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Anno LXXXII
Fase. I ..
GENI\' AIO J 934 - X II
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.GIORNALE · DI_
ME.DICINA M.ILITAR·E
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DIREZIONE ED AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA GuERRA
ROMA
Pubblicazione mensile
SOMMARIO LEZIONI E CONFERENZE:
Glutlri. -
!'le c com e s i dc bbn Cllrarc In tebbrc- . . • • . . . . • • • • • . . . . . • . . . .
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MEMORIE ORIGINALI:
Caulnls. - I ,a mi sur·n d e l d iamctl'i lo rur id iu conrm n lo a quelln d e l p crimotr·o nel giud izio di idoucità ll~iCA (collti mta) . . . . . . . .. ... . Mtnnonna. - D ellt\ v noolouzio no antltlfica m edian te frlzìon i c u tan ee Leonlrdl. - L e intl'zioni Jl:tt.~sosl' dn luie zlono <li ndrcon.Uun . . . . labatlnl c Ricci. - I ntlo r i cruuio faooinll dci Tc bu (CU!ru) . . . .
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RIVISTA SINTETICA :
Plccarrtla. ·- Le mo<lcm c vcdul~ suU'a uost.esln go n orale . . .
PW!' . 45
RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA ITALIANA E STRANIERA:
Cblrur,ia di guttra. L'r:r·olt~:ior~.e dello - B u TOIA.'IO . . . . . . . • . . . . . . . . . _ . . . Dowerl tll di un ullltl$ dol C)tpo sanitario militare wtrao l solclatl di Sanlti. - T . O. . . . . . . Fattore ( /l) tTaumatlco nono swlluppo delle mallltlle nerroae otl&nlcllt. - H AHRIS . . . . . . . . . lporflcomta J11rmij esta::i<m i ne"ro!O{IU:Iu: in cluc puziet~i CQit - sponlcm.ca . - WOLP, RAnE
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l' RtGGS . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • • . . . . . • • .
Malattie sociali. - l!F. B J.o.:R.l ROT :-< 15 L . . .. .. . .. . . . . . .. . . . . . . . . . . .. . MOf:>Gsltl ( lA) por malattie mentali In Italia nel tritnnlo 1828-28-. - :uo o&KA . . . . . . . . . Patologia delle mOfll tmprDYwlrt. - :ltmrono . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . Ptrnlclose . .Sopra tm fl rJrl iclilnn ,,.,.,.,.n~~~M d i -~ r. ìl<tPPO (mnilnsi.) della • Ltwerrmio. mnlo.· l'in c • e s"Ua yenesi d elle - .u.~:iSANDf<JSl . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . Postumi (/ ) da caa bellici: l' uso del clor<>. Cartstlca. - GILORRIST H ARIW o MATZ . . . . . . . Post1m 1 (/) da raa bellici: l'uso del compJsti arllnlcall. Casistica. - GILCRR181' HA.RRY • . . . Reazione ( La) di precipitazione microscopica secondo Kllnt por la dla:nul di sl~llde "'' liquid i cerebro spinali . - CA)lP.\NA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . Reumatismi cr.mlci. Le ron•e~men.=c et·onomirlte e Sl)('irdi dci - M isut'C dcstino.te n 1ll'Ov cn1rli c à com bn tl<:rli . - \\'EISSF.SB.\ 0 11 c FttA...'Wo~- . . . . . . . . . . . . . . . . statlsttc:a delle cause di morte. - D t; OF.!lARDI!'flS J, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Utcerazleni gastr>-da)denlll. Contri/)11/0 nllo studio della flora m.icrobica delle - e dd/a wa iiiHIC/rl<! t~N •w:ilc• çl iclogi(l <Ielle infezi.oni pr1l11vmt~ri po$t-oper ator w. L l\ pl'otllas• i
d i queste inff'zinni. - B om u x . . . . . . . . . . . . . . . . .
BIBLIOGRAFIA MEDICA MILITARE ITALIANA • . .• . . . . CONFERENZE E DIMOSTRUIONI CLIN ICHE NEGLI OIPU.ALI MILITARI NOTIZIE . • • . l NOSTRI MORTI
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Almo LXXXII-N. l
GIORNALE DI MEDICINA MILITARE
GENNAIO 1934-XII
LEZIONI E CONFERENZE
OSPEDALE :'IULITARE DI PALERMO
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SE E COME SI DEBBA CURARE U FEBBRE 4 {};,f Conferenza del Prof. Emerito Llborlo Oluftrè (23 dicembre 1933-XII) . ··E·~./ ' '.'' ·..'?!!r-:. ~ ~·
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Il tema « Se e come si debba curare la febbre>> può se1nbrare parados· sale, ma tale non è se si considera il diverso valore che alla febbre, attraverso i secoli, è stato dai vari autori attribuito. lppocrate per primo considerò la febbre come salutare ed ammise la dottrina della forza medicatrice della natura, poicM aveva notato che spesso gli ammalati, anche i più gravi, g'U(I.riscono senza medici nè medicine. Ritenne egli che la natura si seroe di un fatto ea:trar-naturale (ipertermia) per debellare la malattia di cui è espressi<me e sostenne che il calore serve a'lla cozione e alla digestione degli umori corrotti, i quali in tal n~odo vengono trasformati ed eliminati dagli organismi sani. Ammise inoltre che il fenomeno della cozione degli umori valeva anche per le lesioni localizzate, come il flen~~mon,e, nel q1tale si ha una ipertermia locale. Questa veduta fu successiva1nente accettata da numerosi altri autori e si ammise che la feblrre fosse capace, non solo di guarire il male di cui era espressione, ma anche altre malattie (epilessia, malattie nervose e mentali). Altri autori invece (Esclepiade, Cicerone, Stkal) sostennero che la /,ebbre 1wn solo non è utile, ma è dannosa all'organismo. Da t4li opposte teorie derivarono diverse applicazioni terapcutiche, e ment1·e dal primo concetto nacquero il metodo aspettante, il nichilistno terap81t.tico della scuola di Vienna, l'awmento o la provocazione della febbre, base della moderna pireto-terapia, àall4 seconda veàuta derivò in'Vece la necessit4 di contbattere la febbre coll'a1~tipiresi sia fisica che chimica. Queste due opposte dottrine si CO'I'ltesero il campo fi;M alla fone dell'Ottocento, sino a quando cioè, non f1t, dimostrato ( Giuff'rè) che bisogna distinguere l'ipertermia sintoma, àall4 febbt·e che è una 8indrome, l'ipert&rm.ia banale dalla ipertermia febbrile o biologica. Con la scoperta della batter·iologia, le due teorie vennero messe in rapporto con i gm·mi, che producono le malattie. Alcuni sostmtnero l' utilità della febbre nelle mal4ttie infettive adducendo le segU81ui ragioni: 1° la febbre è il rogo nel quale i batteri patogeni trovano la mo1'te; 2° eccita la difesa organica con la produzione degli anticorpi;
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SE E COlitE SI DEBBA CURARE LA FEBBRE
Jo ~ 1J.na reazione salutare, come la tosse, il vomito, il brivido di freddo; 40 ~ utile, come comprovano i 1·isultati della pireto-terapi.a; 50 indirizzo. il medico verso la diagnosi. Facendo la critica di tali a1·gotnenti e scartando l'uUimo perchè poco serio, si possono obbiettare al primo i ris1tltati della emocoltura, in quanto troviamo i germi nel sang1te anche a te1nperatura di piu di 40o; al sec<nulo i ris1tltati di una recente tesi di la1trea del Savagnone, il quale ha dimost-rato che in molte infezioni con febbre non si ha produzione di anticorpi; al terzo (reazione salutare) si può obbiettare che n<n~ tutte le reazioni vitali sono salutari e così mentre la tosse è utile quand() serve ad eliminare il ntuco delle 'Vie respiratorie, non lo ~ quella inMu, la ist01ica, ecc., il ·v011tito è utile quando serve ad eliminare dei cibi indigesti, ma n<n~ lo è in tanti alt1i casi, ed infine il brivido febbrile non può con11idera1·si utile, fino~ non sia (U)Certata l'utilità della febbre; al quarto si può, infime, obbiettare che 1wn ~ provato che gli effetti salutari della piret.()-terapia siano da attribui1·si alla ipertermia: basta citare l'utilità della cura della paralisi progressiva non con la maJ.aria ma con il Vi·rus 1·abico (T<nnmasi), in cui l'utilità è dovuta alla difesa i·mmunitaria. Da alcuni si ~ sostenut() che la febbre sia una reazione dei centri nervosi (centro termoregolatore) alla a.zione dei g&rmi, dai quali centri nervosi partono degli stimoli che, eccitando alt1-i centri della vita vegetativa, determinano un aumento delle combustioni organiche. L'O. è ~ttrario a tale teoria nervosa della febbre e 1-ichiama una lettera scritta alcuni anni fa dal M urri, nella quale ~ detto che in tanti anni che si parla di cent1·i tenn01·egolatori, la sede ~ stata cambiata ben 23 volte e mai alcuna alterazione è stata trovata in questi centri al tavolo anatomico in morti p01· febbri alte. L'O. pa1·lando della S1ta teoria biologica o chi•mica, afferma che la febbre è da considerarsi twciva, perchè in essa si hanno combustioni atwrmali, cioè reazioni ad effetto termico positivo che si verificano nel substtrato organico per azione dei batteri e delle loro tossine, onde si ha una altera.zione del met.a..., ·-;1 bolismo dei vari organi e quindi degli organi stessi. La febbre, così considerata, è nociva e<l essa va distinta dalla· iperterm.ia banale nella quale si ha soltanto una iperproduzione di calore ma ness1tna alterazione del metabolismo. La febbre, quindi, non ~ pe1· nulla saluta1·e ma dannosa: una infezione tanto piu è grave, quanto piU alta è la febbre; la. caduta di essa generalmente segna un migli()1'a7nento; .il carbonchio con o senza febbre è ugualmente grave, . la polmonite senza febbre, come si viene ad ottenere con l'antipiresi chimica, non è me1w grave di quella con la febbre. . Ciò n<ntostante molti ancora oggi credono all'utilità della febbre e pertanto la provocano ~ tutti i mezzi possibili: microrganismi morti o 'Vivi ('Virulenti o attenuati), albumina, proteine, oasealcalcico, nuoleinato di sodio ecc., ma no1~ è affatto provato che l'effetto utile di tali sosta.nze specifiche o aspecifiche, sia dovuto all'ipert&rmia che possono det&rmina?·e. La febbre deve invece essere considerata c<nne -rwn utile e pertanto da combattere. n sint<nno principale della febbre è l'ipertC1-mia, e q?tindi si deve fare diminuire di qualche grado le alte temperature, p01·chè queste S<nW di danno
SE E COME Sl DEBBA CURABE LA FEBBRE
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anche tnurale, dim,inuziune che si può ottenere coU'antipiresi sia fisica (da preferirsi) che chimica. La miglior cura della febbre è quella etiologica, come in: alcune febbri alimentari dei bambini, in cui sopprimendo i cibi indigesti si ha tosto la guarigione, Ciò. però, n~t è sempre possibile tMUe infezioni per le q1tali abbiamo a llisposizione alcuni farmaci specifici, come il chinino, il tartaro stibiato, il m e-rcurio, gli arsemr-benzoli, ovvero dei sieri e dei vaccini. La fiducia , però, che si aveva in questi ultimi, ed anche n-egli stessi autovaccini, è stata fO'rletnente scossa, poichè si è visto che 1nolti vaccini agiscono rome sostanze aspecifiche, onde si è ri<xfrso aUa terapia aspecifica, ed in questi 1ùtimi tempi ai metalli collo-idali, t; si è ritomato agli antisettici, conte il sublimato ed i fenoli. Pi1i promettente appa1·e la chemioterapia dell'H erlich, il quale sperwva di poter ottenct·e con i sturi prodotti la sterilisatio magna. Q1testi vari mezzi agi8cono come batteriotropi, rendendo meno virulenti i germi o uccideruloli, o come organotropi, aumentando la 1"C8'iStenza nawrale.
MEMORIE ORIGINALI DIREZIONE GENERALE DI SANITA .MILITARE LABORATORIO DI BIOLOGIA E FISIOLOGIA APPLICATA (Farnesina- Roma)
LA MISURA DEI DIAMETRI TORACICI IN CONFRONTO A QUELLA DEL PERIMETRO NEL GIUDIZIO DI IDONEITÀ FISICA <·> Prof. Ugo Casslnls, maggiore medico, dirett-ore del laboratorio
A ~raverso gli anni ed il grande numero delle osservazioni abbiamo acquistato una relativa abitudine a giudicare dello stato fisico di un soggetto dal rapporto fra la statura ed il perimetro toracico medio aggiungendovi quelle valutazioni mentali che derivano dall'impressione d 'assieme ricevuta nell'esame ispettivo. Si sono cosi fissate le tavole dei minimi perimetri compatibili colle stature comprese fra cm. 150 e 180 che fauno ritenere corrispondano ad energie fisiche su.flìcienti per resistere ad una vita di lavoro intenso. Il perimetro toracico medio è più una misura antropometrica che morfologica; non riflette il perimetro della gabbia toracica ma è la somma di questo e dello spèssore delle parti molli sovrapposte. Talora per lo sviluppo delle masse muscolari, dei gran dorsali e pettorali, qualunque sia la posizione degli arti superiori, il perimetro appare notevole. Per tal fatto esso non ci dà alcuna idea esatta della conformazione e grandezza della cavità toracica che, contenendo organi della vita vegetativa di grande importanza per il rendimento lavorativo, ci è necessario conoscere se vogliamo emettere un giudizio di idoneità fisica. Il perimetro toracico del soggetto normale, cioè equilibratamente sviluppato nelle sue parti, dovrebbe corrispondere, secondo il canone morfologico, alla metà della statura più 3 centimetri. N ello specchio seguente sono riportate le cifre corrispondenti ai perimetri toracici medi in rapporto colla statura secondo Livi,Boldrini, Frassetto, Viola; le cifre corrispondenti al canone morfologico ed i minimi ritenuti passibili di richiesta di lavoro fisico utile. I diversi osservatori non sembrano d'aceordo, ma bisogna tener conto del materiale diverso di studio e del modo diverso di trarre le conclusioni. Per esempio, Livi e Boldrini le hanno dedotte dallo spoglio di incartamenti militari, Frassetto e Viola da misure fatte compiere o compiute personalmente con metodo rigoroso. Giusto ci sembra tuttavia il criterio adottato per il giudizio di idoneità alla vita militare che è un giudizio di idoneità fisica alla fatica, riferendosi ad un minimo piuttosto che ad un (
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)
Comuni cazione n l XXI Cong•·csso p~r H Progresso delle Scienze - Roma ottobre 32-X.
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LA :'IIISUR.'\ D E l DTAJI.lETRI 'l'ORA Cl Cl ECC .
perimetro medio. Minimo che è sembrato troppo basso a Frassett.o (.Arch. di med. politica, 1928, u. 1), il quale ha. proposto di elevare il minimo a cm. 82 e di considerare il massimo di cm. 93 come un perimetro oltre il quale vi dovrebbe essere sempre esenzione dal servizio. Concetto indubMl:-IIMI COMPATmiLI COL SERVIZIO .»n.J1'AJU:
PERWETHO TO,RACICO MEDIO
Statura.
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Bolddni cm.
Violo. Vl olt• SC>l Il\ pt;n · t e narla. cm.
crn.
Frns.'lCtto cm.
150-160
86,5
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82,3
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160-165
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S6 87
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170-175
88,5
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175-180
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Canone ruorfnlo· glco
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Elenco hrtJWrfczionl
infermità
secondo li'russctto
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90,5-93
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biamente errato che porterebbe alla. eliminazione di nurneroRi elementi ben sviluppati e resistenti al lavoro. Domenico Viola (Giornale di medicina milit{lre, VII, 1929) 1 ha confutato questa proposta e non è il caso di sofferma..rvici. Ho accennato come il metodo di misura del perimetro abbia grande valore. Normalmente si esegue a soggetto eretto colle braccia pendooti lungo il tronco, facendo passare il nastrino metrico sotto l'angolo scapolare e sotto i capezzoli. :B necessario non stringerlo ma farlo aderire alla superficie eu tanea per avere un perimetro più rispondente al vero. La scuola costituzionalistica nostra. si è preoccupata degli errori che con tal metodo si incontrano a causa. dello sviluppo delle masse muscolari dei gran dorsali e dei pettorali e consiglia di far mettere le mani incrociate dietro la mica. Così i muscoli sono distesi ed il perimetro è più vicino a quello effettivo d ella gabbia toracica. Paolillo (Giorn,{lle di medicina militare, XII, 1930), ha fatto delle misure comparative coi due metodi ed ha dedotto che col metodo della Scuola costituzionalistica si dovrebbero dichiarare inabili dal doppio al triplo dei soggetti che col metodo ordinario raggiungono il minimo di idoneità. In altri termini, escludendo il più possibile le masse muscolari, la media del perimf'tro toracico si abbassa oltre le cifre considerate finora come normali o minime. Ciò non consiglia ad impiegare tal mezzo di esame tìno a tanto che le tabelle cui l'esaminatore dovrà riferirsi non siano state corrette. Ma. è con questo metodo che G. Viola, ha dato, nella Tabella di valutazione pentena.ria, indipendentemente dalla statura, il perimetro toracico medio-normale fra cm. 83 e 87, media un po ' inferiore a quella che si otterrebbe dalla somma delle cifre rispondenti al canone morfologico per stature fra cm. 150 e 180 che sarebbe di cm. 85 e 88. A noi sembra che, per quanto il canone morfologico ci allontani dalla realtà dei fatti, dovremmo tenerne conto quando vogliamo dedurre il perimetro medio,
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LA MISURA DEl D!A21fET IH 'l'ORA CJ C l ECt;.
perchè questa. misura così ottenuta è stata vista corrispondere più di qua· lunque altra a.d uno spiccato equilibrio fra lo sviluppo degli organi contenuti nella cavità toracica e lo sviluppo dell'intero organismo (Rossi: Mol'· fologia ctinica e fisiopatologica del CUO're, Pozzi, 1924, Roma). E ad organi normalmente sviluppati, in organismi senza tare morbose speciali, corrispondono ampiezze di capacità funzionali massime, quindi massima resistenza alla.voro. Tuttavia. non solo ha importanza conoscere il valore del :perimetro toracico medio quanto anche il grado di escursione respiratoria della gabbia toracica che è dato dalla differenza fra il perimetro massimo inspiratorio ed il minimo espiratorio. Questa misura può dimostrare l'elasticità della gabbia. toracica. ed entro certi limiti l'ampiezza di capacità funzionale dei polmoni D valore medio-normale di tale escursione è di cm. 6. Un soggetto di statura di m. 1,67 che ha cm. 83 di perimetro toracico medio e cm. 10,5 di escursione respiratoria è da giudicarsi meglio di un soggetto della stessa statura con cm. 89 di perimetro toracico medio che abbia solo cm. 6 di escursione. È vero che l'escursione che noi misuriamo riguarda l'aumento sooondo i diametri trasverso e antero-posteriore e non secondo l'altezza del torace che potrebbe variare molto per il marcato abbassamento del diaframma e supplire la scarsa elasticità costale, ma è pur v ero che nei soggetti rc:;istenti allt• fatiche e negli atleti la respirazione è di tipo misto con prevalenza. del tipo costale sull'addominale. Se dunque nella selezione spontanea giungono ai sommi gradi quei soggetti nei quali la respirazione costale predomina, dobbiamo ritenere questa come espressione di euritmia funzionale della gabbia tora.cica ed indice di maggior idoneità fisica alle faticb e. Dalla escursione toracica possiamo dedurre anche, seppure in maniera relativa, della capacità vitale, tenendo conto che per ogni centimetro di escursione corrispondono 500 centimetri cubi di aria. La conoscenza del resto del perimetro toracico medio secondo il canone morfologico ci può illuminare, secondo Rossi, sullo sviluppo del cuore che si avvicina di più al cuore normale quando il perimetro toracico sia medio-normale, al cuore megalosplacnico o rnicrosplacnico quando · quello ecceda. o sia deficiente. Tuttavia. la misura dell'escursione respiratoria non basta. a dimostrare se il torace si espande simmetricamente; illude quindi sulla armonia di struttura scheletrica che è spesso armonia di funzione degli organi conte· nuti nella cavità toracica. Si è cercato di ovviare con varì mezzi - come la cirtometria e le su~ modificazioni coi quali possiamo avere l'indicazione di un'asimmetria di struttura e più difficilmente di un'asimmetria funzionale. Meglio si presta., specialmente dal punto di vista morfologico, la misura dei diametri toracici trasverso ed antero-posteriore cosi nello stato di respirazione regolare tranquilla che di espirazione ed inspirazione profonde. Questa misura è a.ntropometrica.mente e costituzionalmente esatta: fa. parte delle misure adottate dalla scuola costituzionalistica nostra per dedurre il tipo morfologico. Dimostra: l 0 lo sviluppo d 'ogni diametro in rapporto al diametro medionormale;
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LA MISUlU DEI DIAMETRI TORACICI ECC.
2o il reciproco rapporto fra. i due diametri;
3° la. simmetria o meno nella. variazione respiratoria dei diametri e quindi nella meccanica. della gabbia toracica. Però i diametri che noi consideriamo non corrispondono esattamente a. quelli anatomici «n diametro a.ntero-posteriore del torace è rappresentato da. una linea orizzontale che parte dalla. base dell'appendice xifoide e termina. all'indietro al punto corrispondente della colonna vertebrale. Il diametro trasverso è rappresentato da una linea trasversale situata sul medesimo piano che taglia la. settima costa alla sua parte mediana. n rapporto centesimale del diametro trasverso all'ant.ero-posteriore dà l'indice toracico che nel vivente maschio si aggira intorno a 140 (Testut)ll .
Il diametro trasverso che noi misuriamo corrisponde alla quarta costola sull'ascellare media e l'antero-posteriore incrocia questo esattamente dal punto più sporgente del corpo dello sterno, situato presso a poco a livello d'una linea che unisca i due capezzolii, all'apofisi spinosa. della vertebra dorsale corrispondente. Questi diametri sono minori di quelli anatomici ma sono presi allo stesso livello dove si ~ soliti prendere il perimetro~ mentre quelli anatomici sono un po' più alti dei diametri ipocondriaci misurati col metodo morfologico di Viola. I valori medi di questi diametri toracici risultano secondo Viola: l 0 fra cm. 29,2-30,4 con valore di gradi O in corrispondenza di cm. 29,8 per la normalità del diametro trasverso ; 2° fra cm. 20,5-21,3 con valore di gradi O in corrispondenza di cm. 20,9 per la normalità del diametro antero-posteriore; 3° differenza di cm. 9 fra il trasverso e l'antero-posteriore. Queste cifre si riferiscono alla tabella di Viola fatta sull'uomo adulto medio Emiliano. Ricerche successive di Viola stesso sull'uomo medio reneto, di Fici sull'uomo medio Bicìliano, di Atzeni sull'uomo medio cagliaritano hanno portato a piccole variazioni raccolte nello specchio seguente: Diametri toraçlol dell'uomo medio adolto
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Diamet1·o trasversale cm ...
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D ifferenza. fra. i diametri cm.
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Diametro a.nt .-post. cm. .
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7,6
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8,4
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11,5
La maggior esattezza della nozione che può aversi sulla struttura. del torace e suoi rapporti coll'idoneità :fisica, ha spinto le autorità sanitarie militari ad adottare dette misure che fanno parte di quelle rese obbligatorie nel nuovo libretto personale del soldato. È stata aggiunta anche la misura della lunghezza sterna.le per permettere di calcolare il valore tora.cico ed ampliare le nozioni sullo sviluppo del torace. . Tuttavia manca per ora nell'elenco delle imperfezioni quella tavola. dei valori medi e minimi dei due diametri che permetta all'osservatore di
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LA l'>11SURA DEI DIAMETRI TORACICI ECC.
rendere utilmente pratica la misura. L'orientamento acquistato da anni colla misura del perimetro, deve essere a<:quistato con quella dei diametri alla quale nessuno è preparato per trame un giudizio di idoneità fisica. Di piu si aggiunge che queste misure vengono effettuate su masse di uomini di regioni diverse, con caratteri raziali diversi e che è assolutamente impossibile tener conto di questi fattori e giudicm·e ogni soggetto secondo la regione ed i diametri medi che gli sono propri. Dato che questi non variano i·n maniera molto se:nsibile si potrà a1-ri'vare ad una cifra media per il diamet1·o t1·asvreso e ad un'altra per l'artter<r-posteriore ohe rappresentino una media dei diametri toracici, stabilendo due cifre minime olt?·e le q1tali è l'inabilità assoluta. P er fare ciò occorre che la statistica sia molto numerosa onde quest{) roio può considerarsi un lavoro preliminare di orientamento. Ho esaminato 284 fra militari e sottufficiali allievi dei corsi di educazione fisica e scherma della Scuola militare della Farnesina in Roma, e atleti selezionati per diversi sports in vista dell'ultima olimpiade. Scegliendo elementi sani, incondizionatamente idonei alle fatiche, fra 22 e 33 anni, privi di tare morbose degne di nota, che hanno raggiunto colla intensa vita sportiva il massimo sviluppo fisico, mi mettevo nella condizione di partire, colle mie osservazioni, dallo scalino più elevato della scala dei valori fisici. Logicamente nelle masse di lavoratori ordinari, di impiegati, ecc., della stessa età, non si dovrebbero trovare, cifre superiori a quelle date da questo gruppo. Per tanto si poteva così seguare il limite medio e quello superiore dei diametri toracici. P er ogni soggetto ho misurato la statura supina, il peso corporeo, il perimetro tora<:ico massimo, medio, minimo deducendone l'escursione respiratoria massima, il diametro toracico trasverso e l'antero-post.eriore, l'ampie1:za inspiratoria di questi. Colle altre misure della scuola di Viola ho dedotto per ognuno il tipo morfologico tenendo conto nella formula corporea dei gradi di eccedenza o defic·enza del valore tronco e arti, del valore addome e torace. Ho dedotto medie aritmetiche per il perimetro toradco ed i diametri, secondo gruppi di stature diverse, quindi ho suddiviso i soggetti secondo il tipo morfologico ed ho seria:to i diametri riferendoli ai perimetri toracici, sempre secondo gruppi di stature diverse. Non ho riferito alcuna media al peso perchè misura antropometrica. su'scettibile di troppo rapide variazioni ed infinitamente meno esatta della statura. I soggetti divisi secondo la statura risultano così raggruppati:
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LA MISURA DEI DIA)1ETRI TOBACICI ECC.
T'alori in gradi del perimetro toracico secondo la scala pentenaria G. Viola. Statura media.
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m etri
1,571 ..............
-
1,658 ......... ... .•
l
1,733 ......... .... .
-
1,875 ...... ...... ..
-
l -
2
4
8
3
36
57
12
109
14
70
38
122
13
:26
39
14R
76
2~4
l
TOTALE . . .
•
5
54
14
~
278
6
Le medie aritmetiche della statura del perimetro toracico, della escursi<me respiratoria, dei diametri toracici ed i gradi della scala dei valori di Viola risultano come segue:
l
l
l
Dh~•netro
P erimetro toracico medlo
Gradi
cm.
"
150-159 .... (1.571)
88,5
+l
6,1
o
26,8
-lO
18,9
-lO
160-169 .... (1.658)
90,4
+ l
6,8
o
26,9
-10
19,1
-
8
170-179 . ..•
93,4
+ I
7,2
+l
27,7
- 7
20,4
-
2
96,7
+2
8,1
+2
29,4
-
21,3
+ 2
Statura media
(1.733)
lSO-lR9 .... (1 .875)
EscU11lione respiratoria Gradi r1
cm.
Diametro toracicn trasverso cm.
Gradi antero-po· Gradi atoriore
"
cm.
4
"
I gradi sono riferiti alle ta.voole rli Viola. (scheda R. Clinica. medica di Bologna) · e scheda di valutazione pentenAria..
Si deduce da questa tabella. la. progressione, a sbalzi, del perim•~tro toracico medio secondo la statura, la progressione più dolce dell'aumento di escursione respiratoria., e dei dia.met ri. Secondo la scala pentenaria del valore dei perimetri toracici solo 6 presentarono perimetro tora-cico deficiente. Invece o4 presenta.r ono valori normali e 224 valori superiori. Cosa logica dato che in tu.tti le masse muscolari erano bene sviluppate. L'escursione respiratoria fu in me.dia normale o superiore ma si osservarono più volte escursioni di 4-5 centimetri e ciò nonostante si trattava di ottimi atleti, detentori di vittorie
10
LA MISURA DEI DI.\METRI TORAC! Cl ECC.
olimpioniche. Si può dedurre da ciò che: «si può avere marcata resistenza alla fatica anche con ampiezza respiratmia del perimetro tmacico inf~re aUa 'M'rmale » . I diametri toracici sono inferiori in media di 10 gradi nei soggetti , con statura media 1,57-1,65, migliorano nei Roggetti di maggior statura senza raggiungere il valore normale; i diametri antero-posteriori sono deficenti di 9 gradi nei soggetti con statura media 1,57-1,65 ma raggiungono e superano il normale nei soggetti con stature superiori. n concetto più esatto su tale gra-do di deficenza lo abbiamo collo studio morfologico dei soggetti esa.minati. Si notano pertanto: Statura l ,50- l ,59 ( 1.571 )
Fino a 5 gradi di preve.l.. del torace 2~
Longitipi puri . . . . . . . . . . . . . . . .. . dd Longttlpl con 8 ome > torace
!
Longitipi .... ... ..... . ......
l Con addome = torace . . . . . . . . . . . . . . l
Fino a. 10 gradi di preva.l. dell'addome l ~ Fino a 15 gradi di preva.l. dell'addo~e l
l
il
Brachitipi puri · · · · · · · · · · · · · ·
Fino a 5 gradi di preva.l. dell'addome 2 / Fino a IO gradi di preval. dell'addome 4 .
Brachitipi con torace> addome
Fino a. 5 gradi di preval. del tronc>o l \
Normotipi · · · · · · · • · · · · · · · · · ·
a 5 gradi di preval. del torace l l !l Fino Fino a 5 gradi d.i preval. dell'addome l ( 2
l
7
l
14
TOTALE...
'
Statura 1,60-1,69, media 1,658 Lo . . . . ) Fino a 5 gradi prevalenza wrace . IO l ~ ngttlpl pun · · · · · · · · · · · · · · · · · · Fino a IO gradi prevalenza torace . l l 11 1 Fino a. 5 gradi prevalenza. addome 15 Longitipi con addome > torace Fino a lO gradi prevalenza. addome IO ' 40 1 Fino a. 15 gradi prevalenza addome l 1 29 Longi tipi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Con addome = tora.cr . . . . . . . . . . . . . . . 3 \
l
l
------------------------~----------------------------------
Fino a • 5 gradi prevalenza. addome 21 / Fino a. 10 gradi prevalenza addome 19 47 J Fino a 15 gradi prevalenza addome 5 . r ) Oltre 15 gradi pre va lenza. addome . . . 2 \ \ 54 Fino a. 5 gradi prevalenza torace . 4 BreVlttpt con torace > addome Fino a 10 gradi prevalenza torace. 2 !1 7 Brevi tipi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . <?on addome = torace . . . . . . . . . . . . . . . l \ . . . . BreVItlpl purl . . . . . . . . . . . . . . . . . .
.· .
l l
ll
~~~~!~Et ~: ~;~~~·;·~dd~~~ FÌ~~- ~ . (;. g~~i. pr~v"~l~~;;~. ~;~: i i 3 ~
··
Normottpl oon addome > torace
Fino a. 5 gradi prevalenza addome 5 1 12 Fino a 10 gradi prevalenza addome 5 l
-16
TOTALE . . .
1109
Il
LA MISURA DEI DIAMETRI TOR-I.CICI ECC.
Statura t ,7o-t,79, media t ,738 Longi tipi puri.................. Longitipi con addome > torace
Fino a 5 gradi prevalenza torace. 17 . 17
l F~no a 5 grad~ prevalenza. addome 33 1
Longitipi ........... ............. 1
72
~~o a.dJ2mr=~r::;~~~~~ ..~~~~~ ~ ~ 55
Fino a 5 gradi prevalenza. a-ddome 21 } Fino a 10 gra-di prevalenza. addome IO 33 Fino a 15 gradi prevalenza addome 2 Fino a 5 gradi prevall-'nza torace. Brevi tipi con torace > addome Fino a. IO gradi prevalenza torace. l 8 Fino a 15 gradi prevalenza torace. l Brevitipi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 Con addome = torace . . . . . . . . . . . . . . . 4
41
l Fino a 5 gradi prevalenza addome 9 - 9
9
TOTAt.E •••
122
Brevitipi puri .......... , . . . . . . .
Nonnotipi con addome > torace
l l
2l
Statura 1,80-1,89, media 1,875 Longitipi puri . . . . . . . . . . . . . . . . . . J Fino a 6 gradi prevalenza torace . 7 Longitipi on addome > torace F!no a 5 gra.d! prevalenza addome 19
l
Longitipi .
7
~. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . l 6: a'dJ2m~r~to!':c~v~~~~..~~~~~ ~ \ 0
/
! 26 . 33 \
't' · · ~ Fino a 5 gradi prtwalenza addome 3 l ren tpl purt .................. l O ltre l or. grl.w "" prevalem:a nddom~ ... l l Bl'evitipi con torace > addome J Fino a. 5 gradi prevulen;-.a torace. l -
B
Normotipi con addome > torace
l Fino a 5 gradi prevalenza. addome l - l TO'l'ALF.
Dalle più ba"se alle più aJte stature diminuisce il numero dei brevilinei, aumenta. quello dei longilinei puri in questo nucleo di 284 soggetti superano i 5 gradi di eccedenza del valore toracico 2 soli individui alti 1,57. Nei brevilinei puri si va invece spesso oltre i lO gradi di eccedenza del valore addominale come si va oltre nei longilinei con valore addominale eccedente sul va.Jore toracico, mentre scar.5eggia.no i valori toracici oltre i 5 gradi di eccedenza. nei brevilinei con valore toracit:'o mag-giore dell'addominah•. I longilinci puri (stenjci) resistenti alle fatiche e con particolari doti sportive sono i più vicini a.I tipo medio-normale; i brevilinei puri se ne possono distaccare di un poco ma. essi rappresentano già. i soggetti più resistenti e tale resistenza fisica. persiste oltre i lo-15 gradi di eC('.ed.enza dell'addome per diminuire nelle eccedenze superiori. I brevilinei con torace maggiore dell'addome sono scarsi in tutti i gruppi perchè ~a loro resistenza fisica è minore di quella degli altri tipi. I normolinei tnvece puri sono pochissimi e solo per st ature basse, dei non puri si selezionano spontaneamente quelli con addome eccedente sul tora.ce che hanno maggior resistenza.
l 59
12
LA MISURA DEI DIAMETRI TOR.\OJCT E CC. TAVOLA H.
Valore In gradi del perimetro toracico in rapporto col tipo morfologlco Va.lutaztone pentenar:la.
Tipo morfologico secondo statura media.... . ................. . ....
-
2
-
l
o + l + 2
TOTAI.E
1,57 Longi t ipi ........................ . Brevi tipi . ........ ............ .... .
l
Normotipi ... ... . ............. . ... .
l
3
2
5
l
5
7
l
2
1,65
Longi t ipi ... .. .. Brevitipi . . .
o
o
o
••
•• o
•
•
•
o
o
•••
••
o
o
••
o
•
o
o
o.
••
o
o
o •• o
... •••
Normotipi. ..... .... . ..... .. .. .. . . .
18
17
l
40
..
14
29
11
54
..
4
11
..
15
..
12
46
14
72
..
2
20
19
41
..
4
5
9
..
13
20
33
.. ..
.. ..
5
6
l
l
l l
148
76
284
3
l
.. ..
1,73 Longi tipi . .... .. .. . . .. Brevitipi ... ..
o •••
Normotipi ........
••••
o
•
o
o
•
•
o
o
o
o
••• o
•
•
o.
o.
•
o
••••
o
•
•
o
••
•
•
.. .
.. . •
o
o
.. ..
..
l
~
l ,87
Longi tipi ....................... ...
..
Brevi t ipi .. ... ......... ....... .....
..
.. ..
Normotipi . . ........ .... ... . .......
..
..
TOTALE • ••
l
l
64
Il perimetro toracioo è deficente in 4 longilinei, l brevilineo e l normoliueo; normale in 33 longilinei, 17 brevilinei, 4 normolinei; leggermente eccedente in 78 longilinei, 64 brevilinei, 16 normoliuei; eccedente in 35 longilin ei, 35 brevilinei, 6 normolinei. È da notare che n ei soggetti particolarmente atti alle fatiche, l'eccedenza va crescendo col crescere della statura. Le deficenze appart-engono a basse stature. In complesso sui 284 sono defìcenti 6 , normali 64, eccedenti 224.
(Continua).
'
LABORATORIO D'ICIEHE DELLA SCUOLA DI APPLICAZIONE DI SANITÀ MILITARE Direttore: ten. col. medico prof. NICOLA BRUNI
DELLA VACCINAZIONE ANMIFICA MEDIANTE FRIZIONI CUTANEE OSSE RVAZ IO NI E R ICE RC HE
Capitano medico dott. Gerardo Mennonna
Per numerose malattie si sono negli ultimi anni sperimentati vari metodi di vaccinazione locale cutanea, attribuendo ad alcuni di essi la. proprietà di conferire una vera. e propria. immunità locale esclusiva, o per lo meno indipendente da.lla insorgenza di una. immunità umorale generale, per altri una. relativa immunità generale. I risultati ottenuti hanno confe.r mato l'utilità di tali metodi solo per poche malattie, per altre invece i pareri sono discordi e i metodi stessi sono ancora al vaglio della. sperimentazione. Anche nel campo delle infezioni tifo-paratifoidee, mentre l'enterova.ccina.zione alla Besredka - variamente interpretata. nel suo meccanismo di azione e nei risultati - va largamente diffondendosi, è stata messa in onore dal Loewenstein l'immunizzazione per mezzo di frizioni percutanee, con pomata contenente gli antigeni tifo-paratifici. Il Loewenstein, partendo dall'osservazione di insignì epidemiologi quali Gottschlich, Gottstein, ecc., che solo nel morbillo, nel vaiolo, nel tifo esantematico, la immunità. consecutiva alla malattia è veramente assoluta e fuori di qualsiasi dubbio, e che son proprio le malattie' nelle quali partecipa in larga misura la cute quelle che dànno una. immunità permanente, pensa che meglio si possa raggiungere l'immunità se si interessa colle vaccinazioni il tessuto cutaneo. Il concetto di Loewenstein si può compendiare nell'importanza da lui attribuita alla pelle nella genesi della immunità. e nella opportunità di stimola.rla con notevole quantità. di materiale antigene, per ottenere l'immunità artificialmente. . Per l 'infezione tifoidea questo A. si fonda. sul fatto che il bacillo d1 Rberth ha anch'esso una certa affinità per il tessuto cutaneo in quanto l? roseole sono determinate dai bacilli tifici che si in.sediano negli spazi li_ufatici della pelle. È ammessa inoltre da alcuni autori una certa Slllergia. tra. mucosa intestinale e cute. . l vantaggi poi che si otterrebbero dalle vaccinazioni percutanee lll confronto agli altri metodi di vaccinazione sarebbero la facilità di applicazione e l'assoluta innocuità. . L~ prima. malattia. per la quale si pensò di immunizzare attivamente gli amma.li per via cutanea fu il carbonchio ematico: secondo Besred.ka, Ba.lteano, Vallée, Mazzucchi, Plotz, Brocq-Rousseau e Urba.in, Boquet,
}4
D ELLo\ VACCINAZICNE AJ!o.'TITfFICA MEDIANTE FRIZIONI ECC.
Jagnow, ecc., per questa infezione la sola pelle sarebbe recettiva c gli animali soccomberebbero solo se infettati attraverso la cute.L'immunità generale degli animali vaccinati sarebbe dovuta a due fattori: alla illllllunità acquisita dalla pelle ed alla refrattarietà di tutti gli altri organi. Fu anche dimostrato (Brocq-Rousseau, Forgeot, Urbain), che si può con la cutivaccinazione immunizzare i cavalli, indipendentemente dalla presenza di anticorpi nel sangue. Non mancarono autori contrari alla teoria della immunità esclusivamente locale anticarbonchiosa: Lanfranchi e Casalotti~ I ani, Doria, ecc. Combiesco e Dumitresco dimostrarono poi la recettività del coniglio al virus, sia introdotto nei polmoni che nelle vene. Sana.relli, nel corso di ampie ricerche sulla patogenesi del carbonchio interno, ha. avuto modo di dimostrare l'erroneità della credenza di Besredka e degli altri autori succitati a riguardo della recettività esclusiva della cute alla infezione carbonchiosa. Il carattere locale cutaneo della recettività e della immunità anticarbonchiosa è stata anche negata da Neri, il quale ritiene che la vaccinazione sottocutanea è altrettanto efficace di quella percutanea. La concezione più completa è quella di Zironi che ammette una speciale recettività della cute al carbonchio in contra.pposizione alla maggiore resistenza degli altri organi; ma afferma che tale speciale recettività è causata da deficienza di potere difensivo negli umori che circolano tra le cellule della epidernùdc e dalla difficoltà dell'accumularsi dei leucociti nell'epidermide stessa. Tra gli studi fatti successivamente è notevole quello di Gratia concludente che anche negli animali cntivaccinati il sangue contiene sostanze protettrici. Comunque, poichè l 'applicazione pratica della cutivaccinazione anticarbonchiosa è stata seguita da successo (Besredka, Velu, Bigot, Urbain, Monod e Velu, Nicolas, Velu e Veysse, Mazzucchi), è stata confermata la possibilità di immunizzare attivamente contro il carbonchio con vaccinazione locale. Le vaccinazioni percutanee ed intracutanee si estesero presto contro le affezioni da piogeni in considerazione della predilezione di questi germi per la cute e suoi annessi. Buoni successi ottennero per primi Besredka, De Fotter, Combiesco e Calalb , Brocq-Rousseau, Forgeot e Urbain. Anzi Besredka, com'è noto, t rovò che oltre ai va~ini batterici propriamente detti, agiscono ugualmente bene le applicazioni sulla cute di filtrati di brodoculture di piogeni, ammettendo la presenza in questi filtrati di un « antivirus )) termosta.bile e specifico~ Anche per le affezioni da piogeni l 'applicazione percutanea di vaccino o di filtrato ha aperto la via ad applicazioni, specialmente terapeutiche, di notevole valore. Loew('nstein ha poi sostenuto l'efficacia della vaccinazione antidifterica per via cutanea. Egli usa a tale scopo delle colture intere di bacilli difterici non filtrate, uccise con il formolo ed incorporate in un liquido denso a base di lanolina. Si t ratta insomma di un nùscuglio di tossina modificata dal formolo e di badili uccisi dallo stesso formolo, incorporati jn un eccipiente per favorirne l'assorbimento. La pomata deve applicarsi snlla pelle e penetrare attraverso questa, grazie a delle frizioni più o meno energiche.
•
l..,
•
l
~
l
~
DELLA. VACCINAZIONE ANTITIFICA MEDIANTE ElUZIONI ECC.
15
Essendo la difterite essenzialmente una affezione della mucosa naso faringo laringea., evidentemente lo scopo della vaccinazione con frizioni non è quello di determinare una immunità locale cutanea, bensl l 'immunità generale, che è a noi rivelata dalla comparsa di antitossina negli umori. E poichè per determinare la comparsa di antitossina non è indispensabile usare insieme bacilli uccisi e tossina, cosi altri autori hanno applicato il metodo del Loewenstein usando come materiale antigene la sola tossina difterica variamente modi1ìcata ed incorporandola negli stessi eccipienti. Dagli esperimenti fatti sulle cavie con la pomata di Loewenstein (brodoculture trattate con formolo) o con l 'anatossj.na incorporata ad un grasso, frizionate a più riprese sulla pelle dell'animale ra,gato, secondo alcuni autori si ha una immunità valida (Isabolinsky e Karpatschewska.ia), secondo altri una immunità debole (Baar e Benedict, ecc.), secondo altri ancora pressocchè nulla (Beker, Schafer, Schimidt, Otto, Blumenthal, Wildgrube, Prigge, Fischer, ecc.). Nel campo umano, senza riportare le singole esperienze fatte (Loewenstein, Baar e Grabenhofer, Hasman, Urbanitsckj, Blumenthal, Ca.rtagenova e Pierantoni, K egel e Fasuli, .Artusi e Migliori, Pochels, Seligman, Pepu, ecc.), per ciò che concerne la diminuzione della morbilità non è possibile dire una parola definitiva, il metodo non essendo ancora stato largamente sperimentato. Secondo Loewenstein la Schick rimane negativa dopo la vaccinazione per otto mesi; però Zirkowski, Ziegle, Hasman hanno visto manifestarsi casi di difterite entro l'anno successivo alle frizioni. Hasman ha inoltre trovato che 1'80 % dei fanciulli frizionati restano immunizzati per quattro mesi, ma dopo un anno la cifra si abbassa al28%. Dagli esperimenti di Nélis, che si è servito di anatossina difterica, solo un terzo dei bambini frizionati è ristùtato immunizzato. .Anche Cartagenova e Pierantoni, in base ai risultati ottenuti in 17 bambini, ritengono la cutivaccinazione inferiore alla vaccinazione per via sottocutanea. Vi è inoltre da notare che da questi e da numerosi altri studi è risultato pure che il metodo della cutivaecinazione non è applicabile in periodo di epidemia, richiedendo due o tre mesi per provocare una immunità di qualche valore. Oltrechè contro il carbonchio ematico, le affezioni da piogeni e la difterite, contro numeros.e altre infezioni si è cercato di utilizzare la pelle come mezzo di immunizzazione: a dimostrare la estensione raggiunta dal metodo nel campo sperimentale, basterà riferire i risultati di alcuni ricercatori. Per il tetano fu Calmette a segnalare la possibilità di immunizzare gli animali per via cutanea. Besredka. e Naeagawa hanno constatato che il siero antitetanico applicato sulla pelle rasata, 24 ore prima della inoculazione in situ di una dose mortale di tossina, preserva la cavia dagli accidenti tetanici; applicato da una a tre ore dopo l'inoculazione della tossina, protegge contro il tetano mortale, senza impedire qualche volta dei disturbi tetanici passeggeri. Urbain ha frizionato delle cavie con una pomata di lanolinar-vasellinar-siero antitetanico (5: 20) da 18 a 24 ore })rima di tra.tta.rle con tossina tetanica, ottenendo una immunità che preserva la. cavia contro le inoculazioni di tre a quattro dosi minime letali. Un va.ccino antirabico in pomata è stato sperimentato da Remlin-
16
DELLA VAOCI:s"AZIONE A:-ITTTIFTOA MEDIANTE FRIZIONI ECC.
ger e Bailly, i quali hanno trovato che l'imm1mità ant.irabica non è ottenuta che a mezzo di un gran numero di frizioni energicamente praticato(>. Tentativi di immunizzazione cutanea antitubercolare a mezzo di va-ccini variamente costituiti - o tubercolina e bacilli tubercolari uccisi, o bacilli tubercolari e emulsioni di vari germi uccisi con il calore - vengono riferiti da Dekker non senza qualche risultato nel trattamento di vecchi malati. Con la cutivaccinazione si avrebbe una buona immunità contro il bacCillo dell'Jwg-colera (De J eney), contro il baeillo typhimurium (Baiteano e Tudoran), contro la àissente"ria bacillare (Pctrusky, Baltca.no), contro il colera (Ciuca e Balteano). Zammit e De Bono non hanno ottenuto grandi risultati nei tentativi di immunizzazione percutanea della capra contro il bacillo melitense, mentre Violle sarebbe riuscito ad immunizzare le cavie cont.ro il bacillo abortua-Bang. Girard e Quimaud hanno avuto risultati negativi contro la peste.
~
~
di al~ 1!11 ·~, !t.,', Ut;
Vaccinazione percutanea nella infezione tifoidea. Per questa infezione i tentativi di vaccinazione cutanea sono tutt'altro che recenti, ma solo negli ultimi tempi hanno ricevuto nuovo impulso dalla autorità del Loewenstein, che ha sostenuto l'opportunità di sottoporre il metodo a sperimentazione. Per primi Liebermann e .Acel riuscirono ad immunizzare i topi contro il tifo, frizionando del vaccino sulla cute scarificata; Lumiére e Chevrotier immunizzarono cosi delle cavie. Da noi ha sottoposto, diversi anni fa, il metodo a larga sperimentazione il Benassi che fece uso di un va~ cino in pomata, frizionato sulla cute di cavie e conigli. Benassi, dalle ricerche sierologiche compiute e dalle prove definitive della mancata immunizzazione attiva, concluse sfavorevolmente aJla vaccinazione percutanea. In epoca più recente il Loewenstein, in considerazione delle reazioni genera1i a volte troppo forti successive alle iniezioni di vaccino antitifìco per via sottocutanea e della riluttanza delle popolazioni a questa pr atica vaccinoprofilattica, ha voluto sperimentare nei conigli il metodo percutaneo, con risultati favorevoli, per quanto riguarda la comparsa di agglutinine nel siero. Saggi nell'uomo sono stati tentati da Muller-Deham: di nove uomini trattati con strofinazioni sulla cute di una pomata vaccinica: tre presentarono agglutinine a l : 200, due a l : 100, uno a l : 40, tre non present arono agglutinine. Recentemente Hojo ha usato un unguento contenent.e l'l, 2, 5, 10, 20, 50% di bacilli tifìci uccisi con il calore a 60° C. Prima di frizionare, questo autore depila cavie e conigli con solfuro di stronzio e lava la pelle dell'uomo con alcool. Per ottenere un risultato apprezzabile però ha dovuto usare un unguento almeno al 10% e frizionare quotidianamente per due o più settimane consecutive. L'applicazione ripetuta fino a cinque volte, ad intervalli di pochi giorni, non gli avrebbe dato risultati apprezzabili. L'unguento sulla superficie cutanea degli animali avrebbe spesso determinato edema, e,
[l4
DELLA VACOINAZIONE ANTlTII'IOA MEDIANTE li'BIZIONI 1!100,
17
con l'uso dell'unguento al 50% il detto autore avrebbe notato elevazioni termiche e diminuizioni di peso. Oon l'unguento al 20% non si sarebbero manifestati fenomeni generali, ma solo follicolite. Per il particolare interesse che ha tutto ciò che concerne la lotta contro l'infezione tifo-paratifoidea, per consiglio e con la guida del di· r ettore del Laboratorio, tenente colonnello medico dott. prof. N. Bruni, bo compiuto alcuni esperimenti dei quali riferisco. RICEROHE PERSONALI. - Nelle presenti ricerche mi sono proposto di studiare le reazioni sierologiche del coniglio e dell'uomo in séguito al trattamento vaccinoprofilattico antitifico per via cutanea., mediante una pomJ.ta. prep!l.rata. secondo il metodo del Loewenstein. Lo studio di queste reazioni sierologiche potrebbe a prima vista. apparire di interesse soltanto scientifico; ma, se l'esperienza fosse riuscita favorevole, avrebbe potuto avere anche applicazione nel campo umano, per lo mono nei casi in cui la vaccinazione per via sottocutanea ha q uaJche controindicazione. PREPARAZIONE DELLA POMATA. - Come antigene ho scelto il ceppo tifo n. 4 d.;lla. collezione del Laboratorio d ' igiene della. Scuola., ripetutamente saggiato nei suoi caratteri biochimici e sierologici, per altre ricerche in corso, parallele a queste sulla vaccinazione percuta.nea. L'ho coltivato su agar in piastre di. Kolle, ho emulsionato la patina. con soluzioM fisiologica. al 0,85 % ed ho provocato l'uccisione dei germi mediante l'a.zionH del calore a bagno maria a 58o C. per 60'. Dopo tale trattamento mi sono assicurato della sterilità e della conservazione delle propriet~ ant-igene d ella sospensione bacillare. Mediant-e centrifugazione per 45' a. 4000 giri al minuto ho fatto sedimentare i germi, ottenendo una densa pasta bacillare. Su una. piccola frazione di questa, previe le opportune diluizioni, ho proceduto al dosaggio dei germi per comparazione con il comparometro dt~l WC\llcome, trovando che la pasta bacillare conteneva 75 miliardi di germi per grammo. Volendo a-rloperare una pomata il cui contenuto fosse di 15 miliardi di germi per grammo, ho st-emperato la pasta bacillare nel mestruo vasE>llina-lanolina (l di va.at'lrina: 2 di lanolina), nella proporzione di l : 4. La. composizione dPlla pomata a.nt.itiftca adoperata è quindi stata la seguentt< : pasta bacillare (o. s.) g. 15; lanolina. . • 40; v~ollina . . . . . . . )l 20. RICERCHE SUI ooNIGLI. - Ho scelto tre conigli giovani bene sviluppati, di cui ho saggiato preventiva.mente l'eventuale potere agglutinante d<>l siero, ottenendo esito negat.ivo. Prima di iniziare il trattamento li ho t'R.nuti per qu:l.lnhe giorno in gabbia, per escludere che l'iniziale diminuzione di peso, rlovuto, in generE~, al cambiamento del tenore di vita, fosse attribuito al trattamento stesso. Ta.gliMi i poli su una vasta. superficie dorso-laterale (cm. 15 X 7), ho completato la depilazione con il rasoio nel modo migliore possibile: 2 -
Oiomale di !'Mdicina mflitare.
18
D ELLA VACCINAZIONE AN'l tll11'1CA HEDU.NTE J'RIZIONI ECO.
-certo è inevitabile in tale operazione qualche minima erosione dell'epider-
'
mide, ma quel èbe più conta è cbè non si ptòvoèhino lesioni profonde con fuoriuscita di sangue. Ciò perchè lesioni profonde potrebbero falsare i ·risultati delle ricerche, potendo aversi l'assorbimento diretto del materiale antigene attraverso i vasi lesi. Su detta superficie rasata ho praticato energiche frizioni protratte per circa mezz'ora, con g. 3 della pomata per ogni frizione, ed ho potuto constatare che dopo circa 10 minuti, compare localmen te una evidente iperemia cutanea e una lenta progressiva diminuzione della massa libera di pomata.. P er evitare che la pomata stessa si perda tra i peli ai margini della zona rasata 7 è n ecessario evitare di estendere la frizione fino ai margini stessi ed anzichè frizionare direttamente con le dita, è preferibile usare una spatolina di osso, usandola naturalmente non per il taglio, ma per la superficie piana. Ho praticato a tutti tre i conigli le frizioni a questa distanza di tempo: prima frizione il 28 febbraio, seconda frizione il 10 marzo, terza frizione il 20 marzo: ossia t re frizioni alla distanza di 10 giorni e sempre con Je stesse modalità: in complesso i conigli sono stati trattati con grm. 9 di pomata, il cui contenuto complessivo in materiale antigene, per i calcoli fatti, corrisponde a miJiardi 135 di ba<:illi tifici. Di tutti i conigli è stata seguita la curva del peso (tabell& l) e si è tenuto conto delle condizioni generali: è risultato che solo in sèguito alla prima frizione sono comparsi segni dli sofferenza degli animali con lieve diminuzione di peso, mentre dopo le altre frizioni il peso si è mantenuto normale. .Alla fine del trattamento due conigli erano lievemente aumentati di peso, uno lievem~nte diminuito. In complesso il trattamento è risultato innocuo. TABELLA I.
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Peso In grammi del conigli ·cutlvacclnatl DATA
~lml~s l ~l~l~l~~~~ ~ 1 ~ 8 l ~l~l• 3 l~lm
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Ooniglio l o ••• 2330 2300 2410 2060 2360 2270 2350 2390 2370 2590 2430 2380 2380 2400
Id.
20 ••• 3145 28.50 3100 2950 2940 2800 2900 3050 2950 2960 3140 3100 3150 2940
I d.
30 •. • 2670 2540 2650 2620 2650 2500 ~600 2740 2700 2500 2690 2680 2710 2700
RICEROHE go[&QLOGIOHE:
.A.) Aggl'Utinine. -Sono state ricercate prima del trattamento, dopo
otto giorni da ciascuna frizione ed anche un mese dopo la terza frizione. · Già dopo la prima. frizione si è constatata. la comparsa di agglu. tinine, sebbene in modico grado, le quali sono notevolmente aumentate dopo la seconda frizione, raggiungendo tassi superiori a l: 1000 fino a. l: 5000, sono invece un po' diminuite dopo la terza. frizione, ma rima,.. nendo sempre presenti a t itoli ancora. alti per lungo tempo (v. grafico).
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20
DELLA VACCINAZIONE .'\.NTITIJ'IC.\ MEDIANTE FBIZIONI ECO.
Anche Klouchin e Vigodwhikoff avrebbero trovato che la pelle degli animali cutivaecinati reagisce fortemente alle prime applicazioni dell'antigene, meno alle successive. B ) Batteriolisine. - In ciascuno dei tre conigli trattati, 15 giorni dopo la terza frizione, ho titolato nel siero di sangue il potere batteriolitico per il bacillo di Eberth. L 'ho pure titolato, come controllo, nel siero di sangue di un coniglio normale, non trattato. A tale scopo ho segulto la tecnica comune, con lievi varianti, cioè dopo inattivazione ho diluito i sieri a l: 50, l: 100, l: 500, l: 1000, l: 5000, l: 10000; ho adoperato cc. l di ciascuna diluizione aggiungendo cc. 0,25 di complemento fresco di cavia diluito l : 5 e poi cc. 0,25 di una brodocultura tifica di 24 ore diluita l: 2500. Dopo due ore di permanenza in termostato a 37o C., ho insemenzato delle piastre, nelle quali, dopo 24 ore di termostato, ho numerato le colonie sviluppatesi. Il siero dei conigli primo e terzo ed il siero del coniglio controllo hanno manifestato potere batteriolitico fino alla diluizione l: 500 mentre il coniglio secondo ha mostrato spiccato questo potere ancora a. l: 1000. Ai titoli più alti il potere batteriolitico è stato scarso in tutti i sieri (tabella II). TABELLA II.
Rleerea delle batterlollslne nel siero del conigli cutlvaednatl B rodo Compi. Sol w:.
c. titlca
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1 1 : 100 1 1 : 500 11 : 1000 11 = t~ono 11:10:!00
l : 2500
l: 5
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20 +100 +100 +
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2 + 100 +IOO + 600
0,20
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0, 25
0,25
Controlli generali . l
numote del•e onlonle evlluppat eel
l,
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32 +100 + 100 15())
Numero infinito di colonie
l-
C) Potere battericida ilel sangue. - Di fronte allo scarso o nessun aumento del potere batteriolitico dei conigli cutiva.ccinati in confronto al normale potere batteriolitico del siero del coniglio controllo, ho creduto di saggiare il potere battericida del sangue in toto. In una. provetta sterile ho immesso cc. 0,05 di una soluzione di citrato sodico al 20 % e poi cc. 2 di sangue appena estratto dal cuore, per ciascuno dei tre conigli cutiva.ccinati e per il coniglio controllo. In una. ·quinta provetta, la. stessa. quantità di soluzione di citrato sodico più cc. 2 di brodo sterile. In ciascuna delle cinque provette ho aggiunto una goccia di una brodocultura tifica diluita l : 10.
21
DJI:LLA. VACOINAZIONE A.liTITIDOA JIBDI.ABTJC J"B..ZZONI l!:OO.
Da. queste provette ho prelevato subito e dopo va.rio tempo di permanenza. in termosta.to, cc. 0,06 di miscela. con i quali ho insemenza.to l'aga.r fiuido in basso strato nelle comuni provette da. ibatteriologia.1 agita.ndo bene e disponendo poi le provette in modo che l'aga.r solidificasse a. becco di clarino. Dopo 2~ ore di termostato, ho tenuto conto delle colonie sviluppatesi. In questa prova il potere battericida del sangue dei tre conigli trattati è apparso lievemente a.umentato, specie nel coniglio secondo, rispetto al potere battericida del coniglio controllo, il quale ultimo ha determinato la ba.ttericidia assoluta dopo sei ore (tabella III). T ABELLA III .
Ricerca •et ,otere batterldcla del sanpe del eontcll eutlvaedoatl Colonie svUuppateel datrU iwlemenzameotl avvenuti subito
C<>niglio }O •••• , •• • , • Id.
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In complesso la cutiva.ccinazione nei conigli ha determinato buona produzione di agglutinine, ma poco apprezzabili modificazioni tanto nel potere batteriolit ico del siero come nel potere ba.ttericida del sangue in tòto, essendo questi poteri relativa.mente a.umentati solo in uno dei conigli su tre. RICERCHE SUGLI UOMINI. Questi esperimenti sono stati eseguiti prima su me stesso e poi su due soldati di sanità (1. L. e P. A.) prestatisi volontaria.mente. Poichè io ero sta.to vaccinato contro il tifo nel 1926 ed i due soldati nel 1932, tutti con lipovaccino T. A. B., ho preventiva.mente saggiato il potere a-gglutinante del siero, trovandolo nullo nei due soldati, tardivo ed appena evidente a.l limite ma.aaimo di l : 20 in me stesso. Le frizioni si sono succedute a distanza di 10 giorni l'una.· da.Il'a.ltra e per ogni frizione ho adoperato g. 2 della. stessa JX>ma.ta già usata. per le ricerche sui conig1i. Le modalità. sono sta.te le seguenti: si è rasata. l a cute del lato dorsale dell'avambraccio, evitando abrasioni, si è spalmato al disopra. della superficie rasata la pomata, frizionandola fino a vederla quasi del tutto assorbita, ciò che ha. richiesto sempre oltre mezz'ora.. La. penetrazion,e del materia.le antigene attra.verso la pelle dello uomo ci è apparsa a.ssa.i lenta.. Anche preparando la pelle con lavaggio
22
.,
DELLA VACCINAZIONE ANTfT!FIO.'\ MEDII\NTE FIUZlONI ECO. ·'
di idrato sodico al 10%, come abbiamo fatto prima della terza frizione, ' seguendo il consiglio di Bosco e Scarzella, il far penetrare qualche grammo odi pomata è còmpito arduo e fastidioso sia per H paziente che per il medico. Hojo per precisa.re il meccanismo di entrat.a dell'antigene attraverso la. pelle degli animali, ha dissecato la regione trattata e l'ha esaminata -sistematicamente, constatando la presenza di numerosi bacilli n ella parte superiore dei follicoli piliferi, bacilli che non ba invece trovati fra le cellule del tessuto cutaneo. Egli crede perciò che l'antigene penetri per i follicoli piliferi. È quindi da pensarsi che la maggiore difficoltà offerta dalla p elle dell'uomo alla penetrazione del materiale antigene dipenda
dall'assai minore -ricchezza di essa in follicoli piliferi, rispetto alla pelle di animali come i conigli. In generale alla fine della frizione la pelle dell'uomo appare iperemica, lucida, e i soggetti avvertono un senso di tensione moderata che scompare quasi del tutto dopo pochi minuti. I n uno dei soggetti poche ore dopo la prima frizione si sono manifestate sulla pelle un gran numerò di macule iperemiche a contorni sfumati, di dimensioni varie, da pochi millimetri a circa mezzo centimetro, le quali però dopo 24 ore erano scomparse. Ciò starebbe a dire che la· pomata in questo caso è stata non solo assorbita, ma che la sua presenza ha provocato discrete reazioni locali. Negli altri soggetti non si è verificata. la comparsa di queste macule. In nessun soggetto si sono avute reazioni generali . . I disturbi lievi subbiettivi a carico della zona frizionata non sono mai durati più di qualche ora. RICERCHE SIEROLOGIOHE:
A) Agglutinine. - La ricerca è stata praticata otto giorni dopo ciascuna frizione ed anche un mese dopo l'ultima. L a ricerca è riuscita pressocchè costantemente negativa. Solo nel siero mio, dopo la terza frizione, compa-rve una lieve agglutinazione a titolo molto basso, però è stato detto che esisteva già uno sca.rsissimo potere agglutinante prima degli esperimenti: quindi se mai si tratterebbe solo di un lieve aumento di tale potere. I rislùtati dell'agglutinazione dopo la terza. frizione sono raccolti nella tabella IV. TABELLA
IV.
Potere agglutinante del siero degli uomini cutivacclnatl dopo la terza frizione DlltiJ1. ÌOil<'
P.roventenzn del ~ieri l: 20
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l : 250
l
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23
f!iDELLA VACOINAZIONE ANTJTIJ'IOA 'HEDIANTE li'RIZIONI EdO.
B) Battericlirine. - Esse sono state ricercate con la stessa tecnica indicata per il siero dei conigli. Prima del trattamento in uno dei soldati (P. .A.) e in me stesso il titolo batteriolitico del siero fu trovato di l : 1000, pressocchè nullo nell'altro soldato (I. L.). Subito dopo il trattamento tale titolo sali fino a l : 5000 per il mio siero e per quello del soldato P . .A., noft si modificò per il soldato I. L. Un mese dopo la terza frizione ho in tutti i sieri trovato un potere batteriolitico uguale a quello riscontrato precedentemente al trattamento vaccinale. C) Potere battericida del sangue. - Nei due soldati il potere battericida è stato saggiato otto giorni dopo la seconda frizione e in me 15 giorni dopo la terza frizione. In tutti il potere battericida del sangue è risultato ben presente. Neanche negli uomini si constata quindi il fenomeno della caduta immunitaria. del potere battericida del sangue, in sèguito al trattamento vaccinico percutaneo (tabella V). TABELLA.
v.
Ricerca del potere battericida del sangue degU uomini cutlvacclnatl Colonie svhuppo.te• l dagli ln"::C UlCnzamonti subito
G. M...••...•..•... . ...•...•..•..•.... Soldato A.
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L. I.
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In conseguenza dei risultati suddetti si :può dire che negli uomini: la produzione di agglutinine è stata pressocchè nulla; il potere batteriolitico del siero è incostantemente aumentato; il potere battericida del sangue in toto si è conservato.
Perciò gli uomini si comportano differentemente dai conigli. La. ragione dei risultati diversi ottenuti nei conigli va. ricercata probabilmente nella maggiore penetrazione del materiale antigene attraverso la pel1le di tali animali, per il maggior numero di follicoli piliferi CB?jo), e forse per le maggiori lesioni traumatiche provocate nella depilazione anche se fatta con tutte le precauzioni. Quanto più accentuate B<lno le. lesioni tanto più facilmente il materia.le antigene penetra. e si ha ~ccess1vamente la wmparaa di processi difensivi. Alla diversa maniera ~ preparare. la pelle e di praticare le frizioni potrebbe essere legata la ~verat~ del risultati ottenuti dagli autori che hanno compiuto r icerche Blerologtche. Per esempio Ciuca e Balteano trovarono che le cavie, frizio·
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DELLA VAOOINAZIONB ANTITU'IOA JIEDIANTE J'BIZIONI 11:00.
nate contro il colera, non presentavano nel sangue rilevanti quantit~ di agglutinine, nè batteriolisina, nè potere preventivo. Gratia e Rodes invece trovarono che il siero di cavie coRi trattate presenta un notevole potere preventivo; Petrusky nell'uomo, Balteano n~l coniglio avrebbero trovato agglutinine scarsamente presenti nel trattamento cutaneo contro la dissenteria bacillare, e Balteano e Tudoran contro l'infezione da bacillo typhi-murium. .Antitossine sono state trovate nel siero di sangue di animali e bambini vaccinati per via cutanea contro la difterite, ma in quantità. assai diversa. Isabolinski e Ka.rpatschewschaia, frizionando a. lungo delle cavie, avrebbero trovato nel sangue di questi animali fino a. tre unità. antitossiche; Poke1s nel sangue dei bambini non sarebbe riuscito a trovare più di un ventesimo di unità antitossica e Beker, adoperando modalità diverse di applicazione della tossina difterica. sulla pelle, non è riuscito a provocare produzione di antitossina. Ma è da osservarsi che se le lesioni sono accentuate, il metodo della. percutivaccinazione diventa una modificazione non felice dei metodi classici delle vaccinazioni intra ed ipodermiche. Nelle nostre ricerche
abbiamo perciò, come si è già detto, cercato di ridurre al minimo le lesioni superficiali sia negli animali che negli uomini. Se paragoniamo i risultati delle nostre ricerche con quelle degli autori ai cui lavori sono state ispirate, per i conigli, siamo in grado di confermare la comparsa di a.gglutinine, ed anche a titolo notevole (Loewenstein). I risultati sull'uomo si avvicinano a quelli ottenuti dal Mueller-Dehan, il quale su nove uomini va.ccinati ne trovò tre che non presentarono affat to agglutinine mentre tre ne presentarono a titoli bassi e solo tre al titolo di l : 200. Hojo avrebbe avuto risultati migliori, solo con frizioni ripetute molte volte. .Anche a lui l'applicazione fatta ad intervalJi e per poche volte non avrebbe dato buoni risultati. Ora, se per avere qualche risultato occorre far numerose frizioni, il metodo diventa inattuabile specialmente se si tratta di collettività numerose e dinamiche tipo quella militare. La percutivaccinazione antitifica presenta quindi un certo interesse scienLifìco, m~ non offre nè le ba.si speriment.ali, nè i requisiti pratici per sostituirsi ai metodi classici della vaccinazione ipodermica.
CONCLUSIONI. I - In séguito a ripetute frizioni percutanee con una pomata vaccinica antitifica, si sono riscontrate nei conigli discrete reazioni sierologiche, negli uomini scarse o nulle. II - .Al metodo della cutivaccinazione antitifica, pur essendo innocuo, non si può attribuire importanza pratica perchè richiede numerose frizioni e quindi molto tempo. Perciò anche se i risultati sperimentali nell'uomo fossero stati favorevoli, cosa che nelle presenti ricerche non è avvenuto, non sarebbe adottabile per nna. collettività. come l'Esercito.
DELLA VACCINAZlONE ANTITIJ'ICA !IDJI>IANTE J'IUZIONI EOC.
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RIAS8UNTO. - L 'A. ba compiuto ricerche sierologicbe su conigli ed uomini sperimentalmente vaccinati contro il tifo per via cutanea. Durante e dopo la vaccinazione, consistita in tre strofinazioni sulla pelle depilata, a distanza di dieci giorni, con buona quantitÀ di una pomata antitific.a. preparata secondo il met.odo del Loewenstein, ba ricercato i poteri agglutinante e batteriolitico del siero e il potere battericida del sangue in toto. I risultati sono atflti diversi nei conigli e nell'uomo. Specie nell'uomo t'SSÌ non sono stati incoraggianti. L 'autore conclude che il metodo non presenta i requisit.i pratici per sostituirsi ai classici metodi della vaccinazione per via ipodermica. BIDLIOGRAFIA AllTUSI E MIGLIORT. • Rev. Clin. Ped. •, V.
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DELLA. VACCINA.ZlONE A.NTITIFCOA MEDIANTE Ì FRIZIONI ECO.
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J A.KOPP e STREIT. -
IS1'ITOTO D' IGIENE DELLA' R. UNIVERSITA DI ROMA D irettore: Prof. Sen. G. SANARmt.LI
LE INFEZIONI GASSOSE DA INIEZIONE DI ADRENALINA RICERCHE SPERIMENTALI Dott. Domenico Leonardl, capitano m edico, assistente militare
CAPITOLO I.
Meccanismo d'azione locale deU'adrenalina. STATISTICA.
In questi ultimi anni sono stati descritti ed illustrati non pochi casi di gangrena gassosa, accertati anche batteriologicamente, consecutivi a. iniezioni di adrenalina. Scorrendo la letteratura si nota che casi di infezione gassosa sono s~ cruiti anche ad iniezioni di altri farmaci: caffeina, novoca.ina, scopolar mina, digalen, metilarsinato di sodio. Ma. il numero dei casi insorti dopo iniezioni di adrenalina, e che hanno presentato tutto il quadro clinico della g. g. , è di gran lunga superiore. Una interessante e recente pubblicazione sull'argomento è quella del Wanke, che riporta anche una completa statistica dei casi di g. g., seguiti a iniezioni di sostanze medicamentose. Ez~ologia della g. g. -Circa l'eziologia della g. g. gli ultimi studi, sperimentalmente controllati, hanno messo in luce quale ne sia la causa microbica e quali i germi che più frequentemente la provocano. In ordine di frequenza trovasi in prima linea il b. p(}rfringons di Vcillon e Zuber, presente nel66 % dei casi di g. g. secondo le statistiche dell'ultima guerra. Seguono il b. dell'edema maligno di Ghon e Sachs o vibrione settico del P asteur, ed il bacillo Novy. Accanto a questi si trovano altri anaerobi (b. sporogenes di Metcnikoff, b. aerofoetidus, b. histoliticns, b. tertius, b. bifermentans) ed aerobi (b. coli, enterococco; stafilococco, streptococco, proteus) che in associazione con qnalcllillà delle specie microbiche tipiche della g. g. compli· cano ed aggravano le lesioni morbose. Gli autori che hanno riferito i casi clinici di g. g. seguiti a iniezioni di sostanze medicamentose, e specialmente quelli che hanno segnalato i casi consecutivi ad iniezione di adrenalina, sono concordi nel ritenere che il piccolo trauma prodotto dall'ago in unione col medicamento, crei un loCU8 minoris resi.stentiae nel punto doU'iniczione, favorevole allo sviluppo· degli
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LE INFEZIONI GASSOSE DA TNIEZIONE DI ADRENALINA
~nt.i della g. g. Nel caso dell'adrenalina questo WC1U mifWriR resistentiae s1 verrebbe a formare con maggiore f~Wilit~ a causa della morte di elementi
cellnla.ri consecutiva alla potente azione vasocostritti!va del farmaco. Ricerche sperimentali. - Grasso, nella. seduta della. R. Accademia. medica di Roma, del 28 gennaio o. a., ha. riferito su tre casi di flemmoni ga.ngrenosi coq.secutivi ad iniezione di adrenalina ed ha avvalorato l'importanza di questo farmaco come causa predisponente locale, citando i risultati di esperienze fatte su cavie nelle quali erano insorte tipiche lesioni flemmonose al seguito di iniezioni di adrenalina associate a. vari germi. Allo scopo di chiarire meglio il processo patogenetico di questi fatti, ho creduto opportuno di intraprendere alcune ricerche sperimentali. RICERCHE PE~ON ALI.
Iniezioni di adrenalina p·iù germi. -Ho adoperato fiale di adrenalina cloridrato dell'Istituto Chimico Farmaceutico Militare e dell'Istituto Sieroterapico Milan<>.ae. Prima di essere adoperate, le fiale venivano batteriologicamente controllate mediante semine in terreni per a.erobi ed ana.erobi. Le fiale riBultarono sempre sterili. Come animali da esperienze furono sempre prescelte le cavie dai quat. trocento ai cinquecento grammi di peso. Tra i vari gel'mi soliti a trovarsi nella g. g. vennero usati il b . perfringens ed il b. dell'edema maligno. Tra i piogeni fu scelto lo staffilococco aureo. In alcune cavie le iniezioni furono praticate intramuscolari, in altre nel sottocute. Ogni cavia ricevette due iniezioni, una per ciascun lato del corpo. Per la via sottocutanea venn·e preferita la regione (Iella piega dell'inguine e per la via intramuscolare la regione posteriore della coscia. Nel lato destro l'iniezione consistette in c. c. 0,75 di adrenalina e in c. c. 0,25 di coltura del germe adoperato, nel lato sinistro c. c. 0,75 di soluzione fisiologica più c. c. 0,25 di coltura. Iniezioni di adrenalina pV!ì, bacillo perfringens. - I risultati delle iniezioni di adrenalina mescolata al b. perfringens furono i seguenti: Le cavie trattate con iniezioni intramuscolari già dopo poche ore (da 8 a 10) presen-
tavano nel punto d' inocnlazione e in vicinanza di questo una reazione locaJe consistente in tumefazione e sviluppo di gas. I~a reazione em più intensa e manifesta nel lato destro (iniezione rli adrenalina più germe) ove lo sviluppo di gas era più nettamente apprezzabile, la tumefazione più evidente e con un ben visibile colorito bluastro della cute. Morte dopo 24 ore. Alla autopsia appariva sempre più manifesta, tra i due lati, la differenza di reazione. I fatt.i necrotici ed infiammatori risultavano più evirlenti nel lato destro. Nelle cavie inoculate nel sottocute della pieg:~ dell'inguine, si verificarono differenze di reazione tra i due lati del c:orpo ben visibili, sia in vivo cb(l all'autopsia praticata dopo la morte avvenuta 48 ore dopo l'inoculazione. La differenza che maggiormente colpiva era la quasi mancanza di gas nel lato inoculato con germi più soluzione fisiologica, mentre nell'altro lato lo sviluppo di gas era evidentissimo.
LE INI!'EZIONI GASSOSE DA INJEZIONE DI ADRENALINA
Iniez-Kmi ài adrenalina pirì b. dell'edema maligno. -Le cavie inoculate ool b. dell'edema. maligno presentarono in generale, manifestazioni morbose uguali a. quelle delle cavie trattate col porfringens. Le differenze di re~~zione tra il lato trattato con adrenalina. più germi ed il lato trattat.o con soluzione fisiologica. più germi, furono a.nchl' io queste cavie ben nette ed apprezza,bili a prima vista.
Iniezioni ài adrenalina più atafilococchi. - Nelle cavie iniettate con adrena.lina. più sta.fìlococchi nel sottocute della piega. dell'inguine si notò nel lato sinistro (soluzione fisiologica più germi) una lieve reazione locale con presenza. di scarso edema che si riassorbl entro le 48 ore. Nel lato dP.stro (adrenalina. più germi) si ebbe la formazione di un ascesso che si apri sponta,nea.mente dopo quattro giorni con uo regolare decorso ulteriore verso la guarigione. N .,ue cavie inoculate per via intra.muscolare comparve, dopo circa 24 ore nel blio destro, una tum~fa.zione che andò aumentando nelle ore seguenti assumendo carattere flemmonoso e che si aprì spontaneamente in quarta. giornata. d.1.alo esito a. un essudJ.to sanioso-emorragico. Nel lato sinistro (soluzione fisiologica. più germi) si notò, dopo circa 24 ore dalla iniezione, una piccola tu:nefdozione che scomparve nei giorni seguenti. OM.tid~ra~ion,i. l risultati di queste esperienze confermano l'ipotesi cht> l'J.irdn ~lill<l fJ.vorisce l'insorgenza. e lo sviluppo delle affezioni microbiche lo~.l.li Lni>ri:ndndo a. queste un ca.ratterl' di maggiore gravità . .\h Hn rv.uill bJae il dàc:>rso ddll'infezione seguita. alle iniezioni intramuscJbri e sottocutJ.uee, si nota che le lesioni dei tessuti furono più gran nell'iaocuJa.zioni intra.muscola.ri che in quelle fatte nel sottocute. Pda~ando che la spieg.lzione di questo fatto potesse risiedere in un differente comportamento dei varii tessuti in contatto con l'adrenalina., f1uono praticate a. vd.rie cavie iniezioni di questa sostanza nel derma., nel sottocute e nei muscoli.
biezioni ài adrenalina. - Furono adoperate fiale di adrenalina. cloridrato dPil'l.,tituto chirni<'o farmaceutico militare e dell'Istituto Sieroterapioo Milanese nella. quantità, di c. c. 0,25 e c. c. 0,50 per iniezione. Come controllo fu adoperata. la soluzione fisiologica sterile nella stessa quantità di c. c. 0,25 e 0,50 che veniva iniettAta nella. stessa regione del lato opposto a. quello dove era stata praticata. la iniezione di a.drena.lioa. L'3 i:li<!zioni intra.dermiohe e sottoouta.nee furono praticate al dorso, all'addome ed a.lll:l. pieg;) dell'inguine, quelle intramuscolari alla regione posteriore d3lla. coscia.. P dr non dilung.u mi nella. desérizione delle esperienze riferirò i risultati seguiti alle varie iniezioni. l niezioni ituraàermiche. - Alcuni minuti dopo le inoculazioni si notava. nel punto leso una. piccola macchia. blua.'ltra. e nei suoi dintorni una. zona ischemica. di circa. due, tre cen imetri di diametro. All'ischemia. in capo a. due o tre ore seguiva. una. evidente congestione venosa.. Palpando si notava che la cute era. diventata edematosa. Stringendo fortemente tra. le dita la cute, in questo punlio, gemevano alla sua superficie piccole stille di siero. Nelle ore seguenti mentre nelle zone più lontane dal punto d'iniezione la. congestione e l'edema si riducevano, nel punto d'inoculazione, e per pochi millimetri
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LE INFEZIONI GASSOSE DA. INIEZIONE DI ADRENALIN.\
ìntorno, la cute cominciava a mostrare fatti di necrosi acni seguiva la formazione di una piccola escara (escara adrenalinica) che in capo a 6-8 giorni cadeva residuandone una piccola cicatrice. L'escara per lo più presentava un decorso lineare seguendo il .t ragitto segnato dall'ago. Iniezioni sottocutanee. - TI risultato fu differente da quello delle iniezioni intradermiche, poichè su sei cavie una sola volta, e precisamente in una delle cavie che aveva ricevuto l'iniezione nel sottocute dell'addome, si notarono le stesse alterazioni che seguirono alle iniezioni intradermiche. Nelle altre cavie il farmaco non produsse alcuna alterazione locale macroscopicamente apprezzabile. Iniezioni intramuscola.ri. - ~aul costantemente dopo alcune ore (da. 4 a 5) una evidente tumefazione, a limiti indecisi, che occupava tutta la regione posteriore della coscia, di consistenza du~lastica. La tumefazione, dopo aver raggiunto le dimensioni approssimative di una piccola mandorla, si riassorbiva gradatamente in 5 o 6 giorni residuandone un piccolo nodulo di consistenza fibrosa, situato nello spessore dei muscoli in corrispondenza del punto d'iniezione. Considerazioni. -Risulta da queste esperienze che mentre l'adrenalina iniettata nel derma provocò fatti necrotici e nei muscoli alterazioni che si debbono ritenere della stessa natura, nel sottocute essa non produsse alterazioni traducentisi in fatti macroscopicamente visibili. Una sola volta come ho già detto alla iniezione sottocutanea seguirono &Iterazioni identiche a quelle dell'inoculazioni intradermiche, ma in questo caso è probabile che il farmaco si sia fatto strada nel derma, in parte per errore di tecnica nel praticare l'iniezione, in parte per un riflusso nel tragitto dell'ago all'atto della sua estrazione. La maggioranza degli autori è concorde nell'ammettere che le lesioni necrotiche prodotte dall'adrenalina sono dovute al suo potere vasocostrittivo, e perciò l'interpretazione del differente comportamento dei tessuti in seguito alle iniezioni fatte nel derma, nel sottocute e nei muscoli andrebbe ricercata nelle differenze anatomiche di questi tre tessuti specialmente per ciò che concerne la loro vascolarizzazione. Nella cute i vasi, provenienti dal sottocute per la via dei retinacula cutis, vanno a costituire prima la ricca rete cutanea o sottodermica da cui si dipartono i vMellini che andranno a formare la rete sub papillare. È evidente come in queste zone i vasellini rimangono più facilmente esposti all'azione vasocostrittiva dell'adrenalina. Nei muscoli, a prescindere dall'eventuale azione che l'adrenalina può esercitare direttamente sulla fibra muscolare, la conseguenza dell'azione del farmaco sarà analoga a quella dell'iniezione intradermica a causa della ricchissima vascolarizzazione del tessuto muscolare e della particolare disposizione dei vasi. Nel sottocnte, invece, i vasi ed i nervi diretti alla cute decorrendo nelle travate connettivali che costituiscono i retinacula cutis, restano meglio protetti dall'azione bruta del farmaco o minori saranno perciò le conseguenze della vasocostrizione. • Ora, se consideriamo che l'insorgenza delle afiezioni gassose è notevolmente facilitata dalle alterazioni prodotte dall'adrenalina sw tessuti, come
LEJIN'i'EZIONI GASSOSE!DA INIEZIONE DI ADRENALINA
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abbiamo visto dalle esperienze fatte inoculando adrenalina più germi, dobbiamo necessariamente ammettere che anche la scelta della via per l'introduzione del farmaco, gioca. la sua parte nel complesso genetico ·della g. g. dopo iniezione di adrenalina. Perciò è preferibile che l'adrenalina venga iniettata per via sottocuta.nea. anzichè per via intra.muscola.re. Nè si può obiettare che la ricchezza in vasi del tessuto muscolare faciliti l'assorbimento, poichè l'azione vasocostrittiva dell'adrenalina annulla il beneficio dell'abbonda,nte vascolarizzazione. Inoltre nel mentre il t essuto muscolare è povero di vasi linfatici, questi si trovano sviluppatissimi nel sottocute, per cui anche l'assorbimento si verificherà più facilmente allorchè- l!arà scelta la via sottocutaoea. Ma se l'introduzione del farmac-o per la via sottocutanea non porta ad ma eccessiva distruzione di elementi cellulari, atta a favorire l'insorgenza della g. g. pur tuttavia le prime esperienze hanno mostrato come l'infezione sorta dopo iniezione nel sottocute di adrenalina più germi, sj accompagnò a lesioni più gravi che nel lato dove i germi furono inoculati misti a soluzione fisiologica. Ed allorohè fu usato lo stafilococco si ebbe la formazione di un aacesso nel lato dove il germe fu inoculato in unione con l'adrenalina, mentre nel lato dove lo stafìlococco fn inoculato in sospensione fisiologica, tranne una lieve reazione locale, non si notaront> evidenti manifestazioni morbose: Sorse allora l'idea che oltre all'azione sui tessuti l'adrenalina potesse esplicarne qualche a.ltra sul normale potere difensivo cellulare ed umorale e perciò furono fatti a.ltri esperimenti ,allo scopo di studiare il comportamento dei lencociti e del potere opsonico dei sieri in contatto con l'adrenalina. È noto infatti, nei riguardi del potere opsonico, che le leggi generali enunciate dal Wright stabiliscono che neUe infezioni locali il potere opsonico dei liquidi del fooolaio morboso spesso è più basso che nel siero di sangue. Era possibile ammettere perciò che l'adrenalina esplicasse un'azione depressiva sul potere opsonico in seno ai tessuti dove essa era stata iniettata, contribuendo anche per questa via allo sviluppo dei germi.
Eaperi'7Mnti• .Azione dell'aàrtmalina sui leucooiti. -Per studiare l'azione dell'adrenalina sui leucociti fu seguita la tecnica. seguente: tnbicini di vetro di cm. 2 e mezzo di lunghezza e di mm. 2 di diametro, riempiti con la sostanza da saggiare e chiusi ad una. estremità, venivano introdotti sotto la cute di tma cavia. Estratti d9po sei ore se ne esaminava il contenuto con preparati a fresco e colorati. Le ricerche eseguite conl'a.drena.lina.. ed altre sostanze usate come controllo, dettero i seguenti risultati: 1. - Un tnbicino contenente adrenalina venne situato sotto la cute del dorso di una cavia a. destra della. colonna vertebra.le. A sinistra venne oollocato, come controllo, un a.ltro tubicino contenente una sospensione di aleuronato di sodio allO%· Dopo sei ore il tnbicino con l'alenronato ai mostrava pieno di leucociti mentre quello con l'adrenalina ne era quasi privo. 2. -Un tnbicino con coltura di b. perfringens e soluzione fisiologica a p:arti eguali, ed un altro tubicino con adrena.lina e soluzione fiBiologica. anche a. parti eguali. Dopo sei ore, numerosi lencociti nel tnbicino con i germi, scarsissimi leucociti in quello con sola adrenalina.
LE INJ'EZIONI GASSOSE DA. INIEZIONE DI ADRENALINA.
3.- Un tubicino con soluzione ftsiologica. e b. perfringens a parti eguali, ed un altro tubicino con coltura di b. perfringens ed adrenalina. a parti eguali. Numerosi leucociti nel primo, scarsissimi nel secondo. Gli esporimenti secondo e terzo furono ripetuti adoperando in luogo del b. perfringens un'emulsione di coltura su a.ga.r di stafìlococco aureo. I risultati furono eguali a quelli delle prove precedenti poichè nei tubicini contenenti adrenalina i leucociti fnrono sempre scarsissimi. Azione sul potere opsonico. - Per lo studio del potere opsonico fu seguita la tecnica del Wright stabilendo l'indice opsonico mediante il rapporto tra il potere opsonico del siero normale e del siero messo in contatto con l'adrenalina. In una provettina venivano mescolati a parti e,cruali emulsione di leucociti (1), siero fresco, germi e soluzione fisiologica. In un'altra provettina venivano mescolati, pure a parti uguali, prima il siero e l'adrenalina e dopo 15' di contatto si aggiungevano l'emu.lBione dei leucociti ed i germi. Per questi ultimi fu adoperata coltura in brodo al fegato di b. perfringens ed emulsione di coltnra su a.gar di stafìlococco aureo. Le due provettine contenenti le varie sosta.nze, dopo chiusura, venivano messe in termostato ed ivi lasciate per circa 15'-20'. Dopo tale periodo di tempo media.nte prepa.ra.ti colorati, preceduti da. preparati a fresco, si effettuava il conteggio dei germi fagocitati da 100 leucociti di ciascuna provetta, e dal rapporto !cucociti-germi si stabiliva il potere opsonico del siero normale e di quello che era stato in contatto con l'adrenalina. Dal rapporto dei due poteri opsonici si ricavava l'indice opsonico. I seguenti schemi che riportano una delle numerose prove eseguite, serviranno a rendere più chiaro il procedimento seguito: I Emulsione dJ leuoocl· ti + siero + eerml + In termostato soluzione fisiologica
0,10 c. c. per ogni sostanza. . . . .
15·20m' II
Siero+ adrenalina+ emulai one dJ leuoocitl In termostato + lfllrmi
0,10 o. c. per ogni soeta.nza. . . . .
PBOVJIITTA
Leuoooiti contati
Germi fagocitati dal 100 loucocitl
100
276
Potere opaonJco
275
2 76
100- '
PBOVJIITTA
Leuoooltl oontatl
Oe.r ml tagooltati dallOOleuoooitl
Potere opliOnJoo
100
104
100- 1,04
104
15.20m'
(l) Per ottenere 1 leuoooltl venJvano Iniettati nel peMtoneo di una cavia, di olroa gr. 500 di peqo, da • a 6 o. o. dJ una qosponstone dJ OORelnato dJ sodlo al 10% lo BO'!Ua diRtUlata sterile. Dopo sol ore con plpetta sterile venJva e.•tratto l'essudato perltooeale formatosi e oeotrtrugatoASPirata la parte liquida, U Aedlmeoto, formato da 1!011 leucocltl, veniva lavato tre volte col m etodo della oentrifii~Uione. Dopo la t.en:a oentrtrugaalooe l leuoocltl venivano emu.l4lonatl In eoluzlone tblologloa In modo da ottenere una emul,ione abbastanza den•a. Il sloro normale ve-
niva prelevato da un'altra cavia mediante eatrasione di R&Dgtte oon puntura del ouo••·
t
Lm INJ'EZIONI OASSOSJD DA INIEZIONE DI ADRENALINA
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Dal rapporto dei due poteri opsonici si stabiliva l'indice opsonico 1,04 2,75 = 0,30
Nelle altre prove fatte l'indice opsonico non raggiunge mai l'unità, arri· vando al massimo di 0,40 una sola volta. Oonsiderarioni. - n risultato dei surriferiti esperimenti ha conferma. to l'ipotesi che l'azione dell'adrenalina non si limita alla vasocostrizione ed alle conseguenze di questa, ma è più complessa poichè dobbiamo agginn· gervi l'azione chemiotattica negativa. e la diminuzione del potere opsonico in contatto col farmaco.
O.APITOLO II.
Provenienza dei germi.
IpotelJi. - Accertato il meccanismo d'azione dell'adrenalina restava da. chiarire l'altro punto, cioè la provenienza. dei germi nei tessuti ove è pra· ticata l'iniezione del farmaco. Mentre la. maggioranza. degli autori ammette un& provefiienza. esogena, alcuni tra. essi propendono, invece, per una pro· venienza. endogena, basandosi sul fatto che frequente è la ba.tteriemia da. b. perfringens durante il decorso di alcune malattie particolarmente intesti· nali. In questi casi il germe circolante si fisserebbe nel luogo dell'iniezione e ivi si svilupperebbe favorito da. particolari condizioni. Secondo qualche autore la provenienza endogena. sarebbe agevolata dall'azione splenocostrittiva dell'adrenalina che provocherebbe la. spinta in circolo di germi anaerobi (b. perfringens) trattenuti nella Inilza. durante una ba.tteriemia, a decorso aia pure asintomatico, secondaria ad altra infezione. Questa. ipotesi della. provenienza. endogena., da germi in circolo o ivi pervenuti in seguito a splenocostrizione, non sarebbe stata. confermata. dalle ricerche sperimentali da. me eseguite. Oiò risulta. dall'esperienze che seguono: Esperier&u. -1.- Un coniglio di circa. gr. 1200 di peso venne inoculato per via endovenosa con un c. c. di coltura in brodo di b. perfringens. Dopo 30' fu iniettato, nella. regione posteriore della coscia destra, per via intramuscolare un c. c. di adrenalina. cloridrato. Tra.nne una lieve reazione locale, caratterizzata dalla. comparsa di una. piccola. tumefazione nella zona d'iniezione intra.muscolare e dileguatasi dopo 4-5 giorni, non si verificarono altri fenomeni. Mediante una. siringa. fu aspirata. un po' di aierosità. daJ. punto della. tumefazione e seminata in brodo comune e brodo al fegato. N on si ebbe sviluppo di germi. 2~- Un coniglio di circa gr. 1300 di peso venne pl'ima inoculato per via intra.muscolare con un o. o. di adrenalina. e dopo 15' ricevette un'inie. ~ne endovenosa di coltura di b. perfringens. Lo s,tesso esito del coni· glio n. l. l
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Giornate di medicina mì!ìtan.
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LE JNFEZIONl GASSOSE DA INIEZIONE DI ADRENALINA
3.- Un coniglio di ciroa. gr. 1300 di peso venne inooula.to per via endovenosa con coltura di b. perfringens ed immediatamente dopo venne iniettata l'adrenalina nella stessa dose e nella stessa r('gione già scelta per gli altri due conigli. Anche questo terzo coniglio preseutò soltantQ lievi fatti . di reazione nel punto d'inoculazioue dell'adrenalina. 4. - Uu 4° coniglio trattato prima con iniezione di b. perfringens e poi di adrenalina, fu sacrificato dopo un quarto d'ora dalla seconda iniezione. .All'autopsia non si notarono alterazioni degli organi interni. Tra i muscoli della regione posteriore della coscia ove era stata praticata. l'iniezione di a,rlrenalina, si osservò un piccolo focolaio emorragico. Col sangue prelevato dal cuore, col succo della milza e del fegato e con un po' della sicriosità del piccolo focolaio emorragico, vennero seminati t ubi di brodo per anaerobi. Si ebbe sviluppo di b. perfringens soltanto nel terreno insemenzato col succo splenico. Le esperienze prima, seconda e tt>rza. furono ripetute in altri tre conigli, adoperando al posto della coltura in brodo di b. perfringens coltura in brodo, di 24 ore, di b. dell'edema. maligno. I risultati fw·ono uguali a quelli verificatisi nelle e~perienze fatte adoperando il b. perfringens.
Oonsiilerazione. - Dai surriferiti esperimenti risulta che all'inoculazione di germi per via endovenosa associata ad iniezione di adrenalina per via intramuscolare, segue soltanto una leggera reazione nel punto d'inoculazione dell'adrenalina. Tale reazione deve attribuirsi esclusivamente al farmaco e non a presenza di germi, anzitutto perchè si risolve semprE' in breve tempo senza dar luogo a fatti morbosi imputabili ad un'infezione locale ed in secondo luogo perchè le colture della sieriosità estratta non dànno mai luogo allo sviluppo di germi. Perciò escludendo che i germi possano avere una provenienza endogPna non rimano che pensare alla via esogena ammettendo: o un inquinamento delle fiale, o la eventuale presenza di germi o spore sulla cute al momento dell'iniezione, o un inquinamento della siringa. Inquinamento nelle fia),e. - Per ciò che concerne l'eventuale inquinamento delle fiale è possibile ammettere che germi o spore possano capitare in esse durante l'infìalettamento. Ma una volta capita.ti nelle fiale resistono essi a lungo al contatto dell'adrenalina, dato che questa viene adoperata sotto forma di cloridrat o! L'esame chimico del contenuto delle fiale ha mostrato che la soluzione di adrenalina cloridrato presenta reazione acida corrispondente ad un pH eguale a 2,6 misurato colorimetricamente. Quest'acidità, dovuta ad HCL presente nella proporzione del 0,027% circa, è tutt'altro che favorevole alla vita dei germi almeno dei più comuni. Secondo le ricerche di M. Verain e J. Chaumette i limiti entro i quali può variare il pH ambientale per i vari germi da loro studiati, oscillano tra nn minimo di 4,7 ed un massimo di 8,5 come risulta dalla. seguente tabella, riportata dal manuale et Le pH en biologie)) dei succitati autori: .
LE INI'EZlONI GASSOSE DA INIEZIONE Dt ADRENALINA
Specie mioroblca
Stafilococco ...•...... .. .. ......... ..... B. Coli ..•. . ..•.•.. ... ........•......•. B. ,perfringens. • . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . B. del carbonchio. ....... ... ..... .. ... . B. del tetano .......... ... ............ .
pH Umitl
pH OPt.iJ:nUOl
5. 6 - 8.1 4.47- 8
7.2- 7.6 6.0- 7.0
6 .0 - 7.6 6.0 - 8.5
35
7.0-7.4 7.0- 7.6
5.5 - 8.3
Esperienze. - Esperienze eseguite inquinando con vari germi fiale di cloridrato di adrenalina e provette contenenti l c. c. di una soluzione di HCL al 0 1027%, corrispondente perciò all'acidità delle fiale, ed allestendo poi delle colture col contenuto delle fiale e delle provette in terreni adatti, hanno dimostrato che le forme vegetative dei germi vengono rapidamente uccise e .soltanto le spore resistono fino a circa 30 giorni come risulta dalla seguente tabella : Natura. del r,rme
Adrenalina. clor: e soluzione d! HOI
Tempo di conta.tto dell'Adrenalina e della. soluzione con l germi 12
blz-t bj36 bj 2 gi' g is g ltz giHl glzogj24 gl26glzs gjao
l
Adrenalina. . HCI Sta.fìlococco ... •. l SO1UZlOne
l l Adrenalina
.
B. Cob ....... · · · l Soluzione H Cl .
l
J Adrenalina
B. Perfnngens .. . l S O1UZlODe . H Cl
.
-
+ -
+ l B. del Carbonchio 1Adrenalina + + + + + + + + + - (Spore1 l Soluzione HCl + + + + + + + .J... - - l B . del Tetano •• ·{Adrenalina. + + + + + + + + + + + - (Spore) Soluzione HCI + + + + + + + + + - - - l B . dell'Edema m . {Adrenalina + + + + + + + + + + + + (Spore) Soluzione HCI + + + + + + + + + + - - l
l
D segno - Indica coltura. nega.tlva.. D segno + Indica coltura poRit1va..
Circa. la resistenza presentata. dalle spore delle varie specie microbiohe adoperate bisogna considerare che per inquinare le fiale e le provette col b. del carbonchio fu adoperato coltura. in a.gar, mentre per il b. del teta.ne
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LE INFEZIONI GASSOSE DA INIEZIONE DI ADRENALINA
e per il b. dell'edema. maligno furono adoperate culture in brodo vecchie di tre giorni che presentavano reazione leggermente alcalina. È possibile perciò che l'alcalinità delle colture adoperate abbia contribuito a. neutralizzare in parte l'acidità. delle fiale e delle provette permettendo una vita più lunga alle spore del b. del tetano e del b. dell'edema maligno. Oonsiàerazioni. - A prescindere da queste considerazioni, e ritenendo sufllciente per la distruzione di ogni forma. batterica eventuaJrnente capitata nelle fiale un tempo non inferiore ai 30 giorni, sarebbe possibile un'infezione per l'inquinamento del farmaco soltanto quando l'inquinamento fosse dato da spore e le fiale venissero usate prima dei 30 giorni. Condizioni straordinariamente difficili a verificarsi in pratica, per la scrupolosa sorveglianza. a cui vien sottoposta la. confezione delle fiale da parte degli Istituti Preparatori e per il tempo che di solito intercede fra la. preparazione del farmaco ed il suo impiego. P erò se il potere microbicida. esplicato dal cloridrato di adrenalina. sui vari germi può fare escludere un inquinamento delle fiale, esso non può impedire l'insorgere dell'infezione quando il contatto del farmaco con i germi avviene solo al momento della iniezione poichè in questo caso il contatto sarà stato troppo breve. I germi potranno trovarsi nella forma sporiftcata e l'acidità del cloridrato di adrenalina sarà subito neutralizzato dall'alcalinità dei tessuti. In tal caso l'adrenalina rimarrà soltanto come un'alleata ai germi nell'azione che essa esercita sui tessuti, come abbiamo visto nella prima parte di queste ricerche. Inquinamento àella cute. - La seconda probabilità, ossia. la presenza di germi o spore sulla cute all'atto della. iniezione, appare più facile e verificarsi, poichè·la disinfezione che si esegue quando si pratica un'iniezione non può certamente essere quella. che precede un intervento operativo di maggior importanza., specialmente quando l'iniezione riveste un carattere d'urgenza per le peculiari condizioni del paziente a cui essa viene praticata. Ed anche ammettendo che la disinfezione sia stata. di durata. bastevole per uccidere le forme vegetative, rimangono le spore la. cui eccezionale resistenza è notevole. In oltre bisogna tener presente che l'agente più frequente della g. g. è il b. perfringens, isolato anche da casi di g. g. seguiti ad iniezioni di adrenalina, e che questo germe è ospite abituale dell'intestino umano ove trovasi sia nella. forma vegetativa. che nella forma sporifìcata. Facile e frequente, perciò, specialmente in ammalati costretti a letto, può essere l'inquinamento della cute e particolarmente delle regioni viciniori alle naturali vie di eliminazione del germe dal corpo, regioni che rappresentano spesso la sede di elezione per le iniezioni. Sarà utile quindi, prima di procedere all'uso dell'adrenalina. per via parentera.le, eseguire una disinfezione della cute più accurata, più energica. e più prolungata. dj quanto non si usi fare di solito nel praticare le iniezioni. Inquinamento àelZa siringa. -La terza ipotesi, quella. cioè di un inqnin.a mento dell'ago e della siringa, è anch'essa ammissibile qualora ago e siringa. non siano stati convenientemente disinfettati prima dell'uso. Anche per questi istrumenti, perciò, dovranno essere attuate tutte le norme necessarie per garantire una. perfetta sterilizzazione. Se questa non è facile a realizzarsi per la. cute è invece facilmente rea.lizzabile per l'ago e la. siringa.
! LE lNFEZ10Nl GASSOSE DA INIEZ10NE Dl ADRENALINA
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CONCLUSIONI.
Dalle ricerche sperimentali riportate nel presente lavoro, può dedursi che l'adrenalina favorisce e facilità l'insorgere della gangrena. gassosa, allorohè i germi di questa infezione capitano insieme al farmaco nei tessuti. In taJ caso i germi stessi sarebbero agevolati nella loro azione patogena: to) Dalla va.socostrizione sui tessuti; 2o) Dalla chemiota.ssi negativa; 30) Dalla. diminuzione del potere opsonico. Queste stesse ricerche avrebbero anche dimostrato che nelle infezioni gassose consecutive all'iniezioni di adrenalina, la provenienza dei germi non sia endogena ma debba piuttosto ricercarsi nella loro eventuale presenza alla superficie della cute o negli apparecchi d'iniezione. L'eventualità. di un inquinamento delle fiale deve ritenersi poco probabile. Perciò i casi di g. g. registrati nella letteratura ed insorti dopo iniezioni di adrenalina, non debbono fare abbandonare l'uso di questo farmaco che ha. dato e dà. preziosi ausili per la sua ben nota azione specialmente cardio-vascolare, ma debbono servire di utile ammaestramento per un uso più oculato del farmaco e per una asepsi più scrupolosa, allorchè il farmaco stesso deve essere usato per via parenterale mediante ini('zioni. In questi casi, avendosi libertà. di scelta, sarà consigliabile praticare sempre l'iniezione nel tessuto sottocutaneo anzichè in quello muscolare, ed attuare le più rigorose norme dell'a-sepsi. AUTOlUA.SSUNTO. L 'autore riferisce ricerche sperimentali, fatte in animali di laboratorio, sulle infezioni gassose consecutive a iniezione di adrenalina. Descrive le lesioni presentate dagli animali e studia il meccanismo d'azione del farmaco nell'insorgenza nelle infezioni gassose che riferisce all'altE-razione dei tessuti, per vasocostrizione, all'abba.esamento del potere opsonico ed all'azione chemiotattica negativa.. Ricerca, inoltre, la provenienza dei germi nei tessuti o ve è praticata l'iniezione ed esclude, in seguito al risultato delle varie esperienze fatte al riguardo, che la provenienza possa essere endogena o dovuta ad inquinamento delle fiale.
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LE INII'EZIONI GASSOSE DA INIEZIONE DI ADRENALINA
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ISTITUTO D I ANTROPOLOGIA DELLA R. UNIVERSITA DI R OMA
I V!LOBI CRANIO~FA.CCIALI DEI TEBU (CUFRA) <I> P rof. Arturo Sabatlnl, primo capitano m edico Dott. Emanuele Ricci, tenente medico, direttore dell'ambulatorio civile di Cufra
Dal P"""' dl .;.~a antropologiee t pt< l ..,.,..,. fi.od l T obu o i Tod4, opo<lolnwolt, lftOltrado alciUN difffl'onu eoa Tua''l• ..no Camiti. lA llllimonia.ue 10no mol,. • ttu·
,...,......
GJVS&PPil S&•çr - Africa, pag. 352.
Con l'occupazione di Cufra (preferiamo la C alla K iniziale: sotto tale si trova infatti riportata nella Enciclopedia Italiana), che segna il limite estremo, fino ad oggi, dei nostri possedimenti libici, si imponeva uno stud io circa i gruppi umani colà esistenti, specie per quelli antropologicamente poco not i, come i Tebu, r amo indubbiamente importante e tra i principali delle popolazioni del Sahara; r egione immensa di solitudine in cui pure ò disseminato, da tempi immemorabili, un popolo che colà è vissuto e vive, pur tra le alterne vicende storiche. Cufra, questo gruppo di oasi nel cuore del deserto libico fra il 21 o ~il 26o di latitudine nord e il 21 o e il 25o di longitudine est, occorre considerarla fra le più importanti di quel deserto che il Lenz chiama, << bello beUissimo, malgrado il caldo e le dune » e cbe il valore e il volere di S. E. Graziani ne permise l'occupazione il 20 gennaio 1931. Essa con le sue elevazioni e le sue depressioni di terreno, con le sue oasi dagli estesi palmeti, e i suoi pozzi dalle a.cque limpide e potabili, dai piccoli raggruppamenti di palme, disseminati nella vasta zona, con le rocce nere e le efflorescenze saline, con la siccità e i suoi giardini fioriti, col suo clima tropicale e la, ricchezza della sua vegetazione, presentava indubbiamente i maggiori ed i .IìlÌgliori requisiti perchè gruppi dì popolazioni vi prendessero stabile dimora, in ogni tempo, e fosse sede o meta agognata dalle popolazioni del deserto, come da quelle di regioni limitrofe. :Kell'indagine antropologica iniziata sui gruppi umani attualmente esistenti nelle principali oasi del deserto libico, fermamente legati alle tradizioni della Scuola Romana di .Antropologia, non possiamo che seguir e la scia. luminosa di chi ebbe primo una visione completa, t uttora viva, sulle origini delle popolazioni africane. Noi, che ci onoriamo del titolo di discepoli di Giuseppe Sergi, abbiamo sentito tutta la impor tanza del còmpito che ei assumevamo nel fornire la documentazione necessaria a colmare quella. lacuna, già segnalata dal Maestro nel 1897 alla fine del suo capitolo sui V()C('
(l) Comunicazione preeontata al Congresso del Progresso delle Scienze, ottobre lOSS- X I , Bari.
40
I VALORI CRA.NIQ-FACCBLI DEl TEBU (CUFRA)
Tebu, e certo non colmata, attraverso gli studi frammentari ed incompleti posteriormente eseguiti. Tale documentazione, che comprende i caratteri fisici di quelle popolazioni, meglio varrà a confermare quanto egli vide circa l'origine dei popoli, che primi abitarono il continente africano e sui loro più diretti dU!cendenti. Il tipo etnico, che rappresenta oggi l'esponente umano di stirpi remote, occorre considerarlo sia in rapporto ai caratteri raziali, i.minutati nel tempo, sia a quelli acquisiti per incroci con popoli dominatori o viciniori, che lo hanno allontanato dai ceppi originari, col variare di alcuni caratteri come con lo stabilizzarsi di altri, per cui solo attraverso l'ausilio della documentazione antropologica, integrata da quella storica, è possibile stabilirne l'origine e quindi la discendenza. Fatt-ori questi che rendono sempre più difficile la classificazione delle razze umane, tutte le volte che cerchiamo di allontanarci da quelle che sono le basi primordiali e fondamentali che le differenziano. Ma forse in nessun continente come l'Africa è ancora possibile indagare e risalire aUe remote origini di quei popoli; poichè condizioni storiche, ma sopratutto geografiche permisero, attraverso un forzato e relativo isolamento, il permanere dei caratteri originari pur ammettendo il concetto del Nichtigal riportato da G. Sergi << Per la natura stessa del luogo e delle condizioni qualunque sia lo stipite da cui derivano gli abitanti, il deserto, con la sua uniformità, de.ve fare acquistare caratteri comuni a tutti che divengano ereditari >> (G. Sergi., Africa, pag. 351). I Tebu che G. Sergi considera come uno dei tre grandi rami della popolazione del Sahara, gli aUri due sarebbero i Fezzani e i Tuaregh, vivono oggi, nella grande maggioranza, nella regione del Tibesti, incontrastati abitatori, se si escludono i negri sudanesi in stato di schiavitù, e pochi sca.rsi elementi di altre popolazioni. In questa vasta zona, a forma quasi triangolare, di circa 100.000 chilometri quadrati, tra il 22° e ill9° parallelo di latitudine nord, circondata da zone desertiche, costituita da un sistema di montagne che giungono fino a. oltre 3.000 metri e grandi vallat.e dalla flora tropicale, i Tebu vivono divisi in gruppi e sotto- gruppi, appartenenti generalmente a famiglie legate a determinate località d'origine, dediti alla agricoltura e alla pastorizia. Regione impervia che permise a questo gruppo umano di vivere nel suo isolamento e di non permettere infiltrazione di altri popoli fino ad oggi. «Non vi è dubbio che questo ramo camitico abbia subito mescolanze con le popolazioni del Sudan .... mentre nei Teda del Tibesti il tipo di conserva più puro >• (G. Sergi, Af1·ica., pag. 353). Essi sono ritenuti i primi e più antichi abitatori del gruppo delle oasi di Cufra, Rebia.na, Bzema e Tazerbo, dove si parla perfino di un sultanato, e dove vissero, dominatori incontrastati con i loro schiavi sudanesi, fino a due secoli or sono; finchè gli arabi del gruppo Zueia, provenienti da Gicherra, si sostituirono all'incontrastat-o dominio dei Tebu occupando le oasi di Tazerbo e successivamente Bzema, Rebiana, ultima Oufra, mentre i Tebu sconfitti fuggivano con le loro armi primitive in direzione di Ahuenat. Narra la leggenda che la invasione fu provocata dall'avere i Tebu rapita. una donna degli Zueia. I Tebu scomparvero così da Oufra, per ritornarvi
I VALORI ORA.Nio-FACCIALI DEI TEBU (CUFRA)
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circa 40 a.nni or sono, dopo la penetrazione dei Senussiti nel Tibesti e la. conseguente paciftcazione fra Zueia e Tebu. Caratteristico popolo con tradizioni, usi e costumi che presentano i più strani contrasti, come la regione in cui vivono. I Tebu di Cufra, nel tempo della loro dominazione, erano generalmente dediti alla pastorizia e poco alla agricoltura. Essi amavano specialmente vivere intorno alle raccolte di acqua stagnante, dove l'~rba era più rigo· gliosa e il pascolo più abbond.a nte. Le loro speciali costruzioni coniche, fatte di fango salato, erano per lo più costruite in mezzo alle acque, lontano dai palmeti, perchè maggiore fosse il senso di sicurezza. In ogni oasi esistono ancora. evidenti i ruderi di queste speciali costruzioni Tebu, come da documentazione fotografica. raooolta. Ca.mmina.tori del deserto, di cui conoscono a meraviglia. le vie, voraci quando se ne presenta l'occasione, possono vivere giornalmente con due pugni di datteri secchi e un po' di farina durante i faticosi e lunghi percorsi e sopportare la sete. Agili, instancabili nel camminare, dalle snelle figure, « il tipo camitico riapparisce nelle belle forme fondamentali, modificato soltanto dalle condizioni fisiche sotto cui vive» (G. Sergi, Africa, :pag. 353), vanitosi nei loro caratteristici abbigliamenti, presentano spiccato il senso del pudore, fino al punto che l'uomo ba vergogna di mostrarsi a testa scoperta. Diffidenti, facili al delitto per futili motivi, fino ad uccidere nel deserto il compagno di viaggio per derubarlo anche dei pochi alimenti che porta seco, banno forte il sentimento di vendetta, che si tramanda sovente di generazione in generazione. Nella donna è vivo il senso della femminilità e della fierezza, come raramente si riscontra nel mondo mussulmano, contraria alla legge della. poligamia, è gelosa del marito, e pugnala con facilità l'avversaria; raramente si sottopone alla volontà dei genitori e dello stesso marito. Posteriormente convertiti alla religione mussulmana i Tebu mancano di elementi completamente dediti alla fede, come nel mondo arabo. Della parte formalistica della religione essi banno preso solo ciò che non è in contmsto con i loro primitivi costumi. Sono soprattutto i vecchi quelli che pregano esprimendosi con molta semplicità nelle loro preghiere. I Tebu di Oufra parlano il tebu, linguaggio di cui il tenente Fantoni, è riuscito ad approfondirne lo studio e la conoscenza fino a compilarne una grammatica, il primo lavoro del genere, di grande interesse anche per la facilità di esposizione e quindi la possibilità di comprenderne il meccanismo nella sua semplicità (1). I loro riti matrimoniali, i loro usi famigliari, le loro abitazioni e le tradizioni, come la loro lingua, tutto contribuisce a fare di questa popolazione un tipo etnico del più vivo interesse.
Dal censimento delle popolazioni di Cufra, eseguito da uno di noi in occasione della vaccinazione obbligatoria, evento questo che ha permesso ~l) F Alnom G. • Oenllt grammaticali e 8tithtù:t ;delta lttl(lU(I pariGla dal T..bu IU Outra:
O~munlea'l:looe presentata al Oongresso del Progresso delle Scienze, ottobre 1933-XI- Bari.
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l YALORI CRANIQ-F •.t,.CCIALl DEI TEBU (CUFRA)
la ra.ccolta di dati indubbiamente esatti, per quanto riguarda la popolazione stabile del luogo, risulta che i Tebu a Oufra ammontava.no al 15 giugno 1933 a 122 così divisi: 30 a El Giof; 70 a Ga.derfei; 6 ad .A.ret A.ffum; 10 a Buma; 6 a Zergh. Gruppo omogeneo che vive nell'oasi da circa 40 anni, specie nel villaggio Tebu di Ga.derfei, provenienti in maggioranza dalle località del Tibesti che guardano le oasi di Oufra e di Rebiana, come dalle stesse regioni provengono quelli che giungono a Oufra per ragioni commerciali. Essi, contrariamente alla tradizione degli avi ed al loro noma.dismo, sono generalmente dediti all'agricoltura e proprietari di palmeti, quindi legati a.lla terra in modo sta.bile. Elementi questi che contribuiscono a ritenere come i Tebu di Oufra, nucleo poco numeroso ma certamente importante, a differenza degli altri gruppi del grande ramo. C'ome ver es. i Tebu del Fezzan, occorre considerarli oggi, nei n ostri confini, quali tipici esponenti della grande stirpe africana alla quale rimonta la loro origine, ed in diretto rapporto di discendenza con quelli che furono i primi abitatori delle oasi. La nostra indagine si estende non soltanto al gruppo dei Tebu residenti a Oufra ma anche a quelli di passaggio che vi giungono, per ragioni del loro commercio dal natìo Tibesti, o quali Mcompagnatori di carovane e che è possibile trattenere {1). Tale possibilità è da.t.a dal fatto che nno di noi, che già frequentò il corso di antropometria alla Scuola di Firenze, garanzia sufficiente per la severità de) metodo e per la unicità di indiriz:r.o, ha la possibilità di continuare le ricerche per la sua permanenza nelle oasi. Sono stati esaminati finora 74 Tebu, di essi è stato possibile completare le schede individuali di 68 soggetti dei quali 57 erano maschi e 11 femmine; dall 'età dai 18 a.i 65 anni per i maschi e dai 15 ai 60 per le femmine, in considerazione della loro precoce pubertà. Mentre l'indagine prosegue diamo i primi risultati dei valori cranio facciali ottenuti, che fissano a priori le ca.ratteristiche morfologiche fondamentali del gruppo in esame, pur dando ad essi il valore di dati preventivi. lNDIOE CEFALICO.
I valori morfometrici di massima lunghezzar-larghezza della testa dànno i seguenti risultati, considerati sempre complessivamente nei due sessi; Media
J\linimo
:Mnssltno
Differenza
aritmetica
Dinmetro Ante ro posteriore ..•
17.5
20.6
3.1
18.7
Diametro trasverso ... ... .. .. .
13 -
15 -
2-
14.1
Indice Cefalico ...............
70.3
78.2
7.9
75.2
I valori dell'indice cefalico mettono in evidenza il tipo nettamente dolicomorfo dei Tebu. (l) In occasslone della mi~t andata a Culra tu.rono infatti trattenuti 10 Tebu colà giunti di pas!'Rgglo, per disposizione del valoroso magg!Ot'O Rolle ('ollliHldnnto militare dell8.o!IBI, il quale ebbe una rapida visione doll'important<! problema soiont.Ulco. A. S.
I VALORI OJUNTo-J'ACOIALI DEI TEBU (OUJ'RA)
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Dolieomorfìa che presenta una divergenza di 7,9 unità ed una media aritmetica. di 75,2. Non vi è cenno di brachimorfia. Elemento questo cbe fissa. un carattere fondamentale nel gruppo etnico in esame, anche in rapporto alla stirpe remota da cui ha. origine. L''iDICE F.AOOIALE TOTALE BIZIGOM.ATTCO.
I val!ori metrici di massima lunghczza-l:trgbezza del viso, per la eonoseenza dell'indice facciale morfologico, dànno una divergenza di ben 26 unità ed una. media complessiva di 85,4. Predominio del tipo euriprosopo (85~3 %) su l leptoprosopo (14, 7 %), che è scarsamente rappresentato: inoltre se il viso euriprosopo raggiunge gradi estremi, la leptoprosopia è appena di qnalche grado. :r.tlnlmo
:Massimo
D11rerenza
Modia aritmetico.
Larghezza bizigomatica ......
10,9
13,9
3-
12,8
Altezza totale (naso gn) ... ...
9-
13,2
4, 2
10,9
Indice facciale ...............
74 -
96,6
22,6
85,4
Disarmonia evidente fra cranio celebrale e cranio facriale (1), e che si ripete anche in questo gruppo umano dalle antichissime origini, vissuto nel suo isolamento, sospinto verso le più lontane ed impervie regioni. Dominio quindi di dolicocefali euriprosopi; scarsamente rappresentata la dolico<'-efalia con leptoprosopia. Mancanza di quella correlazione morfologica sostenuta dal Topinard1 quale legge di armonia dell'architettura del cranio a cui si contrappone il concetto del Kollmann, che ginilge fino a non vedere nei due tipi di viso alcun distintivo di razza, con la a-ffermazione del Weidenreicb ehe il taglio del viso lepto-ouriprosopo si può combinare con ogni possibile forma di cranio, come ha osservato e messo in evidenza di recente uno di noi sulla popolazione italiana in genere e in quella calabrese (mediterranei)in ispecie. (2). L ' INDICE FACCI.ALE SUPERIORE.
L'indice facciale superiore conferma ancor più tale concetto: poichè elimina, datala estensione della nostra indagine, anche in rapporto all'età, la possibilità della mancanza di denti, fatto frequente nei vecchi, e che viene indubbiamente ad accorciare l'altezza del viso. Mlnlmo
Massimo
D11reronza
Medi n aritmetica
Larghezza bizigomatica.
10,9
13,9
3-
12,8
Altezza naso alveolare .......
5,-
7,8
2, 8
6, 4
Indi<ee facciale superiore ...... 40,2
66,9
26,7
48,8
(l) SABATINI A. - Sulla oorr~ deq" ~ndici ujalico e tacct4le. Giornale di Medicina Mllltare, (asc. X - lG31, Roma. (2 ) SABATINI A. - Il tipo 'I'Mf'/Olorioo cranio-facci.ale del litoraù Joni«> in Calabria. Atti Con&T0850 Internazionale per gU studi 8\llla popolazione - Roma HISl.
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1 VALORI CRANI~FACCULI DEI TEBU (CUFRA)
Ma l'indice faeciale superiore presenta anch'esso una ampia oscillazione con una divergenza di ben 26,7 unità, ben lontana da quella presentata dall'indice cefalico, e con una media complessiva di 48,8. I Tebu si presentano euriprosopi nella loro grande maggioranza (75%); è invece scarsamente frequente la leptoprosopia (25 %), anche per quanto riguarda l'indice facciale superiore. INDICE NASALE.
L'indice nasale ottenuto attraverso i valori morfometrici della mas-
sima lunghezza-larghezza del naso presenta un'oscillazione che va da 61,5 a 82,9, con una differenza di 21,4 unità ed una media aritmetica di 75,2. Evidente leptorrinia, già osservata. dal Puccione nei gruppi Cirenaici (1). Carattere morfologico questo certamente evidente e più netto, se si tengono in considerazione le speciali costumanze di molti gruppi di popo· lazione africana, che portano alla deformazione delle regioni delle a.Ii del naso, modificando notevolmente quella che è la loro naturale forma, con l'aumento in larghezza, specie nel1e donne. Nei Tebu vige l'usanz!'l. di conficcare nelle ali del naso pezzi di metallo, di osso, di corallo. MedJe. Dl1rerenza aritmetica
Minlmo
Massimo
Altezza del naso . ..... . .... . .
4, l
5,6
l, 5
4,8
..- .......
3, 2
4, 4
l, 2
3,6
61,5
82,9
21,4
75,2
Larghezza. del naso Indice nasale
•
o
o. o
o
o
••••
o .....
In ogni modo la leptorrini.a è una ca.ratteristica importante di questo gruppo umano, che sanziona anch'essa la purezza del tipo e che lo allon· tana e lo differenzia da quelle :popolazioni africane in cui la platirrinia è ritenuta carattere raziale dominante. Per quanto i risultati finora ottenuti siano suscettibili di qualche modifica ad inda.,aine espletata, con le relative varianti in rapporto al sesso, particolarmente per le donne, gruppo esiguo finora esaminato,' pur tuttavia è da ritenersi che i Tebn presentano: netta dolicocefalia con euriprosopia, scarsa frequenza di dolicocefali leptoprosopi, e con leptorrinia che si accompagna col taglio del viso sia lepto che euriprosopo, con predominio di euriprosopi leptorrini. I Tebu presenterebbero quindi, quali caratteri morfologici cranio facciali dominanti, dolicocefalia con euriprosopia e leptorrinia. (ll PuOCION.& N. -
aprilo 11181, Firenze.
Le genti della Cirenaica . - Atti del I Congresso di Rtudl coloniali,
RIVISTA
SINTETICA
SCUOLA DI APPLICAZIONE DI SANITA MILITARE GABINETTO DI TBAUMA'l'OLOGI.A.
Direttore del Gabinetto: ma~ore medico A. MALICE
LE MODERNE VEDUTE SULL'ANESTESIA GENERALE Dott. Francesco Pfceamta, primo capitano medico
La produzione scientifica apparsa in questi ultimi anni sull'anestesia è cosl abbondante, che non è davvero agevole tener dietro ai numerosi lavori sperimentali e clinici comparsi con ritmo crescente sull'argomento. Credo perciò non debba essere inutile prospette.me in rapida sintesi i criteri e le osservazioni fondamentali. Se si seguono i numerosi lavori comparsi e le conclusioni scaturite dai vari Congressi italiani ed esteri, si riconoscono facilmente i passi gigantesclù compiuti dall'anestesia locale e regionale perfino nella chirurgia cranio-encefalica toracica e addomino-pelvica. L'anestesia generale è venuta invece man mano perdendo ter• r eno, soprattutto in considerazione del fatto che i vari narcotici, comunque introdotti in circolo, vengono in contatto con tutti gli elementi anatomici dell'organismo pro· ducendo alterazioni più o meno gravi dei vari organi, per cui rappresenta sempre un vero e proprio avvelenamento genera.le. Tuttavia l'anestesia generale, pur vedendo ridotte le sue indicazioni, non solo n on è abbandonata, ma è sempre largamente praticata specialmente nella chirur· gia cavitaria, e anzi una nuova falange di narcotici è venuta in questi ultimi anni ad arricchire la letteratura scientifica sull'argomento. Se è vero che l'anestesia locale e regionale riesce a eliminare completamen te il dolore, non riesce sempre a dare il completo :rilasciamento muscolare necessario nella maggior parte degl' interventi, e soprattutto non elimina nel paziente l'impressione dell'intervento, lo sbok psichico, che può talvolta assumere una particolare gravità. e agire sfavorevolmente aulla resistenza dell'operando. I mezzi di anestesia generale al contrario si diffondono in t utto l'organismo provocando azioni più o meno dannose sul sangue, sugli emun. tori, ecc. ma dànno quasi tutti rilasciamento muscolare completo e<.l. ".lliminano in parte o completamente il trauma psiclùco dell'intervento. Vedremo parlando dei singoli narcotici in quale misura essi corrispondano a. questo postulato. P er ora dirò che per calmare l'ansia preoperatoria, per evitare o moderare l'insulto psichico in qualunque genere di anestesia, viene consigliata la somministrazione di ipnotici (morfina e derivati) ma essi n on sono sufficien ti o sono pericolosi; anche la. preparazione con aggi'unta di scopolamina non è scevra. di pericolo, giacohè influenza in modo nocivo il centro bulbare del respiro, favorendo le complicazioni broncopolmonari e i collassi circolatori. Alcuni (Millul, Taddei, Bartlett, eco.) si sono giovati delluminal. Privo di azioni dannose pare sia il Lipeon Coronedi, un composto organico di bromo e cloro che, pur avendo proprietà elettive di affievolimento sopra i centri psichico-sensoriali e sulla eccitabilità riflessa, è
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LE ,\!ODERNE VEDUTE SULL' ANEST.ES t.~ GENERALE
lontano, sotto l'aspetto della .costituzione e delle proprietà. chimiche e biologiche, d agli alcaloidi. Lo Schiassi (Arch. ltal. di Chir. Vol. .XXX, F ase. 2 a. 1931) ne pone in rilievo i pregi, e giudizi favorevoli sono stati espressi dal Bartoli, dal TardMci,~P~. . Vantnggi quindi e svantaggi più o meno notevoli a seconda d elle varie sostanze adoperate. La m ole d el materiale bibliografico sull'argomento dimostra tuttavia già per sé stesstl. che un'anestesia ideale , innocua, applicabile in tutti i casi, non esiste ancora. Come notava. il Sansevero, ogni metodo ha. le sue indicazioni e controin· dica.zioni, i suoi vantaggi e difetti, le sue complica zioni immediate e tardive, partecipa con intens ità. varia col trauma operatorio e con altre circostanze a lla produzione delle cos iddette compHcazioni post-oporatorie. Da. ciò la necessità, allo stato attuale d elle cose, di essere eclettici e di seguire con interesse l'appassionata e severa ricerca di metodi nuovi d a m ettere serenamente t1. confronto coi metodi divenuti ormai c lassic i. l\:li occuperò in questa breve nota dell'anestesia generale, riservandomi di riassumere in altra nota i criteri de ll'anestesia regionale e locale. De lle vecchie e classiche anestesie (cloroformio ed etere) ricordo solo quelle modificazioni recen ti che possono conferire loro quo.lche carattere di attuaJità. e qualche plmto poco conosciuto nelle loro modalit,à, di a ziono. Mi fermerò invece in modo part icola re sug li anestetici più rccent.i che, già sp erimentati su targa base a ll'estero, hanno ormai anche da. noi una lettoratun~ e Lm'esperienza che va sempre più estendendosi. A) NARCOSI OLOROFORMlOA ED ETEREA.
a) Azione sulL'attività cardiaca e aulla pres8ione sanguigna. - È nota l'azione nociva della narcos i cloroformica. sul cuore, che può arrivare s ino alla sincope iniziale o secondaria o tardiva per un riflesso attraverso il trigemino, il centro bulbaree iJ vago o per azione diretta sul cuore. L'etere non esercita sul cuore l'azione nociva che vi esercita il cloroformio, onde a pa ragone è immensamente ridotto il pericolo di morte p er sincope ca.r dinca.. Circa la loro azione sulla pressione sanguigna., gli studi antichi e recenti sono concordi nel ritenere che sia nella narcosi cloroformica che in quella eterea si ha n ello stadio iniziale un più o mEmo breve periodo di eccitazione dei centri vasomotori e quindi un periodo fugace di vasocostrizione con conseguente aumento della 'p ressione arteriosa e in un secondo tempo, per parf'.,si d ei d etti centri, si ha una diminuzione persistente di pressione per tutta la durata d e ll'operazione e talora anche dopo. Quas i tutt i gli AA. riconoscono al cloroformio Lm'azione ipotensiva superiore a que lla d ell'etere. Quanto ciò sia importante si d esume dalla considerazione che le alterazioni della pressione sanguigna possono, sommandosi a quelle che dipendono dall'atto operativo in sé stesso, rendere più grave l'operazione e peggiorare le condizioni generali d ell'operato. Particolare importanza poi ha tale considerazione in presenza. di un trauma.tizzato che sia uscito da poco da uno stato di shok t raumatico e che richieda un intervento indilazionabile. . L 'azione ipotensiva costituisce uno degli svantaggi d ell'anestesia cloroformica ed eterea di fronte all'anestesia locale, nella quale la ;pres.<>ione sanguigna l! aumentata o stazionaria tutt'al più, solo in pochi casi è diminuita (Figurelli).
LE MODERNE VEDUTE SULL' A."fESTESIA GENERALE
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Vedremo parlando del protossido d 'azoto, dell'etilene e del naroilene, che questi metodi recenti di anestesia. generale hanno il vantaggio di fronte a l cloroformio e all'etere di non avere azione ipotensiva. La diminuzione della pressione sanguigna è cosi legata alla. narcosi clorofor· mica ed eterea, che la mancanza di essa è, secondo l'I psen, di cattivo prognostico. L'Ipsen ha escogitato un suo metodo per rilevare il tono delle arterie perife. riche durante la narcosi. La. temperatura cutanea, egli dice, è, coeteris paribWJ, in rapporto alla. quantità di sangue scorre.n te nell'unità di tempo che a sua. volta dipende appunto dal tono delle arterie periferiche: una dilatazione arteriosa. impone un maggior passaggio di sangue e quindi aumento di tompert"J.tura. ~Tenuto conto che l'aumento di temperatura cutanea è maggiore nelle r egioni più f redde, egli fissa con feltro un termometro sulle piante dei piedi e fa la. lettura ogni dieci minuti. Nella narcosi eterea. si nota. un 1\umento di temperatura m eclia di circa 50 (feno· meno eli Ipsen). Si può stabilire una curva tipica in cui si distingue un prestadio della durata di 10-15 m' all'inizio della narcosi in cui la. temperatura non subisce aumenti, il periodo di aumento che dura 10-15 m' in cui la temperatura si porta al valore massimo, il periodo di stato in cui la temperatura. s i mantiene al valore raggiunto, durante tutta. la narcosi . Il Foged degli ospedali di Kopenhagen (Deutsche Zeitschrift fur Chir., Vol. 229 del 1930) ha ripetuto le ricerche di I psen, confermando tal i dati in 422 anestesie. Nella narcosi cloroformica e cloretilica, come anche nell'anestesia lombare, ha tro· vate le medesime variazionni che si hanno nell'anestesia eterea. mentre nell'aneste. sia locale non s i ha aumento di temperatura. Si distinguono curve fisiologiche del· l'aumento di temperatura. cutanea e curve patologiche: fisiologiche quando si hanno awnenti di almeno due gradi o più, patologiche quando si ha una caduta della temperatura, o quando dopo un aumento interviene una caduta. Secondo I psen la mancanza di una • fisiologica reazione arteriosa alla narcosi" starebbe in favore di una cattiva prognosi per il decorso durante e dopo l'operazione (segno di Ipsen). Ciò non ha valore. solo quando intervengano cause locali (opera· zioni presso i vasi o i nervi degli arti per cui possa intervenire una vasocostrizione; posizione di .Rolando-Trendelemburg; lacci emostatici) o caw>e generali (stati feb· brili elevati, arteriosclerosi). Il Foged che, come ho detto, ha controllato nei suoi casi il segno di Ipsen, ha concluso che realmente quando non si ha aumento di temperatura cutanea durante la narcosi eterea cloroformica e cloretilica all'infuori delle cause succitate la morta· lità è più alta, anche in gruppi di casi in cui si poteva porro una favorevole prognosi clinica. Mezzi per pre·venire o CQmbattere la sindrome secondaria cardiovascolare.
Cade qui acconcio dire qualche cosa sulle vedute moderne e sui mezzi per prevenire o combattere la sindrome secondaria cardiovascolare classica: abbassamento della pressione e ta.cbica.rdia, cefalea, vomito. Alcuni AA. (Borra, Galvanico, Pascalis, ecc.) ritengono che sull'insorgenza e sulla gravità di tale sindrome, più che la qualità dell'anestetico giuochi un ruolo importante il tempe~mento individuale del soggetto. Secondo detti AA. vi vanno più soggetti i vagotonici; si è pensato eesere dunque natura.le ricorrere a un tratta· mento opoterapico per correggere lo stato di vagotonia. L'adrenalina sola è impotente a mantenere abbastanza. elevato il tono simpatico durante ]•atto operatorio e imm~
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LE MODERNE VEDUTE SULL'ANESTESIA GENERALE
diatamente dopo, e di pih, essa è controindicata presso gli aortici e gl'ipertesi. Si è sperimentato con maggior successo l'estratto pitwtario e l'a.ssociazione adrenalina pituitrina; poi si è avuta. l'idea di aggillllgervi l'estratto tiroideo di cui è nota la
azione vagotropa e simpaticotropa con predomimmza di quest'ultim.a funzione. Una preparazione recente, l'ipova.gol, prodotto complesso costituito dall'estratto di tiroide, surrene.le e ghiandola pituitaria. è stato sperimentato dagli AA. (Borra, Galvanico) per iniezione intramuscolare e nel maggior numero dei casi ha provocato attenuazione e scomparsa della. classica. sindrome vascola.re secondaria. L'azione dell'ipovagol è forse facili tatn dalla somministrazione di preparati calcici o di estratti para.tiroidei. Il Galvanico trova che esso nelle sindromi parasimpaticotoniche dà risultati sorprendenti; nelle sindromi con ipertonia dei due sistemi vago-simpatico il miglioramento è tanto più notevole, quanto pih p~edomina.no i segni di eccitazione para.simpatica., come il vomito. Pa.soa.lis, Ca.rrelon e Treillant propongono inYece l'eserina. ES1$i dividono gl'individui in resistenti (vagotonici) e ricettivi (simpaticotonici) all'anestesia e propongono di ricercare il riflesso oculocardiaco di Dagnini Aschner per fissare lo stato di resistenza o di ricettività. Secondo le loro esperienze dormono bene gli animali ipova.gotonici (ricettivi) in cui la compressione dei globi oculari provoca. llll rallentamento del polso, e il sonno è invece cattivo in quelli nei quali la compressione dei globi oculari non porta alcllll cambiamento nel polso o Io accelera; le stesse indica· zioni il riflesso oculocmdiaco darebbe nell'uomo. Consigliano l'iniezione di eserina (% milligr.) come correttivo semplice ed esente da rischi per trasformare in ri· cattivi i soggetti resistenti all'anestesia; essa, secondo gli AA. fa cedere quasi irnmedista.mente la resistenza all'anestesia, fa cessare l'agitazionee regolarizza la respira· zione. L'iniezione sembra p.iù efficace quando è fatta. durante la narcosi, anzichè
prima. Secondo detti AA. coll'uso dell'eserina. la dose utile di anestetico può abbassarsi di circa. il 40%. È tuttavia necessario fissare lo stato di ricettività o di resi· stenza mediante il riflesso oculooa.rdiaco, essendo pericoloso iniettare ad ogni soggetto ohe presenti. difficoltà per addormentarsi l'eserina ohe potrebbe trasformare in iper-ricottivo un soggetto già ricettivo ed esporlo alla sincope grave. b) Azione sulla reapirazione. - L'azione nociva dei vecchi narcotici sulla. funzione respiratoria è nota da tempo, come è noto che l'etere vi esercita un'azione molto più nociva che il cloroformio. Anche i dati statistici comparativi fra. narcosi eterea, narcosi con i gas e anc!<tesie locali concordano nel riconoscere all'etere una pih alta percentuale di complicanze polmona.ri infiammatorie, per quanto non man· chino autorevoli AA. che negano lllla differenza. notevole sotto questo punto di vista fra. i vari tipi di anestesia. Il Featheerston, ad esempio, raccogliendo 140029 osservazioni, viene alla conclusione che, sia se si adoperi l'etere come il clorofor· mio o il protossido d'azoto o l'anestesia. locale, non si hanno differenze evidenti dal punto di vista. delle complicazioni polmonari. A conclusioni simili viene Musgrave sulla base di 16602 osservazioni.
Mezzi per prevenire le complicazioni broncopolmonari. Per prevenire le complicazioni broncopolmonari sono consigliate (Miku.la. Kramer, Raffo, eco.) le inalazioni di anidride carbonica. Esse rappr&entano il pìb .e nergico e sicuro trattamento d'urgenza nelle asfissie nel corso di anestesie e con·
LE MODERNE VEDUTE SULL' ANBSTE8IA GENERALE
t ;-up:>rane~m~mte si dimostrano utili nella prevenzione e terapia. delle suddette c:>·!'llplicazioni broncopolmonal'i, cosl come influenzano benevolmente le altre complicazioni post-operatorie: depre3sione circolatoria, cefalea, nausea, vomiti, postumi p3ichici. n'esperie!l7.a di Krame r si basa. su 10.000 anestesie circa osservate in 28 anni: egli Consiglia l'inalazione di C01 pura, provocando quest'inalazione WU\ r:-•pirazione ampia, profonda che dura molto tempo anche dopo che la somminis trazione di essa è cessata. ' · · L'utilità dell_'anidride carbonica in questo senso, e cioè per combattere i noiosi stati di apnea che possono verificarsi con qualunque anestesia e anche per provo· care profonde inspirazioni che tanto giovano per prevenire le complicazioni postoperatorie- broncopol ~onari e circolat-orie, è ormai ampiamente dimostrata. « E ssa - dice l'Ett-orre - opera miracoli, si può dire che è più utile dell'ossigeno, e non dovrebbe mancare oggi in nessuna sala operatoria ».
Sono anche consigliate, sempre allo scopo di prevenire le complicazioni polmonari, Ulna cura preventiva eteroproteinica.. e la disinfezione preoperatoria del <'.avo orale. li Carossini nel XXXVII Congresso della. Soc. Itai. di Chir. dell'ot· to bre.l929 pr~scntò una statistica di 336 interventi operatori quasi esclusivamente .addominali na.rcotizzati solo con l'etere etilico e trattati precedentemente con l-2 iniezioni di Cassai calcico o di La.c; con tale metodo non avrebbe Ìnai riscontrato complicazioni polmonari post-operatorie. L' Anzillotti . ha ottenuto con lo stesso metodo ottimi risultati. Altri, parte ndo dal conce tto che molti degli inconvenienti della narcosi eterea, sia~ carico dell'organismo in generale come a carico dell'apparato respiratorio, vanno attribuiti al fatto d!!l trovarsi i vapori di etere, col sistema della sommini· strazione a gocce, in uno .stato di forte concentrazione e a una temperatura notevolmente bassa, hanno cercato di ottenere una elevazione della temperatura di detti vapori. Partendo da tali concetti,' il Tiegel (Zentralblatt fur Chir, n. 13, 1932) ha ideato un piccolo apparecchio di faci le impiego mediante il quale la miscela di aria ed etere inalata dal paziente viene ad avere tlha temperatura di 30-32°. L'apparecchio avrebbe anche il vantaggio di far si che i vapori di etere non sono cosl concen· trati, come con le altre modalità di eterona.rcosi. Secondo l'A., col suo metodo la narcosi av viene rapidamente, senza periodo di eccitazione, si mantiene con quantità limitata di etere ed è seguita da rapido risveglio; non ha mai osservato complica· zioni polmonari p ost-narcotiche e neanche segni di initazjone dell'apparato respiratorio, perfino • in quei soggetti.che già prima dell'intervento soffrivano di tosso e di bronchite •·
n metodo del Tiegelè recente (ma.rzo 1932) e non è quindi confortato da una sta·
tistica adeguata, ma merita di essere segnalato. c) Azione 8Ul fegato. - Le alterazioni che la cloronarcosi può produrre sul fegato sono anch'esse note da tempo. Esse nella maggioranza dei casi o preesistevano come tali o dalla narcosi ·sono stateTivelate e accentuate. Ne sorge quindi la necess ità di studiare sistematicamente prima dell'intervento la fllll!Ziona.lità epatica. per misurare l'azione dell'anestetico e guidàre il chirurgo nella scelta di esso. Ma a nche in soggetti sani la cloronarcosi ha un'azione più o meno nociva sulla funzion'\lità epatica: La gravità attribuita. allo shok operatorio sarebbe anzi dovuto in gran parte, secondo studi recenti· (Fiessinger, Walter, ecc.) all'intossicazione che · colpisée H fegato e gli emuntori. Esaminando la. funzionalità epatica con la cur\'a a.mminoa.cidémica (Vallebona.) · in rapporto alle varie anestesie, si è ,trovato -ch13 4 -
Giomale di medicma milita-re.
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LE ·xoDlmNE VEDUTE . SULL':<\.NESTBSU. GENEltALE
le sostanze anestesicbe banno tutte un'azione sulla funzione deaminante d e l fe· gato e in questa graduatoria: clorofo:rmio, ·etert>, avert-i na, tropococaina , narcilene. novocaina.. !L'anestesia cloroformira: danneggia intenummte anche la funzione epa.toreticoloendoteliale (R onzini), scarsi effetti produce l'anestesia ete1 ea; nes~una modificazione inducono le anestesie locali. d) Azione sui reni. - In genere, neg l'individui n ormali, dietro la sommini· stra.zione razionale di cloroformio puro non si ha che una trascurabile, transitoria e non costante albuminuria. Ma. per poco che si sorpassi la do~e normale, si · verifì. oa.no alterazioni renali pii:l o meno nottwoli. Nelle urine d ei cloroformizza-ti infatti, in una. non indifferente percentuale, sono stati t rovati elementi patologici come al. bumina, cilindri, leucociti, ecc. L 'azione. d ell'etere è più diEcuHa, m a in sostanza. le differenze "dal cloroformio non sono notevoli. e) Azione sul sangue. 8U{Ili scambi chimici, ecc. - Si sono moltiplicate in questi ultimi tempi le ricerche sulle modifìcazioni che la narcosi produce sul sangue. La riserva. alcalina in tutte le eEperienze ha prefi'èntato una forte diminuzione sia nella. n arcosi c loroformica. che in quella eterea, con corrispondente diminuzione del pH sanguigno. Secondo il Bonomo tale modifica si avrebbe soltanto nelle compii· canze respiratorie e circolatorie. Lo zucchero del sangue sale consid erevolmente d opo il cloroformio, meno dopo l'etere. Secondo alcuni (De F ermo) la consueta iperglicemia post--anestetica non si verifica più se contemporaneamente alla narcosi si praticano d elle iniezioni · endovenose di bicarbonato di sodio a.ll3%. Studiando le variazioni d elle lipine d el sangue in seguito a narcosi cloroformica. ed eteree., si nota nei riguardi della prima in generale unà iperlipemia. sopratutto a ca.rico della colesterina libera e dei grassi neutri. per quanto non sempre costante ma con delle fasi alternanti di aumento e di decremento (Chiariello), per la narcosi eteree. si nota che l'aumento d ella colest.erina è fàtto più a ~~pese degli eteri colesterinici che d ella colesterina libera. Numerosi lavori si occupano del comportamen to d ei corpi creatinioi dopo le narcosi. La. cloronarcosi d etermina certamente alterazioni del parencbima epatico e anche del tessuto muscolare che sappiamo avere tma. fun.Zione importante nel · metabolismo dei corpi creatinici. Numerosi AA . hanno riscontrato cbP. dopo la. · cloronarcosi si })a. un aumento notevole del tasso dell'azoto urina.rio totale che pro· viene essenzialmen te d a. una esagerazione dell'eliminazione d ell'acido urico e della creatinina., mentrefdiminuifce la. cifra d ell'urea. e spariFce d el tutto l'acido ippurico. Appare chiaro l'influenza considerevole (Marongier) del"cloroformio sugli scam· bi chimici e sui processi distrut-tivi dì certi tessuti e specialmente sulla sostanza nervosa, sul tessuto musco]a.re, sul fegato, sui reni, ecc. B ) . NARC OSI ETEREA PER VIA BETTALE E PKB VIA J!INDOVE'NO&.A.
Oltre che per inalazione, l'etP-re è stato sperimentato come narcotico per via. retta.le e per via. endovenosa. I primi tentat ivi di na.r cosi rettale con f!oluzione a.cquof!a di etere furono ini· ziati dal Roux nel 1846 e dal Pirogoff nel 1847. ma furono·ben presto abbandonat.i a. cagione d elle lesioni ch e questa. soluzione a.rreca.va. alla mucosa intestinale. Non migliore fortuna ebbero i tent-a.th·i fatti in seguito da. Gwa.thmey (1913). Il Frazier
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l LE MODE.R NE VEDUTE SULL' AN:ESTESTA QENJ,:RALE
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ha util~to questo m etodo recentemente in 18 interventi sul cervello e s ul midollo spinale (Annaù. of Surge:ry, V.ol. XXXVII n. 2, febbraio 1928) o gli è parso inoffensivo: delle operazioni per trnnori cerebrali o cerebellari hanno avuto la durata di S-4 ore senza modifi~ioni importanti del polso e de lla. pressione sanguigna; non ha mai osservato complicazioni polmqnari, e spiega ciò col fatto che l'ewre atTiva riscaldato al polmone. Anche Wini{red- Wood è favorevole all'anestesia rettalo con etero n e lla. chinu·gia cerebrale. L 'ha adoperato con successo in 50 casi. Lemperg ha. adoperato anche lui in 100 casi l'anest esia. ì int.rarettale di una soluzione oleosa di etere. Non ha avuto a. d eplorare ohe un caso di morte in nn malato colpito da cancro dello stomaco e l'anestes ia non gli sembra essere in causn. .o\nch'egii non ha. OOD.'Itatato neanche una. volta. complicazillni polmona.ri. Più contrastato è il metodo di anestesia generale di sjero eterizzato per iniezione endovenosa (metodo di Bw·ckardt). Da.mbrin e Thomas che l' hanno adope · rato recentemente avrebbero ottenut-o l'isulta.ti completamente soddi8facE'nti. C) NARCOSI OJ,ORETU.ICA.
D cloruro d'etile N-a stato già classificato da. Nérat e da Len s fin dal 1831 tra le sostanze capaci di dare narcosi generale. I l suo uso tuttavia restò l lmitntO m•lla. pratica odontoiatrica. s ino a quando il Von Hacker non lo fece entrare anche in chirurgia. gen erale. I s uoi van taggi sono la rapidità. di azione con assenza o brc\·itA del periodo di agitazione, il risveglio pron to e facile. L 'abbassamento della riserYa alcalina e d el pH è molto m eno marcata che nell'anestesia con cloroformiò o cnn Ptere, non ha alcuna azione danno!la sul fegu.to u l;ui reni. Non dà. però risoluzio)le mUJlCOllire completa, h11. azione inibitrice sulla respirazione talora allarman te a ll' inizio della narcosi, la sua azione anest esica. è di breve durata.. Alcuni AA. tuttavia ' l'hanno adoperato con successo anche in operazioni di lunga durata. n Caillaud nell928 pubblicava di averlo appl{cato con un stio appi.\recchio ideato e perfezionato in 10 anni di pratica, più di 3000 ca.<Ji di riarco!''i di lunga. durata. per interventi su tutti' gli organi tut'te le regioni. Non ebbe n<'~'<lln decesso e furono ottitni anche i risultati post-operatori: mai sl1ock, mai vomito. Secondo il Caillaud il cloruro d 'etile rappresenta l'anestetico di scelta. p<>r ·gfi ammalati esauriti e per l'età. e per la ma.latt.ia. Si somministra abitualmente o con la l'lempli'cP <'Ompt•es.'>ll. o· ccin $pccia li maschere.
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D) NARCOSI CON PROTOSSWO D ' AZOTO .
Col protossido d 'azoto entriamo n ella categoriu. delle narcosi_ ina.IMorie con i gas: protossido &azoto, etilene, narcilene. Il protossido ~·azoto o gas esilarap.te (N 2 0) fu impiegato fi.J:l dal 1799 dal DM·y come anestetico generale. Do~ un certo p eriodo di favore fu poi completam~nte abbandonato. I,n Italia il Tansini gi_à prima. della guem~ aveva rimesso in onore l'anestesia a.l protossido. Recentemente tale m etodo di anestesia. è stata rimessa in valore in Germania per opet·a di Sudeck e Schmidt. È un gas incoloro, inodoro, di sapore leggermente dolciastro, non esplode. La perdit-a. di coscienza, dci movimenti volontari e d e l sçnso dolorifico avviene con sensazione piacevole e rapida.mPnte, in 50-60 secondi. Altrettanto celere è il
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LE MODEH NE VEDUTE SULL'A ~ESTESIA GENERALE
risveglio con tendcmza q unsi sempr<' a ll'ilnritlì e rar·issimamente al sonno. P er la sua sornministrazione occorrono speciali iru\lut or·i. Il protossido d 'azoto è d otato di minima. tossicità: la prE'l'<Sione ~angnigna g en<'ralm ente n on snbi~P abbassamenti, i valori dat i dalla determina zione dell'azotemia d~> Ila glicemia e df.'lla quantità del cloro P dPI cloruro di sodio nel sangue non m ost.rano chP in~ignifìcanti osci llazioni (Di Natale). Il Miku.la ha tromto ch(l lo zuccht•ro d<"l sangue aumenta solo di ~'Z per mille . Il comporta m ento d ulia ri!lf.'n·a alca lina mostra che nd un nbba;;samE>nto d ella R. A. td la tino de lla narcosi segu E' il ritorno alla norma dopo 20 o re circu, mentre dopo 40-48 ore, quasi costantemente, s i n~rilì.cano Y!tlori d<'lla R. A. s uperiori a qu elli proanestctici (Di Nata!<> ). L'anestes ia col solo protossido riesce bt>ne n el 30% dPi CAl<i SC'condo Scluniclt (Arch. Ktìn. Ohir., Vol. J5J. fase. l , 1928), in nna p ercentualt> mo!t{) più bassa secondo altr·i (solo n e l 6,5'~ 0 secondo RosE': Medizinische Klinik S<'ttembre 1930): n ogli altri c.a si è n ecessario aggiungere, almeno sE'concio la mas.<:irna part,e degli AA .• un altro anestetico (l'etei-e) in piccola quantit.à . Si consiglia. di aggiungere costan· temente a l protossido, m en o chc all'inizio, de ll'o"-Sigeno nt'lla quantità d e l 15% circa. La ;;omministra.zione di anidride carbonica è utiiC' soprnttutto n IlA. fine d ella narcosi, pr•r·chè provocando una r<'>;pirazion e profonda fn risvegliare s ubito il malato. Langton 1Iewer, pa.c;sando in rh:ista i differenti procedimenti di a11 cstesin adope rati in chirm-gia tomcicn, pone la s ua SC('lta SlÙ prot.ossido d'azoto puro E' os,:;ige no nella proporzione rillpettivamen te cii SO P 20% . Vi tro\·a numerosi vantaggi: la secrezione bronchiale non è aumentata, la tosse re:<ta possibile , l'e liminazione è r apida. Egli s i serve di un 11ppMccchio mol to semplict>, faeil<.' a realizzare (Current Researches in Ane.sthe.sia and Analgesia., Vol. IX, n. l, 1930). N e lla Clinica chirurgicn. tli Torino (Di JS'atale : Policlù1 . Sez. Prat. n. 12 del 1930) fn adopm·ato l'apparecchio Fohl d e lla Di tta. Schaedel dì Lipsia e gl' inten·enti furono svariati: endoaddominali, renali, chir·urgia estl"rna. !\(':;;;un incidente né aUo inizio né durante la narcosi; risveglio immediato con la somministrazionE' di ossig l'no; vomito raramente . Con la somminis trazione di solo gns una sola congestione polrnonare, di lieve entità; quando invece al protossido vo.> nne aggiunw l'etere fu os.<;ervata qualche complicazione broncopolmonare. La narcosi fallì sempre negli alcoolizzati e n ei morfinomani, fu laboriosa e alcune \'Olt.e insufficiente n~;~i soggetti giovani, vigorosi. Inconvenienti e svant.aggi riscontrati dalh1 maggior parte d egli AA. nella na1'COSi col protossido sono: la cianos i talvolta inten sa durante l'operazione; l'tmestesia sovente incompleta; la tendenza marcata alle emorragie (Rose); e sovratutto la mancanza. d i rilasciamento muscolar-e complE'to ~ quindi negli intorventi addominali a.~enza d e l necessario silenzio addominale . Alcuni AA. tuttavia hanno praticato parecchi interventi addominali con la sola misce la protossido-ossigeno. Il La Gravinese. chirurgo primario d e ll' osped.alt> civile di 1\louopoli. l'ba adoperato in 300 interven t-i diversi di cui 102 interventi addominali eseguiti col solo protossido senza aggiunta di etere. Propone delle mo· dalitA di tecnica (Policl. Sez. Prat., 1931, n. 43-) mercè le quali, disponendo dj un apparecchio a miscela esattamente dosabilE' di ossigeno-prowssido, si pos.~ realizzare una narcosi sufficientemente profonda, in maniera da permt>ttere qual· siMi intervento addominale. · Il protossido non va usato negli alcoolizzat.i e n ei mot-fìnomani. è poco consigliabile nei soggetti atletici e Yigorosi.
LE MODERNE VEDUTE SULL' A~STESIA GENERALE
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Per la. ,;ua. minima t.ossicità ha indicazioni di elezione n ei soggetti ipotesi, anemizzati, cachettici, o in stato di shock, anche se si renda n ecessario l 'aggiunta, di modica quantità di etere. Il lfìkula lo con.'!iglia n ei bambini indebolit.i, inietti con lesioni infiammatorie d elle vie respiratorie.
E) NA.R COSI ETILENlCA.
L'etilene (C 2 H 4 ) ga~ di odore sgradevole, solubile in alcool, poco solubil•' in ncqua, è un idrocarburo prodot.t.o dalla. combinazione non satura. d el carburo con l" idrogeno in cui 2 at,omi di C sono unit,i fra di loro per 2 vl\lenze. P er uso anestetico è necessario s ia puro, soprattutto indenne da ossido di carbonio. Dopo P.ssere stato largamen te speriment.ato in America., abbastanza anche in Inghilterra e in Francia. (;)SSQ è ormai entrato trionfalmente anche da noi a. sostituire i vecchi anestetici ne lla na.rcosi gen erale. Le ricerche di Luckha.rtlt. assodarono che l'etilene aumenta leggetmente la pression e per il t.empo d e lla sua somministrazione; tolta la maschera la preSsione arteriosa t orna al normalE'; l'aumento di zucchero n e l sangue, che si nota con le narcosi eSt:>guite con a.ltt·e so,.ta.nze, è quasi nullo e cosi pure l'azoto ure ico subisce n:unlm€' alterazioni. Lo Sc~dE'r (Zentrolblatt fur CMr., T. LVI, n. 44 d el 2 n ovembre 1929) p1·aticando la ricerca della. riserva alca lina. col metodo di Van Slyke per il protossido d 'azoto e comparando i suoi risultati con quelli ottenuti da Achelis per gli altri anestetici, constatò che gli anestetici nuovi, protossido d 'a.zoto, etilen e e na.rc ilene, portano un !turbamen to minore o sopra.tutto m eno durevole de lla risci·va alcalina. di quel c he n on s i abbia con l'etere e soprattutto col cloroformio e con l'avertina. Ambard, studiando la funzionalità renale dopo anestesie prol~ga.tf' con l'tilene non ha trovato alcun segno di alte ra.t.a. funzione renA.le. . Le ricPrche &'tllla. funzionnlità epatica dimostrarono che anche il fego.t.o non riSE'ntR alc un effetto nocivo d a dosi anche grandi di eti lene (FiE'ssinger , Filippa, cee.). AdopE>rat.a. in cardiopazienti anche in is tato di scompenso (Pa.pin) non ha dato luogo a disturbi di sorta. Secondo Luckhardt l'ct.ilen e non entrerebbe in combinazioni con le t>mazie, ma sarebbE> in istato di "''iuzion a n <'l plasma sanguigno; l'emoglobina non dimostra alcuna modificazion e . Non es!'<endo in combinazione chimica anche instabile, ma solo in istato di soluzione, vien e e liminato rapidamente, donde il rapido destarsi dell'ammalato appena cassata la somministra.zione de ll'etilene . Le vie 1-espiratorie non dànno segni di irritazione . L'etilen e viene somministrato con apparecchi a circolo chiuso, m escolat.o a ll'ossigeno nella proporzione del 90% . Già largamente usato all'estero, come s i è detto, fu introdotto in Italia dal pro{. Alessandri che n ell'anno scolastico 1927-28 praticò con eRSo n e lla Regia Clinica Chir. di Roma un certo numero di narcosi gen erali. Dai nostri Clinici e dai nostri speriment.a.tori è s t.a.to confE-rmato che l'etilene è estremamente meno tossico per tutte le funzioni vitali fondamentali, in confronto ai vecchi anestetici cloroformio ed etere; non ba azione nociva sul cuore né sulla . ' pre~tone sanguigna, sull'apparecchio respiratorio, sul fegato, ecc. L'inizio dell'a.nestesla è rapido, come è rapido il cessare di essa senza postumi noiosi o pericolosi.
LE MODERNE VEDUTE SULL'ANESTESIA GENERALE
Un inconveniente è la cianof<i, che d el resto è minore che con l'tL~o d el protes· .sido d'azoto. Altt•o inconv()nient e, e di tUlA c<-rta importanza., anch 'esso comune 41 protossido, è il non aversi rilas ciamento muscolare completo (che tuttavia è ' mag.
gi01-e che col protossido), ma è sufficient.(' aggiungere una. piccola quantità. eli etere per averlo, a meno che non si ricorra a energici prenarcotici, como da molti si llSa. Gli apparecchi peF usa.rlo sono piuttosto ingombranti. Il gas è infiammabile. per r•tli bisogn1~ fm· molta attenziono a non accendere fìttmm u nella sala open\toria, no usare cautflri, ne adopPriU'(' la diatermia. The Journal of the Aweric Med. Assoc. d el 14 febbr. 1931 in un articolo editoriale occupandos i dei casi letali dovuti a •'l!plosion<> di ga~ an<>stctici. rirorda il caso di morte di un anes tetistn verificato::~i nel 1929 a En's ,·ille P que llo di morte di un paziente sul tavolo operatorio a Los Ange les nel gPnnnio 1931 per osplosione eli un mil'lt.w·a anestesica. Questi incidenti hanno a.vut.o larga diflusiom~ nella stampa. quotieliana. In questi cas i la esplosione fu detorminata da flcariche eli elettricit-à st.n.tica sviluppatlv;i nell'apparecchio eli somminist1-azione, per quanto il meccanis mo con ctù avvengono queste e,plosioni non sia perfettamente conosciuto. Pe r evi· tare le esplosioni, conclude il p<>riodico amPricano, è bene cost.t·ui,·e gli apparecchi eli somrninistrazione interamente con met.tlJj, che sono buoni conduttori eli coiTAnie elettrica, e tenere l'o.tmosfera. d ella camera. operatorit\ in nn~t cert.a umidità (55 ~~} . Inoltre tutta l'in«tallazionc c le t.t.rica deve C><sere fo.tta in modo da. non provocare· scintille. F) NAKOOSI AO.ETILE!\ICA •
.L'acetilene o narcilene è stato Ja.rgamcnte sperimentato, e con favore, m Gt:'rmania. Come l'etilene , l'acetilene può dar luogo a c8plosioni e dil. a nestesia dilficil· mente profonda.. Va somministrat-o anch'es.~o unito all'ossigeno. Da noi l'uso d e l narcilene come narcotico è state sperimentato nella. R. Clinica Chir. eli Genova ove furono eseguite munerose ricerche allo scopo di stuelia.rc l'azione del narcotico sugli apparecchi ~he più influenzano la economia d ell'orga• nis mo. In bt-eve, l'acetilene presunta all'incirca le stesse caratteristiche <;iell'eti· lene. n SatL<>evero anzi, per il facile maneggio e anche per la profonelità di sonno ~ag· giore degli altri gas per quanto anche ossa incompleta, ritiene .che l'acetilene, som· ministrato col sistema d c i respiratore circolare, presenta de i vantaggi sugli altri gas. G) NARCOSI RETTALE A VERTINlCA.
L'avertina. (E 107} chimicamente ò un alcool tribrometilico (t.ribromoetanolo). È un narcotico che viene usato per via rettale. La sornministrazione dei narcotic i per via retta le è conof<ciuta da molto tompo, e trattando dell'etere abbiamo visto che a lcuni (Fra.zier, Winifred- Wood, Lemperg, ccc.) ricorrono anche oggi all'anestesia rettale con l'etere. Vedremo che anche altri narcotici (la paraldeide, l'cdonal, ecc.) sono stati usa.t.i cori tale motodo eli somministi·azione. Eicholt!z fu il primo che ri.conobbe ne l tribromoetanolo le proprietà. riolùeste a un narco tico retta. le e che ne r-ese possibile l'utilizzazione nclla:pratica terapeutica. La .prima narcosi avertinica. fu eseguita da. Butzengeiger nel 1926. D 'allora
essa fu largamente sperimentata, specialmente in Germania, pur tra. vedute asso· lut.amen te contrastanti, poichè alctmi AA. la ritPngono pericolosa, a ltri da. esperì·
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menta.re, altri, e oggi sono ili m~g~ioranza. che essa rappresenti un reale progresso nella storia della narcosi. Se.uerbruch, che fu tra i primi a sperimenta.rla., la condannò formalmente come pericolosa.: tra i suoi pazienti sottoposti a ta.l genere di anestesia figurano tre casi di morte. Kirschner (1927) che col suo assistente Melmer ebbe anch'egli su un cen~i na.io di
ca~i
quattro morti, si dimostrò egualmente contrario a tale metodo di
anestesia. Klimkò ( 1929) che eseguì nella clinica. del prof. Bakay (Università di Budapest) 100 narcosi avertiniche, pur non avendo avuto nessun!l. complicazione, non trovò nell'avertina quel narcotico che superi i consueti mezzi di narcosi inalatorie. Kreuter, invece, dopo .aver eseguito 605 anestesie rettali con l' avertina ne di\-enne un ca.ldo fautore sino a. considerarla « il miglior modo di anestesia. esistente all'ora attuale • (1927). Goeke nella stessa epoca (1927) l'adoperò in circa. 200 casi senza alcun incidente, pur avendola. usata in tutte le età, dai 2 mesi agli 84 anni. Egli propose di adoperarla a goccia a goccia avendo ottenuto buoni risultati in 30 casi in cui era ricorso a questa modificazione di tecnica. Gossmann (1928) è un caldo partigiano dell'anestesia avertinica nei bambini. Si basa su una serie di 500 cBSi raccolti alla Clinica di chirurgia infantile di Munich. Mikula la trova anch'egli indicata nella chirurgia infantile. Petenna.nn (Zentrolblatt /ùr Ohir., n. 44, }o novembre 1930) s u 3600 narcosi avertiniche .praticate in tre anni ebbe cinque casi di morte che egli però attribuisce a processi morbosi vari o alle gravi condizioni generali degli ammalati, escludendo che sia in causa l'azione toSsica dell'a.vertina. È da tener presente comunque che il P eterma.nn praticava. di solito ancora la narcosi totale dando quindi in media. da. 0,08 a 0,15 gr. di sostanza per chilogrammo di peso. Nello stesso periodo il Vogeler praticava con le stesse modalità 2000 narcosi avertiniche e Behrend a ltre 1500 senza gravi incidenti. Il Behrend richiama. l'a.t· tenzione sul fatto che quando si usa. corrente ad alta frequenza bisogna badare che durante l'operazione non fuoriesca. dal retto la soluzione di avertina perohè questa stabilendo contatto tra l'elettrodo negativo d el malato e le parti metalliche del tavolo operatorio, può provocare delle ustioni. Tenuto conto dei gravi pericoli connessi alla narcosi eterea negli operati cerebrali (em.ia. cerebrale, vomito, ecc.) e dell'insufficienza dell'anestesia locale, Dandy (Joum. Am. M. A88., Yol. 96, n. 27) in tutte le operazioni importanti sul cervello, sul midollo spinale. ha usato l'a.vertina: sopra 250 narcosi non ebbe a lamentare alcun caso di morte imputabile a.ll'a.vertina, né si verificò mai polmonite post-opera.toria. nè po!!tum-i tardivi. Non producendosi affatto tumefazione cerebrale, trovò che è possibile mettere allo scoperto territori molto più estesi cho con le altre narcosi, il che è particolarmente importante nei tumori dell'ipofisi; ugualmente m eno pericolosa. è la sezione delle radici sensitive del trigemino e l'e.qtirpazione dei tumori del cervelletto e del ponte, tanto più che non c'è da. temere l'edema. e.erebellare.
Credo superfluo riportare singolarmente i risultati e le considerazioni scatu· rite dalle numero.se altre esperienze che si sono succeduto. Il materiale bibliografico che si è venuto. accumulando sull'argom ento in questi ultimi tre anni è veramente notevole. Accenno solo agli ultimi sperimentatori.italiani, i quali si sono dimostrati nella.grande magg.i oranza favorevoli a questo genere di anestesia. Da noi i .primi esperimenti di narcosi a.vertinica furono eseguiti nel 1928.
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LE MODERl<"E VEDUTE SULL' ANESTESIA GENER.U..E
Il Gamberinì in base a. 200 ca.si trovò il metodo « degno di entrare ~ella pratica. comune "· Il Sansevero n e lla più volte citata relazione del 23 ottobre 1929, ba!ìiDldosi sulle rjcerche eseguite nella R. Clinica. chirurgica. di Genova e su un contributo per· sonale, la giudicava utile come narcosi di base, nel senBo che permette di eseguire intervent i anche di grave entità. con l'aggiunta di piccoli!òsime dosi dei comuni anest.etici. Egualmentee fayorevoli si sono mostrati gli sperimenta tori successivi. Se si escludono infatti i due casi, uno eli nefrite emorragica. acuta (intervento per nppendicite cronica.), l'altro di morte con reperto neoroscopico eli degener~ione grassa d egli organi ed emorragie endocardiche, epicardiche e pleuriche (identicp int<'rvento) denunciati dal Soli (La Riforma Medica, 1931, n. 10) su 80 narcosi avertiniche praticat.e ali" Ospedale Maggiore di Bologna, durante ill930, si può dire che tutti gli altri sperimentatori hanno ottenuti risultati veramente incoraggianti. Pier i e Levi ne!Ja seduta de l l o luglio 1931 della Soc. M ed. Chi r. Bell\lllese in ba:se a l 00 casi di narcosi avertinica praticata in pazienti dai 2 % ai 70 anni concludevano che essa. rappresenta un pregevole acquisto per la chirurgia. Anche pii• entus iac;ta. si dimost.ra. l'Ettorre (La Riforma Medica, 1931, n. 35) che l 'ha usata in circa 300 casi e la giudica, sempre come a ne:"t.etico basale, • un mezzo ideale di prepa.ra.zione dell'operando ». Recent.em ente In narcosi avertinica è stata introdotta nella R . Clinica Chirurgica d ella Università di R oma. Il La Cava riferisw (Policl. Sez. Pra.t., 1932, n. 6) su 41 pazienti opernti in tal modo nella clinica. suddetta; t rova che la. narcosi basale avertini<'.a. gode di grandi vantaggi sulle altre narcosi e conclude che per mezzo di e;.sa. un gran passo :in avanti è stato compiuto nel difficile campo dell'anestesia. Richiama l'atU>nzione sulla narcosi mista avertina etilene che gli è sembrata rio::pondee alle caratteristiche di tma vera. narcosi ideale. Da.lle m o lte plici osl'e:n·azioni fRtte dai vari AA. si possono tram." le seguenti com:iderazioni. L' H.vertina. ha il grande vant.aggio, più che tutti gli altri narcotici, di evitare l'insulto psichico. Già. abbiamo accennato al grande va.lore ohe ad esso s i attribuisce.. II Vaquez all'Acca.dé:mie do 1\fédf.'cine di Parigi, parlando delle ragioni che causano la morte per narcosi e dell'influenza dei vari narcotici sull'azione cardia.ca, concludeva non doversi t.anto accusare l'azione tossica. del narcotico quanto lo shock nervol<o d eJ·ivante dalla paura inspirata dalla visione dei preparativi dell'opera· zione. Si comprende quindi quale importanza abbia. nella pratica. chirurgica. una. narcos i che, come l'a.vertinioa, abolisce completamente il trauma psichico. Essa produce in 3-10m' un sonno profondo e tranquillo evitando l'angoscia de l principio della narcosi e il periodo di eccitazione, il risveglio non è penoso ed è accompagnat-o da amnesia retrograda totale. Il decorso post-<>peratorio, è, nella maggior part.e d ei casi, normale , in alcuni casi ideale. Onnai tutti gli speriment.atori sono d 'accordo nel concetto che bisogna abband onare le dosi elevate che si usa,·ano s ino a qualche tempo fa per ott.enere l'aneste sia completa e che troppo spesso si avvicinano alle dosi tossiche. Occorre limitarsi alle dosi da 0,07 a 0,10 gr. per chilogrammo di pt>so corporeo. Il 20% circa dei casi si addormentano profondanwnte con le dosi deboli e quindi sarebbero iperdosati e forse intossicati dalle dosi sino a qualche anno fa usate per l 'anestesia completa. La. narcosi avertinica va quindi considerata e usata come narcosi basale completandola, quando occorre, con un altro mezzo anestetico: l'etere, o meglio,
37 come si è constatato nella Clinica di Roma, l'etilene. Bastano in genere pochi grammi di codesto anestetico d'.a ggiunta, per ottenere anestesia. completa. Ques to. neoossità si manifesta, con le dosi basali suddette, neJ,l' 80% qei casi. L 'obbiezione maggiore che si è fatta alla. narcosi retta le a.vertinica è la seguente: lQ via retta le non consente il do~::aggio continuo deH'anestetico; una volta introdotto questo, la. na.rcol'li prosegue senza che niente possa. modificarla; se durante l'intervento si manifesta. la necessità di interromperEI la narc{)si, ciò è praticamente impossibile, anche ricorrendo a lavaggi intestinali ripetuti (Kiuchner). Questa obbiezione però, che cioè non si possa pilotare la narcosi, bo. un valore molto re lativo. come giustamente osserva l'Ettol'l'(J: basta limitarsi all'anestesia bas-ale e quindi adoperart> la dose debole che non è mai nociva, al massimo potrà dare anestesia complota. Il Petenna.nn per accelerare> l'eliminazione dell'avertina trova utile la iniezione endovenosa di l cc. di soluzione di Tirotossina. N elle prove fat te ha visto che la tirotoss.ino. a.ccelem il tempo del risveglio. Pur non conosccndosene il m eccanismo d'azione si è constatato che essa comincio. ad agire due ore dopo che è stata introdotta nell'organismo; perciò nei casi in .cui si vuole abbreviare il pt'riodo de lla narcosi e della post-naTC{)si, per evitare il pericolo dt>lla polmonitt:' ab ingutta (interventi sulla faccia, bocca e goltl), consigli& di sowministra.rP lt~> tiroto!lsinn prima dell'operazione. Nel praticare il dosaggio individuale deJl'avertina. bisogna tener conto. oltN' che del peso corporeo e dello stato generale, anche dell'età del paziente, giacchè la dose necessaria, sia alla narcosi basata che alla. totale, è molto più alta nei. bambini che negli adulti e in questi più alta che nei vecchi. Si è anche osservato (Pett>rmann) che nei basedoviani si ha con grande frequenza una forte tolleranza alla narcosi a.vertinica. Secondo le prescrizioni di Eberfeld la preparazione per l'atto oper-ativo consiste nel somministrare al malato la !'t>ra precedente m1 cliHere e un mezzo grammo di verona!; la mattina. dopo viene pe~;ato; un'ora prima dell'operazion e Ri inietta un centimetro cubico di pantopon, poi si introduce nel re tto la soluzione di avertina preparat-a. di fresco e controllata con la soluzione d i congo ch t- non contenga prodotti di decomposizione. Dopo l'atto operativo clistere evacuante. L'Ett-orre semplific~ il PletodQ usando, ftoDZichè l'a.vert~na in polvere, l'&vertina liquida pura in soluzione al 2,5% in acqua distillata (sf:'mpre controllata con rosso congo), con l 'aggiunta tutt'al più di nna quindicina di gocce di laudano pPr far trattenere il clistere. Non ritiene nece8Sario dare alcun ipnotico (verona), ecc.), la sera prim~o dopo il clistere di pulizia, a meno che il pazit:'nte non v i sia abituato. Bisogna fare attenzione a. non riscaldare la miscela oltre i 40o perchè la soluzione acquosa a temperatura elevata si decompone e si forma l'aldt>ide dibromactica. A 35-40° si può esser sicuri che non si d ecompone. L'aldeide diibromaccticn è quella che causa poi le gravi necrosi intestinali che si ebbero a lamentare nei primi tempi dell'applicazione del metodo. Cade così anche la ·Seconda obbiezione che s i faceva alla narcosi avertinica, che cioè est<a avessA qualchA volta a.ziont> necrotizzante sul retto, giacchè si è visto che la cawm di questo risiedeva, ne llt\ tecnica o.> rrata o ne l superdosaggio. Del resta Kreuter già. nel 1927 avendola. adoperat-a. in 605 casi, non aveva mai osservato turbe consecutive da parte del 1·etto. L 'avertina. non agisce sul cuore. Bieogxm invece tAner presentE- la s ua azione deprimente sul centro del respiro e la diminuzione d e lla pressione sanguigna. ·L'azione deprimente sul centro respiratorio s i m1mifesta. con leggero. cianosi o respiro superficiale; si elimina facendo inalare all'infem1o d ell!anidride carbonico.
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LE KODÈBNE V'JtDUTE SULL'ANESTESIA QIINERALE
per lo s~imolo che questa. esercita sul centro respirato1·io. Bisogna. quindi avere a. portata di mano lli1& bombola. di COs. Per combattere l'a.ziohe· ipotensiva. l'Ettorre consiglia. a. scopo preventivo la. racedrina. e l'efetonina. che trova di azione più costante dell'efedrina. • .La. percentuale delle complicazioni broncopolmonari non è superiore a. quella. dell'anestesia. locale. In quanto all'azione dell'a.vertina. sul rene e sul fegato i pareri non sono del tutto concordi. Alcuni han trovato a.lte1·azioni abbastanza. gravi della funzionalità epatica. e reMle (ricerche eseguite nella Clinica. chirurgica. di Genova. nel 1929), altri ·hanno constatato solo raramente lieve albuminuria (Kreuter solo in qualche C~'iO albuminuria. leggera e transitoria su 605 narcosi . Petermann lieve albuminuria in qualche raro C&'>o su 3.600 narcosi pur avendo eseguita. l'.mestesia totale, Pieri e Levi tre casi di albuminuria. lieve e passeggiera. su l 00 narcosi). Le ricerche recenti eseguite nella. Clinica. chirurgica. di Roma. han dati risultati quasi costanti, e cioè molto spesso tracce di albumina che scompaiono in 24-48 ore e in quanto alla funzionalità epatica. esaminata con la. prova. al rosa. bengala si è visto corna dt.u-a.nte il sonno a.vertinico vi sia. un picaolo ma. C08ta.nte aumento di l'itenzione, indice di un lieve gra.do di irritazione epatica. Si è riscontrato anche che il tempo di emorragia. è diminuito costantemente e in vario grado. Data. l'azione dell'a.vertina. snlla respirazione, sulla pressione sanguigna., sul rene e sul fegato, essa. è controindicata. nella. sepsi grave, cachessia., tubercolosi polinonare ftorida, diabete e altre malattie gravi del ricambio, insufficienz& epatica e renale, anemia. grave, diminuzione del potere globulare, ipotensione e, s'intende, ma.l.a.ttia del retto. In tutti gli altri ca.~i l' twertina. è utilizzabile. Quanto alla resistenza. alla narcosi valgono le norme comuni a. tutte le anestesie gli alcoolisti, quelli 88Suefatti agl'ipnotici, i simpa.ticotonici, richiedono dosi maggiori. Con i suddetti accorgimenti la. narco::~i retta.le avertinica può essere adoperata in tutte le età e per interventi a.nohe di grave entità. ii: particolarmente indicata. nei bambini che es.~ libera dalla. paura dell'in· tervento, nei pazienti pusillanimi, ne lle operazioni sul capo, sul collo, e specia.lmeute nella. cavità na.so-buooo-fari.ogoo., nelle quali, al contrario delle narcosi ina.- • la.torie, lascia. libero il campo operatorio e n on aumenta. la. secrezione sa.livare. H} NARCOSI AVERTINIOA PER VlA. .IIINDOVENOSA.
Oltre che pet· vit\ retta.le, l'a.vert ina. è stata. sperimentata anche per "ia. endovenosa., ma. tale metodo non ha. avuto estese applicazioni. Anche con quest<> siswma. si ha. rnpidamente perdita della. coscienza. con anestesia. completa.; il risveglio è rapido e dolce e il pa.,;iente non ricorda. nulla.. La perdita. di coscienza. però non dura. più di 3-10 1ninnti, periodo che tuttavia. consente di eseguire brevi interventi a.ncbe mol to dolorosi. Kirschner ha. eseguito 700 anestesie con tale tecnica. senza. alcun inconveniente; egli ha. costruito un apparecchio apposito che può essere monovrato dallo stesso operatore. H ubscher (Med. Klit•., 1930, n. 6) ha. usata. la ~osi avertinica. intravenosa. in LOO casi con ottimi ris ultati, praticando non solo piccoli interventi, come riduzione di fratture e lussazioni, incisione di flemmoni. ecc., ma. anche appendicectomie erniectomie n ei bambini, amputazioni, gravidanze extra.uterine non perforate, prosta.tectomie, riduzioni cruente di fratture eco. Se con la. prima. iniezione di a,,·or tina. l'operll..,;ione non poteva. oasere terminata., Hi.ibscher ripeteva. l'iniezione.
LE MODERNE VEDUTE SULL' Allo-ESTESI A GENERALE
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Non si ebbero complicazion i. La narcosi basale avertinica -intravenosa. parve all'H. particolarmente utile nei soggetti corpulen:ti e nei basoclowiani. l ) NARCOSI CON SOLESTINA, PABAJ, DEIDE, EDONAL, ECC. ,
Credo inutile soffermanni su altri narcotici poco usati e che non presentano vantaggi sui narcotici che ho già pM..o;ati in rassegna.. La sotestino. {per inalazione) d à frequen temen te eccitamento; ha indicazioni fiinitate per narcosi poco profonde e di breve durata. Non presenta. vantaggi di lronte a l cloruro d 'etile. ~lcuni {Mikula, ecc.) la. raccomandano n egli interventi di piccola chirurgia nei bambini. La para.ldeid e è stata usata come anestetico per via. rettale. li Souraski sulla. base di una casistica di oltre 800 casi, riferisce di aver ottenuto d ei buoni risultati nella. preparazione dei bambini alla tonsillectomia, nè ha avuto a. lamentare alcun inconveniente. · '' L'edonal è stato usato per via. rettale e per iniezioni endovenose. Dà pericolo d t asfissia. Kaku.'i!Chin che ha praticato 500 narcosi intravenose con l'edonal per inter· venti svariati addominal i e vagino.li se ne loda per la semplicità; ha trovato che il sonno interviene senza. particolari complicazioni; di rado precorse una b reve fase d i eccitamento, vomiti, interruzioni di respirazione, cianosi; suol essere seguita d a. rialzo del polso e del respiro con abbassamento della pressione sanguigna. II somnifen viene somministrato per via. snnguigna.; può dare agitazione e tor· pore per 3-4 giorni, è per lo più anestetico insufficiente. n pemocton, ipnotico d ella serie barbiturica, è sonuninistrato anch'eS<SO ~r via sanguigna; sare bbe, sembra, tollerato bene allo scopo di narcosi basale o dormi· veglia., con un risparmio di etere d el 50-70%; è pericoloso in dosi tali da ottenere narcosi complete; richiede molta esperienza e sorveglianza prolungat-a del malato. Pare risponda bene per provocare un sonno crepuscolare in travaglio di parto per· chè attenua spiccatamente la percezione dolorosa d elle doglie senza. provocat-e in· fluenze dannose nè sul ri t mo delle contrazioni uterine, nè sul prodotto d el concepì· mento. CONCLUSIONI. Il cloroformio è tm a nestetico potente, dà risoluzione musco lare completa, ma è, fra. gli anestetici più in uso, quello che esplica la maggiore azione tossica spe· cia.hnente sul cuore, sulla pressione sanguigna, sulla funzionalità epatica e renate, sull'equilibrio acido-basico, s ugli scambi chimici ecc. La sua azione nociva sull'al· bero respiratorio è anche notevole, per quanto meno spiccata d ell'etere, che a sua \"Olta è m eno toflsico del cloroformio per quanto riguarda tutte le altre ftmzioni organiche. È perfettamen te giustificata quindi la preferenza che la massima parte dei chirurgi, specie in I talia, accorda all'etere, a meno c.he non vi siano lesioni bron· copolmonari in atto, e l'abbandono progressivo d el cloroformio. La maschera di Ombrédanne costituisce un ottimo metodo di somministra· zione dell'etere, giacchè consente l'ut ilizzazione del C01 contenuto ne l sacco dell'apparecchio per accelerare e approfondire la narcosi diminuendo notevolmen te i l quantitativo dell'anestetico. Ancora un passo avanti pare si sia. fatto con l 'apparecchio proposto dal Tiegel, mediante il quale i vapori di etere vengono inalati in lSC&rsa concentrazione c riscaldati. Il cloruro d 'etile ha. azione molto meno nociva sull'apparecchio circolatorio e respiratorio, non ha aicuna azione dannosa sul fegato e sui reni, non d à se non ra.H:s· simamente luogo a complicazioni polmonari. Non dà porò rilasciamento muscolare
t>O
LE ·]I{ODElLVE' VEDUTE SULL' ANES-TESU GENERALE
<'OJ11pleto e la sua azione anesteot ica. è- Ul'<'Ve. P er quanto da. a.l euni AA. sia. stato adop erato anche p Pr operazioni di lunga. durata, esso è particola.rmente indicato per piccoli int.erventi (riduzione di lussazioni. ecc. ). nei quali casi il suo uso merita <li esser e maggiormPnte diffuso. Di fronte a questi c las;;id ane,.t eti ci potenti ma. p ericolosi (a. parte il cloruro d'etile poco tos:;iNl ma di m as.«ima non utilizzabile n cgl'int!>rventi d ' una certa. import anza.), si ergon o a contendernE· il campo i m etodi nuovi: narcosi con i gas (proto~ :<ido, etilim e, narcilen e), narcof'i reU.a le avertinica. . Com<' nota\'11 1'.-\Jessandri giil. n l" l 1929. qui n on si t.ratta di sperimen tar e met~è!i' 11n cora. in periodo di prova, Ps!<Pndo f's:<i g iil. d a tt>mpo la r-gamen te usat i e con grande' rrwore in a ltri p1u•si. '' Qui s i tra.ttu - egli di cent a proposito de ll'an estesia con i gas - di e:-;tendere ne ll' uso c·hirurgico e vagliare AIIH stregua d ell'esperienza di tutti noi, e non soltanto n..Jl t> c linicht>, mn nnche n e lla pratica ordinaria, un m etodo di anes tesia, chf' è ben e anchE' in Italia s ia l argam~·ntk' usato. convinto ch e, .in molti casi nlmeno . rapp r·f'sentn il m t>zzo m o>no pt>riC'oloso (X'r op.•rare pazi<•n t.i c he con aJt r,. 1\Jlf'S! N'it· tliffic ilnwnte o C'On grH\'\ ' danno potre bbero essere soggetti 1111' intt-lTE'nt O •. Da qu<'ll'<'pocn . p <'r quanto n on lontana. g nmdi p as;; i s i sono fatti a n cora e •.n·mai anche da n oi 1\·spel'ÌPnzll Ì' abbastnnza largo. da con !;c•ntirt' di schierarsi in <leci!lo favore p t"l ' t n1i nwt odi . In quanto ollt> narco~ i con i gn;;. "" nt>i primi t t>mpi bi$ognava superare n on lievi difficoltà pt'r fornir'>'i dt>i gns ant>stetici allo stato puro e d e'gli apparecchi relativi, Ol'rnai Ditte italianE' npp•'<'ZZHtE' (la pdma p C'r int•·rc;:sarnento d el senatore R ,ossi) lutnno s uper11ti tuli ostucoli fabbricandoli dir-..·ttam<>nt~. I gas a.n Pstetic i sono c•stremnmf:'nt" nw n o to~sici dE'l t'loroformio e d ell'et ere pPr tutti' lfl funzi oni vitnli Condurm·nhtli, non lutun(> ail:una uzione noci va su l CllOrP, sulla hmzion (' r C'spil·AiOJ'i>t. ><ugli t•rm mtori , f'('C •• n on abbu,:sano la. pn>ssione nrtnriosa. L'inizio cle ll'anl'~tt-"itt P il J'f'(•ll p('r(l d r lla co><cienza son o rapidi. rari e, se pres<'nti. m eno intc•n;:i la nAu:<NJ (• i wm1iti posl -<\11t>><t r tiri, rare !f' complicazioni broncopoltnoru.~ri. Non f:'siswno limitazioni di NÀ pPr l'uso di f'ssi. Il pericolo di E'"<plodibilità è in buona. parte evitat.o con gli appr>recchi p ii'J moderni. · L ' unica obbiezione seria all'uso del gHs È' l'in:;ttfficiE'ntl" profondità di sonno e l'incompleto rila-sciamen to muS<.:olal'('. Sotto talt·· rigu ardo l't' til en e e l'ucotilen e rispondono mf'glio d el protossido d 'azoto. Ad e l iminare tal e inconveniente, quando s i prt•scnta, ba:sta somministrare piccole quant.ità di et E're come narcotico d 'aggiunta. <·ho in tal caso. somministr·ato in d osi minime. non ha campo di esplicare azione nociva, n protossido può dar luogo a c ianosi talvolta inquir tll.l).h'. e tendenza m a rCllta alle emorragie . .-\nchf' p Pr tal P 1·iguardo dunqu<' ~'>ono preferibili J'('tilene o il narc ilene. Si somminis trano con sptM·iali inalatori me,;colati al l'o:>.-"igeno. Le n arcosi <'On i gas son o particolarmen tE' indicati quando sono controindicati il c lot·ofor·mio e l'eterE'. H anno indicazioni ùi e lezione n E!i bambini, nei vecchi, n e i cardiopazienti, tl(·gli arteri osclf.> J·ot.iC'i, n E"i soggetti ipotesi, n egli enfiiì~·matosi e bronchitici cronici. n <'gli 11ffetti ùu )(·sioni infiammatorie in gen ere de lle vie respi rato ri!", negli anemizzati, n ei ca<'hottici, n egli affetti da lesioni epatiche e rena.li. G li apparecchi ~<ono piuttosto ingombranti"" costosi e ciò n on con sente ancora la. Joro u t ilizzazione in ogni sn lo oper·a.toria, ma ne lle cliniche e n ei grandi ospedali il loro impiego s'impone, ed è d a a ugur·a rsi che al più presto gli ospecla.li militari n e \'enga.no forniti.
l.E MODERNE VED1Jll'E SULL 'A~""ESTESIA OEN1UtAf.E
In quanto alla. narcosi avertinica. non ripeto ciò che ho già prf'cedentemente E'!!posto. Dando uno sguardo d'insieme s i vede come essa, specie so limitata·a un{l narcosi basale, prenda sempre più piede. per poco che l'dssiRtenza dir-etta degl'in' fe rmi sia affidata a personale sufficientemente addestrato. Non• richiPde apparecchi s peciali. Ha-il grande vantaggio-di e liminare eompletamE>nte Io s hok psich.ico delfintf'rvento. È particolarmente indicata. n ei bambini· e nf'i .pusillnnimi & sempre·nel le operazioni sul capo e sul collo per la maggiore libertà c he con.'lenre all'opératon·. Come osserva lo Ettorre, è un errore istituire confronti con gli altri anPsretici: l'twer tina è un narcotico basalo, e come tnle è il migliore. Anche ne l pt~ese· clns.~co d t> l conservatorismo, in Inghilterra, e.~a si è impo.;ta brillantemente: già nella-si·· duta del 9 febbraio dello scorso anno della Medicai Society di Londra. quasi' seò.Zt\ eccezione tutti i chirurghi· si dimostrarono entusiasti dell'avertina. Abbiamo già detto che la scelta de ll'a.nestet.ico e le modalità di somministFn· zione richiedono da. parte deU'a.nestetista tma particolare compet-enza. NE'l IX Congresso della Società internazionale di chirurgia t~nu to a Madrid recf'ntf'mente· ( 15-1 :-1 lllflrzo 1932) l'Uffreduzzi ha ribadito questo concet.t.o affermando la uece;;sità· di organizzare un servizio di a.n estesio. n e i grandi ospeùo.li con persono.le che conOSl'n Pf'rfett&mente l'impiego di t.utti i mezzi di cui oggi s i dispone, per la necessità d i ricorrere prontamente e senza preconcetti ad un'anestesia generale o locale, rf'gio· naie, spinale, rettale o mista a seconda de lle circostanze che variano di volta in volta. Nello stesso Congresso, Uffreduzzi e Lorenzetti ne llo loro relazioni hanno messo in eyidenza i vantaggi dei ga.s sugli altri anestetici per inalazione, e Anschutz . .\fonod e Ge.mberini hanno segnalato i grandi ser vizi resi dall'avertina come ane:>tf'tico basale. A UTORIASSUNTO . Messi in luce i vantaggi e gli svantaggi dell'anestesia g >nerale di fronte all'anestesia locale e regionale. L'A. prospetta dni clas.'!ici narcotici quelle modalità di azione e quei punti di vista che hanno qualche carattere di attualità, per diffondersi poi dettagliatamente sui recenti metodi di narcosi con · i gas (protossido d 'azoto, etilene, acetilene) e di narcosi rottale av('rtinica. Mette in edde nza i notevoli vantaggi della narcosi con i gM in confronto ai vecchi narcotici (c loroformio ed etere), e quelli della narcosi avertinica i n'tesa. come narcosi basale. <· si augura·ehe tali m etodi di anest-esia. prendano anche in Italia, come gìà all'PSt.t'r<'· S<'Tllpre più largo sviluppo. NOTA AGGIUNTA. Il presente lavoro, per ragioni di spazio, vede la luce con un certo ritardo. ('redo perciò utile aggiornarlo in qualche punto, per quanto le posizioni si siano di poco s posta.t e da quelle raggiunte nell'anno testè decorso ( 1 ~ . · Il clorofoimio si può dire ormai completamente abbandonato. L 'anestesiu cc.u l',et(lre inv~e è sempre adoperata su vasta scala, preferibilmente con ia. ma· f!<·hera di Ombrèdanne o con maschere ch.iuse che l:tanno il vantaggio di ridurre l'~>vaporazione e il raffreddamento. Secondo Parson.s l't-tora d eve essere prest>r· vato dalla. decomposizione conservandolo in recipienti di rame. Un progresso i> rappresentato dalla somnùnistra.zione endotracheale mediante un .catetere introdotto ·direttàmente attraverso la laringe. · La. anesteSia. con i specialme~te quella con l'etilene, continua.' a godere largo favore nelle c liniche NÒrd- America.ne ove il s uo uso si è diffuso rapi·
gas,
(1) In qginn't& alla fliblj,ograff.a clfata nel testo cléUa Rlvi!Jta, si Begnalano ·le eéguentl altre fonti : '
Co'Ltbamr.:. .tl.flnl:lli à'o,qt~t~a ~ oirw:o·l ofl(a, rebbrnlo 1933. - BAOBEUtf<SF.R - ForlJIChrìtt~ du 7.ahnkeilkurnù, gennaio IÌISS. - MOl' LONUUET e BAV~UNN - Monde Médifal, aprile 1933. -
f'•880N9- Tll~ Pt-a.ctUi~... aprilè 1938. - \V ALCRSHOFV.R e Bon>;s - Forlschr. d. 7 erame. tMC. 6. 11133.
