o meno inollrato della còrruzione avvenuta, ollreccbè s'indora pene spçsso, e si agglomera io masse cospicue. ~ },' odore Yaria esso pure, in quanto che bene spe,sso ha -.<.lella muffa la più spiegata; · e io altri casi· si manifesta :putrido; ciò dipendendo da un grado più o meno inoltrato di pu,Lrida corruzione. ~ li sapore finalmenlé è molto variabile a.nch'esso, ma però sempre disgusloso; talora è acido, e tal' allra amaro; qùan do iosìpido, e qua11rlo di un polcigno oauseoso; ma ogni caso è poi acre {) irritante il fondo della gòla. I P er volerci assicurare fin dove uoa farina di frum ento
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(i) Le l'arine dei cereali possono · 1·iscaldarsi cffell\vamento, e quindi più ~ meno pron1amcnle alter:ir:\i, dipendenlemeoto dal modo e grado della macioa(ara. Si sa che le doe mòle o ·macine ciel molino svilap.panc,, durante il molo loro di rotazio~e, una considerevol i:\ quanti tà di calore ; ona è quesl'o calore appnnlo,che può alterare la composizione della fa rio a, massime se sia cccessi\·o. Oggi si poò rimediare a qaeslo inconveniente eolla.cnrnbinàziot\e dei due apparecchi d'invcçzione di Hanon, cioè l'i!Spiratore e il ventilatore, e-on coi si pilò applìcare alla macinatura dei grani l'a~r.eazione la più ellieaee, facendo in modo, che colla introdu.zi.an~ rJell'ada fra le duo macine, sia lollo,ad on tempo, o assai djp1iouitoèqnel calore, che sì svolge colla loro rotazione.
· pòtè-<!ssei'e ~u,i:'s Lala-dall'umid·o-caldo, noi dobbiamo cercare di misurare la qualità e la quanlil:à del glutine in essa rimasco. L'aleuromelro di Boland ci può dimostrare e l'una e l'allra; (1uesto strumento è il.ghilinometro propriamente dello, con cui si può determinare sempre e la qualità, e la quanlilà del glutine (·I). Ove ,nò.n si avesse disponibile questo strumento, potrel>besi ricorrere al metodo proposto da Robine. Questo metodo ·è basato sulla proprìctà che ha l'acido -acetico puro di -disciogliere Lutto il glt~.line, e tulle 'le allre !nalèrie albuminoidi contenute in una farina, senza intaccare minimamente le allre non azotate, quali sooo le materie grasse e le feculacee. Dalla ·soluzione pià o meno satura cbe si ricaverà col mezzo di quesl' acido si potrà desumere il. n1olto o il poco delle.materie azotale stale di scioIle. Una farina di frumento può essere alterata dalla mescolan7.a con e!.sa dei semi pohierizzali o macinati élel Melampyrmn an1ense, dello grano di vacca, pianta cbe vegeta nei c~mpi s~m ir,rali a frumento, ,q ua,ndo speci,t.lmente ne ·venne trasandata la buona coltura. Un pane fabbricato con farina a questo modo viiiala ha un gusto spiacevole, e il colore su,o trae nel violaceoi a meno che non si fosse usalo lievito, giacchè' nel pane azimo questo coloramento non si manifesta . li chimico francese Dizè, che fu dei primi a far conoscere questa'speciale alterazione della farina di frume~lo, ha anche insegnalo un modo faci le per iscuorrirla. Si prenda del}'acido açelico c\ilµ.ilo ~on due terzi d1a~qua, e s'i mpasli tànla f,nina sospt~Ua, quanta ne può stare sul fondo di ui 1 cucchiaio d'argento da la vola; quindi si faccia gradatamente evaporare e l'acido e l'acqua, ponendo il cucchiaio o· sull,\ fiamma o sui carboni acçesi. Il piccolo pezzo cli pasla a misura che dissecca, s'indora, e si stacca dal cucchiaio; allora la si ritira e si rompe; se nella spezzatura si vede che il cent~o della pasta cotta è d'una linla rosso-violacea, segno è cbe vi fu mescolanza di 1llelamp,yrum; in questo mqdo proc.edendo si conosce L:aitera_zione an che non uso ndo lievito, perchè Facido acetico ne fa le veci. ARTICOLO 1°
Aduìterazioni della farina di frnme11to. Qualunque mescolanza o di sostanze estranee, o divèrse, con urrn fado a di frumento o pèr aumeolaroe il peso o mascherarne la rea qualità costituisce una falsificazione, una adulL.er~zione, le cui r.Qnseguenze possono r.iuscire -più ,o meno eericolose, o anche nocev;oli' alla sa(t) Il signor Bolaorl, i:lollo pauà!icre <li Pa'rigi, presentava questo islrumenlo appri>zzalortf delle fol'i ne sino dal 18/44 alla grande Esposizione dei prodolli industdali di F rancia, da .coi venrre premialo con m.e.daglia di bronzo. li Lassalg,ne. ne dà c~rcoslanzi,at;i relazi9n,e e 1lesctizio11e che si legge l)egli Anna· ies d'Hygìène,etc. An. 1855, Vol. IV, pag. 84.
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-3{3Iute dei consumatori. SoooJ molle lo adullerazioni che si possono corometlere con colpevoli miscùgli. Farine gul).ste pi~,o meno possono mescolarsj· a farine saM.; farine provenienti da allri cereali, e ,quindi pi.ù scadenti, o improprie alla panificazione possono mescolarsi in proporzioni diverse a quella del fr.omenlo; alrlr~ farine,d~rivuoli da piante amilacee, o leguminose vi si p·ossono del pari mescolare, e finalmente o per un fioe o per l'altro anche òiverse polv.eri minerali si poJsono unire aHa farina stessa e costituire adulterazioni ancora più permcfose e colpevoli. Noi perciò passeremo ora in breve ,rassegna questi principaii miscugli colpevoli, é indicheremo anchej mezzi più facili e sicuri onde all'occ.orrenza poterli svelare. § ·\ .
Mùcnglio di farina di fecola e grcmo. Nel passalo più che oggi era io uso di spacciare farine di frumen.lo 1 nelle quali si fa'Cev(l:el)Lrare una propo,rzione diversa, o di farina di porni di terra, ossia di ferola di patate. In Francia però questa frode fu molto piìr adoperata ohe .Jion da n,oi, e solo vì è diminuita dopo che. da circa dieci anni la malattia epidemica che va lravagliando più o meno i pomi di lerra ne rese scarso il raccolto. Essa è una fa,lsificazionc peFò che non può essere uocevole alla salute, se non nel modo il più indireLLo e lontano, Vé!le a dire per la sostituzione di una parte di farina di J'ecola a una <lala quanULà di quella <leL grano che non figura nel pane che viensi a fabbrica re. Se oon che onde non possa essere subito scoperta, o con grande difficollà \o possa essere, questa adulterazione si fa dagli speculatori entro tali limiti , che la panifiéazione non ne viene, punto disturbala. Una mescolanza di farina di fecola con quella di frumento in rcrgiooe delf8 o del 40 p, Oto può tiare ancora un l>Uon pan 1: : se il miscuglio si facesse di 3\4, di quest'ulLima e ~ 1! di quella, la farina non sarebbe più panificabi le. Laonìie si ritiene geueralmente. che sia facilè a scuoprirsi sempre la farhia di fecola stata aggiunta a quella del frumento, tutte Yolle che l'addizione venne f~Ua in una proporzione superiore al f O per cenlo. Molti sono i metodi proposti dagli autori per iscuoprire · questa frode. Gener.almenle però si mira o a constatare, la quantità del1glutin13 coole1mlo nella farina sospetta, op, determinare la preseuzu della fecola di pomi di terra, basan.dosi sul crjteri o differenziale dei caratteri microscopici che presentano.. i gra.ouli di ,quesl'ullima comparativamente a quelli dell'amido o fecola di fruineotp; non che sulla più o meno pr.onta reazione ohe !~iodio adduco nelle dgo feco.le mescol11te insiem,e. I granuli di fecala hanno ua 'diametro== 14.014 000 di un riìillimelro; quelli del\1am1do lo han.no alquanto maggiore, cìoe 501 1000 di un ruìlliro otro. Su quest'ultimo particolare è princip:almente basato il 0
=
metodo proposto da Robine che in pratica abbìamo veduto riuscire egregiamen te. S1 prendan,o ~,O.grammi deHa farina so.spellt1 ~·s1 mescolino ad altri A- di bi-carbonato di soda; si aggiunga poco alla volLa, e per piccole porzioni la sedicesima parle di un litro d'acqua, fiochè siasi operalo inti eràmenle il mescugUo, il quale si melle in vaso di vetro a calice, o fallo a piede. Allora si versano in questo miscugli o liquido due ..,o .lre ouc.ohjai di aceto e uno d'acqua.; ciò che vi fa nascete effervescenza e schiuma; quesL'ulliroa essendo formala di gluline e di una parte della farina. Si continua però ad aggiungere il'ceto diluilo· nel modo ora dello fino a che céss.i dàl tullo la efferresèenza. A-llora si leva la schiuma; e, levata questa, si v-e.rsa nel liquido la trentaduesima par.te di acqu;t iodata çoh una piccola quantilà d'alcooL Che cosa produoe l'aggiunta ·di questo reali i \'O'.' Se la farina sulla quale si opera non contenga fecola di ,palate, ma sia pura, quella tinta () Olore di rosa che vi. determina prontamente l'acqua iodata, non va guari che si dilegua. Ma se realmentè vi abbia della feco'la, si forma. allora un pl'ecipilato diviso in due zotie·distinle. Al fondo del vaso.s·i osserva una zona colorata in aziurro, la quale conserva la sua tinta, ed è la f~oola di palata intaccata e precipitata dall'iodio; mentre nella z?o~ o parte superiQre !'.amido del frumento che era mescolato alla medesima va progressivamente perdendo la linla, finchè questa poi scompariscc aflatlo. § 2
Miscuglio con farina cli legumi Sono più frequenti le colpevoli mescolanze delle farine ollenuli da varii semi di piante lcg1,1minose (fave, piselli,. fagiuoli leùlicchie, veccie) colla farina di frumento io pro~ porzionidiverse. Ond'è che sono )um~rosi i metodi propost per iscuoprirle. Vero è che possono essere iodizii già bastanli per sospettare della frodo commessa e il mutato colore, e il dive.rso odore, e sapore della farina; ma questi caratteri differenziali non posso no essere- rilenuU come sufficienti per pronunciare un giudizio positivo, giacchè la mescolanza polè essere operala con tania destreiza da renderli quasi alfallo non appariscenti. In ogni modo tulle queste varie mescolanze da,ndo per co1fs.eguenza·uoa modificazione pit o mcoO' sensibile del glutine conle11uto uella farina del fru mento, ~llorchè questo subìsce gli effetti della panificazione unitamente a quella della legum inosa, egl'i è o·ello studio di qu.esle modificazioni varie che bisogna raccogliere i oriler.ii dilTe~ renziali per poterle conoscere e distinguere le une dalle altre. Senza nulla detrarre di merito ai procedimenti analitici su questo particolare dellati dal Lassaigne, dal Cavalié, dal Robine, dal Chevallie~. ·dal Lecanu dal Louyet, dàl Fresenius e da Lanti altri, fra i quali ci piace annoverare
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:Malaguti, Ruspioi, e Abbene nostri, noi .crediamo che ad un medico mìlìtare possono bastare tutti que' da:t,i dlffe.~ renziali che polè riunire il Villain dopo una lunga serie òi numerose ricert' he da lui istituite su caratteri che presenta la pasta faila con farine pr-ovenienli"da siffatti miscugli. I quali nell'ipotesi che s-i facciano a parli egu;,1i colla fàrina di frmnenlq, ecco !q:pali sarebbero le diO'erenze osservabili noi la pasta: a) Parti eguali cli farina cli fave e di frum ento danno una pasta di uri colore·gri{l;io, la crusca ,ho abbando.na questa farina è di un rosso i-coro; il glutine secco che se 11e ri cava ba uu r.olore cli -rosa. b) Parti uguali .di fariua di veccie e 8i frum ento danno uoa pasta di colore grigio, !di on odore particolare che ti chiama qu~llo dr•!le mandorl·e amare; la crosci\ che abbandona è di uo colore grigio scuro; e il còlore def glutine, secco che se ne olliene è nero verùoiznòlo. e) Par.li uguali dj farina di leolicchie e. di frum ento do.ooo una pasta di colore giallo scuro; la crusca ch e se ne eav.a ha pure un colore bruno.giallicio ;. il glutine umido si distende poco; il secGo .apparisce di Llll gfàllo scuro. d) Parli u1,oali cli farina di fagi-uoli e di frumcnlo rlanno una pasl~ clrn sdrucoiola fra le mani, e si clisaggrega mollò facilmente; il glutine. si ·può dire scomparso, tao lo difficilmente e in oosì piccola qoé1ntità si olliene quel pochissimo che pure contiene. 1.1 qu3le es~en:fo umido, mollo meno si d1sll'nde di quello che dà la pura farina di frumento; e quand o è secco presenta un colore biondo gialliccio. e) Finalm ente un miscuglio a parli eguali di farina di piselli e di frum ento dà un a pasla <lalla quale assai difficilmente si può ricavare il gluline; essa ha inollre un colore,v!lrdastro ed un odore ed un sapore di legumi che è mollo pronuncialo. Il glutine stesso ehe' se ne può oLt cnere presenta un color verde variil,ole dal chiaro nl cupo·, sia esso umido. o,.secco , Risulta aduqqu e .da. quesle osservazioni del Villain, cbfl la farina d'ei legumi mescolalo. a quello del frumt:11lo agisce sul gluline di queiìt'uhim'o con poca o con molla inlensilà, seçpndo La quaJilà del legume da cui deriva. l leguoii nomiuali di5p11sLi in ragione del piit o meno d'azioJH' che eserçitauo sul gl utine, vanno collocali nell'ordìn e sog.ueule: ·1° piselli, 2°.fagh-1oli, 3° lenlicchie, /J.0 vec~ie o veccia, o0 fa ve. § 3.
Mi scuglio con· farine cà a.llf"i ce1·eali. Fano·osi non rade 'Volle colpevoli miscele di farina di frumento con quella di altri cereali, come sarnbh.ero l'a_ve-na, l'orzo, la segale, !a melica, il riso. La chimica arriva però facilment~ a sèoprirle. Vero è che quando questi cereali sono di ollima qualità somministrano essi pure farine àlimenLad, per cui là loro mescolanza con quella del frumento non può dar luogo a nessun pericolo per
la salute . .Ma vi ha sempre dan.no per questa frode ogn qu.al volta si sostituisca una certa quanti là di farìtia meno outrien le e meno panificabile ad uua eguale quanti là di farina cli grano. La mescolanza- della farina del riso è facile' ad esser.e conosciuta coJl'o.,servazione microscopica proposta da Donny. La qualP, co~i per questa come anche per quella cli melica, ci fa conoscere che l'amido o fecola della farina' sospl!Lta (se si isoli dal glu(ine oUeguto nel modo ordinario, o poi se ne soll.oponga una piccola porzione. àlla l<:rìle) presenta chianmenle, _qµando da-vvero vi sia• o riso o melica, unc1 congerie cli.frammenti augo• !osi, semidiafani, provenienti dalla conformazione poliedrjca c1·ei grani amilacei di qù.e.sti due' c.èreali. Plù faci lmente però si -eom meLte' Ia frode colla farina della melico.; e io questo caso , voleg_do svelarla, crediamo che il caral.lere singolate di tlna Linla. gialla che fa prendere al m4is una soluzione alTungatissima di 'l)Olassa causlica, giusta le osservazioni di FilhQl, di Lassa1gne. Lelolle e Cbevallier, possa seni re di guida in tali ricerche. Che se si volesse adottar~ altro ni~todo ancora più facile, si potrebbe seguir e il pfocesso di i11ceuerìqi.out0Aproposto dall'illuslre chiìnico bélga, il LonyeL.11 quale ba Crora.to che uila farina ,di fruménto setacciala, pu.ra e disseccata a + <i 00° centig. non 1,rscia più di gr. o·, 045 di cenere, s·~ veuga iocinerila in ragione di 5 grammi. li perchè qualunque sia il miscuglio che· si sia potuto fare, se 5:grammi di esso incinerili daranno una quantità di cenere maggiore di gr. O, 045, sì dovrà conchiudere che yi ha adulterazione, essendo in questo caso il di piu della cenere lasciata, il JHòdotlo della farina eslranea aggiunta. (Continua) =-,
S. -M. per Decreto delli '19 d"ottobre 1850 si .ò q.egnaLa ·ai nominare a cavaliere doll'Ordioe Manrjziano il Dottore Napoleone A.Jciati 1\fedico di Reggimento in riposo, col titolo,e grado di Medico Divisionale, io considerazione del-modo commendevole con cui attes.e alla di½~zione degli Ospeda li Militari d'Asti nel tempo dell'ora cessata guerra. C.011 Regio Decreto dello stesso giorno .fu accettata la volontaria demissione del .Medico aggiunto pel tempo della Cuerra, signor dottore Souclni Giuseppe addetto allo Spedale-Divisfonario di Torino, già comandato presso l'Ambulanza della quarta Divisione dell'Armata attiva. li Dire.lloce l>oll. Cav. ARELLA Medico Div. 11
Vtèe
Dir!l.llore r~sp<ms. Doti.
Tip.Subalpina di
l~JIA.NCESCO
~AN'J: ILLLI Med.
di Re~g.
Zol'l•Js -Yia Alfieri N.24.
3·,1 Ottolirle t 85 9
Ai\NO VII.
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GIORNALE'DI ·ttHOIC~~A Ill1Llt~A,RE D)~L
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éokì•p SANlrr~Rib D~Ll/1':I~ltlTA SAUD A'
1 :. -., _ . ··e : he ·pc/ ti ~ àor:~::~1ç'~m:in~·l~ cql i,.Q dì g~nt~. $i ~ub,4li1cà,~11el°Luoc.c,lì di cfasch;duna sell-im aoa.-1 , . .L,assoc1;i,21on.; e,_t)Of1 .S1· .-"e-,. r1 ,o' ., ~- · . - 1 ... , ; , , , •. , •·i ,.,~ : 'ò · Tw'no è cii li JO In P rovincia ed all'Es.I.ero, fra11co di posta 1,, L S\-Plli!ll. pi;r ,rnmestn a nhc1paiJ, i; p,r;e~ZO {~ as?O_(lf~ZI }11,em. } • >' -· , , : ,, •. , ·"' , ,..,, , _ ,
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d~l"è,omm'l'e sensori'o è'pp'eréì sfo.pitlezza e d·a.stìb. delirio, r.aranfe9te_da macchie ril!~ pe11~~- r~aràttehz · zata da dalore.e1go'i'g_og.llò ileo-ceèalè, 'd'a' freqùent,e"vacuaz'ibnt non ~he da -meteorismo aq_d()mi;i.al'e 'piµ Q meno estès·o;' Ia-·qna'le f'ebore presenta, 'come~ris:til-, tatO cadav e1:rco Q.'Qst~JLt~, ;lcuire a..lterazfo.qi -~peciali dei fò11i.cdli isolati 'ed a·gglomeral.i de.lFintestinò tentÌé e delie.ghi;mdo}e J'nesMtericlre; e tulvoltet é\Il'Che ~-~g9i çll1con_gestione a~ c.~h:èllo' ed a'. · suoi i'nvolucri. •· Dico po·, ·stallò 'ti:(oideoi una 'condiZ:iàne morbosa •• i acoidentàìff, secondaria, epperciò ìion èssifoziale; nè' MEMORIE. ED OS'SERVAZlONl j ·nètiéssaria, fa• qùal'e poò m:niifesta'Fsi °id cfl.rnlulfque I • malalUa-'febbrHe-gra,vè 19grri qualvolta · qll'es-fa I'jesce1 nél s110 àecorkò ad hn,pi~lia'r e t pridéip:ali éeriUi né11l jl.J~n~ta;z;,~ ,i,i Ì v·osi; conditi:one m0I'b'flSà~c-araHeri2zatai·.aàcho <l!a sfo~. 1 ·di p,ettt!rbauie'nr<f'dèl'~òirìmtè' ser1l-sdti·itf, •ta~qùale ,~' ·une (l!_bbrj Uf~i'di a:~~J:op~a, p'el ~t\Y. d'§tt.. CP.A!~SETTF_, 'l t~nh oTfo.e lesioni patologiche v.ariabj.li, consentawe·e .alJ-e, ! rifa1<,tùti~. CQ~ 1~!iiriiiij .Orìg_i'nafa , U-~ita'fiÌe'n (e,, àd:·ah;qnf i faJ;ti- congesfìzii' secon·cfo:ii-af vis'C·e1;ì 'c:ontenut i n.eùa I• I . ,· ' cavità ·aeì c·rawio,. (Co?:ti nu,azione ! 17.. N ,A 3) .G0Ll'esse1,i;ni arrischi.ut.Q ~ tèntare queste de_fiui~ zioni non:mì lusillgo ·punto d.tavei·e 's'OdttisfoLt0•1( tuJte le esigen~e; d~Ila di::i.gnosi, nè tanto me.rr0, prelenuto Sintomi e. segli.i -proprii· a cias_chedunà. lé .obbiezioni r.he-p116 à bì.roh rlh;itto saettarvi c.ofltro ;per meg.Jio, jn~end.e.rci esordirò cb_n, definizfon'i; il o.ri.t,jea anchi;i piùin·dulgente; ,ma volli Sflll'auto dare farò.quirrdk susseguire alcuni schia1;irnenti nella mira 1 m'l'a bà~~ qqalt,1pciue ;ill'e mie idee, la quale ·ser.vfsse d~ appianare d-iver,$.e ,obhi?.zioni cbe_ patur:~lirrenJe di ptlO.to di partenza oel pr0cedeH~1all?ésam.e.. compa-. de"vono affa.è'ciarsi alla.mente dLcbi le, ode o inedita. ra~ivo ,cli gu,esfe. pii:e.ssie·. Sta 'tj'e-riò cihè jn -,!ssé vi ,ha Io 1nte'.nd.o p'éritifo;una :f~bbre .e.~senzfale ,coritir.ma., quànto bo::pòtuto osservai:e-;di più caratt.ériSticèJ'1, ,pa· più o meno _acutà, e~ and~ID:eri_to iri:egqlar:e,. quasi tognomm.1ic0, _e:ssenziale, .e. .proprio a r.iaschedun,a. 1 s empr.e ,remittènte, a:ecompa·g_nata sin: dal suo pPinDà'ildò una srmplice 0ècbiat'cl. a.qaesta definiziù.ì:le, si cipj0, da :sjntomi di p13rtur.bazioi;i,e del «.,0:1:Q;une.se~~,0pQjirà, perciò rìle.va.re· eb,e-il tifo ha per &i,ntomi pal0rio, e singòlarmente cla cefalalgia, delirio, .stupidità . gn0.monici ,e veramente. constilulivj,/hl st.u,pidità ed dèll'animò ed,im,:be:clilitlà delleJunzionj, 'e. susseguita il,r,l.elirio,,sintomi· i. qu;ili, mm solo $i 1:1;0.van-Q; pre,;daAn,a1e,r.uz;ioné,car,attéris-ticaralla p.ell~; fa quale féb.., , sent'i ,alla prima inv,çis.ioue della maJatti'a., ni_a· 'sono b1:e -rilceva per segn'o anatomico.costante: -stasì.vehOse, ben.e spesso i ,s.oli cl1e la anm1ncian1), e la car-an.èrizalteraiioni conge~tizie, v.er.s.am~nti pàs};i:v.i· sier:0"'.san.: za·\ilo !ll'.Ì;tn:;1 ancora eh~ sia, ve.notò il1 sc-en!\.:.il muftig.qìgni, talvolta secreti.'lìi,, quasi fibrinosi,, ma. non sup· fo nme e variabile còrteò dei .fe.ilomer1i equiv0ci e- gepurati:vi, tauio. I)~l cervellp,,c9I:Q.,e,n.e's1wi inv;oJu,opL ner~li, e, 15~r c9r1segoenza l!.,ncl\e prhtia della s.t(l~sa_ Ghi,&mo feb~re,Jifoi_dea-uri'a '. pir13ssi.a,,eontintr~, sem- fel;lbi:e,; La qnalé, oontrallianfeQt~ ;i q.~iaoto si oss~r.:va_ pre a.e;uta, di :rndamento,pi.ù. f)WSlo ,n_egQla:re, tal1,1olta nell,ç1· . fe.bbr;e JiJoide~,.l è bene, sp:esso mltJssfm.a: ·e ac.comp11g·na,_i11 ,da. sj,P),gp.11-s~QOJ1dar.ii·Q.i ~ef.lJl!ìQi m~.l)t.O, 'ni~_nt~ ip i;~,_np.orto,colJa gr-~v'ità~del .caso) ·e tale si
so~u i.{nJ.0.,-- i v p·ò't_t. !':~;V. OqMJ; S!>;l"t:I: ,\nnf11~:fioni sblle·-t:Jbbri {.ifoiclf d',ÌfarÒpa - 2° Dolt. cav ~Cq 1t),'ES~ : Qoosi9·erazioni Pr'<tli'che~sull'cc Pe6te ,d'~rma d-a)tiocQ, - 3°'.l>rof,,.,Fn'RScìHi: l>eWà,Jimeo1 azion.o:-d~l soJd;Ho. Risposta a1 •P,rogramma di C-Q'tW0}$0 a) 11rémjo,; ~ '!;J!ll,1!,J,,
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mantiene talvolta in tutto il suo decorso, anche quando la malattia vo1ge ad esito infausto, a segno che il malato offre ben sovente piuLlosLo l'aspetLQ di uoo che ha trangugiato ur;i vel eno stupefacien-te, che non quello d'un ass:1.lito da gravo inferm ità. Gli 'è spe• c'ialmente quest'aspetto tulto parLico)are a guesta m:t lattia, che ba fissato l:atteniiofie tlei medici posti al seguito delle armate, che li ha spinLi a scevei'arla da certe omopatie affini, dà alcuni dette immeritamente univoche. Havvi mai qualche cosa, non dirò di identico, ma di simi,Ie nella febbre tifoidea? È egli nell'invasione, è egli nel primo suo stadio cho appare la stupidità~ il oelirio, il tifismo? Mai uo: voi lo .sap ~le meglio di me; voi osservate il con trario ogni giorno nelle vostre cliniche, YOi incontrerete ciò ~be l1apno sempre ioéonh'ato i nostri classici; fra cui il Cullen, il quale dice il sinoco (ora divenuto febbre tifoidea) febris ex sùrocha, et typho composita, initio sino,:ha, p,·ogressi, ei versus finem, typhu~, e ciò onde rendere avvertita la iarda apparizione io quesLa febbre del Lifismo, ch'egli evidentemente chiama tifo. - Ma ollre al fin qui notato sianno per me ben altre considerazioni assai più c:ndinali, in favore di questadislinzione, consiàerazionj che io s.otlopongo tan.to più volontieri al vostrQ gi,udi~io io qu:in,Lo che nutro la più grande fiducia nel vostro senno e nella vostra esperienza. _ Ciò che ba potuto.'trarre in errore gli oppugnatori della distinzione del tifo dalla febbre tifoidea, si è una specie cli analogia che si sr,ontra nei sintomi di que:;te due infermità,analogra la quale consiste singolarmente nella stupidità , nel delirio, neU'im):>ecillità deHe funzioni, siano ,queste organiche o di relazione, in una pa11ola, nel' tifi,smo. 1\Ja.qui., 0 signor.i, mi· è avviscni sia occorso un grande·abbaglio, imperocchè si ò par-. tito dall'idea che jl tifismo, faccia parte, come nel tifo, dei sintomi costitutivi della febbre tifoidea, qqando ciò oou è vero. La febbre tifoidea, o sinoco che dir si voglia, può esister-e qaale entità motbosa autonoma, perfettamente caralteristica, senza tifismo; anzi la.,.sua forma più comune, che si osserva nelle c Jinfobe appare pvecisamente spoglia fl<J' ~int0mi di aberraziom~ de1"s.e,nsorio. commrn, e non sono,cbe·i casi più gravi, epperò eccezionali, che li presentano. I suoi sintomi veramente essenziali sono, dopo quelli di reazione generale,il dolore, il gorgoglio ileo-cecale, il m~teorismo addominale, non che i_l,..{lisordine nelle scariche intestinali. li tifismo invece é per es~a un fenom eno puràaienle accidentale, non necess::iri'o, frequente bensì noi ca&i gravi., ma· .mancante nei miti e lcggieri che ne costiluiscont, la gran·.maggiorarrza,.e ciò serlzachè questi cessìn9 per. nulla di presentar·e tùtti.
gli attributi diagnostici,proprii ed essenziali della fehbretifoidea, voglio dire i sintomi caratteristici addominali che abbiamo più sopra mentovato. Quindi io credo che la confusione ·di queste due malattie derivi da ·ch.e si sonc, presi pe r termine di confrooto i soli e.asi gravi ed cccet.iooali di quest'u.ltima per paragonar.li con una fattispecie di tJ:fo qualunque, avvegnacbè s.appiamo essere credenza pr.essocbè. generate elle la. febbre tifoidea sfa sempre una malattia. assai grave, rappresentata da sintom1 nervosi ed ad inamici di grande importanza come, id es., la stupidi tà, l'atassia, i sussulti dei te ndini ed imbecilità delle funzioo1, ecc. )fa quanto ciò sia inesa(to, basta a dimostrarlo l'esame attenCo cli quei tanti casi che, nolla stagione estira ed autunnale singolarmente 1 vediamo rè'gistrati sotto il nome.di sinoche o}ebbri gastf.icM ogaslro·enteriche, od anche, per taluni, gastro enteriti e simili; le:quali denominazioni, messe là per intanto e colla riserva di variarle all'oecorrenza, a seconda dell'andamento ulteriore,. sono; a dir vero, le malattie che si osservano predominare nei grandi ospedali o~i qualvolta vengano in iseana, qual punto culminante, uno o più casi di febbre tifoidea più gravi, epperciò accompagnati da tifismp .. Ma esamiuanùo diligentem&ote coteste sinoche gastri:ébe, così ·battezzate sottO' riser,. va, t,roviamo inl~nto offrire per sintomi princ,ipali· il gorgoglio ileo-ce·cale, il meteorismo addominale; troviamo nella fossa iliaca destra una sensibilità accresciuta ed un'anormale tumidezza, che si rivelano sotto la pressione; troviamo la sete, la lingua asciutta, sovente fecciosa, le evacµazioni frequen ti, disordin.ate e scorrevoli più dell'ordinario; in alcuni il tinnito alle orec,cbie, la c~f~laJgia, una tende11za al s,omw, la lucenteiza degli occhi; trovia(Q,O in breve la vera febbre tifoidea, Ja quale nM al).,bisogna che d'olfrepassare un tantino il limite com une p·er vestire·'i sintomi del tifismo, e così meritare il Lito lo di sinoco invece di sinoca gastrica-. Quanto ciò differisca dal modl) di essere e di manifestarsi del tifo, anche il più mite, taseio a voi ad arguirlo. ~ a vi torneremo pìù innanzi onde di ssipare alcu0:e altre dobbietà secondari e cho, pussO'n'o tuttora rim~nere di scorta agli oppositori. Ho detto· nella d,efi_nizione e,be il tifo offre ,fra i suoi !intomi caratteristici ·uo' en)zione particolare aJla pelle, o per converso non feci cenno di nessu·n esantema nella febbre.tifoidea. Non lutti al certo si acconcieranno a_ questa nii_a maniera di vedere, attesochè si sono dati dei oasi di fob bre lifoidea, io cui'\Uoa· fio ritwa, se non identica, certamtl,nte analoga, a queila not~la nel tifo, venne da varii scritto1·i s:egnài'atrf e ·descritta. '.Non Cìmtrap.: 1
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porrò a quest'asserzione né la mia propria osservaNoLate, o signori, che io dissi manifestarsi cotesta zione, n è i ris~ltati negativi della pratica altroi; ma eruzione cinque volte·su sei almeno, quando che aldopo le tante dìsputazioni contraddittorie, parmi che tri, tra quali amo citare l'egregio professore Jacquot, non sarà chiedere troppo quando invocbj da' miei la cui morte immatura fu riguardata come una vera perdita per la scj~nza, dietro numerose e pazién.ti o~avversarii il perm.esso di mantenere per ora in sosservazioni, asseriscono mancare .appena una volta peso il mio iiuàizi,Q, a m,eno non mi dicano che SU VeI)ti. ' nelle loro tnda:_gini ~uno partiti èlal medesimq m.io Ora, io dic6: àvvi inai qu:ilche cosa di simil~ néJla. punto ùi vista. cioè considerando le tifoidi. distinte in 1 tifo, febbre tifoidea e stato Lifoidco . Jo non d.ubito febbre tifoidea? ·Non esho a rispondere recisamente di no. dell'oculatezza e coscienza di nessuno, ma. credo Se poi taluno mi venisse obbiettando che altro è di oon fare insulto al lor.o amor proprio, nè dtintacparlare di febbre tifoidea sporadica, altl'o dell'epidecare menomamente la loro bnona fede, asserendo mica, io non potrei a meno di domandarli quali siano cbe quando si procede nolle ricerche con idee conguesto fuse, per non dire.fondamentaln~enLe erronee, s~corre 1 i segni differenziali e qua.li i litqili proprii doppio modo di e·ssere della medesima malattia. Li diperi colo di dare in ·qualche, illusione e di ·vedere le manderei an~o1:a se questo ravvicinamento o, per dìr cose diversamente da quello cbe sono. Frattanto.sappiamo cbe,nei casi ordinarii di febbre meglio,se questafusione di elementi morbosi costitutifoidea, considerata anche giusta la stregua comune, tivi delle due m·alattie, che sarebbero separale sporadile fioriture alla pelle sono bensì possibili, ma r~re J camenle ed unificate epidemicamente, dipende dal farsi assa i, e, secondo taluni, offrenti caratteri loro propiù grave nell:'epidemia, oppurel'opposto. ln ambiduei prii diversi da que11i che accompagnano il tifo. Io non casi gli farei osservar~ Q.h e la cifra della mortalità entrerò a questo proposito in miouli particolari, e non giustifica in Terun modo una simile argomenmi limiCerò solo ·ad osserv,H'e d1e dal fin qui d,etto tazione; io gli farei osservare che il tifo, anche il più parmi si possa augufre cbe quando si saranno anamité, dioè che h·a. una durata media di cinqu,e o sei lizzati i fatti div:ér~àme-nte tla quel che si è ' fatto s1giorni e per termine un.'esito .costan temente faYoronon1! forse non sarà' impossibile che. coteste eruzioni vole, riunisce sempre la stupidità, il delirio e l'_esandella febbre tifoidea divengano ancor più rare, o -per tema, cosa eh.e al certo non si può diPe della J~_bbre lo meno abbastanza determin ate aa togl iere di mezzo tifoidea. (Continua) . ogni confusione. Intanto noi abbiamo veduto ripetersi fa Crimea ciò che dai tempi pfo remoti aveva raccolto 1a storia PARTR SECONOA intorno à queste malattie, vale a dire cbe dal secondo al quarto giorho, raramente più wrdi, cinque·· volte SU Sèi almeno., COlhjJ-a'riva tì'ei nostri tifosi Qll ~sanCONSIDHRAZIONI PRATICHE terna pcteccbiale tappresentato rla picèole maccbie s ulle Fm·ite d ' a1·1na cla fuoco ineg1rnli, di un rosso purpureo più o meno viv9, op; pgre echimotico, bruno ed anche nerastro, offrenti i osservate nell' ultìma guerra un diamelro variabile ora da uguagliare apppena I una morsica1ura di puke, Ori\ da superare quello di , Dar Cav. FRANCESCO CORTESE una, grossa lenticchia, di forma quasi .rotoD<la, ma con Me d ico DJvisionale di I a Cla~se, VicP. Capo al.l'Armala margini irregolari, a superfici e disuguale ç come I granellata, talora ~pc1rse, disct~W e solitarie, fJiù / ( Continuaz. f/ . l'{: 43) spes$O raggroppat;e insieme in nurner'o vari~bife e ,-==-====·=-== conflnenti; macchi.e le quali non svanivano mai intera- / mente sotto la pressione, e la cui comparsa, t utto0 .9S. 6. A_d uo volontario df' l ·1° lleggirnMlo_ Grachè simultan ea nel p.iù dei c;isi, si vede in taluni , natieri la palla penetrò sollo la volta dell'acromio siaj'... ancbc successiva, oppure rinnovarsi anche più ab- 1 stro, e ;;i perdè sollo le masse carnoi;e del cucollare e bondante, dopo dileguata ogni Lracr,ia di una prima I dei muscoli sollo·stanl.i. Si form ò un ascesso al collo verso fioritura. La loro durata era ordinariamente dài cinque I il lalo sinislro me<lesimo, che fu aperto, e diede molta mardà. La piaga prese un aspetto fungoso ~ pallido, agli otto giorni~ iudi .scomparivano senza las.ciare massime perchè a mefà della regioné sopra·clavfoo lare .'si clielro di sè nè ftir.fnr$, né squame, nè segoi di andava oompon·endo' uoa profonda raccolta. Ap~rsi oolà sorta.
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un_,adilo i\l pu"S, eh~ usci abbo~dante., viscido e lr_aspar.en.te, come se fosse di Iulo diì Sinovia. Le ioi~z,iooi· de l~rsive, ecl una, diela più confortante diedero luogo a progressivi mig;lio~amcnti, dif\.ro i quali l'individuo polè uscire dallo ,sp.etlale c.oll,e ,s,uò 1)iagpe, qqasi totalmenl~ cicatrizz.ate, ,ed. in salute fiprenl,~, La palla ppr la s1,1a profondità ffon fu rin tracciata. Oss. 1.1 - A.I sìg. C. ... . Ten&nte del t2° fanteria, la palla e1Hrò ~bliquame'nlc alla regione del ~ànubrio dello sterno, trapassò profondamente il muscolo gran pettorale sinistro, trascrjrse per le parti contenute oell'as_c~lla, con offesa di qualche cordone del plesso bracclìiale, e si affo ndò probabilmen te nel muscolo sollosca~olare. L'estrazione del proiellile era per certo difficile e.pericolosa, e perciò vi si è rin uncialo dai curanti coo s~ggio consiglfo. Ora è guarito, meno .una parzial.e paralisi alla mano derìYanle dalle lei;ioni dei tronchi nervosi, che probabilmente cesserà col tempo .in gran parie. Fatal,rrnnte questa rapiclità e qu esta rel~itodine di tra~ gìlto delle palle c6niche distrug'gooo molle illusioni. Certe ferite non lontane da una grande artfoolazione' com'è quella del ginocchio, le quali dalla posizione vicjna: dei fo ri d'entrala e d'u,s'cila avrebbero fa llo sperare che il proielt.lle avesse girato -intorno alla rolondilà dej condili, richiesero più Lardi l'amputazio ne; e l'esame delle parli dimostrò che le ossa erano roLle; squarciata l'articolaiionc ·e resa impossibile la conservazìon~ del membro· Le palle sferiche sarebbero probabilmente pas~ate innocue per quelle- regioni, deviando, e girando iuloroo alle delle ossa. Ec90 up esempio assai ·rim.archevole di tragitto lorluoso/delle medesime. Oss. 8. Un signore di Padova riportò una fer ita d'arma da fuoco .illa regione lon1bare, per opera di due palle sca-ricate da .un fucile a forse non più di ·1O metri di distanza . Tdue proiellili urlarono·confro on'apofìsj spi'nOsa, e la ruppero : deviarono di direzione, passarono sopra la massa carnosa de.I sacro lombare, coolornarono il parete aé}domi nale destro sopra la cute, abbastanza ricca di adipe in qul'sto 1nrlivirluo, e uscirono appaiate a lato dell'ombelico. l vi ,sorl,rnda ,incontrarono il destro braccio che stava sem"isleso contro il ventre, lo penetrarono nella faccia palma-re della interiore porzion e dell'avambraccio ; sca\'alc-arono il ra~io e usci rono alla faccia dorsale, quasi di contro ai fori d'entrala, e di~lanli l' una dall'altra poco più d'an centimetro. In cruesìo lr<lgiLlo assai lunio non toccarono parte alcuna importante , neppure nell'avambraccio; l'osso, l'ar.leria radiale non furono offese, e neppure le esigue masse carnee sollostaoli alla pelle. Chi può lusintarsi di vedere ripetuti casi così forlunatr.çogl'a lluali pro1ellili"l Quanti casi non si sono veduti in questa1 guerra di ferite al .torace 1 per qua nlunqµ e obliqu.e -o quasi a langenteJ Eppure gli .esili hanno dimostralo
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che le palle e.rano corse difilate contro il polmpne,J.o aveYano offeao1 e t~lvolla lr,talmente tr.ar,~s.S!.\lq. ''
II. _Le fe rite. r erforanli ~!eU-e palle coniche non mosLrano per se medesime, generalmente parlando, qoasi ,~essuoa differenza fra il foro d'entrala e quello di uscila. Ognuno conosce lo discussioni ch'ehhero luogo in quest.i ullimi tempi sulla differenza di forma de' fori <!'-éotrata e d'uscila nelle ferite prodoUe da palle sfcricbe. L'antica sentenia, che regolava io gran parte le decisioni medicolegali,. si pronunciava a favore del maggior diametro del for.o a•usciia. Dupuytren ( e ptìma di lui Ricbte:r) ha sbs-tenulo l'opH11one inversa, -fino a dichlarare cbe.l'aporlura d'en lrafa è sempre più vasla. A lui tennero dielro B!andinre Begi'b; l'atldov.e R'oux, r olpeau, Huguier e Devergie di01ostraro1ìo, i o parte aochè· con esl)etienze, cbe l'apparenza dì' questi fori varia a seconda della qìslanza del tiro, delle allerazioni cl1e soffre per ìslrada il proidtile,. ecc., tanfo èhe ne avviene, che il,diamelrq ora 'è maggiore nel foro sia d'enlratà, sia d'u:scìta, ora eguale in ambiduo (-1). Queste circostanze sono al certo tla apprezzare eziandio nel caso di ferite prodotte ·da paJJe co1Ìiche; onde riesce evident e, ohe se nel loro tragillo hanno fr11cassalo ossa, spostato frammenti quasi per esplosione periferica; o cangia.lo esse medesime di :direzione n:eJltasse, o ci-i figura per ischiacciameolo o ·rollura in più par.ti, i fori uon possoao più presentare le an\iclte forme e dimensioni. Però quando una palla conica perfora un membro o u_!\a regione, del ~r,o~c.o, ,lira.la, ad u,!a .9.istanza medja ,. c1.0è d9lala ancora di una grande velocità, e semprechè non in coolri ostacoli lali, per cui ùepba mJ.Jlar forma, o la direzione del proprio,asse1 essa non la.s.cia impr:oJJtc sl mar.care nei foi:i, da po~e~ a~s!)rire chJ3 sia enlrat4 piultosLo dall'uno che dall'altro. C~sper (~} dopo avere di· scusso i casi 8: le opinioni rlei receoli s~rillori sovracilati, dis9orrendo delle fori le y rodone dalle pali~ coniche, fa 1 o~servare come la loro aiione visibile sulla superficie ùel corpo, sia <l'ordinario totalmente diversa da quella delle altre palle, dalla migliaruola, piombo tagliato, chiodi, pietre; ecc., e c~e la dlagnosi,,dei margin i dell e fcrìle medesime riesce peréiò affatto ingannevole. Iòratli la feril~ d' entrala di' questi pro1cltili suol essere piccola, poco rilevatà, con leggicra o quasi incalcolabile suggeU~ilo11ç ali' in,lorno; .no,, sempre rùlonda, m a più presto tendente allà. forma lriangolarè; in massima non corrispondente al grado di distruzione · che internamente qlièi .corpi hanno prodotlo. E quando essi si rannò strada fuori Mila cute- sogliono, di'ce Casper, gerlera~·e un foraìne
W Des plaies d'a1·me
à feu - Pi.tris, 1849. ~~) Pratiscbel - Hand'b,inèh aer gericli~Hic;i'm il'ledian. nerlin,t 85"1, pag. 293.
presso a.poco uguale alleapparen_ze dell'altro. Omde viene la conclusione seguooLe: « questi falli essere lan,to accer11. to,ti, ohe con 1Ull po' di esercizio è. facile determinare, «. con .:oerlez.ia nei casi medico-legali essersi fallo usn « di palle con/che: doversi per ciò stesso, nelle perizie « giu'ridìcne dì tal falla, esseri=i so1nmamenl<~~uaMioghi • nel rispondere alfe domande relati e al for.o d'entrata « e <l'ur;cìta delle palle. aniiùe(le ,, . '' 'i Qu!l.nlunque,LegovesL non st1-01bri aver r,isconlralo divario sensibile fra gli, elfelli dei, p-roiellilt CC1nici e sferici" e· neppure nelle aperLùi:e tche quelle ,e ques.li p,ngçlucono,, è tuLlavia uo fallo che si1 verifir.~ con grànde· frequenza· quello dell'uguaglianza delle medesim~ sia per {dim.cnsiorl'e, sia pei cara:lleri 'dei 1orb' margi'ni; n.è 'sòltanlo allorch'è _perforarono le parli molli, ma al!resl quando uscirono ,dopo av~r~·rr~cf!}s_ale le ossa. Quei ta maniera di perforazione si coliega direllamenle ço)Ja (orma acuminala d~l projell!l~ ~lesso, il quale penetra appun.~o col suo u-pice, e sorte, con ,e,.sso, ,se la distanza del .Li"ro è· media, e se nessun ·ostacolo ba datò luogo ai cangiamen ti sovraceennati. Dal che si può argomentare ,che la lorò azione sulla pelle sia al lullo diversa daile ·palla, rolon_de, le quali, come ha osservalo Huguier, nel perforarla le fanno soffrire una perdili! di-soslarrr,a e~trandp, çon !~asporto dello straccio cutaneo en.h:o il canale, ed una lacerazione nel luogo d'onda so~to110 (O. c. p.111); .cagioni precipue delle •differenze nelle,a-perture, sebbene modificale oei modi svariatissimi che.sono stati messi 'in si bella luce dài pratici moderni citali poc'anzi, è dal Casper medesimo. Allorchè quelle ferile sono oblique al modo che farebbe un ~~lone, sia .nello 1µ1embra, SÌ/l più ~Yident~menLe nel tronço, oblique cioè per fa cad uta del proietti le sulla superfici.e del corpo ad angolo molto acuto, la loro forma ò tale da-- lasciare ar~cora .più incerti nella designazione dell'entrata ed uscita; perciocchè ~mbedue i fori si ~resentano tagliali a sbieco in. senso opposto, e .con una uni,formilà per lo ' più s\ rnaravigfi'osa_da trarre facilmente a àeiJuzioni fallaci. I
lii. La p~lJa conica pr,oduce oel suo passaggio a iraverso le inàsse. organiche guasti di ll}aggio re g,ravità, che oon . si arguirebbe dall'aspello delle. estern.e .feri te, e io generale sempre più ragguarJcvoH che non fann o le steriche. Qualµnque volla un-a ·palla conica percuota: d:i fronte colla ordinaria sua velocità un'osso coropallo, nòn lo infrange sollanlo ir"regolarmfln te, ed a sc;hcggioni, ma si an• I i i che lo sminuzza, e mollo soveole com parte a i frantumi uoa spiala centrifuga. D'onde avviene che le carni ~irconfereo\hrestano -pe.ste, e (&cerale non chè infìltrate;r mollo all'ingiro da.sangue e fluidi animali-che si versano abbondantemente. È questa; io credo, la precipua cagìo:ne, per la qu·ale in ge·nère di férhe rlesce tanto frequen'~ li;t ne-
cessi.là della amputazione. E. in falli n~ll'esame che si è fatto delle membra amputate si è trovalo sempre un gµas~P .cosi profondo di parli da sup~rare di mollo la. nostra aspelLaz1ooe. Eppure quelle ruemhr:1 essM;do state demoli~e negli ~pedali di 2a fioea, èìo.è secondariamente1 vuol dire c,he al campo sono state eon,sìderp,te men? necessttose d'i pronta oj5erazione, delle'aftre assai numerose amputale sul luogo ,del CQmballimenlo. Producono quesU micidiali effelli 1M. lar&amenLe le palle coniche a base concava, sì perchè la velocità loro è m~ggiòre, sì'.perchè il margine di quel cavo si rovescia io fuori, .e straccia pid sinisLramenle I t'es~uti molli. Forse è dornto in ispeciali~ ad esse quella tepdenza a gelLare in diret,jone periferica i fnunmenli ò~sei: esse '·per' l:eftò hanno una facilità maggioré a càmbiare di form a. · L'elfoHo li queste Ìrnlle suite ossa sp.ugn'ose non è d'altronde dìslrntivo de'I pari che sulle, cornpalle. PossJno anch'esse lrasforarlr., senza forse scoppiare, o rimanervi iofihe come le sferiche, sempre che non interessino una grande articolazione (Lcgouves l). E in fatti se ne sono vcdule molle che banno allraversale parzialmente le ossa del latso, del carpo, e la stessa rotola senza aver necèssilalo operazioni disLrulLive per ollenere la perfeLla guarigione. La gravi~à d<llle feS:ioni prod-olle dalle palle a'Clim.inaté non è proporzionalamenLe maggiore sollanlo néi casi dì offesa delle ossa, ma lo è aftr"esì quando attraversano ~cmplici musse molli e carnose. Lo slraccinmento che ne succede, diverso di!ll'ammaccamenlo delle rotontle, dà luogo ad una.più vasta morLificaiior,e di elemeuli organici, e ad una più abbòndanle separ~zione ed eliminazjone, a produrre la quale ç necessario un processo più Iun_go, e· degno·di ossere sludial-0 .e dfrel.fo nei suoi periodi, E-appunto sollo qu-0slo travaglio di elimioaiione che succedouo $pesso le emt>rragie-e le:m0,rtificaiioni. estese Le palle rotonde colpiscono di rado un grosso vaso arte-· rioso, forse anche perchè corrono precedute, come osserva-H1rguie'r. ·da U'/1 ' co,it ·orga·nico, snlla sommità del quale le arterie'd'un certo calibro scJ°ruéciolann dfi uno o· dall'àlLro lato. ·Ma colle palle aguzze questo cono manca, e se µon ò ferilo il vaso direl.lamenle, possono riman ervi skacciali i suoi 11.:laruenli esterni, che sono anche le fooli del s.uo nutrimento, e scop[Jiare esso poi al distacco delle escare. Oss. 9. - n Cor.i.tn'danle nell'84° di. linea francese, signw: L., riportò a Montehello. una feriLa di palla conica al terzo superiore della coscia sinistra, tr.avernrnle dalla facci11\ a.oleriore interna allar. posteriore. Fu portato allo ) }. speda.le d'Alessandria sci giorni dopo in Ìslalo non pericoloso, ma colla piaga dolente, tumida, e tr.asodanle un liquame rossastro. La suP,pura;zjo.,rie comincia.va '!\ farsi più omogenea, con isgorgo delle -parli inlumidile, qt\ah·do i t 29 sera ( 9°'giorno della malatUa ), scoppjò l~ femora_le arteria sup_erfrciale con lale im pelo, che nel ;
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brevissimo tempo trascorso fra }a chiamala, l'ascender le scale e giugnere al lello, l'infermo aveva perduto· ben 6 li.hbre di sangue. li compressoi:e di Signoroni soffermò il gello san,gtJi·goo, ma un'or,i dopo succedevà la oìorle Nessun ind.iiio di minaccianle emorragia si era avulo prima ' neppure un leggiero trasudaoieolo cruorico. L'arteria, perduti j suoi tessuti involvenli pel distacco progressivo delle parti morte, rimase nuda e crepò spor,tànea; percioocbè 1.1011 risulla che l'ao)malalo abbià fatto sforzo alcuno capace di ptiodurre quell'esito funesto . Oss. 1 O. - Un austriaco ferito -nella stessa battaglia da una palla che gli attraversò la parle anteriore del collo, raccolto nell' ospedale di s. Marta in Alessandria, diede emorragia dalla carotide destra. Il dollore Raslelli legò quelJ'arter.ia sopra .e sotto; ma l'indomani malli.na l'fnfeV,ce roorj.va di emorragia P.e.r iscopp jo délla caro.tìde sinistr a, prima di poler essere assistito. Era anche esso nella ~ 1- ~ giornata di malattia. (Conti11u.~)
DE1V ALIIIENTAZJONE DEl1 SOLD.\TO BlSPOST&.
n,L PROFESSORE FRESCDI
al P1·ogramma di Concorso al Premio RlBERI pubbicato il 26 ottobre del 1857 dalla Commissione agg,iudicatrice nella G~zzetta Ufficiale del Rçgno del:25 novembre 1857, N° 279.
350nitrico, o clorirlrico le ceneri ottenute, previa lavatura, quesli acidi, combinandosi ~oslo alle basi alcaline, de-' comporranno i· carbonati, e l'acido c.arbonico, mes'so'in libertà·, farà e-.ffervescenza; ,.~egno non dubl:iio della frode commessa. Se vi si fosse mischialo del gesso, o solfalo calcico, se ne dovrebbe far bollire una parte nell'acqua dislillala, fillrare, e il liquore nitralo lratlà.re col cloruro di bario, il quale decomponendo il solfalo calcare, cd esso purè sdoppiandosi', produrrebbe un precipitalo bianco ('s.olfato di barile) irisolubjle nell'acièlo azolico; mentre ttaltat,o coll'ossalalo d'ammo•niaca si ·a·vrebbe pure un preeipilato bianco (ossalato calcico), ma questo, solubile néll'a~ido azotico . Anche l' alume viene talvolta mescolalo alla farina di frumento nello scopo di darle maggiore bianchezza. Questa mescolanza suolsi f.ire, geoeraluieole, ne.Ila p,roporzione di un chilogr.a mm &..d'a\lume per ogni 150 · di farina. Per iscuoprire siftatta 'adulterazione si prèndè ·una porzione' della farina· sospetta e-si scioglie con acqua distillala dentro mortaio; si filtra e sì assaggia il liquore filtralo che lascia senti re il gusto sliplioo dell'alarne, e quindi si pTovaoo sovr'esso i reallivi stessi che or ora i.ibhiamo i_oclicali pel gasso. Noi dobbSamo aggiungere ai qui indicali. il ,p!Jto_dp Jacilissimo e P/Onlo per iscuoprir.f' sitTatli miscugli, repenle.mcnle trovalo da Caillelel, chi"mi1:o.-farmacisla a Charleville in Francia, che consis\e nell'uso del cloroformio, il quale per hl sua minore densìlà ìolerpone11dosi fra le farine e le sostanze minerali aggiunte, isola le un'e dalle altre, pe.r cui, facendo11e f,Sp,eriroeQlo in un tul)ello, di, prova, si vegg.eno quel\<~ galleggiare, e q,1.1esle andal'e al fondo, ve fosse à11che solo 1110.,000. . Tali sono, a dir breve, le adullerazio11i principali che si possono comniellere nelle Ìarirrn che servono a fabbricare il pane dei soldati ; avremo polulo estenderci mollissi mo su questo argon1en lo gravissimo, e tanto. bene lrallalo dai chimici odierni; rna pel medico militare' credìamo.,ch·e: ba.§ti I' cspos.Lo
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'ARTICOLO 2°
" .......... lic\lit, semperque licehil ., Signalum prre·sente nota prod ucerc nomen." Horat. De Arte paet.
(Continuazione ·vedi N. .4-3) § ~.
Misci,glio con i>olveri miirerali varie. Sono più rare a vede~si, perchè più fa cili a scuo_prirsi, le colpevoli mescolanze di \erre _polverizzale, o di vari.e sostanie minerali colla farina ·del frumento. S'ìo(rodusscro talvolta ossa polverizz:ate: gesso, marmo ed ali-re soslanzP. minerali nelle fa rine, o per volerne aumentare il peso, o per rialia'l'ne le scadenli qualilà. In generale è da ritenere che qunndo il miscuglio si sia: fallo co.q c~rbona\i <\lcaliqj,_è facilissimo scuoP,rire lale alleraziotlC· Dasla in~ener)re: uqa pi?pola porzione della farina sospella, e lrallare cogli acidi solforico, o
Alte,·azitmi e adulte-razio11i riel pane. li pane, come in , t'nerale lolli gli alimenti azolati, -ya soggetlo facilrn en le a spontanee allerazioni, date le circoslan1.e e condizioni favorevoli. Causa di quesle allerazioni può essere. tanto la mala preparazionti, o fallbricaiiclne Bi esso. quanto la sua -poco curata conservatione, o la esposiziorie in lu oghi umidi. o·poco o nulla ventilati. Le alterazioni, la cui origine si lega colla mala prepa razione del pane . possono riconoscere o l'una o l'altra delle !leguepli particolari cagioni: ~ 0 La 1ualità delle farine i'm,piegate, o per non essere ' ., ..J pufe, o p&r ess~ire ~.v.ariaLe. o;~ltrimeoti alterRle. _ 2° La po.èa fermentazione della pasta per il lievito insufficiente, o per non aver òato fom'po al lievilamento. 3° La s-o-ver-chia idratazione della farina, per cuì la pasla conl'eiiga una es uberante quanlilà d'acqua che non può sva porare iotieraroente durante la coltura. 4° li. sovercl1io riscaldamento. del forno, per cui facendosi -imµiedialamente. I~ crosti-i, questa impedisce a una quaQtilà d'acqua di uscire colla evaporazione; perciò la
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s'ibile, venga a cadere e concentrarsi sul pan·e, o sulla, m.olli'ca re.sL.a· lroppo umida, massiccia e p-esanle allo sto-, fari na; ciò che avviene appu~to se 1'1100 e-l'altra si metmaco. tono in luoghi amidi, come sono le baracche<: le tentie 50 Finalmente il difello di cottura. dei mililaçi _[)egli accampamenti delle trup:pe, e·te stive \>er lJ1lle queste cii:costanze il paoe da munizione pilò delle navi . Questa pianlap,arassila rovina più d'ogni altra guastarsi in vario modo e grad.o ;' e cos't si re ode improla sostanza o dl!I pa:oe o della farina , percbè decompone prio alla alimentazione del s<>ldalo. il Joro glutine e l'amido lorq, parie in acido carbo~ioo, e Le alterazioni s·pontaoee del pane si manifeslal}o per parte in acqua; ossfa dalJ'a loro decomposizione banoo via delrammuffimen(o; muffe 'di variò c9loré e grado, origine tali .reaiionì chimiche negli elementi loro cosLifioriture piu i) meno apparìsceoti si svolgono è· sulla crosta e nella molhça, per cu.i e il colore, e il guslo so- ,,, !Ulivi, che s_i dà Juogo alla formazioo; di questi d~e çprpi i qu,<!-11 serv.ono p.oi dj conservazion e e alimentaprallullo del pane rim~o gono m~\ati. zione ali~ stessa pianla .. V'ban no muffe sul pane, di un col or grigio, quasi una Non meno degne di stuclio pel medico militare sono le guisa di fina lanuggine che lo imbratta; v'hanno muffe verdognole, altre rossigoe; lalvolla il grigio dà nell'az. varie adulterazioni o sofisticazion i cµe ~i posspno com:zutro ; e \n alcuni casj il colore della muffa è, giallq,aranmellere dai fab brfoùlori del pane che dee servire alla alimentaiiooe del soldato. Se rispetto a quello di municiato. Queste varie muffe vengono da J))Olli ritenute come il zione io uso nella nostra armai.a possiamo essere tqmquilli prodotto di· Qlc une gripto.gm,ne o (1.mglti t:Qicroscopici aps~ questo parlicoìare fino a tanto che la sua fabbricazicrn e s i firrà sotto gli occhi del Governo io via economica, partenenti al ge nere Oidium di. I,ink, i quali 'appiccicall· come ora si pratica. non lo possiamo più essere eg_ualdosi alla crosta de1 pane, ne penetrano colle loro sporulo la sostanza, ed i,i ad·dentrati trovano le più favorevoli meolc quanto a quello da zuppa, il quale si acqu,ista ad ogni biso'gno giornaliero dalle panatterie civili . D'allro'nde condizioni al loro svil:uppo e ·moltiplicaiion.e'. li pane.amanche ìl pane bigio polrebb'essere adulteralo ogni qual muffato non è ro angianil)l; volendone mangiare, sr corre volta cessasse il sistema allu~lmente adottato di fabbrianche rischio di patirne gli effelli venefici. A.hbiamo fall i eJ osservaiio.ni 'in proposilo laolo relativi all'uomo, carlo nei for r1i militar.i dello .Stato. quanto agli ani mali. Se non clie rispetto a questi ullimi Le adulleraiioni del pane, sfa che provengano in orile recenti osserva.1.ioni del Gohier veterinario -a Lyon gine da colpevoli miscugli falli nelle farine, sia che deriproverebbero essere divers,Ll'azione che ,il pane muffato vino da maoipolaziooi usate nell'impastamonto delle faesercita so.vr:a di lor,o ,. comparali,vam enle a quel.la che rine, o durante la fet'mentaiion·e della pasta , l'effetto è pur sempre lo stesso, io quanto che il pane che se ne olspiega sull'uomo (1 ). Un altro genere di muffa è quella de::critla cla Goèrard Lieoe ha perduto non solo, o non ba, tutto il suo valore sotto il nome di 7)011icilli·um roseum; fungo microscop,_ico nglrilivo, i.na può avere heq ·anco {tccquislale qu11,lilà cos\ituitd da fìl cllini bianchi, che sostentarfo sporule oocevoli· alla salute del soldato. rosse, le quali ad ogni minimo tocco si staccano e caUoa delle manovre più colpevoli che o.rdinariameote dono io polvere , Questa criUogama ordinariamente Si comruetlooo i panallieri, è quella che ba p.er iscopo di o.sserva,sul pane mal c0Uo1 ,o il,· quale v;euoe cons,er.v,a.to far comparire il pa.ne più bian.co di quello che oòn como collocato in luoghi umidi: anche 1a farina presen.la la p.orlaoo le fa.rine impiegale a rabbricarlo, e di dargli medesima muffa, se si trovi nelle identiche circostanze. nello stesso tempo un pPso maggiore, senza nuocere alle Secondo il Pa.yeo questa m~ffa. dovre}!pe 1~llrihµ\ rsi in altre, sue·fi,sich c proprlttà. Per raggiungftre on talfl scopQ, vece all' Oidiwn a1wantiact't.rn, fungo micros<;opico,..il quale usano di associai:e o alla fa rina o alla ,pasta una certa si molLiptica con uoa grandi_isima ràpidità' ogni · qual quantità di solfato di rame, oppure di solfalo di alumioa volta il pulviscolo se.ro.iu il'ero, volitanle per l'aria, ed invi • o di polassa (alluwe). Questa colpevole aggiunta fa si ohe la pasta CUOCend·o, ritenga· Ìll Sè Ull'a maggiore qualllilà d'acqua; ciò che sj risolve poi in aumento di peso. (1·) )?anno alcuni anni, c\rn in Francia il Minister o ,d i g uerra Che nel fabbrica re il pane si usò una mesc()l(l nza cli faoòminàV~ n.r;1a Com~i,siono apposita composta delle persone r.ioe scadenti, oppure di quelÌa di q uQlçb c leguminosa le._più co~pel~t~\i, /11\p sr;o~r ,dj iì:~ut i:ir la. çaos~ cl,ell_a t:pllH;a con fa rìna bu:;n;1 di frumeut9 1 a 'logli~re quel grigio. o d e{ paue , ch:i fu ricùuosè1uta .il)poolo 1>er uu fu ngo rosso detto O'idium aurantiacum, snllo forma di una 'J)olvere 6na, verdastro che presenta appunto l'ad ulterazione d~lla facapa.:e di an,1 re pidissi'mu molliplica:r.i<ino. t ofalli l'Hlustre rina op.erata io queslo modo, giova l'introduzione òéll'uoo Paye n hi1 polo to constatarn ch.<1 le ~porn!e 1·iprnrlullrici ~i ,dei due ,sali min~rali ora ricorcali o nella stessà farina qries111 11t10.tra· 1,111111>c1·c,io u,, 1~ l"f11 .:'ù.collà v0Ji:c \:- ti1•11 q,1abd'ano nella pasla. :Se sf ma11g(a luogam,• nle di un pane siffaLche si tro vino esposte ad 00 1 tem peratura di 100° 11 120° .:en· lamente adullernto, quand 'anche fe prqporzioni dell'uno tigtadi. t.>erò allo ra quuodo la si elevi a 140° , cessa ana tale fac oltà. Ora se si iJss.;rva che la l.::np-no.tura dell:1 crost;i doe de,ll'allro· sale sien_o piccole, no.o y'l)a guarì t he l'o slò~ rante Ja còUura dél paoe,nel for,10 si tr'ova tyo.ri ~1la lino a 2000 maco Ile _senLe peso e molestia, e eh~ sopràggiu~g.0110 centigradi, men Ire quella della mollica supera di poco i 100°, o dolori ,raganli nel venire, e che si manifesta la diarrea in appena arriva a q uesto iìroile, sarà facilé il comprendere cbe vario grado. quand'anche lo spor ule esistenti a!:a sor,crlìcio eslero~ de l 1 pane perdano ogni facot:à Yf,F!flativa d1s!rulla cJall.a elevl!ta Non è. difficjle p~rò• lb scuoprire gue'sta fro-d'e. Il mefomperatora del forno, r estano per<) s·e mpri3 quelle sepolte todo più ' facile e più sicuro per giuogen•i è q·uello di nella roas a .del pane , cbo la cousenaoo pic:;a mente, come calcinare, o incenerjre una data porzione del paoe soquelle che r.:on ~i L~O'lillio e_sposte aèl un calore così cccèssh '6. sp~lLo (p ,e. ~00 grammi), e traLLare la cenere ollenuta lo tAI mQ,do può il p~ne ammullìi:e nel! 'interno dell~ cti<illìc~. coi reattivf proprfi 1de'i due salhnioorali o'r òra rièord ~tj. e non sulla crosta; ciò-che ,wpuoto r1ou rade volle si osserva . . . . ~
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Se fosse poi il caso di allume, la cenere rim~sLa si do~ vrebte polverj1.zare ben bene in mortaio di porfido, indi' scioglierla neil'acido ctzòlico puro; evapdrare lo sciolto in capsula cti porcellana lìno a secchezza j ridisciogliere il resiJiuO in 20 grammi d'acqua distillata, e aggi1rngervi dèllà potassa put'u in eccesso; riscaldare quindi la soluzione per ollenerla più perfeUa, e poi fillrare per carta ; far bòllire il Hquore filtr,Ho. e poi lrallarlo coll'idro-solJ fato ammoniaéàlc. 'Cbn quost1<) 'réaUivb' st vedrà precipitare lolla l'alllmin a contcnulà nel tloppio sale, e il pre::.. cipilato sarà anc.he maggiore se si farà bollìre il liquore fi ltr~t<t, il qi;iafo, levato dal fuoco si -~ elle poi' a parte e si lascia in riposo raffredoare; durànle il raffreddamento l'a.l11mina continu a a ·precipitare.; poi s.i decant<!, si ~acc'ogÙe 11~iumina precipitala sì pes,a. Se fosse poi il caso di aolfalo di rame, noi crediamo préferjpile a seguirsi il m11Lodo r.roposlo da Ch~v~llier e da Kuhlroan n, cbe ooi stessi afibiamo ·vedu~d riuscire egregiamento. 9ues to metodo consiste nello incenerire entro c~ogiuolò. ~per~v una 1ala quantità del pane S!}spello, il quale si vede bruciare con fiamma sull'e prime azzuro&nola, poi azzurra verdastra, fioo a che P-Oi divenLa
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bene nell'àcqua distillata e filtrare. Si assaggia poi il liquido filtrat(}coll'a zota~o .di barite, onde scuoprire la presenza dell'àcido solforico ; quinOi lo si fa evap6ràre fino a con·sislenza vischiosa. Allora \'i si versa sopra della ammoniaca in eccesso, ;igitando bene e poi si fi ltra, e il 1\quuré fillratò si re.ride debolme1ité' acido coll'a~ido azotiéo. Dopo lutto quesio lo si d Ivide io due. p_or'iioni, di cui l'una si ,tratta col ferrocianato potassico, e un'altra coll'ìèlrosolfàfò- an;imo 11'iacale; se vi avrà zi~co1 si otterrà e nell'una e' nell'altra porzione un precipiTato bianco. S:i è veduto ,non rare v.olle adulterare il pane co!l\1ggiunt11 -di una certa,quantilà dJ carbonalo di ammon.ia·ca oeUo SCOP.O di rendere il pane più soflìcr. più poroso e più leggiero. Se non the mangjand,o,a dilunf!:o rlel,pa~~ per siO'atla guisa adulteralo, s1 provano poi bruciori di stom!ICO e sconçerli intestinali varii. Questa adullerazio.pe. pn9 essere focilmenle ~coperta. Si faooia m,acerare lenlameote· nell'acql!a distillala un'a poriione d·ella mollica si fiHri e il liquido fì\Lrato si faccia evaporare fino a consjsl~nz,a <:l' C$4rallo ,.i} q:uali;i ,,oi si tratta e.olla potassa, oode far svolgere Tammotiiaca che -si suppone essere , slala inlrodolla. Bispgna però ':'' vere la precauzione di C<' nere, agi(.~. sopra ,m,ollica :di paa~ fredcl o,; giacchè. le ultime. La cenere ollenula si tratta con acido solforico debol.e, esperienie ,df!I Paris.ql e del Robjne proverebbe·ro òhe, si filtra la soluzione e: il liquore filtralo si assaggia coi ancb11 un pane nou adullerato, purchè caldo, svolge delsegurnli rea~tì,yL l'all!lll()lliaca. a) Col µrussi.Mo di polassa, ohe, in caso di rame, da.rà Ùoa delie adultera'Zioni del panH, che. laluoi vorrebun precipitalo marrone-scuro; bero lecita e permessa, quelJa si è della iotroduiionenella b}cColl'acidQ. solfìdo idrico, che, 1i n caso di rame, dar~ pasla cli una ce.rta quanti là di .sono-carhonalo di magnesia un preci pilalo nerò; nellò scopo di favoriro·e la fermentazi one . .Edmondo Davy sino dal ,t 816 c.oosigtiava una lale additiooe. Generale) Coll'ammoniaca che, in caso di rame, darà un precipitalo azzurro-chiaro. Ridisoiolto il precipilat'ò in un me1fte parlaùdo, 1a proporzione nella quale vi si introduce er.cesso di ammoniaca, si ha uo precipitalo violeUo; la magnesia è Lli 25 cènligràmmi per ogni oQO grammi di pane. E non è sòlo lo scopo di ag,wolare la fermentad) Col ferrocianalò potassico si ha un precipitalo rosa. zione patiaria che determina quest'aggiunta , ma quello Vuolsi però \\òl,\'re c!1d dopo le- ullime'rìcercl1e i§lituile ben anco di correggere la catl'i"va quali-là delle farin e imda Sarzeau sulle farine dei cereali e del frumento io piegate. ispecie, si ritiene che·akune ~raccie di -rame,. èbe cbia · Dèl r·eslo 11sàle magnesiaco, por effetlò de\la fe'rmenmano norm',\le, si lrovino nella composfaic\ne di questi la'zi"òlie paòada, perdendo il suo acid'o carbonico, si tracereali. !\la la sensibilità dei' ferrocianafo l)Olassi'co è lalè per il rao1e, che la liola ros,ea da esso i~dolla i! una sò- ' muta in · acetato cli màgnesia, ciò che rende inutile io questo cll's·o n. melo'<!o. di incenerimento, e del diluire· le luzlone èonteriente quhlche proporzior1e oi questo metallo ceneri ollenule nell'aciJo ucelico. può essere criterio ba~teYole per non confondt>re 1lD caso co\l'(}llro, giu!dicando dal grado più , o meno pronuncialo Pèr• isvelare quesla frode; si fa macerare. una parle della stessa tideà. Ora, supponendo chr. si a'Yessc un della mol\'ic'a dèl p'llne s·ospeì.to nell'acqua, si' filtra e il pane .adulteralo con una minima frazione di solfato di liquido fi ltralo si fa evaporare .sino a seccbezia. Si tratta r a1ne, ·cioè = .ir. O, 000014'29, e che sopra uoa soluzione q9,i1Jdi il residuo coll'alcoole, e la solu~ionll alco.ol'ica si fa di c;,nere ollehÙla del m·octo or dollo da questo pane; nuci.vam!!hle evaporare. Si ridiscioglie ìl rcsi<luo nell!ac.,. prnviamenle lavl}la, si'facesse rèagire il ferrocianalo poqua dìstillata. e sulla soluzione acquosa si versa del bitassitò si avréb.~e cosi debole '{estigio di tinl,t rosea, che carbonu\o potassico in eccesso, il quale fa precipitare l_a nori a"p,par1riihbe cerlamentc 'an' occn'io nostro. Or bene 1 niagnesia add1zi11nata. il vestigio è ancora più debole oel caso del preteso rame , normale contenuto nei cer~ali. E ~lcuni paoalli eri vol endo ottenere il 'medesimo scopò adoperano, in vece del solfato di rame, quellg di zinco, conosciuto volvarmente sollo il oome di vetriolo. bianco; . . o 'i,l Dirotiorc pou:cav. ARELLA :Medico Div. il quale se nòn ,si può i:lire assolula!1)cnle ven~fico come quello, arreca però -pur sempre effetli nocevoli all'ecoIl ~ice Direttore respons. Doll. lliNTBLLI .Mcd. di Regg. nomia é)nimale. Iu gueslo caso si ~ee prendere un~ por1.ione di molTip.Sobalpina di FBANcEsco Zon1s - J.'ia Alfieri N.24. Jica del pane sospetto, · Lrilurarla, farla macerare ben
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7 Novembre ,t 859
N. 45.
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A~ii\O VII.
GIORNALE DI ItlEDICINA llll~ITAUE DEL COR.PO SANJT!RIO DltLI/ ARIIA'l1J\ SARDA ~ jJ
f/ass11ci~zjor~e n ~n_si r iceve che p er un anno e comincia èol I ~ di gt1nn. Si pubblica n 11l' LaneiH di ofascbeduna sellimana. ti prP1.zo d'associazione in Torino è dir, 10.tn P'rovincia ed all'Estero, rranco di posta L.1 t .Si paga per semeslri anti ci-pati.
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trà-ppe francesi, la mortaljtà ossonclo evid~ntemente subordinata ad akune condizioni di località ed. in rap· l'ralicbo ;iolle Ferite ,l'arroa d:t fuOC(l, ~ ~1° Prof. FRJ~se1n: po1·to coi,mezzi igienici di cui si poteva disporre, ofDell'alimcntaiione de l snidalo . JHspo~t.i al Programm,1 di fre tali e tante discrepanze cbe non s::irebbe po.ssiCr>ucorsò ;i\ Prell)j9 RJDBRl, - i1° tlul)ettruo Utfici::ile. 'hile il fa,re induzioni., Le, ci fre però memo èrronee, coruono tra il ~me i.U35 p. o/O, e noiebbi)llp a soffrire nel nostro Corpo di s11cdizione la pfmli:ta del ~8 p. o/Oci rca. Ma si prenda come si vuole, Ldati statistici della fobbre tifoidea sono eglino pfù fortunati ùi quelli del Lìfo<.> Se poi quesli1, col farsi epiàemica, divenisse più grave, epperciò più_ micidiale, ME~lOlllE ED OSSER VAZIOl\1 quale sarebbe allora 1a ·cifra ~\ella sua mortalitit ? Evidentemente il sostenere nn:1 simile opin i.one ripl\I f go~ ~I bqon se:ns.o ed alla verità dei fat~L , A\l,,119.h~.zlo Hi ,Ma basti per ora del Ufo e de.Ila febpre tl,foi'd.ea;. ' e veniamo al terzQgenito delle tifoidi, allo stato ti.~ullc Oifibri tifoidi d'Europa; pel cav. dOU.. ComssETTI, fo·ideo . Ogni qualvolta nna malattia qualunqu_c, sia per- rn.bpetrorl:, lJfemb1·0 del Consiglio .fllJJeriol'c militare ili sa11ità. Lens1tlt ed acutezza., sia per nobiltà Oell'o1~ano in m1i risiede, oppure per diffusione, Oppure pe.r ,,in(Continuazione , r. N . ,13 o 44) dole delle sue caus.e, oppure pel suo andamento e p!)r le compJicazionì, arrh'.a ad interessare direttaL'esame attento cli, queste due ma lallie ci dimostra mente od indirettamente j centri nervosi, noi veancora non essere pçissibil e amrnettore. il tifo, come diamo svilnpparsi tVl appqrato dì sintqm.j speciali, il più alt.ò grado d''intoosità d'o'n'~pidemia .di febbre quali ad es. Fagitazione_, il dclil'io, la stupidità, l'atifoidea, imperoccbè e l'una e l'altl'a . separatamente dinamia, Fatassia,. ju una pal'Ol:1 il tifismo, il quale consiclerate, presentano tutte le gradazioni .dal legviene ad :issociarsi ai segni proprii clfll!a maJaLtia_ primitiva 1 o ne travisa ben sovento la sua impronta. gero al gravissimo_., senza rnuta1·0 d'andamento, senz,a li \lolgo, come alcuni mediuastri d'una volta, suole contraddirsi, come vedremo, noi risultati cadaverici. d'ordinario annunciare qlle.stc fasi morbose, dicendo Se ,~osi non fosse, ~daachè la fébbre tiroidea, consideche Ja ma laLtia ha. cambialo di natura, che aa jnrata nel senso p.i ù comunemente accelto, costituisce fìammat.oria si è fatta d' un tratto nervosa, putrida, sempre UD:\ .mala.ttia grave ·e sovente fa ta.le, quando coll a ~n:i forma :epidemica ragginnge l'elevazione clel maligna, .0ppnre. che vi si trovano dne ma laltie- riutifo, dovrebbe necessarfamento riescire dii una mieiuite e si miIL ll meélico invece che~ forte de' suoiI • dialità spav~ntp~a. EbQene noi.sappiamo inv~ce che lnmi diagnostici, ha sapnLo constatare s.in da si danno epidemie di tifo, in cui la mortalità è di · principio una gr:are polmonite, una gasll'o-e_qtei:ite, gran lunga al disotto di quella di certe epidemi e 1- una cistite, una aTtritide, Ul?a flebite, una metro-pedi febbri tifoidi. Rildebrnnd; su di un numero granritonite; ovvero che ha iotravvc<lulo un esaotema, dissimo di tifosi, dice a·aver:e perdulo soltanto il 10 una risipo la, abo~tite o scomp:irse, cbe s'è trovato p. O /o; nell'ultima epidemia Godilier a Parig:! 1_1 14, in presenza d'un flemmon e tli~uso, di un ascesso Lamberta Marsiglia il-'15, Montegrand su. cli versi balento, di un seno fistoloso, ecc.. per un accistjmenti il 1,7 .p,. o/0.}n Oriente è vero, m,assj_m~·nelLe dente qualunque acuti.zzati e volgenti a _gan,g_r.en.i , , il S1nou.1uo. - 1" Doti. ca v. ConuistT·rl: ,\on_ol111.ioni sulle febb1'i tifoidi d'Europa·- 2-0 Doll. cav. Coini;se; Considerazioni
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medico, dico, senza punto recedere dalla sua diagnosi, vede solo aggiun_gersi alla malattia primitiva una diffusione, un impegno infiammatorio alle meoi11gi1 ai centri nervosi, vede una metastasi di umori o d'ele. menti specifici, un assorbimento di p,us-, un'infezione da mettere in calcolo nella prognos1, e ,null a più. Tuttavi:i dire cbo tutti i pratici sono sempre rimasti fermi nella lliagnosi, élie non ~i.sono wai lasciati allucinare da consimili evoluzioni ~intomatiche, massime dacchè la fobbre tifoidea s'è tanto este~a nelle mediébe confàbn1aiiorii, nei trattali e ne.Ile nosologie è appuntò ciò che non ardit'ei affermar~. Una volta era pressò di noi li sinoco, la. febbre putdda,, verminosa, maligna· cbe ad ogni piè sospinto, al meoomo indizio ili tifismo, si faceva .entrare nelle cliniche, ora è venuto il turno della febbl'e tif6idoa. 1VIa per caratto- · rizz3re la polmoniJe, la meningitè, la metro-peritonite; per conoscere e constatar.e la flebite diffusa, un vaìuolo confluente, un flemmone strozzato, è egli, necessario che vi esista il tifismo ?Mai no: adunque lo stato tifoideo, da noi 'tradotto col nome di tifismo, è· una condizione morbosa accidònlale, la quale esprime bensì la gravità e le complicazioni di una malattia, ma non ne motiva la diagnosi; è uba condizione per nulla necessaria alla sua esistenza, ·alla sua autonomia nosologica. Quanto diversamente corra la cosa rispetto al tifo, noi l'al:ibiamo sufficientemente dimostrato . In esso il titìsmo, o stato tifoideo, non sòlo è il sintomo ·essenziale dominante, ma è la malattia. stessa, tutta la malattia! avvegoacbè, tolto quello, vie11e to1ta anche questa, guarito quello, è guarita la malattia. Eppure, ché- si direbbe quando, coi fatti alla mano, io venissi a provarvi' che ben sovente lo st::ito tifoideo fa a vicenda creduto e chiamato ora tifo, ora febbre tifoidea? E per·,non arre·starmi su cos,e chè voi meglio di' me avrete veduto ed udito, chi non ri'corda le aìssìdeme e le diversi denominazioni con cui fu segnalato lo stadio àdinamicò nervoso di certi casi di cholera)ell'ultima epidemia? Chi non ha udilo spesse volte chiamare febbre. tifoidea qoello .stato atassico, nervoso che Lien dietro ·all'infezione orin osa e purulenta, che si sovente accompagna la meningite cerebro-spinale.(1), che segua il termine funesto alla , febbre puerperale, ad alcooe perniciose cefaliche, ' all'azione di alcune materio velen'Ose o virulenti? Troppo luogo o tedioso div~rrebbe il mio scritto, se volessi rivedere le quante volte in c~1i, nel decor- , I
_( I) Ve<!asi l11 bella Memoria sulla ,ileningite cenbro - spinale dcll'oltjmo mio collega otl !)mico do.ttor<J l\Jauayra ( Gio rnale di m~diéifut'.rr'Ntitare, an110 t8\8).' I ' ,f ' ' .,
rere tanto delle malàttie epidemiche, che, delle spo1·adic)le, lo stato tifoideo venne ad intraloiare la diagnosi e fu çagione. d'ioduzioQi erronee ed arriscbiate, le quali prestarono di poi le armi, oude combattere i risultati cadaverici di quelli , che vollero distinto 'il tifo <ilalla febbre tifoidea. Epp.erciò faccio qui punto col domandarvi scusa di essermi dinanzi a. voi abbandonato a così fatti dettagli che tauto disconvengQno alla vostra oculatezza, elle tanto ripugnano colla vostra dottrina. Non:è Jl voi cel'Lamente che ardirò r.ivolgere le mi.e parole,_ ma a quelli soltanto che, abbindolati dal numero· dei fatti e travolti nel caos di tante disputazion i, s1appig}iano ben so,rente al peggior dei par.titi, qual è qu_ello di fare delle tifoidi in genere una , sola. e medesima malattia. O'altronde era necessa . .. . . ' rio, CQme vedrete più innanzi, che, prima di discutere le altre parti. ponessi ben chiaramente la ba.se alle opinioni cl.le dlfendo, senza del che avrei dovuto ritoccare più volte le medesime cose, e perdere di persuasiva tutto tfuanto avret guadagnato dì noio:saggiue. 2° Cause. Una cosa che mi ha sempre colpilo in mezzo a cosi gravi ·dissontimenti si è f ùdil·e néi Lempi normali parlare ogni giorno di febbre tifoidea, vç.de.uie riboccare fii questo nome continu.~pienle i quadri stalistièi degli ospedali, e in tanto trascorrere bene spesso lustri e lustri senza che mai.si faccia verbo nè di tìfo, nè dì petecchie, senza che .nessuno si adonti contro Ì'ingiustizia di queslo obblìo , senza che nessuno, si creda in d·overe di evocare questi nomi dal silenzio in cui s.tanno sepolli. Ma non apJ_)e·na l'umanità viene assalita da una di guell~ k1mentevoli crisi socia.li, non appena ia gner· ra od altre calamità hanno porlalo i loro frnlti diSi-\Strosi, ecco. cbe. il tifo, questo genio malefico ch e si paséo e iruttifica nella distruz'ione e nella" mol'te, assidersi fra le truppe, insinuarsi nelle popolazioni e diventare ·il poeo ·grato..;u'gomento delle dice~;ie del giorno e il tema di rigore dell'uomo dell'arte. Cbi sia il primo a m~ltere fuori q).iesta voce, a pronunciare questo nome giustamenfo temuto e de~èstato, non è. possiliile .. . a conoscersi; ma sta di fatto che, quasi. a nast,ra msaputa e set121a. il pern1éssé> di nes·suna Accademia, egli esce allo.ra dalla sua oscurità e somminis~ra materie inesaurabili all'av idilà della pubbli'M stafu p'a, e chiama a sè gli studi e le premure dell~inliera medica famiglia. Dopo un silenzio ed u~ 0J>Blio di tanU annj, un così g1:ande scalpore e tante preoccupazioni mi è avviso debbano avere un s1gnificalo. Non è possibile che; un fatfo che sottò ·rroìni divè1'si' si 'è le cenro v0lte l'i.rìnovato, non è .;
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dere il tifo trasmessibile, nel mentre che porto opip,os'sibìle~ ·di.co., che U ritor,no im])reteribUe e genenione che a svolgerlo. spontaneo· e.on tutii i suoi c.ar.a:fmente c_onsentito del 'medesimo nome, dopo le ratteri, meno la contagiosità o trasmessibilifà, credo medesi me circostam;e·n on sia motivato da. r,agionj .i possa ba$iaro la sola azione delle cause .comuni, patologicbe ben fondale e persua.sive.. Ino\Lre noi abbiamo· più :volte vèduto, massime in quali ad e~-le rel}maticbo, ogni qual vo.lta vanno addietro, quando cioè l'igie110 pùbblica e privala era ad agire s-u'di nn organismo in preda a1la cachessia cotanto negletta, la stessa malattia sotto il nome di scorbuLica. Non so se mi sono spiegato abbastanza tifo , febb'.ré petecchiale, cm·cemria, 1wvc,le e 1H1socochiarnme-ute , giacchè non vorrei si credesse che io respinga dall'ezìologi~ del lifo Ja viziosità dell'ari<1 e. 11iiale, usc1re dalle 'carc.-eri, (lai bastimellti e dagli le emanazi@i miasmatiche. l nte.rido solo con ciò di òspedali, menare le medesime stragi ed· eccitare uguali ansietà e le stesse pt·emute, senza cbe mai sia distinguere gli effetti patogenici lontani dagli immesiato qél'estipn~ nè di sinoco., .fiè·,cti febb re tif9i_dea. diati, ossia)e oause efficienti dalle cause oècasionali. Non vorrà ciò signiffcare ebe i pratici, còlpi'li dal Quandù l'·organismo è da llrnga ·mano travagliato dallemodo singol~re di svoJgcrsi e manifestarsi cli questa cause dello scorbuto, eppercìò preventivamente almalattia, hanno <lovuLo cercare nella loro men le un terato nel suo .impasto, ha già con sè la ragione panome suo proprio, che valesse a sceverarla d'alle to,gonica clel tifo , l1 casp ~i tifo adunqu~, nop, c1;1mnmaJaltie comuni? Sarebbe, a dir vero, fatièa sprenicato, ripeto la sua origine dallo scorbuto. cata, se io volessi assumermi l'impegno di dimoSe la medesima cosa si possa- dire del sinoco o stran1i eh.e là dove nasce il ti[o e la peleccb}.a esiste il~lla febbi;e tifoidea, lascio a voi ad immaginarlo. sucidume, la miseria, il deleriorani'ento dell'orga- ,Le ricet:che eziologiche mtorno a questa febbre hanno nismo, e eh~ il primo caso cli tifo è la risultante di rivelato una sola cosa ben certa, ed è che può l!SSalire quel deterioramento dell'economia, di quella protanto chi si dibatte nella miseria e si guadagna nna fonda all.erazioT)e solidq,1)morale che si dice.scorbuto. -vita &tentata col sudor.e della fronte, eome chi. dorme Infatti l'investigazione attenta <lei primi f'òmiti pri- _ s·ur un Jetto di rose e vive ci rcondato·dagli agi e dalle mordiali di questa malàttia (lifo o petecchia) ci conricchezze. Non vedemmo non ba guarì llll lutto di duce difilati alla sooperta dello scorbuto, avvegnachè Corto per una principessa involata promatmiamente dove regna questo si origina p.ure il tifo, e non si da ques-ta febbre allo splendore "del trono ed· all'àfdà caso di quest'ultima malattia senza.che vi ~bbiano fetto di sua famiglia? Chi mai ha osato proferire il dominale le cause cougeneri a quelle dello scorbuto. nome di tifò in circostanze consimili? 'l'olta del resto Q.uesto ò p.u,ra storia che vediamo tottodì consolidata questa triste -ed inesorabi,le ugua·glianza, tezrologia auche da fatt.i oogativ.i, cioè a dire dalla rarità ai della febbre tifoidea è un indigesto accoizamenlo di giorni nostri delle epidemie di tifo, petecchia, febcause comtrni ù speciali che nulla esprime, tranne bre nosocomiale, carceraria, navale, appunto dacchè l'incertezza e la confusione in cui si trova la-scienza Figiene divenne parte integrante dei progressI dela suo riguardo. Ad uuqoè il t1cmvare il tifo e la febbre tifoidea dalla l'amministra'zione pubblica e rese coì suoi provvedimedesima fonte eziologica, per fare di questa una sola menti difficilmente possibil~ la ca.ehossia scorbutica . morbo~a. è lo stesso çbe volere confondere entità Q~1indi, sebbene poco monti alla questione eziologica i falli o travisare la stori'a patogenica di queste maè:f1e slo ventilando, -i:,redo tuttavia non dovervi fin lattie; è un errore non menp provato di gueJlo che d'ora nascondere che a questo riguardo non mi trovo sia la loro fusione in fatto di diagnosi. intieramente d'accordo con il più dei patologi là Quanto alle canse.dello s(çtto ,tifoideo, avendo più d·ove si fa1rno a sostené-re· che F,agg1omorainento ed sopta dimostrato essere desso uria condizione mori miasmi siano la causa del tifo. Se con ciò intenbosa pur~mentc accidentale, ragion vuole si ritengano dono di dire che il ·concentramento delle masse e di.verse e·variabi_li, secòndochè variano le malallie a l'ac(:umulaz.ion·e di motte persone· in luoghi angusti cni q1i~st0 stato si trov-a :1ssoci.ato. Fn ori d~l tifo , il è male ventilàti, ·sono la causa peP cui si altera l'etifisruo per conseguenza non cOS.Li.Luisce da sè solo matosi , e quindi l'intiero idro1·giù1ìco, motivo per un'enti~à morbosa a parte; epperciò la sua eziolegia cni ha orjgine quella condizione scorbuti ca dell'ecosì confonde con quel!a 4elle mala,t~ie çhe. l' hanno n_omia, che èredo nece-ssaria all'evoluzione del tifo, originalq. Se quivi ne feci parola gli è per.chè non sì ; ma se credono che a ciò basti l'agglome.rarnento venne sempre giudiGato rettamente, e la sua comeia viziosità dell'aria, io rispondo di no. Il concenparsa fo, prù. che uon si crede, frequ ente cagione di tramento di _miasmi, quando anche passeggìero, ha, fa lse argorrrenra:àoni e. 'dr ei:rOt'i, (Continiw}. s·econdo me, un'alLra influenza, èd ò :quella di ren -
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aSfietlarsi da.indiTidui gibvanPe1r<5busti. ~ .Uesla',0SS6"l'Vaz.J'one fu anche fatta da Scrive nella campagna d'O·detite: « la réaclion inilammaloire , ùice egli, ne se man·ifeslaiL << pas si vile et f:rancheme nt.; elle a manqué méme dans << lieaucoup de .cas graV(ls , qµi ont · eu uri résullat fuCONSI0EllAZWNI PJ-lA!fH:'Jf.E i< neste;>> Locchè nessuntl neglierà che abbia una grande . s1dDe Fe•·ite d' a1.·n1a · tla fuoco importanza nel piano di cura da seguirsi con migliore profillo. osservate .nell'ultima gµena -Se tanta gravita preseniano·di lor naLural e'ferite 'rlelle memQra, o quelle <lui LrOf\CO non penetranti in cavilà, è Dal Cav. ltR,\NCESCO CORTESE facilmente corlcepito che quelle che interessano organi Medico Divisrouale di i• Classo, Vice Capo all' Armala interni sono più ,generalml}nte letali . Ne bo vedµ le nar.eccbie apparJ~neoti c:11 1,1apo e inlerl'ssanli io 11i<1do di1 retto o medialo il cervello, e le ho vedute tulle finirt (Co 11ti11uaz. V. N. 4f) ] colla morte. Palle infhse nelle ossa del cranio, e for~e còn,offesa 11uperficialn delle meningj,,1o <lellp vo,lla 9ereOss. H . 11 CitpHanò· R..... delt'H fau te1·ia 1: bb:e -ro.tlo brale, sono ;;\ale :,;oiloposte a ttrnLt1tivi di e~Lrazione. talil radio deslro da una palla. che alLraversò il braccio dalla volLa riuscili malgrado '1e grandi deforruaiiooi del profa~cia pnlm are alla -dorsale: L'arteria radiale nt terzo suie1Lile, ma ebbero esito. tull'aHro che fortunato. Eppure periore, ov'era l•a ferita, r,omi11 ciò a dar· sangue il gior,no coile palle sferiche si banno esempi di penetrazione anso di cura, e non.. potò essere arrestala con nessun mezzo che denlro la massa cerebrale, Lermina\i colla guarigione. stitico, nè compressivo. Le emorragie essendo divenute (4). È forza credere che 1o s\esso meccanismo di espanfrequenti e minacciose, no.o ritardai a. far la legal.ura sione periferica esercitino. sulle o,ssa del cranio, co.me su · della bracchiale,, non c.onsidèrando a proposi lo ài legare quelle degl'arli, e (Ùano loogo così ad un' oscillazione la stessa radiale per non disturbare il processo rìparadelle pilreli ·più dannosa della st•mp,fice perforai.ione \ore d 6 lla ferita. La emorragia cessò loslo, e l'arurnalaLo loca le. guarì Jll breye tempo. . ·Nari rdtrcttanto put> dirsi dc!Je ferite cagiouate da ,D i questi folti si potrebbe citarne m,olli in apJ)Ogg10 quesle palle alla faccia, {ierchè un n'umero abbastanza della premessa, e dimostrano quanto ncll'in~erno ~el notevole fini. col perfello risanamento dell' in·d_rviduo, canale µercorso dalla palla conica jl guasto dei ~essulJ _è malgraJo il guasto grandissimo delle parli componenti raggua,rdçvo!y, ~ più vasto di quanto appare d1 fuori: lo scheletro ,d,. quelll1 provincia del corpo. in f~lti, uncht) ne.i casi più semplici .çi ferite a traforo Oss. 12. - Ad un soldato sardo, recentemente licenebbi '-fmpre a rimarcare, fino dai primi giorni, un'ab-· zialo <la uno dcgl'ospedali di .Milano, che sono sollo. la t' . . bondanza non ordinaria di trasuda.mento s1ero-s~nguimia dirnzione, una pallà passò dal· sinistro al destro lato nolento, poscia un' evacuazione abbondante del pari.di della faccia , e (rac;1ssò' le due ossa masc1•l lari •supe.r iori, li.qui do p1,1rifon:ne, misto rii iìocchi, e. teudenlo al rossicou dislruziooe degl'archi alveolari. tranne l'ullii.nod'ogDi gno; pi'Ù tardi di vera e e copiosa marcia., ciò che dinota lalo, noo che·del vomere e delle sue inserii oni nelle ossa pur1 seropre ii. nece,;sario lavoro <l' una larga (!limi nazione anzidette. La éic:t\tdce ·si è falla oompleta, e le pqrti si di :i:nla~mtl slfayasnto e dì detriti orga nici che si distacI so:no consoli<lat.e quanto bàsla pE1r penmHerè l'applicano dal canale morboso. cazio11e di qualche artìfhio di protesi cbirurgica allo a ,.Dice L;gcuvesl che nelle campagne d'Afrìca no n ha ristabilire la masticazione. \rovato sussistere \o stupo_re e la com1i1?zi0De lar~~o seOs,s, 13. - Un .altr,o· soldato sardo esistente nella goafot(l cl'a Gulhrie> e da Dupu-ytreD oèlle forilé d'arma 2.• sezione .chirureica, ebbe un,1 ferita perforante iri didà fuo co, e che se questo fènomono ebbe luogo, fu conrc.r.1ùnc cbliqua d;ll'oss~ ma,,cdi,.tre superiore sini~lro, seguenza dell'offesa di speciali fi lamenti nervosi percossi all'angplo ,destro della ioferi,ore, fO ll f[aCassamenlo e 4, liberali dal pr.oiolLile nel suo tragi'llo. lo non dubilo !JOrli"t~ tli molle. ~rosse se.QE}_ggie speètalmerile di questa I delle assoriioni d'un chirurgo s't CS'perlo e diligente; ma ultima. La 1:,uar1gione ?,Ì compì pe1 fellaroeute, e la maguardaodo agli esempi occorsi nell'ullima guerra, si disticazione non fu del tullo. abolita. rebbe che circostanze particolari han.no fallo sue.cedere Oss. ~ t. - Il C~p .. qelJ3 fanteria, sig.D. A., riportò elfolli diversi. Gli l!mmalati in ge,<erale ci 'si prese nfafono }a_,ferita d1una palla che dal lato destro del ri'asò use\ eòn un' aspetto di avvilimento oervosb, che duravil an che soll~ l'aurfoo)a destra, gellanùo fuor:i LuLli i denli che ìo appresso, e che fu causa, io crédo'. di tanta facilità alle ·gangre-ne, .ed alle infezioni purµJente. ·In generale (1) Velli la m,a storia d'una forila del cervello nel giornate délle scienzè me diche di 'F<Jj-ioo, ·1850. , non si .e ttllvata .una londè'h't a a reazioni vive quale può
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mooe. {rià è un ,(atto, d/Wiacevole, ma pqr trqPP,9 vero, incontrò né!. ~t~,gitlo,,;eiie.Q,n ess,i, pa.rl,e de.gl\trchi qlv;~o\ari. che,de,via.zioni <li decor~P. n,211 $Ì SJ)'ll,0 vedul~ \;, ,ca~.i siL'·é\'SP~.lto d.~ll'a.~,m~l~l,o,er_a mos~ruo-s_o, e qµa~i ,.oQn pi'ù mili, come sono as:;ai nurnerose.col!t palle sferiche. Quelle riconoscibile. Se le informazioni che ebbi soQ giuste, 5gli che io vidi finirono lulle in modo assai miserevole, e dirò aev'essersi ristabilito in muclo soddisfacoQle. aneli e soHeci~or Qucslg esempio c.hn narrerò si~ modello Più j1~p,P,tila.o,Li, so n.o queille cl~e, inleressi,lo.Q Ia lingua~ çli altri molti. specialmente verso la sua base. Oss. 18.,11 $ig. D. . , ... Tcnenle nel 98° di Iinea fninOss. i o. PtJi sovvengq di un soldato francese entralo nell'ospedale-di Alcssaodri(l ai primi di nng_gi,Q per un cese, ferito a Monlebello, llnlrò il :26 maggio òell'ospedale di i\ltssand ri~t oon una ferita alja regione sopracoJpo ~i l'uo~o~,<~h~ usci accidentalme.n le dal fuGHç rli UQ suo compagno, e lo ferì da.destra é\ sioistta dolla mascella mammatia destra falla da palla conica eh ~ uscì alla còrrispondenle regione s~apolare. 11 tragillo era dirillo perjn(eriore, rompendo le ossa e squarciando la li~gna nella fettamente. Stette akuni giorni Lranqnillo, ment una nosua porzionE} 11,berg,. Uòa pl/,J"le d\ que~~·organp pendeva tevole brevilf~ di res1)iro i , ma :ai pdmi di giµgiro cominJacer~ e nerastra fuorj dell't hocca .,f,.fo meslìeri r.e.ciderl a. Qù.ei lessuLi. si ri1)ararono pronta01en1e, la fisonomia non ciarono spuli frequenti di sangue. P.Oi qualche rigorgilo di questo per la ferila anteriore, pii1 tardi piccole e fre~yeva p~nluto i suoi nalurali lioeamenli, e la \qqµel~ timanev1,1, ,anç,oi:a abbastanza <.hiara. N,on cos\ avv~qne .del .quenli emqrragio, da u~limo si ~loiµ) di soffocazione, coi j quali mori il 7, r'Ml.l.ioa. Il <lislaèco (lell'oscara se~nò il soggetto della ossorvazio.ne seguente. Oss. 16. Un austriaco ferilo a Solferino da uo lalo al- J • prinr.ipio del1,e.·elfusion1 sanguigne-, che il gbia~io, gli l'altro della faccia, e con passaggio della palla per la base ' aslringeoti, l'assoluto rjposo non valsero a sospendere della lingua , fu da.'me veduto roorenle in Bresci(! per pro,se non per momerti j ' fuse suppurazioni, con mortificazione di un grali' numero Le s.tesse riflessioni val 9ono :per le ferite del basso de' tessuti di quella pro-vincia, reso impoteole ad ogDi vonlre. I c:asi felici, e non alTallo rari. di palle sferiche manifestazione dj loquela,. e, quel che è più, alla degluperforaoli l'a<fdomc, e sdrucciolate fra le o\rconvoluzioQi tizione anche d'elle s'òslanze liquide . · · in leslirl'nli senzll offenàérne alou(1a, Mn li ho ,,efiuti ripeDel resLo la sanabilità maravigliosa dei guasti della tersi questa volt~ colle :coniche. In Lolle erano squarciati faccia è cosa assai nota da gran tempo ai Chirurghi, e le quei visceri, succed alo lo slravasamrnlo delle materie estirpazioni di grossi osteosarcomi, le reseicioni vaste e.on tenui.e., _e ,gii,rnl,l la morte diii 21> al 7° giorno. della mascella int1~r,iore,. fius,cile .sì ·felicem.ente·dalle mani :Menò infeli'ci furono quelli, in cui la palla perforò le del Signoroni, del Larghi, del !\larzol(), ecc., sono fondate ossa pelviobe in basso : essa sortì talvolta senza o[eodere sopra qocsla .cerla esperienza. L'idea del Signoroni, di parli importanti. lo due casi si vide arroslala ili vesèica; consarv,are le- p.arli più prossime all'osso come w.ezzi di in un? {ffa.ncesc) pas~ò Vl;)rso il P,erioeo, sq~<1,rciò .l'urerifabbricazione- <lell'os~o perduto, si ve-rifica più palese lra. che a poco a poco si ri.\llacc6 senza esi to rli fislola; mente nelle férite con frattura; percioccbè io questo la c~so questo, che ho veduto in un altro francese· a l\Iilano, estrazio ne delle scheggie non riguarda che le por:doni che ve;nne dal nostro ospedale evacualo io uno spettante nude dell' iisso stesso, e 11611 i suor legami or.ganici, i a Huella truppa, già mollo avanz-alo· verso la perfeUa qu,ali possono bensì essere lacnri e squarciati, ma rirnauchiusura d~ll'urelra, gono a siLo, e sono allreUanLe sorgenti di secrezione plaJlo ved ulo poc'anzi un giovane soldato sardo, a cui stica alla a tra~forruarsi fn sostanza ossosa. la palla passò per la reginni,1, ing11i11ale destra, inl.ernaLetali nelfa massima parie sono slate le perforazioni menle al passélggio dell' arteria feroor~11(i primitiva, e so rtì del cas ..o toracico e del conleoulo polmone. Noo parlo di per la punLa del coccige se nz~ oll\rnd cr~ la vascica, e quelle, in cui la palla sfiorò la supedkie del viscere, forse soltanto il rello molto sollo alla falda peritoneale. perchè di queste si ebb.ei:o ancor;i i;isullati Ctìliei. Eccone Esso, dall) ~r,.oca de}la \).t\llag,lla <lL J!'aj~stro 1• fu me4ic~~o uno fra moll i esempi simili'. a Verr.·elli, e passò por molte ~àSi di ' pòri'colo. Ora la,for ila, Oss, ~1. Il sig. P.. . __ . , ·reneote sardo , (u ferito a già chiusa, si riaperse, accennando arl \lii lralto d(ll corpo S. Mi\rlino d~ una palia eoLr~La al QJar&inr. 1•sL~rno della del pube denudalo dai suoi ve.l~ menti .. La salute è ollima, ·scapola cles.\r11.~ed u~cita. a u,n' dipc~~so all~1 &le?sa. Jo.?a~ità gli organi iu~e~ni b~n no rngo lari le loro funziònir, e la a.ella sinistra. Il polrnorn: rin)ase .al certo tocco iu un cura si prolungb11rà forse sollanlo quaolo comporlefà.la esfogliazion~ ùoll'osso_ punto , se s-j deve far calcolo depli spuli di saugµ~ durati p~r qua\ch,e.. giornq . Però la cicatrice ave11 1;aggiJJnlo . ·,, . iv.. quasi il s.uo compi mcnVl:,:.qUt\ndb a ffi(', I à di l~gl,19, lo yipi Le frallure complicate e commi1tut:ive del femore, ri~ pas~are per Brescia direuo all_a_sua -pplria. Fenoiueni di .. . ' chiedono esse assolulµmenle e sempre l'ampolazione del difficile respirazione sussìstevano ancora, massìme sollo membro! P.ossq11 9 ess,e;1;uarjre anche senza questo ~strecerti movimer,li del tronco. . . I Non cosi; ri pelo,.fi.oi~ono le ferite perfoiianli ciel poim,o soccorso in modo e i n propori ione soddi'sfa·cenle? ·
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- iss - . il risparmio o l'amputazione secondaria; è ineslieri pon~ lj:coo una imporla.nte queslione di chirurgia coòt~mpoderar.e saggiamente i gradi cli prohabilita ln'aggio're ché ranèa che io non ardisco risolvere ma clìe mi studierò può ·avere l'u'no o l'altro di questi due mezzi di cura,. Vo • ,quanto so e posso cli meglio chiarire. La guerra di questo leudo tentarne· il risparmio , bisogna innanzi tuffò porre ann o ba dato da osservare molli casi di questo genere.; la parie rolla in unu posizione di assol uto rjpos.o, dare ma pPr la sua rapida brevità non diede ag!o di traUarli una direzione alle sue estremità consentanea al tipo norcolla tranquillità d'animo, e colla pazienza indispensabile male; procacciare libero scolo alle abbond-anli · marcie alle lunghe ed assidue medicnzidni . Le esperienze falle da" che dovranno per lungo tempo scaturire dalle f~rite, efme non hanno polulo essere numerose, appunto per le. fettuare a tempo sbrigliamenti. estrazioni di · scheggie, accennale ragioni, ma poono forse essere utili a futuri risegamenti, ecc., e per ultimo sostenere le 'forze dell'ampiù numerosi risull:imenli. malato ih modo che possa reg9ere, di rò cosl, a un·a Dico cJrn questo genere di lesioni fu piultoslo ricco lùnga e tem pestosa navigazione. Se dopo tulio cìò il chi'd'·esempi, perchè arguendo da queJli che sono pervenuti· rurgo avrà salvalo qùel membro, malgrado che rirnansa n,~gli spedali con fascia lure conlentive più o meno corn·otevolmoote più breve, egli avrà fatta, sempr~ in · casi ri~pondenti allo scopo, tu~ti qu~gl'altri, che non si p_ot.ccosl difficili, uu 1opo~a egregia;, èél avrà dìm·ostralo che rono traslocare, e che furono amputali sul campo, la cifra riesr.e ass.ai ragguardevole. lo Q.On so se tqlli g\'amputati' · l'arte· medicatri co ba dei mezzi polenlf ancora p~r supen~lia parte olla dei femore siano ~tali · ferili so_pta il g.i: · rare l'arte operatoria. ('éo1itin~a) nocchio, o perciò mi terrò più formo alla prima ai queste . ~ :--~-.....,-·=------,,.,.-I serie. 1 casi di feri te alle coscie coo frattura presentaron·o molle varielù secondo il puolo offeso dell'osso. Quelli appartenenti alla parte superiore del femore, sollo il trocantere, giunsero in così trista co11di1,io11e di vi talità, cbe deperirono celeremenle, e !\On offrirono mai favorevole ALUIENTAZIONE ind icazione alcuna per qualche concludente soccorso chirurgico. I mollo più numerosi che avevano la frallora RISPOSTA lungo la diàfisi, con una o due aperture cutanee, e_perciò DEL Pl\Ol~ESSQRE FR.ESCIII con uscita o con arreslo del proicllile, erano stati trasportali dal campo negl'ospP.dali di 2• linea munili d' un al Programma di Concorso al Premio RIBERJ pubapparecchio di ferule e di fasciatura corrìspondeule. /Jicato il 20 ottobte del 1857 dalla Comfaissione Questi mezzi éonlcnlivi avevano per lo più sofferto qualaggiudicattièe nella Gazzetta Ufficiale del Regno del 25 novembre 1857, N° 279. che alterazion e, e dovevano essere o subito o poco dopo rag~iustati o rifalli. E molto più se pei disagi del !raSporto 'era. succeduto \Jll abbooda nle trasu~arnento di si~r,osità 1, .••• • ••. ••. licuit,. scmp.ei:quelimiliit saogoiuosa. 'Ne~suno era stato tradotto involto. in qoei· 1 ;, Si:;natum prresonte nota producerc riomen. » \I cartoni mod ellali , di cu i erano forniti i nostri cassoni Hornt. De A1·té'poet. d'ambulanza, adopera'ti forse per casi speci'ali, ci e non passarono sollo i miei occhi . (Cu11 Lùwazione vedi N. t3.) Con questi apparecchi da ca mpo, per quanta drligenza s'impi eghi nell'adallarli, è impossibile evitare l'accavala A RTICOLO 3° menlo delle ossa, mollo più ' dopo le ripetute manovre Altera,iot1i e adullel'a~i&ni del bisclJUo necessarie al trasporlo dell'ammalaLo. Pervenuto czyeslo e àclle paste alimentari. all'ospedale io tal condizione, e dominalo da uo sensibile abbattimento nervoso, conseguenza Je' i-offerti dfaagi, Le cause che ahbiamo veclulo capaci di produrre alte non offrì al certo opporlunilà a pronte operazioni eruent.c. razioni spoolanee nel pane .da munizione, operano egualSi è dovuto sulle prime procurare di ravvivare le forze mente sul biscotto, quando questa varieLà di pane si trova ahballule, e porgere al membro una posizione meglio in eguali ci rcoslanze o condizioni Queste ca use operano accomodata al caso, e la più stabile che fosse possibile. più frequentamente e più energicamente a: bordo delle Fu in seguilo a queste ci rcostanze che sor$e il dubbio se navi, perchè ivi si accumulano le più favorevoli condidovessesi sottoporlo alla demolizione del membro stesso, zioni alla loro lrisla iniluen'za. Ond' è che le muffe diverse o veramente tentarne )a,.riunione, riserv~ndosi a far ) a che abbiamo visto manifestarsi 11(11 pane ordinario trovairo r prim(l, qualor:1 le condizioni appiùisséro più favorevoli. pure nel bisoollo ragioni e opporti.inrtà di svilùppb e·di ~ Qu; 1uhque volla una coscia fe.ì'ila in tal guis~ non ~ r~pida.moltiplic.azione. stat·a ampulala prim ieramente, oon restando allra via c'he Se non clrn per le nota'te influenze trov·ano pure. ra-
PARTE 'JlERZA
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DEL ~ULOATO
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gione di s,rìlupj)o alcune specì.e di lnsellì, che, penelran~ _ nell'inleroo delle gaiette, le corrodono, le solcano, le vuot,ano per modo da noo lascia;rvi più che la cro~ta. $01).,0, diversi animali parassHi, che si trovano comunemente ~ bordo delle ·navi, e sopralluLlo nei ripostigli nei quali sì fa approvvigi<,>oa1nen'ro di questo pane dei r11arj11ai, 11, 13osc annovera particolarmente l' A1wbittm 11anicum, il Ptim1s fur, I' ,tnthremts 3/uswornm, il T1·oglossitacp,1·aboic1es, la Pharena fa1·i11alis, I a .Blaua orientali,, l ulle specie di., stinte che si trovano bene spesso o nel grano o nella farina (.V. Dtc,t. des scienccs m!ùic. tom. lll) .. Nell'ullima parle di questo l1tvoro vedremo poi come si po,ssa ovviare a queste varie allerazioni fanto del pane 6rdina.rio1 quanto del biscollo (Y. Parte IV; Cap. I) Arl. 21 Pag. 1.98), Rispetlo poi alle adollerazioni cu_i si può assoggeUare quest'nllnno, esse sono meno t'acili·,a, vori!ìcarsi. T_utlavia qoando esistessero, oon poLrébbero essere <liverse da quelle già discusse relaLivamente ~al pane comune; nè si potrebbero proporre metodi diversi di investigazione chimica, che non- sieno cioè i medesimi che si propongono per le sofisticazioni del pan e ordinario. Le slcsse avvertenze che per II pane e per il biscolLo possono ap plicarsi pure al caso delle paste alimentarj a<l uso di minestra. I mperocchè ,auche queste s.i alterano, amrnuITano, inacidiscono per le cause · medesime che abbia~o veduto i nòuire tanto suUa costituzione del pane. Ciò riguarda principalJllcnt.e gli approvvigionamenti che se ne fannp a bQid~ pei bisogni dell'equipaggio. Anzi, rispetto a que·ste paste, quando l'alterazione è resa evidente .o per la muffa. o pel gusto oauseoso, spjacevole! o per l'odore disomogeneo che lasciano sentire, non vi ha via di risanameo\.o possibile; devonsi distruggere o giLtarle, petchè. impr.oprie alla alimentazione. Le adulterazioni loro poi, quando si prescinda da quelle. che si com mellono nelle farine onde si sono fabbricale, 11oi non sapremmo clire quali altre potessero commeHersene.'Solo il colore potrebbe preslare materia alla adullerazione, ris_pello cioé alle paste colorale in giallo.lmperocchè questa tinta che si ricava da una·piccola porzione di zafferano polvorizzr1lo (Crocion sativnm L,) che si unisce alla pasta, venne no,! rade volte adulteralo colla mcscolafl'za a piccola Barte di ;esso d'una certa qt\anlilà di mioio (<leulospido di piombo) o di cinabro: (sol furo rosso Ji mercurio}. due veleni _po lenti; adulterazione però non deri':'ante da frode òei fabb ricatori di paste, ma bensì:' dei venditori di droghe. Jn la'! caso si lrallano le soluzil)ni acquoso olleuule dalle paste s-6spelle coi reattivi proprii dei due metalli ora ricordati. ÀRTICOLO 4°
Alterazioni e adntlerazioni dialimMiti derivàlidaatti,i cereali . e sqstame fècule11te. Tulle lo farine degli .allri cereali diversi do! fr umento, ma dai quali si può Lrar1;e aljm~nlo pe\1' uon'loi é così
lutti i divetsi preparati che si fanno con esse o in pane o in pasta, soggiaciono alle medesime alterazioni spontanee che vedemmo operarsi in quella del frumento, o, sell)l)lice o panificalo, lulte volle che vi ahbiano le favo revolì condizioni ~i umidità e di calore già da noi ricordale. Se non che ri~pello alle fa rine degli aHr.i,~ereali vi ha di prù la mufazione che suoiscono quo' maleria:li organici che non si trovano in quella del frumento. Così la fari na di' melica, p. e., ,atLepa la graudo quantità d'olfo che contiene (il 63 p. 010 dél suo peso) l'involucro suo corticale passa preslo al rancido e contrae un gusto amaro, e un odore fetido, come già 11ola·rnm.o parlando appositamente di questo cereale. Si aggiunga poi l'opera dislru(;gitrice di alcuni funghi miscrosQopici che ne gua·. stano la sostanza, com'è lo Sporisoriwn rnafdis notalo dal Balardin i nella melica racco Ila soprallulLo i o stagione umida, e causa, seco;rido molli) di quella malallia parlico... lare di questo cereale che chiamano verderame, a cpi il Balardini stesso vorrebbe attribuire la causa prirria ed essenziale della Pellagra. l>arimenli noo ha Ja passare in silenzio quell'allra crittogama che si appiccica la Ivo Ila o al pane di mel ica o alla polen\a, por cui questi due alimenti compariscono tinti in rosso più o meno carico, quasi fos~ero insanguinali ; la quale criUogama era osservàta fin dat 18·19 dal tlotlore Vincenzo Se.lle in una delle provincie venete sollo il nome di Zaoaalactìt1a imet,·ofa, e che il celebre Ehrenberg conforml,\va per propria osservazione nel 484,8 ·a Berlin-o, non riteneiidola però un fungo , ma una monade da lai balleizata 1lfonas prodiaiosa, allesa la estrema sua piccolezza; mentre il nostro Bizio la ritiene una criptogama microscopica di nuovo genere, delta da lui Serralia, le cui sporule potè conservare da un anno all'allro, e far poscia· sviluppare, 1\feoo · alterabile, in generale. è il riso, in causa della forle coesione delle sue molecole inlegra nli, per. cuiapparisce quasi trasparente; e per essere in esso pre9alent~ la fecola, e pochissimo h1 materia azotala. Tu ttavia queslo :cereale, sog.giace ad avarìe, massime a bordo delle navi, ogni qual volta si trova a conlalLo coll'acqua di mare.. Ben più!gravi, o per lo più irrimediabìli , sono le spontanee ·allerazioni dei pomi di terra, sia che provengano da m_alatlie loro proprie, · sia da negligenza o da nessuna pre~auzione usala per la loro conservazione, Se, per esempio, si lasciano esposti questi tuberi per una o due selli,nrnne in luogo aperto all'inO.uenza· diretta ctei ragJ~ì solari, non va guari elle la loro superficie si colora poco a p.opo io v.erde; e allora si lrové\ svil uppalo nel tobero tale ùo prinéipio acre, il quale non sj perde colla coltura, per cui acquisla un sapore ollremodò disg11stoso, Egli è per ~ueslo .che alla huona consçrvazione dei po111i di terra si richiedono luoghi oscuri, come in generale sono le cantine, ed _è in mezzo alle ter:iebre che essi possono perq~r~ quel)~ lini.a ·ver#·ognpla e quel gusto a'cr~,, ch:e
ave·irno contratto du,ran.te la loro esposlZJone. al sol.e. r· n0n .vi ba iJ to.rnaconto. nel comn;el!erle, l1~fatli s.i sa che La germinazione, che beoè spesso si efl'etlu 11, cop;i'osa, r nè le fave; nè, i fagiuoli, p. e:, soffrono la· influenza della mente nei pomi 'di terra, mas~ime ali o àvvici1)a·i;si galla .,i uuiid'.ilri come li\~s.offrbM i cereali ; la ragi9ne :di qu.esta primavera, e qnando il luogò in cui vennero ·depos;ilatf di'll'e(el)za· sra lpltà ne.I più o m.elio sp.ésso i1iyolu.crn: corsia umido, è-una <llim~a ·potenlé pute di lo1]oiàlle1:az'i'one, liéltle che li'..protegge 'lungamente da h\le- influewza. Non mocl'ifì9andosi nolèvolmeri lé il loro prin.otpia,llulrilivo.ll.l)è piìr'lo s.less9 p èr ciò eh~ Tiguarcta le loi:o' fari ne' ;, p~rò, perocchè. in questo .casçi succ;è<le q,u,e!lo cl'}~ vedem~o a pahìà di Gi~'co.stan'·zc~, si'cònservt~M·per,assai.più lcfupo avvenire nella ger miuuzioJH'. clell'orzo, allorchè si l'abche. quelle dei c,ei:eaÌì. brj~a la bi~ra; val~ a 4it~ _che sì svofge la. dia..slasi, soNòr1 si ~pùò dire allreHanfo dei ·pis~lli, i quali potreb~ stanza fern1ertt.iscìbile, la quale fa sciogherc una pàrle' della fecola, pa;!ianil:ooe il prndotln en't~o il te'ssuto .dei' ber,o· es,se~~ già 1'.viz.iali da u_li,a· ·e,ccessi,•a uroì<lilà 11,ll'\l~to: gerhrngli, oncl.è· luogo .alla formazione rielle cellule e: ctèllti ra:è·èoHa. In trueslo caso ·del pati 0c'h'e quàndo ve.irgb'rio' dei vàsi .,Se (.r'uè'Sfi germogli si tolgano, ap1)arenlemt·nt-e collocati in luoghi umi<li,. 0 r.be'.si b~g1l'aFono durante, il non setnb1;~ .clie i tuh~r.i ·non ~bbiano penluto della loro, fra$poFrò1 sj svoJge·la fer'1fre:nt..rzionec·he l·a1'voll11'raggitinge· sòslanz.a n1,1triliv.a ;. ma lìe s,i fanno cuocere, s.i_lrova che nòn sono . più fa.rinosi , ma hrnsì' copsislentì, per cui Jt . perfilJ.o il _gr.adq :dcf!a pul'ri\lilà.., A-llorchè qu·esta succeda e si facc.ia:nii' ò'on:'pertanto· G\1ooerè i legumi; ègli .è'facile odore e sapo're si serito1fo mutali. . il conos.cc~rn l"ancnula cor~uiio·ne: loro, ,no1f t~nlo d,all'o Si è eletto e sc1:iuo (e mùlli crecl9no ancora) che quellq' pèllicoli.1,, ond'è ricol)frto ii ·ponlo di _l11rra, -çootenga un O'dQre spìiieevofo che si' sp'rigioi:ia ·a'l1rafltè la cè>llurà, principio deleterio I.aie, cbè obbligà di gilln'.f via l'acqu'~ quant'o -a1\che tlal oani'va gusto ·che ,lasci~oç, senL,ir,e. nellù tjìi'àle. si fecero· cuocei'!ò, rlt!'neodola -c-0rne altossi, Betie spessO'' acòade ché quijslj allti légu1tii alirrienràri e!iLa. Egli è questo un erwre che il Dunal di .1\lontpelli~r , siénò p-enefr'iHi dà <li versi i11selti che li perfoFano, li scamise-in clria1;issi ma lu ni cor~quella eccellenlè·. sua monò van o e nè ·coosum~no tutta lù nfatprfa.'firrLntisa, o vi fanno grafia clie ci ha. òatn di quMlo tubero prezi.0$0. ~ ùove_ dèi vacui; che poi si cuopr.OD'O di rriull'a; come succede sò~ò riferite le varie esperrenze da lu i isl.iluite· a· questo bene spesso nelle fa:ve e n.ei fffgiu(iJ.i. f>'e r me'glìo acc.e rprqposilo su div<>rsi anima.li domestici. ài quali avéndo· tàr,si' di siffatti guasti-·afven,uti no:n si ba chè gitlar.e' ùna fallo bev~re di silJ'aUa acqpa copioifaénente, vide ma i àeriv.arnc loro alcun detrimento ci.ella salute. par.z.fo'Oe ·dei medesiìni' ne.lÌ'd cquil' bol,lente, e:.il malvagio· Se non- dhe da d·ive.rsi· anni una~mala!.lia epidemica j]àod'orè oh'e si svolgerà sùà più che bastevole indizio della .gelliJ, ques.li tuberi in ~arie parli il:'Europa ·p er.guis<;1. che avven1,1la ·a:llerazione. ce.rfo ne popolazioni pove.re, come. s~rehb~, qut1.lla d'. lrr ,L·O' 'stesso si .cliea delle lèuLiccbìe, nelle quali av,·eolaiJ,da, ~..i v·eggono espo;ì l~ ~I ,p~ricp'lo. d1 P,~s.ere priv.ale goil:6 ben-e'spesso le meçle;;fme alleraiiqri.i, qoc).$.i qell'unic9, e 11H',no,5ostoso ~Jiaienlo: di cui p2sso1,rn Qua-o'l-0 alle0 u(I 11ltera;,iooi· che ~i possçi n.o ne\ ca·so veridis.p.orre, quan1u n•qu e i/1com p1~t?, e perciò condannate a ficacre i'n ,t1ueslo 'genere di viyeri , noi non ne conosci.amo, patire i torm,èntì dell'ine.<lia e della farn e. Si ~iconosce nè c~(ldi.amo che. l0roi:iJ ,conto di praticarle, uri(), tale mafaui,l,a certe maçch.ie score. on<le apparisce chiass·ani, fa 'loro:. éslerior~ superfiote, Però per esserne '1 (Contiìnud). p i'ù sicìWi, hfassiriie se l' all'e'razio.ne è a~·cora in sol prjnèipio; biso:gfià lagliare per mez:zo. il . lubsn:o 1\ID~alalQ. AH ora si trovà lai· Q()slui poJpa di un a1Liotu marmor,i,zzMa in ro.sso. e s:opralullo v~rso l,a ZOU\ì sua c-ortièaJ~, dove abbonda maggiormente la maU,ria fec.ulènta. Se Ìa tnai'aliia è n~' imoi pr1mordi i, possono ancora salv_àrsi le parli più ceu.lrali <lei tubero, a!>poi'la'ncto cn l éoltèllq tutto quello di guas'lo cbe. è neJla zona còrlic.al·e. Che se nonsi v~ole ti.co.rrere all'espoflazionfl.·SÌ'·puèì usa'r'e là <,,ottura, Con. Regiò D(}cretp in .d_ata dei SO~ottobre ·-1859, fù giacchè n~enlre durante quì"sla le porzioni.saue del tubero ac~ettatu l;:i vol'é>ntaria deJJJission,e delMeèlico Aggiunto .di.venlfl,10 farinose·; .<' perciò b1;1one ,a··mangiarsi. le altre per il tempo della gueq·a, signor· Dottore Cesa're ammll.lalc induriscono piir ~uisa ch e premenJoJa soslanz'é1. del pqmo di terr a ço ll,o fra le, gita, ~! fauno schizz~r fuori 1 · Boz.zi·, . addeUq allo Spedale Militare D.ivisioriario quasi fosr erQ tanti oo,cciuuli. sf ritenga però che anche j di l'9rin(1, e cou1~ndat,o pr,-e:ss·ò, l'amqu!anza d~~l~ guando vengano m11ngiale quc~sl.e porzioni n·llerale rroitamenle .alle rimas·Le stin'e non può tornarne nocumento . 5a Djvìsione deU'.arrpata .i;ttiva .., ali.a Sillut.è; .almeno le osservazioni a ta1e prO'posilo raccolte nòn 6tanno dimo·straJo fii;iora il conirario.
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non
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ARTICOLO' 5°
Att.irar/Ìoni e adulleraz·ioni-Jle{ 'viveh ·sommì,iisrtati dèille le9mn.ii10se.
P.'0<;9 s,i ppò ,dire sulle alt1m1zi9ni e adultera.zioni di queslp genere di .aliirrèhli., ·pérchè o non s.ucèeùonò, 6
IJ !)il'etto1i Dotf C_av.. A.R~LLA J\1ed~co Div. Il Vice. Dfrellore respoas. miti. ~l ..UìTllLLt .Med . di l\egg.
N. \6.
,,,.,. ,1,u \ III . A1
t %Novembre ,t 859
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·GIOUNAJJ~ DI ,HE0Jf)N.~.HIJJITA1'~: DEL CORPO SANITARIO DELL' All!UA'f'A SAllDA
Il
L'11ssuèiHzfon~ nc• o si ri11evo. 1:b:e p()r or:, anno e ;o,omincia o-ol 1" $ i·~i;nu. ~i' p. a·b hlica ol'i'Lu·r;ed~.m ciasch1,1don;i sett.1\lHlll~r. 11 11 pr,azzo d!assoc.i azfooe in Torino è d i 1,. IO. In Provincia o d a ll'Eslero, fra.n.co qi posi a 1.,. il. Si 1111%1.1 pèr Sllmc·st ti a•, tic ipati.