.' .
dnm<>nk>. Da noi invece, pur riconoscendosi in linea di massima i grandi vantaggi che si hanno per l'opemndo con questo metodo di anestesia, esso non si è esteso, ~>ia per le difficoltà d ell'impiego che. richiede un addestmmento specia· lissimo e anche mcl.icali modificazioni di ambien te, cti disposizioni, di pratiche operatorie, s ia. p erchè il pericolo d ello scoppio, per quanto eccezionale, obbliga. ad a.llontana.ro tutte le fiamme dalla sala. operatoria, e non usare il termocauterio. il bisturi diatermico, e n eanche l'interruttOre della. luce. Nè è da trascurare lo. considerazione d e ll'alto costo dell'anestesia. con i gas, ciò che costituisce tm ostacolo non inùiffenmte perchè fissa entri ne l domirùo generale. Il protossido d'azoto non richiede strumentario complicato nè molto costoso e non dà pericolo di scoppio. Esso però s i è dimostratO milizza.bile solo per piccoli intervend c he richiedono .narcosi mol tO brevi, in modo speciale ne lla chirurgia odontoiatrica; I'I stit.uto s uperiore di odonto iatria. G. Eastmann di Roma ba in tutte le sale OJX'I-&tOrie d egli apparecchi per l'anestesia a.l protossido d 'azoto forrùti da. una Ditta. Milanese, che rispondono ottimamen te a llo scopo. I vantaggi che esso pres<:Jnta. sono notevoli: periodo iniziale breve, nesswu\ azione wssica. sugli organi parenchimawsi, indifferenz11. per le mucose, risveglio rapidissimo, nessUil81 alte· ra zione del ricambio anche in individui con organi ta.ra.ti, non abbassamento d e lla. pressione. Tuttavia anche in c hirurgia. s tomatologica, il s uo sfruttamento è limitato non potendo adoperarl o nelle operazioni sulla. faccia di una. certa durata per l'impossibilità. di mantenere la. ma.scliera ermetica.. P er anestesie brevi ha. rigua.dagnn.to un certo favore il c loruro d '~tile. L'Uf. irt:duzzi cosl si esprime: « Il c loruro d 'etile- può trarre largo impiego per la. sua r-e lar.iva. innocuit.à e per la. prontezza. con cui agisce; esso non ha. l'innocuità. d ei ~as perchè può dare arresto immediato d el cuore o d el respiro all'inizio della. narcosi (23 ca..'.li nella letteratura.), irrita le mucose, ma. nonostante tutto. è estremam en te pratico e utile per esempio ne lla. chirmgia. di guerra ». Borcha.rdt ha introdotto una. maschera. specia l11 che pennette una semplice e pratica a.pplicaz.ion<' d <>! cloruro d'etile s ulla. bocc.a., senza. metterlo in contatto ~on le mucose. A pa rw queste narcosi di brcvP. durata, si può dirE> che l'etere in quest\1himo -eoreio di tempo ha. rigua d agnato wneno. La tendenza attuale tuttavia è quella di a..~ociare le sostanze anestetiche, J:X'J' neutralizzare i loro flffetti tossici. La. questione s'impernia. t utta. sugli • a.ne~tRtici di base». Tra. questi domina il campo l'avertino. sonunirùst.rata per via. rt•t.tale, associata alla smn.m.inistrazione discontinua d i un anestetico volatile (per lo più l'òtere). Alt ri hanno propugn11to come anestetici di base il numal (Fredet, K f'> Uer ), d eriva.to_a.lcoolilico d e lla mn.loni lurea., da somministrare per via endovenosa, il bromuro d i sodio (Brèchot), il soneryl, derivato 11.11ch'esso d ella malonilurea. (Deplas. L8.w1oy e Chevillon), l'evipan sodi co (Wa.lchshofer e Boden) sale sodieo dell'acid o N- metil - C- O- cicloesenil - m etil - barbiturico, per iniezioni endovenose. Tra i preparati barbituric i però il più usa.~o oggi è il ~mocton . Il s uo tl.';O ha dato buon esito non solo nella provocA.zione del sonno crepuscolare in travnglio di parto; ma anche in inter venti ginecologici vari (Colloridi). I prepa· rati barbiturici però hanno t u tti una variabilità. di azione che ne rende difficile i l dosaggio caso per CSl!O , possono J>rodurre depressione c ircola.toria e respira· t oria, s i scindono in sostanze che possono d are clisturbi psichici e irreq uietezza. (Parsons).
Anche in questo campo si può dire che non si è ancora superata..}&. fase spel'imenta.le e si resta in ttttesa de ll'aneste t ico che risponda. piena.ment(l alle varie · •-<itzt:'nze della. clirùca.
RlliSTl DILLA STiVA HDICA~ ITALIANA ESTRWRA SANITÀ MJLlTARE L'evolu:r;tone n . 10, 1933).
BuTOIANO -
della chirurgia di guerra. (Revista sanitara militara,
È qui riprodotta un.a. conferenza. che l' illustre prof. Butoiano, ispettol'f' gt>nerale ùi sanitn dell'esercì~ rumen.o, tenne .nello ~e~m'lo giugno a.. Gm~~ in occasione del VII Congresso m temaz10nale eh medtcma e fannaeta mthtarf'. La guerra del 1914-18 fu una meravigliosa. scuola di chirurgia . Quale grande differenza fra la chirurgia praticata n e lle guerre precedenti. anchP. lf' più recen t i, e quella d ella guerra mondiale! &sta l'esempio d e llo. chirurgia addominale. Le prime laparatomie furono esE>guit.e nella gnerro. di secession e da Billing che n e n1 fervent.e partigiano, ma e~l i eb be 9 morti su 30 operati. ~li. st.es~i r!~tati f.mono o~rvati n elle .cam · pagne del Tnmsvaa.l, d e llo.. ~~cmr~a, d1 Lt?u~ e d et Ba_lca!ll•. tanto che 1 chi . r ur gi fmono lungamE>tnte d1V1S1 fra mterventtstt. e astensJOrustt con prevalenza. di q u E:>sti u\t.imi. Le causE> degli insucces.«i in passat.o vanno ricercate, secondo r O., n el ritardo d e ll'intervento opera.t orio (att!:'SO chE' i ferit.i giungevano ali<• formazioni sanitariE' fra. 9 e 36 ore) o n ella. mancanza. di speciali~;ti c di Rpt-"Ciall' a llenamento chirurgico. N ella grande guerra s i possono di!<tinguere diven<i periodi nel trnttament.o d e 11e ferite addominali. Fino a l n ovembrE' del 1914- si fn asten.~ionisti, poi si pre:;t• un 6 netta posizione favorevole all'intE-rvento ad oltmnZII. e fu riconosciuto, R)Jf'• ciabnentR per opera della SooiPt à di chirurgia franceSE', ch e la la;paratomia clù i migliori risultati a condizione che sia prat.icata p recocemenw da chirW'gi esperti. :>i d ispongn di una insto.llattione appropriata e Ri possa provveclere alle cure poRtoperatori('. Il 17 novembre 1915 furono comunicati da Chevos.m e MRrquil!! alla. ~tE'S.~Il Società di chirurgia gli ott.imi risul tati ottenuti in c~>ntino.ia d i f!:'riti ad<lo· m inali seriza intervento, ondf' risorsE' la prassi astensionistA, m a infine p reval;;o In dottrina opposta, tE"nendo sempre conto d E>lla rapidità dell'intervento (non o ltre 6-8 ore dalla ferita) e dPJle altre det.te condizioni . La chirurgia è aempre la stessa ovunque ed i suoi principi x·imangono immu' ati in ogni caso; tutto dipende dall'ombiente e dalle circo~;tanzll in cui es.'>& deve f'~rP praticata. Ciò vuoi d ire eh~> la chirurgia di guf'rra è facile in teoria. m a ef!tremamente diffidle in pratica, in ragione delle speciali e variabili condizioni imposte dalla guerra. La. biologia d elle ferite d i guerra. ha dimostrato due n ozioni fondamentali, dalle quali d eriva tutto il m etodo di trattamento chirurgico: i tessuti sono deuitaUzza fi dal traltmatiemo; le ferite son o infettate dall'agente vulnernnt.e. La violenzn d i penet.razione d e l proiottilf' distn1gge immediatamente i t:E"ssuti per un a. più o meno grande estensione. I tlflssttti traumatizzati. e quelli muscolari specio.hnento, cont.engono molti prodotti tossici che si diffondono lentamenU> n e ll'orga.ni!'Jl'lo. A questa devitAlizzazione tosto si aggiungono i germi· infettivi importati dai corpi estranei (proiettile, brandelli di vestito). Tut te le ferite di guerra sono infette; n on n e esistono di amicrobiche. N eUFJ. lo r o evoluzione possono distinguersi due periodi di grandE' importanza pratica. ln un primo tempo i genni rimangono alla superficie e si m olt.iplicano poco; in un secondo tempo penE>trano in profondità. e determinano l'infezione. Dal punto d i v .i!<ta. biologico il periodo di contaminazione dura alcune ore. P.ra.ticament<' esso va. fino a 18 ore . e 1-' i.qfezion e è tanto pitl grave per quanto p1ù esteso è il tro.umatiSJDo, Pe~to il trattamento completo di una ferita di guerra si costituisce di due atti distinti successivi: 1° l'esciss.ione della ferita. e l'es~.mzione dei corpi t'Rtranei; 2° la sutura che può essere primitiva . n elle prime ore, o ta.rdi:và, dopo 7-8 giorni, secondo lo stato della ferita.
RlVISTA DELLA S'r.Ut .PA MEDICA ITALIANA E STRANIERA
;110. Prot>ed< •1cc'r·n~1yh~o n!ll' !l;lfer.lm_ti co~~~çul~ti 'af:dalio \w-ui.~ fJdida m":-<Pgnu . ,;chPn~ttca. ~ lot !ne toùt ptù_ agg10rnatt ~~ con~otta. chirurgica per le fente d e lle pat·tt mollt. f~rtte vMcolart, fratture, fertte articolari, crani~reerebrali. toraciche, addominali, d ella. faccio. e dei mMcellari . Ins iste nel dire che si denJ fare semJWE< dell'asop,::i. I trattumenti antisettici del prirno periodo be llico, con tinturl\ di iodio e poh-eri divC'rse, apportarono dei veri disastri~ ·' Nellt• guerre pt~.:;. .~~IR. si riunivano i feriti come m~gl io si P<;>teva e si sgombravano sulle formar.tom arretrate pex· Psset~ opel,'att c curat1. Ora invece lu formula è invertita; ><ono i pn•sidi chirurl!ici che vanno incontro ai fl'r~ti p 11rchè questi s inno operati t' messi a l sicu,·o. Sono così sorte le formazioni chirurgich e volanti che hanno futnionat.o presso diverse fronti di combattimento, compresa quella romena. Intimamente connPs.-;i con i pt·oblemi chirurqici sono i mezzi e i mewdi di tra:•porto, in relazi01w nl terreno e alle fonne e fa.<>i della guerra. L'automobile è i! rnigliot~ tnl'?.zo di sgombero. La questione dci trasporti tt"•·~i è a.ncot·a allo !!tlldio e se nel :Marocco si flono ottenuti buoni J'iRultati. quoM.i non pOi!.'\Ono esst>r1• gt•nct·a.lizzati. Nellu guE'rra di po..~izionc pt-el>SO le formazioni chirurgiche propriamentt• <ldte. installate dietro Ùl front6. possono essere operati tutti -i feriti indipendantt>mente dalla loro gmvitù, a meno che non vi sia una eCCI:lsaiva affluenza. Nello ~~·.mdi buttaglie. p F·t· il n ott>vole numero d ei fer iti, bisogna t.rattare negli impi unti campali soltanto quelli por i quali !!i d e bba inton·enire d'urgenza. Tutti gli t~ltri :,saranno sgombruti, in autoambulanz<' o con treni attrezzati, a non pi ìt di !i0-60 c hilometri tlnlle linet'. Quando si sposta la fronte d e lle armate, la. tattica chirurgica è diversa a !:!('C'Onda clw si av;\nzi o "li sia forzati a ritirorsi. In cuso di ritirtua occorre pt·ovvedere ad lm rapido ma metodico sgomber o ~i tutti i feriti, all' infuori degli intrasportabili per cui fosse pericoloso il trasferimento. I fer iti p iù le~eri, c hi' possono tollerare W\ lungo via~gio in ferro,·ia, suranno in\·iati il più lontano possibile all'interno del paese; i feriti di m e-
c.
dia gravità. i frtttturnti immobilizzati. come tmche iJeriti al capo e gli operati sa.t\\UDO tmsportati a minore distanza e p er un percorso di non più di 24 01'(' eli t re no, in considamzion e dl:'lla necessità cho potrebbe esservi di operarli. Durante la ritirati.~ il còmpito d e l chirurgo sarà quello di intervenire per i c.1.:<i di urgenza. immobilizzare l<' fratturE' e le ferite articolari. \'iRitare e srnil<tare i feriti da :::gornbt'rnre. ' In Cti!!O eli avanUtta bisognA. disporre di forrol\zioni chirurgiche I~Jggere, mobili, per provvedere alla opel'llZioni urgenti e al sollecito sgombero dei fer iti. Non si deve climonticaro che la maggior parte d e lle volte si troveranno città e villng~i devMtati e i chirurgi dovranno lottare con molto difficoltà. che potranno c--sere ri'IOite !!olta.nto col trMporto in automobile del personale e d el mate~iaiP sunitario nonchè df'i feriti. L'O. continua spPcifìcando come debba essere pratict~.ta la chirurgia nell.t zona di oprra~ioni , p1·e&~o i posti di soccorao reggimentali e nelle diverse form!~zioni campali, e tm·rnina dando conto de lla sua attività personale in guerra, in lm grande ospedale chir urgico avanzato da lui dirett-o. n oi quale furono accolti pii• di 9000 feriti. Eali conclude nei seguenti termini la suu esposizione: 1o non esisote che una sola chirurgia cho è la ste;;sa in tempo di guerra e in tempo di pnce: 2o ~~~sa deve os>~<Jre a set-tica e praticata. Rolamento da chirurgi qunltficati; 30 il soccorso chirurgico, s ul campo d i bo.tt.aglitl. deve andare ai fe riti 1mehe nelle zone avanzate. V. D. B.
B. - l postumi da gas bellici: l'uso del cloro. casistica (The Medicai Bulletin of the Veteran's Administr ation. vol. 9, n. 3, 1933).
Grr.CHRtST H ARR Y e l\fATZ
È quc><to il primo articolo di una breve serie che il ge neralE' medico Gilchrist, ~ià capo del Servizio chimico militare degli Sta.t.i Uniti d.' America, e il dott. Mat2:
h tmno pubblicato sul giornale dei Veterani d egli S. U. A .. espon Pndo i ·risul-
RIVISTA D ELL A. STAMPA MEDI CA ITALIANA E STRANIERA
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tati delle ricerche che una speciale Commissione di ufficiali m edic i ha condotto per a.ccer~!'6 gli ?ventuali pos tumi di lesio~i prodotte dai piil importanti a.ggres ;;ivi ch1m1e1 usat1 durante la bruena mondmle. La Commis.<;ione era. nominato. fino dal 1926; qltA.lche n ot.izia preliminare _.,11 no svolgimento d e lle s u e indagini è aecennata in una precedente pubblicazione rlèllo stesso generale Gi lchrist. cioè n ello • 8tudio comparativo sullo p~rditE' causate dai gas e da@:H a ltri m~>zzi bellici durante la guerra mondiale., riportato nei fascicoli VI e VIT d e l Giornale di Medicina M iliiare, anno 1932. Le l'iccreh e !'<ono ora compiute e gli autori n e rifer·iscono i risultati d efiniti vi. Il contingente di spedizione amcricn.no in Europa. ebbe 70.552 col piti da a~s.'! ivi chimici; fra ~s~i 1843 f~troo~ gMAAti con c loro. I:a Commissione ha sott.oposto acl csamf' c hntco o radwlogteo 96 e x combat.tentt che da S-10 anni t\\'e,·ao o subìto l'azion e d e l c loro. C'cl ha t,rova.t.o c he soltanto nove sogg<'t.t.i pr~>~l'n un-ano post.urni anatomici o funzi onali ben d efiniti attribuibili alla prt>greSSH. ga&>azione. I~ setw ?M~~ i_l r~ppo1·~·0 fra le conrlizioni ';li f!aolute A.ttuali ecl il cloro e ra clubb10; m SO 1ndt VJdtu ognr rapporto nrtt senz a lti'O da escludere. Fra i nove Ct\!'\Ì p ositivi, cinqut> pr'Psenta.vano t uborcolosi polmonar·e . che in tre si accompagnava. ad f'nfis~>mn: tre e rano affe tt-i da bronc hite c ro nica. di c ui uno con cnfì;;('ma; uno dt~ ple uritl' c ronica ades iva. In uno d e i so~gPtti c<>n bronchite cr·onica si osservava nnchP cong iuntivite cronica, imputabile a ll'azione d,· l cloro. Analiz1.anrlo accuN\-tamento i c inque casi di tubercolosi po lmona n•, In Commis.'!ione ha r·ilevato che la forma specifici\ prt~si steva, in istato di q uiescen7-A., a lla gassazione, ed i l processo s i riattivò in ~>èguito al trauma. s ubìto dal paren c hima polmonarC' pm· l'aziom.1 del ga.~. c·d a.llt~. diminuita l'('Sis te nza causata dalla r·o•nzione infiammatoria. La Commi!<sion t" concluclc chP. non si può ess('I'P <lo)mlatici nel g iudica r-e la pa1·tt> imputabile a l c loro nC'IIo sviluppo ÒC'IIA. tnherco lo!li d e l polmone . Non v'è <iuhbio che la gassaz.ionc può cs;;er ;;:c~>'l.tlto~~, dn. tubercolosi polmonat-e, ma è a ncht> rP rto. d 'R.ltra p11.rte. c h e esist E' nn g ran numero di ex combatten t i già gassati i n cui si è sviluppata in sèguito la t-ubercolosi, mA. ne'i quali t»le fo rmo. n on può e~sere 1.\t,tri buita al gas.
-Gr LCRRJ:sT HAn n~- . - l postumi da gas bellici : l' uso del composti arsenicali. Casis tica. (The :O.ft>clical Bulletin of t h P VctC'nuù; Arlmini8tmtion, vol. 10, n. 2, 1933).
L ' uso dei composti arsenicali. come arma bellica, e b be, n e ll' u.tima guerra, uno s vi lnppo limitato in confronto alle pos>oi bilità di ;;fmtta.mento della loro tos:::icità. E ciò a causa di m €'zzi di impiC'go non bene s t.udiati e de lla irrealizzazione di concf\ntrazioni t ol'lsiche e persistenti. Eliminftt.i questi inconvenient,i , cer tam~>nte , gli a rsenicali trove ranno un pii• lal'go impiego n elle guerre futuro, anc he per il fatt-o che essi, per esscrt> trattf'nut i dalle comuni maschere antigas, r ich ied o no la p resenzn, n e l filtro, di speeiali a ccorgimenti che aumentano di molto la. resistenza respiratoria. È quindi da prevede rs i che questi aggressivi godranno una parte prepondera.nte fru gli aggressivi chimici di guerra. G ilcbrist, uno d e i pii:t competent,i in m ateria di chimica bellica, riferisce a lcuni dati clinici ed anatomo-patologici di una serie di casi di intossicati da oomposti .a r-,;<? nical i e venuti alla sua di retta osset•vazione. Tanto più importante, questa re lazione, in quanto tratta d ei postumi , da lui os.<~ervati , a dis ta nza di tempo dall'avve nuta intossicazione. 1 o I principali composti arsenicali usati n ella guerra e uropea. furono: la d iioniloloroarsina. l'etildicloroarsina, la difenilcianarsina e l'etildibromoa.rsina. 2o D i 70.752 uomini d el corpo di spedizione ame ricano colpiti da.i diversi Rggressi vi chimici, 577, di cui tre mortali, furono dov uti all'azione d ei compost i .àrsenicali. 5 -
GioN~ole
di medicina miUtaTe.
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3° L'azione pa.togena. di que."'ti composLi sull'a.p.ea.mto re~pirntorio e primevie consiste in una congestione della. mucosa. nasale, della. gola., dei bronchi ed edema. dei polmoni. Questa azione è molto simile a. quella del cloro e del fosgen& con distruzione del rivestimento epiteliale della. mucosa. e formazione di p.c;eudomembrane, come avviene nelle lesioni sull'apparato respiratorio con i vescica.nti. Se ne differenziano, da queste ultime, per la. loro limitazione alle parti più alte delle vio respiratorie, mentre che, nei vescietmti, la. formazione di pseudomombrane si estende fino alle ultime diramazioni dei bronchioli (bronchioliteobliterante). L'edema conseguente all'azione dei composti arsenicali non assume la gravità di quello provocato dal fosgene. L'irrit.a.zione della. cute, d'altro parte, non è· cosi grave come quella dovuta all'ipritc, ma i processi distruttivi sono più accontul\ti di quelli dovuti al cloro ed al fosgene. La congiuntivite, la blefarite e la chemosi, dovute all'azione dei composti nrsenicali, sono grn\."Ì, ma raramente a. carattere permanent-e. I n sèguit.o ad intossicazione arsenicale si possono notaro alterazioni nervosed'ordine mot.orio e senso!'io, ma sempre di natura funzionale con guarigionerapida e completa-. 4o D ei 72 casi di individui colpiti da composti arsenicali furono ogget~ del presente studio. Di essi 43, viventi tuttora, furono studiati dal lato clinico, radiologico e con ricerche di gabinetto; gli altri 29 morirono sempre in sèguitoa.llt:~ le:siorù
dovute a. questi aggr·essivi.
so D ei CI\Si viventi soltanto due hanno presentato alterazioni anatomicht'\
e sintomatologiche ben definite da poterai mettere certamente in rapporto con l'intossicazione; in altri due casi questo rapport-o era assai discutibile; i rimanenti 39 casi non presentavano alcun reliquato. Dei 29 morti attribtùti all'azione degli arsenicali: in due si ebbe la mortecome risultato immediato; in altri due come esito tardivo ed in uno la causa. della. morro era. molt-o discutibile se fo~e veramente in conseguenza d e ll'intossicazione. Nei rimanenr.i 24 casi la morte non fu certumeme dovuta all'intossicazione arsenicale. 5o Gli effetti principali immediati sono: lo sternuto, pena respiratoria,. cefalea, dispnea, IlJl.usea, vomito ed esaurimento. 7o Alctmi stati infiammatori acuti, gastrite, enterite, laringite, faringite, bronchite e polmonite lobaro, si svi!uppRno immediatamente o poco dopo la. avvenuta intossicazione. so Alcuni de i sintomi e delle condizioni morbose ricordtJ.te sparironosubito; altri persistettero solo per un tempo limitato. I fenomeni che persistetteroper un certo tempo possono costituire appunto gli esiti tardivi. Degli esiti tardivi la bronchite cronica. e l'astenia neurocircola.toria furono i più osservati. 90 Fra. gli esiti osservati nei colpiti in guerra da compost.i arsenicali, in. ordine di frequenza, si notarono: bronchite cronica, fibrosi polmonare, t ubercolosi polmonare (1) e pleurit.11. 10o La cau..~1. della moroo di quest i colpiti e che morirono per gli effetti immediati di essi furono: la broncopolmonite e la polmonite loba.re. 11 o Le lesioni patologiche, sia., macroscopiche che microscopiche, consistetooro in una intensa congestione ed intìammaziono di tutto l'apparato respiratorio. I polmoni furono trovati voluminosi, congesti con zone edematose ~ focolai pncumonici con o sonza ascessi. L'esame istologico mostrava la presenza di zone atelettasiche e, acct\Dto a. quesw, zone con rigonfiamento delle pareti alveolari come nell'enfisema. Fu anche riscontrato congestione del fega....o, dei reni, della mucosa. gastrica. e dell'intestino tenue. In molti casi, e sembra ca.rar.teristica. dell'azione di questi tossici, i reni si presentano fortemente emorragici con conseguente ematuria. Questo studio ci sembra molto interessante e degno di essere conosciuto per gli ulteriori sviluppi, e non sembrano improbabili, che possono prendere gli arsenicali nei molto loro composti usati e non ancora usati, ma che, certamente, fanno parte degli studi d e i probabili nuovi aggressivi da lanciare in una eventuale ventura guerra chimica.. fu."f!ERI.
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T . O. -
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l doveri di un umc:taJe deJ ~rpo sanitario militare verso l soldati di Sa-
nlti. (Joumal of the Royal army medicai corps, ottobre 1933). Si tratta di una. conferenza tenuta all'ospedale • Ca.mbrige • in Aldershot sui doveri degli ufficiali del Corpo sanitario militare verso gli uomini dei propri reparti, al di fuori d el campo p rofe-ssionale. L'O., ricordati i diversi rapporti che esistono fra. ufficiali e gregari della Sanità militare in confronto di quelli che si hanno p resso reparti combat,tenti. raccomanda che. malgrado le maggiori difficoltà, si dimostri s~mpre il migliore interessamento per i propri sottufficia.li e soldn.~i per ottenere un più efficace rendimento di lavoro, per promuovere un bene inteso spirito di Corpo. per mantenere e tramandare le tradizioni del Corpo stesso. Occorre cercare, favorire contatti con i propri dipendenti, studia.me il carattere, dimostral'f'i solleciti per quanto riguarda le loro condizioni di vita e le loro famiglie, assisterli, consigliarli, rompendo quella barriera di riserbo che il soldato sente di fronte all'ufficiale. Non che si debba fare da «padre per forza •, ma si considerino i vantaggi che derivano al servizio da tali premure, per l'influenza benefica. sull'animo doi dipendenti. L 'assistenza deve estendersi allo esorcitazioni sportive, all'organizzazione di festo e tratt<Jnirnenti. Deve essere vigilata. l'igiene de i donnitori e del vestiario, ma sopra tutto si d eve porre gran curo alla confezione del ranc io, ricordando che • alla via d el cuore si giunge per lo stomaco n . Tuttavia è indispensabile mantenere la. disciplina e conservare nel contegno la dignità del proprio rango, senza certe familiarità che potrebbero generare abusi e screditare il prestigio militare del Corpo. Nelle relazioni di servizio ciascuno deve oB!'ervare i doveri d el proprio stato, senza essere incoraggiato ad insofferenza che possono dAriva.re da particolari condizioni. L'O. cita l'esempio di un soldato laureato in chimica che si dia delle arie per le mansioni tecniche che disimpegna col proprio ufficiale; se costui non iosse tenuto metodicamente a Ptrette osservanze gemrcb.icbe, quando venisse meno di riguardo a lla 8'Ì8ter o al sottuffìciale di reparto, egli avvertirebbe il disagio di una necoSSt\ria. punizione, mentre l'ufficiale sarebbe il vero responsabile d ella infrazione discipli· nare, per aver tollerato, in servizio, quelle tali arie di superiorità. La diretta conoscenza d ei propri uomini giova infine a. meglio ntilizza.me la disposizione e preparazione alle diverse specialità (infermieri, cuochi, personale dei gabinetti scientifici, massaggiatori, aiu tanti di farmacia ecc.) e a questo riErtmrdo l'O. raccomanda oculatezza e scrupolof!a imparzialità nel conferimento delle cariche, noncbè nelle Commissioni di esame che decidono del1a. corriera. del persona.]('! di truppa. Concordiamo con l'O., il quale osserva che l'argomento della. sua conferenza, per quanto sembri modesto, ha. una. grande portata morale e pratica. Gli uffi. ciali del Corpo sanitario devono avere con i dipendenti soldati di sanit.à. quella comunanza. spirit11Ble - non disgiunta dalla. dignitt\ di grado - che tanto influisce !ml rendimento in SE'rvizio, come avviene presso le Armi, per cui occorre imparare a ben conoscere e ad amare i propri uomini per esserne amati. Come ha detto S. E. il generale Baistrocchi nel discorso all'ospedale militare di Roma.. di cui è notizia in quaRto stesso fascicolo, g li ufficiali della. Sanità militare non d evono limitare la loro attività a! campo professionl\le, ma. devono vivere a. contatto del soldato ed averne la maggiore cura. in tutta. la estensione del t~nnine. BoRRozzrno.
IGIENE DE BERARI>INIS LUIGI. -
Malattie soclaJI. (Vol. in 8° di pagine VIII-82; editore
A. Giuffrè, Milano. 1933. L. 10).
Questa monografia fa parte del .Trat~t~ eleme~tare di statisti~. di_re~to da Corrado GINI pubblicato eo,to gh au$J>1Cl dell'Istituto centrale d1 stat1st1ca del Regno d'Italla. In esso vengono esposti gli elementi fondamenJali dello studio 8tati8ttico delle malattie sociali, che l'A. divide in due grandi classi :
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~lEDTCA
ITALIANA E STRAN(ERA
u) ma.latt.io acl e tiologia n o ta o rli cui sono almeno no tA.. le Ntuse ambion· tal i che possono favor·irne lo sviluppo l'l la diffus ione (q uali: le malattie infe t· tivt- ad a.ndnmcnto cronico, g li t1.\'Vt?1Pnamenti o lo intoo.;sict~zioni professionali croniche, <>cc.); b ) malattie a d etiol<>f?:Ì>l. n n cora incertt\, mH. ch e per ust.cns ione o por r ealo o supposto andamnn to c rcsc<' ntl' preoccupa no la socie t.'1 ( pollagr·a, a vi tttmino.<;i, malattie d on1to ad alt.l' rnzioni <' nrl oC'rino legot.c a condizioni umbie nt·clli, ecc.). A lln trattazione particolau·C' d i n iC'un<' di queste ma luttif• l'A. pt't'ffiPtte a lcuni brevi cenni metod o lof!ici sui cri te r i Ùtt SC\~;?:nirc pe r lo studio d ello maluttio sociali, di cui può es~crl' studiata sia la morbositò. che la m orbtlitù. P er poter f!tudiare lo. morbos it à, la cui ri le vazionP è Ro lo possibile nei casi in cui In IC'ggo proscrivo la denuncit\ obblignt-oria. ovvero quando nccr~><><ità t\ mministrntiYe o di J>ciplinari impongono cii l'f'~iRtral'(• il n1,1mer o d ogli indiv idui che cn.dono ~;~.mmolatì lP· e'l., E set·cito, Armata), occor.r·e conosCC're, o lt re il num1·ro d ei ca~ i nnche t.ut!A' le camtteri!'!ticho di spnzio (territorio); di luogo (mnbionw); di tempo, n e i quali s i sono v erific.,<tti i casi; di e tà; di st>sso; di stato civi!('; di professione d egli ammaln t i. Gli stessi c r iteri \"al,aono p C'r la mortalità, la cni rilevaziono è compint.a in tutte le Nazioni n.vent.i uffici di st.atist·ica organizzati . I nvrcP rl i t.rncciare d E•i criteri t~mrici per· lo "!tudio d l'!lla morbos ità o dl'lln. mortalità. molto opportunamente, l'A. esamina pn.rticolarmen te la tubercolo11i: questo esf\me minut-o e preciso può ess;erA ••::<teso dallo s tudivso. con oppol't.une a ggiw1t-e c varianti. nncho por malattie aventi carttt.teristichc> nnaloghe n.llt\ t,nbcrcolosi. Ruccf's.«ÌVtl.mf:'ntc. ne l I II Capìt.olo. l'A. t l'attn. brt>\·emC'ntc d e lle altre principali malnt.t.il'l sociali, quali: la ma laria, lf:' malo.tt.io \'!lllfTOe e s ifilit.iche, l'alcooli smo c t·onico, il t racoma, !e Jllll.la.tt,io mentali, i suicidi. le mlllattiv professionali, l~ lesioni accidentali e '' iolen te. Un particolare ri lievo è dato allo malat tie mentali por Clli s ì pos.c;rg~ono d E•llo st.atistic h (• molto accul'ate e I'Piativamrnt l." complot.c reda tte dHII'Ufficio ~tatistico clol Manicomio provinciale rli Ancona iu collaborazione con l' T><titut.o C(•ntm!P di st.M.ist icn de l R egno d'I talia. Il v olnmetto è scritto con mol ta chiarezz•\ c pn.rt.icola•·<' competenza doll'au· tore, il ctuale. dirigendo il reparto d e lle st.atistiche dcmogmfiehe e Sil.nitario presso l'Istituto ccn tmle di st<\ti '<t.ica d t-1 RC'gtlO rl' It.alia hn. pot.uto l.'ompll'tal'lo di chiare e d e loquenti tabe lle (fiO) c he accr·escono il pre~io d e l volnme tto. Nume coRe ROno t1 a quest<' lA t.t1belle to lte dali P Relazioni annuali de ll' E ser cit.o e d e lla Armata., sia que lle sulla leva Rin. f')Uelle sullo condizioni sani tarie, come ad esempio n eli 'esam fl della morboHiti~ o d.dla mor talità por tubercolosi r. nell'esame d ella morbosi tl\ per tracoma (in cui è riportata una tabell.a s ui rifomu~ti per conginn · tivito cronica negli anni 1895- 1908). Appare chia•·o, da ()u<~ste e da altre cita.zioni chE' l'A. fu. dolle statistiche san itariE> milita~·i italiane, C'Ome esse offrano n!!li studios i element.i che non è possibile rilrWt\re da a ltre ~tatistichl." e com o In Sanità m ilita{'(·, principa lmen te p er roPrito d e l compiant.o ge ne rale medico Ri· dolfo Livi - In c u i opere di antropolo~o e di ~ta.ti sti co J'('Rist.ono al tempo e R<' · ~ano le basi d e lla statistica san itaria militare italiann a~l!iungn ancho quPst.a n Ile :d tl'fl hen ~>mt:'renzf' .
D E BERARDI NIS L mor. - Statl.stlca delle cause di morte. (Vol. in 8°, pagine VIIT4J , editore A. Giuffrè, Milnno 193:!). Anche que.c;ta monografia fa parte d e l Trattato elementare di statistica diretto da C. GtNt e pubblicato sotto gli ausp ici d ell'Istituto centrale d i statistica. L'A. che n ella monografia sulle • Malattie sociali • ha. jndicato i criteri ch e sono da. !'leguirsi per il calcolo d ella mortalitÀ. o per la compar abilità dei tassi di mortalità n ei vari P a esi, espone, in questa monografia, brevi cenni storici sulle r ilevazioni statist iche d elle caus~ di morte, me t tendo in t·ilie vo l'impor tanza cho que~te Rta.tistiche hanno pe r ~a esatta con oscenza. della diffusione n e llo spa· zio delle vari e malattie e cie l loro nndamonto n e l tempo. Ciò che costituisce non <;olo un documento di inte resse medico ma anche uno strumento d i segnalazione a lle autorità governative per provvooimenti assistenzinli e profila.ttici.
RIVISTA DELJ.A STAMPA llEDIOA ITALIANA E STRA..'OERA
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Sono c itate le fonti attn.vormJ lo quali i vari Stati t'aOOOI~ono lt~ notizie sulle cause di morte. cosicchè l'l i hanno nnohe i criteri di attendibilitÀ d elle varie statistiche. È brevemente rias.<runta. l'evoluzione cb t> ha s ubito la nomenclatura iotei'IU\Zi()oale d e lle cau8(' eH morte propo!!ta per la prima volta dal Bm·tillon e r Ì\"iAt.a. d•>Connalmente d~ npposita Commis.~ione inteme.ziona.le. Alcuni b revi cenni critici aulla intc>rpretazione d!~ dMo alle c ii1Silifìcazioni che Ai trovano ne lle pubblicazioni t.mttanti l'argomento cit-cn la fl'eqnenza de lle rl ivt'rso cause in relnzionfl alle ott\, alle profes.o:;ioni, ecc., pl'('cedono 24 tabelle in cui sono riportati i coefficienti di mol'ta.lità. per alcuno impor tanti cause (febbl'~ tifoidC~:L, malaria, morbillo, Acarlattina. ecc. ) nei principali 'Paesi di Europa nell'ultimo doet>nnio. L'fflltme rli tali t.a.bollo È' part.icolarm!'nte interE'AAante in quanto dimoAtm le differenze che vi sono fm Pac!*' e PaN<<' e l' A. illustrando i dnti d e lle tabe-lle eNea d i Api <'~""' lo muion i. G. Ar.&CJSANonr~''T. - Sopra un particolare meccanismo di sviluppo (amitosi) della • Laveranla malarlae • e sulla genesi delle perniciose, con 9 fìjllllt' n 2 t a.voiP. (Archi..-. fiir Pt•otist!'nlmnclo 79 Bl\11d. H Af t. 3, H13:l). L'A. rlesC'riw• un mccc~tniflmo rli 1<vil11 ppo d e lla. Lavercwia malariae cliver!<o , ciBII'nbituo.l('> ~"Chizogonin. r cioè-lo. ~l'is .. ioncH~~'mplice (Amitos i) dn lui s•·gulta !!tudian· do 1\ frcs~o. in cellnlu. eli Koch. gocci c d i san)l:uc pn.rO."-"i tnto. tolt.c· a individui affetti da tx•rniciosu. Lo ~<v iluppo per amito~<i. non twcnmpagnut.o •In formltzione di pi~ mc•nto. rh<' l' A. dE'scrive in tut.tn l~ mo<lt~lit-À., si compi~ nello HJ>A.zio di otto ore. Il rho pot·ht acl ammPtt.ere cha Al' un solo S!'<>r<>·.r.oite infcstas.«<.1 un uomo Cl ~i moltiplira..<;..<oe, senza. incontrare osr.a~oli, p<'r amitosi, ndl'individuo infl's l.t\to ~;i a\rrebbcro, in ba,.')(' a calcoli mat<'mati<'i 35.186.372.088.832 pams."~Ìti nel torl'('ntl"l circolatorio, contro 6. l03 ..3 15.625 para«...iti che si u vrebboro nella moltiplica.zion!' per schizogo nia. A tnl!' l'norme s dluppo mpiclo di p!lrissiti. che si hl\ ne l cnso eli moltiplicazione pt'r umitosi, l'A. att.rihui!<{'e l'cstl'('ma. gruvità e la. genesi delk' }X'miriosc. L 'A. infim·. ba..... mdos i !<U OS."t'rvazioni p<•rson~tli f' "'li ar~omcntazioni biologirh••, spil•go. come, qunnrlo f> pc•rohè s i abbia tnl c- m<•ccnuismo di moltiplica:r.ion<' a.mitoticn, anzichè quello JX'r schizogonia. E\ quinùi q unli s iano lP condizioni spt•cifìcho ne lle quali si può verificare la perniciosità. dolio. malaria. Questa st~rebbc òovutt~ a.ll'eccessivo <' rnpidissimo sviluppo dPIIt~ Lavemnia per amit.osi, ~tt-etttunnnt!' legata alle min•>rnte dife!le dell 'or~uni .,.mo umnno o nl ln inAnenze nocivo df,Jl'nmhiente sulla r.·•i1-tcnm Ot1Snnica df'll'.\nnfl'lf•. RF.IIA~O.
MEDICINA LF..CAI E R. J. WEJSSENBAçH e F. FR:\!'lç ON. - Le conseguenze economiche e sociali del reumatismi cronici. Misure destinate a prevenlrll e a combatterli. (:\Tonde )fp. dica!. novembre 1933).
TI Fmnçon fin dal 1926 fac<'VI\ nottu·~> con quali gravi con><<'~u enze i reuml\· timni c ronici colpivt\no lo coll<'ttività e nrl 192!\ entrambi g li autol"i ripres(:'rO a. stlldia"' l'imperta n to quistiono di tnlP mall\t.tia. L'argomento di grande intoreAAo sotto molteplici n~pot,ti: >~Cil'ntifico, sociale, <'Conomico. ha tenuto sempre viva l'att,(•nzione d egli stndio~<i tnnto eh~ il III Conltl'f'..SSO in t.c>mazionale d e l rou!Tll,l.tismo (Parigi, ottobre 1932), dopo l'ullarme datG dn,llli autori st<·s.~i. trovò pieno consenso in Fr~tncia, pPr cui i prooitat i autori hanno pc·nsato di tmcciare un progrnmma ndc,llUato di lottu contro il non trnscura.bil~ rianno prodotto dal reumati~<mo cronico. T renmtttismi cronici, p<'r la loro frequenza., pPr la invalidità l'<pesso d e tìnitivn <' Jttavr che essi provocano, ~ pPr lo SpPse che cau.c:ano (perdite di salari per inòisponibilità. a~<.'legni di soccorsi tc>mporane i, spese di ospedali o di cura, Yei'SamC'nti di pensioni vitalizie !J('r incapaci t h !J('nnanente), rapprN<entano una ,-pra piag:\ socit\lr come h1~ eletto il BeAAf•.
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RIVISTA DELLA STAMPA li(EJ)lOA ITALIANA E STRANIERA
Tale affezione per le sue conseguenze starebbe quasi alla pari con la tubercolosi, la sifilide, il cancro e l'alcoolismo, e quindi è necessario che essa, come questi quattro flagelli dell'umanità, debba essere combattuta per mezzo di una. organizzazione metodica della profilassi e della. terapeutica, organizzazione che merita di essere largamente aiutata. e sovvenzionata dalle autorità. A questi concetti di indole generale gli autori fanno seguire dei dati numerici riguardanti statistiche provenienti da autorità amministrative (Casse di Assicurazione, Società di Mutuo socco1~o. Os-pedali, ecc.) che fanno rilevare come vi sia po· chissima. discordanza tra le diverse Nazioni, nel numero dei casi di reumatismo e lP. conseguenze prodo·t te da t>sso. Nella sola Berlino che riunisce il 67 % degli a.ssicu . rati di Germania, si sono verificati nell925, 25000 casi di reumatismo con conseguente perdita. di 100.000 settimane di lavoro. A questi seguono altri dati di non minore importanza atti a dimostrare tutto il gran male prodotto dalla malattia in esame. Questo studio è stato fatto quasi in tutta l'Europa rilevandosi n elle varie Nazioni costantemente la stessa e ntità del male. Dopo di tw er esposto tutti i mezzi che o~~ i ~:>i hanno a disposizione por combattere il reuma~ismo e le sue conseguenze, gli aut.ori fauno rilevtue quale grande progresso abbia sognnto in proposito la legge s ulle Assicurazioni Sociali, poichè essa è , chiamata a rendere i più grandi ser,rizi alle clasiJi lavomtrici, SE' applicata. con la larghezza di spirito ,·oluta e con una chiara comprensione delle vedute terapeutiche così vll.I'ie, secondo le forme considerate. A ciò segue un piano di perfezionamento e di organizzazione per tutto quanto riguarda. la lotta contro il reumatismo. In succinto il programma è il seguente: 1o accordare maggiore importanza alla r eumatologia. nello insegua.mento della medicina; 2o istituire una vasta. inchiesta medic(}-statistica presso i !Vlinisteri ed amministrazioni pubbliche e private; ao formare l'educazione del pubblico svolandogli la minaccia che pesa sul Paese; 40 estendere o por f0ziono.re le misure di protezione d@!l'igiene industriale: 5o sviluppare considerevolmente il numero e l'equipaggiamento delle consul· tazioni esterne; ao fondare ospedali speciali (Germania, Inghilterra ecc.); 70 impianti di case di salute per gli ammalati di classe agiata; so modificare gli ospedali termali e aprirli largamente agli assicumti sociali ed accrescere i loro mozzi di azione. S. VITALE.
W. H.utRIS. - Il fattore traumatico nello sviluppo delle malattie nervose organiche. (Britisch 1\fedical J ournal, 25 novembre 193·3). La. questione del rapporto causale fra lesioni del capo, dox·so, tronco, arti e lo IIViluppo di lesioni organiche n ervose è stata. sempre dibattuta fra i vari a utori che hanno spesso formula to opinioni contraddittorie. L'A. sorvolando sulla epilessia per la quale si è generalmente d'accordo nel ritenerla. in di retto rapporto con un even· tuale trauma preesistente, si Jiffonde a parlare di altre gravi malattie organiche quali la paralisi progressiva, la sclerosi lt\torale amiotrofica, la sclerosi in placche, il tumor cerebri. Per la. p.p. nessun dubbio esiste che avendosi completi\ latenza della precedente neurosifìlide il trauma possa essere un fattorP nel rnpido o improvviso sviluppo dei sintomi di essa. Interessante il caso di un ufficiale aviato re che slancia· tosi dall'apparecchio éOI paracadute non bene furu:ioMnte, àVéva battuto foTtém ente la testa sul torreno. Ment re prima nessun sintomo della pat·alisi progressiva era apparso, nei giorni immediatamente s uccessi,"i. oltre a cefalea. si e bbe sonno· lenza, mcoerenza, agitazione nottluna con sogni wrrificanti. Poi si stabili il quadro Completo della paralisi, comprese le rice rche sulliqnor (l"eli$ÌOni di Wa.s· sermann e Lange positive, 36 cellule ~r millimetro cubo, ecc.). Il paziente aveva avuto un trattamento completo antis1filitico 12 anni prima. Merita di esser accennato che mediante malariaterapia si è avuta una notevole remissione dei sintomi generali e un eswne del liquor pmticat.o nell'agosto 1933 ha dato Wasserma.nn ~
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per millimetro cubo e referto di g lobuline normale. In <l11eato ca.so sembra diffio1le negare a l grave fattore ~ralliilatico una. diretta influenza. sullo sviluppo del~ ~la.t.tia fino allo ra d el tutto laten te. Se si scorrono 1 var1 '!'annali di patologia nei riguardi della etiologia d elle diverse malattie organiche del stst.ema n e rvoso si vede che l'influenza del trauma è solo di rado accennata o addirittura sorvolate.. Osler (1930) dice che in rari casi successivamente al trauma e unita.xnen t.e u. s intomi che possono esser riguardati come neurast.enici o isterici, si possono avere d e lle alterazioni organiche nervose, con decorso a volte letale. Che ciò sia. lo dimostra. chiaramente l'esame post.-mortem. I sintomi più evi~enti di lesione ?rg:a.ni~ sono in.gene~ a~rofia d el nervo .ottico, disturbi vescicah, tremore, pares1, rifiess.1 esagerati, Babms ki, ecc. Lo altemz1oni anatomiche non hanno un quadro b e n definito, non di rado e mor ro.gie puntiformi noi cet"vello ~ nel midollo. Per un'altru mala.t;tia, l'a.trofì.n muscolare progressiva, si pensa pm·o da vari .autori che un evcntullle fa.t t ore tra.u.n'l&t·ico poS3a avero intei'$Sfl etiologico. Si è visto qualche caso di questtt. f o rmo. cominciare dai muscoli d!' l dorso dopo un trauma ctclla <:olonna vertebrnle; capita. pure d ' os.<rer vare l'inizio dell'ùtrofìa in un arto su cui si fl avuta una !C'lione, por "JUanto !'<U questo punto TCgni viva discussione l'l'A. cita <iettaglistamente un testo ing l eso cho nel 1926 ammettovo. l'infiuenza. etio logica d el t raUlllS mentre nell'ultima. edizione ( 1933) Ri è venutt a una opiniona completamente -contraria. Secondo l'A. finchfl n o n ab binm o una. cono~cenz11 pitl esutite. e ml.'lno limitata. ~ell'attuale dci process i p a "t"olog i c i rigum'Cinnti cort.- malat~ie come l'anofiu museo. In~ progrt'ssiva c In ~clerosi in placcha ecc.. non abbiamo diritto di ncgure t'infiuenza etiologica d e l t r a uma qu~:mdo l'anu.mne!li mostra chiarsmente una !ltretta. rel!Uivne fra la lesione e l ' insorgenza dei sintomi. Coma esempio analogo viene citato a que<~to punto un caso di tremo!'(' pituitnrio O!ISCrvato dura.nt.e la guerra in un indi>iduo ferito al capo da uno scoppio di bomhu. nel quale si ebbe non molto t•·mpo dopo, oltre a cefal ee cuntinuC'. una C'mianopsin bi .empora.le eia adenoma pttuitario controllato a.ll'opera.zionc. Venendo a parlare d ci tumori cerebral i i!t nuro che nellu nnamnesi di essi s i cita :!!pes.c;o l'esistenza di un trauma precedenh•, la sicurezza però che quest-o n esso esi><ta non è altrettanto f requente. Dov~ OR!;er tenuta nella massima considerazione la gravità. d el trauma, la salute del !loggl'tto .ul momento di es.~o o l'intervt~-llo primA dell'inizio d ello sviluppo dei sint omi i qu.-l i l'Ono generalmente dovu~i o alla. produzione d i un fol)olaio emorrugico in Fono a un tumore fino allora latante o all'insorgenza di fatti edentatogi; la produziono di mas.<;e neopla.'ltiche ex novo in sèguito all'azione del trl\wna è un campo tutto1·a ine~plorsto per quanto non ma.nt'hino suggestivi riierimenti analogici, Ml CIS. 1~ formazione di uno RCirro alla. mammella , di un epitelioma a lla lingua o al h1bbro, ~ome diretti ret~ltltat.i di l esioni locaH. Sclerosi die.'l<'mina.ta.. L ' A . si riferisce a tm'ampia 6 voramonte non comune statistica pel'liOnsle d i 234 cosi osserva.ti e seguiti aocurntumonte negli ultimi !?8 -anni: in 16 di e&Ri la ma.la.tt.ia breve Wmpo dopo gravi lc!!ioni d el dor!!O, d e lla testa, a volte SC<'OID()a~t~' da. perd i t-o. di coscienza per tm tempo vario da parecchi mi· nut i a diversi giorni. L'A. riferisce la Btoria dettagHata di questi 16 casi dal momento <lcll'azione traumatica qu.a-,i sempre di grave intenfrità fino a l completo quadro sintomatolojrico cho gli ho. pOl"fl\CSSO di formulare il giudizio diagnostico 6 concludo per il legame di retto fca. t-rauma e forma morboo., per quanto O!li.stan o numero~i ~uteri specie inglesi 6 oodeschi (queat.i ultimi oitat: dttOpponheim nel su o trattato) che que!lta diptlnrien:la tut.tora. nf'gnno. BER'l'OLUCCf.
MEDICINA INTERNA T . H. BEDFOilD. - Patologia delle morti improvvise. (The Journal of P athology and Bact.eriology, vol. 36, n . 3, 1933). Kella scz;one di patologia. d~lln Lecds General lnfirmary l' A. ha prORo in esame HlS casi di morte improvvisa o ccorsi in un periodo di 21 anni (1910-1030). L'inda· -gio e si è limitata sol tuo w a. yue i casi in cui la mort.e era av,·enuta prima che fossero a ccolti in ospedale, eS<' l udendo i suicidi e le lesioni tNumatiche. Una prima ciARRifì-
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c~tzi,nw
hA. pe rmE-sso <li divid <>rli in tl-e gruppi: 1° C~t<>i di individui in apparentebuona so:~.lutc, col piti d a improvviso collus.'IO e spiFati subito o m entre vcnivanotnt..<;)JOl't41.ti in ospedalr.; ~o cw~i eli pazienti nmbulo.tom-i, dei quali si sapeva cho foss'3t·o afid.ti da mala.t t.iR Cl'onicn.. e chf\ S!Jirarono in sè~ nito a collasso; 3° pochi casi di pilzient.i afft>tti d!l. mo\lotttia Hcut4\, rnort.i duranto il tttt~.Sporto in ospedale. P or qua.nt.o riguarda le sr.agioni. il mttg~ior nume ro di dec"sì!i improvvisi si è avuto negli ul timi tro mesi dell'anno. IJ sesso !llltschile è stato pmva.lont.e ( 15 t casi).. c iò è da mettersi in rapporto, in qualche modo, col ftl.f.to che la. più ~ran parto d op; li individui era spit·J\t~\ m ent.ro attendeva al lavoro o si trovnva per la stmdn. I..'1' tÌt più colpita dai 60 ai 70 anni. L'esame anatomo-patologico ho. pormesso di s:to.biliro c>he lo principot li CttLL"''' delle mort.i impmYvise sono stato: in SO casi o.ffe7..ioni delle arterio coronariP., in 35 vizi vtdvola!'i dd cuore. i11 22 an~urismi de ll 'aorta, in 19 rnala.ttio dogli Ot'l{>\ni r'()!lpirutorì. in J t) .e mot·rttgic cerebte.li, in 5 malattie dei visceri addominali (perfumzione di ulce•·n dt110d1•nalfl, C!CC.). In 15 Ctl.Si la piìJ accut·a.ta indagine ana.torno-patologica non offrì a lcun •Jicm!'\nto che si potesse ri co l11:~aT'C con l' improv,·i:;o dcce::;:;o. Il I3ecifonl. como n.lt·ri autori, si doirumdn q\tali pos.«ano c'<ser~ Il' m~ioni di <Jllesto constnt.atn aunwntn di morti improvvisH in quest.i ultimi unni . Si è !)\~lll'!t'l.lO '\ un divarso f')nOrP di vita. l.' A. rnolt.o opportunA.ulorttot~ fa notare eh., Il;) cau:;e si possono ricerca.t·r nolia. tondmlZo dnp;li nomini di tne'l.za età o di età o.van:l.ll.t..\ a COt'l· tin\Ult'O twli'A.bitndinl~ dc·gli n.~<'rcizi tisic>i, Ù<'i pH«:»ttem pi ~' di g<'n ero di I(L\ '01'0. della loro giovint•zz>l. REITANO.
CHIRURGIA GENERALE. Bomo.:-~ .
- Contributo allo studio della nora mlcroblca delle ulcerazlonl gastroduodenali e della sua Importanza nella etiologia delle infezioni polmonarl postoperatorle. La profilassi di queste infezioni. (Rovue do chirurgie - novemb1·c 1933).
T,.o compliCI\7.ioni polmonari post-opm·t~torie l'!OllO •~~ lativamente ft'!lqut>nti in_ chirnt':(!if~ _gf'neral ~>., ma multO più frcquenLi in chi.rurgia gastrica. To~le po.rticolnre
comport.fl.mento d e llo op<wazioni portat.c sullo stomuco implica pt>rt.mto la soluziono di un proble ma difficile : donda provengono i gtwmi ,,.;.ponsabili dell~ infezioni pohnonari? Vengono clallo stomaco? La flora battf'.rict~. o la. costituzione 1\ntltomica dello stomaco Rono capac>i di !=<piega.re la fl-equem:a delle compliMzioni polmonari ossHrvato in chi rtu·~ia a:n ..;;t,rica? Con un accur>tt<> studio clinico e Rperimcntale l' A. ~i propone di risponchwe ('Sn urientemente ai quesit.i imposti e risolvere l~~o dPiicn.ta E' difHciln quustionf' della patop;enesi d e lle infezioni bronco-polmonari post-op('rnt.o•· io. Lo riccr'Cho olinicho '.lell'A. sono !'<tat.e porw.tc su un d ewrm inato numet·o d i individui. t~.ffett.i dt\ ulceJ•e gastroduodenali o dA. carcinomA. p;u;;trico, sottopol"t.i A.d ir1ton rento upenttivo. Durante l'atto open1.tivo, sin. esso s tato di r't'.«czione JZ<Ultl'iea o a:ustro-pitorica. o di !.<emplic.' gastro-cnterostumiB, sono stati effottuati d oi p11'1\'Yam enti di mawriale in pros s imit.à finila. zona ulceroSA. o di ()ue lla affeth\ du Cl\ nero <• ::~ucco.;.'òivamcnte sono st.ari pro.tiCRt i gli esami cultnrali JX'l' la d ckrminnziono d(-n>L flm·a microbiCtt lttl!<tro-duodenah·. N<·g:l i o!)€'rnt.i, in cui si è poi n v uta la in$0J'Il:l'nzB di complicttzioni polmonari pol'!t-o(X'n\t.ori!', è stat.o !<t.udiA.ta h\ flora microbica de lle vie I'C'l'!pin\torie. Da.i t·isulta.ti di qul"sti C!<ttmi batte riologic i l'A. f)f\rv ieno >HlLmot pt·ima conclu!:tio•w o c ioè che In florn mict·obica d e l h~ cornpliCiwioni post-opet·lltorie diffe ri.;ce da quella. gastroduodenale. P ertanto. almeno n o.:lla mng~ioranza dopi casi, la setticitit dell'ulcern o dol cancro non ~ioc11, 11.lcun nwlo irnportnnto n eiiR. produzione dellt> complicazioni polmonari post-o p f'l'nt.or·io. Ed a llora, !'O la sotticemia di origine giLf't.t'icR. non inter· viene chn raramen t~} nt>ll~t l!t"ne!<i delle infèzioni del polmone, qucsi.tl. infezione non può vonirl.'l che dalle vie t'tl.;piratot·it- superiori. Riprcndendo le t·icc rche spet·imcntali di Razomon e di LoubJ·y, opportunamente modifi~~to a l finfl clw l'A. s i prometto di mggiungcr·e, in base allo .;tud:o compa.ru.tivo de lla. flortt microbicn a:n.'ltr()-duode-
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RIVISTA DELLA STAM PA ME D ICA ITALIANA E ST RA.."'TERA
naie e di quellt~. delle complica.uoni polmon ari postr-opet·atorit-, Hoit·on per viene alle scgut.>nti conclusioni. 1° I traumatismi o(X'mt.ot•i dello storna.co determinano nei polmoni lffi& zona di minore resistenza alle infezioni sperimentn.li ottenute per ,·ia gt>nerale o ptW via rin<>-faringea. Nei CI\Si di infezione per via genernle, la localìzzn,zìone polmonare è ;;pconclaria A.d un processo setticemico. 2° Le infezioni d i origine rino-faringca., dopo interve nti sullo stomaco. sono suscettibili di interessare il parench.irna polmonP.rt> sia per via sa.ngnil!llt~, cho pe r via bronchiale. Nella ~condn parte del lavoro è tra.ttat.n. la profìlm;si d elle infezioni polmonttri dopo operazioni gastriche. Ammessa l'origine rin<>-ftwingt>..a, tre indicazioni impor· t>mti sono da. tenere presenti. · l o Praticare la. dìsìnfe:~.iouo d el cavo Iino-f;uingeo d (lll'operanJo. zo Non intervenire su individui affetti da formi~ influenzale leggera. o prcSCH· tanti fenome ni respiratori o corizn ncuta. 30 Evitat'fl all'oper~tto, nC'i ~iorni che 8ep:uono all'intervento, possibilità di contnmina.zione. tenenùolo in ambiente bene ~J.erato o limitando al minimo indi~pcn· subilo i suoi contntt.i con estnmei. Quant.o ai metodi di siea·o e va.ccino-profìlas.«i rlelle complicozioni bronco-polmonari post-ot)('mtorie. l'A. tenendo prei!ont.e che lo stroptococco è l'agenw pi~a frequenti.' di te li complicazioni. ritiene c be l'impiego del siero di Vincent sia di indiscutibilt> efficacia, spocitl quando tale sier<>-profìla.s.<>i è associata alla vaccinaziono. preventiva. dello prime vie respiratorie con lisati vaccinici a. bus() di pn~umococchi pneumoha.tlilli. P.ntcrococchi, streptococchi, bacillo di P foiffAr o stflfìlococch.i, insuf flati alle mwici. Poichè nelle operazioni del tubo digerente. oltro allo st;roptococco ed al pneu-· mococco. hanno notevole importtmza. per l'insorgenza di complicazioni pohnonari post-opera.torie gli anaerobi, l'A .• consiglia d i associ art) ali(' sornministra?.ioni per via parenterale di s iero antistreptococcico anch~ quel h\ di sies·o antipneumococcico erli siero t~.ntigangrenoso polivalente a liA. dose di 20 cc. per cii\..~Cuno. Avendo o.vutv occasione di applicare tale metod o su 5 1 O(X<ra.ti sullo stomaco, in un solo cnso l'i è avuta complicazione polmon are. In ba..:;e a. tali risultati, pur trattandosi di un osigno numero rli osservazioni, l' A. ritiene n on infondatamente che l' impiego del metodo consigliato può sicum· mente ridurre le proporzioni della mortalità. opmontoria. l>Cl' complica:r.ioni pdmo· nari, sopra.ttut,to quand o tnle metodo è associR.to alla o~trbogenoteropia prev~o~ntiva, preconiu.ata dagli americnni, CJ UI1.1e ottimo a.ntitod o dell'ntt.>lc-t.tasia p{Jf't-opemtorit\ o buon Ncitant.e dol tono dei muscoli res pia·atori. ROSA.
A. \\7oLF, C. RARE, H . Rwos. - Manifestazioni neurologiche In due pazienti con lpoglioemla spontanea. - {Bulletin of the Neurologica! Institutc of New York; giugno 1933).
Fro le innumeri cause. non sempre ben definite noi loro meccanismo d'azion e, cnpa.ci di produl'J'e accessi convulsivi, vanno ricorda ~i anche gli stati d'ipop:licemia. consecutivi o non n. l~ione pa.ncr eatica. «Uno studio veramente completo d ' un paziente affetto da acces<>i conVltlsivi - 11fferma.no ' Voli', R are e Riggs -dove portare con sè la determinazione d t>llo zucchero nel sangue •· In effetti pe rò i disturbi che si p r oducono sul sistema nervoso in seguit.o a ipoglicemia sono assai rari, com'è dimostrato dalla stessa statistica 1·iportata. dap:ti A. A. che osservarono casi del genere solo duo volte su circa 14.000 pazienti mu·nti al Neurologica! I nstitute nel periodo di t re anni. Gli st.ati d 'ipoglicemia. vengono divisi dagli A. A. in duo ~ntppi: nn grupl?o di qu elli con lesioni anatomich e accer tate e dimostrabili e l a lt ro di quelli m cui un fonda.menoo organico non è stato rintraccit~to. N e l primo gmppo si ~ro.ttt\
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nella maggior parte dei casi di neoplasmi benigni o maligni del pancrea.s; in qualche caso di alterazioni a carico dei surreni o d ell'ipofisi, organi capaci anch'essi d'influenzare il metabolismo degli zuccheri. In uno dei casi osservati al Neurologica! Institute si trattava di adenom& delle isole del La.ngerha.ns, la diagnosi d e l quale fu posta solo 1\l tavolo anatomico. Gli accessi convulsivi arieggiavano al tipo epilettico e furono messi in rela· zione coll'ipoglicemia in qaanto il pill. delle volte essi comparivano appunto prima. dei pasti, cioè quando il conte nuto di zucchero nel sangue, anche in condizioni fisiologiche, è abba.ssato. Vipoglicemia doveva esser e in questo caso verosimilmente in rapporto colla sovraproduzione d'in..<;ulina elaborata. dagli adenomi pa.ncNr . . cut. l a. d'tagnost. d'1 tpog . licemta . f u f Rtta gtu. . ,. . . eealt.ici. secon d o caso, mvece. m $ntra vilam, il trattamento continuato con iniezioni endovenose di glucosio e la. sommini!'ltra.2.ione abbondante di carboidrati permisero molte volte di prevenire gli accessi convulsivi. Onde il rapport-o di causa a. effetto fra stato ipoglicemico e sviluppo dell'accesso convulsivo (che qui arieggiava al tipo isterico) appariva sotto ogni punto di vista netto. Non fu invece possi bile, pe r quante ricerche venissero fatte, stabilire le cause produttrici d e ll'ipoglicemia, in quanto l'esame dinico, quello ra.diologico e le ricerche di gabinetto non poterono accertare lesioni a carico di nessun viscere. Il fatto che lo stato morboso del paziente coll'andar del tempo migliorò notevolmente, diede adito, all'ipotesi che fossero ù1 giuoco soltanto disturbi funzionali di questo o quell'organo, senza alterazioni anatomiche irreversibili. Gli A. A. nelle loro conclusioni non entrano in merito alla. discussione d el meccanismo produttore dell' ipoglicemia, questione assai ardua. e non ancora ben chiarita, ma vogliono soltanto mettere in rilievo che fenomeni convulsivi possono svilupparsi in seguito a disturbi da alte rato 1 icambio. Dalla revisioni) d ei casi già studiati nella. letteratura. es~ concludono che- non è possibile parlare d'un livello percentuale di zucchero nel sangue al disotto del quale insorgono sintomi neurologici. I quali devono essere considerati soltanto come l'espressione d'un disturbo funzionale ma. non d•una altera-zione organica vera e propria. Le r eazioni neurologiche successive a. ipoglicemia- ricordano gli A. A. -
sono state esaurientemente studia.t~ dal Wilder, che ha tracciato quadrj clinici somiglianti all'isteria., all'epilessia, all'amenza ma che conservano in proprio un cache/, particolare che è quello che guiderà. il m edico al sospetto d 'una etiologia insolita. Non basta, infine, constatare variazioni nel contenuto di zucchero nel sangtte durante gli accessi oonvul'>ivi per parlare d'una. origine ipoglicemica di essi. Qo. corre studiare a hmgo il ta..,so di zucchero nel sangue e perciò anche nei periodi di quiete, fra un accesso e l'altro, in modo da poter stabilire che tratta.si! d'una ipoglicemia pe rmanente capace di d eterminare la fenomenologia nervosa suddescritta.. SACCHETl'I.
A. CAMPANA. primo capitano m edico. La reazione di precipitazione mlcrosco· piea secondo Kllne per la diagnosi di sWllde nel liquidi cerebro-spinali. (Riv. di patol. nexv. e mE~nt., fase. 2o. 1933). L'A. ha. esperimentato, primo in Italia se non in Europa, la 1·eazione di Kline per la diagnosi di sifilide nei liquidi cerebro-spinali, da poco introdotta nell'u.so corrente di alcuni O!!pedali americani. Io base ai risultati ottenuti dall'esame comparativo di 1 7~ liquidi cimentati con la reazione di Wassem1ann e con quella. di prectpitazione-microscopica di Kline, perviene alla conclusione che quest'ultima, oltre a richieilere una tecnica infinitamente più semplice e più rapida della R. W. (od anche della Kahn e della. M:ueller), offre rl'l(fUifliti indubbi di maggiore sensibilit~ che non la J'f'S.Zione di nl\~z.ione del complememo. Nei riguardi della specificità la Kline si è rivelata per lo m eno di uguale attendi bili t.!\ cht> la Was.<;ermann. (AUTORlASSUNTO).
NB. - La reazione di cui sopra, oltre che .~ui liqllores, può essere ~'ifl!luita, con le varianti ~tt~ggerite dal Kline, aui sieri: ami. le prime prove in .America furono wppunto praticate ~tt~l plMma IJCt~l{!uigno (B. S . Kline: c Micr08copic sliM
Rtvl9TA DELLA STAMPA :&tF;DICA ITALIANA E STR.UnERA
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preci.pttation tesi8 for ' M àiagrw8Ì8 and exclu.aion of Byphili8 », The WilUama and W ilkiflB Oompany, Baltinwre, Maryland, 1932; Eller J. J. andReina. R. : uKLim~ finger blood precipi.ta.Uon test for SyphilM•, Archit>'eB of dermatoli)gy cmdsyphilol.ogy ,feb· braio 1932: Rein O. R.: cThe tmlue of tlle K Une precipWT.ttion test~ /or ayphili8 », Oomuni· cazione alla 43& riunione annuale di cThe Aasociation o/ Li/e I nauraru;e Medical DirecùJTB of Amer-ica•, ottobre 1933).1Z controUo di tale prova, che si eaC{lue ugualmente in breve spazio di tempo e che richiede una quantità m inima dì sanyue (è a~tfficierne la puntura di un dito o dellobul,o deU'ort-cchio), potrebbe usere praticato negli stabili · m enti sanitari militari, e, se i rùtullati fossero po~titivi come quelli ottenuti nelle prove sui Uquidi, grande vantaggio, io penso, potrebbe veniTn.e wi nostri laboratorii di antùisi in pt~rtic:olari circostanze di tempo e di luogo facilmente immaginabil·i. CAMP.~NA..
PSICHIATRIA G. l\1onl!:NA. - La morbo;ft.à per m alattle'mentall In Italia nel trlennlo 192·6-28. • (Roma, t ipografia Faill i, 1933). Il presidente dell'Istituto centrale di statistica, mantenendo la promessa fatt.u. nel 1928 allorchè fu pubbl icato il primo volume riferentesi agli alienati pt·esenti nei luoghi di cw-a d'Italia a l l 0 gennaio 1926, ha provveduto allo. pubblicazione di un secondo volume di studi statistici riguardanti le malattie mentali. Questo secondo volume si riferisce agli ammalat.i ammessi per la prima volta negli ospedali provin· cinli psichiatrici e nelle ca...<~e di salute per alienati, nel Rogno, durante il tt·iennio 1926-28. Il materiale che formò oggetto di questa seconda pubblicazione è stato raccolto presso l'ufficio statist.ico per le malattie mentali da poco tempo istituito nel manicomio provinciale di Ancona. e diretto dal prof. Gustavo Modena, e fu elaborato nel II reparto dell'Istituto centrale di statistica, di cui è capo il ~enente colonnello medico De Berardinis Luigi. La relazione che illust ra i dati raccolti è stata t-edatto. con molta chiarezzt\ e competenza de l predetto prof. Modena. L'A. fa presente che ttuesto smdio di •movi· mento • di malati di mente durante un trionnio ha qualche lacuna perchè è mancata la possibilità d i riferire il numero degli anunalati secondo alcune voci, alla popola. zione censita a.l21 aprile 1931 non essendo ancora note lo ripartizioni di essa secondo tutte le caratteristiche, ed a.nche perchò non vi sono pos.~ihilitÀ. di confronto con altri studi statistici preced enti sulla morbosità meutale in Italia. Lo studio fatto nel 1926 riguardav>\ •censimento • di malati presenti nei luoghi di CUI'IU\1 l o gennaio 1926 e quindi esaminava «uno stato di fatto • in un d~to momento. Questa indagine ed altre simili fatte in precedenza, o da istituti clinici o da st.udiosi isolati , sono, dunque, incomplete o frazionarie, o hanno scarsi riferimenti proporzionali, o sono sta(.() condotte per brevi periodi in base a d obiettivi unilaterali e senza controlli di 4!1"\>eidi ve• e Renza separazione del materiale con rigoroso metodo nosotogico e stati. stico. A riguardo di tale metodo l'A. fa noto che per l'att\ll\le ordinamento statistico ha iòdottato un e lenco rli malattie a d espressione nosografica che risponde alle classificazioni più usate nelle va rie scuole italiane, e ciò ha. fatto anche perchè sa· rebbe stato difficile raggiungere un accordo sopra un elenco internazionale c ome non f u pos.'libile neanche a Parigi nella riunione della LE-ga europea d'igient- menta!~, nel 1031. Del resto, per l'indirizzo di programrrw. profilattico cui principalmen~ verte l'indagine statistica. dell'ufficio che l'A. dirige, non reca pregiudizio qualche eventuale discrepanza su classificazioni nosologiche più o meno confinarie nei raggruppamenti statistici, Dalla relazione ora pubblicata nel suaccenntLto secondo volume di statistica, si ril~·a che la morbosità per malattie moutali in Italia. non è aumentata nel triennio 1926-28. C'è s tato un aumento graduale dei degenti negli ospedali paichil).· triei, ma esso non dipende da un aumento di morbosità, essendo il numero delle • ammis.~ioni per la prima volta» presso che costante nei tre anni esaminati, ma è da mettez-o in rapporto con la. maggior frequenza rleiiB • reciclive n, con la maggio r durata delle degenze, con la diminuzione della mortalità e con la diminuita quan·
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RfVlSTA DELLA STA.'IfPA MEDICA ITALIANA X STRANIERA
t.it.à di dimi s:~ioni <'Ondiziona.te pe r ragioni forso inai'(lO~i a lla. cri;;i economica e a Il t• disoccupttzicme.
Dallo numerose t&Yole statistiche che fig-umno nol volume in parolo. si rileva. d1P rhmm t~ quC'st.o t r·i e1mio 1."!\a.minato la. morbosità m entale in Italia prPv>tle
n t>l
~·sso m n.schi le . è nc t.tarnente predominante nell' Italia. sctt en tt-ionalo ed è sc.arsisn~II 'Ita.l ia. m Pridiono.le . V. ft)t•me JnorhoAA più frequen ti rignardl\no le u po;ico~i affettive • e di queste, g li
s irno.
w.«ta.ti Ù!\fJI'f's«ivi o mAlinconici•, i quali !'< i riscon t rano in maggior numero n e lle d onnn e nelle et.iL pi ù ·i noltrate.
Le psicosi n lcooliche ncut<:' !;Ono li<'n~mnnte diminuite d~tl 1925 o.l 1928; So110 in proporzioni dr-l 4. f per 100.000 abitant-i m Mchi; C)nelh• c t·onic lw invece, in proporzion.e di l ,5. Queste ps ico»i »ono rnul!g iorment.e ciiffn~<e n el nord d ' Italia, e più ;;~cinlm<'nte n E'l Piemonte e n<'lltt Lom brmliA.. Le munife'stazioni d e lla lur n•·urop>'iichicu., spflcie l~t paralisi progrc::;;siva.. l'ono in a.umenro; Rppa.ro> invP.Ce tliminuif a n~l l fl2R la rnortnlitii pPr qu<'st.a malattia. ecl E> ri~ultar:n il'<'f!HPnt.o la così òPt.ta guarigion o cli nica. ciò <'he !'l i può att.ribuil"f' a l ctiffondArsì sempre cr<'scentc dPl tmt.tan1cn to m~\larico e pircto- terapìco. T.a ilem"n Z!\. pt'<'COPP in rapport.o alla popola7.ione cen;.i ta a l 21 11.pri le 1931. dà l~~o p<'I'CI."ntun.l<' ciPl 7,2 per 100.000 a hitnnti. con 8,3 maschi o 6, 1 femine. E::>.'lA. è p reval!'nte ncl!n Venezia Ciulia. con 17,3 pt>r 100.000 abitant.i. ~'<'lo!'te la. Liguria. cnn 12,6. cri il Piemont<> con 9. L rt mnlnt.tin. pro,·ale dai 15 rLI 4il nnn i, con m"'q$!ior rilievo rrn. i 25-29: i coniugati !'1011') infMiori ni Cf' l ibi o ali<: mthili: i ll'ttE'rnti ptooomin a.no !'l u;tli illr·tte rnti. L e • dimis;;ioni • tl t~o;li il'ltitut i òi cura, sono tWYenutP in preYnl!'nza. « in esperim ento•. Nel complesso dello spo~lio fl plJp schPdP dc~Ji nmme;;si. rlimc~<.'<i . ri nmm0~<.«i o non piìt riummcssi prima e dm·ant:e il t.ri(•nn io, ~ ri!<Hit.ato il li, 7 de'i glta.ri ti ~<u 100 dim<'ilsi rl!'l ~I'ÌI'nnio. T--a mort·ttlit.à d egli >tmnw;<;; j 1w l tric>nn io, è d f."l 16,9% sul tot ~\ 1 <' degli u.mm('"'"i pc'f lA. prima \'Oito fl('lJO l<t.('s;.o JWrÌOÒ O. Da qul."-c;ti rilic>vi ~<tor.istici condoni <·(m tN •tono ri goro~o <'con nni r.it. d'imli r izzo. s i possono trarrn C'lemon t.i di a.lt.o in teresso p c•r lo !'ltudi o d ni v•·oblemi ineren ti non soltanto nlln n·n~<oloJZia d elle mlLI~tttie m entali. m1~ n.nclw a lla conoscenu1. d olle con· di zioni di d i fht~<i ono d i que~<to forme morhoso n flll€' vA.rie r<'l!ioni. nei d ue &ssi. n elle divm'lSu etl\ e twlle- vA.rio CII!.I'IZOl'Ì(' socitl.li. È noto ch fl JWr lottare con tt·o h' malattie in gen orf' e ~o;JX>cialmf•nt{\ contro q n elk' mentali, l> Htili;:;;imo cono"C(Ire il numero d e i malati, la frequen:u~o e la distri buzione dello p~ieopat ie, le influenze etiogenetiche e concan><ali csog(me, R.mhien tnl i in rappor to con fattot·i socia li inernnti (I.Ì Cll.l'atteri etn ologici d ella popolttzione <'< l all<' abit.udini d i vit-a t' rli la ,·oro prr•dominanti in una dat-a regionP. Bisogna.. dunrptc . C'S><or lieti che ) p. nutorit.à comp<'· t <>nt.i n e! campo politico P !'lt.a.talP. comA a.vAvan f>ttto per lo, !'<t.~tti "tica. di altre m a · Tnt t.i<' a fondo sociale. t\n eho in qu (';;te mentnli hanno ist,ituito questo nuovo reparto rli :studi statistiei snlln forme morbosn mentllli, c he . affidat o conte è. a val t>n tm cultori dello. n1At.orin, servo non solo n fini scientifici di nosolo,~~:io., m a. costituisce nn centro rli coordinamento e eli info •·mazioni dn cni tl'tl.n-e c lementi pN· quei pron·~ . di menti di profìlas;:.i ;:ocinle cho tendono a1l11. miglior con sPrvl\ziune rlt'lla. ~<o.lut.e d ella ;:tirpé ed a ll'inca·,' m<mto d ollt' sci<:' Il"-<' hiosociologiche tmch,, n oi r·irzuar<li d t.> llr pre v<'n· zion i <'rimin!\.li. (1y \ BRUS'lO .
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1933--XI. R iasswt fo. - L'A. es pone un mt>todo por In d cwrruinnzione elc i sncca rol:!io in eme. 0,1 di sn.ngue. L' A. ht1. introdotto nel metodo propos to da J. Bang per la clPtenninazione d e l jZiicos io, un prdiminm·e procedimen to per idro lizzcwe il disa.cca.r·ide in quf'<:t ion e . mcrlico. La ,·eazione di precip il.a!ione micro· scopica secondo Kline per la diagnosi di sifilide nei liquidi cerebro-spinali. a Rivis ta di Patolog ia Nervosa e Mentn.Ie ''• vol. XLII, fnl:!c. 2, S!)tterobreottobro 1933-XI. (v. ree. in questo fase.). - Sulle infezioni acute non purulente del nevrasse. ~ Ra-'>s~'gna di S tudi P s ichiat r ici », vol. XXII, faac. 5·6, Sf't tcmbre -dicembro 1933-XII.
CAMPANA Antonio, primo capitano
('ASSrNIS prof. Ugo, maggiore me dico. La m edicina nello sport. • Le F orze Sani·
tarie •. n. 18. 30 giugno 193::1-XT. - Di. alc uni disturbi del ritmo cctrdiaco e (lella lwo i mportanza nella v ita m~'li · t.are e sportiva, con 20 figure nel testo. « Archivio di Fisiologia », fase. 4. 1933. e dott . DE NEC:Rt E. Ricetche eltttroca-rdtògra{iche negli spor/i,·ì . « R~lf<Scgnr~ di medicina appliCAta al lavoro indus t.rinle •, n . 4, Jl!g!ìo -ngosto 1933-X I. R iwumnto. - Sono descritti alctmi e lettrocardiogrammi ottenuti in 10 s portivi con a.nRmnPs i nq:~ativa in 9, posit iVfl in uno, pe r intA'rcorronti disturbi intestinali <' precisamen te: un caso di dis turbo di equilibrio funzion~tlll d e l nodo de l seno con Yttria.z.ione di forma d e lla P o comparsa di fiutter. Tre casi di blocco ntrioventricolare: incompleto in duH, insorge n te per effett·O rlell'ese rc izio fisico mentre a. riposo non era dimostrabile , l'altro ben evidente n riposo, in stato emotivo. Due casi di ftuttAw a riposo, in uno d e i quali il lavoro muscolal'(' dà. un a ttacco di fìbrilJaziooo auricolare. nell'altro dà invece scomparsa. del disturbo e ripristino di condu· cibilità. normale. Due casi eli extmsistoli auricolari di cui uno unito a blocPo incom· pleto a. :riposo, che s i intensifica. per effetto del lavoro muscolare. nell'altro invece comparente solo nella.voro. Infine due cti.Si nei quali l' uno con e xtrasis toli ventr·i· cola ri dest.re a. riposo, che dàrmo un ritmo extrasi!lto lico dopo il lavoro con e xtrt.o.· sistoli auricolari d estre altemate con extra..:;istoli ventricola.ri, l'altro solo con f'Xtra..-.is toli vont ricolari d estre che compaiono pPr effetto Ò(ll lavoro mw;colare intens o. Sono vagliato le concause d e terminanti disturbi ed è consiid t>rtlto il rendimento lavorativo d e i soggetti in tali condizioni. -
G. Dario, capitano medico. Ccmtribtui allo studio dell'aggluJ!in<JZione CUJ-pecift,ca. « Bollettino dell'Istituto Sieroterapico Mila nese •, faac. X, otto· bre 1933-XI.
C ASTELLI
RiasS'Untc. - Dci molt i mezzi, fisici e chimici, con i quali s i provoca in deter· mina,t i casi la flocculazione di emulsioni batteriche, la. agglutinazione acida. com· b~ta. di Mi?haelis è la reazione che maggiormente avvicinas i alla siero·aggluti· naz1one specifica. Gli el e m enti del siero normale ai quali si d eve l'azione sensibilizzatrice, in q uanto preparano il germe a.li'intervento dell'e lottrolita acido, sono massivamente
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BIBLIOGR"J'TA MEDICA 1\liLIT.UtE ITALIANA
compresi nella frazione inco>1.~u labile a soo C. e fli ri t rovano in copia !abilmente uniti con le globuline del s iero, ovo queste siano sta. te sepa.mte mediante preci p i. tazione. CoLAJAm;I prof. Giuseppe, Cfl.pit.fl.no medico. Sulla
ricerca deU'equazwne di R c,yleigh all'ancmwloscopio eli Nagel per l'accertamento del dalton~mo relativo. « Annt\li di Ottalmologia e Clinica Oculistica. •, fase. 2, 1933-XI. R iMsunto. - Dopo M"er accennato brevemente alle moderne vedute sul daltonismo relativo ed aver rif~ri to i risultati di 79 os.c:.ervazioni fatte coll'anomuloscopio di N age l su piloti e candidati al pilornggio aereo, l'A. fa alcune considerazioni sull'impiego di qnost'apparecchio per I'A.cc0r tnm0nto dolle discromatopsie relath·e negli esami professionali (ammissione a i sorvizi de li'Aeronaut.ica, Marina, Fer rovie, ecc.), mettendo in rilievo l'oppo rtunità. di servirsi di controlli pratici. che consentono di stabilire il grado di sens ibilità cromatica in funzione della distanza, de l tempo d'esposizione e de ll'intensità luminosa. dell'oggetto colorato. CONFALOl-'E Raffaele, primo capitano m edico. La reazione di precipita.zione di Kahn studiata convparativamente alla. reazione Bordet· WMserm.ann. u Giornale di Batteriologia e Immunologia n, n. 4, aprile 1933-XI. RiMttunto.- L'A. ha studiato comparativamente la reazione di \Vassermann e quella di procipitnzione standard di K alm su 200 sieri, di cui In metà. appartenenti ad ammalati sicuramente s ifili tici . ment re l'alt ra metà. proveniva da individui affetti da infermità. vario, ma. s iemamente immuni da Jue. I risult.a.t.i ottenuti fanno ammettere che la reazione di Kahn, oltre ad essere semplice e rapida, abbia un indice di sensibilità specifica superiore a quello della reazione di W !\Ssermann; e che essa è specialmente adatta a svelare l'inizio sierologico e lo Rtato latente de ll'infezione ln0tica. Consiglia che, nelle ordina rie ricerche cliniche, sia a lla reazione di Wassf'r· mann associata quella di Ka.h.n. - Tubercolosi e lotta antitubercolare. « Gl'Incmabili "• n. 6, 1933-XI. CRESPELLAl-.'1: Carlo, tenen te colonnello m edico. Influenza delùt calcificazione completa
della l & cartilagine costa-le 81tU' aspetto radiologico deU'apice polmonare. Comuni· Ctt.Zione a lla XVIII riunione dei radiologi toscani. L ivorno, novembre 1933-XII.
DECINA Camillo, primo capitano medico, prof. TEDESCHI Carlo e dott. RUFFINo Paolo. Nosografi<t, della regione di Oddur. o Giornale Italiano d i ma.ln.ttie esotiche e tropicali ed igiene coloniale», n. 7, luglio 1933-XI. RiMsunto. - Gli AA. raccolgono lo ossorq~zioni personali di quattro ' anni (1929-32) di esercizio o ispezioni medico-chirurgiche presso le infermerie e i posti di medicazione de l ten·itorio di Oddm (regione Soma.la delle boscaglie). Correda.no le loro note nosogmfiche con i dati demografici, d'indice di razza e morfometrici dell0 popolazioni di quel territorio. Una parte del lavoro si occupa particolarmente della tubercolosi fra quelle genti. MARMo Achille, capitAno medico. L e pseudo-tuhercolosi del poLmone. • Lotta. contro la Tubercolol'i », n. 9 e 10, settembre e ottobre 1933-XI. RiM.~tmlo. -L'A. si occupa delle pseudo-tubercolosi del polmone da parassiti animali (protozoi e metazoi), da. paras<-iti v0getali (m.iceti e schizom.iceti), da tumori (pseudo-tubercolosi ca.ncerigna. del polmone, tumori sensu lato del mediasti no), da a genti ina nimat i (polveri, calcoli, aggres.<>ivi chimici) e delle bronchiec tasie. MosCBETTA Giovanni, primo capitano m edico. Rari rep(}rti di calcificazio1W poZiUnfoghiandol,ari. Archivio di Radiologia, n . 4, 1933-XI. Riassunto. - L'A., dopo aver esposto brevemente dtte Cfl.SÌ di esteso calcificazioni del collo e trattato in generale d olia patogenesi delle formazioni calciche, mette in evidenza l'importanza che i gangli linfatici del collo possono avere per la dimostrazione dell'origine carvico-apicale della tubercolosi polmonare.
BIBLIOGRA'B'IA MEDIOA MILITARE ITALIANA
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cliniche ~'azione coleretica e colagoga della • Curcinia ». a Minerva. .Medica », Vol. II, n. 31, 4 agosto 1933-XI . Ria88unto.- L'A. ha eseguito esperienze cliniche su soggetti sani e su ammalati epato-biliari servendosi del nuovo prodotto italiano « curcinia », composto di estratti di cynara scolyrnus e di curcuma longa ad azione colagoga., coleretica, colecinetica e antisettica. delle vie biliari. Espone i metodi adottati, i favorevoli risultati oonsegu.iti t:l viene n. conclusioni sulle indicazioni tora.peutiche del prépa.rat.o in esame.
P AOLILLO Stanislao, primo capitano medico. Ricerche
Nuove o88ervazioni in tema di prove funzicmali del cuore. c Athena.• 1933. Ria.sBUnto. - Con riferimento a precedenti ricerche l'A. si è occupato delle prove funzionali del cuore in soggetti efficienti, di età e condizioni fisiologiche diverse rispetto al lavoro prestato e alle abitudini òi vita passate. Ha notato qualche differenza nel comportamento dei nuovi soggetti esaminati in confronto a. quelli considerati in precedenza come soggetti • standard • e cerca. di spi~ga.rne il meccanismo fìsiogenet.ico. Ne! mettere in rilievo le principali caratteristiche delle modificazioni funzionali relative alle prove stesse nei vari gruppi di soggetti, insiste sulla necessità che queste prove vengano praticate su più vasta scale. standardizzando metodi razionati variabili secondo particolari condizioni organiche individuali, allo scopo di perfezioname la tecnica ed a.ffexmo.me l'importanza. nella. pratica. medica. -
P Al' A Gennaro. primo capitano medico. Colora~i.one del bacillo dijte1·ico. « Il Policlinico ». Seziono pratica, n. 2R, 10 luglio 1933-XI. PERRTER
Stefano, tenente colonnello medico. Lesioni ana,tomo-palologiche in. un
ca.so di tetano cefalico di Rose. «Riviste. Sperimentale di Freniatria •, vol. L VII, fase. IV, 1933-Xl. R i<l88unto. - Premesso che le descrizioni ano.tomo-patologiche del tetano
cefa.lico di Rose risnlgono a oltre trent'anni fa (una dell~ ultime descrizioni è quella di Schupfer del 1901), viene esposta la. sintoxnatologia. clinica di tm caso di tetano cefalico osservato in un militare. Viene quindi riferito ii! reperto anatomo ed iatopatologico, caratterizzato da notevole proliferazione gliale a tipo a.strocite.rio, da lesioni degenerative degli elementi nervosi nel midollo, nel bulbo, nel locu.s niger, da degenerazione mielinica. con relativa integrità dei cilindrassi e da. una molto scarsa reazione infiammatoria dell'apparato mesenchima.le. Vengono quindi rilevati alcuni caratteri del reperto, che lo fanno contraddistinguere da altri reperti di forme encefalitiche. DifftcQUà diagnOdtiche BUlla natura delle compre.ssi<mi mùlollari. « Giornale Adige •, vol. V, fase. 9, 1933-XI. R ia88Unto. - Rilevato come le compressioni midollari pià frequenti siano quelle da. tumori e da. affezioni tubercolari, viene riportate. una. osservazione in cui per la. In&ncanza. di segni ra.diologici, per la. mancanza dell'esame ùel liquor (dato un blocco completo) e di segni clinici netti, la diagnosi differenziale fra queste due cause era partJcola.rmente difficile. Vengono addotte le r~~ogioni per cui in base ad alcuni dati clinici fu fatte. diagnosi di pachimeningite e.<;terna. tubercolare, diagno!li che fu confermata. al tavolo operatorio. Viene anche descritto il reperto iRtologico. -
-
~edico dell'Alto
Lesioni anatomo-iatologiche in un caso di tetano post-vaccinico. «La Pediatria del Medico Pratico », vol. VITI, n. 9, 1933-XI.
Ricusunto.- Dopo aver rilevate. la relativa frequenza, specie all'estero, di casi di tetano post-vaccinico e la. mancanza di reperti ana.tomo-patologici al riguardo, vengono diffusamente descritte le alterazioni roa.croscop1che e microscopiche, risultate all'esame di un caso verifica.tosi in un bambino (vaccinato contemporaneamente a.d altri due frat.eUi cbe non ebbero conseguenza. alcuna.). La diagnosi di tetano fu confermata. batteriologicamente e sperimentalmente. Il reperto fu contraddistinto dalla. presenza non solo di alterazioni regressive nelle cellule nervose del m esencefa.lo, del bulbo e del midollo cervicale e da. alterazioni gliali e mieli-
so
BIBLIOGRAFIA JIIEDICA ~tD.ITARE ITALtANA
niclw. c h e potevnno essei'C messa in l'f'lazionE' all'azione d f' lla tossina. tt'tanica. mt\ o.ncho dalla prN•enw. eli lel'iOni a tipo infia mmatorio m eningoencefalit.ichP, clw non potf•,·ono nttrihnir><i al fntt.ore tossico t<'l.anico. Si ò quindi ri tt'nuto trattarsi di unn forma misti\. di t-etano con onccfalito t~cut.a da gt>rmi o tossi n e della. suppumzione. dato c he nell'individuo o;;ist-<·va. una va.c;tn pn:,itOia. f!uppurnta di\ vnccina?.iono con impon~>ute r c·n.?.iOnf! ghianclohirP linfatiCI\. Ne Yieno tratto argom ento p r r cliRcntC'J'C la din,gnosi differenzinle con il C'(lmd ro istologico cl" Ile enef'faliti co:-iddot.u' ,·nccinichf'. -
Lct rectZione di ostctcolo di Donarmio 11e,1tli epilellic,i. Com\micn?.ionf' p•·m·cmti\'ll fn.t-t.a. a.l CongrN;so d i P sir:hintrin. Hil'nn, l o ot.toh••o 1933-XJ.
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SAuATI!S'r prof.
-
Le basi e il wa.lm·e dello studio antropolo[Jico deUe popolazioni di Littori.ct.
Riassu11to. - Il problema delltt colonizzazione interna. per l11. formazione d ei nuovi oentJ·i t·umli. p one in evidenza il fenomeno d e l trapianto, che nel!' uomo. per ru_gioni di acclimntamento ha un alto valore biologico. J<.::sso può risvegliare pregi lat•·nt-i n ei luoghi di 01·igine. suscitatore di nuove attività. Seguire e quindi studiare il rlifferento comportamcnt,o di questi Jlruppi umMi contribuis~ grandemente 1\ potf'n?.iare il la,·oro umano c la sanit,à della stirpe. A tt\l fine tRnde l'inda)rine antl'O· pologica iniziata a Littoria cho mira alla. istituzion e deUa scheda antropogrn.fica fnmigliare, per i ceppi famigliari colà. trapiantati . -
Ricerche ,qull'accrescimenlo dei, betmbini di Littoria (Lido di U .ttoria).
RiMstmlo. - L 'A. espone il risultato degli esami antropometr·ici ni IJuali flono stttti sottoposti 400 bambini d e lla. Colonia ~larina " I.ido di Littoria •· -
Pubertà e menopausa n.elle dom1~ deUe Lestre (Agro Pontino).
Rias.mnto. -L'A. rift~riscc sui risultati ot,tHnuti dalla indagine ewguita sulle donne appart-enenti alla popolnzioue originaria del luogo. -
e OLIVERIO Alvise, wnenoo medico. V indice scelico d-elle popol.azioni di Gialo (Cirenai.ca) .
Ria8aunto. - Gli autori comunicano i primi risultati delle indagini ese~ui te per la conoscenza antropologica dei gruppi indigeni, che hanno stabile dimot·a in quella oasi del deserto libico. (Comunicazioni pre:sentat.e al Congres.-.o ùell>l Sociotù Italiana del Progre.c;sò delle Scienze, XXII Riuni one, Bari, 12-18 ottobre 1933-XI).
BlBLIOQB..<\.l!'XA MEDICA :MILITAB.E ITALIANA
81
TADDIA Leo, tenente m e clico.
Le gambmie nella lotta antimalarica. c Archivio Ita· liano di scienze mediche colc:;mia.li •· n. 7, 1933-XI. Ria88unto. - L'A. tratta. dell'impiego delle gambusie ne lla lotta. contro la m~laria e della. loro introduzione in Italia. Ci fornisce i dati di riproduzione e le condizioni di ambienta necessarie p er il loro allevamento. - Studio comparativo su alcune Emogregar·i.ne di LacertùU della L ibia, dello Jemen e di Rodi. c Archivio italiano di scienze mediche coloniali•, n. 12, 1933-XII. Riassunto. - L'A. descrivendo alcune Ern-,gregarine dei lacert.idi del h\ Libia, d~llo Jemen e di & :>di ne rileva i caratteri morfologici che le contrsdrlistinguono. Descrive infine una. L~oooitogregarina nel cane di Soluk. (Cirenaica.).
primo capitano medico. Prova di 'Ima nuova c1,ra delle emotti8i. • Le For-re Sanit-arie "• n. 22, l O agosto 1933-XI.
TREPICCIONI Emanuele,
_
Noh cliniche e rarUologiche Bulla plwrite medwtinica. • Ri\rista di Patologia e Clinica della Tubercolocri. "• anno VII, 1933. Sommario. - Vista d'insiemQ e note cliruche e mdiologiche sulla flogosi dellt' pleum mediastinica, con contributo di personali osservazioni e considerazioni dia!Zl1ostiche. VIOLA prof. Domenico, primo capitano modico. L 'osservazione dci globuli rossi nell'into~Sicazione da acetato di tallio. c Archivio ltfl.liano di Scienze Farmacologiche•, n. 5, settembre-ottobre 1933-XI. RÙJ88Unto.- Vengono riferì~ pel"S?nali. ric;:e~he sul comportamento d egli eri trociti nell'avvelenamento da ta.llio, net corugh; l A. non ha. osservato la. presenza d i granulazioni basofile n e ll' intem_o deg~ ~ritrociti, nei vari ti_pi di trattamento ~per.mentale acuto e cronico da. lw _stud•.~tl, m~ntr.e le punteg~•a.ture basofile endoeritrocitarie sono sempre pres~ntt nel_l mtoss1_ca.zton~ ;m~urnma; questo repert-o costituisce quindi un carat~~ dtffere~1a.le ~m 1 due t1p1 dt a.vvelenamen.to ed hl\ m!)Ortanza sia dal punto d t vtsta. toss10olog1Co cho da. quello fa.rma.cologteo. VITA Gaetano, maggiore chirn~co f_arma?is~~ e B~A?AL<?Nt Lorenzo,
capitano chi: mico fanna.cista.. Caratten fi.su;o.ch.,m'I.C't dell ol1.o d4 tuorlo d'uovo, con parhcoklre riguardo alla Bolubililà nell'alcool etilico. « Journal de Pharmacie et de Chimie, sa serie, tomo XVIII, pa.g. 104, agosto 1933. (Reconsito in questo giornale, fase. XI, novembre 1933-Xll).
-CDIFEREIZE E DIIOSTRAZIOII CLIIICHE IEBLI OSPEDALI IILITIHI ELENCO E SOMMARI DEGLI ARGOMENTI TRATI'ATI (Oal procenl varball pervenuti alla Direzione ae11erale di Sanill militare nel dicembre 1988-lOI)
Al' CONA. - Maggio1'6 medico GIUSEPPE P ALUMBO: Fi8i<Ypatologia del fegato con speciale riguardo alle malaUie deUe vie biliari extraepatiche. L'O., premesso cenni anatomici e fisiologici della cellula epatica, con particolare riguardo alla sua attività bipola re, di duplice funzione secretiva interna cd ~sterna, tratta particolarmente dell'e7iopatogencsi de lle infezioni delle vie biliari sia infiarmnatorie che da occlusione meccanica. Per quanto riguarda la parte cw·a· tiva illustra l~ funzi oni del drenaggio sia interno che esterno riportandosi specialmente a quanto relatori ed altri studiosi d e ll'argomento hanno riferito nell'ultimo congresso della Soci<>tà. italia na di chirurgia (Pavia, 18-21 ottobre 1933-Xl) Prende la parola il direttore dell'ospedale tenente colonnello medico prof. DANTE CASELLA e parla de l metodo di Meltzer-Lyon Stcp, già preconizzato n e l 1893 da Doyon, ne rileva gli importanti camtteri diagnostici ed in alcuni casi curativi. Accenna ai vari metodi opemtori d:i drenaggio interno ed osterno e particolal'mente della coledoco-duodenostomia e colecistotomia. ALESSAl'DBIA - Primo capitano medico EMAN UELE CHIESA: Nejropallie •. L'O. dopo alcune premesse di anatomia e fisiologia de l rene normale e patologico, passo. a considerare le nefropatie secondo le odierne vedute delle Scuole italianà, tedesca e francese. Dopo aver accennato alle teorie, oggi più accreditate, perchè suftragate da dati clinici e da reperti anatomo-patologici, tratta d ella patogenesi de ll'edema, dell'urenia e dell'ipertensione arteriosa. Espone i concetti fondamentali sui quali si basano le classificazioni delle nefropatie e in ulti.mo parla de l trattament.o dietetico e terapeutico. BRESCIA. - Sottotenente medico DOMENICO CALOGERO: L'epilusia essenziale e la sua patogenesi. L'O. dopo una breve premessa d'ù1dole generale e dopo aver accennato al procedimento medico-legale che l'epilessia comporta per il reclutamento. descrive sommariamente il quadro clinico dell'epiles.o;,ia. essenziale mettendone in rilievo i dati fonda.Juentali e a ccennando fugacemente alle altre forme che vanno sotto il nome di equiYal en~i ep!lettici. Tm~ta poi dello_ vari~ teorie . inyoca te per la spi~zionE> de lla crisi e.pllett1ea., ed e.nahzza gli stud1 fatti per ch1e.nrne la patogenes1, accennando alle ricerche di anatomia patologica e di chimica clinica. Accenna inoltre alla tonicità de i liquidi organici negli epilettici e alla importanza. che in quE>sti ultimi anni s i è data alle ghiandole andocrine ed a ) sistema neuro-vcgetativo. Ricorda alc uno sue ricerche sperimentali e conclude dicendo che la patogonesi dell'~:~pilessin è complessa. e che per essa entrano in gioco diversi fattori onde si trova. nel vero chi ne ha una concezione molto vasta. Tutti gli intervenuti prendono parte alla discussione in argomento. Primo capitano medico DOMENICO DE CATA: Comportamento paradosso pulmonare durante il pneuma.torace. L 'O. presenta ed iiJllStra. i radiogrnmmi di malati in cui ha. osservato che durante la. terapia pneumotomcica le caverne mostravano la tendenza. ad ingrandirsi durante le prime serie di rifornimenti e cioè quando da un pneumatorace parziale si passava ad uno meno parziale. -
CONi'ERENZE E
Dil!.IOSTRAZIONI CLINICHE ECC.
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Per spiegare questo fe n omeno p~rados.'So avanza diverso ipot,•si: 10 r;;.o:o potrebbe es.;;;ero ( l ownninato dallo stirumento dello ndt>renze· 20 l'altra ipotesi è quella. d o l ripulimento delle cavt>me e del reato' ingrnn· dimcnto per cliiPittazione <:\i f<<"Cr eto o d i detriti d i t.E>ssuto; 3o uni\ terza ipotR!'n ~c h o duranto il pneumotorace porwLri Mia nello cavornu per un rnocmnismo a va.lvo l a o d i rettt~mento dall'nmbientc <.'f<tl.•mo per vi11. bron! chialo o dni movimenti respiratori r oFSidunli d e l polmone ptl.rzinhnontl.' collassato; o infin(' dirottamente per una con"lunicazione tra la cavC'rna od il cavo plourico. - Cupillmo medico P1ETRO U REOORl Nt: Aritmie e.rtradÙituliche.
L'O. pr(':;entn un caso ùi ari ttnio. extra·sistolica in un militare ricov<'rato nel rcporto medico d('ll'ospcdale-. Accenna brevemente Pa.natomiH. e In fisiologia del s i~:~t<'ma ~<p<'cifico del cuori', ricorda le vari(\ teorie s ull'a.utomn.ti;.mo dE'l cuore, sul modo d ' in!<Orgere o di pto· dul'l'i d<'gli cxtrt\·:'timoli o delle extrn.·~<Ìstoli e dil. alctmi dati sull'ol~>ttroca.rdiogrnfo c sull'l'iettrocardiogmmma. fui o l oj:tico t> pntologico. Presenti\. il tra{l(:iato e lettrocn r flioj:!rRtiC'o dell'individuo in ''l<lmw m<'ttendouo in eviden1.a 1!1. chiat'f"zza., l a SPn "lpl ic ità. d'int<>rprotn.zione, o quindi l'utilitù di tale metodo g1111ico per i ù a.ti c h o pnò fornil-o alla c li nica por lt~ diftguosi delle varie fonn(• di aritmia. S'intratt.i~;~ne infine s nlln ot i opu.togon('si delle cxtra·SÌHtoli nollo var·ic formo e sul loro valore clinico. Tutti i presenti i ntcrloq uiscono sull' interessante tw~om~·nto. -
Sottoten('nte medico G(ACOMO Sro~oRELLI: Un ca~o cli11ico di dubbia diagllOBl (m. di Basedow ?). P rimo rapit.ano m ed ico ~Rt~<? TArPI: Ca$o dubbio di luca cercbro·spi11ak o acltroai a placche m.ttltiple "'nctplCllte.
L'O. dopo aYcr (•sposto tl.ccu~ntume~te 1\mnnmesi di'l mnln to t'd us><~ti di't t n,· ((lirttamr•nto 1'<'!11\mc obbiettivo, s'rntn\ttlene >mi fatto dclln nq~ntiviti\ Pl'l'l'li::<t.•uto della RÌCrort'aziono vVasse rroo.nn do! Anngue e del liquor. I ndi. !11\'!li;Ì in evidcnzn i sintomi più spiccA.ti a Cfl,l'ÌC:o d o ll 'c.nQ(lfalo e. d el midollo !<piHn.ll', "ntr·n a discutcro sullo. di1~gnosi differf'nzial e. Et-~ordr~<C:o col ntenere per vero l'nfor1Fm1n di Cha•-cot che nl'll!•-n:ullattie d<'l s i f't<> mn. nervoso, specialmentt' di quello ccntmll', la ~<into· nmtolo~ia non è tanto dipe nclc nt(' dalla nl"lturn quanto dallt\ sede delle leBioni. Ac· cenni\ l'd escludo una dopo l'nltr·n le pos:;ibilità che poSSt~ t rattf\rsi rwl caso in eAAme di f'nccfalomif'litc ÙÌ!=<.'-wminata, di artcriosclE.'rosi dci "'""i CCI'(>b•·o·spina li, di sifilide Rpin>~le tipo Erb. di p ><f'udo tabe .. d'i;>~r.i~mo o di malat.tie funzit;mnli. Lf~ia pt•r ultimo c he possa t_rat~rs1 d1 Sifilide C<'rebro.sprrt':'le o d1 sclerosi a plnc<'hf' incipirntE' e dopo l un~a cl•~<nmrna conclude col porre la dlll)..'llOsi di sclerosi a pl~cchr mlùtiple incipie~t<-. pur: rilov~ndol"i nell'anamnosi do! pnzient<.• l'infezione luE>trca, che però da 8 a.nru d cvc-:;J conSiderare spenta, JWr t>t'.'!Cre stn.l>\ per si lungo tRmpo ne~l\tiva tanto la Wa'~SNmnnn sul !ìangue che sul liquor. Accenna indi al di'COM~o cronico della sclf'ros i, alla cura ed al provvedimento medico·legale dB adottmsi nel ca~o in esame. G li ufficiali medici presenti pr<.> ndono parte allt~ discussione o controllano sul pnzionle i dati scmeiolo~ici.
CAOLl ... Rl. -
TE'nenU' col o nnc•llo medico prof. PAOLO Ro~IBY:
dello loUa contro la tuberooloiJi.
s" alctme IJIUlule
L'O. dopo lm ra-pido ri c hinmo dei mt>zzi d'indaginE', fomiti dn,i lnbom.tori rfi.
'\'E'r!<Ì. in au•ilio ai rilievi serniol o~ici. riFerisce sulle più moderne ,·eduw nel campo·
d~>lla. E'piderniologia. della tu bercolo~i ed
in particolar modo sulla importanza cin conferi re all'apparato gastro :en tl'ri.C? nel~ g~n:s! ~el ~a t!Jbercol<?!li _polmo!'are,. por· tando a conforma il purere d1 molt1 tllustrr chmc1 1t.alram c s tranrcr1 ed C\rJdentr ~<t.a·
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CONFERENZE 1!: DIM.OSTRAZlONI CLINICHE ECC.
ti»ticho. Tratta poi il problema della creditrwietù cd accenna anche qui alle nuon• vedute, sofferrna.ndosi sulla profìlu.ssi imposta. dai recenti studi sugli elementi fil. t!·abili del viru~ tubercolfl.r~. Tr·atta infin~ ampiamente l'argomento importantiss.Imo ~lel.la vaccmaziOne nnt.•t.ubercolare, s1a nel campo. genemle, s ia in quello mi· IJtare m •specu:-, augurandOSI che tanto preziOSO mezzo d1lotta contro la tubercolosi possa generatizzat'Si. CHIETI. - Sottotenente medico ANTOl'"TO TATO:O.'E: Reazione allergica studiata nel decorso delta tubercolosi p?lmonare dell'adulto. L'O. dopo aver parlato dell'allerl!ia tubercolare ne i rapporti con la immunità e degli studi al riguardo. espone i risult.ati ottent1ti con lo studio della intradermo· reazione alla Mantoux, trattando di diciotto casi seguiti nel tubercolosario di Ca· salecchio di Reno. Viene in fìne nella deduzione personale che fra a llergia ed im· munità debbano esistere correlazioni di identità. · GENOVA. - Sottotenente medico GIAor~n·o Maar.rozzr: Terapia aurica nel Lwpus eritematoso. L'O., prendendo occasione da un caso di lupus eritematoso. curato nel t•Pparto d ermoceltico di quflsto ospedale, illustra la clinica, l'et.io-patogenesi o l'anlltomia patologica di tale forma morbosa. soffermandosi in ultimo s ui rela ti,ri metodi di cura. A tale uopo parla diffusamente sull'auroterapia, che ne l caso in <.'samo ha dato brillanti risultati. portando a guarigione l' infermo. A conclw;ione del s uo dire, l'O. fa qualche considerazione anche d~t.l punto di vista medico-legale, mettendo in guardia contro affrett-ati provvedi mAnti di e liminazione in casi consimili, che ritionP doveroso di sottomettere preventiva-mente ad opportune cure. _
Primo capitano m odico PIETRO SANDULLT: Tubercolosi tarin.gea .
L'O. prende lo spunto da un caso di tubercolosi laringE-a in tm militare rico· varato e deceduto noll'ospeùA.le, por trattare della tubercolos i laringen.. Riferisc<.' le diverse toorie sul modo d'infezione, le diverse forme cliniche e poi si intrattient' a parlare sulla cura e sulla proftlass i, facendo degli accenni medico-legali. _
Sottotenente chimico farmaci sta. LORENZO VE1.LAJS'O: Urea e cùrivati .farma· cetttici.
L'O. dopo aver accennato alla scoperta dell'un~a, alla sua costituzione chimica. alle sue proprietà fisiche e chimiche, alle reazioni qualita.tive o qnantitative cho permettono di ricouoscerl.a e di ~osarl~, pa~ in r~se~a i prodotti ~armaceutici derivanti dall'urea.: que lh ad az•one diUretica (::>ah dt urea) e quelh ad azwne ipnotica. Fra que$tÌ tratta primo. dei prodotti bromurati, quale il bromumle, l'adalina, ecc. e quindi degli l\ltri non alogenati, quali il voronal, il luminal ('CC. 'Tratta brevemente de ll'azione terapeutica e della posologia. CottiZIA. - Sottotenente medico At>RIA!S'O BEVILACQUA: La vaccinazione antitifica col metodo di Lowenstein per vi.a cu/,(mea.. -
T enente colonnello medico GIUSEPPE o'AJ:o.'NA: Un caso di polisierosite. Diagnosi e cura.
_ Maggiore medico Gwnaxo SACCOMANI: Caso clinico di feritad'arnw da fuoco perforante ~a scalo~ cranica in. t~ntativ? di ~tticidio con lesione delle vie ottiche e dei bulb1 ocular1. Esame chmco, rad•olog1co e oftalmologJCo.
CONFERENZE E DllltOSTRAZIONI CLINICHE ECC.
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LivORNO. - Primo capitano medico R u oGERO DE HtERONYMIS: Diatermia e aue applicazioni.
L'O. ha tenuto una conferenza sulla diatermia dal punto di vista esclusivamen te medico. Dopo avere accennato a1la costi tuzione di un apparecchio di diatermia e alle recenti modifìcazioni e ai perfezionamenti introdott.i per aume ntarne la poton?A\, ha spiegato l'azione d ella corrente diatflrmica mettendo in evidenza la diversità del calore diaterrnico da que!lo d e lle uS\Jali applicazioni di termotcrapia. Ha infino riassunte le indicazioni d e lla diat.crmia di fronte alla sua varia e complessa. azione. -
Primo capitano medico RoBERTO LA RoCCA : Complicazioni delle e.<Jf.razioni dentarie.
L'O .. dopo tw ore premesso che la compliC>\nze possono sorgere sia durante l'intervento che dopo. passa H.d e numera re le prime, cioè quelle riguardan t i il dente da estrarsi, poi quelle rigun.rrlanti i mascellari ed infine que lle a carico d elle pa.rti molli. Afferma che per il dente la complicHnzu più frequento è la frattura, d•-nominA.ùone un po' imp1·opria perchè non si tratta di vera e propria frattw·n chirurgica, dato che mancano i caratteri fisici di essa.. ma piut tosto di una rott ura d e l d ente>, dovuta. o a colpa. d e ll 'operato {movime nti d el capo, d e lle mani. ccc.), o a colpa dell'operatore (gran f~'Ott.~. leggerezza,, strumenti non adatti), o '" particolarità anatomiche d e l dente stesso (ingrossamento d egli apici radicolari, anoma lie di numer<), posizione P volume d e lle radici). In quanto riguarda i mascellari, si può avere la fro.tturtl. di unn. parete alveolare o l'nper tura dell'antro d e l mascellare superiore. Passa poi ad Ulus trare l' ultimo d egli inconvenienti durant-e l'intervento, cioè quello che riguarda le parti molli (gengi ve, lingua, guance). Fra le complicanze che seguono le estrazioni, considera in prima linea l'e mormgia. anormale, la. cui causa d eve essere ricercata. ne lla diminuzione d el potere coa~ulante del sangue. Dopo aver emuue rato le sostanze c he direttamente od indirettamente favoriscano l'emost,a,si, p ns.'i!A. ad accennare i eMi in cui <m d cnt.e od un frammPnto di d ent.e venga sospinto ne.II'a.ltro del m asccllarc superiore o ne lle fosse nao;nli o addirittura ne lle vie respiratorie o digerenti. P !'r ultimo t.ratta. dei dolori pos t-opera.torii, sia che si manifestino subito o dopo a lcuni giorni dall 'estrazione, e d el modo di curarli.
MEssi~A. - · Primo capitano medico GIUSEPPE PERRICO~'E: Moderne ·v edute sulla
cura della tubercolosi clti·r urgica.
L'O. mette in rilievo la diffusione e la gnwità d ella tubN·colosi chirurgica. o lt~ frequenza, d ella contempora neA. localizzazione nello stesso individuo d ella fonno. chirurgica e di q uella polmonare. . Dopo aver accennato alla. patologia d e lla malattia ed al suo polimor6smo, Illustra ampiamente i nuovi metodi di cura ol'!llai acquisi t i dalla scienza, i q uali s i basano s u due principi essenziali: bonifica de ll'organismo per porlo in gmdo eli n'agire al male con tutti i mezzi di difesa e di offesa e cura locale. Di somma importanza, è il riposo della parte ammalata; che può raggiungorsi o con un buon apparecchio immobilizzante e con intervento chirurg ico. Si sofferma sulla C\U'a jodio-arsenica.le, sulla climatoterapia ed elioterapia c sulla cura tubercolinica . riferendo i rislùta.ti di alcuni ca.'Si , da lui trattati con l~t tubercolina de l Marag liano. , Conclude infine sostenendo la necessità di evitare, per quanto possibile, gli mterventi chirurgici d emolitori negli adolescenti. .
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CONFERF.N7.E E DllltOSTRJ\ZIONl CLINICHE ECC.
N APOT.r. l\fngg-iore mPdiPo ARDUTNO DE ANnEus: O.spedali da campo e ambulanze 11pecializ::;atc con dimostmzione d,,] mtlt•·rinlf' . -
Primo cnpibmo mc>rlico Clt:cLn:r.Mo DEL FATTORE: Rapport·i tra tttbercolosi cutanea e tubercolosi v·i.~ceralc . Considl•mzirm i etiologicht•, clinich e cd anatomo-pMologicltc .
L 'O. d o po ua rap ido nf'C<'nno stori co d Pgli AA. che s i son0 occ upati da. olt.re un secolo d<•lla tuberco losi cutanea,. d opo avere I'icordat.o i casi più in ter ussan ti ò a questi illustrati, m ette in rilievo l' idea più o m eno gene ralizznta che si ebbe in e poca molto lontan~l dali•~ sco p er t a de l bacillo di Koch. d eolln !Sua relazione con una formtl vi:;centle proesist ('nt.E>. Pnssu, q11indi ·~ dimostntre cho, per lo tt•ori <• attua li snl comph,~so primario tubl.'t·cola re . uno. nJ?tta divi:'IÌ On l.' t r a le form~ pt·ÌmR.rio o formo St·corvlarie a lesioni vi:<cf'rnli non s ia pit1 co:;ì a .!!l'vOI<' e qnt•sto ilncho p0r rngioni d'inrlol0 sodalo, p er cui h•sion i primarie provenil' uti ùnJia, ci rconri><iono, rltt. baci di individui affotti da tubercolo><i, ecc. (Neunu1nn o Lf'hm>lnn, RPn ln.rd. ccc.) o qnf'llo c,ti1So1.te rlo.ll'U-"0 di vaccino antitubercolm·e n scopo prl'v('ntivo L\lilian, Lou~te, L<'vi-Fra nkol, ecc.) non sono più facili a vcrifìca r.~i. Dopo averE' riferit.o ~u al cun<' o;,si'rvnzioni pf'rsonali ùi maJati di tubcrcolo-.i viscera le con infl'zioni cumnc!" di inclnbbia nutura. t.uborcolare, bocc<.~.li e genitali, considera l' importanza di t'n.ttori anatomici !'cl ev!'ntualmento t.ra.umutici, tra.ttan· dosi di aperture ntJ.Lurali che offrono conr.nt.to e ristagno n germi più o m eno nu· m orosi provenienti dalle varie lesioni visCet'a li. Completa la sun esposizione colla dimos trr.w.ione di foto~rmfìe d elle lesioni stesse o di r('perti' is tologioi. In rifcrimento poi al valoro d elle cutireazioni di v . Pirqut>t, qua.le ospre«sion(' del valot'O biolog ico ot tenuto come posRibiiP indie!' di uno st adio p inU.ost.o avanzato dell'infc·zionf', lt~ con.«idera in l'Olazione dirett.:1. ad un fattore individua le allergico che importa. una m aggio re çlifficoltà o.ll'att.ccchimf'nto Cle lia nuovn. loco.lizzflzione. Conclude che oltre a l fattore quantitn.ti ' ' ') bn.cillifero regionali', anatomico ('l traumatico che pre<:•'dcmtemente può avflro >l.!:!ito ~'<U (Juost.e regioni. cost.ituendo il • locus minoris resistent iao ,, p or la penf'hft7.i on(', fi><sa7.ione "molt.i plicazione dei b<te illi, ~ia da cono;idl.'rare un qun.rto fll.tto re gPn f'm le indi viò na le di re;:il'\tenz~l all' inff'zione , sii\ d 'ordin<' biolop;ico che biochimico, as:<:>ti complf'!'SO "d nncora sconosciuto. QuP!'\io potrebbe M'tl.cltu-si o con caratteri cost,ituzionali pn·formati. mrentualm cntc tmsmossi secondo le lf'ggi dell'erPdit.n.riPtà, o co;.titniti:<i n ,..H' inòividuo col tempo. rlnll a inizio.ln inflncnzu d olla primn. manifc;;t.azione inftmtilf' o da altt·e ma l.tttin tubcrcol,u ·i euhlnC<' o c.lo, tuhercnlidi in ar.to. o prt'gr('ssi. -
'T'Pnenlf> colo mw llo mr>ciico RAL'' ATORJo: F ORINO: O'rdi1t.(lYI!Cn to generale del s P.rvizio stLnitario in onerra - Orgoni d.·i rell h:i e formw:ioni SlmÌIA.lri.e secondo l'ult·i nw reqolam entazione.
-
i\fo~g iorc m edico CAR'!In"YE GRAZJ..\:"10: F ·tmzir>na.m ento del sermz10 ~tllnit.ario presso i corpi e delle sezioni d i sanità - Sgombe1·i eU wnmalati e je1·iti · P ercen tuaU delle ferite.
!\o,· An~ . - T ellc ht.c colonn<'llo medico ANTONl~O PASAOIA: Un caso eli ma.la!lia di Legg-Perthe<:~ (ostcocondrite deformar.tc g iovani le d('dl'anM). L'O. dopo l 'e~o.mcc lin_ico de ll'nmmalfl.tO,f'.on il rilievo della sintomatologia dallo in munr.lnzn di fat,ti n crvo«i co nc lndo ch e d eve tro.tt.arsi di una lesionl:l rle ll'anca. Pre~cm ta quindi d~lle raòio!J:rafìc dùii C qua li ris ulto. il re perto deolln mnhttia in oggetto. Di quo..,t a illnstm l'pziopatogcnesi. sofft>rmandosi sulle ÌÒ('l' spooi.tlmente d.-l C~.~oioo, chi' <:ioè t.utti i cas i d i o~U>oeundriteco.>siddotta g iovanile altro non s io.no che suhltL«sazioni tll"ll'ancu. C:on !'•~samo compo.mtivo della ri.ldiografill df'll'ancn amma lat.a con (JLIPll n. ,Ji un' ancA nol'male , e rl u.nchtl per il f.nt.to che il ptt· stc~so pt·c;;P.ntatn.
oONl'E'R.ENZ"EI E
DIMOSTRAZIONI CLINICBl!: ECO.
87
zienw presenta radiogmfio~men~ all'anca Rana lo stes.<>O repert.Q di quella t\mma11\ta, conclude col dire che 1\ <?&.SO da lui i~lustrato potrebbe rieot~re fru q~elli classificati dal Calot come lussa..ztone congemta; ma che pur tutt.avta non st possono classificare come ttl.li tut.ti i casi di osteocondrite giovl\nile per la ragione <'he parP.CChi autori descrivono casi di ttt.l e malattia in articolazioni il cui eMme r~diolo gico, precedentemente praticato per u.ltro mot.ivo, a.vevu. fatto cons tBtaro una a r ticolazione normale. P&DOVA. -Maggiore m edico GIUSEPPE RENATO BuGLIARI:
Un ca.Yo di frattura
della clavicola.
_ 1\r.ggiore m~co At;-FREDO M~NTRE?I. P~nta.zione ~d illustra~ione d! un ca...'IO clinico eh pltur"'te e~~audat·wa. Dtscuslnone sulle varte forme d~ pwunte e sulla loro etiopatogenesi . _ Prendendo lù spunto da un caso clinico di albuminuria da strapazzo, forma. morbosa. fa.cile nei soldati, specie dopo una lunga marcia., pa.~ in rapida. rac;segna tutte le A.ltre .forme di album.inuria_a ~rescinc~ ere da que lla ?rtosta~ica, propria de! bambini. Indi tratta de lla. d1a.gnos1 differewaa\e fra nnfroSl e nefnte dal punto ò a vista clinico, chimico e ana.tomo-patologico. _ Primo <'.O.pitsno mM ic o
GucoMo MAZZEsOA: Tecnica della reazione W a8&er-
1J'lann.
-
Tecnica dtl!a reazione di lr.feinù;ke.
_
Ml\ggiore m!'dico VINCENZO MoNTELEONE: Patogen.e$i della g~Jtriu e delL'ulcera gastrica.
-
T l.'l. nente colonnello medico AN'l'ONIO RoMROLÀ: Otiti mer.lie.
-
Oomplicazì.mi d~lle. otiti medie ~urulenre.
-
Tenente colonn6\lo medico Grus&:PI'E StNGLrrrco: Radicalgia sacrale. Etiologia. Cnra.
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Un CQ80 di ernia i~l,i1J,O·$crotale de.dra strozzata.
PALEBl!IO. -
Sottotentlnte medico GtOVA.."lNI ANASTASI: Le alura"tioni del fondo
oculare in relazione aLle malatUe del , isUmtl nervo., o.
L'O, meeaa in rilievo l'importanze. che va sempr6 più acquistando 1'6Stame del fondo oculare nella diagnosi differenzial6 dell6 malatti6 del :;~istema nervoso, ne ~pa i vari reperti, pMSandoli rapidamente in ras.~gna. Ai sotJerma in modo speciale sulla importanza che ha. la. collaborazione d ell'o· cnlistu. col neurologo nei ca."i di tumori cerebrali, di tabe, di sclerooi a pia.cotre, di emorragia cerebral6 e n elle fratture d61 cranio, nelle quali ultime la lesione del fvndo ocuia.re Bi rileva sin dai primi giorni e permette a distanza di oompo di formulare la diagnosi retrospettiva di frattUl'& d611a ba.«e. -
Maggiore medico Dmo tempia delk <.lnC1Me.
GtANN<YI.'Tt:
De moderne veduu 8l'lla diagnolli e
L'O. illustra gli ~tudi compiuti recentem6nte in Italia ed all'estero sulle anemie, commentwtdo le moderne vedute S11lla loro etiopatogene.~i. Descrive il quadro clinico ed ematologico di oia..'ICuna. anemia e parla della CW'a sotll.'lrma.ndo<:~i in speoinl modo su quella opotera.pict~..
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OONFEREN7.E E DDIOSTRAZIONI CLINIOHE ECO.
Tenl.'lnt.e colonnello medico RosARIO SIONO.RINO: 1:raumatinni del cranio. L'O., traendo Io spunto dal cnso clinico di un art.igli<'re che, dopo aver ricevuto un calcio di cavallo al fianco, cadeva a terra fra le zampe dello stesso animai<•, che s ubi to dopo gli sferrava una formi da bile zarop11ta sul cranio, in modo da detRrmina.rne lo schiaccitlmcnto con !ZrtWi ed estese lesioni ossee eviscerali, ch e produs SE-ro la morte dopo poche orP, Pd in ba!'<o ai dati forniti dal reperto necroscopico, illustra l'importanza clinica ~>d ana.t.omica dei traumi del cranio. Espone il m~"'c canismo dell'azione traumatica, sia sulle ossa della volta che su quelle della baoo e s i sofierma sulle frathm~ de lla voHa, che si inadiano alla base e che più comtmemente si sogliono riscont.raro nelln pratica. 1\fett,è in rilievo il fatte. che non S<'mpre le frahtu·e dell(l volt.a., prodotte da corpo contundente ampio, t-raggono la loro origine da eventuali lt:l:lioni delle parti molli. ma, che spesso esse ~<ono da ricercare in punti più o meno lontani E' non s~<>pett.a.t i. TaiP rilievo clinico impone al ch;nlrfto il preciso dovere di ricercare, ovf'l non abbia il sussidio dei ral!~i X, attcntamfmte k~ ]flSioni della volta del cranio con paziente e minuziosa palpazione di ogni punto della teca os..,ea. L'O. si intrattiene infin<> li· parlare, n(li casi di Pmorra.gia intracra.nica. de lla. importanza del periodo di lucido int.ervallo, de ll'insedilirsi rll.'l coma cerebrale, della midriasi ed immobiJit,i\ pupillare, delle paralis i periferich~ da focolaio, della pre · gressa. brndicurdia, do! re!'piro stertoroso, tipo C'heyne.Stocke.c;. e lementi tutti pt"t'lziosissimi cii diagnosi, che importano la necessità di un tem~stivo intervent.o, allo scopo di sottrarl'e il cervello alla compressione dHterminata dall'ematoma, legando i vnl'li lesi.
Primo capitano medico prof. CORRADINO GtACOBBE: Ematuria e tu.bercolo8i renale.
ROMA. -
L'ematuria è uno dei sintomi ch~> pii• frequentemente si riscontra nella pat.o· logia umana e che rapprl}senta indubbittiDente il segno di una grave complicanza d( indole merlica o l'inizio di una grave infermità chirurgica. Essa. non può essere contemporaneamente considerata com0 sintomo f'l come malattia, poi~hÈ' a.cl OIZJli em(lturia deve corrispondere la lesione anatomica che n6 è la eausa. Il capitolo de lle ematurie essenziali, o sine causa, o, meglio ancora, da causa ii!Jlof.a. va pert-anto rnpidamentP scomparendo, poichè i mezzi di laboratorio (microscopia, batteriologia c1inic.t. chimica c linicn, l:'<'c.) (> spcciu.Jmente l'endoscopia e la radiolo~ia urologica ci p ermettono di svelare Msai sprs~<o le pii! svariate forme di Jesioru chinu·p;ichf'l iniziali, quali tubo•·colosi, calcolosi, neopla~i, ece. In presenza di emat.uria occorre anzitutto sta bilirne lu. sede c accrrtarnE' la causa anatomica. Dopo aver brevement,o riassunto il complesso studio dell'ematuria, apecitdm ente nei riguardi della pie logJ'afia (a.'>crndente e discendent<') e più part.icolarmente della cistoscopia., «la. quale vede l'ematurie veacicali e ne riconosce. la causa, vede l'ematurie renali e ne. mi,su.r a le prop<>'rzioni. » ed accennato succintamente all'et.iopatogonesi e alla ~<intomot.ologia. dolle va.rie forme di ematuria cbirur~~:ica, l'O. illustra il caso di un ~iovane aottnfficiale ricoverato in O!'<pedale per ematuria abbondante, totale, spontanea, persistente, indolente, non influflnzata dalla dea.mbnlazione o dal riposo nè modificat.a. dalltt. somministrazione di fa.rmaci emostatici. L'E~maturia è compar&\ sen:r..a fenomeni premonitori. Punti dolorosi sia spontanei che provocati assenti: as:•enza di ogni fenomeno suhhiettivo. Studio dell'emostasi del sanrrue, normale. Nulla a carico deU'uret.ra; negativo l'esame dell'organo elidi. ma-epididimario, della prostata e delle vescic:ole seminali. Non febbre; ma rapido c progreesivo scadim ento nflllo stato p:enerale, Esame ematologico (a distanza di 20 giorni dall'inizio dell'f'maturitt.): globnli ros.<~i 3.200.000, globuli bianchi 7.000; valore globulare 0,50. Cutireazione intensamente positiva. All'esame dell'urina 'li rileva abbondantE-mente solo sangue; manca il pus: assen:r..a del b. di Koch. Una cavia inoculata è tenuti\ ancora in osservazione; essa, a distanza di diooi giorni dall'innef!to dP.l sedimento, appare tuttavia viRpa. ed in ottime condizioni. Funzione renale globnle buona. Esame cistoscopico; eiaculazioni ureterali francamente ema·
OOYJ'EBENZE E D JKOSTBAZIONI OUNICHE J!:CC.
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tiche a sinist.ra., edema bolloso d ella pa.pilla uretera.l.~ s., capaeità veS~:icale alquanto diminuita. L 'urogrofia e pil! specialmC'nt~ la pielografìa ascendente, dimostrano appiattiment.o dei calici superiori di sinistm, i cui contorni sppaiono sfrangiuti. Dopo aver dL<>CUSI'O le varie diagnosi differenziali. l'O. a m11lgmdo df'll·a~f;('nza. di pus e di b. di Koch nell'urina, in considerazione d e ll'età giovanile d el malato, d i pregt·e~si fatti sp(~cifici dell'a pparat o rP-spirMol·io, messi in rilievo dalla rttdioscopia d e l torac~ . del risultato d ella ~utireazione, del J·npido e progrcs!<ivo SC'Rdimento dello stato di nutrizionCI, d e i risultati dcJI'e><lime endoseopit:o e di qu•' llo pic lo_grnfico, presume che, nel caso prt>senta.t.o, tmrtisi d i uno forma ematurica di !ubercoloHi renale, ad inizio cioè pielico-midollare, in cui IH. emtttW'ia può C>:ll:lCI'I' puragonata. alle emottisi premonitorie de lla t . b . c. polmcnarE'. La j)E'J'Sistcnza e l' intensità. d~>ll'ematuria non consentono J'at.~sa, per cui si ritien e indicata la nefrcct.omia. P~senta inoltrfl un altro p. affetto da ~>roaturia (prevulnnte.mente microscopica) c da pim·ia acida ed in cui l'uro~fìa ha. mes~o in rili Pvo reperti dimostratiYi dj una fa.se avanzata di tubercolosi rC'nale. L 'Rmmulato, entmto solo da fjuRiche giorno in o~pedale, è ancora in istuclio per gli e~ami complementari. Segufl ampia e nutrita discussione, a cui prendono parte il ma~Zgiore medico CoOLl.l.TI, pE-l' quunto rigunrcla la radiologia r r nttlo <'d uretet·ica, il ma~tgi ore mcd ico GroROl, i capitani m edjci Gnno e Lo BIA.N CO, il sottotenente m edico DE PLATO .
11 colonnello m~>dico AitTtmo M O NACO rifl!'RIIrncndQ, condudP: I1 caso clinico è Rtato pr~>sentato pt>rchf. d 'importanza mcrlica. e chin1rgiea. Quando la tubercoloj;i ÒA] r ene è episodio d'tu1ll infezioni> 9:enerfliE' ed è locRliz7.ata n l'i due reni, OSF'a rientra md campo m'edico e pArleremo di rene l1tbe:rcolore tipo mrdico. Se l'infezione bA.Cillare colpisce primitivamente qu<H•t'organo, fl vi TP"ta. predominunw e unilaterale , parleremo di rene tube1·colm·e tipo chirurgi<'o. Yale a dire la nefrectomia P. indicata o gioYevole .. Le vie seguite per la localizzazione renale d e lla tu bercoJosi sono: a) la disc~>ndentc o ematogena. o embolica; b) la ascendente o urogena;
c) la linfogena. D a.l pwtto d i vis ta. anatomo-patoloj!:i~o la tubcrcolosi renale può dividet'Si in due forme fon damentali: parenchimatosa e pie li1 ica. L a prima. è primitivamente chiusa, cioè IR leRione iniziai('. (p:umma tuhercolt~re e di poi ascesso freddo e caverna.) trovasi nel pare nchima, il pii'! spesso a liYe llo clelia volta vaJ>Cola.re. Questa for mo, m uno st.ato avanzato, può a prir;;i n el hacin<• t,to cc,n un a .,-amica r~male. La secon da forma è primitivamente aperta t·rl è ordinariamente ext.ra.-onrenchimatosa. · Nel caso in esame l'anamneRi ed i dati s!'miotici obbiettivi depongono per lA. forma. ematogona-parenchima.tosa chiusa. Circa la sintoma.tologin è dt>gno di r ilievo la variabilità sintomatica della tubercolosi renate, specie all'inizio, per cui può piL~sare miscunosciuta ed e~;sPre diagnosticata. quando è troppo tardi per una. cura cl&irurgioo. Ricorda le forme : a) vescicale pura o cistalgiCR; b) vesciC'o-reru.tle; c} piurica: d) ematurica. (ema.t.uria totaltl di Guyon; emottisi renal~'); e) a lbuminuriC'a.; • /) liti~siea. (con coliche). È dunque lu. diagnosi precoce rlifficile a fisì"are ed importaute . E:;sa ci è data sopratt.u~to ~Ila clinica. mentre che la cistoscopia, il cateteriPmo d~>gli w-eteri e la mdwlogJa. ce lo. confermano o localizzano. -
Capitt\no medico CAR LO P AN ARA: P n caso d1. psiroai UI"Uùt tossi-injl'tt1va.
Jn un soggetto ~i llllni 2 1, con ttoamnesi famigliare e perMnule negative, senza
~red1tà o pre~edc~t-t persona-li neuropsicopatici, a. distan:~.a di
rlue giorni da un m tervento chuurgtco (appendicectomia) insorge una psicosi acuta caratteriz~ta. da.
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CONFERENZE B DIMOSTRAZIONI CLI:NIOHE ECC.
grave distur~>? del~a. coscienz_a., fenomeni p~icosensoriali, a.~ita.zinne psicomotoria, febbre, e segm tossici generali, che causano la morte dopo sei giorni. La negatività dell'esame obbiettivo generale, delle urine e di quello d el s i9tema n ervoso, nonchè il p erfetto decor.~o della ferita. operatoria lgu9.rita in quinta giornata per primam), e l'assenza di fatti p eritonea.li, inducono a rife rire la. sindrona >\men:z~ale a cause t.ossi-infettive, verosimilmente dipendenti dalla pregressa. appendicite. L'O. accenna brevemente alla molt-eplicità. delle cause, n.lla patog•mesi ed a l'anatomia pa tologica delle Ri.ndromi amenziali che, Rr•condo il De Snnctis, po'ISono dividersi in tre gruppi: l o da cau.'la tossica e ndogena; 2o ad et.iolurzia infe ttiva conosciuta; 3° ad etiologia scono'lciuta. Ricorda l' importanza de l fatt.ore cos t.itu?:iona.le, che, forM, consiste in una !abilità. d ella. ba.rrierà emato -enc~falicà, la cui co"'tituzione e funzione è tuttora og~etto di st.udio da parto di atltori ita.liani e st-ranie ri-
TORINO. - Ma~!;iore medico Trro BOCCi<.: Su un caso di quarta mulattia venerea e un caso eli lupu.a volgare. L'A. dopo aver ria.'lSuntivamonte tratteggiato la sindrome della linfogranulomatosi di Nicolas- Favre illttstrandola 11u due casi clinici assai dimostrativi., ha parlato della reazione di Frej, specifica per la suddetta malattia e ne ha illustrato la toonica. Col sussidio dei due casi clinici ha poi trattato de lla cura odierna della malattia e de i risultati ott-enuti. Presenta inoltre un caso di lupus eritematoso; mette in evidenza i criteri diagnostici differenzit\li e dopo un succinto q uadro d ella malattia. passa ad esaminare i moderni criteri di te rapia.. -
Tenente colonnello medico GIULIO MASSERANO: Sindrome disgeni.tale.
L'O. illustra un caso di «Sindrome disgenitnle • rilevata in un soldato dell'So reggimento artiglieria pesante, della classe 1912, distretto di Como. Anamnesi erodo-famigliare collaterale e personale remota, negativa. Il p. da circa sei mesi ha presentato ingrossamento delle g hiandole mammarie con secrezione lattea dai capezzol i, lieva diminuzione de l volume dei t esticoli, astenia. gene rale e diminuzione de ll'appetito sessuale. L'O. parla della influenzA. esercita.t.a dalle ghiandole sessuali sull'organismo. per mezzo del loro increto e degli ormoni ed enumera le alterazioni patologiche delle ~hia.ndole sessuali, illustrandone le sindromi re lative (eunuchismo, eunucoidismo, mfantilismo, femminilizzazione o mascolinizzazione, a~enitalismo, ipogenitalismoinfa.ntilisr:no reversivo degli adulti, iperorchitismo ). Accennato poi alla difficoltà del la diagnosi dei di.'ltu.rbi endrocrini per l a intima correlazione ant~otomo-funzionale tra sistema encirocrino e .'li.'ltema ne11rove~eta.tivo e per i rapporti di di pendenza che legano fra loro le varie ghiandole, l'O. tt·atta. de lle priLtiche endrocrino-tera.piche, soffermandosi particolarmente sulla terapia sostitutiva ormoni ca, applicata secondo l'indirizzo moderno. TRIESTE. - P rimo capitano medico EooARDO CARVAGLto: Complicanze oculatri delle m.<Ùattie int-erne. L'O. priprendendo un argomento incominciato a trattare altra volta e che fu ogge tto di una sua pubblicazione .'JU que.sto Giornale (fase. 5, 1930) intitolata • Occhio e malattie generali », si è diffu«o a parlare non più dei segni oculari quali sint.omo da. cui risalire alla. diagnosi di m !\lattie generali (de oeulo ut Bignun~) . me. delle successioni morbose, delle complicanze più comuni a carico dell'organo visivo, le quali sogliono abbastanza. frequentement9 presentarsi nel corso o in sèguito alle più svariate malattie che a.ffiiggono l'organismo umanoL 'organo deUa vista, pel fatto che, come bene scrisse l' Angelucci. nella sua fisiologia e pa tologia, partecipa. intimamente all'insieme organico e psichico dell'individuo, viene spesso colpito quando l'organismo in toto o in qualche sua parte
CONFERENZE E
DIMOSTRAZTONI CLTh"ICHE F.CC,
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è ammnltlto. Ciò ~on può ~s~e-r-e i g norato dal medico interni.'>ta. n è dall'oftalmoiatm. j:!iacchè può se~v1re a d o rte ntarsi meglio nella diagnosi del male o M avere un indi rizzo piÌI pre_c•S? nella cura. d e ll'ammalato, nonchè n prevenire pos!'<ibilml.'nte lo dettesucceSSIOlll morbose e complicanze oculari con i mezzi idonei all'uopo. Al termine della_ conferenza. pre nde la !?arola il primo capitano morlico SALVA -
TORE ZowALE, ocul•sta. d e ll'ospedale. E gli ringrazia l'or~ttore di avrre richiamato l'attenzione dei coll~p:hi !=<ulla. grande importanza chP h a, a n che per l'intE-rnisto..
la conosconza. della fisiologi~ e pa~logi_a oculari. Effe ttivfl.ment-e pin volte egli ~<tes.~o $i è tro,·o.to nel caso d1. poter llhmnnare ed orientMe il medico intemista in sèguito ~d ~n a~xn~mto e~a.~e dell'~cchio: CitA._ ad e~mpio :ari cas! d e_l genere t? termina. uw1t.ando 1 collegh-.. a. non dtmentlcare m !'<pemah CltS! comphcst• ed O!'<Ctlrl di chiedere all'ocnli!"ta una visita. dell'occhio e spe<>iRlmen t.e del fondo di esso.
Primo capi tano medico FRANCESCO COLA: Un 003o eli ritenzione dentaria nel seno mcscellare de$tro. TE'orio sulla. patogenr!'<i. Particolari clinjci del caso, con illustrazione radiologicA.,
FoiNE. -
_ Capitano medico ~"TONI O FARA O NE: Un caso di 8'indrome e.1:trwpiramidale par~iMonsimile in e x militare; po!'<t-umi di ferito di guen-a alla guancia destm ~d alla r egione fronto-pariPta le dl'lst.ra . Patogencsi in rnpporto al t.rnuma e conclusioni diagnostiche differenziali. _ Primo capitano m ed ico FRANCESCO MAssnro e ca.pitano m<'dico GrusEPPE SPATA.FORA: Esa·m e necroscopico. Soldato K. R. - Il mattino del 21 dicembre fu incolto da improvviso malore, mentre attingeva acqua. ad una fontana.. Dall'ufficiale medico òel corpo subito accorso fu rilemto: coscienza abolita, Yomito. perdita rli feci e di orine, ~udort> freddo. cianosi, rapida. comparsa. di ponfì di orticaria sn tutto. la. cute. J,n. mort-e se!!nÌ in pochi minuti. I l soggetto aveva sempre prestato rcgoln.re servizio e noo a >t~'\·a mai domandato visita. medica. DIAGNOSI A."fATO~tO·PATOLOGICA: echinococcosi addominale con localizzazioni di due cisti suppurare a l fegato e cisti della milza e dell'omento. Si ritiene che il pazient.e sopport-ava il male (che pure erAo in un grado avanz-a t o) ed ~m in apparente beoossero, per l'Aossenza di disturbi funzionali degli organi !nlìcia.ti; un lieve trauma.. od il solo sforzo fatto per attingere l't\cqua, potè prodl.UT(" nna piccola soluzione di continuo di una delle cisti (molto probabilmente di quella della milza. la quale. come si è rilevato all'esame necroscopico, presentava. scarso. tensione delle pareti) erl il liquido cistico. versatosi nal cavo periton<'ale pro,rocò lo schoc anafilattico, o crisi emoclA.Sica. eh<> fu causa della morte.
NOTIZIE
Visita di S. E. il generale Baistrocchi all'ospedale militare di Roma. ll mattino del 2 gennaio S. E. il generale Baistrocehi, SottosE>gretario di Stato per la guerra, ba visita,to l 'ospedale militare di Roma. Si è sofl'f•rmato a lungo nei diversi reparti e si è intrattenuto a,ffabilmente al capezzale di numerosi 'ricovE>rati prend endo conto della loro salute e del trattamento. H a anche visitato alcuni degli impianti tecnici e di servizio dello stabilimento ed infine ba convocato nella sala d ella direzione tutti gli ufficiali rivolgendo loro un discorso. S. E. ha detto che il medico militare deve essere dotto, buono e psicologo. Non deve essere soltanto lill tecnico ed uno scienziato, nè deve limitare la sua attività ali 'ambiente professioua.le, ma conoscere t utto il servizio, specialmente quello di mobilitazione, e vivere a con tatto del soldato. Ed in ciò è la sua ragion d'essere, altrimenti non sarebbe giustificata la sua qualifica di modico militare. Il Corpo sanitario conta valorosi medici e specialisti ed è apprezzato tant,o nell'ambiente militare elle in quello civile. I n guerra, ha dato tutto sè stesso, è sta.to ammirevole. Dopo la Fanteria ha avuto le maggiori perdite: ne può far fede l'E. S. che s'è trovata in set tori dove la morte mieteva il maggior numero l'li vittime. I vecchi ufficiali medici quindi devono }Jlasmare secondo tali tra,dizioni i giovani che entrano a far parte della famiglia medica militare. La direttiva politica di S. E. Mussolini, di cui Egli è collaboratore fedele, è di a.ndarc incontro al popolo cd il popolo per gli ufficiali è rappresentato dai soldati, ai quali bisogna parlare col cuore: Egli stesso ha sempre ottenuto i migLiori risultati con la sua parola di vecchio soldato d etta ai soldati. Non è più l'epoca in cui i Capi si isolavano; è questa tma mentaUtà che deve scomparire. Bisogna avere del soldato la maggiore cura in tutta la estensione d el termine. S. E. il Sottosegretario ha terminato dicendo che le S\Ie parole non dovevano intendersi rivolte solo ai presenti ma a tutto il Corpo sanitario, al qua.le ha fatto augurio per il nuovo anno.
NOTIZIE
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Concorsi ~r tenenti in s. p. e: nel Corpo sanitario militare. In esecuzione do\ decreto 1:2 dicembre 1933- XIT del Capo del Governo, il Ministero della guer r a ha indetto i seguenti concorsi: a) Concorso, per titoli ed esami, p er 40 posti di tenente in a. p. e. nel Corpo sanitario militare (ruolo ufficiali medici) del R egio esercito. b) Concorso, per titoli ed esami, p er IO post.i di tenente in s. p. e. nel Corpo sanitario militare (ruolo ufficiali chimici farmacisti) del Regio eser cito. A tali concorsi potranno partecipare gli ufficiali in a. p. e . e di complemento, i sottufficiali e milit.ari di truppa in servizio o in congedo, di quals iusi Arma o Corpo, nonchè i medici e i chimici farmacisti civili, i quali tutti non oltrepa.s. sino il 32o anno di età. I concorrenti dovranno far domandtt in carta da bollo da L. 5 al Ministero d <•lla. guerra (Direzione personale ufficia.li), presentandola non oltre il 19 mai""lO 1934-XII, al comando del distretto militare cui sono eff1~ttivi, oppure, so in servizio militare, a l comando d e l corpo od ente dal quale dipendono. l'utte le norme riguardanti i suddetti concorsi sono pubblicate nollt\ Gazzetta u fftciale n. 15 del 20 gennaio e sono r ipor tate n<.>l Giornale militare ufficiale.
Propaganda igienica nell'Esercito. Dal Ministero della guerra è l"tntn. indirizzata ai Comandi di Corpo d'Armata e dt•lle Isole la s~~f'nte ciJ"colare (Dil"ezione gf'n<'l"!\1<" di St\nith militare, n. 221, 12 gennaio 1934-XTI) aventP pe r oggfltto: Pr?paqa1ula igienica nell'F...ercito. • È intendimento di qnest-1.1 Mini~t.oro chnunchc in <.[ttOst'anno sia d&to il massimo impulso alla propaganda igienica fra le truppe . L'EF>er-cito, educa.t~re pl'lr l)ccellenzu., rleve portarA anche il RUO not<>.vole contributo alla formazionE\ d ella tant~ auRpicatn. coscienza is;titm.ictt popolare , compien do così anch~ in quest<t ca.n1po Opflr·a altament.f' m eritori1\, improntato<\ a!lo
direttive rlel Rogime. Gli ufficiali igienisti d elle din•zioni di sanità e gli ufficiali mE'dici d l.'li corpi e n~parti, continueranno a prodigarsi con amore, e ntusiasmo e tenA.nia, in questa nobile missione. La propaganda di cui trtlttasi, affinchè pos.~u rlat·e i ìmtti df'Riderati, dovrà essere condotta in maniera facilo, bonA accessibile alla ment.."litè. df'lla ma.s.c;a dei milium, si da convincerli picllt\mente della l'tUa utilità. Essa deve esccer tempt>.stiva fìn d all'epoca d ella chiamata delle reclute, noi. l'intento di educare il nuovo contingonte e di contl"ibuire validamente uri evitare sorprese dolorose nei rigtm'!'fli E1pidemiologici. Alle conforen7.e di propJ~anrla igienica per le truppe rlovranno A.<csistere j:!li ufficiali rlei r eparti ri8pfl ttivi, i quali poi dov•·anno continuare l'oper-a di divull!U· zione delle nozioni di igiene in m ezzo ai propri soldati. N ei mt1ggiori presidi saranno pure tenute conferenze a parte p er g li ufficiali, trattando argomenti eli igiene, importanti socialmente e di attualit.il. I Comandi in indirizzo sono prerza.ti di volere impartire disposizioni. affinch~ il piano di propaganda abbia piena attuazione ~ott o la speciale sorvogham.a de1 Direttori e Capo Ufficio di sanità. • PM norm.l\, si allega un e len-co de llo films cinoma.top:r-afiche (l) esistenti n e lla cinet-eca di quMto Ministero e che clovmnno esser~ utilizzate. rli mas>!ima, nelle r.onfc renze fatte dagli ufficiali igienisti. La richieste. delle films dovr!l. e!!Sere fatta a questo Minist.ero, indicanrlo l'epoca e il la.<J.'>O di tempo del loro impiego, in modo che pos.<;a aversi un criterio circa i tomi df)lla diRtribuziono. pel Mini:Jtro: B.uST&OCCHI •· ( l) ELENOO DELLE PF.LLICOLE OINEMATO<IRAFTOUE DELLA CDIETEOA : Valuolo - ~i&larla Per ret!IJ!t.ere alla tubcrcoloel- Uugb.le qudlcle - I peJ!~oll del ba<'lo - n cir,ulto dell"alcool Oblio dell'alcool - Lo sputo - Una l)Ct'slma abitudine - Inumidi re Il dito - L&t>alo'f"l lo mani prima del pasti - Eduoa.zlone so981lalo - Come si rimane sani - Come si prendono le malattie Edu~.azlone ft31ca ed !(l'lene - L'Igiene delln ca.oa e della persona - La mos~a domestica - Non sputare In terra - Pericolo clello ~puto - Flore umano - La tuber<'oloal si pronde aU"ostorla Lotta l'.ontro la tubor,.~losl - PIIY.'Olo causo grandi ettcttl (alcoollsmo).
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::-<OTIZIE
Concorso per il premio Rlberi. Per quanto dispone il paragrAfo 8 tlella circolare n. 296 (; iomale militare 1932 (cfr. questo giornale, fasf'. 7, 1~32-X, pag. 638), c.olla quale è s t.ato indetto il concorso al premio Riberi (rA. gli ufficiali medici deE R. E sercito e dell~~o R. ~farina, si d à notizia che n el tempo :;tabilito (3 dicombt-e 1933) sono perwnute aliA. DirezionE'! genorale di sanitt\ militare d ol Ministero della guerra due memorie contra.'isegnate dai seguenti motti: .1ta.gg~or salute,
maggior corpo cwpe s'e(Jli ha. le p<.trli ugualmente COiltpiute . D .U.'TE.
Ara et e:rercitium solent praest,1re ~'ictorit.l.ul .
•
Bollettino del Corpo sanitario militare. cav. Enrico, tonento colonnello medico, direziono sanità militare corpo armata Napoli. - Nominato direttore ospedale militare Bari, dal Jo ottobre 1933-XI.
BERTELLI
I seguenti primi capitani m<ldici sono trasferiti all'ente a fianco di ognm1o indicat-o: PASSANTE Cnt·mine, 27 campagna. 88 fatl.teria. :\-lURRU Giacomo, 88 fante ria. 3 bersaglieri. )fORRONE Luigi, capitano medico l costa in a.'>pett.ativa per infermità tempo· ranee non provenienti da cause di servizio dall'l l luglio 1932-X. La a-spettativa è commutata per infermità. provetùenti da cause di servizio. l!'oTI Giovanni, tenente medico R. corpo truppe colunialì Cirenaica. Cesstt di appartenere al suddett-o R. corpo dal 4 settembre 1933-XI e dnlla stessa data è destinato J contraerei autocampale. SCADUTO Pasqunle, iPnent.~ mcdit•o 35 fnntorin.. Collocato fnori quadro, dal 9 agosto 1933-XI, perchè trasferito R. corpo truppe c:oloniali Tripolita.nia. I seguenti t-om'nti medici sono trasf<'rit.i all'onte a. fianco di ognuno indicato DE CmARA Fedele, centro rifornì18 fanteria. mento quadruped! P ersano. FEDERICO Vincenzo, l R ìantf>ria. Centro rifornimento quatlrupedi P er· sano. Dal Bollettino u(fìciale, di~p. 81", 1° dicembre 1933-XII.
Fust eu.,·. Pietro, tt>mmt(! colonnello merlico ospedale militnre Verona. -
Trasferito direzione san.ità militare cori'<> armata Veron.t (segretario). Rrzzo eav. Cornelio, tenente colonnello medico. -· K ol provvedimento che lu riguarda, in~oc-ito nella dispensa 70 d el Bollettino uffic·icùe 1933-XI , paginn 3265, amichè: ospedale mi li t:are Livorno (<~mmissione medica. pensioni guerra). LeggMi: ospedo,le militart> Livorno. Lo:&tBA.RDI cav. Enrico maggiore medico, ospedale militar€' Trieste. rirno!>'>O da! grado. - Sono annulhtti e considerati come non avvenuti i seguenti dec•·et.i: R. decreto 26 novembro 1931-X (sospeiL'Iione precauzionale dall'impiego). R. docr·eto 9 mt~.ggio 1932-X (continuazione in d ett.a posi.z ione). R. decr('ltO 17 novembre 1932-XJ {rimozione dal grado). Ri~himnato in servizio effettivo e destinato ospedale militare Chieti.
NOTI7.I E
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SOALJ'ATI cav. Alberto,
maggiore mt'dicu, ospedale militare Perugia, in Mpettativa per infermità temporanee provenient.i dtt. Cttuse di servizio. - Richiamato in servizio effettivo dal 5 novembre 1933-XII, e destinato ospedalt> milita~ Livorno. ~haNEKI Francesco, maggiore medico direzione sa.nità militare corpo u.nnn.tfl. Verona. - Trasferito ospedale miliwre Padov&. GIUDICE Camillo, primo capitano medico, 85 fanteritl, in aspettativa per infermità. temp01·anee non provenienti da canS{> di Sfwvizio. - Richiamato in servizio effct.tivo, dal l 0 novembre 1933-XII e dest.inato l 4 fanteria. PlcCOTTI Egidio, primo <·apittmo medico, 29 campn<gna. - Tra$ferito 37 fanteria. ABoNICA Ferdinando, capitano medico 37 fanteria. -- Trt~."lferito ospedale mili ttt.re Torino. Dal Bollettino ufficiale, disp. s2n. 9 dicembre 1933-XJI.
1NGRAVALLE cav. Alfredo,
tenente colonnello medico ospcdal(' militare Napoli. - Collocato in aspettativa per infermità temporl\nee non provenienti ùa cause di servizio per mesi dodici, da.l 5 novembre 1933-XII. BEiRTELLI cav. Enrico. tenf'nte colonnf'llo medico. Nel provvedimento che lo riguarrla inserito ne lltt dispenm SJ, pagina 31>87, del BolleUino ufficiale 1933-Xll, anzieh è: direzione .sanità militare corpo atwctta Napoli, leggCUJi: direzione sanità militare corpo armatu Vewna. PAGN<YITA Umberto, primo capitano medico R . corpo truppe coloniuli Cirenaioo (ùisposiz.iono ministero colonie). - Ricnt.ra n€\i qu.aclri, dul 3 novembre 1933-XII, perchè cessa di appartenere al suddetto corpo e dalla stessa. data. è trasferito 6S fanteria. PicCIOLl Ermenegildo, primo capitru1o medico o1<pcdule militare Firenze (co-
mandato istituto igiene R . 1miversitò. Firenze, quale assistente militare). - Trasfer ito ospedale militare Chieti, CC'ssando di ess<>rc comandato como sopra. S.u.VA'IORI Guglielmo. capitano medico (ora a riposo). Nt-! provvndimento che lo J·iguarùn., insol'ito nella dispenStl. 58 del Bollettino utfìciale 1933, paginll 2736. am.ichè: primo capitano, lerna.'ti: capitano. I seguenti tenenti medici a disposizione mini.stf'ro delle colonie cun incarico civilf' rientrano nei quadri pe1·chè c<:'ssano di appartenere al R. corpo truppe col<Uniali Cirenaica dalla data per ognuno il1dicata 1:' dalln stessa data sono tras feriti al corpo a fianco segnato: I'REJTE Mario.
Dal 24 ottobre 1933-XI. R eggimemo car.r i armati Bologna. PASETI'I Ferdinando. Dal 26 ottobre J 93~-XI 26 fanteria. lìE GREGORIO Gaetano, tenente medico R. corpo trnppe colonin.li Eritrea. Rientra nei quadri, dal 4 fPbbraio 1933-XI, pt'rehè cessa di appartenere al suddf'tto R. corpo, e dalla stessa data è collocsn.o a diRposizione minist<>ro esteri (f. q.). LASCARO Alfredo, tenente medico R. corpo tT1.lppe coloniali Tripolitunia. Rienua nei quadri dal 19 ottobre 1933-XI pcrchè cessa. di appartenere al
suddett-o R. corpo e dalla stessa data è trasferito 3 bersaglieri. MABT1NI Luigi, tenente chimico farmacisttt. o~pf'dale militare Firenze in a.spetta.tiva per infermità non dìpendE>nti da cause di sl.'rvizio. - Dispensato d al servizio dal 10 aprile 1933-XI. lÀ\.1 Bollelli1to ufficiale, disp. 848 , 15 dic<>mhre 1933-XII.
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I seguenti maggiori medici sono trasferiti all'en te a. fianco di ognuno indicato: SUMA Cosimo, osperlale militare Ales-
Ospedale militare Torino. sandria D ' AMBROSIO Giuseppe, ospedale m ili· Ospedale militare Napoli. tare Torino. MANTERO Lorenzo, primo cR.pittl.no medico in 11-l>petta.tiva. per infermità. provenienti dal set·vizio. S9 fanteria..- Collocato a riposo. dal 15 lu~lio 1933-XI per infermità prove nient.i da cause di servizio ed i11scritto nella riserva.. SANTORSOLA Domenico, primo cttpitano m edico ospedale militare Napoli. - Trasfe rito ospedale militare Bt~ori. BoRZELLl Giovanni, capitano modico 7 pesante ca.mp!Lle. -Trasferito 84 fanteria.• LUPO Amorleo, tenente m!ldico R. corpo truppe coloniali Tripolitania. - Cessa di appartenere al s uddetto R. corpo d tl.l 9 settembre 1933-XI, e dalla. s tessa. d ata è tra.<>fe rito scuola. applicazione di sanità. militare Firenze. PAoL07.ZI Fortunato, tenent'l3 medico R. corpo truppe coloniali Tripolita.nia. - Cessa. d i appartenere al sud detto R. corpo dal 19 nove mbre 1933-Xll e dalla stessa data. è tras ferito legione carabinieri reali d el Lazio (Roma). SANTAGATI Francesco, tenente m edico, 4 pe;;a.nt~- - Collocato f uori quadro, dal }o ottobre 1933·-XI, perchè trasferito d'autorità R . corpo truppe colonia! i Cirenaica.. l seguenti tenenti medici sono t rasferiti all'ente e. fi~nco di ognuno indicato:
CuTuLI Francesco, 3 alpini.
7 genio.
GRANDE P asqua le, 6 a.lpini. 70 fanteria. D al Bollettino ufficiale, diRp. 87•, 30 dicembre 1933- XII.
Titoli di studio. II m!l.ggiore chimico farmacista. prof. GrUSEIPPE CAPPELLl ha conseg11ito l'abilitazione d efinitiva alla. libera doce nza. in chimica bromatologica pr38So le Univer.3ità e g li Istituti Superiori con d ecreto d el Ministero d ella Educazione nazionale del 9 dicembre 1933- XII. Il tonante medico Dmremoo DA'iTOLI dell'ospedale militare dì Padova ha. conseguito il diploma di specialista. in t.isiologia. presso la R . U niversità di Rollll\.
Il problema de11a diagnosi e d! Il•assistenza precoce del tubercolotlcl. Acl iniziativa della Direzione gonerr1.le d ella. fl>\nità. pubblica, si è riunita la Commil:òSione nominata da. S. E . il sottosegrl·>ta.rio di stato all'interno per studiare il problema d ella. dit~.gnosi e d eli'M:;is r.e nza precoce d ei tubercolotici. La. Commissione - presieduta dal sen. prof. Micholi e composta dagli on orevoli prof. More lli, Cucini, Ta.llarico, dai professori Ilvento, Benedetti, Bocchetti, Castra.ca.ne , Gitmnini, Lo Bianco e dall'ing. Calza. Bini - ha espresso i l seguente voto: • Pe rchè la lotta cont.ro la tubercolosi, affrontata da. l R egime F ascista. com e lotta di popolo, con una gara d i s forzi e di spirito, di tenacia e di mezzi, raggiun ga il fine vittorioso segnato dalla volontà dol D uco, occorre: l o estendere g1·a.dualmento. nel modo pil't la.rgo possibile, l'assicurazione obbligA.toria contro la tubercolosi t\d altri gruppi d em ografici del Paese, intensifìcand.ola. ne lla categoria d l'lle psrsone di servizio, d ei portieri e di quanti sono Bdd etti allo spaccio di generi alimt=~ntari, affinchè si avva ntaggi l'e l'ficacia d ella. lotta. che non consente soluzioni. di continuo e godi\ del s uo beneficio la t.ota.lità del P aese. giusta. la concezione otica, unita ria a· tot••litaria ad un t empo, d el R egime Fascista.;
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2o fare ogni sforzo perohè gli· ammalati di tubercolosi siano diagnosticati o curati precocemente, prima che si ù attmniniuo lesioni gmvi, che necessariamente diffondono altri contagi e richiedono lunga d egenzA. con risultati spesso incerti, postumi di notevole innapa.cità lavomtiva. e conseguente oneroso dispendio da parte delle Am m inistrazioni; 30 ad evitare questo gravissimo danno ai fini deJia. profila.<:~si, d e lla cura e del finanziamento dello. lotto. contro la. tubercolosi s iano conce:>si do. Enti fìnanzia..ori mutui ai Consorzi provinciali antitubercolari, porchè possnno complPLare e perfezionare l'attuale rete di dispensari, che dovranno essere co;;tnùti in modo da poter fW1Zionare quali • policonsultori • allo scopo di attirare il maggior numero di malati sospetti ed anche gli ammalati comuni, tra i quuli spe:;sissime volte si riscon trano molti casi iniziali di tubercolosi; 40 che la funzione di Governo finora esercitata con grande energia dal Ministero dell'Interno sia fianchegg iata da. un comitato di armonizzazione a. carottere consultivo, in cui s iano rappresentati tutti gli Enti interessati, a llo scopo di coordinare tutti gli sfoni fatti dal R egime F ascista, di precistu·o e delimitare il campo di ogni singola istituzione e qu.i udi poter raggiungere l'unità di direttiva indispensabile oramai, dopo ques ta prima fase di realizzn.ziono, soprattutto ad eviu\ro dannose interferenze, dispersione di energie, e raggiw1gere il massimo rendimento della lotta, messa fra. i p rincipali obbiettivi della politica Nazionale a .
Società Italiana di antropologia e psltologia criminale.
n 9 gennaio, in Roma, nei locali del Museo criminale (via Giulia, 52) ebbE> luogo la. seduta inaugura le della «Società italiana di a ntropologit\ e psicologi,\ criminale por la lotta contro il delitto ». Sc>dcvano al tavolo dolio. pres idenza. S. E. )lariano d'Amelio, p resident(l d~lla Corte di cassazione del Regno, il prof. Salvatore Ottolenghi, direttore dell'Istituto di medicina legale d oHa R. Università, S. E . Novelli, dire tt.ore generale delle Cl\se di pena. Segret.ario generale il prof. Di Tullio. Intervennero in grande n umero antropologi e psichiatri e spiccate personalità mediche d ella Capitale nonchè alti magistrati ed avvocati. Largamente mpprt>'lentata l' Anna dei Carabinieri Reali. Fra gli specialisti militari, presenti i proff. tenente colonnello medico G. Gia.1·rus.o~o e primo capitano medico A . Sabatini. Dalla Presidenza. con elevati discorsi furono illustrati il p rogramma di lavoro e lo Statuto della Società cbo si propone l'incremento d egli studi di criminologia., sulle tmcce della vccchi~~o gloriosa. Scuola italiana, celebrata nel mondo per fulgidi nomi come quelli di Lombroso e di Enrico Ferri. Alla discussione intervennero l'on. prof. Eugenio Morelli, presidente ciel Sindnca.t.o dei medici, l'avv. Greguraci ed altri illustri oratori, che tutti misero in rilievo il vantaggio di una collaborazione attiva e cordiale fm i cultori delle discipline mediche e giur idiche. che la Società, fin d'ora accoglie nei migliori esponenti, por offrirsi al Regime nella va.<:~ta opera di rinnovamento nel campo della crirnino1ogia. di cui già il nuovo Codice Penale segna lo grandiose conquiste. Sono invitati ad inviare la prop ria adesione tutti quegli studiosi che possano dare un efficace con tributo allo svolgimen to del programma d ella Soctetù, rivolgendosi direttamente a lla sua sede presso l'Istitu to di medicina legale d ella R. Università d i Roma. · Nel glornallfmo medico. Al termine del 1933 il sen11.tore prof. Alessandro Lustig ha lasciato la dire zione de Lo Sperimentale - A rchivio di biologia normale e patologica, tenuta con sommo onore per ben 43 anni, durante i quali il vecchio e glorioso periodico s'è roso benemerito della ClÙtura italiana facendos i apprez7.are in tutto il mondo scientifico per il prezioso contri bu to apportato a l progresso delle discipline biologiche. 7 -
Gio-rnale di m.edìci11a lnllitan.
NOTIZIE
Concorso presso l'Opera invalidi di guerra. È aperto i l concorso, per titoli, ad un posto di capo ufficio !lllnit.ario pres.'!O la sede ccnt.ralo d ell'Opera nazionale invalidi di guerra. Il termine per la prooentazione delle domando scade il 2S fe bbraio c. a. Per il programma rivolget-si alla segreteria doii'Opora Na:>.ionnle in Roma, Casa Mad1'0 del Mutilato, piaz1.a Adriana.
Per una biblioteca centrate della malaria. Presso !~t «Stazione Sperimentale per la. Lotta Antimalarica» m Romll., è isthmita e funzi orut dal 1925 una biblioteca della malaria. A curo di questa biblioteca si pubblica annualmente un «Indice bibliografico d ella malaria». Si pregano vivamente g li studios i di malariologia perchè vogliano inviai'(> alla St-azione predetta, volumi, relazioni multigrafat,e ed estratti, allo scopo di costituire una Bibliotecft Centrale specializzata, per quanto è possibile completa. A richiesta la Biblioteca provvede all'invio di copogmfie d ei lavori, in corrispettivo delle sole spese di esecuziono. Le pubblicazioni e qua.lsil).c,i altra richie!\ta dovranno essere indirizzate al · direttore d ella Stazione Sperimentale per la lotta antimalarica, Corso Vittor io Emanuele 168, Roma (16).
Per una Biblioteca medica Italiana In Egitte. L'Ospedale Italiano Benit.o Mus;~olini di Alessandria. d'Egitto sta organizzando una Bibliotect~ medica italiana, che verrà aperta {Vatuitamonte a l pubblico e eh<• Ri proporrà quindi di far conoscere o diffondere m Egitto la nostra produzione scientifica. A tal fine è stata. diramata a i Medici italiani una cir-colar-e con la qual" si rivolge la preghiera di far omaggio di una copia delle loro pubblicazioni (estratti di riviste, volumi, ccc.). 1\lolt,i hanno già risposto all'appello; ai ritardatari si rinnova la preghiera di voler cortesement-e a~lerire all'invito di cni sopra.
I
NOS TRI
~ORT.I
Il colonnello medico in s. p. e. cav. u.ff. Alessandro Glanneltl è morto improvvisamente il 4 gennaio a Pt>~<;~·~rn. Nato il 26~gennaio 1872 a Nocera Inferiore, si ora laureato a Modena il 5 Luglio 1897 .. Entrò subito a far part.e del Corp~ sanitario, ove percorse unA d~st.int.is sime. carr1em, dolorosamente r.t·oncata dalla Jmmatlll'li morto, mentre era dtrettore di sanità mìlit!\l'(l delta Sicilia. Nell'ott<>hre do l l!H l ~parti per la guerra libicA e n t>ll'azione di ~idi Bila! d e l 20 setwmbro 191 2 guarlagnb una prima medap;l in di hron2o al valor militare. Rimpat.riò dopo tm anno, ma nel srtwmbre 1914 tornò in Cirenai~. e s i distinse Mcora nelle operazioni d el Snd Ben~asino, I~rti~olarmente nel comhattiment<> d i Lect.apia, ottenendo urut !\econdn medttgUa d1 bronzo. Nella grande guerra fu prima capitano medico in tm reggimento di berRaglieri mobilih\t.o ~ poi, d1~ ufficiale superiore, tenne successivamonte il comando
NOTIZIE
l'li una &tione, uffici di Sanità divisionali è la direzione di un ospedale d i tappa.
I servigi resi in quest.e divt>rse incomben:r.e furono t\pprezza.ti~mi e r imeritati con una, medaglia. d'argento al valore, tre croci a.l merito di guerra, tre encomi solenni, una. medtlgli~:~. di bronzo BI mel'ito della. SBiute pubblica. la ct·oce militare inglese. Fra le motivazioni più s ignificative delle ricompense, valga per tutte quella della. medaglia d'Mgento: « Owpo uffici.o Sanità presso una Divisione di fanteria, sotto il 'Violento fuoco nemico adempì con attii!Ji-tà, fermezza e coraggio mirabiU le proprie marl4ioni. I n 1uw speciale circ<JStanza non abbandonò f'M'i, neppure per Utl istant-e, le prime linee, conlìnuand~ imperterrito a prestare l'opera propria tra l?infuriare del combattimento. F, più tardi , durante lo ritirata al Pwve, trwUiplicò le sue forze con impassibile le11a .
mostrandosi eroico soldato come a.i era già Olp'fXlleiJato attetltiJ, coscienzioso e coraggioso ,UJàico. Mizli-Slene-PiaYe, 19 agosto-novembre 1917 •. Il colonnello Gia.nnelli lascia di sè commosso unanime rimpianto in tutto il Corpo sanit-ario, al quale ogli aveva. consacrt~.to fervida fede e virtù ulettissimc, militari, professionali e civiche. AI nostro l utto si è cordialmente associat-a lu stampa palermitana, ricordando con qu,a nta stima e con quale amore foss~ considerato il valoroso scomparso negli ambienti cittadini.
Il 27 dict>mbre è morto, a Leooe, il colonne llo medico in a. r. q. prof. ce.v. Mario Pennetta, all'età. di 61 anni. Appart,f>neva al Corpo sanitario militare dall'ottobre del 1897 e vi aveva pre!'lt.ato servizio effettivo fino al l 0 luglio 1920, qnando, a sua domande., fu oolloca.to in posiziono ùusiliaria spooiale. Nell'llgosto ciel 1912, dopo es.<~ere stato per un biennio a.'lSist-ente militare pres.'!o l,l R. Clini~~ medica di Pisa, aveva conseg1tita l'abilitazione alla docenza in pttto· l<)gia speciale medica dimostrativa in quelle. Università. Durante l'ultima guerra. fu direttore distintissimo di un ospedale d a campo por con tagiosi n resse con onore uffici di Sanità divisionali .
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Il tenente colonnello in p. a. cav. Arrigo Ferretti è morto a Modena il 9 dicembre, all'età 59 anni. Aveva prestato servizio attivo permanente nel Corpo Sanitario dal il899 al 1920, poi fu collocato, a. domandA, io a. r. q . e dal 2 giugno 1932 era stAto trasferito in n.usilie.rh~. Nella guerra itnlo-austriaca fu capo ufficio di Sanità in una Divis ione di fanter·ia mobilitata.
Il ma.ggiore medico in s. p. c. ce. v. Domenlco Greco è morto il giorno 8 dicembre ne l Campo s .uatorialo climatico militnrè di Anzio. Era nato a Lecce l'li febbraio 1882 e dal novemb re de l 1907 militava nel Corpo sanitario. Prese parto alla campagna di Libia dal novembre 1911 al gennaio 1913. distinguendosi in più fa.tt.i d'armi e guadagnando una. mednglin. di bronzo al valore. Dopo quattro mes i tornò nelle colonie, prima in Somalia e poi nella Cirenaica., ove prest-ò ser vizio con reparti indigeni o all'ospedale di Bengasi fino all'ottobre del 1916, quando si trasferì alle. fronte italiana. con un re~imento di fa.nt.('.ria, presso il quale dette cont.inuq. prova di sereno coraggio e grande abnegazione. C'osì era nel suo forte carattere o nel temperamento ù i innat-a generosità. Nel.l'in!?ndazio!le di Bal"i ~el 7_ di?e~n_bre 19~, ~bbene infermo, !'li prodigò con suo rs!!Chso pt~r Il salvataggiO ds CIVlls, prossuns ad annegare, e si e bbe un vibrante encomi9 solenne dal Comando dell~ Divisione militare.
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U mRp;giore Greco, come fu soldato animoso, era medico valente. P erfe zionatosi dal 1922 in radiologia, aveva diretto egregiamente gabinetti d ella specialità. neg li ospedali militari di Ba ri e di Verontl. Contrasse in guer ra la sua. malattia morr aie.
Il 10 genna io, noll'o.~peòalo militare di Bologna, è morto il primo capitano m edi co in s . p. e . Francesco Labruna. N ato l"f! Rettembro ISSI! nd Avnllino, era Rtato chiamato nlll:l 1umi per mobili· tnzicmu nel g iugno d e l 1915. Dopo aver ultimati i corsi uni,'ersitari nell'Università. di Napoli. <hd muggio 1916 fu con reparti combnttenti ed in formazioni sanitarie av&.n7.ate por t-utta la durat-a d ella campagna e clell'armjstizio. Dall'agosto del 1921 al rr.•~rzo de l 1923 rimase in colouia con un battaglione indigeni eritrei. Successivamente p restò servizio presso truppe e in ospedali. In gu(·rra e in pace il primo capitano m edico Labruna si distinse per ottime qUAlità milita l"i e per la sua va.s l.t\ cultura profe~iona.le che aveva partioolarment<' arricchita nel campo d ella bat.te riologia cd immunologia con duo rinscitissimi tirociru di p erfu-t:iona.me uto.
Direttore resporn~abUe: D ott. L UIGI E'RANOHT, t enente generale m edico Redaltare: Dott. prof. VmoiNIO D E BEBNARDIN1S, tenente colonnello medico (6105937) -BOMA, 1934·XII - I8'1'1TUTO POLtGR.U'IOO D&LLO STATO - G. O.
• RIVISTE l\tiEDICHE MILITARI ----------0---------BRASlLE: REVISTA DE ~fEOfCtNA. ::\Hf.,(T"'-R.- Oircotoriu do &\1'tde da Guerrn.. Rur. Monoorvo Fllbo Rio do Janelro. Fase. luglio-ottobre 1033.
3~,
Il . ..,.1: Pr•ltn>zlonl. - H. t1e M61a : F erit.n orblto-cmuica da scin.bola di rob.ormn, senza. lesione OUtànt\a uè dèl glo!oo ooùlaro, con rltenztone dl [rammento mcto..lllco nellA foSt>l), cerebmle post<wlore. Estrazione del co·r po estraneo con t.t·apA.naziono occlpltn.te. - F. Leltao: Sulle I.Ddl· ca.zlonJ d clln. !t'Onlcecwmia. - ol. Plre1: Forltn penetrante del ora.nlo da arma <h• fuoco. L. L. Maceda : Snlla neoo~•ltà dell'esame tadlolo~lco pr<wcnth•o per l'ammi•sionc dei candi· dati nlle collet.tivltà militnri. - l. Ylelra : Hot.turn traunmtloa. del tlmJ)Imo. - L. o. t1e Anwatt: !1omm arie con~idemzioni sulla. oura dc Un sifilide. - ol. 8anto1: Alcuni ratti o$!!ervatl nel reparto si6llt ioi deli'OSPO<Iale milltaro di Juh: do Fòra. - J. s ampalo : L'cmoooltura nella febbre tltoide.
FRANCIA: AROHfVES DE )f~:DEç!:-<11: E'.r PHA.R:'I(A.Of l,; :'lflTA'rAIRES . - t>Migl , Direzione del set·vizio di S~•nltà., :\linistero delln Guerra. Fase. 110re"»Wre 1933. M. Dalatcr : L~ Iniezioni ~olcrosaolti nelle mnlnMie fnn.zlooo.li dello vene peri(ot·iohe e nelle loro oomplio>uo.ioni. tndloa.zloni ri8PCttive cloi mN.odi eletti'Qterap icl e olururgici. - M. Ptdrlat: )ò'\l0\' 0 m 'ltodo por det.crmlnnre, con l 'aiuto doi colori, la natura e H grado delle mnetr-ople. Cro moftomet.rio. ed erioiscopio. - M. Awbett : L'opldennofl:r.ia lnguinnlc (eczemn. mnrglni\W di llebra). - ol11:le o LuiMt: r, .. lottn antivonoreA. n egli Stat i di Lcvnnto sotto mnndato francese.
INGHILTERRA: I OURNA.L OF T ElE ROY AL ARM:Y :\IEDW.:\.L OORPS. - Edito da Job n Baie, Sone and Da· nlol~son, Ltd, Londrt\. FaSI:. V, wl. LX(, nooembrc 1933. Htftdenon : Vl\lntn?.iono dell'idoneità fl•i<>n •~i vt~ri "cr vjzi dcll'cscroito. - Youn(: I'rofllas~i chini· nloa. nell'India settentrionale (conJinu<uioru:). - Ollll'ke: Dil'l!'nos o e cnro. <Iella. sifilide (cont~nua). Qr&J Hlll : Osservazioni b'llii'Otiologin dol reumatismo.
Fase. VI, 110Z. LXI, dir-embre 1033. 811'\: Va,lut.azione del tMso ~lioO'mioo. - Younf: ProfiiM<i chiDinicn noll'(nd.il~ .settct\t.rion!\le (co·~ti1~ow,.:Urtc e {lne). - Cllll'ke : .Dh1~no<i o cura t!oiiA. s illllde (Co1•1inua<ione e fitte).
J UGOSLAVIA: VOJN O- SJL'\ITETi3 KI Gf,A.f>N'lK . - Rivisti\ trim\'>StrA.Ie di medici na., farmacia o medicina. voterlnarla. deii'EBGrolto jugoslavo. edita dalla. J.Jirezione d el servizio di &\nltà (Redazion e ed amministrazione: Ospedale militare di Belgrado). N. 2-·3, vol. IV, 1933. Ronld!~ll o Mllowan"l~h : Misuro~ dclln pro ~sione nt'Wrioso. in clioloa.. - Dnlòowltch: Sulle !l'O.Slrorrogie ma.'<Sive nelle ulccri gu.st.ro-!luodcnali. - SDv&ltch : Oollassotorapia della tubercolosi poi· menare. - OhllloYitcll: A P!'OJlOsito di un ca~o d1 lln!ngitc cancerosa del polmoni. - 111111111... Yltcb: Uu caso di Cobbro e d! $Lomatlte a (toM nell'uomo. - NovakoYitcll : Della fJ·c·qUCI17.a. dello malnttlo infettivo nell'csc•oito Jugosla"o·
ROMANI A l REVISTA SA.NITARA. MILITAR..\.. - Redazione e .~mminlstrazlono: OspodatÒ mlllta.re • Regina EUsabettn . , Bucarest. Fa9C. XI. ttot)embr.: 1933. ta.llr : La pre., sione arteriosa m edia. SW\ lmporta.uu\ in clinica. - Stolan Emlle : La c••ra della. blenorragia norta. pratica. t\ttunle. - Dosldtre Kleln : Malattie generali dell'organlSJllO d'ori· gi.ne dent-aria. - llle : I gas do. oombat.ti.menw.
SPAGNA\ R EVISTA DE SA.NIDAD MILITAR.- Pubblicazione mensUe del Corpo 88.nlta.rlo militare, Madrid . Fa8C. XI. nolle'm.bre 1983. ...nln aatuar: Gli ultimi. progrca-•1 aulln fchbce gii\Ut\. - R. Orlado Olrdona : Dingnosi e cut·a della ipogllcPmla. - E. 8-lltz 81111 : Un cuS<) tli t)a.ralisl pro%'rC'II!Ivo. otcuta di Lnndry.
STATI UNITI : T ElE :\tiLtTA RY SU'RGEON. Army Medloal :llueeum and Llbrary, Washlngton. Fa84 ~. t10l. LXXI Il, 110t)tnWre 1933. Re.lnzione sulla n• riunione a.natta.lo doi medici milit.o.ri degli Stt1ti Uniti - Elezione del n uovo pro-Udente (lllligjl:ioro genera'le Hany L. Gllcbri~l). - Relazione di una commi!!J!Ione lncarl· cat.a di studla.re lo eventuall alterazioni pl!icbicbe nei tumatori di canapa indiana.
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GIORNALE DI
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SOMMARIO LEZIONI E CONFERENZE:
Colella. - Slftlfdo dol s fatciilll ne rvoso (cominwl ) . • . . . . . . Peru. - Impostazione nosografica delle diverse fonne morboso Cançandl. - Iglouo di gue rra . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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MEMORIE ORIGINALI:
Orixonl. - Il formaggio noll 'n llmeotnzfono dl.'l soldato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cllslnls. - La ru.isura dei dio.metrl toracici in conl.ronto a. quella del porlruotro nel giu· dizio eli idoneità. tlsicu (ccmtilm<WiO?Ie e fine) . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . Maua. - La rmritl~~lonc del l'acqua, per le truppe, con d oro e carboni attivi. Giacobbe. - L'onca a srott.o . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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RIVISTA SINTETICA :
Fenca. -
.i\Ia h\riotcrn.pla nella hl oo . . . . .
Pag. !ti!
RIVISTA DELLA STAMPA MEDIOA ITA LIANA E ITRANIER.A :
Acido (L ') ucorblco: 'Vitamina C. - GYilRon e MA7.7.A . . . . . . • . . . . . . . . . . . . Anatomia dell'an&olo !rido-corneale. Di al cu11e pari icola.rittl d-ell<t fin. c - 1u:ll'1Jonw. - N t COLATO Angina pectorls. Tr<1llamcnl" cllintroico dell' - ROSA • . . • • . . • . . Danno (Il) del ncfnttomluatl e l crltHI per la sua yaJutazlone. - PtS"~<'ft Eritema pollmorfo di Hebra . ..d. 'Pf'O~lOsilo di 1111 caso rli - :r.\LAZZt Febbn tlloldc. RicercM sulla cpWentiolo(}ia <Iella - Ros.·m1•n . . . . . lmmunlti antlntanlca. Ricerclle sulla. - ;\Luuu . . . . . . . . . . . . . lperlnsullniJmo (L') come entlti morbosa deftnlta. - RARHI~ . . . . . . . Malarloltflljlla per wla endocerebrale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Menln&IU · Trc1ltamen~a tleUe - pttr>tlcnle. settic·lle, o/a{lellc c ri1IO(Jcue. - CAt:SSI?:. Miopi a etawata. J l trattanu:;1ltCJ chintr(lÌCo (!ella - 11.101'0~1; . . • . . . . • Opoterapla antltubercolan e nuowl orizzonti doli a zomotoflljlla. - DEJ. V~: como. otltl medie purule.nte. Rcazi.one mmWare nelle - C'l:ncto. . . . . . . . . . Plllllte medicinali e loro estratti In terapia. - IN \•Jml\'1 . . . . . . . . . . . . . . Peetllml (l ) delle leelonl da lprlte. - Ortcm'lJST H .1nnv o .\l.l'l"l . . . . . . . . . . . . . . • Proftl16sl lndlwlduale antl.oncna - Risultati t1ella - n el R. I::ser6/o c nella R. Jllarina. ita· Zitma. -
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Stenosl bronchiali neopllltiche. - But::-TITt . . . . . . . . . . Stltltheua. DiaqMSi r adiolo(lica d i a/~w1e /OTme rli - llAAS Tubo dlgennte. li l>tt'ccanimno del - UA ll~;.L" Y . . • • • . • •
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CONFERENZE E DIMOSTRUIONI OLINIOHE NEGLI OIPEDALI MILITARI NOTIZIE . • • • • • • • • • . . .• . . . . • . . • • . • . • • . . . .
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Amw LXXXII- N . 2
GIORNALE DI MEDICINA MILITARE
LEZIONI
E
FEBBRAIO 1934-XII
CONFERENZE
OSPEDALE MILITARE DI PALERMO
SIFILIDE DEL SISTEMA NERVOSO(*) Conferem.a. d el p rof. Rosolino Colella, Dirottor" dello. Cliniro. per le mo.latt.ie nervose e mentali della R. Università di Palermo (13 maggio 1933-XI )
Fra le gra1uli irnfezioni alle quali è esposta la specie 1'mana, la sifilide è sicuram~ente la piit importante, così dal pttntc di vista della sua freq1t&nza come della moltepUcità delle sue ?nanifestazioni: si può dire che essa tiene sotto il suo dominio una parte notevole della patologia umana. Esistente attualmente in tutti i paesi, sebbene in mod-o vnegttale, la sifilide non rispetta ness1~na m zza, nessuna età. Essa si presenta nell'uomo sotto form.a d·i sifilide congenita e di sifilide acquisita. Essa invade hdti gli apparati "organici, e in modo pwrticolare il sistema nervoso. La sifilide costituisce per ciò wno dei più importanti capitoli della biologia '!W~na ed è una malattia di spiccatissi?M carattere sociale, che la nostra guerra vittcriosa ha intensificata. Di così grande interesse scientifico-socia.le abbiamo alta testimonianza nella recente Conferenza internazionale pe,- la Difesa .~ociale contro la Sifilide, tenuta a Parigi dal 9 al 12 maggio 1932, in occaBione della celeb,-azione del centenario della nascita di .Alfredo Fournùr, il grand~ sifilograjo di fama mondiale. La storia della sifilide del sistema nervoso pu.ò essere ài·visa in tre grandi periodi: ·un pri1no, anatomico, legato principalmente all'opera di V irclww eh~ ha des<:ritto i caratteri anatontici delle infiamtnazioni dei vasi e del tessute connettivo rivelati s1ti centri n.ervosi dei sifilitici nelle autopsie; un secondo periodo, clinico, illustrato dai lavori seg?~tamente di FQ'Utrnier, che ha creato in parte la storia clinica d.eUa sifilide àcl sistema nervoso e ne ha allargato il cam.po, facendovi entrm·e la tabe do·rsale e la paralisi generale progressiva; un tel"zo periodo, soprattutto biologico, illustrato ·massitnamente d4i l~Wori di W assermann, R~Waut, Widal, Nonne, Guillavn, ecc. I problem.i più Vnteressanti sopra questo argomento oggi riguardano la diagnosi precoce, la patogenesi e la profilaBsi della sifilide nervosa, l'im•") Puhbllohlamo In rltt\rdo questa confc~n7.a perchè l'A. non ba potut,o prima ronde1'CI Il .lnvoro nella sua deftniti'l'a edizione, al"cndo dovuto comunicarlo a Congressi ~lcdlcl (n . d. r.).
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SIFILIDE DEL SISTEMA t-.7.RVOSO
partanza medic<r-sociale della ~ifilide nm'Vosa, il servizio sociale nella lotta contro la sifilide. Alla soluzione di questi pt·oblemi la Scuola italiana ha larga'me-nte contribuito. I V enereologi e i N evrologi del nostro Paese - e tra questi noi medesimi - in parecchi nost?·i latVori, abbianw di?~Wstrato quanto gravi sono i danni arrecati dalla sifilide, e abbia-mo portato la questione così nel campo scientifico come in quello politico, anche innanzi alla Camera dei Deputati, nel nostro discO'rso «Per la difesa igienica della vita e del lavoro nel dopo guerra». Poichè abbiamo inteso sempre la profilassi sociale della sifilide come funzione e1tgenica commessa allo St-ato, anche in vista dell'aggravio che i c&rebropatici pm·tano ai bilanci della bencfì,cenza pubblica, e senza co-ntare il danno privato. Su 100 feti macerati, 33,3 sono sifilitici; sopra 100 aborti, di c1ti la causa è nota, 39,7 riconoscono come etiologia la sifilide. La sifilide congenita, poichè la sifilide non fa che generare la sifilide, det&Nnina 1vna grande 1no1·talità nei bambini, ne 1wcicle 72 per cento nei primi sei mesi. La sifilide prQVoca SQV&nte accidenti nei discendenti immediati, e prolunga talvolta i s1wi effetti fino alla seconda e alla terza gm~erazione. Per ciò cM concerne la sifilide congenita del sistema nervoso, le nostre statistiche ci appt·emlono che negli at·resti di sviluppo psù;hico (idiozia, i?nbecinità, debolezza mentale) il 28 % delle reazi,oni di W asse1·mann furono riscontrate positive, nelle cerebropatie infantili e nell'idrocefalo il 40 %, nelle convulsioni epilettiche il 27 %. n 37 % dei fanciulli psichicamente anormali, criminali, ecc., erano eredo-sifilitici. Per ciò che riguarda la sifilide acquisita del sistema nervoso, già in un nostro lavoro - fatto in collaborazione col prof. B. Frisco, dal titolo Studio sopra cinquemila malati dell'À.Illbulatorio gratuito delle malattie del sistema nervoso nelle Università. di :M:essina e di Palermo (La « Clinica medica italiana» - Milano, 1916) - constatamnw che il 30 % di malati n61'Vosi presentavano i segni non dubbl di sifilide, il 40 % presentatVa-no i segni della tubercolosi manifesta o latente; t'l 10 % presentavano contmnporaneamente i segni deUa sifilide e della tubercolosi. Anche nell'Ospedale psichiatrico di Pal&NM, fra 430 malati di mente quivi studiati, il 28 % circa presentava positiva la reazione di W assermamn. Dalle nostre ricerche risulta che la reazione W assermann ha messo Ì1l evidenza la presmtza della sola sifilide nel 33,80 % dei casi di bambini affetti da malattie n61'Vose, studiati nell'Ambulatorio e nella Clinica Pediatrica di Palermo; nel 51,70 % dei casi con la cutireazione e la siero-diagnoB"i fu constatata la tubercolosi; nel 14,70 % esistevano oontmnporaneamente la sifilide e la tubercolosi. Ma altre cifre ancora più significative sono f<n'nite da altri autori. Weil afferma che si ha una reazione di W assermann positiva twi due terzi degli infermi di malattie ne?'Vose. Jl fakenzie dice che in tutte le forme di malattie mm~tali, prese globalmmlte, si ha il 45 % CO'me percentuale di infezione luetica. Marie e L evaditi sostengono CM it~ tutte le psicopatie si ha come percmtua1e globale il 24,78 % di reazioni di Wassermann positive, non comprendendo in esse la paralisi generale progressiva in 014-i il 93,44 % delle reazimi di W assermann sono positive.