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fermità, P~bbiamo n.eì modo .di $V0.18ersi e t,ermina_re , Pratiche s ulle F-Otile <l'arma.da. raoco;.-;3o-Prof. .FRBSCllI,: p,roprio a c.iaschedtrna in partiGoJarè. 11 Ufo inf:1tti Dell'arimentazfooo (leJ soldat~. Ris(losla 111 -Pro~i'am~a di jnvade repentinamente ~ 9UaSi senza' prodFQfilÌ COU Coooor~i;i al Premio RmEHt. - 4.oì.lullell(n~ Ufficiale. tnltì i suoi fenomeni .ca.ratteristici, è termina nella 1 grande :m,~ggioranza tTei casì dàlla seta il malti.no e'll in modo ahrettanto rap'Wo che i'naspetlato. Il suo anaameoto è palesopiénte l'emi ttente; esso ondeggia ~o~tiona_n1ente,J tfia, i\l;l~ ?h~ ~d_H _peggi~, '~.e_I,où,en<lo 1n tlltlo il su9 éfacor~o ogp1 c~lè.olo e prev1s1one dtil m·edico; sicché invasìone. corso e tennìoe sono in MEMORIE ED OSSEJlVAZTONI apertll opposw.iooc a guanto si osservn ne-lla febbre tifoidea. · .,., Jt Nel tifo la convalès.cei:1z:a è sub'Jtàmeole sta'bi1ita, e Annotazioni. procede con reg:olariÌà e scioltezza , scevra da qu€i tànti ostacoli cl1e ritardano così sovente il ristabilìSulle fcb~ri. tit~iùi d'Europ~, p~t cav,. ~ott.. CoM1~~1i11t nì1:1nto'1dei •m-a1ati còlpiìi dàlfa fe'tmre tifoidea e sono c11giono no.o infreq-u'.ente ·(Ìi ricadute spesse voìte fatali. I,pért<>i·e, $fem61·Q ckl CMisigllo mptrfore militc11·e di sanitù. E iociJtre"'èlimostratri èhé uoa febbre tifoidea p:re.1 serva_ a un dipresso costantemente dal ·dtorno ùi (Continuazto~e , V. N. 43; 44 e 45) 1 1· questa malattiia, com'è è dimostrato che non preserva per niente dal Lifo~ e questo uullamente dalla febbré 3ò Natum e g·enio delle tifoidi . Coloro che sosteo- tifoidea, il che qnanto deponga contro l'id.entità di gono l'identil.à delle tifoidì ed ammeLtono solo una natura delle aue malaùre npn è; chi uon lo veda. differem:a in piti od in menò dei loro sìntoml, debVuolsi aocorà elle il tifò possa assalire in tutte Je età, bono na turalmente essere condotti a riconoscere recidirare ed anche -rip.etersi sullo stesso malato, attribtllì quesli quasi nnanimamente contestati alla ~nche l'identità di loro ·natura. febtiré tìfoidéa, o ·ch'e·.molto caratterizr.an<l il genio e, Se ciò sia giusto e co'nforme àl dettami della saua la natura cliversa delle due malattie. patologia lo vedremo più innanzi. · Finalmente risulta sino all'evidenza che sotto certe Gli scritlori più stimati sono tutti concordi nell'atcondizioni il tifo è ttasmessibile., o., come dicono tribuire alle oàuse in g_enere trna grandissima inaUri, contagioso; cosa. che è ben lontano ·ci all'essere j:lueoza nel determinare l'indole e! la natura delle provata rispetto alla febbre tifoidea"' e che io ritengo malattie cui dann'O origine. sia por risnllare affatto tnsosten ibile, quando sia Se ciò è ver,Q per le altre infermità, sarebbe sciocm-eg1ib· appurata la diagnosi <liifèreuziale rle:lle due cW~zza: il non cons·entirlo anche àlla-febb re tifoidea ed al tifo, e la sol:l coosiàcraziooe che quest'ultimo malattie. Nel mentre fofatti la storia delle epidemie tifiche ebbe a régistrare un numero stragrande' di si svolge co·stantemente là dove regna Jo scorbuto, vittime· che. ne attestano la cont~giosità , vidimo in oppure dòminano le sue :cause, ciò che assai diversamente. avviene delJ'altra, avrebbe dovuto persuadere Francia ancora io questi ·ulti'O'ìi anni uomini <Jj alta levatura arròvellarsi inutilmente il cervello per di.. anche i più ostinati della grande differenza cbe inscoprire lame~esima triste facoltà 1rella febbre tifoidea.,. te~cede tra queste due malattie. e, trascinali ,da ~n~icl~i pregiuqi~ìj , ari:ivare àlla l)iù Ma un se.gno differen~iale' not::ito' da tutti , e che risibile èlelle conclusioni: essere cioè la febbre tifoicrediamo esprimere una natu1·a diversa di queste in, Somwuo. - t " u o.tt. cav. C~xrssE'l''n: 4llnotazionf sollo fel1bri tifoidi d' l!:uropa ·- 2° l)ott. cnv.~cowrnsii;: Oon~id'è'fia,zioni
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dea non còotagiosa a Parigi, e confagiosa nelle. pr.o-yincie. Nel tifo invece , se non vediamo presso· tutti gli autori identità di nome là. dove è detto or.a 'tras- · mèssibile, ora contagioso . scorgiamo al certo ùnanimità di concetto, ·nel mentre ~be nella fèbbre tifoidea pratici e scrittori, quando vollero dimostrarne la contagiosita, si sono sempre trovati invòlti ne!la più palmare delle contraddizioni. I casi di febbre tifoidea del resto non sono sgraziatamente tanto rari.; ne vediamo tutlì i giorni nelle cliniche, eppure quanto sia problematica la sua contagiosità, lascio giudicare Q<\lla vostra esperienza. , . · Ma qui,_come già si disse rispetto all'esantema; sf r'itornèrà forse ancora in sul .distinguere là febbri.. tifoidea sporadica dall'epidemica, sostenendo contagiosa quest'uÙima e non contailosa queWartra. A q~esl' osservazione pifr cavillosa che- s_eri~ rispondorb che a Parigi, dove fu inventato il nome di febbre tifoidea, e dove .indubitatamente non··mancano gli osservatori abili ed oculati, non si è riescito a di19ostrarla contagiosa nè nell'uno, nè nell'altro caso. Del resto io sono poi di parere che la epidemicftà e l'infezione, considerate quali sorgenti ezi9logiòbe e cause di propagazioni delle malattie, abbiano più ù'aoa volta nell'osterrefatt-a fantasia degli scrittori preso il posto della contagiosità; epperò spero elle molli di questi castelli fatati, fabbricati dal pregiudizio e dalla paura e venuti su insieme con le t_orri del feudalismo, saranno in progresso di.tempo esplorati più da v:icino e non meno di queste scalzati ed abbattuti. Quan\o ~alla uaLura dello stato tifoideo, che ve,.. demmo tante. volte ven~re iqimediatamente Jraromisé~1ato cùl tifo Q colla febbre tifoidea, bastet'à it:già: detto per renderci p~rsuasi che non può es.sere dive,r.sa c~a quella del.le malattie Ghe l'b.anno, otc~sionato. Cosi se riconosce por causa uo' infiammazione , legittima ; idiopatica o diffusa di un viscere Q .di .un org,ano; se sarà un principio settico, speciqcQ, disaffine, oomuoque originato ed entrato nel torrente della circolazione elle lo ..avsà provocato, an~be la sua natura non può essere altrimenti che infiammatoria, settica o specifica . 40 Lesioni 1,atologi.clte. Lo ~copo lJropostomi esse.qp0 quello ili mettere io chia\·o i segni diagn.ostoci differenziali di queste, 1ùalauie, ragion vuole che, delle tante allei;aziooi cbe si possono. incontrare allo sp.c.lrO dei cadaveri, jo qui· accenni soltanto quelle.cb,ecosiit~iscono il -v;ero ca~?~tere ' anato111ico, pr9prio a cias~beduQai, • . .. ·• ,Dopo/1e 1d.ilig,enli 1i)!}~rc,l~n tatt~ nAr Ql~no ,4i u.n numpro, gr,ap;dissimo di pqy~l.ogi fqrn~~~j.,. '-~ .Cflpih\<tè);
quali stanno Louis e ·chomel, era entrato, si può'dire, nella convinzione generale dei pratici, che Ja f ~bbre tifoidea avesse per segno anatomico costante: alcune particolari lesioni che tuLLi conosciamo, d_ei foJlicoli dell'intestino tenue. Contro il rigore assoluto di_ una tale opinione sorse ben:;ì a quando a quando una debole protesta, adducendo fatti negativi al)bastaòza dettagliati, ma le risposte che suscitò, aozichè lasciare infl'alita, 00 convalidarono sempre pi'it la sigriificaziooe (1). Se fuv vi io falli qualcbe dùbbjq a questo proposito, si è all'epoca delle prime riv,elazioni fatteci da Louis e Chomel, quando cioè lé\ diagnosi della febbre tifoidea tr.ovavàsi ancora inceppata dalle idee confuse tramandateci sullo stesso _argpme.nto dagli scrittori cbe li hanno preceduti. Ma dacchè collo studio diligenté det sintomi, messo' aU.a prova dei risultati cadaveri'ci, si è cetanto rafforzato il criterio diagnostico., la lesione èàrattèristica délle ghiandole del Payer è divenuta in questa febbre una verità anatomica fuori d'ogni contest.azione, e crederei fare insulto a quello· squisito spirito di osservazione che informa l'esercizio della medicina in questo secolo, se più a lungo io mi trattenessi a dimostrarla. Passò perciò alle lesioni patologiche proprie del tifo. Quando all'autopsia si abbia fatto precederé una diagnosi diliieote e rigorosa, sovralutto fondata sulla distinzione più sopra mentovota, .io porto ferma convinzione che i risultati cadaverici offerti dal tifo non possono in verun foodo scostarsi da quelli che raccolti ben prima che avessi in mente di por mano a. questo scritto,, e ehe. p;ubblicai cumulatt.yam~rate iosieme cqlJe altr.e :neGroscopie che sfanqo a base dei diversi argomenti contenuti nella p1:im-a , parte de.il:\ mia Rel,aziqn~ sulle rnala~tie che hcinn,Q dorninato riel Corpo di ~pedizione i,~ Oriente.. A pa- . ginfl 1i9, e ranoQdate <tl. 3° tipo, tr0vansi qpattordfoi sezionì c.adavericbe fatte su individui in 0.ui l'affezione, cl:te li trasse a morto, aveva presentato nel modo meno eqo.ivoco i caratteri essenziali, hen pronunciati del vero tifo idiopatico, senza p~ecedenze morbose eterogenee. Sono dess_e riferite con queste, parole: - ripienezza sanguigna aei seni ce rebrali; iniezione ,·enosa pronunciatissima delle meuingi e della massa cer~brale-; ·rnrsamento sotto,aracnoideo di çna specie di linfa plastica con fiocchetti, sospesi iru siero tonbido, quasi lattigin.O'so:; più o
ho
0
(11 Vedansi' be$ cdnsidérations sur ·la fièliré t1)pho'iil~,! éc'c! d1~ Valleix negli. Arcft. gén. de médi, 'soriè 3, 1839, toq:i. ;v, ,pi,g,.~5;; nop \cbe ti ~\l~ rTr~tl,il~ di ~atologia, i.ntm;n~, :inl~.tol,\lO,: , ~uifje du 11f!'éd1çin P,raticien, t. V, pi,% 40,'1.
1
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meno una rac-colta 'costante"di 'siero nei vént~icoli.-
mechè figliati dalla s-tessa' causa, sono tut\avia meri"p fissi, più variabili per sed_e, numero e gravità, e stanno rimpetto al tifo negli. stessi rappor(j con cui sc;ontrarono nei cadaveri dei tifosi e eh.e io_credò le sole .earalleristicbe, abbenèhè altré!ben molte se ne si presentano' nel. ~uo generatore, }o séor;buto, mo'riscontrino negli altri viscerr tanto del torace, che tivo per cui i cadaveri degli -siorbutici e dei tifosi del l'addomine. nél ritnanent~ la rnedesima impronta p·•a' conservano , J ' Jnoltre, e qnesto è il più importante, si aggiunge tologica, é danno sotto allo scalpeHo le ·m'ec esime proseguendo: - I tenui (intestini) offrono interna~ risultanze anatomiche. A stabilire saldamente i guasti mente disseminate dèlle chiazze rossigne, limitate caralteristici del li(o, sen'z"a correre il pericolo di in modo pfottosto reciso, la reslante mucoiia è paldare in qualche illu.sione, sarc}?be perciò necessario , . lida, scolorita, ma non compresa da-rammollimento. indag~r~ cadaveri çli persone pt'eg,epentemente imNormali ed infatti appaiono j gruppi gbiandolari'dèl muni da ogni discrasia, e nelle quali, il tifo si fosse Payer, ed aJ)pena più del normale appariscenti i folsviluppato dietro trasmissione o per contagio, cosa . :l • ti coli isolati del, Drunnor; u:on si riscontra mai t1·a.cche nessun ,éli noi ~potò fare in Oriente per la raeia di esulcerazione. gione cbe tulLi vivevano sotto l'influsso delle medeCe~cai in segaito d,i .mettere a confrontq) miej risime èallse e tµtti e.ra.no pii:1 o meno contaminati ~ultamenti necroscopici con quanto osservarono dalla cachessia scorbutica. · Montegranèl, Godelier, Cbauffard, Jacqnot ,..Bi Ilo t, Adonque coslituiscono il vero segno plltologico Moering e Lntti que11i cbc praticaro,n.o diligept~ rieer· 'della fobb r.e tifc11dea le lesi9.nì dei .follicoli isolati" del che sui tifosi in questi ultimi tempi, e li vidi concorBranner e le piastre del.Payer, con tutte quelle modai:~, perJe~~~mente. Tutti, dal. primo all'ultimo, , ac~ dificazioni µisorgan iche elle sappiamo appalesarsi a canto alle costanti Qongestioui saugo.igne, ai versamalàttia od a periodo w.ù-Gl meno,grave ed inolìrato; menti che abbiamo riscont1·aLo nei visceri contenuti sono invece caratterè anato'mìco costanle del tifo _gli nella cavità ,del Cl'anio, èorist<.1-tarono. l'a~senz.a d,ell,e ingorghi venosi, le iperemie e gli stravasi siero,.saivpiastre del Payer e delle altre lesioni proprie dellai guigoi dello encefato e delle meningi. (Continua). febb,re tifoidea. Non.ardirei sostenere che sia sempre stato cosi in tutte le epidemie del tifo da Sauvages, Pringle, Mouro, ecc. sino a Rasori ed Irùdebrand, a Màgonza come a ,Dantzi.ca, a Genova GO?)e· a P Atrl'I~ SECONDA Greooble, in Irlanda come in America, avvegnacbè non s1 possedano dati necroscopici abbastanza depurati1I per arrivare ad una simile' induzione, e già troppo CONSIDERAZIONI PRATICHE contrastate sieno Le rièercbe ·instituite sotto i nostri sulle Fe1·Ue d' ar1na eia fuoco dovessi argomentare d;ille mie propri i ocoòi. Ma convinzioni individuali, abbencllè mi senta inclinato osservate nell'ultima guena ad ammettere delle modificazioni nena sintomatotogia offerta dall.e dìvé"rse eprdemie, mddiflMzioni che Dal Cav. FRANCESCO CORTESE io cr~do inerenti alla natura stessa delle cause che Medico Oivisiooale d.i t • Cl asso, Vice Capo all'Armala le hanno fatto nascere, sono tuttavia: di parere che Je mentovate alterazioni, notate nel cervello e suoi ( Continua, . V. N. 42, 43, -44 e 45) invQ.lncri, non che l'assenz,a delle lesioni caratteristiche dei follicoli intestinali, hanno s~nipre cd'stituìto e costituiranno in ogni tempo i veri segni anatomici La slalislica delle amputazioni della coscia per ferite in differenziali del ti(o. guerra non è al certo finora m.ollo favorevole. Eppure.se . Se-non che, unitamente a queste alterazioni en- . oe <molano fra queste .io gran- numero eseguìte per fralro-crani~ne, che ritengo in tutto e per tutto dipencassamento della gamba o del ginocchio, ossi.a operate denti da una condizione morbosa gènerale, avente i sopra n~ membro d?~alo ancora di tessuti saoJ ed intatti. abase un pervertimento solido-umorale dell'orga- j Pensiamo quanto poco lusinghiera dev'essere quella stanismo.t ben altri segni di stasi sierqs9., di ip,eremie l tistica, che compre.ndesse soltanto amputazioni di cosc.ia e di ramtpoUil)leoto fu_rono segnalati e nell;appara to per fratture comminutive della ~oscia, slessa I In questi circolatorio i nel parenchima dei visceri. e 11ella in- I, casi bisogna pur sempre segar l'osso mollo .in .alto per tiera compage deli'economia animale.Ma 'qUestiJ co- , evi'tare le,fess·ure· e,i distaccbj so'fferti d'al,Ja midolla e dal Queste sono le altera~ioni che costantemente si ri-
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periostio: bisogna incidere carni p.iù o meno maltrallal~; 1 .troppo l,\Ssolul,e convinzioni. « Les amputa.tio1ts de.,Ja se si -v,uole, aver lembi ,sufficienti per coprir~ il °'~ncone; 51. cuisse » dice egli « sonL d'autanl plus gr~xe,s,. q~:ene~ bisogna, in ana parola, portarsi nella regione più grossa .41 se rapprotheol davantage du lro.nc; il .es_ l donc fort~imdel membro, e sottoporsi ai risultati troppo sp.,esso fiì)iesti << porlanL de les éviler; avant la guerre de la Grimé.e delle grandi demoliiioni prossi me al tronco. <1 c'elail un principe général'emenl acceplé qu'une fra'" ~criv..o, parlando di queste amputazioni molto alte, « clure du fémur determioée par un coup deJeu oécesdice: <t .Già in Algoria nel ~ 8.\.8 molli esempi infelici di <r silo l'aropulation. Il y a lieu de penser, que gràce à . à fraclares, on peuL en'appeler K amputazione coxo-femorale e d'amputazione trocaote<t mes nouveaux appareils • rica avevano destato la mìa allenzio le su gueslo ar<< de celle se.Q leoce lrop absolue (Souvenirs, p. lH .}~. « gomento; l't-ci delle ricerche che mi diedero nuovi 'Yelpeau dichiarava già fin dal 1849 essere disposto a « dubbi ... , e<l oi,tgi non dubito piµ. Sono convinto èhe praticare il rnerio possibile di ampulazio(!i immediate, e ~< praticale primìlivamenl,c, sono costanLemenlemortalL, tentare la conservazione del membro nel più gran r:iu,, e che lo arnputazìoni consecutive hanno mollo magmero dei èt1Si. << giori speranze cli successo >1 . Sembrando che l'orgaQuesta conservazione non è poi un caso cdsl rarò. cbe 11i ~mo indQbolitò malerialmente, ma conservanle forse finora de'bòa leoersi al dis'sol~o delle am putozioni n~ 'suo1 ùna forza nen•osa r~lali vù men superi ore,. sia éapace dì risullamenli. lo nor1 parlo qui deg\'intliv'idul che _rendorlò rlieglìo sopportare h\ soppressione di quasi · la quarta questa indispensabil'e sul campq :cl'i llMlagl\a ; -p~:rcl\è; ivi parte del corpo. è talvolta necessario eccedere négl'alli <iperalivi,, è coni:é' Slarà nel giudizio dei do\ti Ch.irurgbV~: diaLro· la mQI-. av'verle Sc,;i,vr:, ò qiiesla m1'est1·ema provv~qenza ilell' at·tii llludine dei fatti bene ncoèrlati, il ricdrToséere se··ql!esto dall' eSJ1èl'Ìe11.z1.i in r,u111-r1i la:rga nìente 1'ichifsta (p. 4-64 ). Parte principio possa essere es teso anehe ai casi delle ampudi quelli che arrivano negli spedali dopo i disagi aì una tazioni 0101\ 0 allo della diafisi del femore per frathire baUag!ia, d' un trasporlo più o meno di palimenli geoeràli d·ella sua •pàrle uiedia. lotarHo, per quanto combattuta e morali molteplici, e perciò in istato d'abbattimento, e. sia staia ·1topioio11e di Malgaigna sulla u-ecessHà di conlassiludine, quali comunemente furono i feriti di quésla servare le membra, opinione forse da lui eccessivameole nalura pervenuLi nei nostri. Effelluarle subito 'è già generé.iliiznta, non si posso no rHiutare i dali noinerici troppo tardi per poterle dire primitive ; le condizioni fiespo~ti COll tanta fer mezza innanzi ali' Accademia N.• siche dell'individuo non sarebbero per certo 1ali da perdj medicina, ùai quali risullerebbe, che <li H amputame\lere un pronosti co 'favonirnle. Forse le indicazioni si zioni di coscia operale ~ Parigi dal~ 836-,i2 negli spedali. presen-terauoo più lardi accompagnale da mig1iore ap.morlrono' 34 l (p. a-~). Lo slesso su.o oppositore Roux, paralo di speranza . E in quesLo frallempo cosé\ si oppone nel render conto dei risullamenli delle amputazioni fatte cl1e si tenli la co nservazione del membro? dopo le giornale del 1830 e 1Sa-8, dimostra, che di otlo Ma per aggiugnere qu es to soopq, la condizione. priarnt1I' utati al f"'more sei sono perduti (p. 37). Sopra nove mar.iaJ indispensnhilo, ,è) I riposo assoluto del m~mbro '1 I ! I ' L ampulazioni simili Dupuytren ebbe selle morl1 nel 18,3.0. sLessG, ·e la su.a col~ocazjone, come ~uol dir,s_i, iii fi,'gw·a.,1Jober.L de J,~ml>alle r.iporl~ otto. (rà~~ur:e comminu~ve pel noltve, obe1i tl'l ézii ilr,>,plicati pev @entirn quel ;rip·oso remore 1 di cui· diw g,ua,.irono !Ml' calln secondario, due ri; permeLlano l~:g\or:n,aliera medicazione,. $01).~a che oé,çorH chiesero l'amp ul~zione, éju,1t\rl) son d morti d'.iri:feziooe dj, sm.uov~ro le pcH·lJ o·O:e:le. , purolcnla o µi sppss~1ne11lo; non ~i sa se,fra qu.esli PJOrli Se ad ogni rpedicaii on~ si ha .bi sogno di alzare è\i, si debbano ascrive1·e gli amputali, .Méi chi volesse degli , àbbassare: il membro, soLLoporyi ,comRre.sse, fìlacf,i,e, cuesempi e del!~ cifre comparative pi ù numerose sµ ,questo scinetLi, e levarli poche ore dopo per logliere lullo ci,ò che argomenlo, consulli la !,ella memoria ùi Legouvesl, e si rimane infili.rato di pus, nou si ollerr~ r,nai un l~vòr() persuaderà di quanlo è maggiore il numero <lei guarjti continualo di riparazione della nalura . senza ampulaiione, che l)Uello cteglj amputali (p~g. .212 Dei meizi contenlivi a posizione orizionLale dell:ario,. e seguenli}. non è mestieri far parola, perchè Ji conoscono llini. P-etò · Dopo questi dati slalishci affalln rt•cer.ti io ,~on ~ pi:.ei dove sono ossa fraca ssale con ii>Cht1ggie molté~lici, ~che dovranno essere estralle, è quasi jmpossibile far- sost-econ quanta Lr'nnquillità cl'animo si possa sostenere .che nere1al paiiènle un meccanismo a permanenla esle'h-. ogni fmltu.m, al ce11t1·0 o alla parte su1>e:riot:e ciel femm·e sione. ,Gli•allri più sempltci non valgono a!i im~d_ire.che pet· colpi di (,,neo esiga indis1>ensabil111ente l'a1np1itazioue il fnpn,menl. o infl)riore $i slra,scinMo in sù, f acca:rnJ9hi , (Larrey); che ,quand-0 la fpattu ra occupa la ,parle .s,upecoll'al1V'O,· e cosi dia luogo qlla p~neLrazioi)e p~ll.e pugl_e riore del•lt:lrzo'in fc,riorc dcli' osso,idev-'.es~ene· lr<\llala.còrne os.~ct nelle p~rli molli. ~I eiano, inclinJ~o di ...co?plr, se fosse acoadl\l'd a mela, della sua lungJ1ern1, (iRib~s); le fratt'ur'N lel femore, tnbdifi'.cAto al cas:o\)res'é'n te, ' mii 1 elle .la più gr ati' tiarla· dell~ fratture•d:~·q,u~stlosso,tioées)ita è sèinli'fàiò /kggiullge'r élm'i>gHòitif•6gni altro Ìe p.tèèipué i'oJJerat'ione·1Jrfo1iliva 1i,sebo·11<fttiria; (liluguietJ, G:iài!3~urlens. indica~\boL Ed'!è ·1u·estò1chlio1Ò6mi,nòiai a sl)è'rimèntare e cl,~ bi"llXe'~en~é v:qg~~çi·.d~str,iter~I'\ I I ' !!III I •• , {i"IRIJ cMI n'el 4isis,era' Ireh me'de·simo•se"i1:Ui:rrie1it01;muicò·,ll~·~su.er
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. Ho fatto ,c,Q~trµire, de.~ ~emi canali di legno :iMç~, , J,a,~ !1~,~la11.~~ ri.n~ov~re °J<\. megjçaiio,n.~, che. sJ. aP,nqse ,s,ulle gllal\ in i·spieco allro ·1orQ eslre,inHà,,.,p·er. guis.'c\.cla p,otèr.li , _fèril&, ]): fa.cile allresì i~lilu)r:Vi qualc~·e dil~lazfone ~d .a,sl\1~.rr,e liucheggie . . Siccome.·poi hH~rile, sòo.Q s~Jl)pr,e coogiun~re a due, a duè., Solt'o un angolo ollus9,, ,me" 1 , pi_ùro ménb-~a· dià.gorìale, cosi è" una sola ·qu'.ella che cor'tli&ìit,e.'ùri pò' 'dHìl'o di 'lfe,rro. :,à.Ht'allra· estÌ'et'l\ita "cftl{sti 1 1l.uè sem1ta,n:aÌi CO.SÌ tlòngfq:nti fr,l'Jtir~'. si ·fìssan'g'ad; UIY,\l ·J i.sp.ooderà aif'intaglio del m·argine·, ~eot~e- l"~llra res\er'à .libera 'na.turàlment~: E 9 ualora vi sia tenct.lrn'ia· nell''os·so assièélla a'bbasl~u'La"solidà.;!-'mèèfi.ante pìccòli 'cniodr. ta lang~ez~a -~~l sem·iq~nale. ta,un d1pr.ess1,tq\:)anL,o,~.lpn~~ ~H' inc!lrva~~.nto·;~~'~emp, s\,P,.olr~ ag~vo1ment~ i:ialt~,;,e·.il :una coscia dL.iìomo normalmeotè cosli.tuila. Due, u,nite ;tpargi11.e:;es,t.erno deJla d:òccia, mediante la posti:ccia 'applicazione 4'l!ri1':fe,ru\a. l~ggi~'ra,·l~,,quale,, l~nge. q~l i~ogo ad ,angplo d~vono'. rappr~_se(llé\re-. il !)lemhr,Q, rnf~,ti;or~ della ferila, sos-te:rrà I~ e.aitni Ml)a ,co,:;<;ia, ~ noni·infl.ùir;à se·misleso.;, sì potrèblre ,farli(·un po' ,più lar~hf a:d 1rna ·per nulla sulla comodità d.elle .me-dicaìioni. 'e.strf.mi'tà p.el' corrisponder~ alla, par.t~- pij} voltimio~sà Io ndn lio poliilQ app.Ìicate uo S'ì f~H~,app<irec.chio che· della' ~oséia sfes·s a;· ma que·sto"è indifferenté, /pòlén'd1o i 'lr· e !asrin ÀlessanBrià, perc1iè dalla gi~rna-ta di ~l\iorij'n vacai .e~sere ri~mpiull da ~uscin~,L~i., Messi a 'po·sro, es;i con;ifon;;p no unlpià11od i_?iliii~~ò a d"Q·qcdia,, fàll!Q ·s:o_- J'· tebe,llo '('Ql nraggid) .al 'giorno 'della mi'~ p,ilr.lel)z~ (J'3' giugno), oòn, mi fu poiìsibile averuè .un nurt{~i:o ·maggiòre a. pra· una .,ase, .1 a. na. U[A e1 1egno essen o poco res1,.. sJenle, ,13.er4)e~tr, ·ai: i_s.ljlQi.J:o.j ;d.~gl'icntagJ.i con uo cqltelto .I _P,.Oslo, in m~zzo .~1_11:l j_i;ifii;iil~ CJ.1re::,de..J..1nio . g~aqo. ·E.C.c,o,~~ da ,tasca-, e ·GOSÌ. di !l'Ci\'.var,e UOO O fallro' èlei !ìnargini I ,i -risultati ; Oss. ~ 9. 11 soggello <;!ella qsservaz_ione .1•,fu poslo ,qelquanto, o-ccorre per5 nreltere a •·p-uJ:lo 1a ferita, :e. meùi..- 1. 1 .l'ap,parecchio ·per primo sullò·s~irat1.édel mese di maggio, . ca'rl'a ·seriia n1uovè'rè. l' aslà. Va l<iro fdrmà a s·egn'fè)Ho di dopò avere t perime,,tatb inu(il,i ed foapp lic.àbili i' n:iezii cili.ndro cavo rende fa·d.le: T'aff~$1eHarli-uno d~~ni~o)' al.tro con\erilivi a' p6siz.io·r.re 0Hiiò1Ùale. Volle, çom.e tulli ì • e .trasporlai:li ove si ·voglia. L'app-ii'ca1,ione dell'à:ppar~cchiò .è fo.cile1 ml ésige, francesi, esi;°ere etérizfato,, e quaif<li ·si 'r'is_vegJiÒ ·aal' SU$) C<>l!l~ ~u.l.li gJL~P,.p3,ratj ,a_na)og~i •. u,oa gra.~~e dil_l±5e9z.a:· la sJato,a,nesl'?t)pq, ye~en~lo la sua coscia,.r.1~ es;ia·-~;_l!l;l prima.vblla. fotaglialo - il bordo del seroican<.1le 1,arg{lme IÌ<irméil/ 1 moslrò U;la riconos·1rnnz-a terterà è C001Dl~m,ente ne_! luogo ,01v~ d(}ve col't(spog.l,]~rse, la fer.ila iofeye[lle, J;;a ,sua· frattura ~Ja, c9~ p)icali! ~..i.J;llo,1Li[sch:eggio1,1j-, riore,: si1rfompie di cuscinetti il fondo délla. d:qc'cìa. Se la, eh-e lo stato d'-abbaniment oJ dèl malato nòn pèr.mise diferita ·è mòlto b,p:ssa,t ci'o~ verso la 'facda ·pps~erioref or-1 e~trarre <l'a prim·a csin ope:razi.oni ·cru,ebt'CJ alle;quaJi d'alsogua m~ueJe 'ivi un cu~crù'~tlo ''mbbik, ~er l~varfo tròntle eglj sì rifiutava. L1a-doséia'foleva:spo·slarsitad;aico· q~~~ldo/;'\.rnli~ve' ~ q~~st u~ro può usar~i a1~,';~.e Ve!'S'O }!~s~ern~ !_ato, .f necessj1 1~Ò pe.~ que~,lo: i,\ COnlrafforfo• . c). feru"1'.a. (.Q'uan,la· ,.10 • p.ar . l"11 Je -Jll;lt(}Je l!l. (' ., l ' I.. I d. ,,1µn_ g1a l).n lo coun ,.huon,gruppo _dt fil.ac?i~ çqi l lul\o PlìElP,9I?I O ~\ :fa 1 levar~1 la cosèia con delic'àtezza ·da un·, assistente capace.,. piose, è~e gocciolavauo entro ùn re()ipiçote P,Osto 1ull'a,~e si p! ssa sotL.o il _piallo in~lÌJ11,llo, avverlenclo Ìipposicella) erano dive1iµt~ moiler<!le ~ di :bu,on,i~~iµia in d.()le; slar.lo c-onlro. la natic;,i, munilo ivi di c.uscinelti, ìn modo' la cosciatotalmentè sgonfiala, ·le: Eunzi oni de\Fecondmia che .il legn_o no1v vi "fÙcìa amma,cca-Lure. Al_lora nell'a lto animale; .ct>mpreso il sonno,, si ~$eFcilavan_o normalmtlnte, òel far disce ndere la coscia, entro la doccia; si fo ·do!cem'òllò''piir cfj~ l'-à.pparè'cchi6 g:li pern1eHéva ùi .tìlzarsi cbl, me~le Feh en,~iol)e, accjocçl)è il p,opJi.fe. poggi su)Fangolo tro n'co, ,ùi leggere- è scr.ivere. Da]le . ioforn1azi,0·9i r'ecentì dei due semicariaJi , riempiulo anch'esso da cuscinetto rilevai ch'egli . uscì dall'~s·pedale i'n buon s.tàlo vèrso la sofice,; cir.cos lanza im,P,QJ lanle,, p,e.rchè il poplite (a in mel.à di' sellemqre . .Nop so .k si.~po sl~~e l~vaie. schegg_i~~ e quantQ. , ,1 questo caso l'ut3l.cip ,di ,esle~spre ,Be~1nane\\Le Qel Ì'emore, ,Oss,.. ~0~~11- secondo cas0, è .d'll[l ~ohlatp fran,c~A.è ,: aL laddove la. natica e la tuberosità dell'ischio fan quello di .'( . {" l1 • ' quale: aY-~f} forse. a.mpu1ala la si.ni~!ra coscia .se lo sl_é\LQ cohlroè.sl'e h'sòri. ' ' Ctill'o'ca'.to H'm·!lliÌ'> o· a·ii\011 rl'orl i:lma.'nè che' fiss'à'.t~~lo suo fo 'àVil's_se 15érmess0'.'Vedend<iiqu:es.l'tionio aVclepérire, \~ h ~· -· -, !Ì .. · ,tùt :.\ ' !.~ \·\\> l ,·1 1· ~\.hw \ a permanen1.a. A. colt;~t ùoo'.o si. fa'scfa ,con una o.enda·1cb~ nè'}!rovcand' o I'n ezzo 'm igliore,..' .applìoàil• iJ 1.piano irlòli nafo 4 . . ~, >:; ,r,, •'i·V,~ ., !'' ~ -~.,; pod i gibrhi p6ma ~he lo' la'séi'assi, e di que '::o n6n ·seppi mune fa cos~ia dalla feri ta (o .ièrileJ lll S'u, compr'é.ndebdovi, auche il. semicauale; t on ·allra benda si fa. lu stesso pi ù1i.ulla' QuesLa"ossJMi.zihnè t'iòri"h'a impòr~ari'iààlcù'n\i. (•.f,• I TJ '~ 'ri"'fl}'> · 'H-,, ùalle fer.i~-e,, in-, b~s5;,o,. fin°',s0llo.·1il .gi-na~cnio, scav:(llcand.o sglh1 q!\isti qne at.~ua)J!.. , t 1a ro'tùrci:! 'ÌI- pie'd'è si"fa pos·~àre sòvra un appoggio . po· .. f!ss. 2t.)I lerzo .caso è di un., auslrfaco nçrnip~lo.Gpt- . ·be1·11\'ljchelEl, de.I i;eggim~o lQ llai njeri; ·eçl, .~,! ~s,~ ir CM.k sliccio, che~ ~tr,~ a ,t~I\P.tl$ in l¼fl.<!.. c,~ 4,a. ,tt,ia}wale se:uhill'd'ente; appunto per.,le rool.tè,vicenae ,a,èuHi.t,so.ggello. mifles'sione.· Si .medicauo allora -le ferìle in quel modo che· par~ megljo accomodatQl;i'~c.~so, cioè co.n lìlac,ce ·unLa ?ltf;\ 'coséia: clestra era Fr-alluyata,!al .Uer.:io,-;sup·ei:io11e :c9:n trnà'1p-e'r rurà alla' faccia' ~s(ern~ ; l'.ln'à'llv.a' alla pbsleriorerfl guenlale·,,;0.1,0011\-piuroactc\u9'Ji,a:sèiultii 0'.J:.oni o.~\a·~l1'S,~ìYi .ffc. 1 .,. ' U:na. voll~ adagi,~lolqÒ,ek memhrmnel\suo <!,pp~rec,chjo, , inteHrn.• .t à gros's. ezza d~l'm~mbVo ~i:hfrandemeìire'au_ ( )S!f'i(;.J•l· ( ·:il,., ' J(I '• h I ''"t ' I <, ,,.· ' 1 jl I m'entata d~(\\n abtirevi~meììtò st'raorofoario pi'ooolld 'da ~ non..sJnÌAWìVe Rh~, ·.~,,f'i, .p,up1;ffli~\1i.c; t) o;;gM,, 0\~~iiY..~lte;J I ,1, · ,r o .111,·:ri,i I H,4;,. , u . 1,,,,~ , . .· . , ' .,.:. 1l :i giOl)l,}Ol.}ij,.~cond;~~A,Q~9"µ~al) ~,,~..,eJiai~e@l~i ,Ìimi~ PJ~r19j,9,s;a.ii r i l ag~lV&IIAf~l'·è.ì=b{IillYP:l~~}J.ps~~A~Jtfl,¼W ~ ,'WPJ.!\l,a es~uerp~ '
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,era: certo indizìo di molle e forse roluminose sc.h.eggie. gie, una delle _qui)li era discesa mollo jo giù verso il po4 •Noo potendo c'ontenere quel membro in posizfoni àlp~i\é, e condass,e: l'ammalato tanlo prossimo alla guarl11uanlo soddisfacente, lo accomodai sul piano inclinalo a g1one elle polè ritornare alla patri.a. • doccia pochi giorni innanzi della mia partenza. Da quella I· I l piauo inclinaLo,ch'io adoperai, e immaginai per ques~ epo.ca, per.un .seg•Jilo di tempo non i11dit'f~r11nt~. p:ro~redi I medicazioni difficili, npo-1la del re'slo allro merHo che la - ,in meglio, e le inarcie ahbondantiss'inre ,sl(plasan.o libere facìlilà dj comporlo, ed ·.il- ·suo poco costo. Ho dello che con ..-anlnggio della parle ferita . Era quello il LemJ>o di l)dea prima la presi dal Cooper; mono più a proposito saagire, ma ooo si fece mai null'ailro che una medicazione lehbe ·quello inventalo dal Professore Commend Rìberi, se sémplicc a piallu. Quindi le scheggi-e che volevanQesser in questi casi se ,ne potesse avere presto un sufficiente levale, e clelle quali nt>n si è fallo mai nessun conlo,die~ 1- numero per soddisfare a·molte·medica1.ioni contemporaoee. Esso d'at'tronde soddisfa ampiamente a 1ulle le indidero alternative assai pericolbse di p·éggiorameolo e recidive minacciaoli la rila. Finalmente uscirono tr.e pezcazioni sovranolale, e s.arebbe uliJe che fosse più gene,ze~li d'osso, come forieri d'altri maggior-i. Dopo due mesi ralmenle diffuso. O'a.llrondesulla con~enicn'l.a d.eg1i allri ~ w~z~9 d':inazione, si Je\'.ò 1 l'app,arecchio,. e s• affi~I> - 1 l!~P~recchi, qon re:5til per persuade.r~eue ch e,,a leg~ere J'jnfermo alle cure del doll llaslelli, il quale mediante le opere dei recenti, e ·massimamente le bl!Jle osservazioni di Legouvest sugl'ina,midali, ch'egli qualifica come accomodale incisiooi eslrasse sei scbeggie, e due pezzi d{ pall;i.· QueHo però che importa si è che il dello dotlore , realmente nocivi [V. Arcb. p. 204-). tr.o_vò U femore unito solidamente i,i 'modo cla 2iorgere facoltà Questi falli mi a:utorizz.ail o a. cre'oe.re, elle nelle fratal malato di alzani da solo; sehbene abbrevialo e alquanto Lure della diafisi del ftrmo r~ per ferlla d'art\\a da fuoco, curvo aWiofuori. quan,to più sono alle, e malgrado la lo.ro forma scheggiosa Q.QP-slo fallo è molto eloquenLe in v~_ntaggio dell'appae complicala si debba possibil.men te tentl,\r la conser-rareç,c,hio, percioqcl}è in. mezzo, a· ~l inconcepibile inazione zione del membr?, sem pre che no.o vi ~iano sintomi dj dell'arte , In quieLe del m.embro era bastata da soli! alla tale urgcozà da doYèr affrettare l'amputa..ziooe, e qu(\lora consolidazione dei maggiori frammenti, qaauluoque Lursi abbiano mezzi abbastanza acèonci per olleoere l'asbata a riprese del ·1avoro inane di elimfoazione dei meno soluto riposo del membro. Una obbiezione· a questa senten-i à si farà forse i'ntorno cospicui. Certo che un apparecchio qualunque non basta da · solo a soddisfare a tutte le indicazioni. ·Neppur:e alfa lunghezza d'ell a cura, ed ,aJla •tardissima gt1àrigione quello per una-frattura semplice di gamba o coscia badi queste ferite. Priroietamenle un ammalalo sarà ben slerà mai, se non è oon:ello,.qaanclo è d'uopo, dalla roano conlenlo d'avere lena lo il lello per un Lempo anche lu~go, quando .avrà potuto conservar.e ~n membro cosl del curante. E molto meno poi quando il curante in casi ~l f~~ti non fa nulla, o pu_re ha tanti obblighi da ademimpprtanle,.Ja cui demolizior1e va sogget.la a Lanti pericoli. piere. ~lolle volle la sotle di un utile lrovaroenlo di Poi non è certo che i casi felici d'amputazioni ·alte del pe1ide appunto- dalla inellitudioe di chi deve farne la pra- , fe,n.10re guariscano sollecitamente come molle 'di allrl tica appli ca·Liooe. Se questo infelice fosse stato curalo membri. Vedremo più sotto le prove del fallo; e intanto sewndo i princ'ipii dell'arte, sarebbe guarito assai prima, presento la seg,uenle: (çonti1iua) e forse con una deformità mollo mlno:r:e. Una osservazione curiosa presenta altre.sì questo .caso, ed .è la eslrazio.ne di due pezzi di palla, menlre esisleva un Joro .d'uscil1!- alla faccia posteriore interna de.I in,embro. Dei due pl.'zzi levali ano ha la grossezza ~·una SOLDATO mezza palla ; l'altro d'una quarta parte. Era sortita adunque soltanto una quarta parte del proiellile, e dùe riUISPOST.& maste impigHale fra le schegg;ie e le carni. Pertanto di Lre casi gravissimi di Crattura·commi'outiva DÈL PROFESSORE FRESCHI del femore, due sono per quanto importa alla lesione, feal Programma di Concorso al Premio RlBERI publicemen te riuscili, e posso no aggiung.ersi a quelli del blicato il 26 .ottobre del 1857 dalla Commissione 1obf.rl di Lamballe, di . Ronx (p. Si ), di Dupuylren (che µggi".fdicq,~~içe nella Gazzetta Ufficiale del Regno sovra 13 nou ampµtati n'ebbe 5 guariti), e di qualche altro del 25 nwembre 1857, N° 279. · forse, compreso Ribes medesimo (v. la stessa p. 31 dell'Opera Des Plaies d'annes à feu). Pure mi sia permesso di » • . . . • • . . . . licuit, scmperque licebit citarne un altro. »-Sigoatum prrescnlo•not.a produocrc. nomen. » Oss. 22. Il capitano C...... riportò a S: Milrtino una J/orat. D4 Arte·poet. ferita perforante alla coscia destra ed-àltra simile con frattura complicala dell'osso a melà della sinistra, e sic(Contim,azione vedi N . .lii e anlecedenli). come era quesLione~di amputarlo·, cosl ebbi l'onore d'associarmi pienainenle alle visle del Cavaliere Comjsselli, CAPO li. Medico Capo, opinando per la corisenazione del membro. D eilé alterazioni e adulterazioni dei viveri Il d,ottore Baroffio,..rimaslo alla cura di questo signore, di natura animale. usò l'arle con cognizione di causa e con sano giudizio, :Ita malizia degli speculatori sembra che si sia messo maritenne cqo ogni cura· ;·mmobile il membro, fece a in capo di .risolvere·' il seguente ·problema : - venderè tempo le necessarie iòcisi6Ìii, esitasse èlùe grandi sclreg-
PARTE TERZA
OELL, UUIENTAZIONE DEL
al più,,elev:alg_ pre~zo;i l m,eno. d),~.o~laçg,arnu~rl~n.~e.J)'n,<Ì}
,1 e~Jrosiiione. all'.aria 1 _ipasst~{ ~e. upiido.:cald~; o1 da ll'jl}.,: 1 1efich.El_qual_1,tà,qa essa acqu1s1t«n~t essere stata coHa, o,, che o.sUl'àt~i .di v.iveri di provenienza veg,etabile, o ili n~turl\--animale, .~j c.e r~, o pgr yi; d,i 1il\ec,it~' mesc~J,an~e-, ' · collocata in re.ci~ienli melàijici non gù·arentili da inlopaco dJ .s!a:,g110 o d_a v~r~1ce a sm_alto. Inmei:.oc.chè, trato :-d.i . co)pevoli soslilliiioni,, di ,ogaonar:e- .la buòoa .fede ,_ ~ tandosi del rancio giornaliero, ·ben v'ed~ ~ò'grìuno che sulla qualità:~ suA\\_qu~nlilà_~~l!a !P.aleria ~P,j,male,y~!1dµLa,, ," i ' I q,uE}~tg rin~q:vaqdo,si 9,_gpi giorn.,o, lµtlo viene Ber conse- Anzi, per nrn·g!io ,arriva.re affinlento{, non .si ha .ver~ogn.a di ~9voca_re _i socc9,r~i-: d.e!la 1 sciepz~1 ·st~_ssa ,, 1~ q'!al.e si , guenza cbnsumato, ·n-è "piìì,rim:ane. -afoun che di qu-anlo. fu à,m,m~n.1!o per l'al1n1en ta*,ne ,del!~ giornata. E, poiçhè, può .dire fo ·una r.onlinua l~tla e tortura per vqler sipatultp il gran pasto' .si risolvé n~el broùo per la minestra, efa s~Jierar.e·~ip.iili fr?di; ~-~ non è ap_pena siyaschèrala una piccolissima _.q1,1a-n_ti\à di,1>.o11J!9i e~ço}he no_~ yi ha luogq cbe subito ne s.orge un',altr~;.e i,ntanto la s~lµt~ Pl!b~lica alcuno n~ a.rJsp·armi, no à 'l'esid_ui giòrnafieri. Ii~: $Plfrt e~ è mess11-, a ~oAti n~o repèìha~Jiò, da gue-stj Con ~t~~to_ques_tq no~ sonQ da p'r,.rdere. _di visl~ quelle frodatori. P-arÌaodo. di alimeiHi di_oatu,ra anima)e piil c°inv~nif nti alterazioni .~opra~tutlo del bro_do e della, zupna, 'eh.e PO:i-al solda,to;noi vede'm_roo che essi si risolvbno,:sì ptiò dire, sono dipendere da alcuni ossidi Q sali met.allici ,di p,iomquas'i lult~,n~ le ~arn1, e·di,qu~sie P.O.i là;;upre.ma in P9~}à ·ho, o .di ram:e che s1 . formano p·e! contatto irnme~_iato è quelli del J.Yu·e. Orà, le carni provenienti da questo aniaelle materie- alimentari coli.e lor.o pareti n-on abbastanza' male po,ssono es~er~ alteral<-; in y;ario modo ! e pE,\r varie tutelale glllla. s lagnalur{l. Ma oggi diciamo pure ,che si~ cagiorti. Vi haniio malattie partj1coi'ari a _q_ues(9 ruminante, mìJi ·perfoo_li sono poco temibili, àlmeho fra oòi, percllè qui li H lifo, .il c~rbonch1Q; )~ ,ppstola 'p:iali_g·na, la periI~ v\gilaoz! 1de! ~~pì ~i. coi:pi e il d,qv~re de,i_ medi~i !JlÌ· litari_ imped\sc0Tf9 tc1li nçgligenz~ e inco_l)veoie1lli. D'alpneum,onia epizootica, che i,mprimopo ~na .~ua çarA~ ~aralleri di ,insalubrilà ,più o meno pronun·ciati. Non, ~gno~ tronde l'introduzione delle- cucirie ò fornelli ec~nomiéi Ti amo, c;hè aÌcufii scrittori d'igiene, fra, i cp,1ali. .citer,,~m~ lut.li in fem.>, e d~IJe, marmjne i11 ghìs~ s\agpal.e, .che ,$i, va generali,zzando in quasi tulti i corpi d'armal~, è. già Huza_rd {figiio) ·e Pal'eùt DucbMelet,, hanno cercalo di dimostrare bovini un·a guar:e,itigia {liù c~e. sufficJ.enle, d,pppoichè p_er tal . ' la' . Ìnnocuilà ,.'.delle carni di animaJi .. . 1liodo' vengono perpeluamentl! ·eliminati il j:ìiòmlfo. e· il spenti dà q~este malattie, appoggiati' a fallì di ne.ssun ra.me dapa cucina dei ~pldali. S01qi. 4a porre;a.Ltenzioné de\rj mep.to, p~titQ,.,n,e,Ì,la) oro: ~,al~~ cÌa ql!elli che n~,mana ~~elle slraordinarie ·copl(ngfnze, nelle,quali 'si ,( uo trogiar.onq, e perch!\ si sa.cbeJa .cottura li~era ih $~an ùart1 la.carne d~ qu~gli ~!~menti dj_pu~ridi.\à ~her~uò pr~sen-vare il s.oW~to, loQ,tano qAlla,,pr,onri~ c~serma., o in ~j-~gtarè. nella· sua crudezza. Tptl_av:fa. non si .può,n'Ol'I fa.r~ gio , o nel campo, dbv,e si a~hbono improvvisar~ le cu. ! . p_1a.u~p- alle, S~puenti parole ~OJJse,g,nate in u·n ra,pporto cine, e gfovai:s.i di ulensj]j per. all)manirejl , .. ... .. .. . rancio, . ' diversj ' " ufficiale , em_an_ato nèl 1854 da;l Pre.fetto di J?olizia d, da qµelli che si u~an6 nei-lu9g)li di ordinario stan·zia-, Parigi: ,<( La sanlé pub.liqiié est im ·interet .dè ptemie,· .oi;dre, mento o nei presidii o nelle g'uarnigiohi. << et la tlléòrie q~~i_1truite,nd,c_ onte~t~r o~ nifJr les da!1'(1ei·s tles , Vi hanno per ultimo le alt~ra~ioni s·ponlanee delle carni salate,,'di cui J)iù comun·emente u·s~ il macinaiò; e « viande.s insal~b,:is n' es( pas assez · a.ècreditée èncorè potw <t disvimsé1· l''o,~t/\inisb•ati~n d,) me sur_veilltqiçe ac(ive et \alv.oJta ·a·nch~ il •.soltj~to <li linea; ma. di e~se noi parie1 << efficace ,1. S·e uoiì eh~, in'djpend·enlemente' ilnèbe da remo in allro luogo ·_di questo lavoro _(V. P~ llI, ca·p·. 3°, m-alaU-i~..digù animali, si sp!}cciano lalvolla, n,ei pl).b~iici Art..,3•, .Pa@, d 89) qllispetto po1 ali~ a~ulterazioni che si pòssono commettete nelle carni; itoì non, saprem·mo -i:ndimacelli delle -carni bovine così scadenti 1.hr riuscire. iosuf. carie,. a .men,o,che non si :voJessero,dir~,t~li le,sos.til~zioni· ficienti non solo alla alimentaiione, ma:beo anco insadi alh~e· éiirni".a qu.ella del bue.-; sos.muzioni che, t·ratLanfobri. Bèri spesso· .fo~'ò.de, ehe la ,carne sia macellata-.già da dos/ di ~H't,e carni diverse o, ioferi\iri o ~m,ol_(~ i,cad~nti,, dìver.si giorni,_ e clrn ,_CO!P-I_l\-cj a,,P!!lire., o _chf:l al>bia già sono troppo facili a .co,1oacei:si, Q, se di qualità supetiore mutato il S:UO colore, ·che da u·n rosso vivace è divenuto pel div_e.rso geoer:e di aniìpale oa . cqi ,pr~ve,ngquµ, oltre, un rosso cupo; e ciò sopr.all_ulto nel.la oalda stagione, di c1w9.scersi pure fa_cilmet:1le, nQn -lo:rna , p,oi il conlof.~' ·Può'· la carnè.tsUes-sa ·e·s:;é-r.1.i gfa a!Jer-ata~ o rrioHo scadente farle,, perc\1è il P,rezzo ne sarebbe più el.ev,illò . pel'Ciì'è' prove.ni'è1,1fe animale,· ammalalo•faUo •pa,ssare1 pel' '. Sairo-, <i' èla:nde~tih'é.ùilen,t'e ma:ç.e.lJ.Mxii,1Di tut.te-quèste CAPO-I11. ed ahre· aQ-alòglieAa'li'eni'ilb'ni aicquìsitiale da1f'e''carni d9'-' vra,n-no srempt,è fare · g}.,1sti zla i Jned i ci0miliMFi; er(il.ri~p1eL-• I ' • tivi' Comandanti dei corpi; col ri.fif!la11le:;se,_mpr.e: ines,onai- ' Nemmeno· le sostanz~ c,he serv.on, o a rinforzare, o a co-o., , ' , ,...., .L·,J f > n' r .)f t , ' l i ' _. •t hilmerHe, ~ua.n<lQ :i.Ì Jralta dl.'."1.gB.,royvigionàrnè le ~rP(l.pe. ~ir~ i Q0$1I;i alim.yntt' v~nl)Q.,S"11Ve.,bew~ fgessò.daUafço.de,~ I· 11Jator,i e.,V,end'Lo.ri.-1 condimenti poi di Del resto, .çlov.eildoci Ji,mitare, ailla 'alimeota,zione del matj.z11'.a·.de <>li,;'snec • ..: 0 t' \• e . t sow, '1,1.,. ,J lt1'! ' ' ~ .soidalo,·m)llÙ iil M$O ;dii{tMet.!'~" p:aoofo-di ·queik~p'0n• prRnnte~~~. p~~~nJ,c~ . ~t~fg~a.cio.ò!.l anch~, af- tut~~ ~ ~1~J.le . spontan, ae-ia,ltetaiion~.lllie,:,ono, tanèe .~IJèr~ziorii tleJlt carii qTp5qq«{n,t1 dall'à; ,l'_Hp,-ga"'sua .~\ ,._. f"""\ .~p 'Jt i H r •."' proprie . ai .e.orni r dir qiuesta ••-..Htf •
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natur~. Limitandoci alta alimentazione del soldato, noi f des substances aliment. etc. tom. 1~'}, che nel sale or,dinario' v_enne ·constatata la presenza di éirca un milli:gramma' vedemmo nella Se:i;ioue ~ ~ quanto piccolo sia il novero d'acido arsenioso. Cbè, quanto ai m.etalli dianz.i ricoTdali, dei condimenti di cui' abbisogna per ammanire il rancio giornaliero. Essi sì riducono al sale, all' aceto, a\l' 0Jio 1 al provengono dalle caldaie e utensilj diversi necessari alla burro e al lardo, non tenendo conLo di Lulli queglì erbaggi estrazrone e rnffinamenl<> del sale, e i ,quali son~o per lo pi'u o in rame, o in (erro, o .iu piombo. Anche le liilanci e diversi che pure si usano per la preparaziooc dél rancìo medesimo, massime per faro il b'roè!o. Or' bene, l'espefalle con qttcsli me'talli, o clolle quali si servono i vendiLorl ru sale per lo sp'acr.io al minuto, possono r.:ontribuire rienza insegna cli e non. è r aro il caso che si mellauo 1n vendila condimen li di q11esto ge,nere, o allerali, oppure a re~dérc i1l1paTo o ad alterare il sale; sarebbe quindi ottimo divisam.enlo se si ordinass·e che i pialli 'di delle variamente adullerati._.Richiede la natura di questo noslro lavoro, che si facciano pure ·cobosceJe,silTall.e alterazioni bilancie c(o.vessero èssere q in' legno, o fo ferro smallato, e adultera1.ioni,, per lume dri medici militari e dei prove si yroscrivessero assolutamente il ramn e lo z.inéo. Sono poi dìversissime e numeros·e le arlol1.,razioèiì che veditori dellP. armale, e si indichino ad un tem po i meizi più acconci a poterle s,elare. si posson() ·commellere, massime là dove il sale comune si spaccia ad un rr~zzo troppo elevblo por la povrra ARTI COLO 4° gente, che pure non Ili! può far se.n.Zil, e ohe è çoslrettat.aule volle a valersi di quello che le portano i conlrabAllern,ìoni e adultet Mt<,ni del sale da cucina. handieri , chH spacciano perciò clandeslinamenla~ e senza guarentigia alcuna per la qualità. li s_ale comune, o da cucina (cloruro di sodio'}, quando è puro, cristallizza in piccoli cubi, è bianco, non ha odore, Si spaccia irifalli berie spesso òel sale marino a'd allebà un sapore salalo frl,wo pi1:cante, e non si allera all'aria. rato col ge;;so (solfalo di ci:tlpe), colla creta (éarbonato di ConLiene una corla quanti Là d'acqo<1, che non è di crislalcalée), con varii sali dì soda, nei quali ordioariariienle si lrorano cl,t>gli ioduri e dei bromuri. Allri ne vendono di Jizzazione, ma solamente di inlerposìzione rra un crisiallo e l' altro.; la quale acqua, quando il sale venga esposto al quello irnlirnllalo d'argilla , di sabbia , di allume, di clocàlore, si dilata, e ro'mpe1ido gli oslacoli che la tene,·ano ruro potassico, O· dei sali bianchi resi dui alla. estrazione· chiusa, scoppia producendo il vrcpitio, che Lutti conoscono. del ni'tro, o aùulteraLo con all1 i miscugli. Le più freSi scioglie facilmente tanto nell'acqua calda, quanto nella quenti adulterazioni però sono quelle, ohe si commeUono Jredda, come pure oell'alcoole; e la soluzioue sua alcoocol g_e;;so e colla crela, o marmo bianco. che si può p. e. lica 'bruciando dà una fiaruorn ~ialla. mescolarvi il i 0 e i! 5ò p. 070 di sesso finamentc polve- . 1l sale che sj trae da l\'looticrs in ·savoia è composto, 1 rizzaL-o, e così I ore di creta o (li marmo. senza cli'e sia possibile ali' occhio di scuoprire UJ1a Lale mescolanta. giusta il Chevallier, per ogni •I 00 parli: Di cloruro di sodio » 98, 67 La chimica però facilmente vi arriva. Trallandosi di <e solfalo di magnesia >> O, 40 gesso, o·on si ba che a prendete una porzione <l.el sale )) o, 18 « cloruro di magne:iio sospe'uo, sciogUerlo in qu adro \tòlte. il suo peso d'acqua )) o, 75 \< so'tra to dr soda . distilfala, e fìllrare; il gesso viène de-posilato sul fiHro, da cui si leva. per lavarlo, seccarlo, e quindi determiTotale 400, 00 (Co11ti1ìua) narne il peso. Esso può essere alteralo dipeo<lonlemenle da\11\ negli- 1 --•>>,-.C(C4 ,- -- - - ge,w.a 11sata nel r11ffibàrlo, ovvero dal non averlo inti'erament'e spogliato di quègli elemenli eLérogene·i cbe bene spe5so conliene. Ci è osservaio che in certe imprese sociali di speculazione per la estrazione di questo sale, e pel &uo raffioa1nento, fabbri candosi ad un tempo i:liversi Con Reg)i Decreti de Ili G novembre 1859. vepnero altri saJi di sod!I, od anèhe la soda stessa (giacchè ortliacoettate le volontarie demiss'ioni clel Medico di Batoariameole si unisce ona induslrìa all'altra) si spa'Cciano , taglione di prima classe, signor Gaetano fJ1•e1na, bene spesso di sali da cucina per lai modo alterali, o aaddetto al 4° Reggime.,nto di fanteria, e del, Medico dulterali, lla cagionare perfino delle rualallie epidemiche. Aggiunto elfettivo, sig. T1·ufft Ercole, addetto allo Tale fu' il fatto deplorabile osservalo in Francia nel 1827, Sped;lle.Divisionario· di Tot'ino e comandato.alPAmove si trovò che da mollo tempo si vendeva del sale mabolanza della secorrda Divisione. rino irobratlalo di ioduri ·e d'arsenico. D'altra parle è .nelo ai chimici che il rame e il piombo, non che il Il Direttore Doli. Cav. ARELLA,:&iedico Div. ferro, e perfino l'arserìico s'incontrano bene spesso in diIl V.ice Direttore respo.ns. Dott. )l.tNTBLLI Med. d,i Re_gg. verse- qualità dr sale marino trtalamente rallì'nato. Anzi a Ti p. Sùbalpl ua ai FB.4NCESCO ZOPP'IS- J/ia Alfitri N.!!4. quesL'ultim·o proposito ci assicura il <::hevallier (V.Dicliotì.
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2! NovemUre t 859
N. 47.
ANNO \ 111.
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GIOllNALE DI HEDICINA IHIJITABE DEI, CORPO SANITARIO DELL'ARDATA SARD_A
Il
L'associazione o.on si ri ceve che per un a noci E\ epmincia col l v di seno. Si pubblica nel Luoedl di ch,schedun a settimana.1 Il prezzo <l'associazione in Torino è di L. 10.ln P,rovincia ~dall'Estero, fran co di rosta li. t I. $ i paga per s emvs.tr i anticipai~
Sn,la(.!.Rll). -· Io DOÌI. cav, COMI SSBTTI: ,Aon'Otazio.oi sulle fobÌJri tifoidi d' EUl'opa - 2° Dolt.' cav. co:ui,;sE: Considerazioni Pralrchc, sullo Ferite d'armn da Cuo110. -3° ~rof. FRESCBl: Oell'alimentaziouo del gold11lo. Risposta a_l ,Prog,r~n,ma di
Concorso al Premio R llJERI .
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1° nullettino Ufficiale.
~IEMORIB ED OSSERVAZIONI A.a.111otazio11i
Sulle fohbri tifoidi d'Europa, 11el cav. dolt. Comsstn1, 1jjWo1'e, Membro del Consiglio supc-1'iore mil{ta,.e di ,,an,tà.