SI.FILIDE DEL SISTEMA
~RVt: SO
Le oUazùmi statistiche sopra n~enzionate dàwno ampia climostrazione dei gravi danni che la sifil;ide ccmgenita e q1wlla acquisita arrecano sul sistema nervoso. La sifilide o lue ~ una malattia infettiva, p·rop·r ia della B1Jecie urna na, trasm:i8sibile sperimenta-lmente a certi animali, il mti agente pat<Jge·no è la spirochaeta pallida (o treponema pallidum) scoperta da Schaudinn. . rJ:·t"';-o.· ~ È una .maJ,attia generale, che si trasmette pe-r contagio o per eredità, ~~ ::'/ esset~zialmente cronica in detmninati stadi e di dwrata iUimita,ta, la quale r:~ procede con ma·nifestazioni generali e locali del più grande polimorfismo, ~·:.>< separate da periodi di latema talrolta, assai l1tnglti, e delle quali le pritne /f~~~:solamente sono sotto-poste a una &Voluzione disciplinata.. c.·-:z:~·· ·/ ..: 3"-:.>--=L'etiologia e il contagio di questa malattia sono ben noti. Il gen'ii.ti:~~:; .w/ <:.:. specifico fu scope-rto da Sohaudinn nel 1905 e studiato a fonM da Hoffmann ·~ .<··· neUe produzioni patologiche della lue. La trasmissi<me sperimentale della sifilide aUe scimmie ~ ri1~cita a ]}fttchnikoff e a Ro'U.'C, ai conigli a Bartelli. La spirochaeta pallida è un microrganismo di estrema sottigliezza; esso gene-ralmente si presenta come wn filamento cilindrico, foggiato a spirale con~e un cavaturacci<Jli, appuntito alle estremità, di lunghezza variabile ft·a i 5 e i 20 tJ., di spessore di circa un te-rzo di 1-L· N ella spira-le si contano d.a 8 fino a .2.5-30 giri. Appartiene alla classe dei protowi. Le spit·ochete vwe sono dctate ài movimenti vivissimi di progre88ione, di late-ralità, di rotazione attornQ alloro a~se longitudinale, di ondulazione che si diffonde da un estremQ a!l'aUro del loro corpo. Si riproducono per scissione. Di fronte alle altre spirochete hanno come caratteristiche la sottigliezza, il piccolissimo pote-re di t<ifrazi<me della luce, il n-ume-ro dei giri della spirale (da 8 a 30). Nel cadavere la spirochaeta pallida può restare viva pe-r due giorni (Hoffmann). • Per la ricerca morfologica deUa spirochaeta pallida, tra i molti metodi consigliati, servono bene il metoiÙ> al nitrato d'argento ammoniacale, illiquiM di Gie1nsa, il metodo all'inchiostro di china. Pe-r ciò che concerne il quesito deUa cultura della spirochaeta pallida, questa può essere conservata in vita pe-r 8-24 ore in sie-ro mnano non sifilitico, 4-6 settimane tra vetro e vetrino, ben riparati dal contatto dell'aria e a temperatura conveniente. Il riscaldame,nto a 51o, la glice-rina, il taurocolato di sodio, la saponina al 10 % la distruggono. Per ciò che concerne il contagio, la infezione può ess&re trasmessa da svariate manifestazioni sifìlitiche: sifiloma iniziale, papule, p1utule, 1tlce-raz-ioni, pla~che mucose; quelle te-rziarie difficilmente riescono contagiose. Il sang1le, ~1 latte, la saliva, l'urina, 'lo sperma, il muco n.asale, l'escreato bronchiale; anche le pmtule vaccinicke, in sifilitici, possono essere veicoli d'infezione. Le spirochete si trovano nei proiÙ>tti patologici della sifilide in t~ttti e tre gli st.adi o p~di della malattia, non che nelle manifestazioni dette meta o parasifì,litiche (demenza paralitica, tabe IÙ>rsalc). La dimostrazione deUe spiroohete riesce facilissima nel sifiloma primario e nelle papule cutanee del periodo s~ondario; in cui esse sono anche a.ssai numerose; riesce più diflìcilmente nel pe-rio<W terziario, e massime neUe manifestazioni della sifilide tardiva.
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SIFif,JDl!: DEL SISTEMA NERVO!'JO
Affìnchè l'infezione 8Ì prod·zwa, è necessario che il .yoggetto pre.,enti una soluzione di continuo della pelle e delle mucose anche invisibile. Si discute sempre sulla possibilità della ffifilide senza ulcera; Gongerot -ne ha riferite parecchie osservaz·ioni; pare che la si ammetta 71-ei casi di trasmissione della sifilide per trasf1t8ione sang1tigna, o q1tando la t1·asmissi-om avvi&ne per puntura profond.a, spe<rie nei medici. La shtdio della sifilide sperimentale pare llhe provi come possa esistere la sifilide anche senza ulcera e senza n~anifestazioni cliniche, come sembra risultare dal lavoro di Gastinel e PUI.venis (infezione i71.apparente o muta). L e conquiste sperimentali recenti non autorizzano a sospettare nell'uomo la t·ealtcì delle sifilidi mute, di sifilicli senLplicem ente u·morali : la sifilide eredita.ria. stessa non ne sa·rebbe forse un e.sempio 1 A vvem,to il con.tagio dopo un certo pe-riodo eli incubazione si prod1we un'affezione loca.le (sifiloma iniziale o primario), con moltiplicazione dei mictwganis1ni specifici, che ben pt·est,o invadono le vie linfaticiLC e sang1,igne e per 1nezzo di esse possono essere trasportati nel circolo e fissarsi in al.cuni organ·i interni; a,ggiungendosi 7Jer tal modo l'tùteriorc svilup7Jo biologico di una n~alattia tipica che si svolge a periodi. Gontem.poraneanwnte all'infezione si stabilisce nell'organismo una modifwazione biologica. che si manifesta col fatto che una mwva inoc1,lazione di spirochete non è più trattenuta dalla pelle. V et·so il quinc:licesimo-tentesim,o gior?W dopo la cmnparsa del sifiloma 8Ì procl11.Cono speciali alterazioni biologiche nel sa.ngue dei malat.i , che (1ipend~no dalla formazione clell'antigeno luetico e ohe possono essere dimost?·ate con la reazione di WaRsermann. n vltlore della rea.zione di Wa,ssermann co11-~iste in questo ohe essa viene riscontrate~ positiva quasi sempre nei malati che presentano manifestazioni in atto di sifilide, specialmente quelle del pe-r·ìodo secondario; assai spesso in quelU affetti lla lue latente .e da lue terziaria; però una 1·ec~zione negativa 1wn escl1tde perento-riamente la sifilide attiva. Que.~to metoclo di t·icerca rapp·resenta l'applicazi01w di quello detto della deviazione o fissazione del complemento di Bordct e Gengou. Bisogna te-nere presente che si può riscontrare una reazione di W assennann positiva. frequenf,B?nente anche nella 1nalaria, nella scarlattin.a, nella febbre ricorrente, nella lebbra, nella peste e nel beri-beri. Rava·u t ha avuto il gmn n~erito 7 serven<losi della pwntura lQmbare, di dimostrare che resame llel liquillo cefalo-rachidian~ può ~1l1tminani stille alterazioni piit o meno caratteristiche del siste1na nervoso, vale-ndosi clella 1·eazione di Bordet-W assennam.n sul liq11.id,o cefalo-rachùliano. Betwhè la. 1·eazione di Bordet,-W assermann abbia dato e dia tuttom, se sarupolosamente eseguita, otti·n"i risultati, nmnerosi ricercatori hanno tentato di rendere le indagini sierologiche più sem.plici e spedite. N e smw nati quÌ'tl.di rnolti metodi di sierodiag1wsi basati su svariaU p·ri?Wipi, che possono funzionare come metodi di controllo: di lm.i i pt·incipali sono dovttti a Nonne,· A pelt, Panidy, Lange, Em1nanuel, M einioke, Guillain. Come abbiamo già e-tltltm.c iato 1wlle precul.enti pagine, la sifilide si presenta nell'uomo in <lue fot·me: prima della nascita per infezione placentare del f eto pet· opera d.el sangue materno (sifilide congenita); dopo la nasaita per assunzione della spirocheta in generale da 11arte della pelle o àelle ?mwose, per trasmissione da W ll individ.u o a 1m altro (sifilide acquisita).
SIFILIDE DEL SISTEMA NERVOSO
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L'infezione l1~etica può avvenire in qualunque epoca della vita; gùl nella prima infanzia per allattatne11-to (li tt11< bambino swno al Jeno di una balia sifilitica, per baci da persone infette, per oltraggi al pudore, per uso di sto·oiglie inquinate, ecc. N egli dd1~lti il contagio può avvenire sia dvrettame1tte, per mezzo di rapporti sessuali e per contatti extragenitali, compreso il bacio; sia indirettatme-nte, per m.ezzo di oggetti infetti, c01ne l'uso in comune di utens-ili do. cucin-a, ài oggetti d4 toeletta, ài apparecchi per l'igiene inti·ma delle donne, di sigari, di strumenti ch.irurgiei, di stntmenti professionali, ecc. 11la in a'lctmi ca-si, dove i contatti, mediati e im·mediati, si t·rovano 7noltiplicati a causa di un4 promiscuità esagerata, per necessità p?·ofessionali, per operazioni pra-ticate i-n serie, si sono verificate vere epidemie. :Senza parlare della grande esplosio7te del xv- xvr secolo, così si spiegano le epidemie locali <li Scozia, di Norvegia, di Curlanàia, le epidemie degli opifici (fabbriche di ~:etri), le epidemie da vaccinazio·r~e, ecc, Beneche e Spillmann ultimamente (1932) hamw 1-ichia:mata l'attenzione s1~ piccole epidemie locali ili sifilid-e dovute a portatori e portatrici di germi. Questo è accaduto a Nancy. L 'origine ili tale movimento epidemico è stato accla·rato essere dhvuto a prostitute clandestine: i p·rimi contwminati ilive ntano a lo1·o volta portatori di germi e collabora.no così alla diffusione della malattia. Basta BC()prit·e l'autore o a1drice dell'epillemia, ed isola1·lo, cm·andolo, per vedere tutto rientra1·e nell'ordvne. Ci? prova ancora più i da.m~i della prostit·uzion.e clandesti?ta.
SIFILIDE NERVOSA CONGENITA. La sifilide agisce direttwmente sul prodotto del concepimento, sia determinando lesioni che nella più, parte dei casi prod1wono la mo·rte del feto, o, senza uccid.erlo, ne provocano l'espulsio7Le prema.t1tra (sifilide dell'uovo); B'i.a - dopo avere permesso la evoluzi{)ne in apparenza normale dellct gravil1anza - trasmettendo al bambi1w una tara ili natura e ili orig-ine sifilitica, che si manifesta piit o meno rapidamente nella vita (sifilille conge1~ita). L'i1~fezione del feto per via della placenta è possibile itL qualunque tempo della gravidanza. Quanto più presto avviene tanto minore è la possibilità che il feto 001ttinui a vivere e, V"iceversa, qua1]io pUt tardi si infetta, tanto maggiore è la possibilità che resista. L 'infezione placentare proviene dal sangue materno. La trasmissione di·retta della sifilide dal padre al figlio non si presenta con i caratteri di certezza e di frequenza come q1telli della trasmissione materna. La sifilide del pailre è però i-mportante perchè con-f4mina la mailre e pere~ lo spermatozoo è distrofico. Il recente lavO'ro di Hochsinger S1tll'eti.ologia geNninativa d.ella sifilide ereditaria- apparso nell'Archivio di dermatologia e sifilide del 1932 - te11-ilerebbe a modifica·re le nostre conoscenze sopra tale argomento. La sifilide congenita si presenta in for-ma di sifilide dei lattanti e 1Jiù tardi, dopo il quarto o quinto anno di vit4, come sifilide congenita tardiva. L e ma-nifestazioni di questa forma corrispondmo a quelle della sifilide terziari-a della lu.e acquisita. Al'la l1u congenita tardiva appartengono i disturbi dello sviluppo somatico che si possono riassumere nella si1tdrome della gracilità di origine sifilitica; i-rwltre le anomalie sifilitiche del cranio, le alterazi01Li della faccia. e
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SlFif,:rDE DEL SISTEMA Nl!:RVOSO
del palato e dei de1~ti (denti di Hutohinson), la cheratite parenchimatosa, la deficienza di udito di natura ùr,biri-r~tiça, le affezioni o88(}e, le cicatrm cutanee sifUitiche, le differenti forme ili neur~sicopatie, le quali possono giungere fino all'idioM. Le l.esioni dell'organo dell'tulito, la cheratite parenohi1natosa e l'alterazione degli Vnoisim mediom.i superiori costituiscono la celebre· triade di Hutchin.son, sindrome di notevole valore per la diagnosi della lue congenita. Diagtwsi che risulta ovvia in base alla si?u01natologia sopra enmwiata. Talvolta si manifestano soltanto .sintomi isolati che debbono tuttavia ali?nentare il so· spetto della infezione congenita. A rendere certa la diagnosi serve la ·reazione di ·wassermann,'la"·quale ha valore decisivo soltanto se positiva. N elle prime settimane di 'Vita del bambino luetico la sierodiagnosi può essere negativa. Sarà ·necessario ripetere la reazione dopo un certo tempo, farla precedere dalla riattivazione ed estendmZa ai fa miliari. Sono importanti le manifestazioni della sifilide congenita del sistema nervoso, cioè la credo-sifilide nervosa. Dal punto ,d i vista etiologico, l'ered?-sifiUde è la cat~a di nume· rose encefalopatie · Ì?lfantili. Essa può essere sovente mascherata da un'aUra ca1~a (sopra tutto le difficoltà ostetriche) che sembra océupare, ad un esame 8o~wnario, il pri'nW posto, mentre in realtà essa non rappresenta che una. causa occasionale. A) Dal punto di vista clinico, l'credo-sifilide può essere la causa Fig. t. generatrice di alcune sindromi motrici, tra le quali vanno annoverate in prima linea la malattia di Little - la etti percentuale dellt• reazioni positive di B.-W. è del 100 per 100 (Babonne·ix) - le diplegie infantili, l'emiplegia spastica infantile, l'epilessia. Per quest'ultima è possibile che le convulsioni sia1w sotto la dipen· denza di una osteite specifica delle ossa del cranio. In effetti la esistenza in 'nWào particolare del na.so, la deformità
iti esostosi diverse, e particola?'mente di esostosi oraniehe, è frequente-mente
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Sil"l.LLDE DEL SlSTEM.A NERVOSO
8egnal414; inoltre la radiografia meUe in evideMa sovente leaioni craniche; m fin~ le oon.'Vulsioni scompaiono talvoltn. completamente sotto l'influenza della cura specifica antiluetica. Etiologicamente, per esempio, la mala#ia di Little - di cui presento qvi casi assai dimostratim (Fig. l ) - era stata in~licabi.le finora, poichè iltniva t1llria?Mnte riferita alla fla8oita prematura, alle dilficoUà del parto, a malattie infiammatorie del feto, Ma ecco, attualmente, ch e la sifilide e-ntra in MU8a come origine certa, per alcuni oaBi almeno, di questa aflezione. B) L'eredo-Bifiliàe è del pari responsabile d~Zla maggior parte àell6 sindromi intellettuali, dall'idiotismo all'imbecillità e alla àebolezz4 mMtale. In effetli biologicamente la r~ di W aaserm.ann ta.Z11olta è positiva. Se la rea~ è sovMate negativa è, il più sovente, Fig. 2. perchè non è stata fatta precedere dalla riattivazione, perchè è Itala ricercata troppo lardi, perchè è stato dimenticato di applicarla ai familiari. Altri argomenti di ordine etiologico, clinico e terapeutico Bi possono invocare: la presenza di antecedenti di sifilide; la presenza, negli idioti, di malformazioni àenta-
eec.
Fig. S.
Fig. 4.
rie, di esostosi, di ineguaglianza o di irregolarità pupt1l4re; i risultati otten·uti cO"n la oura specifica (.Fournier e Ziehen). Da questi fatti è permesso conchiuàere che m un certo numero di caai pubblicati da autori - nessuno ha mai detto in tutti - l'eredo-Bifiliàe deve ritenersi essere wna tra le cause determinanti dell'idiotismo, deZl'imbeciUità, o di aUri stati di arresto di sv~uppo psichico.
lOS
SlFILJ:DI!: DI!:L SISTEMA NERVOSO
Numerosi autori (Lipmann, Ledermam~, Targowla e Latnache, ecc.) hanno richiamata l'attenzione sopra i disturbi congeniti e preooci delle facoltà intellettuali nella sifilide ereditaria del sistema nervoso. Le osservazioni che presento (Fig. 2, 3 t' 4) sono caratteristiche e appartengono alla forma tardiva della sifilide nervosa; esse costituiscono la dinwstrazi:one evideft.te di quanto ho testè affermato. La sifilide dei genitori, le atwmalie sifilitiche del cranio, le deformitiì dei denti, l'abolizione clell'udiw, le affezioni del testicolo, ecc., sono caratteristiche d~ forma tardiva della sifilide COtl.getlita nei malati su detti. C) Bene spesso l'idrocefalo dipende dall' erecW-sifilide, come l'hawtw dirnos~rafu le ricerche di Fournier, Lan.doz, d'.Ashos, Babonnei.x. Sono et sostegno di quata opinione argomenti di ordi1w etiologico, a?wfum,ico, biologico, clinico e terapeutico.
Fig. 5.
Fig. 6.
L 'idrocofaw ~ assai frequente nei fanciulli ?Wti da ceppo sifilitico. Esso sopraggiu1~ge in wn<'lizioni tali che è impossibile non riferirlo all'credo-s-ifilide. I genitori contamiMti di sifilide procrea·no speBso figli idrocefalici. Le le8ioni dell'idrocefalo cronico W?nunc sono essenzialmente vascolari e paravascolari; CBse sono talvolta identiche a quelle dell'arterite sifilitica; CBse possono anche finire con la produzmw di 'li6re gomm.e. La reazione di W a"ser?nann per il sa1~.gue ha dato risultato t<ùtx>lta positivo, più frequentemente
SU'rLIDE DEL SISTEMA NERVOSO
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negativo. L'esa1ne del liqltido cefalo-rachidiatw ha dato risultcl.ti divergenti: ai eMi positivi si CYppongOM i caai negativi. La presenza. cklle spirochete nel liqt1-ido cefalc-rachidiatw è stata segnalata da aktmi aut<Yri. Molti idrocefalici presentano ùmegabilmente stigmate dell'eredo-lue: lesioni ckntarie, cheratite parenchimatosa, na80 a sella, alterazioni d~l cranio; manifestazioni cliniche che si riferiscotw aU'eredcr-lue, convulsioni, meningiti di origine congestiva, ecc. Se la madre è sottoposicl. ben presto a un trattamento specifico, essa ha probabilità di parto-rire un batnbùw non idrocefalico. N &i abbiaf"tlO raccolto parecchi casi di idrocefalo legati all'eredo-sifùide, e tra essi presentiamo quello, assai caratteristico, di un fanciullo di 13 anni (Fig. 5 e 6), nato da pad·re sifìl,itico e da rtuulre che ebbe due aborti. Oome stigrnate di eredo-sifilicle è 11-ecessario menzionare: a) ùna testa assai volu1nirwsa di cui le bozze frontali sorw molto sporgenti (fronte olimpica); b) la sifilide ckl padre; c) una reazione di W assermarm positiva. Dati questi fatti , bisogna conchiuckre con Fo1trnier che l'idrocefalo è una mocùtlitd patologica che deriva in parecchi casi daUa influenza eredo-sifilitica. D) Oltre queste sindromi cliniche si possOM ossCMlare altre manifestazioni dell' ered<r-sifilide
'leroosa: a) sindromi motrici diverse (sindromi dette striate, atetosi (Fig. 7], malattia di Thoms f'n e fltiopatie, tics, coree, atrofia Oharcot- ~farie, amiotonia, inconti'Mnza di urine); b) sindromi mùte, talvolta intellett1wli e motrici; c) sindromi sensoriaU (atrofia ottica, labirmtica); d) sindromi endocrine (malattia di Flajani-Basedow, ecc.); e) malattia di Parkinson; f) diabete infantile; g) tabe Fig. 7 • ered<>-sifi.litica; h) paraUsi generale giova1tile, eco. , La terapja della sifilide copgenita de-ve essere applicata non. soltanto al bambino luetico ma anche alla madre. L'a.llevamento di un bambino sifùitico per opera di ttna nutrice sana è proibito cùtlla legge periale. La cura medicamentosa va condctta energicamente e ripetutamente nei primi tre o q-uattro anni di vita, facendo uso Mi preparati arsenoben:wlici, merooriali, ili bismuto, di joilio. La . cura dell'eredo-sifùick non deve essere ttniforme: ciascun malato deve essere sottoposto ad una cura in rapporto con le sue lesioni e con il stto StQto generale. È còmpito ckl medico di studiare e di precisare ca.$0 per caso le indicazioni curative. N ella maggiorf!;nza dei casi la terapia sintomatica rimatte presso a poco impotente, e la sola terapia efficace consi.ste nell'amm~istrazionc prucknte dei preparati ttrsenobenzolici alla madre dttrante il p~riodo cklla gravidanza, sopra tutto se i genitori non hanrw potttto essere . curati con energia e metodo, tino dal principio deUa loro infezione.
'
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HlPOSTAZlO~"E NOSOGRAFICA D;ELLE DIVERSE FORME MORBOSE
La profilassi della sifilide con.ger~ita è possibile innanzi t-utto coll'impedire il matrirrwnio ai sifilitici. Le condizioni di ammissibilità al matrimonio dell'UQ'IM sifilitico fQIIVTI,() parte deUa Difesa sociale nella lotta contro la sifilide, di o ui parleremo al tenni1~ di q ttesta conferenza. (Continua).
OSPEDALE l\Ill.ITARE D I RO:\iA
IMPOSTAZIONE NOSOGRAFICA DELLE DIVERSE FORME MORBOSE Conferenza del prof. G. Perez, Direttore dell'Istituto di patologia chirurgica della Regia Università Roma Riassunto del primo capitano medico prof. CoRR.ADINO GIACOBBE
:di
Le incessanti, continue ed a1·clite conquiste della terapia chirurgica hamw 1lotevolmente accresciuto il nutne1·o delle affezioni suscettibili di tale tl}rapia, così che le discipline chirurgiche vanno di giorno in gionw allargando i loro 01izzonti, attraendo q1wtidianamente nella propria orbita malattie prima di dominio puramente tnedico. Si compr·enàe qui·n di quanto a1"'tificiosi e ·n~uta bili siano i confini tra forme mediche e chù·urgiche. Si aggiunga poi che in questi 1tltimi anni si è venuto creaniW wt~ vero confusionisrrw -specialmente pM ope-ra degli A.A. d'oltr'Alpe e d'.Arner·i ca- col moltiplicare, spesso artifi-ciosamente e con i nomi più vari, le sindt·omi rrwrbose, ipe-rvalorizzandone i dettagli e i fatti secondari a danno delle note fondamentali e carattMistiche c01nuni alle moltepl'ici manifestazioni di un m edesirrw processo morboso, sì da fare assur·gere tali sindro1ni a vere e-ntità rwsografiche a sè. È indispensabile pertanto porre nella dovuta luce le leggi che presieiWno alle reazioni dell'organismo ai diversi stimoli, leggi le quali pc-l"mettono di ricondurre ad unicità di processo e spesso a fattori etiologici comuni affezioni dei più tliversi tessuti ed organi. E così è sulla c01wscenza di tali fattori- azione degli stimoli, comportamento dei tessuti ·- che si può basare una esatta classificazione de-i vari processi 'morbosi, inquadraniW secondo la loro intima essenza malattie apparente·mente fra loro diverse, rwn solo cioè malattie che richieàorw cure chirurgiche, ma anche t1dte quelle di pertinenza pu,ramente tnedica o che formarw qggetto delle varie cli1~iche speciali. In molte affezioni pMò rwn ci troviamo piit. in presenza di fMwmeni reattivi in atto ma assistiarrw alle conseguenze anatom·iche e funzio,n ali che sono derivate da pregre.~si fe,wmeni reattivi; ad esempio una deformità d.a pregressa lesione nervosa, ovvero da retrazione cùJatriziale; la skrwsi di un condotto per formazione di tessuto connettivale cicatriziale consecutivo ad 1tn processo distruttivo; la dilatazione od ectasia di un vaso o di un organo cavo in genere, in seguito a degenerazione o distruzione delle fibre muscolari della pa1·ete e loro sostit1tzione con tessuto connettivale, che - c01ne è 1wto ha la proprietà di lasciarsi distendere e sfiancare da q1talsiasi a1trnento di pressione eniWca.v itaria.
WI:'OSTAZIONE NOSOGRAFl!CA DELLE DI VEBSE .FORlfE MORBOSE
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Prendendo cmne base i criteri etiowgici ed i caratteri patogenetici e anatonw-patowgici dei proceJJsi morbosi, potremo considerare anzitutto d1te grandi gruppi (li affezioni: l o queUe che sono l.a diretta, i?nrnediaùt conseguenza delle stimolo, ll.ella causa cioè 1norbigena, e che sono caratterizzate da quei processi disintegrati ri! degenerativi, re<dtivi, prolifemtivi, di alterato ricambio cellulare, e talora (li morte più o meno immediata dei tess1tti (processi morbosi primitid fondamentali); 2° quelle che ?'apprescntonw u·na conseguenza pill o meno tardiva dell' esito di detti processi (lesioni organiche conseguenziali). Annoveriamo nel primo gruppo: l 0 le lesioni prodotte da agenti fisici, cioè meccanici o t·r aumatici, t ermici. elettrici, atmosferici che possono esercitm·e stti teJJsuti un'azione violenta, brusca, O'IJ'VC1'0 un'azione p·iu O mr.no wnta 6 J)rolungata, donde la distin:;ione in: lesioni violente e lesioni non violente; 2° le lesioni prodotte da agenti chimici, che potranno egual1nente 8piega.re 81li tessuti, a seconda della lO'YO natu,-a, e del wro grado di CO'nCentra· zione. un'aziO'ne immediata violenta o un'azio·ne che, per fan risentù·e i suoi effetti in maniera clinicamente apprezzabile, ka bisogno di 1tn tempo piu o m eno lu.ngo; 3° affezioni p1·o<lotte da agenti microbici e parassitari in ge-nere (infezioni acute piu o meno circoscritte, infezioni genera~izzate o processi gen eralizzati da assorbim&nto di sostanze tossiche batteriche, infezioni C1'oniche, neofonnazioni parassita1·ie); -! 0 iperplasie e iper trofie; processi cioè proliferativi non batterici, 1~ei queLli gli elementi cellulari raggiungo1w il perfetto ed identico tipo mo1'fo·logico, strutturale e talvolta funzionale degli elementi del tess1tto od orga1w da cui derivano, avent·i in molti casi uno scopo utile per l'O'Yganifmw; 5° nistrofie e displasie; proceJJsi d01J1,ti a cause svariate (nervose, tos· siche non batteriche, alterato ricambio, d·isturbi secretm·ii ecc.), e che sono caratterizzate da alterazioni tro{Whe degli elementi del tessuto e deU'organo col· pito, alterazioni a tipo generalmente regressivo, degenerativo, distruttivo (ulcera perfMante, ta.Zm..e necrosi, ecc.), talvolta anche a tipo proliferativo (ipe· rostos1:, fibroUpomatosi, ecc.) in C'Ui però la neoformazi&ne non riproduce - tla.l punto di vista ?n<>rjologioo, strutturale e funzionale - il tessuto od organo da cui prende origine; 6o neoplasie; affezioni a carattere eminente·mente proliferativo, da cmt.~e ancora sconosciute, e le quali presentano una biologia t1ttta prO'[Jria, ohe differùJCe per diverse ·modalità da q1tella dei processi infia;m.matori e di tutti gli altri processi' proliferativi. N e i neoplasmi infatti la ?n<>ltiplicazi&ne degli elementi cellulari è conti· nua, incessante e questi elementi non raggiungono mai il completo e pèrfetto 81n.'luppo àegl·i eleme7~ti cellulari ad1tlti nonnali clei tessuti da C1ti derivmw; conservano invece 1tna affi;nità f·unzionale ed un metabolismo lO'Yo prO'[)rio autmwmo e quasi parassitario nocivo - specialmente per taluni t•u1nO'Yi alla funzione del tessuto o dell'O'Ygano su cui s'i1npianta1w, ed anche all'intero organismo. Il tenni1~e di neoplasia sta appun.to ad indi~re che in queste prolifera· zion-i non si ha, come nelle iperplasie, un accrescimento di tessuto n&rmale, ma .yi forma 1'n te.ssttto ntlOVO a1wr1na.le.
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L\fPOSTAZIONE NOSOORAFICA DELLE DIVERSE FORME l<"ERVOSE
7o le anomalie di sviluppo embrionale, lÙtcrazioni cio~ oongenite. Come è O'vvio fm gli esposti gn,ppi di malattie non esistono dei limiti ttetti, 1na degli stati di passaggio che talora possono 1·mulere perplessi nel classificare un'affezione nell't~no o ?tell'altro grt~ppo. Oodì i limiti fra alcune iperplasie e displa~ie, all esempio i gozzi; fra alcune iperplasie e displasie da 'ltna parte e neoplasie dall"alt1·a, specialmente le neoplasie benig·ne, ad e.~empio fra una iperostosi ed un osteoma, tra tma fi,broli1JOmatosi ed un fibrolipoma non sono sempre esau1·ientemente clefinibili. Afolte neoplasie potrebbero - per taltmi caratteri - a'IFvicinarsi alle displasie. N el secondo gruppo annoveriamo: 1o le sclerosi, lesioni che possono stabili1·si nei tessuti come esito 1Jiù o men.o lontano di processi trattmatici od irritativi di varia natttra; 2o le anchilosi, che sotto certi punti di vista p1·esentano molte affìnitil. con le sclerosi, ?na che, essendo affez-ioni caratteristiche llelle a1·ticol.azioni, ~ bene considerare Sl'1Ja?'atame-nte; 3o le incrostazioni calcaree, le quali possO'no pure rappresentare un esito o cornplica.zione comune ai processi di differente natura precedentemente cla.ssifi~ati;
40 le ectasie, affezioni camtteristiche degli organi cam o tttbola.r i
che possono seguù·e all'alterata diminuzione di elasti&ità., tonicità e resistenza dei tessuti che ne costitui-scono la pa1·ete; 5o gli sposta.menti, in genere d~i visa&ri contemdi nelle ca·L'ità del nostro corpo e più .~pecialmente ·nella cavità addominale, second.o le lo1·o vaf'ietà patogenetiche e anatomiche possiamo stuldi·viderle in: a) semplici ptosi, spostammti cio~ di visceri, cO'nSecutivi alla alterazione dei 1nezzi legamentosi di fissazione, per cui l'organo viene a 1Mnlere i suoi 'wrmali rappm·ti con gli organi mcini; b) ernie, cio~ spostamenti con ju()f'Usoita del 'IFiscere attraverso le pa.rcti della cavità. in lnti ~ normalmente contenttto; c) prolassi o spostammtti caratterizzati dall.a sporgenza o estroflessione - più o meno pat·zialc - del viscere attmverso ?J.tw dei ca11.a li n<ttumli dell'()f'ganis?M che si apr0'1w alla. superficie del1wstro CMpo (prolasso dell'utero attrave-rso il canale vaginale, prolasso del retto attraverso l'01•ificio anale, ecc.) . 6° le stenosi od occlusioni affezioni p·rop1-ie d~gli organi tubolari, ca,ratUtl'izzate da ridttziotw od ostruziO'Ite più o ·me1w crnnplet,a del lo1·o lume; 7o le varie deformità dovute: a) ad anormalità oongenite di sviluppo: b) ad anormalità CO'nSecutive a leHioni acquisite. 001~ tale impostazione nosografica vengO'M abbracciate le ·malattie pUt vat·ie e d-isparate, perahè esse-ndo i processi ?Mrbosi idmtici qu.alunque sia. il tessuto o l'&rgano oolpito, e oons,istendo le differenze tra patologi<t chirurgica e patologia medica e fra le varie specialità più nelle indagini tecniche e nelle vratiche t&rapeuti~he anzi~h~ nello stttdio a.naUtico dei singoli processi tnorbosi, 1wn esisto·no patologic clivtn·se, ma tt?ta unica pat()logia.
OSPEDALE MILITARE DI PADOVA
IGIENE DI GUERRA Conferenza d('} prof.. Oddo C4sagrandl Dirott. dell'Istituto d'igiene d<-lla. R. Unive rsità di Pndovn (15 dicc>mbre 1933-X II)
L'O. comincia ccl pt·eci.,are che cosa si intenda in linea gen&rale prr igiene in guerra, insiateudo sul particolare tecnicismo del ser·v izio 'm·ilit(lre che suppone u-na speciale preparazione tecnica, acq?,isita sia in S1>eoiali scuole, sia ancora nella pratica professionale, con finalità, rgli <lice, brn precise. tutte te-ttdenti alla difesa della salute dr.l soldato, cioè di colm·o che, a ((lr volta, clebbmw difendere l'integrità e l'm~ore cleUa Patria. I!'a presente ccme l'ultima guerra abbia ditno.~trato la neees.9ità indispensabile delll~ cooperazicrne, l'abolizione di tutte le 'IJecchie barrie-re fm i8tit·ut·i militari ed istituti oi·v ili e cita al riguardo quanto il ccrmpiamto generale medico Jlemmo (che ricorda in omaggio alla stta memoria) ha su questo p1mto rifer-ito con interessanti dati, insistendo specialmente sui 71rincipii o, per meglio dire, sttUe finalità cui è chiamata l'igiene in guerm, nell'ambito del pTCI!Cni1·e e drl 1'ÌC!~pel'm·e pm·ticolarmente. Partendo poi da quanto è e..~posto nelle raccolte delle dù1posizioni di carattere. pe-rmanente relative al serviziv sanitario in guen·a clell 'Intendenza Uenerale del R. Esercito dal 1915 al 1920, iaustra lt' due 7Ja.rti ben distinte di que.~to servizio, la. sanitaria e la profilaUica, fa.cerulo 1·ilrvat·r- come, fin ila allora, sia stato -messo ·i nsieme quanto di meglio al1·igt~m·do l' I giene potera desidera1·e e prevedere, a1whe in et'enùmza eli una guerra f1ttura. Fa rilevare come le statistiche delle g1terre abbia-no dimostrato effetti·cammte che la. vittoria arride piu facilmente a qtull'esercito che het dm·ante la guerra il minor numero eli -~olclati posti fum-i combatt-irnPnto e co·me, q1(a11.ifo gursto wu.mero è legato piu a quelli che sono feriti che a. q1ulli malati, il fenomeno risponda anccra pù't. pos·iti'IJamente. Esemplifica questi concetti con munerose citazioni delle guerre passate, fino alla gu.erra russo-giapponese e a.ll'·ultima guerra europea, elle ne diedero la rlimostrazicrne. Tratta q·uimli del tnoilo di co1nbattere. alcune delle principali malattie così dette castre-tr.8i1 cioè colera, tifo, dissenteria bacillare, nwlaria, dimostrando ccme i vari mezz-i adoperati~ Bia nella stessa zona drll 'Esercito combattente, sia al limit-e delle retrovie, abbiatw ?'apidamente domata la infezione colerica, rid~tta al mini·m o la infezione tifosa, aii episodi q1alla dissente~·ica, ed abbiano re.so possibile tm 'e-ttorme quantità di ri-cnperi. Parla anche del vaiolo di cui l'Esercito opcrat~te rim.a.se .1)erjetta1nentP immune e ne trae occasione per far rilevare come GSSO a-bbia. à.ato la 1nigUorr. dimostrazione dell'importa.nza della 'IJaccinazione che ccnferisce 1l!na vera.
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lOTP.~"E
DI GUERRA
solida. immnnilà., rilmltato comprol'alo anche da quanto è 1:1tato fatto in Eritre<L dall'I stitu,to S icro- V accinogeno dell' Asma·r a, fondato dall"attuale ài1·cttore eli sanità del Corpo d' a1·mata di Udine, colonnello 1neclico F erdinando Jfartoglio. Fa ·r ilerare ancora la importanza clella barriera istit1tita nella COI:IÌ· dett.a zona contwnaciale o zona di 2° sgombero, dove i feriti ed i malati S7tbil:ano 7tn perioclo <li osiser-razione di almeno sei giorni, durante i quali era.no tenuti sotto sorveglianza., mentre si provvelleva alla disinfestazione (li tutti gli oggetti pr.r8onali ed alle ·r icerche batte1·iologiche e rnicroscopiche, 1·ichieste n elle varie circostanze. JJ[ette in riliao l'importanza della catena dei laborcttm·i i1:1tituiti in zona rli guerra, ai quali si dorettero ben 2.690.606 esarni, con la fermata di tutti i porta.tori olt1·e che di tutti ·i malati di colera c di altre infezioni. A unct cif1·a, egli dice, che è 1m rnonito per una f1~tw·a g1terra, indicando essa il vaglio itulispensabile e che deve essere istituito, la impm·ta11za del quale emerse, ancora nell'ultinta guerra, per aUre m-alattie dif/1ts·it•e, come il tifo esantemat·ico e per la profilassi <lelle infezioni anaC"robiche. In q·uesta stessa zona di sgo·mbero l'O. ritiene che ci si possa ritrova re (li fronte al problema della tubercolosi, del quale parla a lungo, so.<ttenerulo la realuì della così detta n t1tbercoZoai di guerra "• la quale, come è stato detto, rùtponde alta tubercolosi del paese tt·atta dal.l'ombm e che si appalesa alla l1we per effetto dena guerra. Sono i sani, che rimangonO' a format·e l'Eset'Cl~to, quelli che devono essere tutelati nella loro incolumità in confronto a questi latenti pe1· i quali necessita la istituzione di reparti di accertamento, fmzzionanti da sfioratori e da organi eli epurazione, acciocchè l'Esercito possa c&mpletamente fi,ila1·e sulla efficienza fisica dei p1·opri grega:ri . .Accenn<t a questo punto all'importanza che può at•ere la trincea per nwlti eli questi indi·vùlui, COtL8iderata, c01ne del t·esto hatnno sostenuto valorosi ufficiali contbattrnti, come ambie·n.te di vita all'aria libera, alla luce, al sole, elen~enti che certa.mente ?'invigoriscono gli organismi, anche se minomti latenti. Certo , aggiunge, il soldato della nuova tt·incea, in una g1terra a•vt:enire che a1tg1triamo lot1-tan<t, che dovrà difendmsi dai gas, che lÙn;rà piu. volte 1·espimre la stessa aria, non si troverà nelle stesse condizioni di vita d-ella vecchia tri·ncea. Accenna a q1testo punto per sontmi capi a quella che potrà esset·e la 1:ita del soldato in 7tna guen·a di posizione o lli mo'll-imento avvenire e ai p1mti principali ·r iflettenti l'igiene in g1terra del nuovo soldato e a t1ttte le difese necessarie, compreso quanto si rije1·isce all'app1·ovvigionamento id1ico, all' eliminazi.one dei dett-iti della vita mnana ed animale, alla difesa contro gli insetti, compresa, quella. contro le mosche. Termina sostenendo la necessità della edttcazione all'ordine ed aUa pulizia, la quale deve essere impa1·tita, come è attualme·nte, dagli uffìcial·i , con, pa.t·ola pia1ta e persuasiva e, qtta.nd{) q1testo non basti, con severo richiamo alla obbedie-nza. Fa., q1d, p1·op1·ie le pa1·ole del generale medico della R ..M at'Ìna p1·ot. Leone Sistini che terminano affC?-mando che il regolamento di disciplina militat·e non è in fondo che un galateo rivecltl.to e corretto, cioè ttn libro, se non piacevole, di facile applicazione, sempre che sia t01tuto presente iL saldo p~-incipio dell'obbeclienza.
:IGIENE D I GUERRA
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N ella grancle g1ie·)·ra a'YWhe la ritimta scg1tò una grande vittoria profilattica. Baati dire che, quantunque olt·re un milione di uo·m ini avesse1·o ar1·etralo, ·in.sie1ne a ma.sse enorn ti di profughi che si t·rasfe?·ivano al di qua del Piave, memtre più di mezzo milione di combattenti ri1nettevasi in tnovimento, ciò nond·ime-no ness1v.n incendio epidemico ài mam.ifestò. Tanto che l'inverno del1918 deco·rreva se-nza gravi incide-nti epidemici, corrispondendo ben degnamente, ~ stato detto, ai nuovi f ortunati e gl01'iosi eventi che ci conil!u.ssm·o a T' itt~n'io Veneto. L'O., quindi, in una ch iusa in cui t·ievoca le figm·e (lei colleghi ed allievi che caddero 11ella grande guerra, impavidi davanti alla morte, fiaccole di carità nena tempesta, come furono chiamati, chiude atfer·mando ài essere matu1·a 1H:r un aweni1·e vicino o lontano, la preparazione igienica necessa1·ia per assicurare al soldato ital·iano t·utte quelle condizioni (li vita che valgo1w a mantenere la sal1Lte e la forza, che lo pm-te1·anno siC1t1'0 ad 'U'n'altra vittoria .
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MEMORIE
ORIGINALI
IL FORMAGGIO NELL' ALIMENTAZIONE DEL SOLDATO Prof. Giovanni Grlxonl, maggiore generale medico in P. A.
La scelta degli alimenti che debbono costituire il vitto del soldato è limitata dall'obbligo imposto alle S\lSSistenze militari di attenersi, nelle forniture, arl alcuni canoni fondamentali, fra i quali occupano il primo posto: Ja necessità di somministrare cibi sa.ni, nutrienti, di costo moderato, abbisognevoli di una preparazione culinaria semplice e facile; la.rgamente ritrova bili sul mercato nazionale, e che non si allontanino d ai prodotti che costituiscono l 'abituale sosten tamento della popolazione da cui l'Esercito pro·viene. Le Forze armate delle nazioni civili hanno perciò razioni alimentari qnalita.tivamente e quantita.t ivamente diverse sia nella parte fondamentale, che in quella completh,a, da.ta. da,i generi di condimento. N ell'Eaercito nostro, anzi in tutte le nostre truppe di wrra, del maTe e (l(•ll'aria, stanno nella razione, in linea decrescente Tispetto al volume: il pane, la carne, la pasta,, il riso, i legmni. Nella parte accessoria troviamo: i grassi, il sale, le conser ve, le spezie, la verdura, il formaggio. Afl'rancat:ici quasi totalmente con le vittoriose battaglie del grano <lnll'importazione del frumento estero, rimaniamo ancora vassalli per lt• carni da. macello. L 'industria. zoott>cuica, sempre più pfficacementc incoraggiata, la;>ora per provvedere al popolo carni provenienti da allevamenti italiani. Mt~ il còmpit.o è arduo, e la meta, bisogna riconoscerlo, ancora lontana, tanto più che il migliontto tenore <li vita delle nostre popolazioni richiede un approvvigionamento ca.r neo molto più abbondante e variato di quello che non fosse qualche anno fa, e la riclùesta è in continuo promettente sviluppo. Da parte dell'autorità militare si rende quindi st>mpre più complicato il sicm·o e con veni<mte rifornimento delle <mormi quantità di carni occorrenti all'a1imrntazione quotidiana delle truppe, ed agli eventuali bisogni delln mobilitazione. Da ciò l'impE>llcnte necessità di ricercare e studiare, fra i prodott.i nostrali, i rrugliori succedanei della carne, che possono venir concessi al soldato, così in guarnigione come in campagna, senza alterare il T"alorc nutritivo globale della, razione, uè danneggiarne le qualità organolettiche; senza aggravare le esigenze logistiche militari, le quali impongono nel caso nostro. ha l'altro: facilità, di rifornimento, sicurezza di conser vazione, comodità di trasporto al sèguito delle truppe. L 'cspcrien7.a bellica cd i tcnta.tivi fa.t,ti con esito soddisfacente in, questi ultimi anni nell'Esercito ci incoraggiano ad intensificaJ.·e gli sforzi e ad attuare nuove provvidenze, le quali, mentre si propongono di risoh·l're il problema. capitale della migliore, più variata ed adeguata alimentazione dcllt> Forze armate, consumando altri prodotti dd nostro suolo e delle no-
IL FORMAOOlO NELL'A.LlMENT.A:ZlONE DE~ SOLDATO.
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stre _industrie alimentari, porteranno senza dubbio un non t rascurabile incremento alla risorgente economia nazionale, çhe ogni ente ed ogru cittadino hanno il dovere di incoraggim·e e favorire con tutte le proprie forze. Occorre perciò riprendere lo studio sul migUor impiego del riso, e sulla più larga adozione del pesce e dci formaggio nella vittitazione del soldato. LR> campagna diretta a diffondere il .consumo dPl riso fra le popolazioni dell'Italia centrale e meridionale, le quali most rano così scarsa simpatia per quest'ottimo a,limento, non ha dato fino ad ora i risultati che ci si ripromettevano. È da ritenere che la p•·opa,g anda fatta con nuovi sistemi a mezzo dei soldati .ra-ggiunga più facilmente lo scopo, e determini più ampie consuetudini alimentari della. massa del popolo italiano. 1tb, per vincere la riluttanza. che prova il soldato a cousmnaro la bisettimanale r~zione di riso (la. quale, è noto, va oggi in non piccola proporzione ad a{lcrescere i rifiuti del rancio) ed abituarlo ad essa, è necessario che quc· sto alimento - i l qnale ha un ori~ina.rio contenuto proteico inferiore a quello della pasta, ed una minore sapidità. - sia opportunamente commisto con grassi, legumi, verdure e generi diversi di condimento che ne accrescano il valore nutritivo, e lo rendano gradito al palato. . Kon è il riso per se stesso che non incontra il gusto del soldato, ma il riso come d 'ordinario gli viene somministrato. Ta.nto ciò è vero cbe in quel giorno della settimana in cui, per disposizioni recenti, si concede il minestrone di riso e formaggio p-rovolone, que.sto viene molto apprezzato e consumato volentieri in totalità. Tale minestrone, dato in sostituzione della carne, è costitltito da gr. 100 di riso, gr. 60 di legumi secchi, oppure gr. 150 di verdure fresche, ovvero gr. 150 di patate e carote, lardo od olio gr. 15, conserva di pomodoro gr. 15, pròvolone tutto burro gr. 60. · Durante la guerra e negli anni immediatamente successivi fu somministrato alla truppa, invece della carne, il pesce, o allo stato secco (bacca!~) o in iscatola (salmone americano). Le distribuzioni di pesce fresco o refrigemto non sono, pel momeu~o, di pratica applicazione nelle caserme, sia per r agioni economiche, sia pcrr.hè richiedono un troppo attento e competente esame tecnieo onde accertare ·lo stato di freschezza e di buona conservazione del prodotto, il quale, per di più~ abbisogna di una preparazione culinaria non conseguibile d~ soldati rancieri, che, oltre tutto, uon dispongono nemmeno del necessario arredamento di utensili. ~otisi poi che se il periodico approvvigionamento di peMe è possibile in qualche guarnigione in tempo ili pa<:e, riuscirebbe estremamente difficile, se non impossibile, in tempo di guerra, qua.ndo la pesca in mari libNi e lontani non è più fattibile, e quell~ n ella zona marittima territoriale è appena sufficiente a soddisfare le richieste della popolazione civile · più abbiente. . P er queste ragioni e per la facile e rapida alterabilità di questo prodotto, non è da pensare, almeno allo stato attuale delle nostre conoscenze, all'utilizzazione di esso in guerra od in campagna. . Ref!ta perciò fra i frutti di mare unico il baecalà. E §SO oggi yien~ distribuito ai soldati di terra una volta aJJar settimana .(da.ll'ottobrf! al giugno) in sostituzione della carne, . cotto in tunido con . patate. La razione . . . com. ... 2 -
Giornale di medicina milita.-e.
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IL l!'ORMAGGIO NELL' ALThiENTAZIONE DEL SOLDATO
prende: ba.ccalà gr. 120, patate gr. 150, cipolle gr. 15, olio d'oliva gr. 15, conserva di pomodoro gr. 15. D formaggio fu somministrato nell'Esercito nostro durante la grande guerra., in circostanze diverse e in quantità varie. Al principio del conflitto alle truppe territoriali se ne davano, una volta alla settimana gr. 100, a parziale sostitnzione della carne; in sèguito si concedevano gr. 150 di baccalà e gr. 40 di formaggio al posto della carne, ovvero gr. 40 per la colazione invece del cat!è zuccherato, oltre i gr. 10 grattugiato due volte alla settimana. Posti nella necessità di ridurre la primitiva razione di carne fu concesso, in aggiunta, del formaggio, in quantità di gr. 4Q--50. Attualmente nella razione di guerra son preventivati, nell'aliquota. invariabile, gr. 50 di formaggio; ed allorquando la razione normale è sostituita con altre derrate, si calcolano in l uogo dei gr. 250 di carne bovina fresca o congelata, gr. 100 di parmigiano o gr. 125 di groviera. D al 1927 son dati tutti i giorni, come condimento della pasta. o del riso, gr. 10 di formaggio grattugiato per convivente al rancio; e, da qualche anno, quando si somministra il minestrone di pasta. o di riso, altri gr. 60 di cacio da consumare col pane. L'uso di questo prodotto nazionale, graditissimo al soldato, e del quale si può avere a disposizione in ogni stagione dell'anno il quantitativo che si desidera, merita di essere intensificato nell'Esercito per i suoi molteplici pregi fisiologici, igienici, economici e militari.
'*** Attardarci a dimostrare il grande valore nutritivo e salutare del formaggio nell'alimentazione umana è superfluo, quando l'esperienza millenaria ha, con unanime consenso, assicurato a questo prodotto il posto privilegia.to fra i più svariati companatici, anzi lo ritiene il companatico per ru1tonomasia, e quando si rammenti che numerose popolazioni delle più diverse parti del globo, le quali si nutrono in prevalenza di latte e latticini, tengono il primato di vita sa.na e longeva. Le indagini scientifiche hanno confermato e illustrato i risulta.ti dell'osserva.zione empirica. I formaggi, consumati con pane, pasta, ec.c., rappresentano, dioo un Maestro di problemi dell'alimentazione, il BoTTAZZI (l), per il loro alto contenuto proteico (fino al 41 % nel formaggio grana parmigiano) ed in grasso (fino al 40 %nei formll$rgi grassi) nn alimento assai nutritivo, che supera di molto la carne ed i legumi come alimento proteico o grasso. Infatti, secondo le tabelle del PuGLlESE (2) gr. 100 di formaggio grana lodigiano hanno un valore energetico di 376,16 calorie; gr. 100 di ca.rne di bue di composizione media 138,13 calorie; gr. 100 di legumi secchi (fagioli) 357,75 calorie. E la differenza aumenta ancora quando si tenga presente che, mentre la carne ed il formaggio hanno un coefficiente globale di utilizzazione quasi (t) BO'I'l'AZ~ e JAPPJJ:Lt.t: ll'i8iolnq~ lleU'alimentanoM, Milano 11110, F. Vallardt "Editore.
(2) Puar.tssP:. Tl\bella di composizione oblmlo&. di vari aUmenti. riportata dal BOTT.uzi ln .4Umenla..."ioM dtU'uomo. Napoli, Olovo.nn(J11 Editore, 1919.
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lL J'O.RMAOOIO NELL'ALIMENTAZIONE DEL SOLD:A'llO
totale (97% dei principi nutritivi) da parte del nostro orgarùsmo, i legumi secchi in grani vengono utilizzati solo nella proporzione dell'88 %· È pure noto come il latte, alimento completo e perfetto fino a tutto il primo anno di vita, costituisca in tutte le altre età un ottima cibo, specie se arricchito di sostanze idrocartionate con l'aggiunta di pane, pasta, zucchero, e sia al tempo stesso un prodigioso sussidio terapeutico in numerosi e svariati stati morbosL Orbene il formaggio, immediat-o prodotto di esso, è, a seconda della tecnica di preparazione~ il risultato di un volume di latte 5-10-12 volte superiore. Contiene per conseguenza, in volume molto ridotto -essendo esso l'estratto insolubile del latte, più o meno secco- una quantità di prinoipi alimentari altrettante volte maggiore, come è dimostrato dalle analisi chimiche comparative del latte e dei diversi tipi di formaggio. Per di più i prodotti di scissione dei componenti normali del latte, che si formano nel cacio, conferiscono ad esso una sapidità che lo rende gradito al palato e proficuo allo stomaco. I formaggi fermentati riescono stimolanti, eupeptici: essi infatti da. una parte provocano attiva secrezione di succhi gastrici, dall'altra portano seco diaataai che facilitano la digestione degli altri alimenti. E tutto ciò ad un prezzo di gran lunga inferiore a qualunque altro cibo animale di pa,ri valore nutritivo. Eppure di così squisito, sano ed economico alimento, .del quale l'Italia nostra è la più ricca produttrice nel mondo (2.500.000 quintali annui) si fà presso di noi un consumo limitatissimo. Pel formaggio si può ripetere, parafrasandola, la melanconica constatazione fatta qualche anno fa dal BoTTAZZI a proposito del latte (l): milioni di bambini non vedono più, dopo l'allattamento, nè latte, nè burro, indispensabili agli organismi in via di accrescimento. In Italia negli anni 1918-22 si ebbe un consumo medio di kg. 4,35 di formaggio pro capite e per anno (0AMI8) e nel triennio 1921-24 una media di kg. 2,30 a teatiir (GIUI.aNI). Nell930, detratti i quantita.tivi esportati {quintali 367.294 ), si può calcolare siano stati consumati quintali 2.132.706, che, divisi per 40.887.590 abitanti, dànno una media per indi· viduo di kg. 5,21. Rispettivamente circa gr. 12 per giorno e per persona nel quinquennio 1918-22; gr. 6 nel1921-24, e gr. 14 nel 1930. Nel 1921 ogni inglese. ne consumò kg. 5, ogui danese kg. 6, ogni svizzero più di kg. 12. E nello stesso anno, accanto alla misera quota di litri 15 di latte adoperato da ciascun italiano, troviamo i 90 litri degli inglesi, i 235 dei tedeschi, i 265 degli svedesi. Risultati disparatissimi che non trovano spiegazione nè giustificazione nelle condizioni diverse di clima, di lavoro, di consuetudini, di vita dei popoli. Le cifre nostrali cosi ba.sse acquistano un significato tanto più doloroso quando si consideri che dei gr. 150 giornalieri di protèine indispensabili all'uomo a lavoro moderato, la. terza parte almeno deve essere costituita. da quelle animali. Ora, il nostro popolo che, purtroppo, è lontano dà introdurre tale somma di sostanze proteiche, ricava quelle che a.\!sume in ma.a-
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(1 1 lloTrAZZJ:
. n pnlblema ~ clell'allmenta.AoM. Atti Sooietà Italiana.~ dell'
Scienze, Flrcnze 1927 - Pav:la. Frat. Fual, ti28.
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IL FORMAGGIO NBLL' ALtMENTAZIONE DEL SOLD:ATO
sima pa.r te d ai vegE>tali. È a tutti noto che i proteiéi di tale ongme sono meno completamente assimilati e fisiologicamen te meno affini a quelli che formano le cellule del nostro organismo. L 'italiano dunque è in istato d'inferiorità alimentare rispetto agli altri p opoli civili, ciò che non può n è deve continuare perchè di indubbia e dannosa ripercussione sullo sviluppo soma.tico e psicbico d ell 'individuo e della razza. Un buon passo ed il più fadle sulla via del miglioramento dell'alimentazione del nostro popolo ritengo possa verificarsi col largo impiego del latte e del formaggio; di questi nostri p rodotti che, alla mitezza del costo, uniscono un'alta percentuale di p roteine animali e di grassi d'organo, cioè di principi alimentari della più alta importanza fisiologica. L 'Amministrazione militare d à, con la razione ordinaria, nell'Ese-rcito: gr. 70 settimanali di formaggio; nella R . Marina gr. 110; nella R. Aeron autica gr. 50. n potere alimentare di queste aggiunte è, si può dire, trascurabile, mentre esse hanno una certa b enefica influenza psichi ca e digestiva. ll formaggio, come il vino, le uova, la carne, anche concesso in piccola quantità, a.ggiunto ad una rb.zione di conser vazione puramente vegetariana, esalta, come provano le belle ricerche di ALBEltTONr, ·F . Rossr e TULLIO, il ricambio materiale, ed intensifica l'attività digeren te dell'orga.nismo, donde un aumento del valore energetico e biologico 'd elle sostanze fondamentali, indipendentemente dall'a.pporto, t alora insignificante e sempre piccolo, che tale aggiunta può per se medesima r appresentare. La atessa ematopoiesi vien ia,vorita da queste piccole aggiunte, le quali con tribuiscono in grado molto più elevato di quanto non siano da sole capaci di produrre, alla più completa fissazione e perfino al rispannio d el calcio, del ferro, del fosforo. Ma la razione alimentare del nostro soldato ba bisogno di ben più tangibili aiuti, ed il formaggio credo possa arrecarglien e notevoli~ Opportunamen te dal l929, nei giorni di lunedì e vE>nerdì, la. porzione di carne è sostituita col minestrone di riso e con quello di pasta, nei quali~ ai quotidiani g. 10 di formaggio da grattugiare, si aggiungono rispettivamente g. 60 di provolone tutto burro o di sbrinz da tavola. Le modificazioni ed aggiunte all'usuale vitto con carne debbono essere prese in seria considerazione dalle più elevate a'tlt.orità militari. I molteplici studi compiuti durante la grande guerra, e soprattutto le conclusioni aJJe quali f> giunta la Commissione sanitaria. interalleata pel vettovagliamento (C.S.I.R. ) hanno indotto la quasi totalità dei competenti a ritenere che la ra.zion e minima giornaliera da somminist,rarsi ai soldati in guarnigione debba possedere un valore energetico di calorie 3300 (pari a 3000 calorie nette) aument,abili di altre 200 nelle reclute e nei Roldati in montagna. La razione di campagna o di manovra deve essere capace di fornire 3960' calorie lorde (netro 3570); e quella di guerra 4626 calorie lorde (n ette 4160) . .
n nostro sold ato riceve invece nn vitto corrispondente in guarnigiot'le a 2959 calorie lorde (nette 2669); in campagna o m anovra 3723, (3353 ·nette); in gueria'3749 (nette 33?5). · ·
IL :J'ORM:AOOIO !fl!lLL' AI.IH1!l1\"TAZIONE DEL SOLDATO
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Aggiungasi che tali razioni non sono p('rfettament.e equilibrate nei principi alimentari che le costituiscono (l ). Fuori dell'Esercito, pr~sso alcuno collettività parastatali, si è in materia dato il buon esempio, provvedendo in conformità d('lle nuove vedute scientifiche (2). La defici('nza nella razione militare la si riscontra soprattutto nelle prot('ine e nei grassi: dj qu€lle il soldato riceve, con la, razione teorica dj guarnigione, gr. 120, invece dei 140-150 voluti. e di grassi gr. 36 invece di 75. Non è il caso di accrescere le proteine dj origilw Vl'l!etale, aumentando il volume degli alimenti provenienti da quel regno, poichè cosi facendo si accrescerE'bbero contemporaneamente ed in notevole proporzione anche gli idrati d i carbonio. i quali - come ho dimostrato altrove - sono già in ('Suberanza rispetto agli altri due principi alimentari, aumentando in tal modo lo squilibrio esistent-e. Inoltre le proteine ve{?:eta.li, mt>no utilizzabili, superano di già nella razione la cifra assegnata. ad esse dai fisiologi in ra{lporto a quelle anima.U. E per questo appunto che al Consig-Uo n azionale delle ricerchl' io feci, già nel 1930, proposta di rendere il vit,to del soldato più consono alle leggi ~ull' alimentazione raz~onale portando la carnP a gr. 250-300 e concedendo del formag-gio, o in aggiunta alla razione attuale, o in sostituzione, totale o parziale, a quella più abbondante dj ca,r ne da me sug-g-erita. Ho insistito nuovamentt• .(1932) sull'utilità. t~ d opportunità di simili modificazioni, ed oggi ritorno sull' importantl> argomento fiducioso chP, sulle tracce dell'esperienr.a, fatta nell'estate passnta al campo Dl~X, si voglia anche nell'Esercito tentare l'applicazione di una più larga somministrazione di proteine anima.li nc•lla forma. pilì adatta. e più gradevole. Alla caserma il rancio potrebbe essere costittùto: per due giorni alla set,timana con la razione carnea di gr. 250 (300 per le reclutl> e per i soldati in montag-na): per altri tre giorni con gr. 200 di carne e 50-60 di formaggio; per gli altri giorni, mantenendo il minestrone dj pasta c riso, con gr. 80 di formag-gio. L'aumento delle proteine animali sarebbe favorito col rendere definitiva ed tmiversale la distribuzione mattinale di gr. 150 di lattl>, concessa ora in via d'E>~periment,o solo a,d alcuni reparti. LE' accennate modifica:zioni darebbero alla razione dj guarnigione il desiderato contenuto protoico, ed elrverebbero in modo notevole, pur senza ragj!iungere l'auspicata quota giornaliera di gr. 75, la deficiente qlk'lntit,à attuale di grassi. ( Il Per m~lori notizie rlguarot!autl il rt•ncio del nostro soldato rlmando al mlel studi: r.RIXIIln: .Vflle di ttVP!IIIIi di igirnr militare: Firenze, Di Fiorino, 1914. 0RIXON1: Per u1vr '>luo~a ri'IZWne oli•M~rtare del soldaJo: Atti 2• Oongresao Internazionale di :MedlC'In& militare, R oma 102~. tom, 2 Plll('. 266. GRtXO'Nt: Sulk• r azion<: alimtmlrr re tli pace e di (l'l.l errlt dd w1ilitttn <bl R. Eeer<'ifo: <'ona1-
lj'llo NR7,lona.Je <!elle ri®r<>ho, C9mmll:;ljlOno per l prolllellll dell'llllmonm;o;loM (.Mehivio di ecio!lZe blologlch~ n. 3. ll):ll). ORI:<Olo"T: Il tri.Uo cùl 8014alo ".alim10 alla luce tteUe 'lnOdune conoscenu ~IO(liche (Giornale di :\lcdlolna mlUtare, Faso. Ili. 1932). (2) IJO tabelle dh:tetlcho por leo collettlvltllln!tmtlll adottotG dall'O. N. M. I. (1931) assegnano aoe.s oolorie lorde-nette, 275:1 - al tanclo.lli <lai 9 ai 12 anni, e 3114 - nette 2827 -al ragazzi dal 12 a 16 anni. Agli avanlfUArdlsti del P . N. F. (età H - 181 nel campo DUX, nell'estate del 193-~. tu dlsu'l· bulta una razione viveri -cosi composta: pane gr. 700; Pll8ta gr. UO; 04U'llo ,gr. 300; leKwnl gr. 130; condimento gr. 100; marmellata gr. 100: caftè gr. 10: .zucchero gr. 16.
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IL FORMAGGIO NELL'ALIMENTAZIONE DEL SOLDATO
Il valore energetico oltrepasserebbe in ogni caso le 3000 càlorie, soprattutto nei giorni nei quali si concedesse il formaggio, notevolmente più ricco della carne in grassi, oltre che in sostanze proteiche. TI vitto cosi variato riuscirebbe, per di più, megliò gradito al soldato, che in tal modo sarebbe porta,to a consumarlo per intero, mentre il suo tubo digerente utilizzerebbe in grado maggiore i diversi principi alimentari introdotti. n risultato materiale e morale cosi raggiunto compenserebbe il piccolo a.umcnto dello scotto. Non si dimentichi che il soldato dell'Arma a.e ronautica, pur fruendo di una razione minore del commilitone dell'Esercito (1), ritiene di mangiar meglio e più abbondantemente, appunto perchè consuma intera la razione varia e ben preparata che gli viene apprestata. Naturalmente aumenti proporzionali di carne e di form aggio dovrebbero essere concessi nei periodi di maggiori fatiche, come del resto è previsto per varie delle derrate che al presente formano·il rancio. Nel vitto del nostro soldato il formaggio deve passare dalla parte accessoria, della razione, ove è semplice condimento, alla parte fondamentale, nella quale pel volume sarà un vero e proprio alimento. Fra i n'tm1erosi tipi di formaggio, che l'industria casearia italiana offre a.i consumatori, ve ne sono, come è ovvio, indipendentemente dal valore intrinseco, etei più e dei meno adatti a far parte del rancio militare. Come fu già ricordato, le derrate alimentari pel soldato debbono essere di facile conservazione e trasporto e di prezzo moderato. Son quindi esclusi, direi automaticamente, i formaggi di lusso a pasta molle, siano essi freschi o stagionati; a pasta dolce, grassi pastorizzati o no. Cotesti tipi, che non mancano in molti spacci cooperativi reggimentali, sono consumati dai soldati di famiglie facoltose, e possono trovare utilissimo e largo impiego nelle mense ufficiali ed in quelle popola.tissime degli allievi ufficiali di complemento. La lunga esperienza a.cquistata comandando la Scuola d'applicazione di Sanità militare, nella quale convengono annualmente 500 medici aspiranti al grado di sottotenente nel Corpo sanitario militare, e molti ufficiali in servizio effettivo, mi ha dimostrato che i più pregiati di tali formaggi, insieme a qualche tipo di formaggio cotto, a ma.t urazione di durata media. (l 'emmenthal), riescono molto graditi, u possono essere concessi più volte la settimana ad integrazione del pasto regolamentare. Ho in tal modo realizzato un'economia sullo scotto giornaliero, che andava a beneficio del vitto degli altri giorni, ed al tempo stesso sono andato incontro ai gusti un po' raffinati di tanti colleghi, abituati a cibi variati e alquanto fuori daU'ordinaria alimenta,zione di caserma. Pf'nso che il sistema, applicato su più vasta scala - mense degli allievi delle diverse R. Accademie di tutte le Forze armat.e, delle numerose Scuole allievi ufficia.li di complemento- possa dare risultati igienici e nutritivi non meno brillanti. :Nel rancio della. truppa invece, per le ragioni sovraricordate, nou possono trovare impiego che alcuni formaggi a pasta cruda e a ma.turazione media (provolone, caciocavallo); a pasta semicotta e a maturazione lenta (pecorino romano, sardo, pugliese); a pasta, cotta e plue a maturazione Cl) GIUXONI: Lt r~ alime~ d( PCICt <l dt /ll'en'Cl dei militari del R. Esercito t dtlla R. .deronautica (Archivio Scienze biologiche, n. 3, 1931).
IL FORMAGGIO NELL'ALIMENTAZIONE DEL SOLDATO
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lenta (sbrinz, grana). Di questi, è noto, solo alcuni possono essere usati come condimento~ grattugiati; mentre come companatico tutti sono adatti · e graditi. È evidente l'opportunità di alternare la somrninistrazione di qualità diverse di cacio, per renderlo sempre più appetibile, e di riservaJ'e le qualità a più ricca percentuale di grasso per le distribuzioni nella stagione fredda e n elle zone alpine. I va.n taggi alimentari ed igienici della frequente concf:'ssione di adatte quantità di formaggio ai soldati non credo possano ess<>re messi in dubbio . .Ad Pssi si agl!iungono, e non sono di poco conto, quelli economici così pel bilancio militare (dappoichè, ripetiamolo ancora una volta, il costo del formaggio è di molto inferiore a quello di tutti gli altri prodotti alimentari di origine animale ugualmente ricchi di sostanze proteiche e grasse, e dotat,i di uguale valore energetico) come per nndustria nazionale. Fra le più realistiche e sagge direttive del R egime v'è l'impulso pot~nte ad ogni sano sviluppo ~~icolo ed industriale del Paese, ·c he im· plica aumento di benessere e di prosperità. nel popolo, limitazione e arresto df'll'esodo dell'oro all'estero, emancipazione dallo straniero di. quanto è indispensabile alla vita materiale delle nostre popolazioni ed in modo particolare delle Forze armate dt>Uo stato in pace e in guerra. È evidente che i prodotti alimentari siano quelli ai quali debbono css('rc rivolte le maggiori cure, ed il formaggio sta in prima linea fra essi e merita di esser più la.rgamente diffuso specie nella classe operaia e nelle collettività umane di quahmque età e coo,dizione sociale. AuTORIASSUNTO.- Riconosciuto, in base alle odierne indagini scientifiche,
come la razione alimentare del soldato sia deficiente in principi proteici e grassi di natura animale, e come i prodotti che potrebbero colmare i vuoti sono in molta parte di provenienza estera, e di prezzo re)at;ivamente molto elevato (carne congelata, o fresca, pesce secco o in iscatola.) si propone che il completamento della razione sia devoluta. al formaggio di preparazione nostrale. Il vitto risulterebbe in tal modo variato e sano, di p iù alto valore nutritivo ed energetico, di pieno gradimento dell'utente, e rispondente alle svariate esigenze igieniche militari e logistiche.
DIREZIONE GENERALE DI SANITÀ MILITARE L ABORATORIO D I BIOLOGIA E FISI OLOGI A APPL I CATA (Farnesina - Roma)
LA MISURA DEI DIAMETRI TORACICI IN CONFRONTO A QUELLA DEL PERIMETRO • NEL GIUDIZIO DI IDONEITA FISICA Pt·of. Ugo Casslnls, maggiore medico, direttore del laboratorio (Continuazione e fine).
Come si comportano i diametri toracici nei vari tipi f Sarebbe stato più esatto riferire le medie aritmetiche ai gradi di prevalenza del tora.ce e dell'addome, però il piccolo numero di soggetti che così si raggrupperebbero dal non grande numero di esaminati sarebbe stato poco dimostrativo. Ho preferito riferire le medie dei diametri al tipo morfologico soltanto tenendo conto della media del perimetro toracico e della escursione respiratoria. P erimetro st.nturll l50- 159
N.
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Io costoro il perimetro toracico maggiore si ha nei brevilinei nei quali si ha minor differenza fra i due diametri (cm. 7); seguono i longilinei con a-ddome prevalente sul torace nei quali la differenza fra il diametro trasverso e l'antno-postel'iore è di cm. 8 (nel soggetto medio-normale è di cm. 9).
125
I.A MtSu:&A DEI DUMETR! TORACICI EOC.
Stntum 160-169
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46
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26, 6
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7, 6
26,6
-
Il
18, 7
- 10
7,9
longi tipi
2
88
6,6
27, 5
- 8
18,2
- 13
9,3
Normol.
Il
19, 5
7, l
l n costoro il maggior perimetro tomcioo si ha nei brevilinei, l'escursione rcspiatoria è normale o leggermente eccedente specie nei normolinei con addome prevalente sul torace. I diametri tr;lsversi sono più viciui ai metli~nonna.li nei brevilinei con torace prevalente sull'addome, nei norrnolinei puri, e norrnolinei con torace prevalente sull'addome. Gli anter~posteriori sono più vicini ai. n ormali nei longilinei puri, brevilinei puri e misti.
L'equilibrio maggiore fra i due diametri si ha nei normolinei con torace prevalente sull'addome (cm. 9 ), e nei normolinei puri e longilinei con addome prevalente sul.torace (cm. 9,8).
::::tnturn 170- 1711
Escllr· Perlru otro si o ne N. toraci co flll!plm edio rutorm cm. cm .
l
Diametro IAlrucico tras,·er~o
Gradi
cm.
Dlanwtro an l ero posteriore
Grndi
lJifferen· Zll fl·a. i dlumetrl CUl.
("[)].
8, 4
- 9
- 8 19,'7 - 6
28
-6
20,1
-
4
8
i, l
2i,9
- 6
20
-
4
7, 9
7,5
28, l
- 6
23
+ 10
5,1
Longilinei puri ...
li
91,8
7
2i, 6
- 7
LongiJinei misti ..
55
!'3,7
7,8
27, l
Brevilinei puri ...
33
93,8
7
Brevilinei misti ..
l:l
93,8
Normol. brevilinei
9
94,5
19,2
7,4
In costoro il maggior perimetro si ha nei normolinei con addome prevalente sul torace; l'escursione respiratoria è in t utti superiore alla media e pressochè uguale, i maggiori diametri trasversi nei brevilinei puri e normoliuei con addome eccedente; gli antero-posteriori nei normolinei e brevilinei. L'equilibrio maggiore fra i diametri si ha nei longinei puri, il minore nei normolinei.
,
126
LA 1>1ISU1tA DEI DLUIETRI T ORACICI ECC.
S tMura IS0- 189
m"ùlo
Escur · 8lon e rc•ri· rat.orla
cm.
cm.
cm .
Perimetro to r·a clc;o N.
Diametro
Dinm<'tro t or·n~ ico
trosvcrsn
Gnl.dl
aut ero post-eriore
Urndl
cm.
Long ilinei p uri ...
7
97,5
9,1
29, l
-2
21, 4
Long ilinei misti ..
26
84
8,2
28
-6
Brevilinei puri ...
4
101,9
7,2
2!1, 5
Brevilinei mist i ..
l
95,5
9
~ orm ol. breviliuei
1
105
7
Dlfferon· za fra l diam e tri cm.
8,7
20,4
+ 2 - 2
-l
23
+ 10
6,5
29, 5
-l
20
-
4
9,5
31,3
+ 5
22
+
5
9,3
7,6
In costoro il maggior perimetro si ha nei brevilinei puri e longilinei puri (stenici): il maggior diametro anche {escludiamo il solo caso normolineo). I diametri sono normali e eccedenti dal medio- normale, specie l ' antero-posteriore. La differenza fra i diametri è di cm. 8 nei longilinei puri, e di cu1. 6 nei brevilinei puri. Mentre i perimetri toracici e l'escursione respiratoria sono per tutti i tipi medio-normali o superiori alla medio-normalità, i diametri trasversi sono più deficienti nei longitipi che negli altri e più nei longitipi di basse stature (cm.150-169), e i diametri antero-posteriori meno deficienti ma pur sempre defi.centi nei longilinei, si avvicinano o superano la medio-normalità nei brevilinei e normolinei di statura elevata. Comunque in questi soggetti vi è più regolarità nel modo di comportarsi del diametro t rasverso che dell'antero-posteriore; il primo si conserva sempre al di sotto della medionormalità, l'altro presenta oscillazioni anche forti sopra e sotto la medionormalità. Ricercando quale sia il diametro più frequente nei vari tipi, ho cercato anche di vedere se corrispondesse ad un perimetro toracico più frequente. Seriando sulla ascissa i diametri in centimetri e sull'ordinata i perimetri in centimetri, ho contrassegnato con numero progressivo quelli di ogni casella in modo che nella casella per es: del perimetro torMico 91 , il numero l rispondente al diametro trasverso di cm. 27, rispondesse al n. l del d.iametro antero-posteriore di cm. 19, ed il n. 5 del diametro trasv. d.i cm. 25 rispondesse al n. 5 dell'antero-posteriore di cm. 20,5. Si può per tal modo ritrovare nelle tabelle il d.iametro antero-posteriore corrispondente al diamet ro trasYerso e viceversa per ogni soggetto, in rapporto al p erimetro toracico e seguire la prevalenza dei singoli diametri in rapporto alla statura come in r apporto al tipo morfologico. Si nota in queste tabelle (*}che per stature di cm.150-159, i pochi soggetti longilinei presentano maggior frequenza del diametro trasverso d.i cm. 25 (4) e anteroposteriore di cm. 17 {2) in corrispondenza del perimetro di cm. 86. (• ) L o l abolle dal n. IV al X ti contenent i la prevalenza del diametri toracl ol o U lo~o supporto t:ol periruetr·o. ~Mn nno pubbllca.te eo•o negli estrat ti por oslgonza di spazio, ritenendo uftloenU pe r U lettore l richi ami <'bO nel test o ne ta !"autore (n. d. r .).
127
LA MISURA DEI DIA.M.ETRI TORAClCI ECC.
I brevilinei, per quanto disseminati, sono piu frequenti in corrispondenza del diametro trasverso di. cm. 28 e 26 (2) e del diametro anteroposteriore di cm. 19 (3) corrispondendo in maggior numero al perimetro di cm. 91. Per stat-ure 160-169 i longilinei ai distribuiscono più numerosi (16) sul diametro tra.sverso di om. 26 e (11) sul diametro trasverso di cm. 27, TAVOLA
Perimetro toracico
l l
\ 86
87
88
..
..
..
1- 2-3
..
..
.. .. .. ..
III
l ·· l .. l .. l ·. l 93 l
TarAT,E
Diametro trasv e rso: cm. 28 on-.. 27, l cm: 26,2
l
..
..
..
..
..
..
..
..
..
.. ..
.. .. .. ..
.. .. .. ..
.. .. ..
.. ..
l
l
4
diametro an t .-post.: cm . 20, l
3
ero. 19 cm. 18
..
cm. li
1-2
TOTALE .••
.. .. l
..
al . . l T
l
..
..
..
l . . l . . l .. l . . l
l
l l l
..
2 l
l
5
S t.(lt11ra: l ,50-1 ,59. Longilinei: preva~enza dei diametri toracici e loro m.pporto coi perimetri. La linea doppia indica. il limite fra. il p erim. t. medio normale e l'ecce d ente (ta.vol.a. p enwna.ria. di G. Viola.) al disopra d elle linee r.ra.ve rsa.li sono i valori m eriio-normali dei diametri toracioi.
prevalendo in corrispondenza. dei peximetri di cm. 86-87-88; sul dia.metro antero-posteriore di cm. 18 m numero di 18, prevalendo sui perimetri di cm. 85-86-87. I brevilinei ai distribuiscono invece in maggior numero (20), sul diametro trasverso di cm. 27; e {12) sul 26 con prevalenza dei perimetri di cm. 89-90; il diametro antero-posteriore più frequente è di cm. 19 (22) e cm. 20,1 (13). I normolinei anche si raccolgono più numerosi {7) sul diametro trasverso di cm. 27 e sull'antero-poateriore di cm. 19, con prevalenza del perimetro di cm. 88. Per st~ture di cm. 17Q-179 i longilinei sono più numerosi sul die.metro trasverao di cm. 27 {17) ma a.nche di cm. 26 e 28 {16) e sull'antero posteriore di cm. 19 (23) e cm. 20 r(19) con prevalenza dei perimetri di cm. 88, 89 e 91.
128
LA MISURA DEI DIAMETRI TORAOlCI ECO.
I brevilinei sono più numerosi sul d iametro trasverso· di cm. 27 (11) e cm. 28 (10) e sull'antero-posteriore dli cm. 21 (12) con prevalenza sul perimetro di cm. 89. I normolinei sul diametro trasverso di cm. 29 e ugualmente sull'an· taro-posteriore per i cm. 20!...2'3 e prevalgono sul perimetro di <'nl. 93. Per stat1tre di cm. 180- 189 i longilinei si riuniscono più numerosi sul diametro trasverso di cm. 28 c sull'antero -posteriore di cm. 19 con perimetri torac. fra i cm. 90 e 100. I brevilinei sono troppo scarsi per trarre deduzioni. Per stature dunque di cm. 150-159 (e si tratta di ben pochi soggetti) si hanno diametri alquanto inferiori ai medio-normali nei longilinei; per le stature di crn. l60-169 il diametro trasverso prevalente nei longilinei è di cm. 26 e l'a,utero-posteriore di cm. 18, mentre nei brevilinei il primo è di cm. 27, il secondo di cm. 19 e nei normolinei di cm. 27 e cm. 19. Per stature di cm. 170-179 il diametro trasverso prevalente è di cm. 27 e l'anteroposteriore di cm. 19 nei longilinei, mentre nei brevilinei è di cm. 28 e rispettivamente di cm. 21. Per stature di cm . 180-189 il tra.sverso ~di cm. 28 e l'antero-posteriore di cm. 19 nei longilinci, mentre nei brevilinei prevalgono i diametri di cm. 31 e cm. 20. I 284 soggetti xnilita.rmente ed atleticamente scelti (fra essi sono i nostri ginnasti vincitori all'olimpiade di Los .Angeles, i sollevatQri pesi, i lottatOTi, i marciatori, corridori, lanciatori, canottieri, ecc.), sono da consi· derarsi particol armente resistenti alla fatica per il loro continuo allenamento e per quello più specialmente eseguito per le vicine gare internazionaJi. I l loro sviluppo fisico è, per l'armonia delle parti, per le masse muscolari, quanto di meglio si posl:!a desiderare di trovare su una. massa eterogenea, dedita ad esercizi fisici diversi e colle ca.r atteristiche morfologiche di diverse regioni d'Italia. . La selezione spontanea li ha portati al mio esame, e la selezione spontanea ha ridotto al minimo i longilinei puri (37 sui 284) scegliendo quelli nei quali la differenza. fra il valore del tronco e quello degli arti oscillasse fra l e 8 gradi per le stature minime, fra l. e 9 gradi per le stature medie, l e 15 gradi per l e stature alte, ma il valore del torace non superasse mai quello dell'addome di più che 5 gradi. I longilinei con cavità addominaJe eccedente su quella toracica sono 113, molto vicini anch'essi al centro della scala dei valori. Questa piccola differenza fra le due cavità è l'espression e di quell'equilibrio di sviluppo degli organi della vita vegeta.tiva. che armonizzandosi collo sviluppo dei segmenti scheletrici e delle masse muscolari rappresenta la condizione della maggior resistenza fisica alle fatiche. Contro questi 150 longilinei stanno 90 brevilinei puri e 21 normolinei dei quali 3 puri e 18 con addome eccedente sul torace: per qualsiasi statura essi non superano i 9 gradi di eccedenza del valore tronco sul valore arti e solo per eccezione in quattro soggetti raggiungono i 12 gradi. Ma mentre il numero dei longilinei con addome eccede.ute sul torace è compless.iva.mente considerevole, quello dei brevilinei con t<>race eccedente sull'àddome è solo di 17 ed i normolinei sono 6. Segno questo che la selezione spontane~ a.Uon-
.. 129
LA :MISUBA DEI DlAMETB[ TORAOICl ECC,
ta.na i meno resistenti che sono rappresentati per l'appunto dai longilinei puri la. cui frequenza diminuisce col crescere della $tatura e dai brevi· linei e normolinei a torace eccedente. In tutti costoro il perimet1·o t, misurato col metodo comune, è normale o superiore al normale, inferiore è solo in quattro longilinei, un brevilineo, un normolineo. È quindi per sè stesso ed in rapporto colla statura, un indice di idoneità fisica assoluta per tutti gli esaminati secondo quanto l'abitudine porta a concludere con questa misura. I diametri t<rracici risultano dalla media complessiva di cm. 27 per il trasverso e ('ID. 19 per l'antero-posteriore con differenza di 8 centimetri. Risultano però cosl secondo la statura, come secondo i tipi morfologici inferiori ai medio-normali delle Tabelle di Viola, Fici, Atzeni, ecc. Lo specchio seguente riporta i valori medi dei diametri secondo la statura, osservati nei 284 soggetti ed i minimi oltre i quali rit-engo si 'd ebba com~i derare non esservi idoneità in genere alle fatiche: • . Dhunctr1 minimi per l 'ldoneiLA fisica
Diametri m cdi osservati secondo stat ura Media staturo
ntnmetro toracloo cm. gradi
Diametro
antere
Dllferenza
Diametro
cm.
cm.
cm.
posteriore
trasven~o
gradi
Diametro. an toro
Dlllercnza
posteriore cm.
gradi
gra w
cm.
l, 57
26 (-
12)
18 (-
14)
8
22 (- 26)
15 (- 28)
7
l, 65
27 (-
9)
19(-
9)
8
22
15
•
.
i
l, 73
27 (-
9)
19(-
9)
8
23 (- 22)
16 (- 23)
7
l, 87
28 (-
6)
20(- 4)
8
23
,,
7
l
•
16
.. ..
. Può dunque la misura dei diametri supplire quella del perimetro nel giudizio di idoneità 1 · · Il lavoro mnemonico aumenta di certo e ciò non va a vantaggio della rapidità di deci!!ione quando si abbia a fare con grandi masse, però- il con· cetto di valore dello sviluppo toracico è più esatto. Colla misura dei diametri risulta la forma del torace; a misura che la differenza fra essi dimostra un aumento dell'antero-posteriore rispetto al trasvcrso ci allontaniamo da quella forma appiattita che è normale quando raggiunge i 9 centimetri di differenza del diametro trasverso sull'a.ntero-posteriore. Dai 5 centimetri di differt>nza fino alla uguaglianza fra i due diametri dobbiamo ritenere trattarsi di torooe tendente al cilindrico o alla forma di botte. Fra i 284 atleti, tuttavia 41 presentarono una differenza fra 5 e 3 centimetri soltanto. Ma altri presentarono aumento della differenza normale di 9 centimetri e cioè 13 fino a 10 centimetri, 13 fino a 11, l fino a 12 centimetri. In questo caso l'aumento ern. a carico del traaverso mentre l'anteroposteriore rasentava cifre medio normali o era di poco inferiore a: queste. Così per esempio il sottufficiale Diana decatleta e buon schermitore con statura di m. 1,855, perimetro toracico di cm. 98, ha diam.etx:o tra.sver· sale di cm. 31 ( + 4) e antero-po2teriore di cm. 19 (- 9). Ha deficiente nn
130
LA MISURA DEI DLUIETRI TORAOIOl EOO.
SOGGETTI
Aumen to Aumento rPçlratorto d Aumento lamPtro di ametro perl.metro truverso aut.-post. toracloo cm. cm. cm.
l
Cossu . ..... ..
8
4
4
Quallftca
l
Provenzaru ...
8,5
3, 2
Canottieri ( 2,2
Conte ........
15,5
2, 5
3,2
Giannelli .....
10
5,2
3,6
Maregatti. • .•.
6
2,1
2
Olimpionici 20 posto 1932
l
ll·
Schermi tori
Allievi
Corridori
Olimpionici
Attrezzisti
Campioni oliropionici 1932
Lertora ....•. .
6
l, 3
( 2, 3 l 2 (
Frigerio ..... •
7
2
l, 8
Marcia toro
Olimpionico
Pighi. .•..•..•
5
2
2,8
Lancio martello
Olimpionico
P avesi •... • ...
8
2,4
2
Ciclista
Campione europeo 1932
......
5,5
2, l
2,6
Calciatore
D o Martino ...
8, 5
2,3
2,4
I struttore
Martano ......
lO
3
3
Ciclista
Campione oliropionico 1932
Galimberti • . ..
6
2, 4
2, 6
Sollevamento peso
Olimpionico
Venturi . .. ...
6, 5
1,2
l, 3
Pugile professionista
Donadoni . • ..•
10,5
2
2
Marciato re
Toetti
.... ...
N eri .... . .....
Meazza.
8, 5
2, 2
6
3,3
1,2
131
, LA XISUBA DEI DIAMETRI TORAOICI ECO.
Aumento Aumento resplratorto d Aumento lame tro diametro perlm..tro truverao aot.-post. toraci co cm. cm. cm.
SOGGETTI
l Colorobini ....•...
10
l, 8
0, 5
Lamola
7,5
0,9
l, 8
8,
l, 2
2,9
Carbonaro •..• • •. .
5,5
l, 8
0,4
Gabrielli .... .. ....
4,5
0,2
0,3
Campagna.
8
2,4
l
4
l, 7
0,7
Berardi ...... .••. •
7, 5
l, 8
2,3
Petrolati . . .... . . .
8,5
1, H
0,7
I anna.ce ..........
5, 5
1,2
0,6
F erri
9
l
l
Colangelo ....... .
9, 5
1, 2
2, 7
Burlini
7
l
2,2
7, 5
3
l, 2
" 'eisz .... . .......
7
1,8
0,7
Biffi
•••
6,5
0,9
l, 5
Chine . . .... .... ..
8,5
l
0,6
Bega.la ............
6
l, 4
0, 7
Guzzanti .•...•...
s
0,6
2, 4
Saetta
•
o
••• o
o
o
•••
••••
o o
•
••
•••
•••• •
...........
Errico
o
•
Di Giesi
o
.. .
.... .
•••••• •
•
..
o
•
... " .....
•••••• o
o
•
o
Allievi (sottufficiali) di un corso di eduC'.a.zione fisica, scelti fra coloro che dimostz·arono minori doti sportive e minor relativa. resistenza. a.l lavoro. 1
Scelti fra. allievi magistrale scherma non dichiarati ido· nei per scarso rendimento. Scelti fra. a.llievi come sopra.
132
1,-A liUSURA DEI DIAM.ETRt TORACICl ECC,
po' t.roppo quest'ultimo e non è da negare che la. forma del tora~e, che corrisponde in questo soggetto, a.longitipia pura con fonnula Valore Tronco -2 < V. arti+ 13; V. addome-5 < V. torace+ 3, abbia influito, nell'esecuzione di molti intesi sports, a determinare l'ipertrofia cardiaca che il Diana presenta. Alla differenza fra i due diametri si deve dare anche valore quando si raggiunge un grado estremamente appiattito della grabbia toracica. Un altro fattore è _importante nell'esame dei diametrii l~_lorp ampiezza di escursione respiratoria come si è detto per il perimetro. Dall'esame dei 284 soggetti è risultato che i migliori casi per qualità fisiche come per tendenza spor tiva presentarono un egualé o quasi eguale ·variazione respiratoria dei due diametri che può essere in media di cm. 22,5 per il trasverw c cm. 1,5-2 per l'antero-posteriore. Si· è ·avuto un massimo di cm. 5 e minimo di cm. 0,3. In altri invece meno atleticamente scelti si può avere, ora maggiore ,espansione del trasverso; ora dell'anteroposteriore. Ecco, nelle precedenti tabelle, qualche esempio raffrontato colla variazione del perimetro. Si potrebbe anche notare un rapporto fra l'entità della variazione dei diametri e lo sport praticato, ma già mi sono intrattenut~ su questo argomento (relazione in « Atti 1° congresso di medicina dello sport ». Federazione medici sportivi, Roma). L'espansione simmetrica è, per un soggetto del quale si debba giudicare rattitudine al lavoro muscolare o meglio ancora la capacità di resistenza alle fatiche, uno dei segni migliori. Il torace seguirà ·unu sviluppo più armonico influenzando più beneficamente gli -organi principali della vita vegetativa, il cuore ed i polmoni.
-
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CONCLUSIONI. La misura dei diametri toracici può sostituire quella del perimetro. Pur rendendo più complessa l'indagine, la rende più esatta perchè offre: l. - Un concetto dello sviluppo deficiente o eccedente dei diametri rispetto alle cifre medio-normali date da Viola, Fici, Atzeni. Chi giudica deve essere fornito di una tabella., anche parziale, coi valori medio-normali ed immediatamente superiori ed inferiori onde orientarsi. Simile tabella dovrebbe essere annessa all' elenco delle imperfezioni ed infermità in uso nelle forze armate come presso qualunque altro ente. 2. - Un concetto dello sviluppo. della gabbia toracica secondo due direzioni, la trasversa e 1'antero-posteriore, che il perimetJ:o no_n .PUÒ darci, e che deve agg-irarsi intorno ad un'eccedenza del trasveno sull'anteroposteriore di circa 8 centimetri per esser vicino alla medio-normale. Possono esser tollerati fino a 5 centimetri nel senso del pareggio fra i dùe diametri (p. es.: trasverso cm. '26 per cm. 21 dell'antero-posteriore) e fino a cm. 12 nel senso dell'eccedenza; di uno che, logicamente,· deve· ·essere il trasverso (p. es.: cm. 30 del traverso per cm. 18 dell'antero-posteriore). Oltre queste cifre si tende al torace cilindrico o eccessivamente piatto, e deforme. Tuttavia ho ritenuto di considerare per ora, la differenza fra due
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.
LA MISURA D E I DIAMETRI TQRACICI ECC.
133
dia.metri minimi compatibili coll'idoneità fìaica alla fatica, ìntomo a 7 centimetri, cifra che ·si discosta di 2 centimetri dalla medio-normale e che si può ottenere con valori di diamet ri fra i più bassi della tabella di Viola. 3.- Un concetto dell'elasticità della gabbia toracica col grado di espansione respiratoria: riferibile sempre a due direzioni invece che al perimetro. Se p ertanto bo enunciato, riguardo al valore dell'ampiezza respiratoria del perimetro t oracico il principio che: « Si può avere marcaUz. resistenza alla fatica anche co-n ampiezza di escursione inferiore alla normale »i in rapporto al valore che assume l'ampiezza respiratoria dei diametri si può affermare c.be: « n ei soggetti di marcata resistenza fisica sia che inizi11o la lOt·o attività sportim sia che siano gùi t·iusciti ottimi atleti; l'ampiezza respiratoria dei due diametri è uguale o quasi ed oscilla fra 2-3 cm.; nei soggetti di scm·so rendimento e di poca resistenza alla fatica , è diversa per i due diametri, talora scarsa per entrambi, talora marcaUz. per uno e quasi nulla per l'altro put· appanndo normale la escursione t·e.spimtcr-ia del perimetro toracico ». 4. - La media dei diametri, dedotta da una, massa eterogenea, risulta più bassa di quelle finora osservate nello studio dell'uomo medio, ma vicina a quella delPuomo-medio veneto pur essendo la grande maggioranza dei soggetti da me esaminati oriundi dell'Italia centrale e meridionale. In grande prevalenza: i diametri presentano valori negativi ma specialmente sempre il trasverso. 5. I longilinei, anche avendo nella totalità perimetro toracico normale, hanno la più accentuata deficienza del diametro trasverso, defieenza che diminuisce coll'aumentare della statura e ai avvicina aJ medionormale nei brevilinei e normolìnei alti. n diametro antero-posteriore tuttavia raggiunge il valore medio-nonnale nei longilinei alti, mentre ha valore medio-normale, e spesso superiore nei brevilinei e normolinei. Questo sviluppo del diametro antero-posteriore in tutti i tipi morfologici ma spooiaJm.ente nei longilinei che la morfologia ha fatto conoscere come caratterizzati da torace piatto, si deve attribuire all'esercizio fisico il cui effetto è bene evidente. Si può così anche spiegare l'aumento del perimetro toracico che - a parte lo 811iluppo ddle masse mutcolari - si osserva per effetto degli esercizi fisici, come d01n1.to prevalentemente ad a1tmento del diametro o;ntero poatericre. I tipi morfologici rappresentati dai 284 soggetti esaminati si distaceano di lO gradi al massimo dai valori medio-normali della tabella di Viola per l'eccedenza del toraee sull'addome o viceversa. La selezione spontanea ha però ridotto al minimo (60 su 284) i soggetti con torace prevalente sull'a{}dome, siano longilinei che brevilinei o normolinei, indice questo ancor più importantet unito al valore del perimetro e dei diametri toracici nel concetto di resistenza fisica. alle fatiche. Senza tuttavia voler sostenere che l'esame del perimetro sia da sostituirsi, credo poter affermare che valga. meglio l'esame dei diametri a chiarirci cosl. la forma, che la funzione del torace e la capa.cità di adattamento al lavoro di ogni soggetto.
8 -
Gio.-nale di medicina militaTe .
R. UNIVER.SITA DI B::>LOGNA- I STITUrù D'IGTE~E
D irettore: prof. D. OTTOLENGHI
LA PURIFICAZIONE DELL'ACQUA, PER LE TRUPPE, CON CLORO E CARBONI ATTIVI (*) D ott. Filippo Massa, primo capitano medico, a<;sistente militare
L'esperienza fatta nell'ultimo conflitto mondiale nei riguardi della. depurazione di ~que, di ignota provenienza o di sospetta natura, da distribuire alle truppe, ha dimostrato che, per le necessità militari, sono specialmente utili il metodo fisico che usufruisce il calore e quello chimico basato sull'impiego del cloro. Un sistema di purificazione molto sicuro e raccomandabile è senza dubbio costituito dalla sterilizzazione col riscaldamento - a pressione ordinaria o, meglio, sotto pressione - ; ma occorrono alla bisogna, per un esercito operante, apparecchi speciali che, per un complesso di cose, non è possibile usare, come sarebbe desiderabile, su larga scala. Anche il trattamento delle acque con cloro gassoso svilnppatosi dal cloro liquido costituisce un ottimo mezzo di depurazione poichè offre grande sicurezza e facilità di controllo. 1\fa mentre il suo uso si estende sempre più nei grandi impianti di purificazione, non ne è forse possibile un vasto impiego nel campo militare dato che sono necessari aut-omezzi di alto costo, ingombranti, facili a subire avarie specie se costretti ad intensa attività. Vantaggi pratici di uso, veramente essenziali per una collettività. in condizioni di vita eccezionali come è l'esercito in guerra, offrono invece gli ipocloriti, e particolarmente l'ipoclorito di calcio: facilità di provvista, di trasporto e di preparazione, efficacia rapida e sicura, prezw assai modico. L 'utilizzazione pratica del metodo di potalizzazione delle acque con gli ipocloriti si è iniziata negli ultimi anni del secolo scorso e !li può dire che la prima applicazione in grande fu fatta in Inghilterra nella città di Maidatone dove, seguendo i consigli dati dal prof. Woodbead della Facoltà di Medicina di Cambridge, si praticò, dopo l'epidemia di tifo nel 1897, la sterilizzazione dell'acqua con cloruro di calce. Nell'anno successivo Lode usando il cloro oscinse una epidemia idrica a Pola. Qualche anno dopo nella. città di Lincoln, dove, durante un' infezione tifosa, si era constatato che l'acqua. delle condutture e dei filtri era contaminata, mediante l'ipoclorito di calcio si riuscì facilmente a fare cessare I 'epidemia. A malgt·ado però dci brillanti risultati ot tenut,i sempre, quando erano stati impiegati, bisogna convenire che gli ipocloriti prima della guerra 1") Ques ta rnemorla è pervenuta al Olornnle l1 7 agosto 1933-XI. {n. à. r .).
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1914-18 se ebbero un notevolissimo sviluppo negli Stati Uniti d'Ame-
rica, specie negli impianti fissi di pnriftcazione, incontra.rono poco favore in Europa dove erano considerati con diffidenza c scetticismo. La ricerca di soluzioni immediate al complesso problema di assicurare un buon approvvigionamento idrico a milioni di uomini ha. poi costretto tutti gli Stati bel)jgcranti a cercare, in proposito, mezzi economici, pratici cd efficaci. Sono risaltati così, sempre più evidenti, i pregi derivanti dall'uso del cloro · in genere e degli ipocloriti in particolare cosicchè si può ben dire che tale mE'todo ottenne un bel successo proprio dove prima, per esso, non era stato dimostrato alcun entu.siasmo. Ma l 'impiego generalizzato di questo sistema chimico ed i più che numerosi, esaurienti lavori sperimentali fatti in proposito ne hanno bene definito, oltre ai pregi essenziali già ricordati, anche i difetti, di cui soprattutto i seguenti costantemente riscontrati: l) azione disinfettante mal sicura sulla parte corpuscolarè sospesa nell 'acqua; 2) sapore ed odore disgustoso che l'acqua assume anche se il cloro è aggiunto in piccolissime quantità. Kegli impianti fissi di puriftcazione però la tecnica, usata per tale metodo è stata cosi perfezionata che, come è noto, gli inconv(>nienti lamentati vengono eliminati completa.mcnte. Altrf'ttanto non può dirsi quando si tratta, come per le truppe in campagna, di eseguire, nel più breve tempo possibile, depurazioni di aequo non conosciute nella loro composizione chinùca. c batteriologica, per il cui trattamonto si rimane indecisi e
per una eventuale iniziale fiJtra,zione e per la scelta della dose del reattivo e per la susseguente neutralizza.zione del cloro rimasto libero. Non si intende con questo affermare che non si annoverino già metodi da considerarsi soddisfacenti per simili potalibizzazioni che chiamerò « ad incognita n ma sono ben pochi e pochissimi raccolgono consensi generali e definitivi. ~Ii è sembrato pertanto interessante intraprendere uno studio col preciso obiettivo di ricercare un procedimento basato sul cloro ma che renda possibile l'eliminazione dei difetti più importanti già riscontrati e permetta in pari tempo di raggiungere il massimo della semplicità nelle operazioni da svolgersi. E poichè sull'argomento vi è ricchezza di letteratura, logicamente ho voluto conoscere i pareri gi.à espressi su due punti di importanza essenziale: l) dose di cloro da usare; 2) tempo di contatto, del reagente con l'acqua, necessario per compiere la disinfezione - cosl da trarne il maggiore profitto per l'indirizzo da dare alle esperierize persopa.li. Premesso che il numero notevole di teorie espresse per spiegare quale è l'azione del cloro sui microbi e sull'insieme dell'acqua tradisce l'oscurità cbe ancora regna in questo campo, si può dire che, nei riguardi della dose di reagent-e da usare, sono stati enunciati i seguenti indirizzi: l ) trattare l'acqua con dosi minime (ipoolorazione);
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2) ad~"'lla.re volta per volta la quantità di cloro da usare alla fisionomia caratteristica dell'acqua; 3) usare dosi elevate (superclorazione). l. JJe dosi minime di cloro sono caldeggiate da chi si preoccupa di
evitare all'acqua cattivo odore e sapore. Durante l'ultimo conflitto mondiale tale sist.ema fu largamente messo in pratica dai Francesi. Bunau-Varilla, chef du servicc des eaux de l'Armée, preoccupato dal fatto che i poilus non riuscivano a bere l'acqua depurata col cloro, fece eseguire degli ('Sperimenti al laboratorio dell'Armata per vedere se era possibile uccidere una proporzione elevata di colibacilli con una dose di cloro inferiore a quella che poteva a~; sorbire l 'acqua. Le prove fatte sotto Verdun (usando dosi 1/10 inferiori a quelle regolamentari che stabilivano un minimo di mg. l per litro, ed agitando bruscamente e con energia l'acqua stessa. dopo l'introduzione del cloro) dettero risultati brillanti, specialmente impiegando un semplice apparecchio a pompa che rendeva aut.omatica l'introduzione del cloro neU'aequa quando la pompa era in azione e la sopprimeva quando la pompa si a.rresta.va. La « verdunisation », come è tuttora comunemente chiamata questa clora.zione a dosi infime, è anche oggi largamente usata in impianti iìssi (Lione, Parigi, Ginevra, Lisbona, ecc.). pure essendo criticata da molti (1). 2. Questo indirizzo è oggi il più accreditato percbè offre il vanta-ggio di accerta.re per ogni singola acqua la quantità di cloro attivo occorrente alla sua depurazione. Tutte le acque banno una :fisionomia propria speciale, con diverso contenuto di sostanze organiche e di germi, ed i seguaci di tale sistema mettono appunto in evidenza come non sia possibile stabilire per tutte indistintamente una unica dose di reagente. Un notevole contributo a questo metodo è stato portato da Woodhead con l'osservazione che un'acqua che dopo 15'-30' di trattamento con cloruro di calce contenga ancora del cloro attivo libero, e perciò dia con ioduro potassico ed amido colorazione turchina, è certamente priva di elementi vivi del gruppo b. coli e b. dissenterico. Ottolenghi ha sviluppato in una serie di ricerche questa aaserzione del Woodhead imprecisa nei particolari e soprattutto non suffragata da. documenti sperimentali. Anzitutto esegul alcuni saggi preliminari intorno alla reazione che l'ipoclorito di calcio dà con ioduro potassico ed amido e, dopo varie prove, scelse come reattivo una mescolanza di tre parti in peso di amido in polvere e di una. di ioduro di potassio crist. puro, da macinarsi accuratamente in un mortaio, fino ad avere una miscela omogenea. elle si conserva. a. lungo. L'esame si deve praticare su cc. 100 di acqua, già a contatto col cloro, aggiungendo g. 0,1 di tale polvere ed agitando: a seconda della concentrazione dell'ipoclorito la. colorazione impartita dall'I ai granuli di amido sospesi nel liquido cd al liquido stesso compare più o meno rapidamente (l) Buonu·VarUJa ritiene cbe Il potere mlcroblclda del l'loro, quando è u~ato n dosi minlmc, debba attribuirsi o.ll'omlS!<tone d i r~gl ultra-violetti originati dalla reazione delle pa.rtJrclle di lpoolorlto sulla materia. organica dell'acqua. SI otterrebbe cosi una distruzione del germJ presenti tanto pln r apida quanto più 11 eloro è dlspet.'8o nel liquido 'lOn un bMl&<:o e violento seno· tlmento. Se l'acqua è torbida occorrerebbe però aumento.roll cloro pcrcbè le particelle In sospen· slone B88orbano l raggi ed è neooBSarlo quindi moltlpli<'are 1 rentrl di emlstlone.
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ed è più o meno intensa. L'Ottolenghi ha anche indicata una scala con una serie di valori medi: cloro attivo %o 0,0007 colore debolmente paonazzo; id. 0,0014 id. paonazzo violaceo; id. violaceo; id. 0,0021 id. 0,0028 id. viola turchino; id. 0,0035 id. turchino viola cupo; id. turchino viola nerastro. id. 0,0042 La colorazione cosi ottenuta muta solamente quando dirrrinuisce il titolo della soluzione. Le molte esperienze eseguite da Ottolenghi lo hanno portato a concludere questo principio: la dose di cloruro di calce da aggiungere ad una acqua per purificarla. deve essere tale che dopo 15'-20' quell'acqua contenga ancora del cloro attivo libero. Per svelare e dosare il cloro rimasto libero oggi sono in uso parecchi altri metodi colorimetrici, abbastanza semplici e sicuri: alla benzidina, alla ortotolidina, alla dimetilparafenilendiamina per cui le acque trattate con queste sostanze assumono speciali caratteristiche colorazioni in presenza di cloro, ed anche al violetto di metile, rosso di metile e metilarancio che si basano però sulla decolorazione prodotta dal cloro. Più pratici ancora si devono considerare alcuni apparecchi speciali costruiti in modo da permettere un rapido esame comparativo fra il colore della reazione ottenuta e quello «tipo» costituito da una serie di vetri colorati. Questo indirizzo, come ho già detto, è quello che riscuote maggiori consensi in quanto che, mentre dà pieno affidamento sull'opera di purificazione, evita l'abuso di alte dosi di disinfettanti chimici che oltre ad alterare il sapore dell 'a-equa possono anche riuscire dannosi se adoperati per lungo tempo. 3. La pratica della superclorazione è stata ed è in voga specialmente negli Stati Uniti d'America dove, essendovi la tendenza ad utilizzare mediante impianti fissi di depurazione acque di fiume o di lago, si pensa che le dosi di cloro devono sempre potere essere proporzionate alle modificazioni che può subir,e lo stato dell'a.cqua: quindi uso di quantità notevoli di reagente con susseguente neutralizzazione per sopprimere il s~pore e l'odore pooo desiderabLli assunto dalla miscela. Dosi alte di cloro (Wesemberg propone l'uso di mg. 150 di cloro attivo per litro) sono poi sempre consigliate per acque torbide ricche di materie organiche che non è possibile filtrare prima di iniziarne ladisinfezione.
Non concordanti sono anche i tempi indicati, per la durata di contatto del reattivo con l'acqua, come necessari per raggiungere un'utile purificazione. È però generalmente ammesso che per depurazioni col cloro a dosi -piccole si debbono scegliere a.cque che si presentino limpide, sottoponendo sempre a precedenti filtrazioni quelle torbide. Risulta infatti chiaramente provato che per le acque ricche di materie organiche, o che ne presentino particelle grossolane sospese, occorre la penetrazione del disinfettante negli strati profondi, cosa che avviene sempre con lentezza.
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Vi è quindi pericolo, se la durata del contatto è breve, che i germi patogeni non vengano uccisi perchè le materie fecali o il muco che li ricopre per la loro natura protcica fissano e neutralizzano il cloro ritardando, o addirittura impedendo, se le dosi sono insufficienti, l'attacco e la morte dei germi stessi. I1e divcr,genze maggiori si notano nei riguardi di acque limpide, 0 quasi, per quanto ricche di flora, batterica. Pulcher, che ha eseguito in proposito particolari esperienze, ritiPne cl1e è sufficiente un tempo brevissimo di contatto. E benchè in alcuni esami, praticati con colibacilli 1.000.000 per cc. usando mg. 0,07 di cloro per litro, sia risultato che dOJ)O un periodo di latenza i germi ricompaiono e talora si moltiplicano (pure aumentando la durata del contatto), ha creùuto di spiegare il fenomeno con la sopravvivenza di poche cellule batteriche che, forlìe sotto lo stimolo di sostanze liberantisi dai germi morti o dei sali formatisi per l'aggiunta del cloro, troveTebbero condizioni favorevoli allo sviluppo. Russo, a conclusione delle molte esperienze fatte, giudica che l'azione battericida del cloro non è istantanea per alcun germe ed ha bisogno per agire, come tempo minimo di contatto, da 5' a 10'. Lutz che ha osservato, come Pulcher, la ricomparsa dei germi n(·ll'acqua insufficientemente clorata ritiene che sia necessa,rio un notevole tempo di contatto perchè i germi restino completamente uccisi. Ottolenghi accetta il tempo minimo di disinfezione di 15' posto innanzi da Woodhead, e prima da Bassange, e conferma che quanto più si vuole fare presto tanto maggiore deve essere la concentrazione del disin-
fettante. Tempi anche maggiori sono consigliati talora per avere una completa sicurezza.
*** Si può considerare ormai accettato da tutti gli Igienisti militari il principio che per l'approvvigionamento idrico di un esercito moderno occorre costituire veri reparti specializzati (Compagnie Idriche) che provvedano al rifornimento ed alla purificazione in grande delle acque destinate ad uso alimentare. I risultati che cosi si ottengono sono di molto superiori in quanto che la depura,zione frazionata da affidarsi ai singoli Corpi non dà sempre la necessaria sicurezza. :Ma bisogna pure tenere conto della possibilità, tutt'altro che rara, che con tale sistema l'a,c qua potabile (quasi sempt·c da autoportarsi), non possa giungere, sempre, dovunque. In guel'l'a erl anche in occasioni di manovre di Grandi Unità, non è difficile a verificarsi che rifornimenti idrici prestabiliti non giungano a destinazione e ciò per forza di eventi,
malgrado, s·intende, la più meUcolosa cura posta dai Comandi per assicurare a tutti il prezioso liquido. Viene quindi <Lltrettanto riconosciuta la necessità, per risolvere integralmente il complesso problema idrico di un esercito in campagna, di istituire trattamenti sussidiari i più semplici possibili tali da potere mettere tutti i reparti in condizione di potabilizzaJ:e un'acqua <<ad incognita».
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NelJe esperienze esrguite bo creduto bene pf'rciò di consideral'e il caso specifico di depu.razione di acque da compiersi in condizioni varia bili e disagiate da parte di Repal'ti costretti ad approvvigionarsi idricamente mediante i soli mezzi a diretta disposizione. ESP ERIENZE PERSON.ALI. Scelto il cloro come reagente si è stabilito subito in 30' il tempo massimo da mettere a disposizione per compiC're l'intC'ra operazione di potabiUzzazione, ben sapendo che truppe affaticate non possono attendere a l ungo. Sono state quindi eseguite le prime prove tendenti a stabilire una dose fissa di cloro attivo, per litro, tale da dal'e cNto affidamento di depurazione per qualsiasi acqua, ritenendo non pratica, nel caso specifico considerato, l'applicazione del sistema di accertare volta per volta la quantità del reagente necessario, cosa senza dubbio da considerarsi altrimenti la migliore. Gli esami sono stati eseguiti: l) su acque di conduttura, di pozzi, di fiumi e di canali anche addizionate di varie dosi di feci ed urine recenti o di liquame di fogna e seminate con i germi apportatori di infezioni per via idrica. In alcune prove sono state aggiunte in più feci di conigli, in esperimento per altro studio, risultati portatori fecali del b. paratifo B. Si è pen>ato che questo fosse il mez.zo migliore per avvicinarsi alJe condizioni r eali quali possono capitare considerando anche casi cosi sfavorevoli da essere difficilmente avverabili nella pratica; 2) su acque sterilizzate e poi addizionate di colture pure per pot-ere controllare rigorosamente l'effica-eia del disinfettante sui germi in acque presentanti diversa ricchezza di composti orga.nici e di detriti minerali. P er le acque come si t rovano in natura sono sta.te eseguite le esperienze su 50 litri, mentre quando si è addizionato anche germi ci si è serviti di campioni mai inferiori a due litri. Il contenuto batterico aggiunto è stato sempre a scala ascendente da 100.000 ad 1.000.000 di germi per cc. per i bacilli del tifo, dissenteria Sbiga-Kruse, coli e vibrione del colera. .l\'I i sono sempre preoccupato di conoscere, per t<cnerne conto, i limiti della persistenza in vita dei ceppi che si dovevano usare (per esempio il b. coH scelto cessava di vivere in acqua distillata dopo 60 ore; mentre nelle acque di pozzo e di fiume aventi temperature fra i 12a_16o resisteva 15-20 giorni con una diminuzione progressiva di cellule batteriche). In tutte le ricerche si sono impiegati come reagenti l'ipoclorito di calcio e Io <~ steridrolo >>, in polvere al 20 % di cloro attivo, che, come oramai è ben provato, offre il vantaggio di avere una costituzione chimica bene definita e di essere Habile, tanto da non subire col tempo che perdite insignificanti di titolo. Le soluzioni dì cloruro di calce furono filtrate attraverso amianto ed il titolo della soluzione determinato mediante AS 20 8 n.flO e carta amido iodurata . Per lo steridrolo si è sciolto invece un certo quantitativo del prodotto in polvere in acido acetico concentrato e, aggiunta una soluzione di ioduro di potassio 1 / 200, 8Ì è titolato il iodio
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LA PURIFIOAZIONE DELL'ACQUA., PER LE TRUPPE ECO.
liberato con soluzione n./10 di tiosolfato sodico (lo steridrolo puro come è noto contiene il 26 % di cloro di costituzione, che corrisponde dal 51,5 al 52% del suo peso in cloro attivo adottando la convenzione di definire tale la quantità di cloro equivalente alla quantità di iodio che si libera col metodo sopra descritto: in quanto per ogni molecola contiene due a tomi di cloro e dà quindi origine a due molecole di HOOl: 2HOC1
+ 4Kl = 2KC1 + 2KOH + 41).
Le dosi di ipoclorito e di steridrolo provate sono state a scala ascendente con concentrazioni di cloro attivo per l di gr. 0,005; 0,01; 0,02; 0,03; 0,04; 0,05; 0,1 e cosi pure i tempi di contatto del reagente con l'acqua - per ogni prova: 5'; 10'; 15'; 20'; 25'; 30'. È stata sempre controllata la presenza di cloro attivo nell'acqua dopo i vari tempi di cont atto con la prova ioduro potassico ed amido attenendosi alla serie di valori medi stabilita da Ottolenghi e controllando la reazione dopo 15'-20'. Veniva neutralizzato, dopo i tempi stabiliti, il cloro libero con l'aggiunta di una quantità sufficiente di tiosolfa.to sodico ed in sèguito, controllata tale neutralizzazione, si procedeva alle colture avendo cura di agitare prima l'acqua. Nei riguardi del metodo di coltura, con cui controllare l'andamento della purificazione batterica, considerando che ricerche limitate a pochi cc. non possono rispecchiare quale sia la vera faccia batterica di un'acqua, in quanto che la distribuzione dei germi non potrà essere completa-
mente uniforme (specialmente se si sono aggiunti rifiuti organici), si praticavano colture con quantità d'acqua sempre notevole, seguendo esattamente il procedimento già indicato da Ottolenghi. Il campione veniva preparato mescolando l'emulsione culturale e, nei casi stabiliti, aggiungendo feci ed urine, ad almeno due litri d'acqua. Eseguite le culture di controllo con piccole quantità si faceva agire l'ipoclorito di calcio e lo steridrolo nelle dosi già accennate; quindi per le acque disinfettante dopo i vari tempi da 5' a 30' se ne prendevano delle porzioni di cc. 100 che si portavano in altrettanto brodo, o in altrettanta acqua peptonata a doppia concentrazione quando l'esperimento riguardava il vibrione del colera, e con porzioni più piccole si allestivano delle pia-stre in agar per vedere se l'eventuale sviluppo nelle culture di cc. 100 era dovuto a pochi od a molti germi sopravvissuti. Nel caso di acque comuni non essendo possibile la cultura in mezzi liquidi, per la probabilità di coesistenza di germi differenti, si facevano solo culture in agar; si adoperava però dell'agar a concentrazione doppia della normale allestendo una serie di piastre contenenti ciascuna cc. 10 di acqua: questa dose alta di semina dava modo <li giudicare su quantità. notevoli di campione senza per altro apportare danno alla chiarezza dimostrativa delle piastre stesse. Si è naturalmente usata l'avvertenza segnalata daOttolenghi di tenere l'agar (cc. 10) entro grandi provette in bagno maria a 75° estraendo, al momento di fare la coltura, le provette cosi calde e gettandovi dentro i cc. 10 di acqua che portano subito la miscela a 50° e versando quindi, dopo avere rimescolato bene, il contenuto nelle capsule Petri - e ciò perchè l'acqua fredda, se si usasse l'agar a 45o-5oo, coagu-
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rerebbe il terreno nutritivo troppo rapidamente. Le piastre in esame tenute in t ermostato a 37° sono state osservate per quattro giorni. Per il b. coli si è inoltre sempre ricercata la sua presenza con i metodi Besson ed Abba in varie quantità. del campione dopo H trattamento col reagente e successiva neutralizzazione del cloro libero. Delle numerose esperienze eseguite non si ritiene necessario di segnalare i minuti particolari ed i singoli risultati conseguiti. Basterà riferire le considerazioni più interessanti che si è creduto di poter fare nel corso delle prove indicando prima, in una tabella, quanto si è ottenuto nelle esperienze «limite, in cui, ad acque non sterilizzate di pozzo e di fiume (i due tipi di acqua chè allo stato naturale hanno dimostrato di potere presentare le maggiori difficoltà per una depurazione col cloro e che nel caso particolare hanno maggiore probabilità. di impiego pratico), è stato aggiunto, nella dose ma-ssima di 1.000.000, il b. coli che ha palesata una resistenza assai superiore, rispetto agli altri germi patogeni usati, all'azione del cloro (v. tabella pag. seg.) . .Appare cosi confermata, ancora una volta, la difficoltà. che si incontra, usando il cloro, ad ottenere una sicura depurazione quando le acque sono ricche di materie organiche e come l'azione battericida avvenga in questi casi con lentezza che aumenta in proporzione del decrescere della dose. Si ritiene anzi interessante in proposito, segnalare alcune osservazioni fatte nel corso delle esperienze. Eseguite le prime disinfezioni di acque addizionate dei materiali luridi già indicati, si notava, al termine della prova, come le feci di coniglio fossero ancora . abbastanza integre malgrado l'a(lcurata agitazione di tutto il liquido per favorire la diffusione dt'll'ipoclorito ed anche quando i rifiuti venivano aggiunti all'acqua parecchie ore prima della disinfezione. Si è pensato allora alla possibilità. che negli strati profondi non potesse essere penetrata l'azione battericida e, per assicurarsene, sistematicamente al termine delle disinfezioni si cercava di isolare (dalle feci più conservate), i bacilli paratifo B eventualmente sopravvissuti. Il dubbio espresso è stato cosi confermato: in parecchie prove tale germe, che non risultava presente all'esame del liquido fatto nel solito modo, venne identificato. Le constatazioni, di carattere generale, fatte nel corso delle esperienze si possono cosi riassumere: - l) l'azione del cloro è pressochè immediata quando il reagente è messo a contatto con acqua limpida, sia pure aggiunta di notevoli quantità. di germi patogeni; 2) la mescolanza intima del cloro con l'acqua da disinfettare ha una illlfluenza. notevole sul risultato finale, per cui è sempre da consiglia.rsi l 'agitazione della miscela durante la depurazione; 3) la. temperatura dell'acqua (prove eseguite fra 7<1-25° C.) non sembra possa influenzare notevolmente l'azione del cloro; • 4) dei germi pato~eni esperimen~a.ti ~opo il b .. coli, dimostran? maggiore resistenza all'azwne ?el. cloro 1 b. tifo e parattfi A-B ment~e.I~ dissenterico ed ancora più il VJbr1one del colera sembrano molto sensJbili a tale reagente;
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TABELLA DELLE ESPERIENZE "LIMITE, o
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20' 15'
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15' 15' 15'
Risu.ltati
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0.05
A cqua d e l fiume Reno + 2% di uri ne e feci + 2 % di feci di conigli portatori paratifo B.
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Acqua del fium e Reno.
Risultati
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Acqua di pozzo +2% di urine e feci + 2 % di feci di conigli portatori paratifo B.
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N c:Ua. colonna della. durata dell'azione le lndlcaz!oni con-ispondono al tempo minimo uei quale, con
Ja dosò di Cl ~gxmlata, si è ottenuta la. stE-rilizzazione.
Nella colonna del rl!'Uitatl Il segno~ Indica o.ssenza ili sviluppo.
J,A PURIFICAZIONE DELL' ACQ.UA, 'PER LE TRUPPE ECC.
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5) il cloro anche usato a dosi alte non influenza notevolmente, dal punto dli vista pratico, la composizione fisico-chimica dell'acqua; 6) le particelle minerali sospese nell'acqua non dimostrano di modificare sensibilmente l'andamento della disinfezione per maggiore consumo di cloro. Sia l 'ipoclorito di calcio che lo steridrolo esercitano bene la loro azione anche su acque molte dure (30a_37o gradi francesi) e su acque leggere, per esempio decalcificate (1,5 g:radi); 7) il saggio amido in polvere e K I crist. usato con le modalità. indicate da Ott-olenghi ha sempre s<•gnalato con esattezza le variazioni della concentra,zione del cloro attivo nelle miscele; 8) ad un esame comparativo delle prove all'ipoclorito di calcio con quelle allo steridrolo, quest'ultimo prodotto ha dimostrato maggiore potere disinfettante a parità di cloro a.ttivo. Vagliati così i risultati ottenuti si è stabilito in g. 0,04 per litro la dose fiasa di cloro attivo da usarsi per un'acqua «ad incognita)) ed in 15' il tempo di contatto utile perchè si compia la disinfezione. Veramente dai dati conseguiti, si:a. con l'ipoclorito di calcio che con lo steridrolo, si potrebbe dedurre che anche quantitativi minori sono sufficienti alla bisogna. Infatti già. g. 0,03 ed anche 0,02 per litro rendono potabili tutte le acque esaminat~, maè necessario, nei casi di maggiore inquinamento, fare durare la rea,zione 25'-30', tempi che, aggiunti a quello occorrente a neutralizzare il cloro rimasto libero, superano quanto era stato prestabilito per compiere l'intera operazione di disinfezione. ,Si è preferito così, pure di non aumentare il tempo di depurazione, scegliere la. dose indicata, cer to non indifferente, ma che dà in compenso quella maggiore sicurezza tanto indispensabile nel specifico caso considerato. Com e togliere poi all'aequa così trattata il cattivo odore ed il sapore sgradevole assunto 'l Esclrua la possibilità di usare il procedimento che si basa sull'ammoniaca, da aggiungere all'acqua prima del cloro, (e che tanti consensi raccoglie negli Stati Uniti d'America), perchè occorre un contatto della reazione di parecchie ore, ed ottenuti risultati non del tutto soddisfacenti col tiosolfato di sodio e col permanganato di potassio (non si riusciva, per esempio, anche con dosi molto elevate, ad eliminare un sapore di catrame se alla miscela cloro-acqua veniva aggiunta una minima. quantità. di fenolo in soluzione acquosa), si è pensato di esperimentar·e i cosiddetti « carboni attivi » di origine vegetale, già impiegati con successo per neut,ralizzare H cloro in questi ultimi tempi. Confesso di non essermi aecinto con entusiasmo a queste prove perchè bisognava provvedere ad una successiva filtrazione di tutta la miscela, tanto più che appariva necessario usare il prodotto in polvere. Ma gli effetti JPÌÙ che lusinghieri ottenuti hanno indotto ad insistere su questo procedimento. Come è noto le polveri di carbone aggiunte a soluzion.i acquose banno la proprietà di adsorbire le sostanze che possono esservi disciolte ed anche i batteri presenti. 11 meccanismo intimo di questo interessante fenomeno non è però ben chiaro e delle varie ipotesi formulate poche e solo in parte, sono state suffragate da conferme sperimentali.
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È opportuno tuttavia ricordare, anche perchè raccoglie molti consensi
la teoria che chiama in causa le cariche elettriche possedu te rispettivamente dall'adsorbente e dall'adsorbendo. Secondo tale ipotesi le polv eri di carbone hanno, r ispetto all'acqua dove sono sospese, nna carica negativa il cui valore però può essere modificato, per aggiunta di elettroliti, fino all'annullamen to ed al cambiamento di segno. Si ritiene perciò che vengano tìssati alla superficie delle parti celle insolubili sia. gli joni positivi che quelli negativi: ma sopratutto il catione se sono caricate n egativamente, l'anione se sono caricate positivamente. Per aumentare ad ogni modo il loro potere di adsorbimento i carboni, industrialmente, vengono attivati con speciali procedimenti fisico-chimici (trattamento con cloruro di zinco, idrato potassico, acido carbonico, ecc.), non fatti conoscere esattamente. Un ottimo carbone attivo t edesco, detto carbone A, usato con molto successo nei filtri delle maschere antigas durante l'ultimo conflitto mondiale, si otteneva, per esempio, dal legno di conifere, imbevuto di una soluzione di cloruro di zinco e poi carbonizzato a rroventandolo e togliendo l'aria, e levando dopo il cloruro di zinco. Oggi i carboni vegetali attivi, per le grandi proprietà adsorbenti così acquistate, h anno largo impiego per decolorazioni, filtrazioni, d epurazioni di liquidi di ogni genere. Sono già usati, ad esempio, come mezzi de.coloranti nell'industria saccarifera per la produzione di zuccheri, nella. industria. dei grassi e degli olii alimentari, negli stabilimenti chimici per la d('purazione di prodotti chimici organici ed inorganici. r,a capacità di adsorbimento è varia secondo le singole qualità del carbone e le sostanze da adsorbire ed è possibile r~tppresen tare tale potere mediante la formula di Freundlich K a cb in cui K è il quantitativo della sostanza adsorbita, in grammi da un grammo di carbone attivo, c ò la concentrazione residuale di questa sostanza nel liquido, a e b sono costanti. Nelle esperienze eseguite sono stati usati: carboni speciali « Hydraffin U II , in granelli della Carbo-Norit- Union (Fra.ncoforte sul Meno) e «Carboraffina » in polvere della Società Chimica Lombarda (A. E. Bianchi & C. di Rho). Si è ritenuto inoltre opportuno provare comparativamente carboni N. V. Norit Vereeniging (Amsterdam) di vecchia data di prepara7.ione per controllare la conservazione della attività, e carboni normali ottenuti da nocciuole di pesche, di ciliegie (che avevano dato così buona prova, attivati però, nell'ultimo conflitto mondiale come sostanze adsorbenti i gas) e da rami di biancospino e t rftlci di vite (che in esperienze preliminari avevano dimostrato proprietà superiori ai carboni da pioppo, da. faggio, ecc.). Finemente polverizzate queste sostanze neutralizzànti sono state mescolate, in vari quantitativi, alle a-cque clorate con tempi di contatto di 5'-10'-15' in maniera da non oltrepassare per nessun mot.ivo il tempo massimo già stabilito per la potabilizzazione. Si è sempre usata l 'accortezza di agit.are continuamente la miscela p er facilitare la diffusiona del carbone. P er dare un'idea esatta dei valori neutralizzanti riscontrati basterà. segnalare:
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LA PURIFIOA7.IONE DELL' AOQlJA, PER LE TRUPPE ECO.
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l) g. 0,3 di polvere di carbone « Hydraffin ))' g. 0,4 di cOarbo· raffina», g., 0,5 polvere di carbone N. V. Norit Olandese, di vecchia preparazione, usati per ogni litro d'acqua trattata con g. 0,04 di cloro attivo sono apparsi ut.ili a rendere inodore ed insapore in 10' le acque più torbide delle prove limite anche se addizionate, prima di aggiungere il cloro, di una soluzione di fenolo in modo da avere una concentrazione di mg. 0,5 di fenolo per litro di miscela; 2) gli stessi carboni nelle medesime proporzioni sono sufficienti a fare scomparire nelle acque di macero l'odore di muffa ed il sapore ripugnante ed a decolorare acque colorate anche artificialmente per esempio con mg. 5 di ooido picrico al litro; 3) i carboni non attivi provati hanno dimostrato qualità adsorbenti molto modeste tali da non ritenere possibile il loro impiego, come neutralizzanti, nel caso di uso di alte dosi di cloro. Sono state eseguite anche delle esperienze per conoscere l'azione che i carboni prescelti potevano esercitare sui germi. La capa.cità adsorbente è risultata, in genere, per il b. coli (100.000 per cc ) del 25730% nelle acque limpide e del 10715% in quelle ricche di materie organiche, usando quantitativi di gr. 0,5 per litro dopo 10' di contatto. Non si è cr~>duto però, a priori, che nel caso specifico considerato fosse possibile valorizzar~ tale fenomeno non potendo! oltre tutto, essere stabilite con esattezza le modificazioni cui va soggetto il potere adsorbente di una data polvere di carbone quando viene mescolata con acqua non conosciuta chimicamante e batteriologicamente ed a cui, per di più, è stato aggiunto un prodotto chimico. Xell'ipotesi delle cariche elettriche possedute dall'adsorbente e dall'adsorbendo è infatti sperimentaJmente provata l'influenza degli elettroliti sul fenomeno stesso. Bechhold agitando con farina fossile sospensioni di b . coli in soluzione fisiologica a diversi pH ha trovato che la percentuale di germi adsorbiti è solo del 40 % circa con r·ea.zioue alcalina (pH = 7,83) mentre è dell'SO % circa. quando questa. è acida (p H = 4,65 ). Gabbano in un particolareggiato studio sull'influenza esercitata dai sali a catione ed anione diversi, usando il b. coli ed un carbone animale, ha concluso che « l'adsorbimento dei germi varia sensibilmente a seconda del catione del sale presente nell'acqua in cui questi sono sospesi ed anche, ma in minore misura, a. seconda dell'anione e inoltre che, alla conct:ntrazione minima usata (l milliequivalmte per litro), tutti i sali provocano un massimo adsorbimento dei batteri mentre con l'aumentare della concentrazione salina l'adsorbimento va <liminuendo» . Si riconosce invece che il fenomeno può offrire vasto campo di stu-
di per UIJa applicazione a.Ile a~que chimicamente e batteriologicamente conosciute da depurarsi col metodo cloro e carboni attivi. Forse in questo caso, stabilendo l'influenza complessiva esercitata dall'acqua dopo il tratta,mento col cloro, è possibile definire, e valorizzare, il potere adsorbente della polvere di carbone usata. Assicurata dunque nel migliore modo augurabile, mediant-e l'uso di carboni vegetali attivi, la completa scomparsa del cattivo odore e sapore
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della miscela, occorreva., come ultima operazione, pensare ad elimin.a.re la. polvere di carbone. Si è creduto bene a tale scopo di utilizzare, opportunamente modificato e completato, un ottimo filtro ad immersione in uso in Germania (dove è stato fatto conoscere da M. Jaenicke), per filtrare piccoli quantitativi di acqua (10 litri). L'apparecchio cosi approntato risulta molto semplice, re· sistente, non ingombrante e di poco costo, particolarmente adatto a trattenere qualsiasi particella solida. per filtrazione attraverso un buon panno (molto bene hanno corrisposto alcuni tipi di « mollettoni )) di mm. 4- di
Fig. 1 - Complesso ùell'o.ppareO<'..blo ùa usarsi per Jiltrare l'acqua.
spessore in uso per filtrazione di vini), teso sulla faccia interna di un imbuto, di ottone nichelato, (larghezza cm. 16, altezza cm. 6) e fissato all'imbuto stesso con cerchio del medesimo metallo. L 'imbuto è poi collegato ad una pompa a mano mediante un tubo di gomma. Il funzionamento è semplicissimo: preparata l'acqua da sottoporre a depurazione, si affonda. il · filtro nella miscela durante la clorazione (cosi si assicura anche la disinfezione del panno filtrante), ed al termine di tutte le operazioni si mette in azione la pompa senza raccogliere la primissima acqua che fuoriesce. L 'acqua sempre limpida che può essere fornita. con simile apparecchio, impiegando come pompa un «Originai .Allweiler N. l » di bronzo, è di 8-10 litri al minuto primo; si possono però ottenere quantitativi superiori modificando le proporzioni dell'imbuto P dei tubi di gomma. ed usa.ndo pompe più potenti. Si può fare azionare, a sifone, il solo filtro con tubo di gomma.
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Dopo circa cento esperienze :praticate nè il panno da filtro nè lè altre parti dell'apparecchio hanno m<;stratò di essere logorati o, comunque, seriamente danneggiati per l 'azione del cloro o per il lungo uso. Non mi sono occupato d ei recipienti da utilizzare per la depurazione, ma, tenendo presente i preziosi servizi resi dalla ghirba, penso che per le operazioni da compiersi con il procedimento clor<>--earboni attivi sarebbe bene dotare i reparti di recipienti di una capa.cità di 50 e, forse meglio, 100 litri, fatti con fibre tessili cioè con fibre vegetali, che hanno anche dimostrato di avere scarso potere di fissazione del cloro (Piccioli).
Fig. 2 - Particolari dell'appe.rooelllo da 118&rsl per llltrare l'acqua: to.ccta Interna dell'imbuto e oerohio per l!qsare ll panno de. tlltro.
CONCLUSIONI. 1. Pèr ottenerè, in speciali condizioni disagiate, una buona purifiincognita>> è raccomandabile l'uso del cloro, ipocazione di acque cloriti, od altri preparati il cui principio base è il cloro, a concentrazione fìsl!a di g. 0,04 di cloro attivo per litro. Con tali dosi, per l'ipoclorito di calcio e per lo steridrolo, la durata di contatto del reagente con l'acqua, può essere stabilita in 15'. 2. Si possono considerare particolarmente indicate per neutralizzare il cl!oro rimasto libero alla fine della depurazione alcune polveri di carboni vegetali attivi. Quantitativi di g. 0,3 per i carboni Hydra.ffin U II e di g. 0,4 per la Carboraffina fanno sparire completamente in 10' il cattivo odore e sapore assunto dall'a.cqua. 3. La polvere di carbone può essere facilment-e eliminata da un'acqua con cui è stata mescolata usando un filtro ad immersione molto semplice. ((ad
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4. Lo steridrolo in polvere al 20 % di cloro attivo nei confronti dello ipoolorito di calcio si può ritenere più energico nella disinfezione a parità di concentrazione di cloro attivo per litro mentre, per gli uai militari, offre il grande vantaggio di una composizione stabile e di lunga inalt-erabilità. 5. Per mettere Rcpa,rti militari in condizione di potere depurare, in qualsiasi circostanza con i soli mezzi a diretta disposizione, acque non -sicure, occorre dotarli di apposito materiale che non presenti dHBcoltà .d'uso e che non sia ingombrante. 6. Una buona dotazione da dare ai Comandi <li Battaglione, di Gruppo e di Reparti corrispondenti potrebbe essere la seguent.e prendendo come base per la preparazione delle dosi quantitativi sufficienti a potabilizzare 50 litri di acqua: · a) una serie di tubetti contenenti g. 10 di steridrolo in polvere al 20 % di cloro attivo; b) una serie di tubetti contenenti g. 15 di polvere di carboni attiyj Hydraffin U II della Oarb(}-Norit-Union, o gr. 20 di Carboraffina della Società Chimica Lombarda Bianchi & C, di Rho; c) due o più filtri ad immersione collegati con pompa a mano (simili a quello della fig. J ) con qualche p anno di la.na e qualche tubo di gomma come materiale di riserva. Segnalare inoltre nelle istruzioni per l'uso i tempi di contatto n ecessari: 15' per lo steridrolo e 10' per le polveri di carbone, avvertendo di a.gitare 'il più possibile la miscela durante tutte le operazioni. RIASSUNTO. - Caso considerato: depurazione con cloro di acque ad inco· gnita da parte di R eparti militari costretti ad approvvigionarsi idricamente con ·i soli mezzi a. disposizione. L'A, basandosi sui ri.~ultati ottenuti nelle esperienze eseguite con ipoclorito di calcio e steridrolo, indica la dose fissa di g. 0,04 di cloro attivo per litro di acqua come utile per una sicura dt>purazione di acque ad incognita, con una .durata di contatto di 15'. Mette in evidenza come per togliere all'acqua. il cattivo odore e sapore assunti si dimostrino particolarmente adatte alcune polveri di carboni ,·egetali attivi facilmente eliminabili, dopo, con un semplice filtrO ad immersione. Ritiene che sia possibile dotare di materiali così semplici i Reparti corr i· ·spondenti al Battaglione. BIBLIOGRAFIA. BnoTzu.- L 'acqua potabile. Vol. II. parte 1a •Trattato d'igiene• del prof. D. O tto· lenghi. Casa. Editrice Francesco Ya.llardi, 1933. BRmn:. N.- Igiene m ilitare. Vol. II, parte 2a oTrattato d'igiene• del p rof. D. Otto· lenghi. Ca~>a. Editrice Francesco Vallardi, 1933. BUNAU-VARILLA. -La ~;-erdunisation cles eaux. «Revue d'hygiene •. 1932. GABBANO. - lnfluem:a degli elettroli ti sull'assorbimento d~l b. coli da parte di carbone animale. u Igiene moderna. », 193:l. l MBEAUX. - EOicacitè di traitement au chlore d.es eaux de Chicago: dosu a employer. « Revue d'hygiene », 1931.
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GioTnate di medicina militaTe.
OSPEDALE ~IILITARE PRINCIPALE- RO~L\ Direttore: colonnello medico ARTURO )10NACO
L'ANCA A SCATTO Prof. Corradino Giacobbe, primo co.pit.-u1o medico, caporeparto di chitut·gia
cc L'a·nca a scatto,) (indicata dai francesi col nomi' di hanche à t·esso-rt,
dai tedcscbi con l'appellativo di Schnl'Uende H iifte e dagli anglosassoni con quello di 81ULpping hip) è caratterizzata cc da un rumore anonnale, che si può sentire anche a distanza e da una specie di scatto che l'infermo percepisce subbiett.ivamente c~ l'ossE>rvat.ore rileva con l'ispezione e con la palpazione e che si producono in corrispondenza della regione trocant~rica, sia quando il soggett.o cammina. sia m•lla posizione eretta od in quella orizzontale durante ~rti movimenti dell'arto inferiore e del ba<:ino l l (DmUNI C'l). T a le anomalia è sta.ta anche definita cc scatto ja.gci<rgluteo-p1·etToca.nte1'ico )) rla HEULIJY e da 1\fAUGIS più semplict.>mente «scatto t1·ocant('rico )). Per intrndere in modo preeiso questo fenomeno è necessario subito rilevare - come fa notare FERRATON - ch«> alla paroila anca non si deve dare il significato di articola:r.ione co:xo-fPmorale, ma solo quello che essa. ha in anatomia topografica e cioè di regione dell'anca. Così pu re è opportuno disf'iinguere nettam~nte l'anca a scatto di origine m11.8colat·e, di cui int.encliamo occuparci, tlaJia, lussa.zione o sublussa:r.ione abituale dell'anca, da molti sino a pochi aJilli or sono ritenuta causa dello scatto (PREISER). Questa malattia è stata descritta per la, prima volta in Francia. Ed inia.tti all a Societ-à eli Chirurgia di Parigi nella seduta del 27 luglio 1859 MArrucE PERRL'{ presentò un soldat-o vcntiduenne da lui osservato a Val ùe Grace, nella sezione di Ludger Lallemand, affetto - secondo la diagnosi fa.tta - da lussa.zione volontaria dell'anca destra e nel quale i movimenti di uscita c di rit.orno della testa femorale nella cavità a~ta bolare erano accompagnati da un rumore che si percepiva anche a distanza. All'jntel'essante comunicazione di PERRIN segtù una così viva discussione (Rpecialmente da varte di MoREL-LAVALLÉE, che riteneva pbe il r umore vercepito dagli astanti fosse dovuto allo scorrere, durante la contrazione t'nergica, d i un muscolo sul gran trocantere) tanto che fu nominata seduta stante 1ma commissione di quattro membri (BouvmR, CHASSAIGN AO, 1\lOREL-LA.V.ALLÉE e J .ARJAVAY), i quali dopo accurato esame del militare conclusero <c che la cavità dev'·e ssere ampliata, perchè la testa cambia posto, ma che non si lussa, che l'arto non si accorcia o si accorcia poco, ma il bacino si abbassa, che ilt·u.mm·e è àa;to dallo sci·volame1~to sul gran trocantere eli tessuto 'muscolare » (il muscolo fascialata secondo CHASSAIGNAC, il muscolo gluteo secondo MoREir-LAVALL~JE).
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Tuttavia, nonostante che i casi studiati da allora raggiungano già attualmente lill centina.io e quelH operati superino certamente i venticinque (ETTORRE ), la questione etiopatog('netica dell 'anca a s<~atto non può dirsi ancora completamente risoluta. Sull 'argomento un contributo di importanza veramente notevole è stato recentemente (1928) portato in Italia da Do:ML•Ict, il quale ha praticato anche accm·ate l'iccrcbe anatomiche sul cadavere allo scopo ùi definire esattamente il fenomeno. )Iolti sono gli aut-ori che all'estero si sono occupati dell'argomento. BRAID, BA YER, KO UZN ETZOV (1906-1907) hanno pubblicato dei casi assai tipici. ~el 1908 R.E:\'É HORAJ\D ha raccolto otto osservazioni di anca a sca-tto. Alt1·e osservazioni sono state man mano riferite da RoCHE& (1911). da CLUZEAl::, .MOUCHET e MAJ.,GIS (1911), da HENLY, da RIEFFEL,
ec·c.
In Italia, oltre al lavoro dettagliato di Do:\n.t'·uor, ad un'osservazione comunicata da Pu'l'TI al Congresso di Ortopedia dello scorso anno e ad un caso comunicat-o da ETTO&RE alla Società Lombarda di Chirurgia nella seduta del 31 marzo, c. a., t} da tener presente anche il caso pubblicato nel 1893 da GIORDA:\'0 nel volume X dell'« Archiv io d'Ortopedia , e che egli interpretò come lussa.zione volontaria dell'anca.. Può inoltre essere considerato il caso comunicato verbalmente a DOMINICI dal Generale medico CALEGARI e che si riferisce a. un militare che, per tale affezione, fu rifornato dal servizio. (La chiruTgia llegli organi di movil1nento, vol. XII, fascicolo Ili, pag. 213 ).
L'anca :1 scatto è certamente abbastanza f requente; se relativamente p('ro pochi sono i casi noti e pubblicati, ciò è dovuto al fa,tto che non mtti ~li individui che ne sono affetti cadono sotto l 'ossPrva.zione del me · dico. Co"CDR.-\ Y ritiene che ne siano colpiti il 20 % degli individui; invece ('LUZEA u sn 300 esaminati non ne ha trovato alcun ca~o. Tl'attasi per lo più d'individui giovani, dai venti ai trent'anni. Più frequentemente si riscontra nell 'uomo che nella donna. Si osserva con maggiore fre quenza in soggetti, che hanno interesse di far rilevare ed anch~: esa.gera.r e la loro malattia, sia per ottenere un'indennità (operai), !lia per essere dispensati da cert i lavori (militari). ~essuna importanza hanno la costituzione e la ra.zza; lilla certa importanza possono avere invece i disturbi del1a statica, che, alterando il moclo nonnale di camminare, favoriscono - allorchè però esistono i fattori congeniti fondamentali di cui in sèguito tratteremo - il prodursi del n1more e dello scatto. Al riguardo ricordo che in una malata osservata da J A.BOULA y lo scatto si manifestò dopo un intervento chirurgico di resezione del ginocchio dallo stesso Iato. Le cause determinanti dell'anca a scat.to involontaria o abituale sono -çariP. P er lo più i malati riferiscono l 'inizio della malattia a t.raumi, ad eccessive fa.tiche, a lunghe marcie, ad ascensioni in montagna, ecc. A t utti questi fattori si deve dare un'importanza assai relat.iva; essi infatti possono richiamare l'attenzione del paziente su lill fenomeno già esistente o ne determinano l'insorgenza dei disturbi subbiettivi, perchè la causa vera della malattia, come abbiamo già accennato, risiede in lilla condizione anatomica congenita. Così pure occorre tenere in giusta considerazione la presPnza di fattori congeniti anche per quelle anche a scatto dette vo-
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L'.o\...>çCA A SCATTO
lontarie (gli stull~nti in medicina: grazie allr loro conoscrnze anatomiche, riuscirebbero a si1n1tlare facilment~ quest'affrzione secondo R·IEFFEL, che ne ha, raccolto 16 ca.si su 54 ma.lati). Per ZUR VERTH le cause dell'anca a scatto involonta.ria sono: indebo· limento del grande gluteo, retrazione cicatriziale del tractus, accorciamento per esiti di frattura dd gran d~ t.rocantt•re. neoproduzioni ossee al disotto i!el tra<• tu~ e infiue fonnaziollt' di una bur11ite elle sollevi c sposti il tract us che, non più frenato, sca ttrrebbe, quando la coscia si flette eli circa 45o improvvis~ìml'nte al davanti del trocantere. Le altre opinioni di BRUNN della mancanza della borsa, causa di difficoltà di scivolamento, c di P&ErSE& che ammett'eva lma. concomitftnza. di incongruenza articolare, non hanno più ra.gione di cr<sere prese in esamf' (ETTonn.E). Rari sono i Citsi in cui è sb1 ta potuta dimostrare una deficienza del grande gluteo e cosi pure quelli in cui è stata notata. un'alterazione sia, d~ll a borsa mucosa che del grande trocan terP. ETTO&&E nella revisione fatta su oJt.re 300 casi di fratture dell 'e~=; tremo supNiore del femo re non è riuscito a rilt>, are mai l' insorgPnza di un'anca a scatto anche nei casi nei quali il mas~;iccio trocantrrico era fratturato. I sostenitori delle teorie aponrYrotich•· ri tengono per la. maggior parte ~he l'elcmrnto anatomico scatta.nte sia la « ha.ndelletta. di :M.AISSIAT ». Conw fa rilcYare Dolu:-rrcr il muscolo tmsore della fascia lata dalla spina iliaca. a.ntero-su periore e dall'a.ponevrosi. glut<>a scende obljquamente in basso e inel ietro ,. le sue fibre intrecciandosi con quelle della. aponevrosi superfìciale alhmione dC' l terzo sup('riorc con i due terzi inferiori della coscia vanno ad inserirsi sulla superficie anteriore della. tuberosità esterna della tibia. Qu e~;ta unioni.' rl<>i fasci tendinei del tensore con l'aponevrosi femorale forma una sp(•cil'\ di bandelletta assai potente bene individualizzata eta 1\LussuT, di cui porta il nomt>. Le sue fibre dirigendosi quasi verticalmtmte verso il tubercolo di G<•rdy lungo la superficie..esterna della. coscia passano m corrispondenza del gran troc;tntere col qual<> veng-ono a prendere rapporti clw sono stati paragonati a quelli drlle corde di un Yiolino sopra il ponticello . .Ancl.le PoPOV.\C ed H OIDIANN sostengono lo stesso mecca,uismo patogenetico (sotto ht denominazione di traetus ilf'o-tibiale usata da questi a.utori drv'essere int.es~1J la. bandelle t ta di MA!SSIAT). ZUR VERTH ritiene che lo scatto si<t dovuto al passaggio al davanti del gran trocant.ere del tratto superiore della benderella ileo-tibia le (tractu.s cristofcmm·alis), la quale sarebbe costituita da una porzione delle fibre della bandelletta di MAISSIAT che egli ritiene dover distinguere, attribuendo ad e~sa w1a. importanza. particolare nel determinismo dell 'anca a scatto. Secondo questo .A. il traetus cristofemoralis, analogamente a quanto fa il legamento di BERTIN per impedire la iporestensione dell'anca quando i mu scoli sono rilasciati, frena l'adduzione del bacino sulla coscia quando il peso del corpo appoggia RU un ~trto solo e l'individuo si trova cioè nella. posizione di riposo. A difierenza però di quanto si ha. per il legamento di BER'l'Il\' il tractus nei movimenti di flessione si sposta e p:\ssa. al davanti del gran trocantere per consentire la flessione della coscia. sul bacino, pnrcbè essa non sia completamente addotta; nei movimenti di fl<'sso-estensione aecompa.gnati a rotazione l'd abduzione della coscia si produce il f~>nomeno dell'anca a scatto.
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Secondo Zmt VERTH il tmctus ilio-femo1'<di.-J descritto da RocHER nel l909 e il tract1ts fasc-io-gluteo, descritto da HEULLY nell911 sarebbero la stessa cosa del suo tractus cristo-femoralis. DoML'UCI, che è il solo autore italiano che si sia diffusam<>nl<' occupato dell'argomento, è sostenitore della teoria muscolare. Egli basa le sue aTgomentazioni su osserva,zioni fatte s ul cadavere e sul vivo durante l 'intervento chirurgico in un caso da lui operato c prcs<'ntato all'Accademia )ledica di Roma nel maggio del J 927. BasC' delle sue ricerche fu quella di stabilire i punti d'inserzione del muscolo grande gluteo. Le opinioni degli ana tomici su tale argomento sono infatti molto discordi (TESTUT, HmTR, HlLDEBRAl\"DT, MER.KEL, RICHET, PH'QUET, t>cc.). Dalle accurate ricerche sul cadavere il Do:r.u~ICI ha tratto le seguenti deduzioni: 1° << Le più alte fibre superfjciali del muscolo grande gluteo si continuano e si perdono nella aponc..-rosi fascia lat,a in corrispondenza del tractus ilio-tibialis del l\LussiAT che non è sempre egualnwntc sviluppato ed evidente. :?o << Le più basse delle fibr<> superficiali e le fibre profonde vanno ad inserirsi sul labbro esterno di biforca,zionc della linea a.spra o t nbnrositas glutea femoris media,nte un tendint> che può ~were due comportamenti diversi: a) nella massima parte dei casi è un tendine grosi:o ma corto che nasce dall'estremità. distale del muscolo e dopo un breYc dt'Corso si porta alla tuberos.ità glutea del femore; b) più rammente questo tendine, p1tr non essendo molto grosso per tutto 'il suo percorso è assa.i pi1~ z,u.ngo, le fìbre muscolari p·rofon!lc cioè cominciano a tnUJf&rma1·si in teni.Une, almeno ù~ pa1·tc, molto 11iù in alto; il tendine cos-1 formato clecorre sulla superficie profonda del n~uscolo grande gvuteo alla q1tale adei'ÌSCe perchè stt di esso si attaccano m.an mamo le fib're tmtscolari; il te1uline decorre così in basso dietro e vicino al rnargine posteriore del gran t1·ocantere fino a che, dcsc1"ÌVe1ulo una specie di CU1"t'a e diventando più spesilo, si attacca sul labbro esterno di biforcazione della linea Mpra del femore >>. Questo secondo comportamento del tendine gluteo femorale secondo le osservazioni di DOl\II~ICI - è la causa fondamentale del meccanismo di produzione dell'a,nca a scatto, sia per sè solo se decorre molto vicino al trocantere, sia forse, in qualche caso, perchè un trauma o un'altra causa hanno alterato le fibre muscolari, o l'aponevrosi, o il tendine stesso in modo da render questo più teso o di avvicinarlo di più al gran trocantere. Quando la coscia si flette - fa inoltre osservare Do:mNICI - questo tendine, che ha funzione antagonista, viene teso (e la contrazione volontaria del muscolo gluteo pnò certamente aum<>ntarc questa tensione); esso cosi si avvicina maggiormente al margine posteriore del trocantere fino a ehe, quando la flessione ha raggiunto tm determinato angolo lo sorpassa scattando su di esso, favorito da una leggiera rotazione interna che rende più sporgente il margine posteriore dell'apofisi trocant<'rica. Questa sa,rebbe - secondo Dol\IINICI- la interpretazione giusta del meccanismo patogenetico dell'anca a scatto. D OMIXICI distingue l'anca a scatto se1nplice- quella, che non dà. dolore (;d in cui è superflua qualunque cura - dall'anca a .3catto dolorosa. Que·
stc due forme, pur ricouoscf•ndo lo stl"sso fonda mPnt.a.le mPI"canismo patogenetico, sono - come vedrPmo -diverse dalvunto di vista clinico e s intomatologic:o e richit'dono un trattamento divt•rso. La, sintoma.tologia chiara. e caratt<>ristica di questa malattia rt'ndc diffi.cilc la coniusion<• eon altrt' affezioni. Dtw sintomi d·i capitai<• importanza dominano infatti il quaùro morboso: lo S<:atto C' . quando E>sish•. il rumore. Lo scatto, oltre ad essere pt>rcepit-o subbie ttivament<> dal paziente "come 'Wia q1wlche coM che gli xi m1un•e dentro», può Niflt' l't' rii('Yato obhiettivamente con l'ispczion(• o mrglio con la palpazionc. Alla ispeziom• s i vcdf', nel momento in c ui si V(•ritica lo scatto. 'ltna 811fcie di onit1.1lazione prodotta dali"Plf'mento Sl'attant e in corrispondenza dt•l m a rgin<> posteriore dC'I gran t roeantere dall'avanti alrindietro quando la coscia si flette e dall'indiet ro a ll 'a.vanti a.llorchè la coscia s i NJt.emlP: Con la palpazione di pcrct'piìst'e 1ma .spec-ie rl.i conZa, non ben definibile n ella sna forma e nei s uoi limit i, cht' scatta in corrispondPnza nel margine post.eriorP del gran trocantere nPi movimenti eli fiesso-estensione della <·oscia. Il nunor(•, quando esiste, può esser<' perCf'pito anche a distanza, è rude e può prodursi solo nello scatto della ft.es!':ione della coscia (rumore unico) oppure \'(•rifìcarsi anche nello scatto dt'lla est.cnsione della. co:;cia (rumore duplic(l). Il rumor(' P lo scatto si possono proclurr(' solo con alcuni drtrrminati ·movimenti, che sono pn•cisamente quelli di ftpsso-,•stensionc della C"oscia accompagnati a rotazione con adduziom' od abduzione. In alcuni individui
riesée [aci!(• a compierr uno scatto volontarianwnt<' senza avvC'rtire in tali movim('nt.i alcun dolore; in altri invPce qu<•sti movimenti s i compiono involontariam ~ nte Senza dolore <'d in a.ltri infine si i\MOmpagnano a dolOr(', che provoca difficolt,à nella deambula.zione Pcl 1ma V<'ra minorazionP funziona,lc dcll'a.rto. Lo sC"atto, che cR iste sempre in quest'affPzione f' di cui ~ anzi il seg-no patognomonico, la fa distinguere chiarament·(' da quei rumori che posììono produrs i in alcune lesioni ossN•. Più facile potrf'bbc• ('SS<>re inv('.CP la confusiont> con la lus!':azione o sublussaziom• volontaria dell"anca. In qu<>sfultima p erò lo 1;C"at to è piil profondo, per lo più non è v isibile, si può palpare- quand 'l? poRsibil<' nel triangolo di SCARPA o nella fossa iliaca estprna; i movinwnti per determinarlo dl•bbono eSSI' re molto pii1 ampi; il rumore è poi più profondo e può essere prodotto anche con i movimenti pa ssivi (il fenomeno dell"anca a scatto ?>uò essere prod-otto .~olo dal paziente con mo'Vi menti volontari); I 't• same clinico e l'indagine mdiografica fanno rilevare iufìne i St>gni propri ed esclusivi di una lussazione o sublussazione df'll'anca. Secondo PREISSER, HORAND e CotrDRA Y le due lesioni possono anchf' essere eccezionalmente associate. ET'l'ORitE in vece dalla sua esp(•rienza è indotto a ritenere che non si possa arnmet.tPrf' l"Psistenza di una forma di lussazione volontaria t~ neppure abituale dell'anca (ana.logamente a, quanto si verifica per la spa.Ua). Le differem:e anatomichf' sono ta.li da non permettere un pat·allelo. In numerosi casi di s ublussazione dell'anca da ET'l'ORRE osservati, di c ui alcuni anzi operati di plastica del tetto, non è stato mai ossl•rvato che il paziente producPSS!:' involontariamente e tanto m<'no volontariam<'nt.e uno Sl'att-o simil(' a quello eht' s i ha in qtwsta form a.
. L ' A.."'CA A SCATTO
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La prognosi è molto variabile. In qualche caso si è avuta spontanea· mente la scomparsa del fenom<>no; questa ev<•nienza è da rconsidera.rsi però veramente eccezionale. Se si t ratta di un'anca a seatto semplice, non arrecando essa alcw1 disturbo, la prognosi è favorevole. È da. tenere presente però - come fa rilevare HEULLY- cbe l'anca a scatto semplice in seguito a t raumi o a fatiche eccessive può cambiarsi in dolorosa. Riservata invece è l a prognosi per l'anca dolorosa, la quale impedisee al paziente di muoversi e di lavorare e eh<> non guaris-ce senza un OpJJorttmo atto operativo. Circa la cura è da rilevare che è il sintoma dolore che decide in g-<~nere il }Ja.zit•nte a ricorrere all'intl'fv('nto chirorgico1 ln.ddov<' i portatori di anca. a scatto semplice non reclamano nessun mezzo tel'a.peutico. La tera.pia incruenta (riposo, massoterapia dei muscoli trocanterici, elettrizzazione faradica o galvanica, ecc.) non ha dato alcun benefizio. E cosl pure sono da considerare vani tenta.tivi di cura le varie fasciature e gli apparecchi ortopedici escogitati da diversi autori. Gli int.erventi operativi sono diversi a seconda dei vari autori, che si sono occupati della question<>. FERRATON per primo (ctRevue d'Orthopédie)), 1905, n. 1), operò un nùlitarc affet,to d'anca a scatto (dolorosa) destra; ma il suo fu un intervento semplicemente esplorat-ivo, cbè egli si limitò - dopo aver consta,tatQ che il gran trocantere era normale come pure normale appariva hl. borsa :ierosa - a chiuder<> per primam 1a ferita chii"Urgica. Due anni dopo BAYER (11 Archiv. fiir Chir. .. , vol. 82, 11 1), praticò un att.o operativo a scopo curativo in una donna ventidueWlO (sezione del grande gluteo e del suo tendine in due porzioni che furono fissate cou la loro superficie interna rispettivamente al periostio del trocanterc ed anche a lla aponevrosi del vasto ost,erno). :Sello stesso anno NÈI.ATON (Acadéruie de Méd. de Paris, 5 novembre 1907) comunicò il suo intervento operativo diretto ad impedire che l'adduzione della coscia fosse accompagnata da una esagerata rotazione int<'rna, movimento qut!Sto che- SPcondo l'A. -sarebbe necessario per la produzione del ft'nomeno. VON BRUNN1 PUPOVAC1 HOH~1AN:" 1 DOSSMAR1 GROSS C HEULLY1 Co·r.rERIT., BA"YER, MoucHET, ecc., operarono i loro infermi rispett.ivamc:nte ognuno con metodo proprio. I vari processi operat.ivi s'identificano però, poichè in quasi tutti si tratta di fissazione o di el('menti aponevrotici o t.cndinei o muscolari per impedirne lo scatto sul gran trocantE>rt>. Qualunque però sia stato l 'elemento iìssato -fa rilevare Do:r.rrì' HCI- le varie suture praticate inglobano e fissano anche la bandelletta di MAISSIAT, il t,ractus cristo-femoralis ed il margine anteriore del grande gluteo od il suo t.mdine. DoMTNICJ, dato il meccanismo con cui spiega la patogenesi dell'anca. a scatto, ritiene necessario sezionare il margine del grande g luteo e la contigua fascia. lata sopra e dietro il gran trocantere approfondendo l'incisione fino al tendine, che in qut>sti casi decorre anormalmente sulla sua. supNficie profonda. Pratica. poi la 13utùra st•parata dei margini dell'inci· 11ionr> mnscolo-aponevroti<"a-tenclinea in modo da infossart• la supPrtìr it'
cruenta, e, S<' è possibile, consiglia di asportare un tratto di t endine onde imvedire che con la cicatrizzazione so ne ristabilisca la continuità. WETTE, ZUR VERTU e P vTTr, sezionano la bandelletta e ne ribattono i capi per impedire che si ret.ragga secondariamente per processi cicatrizia.IL SPrrzv (Congresso d 'Ortopedia, 1932) seziona con piccole incisioni a <t Z » la baudelletta •<< per eliminare l'element.o elle scatta ''· E l'TORRE, a>endo riscontrato tm'abnorme la.ssezza delle inserzioni del tendine dalla part.e alta del grande gluteo sulla bandcrella, in una giovane ba.llerina ha, con successo inciso posteriormente al gran trocantere la fascia,, fissato la parte alta del tendine del grande gluteo e del vasto laterale al periostio sottostante e quindi suturato la fascia, sorrapposta in modo da raccorciarla c m:fforzarla (« .rltti e memorie della Società. Lombarda ùi Chirurgia >•, vol. I, n. 6). Dopo queste brevi considerazioni sull'etiopatogencsi, sulla sintomat ologia e :,ulla tera.pia dell 'anca, a. scatto esponò succintamente due os~erva zioni personali (anca a scatto clolorosa) . 1o - A. Delnw, solua.to <.lellrt Scuola cen t ra le <.li fant.eria.
Rnt.ra in ospcd n.le ( l o Reparto chirurgico) il giomo 11 ~osto 1930. Di a rmi 21, con tadino. Xulla nel gentilizio. Nes::<un precedente morboso d ogno di nota. D a.! 9 lug lio - nell'esegui..re dello esercitazioni di ginna:; t i ca·- ha cominciato ud avvertire w1o scatto all'anca s inis tra, che si verificA.va n el compiere corti movimenti consistenti n ella flcs.~i one d ella coscia sul bacino seglù ta da u.bduzione e rotazione ostl:lrna . Dopo tma settimana eli ri poso è stalio in g t·ado di r iprende re il s uo servizio; ma pe r bn"·e tempo, chè lo scatto è andato man mn.no facendo;:;i più freque nte e assai doloroso. I dolori, che il paziente loca lizza in tutta la regione g lutea sinistra, sono awnentati d ' int.ensità nell' ultima settimana., non solo du1'1\nt.e la d eambulazione, m a anche in seguito alla stazione eretta. E. O. - Individuo di costituzione sche letrica robus ta in buone condizioni di nntriz.ione e sanguifìca,zione. )lasso mus colad valide . Nulla a. enrico d e i vari organi ed a ppar·ati. Invitando il paziente a cammina re s i perccpi sc<~ ne ttament-e, anche a distanza, un rumore di scroscio che si produce in coiTispondenza d ella regione glutea. s inistra, allorchè la coscia è flessa s ul bacino a d un angolo di circa 10oo, addotta e t·uotata lievemente a ll'int.emo. Anche nella stazione eretta nel compiere gli stes<ri movim~nti il paziente ri esce a riprortw-re il rumore, c he non è poMibile invece provocat-e con i movimenti passivi ed a muscoli complettl.men te rilasciat i. N el momento in cui si verifica il r tunot-e il pazie nte avver t.e dolore e una specie di scatto in corrispondenza d el gran trocant.ere. All'i.-;;pezione rilevasi, q uando avviene lo scatto, una s-peci~ d-i ou.dulaz.ione. dci comuni tegumenti dhetta d a ll'indietro in avanti in corrisponde nza. del m a rgine posteriore d el gran trocantere. L a palpazione fa percepire una specie di corda che sca.tt,a ~;ul margine pos teriore d e l gmn trocantere (f:tg. l ). Troca.utere in sede {linea. dj ROSER--NÉ L ATON', PERTHES, SCRoEMAKER). Art icohlJ"ità dell 'anca di ampiezza normale. Andatura. lievement-e claudicante. L'esame radiografico non fa rilevar e a lterazioni a carico delle ossa e de ll'articolazione. R . \Vussermann, nogath ·a. Cutireazione con t u bercolina di K och, ne~tativa. Esame elottt·o-diagnostico, negativo. Data lA. s intomaLologin. carattet·istica si fa diagnosi di « Ane<t a scatto dolo· rosa sinistrt~, • l' s i p r opone perciò l'intervento oper atorio, obe il paziente non accet.tl\, Si pnttica mu.ssoterapia dei muscoli t.rocanterici senza alcun risu ltato. L 'ammalato v iene dime;;so con licenza di convalesc<'nza. il 17 settembre 1930.
L"A.NCA A. SCATTO
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2o M . ..'int<mio, <~oldnto ne ll'So t·eggimento artiglieria. p esan te campale. Entra io ospedale (2° R eparto chirW'gico) il 2 ottobre 1932. Di anni 22, agricoltore. Nulla nell'anamne s i fa mi liare . All'età. di 7 anni a.rrunalò di bronchite; a 18 anni con tnu!se in provincia di Agrigento infezione llli\larica. N el novembre del 1931 riportò distot-sione d e l piede sinistr o, per cui è stato costre tto a. sottoporre a con t inuo s fo1·zo l'ar t o inferiore di destra sia nella s tazione eret.ta c he nella d eambula zione . D op o qualche mese cominciò ad a'lrvertire un rumore come d i scroscio ed ttno scatto in corrispondenza
•
Fig. l. - La llgtu-a mostra il rilievo sul troca.ntere un Istante prima deUo sca.tt.o
dell"anca destra sp ec ia lmen te nella flessione d ella coscia. Il pazien te non ha dato eccessiva. importanza. a questo disturbo ed lui. continuato ad attendere a lle sue abit uali occupazioni. In queste ultime settimane, in sèguito ad eccessiva fatica, oltre a llo scroscio, 1m cominciato a n otare senso di pesan tezza e d ' intorpidimento alla. anca destra con irradiazioni dolorose, che corr!;;pondono posteriormente alla. regione troca.nterica. q uando flette la. coscia ed anteriormen te quando riestend e la coscia. E. O. - Costi t uzione sch eletrica r obusta; stato di nutrizione e sa.nguificazioue buono. Masse muscolari bene sviluppate. All'esame metodico dei vari organi ed appnrati non s i rileva. n u lla di notevole. F acendo flettere ed abdW're la coscia d estra ruotata liev om ente all'esterno si sente un rumore come di scroscio che si produce in corris pondenza della regione dell' anca. e che si percepisce a nche alla d i!'lta.nza. di m ezzo m etro (il paziente a.vverte contempo.-aneamente al rutnore una tlen.sazioue d i scatto e viva. dolorabi1ità). Si nota a ltresì che tale rumore si produce n el momento in cui il paziente flett.e la coscia, lievem ente abdott-a e ruotata all'esterno. sul booino
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1/ A~ CA A SCATTO
di tm angolo di circa 110°: è rnPno llCC'I."ntunto - s i p e r'<'!:'pisce p e rò n <"ttamPo te da \ric inO -- qmmclo d tt C(lll'St a posizione l"ar·t o passa n(•IJ 'esto.>n siont· COinplc ta
(fi..,'"ltro 2-3). All'i>< JH'zionc di'Il a L'C'JZiO Jt<' t.r·oNmtP r·icA non s i nota. nulla di abnorme all' infuori di tma s pc•cil• cii li(•vc• ;;n>:s ulto d l."i comuni h'C!'ltrnf'nti. che s i produce n el momento d<'llo ;::catto. Alla palpa· zionC' d i a ppr<'Zzn che lo s<:atl o è pt•odott.o ad una sp!'Ci<" ù i conlu, <•lw. t1•;::a lou~ituùin.nlmente, $alta :-ulla pm•tt· ph\ bass.'f c postel'it>r'\l del )rnm tt·octmh•ro, vf'ncodo dai pifllll PJ'IJfondi vr•t"RO quelli ~UJX'r ficiuli. f' dall' indit•tro all'avanti nella llt>s!:ion" d l'l lt\ co;::ctA c dall'a.Yanti itll'imlit•h-o iuYeCe nellaesto:~n l'imw. Li E'\'(• claudicazioni.". ::\ ulla n carico dt-ll'ar·tiNlUizionl." coxo-f• • rn()l-alt· la cui motilitì1 i> di ampwz.za nor·mal<·. Troiismo mtt'lt'olurc cl('ll\wto, llOI'lllA.Ie. J<-::>t~mn
c•l('tll'O- diagnostico,
1\l'~l\th-0.
R. \\'m;."f'rUUIJUl, Ju>~ati,·n. Cutin•azi•mt> <'oli tubercolina di Koch. nt>g11.1Jn1. Esmn<> r-udioJtmllco. nl·~ativo. Posta d ia)!:nO.st di • A.nca a srnilr> dowroEm de;;tra • decido pE'r l'intr·r,·ent<•. dw pm1 i co il J 4 o t lo· bn• !932. h•l~:,n·l'lliQ opernlorio.- Ant:··
z.~t<•siu loN\1..- novoc.tillica. Incisrono
di circu H·nt i c•·ntirn!'tri in oorri~poudt•IIZH dr•l ~t'Ili! trocanrc·t'l". ::\•'· l!'lg. 2. zi01w vertk·~tk dl'lltl f!l~ia. latn, dt>lla hl•ndt'l't.'lln t• tlc•lle fibf'\• d~l grand<.• glut<·o iu prossimitil di'l suo mar~ine infc•rimv. H'im·itn i l pazìt:'nh' tt cornpiPr<> i mu,·imunti indispt>n&lbili }Wl' la pro<luziort(' tkllo scatto, c•ht- t<i pcr<'••pi"<·<· nncOl'tl Jwttmu,•nte; i l ditò mi· gnolo introdotto >'Otto il mal'gint' d C'! s:n-ttnd<' ghrt<·o upprt·zz.r ln ,.,.i,.,t<•nza di uutl corda tendincn. eh<' rwi movim<•ntì di fir·ssionc <' abduzione <lclln co:->ciu t-~i ll<'<:l\.· valla sul mtlrginc po,.teriorl· dt>l ~ruu t r·ocant<'t't' produc<mclo il ~u·attcri,tico 1'l<'atto. Sezione della cordn tt>n<liuoa, eli cui 'iflnt' usportuto un t1·atto lungo quattt·o ct•ntimotri, e sutura !Wparata tl••i bordi cruente~ t i. Lo ;,calto r1on si Yt•rifiCI\ più. (Il t enditw, dolio spt•,;sort' tli ml'Z'lo Ct•ntimt'!ro circH. uppnrl' intìnuunr:mb• nù<'J'<mt~ ulla faccin profondtl. elci m. gmntlo ~-tlutt•u t><.l ht\ dN:orso uurvilineo <'on conctwità Yet'So il murgirw postt•rion•del jitran t•·o~urtt<'l'\'. Lt'l- bl'\'<'Citl oJ)Cmtnl'ia non è sutticiC'Utl;' però per pot.cr HC~-tuìr,. in b,t~o <h•tto tt•tu.linc c;ino n ltt sm\ iuscJ~.r.ion•• .dln linea u:;pm del ft•mo•v). Riavvicinnmento con punti ad " t: • Òt•i mnrjlini clul111 Ìlll'Ì>liOU(' rnu.soolaro e ~mi u.n\ ckl pitUlO apoMwot ìc·o (plic(l/io). Gundgioue per prima m. Il pazi<'nlt' lasci n l'O"p...•da lo i l 1 ~ no,·emlm· Hl32 " tmml Ili C"orpo c·omplf·· tamcnto S{Uarito.
D al punto di vista d<'lla diagnosi i due casi descritti non hanno presenta,to nessuna difficoltà. In entrambi infatti sono stati rilevati chiaramente i sintomi patognomonici dell'affezi01w di cui ci siamo occnpa.ti
L 'ANCA A SCATTO
- scatto e r~tmQte -
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cd è stato anche a ssai agevole escludere - sia con l'esame clinico che con l'indagine radiografica- r esistenza di lt-sioni osteoarticolari. Così pure accurate -prove elett ro--diagnos tiche non hanno <limostrato una modifica.zione nell'attività funzionale dei muscoli t rocanterici. Tutti e due i pazienti hanno riferito l'inizio della loro malattia a causa, traumatica. Nella seconda osservazione è indubbiamente da att.r·ibuire una certa import,anza ai disturbi della stat-ica. ( consecut.ivi a.lla, pre. gtE'ssa distorsione tibio-tarsica, che costrins(' il paziente pt•r qual('be mese a poggiare prevalentemente Sllll'altro arto) nel favorii'<' l'insorgenza dell'anca a scatto. ~ei nostri malati il rumore e lo scatto, che si accompagnavano a dolore e provocavano una minorazione funzionale dell'arto, sono stati provocati costantemente da certi detenninati ?IW1:imenti cpnsistenti nella flessione della coscia (lie,emente abdotta e ruotata all'interno) sul bac.i no di un angolo di 100° nel primo caso e di noocirca nel secondo (coscia lievemente abdotta e ruotata all'esterno). Il rumore è stat.Q unico nella prima osservazione e duplicE> nella seconda in cui infatti si è verificato non solo nella flessione della coscia ma. anche .b' ill. s. - per qnant.o meno evidente nello sca.tto della estensione dell a coscia. ~on è facile interpretare il sinklma dolore nel primo pazi cnt<'~ chH ha rifiutato di sottoporsi alJa, cura chirurgica proposta-gli. In analogia però a quanto abbiamo potuto riscontrare all'atto operativo nell'altro infermo è logiM supporre - como è stato chiaramente m esso in evidenza da DoMlì'>ICI - che lo scatto doloroso sia stato determinato da un ispessimento del margine tendineo del grande gluteo. Ed infatti in entrambi lo scatto e di conseguenza il dolore si sono verificati all'atto della flessione della coscia, nel momento cioè in cui il cordone tendineo del grande gluteo viene ad essere disteso al massimo sul massiccio trocanterico. A conforto di ciò sta il fatto che nel nostro operato dopo la sezione del tendine del grande glnteo, di cu i fu asportato un largo tratto per impedirne la migrazione in avanti s ul margine posteriore del trocantere nella flessione, scomparvero nettamente lo scatto, il dolore e il rumore di scroscio. Concludendo: la seconda osservazione particolarmente sta a dimostrare che la cansa fondamentale dell 'anca a scatto -- come ha dimostrato DoMINICI - può essere data esclusivamente da uno sviluppo s peciale del ten dine di inserzion<' delle fibre profonde d(>l muscolo grande
L. A~CA A SCA'l"l'O
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gluteo sulla t11berositas glutaca femm·is (labbro esterno di biforcazione della linea. aspra. del femore) e che i traumi hanno solo un'importanza. secondaria. in quanto essi richiamano l'attenzione del paziente sulla malattia già esistente o ne determinano l'insorgenza doi distm·bi subbiettivi. In questi casi, in cui lo scatto è determinato da un ispessimento del margine tcndineo del gra-nde gluteo, è giustificata la co.ndotta da me seguita e cioè la semplice sezione del tendine del grande gluteo (che è stata anche praticata con successo in due casi da WooD JoNEs « Journ. of Orthopadic Sm·g >>, vol. II, n. l) ed asportazione inoltre di un tratto di esso per impedire che la cicatrizzazione ne 1·istabilisca la continuità. Il ristùtato favorevole ottenuto depone indubbiamente per l'opportunità del metodo da me scelto, che è peraltro di facile esecuzione. L'A. dopo a\"Cl' disc us><o sull'etiopatogcnes i, sulla s intomatologia o sulltt cum dell 'anca a swtto rifC'risce due osscL"va:t.ioni p.:L"sonali (nnca n. scatto Jolorostt). N oi caso opcr~tto ho. ril"contrt\t.o che l'oJcm cuto stattante ero cos t itmito da un notevole ispc"Sinumto ùol mm·gino tcndineo de l gt·ande gluteo, che è s tn,to S<':t.ionato ~;d asporta to per un tt-n.tto di quattro ceut im~ri ottonendos i così lt~ gunrig io m~. RIAssu=-To. -
PP l' ln. bwli•>or<<{ut couwlLaro l'accurnto c dt.ntn~,tliato lavoro di D o:unacr in • La chhurgia d egli organi d i m odmcnto >, ' ' ol. XII, fase. 3, pug. :!V.I-:!75.
RIVISTA SINTETICA
MALARIOTERAPIA NELLA TABE Dott. Edgardo Feoga, primo capitano medico
Come ò noto, H vienneso Wa.gner v .•Ta.uregg iniziò tentativi di piretoterapia sni dementi p!l.r<~olit.ici nel 1887, ba.<w.nd.osi suUe Emtiche osse1-va.zioni d ella. benefica. influenza. esercitata sui pazzi dai processi febbrili inte rcorrent.i. Un precursore di tale terapia fu in Italia il prof. Antigono Raggi (l 876) fn cui propoc;ta di • prorlurre a.d. arte un proccS!lo febbrile nel pazzo ~ non trovò fperò esecutori. Il Wa.gne1· Ja.uregg si servi in primo tempo d e lla tubercolina Koch, del vaccino ant.itifìco poliva.le:1te, di ftltello st.a.filococcico e solo nel 1917 P•lSSÒ a.ll'inocula.zione malarica. I fAlici risultfl.ti ottenuti sulla. demenza paralitica, ormai ben nori, sono com· pendia.ti nalla statistica. di Horn (1931): il 42,4 % di remissioni complete; il 30,3 % di remissioni incomplete. · Tale m~zzo di Cltra. venne tentato contemporaneamente nella tabe, ma, ùopo i primi scarsi risultati ottenuti, lP. scuole di Amburgo e Vienna abbandonavano il metodo. Scherber ed Albrecht, Bering, Hoff e Kauders rinnovarono i tentativi con esiti favorevoli, cosicchò il sistema. di cura si è potuto diffondere provocando altro osservazioni (Paulia.n, WuUenweber, Brunstig, ecc.). Complessivamente, però, le esperienze di ma.larioterapia sulla. tabe risultano scarse (C. Colucci). Ciò si deve: all'esist.enza. di forme a decorso lento, spesso con scarsa ~>intoma.to logia. sufficientemente influenzA. te dalle cure specifiche; ai pericoli di morte inerenti alla malariot.erapia per cui si manifesta tendenza all'impiego di altri metodi di cura p i l'etogeni rit-enuti innocui. Cosl vengono a.d operat.j il P jrifer (albumina. batterica di germi del gruppo coli), il Neosa.provitan (oidium, sarcine, bacilli Gram negativi), il Mixogon (gonococchl, bacilli coli, st.re pto e stafì.lococchi). la Sulfosina ed il Sulfor (olio solforatù), la dia· termia. risca.ldante ed infine, la ipertermia fisica. del Walinski, consistente in sta.<1i di calore provocat.a. da iniezione endovenosa di soluzione ipertonica di cloruro di so<lio seguit-a da bagno caldo che d a 37,50 C. viene portato progressivamente a 42° C. Tecnica dell'inoculazione. - È uguale a quella impiegata. per la paralisi gene· rale. I niezionP. sottocutanea nella. regione scapola.re di due a cinque cent.imetri cubi di sangue estratto da malarico non trattato o da soggetto malarizzato a scopo tera· peutico durante l'accesso febbrile. È i ndispensabile stabilire la forma di malaria da inoculare, dovendo essere rigorosamente esclusa. la terza.na maligna. In genere viene impiegato H pla.smod.ium viva.x. Paulian p referisce la. via endovenosa, già ra.ccomanda.ta da Kit·sclmer e Plelm. che abbre via notevolmente il pe riodo d'incubazione e si è servito anche dell'agent e della. qua.r ta.na (pla.smod ium m ala.riae) che , contro il vantaggio di tre giorni di api· ressia. utile all'ammalato, p resenta qualche volta resistenza al chinino ed accossi
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)L\LA.RIO:J:ERAPlA NELLA TABE
febbrili i n ego lari e gravi. L'e;;pc rienza consigli~ servirsi di ceppo plasmodiuru viYax, selezionato, agametico. che sia. stato gih adoperato per inoculare altri ammalati. Io Ing hilterra e nel Nord-America viene anche impiegata la malarizza.zione con l'int.ormcrlia.rio di zanzare anophrlcs adulte cattm·ate , ed appositamente infesLI'tt.e, in maniera dn E'limina•·e l'inoculazione di s angue proveniente da luetici. Gli Rtudi più completi su tale tecnica sono quelli di S. P. James in collaborazione con P. Shute. In Italia si è occupato <Jnll'argomcnt.o A. Po:t.zi che ha. preferito l'impiego di zanzare nate in la boratorio d a lfu-vo di secondo, tcr~o e quarto stadio, riuscendo a ma.n· t ene l'!e in vitt~o allo stato infestante siJlO a sei mesi. Questo proce dimento è indub· biament.e complicato ma, presenta il pregio di potere ma.larizzare con successo sogget:;i refrattari alla comune inoculazione sottocutanea ed endovenosa. n decorso in tal r,aso è simile a. quello della. malaria contratta naturalmente , per cui è g ius Wicato il dubbio che possa. costituire un ffi~'ZZO terapeut.ico migliore (Ciark). Qualunque sit~ il ruc~todo adoperato è nect!ssario far precedere lm accurato esam e gl'nora.le ddl' n.mmalato e quollo p a rticolare dell'apparato cardio-vascolare, tanto pilt che nei tabef".ici si ha spesso Wl8. considerevole instabilità d ella tensione arteriosa per catt.ivo funzionamento d e ll'appar<'cchio regolatore (Duma.s, Froroeut) e dura.nto g li. accessi febbrili sono frequenti gli accidenti eli ipòsistolia. In conseguenza vanno scartati i soggetti con vi:t.i valvola ri scoropensati ed arterioscle rosi g ravi'. L'aortitP s ifiJit.ie'3. semplice, frequente nei tabot.ici, n on cost.ituisce contro -indicnzione; anzi. viene favorevolmente influenzata dalla cura (ì\Tulzer). Un periodo di preparazione alla inoeulazionc con somrninist.razione di stricniua. glicerofosfati ed alimentazione corroborante è indispensabile per gli ammalati che pt-escntano d eficiente stll.io r!i mltT;zionQ e sanguificazione. P er q uelli in ista.t.o cachett.ico, Hoff e Kauders propongono un trattnnwnto frazionato int<'rromp<'ndo la malariz:r.azione con chhuno dopo il quart.o accPsso febbrile; indi p eriodo di sosta di alcune settimane con somministrazione di preparati novarsenJ.cali al quale farà sèguito una seconda inocuhtzione. Wullenweber, però, che su 30 tabe~ici ebbe due morti , è dell 'opinione che la malarioterapia nei t a betici può applicarsi soltanto ad imlividui forti. Non d ovono esser e sottoposti alla ctu·a gb ammalati obe si avvi.cim~no oppure abbiano oltrepassato il 600 anno di età. (Mmgazzini), poichè sopportando mal0 g li acces.<>i febbrili si sn.rebbe costretti ad int.errompere prematuwmon to ltl. cura o por gli scarsi benefici che loro conso:>guono in nesso alfinsufficien.za gene rale d ei m ccc>"l.nismi immunitnri (Cuboni}. Altre conti·oindicazioni sono: la tubercolosi polmona.re in fase attiva, l'insufficienza ep at-o-renale gmve, il marasma, lo piaghe da d ecubito. In gPne rc sono sutftcic nri 8, 10, 12 nccrssi febbrili.
Ii pl?riodo d'incubazione oscilla. da otto u quindici giomi per la via d 'inocu· )azione sottocutanea o d(t tre a otto giorni per quolla endovenosa. VN·;;o il terrnine d el periodo d'incubazione si manifesta. frequente men te una modica ipertermia che non supera i 37 ,so-3so C, la così d ot.ta febbre prodromica (Dattne r e Kaudors) che in alcuni casi può riuscire difficile elistinguere dal vero nccesso ma.larico. Durante il pHriodo febbrile, si stll.bilisce rapidamente anemia da. distruzione di emazie e diminuzione notevole del peso corporeo. Speciale attenzione bisogna rivolge re al cuore, al reno ed al fegato. Schulze raccomanda l'esa,me metodico della. pressione sanguigna; ln eliscesa della pressione ma-ssima dalla normale a mm. 100 e a m.m. 90 H g presume imminente collasso per cui occorre provvedere secondo A-l'te (canfora-caffeina). A prevenire i segni eli stanchezza oa.rdia.ca, secondo il consiglio di w~~~er JaurPgg (citato da Cuboni}, riesce efficace la somministra.zione di car~otonici; l'impiego razionale di essi non ha mai fatto supe·
ll.U.AlUOTERAPIA NELLA TABE l
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rare la. cifra dell' l % di n1orti per colla.'ISO nei Dlil.lnrizza.ti della clinica dolio stesso Waguer (GI"rstmann ). Gli ncce:>si febbrili ve nl(ono in gen ere facilmente troncati dalla somministrazione di chinino per via orale in dos i infe1·iori a que lle impiegate por la malaria contratta naturalmente : sono sufficienti gr. l per giorno nei primi tre giorni e g r·ammi 0,50 dU!·antc i quattro g iorni successivi, comple!;sivamente gr. 5 (\'\'agnerJauregg). S\lgu<> la cura specifica con neosalvarsan, salvarsn.n con a.rgent.o, frizioni rli unguento cinert>o, bismuto, t enendo prc~nte n ellu. scelta d el preptuato le singole controindicazio ni. R isultati ottenuti: (sulla base d ei casi tra.t.tati da Hoff e Kaude rs, Scherber ed Albrt>cht, Bcring, Wullenwebe r, Paulian ecc.): a) DolO"ri jolgom nti: scompaiono completmnonte nel 39 % dei casi; vengon& mitigA.ti n el 50 % de i ca,;i. Cara.tt(' ristico ill01·o riRcut.izzarsi durante l'accesso febbrile (Beoede!.;-Brtwetta) d i cui spesso ne preanmmziano l'insorgere, preludio forse dt>l successivo rni glio mmento. b ) Cri:Ji viscerali : sono intensa m ente influenzate (Hoff e Kaudor8) pure ~~sendo a;:;sai ri bl!lli durante il trattamf'nto (Paulian); si diradano lenttt.ment.e dopo qualchE> settimana o mf'se. Talvolta alb~ scomparsa d olla cris i gastrica subentra. una >:intomatologia soggettiva di (usp epsia a t.ipo continuativo o ad accessi da simulare l'ulcf'rA; l'esame radioscopico è n egativo per· t.alo lesione (Hoff e Kauders). C'ompl&--sivamente 1'85 ~~ d egu ammalati ha n;jglioramento notevole o scompa~a della p('nosissiWJl. f;Ìntomatologia. che porta di frequent·Q al morfìnismo e qua!cb(' volta a l suieidio. c) A.WsRia, disturbi motori, tu.rbe degli s(in.teri: L'ataS:>ia nelle suo forme gravi è poco o n.ieote influenzata; le forme lievi ed allo stato iniziale subiscono un miglioramento sen->ibile. Pure R ering in sei casi e bbe scomparsa di gro.ve ata.'>Sia, tanto che i pazie nti potero no r itornare alloro lavoro. L 'ipotonia e la de bolezza d egli arti inieriori po!'sono migliorare sebbene di poco. Ne lle turbe d egli sfinteri i ris ultati sono m ediocri; qnakhe volta bumù per riprist ino funzionale come sei casi di Bering e di Snrav;,kij. d) Atrofia del nert·() ollico: In gen ere n on riceve beneficio d ella cura. vVagner Janr~·gg. in alcuu.i casi iniziali ha. potuto osservare l'arresto dP.l processo di atrofia., in altri il ralleniitrs i d el decorso. Anche il PiSilni in collaborazione col Sabbatini su 15 casi ha p otu to acceJ-tare arresto o r egrcssione d e i repe1·ti obbiettivi a carico del disco ot t ico ins iem e a mig lioramento doi disturbi soggottb,; {citato da Fumarola). Eguali buoni risultati son o l'fati segnala ti dal Colucci. e) Distmbi tro{ìci: permtmgono inunodifictJ.t.i. Non mancano osservazioni fa vort!v o li: quella d el D c Angd is re lativa o.d nn ulcus p erforall!i cicatrizzato in un me~e d opo la curA. e l'altra d el Medea in cui i fonomeni di alterato troft<uno degli a ni infetiori ebbe ro enorme vantaggio. f) !;.? n.lt,,mzioni d ei riBrssi tendinei, il segno di Argjll - Robert.son, i distw·bi della sens ibilità obbiattiva, permangono immodificati. g) Stato ge11~rale: dopo il trnttamento, ne l maggior numero dei ca-s i, si verifica un migliorame nto ddlo s tato di nutrizione ed un aumento del peso corporeo. Subentra. sensazione di benessere e di rinnovato vigore. h ) Reazion~ wnorali: La \Vassermann nel sangue e nelliquor viene incost.ant emente a ttenuata. Sul liquido cefalo-1·achidiano si ottiene diminuzione della linfocitosi e del tasso dell'albumina globale, m entre quello delle globuline non v iene modificato. Resistono le rea-zioni colloidali (benzoino-mastice) o si attenuano solo ta.rdivamente.
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MA.t.ARIOTER.àP IA NELLA T ABE
Non esiste però pnrallelismo tn1. la sindrome clinico. e quella n morale; per cui è dato ossen·are pazienti che pm· 1w•>ndo ricen1to molto heneficio dalla cura present,ano il quadro umorale poco modificato. I risultati dei vari 11.utori possono oosì riassumersi: migliorati notevohnente 20%; migliorati modicamente 58 %; esito nullo i2 %; p eggiorati 2%; morti S% (da Walinski). Riguardo all'esito lontano: su 169 tahetici sottoposti alla malarioterapia, dopo uno a cinque anni dal t rattamento, Jacob~ e Vonwinkel hanno os.~erva.t.o buoni risultati in 35 cas i. Oorntiderazioni e conclusioni: I risultat i pure essendo meno brillanti di quf'llli ottenuti nella clemenza paralitica- in ciò concordano t.utti gli autori- sono t utta· via degni di molta. considerazione in quanto rigutu·dano il miglioramento di quei sintomi soggettivi non sempre influenzati dalla. chemioterapia per i quali sono stati tentati interventi chirurgici vari (operazioni eli Forster, Leriche. J ea.n, ecc.) con esiti transi tori od adclirit.tun1 clisastrosi. I risul tati sui sintomi obbiettivi sono in genere scarsi, pur non mancando osservazioni favorevoli eli una. certa importanza, che potrebbero sembrare cont,rad· dizione. Ma non ò possibile cliscernere quanto in sintomatologia fl dovuto a. semplice flogosi, degenerazione mielin.ica od a veri fat H cicatriziali; poichè, appare logico am· mettere che il miglioramemo riguarda quei sintomi in nesso a processi infiammatori (Hauptma.nn) od a lesioni degenerm ive delle guaine mielinicho del protoneurone centripeto (Hoff e Kauders} favorevolmente risolte dalla malarioterapia. Nei tabetici di ant.ica data con grave atassia, essendo colpiti i cilindrassi la cura rimane inefficace. Quindi, ammessa l'eflicàcia della cura malarica. in un buon numero di tabetici col risultato di remissioni giit persistenti da anni, resta. a considerare se essa rappre· senta un mezzo terapeu tico da. prendersi iu considerazione in ausilio ai chemiote· rapici ed in quale stadio del male debba. esserne logico l'impiego. D merctU'io e gli arsenobenzoli hanno indubbiamente i loro successi ma, l'azione che esplicano s ulla. tabe è incostante ed in un buon numero di ca..c;i non riescono ad in1pcdire la rapida evoluzione della. malattia. Non è prudente farsi illusioni nei casi stazionari od in quelli il cui reperto del liquor è negativo o negli altri in cui i sintomi dolorosi sono appena accennati pe.t limitare la. cura solo alla. specifica. ritenendo che il processo dovrà arrestarsi. Prevedere il futuro destino di un ta.betico non è pos.<>ibile: casi con reperto del ]jquor negativo possono progredire. Torna qui acconcio ricordare una considerazione ùi A. Ba.rrè provocatfl. dai modesti e scarsi risul tati da lui ottenuti con la. cura a.rsenico-i.drargirica su 22 ta.betioi (Bulletin Médical, giugno 1923, n . 27): • F orse il fatto eli non più concepire per la. tabe e la paralisi generale altre cure ehe quelle della sifilido comporta una. parte di errore; forse c'è il fatto ohe c'è una idea. nociva., per certi riguarcli, poichè chiude degli orizzonti ed impeclisce di cercara altrove che nell'arsenale a.ntisifilit.ico i mezzi propri a moelifica.re le lesioni coal particolari della. tabe ». È retto crit·crio terapeutico, a mio parere, ricorrere all'ausilio della ma.lariotera.pia all'inizio dell'infermità, quando il processo è limitato a. poche radici, è di lieve entità e la. degenerazione dei cordoni posteriori non si è verificata. \Vagner Ja.uregg, nel XXXVIII Congresso eli Meelicina. Interna. (Wiesbaden, aprile 1926), ha insistito nel concetto che la. cura ma.larica. riesce particolarmente efficace nello st.a.dio prea.tassico.
MALARIOTERAI'IA NELLA. TABE
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qt\a~t<> ·~ è.deit~ aca~ui4~e là ·itebekrltà ·~~i~:1~ ~~ ~ll'~zl~, quando i sintomi sono scarsi e si limitano a. dolori simulanti fonne nevralgiche (per esempio t.ipo soia.tico), part>stesie agli arti inferiori, distensione inconscia della vescica {falsi prostat.ici ritenzionisti: Carraro), dolori addominali èon vomito (simu· lanti il quadro dell'ulcera gastrica), crisi laringee; sintomi che possono allontanare il medico dalla giusta diagnosi tanto pib nhe i riflessi patellari possono essere esagerati. I casi eli morte consecutivi al trattamento purtroppo lamentati, non debbono costituire movente per abbandonare il metodo; anche il mercurio e gli arsenobenzoli nella loro ascesa terapeutica hanno provocato delle vittime; ma, con accorgimenti di tecnica ed impiegando prudenza nella scelta dei soggetti sarà possibile eliminare l'irreparabile danno. Ciò del resto ha già ottenuto qualche autore: :M. Sciuti ha potuto malarizzare in un anno (1931) n. 130 paralitici senza lament.are alcun decesso. Appare logico, poi, che alla cura malarica debba seguire la chemioterapia allo scopo di consolidare le remissioni. Su gli altri rimedi piretogeni (chimici, batterici) oggi in uso non è ancora pos· sibile pronunziarsi nei riguardi della loro efficacia nella tabe bencbè non manchino osservazioni favorevoli (Berson e Jacoubson, ecc.). n tempo dirà se essi rappresentano un progre880 nella via luminosa tracciata da Wagner Jauregg.
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AUTOIUASSUNTO. - L'A. espone sinteticamente la tecnica della malarioterapia. limitatamente al suo impiego nella tabe ed i risultati favorevoli conseguiti da vari autori. Egli ritiene che da t.ale cura, in ausilio alla chemioterapia, è possibile ottenere buoni risultati solo all'inizio dell'infermità quando il processo degenerativo è limi· tato a poche radici posteriori del midollo spinale ed è di lieve entità. Insiste sulla neoessità. eli una diagnosi precoce. BIBLIOGRAFIA.
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RIVISTA·DILLA ST!IP! miG! 1Tl1IANA ESTB!NW SANITÀ MILITARE B. - l postumi delle leaionJ da J'rite, (The ;\l<·dica Bulletin of the Veterans' Administration. Vol. 9, n. 4, aprile 1933).
CJLCHRIST .liARRY e MATZ
Il contingente di spedizione americano in Europa ebbe 27.7 11 colpiti da iprite: la Commissione m edica ha p otuto prendere in esame per le prop rie r icerche 89 in d iYidui ancora viventi e le storie di 5;J d ecedut.i. Nelle condizioni in cui venne impiegata. dumnte la guerra mondiale, l'ipritt• attaccò preYa)('nte mente la p elle, le mucose dello vi.:~ aeree s uperiori, l'a.pparato visivo. Lo sviluppo di una broncopolmonite secondaria fu complicanza ·fr('() Ut>nte e ctmsa di m orte . Fra g li !;9 individui g ià sottopo,;ti all'azione d e ll'iprile e t.uttm·a Yive nt.i , 2i J'l'<':><'ntlwano ancora, dopo 8-10 anni, postumi ben definiti, anatomici o fwl.Zi onali, attribuibili al solfuro di etile bic lorum to. Un C!lSO era dubbio. I postumi princ ipa.li emno costituiti da. bronchit.e cronica, enfìSE>ma, asma bronc hialf>, congiunti,·ite cronica, opacità comeali. L'<'nfiscma era comparso, di solito, subito dopo l'f'Spo· .;;izio 1w nll'iprite ed a \·eya co.rntt (·n~ vicariantc in sclo'(uito a lla atddta...:;in prodottn,;i in e><tPSC zo ne d e i polmoni, o anche in seguito alla ostruzion e di pi<'coli b ronchi d o pnrte di essudato o di fal;:;e m embrane, co n rite nzione di aria inspin\ta nl')!li a h-eoli, c consecutiva dist.en ; > io nc d i qu('st.i. L ' nsma bronchiale può PS="<'r dovuta a molteplic i cau~. fra le quali la i pvrsen sibiliW. alla ipri te d ei so~gC't,ti asmatiC'i: ovvero uno spMmo bi·onchiaiP JH' r irri t>tzion e d e lle viC' a e reE.'; ovTC'ro una tm·bata funzione cardiaca, Sf>guita da s fo 1·zo respinl torio. NE'i casi di congiuntivitf\ c1·onir:a fii Pra verificatn, nna infiammazione m ·utn <lt'lle con1Ziuntive al moment>O df'lla gas!'azione. segnita, senza interm zim1<•, tla sviluppo di cong iunt.ivit.o cronica, da b iC'fa rit.e , che!l'atite , o da ulcere comt•nli l'cl opileit Ì\ . Fnt. i 2i C>t.-"Ì p o;:it h ·i, soltanto in duP ven n e r iscontrata tubercolosi p o lmo . nnr~> . L 'nnnmnt>s i dimoi'trò trattarsi di forme quicscenti al momento dt>lla .l!ll""H · zione, e ne lle qun li il grave tra uma soffe rto dal p are nchima polmonal'O per l'aziontlil-ll"ipritf>, e la. diminuita resisten7..à or ganica avevano d c.t orminato la t·iacc<•nsiCt:h' d ei forola.i JatRn ti. ~opra 53 d ecE>ssi di individui oho e rano st.n.ti sot.topo,;t,i all'azione d e ll ' iprit t-. m 38 cn!<i la morte n on fu consid<•rata in r apporto con IQ. prog rc,;!<t\ intossicazion•·; in 11 l'iprite fu la causa immed iata ed iu 4 la catl&\ t.a.r<liva d e ll 'esito le talt>. ] n t re di qtl<'i't i ultimi Ctlsi s i riscontrò tubercolo!>i p o lmona11'\. che ftt at.tribuita n!lu riattivo.zione ed e1<tonsione dì focolai già qui<>::<COiltL Anche in 8 d~i 38 casi in <'u.i i l deC'N<~o non fu mm;><o iu rapporto con l'a zione d e li 'iprite, la caUBa <Ie lla lllOI't(;> ora s t"" ta la tubercolo~'<i. C:li Auto ri rit e ngono che n on s i può gen oralizznro n c ll'amml."ttcre una rL·Ill · zion e fra iprit(' <' tubercolos i, mu ogni 'ca.~p d e ve t>&ere studiato in m orlo p ;tni· colare per stabilire la p a rte dovut-a all'iprite n e llo S\ri luppo d e lla forma spf•rifìC'n, FERRI.
IGIENE Ros>:F:TTI. - Rlce!'che sulla epidemiologia della febbre tiroide. (I g iene Molh:rnu. or tol;>re l!l3:l ). ~<ono
C. li studi : pid<•m iologici sulla: inf<'zione ti.foidea n e i ~randi. ~e!lt.ri
spf·-.~o
m completl p<' l' la s t<."sso. va!'<tlttì d el còmp1 t.o e p et· l' mlpo&n bthtà. di indi. viduare con sufficiente nppros,.imazione i vari fattori epidemici in ambienti co;;ì cot~l pl~ssi. ~e>!l 'ambien~ f'llrttl e _il~vcce ql~l:'s te indagini possono portare a t'i!«ul· t.A.tt p t~ post.t 1v1, pe~che e posst bilo r estnngere le osservazioni a. p iccoli gruppi l'd f> ptù fncJ!e segmro attentamente lo svolgerst d e ll'endemia .
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RI\"ISTA DEL!.:\ STAJ\fPA MEDICA IT.\LI "NA E STR ANIERA
L ' A. ;;i è perciò occupato dell'argomento in due p iccoli centri d el Bresciano, nei quali l ' infe~onc tifoidea. serpeggia: Salò (frazione Muro) e Provaglio d'Iseo (frazione Fontana). Con le presenti ricerche sperimentali l' A. ha messo in ev i· denza che non è difficile rintracciare il b. tifico nelle verdure irri~at!l e conci· mat.e con nmteria.le infe tto, mn. si è soprattutto soffermn.to sulla frequenza de i portator i sa.ni e convalescenti, ampiamente valu tando l'effettiva importanza eli e1<si nella diffusione della malattia. A P rovaglio d'I seo (frazione Fontana) ,;u 280 abitanti e._;;;a.minat-i fu trovata portatrice di b . pa.ratifo B una donna; n esHtmo fu t rovato portat.ore di bacilli t.ifici. A Salò 1ft-azione Muro) su 388 abitanti ht\ nntto f'~ito pol"ith·o p (•r il b. di Elx>rth 20 voltt>. La differenza tra le due zone, nelle qual i la infezione tifoidea serpeggia pressocchè ugualmente, viene dall'A. in par·te s piegata con l'a.zion~ di un princtpio lit.ico, il quale, se p resl:'nte, può ll>tacolare seriamente la ric<'rca df'i port-a tori. A con va li da di ciò l'A. riferisce eli nver e a ccer t-at-o in 20 S II 83 convnlcf!centi rli Provaglio d'I seo il ba.tt-eriofaJ;zo nnt itifico, ch e non è invf"ce riuscito a mrttere in eviden r.a nelle deiezioni degli abitanti cti SRlò. L'in s iE>m O? delll' rict-rche è a.."<>ai intt-ressantR !" dim ostr-a. come sia utile - · u,n· c:hr nei picco li CPntri - lo studio t>piclemiologico dt>lla inf<'zione tifoidea. e benE' ;:i aggi ung t:" ai IAsori in proposito rl r lla Scno1n di Ott-olenghi, mA.estro a l qunlt> si d en ) an<'hc la i>:pirazionf" d elle inrlag-ini prP.senti. MENN01'-"NA.
P. )J.uuu. -- Ricerche sulla immunità antitetanica - N o ta pr·ima. (Ptttholog iclt. vol. XX V, n. 51)3, sctternbro 1933). Ln. scopl"rta drlle nnatossin<> ha indubbiamente a pt•rto un vasto camp o per l<' propr·ietà. intrinsech~. ,.,.,mrit'nt<"m t>nto dimostratl", nei rigua rdi df'll' innocuitil assoluta e d e l pot<>re an t igene immunizumtc spl"cifìco vm-so Il" t·ispf'tt.i,·e ma ln,ttie. 'l'utt.aviA. l'A. rileva comt> n Ilo stato o tt11a lt> ~ti a notevoli" i l contt·;u:to fra la ormai univet'Sale a p plicaziom• d'appli~'l.ziont• n C' II>t prt•\·~nzi one d f"llf' t.oR~infrzioni
t!.• ll'anatos.~i,·acc inaziont>
1\.ntidiftt'ricn f" !a scar;o,1. diflul<ione nsrmnta
rlall'una-
tossivaccinazione antit0t.anica. E pp11rf" i motivi di una vasta e s istematica \ '8C<"inazi rm<' antitf'tanicn n e ll'uomo ;:f"mhmno itwPro altrett.ant.o urgent.i e pla usi· b ili qm~li que lli d ella vaccinRziont> ant.idift.erif"a. t' sot.t.o a lcuni punti di vista a nch e più giustificati. Bas t a penSilr€', ri cord a l' A .. all'uso copio!<o di s ie1·o ont.ih·tanico, a scop o profì.la ttico, che si fa g iornalmt'nte n;•gli a mbulatori t.li clinitn chi ntr~i at•• .1dht frl'q uPnza. con cui s i PN'!':f"ntano fet·i ti clw giìt una vol ti.~ sono sra t i ;:;ottopo:>tJ alla sh·roprofìlas.~i anti t<'tltni cA. l'r! A.gli effett-i spiac('voli del ltL roinoc11lazìonr di s if'ro, fl con!':iclcmre infine ch e m olti individui Rono esposti p~•· il loro m<'sticro (;;p or t ivi . ternw.ieri, stalliE.'ri , ecc.) a lesioni ·ri pétute, sospett i;' tetan igt>n e, pt)t' dt·durne il jmtndP ben E>ficio ch e si potrebbE> ritrarr·e da: Wl'applicazione s i:St <'matica d t>lla \'I!Ccina zione ant.it,etnnica. con anatossina. che, sP eonvcnientemcnt+l t\pplicnta, è capac(' <ii prorlurrfl ltn' immnnitn Rpecifìca pPr t utta la durata d e lla vita.. N t'i ri~uardi poi dri benefici c ho ne pot1-ebb€?ro cleri\'nre n egli ambienti militari ha,sti ossPrvare chi', in cn.so di guerm , n on , -j ~'•lN'hbe più bisogno di riconPre a lla prat-ica dt>lla !<ieroprofilas..~i dei soldati feriti ;;e questi fossero in precedf'nza s ist<'ma.ticnmon t,c f' correttamen te ,·a.ccinn.ti cnn rana.t.ossina t-etani<'~ . N !?· a !cnn dubbio pn0 NIÌ!"t.()l'C ~u lla solidit.à d ell' immunità. conferi ta d ali'A.natossina tetanica. C'OmP risnlt-11. dn n umC'r'OSe od a.uton·,·ol i ricrrche. dt>Jle quali l' A. c ita le prinl'ipA,)i~sime trn cui l'oR!ICrva.zione di R amo n f' ZOI"llc r ohf' 1 C<'. di ~< ieo·o sanguigno di soggt>tti v~tccinati con Rna.tossinn t <'· tan ica è s ufficiente . a distanza di n.nni, a nP.ut.ralizzn.re 1000 d. m. m. di t o><s ina tctuuica. P 0rtant.o se a ll'applicazion e prntie.a. d elln. vaccinazion e antite tanica n!" ll'uomo ostn sopmttut.to la m.dicata rilut-tC\'flza.. rln. p11.rtA d e ll'adulto, di sottoporsi ad una pmtica \'acc inal.~ contro un'infeziono ai cni pericoli potrà. esst'N' espost.o solo accidenta lm<'nte n el cor so d ella vita, l' A. pensa chfl sn..rebbe il caso di cogliere l'occMione d el momen to in cui l feri t i v engono sottomessi all' a b ituale pratica di s ieropr?filassi ant.itetllnica r;>er ~ttuare tale immu~zza.zio~u~ attivn accanto a lla pa8Slva.. Con questa prat tca st verrebber o a so·ddtsfare m ruoùo completo lo esigenze di una con ettn profilassi la quale, per le nozioni acqui·
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RIVISTA DELLA STI\~tPA MEDICA lTALf.o\.NA E STRA:!o.'IERA
!lite al riguardo del vario periodo d'incubazione, deve essere rivolta al duplirl' scopo di conferire al ferito un'immlmitÌl. antitetanica ad Wl t,Pmpo rapida (siero· profilassi) e duratura. (vaccinoprofila.ssi). Ma il problema, osserva l'A., non è in vero cosl semplice come potrebbe apparire poichè occorre stabilh_-e se n~:m inte~engano !attori che interferiscono in senso sfavorevole fra le due unmurutà, att1va e pass1va, contemporaneamente attuate e. in assenza di questi, se l'immunizzazione praticata in un sol tempo porti a risultati positivi, tenendo presente che i feriti generalmente si allontanano dopo la prima medicazione. XeJI•jntento apptmto di stabilire se il presupposto teorico di questa pratica sifl. realmente di vantaggio per i feriti, in tempo immediato o lontano, l'A. ha intrapreso una serie di ricerche, tuttora in cOt-so; delle quali nella present-e nota sono riportate quelle rivolte più particolarmente ad uno studio preliminare, fatto direttamente sull'uomo, sull'andamento della immurutà antit-ossica per una sola iniezione di siero, per un'iniezione 4i sola anatossina e per l'iniE'· zione simultanea di sier11 ed anatossina. Le conclusioni alle quali l'A. perviene in base ai risultat.i di questa prima serie di ricerche sono le Sllguenti. Io L'immunità antitossica conferita all'uomo per l'inoculazione di una !lola dose di siero antitetanico (3000 U. intDmazionali = li'iOO U. americane o rli Rosenau) si mantiene in grado efficiente almeno un m ese e durante tale periodo, in base alle modalità di comportamento dell'organismo umano ne lla eliminazione dell'antitossina di origine passiva, a seconda che essa è in alta o bassa concentrazione nel sangue, non sarebbe indicata la reinoculazione di siero antitetanico; zo L'ìnoculazione di un'unica e forte dose di anaoossina tetanica, di alto valore antigene non è capace di conferire all'uomo un'immunità specifica che Ria espressa. dalla comparsa. nel siero sanguigno di tracce anche modeste di anti· tossina tet.anica di origine attiva. go L'inooulazione di una sola dose di anatossina tetanica, fatta simulta.neamenre ad un'iniezione di siero antiteta.nioo (dose profilattica), non influenza. nè modifica sostanzialmente l'instaurarsi ed il decorso dell'immunità passiva: non dimostra che oltre l'antitossina di origine passiva si abbia produzione di antitossina di origine attiva, o che a lla caduta della immunità passiva succeda. una immlmità attiva. L'A. si propone peraltro di definire con ulteriori ricerche se, in accordo oon i risultati sperimentali di Ramon e Descombey, l'inoculazione simultanea di anatossina e siero predisponga o meno l'o~anismo umano ad una maggiore e più rapida produzione di antitossina allorchè intervenga un nuovo stimolo specifico. ~ opportuno ricordare che nel nostro Esercito l'importanza di tale problema fu subito rilevata dopo le prime indagini dì Re.mon e furono eseguite ri• cerche, direttamente sull'uomo, nei. riguardi della. possibilità di attuazione pratica dell' anato~ivaccinazione antitec.anica s ia in pace che in guerra (GrixoniBruni, Bardelli, Giorna-le di medicina militare, fase. X, 192~VII) . NANNT.
M. A. SZEN"r GioRGYI. - L'acido ascorbico. Vit.tlmina C (Biochimica e Terapia spel"imentale, n. 8, 1933) e F. P. MAZZA. - VItamina C. Rivista chimica degli ormoni e delle vitamine. (Boli. Soc. !tal. di Bio!. Sperim., n. 6, 1933). Il mistero che fino a qualche anno fa M·voigeva l'intima natura delle ..;t.amine si va man mano diradando e sempre più chiari appaiono gli intimi rapporti tra vitamine ed ormoni ed enzimi. A parte gli interessantissimi risultati ottemtti dalle ricerche chimiche sulla. vitamina A, sul gruppo delle vitamine B e sulla vitamina D, sorprendente appare la. sicura identificazione della. vitamina C con l'acido Mcorbico. Szent Gyorgyi è giunto alla scoperta deli'S~Cido ascorbico in st?guito ad tma serie di studi tendenti ad individuare la. natura della pane corticale della capsula surronale, studi che Io condussero a. fissare l'attenzione sul grande problema dell'ossida.zione b iolog:icn. Di:moRtmta e riconosciut.n l'P!IistPnza nl';?li org:nnismi 11ia animali
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che vegetali di una perossidasi, avente la proprietà. di attivare i perossid~. il SzeJlt Gyorgyi potè osservare che l'os..qidazione non avveniva rapidamente, ma solo dopo \ID ce rto tempo e jn presenza. di grandi quantità di perossido. Analizzando il fenomeno egli rilevò che ciò avveniva perçhè riol succo s tesso di molte piante era conte· n uta una. sostanza. ridut<trice che provocava. 'un ritardo e un impedimonw e.ll'a.ziol_le della perossidasi. Infa.tt<i la. sosoonza., che Szem GyOrgyi potè iso~re, d andole . m primo wmpo il nome di acido esw·onico, è carar.terizz.ata d.a ltna grande reattiVltà e di\ una. sensibilissima. ca.pe.cità riduttrice, non inferiore a quella di nessuna so· stanza. organica. composta di C, H e O. Naturalme nLO es;<a può venire a. sua v o_lta. ossidata e la reazione è reversibile. Dal punto di vista biologico sembm che l'ac:1d0 ascorbico, che soprattutto abbonda negli agrumi, oltre ad esurcitaro la sun. funziontJ di ossidante e di riduce nte, regoli i l potenziale d e l succo ce llulare e prosen'Ì il pi'OtO· pla"ma dall'ossida.zione . Nella corticale delle capsule surrenali l'A. potè dimostrar•' l'esistenza di un agente riduttore, identico all'acido ascorbico e che si idcntifìca.v.. con la vitamina. C. Bill'Ch. Harris e Ray ne l Nutritiona.l Lahorat.ory di Cambridge hanno affron~liO con severità. la ricerca doll' identiu\ della vitlimina C con l'ac ido ascorbico, giacchè restoa.va. da stabilire se l'a"tività antiscorbutica per esso riscontrata. da. vari oS>Jervawri non dipendesse da impw·e zze contenu te nei prepamti esaminati. Le esperienzt> hanno dimos trato brillantemen~ l' identità rl~lla vitamina C t·on l'acido t'I.<Scorbico. U Gyorgyi pe1· sbarazzarsi d&ll'obiezione <'ho l'azione dell'a · cido fos.'i<e d ovuta. a una sostanza. a."tiva. a dosi di millesimi di mi1Jigramrno, racc hiusa. in seno ai cristalli dell'acido ascorbico, compi altre a.cctU·ate ricerchf' ;mll'a cid o ascorbico cristallizzato. Poichè era difficile poterne ricavare dt\llo g hiandole :<nrrerulli in quantità sufficiente per \lD'analis i accurata., egli ricorse a.J rf'gno vegetai~ e si servì di alcune varietà di pnpriea o pimonto, infatti da kg. 2000 di paprica. egl ~ ricavò ben gr. 500 di vitamina. C. Avendo co~ì a dis posizione una larga quumità di sostanza. il Cyo';@'i preparò il derivato monoacet(lllÌCo ùeJI'acido ascorbico ~ _da. questo rigene rò l acido stesso. E poichè questo acido rigemmJ.t.O presenta. a.tt1Vttà antiscorbut ica. non vi può essere alcun dubbio sull' iùent,ità de lla ''ita.mina C con I'~Wido Mcorbico; è infatti impossibile supporre c he \Jila sostan1.u eRtranea ~ossa. accompagnare l'ncido ùuru.nte tntte queste tra.siorrnazioni . Oltre a ciò è Rtato dimo· st.rato che l'attività antiscorbutica. di numeros i prodotti naturali è all'incirca. proporzionale a l loro con tenuto in acido ascorbico; ad es. la. corwccio, ~;urrf'IU\h" rh bue è tre volte più attiva. ù e l succo di arancio e i contenuti di acido ascorbico dei due materiali stanno come 3: l. Campioni di acido ascorbico estra.tçi da. ma teriali _p it! disparati come il surre ne e la. paprica. prel:lentano uguale attività a.ntiscorbut.lca; l'acido ascorbico presenta. una. banda di a~sorbimento neU:ultra.-violett.o, ess«:n· do not.o che l'attività antiscorbutica. d e i vari succhi è proporzionale all'inteni'Htà dell'assorbimento in questo campo d ello spettro; la. distruzione di tma certa quantità dell'acido ascorbico per azione del calore o de l Ot• misurata. per via. titrìroe· t.rica. col _2- 6-àiclorofenolindofenolo corrisponde a WlB. proporzionale diminuzione dflll '~tti v1Ù1 ant iscorbutica.. Se s i sottopongono ca. v il" a dietE> scorbutigenc, quando sr ma.n1festa.no i sintomi dello scorbuto è impos~ibiiP <'~trarre dai surreni acido ascor· bico, Cavie nutrite con una. die ta. contenente ac ido a<Jcorbico rimangono protett;e da.Uo scorbuto, ment re quelle privato dì a cido ascorbico morivano dopo a lcuno setti· ma.ne ~o~ i s intomi più ~vi di d e tta. malattia; ~li animali, quali il cane e il r atto. ca.pac1 d1 septìtizza.re l 11cido ascorbico eontenuto nei surreni, non si a.mmaln.no mai di scorbuto. · P e r quanto ri~rdala formula. chimica. il Gyorzyi awvn credtlto di c>Sprimf?r•l t~ · <'0? C:•.H 8 O,_, IAttono di tm a cido esuronico. Ma sn questo punto l'a.crOt·do t,_ra ! chimiCI non e ancora comple to, essendo state e"prPs.c;e ben otto formule in cm JZ.h o,t.omi di C, H, O sono divel'$11.mente combinati. Jll\fazza crt:•ùe con 'T. Eult>r <'h P Jn COS~ ituzione pro babile ~er 1,\l.Cido tLSCorbico è quelja di un l t~.ttone di un acido chPtOfl· "Oruco sotto f_orm!\ el_lohcn. Del tutt.o rncent.ementf' R <!ich;;tf>in, GriiSf<ner P OppP· nauer comurucano d1 aver ottenuto per s inte;;i l'acido ascorbico identico n.l na t u. rale, partendo dal 1- xilosone. )>on. è_ chi_ n? n vod~~I'i ~porta.nza di tut,te I[UO,;t,e ~icl:lrch o, in SJ>f'Cial modo pf'r quanto SI r1fenscP a.lla dottt·ma d f' ll'aliml'ntazione. L'iden tifu~\zionA .della vitamina. Cf' In. sua pl'l"para.zione in ~ru.nde sc~la. preludono n una ln rga lippl im7.iOn~' medicimdr clf' l p ròclotto. REITANO.
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Bt \"TSTA DELLA STAMPA &tEDICA tTAt.lAN \ E STR.'\IHERA
MEDICINA LEGAI E G. PrsENTI. - Il danno del nefrectomlzzatl e l criteri per la sua valutazione. ( RftR· segna della p revidenza sociale, n. 5-6. maggio-giugno 1933-XI ). In questo lavoro, condotto magi«tralmente, come sa fa re ·il prof. Pi'*lnti, è trattata con ampiezza ed acume critico la importante questione de l danno d l"i nefrectomizzati nei riguardi d elle leggi,. italiana e straniere, su~li infortuni. Ma l'argomento interessa. molto anche il medico militare, specialmente nell'attuali' peri~d? consecutivo alla gue~a, .JWrchè non è rar iS!!im? il. caso di d over rispondere~ al ì\<[m1stero delle fu1anze (Dm•z10ne generale penstom d1 guerra.} o a lla Corte d ei conti, i quali chiedono quale sia. la cat.egoria. di pen.'lione da. a...<;.c;e gnarE>, os.'Sia pt'l"· cisa.monte quale sia il danno da compensare. · Che un infortunio (civile o militare. non .importa) sia capa.c~ di pr~urre u na )e,<;ione renale, e che qu.est.a renda necessa.r1a la nefrectomta, .Jmmedtata. o pii• o m eno tardiva, non è chi hon sappia. I nvece, da quando esiste la legge sugli in· fortuni c> da quando ci fu la grande guerra, è stato sempre discu.">So quale s ia il danno che il nefrE"ctomizzato ha subit.o e di conseguenza qualE> debba essel'f' l'in. d.cnuizzo c rispettivamente la pension(' da as;~egnare. Diffe renze assai notevoli ><ono quasi sempre er;istite Ira i giudizi dati dai periti di parte e quelli dell'Amministrazione: s i è giunti persino a sostenere che al nefrectomizzato ~<pettasse il 100 o;,. m entrP poi è noto che alla. famiglia del morto spett.a. l'SO %! Da qut>l';to N<tre~o.· veramente e chiaramente ecce!'Rivo. si giunge persino al lO e anche meno, come eia taluno è stato ritenuto equo e sufficiente. Ora il Pise nti t'Samina la quest.ioge da tutti i punti d i vista: da anatomo-pa· tologo e pa.to logo illustr-e, ne analizza il lato fis iologico, fiRio·patologico, anatomo· patologico; da infortunista altrettanto noto e valoroso. studia le condizioni df'l. l'individuo che ha subito l'asportazione di ttn ren(', il suo stato d i salut-e, la sua ca.pacitÀ. di lavoro e di guadagno, i pe ricoli a cui può andare incontro, !a sua lon~Zevità, ecc. E il lavoro è l'iooo di statistiche t ratte dalla infortunistiea. italiana t> straniera., le qnali intant,o òimost.rano cht> trattasi di ra.si veramente rar•ss1m1, m confronto rl<>l numero comples.«ivo di infortunati (per e~empio da stati~t.iche sviz. zere ri!<ulta un eMo di nefrectomia su 67.000 infortuni). ) la. a part<> la questione d e lla frequenza, quale è il danno cliella nefrt'ctomia? EvidentementP qui si d eve parlare di danno permant>nte, definitivo, quale risulta dopo che si è d efinitivamente stabilita l'ipert.rofia com pensatrice d e l rene SltJWr· stite. perchè in anteeedenza si deve per n ec~>s.<:~it.à. dcorrere a un indennizzo pl'O\·· visorio, s ia pr-ima, sia pe r un Cf'tto t,empo d-opo la. nefrectomia. Avvenuta e st.abilizzatasi la. ipertrofia compensatrice d e l rc>no supersf.itc, quale s i può r ilevar!.' dall'm;ame d elle urin e e d e l sangue e dallo stato di b<>nessere del sogget to. questi è in stato di evidE'ntP minorazione? può lavorare! può farlo senza danno o con grave suo riRchio? l'ìono tutte questioni che sono state molt<> discu.">se, e che il Pisenti analizza da Maestro quale ~. Che vi siano pericoli è molto discutibile: il P isenti lo dimo'3tra segul'ndo lo. vita di nefrectom.JZzati. i quali non solo lavorano, ma lavorano in pessime condizioni di ambiente, sottoposti all'umidità, al freddo. a tutti gli strapazzi e lavorano da molti e molti anni, conservandosi in perfet.ta salute. È una questione questa che si basa sul fatto che il rene è m1 organo pari: ma. non è punto d etto che rimanendo con nn solo rE'ne , si còrrano rischi maggior i che con due. Il Pisenti dimostra che questo rischio è puramente teorico, che l 'indennizzo e levato o e levatiF<Simo, chiest.o da taluni iniortuuisti, si basa su di una supposta ridottissima e persino abolita capaeità. lavorativa e lucrativa, la quale vicl.'vel'8a non esiste e rappre~;~enta una delle tant-e false verità tradizionali, che non hanno hasc reale nl:'i fatti. Dobbiamo distinguere nel caso del nefrE"ctomiz.zato due questioni, la. p r ima, chE' riguarda il d!ln!w ~ubìto i~ re~azi~ne a lla capacità di lavoro e di guadagno. la seconda., che 'SI rtfertsce al rJSCh1o dt un danno futuro. Che un nefrectomizza.to possa. lavorare quando il rene supcrstit.e ha assunto in pieno la sua. funzione vicsriante, e lavora.rE> in pie no, non è possibile disconosct>rP: l' perciò a ri~orC' non Rpt'ttPr('bbe pii!, 1\I'I'Ì\'Rt.i ~ questO pttntO, alcun indt>nnizzo. ~(' lo l'i rJù, f. ('Wl' Uni\
RIVISTA DELLA S'J.'AMPA liiEDJCA ITALIA..""lA E STJMNIER.-\
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·ragione, diremo, psicologica., e il Pisenti lo comprende e lo fa. comprendere; ma esso non può essere certamente elevato. La. questione del rischio futuro è stata. molto discussa e si è basata su molti ptmti; cito i seguenti: 1° Il rene superstite; essendo divenuto più grosso, sporge di più sot.to l'ar·cata costale e più facilmente puo esser leso da traumi. 2° Esso. perchè più grosso e pesante, può divenir m()bile con maggior facilitA, coi disturbi che ne conseguono.. 3° E$80 può esser preda di alterazioni da infezioni, intossicazioni, e può subire l'influenza di diete troppo ricche di sostanze ptoteiche, come se, dice benissimo il Pisenti, gli operR.i fo!'<Sero altrettanti signori che mangiassero !!empre della. ca.me. Sul primo ptmto le statistic>he dànno una. cifra del tutto insignificante di t raUJ:n i al rene superstite, mentre poi abbiamo già. vist-o quanto rara. sia la. leRione al primo dei due reni. È dunque il cuso eli tma. rondine che non fa primavera. Sn1 secondo punto, per quanto ne sa. il Pisenti, che pur ha. rAccolto un materiale statistico enorme, nessun chirurgo ha osservato che il rene superstite ;;ia d i venuto mobile: e del rest.o è ben noto ('be questa malattia. non dipende n è dal v-olume, nè dal pE'-80 d ell'organ-o, ma. da ben altre cause di nattu·a. generale e costituzionale. Infine sul terzo punto, escluso l'affare veramente buffo della. dieta ricca. di carne, basta pensare che le infP..z:ioni o intossica.zioni, se esistono ed agiscono, s i esercitano u~ualmente sull'uno e sull'altro rene e quindi il pericolo è ident.ico, s ia che nf:' E>Sista uno, eia che esistano entrambi. Perciò il pericolo non è maggiore per chi ha tm solo rene. Per di più il Pisenti porta d ei casi di guarigione p ersino in gravissime forme di avvelena.ment.o da. snblimato. Concludendo. il Pisenti è d'avviso che tma liquidazione d efinitiva equa, a fine bi('nnio, può essere quella dAl 15-25 %. e questa, fra la ridda. di quelle proposte o concesse, che. vanno d~ l 100 %a zero, sembra la pii1 giusta. E per noi milital'i, in tema. d i liquidazioni pensionist.iche, ciò corrisponde alla ga categoria: ci ri:fl!"t.tano bene sopra, coloro che debbono giudicare sulla a..~gna.zione di pl?nsioni privilegiate, di pace o di gue rra. G. B. M :\RIOTTI BIAMOHI.
MEDICIPtA IH'I'ERNA - L'lperitlllallnlllmo come entlti mortlosa deftnita. (.Journal America.n Med. Ass., 16 dic. 1933).
H..-\RlUS S.
L' iperinsulinismo può esser definito come una malattia. del pàncreas resultaote da. una secrezione eccessiva. spontanea di insulina. colle caratteristiche cliniche della ipoglicemia. e quindi sen:'IO di fame, prostrazione nervosa, tremore, indebolimento mentale, ecc. Nei casi gravi possono riscontrarsi fatti psichici più conclamati, convulsioni. Questa. s.indrome per lungo tempo è stata disconosciut.a alla !:!tessa guisa dell'ipertiroidismo che fu conAiderato come un disturbo di nat,ura. nervosa. prima. di riconoscerlo dovuto ad affezione tiroidea. È vero;;imi1e che d'ora in avanti anche per l'iperinsulinistno si abbia una statistica. assai più ricca. Statistiche recenti, riguardanti specialnwnte Stati Uniti e Cana.dà, dimostrano che l' iperinsulini;;mo non solo è una mal~ttia. frequente, ma che un buon numero di sintomi che erano a..qcritti prima ad a ltra. causa. sono in realtà manifestazioni di una ipoglicemia insulogena. Speciale importanza. h 1mno a quest.o riguardo le forme di epilessia per le q uali deve ormai affermarsi che ogni paziente, presenta.nt.e il piccolo o grande male, dl?ve es.ser sottoposto allo studio della curva. glicemica prima di es.o;oer diagnosticato come epilettico, dovendosi sempre tener presente che l'iperinsulinismo grave hA per principale caratteristica la comparsa di convulsioni e di stati d'inco~cif:'nza. Nei riguardi della eziologia. è òa attribuirsi un nott-lvole valore a pancreatiti pregres.se, nonchP. a una. dieta d eficiente, specie in vitnmù1e A e H r all'a.1imcnta1'.ione specialmente ricca. in sostanze wcrherine.
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RJ:VISTA D ELLA ST.~A MEDICA ITALIÀNA E STRANIERA
Fra i ca.. ~i più interessa.nt.i di ipcrin.sulinismo è quello rigua.rdatlte un m edicodi 40 anni il quale presenta.va attacchi ripetuti di convulsioni con perdita di coscienza: g licemia 0,030 per cento. Una. lapa.ratomia rivelò un carcint>ma ino perabile d e l pancreas e la necroscopia d el paziente, morto un mese rlopo l'int.ervento, mise in eviden7.a un carcinoma d e lle isole del Langerhans oon noduli meta.statici ne l fegat.o, tanto che· un e.~tratto di questi noduli iniettat.o nel coniglio dimostrò w1a. spiccata attività in.~linica. Oltre questo ca;;o, che è uno d e i meglio studiat i, nella. letteratura se ne hanno a ltri numerosi riguardanti specialmente adenomi del pancrea..<:~ con sintomi di ipoglicemia.. P er ciò che riguarda lfl caro.tteristicho cliniche si possono di<>tinguere tipi leggeri. di media gravità, gravi. Nella prima. forma il paziente si lamenta per lo pi~ di fame eccel'<siva, debolezza nervosa., ansietà., irritabilità una o due ore prima del pasto; tutti quest.i sintomi si attenuano, fino alla scomparsa, dopo l'ingestione di alimenti. Po:>Sono-
esser esagerati dw·ante gli esercizi fisici. col lavoro inten!lo mentale o fi.~ico, attraverso una vita emotiva. La glicemia oscilla. tl'a 0,075-;..0,06() per cento. Nelle fonne di media gravità i disturbi su indicati si presentano con maggiot-e acuzie e il sollievo dato dalla ingestione degli alimenti è di minor durata; q ut>stot;ipo è assai frequente nelle donne che usano lamentarsi di esser così deboli da non poter far nulla prima d ella colazione del mattino. L'assunzione pertanto ecces.;;iva... del cibo ingenera di solito obesità.. Glicemia 0,060-:- 0,050 per cento. Nelle fo rme· gravi s i he. perdita di coscienza. e frequenti convulsioni. In alcuni casi delirio. In un paziente d escritto dal Wilder si avevano anche disturbi del sonno e l'<Onnambulismo e il Wilder sostiene che casi analoghi sono di frequente fltichettati come isterismo, epilessia e anche schizofrenia e che solo una più frequent.e det-erminazione della glicemia potrà. portare alla diagnosi esatta. Oltre i fatti convulsivi, l'iperinsulinismo grave può dare violenti dolori nell'ambito addominale , simulanti una. sindrome appendicolare , o d e. infiammazione della vescicola biliare, o da ulce ra duodenale. Il dolore è per lo più ne lla parte superiore dell'addome, qualche volta. irradiante a sinistra., può essere più marcato 1 o 2 orfl dopo il pa..' lto. • È probabile che quGSti dolori si abbiano specialmente in presenta di tw1•ori d el pancreas, adenomi, ecc. Di solito i sintomi gravi sono preceduti da un lung o periodo in cui prevalgono quelli a. tipo più leggero prcccdenteme11te descl'itti. La glicemia nei casi gravi è per lo più al disotto cii 0,050 pe r cent.o . . Nei ri. guardi della dia.gnol'i, oltre l'e.same clinico accurato, è indispensa.tJile i l dosaggio ripetuto dello zuccherò s.<mguignB e lO Studio della cnrva· ·glicemica sotto le U$ltali prove di carico. La sonuninistra.zione di insulina, anche in piccole dosi (lO unità), può scat.e· nare in certi casi degli accessi epilettiformi, ma naturalmente non d e\·e esse rci bisogno di eseguire questo intervento a. puro scopo diagnostico. Oltre lo studio del pancreBS dovranno anche esser indagati gli altri organi. a secrezione interna e relative reazioni ~landolari. Ne lla. dlscussionè , dopo la. lettura del lavoro surriferito, presso la Societ-à. di gastroenterologia americana., numerosi oratori hanno accentuato la nec.essità di bene accertate che la. ipoglicemia è dovuti\ esclusivamente a eccessivo. secrezione insulare. Non d eve esser dimenticata. la importanza. d e l fegato n ella regolazione dello zucchero' ò.è il ruolo svolto dall'ipofisi. Recenti ricerche di patologia spP-rim enta le hanno dimostrato che animali ipotìsoctomizza.ti hanno una. estrema !>ensibilità. di frouto alla. insulina. · Una sensibilità girnila.re è stata prodott.a pure sperimentalmente colla tiroid ectomia, colla. enervazione delle capsule sopra.renali, colla spla.nchnect.omia ~ Se questi dati si possono, coin'è ve rosimile, trasportare nella medicina pratica s i capisce che si possono presentarG dei quadri di iperinsu1inismo con quantitativo insulinico non s uPeriore al normale. · L 'A. d e l lavot·o, noi rispC>ndere alle obiezioni, ribadisce la. predominantE' importanza d.ella ipe rfunzione della L<>olo del Langcrhans nel determinare la. siudrome d escritta. BlmToLuccr.
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RADIOLOGIA. L. H.us.- Diagno.>f radlologlca di alcune fonm di stitichezza. (Klin. \Voch~;:11Rchrift, 23 decembre 1933). É noto che non di rado manca una esatta concordnn7.a fra. il reperto radio• logico e quello c linico nei casi di stitichezza. cronica. avendosi w1 pas$aggio at traverso il tubo intestinale a.~olutamente diverso da. quello che si attcnd t:\·a. Così ammalati che per lunghi anni hanno avuto bi.'>ogno dei mezzi più svaria ti per lo svuota.ruento dell 'alvo mostrano a llo schermo ra.diologico un pas.,;aggio d e lla colonna. opaca del tut,to normale. Inve~mente può accadere d i trovare un ra 1. lentamento là dove l 'osservazione clinica faceva pensare à. un acceleramento' dd la iwl.Zione. E l'appre zzamento de l reperto viElne ancor più difficoltato dt\1 fatto che in presenza. di Wl "identico quadro radiologico, ad es. spiccata haustra.zioneo spastica di una medesima. parte de l colon, può a.ve1-si a volte tlllR ostinata costi· pazione, in altri casi invece regolare ftmziona lità.. Volendo esaminare più attentamente in che cosa consista Ja differenza fra il passaggio d el pasto a.l bario e quello del cibo ordinario dobbiamo fermarci sui principali fattori che condizionano il progredire del conte nuto intestinale e cioè il conrenuto stesso, lo stato d e lla. muscolatura. intestinale e l 'in11ervazione della parete stesa&. .Previo un dettagliato esame di questi e lementi l'A. viene alla con· elusione che la principale differenza fra il pasto di contrasto e il cibo abituale consiste nella. immutabilità con cui il solìato di bario percorre le varie sezioni del tubo digerente. Non si svolgono cioè in esso le modifica.zioni da.w dai succhi dige· stivi e l'influenza. dei processi fermentativi e dei fenomeni di riassorbiruento non entra. in campo. Non si d eve però considerare questa differenza sostanziale fra i due tipi di pasto come una. limitazione ne lla pratica. della ricerca radiologica; essa invece ne costituisce Wl& maggior finezza tanto nel oampo diagnostico come nei riguardi tera.peutici. Così se in caso di stitichezza. ostinata osser viamo che il paziente ne l corso della osservazione radiologica. mostra. Wl passaggio normale o di poco rallentato, possiamo concludere che l'alimentazione ordinaria. di esso contiene meno scorie di quello che è necessario, donde il facile corollario terapeutico d i modificare la dieta. nel senso indicato dall'esame radiologico . .Può d'altro canto verificarsi che il passaggio de l pasto al bario è più lungo di quello ordinario. Da. ciò possiamo ragionevolmente inferire che il contenuto intestinale esercita sulle pareti una stirnolazione abnorme, o perchè esso è di per.sè originariamente troppo irritante, o perchè è d iventato tale durante i vari processi del tubo d igestivo, o perchè principalmente la. parete intestinale è in uno stato di aumentata eccitazione, come nE'Ila colite. In t al caso il paziente h a bisogno d i una dieta differente, meno eccitante e meno atta. ai processi fermentativi. L 'uso di una alimentazione più ricca. di scorie ha da lungo tempo trovato applicazione nella pratica; la r icerca radiologica. è ìn grado p erò di darne una indicazione più p~ec~. . .· . .. . . .. . . . . Il reperto ra.diolog1co spmge qumd11l med1co mtern1sta a unmdu·izzo curat1vo piil determinato e, autorizzando giudi~i prognostici ·più esatti, permette di de li· mitare dal vasto gruppo d elle stitichezze croniche un buon uumero di casi n~i quali la. terapia appropriata fornisce sicuri vantaggi. BIDtTOLUCCI.
A. E. BARCL'AY. -
n meccanismo del tubo digerente. (The La.ncet , 6 gennaio 1934).
È Wlo studio accurato in cui il chia.l'o radiologo di Cambridge fornisce i re· sultati della. sua vasta. esperienza. in radiofisiologia del tubo d igerente che h a sv.olto in un ampio trattato recentémente comparso. . Notevole specialmente l'analisi d ei vari movimenti a livello del ~ll:rdm~, lo studio della. peric;ta.lsi gastrica. che, secondo l'A., costituisce una fo~za. d11:1Serv~ utilizzata. solo in caso di neccs.c;ità. Nei riguardi del duodeno, i cm mov1ment1
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t.roppo rapidi per la tecnica ordinaria l ' A. auspica. siano meglio studiati medi ante l'impiego della radiocinema.togra.fia, è probabile che gran parte del meccanismo di esso sia. s volto dalla mmcolaris muc.osae che, come per primo ha notato Forssell, ha tanta parte nella fisiologia d eli 'intestino. Prege:voli le ossel'Vazioni circa: il passaggio attraverso la valvola il~ecale t' i rapporti di questa col piJoro. • Nell'ultima parte dell'intestino non si not.a un ritmo peristaltico, ma cotl.'IÌ· -d E'revoli s pinte del contenuto in avanti per tratti assai hmghi, in conformità a Un nota constatazione di Holznecht risoJente al 1911. BEBTOLUCCI.
-QTQ:;RJMO..l.ARJNGOL R CAussÈ. ~ Trattamento delle mtnlngiti purulente, settiche, otogent e rfnogent. Rivista sintetica (Armales d'oto·laryng . .YITI-1933). È innegabile che l'otoia.tra ha il poco invidiabile privile!rio di osservare il pi\1 gran mune ro di meningiti, quasi sempre gravi (esito le tale 95 a 100 %), non per fattori iner enti agli a~enti rnicrobioi, ma, verosimilmente, a condizioni ana· tomiche: cavità auricolari e armassi da una parte, spazi meningei dall'altra. Recentemente l{opet.zky e Cohen hanno rilevato che meningiti consecutive .a fratt.ura della ba.c;e non hanno un pronostico cosi fosco come que lle otogene. L 'invasione de lle meningi avviene in modo mas.c;ivo, fulminante o per insemenza.mento subdolo di germi dalle cavitil. puruJente. TI trattamento richiede l'e xenteratio di dette cavità e uon sembrerebbe poter aver ragione della m eningite finchè sus.>iste il punto di partenzo, della infezione. Ch. Ballance propone di drenare prima gli spazi subara~noidei e rimandare .aù un secondo tempo il t rattamento de l focolaio auricolare: paragona gli s pazi sub-aracnoidali alla cavità periton ~al e, onde la sua operazione per drenare indipendentemente dal focolaio ot.itico. Non vi è però otoiatra che si adatterebbe a tale soluzione. Da parte di Kolme r e Eagleton in America sono state fatte munerose ricerche -cliniche e sperimentali. Irmo.nzi tutto diagnosi precoce; questa non può essere sicura se non con puntura lombare che p er nlcuni è ritenuta pericolosa per !la diffu.sione del proces.'!o. Layton dice ohe ha lo stesso valore di un pugno sul ventre di un appendicitico. La puntura lombare pe rò fatta "lege artis • e ripetuta non .de\'e conside rarsi pe ricolosa. Kolmer e collaboratori, Rtùe e Ma.dden hanno istituito un trattamento chemioterapico (optochina mcrcurocromo, yioletto di genzia.na, aorifla.vina., rivanolo) da prima sperimentalmente e poi su l'uomo . (Il casi di mening. di Kolme r) con iniez•ont> endorachid. e endovenosa. Le conclusioni rile""&ono che non esiste -oggi alcuna sostanza. che per via venosa, spinale, o cisternale sia capace di guarire una meningite purulenta. La sie·roterapia ha avuto anche resultati ùegativi negli esperimenti e ne ll'uomo ·(16 ca.':li di K olmer), e due casi di bambini con meningite pneumococcica trat.tati con siero a.ntipneum., guariti della meningite, e ven~1ti a mancare poi pe r ascesso cer ebrale (Wieder e Kolmer) ci dimost.rano che si può ottenere una sopnn·"i v enza. sa non la gua.ri~ione. La difficoltà. di ragg•Wl.gere con sostanze chimiche le meningi infette ha fatto scegliere la via arte riosa, intraearotidea, dopo il t rattamento della sifìlide cere .brale con so~tanze iniettate nelle carotidi pr1mitive (Hirsch, Myerson, Ha11oran ), metodo de l tutto inoffensivo. Kolmer ha ottenuto esiti buoni negli esperimenti ·e clinics.mente su IO meningitici 2 guarigioni con iniezioni cii miscela di siero ami .streptoc. e soluzione di Pregi (soluzione iodata); Crawford: 2 guarigioni su 4 c11si t rattabili. U trattamento chirurgico, dopo le deboli prospettive di suC<'esso con ~ii .altri, ai avvarrebbe: a) della legatura. della carot. primitiva (W. P. Eagleton) nell'int-ento tli limitare l'esten.'lione del processo. Secondo quest'A. non vi è circolazione di Jiq. c. r. ma un rnovimento, 6us."o -o riflus.'lO, per e ffetto delle puJsa,zioni arteriose. Limit.ando queste, si avrebbe
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minor spostamento d ellil)_uido, diminuzione d ella sua tensione e nell'evenh,lllle in· <:isione, in sede opetatorJa, della dura madre sarebbe evitata. l'e rnia del cel"Vel· lètto. Tale m etodo è stato fortemente criticato in America stessa; b) drenaggio intermittente con le punture lombari, nell'intento di diminuire la tensione d el li·q . c. r. P e r le facili aderenze ch e formano d ei setti d'occlusione s i rischia. di drenare solo alla prima puntura., m entre nelle successive estraendo solo poche goccie di liq. c. r . si lascie rebbe intat.ta. la raccolta purul. sovrastante l'occlusione; c) drenaggio continuo con l'incisione delle meningi, laminectomia, apertura d elle cisterne. Eagleton, opponendo;:~i alla quasi tota.Jit.\ degli otoiatri, dichiam questo sistema irrazionale. Il procedime nto pitl semplice sembrerebbe la incisione larga della dura, messa a nudo con l'intervento mastoideo, ma. con e!'!so semplicemente non s i raggiun· gono i laghi ove è necessario drenare. · È raccomandato il drenamrio della cisterna cerebello-medullare realizzato ne l 1891 da Balla.nce: pre";a re.-sezione di parte dell'oocipitale, in luogo della semplice trapanazion.e alla Haynes, solleva il bo rdo posteriore del cervelletto e lace J·t~ l'a racnoide che fcorma la parete posteriore della grande cisterna. Ma, sempre per le aderenze preformate anche con questo metodo gravis.<;imo, si r ischia di non ra~nngere col drenaggio i focolai che son prossimiori al focolaio otogeno, e pro· pnamente i laghi suh-aracnoidei a cont.a.tto della rocca. Ke rrisson, schomatizzando, distingue due re~ion i per l'accesso a essi: la pos teriore, previa legatura del seno laterale, e incisiOne che d rena· gli spa1.i sopra e sotto tentoriali; la anter iore. o tamporo·sfenoidale, pib difficile e rischiosa. per ragghmgere la cisterna inter -pedtmcola.re, la chia.smatica e quella della scissura <li Silvio. · Il lavaggio degli spa:r.i sub-aracnoidali a m €'zzo di una duplict> punt.u ra Iom. bart> e ventrlcola.re fu praticato in 30 casi da EagiP.ton , che ha rilevato pPricoli grandissimi (morte immediata, diffusione d e l processo) e non lo raccomanderebbe éhe ;solo in casi di m eningite diffusa. Anche per questo metoòo molte opinioni di;;cordi su la di r ezione da dare al lavaggio, su la soluzione d a. adoperare. P t>r K olmer è più adatta lfl. soluzione fisiologica, avendo avuto occasione di oSSEI!Ta.re all'autopsia i casi trA.ttati ft intra v:itam "· nei quali gli spazi sub-aracnoidali furon trovati liberi da raccolta purulenta, e in quanto a direzione propende per la fromocist em a le·spinale. L'intervento d eve essere precocissimo. I drena~i e lavaggi di cui sopra hanno però un'azione superficiale, e t.ntt.e l t> propagtzim piali intorno ai vasi specialmente non vengono raggiunte: a ciò ov· ,·ierebbe Il metodo di K ubie, d ett.o d renaggio forzato, risultato dalle esperienza eli W eed e Kubie, e adope rato dA. K erl'isson . n liq. c. r. è un liquid o in equilibrio osmotico col sangue. se tale e9.uilibrio vit>n modificato con magp:iore o minore concentrazione del sangue, 1l liquor .a.um en~ o di~nuisc~ di volume con sus.'!eguente ip~r o ipotensione. I:'iniez. t'odovena eh soluz. tpotom ca provoca un aumento d ell!q . c. r. a traverso ti plesso carotideo e i capillari òegli spazi petineurali e pericellulari. Si realizzeTebbe secondo Kubie lin lavaggio dalla profondità alla superficie. · Sono stati trattati casi di poHomielite, sclerosi a pacch e, sifilide nervosa, senza. r esultati . ln casi di mening. purul. otogena, però non i> stato adoperato in modo sistema tico da poteme trarre conclusioni sul valore. È innegabile che è d el tutto inotlen~.ivo. Il trattamentn profilattico con sie ro, an~itossine o vaccini, nelle mani di Kolmt>T ha dato vari resultati clinicamente e spa rimentalmente. l vaccini avrebbero dato immUiilizzazione n ei conigli dal 50 a.l ·JOO %. Tn c linica, l'esame del pus auricolare può dare l' indicazione d e l siero, o -dall'antitoMina da utilizzare e, se non· vi è urgenza, del vaccino per via lpodermica o via enterale. Quest<> trattamento richie d e ancora la. confer ma di pib ,·asta esperienza. Riassumendo, da tutti questi met.odl e interventi senza dubbio gmvi ehi.ruTgicamen te, e da ese~nire da esperti di chirttrgia cranica, ci sembra allo. por· tat.a. di ogni clinico oto1atra e da preferire il mPt.odo del drenaggio d i Kubie, per SP st.l's.-ro inoffensivo. RAFFONE.
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RI\"ISTA DELLA ST,~MPA l\IEDICA lTALrANA E STRA.."lERA
G. Cuncro. - Reazione puplllare nelle otltl medie purulcnte. (L'otorinola.i'ingo· logia Italiana, n. 5, settembre 1933). L'esistenza di rapporti tra orecchio medio ed inne rva zione pupillare già. da tempo era. stat a. messa in e videnza dai fisiologi che con ricerche sperimentali a vevano notato paralis i de lle fibre radiate dell 'iride in seguit.o ad int-en·e nti sperimentali sul labirinto, paralisi rile vabile dali'anisocoria con miosi dal lato operato (Carni«); in seguito s i constatò che alla distru?.ione labirintica non corris ponde va alcuna alterazione a carico della. pupilla, mentr·e a.nisocoria con p1iosi dallo st.esso lato compariva a labirinto int.Pgro dopo il ta~lio del s irr.patico ccrYicale al collo e in quest-i casi stimolando il moncon<> pe rife ri <!o de l s impa tico s i nve va dilatazione pupilla.re. Rapporti fl'a. !=:impa.tico cervicale e orecchio interno furono messi in evidenza dalle rice rche sperimentali di Torrini, mentre a lt-ri AA. rile varono sulla guida del segno clinico pupillare l'esist<>nza di rapporti tra simpatico ce rvicale e le va rie sezioni dell'orecchio. relazione che può ma.nifestarffi in modo \'ario a ~e conda d ello st-imolo differente esercitato dalle affezioni auricolari. Per consiglio e a !"eguit.o rli rilievi c linici fatti dal Direttore cle lia Clinica. Otoiatrica di Firenze, l'A- ha studiato in 100 oto pazienti acuti e cronici la e vcnt.uale pres!.'nza di differenze pupillari, il loro comportament.o e i caratteri in rapporto alle lesioni a carico dell'orecchio, onde dimostrare i rn.p rorti tra P.nssa dd timpano e simpat.ico, tra s impatico e pupilla. e tra lesio-ni aurtcolari e a lterazioni pupi1la ri. Preme;,si alcnni ricl'iami s ulla struttura iri•lca l 'A- svolge ampiamente e d e ttlagliatamente la complicata innervazione dell'iride per arrivare più age \·olmentc alla spiegazione de i fenomeni os.~o1-vati. TI mate dale clinico comilderato e1·a comp.osto di ·40 cas i di otite media purulenta cronica e fiO casi di otite media puruhmta a c11ta. Tra gli otopa:r.ienti del 1o gruppo dle vò 4 casi con m iosi dàllo ste&>o lato dell'on~cclrio malato e la pupilla reagiva a lla luce molt.o intcnAA. ma in modo più debole di quella. del lato opposto; la miosi pen:;i~teva ancora dopo l 'intervento radicale ma già prima della guarigione completa de lla ferita operatoria la pupilla e ra tornata o.lle normali dimen~<ioni; i fatti di anisocoria nei sudclett.i cas i Yenne i'O osservati tra i sog~etti ne i quali l'otitt> ri:Sali\'8- a 6-12 mes i avanti e per lo più prese ntavano lesioni m corrispondenza de l promontorio con granulazioni fun::zose sn dii esso e d_is truzione più o meno completa della membraua timpA.nicn. Xon fu mai nottJ.ta anisocoria in individui con lesioni epitimpaniche senza compar-teeipazione delJa parte ba.'lSa rlella ·ca...<t'la- J n un cas o di otite media pm'lllcnta cronica con gros.'>" polipo de lla cas.<>a l'aspo~t azione di esso con l'ansa fredda d~>te~minò nei 4 giorni successivi comparsa di anisocoria· fa.cilmentR spiegabile con l'interes samento di qualche filuzzo simpat.ic:-o noi trauma operatorioTra i 60 casi di ot.ite media purule nta acuta constatò 12 casi di arùsocoria e precisamente in 7 midriasi e in 5 miosi. I 5 casi di ,miosi si spiegano bene con la paralisi dei filetti n ervosi iridodilatori che decorrono nella. cassa del timpano (alla base del. promontorio e m edialmente alla finestra rotonda.) p er la compressione es-ercitata da pa.1·te di e$sudati o per int erruzione d e l loro d ecorso; si trattava di pazienti con otite m. p. a., stabilitasi da 6-7 giorni, con perforazione tirnpauica insufficien~ al drenaggio c per lo più con empiema dell'antro o con fatti di mastoidite; la pupilla. ritornò normale pochi giomi dopo l'inte rvento operatorio p er mastoidite o anche in segui'to a semplice miiin~occntesi. _ . Negli altri 7 easi la P.upilla e ra midriatica. m . modo più o meno acce ntuato, ma reagiva alla luce e ctò dimostra ~he la midriasi non e ra dovuta a paralisi dei rami che inne rvano il costrittore irideo ma ad un'irrita?-iono degli iridodilat.otori per il proce!;lso i nfiammatorio della cassa. c ho d ct ermi11ava fatti neuritici. Erano pure presenti in questi soggetti fe nomeni di u:rita.zione iabirinti~. quali vomito, senso di vertigine e Jli,sta.grqo spontaneo. Dopo l'interveptQ che vèQ.ivtl n rimuo· vere i fatti compressivi, e con essi la causa che ave va pro-curato la n eurite dei fas cetti simpatici, la midriasi s comparve iu pochissimi giorni. L e osservazioni fatte conducono ad auu:net~ere J'e,;istenza di fibrt· nervo»~ s impatiche concorl'enti all'inue rvazione de lle fibre radiate de ll'iride che tlecon-otlO nella pa rte ba,., ~a de lla cassa del timpano ed hann-o rappo rti con la finestra l'O tonda . L'.a.nil<ocoria s i riscontra. ne l 20 % delle forme purulente acute - nelle quali più fre quent,cmente si hanno segni rli ÌiTitazione de i fascetti simpatic i che deeorrono n e lla cass a de l timpa no ed innervano il dilatatore d ell'iride (midrias i ) - o ne l
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JIIEOIC'A ITALIA NA E STRA!'lBRA
lO % d elle forme purulente croniche nelle quali si hanno sempre fat.ti dì paralisi per distruzione delle fibre (mios.it). . L'A. conclude ponendo in rilievo l'importanza che il sintomo pupìilare può avere ne1la pratica, e che può servire quindi a far decidere precocemente per l'intel'Vento chirurgico,. poiohè il rilievo della paralisi degli iridodilatatori (!.ID osi) indica fatti tossici o distruttivi a carico de1le relative fibre ner:vose .del simpat.ico e può farci sospettare l'esistenza di fatti di carie del promontorio; spingendoci quindi ad un inte rvento precoce può mettere nelle migliori condizioni per evitare la propagazione dei fatti infiammatori all'orecchio int.erno. TRoiNA.
F. BBUNE'l'Tl. -
Stenosl bronchiali neoplastlche (TI Valsa.lva, n. 9, sett embre 1933· Xl).
n Iackson, illustre bronCO·esofa.goscopista. al Congre~o internazionale di O. R. L. tenutosi n el settembre 1932 a Madrid, trattò della broncoscopiA. limitandosi alla cura endoscopica delle malattie suppurate dei bronchi e dei p olmoni. Egli suscitò grande int.eresse con la sua esposizjone e pur cadendo in alcune esa· gera.zioni fece rilevare quale grande progresso ha fatto la endoscopia e l'ut ilittì. che essa può dare se affidata a. mani esperte. L'A. prendendo spunto dalle diverse opinioni esistenti sulla RUddetta pra· tica clinicA., espone alcuni casi di ostruzione neoplastioa delle vie bronchiali, dei quali rit iene interessante esporre l'esame endoscopico del ctm&le aereo. Punto in comune dei quattro casi osservati è la. ostruzione meccanica di grado progref!Sivo del canale aereo, ma diversa è stata la causa della ostruzione nei siingoli malati. In uno si trattava di un e pitelioma tracbea.le che invase in secondo tempo la glandola tiroide; in nn altro di una pulmonite interstiziale antracotica associata. ad un cancro platicellulare di origine bronchiale; nel terzo di un linfosa.rcoma mediastinico e nel quarto di un carcinoma polmonare massivo, simmetrico alle due basi con secondaria infiltrazione mediastinica. n primo caso riguarda un tumore primitivo della trachea., r eperto tutt'altro che frequente, per il quale, furono tentate, come per il caso di Ba.rtb, aperture della trachea. per estirpare masse gl~lionari carotioho. Il terzo caso concerne un tumore secondario del polmone ongina.tosi dalle ghiandole mediastin icbe e che di qui, attraverso le parti viciniori andò a sboccare nel lume del bronco principale di R. In tutti i casi osservati, per quanto la ostruzione sia stata graduale si è osservato in un dato momento la. comparsa d ell'asfissia. e di t.utti i clMsici segni della. stenosi del canale laringo-trachea.le. Nella seconda. osservazione la diagnosi del male fu posta in base ai dati radio· logici e a.ll'andam.e nto clinico, c he m ent re dimostrava il risolversi dei fatti pura· mente flogistici d i polmo1ùte c ronica interstiziale, faceva rilevare il progredire dell'infiltrazione neopla.stica. N e l quarto caso proprio la broncoscopia e la prova istologica biopsica valsero a dirimere ogni dubbio e a dare· certezza rli lesione polmona.re blastomatosa che era stata affacciata e sostenuta anche dal tisiologo. Da. quanto ha esposto precedentemente l'A. trae argomento p e r fare alcune osservazioni sull'importanza de.lla broncoscopiA. e sul poco uso di questo utilis. 3imo esame clinico. E~li richiama l'attenzion e dE'i laringologi sull'aumento dei casi di neoplas mi primitrvi dei polmoni, aumento che va sempre più rilevandosi ed è da tutti i trattatisti moderni riconosciuto. A conferma di tale osserva.zione riferisce una serie di dati statistici italiani ed esteri che documentano l'aumento di numero dei tumori polmonari. A Venezia, p er es., tale fenomeno è stato rilevato abbastanza grave, perchè da una mortalità del 0,15% d el decennio 1908-18 si è passati a que lla. d e l 9 ,85 % nel biennio 1930-31, e pe r l'anno 1932 noi soli primi mesi l'anatomia patologi<>a ha messo in evidenza tma dozzina di neoplasmi. Non pot.endo spiegar e la. ragione di tale fe nomeno, l'A. passa a trattare d ella diagnosi dei blastomi polmonari e riportandosi alle sue osservazioni cliniche, esprime il giudizio che l'indagine broncoscopica non deve richiedersi solamente nel periodo a8fì-ttico di evoluzione d e l neoplasma., ma. es.~ere eseguita invece tempestivamente, potendo essa. co~tìhlit'e un ntilissim? mezzo sus.<Jidiario di diagnosi ed a lcune volte anche di cura. S. VITALE.
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RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA ITALIANA E STRANIERA
OFTALMOLOCIA. A. N t cot.AT O. - 01 alcune particolarità della ftne anatomia dell'ancolo irido-eor• neale nell 'uomo. (Ras.o;egna. Italiana d'OttaJmologia.. maggio-giugno 1933-XI). L 'A. s i propone di stncliare la fine struttura anatomica dell'angolo irido-cornt>ale nell'uomo sopra. occhi d i ìeti di diversa. età, di neonl\t,i e di adulti, rice rcando i rapporti tra la Descemet t.> gli e lE'menti d e l sist.ema corneo-sclerale, il comportamento della D escemet nella sua t.erminazione, la interdipendenza trA. la Descemd, lo strato \'Ìtreo e le fibre elastiche delle travate nel trabecolato della doccia ::;cle:>· t·n.l('. ed infine ricercando i rapporti della parete intema d el canale dello Schlemrn c::.lle lacune tlel sistema corneo-sclera.le. L ' A., dopo w1a d ettnglia.ta ed esaurie nte es posizione delle varie particola.ritil. nnatomiche d!'ll'angolo irido-comeale, passa a discutere e ad interprcta.rE' assit·me agli studi di alt,ri ricercatori lo sviluppo embriologico e la costituzione della mc·m· brnna d e l Descemet, clel trabecolato corneo-sclerale e del canale dello ScblE.> nmt. Alla fino s i sente a.utorizzat.o a ri tenet•e: a) che la Deflcemet termina as::-ottiglinn· d osi proJzressiva.mente o " · brcco di flaut.o tra l'E'ndotelio all'interno c l'apie(• del t t·abecola.to corn eo-sclerl\le a.ll'est.erno; b) che tra la. Descemet e gli e lf:'mE> nti clt•l ><Ìst<>ma. corneo-sclora.le, nl"!la parte più alta rli questo. esistono solament-e t·11~ion i di contatto; c) che una ~<ostnnza amorfa scarsamente colorabile può ra.pprcSf•utnrt> utt meno cementante i vari e leme nti fra di loro; (Ì) che non esistono rapporti d..iretti t.ra.ln limita.nte interna r!ella. cornea e lo strato vitreo nelle travate d e l trnIJPcolat.o, il quale potrc bho eS~:Sen.~ prodotto dall 'endotelio che :riveste l 'inte mo di t.rabecola.to comeo-sciE>rale: e) che le fibre c lastiche d<'lle travate del trabecolato avrebbl"ro ori(!ino verRo la fine d e l RPsto mese della vitfl intra.nterina d11.lla diff<>. renziazionP d~~li stE'S1<Ì e lcmf'nti costit.utivi di quest' ultimo e non fZià. da uno sfi· brillamento d e l punti) t.e rminale della DC'~f.lmet; difat.ti le fihre elastichf' circo· lari delle tnwat.e sono FWpa ratP da quest-a da uno st,rato di ::<Ol'ltanzR cementante. mentre 1€1 fibrf' longituclinali pogte all'interno delle tra.\'a.t.f' si continuano si no t~l punto di unione del trabocolnto con il part'n('hima. corneale; f) chEI L'endot-elio dt>llu. parete interna del Cfl.llale di Sch lemm è continuo e separa questo cla~li s pazi pitl int.erni d e l t.rahecolato; '1) ed infine ritiene che il t.rabt>colato corneo-sclerale può e.«st>rc considerato come la part.e più anU•riore rlel tratt.o uveale a. formare colla De~cf'mE>t e l'('ndotl'lio di essA. la parte me~odermica della <10l'tiC'a, e quindi un tutto inscindibile collA. pon:ione meeodermica dell'uvea. M. PA PA(:NO .
Il trattamento chirurgico della miopia elevata. (Bollettino d'Ocu· listica, novembre 1933-XII).
.MoTOLES:E A. -
L'A. espone in una prima parte d ella pubblicazione i vari tentativi di tratta· mento chirurg ico de lla miopia e levata con il metodo dcll'rstt-azione del crigt.sJI· lino; indi riporta a l tri ro('todi, qunli la t~>notomia dei muscoli t>str·inscci, la mio· tomitt intraoculare, la sclc•rt?ctomia, I'ICC. Per la spiegazione della riduzione della miopial'A. cita lr opinioni di altri sulla, pntog1•nc>;:;i dellrt. stes!';a, e specia.lment~ in mpporto allo ctuTatw·o J c l crist.allin<> c nll'alltmga.ment,o d ell'assi' a.ntero -po,;t~> riorc dc• ll 'occhio. PJ'('Sent a delle tabollf' dimostrative di quC'lla chC' può (';;;;('re Il\ diminuzione d e'Ila re h·azione noi miopi coll'.u;port.azione del cri::;tnllino. Alla tìn!" d escrive 32 casi di a.lta rniopia eperaJ,i brilllmtement0 dal prof. Barde lli di Fit'f>nze con il metodo della discissione, srguit.a dopo 4-5 giorni dall'aspimzione delle ma~~e cristaJiinichf' con una. comune siringa. di Pravat.z du 2 cc. L'A. couclurlt>: che non vanno op<>rati gli occhi con miopiu nl disotto rl!' ll~> 16 diottrie; che con In soppressione del cristallino trasparente diminnisce la rf'fr·n· zione elevata eon un aumento notevole dell'acutezzn Yisiva; che ln. rniopia. eiE'\'1111\ co;;i opcmta s i arresta e che gli opera ti conser\·ano dopo molti anni l'acutezzil visi VH I'CCIIpCrata. M. PAPAGNO.
RIVISTA D ELLA ST AMPA MEDICA ITAUANA E STRANIERA
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DERMOSIFJLOCRAFIA
Rllult..ti della. prefillwl individuale ant1venerta MI R. Eserelto e nella R. Marina ltall~na. (Giornale di der matologia e· sifiloJogia:, Fase. III,_
L- ToMXAsJ. -
anno 1933-Xl). ~el raoporto all'Assemblea genera.h~ dell'Unione Interna.zionàle contro il pericolo venereo (Cairo.l3-15 aprile 1933), )q. quale nell928 non aveva· fatto buona 1\Ccoglienza. al metodo di profilassi chimica, definito troppo semplice c materialistico, l'A . espone le statistiche e i risultati d ell'esperienza su lla profiln;:><i individuale ne lla. R . Marina e ne l R . E.';ercito. it~liano, rispettivamen te della durata di 20 e di 10 a.nni. · Preme tte che, mentre tutti conoscono e ci tono i risultati d e lla famosa cabina profilattica istituita in Francia dagli amer icani durante la g•·ande guerra. pochi invece sanno che già precedentem ente, nel 1913, w1a organizzazione s imile era :>tata creata e ftmzionava ne lla R. Marina italiana.. Fa. rilevaTe come tutte le. istru;doni concernenti la profilal:lsi antiwnerf'n, tantQ nella R : .Marina che ne l R . E sercito italiano, sono det.tatc con alto senso morale ed associa.te a.d nn insieme di provvedimenti educativi che e levano il tono delle istruzioni s tesse, senza nuOCE're agl i scopi pratici voluti (conferenze pratiche sui pericoli pr~'SC'nti e fu t uri dellibertinaggio e d elle ma.la.ttic V<'ne rcc; propaganda n mezzo di cartelli, opuscoli e foglietti vola nti; distrazioni sportive, educati n•; camere e posti d i profilassi). . Espone i l metodo di J>rofilassi adottato nella R . Marina: lavaggio esterno con ~oluzi one di sublimato lf2000; iniezioni ne lla fossetta na,.; colare di l, o 2 eme. tli soluzione di protargolo al 2 %, di rf'centc preparazione, da ritenere ncl l'un•t.ra dur o tz·(' minuti; frizioni con pomata d. i .M(• tschnikoff al 30 %; distribuv.ionlò' a i militari che ne fanno richiesta di tubf"tti di pomata da. a tlop<'z·tu(• subito dopo il coito. Fa segui re le re lati ve s tnt.istiche d a lle qu11l i s i rile va c· h e mcvcè t.n.le profil~ssi l'assieme dei contagi venerei, che erano quas i 1'86/1000 nel 1913, è di~ceso a l 23,5Jl000 ne l 1928. Pa rlando d e lla profilassi chimica nell'esercito riferisce che essa è praticata ron la sola poma.ta di Met.schnikoff-Gauducheau (calomelano, t i molo, cianuro H g), p re::;en tata in tubetti ad estremità affilata pet· poter essere inict.tata nella fossPt.tn. nn d<·olnr('. L '.-\.., prospgocnrlo po i ne l ~no rappor to, cita. le stati::;ticlw, dalle quali si I'Ì· lE>va eh~ me rcè la profilassi istituitn. nPI R. Esercito i contagi sono diminuiti in moniera sens ibili', tanto che mentre nd 1921 s i ebbero cir·ca 18.000 contagiati, fra i quali .5000 sifilit ici, nel 1929 se ne t"bbero soltanto 5000, di. c ui 729 sitiiit ici. L ' A., che è sostenitori" della profilassi individuale, ritiem• che la base pJ·inc ipalc di essa è- In pulizia, pm· ~t•nza toglie rf.> alla ,poma.ta n <'ssuna. pa1·t,, di m••rit.o. Egli è partigia no di Wla. applicazione preventi"a, tUtlf. coitum, di una pomata lE'jiI!f'ra di cnlom<"lano al l() % o a nclw di s-emplice vas.e llina borica . F. d e ll'opinione rhe occorrono princ ipa lmente rapicli tà di m ezzi, praticando.il. piq pz·csto poo~ibile pulizia c disinfezione. . . Dati i buoni ris ulta ti ottenuti ne lle Forze ArmatE', ritiene ,opportuno clw q ue sto mezzo di profilassi sia consigliato e facilitato ne lla popolazione civile, ~wnza ·però creare l'illusione che d a solo s ia sufficiente, essendo nçcessa•'io intens ificare princi pa lroPnte ~ a l massimo grati o la profìlas:>i ,ge nernle c sociale. Contro il parere rli coloro i qnnli p!>nsuno che tali pratiche profilattiche possono incoraggiare la ~t!Ovcntù a prù frequenti rappo•·ti sessuali, l' A. ritiene che possnno invece pro,·oc~rnE' il naturRle dii=<gusto, pe.r il fat~o che, ~i chiedend? essi ~m~ disinft;zion~ imme thatà ed Mènra ta, dèvono r•teners1 mfett1 e da.nnos1 è qtw'l.di da e\'ltru•st. Chi scrù;e r·itie1Je opportuno fa.r rilevare che le au.torevoli parole rlel proj. T omma8i, devono oggi, anCQra di più, far m.editare sul proolerna profilattico•.giacchè un nuovo grido d'allarme viene d<d-l'68tero e da varie città nost·re circa ~m notevole aumento di CQtU.agi di 8'i{ilide, che impotlgono di i ntensificare la loUa per evitare di-sastrose W 11.8 eg uenze.
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BI\' ISTA D ,ELL..,\. STAllfPA MEDICA ITALIANA E STRA..'ITEBA.
L'illustte proj. Tomm<Ui consentirà poi di chiarire che la pro{ùaasi chimica fldf>ltata nel R. Esercito è presso a poco analoga a quella adottata nella R. Marina. Di/rtlti, nei loCI.lli di profilassi Mi.<Jtenti in ogni Cl.l8erma, il m.ilita.re, che ho. o.mLf,o rap prn·li seMuaU. dopo avere u1"in.ato, viene sottoposto alle seguenti pratiche profilattiche: lavfl..ggio degli organi genitali con ncqua e 8apone: iniezione nel.Za fostJetta navicolare di 1ma soluzione idroglicerinica di. protargolo ( Yz l etn.c. ), che Bi fa trattenere per d rea. tre minuti; frizione con pomata al cal01nelano. lnoUre ai mi.litari che ne fantw richiesta sono ceduti tubetti di pomata ltfetschnikoff-Gattducheau da adoperare subito 'lnpo il coito. Pet· evitare poi che la soluzione di protargolo venga iniettata in dose abbondante e con forte pressione (dato che tal-e pratica è e-al'..gu.ita dagli infermieri), nelle cam.ere di profilassi anticelti<".a i soliti schizzetti uretrali sono stati sostituiti .d a una speciale IJi ringa, studiat<J, dctUa Direzione generale di tJanità milit.are, (',on la quale è possibi.l.e .solo l'iniezione di circa Yz eme. di tJoluzione di prot<J,rgolo e la presB'i.one è talrnente rirlflfla che il liquido non può essere spinto oltre la fos.~elta navicolare. CARLUCCI.
S. PALAZZI. - A proposito di un caso di eritema pollmorfo di Hebra. (fl Valsa.l va, ottobre 1933 XTI). La pubblicazione di questo caso clinico è giustificata dal particolare interesse che esso presenta, perohè, con una disamina esatta del caso, si possono m ettere in evidenza a.spetti Rintomatologici strani, fenomeni morbosi particolari, che o non sono descritti dai trattati o sono con.'liderati troppo superficialmente. TI caso osservato dall'A. non solo è molto raro a r iscontrarsi nelle cliniche e negli ambulatori dermatologici, ma. è eccezionale n egli ambulatori di odontoiatria e per questo fat.to ne viene riferita l'osserva.zione applmto per illuminare un particolar e capoverso d eUa patologia stoma.tologica., cioè l'eritema polimorfo di H ebra. Si tratta di un uomo di 53 anni. Anamnesi remota: nulla di notevole. Egli da una diecina di giorrù presentava alle regioni dorsali delle mani ed a.vo.mbracoi
notevole prurito: cute n ormale, ma. dopo qualche giorno sulle p redette regioni si notarono elementi vescicolo-bollosi, grandi da una. lenticchia a.d un cece; tale processo si estese piuttosto gra.vement"' alla mucosa. orale e meno grave alle con~ iuntive e si a.g!Punse la febbre (38° 5). E. O. Longilineo con condizioni generali discrete. Esame del cavo orale: in corrispondenza delle labbra si notano localizzazioni e ritemato-fl ictenoidi; labbra arrossate, infiltrate e ricoperte di elementi crostosi ':;iallo-bruni con raga.di secernenti un liqua.me purulent{). Sul palato si osservano chiazze opaline; le gengive sono congeste, edematose "l'CPrnenti pus a livello d el limbo; la lingua è ingrossata e presenta erosioni e nella ia.ccia superiore manifestazioni flittenulari; la. mucosa delle guance appare in disfa· cimento con secrezione pnrulenta.; fort~ fetidità orale. L'infermo ha. noteYole fotofobia, deglut.izione impossibile ed i movi.m.e nti rle11a lingua riescono molto dolorosi e quirldi ancht~ la parola appare inceppata. L'esame della. dermatosi fa rilevare quello che si è detto in principio. Febbre a 37,9"; polso 90; pressione massima 200. L'e..qame dell'urina fa rileYare albumina e qualche cilindro jalino e jalino-granuloso. R . ' Vassermann neaath·a. Per sintetizzare il caso esposto l'A. fa alcune considerazioni per dimostrare come sia raro a. riscontrarsi nella pratica comune la presenza delle manifestazioni orali. che, quasi eccezionali nella forma. consueta. d ell'erit.erna. polimorfo di Hebra., rli!';ori~ntano la. diagnosi e complicano il quadro clinico. In un soggetto a. gentilizio f'd anamnesi n egativi la sint.orna.tologia. osservata poteva far pensare ad un fenomeno tossico medicamentoso ma ciò è da escludersi per l'anamnesi Atessa: si potrebbe pensare anche ad una. dermatite polimorfa di Duhring, ma. il rapido evolversi della forma. e la restitrdio ad inU!Jrum rapida delle pArti colpite, la mancata recidiva, la presenza d ello stato di cenestesi nella r~'t!Ìone, le localizzazioni specifiche, tutto questo port.a. ad eliminare il diagnost;ioo di dPrmntite polirnorfa di Duhring ed a. farci mett.ere diagnosi di erit.ema ooeud&-
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RIVIS'l':A
D~LLA
STAMPA MEDJOA ITALI ANA E 81.'Jt.U."'ERA
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tivo polimorfo. Di questi casi ne SOil'O stati rlescritti pochi ed appullto pt?r que>:to la diagnosi può presentar e qu alche difficoltll. E qui l'A. ' fa una rapida. rtÙlSf'gllB d E'gli ~>rit.emi discutendone la. diftgho:>i, la prognosi e la cur11.. S. VITALE. '
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TERAPIA. Malarioterapla per via endocerebrale. - Nella s<·uuta. d1d I.J- l!i ugn() 193:3 delia Société tk PaJJ10logie Exotiq'U6 furono riferiti da. FE.RDIJ':RE i risultati ddltL umlarioterapi11. per via cerebJ:a.le. Anzichè per via endovenosu o intramuscolar(·, con questo nuovo metodo il sangue malarico è· iniettato, alla dose di 2·5 eme., nella sostrul.U\ bianca dei centri nervosi dopo p erforazion e ùel cranio. L'inj e~ione è assolutamente indolora e non dà. luogo ad accidenti nè· immediati nè lontani . I restùtati sarebbero stati occt•llmJti anche in casi di paralisi prog~·essi va molto ~ravi, che avevano rosistito alla pratica. comune della malariotempia. · L 'iniezione dj ·una. mesco.lan:~:a del sangue ma.larico con una quantità uguaJe di siero antitetanico re nder eblw più efficaoc la cura ed aCCl'WI'crebbe la I{Uarigionc, tantochè in 3-4 settimane la. reazione o.l benzoino colloidale to.r n('rebbc normale o n!:'gath·e diverrebbero. anche le altre reazioni. . - DucosTt poi avrebbe osservaw ch P già dopo 24 on• dulia inoculazionc• intraccrebrale ~i troverebbero nel circolo snnguigno (•mazie pnrassitate. P erò scblwrw l ciclo evolutivo della infezione malarica in scg<1ito ad inoculazione endocrauicw corrisponda pres.;o a poco a qu~Uo ùo~a ini<>zione c lassica, pw:tuttavi~ esisterebbero dt>lle sfwnature che la differenzierebbero. Aù esempiO e magg10r.o la. fn·quenza d e lle forme afebbrili, nonostante elle anche in questi ca~i rq_{l't'discono i ;;pgni clinici della paralisi, è meno marcato il risentimento ò e l ft-gato c d ella m ilza; in tm parola sembrerebbe quasi che in alctmi casi il p:rocc,:so modificntore si ~vol gesse completamente n ei centri nervosi • .. OltJ'('chè que!Jo malarico anche il sangue normale, inoculato per ,·ia cerebra le a paralitici per i quali non era consigliabile la moloriotc.,rapia, avrebbe prodot.to qualchC' benefico effetto . E forse n e ll'azione tPrapcutiiC#I interverrebbl" anche il fattore traumatico di per sè, in quanto mobiliterebbe l'elemento fagocitarìo per eccPllenza dei centri nervosi, cioè la microglia. P er quanto riguarda l'azione concomitante dell'untitos:<iun tetani ca, secondo D ucosTÉ. essa liberf'tcbbe l e cellule nervose della.- tossinn s ifìlitica, es~mdo opinione di eminenti sifilogra.fì che il treponema. non penetri nelle cellule n ervose m n n e sospenda le funzioni per mezzo dei suoi prodott i. E del resto Roux hn da tempo climostratò che l'azione del siero antitetanico si estende pure ad altre tossim~ oltt·e che a quella antitetanica, agendo ad esempio anche sul veleno dei scrp~'nti . D'altro canto l'iniezione E>ndocerebrale di siero non ha mai dato luogo a fenomeni anafilattici anche in individui già sensibiJizzati per precedenti iniezioni. In conclusione la ma.larioterapia p er via. endocerebrale, oltre utilizzare le virtù proprie del parassita malarico, metterebbe in .giuoco anche altri processi forse altrotta.nto efficaci quanto la infezione palustre di per sè.
N. BRtJNI • . R . DEL VBccmo. - Opoterapla antitubercolare e nuovi orizzonti della tomoterapla. (Atti dell'Accademia medico·chirurgica d el Piceno, a.nnò V, 1933 -XI ).
I vari metodi opoterapici finora tentati con maggi.ore o minor forttma contro la tubercolosi, agiscono per via indiretta sul processo morboso, risolvendosi in una più o meno benefica cura sintomatica o sussidiaria., salvo per q nanto riguarda la s plenoterapia, che apparirebbe più diretta o quasi specifica per l'azion e stimoIstrice Sul retìcolo-endotelio ·e per un qwid di n atura orlnonica contenuto negli estratti e nell'organo m toto. · · Mentre la splenotèrapia, d a quando fu preconizzata dal Ba.yle ba a·vuto· una. diffusa letteratura ed esteso im p iego, non risulta. che sia valutata. tl-l giusto· segnò la zomo~rapia:, cosi chiamata dà. H ericourt e Richet n ella prima comunicazione in argomento. fatta. il 26 febbraio 1900 all'Accademia d elle Scienze di Parigi. Il -
Gio-rnale di medicina militare.
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lUVlS'U, DELLA Sl'.UIPA MEDfOA ITALIANA E STRANIERA
Il nomQ de riva. ùnl grdco (~wl-'?'-': succo di M rno) e indica la cur<~. cle lia t.ub orcolosi con carne cruda. L 'A. ricorda le s~gna.lazioni di illustri tisiologi e Spllriinentatori cu·ca gli ef· f atti b.Jne tici u dl pla'!rn;t. muscolare e cioè d ello p9.rti solubili della. ca.rne nell'acqua, che ne sa.rabbsro il principio attivo. Varie sono le induzioni sul meccanis mo di azione. S.:!condo Rich )t si tr~tter·ebbe di un potere specifico a.nti tos.<Jico di fronte alle tossino d el l;ncillo di Koch, secondo ì\h.ra.glia.no la. carne c ruda potrebbe favorire IR. produzioni' d i antitossina.. sMondo altri lé cellul~ diverrebbe ro meno atte a. fi~sare i ve leni tub.>.rcolari, secondo altri ancora, tutto il van taggio si ridurre bbe a.! più alto va.lor·.:~ nu t.r·itizio d ella came cruda in confronto della carne cotta, della qull.le anzi s~r.: bbe stlltA- dimo<~tratt\ l'azione nociva. n e lla. t ubercolos i speriment9.1e ( Rich:3t). Di fronte alle dive rgenze dottrinarie sta il fatto de lla. g rande ril.rità d ella tubercolosi muscolare primitiva. o em~togona, essendo la muscolatura, come dice A'i<>ru!l.nn. "cattivt~. ospite • dei bt,cilli di Koch. Perohè que!'!ti t rionfino della sua. N'>i;;tenz!l. o vi prorlucano lesioni è necessario il concorso di altri fattori patogani (traumi, t richi na. -ecc.). i quali va.lgano a. determinare una m odificazione più o meno profonda de l terreno minacciato. Fra gli altri, in un ca..<>o osservato da Gia.cobbs n ell'o<Jp edale m ilitat·e di Firenze, un trauma T?rodotto da calcio di cavallo precedette un gt•tt,nulom!l tubercolare dei muscoli prccolo obliquo o trasverso, e questo ste!'!so autore t·icorda, a propo'lito d elle varie concaus~. gli esperimenti 0011 i qu9.li 0 ,1.gnatto produc;so loc-\Jizzazioni mu'ICOlari dt>IJa tubercolosi in conigli infett tlti con trichina.. P . Co:;tantini in un r.:~ce nte studio (Bollett. 1st. Sier. Mi l., 1933) nell'esaminare le rngioni d e lla speciale re!'!istenza. de i muscoli, ritiene doversi tenere poco conto dell'azione dell'acido lattico che si produce ne l loro ricambio; avrebbe invec(~ grande importanza l'azione battericida. sul bacillo di Koch, dimostrata in vitro nel te'<'!Uto muscola re da Richet innior, azione che può O!'!Sere neutra lizzata. dalla trichina, come negli esperimenti di Cil.gnetto, per un processo di natura infiammatoriR> (hg.:merativa. Nello steS<~o lavoro sono riferite ricerchi\ condotte per con"liglio di Zironi e dalle quali risulta d imostrato che si può artificialmente diminuire n ':li teHuto TUUiCOIR.rOla n~turR.I e re'li>'~tenza, analoga,mente a quanto a.vvientl p er intercorrenti cause p 1\togene. L ' A. ricorda anche un altro piano d i ricerche ispirate dallo stesso Zironi, come qu:llle de l P ettina ri (Boli. I st. Sier. Mil.. 1929), il qua.lepoteva stabilire. con introdu..,;ione e ndovenO'ill. de i b:~.cilli, una scala. di recettivitè. dei vari organi, no· tando come la. m !I.Ssa muscolare, malgrado la sua grande estensione e la ricchezza, di irrora.zione, non era. m ai sede di processi specifici. Il D essy a sua volta., in un la voro pubblicato sullo stesso B ollattino nel 1930, potè accertare la presenza, negli organi d9gli anim"'.li, di sostanze liti che verso i bacilli tubercolari e trovò che in linea generale si dimo >tra.no più ttttivi gli estratti di cervello. muRcolo, ghiandola linfatica., leucociti e fegato che non altri; anzi a. le uni di questi, come gli estratt i di pol· mone, d i rane e il1$anglle in toto, risultarono p9r lo più sprovvisti di a.ttivitè.litiche. Sulla. scorta di questi reperti e d i altri illustrati nella sua ampia monografia, l'A. non crede sia po~si bile negare una bc~.se sp3rimentale alla. zomotera.pia. e ritiene necessario e<~oogit-a.re un m':ltodo cap!l.ce di llliminare gli inconvenienti finora notati nel trattarneuto con C!l.rne cruda (intollera.nza. o difficile digeribilità per alcuni p:~.zienti, ina.pp 'lotenza. o na.uo;ea), s erba ndone. o rueglio valorizza.ndone le virtù curcltive. Pvtrebbero servire gli estratti muscolari dea.lbuminizzati inietta· bili, come quelli recentemente proposti per la cura di forme morbose da ipertensione arteriosa.. Tutto fa. credere c he in essi siano contenute anche quelle sostanze idrosolubili le cui prop1·ietà furono dimostrate da R ichot e mo!Ziio precisa.t.e dalle esperienze di Dessy. Ad evitare gli effetti ipotensivi degli estratti muscolari potrebbe forse bastare l'aggiunta di note sostanze iper tensive. In quest'ordine di idee l'A. propone un piano di studi per a.ssooiare alla. lisi e xtracellulare operata dal tessuto muscolare l'azione istiocita.ria. della milza.; per l'event uale utilizzazione del tessuto nervoso cerebrale che, come s'è detto. mani· festa. in vitro un 'at tività. Jitica. anche superiore a. quella. del muscolo; per la. scelta della specie animale dll.lla quale convenga. rica.ve.re gli organi tl'a. utilizz:a.rsi; per la migliore via. di sommiinistrszione (endovenosa., ipodermica o' endomuscolare) e p er una. adeguata. posologia. V. D. B.
RlVlSTA DELl. A STAMPA MEDICA ITALIANA E STRANJEBA
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.RosA G., CRpitano medico. - Trattamento chirurgico dell'angina pectorfs. (Noti· ziario di diagnostica e terapia, novembre-dicembre 1933-XII). I numerosi tentativi di terapia chirurgica dell'angina. pectoris, in questo u}. timo .deoen~o, se sono valsi. ad an:icchire ~ .comple~re ~l capi~olo. della chirurgia. del sunpat1co, non hanno r1solto m detìnit1va. la. ddficde ed mtnca.ta. questione della cura dell'angina di pe tto. Quest.a.infermità, che dà un larghissimo contributo alle morti improvvise sopratutto, ad onta degli innumerevoli studi di anatomia e di fisiopatologia della innervazione ca.rdio-aortica, attende ancora. dalla medicina e dalla chirurgia la sua definizione etiopatogenetica e, ciò che importa. di più, le norme concrete ed indiscutibili relative a.l suo trattamento. Ogge tto di discussione in congressi nazionali ed esteri di medicina e di chinrrgia, sulla angina di petto e sulla. .sua cura non è stata. pronunziata l'ultima parola e i metodi di terapia. chirurgica. si succedono numero$i, dimostrando, con il loro numero e con la loro varietà, il loro valore e la. loro efficacia. Ad una rapida. sintesi, .n ei limiti consentiti dalla. importanza dell'argomento, si è accinto l'A., esponendo quanto oggi si è raggiunto nelle conoscenze e tiopatogenetiche dell'angina. di petto e trattando dei metodi chirurgici fino ad oggi impiegati nel trattamento di tale infermità-. Fra i tanti metodi consigliati, svlla. guida. dei risultati ottenuti e riferiti dalle varie statistiche, l'A. conclude che la terapia. chirmgica dell'angina di petto, almeno per ora, non ha raggiunto quel successo che ogni intervento clùrurgico radicale si propone di raggiungere. Perchè possa spera.rsi, in un lontano avvenire nella. soluzione dell'arduo problema, è necessario che sia. chiarita., su salde ed indiscutibili basi la etiopatogenesi dell'angina di petto e che siano da. ulteriori studi di anatomia e di fisiopatologia. ben dimostrate l e vie sensitive ca.rdio-aortiche. Soltanto allora, con indirizzo scientifico più ~·azionale, potranno, e dalla. cura m e<lica. e da quella chirurgica specialmente, ot-tenersi risultati più tangibili e più soddisfacenti nel trattamento dell'angina pectoris. Addivenendo a queste conclusioni, esito di una serena ed obbiet-tiva disamina d ei metodi di terapia chirurgica. dell'angina pectoris, l'A. espone per~nto quanto oggi si conosce sulla patogenesi e sulla. cura clùrurgica di tale malattia, in un periodico destinato ai medici pratici, con intendimento di portare a conoscenza di questi, in un lavoro breve e possibilmente comple to, l'attuale valore del trattamento clùrurgico dell'angina di petto. MANIEBI,
FARMACOLOGIA. I NVERNI C.
- Piante medicinali e loro estratti In terapia. (Un volume di pagine XXVII-416 in-So; Bologna, 1933-XII. Lioinio Cappelli, Edit.; Prezzo L. 30).
Se si considera. l'alta. importanza in ogni tempo goduta dalla fa.rma.cotera.pia a. mezzo delle piapte medicinali, facilmente si giustifica. il risveglio attuale in questo fruttuoso campo di studi. L'interesse è tanto più manifesto in quanto, con la produzione a getto continuo eli rimedi sintetici (anestetici , ipnotici, chemioterapici, ecc.) - che dalla seconda. metà del secolo scorso invadono il mercato sanitario - se si è dimostrattl. la possibilità, per la. progredita industria e la perfetta tecnica chirnico-fanna.ceutica., di giungere alla fabbricazione artificiale <;li composti simili a quelli naturali, tuttavia nella più gran parte dei casi essi non risultano dotati della identica. precisa. attività. Il rimedio di natura. vegetale, spontaneamente prodotto da un organismo vivente, a differenza di quello analogo ottenuto per via di sintesi, è un complesso eli sostanze varie, oltre i principi attivi propriamente detti, di alto vàlore assimilativo dovu.t o sicuramente alla. presenza di elementi secondari (fermenti, enzimi, cataHzza.tori) che ne agevolano l'azione. In mol ti casi, infatti, la farmacologia. ba dimostrato, non solo questa. diversità. di azione esistente fra il prodotto sintetico e quello naturale, ma anche quella. che si rileva. fra il principio attivo allo stato di purezza chimica. e il corrispondente complesso farmacologico, quale si ricava dalla. droga vegetale. 7 -
Gfon~<Jie
eU medicina mflitan.
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RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA ITALl A-"'A E STRANIERA
Ora il dott. Inverni, perseguendo da. lunghi anni gli studi su questo argomento, si è fatto paladino d e lla nobile campagna. tendente a. riportare la medicina a.ll'utiliz· za.zione d e i prodotti naturoJi di origine vegetale, ottenuti coi progrediti e razionali siRtemi d e lla. tecnica moderna, esponendone i risultati - in via teorica. e pra· tica. - nel manuale di cui ci occupiamo. L'A., che gestisce da. oltre un decennio un proprio avviato Stabilimento farmaceutico dedicato alla lavorazione esclusiva d e lle sostanze e.~trattive d e lle piante medicinali (particolarmente «est ratti fluidi •), possiede un'assoluta padronanza. della materia, siQ. per la specifica. competenza tecnica. succitata e sia per quella scientifica, derivante dagli sn1di che ha sempre seguito su tale soggetto e che periodicamente volgarizza ne lla sua s peciale pubblicazione bimestrale dal titolo • Estratti fluidi titolati ». Il s uo volume, che ha. viRt.o ora. la. luce - oltre a tutto in edizione nitida ed elegante - è compilato con somma. chiarezza. e precisione, come si addice a un lavoro fatto con m etodo e dopo accurata revisione di quello precedente " Gli est.ratti fluidi ne lla terapia. coi vegetali • - che ha già avuto tre precedenti edizioni, con la. tiratura totale di circa. 30 mila esemplari. Quello attuale può dunque g iustamente considerA.rsi A.ggioma.to e, sopratutto, ampliato e arricchito. Esso si compone di una. I?rima. parte, l'introduzione, nella quale sono trattati, in ~enere, gli estratti delle pmnte medicinali di cui si dànno i cenni storici, i m e· todi di preparazione, le proprietà generali. L'A., passando altresì in rassegna i dh-ersi procedimenti estrattivi, espòne considerazioni di raffronto sui vari tipi di e.« tratti, sulla stabilità. di essi. sulla loro composizione e possibilità di perfetta con· sMvazione, trovando evid enti ragioni per concedere la. preferenza, in via normale, a lla forma galenica. d egli estratti fluid-i, o liquidi, senza disconoscere i pregi che, in mo lti casi, offrono gli e<~tratti secchi. Segue il testo d ell'opera, in cui vengono esaminate circa 250 piante medicinali, per quanto in forma sin tetica., pur tuttavia. con rigoroso indirizzo scientifico; otto tavole fuori testo illustrano 93 droghe fra le pitl notevoli. Di ogni piant-a. è indicata la famiglia a cui appartiene, la. parte medicamentosa che si impiega, le località dove cresce o alligna, la. composizione chimica., le proprietà, l'azione far· mfi.Cologica.. (la tossicologia, gli antidoti e i composti sinergici, quando occorre). Sono altresì d escritte le varie preparazioni a cui le anzidette droghe vegetali s i prestano, con re lativa posologia e speciale rigua.rdo a quelle inserite neiia Fanna· copea ufficiale del Regno, mentre sono fatti oggetto di cenni particolari gli estratti fluidi di propria preparazione. Un ricchissimo ricett.ario completa ogni capirolo c co~titui.;ce un prezioso aiuto per il medico pratico. Vi è da ultimo una tet·za parte nella quale, in forma succinta. sono espo.«ti i concet.ti e usi omeopatici di alcune delle piante medicinali trattate nel volume e, infine. un indice terapeutico per malattie e sintomi. Il dott . Inverni - che si è sempre dimostrato un vero apostolo della produ· .zione nazionale chimico-farmaceutica. - ha. il grande merito di avere scritto un libro con modernità di vedute, lodevole semplicità e rigore di esattezza., sulla uti· lizzazione d e lle piante medicinali e sul valore d egli estratti di esse in terapia: libro che, per il vantaggio pratico che presenta, avrà certo una larga diffusione f' troverà il meritato favorevole accoglimento nella claB.'i!e sanitaria. L ' A. - animato altresì dall'interesse per la realizzazione d e l ben;e economico del Paese - col propugna.re il .ritorno alle gloriose t.radizioni italiane d e lla. farmaco· logia galenica, mira appunto ad agevolare lo Rfruttamento di tma vistosa. e na.tu, ri\le nostra risorsa. rendendosi cosi interpetre - in questo ca.mpo - di quanto forma oggetto ('d è disciplina costant.e delle direttive, in genere, del Governo nazionale .
A. PAONIELLO.
COIFEREIZE E DIIOSTRlliOII CLINICHE NEGLI OSPEDALI IILITIRI ELENCO E SOMMARI DEGLI ARGOMENTI TRATTATI (Dal proemi verbali Ptl'l'enutl alla 'Direzione cenerate di Saniti militare ntl gennaio 1984-XII)
Maggiore medico GIUSEPPE P ALUMBO: Le varie lurbe del metabolUnlw, in particolare minerale, nelle luioni delle parattiroidi.
A.NoOYA. -
L'O. io quadro sintetico illustra le varie sindromi metaboliche e, riportandosi alle lc~ioni delle paratiroidi, dimostra che se profonda è la turba del metabolismo dE'gli albuminoidi, meno accentuata. è quella degli idrati di carbonio, graNe e Con<e predominante è quellu. del ricambio minerale. Sviluppa il quadro hioohimico e clini~o d ell'ipo- ed ipcrparatidoismo nelle varie affezioni, Rpecie dello scheletro, cu.i dà.nno luogo. Jl tenente colonnello m edico prof. DANTE CASELLA prende la parola. Ricorda i dl\ti anatomici .e topografici d e lle paratiroidi, i vari interventi chirurgici, soffermandosi irl particolare sulla paras trumectomia e pa.ratiroidect.omia; gli a ltri sono intervt>nuti o non giustificati o d i necf'ssità. Maggiore medico 0B.ESTE GIA.LL0111BARDO: L'oftalmia 8imp<Uica con speciale riguRrdo alJa patogenesi.
BoLOONA. -
All'ioi:l;io d e1Ja. seduta, il t enente colonnello medico PAor.o Mom:S1.'INI, diretto re deU'ospedale, con hrevi e commosse parole commt•mora. il primo capitano medico Labruna Fra.ncesco, spent<lsi dopo bre,·e ma.latt.ia il 10 gennaio u .s. Ha quindi la parola l'O. il qnale prf'ndcndo lo spunto da un caso clinico di iridooiclite di natura dubbia. in sogget.to affetto da esiti d i irido-ciclite neU'altro occhio, tratta dell'oftalmia simpatica., intrattenendosi specialmente sull'etiopa· togenesi. Parla della. pro~osi a proposito di un caso di esiti di ferita. penetrante della sclera. con ritenzione di piccolo corpo estraneo senza manifestazioni fiogist.icbe in atto, con vi8u8 quasi normale ed infine tratta della cura chintrgica. demolitiva dell'occhio simpatizzante, chE~ Rostiene debba e8S(\re precoce, anche nei casi dubbi, quando detto occhio ò già cieco. BRESciA. -
Primo capitano medico PASQUALE BucCJ: La tra8ju8ùme di 80111Jt"'
nelle anemie secQI'Idarie paf'atiiJ'itarie.
L 'O., prendendo occasione di due casi di anemia secondaria. ad anchilosto. miasi ed a malaria., presontatisi. di recente n ell'ospedale, nei quali fu praticato a. varie riprese la tra.'<fusione di sangue, ricorda le priocipaJi indicazioni della. trasfusione nelle malattie chirurgiche e mediche. S'intrattiene sugli incidenti che possono verificarsi durante una. trasfusione e su.i mezzi por evitarli, affermando che la trasfusione di sangue, pur essendo attualmente di una tecnica. semplice, forse troppo semplice, rimane tuttavia un intervento delicato e richiede sempre uno studio minuzioso ed una certa espe· rienza. Nei due casi riferiti lo sta.t.o generalo dei pazienti era talmente grave da far prevedere imminente l'esito le tale e dft controindicare qualsiMi a.ltro tent.ativo di cure. Le trasfusioni di sangue rwetute a piccole dosi (3()()...4()() c.c.) permisero di migliorare lo stato generale a.l punto di permettere una cura ra.:~:ionale erl energica contro gli agenti patogeni, portando a. rapida guarigione i pazienti, che sono veramente da annoverarsi fra i ricuperi m ercè l'aiuto della. trasfuzione di sangue.
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CO~FERE~ZE
E DIMOSTRAZIONI Ot.INICHE ECC.
Sottotenent.e medico SALVATORE nr B ELLA: L'akoolizzazione dei nerlti interCOBtali neUa cura chirurgica della t ubercolosi polmonare. Te nente colonne llo me dico F.RANCESCO s~cCHI: S tudio sull'et.'Olmione ~ico8tft80TÙlle d ell'uomo. L'O. premesso che non è po~<:~ibile scindere in alcun ptmto la materia dallo s pirito e che tali fe nome ni sono tra loro cost.ant.:lmente paralle li, afferma, senza preconcett.i di scuole fil osofiche meta fisiche n è t rascendentali, che l'attività psichica appare legata al funzi oname nto d e l sistema nervoso, il cui sviluppo filogenetico dimoiltre. come alla. progressiva e voluzione morfologica di esso corrisponde une. m aggiore sempre più perfetta organizzazione f unzionale per cui è possibile elevarsi dalle man ifestazioni più basse d elle. vi ta alla più alta attività vitale alla quale è legnta la coscienza. . L'Q. dopo Lwere a.pprofoqdito la genesi del fe nomeno senso-p$icomotore scompone ndolo e analizzandolo nelle sue fas i più eJomen tari, dimost.re. come lo sviluppo psico-senM riale d ell'uomo va evoh-e ndo attraverso un lungo periodo di indistinzione in cui per il mancato sviluppo d e lle vie di associazione, gl i stimoli d ell'ambiente esterno non possono essere fissati sotto forma di immagini mn(•rnoniche sensoriali e quindi ne l neonato manca la. base d ella memoria e della d istinzione. · In questa fa..<~e d e lla evoluzione le differenze tra gli elementi psicologici sono poco sensibili e il pas.~aggio istantaneo dall'ecc itamento a l movimen to è tipico di questo primo stadio, perc hè nel neonA.to gli stimoli mettono in azione solo i centri nervosi infe riori da cui risultano gli atti refles.c;i sufficienti per le esige nze d e lla vit:a organica e di relazione. Solo in una fa'le ulteriore ne llo sviluppo psico-sensori a le si forma un inte-rvallo durante il fJu a le possono rnanifest.a t-si differenze e contrasti. La formazione di q u<:>sto int ervallo caratterizza l'inizio di una a ttività psichioa cosciente; mentre la Coilcie nza òell'Io si svilu ppa pel cont.inuo ripetersi d elle 'e laborazioni intracorticali di t utte le impressioni sensoria li, visP-erali, tattili, muscola r i e col ri cordarle onde pote re distinguere la propria personalità dag li og·ge tti dell'ambientee distinguere e identificare l'Io attuale in rapporto all'Io d e l pa'!sato. Conclude coll'affermare che tra l'atto riflesso più element-are e il processo psicbico vi è indubbiamente una conne;;sione ra.p prAAentando, quello il primo a.ncllo, e quef<to l'ulti mo più t' levato clelia ca.t"Jna formata dalla serie delle att i"l.·it-à biologiche d e l sistema non ·oso. -
Primo ca pitano mèdico PA.,QU.-\LE M usTo : Patogene8i e r.t'm delle lussazioni acromion-clavicolari.
CASERTA. -
L'O. prèsenta ed illustra un caso di lussazione Roprar.romiale d ella. olav:icola, variE>tà. sopraq pinosa , operato con perfetto t•isultato fwlzionale E'd estetico. E samina quindi ùallato c lini<'o ed anntomo-patologico la patologia, le. sintomatologie. e la oma d elle lussazioni d e ll'ef;tremitil. esterna d ella cl~tvioola, me ttendo in rilievo e discutendo i vari metodi operatori, fini pii1 ant.iehi ai più moderni. Conclude c he In cura cle lia lu;;saz ione completa. acromion·clavicolare non può essere che chirurgica, e;;;oendo completamentE> insufficiente la immobilizzazione prolungata, comunque fatta: e che fra tutt.i i met.odi chirurgici proposti sono da ·p~ferirsi: la sutura dirP.t.ta, la sindm~mopessia, la ligamentopl.11$ica. Fm~trzE .
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.Maggio re m edico GIOACCHINO B.-\TTAGUA: Reattività biologica della
cule. L 'O. affermato che la cute è l'organo cii mediazione tra tutti gli apparecchi ·e l'ambiente esterno. strett.amente legato a l movimento funzionale degli orga.ni interni e sotto l'influenzA d egli stimoli del mondo est-erno, svolge il concetto che la pelle , oltre a presierlere a funzioni sensorie, t e rmoreJZolatrici e respiratorie,
CONFERENZE E D IMOSTRAZIONI CLINICHE ECO,
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assolve non meno importanti e delicat-e funzioni di difesa dell'organismo, oppo: nendo contro gli stimoli esterni ed interni una. serie di fenomeni reattivi biologici d'ordine generale. F..sposte le esperienze raccolte intorno alla reattività. della cute ai ra.g~i actinici, agli stimoli terndci, chimici per le prove fa=co-dina.miche, agli ~Stimoli ba.cterici, parla. delle va.ccino.zion.i e de lla. cutireazione, specie di quella tubercolare. Più complesse dimostra le reazioni di diiosa. della cute agli stimoli interni, legate come sono a processi biochimici che si svolgono ne lla. impalcatura dennoepidermica.. Accenna. alla m e lanina ed ai suoi rapporti con l'a.drenalino. nel morbo di Addison, giustifica. il concetto che la melanina. sia da considt'll·a.rsi prodotto cle lia secrezione interna della pelle e mette in evidenza la funzione prntcttiva de lia. mola.nina in alcune esperienze fatte . Discute la eziopatogenesi delle dermatosi e ricorda la teoria nervosa e quella diatesica che nel passato dominavano la dermatologia, mentre attualmente molta luce hanno portato gli studi di endocrino logia e la. teoria d ella sensibilizzazione cutanea. Si diffonde sui rapporti intimi C!Sistenti tra il Rist-ema endocrino ed il gran simpatico t'l la pelle, sia fisioloJ,!'ici che patologici: parla d elle diverse forme dell'anafilassi, da quella idiosincrasica a. quelJa fotodimrmica, e richiama l'att~nzione sul fattore terreno o predisposizione morbosa per spiegare fenomeni cutanei. Mette in e videnza alcune co.ntatazioni cliniche, alternanze cioè di dermatosi con manifestazioni morbose legate all'artritismo ed a l nouroartritismo e considera molt,e dermatosi come espressione di tma eOUJ"t\zione organica che rientra nella grande funzione di diiesa. dell'organismo affidata alla cute. Conclude svolgendo il concetto chP. bisogna evitare di dare una significa.zione ~reoerale ed tmiforme a i processi cutanei, dista.c<'-andoli da tutto il movimento funzionale degli organi interni; che con le moderne vedute sui rappor t i intimi tra cute ed organi interni e con la. val utazione più precisa. rie lla complessa struttura anat.vm.ica della pelle e delle reazioni di es<ia di caratt-ere biologico, molta luce deve attendersi dalla chimica. biologica a lla quale è affidato il compito di controllare le deduzivni de lla clinica e precisare l'attività delJa pelle, come funzione secretrice est-erna. ed interna.
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Illustrazione di un C<UJO clinico di Bottone d'Oriente.
L'O. presenta poi un caso di Bottone rl'Ot·iente in un soldato d eli'880 fant eria, nato e vissuto in Sicilia (Collesano, Palenno). La lesione risale a 1.0 mesi or sono, ed il militare, proveniente dalla Sicilja. è statu arruolato il l o marzo 1933. Il caso è il primo osservato in Toscana e nella Clinica Dermosifilopatica di Firenze, ove il militare fu inviato per la conferma della. diagnosi. La lesione, unica, è localizzata ne lla regione zigomat.ica. sinistra. L'O. descritta la lesione nodulo-ulcerosa, s'inoltra nella discussione della. • diagnosi differen7.iale con altre forrna.zioni nodulo-ulcerose date dalla sifilide (preci><amente con il sifiloma. iniziale, con il sifiloma recidivo e oon le maniiest.azioni <'utanee luetiche nodular:i ), dal lupus e dali 'epitelioma. Afferma che l'esame clinico è stato confermato dall'inda-gine di laboratorio di cw illustra. i mezzi di colorazione usati per la ricerca della leishmania al microscopio. Ricordi\ le var:ie forme cliniche della leishm.a.nia, dalla viscerale (splenome galia degli adulti e dei fanciulli - leishma.nia 'i nfantum), o. quella d elle mucose (lei.shma.nia dell'America del Sud), a quella cutanea mediterranea, rilevando l'osservazione fatta da parecchi autori s uila. tendenza della leishmania a localizzazioni diverse visceFali e cutanee, dalle regioni tropicali a noi, pa,ragona.bili a. que lle d e l treponema pallido. Indica la terapia generale a base di antimonio e di arsenohenzoli, e locale con acido fenico e termocoagula.zione, e, data la fonni\ clinica solitaria presentata dal paziente, in[onna che il militare sa.rl\ sottoposto alla sola. cura locale di applicazione di radhun.
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CONFERENZE E DlllOSTRAZIONI CLINIOHE ECC.
MILANo. Tenente colonnello medico prof. PIETRO O..us:ORIANO: Flemmone li-!}neo di Redu8. L'O. illustra il caso clinico di un flemmone ligneo occupante la fossa. iliaca sinistra., le regioni costo-iliaca e renale d~llo stesso lato con edema dell'arto inferiore sinist.ro da. compressione sulla vena iliaca. La diagnosi venne confenna.ta. da.ll'e.<>ame istologico su frammento prelevato alla. biopsia e dalla emocultura che è risultata positiva per lo streptococco piogene (tipo Rosembak). Afferma che n el caso osservato è rinscita infrut.tuosa. l'azione dell'autovaccino mentre ho. influito ftworevolmente l'applicazione di raggi ultravioletti. Decorso lentissimo (no,·e m esi circa di degenza ospedaliera). Guarigione completa per riassorbiment.o Renza fusione pnrulE>nta. Tratta diffusamente del flemmone !igneo in altre sedi; ne descrive la sintoma.tologia, il decorso ll.'lnt.o ed ins idioso e l'esito; accenna. alle diagnosi differenziali con il cancro a corazza, con l'actinomicosi, con le adeniti e periadeniti croniche specifiche, c:>l sarcoma.
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De(orma.zione di Madelung (mano valga-radio i11curvato).
L'O. presenta un soldato ricoverato in ospedale con la diagnosi clinica di frattura di Oolles sinistra e dimostra che il tr11.uma alla mano sinist.ra in seguito a ca.dnts. fu soltanto il rivelatore della deformazione $Uddetta.. Illustra i sintomi del prvcesso morboso (subl.ussazione del capitello cubitale, incurvamento dell'est.remo inferiore del radio, spost.amento palmare della mano, mano va.lgn), n e ril1~va la freqnenzl\ specialmente nelle donne, }(' difficoltà. della diagnosi e 1n necessità dell'indagine ra.diologica. Accenna alia patogenesi ed alla cura. PADOVA. - Maggiore medico ALFREDO MANFREDI: Present.azione e illustrazione di un caso clinico di empiem.a tubercolare. Disc.u.~ione sulla e>tiopatogenesi e terapia. Descrizione d ell'apparecchio Morelli per il lavaggio dolla pleura e sua tec n ica. - Primo capitano medico GIACOMO MAZZENOA: Eserci.[.azùmi dd. anali8i cliniche. -
Maggiore medico VINCll:NZO MoNTELEONE: Esenitationi di semeiotica d t>gli organi endo-addominali.
-Tenente colonnello medico ANToNIO RoMBOLÀ: Sinusite masceUare. - Un caso di rinit.e cronica iperllro(wa e conseguente stenosi. ConsidP.razioni medico- legali. -
Tenente colmmello medico GroSl':PPE SINGLITICO: Congela.zione di 2o grado ad ambedue i piedi. Un caso di linfo-granulomatosi inguinale sinistra.
PALERMO. - Sottotenente med ico PIER Lumr REMAOGI: P1·esentazione di un caso di probabile lei~Jhm.aniosi interna.
TRIESTE. - Primo ca.pit.ano medico F!tANéESCò STAGNI'l'l'l: Presentaz·ione clinic-a di un caso di morbo di Roger. Dopo una. rapida tra.ttazioue dell'embriologia del cuore e d ei vizi cardiaci congeuit.i, l' O. presenta un ammalato noi quale si rileva la seguente sintoma.tologia: labbro le porino laterale sinistro; non ciano><i ne dita a bacchetta di tambm·o; lieve sporgenza della. regione precordiale, ictus situato a.l 5° spazio intercostale sinistro sulla emiclavenre, non sollevante, fre mito sistolico al 2o e 3o spazio inter-
CONJ'ERENZE E DIMOSTRAZIONI OLINlCKE ECO.
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costale sinistro, aumento sull'aia cardiaca verso destra e verso s tmstra; soffio olo;istolico, rude, che ha il mass imo d.:intensità al 30 spazio int-ercostalo sinistro in vicinanza d ello sterno, che .aumenta da sinistra a destra, che copre il 1° tono sni focolai dell'aorta e de lle tricuspide, si pe rcepisce su t.utto l'emitorace anteriore destro e su parte de ll'emitorace anteriore sinistro, si trasmette lie vem "nte ai gros.<Ji vasi de l collo, non si ascolta al dorso oè all'asct'lla sinistra. Radiologicamente si rileva: modico aumento di volume d el cuore di dP.stra e di sinistrA; arco medio sinistro non prominente, grossi vasi normali. L'elett.ro-cardiogramma è normale. Il paziente ha una perfetta tolleranza della cardiopatia, ed w1a elevata capacità lavorativa. L'O. fa la diagnosi di.fferenzì.ale coi vizi valvolari e difetti cardiaci e ~>oprat· tutto colla st~enosi aortica, colla quale potrebhe essere confuso. Conclude trattarsi di wl tipico caso di morbo di Roget· puro.
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Capitano medico NICOLÒ Cowr.11u.: Un caso di ferita. del bulbo oculare in corrispondenza del limbus. Meccanismo di azione e cnra.
lJDINE. -
- Primo capitano medico FllANCEaCO MAssiMO: Un caso di ulcera iuxl4 pilorica. Sintomatologia clinica. Diagnosi differenziale, interpretazione rad iologicn. Intervento operativo. -
Mag~ore medico PASQUALINO
SANToLx: Un caso di ana(ùa8si da siero anfi · tel4nico con grave sintomatolo.~ia a carico del sistema nervoso centrale.
Esito in guarigione. - · Un caso di grave glomerulonejrite. Prove funzionali e permea.bilità renale. F unzionamento dei vari apparecchi usati per la valutazione d ella pressione arterios.t. Diagnosi d ifferenziale fra nefrite e nefrosi. Maggiore medico F ILIPPO GRIFI: reliquati di pregresBe /.e.sioni.
VEltONA.
Lesioni waurnatidte recenti su
Si presentano cinque casi illustrandone le particolarità c liniche, e prospettando di ogni caso le caratterist-iche pa.togenetiche e le considerazioni e valut.a.zioni m ed ico-legn.H.
NOTIZIE Il nuovo Sanatorio militare di Anzio. Il 27 gennaio con solenne austera cerimonia sono stati inaugurati il nuovo padiglione per tubercolosi chirurgica ed altre opere per la sistemazione dei servizi e l 'arricchimento degli impian ti del Sanatorio militare di Anzio . Sono intervenute le LL. .EE. il generale Baistrocchi, Sottosegretario di Stato per la guerra, il generale Bonzani, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il generale Giuliano, Ispettore dell'Arma del Genio, il direttore generale della Sanità militare, tenente generale medico Franchi, i tenenti generali medici della Valle e Riva, il tenente generale medico Falso, direttore della Sanità militare marittima., il prof. Ilvento, vice direttore della Sanità pubblica, i senatori proff. Maragliano e Sanarelli, l'on. prof. E. Morelli, Segretario nazionale del Sin.dacato fascista dei medici, altre autorità civili, milita,ri e politiche, larghe ra.ppresenta.nze del Genio, del Corpo sanitario militare e di tutte le Forze .Armate, i proff. Alessandri e Busi, illustri tisiologi convenuti anche di lontano, numerose signore. S . E. il generale Ba.istrocchi, dopo essersi intrattenuto presso gruppi di d egenti che soleggiavano dinanzi al nuovo padiglione, ha sostato sulla. scalea esterna d'ingresso. Per primo ba parlato il tenente generale medico Franchi, il quale ha tratteggiato la storia e le benemerenze dell'istituto ed infine ha pregato S. E. di voler p~rgere di sua mano al direttore, primo capitano medico prof. Bocchetti, una medaglia d 'oro commemorativa, o.ffertagli dalla Sanità militare in ricordo dell' operoso entusiasmo e della. perseverante dedizione con cui egli ha tenuto con tanto onore, per 15 anni, il suo posto, portando il Sanatorio allivello dei più progrediti stabilimenti del gen ere, con geniali iniziative dirette ad ottenere il massimo rendimento d ai pri vilcgi naturali del lttogo, dalla sapienza e dalla amorevolezza delle cure, con ammiratissimo senso d'arte e d'umanità e con perfetto tecnieisroo. Il primo capitano Bocchetti a sua volta ha illustrato con fervide parole le vicende for tunose del Sanatorio, i risultati conseguiti per la sua continua ascesa, i successi brillanti, riassunti in cifre estremamente confortevoli: 9103 gua,riti e 1324 migliora.ti su 10.973 ricoverati. Infine S. E. il Sottosegretario, prima di ta.gliare il simbolico cordone, teso alla porta d 'ingresso, ha celebrata con un breve discorso tutta l 'alta significazione della cerimonia. Nella stessa occasione è stata scoperta la lapide commemorativa che qui riproduciamo, nella quale è ricordato il merito universalmente riconosciuto alla Sanità militare di essere stata la prima a condurre con rigoroso organico programma la grande crociata contro la tubercolosi, poi vittoriosamente riassunta dal Regime con metodi per i quali era esempio ed esperimento la vasta organizzazione antitubercolare militare del tempo di guerra, di cui unico stabilimento superstite e simbolo mirabile rimane il Sanatorio di Anzio.
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La lapide è murata alla base di un'a\ta e svelta torre che . porta il serbatoio dell'aoqua1 di una ca.paoità calcolata a 400 litri al giorno per infermo. Fra le altre nuove opere più notevoli sono lo stabilimento centrale dei bagni, la stazione centrale di lavanderia e disinfezione, il depuratore biologico delle acque di rifiuto, la palazzina per gli alloggi e per il circolo degli ufficiali addetti al Sanatorio, la fabbrica di ceramiche. Quest'ultima, in una civettuola casetta rustica inserita fra i pini, insieme con una stazione avicola modello, corrisponde tipicamente agli scopi di rieducazione
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\ 11TORIO ElvlANVELE m BENITO HVS.SOLINI DVCE D' ITALIA CCCI IV NO\ CNBRE OEl.t: AN l'IO Xli I.•F SI CONSACRA Al. SIIO AVVEI'/IRE
• IL ì\VOVO SANATORIO MILITARE: DI :\!'\ZIO DOVI: LA SAl'/n·A MIUTAKJ,; f"\ P.IOl-:IERA CONTRO !.: INSIDIOSO NEMICO E 111 ACCe5 E CERTEZZE N VOVI; DI VI T.\ A MILLE E MILLE GIOVI NEZZE :-1 El. GR A N CH!.LO t> l IlOM A
L& fOP.,TVr;fi Pt:U.A I'JOSTRA OlVP.'it\ RAZ'l.A IN,..tl"\n•rA
lavorà.tiva e a tutto il generoso armonico indirizzo dat-o al sistema sanatoriale, che riconquista i corpi e le anime aJle gioie della vita e della operosità
feconda., meroo una trama di ordinamenti destinati a sollevare i ricoverati dall'incubo del male, a far rifiorire, con la fiducia nella guarigione, le energie .fisiche e spirituali da protendere all'agognato ricupero individuale e sociale di tanti giovani chC' prima, ool tristissimo ritorno alle proprie case, erano lasciati a languire disperatamente e a diffondere il contagio. Il nuovo padiglione chirurgico è stato disegnato da un architetto insigne, Florestano Di Fausto, che ha saputo far convergere, con le esigenze della più moderna edilizia sanitaria specializzata, una eleganza di stile e una sobrietà di linee in un originale monumento d'arte, che nettamente si dista.coa daJle scialbe e piatte ordinarie costruzioni nosocomiali. Perfettamente razionale la distribuzione degli ambienti luminosi, delle gallerie: delle terrazze, delle ampie verande, illuminate dall'alto e protette da. serrande tipo Morelli.
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La. grande mole, a due piani, capaee di accogliere 160 malati, sorge ·t raverso un magnifico viale con a tergo la pineta e la fronte sul mare, per una lunghezza di 180 metri. Le camere. sono a 4 letti cia~cuna, oon parete anteriore a vetrata scorrevole sulla veranda annessa. I solai delle verande sono in vetro-cemento perchè non sia tolta la luce alle camere sottostanti. Il reparto operatorio, la sala di medicazione, di terapia fisica, di diagnostica, di laringologia., di odontoiatria, di radiologia, la sala settica, i laboratori, gli uffici sono stati studiati e reaHzzati con insuperabile perfezione. Cosi sono perfettissime le suppellettili tecniche e confortevoli i servizi igienici: vasche da bagno, lavapiedi, vuotavasi, aspirapolvere, lucidatrici,
lL l't:."OYO I'ADJOLJO:-IE PER TUBERCOLOSI CRI.ROROIOA ,
ecc. Il riscaldamento è a piastre radianti; acqua fredda e calda. ovunquP ò poi ascensori, montacarichi, bocche da lupo, tra.mogge, insomma tutta una organizzazione che porta al più proprio e preciso soddisfaci.mento d 'ogni bisogno ospitaliero. Come nel fabbricato, anche negli interni ed in ogni particolare si è avuto cura di evitare lo squallore degli ospedali e la monot<Onia delle ca"8erme. Non le solite pareti e letti bianchi~ ma colori intonati all'ambientE'; impianti ra.diofonici con cuffie singole, una bella S!l>la di soggiorno con pitt.ure del Roveroni; così che si continua e non si offende, nella chiusa dimora, la divina poesia del cielo, del ma,re, della pineta, dei verdi prati, delle fiorite aiuole, degli 2tupendi viali , delle qnat.tordici fontane, che fanno, di questo nostro incantevole ospedale-giArdino, uno dei migliori elementi doll'organizzaziont> antitubercolare italian!l.
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In alto, in mezzo alla fronte dell'edificio, campeggiano in solenni caratteri di 'bronzo le parole che disse il Duce visitando per la prima volta il Sanatorio nel1925: L 'esercito è sempre in funzione di popolo, il popolo ~ sernpre in funzi<Yne di esercito; nell'atrio spazioso è ugualmente eternata la frase ch'Egli pronunciò, nello stesso luogo, l'anno successivo: E' quest{l. un'opera che gli uomini debbono aiu~re e Dio benedire. Ecco i supremi titoli di nobiltà, dei quali è fiero il nostro Sanatorio, che se ne sente rimeritato nelle opere ed esaltato nel fermo proposito di tenersene degno. Le pareti dell'ampia scala sono decorate da altri brani di discorsi e di scritti del Duce, riprodotti su lastre di ceramica. Gl'infermi potranno così ispirarsi ai nuovi evangeli della. Patria. e l'istituto potrà trarne guida ed auspicio nella sua missione risana.trice ed educativa. Dob biamo considerare con orgoglio questo successo novissimo della Sanità militare, che ancora s'è vista so:rretta nella sua diuturna aspra fatica da. consensi autorevoli e unanimi delle superiori gerarclùe e del mondo scientifico. Al merito preminente dell'illustre direttore, la cui personalità ha tanto spiccato rilievo, va congiunto quello dei suoi fedeli solerti collaboratori ohe hanno segulto il suo trascinante esempio nel prodigal:si con inesausta lena. ed infinito amore per portare lo stabilimento alla grande estimazione che l 'onora, per mantenerlo all'altezza delle tradizioni che ne hanno fatto un riputato centro di studio. E qui è bene ricordare che proprio nel Sanatorio di Anzio fu tenuto il primo corso di tisiologia da docenti militari e da insignì maestri uni.-ersitari, dando modo al Bocchetti, che aveva. efficacemente partecipato all'insegnamento, di riunire le lezioni in una opera pregevolissima che è fra i più bei libri sulla tubercolosi. N ello stesso istituto si svolsero tirocini di applicazione per medici condotti e colà andarono ad addestrarsi nostri ufficiali che poi ottennero, oon pieni voti, titoli ufficiali di riconoscimento e ora dimostrano nei nostri repa.rti specializzati la loro efficacissima preparazione. La storia e le funzioni del Sanatorio bene meritavano la vigile cura con cui la Direzione generale di sanità., specialmente per parte dei generali Riva e Franchi, ha promosso ed assecondato il suo continuo incremento e alle stesse finalità ideali s'è ispirata l'opera della Direzione generale del Genio militare, che ha superbamente realizzate le nuove opere con l'illuminata guida del chiarissimo generale Dall'Ora, egregiamente coadiuvato dal tenente colonnello Granata e dal capitano ingegnere Colimo dio. In ricordo della fausta giornata ci rimangono due pregevoli produzioni d 'arte. La prima è una magnifica elegantissima monografia, riccamente illustrata, edita dall'Istituto italiano d'arti grafiche di Bergamo, curata dal Bocchetti, ove non si sa se più aJ:!lmirare l'inconfondibile originalità e l'ispirato lirismo della form::L o la sostanziosa esposizione delle attività dell'istituto, delle lotte sofferte e vinte, del largo piano organizzativo che ha portato ai n novi impianti. La seconda è una bellissima medaglia commemorativa, su disegni di Morbiducci e Cambellotti, la quale porta inciso il fatidico motto del Sanatorio: Inclina.ta resurgo, moriens 1·evivisco.
V. D. B.
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La " Rivista di Fanteria ,.
La vecchia e gloriosa Rivi8ta di Fanteria, che da tanti aruìi taceva, è risorta a vita nuova. È uscito il primo numero, il quale è presentato con un nobilissimo programma dall'I spettore dell'Arma, S. E. il generale Zoppi e si fregia di messaggi di S. A. R. Umberto di Savoia e di altri Principi Reali insieme con un indiTizzo del Duce. Seguono scritt.i delle LL. EE. i Presidenti del Senato e della Oa.mera, delle più alte Aut.orità militari, delle Associazioni combattentistiche, dei direttor i di P.eriodici militari. A sua volta il direttore generale della Sanità militare ha porto alla rinascente Rivista il saluto augurale del Corpo Sanitario e un cordiale bentornato da parte del nostro Giornale, ricordando i saldi vincoli di cameratismo e la particolare fraternit·à di sangue che in centc battaglie i Medici ebbero sempre coi F anti, ai quali nell'ult.ima guerra essi furono i più vicini per il n umero degli uccisi e dei feriti sul campo.
Cure balneo-termali. Il 2q maggio p . v. si riapriranno g li stabilimenti balneo-termali militari di Acqui e di Ischia, che fw1zioneranno per ufficiali e militari di truppa con turni di cura di 15 giorni ciascuno, in numero di sette presso lo stabiliment.o di Ac4ui e di otto presso lo stabilimento di Ischia. Con circolare n. JOI. Giornale 1r1iliture ufficiale del 9 febbraio c. a. (disp. 7a). sono regolati i turni e sono stabilite le norme di ammissione.
Llmitr di anzianità deg11 ufficla11 del Corpo sanitario In s. p. e. per concorrere all'avanzamento a scelta. Con c ircolare n. 77, Giornale m ilitare utfu;iale del 2 febbraio c. a. (disp. 6&), sono determinati i seguenti limiti di anzianità entro i quali d ebbono trovarsi compresi gli ufficiali d el Corpo sanitario in s. p. e. per poter concorrere a.ll'a.va.n.z amento a. S(le)ta con esami facoltativi per l'anno 1934: maggiori medici, fino a CATAPANO Eduardo; maggiori farmacisti, fino a ALVIoiNl Giorgio; capitani medici, fino a. PAVONE Antonio; capitani farmacisti, fino a DE MARCO Cesare.
Commissioni giudicatrici per gli esami di avanzamento a scelta degli ufficiali del Corpo sanitario. Con circolare n. 97, Giornale militare ufficiale del 9 fe bbraio c. a .• (disp. 7 11 ) . sono nominate le seguenti commissioni per g li esami facoltativi per l'avanzamento a sc('lta degli ufficiali in s. p . e . del Corpo Sanitario: A) Ufficiali rt.edici. T enente generale medico Fnmchi, pre.jid,ente: colonnelli medici Santa. l\faria . Molisani,l\1onaco, tenenti colonnelli medici Giarrtts.<;o, Camoria.no, De B.:>rnardini ~. Rinisi, membri; C8pit.ano medico 1\'[a.zzaroni, -~e{JI·etarw. Gli P.sami avranno inizio per i maggiori il 12 aprile e per i capi t ani il 23 aprile c. a.
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B) Ufficiali chiu~ici-farnw.cisti. Maggiore gflnera.le medico Rizzuti, pre-~itiente; colonnello chimico-farmacista Pagniello e tenente colonnello chimico-farmacista Mozzana, me·~~tòri,· capitano medico Contrino, .eqretu.rio. Gli esami ~vranno inizio per i maggiori il 14 aprile e per i capit.ani il 24 aprile c. a. Gli ufficiali medici e chimici farmacisti anunessi agli esperimemi, dovranno presentarsi al Ministero (direzione generale di Ranità militare) alle ore 9 dt>l _g iorno precedente a quello fissato per l'inizio delle prove d'esame.
Bollettino del Corpo sanitario militare. VoLPE cav: Mazzini, colonnello m edico in S.P.E. - È promosso, dal l Ogennaio 1934-Xlt, maggiore generale medico ed è collocato a disposizione. POLOSA Vincenzo, tenente colonnello m edico direzione sanità miiitare corpo armata Bologna. - Assegnato ministero guerra. DE CA.RIS cav. Agostino, maggiore medico, direzione sanità militare corpo armata. Firenze (segretario). - Promosso tenente colonnello medico con anzianità 1° ottobre 1933-XI continuando nell'attuale destinazione. GAGGIA Emilio, maggiore medico assegnato Ministero guerra. - Trnsft'rito. direzione sanità militare corpo armata Bologna cessando dalla predetta a$se'· gnazione. COMELLI cav. Umberto, maggiore medico ospedale militare Ancona. - Tra· sferito ospedale militare Bologna. DEL FATTORE Guglielmo, capitano m edico ospedale militare Caserta. - Tra· sferito ospedale militare Napoli. I seguenti tenenti medici sono trasferhi all'ente a fianco di ognuno indicato; TAOt.IA.:FEtlRI Enrico, 3 alpini. 38 f&nteria. PISTILLI Giulio, 55 fanteria. - 29 campagna. ANAGNI Mario, 4 alpini. - 56 fanteria. MARESCA Carmelo, 6 alpini. - Piemonte Reale cavalleria. Nel provvedimento riguardante il trasferimento dei tenenti medici capolista. Bartone Luigi d i cui al Bollettino ufficiale, dispensa 80 del 24 novembre 1933-XIJ;, pag. 3662, al secondo rigo, anzichè: sono assegnati, leggrui invece: sono destinati. Dal Bollettino ufficiale, dispensa 16 , 7 gennaio 1934-XII. MAB.ENOO cav. Lorenzo, ma.ggiore generale medico in S.P.E. - (;essa di essere a disposizione a decorrere dal l o ottobre 1933-XI e dalla stessa dàta è collocato a disposizione del Ministero delle finanze. BATTISTINI cav. Camillo, tenente colonnello medico direzione sanità. mili, tare corpo armata. Ro'!lla, in a--spettativa. per infermit.à temporanee non dipendenti da cause di servizio dal 12 agostQ 1933-XI. - L'aspettativa è CQmmutata in infermità temporanee provenienti da cause di servizio. D al Bollettino uffwiale, dispensa 3•, 12 gennaio 1934-XII. GUALDI Vincenzo, capitano medico (ora di complemento). la qualifica di 10 capitano, dal 1° aprile 1929-VII. Dal Bollettino ufficiale, dispensa. 5•, 19 gennaio 1934-X~I .
È conferita
. ,· I seguenti colonnelll m edici cessano dalla carica attuale esono nom.ine:ti ~ire~
tori di sanità milita.re, dali o febbraio 1934-XII, dei corpi d'armata a fianco m:d1ca.'t1: ZAFFIRO cav. Antonino, direttore ospedale militare · C~serta~ - Direttor~ sanità. militare corpo armata Trieste. '
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FRrsoNr cav. Paolo, diret.tot-e ospedale militare Lh•omo. - Diret.tore sanità militare corpo armata Napoli. ?.{ONTANARI cav. Attilio. direttore ospedale militare Torino. - Direttore sanità. militare corpo armata Torino. BAtttLl!l cav. Felice, dirett.ore ospedale militare Chieti. - Direttore sanità. militare comt\ndo militare della Sicilia. l seguenti tenenti colonnelli medici sono promossi colonnelli m edici con anzianità l o gennaio 1934-XII, e con la destinazione a fianco di ognuno indicata: GAZZA cav. Ales.sandro, direttore ospedale militare Piacenza. - Continua. come sopra. Poaau cav. Pietro, a disposizione R. aeronautica (f. q.). - Continua come sopra.
l l!ott.onotati tenenti colonnelli medici ces.'lano dalla. carica attuale e sono nominati dal l 0 febbraio 1934-XII, direttori dell'ospedale militare a fianco di ognuno indicat.o: COLIT'ri cav. Silvio, direttore ospedale militare Padova. -Direttore ospedale militare Bari. BERTELLI cav. Enrico. direttore ospedale militare Bari.- Direttore ospedale militare Livorno. I sottonotati tenenm colonnelli medici sono nominati direttori de ll'ospedale m ilitare a fianco di ognuno indicat.o, dal 10 febbraio 1934-XIT: de PoRCELLINIS cav. Carlo, direzione sanità militare corpo armata Napoli. Dit-ettore ospedale militare Chieti. FABRI?.I cav. Nicola. direzione sanità. militare corpo armata Roma (ufficiale gienista). - Diret.tore ospedale militare Chieti. ROMBOLÀ cav. Antonio, ospedale militare Padova. - Direttore ospedale militare P adova. D'A."<NA cav. Giuseppe, ospedale militare Gol'izia. - Direttore ospedale militare Catanzaro. ÙATTI cav. Dionigi, ospedale milltare Torino. Direttore ospedale militare Savigliano. FoRINO cav. Salvatore, ospedale militare Napoli. - Direttore ospedale militare Torino. Cmco cav. Giuseppe, maggiore medico commissione medica pensioni guerra di Trento (f. q.). - Promosso tenente colonnello con anzianità 5 novembre 1933-XII, continuando nell'attuale destinazione.
I sottonotati maggiori medici sono promossi tenenti colonnelli con le anzianità sottoindicate e con la destinazione a fianco di ognuno indicata:
C<m anzianità 24 nooembre 1933-XII: FIORINI cav. Muzio Ferruccio, ospedale militare Verona. - Continua come sopra. C<m anzianità 31 dicembre 1933-Xll: GRAZIOLA cav. Gerardo, ospedale militare Roma. - Continua c.ome contro.
Coo anzianità 10 gennaio 1934-Xll: PARENTE cav. Ferdinando, ospedale militare Udine. Continua come contro. OTERI cav. Vincenzo, infermeria presidiaria Ravenna.. - Continua come sopra. MURATORI cav. Carlo F elice, direzione sanità militare corpo armata Torino (segretario). - Continua come sopra. · SA VARINO cav. Saveri o, ospedale militare Palermo.- Continua come contro.
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BoccA C..'W. Tito, ospedale militare Torino. - Continuo. come contro. V ANNOCCI cav. Quintilio, ospedale militare Firenze.- Continua. come contro. SuMA cav. Cosimo, ospedale militare T orino. - Continua. come contro. I sottonotati primi capitani medici sono promossi maggiori per merito ecce· zionale con le anzianità sottonotate e con la d estinazione a. fianco di ognuno indicata:
Con anzianità 31 dicemin'e 1933-XII: CoNFALONE ca.v. R a.fEaole, d irezione sa.nità. militare corpo a.rma.ta. Bari (igie· oista). - Con tinua come sopra.. · « D otato di brillanti virtù milita.ri e professiona.li, eccelle per intelligenza e cultura. In pace e in guerra. ha. adempiuta la. propria. mis.'!ione con rara competenza ;;cientifica. e con elevato spirito di iniziativa».
Con anz·ianilà Io gennaio 1934-XII: CARVAGt.tO cav. Edoardo, ospedale milita.re Trieste. - Continua come sopra.. · • Ufficiale medico valoroso, di e levata cultura, in circostanze assai diffic ili, sia in pace sia. in guerra., ha da.to prova. di possedere qualità. militari e civili eccwzionali ». I sottonotat i primi capitani medici sono promossi maggiori con le a nziani ti\ ~:>ttonotate e con la destinazione a fianco di ognuno indicata:
Con anzianità 24 novemin'e 1933-XII: CANEPA ca. v. Romolo, scuola. a.pplicazione fa.nteria.- Continua come contro.
Con anzianità 10 gennaio 1934-XIT: SALVINI ca.v. Cesare (a. scelta) 9 bersaglieri. -
Ospeda.le mili tare Torino. CAPPELLI ca.v. Alfredo, infermeria. presidiaria Pa.rma. - Continua. com!' sopra. SounERI cav. Giuseppe, ospedale militare Messina.. - Ospedale militare Palermo. RAFFONE cav. Alfonso, a. disposizione ministero a.eronautica. (f. q .). - Continua come sopra. CAVALLO oa.v. Eugenio, ospedale militare Verona.-Continua como contro. GuARALDI cav. Ca.rlo, Genova ca.va.Ueria. - Ospedale militare Bologna. DI NELLA cav. Nicola, 2 campa.gna. - Ospedale militare Alessandria. Buoi Raffaele , primo ca.pitano medico ospedale militare Al~>s.~dria . Collocato in ausiliaria, a domanda, dal 16 g iugno 1933·XI. Sarà a.ssunto in forza ed amministrato dal distretto Napoli. CHIABRERO cav. Carlo Luigi, primo capita.no medico R. corpo t ruppe coloniali Eritrea (f. q.). - D ispensa.to, a d<m~nda. dal servizio perma.nente, dal 16 dief'm· bre 1933-Xll e da.lla. stessa. data. è iscritto, col proprio grado e con la. propria anzianità (23 a gosto 1917), ne l ruolo d egli ufficiali di complemento del corpo stesRO. Precederà. ne l ruolo il pari grado Gra8ao Filippo di Giuseppe. Sarà. assunto in forza da.l coma.ndo R. corpo truppe colonia.li Eritrea. SACCHETTI Nicola, primo ca.pitano medico osped a.le militare Udine. - Trasferito scuola applicazione sanità. militare (coll'inca.rico di aggiunto). LonATO Gaspare. capita.no medico l costa. - L'a.spettativa per infermità temporanee non p~venien~i da. c~use di servizio, da.l 2~ m~io 1933-X;I, è <:<>t:n· mutata in aspettativa per mfenmtà temporan ee provem ent1 da ca.use d1 serviZIO. I sottonotati tenenti med ici sono promossi cR.pitani con le anzianità sotto· notate o con la d estinazione a fìa.nco d i ognuno indicata:
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NOTIZIE
Con anzianità 8' novembre 1933-XII:. "MARJOTTI-BIANCRJ Gu~lielmo. a disposizione ministero aeronautica (f. q.). Continua come S0PI'IlCon anzian·i tà 24 nouembre 1933-XII: LEO Giuseppe, R . corpo t.ruppe coloniali EritrE'a a disposizione ministero c olonie ( f. q.). - Continua come sopra.
Con anzianità 16 dicembre 1933-XJI: TADDTA Leo, R. accademia fanteria e cavalleria. - ·- C'.ontinua come con tro.
Con anzianità 31 dicembre 1933-XII: MASALA 1\•[ario, R. corpo truppe coloniali Eritrea (a disposizione minis tero colonie con incarico ci\·iiP) (f. q.). - Con t inua com e sopra.
Con anzianùà l gennaio 1934.-XII: NEOlH Pietro, 92 fa n teria. - Continua come contro. C07.7.0LINO F ederi co, R. corpo truppe coloniali Tripolitania '(f. q.). -Continua come sopra.. Lo MoNACO Croce, a. disposizione minis tero aeronautica (f. q.). - Continua como sopra. LA MAGNA Giuseppe, 66 fanteria. - Continua come contro. SQUILLAOI Giuseppe, a disposizione ministero aeronautica (f. q.). - , , Continua come sopra. AROABASSO Giuseppe, 11 gonio. - Continua come contro. ì\'lARIOLIANO Giovanni, R. corpo truppe coloniali Cirena.ica.·(f, q .). - Cot1tinua come sopra.. TARouccx Mario, R. corpo truppe coloniali Cirenaica (f. q.). - Continua come sopra. · CERNTGLIARO Michele, 51 fanteria. - Continua come contro. ARcmu Nicola, 5 ca.mpngna. - Continua come contro. FLORlO Ugo, tenente m edico 38 fanteria. - Promosso capitano con anzianità 4 n ovembre 1933-XII, continuando nell'attuale d estinazione. D a l Bollettino utficiale, dispensa 7", 26 gennaio 1934-Xll.
Onorificenze. P er la ri corr·PnZH della f<'~<ta di San Maurizio ( 15 gennaio 1934 - X II) su pro p osta di S. E. il Capo del Governo e Ministro della. guerra sono stati insigniti d e lla croce di cavaliere n e ll' Ordine dei Sa.n ti Maurizio e Lazza.ro: il colonnello m edico ATTILIO MONTANARI, in coneideraziom~ di lunghi e b-uoni servizi, il tenente colonnello medico GIULio MAsSERA..."lO e il maggiore m edico GIUSEPPE D r STEFANO, in conaiderazi.<me di ~aU benemerenze. A complemento delle concessioni cavalleresche promosse in occasione dell'Augusto genetliaco Sovrano d ell' ll novembre 1933-XII, il capitano medico CA.LoOERO DRAOO, è stato nominato cavaliere n ell' Ordine della. Corona d ' Italia.. Dai · Bollettino ufficiale, dispensa 5•, 19 gennaio 1934-XII. Sono stati insigniti della croce di cavaliere n e ll' Ordine coloniale della. Stella. d'Italia i seguen ti Ufficiali m edici: maggiore generale GIUSEPPE RJZZUTI, maggiore ge nerale in ausiliaria Rooox.Fo BERNUCCI, colonne llo All.TURO MONACO, tenenti colonnelli L uiGI ALFONZO e DANTE CASELLA, m aggiori DoM.ENTOO CERNIGLIA, PaoLo CABSITTO e VINCENZO GUERRA, primi capitani CARLO BELLELLI e ANTONIO CAMPANA, capit.a.ni GrosEPPE VASTA e GrovANNT F uccro. Dal Bollettino u{fi.oiale, dispensa 9•, 2 febbraio 1934-XII.
NOTIZIE
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Società italiana di antropologia e psicologia criminale. Nella. tornata d e l 9 febbraio, la Società ltt~.liana di antropologia sotto la presidenza di S. E. Mariano D'Ame lio, svolse l'ordine del giorno dell'adunatn riguardante lo Statlt to d ella Rocietà, comunicazioni varie e l'istituzione delh' car tella biografica negli stahilimenti penitenziarjj milit~tri. Su quaRt'ultimo argomento foce un'in teressan t issima comunica7ione S. E . Ciancarini, Regio avvocato ~enerale militare, il quale mise in evidenza. come nell'Esercito, a cura rlella Dirozione Generale di Sanità militare e d ella R. Avvocatura generale militare giA fin dal 1910 erano stati fatti studi importantissimi ~er la compilazione e l 'adozione di una scheda antropologico-clinica d ei militan d etenuti negli stabilimen t i giudiziari preventivi e nel reclusorio penale militare d i Gaeta. Tali studi, a cui avevano p resieduto va·torosi ufficiali m edici, portarono 11- conclusioni eminentemente pratiche che stavano per essere attuate, quando il sopraggiungere dapprima della guerra libica, e poscia del conflitto europeo, ne sospese necessariamente la traduzione in a.tto. Riprendendo adesso queste conclusioni alla luce delle nuove istituzioni di prevenzione e di sorveglianza introdotte dal Codice Rocco, S. E. Ciancarini presentò all'assemblea. la scheda antropologico-clinica conco rdata dalle predette commis~>ioni medico-militari con l'intento di invocarne l'adozione da parte d el Ministero rlella Guerra, come si pratica già n egli ist-ituti di pena ordinari. Alla discus11ione che segul alla d otta re lazione di S . E. Ciancarini pre sero pa1-te ampiamente i t.enenti colonnelli medici prof. Giarrusso e Consiglio, S. E. Novelli, di1·ettore generale de~li istituti di prevenzione e di pena, il prof. O ttole nghi, d irettore d ell'istituto d1 medicina legale della. R. Università ed il prof. avv. Gregoraci del F oro romano. S. E. D'Amelio, riassunti i capisaldi dell 'ele vato ed importantissimo dibat tito, present.ò un ordine del giorno di S. E. C iancarini, in cui s i affermava la priorità di questi studi noi R. ERercito e si t"sprimeva a rig:uardo un voto di plauso a l Minist.e ro di'Ila Guerra . L 'ordine rle l giorno fu VQtato pe1· ~~.cclarnaziom'.
Congresso della Società italiana otorinolarlngologla. La Società I taliana di Otorinola.ringologia ha scelto come tema di re lazione per il Congresso che si terrà. a Padova nel settembre d ell'anno corrente: I nvportanza del tumto Unfatic<J nella patogenui della tuberoolo8i laringea. I relatori, profl. Motta., Satva:dori e Tanturri, saranno molto riconoscenti ai colleghi che vorranno inviare i loro lavori sull'argomento o su temi affini al prof. Roberto Motta., Via XX Settembre, n. 98 E , Roma. (30).
V Congresso nazionale di microbiologia Cagliari 27-SO maggio 1934-XII La. Presidenza della Sezione Italiana della Società Internazionale di Microbiologia indice il V Congresso Nazionale di Microbiologia in Cagliari, nei giorni 27, 28, 29, 30 maggiore 1934-XII. Saranno svolte le seguenti relazioni: G. ALESSANDRINI (Roma): Ntwve vedute 6Ulla b-iologia dei para8siti. nUJla.. rigem. P. Mnw (Torino): I grwppi sanguigni in clinica medica. G. OBst (Napoli): n b~fago. V. RtvEtu. (Perugia.): I trirw fUtrabili nella patologia vegetale. Al Congresso sono ammesse comunicazioni (non più di due per congressista) su argomenti inerenti alle relazioni ed anche su altri argomenti di microbiologia. Non sono accettate comunicazioni aventi carattere pubblicitario. n testo delle comunicazioni, dattilografato, deve essere inviato entro il 15 marzo 1934 alla Segreteria. della Società, via. Darwin, 20, Milano. Non saranno accettate comunicazioni che pervenissero dopo tale data. Sono accettate, con le stesse n onne, anche comunicazioni di studiosi stranieri.
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NOTIZIE
Le comunicazioni dovra.n noipot·tut-e .tm xiassnnto .di .non:più di 20 righe, eh~ snrh distribuito in bozze di stamp~ ai Congressisti qualche giorno prima del Congresso. In occasione del Congresso sarmmo organizzate una. o piì1 gite nelle zone piÙl ca.Tattet·istiche d ella Sardegna. · La. quota di partecipazione al Congres.sq è di -Li t. 25 €' darà diritto al volumedegli Atti ed alla p=tecipazione alle gite: Avvenendo il Congresso in occasi<me della Primavera Sarda; .i Congressisti potranno usufruire dei ribassi fe,·ro,riari<e ma.ri ttimi con cessi in tale occasione. Agli aderenti s:arà quanto pl'ima inviato un prog1·a.mnul. particolareggiato sui lavori del Congresso, sui viagj!i. alloggi e gite. . , , P er le iscrizioni al Congresso, R elazioni, Comunicazioni, rjvolgersi ai segretari proff. C. Anuwdi e G. Dessy, Via Dar win, 20, Milan<>.
IX Cf?nferenza dell'Unione internazionale contro la tubercolosi. Dal 4 al 6 8ettembt·o c. n. avrà luogo, ~ Vur!iaYia, l a I X Conier<>nza dell'Unione intt1rnt~zionale contro la tu hercolosi. I temi òi relazionf' sono i segc1enti: l" • Variazioni biologichE> del vini!'! tnbt•rcolurc • - R<>lat.orc- J.. Kanvacki (Polonia). · 2° • J,p formj~ nw d iche c• chirurgiche del ln t nbercolos i o~s:rn j~ articolare e loro tl'atturuento" - R.e laton> V. Putti (lttl-liA.). :lO • L'tttili7.UI?.ionè Mi cliRpPnsari per la cùhl cloi tub<'rCOlotièi • - R ela-' tore Léon B~>ma.rr! ( Fmncia). P Pr ciascun ~;('mu, oltr<' il rc lator~ gencraiP, vi sono dicci corrPiatori di di versi paosi. I mPmbri edcil'Uniona Rono in,·itllti ~tllA. conferl'nza, non p.•tgano a lcuna tassa d ' iscrizione e sono pregati di inviare la loro adesione, non oltre il ] o giugno, sia dirott.amente, sin p<>r mezzo del provrio Governo o dt-11' Associazione · nazionale cflnt.ro la tubercolosi. Gli altri partecipanti alla conferenza, versano· una quota di 50 zlotys polacchi e sono tenuti ad iaviftre la loro a<lesione esclusivamentn per il t.x·amite del loro Govt>rno o deli'Assuciazione nazionale contro la t-ubercolosi. PC'r pet-sonP di famig-1 ia 20 zlotye. · Le ad~>sioni devono essere dirette a l Segretariato del-la IX Conferenza contro· la tu.bM·colo.9i. in Va.rsuvin.. via. GltocitnskA, 24 e potranno essere anche ricevute presso lt'l. SPde rle U' Unione Ìt1.ferna~;on11l.e contro lu tul;zrcolo:~i, a Parigi, Boulevard Soin t. Miche l. 6~.
l Congresso internazionale di etettro-radiobiologia. Allo ~copo dj iniziare una. stretta e proficua collaborazione fra. fisici, chimici.biologi, natura.Jisti, medici, indispf'nsa.bile pel progresso della. radiobiologia. intesa non come 'lm capitolo dello. radiologia. o ·della biologia, ma come una scienza. a sè· stante, la. Società Intcrnnzionale di Radiobio!ogia. eta preparando la organizzazione del 1° Congresso Intt•rna.zionale di Blettro-radiobiologia · con inaugurazione· a Venezia, nel Po.lazzo Duca le, nel Set-t1>mbre 1934 A. XII, !lotto Ja, Presidenza di S. E. il Conte Volpi di l\{iaurnta..· Ministro di Stato. Interverranno i maggiori )>fa('><tri della fisica, della chimica, della biologia, della. medicina contemporanea. · · · • ·· P el· informazioni rivolgersi alla. sede provvisoria della SociPtà internazionaledi RR.diobiologia, indirizzando lo. corrispondenza al dottor Giocondo Protti, Canal Grande, S. Gregorio 173 -Venezia.. ,
Direttore respOtFJabite: DÒtt. L Redattore: Dot.t. p1·of. VmmNIO DE (6l U6512 l - R.OM-1
OHJ,
tenen te generale ~~dico tenf'nte colonnello medico
· ARDl~'lS, o
DEuL.O STATO - G. C.
RIVISTE 1\riEDICHE MILITARI ITALIA: ANNALI DI MEDICINA NAVALE E COLONIALE. - Direzione centrale della sanità. mllitaro marittima, Ministero della Marina . .dnno XXXIX - Vol. li, Fase. V-VI, ncrocmlfrt.-!li· cembre 1933-Xll. Dirla: lnftuc nza del sistema di Goldmann sulla Immunità. naturale. - Vltlello: Contrlbul o allo studio della glicemia sperimentale da \•acclno. - laltt&: Paralisi lardi\•(' del nervo ulnoro da trattut>a del condilo esterno. - Plrotta: L 'lmport.onza del Trirbomor•ns nella patologia della vaglnn. - Mlclteltttl: Terzo Convegno • Volla • (Convepno lntcrnaziomùc di JmmUJlo· logla). - Coli: L'autorespiratore da Immersione. Prohlcml Inerenti al suo Impiego come apparecchio dJ salvataggio r~cr la fuoriuscito do sommergibili lmmorl>i. - Pdtlla: La neo· ~<olfot~rapla.
EST ERO: ARGENTIXA: REVIS T A DE LA. SA.'<IDAD MILITAR. - Direzione generale di enultà. :Ministero della Guerra. Buenos-Aires. T om o XXXII, l••olio-lltt,lfrt Ul33. Matta: Diagnosi biologico c cura della bl<'norrngla ac.utn. - Rno: 'l"rnumatieml ocu lnrl. - Mar· tlna Vlwot: Focus sett.it:o dontario. Sua natura e relazione con a1Jezlonì gcnt~rnli c Jo~11li. Metto &emu: Esplorazione radiologi co dell'apparnto digerente. - Croceo : VnnenJco ne Un protlra meùjet\.
FRANCIA: ARCHTVES DE :MÉDECINE ET PHARMACIE l\tlf,ITATRES. - Direzione del servizio d! Mnità , Mln.i.l!tero della Guerra. Foec. V, dicembre, tomo lO, 1933. TaiiHit: Alcune <'OU~Iderazloni sui trattnmcntf preopemt ori. - Guemt e Parnet : t; un infc•zfonc di origine allment.aro, collettiva, dovuta a l bar·illo parat1tlco B. - Cole : Ca.lt1fl<-ozl onc della plenra. - Tllnonot e Qlrod: Utllizznziottc della. bat·elfn regolamentare in alta montugna . ldlctelt: Il servizio snntta:rfo nella. guerra futura. - Cazllu: Un ca•o di ncfrlt o azùt emkn in febbre tlfolde. FOJJC. l, ocnnaio. lonw C, 193-1. AaJalttl e Pana: La molattln di Nl~olos-l;'nvrc. - Andrlea : Le lndirnzionl elc i dwnnggio alfa MI· ck uJJcz dopo gli Interventi cblrwogicl nelle ulcerl perforat o ga ~tro-duoclcnali. - 8a.rrute: L'anestesia generale In <'hJ.rnrgia . - Mor.l : Le ferito di gttcrr!• ed Il loro trnttnm<'nto nel· l'epoca neoUttcn.
AROHIVES DE l\1li: DEOINE ET PH.ARMACIE NAVALES. - Servizio ccntt>nle d i sanità. l\linletero della Marina. Fase. n', ottobre-dicembre, t<m1o C:XX l ll, 1933. Editor iali : Calmette mecUco de lla :Marino. do l 1~81 al JSt-0 - "t"e leno di eobra e lebbra. - Le CIIMitln: A propo sito dello. cultura del ba~i llo tubcreolorc. - Qatrancll dea Euats: Frequenza ed etio· logfa della tubercolosi nel por to di Brcst - Igiene delle pia<·ine d'acqua di mare.- Gauducheau; ~uUa di~infezfonn o.ntlvenerca. - Faerater : !n orgomento eli ano.lf~l del tessili. - Bro•ll: Depu· razione delle ar.quc con l'ultraflltro. - LO Cor : Do~ogglo ùcll'allumlulo n egli acciai - A.na· llsl cbimicu dei bronzi e della lat ta.
PERÙ : H E:VTST.A DE SANJDAD ) ULITAR. - Organo del Servizio di ~;on ltll milito re del Perll. Mln16t cro della Guerra, Lima. G~rmaio-qiuo11o 1~33. Editoriale: Le prlncipnll tun.z loni del sen-izlo san il nrio. - Alarco : Orientamenti P~l" il servizio sn.nltnrlo In guerro . - floion&e : Rlrcr~'o del mnlnric i cronic-I portatori di pam,.~i tl ID<'dlante e;-ami clini~l ed em.ntologid. - Almo: Pinno geii ~M.lle per In lottn contro il bori- be•·i. Munh : E."llllle critico delle disposizioni sulln invnlldit Il vigt n ti nel Pen'l. - Arullar: La di~ scn teria nell'esercito. - Costa, Penr, Araniber o 8aona: Cnmpo101n antim1•li•r.l< o n<'lln 2• Dh·i· alo ne. - Laynca : L~; capacità DlMtico lorln nel r(•C'lutninento dei cnntinrc<•nt i militari. Da, Ila: &rvt?.io &nnitnrio in compagno e tnUka sonJturia (continucJ::io>~e c fìtle ) .
SPAGNA REVIST A DE SA.'<! DAD 1\~ILI'r AR.- PubbUonziOQ!l men.sUe del Corpo sanitario militare, bindrld.
Fase. XII , dicembrfl 1933.
Martin Santos: Cairo lo reno lo In rent> oct opiro. -
Duerto: C'on•ldcrnz ionf e de<luzlOtli cmgll <'ffctt i d ell'an,igdalcctomia nel reum~ttismo poliartkolnre OC'l.tlo.
F asc. I, oenttaio l 23~ . Delelto : Le laLo:o diagnosi di neurnstcnla.
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. Anno LXXXII - Fase. III MARZO 1934 - X II
GIORNALE DI
MEDICINA
DIREZIONE ED AMMINISTRAZIONE MnuaTEBO DELLA GoEilRA
ROMA
Pubblieazione mensile
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·. SOMMARIO
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LEZIONI E CONFE RII!JU:E:
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Rlqaler. - L'opr·rn lld Rq~ime p l'r l'igl~oc mt'utale . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . Lodato. - La micm<copln. doll'occbl•> vivcnto uc i suoi l'appo rti con In clinioo o con ho ·nwd ici u n h-gale~ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . •. . . . . . . . 1 Pel'uula. - Lu_ rnolfo lol?ia della t.uhcN·olo~l y o lmnnm·o J!CI' il l!lOdiCB 6s•~<· . Colella. - S!llhde dol ~·sterua u<>rvoso (conlJ.nua:•onr) . . . . . .. . .. ·. . . .
.· . Png. 201
2<1'2
207
'21.l8
MEMORIE ORIGINALI:
Iutc?.io ul a cuto del PistcJTu\ nc•·vopo c ~ iucl romt l>alcop,.tic lll' t'l~SI - intettivc. · Critica o contributi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sablltlnl e Ollverlo. - L'ln<lic<' ~ccli <'o dc·llc vopo ln~l o>nl oli f:inl o . . . . . . . . . • . .· . . Panwa. -
SERVIZIO 8ANITAIUO MILITARE:
· cultrone. -
Altacco l:ipccitllc per <Jittn -bnrt'lla itl)Jli'On'i sn tu . . . . . • . . • . . . . . . .
P~. 24:•
MEDICINA LEGALE MILITARE: VIola. -
Cflntrihnt.o a llo studio del •·ar•POI'ti fra cn•·ottcl'i grllf) ll•> ·~tl()Cifici e carntt cri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Jl•ico-coslitn~iouall .
Ptlg . 2~3
RIVISTA SINTETICA :
Scarpa. -
r. o nl tua li \'t·dnlc oulln • m11ll\tt in d i Xlco, la~-Fav.·e • . . . . . . . . . . . . . . .
p,,g. 2:;9
ATTUALITA' E COMMENTI:
Marlottl Bianchi. - F.E<it i eli le~iron ì 1 nlH'reCJ hl ti <' idou cit à fd '>Cl'\' i~ in m i l J 1a l'C Giacobbe. - L'nnt'"'lt.·... ju. Jtt!U\!rn lc pe r ' ' in aodo ~ enn"'U: • . . . . . . . '
Pag . ?711 ~";'4
' RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA ITALIANA E STRANIERA:
Anatossina difterica e tetanlea. l nfl•<C>!Zll drl riscctldanulllO sulle pmm·ic/à anli(lcne tlell' À. J. \'IUl
de u ilOVEl' e '-'tiU (;f::O:IJ!llt.t::-1. .
. • , • . • • . . •.••..•••
cancro vaterlano. Trattamento chirur(lico del - LAC\\'EILS. • . . . . . • • . • • . • . . • . Frllttufe (ù) deRo apolhl trasvttse della colonna vertebtalc. - Fn·m . . . . . . . . . . . . . . . loello e ton o, con particolare riferimento all'Estremo Orlentt. - Mc. CLE~'lJO~ • • . . . . • • . • lpenenslbffluazlonc della cuto ana tubercolina medlllltt prodotti tubefcolari 111tlgenl. - T JU:PICC:J<>:<I lttoro (L ') nella Jftlasl del coledoco. - llnpJ,t. . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . Lu11aztonl ln-retertlk del ~omltt. Tra/lflm('u /, delle - TN•Jùèll d.-11:\ riùuzion o cruentn. - Tk v~::t<:>: I E.t~ e Pol'zo:-r . . . . . . . . . . . . . . ...... . .. . . . Mlasl (Le) nella pratica chirurgica. - BR~Pil'T . • . . • . . . . . • . • Nleturia ( La) come alntomo di disturbi nerwosl centrali. Jom-:z . . . . . . . . . . . Sclllzofrc:nla. SuUa que•t ione dcll'ctiolo{lirt e della palotJctw.'Oi tlell11 - LJ:<n:>:t:u. Sostanu aggressln. La yJrotr::ione ri ~llt· uif. res]>iratori.e cmuro le - ;\l nat.t< . Tubercolosi polmonllte. Sintomi oculari nel-la - G tANN .l :STO!>! c PossE:;'l'I • OONFERENXE E 011'1!Q8TR'IIQNI OLINIOH E Nf:Q!,I OI!'EOA!.I MILITARI . •• . NOTIZIE . • . . . . . . l MOSTRI MORTI . . . . . . . .
P àg. 2iS 2$1 2$~
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NORME PER l COLLABORATORI. Li! opiolonl ruaulfestate dagli Aaeorl non tmpegnano la resi)OntJ&bllità. del periodico. Agli Autori saranno conoeSdi gratuitamente 50 estratti con copertina stampata, (rontesplzlo, lm • paginatura e numerazione speciale.
''"r diel)<)sizlone del Coò.SIJ;llo na:~:looa.le delle l'ioetolie a oiaacud la'lforo deve eeéere unito un
r.reve autor iassu nto (non più di l O r ighe). Le spese per le tavolo Jteo:rratlcbe, fotogra6obo, 8<'c.. cbe aoeompa.gnaseeto le pnbbUoa.zlonl . s ono a carico dogU Autori. I mano110t'ittl non el restltuls\)OnO.
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GIORNALE DI MEDICINA MILITARE
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)TARZO 19 34-XIf, :~;y :. •• ·~ - t~ . .··
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LEZIONI
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OSPEDALE )fiUTARE DI PADOVA
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L'OPERA DEL REGIME PER L'IGIENE MENTAL~ , L?ziom~
del prof. Giuseppe Carlo Rlquler, DirPttor.' d ::lla Clinica n<'uropntologica d <'lla R. Uniwr"ità d.i Padova (20 dicPmbl'<' 1933- XII)
L' O. accenna., inna·nzitutto, alltt geniale opera di Yincenzo Chiarugi, che ·nella seconda metà del srcolo I V l II pouera le basi della dottrina psicltia· trica e dava il primo, ma. deciso, impulso alla. ?'arlicale trasformazione della ass·i-stenza psichiatrica. R icorda poi le mète raggi·unte in questi 11ltimi decenni dalla psichiatria nell'amb·ito scientifico-clinico ed in q1tello assistenziale, che consentono di poter affermare che i manico1ni Jumn.o definitiva?nente perduto l'aspetto di ltwghi di ricovero ad esclusivo scopo di protezione sociale, per assumere quello di veri ospeda.li di cura e di colonie di lat•oro. Il numero cleglri alienati accolti nei manicomi in contimw cmmento, sia per la diminuita prevenzione verso gli 0111Jedali psichiatric·i, che 1)orta al ricovero di molti i-nfermi prima assist-i ti dalle famiglie, s·ia per l'azione dflla complessa vita modern<' che, mentre segnala. gli inetti, awnenta considn·evo/.mente le cat~se P''ed·is110nenti e determinanti delle malattie mentali.
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(Juesto jenmneno clet progressivo diffondersi della pazzia, constatato in tutte le nazioni, è oggetto di st1tdio non soltanto <lal pu.nto di.1rista. scientificotecnico e ?nora-le, ma anche da quello economico e demogra.fico e t11.tti ormai sono persuasi che la lotta contro la psicopatia sia ]Jrevalentemente lotta di prevenzione e di difesa anticipat.a flell'indit'iduo dalle cause pat.ogene. L 'O. a questo punto parla della profilass·i delle malattie psichiche e degli sviluppi assunti in pochi amti d.alla nuova lrmnca di scienze: la I giene .Mentale, ed afferma che iln.ost1·o Paese nella lotta contro la paz:::ia. occupa una posizione di assoluto pri.mo piano perchè la. 1Hofilassi clPlle malattie è divn1tata. opera di governo e perchè il R egime, comprendendo ttttta la. importan:·a sociale del problema psichia.trico, considera alla pa1·i i wm·vedimcnti JJer la sal1tte fisica e quelli per la salutr, psiohica. Fra le svariate 1JI'ON'ùlen.:e legislative in '1'a1J110'rto con l'igiene mentale l'O. si lim.ita a ricordare quelle che tutelano il fanc-iullo ed il l.avo-ratore; la estensione, cioè, dell'obbligo scolastico alle varie categorie eli anormali psichici e la, loro assiste11za demandata all'O. N . M. 1.: le speciali di,~posizioni de.l ntw·vo cod·ice pcnnle per la clelinq1tenza '?nÌnorile, pe-r l'alcoolismo, ecc. e infine le norme che g11.ic1ano le finalità dell'Opera Nazionale Dopolavoro. L 'O., che con questi cenni ha inteso fornire la 1>rorn concreta che il Fascismo nella stta opera d:i rinnova·mento spirit1tale e ]Jolitico ha ben chiara. Za visione del lavoro eugenico, llemografico, morale, cult1trale ecl economico della igiene e profilassi mentltle, chi1tde il suo dire i11sistendo sttl dovere che t.utti ·i 1nedici hanno di aiutare la provvida a::i.one legislat-it1a. del Regime nel campo della medicina sociale con la. eclucadone medictt ed igienica delle popolazioni.
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OSPEDALE )liLIT ARE D I P ALER~JO
LA MICROSCOPI! DELL'OCCHIO VIVENTE NEI SUOI RAPPORTI CON LA CLINICA E CON LA MEDICINA LEGALE Confcr.:-nza (con proiezioni) del prof. Gaetano Lodato D irettorr della CJinjca ocnlistica d Plla. R. UnivPr:;ità di P alermo (29 g o>nnaio 1934--XII)
L'argomento che tratterò oggi certamente no11- è nu01:o, per lo meno non è clel tutto recente perchè n ella scienza i progressi sono così rapidi, i metodi d'indagine si va:nno così JJerfezionando e m oltiplicando, che le cose di pochi anni fa ci possorw sembmre ormai vecchie. Dobbiamo però convenire che la biomicroscopia omtlare non ha av·uto ancora la sua piena. a-]Jplicazione nella clinica e neUa .Medicina legale, specialmente dal p1tnto di 11ista militare. La bionlicroscopia oculare è stata bene a ragione chiamata anche « •microscopia clell'occhio vivente)); essa difatti ci pet·mette <li esaminare a forti ingrandimenti (si può arrivare fino a. 100 d·ia.m.eti'Ì) tutto il segmento anteriore del b1dbo oculare, comprese le porzioni ante1'iori clelvit1·eo. La biornicroscopia oculare pu.ò svelare perciò delle fini altera.zim~i che p1·i·rna era soltanto possibile app,-ezzare coll'esame istologico. ]fa l'esam.e istologico, limitato com'è a.i ca.si gravi i qutl.li 1·ichiedono la. enucleazione dell'occhio, ci fa 1·Ueva.re soltanto le alterazioni finali del processo mm·boso, m entre la bionticroscopia oculare ci p11ò permettere eli segtt.i1·e la malattia dall' inizio sino alle 1tltime fasi e giove~ anche a sorprendere delle manifestazioni morbose di per sè stesse fugaci. Dct ciò vedete bene il vantaggio della bio·microscopia in confronto all'esame i11tologico; qui si tratta eli una microscopia sta.tica., mentre nel primo caso facciamo delln m.icroscopia, di·rò così, dinam·ica. La biomicroSCOl)ia oc1dare ci permette inoltre eli potere esatt.amente deciclere su delicate qttistioni medico-legali che sarebbe assai difficile oppure impossibile 1·isolvere con i comuni metocli d'indagine clinica. J::>orvolo sulla descrizione clel mi.croscopio corneale e della lwmpada a fessura. e sulla tecnica pe1· l'intiagine biomicroscopica., dù·ò soltanto che oggidì vi sono apparecchi molto perfezionati e semplificati e di facili.ss·irno ma,neggio. Yon vi esporrò tutti i ri.sultat·i cui l'in.rlagine biomù.froscopica, è pot1tta pen;eni1·c, -ma 1ni fnm erò b1·m•emente soltanto stt a·lC1mi p1mti che meglio t•algono a dimostrare l'i?nportanza clin·ica e meelico-lega.le eli questo metoelo d'i·ndcbgine. Tra.la,scio eli 1)arlarc llelle JUilpebre e della congiunt.i~:a J)alpebrale dove la biomiC1'oscopict non ha llato risultati molto l'ilevanti. L'inclagine biom.icroscopica (]ella congi1mtiva, bulbare è molto im7Jo-rta11te. In condizioni normal·i possiamo bene st1dliare la circolazione di qtt.e-
LA MTCROSCOI'l.~ DELL'OCCHlO VI\~)~Tl'l ECC.
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sta -membrcma, dot:c abbiamo una rete vascolare S1tperficiale ell una profonda fra loro riccamente anasto-mizzantesi. In vicina.nza <lel z.imb1ts si p·uò bene apprezztt?·e la cm·rente sanguigna per -il s·usseg1tirsi uniforme e costante clei globuli ?'ossi. La corrente può essere rallentata e irregola1·e e q1talche volta intercisa, feno-meno che si osse?•va facilmente nei L'Cechi, clove i vasi hanno per lo pUt deco-rso turtuoso e presentano delle llilata;;io-ni variaose; nei giovani il fenomeno deve con.~ùlerarsi come p<ttologico. N elle emmTagie sottocongiuntit·ali la bio1nù~roscor1ia p1'ò scn:irci per stabilire l' epocct di com1JM'SC& (lello strava~o, circostanza che in talm1i ca.s i può at·ere importanza meclico-legale. In un cctso lli contusione sott-oC1ttanea è fa.cile cledurre con relativa .,.,..,.. esatte.;:,za clal colo-rito della ecchimosi l'epoca della lesione. Non è così per una \~· { .!-,~· emorragia sottocongiwntivale; per la sottigliezzct dellct rne?nbrana il sangue , ..., strava.sato può subire processi di ossùlaziO'rl.e e quincli non si a'L-vera.no come (· ,i~! ]Jer le contusioni sottocutanee le moclificazioni tipiche e grad1tali ili colore, /;·\.::~~ ~ d&Vute alle morlifica.zio-ni chi1niche del sa.ng1w, e che servono a stabilirif77.'::~:'( Ì1\.-'y; l'epocct della lesione. ~\-s-<.. ., : ./........., Il -mio alliet:o Alaimo ha descritto l'aspetto biomicroscopico llelle emor- -~~~~~~~ ''-· rag·i e so-ttoconyiuntivali a 'Varie ilistanze della loro comparsa. N el 1ìrimo ' ~~~\ ·momento l'emorragia appare costituita da elementi ammassati fra loro, specialmente in t'icinanza dei vasi. Jl a dopo -18 ore si inizia una fase ca.rattet·i.~tica, si delinea cioè una strict biancastra a.tto·r110 a.i vasi di 1tn certo cali!Jro e gli elementi llcl sangue cominciano c~ prendere 1ma disposizione regolare in serie ai lati della pa1·ete vasale. A questo periodo, che Alaimo chiama clelle «strie di asso·rbime1~to ))' succede il periodo delle zone di rischiara.mento; tnan mano cioè che gli elementi sanguigni vanno disponendosi i·n vicinanza dei vas·i e ad essere 1·ias· sorbiti, si VMI1/0 d·iradando nelle zone intermedie, le qual·i si present.ano più o meno richiarate. N el periodo da 12 a 20 giorni l'emorragia si lJUÒ cfrnsiderare scomparsa. JI a anche clopo tale epoca l'esame bio·microscopico 7:mò fare ancora scoprire gruppetti eli elementi ematici, non a.nc01·a riassorbiti, ecl anche dopo lungo te-mpo possmo ancora. a.pprezz(trsi fini elementi pign~entati che stcmno a testimoniaTe la pregressa emorragia sottocongiuntivale. La biomicroscopia ci offre un t'<tlidissimo aiuto nei casi dubbi di tra· coma. 11~ condizwni normali nella t·egione del limb1ts la clisposizione va~ale si può ntppresenta?·e schematicamente nella -maniera seguente: Vi è 1ma prùntt zona periferica chiamata « zona delle palizzate », formata da maglie ww:olari a raggùmt. A q~testa segtte la seconda zona cosiddetta delle (( magl·ie t:ascolari '' e<l in fine la zona delle anse tenninali che è U'"-a stretta maglia di sottili capillari limitanti il bordo opa.co clellimb1t8. Rece?tti ·ricerche ha.nno dimostrato che nel traco-ma si osserva all'·indagù1e biomicroscopica una irregolarità 1nolto evidente nella disposiz·w ne delle an~e terminali; alcune eli e~se ar,paiono ·molto allungate e si spingo-no sulla cornea per u1~ tratto pU~ o m eno lungo, in akzmi casi fino a l 1nillimetro, in maniera i·rregola·re. È superfluo insistere sull'importanza di questo segno diagnostico differen:iale nei casi d1tbbi eli t1·acoma. S'intende che 1r~i t·ifc-risco al trac0'1na non complicato da panno corneale; peralt·ro q1testa mocl-ificazùme vascola1·e si tl'()'ta non .'Joltanto ullimbus superiore- come cwviene per il panno corneale
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LA MTC' ROI'COP!I\ DELl;OCC FHO \"1\'E~T}; ECC.
tmcomatoso - ma JJer tntla l" e8te n.~ione rlrl limbu.'? e spesso è pi'ÌI marcata al l imbu.~ inferiore. I n qurslo argomento hamw 7Jortato notet•oli contrìb·u.ti i 1niri allieri Fontana e (ia/a,lte. JIolto ricca. di risultati è la biomieroscopia della cor·nea.. Questo •metodo d'indagin e ci ]1rrmette a.n::it utto d·i ben dixtingu ere la posi::ione e la JJrofcmd ità delle altera::iom:, /(t lorn C81Jen::a, l'epoca. dl'lla loro compm·sa, e ciò ha nat·u ralmente notevole importan.:a. q1~a ndo si traUa di decidere se una O]Jacità è antica o rPcente: l'aspt•llo, la maggiore o minore ·nettezza. dei mm·gini dello intorbidam,.nto, la pa.rtf•ripetzione o meno delle zo11e adiacenti sono elementi pre::iolii di diagnosi difjerenziale. 15ono tutta1·ia que.gti caratteri che in er.rto modo .~i pos~;ono a.ppre::z(lre cou i comtwi metodi d'indagine: 1ma opaci.tà a11tica. si presmta con margini netti ben delimitati, m entre q?usti sono ·i ndecisi nrgli iutorbidamcnti rectmti. ]ù ·lle cont·u sioni dell'occhio po~;~?iamn non apprez::rae mdla di anormale con i comuni m e::::i e, senza l'ai1tto della biomicrosrupia , 1>otremmo ?'itenere come simulata u na rliminu::ione 1·i.yivct accusata dal/'·i nfermo, oppure attrib1tirla ad altaa::ion i ine.~il?f.en ti: si facaa ne·i tempi pa:ssati un ce1·to abuso della cos·iddt•tta cc Commotio retinae ''· Ll~ biomicro.ycopia ci svela alterazioni corneali caratteristiche di con· t·u.~·ione. L 'altM·a:::imtc )Jiit sen~J·lice che si riscrmtra anche per lìrvi contusioni è il co~; iddetto aspl•tto rugiado.yo dcll'e.pitei'io, p er la ra:ssomiglimt::a con piccoliiJsù ne goccioline di rugiada. Jfa nelle cont11:sioni valide tutto lo sp es.~ore della. cornea p11.ò subit·e alterazioni rilet,abili con l't'liMne biomicro.Ycopico. l'i può f'Sflere un intorbidmnento zJas.~eggero, detto perciù « intorbùla.mento effirnero , , che va dall'epi telio etllo andotelio della JJescemet. Questa alterazione pu.ù scompa·r ire del t·utto in 7wchi giorni. Axviene però non infreque·n temente che, a cattsa della. contu~;ione, si formino delle 1>liclte ed anche delle rott1tre della D escemet ed allora possono rima.nere delle a.ftera.:ioni corneali stab·ili con consegtt ent.e lliminu.zione v isiva di enti l'esame orll·i?lario non ci forni sce la spiegazione e ci induce q·uindi a 11ensare alla simulazione. Un'ctltera.;:ion e 1Jure ca.rattl"ri.Ytiea e patognomonica della contusione del bulbo ocu.la.re è la. compariJlL di un intorbidamento anulare della comea , s·ulla superficie posteriore di essa., eos parso di granuli p igmentari sfuggiti dall'iride. La biomicroscopia è di grande utilità nello studio degli esiti della cheratite parenchimatosa. Anrhe in casi che sembrano d l'l t1tlto gum·iti, con rip1·ist·i no della traspa.renztJ della cor·nea, l' indagine {)iomicroscop-lCa mette in evidenza nel 7Jarenchina corneale delle strie opache, t'fl·i cordoni fibrosi, i_ quali rap7Jre.~e 1~ta.no dei va~i obliterati; sono q1teste alterazioni .~tabili, che dà1c.no la S1>iega::ione della dimùw:::ione del ·v i8us in qttesti ca$Ì. Si aggiwtga ohr ù1 m.olti casi anche dopo pa.reechi an·n i s·i possono a.ncora 1·i.~cO'n· trare 'vaselli n:i 110n obliterati a contenuto ematico. L 'i ndagi ne biomicrosco7)ica interl'iP?ll! 7tlilmC11te nella quistione della cheratite 1Ja.1·enohima to.~a d·i origine tl·a·tunatica. N 011 ·vi è dubbio che in soggetti con gtigmate di sifilide congenita., in seguito ad una cnnt1tsione pu.à svil?tpparsi la chemtite parencllima-tosa. Q1testa <lr•corre i·n ma.niem p erfettamente simile alla comu11e oherettite parPncltim.atosa; Ìlr qu e.~ti casi il trauma ha agito soltanto come ea1tlia occasionate. llfa esistono casi, ] )Cr quanto rari,
LA MICROSCOPI).. DELL'OCCHIO \"IVENTE ECO,
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di chera.tite parenchimatosa consec·utiva a contusione dell'octlhio, nei qua.li manca qualsiasi segno eli lue congenita. c le 1·cazioni sierologiclte dàn 110 risultato completamente negati·uo. E' questa la vera cheratite parenchimato,ça tra.tunatica. In questi cctSi la cheratite è prec.ecluta cla twa erosione corneale, che può sju.ggire alla ltestm osservazione. Con l'indngine biomù~rosco7Jica poslliamo però seguire lo s1:olgnsi llclla ·malattia e/te si in i.:ia con infiltrazione degli strati lJrofoncli e presenta la caratteristicc~ di decorrere sen::a. lteofonna.::io n l: lli vali i. L'incla.gine biomiaoscopiea ha permesso di ricuii08CCre clircrse forme <li cataratta r. di seguire il loro decorso. Ma io andrei troppo JJPI' le ltmghe 11e roles8i intrattenenni sul vasto e<l interes.yanlo cap·itolo della bio m icro.~copia del cristallino. ,]Ji fermerb bret·emel/te .~1~ tcdu·ne altera::ioni di natura, tmunutti.c<~ nelle q·uctli la biomi<·ro,ycopia può <lire la. paroll~ df.ci,5i.rct. Nelle contusioni dell'occhio, aualogMtlwte a 1J.1tanto abbiamo t'isto per z,~ cornea, si può avere 1m intorbiclan~ento ad anello - il così detto intorbùlanumto C!llttlare <li l'ossiu.~ - formato da granu.l i di ]i'Ìgmmto che, nell'atto dell<t contusione, si ,yono staccati dall'orlMto Pzt7Jillare dell'iride C(l hcwno aderito alle~ caps1da antaiore del cri.stcdlino; l'w~ello può e88el'e completo o interrotto in u1W o piìt. punti. K ella sublwssa:::ionc trauma.tica del crist<tllino pos-siamo t:rriere la tramn dclr:itreo sporgente in camera anteriore, nel tra.tto in cui il cristallino 8i è cli.~lcwcato dalle' zon.ula; in altri ca.d possia.tno vl'drre l't8ti clclln ::onulr.~ fluttuanti. &ono q1testi segni che ci permtttono dùstingttere urttamcntc una s·ublttssa::iono traumfltica da ·1wc~ sublussa::ione congetdta. Ciò ha ·naturalmente un valore non indi/fm·ente ne·i casi ·in cui una diagnosi dif!eren::ialc è nece1:1saria non solo dal lato clinico ma et sc01JO medico-legale. l n S(lguito ad una contusione, in epoca 7>iù o me11o lonta.l/a dt! l trauma, puti .-svihtppa.rl:li UIUt cataratta. /i ono questi casi che dà nno 71er lo più luogo a luughe di$cMsioni e a questioni di ordine legale, molto piìt quando la cataratta insorge dopo lungo tempo dal tra1(1na e quando si tmtta rl'indiridui che hanno 1:1orpassato ì 60 ltnni nei quali, come si sa. è frr.quentc le~ cataratta senile spontanert. Abbiamo in questi ca,Yi <liversi crit~<ri clinici prr unn diagnosi difleren.~iale. Per esempio, poichè la catara.ttlt senile è di solito bilaterale, il trova:re un intorbidcunento del cri11tallino nell'occhio clte non ha subito il trauma,, parlct nltturalmente ·i n frtvore della fonna lijJOIItanctt; nel caso che l'aUro occhio è perfett(t?nente sano peusiamo pi-ìt. facilmente a.lla forma trawma,tica. olia il criter'ÌO pih importc~nte e decisivo ci 1JtM) essere soltanto fornito dalkt inclagine biomicroscopica. A >t~itutto bisogna guardarsi da nn errore, ehe pnrtroppo non è raro. Si sa che la contusione oculare dà luogo frequentemente alla cosiddetta miclriasi traumatica. A p1tpilla clila.utta noi pos11iamo scorgere degli intorbidameuti equatoriali a forma di clave, disposte ·t·a.dialmrnte; è qu.esta la cosiddetta cataratta coro-naria, che si può trovare in occhi perfett~mente normali i1~ una proporzione non inclìf!erente ( Vost calcola in ci1·ca il 25 % delle persone). (.Juesto intm·bidamento coronario, che è compatibile con 1m visus normale e che p1tò rimanere stazionario per tutta la vita, ltOI~ ha nulla a ·vedere wn la cataratta lla contu.sione. NeUlt cataratta d~ contusione l'intorbidamento non s'ini.:::ia dalla zona equatoriale, 1na <lalla zona centrale in principio clalle po-r~oni sottocapsu-
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LA 1\UCROSCOPIA DELL'OCCHIO ' '1\'El\""TE ECC.
lari posteriori; solo piil tltrdi l'intm·bidamcnto invade gli st·r ati sottoca1Jsu.la:ri anteriori; la cristaUoùle anteriO're 1·imane integra. L 'indagine bio microscopica ci li a. penneiJ.'fO di riconoscere i z>ri?nissi mi' sintomi che preludono l'insorgenza di una oft.a.ln~ia s·im71atica.; si JJossono cioè osserva:re minutissimi. llrpoiJiti pigm.entari sulla Descemet, tanto piccol-i da non dare apprcz~abili llist"1·bi 'l)isivi, si 7JOs.~ono anche riconoscere minutissime opacitli biamcastre nelle ponioni anteriori del ·l'itrf'o. Repertoquesto della mas8ima ·imzJortan::a q·zwndo si 7>ensi che la enucleazione dell'occhio simpaU::zante è solo cffi.cace q1ta.ndo l'oftalmia simpatica non è già clinicamente dichiarata.. N elle contusioni omtlari si hanno a.lt.errtzioni irù1ee, rilnabili alla i>ulagine biomicroscozJica. L e p1·ime e più semplici altem:;;ion·i sono pigmentarie: scom7Jwre par;:ialme.nte o interamente l'orletto 'JIU1Jilla.re 1Jigmentato 1 m entre ·il 1Jigmento stromale migra in s·uperficie. t:ii possono anche scorge.re sottili inta,ccature del margine pupillare. Dopo 1m certo tem1J0 compaiono· segni d:i atrofia dell'i1"ide, diff?tSa o localizzata in al01.tn.i settori. S'intende bene che io mi riferi~:;co a. lesioni poco o nulla appariscenti con i comun·i mez;:i d'indag·ine; nelle contusioni valide, si sa bene, si osserva.no anche losioni 1Jiìt grossolane, per esempio irùlo-d•ia.lisi piit o menoestesa, emorragie ecc., la cui diagnosi no1~ presenta alcwna clitficoltà. De~:;iclero infine parla1·vi b1·evemente tli alcune inte1·esswnti alt.era.zioni dell'ùide nella tabe dm·sale e nella pa.r alisi progres.si·v a messe in eddenza dall'indagine biomicro8copica; si tratta di 1·icerche alle qttali attendo da parecchi anni. Come veclete n.elle figure ])roiettate suUo schernw, l'iride Mna, osserva.ta biomie-'1·oscopicamente. presenta. il 81tO normale d·i8egno in ctd spiccanole tuJ.becole ben rilet•ate, il pigm,ento stromale non si trova a.Ua, superficie; negli individ1tì a.ffetti ila tabe e pi1ì. specialmente negli i·nclivid1ti colJ,iti da. pa·r alisi progressiva l'iride appare più appiattita, l'aspetto spugnoso caratteristico è in gran parte scompa.rso, le tr«bccolfl I!QM m<mo eddcnti c 8t(lla. supeTficie iriclea si trovano zolle eli pig1nento migrato ùt S'Upcrficie daltostroma.. É sorp·renclente la costanza e la p1·ecocità di queste alterazioni che hopotuto ve<lere q?tanclo ancora. gli a.ltri sintomi della parali8i non cra1w svi-· luppati o appena vagamente abbozzati. l o richiamo la vostra atten::;ione su qu.esto particolare, perchè ha una imp01ta.n::a non. indifferente clal lato diagnostico e tera,7)eutico. É ormai pMifico elle la malat'iotera.pia e, in genere, ogni metodo ili 7Jiretoterapia può dare dei risultati, talo-ra eccellenti, nella pa1'fLli.~i progressiva, a patto che si intert'enga precocemente. Da oiò la neoess·ità d·i un.a diagno.qi p·recoce; sifilog1·a.jì. e neurologi a.ssegna?W pet·ciò grande valor.e all'esam~e clel liquido <;efalo-rachidiano, 1>er la d·iagnosi ili lue nm'vosa. Senza clisconoReere il valm·e eli 1ma W a.ssermann positiva o di altre l'f'a.zioni nel liquor per la l·ue, affermiwmo che l'esame biomicroscopico dell'iride Ila tma importanza non inferiore t>er la diagn.o si p1·ecoce di paralisi progres~Jiva.
Si aggiunga che il ris1tlta.to nega.tit:o 11el liqtwr ottenuto da. 1m datoesame non ci può senz'altro fa.re escludere la. paralis·i ]Jrogressira e che la. p?mtura lombare - per quanto innocua 11t>l maggior numero dei casi -
LA RADfOLOOIA DELLA TUBERCOLOSI POLMOJ>ARE J::CC.
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1Wtt si 1n'ò 1·ipetere dicerse volte, giacchè non sernzlre a cib si prestano i ·malati. L '·i ndagine biomicroscopica, oltre a darci 1tn ?'eJJerto costante e precoce, ha il vantaggio eli poter e,qsere ripctt,ta senza alcun fa stidio dei malati, mwhe a sMpo dirò così profilattieo, nei C({.~i in cui esiste solo il soszJetto elle possa sop1'a1rvenilre la 1>araz.isi prog1·essiva. Colleghi, non ho fatto, come già. ~·i sarete acc01·ti, che 1lll(l 1"a1Jida corsa nel vasto can~po della biomicroscopia oculare; sarò ben lieto se sono 1iuscito a ri.aflermare in voi la conuin::ione della grrmde impO'rlanza. in clinica e in medicin-a legale di questo prezioso metodo d'indagine.