·Veniamo ora all e lesioni proprie <lèllo stato t-ifoieleo . Dall'istante in cui dissi i essere que-st!n\.tirrw uoa coudizio1le morbosa acc,idontale, solo nossib.ile in date circostanze~ ma non esseriziale, nè costil11tiva di una malattia, avrej potuto abbanòo"!:rnrlo senza ~iscapito della r.hiarezza, e senza nulla detrarre dal valore delle· mie osservazioni. Se l'ho sempre fio qui chiamato ad esame nei diversi confronti_,_ il fe,ci unicaweute affine di poterli qui dedicare alcune speciali considel'azioni che io riputo del massimo io teress.e. Qualunque possa ess~re la malattia che m~l suo decorso diede sviluppo allo stato tifoideo, quando il malato viene a soccombere, l'autopsia rivela anzitutto le alterazioni patologiche proprie di delta -maJattia, più traccie d' ingorgo e superstiti se,gni con·gestizii ai visceri contenuti · nel cranio, se lo stato tifoideo fu grave e perdurò sufficientemente. Quando invece fu passeggier.o, o di corta durata, od agsaf mito ne'suoi sintomi, I.a cavità del .cranio ,può presentarsi a'ffat~o scevra da ogni atteTàZ'ione, od appena conservare leggere 'traete demmpegno
cefalico not:lto durante la vita. Qujndi, lasciando in disparte tott.o ciò che il tifo può offrirè di speciale · ffelle st,e aHerazioni viscerali, come ad es-. ç1u.ell'impr0nla pm·.;irh~n l.e idranlica', niente secretiva e peggio plc1sti'ca ehe si rivela eslsti:rr. dovunque nclJ:foti,e.1'@ organismo, l'iìn:we per<.;iò stabilito~ ohe qn"ei -fehò,.. meni cefalici, 1;ostaotemente ritrovati nei tifosi, si possono accidc~talmcnt.e rillvnnire anebe in molte ~lfre malattie. Da riui ebbe origine una prim~1 c~usa di confusione, la quale fece si che nralalt.ie di sede e natura diversa, le qmlli già male dfagoosticate du1.•ao te la vita, perchò ace.om pagnate nel su9 ,dee.orso d~ si ntomi òi tHìsrno, venuèt-0 poi ioavv~dutamonte allo sparo dei cada,1eri accollati al tifo; da cq-.ui quel -Cacilc LiLubare -dd praLici oell'imperiers3re di eerte epirlemic, o quella tendenza presso taltmi di mettere a catafascio entità morbose /Jet tlltto disparate e fore i I un tnlt<llno del tifo. dotta peste bubonioa, del!a·i'ebl·re giaila, de·I cbolcra, della m.eningit~ ce.rebro-spinal, ,; d~ qui quella focilit~1, massime qnandn ue:gna il rilo, I àf confondere con quei;to _gl i esi-ti dell-e malattie ,'omuni, dei morbill i, del vr:riu(l)Jo ·e simi'li. Ma nori t\ ancor 'hitlo: giacché nes'suno iguora I· come la febbre tifoidea gravé, eioè considerata seconqo. l'opinione 1.:.01-re11te ; quando poco o punto si badi al modo suo d' inva<lero e di procedere, possa I offrire tn\01\a laota :rnalogìa di sintomi che .. fisiologicamonte parlando, rie~ca ;:issai arduo·il nettamente scevorarla eia ·certi casi cli tifo. Qoindi, se alFaotopsia dei deceduti di Late febbre f:i riscontPano Le surnmentovate alterazioni entrocraniane, cosa che ben so,. vente, m:t non (;Oslantcmc11te accade, ·avrassi perciò un motivo di più per far cadere io errore coloro che vogliono ad ogni costo sostenr.re i'idcntità di amenduo le malattie. Ma già vedemmo ché nel!~ iebbre tìfoitlea il t ifismo o stato tifoideo non è la regola, ma l'eccf)zioor:; 11oi vedemmo che sono di g1ian lunga assai più numerosi i casi io cui o~so e manca-affatto, 0d appena appena si lascia intra vverl'ere, motivo per cni i pratiéi fllrono U~ lla stessa·forza dei fatti-condotti ad introdllrvi qUòlla siogplàtè <l istinzio·ue i:li. fe},lbr-e tifoidéa ùddomfoàl~ cefalica e 11eUor:ate, ecc.! cb'e1è
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un vero anacronismo riluttante con que)lo spir.ito filosoOco, indutU vo, che ba sempre distinto la medi· cina italiana ; vedemmo infine essere il tifismo una condizione morbosa accidentale, possibile in qualunque malattia, ma non necessaria; nè costitutiva, ep· perciò non poterne motivare la diagnosi. Per lo cbe, chi volesse muovere dallo stato tifoideo e dalle sue conseguenze anatomo-patologicbe a fio di ·concbiudere per l'i4entità della febbre Lifqidea e del tifo, si. troverebbe a fil <li logica obbligato ad ammettere rrnche la medesima entità in ordine all' arLritide, me· tro-peritonile, flebite, ai diversi esantemi, eJc., ogòi qualvnlLa quHsti ed altri simili morbi, sja _per diffosione, metastasi otl infezione, sono causa dì congeneri fenomeni dm~ante la vita e di analogbe. alterazioni dopo la morto. Quanto ciò. ripugni al buon s,~nso non occorre il dimostrarlo . Dal che emergo ohe, Sf1 il tifismo, quale venne più sopra desigoato, non può in verun modo entrare. come pa~le integraote e costitutiva di nessuna malattia, tranne del tifo, non lo potrit nemmeno rispetto alla febbre tifoidea. Quindi, clacchè l'omofonia della parola può molto contri buire alla confusione delle idee, mi è avviso che la denomioaziooe di" dotinenterile od enterite follicolare , assai mfiglio si attagli aI" concetto patologico di quesL'infermiLà, che non cfnella di febb1·e tifoidea, od anco di sinoco. A per;petuare la confusione e le difficollà nella diagnOSb dif· fo renziale delle tifoidi , oltre le foterp retazioni erronue dei sintomi del Lifismo e delle s.ue l,esi.?ni cadaveriche, erodo abbia non meno contribuito l' analogia di un nome, dedotto più dalla forma ~stl;}1jore,,cp,e non dalla ragione patologica della malattia .,Sta perciò FatJPell azione di tifo, percb.è stupidità', d_elirio ed,al- . terazioni patologiobe deWor.gaoo della intel1ige11za e di urdioativa· fuu zionale coe!.islono costantoment.e.dal principio sino al tel'mioc della malattja_; s.ta per le medesime cagioni qoellu di dotùwnterite- a vece di f ebbre tifoidea , pcl'cbò questa deno minazione ne implica l'idoa esaua della sua sede :rn:i!cmica e der principal i suoi fe nomeni essenziali; tlome debbe stare -per ' ragion i inverse e negative quella di stato tifoideo o •1 di tifism.o. 1 Ma so troviamo pressochè co usonzien.ti tuiti i patologi circa lo ammoltcre le lesioni caratteristiche dell' inleslioo tenue nella febbre tifoidea ( çbe d'or innanzi cnismerò dolio entcrite) , ben altrimenti"corre la cosa rispetto al lifo, intorno al quale anche quegli oppositori che si mos\rano pi'l disposti a con.~eqergli u~a tal qnal e differenza nella sindrome fenomenale, 1quan'do arrivano alla con~roproya de.no .1. 10.crÒ.sQ.opie, negano a,q:uest'.l mah1ttia,un posto a parte, diverso'da
quello della dotiuenterite. Secondo essi, i deceduti di tifo possono presentare alla lor volta le medesime alte.razioni, credule esclusive della dotin.entèrite; epperciò una segregazione del tifo da quest'ultima non sarebbe giustificata dal più importante deglì argoroeoti, dalla sede anatomica della malattia. Volendo qui ndi ridurre 31 concreto Je principali obbiezioni dt:dolte dalh1 necroscopia, pare si potrebbero in questo modo formo lare : 1° Nelle epidemi e di Lifo si sono incontrati cadav,eri di tifosi che portavano le piastr·e del Parer; 2° In molli casi di febbre tifoidea n.on fo possibile constatare le volute lesioni caratteristièbe ai follicoli dell'inLestino tonue; 3° In amenclne le malattie ~i ris0ontr:ir,onq/dove isolatamente e c1ove anche cumù.lativanie:nle sullo stesso cadavere , ora le pia.s Lre del Payer, ora 'ie stasi sanguigne ent.rocraniaue coo quelle al.tre altera~ioni attribuilo al tifo. Per lo che è giuocoforza venire alla conolusione, che anatomicamente non si p.uò ammettore distinzione di sorta tra queste 9-ue malattie. Se cosi fosse, come da molti si pretende, io al certo, quali cbe sieno lo mie convinzioni, non potrei ostinarmi a di fenderle senza urtare contro il btion senso, anzi contro il mio modo di sentire in patologia, attesocbè bo sempre dato la massima importanza all'espressione dei risultali cadaverici. Ma siccome diffido assai, non già della lealtà e perizia degli oppositori, sì bene del loro modo di osservare, permettetemi, o signori , che io alquanto mi soffermi a clilucidare questa parte essenziale deI mio argomento. Credo cbe nessuno sia sce-so nell'arringo wn armi piu formidabi'li in favore dell'@ivo,cazione del.le tifoidì, quanto Finsigne professore Magnus miss- di Stocolma, il quale, fòndandosi sull'osservazione di 3000 e più casi da esso lui curati in due epklemie, pàrrebbe av-esse Lotto il diritlo di con cbiudere, come ha con chiuso, chl:l : il tifo petacchiafo ed il tifo a·ddo1ninale ?ZOn sono che due modificazioni di forma di un'miica. malattia a cui 11oi diamo -il iwme di·tifo (1). Koto per inLa11Lo che 88 furono i deceduti ed 84 le autopsie da esso lui fatte, delle qnali 55 presont0rouo le lesioni caratteristiche del tubo intestinale e delle ghiandole mesenteriche, ed in29 invece Lau to le ghiandole del canale enterico, quanto. quelle del mesenterico offrivaosi affatto sane. < Nel mentre dominavano ( queste epidemie, di co inoltre l'autore., si svilui)IJÒ (I) V . Statistic11 e cura rlrl tifi} e della feòbre tifoidèa negli 'Jlnnal·i unit>ersa/i di me{Licina·, eco,, contìnuati · àal ·doìto"i·e RO· molo.Gi·ilflni, anuo 1856, otL1tl1re, novembre ENliucrobie, ;Es.tr;iJto ùel doti. Bosisio, volume CL:Vlll.
- 31~ < nell'o spedale un contagi o od un miasma nosoco-
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' miale che fece svolgere in pQrecchie persone, già , in cura pe-r cl iverseìllalaltie, uegli stndenli .e negli e: iufer:mieri, la febbre dettii nosocpmi ale. Or bene, ( questa fl3bbre, ohe in onll a differìva tlall'èpidcmia , regnante, in alcuni çasi aveva la forma petecchiale , ed in altri all'incontro Paddominale. ; Il srg. Huss; dall e con<Jizioni della lingua,. (lei denti, dell e geog_i've, delle òarki~ ~elle secrezioni della bocca e delle fauci, e dalla presenza o meno delle coliche, della diarrea, del meteorismo e del gorgoglio ~ l,1 regione ileo-cocale, ne trae il seg,uente,c.orollario: ,. 1 due anelli estremi della catena del tifo, cioèi , casi più gravi di tifo petecchiale ed i casi assai < pronunciati di tifo.atldmninale. ,s i c)istingu~no,_ egli < è vero, per La presenza nei seéondi, la mancanza t nei primi dei sintomi riferibili al tubo digerente, « ma nell'itrtervaUo fra que:;li du.è estremi si manit fMtcrno mollissime fo1~ m:e, neUé qnaii g'iammai si < osse1'va qitest'impo1:tante punto cliflènmz,iale. > L'opinione di un uomo così favorevolmente collocato nou poteva a men.o di ave1 e un gran peso iò q'uèsta questione, e debbo perciò perrlonare al mio amico dottore Sella, se, nelle diséussioni sostenute innanzi a quest'Accademia, egli seppe valersene con .quel brio etl efficacia di stil e che 'iutti conosoiamo. Ma si è mai cercato ·d'indagare anziluUo se i f'a tt r accolti dall'esimio autore avessero veramente tutt Ja. stesst"or1gine, e se, ·come 1,ccade·nelle srand i e pidemie, morbi fondamentalmenle diversi e solo im, prootati clalla costituzione modica dominante, non vennero per caso insieme confusi ed i11,1vveduta' collocati nella statistic,a? mente lQ beo m'avvedo. o signori, che qui il mio sc1·itto imprende a toccare un argomento di somma . Mli.ca\ezza, epperciò sento il bisogno di nnovamente rip~tere rbc nutro il più grati rispetlo 1re' miei colleghi, e sovratullo on'i!Iimilata fede nella relìgiosità dello osservazioni ch'eglino consegn;3rono alla pubblica s.tamp~ ~ ma quando vedonsi contradd izioni io co.se di fatto, è pnr forzn aminetlere cht> gli uni o gli altri si sono ingannati. Qui non trattasi di conoscf\re chi sia più.dotto ~ più cos.den:-.oso,. sì bene q:u::ile sia -Ja causa per cui pol·sone di alto sapere, ed ani mate dai più retti in.tendimenti, trovaosi dai loro proprii studi costretti a mantenersi in un campo diverso. lo non voglio fat' caso del numero dei fatti , gi:,tc.ehè, se il sig~ Magnus Huss si appoggia ai risultati d,i' 84 a.utoµsie, hloeriog, profet:sore a Kier, ne praticò oltre 200, Lallemand più cli 100, Jacquot 80, Haspel, Gàud1eraL, Barndel; Garreau, Valette, Tholozan, Arnoud, 'f b omas, :Màrmy, Roux, Newer e molti altri, 1
cfue per br'évità tralascio di nomina re, ma. tutti (vantaggiosamente conosciuti nella scienza, ne prattcarono duraole la guerra d'Oriente in Rossia, itl Frnocia, a Costantinopoli, in Crimea, un numero veramen te sterminato, ·sia i:telle tmp:pp di terra, che in ; quelle cl i ma:re, e tutti ~ono unanimi nell'asserire che, contrariamente a qu,anto eb.be :i SQStenel'e il dinico di StQ'colmn, il tìfo n,oo ha m3i in nessun caso 1 presentato le lesioni• dotinenLeriche.. Adnnque, quaod0 non si voglia tenor conto del numero degli oss13r\'atori, e delle osservazioni, il che inòuce. tuttavi;.1 ed indurrà semfi).re maggim:;e fl(lucia nell'abbomlaoza delle prove, ri>s.terjt per lo meno dimostrato che l'auto.rilà del nome e la copia delle cifre non possono red~m(}r.c la questione n~ JIJ~ll'oQQ, nò nell'altrò Sù0so. Solitamente qllando un'!i questione è molto intricata, ciascheduno si crede io diritto di appoggiarsi alla propria esperienza, valo a dire acl ·una convi nzione individuale, nata e cresciuta dietro l'esame d'un numero pi ù o meno ragguardevole di fatti. 'Ma se quest'esa me è imperfetto, se difetlosn è la lentfl, a traverso della qllale s.i avranno os;;;ervat.i cotesti fatti, fossero anche un migliaio, qnando non s'avrà mutato modt> e mezzi d'inda~ine, non esprjméranno n_è. più, nè meno di quanto può esprimere un fatto solo male osservato. Quindi l,1scianl}o a ciascheduno le pr9prie opinioni, mi pPrmetterò solo dì chiedere a quelli che da me dissr.n -: tono, se si spno mai provati a contemplare i casi cli tifoide sotto un 'altra luce, se nelle lorò ricercbe· sono p~rtiti dalle stesse idee che ho messo iona1,,;i nella diagnosi. Qt1ando ciò sia, mi terrò fortunato di accogliere· con tutta fidncia i lor.o rìsultamenti necroscopici, per quanto possano trovarsi i11 disaocordo colle mio opinioni. Se poi cosi non fosse, li preglierei .di sospendere per ora il loro giudizio e di rimandare il loro voto definitivo, sino a che il calmo e spassionato cimento tli nuove osst}rvazioni abbia fra noi pronunciato. Intanto comincio a notare che l'opinione ili Magnus Huss, fondala com'è sullo studio di 81.86 malati, risulta concretala su lle osservazioni raccol te nel giro di dodici anni (1840- 18& 1), spazio di tempo abl;>astanza lungo per lascia-rsi presumer e èh~e in questo Intervallo siansì talvolta scambiati casi an,alùghi .P?r casi rdenLici di tifo. Che ciò possa essere. avvenuto, mi persnade il-vedete cb8( la mortalità,. non solo non fu 11guah) o poco meno, comè · dòv.r.ebbe~i supporre quando trattasi di una malattia specifica, svoltasi nelle medesio1e cond izioni di clima, di località, ecc., ma cpsa ctie verameòte sorprende, oscillò, secondo gl{ anni, dal 7 al i 8 pe1 : O/o; che le vari,Ìz(oni nel 1
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numo1·0 dei decessi oon tennero già all'.e,sser~· la malatlia piuttosto e1,Jidemica che spm·~.ilica'., ma bensì ;11la pura differenza di gravità dèl caso i!}dividuale ; che lo media di permanenza all'ospedale dei tifosi. venuti a goal'igiono, differi essa pnre ne.i di·versi anni, presentandosi in genere assai più ba:asa quando il tifo -dominava epidemìcament~. che non quando ora questione di tifo sporadico; che infine l'autore. sebbene ammetta le petecchie qual carattere special~ del tifo e le macchie rosee lenticolari della febbre tifoidea, ciò nulla meoo crede di doverlo negare tuttavoltfl un'epidemia non conserua sempre la stessa impronta decisa dell'ima o dell'-allra {'Orma, vale a dire ogni qual volta un'epidemia ha prirrcipio col predominio di una forma (1)'0- termina con quello dell'altra. (Go1ttinita)
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v. La s/cssa C/lltchfosione ptw forse ave,· l1wgo per /'e f ,•attùre co111min11tive, " in generale grnvi, delle altre membra?
L'esperiPnza dolh\ guerra d'Or,enle ha fallo dire a Sc1·iv1J, cbe, chi si forma on po'troppo ~ul terreno della chirurgia conservaltire, non Larda a pentirsene ed a vedere soccombere <lei fori li che sovente l' amputazione avrebbe polulo s,1lvare. Una tale autorità meriLa di l'Ssere rispettata, e di servire, ge11eraloiP11le parlando, di co nchiosione \\Ile molte discussiohi che In queslo argom·e ulo e·bbero luogo nel 18&.8 presso l'Accademia. nazionale di Parigi. Ciò nondimeno è mestieri fare quà:lche obbieii.onf' a questa senlenz:i, perchè O'On tulle le gu~rre, nè luJle ie spè'cie di ferite gr11v i posson'o essere t,iudiooLe su qu ella nùsura. Nel1<1 guerra di quesL' anno v'è S'\a'La uuà,igra:ndè quantità ùi ferii.i; vr furono di.sagbdi Lr~'lseorLo. m"uiç,ar()na forse-imche çomodHà l1Jcali per b~oM e pazi·enti me(jjcazioni; nia ad ogni inono i trasporti non ma11carono, nè furono lardi; gli ospedali delle vicine cillà furono11bbondanli , forniti delle cose occorr.e11 li, al villo, all'assisleuza, alle cure ge nerali e locali; passato il disag,io della traslocazione, il Cerilo si lrovò bene ricoveralo, ben n,udrito, assistilo largamente; non fu soggetto quasi in nessun CONSIDERAZIONI PRATICHE luogo ai danni degl' ingombri • .slanLP la fa-cilìlà con cui .poterono elfelluarsi le evacuaiionij le ferite furono nella s ulle Fe1•Ue cl' arma d a fuoco massimn proporzione prodo!t~ da palle da fucile, e perçiò 1· - piv localiziale, e cosi la chirurgia conservatrice ba .Pòosservo.te nell'ultima guerra i.11~0 avere maggiori occasioni di trionfo, che non ~vrehbe avu~o in luoghi pili ioospili 1 ov_e si fosse fissata la.guerra. Dal Cav. FRANCESC9 CO_RTESE 1 i lp non so so ;il campo si sia amputato quanto basta; so ~f orlico Oivisi<inalo di I• Glosso , Vici,- Capo ali' Ai'rnata \ che molli amputali giun~ero oegll ospedali~ e c~e un .. ·1 numer,o anche non le11ue ba dovuto posci-a soccom:b er~. ====· . . Negl'/Jspedali stessi' in· gt1nerak•, 11òn si risparmiaron'O. gli ( Cònlinua:. V. N. 42, ,13', 44. 45· o 46) alli operativi dovo furo no necessarii. ~1 Cértamenle sui campi di bailaglia si sacrìfican,, m'olte Oss. 23. - Bsistc a11cora ·in queslò sperlare del M,ona- 1 membra ché fo r:;e si satébbero s,\lvate , ~e \'azione fosse stero Maggiore il sergente del 5° tanleria, Brelto Dòme- li slata vicina ;i i\ un ben ordinalo sped'al'<\ dove il ferito nico, fori lo alla ballaglia' di S. Martino. ch'ebbe la sorte fosse stalo l;ast'e rilo .solle~itamenle. Ancb1io ho a·vuto la di sopravivere ad un'ampulaii one mollo ;t\la déllà coscia compiacenza di salvare in varie occasìoni delle mem1>ra sinistr:i , .eseguita sul campo per frallura commit1uli'Va del ferite, le quali se si prcsonlavano alle mie cure io camfemore. !\la le vicende sofferte da quest'infelice (-ascessi pag11i1 , le anei demolite senza riserva. Vì ha tuttavia qualal moncone, ascessi alle natiche, ascessi al perineo, febbri ch<> ragione ùi pondt>rarc la gravità delle lesioni prima di di forma quasi consuntiva . riaprimenlo della ferita, risi$Olloporlr a questa cstrem!I tuìsura, e vede.re se an!letpolé ripetuto, una anche r~cente; e linairocnle un 0100 lendo ai prricoli ch'csse pnsentano lulli i disagi che decone superstite, che offre poca ptobabilità di sLil'bile civono soffrire prima ùi oltenere uoa cura conservatrice, catrice) fanno conoscere, ohe vi sono eguali dosi di perivi sfa una ragione\•ole probab.ililà di guarì rie con mezzi colo, e di loll erur\ia nell' un caso e nell'allro . col divario meno violenti. tra 'la permanenza d'un membr3, che può, servire alla Dette queste cose Ju t5enerale, che si riferisc.ono in ·progressione, e la per'dila totale del medesimo, non ripaparte a,lle condizioni proprie della guerra presenle1 io rala forse per bu'on tempo ancora da una gamb~ di legno. credo gi uslo di lrascorrero col pensiero .s tilla q·tialit~ e 1Jegione delle ferite che hanno rapparli coll"~rgomenio. Rispol~o aHe ·fraUure del femore h'a espo~tò Ìll :Pl!rte il (l~ L'.,m~ore iuleude·il lifo .~ etccchiale~ed il tifo a~i.toniinale mfo senlimenlo nel precedeole capiloJo. DoRo,quelle ven1 come due forme cosliluoriti uu tuttiu oo, cui da ii' oome di' 'tifo.-
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ciò guasti sì grandi da abbisognare, almeno primilivagono t~ .fr~llure comminulive della gamba jo seria poomente, dell'amputazione. Si so90 clali esempi, di questa sideraz-ione. ,. . c.he fin irono colla guari_gione; sebben,e non lulli speèie QuapdQ [!na gamba ha le ossa fracassale comminuliavessetQ, incolume l'articolaiioiie vjr.ina. in -queste po'llvamente, sia lungo i.a diafi'si, sia moho più 11èH'articolazioni ossee ìl ti-ac,1ssaJ1Hm lo riesce assai meno probaiione tihio-larsiana! io stimo prudente sempre <l'ampubile, Jl perciò il pericòlo può di pendere dalla successiva tarla sul O\lmpo•. Rvyi , in credo , nelt~ di(fcreò·t e anatocarie, la quale eia Lemp~, in caso di fallita cura, ali'am~iche fra qmislo membro -e la coscia una serie di circo· pilazioo~ secondafi1L Ne ho v.edulo uòo alla lesta dell~ stanze, che ifu regnano ad essere, meno pfolosi colle gambe tibfa; un secondo ai capo della fib ula; un terzo r.ll'es'trefracassale. Le ossél vi sono, dirò così, pi ù èccenlri_çhe, milà inf\lriòre deila libia.s:tessa? aniilog<r ad altro nanamassi·mamente la li~ia, quindi non tulle ali'ì nt:orno ' inlÒmi dal doli. Conti, e luLLi riusciti a piena e comple ta vcslile cli parLi molti, e nella porzione infedore lo snno cical.rìce. ami assai poco da per lullo. Le parli' stesse, e specialOss. 25. -Nel rua/!gio 1849 entrò SQL\o le mi e cùr~ in mente i \ i•lamenli fi brosi_,da cui essenzialmente dipPnde Asti un soldato sardo. che nella ballaglia ,ti Novara ebbe la compo4izio.ne del callo, ·rimangono sem ~re profond a1Dente ~guarniti; resi ques1i inallivi, non esiste un largo perforalo il capo Lebiale all'altezza clel'l.1 sua spina anteriore. n là palla era rimas1a denlro. La gonfiezza delle str11.to dirconft?renlP-, atto a versa re un plasma su fficiet1le, e clistribuirlo tullo all\ulorno per converlirsi in materiale parli non permetteva d'i1'ìdovir1àrne la sede, ma dalla di riparazione. Per·converso nel femore rimal)gono tanti esplorazione a lraver~o l'apertura d'entrala, si gi udicava esseri· stata fill a ilvll'osso. Sorvermerb vaste suppuratessuti c:_i rnei, lanla_abbondanza .di lac,gl1i lendini è di zioni, una delle quali ftice copiosa raccolta alla regione e~pi,u,1s'io1Ji aponeurotiche, che possono meg\io !ì6fVire a quest'ufficio. È inoltre raro il càso, cbe u~a lesìooe s\ del poplile. A.perLocon am.pia incisiooel'ascesso, si vuotò grave non sia, per c~usa della posizione- anatomica delle e lasciò senlire il proiettile sformalo, appianalo a incaarterie, associala a offesa di qualéuna anche cospicua. E strato di deilr.o nella sostanit1 ossPa. Si volle tentarne ciò forn1a sem,pre una seria compliç,azione. i cui elTetli si l'eslrazione, ma fu impo~i;ibil.e vini:ere la Umidezza del-vedrebbero in seguilo, e disturberebbero assai la cura i l'ammalato. Egli ·si l'ifiulò 'costaoLemen le,, e la indovi,nò, cQnservalrice. perchll lotte le sue sofferenze cessarono. le ferile si chiuNella scella del luogo ov-e conviene ;nòputnre, v'è qual- 1 sero. la 'psilla reslù al suo po·s tò, sensibilé alla· c·splor\iche dissonanza nelle opinioni. Se l'osso è sano sopra la f zione fra i ventri del gaslromPrnio I e non gl i dava <li, I frattura , e non ha sofferto fessure e dislaC\chi delle sue sturbo o;ppul, camlninaòdo. Use! gua,ito in agosto dhtio stesso anno. membrane nutrienti, certo ch',è meglio amputare più in basso, ove la ferita ainpulatori a riesce piil piccola: ma in Frallurc comminuli ve dell'omero cbe abbiano richiesto o.gru n1odo si ,ha comodo di segarlo nel tratto superìoro la disarticolazione alla spalla, ch' io sappia. devono essere Òvq non esiste probabil,menle le.sione propogata. All'instale a$sai poco numerose, Di quelle che apparte nevano contro n!:llle fratture, con comminuzione della metà della alla dia6si omerale. molte sono guarite con callo secondiafisi, è. uu rischio il vqll:'r conservare un tronco di tibia; dario. Io propendo a consid erar.e queste lp~ioni coro.e Sll· s'incontquo sovente finte crepature all aogate ed oblique, sccllibili; più che le preècd<:> nti di gran lunga, di cura Je quali 'imbarazian o la operazionç, e sono poi cagioni f conse,rvaLrice; non escluse queHe che si accostano molto I di consegurn-ze ruolto dannose. ali' articolazione del rubi Lo. Oss, ':2 (1-.-G:pigo France:;co, soldato nel 18° fanteriil, l'u Oss, 26.J.. Garava·glia Cesare, volonta ri o nel 2° Granaferito il i 9 mag,t5io da t111n palla che gli fracassò la gamb a tieri. t>hbc a S. Marlìno un colpo di fuoco che Lrnforo il sinistra, sopra: ·1a metà della sua lunghezza. Fa soLLopo's l,o membro e gli frans e assai gravomente l'omero deslro .a)l' aropulaiio ne. che si credette acconria al terzo supesopra i condili. Quando fu preso in cura da noi in a·goslo, riore, forman do dr.Ile r,arnì esleflnJ il lembo prin ci'pale la c<insolidaziorlc ,non solo era cominciala, ma il membro per coprire il moncone. Nell'alto tiella segatura c!'e ll'osso, era \umido, gemente ahhondantissima marci a dai due si· scoper1e che la llbia era fessa obliqtià111 e11te, per lungo f9ri 1 [u1io dei quali, l' P. nteriorè, s'era con-;ertilo in vnlrallo oltre il solco segnalo dalla se.ga. Quel fram mento slissima piaga con escrr.:-cenza defornw di carni. All'abuso fa eslrallo, e la 'riunione delle pai:ti comriuta secondo le dei càlaplasmi moliilivi fu co'stiluit,1 una medicazjone regole d'arte. Queslo individuo lasciò' la vita circa ·I o sempfice, rivestila di pez,zuole bagnal_e nctl'àrqua vegeg_iorni dopo, sotto enQrmi suppuraiioui, la cui scplurigine to-minerale, e fu cTala al membro -una posiiione di riposo si elevava fin o all'alto della coscia, lunio le masse carCOO' ferul e acconcia mente applicàle suF lati non nlcer'osi. A poco a poco le carni fungose si abhassc1rono, usci'r ono nos~ che di là scendono a metter capo al la part~. su pe · 1 piccole scheggi e d' osso, si forb~ò un callo esuberanl~, che riore della gamba . J.,e estre,n,Ji~! epifo;arie d,elle ossa della ga~ba possono riunì i grossi rramm erti, si staccò uno sch_eggione che sem'bra essere l'ultima porziope r'norti6 cata, ·e la guarìessere perforale dalle -palle coniche, s~nia produrre· perJ
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-Migione si è re$a non so],9 si_cur~ . .~~: o_ggidì 19olto·pros-' sima. ·A queslo polrei :agg_i.ungere molti altri e§émpi'..si'.!l}ili, che,.taccio P,er :non riuscir.e sovei:c:liio, appàr,\_e,nef!ti a .feriti già da: qualche lérnpo per.fellamerile; guariti . Q1.relie d;elF a_vambracc.io,. ~.e, no,n. so.op :a.cco1l}pag11.J¼l.~ da grande dislrtizi.on.e d1 par.li mo]li e ·da le.sione di arteri~. sogli.o.no guarirt ~nçiu·~ pi:tL1 si~\l~~!Ilenle dj _quel.I~ deWomerò. lmitantlo,con cfo quell e che affc.tlano le.d,ue ossa,. per.chè .qua!ì90 ).I D OJ SO solo è frattura ~o) ancb.~ ~ frantumi e per gran tratto., non credo esislére,dubbio sulla c9oservazion_e. del membro. ~accio eccezione s,ollaolo delle ,ferì-te che cp.mp~eqdonQ Ì'ar(icolazion·e del cubito, o ta-r!ldio-.~ar,piana.1 allorçM J:e l~ste.. arlicg.ler.( h~nno sofferto (racass<!went9,1deci~o, (Contt11ua} ~
- --:---=·~-- --··- .
PAltTE 'fERZA
.RISPOST'II . DEL .PROFESSORE FRESCHI.
,;il. f1·ograrn'l'fl:a di ço:1corso g.l. Pt·emio Ìl.lBERI -pul?blwato i..l 2q ottobre diJ._l '1~57 dal,lq, Commis..sio.r,,,e qgqùtç[.icatric!3 nella. Gazzetta, Ufficiale del. Rejj.nò del 25 :novembre 1857, N° 279.
déll'iodiÒ, è c,er.Lo che il cloro aggfonlo ali.a soi·uzione' d'i amido lo metterà a nu<l~, facendo nascerP- nel liquidò qua li~la é\2.~uçra, èffello delljazi'one {jell'iodio ·sull'am'i~o; è la intensità maggiore o·minor'e di questa tinta misurerà la-,qu-an~il~ dell\ >dio, unito al cloru.ro sodico. quànto ai \roìnud si polv'erizta una pori ione del g~le sosp.ellç e,st forma un piccolo <;ono,,il qunle si me'lle iQ_.. linà .capsulella èli porcellana, quinoi vi si versa sopra BÒco a1 P.Òco dell·~cqua clQraJà ; si vedrà. ai'lora il' piccolo, '_C_OllO a$SU1lÌ~re gta,do grado un cofore giall<i, il l}Uale àppàijt'à lan,lo più carico,qua11lo maggiore sarà l.ì quanliLà dè) b:romo conlénuto. Fatto l'esper,i_ ~ento medesimo s,opra un sa1e p~ro, non si bu nè Fuuo, nè.l'allro·coloramenlo ora àesci'ilLi'. L'allume slatq mè~colaio al sa'Je pu·ò facilmente scuoprirsì ~ol r:i1e-zzq <l'i'_ùn sat'e di bari!~, o l1i:)ll'ammoriiac-a; giacehè lanlò l'uno quanlò' l'altro reattivo vi aètéliili1l'~nò prontamente ';I.Il pi;eçipilalo. di ar,pan-rnz!l gelatinosa; cb:e è formato da.ll' alùmina. Col ro èzzo ,pùre di u·n· sa"le solu.hil~:. di-'~arite: pqssiamo srelare 1;1 prese,oza d~i ~olfàto s·odic.o.,; nel qual caso, si <lelermiri'a la formazione del solfat.o di barite, in.sol.ubi'le nerf'a.ciao azolko. Finalmente col cloi:uro platini co possiamo constatare la presenza id~!~lor~ro po~ass,ico, cpe il ~?ssaipne assicura d'i a_vervi trovato talvolta .i.n ragione del 23 al 24 :p. 010.'. ln tal cas? ~i :h~un preci pila lò di colore gi.allo pagliarin.o, proveniente da.I doppio c.to'ruro potassico e plàtiuico , pre-cipitato insofobi'le ·nell'alcoole·.
In
ARTICÒLÒ
2o'
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Alte1'ltzio11i e ad1ilter®io.ni àeU' aceto.
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. . . . . . .... Hcuit, semp~rque,licehi,t ,,.Sìgua,t.~1m p-t~sente 1,1.0.ta t':oduc,ere !lOIJlen, ·,, H orat. De Ai·te poet.
Già 11<,> i vedemrilo nella priìna Sezi'one1 che qu'antu'nqµe !'.aceto de.Ivi'no sia ìl·p·refe.ribile, p,ure in ·commercio si lrova11Q diverse qualità di àcelo, èl1e non sono provénienti d~~-vino, _ma da vari'e al)r.e bevande 'rermènlàt~. Così si bànno gli aceti di bifrà e di sfdro 1 i qua lì bene ·spesso . •· ' si ·spatQiano come fossern di vino. Ora ognuno ben sente I~ a.itr~ren'la che .passa fra ·1a bò11là di quesl'ultimo, e quella· ilei due allTi, qlianiunq.ue pe·nissimo fabbricati. Noi ·.crediaino di far cosa· lilile ·dando qui sollo epilogati i cara ll~ri di quHsle lre ~p~cied'aceto, 011de se n~ yegga di nn c'olp'ri ò'occhi.ò la diversità. 1
(Contin 11a:r.iorì.ç ~ed.i
ti.
4-5 e a11tecedenty.
È vero però_ che v.' ha.11no delle qua_lil~ di sale mari!}o, che conle._!)·gono, una piccola porzione di ..solfato ,calcare.; .ma qiJt slà· non suol e .arrivare mai olLJ?~.a un ~,eoJesiroQ e mezzo, lullo al più due. ·Voleo<losi però all'ocporrenza ·valutate quesl.a comhina.zione .naturnle \>eP,? ralam'1n\e. da una colpev.ole·addi1.i on(} fal la di solfaJo ,calé[co, 1101} si ha che a valersi deJ nrelodò, di Lassaigne, il quale C\)'nsiste nell) dopera:re una sohJzi.on~ sa.tura solfalo di palce a -+,:~rn· cèntig. Que8to metodo è basalo sul ,principio ge CARATTERI DELL\~CETO DEL . . . ... ,. -. ... ,,. VINÒ l')eral~110,nl~ a,mmesso in chimica, che qµand9 l'acq.ua --1 .ti coJor~ èi. o g1ail o; o rosso. ven·g:a.. sa.turala dalla soluzione di un sale qualuuque .in ·2. L'odore è·decisa·rùetiie acido-alèoolico, essa, da .n_Ql) po.lerrie.più,qltrci d,isciog_liere, _è· però ç,a_pace 3. Ljesfratto e.bé se ·ne ottiene hi ,UD di sciogliere, a;ncora u11 altro diverso sale. . . . eolla evaporazione . . • colvi:e gHìJ lo-scuro; "è acidissimo; · i o eii"so si rrova:no· i Fer ;:issi.c urat.,çi P.oi,.se~~e!. ~al~ qa cuçj1),~ e_P.isl~QO:iosali _ c b~ e' s istevano l,l. e l vino; · la ~ua consistenza_èviduri o b~ornuri' proyeòieliti a.a.Ila mescolanza co.n esso sç:biosa' è. cri'sl~llizza. ,.de\lf.1, soda della di. V\rech, 110.0, dsi,l)bianw (~r ~ltrç,,,cbe J .,.J.'.'estr.aùq. ~isci'ÒALo ~ ·tr:aÙalo,ro.ll'a.cel'ato piombico, .melL~rnnrn pizaico in Cé!,,p:S.u!a' di 1 rjorcella'n~, unitamente dà lu·ogo ad'uu precip.\lalo biitnc'b. a un poco d'acqua d'amido dorala. Se il sale conterrà
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5. L'ac_elo del vino, anche di qualità mediocre, richiede
dal 5 al 6 p. Oto di carbonalo d1 soda secco per essere satur.alo,. e se di qualil~ superiore ne vuole dal 6. all'8 per cé.nlo. 6. L'acelo ùe\ vi no ilraltalo coll'ai1.0Lato d'a~gento, coll'ossalaLod'ammooiacii, e coi cloruro di bario, precipita più omeoa copiosamenLe.
C4.RATTE~l DELL'ACETO Dl Bll\RA E DI SIDRO 4. li colore ne è sempre _gìalliccio. 2. L'odore ric.biama quello della birra e del sid,·ò. 3. L'estratto, che se ne ollientJ colla «wapor.,zione, ha uo colore rosso-carico; ha gusto sala to; poco acido; rimane molliccio; non eristalli7.za. Qu ello, che si olliene dall'acel9 cli birra, lascia· s~nlire un gusto leggermente acido e.amàr6; queilo del sidro ha un gusto di mè!e colle; ameodu_e sono vi'schiosi . 4-. L'eslrallo disciolto e LraUato coll'acetalo di piombo, d~ luogo aù un precipitalo grigìo-gjallastro'. 5. L'aceto di birra per essere saturato non richiede che 2 50- p. O10, di carbonalo di soda secco. Quello di sidro ne.richiede da 3 oO p. ÒiO · 6. L'aceto del sidro ltalLàto coll'azolalo d'argento, coll'ossalato d'ammoniaca e col cloruro di bario, preci pita leggermente. Quello di birra preci piLa debolissimamente coll1 ossalalo di i'\lnmo niaca; s'intorbida coi due allri reallivi. Se.il.)()'i si aggiunga cbe .ogni lilrò di buon acero tratto dal v'f no _colilienfl, secondo il Guibourl, da grammi 2 25 di cremore di tartaro, ognuno comprenderà focilmenlo la ragion_e, per cui viene esso preferito· a lulli gli alLri. Sono molle le adulleraziQn·i che si commeUono relativamente all'aceto del commercio Un a dl'lle più fre quenti e o·vvie è b sua .dih.1·1.ione n<·ll'aoquii; la qunle, beo si vede, ne din1inuisce la fori.i e quiodi la bontà. Questa si desume dal grado di s ua acidi là, misurala coll' acetimetro, o pesa-acelo elle si voglia dir?. Che se qu~sto strumento non bàsta, allora si ricorre alla saturazione s11a o colla !'> oda o coll a polass·a perfellamenlu secche; ·e la quantità-rìchi.e'st1}, o rnaggiore o n1inorr, della soslanza. alcalina, misurerà la capa.ci-là molta o poca d'ell_' a·ccto, e quindi il grado di acidità. · Per quanto rif;unrda l'uso dell'ar.climelro, non bisogna av ervi gran fede, quando iinche lo i;Lrumenlo sia slalo esallamerile fabbricato. Ghè la densilà del liquirlo può variare, non solo dipendentemenlc dai Vini più o meno carichi di materia e;;lrnlliva, dai quali venne ì'icavalfl, • ma eziandio dall e addizioni o mescolanze con esso d'allr~ maleric o-acide o saline, cterog~oee . Meglio giova il melodq d_ella satu razione della sua acidi tà ...A tale scopo giova1rn i varii carbonati akalini di potassa, di s9da e di calce, che sono appunto·i più tcoruuoemente usRti. "Soubeiran ha lfin10'slrato, cl\e 1 od·gra~mi,
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p. e., di aceto, vogliono fO grammi di carbonalo potassico puro e secco per essere saturali. Se non cbe questo sale eissendo ~ommamenle deliquescente, p(lr cui s'imbeve rapi'datlie~te dell'umidità defraria, Chevallier preferisce, ~ a buon ' diritto, quello di soda puro o il<Jcco, èial quale si richiedono da -G a 7 grammi e io centigl'ammi- per poler saturare 400 grammi di !>-uon acelo. Anzi il metodo indicalo da quest'illus~re chimico ha anche i l pregio della facili là per l'uso pral1'60, p~r éui chiunque pnò agevolmente giovarsene: Egl1 fà una $,lilu-iione,acquosa di carbonato di soda, ·e la inlrod uce in ·uo tubo ,H vetro, delto d-il- lui acèLiJ?-lelro, sulla parete del quale è segnala una scala divisa in 1o·o gradi. Tulla quanta la scala debb'essere occupala dallo sciollo salino. Volendo misurare l'acidità di uo aceto qualunque , se ne prendono 100 grammi, e vi si ver-sa denlro tanta S'liluzrooe salinn con.tenuta nel tub o aceli'mclro. quanta è necessaria per satur.are intieramenle l'acidilà dell'ac·etò sles~o. Si nota poi sullà scala centigrada del tu bo or detlo la quanmà dello sciollo salino che si è dovuto versare; e quesla sarà la misura della poca o molla sua acrtlilà.. UlLima1ilente il Greville3 introdusse l'uso del sacearalo di ·calce ìnvece rlei carbonali alcaliui, per .op-erare. più prontamente la salurazione dell'acelo. Taluni falsificano non rade-volte l'aceto aggiungendovi una piccolissima quaolilà di acido solforico,, cioè due goccie per ogni ~ 00 grammi . Vn acelo siffallameole adulterato intacca s ubi.loto. smalto dei deoli, la ,cui superficie levigala diventa aspra,, scabrosa al con\allo della lingua, in seguilo all'usò, anclie per P,OCo, di un lale aceto. Si può svelare codest-a adullerazion.e coHa evaporazione semplice di una parie dell'aceto sospetto, per vedere, se ,s ul finire della operazi one soprattutto si manifestino vapori bianchi, $Olfor,osi, soll'ocanli.jl ft\Spiro, provocatori della los!ie, e se la parte estrattiva apparisce nerastra, ciò che appunto si osserva nel caso cli una siffaUa t1dullcrazione. Pos-siamo però raggiungere il tnf'desimo scopo_ Lrattando f'-ace lo sospetto con un sale solubil e di barile; il precipitato bianco che .si ollenà ìn iale caso, essendo insolubile nell'acqua !l ndl'aci'do azoli co, ne formerà la pitt convincente prova, perchè si ..tvrà formazione dì solfato bariltco. Anche una soluzi one di zuccaro proposta dal Runge può egualmente riuscire all'uopo, per la prop rietà che ba l'acido solforico di càrbonizzaTe lo Y.UCèaro·, all'Oréhè quMln, es·posto che sia al fuor.o, è sul punto di carbonizzarsi. l>t1r isvelare poi le adulleraziool deWaceLo coll'acido cloridrico, noi abbiamo veduto riuscire egregiamente il metodo proposto da Remer n~l suo <l Trallato clella 110/izia oituJizia,,ia, e il quale èonsisle ,nella reazion~ ·degli azota.O d'argeiito o di mercurio scio!Li, e vetsati neH'aceto
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- 3'16 vario inoltre u~a malaria colorante, una sostanza aromasos·petlo, adoperando però o l'Jino o l'altro. Amandue tica, lrar.qie di malerie azotate, dalle quali ullime trae la questi sali metallici vi prod uco no un precipitalo bianco sua propri elà. nlimenlare. e fa facilit à acf alterarsi. (eloruro o d'. arg.onLo, o di mercurìo), fiocèO{\\), iQso!ub,ile Jnfalli sono varie le allera'Ziooi a cui soggiaco quesl'otfell'aci<lo a1,otico, e nell'ammoniaca. lìo al pa-ri di lulli gli altri corpi grassi. Alcune però di Si falsifica l'aceto anche coll'acld11,jooe,~ di una cerla siffatto alterazioni possono cl I p,en dne da.Ila i mp<>,rfetta qùnnl.ilà di ,;1:cido tartarico, il quaLe, ue aumenta la densua [H<'parazionr-. Ciò accade tulle volle che ~iensi usJte sità. Qu11sVadolLera1.ione.si scuopre facilQJenle, facendp evaulivo immalt~rE', ovvero fradde, pct estrarlo. Quando poi venga lu ogamcu te tenuto cspòsfo all 'aria, a~so;beildo epornr.e u1ia, porzione dell;,,ceto ;:;o,spehl<J'fìno a consistenza gli l'oss·igeno di quesla, p11ssa al !aur.icio, e perciò c:onL;rae d'eslralto. Lrallando qtlfslo 0011 ;,1\coote a .40°, che sciogli<! tulio l' acido tarlarico a.ggiunlo, e. facendo quindi evapo. odore e gusto spiacevoli, oh~ fili tolgono la qualità alim~n lar~. ( t ,mti1111a) r·aré la sol.azione alcoolica; per ultim o trallandp colla po· tassa pura il-residuo dell,t eva porazione; allora Lu.U~ l'a- j cido tartarico a~giunlo si unisce alla potassa addizionala, . trfoTma il cremor d_i larlaro che .si rilira ,e si r,.osa. lloll.i invece, per dare o forza o aroma all'acclo, vi in- j , Por _Reali Decreq dell i 13 noYembre ·,1859 : 1° Il Medico Divisionale di 2a Classe nel Corpo troducono materio acri di\•er;;c, le <JUOli per primo in.dizio 1 Sanitario Militare, signor Dòtt. Raimondo Ii.a&b, da-nn o al liq.uido un .g.uslo irri l ai:ile V1\(iQ. Queslq adulle- 1 in aspettativa por s"o::;p~nsiono d',1Wimpiego, J stato ràzioni si meUono a nudo facenò o inna11zi tullo evaporare rfobiamato in, attr-vo servizio nello stesso Corpo a consistenza d'estratto una data qn anlilà dell'aceto so- j Sanitario Militare, colla paga stabilita d:illa Legge 17 spello;· si assagf(ia il rf.,;iduo ollPlml.o, e if palalo a:vverlo marzo 1856 pel dr lui grado, a fai· tempo dal g1oroo -'$ ubilo la d1versi là del guslo. comparaliYamenlc a quello del sud!'letto riçbiàmo. che lascio seolin• l'cslrallo di un huo11 aceto non adulte2° 11 signor Dottore Gaetano 1'Ie1•e11t·e~ già ralo, e s pecial·u1eole lraHa11d-0si di adultt•.razione col Chirurgo di Ballaglione nella Gendarmerin Parmense è. stato nominato Medico di JlaUagli@,e di 111 Classe ·piretro, col pept', occ. nel Corpo Saoitario MiliLare coll'anzianità d·al 30 T al ani vi a:?giungono anche una certa quantità di sale otlobre 'l 850, e colla paga pel di lui grado st~bilita èo·mun e (clòruro sod ico). nella proporzione di 1 , di 'z·, di _ d alla Legge 17 ri:iat.zo 185.6, a far tempo dal 14 3 p. 0/0· ln qaeslo caso si lrov-a all1nentata la densiLà é:lgosto ultimo scorso, giorno in cui fu ammesso a del\lacelo; i I <JUale s~. p. e., senza il sale marcava 2°,40, prestar servizio presso il Corpo dei Carabinieri Reali. dopo l'a,!dl1.ione del sale si li-overà cresci uta a .:1°;so, 3° Il Medico.Agg.i~nto pèl so lo tempo della guerra, t 0 ,'20 , 50, I o, in r.>gione dell'ag,giunln. falla nella proporsignor c1o'ttore Zoja Giovanni ::iddetto allo Spadaie zione br detta. Dt'I rPslo. lrallando una pi·coola porzione Militarè Divisionario di 'l'orino, comandato alla Casa di srll',tllo aceto col nitrato q'argento. si :i-vrà su bito un R. Inva lidi in Asti venne dispensato da ulteriore pri:cipilalo ùi'l111co (c' lo ruro t1';1r.l{enlu) solubile nell'ammoservizio, in seguito a StHl dornaotla . niaca, insolubile nell'acido nitrico. Per lleali Decreti delli 20 novembre 1859: 'lo Fu accettala la volontaria demissiqne del siNon è infreque111e pu re l',iduller~zione coll'ag~iunla gnor tlottore GiL1seppe Viraei, Medico .Aggiunto Mdel crernore dì lnrla ro. feltivo, comandato al 16° Battaglione del r,orpo dei l\la Corlero,m (figlio) ci ha dalo un melodo facile per Bersaglieri. p aleria scuoprire. Pi ù altre ad ult;'razioni possono ancora 29 11 slg. Oou. Francesco Devecclli, Medico commellen;i ; ma crediam o sulliciculi le de&.crille.
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ARTICOLO
3°
Altr,razioni e ad1tltet 11zio11i doti' olio d'1tliva.
L'olio di uliva tli buona qualità contiene due corpi gr~ssi lli)•er;;i riuniti iosiemP.. L'uno ò l'olein i1, materia Ooi.<la alla temreralura ordi11 ,1ria, preponderante nelJ?olio vergine, ossi a di primissima espressione, nel quale si trova nella proporzione di O,st·72 p., 010. L'altro è la margarina, maler:i:a solida ali'o rdinaria lem peralura fusibile a + ~O cenligra<li, e ehe vi è conten uta nella proporzione di O,sr.2,s p. 010- Le due maleri e riunite possono $olidifica rsj come il grasso a 60., e 8° centigradi sollo lo zero. Nella composizione chi mica di quest'olio si lro-
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Divisionario di 'za dasse, ;1ddelto allo Spedaie ' clella Real Casa Invalidi in Asti, vènne .collocato a riposo in segui lo a sun domanda per anzianità di servizio e per moti.vi' di saluw, ed nmmesso a fa-r vale11e i 'suoi titoli pel conseguimèuto della giubilazio~ne, cbe possa competergli a norma delle leggi 27 giugno 1850, e 17 marzo 1R56, a far ·tempo dal ·I O del prossimo dicembre. In considerazi one poi dei titoli di benemerenza acquistati coi su oi buoni servizi, S. rvr. eon altro Decreto dello stesso giorno, si è degnata di nom\narlo a Cavaliere dell'Ordine i\Iauriziaoo . 11 ,0trullo.r,e Ooll. Cav. AR~!,L./\ ft,lcdico Oi.v, l i Vfce:Dirello1:e r.~.s pons, l).oll. M,ANTllLLI Med. di l\egg. Tip.Suba l pi u a di FRANCllSCO
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2 8 Novembre ·1 8a9
N. 4 8.
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A.i\l\O \111.
L'assot)iazìonr n on si riç!)vo che P,!Jr un a~no e qomin"Ci, col 1" dì genn. Si pol).blica n el Lu n~d ì ~li ciascl)ed,uua_soll~~u u,'.. ' Il prpz~o d'associa·liooe in Torino·è di L. IO. In Provincia ed all'Estero, fran co di post11 L. t l. S1 paga per s 11m,•.-sln a11llc1pat1. I u Oott. éa v. Coan sssn'i: Àon olazfoni sulle febbri lifoidi:d' Europa - Il" <Òott. cav, 'co11TESll: Ooosi<leraziooi Pralicb.e s ullq-Ferilo d'arm o da fuo.co. - 3° Prof. F&ESOBI : Oell'alimeota.zioue del soldato.. Risposta al Programma di ~':on·co1·so al Pr~mio R113Ea1. - -4° Aononzio Necrologico.
So it atABt o . -
P AR.'r E P RI 11 A MEMO],~E El) OSSERVAZIONI l
Sulle febbri tifoidi f Kuropa, pel ,<:av. doU. Co11ss1.tr1, J,p,ttor'e, Meni~ro del Consiglio mpe1;rore militm•e rli srmilà.
(Cont inu11zio11e e fin e, //.
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43, /44. /45, "6 I' 4'i' 1·
Oa!Finsieme dj quesLe,.annota~i Olli, se,non risultano dati suffir.ienti per lnlaccare la diagnosi dell'illustre professc;ire, traspare però nell'ao tore una certa oscitanza ed tm difétto di lucidil,l d'idee sul conto ùelle tifoidi, moti, o per cui, ben lontano dal dissipare i dubbi e le incertezze esistenti, sembra invece che. questo ~cri llo sia chi amato acl aggiuogei'ne dei nuovi. L'essere poi egli costretto, come lo furono tutti i fau. tori dell'identità, cl'iotroclnrre nella medesima malattia forme diverse, affine di farl e collimare colla diversità dei f:eo i;> meni morbosi e dei- risul~a~enti necroscopici, è lo·stcsso che riconoscere insostenibile in pratica 'l'nnificazione delle tifoidi. Quindi volendo da.rei· ~piegazio11e del como argomenti di fallo materiale, quali sono le lesioni -patologiche che abbiano potuto essere causa così frequente di acerbe. controversie, io sono d'avviso che si debba ricorrere~agli esiti del lo slalo tifoideo , i cui risultali cadaveriti, dal lato del èl'anio; ~sono così ·raeihneo-te confondibili co n quelli del tifo . Avendo noi veduto che il tifismo venne non rare volle confuso nella dia-
gnosi colla febbre tifo idea e còl tifo stesso , non é' 1 quindi~ ~tnpire'cbe un;eguale cotH'tisione.si mantènga rispètto alla necroscopia. Quando il tifismo è originato da metastasi di mo'rbilli , d'a flebite diffusa , da infezione purulenta o da ·malatlie primitive, che non lasci-ano dietro di sè 3ltre lraccte locali per!etlamenLe,. .determinalo, la confasione e l'errore sòrio fa cili-ssimi.'' Sono poi confermato in quest3 mia supposizione nel Jeggere yome il distinto pr0fessorc ,.Ka ss avvertisse neUa -&-ùa ~femori a , che 1,ella forma pe,tècchial.e preàornirca:va lct. CÌ.ispòsizione all<t 7meumonite. i;o1,nunemente ç/,elta li{osa; neU;,utt1:mo periodo ifttrete à'èU''rict- ' domiw:ile rnostmvasi {reqwm.te la pneytmvnìt~ lobit- lat•c , '$i1liile a. queUa, 'éhe ·r,(ccornpa!Jna~di ' sòUto la' pioe&fa . La cçms,i di quest'ultima, so'gghmge egli, ; doveva essere l'1 assorbini~nto del pus· che emanm;a ,illa· sftpm,ft,'é.'tè .iilcenila ! comf f deen'IJiN e lo i,lce,·i iniestin'ali. Potrei esseré in~annato: ma p~r~i di scorgere in queste p~wol~·contermato 11 dubbio da me espresso, che lo sta1o tifoideo abbia avuto una parte r~gguard'evolé né'i ri'sbllati -cadaverici raccolti dàlf esirnio -profes.3ore, e non è quindi a -stupire se in Lali r.as'i fècerb' difet~o le alterazior1i proprie della èloLinenterite. Già lo stesso Louis e dopo di lui Kndral a,evaoo commèsso il · medesimo errore, chiamando febb re tifoidea alcuni casi dj lifismo , s,llnppatosi in seguito all a fle-bite, alla risipoh gangrenosa e ad altre affezioni cbc nulla banno di comune coll a dotinenterite, tranne guello stato aGciclentalc o secondario di siu~ pidità e subdelirio che abbiamo a suo luogo segnalato. Spiàcerni di non potermi estendere ad ibd'agi-qi più minale e precise iotomo ai casi citati <la questo illustre patologo, allesocbò $OUO costret.lo di ,altenermi ad un sem plice sunto del dottore Bosisio, il quale, per quanto possa essore esatto e diligente, non potrà ma1 offrire un soliçlo l'orrdainenlo ad un~aualisi dello spìri10 diagnostico, cbe ser~l di guida all'autore. A fronte però dì risultamenti ·cadave rici, così cont.rariì a quanto si è ottenuto dai medici mil itari dell e nazioni impegnale nell'ultima guerra d'Oriente, credo di non , andare errato se ho forte presunzione che ·il sjgnor
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opinione a questo riguardo; forse si ricorderanno le Magous Huss sia cadutoJ rispetlo al tifo, negli stessi dispute calorose sostenute in seno della Soàetà irnabbagli di diagnosi da Valleix ~nnotati a Louis ~ Anperialt d·i !rledici?_w di Costantùìopoli, ·ed ìct'atti redrai rispelto alla f(}bbre tifoidea. DeJ res'to è anMna cati iri mezzo clal solo e più tenace degli òppositorì, giusto il dire ché, se il ·sQO scri,tto ba nn pr~gio p\)·. il dollaro Cazàlas. Ma quando si consideri che questo ticolare come ingeg11oso e paziente lavoro di stati(\istinLo.o:i.edico, nel d,1re il sun~o delle' stre osse!'vastica, noo è più lo stessq quando-lo si vogÌii\ consizioni' mise insierb<S senza' distinzione di' sorta i caderaee dal lato della di_agnosi differem.iale, Mse1idoratleri patoJogici delia dial'rea, èellà dissenteria, del cbè lti si11tomatologia s'accomoda difficilmente alle cboJcra e dc.Ilo scol'bmo, e che rispetto al tifo si liesigtmze ·assolate delle tabello, o lo pocbe parole mitò a dire che solo. di quando in quando (parfois) cbe l':rntore vi fo precedere non bastano a dare un si r-iscon/rtJWi: nei ççidave,ri la, eritzione della febbre giusto c.oncetto della malattia ch'o1 pbiama ora tifo tifoiftéa, cìtandp insece co01e' lesioni à peit-près- conpeteccbi:)le , ora. tifq .:1Momin3.\e. Solo col dare, a confronto dei sintomi e dell'andamento, proprii a .~La.11,tes 11~ alterazioni delle meningi, l'iniezione del la pfa madre, i lnisnélàmtìnti sierosi entrocran'iaòi, .ecl, ,, ciasè1.ioaur1a, i :-l',~lativi,.l'isul ~.~t.\ necroscopicil ivrernino. p ' RRtuto coglier~ il v~r'~ sens.o delle sue p~role là dov~ parmi che si abbia bo.on diritto (l i conchiudere fo fa. dice elle « nè nella prim::i, nò n~lJa sec,onda in.vavore ùol generale consenso di quei pratici ci rca alle manifestazioni uec1·oscopiche vroprie del tiro . IJiffattì, sione ln malattia nou .prese.otò mai io moùo netto ed qual valore poswuo mai avere tg1esLi rari casi isolati assolu lo, isolala runa o l'altr'.l forma. e che i carat· di lesioni dolinenterichè in confronto dei tanti fatti t~ri di queste due specie ~nd(\vano syolgendo;;i per niod~, che la pluralità dei casi i11 11,·ilwi pio di ogni negativi? Forse che nel de0orso tli un'epidemia di e11idemia m 1, cpstiti,j,(ii do li/o ·~v,wso la (+ne da [eb· , tifo non si potrà S\;Q_lgere qua e colà- un qu.alche caso di dotioenterite '? Forse cbe non s'in contrano paribre tifqùlc:a., ~ ,Che se in tanta a~pigt;i,i ltp,i r,spi-essioni jo-.pur :vo~ mente le polmoniti, le artriti, le épatiti e· tutte le altre malattie comuni ~ Fwse -che per un risultato lessi arbitra~·mi dì p.rq.nu\1ciare un giudi~io Ql;j,luncadaverico contraddicente, male interpretato dursnte que., volendo anzitutto tener conto e.be, delle 84 rrela vita, si dovranno oancellare le Centinaia cli affèr- · crC\scopie, 55 offrirono lesioni p~lologich~ caratteriU1ali\'i? Il fatto si è elle il cJotlore Cazalas sì trovò slir he all'intestino tenue, e 29 uu, sarei inctil'lato a (;rodere che il professore Hnss ebbe a dibattersi! n.ei isolato nel campò dell'opposìzione, o che tatto il suo dodici anni da ess,q lui citati , con ripetute epidemie ingegno, tolta la sua abilità, che non è poca , sortidi tlotinente!'ite 1 e che durante il loro decorso ebber,o rono un e.H:etw contrario n cjoello che s'era proposto, non fec€ro cioè che mettere io maggiore evidenza il a l'isentirsi Qtilla inflµenza della costituzione dominani.e mo lto altre malaltie disparate, le qual.i, comco_uwne accordo dei suoì colleghi e !','erroneità tlelle sue, opinioni. plicandosi collo st,\tO tifoideo, diedero poi O{}ll_e ricerche cadavoricbe i 29 r isu ltati neg:itivi. QuE>ito io Curn. Finora abbiamb veduto esistervi difforenze dico colla massima rj,serrn e col rispetto cbe si deve ro~li nei sintomi, nelle cause. nella natura e nelle ad una persona ~ot.i.uto benemerita della scienza,. la lesioni cada\•ericbe delle tifoidi. A mettel' fine- al mio quale ben lungi dall'adontarsi de.' mioi appunti, nutro ~ssunto non mi resta che a dimostrare la stessa cosa in ordine alla nara. Spero, onorevoli wlleghi, che a lusinga vorrà considerarli com9 un alleslalo dj stima e cli ammi1·r1zione peì suoi lunghi studi su ~l~f'sto quesr.o riguardo non pretendertlte da i:ne ciò che· non ai·gomento, e. qual.e non dµbbia prova clell'iro.J?.Qrtanza ò possib ile cl i ,d.arv.i, Yale a dire uoa seì·ie deltagliata c,Qe io annet,t,ò alltrsue paziepti o numerose ricèrche. di compensi inèlica.fr esclusivamente nell'una e ébrt:rifa ri~t1lt,1menti cadaverici così conttarii, Qpinioni dannati nel l'altra malattia. Varle nostra non protanto ·coHLraddi.cenli a ql.leJle manifestato in questi cedo che absai rarameutc i.:oo mezzi curativi di ultimi tempi dalla graodù maggioranza dei patologi 1irlù assoluta ed esclusiva, come quando ricol're agli ùi scuole e: nazioni divC'rse, non si possono accettare spe~ifìci, ma segue più.presto metocli e sistemi ùi cura, senza un nuovo esame dei fatti, senza un qualche porge norme razionali derivale principalmente dalla sospetto :mJla diainosi. La titub:mza stessa e la nenatura e ,sedé dell'affeziono cbe vuole combattere. ues$iti\ io cui si trovò Vaut.ore di dornr ricotr_ere a Tah1olla sta porsrno contenta di sol.o stml iare i èonati dup (orme della rnedeshua malattia, bastano del reslo d'ell1 organismo, _afilno,di vòlgerli. in suo vantaggiq, a giusLi(icare tuuo ei.ò che può. avm:e di avventurato 0\ò ehe ott.ie'nsi bene spestio' per vie che si dftrebbéro la mia supposizio110. Forse si ossoi·vet;à da qualopposte. Quindi anche-in malaLLie giuclir,ate h1\1 loro . ' ch'uno non essere vero esisles.e in Orhmle unità di ùistinle e disparate-, il meùico non può arbitrarsi di ~
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approvare in modo reciso l'uno piuttosto che l'altro compenso terapeuti.Co, avvegnachè molteplici e1 so,;. vente inaspettate sono le risorse, con cui la natura può raggiungere la guarigione. D'altronde la mede-: sima màlattia, senza. routar,e di essen'za e ,pcàlere nuUamente della sua entità morbosa, può, dietro a • speciali ç.omplicazioni, od a · cause generali non sempfo :c·onosclu'te, richiedere· ·oggi. il farmaco ·èheieri aveva respinto. Pochi appunti generali basteranno arluoque a far compiuto il mio argomento. 'ti tifo, comunque stato cbiamàlò e giudicato, ba sempre e poi sempre, dal prinr.ipio sino alfa fine del suo decorso, preoccupata l'attenzione déi pratici pér i suoi fenomeni di stupore "e dr subdelirio. La dotinenterile invece, anche quando non era beu c9nosciuta nelle sue lesioni cadaveri che, impegnò costantemente l'arte medica.verso le esigonze del 'tubo gastro.enterico. Non è cbe raramente, ed in mo()o secondario, quando cioè, trascorso il primo sctte.r ,-. n~rio, vieno in iscp11a il tifismo che, vofere. o nqq volere, i pl'alici, senza perdecr di visla i sintomi-gas~rO·Elpt~rjci. sogpono p,ermett.r,rsi j_n quest'ultima un po' di medicinc;Ì. sintoxhatica,, ed indirizzare la loro cura c.onlro i fenom eni c~falici. Questa sola d10'oreoza di co ndotta del clinico in.cospetto 4i que!ltç c1qe ma.laLtie depone, a mio avviso, sufficientemcnle pflr giustificare la lorn separazione. Inoltre l'andamento del tifo è remittente, cbme non lo si rincontra mai in nesrnn'altra malattia; 0 talmente remittente che non mancarono pratici, i quali' in alcona epiùe,mie vollero·nella cura fare principale assegnamento sullo specifico chinoideq. La sua etioJogia, contrariamente a quanto avviene nella dotinenteritc, essendo comune ·con quella dello scorbuto , e qnesto trovandosi bene spesso complkalo, m.assime negli accampamenti , dall'influsso doì mi asmi palustri, no n è a stlipìre se, frammezzo a ceotinQia, di . farli m.orbosi, per so stessi d'indole 1'en.iilterl1é, siansr•ie incontrali alcuni, i quali abbiano coll'esito giastific_ata qnesta erronea opi.nione. Ma a parte corl~s~a ecc.ezio11e propria del tifo , è però indubitato clie il suo peculiare decorso rende sino ad un certo punto scusabile si mile opinione. È rp~i occor::;o al.tretlarito rispettQ alla dotinenterite? Fra i ta11ti metocli diSpl\:. rati venuti in onore nella cura di quesL'11ILicna affcziope, crec)o che. nè i prep~rf,lti chi noid ei, nè gli altri febbrifughi abbiano mai merita~o, come avvenne in Oriento, la fidu cia dei pratici. Di più 11 nel tifo fn da taluni ra:cco:mandata.Ja cnr.a antifiogislica, da altri l'aspettante ed anche fa t0oica; alcµni non poc.hi, fra cui Magnus Huss, prendendo di mira i fen_omeni atassici e .l'alte.r11zioJ)e ~Ell s~,ngu.e, 1
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commendarono, l'uso di alcuni speciali modificatori, e particolar.mente gli ~cidi~minerali; ma nessuno propugnò la ?ora ev~cuante per mezzo di medicine purgative,. Nella dotinenterile si potrebbe dire poco su, pQCO giù l;i m~des},m~ cos~i ma solQ quando, si conceda a quest'ultima, qual' sint"omo integrante e costitutivo, Jo,,.stato tJfoideo, il che non è ammessibile, ·come yedemmo ;'ma dài pratici più assennati è oggi ricevuto i.n massima convenire nella dotinente· rite qual che salas~o io prin cipio di cora, per quindi far passo nit blandi' ecèoprotici metodicgmentP. confrnuati. Il salasso in questo <~aso non costituisct' già un compenso terapeutico che miri direttamente contro i fottol'i virtnali c1ella m:alatt.ia, ;si· bene un sussidio invocato 11el solo scopo di temperare la ve~menza dei sintomi e prevenire alcune complicazioni. Se nell a doti11enterite la depleziorre Sirngoigna trova la sua oppor1.onili1 io soll'osordire tlell a mala ttia, richiecle per contro nel tifo coosirleraz1 oni speci ali. Rasori diceva il tifo dotalo di diatesi flogistica. e raccomanò iwa perciò ta.ivolla la sanguigna, e i;empre l'emetico. I.o cmdo 'sia crecessario dist.ingnr l'e i casi di Lifo sviluppatisi in persone malconcie dalle rllnse dello scorbuto, da quelli svoltisi per oontagione ìn inclividui vissuti atiiinfnori di de'tte in11oenze eziologiche. Se nei pl'imi vidi il salasso riest_ire qunsi sempre dannoso, trovar al contrario che nei secondi si poiè' ripetere piu volte còr1 verò vantaggTo. lg11 <·i1'ò se noa tille dfalinzione possa t rovare il su() posto egualmente rispetto alla dolin entcrito . T:M fih gui detto panni adnnquè di potere conohindere che tifo e dotinenterito ~ono due enlitit mor" bose perfeLtam·ènte distinte . Quanlo allo stato tifoideo mi è <1v viso che, dopo lutto quanto andai fin qui dimostrando, non occorra aggitrnger-c ulteriori considerazioni per rendervi persuasi che la sua cura non differisce per ouÙa dà quella reclamata dalla malattfa che Je ba dato origine. Alla vigilia di partire pel teatro della guerra, e fra il trambusto degli appÌ·estamonti militari, permettetemi, onorevoli socii, di por fin e a queste mie not~ col .raccorr.m:i darle alla vostra. iodulgeoza. Jo m.i terr~i sommamente fortnna to se, da voi diviso dal pi ù sacro dei doveri, qual è quello di servire la patr.t~., potcs,si tuttavia. lusingarmi d'inler,essare la vostr.a attenzione su di un argomento che avete con tanta dottd11a dibattuto.