ISTITUTO DI RADIOLOGIA DELLA R. UNIVERSITÀ DI MILANO
LI RADIOL061A ORLA TUBER[OLO!I POLMOftlRE PER IL MEDI[O HUALE Confer,mza d 31 prof. Felice Perussla, Dir ettore dell' Istituto, agli ufficiali medici dt>l Presidio di Milano (31 gt>nnaio 1934-XII)
L'O. premette alcune consùlerazioni sulla tecnica necessaria per -una esatta indag·i ne radiologica nel campo della t1tbercolosi polm01tare, sz>ecia.lmente qua'/l.d.Q s·i t·r atti di mettere in evidenza forme iniziali o com·u nque latenti. Tale tecnica presuppone l'impiego della ra.diografia. accanto a quello d.ella rad·ioscopia. Il m e(lico fi.~cale dere s7Jesso occupat·si del problema difficile di 1tna diagnosi precoce della tubercolosi polmonare, del gi'Udi:::io 7Jrognostico e del gi1tdi::io di guarig·ione. Questo in mpporf.(), per il medico militare, (lel reclutamento, clelle rif01·me e clell_e liquidazioni eli pensioni. D i qui la necessità di conoscere quanto possa di sic1ao fornirgli la radiologia per risolvere qtMsti problemi . .A qu.esto scopo l'O., sulla scorta d·i numerosi ra<1iogram1ni, dimostra il quadro mdiologico delle forme iniziali di tubercolosi pol·monare, descrive la forma di infiltrato prirnario dell' Assma.nn, si soflerma sulle forme di tttbe-rcolosi miliare, acuta e fredda. Di'lnostra quincli le possibilità di guarigione delle diverse forme cliniche ed anatomo-paf.()logiche della t'u.bercolosi polmonare nei loro qt,a.dri tipici eà infine accenna essere 1JossibUe al radiologo di a.flemtMe l'esistenza di segni di guarigione ma ·non mai di affermare in modo assoluto la gu-arigione definitiva di un tubercoloso.
OSPEDALE MILITARE DI PALERMO
SIFILIDE DEL SISTEMA NERVOSO •
Conferem.a del prof. Ro solino Colella, Direttore dC'Ila Clinica per le malatt-ie nerv0se e mentaU della R. Unh·ersità di Pale1·mo (13 maggio 1933-XI )
(CoHI i11uazione)
SIPILIDE YERYOSA .ACQPI SITA.
Tre mcmirte <li com p1·enllr're 1ft sifili<le ncrtosa: o occuparsi 1t.nicantentc lli clinù:a e eli anatomi<t patologica, come hanno fatto gli antichi cuttm·i; o consicle1·are, quasi e~>cltt.~iramellte, le reazioni mnorali, srconllo le ten<lenze attuali; o espon·r, ~>enza ùlee preconcette tutti gli elementi lli fcttto che possono con<lurre aUct cliagnosi e, per e~>sct, alht cu.ra; ecl è il metodo che n<>i adotteremo. Perchè, ù1 effetti, opporre sempre il laboratorio <tlla. clinica come se q1testi du e rneio(li di inclaginc potessero • ·i·vere separat·i ? Clinica e Labm·atorio costituiscono un wtico organi.smo. Lo st1alio clirctto e completo clell'·uomo infermo c la cum eli r.<:so - applicancZo da via le conqui~te clelle scienze biologiche e vaJ.entlo.~i pttr sempre JJ(:r intcrpretm·e i je1tomcni mo-rbosi eli t·u tti i rami dPllo scibile all'uopo util<i:.~abil'i - dete f'sure la. costante e 1tltima mèta <li ogni nostra indagine. Centri dell'att-ività scient·ifica la Clinica, il Lnbomtorio, la S aht cmatomica. Le spirocltete possono agg1·cclire tutte le regùm i ·t kl sistema nervoso: il parenchima e i suoi prol11ngamenti come i nervi ]Jcriferici, il sistema mcnùcgo-vascolarc, gl-i organ·i dci sensi, ecc. ... Secondo il perio(lo llella malattia, noi vedremo variare i sintomi manifestanti la. loro pre~:~enza. nell'una o nelfaltra eli queste t·egioni. Da ciò emergono le differenti e mu.Uifonni manifesta::·ioni (lf.'/la sifilide nervo.~a. X on avet:a essa, per sè, le sue lesioni: a1·teriti, gomm e e sclerognmme; i s11oi s·intomi midolla.ri: mielite tmsversa; o cerebt"ali: emiplegia clcstra con afa.sia, pm·alisi dei n er·vi cranici; la sua abituale C?tra-bilitcì. sotto l'influenza (lella terapia ? M a tosto il suo clominùJ si alla1·gò. L e memorabili ·1·icerche eli Fournier, come (tCcen nammo, stabilirono che la tabe d<>rsale c la paral·isi generale progressiva so1w sempre e cla ]!fl' tutto, 1Jrodotti dalla sifili<te (new·Q-sifilide tanliva): esse introdussero, nella scienza, la nozione clelle malattie metasifilitiche. Le q1tali sono ca1·atte1'izzate anatomicamente, pe-1' l'assenza lli lesiotti specifi-che, diffuse, lt~ presenza tli lesioni ba.nali, loeali::zate., per la presenza clelle spirochete nel cervello <lei paralit·ici generali e nella mùlolla spinale dei tabetici scoperta lla N og1wM (1910 l; clinibamente, pe1· t1·e elementi: apparizione scoperta tard·iva, esistenza d'i segni speciali, e-voluzione inesorabile, a <lispetto di ogni terap·ia. Si potè pertanto dimolìtraTe che la pttralisi p1·ogressi·va è dovuta
SH'ILlDE DEL SISTEMA :-<ERVOSO
alla moltiplicazione delle spirochete nella cortrccia Cfm•hrale C(l alle le.qioni che <la esse sono prollotte. !n quest'ttlt·imo tempo nuovi progtciSIJi, nuove acqui~J'i::ioni, maggiore estcns.ione, completamento e perfeziOIUtmento d.rllc uoNlNl cono~<cenze. .::~ lla scoperta della spirocheta e alla volga,·irza;;ione itellcL puntura lombfJ.rt si aggittn8ei'O lo sttulio delle 1·ea.zioni biologiche olle accompngnano lt~ sifìTicle nervostt e la metasifìlùle; la precisazione llella 1)(trtc cltr• hanno, nel loro ~l'i lttppo, i rn·oce~Jsi meniii{!Ci, a cui 1lebbono riferir:,;i aff•·doui finora cre<lutc imlipen<lenti (lalla sifilùle nervoSf~; le ricerche e la dP.~cri::ione llel periodo preclinico cl.ella sifilide ncn•osa (Ral'a ut); llL constata:: ione llclla esisten::a tli un" forma fì.no allora scono~Sciut(~ di sifìliclc nervosa la,h'ute o iuapparent(' (jormrt, biologica latente): la istittt::ione, in fine, eli meto(li cumti·t'i notaolmente effica.ci.. . La q1tr.stionc <leUa s-ifìlùle clel sistema nen:oso è cli1:entata troppQ complessa, perohè c.<fSCL non aboùt et contiwU(fl'<' in u.na ulteriore e~:oltt· zione (li fronte <ti n·uovi 1)roblemi che sorgono. Il sistema nervoso puà essae interes.~ato in qualnnque Jll'rioclo rle7l'affezione sifilitica, co.~ì nella lue congenita co 1M in qurlla acquisita, pro(lUCf'lltlori alterazioni anatomiche <li vMia natum c gnu·ità.le quali (ltÌliiW luogo a quculri clinici varii e comples:,;·i. La percentuale maggiore di lnP cerebro-.~pinttle 11i pre!Senl<t nei primi due cumi (/.all'epoca llelt'infe:::ione (cirm il Jò % elci ra.~i). S intetizzcmcto le no.stre COIIOIS<!elt.::e IIO].II'a. q1testo ar!Joment(), tre gr(tiHli vcu·ietà di invasione clel procel!!iO htt'tico nel ~ti8lem(t nert·oso noi riscontriamo: IO La sifilicle llf'l cerrrllo, df'lmiclol/o 8/JÌIIale e rZ1•lll' meningi. :!o L e malattie rnetasifilitichc tl f-l si.~tcma ncn·Mo (tabr (lul'8ale e pa.mlisi genemle progressira ). 3° L e lesioni ter:::iariP lt1erdi:~ate (gomme i.~olrrtc tlcll'enccfalo, <lel millollo spinale e <lei nerv·i periferici).
Per ltt clinica e la dh1~nosi prt..>coN• lll'lla sifili<l·· IU'n'o.~a, pf'1·ta11to, seg11i eli11ici i più precoci ehe pos.~o,no we.~c utarsi llt?"i cliffercnt·i stafli·i lli essa.
bi.~ogna tenere 1Jresenli i
A) I NIZIO DELLA SIFILIDE.
All' in·izio della sifilùle noi osservia.mo soprat"tto manifestazioni ài origine meningo-vascolare (leptomeningo-vasr,olarite), che può ?"ipercuotersi secondariamente sul parencltima., sui nervi periferici: meningite diffusa se11za localizzazione speciale, ict.us, emip!l.'gie, paraplegie, mielit•i precoci, emorragie meningee, ma .~opra tutto pi!.ra.lisi dei nervi cranici che colpiscono il più sovente il flt.eciale, i nervi oc·tilomotori, i nervi ottico e 1tàitivo, e anche altri, ma pUt rammente. Da parte delle radici, si ·tnanijestano delle ra<licolonevriti che colpiscono sopra t·utto i grossi tronchi nervosi, il plesso sciatico e quello brachiale, i nervi int.ercostali. Ttttta la semiologia nm·vosa potrebbe essere passata in rivista in qu.esta occasione. Noi inaist.eremo sopra alcuni seg-ni cUm.i ci, insufficientemente messi in evulenza finora, pe1'c11è essi sono raramente ricercati in questo periodo, i quali, assai precoci, designano già, la frequenza <leUe affezioni 1newi.ngee fino dai p1in~i staili'i della sifilide.
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SlFJLIDE DEL SISTEMA NER\'OSO
a) Essi sow specialmente i àistu·r bi che si rife1'iscono al ne1'vo facciale e al nervo a~ustico, di cui 1tn esem,pio assai dimostrativo presento i1~ questo infermo Cass... Angelo affetto da paralisi facciale perife1·ica bilaterale (diplegia facciale) (Fig. 8), da perdita completa dell'udito, ila ilol01'i noUumi massime nelle regioni mastoiàee, i1~ sègttito a infezione luetica certa. Così la pamlisi motrice completa e bilaterale clei muscoli clella faccia, co?~ perclita (lel gttsto, ecc., come i ilistttrbi uditi-v i e vertiginosi che hanno conilotto alla sm·dità totale, è da ritenere che sono ilomtti a una lesione localizzata. sulle guaine meningee delle me nervose facciali e labirintiche e wn, come si crede-t;a in passato, a una lesione dell'orecchio ?r.edio. L 'origine meningea di questa neu1'0sifiUàe auricola.re ci è dimost·r ata per la sua associazione con la lesione del Fig. 8. nervo fa-ccia:Ze (insieme col quale il ne1•vo acustico e l'intermedim·io di Wt·isberg si introàtteO?to nel co-r~tto uditivo interno); per i dati ilell'esatne clinico e delle ricerche di laboratorio; pe1· la osservazione prol·ungata e minuziosa del malato in rapp<Jrto all'apparizione ili alt1·i sintomi della sifilicle ne1•vosa. b) Abbia1no constatato inolt1·e distu1·bi che colpisco1to il plcsso sciatico; sotto fm·ma di ve1·e ne·u1·iti che i1Lteressano il nervo sciatico e le sue 1·ailici rachidiane, c<Jme è dimostrato dell'inferma Pint ... Antonietta che presento, a.ffetta pure da sifilide certa. Queste neuriti croniche han1to determinato pa?'esi e ipott·ofia della ga1nba sinistra (Fig. 9} , nfYVralgie pe1wse in ttttto l'a1·to, che si associano a ?totfYVoli disturbi della sensibilità, sopra tutto a ipoestesia di topografia t·a.ài-cola1·e. Sono le for·rne chiamlate dal Land<JUZ1f sciatica neuri ti ca. c) I n uno stuclio fatto in questo Istittdo sotto la mia ispirazione e direzione, dal titolo « L'Occhio nelle malattie •nervose e mentali» (Annali della Clinica delle malattie nervose e mentali di Palermo- Vol. IV- Palermo 1925) abbiamo constatato alte1·azioni analoghe anche rMl nervo oUioo, che era1w di origine e di natutra luetica, le quali si svelano solantente con l'esa-me oftalmoscopico. Il contorno della papiUa ~ ecZematoso, la papilla è iperemica, alquanto 1·ilevata, con vene dilatate e Fig, 9,
SfFJLTDE DEL STSTE)l.<\ NERVOSO
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talvolta con piccole enw·rmgiP. Il talore ili quest·i segni è stato discusso, ma ilris1tUato ilena 1Juntura lomba.re, che mo~tra in questi malati reazioni positi·ve del Uq1tiào cefalo-rachicliano, fanno ritenere che q1uste alterazioni sono in. rapporto con una compres~ione del nerro ottico, dete-rminata dalle lrsioni ?neningo-vascolari che 1'ÙI'Ìell01W alla base <Zcl ce-rvello. Q1usti e<lemi della papilla sono non(limeno interessanti a t·ictl'care sistematicamente, po·ichè rappresentano un segno wecoce llella sifilide uerro.~a (S. li.). Considerando nel loro insieme questi sintomi rilevati coll'esame clinico, e mettenàoli in ra.ppm·to con i fatti desunti ilall 'aulop.9ia e llalle incla.gini istobatter·iologiche, si constata che si è in presen.::a eli ~m pTocesso sovente eli antica data. Tali sin tomi, per quanto sensib'ili e precoc·i essi siano, ·non indicano che ltt perdita o la {listru:::ione di 1ma por::ione del sistema n e1'Voso già toccato {la l1UI1JO tempo e per ciò stesso sovente superiore alle risorse terape111'iche. Q1,esti fatti ci mostra1w la necessità di ricercare sempre dei ·metodi <li indagi11e capaci d·i scoprire le tmccie <Zi una infezione fì.no d(ti suoi p·r imi stacl.ii. È così che per la sifili<le nervosa, in q11est i 11ltimi anni, la t·caziMii del sangue, del liquillo cefalo-rachidicow, in C'lti vengono a 1iflettersi la maggior parte delle lesioni del sistema nervoso, ci hanno fornito le indicaz·ioni diagnostiche più precoce·mente della. clinica. Prem essi q1testi lrred 1·ichiami SOJ>ra alcune jm·me cliniche e sulla d iag1wsi p1·ecoce clelia /S. N ., illustrerò i principal·i q·uadri clinici <lella sifilide nervosa acq1tisita - con pa:rticolare r·iferime t~to a·i malati che 1Hesento senza ripetere le ·n ozioni fondam c'lltali, 1LnicenJUlmente note. B) SIFILIDE CEREBRALE.
La hle cerebrale pu.ò manifesta,,·si con alterazioni vasali (arterite ctnbra-le), in forma meuigit ica (basilare) con infiammazioni cr011iche iperplastiche e in forma gommosa (n.eofonnazioni s·ifìlit.iche). a) N ell'artcrite cert>brale la occlusione clelle arterie per emloarterite obliterante (H.eubner) o la loro 1·ottura per aneurismi milia1·i, proclucono, rispettivamente, dei m .mmoltimenti clel territorio nervoso corrisJJOntleute o delle emorragie. L 'm·tet·ite luetica è in clipe111ten::a clel virus sifìlitico che produce le ben ?UJte alte-razioni vasali. Specialmente col7>ite sono le a1·terie basila1·i e l'arteria della fossa di Silvio, donde emiplegie, emipa·resi (da lesione della caps1~la interna.) e tuTbe della junzi<Jne corticccle, afasie delle 'VMietà più diverse .. . La. sinton~atologia è ben nota e p<Jco vi è <la aggiungere alla descrizione dei trattati. Mi limi to solo a ri.ch'iama.?·e l'atten;;ione ~ul caso che qui presentd, di Mil ... Filippo (Fig. 10 e 11) il q1tale oggi cammina, TJarla, mgiona, ricorda le cose e mo11t1·a solamente lievissimo indebolimento flellato destro con fuggevole disart1ia neìla pronu·n cia di pa1'ole complesse. Egli è tm·nato al lat•oro. I n pa.ssato, quando tre m esi dietro dall'Ospe<lale S . Save1•io ne ·r ichiesi il trasferimento in questa Clinica , i d·i sturbi emno gra1:is.nmi: si osse1'Vava emiplegia completa associata a grare afasia motrice, impossibilità di m.u.m·ersi , d~tu1'bi della sensibilità clel lato pa1·alizzato, grare indebolimento intellettuale, piagh~ di decubito: t·eazione di Wassennann nettamente 1>ositiva , ecc. La i·nstaurazione di queste gm,vi manifesta:ioni nervose fu precefl1tta, oltre che da
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S!FIJ.IOE DEL
SlSTE~U
;o;ERYOSO
ulcera el1tra a 19 anni, cla vcwtigini, ictus, stato C01na.toso prolungato.. . Fu e11wrragia cerebrale grave dell'a1·te1·ia della fossct di Silvi<> nell'emisfero cerebrale liinistt·o, ài nat1tra sifìlitica. Pzwe continuando le c1tre a?~tiluetiche già fatte, fu cla n6i- sottopostQ all'mttoemoterapia in comunanza con a-lt1·i 35 malati lli emiplegù~ , che fa?mo
fattl~ cliagnosi lti
Fig. 10. (Prlmn dcll'nutocmolcrnpln).
Fig. Il, (Dopo l 'nutoemoternpln. ).
parte del materiale eli studio eli 1m ·mio lavoro in collaborazione coll'allievo I nterno di q1testo Istituto dott. P izzillo (1 ). Filw da ora possiamo anmmcia1·e di averne av·uto ?"isultato buo·1w in quC$tO caso, (!01126 ù~ alcuni a-ltri casi di (Il COLELLA prof. R. e Pll.ZII.LO dott. G.- • U•u• n~nra ~llrtl clcll'cnl>rragia cerebralt t cùi llttoi e(fetli • Atti del XX Oolljl'resso delln Società IIAitann di Pslcblatrla, tenuto lo Siena. (1-4 ot tobre 1933).
SlFl!.IDE DEL SISTEMA JS"EHVOSO
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emon·agia cerebrale, anche eli ·nritu1·a non. sifìlitic(l. Ris1tltato che n<m abbiamo conseguito con ~rcssu1w drgli altri metocli di cura me8si in opera 1H'{I!i em·i · plegici pertinent·i ai 1·entùluemila malati osservati e curati nf'f uostro A mbulatorio gratuiti) annesso a questa Clinica. b) L a forma mcnin~itica 1'rnlilige la. base del cen·ello (nu•ningite basilare orcz.ina.riamente a di'corso cronico), ed i sintomi .90110 co,qfiluiti clalle pat•tùi8"i ·isolate oà a gi'UJ>JJO dei vari nnd cmniti, coi caratteri che sono lon> p-ropri. Più, specialmente colpita è. la l"l•gione ilel n et·~·o ottico, ilel eli ia.sma 'e flclla be1ulella o/t'i{;a, clei nen'i oeulomotore comune e abrhtrrnte, ponte e midollo allungato, dove si osservano masse rU aspetto gela.tinoso o cicatri.:-ittlr, pUt o meno estese in superficie, che avt•olgono e stro.:::ano i 11erui 11 ei loro punti ài origine apparente. Le ma.nifesta.::ioni cliniche consistono in cefalea, 1·ertigini, aeee.<Jsi Ppilettiformi, distwrbi psicliici, 1Japilfa. da stasi, poliuria, glicosuria, P'>l'iclip!iia e sintomi neuritici a carico di quei nervi imprigionati nrlle nw.~se infiammatorie. Sono sintomi eli gran de val01·c l!' lesioni cl l'l nen.:o e drl chi asma ottico, che àà·nno lu-ago a climinuzion.e del visus, emian-ap$ia, e la t·igiditrì della pupilla allo stimoli) l?uninoso. c) La forma gommosa è canute-rizzata clalla pre.YPn::a eli neoformazioni gran·ulomatose sulle meningi, tanto della base quanto clella convessità, 11ella sostanza p1·opria del cr.n·Pllo, con pttnto di pa.rtenza dal tessuto conncttù•o, intonw ai nervi e ai vasi (m.eningite gom.·mosa). Po~Jsono va1·ia1·e eli grande::za àa 1~n grano di canape acl1ma noce, acl un uovo (Bnm.~), e t-ro1:arsi negli emisferi, nei gangli della base, nel m eJJMlcefalo, ponte, eer'l!elletto e midolla allungata. Le consegue-nti m.anijestazio11i nen•ose dipenclono nahtralmente clalla loro sede; la sintomatologia delle gomme ce-reb?·ali che mggi1mg0110 un ce1·to volume si identifica con quella clei tmn01·i Cl"rebt·ali. I n casi eli iperten.<Jione endocranica si. ha papilla. cla stasi eà aumento di prt'ssione del liquor. La diagnosi generale si foncla s1tlla ·reazione eli WasJJermann s1cl sang-ue e sul liquido cefalo-·r achidiano, .~ui camtteri clel liquido c. r. (p?·essione in ge-nere maggiore, albumina totale in amne-nto, iperC'itosi, R. di Nonne-Apelt, R. del benzoino colloidale), sui 1'isttltati della. terapia st>ecifìca. C) PARALISI PROGRESSIVA.
Il q1tadro clinico - che non ~ qui il caso lli 1·iassume1·e, 1>oichè q1ust{) 1nio scritto non V1tole csure una t1·atta.::iont> sintomat·i ca di u11 cos·ì importante capitolo ài neuro-·psichiat1·ia, s1 bene il ricoJ'(lo di alcuni fatti (massime di osservazioni 1>ersonali) i q-uali possono 1ttilmente. completare quelli ,·egistnJ.ti nei Trattati lli ne1~.ro-psichiatria - iJ quacl,-o cli?lico, <lico, differisce 1>rofondamente da qu,llo 1l1'0teiforme della sifìlùle cerebrale. È una mala.ttia mentale su base sifilit-ica. che, ?Wn cu·l'ata opport1tnamente, porta alla demenza 1Jrogressi·va as.~ociltta ad una serie i.ln]Jatl ente eli sinto'Jni fìsioi. Curata conunientemente ]ntò amclte migliora1·e se non guarire del tutto. Fino a vent·i anni dietro si riteneva che la. paralisi p1·ogressit·a e la tabe dorsale fossero manifrsta.::ioni parasifilitiche, poichè il1·eperto delle S1>irochete n el sistema 1un·voso centrale era Rtato -negati·vo. Noguchi e .Moore (1910), come abb·iamo accennato, p-er la prima volta ·riuscirono a mettere in evùlenza nella. cm·teccia cerebrale de·i paraliti<.'i, meilia.nte i metotli di impregnazione
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S I P l L !nE: DEL SIS TEC\IA XERVOSO
argentic·a , numt>rose spiroehl'/f·; le quali ,qmlo state (li poi l"iseontrate in un..a pnwntunle alti.qsima (li casi. Es11e .~ono state dimostrate anche nel protoplMma clelle eell1tle nervose. Analo!JO rC]lerto si rbbe pure m•lla polpa c~>rebrale estra.tta lìai t"iv~>nti; le spiroel!r>te furono 1•iste 1'irenti alhtltramicrosoopio, poterono es,qr.re colorate col GiemSfl e inoculate con esito positivo nelle scimmie. Si pot~ pertanto dimostrare che la prtrali.9i p1·ogre,~si·va è clovuta alla moltiplicazi01'1-C llelle spirochete nella corteccùt cerl·brale e a:lle lesioni che da essa sMw prodotte. I paras.~it·i vennero riscontrati anche nel sangue e •nel liqttiào cefalo-rachùz.iano àei pamlitici. Le altera.zioni anatom it' ltc sono caratterizzate dalla presenza di processi atrofici llella oo1·teecia cerebrale , specie nei lobi frontali e temporali, lli oYigine prevalentemente vascolare, come io ho messo in eviclen::a i1" alc1mi m-iei lavori (1). Si possono riscontrare ]J erò cmche altera.zioni in altri lobi cerebra:li, nel rniàollo spinale (clegenera::ione clei COI'{loni posteriori e la.terali), nei 11.et'Vi periferici (2) e anche in organi all.'in fuori del s-istema ne1-voso. Si tmtta sopra t1ttto <li lesioni primiti1:e llella rete 1:a.scolm·e dell' encefa~o, seguite cla degenerazione clell.e cell1tle e llPlle fibre nen·ose e da proliferazione del connettivo inter.qti::iale. Il processo anatomico e il qua<lro clini.co che ne deriva continua-no la loro lenta inesorabile marcùz, iw:lts·i va, qu.a.si per nulla influen:::ati àalle Clti'C (tntilu.etiehe. Per lo svil11ppo <lPlla parali.qi progressiva è n ecessa.ria non solo l'esistenza l1elll' infezione sifi.litica ma orco1T01IO a.nche fattori seconrla1·ii dov1tti alla c.ostitu::ionc, alle in/.o,qsica ~ ioni. ai tmum.i, ecc. Non ogni sifilùle acquisita, ·non curata, porta alla paralilli, ma solo Ull(t cc•rta percentuale. La pa.ralisi JJI'O!Jrr>ssiva si sviluppa in grnere 10-15 anni da.ll'avunuta contaminazione; ~ più freq·uente 11egli uomini ch e n ellf' 1lonnr ; suole manifestars·i tra i 30 e i 50 ltnlli . Esistono 11er ò anche le forme gio1,a11ili, com f. que/l.(z, p1tbblicata. dal mio al fiero U. D e Gia('omo ·in cui let parai i.si progre.~si1:a era associata a malattia ili FrÌI'llreich in u na giol'ine rli :22 anni (Annali ilella Olin·ica delle 11/tllattie ?lt rvosc e mr lllali (l('/frt R . r ltÌt'('l'.~itrì <li Palermo, Vol. v' Ti p. Ires, 1933). La malattia d'orrli nario 8Ì in i: i a snbclula mente COli un'alterazione pa1'ticolare clella 1Jer1Jo·IUllità. p.~ichira rlel soggetto, la cui 11frra intellettua.le p?·ogressivanumle si ?'idu.ce. CliniNunu1tr si preiJenta con drcorso api1·ctico, con sintomi numerosi e mrii, fn~ r·ui i più comuni e più ca.ra.tteristici sono: l 'iudcbolirnento progrt•sl\i,·o dt-ll'intdlig('nza, che è la 1:era cm·attcristica psicologica (lclla malattia, clelirin con camttere espan.~iro o clepressivo, paresi pu.7dllare, impa.<>cio n el parlare. <listurbi motori consistent.i ù1 trernore, atassia., e finalmente paresi muswlare. La morte cwvi eue in genere n ello spazio (li l a 5 anni (senza trattam ento). Si osserv(lno pa recch·ic fomu: 7a (lemenziale, la catatonica, la senile; non mm è la c.ombina;:ion e con la t<tbe (Zorsale (tab07paralisi ). La cliagMsi va fondata ,qui sinio m'i 1),qichici e fi,~ ·ici, sui dat·i anamnestici (luc), snlla R. W. positira snl sangtte c nel liquor qtuLsi in t1ttti i casi, e (l) l t. C'òLfii.L\ . -
.<:ur le•
/illt;S
'!lltm/irm$ de l'érnrre r~rlbrtrlc tlrt n s QttP.Iflru:s >mtlntiiu
llt•ti ~t·a uc. ·t· ... d(' J'A<·ut.lem ic •lf-s b(' Ìl• n("(·~ . n. s. l-'ul' i~ - Gauth ic r- YUiars el Ols, hiiPI'ÌIIl\'ll l'~-lilJrui i'('S - . \ 11 i tlt!l l u R <•u)(' A l'C'II oh•m il\ <Ici Lincei , R onm. Alll\U L'I.:X C. ( :!) H . (.AJLE Ll.,\. [A; tlll,•r a : ioni tlei Il t r t'i p f' r ij ·r it-i tu·lfo p rualisi !JOtc r a.lr pr0f)7"es~it:a. ' " )'I! J>por lu l'tnt i lt~ r·J 1lW'l ei rentrnli di o r iuine - .A nuu.J i di ~ c,·ru lo gia, :'\'uo ,.. u. & a·ic, Anno IX. Ft""~· t -3-4 , :\llfiOh , A. 'f oc•·u .EtL menf,, lt· ~ - Cl)Jup tei- renc.l us
S1FILIDE DSL SISTEMA NRRVOSO
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sull'esa-rM del liquor (linfocitosi e au,mento clel tasso globulini{)o: positività clelle reazioni tlel mastice e dell'oro colloidale). Se queste vm-ie 1'ÙJerche dànno esito •negativo, la diagnosi di paralisi progressiva pttò ess(';re eliminata. I n base ai su dett·i elementi diagnostici ci sembra necessa,?'io di riclt.ianr,are Z' attenziot~.e sulle forme prodromiche àella paralisi progressiva. Ciò in oomiclerazione dell'odierno trattamento piretogetw di essa, ina.1tg1t1·ato da W a~m-er Jauregg, che conta al suo attivo parecchi s'UCCessi lli remissione dei sintomi in circa due terzi dei tnalati; e la cui applicazione è tanto pitì efficace qttanto più precoce è Z' accertamento della malattia. La (liagnosi di paralisi 1Jrog1·essiva, specie neUe fasi iniziali, è spesso misconosci1~ta. Le forme prodromiche principali SOtW le seguenti: \ a) Non di rado l'inizio della paralisi progressiva è segna~ato cZa accessi epilettiformi. Questi possono essere affatto identici agli accessi dell'epilessia essenziale, tna molto più
spesso si mostrano sotto jQrJna di epilessia parziale, motrice o sen.sitiva, come tlel malato che qui vi presento Rich ... Paolo (Fig. 12) il quale, curatQ in tempo, dopo la 1ntùa1'ioterapia e il trattamento antilueti{)O, ha riacquistato la capacità nMnta.le di attendere al proprio ttf!ìcio di meccanico. In qu,esto 1ùtimo caso (epilessia parziale scnsiti•a) anche quando il medico non avrà Fig. 12. trQ'Vato alcun disttu·bo concon~itante, dovrà tenere sempre come riservata. la. diagnosi di paralisi progressiva. Tra i ventiduemila malati osservati nel nostro Ambulatorio gratuito abbiamo t'iscontrato un numero abbastanza granite
di ca"8i, in cui questa sindrome si è mwn·ifestata allo stato di isolament,() w~ anno e anche rli&iotto mesi prima che si iniziassero gli aU1-i sintomi rlella malattia! per enti fut·ono di poi ricoverati in Clinica. La reazùme di W assermann positiva precisa la diagnosi e risolve il dubbio. b) Bene spesso l'inizio della pamlisi p1·ogressiva è segnalato cla attacchi apoplettiformi, €lalle forme più lievi e tram.sitorie (stm·dimcnto o vertigini), alle più gravi, rivestendo il caTattere di un vet·o attacco di apoplessia. D alle nostre statistiche 1-isulta che in, Sicilia in circa 1m terzo àei casi la m.alattia si inizia con acci<lenti detti congestivi; come ~ noto, essi non sono ù~frequenti anche nel ca.so della ·malattia costituita (attacchi paralitici). In qtteste for·me prodromiche apoplettoidi giovano l'autoemoterapia e la 1nalariot-erapia. c) Alle volte senza pm·clita della coscienza, spesso ·r isvegliand•Jsi, l'atnmalato è colpito ad 1tn tratto da afasia parziale o totale. Egli si accarge con sorpre8a lli non sapere più, profferire le parole, di non sapere più scrivere. Quest'afasia transitoria non àura che brevissimo tempo, e spes.,o scompare del t?ttto pe1· ricomparire un mese, dtte mesi cl.opo nella stessa forma di accessi passeggeri e senza che nell'intet"Vallo abbia persistito alcun disturbo notevole.
2L6
SIP'ILrDE DEL StSTI:MA ~ERVOSO
P erò spesso m;t'ÌPne a.nche rhe questi a,cce.~si siano seguiti da 1m legge,·o grado di parafasia e eli ]Jaragrafìa. con deviazione della lingua e JJaresi fuggrvole dei ntuscoli i·nnervati c'talla branca. infe~·iore del nervo facciale. Tale è l'infe?"mo M:es ... Antonino qui zn·esente (Fig. 13); il qua.le oltre la lues certa, l'endoa.ortite (luetica) ecc., 1n·esenta in modo camfte?·istico la sindrome sopra menzionata. d) La scena morbosa p1tò m1che iniziarsi con nevralgie: queste occupano il terriwrio del trigcm.ino aUaccanàone una branca o pilì ili un-a, ed accompagna.te talora da. disittrbi secrewri e da placche di anestesia. L e cefalee, segnatamente serotine e nott1trne, ho ,·isr.ontrato ugualmente frequenti in tale periodo. Codesti sintomi sono tali che possono non attirm·c l'attenzione, e il l&o valore semiologico solitantente non è ?'Ìconosciuto, m entre sovente esso è notevole nella dùtgnosi precoce della paralisi progressiva. Ben altrimenti deve di?·si di un'altra sindrome di cui Chm·cot (1) già 1nise in evidenza l'alto significato: si t1·atta dell'emicrania. oftalmica, la quale si nlostra abitua1.mente nella fonna cosi. iletta comitata. Questa emicrania è caratte1-izzata clallo scotoma scintillante; seguono una cefa.lea sottm·bitaria e v01niti. Si aggimtgono a tu tto ciò od emiopia, od afasia, o t&pore, o paresi del b·racoio, od attacchi epilettici parziali; e cia.sctmo di questi fenomeni può essm·e transitorio o persi13 ~'!g. · stere piit o meno lun-gamen-te. Questi ac~identi hanno sempre preluso allo sviluppo della pat·a.Usi progressiva, come P. Blocq e noi tne(lesimi abbiamo consta.tato. e) Si sotw osserva.te paresi degli arti nw.n ifestatesi o senza causa appat·ente o in sèguito a un colpo. Ri11e.~tono esse la forma monoplegica od emiplegica ed hanno durata brevissi1na. Il tremore ca1·atteristico della tna~t tia p1tò anche ntanifestarsi in 1n•incipio, sotto forma di sta.nchezza pt·ecooe. Ho osservato d1te ·volte che la mogigrafia, o granchio degli scrivani p1·elude, sebbene raramente, allo sviluppo della 1>amlisi pro{P·essiva. f) I primi segni della malattia talm·a sono anche dati da disturbi paralitici, e sono costitmiti da. JJamlisi clei nervi cranici, in pat·ticolar modo degli omtlo-motori; è rat·o che esse siano persistenti. Il disturbo più ft·equente c'M ne deriva è la ptosi: si osse1·vano JJ?U'e l.o strabismo e la diplopia, che indicano 1ma vera oftalmoplegia esterna. Q1testi dist1u·bi 1 a1Jpunt.o perchè transitori, spesso non vengono 1·iconosciuti. g) La inegua.glianza pupilla.re e 1m lievissimo t·itardo nel t·iffesso irideo, od una irregolarità nel contorno pupillm·e, devo1w anche essi figurare fra i proàromi della malattia., etl indicano, ad ogni modo, che è già in c&so l'ojtal!moplegia interna caratteristica.. h) .Abbiamo già richiamata l'attenziO?~e sul fatto che in certi casi la paralisi progressiva si svilu.ppa 11.el corso della tabe dorsale. I p1·odromi sono
.
(l) CBARCOT. -
Leçons sur l~s moladie$ du svsUmt 11truux, t. III ., png. 78.
SIFrLIDE DEL SISrE~{A NERVOSO
2J7
in tal caBO raP'p·rese·rttati àai sinto~ni della tabe. I disturbi paralitici (oftalmoplegia esterna), ·menzionati nel paragrafo che precede, li ho osservati anche all'inizio ài questa forma ·morbosa e li ho visti qt~alche volta sc01nparire in s~gt,ito a convenienti cure antiluetiche. Notevoli sono i casi che qtti 'VÌ presen.to, l'uno in cui la paralisi comincia con artropatie di indole tabica, e l'altro con forma proàromica amiotrofica. i) La paralisi generale può cominciare anche con i sintomi dell'encefalite epiclemica (letargica) ccnne l'infermo che qui presento, in cui all'inizio domincww la sotmolenza o l'oftalmoplegia (sindrome prodromica encefalitica). k) Non rarissimo l'inizio dellu paralis-i progressiva gwoanile con la sindrcnne della classica forma della sclero8i a focolai disseminata; come in questo giO'vane di 20 an1li 1 Mag ... Antonino (Fig . 14). con R. W. fortemente positiva sul sangue e sul liquor, tanto in lui q1tanto nella madre. l) I n fine un complesso sintomatico analogo al quadro della n enrastenia. costituisce, in tm buon numero di MBi, il periodo prod?'omico (sinàrcnne proàrcnnica a forma neurastonica) La cefalea, la stanchezza, i dolO'ri, la dispepsia da una parte, le preocct~pazioni malinconil»ipocorulriMhe dall'altra, sopraggiungettulo senza coe8istenza di distm·bi somatici, rivelano 1ma so·miglianza, cke è qua.si iàentità, con la ncurastenia. P erò m~'osservazione più, attenta' permetterà il più. delle volte di stabilire una differenza. N el paralitico progress-ivo i s-intomi sOM più, mobili, i jenmneni dolorosi più intens-i, più t~arii, le sofferet~ze accusate talvolta aonn s-ingolari, strane, tWn contemplate dalla semiologia, pur tanto ricca, della neurastenia; talvolta infine il paralitico generale Bi crede di un tratto guarito e lo atf&rma con entmia..~mo, salvo a Fig. l ~ larMntarsi ài nuovo ili lì a qualche gior1w. Questo entWtiasmo ~ affatto caratteristico, ne annunzia l'ottimismo 6 la inconsapevolezza f?ttura . nè si osserva mai nella neurastenia vera. La neurastenia preparalitica è frequente fra gli antichi sifilitici 6 può durare pat·ecchi anni. Solo la reazione ài W asserm.ann positiva e l'esame itelliq uor o la comparsa ài 1tn sintomo caratteristico - tremm·e, impaccio àella parola - permetterà di decidere la q1Mstione àella diagnosi. lt~ una mia perizia (1929) ho ditnostrato che il reato di bigamia, in 1un aifilitico, costituiva una si-ngolare forma proàrmnica àella pa1·ali-si progress-iva. n Magistrato e la Natura mi hanno dato ragione. La gr~ varietà di cas-i di paralisi generale progressiva che presento, nelle sue varie manifestazimli prodrotniche, dàmw la dimostrazione inconteBtabile ài q1UJ'tllto ho esposto. 2-
Giornale di m edicina mil itaTe.
218
SH'Il, fDE DEL SISTE:O.IA NERVOSO
D) SIFILIDE DEL MIDOLLO SPINALE.
I qu.all?·i clinici - che ncn è q1ti il caso di riassu·mere e che perciò rimamlia·mo ai Trattat•i - po.~sono es.~ere nwlto diversi, a see<mila della pre'Valente localizzazione dei focolai infìammator·ii; tra essi incltr·e esisto'M tuUe le fm·me di passaggio e ài combinazione possibili. Non ricorclerò quin<Zi -dal p1mto di vista clinico - la forma meningitieo-radicol~tre, la mielits sifilit.ica (da compressione), l'atrofia muscolare spinale progressiva su ba.se sifilitica àa affezione delle 1·aèlici a-nteriori, la forma paralitica spinale <la affezione dci cordoni laterali, di cui presento un caso assai dimostrativo; quivi, oltre la sindrome clinica su tZetta, la reazione di W assermann nel sangue e nelliquor sono risultate nettamente positi~·e. N è ricor<Zerò ilel pm·i - dal punto eli vista anatoroo-patologico - le forme che più S71esso si prescnta,nc all'osservazione: a) mening~ielite con mielomalacia; b) men ing~--mielite àiff1tsa; c) gomme delle meningi e del midollo; d) pa~hirneningitc sifìlitica. La diagnosi si fo11cla S1tll 'anamnesi, s1tlla cito-diagnosi del liq1ddo cefcilo--rachidiano (linfocitosi), sulla 1·eazione <li W assennann n el sangue e n el liquor, sull.a reazione dPl benz<rino colloidale. N ella sifi.l iàe del ·midollo spinale illiquor presenta frequentemente l'iperalburnincsi con ipercitosi e, talvolta, la sindrome di Froit~. E) SCLEROSI MULTIPLA DEL CERVELLO E DEL }llDOLLO SPINALE.
Oggi ha preso piede il concetto dell'eziologia infettiva, (P . .iJfarie, Guilla,i n) in base alle nuove ricerchr istologiche ecl ai risu.Uati dei passaggi sperimentali in conigli, scirn1nie e ca.t·ie (Ku,Jm, Steiner, .iJ[a,rinesco). A questi autori è 1·iuscito provocare sperimentalm ente la pamlisi e àimostra.re nel sangue degli a,n imali la. presenza ili S7Jirochete S1lc(;iali (all'1tltramicroscopio). AMhe n el lavoro fatto -itn questa Clinica clal mio allievo dott. Tripi (l) q_1~esti ha dimostmto che la sclerosi a placche è 'IOta malattia che per la sua sintomatologia, per l 'inizio e per il decorso, prr le 1·icerche n elliquor e per gli esperimenti sugli animclli, ilevesi 1-ifeneTe di nat1tm infrttiva, pure sfu.ggendo ancora il virus ca.pace ili proclurla. N el mm·zo 1930 Kat.hlccn Chevassut ha di~hiarato di avere isolato il germ,e della scl.ero.~i a placche. n vinta a C1ti j1t <tlato il nome di « srhcrula insularis n, è visi,bile solo all'1llt?"a microscopio, si m.oltiplica in vitro, è suscettibile di coltivazione in serie, prod'uce la fermentazione degli z1tccheri. P er questo fa.tto CJu:va.ssut ritien e si tratti di 1m germ.e vivente. Ultimamente (1932) JlJendelssohn (2) ha 1-ichiamata l'attenzione S1tll'm-igine sifilitica tlella sclerosi a pla.cche. Confe:~-ma queste ~crche, sulla genesi luetica di tale malattia, il ca,so a.<Jsai dimostt·ativo che presento di 1m giovane di 22 anni Cef... Ohwùio (l•'ig. 15), fi.glio di genitori sifilitici, con reazi011e di Was.~erntll!nn positiva nel sangtte e n el liquor; il quale ?nostra il quad·ro clinico della sclerosi 1nultipla q'u.ale è stato isolato ila Charcot nel 1868, con la classica triade sintomatologica: nistagmo, parola seanulita, tremore intenzionale. ( l ) O. Tll!Pl. - L'eliO"p al<>qencBi della ll("ltros( a placche. - Annali della CHnlca de'le malattie norvoFc ~ ml"nta.ll di Palermo. - Vol. V - Pale rmo, 1033. (2) ;\fENDEL"RRH S. -- Sur l'origine sli'J}hUitique de la scélrou en .p~aquu (Soc. méd. bOp. Parls. 16 m ogglo 1932, pag. 645).
SUILIDE DEL SISTEVA NERVOSO
219
.F) ScLEROSI 1-ATERALE AMIOTROFICA.
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In base alla esper~nza ài altri malati àa nle osservati con sifilide certa, sorw itui<Jtto a r-itenere c'M anche neUa. eziologia àeUa sclerosi laterale amiotrofica. possa essere incrimin4ta la sifilide, C<Hne Etb per il pri·mo ha a{fernlato. L 'i-nfermo che presento Sce ... Giuseppe (Fig. 16) -· affetto da sifilide certa const4tata àaU'ulcera sifilitica pregressa e dalle relative reazioni biologic'M - ne àà conferma. L 'atrofia degenerativa e la paralisi dei piccoli muscoli delle mani e dei mtl8coli àell'at>ambraccio, delle bracci4 e àel cingolo Beapolare, con contrazioni fìbrillari; la paresi gpatioo degli arti inferiori; i ai'1tU»ni ài pa· ralisi bulbare (paresi e atrofia dei muscoli delle labbra, della lingua, àella faringe, dei muscoU della masticazione, ecc.), oltre l'arteriosclerosi generalizzata, ààtmo ampia dimostrazione del caratteristico quadro clinico messo in evidenza da Charcot (1869-1874). G) TABE DORSALE.
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Senza ripetere le nozioni fondamentali cliniche e anatomo-patologiche, a tutti note, iUustrerò solo alcuni fatti di mia osservazione persOtwle che possono essere utilmente aggiunti a quelli già àesoritti nei Tmttati. È malattia quasi sempre legata alla infezione Ttuetica. La s~drome clinica della tabe ckwsale ~ ilO'vuta alla degenerazione delle radici sensitive e delle fibre dei corilO'ni posteri<wi; la alterazione di questi uUimi ~ di tipo ascendente (dalle radici sensitive). È freqtunte l'interessamento dei nervi ottici (neu.rite con esito .!o'lg. ·~in atrofia) e di altri nervi cerebrali, ®vuto al processo infiammatorio sifilitico. Nei cas-i classici la diagnosi ài tabe ~ àeUe pi-ù facili: quando, contemporaneamente, vi sono questi tre sintomi, cio~ dolori lancinanti, mancanza del rijkuo patellare e rigidità àelle pupille, la diagnosi eli tabe può essere fatta con certezza. assoluta: piacch~ questa special-e combinazione eli tre si1Mmi, widentemente tanto eterogenei, si presenta soUanto in questa malattia. .Fra gli a.Uri sinto-mi iniziali rari sono la diplopia (determinata àa paralisi dei 'nervi oculomotori), la diminuzione della forza. visiva. (atrofia cleln.ervo ottico ), i disturbi d ella. sensibilità. della. pelle, le alterazioni della funzione vescicale e sessual-e. L 'esame àelliqnor rimane il più import4nte e sicuro m ezzo diagnostico della tabe ckwsale, anche negli staàf, precoci. La reazione ài W assermann, che Ml sangue dei tabetici ~ spesso negativa, àà invece nslliqnor un
•
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STFrUDE DEL SISTElllA NERVOSO
esito sempre e nellamente positivo. La linfocitosi con iperaUn.vminosi positiva nella g-rande rnaggiomn.::a ilei casi, le reazioni di Nonn,e-Apelt, Pandy, rnastice ed oro colloidale positive l!i dimostrano l'esistenza di 1tn processo
tneningitico cronico. I n occasione ilei d11 e rnalati che presento con una pa1·ticolare fm·ma di tabe dorsale <la si fil ~rlr cn·ta - in 1wo dei quali Viol... Ga.s pare, sono notevoli le alterazioni trofu;hr 1lei muscoli (tabe a:miotrofica), la defor·mazione delle dita e dita a ma1·tello, ecc. (Fig. 17); e nell'altro Tud... Rosario, le alterazioni trofiohe delle articolazioni (art1·opatie tabiche) e i disturbi psichici (Fig. 18}parmi utile di 1·ichiamare brevemente l'attenzione sopra questi due punti; tanto più che anche recentemente (1932) Oh. Mm·chanàise e L. Ohristiaens H orowitz, Levy-V alemi se ne sono occupati nei loro lavori. N ella mia memoria << Sulla patogenesi delle atrofie muscolari e dei distwr.bi jJBichici nella tabe dor.<Jale '' (l) stuiliai ampiamente questo argomento, sia dal punto di vista clinko sia da qttello anatomo-patologico, e per brevità preferisco di riportare le seguenti conclusioni principali del lav&ro s1t detto: l o - N rlla tabt ciorsale si possono osservare lesioni m.u ltiple, n&n soltanto da pa.rte dei centri ntn•vosi, ma ancora da parte dei varii nervi, e di Fig. !ti. altri organi all'infuori del sisten~a ·nervoso. In tali alterazio-n i, così della midoUa. spinale, del tronco e del mantello cereb-rale, come delle raclici spinali, dei nervi perifm·ici 8 dei muscoli, devr,si ricercare la chiara,-interpretazione e dei sint<Jini fisici (àism·dini della moti · lità, della sensibilttà, dei riftes~i, dei sensi specifici, tlasomototii e trofi,ci), e àei sintomi psirhici da 110i constatati. 2o - Si possono avere, nella tabe dm·sale, paralisi amiotrofiche gra.v i ed estese, le quali non ricono.çcono per causa n~ u1~'alterazione atrofica delle cellule gangliO'na'Ti (lellc corna a:nteriori della midolla spinale, nè lesioni apprezzabili, infuw!matorie o degenerative dei nervi periferi-ci. Qtteste pa·ralisi amiotrofiche debbono ritenersi sott.o la dipendenza di 1m'altem zionc p1itnitiva, generalizzata e profonda, delle 1·adici anteriori della midolla spi·nale, anatmnicarnente costituita da nemiti parenchimali, e da focolai n ecrotici <lisseminati nelle radici spin4li meclesime. 3o - N ella tabe dorsale si risc&ntra non di 1·ado t'no stato men.tal·e particolare, camtteri;;::ato cla 1tn deliri<> di persecuzione che, nel s~w decorso, segue progressivamente la eroluzione anatomica della tabe, a.lla. quale ~ intima-
·mente 1tnito. (l) • Giorno lo deU·Asso<:lazlone del Medloi e Naturalisti•. - NapoU, Auno VII!, Puntata 1• e seguenti.
221
SIFILIDE DEL SISTEM.<\ NERVOSO
Quuto delirio e&&ràisce con uno stato lipenkl-nicwo. Esso è scoonàa1"io, si organizza a pooo a pooo, a misura che gli organi di sen.~o sono attaccati, ~ innestato sopra disturbi sensoriali inàubìta1Jili: le j1~nzioni sensoriali false fornisoono no.:: ioni false, e queste porgono gli ele mMtti per la costituzione del cleli1'io.
Ffg. 17.
Fig. 18.
Tali i4ee deliranti si associano, it'o1'àinarù>, ad uno stato di debolezza 1mmtale più o ·meno consi-derevole. 4° - Secondo ogni probabilità, nelle lesioni segnatame-nte clelle vie se11>Bitive, nei nervi periferici, nella midolla spitutle, nel tronco ce1·ebral~; e nelle lesioni del cervello, in quelle regit;ni della corteccia ckrvc tu.tte le impressioni ve1~ute àal eli fuori acquistano la moàaUtà psichica (circonvoluzioni parieto-occipitali)~ e dove si fO'nàono e si sintetizza1w t"Ui i proilotti di quest-e aree corticali sen&o1-iali (cit·convoluzicmi frontali), (leve si 1-icercare la sp-iegazione sufficie?~ (lei sintomi psickici (disordini della percezione, llella ideazione, della 1M11WI'ia, della coscienza, ecc.), osservati nella 1nalattia 81i/la. quale abbiamo richiamata l'attenzione.
(Continua).
MEMORIE
ORIGINALI
CLINICA NEUROPSICHIATRICA DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA Direttore: prof. S. DE SANCTIS
INFEZIONI ACUTE DEL SISTEMA NERVOSO E SINDROMI PSICOPATICHE TOSSI· INFETTIVE CRITICA E CONTR I BUTI Dott. Carlo Panara, capitano medico, assistente militare
Gli studi sulle encefaliti, iniziati dal Wirchow (1865 ), continuati dallo Strumpell e dall'Oppenheim, e ripresi nel 1908 da.Ua Scuola R omana di psichiatria, sopratutto dal lato anatomo-pa.tologico a{! opera del Bonfiglio, del Cerletti e del Pilotti, hanno ridestato l'interesse degli studiosi dopo l'epidemia di encefalite del 1918 ed i numerosi casi di 13ncefalite consecutivi sia alla vaccinazione antivaiolosa, segnala.ti dal Luck.sch nel 1924, sia a malattie infettive, specialmente esantematiche. Fin dal 1885 Renè Marie in Francia e nel l912 Turnbull e Mc. Intosb in Inghilterra avevano segnalato casi di encefaliti post-vacciniche, e dal 1895 al 1900 encefaliti, encefalo-mieliti ed altre affezioni del sistema nervoso si manifestarono con frequenza quali complicazioni post-infettive in vari paesi eur.opei. Nel 1920, dopo un ventennio di quiescenza, esse riapparvero con i nsolita frequenza e perdurano tuttora. Senonchè, mentre il quadro della encefalite epidemica, ad opera principalmente del von Economo e del Levaditi, è stato ben delimitato nelle sue caratteristiche anatomo-patologiche, cliniche, etio-patogenetica ed epidemiologica, continua il lavoro di revisione, specialmente per quant.o riguarda l'etio-pa.togenesi e l'anatomia patol ogica, delle encefaliti acute non suppurative, dette appunto di oscura origine, o neurassiti, o infezioni neurotrope acute (radicolO=nevriti, polinevriti, encefa.liti, mieliti, encefalomieliti) oppure encefaliti post-vacciniche, poat-morbillose, ecc. · Come le l'ncefaliti, cosi le meningopa.tie · non purulente sono state recentemente ogget.to di studio da p arte di numerosi autori italiani (Rossi., Aya.la, d 'A.utona, Riquier, Buscaino), i quali hanno pesto in rilievo l'importanza sia di sindromi meno note, ad E-tiologia conosciuta (meningitis tumorosa, spirochetosi meningea pura, meningite da torula, R.ossi) (e forme atipiche di meningite tubercolare nell'adulto, Riquier), sia d i forme pii1 frequenti, ma ad etiologia non sempre chiara. Così le leptorneningiti acute linfocitarie benigne (Ayala) di cui l'autore considera tre gruppi, e cioè quelle che si verificano durante malattie infettive ad et.iologia ben nota, o in alcune intossicazioni, e che perciò rientrano nel quadro clinico della malattia principale; la corioependimite sie1·osa. o
INFEZIONI ACUTE DEL SISTEMA NERVOSO ECC.
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meningite sierosa. interna, ed infine le plb-aracnoiditi acute abatteriche, benigne, ad etiologia ignota. Di questa ultima forma l'A. cita un caso (ritenuto inizialmente di natura tubercolare) in un giovane di 20 anni di cui il liquor, seminato in tutti i terreni di cultura, li lasciò sterili, ed inoctllat.o nel peritoneo delle cavie non provocò alcuna reazione specifica. ~ evidente da ciò l'analogia del problema di queste sindromi con il problema delle encefaliti acute non suppurative. Questo lavoro di revisione è reso necessario, oltre che dalla variabilità estrema della sintomatologia con la quale esse si manifestano, anche dalla non uniformità dei reperti anatom(}-patologici (che spesso possono anChe ma.ncare) e dalla. incertezza sulla loro eti(}-patogenesi. Per esempio una volta erano messe in dubbio le encefaliti da morbillo, ma., ormai la casistica si è cosi arricchita che anche il Congresso pediatrico italiano di Firenze (1930) se ne occupò largamente. In tal modo le encefaliti a sintomatologia polimorfa e spesso a sintomatologia limitata (Taccone, Genoese ed altri) che seguono ad infezioni hanno ricevuto anche da questo lato nuove conferme. Tuttavia poco cammino si è fatto circa la etiologia e la patogenesi delle encefaliti acute dell'infanzia (Fornara). Una cosa va, intanto, rilevata: e cioè che queste encefaliti para--infettive vanno riallacciate al virus della malattia principale (Taecone). TI Direttore della nostra Clinica, prof. S. De Sanctis, trattò in due o tre lezioni il dibattuto argomento delle encefaliti para-infettive, e ripetutamente richiamò la nostra attenzione su questo argomento :anche percltè ne vedeva l'importanza per le .applicazioni alla. psichiatria. Tenendo presenti le note da me prese nelle dette lezioni e quelle tratte dalla letteratura., e più che altro dallo studio di due casi della nostra clinica, cercherò di portare un contributo alla. u vexata quaestio >>. I. - Etiologia e patogenesf.
Circa l'eti(}-pa,togenesi delle infezioni acute non suppurate del nevra.sse, varie ipotesi oggi si contendono il campo: 1. Alcuni autori ritengono che la causa di esse sia il virus della malattia di von Economo1 che, ospite abituale dell'organismo, viene attivato in occasione di un processo infettivo (morbillo, va.iuolo, ecc.). Contro .questa ipotesi sta il decorso, la sintomatologia, ed il quadro anatom(}-patologico delle encefaliti che si differenziano nettam~nte da quello della encefalite epidemica. (Goldwin Grenfìeld). 2. Eckstein, Bregmann, Pons e G. Grenfìeld ammettono l'esistenza di un gruppo di encefaliti della prima età a tipo congestivo, dovuto ad un solo virus neurotropo attivato da un esantema di qualsiasi natura. 3. Lo stesso virus della malattia principale è causa della infezione acuta del nevrasse, e ciò senza dubbio può ammetterai se questa insorge contemporaneamente alla malattia primaria (L. van Bogaert ed altri); op.pure essa è dovuta. a fenomeni allergici (L. va.n Boga.ert) o par!l>llergici
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INF'EZIONl ACUTE DEL SISTEMA .NERVOSO ECC.
{Ghmzmann), in SO!!g<>tti particola.r mente predisposti, con barriera ematoencC'fa.liC'a, insnfficient<>. 4. L ' infrzion~ acuta del nevrassE.> è dovuta ad un virus ignoto. 'È ammissibile s<·nz~t alcuna difficoltà che le encefaliti parainfettive siano prodotte dal virus della malattia che le ha precedute. E lecito pure supporre che l 'infezione st.imoli altri virus filtrabili, e che ogni agente infett.h·o sia accompagnato ùa altri {polirnorfismo dei germi). Molte cause infatti pOf':'lono influì n• a fiaccare la resistenza della barriera emato-encefaliea, in modo che sostanze nocive disciolte nel sangue possano fa-cilmente penetrare nel parencbima. nrrvoso. Circa la costituzione della barriera protettrice, non è qui il caso di parlarr, ma. si può dire con certezza che gli elementi anatomici che ne fanno pa.r tc siano molto più numerosi di quelli ammessi una volta (plessi coroidei e magari leptomeuingc). Comunque mi riferisco a qmLnto stùl'argomento del sistema reticolo endoteliale espose S. De Sanctis nella sua lezione già ricordata. Vi sono presunzioni molto razionali per chiamare in causa la barriera emato-encefal i ca, sia, -perchè, comprendendo essa numerosi elementi, può essere facilmente raggiunta dagli agenti infettivi, sia perchè la sua permeabilità può alterarsi per vari motivi, sia perchè può esistere nei diversi individui una -predisposizione alla permeabilità della barriera protettrice st;essa. Riferisco part-e di lma tabella commentata nelle due lezioni dal De Sanctis nel corso dell'anno a-ccademico 1932-33 sotto il titolo cc Problemi di attualità, >>. 1. La barriera ha un valore di pcrmeabilità che oscilla sotto l'influenza di agenti diversi (gravidanza, mestruazione, intossicazioni, infezioni) e anche di una predisposizione individuale congenita o acquisita. , Dato importante per la neuropsichiatria; nessuna certa applicazione alla clinica, è nuora p0$Sibile. 2. È probabile (Gozzano) che il sistema reticolcr-enàoteliale o sistema 1·eticolcr-istiocita?io {Volterra) da cui proviene la microglia e che esiste nell'interno delle meningi, ap-partenga alla barriera protettrice del sistema nervoso (come meccanismo regolatore degli scambi tra sangue e sistema nervoso 7). 3° È certo che il tessuto reticolato (parte principale del sistema. reticolo endoteliale o reticolo-istiocitario) è diffusissimo; entra nella forma.zioue dello stroma dei gangli e dei nervi cerebro-spina.li; giunge dovunque sono capillari, nell'intimo di tutti i tessuti. 4. Sembra che il teasuto reticolato prenda parte al metabolismo degli organi dove esso si, trova {Levi). 5. N o n si tratterebbe forse, nelle forme mentali acute, di intossica.zioni propriamente dette, ma piuttosto di malattie da virus. Data la nostra incertezza, nella nostra Scuola si parla senz'altro di malattie tossi-infettive. Frattanto, per misura di prudenza, nella Scuola vengono distinte le forme mentali acute o sub-a{}nte di tipo amenziale in tre gruppi: a) da causa tossica esogena; b) da etiologia infettiva conosciuta ; c) da etiologia sconosciuta.
INF:EZIO~l
ACUTE DET. SlSTEI\iA
~a:nVOSO
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Mentre le form e: a) e b) sono facilmente denominabili Slù criterio causale (stato amenziale alcoolico, enct'falite post-vaccinica, da pertosse, da morbillo, ecc.) le form e: c) a tipo onoiroide possono mantenere la vecchia nomenclatura di forme o stati di a·menza. Naturalmente l'encefalite (del tipo non purulento) non sempre è dimostrabile al reperto ma si può presumere che ciò sarà possibile in avvenire. In una tabella della nostra Scuola (1932) veniva senz'altro confermata l'anatomia patologica anche delle forme amenziali acute e sub-acute in questi termini: «malattia a~uta diffusa delle cellule della corteccia, delle reti endocellulari, lievi lesioni vasali e peri-vasali, lievi alterazioni meningee ~.
II. - Sintomatologia. La. sintomatologia varia, non solo in encefaliti di diversa origine, il che potrebbe spiegarsi ammettendo una diversità di localizzazione anatomica, dipendente dalla diversità. degli agenti patogeni, ma da caso a caso, anche in quelle consecut ive alla stessa ma lattia. Morquio, in otto bambini affetti da complicazioni nervose postmorbillose, osservò in uno una sindrome emiplegica, in un altro una di mielite acuta, in tre, di encefalite d iffusa, negli altri una bulbo-protuberanziaJe, una meningea, ed una radicolo neVTitica. P aulian ed Aricesco, in un caso di encefalite post-morbillosa, osservarono una sindrome di sclerosi a placche acuta, con disartria, dismetria, tremore intenzionale, disturbi della deambulazione, ecc. Analogamente, mentre Benvenuti osservò due casi tipici di encefalite generalizzata post-va.ccinica, ma.nifestat asi con cefalea, convulsioni ed ipertermia, LMt in un altro caso di encefalite post-vaccinica, in una bambina, notò a.stasia, parola esitante, e movimenti coreiformi del braccio sinistro. li Borra riferisce su due casi di encefalite consecutivi a varicella, dei quali uno con sintomi cerebellari e l'altro con strabismo e diplopia. I n seguito a febbre meliténse, Schupfer e Ba.rbier osservarono paraparesi degli arti inferiori, ed .Askin e Zimmermann citano sei casi di encefalite manifestatisi dopo tosse convulsiva. Ca.stellotti, dopo una sett icemia, ebbe a notare una paralisi del 7o di sinistra. con gonfiore ed iperestesia cutanea dolorosa della metà sinistra del viso seguita da corea degli arti con iperestesia e paralisi. Wieland pubblica due casi di encefalite consecutiva a tifo e paratifo, caratterizzat.i, l'uno da. monoplegia. spastica dell'arto superiore destro, ptosi bilaterale, edema papillare, strabismo divergente; l'altro da sonnolenza ed emiplegia destra.. Spesso non è possibile mettere in evidenza una infezione precedente, come nei casi di oscura. origine, oon sintomi, sia di sclerosi a placche, sia. di encefa.lo-mielite acuta., riferiti da Ludo va.n Bogaert, o in quelli di Marinesco e Dra.ganesco (mielite acuta. ascendente primitiva). Ricorderò anche un caso di encefalite acuta. a. tipo cerebellare osservato da Lhermitte e J. de Massary, un altro di mesencefalite di oscura origine, sopravvenuto dopo influenza, con oftalmoplegia esterna bilaterale pubblicato da Draga.nesco e Lazaresoo, ed infine l'osservazione di Macera, F eigues e P ereira Kafer,
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u'fFEZlONI ACUTE Dl!lL SISTEMA NERVOSO ECC.
riferentesi ad un bambino, il quale, dopo disturbi gastro-enterici, senza febbre; presentò p aresi degli arti inferiori, delirio, vomito e nistagmo. Le stesse encefaliti post-vacciniche offrono una grande varietà di sintomi (Allaria); le complicazioni nervose più disparate sono state osservate dopo la varicella, la scarlattina, il morbillo (L. van l3ogaert). Non sono mai stati riscontrati in tutte le forme encefalitiche, germi patogeni nel liquido cefalo-rachidiano, nel quale invece è stata osseTvata· con frequenza una modica linfocitosi ed iperalbuminosi (Wieland, Schupfer, van Bogaert ed altri). Nel caso pubblicato dallo Schupfer, già citato, era positiva (l: 20) la siero-agglutinazione pel micrococco di Bruee. Accanto a queste encefaliti disseminate con prevalenza di sintomi nmrrologici, ne sono state osservate in questi ultimi anni dagli autori francesi Toulouse, Marchand, e Courtois delle altre con sintomatologia. prevalentemente psichica, tanto che essi le hanno denominate: « encefaliti psicosiche acute » alcooliche, azotemiche e puerperali. Le prime si manìfestano durante l'intossicazione alcoolica cronica e non rappresentano che comuni casi diagnosticati come delirium tremens che hanno per snbstrato anatomico delle lesioni encefalitiche. Le encefaliti azotemiche furono osservate tutte in giovani donne (15 casi) e realizzano il quadro del deli·r ium acutuu~ con estrema agitazione psicomotoria, senza aJcun segno neurologico, con febbre alta, a decorso quasi sempre letale. Unica caratteristica biologica è la costante iperazotemia. e l'aumento del tasso ureico del liquor. Le encefaliti puerperali, di cui gli autori citano due osservazioni con esito mortale, sono dei casi ;simili a quelli del delirium acut1tm con lesioni encefalitiche insorti in puerpere di giovane età. III. - Reperti aoatom~patologicl.
I risultati delle autopsie riferiti dai vari autori dimostrano generalmente l'assenza di alterazioni a carico dei visceri del torace e dell'addome, ad eccezione di un caso di encefalite psicosica puerperale citato da Toulouse, Marcha.nd e Courtois, in cui esisteva una nefrite acuta, e del caso primo di nostra osservazione in cui fn rilevata una bronco-polmonite. L'importanza maggiore hanno, naturalmente, le alterazioni encefalitiche. Queste erano state già chiaramente descritte col nome di encefalite produttiva, dal Cerletti nei centri nervosi di taluni soggetti venuti a morte per malattia infettiva a{}uta (scarlattina, difterite, influenza), e dal Bonfiglio nel cervello di cani intossicati col carbonato di piombo. Le alterazioni da essi riscontrate sono di due ordini: infiammatorie, e proliferative a carico dei vasi sanguigni; distruttive, a carico delle cellule nervose. Le prime consistono in ipertrofia ed iperplasia delle cellule endoteliali e dell'avventizia, spesso cosi accentuate, da occludere il lume vasale e da distruggere il limite tra endotelio ed avventizia. Le cellule muscolari sono distrutte, mancano gli infiltrati avventiziati, fra le cellule delle pareti vasali si notano rari linfociti o mastzellen o plasmatociti. Nei vasi, fra endoteli n eoformati, qualche leucocito polimorfo.
INFEZIONI ACUTE DEL SlSTEMA. NERVOSO ECC.
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Le cellule nervose appaiono rigonfiate, spesso disfatte, pallide, omogeneizzate, con nucleo retratto, allungato, iperco1orato, e molte present.ano incrostazioni basofile. Le fibre mieliniche appaiono poco lese. La glia protoplasmatica. presenta, vivaci ip-erplasie, o, nelle zone più gravemente lese, alterazioni regressive, impiccolimento e picnosi nucleari, trasformazione ameboide dei citoplasmi. A carico della pia madre, ispessirnenti costituiti da cellule vescicolate. Il quadro anatomo-patologico delle encefaliti post-infettive iu genere, nei tre ordini di alt-erazioni (parenchima.tose, degenerative, e reazioni infiammatorie Alla.ria) non si differenzia eccessivamente da quello sperimentale; soltanto è in esse assai spiccata l'infiltrazione linfocitaria perivasa.le a manicotto. In molti casi il reperto anatomico può mancare del tutto (Guillain), in altri ancora, essere più a~entuato il processo distruttivo cellulare, fino alla neuronofagia, come ad esempio nella encefalite da herpes (Levaditi). Secondo Allaria. dal reperto delle comuni encefaliti post-infettive si differenzia quello della encefalite post-vaccinica per la demielinizzazione peri-venosa con proliferazione vivace della glia, fondamentale e costante nella sostanza bianca, scarsa nella grigia, e pe1· la infiltrazione cellulare accanto ai focolai suddetti, ma scarsa ed incostante. Ciò si verifica anche nel morbillo (Allaria, Lechelle, Bertrand e Fauvert). Ma. il quadro sopra. descritto non è costante nè specifico: cosi non esiste un reperto specifico per ciascuna encefalite post-infettiva a seconda della. sua origine. Solo sperimentalmente nelle scimmie, con l'inoculazione intra~e rebrale diretta di virus vaccinico è stato osservato il reperto univoco della pustola cerebrale (Nicolau e Leva.diti). Degna di nota è l'assoluta mancanza di microbi nella sostanza nervosa., fatto generalmente constatato da tutti gli autori. Va notato inoltre che le alterazioni già descritte, siano esse del tiJPO post-vaccinico (demielinizzazione peri-venosa), siano del tipo post-infettivo in genere, non hanno localizzazione determinata, contrariamente alle lesioni della encefali~ epidemica. Soltanto nelle encefaliti psicosiche già citate gli autori hanno descritto costantemente, ed indipendentemente dalla natura di esse, lesioni encefalitiche più spiccate e prevalenti nella corticalità deUe zone frontali. Circa le inclusioni cellulari, ad eccezione dei caratteristici corpi del Negro nella rabbia, e di quelli di Joest Degen nella malattia di Borna o encefalite del cavallo, tutte quelle riscontrate nelle encefaliti non hanno alcun valore di specificità (Guillain) derivando dal disfacimento degli stessi elementi nervosi. Recentemente il Cesaris Demel in un caso di encefalite post-vaooinica ha messo in evidenza nelle cellule nervose dell'encefalo, alcuni corpi protoplasma.tici volwninosi omogenei, a contorni netti, contenenti masse polimorfe riunite al centro o diffuse, che hanno grandi affinità con i colori nuolea.ri: non dovuti, secondo l'A. ad a.rtifìzi di tecnica, e che egli mette in rapporto con l'etiologia dell'encefalite (1932).
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I"XFEZI0::-;1 ACl"T.F: D&I. ~ISTEJIU NERVOSO E CC.
IV. - Classlftcazione. Il criterio migliore di classifica zione è senza dubbio quello anatomo patologico; ma esso non può essere adottato, mancando, come già si è detto l'uniformità dci r eperti . Conviene pertanto attenersi secondo la. pratica. d ella maggior parte degli autori, al criterio della etiologia. apparente (suècessione morbosa), criterio accettato anche dalla nostra Scuola.. Tuttavia, fra gli schemi proposti per la. classificazione ricorderò quello del Wimmer che riunisce il maggior numero delle affezioni acute non s uppurate del n evrass<>, in tre gruppi: A.) Infezioni acute au tonome neurotrope primarie: 1. Encefalite epidemica : a) para-encefali te del Sicard. :?. Encefaliti da herpes e da zoster. :~ . Poliomielite anteriore acuta. ·1 . Rabbia. 5. Sclerosi a placche (acuta). B) Forme intermediarie, con nosografia ed etiologia ancora imprecise, con sintomatologia polimorfa e decorso vario: l. Encefalomi eliti acute e sub-aclite, idiopatiche, criptogenetiche, senza rapporto eviden te con infezioni pregresse. 2. Encefalomieliti post-vacciniohe. 3. Encefalomieliti post-varicellose . .J... Encefalomieliti post-morbillose. :i. Encefalite reumatica. (corea del Sydenham) (t). 6. Malattia di H eubner-Schilder (t ). O) Encefaliti ed encefalomieliti infettive, accidentali, meta.sta.tiche, che insorgono dopo o durante infezioni generali (influenza., tifo, malaria., scarlattina, pertosse, parotite, polmonite, endocardite). Riguardo alle sindromi p sicopatiche tossi-infettive, occorre distinguerle, secondo il De Sanctis, in tre truppi: l. Sindromi a patogencsi encefalitica certa o logicamente presunta (delirio acuto, encefaliti p sicosiche di Toulouse, alcuni casi di confusione mentale allucinatoria post-infettiva che preludono a. schizofrenia cronica, ecc. 2. Sindromi a patogenesi dubbia (amenza vera). 3. Sindromi a patogen esi ignorata. Oiò premesso, riferisco i casi osservati nella nostra Clinica. OssEav AZI ONE I. - I. F ilomPn a di anni 11 e %. Entrata in Clinica il4 dicembre l 931, m orta il :l gflnnai o .l 932. Anamnesi fnmig lia r e n egativa . Kon e redità n euro-psicopa tica. I genitori ri feriscono eh o la pazien te nacque a termine da gravidanza e parto normali, od ebbe allattt~mC'nt<> artificinle . L<> ,., ·ilu ppo psico-fisico fu r egola re . La r agazza soff<'rRe scarl~\ttina a tro 11.nn.i. mai con vuls ioni ed enuresi nottwna . Vivace ed int<'lli~ento . ma impressionabili' e facile a ll'emozione, c irca 20 giorni prima. d ell'i.ngrt'sso in c linica. mon t l'O ert\ a S«'uo lo., su bi un trau.D:lA cefalico insignificante (sulla region e parir t~tlo destt·u) . :-)t>mbm cho poc•o dopo il trawna la pazien te si fosse sentita male, poich (· f u co ndo Lt u. a cnsa pallid a (? ).
INFEZlONt A.C'UTE DEL SISTEMo\ NERVOSO ECO.
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La sera stes.~a a dire della famiglia, insorse fobbre alta che perdurò, ncco rn· pagnata a froquenti svonimenti. e con brevi t'emissioni, n<•i giorni soguunti fino ;l.l l o dicembre, o.llorchè al mattino J,~ po.?:iante fu colpit1t da un a.ttacc:o convulsivo geueralizzat.o, ma specialment-e della metà sinistri\ dfllla p0r-,;ona, sonza disturbi degli sfint.eri, con perdita della coscienza, per la dura.t~~ di un'ora c irca. Noi po· meriggio ebbe altri rlue attacchi convulsivi intensi con gli M-essi caratteri. Il 2 dicembre la paziente manifestò uno st11.to di occit>'l.rnt'nto con disorienta..monto, a cui si aggiunse, il giorno dopo, confusiouo montale o pordit,a. dt~lla. parola. La sera del 4 dicembre fu ricoverata in Clinica. Esanle obiettivo: Soggetto discretamente nutrito, con micropolindenia diffusa. Nulla si rileva a carico dell'apparato rospiratorio. Cuoro nei limiti, toni netti, ritmici. Addome trattabile, indolente, f:Ogato e milza nai limitL Esame neurologico. Oculomozione nonuale, ipocinosia d e l settimo inferiore di sinistra.. Per le condizioni d ella paziente (v. diario clinico} non è possibile eseguire un esa.me completo; tuttavia si rieRCfl ad acoortare ,che non esistono disturbi a carico dogli altri nervi cranici e della mot.ilitt\ degli arti superiori ed inferiori, d al capo o del tronco. Riflessi rotulei ed achillei pronti, addominali p resen t i, pupille eguali , iridi reagenti, non Babinski. Non si apprezzano altera.· zioni grossolane d ella sensibilità. D eambulazione: sorpresa la paziente nel momento in cui scende dal letto e va spontaneamente verso quello di un altro arnma.la.to, non si notano distur bi dell'andatura. , Trascrivo il diario clinico dei trouta giorni di degenza: 4 dicembre 1931, ore 18: Decubito indifferente, faccia serena piuttosto sorridente. L a paziente non risponde a.Ue d omande sulle sue generalità, nè pronuncia alcuna parola su le si mostrano oggetti per il riconoscimento. Quando è sola., arnette d ei suoni inarticolati. Si tt.lza spesso dtt.lletto p"'r rtJcarsì vicino a. quelli degli altri ammt\ltt.ti. Esame delle urino: albumina e zucchero assanti. Durante l' e&tme fq. do i movinwnti simili ~,~od impv.lsi (dà. qualche oalci9 o scll.W"· fo }. Sembra disorientata, è sudicia. Si somministt·ano grammi due di bromuro. 5 dicembre 1931: Nella notte ha riposato soltanto qw\lche ora. Ogg i è eccitata, scende dal letto continuamente, non parla, ha crit>i di pianto frequentissime. 6 dicembre 193 1: È tra.nquil.la, porò sposso pitlonge, non risronde a qualsiH,si domanda, ma si nota che cerca. di parlare, porchè emette qualche suono inarticolato. Perde urina e feci. 7 dicembre 1931: La paziente non risponde ad alcuna domanda e non esegue alcun m·dine, non manifesta desideri. Viene alimentata.. È a.;;sa.i inaquietn., tanto che deve esset•e assicurata. Pre senta lingua patinosa,labbra sct·epolat.e od arse, gengive arrossate, gangli ascellari tumefatti, rigidità nucale, polso 120 al minuto. Si pratica la puntura lombare iu corrispondenza. del quarto spazio, in posizione seduta. All' inizio la paziente teuta di fuggire, poi, durante la estrazione d el liquor re.sta indifferente e ad operazione terminata. si assopisce. Il Lc.r. esce a gocce, non ne può misurare la pressione per difetto del manometro. Se ne estrag~ono 10 cc. ~9 dicembre 1931: Condizioni invariat-e. Iniezione di olio canforato. lO dicembre 1931: È s tata. sempt·e eccitata e clamorosa, più durante la notte che il giorno. Alla sera è irrequieta, ma si alimenta. spontaneament-e; tuttavia non si riesce a farle dire u11a parola. Polso 100. Iniezione di olio canforato (tre ~le durante le. giomf.l.ta}. Si somministra urotropina. per os, e si pratica un chsrere con gr. 3 di salicilato sodic<>. 11 dicembre 1931: Scende dal letto, picchia sui mobili con le màrìi, grid~~o, poi d ' un tratto si calma., e resta come irrigidita sul letto con gli occhi chiusi. Clistere di salicilato sodico (gr. 3} ed iruiezione endovenosa di urotropina. . 12 dicembre 1931: Aiutata. ad alzarsi dal letto, dapprima. _è necessano sostenerJa, perchè si abbandona inerte, con gli occhi chiusi e sanza. rispo~de_r~ alle don;um<~e; poi improvvisamente compie senza aiuto alcuni passi affrettat1, dingen· doSl verso la. finestra, spalancando gli occhi e fissando la casa di fronte.
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1::\lfEZlONI ACO'l'E DEL SISTE~fA l<'"ERVOSO ECC.
Chiestole cho cosa v(~dt~, se c'è la. mamma, se quella. è la. sua casa, non risponde, ma si volto. e barcollando si dirige verso il letto, e, mentre tenta di salirvi, è colta do. contrazioni cloniche dogli nrti superiori ed inferiori, di brevo durata. Più tardi impallidisce impro'"'isamente ed il polso aument.a di frequeJlZit. N~l pomeriggio, quando vi0ne incitata ad alzarsi, la. pazient.e reagisce irrigidendosi, indi è colta da nna crisi di forti:;sima. ngitazione, dw·tì.ttl. circa un quarto d'ora, durante la 4ualo grida. e si graffia, tenendo sempre gli occhi chiusi. Ad un nuovo esn.rno, apparo molt-o prematura la. diagnosi di encefalite. Tutto è negativo; la chiusura. delle palpebre è, almeno in parte, volontaria; le pupille sono eguali, bene reagenti, le punture sul viso dànno chiartt reazione, sebbene qua.Jcho volta in ritm·do. Anche negli arti o nell'addome le punture dànno reazione, lo. percussione cro.nica è indolente. Si nota un'agitazione motoria. degli arti e della. l ingua del tutto atipica. Dopo molte insistenza ella indica come dolente la metà destra de lla nuca. )l"ella. notte è molto agitnta, il movimento degli arti inferiori ricorda la jactatio, però il viso resta indifforenw, sonza partecipare all'agit1~zione. Spesso i movimenti degli o.rti sono di tipo cor0iforme. 13 dicembre 1931: La paziente apre g li occlù dopo sugg<'stione, e non si nota strabismo nè ni:;tagmo. Presentfl. atteggi~tmonto ipertonico di tutta la persona. Non si manifestano movimenti coreiformi dogli arti. ma spasmi delle mani e del collo, ora in flessione, ora in estensione; e spesso si rilent qualche movimento atotos iformo sia. a d estra che a. sin.istrn. Ponendole un dit.o un bocca, si nota riflesso eli pt·ensione. Il rifl\lsso comeale è presente bilatenl.!mento; la chiusura delle palpebre è volontaria: In pazi~nte sogue gl i oggetti con lo sguardo; non sempre esogue il comando di aprire la bocca. Allo stato di 1·iposo si nota che la palpebra superiore destra è più abbassata. della sinistra. l movimenti della lingua sono minori. Talora !a mano d estra è portattt nella vulva con netta tend0nza masturbatoria.. La paziente persiste ne l mutismo anche coi gonitori, si gratta spesso il petto e l'addome che sono a1Tossnti, mantiono gli occhi apt>rti e rigidi. Premendo sull'addome si hanno sogni di difosa. L 'esame del torace è negativo. 14 dicembre 1931: L a p•tzion.te è in istato di incoscienza ad occhi chiusi. Il peggioramento coincide con l'aumento della temperatura (37,6). Ne:::<stm esan· t ema. Permane la solita ngitaziono dogli arti inferiori e della lingua e la contrattw·a. discontinua dd le mani. Si delinott 1..ma fonna tossica febbrile. l 5 dicembre l 931 : È chiaro ormiLi. Si tratta di una iniezione non uncora qualiticat.a. Stanotte la febbre è salita a 39. La pM.i(' n te è incosciente, non parla, presenta agit.a7.ione della lingwt, degli tl.rti inie Jiori e spasmi dolle mani. Lo stato di agitazione motori a non è proporzionato all'int<>nsità. dello stato febbrile; esso è di t ipo non Jocalizzabile, mn tossico come nel tifo. 16 dicembro J 931: condi7..ioni invaria.te. L'esame delle W'ine dà:· albumina nssente; noi scdim.ento discreto munero di leucociti ben conservtl.ti, qualch~ emazia, non elementi renali patologici. 17 dic<'mbre 1931: questa mattina l'<'sprossione del volto è dolorosa. la J)aziente tenta di pnrlare, ma non si comprende ciò che dic~. ha gli occhi a volte chiusi, a volte ftperti. Le labbra sono secche e RCl'epolate, la lingua e i denti com e noi tifosi. La pa.zionte si gratta come se av~sse dei forti prw·it.i; l'agitazione è più intensa negli arti superiori cho inferiori. Widal: tifo e para.t.ifo negativa, melitense negativa, emocl..ùtura negativa. 18 dicembre 193 1: Condizioni invatiate. Si pratica un clistere di salicilato di sodio (gr. 3) ed iniezioni di olio canforato; si somministra. urotropina per via. endovenosa. !9 dicembre 1931: Sono ricomparsi i soliti movimenti degli arti, spesso con atteggiamento di contrattura. A volte la paziente tenta di strapparsi i capelli, alla vista d ella madre l'ha chiamata ed ha pianto, poi ha detto i nomi dogli altri parenti. Non si è riuscito a. farle dire altro. AUorchè la madre si è allontanata, la paziente l'ha seguita. con lo sgnardo, con espressione di dolcezza. Alla sera è irrequieta, fa versacci, ride e singhiozzo.. 20 dicembre 1931: La paziente persisto nel mutismo, ba gli occhi chiusi e resiste volontariamente all'apertura. delle palpebre ed a i cambiamenti di posizione passiv-i., mantenendo atteggiamento in opist.etono. Va sempre soggetta. a. crisi di
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agitazione d ella durata di pochl minuti, durante le quali si strappa i capelli, grida e si graffia. Non si nota n.gita:zione d t•gli arti inferiori; rifl1•ssi suporiori silenziosi, si ba qualche volta. arruniccamento d olio palpebre. Addominn.li presenti o vivaci da ambo i lati, de rmografismo lento, nesstma sugg<'stiona.bi!ità, non ipertonia. Movimenti attivi tutti possibili. 21-22 dicembre 1931: Condizioni immut,nte. 23 dicembre 1931: oggi si nota agitazione moderata degli arti e t(lmùssimo. ùolla lingua, resistenza n etta ai movimenti pnssivi, mutismo, incoscienza. Durante la notte la. paziente grida, il giorno è piuttosto tranquilla e non mostra sogni di dolore. 11 ventre è avvallato, il respiro normale, non tosso. Stitichezza. Rotulei ed achillei presenti, piuttosto vivaci; non Babinslri nè Oppenhoim, non cloni, addominali presenti e vivaci, plantari assenti, fnringoo mo lto debole, pupille piuttosto ampie, eguali, bene rea.gent.i. Stmuane si palpu la milza. appena dobordante; si notano screpolature la.bio.li sanguinanti, lingua patinosa piuttosto arida. L'esame dell'apparato respiratorio è negativo. 24-25 dicembre 1931: Condizioni inntriltte. 26 dicembre 1931: Stamane si nota f uoriuscita di pus d a ll'orecchio sinistro. La fac ies è indiffe rente, v 'è mutismo, perdita dello w·ine. Sono ricomparsi i soliti movimenti o gli spa.r,mi variablilissim.i per sede ed intensità. L a paziento rC'siste volontariamente a.ll'aportura delle palpebre e dello mani; le pupille sono eguali e rengenti; non strabismo, nè nistagrno. Soffiando sulle palpebre la paziente reagisce. L'esame otoscopico fa rilevare: ml'mbrana tiro· pan.ica iperemica ampiamente perforata nei qtmdranti inferiori; secrezione purulenta a bbondant is.'.li.ma. che fuoriesce dalla perforazione. Risentimento mastoideo ne~to specie a lla punta ed a lla rogione di proiezione dell'antro. Douwsione d ol pus con ovatta asciutta, ed istillazione nell'orecchio di tma soluzione ti<'pida di glicerina fenicata; nel naso, di protargolo. Si appHcano ompiastri localmcnto. 27-28 dicembre 1931: Condizioni inva riate. 29 dicembre 1931: Stamane improvvisamPnte la paziente è colpita da tremore generalizzato, più a sinistra: ha bava da lla bocca, respiro stortoroso, ipotonia goneralizzo.ta, segno di Babins.Jri a sinistro., rigidità pupiUa1·e. Tale crisi dura pochi secondi, e ad un nuovo esanle. dopo poche ore, i s<·gni neurologici fiono Rcomparsi. L'esam e oftalmoscopico fa rilevare in O. O. lieve eùema retinico pet-ipapillaro specie a destnl.. Non fenomeni di stasi nè di infìammt•ziono delle papillo. Iniezione di olio canforato. 30 dicembre 1931: Viene eseguito l'e.'.lame radioscopico d el tor Hce che risulta negati vo. S i pratica una iniezione endomuscolare di elcctrargolo (5 cc.). 31 dicembre 1931 - 1° gennaio 1932: Condizioni immutate. Medesima terapia; in più, si sonuninistrano 40 gocce di bios nrrenal in due volt~. 2 geru1aio 1932: Condiz:ioni generali peggiorate. Il polso è piccolo ed as.'3ai frequento, il sensorio ottuso, la bocca nrida, l'addome avvallato, si nota dispnea. Riflesso cornea lo prt'sente ed eguale bilatcra lmento, deglutizione stenttl.ta, decubito orizzontale. Agli arti inferiori si rileva la presenza di vescicolo della. grandezza di una. moneta da un soldo, ripiene di liquido sieroso, leggermont~ torbido. Una di esse, apertasi, in corrispondenza del malleolo interno sinistro, most.ra il fondo granuloso ematico. All'ascoltazione del torace si nota qualche rantolo umido diffuso. Iniezioni di canfora, o somrninistra.zione di biosurrena.l, come sopra. 3 gennaio 1932: Le condizioni dell'inferma si fa nno sempre più gravi, i! respiro è clivenuto stertoroso, il polso appena percettibile. Malgrado le iniezion• ripetute di cardiocinetici, avviene l'obitus alle o1·e 19,30.
L 'esame del liquor fu completamente negativo. L'esame radiografico d·el cranio dette i seguenti risultati: Sia in proiezione laterale che fronto-oooipitale, si notano segni di ipertensione, digitazioni spiccate più accentuate nelle regioni temporali e frontali. Le suture sono bene evidenti ed aperte. Si conclude per l'esistenza di un processo ipertenaivo, probabilmente un idrocefalo interno. Riassumendo, la paziente dopo un lieve tranrn.a al capo (a. detta dei genitori), ebbe febbre alta che prosegui modica. per alcuni giorni accompa.gna.ta da. svenimenti frequenti.
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lNFEZIO~TI
ACU T E DEL SISTEMA NERVOSO ECC.
D 1o dicembxe si manifestarono tre accessi convulsivi con perdita della coscienza, il g iorno !3èguen te stato di disorientamento e di eccitamento e poi perdita della parola, per etti la paziente tu ricoverata. in clinica.
Nei trenta giorni di degenza si notò un d ecorso progressivo della ru.a.lattia. Nei primi giorni coscienza lucida. a tratti, solo negli ultimi giorni incoscienza. La febbre si mantenne sempre fra 36,8 e 37,6, soltanto ogni due giorni ci:r;ca ra-ggiungeva i 38° E' più. Furono somministrati, a scopo curativo, preparati salicilici (gr. 3 per clistere, al giorno) urotropina per via orale (gr. l pro clic) e per via endovenosa ed elcctra.rgol (cc. 5) con iniezioni endomuscolari, oltre ai comlllllÌ. prcpa.rati bromici, ed ai ca-rdiocinetici (iniezioni di olio canforato, biosur.xenal). . Sintomi continui e predominanti: mutismo, percezione torpida. o assente, irrequietezza. gonera.le ed eccitamento; intensa, ma mutevole agitazione motoria, jactatio degli arti inforiori, fenomeni iterativi, ooreifol'DJ.ii, transitori, spasmi di ogni genere, nega.tivismo, opposizione ai movimenti passivi. Fu eseguito un film della paziente, dal quale traggo la seguente d escrizione: L'inferma giace sul letto supina, il capo posato sul cuscino, il viso e lo sguardo per lo più rivolti in alto; solo eccezionalmente verso l'osservatore, come se presw.sse a t tenzione ad esso; ed allora si nota ohe l'espressione fisionomica è serena, la mimica facciale composta. La bocca è somiaperta. e la. lingua talvolta è mantenuta protrusa, e portata rapidamente a. destra ed a. sinistra, di rado in alto o in basso, ta laltra è altcruativa,mente sporta e riposta nel cavo orale. A carico dPglii arti si rileva: Movimenti rapidi di flessione e di estensione della gamba destra accavalla ta sul ginocchio sinistro semiftesso. La mano destra è porta.ta rapidamente ed alternativamente dall'alto al basso talora su tutta. la superficie anteriore del torace e sul braccio sinistro eon le dita semifiesse, con movimento di gra.ttamento; altre volte con le dita estese, e con movimento di strisciamcnto, o di strofi namento, sulla cute dell'emitorace sinistro e del viso i cui muscoli mimici si contraggono disordinatamonte. Oontemporanoo,mente, o anche isolatamente, il braccio sinistro viene sollevato ed abbassato sul piano del letto. Spesso notasi un movimento ritmico e veloce di martellamento del torace con la mano destra (figure l , 2, 3, 4).
D tronco ed il collo rimangono relativamente immobili. Gli esami deille urine, del liquor e del sangue (Wida.l, emoculture) furono ne.:,ooativi. A carico del fondo oculare fu notato un lieve edema pa.pillare bilaterale, all'esame otoscopico una otite media purulenta. acu ta sinistra, ed a quello radiografico del cranio si rilevarono segni di ipertensione. L'esame radiografico del torace fu negativo. I sintomi iniziali della malattia (febbre ed accessi convulsivi) deponevano favorevolmente, da un lato, per una sindrome psiconevrotica, e dall'altro per una sindrome di iniziale encefalite, e tali infatti furono le ipotesi diagnostiche formulate nei primi giorni. Senonchè l'ulteriore decorso dell'affezione, caratterizzato dall'assenza di sintomi di focolaio a oa.rioo
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Fts. 1.
Fig. 2.
Fig. a.
Fig. ' ·
L'<FEZlONI ACUTE DEL SISTE MA NERVOSO E CC.
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del siatema nervoso - nessun valore poteva attribuirsi alla lieve ipocinesia del settimo inferiore di sinistra - fece escludere un processo encefalitico. L'encefalite letargica. fu eliminata, per la mancanza di alterazioni del ritmo del sonno, e di pa.resi dei muscoli oculari. Del pari fu escluso un processo men.ingitico, al quale potevano far pensare il reperto dell'esame radiografico del cranio ed il lieve edema papillare, poichè mancavano i sintomiolinici corrispondenti. Infatti la paziente non si lamentò mai di mal di capo, nè ebbe vomito; e nemmeno furono constatati rigidità nucale, segno di Kernig, eoo. Inoltre l'esame del liquor fu completamente n~aa.tivo. Invece l& prevalenza e la persistenza della sintomatologia. psichica, lo stato febbrile, a tipo tossico, continuo-remittente, l'agitazione niotoria degli arti fecero porre la diagnosi di <<Sindrome tossi-infettiva » e riferire i fenomeni di ipertensione constatati ra.diologioa.mente, e l'edema. pa.pil· lare a. disturbi circolatori encefalici provocati da. probabili alterazioni tos· .siche dei vasi cerebrali. Questa diagnosi fu convalidata ulteriormente dalla comparsa dell'otite media. purulenta. acuta sinistra., non altrimenti spiegabile, date le condizioni della paziente se non ammettendo la localizzazione auricolare di un virus circolante. Reperto di autopsia.; bronco-polmonite causa. della. morte. All'esame del sistema. nervoso si notò ricchezza. di liquido negli spazi sub-a.ra.onoidali, intensa. iniezione delle fini ramificazioni va.sa.li della. pia madre. L'esame microscopico di · preparati della circonvoluzione frontale ascendente, della. piega curva, del corno di Ammone, del bulbo, del ponte, del corpo striato e del nucleo dentato, a.llestìti aon. la tolttidìna e con i metodi Va.n Gieson, Spielmeyer, Bielschowski, Alzheimer, e dello Scarlatto. R. per il gra.sso, non fece rilevare a.lou.na alterazione riferibile a prooessi encefali· tici. Fu cosi confermata la diagnosi nosografioa di sindrome neuro-psioopatica. tossi-infettiva ad etiologia ignorata. OssERVAZIONE II. - F. Maria di anni 17. Genitori dediti a l vino. Non eredità neuropsicopatica. Il 28 aprile 1932 la paziente fu ricoverata nell'Ospedale di San Giovanni in istato di lieve confusione mentale, sicchè non fu possibile raccogliere da lei stes.<>a. l'a.namnesi. La madre riferì che la. ragazza nacque a termine, e bbe sviluppo psico-fisico regolare, e soffet-se i comuni esantemi dell'infanzia, mai convulsioni. Mestruata. a. 15 anni, le mestruazioni si seguirono sempre regolari, ma accompagnate qualche volta da cefalea e vomito. Sembra che il 22 aprile la. paziente, mentre era mestruata, avesse assistito ad una lite avvenuta. in famiglia, prova ndo un forte spavento. Il giorno seguente la. paziente cominciò a. lamentarsi di un vago malessere che fu seguito da. febbre, oofalea e dolori alle spalle. Un sa.n itario, constùtato il 24, diagnosticò una. forma iinftuenzale. Il giorno 28 la p aziente ebbe vomito ed accusò mal di capo più intenso, ed improvvisamente fu colpita da movimenti convulsivi, con perdita della. coscienza ed emissione di bava. "Tali fenomeni si dileguarono dopo cinque o ~i minut i, ma la malata, ripresi i sensi, non riconosceva più i famigliari, nè il luogo dove si trovava. In tali condi.z ioni fu ricoverata in ospedale. Esame obiettivo: Stato di nutrizione d.iscret{), colorito della cute bruno,mucose rosee. Lingua umida., patinosa, tonsille aumentat-e di volume, ma non infiammate, •robi palatini arrossa.ti· Tiroide normale, nulla di notevole all'esame dell'apparato 3 -
Giornale di medicina militaTe.
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1:-l'fEZlO!'I ACUTE DEL SISTEMA Z."RVOSO ECC.
linfo-glandolA!"f'. Torace ben confonnato. Rimmetri co, nulla di notevole a lla perousf>io n•• Pd a Il ' Asco1t Azione a carico d e Il" apparato r11spiratorio . Cuort' nt:i suoi limiti nonnali, nulla all'as<'olt.azione. Acldoml~ pochissimo trattAhilP, mrlolent~. Cii Of1!nni ipocond1'Ìf\.Ci non appaiono Rlt-f'ro.ti. L 'Mil>me d e l sistema n ervoso non rivela. alcuna paralisi o d eficit a ca1ico dei nervi c·n.nici o dt,lla mot.ilità. d egli arti, ad ecc:ezione di u n liE<ve tremor•J a. p iccole scos>;e dolle mani. Si oss.<'rva solo una notf'volo accomtnazione dei rifii"Ssi tondine i sin rlf•gli arti suy•Priori <'he di qnrlli inferiori : bilotf'ralmf'>ntr. '!'\on Ba.binski, non movimenti coreici o a.t<>tosici, T.'inJernm esPgue i comandi che le vengono rivolti in maniera inadegnatn, con movimenti non adatt i allo ~of)'l. P sichicamente. la. pazi(·nto si mostra agitlltll ed ansiosa. ::'llon SA dire la sua P.t.\ non risp onrlo.> chP rft ramr•nt.. cd in mnni(lra incompleta, non r iconosce le persono. È disorientata rispetto al tempo, ma oriontata •·igu~trdo a l luogo.
Diario eli n ico: 28-29-30 apri le l 932: Condizioni invariate. L'esame delle urine preleva. t& col catetere, essendo l'infe rma m estruata, dà i seguenti risultati: p. sp. 1021, albumina e zucchero a sS<>nti. Dieta lattea, e somministrazione di bromuro di potassio. 1o maggio l 932: Cutireazione !epgormonte po!<itiva. Verso le ore cinque del mattino la paziente è stata colpita du un accesso convuhrivo generalizzato, della durata di qualche minuto, con pordita cù~lle urine, emissione di bava, e morsi<'atura de lla lingue-. ~tato pres(•nto: Condizioni p sichiche pf'ggiorate (stato amenziale grave). L 'ammalA t 1t n on dormP quasi m ~ti, altro cho per pc>riodi di pochi minuti. Fa<:ies sNozn part.icolari <>ara tt <'ri, colorito roseo. polso e respiro rflgoluri. L ' inferma è indifferente a quanto la circonda, dice spont.aneamt>nte soltanto: • acqua. » e beve con Avidità. Continua a fare uso sp<mtanev solta.nt.o rlegli arti di sinistra, ma. stimolata in qualche modo, muove altret.tant.o ben v quelli di d estra. Prot.rude la. lingua. non richiesta, e In mantieni." on ertriNl.m cntf' prot.ruAA pe r molti minuti. Durante )'Psame ora inarca il dorso, orn solleva gli arti superiori come in a.t.to energico eli g iuramento, ora ipe1·c~ten~e j!li ~r.ti inieri~ri, ma lascil\ta a. sè. riprende un a.t0ggiamento normale e rJiascw tutti 1 muscoh. In qualche moment.o accenna. a plang<>re o piange dirottstmentP. L'e~nme dogli orgstni int-<•rni è t-uttora nf'gntivo. Dal lato n onrologi<'o, nulla a carico rlei nflr~i cl'Rni<'i. twssuna pA.ralisi o par<>si dflgli arti, m·~·!mna apprezzabile alt~razionfl clelia Sl'n!'<ihiliti\ generale. Pupille nonna li, com(~ i l'ifl(';;si d\1gli arti superiori. E:;nw•ruziont~ bilaterale d oi rotul oi. Achillei pri'Sùnti, n on clono. T'lantai'Ì cd a dd ominali n orm a l!; n on rigidit.n nucale , n on K ernig, nP altri ;;into mi mf'ningitic i. n on <lt·nr.ot,n·afìsmo. CrAnio e rn.c hilX'I'C\Ii<!'i iOnP, indolf'nt i. ~i PF;PJ!H O lo pun t ura lo mhnJ'('. L ' infermi\ v P r i'O l"' uudid d.·J 1natrino è s!atn colpita drt \ID altro at.tacco convulsivo che a. de tta <k·llt• ,.i,· imi di ll'Ho si è iniziato rlap:li 11rti di d estra ed in l!èguito si ò generalizzato. E o:so è durt\to trtJ o qua.t.t ro miw1t.i .l" s i 1..• !\CCompagnato a.midria.'!i, Pf)rdita di'I le urine ed emi!ì~>ÌOn(' di bava. Alla sota s i è manife;;tata. una crisi di agitazione psico-molt;rin dt'lla dmnt.a di JO minuti c i1·r..a. P t'rtnnto l'ammalata fu rloV\IUt as:sicurare al IP.t t o . 2 maggio 1932: Durante In notte gli a.ttacchi opil<•ttifonni si sono ripet uti sei o SPtte ,·olto. Alla ~'<E'ra, nltra <' risi di agi tnzione . 3 maggio 1932: Condizioni inva1·iate. 4 m aggio 1932: La pa.zi•:mto ha presentato nuovamente uno stato di agitazione, ed è stato n('('<Jssario content•rla. 5 maggio 1932: Esame del liquor: l. c. r . limpirlo, incolore, privo di reticolo. P Andy n c·gntint, albumina 0.1 O o/ 00 • ghtco~io O. 70 0 / 00 , cloruri 7.31 ofoo· Esame cit ologico: m odica Jinfocitosi. negativa, !'(·azione d ell'o ro colloidale: n!'ssuna decoloroziorw. ESilmo do! fo nd o ocularP: as.senza.ùi al temzioni. R. W. e R . .i\ft·:nick u nel ~angue n egative . Condizioni g{·Iwra li imrnut a t.e . 6 ma.11gio 1932: Dma.nt.fl In. n oMe la p aziente è stat1t agitata più volte. St.ato pr<•sonte: Lo i t ato a.m (IJozia lc si è agg•·a.vat.o; L ' ammalata è completan1ente as~nte, n nn risponde ad alcun richiamo, nemmeno con lo sg ua rdo e con la m imica; non
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J!"f'EZIO~I
J\ Cl JTE DEL S!STE:I!A ;-IERVOSO ECC.
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Jmrla AA non durante le crisi di a~tA7.iOnfl . durante le qmrli jZrida ed im prEOcn. Spesso pisng4" . Non cerca cibo. ma ingoia tutto oiò che le s i dà. U r-inn nel letto. N on riconosce 1\lcuno; l'att.r>nzione è- spenta e la. per-cezionE' dop:li stimoli fisici è a.ttenuat.a.. Nulla di obiettivo an'eAAme doi vari organi ed apparati. Neurologica.mente: nulla a carico dei ne rvi crani<·i. Arti superiori: liev e ipert{)nia mngt:;iore a destr a. Ora la paziente muove indifferentemen te gli arti di destra < di sin istra Non Sl'gni di paresi, riflt>ssi p rofondi vival'i. Art i inferiori: ipertonia lieve map:giore a destra. Ritlossi pat~llari t'Sa.gerati , più a d estra , clono delle rotule. Achillei vivaci. clono dei p:iodi. 1 cloni si manife. stano tipici dopo tull.l serie ravvicinata di t.entat.ivi c he dànno o ri gine ad uno pseudo clono. Adrlominali prt'Sf'nti. Plantnri a sini11tra; alluce immobilt.!, fle>~sione ciello a ltre dita; a destra Rlluoo immobile•. flst en.o;~ione e. ventaglio delle altr P. dita. Non r igiditt\ df'lla nuca., non Kt'rnig. L a pa7.iente dopo l'ingr«>sso non ha. più avuto vomito." dalla n otte del 2 n on pii'! attacchi epilettiformi. Non dimostra. di soffril'e di cefalea. Si somministra. hromuro di potassio e luminal ROdieo. 7 maggio 1932: Conciizioni inva riate. L ' «>same delle u rin e estl'atte col ca.tet€-re dimostra: tracce appena. visibili di albumina. zucchero assente. nulla nf'l sedimento. Stessa t ('lrapill.. 8 m&JlglO 1932: L ammalata si alimenta in maniera Sllfficionte . Ri sospende la somministra.zione d el huninal. 9-I Q-11- 12 maggio 1932: Con dizioni irnmutat.e. Viene sospesa. anche la somministraziont" dr! b romuro. 13 ma.ggio 1932: ~C'Ila notte la pa.ziento h A. avuto dalle ore 3 alle 4 vari attacchi convulsivi, del tipo altre v olw descritto. Verso le 8 è stata colta da uno stato rli agitazione pt>r cui Eli è dovuta a-ssicurar~·. Alle 9 ha avuto un altro breve attacco con vu lsivo. Si somministri\ nuovamen te il brom uro. 14-15 maggio 1932: Condizioni immutate. Terapia solita. 16 maggio 1932: Nt"llt1 ultimA 24 ore la malata è stata colta. da dua attacchi epilettiformi cht' a dc t.ta dell'infermit'ra chtt vi assi!<t et.tfl si sono iniziati con scosse dell'arto infflriore sinistro, e si sono poi d:iffu...c;e all'arto s uperior& ed a!la metà del viso dolio st1•S-c:o lato, ed infìna si sono grnora.lizzat<'. Dw·nnte tutto l'attac<'o vi fu ù evia7.iùne coniugata dt>l capo e d,•gli ooohi v t' rso !;Ìnistra. Stamru1o si provoea solo uno pst, udQ--f\lono de l pi"'lde d estro. l 7-18 maggio 1932: Condizioni immutate. Si somministra btomuro, e u rotr opina per via rndovE>noSll. 19 maggio J 932: V E't'SO le sei la pazient~ ha avuto altri due a~.tacchi con vulsivi. D al giorno 20 al3 1 maggio 1932, condizioni immutate. D a una set.t imana non si son o pià manifcstatati Mtaer-hi convulsivi: in t.alo peri odo si ~somministrata urot.ropina (gr. 4 pro rlie ) a ~orni alterni. Status (31 maggio 1932 ): Si va manifestando un notevolo dima!ITimento. L'anunalata dormE> p•>chi!<Simo, !<Oio si a s.o:opiRce qualche momento d u rante il giorno, d i not.te ~agi l nta. Poehe ser o or sono si alzò dirigQndosi con attl"ggiament.o ostile verso tm'alt1·a ammll iata. Di solito è come e<:tntica, inerte , a v olte canta o ridi"!, piango o fischia. Ha dfli fugaci spasmi tonici dei mu!'K'oli del tronco e cieg li arti inferiori, spesso tendenza al ca.ta.tonismo. L'llE'ame degli organi interni è
nrgntivo come quello neu10logico. I eloni sono scomparsi. Per lo stato di agitazione psieo-mot.oria vieni' trnsterita nella Clinica neuropsichiatrica, con diagnosi d i encefalite pos t- influpnzale. Nella din ica l'inferma fu degl"nt.e per 19 giorni durante! i qua li non si riscontrò alcuna alterazione somatica. e netu·ologica. Fu ripetuta, il •J. giugno 1932. la puntura lombare : il liquor fuvriuscl a pressione norma le e tutti' le ricerche eseguite su di esso furono negative. L o stflto psichico rimMf\ invaria.to: la pazit>nte era c la.morof':t\ specialmente di notte, c hiacohiemva <·ontinuamente, pronunciando pamle a vanvera.. e soltanto diceva. c hiarament.e a domanda, il suo nome: • Maria •· Vedeva i famiglia.li. con indifferenza, spesso si lamentava o aveva cri:,;i di pianto, e r a sudicia. T alora present.ò ipertonia ·legli arti, specialmente ciogli infel'iori. P ermanendo immutn.te lesuf' condi7.ioni, il 19 giugno 1932 l'infer mu. dovette ossere inviata all'Ospedale psichiatrico di S. Maria della PietA. Qui v i il contegno della paziente rimase invariato durante i primi tre g io rni d\
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O'FEZIO:O."l ACU'TE- t>EL S!STE~tA
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degenza.; ella si aggirava per la corsia sconvolta, metteva il capo tra le sbarre delle finestre, be.stemmia.va, ca.n ~ava, aveva modi osceni. era sudicid., sputava i. cibo addosso all'infermiera, ed era impulsiva ve rso chiun.quo lo ;~i a.vviciuava. Confu.sa. e disorientata, rispondeva poche volte, e controsenso: se interrogata.! diceva il suo nome e cognome, e persevenwt\ nella risposta oppure fa.ceva stnortitl e versacci cantando una cantilena incomprousibilo. Il 22 giugno l 932 si calmò improvvisamente, fu affettuosa coi familiari, e rimase tranquilla sino al 26. Il giorno 27 ricompa.rve lo st11.to di oonflls ioM che ll.ndò rlilegllt\ndosi gt·a.~ia tlamente .fino alla guarigione completi•. Il peso corporeo, che all'ingresso nell'os pedale psichiatt·ico ora di kg. 33, aumentò a poco a poco, fino a raggiungere, il 21 dic~mbre 193~. i 55 chilog,·ammi.
Dalla sintomatologia. fu fatta diagnosi no:;ografica di «Stato confusionale». Riassumendo: la. pa.ziente il 22 aprile 1932, mentre era mestrullota., ebbe un forte spavento per uua lite avvenuta in famiglia. Il giorno dopo fu colta da. febbre e m~lessere generale, ed il 28 dello stesso mese si m~nifeatò un intenso accesso convulsivo, seg11ito da disorientamento, pel quale fu ricoverata nell'Ospedale di Sa.n Giova.nni. Qui gli accessi convulsivi di tipo epilettiforme si ripeterono più volte della dura.ta di 3-4 minuti, spesso con inizio dalla. metà destra. del corpo, e poi genera.liazati, e si aooompa.gnava.no con emissione di ba.v.l., perdita delle urine, midria.si. A carico dello stato generale fu notato soltanto, dopo oiroa. un mese, uno spiccato dimagrimento. Non fu con~tata.ta alcuna lesione degli organi int:wn i, nes ~un sintomo di fooohio a.ll'e~a.m 3 neurologico. Nulla si rilevò agli esami biologici, ad eccezione di una m')dicll. linfocitosi ed iperglioemia del l. o. r . Per circa. due mesi la p,a,ziente fu disorientata, confusa, irrequieta., sudicia., mutooir;ta. a tratti, ipoaffettiva., Sj.>esso gt'a.vemente agitata. La. febbre fu sempre modica., al disotto dei 38°, che sorpassò per qllalcbe ora due sole volte, discontinua, e scomparve del tutto dopo un mese. Possiamo affermare che la causa di .q11esta sindrome psicopatica sia. stata un'encefalite' Anche in questo c:~.'o l'assenza di sintomi diffusi di tipo neurologico, la. n9ga.!iività degli e'latni so m l.tic i ed mn:>ra.li, e. d'altro canto, la. sintoma.tologia. psicbio'L prevalente e lo stato febbrile modicissimo fanno escludere tale ipotesi, depouendo p ~r la dia.guo;;i pii1 probabile di sindrome psicopatica tossi-infettiva di oscura. origine. P er le stesse considerazioni già fatte rigttardo al oa.'lo precedente, si possono elimin~re l'encefalite letargioa ed nn processo meningitico. . Se consideriamo ora. nel loro insieme i due casi riferiti, osserviamo che malgrado la diversità. degli esiti, essi si presentano simili sotto vari aspetti. Dal lato anamnestico, in quanto i soggetti erano entrambi tarati ereditariamente (alcoo1ismo dei genitori in uno, particolare emotività e sensibilità nell'altro) forse con la.bilità. della. baniera omfl.to-sncefa.lica. Da quello etio-patogenetico, poichè l'agente infettivo, sconosciuto nei due casi, can!'lò la sindrome psicopatica meroè l'intervento occa.siona.lo di un trauma, di natura fisio - psichica. in un'ammalata, nettamente psicbica nell'altro. Da quello sintomatologico e clinico, perchè la malattia insorse in ~ntra.mbi i casi con febbre e convulsioni, e per la. negatività dei reperti
INFEZIONI ACUTE DEL s rs·rE~B
~ERVOSO
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soma.tici, neurologici ed umorali. Il quadro psichico mentre nella seoonda. malata fu di tipo amenziale, nella prima non è carat.t.erizzabile, poichè accanto a. ra.ri stati di incoscienza si osservarono stati protratti, in cui, essendo la coscienza. lucida (come dimostra il fatto che la paziente seguiva con lo sguardo la ma.mma, e durante l'esecnzione del ftlm, prestava attenzione all'operatore) la. malata era mutacista., aveva. crisi di pianto, ed era irrequieta, <'.Omporta.ndosi come un'isterica. Degno di nota nelle due ammalate è lo st.ato di agitazione prevalentemente notturno, più accentuato nella prima., la quale fu potuts. studiare senz~ discontinuità di osservazione, a differenza d.e ll'a.ltra in cui i ripetuti trasferimenti non resero possibile un'indagine completa. Detto stato fn qua.nto mai variato, a volte localizzato agli arti inferiori, a volte a quelli superiori, spesso al viso ed alla lingua, assai di rado al tronco ed al collo. Tale agitazione pt•esenta. singolari e Ruggestive analogie con gli stati di agitazione psico-motoria notati dal Francioni- e riferiti do.l dot t. Leonedurante l 'epidemia di encefalite letargica del1920 in baro bini dai tre ai tredici anni e che si manifestavano alla sera, e duravano sino alle prime ore del mattino. Questa sindrome preipnica era assai varia, simile ora al grande accesso ist.erico, ora alla forma ipomaniaca, talvolta a. quella amenziale. talaltra a quella. depressiva, spesso accompagnantesi a perdita delle urine e delle feci, a difficoltà del respiro, ed a movimenti sistematizza.ti di una sola metà della. persona, ed a stereotipia verbali. La coscienza. era. sempre lucida. Di giorno era dato osservare invece atti impulsivi e violenti, con alterazione dell'affettività. Ques«> crisi furono annoverate tra i postumi della encefalite epidemica, però, come notò il Francioni, «la siudrom~ in parola si iniziò quasi sempre in sèguito ad attacchi lievi di encefalite, tauto lievi, che il periodo acuto di essi passò non di rado inosservato " ed inoltre u quasi tutti i soggetti colpiti presentavano già in antf\cedenza tare evidenti da parte del sistema nervoso ». Tali sindromi assomigpano molto a quelle osservate nei casi da me riferiti, con la differenza che mentre in questi esse costituirono il quadro essenziale della malattia, nella encefalite infettiva apparvero come postumi. Comunque, possono considerarsi come l'espressione della reazione totalitaria del sistema nervoso, sia della corticalità, sia del corpo striato, alla invasione di un virus neurotropo, bene identificato nella encefalite epidemica, sconosciuto nelle sindromi psicopatiche tossi-infettive. Va. notato infine èhe èohiro di esEie non giovò alcuno dei medicamenti comunemente usati negli stati infettivi (nrotropma, eleotrargolo, salicilato sodico) che fu:rono somministrati alle due pazienti sia per via . orale, sia per via. parenterale. Ciò posto, e tenuto conto di quanto prima s'è detto, si possono ascrivere queste sindromi nel terzo gruppo secondo la cla.asificazione del D e Sanctis, e cioè fra quelle a patogenesi ignorata.. Si può ritenere inoltre che esse costituiscono delle forme intermedie tra. le aftezioni acute non suppurate del nevra.sse ad etiopatogenesi ignorata criptogenetiche (gruppo B, divisione prima della classificazione del Wimmer) con sintomatologia prevalf\ntemente neurologica., e le «encefaliti psicosiche » degli ~utori francesi, iD qnanto che banno di comune con le prime l'oscurità del meccanismo etio-patogenetico, e con le seconde la.
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1:-/Fl::ZIO:-;r ACt"TE DEL SISTJ-::.!A
~ER\'OSO
ECC.
sintomatologia nettamente psichica, pur differenziandosi da ent.rambe per l 'assenza del reperto anatomo-patologico. A tal proposito un'ultima considerazione ci resta da farP ed è la seguente: è probabile, secondo il De Sanctis che alcune denominazioni psi-· chiatriche, quali l 'amentia di Mejnert, la frenosi sensoria di Krafft-Ebing e Bianchi, il delirio sensoriale, la. demenza acuht, la confusione mentale primit.iva., l'aJ.lucinosi con amenza di Wernick.e, il delirio di collasso di (Weber e Kraepelin ed aUre ~indromi consimili na,<;contlessero casi di encefalite acuta. e subacuta non purulenta, di origine indeterminata. Difatti nelle sue lezioni il De Sa.nct.is ha ammesso senza discussione la, natura infettiva non solo del delirio acuto (cosa ammessa da tutti) ma. anche di tutt(• le forme di amenze così det.te psicosi sensorie ovvero confusione mentale acuta e sub-aeuta. Se si può escludere l 'origine batterica e tossica propriamente dette delle amenze e confusioni mentali, non si può affatto eliminare l'ipotesi che si tratti di malattie corticali prodotte da nn virus filtrabile. Su questo punto sembra anzi abbastanza largo il consenso dei neuropsichiatri, il De Sanctis ricordava una comunicazione di Maurizio Oamia al Congresso délla Società Ualiana di Freniatria in Ferrara nel l 930. Alla facile obier.ione che vi siano amenze croniche, anzi di lunghissima durabt (ci sono i casi di F. Petroselti riferiti nel 1933) che male si comprenderebbero con una origine da virus, rispondeva facilmente il De Sanctis che in questo ca~o, per difendere la medicina causale, sarebbe preferibile cambiare le nomenclature; molto piil che parecchi casi giudicati come amenze non sono che casi di psicosi maniaco-depressiva; e che d 'altra parte è ben noto come i virus possono sollecitare gravi disturbi d el carattere, valorizzare tendenze costituzionali e provocare sintomatologie reattive che il medico può facilmente confond ere coi sint.omi primari e dirett-i. Nella nostra Scuola non intendiamo per amenza le forme qualifìcat.e come: delit·i1t'm acutu1n, deli?·iutn tremens, allucinosi acute da intossicazioni e~;ogene, e neppure le forme di confusione ment.ale sub-acuta e cronica descritte dagli autori francesi sulle orme di Dela-siauve e di Ohaslin. Inoltre d 'accordo con tutti gli psichiatri non diamo all'amenza l'estensione datale dal :M:a~stro che così la denominò. Per amenza e stati amenziali noi intendiamo le forme psicopatiche a-cute e subacute spesso accompagnate da più o meno gravi disturbi del ricambio, da alt~razioni della temperatura, nelle quali forme dominano come sintomi fondamentali: a) il disturbo della coscienza: disorientamento e confusione o incoerenza delle idee ed anche del discorso: b) reazioni psicopatiche d 'ogni genere, come idee deliranti, disordine degli atti, illusioni, allucinazioni polimorfe, ecc., e tutto questo nel silenzio di qualsiasi disturbo neurologico riferentesi a lesioni dell'asse cerebro-spinale, ad ipertensione intra<lranica, ecc. Le forme amenziali considerate in questi limiti, cioè escluse quelle da intossicazioni esogene o altrimenti denominabili pPr la qualità dei sintomi o d el decorso, in genera.l~ guariscono. ma possono nell 'ultima fas& protrarsi anche per dei mesi, e sopratutto possono dart.> occasione allo svi-
INJ'EZ!ONI ACUTE DE[. SlSTF.M" NERVOSO !>CC.
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luppo di altre forme mentali tra cui primeggiano la psicosi maniaco-depressiva e cert-e sindromi schizofreniche. È appunto a queste forme amenzia.li pure che si riferisce la denominazione di « psicosi to~:~si-infettiva l>. N è deve far meraviglia l'ipotesi del De Sancti'l se si consideri che anche l'encefalite letargica, sia nel suo decorso, sia come postumo, può dar luogo a sindromi psicbiche affatto simili a quelle della demenza precoce, specialmente catatonica, come fu osservato da val'i ant•Jri (Wilson, Bassoc, Claudl} ed altriì e che hen difficilmente potrebbero differenziarsi, se non vi fosse il sussidio dell'anamnesi (ca.so pubblicato dal dott. Leone, 1932). E rcteutemente, quasi a conferma di essa, Toulouse e Courtois hnuoo dimo~trato che · sopratutto in molti casi di demenza precoce e, in minor numero, di psicosi ma.niaco-dPpressiva e di alterazioni stabili del earattere, negli antecedenti personali dei malati esistevMo (oltre ttna grave tara. ereditaria costituita Ù<\ alcoolismo o psicopatie) encefalopatie acute sofferte sia nella prima infanzia, sia nell'età giovanile, primitive (meningiti, «stati meningei »1 rneningite cerebro-spinale, «febbri cerebrali»\ o insortt> durante una malattia infettiva (polmonite, corea, otiti con mastoidite, difterite, tifo. infezioni puerpuerali, malattie esantematiche, ecc.). Alcnni di ta.li malati pr('sentavano ancora i segni neurologici e biologici dell3· prrgressa infezione, consistenti in emiparesi, strabismo, nistagmo, ecc., ed in linfocitoili, iperabulminosi e globulinosi del liquido cefalo-rachidiano. Tutto ciò dimostra la necessità della ricerca accurata e costa,ute di una base ana,tomica, o, più verosimilmente, biologica, in tutte le malattie mentali, e conferma - come scrivono gli autori francesi già citati la fragilit-à delle classifìca.zioni psichiatriche basate sulla sintomatologia. psicologica. C05CL USIO~ì Benchè la scarsità dei casi osservati non permetta di formulare delle oonclusioni, pme si può affermare, in ba,'!e a quanto è stato fin qui rilevato, che a.ccanto alle encefaliti propriamente dette, di cui ben si conoscono la etio-patogenesi, il decorso clinico ed il reperto anatomo-patologico, esistono, a lmeno in giovll.ni soggetti, infezioni acute non suppurative del nevrasse, le quali si distinguono dalle prime sia percbè la loro etio-pat-ogenesi è oscura sia perchè la sintomatologia è prevalentemente psichica, sia infine perchè, pur manHestandosi con sintomi comuni ai processi encefalitici (febbre e oonvulsioni epilettiformi), si differenziano da questi per l'assenza dei comuni reperti anatomo-patologici. In tali affezioni che possono denominarsi: ~ Sindromi psicopatiche tossi-infettive di oscura origine » e che partecipano tanto della sintoma.t.ologia. della. Encefalite comune, quanto di quella dell'Amenza, è lecito supporre l'esistenza di fini alterazioni encefaliche, le quali, allo stato attuale della tecnica iato-patologica e della biochimica cerebrale, si sottraggono all'indagine ed a qualsiasi accertamento obiettivo. Tuttavia. non è da escludere che queste potranno rendersi evidenti con metodi di ricerca più perfetti e più est-esi, in un avvenire più o meno lontano.
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INFBZJONI ACUTE DEL SISTEMA NERVOSO ECC.
A'UTORTASSUNTO.- L'A. tratta la etio-patogenesi, la sintomatologia, l'anato, mia patologica e la classificazione delle infezioni acute del sistema nervoso e riferisce due osservazioni di sindromi psicopat iche tossi-infettive di oscura originedi eui una. con esito 1.:-tale, con assenza d1 reperto iato-patologico a carico dell'encefalo , E.> l'altra con esito in gt,Jarigione. Formula l'ipotesi che anche gli stati psi, copatici sulr-acuti conosciut,i nella letteratura psichiatrica col nome di Amenze possan o corri!q>Onrlere a pro<'essi encefalitici p articolari finora ignorati. BIBLIOGRAFIA. AYALA G. - L eptome?Jin!Jili acute linfodlarie benigne. • R assegna Clinico-Scientifica dell'l.B.I. » n. 3 , 15 marzo 1933. AslUN A. J. e ZIMMERMANN H. M. - Encephaliti<~ accompanyng trhooping cough. • America.n JournaJ of Disenees of Children • luglio 1929 (dagli • Archives de Médioine des enfA.n ts • dicembre 193:1, n. 12). Au.ARtA· G. B . - Le encefalopatie post--vacciniche. • PediAtria del m edico pratico , vol. VII, n. 10, 1932. B usr.AINO V. M. - · R eazioni meningee n~>lle malaUie infettive. • Rassegna Cli.nico-Scientifica dell'J.B.J. ,, n. 3, 15 marzo 1933. Boruu. V. - Du.e casi di complicanze nervose dell.a va?'Ù'ella. " Rivista di Clinica. P4:'diatrica •· aprile 19àO. BENVENUTI B. - Encefalomieliti e vaccinazione ienneriana. • Rivista di Clinica. PP-diatrica •, agosto 1929. BAJtllr:ER J. - L nJ numifestatùm nerveuses de la fièt-"T'e de Malte. • JournaJ de Mt>dicine de T.ion •, 1932, pag. 421. CERLF-Tl'l U. - Nuovi doti sulla patologia dei vatri sanguigni dei centri neroosi e loro rapporti con k fvrme clini,c..he. • Rivista sperimentale di Freniatrie. e mfldicina legale dellE" alienazioni mentali• vol. XXXVITI, 1912. CESARl.S DEMEJ. A . - Osserv<Izioni sulla encefalite post--va.ccinica (nota prevent.iva.). 11 lPat.hologicA. • , 15 marzo 1932. CASTELLO'ITI F. - Di una pm·ticol.are sindrcm~-e di encejalomieli.te acuta diBseminata post-infettiva. • LA. Clinica Medica. Italiana •, ff'bbraio 1932. D'E SANCTIS S. - Problemi 'di attualità. • Lezioni Clinicha », Anno accademico 1932-33. . D ' ANTONA S. - M eningite aierosa. «R assegna Clinico-Scientifica rlell' I.B.I. •· n. 3, 15 marzo 1933. DRAOANESCO S. e LAZARESCO D. - Mésencéphalite d'origine infectieuse obscure. Ophtalm.opUgie externe bilaterale, ecc. • R ev\lP. neurologique •, 2 rlécembre 1931 . FoRNARA P.- Les paran~céphalites dana l'enfance. • Acta P edyatrica. •, 21 agosto 193(1, vol. XI. }'ORNARA P . - Sopra alcuni CCUJ'i di pm·a-mcejaliti infantili. • La. Pediatria • 15, aprile 1932. Gr~~--uu. - Le encefaliti ul encejalomieliti. Il « Policlinico • , sez. Medica, n. 8, l n agosto 1932. GuiLI..ATN G. - Contriderazioni generali StJlle infezioni acute non suppttra.tive d-el mtem-;l nervoso. • Atti del Congresso Neurologico Tnternazionale di Bema. • ·1931. I .EONE F. - Encefalite. in/ettiva e dentenza precoce. Com1micazione alla. Società l\ledica Anconetana del 20 giugno 1924. Si~ua 1932. LEoNE F. - Conmerazioni su di una centuria di casi di encefalite infeUiva. D a.lltt "Note e Riviste di Psichiatria •, n. l, 1925. · LusT M. - L'encl!phalite vuccinale. a La pathologie infantile •, janvier l!l31 (dn.gli • Archives rle Mé<ticine rlc:o.s enfants ~, aout Hl31). LHERMlTTE J. e DE MASSARY J . - Un cas d'encéphalite aigue a forme certbelleU8e pure. • R evue Neurologique •· 2 décembre 1931.
lNFEZIO:Sl ACUTE D EL SISTEMA NERVOSO ECC . l..BVADITI C. -
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Roma, maggio 1933-Xl.
ISTITUTO DI ANTROPOLOGIA DEllA R. UNIVERSITÀ DI ROMA DirettorE': prof. SERGIO SEROI
L'INDICE SCELICO DELLE POPOLAZIONI DI GIALO <·> Dott. A. Ollverfo t C'O<' llt P nw diC"O dir<'ttorl.' ue ll"nmbulato rio civile di C:ia.lo
Prof. A . Sabatlnl d ocente d i An t rup ologin primo capitano ml.'di co
I MEGIABRA NOT A
PR E VENTIVA
L'importanza di uno studio a,ntrOJ)Ologico compll"to sulle popolazioni di Gialo, attra.vorStJ sistematiche r icerche, lta tanto maggiore interesse in quant<.> questa Oasi risulta non soltanto abitata, ma anche nota, per la ricchezza della sua vegetazione, sin da tempi remoti. Scritt.ori delle piit lontane epoche parlano di At!;:\"ilA (meglio sarebbe conservar~ a tut.ta l'Oasi ta.le denominazione, che si t.ramanda. attraverso oltre due millenni di Storia) e ne decantano i pregi come uno dei centri più importanti dello sconfinato Serir. Privilegio storico, che documenta la sua continuità di esist.euza, la sua posizione geografica ed economica e quindi di abitabilità. Ciò dà maggior valore allo studio dei gruppi umani colà esistenti, come quello degli Auagila, in cui è pm· necessario ammettere la clirctta discendenza, dal grande ceppo, che ricorda la più antica stù·pe africana, e quindi il permanere di determinati caratteri raziali, nel tempo, pur tra gli immancabili ra,pporti e contatti con domina.tori e con popoli vicini. Erodot.o esaltava, 2500 a.nni or sono, i ricchi e copiosi frutti dei palmeti di Augila che spingevano i Nasan1oni ad abbandonare il loro bestiame sulle coste della Grande Sirte, per migrare nella estate, sfidando le insidie del desert.o (non presaghi della loro sorte, poichè fu proprio la siccità che li fece perire, tanto da permettere ai Psilli di occupare il loro territorio) per la racoolta del prezioso frutt.o, cbe doveva ripagare abbondantemente q uelle popolazioni per spingerle fino ad Augila a circa 300 chilometri dalla. oosta. Ed Erodoto . accenna anche ad Augila come punto di riferiment.o per le distanze a proposito dei Ga.ra.manti. Ma Augila non perde d'importanza nei secoli successivi, poichò Tolomeo nel secondo secolo d. C. ne fissa. con sufficiente esattezza la posizione geografi.oa.. È veramente di grande interesse quanto scrive Procopio, anche nei riguardi degli abitanti, in De Aedificiis, VI, 2°: vi sono due città. (•) Comunicazione presentata nl Congrel'SO del Prog-resso delle Se· lenze, ot.tobre 1933·XI - Bari.
L'INDICE SCELfCO DELLE POPOL.\ZI OXI D • Ul.\1,()
àelw stesso nome, l'una e l'altra si chiamano Augila. Distano da Boreion verso sud quattro gio·r-ni di strada ad un uomo sped·ito e sono antichissime e gli 'lWmini mantengono gli antichi costumi e fino a q1testo tempo sono infetti da culti idolatriri. Nella descrizione fatta da El Bekri dell'Africa scttf'ntrionale, nell' xi secolo, si legge che ad Agedabia « •••.• i datteri vi .~i trovat·o in grande abbondanza; diverse specie di essi giungono da .Au.gila •• e poi a proposito cii Gasr Zidan el Feta, forse l'odierna Sahabi, «di là in quattro giomate si giunge ad A ugila, c-ittà molto popolata e con molte palme. .... A ugila è il nome della regio-ne, q1,ello della città è A rzakiya. Il ttJTi· torio di A.ugila è cop&rto di villaggi, di pa.tme e di alberi, di cui ttna parte producono f'n~tto. La città contiene molte Moschee e Bazar "· Ancora più importante è quanto scrive Edrisi nella prima metà cle:l xrr secolo, ponendo Augiln. fra le principali città della Cirenaica cc •••••• la distanza j1·a Agedabia. ed Augila è di cinque giorna.te. A ·ugila è u1w città piccola ma ben popolata, i cui abitanti si dànno ad un negoz·io attivo relativamen,te ai loro bisogni ed a quelli df.gli Arabi "· Nel xrn-xrv secolo Abdulfeda narra che fra .A.gedabia ed El F aium, in Egitto, vi sono molte pianure dove errano tribù ara be e berbere « •..•• a mezzogiorno della stra.da che conduce ad Alrssandria vi è Augila n. Documentazione St.QI·ica veramente (li un enorme interesse da. spiegare di per sè stessa la importanza ed il valore di un sistema-tico st·ud.io sulle popolazioni chr vi hanno stabile dimora.
*** L 'Oasi eli Gialo, ab antiquo Augila, trovasi situata, come è noto, ~d l 'incrocio del 21°,30' meridia-no est con il 290 parallelo nord. Essa è formata da tre nuclei principali che prendono nome dai tr€' centri abitati: Augila, Gialo propriamente detto e Gicherra, disposti ai tre vertici di un triangolo eli trenta, trcntaeinque chilometri di lato, e bt'n distinti l'uno dall 'a.ltro. Tali zone, ricche eli palmeti, presentano un centro a.b itato, costituito dalle caratteristiche costruzioni locali, ed in cui ha stabile dimora la I>Opolazione del luogo. A Gialo e ad Augila le abitazioni sono rappreaentate da fragili costruzioni di tufo, legato con sabbia argillosa. Le rare pioggie, che cadono ad intervalli di tre o quattro anni, costituiscono un serio pericolo per queste case, il cui impasto di sabbia è faeilmente sgret.olato e disciolto dallu, azione dell 'a<~qua. A Gicherra invece vi sono delle capanne fatte con foglie di palma e disposte secondo un geometrico piano regolatore, in sostituzione delle sparse capannette esistenti prima della nostra occupazione. Il centro più importante, non soltanto per la sua posizione geografica e strategica, ma anche perchè contiene il maggior numero di abitanti, è Gialo, dove ha sede il Comando militare e l'Ufficio di Governo. Ad Augila la popolazione è data, nella sua grande maggioranza, dagli Auagila (preferibile alla denominazione di .A.ugilini adottata da alcuni) che ammontano a millecinquecento circa ed hanno stabile dimora in circa trecento case costruite nel modo predetto.
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L' INDICE SCELICO_ DELLE_POPOI-AZIONI DI GlALO
Il loro unico dialet,t.Q è tutt'ora il Berbero, conservatosi attraverso secoli di dominazione araba <<La 1~.nità di linguaggio con.set"1>ata attraverBo t grandi avvenimenti delle popolazioni Berbere prova l'origin,e africana dells stirpe che l'ha parlata e la parla a.ncora >> dice Giuseppe Sergi. Ciò conferma l'antica discendenza come il loro orgoglio di razza, che permane immutato nel tempo, fino al punto che mentre il matrimonio tra la loro gente non richiede il versamento di alcuna somma, tale versamento è di obbligo e variabile dalle trecento a-l le mille lire, in ra.p porto specialmente alla bellezza della donna, se contratto con persone di altri gruppi. Popolo saggio e paziente, per tradizioni, dedito alla agricoltura, si dimostra sfruttatore intelligente delle scarse ricchezze della terra. Gli Auagila infatti, a prezzo di un continuo ed estenuante lavoro di irrigazione, riescono ad ottenere un raccolto annuale di orzo e due raccolti di miglio, oltre ad a-ccudire alla coltivazione di vari ortaggi e alla sapiente cura dei pa.l meti. Altro centro abitato è Gicherra la cui popola-zione si aggira intorno ai 400 abitanti, quasi esclusivamente Zueia. Tribù questa, i cui componenti sono divisi fra le Oasi di Cufra e di Gicherra, di origine berbera anch'essi, ma meno puri degli Auagila, perchè più di questi hanno risentito dei contatti con a.ltri popoli, nei vari periodi storici e con le continue migrazioni fra Cufra, Tazerbo e Gicherra. Etimologicamente Zueia deriverebbe da« Zavia » (di cui è il diminuitivo) che significa ad un tempo confraternita religiosa, sede della confraternita, luogo dove gli adepti eseguono la preghiera, il che vale ad indicare la esiguità del nucleo originario deg1i Zueia. L'appellativo sarebbe derivato, secondo la leggenda, dalla costituzione, a Gicherra, di una di queste piccole confraternite, consecutiva all'insediamento, in questa Oasi, di un esiguo gruppo di famiglie di origine berbera in viaggio per Siua. Gruppo che avrebbe dato origine poi alla tribù Zueia, che, con a.r<lite puntate ver so il Sud avrebbe successivamente preso sede a Tazerbo e Cufra, dopo vittoriosi combattimenti con gli abitanti originari di quei luoghi, costretti a migrare verso il Ti besti. La loro lingua è l'Ara.b o. Gli Zueia furono noti nel passato come razziatori e commercianti di schiavi. Furono gli Zueia di Cufra che catturarono nel 1928 la missione sanitaria del Capitano medico Brezzi. Terza Oasi, non certo per importanza, è quella di Gialo, nome col quale viene designato il gruppo delle tre Oasi, che il 25 febbraio del 1928 veniva stabilmente occupato dalle truppe italiane. Ed Augila ritorna sotto il dominio di Roma, quella Roma alla quale si attribuisce la costruzione di pozzi magistralmente scavati, che si conservano tuttora, come quella di edifici di cui non restano che rovine senza valore e di dubbia origine, mentre a.ffiora di ta.nto in tanto qualche moneta a conferma del dominio imperiale. Essa è la maggiore delle Oasi della zona predesertica della Cirenaica, ricca di palme e di giardini, il cui centro urbano è dato anche esso da circa 500 case raggruppate nella zona sabbiosa di El Ergh, Lebba e altri piccoli nuclei nella zona periferica dell'Oasi, E l Ghibli, Rasceda, Menara, Scerruff.
L ' lNDlCE SOELICO DELLE POPOLA.ZIO:t-."1 DI 01AL0
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L~ grande maggioranza della popola~ione, che ammonta a 2504 abi-
tanti stl>bili dell'Oasi, è costituita da Megiabra, 1500 circa. (Megiabra deriverebbe dalla. parola araba. « Metgia.brin », alleanza, coalizione, riunione). :Essi cna si vantano tuttora figli di .A.hmed, trarrebbero la. loro origine dai Beni Snleim e precisamente dai Beni .Ahmed. Il loro grido di guerra in oombattimento o nelle contese era infatti « Halma ! )) Uled .Ahmed! Uled Ahmed! (Gente della. nostra razza! figli di Ahmed! figli di Ahmed !). D editi al commercio, in tutte le epoche, sono i più perfetti conoscitori del deserto che percorrono con le loro carovane in ogni senso. Essi sono stati i principali strumenti di contatto e di scambio con il Fezzan, il Sudan e l'Egitto. Anche a Gialo permane la consuetudine e la tradizione dei matrimoni fra gente Ma.gia.bra. con esenzione del tributo contrattuale,, a prova della tendenza. inn!Lh a. conservare quel coeffbiente massimo di purezza., nella. discendenza., compatibile con le esigenze e il ritmo odierno della vita. L :t lingua. è l' .Arabo parlato dalle altre genti della Cirenaica, cosi usi e costumi, ad eccezione di quelli matrimoniali e con lievi differenze. L ' IND ;CE !'30EC.ICO DEI M EGIAHRA.
Lo studio delle popolazioni che hanno stabile dimora nelle tre Oasi di Gialo è stato iniziato sui Megiabra, che abitano l'Oasi di Gialo propriamente detta, e che rappresentano il gruppo più numeroso. Sono stati esa.minati finora 1024 soggetti della gente Magia.bra; gruppo omogeneo, superiore a quelli esaminati finora, anche se si prendono in considerazione i 928 individui complessivamente studia.ti dalle missioni del 1928-29 dei grupp-i e sottogruppi Oirenaici. In questa nota. pteventiva diamo le medie dei valori morfometrici finora ra.~oolti su 442 maschi e ben 582 femmine della popolazione M~ giabra. n numero deUe donne esaminate pone di per sè stesso in evidenza. l'importanza. della documentazione ed i risultati ottenuti; per quanto suscettibili di qualche variazione a d indagine compiuta. Sono stati eseguiti i rilievi metrici della statura, sia in piedi che seduta, <>ltre che per le relative medie, anche per la determinazione dell'indice soelico. Elemento di giudizio, sebbene approssimativo per ora, sul tipo di ~ostituzione colà. dominante. M~ esso permette in ogni modo di stabilire il comportamento dei due grandi segmenti corporei, per quanto nei loro valori lineari; e quindi il predominio della vita:. vegetati va o di relazione delle singole individualità., com e nella loro somma, quale caratteristica morfologica del gruppo in esame. (Jontributo importante alla dibattuta. e non risolta. questione del nesso fra razza e costituzione (l) in gruppi umani, in cui indubbiamente fattori molteplici hanno esercitato la loro ineluttabile infl.uen.za sullo sviluppo ontogenetioo, a.i flui formativi del tipo di costituzione. (\l Suun:n A. - l tJalllr t mor/on~trici cranì.o·taccwU e l'abito coatituzi<mak • Rivista d! An tropologia •, vol. XXIX. 1930. ·
' L'INl>ICE SCEUCO DELLE POPOLAZIO~J DI OUI.O
241j
L ·età dci gruppi esaminat-i si aggira da.i 18 ai 65 a.nni per gli uomini e dai 16 ai 61 anni per le donne. La maggior frequenza rispetto all'età era data da uomini di 36 anni e da donne di 30 anni; fatto importante per il valore delle ricerche, poichè il maggior numero è rappresentato appunto dalla età in cui lo sviluppo corporeo è comple.to, qnindi compensa le var-iazioni sia. in ra.p porto alla
crescita. che alla. vecchiaia. Statura. - La statura in piedi, carattere antropologico fondamentttle, è elemento essenziale per l'apprezzamento delle proporzioni corporee.. Le sue medie ci offrono un quadro eaatto, anche ai fini compa.rativit della spinta ontogenetica, che hanno subìto i singoli individui in rapporto ai '1ari fattori che indubbiamente e va.riamente influiscono nel periodo della crescita, det.erminando, attraverso la somma delle va.rietà indiviùnali, la formazione del t~po etnico. La statura in pif'di dei Megiabra esamina.ti dà i seguenti risulta.ti: )linimo
l
MtVJslmo
l
Differenza
l
Media
l.:orni n i ....................
1.45
1. 84
39
1.62
Donne
]. 38
l. 74
36
1.51
•
o
••••••••••• • ••••• o
•
Pur essendo ra.ppresentate le basse e alte stature, attraverso un'am~ }JÌit oscillazione in cui sono compresi i diversi valori, pur tuttavia. non si raggiungono i gradi della micro o macrosomia. J,e stat nre basse si osservano in genere nelle Ca.bile: :Nsei t (Ailet Auad), Dbuba (Ailet. All:am), Gznza (.Ailet Harbi) ; mentre quelle a-lte nelle Cabile: Nseirat. (A.ilct Auad), Alalga (Ailet Naffar), Hamran (.Ailct. Smail). In uno st·<'SRO grupvo come fra i Nseira.t si hanno i rappresentanti dei valori minimi e ma.'lsimi delle stature osservate. Stat·ura se(l1tta. -La-statura, seduta consente di av('re t-lementi di giudizio circa lo sviluppo lineare di questo importante segmento del corpo, che pn·siede a. tutte le funzioni della vita. vegetati>a. Poichè se la statu1·a in piecli rappresenta la somma dei vari segmenti n(ll suo yalor<' linearP, l'altezza del troneo offr<' gli elementi per la valutazione sia, pure approssimat iva, manca.ndo i diamP-tri orizzontali, della porzione viscerale, che presiede alle funzioni stesse della vita . J,a statm·a seduta dà i segu('uti valori: Mi elmo
l
M ll.l<fimo
l
Dltrorernm
l
Modle.
U01ni ni ... ....... ... • ......
-<> t-
97
25
85
Donn E> ....................
6B
93
()-
81
-o
247
L ' INDICE SCELICO DELI .E POPOLAZIONI Dl G!Al.O
Not.ovoli oscillazioni rispondenti alla va.rietà delle stature totali. Valori minimi nell'altezza. del tronco sono dati da individui appartenenti alle Cabile: Gzuza (Ailet Harbi),. Alalga (Ailet Naffar), Sabada.t (Ailet Soleiman); mentre i valori massimi si riscontrano nelle Cabile: B amra.n (Ailet Smail), Saha.dat (Ailet El Biscia.ri). Indice saelico. - L 'indice sc<>lico attraverso la elaborazione dei relativi dati riguardanti la statura in piedi e quella seduta, con la nota formula, offre i seguent.i valori: ::\llnlmo
l
Ma~~<lmo
l
Dltrcrenza
l
.Media
Uo1nini ......... ... .. , , ... .
46.4
56.9
10.5
52
D onne
43.6
62.3
18. 7
53
•••••••••••• o
•
••••••
Mentre negli uomini la. differenza fra il minimo e il massimo del valore t.ronco è di 10,5 unità; nelle donne è di 18,7 e raggiunge gra{!i elevati c<'rtamente in r apporto aJ sesso, per il maggior sviluppo di questo importante segmento, che, oltre a t utte le altre funzioni della vit.a vegetativa., ha il còmpito della procreazione. Ampia in ogni modo è la oscillazione dei valori dell'indice scelico, lega.t.a sia alla differente età dei soggetti esaminati, che al numero delle osservazioni eseguite. Le medie ottenute pongono in evidenza che i Megiabra sono mesatisceli, in omaggio alla nota classificazione (Giuffrida Rnggeri), tipo misto più che normotipo, con tendenza alla macroscelia più che alla brachiscelia, come risulterà dalla ulteriore ela borazione dei valori ottenuti. Tendenza quindi al tipo longilineo, poichè mentre la macroscelia ra.gginnge i limiti estremi, la mesatiscelia, specie negli uomini, supera solo di poche unità. il limite segnato per tale classificazione. Ristùtati questi che saranno vagliati al lume di phì precise ricerche, secondo i metodi e i concett.i della scuola costituzionalistica italiana . Predominio in ogni modo della vita di relazione su quella vegetativa, che non p uò essere ritenuto però quale caratteristica morfologica fondamentale del gruppo in esame, e tanto meno quale ca.ratteristica raziale. Le varietà individua li, nel rapporto t ronco a.rti, va.nno do,l m n.croscel!'
al brachiscele, dal longilineo a l brevilineo, dal microsplancnico al m n.crr.. splancnico, per limitarci alla terminologia italiana, att.raverso una infinita varietà di costituzioni morfologiche da non poterE> assurgere a carattere fonda mentale esclusivo per la definizione del tipo, come lo è per il valore del cranio o per alt.ri caratteri distintivi. Vi sono caratteristiche ra.ziali che non è possibile includere nei concetti di costituzione, come vi sono car atte.ristiche costituzionali fondamentali, che non possono assurgere a caratteri ra.ziali. perchè dominio di ogni razza. Il concett.o di costituzione è tmiversaJe nelle sue var ianti, dominio di ogni popolo come di ogni specie. Il concetto di ra.zza comprende unità
248
L'INDICE SOELICO DELLE POPOL~ZIONI DI OIALO
etniche, aggregati umani, ben differenziati e circoscritti in determinati caratteri morfologici, sanciti dal tempo attraverso millenni di vita, caratteri che permangono immutati, come uno di noi ha provato nei popoli mediterranei delle sponde dell'Jonio (1), e come risulta nelle popolazioni del d eserto d'origine camitica. Ma gli uni e gli altri presentano tutta la gamma dei tipi estremi che vanno d al longi tipo al brachitipo, dal macroscele al brachiscele, anche qua ndo millenni di vita hall!lo fa.tto sentire .il peso dei molteplici fattori ambientali. L 'Antropologo che. porta la sua. ath'uzioue sui grandi aggregati umani, come sulla individualità morfologica, d eve fare netta e pt·ecisa distinzione tra il concetto di razza e di costituzione, concetti ben differenziati, per non cadere nell'errore che una caratteristica costituzionale dominante in una d et erminata popolazione, come potrebbe essere per esempio la macroscelia nei U egiabra, assurga a caratteristica, raziale. La vita vegetativa e la vita di relazione nei loro molteplici rapporti, rientrano n el grande quadro d egli esseri viventi, nè può essere ritenuto carattere raziale, quello che è la espressione sintetica della individualità costituzionale, soggetta ad infinite variazioni con discordanze e disarmonie note. Fattori etnici, ereditari, ambientali, non esclusi quelli alimentari, possono far sentire il loro peso nel senso di apportare modifiche a determinate caratteristiche di gruppi umani. l\fa quelli che sono i rapporti fondamentali biologici d ei due gra.ndi sistemi della vita e ne sono la essenza stessa, permangono nella loro universalità pure ammettendo che speciali fattori possono modificare ed influire su quella spinta ontogenetica, che provoca la formazione del tipo, determinando, attraverso i processi di ritardo o di acceleramento della crescita, il dominio ora dell'uno ora dell'altro sistema. La ruacroscelia, cioè l'eccedenza d e?li arti sul tronco, potrà risultare un carattere dominante dei Megiabra, attraverso una successiva elaborazione, indubbiamente legata a fattori che hanno provocato una maggiore spinta ontogenetica e quindi un acceleramento d ella crescita, ma non può essere considerato un carattere razia.le, poichè nella varietà dei tipi troviamo anche, se non numerosi, coloro che presentano l'eccedenza del tronco sugli arti. Fattori molteplici possono avere influito, favorendo lo sviluppo lineare più che quello la terale e provocando la varietà dominante del tipo, ma non possono cancellare quella che è l'espressione fondamentale della specie, n elle sue varianti antitetiche, per la nota l egge dell'antagonismo ponderale. «Non possiamo astrattamente concepire una razza umana primitiva e pura, dice il Viola, moltiplicarsi in un ambiente ideale e indefinibile, essa sarà composta di individui dotati di variabile grado di spinta ontogenetica e quindi di individui b-rachitipi, normotipi, longitipi ». ( l ) SAn.n·rsr: T/l i w> morfol•lui~o crtr,t~lo·f(lCCillk del U/'>r a le".Tonico i ti CalahrU., Atti del Con· gre3<j0 l!lt.Qru(gioualo P~r glì :SW•LI RU!IA. Popol~~iono - ~$titl\tt) Po!igrafloo, Rqma, ws~. S,\8.\Tl!'ll A.: Sl• ti~ w• cr rmi" tlell<< età eM •lilica /.rr.uai'J in Caktbria. Atti Società ttallaoa p or Il Progresso delle Scieuze - X:S:: Riunione. vol. II. 193l·X.
SERVIZIO SANITARIO MILITARE SCUOLA ALPINA DELLA R. G. DI FINANZA - PREDAZZO
AlTACCO SPECIALE PER SUITA-BARELLA IMPROVVISATA Dott. Salvatore Cultrone, p~im:> o1pitano m::Jdioo, dirigente il servizio sanitario
Un anno fa ebbi l'incarico dal Comando Generale della R. G. di Finan.z a di studiare un attacco da montare sugli sci, per potervi adagiare sopra la barella alpina onde improvvisare una slitta-barella. per il trasporto di un ammalato grave dalle brigate di alta montagna dotate di sci. ll meccanismo ideato per l'applicazione della barella. regolamentare smontabile da montagna conrùste in quattro manicotti su doppia piastra, regola.bili con speciali viti di pressione. Il compito di questi quattro manicotti è di fissare la barella sugli sci usuali in dotazione, non inferiore però a metri 2,15. Le doppie piastre hanno il compito di avvolgere l'intera parte superiore, lo spessore e parzialmente (un ero. circa) la parte inferiore degli sci, senza però danneggiarne l'attrito sulla neve o ghiaccio, anzi facilitando in certo modo lo slittamento con lieve frenaggio. I quattro manicotti in cui vengono infilati i piedi della barella, dispongono di borcole atte ad assicurare maggiormente, mediante cinghie, la barella sugli aci stessi. Queste pia.stre-manicotti potranno essere costruite in serie, con notevole riduzione di spesa, mediante una speéiale lega di acciaio ed alluminio extra leggero e di alta resistenza, materiale largamente usato in aviazione. Presento alcune fotografie illustrative. Il traino della slitta-barella potrà. essere effettuato media.nte apposite cinghie (in canapa e cuoio) fissate all'estremità. anteriori della barella, da applicarsi agli spallacei di dotazione della barella stessa. All'estremità. posteriore sono pure applicate dne inentiche cinghie da usarsi da una seconda persona, che regola la direzione e la velocità della barella su terreni in pendenza. Per mezzo di queste cinghie, il traino e il trasporto può essere effettuato in due modi: o cogli sci o a piedi, calzando le racchette o i ferri da ghiaccio (mezzi che si possono trovare in l1D reparto alpino) in modo da adottare convenientemente l'uno o l'altro sistema di trasporto secondo le condizioni del terreno (neve fresca, neve gelata, strade ghiacciate, mulat.tiere ecc.). Qualora le accidentalità del terreno fossero trui da non permettere il traino, la slitta-barella pnò essere tra.sportata. o a braccia {) sulle spalle. Per mantenere caldi i piedi dell'ammalato durante il trasporto si potrà usare un recipiente di alluminio {della. larghezza della. barella stessa) munito di tappo a vite per l'acqua calda ed E.>ventualmente ricoperto con panno grigio-verde. Comunemente l'ammalato potrà essere trasportato nel sacco a pelo di dota;r.ione, provvedendo ad una maggiore copertura in caso di condi4 -
Giornale di medicina mllita1'e.
AT'l'ACOO SPECIALE PER SLtT'l'A-BAB"ELLA IMPROVVISATA
Fig. l.
l - Boroola per la cinghia di attacco. Manicotto J>er l'adattamento del piede della barella. Semiplastra libera. 4 - Vite piatta a pre!!Sione. 6 - Semlplastro f\ijsata al manicotto mediMte (Ul!lone.
!! 8 -
Fig. 2.
Pnrticolaro di una legatnrl\ del piede rlolln. barella al manicotto con piastra. 1 - Cinghi a dJ attacco del Dlllnlcctto olia bnrella. 2 - Piede della barella perrettamcnte tl a:sato al manicotto. s - Parte curva della piostra con adt\ttamouto allo spessore doDo sci.
A'ITACOO SPECIALE PER S LIT.r.... - BAJtELLA IMJ'ROVV!SATA
Fig. 3.
Sli tta Improvvisata co n barelli\ alpina monmta. su ~'li normali.
Fig. 4.
Trasporto con gli acl di un ferito ~ulla alitt&-bo.rella improvvlanto. su terreno In salita.
251
252
AT'l'ACCO SPECIALE PER SLIT'l'A-BARELLA DlPBOVVISATA
zioni climatiche avverse, per mezzo di coperte, pellicciott.i o eventualmente studiando una speciale ca.pottina in tela impermeabile, telo da. tenda, riaJza.bile sul capo e da fissare sulla barella stessa con semplice congegno nel caso di avversit.à. climatiche eccezionali (freddo intenso, nevicate, tormenta ecc.).
Fig. 6.
Trasporto oon gli sol di un (erlto sulla slitta.- barell& improvvisata, su terreno In dl&oes&.
L'attacr.o è stato studiato per il vecchio tipo di barella. alpina che non fa più parte del materiale sanitario di mobilitazione. Si potrà studiare un attacco universale che possa servire tanto per le barelle attualmente in distribuzione come per le nuove, modificando semplicemente la parte superiore dell'attacco, perchè la parte inferiore, che è quella che costituisce la. piastra di adattamento allo sci e che è la pit\ importante, corrisponde benissimo allo scopo. La suddetta slitta-barella improvvisata è stata largamente sperimentata in numerosi casi d'infortunio e su terreni di qualsiasi natura a Passo Rolle presso il distaccamento sciatori della-R. G. di Finanza, e si è mostrata abbaatanza semplice, utile e pratica, tanto da permettere agli infortunati e ammalati un grande sollievo e le minime sofferenze duraute il traaporto e una grande maneggevolczza e poca fatica ai tra.inatori. AUTOB!ABSUN'To. - L'A. ba studiato un attacco speciale per slitta-barella. improvvisata che corrisponde benissimo per il trasporto di ammalati gravi dai reparti di alta montagna.
MEDICINA LEGALE MILITARE ISTITUTO DI MEDICINA LECALE E DELLE ASSICURAZIONI SOCIALI DELLA R. UNIVERSITÀ DI PAVIA Direttore: prof. L EONE LATTES
CONTRIBUTO ALLO STUDIO DEI RAPPORTI FRA CARAITERI GRUPPO-SPECIFICI E CARATI'ERI PSICO-COSTITUZIONALI Prof. DomenlcojVIola, primo capitano medico, libero docente ed aiuto volontario
Lo studio df;lla. costituzione sierologica, sotto certi punti di vista, ha messo in evidenza il parallelismo esistente fra taluni fattori costituzionali e talune facoltà di reazione immunitaria dell'orgal).Ìsmo. Questo parnJlelismo è dimostrato da.lla esistenza di particolari rapporti fra. le percentuali di frequenza dei gruppi sanguigni e le percentuali di frequenza di cert.e determinate tendenze morbose di natura cosf.it.uzionale. Come giustamente osservò il Vidoni, questi studi si ricollegano alle antiche ricerche di et.nochimica, che già avevano dimostrato intimi legami tra le affinità psicologiche di una razza e le affinità biochimiche; ciò ebbe riscontro nelle osservazioni di patologia etnica iniziat.e cinquanta anni or sono d~l Lombroso, il quale già in allora mise in rilievo particolari qnalità di resistenza alle malatt.ic di alcuni aggregati etnici. .Allo stato attuale delle ricerche il rapporto fra gruppi sanguigni e tendenze morbol!e, per alcune malattie è ritenuto provato dalla maggioranza. degli Autori, per certè altre i pareri sono discordi. Non è nelle finalità. di questa breve nota la esposizione part{oolareggiata. delle diverse opinioni d.ei moltissimi Aut ori i quali hanno indagato sulla prevalenza di uno o 1'altro gruppo sanguigno in malattie come i tumori maligni, la tubercolosi, la malaria, la sifilide, ecc. · · A me pare che allo stato attuale delle conoscenze non. si può essere autorizzati a trarre conclusioni circa il rapporto fra. gruppi sanguigni e tendenza ad ammalare di certe determinate malattie costituzionali. Ritengo d'altra parte che si possa con più sicuro fondamento scientifico ammettere l 'esistenza di una generica proporzionalità fra maggiore frequenza di certi gruppi sa-nguigni e particolare tendenza verso alcune malattie del sistema nervo!lo centrale. Difatti in quest'ultimo campo di ricerche le osservazioni dei vari autori, sebbene non siano concordi nei risultati circa il gruppo, pure tutte ugualmente mettono in evidenza. la proporzionalità fra malattie del siatema. nervoso centrale e gruppi sanguigni. In talune malattie mentali il parallelismo osservato appare non solo rigido ma anche intimo. Oiò può essere ricollegato, eome ossE.>rvò il Vidoni, alle ricerche di psichiatria etnica iniziate dal Morselli. il quale notò che la. razza rappre-
254
OONTRCBUTO ALLO STUDIO DEI RAPPORTI ECO.
senta un importante fattore predisponente per certe forme di malattie mentali. Accettando questa premessa e pensando a-gli indiscutibili rapporti e&istenti fra qualità gruppo-specifiche e ca.ratteri di razza si può dedurre il valore che deve avere la accennata corrispondenza. Diversi autori (Meyer, Bohner, Szhutt, Gundel, Pilcz, Proescher, Lamonicr, Fattovich, Doelter, Heimann, Woehliscll, Foloinina, Somogyi, Amgyal, Palinieri, Canuto, Toulouse, Bravetta, Schifi, Netter, etc.) hanno messo in evidenza rapport.i fra particolari qualità. gruppo-specifiche e speciali !abilità mentali, ed ereditarietà, di temperamenti schizofrenici e paranoici, fra frequenza di gruppi sanguigni e disposizione a presentare stati psichici eredo-degenerativi, fra frequenza di gruppi e frequenza di psicopatie, ed in.fi.Ìle fra frequenza di gruppi e 'criminalità. e delinquenza. Complessivamente pur dovendosi ava~zare riserve circa lo stato definitivo dei risultati attuali, tuttavia si deve ritenere provata la esistenza di un parallelismo fra gruppi sanguigni e sqoilibri mentali. Ciò che appare più evidente è la correlazione fra il gruppo B e la presenza di caratteri soma.to-psichici costituenti il tipo criminale. I diversi autori i quali si sono occupati di queste ricerche hanno compiuto osservazioni in criminali conclamati. Pensai fosse interessante indagare l'a-ccennata correlazione in soggetti non criminali la cui condotta fosse stata sottoposta a rigida sorveglianza tanto da percepire le sfumature del carattere psicologico. A tale scopo esaminai 1500 fogli matricolari di soldati che avevano compiuto dodici mesi di servizio militare e presi in considera.zione le punizioni disciplinari che essi avevano riportato durante l'anno di servizio. Distinsi gli individui in diversi gruppi a seconda del numero di \)uni· nizioni riportate, ed a seconda che si trattasse di recidivi nello stesso tipo di mancanza o no; raggruppai le mancanze disciplinari in due categorie, e cioè: l 0 Gruppo di mancanze indicanti trascuratezza abituale in servizio, svogliatezza, disinteressamento, abulia1 ecc.; 2° Gruppo di mancanze indicanti specifica ·disubbidienza ad ordini speciali, inosservanza di disposizioni regolamentari, di ordini generici e specifici, atti di spiccata intolleranza della disciplina. Evidentemente questa. distinzione è schem.atica e teorica, ma io intesi fare due grandi categorie di particolari attitudini della condotta, una, la prima, avvicinantesi alla speciale figura giuridica della << omis· sione ,, l'altra, la seconda, a quella della« azione». Ecco i risultati di questa prima indagine: numero complessivo di soggetti esaminati 1500 individui mai puniti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 315 puniti una volta sola . . . . . . . . . . . . . . . . . . 506 n due volte 360: non recidi vi 300 recidi vi 60, del l 0 gruppo 46 del 2o gruppo 14 l) tre volte 200: non recidivi 181 recidivi 19, dell 0 gruppo 11 del 2o gruppo 8
255
OONTBIBUTO ALLO STUDIO DEl RAPPORTI ECC.
puniti quattro volte ))
cinque volte
))
sei volte
))
sette volte
49 11, del 1o gruppo 9 del 2° gruppo 2 30: non recidivi 29 recidivo I, del l o gruppo 20: non recidi vi 12 recidivi s, del 1o gruppo 6 del zo gruppo 2 non recidivi. 9
60: non recidivi recidivi
Avevo determinato il gruppo sanguigno di questi individui in pre· cedenti occasioni (vedansi altri studi già pubblicati), coi seguenti ristll· tati numerici complessivi: numero complessivo di soggetti esaminati 1500 del gruppo O 554 pari al 36,9 % » A 700 ,, 46,6 % ,, R 167 ~' 11,1 % » AB 79 u 5,2 % Distinguendo i vari nuclei a seconda del·numero delle punizioni, delle recidive, del tipo di mancanz·e disciplinari, ed a seconda della provenienza regionale dei soggetti, ebbi i risultati raccc:lti negli specchi seguenti. SPEOOJIIO L
Percentuale di frequenza del gruppi sanguigni a seconda del numero delle punizioni dlsdpllnarl Gruppi sangutaul Numero delle punizioni
Numero degli lndh•idul
o N.
B
A
l o/o
N.
l %
N.
AB
l %
N.
l %
Ma i puniti •................
315 123
39, 0 160
50,7 21
6,6 11
3,4
Una punizione .............
506 185
36,5 232
45,8 58
11,4 81
6,1
Due punizioni ..............
360 139
38,6 179
49, 7 31
D, 1 11
8,0
T re punizioni ...........•..
200 76
38,0 85
42,5 26
13,0 13
6,5
Quattro punizioni ..........
60 19
31,6 24
40,0 11
18,4
6
lO, O
Cinque punizioni •...........
30 13
43,3
5
16,7 lO
33,3
2
6, 7
Sei punizioni ...............
20
7
35,0
3
15,0
9
45,0
l
5,0
Sette punizioni .............
9
3
33,3
2
22,2
3
33,3
l
Il, l
TOTALE •• !
1.500 -
-
-
-
-
-
-
-
-
256
001'-'TRiliUTO ALLO STUDIO DJ!:I R APPORTI ECO
SPECCHIO II.
Percentuale di frequenza del gruppi sanguigni a seconda del numero delle recidive Num ero degli Individui
R ecidive
Una. .... . ........... . . .. ... D ue . . . . ............ .. ..... Tre •
••
Quattro Cinque
o
••
o
•
o o
o
••••
•• o
•
•••
•
•
o
•••••
o o
•
•• o ••••• •
•
o
•
o
•
•
•
o
•
o
o
o
•
•
•
•••••
Gruppi sa.ngu.lpl
o N. ,
%
Il l
N. , % N. ,
33,3 23 31,1\ 4 27,2 3
60 20 19 6
3
8 l
-
12,5
-
AB
B
A
%
38, 3 12 20, 0 21, o 8 42, l 27,2 3 27,2 l 10025, 0 3 37,5
2
N .,
5 2 2
-2
%
s.~
10, 5 18, l 25, ()'
SPEccmo m. Percentuale di frequenza del gruppi sanguigni a seconda del tipo di mancanza dls<:lpllnare Numero degU individui
Tipo della mancanza
I gruppo II grupp o
o
•• o
• o
•
•••
••• o
•
o •••••• o
o ... .
.. o
•
•• o
Gruppi sa.ngu.lgni
o
A
c:'
N. ,
73 25 26 5
~~
N .,
34,2 27 19,2 6
AB
B
N. ,
36,9 15 23, 0 lO
%
N.,
20, 5 38,4
6 5
%
8,2 19,2
SPECOHJO IV.
Percentuale di frequenza del gruppi sanguigni a seconda della provenienza regionale Numero deglt individui
Regi o n e
P iemonte ..... . ......... . .. Lombardia Veneto Emilia Liguria. . ....•.....•. . .. . .. T oscana . . . ......... . .. . ... Marche .................... Campania. .. • , .............. P ug!ie ....•.. . ..... .. ..... Calabria ......... . ......... Sicilia .. . .. . ... . . , .. . . . . . . . Sar degna ...... . ........... •
•
•
o
•
o
••• •
o
o ••• o •
o
•
o
•
•••••
•
•
•• o •••
••••
o
o
o •
o
•
••
o
o
•••
o
•••
o
TOTALI. ..
Gruppi &a!llr1Lia'nl
o N.,
210 76 552 208 50 19 439 168 so 27 31 lO 20 8 50 16 30 IO 18 6 IO 3 IO 3
A
%
N.,
36,2 95 37,7 265 38,0 21 ~8,2 213 33,7 34 32,3 13 40, 0 9 32,0 22 33,3 13 33, 3 8 30,0 4 30, o 3
%
N.,
AB
B
%
N.,
%
45, 2 26 48,0 56 42, l 6 48,8 41 42, 5 12 41 ,9 5 46, 0 2 44, 0 8 43,3 5 44,4 2 40,0 2 30,0 2
12, 5 13 10, 1 23 12, 0 4 9,3 17 15, 0 7 16, 1 3 l O, O l 16, o 4 16,7 2 11, l 2 20,0 l 20,0 2
10, 0 20,0
1.500 554 36,9 iOO 46, 6 167
11, l 79
5,2
6, 2 4,2
8, 0 3, 7 8, 8 9,7 5,0 8, ()'
6, 7 11, l
257
CONTRIBUTO .U.LO STUDIO DEI :RAPPORTI ECC.
Le percentuali di frequenza dei groppi Ranguigni se<'-ondo la provenienza regionale dei soggetti esaminati, non presentano alcuna particolare caratteristica, ed aJl'incirca corrispondono alle cifre medie delle percentuali ottenute per le varie regioni da altri autori, e da me stesso. Assunt-o questo dato mi sembrò necessario indagare se eventualmente non vi fo@se corrispondenza fra il numero delle punizioni nei recidivi e la provenienza regionale dei soggetti. Presi in considerazione solo le regioni con il maggior numero di individui fino a quelle con 50 casi. Ebbi i risultati concretati nel seguente specchio: Numero degl1 Individui
Re&' Ione
Numero delle punizioni Numero totale delle pllllizloni (recidive) 1° ITUPPO ITUPPO
l~
Piemonte . ... ......... . ........
210
17
12
5
Lombardia. ................ . ... •
552
39
29
lO
Veneto
•
50
4
l
Emilia
••••
439
27
3 19
8
Liguria. .......... . .... . . .... . ..
80
7
6
l
Campannia.
•
50
5
4
l
TOTALl . ..
1.011
99
73
26
o ••• o
o
o
••
••
•
o
•
o
•• o •••• •
••••
••••
o
o
o
o
•
••
•
•
o ••
•••••
o
o
•
•
•
o
••••
o
o
•
•
Appa.re chia.rrunente da quest-o specchio che la ripartizione dei puniti è in rapporto percentuale pressochè uguale nelle varie regioni indistintamente; ci1l'ca il 6 %, rispetto al numero di individui preso in esame, nelle mancanze dell 0 gruppo, e circa il2 %nelle mancanze del2° gruppo; per ciascuna regione appare chiara questa proporzionalità. relativa al numero complessivo di individui esaminati. Cosioohè si può escludere (\he vi siano rapporti fra numero e tipo di punizioni e provenienza regionale dei soggetti. Per oui a~quistano valore le percentuali dei gruppi sanguigni, messe in evidenza negli specchi suesposti, ove si rileva. che il gruppo B ed anche, in linea Becondaria il gruppo AB, in proporzione cogli altri gruppi e rispetto alle cifre ritenut-e come normali, sono prevalenti negli individui col maggior numero di punizioni, nei maggiormente recidivi, e spiccatamente in recidivi nelle mancanze del 2° gruppo (t~peoohio 3°). Come è naturale io sono ben lontano dal rit.enermi autorizzato a trarre da quest-a constatazione deduzioni conclusi ve; tuttavia non mi sembra privo d'interesse il fatto che la prevn.lenza del gruppo B ed anche dell'AB, già segnalato da vari autori come esistente in criminali conclamati (alienati o no), sia rilevabile anche in soggetti nei quali non esiste carattere criminaJe1 ma anomalia generica ed elemAntare della condotta.
258
CONTRIBUTO ALLO STUDIO D EI RAPPORTI ECO.
Se ai riferisce questa constatazione alle nozioni già acquiaite di sierologia costituzionale, si deve necessariamente ammettere l'esisten.za di un rapporto di interdipendenza fra costituzione sierologica e caratteri psico-costituzionali. Non si tratta di un fattore etiologico diretto, più probabilmente è questo uno degli elementi che si svolge concatenato agli altri reciproci rapporti della complessiva struttura somato-psicbiea individuale. Lo st.udio della risultante di questo congegno di rapporti deve avere come base la. considerazione unitaria dei diversi componenti; ed appunto in tale senso lo studio del carattere gruppo-specitìc.o ba il suo indiscutibile valore. RIASSUNTO. - L'A. dallo studio di 1500 casi desume che le percentuali dei gruppi sanguigni B ed AB sono prevalenti non solo in individui manifostamente criminali, ma anche in individui nei quali non esiste carattere criminale, ma anomalia generica. ed elementare della condotta.. Ciò conferma. l'esistenza di rapporti fra costituzione sierologica. e caratteri psico-costituzionali.
, RIVISTA SINTETICA CLINICA DERMOSIFILOPAT1CA DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA Dirett.ore: prof. P . BOSELLINI
LE ATTUALI VEDUTE SULLA. "MALATTIA Di NICOLAS-FAVRE, <*> Dott. Scarpa Angelo, primo capitano m edico assistente volontario, specia.lista in dermosifilopatia
È noto che fin dal secolo sco·rso numerosi autori avevano portato la loro attenzione sopra una speciale varietà di adenite inguinale subacuta, distinta clinicamente e anatomicamente dalle altre forme ben conosciute, senza peraltro riusoire a comprenderne l'esatto valore e significato e tanto meno la specificità ed autonomia nosologica. E pertanto fu da loro descritta sotto i nomi pill diversi, secondo il concetto personale che ciascuno era riuscito a formarsi sulla natura dell'affezione (adenite a suppu.razione intergangliare di Velpea.u e Chassaignao, bubbone cronico d 'emblée di Rollet, bubbone strumoso di Lejars, adenite subacuta semplice a focolai intergangliari di Nélaton, adenite subacuta semplice a focolai purtùenti intergangliari di Hardy, ecc.). Fu quindi merito eaolusivo ed indiscusso di Nicolas e Favre l'aver saputo, per primi, fin dal 1913, individuare, con geniale intuito ed acume clinico, questa speciale fonna di adenite inguinale subacuta, comprenderne e valutame e inte rpretame il suo significato ed i suoit caratteri clinico-istologici differenziali, la sua autonomia, la sua natura infettiva e contagiosa. ed infine la sua connessione a lesioni particolari consecutive a rapporto sessuale, erigendola a vera entità nosologica. E fu anche merito dei du e autori l'aver costantemente difeso le loro nuove idee Còntro tutte le critiche, pill o meno serene, che furono davvero numerose, specie nei primi tempi. Ben a ragione adunque l'unica denominazione della nuova entità morbosa. dovrebbe eaere quella di • malt.ttia di Nicolas-Favre », t ralasciando tutte le altre finora adoperate (linfogranulomatosi inguinale subacuta, linfogranuloma venereo, quarta malattia. venerea., ulcera venerea adenogena, pora.denolinfite suppurata, ecc.). In tal modo, oltre a rendere il meritato omaggio a.i due autori di Lione se ne avvantaggerebbe la semplicità e la. chiarezza! Ma se sono trascorsi oramai venti anni dalla prima comunicazione di Nicolas e Fa.vre alla Società medica degli ospedali di Parigi, è semplicemente in questo ultimo decennio, e precisa.mente dopo la prima loro relazione al Congres.'lO francese di dermatologia del 1922, che si è destato l'inte resse per questa nuova malattia e si sono quindi intensificate le ricerche e le discussioni, e nuove prove biologiche (• l Quoeta rll68egn& è giunta al Giornale U 15 agosto JOSS-XI (n. d. r.).
260
LE ATTUALI VEDUTE SUDL., « KALAT'l'IA DI NICOLAS-J'AVltE •
e sperimentali sono state apportate dagli studiosi in favore della specificità. ed autonomia. dell'affezione. Ed oggi, grazie a. questo proficuo e intenso lavoro, non è pitl lecito ignorare la. malattia. di Nicolas e Favre e tanto meno credere che essa rappresenti una illusione o un errore, e può considerarsi quasi del tutto tramontato l'antico misoneismo ed avversità. di munerosi autori, e la. nuova. entità. morbosa ba esteso il suo dominio a. quasi tutto il mondo ed ba. preso definitivamente un posto b en distinto nel calendario nosografico. La lesione iniziale ai genitali esterni che si sviluppa dopo un periodo d'incu· buione, difficile a precisare, in genere di 3, 5, 15 giorni, dal rapporto sellBUale contagiante, è spesso cosi lieve e così passeggera da non essere affatto apprezzata dal paziente e quindi guarisce e passa del tutto inosservata., lasciando o meno Uila minuscola. cicatrice transitoria.. Ma negli individui che ha.nno molta cura. della. loro igiene personale essa è per lo più notat" e, pur non avendo caratteri patognomonici ben distinti e netti, assume una. fìsonomia. speciale che permette generalmente di differenziarla da altre lesioni genitali ben conosciute. Assume di solito una. delle forme seguenti: a) piccola ulcerazione erpetiforme, superficiale, rotondeggia.Bte, di grandezza miliare o lenticola.re, con fondo leggermente depresso e di colorito roseo, con bordi a. dolce pendio e non scoiJati, secementi non pus ma una sierosità. chiara, e con base leggermente edematosa; b) piccola. ulcera papulosa., cioè con tessuti sottostanti leggermente infìltrati e sopraelevati, con lieve rossore circostante, in casi rari; c) piccolo nodulo simulante il sifiloma iniziale, in casi rarissimi. Il Bory in verità. distingue soltanto due tipi di micro-ulcera.: uno follicolare erosivo erpetiforme superficiale ed uno infiltra.tivo piccolo sifiloide. Ma è necessario non dimenticare che alle volte non si trova alcuna traccia nè di ulcera.zione in evoluzione e nè cicatrice di essa e neanche esistenza pregreesa 1·ileva.bile con l'interrogatorio, ma. soltanto una. semplice balanite o una. poUBllée di erpete genitale o un'uretrite passeggera agonococcica. E le opinioni degli autori su queste forme anomale di lesione iniziale sono ancora divise: tra.ttasi cioè di manifestazioni che accompagnano la. lesione iniziale oppure rappresentano esse stesse tale lesionef Finalmente in casi rari può darsi che avvenga. una cosa. abbastanza curiosa, e che cioè si abbia prima la comparsa dell'adenopatia, che di solito è sempre secondaria., e poi queiJa dell'ulce ra, quasi che, pensa Nicolas, il virus specifico, più a.denofilo o adenotropo che dermofilo o dermotropo, potesse ma.nifeetare la sua attività. pa.togena pitl rapidamente sul teBBUto linfatico che su quello dennoepidermico. La. sede abituale deiJa lesione iniziale è il glande, il solco ba.lano-prepuziale, il frenulo, il foglietto interno del prepuzio e, neiJa donna, la faooia interna delle piccole labbra. La. durata di essa., qualunque ne sia. il tipo, è sempre molto breve, &-lO giorni, con succes.<>iva guarigione spont.a.nea completa, salvo le debite eccezioni come nel caso della. forma nodula.re che può durare 3()-40 giorni e le ra.risaime forme croniche addirit,tura sia. nell'uomo e sia. specialmente nelJa donna. Dal punto di vista a.na.tomo-patologico, la. lesione iniziale è caratterizzata
Ll!l ATl'UAL[ VI!JDUTE BULLA
l
K.U.A'rl'IA D[ NJ:OOLA8-J'AVBE l
261
sp;,oialm3nte da un inftltrato al disotto delle. erosione superficiale, formato di cellule linfoidi m~tzellen ple.sm!!ozellen vasi neoforma.ti e, carattere particolare, &93enza di p:>linuoleati; al disotto dell'infiltre.to, da une. piccole. cavità a prolun· ga:nenti irregolari le cui pareti ed il cui contenuto ee.rebbero eimili asli aacessi stellari intra.ganglie.ri cioè oon presenza di abbondanti corpuscoli crome.tofii (inclusi nelle grandi cellule e.oidofile a funzione me.orofagica) di volume e forma. varia (piccoli e omogenei o degenerati a semiluna). E per spiegare le. presenza di questi corpuscoli crome.tofili, il Bory pensa d~pprim~ che tutto il cromople.sma delle ple.sme.oellule è interamente basofilo e che poi, invecchiando, sparirebbe le. sostanza basofile. sul bordo del nucleo, le.3oiando vedere il oromople.sma e.oidofilo fondamentale in modo de. averai le. semiluna che r<~.p?resenta appunto una forme. degeneratuva. Nell'assieme adunque la lesione iniziale, data. l'abbondanza delle cellule ple.sma.tiche, S!!orebbe un vero ple.smoma con ricchezza di forme degenerative da pionosi nucleare. Ma l'atteggiam~nto plasmomatoso non è caratteristico della lesione iniziale della malattia di Nicola'J e Favre poichè altri autori l'hanno riscontrata. anche in altre lesioni come l'ulcera venerea e sifilitica; quindi resterebbe come carattere differenziale a favore della prima soltanto il fatto che nell'infi.ltrato superficiale vi è &83enza completa. di polinucleari ciò che non si verifica nelle ulcerazioni di nature. diversa. L\\ p iù importante m1onifestazione della malattia di Nicolas e F avre è la al ,nopa.t;ia inJuin~le subacut;a che inizia, per lo più, dopo 3-21 giorni dalla comparsa della lesione iniziale. Di essa si dà. soheme.ticamente una desorizi~ne clinica presso a poco nel seguente [modo: all'angolo sup3ro-interno della regione inguino-crurale, cioè nella prime. 8e1o~iou g1on~liare d3i liufatici dei genitali esterni, presenza, mono o bile.tera.lm >.lte, di un!:\ o pia ghiandole tumefatte, con la caratteristica di essere lese in grado diverso; e.3tensione del processo ad altre ghiandole viciniori delle. stessa regione, c.:l.l peria.denite, in modo da aversi la formazione di une. messa gangliare, poco dolente, a .decorso lento; comparsa, in qualche punto della cute soprasta.nte e aderente, di un colol'ito ro3So-violaoso con successiva apertura di seni fistolosi indipendenti, e quindi aspetto multiloculare; fuoriuscita. dalle fistole di pus piuttosto denso, vischioso, attaccaticcio; il proceggo si e3tenda alle ghiandole iliache corrispondenti, con presenza cioè di tu u sfazione di esse, più o meno accentuato, non dolente e non aderente, senza successiv,. fluidifi.oa.zione ma riduzione in modo lento e relativamente precoce; tutro il processo morboso ha la caratteristica di evolvere in modo lento, con esasperante cronicità, ed è e.ocompagnato per lo pib de. lieve o marcato risen· tim;,nto dello sta.ro generale con astenia, anoressia, dimagramento, iperleucocitosi con monooitosi e rialzo termico, specie all'inizio o per vario tempo, a tipo con· tinuo o ondule.nte o subentrante o ad accessi ad ogni nuova. formazione di focolai suppura.tivi; in un pariodo avanzato, l'affezione inguina.le prende l'aspetto di un pia· strona duro, par il conglobamento dei vari gangli presi in una massa. dura, poco
262
LE ATTUALI VEDUTE SULLA • MALATTIA DI NICOLAS-FAVltE l
mobile, con cute in parte fissata agli strati profondi ed in parte esulcerata in ulcerazioni anfrattuose. Ma se questo è per sommi capi lo schema classico che si adatta allA gran maggioranza dei casi, non bisogna dimenticare che la proporzione di forme anormali di adenopatia che oggi s i ascrivono giustamente alla malattia di Nicolas e Favres è piuttosto conside revole. Alle volte infatti l' aspetto morfologico di tali adeniti, con bubbone unico rammollito e suppurante in totalità., non differisce da quello di forme banali o veneree. In alcuni oasi un aspetto così fatto si osserva solo n ei primi tempi dell'evoluzione, in altri invece p ersiste durante l'intero decorso. E se per le prime può p ensarsi che la clifferenza. clinica. dallo schema. classico sia dovuto al fatto che trattasi di uno stadio iniziale evolutivo, m entre-le descrizioni ordinarie s' applicano g eneralmen te alle forme in p eriodo di stato; per le altre può penaarsi che trat.tasi di forme poco evolutive e con poca tendenza a fatti sclerotici oppure che il trattamento terapeutico ne abbia modificato l 'evoluzione ordinaria. Ma, a parte queste forme anomale, bisogna anche ricordare quelle eccezionali a tipo misto o d'associazione: gonococciche-linfogra.nulomatose, sif:ùitichelinfogranuloroatose, veneree-linfogronulomatose, d elle quali queste ultime sono te più freque nti. P er parlare di forma mista venerea- Jinfogranulomatosa è necessario che il contagio sia stato unico quale fonte d elle due affezioni simultanee. E di tale forma mista Ravaut e Chnche ra n e dàono uno schema presso a poco n e l modo seguente: dopo alcuni giorni d a l contag io, le lesioni veneree aprono la scena con loro caratteri abituali; dapprima. segue o meno il bubbone venereo tipico il quale sotto l'influenza. d e l trattamento r egredisce ma fino ad W1 certo limite; succeS<>iva.meute, cioè 3-6 settimane dopo il contagio, si ha non solo arresto d e l migliorame nto d el bubbone ma. compa.rsn di p eriadenite, fistole, placche sclerose, este>nsione d e ll'affezione liniatica ,·erso lo scroto ed a lla. fossa. iliaca, quindi si ha la. trasformazione completa d el quadro inizii\le di ulcere veneree in quello più o meno tipico d<'lla. malattia. di Nic·ola..':ì e Favre: i m ezzi complementari varraru10 s. d efinire esattamente la duplice dingnosi. L'adeno patia d ella. mala.ttia. di ~icolas e F a vre, oltrtl da.l punto eli vista c linico, è ben distinta., dalle a ltre affezioni ghiandolari conosciute, anche dal lato a.natomo-istologico. Ad un semplice esame macroscopico, Nicolas ne dà la seguente d escrizion e: l'ad enite è formata da w 1 gruppo di gangli fusi da pMiadenite e di e><si alcuni sono soltanto congesti, a lt ri present1u1o a nche d ei punti bianco-giallastri, altri infine sono inftHcit.i di piccoli isolotti giallastri mal d elimitati e non enuclc>abili e di piccoli a:>ces.':!i di varia grandezza, isol<tti o confluenti, e contenenti pus vischioso bh\nco-gin.llnatro, mai focolai di caseificazione: nella massa plastica. di peria.<.lenite possono svilupparsi ascessi sirniJi isolati, raramen te confluenti, che possono tùce rare la. cute. Ad u n esame istologico invece si rileva: Il parl)uchima gangliare subisce una trMformazione completa, cioè al tessuto linfoide normale si sostituisce un t E-ssuto infiammatorio con cellule speciali per il loro polirnorfismo (piccole cc!Jule linfoidi, mononuclea.ri, istiociti,
LE ATl'UALI VEDUTE SULLA • MALA'l'TIA DI NICOLAS-J'AVRE »
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plasme.zellen, polinuclea.ri a.cidofili, neutrofili basofili, cellule giganti). Per tale polimorfìsmo le lesioni meritano il nome di granuloma. In questo te.~uto inna.mma.to si riscontrano formazioni anormali (gomme, ascessi, focolai epitelioidi, cellule giganti). Le gomme sono costituite da. un centro necrotico, per fenomeni di degenerazione del nucleo e del protopla.sma. e da. uno strato circostante di cellule epitelioidi con qu.a.lche rara. cellula gigante. Attraverso l'alone epitelioide si ha. migrazione intensa di leucociti polinuclea.ri che invadono la massa. centrale necrotica. e la trasformano in ascesso il quale, secondo la. sua. forma può essere lenticola.re o stellare o fissula.re e nella. cui cavità vi sono, oltre i soliti polinuclea.ri, grandi mononucleari a.cidofili e granuli cromatofili. Possono trovarsi anche fooola.i epitelioidi isolati, a.l di fuori della. parete delle gomme, e degli ascessi, e sono simili ai noduli tubercolari o sifilitici. Le cellule giganti possono trovarsi sia. nelle formazioni epitelioidi isolate che nelle pareti delle gomme e degli ascessi, ed anche eJ difuori di ogni ammasso epitelioide . . Frej di Berlino, ha. scoperto, n el 1925, uno stato allergico speciale nei soggetti affetti da. malattia di Nicolas e Favre, per cui essi sono molto sensibili a.ll'iniezione intra.dermica. di un antigene specifico: la. reazione è particolarmente tipica. ed ha. segnato un reale progresso nella. diagnostica differenziale della. pratica. quotidiana.. In base alla reazione di Frej, oggi la.rgamente controllata e confermata. da. numerosi autori, è infatti possibile orientarsi verso l'esatta. natura. di forme anche ibride di a.denopatie, per la. identificazione delle quali erano prima impotenti gli altri caratteri già enumerati. L'antigene da. usarsi è preparato secondo una. tecnica speciale: o si adopero. pus linfogra.uuloma.toso, prelevato con tutte le regole di asepsi da adeniti chiu.~e di malati di tal genere, e poi diluito in 5-7 parti di soluzione fisiologica. e quindi scaldato a. 600, per due volte, in due giorni consecutivi, per l-2 ore, e infine controllato dal punto di vista della. sterilità (Frej, H ellerstrom, ecc.); oppure si usa tessuto ghiandolare malato, mischiato, allo stato fresco, in soluzione fisiologica e poi scaldato a 60°, ecc. nell'istesso modo. Dei due antigeni così preparati, quello allestito con pus si è mostrato generalmente molto superiore a quello ottenuto con estratto ghiandolare. Ma è b ene t ener presente che è stato osservato come l'attività dell'antigene preparato con pus può variare secondo la. provenienza di esso: da ciò ne deriva che in pratica. occorre servirsi di antigeni sicuramente e largamente sperimentati. Circa. le modalità di esecuzione della intraderrnorenzione di Frej, nulla di speciale: s i esegue nel modo solito, come quella. alla :\fantoux p er la tubercolosi, quella. di Ito-R~eostierna. per l'ulcera venerea, ecc. Una ra.ccornandazione che potrebbe sembrare superflua ma che ha invece grande importanza. pratica è quella fatto. giustamente da Ravaut e Chachera.: la. siringa. per la reazione di Frej deve essere riservata esclusivamente a tale u so, poiché è occorso ai due autori che fa.cendo bollire varie siringhe in un recipiente comune ed usandole indifferentemente per la reazione di Frej o per la reazione Ito-Reeostierna, avevano dapprima tutti ri.s ultati positivi. Lo. quantità di antigene da. usarsi varia naturalmente secondo lo. qualità. e provenienza. di esso (in genere 0,1- 0,2).
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LE A'lTUALI VEDUTE SULLA c MALATl'IA DI NICOLA.S-I'AVRE l
n risultato della reazione di Frej può essere: a) nega.tivo, cioè nei giorni seguenti non si nota alcune. modificazione dellà pelle o semplicemente una. tinta. rosea. diffusa. senza. infiltrazione, al sito dell'iniezione; b) positivo falso o dubbio (antigene infettato o da. esagerata. sensibilità individuale o da. fenomeno di co-allergia), cioè comparsa precoce, alle volte immediata., di una. pa.pula. rosee. più o meno estesa. che scompare con uguale rapidità; c) positivo, cioè dopo 24-48-72 ore sviluppo di una. pe.pula rossa. infiltra.ta sopre.eleve.ta., di 1(}-20 millimetri di diametro, alle volte circondata da. areola eriteme.tosa. più pallide., ohe poi sparisce in 7-1(}-20 giorni; oppure sviluppo di una. papula cosi :fatte., al cui centro compare una. vescico-pustola. che si dissecca. rapidamente lasciando une. leggere. squ&Illme.; oppure una. pe.pula cosi fatta., alla cui sommità compare dopo quattro o cinque giorni una. vere. pustola che poi si rompe e si ricopre di sque.mme che cadono senza. la.<>cie.r cicatrice; oppure una papula. che poi si t .re.sforma in vero ascesso dermico che più tardi si apre all'esterno o che si deve pungere dando esito a pus vischioso sterile. Non può pensa.rsi che tali lesioni caratteristiche della. reazione di Frej positiva rappresentino dei focolai di inoculazione della malattia, poichè da. un lato esse sono dovute ad antigene sterilizzato a 60° alla quale temperatura. il virus non potrebbe resistere, e dall'altro perchè queste lesioni guariscono piuttosto rapidamente (8, 15, 20 giorni) mentre è noto l'andamento cronico della vera malattia, ed infine pe C"chè l'intra.dermorea.zione col tessuto di tali lesioni negli stessi malati dà sempre risultato n egativo (Nicola.s). La reazione di Frej positiva. si ha. di solito dopo 1-3 settimane dall'inizio della malattia, ma. può comparire solo più tardi e persiste re anche per molti anni (5, 7, 23) dopo la guarigione. n valore di questa reazione è allo stato attuale molto notevole, ed essa può considerarsi veramente specifica delle. malattia di Nicolas e Favre poichè non si trova di solito positiva in e.denopatie di natura. diversa.: fanno fede a. tale asserzione i numerosi controlli fatti da. autori di larga fama ed indiscus.<>a. autorità (Frej, Rellerstr6m, Jersild, Nicolas, Fe.vre, Ra.vaut, Cha.èhera, ecc.), malgrado qualche eccezione. Attualmente la reazione di Fl'ej non è ancora. molto usata. dai medici pratici per la. difficoltà. di procurarsi l'antigene che finora. è soltanto di provenienza. umane.: è da spJre.re che l'avvenire ci metta a. disposizione grandi quantità di antigene, di origine animale!
Oltre il m etodo diretto sopra. descritto, cioè la. reazione di Frej, che è certam ente il piil semplice e rapido, in pratica, quando si d isponga. di un antigene bene s perim3ntato; è bene ricordare anche quello indiretto che comiste nel trasformare in antigene il puo deil'e.:lenite del soggetto in esame e prove.rlo per intra.dermoreazione su dei malati già. sicuramente classificati come affetti da. malattia. di Nicolas e Fa.vre. A prim3. vista potrebbe sembrare u na complicazione superflue., ma anche questo m etodJ ha. la sua im;>orta.nza teorica. e p ratica, s ia. perchè costituisce una. conferme. o me no a.l diretto in quanto i due metodi usati insieme dd.nno una. vera. prova cro:~ia.ta. delle. m:~.la.ttia. in atto, sia perchè alle volte il metodo indiretto può d 1.re un re3po::1so dia;~:loitic.:> p:ù precoce d ell'altro quando l'allergia. cutanea sia. ancore. debole nel mg.lato ed il paziente fornisca un antigene attivo prima che tale
LE ATTUALf VEDUTE SUl.I.A • lBLATTIA Dl NlCOLAS-F,\ VRE •
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allergia siasi stabilita1 ed infine per<'hè 1:uò ~ervire come controllo quando si prepara personalmente un antigene del quale s'ignori il valore e l 'attività. È bene anche accennare che fino ad oggi noi non possediamo però un antigene linfogranulomatoso tanto purificato ed attivo da permetterei di ottenere una reazione specifica. di deviaziOTle del complemento, nel soggetto in eEame, come aveva. pensato di ottenerlo Kitchevatz e come cercano di tentare, finora invano, Liibe e Blummers: sarà certamente que~;to un portato dell'avvenire! Fino ad oggi invece è stato soltanto ottenuto di raggiungere una dingno~i indiretta di adenopatia vene rea m ediante la ricerca della deYiazione del complemento, a sP.guito di iniezioni di antigene venereo costituito da proteine rnicrobiche estratte dal bacillo di Ducrey o da vaccino antistreptobncillare: anche questa. p ratica di laboratorio potrà sempre co&tituire una prova in più a favore o contro la natura venerea dell'aflezione in eean:e e quindi indirettamente un altro ele· mento supplementare a. favore o contro la malattia di Nic·ole s e Favre.