- '380 pliO:GÌ,f \a mobilità 1deije, di~a, •eta ,rimasta limitatissima,
ma la guarigione fu al lullo perfelta: Q$s,i.28. -11 GolQpn~llo der 7 /i,Q d,j lin ea francese, o.ia Generi\!~ D. ,1 , . . .. fu colto a ))1ootebello da un~ paUa conir,a 111a 11~!\1,10 ç)islrì}, ru~11,VQ t~Ql:IYa impog~,ata la spJlq a.111 pro.iellile per.crsse e ruppe ,la pri,oa falange del CONSIDERi\Z,0~1 Pll~1ICHE pollicç, passò \Uco.,es~ivamenle per l';\~licola.~ione falaogo- , 11ulle Fe1•1te· d' ar1na da fuo"o metac,/l,rpiana cl:ell'i odice e mediQ1 nella ft\cci a p,alm.ar,e, e I la apri in parte, rompendo le (lue falangi; spezzò più osservat~ l!ell' ultimo guerra avanli, q_,u111a.f.l!,\I.P~ru)~r,e, e fi qahnen\e sql\\lrçjò le. .i;>¾lrti I molli prima falange del minim1J. Qu~.slo sq}larcio Dal Cn . F~ANCESCO CORTESE . lols.e il nu~ri,m.eolo alle due eslre11,1e ponioni del dito, che annerite ed i mmumiale paddero p,er ga1,1grona serra. Le alire ferite_ p,esero aspetto loùevole, diedero huoua suppurazi'one, e dop_o 2o i 1orni, in cui lasciai l'ammalalQ, erano lulLe sulla via d'uQa forse non molLo lontana goa( Continuai., f/. N. 4~, 43, f4. 45 46 e 4"1) ri1,;iol]e. In generale meno fe lici s·ono i ri'sullamenli delle feOss. '1.7. - Un soldato. appo@.gi,aodo la, mano sulla ,rile del piedei ma non son~ mancali esempi di passaggio canoa·del suò fucil e, e mcivendo aulun,rnlicamcnte, un diretto per le ossa del larso di palle coniche guàrile piede, urlò contro l'acciarino e foce nascere lo scalto. felicemente . Però al tra cosa è la perforazione di una o La cat:!ca. passò int.era ped h estremj là carpi ana delle due di queste ossa spugnose, altra la lesione arlì'COlare ossa dell'avambraccio, dalla faccia pa·lmare alla dorsale~ del dito grosso, e mollo più quella della arlicoluione fracassò quelle oss~, scompigliò, ruppe e gellò fuori di tibio -~sl,ragaliaoa. • N~I pdmo caso ·credo necessaria la posto lulli i lendini es.tensori Jelle dila,, e perdelle mollo non ritardata demolizione del dito, e forse anche del sangue per si cura lacerazione d' una delle du·e grosse metatarso; nel secondo l'amputazione della gamba . arlnrie del carP,o. Con(j'òHo all'os,pe~ale con sintomi spa$~ Oss.. 29. - Un Corso, sul<laLo del 19 halLàglione dei modici straordinari, venne da mo amputalp all'istante. e 1 Cacciatori francesi . fu colte da una palla a Mon tebello, ven ti g_ior9i do.po eri\ guarito, .ed usciva par .essere ,riforche eutrò per la pònta del calcagrrò, e penetrò difilata malo. Qu~lo caso meritava sollecila ampulazion11: ~ pl!r fin o all'articolazione l1bio-asLragaliana, ove 'Si arrestò., la impossibilità di conservare, Il\ maJ10, i di cui tessuti seoz.a polersi•deli,nire uve si fosse ·infissa. I dol'ori aç:erd'attacco col braccio erano cos'1 scomposti e guastali ; blssimi che pativa quel misero non lo indussero mai a 2 0 perchè dalle foqnf), nervose potevasi sospeUare la 6\101ras:;egnarsi aU'amp.ulazione, .. e lo lasciai con sjntom·i geparsa del Lclaoo. nerali e locali, che facevano prognosticare non Ioni.ano Le ferite, nelle quali la palla lrapassò le ossa della un esito infausto della ,sua. ostinala titubanza. mano, o del pjede, hanno diversa fortuna seconcl,o le parli Tutte queste co1fsid eraiion i non banno al certo per che sooo state lese, ed il grado di scompaginarnento sofisoopo 'di segnare dei limiti decisi fra la chirurgia operaferto dalle ossa medesime. ~làl>ilire delle uorrne gen~rali tiva ey la conserv-atrièe: con esse io non intesi che a per· questi casi è forse impùssìbile. e <Jui forse più che gellar qualche luce sovra un tema tanlo imporlanl~, nelle allrove è ll('cessario il giusto criterio del chirurgo. Certo circostanze in cui può valere la.sua anplici!zio,ie. Nori salvare· una mano che ab):jia le sue os!'a snoociolaLe, ~ le lolle le occasioni di comballimenlo presentano eguali dila pen1enli sa rebbe pazzia; ma ove si traiti unicamente iuilufnze sul risultalo delle feri te. Il s.oldato, .c~.JpHo i n di per,fòramenli in un ~cnso o nell'alt ro, sono laoli i casi battaglia sovra un campo aperto durante un' aziot1e che di guarigioni otlenule, cho sarebbe nn precipitare nei dura molle orn, sollo i calori cocenti del sole, lalvolla giudizi il corichrhnare s\ fat.t'e membra all(l pronta demodefìcieole ' di ·oulrimenLo, lasciato, a lungo ~iacere alla meglio, finchè le ambulan1.e lo trasportano ad un lonlizione. Sono passali solto i miei occhi molli di questi .tano spedale nb n è cerlame_nle ìn -co11dizioni analoghe feriti , che guarirono 'senza nessun allo operativo. ,Ed è tanto più logico il tenlaLlv·o clella c'onservazione. quana quèllo che rim ane ferito nello zuffe di cìllà, che trova tochè'i l trasporlo dì quijsti in'diviaoi dal campo agli speàsllo pronto ed .oppo·rtuno. Il pri,mo può ess;ere già scom: dali non è soggeÙo a si gravi i11conven\enl·i, qhanli sono · posto dai prt\cedeoL1 disagi della campagna, laddove il quelli corout1i ai rerili nelle membra inferiori. Esisleva seèondo si lro-va fre sco, .riposalo e nutrilo quando l'a• I recentemente in qu,eslo sped ale uo soldato sardo, a cui r.io ne ~ colriioci·ata. lu una grande' battaglìa , e qualldo il erano stale perforale ambiaue le mani da palle coniche. numero <lei f"8ri li è grandissimo, anche i soccorsi nori Le; ossa hanno. sofferto delle .mutazioni nei rapporti reci· possQho ri11scire sollecìli, :percliè il' persbnafe medibo , per
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qµsi!)lo ~.i;a P,to,1,Jq.1e iolelligente,,ha·bi~o~no di' .tè~po pef A-qiputali.!H~. cosç\~· (pri.w_i, q,), • 14J ~,eç.qry,L ~.~ wddi°&fài:e-w.Ila .:ìU~jno»ile. n1i~~ii>1J;è ., e·in:queati,1in,letvall( morti 8,, m'ò.x;ti ,q 1 ,P'!Ò>ipl'eFv.enire, un plovimento·;r,etrpgr.{l;~o) che li ritardi , Id. alla gamba (prii;njer.:1 J! .~eo;on.d. 4 ,1. a.i}~oç;,pi,ù ..a Iu11go. Quest.e, ed ,allr,~ çir,tost.ao:~~ .possonq n.i,orli· O morti 6 dar.e .a1,,'f~riti d\unq bal~agli.~ !!ril jmprPll'i<}; di~g~a'.vità clì~(l P-reso in fota·le. si scqrge eh~ cli !}_5 ~gi pp.l~ ioni g~andi 1),0,Q f!.Y.lle_li;b~r,.Q,1 p~1 a~vent,ui;a q1rei1i <ji .ba.ttagJje ~omo,e ~ono· mprtì l)en ;36, eh~ vuol dire p.iti,d;el1~1m.ei~ti Ma fra ,q,uesti ~i rileirn.che.La.morlalilà massi9'1a fu all'omeT.p hattulè in .condizioni d,i,verse . .E; qua11·do il mèiforo si accin;ge: a., que.l\e numer!)s~ ,e.lahwJta, i'ungb~··médjJ}.a.7.ipn:i, (mor.Li 2z3Ì, ff.oi'-a1Ja ~osci~ (~~149), a_lla_gampa ('!57~5){ l!-\- _ bisC1g/l'a the,pònderj :in freLta le-probab'ililà dehisparmi l'av'.àmhr:aéeio (O)' . .f,e ,,ni.pulaziòni · primarie del femore., esegùile la ina~si,wa p,~rte p,~r .{rallure d-~lia gamba' o dei e ie r\(:l:.ce.~~i,t~ pi ù llf:St!'Ul~ d,~r~H~>all'a;?à}ve~~a-~el.la vÌl.{l: ~inocchio. foromYpiu felici cbe ,Je:··s.ecoildarie.· Q,uindi di nece1si(à v"at ie memb'ra si ,con:aanoano alla Q·ualora sì fo5,se,j11 luU1r le. fraHur~ _µ Ila coscia potuto ~e~:9Hi1Me, ;çhe i.n ca§i, <),',a\t.ra ,s p.~cie si··sàre~,~e,r.o. p~o,; applicàre un m·e{j)do contenli,; ò· ben -è'oòfacente e stabile, bahilmq1 1le ~isparmià.tc: \Roi. n:on è, sempié, sic.ur,o che quellç ,d9i11J~liz.i.qr1i sjano. ac~çifdqtc \n_ period:o gil!~to,, · si sareb_bero o.Uenul1 migliori risultati . Però dalle pòte che, si ler11ie.r<Y'in proposìlo Llal 90U. Raslelli si deduce, che segna il frne,·di qJ.ie!IG.sta.toidi s.(..u'pò,i;eAi.~di sbalòrdiche di 15 fratlurati comminulivamenle a l ·fomor e! uon men,to, ;ç-,h1è;1t:etf~tto ,pr:imi~sim9·d~lle grançli fHile,, e çhe amputa Li', se ne saivaron.o 7 ;.,gJi a!lr,ì sono ·morti d'infe-. foi:m.a uf)a seria contr,indi.èazio.fi ~ a. gran.di alli operativj. ·zio ne purulenta. L'aì:npulà1:ion·é flOn avi:ebhe·,lato i11 quei ,noltr,e hisognl;l .bene: specificar? ço~a. v.noisi'in t~:nde11e casi ta lito numer;1'i'di guarih. Irff'atti· là \}'( oporzione sopen amputazione ptimit.ivar e second11ria, . La ,pri~na non riguarda che -le p.rime:,U or.e, quando comio.c.ia lo staio vraccennata, seblrene 'iil più ristrette,. mis,ur:e. ·è a-rrcora, di rialzam.et?lO·.:dell~Jorze: y·i\ali, Dp;p,o qu~ll"epoca, cioè. ~iù favor,evolé d,i ·quella ' ~sposta {!iÙ,ogouves~, il .q~ale al a• e 1° gi.orno,. i'n 1cui s' ioizfano i fen0Jue11i, d~lla rea,s'oprà 337 fratturalì di femdrE>) noh amputlili, dà s'O li\H 7 zione, l'amputa~i'Qtt~ ~ 15ie,!l)Rre. fa,Lla fo . condb:'\ol.li ·ass;ai spprav:vissu.\i, clie sarebbero app~na,'il lét'zo• della crfra svant~g~iose. Io ·mi appoggio -.in ciò pie.naru'en.le.sui detlotale (p. ,t38), ~aJLi.~~.I Dego,uve,$,l,. ç,he h~ trat~à-tq, questo µ,ui;i,to pralico . Il ragg,\:laglio dell ~, os~ervazioni fati{) qeli'ospedale: di magistralméJ1~e ( p, 2p-9} ~'leg!io ,allor.adenlare .la chi-; Alessari-d'ria cohfermerebbe.·peitanto ·oh:J éh·e aceennava r~r,.gia. ,oons~~vatr1ce:, \?i.,r.i ~,eUer.e ,r; ope,razioi:ie. a~ e.p~ca nei_ capùoli ~nLec~t.lenti, ciqè: 1·° Che le amputaziqui per p1.u avaJ)zaba .. !Pèrci.ò, uria statisti.ca cdmRal'ativ-a fra i frattura com·minutiva della gamba è meglio farle primariav~p ta,g&i delle. operazioni im,m,e-fliate e.. I~ risul.ta(\ze·:~el!e mente, perc'bè dqpo -Y,!fi g1orni "gli esiti ries:00110 molto seco-nda-i:je, q90 potra.Q.no; mai' desumei's,i .si uste\ e auto., .1 incerti·. ~ Q Che.ali' inc,ontro, quelle della coscia per frat~ rev.eli sé. oon, si fbilan_ciano Lulle- le condizionisovra estur:a cqinminut.i va del. 'femore,,, è f!lP,glìo .i .quando pi r~eo:.. Rt>ste.' ])~gli opera.ti i~.Ale.ss;nd~i;·. e "~-Mon,lebelJo· si ~ianze èprgenti non çonsiglino a)Lri.me1~ti1, c(i [litarda.rle. Se tanta è generalmente la· morlalità· nélle am.µ,utçizigp~ ebbero i segue.oli 1;isoll,aJi spe,lli}nti ai ferì!• de).\a ~a~,taglia(di Montebello. di quella,.provincia, <,le.) c_orp,o, 13s~gu_ile per lesioni lon:-1 tane,; q1ia nld. non sarebbe mag~iQre s,e avessero p~r·i,~;i An\putati a Voghera e l\fon'lebello (éioè primi., dic,~zion!l, la frattura. ~rn po.'~.l.ta (\eL femore ,s~ei,so I N° 2~ tivame~te) E qualllunque questi risultamenli, CO QSiderati .astr~lla,., M,.orti_ l> H mf)ple. sieno, tuWa!tro. eh~ CQf\f~rtanti, lai i essendo <H-ve!1 1 Guarit.i od evacua'(\ nuti -a motivo della subentrata, i.ufezfone p11rqlcnL41 spe.. Jì.esidui in cura ,, 5 ciatmenJ,~ dpminata, nei Jeri}i austriaci, p,ure·s.orJp, ::i.r.1cQI'(l; molto mi:gliori di quel.li . cila'Li più addietrQ', e.· lolli dallai Ampulati.irnAlesS'andr~a _(èioè -secondariam.}N•> U p111mo~ia dj 1\falgaigpr,, çJ1,e dà. 3.t~ecessj_so\:r~, t tam~ Morti » 25 putali . Guariti 'od é\laèuati: » H E~s~ J' alLron,<l~ '?OJl.:è· pe,r c~rti rapr.o.r-Li:. 1rferio_1;~ al 1) 6 'Residui in cura. 1 confr:ont:o d'una .staHsJjca che desunsi da. uno dei, p.iu 'f'ra que~té' cifri 'si tròva un· diva'rio, sè nòn molto cosf>,ii;µ:i o?p~dali 1A_i -M,ilano, i ç\li ;<\:ali, nu_!l},eri.c-i rrts,ell,7 grtl_nde ~ nnlàggio~d'elle operazioni primari'~ certQ ·però le.r:ò 'tj,pi,so,uo: 1 ritna"rcb-evole.. I t ' • I ,, I A:rptufaJi ~lla 'cose;,~, secpn~.a~ié:\ n1e.,nle· . _C:oqsi~~r~.n ro lé wnqole Jpe~ie di ~P.~~aziqrif~ _si h~nn.o Frariaesi N. M M.01\i .8 1 seguenti dati: ii ,t Jlaliar~i ., »· . ,.. j ' l J J' 'I I I .Amputali all,omer.o (primier.) 4 s~cqnd. !'J :! , IJ' 1 • ,,..,. t • l') · • ~ Aius~riacj . inorti S morti 3 ~ ;-J• ' ! ~ I~ . all'avambraccio Iori mier.} 1 sec.ond. 4' Totale amp. N. 33 Motti 20 ' - . ., I l lt ' fl '1) ' { · 1 . ry. ' •' I 11 , J mor-lì O morti · • O ,, Il r • 1 o-· 11 ,J '.In t 1 1 , , ,. o ,, ,, J==~ l 11 ~I
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-ss~Di questi ampulali alla coscia, oum . i 8 fu rono operali al teno superiore pet' frallure comminuti ve del femore, e non se nè salvanmo che qualLrQ.'Tulti fntono operati vari giorni dopo la ferita. Oegli alfri i 5 amputa'Ìi per feri te al ginocchio, morirono sei. A.oche da questo si scorge che la chirurgia conservatrice areblìe salvato più numero di ,vile,· come · apparirebbé dai rii-ullamenli èsposti nei ca pitoli aolecedenli . (Contitma)
RISPOSTA. DEL PHOFESSORE F.JlESCBJ
al PN,gramma di Goncorso al P1'emio RTBEIU pub' bliçato il 26 ot(obre del 1857 ·dalla Commissione agg(udica.trice ml(a Gazzetta Ufficialo del Regno del 25 novembre 1857, N° 279. >• ••••• • • • •• Jicuit, semperque Iice bit
" S_ignal,u,m prrosent.e nota procluccr<.1 noroeni. Horat. J)c A:rte poei.
>>
(Co11tim,asio11e, vedi N. i:1 e anlece<içnti).
Nè mer10 facili e fre,quenli sor,o I.e adulterazioni sue. lmperocch,\ o lo si mescola con altri olii pib scaden ti, o ben anco di versi, come ~arebbero quelli di noce, d-i papavero, di faggio, di ravizzo11e, di colza, e di sesam-o, i quali, oltre di diminuire la qualità sua nuirilhrn, iillr.oducono ben anco nella economia an imale principii più o meno nocevoli alla sal.ule. Onde svelare queste varie frodi e miscele ooi consigliamo il metodo prO[lOSlo dal sigho.r Felice Boudel, il quale èons'ìs.Le. nella più o mono rapida solidificaz.ionc degli olir grassi, che si ollie~e con ui1a miscela falla · i1i due centigrammi e mezzo di acido ipo-azotoso con allri sette centigrammi e mezzo di t1cido azolico. Questo miscuglio dei due acidi introdotto nei div.orsi olii grassi ne determina in 110 tempo vario la loro solidificazione; quello di uliva, p. e., richiede 73 minuli per potersi solidificnre; quello di colza ne vuole 240 ; e quello di mand~~le 160. Con Cullo questo lo spedienle ancora più semplice è . queflo di 1,ongelarli._ Ora ooi sappiamo che l'olio iii uli va congela a - 6°, o 8° centigradi, e quello di papaveri· a - 4 5°, o 20°, ed altri a diverse altre temperature. Si può anchè esplorare la- bontà dell'olio .d'uliva coli' old melro di Lefebvre, Questo strumento introdotto
nei diversi oli i grassi aventi l'eguàle lemperalura, cioè 0 cenli gradi, segna sulla scala d' immersione dil'e,rsj gra·ik C'osi i-n q'Uello di papavero l'olcimelro màl'eà' 2!S0 ; in quello di sesamo, 23<>; e in quel!&di uliva soHaolo 47°, Ora la differenza di quest'ulti mo col primo sarebbe== 8° in più per quello di papavero ; e còl secondo -sarebbe ,;;i;; 6°. Ora ·s upponeh.db' 1 che nel primo caso, cioèi di mescolanza dell'olio di uliva con quéllo di pa'pnv'(iri, l'olcimeli"o marcasse sbllà scala ~ 8°, ciò vorrebbe dite che la mescolania di queslo con quello sarebbe si.ila falla in ragione di ·418; se 19°, in ragione di 2/~. e cosi via V'ii1; mentre nel caso di mescolanza con olio rii sesamo, lo•stilsso 18° m'arealo dall'olcim-etro indiche rehbe falla la miscela nella propor-zione di ~76 ·di quesl'ulliroo, e se 4 9°, nella poriione di 216 e cosi via via, c-alcolatnlo la dHT;erenza fr a l'olio cl'bli.va e gJ.i altri. Questa différenia si misura sempre sulla scala· trell'ol~imetro. Nel caso ·nostro vofondo determinare i miscugl i d'olio di ulìva còn altri diversi , sarà sempre il ~rado segnato da quello, che è= 17°, che fo rmerà il termine di cònfronto. Ora gli altri segnanilo' 25°, 23°, la differenza è : : 8 : : 6', cioè == ·118 476, e s-é 11 inisèuglio ·segni sulla scala= 18° volendosi o '1•, o 6° a parPggiare 25° e 23°. Con quesio' slrumenlo però non si polrnbbè determi. nare una miscela 'di olio d'uliva , e di ari1chide (Arachis hy1>oge11;) , perchè qu.e~t' ulli'mo oliò ha la densità medesima di quello d''uliva. fa mescolit nZa però è pìù fa cilmenle determinabile per nìezio ciel gusto , e dell'aspello che presenta. Assaggialo il mi$cuglio, si sente in bocca un ·s apore comc 'di fagiuo l(; e assogµ·ellalo ad una temperatura 6° cenligt'a<li sotto lo zero, 10· si vede lir'npido' è lrasparè-ot.e negli strali superiori, mentre in fondo vi ba un deposito granuloso ; ciò che non si ossèrva nèl caso di olio d'uliva puro. Anche col miele.vieffe lalvolta adult.erato l'ol io d.i uliva, ma è f~ciJe svelare si ffatta alterazione. Basla lraltarne una porzione coll'acqua calda; poi separaro i due liquidi, oleoso ed acquoso, e fare evapor,1rr.
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ÀRTICOLO
Aiteraeioni
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aaulterazio,ii Ilei bm·ro.
Il .burro, come in gene rale tulli i prodoUi 3ni~ali, soggi~çe facilm ente a .spontanee alterazioni. Esso~ esp.Qsto al p~ricolo o di in~ddire o <li irrancidire. Nell'un caso e nell'altro conlrae un gusto acre, spfacevole, o ributtante; dicono che sà di forte; in ogni modo diventa improprio, o beo anche nocivo alla nostra alimenlazione, quando venga no1,1 per tanto usato. Queste alleraiio ni sono dovute ad una guisa di ossida1.ionc del burro, che. s'appropria l'ossjgeno dell'aria, e per cui si producono dei fermenti , i quali dtilerminano la decomposiiione ddla malerja grassa neutra; cosicchè gli acidi gras,i che abbiamo -véd'uto lro'\'arsi in tanta copia nel burro, resi liberi, pro-
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~ obbjamo ora ve1lere, lene)ldo l'ordine stesso, quali.siano ducono mulamenli nelle qualità Scipi.de e ali menlari th qoeslo oorpo. le allerai ioni è le adulterazioni, alle quali possono .sogPuò essere però anche variamente ,adullerato, iocorgiacere, è per ,cui siel)o rese imprpprie, o, hen an co noceyoli aH'alimenlaziooe del medesii1ro: p6raùclovi o marino polveriztalo,.o fet;òl à'di' pomi di lerr~, L'acqua, della cui i_ipportanza gd assoluta necessità o questi slessi colli e introdolti oel ourro, ovvero fa rin a di frum ento, Latte indurito al fooco, altro burro scadente, per la sal ut~ nostra abbiamo già dello , è soggetta a corop~,urq sego qi vitello, e carbonjlto o acelalo di piombo. , r9mpersi i11 varii modi,. e ·ad impulridir~ per diverse _ Re.lati vamente al miscuglio suo ~on marmo !)'cilverizcause. In tale 'st,\lo 1essa perde non solo il carattere suo, della potabi.lilà, ma si rende ben àn,co più o m~no insazato (carbonalo di calce) bas~rà farne fondere una porZ:ione; il carb.inato, come più pesante, va al fondo; lo s.i lubre e noci,va. Imporla aduoque che esl-a consen:i raccoglie, e lo si pesa. Se r imano in tfophio, lo si tratterà questo su.o CJlrl\ltere. supr~mp ; so.prattutto trallandqsi con aci<.lo o solforico, o nitrico; se n'!scerà effervescenza, degli equipaggi e si>ldali di marina, pe.r ie pro.vvigioni di bordo. sarà la prova certa che era carbonato càlcare l'aggiunta L'acqua p~~abile può alle:rarsi, co_rrqi~persi col.tempo, materia. • quand'a nche in ori.gi oe fo sr;e di .ottim a qualità i ciò sii Nel cul.> 01di fecola di patate, o di eomi di .len:a cotti. si osserta specialmente a bordo dell.El na.vi, ~ p,uò ~ssere prenderà 11coa data pprzioue di burro sospetto, e si farà fon dere io dieci volte il suo peso d'acqua, ,rnlro un piccolo 1 già più o meno allerala quando si allinge,. dipend.enlernente da caus(! o locali, o sue propr ie, od anche acci\obo di vetro a bagr10-maria. Le malerie estranee al burro, den,lali . 1n }o\Li .q1,1es~i .casi im,p,o.rta. si~mmi.lment.e ,di co.- ., unitamente a.Ila caseina io esso conlé'outa, vanno al fon,ao noscere la qoalilà di siffatte ,llll~raiioni 1 per poterne o del Lubo ; coll'ammo111aca potremo isolare e scrogiiere la e.vi.tare, o alloutaoare le cause. caseina stessa, pesarla, JJer vedere dalla quanlilà ricavala Una di eiueste cause, e dello più.fr equenli,..è l'in1mose fos se mai jl caso di adullerazione con laUe indurito al bilità dell'acqua lungamente mante11uta, come 's(:\rebbe fuoao. Qùanto alla fecQla poi sarà sempre facilissimo <li di quella chiusa da rool~o tempo uelle cislerne e serbatoi scooprirla lraltaodo il liquido sospettò con acqtJa iodata , sollerraoei, o nei barili e casse conservatrici che si meloppure triturando un poco·d'. ìodio entro mortaio di vetro lo~q a -bordo ,delle navj, ·E poich~ J~ salubr1,là. di ques.ta u n'ila'mehle 'ad una porzione del bono adulteralo. Neldipende in grau part~ dall'aria che in q~antilà bevanda l'un caso e _nell'altro la tÌnla azzurra del miscugJi'o sarà consiùerevole tiene disciolta e c~e vi si mescola conlila indubitabile prova dell'adulleraziooe commessa; se nuameole colla mobilità che presenta nei fiumi e oelle rifo~se il cas~ di burro pqro si avrebbe un a Linla giall a. viere, .cosi t· facile comp-rendere la ios~lubrità sua dipenL'aggi unt<). del carbonato e acetato di, piombo4 onde dentemen te dalla sua inerzia e immobil1tà, ehe non '1e crescerne il peso, costiluisce u11 vero avveleoament11 del per~ellooo d'impregnarsi d'aria. Il che ·poi è dimo,;lrato burro . Si svela però facil mente questa adultera1.io11e caldal fallo, qbe per reslitui re la perduta potabil ità a siffatte cinandonç u,na parte; Le ceneri otlm1ute, traila.le coll'aI • . acque bisogna rrsliluire loro la conveniente proporzione cido a1,olico, darJ1ono un-; liquido (azotalo piornbrco), ,il d'aria . quale trallalo alla sua volta coll'acido solforico datà un Le alleraiiooi più rimarche,•oii però sono quello che precipitalo branco (solfalo di piombo'), e col cromato pol'acqua potabile acqui~ta o patisce ·dipcndenlemenle rlai tassico un precipitato girtllo (cromato di piombo}~ pari- · luoghi nej·; quali scaturisce, o p~i quali soorre, o che mente giallo coll'ioduro p-otassico (ioduro di piombo), e 1 altraversà, o d•· nlro i quali vie11e chiusa per essere tenu precipitato nero (solfuro di piombo) coll'acjdo solnuta in serbo. 1n lutte queste circostanze p.uò· essa imfìdo- icl rico. brattarsi più o meno <li principii eterogenei, insalubri, :Bene spesso p~1re si mettono io vendila pani di burro nocivi, i quah non solamente la re:nliono imbevibile, p)a eosi delli, che al vederli ispirano o.gni fiducia nella loro posàono anclfo attossicarla. In simili casi la Coò1posiziooe bontà, mentre poi, tagliati che siano, si vede b,uona solchimica dell'acqua viene mutata, ed essa perde le sue tanto la sco.rz;t>, p~rchè nell'in,lerno vi s1 lro\"a o burro, lualilà ig.0nit:l1c, 0iò ~ht1 'poss iamo riconoscere. inl~rro~ c rancido, ò di .assai diversti e scadente qualità,. fo tal caso gando il senso della vi.sta, dol guslo e dell'odoi'a lo1 e si dee esplorare la massa del burro éon una sonda, facensollomeLlendola ;1d alcuue ;lnaliliche invesligazioni. Colla dola penetrare giù fino ,ti c:e~tro; gustala sulla lingua e boltilura uoi ci potr·emo _?ssicurare se l'acqua contiene il fi11Lata, si può ave re ~obito ull indiiio della Còmmessa a-volume ne_èe.,sarìo d'a1·ia, raccogJiendo en trò apposito dullern1.ione. recipionle di velro, e gradualo q:uello che si svolgerà CAPO IV. dorante la ebollizione. cictte alt.erazion;. I! adulleMzio11i de(le bQ.va.mt,e. , Si può anr.he Olt.ede,ré la eg1~.al prova, introducendo Noi vedemmo 11ella fr•. :,eziooe a quale ristretto nunell'acqua bollente no po.codi solfato ferrico soiollo ;. cbè mero si riducano le bevande più coovenienli al soldato. se vi avrà aria suffici ~11le, il protossido del solfalo, avidis-
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-38* simo dell'ossigeno, ne ruberà· all'aria e muterà in· tritossido, od in p·erossido; nel qual ·caso si .ved~à n"ecl liquid'o' svòlgersi unn \inta di ruggi ne '.di 'ferro ;·ciò che oon -acca., drà se l'aria c_ootenuta nell'acqua sarà pochissima o nuHa. Anche la proporzione normale dei sali minerali conleouti nell'acqua potrà darci indizio•della sua buona qualità; e per assicurartene basterà farne evaporare una pari.e, e quindi 1)esare il residuo tmlìdo ottenuto. Generafroente una bùona acq1h\' pòtwbile 1100 • de-re lasciétre più di 40' a ~O 'ce1\ligran'lmi di residuo salino per litro. Che se. si avrà à fare con acqhe seleni\O'se, _ossia contenenti gesso in molla proponione, si dovranno tra Ha re o col cloruro di bario, o coll'ossalalo ammoni11cale ; oell'Lln caso e nell'altro avremo precrpilalo bianco o di solfalo b·ariLiè'o, o dì ossalato càlcico', prova non <lub'òia delPalforazion.e di siffa\le acque per solfalo calcare i.h esse esislen'l.e. • Quanto poi alle acque esalanli putrido odore, sapendosi che q~esto è proclollo da materia organica· in esse disciolta, noi polremo facilmente svelare allerllzionr di questa falla, udollando U metodo di Dupasqùier, che consisle ,ie l .sefv1rsi ùel clorurò d'oro, onde prP.cip~lare )a materia organica. Se non che onde i medici mililar:i , e quelli specialmente della marina, potessero eseguire fa cilmenle, e comodamente tulio queste ed altre ricerche analitiche, , dovrèbbero es~ere provveduti degli sl~umenli e reallivi necessarii. C.òsi, p.e r'·modo d'ésempio, ontle misurare la quantità d'aria, _di gai e di sale disciolti nell'acqua, abbisognano lubi d'a prova graduali, o provini che dire si YOgliano, e ciò rispello soprallullo ai sali. I reallivi poi più necessarii dovrebbr ro esser'e il cloru ro d'oro, J!ossalt1to d'ammoniaca, il cloruro di bario., il solfàlo di rame, una 'Solu~ione alcoolica di sapone, una lintura alcoolica giallo di leg,:io d'India. !I\TICOLO
1°
.Del modo di riconoscere le buone qualila clei vini.
La grande aLOpiezza di questo « ponderoso tema» ci obbliga dnrallare in ser1arati articoli le spon(anee alleraz.ioni , e le varie maniere di adulten1zioni che si ·cbmmettono o nPlla pr.eparaziòne .o neUa vendila dei vini. Se non che per misurare esallamenle il valore delle une e delle altre noi dobbiamo partire da un dato punto, che serva come di termine di confronto. Questo punto di partenza consiste nello stab;'Jire chiaramente i caralleri generali· ctelhi boolà del 1•ino preparal(1 con le regole delt:arte , e che potremo <Lir<' normale. Senza una esa lta e compiola cognizione di questi carallrri non potrebbero i me.dici mililari forman,i un'idea ~iusta tanto delle alterazioni o malattie proprie del vino, quanto delle adullera1.ion.i commesse dall <t frode o mal11..ia dei fabbricatori a detrimento della pub~Jica s~lu,10. I m~zzi più acconci per procurarci' uni,\ siffa,tta cognizione son.o due: ~ 0 Il testimonio dei sensi; 2° r'analisi comparali va. Dir emo ·brevemente e ùell'uno e dell'altro.
tutte
lnnan.zi rutco :si dee assaporlire il vino. Vero~ che per, potersi pronunciare con skurezz-n sul gusto di.1un ~ino; bisognerebb-e ·a:Vervi Juo~~mènf'e e·serci~'t<Lo intorno iii pa~ lato. l\fa iguqueste ricerche non si rid1iede già c~e il medic9 mili lare sia. cosi buongui-:laio da saper diJcernere una qualità dall'altra frà vini della medesima specie, come fanno appuntò certi guslalori di professione, che subil'o ne ri1evano le più leggere differen-ze. Per noi basta ·c~e si possii: accertare il gllslò più () tnen0: omoget)(I() del v,i:n·ò, e quelle qualLlà: s.ue più generali ;r,elat.iv,e· alla soa forza, al suo ~pirilo, le q1,1ali possono .renderlo, ag~radevole. · Ques~ prova del gusto vuoJe però esse re fa• u .a stomaco digiuno, e non dopo ·il pasto. E percl1~ rìl!sca meglio, si deve avere l'avvertenza <li sciacquar" 1;1 ima ben bene la bocca con acqua frese.a· o fredda . Dor o ci.ò si b•eve un so.rs-o di vin o, miii non lo si' de've 'subi Lo tfàìigugiarc. Bisogna farlo prima passare dalla lingua suìiltti i puoli ùel palato, e della mo cosa buccale; a quest-0 modo se ne eccita, se ne risveglia il senso, e la perce1.ione del sapore riesce poj più compiuta. Finalmen le deve essere inghiO"llilo arlagio. (ço11ti1ma) 1~NNllNZIO NECROfJOGU;O
Nel mattino del :t9 del. volgente mese i I signor, Dollore Nicolò 1'.larini,, Medico di Reggimento di 1a Classe pressoj l Corpo dei Carabipieri dj Sardegna__, moriva in T,empio, SlJa patria, dove a;veva otte,nutp tr;isferjrsi in congedo per tentare 111 guarigione ~i lenta e torrr;ieotosa mieZ.ite, 111 quale fu apptinto guella che lo trasse al sepolcro. · Entrò al servizio nell' anno 1823 quale so1dato di len nel Reggimento dei Cacciatori Guardie, e quindi ncll'~nno 1833 fu annoverato fra gli Allievi Chirurghi. Laureatosi in Chirurgia nell'Universìtà di Cagliari-a, ~O-dicembre 1840,-otferfn'e io aprile 1.841 il grano di Chirurgo lVIaggiore in 2.0. Addottoratosi poi in Medicina nella medesima Università ai 10 di seuembre 1846, fu promosso Chirurgo Maggiorf... io 1° nol mese di marzo 1.849. Dopo la promulga:t.ione dei Regio J)ccreto di riordinamento d.el Corpo Sanitario 'Militare, operatosi nell'ottobre 't-850, fu egl i aorfoverato fra i Méclfoi di Reggimento di 314 classe, da cui fece passo aHa 2a il 25 di giug@ 1855, e qa1ndi alla 1 a nel di"embre dello st~sso anno. · In cotesta iuoga ed onorata sua carriera percorsa presso varii Corpi ed OspedaH, il Dottore Marini lasciò ovunqu~ .fama di buon Cittadino e Collega, d'ottimo padre di.fa.mi~lia .e d1Uffiziale di Sani tà distinto per praLica per:izir1, e per l'instancabile operositLed amore_volez_za c0u cui altese sempre alle singole incombenze del suo grado. LA DIREZIONE CWPY
I l l)lre1tofo' ftolt. Cav'. Mllì.LLA ~11di·co Div.
.
li Vice Dire!lore r~sp1111s. Dolt: àrnn,:u, llled. di Re(:rg. Tip.Subalpina lii FUNCESCO Zo1•p111- //ia ,Jtfieri N .J4-.-
5 Dicembre i 859
N. lt9.
ANi\O VII.
GJOUNALE DI HEDICINA IIILITAHE DEL C()RPO SA.NITARIO DELl/ A:R!IATA SARDA Il L'associazione non si riceve cbe per un anno e comincia col l O di geno. Si pubblica, n el Lunedì di ciaschod nna settimanà.11 ~- J I prezzo d'associazione io Tori no è di L. IO. lo Provincia ed a li' Estero, fran co di posta L. 11. Si paga per sem estri an ticipa h.
Srnnu.Rro. - 1° Dolt. COY. ConusE: Coosider11zioni PraFche sulle Fer•ie ò'arma da ruoco. -ll• Prof. Fiu.:scm: Dell'alimentazioo6 del soldato. Risposta al Programma d't Concorso al.f'remio Rrn1nu, 3° Oollftlino uffiziale.
PAR'l'E PRIHA
segueole l'arte medicatrice. L'uomo ~ffati ca lo da lunghi ed incessanti mo,•imeoti, sottoposto ad. una zuffa continuala, e spesso a passo di corsa, prendendo e ripreodendo posizioni elevale e validamente difesP , dopo molte ore di questa azione si lrova io uno stato di esaurimento nervoso. Se è ferito, e debba trasportarsi a piedi o io vellura ad uno spedale lontano , specialmente dopo due, lre o più giorni, tron~ nuo,e cause che lo affati·cano o ·abb·allo!hl, e non si:prcse nte,:à certo con una reaz·ione flo gi~tica gènuroa, quando comincierà il liworo che· tende , . . aua n pamzionc. Questo carallere tendente all'avvilimento nervoso, se non m'ingannò la mia esperie11za, mi parvP. dominare nei fnrili in questa guerra, se non semprn e da_pperlullo, certo nell'ultima f..tso e nella maggior parlr. dei casi. Credp pcrçiò di pren~11re in es,mrei s1iccorsi curativi che più com unrme11le si adopraoo, e riferire le- mie ,opinioni in J}rnoosilo. Ghir;ccio, Bagni e irrig11.zùnii freddo. -L' uso dello applicar.inni freod e e ghia11ci'ale nelle lesioni lraumaliche., non~esclaire qudl-e··per arrnt\ d,1 fu oco, fu da me riconosciuto somma mente benefico ne\111 mia pratica. Ogni qual volta mi si presentò in cura una ferita recente, od una grave contusione co n ·spirndimcn ti sottocuta»ei, nna frattura, e1·c. io non ho fallo mai altra medicazione nel primo pniodo. che ,li bagni fredd i semplici, o resi aslrrngei,ti coll'aaqua vegc'lo-minera le. Nelle amputazioni operale in numero non indilTrren!.ll, per tumori articolari, .. cario, ecc.. la sola medicazione chfl io iipplicai nei primi due o Ire giorni (secondo la slngionc e la forza di reaiionP. del soggello) f'u di semplici fil accie sopra la ferita , dopo che fu avvicinala con suturr., o cerotti, poi d'un~ pezza conlenliva leggermente bagnala, e d'una vescica di pbiaocio sovrapposta é\l moncone. Al principiare dello sc,,lo e Lrasudamenlo, foriero d.. lJa suppurazìone, fui soli!o sempre converli rn la mia medi cazion e in un appareccliio si>mplice a faldelle ungur.nlale· e in pannolini asciulli. Passo d,re di essere st:.to fort unato 11t>gli esili di quPste operazioni. Il ghiaccio reprime la s,overcbi.r c:oncorrenia -vascolare, lim ita così il processo flògislico, e lo infrenà alla misura di un ordinario processo sup-, puralivo. La stessa cura ho praticato in varii casi di acoidenlali ferite d'arma da fuoco, ed in amputazioni· primarie domandale urgentemente da qu elle, e le conseguenze furono pari e couformi alla mia aspellaiionP.. Col ghiaccio posso dire d'avere salvalo qualclie_membro r.be· presentava lìlollè indicazioni alla demoliiione. Ma nei fo rili 'che mi si presentarono negli ospedali
..
CONSIDEl\AZIONI PRATICHE •nlle Fe1•1te d' ar111a cla fnoeo oss~rvate nell'ultima,_guerra
Dal Cav.
FRANCESCO CORTESE
11.edico Divisionale di t• Classe, Vice-Capo all'Armal11
( Co1iti11ua:., V. N. 4'l, -13, 44, 45 46 47 e 48)
OSSER'VAZIONI 1ulla prntica applicar.ione tl'.alr.uni mezzi curativi adr>pera.ti ?ielle fei'ite d'at11,a da fuoco .
Nou solta_nlo le malallie di medica pertinenza sono subordinale ad un genio dominanle morbilìco, ma le slesse «'hirurgiche i nfermità che affiittaoo il :;oldalo in guerra possono essr,rlo pari[ll en li, e spes~o con rdrm o toialmenle opposte. Io non intendo di significare con ciò le gangrene nosocomioli, chr, sono inOuenie ..tffalto locali, nè le a,{SOciazioni tli febbri , esantemi, disordini intestinali od altre complicanze simili, che d«'riva no da cause gt> nuali od epidemiche. Voglio dire bensì t he vi s,}11 0 nelle varie fasi della e;uerra certi concorsi di circosLanzP., pr r i quali le disposiilioni tisiche del soldato da nno manifestazio ni diverse nelle (erilé che rile.va in una grande hallaglia. Di lai genere sono le lunghe e falicose marcie, il calore della stagione, la qu~lilà dei cihi, la durala di una halt,1glia, e il modo con cui è stata condolla. Qu este disposi iioni danno all'andamento d' una grande ferita ora il ca.rallere pre.l!amenle, flo gistico, ora all'"inconlro una len,deoia all'abbalLimeolo, cui deve modellarsi io modo con-
- ·386,iJopo le battaglie di l\'lonlehello e di Soll'eri oo, ho doforme ad una sana fisiologia. Questo insigne Chirurgo ha però moclificnto le sue idee troppo assolute hel 48.57 vulo modificare ie mìc opinioni sulla ulililà del ghiaccìo, (Souveni,·.ç d'une èto., p. t6), -avverten·do che nelle cosli1) piit nel!ct seconda, che nella prima. Egli è vero cbe luzioni indoboJ..ite dalle fatiche e dalle priva,,,ionl, l'O§O quei d1sgrdziali furono .tradotti rwgli' ospeda:li rool.te or.é dopo l'azion e. e che• perciò erano soUo l' influenza d: caus~ del ghìar.cio sarebbe tm 111ostt·11os11 conti·osenso. che continuavano a(l esaurire la lort> forza nervosi\. E Questa se11lc11za fa onorr, a chi l'ha pronunciala, e dimostrerà, io spero, che hanno torlo tulli quelli che con però un falh> che ,mche net grimi orrivalf non veniva in ma)JSÌlll!l , 1• co nlinualàment~ sentila come un beueficio Roux,Reèhooux, llegin cona11nna110 senza riserva l'oso di alle sotfer~nzc locali . ~follo meno poi fu eonvenie11le io un timtdio ellicaci:;s1mo esl remamente· proficuo, e che ha seguilo alle urnpulnzioni secondarie. ln questo, come il -solo discapito comune a tulli i soccorsi" medici e chioell\illro c~so, h() trovato piiJ'comportabi le l'applicazione rurgici, a· e:-tiere stato troppo gener11li iialo . Anche nell'uso d' un bagno fresco aslrin~enle adope ralo per poco lt>mpo. di questa, come lii lutti i li altri, ci vuole il giusto criterio di quell o che,il ghi,mciu immediato o i11clire1to sulla part!:) di chi lo adopera. ferita mantenufo pc.r molte or<' . In quanto alle inigazìotii cl'a<;q1{a frl•sca , di cui hanno La rngi,111fl di quésta rnoclifictizione di c~m, llerivò rlal- ' fallo "uso yarii Chirurghi frauces: in quesle occasioni, io 1'1were osservat o òbe le 1,iaghe assumevano un aspello sono con Lègo11vesl <l'avviso conlràrio. Meglio u11 1 applipallido e floscio, quasi per d<.\lìcie:nle energia vitale, e -ca1,ione temperala e giucliziosa di ghiaccio, specialn,enle che la su-ppul'azion< 1 ilardava ollt'e il confine. Le mcdi·quando sia chiuso in una ;>~serie a, che un g~aizo co11linuo cazioni ~j lìmi1avano :idunque all'applkl\ ·: .ne d'una pe-zche nmrn :,li.i 11 lello, l e cop rl•·. e perfino i roalernssi. zuol a frneslr:,la e ,palm ata I unguen1o 1-emplice, di frAffid alo .id un iuferm iere ordinario e provvisorio, diventa laccie " "cìull<. e 111 una o due ,·ompr !:. ~ asciulle anche un oggello d'in lìltrazionr, umido fretldà ch e affiigge il esse, (l ~oslonub<: ,1 :;ilo Ja un,\ :1,nmpl1rc fasciatura. malato nel tempo che ha mag~ior bisogno ùi ~iacilura È rimarchevole questa diffrr-..,nza. frn ur1',u1.J1n1ta·Lione omugeoe~ ed asciutta, e di pul'1lez1.a in luLto ciò che lo per 111aiallil' chirurgiche ordirrnrie. nrlla quale la r~acirconda. l u tutte le circostanze, nelle quali la mia voce z1one ,. ~c1n pre ahbasta,11.a ~ocrgìca, quanLunqu r I' i rr polè òsserc s<rolita, ho l'alto subilo cessare qoeslo metodo ferma fo~sc da prima sotto l' in Onenzn debihlanle lelle iocom cdo e dannoso per le :nfrcddature,·di cui è necesfebJ)ri suppuraUv11, ed una o~erazione analoga per fo rila sario apporta lore. d'arma da fuoco eseguila qualche giorno dopo l'a. veniL' uso del ghiaccio fo ria m~ più lungamenle continuato mei,lo . Epptm· è u11 fati.o che devo mf\llere sou· ,cchio n~lle ferile del 1'àJ1ò, molto 1>iù qi,anùo il cervello vi ba ai p;-nliri . i: oroc, os,;orvalo spassionatamcrnle in varit•_,..po , sofferto lesione d1 couii ouilà, perchè in qu~sl'utga no la che L!i qnesl a g.ur rra; fallo ohe lrovèfà la i:aa sµ iegaliooe :,uppurazio11e si ra sempre i;o11 leggi alqua nto diverse lìsiolugica nrllo sl&lo d'avvilimento nervoso' d'untr fe rita degli altri sistemi organici, e liilvolta ritnrda otlre le pred'arrna·da fuoco ùopo vaTii giorni di solicrl'nia, e per visioni del medico. Perciò giova re11rimero jl processo conv1•1·so nel forte ecl ene rgi co conalo della natura nei .flogistico quanto :;i può maggiormenle, e fìncn/1 paiano ca~i di comune chirurgia di plasticare 1.. parli incise dopo cessaU i fenomeni indicanli la sua prese nza. (Co11limia) che fu toHa I~ sorgente della loro tli~t.rozionc. TI nostro insigne J\lunltigg;ia avvertiva saggiamente che un cerio st nto di elica or·llo affezioni chirurgiche era più presto favorevo l~, che dannoso alle amputazioni. Ora ' questo :,talo 1100 ha lelllpo a formarsi in pochi giorni l. dopo fori tn l'\'armu ,h fuoco. ll d'altronde le vaste iu6lLrazioni, le e,,te~,: rnsche di marcia prodotla da fr.immenli infii>si 11elle carni, sono tlllre!Janle n~i!JllCCÌ e tli assorbimento di,J pu.s, che infettano. l'org1lllismo e ne' avveDISPOSTA. lenano l'ematosi. Cosj il processo 11ogislico dopo quegli alli op()ralivi !ìecond,frii nou può essor<' nn ge01,1in o. nè DEL PR01'' ESS0U1~ FHBSCHI ,·folenlp, c. il volerlo troppo freua r~ nt · ~uoi primorJii, ,tl Pl'ogram-ma di Concorso al A ·emio RmERl pubpuò runderlù insnfficieule e soalul'arlo. blicato il 26 ottobre del 1857 dulla Comrnissi'oiie ì\Ienlr<' pertanto io non rondanno l'u,;o Jel ~hiaccio, e fff/{/Ùtdic((lricc. 11ellrt Ganctta Ufficiale del llcg«o -in ,sua ma 11c.a,nz,, dl' i bagr~i l'reddi cd :iFolri r.1.;C',11ti, purchè del ft5 novembre 1857, N° 279. sia moderalo e giudizioso come <'omporla la natura dèi oasi, altreHaol o io credo rhe sra .ripro.,·<wole quando si adopr.ra senza un co1J6ne <li lempo, come vorrebbe Uiw" . . . . . . ... . lic\Jil, scm1)el'gue licebit dens. Che s'impi Pghi nel primo periodo delle feri le e 11 Signah1m prrescnte nota proc:l ucero nomen.,. ll(1rat. })e Arte pqet. delle a,mpnlazioni, coll' iutendimenlo,di frenare !areazione =..., .tlogislica e còolenerla iu guisa che non prnrompa smo(Contim1azione, ver(i N. 48 e aJJlecc<lent.i). de,rata e dannosa, è, cosa da lutti ug.utllme.nle conce.pita: ma che se ne prolunghi l'aruministrazione au cbe nei perio.di stabiliti al lavoro eliminatorio, cioè per olio, quinAgendo in queslo moclo, l'assaggiatore· del vino ottiene dici, lrenla giorni , come <1ue)1'aulore consiglio, mi pard_ue · vaota~gi,: r:uno è quello di rrteglio gustare il vino, :rebbe oon sollanlo sov.erc!Ìi(), ma si. veramente non conHaltro di polerne ..al u Lare lo spirilo, e la forza alcoolica 1
1
~
DE);L, ALUrnN'l'.4ZJONlì, l}EL SOLDATO
387 -
=
100 gramm i ; dovremo adunque solli:arre ultimo sarà misur;ata ·dal grado ,li stimolo o d'urlo çhe il ,:ino slesso daJ peso del vino, 22 +HO= i2.2; e cosi avrem o esercita sulla mucosa della bocca e delle fauci. 1000 - 1 2~ == 878 ; saranno ;idunque 878 grammi Nel caso che si presentassero diversi campfoni di ,in.o d'acqua, ossia più dei due terzi, che conterrà il viuo 11el da -assaporare, s i dovrà pas:.are sur.cessil·amente daU'uno ca.s;o ~uppo slo (4 ). all'. allro con lasciare un certo inlervallo di lempo, acciò La quantità dell'alcoule poi, che il ,·ino con1ie11e, si mipossa dissiparsi alfallo lolla la impressione, esercitala da. un pre.ceden lc assaggio. E ad ogni ripeLere di prova bisura coll'alcoolimclro cli Gay-Lnssac. lo questo s-copo ~e sogna aver s11m pre la precau1.ion e di sciacquarsi ben ne distilla una determinala poriione entro storta di ,et.ro bene la boera. Taluni consigliano anrhe di masticare lobulata, fin o a che sia d iminuila <li clut· li:n.i; :l.i _raee-oglie l'. alcoole ollenulo, e vi si aggiunge li1n1'acqui\ distilpr,ima qualcb" mandorla amara, o soslanza aromatica : ma questo è catlivu c~nsiglio. e pessima usanza, condanal.t, quanta ve oe 7Uole per adeguare la t1uanlilà tiel nata <lall!' buone regole, pM la ragione che a queslo roorlo · vino inlrodoll ò nella storta, o, a meglio t.Iir~, ra porzione il vero gu.to del vi no potrebbe rimanere roaseherato dal distillala. Allora si assaggia il miscugl~o <;oll'afooolimc tro. ~·:µ orP aromatico aggiunlo . immerso. nel medesimo, notand o sull a s.cala,del me.desimo Accf' rlc,1 la la qu alità del gusto che lrtsria il vino assag- , 1 grado dtdld sua in1mnsion e; queslo punlo o graèl;) ·si dee poi riferirl o a qoollo che nelle Ta.vdle compilate dallo· gialo, se ne èsplora il c11lore , il quale può essere anche Glly-L11ssac <:orrispq11de alla l(1rnperalura =:+ ·1 5-<> stesso esamil,ato prirM di fur,1 e assaggio. li cùlore di un vio.o, • centigrad i ; quAllo ei di rà 111 quantità dell'aJcoole contesia rosso, o bia ~è<l, o gial lu:ci o1 o chia ro o scuro, dee 1n oul(J '.2). {Jualu11que caso moslrarsi vivace o prrmaoeole; nè l"al'ia, Potreube talvolla nasrere dubbio o quistioM sùll'età n6ifl luce solare dehh11no mularlo, o alter~rlo. fmpi>rocchè del vi uo, vale a dire o che s'ignornsse affatto. ovvew che ·un 'vino qualuoqu~. il qual e, esposto all'aria o, al sole, si sì credf>sse troppo giovi ne, o tropp-o vecchio. Ora ti Bouscolor11 o sbi adisce, . dee s ubiln sospellarsi a<lullerato. cbardàl ci tnsrgoa un mezzo, il quale abbiamo ved'uto e Parjmcoti dal colore vi vace non de~ c mai scompagnarsi la limpi<lezza é d,afa neità <lAl vino, il quale versalo ìu un• facile e sir.oro per togliere stffollo dubbio. Prentlasi una porzioni· dcii vino chi? si vuole as.iiaggiare, bicchiere non dee fa re dep"osilo alcuno uè subilo, nè p oi; 1 e un'altra porzione eguale d1 vino div<'rso. si scoiorino se il vino si Lro\'n torbido, o 111111 affaUo limpido, se abamend ua col clvro; ciò ollenulo, si versi e nell'uno e nelbaudonalo all'aria s'i QLurh1da e ra de)1osi10, o è segno l'allro li quido ùell'os~alalo ammoniacale in eccesso ; qneche fu mn_le pr1•paralo, o 1•h,~ pali a<lolterazione. L'od · rn fioalmen le, o dev·e~sere vi noso, schietto; sem(.I) fi lhol, il qùal,• hn :1n,1h1.1.,1 tn·d;. ben '18 specie Ili vhii franpre gradevol e. o non mandàrne alcuno. Quando un vio o ce~i f,1 hhric:11 i 111•1 rlipar lì mcnlo d<dl' ~~ Garouna negli noni· qualunque dà quah;lw o,lore di~~usl-oso, o diverso dal soJ84 l -4'.! -43-44, 0>1tlo scopo ,li dl'lerm,n :.re la qwmtità cli eJilo, ~i dic·a rmre che il vi no o è guasto. o adulteralo. stra llo sul1cl, iu es•i conlo•1uto, 110n h a p r Ol{ni litro potuto otQuesli dali non !.<Q OO però ancora sufficienti a farci teouru , rua i più di Jlr ,1111 18, 91), chu sa,·ebhe il 'lllinimu111, \' dì gracl, 25,05, · be snrelibo il max{murn; pe r cui, ancbe,càlcolato pronunci.are sulla buona quali là di ùn vino ; soho però il f1tth fo neg•,btil! cbe vi han no ctei vio, , i qtlllli d~uno o ll'.!eoo, già,lnolto, qnondo si vP.rifichin n in /lUisa lalfl da nori poo più e~l r;1lt11 cho. non ò u,;~ei:natò llil qu,•s li ter mi ni, s'i f ltiene tersi questi c.araU<>ri est~,rni impu~nare i11 veru n modo. ~g~i ~eo~1·al~u?11tc, artchb d~l10 stosso_ C!1evall!er, che I_.!, qùanCiò che imporli\ di sl,1 bilìrt1 è In forza del v100, la quale t1ta 1ned111 5Pl/ til 22 1,: r ,11oni1 per 1>1.:111 htro di vino naturale. 0 si misura: ~ dr,lla q11a111i\à d'alcool i'n esso contenuto; (~ ) \"Mii .q,parocch1 ili~1 ilia1n r 1i ~l)nos i ide,i't i in questi uilimi ,j(i a 1111i, 8p ec111lm,·oto iu Fran .:ia, nllo scup o di ,h•lermirwl'e la 2° dalla quanLÌlà 'd'acqua 1• di maleriP estrallive pure io_ r i cclH'ZZll i n nh\<101 cl,· l lt1 va1·1e sp t-01e ,l i vi ,d. 'l'alt .sou o l'E oo, tsso co11lenol(1. Qu t•sLi eleurnril ì di composizione varia110 met,ro, o p1•sa- v1u dt T .. b;.t riè; l'alumblcco tl i Desò-Qiidl!es, pernotevolmenl(' da un vino all'allro. Il 11""0 specifico dei foz1011a ìn d~ G~y - L, u,;si;c," quello dl q uest'u!l1nìò perfoziooato vini è pure variabil e in radu ni' drlle differenz e dì compo, da ouv,,t; a la mbh,ch1però llh ii per esser-e fotti in rame p(lsiziune loro. G1•nf'rnlme11le i vini rossi pesano nwno ham,u lulli l' wcon,·eu11•nl1• di ab b,H1<lonaro ali 'a!cr.ol tlnrante la dislillaz1011e, 1111a quaol ilà s1:bb1m piccola di qlwst~ ~ ~taUo; dei bia111:hi; e ve n'hann , molli clw pr~an•t piil. ed altri ciò che si uvita pe rò u~an1lo 1'11pparccchio d iHillato ri o del Per c:1e 11esano meno df' (l'acqull. C,ò dipende non tanlo dalla r aul , fallo di sla~no, o quello dèl Sallcron che ha la eueurbila 1 , :versa 11 iìl ura loro, quauto anche dal d~verso meloòo di in vetro. ì\Je1tlio fl<'t ò Mnisponde olio scopo l'etmllbco1iio del prepararli. C.11na1y, o q uello .1 qoaJ r1111ll' del Vhlal, foodafo sol prmcipio del d 1lforoute puulo di cbulli1.iooo t.'he banno l'acq oa ~ i'alcool; Imporla bene spesso di conoscere la quanlilà d'ncqua ~1ac1be 4uell;; ,•olr ;i io drnlli:tio111, 11 100• centig-..adi, meotra nalu rolmcn le con lr nuta in un d,1to vi110. Pr.r avere tale q11es10 li ,ioh 78°, J.,la la ~lessa pr!'s~1one almosfo!'lt:i'.= 760 cenèogni1,i one se nt• prentfo un litro, e lo si pt-sa ; poi·si m Plle hi:ra<l1. O,·,, , li411id1 con1eum11ì proponioni var ie di alcool ed in r.apsula di po rcellona e lo f-i fa.lenlamr.ute ern porare a acq ua mesenlc1ti 111s1emc>, è ~v ideolt1 che il loro :,unlo-il i ~bullibagno -maria, fino a c.onsisl(•nza cli estrallo. Si ritira dal ziooe duvl'à <·aJ,.re uect·s~arran,role fra 78'\ e lOQ"' cen!i~adj, ,1;,1:, l<t ,;t1issa 1,r tl~,.11,ne b111·onH·h·ica. Ne ricl'iva pcrcfò che fuoco. si lascia ri11Tr,•<ldare, e si prsa l'estratto ottenuto; tJU eSIO loro /IIHllO r•~ pclli VV 1Cil•fe!)JO più verS-1) ;1 1()0°(,n e ~·orso il peso di qui•sl'ultimo. u11 ila1nenLP a qurllo rlell'alcoole, l'all l'o,isfrerno 78";-,illl'à io,lizio cbt1 in o~s pt·evale phi !'tl.:qua, di cui ora direm o, vn sol.lrnllo al pr:-o tolal .. del .Jilro di che I' J lcoul, e 1•i.:ove,·sa, l ,, 4 001111 Vt>ce $1!!>:ermann, apr,oggiaovino; ciò che rimane dopo la d~_duziune di questi due rlosi S11I p1'io1J11, ro ,folla dilalaz1o ne tro volle maµgior·fl t•he hl!l pesi, è il ·pP.so dell'a<;qu ,t. ! l'alcool cumpa1·,111q1m·f' nlt11t ll'111:qua, per HTeHo del <,a!ore, ha i;ostr ,Htò il su11 dilnl,,-01 ..(ro 11 lcoolimelr1co, il q Aale sopra uoa Si riti 1• 11e genenlme11Le r he un chilogramma di vino scola g_r11dn ata rla 0° lìl\ fl él 78". ÌlJoslra 'i o $fHIZio che i varii mi:'. bene fa·bhri eii to non lliaoolla lenta evaporazìoue più•di scu1:li n(•1111osi.e1I 1, h;oolici m 1~qr!it1 o,•I dilatom11tro oce,upailo gr..ammi di ,estrailo,; 01~1. so ppoh1.rntlo-t be e·,so cìfnl:'é't'i'ga ·il snl!a sc~L\ s11·~;~, ,ii ala h1 ù111desm1u 11c1mperct,h,1ra , e u:tetriper,a4Ov. 010 di alcoole, è chiaro che H peso Lolale di ~'uesfo ture var i~, " u~11Hli, . 1
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slo sale, decomponendosi, fa nascere un precipitato biao·co, il quale non è alLro eh.e ossalato di calco; si decaoli, e si rilfri Jall'uuo e dall'alt ro liquido questo sale depositalo, e si paragoni oo l'una all'allra le due quanti là r-icavàle i egli è certo, che quanto più giovane sara ìl vi no, Laòto più abbondante· e copioso.sarà il depì:'lsi to calcare ollènulo, e tanto meno quanto .più vecchio sarà l' uno ol'altro dei due campioni messi alla prova. La ragione di questa differenza sta in ciò che il \'Ìno esige del tempo assài per potere depositare nelle bolli i suoi sali di calce esuberanti, e sopraltuUo il l.arlrato. Ora l'esperienza dimostra, che un· vino, il qoale conLi dieci anni di vita. lascia depositare pochissimo, o quasi nulla di ossalato c.alcico, solloponendolo alla pri)Va insegna la dal Bo-uohardat.
astringente come quando si assapora un qualche agrume, o frollo immaturo aéerbo. Contribuiscono poi a farlo e'sser maggiore anche i lari.rati aloalioi, ehe si trovano naturalmente nei vini. Vanno soggetti però a questa alterazione più i vini rossi, ohe i bianchi. La ragione di una siffatta differenza sta in ciò che i primi, anche in condizione normale, contengono più tannino che i secondi'; quesl i ultimi anzi ne òifeltano talvolta così lanlo, ohe bisogna aggiungerne loro, onde renderli normali. Del resto siffaUa allerazione è ordinariamente la conseguenza delle uve non perfettamente malorll usate oel prepararli, quantunque possa produrla anche il mal governo loro durante la insensibile fermen~azione. § go
AancoLo '2• Delle alterasio11i spm1,ta11ee del 1,ino.
Un'incompleta preparazione , un'insuffic.ìonle o troppo lenta, oppure troppo accelerala e precipitosa ferme nta~ zionc. lrt mescolanza di diversi vini, ovvero la introduzione nei medesimi ùi so~ta11Ze modificatrici della loro costilozione, snno lulte cause o circostanze. per le quali i vini O si alterano, O si amn1alauo a vario grado , e io var.ii modi. Queste loro malattie modificando più o ineno le qualità ~apide e 'la forza loro, fanno per conseguenza perdere ai vini slessi f!Oll solo la bontà, ma li rendono bene spesso. anche im.bevibili, o nocivi alla salute di cbi ne usa. Tutte le malallie dei vini sono da noi ridolle alle seguenti: ~ .1° A.citlità. 1° Aslril)genza, o sapore austero eccessivamente stiptico. 3° Torbidezza. 4° Vischiosità. 5° Amarezza . 6° Ammuffimenlo. 7° Fioritura. 8° Aizorro. 9° Soprabollimeolo. ,1O. Inerzia. Un vino, il quale abbia o l'una o l'altra di quesLe alteràzioni. o è imbevib(le, o può -riuséiro nocevole alla salute dei oonsumalori . Diremo brevemente di ciasc.una fo tanti paragrafi distinti .
Bene spesso accade che per causa di una troppo elevata temperatura, i vini durante la fermentazione si inlorbino più o meoo, la quale lo,rbiùezza può aoda.re -fino al punto da renderli imbevibili affallo. Si osserva poi cbe quando i Yini sono torbidi vi ha anche o eccesso, o difel.lo di asLringenza; allora è una du-plice alterazione, la !luale però può essere correUa con gli eguaH mezzi , come Yeùromo nell'ullima parte .
Vischiosità dei 11it1i.