Dal punto di vista. eziologico, si può affermare che la malattia di Nicolas e Favre si sviluppa nell'età adulta, cioè nel periodo di attivitfi sessuale del soggetto, più nell'uomo che nella donna (forse per una minore sensibilità del sistema. linfa.tico femminile), che essa si tr8$mette esclusivamente per contagio diretto e generalmente a mezzo d el rapporto see&uale, poichè vari uomini possono infettarsi dalla stessa donna., che essa si localizza quasi sempre dapprima ai genitali esterni, ecc.; ma finora non ne è stato scoperto il vero agente patogeno, malgrado le numerose ricerche praticate d a molti autori. Senza. dilunga.nni inutilmente nel riferire sui dettagli di tali ricerche, cercherò di dare una. visione sintetica d ei risultati finora. ottenuti, per mostrare non solo la. larga messe dei generosi, sebbene infruttuosi, tentativi, e nel contempo ciò che di positivo si è potuto acquisire in tale campo irto di tante difficoltà e pur così importante. I metodi seguiti per la ricerca. del virus sono stati vari: osservazione microscopica. diretta in vivo o in vitro, inoculazione all'uomo, inocula.zione agli animali da. esperimento. l : I genni osservati, e supposti agenti patogeni F.pecifici della malattia di Nicolas e F a.v1 e, a. mezzo della ricerca diretta nel pus, sono stati in vero numerosi ma. nessuno di essi ba resistito ai controlli ossia non si è dimostrato dotato dei requisiti necessari per essere eleYato alla dignità di vero agente patogcno. Senza. enumerarli tutti, ricorderò i principali che banno avuto il loro quarto d'ora di rinomanza: bacillus fluorescens, bacillo pseudo-difterico, ba.cillo del genere streptotrLx, actinomices, bacillo paramelitensE', bacillo sottile, protozoari o corpuscoli di Gamma, grosso diplococco ,Gram positivo, ecc. Ciò che può affermarsi oggi di sicuro in sèguito a ricerche di vari autori, è che il virus è certamente filtrabile attraverso candele Berkefeld e Cbaroberland. Inoltre che tale virus è nettamente linfotropo vale a dire che ha. affinità speciale elettiva. per il sisten:a linfatico. n virus è molto sensibile al disseccamento e perde la sua vintlenza dopo 4(}-63 giorni. La. glicerina e il freddo provocano la morte q~i i.<>ta.ntanea del virus. Tra gli antisettici bisogna segnalare l'azione del formolo all') %o· Tutti i tentativi <li cultura sia. in vivo e sia in yitro sono riusciti infruttuosi (Levaditi). Più in là di tali affermazioni non è pos.<;ibile finora andare. 2. La. inoculazione diretta della malattia all'uomo è sicura: basta. ricordare 6 -
Giornale di medicina militare.
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LE .-1-TTU AI.l VEDU TE SUT.l•.~ u MALATTIA DI .NI COL.\S-Fi\.VRE »
il fatto d ella possibilità di contagio da parte di vari tiom.i.ni che abbiano a.vnto rapporto sessuale con la stessa. donna, e que llo dell'accidentale contagio verifica.tosi in un chirurgo che si ferì a un dito, n e ll'asportare gangli inguinali di un individuo affetto da malattia di Nicola s e Favre , con consecutiva iadenopatia. tipica sottoascellare. )la te a.utoinoculazioni, con prodotti eli raschiam::mto d e lle micro-ulce re e con pus di adeniti, al soggetto malato, sia seguendo il JUE'todo d e lla cuti-inocula.zione che que llo d ell' intradermo-inoculazione , non hanno dato risultati note,·oli. Infatti le cuti-inoculazioni sono riuscite d e l tutto negative, e con le intrad ermo- inoculazioni si è ottenuto s p esso lo sviluppo di papule , alle volte vescicolari o pustolose al ceutro, gua ribili rapidame nte , la cui interprotazione è alquanto disparatn. )fentre p er Nicolas si tratte rebbe di vere e proprie reazioni di Frej positive, ot t enute c :m pus fresco che può cou.;;iderar-si come un vero antigene non scaldato e non s te rilizzato, p er Ravaut il problemi~ ò di d ifficile soluzione p erchè, trattandosi di un vi.rus scono;;ciuto e filtrabil o, non ci si può basare soltnnto sull'esame microscopico n egativo, e quindi restano d c i crite ri di valore incerto p e r l'esatta intor·prct a zione , quali l'n.'l petto d e lla lesione e la s ua t endenza a ridursi spont.a.n eaml"r.to e rapirlnmentc ccc. Ne ll 'insiem e p erò può a ffermarsi che finora non si è potuto trarre tlalle aut,oinocu lnzioni alcun risultato po.;itivo in favore d e ll'i<lentifica zione d e l virus, poichè cs~e n on ci dit.rmo che questo: assenza d e l bacillo di Ducroy, spesso presenza di un. gro3SO diplococco Gram po>itivo che è "·erosimilmeute un ger m e banale d e lla cute, m ttlg rado le più rigoroso misure eli asepsi, tanto più che esso è reperibile anc he in Lm toi nocul azioni ve ne r<'e. 3. Le inocul ,~z ion i ai Vtlri anim'l.li d 't e.;;psdmento sono s tate inve ro nume rose e ripe tute: proscelt i ~ono stati la cavia, il con iglio, la scimmia, il topo. Si può d ir e ch e i t Jn t.at.ivi di trasmett e re la rna.lattill. di Nic:>las e Favre agl' a n im a.li a veva no d ato r isultat i de l tutto neg nt.i\·i fino al 19:29, poichè il solo e.;ito v ositivo fino a b.le d a t tt ftl la certezza. e h ~ la m a lattia in qU '!stione nulla l:We \·a a c lw ft~re con la tubercolos i, nel senso abitualo d ulia parola. Da qudl 'opooa. Rd oggi in voce si sono otte nuti d ci ri::;ulta ti eli notevole import.nnut p e r la soluzion e d l'l difficile problema. eziolog ico . a ) Ca d a . Tralnscia.ndo le innumer evoli ricerche n egntivo (li trosmi'5Sion e ù d la m nln ttiu di Nicolas c Fan·c alht cavia, seglwndo le diverso vie di inoculazione , m <·t·ita di esser e ri cordato ciò che di positi\·o è stato ottenuto n e l 1931 da Meje r, H o::wnfd d o Auùc rs. Questi autori inocu la ro r10 pus linfog r·anulorn~ttoso n ella r egione inguinolo d t'l la cavia , dopo a ve r traurnatizzato i gang li Yiciniori. In tal modo es.;;i o ttenne ro: est ensione ù clle lesioni, p er via linfntica, non solo a i g~u ~li m o.;cnte rici e trach o<r-bronchiali ma anche ai visceri, p e r cui sare bbe lucito p cn'<ar e ch e la m a lnt.tia è a tipo sctt.icemico; inoltre pns.<>aggi in se ri e n e lla Ctt,·ia s t essa d elle lesioni ganglia ri e "iscora li; u1fìno r eazione dl Frej soltanto m •gli indi\·irlui m ala ti con g li antigeni prep a rati uou i gang li d e lla cavia inoculata. F ino ra n o :1 sono staLo confur·rna.te quest e importanti ricerche: l'avvenire d ecider li. in m orj to. IJ) Conig lio . A p u. rte i t e ntativi infruttuo:si di inoculazione p er diverse vie , m ~ ri tn. rli essore r ico rdato ch e introdot to il pus ,linfog ranulomatoso n ello. came ra tVl ~.) r io ro d ell'occhio d el coniglio R a va ut e Ca.che ra ott011ne ro reccntc monte , allo
LE ATTUAU \ìi:D CTE SUJ.T.A « ltAL.\TT[.-\ DI ~COLA8-FA \'RE l>
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voltt>, lesioni cornrali non del tutto tipiche e specifiche, ma con alcuni carat t eri distintivi (lesione le nta a comparire che crl:'sce in pitt giorni, da 7- 16 e decresce poi lentamente, fino a due m esi). c) Scimmia. Su questa variet1\ di animaU da esperimento s i sono ottenut.i più r ecenti e brillanti risultati . H ellerstrom e \\'a ss~tn inau~u·arono la. nuo,·a fase spl:'rimen t ale n ello studio dello. malattia di Nicola;; e Favre riferendo, per primi, a l Congrc~so in ternazionale di d ermatologia di Copenaghen del 1930, di aver potuto d ctrrminarE•, per inoculazione intraCl'r eb rale di prodotti linfogranulomatofli, una meningo-encefali t c nelle scimmie del tipo cinomolgus e rhesus. E questi autori, inol tre, nel corso dei tentativi eli passaggio con esito p ositivo, procedettero anche a w1'inocul azione al prepuzio df'lla scimmia st l'~~a e d opo t r edici giorni constatarono n e ll 'animai(' LUI f!llnglio inguin nle g rosso e con carat.te ri istologici simili a quelli umani nmmalati. H elll'rstri)m e \\"asscn csp re!:scro quindi l'opinionP cht• le IP~i on i da loro ott e nutl' e rano donttc a l virus specifico de ll'aff.-ziont' s ia p erchò C'S;;c erano t.rasmiss iuili per pns.~a~_gio da uni:11alc acl animale. sio, perchè' la. m cningo-cncefa lite ed i gangli d clk- scimmie inoculate riproducotw un antigene aYente le stcl'se proprietà di quello di F rd. Non essendo stato svelato nò col microscopio nè con le colture l'clf'm ent o virulento in tali lesioni animali, gli autol'i stessi, per il controllo ddl e loro esperienze, ricorsero a tre procedimenti: aspetto <:l inico e istolo!J:ico (non patognomonico), r eazione d i Frej p rat icata sugli animali di e;;perimC'nto con a ntig ,•ne prO\"('llicnte <11\, bubboni u mani (non sicura), l'E'azioni' eli Fr<'j pmticntn. nel l'uomo con il p rodot to infetto d ell'animale . .-\Itri os..,;ervutori confermarono tnli importanti l'sperimPnti . anz i L evaditi e collaboratori ~0110 riusciti a stabil ire cht' il Yims linfognunllomut oso r(•sla vinilent o p er !"uomo dopo dodici p!!Si;lUgjti intrncc•rt'b'·nli nc•ll ~t scirrunin . I nolt ro H C'liPrstrùnt c \\"nssC'n hanno potuto anc.lw i'tttuilir•' chE' iJIOCII lnndo p('r via i.nt r npe rit oncal!' il viMlf< l i nfogrnnuloma.to~o ndlf' ;;cinunie soprn r icor date s i h n una pe ritonitc> SPCCa o t'f\sudath·n nrlla q ua le la prer;•·nza dell'ogc•nte patogeno pl!Ò !'s:;cre svelnta sia n e ll'e!>suc.lnto che n C'I liq uido di lnYR~j!io o eon la n'azione d i Frej o con inoettlnzione di nuovi animali. Ne! ll' scin1mit' inoculate intr·apt' ritouPalmcntc s i osser\"llllO l<':<ioni cl P I ffit'!<Pnt.t'J'f' " dt' ll ',..pip lon" !>Ìmili a quelle d ei bubboni uman i e dd lc men iug i d egli nnimnli inoculat i intrncerebrnlmPnte. Ol tre tal i importanti risu ltnt i spcrimentnli ch o f'\cidentl·m ento agcYolano la soluzione intl'grnle del problema eziologico ndla m!l lnttia. di Nicolos e Fa' re, tn<?ritano ~li cssf'rt' ricordati quelli che h Anno stnhilito l'ident:tà n~<sohtfa tra qucst.a aff1•zione ed il bubbone cl imatico d c·i paE'si caldi. Dopo i primi esperimenti crociati t.ra le due malnttie fatti d a H cllerstr cm, Fischer e :F'rej fin dal 1927, sono da considOl'arsi d efinitivi q uelli di Find ley che n e l 1932 comtmicò di e~'<ere ri m:cito a trnsmetter.e il virus del bubboni' climatico a va rif' specie di scimmiP ed anche a stnbilire le proprict1\ virulicide d el sie ro pro. venie nto d a malati di tal e natura.. L eo alte razioni ist-ologich e const-atate n egli 1mimnli inoculati con prodotti di bubbone climatico concorda no inter a m ente con quelle che si os...,ervano n el la m a latti a di :Kico las fl F avre.
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LE ATTUaLI VED1:i'EE SULLA « ~lAL.>.'tTIA DI NICOLAS- YAVRE •
Poichè le due malattie presentano una doppia identità. clinica e istologica, vari autori sono convinti oramai che esse rappresentano una sola e stessa. affezione. Altre importanti osservazioni ammettono che il cosiddetto sifiloma anorettale di Fournier e l'e.stiomene non rappresentino che varietà cliniche di sed e e di decorso della stessa malattia di Nicolas e Favre. La prognosi della malattia di Nicolas e F avre è di solito benigna, malgrado la snervante lente zza della sua. evoluzione. La profilassi di essa dovrebbe essere, p er molti autori, s imile a. quella delle malattie veneree, dato il suo innegabile diffondersi a m ezzo del rapporto se;;suale. La. t e rapia della malattia di Nicolas F avTe, non essendo ancora isolato il relativo agente pa.togeno, non può pretendere di essere sp ecifica. e schematica, ma variare secondo i diversi casi. l . Trattamento generale : i numerosi m ezzi t erapeut ici finora adoperati possono dividersi in chemioterapici e biologici. a) metodi chemioterapici: dei vari medicinali finora. tentati (emeti.na, sali di antimonio, sali di oro, iodo, ecc.), praticamente due sostanze richiamano maggiormente allo stato attuale l'attenzione: il tra.ttamento iodico sotto forma di soluzione iodo-iodurata di Lugol (s ia per bocca a forti dosi, sia per via intravenosa con l'aggiunta estemporanea di iposolfito di sodio al 20 % fino a d ecolora zi.one del Lugo!, per evitare la sclerosi venosa, potendosi arrivare a iniettare in tal modo fino a 1~20 c. c., di Lugol), e quello con sali di antimonio, cioè con t1utaro stibiato per via intravenosa da 0,02 a 0,12 per iniezione in soluzione l %· Sembra che il tartaro stibiato sia più attivo e indicato nella fa-se atth·a delle lesioni in piena evoluzione, mentre l'iodo è meglio farlo entrare in lizza allorchè sono calmati i fenomeni infiamma.torii. b) metodi biologici: dei vari mezzi finora te ntati, specifici e aspecifici (autoemote rapia, lattoterapia, proteinoterapia, Dmelcos, vaccinoterapia, auto,·accinotorapia) meritano di essere presi in maggiore considerazione: l'antigene linfogranulomatoso, preparato come per la reazione Frej, diluito pe rò in otto parti di soluzione fisiologica e iniettato pe r via. in travenosa, da. 0,2 a 5 c. c., secondo il t entativo di H ellerstrom il quale ottenne solo con le prime iniezioni intense eleva.zi.oni t e rmiche (il che sarebbe da interpt·etarsi come fenomeno di disensibilizzazione ); l'autovaccino preparato con gangli estirpati, secondo il tentativo di Delbet , ecc., o con la ripetizione in serie della reazione di Frej. 2. Trattamento locale: dei vari metodi fmora. tentati (pw1.zione semplice o incisione delle adeniti, punzione e iniezione di Lugol, iniezione intraganglia re di una miscela di iodoformio-xilolo-olio paraffina. nella proporzione di l, IO; 90, asportazione chirurgica di alcuni gangli, applicazioni di aria calda o di calore x·adiante o di R. U. V., radioterapia, elettro-coagulazione, ecc.), quelli che meritano allo stato attuale la maggiore conside razione sono: l'asportazione parziu..le chirurgica, l'elettro-coagulazione, e soprattutto la radioterapia. (con applicazioni di 20'-25', con filtro d'alluminio di 15/10 di mm. e 4-5 H, per focolaio). · Dopo tale rapida e sommaria corsa nella vastissima letteratura 1·ecente sulla malattia di Nicolas e F a.vre, possiamo couclude1·e che q uesta malattia è bon caratterizzata e distinta, aut.onoma, specifica, e contagiosa, e che tali proprietà oltre ohe dai 011.ratter i clinico-istologici differenziali, sono oggi convalidati d a. una reazione allergica., cutanea di notevole e quas i a>JSoluta importanza, e <la
LE .\TrUAU VC:Dt;TE SlJ LI..A • ) ! ALATri<\ DI !'ICOLAS-FAVRE D
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molti fatti probativi dal ptmto di vista eziologico (sebbene r esti ancora oscuro il vero agente patogeno che certamente è rappresentato da. un virus fiJtrabile). Le ricerche continuano incessanti ed è augurabile che fra non molto si riesca a far luce completa. sul problema 6'Liologico e di conseguenza terapeutico e profiJattico, con grande vantaggio dell'umanitt\ sofferente. BIBLIOGRAFIA. ''"n1.1:< et Pu.•>'l'.- • Ar!lhh'E'~ of •lcrm. ~od !",·ph. •. 1 93·~. tll:n!'t' Cl't. - • XXII Hiunionc :::ìockto\ Itol. Dcrmut. o ::<itìl. •, J 0·25. BKI<'l'AOC'IXI. - • Giornnla Itnlia.uo DcrJuttL. e SilU. •. l U~ll. () \I'PI::LLJ. - • Giorn>tle lh\Jiano Dormat. o Sltll. •. 10t~·i925. Df; Gnt:llORJO. - • Actas derm0·8Itllo)(rnll ca• •, 1 931. Dt~ GJU:COtliO. - c T .n Pro·&<<' me<llcnl!' •, IU32. F tu:.J.- c Archi.-. fllr Deronat. •. Jù27. F l<f'.J. - Klluì8cho wochcuscbrt, l v20. G.1'r!'~. - • Riforma mcdiM •, 1930. G.1-r~: et CHARPt. - • 13nllct. do la Soc. Fr. do Dorm . •, 1031. G,, ,. P. - • Actas d~rtno·allllo!<"J'Ofltl).~ •. 19~~ . H Er.t.f:ILS'l'ttO)L - •.Aotn dl•rJOI\1,0·\·cncr •, 11H9. Ht: Lr.t:.R:.<TIHJ).J.- • \'li t'orurrc$RO lnlE>t·. dcnuur. e Sìfll. •. 1930. H•:r.o.~:RSTrtOM. - • Kllnlscbc Woch<'Mchrift •, !():Il. H ta, r.F:H,.TttQl.l. - • Hcuolun derma t. tic i;trn~houn:r •, l 031. th: t.Lt:R~'l'llMI. - • Zcnr rnl]). f . H. A. Ot·~"hl. •. J 0:12. Ht:LLt:R"'fHO).I. - • llcvut> Fr. dc D<'rlllllt. <'t \'cn~r. •. 19:13. LF.\'ADITI. PJXARD et nou•:R1'. - l Bullct. ::'oc. ft•. Dcrull\\. et Syp h •• 1931. LCIRF. ~t liT.l':\IMEll~. - ' )lctli7.ini$Chc Klin ik •. llJ31. Lt:,·Aor'l'J. HA•·.1trr et CBAC'u•:r< .l.- • Uulll't. So r·. rr. DC'r·rn. et Rn•h •. 1931. Le•·.-~on·r. R .-\V.IUT, Lt:PI>I& et StnoE>~. • • .1nnfiC8 do l'ln.~tr. Pn•rcur •, 11132. )l~fii':R. RO><ESt' ELD ot A!'IIF:n". - ' Kllolscbe 'Vochcnschritt •, IU:Jl. )lAoro~F.. - • 0ìorua lc :\lcolh·inn )lilltnre •. 1928. XICOLA!I. - • Ar<'l•ivcA dcrrunt.o·~YIJhil. de la Clini q no tle S. Lous '• t.. 3•. !\rCOLAS, F'.\ VRE et LEot:ri'F. - • .Journ. do )lctlcc. do Lyon • , 1\J29. X1cor•.• i'. - c Ar<'bives dermnto·syphilo~rtlllrpt<-~ •, 1931. XJOOL.\8 et BA!'CIU. - • Annl\.les tlO Oermnt. et Syph. •. 1932. POLICARO. - • Hollt>tt. Scz. t<lf(. !:'•><-. [t. Dt:rlltlll. O s lftl. •. 1932. R .wAr:;-r et C'RAC'HEl\A . - • Annoo~ D•·•·mat. e t. !"~·pb il. •. 1932. RAV.\ l'T et RAHF..It:.- • Anones Der11111t. et Sn• hll. •. Hl:ll. R.IYAI:;"I', Bon.. r>l ()! R .\BP.AU.- • i\nua(!S D<-rnii•L et s~·phll •• 1924. RAI'At'T et Dtl>IEH·Ilt:>-.~~-:. - • nullt·t. SoC'. ro·. J><>rmnt. e t :;ypl.1. •, 1!130. RAYAl"l' et. Y!BF:HT. - • Uullèt. so~. (r. Dcrtllat. et Srpb .•, 1927. s,·I.IL011. - • Minerra )(eclicn '· 1927. Tu.\DJA'it. - • Rt!onna utedica •, l ll:JO.
ATTUALITA E COMMENTI
UITI DI lUIOftl TUB~RmliRI ~ IDOft~ITÌ Al URYiliO MIUTIRf Prof. G. B. Marlottl Bian chi, maggiorE' g<'nerak m c·dico
I critt'ri s ui f[Unli s i basu il m,•dico mi linm• p<'r 11ta hilir"' sP C'"is tn e in qual mis unt l'idonr i là tt l SPn ·izio <1U:ll H IO ,-i s ia no s<•g ni di m :tbt t ie t.uh<' rcolari prc•![J"t''"""• sono stati in prat ica sempre' m olto disc usili. fìn eiA quand o ><i ri eon oh bl' eh <' t n h111i stati morbos i honno. com<' fl.J'!f'ntc <'tiologico. lo siP:>>iO ~Xtc ill o di Koch produrr<•n• ùi AltrE' nml11tt it• inn bilibtnti a l scn·izio, qua li sono per p;;pmpio tut! (' qul'll~· alt(•r:\· zioni rle i polmoni chf' vanno sotto m o lteplic i. anc·hC' troppe dPnominazioni (:l pi cil~>, bron coa lvt•ol it(', hron covolrnonit.e tubE'rcola n ' , for·m~· fìbro-cn;:f:'osf' o c•n· ita ri~> , !~>!'< i oni a tipo C'ssut-1.\ tivo, compiP!<s:o prim1nio. ecc .). C'iò 11ppnrt' nntu ml~· lpm mlo ~i •·iftr>tta da un la t o alln importnnza f' g rtn·itA di un"infC'zio1w eomE' quPl'<til, cta ll" n ltro alla ,-ita che clPYt' m ~ nnre il solda to, vita di fatiche, di st.rnpAzzi, di <'SpOi<izinllf' o t utte lo vicissitudini atmo>'ff'ri cht> . s p rsso pri v n di comodi tù, d i mc•ni p er ri par.nsi, p E'I' riguard~trsi. Re un tt>mpo. quand o non s i conoscrva la natura. e la cA usa di C<Tti morhi . l'i crPdeva cii pott'r larg hegj!ÌI.ln' . ,-,•mH! poi l'er a m>lln qu a lE', conosriuto che si tra t tn , ·a di forme tubercolari, si ricot·se alrimrdio di nllontnnnrr Rllbito cluii'Esercito o t<"m· porancamcntf', o <lrfìnitinl.mE'ntc colo ro ch(:' nE' e ra no afft>t.t i. Ri cordo che in un te mpo non m o lto re moto d a lla liCNIZil di uno o clut> nwsi d Hta al ple111·itico primitivo, f'l'<Sudativo, ,q u ello che un n ,-olta si chinmtn-a. in b locco, a ]ri gore e che s i rit.en e,-n re umatico, si gi un~e tl l concPtto ch1' bisogna n'l. st·mpr·e, dare un a lic<>nzn di convalrsct'nza, clt.1 un minimo di sei mPsi ad un anno e sp es.-.o conc·cdo'T"f' la riforma: In lunga licenz:t. fu ccrtnrn· •nt~ ttn bt•n <', perch (> il ple uritieo f'Ssud ati,·o, pPr gunrir<', h a biso~rno di un t e mpo a,:;sai lungo; m a ciò ch"' ho clf'tto b:1sta !l stabilir!:' quale enorme progn'!'SO fu fntto riai m edico militnrf' rwl p eri odo che ,.a dal 19110 al 1905 o 1()06 a ll·incirca. D o po, a..c;,;ni più recent!•m<' ntt•, il p€'nSie ro m edico-milit tl r(· si evolse ancora e vi furono tu l uni i •q uali g iunsero a rit••n ere che. amm(•ssn la natura tuber colare cle lia più gru n parte di qw.>.s t e ple uriti, 1'\i d OY('Rf't!ro tutti qul':<ti inft>r mi sottoporre a rass<'gna p er la riforma .ln altre p~trol c . per t.n.hmi il ple uritico pssudcì ti,·o doveva con'liderarsi proprio alla stess>~ stn·g ua ùd broncO-JXllmonitico htbt•rcolarP, e quC'sto e ,·idPntt'mc:nte è stat o tm <'<'C I's11o, com e dirò in seguito. l\la qui io non Yog lio int•·t~t.tcne rmi sulla fase chf' dirb clinica d e llo. plem·ite e s ul provvetlimt•n to lll"di co- legalp da. pro• ndC'!"(' (jUUndO J'infP·rmO pn(> ht~Ci>l t"C J'ospCdRie. Vo_glio invcco p a rla r<' brt>\"Pml'nte di una quf':<tione ben più tud un, che è quPlla dt>l l'a rn10 htmt•n t o . Il m"'~d i co rnilit tU'E' è chiamH.o cont inuam ?ntl> a giudicnrr d<•lla i(lone ità al Rr'rvi:t.i o di g i ov~mi che s i t rovMH> n PII? p iù disp,u·nte cond izioni p er e tà. pe1· posizione eco·wmica. e socia iP. pt>r compiti ai qwlli s.u:lnno chiamat i; dal gion.mett.o che , -uol ent m r<' a l Colkgio militHre , n l co,;critto di 1,.,.,1, che tro,·asi intorno a i 20 anni, clnllo s tu den te eh n h !t ragg iun w i l 26o anno di <·t.\. a Jr ,tspira nt•! !<O l tufficinle o nccaclt>misra, ;ti ri chi nm tt to magt~ ri di 30 anni, d tt l riC'co al conta dino, tutti passano sotto gli
ESITI D l lLESIO~l TL"BERCOLARI E IDONEITÀ A(. SF.li\"1ZJO i\!TLIT.HU:
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occhi vigili del m edico militare, che rileva spesso esit i di lesioni tubf'rcolnri, clinica m ento guarite. Quali sono le lesioni che egli incontra? Tal une mof h·ano sc>nz'ali ro la riforma, per disordini anatomici e funzionali che n e Rono conseguiti (nltr rnzioni, deformità ossee, articolari, gibbi, ccc.); in altri casi più che di t>siti di traHa cii malattie tuttora. in atto, cioè non ancora guarite, come p er eH m pio un Pott, \m ~cno fì!>tO· !oso, una lesione pOlmonale an cora non sp e nta, ecc. Altri l'ono invece veramente esiti, non costituent·i malattia propriamente dct.ta,ma segni di mRlattia pl<'!:!JE'EEB. È impossibile , o almeno sare bbe lungo t>d cccel'sivo, daro una elen cazioue di tutto ciò che il p eri to può trovare: per semplificare ed esPmpJifìcart' mi limitn ò a due ordini di fatti, le cicatrici dn scrofola e gli esiti di plE'uriti primith·E'; ccn:c l'i deve comportare il perito dinanzi a questi <:nsi? Cominciamo a dire due pa1·olE' d e lle c icatrici da scrofola al collo. P er fortuna oggi quc»te lesioni si osservano assai di rado: vi sono casi n ei quali si trutta di cicatrici non infiltrate, senza traccia di flogosi, sonza turgore d e lle ghiando le della regione; in altri casi, che p e r la mia personale espcri t>nza mi paiono in numoro a ssai minore, queste cicatrici non sono inerti e nE'lla r egion e vi sono anch e ghiando le ingrossate o più o m eno sospette. N e l secondo caso ò ovvio che si debba parlare di ma h1ttia e non di esiti , e allora il provvC'dimen to è semplice; ma nel primo caso, di malattia in atto non si può parlare . Come dunque, ripe to, s i d E'VIi' comportare il pe rito chiamato a dare il suo giudizio, circa l'idont'itò al servizio e il conseguente arruolamento? In generale, la questione , per lo passato, v Pniva risolta in modo semplicistico e forse ne llo stRsso moùQ vien e aasai spesso risolta ora: le cica.trici da scrofola eono un segno, sia pure antico, di tubercolosi, dunque , riforma. E i vecchi elenchi delle infermità (non l' ultimo, que llo attualmente in vigore) consen tivano ciò, anzi direi stimolavano il pe rito a seguire (juesta. via.. 01·bene, al lume d e lle odierne conoscenze, de i moderni concetti sulla t.ubercolos i in genere e su questa forma particolare in ispecie, ciò non è gius to. La scrofola, lo si !la bene, è malattia che si v erifica di solito n ell' infanzia e sp esso, in taluni paes i, n e lla maggioranza d c i c&si, sarebbe l'esponente di 1ma iniE>zion e da bacillo del ce ppo bovino: e questo !!pie gherebbe p er chè essa sia din:-nuta cosl rara in questi ultimi t empi, da quando si è tanto diffusa l'abitudine di berE> latte bollito. L'infezione si esaurisce lentamenter e, quando il soggetto è dive nuto adulto, qua ndo non residuano che cicatrici inerti, il parlare d ' infezione tubercolare è eccessivo, e s i d evono invece considerare gli esiti cii essa come d efinitivi, come cicatrici e nuU'a.ltro. In altri termini, n on bisogna confondere esiti con malattia, c on infezione , ma. giudicare in base agli esiti, applicando, se mai, l'articolo d ell'elE•nco d elle infe rmità che riguarda le cicatrici e non que llo chf' si riferisce alla tubercolosi. La q u estione si d elucida m eglio n el caso d ella p leurite essudativa: qui si tratta quas i esclusi vamentc di infezione da bacillo del ceppo umano e p erciò n on vi è il ceppo bovino ch e complicale cose . Il pleuriti co a /rigore ammala, giace lungam ente n lt'tto, il liquido endopleurico si riassorbe, la fe bbre cessa, il malato risorge lentam ente e dopo qualche mese può considerarsi guarito. Il t<'mpo, le cure, una vittitazione p er q u anto possibile sana. e abbondant-e, e tutte quelle altre provvidenze spesso neanche volut.e che, specialmente in campagna, hanno tanta importanza, fanno il resto. Giunge allora dinanzi al perito un giovane che da un t empo maggiore o mino re, spes3o da parecchi anni, ha sofferto di una ple urite primitiva.., e il perito n e dis.,opre gli esiti, ben n oti e caratteristici . A l perito sta allora sentenziare SP il giovano che gli sta dina.nzi deve esseTe giudicato idoneo f" a quali servizi.
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ESITI Dl LESIONI TUBERCOLARI E TDONEITÀ AJ, SERVIZIO MILITARE
' ~:[o lti, come h~ accennato, hanno ri:>olto il problern$ in modo semplice: la p le uri b è espressione di un!!. infezione tubercolare, dtmque il soggetto va respinto da. qu;~.lsiMi a.rrnolam?nto. L!!. pleurite può ben risa lire a. dieci anni innanzi e aver la.· sciato tr :tec~ vera.m~nb lievi, m -l i l concetto teorico si impone e il giudizio di idoneità. non vien dato. Si noti che questo è in contrasto con la pressochè cost.ante abitudine di noi medici militari di concedere una lunga licenza a l plt>w·l'tico solda.to, lunga licenza che di p er sè pre-sum'l la riconquista d ell'idoneità. al servizio; provvedim~nto saggio, al quale realmente fa seguito con grande frequenza un tale migliorame nto che il militare può ripre ndere senut danno le sue m'!.nsioni : ne vediamo spesso dei c:1.si, puticola.rm~nte f1·a coloro pe i qu$li la. vita milita1·e è una carriera, fra coloro che non b'l.nno soltanto obblighi di le va, come i carabinieri. Que;;to cont.rasto stridente di giudizio ne l caso di tm giovane che ebbe un'anti· ca pleurite e di un mi litare che ne soffrì sci m esi o un anno avttnti è dovuto senza dub· bio a. un residuo involont1trio, incosciente di q uel teiTore che nei tempi passati la. tubsrcolosi incutevA, e ch::J è corretto, nel caso di coloro che sono già militari, da r,\gioni m::>lt9plici e di v.uia. indo le. S:l non si fosse venuti a conoscere che le p leuriti e->sudative sono qus.<;i sem?re di natura sp:!:lificet, qu ~sta S3varità di giudizio negli arruolandi non vi snrebbe di certo. L!!. queatione va impostata in modo d el tutto diverso. Qu.tlo valore hanno que.st.i e.>iti di plcmilii, S')gno di una pregressa.le!liono tubercolare? Sono essi tuttora una m1-nifestazione tubercolare? Qu~li p e1·icoli ne derivano all'organismo? Si vedono giovani aitanti, robusti, ottimamente nutriti e sanguific.a.ti, senza. alcun segno ch'=' facc ia p 3n'lare a lesioni tubercolari attive, nei qu:.tli l'esame radio· logico o quello acmeiologico, od anche l' uno e l'alt.ro rive lano che un tempo vi fu una pleurite: se ttllora s i interroga bene il soggetto, vien fatto di ritronu·e per lo p :ù ne ll'antmnesi la nozione d e lla sofft"rta m :tlatt.ia, spesso assai antica, di mo lti anni innun:Gi. Altro voi te in voce nulla si riesce a scoprire; forse lo. malattia si verificò nell'infn.nzia, e il ricordo nt' è nndato prrduto. Può allora darsi p eso a questi esiti? LR. malat.tia, tubercolare quasi sempre, sofforta in epoca tanto remota, può esscr·e di ostacolo a che il giova.ne sia amm~sso alle a.t·mi? S3 noi in questi ;;ogg .:~tti pratichiamo In. cut,ireazione. troveremo costant emente che essa è positiva, spesso positivissima, segno che il e<oggetto è non aolo tubercolizzato, ms in istato a.llergico; la rA.diografiA. svelerà., oltre le defor· m:~.zioni diafrc1.m:n 1.tiche, le solite ombre ila-ri ingrandite e persino in cert.i casi qu:~.lcbe Cd.lcifica.zion~ rilevc1.bile nel c,tmpo polmonale. Gli esiti di pleurite allora non avranno, ne i riguardi d e lla. infezione, lo stesso, ide ntico valore di quelle calcifi~nioni, di qu:Jila. cutira.:Lziono pos itiva~ In fl,itri termini, la pleur ite guarita e b <ln gu:~.rita non ra.ppN.>:mta, comJ que lle ca.lcifìc.;~.zioni, il segno oert;o che il soggetto h::~. saputo lottare e vincere e si è m esso stùla. difensiva, ha isolato i bacilli ed ha vinto la smt battaglia. È dunque illogico basarsi soltanto sul re p3rto degli esiti di pleurite per respin· gere d,llle file d e ii'Eso i·cito, un g iovane: il perito non ha il didtto, nè i1 dovere di r,ulo con un criterio eosì semplicistico. Si corre il rischio di respingere colui che è stato saggiato, ha lottato ed h!'L vinto e arruolare colui che nessuna. p rova ha dato di s.l.p:Jr resiste re, che m~ga.ri è in uno SL$tO allergico assai meno efficiente: s i corre rischio, in una. pa.r·ola, di prende re il cattivo per il meno buono, di fare i nsomma. il rov0scio di quel che lt'\ log ica e la scienza consigliano. Vi il taluno che obietta chA il plcuritico resisterà. me no e pl'esto o ttu·di cadrà sotto una nuova foima t u bercolare. Rispondo subito cha non bas~a dirlo ma occorre d imostrarlo e finora una dimo·
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ES!Tl Dl LES(O~H T U OERCO:.AR1 E JO;)~EITÀ ~L SERVIZ[Q l!J[,(TARE
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strazione sicura. di questo assa rto non c'è; anzi ho rag ione di credere che sia vero il contrario. L• via d g. s 3;pira è un'altra: in v :l:!~ di n t t-tec u .ii a.llu. sofferta tn'l la.ttia come tale, r e;;pingendo questi es.'!eri sen Zt\ discussione, il p erito d eve basorsi su di un concetto diver3o, qu~llo d '3i danni, d ei g ullsti che l ' infermità ha la.sciati n olrapparato r espira.torio, d .m ni eh :l è p :niibile rilevare con l'e.>.:tm e obbi('ttivo, con qudlo funzional e , co n quello ra.diologico. Glll\rdA.to a llora. se esistono re t.r!l.zioni d t" ll'<'mitorace e di qu •le im?orta nz!t, gu!l.rdat.e s e il seno costo-frPnico è tale da consontire una s ufficient.e esp :msion3 d e l lembo p :>lm:>n:lle, t en ete conto d e i d a. t i d oll!l. s pirometria, dati che b a ne spasso s i trascurano od è m-\le , t e netP. conto d e llo stato gen emle, rlc>ll'ematosi, cercate coll 'est~me r adioscopico quali danni h a subito il seno e con l'esam e radiografico la. enr.ità e la. va':ltità d~ll e ader enze , eseg uite la cutireazione , che op:g:i è spesso trascurata, m~mtre vi dà indicazioni prezio;;e suii~L v igorìa con la quale il soggetto sa m tLntenersi in istato a llergico, cercate minutame-n te e con tutti i mflzzi se vi s it1no indizi che esistano n e ll'orga.rùsm o focola i tubercolari flttivi. Quando tutte queste prov(j vi dimostrino che il sog!:;etto si m tmtien e in ottime condizioni di a lle rgia e ch e il suo appa rato rc~piratori o è in buon e condizioni anatomiche e funzionali, p erchè vorrete voi g iudicar e innbile a l f<t-rvi zio qtlet<to vecchio, v ecchissimo plew·itico 1 N on s i sa forse ch e le nderenze pleur·icho, piìl o m eno e!'<Lcse, m a segno certo di pregres.sa infiamma zione plcurica, sono fr~'qnenti s><im~> ? Sl.·g uite p e r un certo p 5riodo l 'anatomo-patologo quando pratico. le autop!'.ic e vedrete ! N e ll'adul to le ader enze pleuriche sono la regola e il p olmone complet:tm<'n te 1ibe ro è l 'eccezione, anche quando ltL m or te avverme p et· tutt'ttltra causa: per t rovare l' inv e rso bisogna scend~re ben e in giù n egli a,nni, certo al disot.to d e i 20. R ip3to, gli esi ~i di pleurW, presi in sò e p!lr sò, non h<tnno, a mio pa.rero, un vo•• !ore dive rso d a una cutireazione positiva o d a. un nucleo di cn le ifìcazione obsoleto n e l polmon e : p arciò il ~iudizio di idone ità. o m eno al servizio non è dt~. e!ìprime re in ba<>e al h tto che s i trovi n o o no esiti di pregr<>3!1a ple urite, ma. in b:lSe alle. ri cor·ca. minuta., scrupolosa di focolai att.ivi, in bns~> a llo st a t.o di d ifesa in cni s i trova ii so~gctto, in base all'entità. d e i danni 1matomici e funzionali r rosirluati n e l suo apparato r espiratorio. So b ene che tutto ciò n on ò semplice, m~t a llora il giudizio sgorga limpido e sicuro d alle nos tre indagini. Consentiremo a. v ecchi pleuritici di entrare n e U'Eser cit.o; tanto m eglio: saranno tanti soldati rli più per dife ndere la P atri!J-. Io sarei lie to se questi concetti fossero il punto d:i p a.rt.cnza di una discw;sione , d!i grande interesse pratico certamen te, in specie p er chi, dirigendo w1 reparto di accertamento diagnostico d elle m!l.lattie tubercolari. ha il compito di giudicare questi casi. Dalla. discussione non p otrà non derivarne va.n t,aggio. E s i noti che la stessa questione può farsi p arsino p er coloro che son guarit.i di una lesione specifica polmonale: non sappiamo forse che vi è taluno ch e, guarito bene , ha fatto poi l'aviatore, il volatore di alte quote , o il professore di anatomia patologica, o l'ufficiale dell' Esercito t
L'A. discute se sia. giust o e liminMo dall'arruolamento coloro c h e , ave ndo soff3rto in e poca lonta n a. di le.>ioni tub ercolar i ormai guarite, si sono R I ASSUNTO. -
p erfe ttamente rimessi: oita. il caso d ella scrofola e d e lle pleuriti. Dimostra c he alla stessa stregua p er cui si arruolano gli individui la cutir eazione p ositiva, s i posson o e s i d ebbono arruolare i vecchi pleuritici, e che il giudizio di idoneità o m eno s i d e ,-e esprimer e non in b ase al fatto di essere stati scrofolosi o plouritici, rna in base alla e ntità d ei residui anatomici e funzionali che l'infermi tà ha lasciati.
OSP EDALE àllLI TAHE DJ R0:\1A
L'ANESTESIA GENERALE PER VIA ENDOVENOSA Prof. Corradino Giacobbe, primo c·np itan o rm•dico, Cll pJ ùe l 2° r l'po.rt o chirur·g ico
F in cl t i p r irn '1rd i dd la chinrrjlia è stat."t m;... idml t'cl a rdt'n tr JWt'QCCIIpazione d PI chirurgo d i sopprirw• re - nd cor·;;o d i ::rt t i opt•r·ati,·i - i fenomeni d o lo rosi. I n li· m >r osi t·•·ntttti,·i p<>rò p ·•rsegui t i con t :~ n tn t0n,1c!a n on d e tter o il succt'l'SO "Jlt:· mto tanto c be fnr·ono ma n ma n o abb ..m clona ti e pc r'Si no l'<COn>'igl iHti. ti Btc: JN in fat t.i n!" l 1833 (No uvea u.r elént~!ll l$ de chirurgie) affermava che •c' est dans la. céléri té E't dam• la m a ni t'J't' m éthodi q n<' d~~ fuir·~> Agir ks ini" tn rmen ts q ue In ch irurgie mod ern o t rou,·e IPs plus >' tll''l mo~·<'r'\S d 'abréf(<? r Je>c doui Purs d c>S m a laù t' S et d e tli m i· nuer leur ,·io iPn ce "· L o stl'ì:!i"O \ "F:LT'EAU ne l JS:I9 - gri11st o c inq ue ::r nni inn:a17.i d t:> lla prima am•stPsia g.-m•ralc fn t t!\ a 13oì:!tOn da \\'.I':LLS col protossirlo di a zoto! scrivc\'a ne l s uo t m ttato di 1\lll!llicina Operatoria : • <h·itH r· 1.• doull? ur dans lt:>s op érations est tlJ1e chimère q u ' il n 'est plus pe tmis de potu'Suivre a ujourd ' hui • . Attu!'lhucnto pt•rò è bn ntli ro il do lore, ch e fa t :rhnt>n t.e pr;.rna nccompngm•,·a ogni inlt>tTc u to chi nu·gico r po;;.<>iamo oggi disporre ù i numl' ro:::i rn d odi d i aneste· s ia, i qu a li più o meno pr<>~·nt ano vantaggi ed inconve-nit"nti. L 'tln<'StCl:'ia , quest a con q u ista incst i m!\.b i le de ll u chirurgia, r a pprese n ta un progrf'f''>O con sider ev olt-, ch o è Sl'uza dubb io s t\Scett ibik• a ncora di perf<•zion am ento . Tut t i i n u i metod i, di cui oggi la rgam en te disponiam o, n on rieecono p er alc uni incom ·cnit•nti la m en t a t i a sodd isfa t·e np pi<•n o il chirurgo, che ins t a ncabil· m C'n te C<~I'Ct\ rm•zzi innocui e di fucile eSt>cuzion e . Rece ntemrn tf" è stato in t rodotto, p e r op<> ra d i \\'EESE, nl"lla prat.ira chirurg ie!!. p er nncste,·jp gPnr r a li di b rr ,·c duratn un p r<•pn rato d i acidu bn rbi~lll'ico d e llO· mina to Evipan -t : atriwn, da ad op era rsi p<•r via entl o,·enosa. e che è s t a t o la rgam t' n te e con suc:ct•s:;o a dope rato spN'ie dai chirurg i tcd ef,;Chi (DET}(lfARDT, E R.'\ST, HOJ,· T F.Rl\IA.."'"N, Ku<:Es, LISSARD, LA N B E il , R ooE, '"'' E N DEL, BAU~tECKER, BAucxs. ecc.). In Ita lia in\'Cce l'an e:;te,.:ia gc>nc ra le n ll'evipan - n lmf' n o p Pr q ua nto è stato pubblic!tt.<) ~ti rig un rdo - f. a nco ra ;;carsam ent e usatn. Se ne sono pt•rò occup.tti: D E GrnoxcoLr, che a l C'ong n•sso d t· lla Socie tà lttt lian a d i Chirurg ia d <'llo scorso nnno h a ri fPri to i buoni I'Ì >'tllt nti ottenu t i in JOS casi; Sussx (Pnliclin ù;o. Sezione Pratica. n. 41;, 1933), ch<' h,t riJe>,·Hto la bon tà d el ml:'tod o in base a 125 nnestc:i'Ìl' gc·nt>mli c•nd o ,·t.mose in in tPI'\'f'n t i dj p iccola e g nmde chi rurg ia ; CALTABIA~ co (Policlinico. Scz. Prai., u. 4~, 1933), ch e s u 150 casi d ' inu•rvent.i ginecolog ic i che son o st 'l.ti pr.rt ic.\ti n e lltl 2~> Clinica ost etrica e ginecologica de ll'Unive rsità di :'llonaco no n h a ril cvot.o a lc un inc:on v<.'ni ent c; RcnoC'c A (Rassegna l n /erna:zumale di C/inira e T uapiCI, 15 gPnna io Hl34 ), che d a una det tagliata ra~egna d t>gli p,; p •ri mPnt i <' d e l k a pp lit'azioni fìnont compiut <' è indotto t1 conc lude re pì' r l'importnnzn '' lu bon tÌI df' ll' t•,·ipn n sodi eo. F RF.DET ( A.carlémie de M edécirtc . P 11ri gi, 9 g enna io 1934) ha riferito circt\ i sodd isfacen t i r i,.:trltati ott en uti in l 16 casi in cui hn tJs~to p e r via endoven ostt l'al i : 1- isop r op,, · l- malonyluren ( A. I. ì\i.) qun lf' a n f'st e-tico di base. L'anes t.esia, p rf'<'(>dut a d a iniezion e di morfina t' scop olnmina , è s t a t a complf' tata con innlazion(' di protossido d i a1.o t o.
L' ,).}.'ESTESI A (;El\"ERAr,E PER. VIA ENDO\'E~OSA
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NtTZESCU e JACOBOVICI (La Presse 111édicale d e l 28 febb raio) hanno in questi ultimi giorni illustrato l'e n estesia (bas;;~ l e) ott enuta con iniezione endovenoiia di paraldeide glucosatJ, seguita e completata dalla somministraziono di etere . Tale metodo è stato dagli AA. usato in 82 cas i, I n 5 oasi la sola aneste:'<ia con paralde ido è stata sufficiente p e r co•.durre a t ermine una appendicectomia, una gastro-digiunostomia, l'asportazione di un epiteliomA. d e l labbro e una luparatomia esplorativa. I n 6 casi è stàb.t assoè.Hta l'nnestesia locale . In 6 casi è stat.a prati.cata la. racltitu1est csia ed i pazien ti poi sono stati addormentati con la pual deide sopportando beni~simo le due anest esie . I n 65 cas i infine (re!'iezione gastr·ica, colecistectomia, n efre<'tom'a ecc.) è stata fatta la. narcosi base con par~tld eido completata da e t e re . Così h\ fu;oe d i eccitazione d e lla narcosi con l'eter e vien e ari esser o comp'ctnmentt> soppressa; la quantità di etere n eces!mria. per completare l'aneste;,ia. alla paralde ide è ridotta di c irca u n terzo d i qu e lla che n ormalm ente viene somministrata. D ttto il la rgo con'lenso ottr·nuto da.ll'evipan soùico (in Gf•rmania sono stnte f'>'l'l!ll i te con successo olt re JO. OùO norcosi in un am1o) ho voluto pr·ova rf' con l':.mtorizz.tzione d el s ig. Ditvttore de ll'ospednl c - in quC'st'ultimi m C'si il nuovo m .·t.oc.lo di anestesia p l'r int.crn·nt-i di brL·vc durata. L 'et;ipan -nalriwn è un s.1lo ROdi co dt> ll'acido N-metilcioloesc•nilmctilbarbiturico, facilmen te solubile iu t~cqua, che vien e rapidamen te distrutto dall'orgo. nismo per un processo di disintegrAzione che proba bilmente avviene nel fegnto come stanno a dimostra-re i dati sperimc•ntali (negli a nimali ep atectomizzati o con grAvi lesioni d e l fegato da fosforo infotti la na rcosi ha una durata più hmga). Dai di\'.)T'Si spcrimentatori non sono s t ate dlcvatA:> apprezzabili a zioni nocive s u a ltri org<tni e le vl\rie funzioni org1michl' (rica mbio, riservtt a lcalina, ecc.) non subiscono m odifìcazioni rilcvubili in St:>j:tuito a lla sornministra zione per via t-ndo\·enosa. d e lr e,·ipan, ùi cui solo ra.rttmente è p ossibi le riscontnue tmccie n elle urine . T alora si rikva invece modica diminuzione d e lla pres.'>ione arteriosa (di 15 20 millimetri di Hg) e lieve Abba>~snmc-nto de lla temperat-ura; il polso mantie ne quasi costantem en te la s ua ft·equenza e l'ampiezza nonnale. L'iniezione non irrita le> n me e non è seguita da vomito nè da sensazioni comunque spiacevoli da parte df'i p .; m~ sob in alctmi cusi dà tre mori fibrillari, chlf abb iamo visto rapidamente Momp,uire. L-;, pupille, che pe r lo più si dila.tnno a nche n ot evo lmt-nte ti.ll'inizio d e l· l' iniPzione, m antc•ngono poi un'ampiezzn m ed ia n e l corso d ella. narcosi; il ri flesso cornNl.le scompa re subito p <!r ritorllllrC vt-rso la fint• dell'an estesia. Il r ùspiro a ll'inizio può di\·enta re a lqwmto superficiale e m eno frf'qucnte; in t :di Cilsi è opportuna la somrninistrazion e di acido carbonico, che - corn'è n oto - è tmo stimolante d e l CPntro respiratorio e cardiaco. È dovilroso segna hre che da qualche a uto t·e sono st ati lamentati p erò inconvenienti anche gravi, tra. cui s pecia lmente distUt·bi d 'ordine subif'ttivo come capogiri. n a usea, cef.:d ea, ecc., ed a nch e obbiettivi quali trombos i, e mbolie e p erfino casi eli morte pitt o m eno rapida . A. l\iAYER d e lla Clinica g inecologica di 'l'iibing<>n ha sottoposto recentem ente (Mii.•1,che11er merlizim:sche W och., n . 3ì, 1933) ad esam e crit ico tutti i casi d o! genere ch e h .::t. p otuto r ,tccoglif•re t>d è venuto nlla conclus ione cho gli inconvonienti la m -:-ntnti devono oss~rc ~'sc l usiv.unentE" ~1ttribuiti all'eccesso d i e vipa n adoperato p C' r ottenere l'ttu cstesia. Non ocoorre p _uticolare prepJ r.lZione m edicrunonto!la d ell'operando nè è n e Cl'~Hr io tenere a rigoroso cliginno il p~ziPnte n E'l giorno d<'ll'opE' r::tzion c .
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L'AXESTESI.\ GEN"E RALE PER \'lA ENDOVENOSA
La tecnica. è as.'<<ti semplice . L a. soluzionc v ien e prepa.rata poco prima dell' u so sciogliendo il contE>nuto in polve re di una fìnla (g. l ) in 10 c. c. di acqua. distillata. Posto il p. sul t.uvo lo operntorio. s i pratica l'iniE>zione in una vena d el gomito, avendo l'avvertenza di inie t.tnrt> i primi quattro c. c . con tula v elocità med in di un c. c . nt•llo spnzio di 15 S<'concli e la dose residua. - quando si re nde n E>cessa.rio - m a n m a no durante Pintl?rvent.o lasciando l 'ago i n situ. Già. dopo 1m p a io di c. c . il p. - senza provare alcuna sensazione spiacevole comincia n. s badigl iare e dopo quattr o c . c. può essere completnmente addormentato, tanto che ci è consentito di proceder e senz'a lt.ro a ll'intRlvent o. Durante la narcosi è necessurio so rvegliare at,tentamen te la mandibola, che
tende a. cadere all'indietro (pet• de tensione muscolare) e provverler'8 a riportarla ternp<'st ivanwnte a li' innanzi. Circa la dose occone una espe rienza p :wtico lare essendo opport1mo ed indispensabile regolarsi cnso p er caso, p o ich ò - come fa rilevare la casa px·odutt rice d e l preparato - « n arcotizza.re sig nifica sempre doS>R re il narcotico individualmen te~>. E così ci è occorso di ril e'\'A re che m entre in alcuni p a zienti è stata sufficiente umt dose di 4 c . c . per otten<' re una na.rcosi profonda, in altri è stato necessa.rio inie ttare tutto il co ntenut.o della fiala (c. c. 10). I n lU1 caso siamo stati costretti tld integrart> l'anestesiR a ll'cvip11n con ina lazione di e t ere. La durato, della na rcos i è in media di 15-20 minuti t11nto ch e ci è st.ato possib ile di condurre fl, tE'mline anche inten·t•nti di una CE'I't·R importan.za (ernia, appE-ndicite, ecc.). Il risveglio è prt>coce; pochi minut i d opo il p . ha l' inte lligenza. complet•1mentc l ucida e non prova nei'Snn disturbo. Qua li con tro ind icazioni d ol m etodo vanno segn nlate le lesioni epatiche in g•'•w•·e. poichè la distruzi one dE>II't>Yipan aYYi~>no n el fegato, l'arteriosclerosi, le g ravi m a la t t ie de l ri ca mbio c d <' l s istema ne rvoso c~>ut•·a le . L o stato grave d e l p. costituisce di pPr sè unA, n rt.ta con t roindicAziont> o per lo m eno richied e p a rticolari caute !<> n e ll'uso dell 'ane~tesia f'ndovenosa all'evipan. Con clud endo: in bMe al la nostra e!"pe rienzn. p ersonal E', che è p e ralt ro ancora
troppo esigua per poterei con;;ent ire (li t•mc;-tt.er!' un giudizio coscienziooo nl rigunrdo, possiamo tuttavia conferma r e in linea d i ma,:.sima i buoni risultati ottenut i dai ùiversi sperimcnta tori con l'an estesia gen er a le nll'e'v'ipan, ch e - sp ecie per la ft1.ci liti1 di esecuzione - è particolnrmente rla consigliarsi per interventi di breYe durata.
R usc;t:xTO. -
D o po una. ra pida m ssegn!l. d eg li esperimenti e d elle applicazioni in clinica clc ll'a nPstesìa gl•nernle a tr e,·ipHn sodico, l'A., in base a n ch e nll't'spe rienz.a p er sonale, ri tiene che il m etodo p ossa p nnicoltwmento applicarsi in in le t·,·cnti di breve durata .
RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA ITALIANA ESTRANIERA l\It: RER. -
La protezione delle vie respiratorie contro le sostanze aggressive. (E cli-
zioni L . Rattero, Torino , 193-!-XII). Il M trRER, insegna n te t it.ola re dì a~~ r<>ssivi chimici di g ut>rrl\ nPIIa Scuola di applicazione di. artiglier·it~ e g<'nio a T Ol'ino, è A.lla s ua terza pubblicazione s u quest o arg omento. S i può diro cho egli completi, con q tWRto o p\ll!colo, In, mt\teria t rattata, con t a.nt.a competenza e p assion e . s ulla difesa d rgli agg r('ssivi chimic i. In forma m olto semplice e pia n a Psp on e la n u.tur·a d PIIa pro t ezione d elle vie respira torie ed i punti p ilt import11n t i d a te ne rE> preS<'nti nPI!a soluzion e d e l comples!>o problema , m ottcndo in evid('lnu~o i pregi r.d i difPtti d~gli appa recchi oggi in uso. La m asch era antiga<> frappone un ostA,oolo n ella v~pirazione apporta ndo m odificazioni che n e interessan o la freque nza, l'ttmpiezza Pd il rit m o . Le caratteristiche che de ve a ve re un apparecchio militare di protezione con t ro gli a ggressivi di guerra, sono: a) assicurare una protezione efficace, pron t a e per un hmgo pe riod o di t empo contro tutti gli a ggressivi conosciut i, a tutte le pro babili te mperature ed a lle m edie concentrazioni prat icamen te ottenibili s ul campo di b attaglia; b) p re!!On.ta.re la minima r esist enza complessiva e n? n, ostacola re la respimzion e n eppure durante il m "-Ssimo sfo rzo fisico che il comba t ten te può essere chi t~ mat{) a compie re ; c ) lo spazio morto d e lla maschera d ev'essere minimo; d ) gli o cchiali devono p ermett.ere ura'ottima viJ>ibilità , s ia p er qua nto rig uarda il campo visivo sia p er la. p ossibile condensazione d e l vapore a cqueo s ulla loro faccia in tema (appa nnamen to); e) l'appa recchio di protezione non de ve impaccia re il comba tten te, p l'lrm ettendo ogni sua n orma le e prevedibile attivi t à ; f) d ev 'essere rob ust o e Ci.l.pil<ce di conse rvars i ina ltera to p er un lungo period o di a nni. P er q llan to riguarda l' impiego e lo s fruttam ento d olio, m aschc m è necessar·io m ettere ben o in e videnza l'import!l.nza d t'll' allen a m en to. Solo con un adegu l\to allen am ento si TiescE' a sfrut.t a rE' a l m Msimo la capacit à respira toria p erchè, in tn.l m odo, appro fondendo la respira zion e E' d iminuen do la frequenza. si evit.a un'E'<:cessiva o d a nnosa fatica de i muscoli r('spiratori. A tale scop o occorre e ductu·e i p or tatori eli q uesti app3.t'ecchi n elle pratic he di a clat.tamcn to a l p erirnot.t·o faccia le . di allt>stimen t o in p t>riodo di apn('a. tan to in.spira.to r·i a ch e espiratoria. face ndo preced e re d <'g li eser c izi graduali p er ottt•ner e la m assima e fficienza . I t ipi di apparecchi pllilsati in ras.«e~nl\ son o : a ) le m fLschero a. fil t ro ordinarit); b) g li auto protettori; · c) le m !l..'lehore a filtro contro l'ossido eli carbonio . E ssi son o minuziosa m ente descritti ed illu8trati d a. disegni e fot ogmfie, in p a rtic o la r m od o rife r en t is i a d a lc uni t ipi di protettori c he presentan o maggioro intercs.'$e s ia p~>rchè recentissimi, s ia p er le loro car att.oris tiche eli cost.ruzion e e di funzio na m ento. )fANIF.BI.
IGIENE TREPtccmm E., I cap. m ed. - lpersenslbllizzazione della cute alla tubercolina mediante prodotti tubercolari antigeni. (c Anna li d'Igiene • , nowm bre t 933-Xll). L'immis." ion~ .i nt ra d ermica di piccole quantità di prodot t i patologici d i natura tuhe>rcolare. fo rmt t d9,gli st Pssi soggetti , s i è dimostrata capacP. n e lle riN>rch~> com· piute d a ll'A. di ip~t·sensibilizz~we f~)oahm•nt e In, pe ll t• a ll'ulteriort' con tatto di tL1bcr·
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R!Y!S1';\ D EJ.LA STA:\!P.•\ )lED:C.\
lTALI.-\:--.-A E STR;\N[ERA
C<11ina . T·• lt' proprieth. Sf'mbrerPlJh~· f'l<Clusiva di qllf'st i prodotti e l'iper&:'nsibilizZttzi• nw n. p p n t·in-bbo e h)tti va p<' t' lo :<t i molo h t bl•rco lini('o. L'.-\ h rt compiuto q\u?Mc _sn~ ricPt•clu: su indi,·idui t,ub!· ~·colino-all ergici affe>tti da p lc·u t•tt<' t.ubc.'rcoh•ra str·ro-librmosn o s tero-puruh>nt a , sta tsolata. che associata a lPsioni polmonA-ri; da pPritonit<• e:S.-,udativa crnnicr., di prcJvata. natura bacillare· eh~ t.nbc•T·colosi polmono.re attiva ed cvolut.iva, curata con pn<'umotorace artificia le : In tutti qui:'Sti soggetti, ha saggiato d.appl'ima il grndo d i allergia cutan ea, df'tCrminPnclo il t.ipo !'! lr int1"nsitt\ d"i fC'nomC'ni rt>t'\ttivi IOC'!di aliCI provf' di v . Pirquf't e di :uan toux, P(li. dopo llt e;;till7.iOnc ucllc f(•azioni p t·e liminari. ha. iniettato nPIIO sp<'s.'>ot·e dt•l d ,,nnn ck:lla fnccilt a ntl·riore dt'll'avnmbrnccio di ognuno, 0,1 - 0.2 c.c. d t el<suclt~.to p lc• uri co o pt>ritonealt• dallo stc;;.-:o !:'O!!!!l'tto fo111ito. Trascorse 24 -48 ore, 11f'llo strut.to àmbito delle zone pn•parRtc, ha. e·.,q.wito, in due catcgol'ie distinte, cutireazioni ed int.mde rmutvttzi<mi con tub.,rcolinR; nello stt•sso tempo, ;;imiti altre rcn~~:ioni sono stM<~ fattE' nei corrispontl.Pnti te rr·itori c ut11ne i intatti dell'altro lnto. liJ'" potuto con.-;t,atl'"'"' dw nt•ll(· a reE' cutruwe trttttute con una procedcnt() inoculnzione, la espt·c·:;;,.;ion<' ft•notn,' nologica Ùt•lla v. Pirquct c rll"lla i\1untcoux è sostanzialm._•nte diffe n,nto d~" qu<'lla ù,·lle ril<Jll'ttivr• t'<'azioni di pamgone. lntpn>ssantf' è poi rilt•ve t't' cht• anche il liquido di vc•J-samento, complicantc il pnelmtotonw•· a rtifìci!\11'. ;;i è mostrnto <'npace di ana logh<> azioni di rinfol"/.0 s ull a Jocalt• allergia tubercolinicu. Inoltre .t'A . htt potuto stabilire che la disposizione n lh.L ipt'lTt'a.zion~> non s i l'~'ttcll• mn.nift>sta prima che siano passate 24 ore dalla inie:t.iono dol matct·io,le ipc>t':;C'usibilizzant.t•. Questo stnto tli ipend lergia loc:alP si attE>nna a partire dal quarto giorno e si l'><aurisce <li regoh1. dopo l' ottavo o il decimo. Il ri>'caldaml'nto per un'ora a ·i oo non sopprimè n~ll· e~sudnto lo. capacità di ipcrsen8ibilizzare la cute all'ulteriore apporto ui tub!·rcolina. L 'A ., poi, ha potuto metti" t'i in ri lievo il fatto che l'anmrnto delln rent.tività, cosi provocattt, nmnticne un costante rapporto proporzionale con il prcesistente IYJ'I\UO di allr·rgit\ e che la iniczion(' intrndcrmic1t di prodotti tubPt·colari non è capace di c reare ex no•;o uno stnto di >Li l<' rgia specifìcf!., nè di rf•stituire !).Ila polle faco ltà !'(·attive' . p1·r tmarngion<' qtw luuqltt' so:-pvse o soppr!·:<Sl'. Inoltre , prendt• in con:<idonlzionc due ltUi'stioni, eh~1 npt><tivno ddht mn:-;,:; irn a importanza pn·giucli7.iall· per J',lp['lic:a7.ÌOJ11' ))l'flt.ictt dd J'isultati rli Cjlll'StP >'li!..' rict·rcJw. ('C ioè: l 0 !.1 dimo;;trnzione chf• la pt·oprietiJ. eli ipt't'SCJ'llSibilizzttn.J l•~ cute alla tub.-rcolilHJ è csclusivn o prevu.lt·nte ch'gli <'ssudati <li org;uù tub!'I'COICit.ic i P non cot·Hunr ad a lt t'i prOilotti p>ttologici non bacdlnri tl ad lltnOJ'Ì. e l<l>>'l tt nZ!' ctt-t·olo~tll<', di uutur·a org-aui.c:n <.'d inorganil'<t ; 2u tu pt•ovn ehc l'alllllAnto ~l··lltt.scnsib i liti\ ttill'Y'gÌcil.l' ct.•l putt·nzinlc r cattivo 1oC'tdP ù••l tt-ssuto CllLtuwo è 1\olumcnte o cl...ttivum~·nll! ùin,tto , .<•r·s o principi di dr·t·inl zio rw bnt:i li n re t'non gl' tte ri<· o P ~lobn lo. Con:<iÙl'l'l\, inli.Jw q un l ~> po;;.s>t C's>;t·t'C' il mPcc nnismo gl'J'I.etico di qnc,..to f<-nonwllo c pros pc-ttn. IH po:;:;ihdi ttLilizzt\zion.i pmliehc. PlAZZA..
A. J. \'A~ nE:-r Hq,·r.:1'< E YA~ <:r-:.:·;TlF.RE~. Influenza del riscaldamento sulle proprietà antigene dell'anatossina difterica e t etanica. i« Tito J otu·n. of Pnt hù .. logy n ucl Bad~· rio l og. »),·o l. 3fi, n. 2, 19:l3\ .
R.u10~ ai'icrmu. che tm'nnatos:<ina difterÌPII b··n pn·p~>mtu pt'<'S<'nta un cnrto grpdo eli t.<'rmorc:<ist<'nzn. in qunnto eh~> il ri~c>tlùanwnto tt ()5°· 70° la~P ia ùu.dterato il pot.{lrt• anti.u:•·nc e q11PIIo <lc•llo. fiocculaziom·. Pmticanwnw questo fat.t o pe1'11tNte la t.\'ntl>dlizzazi<Jno di'Ile fì,,,,. •li UJlfltn.,,-ina j)l' t' hL \'H(•(' illttzin nu umtma. Secon~lo Ts!'tn:nTKO\\' e L:n'r,l::<AROLTNf<KY o GITO\\'lTSC'R:, ASAKA\\'A . l'anatossina diftPrica. subir•·bb<• <l<·lle alt!· t·nzi<>ni qnu.n1lo è (•spost•L n qut•:>t•• t•' tnpt'I'UIUI'f'. L'A. ha vohtto c:rnnp iPN' di'Ile PSl"'rÌ<'Il7.l' comptH'Hl i\'e su ca.vie imm\m i:r.zato con anl\to:::,..in>t diftPricR e tr-t An iPO.. Rottopn~la. Rl ri><cn lrlu m r nto o non riscnlt!M~• ed lH~ l)tfA·unlo tl"i risulto.ti i mprevisti. l i ri;;cn ldanwnt.o 11. 6U"-'i0° dt•ll'a.mttu:;:;ina tPhtnica aN·r<'l'C•' notl·,·olmf'ni.p il l'no pot<'l'(' >tn1 i,:tene . mcntro chf' n ROo !'Ì hA. ltn dnnnf·gginnwnto. La aJmto~xinil cliftl'l'ÌCtt t·iseal•l:~tn n 'iOo :;;ubisco una diminu7.inn<• ct.-1 s no p<Jtc·rP immlulÌz7.ant(•; il ri::;c~tl<lamento n- t36° inw·ce accresce. in un cf'rto nunll't'r) di cl\si. quN;to p o ii'J'<'. En t r~tmb(' lE' llnnto:.;l<ine, difwrica e tetunica, J'Ì;;caldn.t,·, non pror lucou() s ullo cavio ft·nomr ni loculi c gC'nerali. 11 riscaldamento
279 a 70" fa rit a.rd!lre il potere ftoccul nn w cklle a natossinf' , l'cl nttci1C' a 611<' si ha una Ct• r ta inibizione. L 'A . s i limita. a d esct·i,·erf' i riRult Pti ottt' n11ti. non t·i usc·('ndo a d 111110 umL spio•gazionP soddis facente : l'ipot(•Si chE' il ri >'<Ct' ldnm Pnt o po><l"ì\ <·onclu r n• ad un cert o )2: rn clo di dissocia..zio n P d e l complesso tos.o;inn-fo rrn o lu •· 'L'' in<li r.tlun r ipl'ist ino rlt•lh\ to:<sicità . non può essere sostenuta }Wr<:hè non s i h a nn o le prO\'f' di cpu•,:;t a prc · ro:unta tossicità. REITANO.
J. F. 1Ic. C'LE:-'Do:s. - jodio e gozzo, con particolare riferimento all'Estremo Oriente. (•• Tht' J o umal o f bio logico.! c lwmil:'try •. v o l. 102, 1933). Studiando l' indice d i morbi.lità per ilj?ozzo n..Jl0 d ivc> rRE' p a rti dr•l mondo, l'A . è rimas t.o colpito cla l fntt.oche il Gia ppon e è l'tmica rpgion <' in cui tale' m tt lttttia prPti· c>n.mc>nt<' si p uò con><irlC'I'Ill'(' rh<- n on C'sis ta. L' n;::s.:•nz.t C) Wt!< i tott•l.- di C1l!li di .rwzzo in C:i nppone sarebb r at.M·ibuit.a dnii ' A. alln alimPntazione. tra i componl'nti d <'lln quale n on mancano m a i lf' a lght' mnrine . Poichè l<> \'lt l'if' n l!!he h nnn o un cont•·nuto in jodio mille volto mn.gg-iore chf' qun ls in~'<i a ltro c iho. n 1' risu lta C'h E' i Uinppo1w s i in)!<'riscon o tm'ttltl\ qunntith di jodio e in ogn.i cnso pii:a dl•l d oppio d i q u•·lln. c he nlt r·i popoli introitano. Il C'L:F.'S'DON, co n un suo pn.rti colare m et oc{o h a fntto l'A.nnliAi di 79 sp•' C'i<' di l' ll!h"', raccolte in 14 loc~'tlit à rll'l l ~t cor<hl. pe-r quanto l'iguarrln il loro contTnnto in j odio ed ha constatnt.o c he Cf'l't(• sp••cie d i L tl.minn ria('E-1' Cl.lflt C'ngono fino a g . 2 v~ ili j odio per kg. di sostanza At•cca. REITA~O.
MEDICINA INTERNA A . J onEz. - - La nicturla come sintomo di disturbi nervosi centrali. ( • Kllnisc·ho \\'ul' h l'nschrifr, », n. 4, 2i gc•n.n•tio J!l:H- :\.11).
L o studio clell' nltRrnzione tiPI ritm o n <"ll 'olinain nzion(' dd l'mino. è stato nggt•tto eli studi nume rosi in co ndizioni n ot•mtdi o pntologi<: h1• ed i ri ><tal t.uti ottuwt.i s<•no f<tati ff'condi di applicazioni ne l ccu npo dC' II t~ dinguostiea d c·ll•• mttl u tt ie l'f'llttli e·d "'Hrf\rf>n.ali. N o n nalm<'Htf' l'uomo 11.dulto c R11 no f' lintina in nwdia 15UU cc. lli ut·iua n ..ll,• 2-l Ot'C, eli c ui l IUO c irC'a n PI g iorno<' ~ou w ·IIR n u t tE• . È <JUt·;;to l.l11 ri!rnù biulo· l!tro stnbili tosi s itn ilo a CJ lll'l ln •l..:ll n. tPmpt•r>ttura . de lln rzl iccmit\. dl'i lt•llcot'iti: cliv<'l<w. t,f'orie sono st·att> pmp<>Stt' pt'l' la s pwlln zionc <li c•s .;o, Jrll\ n cssnnn liHu l'i\ l'•·si><t<• td lA. criticu.; di conS<:gu ..nza è tutto m di><(;U~><il. l'i.nt<'wprd U'l; i<tne Ù•·ll· in\'<'1'· ~io n ~> eli ta le rit.mo , p 0r cui ;;i hll Plirni nt\ziont' !Ytflg!!iore di lll'inll. rlnrantof' la no1 t •• rhe ne l g iorno. f~·no mt• no cui è stato dt~to il nulli!' di nictur ia . elle hn import tii\Zt\ dHtgnost.iéa cospicu a c c he· Ki o:<snva i n molti stati morbo;;i: mah\tt io.• rt·Ha li. rarclia che, gastl'ich-e, <·pat.iche c d in alcune' p~i eopatit• . Comf' !<Ì.ntomo il npm·tnnt(l 1li iniziato insutficic nza cur,liaca. fu pe•· r>rimo mt•sso in 1·ili•·vo d n :"CHOXE\1,\LD, fu po i sturliato sistcm at.icnm<m t,(} nPi cm·diopntir i f' I'CHA.li ds•. QI' LN <:KF. . clw c:nd> cl'int<'rp t'C'tarl o come clipt'nclPn tf' d n.l ricnmbio, e h(• è t•tdlr nt nto in d etti amma lati, pr• r c ui s i prolung-a nndw nPIIa n otte. L'A. ba.~andoil!Ì su n.le a11w oil:<<'rvnzioni f11tt e nPIIn f'Ji ruN\ nwtli1·~t di Ho~to<· k, dir<>tta da C'ullSCHA:\t~,N. h a nffmn tato il pmblema etiop ttiO!fl'n.-tiL·o d•·ll•t nil'tu· t·i a, cercando di giun~P t'P a d tn t.a inV·t-pn·t.azionf' piìt con<:lusivu cl.i n;,;a. D all't>l'l>«·r· vA.zion<' di trf' individui ricove rati in c linica. pi'I'Ch i: sntl, ·rc·u ti di m~r<,o k:<»i~l ltli f'i'Si tmo sofferen te a.nche d i a CCI'R$Ì c onvulsivi opi!et ti1·i in sè!!11ito a f<·ril a d' a nna dt\ fuoco riportata i.n guo rn~, intr't'P;;snntf' l'emisù·ro cert>bralf' d ,•stro con n wnziouo 'l<~l pro it't ti!{• nella part1' poi!U>ri om di es.<;o, a l clisopn1 df'l Cl'l'Y<' II C' t t <l ). rwi C'[ Un li constntò nictm·ia fo rt i;;..;im a; ùall 'os~crvazio ne tm Co t·a eli n Itri dut• a mmala ti, in cui nicturia e poli1u-ia -0rano l<'.•ll'~tt> ad alta t> liminP7.ionc> clj clon11·i. hn portRlo In. !ill a a ttenzion e s ulle a ltPrttzioni dt• l sistema n<·uro-vC'g,•tativo, che in tuli f.'O).!)!I'tti !!Ì O>!.<<ervano. Ancora la fr•,oq u(.'nto osser•vazio ne di llic hu·i a in individui n.Ht>tl i tltt tl ll•em gastrica, m a latt ia nd ctiop a t O!Z<'nesi tut.t.orn disc- usì"a, ma in cui i diMurbi ch•lla regolazione n euro-vcget.ntiva h a nno una gra nde i rnportanza, induce l'A. a. riwnere la n icturia com"' espressione di tuli d istw·bi e prec:ismncnt e di un
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RlVISTA DELLA STAMPA li!EDICA ITALIANA •; STRANIERA
a.umonta.to tono vagate, in quanto oramai può ritener-si come abbastanza sicura urùtzion•J favor•tmte la diur·~·si da pttt'te d<"l vago, sobbt,ne la rcgolazione n.Purovegetatiivn. dei reni non sia. st!~ta an.cora complctament<' chiarita. Cita in pi'Oposito un caso molto dimostrativo ùi Wl soggetto che per leggeri stimoli psichici aveva SE'rU>o di calore, hr.tdicardia. qualche v~rtighle, dolori addominali e diarrea; in coincidenza a tali accessi. eh<> pos.;ono dt•signarsi com<> vere • crisi vagali • })l'esentava. diuJ'esi abbondante c poi Ull(~ ructw·ia oviùent.e. Inoltre l'urina. abbondan- tement.e emessa aveva sempre pt>so specifico elevat.o (per esempio: 1030), per alto contenuto in cloruri. Tall'l osservnzione dimoatt·a in modo evidonte come la nictu• ria è llll sintomo, tra gli altri, di muucntato tono vagttle. Riwrnando quindi alle o:;.<>ervazioni prima riportn te dei tre soggetti con sindrome narcolettica, l' A. in bMe a considerazioni anatomiche. vicinanza dei centri del sonno e dei nuclei d'origine del V<l.go (diencefalo), ritiene di potor spiegare come d'origine centrale l'inve rsione del rit,mo urinario osset·vato nei suoi ammalati, como in quelli affetti dt~ ulcera, cioò in base ad esaltato tono vagate. Rileva quincli l'importanza che le lesioni dd die ttcefalo haruw nel determinil;mo della vagotonia e de lle s ind1·0rni ad t>Sl'<a collegate. il che risulta anche dalle osservazioni fatt.e in quest,i ultimi tempi da ClTSHING, il quale in rapporto a tumori, ad emorragie nel diencefalo os.<;ervò comparsa rapida di ulcera, che portò per lo più a. perforazione. Conseguentemente l' A. i.nt<'grando e meglio precisando l'opinione di QumcRE, ritie ne come debba sempre considerarsi di origine centrale da aumentato tono vagale, la nicturia che si osserva in cardiopatici e rena.li, nei quali, i disturhi del ricambio idrico. trovano rwlla nicturia. una misura di compenso in quanto durante lo stat<> di riposo e nella posizione supina, con la soppressione dello spasmo, la diuresi & favorita. R. d'ALESSANDRO. M. BRuU:. - L'lttero nella lltlasl~ del coledoco. ( c Klin. Wochenschrift •, 2 dicembr·e 1933). L'ittero OS.'3<'rvato ne lla litiasi del coledoco è nella maggior parte dci ca..si un ittoro meccanico, solo eccezionalmente di natW'a epatica. Non può ncgarsi che nella riu•nzione biliare da Jitiasi de l coledoco può aversi la pre.senza di un processo infettivo: si tratta per6 di wl8. infe zione che rimane localizzato. senza propagarsi alle vie biliari pill piccole. In generale basta un piccolo calcolo pE-r occludere il coledoco; a volte p~rò il processo si svolge altrimenti qun.ndo la circonferenza del c:>oledoco sia. aumentata in sèguito a un processo di colelitiasi più o meno cronica. Nel condotto cosi allargato possono mccoglier-si numerosi piccoli calcoli senza. arrivare alma occlusione completa. In questi casi può avetsi presenza di it.tero che p uò anche mancare o avere tm carattere intermittente. Nella pmtica si o:ssorva che variazioni nell'intensità dell'it,tMO sono precedute da e levati rialzi febbrili. avendosi in que>'<ta fase unti. vera e propria ooledocit.e, con un rip:onfiamonto (Ì<'IIo. mucoS>l che, rliminuPndo il lu.me de l canale, provoet\ l'occlus ione complt•ta di es>'o. Oli a.cccs;.i subentranti della coledocite~ relativo rinfOI'ZO de ll'itt.ero ne co><t.ituiscono um\ del le principali car·att~rist.iche, in contrappoi'liziqnp =~Ila !->ht bi li t h chE> ~i ha invcc<' nel la. occlusione delle vie bilia:ri da caroinom.a . M<'I'ihl eli t"W'r sottolim·uto il fatto che non ùi rado l'it.t.ero può mancare nella litiA.si dPI coledoco: essa si rende ,dlora. m!lnifcsl,}l con febbre e accessi dolorosi. Dw'IIDte qu.,sti n-cct•ssi l'li ha presenza di bilirubina nell'orina.. Secondo l'A. deve darsi il mMsimo rilio,·o ·~lla ricer'Ca dPlltt bilirubina. mentrP a.~i mono valore ht~ l'indagine sull'urobilina. Infntti un'a lt~;>raz ione epatica anche lieve pnò da.re urobilinuria meutrl.' »o lo un'occlusione del colr ùoco S>trÌ\ cnpAoe di aumentare in poche ore i~ cont.enuto de l s~tnguo in bilirubina che pnsse1·à poi 1wll'orina. Il sondnggio duodonnle hn tUla grande impor·tanza diagnostica olt.re che terapeutica. Il frequente succe~so che con es.<;o si ottiene, la ~comparsa della febbre e Ù1~ll'itt.e.ro sono la prova che l'ittero da litiul'<i del coledoco deve considerarsi di naturn meccanica, ca.usato c ioè da ostacolo noi condotto, e non da una epati t.o. Infatti in quo;.t'nltimrL forma il d~"'corso dell'itterizia vione solo scal'Silrnente influenzato dal sonda~ndo duodennle. Evidentcment.e questo. completato dall'istillazione rk·l >iOlinto di maj!ne,;io, ottil'nC il suo pronto efft>tto attraverso la rn.pida mobiliz-
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zazione d e l calcolo o forse anche perohè viene a.tte nuata la coiP-docite secondtlria cui si è sopra accPnnato. La. diagnosi differenziale fru itt~>ro epatico e it~r·o da occlu::;ione d e l oolec;ll)çQ può esso:>r agevolata dal carattere dell'epatomegalia. J\pl secondo caso l'in.gros.'!a· mento del fegato è pii'J cospicuo. può avere una improvvisa e rapida diminuzione da un giorno all'altro quando l'ostacolo o spontaneamente o per mezzo d el sondag· gio rluodenale vien e rimo!'!.<:~O per cui la bile che riempiva il fegato, come una spJ.rgna. ripronde il suo d eflusso nonnale. Egualmente il sondaggio duod enale è di notevol" aiuto n e l distingue rE> una fonn11 di calcolo~i del coledoco da una occlusione di esso dA. carcinoma per chè in ques t'ultimo ca~. specie ~ avan7.ato, non è possibile otte nere il deflusso d ella bile, contrar·iamente a quello che può otte ne rs i, come si è visto, n e lla litiMi d e l coll'(loco. Per qU{,I,nto non po88a certo negar8'i la grande competenza rlel Brulé nel campo delle i tierizie (i B'lwi primi lavori e~~epuiti con W i.tl<1l e Abrami rùJal{jono al1907) non sembra che in IJUeBto ~.<tu.dio recente sia stato sufficientemente completo.A parte l'inrla!Jine radiografica fiU. cui ha del ttuto sorvola.to è mancata una approfondita disumina 1ml· l'irnportcmw dei lavOri eli H. VAN DEN BERGH nel riconoscimento d&Jli itter·i e neU() loro eeatt« t:Ustinzione. Ne>n seml:n-i inopportuno questo accenno anc.he perch~ ultima· r~w.nte la re-azione di VAN D'EN BEROH t t~wta ripresa e cliscuHsa con Bi.stematica ampiezza, dietro euggerimtnJo del sen. L\'llc sF.LI, da DO.\UNICI e collaboraturi della Clinica Medica di Torino in studi pubblicati in c Ar·chivio pe r !e SciE>nze Mediche, 1933 •, che hanno ·pe,.m.uso di ridare wt rwtevole •Xliore a/.l<, reazione al di(l.zotlio nella. i11dagine e indi.vidu.azwne degl·i itteri a com·i nciare da •ruello dei neonati fino ai tipi più r.<mo· eciuti , em,oUtico e meccattico (n. d. r ee.). BEU'fOLt;C('l.
CHIRURGIA GENERALE LA'O WF.Rs. -
Trattamento chlrurglc·o del cancro vaterlano. (« J ournal de chirurgie • ,
dicembre 1933·XII). N'o:> l trattamento del cancro d PII'ampolla di Vat.e r, la scelta è tra le operazioni pallia.tive e l'inte rvt>nto radicale. Le prime consistono nel drenaggio eiltPrno o n ella dE>rivazione inte rna do:>lla bile. 1 risultati di quE-sti intE-rventi sono mediocri. in qnanto cht:> la coleciRtostomia dà il 70% e le un>lgtomosi bilio·intf'l!tinuli il 75% di mortalità, Re:nza dirP che gli ammalati ~occombono pit1 o me no rapidarnPnte alla evoluzion e progressiva d t': loro tumorP o alla infezione biliare. L'int.ervento raclicalf' consiste ne ii'Mpor't·azione del tumorE'. P er apprezzare nE'l suo giu.'!to valore l'operazione mdicale d e l cancro vatel'iano. bisogna, innanzi tut.t.o, distingu~ro le suo:> diverst' localizzazioni. I cancri vatel'Ìtmi si distinguono fra di loro non solttm to per la loro iltrutt.ura istolugica, ma, soprattut· to, per In. loro a,·oluzione. Il cancro do:>lla parte terminale d e l coledoco. quE>IIo df•l ca.n t•le di Wi rsung e rlella mucosa duod enale hanno la malignità ab ituale del cancr·o dell'intestino. con tendenza alla di·ffusione gnnglionare ed alle ffi('ltastasi. Il can· 9ro a mpollare vero, al contrario. è p er lo piil circo!<Critto e non hn te-ndenza ad in· teressare i gangli. Qu~st.i concetti anatomo-pat.o logici l't'lati vi al c!liilcro droll'ampolla di V~tter ci spiegtmo le rttgioni d e ll' indirizzo ch irurgiM che bisogna seguire ne l trat· tame nto di tale affezione. Sin che l' intervento d e bba praticarsi in due sedute od in una sola, il primo tempo deve consistere nella deriv~tzrone della bile . D e ve rigettar'Si il dumaggio all'esterno, che determina una fistola. p e rmanente e ftl>Stidiosa, a. cau.<sa d ella ostruzione della via biliare principale, o prefe rire l'antl.'>tomosi coledoco·duodenale o a..ncora. m eglio, specie quando la colecisti è dilatnta, la colecistoenterost.omia. Assicurata la derivazione della bile- si procede alla. eAplomzione della r egione vate· ria.na. ed all'ablazione d el tumore. La diagnosi sicura di natura e di sede d e l tumore può farsi solo mediante l'esplorazione intraduodenale. È necessario per tanto inci· dere il duodeno ed assicurarsi, con il tatto e con la vista, della localizzazione de l cancro. Come Ai è dett.o avanti, il cancro vero e pl'oprio d e ll'ampolla di Vater è cir· coscritto e non ha tendenze. ad inte reSSAre i gangli. . L'intervento operatorio deve perciò limitarsi alla semplice pa,pillect.omia, tw•· tando di comprendere la parete duodenale in tutto il suo spessore. G-
Gionta!e d.i m.edieìn<J mìlit<Jn.
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RIVISTA DEJ.LA STAMPA MEDICA ITALU.NA E STRANIERA
Nel trattamento di due casi di cancro d e ll"ampolla di Va.ter, capitati alia sua. osservazione, l'A. ha. applica.t.o i coneetti preced entemente espreSl!i, ottenendo dei risultati eccellenti, controllati a distanza di uno e di quattro anni circa, rispettivamente. Il solo fatto di avere potuto raccogliere due esempi di cancro vateriano in una clientela di p rovincia, sta. a dimostrare che questa loca.liz.za.zione neoplastica è più frequent-e di quanto si possa pensare. L'A. raccom~tnda in tutti i casi di ritenzione biliare persistente di intervenire e di a.'>Sie urarsi con lo scollamenw duodono-pancreatico e con l'esplorazione intra.duodenale d e llo. localizzazione de l cancro.
B:auMPT. - Le mlasl nella pratica chirurgia. ( « Bull. de l' Aca.d. de Mèd. •· t. CIX n. 25, 1933)·
La recente applicazione delle larve di alcune mosche nella pratica chirurgica. seguito. alle intereasanti comunicazioni del chirurgo amerit'!ano W. S. Baer, sebbene non disgiunta da un iniziale senso di sorpreso., ha r ichiamato l'attenzione degli studiosi e dei pratici. Con questo lavoro d ell'illust.re para.ssitologo le nostre conoscenze a l riguardo vengono ancor m eglio precisat.e. L'A. dopo aver ricordato le casuali osservazioni di antichi chirurgi sul beneficio apportato alle piaghe da la.l've capitatevi incidentalmente, riferisce come il Baer, durante l'ultima guerra. aveva. più volte osservato che t raumatizzai.i con fratture esposte e con gravi perdite di sostanza, abbandonati per più giorni suj campi di battaglia, quando avevano le piaghe invase da numerose l arve di mof<ca, non presenta.vano nè febbre nè segni di infezione. Inoltre, dopo la. pulizia d e lle piaghe stesse e l'allonto.namen w d elle la.rve, a.ppo.riva. un tessuto roseo e senza parti in sfacelo, com e avrebbe potuw ll.Spl>ttax'Si. P erta nw egli fu succe"sivamente indotto a fare in proposiw prima esperienze sugli animali e poi, dati i buoni risultati ott.exm ti, da.l 1931 ha comincia.to a.d applicare il metodo agli uomirn. D 'altra pa.rte suno not.e le gra"; lesioni distruttiYe che alcur.e larve di mosca possono causare (miasi di vario genere). P erciò è di grande importanza. la. scelta della. specie. Inia.tti numerose mosche presen tano un par11.ssitismo iacoltativo allo stato larvale; ma, a seconda delle specie, alcune larve attaccano i tessuti vivP.nti e sono quindi nocive. altre si nutrono esclusivamen te d ei tessuti morti e riescono cosl utili nella. detRrsione delle piaghe. Anche la mosca attualmen te preferita in chirurgia, la lud.lia sericata, in certi paesi riesce nociva: è quindi da penst.wsi anche a diversitB di razze. Bl'Umpt. descrive minutamente la tecruca d eU'allevamllnto di questa m osca come s i pratica nel suo laboratorio e la. maniera. di otte nere larve sterili. Queste larve si pongono sulle pi~tg(' in numero vario a seconda della estensione delle piaghe stesse: in genera le da 200 a 1000. Sulle piaghe in tre o quattro gionti esse raggiungono il massimo sviluppo e devono qtùndi essere allontanat~ per completare il loro ciclo vitale. Di queste a.pplicaziorti, con 24 ore di intervallo, l'IO ne fanno tre o quattro ed i risu.ltstti. specia lmEillte noi giovani, ~ono veramente buoru: le piaghe divengono rosei?. presentano buone granulazioni e c icatrizzano presw. Ciò a"-viene porchè le larve si nutrono del PU." e dei tessuti in sìacelo, provocandone l a colliquazione a mezzo eli proteasi, le qua li sarebbero emesse dalla bocca delle larve, secondo alcuru a utori; con le loro d eiezioru , secondo altJ'i. Il met.odo - naturalmente a.s.<>ociato alle comuni pratiche chirurgiche- risulta. particolarmente utile n elle osteomieliti e nelle fratture complicate. 2\IEN:NON.NA. .
TRAUMATOLOGIA PouZET. - Trattamento delle lussazionllnveterate del gomito. Tecnica della riduzione cruenta. ( « J oumal d e Chirurgie », feb b raio 1934-Xll).
T AvERNIER E
Ben di rndo, all'epoca attua le, a ccad e che si presentino alla nostra Ol;Fervaz ione oasi di luSF.a.zione antica del gomito, non ridotta, in quanto che In cura d ei famigliari ne ll'interesse d el traumat.izzato, specie se questi è giovane, e la preparazione d ei
R I VIST.-\ DELLA STA MJ'A MEDICA lTl•L.l .L"'A E STRANiERA
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m edici, anche di quelli che esercitano nei p iccoli centri, evitano ch e si proceda tar· div amt>ntR alla riduzione <>d a l trattamento d flUa lussazione di un 'articolazione cosi import.ant.e pt>r lR sua funzione, quale è qut>lla df' l gomito. Ben di rado questo ac· cade; c iò non di meno, o pt>r n egligenza d ei familiari o pt>r improprio trattamento, qualche volta occort'f' di dovt>rt' curart' una lussazione invett>rata d e l gomito e in tali casi c i si trova di fronte ad un problema di important-e f<Oiuzione, rjua.Je quello di adot.tar e il metodo chirurgi~'o più appropriat-o p<>r il ripristino della funzionalità di una. importante articolazione. Dai risultati veramente buoni. ott-enut-i con la l'esezionf' dt>i copi articolari, fino ad O!!gi si è- ritenut(l cht> tale intervento chirurgico foRse l' nnieo da praticarsi n ei cn~<i d i luf<sazioni invE'tl'rut,e d el gomito ed anche di qut>IIP piuttosto recenti e non pii:1 ridu : ibili cruentemente. Non bisogna per<'> gt'ncralizz:::re f' r(•goli\I"Si seguendo un cri· t~rio unico in tutti i c11Si. Le altemzioni anatomkht>. art.icolari t>. periarticolari, con· secutive ad un1~ lussazione d e l gomito, divt>rse a st>condn dell'epoca d~ll'avvenuta lussazione, giust-ificano pienament~ l' in dirizzo d(•gli autori d i rt>golarsi con m etQdO tl.ifferen te da. quello fino ad oggi seguit-o e di studiare i risultati ottenuti con il trattamen to che es.<Ji hanno praticato e propongono, al finE> di ottem•re dei risultati più vantaggiosi e dA.I punto di v ista anaromico e da quf'llo ftmziona.le . È noto come le lesioni ca.mtteristiche dì tma Juf!SA,zione ant,ica d E'l gomito varino a seconda d el t.empo decorso dallo spostamento. 'Cn primo periodo, variabile da uno a quattro mt's i, è caratterizzat-o dalla formazioni' d i prolifE>razioni ossee intorno all'omero e a qut>sto aderenti, con pe1·fr tta intt"grità de lle oflsa d ell'a.va.mbt·accio. Le p11.rti molli pcriarticolari. capsula articolai'(• t> muscolo tricipit<' sopratut· to. si ada.tt.ano piuttO!<to rapidamente allo stA.to pntologico, reÌrnl'ndosi: proli· ft-razioni fibt·ose riempiono la cavità olecranicae le foSAE>ttf' omerali in duf' o tre me~<i e si organizzano de finitivamf.'ntf' . In altri t om1ini, in quPsto primo periodo, non v'ha. alcuna d e formazione anatomica dellE' superfici at1·icolari. ch f' possa impedire la restaura.z.ion t' funzionale de l gomito: esistono soltanto lf•l"ioni d~>i t<"ssuti molli, peria.rticolar i. che rappresentano un ostacolo suscettibilt· di cSI"<'re eliminato per rime ttere le ossa. a. posto nellt> migliori condizioni. In un &'condo pl.' riodo invece le ossa si d eformano e le parti molli subiscono delle rctrazioni invincibili. Sulla guida di tali concetti relativi allt> alt.<-rozioni nnntomo·patologiche delle lussazioni antiche d el gomito nei due periodi anzidetti. g li AA. hanno pensato di app licare il mE-todo dt'lla. 1·iduzione cruenta n el tmttarnt?nto di E'E<."<' · Dai Iisult-t1.ti ottenuti in divers i ca,;i così t-rattati, dtlolla os.;et"Yaz.ion<· d~.-i I'i,;ultati ott.cnnti con i vat·i metodi di r es<'zione in casi pt>rsonali e compulsnndo le sta.ti l"tiche di altri an· tori, T.o\VERNIER e PouZET conc ludono che In riduzion e c r'Ut' nta. nt>lle lu s.~azioni ant-iche, datanti da meno di quattro mesi , nei fanciulli e nE'i g iovani, d~ rlei risultati ne ttamente superiori a quelli ch e si ot-tengono con le rf'S<'Zioni; negli adulti invece e nf'lle vecchie lussazioni dt1.tanti di\ c inque o Sf.'i mPsi.quando s i sono costituite cioè notevoli deformt~.zioni articolari e retrazioni c icrR.tiziuli considt>revoli. i risultnti d f•lla resezione totalP sono senzft dubbio supt>riori a qnt>lli dt> lln. riduzion e . Gli AA. completano il loro studio esponendo la tN·nica opcrnt-oria dt' lla riduzio· ne cruenta. Per a.ggn~dit'E' l'at·ticolazione 'cl('l gomito, incliscuti bilmt'nte lt1. ,·in di accesso posteriore è la migliort-•. C'on incisione ad « U » a bnse supt'rior<', s i d E'limita un lt>mbo cutll· ne'O eh(;> si ribat.te in a lto. Prima di aggredire l'nrtiro lnziont• è pnidt•ntl' liCf'l'Car(' nelIn doccia epitroc leo·olocranica il n<>rvo c ubita le, c hE' si isola f' si sposta a ll'intE'rno. Si procede qtùndì alla. sezione d f\1 tendine del tricipite , a l disopm. del margine supe· riore dell'olecranon con taglio d alle sue fibre a cZ •. Spostati in alto ed in bll!lSO i ca· pi tenclinei ~osì sezionati, si roetU• in evidenza la regione art.icolar e eonle formazioni p<'riarticolar i e sono così nettam ente 1·ile va.bili t.utte quellE:' a lt-t-rAzioni delle ossa e dei tessuti periarticolari. che abbiamo visto mpprt"sentano il substrato anatoroopatologico d e Uf' lussazioni d e l gomito datanti da uno t1. quattro mesi. Si libera. l'ar· ticola.zione CÙ\gli attacchi tendinei e fibrosi epicondiloidei ed epitrocleari e riesce così successivamente facile completare lo spostament-o delle superfici articolari e rPndere beante ampiamente l'articolazione. Nella cavità. articolarE.' bt>nnte è facile procedere alla escissione di tutte le proliferazioni O!'.«ee c connet-tivali, che limitano o impediscono il gioco articolare. E egualmente facile libt>rare le superfici ossee
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RIVlST.\. DEf,L<I. STAlltP ... MEDIO.\ fTALTANA E STRANIERA
dalle prolift-razioni co nnettiva li che rie mpiono le fossette omerali e la cavità sigmoide. Ridotta la lussazionP e disposto il gomito ad angolo retto, si sut.urano i capi del tricipite. Ri rimette a posto il nervo cubitale e q uindi si ribat-te il lembo cutaneo, che si sutura. con punti di crine . Immobilizzazione dt>l gomito in compl<"ta estensione. . Importante è il t1·attamento post-opemtorio, in quanto chE' bisogna E'Vi· taro l 'immobilizznziom• prolungt\ta. L'applicazionE' eli docce d eve e~re rt-golatn in modo da aversi una progro;>ssiva mobilizzazione d e ll'articola.zione. al fint> di raggiungere lentamente i grt1.di più alti di mobilità articolar<:>. Con t.ale t1·attamento gli A.A.., in casi di lussazione inveterata d el gomito hanno ottt>nnto ne i rAgazzi e n ei giovani dei risul.tati ("CCPilenti, superiori a que lli che ordiunrian:wnt~· si ottengono con i vari mt•todi di I'<:>!<c•zione.
RosA.
M. J. FrTrE. - Le fratture delle apoDsl trasverse della colonna vertebrale. (Socif·tà di chirurgia di Bwmos Ayres, seduta 8 novembre 1933). Quest.o lavoro è basat-o s u 14 osservazioni personali bE>n documentate (t·adiografie e misure) di fmtture de lle apofisi trasverse de lle vertebre lombari, di cui lO isolate e 4 assor.iat-e a lesioni dtJi c01·pi ve rtebra.li df•l sacro t> dPII' ischio. Il meccanismo di que!'!te fratture è controV<'l'!'O: !'!econdo alcuni sono dovute ad azione diretta, secondo altri ad o.zione indiretta (contrazione muscolare). La disposizione anatomica d("lle apofisi trasverse lombari. il fatto di non avere alcuna protezione ossea. e d i offriJ"t' larghi bracci di presa alle inse rzioni di forti muscoli (psoas-iliaco. quadruto· lombarf', uponE>vrosi posteriore d e l trasverso addominale) spiegano la freqm•nz>l d<>IIP frat.tnre di qn<:>>~t.c apofisi rispetto a que lle de lla por-.c.ione cervicale <' dor..all" e po,;sono far p BnS>lrt> più logicamete, ne lla loro produzione, all'intervento ctel mecc>tnismo indire tto, ossia al lo strappamento per contrazione muscohtre. I muscoli che in te rvengono sono il quadrato d ei lombi e lo psoas -iliaco : ambedue pnde1·osi e con ist>rzione fissa sulla p r ivi l'l sul femore. Quasi semprr si t rdtta di malat i Cttduti da un R. certA, altf'zza che ricevono l' ttrto sulla regione lombarf', s iA venendo a contatto col s uolo. sitJ. durant e le. traiettorin di caduta; altre \·o l te si tratta di corpi p esanti che colpiscono la regione dorso-lombare. T seg ni di qtH'St<:> l~sioni p ossono esser e immt'diati o tardivi. Que lli immerliat i sono: dolore cht> limita tutti i moviment.i di deambulazione, limi tazione d ella m obilità attiva di tutto il sc•gmen to lombare della oolonnn; presenza di punti dolorosi ps.rMnediani con indolot·abilità. t\lla percussione d e llE' apofisi 1!pinose. Questi sin tomi dolorosi possono scomparire dopo due o tro giorni. Un segno di importanza capitale, che si prCSl' nt.a nelln s ua massima f'\·iden.1.a. al secondo giomo, è quello de l d olorr vivo c hP si risq•j!li>t alla rt•giont> lombtH·e facendo fle ttere la coscia dello sll's"'o lato f'Ò oppont-nd o;.i 11 qtwsto movimento, con la pres.'!ione sulla rotu lo . So!!ni tùrdi ,·i: ft'nomt>ni mdiroiA.ri dolorosi dovuti a presenza di un callo esube>ranto ch e irrita il tronco n er\·oso chc passa pt>r il foro di coniugazione vicino. Naturalmt• ntf' l'<:>sam e clinico d ('n• l'sere corn•dato da t•a.diografiP nitid(", evacuando prt>viamonte l' intestino t> t••nendo pl'Psente che esistono comnnementu malformazioni d el ;<egmento loml>nn' dl'lla colonna lt~- cui bilateralità toglie ogni dubbio. La rima di frat.tnra. può cssf'rf' verticale. obliquu od orizzontale. Lo sposta· m ento dei franunenti varia a St'condu de lltt Vt.>rtobra lesa. P er le prime due vertebr e lombari lo spostamento è raro, ma, se esiste, tonde a prodursi in fuori ed in a l to, p er la terzA e la quarta lo spostamento è più fre quente ed avviene in basso c d m fuori, per la quinta il frammento si sposta sempre in alto. Cura : Ne lla tn<tggior parte di quE'Rti frntturati può bastare il decubito o riz'Zontale su un letto duro protratto pe r circa 30 giorni; n e i ca.'Ji molto dolorosi è neces.'>!l.ria. una certa estensione sugli arti inferiori. Nelle fratture d ella quinta, quando vi fossero associat.e dis locazioni dell'articolazione sacro-iliaca è indicata l'immobilizzazione in appal'flcchio gessato. Nei casi antichi la persistenza d ei dolori obbliga l'asportazione d e l sejZmento fratturn.to. PLASTl~A .
RIVISTA DELL A STAMPA M'EDICA I TALIAN A E STH •\ NlKRA
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PSICHIATRIA T. LlND.NER. -
Sulla questione dell'etiologia e della patogenesi della schizofrenia. {Zeitscb. f. d. g t>s. N our. u. Ps., vol. 146).
Le t<'orie sor te a chia.r imen to ò e ll'e tiopnlogf'n e;:;i t.lt•lln. schizofro:'niA. pos...,ono ripartiNi in due ~t·andi gt•uppi, a seconda. che s i proced a dal presuppos to di fa tt,ori f'ndog:en i o da. que llo di fattori C'sogeni, come esi:<t<'n t i Rlla btl;:;(' d e l processo m orboso. Nf' l primo gruppo (ft\ttori Pndogf'ni) si ~tmovc•t't\no sopra t.ut to le causo e redit arie t' i disturbi endocrini; m~l secondo . inveot'. rir n t l'llno spccia hnf'ntC' lf' cause tossieh e costituit•' d t\lle infezioni locali ( inf~zioni d 'origin e int..,stinn lP. tuberco losi, ree.). Il LI :-< ONF.R, d op o a ver ricordato ch e è m eri to sopra t.utLO ù C'gli nu tori ted eschi l'nv<'r insist it o sull'importanza d(•lla co;;titnzione p ato logir n ( KRETSCHMER) e <Ie lla d isfunzionC' ghiando la rr ( \.VILLMA..~S ) JX' l' In w·n csi de i PI'OC'<'I'Si l'.ChiZO· frf'nic i. m entre a l contra ri o, il con ct' tto d ' una d pm nnza prP<'O<'l' tom (• ttffC'zione t.oR.;; inlc ttiva è stat.o ><oste nuto prf'Vl:tlcnt l' mf'n tC' d tt au to ri ing les i r n ord -am r ri cnni P da l nostro B usr-ATNO. t r ovn. l' una f' l' oltnl concC'zionP t r oppo unilat.C'ntlf' . <:osì, in ra p por to n ll' ult.ima f~t n ot u rr chE> a ltt sp ecificit à de l m od o di r eag ire d e llo schizofrenico s i può spiPga re ben difficilmen tf' soltanto cl n l ~nra t tt're dt'll'ngC' n t<' infe tti vo •, in A.lt.ri t-ermini . ch e un'ioft zione cons iclPntta di pC"r Rè sola non può p~sp r(' in g rado di p1·odurre i pa r t icola ri q uadri m o rboi<i est.rPma nu' n te complieati . fJ tWii ci V('!lgono o fft'r t i d o.lla schizofreni.~ ne llE> !'IlE' di vt't'SC' formE'. P er q u<'l ch e ri g uHrd a le teorie che ammett o no un s ul>stru t o or·ganico pe r la d em enza. p•·ecocC', ra m m<·n ta che l'an a tom ia p atolog ica, fìno ad oggi, n on h a ~op<1rto n f' l ct'rve llo a ltC't·nzioni u sp Pcifìch e. " per la s~bizofren ht t'. co m e rC'pPrt.i istologic i. n on si son o rng ginnt ì ch e qua dri affini a que lli p r<'sPnta.t.i da t\l t ri proc<'ssi m or bosi. T a nto è \'E'l'O ch e, ancor oggi. n ei pn<'si tedeschi si discutf' "~' hl schizo f,·cni n- debha ('S><(• re con;;idr rnt n com E> rn fdnt t ia p tll'fllllE'n. te hmzion a le o inY<•cr organica . problcma ch o:' - ch\D p iì• a l m eno -· si t r usc ina d n. o lt.rC' C<·n to nnni c al qua.ln n o n è st n t n d ata a ncora una ri!<p<'>st.tJ dt·ci~i v n, t anto c he il C'r.AUPE in Frnncia si !'<'ntf' a utorizza to a n cor Of{~i n suddivider e questa psicosi in du e> vari<> tÀ, a seconda d t> l d ecorso piì.t o m " n o fa tnle di f'ssa ($chi :ofr ell ia: v arie t à snsct>tt.ibile di r<•mi;:;sioni ; rleme~tl ia p rnecu..:, n\J'ict à. a. d ecorso in C'SOrtlb i lml'nt C' progi'('SSiVO). L' A. si confP><sa pa rti g inn o d elle t~orit> eh <' osscgtlr.n o >li si:<t ••ma en docrino una pMtfo pt·e va lont.e p er lo ;:;viluppo d e lla d'' mC' nza p r('<'oce, ri cordando lt\ frel[llentc co ncomita nza di stndi di sC'nrlocrini ci in mala t i a tTC' tti da schi zoft enia (distiroidismo, . SHrrC'na lif'mo, ipow· nit u lismo, C'CC. ). Il fat.t o bt• n n oto, che mfPzioni comC' la t ub<'r C'olosi s'alte rna n o ;;p (';:;so con pou.aaie.s !<Chizo freniC'h e, può csst're D1f':<SO in rc lnzion e con un ril (~>'>i"amento d ei pot el'Ì immuni ~ari , in rttppor to a n ch 'e;:;«o con dis funzioni ••nrlocrine . L 'tsi st•' n:ta d'una, dC'bolezza pt·imit iva plurig hinndolt1 rc> d el s ist ema. a St'CrPz ion C' int.,rntt, rurunt>ssa. dall' A., d à p ure la spiPgllZiont:' d r l fatt o ch e ht stcssu infe zionr locale l pE'r es. intr!<tinnle) in un cPrto orgtmi~=;mo può darr m 11.nifest nzioni bt•nignt <'h C' pnR"a no pn•:>sochò inos~ rvntf', in un a ltro . e ndocrinmn en te alt.omt.o, va tt costit uire il gPrme cl' una d em en za precoc(', ag:e ndo cla « att i\'at.o rf' ,. d e i proct•ssi biochimic i ohe son o nlln hnSC' d E'Ila psicosi .,;chizofreni cA . Q11e-"t A d e bo lt'zza primit i\'A rl c l sii't l'm A t'nd ocrin o s i concilicr cbb(' m olto b('n e con la t.t.•oria chC' fa de lla costituzi()nC' il fattor(' p rC'vn J..nt t' p t"l' lo sYiluppo d C'IIo. s éhizoft·C'nia po ichè . com t di<'f' il LTND~l': R , In fo rmuln C'ndocrinn di un picnico c icloide n on è ce rto p aragonab ilc con qm' lln d 'tm lep t{);;~1m i co schizoirle, in cui si • può a mmett r N> indeboli ta la t·esii't<'nza dd lc C<'llulc gang lia ri a ppunt.o p er i clisq ui!i b r i ormonici Pl'.ist('uti. L ' A. in tal m odo, ri con <>scPnd o da una pa rtC' l'i m p or tan za ddi C' infczioni locali ( f>tttor~ esogt>n o ). d n.ll 'alt.m l'infi11Pn:M f•rr d o-d t•g•,n erntivt\ <' que l In data d a.lla cos t.it ~tziont> , rappresen t ata prf•vtllr n temt"n tc d a lla formulo Pnd ocrina. e d nl tipo di rC'a z•ooe d e l s istcm •\ vegc tntivo (t'a t.tore <'lldO!Z•'n0 ), nll:cgrupp >l lt· divc-r::;issimt> opinioni ch e v i son o a U'orig ine di questa m a l.ania in tum sola e unit>Hia conCC'Zion c . ConcezionE\ che , n on p <"r quC>st o, f!iAmo aut orizzati a ri tt'n r re p itt •J.CCr N litnto . ~in per l' ignora nza in c11i \'ivinm o el i troppi IAti nn cor ll oscuri d f• l problc>rnR, s in pe rehè lo !'tfo rw ia r t.o d a ll ' A. di con cilinrr i n t t e lf' d ottrin P. in una solu eclPt t ica cho tut.t e le compnmd a e n essuna ne t ra lasc i, ris,•n te m o lt.o d e ll'ntti11ciosità (' do·ll' it·i eultò .
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RIVIb'TA DELLA STAMPA lllEDlCA ITALIANA E STRANIERA
È bensì ve ro però. ciò clw dicf' l'A., che cioè il creare di continuo nuove ipotesi nella scienza,pl"nuett.P di porre il proble ma sott,o succe;;si, ·i nuovi aspt'tti. raggiungendo in esso angoli visivi sempre pii• ampi. E sot.to questo plUlto di vis ta gli si deve rendere il mi.' rito di nn"re esposto il problema con chiarPzza e comple tt•z"'a non tralasciando di toccar<• n•'ssuno dei divers is...imi punti ~ht" sono stati messi in luce dai numoro;;i rict'rcotori e studiosi dell'ar~omento .
OFrALMOLOG.IA GI.u.'NANTONI t• PossE~"TI. -
Sintomi oculari nella tubercolosi polmonare. (Annali di oftalmologia e clinica oculistica., novembre 1933-Xll). Gli AA., in rift\rimf'nto a studi p•·ecl'd e n t i di altri inda~~:titori, hanno ricE:>rca to in soggetti sicuraroenw >1fft>tti da tubercolosi polmona1·e, alcuni sintomi soggettivi og~ettivi e funzionu.li dd l'organo visi,·o, comt• t• lenwnti probativi per la diagnosi di inft'zione tubercoiMI". All' uopo essi hanno condott t• lt> o>~>~N·vuzioni s u 150 pazienti. Nel 72 %dei casi OSS<'rvati ha nno rilevato un numt>ro di c iglia di molto s uperiore al normale, e nel 61,33 % anche una maggio•·e ilmg lwzza d elle stessE>, conf(:'l'ruando qua nto era già stl\to nwsso in rilie,·o. Nel 16 % e nel 19,66 % hanno rile, ·at.o la pre. sew.a riRpettivamt'ntl' di orzaioli e calazi. " ne l 36 % d t>i casi una ble farite o un semplice arrossamento d e i bordi p11 l{>('brali in giovani snggetti. Ne l 64 % d f' i c11si hanno tro,·nt.o prest>nte una nnisori><mia provocRtA., e c ioè una maggiore dilatazio ne d i:' Il A. rimR pa lpe b•·~tlt>. prE',·ia instillazione di soluzione al 4 % di cloridra,to di CCJcainu. dal lato d ell 'offf'zione polmonar~ e dal lat.o pih grave nei casi di forme tubercolari bilAte rali. affermnndo quanto ho già rilevato il SARNE LLT ~ Inoltre i d etti AA. ha nno riscontrato una cong iunt iviti' fli t tenulare nel 22,66 '}0 d e i casi, e la pre~enza di follicoli ipertrofici rle lla congitmtiv>l, specie agli angoli, nel 30 %· Nulla di interes.->an te ha1mo rile va to a cat·ico d t> lle funzioni oculomotorie e d elhi comeu . Dttll o s tudio s ulla eteroc romia d ell'iride gli AA. ha nno risconti'I\· to una d epigmentazione corrispondente al lato colpito o il pit• colpito nel 17.33 ~o come è s tat.o rilen\t.o da a ltri. I riflessi alla luce. a lla COI\\'ergt~n:za ed alla accomoda· zione ha nno presentat.o rari&'! imamente un l ie vo torpore ( l O casi s u 150). Gli AA. huuno inolt re indagato sulla anisocori•l >~ponta nt>a , la quale era pt·ownt.e nel 50 % circa d ei cao;;i o>sN·vat.i. e prPcisam~nte una midrias i in tutte le forme lieovi di tubEOrcolo::~i , e tra le 50 osserYazioni con lesioni gnwi. 38 presentavano midrias i e 12 invece miosi. ~Iidr·iasi e miosi erano ~Pmpre pr<'St>nti dal lato d el polmo· ne colpito o il più colpito. Ri cPrcando l'anisocoria pro,·ocuta, preda ins tillazione di idroclorato di cocainR al 4 % in e ntrtlmbi g li occhi, gli AA. ha nno constate.t,o una maggiore di>mguag lian7~ d el foro pupillt\l'e nt>l 50%, poco più tra quelli con nni8ocoria spontanea, e t ra qut> lli in oui que:'lt'ultimu e ra negttti"a, invece lu. proYocata era. presente ne l 65 %· La midrius i pro\·o<'.ata in q uei casi con midrias i spontanea assen te era più rapida e duratma dal lato d e l polmone colpi to od i l più colpito. Nell'85 % d ei casi hiUmo riscont•·at.o una ectopia d e l foro pupillare in d ent.ro. I noltre i d etti AA. hanno fatto sugli infermi le s1•gut>nti prove. La prova di Va lsava (espira.zionc for·zata a bocca chiusa e con nnric i nwvicinauo) era presente nel 21,12 % d ei cas i con anisocoria spontanPa, ne l 42,30 % dei CMi con anisocoria provocata presente, e cioè aumt> nto d Plla dilatazione pupillare . La prova di H e r· ma.nn (differenza d 'ampie7.za del!~ pupille d e i t ubercolotici polmonari in seguito ad ingestione di 5-15 gocce di soluzione al 0.1% di solfato neutro di atropina) fatta su quelli con anisocoria spontanea e ra positiva in poco meno d!' Ili\ metà. La provA. d e l S1'JRGRNT (instillazione n E'l Racco oongiunti,·ale di una soluzione a l 2 % di solfato neutro di atropina) era positivG nell'So %dei oasi, cioè ritardo nel rit,omo del foro pupillare alla sua norma le ampiezza nel lato d el polmone colpiw. Inolt.re htumo tro· va to presente w1a ast.e nopia accomodati va nel 76 % d e i Ctl:>i esaminati. L 'esamE' d e l fondo oculare non ha messo nulla in rilievo. I d e tti AA. fìni~cono p er couclude re che accanto a. s int,omi oculari di alcun nes· so eziologico con la tuberco losi polmonare, quali que lli a carico d e lle ciglia. d e lle p tllpebre e de lle congiuntive , sono invece da pl'l:mdere in seria considerazione que lli riguardanti lu ani~ocoria sia s pontanea che provocata. Questi sintomi a carie<r ' d e lla. pupilla se da una parte non nttt·Ol'izzano ad nffermo!'e l'esistenza di un processo tubercolare d ei polmoni, ser viranno però a fare sospt>tture l'iu[(•zione o ad 1\Yvalora re n.lcun i sintomi di p•·? btlhilitir.
CIIFUEIZE EDIIISTRllllll CLIIICBE IEBLI DSPEDALI IILITIII ELENCO E SOMMARI DEGLI ARGOMENTI TRATI'ATI (Dal proc"al verbali pervenuti alla Direzione aenerale di 8anit1 militare nel febbraio 193~-XII) ,
&'<CONA. - Tenente colonnello medico Gumo FELICIANGELI: La patologia del ritmo -in rapporto al ~ti8tema eccito-·motore del cuore. L'O., 'p ermesso c he la conferenza d ebba es>~ere con.<;id~'rato, quale prologo necessa.rio ad altre ohe seguiranno s ulle mala.tt.ie de l cuore, dopo brevi accenni all'anatomia e fisiologia. dell'organo in rapporto allo l'IViluppo embriologico del sistema. eccito-motore, parla dei principali disturbi de l ritmo cardiaco e dimostra. il nesso di tutta la patologia del ritmo stesso con lo sviluppo endo-uterino del sistema. Accennando p oi all'elettrocardiografia. ed ali(' moderne vedute sulla te rapia. d ei d isturbi del ritmo, dimostra che anche es.'!a, par es..,ere logica " proficua, presuppone le perfetta conoscenza dell'embriologia e di tutte le formazioni del sistema eccito-motore incorporato ne l miocardio . BoLOGNA. - Tenente colonne llo m edico A])o"TONIO JAPOCE: Urogra{ia ascendente e di~cendente. L'O. esposta l'imp:.>rtanza d'31la urografìa nella diagnostica. urologica, parla d ell' urogra.fìa ascendente eseguita a m~zzo della cistoscopia, cateterismo degli ureteri con sonde opache ed iniezioni di sostanze di contrasto (ioduro di litio) e dell' urogra.fìa per via endovenosa. o di.~cendente con l' uroselecta.n B . Espone la. tecnica dei due procedi.m~nti, le indicazioni dell' uno e dell'al· tro, le contro-indicazioni di ciascuno di essi, ricorda. le varie sostanze di con· tra.<;to usate, sofferm9.ndosi spec ialmente sull' ur.oselecta.n . Fa. presen te gli inc i· d enti ed i p~ricoli d ell' uso d ':llla sostanza. di contrasto, specie ne lla. pratica. dell'uro gra.fìa. r.:~trogra.d!l nella quale questi incid<Jnti dal se mplice dolore lombare por la distensione del bl.cinetto, vanno alle em!lturie, alle nefriti e morragiche, a. quella a.p:>i<temat<>sa., a.i casi di collasso, di intossicazione leggera o grave per a.'!SorbirnJ nto d el liquido di contrasto (riflesso pielo-venoso ), a qualche ca.so di decesso d ovuto ad azione inibitoria nervosa d a. stimolo partente dal bacinetto. Fa rilevare l'importanza dall' urografia discendente con l'uroselectan, per lo studio d ella. funzionalità del rene. leg<~.to all'inizio della. comparsa dell'immagine radiografica e alla. durata di essa sulle prove radiografiche, più che alla intensità d e lla. immagine stessa. Infine stabilisce i termini di p1.ragone tra. l:a. pielogra.fìa ascendente e quella d iscendente, facendo rilevare che quest'ultima no n può sostituire la prima., nelle altre prove di ind'lgine urologiche, e che tutte si completano a vicenda per gli scopi clinici e tera.peutici urologic i. Mostra le prove radiografiche dei due tipi di urografie eseguite in un amrna· lato nel quale la. p rova discendente aveva. m esso in evidenza lieve ingrandimento ren 'l.le sinistro, con ectasia. del bacinetto corri~pondente, ed arresto dell'ombra d ell'uroseloota.n al colletto uretera.le, tanto da. far supporre un ostacolo del lume ure terale, cosa. che fu esclusa. con la prova retr,ograda. eseguita. con il sondaggio ureterale con cateteri opachi ed iniezione di una soluzione di ioduro di litio. Nell'impossibilità di ammettere, ne l caso in esame, un ostacolo meccanico n e l colletto ureterale di si.nistra. di .natur& calcolosa., infiammatoria post-traumatica., ecc, facendo difett-o i dati clinici, semeiologici e la. storia c linica. de l paziente, l 'O. ammette l'esistenza delle cosiddette spine irritative in rapporto ad alterazioni .neuro-muscola.ri od a. stimoli i.nibitori sull'uretere per la presenza di vasi anomali, arteriosi polari i.nferiori, capaci di dare turbe dio.a.miche pielouretetali e consecutivo ristagno, senza che la ritenzione pielioa. possa. mettersi in dipsndon"ta. di ptosi ran~le od in5inocchiamento ureterale sopra. il vaso anomalo.
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00:!'.7ERE:SZE E DIMOSTRAZIONI CUNICHE E CC.
Agginnl:(e che negli ammalati con tali turbe non si st a biliscono vere e proprie i<.lronf'frosi ma as.c;i soffrono di crisi dolorose accessuali interpretabili come crisi di idmnefrosi int.e rmittenti d a ritenzione spa.<<tica funzionale , c he 8ono preoo<.lnt~ da sindromi vaghe oddomina.li gastriche o coJit.iche a tipo spastico. così come
Hi ara avuto Rgio di riscontrare ùallo studio clinico dell'inf<'l'fllO capitato alla. pro. pria O><SI'I"VA.zione e nPl quale. nnche a carico del tubo dige1>t>nt.e. ;;i riscontrarono
now cliniche e radio logich e di natura spastica. :\fnggiore medico prof. GrOVANNJ Prccou: Un caso di neurvpolimiosite ac·u ta consecutiva a morbillo. L'O. rift'risce di un ca.">o clinico inU>res.'S,nte. TrattAsi di un ufficiale superior e de l R. E. il quale venne ricoverato all'ospedR.le per una forma morbillosa a cui seguirono subito poi distm·bi di carattere generale quali: ce.falea, ma.IE'l;.'lere, gastrite, risentimE-nto renalt', lie ve ingrandimento della milza, temperatur a febbrile, e m>mifest.t~zion i nevritiche ma sp;><!ialmE'nte miositich o ch e s i estesero progressivamente a gran part~ d ei muscoli del tronco e dogli a,rt.i, che si presentavl\no leggermente tumcfatti, molt.o dolenti sia spontane>~.mente che a l contatto e 11.1la. pre;o;.o:;ionE'; i movimenti E'rHnQ dPI tutto impediti, i tiflt' i!Si tendinei diminuiti: vi e rA. ip('restesia tattile e dolorifica nE'Ila cute corrispondente. L'O. d.;tt.a la sintomatologia prt·sentat.a. e t~nuto conto spef"ialmente d e lla. for·ma morbillo.«a che aveva precf'duto, hA l'it~·nHto •·avvis1u·e neJ quadro morboso su 1tcCP1mato. una fotma molt.o rara g ià individuata dal \Vagne•· ne l J 863 come malattia inl't•ttiva acuta che colpisce elettivament-e il tessuto muscoiM·e. e descritta poi da Unverricht ne l 189 1 e dali'Odler e H offmann nel 1894 e che il Gouget ha potuto const~ttat.e e><s~re prE'cE'duta Sl'mpre dalle inft>zioni o di grippe, o di f<'bbre puc rpera.le. o di m o rbillo, e che a s<>cond~ d f'lle manifestazioni c liniche si dividf' nelle vttrif•tà di dt>Jmato -miosit,e, di polimio>;itf' emon-agica, di neuromiositP. Nf'l ca.«o in esR.mP si trattava di una forma di n euro-miosite che volse a gtwri~rione con pochi reliquati. · L'O. dopo d i avf're accPnmato ai v ari g<>rmi che p<"r PSSI'I'P stati isolati v ennero imputati dai divc-r.:;i autori gui\.li ttgt·nti f'tiologici. A-lla evoluzionR d e lla mala ttia, t~lllt durata, a i pos.~ibili Psit.i. ai criteri diaf,..>'TlORtici P alla prognosi che spes.«o è ;;ìavor·l:'v oiC', qnttndo sp('Cin.lmente vengono colpiti i muscoli r<'spira:tori e il cuor e. ' parlA. b rf'vemente d Plle 11ltcrazioni anatomiche rlelle fibre muscola ri e n ei"Vose colpitR, risrontrat~ in quei pochi casi in cui fu fatto l'esame iRtologico in St'guito a biopsia o n utnpsin. -
Un caso lli angi11<1 clello Sclmlt:: a reazione linjocitica.
L' O. r iff'ri;;cP !mi c~\..~0 di un milit.nr·e il qunll' ei'A stuto ril'O\'o~wttò MI ft>po.rto n1C'<lioo prel-;t>ntanclo la s<'guPntE' s intom ato logia: modico stato fE'bbrilt•, ingrossllnwnto mnnife!:<to ddlf' ghinndolc> dt>lle comtmi Rtazioni linft~ti('hr, lieve 1\tLmc-nto di volume d Pl f,..r.mto. splccato ing randimento d <?lla milza. anJ,rina con <"ssuda.to bianco·grigiastro al solo lato !<inistro. :"Ostf'nuto da flora n!\tte rica banale. L'esame ct.·l sangu<' ha mes~o in evid<" nUt li<>vi;;.~imo gntd o eli smemil'- src·ondaria.. Leucocitosi 1 15.000). n!'utropeniA (::!0°~). linfocitosi (!'iS 0 ~) . Asst'nZt\ di io,·me atipiche e immtttu•·e. ~rglltiv i i var·i e,;ami di laboratorio. L 'rsamf• istololcico di mw. ghiandola. asportata mediante biop><in. h ll m l?i'so in evidt>nza. lln'iperpla.«:in linfocitari a.D opn t\k nni giomi d i d "gf•n?..a, lo condizioni dl'll' infl'l'mo andarono gradualmente f' pro!!r··!'<.'<ivnml'ntP migliomndo. ,.;comp>t l'Pndo rlapp•·ima la t•· mp<'rtttura fPbbrile, qnincli i fatti anginosi . •·PgredPnrlo poi'rit~ ](' t.ttml'fnzioni ghiandoJn.,·i e il tumore ùi milza fino a rito,·mu·P al lP condizioni normali pr·imitivc. L a leucocitosi e la linfocito,.;i pPrdurarono invect> pe•· div<'!'1';0 t~mpo ancora e poi 1·:-nta mPnte andr.rono rt·grl'1l1·n1lo . L'O. pa.s:mndo in r as.<;PJ!l1R i vari procc·ssi morbosi chf', rl!lt A. la sintoma.t.ologia. potPvano f'SS<'l'P prN;i in Sl!ria cons idernzionP, quali i granulomi. i processi lE>uCl·mici 1: l'nn2:in"" a!ft'anulocitica d Pllo Schultz, dopo aver m e><so in eviderrta per la di..;:!riminnzionr dinJ...>'Tll);;tica l<' vArie molteplici rngioni pf't' lo quali si dovt'va t•liminan· R<.· nza !tlcun dubbio l'ipnt,.~i ck'IIP forme morboSI~ ~uaccennatt>, ha rivolto 1'1\tt<'nzio.nc su rli tm'a itrn sind•·omP individ11at a pochi anni or sono dallo sv·s>'O S:::hultz P. pt·;·ci~AmentP l'nno:inn a t·~·nz ionP monocitica. la cui sintomato-
CONB'ER ENZE E D L'IIOSTRAZ10NI CLINI CII E ' ECC.
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logia e il cui decorso sono perfettamente identici a queU i presentati dall' infermo in esame ad eccezione della formula ematica deUa seria. bianca caratteriz7.ata. n el caso in discussione da notevole aumen to ne lla pcrc<>ntuak dei linfociti maturi invece che di monocit i (mononucleari grandi, fmmo monocitoidi, flndot.elioidi, ist iocitarie ecc.), costituendo ltt così d etta varietà. di angina a. 1·e.azione linfocitica.
Ma~gior·e m edico Luroi Cl-:LLJ::-11: Un caso di pleurite cliaframmatica sinistra seguita d<t empiema.
BRESCIA. -
CAGLIARI. - Primo capita11o medico GrusEPPE AIELLO: Ofìesa e difesa nella guerra
chimica. Dopo una breve premPssn sull'origù1e di impiqzo. ntt.nWt'r"SO la !'<t-oria, cl<'gli aggressivi chimici, sullo sviluppo dE-ll'Arma rhimica di\ l Hl! 4 ad oggi. sui principnli m etodi di uso per l'utilizzazionE" tnttica e sulla rlt1.~ifir.azione a seconda d e lle proprietà fisiche. impiego militare E-d azione patogena, l' O. ne lla prima parte s i intmttiene sul m eccanismo d i azionP, fisio-patologia e ·sintomato logia degli aggrflRF<ivi chimici a pn>valent.e azione Mfi.<<sitmt,l", vescicante, irritante e tosAica.
Nella SP.conda parte si or-cupa dt>l pronto fiOCCOI'SO e tf>t·apia. f*r i gassati, con particolare riguardo alln difesa 1\.ntipritica. Dopo aver<> e!'posto i mezzi di difesa e prot(•zionP, individuaiP P. collP.ttiva, s int.etizzn i còmpiti dt>l Corpo Sanitario nel <Jl;nHiro di una l'vPnt.uaiE> gut>rra chimica. -
Capitt~>no m edico df'lla R. l\Iarina )fAmo \1.EMENTE: La tubercolosi nelL'ambiente militare nwrittimo e la profilassi antittrbercolare.
L'O. <>spone che ltl. tubPrcolosi polmonare ('d l:'xtra- polmonnr-e prPsenta n e ll'ambit-nte militn.re marittimo de lle per<wntuali più alt<' eh(• non n r ll 'Escrcito, quantunque infer iori a quelli:' dell'ambif'ntR civile. Le cause sono rap,pr<'se ntate da. fattori ambif'nt>tli dovuti t\ll'ambientc int~rno Pd esterno d e llt> navi, a fattori di lavoro (per cui v·n.r-ia la p~•rcontuale a seconda, d elle speciali cA.tegorie di marinai), a fntt.ori indivitluali e cioè rlovuti all'individuo che si armolA. ed alla diversa proveniPnz.a dall 'ambiente c ivile . L a profilassi antitubercolari:' si deve b asare sulla istituzione : di m Pzzi a.t.ti ad impedire ringres."o in Marma eli p ersonale malato o comunque fisicamente tarnt.Q (reclutamento); di m ezzi atti ad ottenere il pronto depi8ÙI{le d i'li malati (centri diagnostici ospedalieri\ con radioscopio di oriPntament,o. radiogrammi con visit.e periodiche a tutti i militari. compr-esi ufficiali e :>ottnfficiali; <li mezzi att,j ad impE>cl.ire il pi\SSaggio diretto d ei militari malati n t:>ll' ~m bi ente civili• (l'icovcro dei malati in sa.natori militai-i e civili); dell'assicw·azione obbligatoria cont-ro la tubercolosi. T f!n'}nte medico OrTAvro P.<\NSF.rtA: Cem1i storici !JUlla profilas!Ji immunitaria d elle nw./.attie infeUive. L'O. ricor<b i primi tentativi di profilassi immunitaria delle malat.tie infettive fat.ti n ell'at\tica. AsiA. e n toll' Africa, ed arriva fino all' 8° seC'olo, epoca in cui la vaiolazione è introdotta e diffusa in Europa. Dopo aver suddivisa la ::~toria de lle immunizzazioni profilattiche ne i quattro per·iodi d~:~lla vaiolaz.ione, vaccinA.z.i one J enneriana, vaccinazione Paste uriana e vaccinazione con germi uccisi, estratti battel'ini ed immnnizznzione passiva; accennato allo scopo della pmfilassi immunita.ria che concordt>mt>nt1~ A.llf' altr~ misure igi('niche Cf'rcano di p1·oteggere l' individuo contro una d eterminat.a malattia infettiva; cita. i diversi metodi e tecnica di immm1izzuzione adottati dai vari popoli, dai tempi più remoti fino ad oggi. Ricorda, cronologicamflnte, i molti sostenitori e studiosi de lla profilassi Ìln· munizzante delle malat.t ie infettive fra i quali: Emanue le Timoni, G. Palarini, lady \Vatley-Mont.Rgn e ed Eduardo J \"nne r con la vaccinazione antivaiolosa;
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' COI\7ERE!!o"ZE E DIMOSTRAZlONI CLUilCBE ECC.
P asteur con le vaccinazioni anticole rica, anticarbonchiosa ed a ntirabbica (mettendo in evidenza la d ifferenza t.-a il metodo di vaccina zione P al!teuriana ed il , m oderno metodo F ermi); F erran col vaccino anticolerico ed antitifico; Behring con l'antitos.'lina d ifterica e K itasato con quella tetanica; H affkine col vaccino antipestoso; Shiga col vaccino contro la dis.c;enteria bacillare; e. dopo averne ennmerati altri, arriva fino al 1902, epoca in cui Marogliano vaccina. contro la tubercolosi. Accenna infine a l metodo di vaccinazione per via orale alla Besredka, contro il tifo e la dissenU•ria: alla vaccinazione amtitubercolare per via orale col bacillo biliato di Calmettto• t' Guèdn; ed in ultimo .alla vaccinazione contro la scarlattina col nuovo metodo d<>i c·oniugi Dif'k. GENOVA. - Tcnent<· ml·clico L uw x CANCEB: Organizzazione generale del servizio sanitario in pace t'd in guerra. -
Tenente medico VINCEN7.0 MOLAI0":\"1:: Guerra chimica.
MESSINA. - Primo cnpitano medico GIUSEPPE PERRICONE: Emabcria da cont'U8ione del rette Binifttro. L'O. presenta un sottocapo di marina r·icoverato d ' urgenza ne l re parto chirurgico in istato di shock. Poco prima egli f"ra caduto in S. Barbara dallu, R . Nave Pagano, hattendo su di una lamie ra il fianco sinistro. Una prima min.zione e ra. composta di san~ue ros::;o, quasi puro. Non presentttndo l'infermo s intomi ehe pe rmettessero di diagnosticare una rottura esteSI\· de l rene, l'O. iniziò una cura. di at.te;;a. Infatti dopo tre giorni l' urina ritornava quas i normale e dopo 60 giorni prel;enta il soggetto già guarito.
Parla del meccanismo dei traumi chiusi de l rene f) ne illust ra l'anatomia patolo·
gica. E spone in fine il criterio che df'vc guLdar~> nella cura de lle contlLc;ioni renali dove, pur esS('ndo la chirurgin d"urgt-nza raramente indicaw, non bisogna fare dell'astens ione ttna t·egola gencmle di condotta.
Mn..ANO.- Maggiore medico ANTOYI~O SE,TO: L 'arsenobenzolo nella. Cttra a~z l'erpeB zòster. L'O. illw;tra un caso di Zoster oftalmico in personfl di G. G., ca.po squadra. de lla M. V. D. C. A. T ., di anni 50. L'ammalato da sette giorni era in preda ad intensa nevralgia de l nervo oftalmico destro : all'eSI\m e presentava un'eruzione estesa vescicolosa all'ala. destra del naso, alla regione sopraorbatoria, alla bozza frontale; piccole vese:icole erpetiche sul bordo ciliare inferiore; qualche vt>scicola era a contenuto emorragico. A carico dell'uppa rato visivo: edema ma.•·cato delle palpe bre, notevole iniezione pericherntica m edia e profonda; iride fortemente congesta, poco rea.gentt~ alla. l uce, tendente alle s inechic posteriori. La cornea iposl'nsibile con epitelio leggerm ente sollevato alla regione centralE'. I comuni ana lgesici erano riusciti ineffica ci. Una. prima iniezione endovenosa. d 'arsenobenzol o I. C. I . di grammi 0,16 riuscì a.d alleviare le atroci 1>0fferenze cni era in preda l'infermo, tanto da farlo diormire profondament.e la notte l'< uccessiva all'iniezione. Con altre due iniezioni di grammi 0 .30 e 0 ,45 praticate ad intervalli di due giorni e di tre. l'affezione fu completamente domata, a r restando in tempo il processo infiammatorio dell'appara,to visivo. L'O. dimc>stra l'immensa utilità ed efficacia di ques to nuovo metodo di cura. de llo Zost.er, o:he mentre da un lato a r reca un immediato sollievo agli ammalati, r iesce ne l contempo ad arrestare tempf'st.ivamente il processo infiamrnatorio che, s~i e nello Zoste>r· oftnlmieo. può arrecure serie e gravi complicanze a. carico dell orga no de lla vista.
CONFERENZE E DIMOSTRAZIO:!S"I CLINICHE ECC.
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NAPoLI. - ~{aggiore medico prof. Luwr MAFFBO: Sindromi delt:estibolo posteriore. L'O., prim!l di entrare in argomento, si trattiene a d escrivere bre vemente d ettagli anatomici E' fhiologici dell'organo acustico e specialme nte d e l vestibolo posteriore, mostrando, con Roherni e figut·e, lo s viluppo della • teoria linfo-cine tica • d ei canali semicircolari, ideata dal B a rany, come que lla più comuneme nte accettata e che spiega il m'lggior nume ro di fatti sperimentali e clinini. Si indugia a riassumere le principJ.li form:'! cliniche di sindrome v estiholu.ri (Ménière, Lermojez, ecc.), sottopon endole al vaglio di una critica dettati\ dalle moderne acquisizioni scientifiche. Parla d ella e tiologia e diagnoi!i d e lle Vitrie ve rtigini (\·estibolare, centrale, cerebellare , ecc.). E conclude dimost-rando con un quadro sinottico quanto s ia complessa li\ trattazione e la visione d'insieme d elle cause concorrenti alm patologia della vertigine con rilir vi p:uticolari alle peculiari nf·c•:ftsità della medicina legale militare . "!
Primo capitano nwdico RAFFAELE SQUrLLACIOTI: Sul trattamenlo chimrgioo della emorragia acuta da ulcera gastro-duode11ale. L 'O. dopo aver I"Sposte le varie correnti attua li di te rapia in casi di emor· ragie profu.<>e gtl.Stro-duodenali e fatta una. rivistt~- sintetica dc i vari procedimenti proposti, espone un caso clinico di emorrngia grave da ulcera duode nale in cui, dopo espletate le cure mediche, per il p1•r.:sist €' re de lla e monagia è inte rvenuto praticando la resezione g<\Stro-duodenale . ed ottenendo la guarigione . C-onclude asseN'ndo: 1° che ne ll'emorragia unica conviene se>mpre attuare anzitutto la c ura medica, e ricorrert> all' intervent-o chirurgico d'urgenza solo quando l't•morragia sia profusa, ripe tuta e non si ltJ.Sci domare con alcun mezzo; 2o che il m etodo chirm·gico più razionale è la rcsezione g11stro-duodcmlle, non dando gli altri m etodi propos ti garanzi11 di sicura. emostasi, ma t en end1> pre· sente che taio operazione è pMticolarmente grave nella e morragia acuta per le condizioni prwario:- d e l paziente e perciò d eve esse re vagliata con particolare serietà. -
PADOVA. - Maggiore medico GiuSEPPE B ucLI.~RI: Ulcera duodena le. - Ernia ing~tina-le de.1tra con appendicite. -
Primo capitano m edico Gus·~AVO DE C'ARLI: Cuore nomwle e patolor;·ico allo schermo. Maggiore m edico ALFREDO .MA.:'IFREDI: Presentazione ed illu,.tra7.ione di
un caso clù~ù;o di sifilide polmonare e tubercolosi. Diagnosi e t erapia. -
Primo capitano medico GIACOMO M.uZENOA: Ricerca m icroscopica delkr, Bpirochete pa.Uida nei sifUomi ini:>.iali.
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Maggiore medi~o FRANCEsco MIGNEMI: Presentazione ed illustrnzione di tre casi di lue primaria, dei quali w1o con classico sifiloma iniziale e due con manifestazioni ulcerose multiple nient'affatto caratteristiche. L'O., a riguardo di questi due ultimi casi, insiste circa l'importanza della reazione di Was.'!ermann, che è sempre necessario praticare, specie quando le manifestazioni primarie sono tutt'altro che tipiche.
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Maggiore medico VINCENZO MoNTE~.EONE: Patogenesi e terapia delle nefriti. Malaria. Sue varietà tipiche. Profilassi e terapia.
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Tenente colonnello medico GIUSEPPE SINOLITICO: Calcolotti rernlle.
PALERMO. -Tenente medico ANTONINO Dr 1\L\aco: Le glioostt~·ie. L'O. premessi alcuni dati sul metabolismo degli idrati di carbonio, parla della. glicemia, in condizioni normali, e della soglia renale. Passa quindi a tratr.are delle varie glicosurie, sia sperimentali, c he spontanee.
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CONFERENZE E DIMOSTRAZIONI CLlNlOBE ECO.
S'ìntrntt.ìen E> sulla glicosurìn. ftoJ·ìzinica. ric01·danrlo le csperìt>nze del Mering ed il comportn.mento del tosso glicemico in questa g licosuria e n e l diabete renale, che è la forma spontanea che più s i avvici na alla glicosuria da florizina. Prosegue con le glicosurie dì origine n ervosa, citando le esperienze d el Bemarrl e di altri AA. s1dl a puntura de l pavimento d e l 40 vuntricolo e di altri centri nervosi bulbari. Passa. quindi a trt~.t tnre le glicosurie che t.rovano la loro genesi nell'alterata funzione di alcune ghiandole e cioè d e llE' capsule sur!'E'nali, d e l fegato e del pancre~s. m ett.e ndo in evidenza i rapporti reciproci, che intercorrono tra di e11-se. Accenna al lt.> glicosurie ch e Sl'•guono ad 11lternzioni tiroidce ed ipofisa.rie e che spe:;;so si riscontrnno n e l morbo di Fhaiani -Basedow e nr•gli acr omep:alici e di quelle grftvidiche. Tratta d E' Ile' glicosurie nlirnentari e dt>lla diversa. importanza. che bisogna aLtr·ibuire al guclosio e ag li amidi ùe l!"aliment.azione . Accenn a infine Rd n.lcune df'lle pii.r comuni idrnn:rie e conclude con i criteri d iagnostici che bisogmt t!'ner pres(•nti per differenziare le g licosmie non d iabet.icht.> d i~ qut> lle diabe tiche . -
T t>nc·nte?. m edi co FRANCESCO :.UAt.'l'ESE: Un C<l$0 di artrite luetica trubacu.ta, con tenue t'erscunento, in IJOggetto eredo-lu,etico.
L'O. pt·es<'nta un caso c linico ctl nltt~'rizza.to d~t 111111. tumefa:tione dolorosa d t>lle due ginocchia. accomp>lg:n~tta da ft>bbrE' continua rPmittPnt.e , note vole ipotrofia d ei muscoli qund1·icipiti ed anment.o di spessorE' d e lln tibia d <>stra.. Prest>nt>t inoltr·e quattro lastre radiografich e , dalle' qnnli risu lta mref~tzione de l tf'ss uto O!'<Sf'O. con »t.mti <li ncld en ><n m <'nt.o in corrispondenzA de lla tibia destra. e zonE> di mngj:::iore odc!ensamrnto in eorrispond<'n:t.A d PI prriostio. Tra tta d e lle mode t·m· n·dutC' sui rf'tnnn.t.ismi. cla;;s ificandoli in r eumatismi propriame nte detti e pseudo-n·umnt ismi infe ttivi, <' p11s.«n alla. diog:nosi differenzio le Ù<'lla for·ma morbosa in <':mm!'. d t>finPndola artrite luetica. delle dne gi nocchia, a forma su/Jflcula con teutte 1:ersa.mento. in er~lo-luetico . Tale diagnosi è com·alidnt.n, oltr e clte dall"esam e radiografico, dalla reazione di \Vtlsso.>rmnun. fortl-'mente posit.int !+ + + ), dalla contcmporllnl)a cheratite parPn chimutosa e dagli ottimi ris ulta ti ùl'l l» cura spPcifìC'n .
medico I smORO CEI: Tubercolosi nell"Esercito. Sa-nat.ol'io militare di An:io. Clim.o.t<JlO[Jia.
SAVI(;LlA:-10.- y[ag,ziore
ThtESTt; . - Primo capitano m edico f'R.A:-;;CE!':CO o~: N u~ ZIO: T en1p ia della
tisi tubercola·re.
·
e-mot.
L 'O., d opo aver pr('m esso tutt!' le preCAuzioni genC'rnli che Yanno prese aiJa prima compa rsa di unn, emottisi g ra ve, pa rl a d l"i vari m Pdicamenti che nbitualm cnte s i wmno pe r freruu'f' la emon agia suddetta . Di O!!ni nwd icnment.o espone il m etodo eli azione. !C' indirazioni, le cont-ro· indicHzioni. Fa \lilR distinziom' fra <'fUOIJi Imi quali ;::i può a\·erc piena fiducia, qm·lli clw !'<ono da t Pntars i in caso che- i pr·imi falli scano, e que lli s u cui, a sua esperi enza, non è da fare n lcnn 11 fl-itlnnwnto. P a rlA in ultimo d e lle iniezioni P.ndotrAchPali, d f' l cot'St'tto costrittivo, d e lla lf·gat.ul'a d!'g li arti, d e l pneumotorace d'urgt'nza.
Ve:R O~A. -
Primo cn piumo m edico
Cr~o 13ERTOLucc t:
Urografia di.scend,ente_
Pt·t>~nt.n7.iono di v;tri radie>grnmmi riflettenti affezioni delle vie m1narie esnmin a.t<' coll\ti uto d t• lla uro!Zrnfi11 d is<'end.. n!R ( urosc·kctan ). Vien e confe rmntn In ir<'l)\lf.•nza di alterAzioni sch e!(•triche ck lla colonna.lombo!'acrale in ilogg<'tti venuti all'Psum e pc•r sinrlromi richiarnt\nti l'attenzione sull'appnrnto uri n11rio .
CO~ERENZE
E
DlMOSTRAZIONI CLI!);ICHE ECC.
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T.mente medico ALFREDO DI JORIO: L'autoemoterapiCI in alctmi caJii di malattie della pelle. L'O. flopo avere acce nnato ·al meccanismo rl'azione dell'autoemoterapia. secondo le vedute attuali, presentA. due casi di foruncolosi, uno di ectima, uno di eczema e dufl di d ermatosi allergica. curat-i nel reparto dermoce ltico rlell'ospedale con quest-a speciule terapia. · Fa osserv!tr<' comt' i risultati, semprP ottimi, siano stati di una prontt>Zb.'\ straordinaria nPIIc du" forme di aiiPrgia .
•
T enPnt.e colonnE'IIo medico MOZlO FIORINI: Un C<UJO clinico di sclerosi laterale amiotrofica in Wl e~v mili ture aust·ro-ungarico. L'O. dopo aver d <>scritto la sintomatologia preS<'ntata dal paziente, tratteggia il quadro clinico comple to de ll!l forma morbosa che cade raramente sotto l'OSSOrV<l.Zionc Òt> l mt>dico rnilitarP p erch(o I;)I'Opria dpgJi inòividui cii IUf'ZZa etA. P asM. poi alla disctL'lSione dia~nostica diffe i'E'nziAit', dando CE'nni de lle form•· miOptltichl'. affini e con cludendo per una dingnosi netta di sclerosi lat~>rale amiotrofica. -
Maggiore medico FILIPPO GRrFI: Ernia Ù>']Ui111J·Crurale.. Presenta un caso rcc~>ntemento operato, in cui fu riscontrato piccolo sacco inguinale e$temo e rilasciamento della paret e posteriore d e l canale inguinale e facile pervietà attraverso l'orifizio crw·ale, a l quale fatto corri!:!pondeva -come reperto clinico- un impulso c rurale da far sospt'ttare resist enzK di un 'emit\. Fu praticato il truttomento radicale mi;;to a.Jia Bassini-'QttrantE' con buon risult•lto. -
Presentazione rJi altri ca~i clinici. }o 'l.'ubercol~tti dell'articolazione 11acro-iliaca sinistra con ascesso ossiflue~~te. In un carabiniere cho eia circn cinque mesi soffre dolori a tipo sciatalgico, si è messa in evidenza. Wla raccolta ossifluente a bisaccia nella, fossa iliaca di sini stra, sostenuta da proc(•:<!so tubercolare d ell'articoln'l.ione sacro-iliaca di quel lato. Si iiiW!tra il caso ponendo in nvidt-nza In, sintomatologia tluuùola ~ hmtu chtpuò inizialmente mentire a ltro afft'zioni. liUl. che è co~ratterizzata da p.ilrtico lnri segni dolorifici (esponenti lo comp•·rssioni !'>~CI'o-iliache), funziona li (E'sponenti le d eviazioni o deformazioni di compl:'nso d ? lla colonna, e le varittzioni t t ofich•' mu">colari) o radiologici. . Breve cenno sul trattamento che è s ?mpre opportuno s i>l praticnto in ambienti sanatoriL\Ii . 2" Due casi di ferite alle mani con tnltlilazioni. IJiu>:trazionc e commt>nti sul primo trattamento ùell<' fe rite. -
T enente chimico fH.rmucista E·croRE :\'[ELCHIOS:SA: l nHot·i orizzonti della chimica. P assa in rapida rassegna i dive1·si periodi storici de liA chimica E' accenna alle sintesi clell'anunoniaca e d e ll'acido nitrico ed all'impnrtanz.n ch e l'azoto atmo· sferico ha n ella vita di un popolo. Si ferma a considerat·e la strut.t ura dell'iltomo e parla d e lla realizzazionE> di trasmutazione atomictl. dando n otizie su lle reoenti esperienze di Cokcroft e Walton, due giovani scienziati d ell'università d i Cambridge, i quali hanno realizzato il bombardamento del litio, con dei protoni che si procurarono st1·appando per via elettrica agli atomi di idrogeno il loro elettrone periferico e, creando delle tensioni elettrich e enonni fino a 800.000 Volta in un laboratorio appositame nw attrezzato a questo scopo. riuscirono a d espellere, a quanto loro è sembrato, de i nuclei d' e lio. Dà quindi un rapido sguardo alla chimica organica, accenna alla intima pa· rentela. d e lla clorofilla con la emoglobina del sangue e si intrattiene sugli e nzimi e fermenti dando notizie delle sintesi dei glucosidi realizzate dal Bourquelot, con le quali si viene a constatare che con lo stesso euziliUl. si possono produrre processi analitici e sintetici. -
NOTIZIE L'inaugurazione dell'anno accademico alla SeuoJa tll applicazione di Sanità mUltare Il mat.tino del 22 febbraio, a Firenze, nell'aula magna della Scuola di applicazione di Sanità militare ba avuto luogo l'inaugurazione dell'anno accademico alla presenza delle più alte Autorità militari e civili, accade· miche e politiche della città e di illustri personalità del ceto medicofarmaceutico. Sono intervenuti t utt.i gli ufficiali della Scuola e gli allievi ufficiali, quest'anno ammessi in numero di 587, dei quali 485 medici e 102 chimici farmacisti.
Il dirett.ore generale della. Sanità militare, tenente generale medico Franchi, in un breve ed efficace discorso ha porto il saluto di S. E. il Sottosegretario per la guerra, generale Baistrocchi, che egli aveva l'onore di rappresentare alla cerimonia ed ha tratteggiato i còmpit.i e le benemerenze dell'Istituto auspicando ad ogni migliore suo avvenire, specialmente per progettata sistemazione in nuovi anatti impianti. Ha rilevato infine lo speciale signifìca.to dell'adesione data dal Segretario nazionale del Sindacato dei medici, on. prof. Eugenio Morelli, a tenere la prolusione al corso di lezioni, stando ciò a dimostrare nella più chiara evid(;>nza l'unione compiuta t.otalitaria ed indissolnbile delle Forze sanitarie, in pace e in guerra, per il presidio igienico e l'integrità fisica delle Forze Armate e per il rigoglio della stirpe. D direttore, maggior generale medico prof. M.azzetti, ha quindi fatta la relazione dell'attività milita.re scientifica e didattica della Scuola nel corso precedente e, dichiara.ndo aperto l'anno accademico, ha conferita la parola all'on. prof. Morelli, al quale ha rivolto un ispirato indù·izzo nel presentargli le balde schiere di allievi cresciuti ai santi ideali dell'Era nuova. l/illustre conferenziere ha trattato con affascina.nte eloquenza il t ema prescelto: ll medico n,el Regime F(L$ci8ta. Egli ha tessut.o un ampio commento del memorabile discorso detto nell'anno X da S. E. il Capo del QQverno ai medici d 'Italia in Campidoglio e dall'esame di questa poderosa sintesi lapidaria, della nobile e ardua mis!'ione della Sanità militare e civile nella società fascista., ba saputo trarre superbi effetti orator1,
la
suscitando fremiti di commozione e di entusiasmo nell'eletto e raccolto uditoTio. Norme igieniche per la chiamata della Classe. Dal Minist""'ro d ella guerra (Direzione generale eli Sanità militare) è stata. inclirizrota n.i Comandi di Corpo d 'ArmA.t,A.<' delle I solo laS<'gnent.c circolare n. 225 1., in data 26 febbraio c. a .. avente per ogget.to: Norme ·ig-i-enicJ1e per la chiamata deUa C~se. « È fermo intendiment.o di quP.st.o Ministero clw, in occasione della prossnna. ohiamata. d e lla ciRsse 1913, le provvidenze igieniche qui appre~o indicate ed intese ad aAAicurare benessere ed efficienza fisica delle re<Jlute, sia no SCT\lpolosamente osservate : I . - Alln. pres<'ntnzione ai djstretti: a) riscaldare lo spogliatoio e la sa.Ja di visita medica; b) distribuire ad ogni reclut.a il farsetto a maglia ed unt~. coperta;
~OTlZlE
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c.) non tenere le reclute st.P.sse ferme lungamente all'aperto; d} provvedere per la presenza. di un ufficiale medico MUe principali stazioni di transito, per e ventuali soccorsi. II. - P1·esso i corpi d i assegnazione: a) risf'.aldare la Mia d ella visit,a e lo spogliatoio; b) non allocare (Aempre che possibile} le reclute in cameraw sottotetto non soffitt,a.te; c) imbia ncare con latte di calce le camernt.e, sistRmarnE' gli infissi, se in disordine, e lava.rne i" pavimenti con !<oluzione bollent.e di soda commerciale, previe r iparazioni, se rotti; d) se neceS:Sario, in spec ie per i presidi a clima nùte, rlisinfesta.re le carne· ra.te stesse, a m ezzo d ella sezione di disinfezione; e} sbatt.ere bt>ne, ed e~<porre al sole per varie ore, copc1·te e materassi da distrib uire a lle reclute, nonchè i te li da branda; f) distribuire, in nume J'O adeguato, sputacchiere nelle camerate e nei luoghi di ritrovo e di passaggio; g) impedire che il numero d e i posti-branda delle camerate sia superiore a quello fissato in rapporto alle rispettive cubature; h) curare la effici enza d e l locale dei bagni e che lo spogliatoio sia. riscaldato sufficientemente; i) pulire a. fondo le latrin e, disinfettai·Ic, imbiancarne le ,rareti e portare l'attenzione sui pozzi n€-ri per rimediare ad e.v entua.li d eficienze 1gieniche; l) imbiancare i refettori, ove esistano, i locali di punizione ed i corpi di guardia; lavare i loro pavimenti con soluzione c.alda di soda; rendere i tavolacci amovibili, per a gevolare le pratich €1 di pulizia; m ) dis infestare i corpi di g uardia e i locali di punizione, mercè l'intervento d ella i<t'zione di disinfezione; n ) provved ere ~\che sia no ben chiusi i let.amai e gli immondezzai, e che le immondizie ve ngano giornalmente rimosse; o} acuire la sorveglianza. l'lulla. proprietà igienica d ci servizi inerenti all'alimentazione. specia lmen te a riguardo delle cucine, r<'cipi<'nt.i di confezione d e l rancio, retP di distribuzione dcll'o.cqua potabile e mn~mzzini YiYeri, i quali debbono avere scaffn.li in aumento. in relazio ni" 11i mag~iori bisogni; p~ ~<orvcgl iare pure sulla propr ietà igienica d ello spaccio cooperati vo; q) dare la poi>sibilità di eseguire con acqua calda. la pulizia d e lle gavette; r} intensificare le mis ure igieniche anche presso la infermeria del corpo, la quale d eve avere, come p!'CSCTit to, il sottufficiale, con riguardo speciale alla effici enza d e l locale di isolamento ed a. que lla d ei mezzi per eseguire le comuni d isinfezioni di caserma ; s) cttra.re la e fficienza completa. d ella sala anticeltica e che s ia immediata la propA.gancla riferen tesi alla profilassi d e lle malattie venereo-sitìlitiche, mettend one bene in riJie ,·o i peric.oli e rendendo edotte le reclut.e de ll'esistenza. nella. caserma clelia suddetta sala; t) gradua.1·e le ist.ruzioni con progres;;ione l~nta , in modo da. risparmiare affaticamenti, e, s ino a quando non lo pe rmett.eranno le vicende stagionali, impedi re che la ginnaatica sia fatta a torso nudo all'aperto. Aumentare la vigilanza su tutte le a ltre norme di igiene d e lla. caserma. I Comandi in indirizzo sono pertanto pregstti di impartire tassative disposizioni affinchè l'opera igienica di cui sopra, destinata a. tutelare la salut.e dei giovani soldati , abbia. tempestiva. e completa. attuazione. p. Il Mini8tro: BAISTROCCBI.
Bollettino del Corpo sanitario miUtare. CONCIATORE cav. Domenico, tenente colonne llo medico, direttore ospedale nùlitare
Savigliano. - Collocato in aspettativa per infermità tempor.a.nee p rovenienti da cause di servizio, per m esi dodici. da.l24 novembre 1933-XII. GuARNACCIA cav. Girolamo, primo capitano medico ospedale mmta.re Milano. Collocato in spettativa. per infermità temporanee non prove nien t i da cause di servizio, per mesi dodici, da.ll'S novembre 1933-XII.
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NOTIZlE
MoNASTRA Salvatore. primo capitano m edico 5 pP.sante. - Trasferito ospedale militare Ve rona. OTTAVIANO Fausto, tE'nente medico 2 montagna. - Trasferito 27 camp agna. Dal BolleUino ·~tUìciale, di.s pensa 98 • 2 fE'bbraio 1934-XTI. CASACl RAJS'DI cav. Glauco. colonnello medico direttore ospedalt• militare Ba1·i. Cc>"sa da.ll'attuttle car·ica ed è collocato fuori quadro pt>rchè d estino.t<> alla commissione m edica superiore per 1.- pensioni di !ZUerra, dal l 0 ottobre 1933-Xl. B uoNOPANE Carlo, tenente colonnello medico ospedale militare Alessandria. Trasfe rito ospedale militare Roma. GIORGI cav. Giorgio, maggiore m edico ospeflale militare Roma. - Il R. decre t<> 31 dice mbri" 1931-X, concemente la promozione nel grado attuale . è rettifi · cato n el f;enso che l'ufficiale d~>ve intendf'rs i promosso al grado stesso con anzianità 22 apri lt' 1931-IX, anzù·hf.: 16 dict'mbrr 1931-X. Precederà nel ruolo il pari grado Mu RA Salvat<>re. BASILK cav. Antonio, maggiore medico in aspettativa per infermità t emporanee provenienti da causf• di St'rvizio, ospedale militare Chieti. - Richiamato in s<.>rvizio effettivo, dal 5 gennaio 1934-XU, continuando nell'attuale dest-inazione. CAST.RONO\'-o Gaetano, pl'imo capitano m edico distrett<> Caltanissettt\. - Trasferito 75 fante ria. FRANCHINI caY. Giovanni, capitano m edico, 24 fante ria. - Collocato a disposizione mini<;tPt'O aeronaut.ica. e fuori quadro, dal 15 ottobre 1933-XI. PAOLOZZl Fort unato, tenente m f'dico, l('gione CC. RR. Lazio (Roma). - Collocato in aspettl\tiva per infermità temporanee non provenienti da cau&• dì servizio, pt>r m e"i dodici, dal lO dicembre 1933 -XII. MAJ.UOTTI BrANCHI Cuglie lmo, tenen te m f'dico [ora capitano medico], ospedale militare P ado va. Collocato a disposizione minist-e ro a-eronautica <.> fuori quadro. dal 16 novembre 1933-XII. ZoiLo Giusepp<.>. tenente medico l montagna. - Trasferito 4 mont.agnn.. D al Bollettino t~.(frciale. dispensa 10", 9 ft~bbraio l 934-XII.
FERRARI·LELLI cav. Francesco. coloimello m edico dir·ettore sanità militar't' corpo anntLta Torino. - Collocato in aw~iliaria, a domanda, d a l 1° febbraio 1934-XU, col tn\ ttamento PConomico (L, 9000 oltre gli assegni ordinari di pensione) p.n ' visto dalla l(•gge 8 ge nnaio 1931 -IX, n. 29, Sarà> assunto in forza dalla direzione di sanità militare corpo armata Firenze ed agli effetti amministrativi dal distrt'tto Firenze . I sott<>notati t <.>n~>nti colonn('lli medici son o collocati fuori quadro, dal l 0 ottobre 1933-XI, per·C!hè d P.stinati alle commissioni m l:'diCh(' delle pensioni di guerra. per ognuno imlicute: SALEM cav. Alessandro, ospedale miCommissione medicn Palermo. litare Palenno. Luccr cav. Ame rica, O>"}Wdalc miliId. id. Roma. tare Roma. Cmco cav. Giuseppe (allora maggiore) Id. id. Trento. ospedale militA.re Trento . CAFFARELLI cav. Ben edetto. tenente colmmello medico ospedale militare Palermo. -Collocato in a spettntiva p<.>r infermità temporan ee provenien t i da. CA.uso di servizio, p er m esi sei, dal 31 dicembre 1933-XII. I sottonotati maggiori m edici sono collocati fuori quadro, dal l 0 ottobre 1933 Anno Xl, perohè d estinati alle commissioni mediche delle pensioni di guerra, per ognuno indicate: TEDESCHI cav. Giacomo, ospedale miCommissione medica Catanzaro. lita.re Catanzaro. PEDRlNI cav. Antonio, id. id. Brescia.. Id. id. Milano.
:SOTIZrE
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)fACRO~E Amedeo, primo cnpitnno medico, centro chimico milita n•. in ll='JWtlatinl r.~t· r infermità tempor·omc provt>nitnti da CllW't' di ~·r·vi:.:io. - Richiamato in :-.nvizio eff('ttivo, dall' Il g• ruwio IH3.J-XJJ. PÙ Ot<,Cj..'lll.llo miui:-t• r·o ~.'\t('rTa.
Ai sot t onotati cupitani m••di<-i i: ct.nft•rit.l la qunlifir·u •li p1 imo I'Opitono. dal Jo agosto 1933-XI: YJTA C:ui•lo. C'm.AHN~l C:iuSE>ppe. Lrr' <' A t:rTHHERT Guglir·lmo. L A t' ROHA Carlo.
t'Hon: Guido.
D' E'rTOHRES Giuseppe.
TROJ:-<A Franc1·~<~o. CAU"ENDO ~fieh.·ll'. Ul'A Giwwpp•·· \'ntr:Rc.~n L11i1-ri. HtANC'O (:. Bntti:lta. f'l'T.TJU:RA FruneP!lcn . SA:0:1'l'C Cl C:iuR<'Pl'K' .
.\IE7.:1.ETTl Guido. ('r,--;-rt C:•·r·ar·do. TANCREDI 1:rbnno. -:\ H' OTRA Salvatorr;>. GRILLI Mttt·io. LF.l'Cl-:RY. ,\ntonio. BOLL.~ Luigi. f'01WA Antonio. .\I ATARAzzo Sr·mfino. FARAO:S~~ Antonio. CICCIMA.RRA Gn.l't1•nn. Bo:-.a::Lu Aurelio. VASTA C i US<'pp1'. <'~~r.vo Attilio. LODATO Uuspar·r. XO'l'AltlA':>I:-<l Vincenzo. C.>\LÌ Doll~<'niro. Ho~A < ;u i<lo. BmoA~Tl Antonio. PLAST J::-<A Mario. Bu·A~O Augu11to. S<:AJ-'t AnwdPo. BA VA A1'turo. F ALCO~-r; Raffaele. Fo).~J'A:SA Nicolò. LF.ONAlWI D omenico. DI CASOLA C:itr"I'Jlpl'. Lt PAHI Domenico. .M AGLrE:-.' TI 'FrìlllCI' hCO. FIOIARA Antonino. COLOMBRITA Filippo. ( 'ARRA RA ~icolò Adelmo. d'ALESSA'~'>'l>RO Antimo. ('O:STHINO Ft•t-dinando. LAl ' RORA Curio, cnpitnno mrdico O!=pedalr militari' :'\filo no. - Tr·n"i••riro dil'f'zione ><anità militare corpo nnnatn Milano. 1 ;:.ottonotuti tenrnti medici sono collocati fuori qlllltho, do.lln 1lntr. pPr ogmmo indic·nto.. perchè tra~fl'riti d'a111uritù nl'l R. cotpo tnappo coloninli 'fripol it nn in:
centro rifornì· D al 28 ottohr'l' l !l:Ja.x L ml'nto quadrupedi Minmdoln. Daii'R nowmbrc 1933-X n . l h H ll.E T omma.'!O. l OOrAAglil'ri. DEL PEKCJO Silvio, l'l'gg. carri 1\rmo.ti. Dall'S nowrnbre l !133-X 11 . ('m..;}~ )lario, tenenti" medico R. corpo tntpJ>f> coloni n li Tripolitonia. Rir n tra. nl'i quadri, dal 3 fPbbraio 11!34-XJ I, perchè cc!'sa di appat t l'm l'(' 1t l l<uddl'tto R. corpo cd è d<'stinato 26 cnmpa~:-rna.
(:H ' tHn: F rrrlinamlo,
Ai .sottonotati capitani Phimici-fnnnacisti è conf(!rita la qunlifien dt- primo CU· pitniiO dn.l 1° agosto 19:l!l-XT: BttAom o Giovanni. 7.tSI f: iovanni. (: a •c:r.u~LliUNETTI Silvio.
DE PALMA Filipp<.l. DE ~[Anco (;p,;nr•·.
Rizzo (; n,etu no. GAROFALO \'ìto. Dr Tur.Lro Odorisio. CoRRADt Pil'tro. HttACALO'h, Lorenzo. CmoFAr.o Diagio. P.-ssoLANo Angelo . TREVER Aristiri<~. .-\on.ARDI patr. di Trop!'O. Giulio. )frLLINO Domf'nico. F A:-ITOZZI Luigi. F'ERRARTS :-ìalvn.toiY'. :\1.,-;~•;o Sav<"rio. OllJ BoUeJ.tino uf/iciak, ùispPnsa l 1•, 16 febbraio 193~ -XIT.
7
Oionwlll di medieina millta.-e.
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NOTIZIJO:
I ~t-gwnt·i rn q~iori m 1di c i :son o c()llor:ati fu ori qnt~dt·o , dal 7 ott.obro 1933-XI, p :Jrchil trt~.sfcrit i cl 'l. <.htto. d q,to. R . corpo t.ruppa coloniali l<.:t·itrt~o.:
D liJHHOS[ cav. Emilio, ospt>dJtle mili taro Gol'izia. MMrrR •\~TONtO fa\ v. Vin~enzo . os pcdn.le milit.IU'P Alt•sstntdria.. SCA.L!Bl lgn'l.zio. primo c~~opitt~.no m odico osp~)<lttiP tnilit.n rf' B ologna. t c-ollo cato in ausiliarilL, a clomr.m(la., cla l 16 ~tgost.o 19:{3-XI. E n8.'iunto in fo ru1.. n.n~hc n.gli off,,tti amminist.rativi, rlttl di:>tr<"l.to Tt·aptl.ni. DENt.A R !'Lffn.e lo, primo Cttpit11.no rn" tlico, 26 cnmp.tgna. - Sosp :lso pr.:cauzionalnw nte d !l.ll'impi<'go. C:AVALt.o ctw. 8ugnnio, J)I'Ìrno Cttpit !l.tt•> tnl'di l:o (on1. ma~rc: ior<'} a dis posizioni' mini-;te ro fin!lm;A (f. q.). - C .-,s.o;tl. di cs• ~r,) fl. tlisp:l><ÌZiOil'J d e l suddottO ministe ro rie-ntrando n<'i qun.dt·i. d ':l.l.30 novombro 1933-XU P<i i\ d •Jstin ttto osp~·d t~.l o milita re Vorontl., d a l 1° dicembre 1933-XII. Pttt\' lTI-:RA B en edet to, capitano m erlico l Clttnp.~gm~. - T m.;fL'l'it.o Gt•Hova Ctwn.lll'ri 1\ .
L 'odin·· di n.mit~nit.ii r.•ltLt iv.~ d1•i st•g wm l i t.lHw nti mP<iici nomint~ti lt tttlp gr<Ldo non n.m:ianiti\ aS'~Jl u ta. l 0 lug lio 1933-Xl, ò stt\bilitt\ com{~ appresso: J,,n•o Amod••o. ::ÌAl,VATORE Francesco. PANTi:: Domenico. FURrNo Raffaele. Perl'A.li.I Ernosto. p ASCEIU Dome nico . ll'ERRIONO Giuseppe. Russo Sebastiano. MOLATONl VinC(In7..0. Dr Ion.ro AlfrPdo. ;\'lANC.l!ofi Giova.nJÙ ilattistu. TAURO Frfl.ncosco. MORELLI Gact.ano. MONOILLO l\1icbclo. FEot:Lr Carlo. BAMONTF. Enzo. ~1ALTESE Franc~sco . SABATINO Riccardo. BAMOto."TE Nicola . MENorc rNI Giuseppe . SPARANO Vinct•nzo. Gru~TlZlERr Armando. CARDUCCI Artenisio Adolfo. 1\{uSET'rrNr Giuliano. LoJoorcr~ Cataldo. REOGlO Michele , tenente m odico 68 fanteria, -Collocato fuori fJUttdi·o dal 2 1 ot· tobre 1933-Xf, p erchè trasferito da d etta data R. corpo truppo coloniali Tripolitania.
BARTONE Luigi. SAVINO Luigi. ALVTSI Elmo. 'CANCER Luig i. D ' ALESSIO Giovambattista. CmBRELLI Giuseppe . GRIMALDI Valentino. Ruocco Alessandro. NAPOLEON"E Andrea. RAGNI Guido. Nuso~::o Vincenzo . ALBERGO Vit.o. ARoA.ll.r Gaetano. Dr MAn.co Antonino . PF.n.COPO Vincenzo.
I seguenti tenenti m odici sono trasferiti all'e nte a fionco di ognuno indicato TERRAI'A Salvatore, 13 fanteria. BAMONTE Nicola, centro rifornimento quadmpedi Mirandola.
n })!"SI\.n t.c•. 231 fanteria.
D a l Bollettino ufficiale, dis pe ns a 12'\ 23 febbraio 1934-XU.
Titoli di studio. Il pt•itno c~pitano rn !rlico OrusEPPE RrGHI h a con<;ogLtit.o il diplomu di porfo:tionA.mento in ortop3dia. presm In R. Università di Fil'enzo. Con d elibarazione d el s ~nato Accademico e d el Consiglio di amminis trazione d ella R. Uni vori!ità. di R :>ma. al primo capitano m edico pi'Of. ARTURO S.-\llAT!N'T, assi~>tente n oii 'I stitnto di Ant ropologia, è stata conceSSR. hl. iscrizione n ell'Albo d'Onore degli a<~sistonbi univPrsita ri, p er l'attività scientifica s volta ne ll'anno accadoruico 1932-33. •
NOTI:f.ll:
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Istituto " Regina Elena , per lo studio e la cura del tumori. TI 20 fobbraio furono convnc:tt.ti pt·ef!so l' Istilulo " Regirn:t Elen<t • per lo .~tw:lio rapprc!'!f' nt.nn ti d e ll ~t stampa politica e m edica, per invit.o d ('l R. Commissario prof. :\{e~c!\ c ù e l Direttore , son~~oto t·e prof. R A.ffll;e lo BastÌA· m· lli, che tenne n ell'aula d e llP lezioni una conferen za pia na e chia t·issima s ug li n lti scopi scie ntific i, t t•r,,pontici o ;;ocinl i di que~to grandioso stabilimento, chi' è alla rosta di quanti altri congen eri nf' si~:tno f<ta.ti creati nel mondo p or l 'affannosa 1oth~ cont.ro tmo d e i più fune:;ti t\!t!!f'lli d CI II'umnn ità. L ' I stitu to è sorto c!d ho. ntggiuntn la sun lttt,ual e fision omia p er volontÀ. del Cap o d <'l Governo od è, insiPme a tutta In )('gislii.Zione 'lul cancro, opera Sua . Esso fll ina ugumto il 21 a pril(1 1933·X [ o d .-t! pt·imo gennaio di quest'anno è {lfitra.to in funzione . Ricopre un'urea di mq. 12.000. sul v ia!(' R og inn· Marg:heri ta, in prossimità d e i pitl n.ffini istituti biologici (fisio logia, p atologiA. gcne t·a le, an~~otoroia normale e patologica) e con sta di 8 fabbricati, veri capola vori d ' ingegneria sanitA.ria. Dal punto di vist.a organizzativo si compone di una sezionf\ ambulatoriale . di una sezione p+>r i m a lati dei quali s i ri tenga utilA il ricovero p e r la cura, di tma. sezione scientifiCI\ p1·opri ament.e d Ptta. Tutt.i gli impi<\ n t i o le s uppollettilj tocnicbe sono a ggiornati allo pii't progredite conm<cenze con cura St\piente e m atioolo11a d'ogni parti co l~~ore ed insupera.bile ricch C'ZZR di m ezzi. Com e scrivo l'in'!ig ne Direttore in unt~ !<Un circoù,re ai me<lici, «l'Istitu to n on è luo~o di dco,·ero di incura bili , rn<l ò cen t ro di sbudio c di cunt e cont,>). s ull'app oggio dei m edici d 'ogni p ttrtc rl'Ittdia. • Scopo precipuo d ella seziono ambnl~ttorialo è que llo diagnostico. S'intendo che !11. diagnosi non è solo p u i t umori ostorni visibili , ma anche per quelli d egli or~ani interni, perciò g li ambulatori v isitano rna.'ati di ogni specie col precipuo scopo di scoprire le pr·ime rnanifcMt~zioni di una malattia n.e oplastica . Tutt i i m ozzi diagnostici mode rni sono a disp osizione d el p lò'I-ROnale sanitario degli ambulatori al fine di p r rfAziona 1·o la diap:nosi. Illuvoro è ripartito in modo ch e gl'infermi sono sottopos ti ad um\ prim'l. vis ita di Relazione e poi a visite speciA.Iisticbe a seconda delle necossi~à. p. es. vi 1;0uo specialisti p er lfl malattie d e ll'apparato gastroenterico, pe•r l'apparato urogenitalc maschile e femminile, per l'oculistica, I'otorinolaringoiatria. l'odontoiatria, le malat,ti o d el s iflroma nervoso. • La. Di reziono s i rivolge p nrtanto ai signori m edici pregando di inviar e all 'Istituto non solo i m'lla.ti affetti da tumori vi<>ibili, a scopo di precisarne la diagnosi ed eseguire Ja cura., ma anche qualsiMi infe rmo per il quale p ossa sorgere sospetto di tumore inw rno. • Si richiam!\ sp~cia.lmcntf' J'n.ttenzione Bt'i tunwri dei cent ri nervosi che furono fino ad ora molt,o n egletti C' p er i quali lt\ diagnos i richiede speciali indagini. L' Istituto è in grado di poter o!'1cgui1·e queste e le cure relative, siA. 6 sicbe, che chinugiche, qntindi è di Romma importanza che al primo sorgere di dubbi s ull'esiRten7.a. di un tumor e centra le l' infermo sia inviato agli ambulatori d eRI'I stitut.-o " R egina Elena •. Si raccomanda di inviare gli infermi con un biglietto d ' accompagno del m odico al quale !larh. d ata imma.noabilment.e risposta dalla Direzione. Si rende A.nche noto che all'Istituto " Regina Elena • vi è un servizio specitl.le pe r le indagini istologiche d e i tumori. quindi i m edic i potranno invi11.re pezzi anatomici o frillnmenti biopt ici seoonilo le s*"guAnti norme e n o sarà dana risposta n el piil brcv<' tem po p os.<;ibile . Non si rifiuta. di ose.minartl e studiare anch e eMi apparentem ente in curabili, ma si pregnno c"ldament.e i m e(! ici di evitare di inviare infermi in gravi condizioni e per i quali è evidente l' inntilìlià di una cura efficllCO, onde non danneggiare gli infer mi con inutili viaggi o g ravi d elm!ioni •· dt~i tumori, in R oma, i
Non:111: P~:n I. E I!.Sr:ISSIONI A aco1•o I)IAONOSTICO. 1• È OOOCSI!arlo M.«olutamente, ~~alvo circostanze speciali lo hn~lscnno, cM U pezzo prelevato a ROO'PO rllagno8tloo el approfondi & sutftolen7.G nello spe!!SOre del tumore o postilbllmouto oomprenda, anche uno del ~uol bordi. Lo esoh•slonl molto ploc.olc creano nempro dubbi. 'l• Il pezzo prelevato q(a lmmetlln.tamente me!;So In liquido fissativo, pO!!Sihlhncnte In uno di quelli Inviati dnll'lstltuto. Ad ogni modo s i consiglia ordinariamente la fonnal.lna 1\1 IIJ% ntutrn. 3• È bene Inviare uno scbl.z zo scbomatlco cbe rappresenti Il contorno del tumore c la ~ede del pezro prelevato. afllnchè 1 tagli siAno orientati <lalla l!tlllerllclo tùiR profondlt.à.
300
:SOTT7.rE
1• Si rnccomnuda """ In r,otu:. do,·~ aTTenne J'cq<'JAAione sta subito elettrocoaguJata, se pos· s lb ile, o {>Imeno trattata cun tcrmoclmfl't·lo. 5• A"COlllJ>fl<maro il frammento <·nn la. <lnro rlell'escl-.-.lone, Il nome. l'et/\ del pu.zlente e un cermo elinic<>, che 111 rltienu ludispcuRll b il<•. XOlOif: I"I::R L' DIVJO D I Tl:.\IOJU )')f:L SJ!ITEliA XERVOS(I •
.-\ll"l ~tiluto J)(}lranno in oltr..., ei<l'or lnv lnti tnruorf elc i ~ IS<te run. ncrvn~o l':cntmle (prelevati sf& durante un atto operatorio s ia nl ta.u"'" qnatomlco) elle saranno cAAminatl con llanSIIidlo di tutte le moderne tecnic he. A tal fine Ri consiglia: l'm· i pezzi pr'Cie vatl duranti! nn ttt to operatorio di adoJ)<'raro le "cgu('nti soh1zlonf: ./) Fonr.alina di Pollcarrl (aoiU?.iono di fornn~lllll\ [form!llo 40 % [ del commercio, neutra IO cc., rlon1ro sodlco gr. Cl ,tr, a r·q. dlst. 90) . Rl Liquido di Muruler (hlcromato di J>(llassio ll:r. 2,5, .'!o!fato di sodi o lrl'· 1, ac;q. dJ.:<t. l IlO). C') Formali M aJ bromuro di r•mmonto (f•>rnu\llun ncutn> l '' (;(! ., ncc1. dll't. IUU, hromurc> rll nnnnonto \! ~. ) . È lndi~p('nEnbUc t!SI'(II"e almen o 11n fmmmcnt,o ·uelln "o1t1ztouc a. le nlt re soluzioni Vflllgano atlop~:mte s olo se s i abbia la I>O~stblllt l\ di av!'re tlh) ft-awmt·nti. l'er tJ truJt crlnlc auut mno·J>ntologico com;igliamo di •ospcndore l'intero organo in recipiente
cont cncnto soluzione A, di cnmhiaro ll ft!ISativo clopo ~H orE' o di inviare Il mnterialo rlopo llDI\ set· t hni'\llil dulia flsst.zloM R~tnfJre h~lfìl.~~<· tn formalinA. La. J>Otll'ltmziono rll quc.qtl\ s i !lOtl'à fiìtllltaiè. nel c·n~o dJ tnmori ~ i tn ati nolla. profoudJtl\ dell'e ncefolo, a mezzo di un taglio JongltudhlG.lt- pra· t icntc) Rnl CC'~Jl<l t"f\Jiel•o.
Concorsi nella Sanità pubblica del Regno. Con d••cn·w d e l Minist.ero d E>li'IntPrno d el 5 gennaio 1934-X II sono indPtti: un concor~So p~ r C',.;ame a n ove posti di m odico provinc iale a~giunto d i 2• un conc or-Bo p Pt' ('AAmi e titoli. congiumtamente. a due posti di a.'!Sist.ente mt'dico ne l la bont to rio di microgrntia e hnt.toriologia d ella Direzione gen erale d ella Sa nit h pubhlif'a. P er informazioni rivolge rsi agli uffici sanitari delle Prefettu re del Regno.
I
NOSTRI 1\(:[Q RTI
Abbiamo il do lon' dì pur t c•C'\ ipare la morto dol ten ente colonnello m edico in "· p. " · pt•of. ca.v. Benedetto Carfarelll de i BAroni eli Gnzmnn, clocento di patologia " f)('Cia le medi e~ di.mostra~iv.a.. ~pent<?si ."Pale rm o il .14 [cb~rai o,. ~ll 'eÙI. di 51 anni. Egli f'ra Ira 1 p1ù dtstm t • uffiCJah 1lel Corpo Samt.ar10 m1htare e godeva la piit la raa s tima nell'nmbi(•ntt• milit.ar e" civilf• p e 1· il 1n10 vnlore profes.«ioua.lA e pPr d oti e lettiss ime d 'Lmimo c d ' in!!f'gno. ::;i e ro sPgna loto n E' Ile ope t·e di soccorso alle popolazioni funestate dnl tcn-cm uto d e l 2~ di cembrf' l 908. AvPva pl'f'SO partA~ alle campagne di Libia oUe nendo un encomio !=!Oirnno E' n ell' nltimn g u1•rrn, ~ia prE>sso r~'parti combat.tcnt.i chP in formazioni AAnita ri <' campali, avPva dato prove di serPno corngsz;io, di gen orosn. t\ bnf'gnzion <' e di spiccate a tti tudini or!Zanizzative .
Errata corrige. A pnglna 194 c.Jel prece(lente fasci colo tll febbraio, tC'n.nltlmo rigo, n~lo~~RCrP, dopo • Slnlsi •: • Costa e B a&ll •. A pagina 196 rlello .Rtc~O fn..~ icolo, 23° rlg(l, ln,·c~'C di • ORpcdaiE> mllltn.re Otletl >, legpsl:
• ospedale mllitare Caserta. •.
D~reetore 1·1l8ponBabile; Dott. Luw R et:la.ttore : Dott. prof. VIROINlO DE B
(IH07122) -
ROlltA,
I!IM Xli
DEJ.T.O STATO - ( :, C .
RIVlS·TE ~IEDlCHE MILITARI .. ARGE~1"TI!\A:
REVISTA DE LA SANlDAD MILtTA.R. - Diroztone genorlllc di ~auit/4. Mluistcro della Guerra. Bnen<!s-Aires. Tomo XXXII, novembr~içembre Ul33. C.rlCJia: .StcrilltA. - lhclcllupe o Franzant: Studio COIDJltlrntiw• <h·llc l'l'llld Oni oli Uor•lct Wn!<!~cr· ma nn e df Kt.tm. - Oosta: Crilica dci m ezd di oircostrulzll !>Cl' In pnl'iOrazion c rll'll'ut·q 1u1 · noU'c~crcito. - Yt(& Hernra : Ck>lestorolo. - Bramanti ~àutogut: 11 M·n ·izio Mnirn rfn al c~onfln u · set rentrionale. :..... · C~n: Prcpara:alono economica o rupi<ln <h· il' i poc·lo dto hn~ic·o d i mugn~~io.
INGHILTERRA: JOUR~AL
OF TIIE R OYAL AUJ\<IY MEDICAIJ CORPS. - J.;ditn <In J uhu Ua lc . Snns nnd Dau.lellsson, Ltd. Londro. Fa...<c. I, vol. LXII, oe>wfJù> 1!);14. Hartlcan: Addestramento d~·1dl uffiotnli nw<ltd s ul ~er>lzlo In gtt~>rra. - 8andlfor4 l' Walker: Virn· nlcgo de lla cucina a vnporo por lt~ <lìolnCcziouc dBIIo ~tovls:-llt•. - Schlcket•: l,'impinmo d•·gli o•pednli in zona d! guorra. - stophens: J...'inflnC'uw, dl'lln gncrrA. sull'at·t.c <lf'lltl C'hirur!l'in . Bullt e Bhatnaa•: lA\ • pfosl di Manson • cd u.ltto ln.tezioni cutan ee ~fmilal'i in lt~tliu. RO:\iA~JA:
REVIST.A 8Al\'IT.:\R.l :\HL!'I'A'RA. - R<·duzin n•· e Ammin i~lrnzi•>uc : 0"11Lthd<' milihm· • lV,gitw Elisaltettn • , ilUC>~or·cst. FullC. XII, tliC'cmbrc t033. Blllnescu, z.amtlr o Dumltrett u-Poperiel: Ln rl.,ercll del chimismo gttstrit-u lll'll:o luo• ·i llo'i l•nlmuna r•·. - l'tnalescu: Epi telioma cornUlcante d\· lh~ p <:ll<:. - Manu o lamflr: \'<•n • i•l<- r·az i<Hl i -u '"' ,..,,,, di per-al~tenzn del c·•llUtlo ru-tcrloso. - Oloran e Slma: Un nu·o ca-<o rli lr~ttttu·•\ c!1 :llullt o·~!!ill con lll&'.aziono della to•ttt del radlo all' lndlotro.
Fase. J, IJCitnaio, t n~~. Cottantlnescu o Manu: La Ullllu~ tln. raun<ntir·a con•i<l<:-rnt.a dnl amni" di ,.,, ,,. ""''li•·u- milittlr<'. Bratescu, Stolan, Bratatanu o Pirvulesew: Ot<>· mu..... toiclltc sini-LI'" •·nn u-cc ..-o w rcbcUa.t·c. - Stolan e Popescu: Ck>ntribnli ft!lo ~tudlo d c·!la a•nroU~o po~t-ol)<:l'al .,,.;,,. - Zamflr c GroManu : Un rA<n di d<>~t-rocnrdl!\ con ~lnrot11ssi. - Blttrlcnnu: (..'ontl'ibutl n il o - tnd.io hrt.o- rontologioo rlt>i gli•11ui ,. Pllr<\glloml de l uc,·r:L•'O. - Vlntlcl: FtthJO tmru;oglui dci oalculì ddi'UI'd<' l't'.
SPAGNA REVIS'r A DE SA. :"<IDAD ~ILI T .A R. - J?ubblioaz.t ono monailo elci Corpo so.nJtarlo tllilitur<:, Mndrld. FOiJC. II, /<'libraio 1034.
Martin 8alazar : La stct'illzr.!LZioue del 1)-"ir;opntid. - Cordonlt y Agvllera: Sull'tutid~r-..o paru.'l.•itn rlv della. mnlurht. - Del Rio: D sJn loma. dolo r.: ne llo nff<':r.loni llcll'al'll""'" to •llgot·cnlo.
' HOJ,ETL'-" DE .F.\'R:IfACIA MILITAR. - Redazione e ArnmlniRtntziorJ~ : BmhllJ!Hlo ro.<, Il.> - Ma· drid. Fa~. I, umnaio lll:H. R.oldan y Quemro: Bi bilogralla. tarmaec uUco- rull il.a r<>. -
Mu y Qulndal: Farmlu:ogno<>il" c tor;opru
amba.
STATI UNITI: 'I'IU: MIL.I"f ARY S URGEON.- Army l\[odical :\hhotuu nnd Lib1·ary, \\'11-~hiugto u . I<'i!~C. \'1. vol. LXXIII, dicembre 1933, Ertklno H•m e: Importanz11 degli studi s ulle' con dlzio uJ "'1\nit.todc n<·l pifln i cl! guerm.- Wllson: Istruzione clegli ufl'lolali medici d oli n rl"orvA. - Uwrence: L 'lmviego tlegll a<-ropi uni anto~<irl nello l;g'Ombro del fcrl~i.
TURCHIA : ASKE'RI SIDHIYE MEOMUASI. - Rivista. trimostralo <11 ~n.nità militare d<•li'Esc'rcito turco edita dall'Ispettorato d! sanità (:>t.amperia. dellasauità militore, Co•tllntinopoli) Fw;c.l, 1\131 :Z.kl Falk e Atti Tovat : L'oUgodmam!ll e Il modo di ot.tenero dcll'ac<lua potl\biJc batterlolùt•. Blll'lurnettln Osman, Nacl, Tewflk e Necatl. !l ùo~aggio delle prott'illc del s ie r o d<:>l s •\ngne. NoJit Rlza: L'amlgdalo<rt;omla col xnotodo di S luder- Bcllongcr. - Rlza Remzl : L'appli•·nz!on~ e O modo tl'i.mplego delle onde co·rte !n terapia. - Nejat Rlza: L'esplornzionc radlologicu bronco -.volmounre col Liplodol. - Ettll Recai: Uontgc:n oh!mogrnOn noll'esnme del cnorc. Necdet Fchml: Oblrurgia dei mo~ce!lm:l - T~vipan Nntr·ium. - Rlza Romd: La fototcr!lpin. n cllu mcdl clna pro.tica. Sue indloa.zionl e contro ln<lica zloul. - Fuat : J,o indl<:nv.iooi cloll'lntor· vento cbirurgi co nel calco li dcll'a ppnruto urlnario - L'infe zione noi cairoli ronoli. - Kemal Veli : LI\ dltlgllosf del eancro d el rene. - Rld1an Numi: Il cancro. Bellet o Balla Enftt : L'esame tll.iologlco nei 110111i di t ntPJJa ; l'••ll onamento tlslt·o e s~ ~orvcglin nz.- prntioa.. Klmrarer Nurl Rlfet: • Peper- gaz • , alt ri nuovi gas o la quc~tionc degli antidoti contro l gu• . kmsettln N111rot : UnA rn.ro. cisti lollicolare. - luet Ahmet: ::;tcrìU~znziono e suo !!tudlo eugculr:o .
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____j, .fJ;I ........ --~-,.... AnnoLXXXII- Fase. IV
APRILE 1934 - XII
DI
MEDICINA MILITARE
DIREZIONE ED AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA G u E RRA
ROMA
PubbUcazione mensile
SOMMARIO LEZIONI E CONFERENZE:
otto..nCIII. - La protllas.~i della malatia. e, lo part1oohre, la. profilassi medicamentosa . 0111nata. - Lelsbmaolosl vl!lcernle . . . . . . . . . . . . . . Il•· - · Le brucellosi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Coltlla. - S161Jde del slstcmn nervoso (continuazione e t!~). . . . . . . . . . . . . . . .
P a g . 301 305 S07 809
MEMORIE ORIGINALI:
PIIIZZL - Azioni ollgodìuamlchc dci metalli
Pag. 323
CASISTICA CLINICA:
....,llllo. - ll(cniogitJ l!lerose e parotlte epidemiCI~ . . Moachetta. - Su di un Cl~ di morbo di Kiembock .
Pag. 351 360
RIVIITA IINTETICA :
lll'laucllo. - Sulla mlclosl a.lcuecm.ica.
Pag. 364
ATifUALITA' E COMMENTI : PtpleiN. -
Piante mcdloinali e loro estratti.
Pag. 371
RIYIITA DELLA ITAMPA MEDICA ITALIANA E ITilANIERA 1 Ricercl~ e C()1L$idert~zwni sull'influenza deU' - ?lellli B~ accomodati-n. SAN'TON'ASTASO • • • • • • • • • • • • • • ' • • • • • • • • •• • •• - • • • • • • .