Tulli quei v,ini, i quali non conlengouo più tannino, o nei quali la insufficienza di questo materiale organico è grandissima, abbondano in quella. vece di materie azolale , e soprallullo di gliadina. Ora è appunto questa preponderanza da un lato, o quella insufficienza dall'altro, che li rende vischi osi, che è a dire troppo grassi, e così densi e spessi, da òiveolare il più delle volle imbevibili. Questa mal.allia dipende nel più dei casi dal non avere bene governala la.loro fermentazione. §100
Acidità clei vini.
Questa malaUia può essere prodolla da molle cause· Possono rendere uo vino acido le uve immature, acerbe, impiegate nel fabbri carlo; lo stesso produce l'aria contenuta nella bolle in cui .viene chiuso, oppure l'odore di acidità già conlraUo d~lla bolle stessa. Mu in generale questo. alterazione è sempre il prod otto di una. troppo celere ferm entazione. lo questo caso, avendovi aria.nella botte. è troppo facile il comprendere. coù.le por la presenza del!' ossigeno, l'aicoole trasforu11111,lo~i in acido acetico, dee necessariamente alterarsi il gusto del vino. Noi vedremo nell'ulLima parte di questo lavoro come si possa provve:lere a un tale inconveniente. L'aoidità può essere anche il frullo di una colpevole gi\lnl.a d'acqua ; ma di ciò a suo luogo. § 2n
Astl'ingen;~ q aspi:~fza tlei vj11i.,
Tulle le volte che nei vihT prepondcra il tannino o c'Oncino, o acido tannieo, si sente un gusto austero, stiptico,
..
Amare~a dei vini.
Quando un vino coulrae un gusto amaro, più o men9 pronuncialo, è segno che od oltrepassò la fermentazione insensibile, o che questa cessò percbè LulLa la parte zuccherina veone trasformal~ in alcoole. Egli è perciò che l'amarezza non è sollaoto un si ntomo di malallia, ma di morte beo aoco del vino. Infalli questa allerozione non si osserva che n.ei vini molto vecchi, o da l)lngbissimo tempo messi in serbo. Un vino amaro non è più hevibiJe, fl pnò rt>11dersi noc.ivo a chi ne usa. § 6• Odore ài_mttll'a o cli a.sciu,llo.
Per la negligenza usala lalvolla nel cusLodire i vasi vinari i, o per averli.Lenuti lungamente vuo ti e all'asciutto, come si suol dire, avvieoe che il legno Loro contragga odore o di muffa, o di legno così pronuncialo, che ·non valgano oè ,la,valure, nè aJlri adoperamenli a levarlo. • Ood'è che inlrodollovi ·ii -vi110, noo va guarì che esso I pure partecipa de,! roal odore della bolle, per cui !ìLrende spracevolissimo al gusto. Talvolla I/odore stesso è- cos\
.;;.. S89 ,_ qualilà, o dalla quantità della materia introdolla .o dall'insieme di queste due ci rcostanze. Le· adullerazioni dei vini uon sono invenzione dei moderai ; essc ..e.rano 110!:,e, ed operalo pure dagli anlichi. l Greci ed i Roma,.ii solevano mescolare ai vini varie materie o in u.no scopo o. § 7. nell'altro. I Romani, allorchè o Lravasavano il vino, o lo cavavano dai vasi vinari i uelle canline, onde farlo passare Muffa o fioritura dei vini. ·nei barili, od otri per trasportarlo al~rove, usavano di inUn vino lungameo~e lenulo a conlallo deìr aria, mastrodurre in questi recipienti di trasporlo del gesso (solsime ~e in luoghi umidi e fr edJi, ammuffisce f~cilmenle. fato di calce), della tuirra e altri div erai aromi. La quale Questo ammuffimento consisto nello sviluppo di un .acido usanza aveYano per ayv enlura appresa dai Greci, i quali particolare, il quale fa nascere una guisa.di effioresc~nza solevan o pure aggi uugere mirra pestala, e argilla .polvealla superficie dol Jiquido Sono, cl icono, i fiori del vino i rizzata a.i vini loro, onde d!!re ad essi il pr-ofu mo, o !'.a- fioritura consisleole in uo pQlviscolo bianco pi·ù o meno roma. Oltrecchè gli uni e gli altri, adoperapdo in questo fino, r,he cuoprc la s uperficie stessa, e che a"rrivala a un modo, miravano anche a chiarificare i vini ~Lessi_qua"!)d<>i certo grado rende imbevibi le il vino . erano u11 po1 lorhitli, P- a renderli ac.conci ad essere .trasportali io paesi lontani o per la v.ia di terra Q per .q11,ella § 8. di mart'N Azzttn·o cl~t pino . Adunque il cosi dello pi<ìtranc dai francesi, ossia il gessamenlo dei vini. non è opera dei moderni t•nologisli, se · Se avviene che il tar\ralo di potassa ( uno dei sali più lo troviamo già in uso presso i popoli dell'antichità. importanti contenuti nel vi no) si trasformi , duraetè la Sitfalle adJii iù11i 1 le quali in origine vennero suggerile costui insensibile fermentazione, in carbonalo, la reazione da uno scopo salulart·, quello cioè di rendere migliori le che spiega quest' ultimo sale alcalino sulla materia colocoodi"iioni dei vioi, col procedere ilei tempi diventarono rante del vino è tale e lanla, che questo acquista un cosorgenli di pericoli e danni alla salule pubblica. lmperoclore o az2urro, oppure violello. Allo.r chè però avviene cbè degenerarono io colpevoli abusi e in frod i diverse, questa lrasformaiione è indizio della sopravvenuta fercontro le quali òovelLe provvedersi la società p er meno mentazione putrida, che lo rende imbevibile affatto. di severe leggi penali. § 9. Noi ignoriamo quali fossero le pene corominaltl dall'anli.ca legislazione romana per siffaLle ad ullerazio~oi, giacS0bbollimc11to dei vi11i. chè non ne fa cenno alcuuo . Solo troviamo jn Giustino, Questa alterazione, che i fran cesi chi amano 11oussc, è ne'suoi commen_ti alla Legge Aqttilia. fortemente biasimale la conseguenza di un a fermentazione troppo v:igorosa e e co11dannate codeste miscele e atldiziooi di diverse maviolenlaJ la quale può spingersi fi no al punto da rompere terie ai vinL come quelle che ue ùiminuiyaoo la 1)oo~à. e squarciare i cerchii dei Li ni, o tielle botti. Questa fpr1,a Non fù però che allorn o al Secolo xiv , che le leggi peespaosiva è dov uta alla grande tensione dell'acido carnali dei va rii pa esi piu. civilizzali d'Europa cominciafono h oni èo svolgentesi in molla copia .Q con grande rapidità. a colpire gli autori di siffalLa adulterazioni. Infaui troviaSiffatta malallia si osserva prin cipalmente nei vi ni spu mo' dal Chevallier ricordala un'o rdi nanza fn\bbl icata a meggianti, i quali se si imbotligllano dura.ate il sobbolliParigi nel 137~ , colla (juale si t"ace ,,,a le.cito a lutti che menlo, è fac ilissima la rottura dei vetri; eiò èhe pnò reandassero o a lHlvere o i\ provveder vi-no nelle laveroe care danno assai notevole ai fabbricatori. della città, di discendere assieme. al taverniere n.elle cantine, ond'esserc le:;timoni c.lello spillamento de·l!e botti, e § .rn. e vedere che nulla vi fo sse introdotlo o aggiunto. Nè i l11erzia del vino. venditori cli vi110 potevano, so llo pena di ammend'a, ricusare un a tale Lestiwoninozn. l\la il male era che le· colpeChiamasi con questo nome quella malaUia del vfoo, voli aggiunle o aùullcraiioni si facevano, non già quando che riconosce una causa del lullo opposta a quella del si spillava la hoLl~- per aHiogere vino, ma o nel fabbris obbollimenlo. Che mentre in questo s'incolpa la fermencarlo, o prim a ~i chiuderlo nella bolle stessa tazione troppo forte o impetuosa, in quella è"Laoto debole, Nel s ucce!' ·ivo !'P"lllo n poi l'uso di adulterare i vini che quasi non si avverlc.- Vcdremo ocJl'ullima parte i prese una estensiorio spavenlosa . Weber , il quaJe con l'imedi di tulle queste malallie. !anta scienza e tlollrina scrisse il suo lib FO- lJe c1·itnine adulteratornm vi1i0nm1 assicura, che non sola.mente l'AleA RTICOLO 3° magna, ina la Francia, l'Ungheria, l'Italia aV'e ano per Delle adttlt(fl·r.uiom del vino. cotai guisa seguilo il malo esempio dato dal prele.Marti110 Bavaro, nato nell a selva Nera, e cileouto inventore di Introdurre nel v_i oo una maleria estranea qualnnque mollìssiroc di siffolle adulterazioni, che pi:incipi $l governello scopo o <li migliorarlo, daudoglj maggiol' forza, o ni dovellero roellers i d'accordo onde porre in freno. a un gusto élivers.o o più pro9unciato, o di masc.berarne le questi colpevoli aUèntafr ·con lto· la -pubblica saoilà. Inva~ie sue alterazioni, ,è ~n comfelle~e, adull~r~zi9ne, sofatti \farie leggi severlssiro'e vennero emaìi ale da aiversi fi~ticazione, o falsifi,cazip,n,e di cgie~ta, b~v,an~a alirpenprincipi e governi dell' Alem'ag1ia o<il t·4'75,, ner ,1t9'o, oer t,are. La entità di una lale adulterazione si mistlra o dalla · 1048, nel 46'7'7, senza però poter sradicare il colpevol~
forte, è spiacevole, che rende imbevibile il vino, che se si volesse pure farne uso, ciò non sarebbe senza un de. \rimenlo della salute, che a lungo andare si osserverebbe ne' consumatori.
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- ··3'90 eoslume•. Imperocchè Gio. Pietro Fra.ne ·assicura çome, ·· ancora-sul finire del secolv xvu esso continuasse luLlà,v.ia. N~ $i può ..g~~ dir~ ç ~e mite (ossl~ il ~asligo J·~Ì:co.lp.e~qli di silfalle, adulterazioni ; d~ppoichè 00~1 vi, .era ni<-uite meno;che il •taglio della tesla; e' ìn fatti .un os.te di .Esslingé'n dòvelle paga,re del capo le vatie. s.ç,6sticaziooi che èomn1elteva nei vini spacciali nella sna osteria,. e· suUè· quali aozi av.ea scritloun libro, ~on·dàni:iato· poi ad es·sere distrutto per le mani del Garòefice. · De·leggi penali moderne non conservarono il sò.,•erchio · rigore déll'e. anlich·e fe udali ; ma sono severe p'erò verso gli autori di .s(ffattii: fr.odi. Còll tutto quosto l·e adulterazioni CO!l l:i11tnino ·a: farS'i, e là sci enza aevc ogm gioruo essereJorlur-'a'lJa cfai_s noi c:ullori onde p.oterne mette.re ·a nudo. quah1una sempre di nuoV'o conio. · Ma possiamo noi poi ,scuoprire fiicilrnente le varie addlterazioni dei vini? Siamo noi.si.cud di trov~rne sempre le c:ause ? Ecco .due dimande, alle qu~li non è così facile, dare ,adegu11ta r.ispo$la? Di.ciéimO' però che la difficoltà era molto ~iù forl1, ·nei. tempi aiirt-il'li, quand<> la .chimica era tuttavia 11ella sua in - , fa1izi à. OggiJ.'ricca co·m'es.sa·è 'di tanti mezzi, ·ci sdoo:minislralali,ai u1 Le.lumi, c-hè n'oil p.ossiamo ce'rtam.enLe and<1re errati nelle ricèrche nostre sulla ~nmposizione vari a dei dhersi vini . Epp·ei:ò nelra )Jiù p;i rle dei casi essa ·ci può condurre a veder c·hiaro in que!'>to campo estesissimo di falli di versissimi. T uttavia noil' dobbiamo Lacere; che non setnpre. )a evidenza di risullàli materiali, e in.oppugnabili uorona )e ·ipda~iili dell' analizzatore, la nlo è complessa la maleria dei vi'ni , Ciò nullameoo dobbi ,lfno raccogline coi lumi della scienza r1uel meglio, e quel p'iù di positiv o che ci sarà dat.o ·.otlen~re 11elle nostre i11vesligaz·ioi1i.
fic_oltà parvero tali e tante ·al cèlebre Gay-Lussac,.ohe non esitò di di:Ghiar~re inso_Jubi,le affat to un.tale l)rohlema. Con l11tto q.9osto n9i crndfaipo che. ,vi ;abbi4-no ·mezzi e. splor·ator1 che si possono tentare con sperauza di ·hu·on esito in grande numero di casi. _çomh1cia;;lO a dire, che,. g~nernlme:nte, non si ani1acquauo eh~ i vini mollo ricchi di materi;¼ colorarìte,,.e- n-el me_~esimo ,t\'!nlpo contene nti -mo.Ilo alcool.e e zuccaFo. I111perocchè vi ni si!Tatli, -ancorchè ·sillungati. d'acqµa, .cdt1serva:no non permnld àiìèòra il ~uslo primi1ivo)il ,gran parto; la loro for1.a alcoòliéà 'è aric,,ra s·ensi'b'ile, e 'il c'oloril6 è' lul!avià belld e vìvacè. l\foscolcrna·osi acqua. a· viri i di qoesta na(ura . .si tie ne, o.r• <lin ari ame6te là proporzione d'i •I 7&c, ff di 1f3, oµp'u re d'i 1 /2, séconoo, poÌ'le qul lh 'à ·1oro più o meno 0re.vale1hi. Il Bouéb.ardat"òss'erva :a qtiesto proposi io, i;h.<l siffatti miscugli produ.cono per r,i::in~o e geo.erale e!Tel~~ il pronto e fa cile inlorbi JamentQdel vino-te il rap'fdo suo inacidire, mnssime se lo s.i te.nga esposto lunganiento all'aria. Ì~si irotihene. che quesL;aller{l1..iooe pq,_~ succederé. anche solo un, mese dopo l'operalo miscpglio, e qu.and'a11 è_he il.vi uo sia slalo çh,i,usQ. iq botti t.e nulc çostanl.ement{? pien.e o.d in b0Jt1glie.. Il che vuo.l pire cli e vrni a11acquali l)elle propcirftoni indicale n_on pnssouq lunga.1IlCP le conservarsi(1). Volendo deterrµin are. la quai11 ità d'acqui!. stai.a aggi unta ,td u.n i\alo vino, n·Qi dobbi.1m.o inn,anzi tullo ,e-. sp lqrare il colore e 1! silpore . .Se il vino ~Lesso viene ilichi,,ra to di un a :tale pr'ovf.'n ienza. .possiamo .agevòlare le noslre ricerche col proc·ur:i rci un campione 'del' vino le~ gillimo. o pur.o di quella slessa· proveniènza, o fabbrica, onde is tilwre una ri,go rosa aoalisi compàraliva. Supponondo clre avessimo un Lai campi9oe di confronto, nòn s·i cfov11ebbe 'far ,dlro èhe preride rè, aci ~esempio, tÌn litro del vin o poro, ed on altro li tro del vi nn so,spello, e confron la re in due eguali rc>cipientì di vetro. il coiore A I\T ICOLO q.o. dè ll'11 110 e <l e.)l'altro vi no, onde vedere se sieno identici , affatto; poi si proce<ler~hbe ad esplorarn~ il gustq_comVino adu1liJl'ato coll'ar.qua. paralivo, non eh.e a delerminç1re.'i l peso .sp,,ci fì co d·eU'nno La pjù ovvia e frpqn enle adulterazione c.h.e com meL10.e dell' altr9, e po~i i <'ara!leri' fi;:ici e chimici di amendue. no,ta11lo i fabbricalo ri,.q,uànto i venr!Uo.ri .d i yino. è-quR.lla Ciò ollenuto dovrebhesf procedere a far lenlhr.oè11Lè èva# del·suo annacq uarneol.o ù:el lo sc.o~o di aumenlarn.e la qoanporarn lu.lla l'ac.qua con tf?nul.~ in ognuTio, onde avere l'elilà. L'acqùa ,id<Ji:lio1111la non nuoce. è vero, allcl. ll'~ltfra stratto solido risr~etlivo ; quindi pes<irli esa.llamènte· l'un.o dei vini, pur(\hè s·i fa ccia in eque proporzioni. Ma essa st1paralo 1Jàll'~!Lro, e slclbi li q· 111 diff'P. r<' nza dei due. pesi , però ne diminu isce. la forza , ne sgagliardisèe lo spirito ; appfican<lo all'u,110 e all'al'lro estratto i crifo rii, ch·e· già ciò che -può tqroar~ nn cevQle alla salute dei so Mali per indicammo nèllà Sezioné ra, 01ide ·.rico,no,cere la l>uona la minore q1~anfaà di.slim:olo recitli loro, qu.ando avesser,Ò qualità dei vini . his.o.gu(l 11ppunlo d'i ~ccilamenlo. Òra,._corne scuoprire-in mo·do positivo che ,acqua vepl)e .aggi unta, piil o me n-o, ad ({) 11' meloclo insegnalo dal Bonchar.,hl per iscuo prirP l'àiun. dalo vin~? gilln(a c:olpt;v<iie de!l'11cq ua al vii,c>', e \'lie è 10 p1·plì1·a-s1>guiìo li problt1mé,I, çl(,l r.isplverç, come ben si v-ede, n-on .ver-.te
qhe intqrno ad una <Jiffere11za di qu'arililà d'acri.ua ; val~ a q.iré tr~ quella che per più iii due .terzi si trova già conten\:l;La nat.ora.lmente nel v.ino e l';ilLra che. gl i venllé colpe.voruwrte ag{?i unla. Se 110.n ·èhe la qua11tilà d'ac·q_ua,che i vini Qonl.e n,gono variando p.iù o,m·eno in ragione de'luo ~ gbi, d!''èlim_i,,:aelle stagioni, della quali tà dt•lle. uve, dei m.etodi di fabo"V,i.caiioue dei vini , e di ,tllre, <live rse ca11se, è fac ile il comp rendere che neJ l'in cognita ·princ-ipale del problema si raechiudo ffo· pi i1 alt te incognit,.,, c!1e .dovre010 l~o vare per uua serie cli e~u<1-1:jqni diver:~e, 5:e vorremo c·1rnoscere clav.vero ·rl r.a<ppor.l9 diff11.rfin~_(a1~ l'r.a . le due qù~1.i til~ d'acqu \l contenute i9 un ·~~io viri.~. ~ le dif.,
da molli ana liz:ti,lori, CCJ ns1sle pri nc,palrn en •e nel d,;tflrminara la qua nlì rà cli esll'atto ~«titto secco r icà.vclltg d/1 UQ.ll dMll. <l<Me.
di v,110 ~rospetl o, e farne parngo ne con q ncl!o c be si po trà avere d.; una d ose ·e guale di vino le gHlfr110,, r fte ner1do (•.he o!ln i Jilro <li qu .-.slo ue sornm ioislri , jn me<ha, ~2 i!famm.i, come gfà ab-
bi.uno ~tàh.ilito (V. ,N. l, p. 381).°; aello ,siìolùi'ire col doro tanto il .vi,.o sosp"etlo, quanto, il puro, a dosa eguai" ; nell'a11:1>1ìuuge.re ali' uò.o e. àl1'c,ltrn vino' l'Nssàlàto amro.voi'acale, e val ota r è' per e5so la qoaoWà dj oss-aia to Ga.lcico f he ·vie;nsi a predpi:ìare tao-, lo n~l ('o n <\, qu.aoto 'oell'alt rt), ,e f;i1;0c-.{laca 6 00.e,. e des-omerne la ,Hff,.,_ren2,a . Ma,qu·eslo m!?,t~clo gi,ì .•\a Mi çjcq1·d 1t,o p1;ecedt;n~ lP.!l1\' Ule (v. Sez. n :,'c.i p. IV., ArL 2°:·'r1,g. JOS) ,può ~iova re ij6 pi1ù,a'}Ìo'sc.opo.cf/ s-li\ bilir.e, e 1'ic.onòslere I;. boooa qo.,lifà, e
for-
l'età d·el l'arlqua.
VJDO,
che ooa la sua a_dulterazi'one pet me1,1,o de1l ·
I
-
3'9i
Se non che qui s!affac-cia una difficoltà, che vuolsi rlisART. 5° sip:are per norma d-egli e., ()lo ralori, L'acqua ag~iunta al Dal vin Oadttlterato co!l'ale.o ole. vino potr~ebb'essere di quelle c~he si chiamanoselenitose, AllO'rchè un vino è debole, ha pooa forza, o è poco conlen~nli mollo gesso, ed allr-e sos.lanze calcari, il cbe spiritoso, usano i fabbricalo ri e negozianti di aggiungere p,orterehbe una differenza. in più, qoanlo ai sali calcari àl medesimo ·uua certa qnantilà ct!àlcoolo, o d'acqua.vile; medesimi che già si trovano r:alu ralmenle contenuti nel vino. la qual~ agiiu11ta però viene fatta noo solo collo scopo ' di dargH quèlla forr, a, e quello spirito che gli man ca, o Una lale difficoltà sarà pt•rò f.s ci lmenle vinla in ln!U que' casi, nei quali si potrà ollenere un campione-li po che è insufficiente, ma h~n anco per renderlo acconcio ad esser~ lrasportaLo lontano, o a navigare. I 'francesi del vino dichiarato da mellere a confronto 'col sospellò, c~iaruano questa addizione alcoolica col nome di tJinage; giacchè si dèlel'mioerebhe per tal mtldo la quantità· di adùizione tol!erata in f'raocla daJla pubblica Ammìnislraquelli e di allri sali in esso con lenuli, e se ne farebbe con' zione in ragione del % p. 0/0 di alcoole ; proporzione fronto con c1uolli esistenti in quesl'ullimo. però ordi11ariaruenlr. olfrP.passata; ciò che tende ii vino Del reslo, per ·conoscere la quaqlilà d'acqua aggiunl.t soverchiamcntr, aJ-coolizzalo. (s·ernpre su po,,lo che si abbia un campi one di vino )PQt1esta adullcra2io1ie è anche basala sopra una errogitlimo dispunibile pel ronfr,onlo), 001 crediamo chu J}l)S!la nea opinione. ]\folli r.rerl1>rro che ,tggiuf!genùo alcpol ad giovare il niel()clo insegnato da llraudc. che è il 'st1guente. vino. debba incorporarvisi alla guisa ::t~;,.sa lii quelÌo cbe Ad otto volumi ,h·I vino caduto in sospelln :;i ,1ggju11ga. un vòllllued'nna ~/Jluziooe 11cqu\)~a satura cli sotlo-ac:et:ito vi è nalural~<rnle ~011ln11ul.o. Raspail a qu~sio proposito dice che Sfl dentro nna bolle e,.mleueot'e tre eUolitri di di pi ombo. Una t11le aggiun ta ha per i~r.opo di togliere al viuo la mal eria coloranle ·0 l'acido libero per mez:t.o diJlla vino sì introducono 60 liLri rl'alcoole. e poscia si dividà il vino àl ·oo!iu. lo in lrl' zone eguali, 1? si 1•samini separadeeomposiziorie del·salt.' p•ombi ..:o iolroùotto. -l ::f:1Lli si lamel)te una porzione del 1•ino s\ei,;1,0 Lollo io ciascuna vede forruare 11el vino un prrcipitalo denso Pd in!ioluhik delle tre zone, $i irovcrà che, nella zona di meiio vi ba che va al fo nrln, Deii,,i però aver cura cli ;1-gibr ben bene il miscuglio, onde- dct_erm inare rùap:gi ormenLe la molto più alcoole che non ne!la superiore, e nell'infeìiore i il che <limoslr,\ l'rneguale distribuziot1e nella massa cornhinazione. Fatto qnesto si filtra il liquiclo per carlA. vinosa dell'akoole 11ggiur'llo. S1 rilengono necessa1:ii, due Nel liquore fillralo, che cosa sì d_ovrà lrovaro41 f.'alanni, perchè l'incorporazione di queslo possa essere coole llel vino, piit l'étcq11~ sùa propri,1, più urla parte del sale di hioru bo , purchè questo non vi 'si sia messo in ccrompiuia. Ma anche quanclo questa siasi' olte-ou\a1 bisogna. rilener-0 pn massima che un vino alcooli1.zato in c~e~so; in questo casQ una porzione rimarrebbe i11decomposla . siffatto modo nou r,tle, sollo il rapporto igienico, il piil Che cosa ,1dunque cl()yremo fan1 aP.l liqnit! o oUnnuto dnhole 'f ino, purcbè legittimo, e la differenza è subito colla fillraiiotie? Separare innan1.i lutto l'alcool dall'acavv<'rlila dallo slorunco. Tmper occhè la mucosa gaslrica qua; il che sarà Caci lo, aggiungt>udo al liquido l'Les~o assorbendo vreslb l'acqua del vino cosi r1drrl t.crato, ripoco a ppco ~e! soUn-carbooato potassico puro e b~n manelibero l'àlcc·ole s!ato aggiu11lo, il 'luale produr.e. sulla secco, e conlinuanilo ad aggi ung1•rnP fino a cho s1 vede mucosa slcssa qo<.ìilu impressione ml.'desima. c.he vi farebh<" l'alcool rdlific,110; in fatti si pro,·auo hen Iosto l'ultimo frammenll> del sale ah-alino rimanere indis-ciollo. Queslo sale lanlo igroscopi co s'impad11onisce immediatabruciori /;> ardr,r1 a! ve ntricolo, massime nelle parte r,,orrispon<len~e ali'ep:gaslriGo. monlc di tulla racqua clte ~i ti·ora nel liquido; e l'alcoole riroaue isolalo, e, come più leggit)ro. sta sopr,1lo sciolto Se non che l'ag~iun la clcJLilcool al v,no è poi real~alino. Se rcr u11n siffalla ricerca si ;iùoperi un tubo gramente uua adullerazior~ ? L'alcvnle 11011 è forse il preciduaLo, con scala di1,faa ìn 200 gradi. possfa mo collà sola puo ile' ~noi cornpo1wnli? Noi) è desso il regolat-0re, il misnratore t!E-lla sua forzai ~oi non esiliamo a rispondere oculare ispezione vèdere la quantità dell'alcoolc ctinleche uua tale aggì1111la costituisce una vera ad.ullcra_~ione. mtto in on dalo volurne, o peso <lei vi no rs1,loratb, s~Cho se non può non ritenersi lale quella dell'acqua, gnaodo sull a scala i dae numeri che limitano lo spazro ocqnanlnnmw si a pur qucsla uno dei conYpot1enli nor-1Hali cupalo dalla zona <l-ell ,tlc(,vli: galleg_gillll!<:> SOj)r,: Li sodel vino, dee o~ualmentct dtenersi quella ùell'alcoole. lmluzione del sale alca1iuo. peroccbè la diffetenzii 111J1l riguarda che lo scopo . I-nfalti Brande a questo proposi!() assicura, cl1e-'<lopo oumèrosc u~I primo caso. cio:! anacquaHJo il 1•ino, di due di-verse pr0\'0 da Jui i!.C tÌ tt\ilC >tl\'f,1 l ro-porzjoni dìV~"S(' d' alcoo't 'bevande: :,Ì u 1;1,t u 0uu1porne un ,t sota, 011de aume ntarne e tl'a,cqua mci scolali i11.si<u.n Q, oods, stahilir1J lc1 dose del l,a qua.nLilà, a scapito della forza i !: nel se:;ondo caso, alsale potassico necessario a salurare Lolla l'acqua conte cooliz1.a11do il vino, si mira pure a fare di duè .<l iverse beva1ide una sola, pcJOo curando In qoanlilà, cercando in nuta nel mis<1ugli o, trovò, ohe quando l'alcoole non vi ò rece di mascherare la qualiLà, aurueulandonr, la forza, o mescolalo a men o del •I 6 p. Ozo, t che la parte colorante cla11idogli .quella ~he gli manca. Ora e nell'un caso e ueled acida del vino venne separata col miizzo del sa le di l'allro vi ha pur sempre miscuglio cli due diverse b-evaiHle; ·piombo, I.a quanlilà necessaria ùe l :;otto carbonato potasciò c~e appuo.lo c.o.sliluisce l'c,dullernzione; tn<'nlre,_acciò sio-o, secco, e puro oon può essere minore dell' 1 p. 0/0, che quesla non siavi, bisogna obo si faccia la miscela che è a <lire di un a parlé ·pet ogni c·enlo d' acqua \che si con bevande dell'eguale nalt1ra; e però tra vini e vini, trova nel viuo ;_o sia vi questa nalura1rnenle conten uta, o L~a acque ecl acque, tra alcooli ed alcooli di diverso grndo, siavi stata aggiùnta. forza, prove.nieoi~, notrà for marsi miscuglio lecilo,,e an,.
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tbe lodevole, ma non mai fra acqua e vioo ed alco0le, fra alcoole ed ac9ua. Non è però difficile lo scuoprire siffalla adulleraziQ,.oe, mnssime se falla di recenle. Noi ce ne pos,i a.mo accorgere di botto fiutando il vino alcool.\zialo, t:l1e lascia sentire più o meno l'odore caralleri·~tico dell'acquavi(e; e se ne gilLiamo una por1,ione sul fu.oco, vediamu aeceodersi in parte, e mandare Gamma cerulea; ci ò che prova la nwsr.olanza falla, perchè in lai caso brucia appunto l'alcoole aggi onlo; nulla di tallo questo accade, ove sul fuoco si getti vino puro. Ma anqora m~:glio potremo assicurarcene ricorrendo alla distillazio ne. Imperocchè, !l}ellendòne oua parte entro storta dj' vetro, si Vl'drà. che prima chi! il calore arrivi a strigare l'alcool conleoul-0 naturalmente nel vino, si eleve ranno vapori alcoolici provenienti da quello che venne aggi un lo al mPd t>s imo, il quale non vi ess~ odo incorporato. immed esimato come l'altro, richiede minore le'b'1peralura per convertirsi. in va pore. [.a prova può anche riuscire, e più conviocenle··ancora, facendo evapo~ rare il vin o sospello enlro capsuJa di porcellana, e lenendo sopra quesl'ultima un:i piccola lucerna a diversi lucignoli, ad olio, arc<'~i. A misu-ra cbe- l'aiionc del calore farà i;lrigare i vapori dell'alcoole aggiunt o lii vino, a misura che si andranno sollevando. incontrand o la fiamma cloi lucignoli. si accenderanno, e la fiamma stèssa allora assumerà il colore an urrognolo della· combustion e dell'alcoo lc ; qoPslo fenomeno, trattandosi di vino poro, non può a,·ere lu.ogo che dorante, o dopo incominciala )a ebullizione ; nel vino alcoolizzato ba luogo molJo prima della ebullizion.e.
zuccaro bianco finam en le polverizzalo, e un quarto di oocia di sale da cucina. rid ollo pure in fina po.lvere; si mescolino ben bene lassieme, e si gellino io un ruezzo litro éli vino Jegillimo e puro. Si meli.a il miscugli.o sul fueyc~, e con dolce calore, si procuri di ottenere la per.:. folla soluzione delle due sostanze stato introdotte n-el vino. Ottenuto questo, e slaodo sempre il liquido sul fuoco, vi si aggiuuga un ollavo d'oncia di tintura àlcoolica di balsamo di Copaive, e si agili sempre il miscuglio fin o a lanlo che abbia nrquistalo un coloro nerasl ro.l'allo questo lo si ritira dal fuoco, e s.i diluisce con alquanta ' acqua distillata. Raffreddalo intieramente che sia q·uesto miscugliO', vi si versa dentro· una porzione del vino so spello, il quale, quando realm ente conLe11ga r!Plla calce, si ved rà subito destare effPrvescenza appen.i venga a con tallo col miscuglio or delto; e quando la effervesc.enza sii\ Cl!Ssala, si vedrà la calce raccogliersi poco a poco e compa·rfre galleggiante sulla massa; liqui~a. Che se si fosse commessa l'adullora1.ione invece o colla potassa o colla soda, l'inganno dei sensi sarebbe molto più facile. Im µerocr hè quanto al gu:-to si accosterebbe assai ( quello del vino naturalP, e quaulo al colore apparirebbe vivace e carico, qoanh,rnque sollo quest'ultimo rapporto potess'essere a ~pese della limpidezza. s,e non che qualora si sia ecccd ulp alq uanto nella proporzione di qoesli alc_ali, può ac:cadere facilmente che il sapore.del vino adultrralo tenga molto a quello ingratissimo drl sale amaro. e che contin ua,,do a beverne si senlano poi bruciori di stomaco, dolo ri di inle!'lini, e si svolgano flalu· lenze acide, nausee. inappetenza. (Continua)
ARTICOLO 6<> - --
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Del vitw adulterato con sostanze alcalit1e .
Non pochi fahbricalo ri e venditori cli vin i, volendo spacriarne di quP.lli che ront rass.ero 'il gusto acido, per togliere> ai medesimi l'acidi tà sogliono introdurvi una certa quanlilà di ralre in polvere, ovvero di calce id rata Non è d,1 dubitare chi• ques ta non sia uoa adulterazione. I medici poi sanuo, che un vino alcali11i1.zalo·coll·a calc'e fini sci) per produ rre dolori, 1Ju1liori, irrila1.ioni va'rie all o slomaco, ed agli intestini. Noi possia mo però facilmente svelare qu<>sta frode. Ba,tano ta\vofla porhe gocci<> di acido ossalico versale nel vino sospello. Si vede allora fc,rmar!\i una nubecola, o strisci e bi anchiccie, le qua!i poco a poco ingrossando vann o poi a depositarsi nel fondo. Questo dPposito ·o· precipi tato 11 an è altro che ossalato di ca lce, form atasi appunto a spese della calce libera iotrodolla nel vino e dell'acido ossalico adoperalo per iscuoprirla. L' ossalato· d'am moniaca può servire ugualmente . Egli è vero, come già VPdemmo, che una piccola quanlllà cii tartrato di ta_lcP- lrovand.osi conU'nola nal.uralm ente nel viJ10, potrebhe .ques.lo e$~e re d'ecom po~to dall'acido qssalicu, e tra~formarsi ugualrnt>nle in o;;salalo calcico, ancorchè si tralla~se di vino pu ro. Ma in questo caso sa rebbe~ lanlo piccolc1 la quantità dC' ll'ossalato, che quasi si dirt'bbe impercellihile, mentre:- nel vi110 àdulleralo colla calce sarebbe copiosi ~simo , Si p1,trPbbe n"l caso se>goire anche il m-P.lodo di Wieglt:b, chi! ·I! il sl'goen le : Si prendano pncie sei di
DULLE'l'Tl ~O UFFI.ZIALE
Per Reali Decreti in clat!t de11i 4 andante mese: 1° li Medico Aggiunto pel solo tempo <lei la guerra, signor Dottore Giulio Fla1•er, addetto allo Spedale Militare Divisionario di 'l'orioo, comandarn presso l'Ambulanza de.Jla 5° Di visione dell'armala attiva, è ·stato dispensato dal servizio per volontaria demissil)ne~ a far tempo dal gi'orno. suddetto, colla fac~ltà di vestire la divìsa del proprio grado. 2° Il sig. 1'Ia11zi Dottore Baldassare, da Pavia, già Medico di Batlaglione nell 'esercito austriaco, è stato nominato Medico Aggi unto effettivo nel Corpo Sanitario Militare, colla paga 'e vantaggi per tale
grado stabili.li' dalla Legge I 7 marzo 1856 e Regio Decrc1to 15 ottobre llllimo, a far tempo dal giorno· 16 del p. p. novembre. Il .D ir ettore Doli. Cav. ARELLA Medico Div. 11 Vice Oireltore rcs p<•ns. Dotl. MA.NTEJ..Ll Med. di Re!l'g.
'l'ip.Sobalpina di
FUNCl!S CO
Zon1s-ViaAlfi~riN.~.f..
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t 2 Dicembre. 4 859
N. 50.
Ai\~o vn.
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GIOllNALE DI IIWDICINt\ IH~ITAIIE' DEL CORPO SANITA.IUO DEl,1/AR!f!'rA SARDA
Il
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L'associ'azio.ne non si riceve che per un a nno e comiocìa col I O <li geno. Si pOhblico n!ll Limedi di r.ins(lhotltrna sellimaua. Il p_rAzzo,d'_associaziooe i o Torino è di L. 10. lo r rovincia· od all!Estoro, fra!?trd rii pos111 C.. .1 I. Si,r~~g:,ì'pcr s:t,nN;tri n1il.icip'a'li.
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l" Ooll. cav. CO RTESE : Consid erazionf Pralicbo so11o Perite ,;'arma da fuocu.:- 2° Prof. FRBSCRI: Dell'alimen!azfon e del sold11tc•. Risposta al Progr,amma dì Concòrso al Premiò 1\iBERl. - 3° Bollttlino uffiziale.
Sll .1(111 ,uuo . -
CONSIDERAZIONI PRATJCHE !ittite Fc1•it(, •I' a~·,aua tla fuoco osservate nell'\i~ tima guerra
Dal Cav.
F'RANCESCO CORTESE
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O~s. 30. - Un giovane soldato dl buona cosliluzionc ebbe a S. Martino rollo un avambraccio da una palla. Il l'imedio sovrbno usa:lo in quel1lr cura fu il cataplasma Juollilivo continuato per be'n due mesi collo scop-o dì f.ar cessare la tumidezza cooseguè'nle ,agli spa ndimenti avve1 rin!i. Qulil bfa c'cio, itllo'rchè! lo' vidi, era triplo della ·su~ otdinaria cir'conferenzo., coi\ uòà piaga rapprt!sentà ntc iI1 foro cli enlr:ita, larga come In pafma di uria mano. fungosa. moli-e e tlosèla. t 'amore al ca(aplasma n,·pva fallo fra1~sciare !Jgni mézzo coritenlivo della fra t111ra. Si è du rrq11" pruscrillo sul\ilo il calaplasm;1 artollalo hn melodò di' òl'.edièaz:itrn'e asci uùo· .e Sl',mpl\oe, ;ioplièato -un a),paTe,cc1hì:i 'dl°,da'i'td{lq·tipa'rJ1i!d~dto e tenuto tn po?iiioné1 p·e r v.nif gi:<1rni. Comiu c!lò1 a farsi un callo n1olle, clie :;i fot'llOcò a· puco a poco; la pÌaga con linuo a stringersi fin o n ridursi ad una p'ia}5_uc-cia nièessòria alla eliminazione di lre sche!tgif'. dopo l'uscila flellf! quali si /> • formala la cicat rice. ' Non è il s6lo1esem plo clrn p'o.lr.ei ri feri re <li. quesl11 ,pe1
oir.. ma par.ep,d;iì e poco divelsi.: 011dr. è èOlWflnfrn!I· ~ridare coolro l'abuso di s\ fo llo presidio chirurgico. ii quale ò d'allroude u11 ottimo emolliente Sù llO le li>11sioni flogi(Conlintm:., fl', N. 4'1, 4.3, ,i4, 45, 46, 47, 48 r, 4!;) slìrhe, cfrcui non v'è malato che in làle periodo non ~.rnla 1:onforlo e benPiicio. i\fo cessala quella Censinne, strlwnCataplasmi, Bq.gni caldi.- Amussal prec.011iz1.a le irrigalrala l'i nfiltrazione, per cosi di re, pass iva, è pr'udente iioni di acqua lepida come le più consenlanee allo scopo aslcners-ene . Qui ndi dagli aolori anche mll rlernì n audf.ns. Scriv·e, Leg,ouvesl. ò se Mi tace affatto,. o ~t· ne, parla con di quello lo _siano i cataplasmi. Questo metodo non ha nulla di nuovo, e risale per lo meno a Zellen de Zellemaperta rjpro\'azion e. borg, a Kern, a Watlman, la di cui clinica bo veclolo uniSalasso. - Da quanlo ho espresso sul le condizioni ficamente servita da questo mezzo di medicazione. Nel pesiche del soldato, apparirà chja-ro quale sia il mio senliriodQ òella tensione flogistica, e quando si voglia prornenlo intorno all' uso del salasso in gene rale, r. più particolarmenle nella guerra presente. È ch iaro che_l'indimuovere· il dtslacco delle esr.are, questo rimedio semplice cazion'i, d'un tale presidio nrndico non :;.i desume che òai può essere commendalo; anzi nelle membra superiori può flssere éo.n vantaggio applìcato sotto form tt dr bagno ad sintomi tlogi~tieì, che si associ'avo ai' lavori pr~pa;al9ri'i delh1 n11 LQ.ra, nel r.aso di ~ravi fori'te . nel quale è de(lti'immr:rsione, purcliè usalo parcamente, e ad ore interponato ad ammansarli () ad evìlarue gli ecc-es~i. _Bisogna lale. Come le cose che sono buo1:w. por 1100 sladio d'una pt'rlanlo che qorslo pPricolo di esaltamento eccessivo malaUia. anche questo è inutile. e forse dannoso neg.li allri: dannoso peTcbè rende. flosci i tessuti, genera bavodella vilalilà sia evidente, àllrimenli il salasso si effe tluerebhe a solo ~copo preventivo. Allora es~o può !)on si là nelle piaghe, r. rilnrda il processo di vegelazio-ne. Ciò ohe dico rispetto ai bagni tepid i. lo ripelo più esp!Ì sollaoto fallire il suo scppo, ma può e.sser,: veramente noci'vò; può Ùbbal.lcr·e ue' ~uoi' p.rimorJii la forze· della cilamenté pei cataplasmi ~j linsemo, .lli ; pane e làlle, . di pan di èruschello con olio, ecc. Ho vedulo qualcuno abuOlllt1ra, e ·renderle insu lJìcien li alle future elabò'tàiiooi plastiche. sare di questo mezzo di medicazi one per lungo'spazio di Lempo , e cos1 rilardare stranamente il restauro dei tesDi'ce '!lou.x: cc On ne pourra jamais fdire qu' une phie suti, mantenendoli in uno staio di abbeveramento e di , u d'arnie"'à fe u ne donne pas lieu à 1'1nflao1mi\tion : et s'il fl oscezza veramente compassiòn·e'V·oli. P iaghe coperte da li était possible d'arriver à ce résulLat., il faudrait ,bien c1uesti catapl~smi continuali a sproposito; si vedono .aìv:ee< se' garder de' lè chcrcher, ca.r l'i0Jlam01.alion est un nire fungos.e, bavose, a bo11di r-oves.ci, dihtlàle ,e pas'siva« mo~e n ile gùérìsoo è.lon'Lse serl la natu re» (p. 2o, I. V). mente tumescenti . ' ' 'VeJ'peau dichi ara esplicilamenle. ohe. già da lµogo
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tempo non impiega più ì salassi a titolo di medicazi.one preventiva nei feriti ed operali, o li consiglia appena i'n cerLi casi come mezzo curativo (p. 85). Baguior, Malgaigne, Baudens, Scriv.e, Legouvesl sono d~I qied~simo avviso. lo, nella già lunga m.i~ pr~,lic;a.... non ,,i ebbi mai ricorso nelle amputazioni per malattie chi rurgiche, e li ho creduli e veduti danuosi q~asi dappertuUo nei casi della guerra attuale, non sollanlo:come mezzo preYentivo, ma molto più sollo il processo di reazione, li lavoro flogist ico oh e succede ad una grave ferila e ad una amputazione, ò un conato della ilalura per eliminare prodoLli morbosi, parlirelle macerate e inelLe a servir.e a materiale di plastica, indi per versare io quelle località un mat,l:lriale nuovo , elaboralo, e capace di ricomporre i tessuti guasti , corrolli, morlifìcali, che sono stati allont.anali nel primo periodo <li questo processo. In massima questa Oogosi non è mai es(lgerata, lranne in qualche caso eccezionale, nelle, ferite d'arma da fuoco, ma. noi fu certo nei ferili da me osservali; spesso anzi fu inferiore al bisogno .. e nccessìtosa cii aiuti lonici per elevarsì al g rado di riuseire benefica. Chiunque fn un salasso non richiesto dalla natura, e per varw limo~e d11111a infiaromai}one' possi bile1 sente il polso (arsi freque11te, piii teso, con tumullo circolatorio. Dominalo dal fantasma Jlogistieo, vede in queste apparenze una nuova necessità di salassare , e cosi procede fincM il polso si fa basso, ma rapid o, con balliti ondulanti anzicbè marcatì,e quanoo ipera aver do mata la fl ogosi, ha compromessa la vita. Ciò è detto io gene rale nelle malallie mediche. ma neHe chirurgi che del·gcu.cre di cui ci occupiomo il ~alassare, non sollant9 con ahboodam,a, ma s\ anche poco ~d il sproposito. e<! il tenere (per egual conseguenza di principii) l'aml1lalato a gran òiela, farà cerlo mutare io breve la cra:,i del pus poscia asciugare le piaghe e subentrare una febbri ciat,o(a a polso rislrello e rrequenle; farà si che la faccia divenga pallida 1.1 terrea, l' uroore (risto ed abbattuto, la nutrizione rapidan1enle manche, ole. e che si metta in iscena 1.I primo appuratQ rlel1'1nfeziooe purulcnla . L'organismo dominato dapprima da una forz a espansiva , e quasi di rebbesi centrifuga. m,rnta ndo di dementi per cousuruarne gli effelli, s'arresta O\•' suoi travagli, e, abbisognando di maleriaH per sostenersi, pompa nei proprii lessuli gli umori destinati per so fferta metamorfosi rel)rèssiva· alla eliminazione, si guasta e corrompe . Una volta incominciato questo triste lavoro, è gran problema se si arriva mai più ad arrestarlo. Quésta ripqivazi one del salasso no n è cr.rlamente esplici_\a, e del Lullo e$closira, pe rchè poss.ono esservi ,lei casi di fl ogosi cosi grare, da richiede.re l'uso dei sotlra~n.ti. Loccbè significa che nella sua applicazione, nelle ferite d'arma da fu oco, vuolsi essere gnarclin ghi e misur<)ti . Dieta. - Nelle ferite d'arma da fuoco in ballaglia è un argomenlo curativo-anche la diela. Guardando a quei casi .as!rallameote, e pensando ai futuri moli flog_istici; pensando vieppiù alle condizioni dell'organismo dopo le grandi chirurgicJie operazioni in soggelli d'altro.ode robusti é giovani, il primo giudizio sarebbe quello d' inculcare una die~a severa, continuala. almeno per lµHo il primo. periodo delle reazioni. Pure nelle ferile anzi.dette il ragionamento oon corrisponde alla sperienza. Ogni
39i,.,.;.
vo.lta che tin ferito grave si presenta all'ambulanza, e the ha sostenuto le· fati che di tlD'a battaglia, colle privazioni di vitto , cbe sono ordinarie ; che n'è ritornalo con una importante le~ione che scosse il suo -sistemo uervoso gen~rale, 1:1n primo b1sogn6 ch'ei sente è di qu alche alimento , o di q'!alche col>a clrn lo rianimi. Se fosse·, subito lasciai< in riposo e continualo a medicar<', correrebbe forse le fasi di una ferita acciden lale comune; ma se deve sostenere un'operazione importante, ed essere sunito tra?\ocato, o ~,e; (erilo od amputalo.. lo sarà più tardi, cioè uno o più gior~i do po, cer~o allorchè giung,:r all'ospedale mostra evidente il bii:ogoo di soccorsi dietl"lici, non esagerati, ma sostanzi osi Ques~o bisogno pro.gredisce ancora più sQlto il processo d1>1le suppt\razìoo'i. Noi siam.o stati tt>slimoni de( beneficio che apporla va ai fcrili che. giu,ngevano i11 Aléssaodria, una buona zuppa ed un po' di vino, 11 00 soltanto somministrati al momento dell'arrivo, ma ripcl,uti anche nei dl su.c·cessivi. (Cotilinua)
PAU'l'E Sl~CONDA
DELL' ALlllENTAZIUNf~ lrnL ~OLDATO Jl.lSPOST.4
DEL PROFESSORE FRESCHI
al Progtamma di Concotso al Prerriio RIBERYpubblicalo i l 26 ottobre del 1857 dalla Commissione · aggi1tdicatr·ice nella Gazzetta Ufficiale del RegnfJ del 25 novembre 1857, N° 279. " . ... ... , .. Iii:t~it, eempel·quo lioebit.' ,, Sig nal,um prl!,scnte nota pro<luoero nomen.,. Horat. De Arte p od .
(Contit1t1a!lione, vedi N. 49 e anleeedenti). t=
Per isvelare questa sofisticazione si deve prendere una data quantità del vino sospcllo, e farla lentam.en\e evaporirre in capsula di porcellana fino a secchezza. Il residuo otlenùto si sciolga in alcoole a 36°' e fa solu zione alcoolica si fa ccia nuovamente evaporare ; il residuo avuto da quest,1t secouda tw11porazione si ridisciolga io acqua d!slill_ala e si filLr.i. ,Il liqnido til lrato, crislallizzando~i, sarà acetato potassico, prora evidente della ~ommessa ad ulterazione, essendo il prodollo della combinazione avvenula fra l'acido 3CCliCO -del YillO, e la po~assa stata aggi un ta. Egli è, poi da notare che per qnista addiii~ne di sostanze alcàline. la coolraua l\Cidità, non si toglie, nè si arresla nei vi'ni; essa o rimane lai quale, o coolinoa a progred ire ; ~olamenle viene por qualche terop9 correlta o mascherata. Si potrebbe anc.he, nel caso, adoltar<, il metodo proposto· da Orfila. il quale consiste nel fat evaporare lentamente, fino a secchezza, una parte del vino sospetto; trallare il residuo secco con alcoole a 36°, scaldando per.ò leggerll'.1~~te la soluzionç, onde l'alcool possa sciQgliere tulio l'acetato potassico formatosi colla adullera-
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V!lrii sono i mezzi che abQiamQ per iscuoprire-l'inlrozibne commessa nel vino; fiHrare quindi lo sc.ioHo alcoodu2i;one del.l'allum,, nei vini. Un r:oe.~zo ~eropfice Q quello lico, che presenterà un color gi·aHo-rossigno; dividere il di lrallare UD<l porzione del vino so,;pell,o colJ'idralo di liquido filtralo in due parti, nna delle quali, Lralt~la col calce, il quale, se vj abbia all ume, impedisce la forma· cloruro platioico, darà un colore giallo-pagliarioo. se zione dei cristalli di tarlraLo calcare, i quali all'incontro potassa vi s11 rà realmente, mentre l'altra parte del liquido uoo mancano di formarsi o in meno, o i li capo ùi 2-i ore, stesso si farà evaporare fino a secchezza, lraltan~o poi il se. si lralli di vino l'egiltim o e. puro (2). Ponendo ir1 iln residuo seoç_o con una piccola quantità di aoìdo solbicchierino di cristallo umt piccola porzi o1'lc di vino soforico, il qual-e, decomponendo losio l'acetato potassico. spetto. e slillandovi dentro alcune goc,·ir di do-ruro dì farà svolgere vapori d'acido acetico libero. riconoscibìli hàrio, se vi ~a allume, si ,·odrà form ,lTe u11 N pioso depoal !oro odore caralf Prislico, e si combinerà colla potassa silo, che è il solfalo baritico, per la doppia dec-omposizione rimasta libera, formando il solfato. dell'allume è del cloruro bai itico (3). Si può anche proSarebbe oltenibiie il roedesiq::io scopo, anche aggiuncedere altrimenti, èiòè scolorire il vin.e sospetlo col éloro gendo a dirittura i11 pi_ccola quantità l'acido solforico al od anche col carbone animale previamente lavàlo col"ino sospetto. lo Lai caso, falla l' addizione dell'acido, si l'aciùo cloridrico, fillrare il liqu.idu, e iJ liq uore filtralo pesa una certa quaolilà del vino.stesso, e si fa lenlameole fare evaporare in capsule di vetro o di platino, fin o alla evaporare. li residuo secco olleouto, si lava o si scioglie diminuzione di U!) terzo del liquido ~tesso; . s.ciogliere in acqua distillata, si filtra, e si fa di nuovo çvaporare; il prodotto di questa evapora zio oe nell'acqua di· quindi l'acido acetico, come il roeno affine, rimane . libero, t> il , stillata e filtrare nuov.amente. Su qocst' ulLimo prodoUo solfato potassico si ottiene in cristalli più o meno regolari. della filtrazi one si sperimenteranno prima i reall1vi acidi, Anche il cloruro calcico può a. questo uopo giovare; quindi gli alcalini. Per mezzo dei primi o uon si ollerrà ess.o, i ntrodollo che sia nel vino sospelto,subilo si sdoppia, preci pitato, ciò dip~;1dendo poi alcuno, o piccolissimo .si deèòmpòne. e mentre la calce libera precipita al fond o, anche uai diversi' fìcidi spcrimerìlati . Coi secondi Mi ot.!l cloro s'impadrònis'cè su]lilo della potassa per fQrmare il terremo un copioso precipitato bianco, se impiegheremo clorùro; e quella par[e d'acetato potassico, che si,fosse poo ammoniaca o poLassa; lo'" slesso effetto produrranno il turo formare, essendo meno solubile, intorbiderà, sul prinnitralo d'argento e il clonno barico, come noi stessi abcipio, alquanto il liquido ; ma cpoi precipilerà essa pure, biamo verificalo io alcune perizie,che ci vennero delegate-. gvvero si incrosterà a guisa cli ,slalaUite.intorno alle pareli Nel medesimo intendimento che l'allum e, viene anche del vaso, ogni qmilv.olla ~i farà lenta.mente evaporare il diversi fabbricatori introdoUo nel vinò il gesso o solda vino per colai guisa adu1tex:élto. • fato calcare, in Francia (nelle provincie meridionali), in AUTICOLO 7° lspagna e in Sicilia sono comunissimi i vini più o meno gessati che si mettono in cornmercio . Ordinariamente Del vino- aditlteratu cou sa(i alcali-lii. però non si dà jl gé.so ,:be ai vini deboli, ai .meno spiri.Bene spesso per ravvisare il colore, rialzare il gusto, tosi, o cbe co ntrassero odo11e di muffa; ma n(}l1 m,1i ai togliere le vischiosità dei vini, usaoo i fabb ri catori di vini forti , generosi, di uo gusto fino e prelibato. i11Lrodun·i o dell'al!ume (solfalo d'alomioa e di potassa), La qui:ilione del gessa1uento dei vini è slata portata o del gesso (solfato di calce), o del ,,aie e.la cocina (clonel 1856 innaoii ai Tribonali di Fra ncia, oncia fosse deruro di sodio); inlroduzioni, se non permesse dalla legge, ciso so qnosla operazrone costituisce, o 110n, una aùolle\oller,1le, •:ilrneno le, due prime, ìn 'Francia, ·ove sono corazione nel senso_tiella legge, e desse quindi luogo ad nosciute sollo il nome di alumi.ge- e di vlat,·age <les vi11s, una bevanda insalubri!; e gli accusali vennero àssolli, massime nello scopo di rendere i vini alti ai trasporti .ma allri Tribunali li condannarono. per ,ia di mare o di terra. Noi norr t!SiLiamo però dal , Vuolsi avvertire però, che- nel piì1 dri <:asi si gessano rilene-rle per vere adultoraiioni (·I). ! vini onde ravvivarne iI colore, il che si ottiene perchè una parie del solfalo calcico p<)ssa allo stato di solfito, (1) Noi non .ig noriamo 1:bes in Francia atlnalmeote si dibaUe che modera la ferment,11.ion e, e fa in modi>, che l'alcoole L1 quislfooe se il gessameoto dei vini coslitnisca, o non, ooa non disciolga. tulla quanta la materia colorantt, che risol.ìsticazione da dover-si reprimere e punire. Ciò deriva dallo siede, corue già vedemmo. nelle pellicole degli acioi delavere tlinrai Tribanali considerati i vini gessali come oociTi al,la salute, mentre quelli di l'lfoulpf:llier li r He nnoro come innocui, e il gesso c~sere un buon consel'yatora ,lei vini. l:e opinioni dei chimici i più distinti sono varie e conlraddiHorie1 molti stanno per la adollera'lione; altri la negano aJ (}Ostnllo. Noi stiamo per la sofisticazione, e qofodi.credi amQ un vino gessato, a luogo andare, nocèvol e alla salul;i !lei consornatori, per la ragitlOe che a èerli ~ali t;,l)rine.ipii natumtmeote contenuti nei vi ni si sostituiscono irnli dì versi, .o (\slrnoci o soperfllii alla loro composfaioye. E pot' vero, iotroduceu.cfo, come s'osa in Fl'ancia, io Sicilia, il gessi\ nel mosto d'uva. nella proporzione cJi 1 o :2 chilogrammi p.e r og ni ellolilro, si determina uoa reazione completa di questo sale sul bi-tartrato potassico contenuto nel .QlOsto e nel vino; q uesto sale uaturalmenle si sdoppia, come si sdoppia il solfato calcico; ne dori-va 'quindi formazione di solfato potaasìco eh.e si sostituisce arbi-tarlrato, e l':!!c'ido tar 1ar1co io parte combinasi all11 calce e.forma del larlrato, mentro u~'al!ra parte rimane lilJera; dunque il gessamento déi vini
prod.uce: 10 Scomparsa dd bi ·tar trato <li potassa io gr:Jn parte o ~nelle tutto; 2° Soslilozione_dal salç _de 'duob«s, ostia eoirato potassico; 30 Produzhloe <li tarlralo di ,,alce, o d'acido làrtri colibèro. Ora, con qa2sla produzione e so&lito:iione di uo sale all'altro, s1 potrà dire d i aver e a neo, aoo buono e li:gitlimo vino? ('2) Questo è il melc>do ius.egnalo da Ber:lu<l, li qµ(l;le.fa osSjlrv,are cbo basi.a all'uopo ona piccolissima 4ué)ulilà ~iacqu Rdi calce; nel, !866, avendo dovuto esaminare oua ce_r,fa~quaolità cli vino sospetto per adullera:r.ione tioll'allaroo, sihhiamo pot uto assicurarci della verìlà di questo crilerio. {3) Qnaodo per l~ _pronta t"eazione del clor uro barico si ba no pr.ecipitato copioso,. fioccoso, immediato, iosolabilo. noll'acido azolico e ·clori.çl.rico, si deve ,proceùcro immediatamente ali~ ri cerca doll'rllumioa, secondo 11 0.00 e l'altro dèhneJodi iodJéati negli autc,ri di e:hirnlc.a \ecnologic11, .fra i qqaU metodi quello di Lassaigoe è uno dei più facili e più si<:uri.
l'uv,a. Si aggiunga pòi an che che ìl solfalo calcico, dLmiouend'o ta quanlilit d'aC'qlla contcnula oormalme.nlè n!'l fi nò, meli e in ma~).{iQre evidenza l 'a lc:oo.Lt>. e qui ndj re111l,, più ~p1 rilosu il vino. Con tullo questo q.oa~i tutti gl'igie11isti. fra i quali il LHvy. non C!Silano dal dichiarare insalubri sifl'aLli vioi. mas:;imc per le troppe ('I). Così è parin11·nl1 dclht inlrod uziont• del sale marino nello :;co-po cli l1Jglien• la lorbiùezza ai vini. Bene spcsa'o~ dur,,nh• un a lu11ga 1111vigazionC'. spillandosi clandestinamente vino 1lalln bolli imbarcale. a diminuire il vuoto clie pr.odornno queste 1'ipe lu!c soll1:a1.io11i ,., si rimedia còl ~ill;ire nolle" bolli mecltJsime una certa quaot1là di acqua di mal'e : ciò nbe r(;)nde ,icuramenlc insal ubre il vino, milssime :;e si l·Onlin ,: i a hev ern c in copi\\. 1 rJJelòcli indic.1ti pc:c· isvelart! le• aduflerazioni de\ vi./\i per mt!Zzo d()Jl11 ~nsta111.q atcali110 s.ervono pur,e ,a meHçre \n chiaro qu<•ltci eh ,. $i pos~o.no ~om.meLL«~r.e <:o.o $à)1 alcalini. A11TICl.lt O
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IJel tJivo ad11lterato con sali 111etallioi, Non sono rari .i casi di ad ul teraziu.ne d,ci v1r11 per mezzo lii diversi sali m~tallici, di piombo cioè, di rame e e di ferro pri11cipalmentc; adnllerazioni per.ò talvolla anche involo11tade, in quan lef che dipendenli da nngligenza. o da nessuna. ca11l11la nel far u~o di utensili e recipienli formali di questi mel-al li. sia nel fabbricare. che nel co nservarr. i \lini. L'adulle,·azione meno pericolosa è quella che p uò derivare da un sale fe rroso. Egli è !lerò fodubi labile, ,~be lenendo a luogo i vi11i a contaLto col fern,. «> inlroducendo in essi qualche sale ahase ferrosa, si fi11ìsce col roularne le loro quali là sapide, p-ur oui si rendono meno salubri . Noi polrt!mo per altro facilmente assicurarci del fatto , espon endo una porziooe. del vino sospetto all'aria libera; ~e ferro vi sarà dentro, lo _si ve- · drà poro a poco rend er~i torbido, formar.si un Jeposi lo nero, .o ~curo al fondo d1J I rnuipienlc; allora sì pecanla,.~i fa evaporare e si r,alci11a il residuo sncco oLlenuto; .egli è ue),le ceneri di questo che si lro verà l'qssi,do fo.eo.so ...Del ;resto vi ha. la., I.in tura di 11.oce dr g,1!.la cho è·i\ .reaWv9 per eccellenza . Chè l'acid o gallico si impadronisce-subilo d.ell'ossido di l'erro, ~ for01a un ga llato clte precipi.la io nefo, o in rosso scuro, :wiluppa ndo un odore d'iocbios.lr(?. (t) li Ministi·o della ga ena iu l11·ancia, messo iu giusta diffidenza dalla g,mcrale rif)rovaiiouo doi ì\le«lici soprattotto,militari, per qn«'sti vini gessali. clomandava ullimameulc .il)'Accademia: I. A q )elle époqne d11 lu 1•ioi6calioo a-t-on iecoor.s ao pla-
tral!e?
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• 2. 1Ja!l$ qllelle proporlioo? 3. Quoll1: t>sl la quanlilé approximalivc do sulpbate do chaux qae oello opéralioo ajoulé 1iu vin ?
Quelle r,ropriélé lni communiqo,:•t-elle ? Qoello en est l'influence sui· la salob1·ilé do vin ? 6. Quelle serait pour l'expertise des réceptions le, mòyen le plos cxpéditi(de coostaler 1,1 proporlìqn de solphate de cha'ux dans le vin 1 No,i ignoriamo lo 11isposte·d.Jto a tulle qot~ste saviis5iine domau<le: sappiamo ·però ohe- dopo venoaro in varii ,dipal'limenti confiscate considerf.lvoli quantl(à di vini sofisticali ci>lPallome, ò denunciati ai Tvìbu·nali comp~teuli,. quantonque la qui11tìono di ·insalubrità, o non, dì vin i sitfalli uo11 iÙà ·àoèora ·stata decisa in moclp as11oluto tl gene~ole. 4.
5.
(ili ossidi e i clive_rsi sali di piombo danno luogo a più pericolose adullcrazio11i, in quanto che si tratLa ·ai sostanze tulle venl' fi che pi ù o meno. Nel passato era.n" però mollo più frequeuli che oggi non sieno. e i vfoj adulterali colla biacca, col litargirio, col minio, collo zuccaro di saturno, erano spacciali su quasi tulli i mercati d'Europa con tale impudenza, che alla perfìne si do\·eLle ricorrere a lef(gi penali s<werissid1f) per farle cessare. Generalmenle ~li ossidi e il carbonalo sì inlroducevano durante la fermenlazio, w, come oggi pure si uirn da illcuni, qua11do quesln si scorge troppo accelèraJa, onde rallentarla. Se 0011 che i vini siffattamenle alterali )1ann.o un color~ poco . slahil 1•. son ù pi1.1Uoslo cbia~i, e mutano facilm ente di $qpor~. ! Si pµò per altro facilm enlo ,;velare questa frode. Basta f l'~r ,allraversarn ,il vino s·ospeLLo da ona corrente di gaJ. 1 sblfldo- !drico1 ovver.o aggiunger.veJo in is,lato ai dissol.ul zione, Sè vi ,1bbii1 piombo rèalme11te, questo acido cìetermìnerà i111m11dialame11te uu pr~1..lpitalo fiocosò nera! slro. che è il sol furo di l}Ìombo insolubi·le. il q_uale anrlrà: al fo11po. llac.collo questo precipitato su lìltro di c~rta Joseph, lo si ta seccare , e quindi inr.l'nerire uniLamcnLe al filtro. La cenere ottenuta si trai.la con acido azuticò debole I:\ bollente, quindi si fa evaporare fi no a secchezza; il rimasto residuo si sciogliP. i 11 acqua d1slillata, e li¼, soluzione si tratta coi reattivi proprii del piombo, che sono i seguenti: ~° Coll'acido solforico, ébe, essendovi piombo, darà un precipitalo bianco; 2° colla potassa, che essendovi piombo, i darà uo precipitalo biMco; 3° coll'ammouiaca, che, essendovi piombo , dilrà un prooi p1Lalo bianco; ii-0 col ioduro potassico, che, essendovi piomb\l, darà un precipitato giallo-doralo; 5° col crorna,lo potassico. che, esseodovi j piombò, darà un precipitato giallo-araocialo; 6° cogli j idrosolfati alcalini. cbe, esse ndovi pi ombo, daranno un prccipilaio uero; 7° con una, lamina. di ,zinco immersavi, ché , essendovi piombo, dara un precipilalo di paglfelte brillé)Dli cli piombo metallico. · ~\a_o per ignoranza, o, pe,r negll'genza, o àncbe, pe{ éolpa, può.il vino essore adttlleralo 01rn diversi preparati di ram;e; adult.erazione, la qualè, per consegu,mza. può esse.re e involonl ada e volontaria La involonl1Lria i1du l1era1.ion e av viene tulle !,? vò!Le eh~ si ,nel.la in n•cipìo11:i di rame ,I mosto d'u\'a a fer-· me~ lare. o che andlo iI vino fallo vi si lrovi lungamente a contali(). La \'Òlonlnria auultt razione può essere còm, messa o a quei,lo modo. oppure collo introdurre nel vino 1 qualche sale o preparaln <li r.~uie che sia solohile. Nell'uno e nell'àllro caso il vinn non potrà a meno di ·contrarre: quahlà non solo nocive, mn hc:11 anco venefiche. Non è però difficile lo svelare chimicamente una siffalla adullerazione. Ilaslerà fare evaporare lenlame~ie fih I L · d I no a secc ezza una t a a quao\ilà i vioo, incenerire i residuo solido ottenuto, e lll ceneri LraLLare coa aci.!o azotico bollente; quindi far,• nuovamente eva porare•la solm,ione acida ,fino a secchezza; e il residuo della evaporazi~n9 1:i~isciogliere in acqua distill(ita, co,oe già iodil · b r c~.mmo Re. p1om o, ,a soluzion e. acquO'sa oLtenula dovrà ,e~si re. ~ssagg:iala coi rt'altivi propr-ii del time,. e co~·1·; 1·0• i;:on r;iano.-ferruro-p.ol,ìssiqo, il ciuale, esse'nct:oVi
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rame, darà un preci pilalo marrone-scuro; 2° .Con#carbonalo potassico, il quale, essendovi rame, darà un. prncipilalo azzurro -chiaro ; 3° Colla potassa caustica. la quale, essend ovi ralì\e, (larà un precipitalo celeste; 4• çoll'ammoniaca in ecc,~sso, la quale, essendovi raìne, darà nn precipillllo aiiurro ; 5° Coll'acido solfori co, e sulfori alcalini, i quali. css1:ndovi rama, daranno .un precipitalo nero; 6° Coll'aisenilo polas!.\ico, il quale, essendovi rame. darà un precipitalo verde; 7° Coll' immersione di una lamina di ferro o zinco. il quale, essendovi rame, darà 110a maccliia d, rame. Ainrcow 9°
Del
,,i110
11,<l11Uen1,to
0011
altre dive1·sc sostan1ç,
Si adullrrano i vi11i anche c,illç z.µc;~aro, collv iQlfo • ·È aulica I'11san·t11 Msolforvre i vini, i:;peeiahriente 1·pianchi; ond'è clic molli orocfono 11011 .cC\mmèllersi aduhera:zione o sofislica1.ion o inlrod11ceodovi una certa q,uàr}lilà di zolfo nello scopo tli migliorarne le quaÌilà. L'o.1>inione, che rilitrne l'azione dello zolfo rnlrorlotto nei vini pc.r af(allo innocua alla salul1i, si appoggr:t pTincipalménte sul Callo che si possono prendere inleroame11te dosi cospicue di qu~sto corpo sernplir.e. senu patirne mole~lia alcuoa. I tedeschi però, i quali scrissero più degli altri sui vini solforali li rilengono insalubri e nocivi. Feilerigo Hoffmann. Wepfer e Zimmermann ne condannano l'uso. Ora quale sarà fra le discrepao li opinioni di quesli autori, e di allri che li ritengono innocenli, quella che dovremo ,:;cguire come la. più vera? Qui noi dobbiamo fare alcune dislio_iiooi. . È "arie, il modo che si o,a por solforare i vini nello scopo di miglioradL Molti usano di bruciare u1Ia cerla quantità di iolfo entro la bolle, prima di mnttcrvi il vino; questa solforazione ha generalmente p.cr iscopo di spo gliar~ il Jeg110 della boll e di qulll mal odore o di muffa o <li aséi uLLo , coulrallo ùal mellesimo per essere.stato il'recipiente ·lungo ,tempo tenuto vuoto, e a ,con tallo qu'in:di dell'aria. Orli, in r.he si risolve la comb11stio11e oper.!ta in questo mode,.? Nella ronuazion o dell'acido ipo-solforoso, o so.lfòroso . il !tua.le potendo e-.surn ·alimentalo dal c@corso dell'aria ossidandù!-t maggiormente. per la grande su·a affinità col l'ossigeno, polrà anche couverlirsi in aciiio ipo- ·solfotico, e solforico. li clrn :.i verificherò. in di,;crsn gi'aàò. lanlo che si bruci zolfo in pani. n in carte o cen'Ci inlo nacaLi di zolfo, o che lo si faccia bollirn insìen,c al ,mosto <l'uYa: sarà sempre cioè uno 1ir.i <Jaallro acidi dalì daJl'o zolfo che \ 1•r-rà inlrorlollo nel vino pi'r mei'.7.o di siffalla combus~ione. È ciò appunlo che costiluirà. mai sempre u~a v~ra adullerr11.ionc. ~ l n ogni moùo, volendoci as~icurare se zolfo (ealmente vi sia sLa.to inlrodollo, non avremo clte a prendere un ben pulìto cucchiaio d'argento, cm,pito di>I vi no ,sospeao, e poi riscaldai lo ::ili.a fiamma cli una lampada ad _alcoole. oppure anche a quE>IIR di una cand':',la, o méll'erl9 sui carboni acce.si, e te~erve!o lin!) a che il vi,l):O sia tqUo evaporalo,, che.iè, a.dire. l1no a 1~eccuirz1,a, AJ)o,ra o.s.sérv:a.ndo il fondo ,del cucchiaio, se il ,vino ena real'r:neote so lforato , vi troveremo 11ua màcchia scù'ra ' o riera, e .con div.er:1i.aro01L
Si può anche lrauare una porz.inne del nno SO;$pe~\9 con ak1~Q!l ~occio di acelalo di piombo. Se. vi .s arà ,.9lfo, vedra~.si allora il colore del ,;ino farsi µiù scuro. e ru_oHo più se sarà slalo solforalo er,ces:,i ,amente. Ora nulla di lullo qucslo si osst>rva nel vino legillimo, non &olforato. li cloruro òi bario essendo poi il reaLUvo per eccellenza onde scuoprire I solfuri, i solfali e l'acido solforico. farà conoscere col copioso precipilal(> del solfa to, barìlico insolubile la commP.ssa ad ulterazione. · Lassaigne poi , onde vedere se· in un vino ef.ista. o aGido solforoso, o solforko, consiglia d1 immergere due pez.2i eguali di carla~l'un o nal vino puro. l'altro nel vino solforalo, e di farl i poi di;;seccarn amenduc. ·osaminando !e macchie l11sciale Nel caso di 11 jno 1111ro la macchia rhnasta sulla caria sarà viol" n"a, ma la caria non' ~,µ parira nè raggrinzala, 11è friabile. Nel caso invece del vino ·$'di forato., la carta presenterà un colore rosa-òrlensia, e sara friabiliss..ima and1e frP.~andoh leg,,.crmente. Noi abbiamo messo 0 ' ' . alla prova questo ,:rilerio diffnrc~nzìale o lo ahbiàmo Lr<ivalo esattissimo. Alcuni fabbril'alori di vini poi, per voler dare-a que.sti una u,,ta più bel la, piu vivac.-, oppure le élpQare.nze dei vini vecchi ' li. coloriscono collo i uccaro ahhrustolito. È ' qoesla uua vera adullcrazione. Volendosi as~icarare se la Li11ta sia naturale, oppurè provenienle da zucc,;lro caramcllizzato, si fa una soluzion e di hì-clorum di mercurio (sublimalo corrosi\·o) nell'acqua clislillata. Se H vino sarà legillimoJ introducendovi alcune goccie <!i questa soluzione, e abbandonal-0 a sè per varie ore, nun muterà Ji colore, n~. darà precipitato alcuno . i\la se circa dopo due ore si vedrà in fondo al vaso un precipitalo bruno carico, si dovrà concludere che la tinta non è naturale. Final menlc la. mescolanza o introduz·ione in qualmique ruo<lo fall.l di µ,i.i nle, o soslanie aromaLiche divers.e aei vini, onde rialzarnP, o variarne, o modificarne. il guslo. o l'aroma CO!li dello, cosli luisce plll'e una aduiL,:r.aziùne. Quindi i l'iu.i che furono 11romaltzzati più o merio còl rofano, 'colla galanga (Mai·cin.ta oalan~t", L.)., .col cardam,omo1 col macis. e con .di verse ·altrn sostan·ze, dév.onsi an noverare nella categoria dei vini adulterali, o sh, che la sostanz,1 aromatica fosse aggiunta ,11 mosto, ò'uv.a, opv ura intro<lolta nell<1 bolle prima d, mellervi il vino, o mesr,olata a Jiril.lt!ra a 4ueslo , Non sono çodesle adull~razioni cosi pericolose o temibili, c.ome. quelli3 çhc ab'b.iamo vedute commettersi con sostanze mineraij ; ma :,;0110 µur se,npre ilJulterazioni, nè s.emprc hmocae alla salute. Non è difficile però lo scuoprirle . Baster~ fare evaporare lenlanieole uua parLc del vi1rn -.ospello fino a secchezza. oppure anchr• ~olo a consistenza u'estraUo. Il residuo ·olido che s1 ollerrà dalla c1·apoi:azione ~aràJJ1ollo più abbon<la1.1lc di quello eh,• sì polrà rica,•are da un vi1JQ puro ; il :;,1pore µoi, e l'odore che dar-à il re~iduo stesso Iàrauno facilmeotc conoscere lu qualità .dell'aroma aggi unto,
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Al\TfCO l,O
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l)el vino mislo e dc/111 artificiale.
Chinmanò vinò mislo l'adulterazione di un 1•'i1H colla mìscela d~alti'e be:va nd,~ fermentale non viuose. lm~~rçcchè, la mcscolf,u1z.a ,lj uo vi iio debole con .uno più alcoo,'
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lico, di uno a colore chiaro con altro a lint.a più carica, di uoo a gusto alquanto più acidello con allro di sapore o dolce, o sliplico, non può mai cosliluire una aoulterazione neI senso per noi assegnalo a questa parola, Ma la c9sa mula esser:i~ialmente d'aspetto, quando al vino si mescoli o il succo fermentati> delle mele, cioè il sidro, o gue11o delle pere (7)()iréé dei francesi) . o quellò delle ci}ìegie {Kirsch). l roperocchè ·quanlUi1que io queste bevande fermeniale si contenga pure ,hill'alcoole . ciò nullameno la quanti là è mollo inferiore a quella che si troverebbe in una eguale misura d1 •ino legilliroo; del quale poi pèr effello di tali miscele si alterano le quali-là sapide s u e proprse, e sì modifica notevolmente la forza . Una però delle più colpevoli adultorazion1 è quella cou cui si spacr.ia per \'ero vinQ un li quido artificialmente composto, nel quaJe 1100 entrò \llomo di succo d'uva. Generalmenle questi vi1li'arti6ciali non sono altro che u1rn mistura in varitl proporzioni di alcool, di acqua, 'di creIDOr tartaro, e di materie colora11Li. Talvolta si preodooo vini mollo scadt•nli, e si tingono con sostanze coloranti, si alcoolizzano nlquanlo, e si aromatizzano no poco ; e iu questo caso entrano. bene ~i vede, nella categoria dei rini arlullerati; ma non sono quelli cl~e <'hiamiamo artificiali. .Fini1lm1• nte si adopera il sugo di alcune piante che .si fa ferincrHare: e eh.e poi si colorisce, e si spaccia oome vino, d'u va; in quesli miscugli si lrova. tal voila 'dàl 9 al 40, e fin o ali' 1't p. 010 d'alcoole; con tullo quéslo sono sempre tutt' altro che vini. Onde mettere a ·nudo queste varie adulterazioni, precipuo scopo dell'analizzalore dee essere quello di isolare lo materia coloranle che dà la Linta o.I preteso \rioo. lm~ -perocchè potenJo arrivare a conoscere ,che questa non è quella dell' involucro dell'acido d'uva, si tiene già nellfl mani la prova maggiore della aò ullerazionc . Generalmente la matèria colorante dell'uva smnro1nislra u1\a linta, e.be dà piu n-el rosso chiaro, che nell'oscuro ; facciamo però eccezione nel caso tli uva colla che Ji aggi unga al moslo; e che rende più carico il c-0lore del vin<1 che se ne ricna. Chi vuole Colorire artifi cialmente uo liquido onde farlo passare per vino, non ricorre ai colori minerali, troppo fac ili a scuoprìrsi, e troppo pericolosi ne' loro effetti ;·ma bensi ai succhi di certe piante, r:ome sarP.bbero, p. e., le bacche del sarnboco(Sambucus arborea), del mirtillo (l'acci11i11m m111·tillus), <li berberi (Berhel'is vu.laaris), di ciliegie, ecc. Possono però servire a:llo scopo medesimo le rose rosse, i fiori di malva, iJ Jegno d'India, o campeccio· (Hmmatoxyl<m campechianmn), quello del Brasile (Cmsalpina brasiliensi:;, il sandalo _rosso (Pterocarpus scmtalin11s), la radice di Alcanna spuria (A11chu.sa ti11c/oria), la robbia'{Ru.bia ti11ctormn), non che le bacche d'ebulo (Samb1icus eb1,lus), il ligustro di barbabietole, le mf>re, il girasole. o laccamuffa (C1·otot1 ti11ctorit11n), e laote altre che per brevità intralasciamo. 'l'ulli i vini coloriti ·con que1,le diverse materie danno colla evaporazione un residuo solido, il quale, e per quant ità e per colore, e per sqpore, diverliifica sèmp,r'e aa quello che danno i vini puri, Una 'soluzio"ne •'tli allume ch e si introduca in una porzione dei medesimi vi produce
subito un precipitalo assai più abboodaole che non ìn quesli ultimi. Se noo che le differeozt! di colore nei vini, inùipeAdentemente dai reattivi chimici, posson~ essere dolermina'te ricorrendo al colorimetro di Collard,eau, che suppotiiamo non sqonosciulo ai medici mililari. Che se si vogliooo poi o impiegare, o preferire· i reattivi chitnici, non si dovrà dimcnlìéare l'avvertenza, cb_e, abbisognando lo scolor"aTXiento .del vir10 sospello, per ottenerlo il più skuro mezzo sarà se.ropre il cloro, preferibile quindi al carhone animale. massime dovendo cercare od ossidi o sali metallici. Che se non si credesse s ufficieote I~ prova 1lt'l1'allume, or sopra ricordata, potrebhesi ancbe imp1ogarl' u na soluiione di solto-oatbonato potassico. Ako oc goccie di quesLa, stillale nel misçuglio vinoso sospeLto, vi deterruìnr ranno un precipitalo di colore rosso-azzurro, quando la Li ola d,el miscuglio fosse realmente ar\i ficial e; questo preoipitato non .si arrà, tratlandosi di un vino naturale e puro (4). Finalmente per meJtere a nudo lulle e singole quesle colorazioni artificiali dei vini, polrassi utilmente impiegare il metodo insegoaLo da Orfila, e che noi abfiiamo veduto riuscire a buon pro. Questo metodo coosisle nel trattare il vino sospetto con una soluzione di allume e di proto e bicloruro di stagno in proporzioni de\erminal~, onde colla deco111posizi C1 ne di questi Ire sali far precipi:lare lulta qu anta la ll}.at~ria colura.nle del vino, alla qua/e materia co111bi.naodòsi o i loro acidi, o radicali, o l e basi loro, nascono ~oi precipitati di' diver6o colore.
CAPO V. Delle altern:iioni e adidter flZioni di altre bevande fermer.tate.
Avendo oella Seziooe ~ a mosfrato, che non e il Yino solamente queJla bevanda fermenta la, cbe più utile e conveniente può credersi alla alimeotazìone d_el soldato, noi dobbiamo ora esaminare le alterazioni e adulteraziònì di quelÌe altro, che si possono sostituire al vino, e i.cui caratteri fisici e chimici vennero ivi riferiti . Le bevande fermentale che, oltre al vioo, possono più convenire al soldalo,-furono da noi ristrette a due. cioè, alla birra e al sidro, e le alcool iche IP. abbiamo comprese in una sola specie: l'acqua vi te. Rimane ora a studiare le alterazioni e adulleraziooi elle si possono commettere in ordine alle nne e alle altre, onde i ruedici militari sieno messi in avvertenza contro le colpeTo(i fr-0di che. Ili possono commettere,pu_r~ per questa par~e, e a d.etrhnento i-ernpre della saluJe del sollialo. ( I ) J,a reazio ne detlJl ..po!assa sciolla per scuoprire la colorazione artificiale deì vini voooe sperimen tala sino dal 182'7 eia Ch evallie1· (pad r e.) sopra divorsi vini artcfaltf, o vini legittimi compal'afivamente, ed ha pot uto constatare essere questo alca li on eccellente reattivo per questa bisogna. Cbè, ove il vino sia oatorale1 quest'alcali non vi determina alcun precipi\atC1, ma rimane in solnzio,ne, nel yino sles~o. la coi linta
però ra,esso variare d,alrosso al vordo-bottiglia o al verde-senro, con qualche differenza però, tratta o.dosi di vino 'molto ·vecchio. Ma se il
vino sia !llato colorito arlìficialmenle, si banno subito
precipitati abbondanlì dl on colore che virria'dal ross·o-violaceo al violaceo più o meno scuro; al rosso spiegato, o ~l giàllo (V. Cbevallier ,
Dictionnairt de, altd'r.a1ion1, etc., t. si, p. 603).
un precipitalo rosso-bruno, che confermerà ognora più la prc.,enza del rame nel liquido esplorato. Che, se vi avrà <1<'1 piombo, invece di sciogli~re la Ant(COt.O 1• cenere del residuo ollen ulo colla ernporazione nell'acido azotico, si scioglierà o nell'acido solfori'co, o ,nel solfato Delfo altern: ioni e ad11lten1,1,io11i della, bfr,:11,. sodico previamenla prepara·to. Allora si vedrà formare La birra, sopr,,Uu llo uell~ calda stagioue, è soggella un precipilalo bianco al fo ndo del recipien.Le, che non a rarie aHt!razioni. le quali lalvolLa si manifestano con sarà che solfalo di piombo iosolabile; si avrà invece on una rapidilà. singolare; imperoccbè essa o inacidisçe, o precipitalo giallo, se si Lrallcrà fa soluzione o coll' iQdiventa putrida, o s'intorbida fortemente, ciò che in_ uo doro potassico. o col cromalo di potassa, percliè e. nelcaso e ncll'allro la rende imbevibile. Bene spesso le birre l' uno, e nell'altro caso si determinerà la formazione del torbide cli.c si spacciano non dipendono tanlo dall'inioduro piorubico , o del cromalo òi piombo, il cui colore fluenza della stagione, qua11tc dalla mala loro prep_a;_aè giallo. ~ione, non esst>~dosi potuto ollmtere una compiuta c.hiaLe adolleraz1oni volontar,e, che si possono commettere nella preparazione della birra. si riducono generalmente rificazioi:ic. In lulli •1ucsti casi boo si ved<• ,· che le spon,tanee aq una ~ola ; ,,cl sosliluirti cioè al luppolo, che è l'ing_reallera1.ioni cli giffalla bov-and11 dipendono da ona fèrdienle il più cosloso, diverse alLre sostanze di minor meuta.ziono o mal regolata, o oltrepassata, o stala in cpslo, e pe11ciò di minore e bt> o ùivers a: forza. Si, hanno qualunque modo interrol.la, turbata, o trop'po prec\pitàla . . .e$empì numero!.i di queste cQl,pevoli sostilu,ziop i' cbe s.i. Allr~ alterazioni per lo più aecidenlali , e di·wrnilen~i o fanno su larga sc,,la !telle h.irre,che si CabbJ'icano in Indalla ignoranza, o clalla negligenza dei fabbricatòri, sono ghilterra, in Fran<:ia l'I in Allemag11a, dove a-1 lso,Ppolo, che dovute all'azione millelica del ram\\ e del piombo. come o non s'impiega, o solo in dose insuffic;ientissimi!, :iurquelli cho allo stato o di oi,sidi, ù di sali, si mescolano rogano bene sptlsso 1t~ radici abbrustolì Le di ci corea, di non rade volle alla birra, dipendenleme1.1le ,dall'uso di genziana lulea, del tigli o, oppure Leste di papaYeri , succo caldaie, di recipienti e vasi di versi, nei quali o si prepa-ra. di liquirizia, coccola di Levante, pepe di Spagna, chio{ji o si conserva, o si spaccia al pubblico questa bevanda; di garo foui ecc., ~cc. Si narrano inche esempi di aduln si appunto cos lrui li con quesli me!alli , senza guarenterazioni commesse colla noc.e vomica polverizzata, colla tigia di stagno. o di altro corpo iolermedio eh~ impedifava igna.iiana (che conleogooo i veleni ler.i:ibili della sca il contaUo dell a birra coi melalli or dell1; i.mper ocstricnina e brucina} e colla coloquiolide. ebè è <l imostralo oggi dalle ricerche e i perienze apposiNotiamo che una gran parle di quesle piaule, messe a tamen te ìsliluite dal Chevalli er e dal Payeo, che una birra macerare in grande quanlilà di birra, sfuggono a1Je più qualunque, conleneudo pur sempre fra i sooi comp·onenti soLLili ricerche della chimica, percbè il principio amaro, una certa qua.n lilà d'acido acetico lib.ero, queslo intacca o aromatico, cbe abbondano; colla lenta maperazione, e \entamenle il ram e e il piombo. i quali, ossidandosi poco suddivisibile in grande massa di liquido, in proporzioni a poco, servono poi di balie ad acetati o sollo-acetati . 1 infinitesimali , non si lascia cogliere dai. reattivi chimici. sali assolulam(}nle venefi ci, e che anche in piccola q'uan Ma o:ve questi non arrivano. vi arriva facilmente il semtilà non possono a meno di dare alla birra gualilà. asso- 1 plice gusto , chè i conoscitori ùi birre sanno subilo avlulap1entc nocive. lnfalli, e Payen e Poinsot hanno con verlira il guslo diverso , piil o meno ingrato, o disomo~tata'Lo, che vasi, lubi e recipienti osali dai venditori di geneo scnfprf), compMativamen'le a quello della bu.ooa hirra, formali con lega di l>~agno, e piombo, ma nella birra, fatta col solo MOllli\ del luppolo, ,e.sclusa o_goi altra proporzione di 82 a 90 pel primo , e di ·18 a 4Ope'l se- • eslral_lea sost\111ia. c.ondo, erano facilm ente intaccali dall'acido déllà birra E lia:;terebbe, nel c,\so , questo folto s.olo, P# far c~non solo, ma. nnche dal vino bianco e dal" sidro, messi a dere in discredito. e rovinare ben anco una fabbrica, la conlallo colle loro superficie. Ond e si ved~ che la slaqualC! vol esse continuare in cosi colpevoli adulterazioni. gnalura delle caldaie rii ram<! dehb'es!(cre cur~ta ,soro · Aggiungasi poi al gusto disomogeneo la natura degli ma,nenle. e cho il piombo vuolJ ssere assolutamen te e.ffelli più o meno nocivi alla salute che ne patirebbero i escluso dalla fabl>ricazion c di altri vasi o ru bi neceiìsarii cou:.umalori. lt11perocchè le birre per lai modo ~dulteo alla consen•azione. o alla vendila di questa .bevanda, i rale riescen do amarissi me comtl quelle cb_e si falsificano, quali , nel caso. dovran no essere di puro stagno. p. es., colle foglie e colla cotleccia del bosso, sono anche Onde scuoprire la prcsr.nzà degl'indic.,ti 03si di, o· sali purgalive e <lcbi:ilaoli. Quanto alle ad-ullcrazioni poi coJla metall ici, non si ha cbe da prendere una data porzione noce vofn ica, noi non le crediamo nè cosi facili , uè mollo dj birra sospetta, farla leolameule evaporate fino a conprobabili, quanlunquc non manchino gl i esempì. In ogni sis1en1,a d'estratto, quindi incenerire il residuo solido ottenuto, sciogliere la ceMre in acido azolfco àllungato. modo, avendosi fondalo sospello di ciò , oon si' dov~à far Se nella soluzione acida si lrornrà ciol ran:ie, non taral!ro, cbe far lentamente evaporare fino a ~nnsistenza derà a manifestarsi una tinta anurrognola, conseguenza d'estratto una porzion e cieli~ birr-a sespe\ta; sciogliere· del nitrato di rame, che si sarà per tal modo formalo; quindi il residuo solido òtlenuLo' in alcoole a 36°; e la alla quale l_inta si vedrà divenire più carica colla agcoqlica soluzione sotloroeLlere alla P,rou dei reattivi progi1rnLa .dell'ammo1.liaoa, che da~à: .luogo ~lla .formazfone prii a.scuòprire la slricoina e la brùcina, che ooi· Sl,lppo:dell'ammoniuro· di rame. Fina'lmente trattando la ·solun}~mo non s·c~noscioL\ i3\ ni;e~jci militati. · ' 1.ione stessa col cianuro giallo-potassicoi sl deterr;ninerà Noi divideremo impertanto in Lre separati arLicoli quanto riguarda cos1 difficile e vasto argomento.
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- 100 in questo modo prende un colore neraalto, quando apche non co11te,nga che 11100 di estratto amaro, e un colorè bruno-sporco, quando non ne contenga che r12~00. Oltrecciò la quantità e la quç1.li là del rosiduo sì)J,ido, li i-Idro è bt•vand'a faci l'rn fl nle soggetla ad inacidire. Ciò che lasciano le .acqu ,ivite per tal guisa adolterale (allora accade pii1 ·li ,sovente nell,t vendita al min•ulo, ·quairlo· i chil- si ;;ollopougo no illla1 evaporaiìone lcnla tino a secbarili nri qoali ~i con$erv a, non ·si lengaoo sempre pieni, chezza), sono per modo diverse .da quelle che. priiseolò ma si sia obbligali di leva rne piocnle pori ioni pèr la ven- , il residuo sLesso .delle acquavite legillime, che non puJila app unto ai consumatori. Onde avviene che a misura esservi luogo· a clubbio lmperocchè qu este ullime lascia no p~chissimo o nulla di residuò, e il sapore di queche il barile si rn vuotando. e che s'impief;ano molli ste.è insignificante, e l'acido solfori-co,.a vece di produrvi giorni a vuotarlo. il residuo sid ro acquisht $empre più unl.l linta scura, o nera, co11;1e nel caso più sopra co11tiu gustti acido. conseguenza dell'~zione dt>ll' aria. lemplal1,. ,;i fa nasc(m• una tinta h'iancaslra . • L'uso tìfo{5ametìle c6nliriualo'iii un sidro MMo·'è sicuChe s e l'.t.cqu~vite .$i sos pe!las:ie inquinata cnn sali o ramente nocivo alla salute d1>i soldati. ma:.,:1ime in camsoslanz.e meLall,che, o minerali, allora, faUo twaporare pagna, dòrn vedemmo riesci re insalobrr a lungo actdare lenlamenl~ l'alcool. dovrebbesi nei rimanente lìcruido la stessa acqua acid ulala pèr ispegnere la sete; meglio acquoso cercare la sostanza minerale inlro,' Ila. Jn lal caso si far ebbe evaporare il liquid o s\esso tino a sectornando l' uso dell'acqua alcoolizzala C(1 0 un pocn d'accheiza, lraltare il resid uo coll'a'.cido nitrico, fare lentaquavite. mt'nle evaporare lo sèiolto acido, ,e il residuo solido Ollracciò il sidro può alterar-$i lan1o da imputridire; o~lenulll ridisciogliere in acqua ,di&lill ata; avuta la s,d\u. putridità, la quale si verifìca ogoi qual volta le materie Z1<'ne acqùosa, ·si tlovranno, su cweslo, sperimentfl.re i azotate in esso conli>nule entrano 'in fe rmentazione: Lo diversi .reattivi indicali dalla scienzn per iscuoprire osstesso colore è variabile. 11 mula brne spesso; il che- avsidi e sali metallici o minerali, e che nhbiamo descritti pnrlandu dei vini adullerati. (Co11tinua) viene appunto nella pir.cola vendita, o ~par.cio di questa bevanda, ùielrn il concorso dell'aria cbe si l.rova oell'inlerno del barile, e la quale agendo -sul resi duo gjdro ne iolaèca la. Jl)a l~ria colora r1le {per una ossidaz·ione maggiure die richiede la fe rmentazione acida promossa dall'aria stessa) per guisa da renderlo imbevibile e ributIn seguho a favorevole esito dell'esame sostenuto tante, giaochè diveola oscuro per modo da sPmbrare in avanti apposila Commissione dai soldati Veterinarii chiostro. e Veterinarji borghesi iofradescritli, S. M., per DeSi ·possono oommellere adulterazion i, o l'alsìficazioui creto Jìrmato in udienza di ieri, si è degnat.a nomianche nel sidro, come quando vi' si introducono calce, narli a Veterinarii in 2° nell'Eserc.ilo, coll a paga e biacca, crnMi, Htàrgirio, crnla, ed altre materia mi nerali I coi vantaggi stabil iti dai Il. Décr eti ·del 25 marzo onde•rialza me il gu~lo, correggerne le vischi osi Là, to'gliere 1 1852, e 't5 ottobre 1859, a fàr tempo dal 113 vol Jlacidez,za, o chiarificarlo perchè lorbjdo. E-~li è però ·fagente me·e. cile scuoprire siffatte falsificaziohi; noi non dohbtanrn far altro rbe applicl\re ai singoli casi special! quei melodi di -o CORPO ...o analisi chi miche. che abbiamo indi.cali pt>i vini adu\Lerali CASATO B NOllE a cui ::e
ART.~· Delle ulte,.azioni, e delle falsifìcMiù11i Jet sidro.
i\l\'flCO t,O_3° Alt.e1'<v.ioni, e (IX]ultm•azioni dell'acquavite.
Le acqua vile che si spacciano fl'él commercir, so-no uon rad e volle adullerale, perchè volendosi rimediare al~a de bole loro forza alcoolica, si cerca di sosltluirle un gu~Lo mordace, acre, irritante fa uci e gola, che faccia le veci di quel sapore. caldo, pic('ante, franco, ~be hii J'acguavite ~i ~oona 9palilà.. Tale C<_>lp_evol,e scopo si p1ggiu1l'ge o:dioariamr,nle p~r mezzo d, diverse pi ante, o sostanze acide, caus~1Qli<l, introdolle ,n piccole cfosì n·ell'acquavil~, .quali sono, p. es., il pepe. il pimento. lo slramon io, il piretro. il ginepro ed allre. Non ~_però difficib di svelare simili adulte razioni. Due mezii fra i più semplici e facili noi possiamo adottare. L'uno ronsisle nel fare lenlamenle evaporare. l'acquavite sospella. L'alcool evaporando i>iù presto Jell'é\cqua, il liquido resi~ uo deve ne01issariamenle presentare p_i'ù spiegati i c:nall_e rj di una solnzi~ne acquosa, il sa p·iire della quàlè sàrà tanto più acre e tanto più irritante, qu~uto maggiore sarà slala la dose Mila sosla111.a caustica, Pslraoea, staia aggiuola. l 'altro mezzo sta nello adoperare l'acido solforico concen~ralo e puro. Si prende un dalo çoJuroe di ~equa~ vile sospetta, e si mescola ad un volume eguale d'acido. Fa llo il mi.scuglio, ~i ved.e queslo liguidoassuroer .una linla Lan lo più ca.rjca ~({?scura, f,J,U.&nl.~ m~ggiQ,~e.s?rà ~ta},a Ja dose delle malene mlrodoUe . l n'falti l'acquavite lrallala
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,1' 01•enr;o S. Natale
2. Filippa Secondo
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,Corazzieri cli Geo0va Cavall el?gie ri d'Aosta • di Lodi id . tlì Saluzz.o id . id. tli i\l ilano 2° Reg. Arli:51if'ria campale Cavalleggieri di Nol'arà id. d'Alessandria ·I \I Reg, A.rliglieria campale Cavalleggieri di .Monlebello Corazzieri di Piemonte icl. òi Savoia Cor po del T re no d' Armata
J. B azzardi Gael. 1. Calcat,er1·a Ce:;. o. Ricci N1éola 6. Cawiglia, Gio . .Oall. 7. De-SO-w.e sta•i G. A. 8. llolundo Fei:d. 9. OD~fati Dcfend. ~ O. Diana A. Felice 11. tuo-Pesch i Carlo· 1i. Gcron a zza GaeL il 3. IHctton Auguslo ,t,i.. CillI'll'.C~f Clero .. id. \ 15. 1'Iieello ..e · l go. - ~0 Reg.Arliglieria campale, 46. 1'J a.-i~a µ o Giac. - Treno d'Armata (soprao 17. '1.imerea ti Car. - Cavalleggieri Monferrato. 0
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Il Oireltore 1)-01!. Cav. ARE LLA Medìco Div. li Vice .of..et,tore rllspons. ,O_o,tt. MANT-E~LI lll<id,. ~.i Regg.
T i p.S ub al pi oa di Fu Nèesoo Z'òPPJs - J/ia Alfìct'i N.~4.
, 9. Dicembre ,t 859
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Ai\NO VII.
GIOHNAL'EDI IEDICINA HIIJTARE DEL CORPO SANf l'ARIO D~ilJ1·'A"RltlA;TA SARDA
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. ~ L'assocìaziorle non si rice-.e cbe per op a ooo ~èo'1:11:ciaécdo1 Edll gennf. Si pùdb_blica nLel Lon~dì d i crieascbedon.l a_ set t~o_iao 1 ~ 11 prezz!) d'àssociazioue i n Tori110 è di L: 1o. In Prov1n., 1a a11 s ero, ran co I pos1a . 11. 8 1 pag 8 r semea r1 an 11c1p~.!:,
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success,ive riparazio ni, vogliono essere riparale esse stesse , È una,legge fisiologi!la che le soltr.,'lzioniJacililanogli .assòr:himenli.; •nè· v'-è•sotlr.azione, piif.altam~nte sentila-i dall'organismo, quanto è quella de11e-soslanze alimentari, IJ dimagrimento che succede anche in un uomo sano eh.e sti a-io lunga astinenza, non è, allro per certo che u.na perdila d:ei pr6'prli omoni, noni ripar.a!a da, S'0$'lanza che'• ~J A il corpo suol trarre dal mondo esterno. Si direbbe un·, pTogressivo squilibrio fra la metamorfosi organica re~De.ssiva ,e la ri-p,à,ratrice. E. quando .la na\ùr.a 'è -in a.~to di elaborazioni straordinarie d'umori ·destinali alla eliminaCONSIDERAZIOl'U PRATICHE zion e, abbisogna · allora più che mai di sos1anza, nuova a}~ a r~fare ta crasi sar,guig!)i\- D'onde può lr<!,'rre l'or,sulle Ferite d' 1u•111a tla fuoco g4r)lsll'.JP quc~li el~me-nli di .ricompos'izi<me se n~oP d~gJj alimenti? osservate nel!.:_ultima guerra Noi non v9gliamq esser creduli fautori d'u.n;1 die~~ Jau\i, ,~ s.ovqr,chil\, qtlale si appli'cò irr qualch,e luogQ, Dal Cav. FRANl;EjQO COR'I'ESE e che p-rodusse il conli:Ìirio' etl'eLto di generazione di fepbri gastriche, non di rado Q.onvedile irr tifoidee morMedico Divisionale- di !• Cla;se , Vice-Capo all'Armala t~!j. ~~a è CQ~il certj,~siml!, 9h~ il d1f~Uo opp9,sto può e.s.sei e ~l?J r.arj._. mil~~co; py.~ -!lletci\are influenze egual) ' mente iuoesle che il salasso () abusito, o inlempesliy-o, ( Continuai ., f/. N. 42, -l3', -i4, 45, 46, 4.7 1 48, 49 e 50) I ed esser~ 4na principalissima causa delle lan.lo lem ule ===' · infeiioui .ruruleru.e. È questa uua verità che hanno riconosciuta tutti i chi · focisio11i e Sbrigliamenti-Il coslume·'<ii sbrigliare e,inr rurghi, massi.me recenti, s<>nza parlare di quelli del priucidere le ferite d'arma da fuoco, usalo ancora dai moderni, cipio del .$e.colo. Agcorchè ~i voglia non credere affatto ai come accenna Baudens, oel 1830, qual legge dj buona.. ragguagli ,di confronto, offerti. da Malgaigne, rispetto alle chirurgi-a, ba sofferto da poi delle modifica~ìoni moJlo varie nazioo i . leggia.roo in Velpeau, che La olo nei feriti. notevoli, fin o al punto d'essere-da ta!uno quaHficato una che negli operati, egli non soppress,e mai gli alimenti pratica inutile e barbara (V. S0,.11e11irs; .p. 4_4}. Baudens è in modò àssolulo , e- che anzi fino dai primi giorni egli risolulametile avverso ,a queS.ta pratic.a i,Leg9uv~st la, r,i somministra zuppe, èd anche del pane; poi nella secc,nda liene inoffensiva nelle far.ile semplici, utile e c.ommensoltiroaoa permette aoa e pertìoo due ,porzion rd'ogni sorta dovole quaodo la indicazione 1,l richiede. <l'alimenti, compreso il vino (p, 8'7), Anche Degin ci a~ N;eHo slrozzameolo sollo-~poneurolito dei lessali s'acverte, die i chirurghi roililari (francesi) non hhnno mai cordano sulla sua importanza. Jobert de Lama.ali.~. Velsottoposti i loro feriti ad un'astinenza assoluta e prol unpèau, Blar.din, e Scrive principalmente. La questione si gata : :i vendo osservato che ~ll'a rroata i soldati sono .riduce pertanto a riprovare lo sbrigliamento come opera· troppo s9venle indeboliti dail.e fa tiche e dalle privazioni, zione .si,slemaLica ~ ,1,11iiversalmeole necei;saria, ed a racper poler sopportare senza iaconvenjeuti una dieta, che comandc}rl~ quan~o le ci rcostanze lo richiedono, Perciò converrebbe fo rse imporre ad essi in &llre circostanze l'esclusione data d·a Baudeos a questo presidio chirurgico (p. 193). Anche Scrive racconta, chè in Crime~ si è doè lroppo assoluta e nop amm~ssibile. vuto di buon'ora ·far uso di brodi sòstanziosi, di zuppe V'è ·uo gra n noJJJ.ero di fedte d'arma da fuocò, che pernutritive, <li carni arrostite e dÌ vino generoso {O.e. p. 456} corrono ì loro periodi senza aver uopo giammai di sbriLa CO\'i:a è perfettamente logica, e girò anche conforme gliatore, e guariscono con processo naturale di buona ad una sao-a fisiologia, Primi.er.a,menle tulle le grandi suppurazion e, qu ali furono quasi tu.iJe quelle a traforo scosse all'organismo generano- abballimenli. e le sollra- · cb·e sono accadute sollo i miei occhi, ln quelle elle per iioni in genere non possono adeguarsi al caso. In se· fratture d'osso banno schéggie molteplici , non che nelle condo lu-ogo tuit.e le perdi\f) •non naturali,. e spec.iajmente allre in cui la palla è rimasta dentro, certamente cosa uquelle d'un processo eliminali.vo che deve condu11re a 1 tile è f;rre ricerca subito 8i"''tjuesti corpi', e aITrel!arM l'e-
S0anu.a1o. - t" Dot.~. ca..
Coosìderazìoni Praltobe 1ullo Ferite d' arma da fuoco. - ~o Pr-0f. :FBES-CJlt: DeWa• lim~ntazìono deh19ldJ1to. Risposta ,al PrQgrai,nma di1Coneor,o al Protnio, R1esa1. - 3u Bulh:tlino. uffirtiale. C<Hl,T BSB: 0
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,trazione: impresa che richiede non di rado la dilatazfòrie della ferita quan lo è necessario alla introduzione del dilo, e1 delle pinzelle necess~rie a còmpirla. Operazioni f!:,i tal fatta: non .possono appellarsi col ~ome di sbrigliam;e1Hì, ma sono incisioni operaLi•e per uno soopo di exeresì clìi- , rurgica. E dicasi lo stesso quando in progresso di una cura è mestieri farn larghe inoìsioni per dare scolo a p·ro• fonde r:iocolle di marcia, e per andare alla ricerca délle scpeggie secondarie, cb'er~oo da prjma rimaste a melà mid~ile, dagli a llaqchi pe,;josLei col eorpo,principale delCosso. Rimane·perlanlo 'il ·sol'o· caso de' gonfi,rn1enti dolorosi d.ella parte per istrGzzamen(i delle aponeurosi, derivante da processo flogistico, o d-a ,ingorgò· de' tessuli. In questi è necessario Jo ,slHigliame11lo; m'a non è il caso tanto fré'Cfuente·, .quanto da alcuni -viene' proclanrnlo. Queste vive flogosi delte parli ferite succedono 1>iù spesso ai colpi di mitraglia, o'd agl'urLi di r,is.cossa d'1>1le palle da cannon e,, di quell!>·èhe ,d'elle palle da 'fucile, quantunque coniche; perchè l' azio ne di,·qoe\le è uno smfo uzzamen lo di lessuli ed uno,spandi mento cosi abbondante, che le aponeorosi còlla loro resisten2,a facil\tere'bbero il passaggio in gangrena e lo sfacelo del membro, 'Le'patti che sono pi ù èsposte allo strozzamento, e che abbis1oghaitò di ess·erè-sbrigliate, sono la cosc'ia, la gamba e-l'ahmbralìt:io, dove le a·poneurosi sono r@llo rohuste e d'una resislerìza assai ragguardevole In quesle due ulti'me: membra vi sooo anche delle guafoe di lendini, 'cbe da11a mano e dal piede si prolungano mollo iri' ~ù nell'atto corrispondente, e che servono~ d'i conduttori al pr.oèèsso flogistico ed alla suppùrazione, tanto da lrasportàrlr una regio ne mollo \on Lana. Questi procèssi flogistici, talvoft-a seconrlarii; vogliono essere liìnitt1li oollè inolsioni, senza di che portano guasti non prevedibili a quelle lontane · provincie che non hanoo rapporti se non indirP.Lli colla ferita. lvi il chirurgo non derve arrestarsi, se non quand o ha ragg'iutito l'eslrem o fon do degli asceS'sl, S'e non vuole fèdef de~enerare lutti i lessuli componenU l'àrlo in ·maniera da rend·cre 'necessaria per ulti mo lenlati'vo l'ampulazioue seool'rd'aria lièl medesimo . Più volle ho vedul.o ferite, p. es., della màrio già de1 Lullo sanale, aver las.ciàto focolari di .flogosi,ffente, con tu mescenze 'slraor.! dinàriè all'avambracdo, da non polèr essere guarite nei ! loro e~iti d'indurimento neppure dalle tarde incisioni e , dalla virtù del seto·ne, delle iniezioni di 'vat'ià nalur·a, e dara renaggio. ll 'sogge'llo dèllà '211a. osSèrvaziooe è Ull esempio deHa vaslilà-degl'ascessi di questo genere. . Seto11i, Di·ena{lgio: - Uua pratica antica era quella di cu·rare le ferire d'a'rma da fu or,o mediante un setone p~.ss.a~o _a t:av~tso _i due fori falli da1~; pall.a . tanl? .Più aftpl1calt se es1stev-aifraUura. l..o scom> era ,d, daré ho.er9. sèolo' alle marcie, e di tenere aperto il canale delle ferite. L'esperienia ba dirnoslralO" Òan1noso un metodo che aggiungeva.uno stimolo permanente alt~ irrttazioui già connaturali' e talvdlta soverchie dellà lesiohe, ed ha segnalo metodi di modificaxione molto più semplici. 11 I l setone··può essere ,coma'.,pda(o nei ca$i d.i, vasti ascessi,· la ~ui origilie è profonda, e i cui prodotti si versano ~iffic ìlmen le di fuo.ri, se non sono aniale da artifizi chirur• I gici.1 Nqn è ,quindi' con1e mezzo prevéolivo, ma si b~oe
comi! medìcazione, secondaria, che può essere adoperalo il selone. lo .que~L,i casi i moderni hanno sostituito il dr,en-aggio come applicazioBe utile a due scopi : il primo è quello di dare libero scolo alle mareie. il secondo òi offrire comodilà al lavacro <l PJ fondo del c,\llale, ed al trasporlo colà di liquidi medjcamenlosi, se la naJura del caso li rende necessari i. l o non ho esperienz~ mie_proprje,.,~ulla utiljt.à di questo nuovo mezzo chirurgico, ma ho ved·ulo altri farne uso e c'hiamarsene soddisfaUi. Credo cbe la sua applicazjone d-ebba essere proJh;ua, sem.prechè la prese_nza continua di un corpo straniero, anziçbè nuocere, sia opportuna a svegliare 0110 s~imolo uei tessuLi profondi, dei quali la vitalilà fosse maoc}levole ; ed ove sia mesi.ieri. condurfe nelle anfra'tluosilà · del canale della ferita lavacri deter sivi ·o medicali, la coi distribuzione fiesce più age-vole e r~golare pHr la frequenza dei forami, come riesce p·iù facile e conUn uata la osciLa delle maté.riè roarciose. (Contitiua).
PARTE -SECONDA
DELL, ALlllENTAZiONE .Dt.:L SOLDATO . lllSPOSTi\
~a
DEL PnOFESSORE FRESCHi al P roanpJ?,ma di. Co1ic01·so al. Premio RmERI puh-
blicato il 26 ottobre del 1857 dalla Commissione aggiuaicatrice, nella _Gazzetta Ufficiale del Regno del 25 novembre 1857, lv0 279 . Jicuit, sem.perqueJicebit "Signalnm pr:.e~e_nlo i1ota p'l'<idil ce1'?' n omen. >> f/01·at. De A rte po·e.t.
11 • • • • • • • • • •
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PARTE SECONDil. <1
§ ~0 DEL PROGl\Al"r.LI. . . Se la qnalit~, o quantità ~egli (<
alimenti debbano es~ere costantemente le slesse,,ov-
. « vero variare ·nelle differenli circostanze di e$eroizii, 11
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di stagione e· di 1,lima, in cui può vcrsnr,• il soJdalo tanto in .tempo ~i pace, quanto in quello.di guerra.»
Yarazi-011e della qualitci o q11cmtità degli alimenti, clie piil convqngono al ,,;olt7a(o..
La varietà deJllaljmenlazione propria delttuomo, forma uno dei necés_s·ari elementi , o fallorj della sua nutrizione. Essa è .richie·s ta dalla ·naLura sua· òoni vora, per cui si rende• tributa.rii LùUi ì tre règni, e a cui lo atteggia la qualilàì e forma dei suoi denti, cbe nissu11 allro animale possieàe come lai-. Oild1è che 'non' sçlo abbisog1la dì una aliroe11làzione mista, che è a dire formata da sostanze
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- 103 ·-· a'nimali e vèg~ta:bìli, ma 1/aria ben anco, io quanto 'cioè al rroo doversi fo'Slaolemen\c affidare· alle medesim·e sostanze io tulte le situazioni 'dell'umana -vita. Questa massima geo~rale costituisc·é éonre·un·assioma tanto in fis iMogia·, ·quanto ih' iHiene i e i1erò' noi non ·crediamo ùi doverla dimostrare. Volend o ora ram applicazione della massima stessa al caso speciale• dell'ali,menlaiione def soldato, non vi _ha dubbio ~be la qualità d'ei suoi (llimenli <leve necessariamente variare, .e il rii ù possibilmente variare, qn, l_anque siasi la situazione sua normale, perchè in generale dalla -varietà dei suo, alimenti egli lrarrà sic,jraroenle maggio_ri mezii di ben"essere e di salute. Che se .poi la vjla s.µa 111 rn'pporlo alla professione militare lo espone a_ condi_zio?i tull'affallo speciali, per cui vi ha maggiore drspend10 m esso di forze, o deve subire mag~i.ori i?tlue1_rze ~~~rinsiche, la varietà della sua•alimenlaz!one ·rn lah cas, d1vénla una 'inevitabile necessi'là. Ma il problema ch·e qui si propone da risolvere è a due incognite. Chè si cèrca non solo se possa o debba vàriare la qualità·~ ma bèn anco In quanLità detlà alitnentaz-ione del scìl'dato. E qui noi dobbiamo far nolare, che se- a risolvere là prima parl:e basta ùi pei- sè il principio generale st'abilito più s~pra, a risolve~e la s~con~a. parte occorre la soluzic,01~ di nn ;\-ltro proble!na 1mphc1t~ nel medesimo, senza la qu'ale ,IO'n possiamo trovare _l'incoe:ailà dì quest'ultimo, che comprende p·ur quello. E per Vero, come risolvere \a queslio11e del doversi, O OOD, _variaro la quantità dell'ali menla1.ione del soldato, se prima Mo cerchiam.o di stabilire' la misura della quanL)là normale. di nlitneoti necessaria all'ùomo sano nell'età di 20 ai 30 anni, onde veder se la raiione-accorda.ta allualmenle al soldato si àl1onlani, o si accosti, -0 superi ben anco la •roisurn ~lessa,?, Ecco le ricercho mollo ' rlifficili e 1f~li?ale, :alle quali abbiamo dovulo abbandonarci èon molti sludi per vec.ler1• rii dare una chiara e· conviòcenle soluzione del duplice proble1na incluso io questo secondo articolo, o paragrafo del programhia. Per l'ordine Jogi.co delle nostre idèe abbiamo 'quindi in quesla seconda parte premesso lo studio della quanlilà a quello ·relativo alla qualità, più o meno variabile, degli ,alimenti più convenienti al solda_to. Lo sludio della quanlità abbraccia la ricerca della misura normale giornaliera in cui vuol essere alimentalo l' uomo, onde-possa ovviare alle perdile sue co.Lidiane; e appoggiandoci a quanto di meglio b,aono finora dimosfrato e 'la s·è,ie.nza e l' esperienza, abbiamo proèttralo di stabilir~ il v.1loré nutritivo dei cliver.,;i 11\imenli considerali qualilalivamenle e quanlilalivamente in rapporto ai ~isogni ciel soJiialo. E i,n QUJ)Sto. prop,osi~o esaipioi~mo comparativamente non ·solo la razione giornaliera oggi accordata ai nostri sole.lati, ma quella eziandio adottala da altri regolamenti militari d' Europa. Per la-le maniera, e ~erupr-e gai.dati rlai lumi delli,. scienza, arrrve·rnmo a sciogliere là q_uesliòn1>. 1tella qunhlità,..di alimenti necessarii t1l ~oldato, che implicherà pur quella della variabi.;fità; o•nan, pronost.a a rì.salvere. Dopo ·tli c:he meno ardua 'èertatnénte ci ri eSèèr'à l'àl\ra dllll,1 qual'ilà. cf1~ "far;omo essere seco naa .
ICAPO, I. Della qwtntità 11ormale di alimentasi011! gior11aliera del soldato. Noi non possia~o rjsol.ver.e la q1,1eslione se la quantità degli aliroeoli accordali ,giornaliuente di:bba, o non, fa· ri~re, se prill)a..non risol.viamo quella della loro suffi.-. ci.enza o in~uffiçien~a. Oud'è cp,e noi domandiamo·: Ja,ra-. ziouc giornaliera viveri,'cbe attualmente si acC'òJda ai soldali di linea nella nostra armala, .è essa sufficienle? Corrisponde veramente a.quella quànlilà normale di aliroeoli ohe sono neccssarìi all'uomo ayente elà e' sa{ul'e eg_ual~ aqueÙe:èhe hanno, ì soldati? Ecco le ricer,th,e, alle qua1i ora ci accingiamo, e cbe crediamo assolul'amehte necessarie di far precedere prima cli addenlrar,oi nelle vjsccre del problema cbe ci è proposto. La leggo sulla leva reclutando 1&oldati fr,a g'l'fod.i(idui di età ·dai 20 ai 2·! anni, ùbbliga aUa più dora· di tu\le le proressioni giovani eh.e non bauno ancora raggiunto l'apogèo del loro svijupp.o e consoligamento organico. li eh~ vuoJ dire, che i11cl·i\',~{tui /li l\il falla1,<lebl1or10 ueoessa"Tiamente sentire un maggiore bisogno di -ri parltzione organica, quindi di alimenlaziooe. Iwperocchè de.bbono per una par~e proV·\t,eclere al compimento del loro s~it11ppo, e per l'altra nlle p~rdi:le, giornalit Fe,dell'organi.s mo; perdile rese molto maggiori dalla inllueùza deU'<i professione mililare. Ora è nolo il principio di fisiologja, e_ss.e-re il processo di nulriziooe lanlo più sQllecilo ed a~li-Yo, q.u,anto pili l'indiv,iduo si . trova lontano .dal termine di suo s·viluppo, e compimentQ organico. Ono'è che il s.oldalo di nl!o,·a coscrizione, il quale non ha ancora .raggiunto questo termine (essendochè non si compi.e che dai ~O ai SO auni) dev:e abbisognare di alimen~azione sostanziosa, e abbondaole più assai che non poLr.à richiedere dopo q\le:sl'opera, in una elà maggiormente avanzata. Infal_li non è che aUorno aì t O anni che le epifisi delle ossa si riuniscono a.Ile dialisi, e si perre1,i.011a e si consolida lo _scheletro· in modo permanente; no,o .è che ve.r.so i 30 che l'uoruo raggiunge lulla quanta la sl~lura, e tolto p vigore e forza muscolare, di cui la oalura lo dolò, non cbe queJla energia fisica e morale, e inlellelluale, cbe lo fa es.sere uomo per.f.ellu (1). La scella poi dei coscritti essendo un privilegio inerente alla legge sulla lev.a, ne viene dì conseguenza che la salute, il vigore, là robustezza ne debbono essere l'appanaggio . .E ciò vuo.l dire che gio.vani a 20 annir sani1 ·ro~ busti, vigorosi, hen·e costituiti richieggono ne_cessaria(t) Ecco in qoali termini si esprime a questo proposito lo Jsp~llore del s.ervizio sanitario dell'armata_ fra11cest, b'·.ill~stre l\Iichale Levy: , Les jeunes soldats ()111.,beso,n d'onQ:oJrnmtul\e • plus rostuuraute, poo r subveo ir aux.perles de r.br.qoe •jonr • • • •
et nux frais de lear accroissemenl non tetminé. La viande deyrait llntrer pour une plus forlo pro.portìon ,iaus le regime de l!armçe eù France : e_t le fO~\~e, t~nJ~lll'S oo,,ain.tenl! ,da JJs !es r(lutihe~ mon()to.nes c1:.une c111s11,e lra~1hon11elle,.mal~ré les
• recommnocia!ions du Con~eil de santé, poorrail l\lreJleil\H?onp • p lus var io soivant los rcss,y urcesde~ loc.,lìté8.sa~&,d?s,1\61' lie11 • à one a ugmenl alion de, dépensesl<)ll rlevran. ètre S!!v,rAJJ!en_t • défooclu :1.ì'11.x c.hefs de C<1Jl!pa,zpi® de faire i.l,-0s, 900,no~les slll' • !as foods)~; l'ordÌQ/!l,l'C. jl.<!IU1 foi, ~ppjiCJcU01"~ , d; allf.i,e_s .l_l~pjns ;, que ccux Je. la uourrilnre. Le ,mo,le cl'aclrn1 des nvyes ;.i_ut,es • <JU O lo pain, qui est fourni par l'Elal, entrulnll d es abus ; l'a-
- ~o, economia nostra, uon tanto per la via polmonare, qu.ao.to men le una alimenLa-iione·tanto _più soslanzìosa ed approper la cutanea, e per Lulle le altre escrezioni propr~ delpriata, quanto più le indicale condizioni di individuali là l'apparato digestivo e ,oro-pojelico. E c,osi, ri.sp.ello alla &ono preponderanti,,,Co.~ì•è di corli corpi mi lHari,aP,parrespil:azione, mis~andosi questa funzione dalla:qu11Qtilà lenenli ad armi speciali,. p~I cui servizio si richieggono del gai aqidQ, carb.on,ic,o per essa eliminalQ, e .rap[\regiovani di più alta statura, ancora meglio cosliluìli, Jlei seotalo dal suo equivalenJe jn c~rbpnio, . no~ lroti.amo ,qua.\i vu"Olsi una àliiìfen·ta1.ione anc-ora maggiore. Del _appunto neg\'in,divjdui.giov,aoi, v.igorosi, dc,lfelà,in~ieata, ·resto la condi~ion'e•stessa1 inerente lfgli u~li ed agli ~\l'rì, f~LÌ?ilnli , che si elimiqa una maggiore quaolilà1.di aci,do qùell a ùella ,professio'lil:\ · i,nilitare 1 'du'rà, >ldtlga, faticosa carbonico. per la via del respiro (,1 ). , più di tuU'altre, basl_e.rel1be di per se sola ~1'r~ndere· n~~ L'età sola, anche jndipendenlemente da altre caus.e.-ineessaria una copiosa...alimentaziooe, anche indipendentedividuali, mQdifica o nria la proporzione dell'acido carmente da ogni allro ri-guardo indi\'iduale. booico espiralo. lmpero.cchè nell'epoca dell'increm~oto, lmperocchè per essa il dispendio giornaliero delle o dello svHuppo appena ra~giunto. il polroooe, che si forze è gravissimo i e quindi il bisogno delle convenienti trova nel pieno suo vigore presenta un'at.ività CunzionaJe riparazioni maggiori. Nè alcuno ignora cerlamenli quale fllaggiore che non nell'età adulta, o senile. ,SL~f!dO _allP diffeven1.a, soLlO' 'il rapporto del bisogno alimentare, corra più receuti esperienze,.se ii,n giovane sano di 4 6 ~flm, 1fra l'uomo che lavora, o·che è 'C<ìslretto ad una vita faticosa e dura, e l1uon10, c~e-colla medesim'a età e safoté del peso di kil. ;S1,,75,.e,s ala in 2l ore per la vfa. <lei, r,econduce uua1vii'ta scioperala, oel!'o"zio e nel l'.i1>oso, Stando spito grammi .22l,37 dj gas acidQ ,.carbpnipo, un uonro ,<U 35 anni, del pflso di ~il. 6,5;50, egualmeule uno;, non ne allè più recenti osserv..azioni td esperienic dèl Gàspariil, espe)le nello stesso periodo <li tempo che grammi 219,4'.1. la differenza che passa-fra l'uno e Fallro sareb~e d~I Ed un soldato di 28 ann.i. sano e robusto, del peso di kil. doppio per quanlo agli aliroeuli azotati, e di un sesto. o un setlimo per quanto ai non azolaH. Onfi.'è che se ad '. . 82, ne elimina gioroalmenle grammi 289,71. Si veJ& aun individuo dell'età di 20. a 30 anni, non obb1igalo al l! dunque da quesle differenz.e la grande in.fluenza che spiega l'eLà sulla capacità vitale respiratoria degli ìndiv-ilavoro, possono ·bastare tanti alimenti plastici giornafdui, e sulla allivilà polmonare misurala appunto dalla meole, che conleni ano 4'! grammi e !> I centigradi d, aquantità del carbonio eliminalo. Ond'è che sollo a q~ezoto, e ianli allri non azotai.i da contenere gramm~ .26-4'. , ~ 6 centigranfmi diiaarbooio; e per un allro indivi.dùo , sto rapporto si ritiene, oggi:sopraltullo dal Payen (ed è della medesima::et:à e sal\1te, obbligato ad upa vita \ahopoi qon'fermalo da molli fisiologi) .che, io media, la quan.1.:i'osa, come sat'ebbe àppurllo il soldato, abbisògilerà una tilà cli gas acido-carbonico çhe si elimina colla respirarazione giornaliera tale, che i primi, cioè gli azolati, pos-' zione in 24 ore da uo uomo di media età, sano e r<ibusto, sano somministrarglvgrammi ~i.02 di azoto, e i secondi, sia :=gl'. ~li,85. Se t;ion che quesla quantità media si riferisce all'uomo che non lavorq, che non fatica, che si grammi 309,09 di carbonio. Cosi la differenza fra l'.uno individuo e l'allro sarelrbe 42,54 quaolo agli alimenti liene in riposo di membta; giacchè pell'uooio che si a,zolali, ed 15 qu-an1o ai non. azotali, che dovrebbero lro,a in conQizioni opposte dovendo farsi un impiego darsi di più a quello obbligato a vita laboriosa. Quesli maggiore di forze. si ri.chiede per consegu.enza una più dati teorici noi li ve-dremo, procedendo, in piénissimo attiv4 respirazione.; cjò_chii per consegl)enia dà luogo ad àccordo coi falli; per gaisa che la giornaliera esperienz'a uua maggior,e eliminazione di gas acido carboni·co. Que.-iene a sancir.o i dettami d·elJa scienw. sta quanti là. maggiore si calcoJa ordinariamente oorr.iI (IHanlo si puo domandare qualì e qnanle sono. le perspondor~ alla .decima p,a·rle del •totale medio -or ora iodjdite oiganiche ~iornaliere, che ricniede l'es.ercizfo della calo, cìoè ;::::::, gr., 22, 78,. cho si devono quindi aggiuq'gere ..-it& in uomo giovane, robusto, sano, e obbligato al rniliai ~27,85 riferiti per arnre la somma complessiva di gT, ·tare -esercizio? Da ·che si misurano queste -perdite e la 250, o poco più. Se non che allre quanlità variabili di importanza loro'P Non Ti ha dubbio, che queste perditè si acido carbonfoo vene.udo pure elim inalo e per la -via cucalcolano sulla quantità dei prodoUi esorementizii, azotanea, e per quella delle urfoe, e degli inteslini, si calco1.ali, ossia carburali , che si elimin~no giornalmente della lano altri M gr. all' incifca es,pulsi in totalità per lutla ques\e diverse vie Qelle '2! .ore. Cosi ohè., tutto assi:,eme I computato, si avr~bq~ fa somµia di 3,t O grammi di C(l·r-
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• cb11t \les vì~fides sar pied, et 1,'aba\\~ge d~s animaax a,u • c~mptc ilo la garnison, ou <le chaqoe oorp~ do lroopes per• meltfait d'arnéliòrer, cl d'au1sruentol· la a·ation do viande; qui ~ daos· le systèmo dos aéha.Hl' individaels par compagnie, còpsi" ato foojours oli bas morceaux .. . .. • (Y. T-raìté d'_Hygiene ecc., yol. i, pag. 83'1, Edilioo de Parls 185"1). Queste massime d'ell' illaatre igienista t'.raocese relativamente alla insufficienza dell'alimentazione ordinaria dell'armata di I?rancia, vanno 8 cappello pare delb nostra armala, e perciò noi vi facciamo ec.o ai tutto cuore. Imperocchè sono pure Yrgenli Cra noi gli eguali bisogni ed iacoitnnien.ti. èiò che egli dice del modo di approvTigiooameuto deJre càrni' per le Com pago io si ,eri fica pure rispetto ai nostri soldati. -r(oi,pòtremmo citato qualcbee.setilpio di provvigione giornaliera di-carne p·er certe Compagnie, i çal Gomai:ldanl( permettono, ,cQe ~j dia loro 'c ar·oe cli ,abèa -~.V.elle di quella di boe, e·-tal carne che no n costa piu cii 5ò centà~imi al ?hìlogrammo ! !
(1.) Sec.ondo i calcoli ,sta,bi,liti <h11 l)\utrn s, da .AnilrHl,, e:.da Gu,var1 et, i qoali si sono o~cDRll~i colle più profonde iicerche di trovare h1 quant1ià media, c-he ogni ooìno coosàma giornalTDente di OS$igeno e di carhOòio colla respirazione, vìene dimostralo cbe questa quan,tjtà varia in ragiono dcJl'età soprattutto, non che del sesso e della costituzione individuale. Mentre on fa nciullo di otto anni brucia colla respirazione 5 grammi di carbonio per ogni ora, qoiçdi 190 grammi io .24. Qre, ano di ~ JJ anni no brucia IS'ì grammi, etio vuol clire 7 gr. 6 per. ora; OD altro di 14 ne CODS!JD'.18 gr. 196, Sj UDO di 1"1 ne braci~ gr. 244, 8; uno di 'ìO anni gr: 'ì68, 8; o 6nalmeoto ono>di 28 ani!i gr. '3Q1,,6, che è ,a.dire,gr, 8, 9 per o_guLora :q11(ll10 di 14 antfi; gr. 10,, 'i qqello di. i"f; 11, ~ quello di ,o e gr. t 'ì,, 41quelio di ·'38 anni ;' aomen,to pr ogrèss'iVà1~1ente maggiore come ben si vede 600 al compìmento dell'intiero sviluppo.
gr.