Acetilcolina -
Annali clelia Ollnlca delle malattie nerflllt e 10entall della Rerla Unlwwsltl di Palermo • . . . . . • llwellt aw ICI. - EDLITCBKO e TCMOFEEVSh."Y. . . • . . . . . . • . . . . . . • . . . , . . . lll'~~e~lla. a.nr - LesÙ>ni wwto~ÙJ(ficM da iper recetUI>ità alla - mila catna. Ricerche
sperlmcntall. Nota 1•. -
Olllclllcazlonl delle arlerle coron•le SOS~IAJ(N •
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.AIELLO . • • . . . • • . • . . . • • • . . . • . . . . . . .
DimoiJfr a..'"i.one radwloofca di -
nel cioente.- Wosnu e
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lllllde - Oscillazioni neUa àit!UJ>8ione e oraoittl della - in.ltal ia. - AIARtANI. . . . . . • I(Omllro de l feriti. - L 'impi.eoo degli aeroplani autogi ri nello - L lilWRESCE. • • . • . . • . Tipi aerolorlcl di wlr111 e corrispondenti tipi di Prottua. - ~'EL!X . . . . . . . . . • . • . . . • . Tonall .. - Sulla p resen:::a di baciUi !Uiri/ormì.. e d i spiri/li (l!inibiO$i fUS<>-spirf.llare) nelle cripte delle - cronicamente in(uunmal.e e Bul loro vrobabile sl.{mitlcaiQ. - A:LAG:< A , Ton1lllectomlt. Comportamento della formula leucocitaria negli operati d( - A>'lDREOLI . OOJIIFI:RENZE E DIMOITRUIOIU OLINIOHE NEGLI OSPEDALI MILITARI NOTIZIE . . . . • . . . . . ... ... .....•. ..... ....
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ANNo LXXXII -N. 4 GIORNALE DI MEDICINA MILITARE
LEZIONI
E
APRILE 1934-XII
CONFERENZE
OSPEDALE MILITARE DI BOLOGNA
LA PROFILASSI DELLA MALARIA E, IN PARTICOLARE, LA PROFILASSI MEDICAMENTOSA L ezione del prof. Donato Ottolenghl, D irettore dell'Istituto d'igiene della R. Università. di Bologna (8 giugno 1933-XI)
La malaria ha per il nostro Esercito twn piccola importanza, anche nel tempo di pace, sia perchè parte delle trupJJe sona dislocate normalmente o possotw avere occasione di passare in località malariche, e sia pcrchè vengorw annualmente incorporati U?~ certo mtmero di individui che, provenendo da wne malariche, possono essere infetti. Secondo le statistiche pUt recenti, la morbilità malarica nell'esercito è, per le forme prin~itive, un po' superiore all'I 0 / 00 della forza, e un po' superi<we al 5 l00 per le forme recidive. Le condizioni si fanne, naturalmente, assai pi1t gravi qu-ando l'esercito deve operare in località a forte endemia, com'è avvenuto nell'ulti1na guerra, in .Albania e in Macedonia, e anche in patria, allorchè condizioni speciali del momento hanno determinato vere riaccensiani epidemiche della malattia in zone occupate dalle truppe. Si calcola infatti che vi siano stati allora 200 mila casi di malaria; parte dei quali singolarmente gravi, a cagione dei disagi e delle difficoltà della guerra, e•anche - ormai possiamo ammetterlo senza difficoltà - per la diffusione di stipiti di parassiti ma.larici altam,ente virulenti. La lotta contro la malaria si p?'flsenta qua$i sempre assai complessa, e t'W'n sarebbe certo possibile darne una visione completa nel cnrso di ttna lezi<>ne. Rite'ngo quindi pi1ì conveniente limitarn~i a parlare di ciò che Mmbrami poter avere maggiore interesse per il medico militare, trascurandc, naturalmente, tutto cio che~ di nozione comune. Possiamo dire che la profilassi si impernia su questi tre capisaldi: A) Cura pronta e radicale dei malati e loro eventuale allonta.nt;vmento o isolamento. B) Difesa dei sani. C) Lotta contro l'anofez.isn~o.
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A) La cura mira, non solo a interrompere le sofferenze della n~alattia e a rimettere in attività di servizio il nwlato, ma anche a spengere in lui l'infeziane trasmissibile all'anofele. Per molto tempo quest'1tlti1TW scopo, di tanta Vm.portanza, poteva essere ?·aggiunto incompletamente con i rimedi di cui si
302
LA PROFILASSI DELLA MALARIA ECC.
dispo-neva, a capo dei quali stava la chinina. Questa, infatti, se è attiva verso i gcmetooiti della terzana, non lo è invece verso quelli della terzana maligna o estivo-autun·nale, in genore pUt- diffusa nelle zone a endemia grave e Mi pa68i caldi. Si pensava però di giungere indirettmnente allo scopo curando al più presto i malati, c01~ la speranza di abolire la infe~ione quando anoora n<m si erano fo-rmati Ml sangue gli elementi sess1t-ati del parassita. Koch cercava pari•menti di vincere l'ende·mia curando alt-resi le forme latenti di malaria, tutt'altro che rare; ma i ris1tltati furono quanto mai parziali, e spesso scoraggia.nti, sia perchè ·1-1 ric01zosoimento delle. forn~e latenti, allo-ra affidato all'63011ne microscopico degli individui sospetti, è assai diffioile e malsicuro; e sia perohè - già si disse - i l chVnino agisce con molta lentezza, permettendo, di regola, numerose recidive, ed è poi ituutfioiente contro i gametooiti dell'estivo-autunnale, che possono persistere a lungo dei malati cronici. Fu per questo che molti malariologi ritennero di non poter ric<moscere alla c·ura della 1nalaria alcun reale valore profilattico, e raccolsero tutte le loro forze per combattere l'ilnsetto trasmettitore, cercando di sterntinarlo o OO?nUtLqU6 di impedirne l'accesso all'uomo. Senonohè gli st1uli chemiote-rapici hanno portato, alc1mi anni orsono, alla preparazione di un medicamento - la plasmochina - poco attivo per la cura della 1nalaria, rna che - secorulo l'importante oss6r'Vazione di Roehl - ha la singolare proprietà di UC(!i<lere i gametociti della estivoautunnale. Qualche tempo dopo Bar ber Komp e N owman dimostravano che anche piccol~ dosi di plasmochina rendono i gametociti no·n più atti all'evoluzione sessua-le nel corpo della zanzara; e piu ta.rdi Pinto, J erace e Giovan1wla trovarorw che la somministrazione di 2 egr. di plasrnochina rende, 24-48 ore più tardi, i gametociti circolanti nel sangue non piu fertili; e tale effetto dura in genere fino al 7° giQTn.o. L 'associa-rione della plas11wchina alla chinina permetteva quindi di sperare che si sarebbe raggiunta. con relativa facilità la bonifica umana, già tentata prima da Koch e poi da Golgi e N egri. La bonifica umana, partend.o dal concetto che i &icli stagionali della m.alaria , interrotti dall'inverno, si riallacciano da ttn anno all'altro q1,asi 1micamonte per opera dei malati, anche in stato di latenza, i quali funz·ion0111o da serbatoi del virus, si propone appunto di risanare codesti serbatoi deU'infezione, con la cura radicale dei malati stessi, fatta p·referibilmtmto t~ell'inter vallo fr(f, una sta.giO?w epidemi~a e l'aUra. È in q1test'epoca infatti che l'assenza, o l'estro•m a scarsità degli an..o!eU, non consente se non occasiO?utln~ente le reinfe:zioni, ed è pertanto pi1'1- agevole di giung&re in breve tempo alla completa guarigione dei malarioi, la q·uale, altrimenti, sarebbe di continuo fnt.atrata precisa.mente da.lle reinfezioni. Se si riesce in tal modo a ·non offrire piu agli am.ofeli l'occa-sione di infettar.~i, la malarin sarà spenta; ma anche se il risultato n.on ~ cosi perfetto, la riduzione delle so-rgenti di infezione, quando ra.ggi~mga 1m grado notevole, pt'ò di·m inuire di molto l'entità dell'endemia. Sicchè insi.~tendo con la bonifica umana degli anni successivi, e in pari tempo sorvegliando la popolazione, onde scoprire e curare subito le eventuali recùiive e primiti-ve - le quali dovrebbero divenire sempre meno numerose- il risultato avrebbe da essere dei pi1t favQTevoli, ove non inlerve?l{/atW speciali cause perlurbatrici.
LA PBOJ'ILASSI DELLA MALARIA ECO.
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Cetn. tal11 programma vennero eseg1titi sotto la mia direzione degli esperimenti in alqune località del FtJrrarese e del Ravennate, che diedero risultati aBBai incCtraggianti. La bonifica uma·na, a parte akuni sperimenti, del resto favCtrevoli, con la mistura Baccelli, che però richiedeva più tempo, C01UIÙJtett8 essenzialmente nella cura, con chin.opla~mina, per due periodi di lO giorni (1), 8eparati da un riposo di 10 giorni; cura, estesa a t'lttti co~o che in qualche nwdo dovevano considerarsi sospetti malarici (in ispecie: ex malarioi degli -ultimi 2 o 3 anni), anche se non avev4tnn alcun segno clinico della malattia e l'esame microscopico deZ sangue riusciva negativo. Lo· studio diretto di individui con reperto positivo deZ sangue, assoggettati alZa bonifica, dimostrò che effettivamente 'molti guarivano completamente, mentre solo pochi continuavano a restare i·nfetti. Di q1t-i la necessità di non abbandonare a sè Za popolazio?w bonificata, onde intervenire subito, con la aura, nei casi di rooidive oppure di eventuali n-uove infezioni (oppure per trattare immediatamente itnmigrati infetti). L 'esperienza di tre anni ha prCtVato però che, se la bonifica umana è eseguita con la dov1'ta diligenza, ì casi di recidive o di nuove infeziO'I'Ii provenienti da esse sono veramente eccezionali; tanto che, nelle località CtVe si sono condotti questi esperimenti, l'endemia malarù:a si è di molto attemtata anche in confronto di località vicine non soggette alla bm~ifictJ,. È possibile che nelle zone di endemia pi'l't intema (almeno, alcune prCtVe eseguite in Sardegt~ lo farebbero credere) le difficoltà che si frappongono alla bm~ifica umana, secmulo il piano desoritto sopra, siano maggiori; e sarà da vedersi se, con adatte modificazioni e ac<'orgimenti, si riet>ca nondimeno allo scopo. Del r68to, non si pttò dimenticare ohe la oura radicale - e non la sola terapia sintomatica - è un post'Ulato dell'assistenza sanitaria nella malaria, tanto più degno di venire osservato &ra che la chemioterapia, con l 'ateb-rin e la plasmoohina, ci ka fornito due rimedi sussidiari del chinino, ehe, a quanto ristdta, rendono possibile codesta cura radi<:ale con celerità e sicurezza veramente grandissime. La bonifica tt1nana finisce quindi di essere solo un'applicazione speciale della mtra, che, inte-rvenendo in 1m momento particolarmente adatto, deve condurre ad un risultato apprezzabile, e talvolta decisivo, anche nei riguardi della profilassi. Frattanto sembrami che, anche nell'annbiente militare, la bonifica umana (nel senso preciso indicato sopra) meriti lli essere presa in cmt.Siderazione, sia per applica·rla opportunamente nei soldati, e sia per sollecitarne o intpMne - q?tan<lo OCCMra - l' adozÌO?M nelle popolazioni civili, presso le quali ri8ieda'n01 o debbono operare Ze tr-uppe.
B) Per la difesa dei sani esistono de-i mezzi meccanici onde impedi·re la puntztra degli anofeli, dei mez.~i chimici, assai preziosi, per Z'uooisione degli anofeli (imagini) nei ricCtVeri, e infine dei medica·menti. Si deve cmne ognun sa, a Celli di aver sviluppato quest'ultimo procedimento, promuovendo altresì un'apposita legislazione, per la preparazione dei sal·i di chinino da parte dello Stato, per Za lMo distribuzione gratuita ai lavCtratori in una fMma di sO?mninistrazione adatta. La così detta profilassi chininica-che è veramet~te soprattutto un-a cura abortiva dell'infezione !(finora non possediamo alcun rimedio atto a impe<lire l'infezione, rendendo imn~ediatamente inoflensivi gli sporozoiti inocu(I) SI s omminiatmvano In genere 8 egr. d1 :plasmooblna 8 90 egr. dl soltato di oblnlna, D to e 2o giorno, e 2 egr. d1 plasmoobtna 8 60 egr. di sol!ato di chinina dal 20 ~l 100 giorno.
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LA PROFILASSI DELLA :t.tALAltLo\ ECC.
lati dalla zanzara) - raggiunse ben presto un granitissimo sviluppo, fu aàotf4ta da tnoltissimi paesi, ed ebbe anche mnpia applicazùme nell'1dtima g1terra. S en.onchè da varie parti S()Tsero critiche a.spre c01uro di 68Sa. Fu osservato ahe la quantità di ahinino a aiò necessaria~ se si vuol fare la profilassi gerutrale delle popolazioni abitanti le zone malariche, è cos1 grande, da assorbire tutte le duponibilità; e poi si sostenne pure che la profilassi col chinino non dà al.cuna seria garanzia di efficacia. È certo che bisogna provvedere prima di tutto alla cura e poi alla profila.ssi col chinino, e che, d'altra parte, la profilassi~ quando si effet· tui con la semplice disttibuz·iot~e del chinino, senza la sicurezza che questo venga realmente ingerito nella d,ose e 1>er il tempo stabilit-o, non rappresenta d'ordinario se non wno spreco clel pt·ezioso ritnedio. Ma se la som•ministrazion8 del chinino- c01ne si potrebbe ottenere nell' eser~ito- è fatta a dovere, alIma reca, di norma, il giat~de vant,aggio o di impedire lo sviluppo della malattia oppure di rinviarlo a una data più o meno lonta·na. In tal senso, oltre moltissinte osservazioni cliniche e statistiche, depon,gO?tO anche le esperienze eseguite per la pritna volta del mio I stituto su ind-ividui sottoposti alla profilassi con chinino, qu,oticliana o bisettimanale, opp1tre con chinina e plasmochina, o anche con plasmochina sola, e poi infettati sperimentalntente di terza.na o di estivo-autun'714le, mediante anofeli. Che peraltro la profilassi chininica possa talvolta fallire è indubbio; atwhe se si eleva la dose del farmaco, per es. a 60-80 egr. di bisolfato di chinin,o al giorn,o. A aiò, olt,-e le condizioni individuali, possono cO?Uribuire, volta a volta, la frequenza delle infezioni, l'elevata d,ose infettante, l'alta virulenza dello stipite di parassita malariro, l'avversità del cli·ma, la fatica ecc.; tutti fattori che pertanto devono essere tenuti prese~ti nella pratica, &nde evitarne quanto è pos11ibile gli effetti. 0) Un aiuto prezioso, per la difesa delle truppe llalla malaria, si avrà infine nella lotta contro l'anofelismo (già opportunamente &rganizzata nell' esercito) evitando, da un lato, di costituire artifiaialmente dei focolai larvali, dall'altro intervenendo, nei focolai pre68istenti, oon tutti i mezzi della piccola e grande bonifica e anche distruggenilo direttamente le alate. La protezione mecaanica pttò pure riusaire efficacissima, appunto per rid1~rre la frequenza delle infezioni, che, già si è detto, compromettono e la cura e la profilassi medicamentosa.
Non è piccolo vanto per l'Italia di aver saputo trarre dalla stes~a gravità dell'endemia, che tanto l'e.ffiiggeva un tempo, la forza. e la saggezza per fronU'g· giarla, da prima, e infine pe-r dominarln sempre più, dando al mondo l'ceempio di una organizzazione e di una legislazione ovunque ammirate e imitate. In questa opera tenace e fervida di redenzione sanitaria e sociale, il nostro Esercito, com'è stato p er il passato, cosi earà. llncora sempre all'avanguardia, per sè e per le fortune della Patria. (AUTORllSSUNTO).
OSPEDALE MILITARE DI PALERMO
LEISHMANI OSI VISCERALE Conlerenza. d el pror. Sebastiano Cannata, Direttore della. Clinica. pediatrica. della R. Univer.:;ità di Palermo (7 marzo 1934-Xll)
La leishmaniosi viscerale è u·n.a •malattia infettiva, endemica, a dec~rso piuttosto er~ico, caratterizzata da febbre irregolare, anemia, epatomegalia modica e splenomegalia di alto g-rado. È dovuta ad un protozoo, leishmania donovani, che viene inoculato all'uomo da un phlebotomus. Esistono altre forme di leishmaniosi: quella cutanea dovuta alla L. Tropiea e quella delle m1uwse dov1ua alla L. Brasiliensis. La malattia è conosoiuta in India con la derwmin.azione di Kala-azar, {febbre ne-ra) sin dall870. Fu bene studiata nell903 da Leishmann e Donovani i quali soope-rsero il parassita. In Italia la priO'rità della descriz~e spetta a Tom·maso Cigliano, medico di Fmo d'Ischia, il q1tale nel 1876 in una SU<t pubblicazione ne descrisse minutamente 40 casi; in seguito ?tel 1880 anche Cardarelli descr-isse la malattia d,i cui so11pettò la n-atura infettiva. N el 1905 il Pianese scoperse nella milza e tz.el fegato di bambini m&ti per tale affeziotte 1tn parassita che identificò ~ quello scoperto cla Leishmann nel Kala-azar delle Indie. La malattia è diffusa in Europa e speoialmente nel bacino d,el M ed iterramo. Delle regioni europee l'Italia. è quella più fO'Ttemente colpita dalla mal.attia nella sua parte m &ridionale (Campania, Calab-ria e Sicilia). L'agente patogeno è 1m protozoo della famiglia dei tripanos~7nidi. Ha fO'Tma ~olare o rotoflda, tnisura 2-5 fl nel suo diametro piit lungo e 1-3 in quello piit cO'rlo. I n esso si notano il nucleo ed il blefaroblasto. VÌfiM coliivato in un terreno speciale (Nm1y-N éal-N icolle) alla tempe· ratura optimum di 22o. In coltura il parassita assu1ne fO'Tma flagellata. L'insetto che t·ras1nette la malatti a all'uO'mo, il Phlebotomus perniciosus, è stato recentissitnamente scoperto a Catan ia da .Aalor e Theodor. n catte è reoettivo alla tnalattia. e può essere fO'nte di co·ntagi<>' per l'uomo. Le alterazioni anàtomo-patO'logiche pUt i·1npO'Ttanti s~o a carico del -,nidoUo O'SSeo, ·milza, fcgaw e gangli linfatioi e sorw costituite da accumuli di parassiti negli endoteli dei capillari, ttello strama reticolare degli Mgani suddetti e nelle cellule della polpa splenica. I sintO'mi principali sono: febbre, splenomegalia, anemia. La caratteristica principale della febb-re è la gra·nde irregolarità con la quale si s1wle manifestare; può infatti ass1tmere il tipo oontinuo-remittente o i·n.termittente. Le intermi·ttenze sono irregolari, si poss0'1W infatti avere neUo sl68so gtoNW pareoohi accessi febb-rili (2-4) di breve durata, i periodi febbrili possotW 6888T6 interrotti aa periodi pitJ. Q me·rw lunghi di apiressia. La milza si presenta ing-ran.dita sin dai primi giorni ài malattia e su. bisce durante il aecO'Tso un progressivo aumento ài volume che può farle
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LEISEIMANIOSI VISCERALE
as~tumere proporzioni notevoli; l'organo può {nfatti dopo un lungo decorso morboso occupare i due quadranti di sinistra dell'addome ed invadere anche qu,eUi di destra. La s1~a consistenza è duro-elastica. L'anemia si stabilisce gratlatamente e raggiunge gradi spiceati nei casi protratti. n reperto del sangue periferico è queUo di una anemia apl48tica. La durata della 1nalattia è in gtmere da tre mesi ad un anno, qualche volta può essere maggiore (tre ~Znni) o minore (uno e due m88i). Per la diagnosi differcnzi.ale debbono essere prese in considerazione la malaria cronica e l'infezione 'meliten~e. La diagnoBi clinica di probabilità deve 69Sere in ogni caso confermata dal reperto del parasBita nel midollo osseo o nella milza. La prognosi, prima della scoperta della terapia specifica, era molto grave: solo il 3-5 % dei casi guarivano spontaneamente. Ora n,ella grande maggioranza dei casi è favorevole, sempre che si intervenga tempestivamente con la cura; infatti si ottiene la guarigio11.6 nel 90 % dei casi. L'esito infausto è di solito dovuto a malatti-e intercorrenti. La profilassi deve mirare ad elimi'flare le fO?~ti di contagio (uccidere i cani infetti, curare il più presto possibile bambini ammalati) ed a distruggere con mezzi idonei l'insetto trasmettitore.
Cura. -
n rimedio specifico è l'antimonio che deve essere inùttato pBr
ma enàovenoaa aotto forma di, tartrato di potaasio e antim,onio. Tale cura
adottata prima da V ianna nella leishmaniosi delle mucose, fu in seguito largamente sperinuJrn.tata con ottimi risultati da Di Cristina e Caronia ndla leishmaniosi infantile e da Castellani nel Kala-azar indiano. n aale di antimonio deve essere iniettato per via endovenosa in soluzione all'l %· Si pratica1w due iniezioni la settimana, la lÙ>se iniziale è di %-1 co.; si aumenterà quindi gradatamente sino alla dose ma.ssima che ciaaoun bambi?W pot?·à tollerare. Tale dose, la quale var-ia da caso a c~Uo, è di solito lli 6-8 egr.; i segni di intoUeranza sono costituiti da tosse insistente e vomito che si manifestano subito dopo l'iniezio-ne. In presenza di tali sintomi è necessario diminuire un po' la dose 'massima raggiut1ta potendosi TJerificare la nwrte per gravi je1wmeni bulbari se la soglia di tolleranza in-dividuale viene superata wnd~e di poco. Prima delle i1~iezi<mi bisogna sempre praticare l'esa11~e delle urine potendo l'antimonio ca-u8are lesitmi renali. So-no necessarie in medi a 15-20 iniezioni. Invece del tartrato di potassio ed antimonio l'O. ka usato da un dlloe·nnio il trartrato di sodio ed CJ;n.timonio il quale presenta notevoli vantaggi di fronte al primo. per una maggiore toUeran~a. Tale sale si è anohe dinwstrato efficace in casi che aveva1w resistito al ta·rtrato di pot.assio e antinwnio. Oon tale cura ha otte1~uto la guarigione nel 90 % dei oasi. Esistono in commercio preparati di antimonio per via intramuaoolare (Stimbenil, Neostibosan, Urea8tiban~ina,, Stibional) ai quali si deve ricorrere solo quando la terapia per via endovenosa offra ditficoUà insormontabili. Le probabilità di buon esito sono tanto 'maggiori quanto più precoce è l'intervento 'terapeutico. Durante la cura è necessario curare l'igiene e l'alimentazione degli inft11"mi.
OSPEDALE MILITARE DI MESSINA
LE
BRUCELLOSI
Conferenza del prof. Guido lzar, Direttore della Clinica. m edica. della. R. Università di Messina. (7 marzo 1934-XII)
Pr6messa una breve sintetica storia retrospettiva delle cmwscenze antiche s·ulZe malattie da brucelle, l'O. entra nel vivo della q1testione dimostrando come nessun carattere morfologico, culturale, biologico, sierologico possa differM~.Ziare fra loro cm preci3iotte le tre diverse specie di brucella, un lempo ritenute ben diverse fra loro; sì che si può accettare senz' aUro il concetto oggi dominante di « 'Varietà dello stesso ceppo differenziatesi per adattamento in differtJ>nti animali recetti'Vi ». Profondo cultore dell'argomento sin dai primi anni della sua 'Venuta in Sicilia (191.0), l'O. illustra Qllnpiamente e le deficien.ze dei com1mi mezzi diagMstici differenziali 'Via via tentati dai diversi autori, di cui il solo metodo di U dlesm può ancora fornire qualche dato probatorio, e le modificazioni morfologiche, biologiche e sierologiche che modeste modalità tecniche possono determinare nei vari ceppi di brucella, modificazioni che errat4mente interpt"etate, h-anno servito a creare il gruppo dei pa.ramelitensi e dei para.abortus, oggi mf,glio chiQ/lnate varietà ruvida degli stipiti omonimi. Queste stesu difficolkì itnpongmw Qlll,(jota, dice l'O., un certo riserbo nel giudizio clinico e sierolof}ÌCo e batteriologico, nè permettmw di escludere che anche fra noi si abbiano ad osservare OOBi di infeziotte di brucella bovis (bacillo di Bang) come non può esclud-ersi cke le epidemie della Toscana e del Piemmte, e forse anche dei paesi più. nordici, possO?~() essere date, oltre che dalla brucella bovis, anche dalla bru~ella hominis (micrococco di Br~tce), più propria alle regioni dO'Ve si allevatw in grom numero gli ovini. Lo stesso ordim di ragiot~i che ?lon permettono di differenziare i tre stipiti fondamentali (bo"'is, hominis, suis) dal ptmto di mta sierologico e batteriologico, ripetendosi colla similiarità del quadro clinico e ~to~ patologico, fanno sì che la clinica, e l'anatD"mia patologica. delle tre infezioni ~i pQ8sano wmpçndÙfre in una Bola: delll) Z.UiQ?~Ì gmwhe legau al quadro di setticemia più proprio a q-uesta infeziO?te, dove solo eccezionalmente o oome fatto Bte<mdario si insediano 1wte di sofferenza di un determinato orgatw p6T lo più poco importante, mQ8trando questi germi un rispetto curioso per gli organi essenziali alla vita (cuore, polmoni, reni); dei sintomi pure generici sempre in rapporto alla invasione generalizzata (artralgie delle picoole articolazùmi, splenomegalia, epatoo~egalia, febbre) che dalla individuale recettifltà o resislenza del soggetto traggono la speciale figura, dando volta a volta le forme gra'Vi pseudotificke o le forme artralgiche, o le forme .sudorali o le forme nmwalgiche, o le forme pse'UdcYmalariche o le febbricole di lieve entità, ma di lungh~rima durata. Anche per le brocel~si, come p&r n~olte altre malattie, dice l'O., pivtt08to che il genio epid~emico o la 'Virulenza del ceppo, la gravità della infeziota6 trae O?'igim tla.Ua quantikì dei germi e dalla resùten.m del soggetw ospite, fatto che spiega ancora come la brucellosi da brucella hominis
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LE BRUCELLOSI
sia relativamente pooo diffz(,Sa anche in certe città della Sicilia, dove ben il 12 % llelle capre soM infette. Illustrati i vari quadri clinici port4ndo u1~ largo contributo di oss&rvazioni p&rsonali, l'O. passa a discutere il problema diagnostico dal punto di vi.sta clinico e dal ptt,nto di vista sierologico, dimostrando come 1tna attenta disamina del q1tadro sintO'Inatologico possa nel maggior n'lMMro dei casi par· tare alla diagnosi esatta, mentre una imperfetta tecnica 8'ierologica per l'uso di ceppi aggl1ttinabili aspecificamente, possa indurre a oonclusioni errate, così oome ka indotto in pa.'lsato alle note aff&rmazioni sulla aspecificità della prova di Wright nella tubercolosi, forme settiche, ecc. La prova sicrodiagnostica, affenna l'O., condotta con tecnica precisa nei riguardi dei ceppi bacterici, mentre dà assoluta garanzia di specificità di gruppo, non permette invece di diff&renziare fra loro le infezioni date dalle tre diverse brucelle. Accennato b·revemente alla prognosi, sempre subardi·nata al regime dietetico ed alla terapia, ma generalmente favorevole per la brucellosi i1~ s~ st-ante, l'O. tratteggia brevemente il problema della profilassi, va?'ia per i tre stipiti fondamentali in mpporto all' ani1nale vettore; tenute i?~ giusta considerazione le modalità cott. cui il germe infettantll può arrivare all'uomo, ce-rtamente mmw frequ&nti e meno facili per la brucella suis e ancora per la brucella bovis, che non per la brucella hominis, che nel consumo di latte non bollito e di latticini, nell'inquinammtto di verdure e ortaggi, ma arwhe nella frequenza nell'abitato della capra trova larghe ragioni di contagio. Esposte le ditfi.coltà di 1ma sana lotta oontro le fonti di infezione (capre)
s1tl tipo di quella che ha risanato l'isola di Malt.a, l'O. passa a parlare del problmna terapeutico, sotf&rmandosi specialmente ad ill1utrare tutti i danni di 1'na dietetica errata sia n&i riguardi della risposta difensiva dell'organismo contro l'infezione da brucella, sia, e pitì. pa.rticola1·mente, n&i riguardi del rifiorire di un focolaio obsoleto di tubercolosi: dietetica che deve i1~ ogni caso essere suffìciMtte e sttperiore a.lla normale in rapparto al maggio'' consumo, determinato dalla febbre; dietetica che no-n ha limitazioni, dato che la bnwella ncn determina alc-una lesione a carico del htbo gastroe1~terico. Esposti bre· ven~ente i princip~ della terapia antica e illustrati t~ell'intimo meccanismo i benefùfi di 1ma mtra climatica, di etti preoisa le modalità, discussi i rari casi, nei quali la sieroterapia ha smnbr,ato recare beneficio, e sconsigliato l'tLSO degli arsenobenzoli test~ proposti dalla scuola francese pe-r i pericoli inerenti alle partioolari oondizioni del fegato, l'O. passa a trattare della vaccinot-erapia sottocutanea, utile nei soli casi di malattia protratta, quando l6 forze di resistenza dell'ospite e le forze offMsive dell'infezione sia1w in istato di equilibrio, e della vacci1wterapia endoveno-sa, che, traendo i sooi benefici effetti esclusivamente dall'a.ccoppiamento di tma t&rapia di: choc ad una pireto· t&rapia, può con maggiore probab·i lità di s1wcesso e con minor pericolo ve1~ire oggi sostituita dalla Piretamina Oentanni, intro(lotta per via Ccnd<Yoenosa. Sebbene i risultati di questa nuova terapia, anche talvolta abbinata ad inie· zioni di tripaflavina, siano in un buon mm~ero di casi favarevoli, conchiude l'O., manwando ad essa la qualifica di terapia spec-ifica, twn si può, nè si deve promettere all'ammalato 1ma guarigione sic·ura, nt.a solo prospettare un mezzo terape11.-tico, che può con og1~i probabil-ità ri1l-Boire efficcv.e.
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SIFILIDE DEL SISTEMA NERVOSO C.mferen1.a del pro!. Rosolino Colella, Direttore della Clinica per le malattie nervose e mentali della R. Università. di P alermo (13 maggio 1933-Xl) (Conti nu.a:done e fine)
LE REAZIONI BIOLOGIOHE DELLA SIFILIDE NERVOSA. Oon la reazione ài Boràet-Wassermann (R. B.-W.) noi' abbiamo acqui· stato la certezza che è la sifilide che interviene sull'etiologia della tabe dorsale e della paralisi progressiva. M a sopra t1ttto grande importanza àiagnostica ha l'esame delliq1tiào cefal<r-rachiàiano (liquor), che si ottiene dallo spazio subaracnoiàeo con la puntura. lombare preconizzata da Quin.cke nel 1890; vera biopsia ehe ci può rendere conto dello stato del sistema nervoso centrale. .A traverso tutta una serie di 'analisi sierologiche, è age-vole trova1·e dei segni che indicano, durante il periodo ài latenza della sifilide, la persistenza del parassita nell'organismo. Ma, ciò che è più grave, si è che dopo che il parassita, localizzato nel sistema nervoso, .ha cominciato già la sua opera nefasta, segue un periodo d1trantc il quale i segni clinici s&no ancora assenti o poco promtnciati, costituendo il periodo preclinico della sifilide nervosa (Ravaut). Fra le p1mture rachidee alte la puntura. sotto-occipita.le costituisce un completamento della puntura lombare, ed essa soltanto trova 1ttili applicazioni in clinica, cm lo scopo di fare conoscere lo stato del liquido cefalo-rachidiano e di portare gli agenti terapeutioi nelle regioni S1tperiori del newasse. Vi B&no poi le punture craniche., che à'ordinario hanno scopo terapeutico più ehe diagnostico, sia per sottrarre illiquor, sia per introdurre sostanze 1neàica-mentose o sieri. Nu-merose spirochete, del resto, s·i riesce a mettere in eviàenza anche nella polpa cerebrale estratta da·i viventi -mediante la puntura di N eisser-Pollack. Illiquor, prodotto àalla sw·ezione dei plessi coroidei, si trova nella quasi sua totalità negli spazii subaracnoiàei encefalici e spinali e nelle cavità interne dei centri nervosi (ventricoli e canale epen.à·i-male). Illiquor nornuùe, ài quantità intor·no ai 130 centi-metri c?tbi è limpiào come acqua ài roccia, ha una reazione leggermente alcalina ed un peso specifico di 1005-1010; contiene il 0,10 per mille ài ttlbu-mina, poco piu ài gr. 7 ài cloruro di sodio: gr. 0,50 di glucosio e gr. 0,20 di altre sostanze chimiche per litro. In presenza ài eleme-nti patologici p1tò acquistare un aspetto torbiào. a.) L'analisi àel liquido cefa.lo-ra.chidia.no (l ) concerne innanzi tutto la misura della tensione che p1tò essere facilmente presa col manometro (l) Ved1 Babonoetx, Radovlel, Rlser, Brug3cb, Nonne, Tnrgowla-LtUD.acbe, ecc.
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SIFILIDE DEL SISTEMA NERVOSO
aneroiile di Olauàe. N ella neurosifilide essa non presenta un grande interesse e non è in generale elevata. Nei rari casi di neoformazioni sifilitiche (gomme isolate, espressione classica della sifilid.e terziaria) si ha ipertensione intracranica, e la diagnosi differenziale con i tumori del nevrasse presenta grandi difficoltà; in tali casi sono Le altre alterazioni del liquiii.o e la facèltà di regredire sotto l'azione della cura specifica che possono venire ir~ nostro aiuto. Le modificazioni più. freque1~ti e pUt caratteristiche nel corso ilella sifilide nervosa sono: l'invasione di elementi figurati (pleocitosi) e l'aumento della quantità d'albumina (iperalbuminosi) nelliquiii.o cefalo-rachiii.iarw. b) Normalmente non esistono linfooiti o se ne trova meno di uno per millimetro cubo; quando sono in maggiore num.ero indicano già uno stato pato-
logico àelsisten~a nervoso. Per la ricerca dei linfociti si adopera l'apparecchio di N ageotte o Fuch8-Rosenthal.. N ella tabe dorsale e nella paralisi generale progressiva essi sono in numero di 1~3(}-40 e più per millimetro cubo. È evidente che si riscontra la linfocitosi più abbondante nella meningite acuta sifilitica. In certi casi oltre ai linfociti si possono risco?ttrare, ttelliquor di soggetti con neurosifilide, polinucleari, cell1~le plasmatich~, fibroblasti, macrofagi, eleme?~ti fagocitarii, ecc., la cui presenza è stata segnalata sopra tutto mlla paralisi progressiva. I n generale in tutti i casi di metasifilide in evoluzione e mila sifilide <liffusa del nevrasse la linfocitosi non ma~u:a, essendo il suggello della leswn.e sifilitica del sistema nervoso. N ella maggioranza deUe statistiche la linfocitosi è presente nel 95-100 per cento dei casi. c) .Albumina totale. - V iene ricercata con varii metodi. Allo stato normale il Iiquor ?te contiene una quantità infima, in tutto presso a poco 0,20 per mille; mlla paralisi progressiva essa raggiunge gr. 0,7(}-(),8(}-1,50 per mille ed è a$80CÌata quasi Be?npt·e alla linfocitosi. L'iperalbuminosi può aru:he riscontrarsi in altt·e affezioni mrvose. d) Prove delle globuline. -L'albumina totale è àata àa serina. più globuline, la presenza della prima prevale mlle meningiti acute, quella delle seconde invece - che sono assenti nel liquor norrn~le - prevale in alcune affezioni del sistema nervoso centrale (meningiti croniche specialmente sifiliticke). (fr,illain e Parant sono stati tra i primi che hanno provato di utilizzare, per la diagnosi rapiii.a dell'iperalbumiMsi rachiii.iana, le proprietà che possiedono le gLobuline ài pt·ecipitare a freddo, quando esse vengono a contatto con una soluzione satura di solfato di magnesio. Oggi in tutti i laboratorii la reazione comune delle globulim si fa precipitando una soluzione soprasatura a caldo ài solfato ài ammonio. Ecco le speciali reazimli che dimostrano la presenza delle gLobuline: 1°- Reazione di Nonne-.Apelt. - Si esegue mescolando in una provetta eme. 1-2 di Iiquor con una quantità eguale di solfato di ammonio neutro. La reazione è negativa quando il miscuglio è ri1nasto chiaro, essa è positiva q'UM&ào si produce un intorbiii.amento. Una reazione mgativa esclude 'U'fl,'affezione delle meningi di origine Bifilitica. 2°- Reazione di Pandy. -In un vetro d'orologio contemnte una sol'Uzione allO% di acido fenico si lascia ca&re lentamente il liquor facenilo attenzione, dopo tre minuti, alla comparsa o meno di un leggero intorbiàamento. L a sua mgatività esclude la esistenza di affezioni organiche del sistema nervoso. Questa reazione è più sensibile della pritna fase d i Nonne-
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.Apelt, e rende superflui gli altri metodi di i~_ qu.andcl 8ia stata eseguita in precedenza. 30 - N oguchi ha immaginato anche una reazione per mettere in evidenza le globuU·,~e. Egli mesoola cc. 0,2 ài liquor a cc. l ài una soluzione acquosa allO% di acido butirrico; riscalda alcuni istanti fino all'ebollizione, ritira dalla fiamma, poi aggiunge rapidamente cc. 0,2 di soda normale e fa bollire di nuovo alcuni secondi. In casi patologici si forma un precipitato fiocooso o granuloso d<nntto a eccesso più o meno abbondante di alb1tmine. e) Reazioni colloidali del liquido cerebro-rachidia.no: 1° - Reazione coll'oro, secondo O. Lange (1). -La reazione è fondata sul fatto che l'oro oolloidale, in presenza di albumina alterata dal processo flogistico, precipita in fiocchi. Ad u-na serie ài prO'Vette contenenti la soluzione dell'oro oolloidale si aggiu,ngono diluizioni decrescenti del liquor; la lettura va fatta dopo 24 ore; la scala delle reazioni cromatiche, riportata in curva, permette di trarre delle illazioni molto importanti sulla natura dell'affezione sifilitica àel sistema nervoso. La reazione di Lange è sempre positiva qu.anào lo sono anche le altre reazioni della sifilide; qualche volta essa sola è positiva, anche qu.anào la R. W. è negativa (Lange). La reazione del bleu di Berlino (Kirchberg) è u-na reazione colloiàa.le sue· ceàanea della reazione ài Lange. 20- Reazione del mastice, secondo Jaoobsthal e Kafl«t. (2). - È fondata sugli stessi principii della precedente; soltanto invece dell'oro vient usato del mastice in sospensione colloidale. Oome l'oro così anche il mastice (go·m ma) è precipitato nel liquido cefalo-rachidiano contenente albwmine. Per la teonica di queste varie prO'Ve rimandiamo ai Trattati speoicùi. Le diverse affezioni luetiche del sistema nervoso centrale mostrano curve di registrazione caratteristiche: La difficoltà di preparare bene la soluzione oolloidale dell'oro e l'apprezzamenw del oolore rendono la prO'Va col mastice piu importante di quella dell'oro. 3ò - Reazione al benzoino colloidale, seoonào Guillain, Laroche e Lechelle (1920). - Sembra essere più costante e più feàele della stessa reazione di Boràet-W assermann. Per questa reazione illiquor non deve contenere alcuna traccia di sangue. .Anche in. questa reazion.e Bi pongono a contatto di una sospe1uione omogenea di resina ài benzoiM (in acqua a 35o) quantità scalari ài liquor in 16 tubi. Un liquido cefalh-rachiàiano nor-male dà SO'Vtmte u-na reazione di precipitazione nei tubi 6, 7, 8, ma non ne dà mai nei cinque primi tubi, che oostituiscono la « zona sifilitica della reci.zione ». N ella sifilide Guillain chiama: reazione positiva. la reazione con precipitazione totale nei primi cinque tubi; reazione sub-positiva la reazione oon precipitazi<me par:ziaù m alcu,.ni di questi cinque tubi, completa Q non, in 'Uno o ciue tubi; reazione negativa la reazione con mancan.za assoluta di precipitazioM nei cinque primi tubi. La prooa al b~no sarebbe soZtafltQ una reazWn.e· della sifilide del ai· Btema t'l6M1oso in et1oluzione, e non di una forma speciale di questa sifilide; ess (l) Berllner Klln. Woob, 1912, 111. (2) Dorllner 'KIIn. Woob, 1917.
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SIFILIDE DEL SISTEMA NERVOSO
va quasi se~npre di accordo con i 1"isultati della reazione di Bordet-W asserman.n. Essa è positiva anche nella sclerosi a placche, ma negativa nella encefalite letargica. Per Guillain, la reazione del benzoino colloidale e la reazione di B. W. s01w state s-imul'taneamente positive nell'83% dei casi di sifilide nervosa (paralisi progressiva, tabe, sifilide arteriosa o meningea). Nell'Il% dei casi la reazione di B.-W. era positiva e la reazione del benzoino negativa, nel 6 % la reazione di B .-W. era negativa e la reazione del benzoino positiva. Le d1te reazioni aàuru_z1te si CO?npletano, e la loro ricerca concomitante nella sifilicle eventuale del nevrasse sembra che si imponga. f) Reazione di Bordet-Wassermann. -La conferma della diagnosi, nella sifilide nefflosa, si ottiene per mezzo della reazione di Bordet-Wassermann, praticata col siero di sangue o col liquido cefalo-rachidiano dello infermo, e basata sul P~'incipio della devi-azione del complemento, secon.ào abbiamo ricordato nelle precedenti pagine. P er ciò che riguarda la reazione di Bordet- Wassermann nel sangtUe, per la diagnosi della sifilide nervosa, è ?!,CCessario indicare le norme seguenti, basate sopra mtmerose statistiche pubblicate 1Legli ultimi 20 anni: << La reazione B.- W . positiva, indica solamente che il soggetto esamin-ato possiede nel suo organisnw il vi?·us sifilitico, e non già che i dist1trbi nervosi che egli presenta 8MW d'i natura sifilitica n. <<La reaziot~e B.- W. tLegativa non esohule la sifilide, la rende però molto impt·obabile, qualora 1wn sia1w precedute cure energiche di mercurio, le quali po8SMW far sparire la rea.zione. Noi sappiamo che più del 30% dei sifilitici accmiati, presenta1w 1tna 1'eazi01Le B-W. negativa »• N ella diagnosi della neuro-sifi.Ziàe, la reazione di B.- W. positiva 1i.el sangue può inàurci in errore, facendoci credere una paralisi progressiva al s1w inizio, là dove ?Wn vi sono che disturbi -nervosi senza importanza in U7l vecchio sifilitico. Lo stesso va detto per certe affezio-ni dei tLervi perife1'ici, in vecchi sifilitici, in rappo1·to alla tabe, ecc. Da ciò deriva che l'analisi del sangue deve essere setnpre completata da quella del liquido cefalo-rachidiano; quest'ultima può solo confC?"mare o infvrmate la diagnosi. W assermann e Plaut hamw mostrato che il liquido cefal.o--rachidiano può servit·e esso stesso per l'esecuzi01~e della reazio1w di fissOiZione del complemento, e le ricerche di controllo, fatte da numerosi autori, hanno dimostrato di poi che la reazi~ di Bordet-W assermam~ positiva nel liquor costituisce 1'na indicazione preziosa per la diag·~wsi delle affezioni sifilitiche del sistema ne1'Voso (N euro-sifilide). Secondo Hagenau l'assenza àella reazione di B.- W. nel liquor, elimina la diagnosi di paralisi pt·ogressiva. Non esiste parallelismo tra la t·eaziotw B .-W. del sangue e la reazione B.-W. del liquiilo cefalo-rachidiano. È importante il fatto ohe la reazione di B.- W. può essere negativa nel san.gue e positiva nel liquido cefalo-rachidiano. Quindi, specialmente nel sospetto di sifilide del sistema nerooso, va esaminato il liquido c.r. È itwltre i?nportante il fatto che l'infezio?Le delliquor può già esistere t:tell-11 stadio, cosi che la cura si deve possibilmente continttare fino alla sua scotnparsa. Anche in questo ca.so dunque controllo del liquor. Per eseguire la reazione di B.- W. occorroM i1~ media eme. 0,5-0,6 di liqnor non inattivato. <~ La po_sitività implica la esistenza di una sifilide ner-
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-vosa (Sicaril e Roger), e si accompagna con segni neurologici e psichiatrici». Di que8te due propoiJizioni, la seconda è anco-ra discussa; la prima è quasi uni-versalmente ammessa. Questa r.eazione àelliquor offre tanto pi1ì interesse perchè i risultati ila essa forniti non -variano con le tecniche, e con uno stesso campione ili liquor af/ìiJ.ato a laboratorii differenti specializzati, cioè bene attrezzati e bene organizzati, il risultato sarà sempre identico; mentre che la reazione, ricercata nel sangue, dà spesso risultati contradàittorii. La negatività. deUa reazione B.- W. non vale ad escludere la esistenza. di lesioni specifiche iniziali ilei ce-ntri nervosi. È sempre positiva nel corso della paralisi progressiva e i?'riducibile anche dopo le più ene'rgiche cut·e specifiche; nella tabe dorsale può anche essere negativa o debolntente positiva. Abbiamo ritemtto utile esporre in modo molto sintetico le reazioni ili cui noi ci serviamo - basate sopra alte-razioni fi8iche, chi'rniche e biologiche àel liquido cefalo-ra.chidiano e del siero ili sangue -1J&r àeterrninare la diagnosi ài sifilide nervosa. La verità pe-rò è che le ricerche di laboratorio non bastano, e che l'esame clinico deve essfffe sempre associato aUe analisi, sia prima di queste per indicare le reazioni biologiche necessarie, sia dopo per paragonare il risultato delle analisi con i .Begni clinici osservati. Parmi superfluo ài insistere su questo punto. Basti solo t·icordare che è problema di grande importanza sapere se l'esame àelliquido cefalo-rachidiano può costituire un criterio tetapeu.tico. È noto che l'intef!1-ità del liquido cefalo-rachidiano non prova la inesiste-nza di una lesione del nevrasse, allo stesso modo che la scomparsa dell'alterazione clelliquor non garentisce la guarigione assoluta llella sifilide nervosa. Clinica e Laboratorio costituiscono un unico orga'nismo, che non può essere diviso senza perd&re l'e8sere proprio.
DIAGN"OSI, PATOGENESI E PROFILASSI DELLA SIFILIDE NERVOSA. In clinica la diagnosi di sifilide nervosa (S. N.) si stabilisce in maniera sicura dopo l'apparizione di un sintomo ài un valore indis01ttibile. Perciò per metterlo in evidenza il più precocemente possibile è necessat·io ricerca,·o dei segni e dei metodi ili investigazione setwp-re più delicati. La s&miologia clinica, malgrado la finezza dei suoi metodi di indagine, in (l1testi ultimi anni non ha aggiunto alcun segno mtovo per la àiagnosi precoce della sifiUde nervosa. Oome abbiamo ricordato nelle precedenti pagine, negli ultimi 30 anni tre grandi metodi di investigazione biologica sono nati, i quali hanno dato una orientazione del tutto nuO'Va alla diagtwsi della sifilide e particolarmente a quella della sifilide nervosa : a) la scoperta della cito-diagnosi del liq-uido cefalo-rachidiano (c. r .) (1900); b) la scoperta della spirocheta pallida di Schaudin e Hoff7nann (1905); c) l'introduziotte del metodo di diagnosi sie:rologica di Bordet-W asse-rmann (1906 ); la q1tale fu l'esca per la scoperta di altri metodi sierologici innanzi m-enzionati (1907-1920). . Ravaut nella s1ta recente R elazione (1932) ha ricordato che l'esame del liquor non solo rivela la esistenza di processi sifilitici crot~ici àel sistema nervoso, come la tabe dorsale e la paralisi progressiva., ma pone anche il medico
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in grado di potere precocemente stabilire i primissimi inizi di queste manifestazioni, anche quando i segni clinici sotw ilel tutto assenti. Egli quindi ha insistito di ricorrere sistematicamente alla Tluntura lombare e consiglia come epoca più propizia la fine del terzo anno. Ravaut perviene alle seguenti conclusioni principali: La diagtwsi precoce della sifilide nervosa può essere fatta o mediante la clinica, fi1w àall' apparizione del primo segno, o mediante la biologia, studiando le reazioni delliquiào cefalo-rachi<liano, nel quale vanno a riflettersi, fino dalla loro apparizione, il più sovente, quasi tutte le lesioni del sistema nervoso. Paragonando la precooità ài apparizione ài questi due ordini di sintomi, risulta che neUa pii' parte àei casi i segni biologici precedono i segni clinici. L a diagnosi precoce della S. N. àeve dunq1u! essere fatta fin àal suo perioào biologico; e a tale scopo illiquiào c. r. sarà analizzato siste·maticamente. Lo studio patcgenetico della S. N. dimostra che l'infe:::ione del sistem-a nervoso atrviene sopra tutto nei primi staàii della malattia, e le lesioni iniziali possono in.tereBsare sia isolatamente il sistema meningo-vascolare, sia si-Tnultaneamet~te le meningi e il parenchima. Tre grandi fattori sembra·no dirigere l'evoluzione (lella S. N.: il virus, il terreno, ma sopra tutto la cura iniziale. Lo studio del liq11-iào cefalo-rachidiano ha permesso di scoprire accanto alla sifilide nervosa clinica, un'altra forma àella S. N. latente, inapparente, muta, finora non conosciuta. La qu.ale, dopo una fase di latenza più o meno ltmga, può o scomparire senza lasciare traccia, anche nelle sue forme a reazioni intense (forma biologica latente); o continuare a evolversi fitw all'apparizione di un segno clinico, e preparare il letto ana S . N. clinica (for·m a preclinica latente). W agner von J auregg così esprimeva il p·roprio convincimento sopra questo argomento nel1929: « Ma come io sono convinto che contro la paralisi progressiva - come contro tutte le altre malattie - la profilassi sarà più ef!icace della cura, così 1·itengo necessario che i medici che praticano il trattamento nei primi staàii dena sifilide raccomandino espressamente ai loro ammalati la nece8sità di fare la punt·ura lombare negli staàii latenti deUa sifilùle, per constatare se essi so?W minacciati dalla paralisi progressiva e dalla tabe, opput· no; e che in caso di pericolo essi devo1w fare un trattamento pro filattico prinw che la disgrazia non sia avvenuta. Quando questa consuetudine sarà diffusa presso i sifilitici, twi saremo meno sovente obbligati ài pratiea1·e la 1n4lario-terapia ai sifilitici ». W agner von Ja11-1·egg ultimamente ha confermato che la ntigliore profiltusi àella parali8i progressiva cm~iste in un trattamento appropr,iato della sifilide all'inizio, mercè c1,re intense e ripet11-te, facendo uso àei migliori antilnetici, q11-ali gli armwbenzoli e i preparati di bismuto. Se alla fine del periodo secondario (terzo-q1tinto amw àalla infezione) il liquido cefalo-rachidiano clarà reazioni positive e per ciò segni ài partecipazione del sistema nervoso, è necessario di continuare e- di intensificare le cure e di ric&rrere alla D;lalarioterapia; evetuualmente ripetuta àopo un anno se le reazioni sul liquor non sara,n no diventate negative. l n effetti, co•n le reazioni biologiche della sifilide nervosa àescr,itte nel precedente parag1·afo ~ stato àimostmto che un gran numero di casi ài sifitiàe presenta reazioni positive del liquor d1trante i periodi primario e secondario.
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Queste rea::ioni si modificano, diventano negative in 1m gran numero di casi, tanto sotto l'influenza della cura, quanto spontaneamente. Ma un certo numero di esse resiste a tutte le cure. Sono questi malati, oon alterazioni del liquor ribelli alle cure, che possono dive-ntare paralitici progressivi (Fouquet). Sperimentata la malarioterapia (1917 ), con la pratica di questo metodo è stato dimostrato che i risultati sono tanto migliori per quanto più presto la cura è iniziata nella paralisi progressiva; da ciò deriva la grande importanza d ella diagnosi precoce di questa malattia. È divenuto manifesto del pari che la malarioterapia dà risultati migUori in combinazione con forti cure chimiche specifiche, avanti e dopo la malarizzaz-ione. Kyrle, di V ie-nna, ha proposto di curare con la malarioterapia tutti i sifilitici che hanno presentato una reazione positiva nel liquido cefalo-rrachiàiano nel periodo secondario o nel periodo di latenza tardiva. AU!tanào questo metodo, con una puntura lombare che mostri alterazioni del liquor nel terzo o nel quarto anno, la malarioterapia, in man.o a Kyrle, ha dato all'inizio il 100 % di successi e con cura tardiva il 55%· La migliore profilassi della paralisi progressiva e della tabe dorsale resta la cura precoce e intensiva della sifilide; quando le 1·eaZ'ioni se1·ologiche e lo esame neuro-psiohiatrico fanno temere una localizzazione nervosa, bisogna ricorrere alla piretotempia con la malaria di preferenza. Se così le reazioni u1norali co1ne l' an,alisi dei sintomi neurologici e psichiatrici permettono di escludere la tabe e la pa·ralisi progressiva, una terapia chimica vigorosa (mercurio, arse-nico, bismuto) potrà essere sufficiente amodificare la .~intomatologia e a prevenire lo sviluppo di lesioni più gravi. Nei casi di arterite o di lesioni me-ningo-cerebrali più o meno localizzate, la c1~ra specifica dovrà. essere congiunta ad t~914 igiene e a una terapia corrispO'I'UWnte allo stato generale del soggetto ( Olaude). La tabe conclamata, sopra tutto compl·icata a lesioni nervose (nevrite ottica) non sembra possa giovarsi della piretoterapia. N ella paralisi progressiva, anche ad un per-iodo avanzato, la malar-ioterapia dà spesso risultati insperati. La entità dello stato psichico del soggetto richiederà spesso ài essere apprezzata con tm esame psicologiao approfondito, i,n rapporto alla necessità ài determinare esattamente - in alcuni casi eli psichiatria forense in qu<tle mis1tra si è effettuata la ricostituzione delle facoltà mentali più o meno gràvemente alterate. L 'obiettivo ài una profilassi efficace della sifilide nervosa ha 1m duplice scopo: cercare di annullare il fattore efficiente, il parassita, e a®perarsi a sopprimere tutte le<(condizioni pre<lisponenti atte a mettere il sistema nervoso in stato lli diminuita ?'esistenza rispetto alla spirocheta. Numerose statistiche confennano la importanza non solo del germe ma anehe àel terre-no di sviluppo: è accertato, per esempio, il fatto che la mortalità generale della sifilide nervosa var-ierebbe fra il 7 e il 10% (Mattauscheck e Pilcz). Il quale fatto in-duce a supporre·che è ?Mcessario non solo il germe ma ancora certe condizioni che si trovano riunite for:tunatamente i1~ un limitato numero ài malati. Tali constataz-ioni sono confermate anche àa quelle che noi abbiamo sempre sostenuto nella paralisi progressiva: vale a àire che non basta la sifilide per sè sola a determinare il processo paralitico nei centri nervosi, ma occorrono cause predispone-nti, perchè si inizi il processo paralitico. Le principali
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delle came sorw: la eredità., l'abuso di alcoolici, le psìcopatie pregresse e le neuropatie, la denutrizione, i tmumi, l'insolazione, le malattie infettive acute, eco. Sta il fatto che solo una piccola percentuale dei sifilitici va soggetta alla paralisi progressiva. Matihes riferisce che solo urw o due per cento dei sifiUtici, che egli ha potuto seguire per venti anni, di'Vennero paralitici; il due per cento secondo Mott. Oome l'Alzheimer ebbe ben ragione di esclamare essere impossibile la paralisi generale senza gli antecedenti sifilitici, così possiamo aggiungere che altd fattO'ri devono avere per lo 1neno cooperato a determinare lo sviluppo della malattia. Per Nicol.au (l ) una p1·ofilassi ideale della neur(}-sifilide suppone la .sterilizzazi01~e completa dell'orga;nismo: la cu1·a p1·eventiva della sifilide nert•osa deve essere istituita al più presto, appena all'inizio, ed energicamente; questa cura deve essere CO'nàotta sotto il cont1·ollo del liquide cefaù;--rachiàiam.o , cura di d1te anni, se le reazion·i sie1·oZ.ogiche sono negative. Co?~ una puntura ùnnbare che ?nostri alterazione del liquido cefal(}-Tachidiano al terzo o nel qum-to anno, pensare alla 1nalarioterapia che, in mano a Kyrle, ha dato all'inizio i r·isultati eccellenti poco innanzi ricordati. I n gene1·ale noi riteniamo che la mala.?·ioterapia p1·eventiva e 01n·ativa .si debba utilizzare in tutti i casi, i?~ cui gli aUri metodi specifici appaiorw insufficienti. E ciò malgrado le opinioni contrastanti recentemente elevate intorno alla poca stabilità delle remissioni ottenute con il trattamento malarico nel corso della paralisi progressiva. .Abb·iarno sperimentato largam.ente e a lungo in q1testa malattia altri m etodi di terapia stimolante febbrigen.a e afebbrigena, associando anche alcuni vaccini alla terapia specifica, compreso quello anti-rabico Pasteur. I risultati sorw stati decisamente infet'Wri a quelli ottenuti con la 1nalarioterapia. Ond'è che non possia1no oggi che conje1·mare quello che abbiamo già sm-itto sopra questo argomento (2 ); cioè che « dal complesso delle ricerche eseguite a proposito della mala.rioterapia nella paralisi generale progressiva, è da ritenere che un reale progresso terapeutico sia stato ottenuto con questo metodo, e che fin d'ora si possa parlare di vm miglioramenti duraturi ... )). Oomu1~ue questo 1netodo ili cura costituisce se1npre un vtetoào di scelta nel tmttamento della su detta malattia. N è le recenti 001wlmioni di Kerl, basate sullo studio di 1000 sifilitu'i -che la malariaterapia non dà risultati brillanti nella sifilide primaria e secondaria, mentre i risuUati sorw 1nolto favorevoli nella sifilide tardiva a liquor positivo contrastano col giudizio da noi espresso. Prima, pe1-tanto, che il ·medico sia autorizzato a sostituire tale metodo di cura (la malarioterapia), bisogna averne trovato un altro che, per la importanza e la stabilità dei risultati ottemtti dai diversi sperim4lntatori, sia concordemente ritemtto ntigliore. In conclmione, in ogni sifilitico è necessm·i.o l'esame àelliquiào cefalorachidiano per la diagrwsi precoce della sifilide nervosa. La 1nigliore profilassi àella sifilide nervosa, e speaialmente di quella tardiva, resta la terapia chimica intensiva e precoce della sifilille ( mercuri.o, arserwbenzoli, bismuto). (l) Ntcouu. - Prophvlazie lks SVPhilis nerveuse.s acquius el hérlidil. - • An.n. des Mal· vénér •, aprile 1932, n. 4. (2) R. COLELLA. - L'étal actuel de la Nwrologie. - • Arch!ves lnternationales de JSouro·
loirie •, d'avrll HlS2.
SD'ILIDJ: DBL 8IBTJUU, NKBV080
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Qwftdo le reazioni nero'Wgiclu e l'esame neuro-pric~Katrico jtmM tefMre
-una localizzazione ner!10$a, bisogM ricorrere alla piretoterapia, C(m malaria .ài preferenza. De'I)(YIU) i medici B1Jolgere àa per tutto una 'f>igor0$a propaganda per lo eaame àelliquiào cefalo-rachidiano in ogni 8ifilitioo, per prevenire le manife· .8tazioni tardive - che sono le più gravi - àella sifilide àel BiBtema nervoso•
.*. ll pericolo della Bifiliàe, 8 particolarmente della Bifiliàe nert!08a1 è aBBai grande per l'individuo, per la famiglia, per la discendenza, per la società. La sifilide è una malattia sociale. I poteri pubblici hanno il dovere di impedire la sua diffusione. N cm è necessario solamente curare i aifilitici. È necessario sopra tutto impedire la propagazione àeUa sifilide. Come la- profilassi àeU'alcooliBmo, àella .tubercolosi e di tutte le malattie infettive, quella àeUa Bifiliàe è un'opera .8ociale. Come arginare questo flagello 1 Bisogna BUBcitare, organizzare e dirigere una vera lotta contro la sifilide. Molteplici e ài ordine diverso Bono i mezzi che possono ccmccrrere all'attua.zione di quuto obbiettivo. Noi penaiamo che la profilassi àella sifilide e particolarmente àeUa Bi· filide nervosa, può eBBere ach.ematizzata e riassunta nei principali capiBalài ~M seguono: Jo - Profilassi individuale, oon l'educazione morale e sessuale àei gio'fJtmi, facendo conoscere a tutti la sifilide e i a'UOi pericoli; C(m le precauzioni igieniche ante et post coitu.m. 2o - Profilassi sociale, con l'istituzione di numeroai dispemarii, di ~i speciali, indiviàuali e segrete, fatte in ore opportune e accompaJI'Mte àG distribuzione, gratuita di medicinali. La 8ifiliàe è una malattia endemica aulla quale la terapia ha la maggiore presa. È forae la sola la cui profilassi, per mezzo àeUa cura, può essere intrapresa con la certezza di arrivare, se non alla aoppresaione totale, almeno a .dei risultati che avranno notevoli conseguenze dal punto di 'Vitta della salute pubblica. 3o - Profilassi sanitaria, con una sorveglianza intelligente, sagace, .àeUa prostituzione, liberata il più, che è possibile àa ogni spirito poliziesco, 8oatituenào l'ospedale alla prigione. Sorveglianza dei 8ifilitici in tutte le agglomerazioni operaie, militari, soolaatiche, ecc., prO'V'Veàendo al loro isola· ·mento e alla di8infezione di tutti gli oggetti di cui Bi sono 8erviti. 40 - Profilassi matrimoniale. - La questione del matrimonio dei .sifì.litici preoccupa giustamente i~ corpo sanitario tutto intero. n nfilitico che contrae matri?nonio rischia ài contaminare il coniuge; 4 i trasmettere la sifilide ai proprii figli; ài portare nella famiglia una sahtte alterata che può diminuire il suo valore sociale. Sorge un:a questione pregiudiziale: il aifilitico può contrarre matrimonio' QU48i tutti i Bifiwgrafi - salvo Beurmann, Boàin, M ibelli, ec.c. - rispon4ono affermativamente; ma il medico potrà àare il suo c<maemo soltanto 2 -
G io-mole di medicina militaTe.
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alle seguenti conàizwnì, tanto dal punto di vista clinico quanto dal punto di. vista biologico: a) assenza di manifestazioni specifiche attuali; b) età avanzata· della sifilide; c) un certo pf!1iodo di immunità, di almeno cinque anni, con - · secutivo alle ultime manifestazioni specifiche; d) carattere non minacciante della malattia; e) trattamento specifico energico e razionale; f) assenza di ogni· lesione organica definitiva del sistema nervoso, del fegato, dei reni, dell' apparat<r circolatorio; g) reazio 1~e di Bordet-- Wassermann costantemente negativa negli. ultimi due anni pri·ma del progettato mat·r imonio; h) integrità del liquido· cefaJ,o..--raohidiano. Non ~ nostro intendimento di nega·re la guarigione della sifilide; anzi crediamo che ~ possibile di ottenerla. Ma quello che vogliamo affermare si èche non esiste attualmente alcun mezzo scientifico per dimostrare in modo sicuro quando la sifilide in un dato inàiviàtto ~veramente guarita. Crediamo ?Wstro· diJvere di mettere in guardia il corpo sanitario contro vedute troppo e sempliciste che rischierebbero di avere, per il candidato al matrimonio, conseguenzele piu disastrose. La questione del matrimonio dei sifilitioi, perciò, non può ancora come molte cose in biologia e specialmente in medicina- essere considerata dal punto di t~ista scientifico puro; poioh~, come abbiamo detto, i oriterii certi della guarigione d,ella sifilide manca?W ancora. Se, però, noi non abbiamo il diritto di impedire ai sifilitioi di contrarre matrimonio, lo Stato ha il dovere di' impedire il damw che al corpo sociale può essere arrecato dai sifilitioi. n Mstrocòmpito deve essere quello di mettere i sifilitioi - per mezzo di una terapia: metodica e per mezzo di una disettssione medica del loro bilancio clinico e biologico -nella condizione di potere svolgere un'opera normale nella fam,iglia e· n ella società. In conclusione, il concetto della difesa sociale contro la sifilide, e particolarmente contro la sifilide nervosa, deve diffondersi largamente, e questa: difesa deve costituire uno dei principali còmpiti dello Stato. La profilassi matrimo-niale dlive essere af{iàata allo Stato, e per conseguire· ciò bisogna attuare la visita preconiugale obbligatoria, che ~ uM dei mezzi assai efficaci per la profilassi delle malattie luetico-veneree. D eve essere sancito il principio del certificato medico prema.trimoniale, che nei riguardi della sifilide sarà più facilmente attuabile, in quanto dovrà i·m porsi esclusivamente al futuro sposo, nella quasi totalità dei casi responsabile àei co-ntagi: coniugali. Dovrebbe esservi iMltre l'obbligo di denunzia anche della sifilide; obbligo che oggi non vi è, perch~ le classi elevate non voglio1w essere esposte,. danneggiando così tutto il corpo sociale. Deve essere scrupolosamente vigilata, se non può essere impedita, la prostituzione clandestina, responsabile di estesi contagi e persino di piccoleepidemie di sifilide. Dovrebbero essere attuati metodi di ordine giudiziario, con lo stabilire la. responsabilità. almeno civile in caso di contagio. Dovrebbe essere promulgata 1tn.a nuova legge, con la quale tt no-n è riconosciuta la prostituzione come mezzo civile di vita », così come ~ stato fattoultimamente nella Spagna. Questa ~ tutt'altra cosa dell'abolizione deUa prostitu,zione; è puramente negarle i diritti civili. È ttn tentativo coraggiosoche dovrebbe essere imitato.
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I n una parola, per la sifilide come per la tubercolosi, la cura deve essere, oltre cke individuale, sociale, e per ciò eminentemente pro filattica. La Medicina ~ più potente nel prevenire che nel reprimere le malattie, e il medico può esercitare cos1 più efficacemente la sua missione. La infezione sifilitica, direttamente o indirettamente, attraverso l'ereditarietà, più che la tubercolosi ~ fattore importante di degenerazione della specie umana. La profilassi della sifilide - e particolarmente àella sifilide nervosa - è la profilassi contro la degenerazione della stirpe. Essa si innesta nel grande movimento che si ~ andato promt.nciando in tutto il mondo civile in favore della protezione della salute e àell' avvenire delle nazioni e delle razze. Essa è condizione fondamen-tale per il progresso e il perfezionamento dell'umanità. Nola. - Questo lavoro tu <'.Omunlcato e dimostrato al XX Congresso della Società Italiana dl PslciLiatrfa (Slell!t, 1- 4 ottobre 1333-XII), n quale approvò U segu ente Ordine del giorno, su proposta del pro f. C'.olella R. : • Il Congre~so della Società l tal lana di Psichiatria tenuto ln S iena nell'ottobre 1933, udita • la Oomunieazlone del prof. Colella R. sulla Sifilùù dtl aislema nen>Oso, oonvlnt.o che la lnf&• zlone sltllitloa. direttamente o indirettamente, attraverso la eredltorietà, pin che la tubercolosi 1 è fattore impertanto di dogenerM.Ione della spoole umana, ta voto ohe Il Governo Nazionale • -strenuo tutore della dlfcaa d ella stirpe- voglia attuare tutto quelle provvidenze occorrenti 1 per combattere questo 6113'6llO • .
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a.
M E M O R l E O R l G. l N A L l SCUOLA DI APPLICAZIONE DI SANITÀ MILITARE LABORATORIO D'IGIENE
Direttore del laboratorio: Prof. NICOLA BRU:toò'l, tEnE: nte colonnello medico
AZIONI OLIGODINAMICHE DEI METALLI STUDIO SPERIMENTALE SULLA DEPURAZIONE DELL'ACQUA A MEZZO DEL PROCEDIMENTO CATALITICO·OLIOODINAMICO Dott. Guido Piazza, capitano medico
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LE FORZE OLIGODINAMlCHE.
Raulin, sin dal1870, aveva preparatQ un terreno l!iquido moltQ adatto per lo sviluppo di un fungo, l'asp&rgill·u s niger, mucedinea che ha la caratteristica. di sviluppare particolarmente bene ed a.nchoe molto rapidamente .su terreni liquidi, ed aveva :poi, con ricerche sistematiche, confrontato le rese di sviluppo che otteneva coltivando il fungo stesso nel terreno .completo di tutti i suoi elementi e nel terreno privo di qualcuno di essi, od arricchito di elementi estranei. I risultati da lui ottenuti si può dire .che abibiano aperto dei nuovi orizzonti scientifici, non solo agli studi sulla vegetazione in genere, ma anche a quelli sull'azione inibente che alcuni metalli svolgono nei riguardi dello sviluppo batterico. Infatti egli mise in evidenza la proprietà che pres·e nta il nitrato d'argento di arrestarE', anche in diluizione fortissima, il processo germinativo delle spore di aspergillm niger. Ben a ragione, quindi, è stato considerato; specie da autorevoli .studiosi francesi, un precursore di N aegeli, che, solo 23 anni dopo, doveva .compiere le sue classiche ricerche sull'azione inibente che alcuni metalli ~sercitano sullo sviluppo di certe alghe. La Cava, che in un recente lavoro, ha studiato la natura delle forze -Qligodinamiche, ricorda i vari A.A. che hanno contribuito alla conoscenza di questo interessante fenomeno. Cita le ricerche di D. W. Miller, Behring, Saxl e Credé. Il primo, nel 1889, mise in evidenza come tra i vari metalli usati per l'ottura.zione dei denti, il rame, ed in minor grado l'oro, anche 8e rimasti per molti anni nella cavità boccale, presentano a.zione inibente sullo sviluppo batterico; Beluing dimostrò, quasi contemporaneamente a.lle ricerche di Miller, che l'inibizione dello avilupp-Q batterico varia a se.conda della qualità dell'oro impiegato, che tale azione inibente si mantiene ~che con diversi passaggi culturali del mezzo nel quale si è fatto agire il metallo e che di questa importantissima proprietà non sono affatto dotati lo zinco ed il platino. ~ Credé si deve, come giustamente fa not.are La Cava, «una specie di .classificazione dei vari metalli a seconda della loro forza oligodinamica ». Egli infatti dimostrò che la maggiore attività è presentata dal tallio e che
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seguono, in ordine decrescente, il ca.dmio, il rame e l'argento, mentre di gra.n lunga inferiore è l'attività dell 1oro e del tutto nulla è l'azione del platino e dell'alluminio. Credé seppe valorizzare nel campo pratico questa. proprietà dei metalli, introducendo cosi in terapia l'uso dei metalli allo stato colloidale. In verità però, l'azione conservatrice ed a.ntiputrida, posseduta in modo speciale dai recipienti di rame, è di antichissima cognizione, ed è pa.rimenti nota l'usanza barbarica di porre amuleti e talismani di argento sulle ferite, allo scopo di facilitarne la. cicatrizzazione, come a.ncora. avviene tra. gli aborigeni dell'America Meridionale. Ma la dimostrazione scientifica dell'aziop.e antimicrobica posseduta. da varì metalli, specie dal rame e dall'argento, spetta a Naegeli, il quale introducendo nell'acqua dei pezzi dì metailli vari (rame, argento, ecc.), riuscì ad impedire lo sviluppo di un'alga (la Spirogyra) e constatò come tale sviluppo fosse egualmente impedito sia dall'acqua stessa trasportata. in altro recipiente, sia aggiungendo della nuova acqua nel recipiente ove erano stati i pezzi di metallo; la qual cosa stava a dimostrare come tale azione inibente fosse passata alle pareti stesse del recipiente. Egli, dopo una lunga serie dì ricerche, tendenti a stabilire la natura di questo fenomeno, ricerche pubblicate nelle sue opere postume da Schwendtner, ritenendo che questo potere battericida dovesse attribuirsi a tracce di sali metallici disciolti nell 'acqua, definì, «forze oligodinamiche ~ quelle acquistate dall'acqua per azione dei metalli nei riguardi dei germi; e cio, secondo quanto ritengono Pilod e Codvelle, «per mettere in risalto la notevole sproporzione che esiste fra la piccolissima quantità del metallo attivo e la enorme portata degli effetti che si ottengono (una pa.rte di rame in 100 milioni dì parti d 'acqua, si mostrava sufficiente per uccidere le spirogyre) n. D Naegeli, inoltre, potè accertare che l'azione oligodìnamica veniva notevolmente diminuita e qu:alche volta finanche distrutta. per la presenza nel mezzo di composti organici in sospensione. N el 1895, a due anni di distanza dalla pubblicazione postuma dei lavori di Naegeli, Vincent pubblicava, nella Revue d'Hygiène, un interessantissimo lavo.ro sui microbi esistenti sulla superficie delle monete d'oro, d'argento e di bronzo, dimostrando lo spiccato potere battericida dell'.argento. Pilod e Codvelle ritengono che tale lavoro abbia visto la luce molto prima che fossero conosciute in Francia le classiche ricerche di Naegeli e rivendicano a Vincent l'aasoluta priorità per quanto riguarda l'impiego ~dei metalli per la potabilizza.zione delle acque destinate alla alimentazione. Saxl, durante la guerra mondiale, propose e sostenne con persuasive ricerche sperimentali l'uso dell'argento, del rame e del mercurio per la sterilizzazione dell'acqua da bere. Da allora. la letteratura si è veramente arricchita dì la.vori a.l riguardo, che hanno finito col portare ad una. vera conquista conseguita nel campo puramente scientifico della fisico-chimica. moderna. Cosi Trebtsch, adoperando l 'argento per la otturazione delle radici dei denti cariat i, potè constatare praticamente lo spiccato potere battericida di questo metaJ.lo, specie quando l'impiegava aJ.lo stato di purezza e dopo averlo tenuto immerso per qualche minuto in acqua ossigenata o dopo averlo fatto attraversare, anche per breve tempo, da
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una. corrente a.d. alta. frequenza. La Cava, controllando tali esperienze, ottenne risultati identici a. quelli descritti dal Trebtsch e, con originali ricerche, cercò di precisare la natura del fenomeno onde stabilire se si dovesse attribuire a forze fisico-elettriche (aumento dell'azione &ntibatterica per mezzo dell'attraversamento con corrente a.d. alta frequenza) o ad azioni chimiche, aventi per base lo scambio dell'ossigeno (aumento per mezzo della immersione in acqua ossigenata). Tenendo anche presenti i lavori eseguiti dallo Scala nel 1910, circa il passaggio in soluzione colloidale di alcuni metalli immersi in acqua. distillata e circa l'importanza che su tale passaggio esercita la presenza dell'ossigeno nell'ambiente, concluse con !!ammettere che: «L'azione antibatterica dell'argento nelle culture è dovuta al passaggio di ossido di argento allo stato colloidale dalla lamina di argento al mezzo di cultura. Questa azione è tanto maggiore quanto più notevole è la quantità di ossido che passa in soluzione, e quindi maggiore la quantità di ossido che si è formata. alla. superficie della lamina per azione dei vari mezzi ossidanti». Togliendo l'ossido dalla superficie della lamina, per azione dell'arroventamento, l'azione antibatterica sparisce. Sempre secondo La Cava, poi: «L'ossido di argento, passato in soluzione colloidale nel mezzo di cultura, agisce entrando in combinazione ionica con il colloide agar, che diventa cosi disadatto alla nutrizione dei germi; analogamente si può ammettere, per spiegare l'azione battericida dell'argento colloidale, che il colloide argento penetri per azione ionica nel protoplasma batterico, producendone la morte». Perciò egli ritiene che << il termine forze oligodinamiche non abbia motivo di esistere e che il suo signiftcato si possa scomporre in due valori, cioè: da una parte la potenza. di solubilità colloidale che ha il metallo nel mezzo nel quale è contenuto; d'altro canto la. possibilità di diversa penetrazione che ha il metallo nei riguardi del protoplasma batterico. Queste due proprietà possono trovarsi contemporaneamente nello stesso metallo, ilquale, pertanto, viene ad avere un elevato potere batt-ericida ». Cosi, oltre l'argento, anche il rame ha un potere oligodinamico molto attivo; i sali di mercurio, anche a notevoli diluizioni presentano elevato potere a.nti batterico. Una. certa attività la spiegano anche il nickel e l 'arsenico, mentre il piombo, il ferro e lo stagno sembra che non mostrino alcuna attività. Saxl dapprima, e più recentemente Pilod e Codvelle, hanno anche studiato il comportamento dell'azione oligodinamica in relazione all'impiego contemporaneo di due o più metalli, fatto questo che potrebbe averenon poca importanza per la maggiore intensità che l'azione stessa verrebbea. raggiungere qualora si verificasse un sinergismo metallico. · A tal fine hanno impiegato delle leghe di rame e stagno, rame e piombo,. rame e zinco, riscontrando che, mentre con la lega rame-zinco si intensifica. l 'azione oligodina.mica propria del solo rame, nessun vantaggio si ottiene dall'aggiunta dello stagno al rame. Il piombo poi, secondo le loro esperienze,. ostacolerebbe sempre l'azione attivante del rame e ciò porterebbe ad ammettere una notevole differenza tra l'azione contemporanea e quella successiva di questi due metalli. Gli A.A. stessi infatti hanno rilevato la. stranezza del fenomeno per il quale un'acqua, proveniente da tubature o
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da serbatoi di piombo, risente facilmente l'azione oligodinamica del rame, .che viene invece a mancare qualora contemporaneamente al rame si faccia agire il piombo. Riguardo poi alle mod.ifìcazioni che può subire l'azione oligodinamièa per effetto di fattori di varia natura, le esperienze di Doerr hanno dimostrato .()be il riscaldamento di un metallo attivo (specie l'argento) fin quasi a.l punto di fusione, ha per effetto di togliere al metallo le proprietà oligodinamiche e che per ottenerne il ripristino è necessario lasciare poi il metallo ·esposto all'aria per lungo tempo. Sull'influenza dell'aria lo stesso A. osservò che le monete di metallo hanno azione oligodinamica quando l'ossigeno e l'anidride carbonica hanno formato alla loro superficie delle combinazioni .solubili e dissociabili. Pilod e Codvelle, impiegando un dispositivo speciale col quale riuscivano a liberare dai gas disciolti, sotto una corrente di azoto, 1'acqua bidi.stillata neutra contenente il metallo in esperimento, poterono constatare ..come fosse assolutamente necessaria la presenza dell'aria, o dell'ossigeno, .o dell'anidride carbonica nel mezzo in cui si trovava il metallo, perchè esso potesse svolgere la sua azione oligodinamica. .Altri ricercatori hanno ·voluto studiare comparat ivamente l'influenza esercitata dall'ossigeno, dall 'anidride carbonica e dall'idrogeno sull'azione oligodinamica dei metalli. Le conclusioni alle quali sono venuti non sono tutte concordanti. Per .Bordelli e Wernicke, Dortzenbasch e De La Barrera il potere attivante dell'ossigeno sarebbe meno netto di quello dell'anidride carbonica e la più .attiva miscela sarebbe costituita dall'aria contenente anidride carbonica. L'idrogeno, poi, non svolgerebbe alcuna influenza sull'attivazione del metallo. Herzberg è del parere che l'ossigeno, oltre a facilitare la soluzione ·del metallo, agisca a.ncbe direttamente, in quanto gli joni metallici funzionerebbero da catalizzatori dell'ossigeno e rihene che, mentre con le forti ·concentrazioni di joni, ha maggiore importanza l'azione direttà degli joni .stessi, con le basse concentrazioni ha maggiore importanza l'azione dell'ossigeno (Pilod e Codvelle). Ra.nkin ha trovato che lo zinco puro, il rame e l'alluminio hanno azione battericida sull'acqua che contiene il B. coli solo quando tale acqua è ricca di ossigeno. Pfiffer e Kadletz, sperimentando a questo riguardo, notarono inibi.zione dell'azione oligodinamica nelle culture eseguite in agar in perfetta anaerobiosi, ed altri A.A, ancora misero in evidenz~ che, liberando i pezzi -di metallo dag!li ossidi e dai carbonati che hanno in superficie, e sperim<>n1iando in condizioni di anaerobiosi, manca ogni azione oligodinamiea. Gottscha.Ik esegui delle ricerche a questo scopo, servendosi di una moneta da 5 marchi, previamente trattata con alcool ed etere e, contraria.mente ai risultati di Doerr, trovò che l'ossigeno favoriva l'azione oligodinamica in minor grado dell'idrogeno. Egli attribuisce questo reperto, .contrario alle aspettative, al maggior grado di assorbibilità che l'ossigeno ha per la. superficie delle monete in rapporto all'idrogeno e ritiene che il maggiore strato di gas, che per effetto dell'ossigeno si viene a formare attorno alle monete, determini una minore dissoluzione dell'argento. Lo stesso A. ritiene che non sia neanche possibile dimostrare che l'ossigeno modifichi gli joni argento in modo che essi abbiano una maggiore azione :tossica sui batteri.
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.AziONE BATTERICIDA DELLE ACQUE ATTIVATE.
Pilod e Codvelle chiamano potc:re oligodinamico di un metallo: « l'in.sieme delle proprietà biologiche che tale metallo è capace di conferire sia al mezzo nel quale viene immerso, sia alle pareti del recipiente che .contiene il mezzo stesso e ciò per semplice azione di contatto, al di fuori di qualsiasi apprezzabile reazione chimica )1. Inoltre distinguono netta· m ente due diversi momenti dello stato oligodinamico, e cioè quello che un dato mezzo acquista p er la presenza di un metallo e quello che rimane .al mezzo stesso quando il metallo è stato portat o via.. Ritenendo poi che il potere battericida debba considerarsi come il più tipico ed il più importante tra i fattori che, nel loTo complesso, costituiscono l'azione oligodinamica, i detti A.A. hanno cercato di utilizzare, per lo studio di tale potere battericida, una tecnica tipo che, per la sempli.cità di esecuzione e stabilità di risultati, potesse consentire loro un apprez.zamento sempre esatto delle variazioni d 'intensità dell'azione stessa. Hanno pertanto studiato il comportamento del potere battericida conferito da vari metalli all'acqua distillata perfettamente neutra, nei riguardi del B. coli, che, per le sue proprietà biologiche e culturali, si presta bene a questo genere di ricerche, ed hanno a.nche fissato una specie di «unità .oligodinamica (OD),, o attività tipo, considerando come tale: quella di un'acqua capa.ce di uccidere 2.000.000 di B. coli per c.c., dopo un contatto di 24 ore a 37o C». Da questa emulsione iniziale, titolata al nefelometro, .così ricca di germi, hanno ottenuto le diluizioni successive in modo da potere valutare anche le frazioni di unità oligodinamica. Con le loro ricerche, han potuto stabilire, concordemente a quanto era stato t rovato da altri .ricercatori, che l'intensità del potere germicida che l 'acqua acquista per azione del metallo varia a seconda dei diversi metalli e che, per uno ste11so metallo, tale attività varia a secondo dei diversi germi. Inoltre hanno ·visto come l'azione della temperatura agevoli per intensità e rapidità il poter battericida dell'acqua a.ttivata; come,' a temperatura ambiente tale potere aumenti col prolungamento del tempo di contatto; e come l'azione battericida dell'a{:qua attivata sia in ragione inversa della sua. diluizione. Riguardo all'influenza che la concentrazione dei germi può avere sull'azione oligodinamica, secondo Saxl, l'azione dell'argento e del rame nell'acqua sarebbe tanto minore quanto più elevato è il contenuto in germi. Tale opinione, però, non è condivisa da altri A.A. ed anzi Streck ritiene che l'aumento nella concentrazione dei germi non modifica l'azione oligodinamica. Konriche, Krause, Deekivitz, hanno trovato che, per ottenere una. completa azione battericida, quando si eleva il contenuto in germi di un'acqua, non è necessario aumentare la superficie dell'argento attivo, ma basta semplicemente prolungare il tempo di contatto. lsrael, Klingmann ed altri A.A. eseguendo delle ricerche allo scopo di studiare l'importanza che la superficie del metallo attivo può avere per l'azione battericida di un'acqua, trovarono che se, proporzionatamente alla superficie del metallo, aumenta il contenuto in germi dell'acqua, la durata del contatto per la sterilizzazione può restare costante; mentre .()_uando si aumenta la superficie metalliéa., si può abbreviare la. durata. del
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AZIONI OLIGODINAMIOHE DEI METALLI
tempo di contatto; e se si aumenta la concentrazione dei germi è necessario un aumento del tempo di contatto. L'azione battericida poi, può anche variare in rapporto al contenuto in sali di un'acqua; infatti, a seconda della qualità dell'elettrolito cbe si trova disciolto nell'acqua, l'azione oligodinamica di un metallo può richiedere un tempo più lungo o più breve di quel che richiederebbe se il metallo stesso si trovasse in acqua distillata (Gottschalk). Ciò sia perchè, come ha notato Spiro, la solubilità del metallo oligodinamico in una soluzione elettrolitica può essere diversa di quella che non sia in acqua distillata; sia anche per il fatto osservato sperimentalmente da Leitner, per il quale la proprietà di adsorbimento dei batteri per gli joni metallici può essere influenzata in vario modo dagli elettroliti presenti. Secondo quest'ultimo autore, i sali alcalini ed alcalino, terrosi di acidi forti possono determinare un prolungamento del tempo necessario allo svolgimento dell'azione oligodinamica, e questa loro azione è tanto più intensa quanto più elevata è la concentrazione salina e quanto meno forte è la soluzione .oligodinamica. Gottscha.lk, riferendo tali ricerche di Leitner, aggiunge peraltro, che la reazione alcalina non ha azione inibente, mentre gli acidi hanno azione inibitoria anche in concentrazioni meno forti dei sali, e nota che l'acqua. di fonte si può considerare come « una soluzione di una serie oompleta. di elettroliti in differenti concentrazioni ed in rapporti assai complicati per rispetto all'azione oligodinamica ». Dalle ricerche sperimentali, che ha potuto eseguire su tre acque·del bacino imbrifero di Francoforte, è risultato che una forte concentrazione di sali in un'acqua provoca solo un modico rallentamento dell'azione oligodinamica. Alcuni autori han cercato di studiare gli eventuali rapporti tra le proprietà morfologiche, culturali, tintoriali, ecc., di un germe e la resistenza. del germe stesso all'azione battericida svolta dall'a<lqua attivata dal metallo. Cosl Bail rit-iene che i germi che prendono il Gram sono meno resistenti a tale azione che non i germi Gram negativi, ed è interessante, ai fini sperimentali, la classificazione di resistenza all'azione oligodinamica, fatta da Murto nel1930 in base a criteri puramente morfologici. Secondo questo A. il massimo della resistenza all'azione germicida dell'a<lqua attivata sarebbe presentato dai mycobatteri e dai corinebatteri, a questi seguirebbero le spirillacee ed i cocchi ed in ultimo verrebbero le batteriacee. Riguardo al rapporto tra il potere patogeno e la resistenza all'azione oligodinamica, le esperienze di Bail porterebbero a considerare come più sensibili, e quindi meno resistenti, i batteri patogeni rispetto ai saprofiti, per quanto altri A.A. tra cni Doerr, non abbiano confermato tale opinione. La questione poi del meccanismo dell'azione battericida delle acque attivate è stata. alquanto dibattuta, specie in seguito all'ipotesi, avanzata da alcuni ricercatori, i quali hanno ritenuto che non dovesse trattarsi di una vera e propria uccisione dei germi, ma di uno stato speciale di isolamento dall' ambiente, nel quale i germi verrebbero a trovarsi in seguito ad un processo di adsorbimento di joni metallici, avvenuto soltanto in corrispondenza della loro superficie. E, per dimostrare la possibilità di tale ipotesi, hanno escogitato va•·i mezzi per cercare di liberare gli joni metallici dalla. superficie dei germi, onde rimettere questi nelle condizioni di vivere (Pilod e Codvelle).
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AZIOlfi OLlClODilrAillCU:. DBI IIBTA.LLI
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Vignati e Sohnabel, nel1928, pubblicarono delle originali ricerche con le quali dimostrarono di essere riusciti a ridare al B. coli l'intera vitalit~ che tale germe aveva perduta in seguito all'azione di una soluzione di solfato di rame. Elisi infatt.i videro che, se entro le 48 orP succes11ive all'azione del solfato di rame si faceva agire sul B. coli una. solu7Jone all'l %di citrato di sodio che, come è noto, forma. col rame un composto insolubile, o una soluzione al 2 % di tiosolfa.to di sodio, si riusciva a. fare riacquistare al B. coli qu88i del tutto le sue caratteristiche proprietà. Queste esperienze portarono gli A.A. alla convinzione che l'attività battericida. svolta dai sali metallici dovesse attribuirsi ad un meccanismo fisico-chimico determinato da. un processo di flocculazione dei colloidi batterici. Secondo loro il solfato di rame, con i suoi JOni metallici, determinerebbe una. coagulazione tutt'attorno al germe isolandolo perfettamente d:tll'ambiente in cui si trova. Se però si interviene entro un dato tempo (48 ore) con dei sali eapa.ci di arrestare tale processo di coagulazione (citrato di sodio o di potassio, tiosolfa.to di sodio) si può riuscire a salvare la vitali~ del germe. (Pilod e Codvelle). Oltre che sui germi, l'attivi~ oligodinamica. è stata sperimentata anche nei riguardi delle tossine e dei fermenti. Oosl, secondo La.ubenheimer, il rame attenuerebbe in modo più spiccato la tossina tetanica che non la difterica, e, secondo Baumgartner e Luger {1917), sia l'argento che il rame sono capaci di portare uma sensibile diminuzione sull'attivit-à di certi fermenti. IL PROCEDIME.NTO CATALITICO-OLIGODINAMICO NELLA POTABILIZ· ZAZIONE DELL'ACQUA (Oatadin.).
ili. -
Nel1928, G. A. Krause, fisico di Monaco (Baviera), dopo numerose ricerche sperimentali, riuscl a precisare la. natura dell'azione che, sulle cellule inferiori, esel'cita.no i metalli dotati di proprietà oligodinamiche ed escogitò nn metodo speciale per il trattamento del metallo, in modo da aumentare straordinariamente l'azione battericida, sia riguardo alla intensit-à che alla rapidita. Egli dimostrò che, dando alla superficie di certi metalli {argento, rame, alluminio) una. conformazione particolarmente adatta., si riesce a. far si che essi accumulino ossigeno attivo in quantità conispondente alla superficie stessa.. In conseguenza di questa accumulazione dell'ossigeno si verifica l'ossida.zione del metallo e quindi la formazione di sali metallid, i quali, venendosi a trovare nell'acqua, si dissociano in joni metallici. Nello stesso tempo, per effetto dei cloruri, che normaJmente sono presenti nell'acqua, avviene una formazione di sali complessi del tipo N a Ag Cl 1 e, per conseguenza, si verifica. un equilibl'io perfetto tra gli joni metallici provenienti da questi sali complessi e quelli provenienti dal metallo, in modo che, in definitiva, non viene a variare il contenuto degli joni metallici liberi. Lo stesso metallo poi, per effetto della sua tensione di soluzione, emette nell 'acqua joni metallici. Questi joni, venendo assorbjti dai batteri, ne deter minano la morte. (Dall'opuscolo sul Katadyn della Siemens). Al prodotto dotato di queste proprietà. Krause ha dato il nome di argento Katadyn il quale termine risulta dalle due espressioni catalitico
330
AZIONI OLIGO:ÒINAMIOHE DEI METALLI
ed oligodinamioo, con le quali si indica sia il procediment{) seguito per. ottenere il nuovo prodotto, sia la sua azione sterilizzatrice. n valore essenzialmente pratico del sistema ideato dal Krause, consiste nel fatto che questo argento è solubile in a.cqua ed è appunto per questa sua propriet à che si verifica l'azione battericida. In sostanza, gli sterilizzatori Oatarlin sono costituiti da recipienti nei quali sono collocati speciali corpi anulari di porcellana, detti elementi oligodinamici, il complesso dei quali costituisce una grande superficie rivestita d'argentoi spugnoso. Infat.ti, l'argento catalit ico si ottiene mediante un processo speciale di deposizione elettrica su questi supporti, che, risultando di materiale poroso, ne a.ssicurano una suddivisione estremamente fine. Venendo a contatto con l'acqua, l'argento spugnoso richiama dell'ossigeno, ciò ha per conseguenza un'ossidazione df:l metallo, alla quale segue una formazione di sali metallici. Il sale d 'argento va in soluzione jonaJ.e nell'acqua, cioè la molecola sale metallico si scompone"' iu atomi od in gruppi di atomi, aventiuna. certa. carica. elettrica. Gli joni d'argento, sviluppati da questa soluzione, venendo a contatto con i batteri, che eventualmente trovano nell'acqua, danno luogo ad uno spostamento di cariche elettriche, che ha per conseguenza la morte dei batteri stessi. Il peso del metallo che si scioglie così in jonì, nonostante il numero grandissimo di questi, è estremamente piccolo, e ciò si comprende facilmente quando si pensi che g:li joni, che sono part-i di atomi cariche di elettricità, hanno una massa. infinitamente piccola. Questo peso varia a seconda. della diversa durata di contatto dell'a.cqua col metallo e può oscillare da 15 a. 60 milionesimi di grammo d'argento per litro. Quindi la. quantità. di metallo che si consuma nel processo di potabilizzazion~ è ridotto ad una cifra quasi trascurabile per quanto gli effetti che si ottengono siano addirittura. sorprendenti. Infatti è una quantità inftnitesimale di metallo che può provocare la. morte di un numero, talvolta enorme, di germi. E ciòsi deve alla assoluta preponderanza numerica degli joni d'argento rispetto ai germi patogeni, i quali vengono ad esserne come incapsulati e muoionoin seguito ad una scarica elettrica. Questo procedimento si rivela subito di non lieve interesse, oltre che dal lato pratico, anche da. quello economicoI corpi oligodinainici, contenuti negli sterilizzatori ideati dal Krause, hanno infatti una lunghissima attività; esperimenti fatti per parecchi. anni hannodimostrato che l'azione battericida rimane costante fì.ncllè esiste in essi anche una traccia di sostanza oligodinamica. Si è visto che un solo sterilizzatore sviluppa tanti miliardi di jonì d'argento da poter sterilizzareun milione di litri d'acqua e si calcola che questa quantità corrisponda alla. media di quella che una famiglia di quattro persone consuma per bibita. dura.nte l'intera esistenza. Sooondo recenti ricerche, poi, l'acqua. catadinizzata, non solo verrebbe depurata da tutti i germi nocivi alla salute, ma acquisterebbe essa stessa. delle spiccate proprietà battericide, e ciò aumenterebbe il valore praticodel metodo. Infatti, secondo Krause, quest'acqua ha la proprietà di sterilizzare oggetti che rimangono per diverso tempo in suo contatto e finanche· di trasmettere a. questi, per quanto in proporzioni ridotte, le sue proprietà. battericide. Le possibilità quindi di applicazione di questo sistema. di ate-
AZIONI OLlOODINAMlOHE DEI METALLI
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rilizzazione si rivelano, a. prima vista, molto estese nei vari campi della;. profilassi, 'sia per gli usi familiari, sia per quelli delle comunità. Scienziati di ogni nazione ne hanno riconosciuto il sommo valore pratico ed in Italia sono specialmente da ricordare i giudizi espressi dal Casagrandi e dar Puntoni. Il primo ha trovato che: •l'argento catalitico, sotto la forma del Cata.d.in, esplica un'azione antibatterica intensissima anche sui germi più· resistenti della flora naturale delle acque e sui germi patogeni del gruppo . tifo-coli, dei dissenterici e del vibrione, colerico; e che questa azione si svolge in limiti di tempo così brevi da prestarsi nella pratica alla sterilizzazione delle acque ai fini della potabilità, anche quando esse siano inquinate massi- · vamente e contengano nn numero enorme di tali germi ». D Casagrandi,.. tenendo anche conto dei requisiti che questo procedimento offre nella pratica (conservazione perfetta dei caratteri organolettici, grande semplicità di esecuzione, sicurezza e costanza d el risultato), conclude il proprio giudizio con l'affermare che esso rappresenta un «vero progresso nel campodella profilassi e tale da rispondere alle esigenze dell'igiene». Puntoni, poi, dall'insieme delle ricerche compiute conclude affermando· che ula bottiglia Oatadin è sempre in grado di operare, nel tempo di due ore,. la distruzione di tutti i germi patogeni che possono essere veicolati con l'acqua e che tale tempo può essere ridotto ad un'ora. se la temperatura. alla quale avviene l'operazione si approsaima ai 30°. Lo stesso A. a-g-giunge che «il Oatadin, per l'assoluta innocuità del principio su cui è basato, per la perfetta conservazione dei caratteri organolett.ici dell'acqua,.. per la sua durata indefinita, costituisce un sistema di sterilizzazione più pratico e più economico dei vari procedimenti chimici e fisici di potabiliz-· zazione oggi in uso ». Esperienze su animali e piante ed anche osservazioni cliniche hanno · dimostrato che questo procedimento influenza, nella sua azione biologica,. soltanto le cellule inferiori, mentre la cellula superiore, cioè quella animale, non ne risente alcun danno, e ne hanno dimostrato la sicura efficacia e la . perfetta innocuità. Per la catadinizzazione, però, sono adatte solo le acque limpide, quindi ogni qualvolta si devono sterilizzare acque ricche di particelle in sospensione è necessario sottoporle ad una preventiva filtrazione. In commercio esistono parecchi sistemi di sterilizzatori Oatadin, in modo da poter rispondere a numerose e svariate applicazioni pratiche' profilattiche. Il più semplice ed economico di questi sistemi è costituito da una bottiglia di porcellana., riempita. dei corpi oligodinamici già descritti,. con una capacità utile di circa 2 litri e, quindi, sufficiente per la sterilizzazione di piccole quantità d'acqua, assolutamente priva di particelle in sospensione. Dato che quest'ultimo requisito non si verifica frequentemente,. sono stati costruiti anche degli apparecchi muniti di un pre-ftltro, conten ente esso stesso dell'argento oatadinico, in modo da. iniziare sin dalla filtrazione preventiva una certa azione battericida. L'acqua, resa. cost priva di particelle in sospensione, a.rriva. nello sterilizzatore che contiene i corpi catadinici, con i quali deve restare a contatto per almeno due ore. Per la buona. manutenzione è sufficient-e una spazzolatnra periodica della superficie del filtro ed il lavaggio mensile dei corpi catadinici in una soluzione calda di soda. Per gli usi dei singoli edifici, o gruppi di edifici, ven--
33Z
AZIONI OLIGODINAJIIO'Il'E Dlti JlmTALLI
gono costruiti speciaJi serbatoi a. sterilizzazione ca.ta.dinica., muniti di un dispositivo elettrico od automatico che permette di prelevare l'acqua. eolo dopo che e88a. sia. rima.ata. a contatto con l'argento cata.dinico per un determinato tempo. Per sterilizzare grandi quantità di acqua. in modo continuo sono stati costruiti degli impianti elettro-catadinici, nei quali cioè l'emanazione di joni dall'argento è intensificata per via elettrica. Con questi im· pianti si è potuto provvedere anche ad una delle più urgenti necessità profilattiche d'indole collettiva, quale è quella della sterilizzazione delle a~que nelle piscine da nuoto o da bagno. A Francoforte sul Meno l'acqua ~he alimenta la piscina. dello stadio viene continuamente sterilizzata a mezzo di un grande impianto elettro-catadinico. La vastità delle applicazioni pratiche che questo prcedimento potrebbe avere, per la semplicità dell'esecuzione e la sicurezza del risultato, in vista soprattutto dell'utilizzazione che potrebbe esserne fatta anche nell'Esercito, specialmente in campa-gna e nelle colonie, mi hanno consigliato a controllarlo tanto dal punto di vista batteriologico, come dal punto di vista della. sicurezza e praticità. Avendo peraltro notato che le ricerche in proposito sono state finora ~seguite soltanto con acque naturali non potabili e con acque artificialmente inquinate con germi provenienti da cultura, ho creduto opportuno di controllare sia l'azione catadinica diretta, sia quella dell'acqua catadinizzata, anche a riguardo: 1 o delle a~que inquinate artificialmente con emulsioni di feci; 20 dei prot.ozoi, ottenuti a mezzo di infusioni organiche o di cultore; 3o del latte, appositamente inquinato col B. coli del gruppo coli:a~rogenes.
n controllo dell'attività. catadinica, eseguito anche rispetto alle suddette condizioni, mi è sembrato tanto più conveniente e necessario, in q_uanto lo stesso Consiglio Superiore di Sanità; in una riunione tenuta il 22 dicembre 1932, tra i problemi igienico-sanitari trattati, .ha riconosciuto la necessità che: u per il giudizio preciso e definitivo della efficacia di un disinféttante riescono sempre più persuasive le prove fatte con esso sui prodotti morbosi, sui materiali inquinati, ecc., quali si riscontrano normalmente nella pratica, in specie poi se l'avvenuta disinfezione sia controllata ~oi metodi più sicuri. » Ciò in quanto, secondo il Consiglio stesso, «lo studio del potere battericida su germi in cultura pura ed il confronto eseguito in adatte condizioni con altri disinfettanti di notevole valore, sono utili per un apprezzamento generale. n Al Direttore del Laboratorio d'Igiene de1la Scuola, T. Colon. Prof. Nicola Bruni, che mi ha suggerito ta.li esperienze e che, nel corso di esse, mi è stato largo di consigli, porgo i più sentiti ringraziamenti. lV. -
PARTE SPERIMENTALE - CONTROLLO BATTERIOLOGICO DELLO STE· RILIZZATORE CATADIN.
P er le ricerche sperimr ntali si è ut ilizzato sia il tipo più semplice di aterilizzatore, costituito dalla bottiglia di porcellana contenente i corpi cata.dinici, sia lo sterilizzat01·e munit-o di un pre-filtro contenente anch'esso
AZIONI OLIOODlNA.MICHE DEI METALLI
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dell'argento catadinico, necessario, come si è visto, per il trattamento preliminare delle acque non perfettamente limpide; entrambi messi in commercio dalla S. A. Siemens. LE> esperienze sono state eseguite eia con acque naturali più o meno inquinate, sia con acque inquinate artificialmente,. specie per mezzo di quei germi patogeni che, con maggior frequenza, possono trovare nell'acqua il miglior veicolo per la trasmissione all'uomo. Cioè Sono state sottoposte all'azione dell'argento catadinico quelle specie microbiche dalle quali dipendono comunemente le infezioni idriche, e perciò: i batteri del gruppo tifo-eoli, quelli del gruppo dissenterico, i vibrioni colerici. Ma, prevalentemente, l'azione battericida catadinica è stata sperimentata nei riguardi dAl B. coli, il quale, anche da altri ricercatori, è stato considerato come «germe tipo » in questo g-enere di ricerche, per alcune sue particolari proprietà. È infatti noto come il B. coli accompagni in modo costante il B. del tifo nelle deiezioni, sia dei malati che dei portatori e che, in queste deiezioni, si trova in quantità preponderanti, è del pari nota la maggiore rapidità di sv-iluppo che tale bacillo pres. mta rispetto a quello della infezione tifoidea. Inoltre esso ha la proprietà di resistere all'azione della maggior parte degli antisettici in Inisura uguale e talvolta anche superiore a quello del B. di Ebertb (Puntoni). L'uccisione quindi, a. mezzo dell 'argento cat adinico, del colibacillo, la cui presenza nell 'a,c qua, almeno in determinate proporzioni, è indice sicuro d'inquinamento fecale, può garantire dell'avvenuta uccisione degli altri bacilli del gruppo t,ifo-coli, eventualmente presenti nell'acqua stessa. Secondo le ricerche di Gottschalk, mentre i pa.ratifi dimostrerebbero una resistenza uguale a quella del coli, rispetto all'azione dell'argento catadinico, il B. di Ebertb presenterebbe una resistenza minore, ed il colera resisterebbe ancora meno. Allo scopo di controllare l'influenza esercitata d:alla temperatura sulla intensità e sulla rapidità dell'azione battericida catadinica, le esperienze sono state eseguite sia alla temperatura ambiente (18° C.), sia a quella del termostato (37o 0.), sia,.per talune a.cque, a quella della ghiacciaia (Oo C.). ,.";EsPERIENZA I . - . È stata adoperata un'acqua naturale, superficiale, la quale, all'analisi batteriologica, presentava nelle piastre eseguite in gelatina oltre 1000 colonie per eme. e, di queste, oltre 90 erano costituite da cromogeni, sporigeni, liquefacenti e muffe. Nelle piastre eseguite su agar a 37° O., si sviluppavano oltre 100 colonie; il contenuto in bacterium coli raggiungeva la. cifra di 2000 germi per litro. Tale acqua, che non presentava però particelle in sospensione, è stata messa nella bottiglia Catad.i.n, non provvista di filtro e l 'azione oligodinamica è stata controllata sia a temperatura ambiente, sia a quella di termostato, sia in ghia-cciaia. I prelevamenti sono stati eseguiti di tempo in tempo, tanto per le semin<' in gelatina ed in agar, come per il rilievo colimetrico, il quale ultimo è stato eseguito, come in tutte le altre esperienze, col metodo di Abba (brodo lattosato concentrato + soluz. concent. sa.t. di carbonato sodico + fenolftaleina).
Esperienza L - Specchio I.
Acqua naturale superficiale, contenente prima dell'azione catadinica oltre 1000 germi per c.c. (conteggio in gelatina) e 2000 B. coli per litro. 8 -
Gi<>rnal~
di medicina mWta.,.e.
334
AZIONI OLIGODINA'MICB:E DEI METALLI
•
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18° c.
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(termostato)
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N. B. - Le_ colonie sviluppatesi dopo l'ottava ora risultarono di sporigeni.
335
AZIONI OLIOODIN AMJCHE DEI METALLI
Da.Jlo specchio I, nel quale è riassunto l'andamento dell'esperienza, si rileva come, malgrado l'acqua presentasse, prima del trattamento, un contenuto ~levato di colonie per eme. ed un alto tasso colimet~ico, sia stata ottenuta una completa sterilizzuione, nell<J spazio di circa 3 ore, per le ricerche eseguite a temperatura ambiente ed a quella del termostato, mentre, alla temperatul'a di ghiacciaia, è stato necessario un tempo più lungo. Ciò conferma le vedute sull'influenza esercitata dalla temperatura sull 'azione catadini~a. Riguardo a cio è da ricordare che lo stesso Naegeli aveva notato come l'influenza esercitata da certi metalli sullo sviluppo di talune alghe fosse più accentuata nella stagione calda che non in quella invernale. Altri A.A. confermarono in seguito lo stesso fat to, ma non si può dire che le opinioni in proposito siano perfettamente coneordanti. Infatti, mentre I s1·ael e Klingmann ammettono che esista una differenza nell'azione battericida catadinica a seconda della temperatura; Degkwitz nega che vi sia differenza, di azione fra la temperatura. ambiente, il termostato e la ghiaooia.ia; Xonrich ammette che la temperatura di oo O. rallenti in modo notevole il processo oligodinamico e che non esista differenza di azione tra i 20o ed i 37o. Gottschalk, considerando l'interesse che potrebbe avere un eventuale rallentamento deH'azione catadinica per effetto delle basse temperature, specie riguardo al l 'acqua di sorgente, eseguì delle ricerche, sia per stabilire in qual modo le varia.zioni della temperatura influenzino la soluzione dell'argento, sia per controllare l'azione esercitata dalle dive1 se temperature sul processo oligodinamico svolto dall'argento in soluzione. Da tali esperienze è l'isultato chiaramente come le tempera.ture più elevate affrettino sia la soluzione dell 'argento, sia. la. uooiltione dei germi stessi. Pilod e Codvelle banno pure trovato che •l'attiva.zione dell'acqua. per mezzo di un metallo è tanto più rapida. quanto più elevata è la. temperatura.». Circa l'azione evf'ntualmente esercitata dalla luce, gli A.A. stessi ritengono che questa. non influenzi in modo apprezza-bile la rapidit·à dell'a.zione catadinica.. Ripetendo l'esperienza con la ste88a acqua precedentemente descritta., usando però lo sterilizza.tore munito del pre-flltro, il tempo necessario per la sterilizzazione è st-a to alquanto più breve, come risulta dallo specchio II.
Esperienza I . - Specchio I I. Influenza. della. filtrazione preventiva sull'azione catadinioa. PE:!utANENZA NEL C ATADIN
N. delle coJonJe In
A temperatura ambiente
f
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30'
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IQ
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IQ
150014() jsoo jaooj16 J- J25 j 8 1-1 8 J - I- I-J-J-
37o C Termostato· · .. ·· -I300I24I300 IIOOj lO j-I IO l :l l-
j - l-1 - 1-l- j -
OoC. Ghiacciaia . . . . .... I60015Sj l500I400I3S j800j200jlt j400! 30 l 3 100 l 4 l l lN. B. -
L e colonie sviluppa.tesi dopo la terza ora risu ltarono di aporigeni.
La filt r&.ùone è stata effettuata celermente e sotto pressione.
336
AZIONI OLIOODIN.UUCEil!: DEI METALLI
Oiò dimostra come, in effetti, la filtrazione preventiva, oltre ad essere necessaria per le acque contenenti particelle in sospensione o, comun.qne, torbide, si renda praticamente molto utile anche per la potabilizzaz:ione delle acque limpide, per una prima azione battericida che essa svolge, per mezzo dell'argento catadinico, che entra a far parte del filtro stesso. L 'azione battericida che si effettua in quest'ultimo è stata saggiata ripetute volte; lo specchio III riassume i risultati di due esperienze eseguite in proposito con acqua limpida e con a"(}qua ricca di p articelle in sosjpensione, entrambe non potabili. È necessario però tener presente che questa azione battericida preliminare s i riduce notevolmente, fin quasi a perdere qualsiasi valore pratico, quando l'a.cqua venga versata sul filtro in forte quantità, in modo che la filtrazione si effettui rapidamente e sotto pressione. I risultati esposti nello specchio III sono stati ottenuti sottoponendo l'acqua a filtra.zione molto lenta in modo da. prolungare il tempo di contatto con l'argento catadinico contenuto nella massa porosa del filtro.
Esperienza I. - Specchio III. Influenza del filtro catadinico sullo svolgimento dell'azione batteri-cida nelle acque limpidf' ed in quelle torbide.
~pe~c.
pere. c.
Prima della. filtrazione ..
58
850
14
9
7
6
90
Dopo la. filtrazione ... . .
32
264
11
9
4
4
55
Prima della filtrazione ..
194
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15
11
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Dopo la. filtrazione .....
96
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16
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96
NUMERO DELLE COLOSIE !S
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Gela- Cromo- Sporl· Llque· tlna geni geni facenti Mufle
B . ooll IJ)er litro
Le ricerche con acque superftcia.li non potabili, ad alto contenuto di germi e ad elevato tasso colimetrico, sono state eseguite ripetute volte ed i risultati sono stati sempre presso a. pooo identici a. quelli riportati nello specchio I, onde, per brevità, si tralasciano gli altri protocolli. EsPERIENZA IL L 'acqua di fonte è stata prima sterilizzata con l'ebollizione e poi è stata inquinata con B. coli, proveniente da una patina di 24 h. L'inquinamento è stato fatto in proporzioni scalari, da un minimo di 50 B. ooli per litro ad un massimo di 50.000.000.000 per litro. Quindi l'acqua, cosi inquinata., è stata messa nella bottiglia Oatadin comune, non provvista. di filtro, e la,sciata a temperatura ambiente (18o). Di tempo in tempo si sono eseguiti i prelevamenti per il rilievo colimetrioo col br. Abba. e per le semine in piastre di Drigalski e Oonradi. Ne·lo specchio IV, ove sono riportati i risultati ottenuti, la presenza del B. coli è indicata. mentre col segno - è indicata l'assenza di sviluppo. oon il segno
+
337
AZIONI OLJGODINAM1CBE DEI METALLI
E8'ptrien.za 11. -
Specchio l V.
Acqua inquinata col B. coli (temperatnxa d'esperienza 1So O.). Tempi d1 permanenza dell'aequa nella bottlall& C&tadtn
CONTENUTO !S B.OOLI
PER O.C.
l ogni 20 cm. (50 per litro) ...... l per c.c.........
5 per c.c......... lO per c.c........
25 per c.c. .......
15'
+ + + + -L
100 per c.c.......
+ + + + + + + + + + + +
2.000 per c.e..... 5.000 p er c.c..... 10.000 per c.c.... .20.000 p er c.c.... .50.000 per c.c.... 100.000 per c.c...
.500. 000 p er c.c... 1.000.000 per c.c. 10.000.000 per c.c. 00.000.000 p er c.c.
30'
60'
l
2h
l l l
+ + + + + + + + + + +
-
3h
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(J. b
l
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+ + + + + + +
+ + + + + + +
-
+ + + + +
-
+ + +
-
+ +
L'esperienza stessa è stata ripetuta con le diluizioni medesime, ma usando l'apparecchio sterilizzatore munito di pre-fìltro e lasciando svolgere l'azione catadinica alla temperatura di 37o in termostato. I risultati ottenuti hanno dimostrato come l'argento catadinico nello spazio di 2 h. riesca a sterilizzare un'acqua contenente 5.000 13. coli per eme. sia a temperatura ordinaJ"ia che a 37o, e che questa a.zione. è favorita dalla temperatura. Come ha potuto riscontrare Pnntoni, quando il tasso colimetricò.ra.ggiunge delle cifre molto alte, come per esempio 20.000 -7 100.000 13. coli per eme. cifre certo non facili a riscontrarsi nelle condizioni pratiche, il tempo di contatto necessario per la sterilizza.zione è maggiore, occorrendo per esempio dalle 10 alle 12 ore per ottenere la sterilizzazione completa di una. oarica di :B. coli di 1.000.000 per eme.
338
AZIONI OLIOODINAMICHE DEI METALLI
EsPERIENZA III. - Allo scopo di controllare l'efficacia battericida. conservata dalle acque attivate dopo l'estrazione dallo sterilizzatore, è stata eseguita la seguente esperienza: l'acqua. di fonte, dopo essere stata sterilizzata, è stata tenuta nella bottiglia Ca.ta.din per periodi vari di t empo e quindi, tolta dalla bottiglia, si è proceduto al suo inquinamento con B. coli in proporzioni diverse, da un minimo di 1.000 B. coli per litro ad un m~ssimo di 10.000.000 per litro in rapporto al periodo diverso di attivazione oat&dinioa subìta dall'acqua. Poi i campioni così inquinati, son rimasti sia a temperatura ambiente (180), sia a temperatura di t ermostato (370), sia in ghiacciaia (OO). I risultati, riportati nello specchio V, mettono in evidenza, come ha potuto constatare anche Puntoni, il fatto che, anche dopo soli 15' di contatto col Oatadin, la quantità d'argento che è passata nell'acqua, è tale da poter garantire, nello spazio di 2 h., a t emperatura ambiente e di t ermostato, la sterilizzazione di acque ad alto tasso colimetrico. ~ perciò che lo stesso Puntoni consiglia. un procedimento molto semplice per aumentare il rendimento della bottiglia Catadin. E sso consisterebbe nel lasciare l'acqua nella bottiglia stessa solo per mezz'ora e di travasare quindi l'acqua in recipienti comuni, lasciandovela in riposo per un'altra ora e mezza prima dell' uso. Con questo accorgimento si può ottenere, anche aa una semplice bottiglia Catadin, circa 100 litri al giorno di acqua potabile.
Esperienza III. -
Specchi<> V.
Azione battericida. delle acque attivate col ca.tadin sul B. coli. Periodi nel quali si elrettua
:Il prelevamento per la oollmetrla
16·j so· j oo·12~ ~l ob jt2h~l~ J
- -
Acqua ·~• ~ o~bito~lnquinata con l B. coli ) 37 ": per l!i. l &Zl o ne per c.c. e podasciata a catadiruca 00 . . . \ I nquinata con lO B. coli Acqua catadinizzata per c c e poi lasciata a per 30' J .. ·
Acqua catadinizzata p er 60'
-
+ + + 18•
l
370 00
- -
37° 00
-
l
+ + ~ lnqu;nata con 1.1100~ 18' + -· B. coli per c.c. e poi lasciata a
+ + + + ~I nq ui nata con 5.000~ 180 + + + Acqua oatidinizzata B. coli per c.c. e poi i 37° + + lasciata a ()O p er 3• + + + + + 180 + + + . . ~Inquinata con 10.00<_1 \ Acqua oatad1ruzzata B. coli per c.c. e po1 ~ 37o + + per 6.. lasciata a ()O + + + + + + + \
339
A.DONl OLIOODIN.UUCB:E DEI METALLI
E8PE&IENZA IV. -
L'acqua. di fonte è stata. inquina.ta con una emulsione ottenuta da feci. Un grammo di fooi, emulsiona.to in 1.000 eme. di acqua., ha. d&to, all'esa.me batteriologico, nn oontenuto di 10.000.000 di germi per 61DC. Da. questa diluizione madre ai sono ottenute quelle per le esperienze, contenenti da. un minimo di tSO germi per ome. ad nn massimo di 1.000.000 di germi per omo. Tali diluizioni, dopo essere state p&BBate attraverso il filtro Oa.t&din, sono state la.eciate nello sterillzzatore, aia a. temperatura ambiente, eia a 370 O. I risultati, esposti nello specchio VI, dimostrano come, nello spazio di 2 h., ai& stata raggiunta l'azione battericida. anche per le diluizioni a contenuto molto elevato di germi e come la temperatura di 37° O. abbia favorito, specie per queste ultime, il prooe880 oligod.ina.mico. E*f'wnza IV. -
Specvhio VI.
Azione catadiniea sull'acqua. inquinata. con emulsioni di feci. CoNTJ:li'ITI'O or omuo n t l c.c.
D&LLII DIVEII811 DILUUIOIU
50 germi
per c.o. 1.000 germi per c.c. 6.000 germi c.c.
per
Periodi Del quali avvleoe U prelevameoto
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a37oC !l ! l!l= l 10.000 germi l aJsGc l + -+ a37oC +l+ per c.c. + + +
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per
EsPEBIENZA V. L'a.oqua. di fonte è stata tenuta. nel Catadin per periodi vari di tempo, d& un minimo di 30' ad un massimo di 2~ h., onde ottenerne l'attivazione oate.dinioa. Poi, tolte.la dallo sterilizzatore, è stata inquinata con una. emulsione di fooi ottenuta come nella esperienza precedente, in modo d& avere diverse concentrazioni di germi, e precisamente da. un minimo di 10 germi per ome, si è arrivati ad un massimo di 100.000 germi per eme, in rapporto al periodo diversamente lungo dell'attiva.zione cata.dinica, precedentemente sublta. dall'acqua. I campioni, cosi inquinati,
340
AZIONI OLIOODINAM.ICHE DEI METALLI
sono stati lasciati sia a 37° che a 18° e, di tempo in tempo, si è proceduto aj prelevamenti di controllo. I risultati ottenuti hanno dimostrato come, anche una attivazione catadinica di 2 h., sia sufficiente per fare aequista.re all'acqua un potere battericida spiccato, anche di fronte ad emulsioni di feci aventi un elevato cont.enuto in germi, e come la temperat ura di 37o fa.eiliti l'azione stessa. Dall'esperienza medesima poi risulterebbe quanto è stato ammesso da Pilod e Codvelle, cioè che: <<le proprietà battericide, acquistate dall'aequa per il contatto con un m etallo oligodina.mico, sono in rapporto con la durata di questo contatto, e che l'attivazione di un'acqua è un fenomeno essenzialmente lento e progressivo ». Gli stessi A.A. inoltre ritengono che la. temperatura alla quale viene lasciata l'acqua attivata, dopo la sottrazione del metallo, non abbia alcuna influenza sulla conservazione dell'attività battericida ehe essa ha acquistato per il contatto col metallo, purchè, al momento di controllarne l 'attività, venga riportata alla temperatura ordinaria. La luce, poi, non apporterebbe modifica.zioni apprezzabili sull'azione dell'acqua at tivata. ESPERIENZA VI. L 'acqua di fonte, dopo sterilizzazione, è stata inquinata con una emulsione di bacilli d el paratifo A, provenient i da Agar cultura di 24 h. L 'inquinamento è stato eseguito, per i diversi campioni, in proporzioni scalari, da un minimo di 100 bacilli per eme. ad un massimo di 100.000 per eme., ed i campioni inquinati sono stati poi messi nello sterilizzatore. Dallo specchio VII , n el quale sono riportati i risultati relativi, si rileva come l'azione catadinica si sia svolta entro limiti di tempo quasi eguali a quelli nei quali si è svolta l'azione verso il B . coli, e come la t-emperatura di 370 abbia favorito l'azione stessa. Le semine, per la ricerca del bacillo, sono state eseguite in bile ed in piastre Drigalski e Conradi .
Esperienza VI. - Specchio VII. Azione catadinica sull'acqua inquinata col bacillo del pa.ratifo A. Tempi di perma.nen.za. dell'acqua Inquinata nel Catadin CoNTENUTO IN BACILLI
PARA'MFICI (A.)
PER C. C.
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l l l l l~ l 30'
60'
2b
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l37o C 18°C
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AZIONI OLlGODlNAIDCHE DEI METALLI
341
ESPERIENZA VII. - Eseguendo delle esperienze con il bacillo del pa.ratifo B, nelle condizioni identiche a quelle esposte per il paratifo .A, i risultati han differito solo di poco, per brevità quindi non si riporta lo specchio relativo. EsPERIENZA VIII. - Sempre con le stesse modalità l'azione catadinica è stata controllata nei riguardi del bacillo dissenterico, varif'tà F lexner, eseguendo le ricerche per i controlli periodici in piastre di Drigalski e Conradi modificato. I risultati ottenuti hanno dimostrato come la r esistenza presentata da questo bacillo all'azione dell'argento catadinico, sia stata meno lunga di quella dei paratift, sia sperimentando a temperatura ambiente, sia a 37o. Riguardo alla resistenza di questo germe all'azione cat,adinica è da ricordare come Casagra.ndi, aggiungendo a 500 eme. di acqua distillata sterile una sospensione batterica, ottenuta da una patina di bacillo di Flexner, abbia trovat-o che, mentre prima, dell'azione catadinica., si aveva per eme. uno sviluppo di 250.000 colonie, dopo un'ora se ne sviluppavano 25.000 e dopo 4 ore solo 2. E SPERIENZA IX. - Inquinando l'acqua col bacillo dissenterico, varietà Sbiga, si è trovato che questo bacillo presenta, rispetto all'azione catacC!inica, una resistenza ancora minore di quella presentata dalla varietà Flexner. E s PERIENZA X.
- Inquinando l'acqua con vibrione colerico, in proporzioni scalati da 100 vibrioni per eme. a 100.000 per eme. e tenendosi nelle condizioni delle esperienze precedenti, si è trovato come, rispetto a tutti gli altri germi presi in esame, il vibrione del colera. presenti il minore grado di resistenza rispetto all'azione catadinica. Infatti sia a 18o che a 37o, si è ottenuta, incirca3 h., lasterilizzazionediacque contenentifino a100.000 vibrioni per eme. Le ricerche di controllo sono state eseguite con le semine in acqua peptonata ed in Dieudonné. n vibrione col quale si è sperimentato appartiene ad un ceppo esistente da due anni in laboratorio. Esso conserva tutt-ora i caratteri morfologici e culturali tipici, agglutinando fino al limite massimo con i relativi sieri specifici. Anche Casagrandi ha trovato che il più sensibile dei germi da lui sperimentati si è dimostrato il vibrione colerico. r EsPEBIENZA XI. - Allo scopo di studiare il comportamento della azione battericida acquistata dall'acqua per effetto della sua diversa permanenza a contatto con l'argento catadinico, si è presa dell'acqua di fonte che, dopo sterilizzazione, è stata attivata nel Cat adin per periodi vari (l h .-3 h .-6 h.-12 h.) I campioni ottenuti con queste diverse attivazioni, tolti dal Oatad.in, sono stati rispet tivamente inquinati con concentra,zioni varie di germi (pa.ratifi-dissenterici-eolera). I risultati di questo gruppo di ricerche, esposti nello specchio VIII, dimostrerebbero come l'azione b attericida dell'acqua attivata sia in rapporto al periodo diverso dell'attivazione ed anohe alla concentrazione dei germi.
AZIONI OLIOODINAXIOJIE DEI !OTALLI
Esperitmza XI. -
S,peooAio VIII.
Azione dell'acqua attivata rispetto a vari germi. Vari Intervalli di tempo nel qnaU si pratica Il controUo Temperatura ambiente 18• 15'
~1n3 :~ cr ... Q
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V.ibrione colerico 1.000.000.000 per litro
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EsPERIENZA XII. - Per controlla.re l'eventuale influenza esercitata sull'azione oligodinamica dal contenuto in sali delle acque, il quale fatto potrebbe avere notevole importanza nelle appli(lazioni pratiche, specie in alcune località, si è prooeduto alla esperienza seguente: nell'acqua di· stillata sterile si è sciolto del clol'lll'o di &odio, Ml rapporto del 2 %, e poi tale soluzione è sta.ta inquinata. in proporzioni diverse (1000 g. per eme. 5000 g. per ome. 10.000 g. per ome.). L'inquinamento si è fatt.o con germi v~ri: B. ooli, B. Flexner, B. paratifo A, B. pa.ra.tifo B, V. eolerioo), in altrettanti campioni di esame, lasciati poi nello sterilizzatore per periodi
• AZIONl OLIGODINA.)([OIIl!: DEl MJ!:TALLI
343
diversi. I prelevamenti, eseguiti di tempO in tempo, per l'identificazione dei rispettivi, germi di inquinamento, hanno dimostrato come l'azione oatadinica. si sia svolta, anche per le forti concentrazioni, entro un tempo massimo di 4h. per il B. coli; 3 h. per il B. Fle:.mer ed i paratifi, 30' per il V. colerico. Questo reperto starebbe a dimostrare come la concentrazione in cloruro di sodio, nei limiti nei quali è avvenuto l'esperimento, non abbia ostacolato l'azione battericida catadinica, nè per l'intensità, nè pe-r la rapidità. Riguardo all'influenza. che sul processo oligodina.mico potrebbe avere la concentra.zion.e salina dell'acqua è da. ricordare come le opinioni in proposito non siano perfettamente concordanti. MentrA, infatti, Spiro e Sa.xl ritengono che il cloruro di sodio favorisca. l'attivazione d~>,ll' aoqu~~t per mezzo dell'argento, Pilod e Oodvelle non hanno notato alcuna influenza su tale attivazione, sperimentando con cloruro di sodio, solfato di sodio, joduro di potassio, La.ubenheimer nega pure ogni modificazione sul processo stesso da parte del cloruro di sodio, eventualmente pTesente nell'acqua, e Leitnexritiene che: • l'azione di un sale disciolto su un metallo oligodinaruico ~ in Tapporto con l'influenza. che il sale stesso esercita sulla soluzione del metRllo, in modo che si avrà un aumento o una diminuzione del potere germicida a seconda del numero degli joni metallici dissociati ». Lo stesso A. ha eseguito delle ricerche molto interessanti, sia riguardo a.ll'a~ione esercitata dai sali disciolti durante il processo di attivazione dell'acqua, sia riguardo all'azione esercitata da tali sali sulle acque già attivate. XIII. ~ Per controllare l'eventuale rapporto tra la superficie di argento attivo e la concentrazione batterica delle acque da sterilizzare, si son fatte delle rioerche nelle quali l'acqua, inquinata con concentrazioni diverse dei germi già presi in esame, è stata messa. in contatto con un qua.ntit,a tivo vario di corpi catadinioi (elementi oligodinamici). I risultati indicati nello specchio IX, (v. pa.g. seg.), che riassumono questo gruppo di ricerche, dimostrerebbero che l'intensità e la rapidità · dell'azione battericida catadinica è in rapporto col numero diverso di elementi oligodinamici adoperati. EsPERIENZA
EsPERIENZA XIV.- BicMche sui protozoi.- Oome si è detto, uno degli
scopi di queste ricerche è stato quello di controlla.re l'eventuale azione esercitata dall'argento catadinico sui protozoi, in quanto tale azione potrebbe avere una notevole importanza pratica in alcune particolari circostanze, specie nelle colonie. A tale scopo sono state preparate delle infusioni organiche, sia con vegetali freschi, sia con fieno, paglia, ecc., ottenendo, specie alla tem-peratura di termostato (37o), un rapido ed abbondante sviluppo di varie forme di protozoi, ap-partenenti prevalentemente ai flagellati ed alla classe degli infusori ciliati. Le esperienze sono state condotte, in modo particolare, col paramecio (oaudatum), col bodo (caudatus). Dalle infusioni si son fatte delle semine in terreni adatti (peptoa;ga.r, acqua peptone, eco.) nei quali i protozoi stessi si sono sviluppati abbondantemente. Si è sperimentato anzitutto direttamente colle infusioni vegetali, tenendole nello sterilizzatore Oata-din, dopo che in esse si era già mani-
• 344
AZIONI
OLIGOD~AMICHE
Esperienza XII I . -
DEI METALLI
Specchio IX.
Influenza della superficie dell'argento catadinico sull'a.zione battericida.. Durata del contatto deU'Mqua Inquinata oon l corpi cat.adlnlol
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AZIONI OLWODINAMICHE DEI METALLI
34,5
festato un rigoglioso sviluppo di protozoi e batteri, anche per periodi di tempo a.bbastanzalunghì, sia a 18° O. che a 370 O. Non si è però notata mai la. scomparsa delle varie forme di protozoi, le quali anzi, specie quando la esperienza è stata eseguita a 37o0., sono aumentate. In queste condizioni poi, anche l'azione antiba.tterica, dato il notevole numero di germi, è mancata quasi del tutto. Allo scopo di accertare una. eventuale azione inibente o, comunque, ostacolante sullo sviluppo dei protozoi si è proceduto alla seguente esperienza: 1•acqua sterile è stata tenuta per otto giorni nel Catadin a. temperatura ambiente, dopo tale tempo due litri di essa sono stati messi in una ba<:inella assieme a 300 corpi catadinici ed in questa bacinella si è messo del fieno e delle erbe a macerare, sia alla temperatura di 18o O. che a 37o O. In entrambi i oasi si è avuto un rapido ed abbondante sviluppo di protozoi, assieme ad una ricca flora batterica. Le ricerche sono state condotte anche con emulsioni preparate da culture di protozoi. L 'acqua inquinata. con tali emulsioni, anche dopo una. lunga permanenza nel Oatadin, presentava appena una lieve diminuzione nel contenuto dei protozoi stessi. È da notare inoltre che, se l'azione catadinica è mancata nei riguardi delle forme vegetative, a. maggior ra.gione è da presumere che essa non possa esplicarsi verso le forme r esistenti (cistiche). EsPE&IENZA XV.- Ricerche sul latte. - Altt·e ricerche sono state eseguite per controllare una eventuale azione catadinica sul B. coli contenuto nel latte, dato oh&, nel latte ordinario del consumo il detto germe si può trovare abbondantissimo, come hanno dimostrato con ricerche colimetriche molti A ..A. (Gabbano, Lepanto, Neri e Simonetti, ecc.). È noto come la presenza del B. coli nel latte sia da attribuire a manohevolezze igieniche, sia nella mungitw·a (poca nettezza della mammella), sia nei riguardi del personale adibito, come anche a poca pulizia dei recipienti, dei looàli, eco. Infatti, come ha dimostrato Gorrieri: uun latte, mu.n to, raccolto, imbottigliato con le dovute cautele di pulizia, non contiene e non dovrà mai contenere il B. coli in l. c.c. ». Ora, per il giusto apprezzamento di una eventuale applicazione pratica che la catadinizzazioue potrebbe avere nella industria del latte, si è voluto controllare l'azione dell'argento catadinico sia sul B. coli, sia sugli altri germi contenuti nel 1atte. Si son presi così in esame diversi campioni di l_~ttte del commercio (imbottigliato e chiuso nelle latterie), in ognuno si è ricercato il B. coli col metodo di Neri (basato sull'acidiflcazione del brodo Liebig-peptone, lattosato ed addizionato di rosso•fenolo), e per ogni campiono si è determinato pure il contenuto microbioo per c.c. Non avendo peraltro mai riscontrato il B. coli nei campioni in esame, almeno per ogni c.c., è stato necessario aggiungerlo appositamente da culture di 24 ore. Tale aggiunta del.ooli è stata fatta. in proporzioni varie, da un minimo di 500 ad un massimo di 5.000 per litro. Il latte, cosi inquinato, è stato tenuto nella. bottiglia. Oatadin anche per periodi di tempo molto lunghì, sia a tempera.tura. ambiente che a 37o O., poi si è ricercato il coli con il metodo citato, e si son fatte le semine in piastre di agar, per aooerta.re le eventuali modifìoazioni del contenuto microbico. In tutte le ricerche cosi eseguite non ai è mai riscontrata la scomparsa del coli, nè è stato possibile accertare
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rilevanti diminuzioni del contenuto microbico. Sembrerebbe quindi che il latte, probabilmente per la sua stessa composizione, abbia un'azione ostacolante, e forse anche del tutto inibente, sullo svolgimento dell 'attività catadinica.
Ricerche chimiche tendenti a mettere in evidenza l'argento àisoiolto. - Un problema assai importante in tutti i sistemi di depurazione dell'acqua è di avere la. certezza dell'avvenuta. depurazione. Ora per il cloro noi abbiamo tale mezzo procedendo alla ricerca. del cloro libero. A Bimiglianza di questo ho provato se vi fo sse la. possibilità di mettere in evidenza. con mezzi chimici tracce d'argento libero anche nel proC(!sso ca.ta.dinico, giacchè, come hanno ammesso Pilod e Codvelle, ed è stato confermato in tutti i lavori recenti, vi è un parallelismo assoluto tra l'apparizione del potere oligodinamico e la soluzione del metallo. Per quanto concerne il rame è noto come Spiro sia riuscito, per mezzo della. r eazione di Pangenstoober, a metterne in evidenza anche delle tracce nell'acqua attivata. Pilod e Codvelle ritengono che per mezzo della. reazione di Castla-Ma.yer sia possibile mettere in evidenza. le tracce di rame, almeno nelle soluzioni fortemente attive. La dimostrazione però delle tracce d'argento non riesce con altrettanta facilità, anche quando si ricorra alla. evaporazione di notevoli quantità di acque attivate a meuo di tale metallo. Secondo Freundlich e Soellner, ciò dipenderebbe dal fatto che il metallo verrebbe adsorbito dalle pareti del recipiente. Leitner, servendosi del procedimento elettrochimico di Nernst, Wernicke e Modero, KrallBe, ecc., hanno cercato con mezzi chimici vari di determinare anche la quantità d'argento passata in soluzione nelle acque attivate. l mezzi di cui si son serviti questi ricercatori non sono però tali da poter rispondere alle esigenze della pratica. comune. Ho cercat{) perciò se foase possibile ottenere tale scopo con qualche reazione chimica di facile esecuzione. Tra le varie sostanze provate ho ottenuto qualche risultato con la parafenilendiamina e col timolo. Infatti, a-ggiungendo a 20 c.c. di acqua, attivata nel Catadin per 15' una traccia. di entrambi queste sostanze, più poche gocce di acqua. ossigenata, si ottiene quasi immediatamente una colorazione rosso-viola~ea, che aumenta rapidamente. È però da osservare che questa reazione può avere solo un valore relativo, perchè può essere dat a, per quanto assai più lentamente, anche da ll'acqua che sia rimasta in contatto con altri metaiJi; ma. non vien data. dall'acqua distillata.. Prolungando il tempo di attivazione dell'acqua oltre i 15', tale reazione si intensifica. , La colorazione sudd~tta è dovuta a.lla formazione di indofenoli. Le tracce di metallo presenti nel liquido agiscono da. catalizzatori sull'acqua ossigenata. L'ossigeno attivo oosl formato determina una ossidazione del prodotto di unione della parafenilendiamina. e fenolo, in modo da arrivare alla produzione di un composto colorante appartenente al gruppo degli indofenoli. Ed è appunto il meccanismo I'eattivo che spiega la. ragione per la quale la. reazione stesaa. non può essere specifica. dell'a.rgento, inquantoehè qualunque metallo allo stato di soluzione colloida.le, può funzionare da eatalizzarore di decomposizione dell'acqua ossigenata A quindi produrre la. reazione. EsPERIENZA XV 1. -
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Altri tentativi bo fatto a mezzo dell'ortotolidina (colorazione giallo tenue dell'acqua attivata); della dimetil-anilina (colorazione prima verde, poi rosso-violetta), dell'aJ.fa. nait()lo (colorazione rosso-violetta molto intensa), ecc. Ma tutte queste reazioni sono risultate ancora. meno spe• ciiìcbe della prima, essendo date quasi colla stessa rapidità. anche dalle a~que non attivate. EsPERIENZA. XVII. -
Riacqui1to spontaneo della vitalità da parte àei germi già aott<Ypoati all'azione oataàjnica. - .Allo scopo di aooertare la possibilità o meno di una ripresa. spontanea della vitalità. da parte dei germi già sottoposti all'azione catad.inica, sono state eseguite delle esperienze, sia con a.oque naturali non potabili, sia con a.oque appositamente inquinate, in proporzioni varie, col B. coli fecale o con emulsioni di feci. Tali campioni sono stati tenuti nell'apparecchio Oa.ta.din per periodi vari, fino ad ottenere la. perdita. della vitalità. dei germi, poi, tolti dallo sterilizzatore, sono stati la.sciati in riposo per un certo tempo (da un minimo di 24 h . a 6 giorni) e, successivamente, si è proceduto alle semine, per mettere in evidenza un eventuale sviluppo di germi. In tutte le ricerche, cosi condotte, non è stato mai possibile constatare una, ripresa spontanea della vitalità dei germi. EsPERIENZA XVIII. -
Riprua àeUa vitalità dei germi, già sottoposti all'azione cataàmica, per mezzo deU' azU>ne ài certi sali. - Come si è detto nella parte generale, alcuni ricercatori, studiando il meccanismo dell'azione battericida delle acque attivate, hanno avanzat,o l'ipotesi che si dovesse trattare di una. specie di iBolamènto batterico dall'ambiente, dovuto ad un adsorbimento di joni metall.ici, veriftcatosi soltanto in corrispondenza della loro superfteie. E noto come Vignati e Schnabel, eseguendo delle esperienze per liberare gli joni metallici dalla superficie dei germi e ridare a questi la. perduta vitalità., abbiano raggiunto lo scopo facendo agire sul B. coli, che aveva subito l'azione oligodinamica, del solfato di rame, una soluzione all'l % di citrato di sodio o una. soluzione al 2 % di tiosolfato di sodio. La. ripresa della. vitalità si verificava quando questi sali agivano entro le 24 h. successive all'azione del solfato di rame. Allo scopo di ricercare l'eventuale influenza esercitata da questi stessi sali (citrato o tiosolfa.to di sodio) sui germi già sottoposti all'azione catadinica., aodo state eseguite le seguenti esperienze: dei campioni d'a~qua sono stati inquinati con dosi varie di B. coli (100, 200, 500, 1000 B. coli per c.c.) e, dopo periodi diversi di permanenza. nell'apparecchio Oatadin, sia a temperatura ambiente, aia a. quella. di termostato, sono stati trattati tanto con soluzione di citrato di sodio all'l %che con soluzione di tiosolfato di sodio al 2 %e, sucoossivamente, si è fatta la ricerca. del B. coli. In tutti i controlli eseguiti, non si è mai constatata alcuna. ripresa. della. vitalità. batterica., neanche .riducendo l'attività cata.dinioa. aJ periodo di tempo strettamente necessano per lo svolgimento dell'a~one oligodinamica (cioè 2 h.).
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CONCLUSIONI. Dal complesso delle ricerche eseguite allo scopo di controllare batteriologicamente il funzionamento dello sterilizzatore Catadin, ritengo poter concludere che: l . - Con la bottiglia Cata.din, si riesce sempre ad ottenere, nello spa· zio di circa tre ore, la depurazione dell'acqua, t anto inquinata naturalmente, come artificialmente con i comuni germi patogeui che, con maggior frequenza, trovano nell'acqua stessa un facile veicolo (batteri del gruppo tifo coli, dissenterici, vibrioni colerici}, purchè l'inquinamento non sia determinato da una qua ntità notevole di tali germi (nel qual caso l'azione catadinica fallisce) e purchè l 'acqua. sia. limpida.. 2. -Qualora l'acqua sia anche lievemente torbida, occorre chiarificarla preventivameute mediante filtrazione. Adoperando il filtro poroso, di cui è munito l'apparecchio Oatadin, dato che ìl filtro stesso contiene pure l'argento catadiuico, il processo oligodinamico è acceler ato ed intensificato. Oiò perchè l'acqua, passando attraverso la sostanza filtrante ca&adinizzata, subisce una prima azione battericida, la quale è tanto più spiccata quanto maggiore è la lentezza con cui si effettua la filtrazione stessa. 3. -L'azione battericida svolta dall'argento catadinico contenuto nei corpi oligodinamici, che costituiscono la parte attiva dell'apparecchio Oatadin, è tanto più intensa e rapida quanto più la temperatura si avvicina a.~ 37o, mentre le basse temperature esercitano una influenza nettamente sfavorevole sul processo oligodinamico facendolo svolgere molto più lentamente. 4. - L'acqua attivata nella bottiglia Oa.tadin, anche con soli 15' di contatto, mantiene la sua azione battericida e continua a svolgerla anche dopo che ne è stata estratta. Tale azione appa.re in rapporto diretto, per la. rapidità e la intensità, col periodo dell'attivazione ca.tadinica ed in rapporto inverso col numero dei germi che nell'acqua. vengono a capitare. 5. - Risulterebbe poi un rapporto tra il numero dei corpi cata.dinioi impiegati e la concentrazione dei germi coi quali è avvenuto l'iuqui· namento dell'acqua. 6. - La concentrazione salina dell'acqua da sterilizzare non esercit erebbe, entro i limiti nei quali si è sperimentato, una. apprezzabile infiuenza snl processo catadinico. 7 ........ Tra. i germi adoperati per queste ricerche, il vibrione colerico ha presentato la minore resistenza., sia verso l'azione ca.tadinica diretta., sia verso quella dell'acqua attivata. I germi del gruppo tifo-coli ed i dissenterici hanno presentato una resistenza all'azione oligodinamica oscillante entro limiti di tempo molto vicini fra loro. 8. - La depurazione dell'acqua col procedimento Oata.din non ne altera i caratteri organolettici ed è di attuazione molto semplice; 9. -L'azione ca.tadinica è mancata del tutto a riguardo dei protozoi contenuti nell'acqua e nei riguardi del latte artificialmente inquinato anche con piccole quantità di B. coli; 10. -Dato che il potere depurante non è assoluto, ma. è limitato ftno ad un certo numero di germi, un inQonveuiente di questo metodo è rappre-
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sentato dalla m.a.nca.nza. di un mezzo pratico d'accertamento dell'avvenuta depurazione, poichè la determinazione preventiva del numero dei germi contenuti nell'acqua da depurare, o aJ.m.eno la colimetria. richiederebbero un certo tempo . Oon la. depurazione col cloro, invece, tale inconveniente è eliminato, in quanto che si può accertare l'avvenuta depurazione con la ricerca del cloro libero. I tentativi fa.tti con varie reazioni chimiche per mettere in evidenza le tracce minime dell'argento cata.dinioo disciolto nell'acqua attivata, similmente a quanto si fa per il cloro, hanno portato a risultati di valore assai poco probativo. 11. - Le ricerche tendenti a.d accertare la eventuale possibilità di una ripresa della vitalità batterica sia spontanea, sia per effetto dell'azione di taluni sali (citrat.o o tiosolfato di sodio) non han dato alcun risultato positivo. Per quanto concerne strettamente l'Esercito si ritiene che, per il momento, questo sistema, dato il tempo che occorre per la potabilizzazione dell'acqua, e data la mancanza di una prova sicura dell'avvenuta depurazione, non sia preferibile ad altri procedimenti òasati su metodi chimici. Ma non è escluso che, con il perfezionamP.nto degli apparecchi, possa tale mezzo divenire pratico anche per l'Esercito. AUTORIABBUNTO. - Premessa. una rassegna. storico-sintetica. sulle ricerche fatte dai vari A.A. riguardo all'azione oligodinamica. dei metalli, e considerato il meccanismo dell'azione stessa, l'A. passa a.d esporre le ricerche sperimentali personali, che ha. eseguito per controllare, dal punto di vista. pratico, l'azione dello sterilizza.tore Cata.din, tenendo anche presente l'eventuale interesse che l'applizione di tale metodo potrebbe avere per l'Esercito, specie in colonia ed in
campagna. Adoperando per tale controllo i ceppi del gruppo tifo-coli, i dissenterici, i vibrioni colerici, ha potuto constatare come verso di essi l'azione cata.dinica si svolga entro limiti di tempo abbastanza. brevi, almeno per gli inquinamenti di grado non esagerato, e che il m eno resistente si presenta. il vibrione del colera. Ha studiato pure l'azione battericida. dell'acqua attivata., l'inBuenza. della concentrazione salina dell'acqua sul processo catadinico, l'importanza che ha. il numero dei corpi cata.dinioi impiegati e l'influenza. della temperatura: Considerando poi. come per il giudizio dell'azione svolta da wt mezzo depurante debba tenersi presente, più che l'azione sulle acque inquinate con germi provenienti da cultura., quella. sulle acque inquinate con materiali or~anici, ha controllato l'azione cata.dinica inquinando l'acqua con emulsioni di fe01. Ha ricercato inoltre l'azione che l'a rgento cata.dinico svolge sui protozoi e sui germi contenuti nel latte ed ba tentato, con varie reazioni cbiinicbe, di poter mettere in evidenza le tracce dell'argento disciolto nell'acqua attivata, come criterio dell'avvenuta depurazione. Infine ha eseguito delle ricerche allo scopo di accertare se, analogamente a quanto è stato descritto da Vigna.t i e Schn.a bel, per il solfato di rame, sia possibile ottenere, mercè l'azione di certi sali, una. ripresa della vitalità dei battex·i già sottoposti all'azione catadinica, o se il riacquisto della vitalità stessa. possa avvenire spontaneamente. Dal complesso d elle ricerche compiute, l'A. ritiene poter concludere che, per quanto riguarda la. pota.bilizza.zione dell'acqua per. l'Ese rcito, questo metodo non può trovare, per il momento, pratica applicazione.
' -
Giornale di m edic ina m i!ìta.-e.
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CASISTICA CLINICA ISTITUTO DI Cl.INK1\ MEDICA CENERALE DELLA R. UNIVERSITA DI SIENA DirettQre : Prof. C. GAJrnA
MENINGITI SIEROSE E PAROTITE EPIDEMICA CONTRIBUTO CLINICO
Dott. Staoislao Paollllo, primo capitano medico, aesistente militare
Il te.r mine di « me-ningite sierosa ))' con il quale Quincke ha denominato quelle meningiti il cui processo essudativo non assume carattere purulento, accomuna in uno stesso gruppo manifestazioni morbose diverse
per l'etiologia e la patogenesi. Esse hanno la caratteristica anatomo-p~to logica di alterazioni poco rilevanti e spesso di rilievo incerto a carico delle meningi, consistenti soprattutto in una congestione intensa e difiusa della pia madre con accentuazione maggiore nei plessi corioidei, liquor notevolmente aumentato di quantità e limpido per essenza dj polinucleosi e qualche volta aderenze ed ostruzioni dei fori di comunicazione che sono considerati causa dell'idrocefalo interno acquisito. L'esame istologico rileva per lo più infiltrati leucocita.r i scarsi e il'regolari nelle leptomeningi oltre a qualche focolaio infìltrativo a carico della sostanza nervosa dell'encefalo o del midollo che si presenta congesta ed edematosa, ciò che fa ritenere più appropriato il termine di u meningo-encefaliti )) per spiegare la sintomatologia clinica di queste affezioni. Sembra convenzionalmente ammesso che da questo gruppo si distacchi il cosiddetto cc meningismo )) con il quale termine Duprè vol1e di-
stinguere manifestazioni per solito lievi e transitorie di carattere irritativo acuto delle meningi, insorgenti in corso di malattie infettive e non iniettive, per colpo di sole, traumi o altre cause, caratterizzati dall 'assenza di qualsiasi equivalente anatomico (meningit is sine meningitide) e documentati da una obiettività umorale consistente soltanto in un aumento di pressione del liquor spesso notevole. L 'eziologia delle meningiti sierose, come s'è detto, è diversa, direi quasi che l'osserva,zione clinica ne vada allargando il campo, giacchè molte malattie possono indurre manifestazioni di questo genere e ad ogni tanto occorre di ravvisarne qualcuna di nuove o per lo meno di riscontrarne una maggiore frequenza. Non è facile a riscontrarsi l'agente infettjvo nel liquor. Per lo più le meningiti sierose sono amicrobiche. Quando la localizzazione batterica nelle meningi non avvenga, si pensa che un'azione tossinica possa produrre ugualmente l'essudazione menillgea. Dal lato clinico la meningite sierosa ha nella letteratura una casistica piuttosto eteroclita la quale, pur presentando punti di contatto nella etiologia, nella. sintomatologia e nella evoluzione clinica, non si presta ad esse-
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re considerata con un criterio nosografico unitario. Ciò s i dev~ principalmente a.l fatto che il termine di meningite sierosa. passando dal campo della patologia a quello della clinica ha perduto in parte il suo significato preciso d'infiammazione a tipo sieroso delle meniugi e si è prestato ad indicare anche quadri morbosi che con questo genere d'infiammazione non hanno alcunchè d.i comune. Lo stesso Quincke nel tracciare una quarantina d'anni addietro il qua.dro d!.ella meningite sierosa, sembra. mettesse insieme una serie di casi che avevano in comune l'aumento del liquor, i fatti di aumentata pressione endocranica, e la minima alterazione chimico-citologica delliquor stesso, ma che si presentavano con aspetto ed evoluzione assai diversi, nè il suddetto autore approfondì la questione se tali qua{}ri clinici fossero da riferire ad una infiammazione sierosa delle meningi, stante la scarsa modificazione chimico-citologica delliqttor. Il Claude che in tempi recenti si è spesso occupato di tale argomento ha cercato di rispondere con una definizione al quesito su che cosa bisogna intendere per meningite sierosa. Egli dice testualmente: «l'espressione è di<r scutibile, poichè essa sembra indicare che sotto questo nome si designino « delle infiammazioni delle meningi che non arriverebbero alla suppurare zione, ma alle quali la preseQ.za d'albumina, di elementi figurati (leucorr citi), conservano sp9sso il carattere istologico essenziale delle meniugiti. « Ora nelle varie forme che noi distingueremo si tratta di un aumento ge« nerale o di un accumulo localizzato di liquido cefalorachidiano, produ· rr centesi sotto l'influenza di reazioni infiammatorie subacute del cervello, rr dell'ependima ventricola.re o delle meningi n. In sostanza. questo a.ntore ritiene la meningite sierosa. un'affezione idrocefalica in quanto si tratterebbe di un aumento del liquido cefalorachidiano con scarse modiftca.zioni chimico-citologiche. Anche Aya.la. pone la meningite sierosa sul terreno delle idrocefalie. Questo autore però ne restringe la. concezione anatomica !imitandola più che altro ad un'azione batterica o tossinica. sui plessi corioidei e sull'ependimg, ventricolare, raramente sulle leptomeningi della superficie esterna cerebrale con conseguente iperproduzione di liqnor, ostacolo al suo ria.ssorbimento e quindi aumento pit\ o meno grave, più o meno persistente della tsnsione endocranica. Oon tale criterio, ad evitare confusioni, l'Ayala propone di sostituire il termine di meningite sierosa con quello di corioido ependimite sieroaa. Altri autori invece (Margulies) ritengono la m. s. caratterizzata da iperemia, edema e alterazioni essudative e proliferative delle meningi con comparsa dunque di un vero essndato flogistico rivelato da aumento dell'albumina e da modificazioni chimico-citologiche nel liquor. S. D'An tona ammette senz'altro che la denominazione di meningite sierosa spetterebbe di diritto a queste ultime forme nelle quali la sintomartologia. è meningitica e il liquido cerebro-spinale alterato in senso infiammatorio e infatti nella. letteratura più recente proveniente sopratutto dal c'l.mpo internistico e pediatrico (Matthes, Forna.ra, Eckstein, Lowy, ecc.), si tende sempre più decisamente a riservare il nome di meningite sierosa alle forme acute con liquor a lterato che però sono anche descritte sotto varie denominazioni come meningiti, semplici, meningiti asettiche, meningiti linfocitarie benigne, reazioni meningee, ecc.
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1\'Ia lasciando stare la parte dottrinaria nella quale l'accordo fra i neurologi non è ancora raggiunto, vediamo piuttosto che .cosa dobbiamo intendere, secondo l'uso che comunemente si fa di questa parola, per men.ingite sierosa. Mi sembra cb e di m. s. si possa parlare allorquando noi siamo di fronte a una forma morbosa caratterizzata da iperproduzione di liquido cefalo
rachidiano, con anche lievi caratteri flogistici chimici e citologici, e da una sintomatologia clinica di ipertensione endocranica. È accertato che di tale forma morbosa esistino fattori causali molteplici. Nella maggioranza dci casi t.ali fattori sono costituiti dalle più svariate infezioni, in una percentuale minore di casi la malattia si manifesta apparentemente spontanea, senza causa rintracciabile, e si parla allora di forme criptogenetiche. Le meningiti osservabili dura.nte alcune malattie infettive generali o locali ad eziologia nota o ignota o in alcune intossicazioni e.sogene o endogene fanno parte del quadro clinico o sono una forma clinica di tali affezioni, piuttosto che entità morbose con personalità distinta. In questo quadro molto vasto rientrano: a) la meningite sierosa interna o ventricolare (c:orioido-ependimite sierosa secondo Ayala) causa dell'idrocefalo interno; b) la me:ningite sierosa esterna, o aracnoidite sierosa, causa dell'idrocefalo esterno; c) le forme miste, contemporaneamente interne ed esterne; d) la meningite sierosa cistica o circoscritta, o aracnoidite cistica. Rimangono escluse da tale quadro le meningiti linfocitarie, anche queste determinate da numerose malattie infettive, oltre alla tubercolosi e alla sifilide, e caratterizzate da comparsa (( abbondante » di elementi mononucleari nelliquor. La questione delle meningiti linfocitarie è all'ordine del giorno. Molte malattie possono dar luogo a meningiti sierose o a semplice meningismo ovvero a meningiti linfocitarie, a seconda del grado di rea-zione meningea. E cosi mentre si parla di meningismo allorquando la sint-omatologia è prevalentemente sostenuta da un aumento di pressione del liquido cerebro-spina.le i cui caratteri chimico-citologici per altro non sono per nulla alterati e si parla di meningiti sierose qu:a.ndo i caratteri del liquor sono scarsamente modificati, la diagnosi di meningite linfooitaria s'imporrebbe allorchè le modifioazioni chimico-citologiche delliquor siano più vistose e caratterizzate principalmente dalla comparsa di numerosi elementi mononucleari (linfociti). Ma non è finito. Tra queste ultime forme morbose già si distinguono le « linfocitarie benigne » che non si sa ancora con precisione in realtà cosa siano. Chi le considera come forme di encefalite, chi le ravvicina alla poliomielite, ecc., e la bibliografia su tale argomento si va fa-eendo ricca, senza che alcun tentativo serio venga fatto per differenziare queste 1·eazioni linfocitarie. Senza entrare in merito alla questione dottrinale circa la differenziazione patologica fra meningismo, meningite sierosa e meningite linfocit,aria, non sembra però che dalla concezione originaria di Quincke si siano realizzaf.i progressi decisivi. È accertato altresì dalla clinica eh e uno stesso agente etiologjco può determinare forme di meningismo, di meningite sierosa o di meningite linfocitaria, ovvero sindromi meningoencefaliche a Se<londa MI-
MENINGITI SIEROSE E PAROTITE EPIDEMICA
l'intensità della reazione meningea. e delle spooia.li alterazioni anatomo-pa· tologicbe dell'asse cerebro spinale. Viceversa un dato tipo di reazione meningea. può essere comune a varie malattie infettive. Interessanti sono a tal proposito alcune pubblicazioni apparse in questi ultùni anni per opera. spHcialmente di autori francesi (Dopter, Hutinel e Voisin; Mònod, Massary, J ochmann e Luce e altri), riguardanti casi di reazioni linfocitarie trovate intense all'esa.me delliquor senza. che in vita. fosse stato notato alcun sintomo clinico. Busca.ino interpreta questi casi come significativi della indi· pendenza dei sintomi clinici meningitici fondamentali della. malattia in· fettiva dal processo infiammatorio vero e proprio delle meningi. n concet· to non è molto chiaro. P er quanto è a mia conoscenza, i lavori di Massary, J ochmann e Luce citati dal Fornara in una sua pubblicazione sulle compli· cazioni della parotite epidemica, tenderebbero ad ammettere che una reazione meningea esiste in tutti i casi di parotite epidemica, anche in assenza di sintomi clinici di meningite. Orbene, fatti di questo genere si riscontrano anche in altre malattie da infezione, fors e con maggior fre· quenza di quanto non si pensi, e debbono farci pensare alla possibilità che l'infezione acuta. con lo squilibrio osmotico a tipo ipotonico provocato nel sangue dalla ritenzione di acqua generi aumento di tensione del liquor (Rena.ud, Weld) congestione vasale ed edema delle meningi e della sostanza cerebrale, fatti che possono ben spiegare la lieve reazione linfocitaria del liquor. L'incertezza. che tuttora regna in fisiopatologia sulla genesi e sulla regolazione del liquido cerebro-spinale ci lascia un pò perplessi di fronte a questi fenomeni, ma non è difficile ammettere che fatti tossico degenerativi cellula-ri inducano nelle malattie da infezioni disordini funzionali rivela.bili dalle modillca.zioni della. pressione e d ella chimico-citologia delliquor. La ceblea. che cosi frequentemente noi osserviamo nelle infezioni acute è essenzialmente espressione dell'a1llllento della tensione intracranica (Heimann) ed i fattori che determinano tale aumento di tensione intracranica sono quelli stessi che generano le modificazioui qualitative e quantita.tive del ·liquor cui si è accennato. Entrando nell'argomento della parotite epidemica. si è già scritto e si va. confermando con la pubblicazione di nuovi casi che le complicazioni meningee, note da lunghissimo tempo, non sono eccessivamente rare. Le -percentuali pubblicate dagli autori francesi sembrano però molto alte. Per lo meno in Italia siamo molto al di sotto di quel 23% di Massa.ry e di quellO% di Dopter. Ohi scrive ha osservato centinaia. e centinaia di casi di pa.rotite epidemica senza che la complicazione meningea. si rivelasse in un sol caso. In un mio lavoro del1932 su due casi di meningoencefa.lite paro· titica, osservati nella Clinica Medica. di Siena, dall'esame della letteratura. italiana potei rendermi conto che ne erano stati resi noti un numero molto esiguo e quasi tutti da pediatri (Fornara, Santi, Oa.rtagenova). La lettera· tura straniera., specialmente francese e sud-americana, è invece notevol· mente più ricca. di osservazioni del genere ed io non starò a ripetere quanto ho avuto occasione di diro nel precedente mio lavoro sull'argomento. Po· steriormente a quello, sempre nel1932, ne pubblicano un caso Dumitresco, Ionnesco e Ohiser. Un giovanetto di 16 anni viene colto da parotite epide·
JD:NINOITl 8IEROSJC E PAROTITE EPIDEMICA
mica. Durante la regressione della parotite questi presenta una orchite e, subito dopo, una meningite che dura tre settimane. Gli autori ritengono raro il caso per la persistenza dei fatti meningei gravi, mentre la maggioranza degli autori è disposta ad .ammettere si una affinità del virus per il sistema nervoso, ma con sintomi leggeri ed effimeri. .Ancor più recentemente nel 1933 leggo la pubblicazione di un caso di Damade. Sulla particolare benignità di queste forme di meningite si continua da più parti a sottoscrivere e infatti dei numerosi casi pubblicati non ve n'è uno solo mortale. Non altrettanto può dirsi degli esiti che qualche volta forme di tal genere lasciano per lungo tempo. Uno dei miei due casi pubblicati nel1932 (A. Ernesto) giovane di 24 anni, contadino robusto, è stato da me seguito con particolare attenzione. Uscito dalla Clinica con lievi fatti di disartria persistenti, ebbe un miglioramento decisivo nella prima quindicina successiva, poi è rimasta leggermente inceppata la pronuncia delle parole e dall'aspetto generale e da quello particolare del viso si riceve l'impressione di uno sforzo dell'attenzione e di un leggero ottundimento del sensorio. Questi fatti persistono tuttora alla distanza di oltre un anno. Osservazioni di tal genere si riscontran,o nella letteratura straniera con carattere di rarità. L 'occasione a ritornare sull'argomento che si presenta particolarmente interessante perchè l'ignota eziologia della parotite epidemica da un più largo campo di ricerche potrebbe alfine rivelarsi, mi è data da un nuovo caso di complicazione meningea da parotite epidemica. F . Adenw, di a . 22, colono. da Sjena. Entm in Clinica il 23 maggio 1933. L'anamnesi familiare non presenta dati importanti. All'età di 10 anni il ,{>aziente fu affetto da • meningite • che però risolvette entro pochi giorni senza rehquati. Nel 1931 senza apprezzabili cause, fu nuovamente affetto da sintomi meningei che dileguarono anche questa volta in pochi giorni. Nel 1932 fu per qU&Iche tempo affetto da disturbi inteat.inali riferibilj a oolite mucosa, recidivanti a brevi intervalli di t empo, che indussero nel paziente una notevole astenia neuro-psichica. Rimesso con adatte cure da. tale stato, il p. ha goduto del suo norma.le benessere fino a. tutto il 15 del mese di maggio 1933. Durante la !fiomata del 16 successivo cominciò a notare un leggero disturbo dei movimenti artmolari della mandibola e una tumefazione dolente delle due parotidi pib marcata a destra. Contemporaneamente si elevò la temperatura. ascellare (37 ,5) e suben· trò una sensazione generale di malessere. Durante i giorni successivi si è reso evidente il quadro di una parotite bilaterale, con fatti flogistici più marcati a destra. Quasi contemporaneamente ammalavano della stessa forma morbosa due cugini del p. abitanti nella stessa casa colonica, uno di 35 e uno di 17 anni, il primo con un quadro di setticemia. e complicazione orchitica monolaterale, il secondo in forma meno grave malgrado ancbè qui si s ia. llliUlifest.ata orchite monolaterale; un quarto C680 si manifestava contemporaneamente in persona di un giovane di 18 anni abi· tante a breve distanza dal1a casa d el p. e in rapporti continui di amicizia con lo stesso, anche questo con complicazione orohitica. monolaterale, senza meningite. TI giorno 22 successivo il p. si è svegliato con fortissima cefale.a, pesantezza delle palpebre ed oppressione frontale. Le sue condizioni generali si sono improvvisamente aggravate, allarmano i parenti e .iJ sanitario curante che sospetta una meningite e consiglia il pronto ricovero in Clinica.. EsAME OBIETl'IVO: Aspetto sofferente. Giace in decubito supino con il capo modicamente iperesteso, con gli arti inferiori distesi. Perfettamente cosciente, pre· senta una. lievissima ottusità del sensorio. È un soggetto di costituzione morfolo· gioa norrnolinea paracentrale superiore, con valide masse muscolari, discretamente rappresentato cellulare sottocutaneo. n colorito cutaneo è bruno, un po • acceso alle guance. Roseo congeste sono le mucose visibili. Non si palpano ingrossamenti
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MENINOI'.rl SIEROSE E PAROTITE EPIDEMICA
linfoglandolari nelle varie stazioni ove sono reperibili. Il polso, alquanto raro (56 P. al l' con temp. di 38,3) è ritmico e valido. PMx 122 - PMn 75. TI respiro di tipo costoaddomina.le, è di frequenza normale (20 atti resp. al l'). Oapo regolare di forma., simmetrico nelle sue metà, notevolmente rigido nei
movimenti attivi e passivi di flessione e di estensione che provocano brusca dolorabilità rachidea, libero nei movimenti di lateralità- senza che si produca il feno meno della spalla di Binda - Cefalea intense. in condizioni di riposo, ancor più accentuate. in seguito a movimenti del capo. Normale il colorito delle solare. Le due regioni parotidee sono arrotondate. le. cute r egionale subedemat<>sa rende incerto il reperto palpatorio delle rispettive gle.nd~l~. Si palpo. leggermente ingrossata, dure. ed appena dolente la sottomascellare SmiBtre.. L'esame del cavo oro-faringeo fa rilevare: arcate d entarie in ottimo stato di conservazione, lingua. sporte. diritte., arrossate. alla punta, ricoperte. da lieve patina bianca sul dorso, notevolmente arrossati i due archi palatini e le. parete faringea su cui si osservano d eposizioni mucose abbondanti. Oollo bene sviluppato e conformato. Non sono rileva.bili alterazioni a suo carico salvo la rigidità nuca.le già. accennata all'esame d el capo. Torace bene sviluppato e simmetricamente conformato nelle sue metà. Angolo eJ?iga.strico retto. Escursione r espiratoria ampia cui partecipano con eguale espe.nSlbilità i due emi toraci. Sono bilate ralmente mobili le basi polmonari. E conservato su tutto l'ambito respiratorio il f. v. t. Chiaro è il suono plessivo nei vari campi polmonari, simmetriche e ampie sono le due fasce di proiezione apicale determinate plessicamente secondo Kronig. Si ascolta il murmure veacicolare su tutto il campo respiratorio, un po' lontano per lo spessore delle pareti tora.ciche. Non tosse, non escreato. Ouore: I tto delle. punte. non visibile, delimitabile con la palpazione in corrispondenza del 5° spazio intercostale sinistro sullo. emiclaveare. Area relativa e assolute. in limiti fisiologici. I due toni si ascoltano netti sui vari focolai. Addome: Normalmente disteso e conformato, trattabile, indolente nei suoi vari quadranti. Timpe.nismo gastro-colico, area di Traube normali. Fegato: Limite anterosuperiore in corrispondenza della seste. costola sulla emiolaveare; margine inferiore non pe.lpabile, in limiti plessici normali. Milza: Limite superiore sull'emiascelle.re in corrispondenza dell'so spazio inte rcostale; rolo inferiore pa.lpe.bile a un dito dall'arco costale sinistro sul prolun· ga.mento dell ascellare anteriore, piuttosto dure. di consistenza, non dolente. Reni: Non pa.lpabili coll'esplorazione binanua.le secondo Guyon e secondo Isro.el. Genitali uterni: Lieve arrossamento o. carico della borsa. scrote.le entro cui i due complessi didimo-epididimo-deferenziali e vasa.li si palpano normali per svi· luppo e consistenza e non presentano speciale dolorabilità. Arti : Bene sviluppati e conformati. Nessun reperto a loro carico. SU!tema nerooao e organi di BenBO specifico: Accenno a Kernig, non Brudzinski. Riflessi pupillari allo stimolo luminoso e accomoda.tivo normali; motilità dei globi oculari integra senza niste.gmo statico nè dinamico. Sono vivaci i riflessi cutanei addominali e crema.sterici, i riflessi mucosi congiuntiva.li e faringeo. Sono molto vivaci i riflessi patellari e più marcate.mente quello di sinistra; difficilmente provocabili sono gli achillei. I riflessi plantari cutanei sono in flessione. Anche con la. manovro. di Oppenheim si provoca la flessione delle dita. Dermografismo rosso pronto. Varie sensibilità conservate. Funzione uditiva e visiva integre. EsAME PSIOKICO: Reperto norma.le . ESAMI COLLATERALI :
Puntura lombare (23-V). I n posizione sedute. vengono estratti mediante raohi· centesi fra IV e V vertebra. lombare 26 ome. di liquor , pressione iniziale mm. 360 RsO al Cla.ude, preesiono tormina.lo mm. 810 n quoziente rachidiano di Ayala. è
espresso dalla seguente formula.:
Qr = 310 x 25 = 22. 350
MENINGITI SIEROSE E PABOTITE EPIDEMICA
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Caratteri fisici, chimici e citologici: Traaparenz.a: Limpido acqua di rocca. ; Albumina: 0,85 °/oo; Glucosio: 0.68 oJoo; Cl<Jruri.: 7 ,l O 0 / oo ; Pandy: negativa.; N<mm--A ppelt: negativa.; Baveri: negativa.; Reaz. del triptojano: negativa. ; Leucooiti: 100 per mmc. (Nageotte), di cui: Linfocm: 96%; Granulociti: 4 % ; Reticolo del Mya: assente. ESAME BATTDIOLOGIOO E CULTURALE: negativi. PBOBE BIOLOGIOJIE: w. R.- - - M. T. R. M. K. R. - ESAME MOBJ'OLOGICO DEL SANGUE (24-V):
Globuli rossi: 4,400,000 Hb 101 - (g. 14,1 % al Néopla.n) V. G. 1,16. Globuli bianchi: 6300; Formula leucocita.ria.: N. 69%; E . 0;
B. I%
L. 26 %; M. 4 o/o. A carico della. serie rossa. nulla di particolare. Es..um DELL'UBINA: Assenza di elementi patologici. NEL SIERO DI SANGUE: W. R . M. T. R. M. K. R. negative. DECORSO : Per esser brevi dirò che il decorso è stato in questo caso dei pill be· nigni. I fatti meningei ri.solvettero in quattro giorni contemporaneamente allo stato febbrile. n polso dopo quattro giorni è ancora raro (48 pula. al 1') la milza. è ancora pall?':'bile, anche la. sottomascellare sinistra è ancora palpa.bile e le due regioni parot1dee sono leggermente arrotondate, ma. ogni sintoma.tologia soggettiva è scomparsa. Dopo dieci giorni il p . può alzarsi e passeggiare senza. disturbo e in quindicesima giornata lascia. la Ciiruca completamente guarito.
Che cosa presenta di particolare il caso illustrato ! L'anamnesi personale remota e prossima starebbe a dimostrare forse una particolare disposizione organica alle reazioni meningee. Sia la « meningite )) sofferta. durante il periodo infantile che il cc meningismo )) presentato due anni prima dell'attuale affezione possono senza difficoltà rientrare nella. categoria delle reazioni meningee da. causa tossica, se endogena o esogena non sappiamo, che accompagnano l'accesso febbrile e sono caratterizzati dalla benignità del decor~;o e d alla durata effimera. Non so se quegli autori francesi (Philibert ed altri) i quale recentemente hanno avanzato il concetto che il virus parotitico sia neurotropo e elle la parotite epidemica sia un 'encefalite primitiva con localizzazione secondaria alle glandole salivari, testicolari o in altri organi, abbiano tenuto conto della possibilità di particolari disposizioni individuali alle reazioni meningee nelle malattie infettive e tossiche in genere. Come si potreb-
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MENINGITI SIEBOSE E PAROTITE EPIDEMICA
be, almeno in Italia., sostenere il neurotropismo del virus pa.rotitico, quando si è rilevato ohe le complicazioni meningo-enoofaliche sono molto rare nella parotite epidemica e quei pochi casi che si possono osservare hanno per lo più un andamento benigno come quello che abbiamo descritto! Anche la casistica francese è in grande maggioranza costituita da forme leggere ed eftlmere. Vi sono però rari casi in cui le complicanze meningo-encefaliche ri· vestono un carattere di maggiore gravità sopratutto per gli esiti e uno dei due casi da me illustrati nel precedente lavoro citato appartiene certamente a tale categoria. L'assistere ancora a distanza di un anno a un reliquato morboso che non si è per nulla modificato e forse non si modificherà più e che rappresenta l'espressione di alterazioni a.natomopatologiche encefaliche certamente irreversibili, ci deve fare guardinghi nella prognosi di tali complicazioni morbose e convincerci della possibilità che una vera e propria localizzazione cerebrale del virus ignoto della paro ti te epidemica in qualche caso si manifesti realmente. Ma n.on si può per questo parlare di neurotropismo e tanto meno di encefalite primitiva nella parotite epidemica. Dovremo attendere che la clinica c'illumini a ncora un pò su questo argomento. Le ricerche sperimentali di Wollstein e Nicolle sui giovani gatti ci lasciano un pò perplessi. Questi due autori, iniettando saliva di parotitici nello spazio subaracnoidale di giovani gatti hanno provocato in questi una meningite asettica benigna e per mezzo delliquor hanno riprodotto in serie la stessa sindrome. Dall'osservazione di questi fatti i suddetti autori deducono che il virns parotitico può essere un. virus filtrabile. Una ricerca biologica su tale argomento ho eseguito io stesso in questi giorni in Clinica per consiglio del mio maestro prof. Gamma al quale sono grato perchè questa ricerca costituisce una ipotesi di lavoro da cui potrebbe attendersi qualche utile risultato nei riguardi della eziopatogenesi della parotite epidemica. Ho fatto concentrare presso l'Istituio Sieroterapico Toscano, e ne rendo grazie al suo Direttore dott. D. D'Antona, 10 eme. di liquor dello ammalato che ho illustrato nel presente lavoro, facendolo portare a temperatura ambiente al volume di l eme. (1/10). Della sterilità del mezzo nel quale il liquor fu raccolto e di quell'altro nel quale, a concentrazione avvenuta, fu travasato, siamo garanti. Con questo materiale io ho eseguito delle intradermoreazioni alla Mantoux sperimentando complessivamente su 11 soggetti, di cui 7 avevano superato la parotite epidemica (due con meningite: il malato produttore del liquor stesso e quell'altro dell'anno scorso che presenta tuttora esiti post-encefalitici) e 4 certamente immuni da pregressa infezione parotitica. Parallelamente ho istituito, a scopo di confronto (controllo) e nei medesimi soggetti, la stessa ricerca adoperando liquor normale concentrato anche questo a.d 1/10 del volume. Ed ecco con quale risultato: l o Soggetti che hanno superato la parotite epidemica, n. 7. A.) - Intradermoreazi<mi oon liquor pawwgico . . • . . . . . . • . . . • . • .
Reazioni fortemente positive ( + + +) . . . . . . . . . . . . . . . . . .
N. 7 ' l
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Reazioni positive (
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+ +) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . N. 4
Reazioni debolmente positi ve ( +) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
,, 2
B) - I ntradermoreazio-ni con liquor nor·male . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
,, 7 " 6 " 1
Reazioni negative • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Reazioni debolmente positive {+) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2o Soggetti che non hamw superato la parotite epidemica.... A) - Intradermoreazwni con liquor patologico . . . . . . . . . . . . . . • . .
Reazioni negative . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • • . . • • Reazioni debolmente positive ( +) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . B) - Intradermoreazioni con Ziquor normale . . . . • . . . . . . . . . . . . . Reazioni negative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • •
" 4 ,, 4 " 3 " 1 " 4 " 4
Senza diffondermi sui particolari di queste prove che costituiscono per il momento un semplice saggio a scopo di stt1dio, dirò soltanto che il risul· ta.to, per quanto non confortato da applicazioni su più vasta. scala (ciò che non è facile a. causa. della penuria del materiale patologico occorrente) lascia un po' perplessi. Qualunque sia la natura del « quid " che induce la. reazione biologica in questi casi e pur ammettendo -che sia. qualche cosa. di aspecifico legato al liquor patologico, rimane da spiegar il perchè tutti i soggetti che hanno superato la. pa.rotite epidemica. reagiscono e quegli altri invece no. ~ Ma su questo argomento, come ho detto, non desidero addentrarmi in attesa di altre prove e di più convincenti risultati. Mi è bastato per il momento di avervi accennato con la. dovuta riservatezza e brevità. Nè credo di potere aggiungere, a scopo di conclusione dopo quanto ho detto, delle deduzioni in merito alla. « vexata qua.estio " delle complicanze nervose della. parotite epidemica. La. materia. non si presta a.d. improvvisazioni dottrinarie o a speculazioni scientifiche che non siano suJiragate dalla. prova dei fatti. A questi ora è rivolta la nostra attenzione. È reso noto un nuovo caso di merùngite parotitica. OC· oorso nella. Clinica Medica di Siena. Riferendosi anche ai casi del genere in precedenza pubblicati, l'A. di80U!te qualche nuovo concetto espresso recentemente in· tomo alla patogenesi della parotite epidemica. Riferisce nwne su alcune ricerche appena iniziate in Clinica oon lo soopo di tentare una diff'e renziazione biololrica. dE>I liquor di questi ammalati, ma si astiene dal discuterne i risultati in attesa di poterli confermare e meglio controllare con pib largo campo di ricerca in avvenire. AUTOJUA.88UNTO. -
LAVORI CITATI c Riv. di Freniatria ., 1923·24, Vol. 48, fa.sc. t o. c Monat. f. Psycb. u. Neur », Bd. LVIII, 1925. BueoA.INo. - • Rassegna Clinioo-scientifica. •· I. B. I .• 1933. CAJII'ANAOOI. - « Giom. di Clin. Med.•, 1932. CLAUDB. - • Questiona n6W'Ologiqnes d'aotnalité •, 1922. AYALA. -
AYALA. -
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SU DI UN
CASO DI MORBO DI KIEMBOOK
CLACDE e LAMA.O:BE. - c Parsi Méd. », 1928. CARTAGENOVA. - «La pra.t. ped. », 1930. DAMADE. - • Gazette Hebdoma.daire de Sciences Medica.les •, 1933. DE MA.ssA&Y, IoRMANN e LuOE. - Citato da Fornara.. DUMITRESCO, IONNES<:O e CmsER. - « Bull. Mem. Soc. Méd. Hòp. », 1932. D ' ANToNA S. - «Ra.ss. Clin. Scientifica.», I. B. r., 1933. ECKSTEIN. - • Klin. Wooh. • 1931. FORNARA. - • La Clin. Pedia.tr. », 1931, fa.sc. IX. FORNARA. - • La. Ped. pratica. •• A. vn, fa.sc. XI. GALLO'l"l'l. - " Rina.sc. Medica. •· 1932. KNAUER. - c Klin. Wooh. •· 1932. :P4oi..ILLo c Giorn, de l Med. Prat. •, 193~. PHILIBE.BT. - c Le Progrés Medica.l», 1932. VILLA. - Le meningiti • Trattato di Medicina Interna. • diret to da A. Ceconi, Ediz. Minerva. Medica.- 1932.
OSPEDALE MILITARE DI UDINE Direttore: tenente colonnello medico SAVERIO CURCIO
SU DI UN CASO DI MORBO DI KIEMBOCK (OSTEOMALACIA DEL SEMILUNARE)
Dott. Giovanni Moschetta, primo capitano medico
Ho avuto occa~ione di osservare e seguire nel nostro Ospedale un caso di mala.~ia delsemilunare. Lo espongo brevemente sia per l'importanza che lo studio di tale affezione può avere dal punto di vista della patogenesi, la quale non :ancora è stata ben definita, sia per l'interesse che può assumere in riguardo all'iniortunistica, sia per quello che può acquistare nella medicina legale Ini1itaxe. Tra.tta.si di un soldato di ca.valleria, il quale nello stringere un po' più forte del consueto il sottopancia del cavallo, compi uno sforzo, in seguito al quale avverti un dolore vivo al polso destro. Non fece caso, dapprima, alla lieve tumefazione della regione e a.l dolore che provava. nel comJ?iere i movimenti della. mano, ma poi, accentuandosi i disturbi, ricorse al sanitariO de l reggimento: questi, dopo avere inutilmente espletate varie cure, Io inviò all'ospedale con diagnosi di artrite del polso. Anamnesi ereditaria negativa: quella. p ersonale fa rilevare che 3 anni prima, aveva riportata una distorsione d el pollice destro alla sua estremità metaea.rpa.le, guarita dopo pochi giorni. E. O. I ndividuo dì regolare costituzione organica.. Negativi gli esami degli organi interni e di laboratorio. Quello della regione del polso fa notare lieve tumefazione sia n ella. fa.ocia. dor· sale che pa.lmare, specie al lato radiale; i movimenti della mano sono limitati e do· lorosi e la palpazione vi provoca. dolenzia, che si a.ocentua fMendo pressione in cor· rispondenza del semilunare o de lla testa del terzo m eta.oarpo a. mano flessa. verso il cubito.
SU DI UN CASO DI ~10RBO D I KIEMBOCK
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L'indagine ra.diologica. dimostra qua.nto segue: • decalcificazione ed atrofia delle ossa d el carpo destro in confronto d ell'altro lato. Il sernilunare ha per· duto la sua forma falcata e si presenta più piccolo di quello di sinistra e con contorno irregolare: la sua porzione corticale appare addensata; la centrale, trabooolata. Quel che colpisce maggiormente è una linea irregolare di frattura appena percettibile, che decorre in senso trasversale al piccolo osso. Un altro esame radiologico eseguito dopo 50 giorni dal primo fece ancora rilevare la deformazione descritta, ma non la piccola linea. di frattura, che era. invece sostituita da tessuto addensato . n paziente, dopo una degenza di 20 giorni in ospedale, venne inviato al R-eggimento con proposta di assegnazione a. servizi poco gravosi non essendo stato pos· sibila proporlo per una. licenza. di convalescenza data l'incligenza. della. famiglia.. Con questa. limitazione continuò a prestare servi.zio fino al congedamento della propr1a. classe. Poco tempo prima. dell'invio in congedo, fu sottoposto nuovamente a. visita presso questo ospedale e fu trovato notevolmente migliorato sia. dal punto di vista obbiettivo che subbiettivo. Radiogra.ficamente però presentava ancora la. deformazione del semiluna.r e che aveva ripresa quasi completamente la. normale trabecolatura ossea..
L'esame del caso, oltre a consentire alcuni rilievi circa la. modalità di frattura del semilunare, permette di stabilire l'importanza dell'indagine radiologioa in tutti i oasi di lesioni del polso: essa deve essere eseguita. sia nelle incidenze fondamentali che in quelle complementari e sempre con il controllo del lato sano. Si può difatti affermare che il capitolo delle distorsioni del polso, prima molto ampio, attualmente è stato ridotto; da taluni si vorrebbe a,ddirittura abolire e ciò perohè il metodo di investigazione radiologica ha messo in evidenza che il più delle -volte i sintomi delle distorsioni sono determinati o da frattura delle ossa del carpo o da quelle dell'epifisi del ra.dio e del cubito. Fra le fratture del carpo, quella isolata del semilunare, rappresenta una rarità per il fatto che, essendo tale piccolo osso posto nella porzione mediana del carpo, fissato da legamenti e capsule fibrose, non può disporre che di pochi movimenti di scorrimento rispetto a.llo sca.foide ed al piramidale, ma ne possiede estesi rispetto alle altre ossa. P erciò, mentre con rela.tiva frequenza si possono avere fra.tture del semiluna.re insieme a quelle delle altre ossa., è molto difficile osservare fratture isolate; queste si possono soltanto verificare in seguito a. cadute sulla mano in iperest ensione di 45-5oo. In tale posizione, specie se il peso del corpo determina unaleggiera inclinazione cubitale della mano ed i muscoli periarticola.ri sono in contrazione, il semiluna.re viene a. trovarsi schiacciato tra il radio ed il capitato e la frattura. si produce per compressione: può aversi anche per un u:rto della regione palmare. Oome si rileva anche dalla sintomatologia del caso descritto, la malacia del semilunare è un'affezione dell'Os lwnatum che il più delle -volte sopravviene in seguito a. trauma.tismi o sforzi, alle volte anche lievi, ed ai quali spesso non -viene data alcuna importanza.; talvolta il fattore traumatico è tale da poter dar luogo alla frattura. La regione appare alquanto tumefatta ed arrossata, raramente vi si osserva un aumento del diametro antero-posteriore, la palpa.zione vi pro-
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SU DI UN CASO DI MORBO DI KIEMBOOK
voca leggiera dolorabilità. ed i movimenti sono limitati~ specie quello di estensione della mano. La caratteristica del processo morboso consiste nell'esiguità dei primi sintomi successivi al trauma, <'Ontrastanti con la sintomatologia grave che i pazienti presentano dopo qualche tempo. Difatti, spesso a distanza di tempo più o meno lungo ed a causa di un successivo traumatismo o sforzo eccessivo, si osserva una sintomat.ologia. talmente grave da far pensare a forme tubercolari, luetiche o gonocoooiche. n decorso dell'affezione è abbastanza lungo e la restitutio ad integru.m si ottiene dopo un periodo di circa due anni e sempre con deformazione dell'osso. Circa la patogenesi regnano ancora delle discrepanze; il KiembQck è d 'opinione che sia dovuta ad osteite rarefaciente post-traumatica; altri la mettono in relazione ad una osteo-distrofia cistica, ad un'osteite ·fibrosa localizzata o ad una osteo-porosi post-traumatica. L 'Auxanshen più che all'origine traumatica dà importanza al blocco vasaie da emboli micotici, causa di una successiva nem·osi. Il Vietti la mette in relazione ad una turba neuro-trofica secondaria a lesion.e delle fibre del simpatico peri-M·terioso. li Sara~eni propende per un'origine trofica flogistica. Leriche e Policard accennano anche a turbe neuro troflche. Dudàn ammette una predisposizione individuale ed il Porro tende a far rientrare la sindrome malacica nel capitolo delle epifìsiti da crescenza. . Il Koelht>r distingue le fratture del semilunare in tre forme: l o Una forma determina.t a da circosta.nze di ordine anatomico in cui il semilunare viene a subin~ un sovraccarico patologico per l'esistenza di speciali condizioni anatomiche abnormi. 2o Una forma professionale della quale il momento causale è dato da piccole compressioni traumatiche, a lungo esercitate per particolari attività professionali (aovratutto gent.e di campagna). so La forma traumatica pura. a seguit-o di a.zione traumatica diretta od indiretta. A quale forma può essere riportata quella riscontrata nel nostro militare! Io credo possa essa classificarsi fra quelle professionali, perchè il mestiere di vetturino del paziente, la sintomatologia clinica presentata e le peculiari caratteristiche radiologiche fanno propendere per un'affezione del genere; non risultano infatti dalla storia, clinica traumi d'intensità tale da aver potuto produrre una frattura. Invero, il primo trauma riportato 3 anni prima (caduta da cavallo) gli aveva procurato una distorsione del pollice destro ta.lment<> lieve da. permettergli di riptendere, dopo alcuni giorni, il consueto lavoro. Si può escludere perciò una frattura del semilunare, che sempre comporta una. limitazione funzionale della mano per vari mesi. È da. tener presente inoltre che il paziente, alla visita medica di arruolamento, venne dichiarato incondizionatamente idoneo, ed ha prestato regolare servi.zio in un Reggimento di cavalleria per oltre 7 mesi senza avvertire alcun disturbo; non possono essere ritenuti traumi capaci di pro-
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durre la fratt.ura dell'osso i lavori compiuti, che non ba.n.no esorbitato dalle comuni possibilità fisiologiche. È logico invece presumere che il primo trauma unitamente a.llo speoia.le suo mestiere che comporta lo spostamento della mano dalla inclinazione radiale a quella cubitale, abbiano potuto provocare degli strappi di legamenti e precisamente di quello radio-ulnare, lungo il quale decorrono i vasi del semilunare, consecutiva alterazione vasale con degenerazione · ossea ed in ultimo la frattura patologica. Inclinerei perciò a pensare che l'alterazione si sviluppi lenta.m ente di solito anche lungo tempo dopo il primo trauma, il quale, apportando uno squilibrio della nutrizione dell'osso a ca,usa della degenerazione vascolare prodotta da-gli strappi lega.mentosi, od anche perchè oventualmente tarato per altre cause non ben precisabili (anomalie di sviluppo, proeessi infiammatori attenuati, disfunzioni endocrine, trofoneurosi), conduca successivamente alla diminuzione della. sua resistenza: ciò anche per piccoli trauma.tismi quali storte, sforzi e particolari atteggiamenti di taluni mestieri manuali, come sarebbe avvenuto nel caso illustrato. Inoltre, date le divergenze che esistono su questa affezione dal lato patogenetico, specie per la difficoltà di ricollega.re il processo morboso ad un pregresso traumatismo, la. questione diventa oltremodo delicata dal punto di vista infortunistico. E ciò specialmente quando si t ende a voler risarcire allo infortunato la diminuzione della capacità lavorativa. e non è facile riportare l'affezione a un pregresf!o trauma.tismo, avvenuto a causa del lavoro. In questi casi è necessario raccogliere benP.l'anamnesi nonchè vaglia.rla con diligenza perchè molti traumi, passati inosservat i al paziente stesso, possono essere considerati come cause determinanti la lesione. Dal punto di vista medico-legale militare l'affezione, tenuto conto del suo decorso piuttosto cronico (come del resto si rileva anche dalla descrizione del caso in esame e da quelli illustrati dai vari aurori), può essere da perito sanitario compresa fra quelle contemplate dall'art. 20 Elenco A.