·--, &05 -
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giotinì'lmenie per \enersi in Sitlule, vediamo ora se quel\a b~nio, che 11n uomo espelle, gior:nalmenLe dal suo corpo iòi aceorda ai no:;ti:i soldati si trova corriSJ?..on dere e che nelle ,i nd.içat~tAQndizipni di età, di vigoit~ di salute1 è '' .di l,aticoso lavoro. ., per qu~n\ità e.f Mr q,ualità, nQn :Solp1 lle. esigenze.,gene• Qoes1;1 cifra, ch'è quelja stabilila da J.>ayen, noi la crerali d~II~ nutrizione, ma ai bis.ogni beo ,anco maggiori diamo ill_suflì.cj enle11volendone fare a'J)plic-azione al solda\o. cl\e 19.ro fan~o, 1~ ~/lfldiziòni ~pecit1:li d,ella vila militate. Le, condii:ioni, individuali di questi ci sembrano .e.osi speL,a quanliL~ e I.a. qq;lità d(}ll~ r&zione -gior,nalier.a,;viv:erì ciali,così esigenti, che non crediamo di esa_gerare portando . son() stabilit_e dall'ar(içoJo 24 del Regolamento~3 giugdo a 400 grammirla qJJantil~ del carbonio che esso eliruio-a ' 48!H più v.olte citato. Es~a non varia notevolmente ohe u11a,volta per senimana; altQ·ca il solda~o si a;tiéne da giornalmente e colla tespirazioo_e e collé! traspiràzione, ogni alimento .carneo. Per conoscere Huale e quanto sia e pei di~ersi emunlorii che abbiamo ·notali. lmperocchè il valore nutritivo di sitfalt~ raz.ione noi diamo i-seguenti se vi h.a profes$Ì.Qn,e çhe (richiegg·a robustezza dj pello, pr.osp.eHi · attività grande di.re~p'ir.o, è qesto la militare ; né. viene perciò la conseguenza che a parilà di ~à, e di staio di salu,te, una maggiore quantità di carboni,o ve11,1,à brucialo VaLore untriUvo della Razione viveri di eui gode nel soldato giornalmente) .ohe no.n in·11ltlii Ca~nli ,divers.a il Soldato Sardo. e più ci_posala ~ila. A. provvedere pertanto a que5ta. per.~ dil~ gjo,rnalier:a di car,b.onio n,eceS$.lla una più, abbondante . Rasione. ffei (/iorn'i' 'di gr<tsso . .dose di alimeoli fcculen.li di materie. grass~ nµn azoLale, I V4LO.RE Nornmv9 che sono appunto quelle cbe somministrano di prere·ouan\jlà renza -il carbonio, e l'idrogeno suo equinlente. Quàlilà l'tlalerie secche della ~ é nonche p,er of:Tetlo delle Mie~ioni iisbredòni a'niNon ' Razione Az~tate della Razione ·mali diverse non solamente P.scono dal nostro corpò UJaleazotale lii rie più o meno carbur.ale, ·o oa·rbonio 'sdtlo forma di gas grammi grammi grammi acido con carbonico, ma di.versi/a-llri rbateriali o·rganici Pane da munizione 735 54,l7 ~20 contenenti variabili quantità di azolo. Imperocchè non Id. bianco da zuppa . 455 t 3,00 {5,2~ 'l tulle le sostanze al)cn,entari ~0icJle ,le più.az.olate vengono Pasl~ o Riso 4 .oo(ris·o) f Ò,09 ,E·~ assimilale coll'a nutrizione, una gran parta dell'azoto in Carn.e' di bue . . 455 81 ,14 41> esso èonlenulo viene eliminato o 'éolle feci, o colle urine. Erbaggi e condimento.. 4 00 6,00 85 ·Il che Yuol dire-che queste perdite giornaliere di azoto debbono essere risatéfle, compensale dalla introduzione T otale . 4800 4 4!,00 38 4,2~ di -allreltaolo azoto C-Onlenuto in allre dosi di alimenti. Si calcola geoerolroeole chi} in. ~U ore un uomo di Rasioni ,iei giorni ·di magro . media ,elà, sano e robusto, elimini da HM) .gram.mi di n\ rina, conleoenli per grammi 9,i,,,25 di ma~eriali azotali, V.u.oRB Non1Trvo equival11nti a gr. ,( 4.,50 di azolo puro;, e eh~ a~lri 35,7.5 Quantità Qualità. Materie secche ,della di sostanze azdtale e.quivalenli a.gr. 'ts,'oo c!i azoto pui:o, si Razio!}e Non contengano nelle materie fecali, e nelle diverse esoredella Razione Azolate in azotate 1.ioni.culanee·. Il perchè~ sommando e queste e qoelle grammi gr~mmi grammi quantità, viensi a stabilire, che un uomo di media età, Pane d;1 munizione 73:S t:,f ,,i 7 2$0 sano e robusLo, elimina giornalmente dal suo corpo da Paste fine o paoe'bianco ~ 55 43, 00 45,25 430· g,rammi dj malerje .a.1,otate.,,0011risp.ondenli a !O gr. Riso : , . . ., . ,. . 455 ~ 0,09 .6. 6 4i'azoio puro. , Erbaggi e condimento 200 4~,00 · 70 Che se poi si a.gg1upg«?no ;..Ile uolat~ condizionj gener oli, quello più sp,ociali iu cui si lroni,Jl soldalk, preso · Totale . 86,26 Ul,26 1 'dall'~ta dei' 20 -ai' 25 anni . 'sare p.:io costrell_i a ~afo~ari \'à ~ 4oO' gram . tu(ta .la malerfa azotala che giÒrnaimentc cliGiova qui notare clie valutando il poCere outl'Hivo dei ,n ina·dal suo cor.pel; corris pond~nli a 2j}.grammi d'azoto singoli alimenti. che GJ)mpongono la razione dei nostri pu'ro. E però Ja sua ;Jlimentaiione giornc~liera dovrà essoldatì, abbiàmo piuttosto abbondato che tenutici al dissere lale e taoLa da sornmini·S;trargli 100 gramroLdi carsolto dej valore reale.. E per vero uoi qui abbiamo cal~oniQ e 25 d.i a1.olo ; ~gli, è .solo .a,questo patlQ çh~ ia colala l;i. carne senz'ossa, quando invece oon è, nè è salute s,ua si mariterrà vigoros.!J. e robusta; egl.i è, solo a poca la dffi'erenza che corre fra questa ·e quella con ossa, questo pallo che potrà riparare al colidiano dispendio di essendo : : ~25: i 00, vale a dire che ci vogliono 425 forz e che dchiede la durissima protessfone miliiare. gra~mi _di quest'ultima carQe per equivalere, 400 di i I . \f 'l quel)a.; ciò CÀ.e ,{a essere. la ,differenza ,di un quarto fra 'Ail'l'!COtO 4 ° l'una e l'altra.; ond'è che i i 55 grammi accbrdaCi al nostro sold;ito, lolle. le os~a, si ridu.c~!!O a 117 di pura carne, la raz.ione -viveri accordatiì alsoldalò tiella R. Armata circa quanr'onci~ deWanlfo'o peso. vale a,dire Sarda corrisz1orida atta: quantit'à hormà.fo. Cosl si sono valulali a 400 grammi il condi mento, gli ~l.abilite le _massime. s~vra e!poste; Ppfli i limip s~erbaggi e j 1.eg,umi per arop,atizzare il brodo nej dl di gnah dalla scienza e dalla esperfonza rel~livamente alla grasso. La. q~al dose potrà iorse parere soverchia a quanlilà necessarìa di alimenti, onde l'aomo abbisogna chiunque osservi che l'arl0 tt del cita~ regolaipento a
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giugno 4854 prescrive che « per il sale, corrdinierito e ed erbaggio si spenderanno giornalmente non meno di - • " quallro, e non più ìli cinque cenle~imi per cias~he»·i duno indi-yj'dtJò pal'lecìpante al rancio. 11 Ora se sì rit enga, che, quanto al sale, valutasi in media a o~a dose gil>roaliera di i 2 a t 5 grammi p"eT ogni individuo. e c~e li 85.grammi resid ui, flliv r~hli'er'ò'··essere occupàlJ. dagli erbaggi, dai legumi e il resto del condiinent6, ben si C-Ompre11cterà che, co,r tanto Len\fe spendìo giornaliero, non sar.ebbe possibile. il provvedere ad ·ogni soldato· siffatta razione ·di le'gumL'e(I erb·aggì. Tultavìa: lo ripetiam'o, si è Yolulo pialloslo largheggiare nella valutazione. Cosi quanto ai di ài magro abbiamo la razione meclesi.ma calcolata il doppio di quella d·e1 giorni dj grasso; e ciò anche per la ragione che l'articolo già citato dice éhe « nei giorni di magro, per il sale, condimento ed erbag• gio, non si spender_11uno, gio1:mal.mc11t~ meno di nove, « nè più di di eci ceulesimi per ciascheduno individuq; » il elle vuol dfre raddoppiala la spesa che si fa, sollo a questo rapporto, nei giorni di grasso. Eppure, al)Che con questo largbeggiare nostro~ nella va!ulaiionn della quantità per qu esta irarle della razione, la insuffici·enza ~i quest'ultima non è meno evidentemente dimostrata. Qu1os~a iqsuOìoienia si oss.erva non Lanlo òella lolali.\à de'lla razio1re sles'sa, quanto nelle .siògolé parti ·che ,la compongono, e nella rispeLliva ,proporzione loro, re!alivamente alla alì,mentazione conveniente ad uo.mini,cli tale et~ e professione, come so no i soJ_dali. Yero è çhe, ~e noi facciamo il co'nfronlo della i:azione del nostro soldato co.n quella che sj accorda a) soldato frpncese, la nostra pÒtrà sembrare preforibile sollo il rapporto , soprallul.lo, della carne fresca di bue, di cui.,que~l'ullima non h a ohe grammi 1 i5 al giorno, mentre il soldato ooslro, c·oroe ve.demmo, fruisce di grammi 155, che vu.ol dir~ un' oncia di più., giusta l'anti co peso. Per·ò se si guar.tli al poter,~, o valore oulrilivo della razìone Yiveri giornaliera accordata àl soldato francese, noi la troviamo mollo superiore alia: ~0$.lra. Jfast11- dare un'occhiaia al seguenle prosl}etto· 1
Valore nutritivo della razione Yiveri del Soldato Prancese Qualità della raz1~ne
Pane da 'munizione «· bianco à:a zuppa Carne fresca di bue çon osso. lle,gumi di.versi Totale
Materie
Peso
Materie
d ella razil.l'nè azot. sèccbe non az. seccibe grammi grammi grammi
7501
ol6
595
24,~5 4:5,75
H>5
13!
745
'
f25 200 ~
64
- --
59·1
S.i v.ede arlutique che ìl soldato • fra11ùse gode ·di uoa razione giorzalierll vi veri più_ copiosa dj qut'lla che si accorda al r10s\ro soldato, es~endo la dilferPnza di quantità: f..ra quellare quest.à : : 159~ : •t300, quinto' ai ziorni ' d.1 grasso, o : : 159 l : ~E4-5 pei giorni' di mauro. Eo così I O mentre il sohlato-rra n,tese rrèarn dalla sua raziona giorrfal!'er~ 1.3 t gr~mmi .di mlìt~rie .iz'MaLe s:ecch ~, 0' 'kJì~i :ì'tb -c.h non azotale , il b'mitr(i· suldalo non ·né lrae ·<iliè grammi 1 I j d:elle prime, e allri-B8~ 25 rispetto allè !eV ~
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conde nei giorni di grasso, e soli 86 26 di quelle, e altri 4M j !) di queste• nei giorni d, magro; differenze r-rmarchevolissime, come b_en vede ognuno. Con lulfo qufl$t'o J'a·l im enlazione del sold:àto fran'cese è an co<ra j osufficiente, massime rapporto alle materie azotale, ed alla car ne principalmente, la Gui insufficienza giornaliera è di:t tutti lamenlMa. In quelh1 vece vi 'ba esuberanza, come si rileva facilme'r1le, di maLeri e non azotale; infatti, vi ha nna razione dì pane q·u1\si doppia di quella che viene accorrla'la ·al soldato nostro. E ,_di vero, fra il pa ne J5igio e il bianco da,zuppa; sono 1266 gram111i ·che a quello si accordano giornalmente, mentre pel o-ostro ~oldato, tra l'uno e l'altro pane, non sono ohe grammi 890, vale a dire più di un terzòi meno. Veì'\> è però che n~lla raiione francese alla iosuilìotenza per noi àvvertita della carne supplisce la dose dei legumi (fave; piselli, fa giuoli, ecc.), <ibe non figurano òell'a, sarò a. E noi vedemmo già quanto scrslan:dosa- alim Mlazione dieno te leguminose, non tanto per la considerevole quaolilà di legamina in esse contenuta, come per vari e a]Lrç materi~ azoti~~- AU'incoQilro nella razione del nostro soldato sooovi bensl 30 grammi di più di carne ohe in quella del snidalo francese, ma egli non ha-il vantaggio òhe quest'ultimo ha d.i una razione legumiipropriamente cl.etli,,non potén<lO$i valutare pér lali quegli erbaggi, o frulli· legumi no'si che si mescolano al br.o<lo della zuppa·, e pei, quali, come ve<lemm~. ~<:ìn può il sol~i}io spendere più di cinque centesimi al gi~rno. Che se pure si volesse, sollo il tHolo di erbaggi e coo~imcnlo1 valutare per il nostro soldato anche i Jegumi propriamcrile delti (dei quali ·però non è pur ,·erbo oe'I citalo regolamento), e soprallullo in quanto concerne i ~iorni di magro, noi crediamo di avere larghoggi[tlo anche troppo nella valutazione che ne aÙbiamo fa lla. Del resto, considerala la rar.ione del _nostro soldato anche so llo il rapp.orlo deJ suo potere nutri tiro, non rie~ce Jneno evidente la sua insufficienza·; la quale ~i trova non lanlo per rispello alle materie azotale, quanto alle non azotate; più però in quelle eh~ in queste. -An_zi, rapporto a queste ultime, la sufficienza polrfl bbe ammel'tersi, ritenuta ]a·dose-norroale stabilila dal Paye11 ,pe~le li)alerie' OQI} aìolale, raI?presen~ale dal loro equivalente, ·il carbonio. Che se nqi, in ontq a ciò, avvisiamo ,:sserv:i ancora insufficienza,· egli è .io vista dr.Jle ..peciali coodizjClni di età e di professione, _uelle quali si trova il,sol~ ...,.:.. dato, I.e quali ri chieggooo maggiore dispen<lfo di forze , e q~i maggiore il bisogno di orgonìca riparazioni. E però, valut-ando queste condizionì indivfdoalì, noi lro·viarno che ·1~ ra~i~ne viveri accordala .al nostro solaato è insufficiente, per quasi un terzo della quanli là normale, sollo il rapporto degli alimenti plastici, riparalori, azotati; e cbe f!Qll ra~giunge .sei volle su s~Llç l~. cifr;.1 della q.uantrlà nec1:1ssaria d!lgli a,limen\l n.on azotali. Questi computi potranno parerl~ forse on po' ·troppo Leodci a coloro che niiò lc.nnero dietro ai proq'ressi ultimi d~lla scièoza, essi so\lO· in p~rfJtta armoni~ coi fnui ,' com~ ~~gU9 .,, J .. si -Potrà vedere procedendo.
J~
-:--l07, AI\TICOLO 2°
'])ella rasio'tte viveri accordata aJ Co'rpo det R Equip'll.ggi e soldati delle R. Navi. ' La raiione-vìv-eri accortiala ai madnai e soldati della R. Marina Sarda differisce nolevolmeole da quella che abbiamo vedulo assegnata ai sold_ali di fantet:ìa. Es~a. ne differisce per quantità, essendo più ' copiosa, e ne differisce petquali.là, es.scodo rnegli,o assortita e megli~ distribuita giornalme,ule, quanto, alle var.ie sue parli éo.mp~nenli. La differenza poi u-o ~ è meno rimarèh;evole anche s.ollo il rapporto del ~illore. outrilivQ, coine1~i può scorgere dal seguente spe.ccbio.: l
Valure nutritivo della razione viveri accor'"ala al Marinaio.Sardo ' \I . t VALOl\ll
P1!SO
NOTRlTIVO
''Quatiià' della Rairone
della razione ·A. l Car- Materie. io z.o o bonio •grasse grammi gr. gr.gr. 735 8, 80 220, 00 4 4, oo. Pane da muniiione a. biscQLlo hiauco 57'l. 9~io 227,001 H, ii8 288 7,50 9~20 2, B3 Carn e fr~&CJ di 9ue t, ·12 2,1s F_orrnagg,io . : . . 20' O, 24 4. Il00 O, 30 Caffè .. . .. . . 30 11 » 42, !:>O » 11 Zuccaro
o.~o
'· ifa '
~ 6.t-8
Totale
naio francese.sia preferibile ~lla Q:Oslra. Noi la ptendiamo dal P ~yeo_, che la computò pel suo valore nulriliV'o : !
Vnlore, nut.dfi.vo della r~zione vir,ed dd !Jar.in~i~)Fraj_lft~S~ I
Qoalilà della Razione
I
V ALÒRR NUTR.lfl~ O
Quantilà cùn t~nuta deli a razione e 'l te . jn Azolo a~- '' a rie bon;o !grasse grammi gr. ~r. gr. PRso_
Pane o t'equivalente ip ' I bjscotto,-o farina 14,000 40,80 ~9l', • Carne freseà o l'equivalenle in salata o fave 300 9 33 Fave, pisell!, fagiuoli, o l'eq uivalente in riso, lj ,s. iri carne, o form<1ggio 1~0 Burro(15 gr.)'Olio d'u- 1 liva .(6 gr.) ~·I 0,(2 H '! 20Caffè . . ' . O,\l1 4 Zuddro 25 0,00 4'0 Acelòsa ti O gr.) o choaç~ Cl'oute (201gr.) rn 0,04 1,6 Condimenlo (aceto,pepe, n1osla~da) . . . ,00 00 0!.00 Vino o l'e,qutyalcnle io birra o acquav ite 4,60 0,04. rn I 60 A.cq'ua vi le H, 0,00 Sale da cucina ~2 0,00 00
42
6
,3
1.6 03 ' 00 6,2
0,0 09 00 00
26, 83 500, 80 27, 89
21:1,2~ 439,'1 31-, a· Tolale , . 2,038 Ognuno vede subito ai prima giunta quan to più co ' un· esatto co_nfronto colla ' piosa, e iilollo più rip.aratrice sia· guesta razione del .noOn,de però,stabilire taz.iQnq stro màr1naio, che oon quella del sold ato di fant eria. accordata al nostro marinaio, noi dob)>iamo Colllplètare lmperocchè. anche senza calcolare nè la pas ta, nè il riso, il calcolo riferito, il quale venne applicalo sollanto agli nè i legumi che si allerano neLgiorai della sellimana, i n alimenti solidi, ommesse àv·eodo le bevande è il condiragione di grammi 80 lesta la pasta, di 53 il riso e di mento atl olio nei giorni di magro. Il seguente specchio 93 i legumi (nei giorni di magro i legumi si danno a 160 cl dà la valutaziòoe completa laoto del peso, quanto del grarrr1;ni a tesla)., la lotaHlà1degli alimenti che• si accor- 1 suo pote're nutritivo. dano giornalm()nte agli CfI_UiP,aggi delJa R. Mai:ina $.arpa j VALORE N UTRITIVO ammonta pur sempre a 16k8-grammi, divisi in tre. pasti. ( PEso Quantità co nténuta Da questa somma di alimenti il nostro marinaio-'lfa già Razione Completa del1a razione Car- Materie assi~ural!l lanla materia plastica riparatrice da potergli 1YRL in Azoto bonio grasse so~mioistrare all'ioçirca gré}mmi 'il.7 di azolo, equivalenti lthlUNA.IO S Al,lDO grammi gr. gr. gr, a 160 ,( 5 di materia azolala ,secca, e da ben uOO e ,p5ù. grammi fl i carbonio ; qtÌijnlità, cÒmf' 'bt1n si VAÙ e, n101lq Alimenti solidi già valulafr H '4'8 2.6,83 500,80 2'7;89 suµ etiori ' a :qliellll che abbiani& stabilite oom·e lèrmini A.limenLi liquidi, obedella raziooe normale del soldato dr linea dell'età di .~·o vande, vino nero 333 00,00 0,03 43 a 25 anni. Acqua vile o l'equivalcn(e 'Esaminando poi partilarirnate i componenti rlella ra00,00 in Ilhum allernaliv.• . 40 0,00 40 zidne viveri dei' nostri equipaggi, è da· lodarsi i l sen no di Olio d'uliva (solo nei d'L chi stahiliv~ le quao~ilà g_iornaliere .di ognuno !dLessi,, !·8 °50 d .1 magro } . . . . . .~3 0,!)0 20 Sale . . .'. . .. . . . t.3 con diITeyep.~·<t? tJ;tl! C~() RJ)O, 1;110~\fil,~\O, ~ ~ius;~zye,o,le,, o,o·o. .oo 0,0,00 il di v.erso valore nutriti vo altri builo ad ogn i ~ingoio aliCondi1nento (pepe, aceto) mento. Cosl, p. e., sla bene cbe la quantità del riso siasi (l'aceto nei dl di magro) 00 0,00 00 00,00 _;_ _ __!., limiLata a grammi 53 a lesta, tra,llandosi ti' un alimeflaLO che non conliene che fecola e quasi niente d'az,oto,. E Totale . i,061 ·26,86 t>.i-3,80 io,39 ù'alJira parte era giuslo portare a 93 grammi la dose giQ-rnaliera dei legumi secòhi, tralland-ogi di alir:nenlii che Dà\ confronto delle ,dn,e razi9n}, quelli). .cio,è del m~ f,. sono pi.ìpzot,a~i det;Sli stessi cere.ali. n~io, fran~ès~, e qH~l!a del,!)O§,tro wari9aio, ~i. ril~va .UJ\~ Vediamo· ora s.e la razione vi vèri accordata al:ma:rid11Terenza d1 quanL1tà rela llyamenle alla carne fr~sca, al
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poi al condimento, quello ha' una raziqne di 2-4 grammi bun;y pJjo d'oliva -al giorno,, men Ire iJ n.oslro DQll oeliaobe 33t di solo 9lio d'oliva nej gioroi dj magro; e cosi il sale, che al nostro si dà in ragione di 13 grammi, al frilri~e,.se, vie.ne assjc~rat11 '10~ ·dose giornalier~ di .2i g~ammi.
~no .e· aW<lcquatlle, cron ohe al oondimcnto. lmperocohè
il regolamento frarcese -accorda 62 grammi dr più · di earne, che non il noslro; il che vuol dire 2 oncie a tesla, ~condo· l'Aìllico peso·; cQsì pure 42.7 grammilo· centilìtrt di p,iq 1cfi v,ino. .n,ero e 20 d'acquavite ~ono. giornalmente a.a.~i al marinaro francese, e in meno aJ nostro. Rispetto
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CONFRO~TO E DIFFERENZA DELLE DUE RAZIONl ESAMlNt TE, '
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Con tullo questo il peso totale è maggiore nella nostra • e so,ltq il rapporto poi deJ loro valore nulriti,o, si trova che queUa del marinaio sardo è molto s:up~riorO'a quella accor.dala al marinaio francese, cosl per quantità. che per qualità e varietà. E qul ci sia lecilo il donlandare, perchè tànta diffe~ renza si debba irqvare, e so,lto il rapporto de)la qu_àptità e·sollo quello della qualità, fra la razione giorn.aliera viveri del marinaio, e quella del nostro soldalo di linea! Chè, non solo vi ha iòsufficieoza rispetto alla dose normale,uècessar.ia, ma,beo an:eo alla qualità varietà degli alimenti, onde quesl'uJlima si compone. Noi non sappiamo vedere la ragione di una tale differenza oè nella è)à, n_è nella· professione, a cui gli uni e gli altri SOl)O obbligali. Non nell'età, perchè si p~ò dirè ohe sia, in g_enerale, la medesima (almeno per .la ciurma a.ddelta aJl,a manovra .della nave) che è voluta dai re_golameoli per i soldati ili linea. Vi hanno, è 'Ver.o, i, mozzi e, gli· attempati, che sono incaricali o del governo, o di alcuni speciali servigi sulla nave, ma fo rmano il minor numero. t{op nella professione, .perchè sappiamo essere dura e~ualtnente la vita marinaresca e la militare, e forse quella ha vantaggi che quesla certamente non ba. Jia di ciò loccheremo nu~vameote ad allro luo~o.
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2° Che la jnsufficienza notata si est~~de pure aJla-qualÌtà degli alimenti, òode si compone la razione medesima,
giacchè mentre vi abbond;mo quelli respiratorii, o non azotati, sc'ild~ggia'no nol_evolme11te i plastici o azotali. 3° Che l i ba insufficienza pure sotto il rappor to della vàrietà, ~iacc_hè riesce ad una alimentazione troppo monp!ona, e 19uindi di 1min<>re ulililà alla nutrizione del soldato. (Continua)
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Proposta di u11a rai.io11e giornaliera 11;i:crI per i 1iostri soldati. F alli aduoq_ue tutti i calcoli e confronti , emerge chiàrameo le dimostrato: 4° C.hc la razione alimentare accord.ata çl) nostro soldato di lin~a ~... insufficiente nella sua fotaHtà, p.er.chè il pe$O suo è al dissolto as3ai ·del ti'mite normale, rìcbiedéndosi da circa due chilogrammi di alimenti solidi giornalmente, ·e a tesla, onde manleo~r.e in piena ·salule i9dfvidui dell'ef~ di ~ò a 3.0 anni, obbl.igati a durjs,sima vita.
DIJ.1:JLETTl'NO 1JFFIZIALE
P.er Reali Decreti in data delli 12 corrente-mese: 1° Fuaccettat:r ìa volontaria·demissione dal servizio del Dott .. Angelo Inzani, medico di Reggimento di 2a classe nel Corpo Sanitario Militare, cons~rvandogli la facoità di vestir l:l divisa dei proprio grado. · 2° Il Dottore Vincenzo l't.lojares, già medico chirurgo di 2,aclasse nelle trappe Parmensi, fu nominato a meàièo di Battaglione di ta classe nel CorpoSanitario Mìlitare coll'anzianità d-ai 18 giugno 185~ e colla paga e vantaggi pel.di lui grado stabiliti, a far tempo 1dal 20 luglio p0 cp~, giorno ·in•cui venne. addetto al 1° Reggimento Granatierl di Sardegna.
ti D ireltore nolt. Cav. ARELLA Medico Div.
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Il Vice Direttore respooa. Doll. 1'1ANTELL1,Med. di Regg.
Tip.Subalpina di FUNC'UCO ZoPPu- Yia ,1.lfieri N.s,.
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26· Diceòlbre .f S59 N. iJ~2. • ~!'":"."'-:C---C7=:-:""'::'.=~=-----:-----------
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Laon'de b.isogna aver gran cura nella conformazione dei letti; meglio duri ed eguali, che soffici e male livellali, sui quali ullimi il peso della persona ra mutare sem:. pre, i rapporti.f.ra, le ptarli rqedìcale. e gli a,ppogsi. Uocchè' quanto imporli, specia\wenle nei primi gior:ni, al lavoro plaslico delle ferite, e molto piil delle fratturi' , non è me· stieri di lunga dimostrazione. lo finisco questi miei ragionamenti coll'aggiunta di due prospelli sovra i risul~ali clinici olteouli in Alessandria, dei quali ho faUo un cenno nei capitoli precedenti. Questi prospetti essendo opera del dollore A:ntonio Raslelli, .al quale, negli ulti'mi tempi del mio soggiorno in quélla ciUà, affidava la cura e la direzione dello spedale di S. Marta (dove concorsero gli ultimi feriti di Monlebello, e dove yiù tardi, me assente, furono lrasp·ortali i più gravi degli altri spcdali ), ·io li pubblico leslualmenle. 11 dottore Raslelli sn n' è oècupa,to con perizi.a e con passione, ed ha lenulo delle note preziose, che formaoo correùo a' quadri, i quali io Ìanlo mov.imenlo di uomini e di cose oon era facile di compilare coo miglior ordine ed iolelligenza.
#.iO
PROSPETTO
b'dle amputa,ioni fatte t .curate negli Spedali ·di Alessandria dopo la battaglia di Montebella, fi·llO a tutto 7 .bre ,f 859.
REGIONI
NA~IONE
OVO
degli al rccel'am-
0111:110
AVAII-
COll!IA
curali negli Spedali Militari di Alessa ndria fimo a tutto settembre. JlVACUATl o &UA.l\lTI
REGIONI FER'JTE
~ .g ·su ~si~~ 8'--2 o S 0 s .. e ' - 0 1' '- Q Cd ~••~ ~'°-' ~ ·~
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I feriti di Monteliello delle tre Armale sono in realtà in-numerQ maggiore; ma siccome vari forooo trasportali direttamente in altri Ospedali:, altri traslocati in altre città, specialmeole Francesi, per èvifare ingombri, e facilitare l'accoglimenlo :dei più gravi,, cosi:, ìn· .questo· quadro non figurano cho i feçiti, i qual~ stanziarono più o meno lati'ga'mente negli O~pédali a• A· les1andria.
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Le operazioni accennate i.o queslo quadro non sono tulle esattamente que)le che ebbero hrogo ne' deUi ospe dati dopo quella battaglia. La improvvisa comparsa dei feriti, e le·del pari improvvise traslocazioni da Alessandria ad altri 05.pedali, e in Alessandria stessa da uno spedale a!l'allro, hanno tesa impossibile una registrazione precisa, massime avufo rigu~rdo alla scar~(·zza del personale ed alla gravità deile incumbenze d'ogni ufficiale di san_ilà. P. e. nei ferili austriaci amputati all'omero vi sono certamen te due altri casi finii i colla morLe : cioè uno per tela no in selli ma giornata dopo. sole 2-i, ore di i1\sulli tetanici, l'altro .per inanizione, in 'seguito alle molle emorragie sofferte prima dell'arnpulazìo~e, che hanno reclamato questo soccorso chirurgico quale ultimo provvedimento. Dei due operali al braccio in Alessandria, uno era già. guarito in venli giorni, e moriva più Lardi di stasi cerebral~, indipendenlemenle dal faUo deità. operazione.
- - -=-- -··.........
P-ARTR SECONDA
Nò'i abbiamo tentata questa soluzione colla proposta di uaa·razione viveri normale distribuita nella eguale misur~ ìn ogni giorno della selliinana, giusta il qiii unitµ I prospt}lo. è stata rnlulala sotto il triplice rapporto: i 1° del pesoEss11 o quanti~à; 2° della qualità e distribuzion~ I sua giornaliera i 3° del potere nutritivo consideralo e·neJ complesso della razione inliera, e io rappvrlo ad ogni singolo alimento, onde la medesima si compone ; ciò di 1 I cui dà ragion è il prosp:ello ~Ila. pagina seguente.
I
OELli, ALUIENT1\ZIONE OEL SOLDATO I
BISPOSTA
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DEL PROFESSORE FRESCm
al Programma di Concorso al Premio RIDER! 13.ubblicato il 26 ottobre del 1857 dalla_ Commissione ctggiudicalrice nellct G:azzetta l)'fficia1e def RegM del 25 novembre 1857, N° 219 .
1
---~-·---
Devesi avvertire pe,·ò che n~l dare il valore nutritivo di questa razione essendovi computala, nella somma complessiva, tanto la razione accordata nei dj di grasso. quanto quella pei giorni ùi magro, bisogna separare 11ecessariamente jj valore dell 'una da que!Jo dell'altra. Epperò sollraendo dalla razione dei dì di grasso il merluzzo e il di più degli erbaggi e con.dimenti, il valore dell'una e pell'allra si riduce alle seguenti cifre: V ALO RE
,, .. ... ..... licuit, semperquc lic~bit .,, Signnt'1m prooscntè
prociucerc nomen." Hot·at. De Arle.poet.
11 0 ·10
RAZ!Ol'iE DEL
(Continuar.ione, vedi N. 51 e a11tecede11ti).
Vero è che nel fc1re i c.ompuli sul valore nutritivo di quesla raiione nort abbiamo tenuto coni.o delle bevande o alimenti liquidi, come facemmo rispetto a quella dei marinai. Ma ooi di manderemo, quale è mai quella bevanda aliment,are, che venga g)-orn,1lme11le disLriboita ai soldati di linea, e che perciò faccia parte alla loro razione viveri? Rammentiamo che l'articolo 24 del citalo regolamento 3 giugno 4854 non ne fa parola. Forse che il nostro solclaLo abbia dil'itto ad una porzio)le coLic}iana di vino? o di birra 't o d'acquavite? o ù'al\ra bevanda? Mai no. CbH se egli P.Ur vo.ol rifocillarsi con alcuna di queste bevande, dee provvedervi coi propri i rne-zzi pecuniarii; e ciò nella vie). ordinaria. Imperocchè non dobbiamo far calcolo cli quelle straordinarie contingen-w o di guerra o di accampamento, perc;hè· queste noO' ,costiluiscono la regola ordinaria del villo giornaliero. Ma quale adonquc, diremo noi, che potrà essere la razione normale di vi'veri accordabile al ìiostro s:oldalo? Co~e polra~si raggiungere il Lriplice scopo della quantità, della qualità e varietà di alimentaziooe la più conveniente allo stato alluale della scienza,giusta .ladomanda del prograUlma? Non è cosi facile, come taluno potrebbe 1 pensare, il nspooder~ adeguatamente ad una q_µislione . cosi complessa. Imperocchè la soluzioire tlel pc'obletna, _che sarebbe pur facile, io circostaoie diverse diventa difficilissima, trallandosi clell' ali men laiion~ del soldato, il quale avendo limitatissimi. mez.zi per ~are provvigione del suo nolriq1ento giornaliero, rrovasi circoscri!tg entro picco!jssimo cerchio, çorne già notammo sul principio, per far scellà degli aiimenti a lui. più omogenei e convenienti. La soluzione imperciò dell'arduo problema deveottenersi io accordo sempre colla pochezza dei mezzi finanzìarii, onde dispone il soldato, allrimenli no» raggiungerebbe lo scopo.
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gr. gr. gr. gr. Nei giorni di grasso i ,600 da 26,90 da t.4 0,50 da38,!0 a 27,32 a -418 a39,30 Nei giorni di magro 4,600 26,42 44 4 i6,08 Si vede .adunque che la razione dei giorni di grasso, avveg·nachè sempre di 1,600 grammi in lolalità , conlieoe però tanti alimen1i plaslici da somminislrar!} giorrratmente al so.ldalo 'òllre, a 27 gramrpi di. azoto e ta nti altri non azotali da poter dare 4H 4.~ 8 -grammi di catboniò. Nè contiamo le materie grasse, la cui quanLi là giornaliera varierebbe da 38 a 39 fyammi. U1)a clitfere.nza· si scorge comparaliva!Denle a quell a dei dt di magrò. lmpèrocchè la quantità dell'azoto varierebb_e di 0,048; quasi uguale sarebbe quella ·a-el C!\rbonio. e superiore di 5,78 sarebbe quella delle materie grasse. Ciò nulla meno. si possono le due razioni ritenere c.ome eguali fra loro 1n. valore nutriliv9. Tale si è I!\ guantilà e la qualità dell'a razi one· che noi avvisiamo conveniente e n-ecessaria a tenere io buona salute il nostro soldato. Come ben si Tede, essi,i supera di 300 grammi la quanlità di f!Uella, di cui gode attualmente nei giorni di grasso. L'aumen't:9 da noj proposto si ripartirebbe nel modo seguente:
a
-Pane da mu11izione. aumento giornali'ero gr. 45 )) )) )> bianco da zuppa, I) 45 )) >) Carne fresca di bue f) 45 I) Legum i. .» » 159 a MO )) )) I Erbaggi e condim. 4-5
•
• To~al~ gr.
aoo
Questa proposta si allontana da ciò che si pratica nell'attuale alimèntazione delle noslre truppe, perchè intr9duce nella razione una maggior dose di materie azotate, ripar"alrici, le quali sono in una ooleYole insufficienza nella raiio ne allualmente accordala. Questo aumento viene fallo princi palmenle sulla ·carne, di cui si propcm-
a
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M
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-
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Proposh• di un{} Razione Viveri normale pel nostro Soldato di Linea .
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':"
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Qualità della Dazione
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Valore· suo nutritivo
Quantità e distribuzione tiella settbnana "
Lunedl NOM] DEGLl ALIMENTI
-
:
Grawmì
' Hartodì .
~
..
Giovedì
Mercoledì
Venerdì
-
-
-
-
~Grammi
Grammi
Grammi
Grammi
QUANTU'À CONTENUTA
Domenioa
Sabbato
·-
DI
-
Grammi
-
r
Azoto Grammi
Grammi
.......
Carbonio· l\fat. grasse Grammi Gram.:mi
-
Pane da munizione Id. bianco da z:appa Pasla fida Riso
·.
.
Carne fresca 'di bue, con osso ~lerluzzo salalo Legami '(fave, piselli, fagiuoli, ecc.)
75(1
750
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750
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E per•vero, quasi che la raziorre che gli si accorda 'nei gooo 40 grawmi, ossia un'oncia -e mezza dell'antico peso dl di grasso non fos~e già scarsa abbastanza, non pesando per ogni soldato giornalmente. Così i :200 grammi che in lnla lilà che 1300 gr., quella ond e gode uei giorni di gue_sfo 'arrebbe·con:isvondenli a sei oncie circa ~.el peso magro non arriva, come si è v·edolo, che a grammi ·1 245; antico, oltre di aiutare, maggiormente la preparazione d'ril differenza = 55 gram mi. Ma ciò che rende ptù sentita brodo più soslanziosC1, darebber o un poco più di bollilo questa iosufficiel)za ,si è che egli viene n.el 1,ue,clcsiqiq che non d~ àl medesimo la razione aUuale. Non si, creda tempo privalo d'ogni alimen to c~:rne,,. Egli è perciò che che l'aumenlo proposto sia late da migli'orare molto la colla nostra proposta crediamo pos"<ib ile di togliere si[1 condizione presente del soldato. Imperocchè calcolando le O$sa ad ~l i · ~!~Ila carne, i 200 grammi si ,riducono a: fat~? inconv,enienle. Chè le due razioni noi ¾5rà vedemmo 450, senza le ossa. Messa a bollire poi nella tnarmilla come si p_areggiano q·uasi inlieramentc l' un,t all'altra con pochissi ma differnnz.:. li rimedio che per un tale intendiper fare il brodo, essa si ridu_c.e a on dipresso alla metà; mento può esser utilmente usat,o, è quello d'accordare al cosi che i 150 grammi Mon ne d·arhnno pìù che 75 ,qi sold,alo nei di di magro una raiìonc di merluzzo salato, ,o· bollito. e a far mollo 85 o 90; vale a dirè dalle due e di baccalà, cjoè 400 gr. a lesta; giacchè questa <loie, mezza alle tre oncie, secondo l' antico peso, pFr ciaschedun sòldalo, Tuttavìa1 ancorchè· pi ccolo in sè, l'aumento quanto ~i materiali az~tali, può equ_iva}ere ?, ~00 ,di carn fr;.csca dr bue. Del resto 100 grammi d1 merluzzo salalo né1 giornaliero di un'oncia di carne ooUa sulla raz~one ·at1 danno 88,66 di para carne, essendo gli allrj H,3, devotuale, noi lo crediamo importante e molto benefico alla luti a1le aresle e parti inutili non co.rom,estibiji.§e non, c,he .. salute del ,soldalo. L'aumento più cons·iderevole che noi proponiamo ri- 1 abbiamo credulo necessario di aumentare poi giorni di magro fino a %51) grammi il condimento ed erba ggi, ciò guarda principalmente i legumi; anzi ~ la ioLroduzione di una novità, giacchè nella razion e a~.tuahi n~n tìgµessendo richiesto dalla quali,tà a,~lla razione, e ~t.abrti t? anche in massima dallo stesso Regolamento del_1851 piu rano quesli frutti alimenlari. Noi ci limitiamo però a tre volle cilato, il quale permette, come vedemmo, aJ soldato specie sole, cio·è al!c fave, ai fagi noli, e ·ai piselli, delle cui propriètà emi nentemente oulrilive si è veduto nella di spendere pel condi.mento del suo ran.cio nei giorni iii l • parte di queslo lavoro. mag_ro il doppio di quello che deva spendere nei giorni Egli è da avvertire però, che la dose gioro~liera dei ledi grasso. gumi non viene da noi proposta sempre nell'eg\1.ale mi NQi credia.n,10 pure çhe la nosJra pròposla ra-ggiuogjl sura. Essa varia dai 450 ai 200 grammi a tesla; dando anche un altro scopo non m.eoo· utile e necessario per una quest'ultima maggiw dose allernalivameote, e in quei buona aUmentazione ; qu.ello cioè deUa varietà degli aligiorni sollunto, nei qlialì si·accorda una porzione di riso ; menti, la .quale varie.là viepe gi,à ottenuta fino ad "UQ. mel)lre O"egli altri giorni , nei quali si distribuirefibe una cerlo punto anclrn dalla.semplice distribuzione che oc ab~ ra"lion~ di pasla, non si darebbero che 450 gr. a Lesta di ' biamo falla nei singoli giorn i della settimana. n1a, se si legumi. E così.i 300 gramm i che ogni soldato avrèbbe vuol e, può es$a oneo,ersi ancht maggio~e, quando ciò tra pasta, riso, e legumi per fare la minestra. sarebbero vogliano i tispellivi Comandanti di Corpo, o di Compariparli li nelle seguenti proporzioni : ~ 50 di pasta a 150 gnia. Se non che per raggiungere quesl'ullimo scopo, quello di rendère meno m~notona, pi,µ variala, e qQ.jndi di legumi ; ~00 di questi e cento di riso, in gior.ni alter-· nati, come si rileva dal prospE-llo nostro. La ragione di migliore, e più guslula l'alimeniazione d~I soldalo, anche senza alcun aumento di spesa, abbisognerebbe di .inlroquesta alternala dìstribuzione nelle indioale proporzcioni sia in ciò, che essendo jJ riso , come già vedurr~ una riforma, o modificttzione sostanziale ntill'.aU~1ale, demmo, alimento pochissimo azotato e ia vece ric- ! sistema delle' cuciite reggimentali. Finchè la preparazione chissi mo cli fecola, vuol essere mescolalo ad alimenti pi à del rancio colidiano si affiderà al soldato stesso per turno o meno azotati sempre, onde sommioislrare così, una alid! se~vizi o, sa rà raro il caso in cui il rancio n1edesimo , enga preparalo r.ot1 gusto. con economia, e co_n soddismenlaziooe completa , e i legumi, i quali son? più az.ofazione della Compagnia, La preparazione degli alimenti. . tati çlei cercali stessi, ad·e mpiono appuoto a ques\o scopo, quando si mangiano insiel)) e al riso. Che se i\rvece di 1 nncb~ i piu,se_rnplici n.on è ope,rl\zione d.a affidar.si al priquesto cereale si dislribuisca dèlla pa~ta secca. il che mo che si presenta, o cui tocca; esige cogn izione, pravuol dire un alimento azotalo mollo più che non è il riso, tica, e abitudine ai diversi gasli, onrle trovar modo di un.a minore qqanlilà di legumi marigiali insieme ad essa reoùer grade vole l'alimento ai molti, cui v.iene somm~nicontribuirà alla buona nutrizione quaolo una nlaggiore st ralo. Fol'luna è che l'appelilo sempre}ronlu dei soldati dose .dei medesimi mescolali al riso. corre~ge molle volle il cnUivo ~usto, o gli errori dell' inesperlo cutiniore. Ma ,di una c9ndi"lione, accidentale npn Così puro ci' sembraM necessarii i 45 grammi di aumento nell'erba·gglo e condimento, notando però · clie in , è da farsi arma,per manle nerè un vizios-o sistema. Il posto questa soro ma fi gurano anche i 4 5 grammi di sale, a tesla, di cuciniere, o di prep.aratore in capo del ranci.o dei solibtlispensabili' alla gioroaliera atimcotazione dei soldati , dati dovrebbe essere fisso, perman entç ir. ogni Gorpo di Rimaneva però in mezzo a lulto quesL_o una difficoltà lruppà,coooe sono perm'àn enli tanli àltrì impiegl:ii militari. dà superare, ed era quella di trovar modo onde paregEg]i 1ovrebo'essere lenulo responsabile di amruanire il giare le' due razibni ; quella ciQè dei giorni di gr.as?o con pasto giornaliero nella quan tità prescritta dai regola Q.1enti, l'alLra pei dl di magro. Cmperoccbè attualmente, come varliarne la quali là nei Hmiti sè;inali dai medesimi, e metvedem·mo, le due razioni sono così diverse l'una dall'a llra terlo io posizione lale da poter lar spicoare la sua abilità e per q.uan tità, e p·er r.(Ùalìl'à, ch·e 'n:on :può a d1éa'o 'di acuHn~ re anche senza aum,~nla.re la spesa gior9alièra, averne il soldato detririfenlo 11ella salute. Ciò non impedireblìh però di avere i'n aiuto soldati che
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per turno assistessero il cuciniere, onde io casi eccezionali di accampameolo o di guerra sapessero fare allrettanto.
GAPO II. Esame delle varie contingenze, le qt,ali possono far 11ariare la alimenta1.ione del soldato.
Ora che abbiamo stabilili i Lermini della raiione normale dì alimenti necessarii giornalmente al soldato, consitlerati tanto sollo . il r-apporto pella quanlilà, che sotto quello della qualità, non ci' ri~scirà difficile di risolver~ Ja quistione accampata dal 2° pa ragrafo <lei programma, • il qu//.l~, come vòdemm.o. <lorpanda se la quantità o I.a quali la degli alimenti debba tenersi sempre la stessa pel soldato, oppure variare, massime trovandosi in alcune speciali circoslanie o straordinarie contingenie. Dopo qu.ello che abbi·amo espòslo nei precedenlì ar.lico!i sarà facile ad ognuno il comprendere, come la razione alimentare oggi accorciala gi'ornalmente al soldato non p9ssa essere invariabile ché s.otlo un rapporto solo, quello della d1oiinu1.ione; e cbe sarebbe desiderabile una varia2i1J ne io più , che crediamo di avere ampiamente dinio.slrala necessaria. Che so la domanda espressa nel programma Yolesse ma·i ·significare alla variabili là, o non, di 1ma razione veramente normale, ooi risponderemmo, che non sarebbe da pren~ere per Lipo della mede$ima quella che si accorcia at~ualmente ai nostri soldati, f!erche insufficiento; ma clie, dato anche che si avesse una raiione veramente normale, non polrehbesi ammettere penrssoluta là sua invari~bilità. Jmpero,échè s1 danno casi e circostanze tali, e· così fuori dell'ordi'n'ario, elle. - il soldalo è coslrello a mangiare o più o m,,no del suo solito, a dover variare il suo cibo, a fare di necessità virtù, procurandosi alinienti diversi dai· consueti. Oltrecchè poi . noi ammE' lliaino in massima la necessità di dover \'at'iare alimentazione, 60 dove è possibile, anche nell'ordinario procedimento tlellit vita militare. Del resto le varie contingenze eccezionali o straordinàrié, nelle qUali si trova ]e l.anle volle il soldato, impongono modificazioni e variazioni nel suo villo giornaliero, la cui necessità noo potrebbe essere conteslalR. Tali sono quélle con.lemplale dal 'zo paragrafò del programma, di esercizì.i, di stagione. di clima, la cui influenza più o meno sinisLra sulla salute del soldato non abbisogna di prove per,essere dimosl,rala. Noi ne parleremo quindi breYemenlo pei tre seguenl-i aricoli distintamente. ~
ARTICOLO 1°
Se, e fin dove vossa variar$i la razio,1e alime11tarcdet soldato, in ccmsegnenza degli eserciiii militari. S'ollo ·il termine generale di e~ercizii noi dobbiamo intendere non solo quelli che si fan no subire, al soldato onde istruirlo oe1 maneggio delle armi , e nella ·tall,ica elementare ; ma le manovre ben aoco nella sçoola di ball~glione, e quelle ancora più estese e complicale dei campi di islruiione. o durante ,l'accampameolo formale in tempo di guerra. Le quali manovre od eserciiii imporlauo necessariamente çrande dispendio di forza muscolare, mas-
sime se prolungati sie.1_10, e mollo P.iù poi s_e v'abbia .concorso di intemperie o 1a sinistra influenza òella stagione o -del clima.~~i a.ggiungan9 -per ultimo gli esercizii ginnastici ,c9e si danno in ~iascuna scuola· reggimenla'le, e che non sono meno faticosi, e fors'anc o più- degli accennali più_ sopra. , Egli è evidente, che tralln1.1J.osi di esercizii militari propriamente delli, a snervare la forza del soldato non vi concorre sollanLo H maggiore movimenlo del sistema muscolare, ~ cui egli deve soggiacere, m'a ben aoco il pe~o. dell'armi, e. del,sacco che deve portare coslan,temen le 1)ella ~secuzionc delle manovre ; ciò chP. ricbiede maggiore sforio di polem.a nervosa in lui, oo(lc far 1ronle al dispendio. Negli esercizii gì nnaslici i.I soldalo npn ha, è verò, a portare il peso dell'armi e del Ic1rdello, a.ozi è reso il più possi.bilmenle libero da ogni slrellalura o impaccio; ma q.ueslo vantaggio viene lo Ilo dalla violenza e straordinaria intensità dei movimenti m0_scolari ché 'deve eseguire nelle varie forzate posiiiooi che ilevé prendere sia nella stazione, sia nella loco moiione. Onde vede o,gnuno che tanto l'una, qu anto l'altra categori a di esercizii obbliga il soldato a subire un grande consumo di forza nervosa, a rimanere perciò affalicalo e lasso dopo avere compiuto il penoso lavoro, e q1,1indi pure lo melle nella assoluta necessità di dovere pronlameul-s riparare con sostanziosi alimenti alle pe.rdite falle. Ma nsn basta. li dispendio della forza nervosa or ora indicalo non. potendosi effettuare senza grandi sforzi di conlrallililà muscolare, nè questi ultimLsenza no aumento di forza uel\a respirazione, e perciò di eccitamento maggiqre nel circolo sanguigno, ecco cho lutto il corpo del soldato è costrelto a _patire y_n risoa lclamP.nlo maggiore del co nsuelo, conseguenza appunto dell'accelerala circo·lazionc. Ond'è che questo calore accresciuto dilatando maggiorm ente i tessuti , e perciò g,li esalanti .culan ei e polmonari, ue viene di conseguenza che fa costoro esalazione essendo autncn~ala, debba il sold(l lo necessariameoto soffr.iTe un depaupllramenlo, una perdita maggjore di umori, mentre nel medesimo tempo sc,ema il movimento nutritizio ir.Lerslizialo pel dim inuito assorbimento generale. Di che è pron qu ella profusa traspirazione cutanea e polmonare, sudore copioso che cola da tulle parli d~I suo corpo. Laonde si vede che questa perdila umorale congiunta al dispendio della foria dinam 11:a o nervosa. <leve s.nervarlo, i1'de.~o'lirlo maggiormenlc, e fargli più presto sentire il bisogno del riposo, e di una pronta e conveniente riparazione organica. Se non che la perdila degli umori per la 'fia <lei sudore façcndo si piil presto senlire in lui, ch(;l non quell-a delle forze muscolari, ne viene di conseguenza che la sete, segno e misura della perd,ita umorale ~lessa, lo cruci per modo anche pri'ma di _subire gli eITelli d'una grande slan-· cbeiza, che non può resistere al bisogno tormenLoso di introdurre nel suo corpo materia liquida onde ristorarlo dall'arsura di fauci. Ecco aduoque una serie di condizio'l1i individ uali, in cui, i[Jdipendenlemenle dai faticosi esercizii, viene posto il soldato, e per cui la sua salute può rimanere pregiudicala più o meno, se non si prendano per lui tulle queUe avver,l.enze igieniche, che sono necessinie lo simili casi. Ora domandiamo: quali saranno
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queste diverse coolingenzè gli alimenti • le bevande, aziooe del soldato vuol essere più azotala ch'e sia posa cui dovrà il soldato avere ricorso per ristorare efficacesibile; affidala principalmente a cibi animali, çome quelli menle le proprie. fQne? Sarà ella sufficieote sempre la racbP ~0110 gli unici e veri riparalori delle µerd1lt> nostre, zione ordinaria a lui ~ccorçata cl ai regolamenti? Nesvogliono essere a quelli aggiunli an che gli alilllenti vesuna differenza vi dovrà essere nè rispetto al.la quantità, getali, di natura feculenta o amilacea sopral\ull(}; ma in nè alla qualità, nè al.la <li~tribuzione degli alimenti, comquesti si deve procedere più cauli, perchè, io generale, parativamente al regime or~inario? Ecco una ·~~rie di sono di più diffici'le digestione o non sono poi egualmente riparatori come. quelli . doma.nde tutte import;rnli, alle quali dobbiamo procurare di fare adeguata risposta. Non meno necessaria troviamo nelle notate corÙingenze la variazione deUa qualità e quanlilà delle bevande. Già. La sola esposizione delle oonlingenz.e iod.icate basta di per sè a mostrare la necessilà di variare e la quanlìlà noi vedemmo che nei tempi ordinarii la bevanda colidiana e la qualità dell'alimentazione ordinaria de!"soldato luUe accordala al soldato è l'acqua, la quale non gli poll'ebbe d'altronde essere negata. Ora sarà con questa bevanda volle cbo quelle si trovino realiizale. Lasciamo a parte quegli esercizi i militari e ginnastici, a cui viene. dboligalo ch'egli dovrà ristorare la sete duranle i faticosi esercizii del campo, o quando un profuso sudore -gli cola dal durante 111 p(lcifica vita di guarnigione, come quelri che si fanno in ore le più aceoncie della giornata, e durane corpo? Nessuno certamente vorrebbe consigliarne 'oso, un t~mpo del~rrn.i.ò~(J·' dalla prud enza dei coni andanti, cr.rto di vederlo seguito da con$eguenze sinistre, o da per cui il ripoiio di qualche ora può essere sufficiente·rie(Mti noce voli alla sua salute, Imperocchè soldati ·sta·nchi paro alla slaoch!)Ùa del cqrpo. Npi ooo alludiamo che e snellvali da luugbe· manovre del campo, anela.nli do.po a que' luoghi e faLi.cosi esr,rc\zii che rich ieggqno le mamarcie accelerale, sudanti in ogni parte, non abbisognano novre dell'accaqipam-enlo in tempo di guei:ra. o quelle solamente di trovar modo onde ammorzare la cruciosa dei campi d'isLruziooe io tempo di pace, accompagnati arsura delle ,fauci, la sete, che li torroent.a, ma b_en aoco -cioè da roarcie accelerate, forzate, da slaiioni prolungate di ripa.r11re prontamente alle perdite umoraii subile, e assai, e che nulla haoQo a fare cogli ordinarii esercitameoti alle sfrenale forze rilali. Ora egli è evidente che l'acqua nelle guarnigioni. lo tulle le indicale contingenze è fasola, e mollo più se fredda, lungi dal provvedere al ducile il comprendere, cbe il soldato dovendo s.ubit:e un diplice biso~no, riescirà piuttosto perniciosa alla salute dei silibc.,ndi, i quali.sentiranno bensì calmarsi, per il mospendio di forze molto superiore all'ordinario, dee es·· sere nècessariamente nutrilo più dell'or.dioario, .quando mento, il molesto s.enso .della selP, ma poi'. risv~gliarsi di ciò permettano gli accidenti della guerra, o del campo. nuovo, ·e quindi bis.ogno di nuova acqua_, che élovranno Infatti in tulle le armale d'Europa vige la massima di auinghiottire. Il che è noto purè al volgo, il quale, s,a, che, mentare in tempo di guerraJa razione del soldato, o in essendo il corpo riscaldato e sudante, più si bev·e acqua natura, o in deoaro,_perchè è troppo facile il rilenre la e più c resce il bisogoo di bnerne; oncle poi aumenta somma maggiore delle fatiche alle qrrali si deve sobbarma~giormenle il sudore, e con questo l'indebolimeotc, care. L'aumento si fa, generalm ente, nelle carni, che sono generale del corpo . gli alimenLi i più riparatori; e noi non possiamo che .E bene il san nò i marinai cbc navigano i mari interfar plauso a questa massima sancita in tulli i regolamenti tropicali, o sollo un clima ardente, dove il termometro segna co!llantemeote 35° a 40° centigradi esposlo all'aria milil~ri. libera. Di che non è a fare akuna maraviglia, quando ·SÌ Ma r~s,lring.~ndo q).le§te c,onsidero~iooi .~l cas~ dei nosJri soldati, avendo flUÌ dimostrala la insufficienza ' rifletta che l'acqùa ioghioUila, essendo tosto àssorhila, massime durante le grandi arsure e secchez,,a delle mudella razione ordinaria, uon possiamo a meno di far sencose interne, passa rapidamente nel torreole ùeÌla cir~ tire, che, ri tenula Ja. misura alluale di qucsla, non verrà colazione, e non meno rapidamente esce :lai cor.po pei lolla la insufficienza sua coll'aumento che se ne potrà pori cutanei dilatali dall'eccessivo calore; onde il rinafare in lempo di guerra. Imperoccbè, ammesso che l'auscente bisogno di nuova bevanda a.cquosa. QuesLo. però mento sia volulo necessariamente dalla straordinaria sarebbe il minor male, ove non sapessimo, che indipenconlingenza della guerra stessa che obliliga il soldato a dcntcm!'nte da codesta sua rapida evaporazione, essa patire di più, rìmarrà, pur sempro l'insufficienza già nodebilita poi l'economia vivente per la stessa sua azione lata nella dose giornaliera ordinaria di alimenti, che non dinamica propria, e induce anche effetti di assideraziane raggiung~. come vedemmo, la quaolità normale necese ù i anestesia dipendenti dal grado suo teròiomelrico, saria. Ond'è r,he, se la raiiorrn alluale ordinaria ·ahbiamo mollo inferiore. a quel.lo della lemperalura animale. ·visla ·insufficieule·s,iUo il rapporto della carne, per cui Risp·etto all'azione sua debilitante sopra un sistema si è mostrala la necessità di portarne la dose da ,\ 55 a 20.0 grammi al giorno e a teslà, in tempo di guerra dogià lanlo proslrato e snernto dalle faticose manovre, e dalle perdile umorali, ognuno può facilmente f.ilevare i vrebbe accrescersi fino a 300 gram~i; il quale aumento non polrà dirsi soverchio, quando si rifleLLa, che lolLo il perniciosi effelli che dovrà far nascere in giovani soldati .quarto delle ossa che contengono i 300 grammi, si riduriscaldali e sudanli, ogni qualvolta vi si abbandonino cono a 2% di pura carne; la quale, quando sia co.tta, senta misura~ imperocchè la troppa copia berula distennon è più che la meià circa del suo peso primitivo; dendo sovércbiamenle 10· stomaco, già iodebòlito, e mal quindi il soldato non potrebbe co11tare che sopra tre a risponden te alla ·runzfone ·sua digestiva, è chiaro che lo quattr' oncie dì bollilp giornalmen~e, giusta l'anlico, peso. deve de:bilitare maggiormente: Quello poi di bevere In generale, trattandosi sempre di alcuna delle straordi- acqua fredda o :geìidà ·a- corpo rilcaldalo e. sudaçi~.e, può narie contingenze indicate, devesi ritenere che l'alimeildar luogo ai più bruschi e immediati cffelli sinistri ; im0
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p.eroc.chè. in tali c~si bene spesso avviene clv; la m4~osa gastrica rimanga come ammorlila t paraliì,zata dall'azione repentina brusca del corpo freddo o 1gelido applicalo alla medesjìna. Onde p(l i aéèadendb, che ques'fa a1.ione 1H>rl s i limili a1la mucosa, ma !i faccia pur sentire ai sottoposti gnoglii e plesso solare, ecco che nei medesimi s'induce una guisa di paralisi"o di ~Qestesia p.ar-zialt\. D'a llronde nessuno ignora la grande insensibilità organica, che adduce nell'uomo il freddo eccessivo, od una assidnazione, gene11ale, che può co nsiderarsi come una anestesia. Tali ada11que essendo, o potendo essere. Je conseguenze derivanti dal bevere copiosa-.m ~nl~ ac_ qua., e molto Riù se fredda o ghiacciala, a corpo riscaldalo e sudanle, si dovrà fare in modo, <lai Comandanti di Corpo, che i solrinti pos.Li in queste slrao,rdioarie cootinge-nzc, o sè ne a stengano, massime in certi momenLi , o ne usino con m oderazione, e se si può· non mai sola. E però, io questo ultimo ioteod;mento, volentlo compiere al duplice ufficio -o bisogn o sov r'l nùical.o, ammorzare cioè la sete e tenere eccilale le forze vitali , sarà ollimo espediente quello di fare distrihuire ai soldati una piccolissiµ1a porzione di ,acquaviie,.on<le alcooliziare l'acqua e impedire che sia b evuta cnsl sola e crocia. Polrebbe anche ollenere lo stesso s copo un'acqua vinosa. ossia on vi no mollo a lluo ·gàlo c'òll'ac'qoa; giacchè 'al'c ool e· vino sono sostanze e~éilaoli la fibra vivente. le quali non' possono che riusci re vantaggiosi!-sime al soldato posto ip tali emergenze. ij_e.,glio ancora raggiungf,lrebb.e l'inlentQ una distribuzione cbe si facesse di una certa quantilà <li birra. S e non che que ~La, essendo una bevanda incompatibile. coJJe finanze del solélato. lascieremo èh~ ·ne usino solamente gli uffi ciali. o quelli 1'11e possono procurarsela. Soltanlo insisteremo perché. òate a ppunto le nolale contingenze , e non . provvedenrl osi con al cool Q co n vino_ al1ungalo d 'acqua ai bisogni menlovali, non si lrascuri l'uso della birra o del sidro più o meno diluli, quando si possono avere d ispo·nibili queste h evnnde ,; ,meno conveniente è l'acqua
acidulat?. .
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Riguardo poi al bisogno di r i'f)arare alle perdile organich e con una sostanziosa alimentazione, e di cui si è già dello, non bisogna mai dimentièarè l'avverte nza di non permelll"re il pasto giornaliero, comp' !llo apfH,'ria l' es ercizio militare, ma Ji lasciare scorrere un certo lempo d'inlerva11o, .che si darà al r ipQso; almeno fino a tanto che sia cessato1il sudore, o la copiosa traspirazione. Io generale i:>oi non si devono ordinare, oè permelte, e fali cosi e lunghi esercizi militari o a slòroaco dighrno, o a stomaco pieno, o loslo dopo avere- mar1gialo il rancio. )\folli e gravi inconvcnienli. potrebbero derivarne per la salule dei soldati, qualora simili avvertenze fossero negletle; e i me,lici mili lari sanno e guaii e quanti possono ,essere codesti incon~nieuli. Noi però qui alludiamo
piuJ.Losto, agli eserci~j mili~ar.i, che sj faono o in via e dinaTia o .nei campi d'islruzione. Chè quanto alle conl genie della guerra sono lalvblLa così rapide e impensa èh'e non puo'ssi assoggcllarle 'ad alcuna régo la fissa ( ~
(Conti11ua)
(1) La distribuzione dei pasti nr lla vita dei soldalo eneo.me eleme.nlo della buona .sua al imentazione, quando, e J numero 1: per tempo, ven!(a sa1•iameofe regolata. Generalrne1 nelle truppfl'di terra si ooucedono due pasti: la zoppa noi m tino· o il rancio alla sera; la prima alle tO ore nnfim eridian il secondo alle 4 pomeridiaoe. Ora rl!remo n(d eh,• 'loeslo : sterno ~i.1 il più irnlulare? Non è forse a sc:fp 1to c1 1;da salo le lascil1re il soldato digiono nelle prime cinque o eei " re-di l11vo eh e incominciano coll'a o rora ? No n è forse sgverchio l' i nterva éli tempo che separa ÌI rancio della , sera galla zoppa del st cessivo mattino? l marioaj in vect si app•gÌiano all'antico u dei tre pasti ; uoo alle ,sei, o alle olto antimeridiane; il s i:m:ido a mezzodi, ed è i l pram:n loro, mentre il primo èla e l<1zione; il terzo è a lle sci di sera, ed è la cena. Tale si è il r golameolo della nostra '.Marina mìlilarc1 e quello dellafrancc1 Noi preferiamo i tre pasti a i due soli ; ma siamo convinti pe elle la qoali'ià e le csfgenze del ciervizio mili lare di terra so tali da nrm permelterc FaiJottaménto di usi cho possòilo beni simo coove_n \rc ulla monotona vila di bordo.
DULL~TINO UFFI.ZIALE
Per Regio Decreto delli 19 del vo,1gente. mese veJ nero acQettate le volontarie demissioni degli infr~ descritti Medici nel Corpo Banitario i\Iilitare pel sol tempo della Guerra: Signor Bezzi, 1'1edico (li Battaglione di second classe, addetto ali" 11 ° BattagJione Bers:lgtieri; i signori Guhli Luigi e Zana1-·tli Cesare ME dici.aggiunti addetti allo Spedale Militare Divisiona rio di Torino,
• il Direllò're D oìt Cav. ARELLA .Medico J)i•v. li Vice Dire-ttore respons. Doll.
MANTELLI
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