RIVISTA
SINTETICA
ISTITUTO DI ANATOMIA PATOLOCICA DELLA R. UNIVERSITÀ 01 MESStNA Direttore: Prof. F. BATrAGLIA
SULLA MIELOSI ALEUCEMICA CONSID ERAZIONI CR ITICH E
Dott. Santi Brigugllo, tenente colonnello medico
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La leucemia rappresenta. ancor oggi uno dei capitoli più intrica.ti della ematologia, non solo per quanto riguarda lo. etiologia., ancora. completamente osoura. e la patogenesi ancora fortemente discussa., ma anche nei riguardi dEIIIa delimitazione nosogra.fica. delle varietà. di questa. forma. morbosa. La. leucemia. fu descritta per la prima volta. dal Virohow (1846) il quale, al· l'autopsia di un caso con notevole tumore di milza, riscontrò un cospicuo aumento dei globuli bianchi del sangue, che egli considerò come carattere fondamentale della malattia. Nello stesso anno il Fuller descriveva un altro caso di leucemia, nel qUBle l'aumento dei globuli bianchi e ra stato riconosciuto nel vivente. Già nel 1860 il Conheim comincia a. parlare di pseudoleucemia., inten dendo sotto tale espressione una forma. di leucemia. in cui può mancare l'aumento in circolo dei leucociti, ma. con t ipiche alterazioni qualitative nel quadro leuoooita.rio. L'Erlich (1898) insieme al Pinkus ed al La.zo.rus dimostrò che nei casi di leucemia i leucociti in cospicuo aumento d el sangue circolante non erano sempre della stessa specie, ma. erano rappresentati o da linfociti o da mielooiti e perciò distinse nettamente due forme di leucemia: la linfatica. e la mieloide. Il concetto di pseudoleucemia viene rip:reso daBesa.nçon e La.bbè (l) nell904, i quali parlando di pseudoleucemia mieloide dicono t rattarsi di casi con • numero di leucociti gener almente normale o vicino al normale, talvolta. con iperleucooitosi • (da 12 a 38.000), tal' altra con ipoleucoctosi ed affermano che in essi ula. ca.rat· t eristica. reale è la presenza di mielooiti neutrofili, di qualche mielooito eosinofilo e basofilo, infine e sopra.tutto di emazie nucleate in numero considerevo0le e cioè normoblasti e m egaloblasti •· Questi autori affermano inoltre che i casi not.i d el genere legittimino la costituzione di questo gruppo morboso vale a. dire della. pseudoleuoemia mieloid e. Come si ved e un concetto ben diverso da quello primitivo del Conheim. Fra i casi ai quali si riferiscono i oito.ti autori sono quelli raccolti d!a Weil e Cle ro (2), e. proposito dei quali Hirsoheld (3) più tardi scriveva: la. descrizione cbeWeil e Clero dànno del decorso clinico e del reperto anatomico di questi casi si accorda tuttavia in molti punti col quadro morboso da roe dato (mielosi aleuoemica.); molto probabilmente si tratta. della stessa. malattia e la ricerca. con nuovi metodi forse dimostrerebbe l'identità.. E più tardi ancora lo stesso Hirschfeld (4), che pure dico d 'aver dato la. p rova che esiste accanto ad una linfoadenosi aleucemica anche una mi E'losi aleucemica.,
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fra i casi di mielosi aleucemioa ne include uno nel quale dei leucociti circolanti 1'83% erano mieloblasti ( = emocitoblasti secondo la denominazione di Ferrata). Non è fuori proposito qui ricordare le concezioni del Banti (1913) nei riguardi d e lla leucemia: egli distingue le leucemie in due tipi olinioo-anaromici diversi cioè in leucemia linfoadenoide e leucemia mieloide e sostiene che esse hanno per carat.t ere ematologico la pre.~enza. in cil'Colo di un numero ragguardevole di cellule morfolo· gioamente simili ai linfociti nella prima forma, ai mielooiti nella seconda; ed afferma che nelle leucemie esiste una deviazione dal tipo normale dell'attività leucopoietica. Secondo il predetto autore la diagnosi di leucemia non si fonda sul numero, ma sulla. qualità delle cellule bianche circolanti e dichiara che col nome di pseudoleuoemia intende indicare malattie aventi per carattere una sintomatologia identica a quella della leucemia, fatta eccezione dello stato del sangue in cui mancano le caratteristiche modificazioni leucemiohe (atipia del quadro leucocitario). Ho voluto premettere questi rapidissimi cenni storici per mostrare le modificaziorù che ha subito la nomenclatura. ed il criterio di diagnosi d elle varietà della leucemia. Oggi, seguendo l'esempio di Aschoff e Schridde, le leucemie croniche si distin· guono in linfoadenosi ed in mietosi e per ciascuna di esse si descrivono la varietà leucemioa ed a.leuoemioa; ma non si può affermare che (a simiglianza di quanto si è verificato in passato) l'accordo fra gli autori sia completo nella delimitazione noso· grafica delle varie forme. Così la mielosi aleucemica, d ella quale intendiamo particolarmente occupa.rci, rappresenta oggi una forma morbosa la cui esistenza viene affermata da parecchi autori e negata da altri: credo quindi che il concetto nosologico di mielosi aleucemica meriti di essere esaminato sulla guida della. casistica. esistente con criteri ematologioi ed anatomici, onde bene stabilirne i limiti. Per poterai intendere adunque è necessario stabilire esatti e concordi crite ri di giudizio e nel caso speciale, come ho rilevato testè, il c riterio dev'essere anatomico ed ematologico insieme: in altri termini bisogna vedere quando anatomicamente si può parlare di mielosi ed ematologica.mente quando si può parlare di modificazione leucemioa del sangue o non. Con rifel'imento ai reperti anatomici in oasi di mielosi leucemica., cioè della leucemica acuta e crorùca., malattia. primitiva. a sè stante, la mielosi è caratMrizzata da. una. iperplasia sistematica. generalizzata con prolifera.zìone mieloide del midollo osseo (in cui si ha modificazione mieloide del midollo grassoso in varia estensione) ed in una. metaplasia mieloide della. milza, del fegato, delle linfoghiandole, dei reni, ecc., a seconda. dei casi oon estensione notevole o scarsa e con partecipazione di un numero più o meno grande di organi oltre il midollo : donde le numerose varietà ana.tomo-<lliniche. Resta però fondamentale il fatto che nella. mieloBi si ha presenza. di tessuto granulocitogeno non solo nel midollo osseo, ma anche al di fuori di esso, e cosi dovrebbe essere anche nella. mielosi aleucemica.. È questo il concetto universalmente accettato, tranne qualche eccezione di cui dirò. Non è così invece per il criterio ematologico per il quale dominano due concetti diversi: per gli uni, e sono specialmente autori tedeschi, la modificazione leucemica del sangue consiste nell'aumento numerico dei leucociti oil'Colanti; per gli altri, specie autori italiani, invece la modificazione leucemica del sangue è caratterizzata. dalla presenza in circolo di forme immature ed atipiche. Gli uni 5 -
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adunque si attengono al criterio quantitatiYo, gli altri al crite1io qt1alitativo per giudicare se un sangue è leucemico o non. Da ciò, come vedremo, ne viene di !conseguenza. che un caso, chef è leucemia1per gli uni, per gli altri è pseudoleucemia. (mielosi aleucemica) e viceversa, e così si spiega il ripetersi di una confusione di denominazioni, riferentisi a quadri morbosi, che appaiono a limiti molto indeterminati a chi dalla consultazione di trattati moderni voglia trarre nozioni e.ulle mielm:i. E come nei trattati, cosi anche nella dell()rizione e denominazione dei casi della casistica spicciola . Bisogna però convenire che la scelta del critei·io da seguire nel ~giudizio di modificazione leucemica del sangue non è semplice e a volersi att.enere rigorosamente al criterio quantitativo o qualitativo si può errare. Ciò che in altri termini si può esprimere col seguente quesito: si d eve ritenere patognonomico della mielosi l'aumento numerico dei leucociti, o parla esclusivamente per la mielosi l 'immissione in circolo di forme granulocit.iche immature ed anche atipiche? Nessuno certamente risponderà affermativamente a queste domande, essendo a tutti note le leucocitosi, anche con numero elevato di leucociti circolanti , che non sono affatto mielosi, e così anche le numerose malattie infettive, neoplastiche, ecc., nelle quali si ha immissione in circolo di mieloblasti, mielociti o di altre cellule normalmente assenti. A tale proposito ricordo che Lubarsch (5) dice che egli non giudica come molto felici le classificazioni S()bematiche degli ematologi, e ciò a proposito di due casi di linfo-granulomat~si da lui dell()ritti, nei quali si aveva immi~ione in circolo di forme immature. Egli trova argomento per ribadire il concetto già. esposto (6) a proposito di casi di tubercolosi e carcinoma con lesioni del midollo osseo e nei quali si aveva immissione in circolo di mielociti (in un caso nella proporzione del 15%), che cioè la immissione in circolo di elementi immaturi non parla per una leucemia. (mielosi). Così nessuno dei due criteri, il quantitativo ed il qualitativo, valgono a dirci in modo rigoroso che la. modificazione del eangue conif.ponda in effetti a modifìca.zioni leucemiche d egli organi. Ma se teniamo presente la patogenesi e la PSSenza (dal punto di vista. morfoiÒgico) d ella mielosi, nel suo significato di proliferazione tumultuosa ed atipica del tessuto granulocitogeno con diminuzione del tessuto eritropoietico (e anche di quello linfopoietico) allora dobbiamo ritenere più git1e.to il criterio qualitativo e non solo per quanto riguarda la qualità degli elementi della serie bianca, ma anche di quelli della serie rossa. Dopo quanto sono venuto esponendo circa il variabile ct·iterio di giudizio d elle forme leuceiniche devo anche riportare il concetto recente del Lubar~ch il quale distingue le leucemie in iper-normo- ed ipoi eucocitiche. E riferendomi inoltre ai trattati recenti tedeechi, per e~;:empio a quello d el Naegeli per il quale autore nella mielosi aleucemica si ha un numero normale di leucociti, ma del resto reperto qualitativo perfettamente corrispondente a quello della forme. leucemica, e sopratutto al trattato di en:atologie. d ello Schittelhelm, mi pare che, come d icevo prima, la confusione di interpretazioni e di denominazioni sia ma.nifeata, tanto più se si pensa. che l'Hischefeld nel tratt~to dello Schittenhelm a..ccomuna casi fra loro opposti: uno se.n za modifìcazioni ematologiche per quanto riguarda i leucociti (vedi in seguito) ed un altro coll'83% di emocitoblast.i nel sangue circolante. E quest<> ha la sua ripercussione sulla. d enominazione della casistica recente.
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Difatti nella.letteratw·a. di questi ultimi anni si trovano designati come «mielosi aleuoemica. » casi fra loro molto diversi. Cosi ad esempio: un caso di Unga.r (9), caso clinico dubbio fra. mielosi e cloroleucemia., con fonne immature nel sangue circolante e numero dei Jeucociti ridotto alla metà del qua.ntit.ativo normale; casi di Arneth (lO) nei quali si hanno in circolo elementi immaturi della. serie bianca. e rossa e per i quali l'A. propone la. denominazione di «reazione mieloide pseudoleucemica. », date le modi.ficazioni qualitative riscontrate, mancanti invece le modificazioni quantitative; caso di Schyrokogoroff (11), nel quale si aveva. un quadro anatomo-clinico oscuro ed immissione in circolo di mielociti; caso di Berblinger (12) senza modifìca.zioni qualitative degli elementi morfologici del sangue, e, da notare, senza note di anemia. (eritrociti circa. 4 milioni); infine un caso di Fontana (13) nel quale invece si notarono di forma mielocitiche solo un metamielocito per cento; però esisteva. una. grave anemia: eritrociti 960.000 e presenza nel sangue di mega.loblasti ed eritroblasti. Se i casi citati sono di « mielosi aleucemica ~ dobbiamo allora concludere che il quadro morboso di questa malattia. è molto variabile, quasi senza. limiti, che addirittura. possiamo indicare comej mielosi aleucemica tutti i casi più o meno atipici di mielosi e di anemia. Ancor più ei l complicano le cose, e si è portati alla. conclusione suddetta., quando si vede che nella. mielosi a.leucemica si vogliono da. più AA. fare rientrare anche quelle emopatia che si accompagnano a marmorizzazione delle ossa e i casi con modificazione leucemica. di un solo organo. In quanto alla. prima ricordo che esiste una serie di casi, nei quali accanto ad una. marmorizzazione delle ossa (malattia di Alber-Schonberg) si è notata anemia. ed in parte di essi un quadro anatomico di mielosi eterotopica, nella. milza, nel fegato, nelle linfoghiandole; qualcuno di questi casi viene designato come "mielosi a.leucemica». Ho da. notare però con Battaglia. (14) che la coesistenza di una osteosclerosi rende il quadro molto complesso e l'interpretazione patogenetica dubbia: la. mielosi eterotopica appare secondaria al processo a carico delle ossa, da intendersi cioè come un tentativo di ripara.zione del midollo osseo distrutto. Ora questo urta contro il concett,o fondamentale della « mielosi » di una. proliferazione, cioè, autonoma, di una. iperplasia primitiva, comt> generalmente vieni' ammt>sso. Ma a. parte la patogenesi, come dicevo, i quadri ciinici e anatomici riscontra~i in casi di osteosclerosi sono tutt'altro che univoci: ora c'è anemia senza mielosi eterotopica, ad es. casi di Schmidt ( 15); ora un quadro ana.tomo-clinico indicato come leucemico atipico, come ad esempio nel caso di Na.uwerk e Moritz (16); ora si è avuta. linfemia. come nel secondo caso di Assma.nn (17); ora infine un quadro non ben chiaro da essere variamente giudicato come nel terzo caso di Assmann, pubblicato anche da Askanazy (18) e criticato da. Stenberg (19). Da questi casi bisogna trarre la conclusione che erroneamente si parla di • mielosi aleucemica» in casi di maJattia di Albers-Scbonberg. Per quanto poi riguarda la modificazione leucemica di un. organo senza la modificazione d el sangue, sono da. considerare il mieloma e qualche altro caso, come quello di Cesa-Bianchi, di metaplasia mieloide della. milza. Ora è vero che esistono oasi di mieloma senza modifica.zioni dlel sangue, almeno tali da. essere considerate come leucemiche, però è da vedere se il mieloma può esseN'
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considerato come •mielosi • Zahn (20) per primo disegnò il mieloma. come « pseuudolecemia. mielogena»; in se~:,>t1ito questa. designazione appare qualche volta ripetuta e sopratutto Fraenkel (21) cr ede di dover e interpretare il mieloma • come forma mieloide d e lla pseudoleucemia con localizzazione puramente midoiIa.re •· Altri AA. però si sono espressi in senso nettamente contrario e nella stessa seduta della Società tedesca di patologia, nella. quale Fraenkel espresse il concetto suddetto, Stenberg sostenne invece essere il mieloma. un processo che va distinto dalle leucemie e pseudoleucemie. E così altri AA. A parte la considerazione che il mieloma rappresenta un processo loca.lizzato al midollo osseo, mentre la. mielosi è un p r ocesso diffuso, con partecipazione di pii:l organi, a parte ancora il carattere spiccat-amente neoplast.iforme del mieloma rispetto aUa mielosi, è da tenere presente che esi:st.ono parecchi casi di mieloma.leucemici, ciò che porta a dover dividere i mielomi in due g ruppi, quelli analoghi alle mielosi leucemiche e quelli analoghi alle mielosi aleucemiche. Ancora: in parte dei mielomi non si t r atta di proliferazione del tessuto mielocitario, Qensi di quello eritro· citario (gli eritrobla.stomi) e allora bisogna tenere anche questi a parte dalle 1c Inielosi a.leucemiche ». Sono poi da prendere in considerazione altri casi rari come ad es. il caso di Cesa-Bianchi (32) dianzi ricordato. In questo caso la diagnosi è di « pseudo leucemiamieloide !ienale •, in quanto si riscontrò la milza, asp ortata. chirurgicamente, completamente in metaplasia mieloide; due Linfoglandole dell'ilo splenico erano normali; sangue immodificato. Senza dubbio l'osservazione è interessante ma va considerata a parte dalle « mielosi » per essere il processo localizzato. Se dopo queste considerazioni Yogliamo attenerci al concetto fondamentale che la mielosi è malattia. generalizzata e che allora si può parlare di assenza di modificazione leucemica del sangue quando mancano elementi immaturi circolanti, vediamo che i casi di «<Dielosi aleucemi.ca» sono notevolmente scarsi. E ancora pii:l se vogliamo seguir e il criterio ematologico di F e rrat·a. accettato dal Villa (22), secon· do il quale la presenza. di normoblasti e di mega.loblasti in circolo va valutato alla stessa stregua dei mieloblasti e mielociti, cosic-ch è i casi di roielosi aleucemica con note di grave anemia (quindi con normo- emegaloblasti) dovrebbero essere consi· derati a parte. Una. classificazione dt>lla varia casistica è molto difficile, ma sulla gtùda. d ei concetti qui espressi credo 'lÌ p ossa a scopo orientativo distinguere: Io Casi di mielosi senza modificazione del sangue, intendendo cioè quei casi in cui seppure si è avllta una modificazione della. formula leucocitaria., non si aveva. p e rò immissione in circolo di forme inunature eccetto qualche mielocita.; nè si avevano note di anemia. Anatomicamente un quadro identico a quello d ella mielosi leucemica (non osteosclerosi). Tra questi casi vengono da più AA. e segnat.amente dal Ferr ata (23) citati solo il ca..<tO di Freund (24) e quello di Hirschefold (25). Nel primo di questi casi :;i ri.'lcontrarono leucociti fino ad un massimo di l 0.800, ma. esisteva un numero variabile, fino a 16,6% di • mononucleari senza granulazione e forme di passaggio» e ancora in media, nelle diverse conte, 15%di «rnononucleari con granulazioni neutrofile •· Per quanto le denominazioni non precisino le forme leucocitarie secondo le moderne classificazioni, appare evidente che esiste· vano parecchie forme immature: emocitoblasti e mielocit.i. Inoltre l'A. riscontra
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notevole anemia. co11 immissione in circolo di normabla~t.i. m<'galoblasti, poichilo-
citi e un numero sempre decrescente (nel corso deJJa mala.ttia) dj linfociti, da 18% da una prima. conta, a 4,3 % , nell'ultima. conta. dopo cioè t re mesi. ì\li pare evidt-nt.e che questo cas o non possa rient.rare fra le miolosi aleucemiche; al contrario il quadro ematologico farebbe por re piuttosto la diagnosi di eritroleucemia - o mit>losi globale - a decorso acuto. Nel caso di Hirschfeld, diagnosticato clinicamente come morbo di Santi, si riscontrarono ora. sì or~t no pochi mielociti in circolo e anato.m icame nt.e dal Benda venne diagnosticato (notevole metapJa.c;ia mie loide della milza, midollo osseo mieloi de, zone di mi dosi n el fegato) come leucemia con grave ane mia. È da aggiung·ere che B enda (26) nella discussione di un CMO di Berblinger., riferendosi al caso di Hirschefls dice: uil ca..c;o era molto oscuro; la. milza, datala. diagnosi di morbo d i Banti, era stata estirpata e si presentò in modificazione leucamica; ne l snngue del cadavere si poteva riconoscere sicuramente una leucemia mie loide, e non ho potuto compre nde re come ciò non fosse stato possibile in vita •Dopo ciò, data anche l'esistenza d ell'anemia, credo che per questo caso si è costretti ad e levare forti dubbi volendolo a1mover are fra i casi tipici di mielosi aleucemica. Oltre a questi casi, malgrado la paziente ricerca bibliografica ne trovo soltanto altri due, quello avant.i citato di Berblinger (12) e uno di Casa.·Bia.nchi (27). 2°. Cl\..~i primaale ucernici, evoluti in le ucemici; questi sono moltopiù numerosi da Banti (28) in poi; ivi compreso il ca.<;o d i Villa prima. nettamente aleucemico. diventato &·uccessiva.mente a. sple nectomia leucernico e con note di anemia. 3. Casi con scarse modificazioni a carico de lla serie leucocitaria, ma con notevole anemia., ad es. i C8.':li di Pende (29) Fontana (J .o.) Goja (30), (queHt'ultimo caso del r esto evoluto in leucemia), Cesa-Bianchi (31 ), ecc. 4. Casi di ipe rplnsia. mielocitaria. localizzata., tra i quali potre bbe essere annoverato q~ta.lche cn~-<o di mie loma e un ca,'lo di Cesa.·l3ia.nchi (32) (mie losi splenica). 5. Infi.ne qualche caso di ost eosclerosi. Non te ngo conto ovviamente dei cru:;i evidentemente leuce.mici malgrado dia.gnost.icati come mielosi aleucemica e citati come tali, ad es.: i casi di Zipkin (33), Keuper (34), Hame na. (35) Szilard (36), ecc. In conclusione dirò che i casi di vera mielosi aleucemica, malattia sistematica generalizzata senza. modifìca.zioni qualitative d el sangue o con modificazioni sca.rsis.'lime e senza anemia costituiscono • ra.rità. u nel vero senso della parola (•). Attenendosi a. criteri diversi ed evidentemente molto elastici più AA. trovano che la rnielosi aleucemica non è così rara, mentre noi riteniamo di aver dimostrato che, continuando ancora ad essere pubblicati sotto la. designazione di mielosi aleuce· mica casi fra. loro diversissimi, ne risulta che a.nzichè avvicinarci ad una delimitazione d el concetto di « mielosi a.leucemica '' e quindi alla. conoscenza. a.natomo-clinica della forma morbosa, questa appare come un quid indefinito ed indefinibile. (•) ln un reoentlssimo lavoro di Cattaneo (37) della Scuola di Ferrate. al sostiene che colla. ricerca di fonne lmmatureop&tologlcbeolroo.la.nti, in caaldl mielosl e lintoadenosi oos ldette •aleu cemicbe • fatta ool metodo dell'a.rrlccbimento,l rl.e ult&ti sono q uasi sempre positivi. L'A. viene alla. conclusione cbe lo et&to leucopenJoo del sangue circolante non outorlu.a a.. parlare in tali casi dls!Ddromt aleuoomlcbe o pseudoleucemlcbe.
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SULLA MrELOSI ALEUOE!IHCA
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ATTUALITA E COMMENTI
PIANTE MEDICINALI E LORO ESTRATTI Prof. Alfredo Pagnlello, colonnello chimico-farmacista
Facendo seguito al cenno bibliogra.fico sullo stesso soggetto - pubblicato a pa.g. 183 del faso. II, febbraio 1934-XII, di questo Giornale - abbiamo ravvisato l'opportlmità, con questa Nota. supplementare, di mettere in maggior rilie-vo l'importanza dell'argomento.
Le recenti disposizioni legislative volte alla disciplina della coltivazione delle piante officinali - con tanta saggezza ideate e promulgate da S. E. il Ministro per l'Agricoltura e le Foreste, on. prof. Giacomo Acerbo -oltre a tendere alla lodevole finalità di curare gli interessi dell'economia italiana con la protezione e lo sfruttamento di una ricca e naturale risorsa del territorio nazionale, hanno altresì quella non meno notevole di mirare a favorire la rinascita della t erapeutica a mezzo dei rimedi vegetali, «fitoterapia •· Tornando - con l'ausilio della t ecnica industriale moderna e dei progressi scient ifici raggiunti - alla normale valorizzazione dei principi attivi delle piante, la Medicina italiana si orienterà verso la razionale utilizzazione d ei mezzi spontanei che la natura stessa abbondantemente offre, rimettendo cosi in onore le discipline delle nostre antiche Scuole di medicina. ~ che tanta rinomanza godettero in passato. Richiamare ed estendere le conoscenze sulle virttl t e rape utiche d elle pian te medicinali e dei loro derivati -
dirette ad
agevolarne l'impiego - costituisce, oltre a. tutto, un argine al dilagare delle • specialità farmaceutiche • sul mercato e alla diffusione di molti di quei cosiddetti prodotti sintetici ai quali, in ogni caso, manca l'integrale attività dei corrispondenti complessi farmacologici sinergici, cosl come sono naturalmente elaborati nel meraviglioso e misorosoopico laboratorio che è la cellula dell'organismo vegetale vivente. Fra gli svariati gruppi di farmaci consacrati dall'uso, un posto ragguardevole è tenuto dalle droghe. Per essere pil:l esatti, nel caso in questione, diciamo dalle piante m edicinali e prodotti che da esse si ricavano, per differenziarle dalle droghe di origine animale. La Loro importanza trova evidenti ragioni di conforto in molte· plici e differenti considerazioni. E, in primo luogo, emerge il valore storico della f~rau.woterapia vegetale le di cui origini- sotto l'aspetto empirico risalgono a quelle stesse della ume.nità. L'uomo primitivo, forzato dall'istinto della propria C()n:'lervazione, fu indotto a proourarlli i ri tnAdi dai materiali ch e lo circondavano, scegliendoli opportunamente tra le piante a disposizione, di cui la natura provvidamente lo aveva dotato. Va poi tenuta presente, in moltissimi oasi, la delicatezza della costituzione di questo genere di vegetali, causa prima del loro deperimento e, per contro, il loro facile rinnovo annuale nel ciclo riproduttivo, che disimpegna dal bisogno di un lungo periodo di conservazione delle scorte, specie nell'eventualità cb.e manchi un'adatta difesa per la loro integrità.. Infine, le conquiste mano a mano r"ggiunte con l'evoluzione degli studt idi cui per lunghi secoli furono oggetto e che f~nno capo alla « farmacognosia ,., quel complesso cioè di cognizioni attinenti alla origine, alla struttura anatomica, alla composizione delle materie prime da cui si t.rsggono i medicamenti e che, col progredire della chimica, portarono a carpire il
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segreto della costituzione d ei principi attivi e a dare la possibilità di riprodu.rli artificialmente per via di sintesi. La conoscenza delle piante medicinali rimonta dunque a epoche remotissime; il numero di esse è oltremodo grande e, secondo i calcoli di Dragendorff, quelle passa te al vl\glio dell'umanità non furono m eno di dodjcimilasettecent.o. Tuttavia, è a Dioscoride, che visse n ella seconda metà del primo secolo dell'era. cristiana. e compilò un libro di Materia medica, che si a.tt.ribuisce il primo tentativo di classificazione d elle droghe dj natura vegetale. Egli riuscl a individuare circa ot.tocento piante e relative applicazioni terapeutiche, fondandosi naturalmente soltanto sulla. esperienza pratica, poichè a. quell'epoca l'esistenza dei principi a-ttivii non e ra cognit.a. e, conseguentemente, neppure la specifica funzione di essi. I primi saggi di utilizzazione· delle piante medjcinali sotto forma di estratti sono frutto delle progredite civiltà: egizia., greca., romana; ma. l'idea. sorse in tempi di gran lunga. più antichi, se ta.luni autori arrivano &d attribuirla. all'imperat-Ore cinese Chin-Nong (2600 ann i a.. C.). Seuu andare tanto oltre, quello che si può c.on sicurezza. affe rmare si è che nel medio evo - con la decadenza in genere della civilt.à. - anche la. fa.rmacognosia. non subì alcun progresso e che, solo pensando ai tormenti alchimistici a cui venivano assoggettate le materie prime, .,.;en dato il modo di assegnare a Pa.racelso (1493-1541) la pratica. attuazione dj due nuove forme di preparazioni galeniche - eJJtratU e tinture - contenenti la parte attiva d elle droghe, da. lui sottoposte all'est-razione e alla distillazione, per isola.me gli elementi spirituali: 1'« arca no " e la. • quintessenza. •· Un grande impulso· alle ricerche lo si ebbe proprio in quel pe1·iodo e allorchè, con la. scoperta. dell'America, si v ennero a. conoscere altre n ume rose nuove droghe con le quali si arricchì il già vistoso patrimonio fornito dalla. produzione tanto indigena quanto esotica, favori ta. dalle importazioni che si ve rificavano da ogni parte del mondo conosciuto, massimamente dalle Indie. Ma. si deve arrivare sino alla. metà del xvm secolo per rilevare che gli estratti - pur essendo e ntrati nell'uso comune per e>'clusiva virtù di cono~cenza. praticacominciarono a. forirul.re oggetto di attente cure da. parte d egli Arabi. A ogni modo, occorre rifars i ad epoche ancora più prossime per segnare il reale sviluppo e l'indirizzo scientifico a.<>sWlti dalla. fa.rma.cognosia. e, precisamente, a. quando - col ricorso al metodo s peri montale nel campo delle discipline mediche, d elle scienze naturali e, in principal modo, della. chimica. - si determinava. lo stimolo maggiore al p1·ocesso e volutivo di questa inte ressante branca scientifica., alla quale s i presentava un nuovo e vastissimo terreno dj produttività. E infatti: Adamo Sertuemer, n el 1805, effettuava la. classica scoperta della morfìu.a. nell'oppio; successivamente venivano isolati e specificati i principi attivi di molte altre piante medicinali; Liebig, Wohler, Stass, Piria, dimostravano l'importanza della funzione dei glucosidi; Cla.ude Berna.rd - dopo la. lunga serie di ricerche sperimentali che ebbero origine da Malpighi - compiva i suoi pregevoli studi farma.cologici e fisiologici , interpretando l'attività dei m edicamenti nell'organismo come effetto delle modifica.zioni chimiche e fisiche che essi de terminano nel mezzo intra.organico in cui si svolge la. vita. delle cellule. La. farma.cotera.pia. vegetale moderna. trova.va. così le sue basi fondamentali n ell'analisi diretta e nel controllo chimico, col sussidio dell'esperimento fisiologico. Tornando ora. al concetto di droga, bisogna specificare che questa. - nella quasi totalità degli impieghi - non costituisce un medjca.mento per se stessa, ma. serve alla. preparazione dei medjcamenti quando venga. assoggettata a opportune modifìca.zioni meccaniche o fisiche. I prodotti che ne derivano e più particolarmente
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gli estratti, ai ottengono, infatti, o m ediante evaporazione dei su cchi spremuti dall e
rispettive droghe, o effettuandone l'estrazione a. mezzo di s olventi vari e i più appropriati, che in seguito si fann o evaporare, p er raccogliere il residuo fisso, cioè la parte d estinata a scopi terapeutici. È evidente che molte cause influiscono sulla varietà e sulle proprietà d egli estratti; e così: la. diversità d elle piante impiegate; lo stato di fresche zza. o di secchezza in cui si trovano; la complessa natura d ella loro composizione; la qua.LitÀ. d el solvente adoperato; il metodo di estrazione seguito. Gli estratti sono d e i prodotti assai d elicati. Già Fourcroy e Vauquelin (1790) - i quali, secondo il vecchio concetto, ancorali riten evano costituiti da un "principio unico • - avevano notato come l'ossigeno d e ll'aria manifestasse su di PSSi un'azione non indifft>re nte, azione che T eodoro d e Saussure e, p a rticolarmente, Berzelius confermarono in seguito. Ma si deve solo agli s tudi più rect>nti, favoriti dai progressi della chimica e d e ll'analisi organica, l 'aver potuto dimostrare - con la. complessità d e lla loro composizion e - · l'influenza nociva. ch e su di essi esercitano ma.ssima.mente gli agenti atmosfe rici, il calore e perfino la natura stessa d egli utensili e d e i recipienti di vetro impiegati per la loro preparazione E' StJccessiva con· servazione. Per tali motivi furono progressivamente modificati i sistenU estra.tt.ivi, si ricorse alle basse t.empera.ture assicurate da.! bagnomaria e si condussero le operazioni fuori del contatto dell'aria, fìnchè si giunse all'uso eli apparecchi perfezionati, come gli evaporatori o concentratori nel vuoto, e a ricorrere a più appropriate modalità tecniche di lavorazione. Una volta stabilito che gli alcaloidi e i glucosidi costituiscono i principi attivi d elle piante m edicinali eroiche e poi eh è gli estratti d e bbono contenerne in piccolo volume, è chia.ro che il potere mt>dice.mentoso di questi dipende, in massima parte, dalla quantità di alcaloidi o di glucosidi posseduta. Gli estratt i formarono p erciò ogge tto di nuo·\'i e ripetuti studi intesi a ottene r li con la maggiore possibile ricchezza di principi attivi e questi stimolarono sempre più l'interesso d egli studiosi nelle ricerche relati\'e al loro riconosciment.o, alla identificazione e al dosamen t o. Tali studi portarono naturalmente a m ett e re in maggior valore questa forma. di prepara.zione galenica, ricca. ormai eli numerosi esemplari fra i quali molti ne e mergono per la loro grande e riconoociuta e fficacia terapeutica. Le droghe di origine vegetale, quindi, vanno considerate com e un materiale prezioso del quale ogni officina farmaceutica. dev'esse re fornita.. Ma la conservazione di esse è ostacolata da ta.lune cause che rendono oltre modo difficile il loro perfe tto stato di efficienza e giustificano il saltuario rinnovo d e lle scorte. Esse. oltre a costituire un voluminoso ingombro, sono facilmente soggette ad alterazioni spon tanee dovute tanto allo stato di secchezza che a quello di unUclità, nonchè all 'influenza della temperatura e d e lla luce, come pure a.ll 'invnsioTle di parassiti animali (insetti e loro larve ) e vegetali (muffe). Con l'adozione d egli estratti gli inconvenienti citati potevano, nella quasi totalit.à., considerarsi rimossi. Queste preparazioni galeniche, con riferimento alla loro consistenza, si dividono in: • estratti molli n, «estratti secchi »,-• estratti liquidi, o fluidi •· Senonchè i primi, con l'andare d el tempo, subiscono profonde modificazioni spontanee per cui perdon o buona parte della loro attività t.erapeutica, e talora interamente. Cosi, ad esempio, la presenza. d e ll'acqua - che non è possibile eliminare d el tutto - favorisce i processi d 'idrolisi dei composti di complessa costituzione molecolare, oon conseguente formazione di prodotti più semplici, privi però delle proprietà. fa.rmacodinamiche originarie. Ugualmente dicasi della luce che, oltre alla funz;ione riducente, agisce anche come e lemento catalitico ne lle rea-
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zioni c~1imiche che si svolgono nella massa; nonchè dell'aria, i cui componenti favoriscono i processi di ossidazione o di riduzione dei composti labili, dai quali si met-tono in libertà i costituenti, farmaoologioamente inattivi o dotati di attività differente. Vi sono infine gli enzimi i quali, sotto forma di ossidasi, invertasi, laccasi, essendo sempre presenti nei vegetali, passano parimenti negli estratti, determinand ovi col tempo notevoli fenomeni di trasformazione che fanno loro perdere le peculiari caratteristiche dei preparat i di fresca data. Per queste principali ragioni, la tecnica farmaceutica attuale è portata a dare la preferenza agli estratti secchi, non solo perchè offrono la sicurezza di una migliore e pitl facile conservazione, ma anche p er il fatto che essi riescono pitl adatti all'allestimento di pillole, tavolette compresse, cachet8, ecc., allorchè- trattando>i di droghe dotate di sapore disgustoso o di odore nauseante - non si reputi consigliabile l'impiego dei corrispondenti estratti in forma liquida. Anche gli estratti fluidi, infine, presentano reali vantaggi. In primo luogo, posseggono pregevoli doti di stabilità per la presenza d el solvente alcoolico e poi, con la concentrazione appropriata che valga a eliminare l'eventuale azione secondaria del solvente, è facile regolare la preparazione in modo che si ottenga un rapporto co,ia.nt:'l o uniforme fra l'e3tratto fluido e la droga da cui proviene. Gri estratti fluidi apparvero ufficialmente la prima volta nel 1850, con la inscrizione nella Farmacopea degli Stati Uniti, ma il loro impiego non ebbe, in principio, soverchio favore. Successivamente, però, si affermarono e si generalizzarono, tanto da essere adottati prima dalla Farmac;opea britannica, poi da quelle: tedesca., spagnola, svizzera, danese, italiana, rumena e da ultimo dalla Farmacopea francese (Oodex Med. Gull., 1903). Tralasciando di parlare delle svariatissime modalità di preparazione degli estratti per ottenerli nelle tre forme fisiche fondamentali sopraindicate, basta solo pensare alla. diversità del solvente adoperato per l'esaurimento della droga p er comprendere quali differenze di caratteristiche debbano rimanere impresse nei prodot.ti risultanti. In ogni caso, essi si classificano come segue: BUCChi espressi, sono quelli ricavati con, la diretta spremi tura. di frutta o di piante fresche; e poi, a seconda del veicolo di estrazione impiegato, si.indicano con la denominazione di: estratti acquosi, se per l 'esaurimento della pianta secca., o della parte attiva di essa., venne adoperata l'acqua distillata; estrate.i idroaloooZioi, preparati con alcool diluito; alcoolic-i , a.llorchè si impiega l'alcool iconcentrato; acquosi-alcoolici, ottenuti usando prima l 'acqua. e poi facendo agire J'alcoolsul residuo dell'evaporazione del liquido acquoso; eterei, quando il solvente adoperato è l'etere; eterei-alcoolici, se la. droga si esaurisce con la percolazione prima con etere e poi facendole subire lo stesso trattamento con alcool. Non facciamo cenno di altri solventi pure utilizzati allo stesso fine, ma di impiego meno frequente. Fermando l'-&ttenzione sugli estratti fluidi, si rileva. ohe essi si presentano sotto forma di liquidi d ensi - donde anche il nome di estratti liquidi - e diversificano da tutti gli altri in quanto la. loro prepa.ra.zione è soggetta. a uorme speciàli sancite da una c Convenzione internazionale • e accettate da tutte le farmacopee del mondo. Tali norme tendono soprattutto allo scopo di ricavare un prodotto titola.to in tale maniera che una quantità di estratto deve esattamente corrispondere alla stessa quantità. della droga da cui deriva. Generalmente si ammette che tale corrispondenza fra estratto liquido e droga si riferisca a peso per entrambi; soltanto talune fal'IXla.COpee ragguagliano invece il peso della droga a volume di estratto. F. ovvio aggiungere ohe si fa tassativo obbligo di seguire scrupolosamente il metodo di prepa.razione prescritto, poichè non poche cause induiscono sulla qualità, sul-
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l'attività e sulla concentrazione del prodotto risultante; tali, ad e!<empio: la ricchezza della droga in principi attivi; il grado di finezza della sua polverizzazione; la s pecie e la concentrazione del solvente; il tempo impiegato per l'esaurimento ed eventuali ripetizioni dell'esaurimento stesso; la t emperatura a oui si opera; le caratteristiche tecniche dell'apparecchio. Ciò non toglie che continuamente vengano avanzate proposte di modifiche o di migliori e alle modalità della preparazione. Così, per citarne una, la Farmacopea elvetica suggerisce di adottare il sistema del congelamento dei liquidi estrattivi quale mezzo più idoneo per ott.enere la loro rapida e sicura defecazione, ricavando poi gli estratti secchi i quali, successivamentE:\ ripresi col solvente indicato, forniscono gli estratti liquidi al titolo prescritto. La letteratura in materia, anche limitando le considerazioni al solo capitolo degli estratti fluidi, è oltremodo ricca, ciò che ci obbliga a dare soltanto dei cenni sui perfezionamenti conseguiti con altre preparazioni analoghe. Estratti dializzati Golaz- sono allestiti con procedimento che, mentre tende a eliminare ogni causa di alterazione del prodotto, mira a sfruttare precisamente i succhi della droga che sono diffusibili e nei quali risiede, in effetti, il potere medica-
mentoso. La tecnica dell'operazione -
secondo Golaz -
consiste nello steri-
lizzare con alcool le piante fresche sminuzzate, allo scopo di stabilizzarne i principi attivi, sottraendoli per tal modo all'azione enzimatica secondaria e rendendoli indifferenti all'influenza dell'ossigeno (!all'aria, durante i trattamenti necessari per portare la pianta allo stato di secchezza. È dalla droga cosi preparata che si procede quindi all'estrazione, operando a temperatura ordinaria col sistema. della dialisi ed escludendo reattivi o solventi che possano esercitare un'azione d emolitrice sui complessi molecolari che costituiscono i principì attivi delle piante. Tali estratti si portano ugualmente al titolo prescritto e sono raccomandati perchè mantengono a lungo il detto titolo, si conservano bene e rappresentano la forma piì:l razionale dello sfmttamento dei preziosi succhi vegetali, nelle migliori condizioni di perfetta attività. Col titolo di Éner~tènes Byla uno Stabilimento francese produce una serie di succhi vegrltali ricavati da piante medicinali fresche e, come tutti gli altri prodotti co!~li, nella loro ~solu~ integrità.. Non si conoscono i dettagli tecnici della le.vorazione ed è noto soltanto che le operazioni necessarie sono condotte al riparo deUa luce e dell'aria, senza intervento del calore, {lè di solventi neutri miscibili, e che i prodotti si ottengono sottoponendo la pianta. fresca a exolisi asettica eterea. Sono liquidi di leggero colore bruno, privi di ;clorofilla, dotati dell'odore e del sapore delle piante di origine. Preparati analoghi d ebbono considerarsi i cosiddetti Soteri.i, studiati e proposti per l'uso -oltre un quarto di secolo addietro - dal prof. Piero Giac088., direttore dell'Istituto di Materia medioa della R. Università di Torino. Al compianto e illustre Maestro, anzi, può attribuirsi la priorità del concetto relativo alla opportunità di stabilizzare le droghe fresche, prima di sottoporle all'estrazione dei principi attiVi - p recisamente dei rispettiVi succhi - nell'intento di ottenere dei preparati utilizzabili nell'identico e normale stato in cui si trovano nella pianta vivente. Dei suoi pregevoli ::;tudi e qEOlle ricerche sperimentali - massimamente condotti sulle foglie fresche di digitale e su piante recenti di convallaria e di vischio - il prof. Giacosa riferl in varie comunicazioni all'Accademia di Medicina di Torino. E, risultati ancora più notevoli, riflettenti il suo metodo originale
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PIANTE MEDICINALI E LORO ESTRATTI
di e:'<trazione e conclusivi per i soterii di digitale, li espo~e nella tornata d el 3 maggio 1912 della predetta Accademia.. Col nome di soterii - che secondo I'A. ba. in sè il significato della con~er va.zione dell'attività. nella sua forma essenziale e a un tempo dell'azione curativa. che ne è conseguenza. - egli de>-ignò i succhi ottenuti direttamente dalle piante fre~>cb e col suo speciale processo. Succhi i quali rappresent.ano il vero pl~ma che imbeve i tessuti viventi e cost.itui~:"ce la parte liquida dei protoplasmi cellulari. Di questi preparati venne anche iniziatt\ la lavorazione, b'U scala indust riale, da parte di un reputat-o laboratorio italiano di prodotti chimici ed è sperabile che ess i incontrino, col meritato favore, una larga applicazione pratica. Sono purf' da citarsi gli l ntrcdts - così defù1iti da altra Ditta francese che sfrutta il metodo di Perrot e Goris p er la preparazione d ei loro Estratti fisiologici vegetali - ottenuti secondo un proprio s istema che, parimeut.i, si ba.sa sulla pre· venti va. sterilizzazione delle piante medicinali (-vf31'1etali stabilizzati}. In tale stat o le droghe si presterebbero a Wl lungo periodo di com;ervazione, tanto da potersi SUC' · cPssivamente utilizzare mo.no a mano che se nf' presenti il bisogno, sottoponendo! t'l al seguente trattamento. La pianta sterilizzata, ridotta in polvere, si esaurisce con alcool a soo e la soluzione, in seguito, viene evaporata nel vuoto <' a freddo. Si riprende varie volte con et ere anidro il residuo per spogliarlo delle sostanze secondarie (umidità, clorofilla, grassi, cera., resina), seccandolo infine sull 'acido sol· forico, nel vuoto. Con questo operazioni gli estratt.i che ne risultano s i presentano allo stato di polve re, sono facilmente solubili in acqua e, a quanto assicurano gli autori, contengono i principi attivi della pianta fresca dot.ati d Pila proprietà di una conservazione indefinita, che assiow·a sempre la loro cost.ante azione terapeu tica.. Accenniamo da ultimo agli AbstruJ.ti, i quali sono anch'essi d egli estratti all e.~titi in forma. polvcrulenta e sono dosati in modo che una parto di essi corrisponde a. due part i d ella droga originat·ia. S i preparano esau re ndo la droga con alcool, tanto semplice che acidulato con acido tf~rtari co e svapora ndo poi la soluzione a soo, fino a ridltrla. allo stesso p:~>:o della droga impiegata. Il residuo, aò.dizionato di Wl quart.o del proprio peso di fattosi o, si riporta nella stufa a 50° fino a secchezza, quindi s i mescola con tanto altro lattosio in modo da ottenere una polvere fina e omogenea, di cui un grammo corrisponda a grammi due della droga. di provenienza. Questi prodotti sono ben conservabili ed hanno Jl vantaggio pra.t.ico di un comodo impiego. D i fronte a tanta messe di risttltnti, in un campo oltremodo vario e vasto, e ra naturale che nei sistemi di lavorazione si imponesse tma disciplina che consentisse di raggiungere la perfetta uguaglianza. dd prodotti. Oul'l st.o compito è stato assolto dalla • Commissione internazionale pe r l'wùformità d ei medicamenti.~ la quale, p er ta.luni estratti di natura e roica., ha sancito il principio di adott.are un unico siste ma di preparazione, con l'impiego degli stessi solventi, uguali modaHti\ tecniche n ei dettagli di lavoro e un solo metodo di titolazione.
RIVISTA DiLLA STAMPA miCA ITALIANA ESTR!NIKRA SANITÀ MD.ITARE L'Impiego derll aeroplani autogiri nello sgombro del feriti. (The Military Surgeou, vol. 73, n. 6, dicembre 1933).
LEWRENCE.
I m etodi finora adottati pllr lo ,;gombro d e i fPdt.i d dhl linea di comba.tLimento sono ben lontani dalla. p orfezione . Gli stuiio3i rla ll 'a.rgom onto convengono c he lo Rgombro p e r via aerea è il pHl ~o an l o . l il p iù :>p 11ito. U.ILCho p er il fatto clw non è ostacolato dalle condizioni d '\lla. viabilit~ ll cla.l traffico, come avviene p er i mezzi di trasporto p er via ordi· naria.: T;~.luni. p 'li. 1t l ~rm1.no a ddi rittura che «lo sgombro pt•r via a erea sarà .il m etodo di scelta ne lla guerra futura •. L'A., pr.:ln d mdo le mo>'l' d dia. ,ju ddeU:1 1\f[ermaziono, o ·NPrva che gli aero· ola.:ti sa.nit<\ri. a ttu'l.lm.>ntt• a !o perati, pre;.;enttmo l'inconveniente di richiedere c >~.mpi di at;ten·A;~gio <' ùi volo piuttosto escesi, c:iò che non è molto facile ottenere in prossimità d e lle prime linee . L'a3 ropl~~ono autogiro da. t a luni c hiama~o mulino a ventn volante - r ecentm n mte p .Jd"ozionato e tuttora. in via di T11pitlo p ol'fczionamf'nto, sembrerebb<', irLV,J:J::l, l'appari!::Chio più a latto p e r lo sgombro pfw via a et·ea, in considerazione che -;i tt 171a fa.'.ldm:mtR dal t~rreno e che ha la po -.-;ibilità di atterrare in uno s pazio molto li"U t ~ b (i l d op p io d )Ila lunghezza d ell'apparecchio), p cr ch è la. disce8a può aver lu'>~o in ;e!t5o p 8rfettamE'nte verticale . · L'a !rop h~no autogi ro è capace di tra..'lport-ar f' tre infermi (due bare llati ed uno i ~ lut •.>) e pa~ osst\r e caricato molto speditarnente. Il tr.~-;p.>rto t:wvorrebbo in L5-30 mi1111ti tlirettamentt' agli ospt~dali di armata, ·• ·Ì) .'l .l.j p >t'eJr3bb J u ;H\ s~IHihile r iduzione di lavoro nng li ospedali avanzati. L ' ~'l n rH~'lio n llr--ttQ. non imp ldito. come avvie nE\ p or Il' autoambulanze. h lle c.>n .iizìo ~i J ~ lla viabil ità e dal traffico strada le, potr·ebb e portarsi a lle prime ~ 1 l), :D ~ ·; l i ~ n·b p Hti d i •:l~ tArrag~io al coperto dal tiro dell'artiglieria. ~ 1i ::> n o ~~ ti:n mt i in t ~ rre no rotto. ft·.Bta~~:lia.to, pautanoso o boschivo il ~ n ì p:>r to d ovNbba avve nire a braccia sino al posto, dove è possibile la. disc()Sa dtl.ll'autogi.ro. Di rn e~e al buio ·~li M r.:>plani autogiri individuerebboro il luogo di atterraggio, '\ n n. n l i ·n ·p :1.1 ..,zio ne, f,~tta. con la·np!'.dt' e let-t riche, dai portaferiti dei posti ùi raccolta.. L ' u; J d Jg li auto~ir i porter·e bbe poi un grande vantaggio n e llo sgombro d e i feriti a.pp;J.rtenonti ai reparti di arma a cavallo, i quali, p er la rapidità d e i movim ) :t~i. h:mno fe riti s par>~i sopra zone di terreno piuttosto estese. L'A. propone civ' ogni e <erc ito F<ia for:tito di un servizio di • autoambulanze .l late • con un corpo di 300 uffic iali, 2300 militari di truppa. e 200 a eroplani autogiri ~ <:lne si ridu:!a quindi conto~mporanea.mente il materiale ed il p e rsonale finora impiegato per lo sgombro. FIORENZA.
V. EDLlTCRKO e TrMOFEEVSKY. - Barelle su sci (Vojenno Sanitarnoye Diélo, n. 2-3, 1933. Archives Médicales Belges, n. 12, 1933). . Negli anni 1931-32 fu ba.ndito presso l'e<>ercito russo un concorso per lo studio dr un. a.p.p,!,r3oohio che p ermottosso di &sa.ro n e l più breve tempo una. barella. su propr_t s~t o, tll)glio ancora, su quelli d0ll'infer mo o ferito da trasportare. L 'appa.· r nJ hto ? ov ava. es>ere leggero, non in•pmbra.nte e di costrltzione semplice, di facile rrl\~~5~10, di s:>lida presa, di appl icazione llo."!Sai rapida, senza che vi fos."!e bisogno ! n.c:> rrare- a chiodi, a viti, ecc. e senza che dovesse importare delle modifica· Z\Ob''. :una "'t333a co'!ltruzione d egli sci o delle barelle. Queste erano le condizimù sta thte nel bando di concorso.
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STA~lPA
MEDICA fTALIANA E STRANtERA
Su cinquanta progetti esaminati uno solo è stato ritenuto meritevole di servire di ba~e a studi ult.e rioti. Schematichaml-'uie i pie di anteriori della barella sono fi">Sati in fori praticati in travicelli di legno che a loro volta sono assicurati agli sci con l'aiuto delle loro coTregge, i piedi posteriori sono fissati su due piccoli sci metalliçi indipendenti. Succef>-~ivamente ~tlcuni miglior~enti !lOTI O &W.ti apport{. t.i a questo progetto, p er ottenere una maggiore speditezza d'impiego ed tma più sicura. fissità del congegno, specialmente alle voltate. · Queati studi hanno importanza assai not,evole per le condizioni speciali di wasporto aUe quali si riferiscono e che, secondo luoghi e stagioni, possono divenire esclusive. Li rileviamo con particola.re riferimento a quelli condotti sullo stesso argomento dal prirno capitano 1nedico Cultrone e pubblicati nel precedente fascicolo di questo Giornale. Sembra che la ingegnosa trmx1t.a del nostro autore soddisfi a pieno alle condizioni stabilite nel sudd~tto bando di concorso, creando un solido si.stem.a fra sci e barella con piastre-manicotti eh~ permettono l'utilizzazione dei materiali di dotazione senza altri pezzi ingombranti e d·i più di ffici le coesione. Anche quattdo, per la diversa lunghezza, non fosse possibile far poggi.are sugli soi l'intera barella, sarebbe semtpre più opportuno servirsi d43U'apparecchio del Cultrone per fl.searne i piedi aneflriori, anzichè affidarsi al si.stema dei travicelli e delle cinghie, che diverrebbe assai instabile in terreni accidenJati e per lunghi tra8porti. I n questo caso, rendendosi nece&ario l'wo di piccoli sci per i piedi posteriori della barella, que.sti potrebbero esservi ugual~nte assicurati con pia8tre-manicoUi .
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A. FELIX. - Tipi serologici ili virus tlflci e corrispondenti tipi di Proteus. (Transactions of the R oya.l Soc. of Trop. 1\:led . and Hyg, vol. 27, n. 2, 1933). L ' A. prende in esame dal punto eli vista siero logico il tifo endemico di S. Paolo, il tifo tropicale (Fletcher e Lesslar), la febbre esantematica. mediterranea, studia inoltre le attuali conosCE>nz.e delle varietà serologiclle del tifo esant., la tecnica delle reazioni di aggluti nazione con vari tipi di Proteus X e l' isolamento dei ceppi di Proteus X e giunge a lle seguenti conclusioni: Lo stipite di Proteus XL, isolato dal dott. LIMA in area endemica a S. Paolo, rappresenta il t ipo sierologico di Proteus che corrisponde a lla locale varietà di virus ti fico. Lo stipite di Proteus • 1\fuar », isolato negli stati federali della Ma.Iesia. e descritto da MARTIN, corrisponde al virus della varietà di tifo t ropicale (tipo XK). Le agglutinine per i c ue tipi OX 18 e OX 2 , presenti ne l siero dei malati di febbre esant. medit., sono da considerare come agglutinine di gruppo e do·vuti ad ant.igeni di gruppo contenuti ne l virus; ciò induce a pensare che il tip o di antigene principale del virus de lla febbre eeant. rimarrà sconosciuto fino a tanto che non sarà isolato il corrispondente tipo di Protcus. L'immunità crociata tra le diverFe varietà d i virus tifìci è accompagnnta da reazioni sierologiche iden tiche per il Proteus X; mentH' l'assenza d 'immunità crociata coincide con la disuguaglianza di reazioni sierologiche. I metod i sierologici, avvalendosi di diversi tipi di ProteliS, sono indispensabili nello studio sperimentale del gruppo dei virus tifìci. Ne lla tecnica dello agglutinazioni de l P roteus X è raccomandato l'uso de lle varianti O della sospensione « standard new Oxford ~ . Secon do la larga esperienza di FELIX l'isolamento degli st.ipiti di Proteus dal sa.ngue e dalle urine de i pazien ti o dagli organi post-morMm. non è un procedi· m ento molto semplice; dal sangue le emoculture, con tecnica speciale, van fotte nei primi giorni d i malattiA, m entre dalle urine si hanno risultati positivi anche negli ultimi periodj della malattia e anche all'inizio della convalescenza. R EITANO.
AIELLO L. - Lesioni anatomo-patologlche da iperrecettfvltà alla brucella Bang nella cavia. - Ricerche sperimentali. Nota I• (Bollett.ino d ell'Ist,ih•to SierotRrapico milanese, vol. X II, fase. 11, novembre 1933-XII). L'A. si è proposto di indagare i vari e successivi aspet.ti anatomici che i di versi visceri delle cavie, sperimentalmente sensibilizzate di fronte a lla br. Bang, presentavano alla inocula.zione dello stesso antigene. H a pertanto indirizzato le sue indagini a tutti gli organi di qtH'sto animale, ma , in qne~ta. prima nota, espone
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solo quanto ha rilevato n ei riguardi dei testicoli e della milza. Dopo una sintesi accurata e completa riguardo alle odierne cognizioni E>ul quadro nnutomo-patologico della infezwne banghiana. nella patologia sp ontanea dPII ' uc.mo e degli ani mrl]i e sui reperti sper imentali che a tali quadri anatomici poF.Eono piil o m eno direttamente ricollegarsi, passa ad esporre, in modo chiaro e dettfJglinto, le proprie e~pr rienze condotte su circa 30 cavie. I principali risultati sperimentali dall'A. ottenuti, dal punto di vista enntcmopatologico, nelle cavie r ese ipersensibili di fronte alla br. Bang. si poFwno CC'5Ì schematicamente riassumere: 1o Rendendo le cavie allergiche di fronte alla br. Bang, la 1·einfezionf' modifica il decorso del processo infettivo ipersensibilizwndo gli elementi cellulari. Quind.i , da un canto Si ha una reazione istogena più rapida e più abbondante. mPntre, d'altra parte, alcuni elem enti cellulari a costituzione pi\.1 labile, ccm t' p er ePEmpio gli elementi della linea semina le dei testicoli, ri ~:t ntcno di p iù l'ezionP dPi prodotti tossici degli st.essi allergeni. 2° Nelle cavie ipersent:ibili alla b1. B ong i fmomeni di reazione istogena. prevalgono su quelli di~>tJuttivi. 3° La reazione CPllulare ipe rergica, così ottenuta, si diffcJenzia dalla ccmutH' u ·ozionc- n oJmceJgi<"a più che pe r caratt~ristiche qualitotive, per le sue n ote quontitat.ive, rercl;è ~'<'n o g li stessi elementi che entrano più inten11emente, più , -aliòerr.ente e, forEe, più rap idamente in az.i one. 40 Tale quadro istiogeno iperreattivo è prevalf ntEmoltP dato dagli elementi mesenchimali e dal S. R. E. 5° Le S\trrenoli presPntano dPile· costanti lesioni consistenti in stravasi emorragici, ma eopratutto in focolai di necrobiosi, che interessano gli elementi celluJari dello strato reticohne, per cui, dati i rapporti che esistono fr a corteccia delle surrPnali e proce!'EO di gestazione, si può ammettere che tali lesioni endocrine a tipo degencratiYo abbian o la loro influenza, in una alle lesioni de lle membr ane gravidiche e dell 'ut eJo, nel determinismo dell'aborto degli anjmali. 6° La br. &ng ed i suoi allergeni . nelle cavie allergich e, determinano la neoproduzione di un teF.suto di granulazicne costituito da elementi cellulari giga n ti, istiociti, eosinofili. qualche polinuclHlto; ora il quadro anatomico che si ottiene nella infezione banghiann è molto simile, specinlmfllt.t> negli aspett.i iperergici, coi quadri istologici prodotti dalla infezione tubeJcolatP. 7° In linea di massima la. b r. Bang ed i suoi allergeni dimostrano una spiccata elettività. di localizzazione per gli organi linfo-emcpoietici e pn i rolrr.cni. $o D11to la. somiglianza ch e il proce11so anatomico, dovuto alla infezione t anghiona. ha C<'n quello tubercolare, c'è da sospett.a re che lesioni dov\tte alle bruce lle. dota la loro affinità, siano state osservate anche in patologia umana e non riconosciute n ello loro vera essenza, perohè attribuite al bacillo di Koch o ad altri agenti etiologici. Il lavoro è illustrato da 12 nitide e mo)t{) dimostrati ve microfotogratìP. PIAZZA.
RADIOLOGIA P. WosrxA e M . SosH ANN. - Dimostrazione radlologlca di calclftcazionl delle arterie coronarie nel vivente. (Journal. American. Ass., 24 febbraio 1934-Xll). Calcificazion i in sede pericardica durante la vita sono state dimostrate radiologicamente da vari autori e più r ecentemente si è potuto costatare la presenza di calcificazioni del miocardio, in aneuri~mi e trombosi cardiache, parecchie delle quali confermate dall'esame poat 1/W1"tem. Gli AA. d er:crivono un reperto assai più rar o, la visualizzazione radiologica di calcificazioni d elle arterie coronarie, v erificate in 3 casi d i cui uno controllato all'autopsia. Nel primo caso si trattavo. di una. d o nna. di a. 67 che accusava dolori a tipo stenocardico insorti da una diecina d'anni, c h e diventavano particola1mente intensi dopo il più piccolo sforzo, colle irradiazioni classich e al lato sinistr o del collo e all'arto superiore dello stesso lato. Cuore leggermente ingrandito e rumore sistolico sul focolaio aortico. Fu fatta diagnosi d i angina pectoris e stenosi aortica e, data la gravità della sindrome che non pe:nnetteva la minima attività, fu deciso di tentare la tiroidectomie . .All'esame radiosco p ico si notarono delle piccole aree di calcificazione nella zona del solco coronarico e delle radiografie ultrarap ide confermarono il reperto. In seguito a lla tiroidectomia si svilup pò un attacco tipico di trombosi acuta coron arica. e la paziente venne a m orte.
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Si eseguirono sul cuore accuratamente tolto d a l cadavere d e lle radiografie stereoscopiche che fecero rilevare marcate calcificazioni di tutti i rami d e lla corona,ria sinistra che a rrivavano fino a lla. pun ta del cuore, meno accentuate a d estra. S i riscontrarono pure intense ca.lcificazioni della parete aortica e qualche nodulo depositato sulle valvole semiluna.ri. Sorvolando sulla descrizione par ticolareggiata d egli altri casi in cui furono fatte constatazioni press'a poco identiche - essi presentavano una sindrome anginosa assai grave e in tm altro paziente fu pure eseguita la tiroidectmnia questa volta con sollievo di eSRo - è opportuno accennare ai caratteri radiologici de1le cn.lcificazioni coronariche. Gli AA. sostengono che cn.lcificazioni nnche piccole possono, purohè il ricercatore si indirizzi verso di esse e le ricerchi accurat-amente, esser constatate non solo radiograficamente ma anche al fluoroscopio. L 'aspetto d elle arterie calcificate è c.tratteristico. Le ombre corrispondenti ad es.'!e hanno una forma lineare e segmentata con un decorso curvilineo corrispondente a.J tragitto arterioso. La massima cura deve esser p osta nel differenziarle da altre formn.zioni che possono avere un aspetto si mi !are cioè calcificazioni pericard iche, cartilagini costali calcificate, bronchi s ituati dietro il cuore e nodi linfatici calcificati. Le areo C11.lcificate del pericardio sono parallele a lla superficie del cuore in a lmeno una de lle p1·oiezioni; si muovono leggennente colla superficie cardiaca, si trovano più comunemente dove il c uore è a contatto del diaframma, più sul lato d ostro. Sul radiogramma non si osserva l'aspetto segmentato, con d ecorso parl\llelo così caratteristico d e lle coronarie. Le cartilagini costali calcificate decorrono in tutt'altra. direzione e sono più dense e a margini più netti. I bronchi situati d ietro il cuore sono meno d ensi e opachi d elle arterie calcificate e anch'essi hanno una di rezione differente. Nei riguardi infine delle ghiandole calcificate del polmone e m ediastino il riconoscimento di esse snrà ancora più facile data la particolare nettezza, e intensità d i ombra, l'aspetto rotondeggiante ecc. Come si è d etto, i t re pazienti soffrivano tutti di angina pectorw con gra.v; sintomi di sclerosi coronarica. Il poter mettore quindi in pront-a e sicura evidenza c,tlcificazioni ne ll'ambito coronarico è naturalmente di n otevole a iuto per In d e terminazione della eziologia delJa forma, il che ha una certa impor tanza nell'attuazione de ll'indirizzo terapeutico. B ERTOLUCCI.
NEUROPSICHIATRIA
Annali della Clinica delle malattie nervose e mentali della R. Uvlversltà di Palermo.
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(Industrie riunite editoriali siciliane. P alermo, 1933-Xl) . Questi «Annali • comprendono la quinta raccolta delle pubblicaziorù d el Direttore e del personale sanitario della Clinica neurologica di Palermo. P recede il volume, a mo' di prefazione, il discorso pronu nziato d al prof. Colella per l'inaugurazione d ei locali della nuova Clinica , la quale si è sistemata in Wl nuovo magnifico edificio appositamente costruito e dotato di tutte le risorse necessarie per l'espletamento d e l triplice mandato, scientifico, didattico, umanitario, cui la Clinica. è adibita. Il nuovo voltune d i u Annali » contiene ben 43 lavori scientifici, in m a...«sima pt\rte spe1·imentali, compiuti in questi ul timi cinque a rmi d 'insegnamento sotto la Jirezione e col concorso del prof. Colella perseguendo un programma di ricerche con scopi pratici principalmente rivolti ad applicazioni riflettenti la Medicina sociale. A tale riguardo sono interessan tissime due monografia d el Colella nelle quali egli rife risce ~li studi compiuti sulle acque di P alermo, studi clinici e biologici in ra pporto all'mfluenza dell'alimentazione idrica sull'accrescimen to corporeo e sulla genesi d e l gozzo e delle disfunzioni tiroidee endemiche in abitanti di a lcuni quartieri di quella città. Dalla somma di numerose ricerche sperimentali praticate sopra differenti specie di animali e dallo studio protratto per oltre 25 anni di 512 oasi clinici, l'A. è per venuto a conclus ioni che l'accrescimento corporeo, il gozzo e le disfunzioni tiroidee da lui studiati sono in diretto rapporto con l'uso fin d a ll'in-
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fanzia di certe determinate acque che. egli chiama, appunto, gozzigene e con le quali ha potuto provocare in alcuni mammiferi un gozzo sperimentale da causa idrica. Le due monografia sono arricchite di 113 figure dimostrative fuori testo. Sono poi molto importanti nella raccolta di questo quinto volume di« Annali», i lavori dell'Aiuto della Clinica, prof. De Giacomo fatti in collaborazione con gli altri assistenti, e riguardanti ricerche ergoestesiografiche in malati nervosi e mentali, la patogenesi della paralisi agitante, disturbi mioclonici post-encefalitiici, sindromi _Parkinsoniane ecc. Tra 1 lavori di sierologia m eritano particolare attenzione le ricerche di De Ranzo e Tomasini sul comportamento del calcio e del potassio nel sangue degli epilettici in seguito ad iniezioni in circolo di preparati di questi elementi. Anche il lavoro del R a bbonì sulla sieroterapia .s ulla paralisi spinale infantile è importante per il notevole contributo che porta nella cura di questa grave malattia. Ed è anche interessante lo studio del Di Ren.zo sulle reazioni sierologiche della lue e la loro applicazione alla diagnosi ed alla cura. La serie dei reperti sierologici n ei vari stati e nelle varie forme della malattia è bene esposta dall'A., il quale dà i ndicazioni sicure sul modo d'interpretare i reperti in rapporto all'in.fiuenza esercitata dal trattamento terapeutico. Sarebbe troppo lungo enumerare titolo per titolo i lavori riuniti in questa voluminosa raccolta; ci limitiamo perciò a segnalare il volume agli studiosi di neuropsichia.tria, i quali vi troveranno larga m esse di osservazioni e di concezioni originali, non soltanto nel campo schiettamente dottrinale, ma anche in quello pratico della terapia e della profilassi delle forme nervose e psichiche. Oltre duecento lavori scientifici sono raccolti nei cinque volumi degli Ann<JU della Clinica neurologica di Palermo finora pubblicati sotto l'infaticabile ed muminata direzione del Colella. Questa numerosa produzione è la migliore testimonianza dell'attività e dell'alacrità con cui questa Clinica svolge il suo programma d 'insegnamento e di ricerche scientifiche, sia come Scuola, che come Centro di alta cultura e di propaganda, sempre più affermandosi tra gli Istituti clinici che fanno onore all'Italia ed alla scienza. GIARRUSSO.
OFrALMOLOGIA
Ricerche e considerazioni sull'inDuenza dell'acetilcolina negli spasmi accomodativi. (Annali di Oftalmologia. e Clinica Oculistica, dicembre 1933-XII).
A. SANTONA STASO. -
L'A., in riferimento alla indiscussa. benefica azione vasodilatatrice dell'acetilcolina negli spasmi arteriosi retinici e nell'embolia dell'arteria retinica, ha voluto indagare se tale sostanza. possa avere analogamente la proprietà di fa.r rilasciare lo spasmo accomodativo, tenendo presente la teoria vasale da vasocostrizione e lo spasmo delle fibre del muscolo ciliare nel meccanismo dello spasmo dell'accomodazione. Ha sperimentato l'acet ilcolina. in emmetropi, ipermetropi, miopi, astigmatici, presbiti ed afachici con e senza instilla.zione dell'atropina, ed ha constatato che dopo iniezioni di 10 ctgr. di detta sostanza si ha un miglioramento dell'acutezza visiva più evidente nei miopi, meno costante negli ipermetropi, allontanamento del punto prossimo di grado quasi trascurabile nei presbiti e n egli emmetropi, di grado più accentuato nei miopi giovani e vecchi, ancora più negli astigmatici e maggiormente nella ipsrmetropia. Inoltre l'A. ammette che l'acetilcolina può essere utilissima nella profilassi di alcune forme di miopia e forse anche dellil rniopia progressiva, non dimenticando il fattore accomodativo nella produzione di tale ametropia, anche nelle forme progressive. · Il detto A. spiega il rilasciamento dello spasmo accomoda.tivo, tanto frequenJ,e n~i giovani soggetti miopi, con l'azione eccitante dell'acetilcolina sul parasimpatico, e quindi sulla porzione di BRUCXE del muscolo ciliare, per il quale alcuni AA. ammettono una innerva.zione vagale. Infine egli addita l'importanza. del fattore costituzionale dei giovani miopi nel senso di una disestesia. vago-simpatica· con prevalente ipo·simpatico-estesia o con l abilità pa~impatica o simpatica parziale. M . P&PAGNO.
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G. AN:ouoLL - Comportamento della fortmtla Jeucoettarla oe&ll operati di tonsnlectomla. (c il Valsalva•, dicembre 1933-XII). Molte sono le teorie che tentano di spiegare l'ancora. insoluto problema della fisiologia delle tonsille; ed è appunto pe-r questi vari giudizi sostenuti dai diversi studiosi che niente ancora di pr-eciso s1 può dire in proposito. L'A. dopo una disamina sufficientemente minuta delle varie teorie discusse sulla funzione delle tonsille (organi di difesa, porta. d'ingresso alle infezioni, funzione endocrina, funzione emolinfopoietica), si ferma a trattare pitJ a.mpia.mente dello studio del CATANIA. Questi, riprendendo in esame la quistione del follicolo secondario ritenuto da. FLEMMINO come centro linfoblMta. linfocito-produttore e da. HEr..!.u.NN come il prodotto di quella lotta che il nostro organismo combatte contro agenti vari e tossinfettivi esogeni e endogeni, ha studiato la struttura. del tessuto linfoide e del tessuto linfa.tico. Da questo studio sembra dunque doversi ritenere che il follicolo secondario rappresenti una. zona di particolare sensibilità. capace di funzionare da centro linfoblastico linfocito-produttore sotto l'influsso di stimoli fisiologici normali e da centro di reazione sotto l'influenza eli stimoli abnormi e patologici. Considerato cosi il problema tonsillare, l'A. ha voluto constatare sperimentalm ente nell'uomo malato di forme croniche a carico delle tonsille paD.a tine, che necessitavano l'enucleazione totale, il comportamento degli elementi bianchi del sangue periferico per vedere se gli fosse stato possibile di rileva.me o meno qualche modificazione. I malati studiati sono stati 11, tutti operati di tons.illectomia chirurgica bilaterale. Il sangue veniva prelevato dal polpastrello di un dito; lo striscio colorato con ematossilina-eosina., metodo sufficiente all' A. per le ricerche che si era. proposto di fare. Dai risultati ottenuti l'A. ha trovato una. modificazione della formula leucocitaria. e precisamente un aumento dei polinucleati neutrofìli ed una diminuzione dei linfoc1ti. Questa modificazione è transitoria., tanto che 24 ore dopo l'intervento la formula. torna normale. Da ciò si nota. come l'asportazione totale delle tonsille condurrebbe ad UO{!, disarmonia tnmsitoria della. formula. leucocita.ria, n el senso di un.a. polinucleosi e di una. linfocitopenia., il ohe verrebbe a confermare l'idea del F'LEMMING, cioè di centro specialmente linfocito-produttore. Questo fatto clinico e sperimentai& conforta. il chirurgo quando per flogosi cronica dell'organo la.cunare o della sostanza parenchima.tosa della tonsilla è costretto ad Mportare totalmente l'organo, e non dà regione a. quanti pretendono un'azione dannosa dalla tonsillectomia sulla funzione leucopoietica totale dell'organismo. ·
s. VITALE.
Sulla presenza di bacllllluslforml e di splrilll (sltnblosl hcso--splrlllare) nelle cripte delle tonsille cronicamente Infiammate e sul loro probabile slgnDicato.
A. ALAGNA. -
(Archivio italiano di Otologia., Rinologia e :Laringologia, fase. 1o, gen.
naio 1934-X.II). Il reperto batteriologico nelle tonsilliti croniche è molto variabile, e nella flora batterica rinvenuta sia alla superficie tonsillare che nelle cripte più di frequente figura.n o i cocchi in genere, m entre solo di raro è stata notata la presenza di bacilli fusiformi, associati o meno a spirocheti, ai quali non è stata attribuita speciale importanza sino a quando non apparvero i lavori di WmTll e di LuxoWSKY. Il primo però solo si occupò della freq,uenza dei ba.c:illi fusati e si limitò uniCRmente ad avanzare il sospetto che tali germt potessero rappresentare qualche cosa di più di semplici e banali saprofiti. Il secondo invece potè vedere che gli individui con tonsille cron ica!Dent.e infìa~te _e co~ l?resenza. di simbio~i fuso-sp~lla.re andavano soggetti a ~u~nt1 r!a.cut1zzaztont del pr~ tonstllare c;l'oruco, ta.nto nella tipica forma di angma di PLAUT-VINOENT, che m quella dt angma la.cWlBre o follicol~ ~ont?mnra.nea~~nte ~l ~uxow~, _A~ONA ~-ebbe~ ~levare _la presenza della mmbtost fuso-sptrillare m cmque mdtvtdm affetti da tons1lhte cromca caratterizzata dalla eeguente tria.do sintomatica: astenia, temperatura s ubfebbrile e modica leucocitosi neutrofìla (8-12 milia.); segnalò inoltre la scomparsa. dei sintomi o il miglioramento ottenuto mediante la somministra.zione di neosalvarsan e segnalò, fra gli
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lUVtSTA DELLA STAMPA MEDICA ITALIANA E STRANIERA
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altri possibili, il sospetto che tali germi nei casi osservati determinassero \Ula spirochetosi attenuata. Allo scopo di esaminare quale delle ipotesi avanzate dall'ALAGNA G. sia la più attendibile, l'A. ha studiato 100 casi di tonsillite cronica dell'Ambula.torio della R. Clinica Otorinolariogoiatrica di Palermo. Prelevando coll'ansa. di platino il materiale spremuto dalle tonsille dei due Iat i e allestendo degli strisci colorati, che poi esaminava. al microscopio, potè vedere in 22 casi - e quasi sempre bilateralmente- una abbondanze. di forme fu.so-spirillari. Nello studio clinico di questi 22 individui, que1lo che ha riscontrato m eritevole di particolare rilievo è le. costanza. con la quale è stata. nota ta la presenza al completo della triade sintomatjca segnalata da ALAGNA G. è cioè l'astenia, la temperatura aubfebbrile e la. modica leucocitosi. Tale tria.de non fu mai presente nelle tonsilliti croniche con reperto fuso-spirilla.re negativo. Le ricerche quindi mostrano chiaramente, secondo l'A., che il reperto ba.tterioscopico non è casuale e si tratta ~rciò di una forma particolare di spirochetosi attenuata come ALAGNA G. aveva. già. sospettato, essendo decisivo in tal senso anche l'esito della cura. sa.lvarsa.nica. Infatti ha. rilevato che sia il Miosa.lvarsa.n che il Neo I. C. I . per via. endomuscolare sin dalla. 3&...4• iniezione determinano un miglioramento e dopo la. 12"-15• iniezione si ha la. scomparsa. della tria.de sintomatica e la contemporanea detersione più o meno completa delle cripte tonsillari. L'A. si .do-• manda infine se la. guarigione va considerata. come definitiva., ma dato che l'osservazione nei casi segnalati non è mai andata oltre il limite di 4·5 mesi, non crede di poter rispondere in modo categorico. Ulteriori studi potranno stabilire ancora se la. lesione, n ei casi del genere sia Wlica.mente limitata alle cripte o se si propaga pure al tessuto linfatico delle tonsille come nella forma di angina di PLAUT·VINCENT. TROINA.
DERMOS:JFILOGRAFIA Mnum. - Oscillazioni nella diffusione e gravità della slftllde Jn Italia. (RiWlione della Sezione pugliese della Società Italiane. di Dermatologia e Sifilogra.fìa. • Il Dermosifìlografo •, febbraio, 1934, XII). L'O. fa presente che in I talia si verificano dai 25 ai 30 mila contagi nuovi ogni anno e, calcolando il ciclo de1la sifilide contagiose. intorno ai 10 anni, su di una. popolazione di 40 milioni di abitanti vi sono circa. 500 mila. sifìlitici. Le. diffusione è maggiore nelle città, minore nelle campagne, con Wl minimo nelJa. Sardegna ed Wl massimo e. MHano, Roma, Torino. Si va. da cifre di nuovi contagi di 0,25 per mille all'anno in Sardegna. fino al 50 per mille all'anno in città come Torino e Milano. Nel periodo della guerre. e nell'immediato dopo guerra si ebbe Wl aumento notevolissimo, con Wl massimo nel 1920. L'Esercito italiano che prima della guerra aveva una percentuale di nuovi contagi del 2-5 per mille, durante la guerra e specie nel dopo guerra è arrivato fino al25 per mille, cifre. eguale a quella degli eserciti francese, tedesco e americano. Dopo il 1921 si ebbe in tutta l 'Europa una netta diminuzione che andò accentuandosi nel periodo 1923-26, re.ggiWlgendo nel 1927 un notevoli~imo grado di abbassamento, tanto che nell'Esercito si arrivò al 2 per mille e nelle. Marina al· 1'1-2 per mille. Anche in tutti gli ambulatori e presso le cliniche si ebbero abbassamenti notevoli. In seguito ad une. inchiesta fatta dall'O. è risultato per la maggior parte d elle provincie italiàDe Wl netto aumento dell'infezione luetica negli anni 1931-1932, smo al triplo delle infezioni precedenti, specialmente a Milano, Torino,
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iJ giudizio di sifilogre.fì di vecchia esperienze. che la maggior parte dei contagi avviene attraverso la prostituzione clandestina, mentre le donne che eono sorvegliate e controllate metodicamente nelle case di tolleranze. sono difficil· mente causa di contagi. L'O. dopo aver discusso il meccanismo di difesa. naturale dell'organismo, che conduce a poco a poco all'immunizzazione J?rogl'68Siva dell'individuo .e dei discen· denti, conclude che praticamente occorre 1ntervenire con le cure p1tt energiche. CAB.LUCOI.
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COIFERUZE E DIMOSTRAZIONI CLINICHE IEBLI OSPEDALI IILITIRI
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ELENCO E SOMMARI DEGLI ARGOMENTI TRATTATI (Dal proceul verbali pervenuti alla Direzione renarale di Banltl militare nel marzo 1984-XII)
ALEssANDRIA. - Primo capitano medico EMANUELE CHIEsA: TubercoloBi nell' Esercito e lott.a antitubercolare. -
Tenente colonnello medico SILVIO CIARLO: Guerra cnimica.
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Primo capitano GIUSEPPE BoA: Igiene militare in pace e in guerra.
- Colonnello m edico DoMENICO SORDI: Organizzazione generale ckl seroizi~ sanitario in pace e in guerra. i l
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Maggiore medico GIOACHINO VALENTE: Servizio sanitario in guerra.
ANcoNA. cuore.
T enente colonnello medico Gumo FEuciANOELI: Vizi oolt:olari del
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Un caso di versamento chili/orme nella pleura sinistra. L'O. presenta. un caso di versamento chiliforme nella pleura sinistra. ad inizio acuto, in un carabiniere che continuò a sottoporsi a sfol'Zl corporei e disagi, dopo l'inizio dei sintomi pleurici. Accennata la diagnosi difierenziale tra. versamenti chilosi veri e versamenti ohiliformi ed a casi precedenti già caduti sotto la sua osservazione, l'O. discute l'etiologia e la patogenesi della forma morbosa., rammenta. le diverse teorie sulla natura della lattescenza del liquido chiliforme e descrive le qualità chimiche e microscopiche del versamento rinvenuto nel suo paziente, per il quale formula. una prognosi favorevole dopo brevi accenni alla terapia adottata. Maggiore medico GtuSlllPPE P AT,lJMBO: Voluminoaa cisti da echinoooccc dà fegato. L 'O. presenta. un militare che al suo ingresso all'ospedale presentava una voluminosa tumefazione occupante tutta la. regione ipocondriaca destra., parte della. epigastrica e ombelicale. L'orientamento clinico fu per una. cisti da. echinococco del fegato, il reperto ematologico diede una forte eosinofìlia mentre fu negativa. la introdermoreazione del Casoni. L'intervento chirurgico (ampia laparatomia a baionetta.) dimostrò una cisti da echinococco del fegato del volume di una. testa fetale. Previa peritoneazza.zione e puntura eva.cutatrice parziale, e successiva sterilizza.zione.con soluzione di formalina, incisione col termocauterio del parenchima epatico, si potè asportare completamente la. cisti. Decorso post-operatorio ottimo• -
CAGLIABI. - Tenente medico .AruiANno GIUSTIZIERI: E sperienu BUlla fUtrabilità del «virus » malarico. .t.:· L'O. ha. chiaramente esposto, commentandole, !le esperienze di Ascione e Mariotti sulla. filtra.bilitè. del « virus » mala.rico. Dal protocollo di dette ricerche gli autori concludono affermando che:· l ) Filtrando attraverso candele porose il sangue ed il liquor di paralitici .malarizzati, si può trasmettere con i filtrati l'.infeziomr malarica. 2) N el plasma dei ma.larizzati si può trovare libero, in periodi vari dell'accesso febbrile (da poche ore a circa· 24 ore dopo) un virus non a.ccerta.bile con l'osserv~ione microscopica ed ultra-microscopica, filtrabile e capace di riprodUITe
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CONPERENZE E DI.HOSTBA.ZIONI CLINIOBB ECC.
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una infezione la quale, per quanto attenuata, ha tutti i caratteri clinici della ma. !aria sperimentale, compreso quello di essere esaltata con l'adrenalina ed interrotta con la chinina. 3) Tale infezione si può trasmettere in serie mediante l'inoculazione di sangue, anche se ne l e&ngue prelevato sia. negativa. la ricerca dei parassiti. La conferenza ha suscitato un vivo interesse in tutti gli ufficiali m edici presenti che in seguito ad invito del direttore, t enente colonnello medico RoBERTO
LANDIUANI hanno espresso sull'argomento considerazioni personali. Tra gli altri il tenente colonnello medico prof. PAOLO Ro:MliY ba chiesto la pa.r ola per comunicare un fatto osservato nel gabinetto batteriologico dell'ospedale militare, e cioè: durante la stagione invernale, in molti casi di infezione maJarica clinicamente tipica, compre~o il carattere di essere interrotta con la chinina., l'esame del sangue d egli infermi, più volte ripetuto, ha dato risultato negativo per la. ricerca del parassita malarico.
T enente medico CosiHo MA.xu: ValtAtazione dell'attitudine fi8ica e psichica del militare agli uercizi BpOrtivi, in ba8e a criteri costituzionalistici e (fSiologici. L'O. dopo avere accennato all'imp<>rlsnza che hanno gli esercizi di educazione fisica per l'addestramento d e l soldato, prende in esam e le deficienze che di volta in volta si presentano all'osservazione del medico d el reggimento fra i soggetti che vengono sottoposti ad uno sforzo superiore alla loro capacità. Mette in rilievo le difficoltà che si incontrano nel valutare l'attitudine dei vari soggetti a fare dell'educazione fisica, difficoltà inerenti sopratutto al m etodo che si è cost.r etti a seguire nell'arruolamento ed alla mancanza dei mezzi pratici di esame fatto con metodo fi siologico. Espone quindi il concetto attuale sulle costituzioni organiche, descrivendo i caratteri morfogenetici dei vari tipi ed il diverso modo di reazione di ciascuno di fronte allo sforzo fisico. Parla d etta-gliatamente del meccanismo con cui si compie l'allenamento fisio· ogico e dei danni organici che si verifi~eno, sopratutto fra la massa delle reclute, quando l 'allenamento sia stato irrazionale e mal condotto. Si occupa inoltre della valutazione della quota psichica. del militare basandosi sui moderni concetti costituzionalistici e sopratutto sullo studio del tempera· mento e del carattere del soggetto.' Esprime l'utilità di selezionare la massa delle reclute in gruppi differenti a seconda della. maggiore o minore robustezza fisica di eese e di allenarle in maniera graduale e con una progressione differente di esercizi, in modo da poter ottenere da tutti il miglior rendimento senza. subime a.lcun denno. Conclude infine auspicando che questo concetto possa essere accolto ed at· tuato dagli organi di comando e sopratutto dagli 1istruttori, e che da parte di ogni medico militare venga seguito tale indirizzo, in modo da poter giungere ad una selezione rapida ed accurata, a.ttraverso una. diligente osservazione dei soggetti, COJldotta sopratutto con metodo fisiologico e moriologico. -
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Tenente medico MICHELE MoNGILLO: 'Le moderne cognizioni BUlla ttdlercolotti, importanza della dìagnoeì di probabilità nelle reclute, crireri 8U cui debba ba8artti.
Tenente chimico farmacista MARI.o SAIA.: Vitamine ed avitaminotti. L'O. ricorda come alcune malattie umane conosciute e descritte da parecchi secoli, dai clinici (xeroftalmia, scorbuto. rachitismo, beri .beri, pellagra) desolavano vari popoli, malgrado gli sforzi per conoscerne l'etiologia misteriosa. -
Espone in maniera chiara e concisa come si arrivò alla nozione della. presenza necessaria, nel regime alimentare, di certe sostanze chimiche, la maggior parte mal definite, agenti a dosi infìnitesime ed indispensabili ai fenomeni vitali. Fa intravedere che la lista di queste sostanze specifiche, dette fattori di ere· soenza o vitamine, è ben lungi dall'esse re chiusa, e come l'avvenire ci possa riser· vare preziose sorprese. Ricorda i vari metodi di dosaggio, le numerose prove fisiologiche e le maniere migliori per effettuarle.
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Tratta dettagliatamente tutte le nozioni chimiche, fisiche, biologiche di dette sostanze e dei m ezzi che il biologo mette in opera per far cessare un'avitaminosi o per impedirne lo sviluppo. Elenca. le sorgenti di questi fattori, le operazioni chimiche più importanti per ricavare i principi attivi, le varie caratteristiche cromatiche. · Accenna, infine, come un giorno sarà possibile sostituire una reazione chimica colorata, che può eseguirsi in pochi minuti, alle prove biologiche sull'animale, sempre d e licate, richied enti generalmente parecchie settimane di tempo.
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CONTEBENZE E DIMOSTRAZIONI CLINICHE ECC.
Maggiore medico ENRICO LOMBABDI: Leishmaniosi.
L'O. prendendo motivo da un caso sospetto di leishmaniosi cutanea. in un soldato, parla de lle le ishmaniosi, importante capitolo di patologia, che segna pe r le scuole mediche italiane una giusta e m eritata ragione di gloria. Dopo averne fatta la storia, accennando agli studi di Cardarelli, F ede, Piane11e, Gabbi ed altri, tratta d el parassita scoperto dal Leishmann, descrivendone le caratteristiche morfologiche, culturali e di colorazione, parla del periodo d 'incubazione della malattia, d elle lesioni anatomopatologiche, accenna agli animali recettivi ed all'agente t rusmettito1-e, sofiermandosi poi in particolar modo sulla sintomatologia d e lle due forme di leishmaniosi, interna ed esterna, e facendone la diagnosi differenziale con altre affezioni a caratteri simili. Suddivide le leishmaniosi inte rne in: a) leishmaniosi splenica. tropicale o kalaazar indiana, b) leishmaniosi splenica. infantile o kala-azar m editerranea e le lei· shmaniosi esterne in: a) leishmaniosi cutaneo., o tropica. o foruncolosa, b) leishmaniosi muco-cutanea o americana. Dopo essersi trattenuto in modo particolare sul bottone d'Oriente, che differenzia do. tutti gli altri granulomi, dovuti all'alterata attività protettiva-riparatrice d e l sistema reticolo-endotelia.le e cioè dal lepromo., sifiloma, actinomicoma, lupus e dall'epitelioma, accenna alla guarigione spontaneo. ed alla. immunità. che ne residua. Chiude infine parlando della cura che è merito degli italiani di Cristina e Caronia, i quali hanno trovato, sin do.! 1915, nell'antimonio, il rimedio specifico delle leisbmaniosi. Prendono la parola i maggiori medici GoNFALONE e ANOELILLO, il sottotenente modico TATONE e il ten ente colonne llo m edico PtTRELLI, a cui ri ~ponde l' O. In fine di seduta il tenente colonnello m edico direttore F ABRIZI riepilcga la discussione , ne traccia le conclusioni e fissa. le direttive per lo. d eteiminazione d ella diagnosi d e l caso in osame. GENOVA.- Primo capitano medico PAoLO DE PAOLI: La tubercolosi neU'Eaercflo.
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L'O. prende in considerazione la diffusione della tube rcolo11i nel nost10 E !Oercito nel periodo antebeUico, nel periodo d ella guerra ed in quello !1uccessh·o, E'd i dati re lativi vengono posti in confronto con quelli che riguardano la popolazione civile dai 20 ai 30 anni e gli eserciti d elle principali nazioni d e l mondo. Ne ri· sulta la posizione di relativo vantaggio in cui viene a trovarsi il nostro Esercito, ma occorre altresl tener conto che una parte dei soggetti eliminati per pleurite e deperimento organico potrebbero dal lato etiologico gravare sulla morbilità tube rcolare. Dallo studio dell'etiologia. della malattia ed ancor più della sua patogenesi nei confronti del particolare ambiente militare, l'O. trae come logica conseguenza i principali mezzi di lotta antitubercolare nell'Esercito, che comprendono: l'accurata selezione in occasione dell'arruolamento, servendosi con larghezza, e specie nei militari di carriera, del criterio radiologico, onde evitare di incorporare indid ivui già malati od in procinto di esserlo; l'allontanamento più precoce possibile dai Corpi dei malati o sospetti, onde evitare contagi e mettere in opera tempesti· vamente le opportw1e cure; la diminuzione d elle cause predisponenti alle mafattie, rappresentate in prima linea dagli strapazzi fisici; l'aumento delle resistenze or-
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OONJ'ERENZB B DDf08TBA.ZIONl CLINICHE ECC.
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ganiche generiche, ottenuto colla. vita. all'aperto e colla ginnastica militare e l'et~en· tuale aumento delle resistenze organiche specifìche ottenute a mezzo della. vaccinazione preventiva. Inoltre l'O. tratta. dei rapporti che intercorrono fra l'assistenza. antitubercolare nell'Esercito e quella. della. popolazione civile svolta. fra l'Istituto Nazionale Fa· sciata. di Previdenza. Sociale e dai Consorzi Provincia.li antitubercolari. Mette in evidenza le funzioni del Sanatorio militare di Anzio: curative, di rieducazione al lavoro e d idattiche. Illustra gli ecopi, il modo di funzionare ed i risultati delle Colonie Marine militari ed infìne tratta. del compito dei reparti di a ccertamento diagnostico, che rappresentano il vero fulcro della difera. antitubercolare dell'Esercito. Maggiore medico CEBAB.E IMPERIALE: Servizio sanitario in guerra e criteri mcderni sul trattamento dei feriti C1'anici, osteo-articolari e cavitari. Viene dapprima descritto succintamente il funzionamento del Servizio sani· ta.rio in guerra e la costituzione organica. delle unità sanitarie che vi provvedono. Successivamente, parlando del trattamento dei feriti cranici, si accenna ai metodi diagnostici di recente introdotti nell'uso della chirurgia cranica. (encefalografìa ed arteriogra.fìa cerebrale) ed al nuovo intervento chirurgico proposto per combattere i fenomeni di compressione cerebrale (operazione di Odis). -
Cil'CQ le ferite osteo-articolari, viene ricordato come attualmente la trazione
sulle ossa lunghe sia eseguita di preferenza. colla presa diretta. sullo scheletro mediante chiodi e fìli metallici; come nelle fratture esposte ed infette si usi appli • care la Ca.rrel praticando irrigazione discontinua con alcool a 75o; come in fatto di fratture esposte - anche nella pratica civile - si cominci a not.are una certa. evoluzione verso i metodi sullo. sterilizzazione meccanica delle ferite e sulla sutura primaria. Quanto alle ferite toraciche, vien notato come nessuna. novità terapeutica sia stata. escogitata. nel dopo guerra. Si accenna alle acquisizioni fatte durante l~ grande guerra: lavaggio della pleura; pneumotorace emostatico; apparecchio ad aria. compressa per evitare il collasso polmonare durante gli interventi su questo viscere; camera di depressione di Sauerbruch. . . Vengono da ultimo prese in esame le ferite addominali. Si ricorda. come 1 C?ncetti astensionistici dominassero ancora nel primo periodo della grande guerra. 81 parla. della sindrome pareperitoneale e delle ferite penetranti semplici dell'ad· dome. Si conclude rilevando come l'astensionismo eia contrario alla verità chjrur· gica ed alla. verità ana.tomo-patologica; premettendo tuttavia che gli interventi sugli addominali debbono essere eseguiti per mano.di abili chirurghi ed in ambienti perfettamente attrezzati.· - Sottotenente medico GIACINTO MAGLIOZZI: Igùne militare in pace e in guerra. GoRIZIA. -
Sottotenente medico VITO GRILLO: Caso clinico di frauura della tibia
e perone gamba B. al 30 medio, con distacco di un frammento osseo della tube-
rosità anteriore della tibia e deviazione angolare a vertice anteriore, per torsione dell'arto, in seguito a caduta. accidentale. - Primo capitano medico DOMENICO LIBTA: Caso clinico di ferita da taglio alla regione frcmto-parietale con frattura del BincVpiù ed accavallamento dei tavolati 038eÌ per caduta. accidentale e conseguente urto diretto della testa contro una roccia. - Caso di ~lusia motoria m.<wùlle, in soggetto con ta.re cranio-cerebrali, in parte congenite in parte acquisite. - Caso di enti di frattura della ba8e del C1'anio, consistenti in paresi motori.a dell'arto supe?ore sinistro, atrofia del nervo ottico e diminuzione del visus O. D. - Maggiore medico GIORGI O S.aooo.MANI: Caso di sifilide primaria con eifiloma -e a.d~nopatia satellite in atto, complicato a manifestazione precoce preroeeolica (flebtte della sa.fena esterna di sinistra.).
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CONFERENZE E DIMOSTRAZIONI CLI~,CHE ECO.
- Caso di influ~nza con iperpiressia, complicato a grave staW delirante e ad enuturia, sin:lroms che è a cdata a p oco a p oco eiltinguendosi, dalla. ca.duta. della febbr e, avvenuta per lisi. LIVORNO. - T.m~ nt3 colonnello m edico ALESSANDRO ABATE: Of'àinamento generale del S!lrvizio sanitario in guerra, secondo le nuove norme. MmssrNA. - Tenente colonnello medico SANTI BRIGUGLIO: Apprezzamellto della efficienza cardio-circolatoria in medicina legale militare. L' O. studia i criteri di apprezzamento dell'efficienza cardio-vascolare nel loro .'lignificato clinico in rapporto alla pratica. medico-legale militare, raggruppandoli nel modo seguente: l) i disturbi subiettivi allegati dal paziento, 2) modifica.· zioni del ritmo cardiaco, 3) caratteri del polso allo stato di riposo e sotto l'in· fluenza. dello sforzo, 4) mo:iifìcazioni della pressione sanguigna, 5) modifica.zioni del respiro, 6) alterazioni di posizione di forma. e divolumedelmiocardio, 7) alterazioni acustiche, 8) alterazioni del circolo viscerale e periferico.
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Premette un rapido cenno sull'esclusione del concetto di cardiopatia. in rap-
porto alla capacità funzionale del cuore, svolge l'importanza d ello studio preliminare della costituzione, del metodo di cura, dei precedenti anamnestici, delle abitudini di vita, del genere abituale di lavoro e d elle influenze psichiche. Tratta quindi in particolare dei singoli criteri di apprezza.mentò, facendone una. discUS.'lione clinica, con speciale riguardo al concetto patogenetico per formulare il relativo giudizio medico-legale. NAPOLI. -Maggiore medico prof. GIACINTO Fmx.sANI: Le infezioni acute del nevrasse. L'O. ha. innanzi tutto chiarito i concetti informatori che hanno inspirate le più r ecenti classifiche sulle infezioni acute del n.evrasse mettendo in rilievo la loro inevitabile incompletezza, derivata da orientamenti dottrinarii sulla etiopatogenesi da virus unico, o da virus plurimi, e sul meccanismo specifico o aspecifico, ~ttivatore in senso lato. Ha contestata. altresl la tendenza ingiustificata di escludere dal gruppo di tali at!ezioni quadri morbosi che solo clinicamente hanno l'apparenza di meta.stasi a carico del nevrasse, mentre presentano un complesso similare anatomo ed iatopatologico. L'O. dopo aver passato in rassegna i complessi clinici più frequenti e più noti (enCJefa.lite letargica., morbillosa., scarlattinosa., difterica, vaiuolosa., da pertosse, vacoinica., eco.), considerati come qua.dri morbosi primarii o derivati, ed averli illustrati nelle loro caratteristiche differenziali cliniche, anatomo ed istopatologiolle, ha analizzato lo stato epidemiologico di tale gruppo, e specialmente d ella encefalite vaccinica, sia. per trame argomento di identificazione specifica, sia per discriminare le argomentazioni più di.f!use sulla unicità del virus responsabile di questo vasto gruppo di encefaliti, contrastando tale assolutismo etiologico, che per lo meno allo stato attuale delle conoscenze, non è convalidato, sopratutto dalle caratteristiche epidemiologiche e cliniche. Infine, considerato lo scarso numero dei colpiti, la loro distribuzione geogra· fica, il decorso clinico della encefalite cosi detta post-vaccinica, conclude che deve ritenersi qua.n.to m~no esagerato l'allarme che in qualche consesso scientifico estero si & adombrato contro la va.ccinazione jenneriana, la cui eflica.cia ed inn.ocuità collettiva ed individuale è ormai conclamata anche statisticamente. PADOVA. -
Maggiore medico GIUSEPPE BuGLIA.RI: La tef'apia chirurgù;a della
ulcef'a duodenale.
- Primo capitano medico GuSTAvo DE C.AALI: M erodi di esame raàWlogico dei reni. Presentazùme di raàiogrammi•
CONFERENZE E DIMOS'I'RAZIOOI CLINICHE ECO.
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- Maggiore medico ALFREDO MANFREDI: Presentazione ed illustrazione di un caso clinico di 8Cler08i e cirroBi deL polmone da cortico-pleurite. - Primo capitano medico GIACOMO MAZZENGA: Vari metodi di arricchimento di materiale tubercoLare per la ricerca del bacillo di Koch, con particolare riguardo all'arricchimento biologico. Vari metodi di inoculazùme negli animali da esperimento. -Maggiore medico FluNOEsCO·-MIGNEMI: Presenta un caso di ulceri muUiple moUi con atùnite inguinale IIWJ'YPUrata. Mette in rilievo i benèfici effetti del vaccino sul processo morboso che aveva assunto carattere fagedenico. Ha usato il Dmelcos dell'Istituto sieroterapico milanese, per via endomuscolare, con reazione generale assai modica.. -
Maggiore medico VINCENZO MoNTELEONE: La dietoterapia nel diabete mellito.
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Un ca.so di cirroBi epatica.
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Tenente colonnello medico GIUSEPPE SINGLITICo: Un caso di epididimite
806petta tbc.
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Un caso di colecistite. Diagnosi d ifferenziale.
PALERMO.- Tenente medico VINCENZO NuSDEO: Le aUerazioni della funzicmalità Uroidea con parllicoLare riguardo al m.orbo di Basedow. L'O. espone le importanti funzioni, che la ghiandola. tiroide esplica su tutti i normali processi biologici organici, intrattenendosi sopratutto a considerare le numerose correlazioni con le altre ghiandole endocrine e l'azione sul sistema vegetativo, molto complessa in quanto si esplica su tutte e due le sezioni del sistema e cioè sul simpatico e sul parasimpatico; ciò che d'altra parte non deve meravigliare, E_lssendo ormai superata. la concezione dell'antagonismo funzionale di Eppingher ed Hess. Passa poi a considera.r e gli stati di iper-ed ipotiroidismo. Entrando nel campo della patologia., tratta. i vari quadri di i p<>- e di atiroidismo, che si tende ora a raggruppare in un grande capitolo, in quanto da riportare tutti allo stesso agente etiologico (fattore endemico non esattamente noto nella sua. essenza ma sicuramente esistente) e che si manifestano con un certo polimorfìsmo clinico, a seconda della. gravità della forma e dell'età in cui il soggetto è colpito. Infine si sofferma particolarmente sul morbo di Basedow. Sostiene come questo sia do. considerarsi una disfunzione e non una i perfunzione della glandola, riportandosi sopratutto allo alterazioni istologiche, neoplastiformi, dell'epitelio delle vescicole glandolari; tra i fattori etiologici ritenuti responsabili della sindrome prende sopratutto in consideraz.i one quello nervoso e psichico; infine illustra i sintomi della malattia, tra cui importanti a ricercarsi, nelle forme iniziali, queJli tireotossici; tremori accentuati, disordini psichici, metabolismo basale aumentato, tachica.rdia; mentre quelli fisici: esoftalmo, gozzo, si manifestano soltanto nelle forme avanzate. Presenta alla fine un caso clinico in persona di un carabiniere, ricoverato i n ospedale per deperimento organico, che presenta ta.chicardia. (110), tremore, sintomo di Graefe, metabolismo aumentato, disturbi nervosi, che portano alla diagnosi di Ba.sedow. Tenente medico LUIGI SAVI:No: Le_ferite oeteo-arllicoLari infette. L'O. passa in rassegna i vari agenti provocanti le ferite articolari e ne espone l'anatomia patologica ed i mezzi diagnostici pià sicuri. S'intrattiene detta.gli~tta. mente sulla prognosi, che varia a seconda del tipo, della natura e della violenza dell'agente vulnerante, nonchè delle condizioni peculiari in cui esso ha agito. Accenna alle complicanze infettive, con particolare riguardo alla aintoma~logia? pat.oge,nesi d?lle yari~ a.rtrosinoviti secondarie, seguendo t~tta. una scala di graVItà: dali a.rtrosmov1te s1erosa. alle forme settiche ed anaerobiche. Passando alla cura, enumera le varie provvidenze terapeutiche a seconda della articolazione -
CONJ'ERENZB E DIMOSTRAZIONI OLINICBE ECC.
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colpita e dell'entità. della lesione e accenna ai mezzi coi quali il chirurgo può tentare di evitare l'infezione, nonchè al modo come deve comportarsi di fronte alle artrosìnoviti secondarie. Parla. della sterilizzazione mecc'..anica di guerTa, in quanto questo processo sia applicabile alle articolazioni, nonchè dei vari processi di artrotomia. e resezione e conclude dicendo che le amputazioni devono essere sempre considerate quale ultima ratio. PERuou.. -Tenente medico ENRICO CANCELLO'ri'I: lntradermo-reazione con estratti ormonici. L'O., riferendosi ad alcune esperienze che sono già state iniziate nella clinica m adica dell'Università. di Perugia riguardanti le intradermo-reazioni con estratti ormonici alla L eone in conigU normali e in stato di alterato equilibrio ormonico, mette in chiaro le seguenti conclusioni: Io modificando l'equilibrio ormonico1di un coniglio, le intradermo-rea.zioni con estratti di ghiandole endocrine, subiscono delle modificazioni quantitative corrispondenti alla a.ssenza o all'arricchimento dell'ormone nell'organismo; 2° sebbene si debba riconoscere che nell'uomo i vari quadri endocrinopatici sono infinitamente più complessi dei quadri provocati artificialmente negli animali, tuttavia è confermato i l valore che tali intradermo-reazioni possono avere nell'uomo.
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Tenente colonnello medico Iomo FoRTI: La diagnoft precoce della tubercolo8i polmonare sec<mdc le moderne vedute. Applicazioni nella pratica medicolegale militare.
RoMA. -
L'O., basandosi sull'esperienza di 18 anni di servizio, in qualità di direttore nel reparto di aooertamento diagnostico per la tubercolosi dell'ospedale militare di Rom~. sottopone ad uno studio sistematico ed esauriente la fenomenologia i niziale della tubercolosi polmonare, passando in rassegna e va.g1iando esattamente la va.lorizzabili tà di dettaglio di ognuno dei sintomi noti. Muove degli appunti critici all'attuale errata interpretazione dell'articolo 11 El. A, relativo a l provvedimento medico-legale richiesto per la tubercolosi polmona.re aooertata in ospedale militare, esponendo la diversa applicazione che, a suo parere, dovrebbe essere data. a. tale articolo uniformandosi, cosi, a quanto Io spi· rito preventivo e lungimirante del legislatore ha voluto sancire nel n. 5 delle avvertenze generali dell'Elenco citato. Acoenna alla possibilità di utilizzare, nell'interesse delJa Nazione e della razza, l'ambiente rnilibre, in unione alle altre organizzazioni del Regime per la lotta ad oltranza contro la tubercolosi che l'O. vorrebbe basata su tre elementi cardinali: Opera Maternità ed Infanzia, Opera Nazionale Balilla, Esercito. Conclude insistendo nella utilità di questo nuovo indirizzo alla lotta contro la tubercolosi nell'Esercito, perchè solo in tal modo la sorveglianza sovrana dello Stato potrebbe aooompa.gnare l'individuo dalla nascita all'età adulta e cioè per tutto il periodo pericoloso di infezione e reinfezione tubercolare. -
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capitano medico prof. CoRRA.DINO GIACOBBE: L'ane8tuia generale
per ma endooeno8a.
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Dopo una rapida rassegna degli esperimenti e delle applicazioni in clinica dell'anestesia. generale a.ll'evipan tJOdico, l'O. - in base anche all'esperienza. per· sonale - ritiene che il metodo possa particolarmente applicarsi in interventi di breve durata.. (v. fase. 3, marzo c. a., di questo Giornale, pagg. 274·276). -
Tenente colonnello medico ANTONIO TuB.n.I.x: Un caso di pericardit-6 con di-
fetto di 8intomi 80ggdtivi.
L'O. analizza i fenomeni peroussori ed ascoltatori ed il referto ra.diologico del caso; discute con accurata disamina la diagnosi differenziale clinica ed etiologica ed accenna infine al provvedimento medico-legale.
OONl!'ERENZE E DlMOSTR.UYONI OLTNIOHE ECC.
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UDINE. - Primo capitano medico CARLO CA.LIGARIS: La deviazione del compie· m.ento. Tecnica della R. WC18aermann. Esercitazione pra.tica. - Primo capitano medico FRANCEsco CoLA: Un caso di cisti del solco glo8aoepiglottico. Particolari clinici in relazione alla sede anatomica e alla grandezza del tumore. Illustrazione della patogonosi. Evoluzione. Diagnosi differenziale. Trattamento chirurgico praticato. - Tenente colonnello SAVERIO CURCIO: Tra.l.t•J,zione m edico-legale di un caso di postumi di gonartrite traumatica acquisita da servizio. Esame obbiettivo metodico della r egione. Rilievo comparativo delle alterazioni anatomo-fw1Zionali attuali, seguite a quelle prodottesi all'atto del trauma. Dimostrazione ed illustrazione delle radiografie dei due tempi. Interpretazione pa.togonetica delle lesioni. Considerazioni anatomo-patologiche sulla ulteriore evoluzione dei reliqua.ti in rapporto alla entità. della minorazione residua.ta. Giudizio medico-legale ed applicazione delle tabelle di pensione. - Primo capitano medico ANTONro FARAONE: Un ml.SO di epilessia post-traumatica a sindrome affettiva del Bratz in ex militare operato di orchiectomia bilaterale. Patogenesi. nei rapporti col trauma {f.a.f. riportata in guerra alla regione genitale) e coll'intervento chirurgico consecutivo. Sintomatologia. Diagnosi diffe· renzia.le tra l'epilessia e.~nziale, la epilessia traumatica propriamente detta e le altre forme epilettico-simili. Terapia. - Un caso di tabe11 con disturbi paichici. Tra.ttasi di ex militare, il quale con la classica tria.de caratteristica (We.'!tphal, Romberg, Argyii-Robertson) e con altri sintomi della tabe dorsale: dolori folgoranti, ipotonia. muscolare, ipoalgesia ed ipo3tereognosia, abolizione d el riflesso oculo-cardiaco, ecc., ha manifestato anche spunti deliranti a tinta persecutoria. Si richiama l'attenzione sui disturbi mentali nella tabe, sui quali proprio di recenr.e ha insistito il prof. CoLELLA, che ha già
magistmlmente ed Bmpu~mente trottato tale argomento in una sua memoria
c sulla patogenesi delle atrofie muscolari e dei disturbi psichici nella tabe dorsale •· - Primo capjtano F'BA.NOESOO MASSIMO: Un caso di peritonite acuta da appendicite necrotica perforata, con sintoma.tologia poco chiara e non corrispondente alle gravi lesioni anatomo-patologiche, riscontrate al letto chirurgico. Considerazioni sulla differenza tra la. diagnosi clinica e quella operatoria. - Appendicite acuta ed appendicite cronica. Sintomatologia. Indicazione dell'intervento d'urgenza. Tecnica operatoria. - Un caso d i frattura comminuta della rotula con notevole emartro, complicata con la frattura delle ossa della gamba. Meccanismo di produzione. Sintomatologia e diagnosi. Trattamento curativo per via cruenta. Artrotomia, sutura dei fram· menti rotulei. - Un caso di ulcera iuxtapilorica resistente alla terapia medicamentosa. Fatogenesi. Sintom9.tologia. Diagnoi!i differenziale. Descrizione dei vari metodi operativi con particolare riguardo a quello praticato (gastroentorostomia posteriore transmesocolica ). - Maggiore medico PA.SQUALINO SANTOLI: Uo caso di broncopolmonite con raro complesso sintomatico. - Un caso di cardiopatia con fenomeni di scompeMo acuto, da insufficienza mio·
ccmlica. - Meningite tubercolare in soggetto affetto da poliaier08ite. Dimostrazione del caso e dell'esito delle prove di gabinetto ed esami speciali. Diagnosi di.fferei1Ziale. - Maggiore medico AI.rmmo VIGGIANO: Illustrazione delle Awertenu dello elenco infermità e commento ad alcuni articoli dell'elenco stesso con dimostrazioni pratiche di casi clinici.
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CON'P'ERENZE E DIMOSTRAZIONI CLINICHE ECO.
:Maggiore medico AUGUSTO DAL CoLLO: M etodi di laboratario per la diagnoBi di tubercol08i.
VERONA. -
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Primo capitano medico DoMENico LoNoo: Tunwre cerebrale. In un soggetto di 32 anni con anamnesi remota. del tutto negativa. si istituiscono in maniera piuttosto rapida dei sintomi di obnubilazione psichica che cominciano con bizzarrie del contegno, cambiamento di carattere e progressivamente aumentano fino a. dare uno stupore profondo con i n differenza completa. Si rendono quindi evidenti disturbi dell'andat\na (bf!Icollamento). Esame neurologico: N essuna lesione dei nervi cranici; paralisi spo.stica dell'arto superiore e inferiore destro con iperreflettività tendinea e clono del piede. A sinistra i movimenti attivi degli arti sono possibili, ma incompleti e si ba iperrefiettività tendinea. Il fenomeno di Babinski si provoca talvolta a destra. Mai fenomeni di irritazione corticale. Il p. non parla, ma comprende il significato delle parole. Dato lo stato psichico, non si può procedere a un buon esame della sensibilità e dei sensi specifici; si può soltanto dire che il dolore è percepito in tutti i punti. Nell'ultimo mese di malattia compare vomito a. spruzZJ, perdita di urine, il ]pOlso si fa piccolo e frequente, si ba febbre di modico grado continua, remittente. · Esame <kl fO'I'Ido dell'occhio: Papilla da stesi. Puntura l<nnbare: In decubito supino sul fìancd destro; pressione iniziale 80 e dopo estrazione di cm. 6 di liquor, pressione futale IO (Claude). Oltre la rapida. caduta della pressione, s:i nota. dissociazionea.Jbumino-citologica e R. W. negativa. Sangue: R. W. negativa. Leucociti 11.000 con formula normale. E ssendo in presenza. di una sindrome di ipertensione intracran.i ca, l' O. tTatta anzitutto della diagnosi generica di tumore cerebrale, eeclude la meningite sierosa, l'ascesso cerebrale ed ammette un vero e proprio tumore. Molto difficile loca.lizza.rlo per insufficienza. di dati anamnestici, per la mancanza di alcuni esami (campo visivo, sensibilità, ecc.). Molto arduo assegnare un giusto valore ai sintomi psicbici che sembrano aver valore localizzato. La bilateralità dei sintomi motori a carico degli a,rti e l'integrità dei n ervi cranici fa. pensa.re ad un.a sede profonda, anteriore e mediana. Essendo più intensi i sintomi a carico degli arti di destra, tanto da costiuùre una vera e propria paralisi, bisogna pensare ad una maggiore compromissione della parte profonda. dell'emisfero sinistro. Epù;ri8i: Il p. venne a morte ed alla necroscopia il tumore emergeva dalla. scissura. di Silvio. di sinistra, interessando la zona dello spazio perforato anteriore ed infiltrandosi in profondità nell'emisfero sinistro. Dall'esame istologìco eseguito n ell'Istituto di Anatomia. patologica di Padova è risultato trattarsi di glioma.
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NOTIZIE campagne nazionali antitubercolari. . . . Raccooli~tldo tutte l~ energie, vertuiorwnào inceesantem~nte il metodo ài combattim1!11lo e 1l01'1atl-do nella lotta molto et~ltiBiaMIW, spirito di decisione, tlOi
teroore,
siamo Bicuri di ttinCI!rt la tubercolosi. . . perchè il VOPOlo italimw 11U0le easere sano, perchè ~ole andare alta voten· za e alla gloria. ldOSSOLINI.
Siamo alla IV Campagna anti tubercolare. Il risultato delle prime tre campagne, degli anni IX-XI, è consacrato in una poderosa relazione della Federazione Nazionale ja8Ciata per la lotta contro la tubercolosi che costituisce, insieme, un avvenimento librario di straordinario interesse ed una palpitante documentazione delle geniali iniziative e della complessa organizzazione con cui si è giunti a conquiste sempre più notevoli, chiamando tutto il popolo italiano a contribuire con crescente fervore alla santa crociata, che è voluta dal Duce ed è condotta nel suo Nome. Il libro, di grande formato, è di circa trecento pagine e si allontana da qualsiasi tipo delle normali edizioni. È tutto pervaso, nella ricchissima artistica iconografia, nei grafici, negli articoli, in tutta la sua veste come in ogni parte del suo sostanzioso contenuto, di quell'onda di poesia e di quel superiore spirito di bene che ci affratella i n questa magnanima lo l ta per la redenzione della nostra stirpe dal più funesto flagello dell'umanità.. Fuori testo è il ritratto del Duce dedicato alla. Federazione a con sicuro auspicio •; nella. prima pagina sono riprodotte in autografo le parole che scolpiscono, nella forma del Suo genio, gl'intendimenti del Regime per questa generosa impresa nazionale: «Lo spirito pubblico, che comprende la. estrema importanza e la vastità. del problem~ segue con interesse e con fiducia l'opera del Governo Fascista che ha posto l a fotta contro la tubercolosi fra gli obiettivi fondamentali delle sue attività. « Occorre che scienziati, legislatori, filantropi costituiscano una specie di frrmte unico per cond\llTQ a vittoriosa fine la grande battaglia ». In una concisa ed efficace ricapitolazione del Presidente, S. E. Raffaele Paolucci, sono esposte le cifre che segnano lo sviluppo ascensionale delle Campagne: 7 miHoni e mezzo di Ure nell'anno IX, undici milioni n e!J'anno X, 13 milioni e trecentoduemila nell'anno XI. La. relazione è presentata. dal Segretario generale, prof. Becchetti che vi ha tra.sfuso tuttal'inesausta passione e la multiforme prodigiosa attività. con cui serve, in ispir,~ta. esaltazione, il suo nobilissimo mandato. I successi del pas>nto si continuano nella Campagna dell'anno XII, preparata con rinnovato ardore, e non occorre ripetere le ampie cronache della m emoranda adunata tenuta. in Roma. al Teatro Reale dell'opera, ove ill4 aprile, alla presenza. di un gremito pubblico elettissimo, per la travolgente eloquen7.a dell'on. Cappa e in un magico spettacolo d'arte è stata degnamente celebrata la Vigilia doHa. c Giornata delle due Croci •, che ancora una. volta ha riunito con unanime consenso tutta Italia in un commosso slancio di carità. e di fede. Come è noto, la c Giornata», per volere del Capo d<> l Governo, ha abbinato le manif~tazioni prima. organizzate ogni anno seya.ratamente dalla F ederazioné e dalla Croce Rossa Italiana e si è così dato iniZio alla IV Campagna Nazionale per il francobollo antitubercolare chiudilettera che si protrarrà fino al lO maggio.
Colonte marine e montane per i figli degli uUiclali e sottumcfalf. · . Con le somme ero~ate dall'Unione Militare per opere assistenziali, S. E. il Capo de) Governo ha d!Sposto che siano istituite, a cominciare dal corrente anno, ~lonie marine e montane per i figli degli ufficiali e sottufficiali, in seryizio, delle Fc::>r~ armate dello Stato. •
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NO'l'IZIE
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Per quest'anno sono stati assegnati (eire. 5247, Gabinetto, del 20 marzo e 071-B, Direzione generale Sanità militare, del 28 marzo u. s., dirette ai Comandi <li Corpi d'armata e di I sole) 317 posti per i figli degli ufficiali (grado <li maggiore incluso) e sottufficiali del R. Esercito; 133 posti sono riservati alle altre Forze armate. Le colonie inizieranno H loro funzionamento il l 0 luglio e avranno la durata di 30 giorni. Vi saranno ammessi fanciulli dai 7 ai 12 anni , scelti, con visite di uffi. ciali medici, fra quelli riconosciuti più bisognevoli per gracile costituzione, anemia. linfatismo ecc. Si cercherà di soddisfare i desideri delle famiglie per assegnazioni a. colonie possibilmente vicine alle loro residenze.
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Caricamento del treno attrezzato per 11 trasporto dei feriti e malati (mod. t 933).
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Dal Giornale militare ufficiale, dispensa 14" c. a. Circolare n. 214 (Direzione generale <li sanità militare) 22 marzo 1934-XII.
È stato pubblicato lo specchio n. 9: « Caricamento del treno attrezzato per il trasporto di feriti e malati (modello 1933) »edizione 1934-XII. Sarà diramato a cura~ dell'ufficio pubblicazioni militari in base ad apposito elenco. Lo specchio è inserito nell'c Elenco delle pubblicazioni militari in vigore per il R. esercito» parte Il: servizio sanitario militare, pag. 147, dove si dovrà cancellare l'annotazione « in corso di compilazione », aggiungendo i seguenti dati: numero categorico 2667, edizione 1934, prezzo lire 4. IL SottoBegretario t:Ei Sw.to: BAIBTBocmn.
Manuale del medicamenti - Volume I. Dal Giornale militare ufficiale, dispensa 17", 13 aprile 1934-XII. Circolare n. 265 (Direzione generale di sanità militare) 12 aprile 1934-XU.
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~ stato pubblicato il «Manuale dei m edicamenti, vol. I». Ediz. 1933-XI. L 'ufficio pubblicazioni militari di questo Ministero ne curerà la distribu· zione agli enti indicati nell'elenco San. 3 della. circolare n. 126 del Giornale militare 1931. La pubblicazione sarà. inserita. nell'elenco delle pubblicazioni militari in vigore per il R. esercito: Parte II · Servizio sanitario milit.a.r e, pag. 145, numero categorico 2629. Edi:~;ione 1933 - prezzo L . 20. Essa. sostituisce l'analogo manu!\le (edizione 1916) riportato nel .suddetto elenco a. pag. 143, numero categorico 689• Il Sottosegretario di Staro: BAisTRoccm.
Fadlltazlonl per cure salsoiodlche nelle RR. terme di Salsomaggiore. Come nell'anno ~sa.to, anche per la proEsima stagione estivo-autunnale eono state concordate con le RR. terme d1 Salsomaggiore facilitazioni per il personale dell'Amministrazione della guerra, negli alberghi termali c Edoardo Porro» e • Giovanrù Va.lentini •, a turni fissi dì quindi ci giorni ciaBCuno. Le condizioni convenute sono riportate n ella circolare n. 249 (Direzione generale di Mnità militare) Giornale m ilitare ufficiale 6 aprile c. a.
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umcJaU In s. p. e. del Corpo sanitario ammessi agli esami per l'avanzamento a seelta racoltatiVL
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Con circolare, n. 224 del Giornale militare uf!i.ciak del 30 marzo 1934-Xll, disp. Hi", i seguenti ufficiali in s. p. e. del Corpo sanitario sono ammessi e. sostenere gli esami per l'iscrizione aul quadro d'avanzamento a scelta facoltativa per l'anno 1934:
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NOTIZIE
maggiore medico Cassinis Ugo; maggiore chimico-farmacista Lombardi Manlio; primi capitani medici Bertolucci Gino, Spa,gnuolo Vigorita Nicola, P ecorario Raffaele, Ricci Antonio, Bucci Pasquale, Massimo Francesco, P ecorel1a Giovunni. Belisario Giulio, Guido Giovanni, Squillacioti Raffaele, Trepiccioni Emanueltltt Virgilio Sa.verio, de Cesare Giannino, R izzo Carlo, Calcagni Amato. 'J
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Commissioni Giudicatrici per l concorsi alla nomina a tenente in s. p. e. nel Corpo sanitario Militare
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Con circolare n. 266 Giornale mil·itare utfi,ciale d e l 13 aprile, in riferimento alla. circolare n. 59 dello stesso Giornale c. a., sono nominate le seguenti commissioni per gli esami di concorso alla nomina. a tenente in s. p. e . nel Corpo sanitario Dailitare. Ruolo ufficiali medici. Maggiore generale medico Volpe. pruid-ent.e; colonnello medico Santa Maria. tenenti colonnelli medici De Bemardinis, Bassi, maggiori medici Angelini, Grifi, primo capitano m edico Giacobbe, mem.bri.; primo capitano medico Mazzo.roni, aegretario. Ruolo ufficiali chimici-farmq.cisti. Maggiore generale medico Rizzuti, prMident.e; colonnello chimico-farmac ista Pagnie llo. maggiore chimico-farmacista Lombardi, membri; primo capitano medico Lipani, segretario.
Bollettino del Corpo sanitario militare. Raffaele, primo capitano medico scuola applicazione sanità militare (aggiunto). - Collocato fuori quadro, dal IO novembre 1933-XII, perohè trasferito d'autorità R. corpo truppe coloniali Eritrea. SALVATORI Guglielmo, capitano medico (ora. a riposo ). - È conierita la qualifica di primo capitano, dal 1o aprile 1929-VII. DE LORENZO Leonardo, tenente m edico cavalleggeri AJessanruia. - Collocato fuori quadro. dal 7 agosto 1933-XI, perc.hè trasferito d'atdorità R. corpo truppe coloniali Somalia. AccOSSATO Ermenegildo, maggiore chimico farmacista ospedale militare Savigliano. - Assegnato Comitato per l t~ mobilitazione civile. Dal Bollettirw Utftciale, dispensa. 14•, 2 marzo 1934-Xll. PoLTRONE
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Arturo, colonnello medico direttore ospedale militare Roma. - Cesea dall'attuale carica dal 10 marzo 1934-Xll e dalla stessa data è collocato fuori quadro :perohè passa a disposizione del ministero aeronautica. ALFoNso Lwgi, tenente colonnello medico direttore ospedale militare Napoli. Promosso colonnello con anzianità 1o febbraio 1934-Xll continuando nell'attuale carica e destinazione. Dallo marzo 1934-Xll cessa dalla carica di direttore ospedale militare Napoli, ~ d&lla stessa. data è collocato a disposizione comando corpo armata Napoli. I seguenti tenenti colonnelli m edici sono promoesi colonnelli con l'anzianità per ognuno indicata e con la carica e destinazione rispettivamente segnata: MoNACO
Oon anzianità 5 gennaio 1934-XII: 1A.Nmzzo.rro Carmelo, direttore ospedale militare Milano. tuale carica e destinazione. Con anzianità Io febbraio 1934-Xll: MoD:&8TINI Paolo. direttore ospedale militare Bologna. ea.rica e deetinazione.
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Continua nell'attuale
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NOTIZIE
MAlì'FI Giuseppe, tenente colonnello medico. - Collocato a. riposo dal 9 ottobre 1933-XI per infermità. provenienti da. cause di servizio ed inscritto n ella riserva. MAssERANo Giulio, tenente colonnello medico ospedale militare Torino. - È nominato direttore ospedale militare Roma., dal 1° marzo 1934-XII. FIORENZA Ignazio, tenente colonnello m edico, ospedale militare Trieste (assegnato ministero guerra). - È nominato direttore ospedale militare Na.poli,dal 1o marzo 1934-XII, cessando dall'assegna,zione di cui sopra. I seguenti maggiori medici sono promossi tenenti colonnelli con le anzianità sottoindicate e conJa. destinazione a fianco di ognuno indicata:
Con anzianità 5 gennaio 1934-X.II: SESTO Antonino, ospedale militare Milano. - Continua come contro. Con anzianità 10 febbraio 1934-XII: CROSIGLIA Evaristo, infermeria presidiaria Albenga.. - Continua. come contro. de A.NoELIS .Arduino, ospedale militare Napoli.- Continua come contro.
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I seguenti primi capitani medici sono promossi maggiori con anzianità. }o febbraio 1934-XII e con la. destinazione a fianco di ognuno indicata: DE CARLI Gustavo, legione CC. RR. Padova. - Ospedale militare Udine. BARONE Giovanni, scuola. allievi ufficiali complemento Lucca.. - Continua. come sopra.. LolllllARDI Salvatore, primo capitano medico reggimento di artiglieria. misto della. Sardegna. - Trasferito ospedale militare Cagliari. Ax.EMAGNA Nicola., tenente m edico R. corpo truppe coloniali Eritrea (a. disposizione ministero colonie con incarico civile f. q.). - Promosso capitano con a.nzianit à l o febbraio 1934-XII, continuando nell'attuale destinazione. SALERNO Alfonso, tenente medico 14 campagna. - Trasferito 25 campagna.. Dal BolleUino Ufficiale, dispensa. 166 , 9 marzo 1934-XII.
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MIADONNA Antonio, tenente colonnello medico direzione sanità militare corpo · armata. Bari. - Collocato fuori quadro, dal l o dicembre 1933-Xll, perchè nominato membro effettivo della commissione medica. per le pensioni di guerra Bologna.. PELLEGRINI Francesco, tenente colonnello medico ospedale militare Verona. Nominato direttore ospedale militare Firenze, dal 15 marzo 1934-Xll. Moscll.ET'l'A Giovanni, primo capitano medico ospedale militare Udine. - Collo· ca.to in ausiliaria, dall' 11 aprile 1934-XTI. Sarà assunto in forza ed agli effetti amministrativi distretto Udine. BELLIA Francesco, tenente medico R. corpo truppe coloniali Tripolita.nia. - Rientra nei quadri, dal 5 febbraio 1934-XII, perchè cessa. di appartenere al suddetto R. corpo e dalla. stessa data. è destinato 17 fanteria. D'ATTILIO Eva.ndro, tenente medico scuola centrale educazione fisica..- Collocato fuori quadro, dal 29 novembre 1933-XII, perchè trasferito, d'autorità, R. corpo truppe coloniali Tripolita.nia.. Dal Bollettino Ufficiale, dispensa 16&, 16 marzo 1934-X.II. BuoNOPANE Carlo, tenente colonnello medico ospedale militare Roma.. -
Assegnato ministero guerra. MALLozzx Amerigo, primo capitano medico 83 fanteria (aspettativa infermità servizio). - Richiamato in servizio efiettivo, dal 3 marzo 1934-XTI e destinato I Dreggimento pontieri. GuARNAOOIA Girolamo, primo capitano medico ospedale militare Milano in aspettativa. per infermità temporanee non provenienti da. cause di servizio.
397 L'aspettativa di cui sopra è commutata in quella per infermità temporanee provenienti da cause di servizio. FALOONlll RaJJaele, primo capitano medico 1° reggimento pontieri. - Trasferito 9 bersaglieri. CAVAT.nm:JD Gino, tenente medico 26 fanteria. Trasferito ospedale militare Cagliari. ZINI Giovanni, ca?,itano chimico famacista ospedale militaJ e Torino. - Trasferito ospedale militare Savigliano. Dal BoUelttno Ufft.otale, dispenaa 18•, 23 marzo 1934-X.II.
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POlliNI Guido, tenente colonnello medico pspedale militare Catanzaro. - Collo· cato in ausiliaria dall'Il aprjle 1934-Xll, ai seDBi dell'art. 39 della legge 11 marzo 1926-IV, n. 39'7 e degli articoli 63 e 45 del testo unico delle leggi e disposizioni sull'ava.n.za.mento degli ufficiali del R. esercito. Sarà assunto in forza. dalla direzione di sanità militare corpo armata Verona, ed agli effetti amministrativi dal distretto Verona. VKNDBA Salvatore, primo capitano medico rimosso dal grado. - È annullato e considerato come non avvenuto il R. decreto 9 maggio 1932-X col quale l'uffi. ciale venne rimosso dal grado. È annullato e coDBiderato come non avvenuto il R. decreto 2 gennaio 1930-Vill col q,uale l'ufficiale venne sospeso dall'impiego, dall'Il dicembre 1929-VIIT. Richiamato in servizio effettivo e destinato ospedale militare Cagliari. I seguenti primi capitani medici sono collocati fuori quadro, dal 20 dicembre 1933-Xll, e dalla stessa data sono nominati membri effettivi delle oommissioni mediche per le pensioni di guerra. a fianco di ognuno indicate: CoRTIOBLLI Mauro, 7 genio. Commissione medica Firenze. FsDBLlD Pasquale, ospedale militare Milano. Commissione m edica Milano.
Ferdinando, capitano medico ospedale militare Torino. - Collocato fuori quadro, dal20 dicembre 1933-XII, e dalla stessa data è nominato membro effettivo della commissione medica per le pensioni di guerra di Torino. MONTONB Arturo, capitano medico 7 fanteria. Collocato fuori quadro, dal28 dicembre 1933-Xll, e dalla stessa data è passato a d,isposizione ministero finanze (R. guardia di fimmm). CA.NCIBLLO Francesco, tenente medico R. corpo truppe coloniali Cirenaica. Rie.n tra nei quadri, dal 28 gennaio 1934-XII, perchè cessa di appartenere al suddetto R. corpo e dalla stessa data è destinato ospedale militare Cagliari. FERR.. RIB Salvatore, primo capitano chimico farmacista ospedale militare Alessandria. - Trasferito ospedale militare Torino. ABoNIOA
Dal BolkUino Utficiq.k, dispensa 19&, 30 marzo 1934-XII.
Oaorfllcenu. ll xne.ggiore medico prof. ALFONSO lliGLIULO è stato nominato cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro in considerazione di speciali benemerenze (Bollettino Utftciak 16 marzo o. e.., dispensa 16•).
TltoU 4J Btucllo. Il maggiore medico MA.m:o FioRE be. frequentato l'ultimo corso della Scuola superiore di malariologia in Rome. ed ha. conseguito, per esami, il relativo diploma. n primo capitano medi.co CARLO BELLELLI ha ottenuto col massimo dei voti il diploma di specialiszazione i.n oto-rino-laringoiatria presso la R. Università di Roma. 7 -
Giornale eU ,...,etna mtlft4n•
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Società Italiana di medicina e fgieae coloniale
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Il 12 marzo c. a. si è riunito il Consiglio direttivo della Società di medicina ed igiene coloniale. Il presidente senatore prof. Castellani ha. commemorato con commosse parole la recente perdita del consigliere prof. Stanziale. È stato concesso un congedo temporaneo di un anno, domandato per motivi di studio e di contingenze speciali di servizio dal primo. capitano medico Sarnelli nella sua carica di segretario generale. Il dott. Sarne lli, del quale il presidente ha ricordato le antiche benemerenze, continuerà. a. partecipare ai lavori della Società. in qualità. di membro ordinario del Consiglio direttivo. La carica di segretario generale, durante il suo congedo, sarà. asaunta. dal prof. J acono. Il vicepresidente , maggiore generale medièo prof. Mariotti-Biancbi bo. trattatodel prossimo Congresso di Napoli. Il Consiglio, dopo essersi occupato di fatti amministrativi, ha. nominati nuovi vicepresidenti i proff. Fra.nchini e Castronuovo ed ha approvato l'ammiss ione di tre nuovi soci ordinari. Ad organi della. Società. il presidente ha. d esignato, oltre il Giornale di malattie esotiche, anche lArchivio di scienze medich~ coloniali.
Convegno regionale ligure contro la tubereolosL Nei giorni 9-10 giugno, promosso da.Ua Sezione ligure della Federazione italiana nazionale fasciBta per la lotta contro la_ tubercolosi, si terrà. in Genova un convegno regionale con la presidenza dei Senatori proff. Edoardo Maragliano e Nicola Pende. Come si avverte i n una circolare della Sezione, questo Convegno antitubercolare sarà. una esposizione di problemi pratici, non soltanto regionali, ma anche generali e nazionali. Sono pertanto pregati tutti gli Enti ed Istituti antitubercolari delle regioni sorelle ed i cultori di patologia, clinica e sociologia della tubercolosi di voler prendere parte al convegno inviando la propria adesione ed i sunti delle eventuali comunica· cazioni a l delegato regionale prof. Q. Breccia, Corso Podestà, 5-3, non più tardi del 20 maggio per potere compilare l'ordine dei lavori e rinviare tutte le informazioni del caso e per i ribassi ferroviari usufruibili in occasione del «Giugno Genovese ,, Un particolare lusinghiero invito è stato rivolto dal Senawre Maragliano al Direttore generale d ella SanitÀ militare perchè anche ufficiali medici e Istituti sanitari militari portino il loro contributo, sia nel campo d ei temi all'ordine del g iorno, sia. in ogni altro argomento di pratica antitubercolare. PRoGRAMMA GENERALE DEL CONVEGNO:
Sabato, 9 giugno . Mattina.: Inaugurazione d el Convegno. Discussione e comunicazioni sul tema: ,Radiologia e clinica delle malattie tubercolari (Le malattie tubercolari del polmone dal punto di vista clinico e radio· logico). Altre comunicazioni . Pomeriggio: Discussione e comunicazioni sul tema: Sistemi pratici di profùaaBi antitubercolare nelle scuole e neUe officine. Altre comunicazioni. Domenica I O (fÌug1lO. · Mattina: Discussione e comunicazioni sul tema: Terapia clima/Jica d~ malattie tubercolari del pohwme. Alt1·e comunicazioni. Pomeriggio: Escursioni nei dintorni.
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di ldro-clllllatoltlla, ~ e terapia thiea. :ùimw.l ài idro-climatologia, talaaologia e terapia fl· re880 nazionale per i giorni 9, 10, 11, 12 giugt~o p.v. •rdo col Centro di studi sulla fangoterapia di Acqui tatore• Micbeli, e con l'Azienda di cura di San Remo,
si ~l tJ!rettore sanitario _del~e Terme. di Ac~ui (Aleesoc.aztone: prof. C. Gozm, VIa P8800h 37, Milano. IOVI prodotti terapeutid.
o c. a., del Ministero dell'Interno (Direzione geneiretta. a i Prefetti del R egno, sono impartite norme applicazione sull'uomo di prodotti terapeutici non a per il pubblico. egislazione non consente nè la vendita di specifici tbblica di trattamenti che comunque si manten' avviene che la fabbricazione e la vendita di pr o~re preceduta da una fase di studio e di sperimenata da norme precise, ond'è che da talumi si è ~ l'applicazione all'uomo di trattamenti e rimedi nche di specifici segreti, possa farsi, purchè effetsua responsabilità. A questo riguardo la circolare cautelatrici che, mentre non mettono aprioristici e alle ricerche di nuovi orizzonti terapeutici, im· oni e controlli giustificati dal su~remo interesse >lica e dal dovere di impedire che SJa ingannata la lei malati.
lei giornalismo medleo. per v olere del Senatore Cremonese, illustre Presine italiana, si è completamente trasformata in una ecientifìoa tecnico~anitaria, come si rileva già dal li gennaio-febbraio c. a ., ricco di studi d 'alto inteantazione del venerando Maestro Senatore Marohiaiirezione. , col nostro migliore augurio, che nel marzo scorso ha il periodico trimestrale Urologia, diretto dal prof. razione di illustri clinici italiani e stranieri. mtemente praticata e serve a divulgare largamente ~ specialità, facendosi esponente d el movimento uro•
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Il giorno 15 maggio p. v. nell'Istituto d'igiene della R. Università di Pa· dova avrà. principio un corso di perfezionamento in igiene. Potranno esservi iscritti i laureati in medicina e chirurgia, in chimica e farmacia., in veterinaria e i dottori in chimica. diplomati fa.rma.cisti, tutti a. condizione che abbiano seguito il corso e super.ato l'esame di Igiene durante gli studi universitwi. D Corso durerà. due mesi; le lezioni e gli esercizi pratici si terranno tutti i giorni a.d eccezione dei festivi, del lunedl e del pomeriggio del sabato.
Concorso presso l'Istituto ortopedico RJzzoU In Bologna. Col l o gennaio è stato aperto i l concorso al p.remio c Umberto I •· Questo premio di lire 3.500 verrà. assegnato, secondo il deliberato del Consi· glio provinciale di Bologna, alla migliore opera od invenzione ortopedica. A tale concorso possono prendere parte medici italiani e stranieri • Le modalità. del concorso e dell'assegnamento del premio sono fissate da appo· sito regolamento, che sarà. inviato a chi ne faccia richiesta. La. domanda di concorso dovrà essere rivolta al Presidente dell'Istituto orto· pedico Rizzoli in Bologna. Il concorso si chiude il 31 dicembre 1934-XTI E. F.
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Direttore ruponBabile: Dott. LUIGI FRANCHI, tenente generale medico Redattore: Dott. prof. VIBGINIO DE BEBNARDINIS, tenente colonnello ~edico (6107810) - BOXA, 1934-xn - ISTITUTO POLIGBUIOO DBLLO STATO -
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RIVISTE !\'lEDI CHE MILITARI ANNALI DI MEDlOIN'A N'AVA.Llil E OOLONLA.LE. -Direz ione centrale della sanità. militare marittima, Ministero doUJ. .:\hrlna.. 4rmo XL - P'ol. (. Fas~. 1-U, otnnato- Jebbraio 1 03~- XII. ltMcate : Rleorche l~to loglche su sacchetti di collodio oontonontl culture di BruooUa. abortus. Mal1111 : L'orooohlo n oi Plllomba.rl. - P11111 : Sul ololo d i sviluppo dol • T rlpanosoma gam· blonso • negli ospiti vor tobra.t l. - z.c-.. : Sul ooloperltooeo e sulla importanza della via llntatica pcrlnouralo nella produzione del disturbi tosslol ad es•o consecutivi.
BELGJ;O : AROHlVE.S Mti:O!OALES DEL.G E3. - D irezione superiore del serviz io di sa.nltà. dell'esercito belga (Redazione: Ospedale mUltare dJ Liegl) Fase. X, otto/n'e - XI, novembre - XII, d'cembre l 033. Wlnttn ; Il trasperto del feriti In prima linea (lr.w:. X). - Mtlchlor : Patogenes l e onra dell'asma (/r.w:. Xl). - De Mente: I t raumatiaml <lei glnoeoblo (fase. XH). - Te•n alnt: Ventrleolografta (fase. X Hl). - tre!Jettlno lnltmazlonale: (/~UK;. X , XI, XII).
BRASILE: REVISTA DE MEDtciN'A. M:rLtTAR. - D lreotorla de St\ll(le da Guerra. RWl. .:\lonoosvo Fllbo 3' , Rio de J anarlo. Fa..c. novetnbre-àicemlwe 1933. T..r ln.. : Edema acuto della gloWne e del poltno uo. T t·acbooto mla. - Oflyelre e Ptl•oto : Malattia. di Os~ood - Soblattor. - P. G tn~alwu: F isiopatologia del diaframma irldeo. - B. QOIIçaiYII : Sifili de e tnboroolos i a.ssbolatc, oon manifestazioni cutaneo.- Vltalonca : Contributo allo studio della ooleoistograftu . - R. Montelro : Sieri antlga.ngronosl o l'Ist ituto militare dJ hlologla. OartaiiiO : D:>tormlnaziono del glucosio nel sangue. - " · F. da ltlltlr• LeiiO lnnlor: Igiene Infantile P prenatale.
FRANCIA: ARCHIVES DE M'0DIClN'E ET PEU.R:\U.O(E MlLITAtR.ES. - Direzio ne del servizio dJ sanità, :lfinlstcro della Guerra. Fas,. li, febbr c&to, tomo C, 1084. Tal"lot : L'esplorazione tunzlo uale del reni nella pratica chirurgica urlnarla. - Verrl.,. e BarntltiYIIIt : Gli Innesti dermo- epldermlcJ. - Tamalet : Oonsiderazlonl sul trattamento slerotoraploo della lll) Dingito corebro -splnnle acuta streptoooooloo. - HUitnttrW : Settloemla streptoeocclca. - Arnlll : Ln difesa della Llnguadooa contro la. POJlto del1720. - .IIMie e Lèlt : A proposito di una plooola epidemia. di peete a Beyrout b nel 1032.
Fu.sc. III, marzi), tomo O, l ll84. Ge•nellt: Dell'origino spirochotlca do!le n ofrltl dJ guerra. - Oo•lloalfl e Mlllldllloll: Accidenti gravi sopra-.gluotl doJ>O una puntura di Imenottero. - Belltn : Pneutnotoraoe spontaneo. BaiMiet e Dam•rt n: Oanoro e veeoble ferite. :- ltuan l: Le convenzioni di Ginevra e gli ao,..ordl dell'Ala.
INGH ILTER RA: IOURNAL OF TRE R OYAL ARMY MEDIOAL COR PS. - Edito da l obn Baie, Sons and Danlel18aon, Ltd. L ondra. J1'1)3C. II, vol. LXII, / ebbraw 1984. Holllt:l'-lpen- ' D ia"Jnoal d liBelli. - ThDMptDn ' Tom~ratnra an i trasporti znarlttlm.l di truppo " metodi per mlgllorarla . Insola~lone dovuta a ri coperture d'alluminio. - ltldpa : n tl!o t ropicalo e la reazione di \Veii- Felir. - Marotd: Sul monto. K a.met. Ff)SC. III, t~ol. LXII. mano 1984. PwrJ, rtndlay o Btn1t.d : V~clna.zlone antltltloo. - AIIIJ: Emoglobllnurla: Un nuovo p robl ema BUlla frontiera Indiana (c3ntinua) . - L',alt ltlll'lll : I soccorsi a Chi trai nel 1932. - u. P. A.: Gltl nel S ud.
SPAGNA • BOLETIN D E FAR MACIA MILITAR.- Redazion e e Amminist razione: Bmba.Jadores, 95 -Ma· drld. FaliC. Il, ftlbbrai.o 1984. Rlftl QedaJ: Alcun o reazioni mloroohlmlobe della llg.nina. - Mu J G•lndal: Fa.rma.coaroosla retrospettiva.. - lhldu J Onrrare : Blhllo~fta tarmaceutloa militare.
STATI UNITI : THE M ILI TARY SURGEON. - Army Medloal Musoum and Llbrary, Waahl.ugton. Fase. I, 110!. LXXIV, gennaio 1934, Hl"'""' t &t ltuzlono d1 un ulllolo sanltado nello. guo.rdlo. no.zlonalo. - Rllhttori: D opo l olnquo.n.t'o.n.nl. - Mtllttr: La. ollnloa dell'allergia. Fase. n, .,oz. L XXIV, febbf'aio 1984. Il ...atrt ••n JINII..nh (Ge.n . Harry GUotirist) . - Hanu n : La oura delle lesioni cranlo-oerebra11 tu guerra e l 'Im POrtanza del primo Innesto oondrooostale nelle deform.I~ ~'·anlobo. - Wlllllllll : In una lettiga. sul Grande Oanyon. - Wella : Trattamento dei gassati nelle formazioni campali·
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AVVERTENZA Gli abbonati, che riscontrassero nel presenti ruoli qualche errore od omissione per le Indicazioni che loro riguardano, sono pregati di dame sollecita comunicazione alla Direzione del Giornale di m.didna mllifm'e- Ministero della Guerra -Roma, valendosi dell'apposito modulo che trovasl a pag. 5.
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Casato e N ome ................................................................................................................................. Data di n ascita.................................................................................................................................. Luogo di nascita .............................................................................................................................. Stato civile ....................................................................................................................................... .. Titoli aooademioi __...................................................................................................................... Decorazioni e rioompeDSe ............................................................................................................
Campagne ...................................................................................................:...................................... .
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SPIEWIDIE DEl SEGII IIOICIITI LE DECOWIOII ELE lBBREYilliOII. MM.
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Med14rlla maurizlana. cavaUore dei SS. Maurislo e Lanaro . Id. della Corona d'Italia . Id. coloniale della S tella d'ItalJa.
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Gran Croco. GU dan.ntl al l!elrnl delle deoore.alonl sopra } Grande Ul!lolale. c lodioate Com mendatore. Ul!lclale. u Medaglia d'oro pel benemeriti della salute pubblica. Id. pel benemerltJ del terremoto 1908 • Med~lla d'argento al valer mllltare. ~ Id. al va.lor chilo. o Id. pel benemeriti della salute pubblica. ~ Id. pel benemeriti del te~moto del 1908 • Medaglia di !Jrooao al v&lor wllltare. I d. al nlor oiTile. Id. pel be nemeriti della salate pubblica. ~ Id. pel benemeriti del terremoto del 1908. o ~ Croco dJ cnerra Al valor mJlltare. Croce al merito dJ guerre.. ® Medaglia comme moratl...a per le campagne d'Africa (1). Id. per la campagna della O'lne. (l), <C Id. per la oampagna d.-Jla L.lbla ( 1). ~ Id. ~ lacampagnaltalo-anstriaoa 1916-18 (l) I d. loteralloata della Vittoria. ® Id . deli'UnJtà d'Ita.lle.. @ l'!il Medaglie. dJ bonemerensa per l volontari di ruerra 1916·18. :t Medaglia commemorativa ~l benemeriti del terremoto del 1808. Croce d'oro oon corona per anztanltA. dj ae"islo. Id . per D>OsianJtA di aem•lo. ~ Distintivo del mutuati. x Promozione per meriti ecceslonalJ. 111 Promoslono per modto di guerra. .4tPtit. U&ferrn. Aspettativa per lnformltA. 4B~. mct. pr(v. A.a~tatlva per moth1 privati &Jep. imp. Sospeeo lmpteco. I)Up. Min. A dlspoeimone del MlnJstero. oom. comandato. L. D. Libero docente untn~rsltarlo. aes. mJI. assl~tente mJUtare. Olr. ,en. san. mtl. Dlrestonc ceneraio di sanità mtUtare. Dir. oapo dlvts. tuo. Dlrottorc capo divisione lnoarloato. C&llo aes. tue. Capo ecslone Incaricato. Conslgl. lno. Oonala'Uure l ncarlcato. Coli. med. lecr. Oollecfo m cd loo Jec&te. Dil'. &o. Direstone di sanità. Dlrett. san. Direttore di sanltA.
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CENNI STORICI SUL CORPO SANITARIO MILITARE Prima del1831 non eetsteva un vero Corpo ~anftarfo nell'Esercito: vf erano del sanitari, degli 06J)eda.ll reggimentali, senza unità df Indirizzo. Re Carlo Alberto, con R. v. del 2-l dicembre 1831, lnlslò 11 riordinamento del servf.do sani· tarlo con la creazione degli ospedali ID.illtarl dlvfstonall, In sostituzione di qnelll regg!J:nentall. Con suooeeslvo R. V. del 22 dicembre 1832, lstJtul n 0oll81gllo superiore di sanità ID.Illtare, cui venne aftldata l ' alta direzione del servf.do, e con altro R. v. del 4 giugno 1833, emanò tutte le norme ordinative e regolamentari relative al personale ed al servizio sanitario ID.illtare, con 81!81mllazlone al gradi ID.illtarL Con R. V. del 5 settembre 1843 furono apPOrtati nuovi radicali ordinamenti, rendendo obbi.Jgatorfa la doppia laurea In medicina ed In obirurgla per l'ammissione nel Corpo, e con R. D. 30 ottobre 1850 si twlero le due categorie di medici e chirurghi in quella. di medio! ID.ill· tart distinti In medici di divisione, di reggimento e di battaglione. Con R. D. del 13 ottobre 1851 furono soppresse le Infermerie regg!ID.enta..U e di presidio e eoetltulte dagU ospedallsuoonrsa.U, che tunzlonarono alla. dipendenza di quelll dfvlslona.ll. Oon R. D. del 10 ottobre 1866 tu atl)bllita. un& nuova gor&robi&, con l'aaslmll&Zlone &l gradi ID.illtari eo tu cre&to U grado di medico aggiunto. Con legge del 28 giugno 1865 avvenne la. fusione del Oorpo sa.nttarlo dell'Esercito Sardo con quelll della altre provincie. Con legge del 30 settembre 1873 tu conferito Il grado elfettlvo agli utnclall del Corpo sa.nttarlo ID.Illtare, ed 11 Coll81g1Jo superiore dJ sanità fu scstltuito dal Comit-ato dJ sa.nttà ID.ill· tare, che col t• novembre 1887 assunse le. denominazione di Ispettorato di sanità militare. Oon la stessa legge furono Istituite 16 Direzioni dJ sa.nltà mUitaro ed altrettante compagnie dJ sanità, una per ogni Divisione. Con legge del 22 marzo 1877 le Direzioni dJ sanità ID.illte.re e le compagnie dJ sanità furono portate a 20, e con legge del 22 giugno 1882 ridotte a 12, una. per Corpo d'armata. Nellll23, con l'a.bollz1one di 3 Oorpl d'armata e la creazione dJ un nuovo Corpo n Trieste, Je Direzioni dJ sa.n!tà e dipendenti compagnie turono ridotte e. 10. Nel1926, col nuovo ordinamento deii'Eeerolto, tu ripristinata le. Direzione di sa.nJtà di Alessa.ndrla, oon relativa compagnia di sa.nttà, e tu istitaito un ufficio d l sa.nltà a. Cagliari con la. 12• compagnia d1 sa.nltà. Oon R. D. d~ 20 e.prfle 1920 l'Ispettorato dJ sa.nttàtu soppresso e sostituito de.lla Direzione centrale df sanità ID.Illtare, obe già tunzlona.va tln dal 1917 come Direzione generale del Ministero della gueyra. Oon R. D. n.1208 del6111gl..to 1926,turonoist1tult13 Ispettoratldlsanltàdf :zona. con sede a. Milano, Firenze e NapoU, diretti de. mag~rtorl generaU medici. Con R. D. n . 1 ~21 del H ottobre 1926, vennero più particolarmente determinate le attribuzioni del maggiori goenerall medio! Ispettori e ftssatJ 1 Oorpl d'armata e l Comandi militari dJ loro glurlsdJr.lone. Con R. D. n. 1926 del4 novembre 1926, U numero degll atabillmentl sa.n!tarl tu tlssa.to come segue: 11 ospedali mllltarl principali, 16 ospedali ID.illtarl BOOOndarl e 8 Infermerie presidiarie. Oon R. D. n. 1539 del 5 agosto 1927 Il numero delle dlreztonl di sa.nltà mllitare e quello delle compagnie dJ sa.nltà venne rispettivamente stab1Uto in 12 e in 13. Fu pertanto costituita In Udine 1'11• compagnia dJ sanità e quelle della. Sicilla e della Sardegna preeero la nume razione dJ 12• e 13• • Oon R. D. n. 327 del 23 febbraio 1928 la Dlre:done centrale dJ sa.nltà ID.Illte.re ass1lll8e la denominazione ,d i Direzione goenerale dJ sa.ultà ID.illtare. Con olrcola.re n . 202 del 18 merzo 1928 tu eoppressa. l'Infermeria presldlarla eli Rodi. Oon oiroola.re n. 494 del19lugllo 1928 tu soppresso l'ospedale ID.illtare secondario dJ Ve· oezla.
Con otroolare n. 719 del1• novembre 1928 l'infermeria preetdlarla. dJ Livorno tu t r asformata in oepeda!le militare eeoondarlo. Con R. D. n. 2195 del 23 dicembre 1929 turouo abolltl gll Ispettorati àl sa.nltà dJ zona, tu deetlnato un maggior generale medfoo alla direzione della Scuola dJ applloa.zione di sanità mllltare e due turono messi a dlsposl.zlone per studi ed Ispezioni. Oon R. D. leggoe n. 2225 del 23 dicembre 1929 tu abolita la dlstl.nzione di ospedali lllllltarl prtnctpall e eeoondarl. Con circolare n. 313 del 23 gluguo 1932 l 'intermerla presldlarla dJ Gorizia tu trastorme.ta In oepedale militare.
8
Con circolare n. 653 del 29 dicembre 1932 fu soppressa l'infermeria presidiaria di Cava dei Tirren.l e fu lmpte.ntata l'lntelllllerla preaidle.rie. di Albenga. La Scuola di applicazione di srurltà militare tu lstl t uUa In Fireru:e oon R. D. 18 novembre 1889 per l mllltarl di 1• oategorla laurea ti In medldoa e ohirura1a. aaplrantl alla nomina a aottotenente di complemento. Dal 1900 in poi furono anche svolti oorai Integrativi e cors1 speclaU per uftlciall medici in :::. P. E. Dal 1912 gli allle'l"l furono ammessi alla Scuola col grado dl eottotenente medlco di complem ento, pre'l"lo un corso trimeetrale presso le dlret lonl di sanità militare. Dn· re.nte la guerra mondlale " dal 1920 al 19\U, non si tennero corsi di uftlOlalf medlci di complemento. !\'el 1922 Id Iniziarono corsi semest.raU per uftlclall medlcl e chiJnlcl farmaclltl di complemento, &Bplrantl alla nomina In S. P. E. Con clrcolare '13 del G. M. 1924 furono ripristinati corsi trlmestrall per gli a._qpl.ralltl alla nomina a sottotenentf> mf.'dlco di complemento, previo un corso di istruzione milJ. tare ò\ tre mesi, presso un reggiment o .I l fanteria. Dal 1926 furono aocoitl anche l laureati In chiJnlca e farmacia, aspl.rantt alla nomina a aottotenente dl complemento nella speclalltà. Con clrcolare 319 dei G. M. 11126 tu abolit o U oorao trimeetrale presso l r1!81Pmentl e venne elevata a cinque m eol la durat a del corso presso l& Scuola., frequentato da tutti l laureati In medicina e chirurgia e In chiJnlea tarmacla., che hftmlo superato 1'6118llle di abllltaztone all'eserclzlo professionale e con obbl1gbJ dJ len.
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RICOMPENSE AL CORPO SANITARIO MILITARE
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MEDAGLIA D'ARG ENTO AL VALOR :M.ILITARE • Per gli Importanti aer•·!Jl resi nella campagna dJ guerra In Libia 1911·12, ove l'estremo perloolo non fu Umlta nella grande, umana opera pietosa •· - R. D. 19 gemaa\o 1918,
Il.
-
MEDAGLIA D 'ARGENTO AL VALOR MILITARE per la campagna di guerra 1916-18. • Inste.ncablle, modesto, sereno, confortando di cure e dJ am.ore l se.ngulnantl fr atelli negli stessi rlmentl della b~ttaglla o sotto le implacabili lontane offese nemiche, dette costante, mirabile es empio di ardore e di valore, dl sprezzo del pericolo e di dt>vodone al dovere (1916·18) •· R . D. 6 crivano 1920.
In. -
MEDAGLIA D'ORO per l 'opera data nell'occasione d el terremoto del 28 di• cembra 1808 In Calabria e SlclUa. - R. D. 27 f1UJ11(lio 1911.
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MEDAGLIA D'ORO al merito della salute pubblica. -
R. D. 16 marzo 19U.
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ORGANICO DEGLI UFFICIALI MEDICI E CHIMICI-FARMACISTI IN S. P. E. (UC1ae 23 GPrik 1931, n. 639).
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UFFICIALI MEDICI
ART. 21 : Tenente generale 1 ; Maggiori genetali 3. TOTA.LB: '· ART. ~T; ColunneiU 20; Tenenti culonntlUI 87 ; Maggiori 1•11; Capltan.l STS; Tonanti 206. TOTALE: 836.
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UFFICIALI CHIMICI-FARMACISTI
ART. 27 : Colonnello l ; Tenenti colonnelli ' ; Maggiori 22 : Capitani terni sa. TOT.U.E: 101. l l
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UFFICIALI MEDICI .!
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dal n. l al n. 5 • Perugia ...... . l , o. n
xx Martottl Blanohlaiot). Battma, •· Prea. con. med. legale 13. 3.32 4. 6.98 ()§.!, ~. ~ ............. @. @, ~.~-'P . O. 5 , L . D.tn anatomia. patologica.
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dal n. l al n. 2. a Trll!i'iano !Bari) 20. 6.77 SUJ'dl Domenico, • · +.o.o.m.~. +. +. @. @, ~ ·"·"·"
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17
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ANZIANITÀ
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CASATO E NOME
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POSIZIONE DECORAZIONI li: CAMPAGNE
dJ
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ANZIANITÀ
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DATA
LUOGO
CASATO E NOJ.lE
di DI NASCITA
19
POSIZIONE DECORAZIO~I
di
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nascita
di
grado servizio
dal n. 37 al n. 47. !.\ " ).U
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CASATO E NOME
di DI NASCITA
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POSIZIONE di
DECORAZIONI F. CAlll PAGKE
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DATA
LUOGO
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Ili NASCITA
-
ANZIANITÀ CASATO E NOME DECORAZIONI E CAMPAGNE
POSIZIONE
nascita
dJ
dJ
grado ser\1zlo
dal n. 59 al n. 69.
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Dlr. San. P':lrfl!Ue (segretarlo)
+. ltl ' "·"· ~ .... I)igp. Min. Firenu
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a Gabbloneta(Cre- 28. l.S. Florlnl llftttio·Fe,.,.uccio, c!-. O. O, Oep. Verona ~
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Montesarchio (Benevento)
a. 9.83 Parente Ferdinmul.o, +. ~-®.ltl" ''" ~
. ............ @, @. • •
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Samo (Salerno) 24. 1.81 Oted Vincetu:o, ~. ~. 4), t 1.-U·· l•, @, ©
a
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Partlnlco l ermo)
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7. 7.10
6.11.33 27. 7.10
24.11.33 7. 7.10
Id. Roma
31.12.33 8. 7.09
Id. Udine (eegretariu)
l. 1.34 8. 7,09
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l . 1.34 4. 2.09
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l. 1 .3~ 7. 7.10
s. 1.86 S avarlnoSoverio, +. +. ltl. ~. ~ .,,. Oap. P&lenno (&e8r&-
l. 1.84 7. 7.10
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a
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...... ~ ............. @, (~ •
a Atella (Pote~~A) 2. 8.811 Or&$I01a Gercmlo, +. O. 0, +. II], 4;), ~ ta·u·u .. u, ®· @, Q\
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16. 8.33 16. 7.11
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t arlo)
a
Sa.luzzo (Cuneo) 4. 7.84 Boooa Tito, * · ® .......,........ ~ '"·", @, <!);. •
Id. Torino
l. 1.34 7. 7.10
a
Montecatini Val 8. 1.83 Vannoccl Quinlilio, + .O, I!J,Itl"""", di Cecina 9 •n·J.-n·u, ~' @. + ,-f..
Id. Firenze (segretario)
l. 1.34 8. 7,09
s .......
(Pisa)
22
(Segue) TJì:l''"BNTI OOLO!fN"&LLI li: ~1AOGIO BI MEDIO!
I.UOGO
DATA
ANZIANITÀ CASATO E NOME POSIZIONE
di
DI N ASCITA
d1
DECO R AZIONI E CAMPAGNE nM Olta
di
grado servl%\o
dal n . 70 al n. 73. o Ceglie 1-Iessapico 18. 1.84 Suma. Cosi tn(), <i!>. Il). (Lecce) ~. @,
+
&
Garlont.inl (Sirn- 19.11.82 Sesto .dn tonino. ~-0. @ , [!}, IO "'""· ou.sa.) ~ lfu-a• .. n-tt, @), ._Q)
a T orriglia IlO \"!\ )
v
~
(Ge- 22.10.83 Crosiglia. Eua"r il!to, o§>, ~ "'""'""", @J, @
~apoli ........
80.12·82 De Aogclis Ardu ino, ~- O, Il), i!J, ~ II I '•IC•U•II @, 1,.tj) 1
Osp. Torino
l. 1.3l 7. 7 . l O
Id. Mlla.no
s. 1.34. 8. 7.0 9
Int. pres. Albenga.
l . 2. 3!
Osp, NaPOU
l. 2.3-i 8. 7.09
Os p. Chieti
27.10.18 8. 7.09
<fspelt. int&rm.
7.11.18 27. 6.07
Os p. B olog-na
17.11.18
7. 7.10
MAGGIORI lll EDI Cl.
dal n. t al n. 4. c
Marti na Franca 27.12.82 Basile A nlon io, +. O, O. ~-+. ~(Taranto) @ , Il) ""'" " """, (!9 , .,,,.,._.,, @, @
v
Messina.. . • • • • 21. 2,81 Ruggerl <f ntollino, <!fl. O.
a Benestare (Reg· glo Calabria)
+. Il), ~.
1. 2.83 Perca.ra. Isidoro, ~:, <t.Jtt', ~ •••·1•-u @. I!J). +
v Torino ........ 12.11.8' Valente Gioacchino, !lt, ~. O. 4;1.. •
7. 7. 10
Id . Alesso.otl rla. (ee- 17.11.18 7. 7.10 gretar lo)
23
(S~ue) MAGGIORI ~flllDlC I
.A.:-\ZIA:-\ITÀ
DATA LUOGO
CASATO E NOME POS1ZlO NE
d1
DI NAS CI'l'A
dJ
D ECO RAZIONI E CAM PAGNE nascita
dJ
grado oer vizio
dal n . 5 al n. 15. a C&stollucolo de' 10. 2.81 Oelormlnl Ltti(li, T· C. O .~ ,,_.,_.,. Sauri (Foggia}
a Casale Monfar·
re.to
a
Torrac a l ero o)
(Sa·
Osp. Napoll (segrete.- 17.11.18 8. 7.09 rio)
6. 1.84 d.ra A cMIle, <!:. O .0. @"'""""""• (2), @. ~ ......
Id. Br('•cla
11.11.18 7. i.lO
2.10.84 VIggiano Alfredo, <j!>, ITJ, <D........
Id. Udine
17.11.18 8. 7.09
o .Asiago (Vieem:a) 16. 8.84 Ferrari Giotlanni Aurelio,
+. O. ®, Dtn>. ll!it~. Finattte
<P. +. ~ ............. ®. ©. •
c Racalmuto (Agri· 16.11.82 Grillo Girolamo. ti>. ~. +. ~. ~ •uge uto). ......... @. ©-
a
Rom& .•...•.. 18. 9.82 Cogliati-Dezza GitUer>TJe, GU + . O, ~• ••• (!], ~. ~ ........,.... @, ©
a
Case~(Napoll)
9. 2.82 Plcazlo At~tcnto,
17.U.l8 7. 7.10
Dir. Sa n. Palermo (se- 17.11.18 7. 7.10 aret.arlo)
Osp. Roma
17.11.18 16. 4. 09
+.+, cp, @ , .......,.
Id. Caserta
17.11.18 27. 6.07
+. O. O +, (!!,
Id. Roma
17.11.18
JMin. Guerra
17.11.18 8. 7.011
", @.@
a S. Pietro Avei· 7.11.83 P crllli Gio1·mmi. lana (Campobasso)
cp. ~ .... ®.@
+.
a Pescina (Aquila) l t. 8.83 Ippoliti 4rnaldo, • · U O. O. 1!J ®. ~. ~ ............' @, @, •
a S. Gregorio di 26. 2.83 r>Ilgnemi Francesco, :§>, 0attuJ1a
c Gallarate Jano)
+. 1!), ~,...,..
fU•t4• l • 1 ~ -t .. I I•U•U_, ~'
@, +
(MJ· 1(.11.85 Blnaghl Alberto, + . O. O. ~ "'"' ~ " " ", ®, @,
+
s. 7.09
Osp., Padova
17.11.18 8. 7.09
+, .IXsp. Min. Finanu
17.11.18 7. 7.10
24
{Segue) MAGGIORI M&DIOI
DATA
CASATO E NOME
LUOGO ~ .,
POSIZIONE
dt
DI NASCITA
ro
nascita
DECORAZIONI E CAMPAGNE
d1
dJ
grAdo servizio
dal n. 16 al n. 26. a
Maddaloni (Na· 28. 7.~5 Coroionl Oorradhw, ~. +. @, ~"'poU) ....,, @, @
Osp . Caserta
17.11.18 7. 7.10
o Roma... . • . . . .
3.11.80 Rinaldl Pielro, •· ~.O. ~. m·u·u·u, 9 '"·J,.. n .. u, @, @,
Disp. ll!it~.. .deronau- 16.12. 18 8. ,.10 tfca
o ì\l&roinnisc (N a. poli)
6. 2.83 A.dinolll Salvatcre, <!!>. O, ~ ....... , ... , @,@
Oap. Trieste
o
5. 6.83 Gaggia Emilio, +. O,~.~. ®.~.+.
Feltre (Belluno)
+'
~
ID ''''"•
....,, ~. @
31. 3.23 8. 7.09
Dir. SIUl. Bologna (se- Sl, S. 2S 8. 7.OSI
gretario)
a
Nooerainferloro 11. 1.82 Vitolo EmmanlUk, <§o, I!J, ~. ~ ,,..,.. (Salerno) ....... @, @
a
S iracusa.... • . . . l S. 1.8, Bordone CarTMlo,
+. O.
~. ~
Osp. Bologna
31. S.2S 8. 7,09
.,,_,._ So. centrale 00. RR. 31. S.2S 7. 7.10
....... @. @, .
Flren.ze
a
Monteleone di 22.11.86 Perrett! Crilllotoro, +.O. O. ID'""", Calabria (06~ .,.. .,..., ~. @ tansaro)
a
Camandona (N o· 29. 1.82 Sogno A rma·ndo,
Leg. ali. carab. Roma
+. ~. .. ... .. .. .. Osp. Torino
11. 8.2316. 7.11
SI, 3.23 l. 2.08
vara)
a Serra S. Brnno 26. 8.82 TedeacbJ Giacomo, (Catanzaro)
+. o. O, O. •· Disv. Min. Fina?~U
I!J, ~. ~ ~ .,,.......... @, @
o Bari .....• .• . • 18. 7.M De Llao Oarlo, =!io. 0. @, ~
sr. 8.23 1. a.oa
Osp. Bar!
81. 3.23 16. T. U
Disp. Min . .Finm&u
81 8.23 10. 8.10
tU•II
e
Torino •....... 19.11.81 Ratta:td 7'1111~. :;;., Il;·. ~ ' "'"'" '", @, @
(Seq~) l iAGOIORI .\IEDI\:1
..o•
;;
LUOGO
A-."'ZIA~ITÀ
DATA
CASATO E NO)!E POSIZIONE
di
DI NASCITA
nascita
25
d1
DECORAZIONI E CAMPAGNE
di
gtondo ser'<'lzio
dal n. 27 al n. 37. a San tamarlna (Salerno)
3. • .M Pellegrino Lorenzo, ~.O, :D'"'", •u-u •u .. u,. •u .. ~&, •u -u, ® tu-n-u,
0 6]). Trieste
31. 3,23 IO, 8.10
~. © c Clig!Jarl • • . • . .
1. ·l .M Zuddaa Silvw, $ , :oj!>, O. lf,l " '·", t U•U 1 ~ t U•U.•Il•U,
@ t ©,
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6, 9.86 Mancini Lui(Ji. ~. t:>. <D"''"• €?~'"'"' .,..... @). @, •
a
Napoli.. • • • . . .
a
Arreofres (Bue· 12.12.83 Gatt.l Gituepp~. ~. ~. DOB Ayrea) "'"'", @), @
.,,.,...., @, ((t. L. D . 1n 6s1ol. appl. an·a,·lazlone
Palmi
(Reggio 20. 3.83 Loprcstl .dnl•>nino, :J!o, ~. ®.,...,........ @, ©
+.
a Vercelli . . . . . . . 27. . .86 Bertlnettl M areellino, • · =*'.O.
Id. Id. Id. (membro)
so. 6.24 16. 7.11
+,4). Osp. Novara
so. 6.24 16. 7.11
+,
Id. Bolagna
IO. 6.24 16. 7.11
4) •u-u.u ·u,
Id. Ca serta
80, 6 Zl 16. 7.11
+. +· ~- ~ .,,.,...
Id. Geno va
30. 6.24 16. 7.11
a
Fano (Pesaro). 19. 7.86 Piccoli Giovanni, +. ~•, 4) 011 ' 11 ' ,.,,..,., 19"''", @. @, o§o. L. D. In patolOgia speciale medloa
a
Lenola (Napoli) IO. 8.8-i Tatarelll
a Torriglia (Geno· 21. 8.86 Imperiale Ouart, v a) ,,_,, @, ©
l
Dt<tp. .llltn. 4 eronau· 30. 6.2<1 1.5, 7.11 tica
a-retarlo)
+', ~. ~ .,._ a Mul'08 (Sassari) 12. 3,86 Ma.nconl M1ehtle, ,••,.,., @), @, ~.L. D. In otorlnola· rlngoiatrla
Lutof,
31. 8.28 l. 2.10
• · ~. Coli. med. legale (ec· 30. 6,24 16. 1.11
C&labria)
® ....... ~. @
Dir. San . Trle~te (se- 31 3.23 30.11.09 greta.rl o)
+ ,4), ~ .,,. Int. prel. Sassari
o Alessandria ••. 13. t.SG Talenti Cuare, • · +.O. O,+. Q),®
a
.D'#p. Min. 4 eron au- 31. S.23 10. 3.12 tka
'*'·
ll6
(Se(1'U e) :UAGG tORI MED!Ol
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o
LUOGO
~
DI NASCITA
A-NZIA NITÀ
DATA CASATO E N0)1E di
.:o (/}
nnsoita
POSIZIONE
dJ
DECORAZIONI E CA.)fPA.GNE
dJ
dal n. 38 a.! n. 48. o Mondovi (Cuneo) 6. 7.85 llasso G'ioo. BaUi sta , ~. ....,... @, @
+. <D. @ .... Osp. Sa\>Igliano
50. 6.24 16. '.11
a Capannoli (Pisa) 30.t2.84 Cìonini Giulio, tjjo, C, O. ...... @. @. <!)
+. @ .......
Ftroru;e
so. 6.24 15. '.l
Id. Perugia
so. 6.24 15. 7.11
a
Casalduni (Be- 30. 1.86 Romano Gennaro, ~. O. ~. ueveuto) ~t~. ITJ. ~ ....... @. @.
a
Giove (Perugia!
c
:\Jazzara (Tra- 26. 6.86 CtU<t olll Epifanio.
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pODÌ)
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6. 6.86 l\[arlnucol Mar ino, i!f, ~. ~. ~ ....... @, ©. • • ~ ~. ~(»,
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({;l . .....,.
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Id.
Disp. M in . .dtr011aulica SO. 6.24 16. 7.11
Oap. Milano
so. 6.24 16. 7.n
a
C.a.'\tel S . Loronzo (Salorno)
2,10,84 )in ffeo L11i(li, ~.c. +. @ , @, @, <!)' 11' ' " ' ' " '' · L . D. In otorlua· larlngoiatrla.
I d. Napoli
so. 6.24 15. 7.11
c
S pezia .•...... 30. 3.86 Sabatlni J.ttnelo. tjjo, (lì, @ '""", @,
I d. Torino
(secreta- SO. 6.24 16. 7.11
© ••
rio)
a .:l! cd una dJ r~t· 17. 9.84. Saccomuni Gior(lio, tjjo, @'"'", ~. @. <'Cn~ (Troviso l V tu-•u. •n-te•.
8
Mirto (Jies~<lna)
2. 9.83 1\Iachl S ebastia11o, * ·O• @, @'"'""".
Id. Gorizia
so. 6.2, 16. 7.11
..tspeU. ~tl/tf'm.
so. 6.24 15. 7-11
@. @.~.•
8
Prooida (Napoli) 29. 1.83 Costagllola .dntonio,
®. <D a o;;uoctvo(N a poll)
* ·O, ~. +. Osp. Bari (secretal"lo) 80. 6.24 16. 7.11
7. 3.82 Palumbo f U IISC'P 'fJt, tjjo,O.O.+, @ "'·
....,,.... ~. @. q;,
Id. Anoona
so. 6.24 25.11 .10
27
(SIIQ'WI) ALI.OO !ORI IU.I!:DIC'l
~-C
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o 3 3
LUOGO
C.:I.SATO E NO.ME POSIZIONE
dJ U!lllCita
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Sambuca-Zabut 11.10.84 Campli! Bulmrssll'f'Tt, ~. 0. 0-~ " ''
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Osp. :Uilnuo
so. 6.2-4 15. 7.11
l d . :'\a 1 oli
30. 0.2. !6. 2. 12
Dir. So.n
30. 6.21 15. 7.11
Q)
Aooatlla (A v el- 21 . 8,8.1 vas_,.allf O iuromli,
lluo)
di
grado ,er .-i zlo
dal n . 49 al n. 59.
.. ~
di
DECORAZIONI E OA~IPAGNE
DI NASCITA
co
r.
A:'\ZIAXITÀ
DATA
Schio (Vicenza) 3 1. 7.86 Dal OJlltJ Auyusto, :li•.
~·.
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+.~ """", '\1', O·p. Veruno
30, 9.21 15. 7 11
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..•.
a S .StcfanoC&mn- 21.ll.86 Cemf~tllll Domrnim, ,-. /t. + , g ,....,..
Id. Pak rmo
30. 9.:!1
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A.Dd rla (Bari). 16. 1,81 Clv1tu TlaOitele. ,;. O. ~- . a_•. ID
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F r a n c a v 111 a 28. 1.86 Argentina Oicv. Batti.•ta ,if,'ii',+ ·Jl' , [Ì), ~ tU•lt•U 1 -S!.•t ·~ • <D f li·U, llt •tt , cr.ooce)
1<1.
Bari
so. 9.~4 16. 7.u
Dl..m. Min . .4.,ronatt· 31. 3.26 15 7.11
tica
~
a
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a
ca sa m a r clano 10.10.86 Orazlnno Carmi11e ;t, (.Na poli} ~ "'• ® • W· •:•
+• ([. ,,_,.. .
Osp. N apuli
:11. 3,26 15 7.1
O, O, O,
St. 3.25 16. 7. 1
1.10.81 DI Stefano OiUSCP J)C, $ , aiio, ~ .,..,..
lllr. ;::an. MUano (se· ~ 1. 3.26 5. 9.08
Pal ol n
Monte- 18.11.85 \~ola t.'az::areno.
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CHtar lo)
Id. Id. Roma (Be· 31. 3.25 15. 6.1 g retnrfo)
28
( SeDile) MA.OOIORI MEDICI
ANZU..NITA•
DATA LUOGO
CASATO E NOME
POSIZIONE
di
DI NASCITA
df
DECORAZIONI E CAMPAGNE naaelta
df
grado servWo
dal n. 60 al n. 71. a
Dari.. . . . . . . . . 25. 6.81 Donadeo Vittcric. of:, ~ .......... @.
Oep. Bari
31. 3.25 16. 7.11
Id. Savigliano
31. 3.25 16.12.10
~. <li"''"• ~ .
a
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a
S. Gluseppo{Pa!ermo)
c
Calice Ligure 12. 2.82 Scanavfno Y.et!!rino, ~. (Genova,) ®"''"'", @,@
a
Partinico !ermo)
a
Calabritto (A- 10.11 .8~ Carlu('()i Ra(faele, ~. O. V6lU00) u.u, @, @, IIC•IT·It,
*·
25.8.8.5 Sunsuri Oiust.ppe. @, @, 4)
cb. +, ~ ........., Id. Palermo
+, (!]. 4ì'"'"
(Pa- 12. 1.81 Giallnwhardo Ortste. ~. ®"'""'"'" 6/), @, <C"'""• "'
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+
Id. MUano
30. 6.25 30. Ul
Id. B ologna
30. 6.25 :st.12.10
+ 4ì "''" Min. Guerra (CoDI. :11. 8,2.5 1 .11.11 fDe&r,)
Canale (Cuneo) 14.12.8!1 Casctt>~t Cuare, T· ~·.+, 4ì, 9 "'"", So. appl. art. e genio
a
31. 3.25 16. 6.11
30, 9.25 1. 6.U
(0, @•• o Montalcino (Slena)
6. 1.87 AogelinJ ~monio, ~. C. O. O. ~,.,.,..,..,. , @. @, tt>
+.
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6. 2.8.5 De Ceeare Vincenro, +,O. +, ®. 4ì So. ali. uj!, Br&
o
Roseto Valfurt<: (Foggia)
a
Sassari. . . . . . . . 13. 5.84 Aromando ~nqelo, of>, ...... ~ ...,... @, ~iJ).
v
Termini Imerese (Palermo l
9. 8.88 Folena U?tWerlo,
+. 4ì"'""'''"' Oep. Cagliari +
1
31.12.25 16. o.u
31.U.25 10. 6.11
+, ®. <C .............,. Dir. San. Trf• ete (lgte- 31.12.25 10. 6.11 nleta)
S.EIIa a Piani~! 25.10.85 DJ PoJma Vincenzo.*, ~ ·n·t•, ~·u-u, CCampobasao l @.@, • •
a
Mln.Guerra(CaPo eez. 31.12.25 10. 3.12 luc.)
+.ITJ••
Osp. Bari
29. 3.28 16. 7.1
( ,~)
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ANZIANITÀ
DATA CAS ATO E NOME
LUOGO
POS IZIONE
dJ
DI NASCITA
<Il
29
MAGGIORI JICEDICI
dJ
DECORAZIONI E CAMPAGNE naaolta
Cll
dl
grado s ervtsto
l
l l..
dal n . 72 al n. 82.
+.
a Slraousa ••. .•.
<{;> ,,,...., •n·u, .....u, 8.11.86 CnsainJs Uao. ~ .,.... , @, (ù), L. D. In llsJologta applicata all'ooucaztone tlslca
Oap. Rowa (OOill. la · 29. 3.26 10. 3.12 bor. llslol. blol. a p. plloot a)
SJ88a (Parma) . .
7. 9.80 Podrln14.nlonio, c!!>. Q,@, *· ~ "'·", :s?- l•~- • · ~""''""
l>Up. ~!in. Finanu
+· +.
~.:..
c
+
a Lonigo (VIoorua) '· 8.86 Scarplt-rl Cuore. O, 4> .,,......, ~ .,,. Osp. Verona .......... @ . lù). +
29. 3.';lfl 26.12.10
29. 3.26 15. 6.11
(..
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Trani (Bui) ..
2.12.86 Blni.Vmnet•ico. +, ;t~. -9'"·"'11, @ ,@.
A.cc.mll. Caot. e cavali. 29. 3.!6 10. 3.12
• • ®, et;, .......
Trapani • • • • • • 26. 6.86 Giglio Rocco,
a
-.
.
+. 19 ............, @, @, })($p. Min. 4.tronaU• 29. 3.26 16. 6.11
•• +. q;, ~-
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Caluso (Torino) 11. 3.86 Passera Tancred!, U ,i]),
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Il)'"·", ......, +, +
trea)
o. a
Assisi (Pertl8fa) 21.12.87 MaimoneDooolino, + . ~ .,. .......... ~. @. 4)• • •
Osp. Roma
29. 3.26 10. 3.111
c
Bari . . . . . . . . . 2S.l0.86 Cristlnl 4.1/redo, =jl, (Y , ~ .,,•.,.,,, @ , @, •• q_;) tU•II •U•U •tt, Q ,
Id. Roma tarlo)
(soa'r&- 19. 7.26 16. !,12
a
Nollo (N&POUI
8. 8.88 Anaellllo ..tl{OMO, <i>. 0 . QJ"'"""" ,
Id. Oh1eU
28. 8.26 16, 8.11
+
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Canloattlnl (SI· 26.10.86 La RoooaPoolo, +.O, CD"'"""", ~m- .lXsp. ~~~"· ..teroMU· racusa) .......... @ . ® Uc4
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l. 1.27 l. , ,tt
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a S. GIUl!eppe Ve- 21.10.84. Catap&DoEduardo, +. ~.,,.,.....,. @, DU,. Mfn. F i -
eavtaoo (NallOll)
@, CD ........u,
+, +·
lS. 2.27 10. S.l2
(8~) l\UGOIOIU MEDICI
30
ANZIANITÀ
DATA LUOGO
CàSATO E NOME POSIZIONE
di
DI N~SCITA
di
DECORAZIONI E CAMPAGNE nascita
di
grado servlsio
dal n. 83 a l n. 93. c Partinico !ermo)
a
c
(l'a· 28. 8.87 PnasoJacQua Gioacchi1w. :§l, Q, ~. ~ , ......... @:. @,
+. +.
SAnse vero (Fog· 7. 1 .88 x lll all ~e J!Jlt$$andro, e§>, O. O, ~ gta) u~ ·• ....u·H-u-.•• @, @. + ...~ .
Se. appl. ee.o. mU. (!ns. SI. 6.27 16. 1.13
Co n v o rs a n o 28.1().83 Fa nciii l'ihmtnnio, oj!:, ® '"'"'"'"·" (Bari) ~. .ç 4: "' ·"·"·", + .{•.
AIJiett. i ntemt.
l. 9.27 18. 6.11
Osp, Napoli
l . 9,27 10. 3.12
Jiir•·OZ~
6.11.~7 28.12 .13
c Caivano (Nar oll l :Jo. 3.88
O'Amllrn~lo Giu.•<'P)'IC, ~. O. ~ U , •It • lf • ll
a
S le!la ........ . 30.11.88
c Col l<·tnrto (Cttlll · 29. 3.88
Bi:t~i nl OiorMmi,
pobas~o)
Ca ~ aca!!'udu
(C'ampol.lal'~n)
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11. 2.85 Corsi .Mir ato.
7,10.81 Bnnac<·ot·Ro Ldltrio,r'jj., •t:,
L ~;- n t i n l
(~i -
col.
(Eri· 13.12.27 28.12.13
trca)
Guerra (Cons. incar.)
)!in .
13. 12.~7 10.
3.1 !
+, ~ ,...,, Dir. San. Ud ine (eegre· 13. 12.':!7 IO, 3.12
~· ~ a
Id.
J7incenzo,d<:., U -/t, O)' "' R . tru ppe
~la~trnntnnio 1
O,+,
t! t.)
1 @,<Q·, 4..)-tU •lllt ~"' ·
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n
16. 3.27 l. 1.13
Oep. Torino
tarlo)
23, 9.87 Bm:liar,' llo Federico, &t>, O. <&. + , ~
Osp. T rieste
13.1:! :n 16. l .13
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Andria (Bnri) .. 11. 6.86 Pomo Frlice. ~
a
+, 19"''"'"""· @, \.0.
........., +
Rocc a dchu l d1 '.?5. 4.86 Bruno C(lr/o, '~· ~ "', ~ (Cuneo) ~. ~
+
Id. Bologna (segre- 13.1 ':!.27 10. 3.12 tarlo)
I d.
Savlgliauo
13.1 2.27 10. 3 . 12
1
(Stii'U~) llolOOIOJll
:!.. o 3 3 ~
31
lt&DICI
ANZIANITÀ
DATA
CASATO E NOME
LUOOO
P OSIZIONE
d1
DI NASCITA
nascita
d1
DECORA ZIONI E CAltPAON El
d1
grado servizio
dal n . 94 al n . 104.
+. ~......,
o Cagliari. .. . . . • 17. 6.86 Carnba?.z\1 Mario, ~
c
l. 1.28 l. ,,12
Osp. Torlul)
11• •.2 10. 3.13
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Terranova )!ar- 12. 7.88 De Cas tro l on<Uio, ~herlta.
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DATA CASATO E l'OM E di
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POSIZIONE dJ
DECORAZtONI E CAMP AGNE
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dal n. 105 al n . 115. a
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Id. Messina.
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I d. N apoli
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ANZIANITÀ
DATA LUOGO
CASATO E NOMi: POS IZIO NE
di DI NASCITA
DECORAZIONI E OAMPAONii: naeotta
d1
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dal n. 116 al n. 126. a
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Id. Palermo
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di
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dal n. 127 al n. 137.
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So. appl. san • (A. M .)
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Barletta (Bari)
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Id. Bologna
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DI NASCITA
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1. 1.32 28. 6.14
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I d. Padova
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d1
d1
DECORAZIONI E CAMPAGNE
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ANZIANITÀ
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DI )JASCITA
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DECORAZIONf E CAMPAGNE
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dal n. 161 al n. 167. &
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l. 1.34 28.12.13
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a Trenti.Dara esa- 17.11.88 Cavallo Eugenio,~. <P. 19....,........ lerno) @,@
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Paalieta (Obletl) 26. 6.87 DI Nella Nicola, -!>. 0
... ... .....
a Mest.re <Venezia) 26. 2.88 De Carll Gu8ttml t!>. <P •..• ..• ....
Osp. Verona (segte· tal'! o)
l. 1,3 4 28.12.13
Id. Bologna
l. 1,34 28.12.11
Id. Alessandria
l. 1.3( 17. 9.U
Id. Udine
1. 2.34 l.lO.U
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1. 2.34 l . l O. H
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POSIZIONE
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D E<..:ORAZJONI E CAMPAGNE ouolta
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grado secvl.afo
l PRIMi OAPITANI .MEDIOI.
dal n. t al n. 12. a
Sommatino(Cal· 18.11.85 Vendra Saloatore 4) .,..... ~ .,,....., tanissetta @, @.
+
a Perugia • . . . . . . 14. 4.88 Caterinl ~rico ti. ~ ............, @,
Osp . Cagliari
( . 3.17 16. 9.Ì3
62 fant.
119. 4..17 15.10.16
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o S. Biagio Plataollll. 9.89 Ouaro&cola G1rolamo. <!>. 4) .,..,..... Arpdt. ift/erm. (Aarlgcoto) ......, ~. Il'
+',
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lschitella (Fog-
8. 2.88 De Cata Dome?\(co, +.O........ .
29, 4.17 1.10.1J
Osp. Breacta
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29, •. 17 l.lO.H
Dlstr. mJ.l. Bari
211. 4.17 1.10.1&
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Grotte dJ Castro 26. 6.89 Sperapanl Elpfdw, c§>, ~ "''""", @, (Ro m o.) @
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4, 6.89 SabatJol.Arfuro, U ~. O. è.@, ~m"''"'", @, ..Q). L. D. tn antro-
polocta
+
a Montecalvo Ir· 26.11.87 Fo~Uooe Lorenzo, <!!o. CV...... . . • . . pino (A veJJtoo) a Collotorto (Ca m· pohasso)
6. 11.89 De Bernardo F rcm. A.nton.io, c§>, ~ ....... f}), @ +',
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a Bitonto (Bari). 16 . 3,87
Mod~o Dome?\ico, c§:, O • . . . . . . .
Osp. Milano (scgro · 29. "-17 1.10. a tarlo)
R. truppe col. (Trl·
29. 4.17 1.1(.'.14
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a Monteleone di 12.11.88 Severi Pomp«J +·...............
0111. Perugia (A. M.)
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93. 8. 1~ 30, 6.15
Osp. Udlne
23. 8.17 IT, 8,15
+, + .. ..... . 3 a lp .
23. 8. 11 11. 6.15
40
(St(Ttt~) PBP1J OAPlTANI
.!!
DATA
-;
LUOGO
o
.s~
YlillWl
ANZIANITÀ O.ASATO E NOME
di
DI NASCITA
f)
nru;clta
POSIZIONE DECORAZIONI E CAMPAGNE
df
di
grado servislo
dal n. 25 al n . 35,
o ('Ja.s4le (A.Ieesnn- 3. uo Ganors Romtuùtù>, aj:, @, @""'"n, .dspeU. (nfer~ €3. (21, @, ~ ............ -&·. + drla) a St.raousa •••••• 19.10.90 Tromba.tore J7incen.w, o§:,~ ,.,.,..,,.,,, @,@, ••
o Avellino....••• 12. 5.89 0 Sandulll Pidro,
*• O .. • ......
+, C , • L&nclano (Ohletl) 16. 8,84 De P8o8<J1l&@,G'wep @ , •• pe,
~
s. Valentino (Ba.lerno)
so. a11.111r. Pavia
23. 8.17 24. 6,15
Osp. Genova
28. 8.17 17. 6.1
....... Le.
terr. 00. RR. Na- 23. 6.18 l. 6,1S poli
t ll•U•N,
a
23. 8.17 24. 6.15
9. 6.86 Dc lllarlnla .dvrclw. +. ~. ~ lll•lt, @. @. ••
Dl.r. Sa.n. BolOIIDA
28. 7.18 l, 6.1S
8 fant.
28. 7.18 1, 6..1S
,,..... Osp. lllllano
28. 7.18 l. 6.18
a Voghera (Ales· 12. 6.87 Beretta Gimqrpe ..•••••.•..••..• sandrta)
+. "',
~ a Torrooraa.la.(Sa· 26. 8.87 Girardi Gitu~eppe, !orno) "·"· ~. ~. @ , @.•. +
~
a Teverola (Na- 19. 4.89 Peoora·r lo Ral!tule. +, O. ~ - ~. ~ tU..U•lf•U @l, \Q>, • poll)
Id. J'lrell.IC8
28, 7.18 l, 6.UJ
1
a lllelelrll8DO (MI· 30.10.:89 Monti GGdclno, <>§>, ~ ........,, @,@. la.no) Sanù, +. O. • Gangi (Palermo) 28. 1;90 Centineo @,@. +
+ Dl&p. M'"- ll'maMe
~ w............,
28. 7.1! l. 6.18
Oap. Palermo (A. M .) 28. 7.18 l . 6..16
(Oa- 16.U. 8f Lnoiano-FiliCà Felw. :§., ® ,.,....", Id. Torino • Vazzano tanzaro) @), @
28.7.18 l. 6.16
($eqtU) l'RIMI CAPITANI MEDICI
A.NZIA NITÀ
DATA
LU OGO
CASATO E NOME POSIZIONE
dl
di
DECORAZIONI li: CAMPAGNE
DI NASOITA naso!ta
4J
grado servizio
dal n. 36 al n . 47. o
Teramo . ..... . 12. 6.91 Vetll.9Chl PIJ8quaù + .... ...... ...
Osp. Bologna (A. M.)
28. 7.18 l . 6.16
a
Roma. . ..... . . 16. 7.88 D'Amico Giuseppe, c!!>, ~m·••-n, @,@
lilstr. mlJ. Roma
28. 7.18 l. 6.16
a S. VIttore dal La- 13.12.89 Deci!IA Camalo +, lr. @, ~ ~~~·••· R . trup~ col. (Soma- 28. 7.18 l . 6. 16 z •o cFroslnone) ,..,. . .. @, @, +. . . . . . . . . .. . . . Ila)
+. O, + .. . . . . . . . . . . Osp. Padova (A. M.). 28. 7.11! l. 6.16
a Oaaerta (NapoU)
9.10.91 Softo Santi,
o Monasterolo
1. 2.86 Brnnettl Giuseppe,+.O. ~.,,.,........
o Ca.lvano(Napoll)2 6.12.89 Lanna Leonida, @,
+.
~ .............
*
4) "", ...,
@, @
+• +,
Castelplanio 27. 6.90 Ricci Antonio,+,~ ........,..., @.@,
a
Id. Savigliano (A. M.). 28. 7,1 8 1. 6. 16
@, @
(Cuneo)
+"
(Ancona)
I O art. pea. camp.
22, U8 l, 6.16
6
id .
22 9.18 l. 6.16
Dir. San. Milano
22. 9,18 l, 6.16
Id.
id.
(asa. mJI.)
1 2.91 Carlmatl Giuseppe,cjp,O, ~ :"·''""""• @, @.
a
S . GlullanoMila· neee (Milano)
a
Roggio Calabria 13. 8.87 Suro.ol Bnmo, O.~. ('l!, @. ••
a
D e r uta
+
+. ®, ~ ,........,,, Osp. Milano (A. M.)
22. 9.18 1. 6.16
+. + .. . . . . . . . . . . Disp. ,)fin. F itUJn.:;e
22. 9.18 1. 6.16
+
(Pe- 20. 7.90 Magn.lnJ Enea,
rug1a)
c Sperone (Ave!· 10. 6.90 Ronga Gadano, +, ~ .......... ~. ~. Osp. Udine Uno)
c I aourau (Ca· tanaaru ).
4) .,,.._,...,
+
2.12.90 Do.ttllo Giuseppe,+• .p•n·", ~ ....,.. •n ·n, ('l!. @
Id. Roma
l:l.l0.18 l. 6,1&
13.10.18 1. 6.16
42
( 8 - ) PlllXl CAPITANI liBDIOl
LUOGO
DA.TA
ANZIANITÀ.
CASA.TO E NOHE POSIZIONE
di
DI NASCITA
nascita
di
DECORAZIONI E CAMPAGNE
di
grado aervtzlo
dal n. 48 al n . 59. a Diso (Lecoo).. .
ll. 7,90 Buco! PCJ811Uale
+ ............ .. Oap. Brescia.
13.10.18 1. 6.16
+.+, ......., ..., @,
Id.
Verona {A.. lll.)
13.10.18 1. 5,16
a Bordighera. (Por· 26. 8.92 Chiesa Emanude + . . . . . . . . . . . . . . to MaurWo)
Id.
A.lessandrla
13.10.18 1. 6.16
a Ocnova.. . . . . . . 16.10.90 Solert Giovanni,<!-, O. ~. ~ ........,.,
Id.
Plaoenr;&
13.10.18 u. 6.16
'*"· ......,@. @. . . 4.8pt:#. intenn.
13.10.18 1. 5.16
a
Saluzzo {Cuneo) 15, 7.90 ::\[orino En.rico @, 4)011 •11, 0.
~
+
®.@. + a :r.iautova. . . . • 15. 3.89 Capra uonid4,
o
AQuila. .. . . . . .
~
1. 8 .88 Propeni-Cnrtf Btn«lddo, +, 4). @ tlt•tat•U • U @, @
Id.
Id
13.10.18 l, 6.16
13.10.18 1. 6.16
1
a
Cassano Irpino 29. 6.91 Maij~lmo Francesco, <!-, ~ " ''"• @, (A.vellloo) @, 4)
Osp. Udine
a
Bonito (Avei· 27. 3.90 i\Ulettl Emes«o, <!-, Q...... ...... lluo)
Id.
a
R i p n. ca n d l da
4.12.89 Musto Pasquale, <!-,
O. + .........
Verona
Id. Caserta
J3.11Ù8 l . 6.16
13.10. 18 L
6.1.6
(Potenza)
a. Corato {Bad) .. 19. 3.90 Plooarreta. Francesco, <!-, O. @ "'' ..... @.@
Id. Roma. (&es. mU.) 13.10.18 l. 6.16
o Monteleono(Ca· 11. 8.90 Frogglo Francaoo, <jf, @ .............,.. tanzaro) @.@
9 8/.'t, cam_p.
a
S. .Marco A.rgeu- 16. 6.89 Ma.ntredl 4.maldo ta.no (Co:som:a)
+ ..... ....... 16 fant.
13.10.18 l. 5.16
13.10,18
l. 6.16
l
43
l.secnuJ PRUO CAPITANI MK OICI
-.. .!
"E.,.,
ANZIANITA.
DATA
CASATO E ~OME
L UOGO
P OSIZIONE
dl
DT NASC[TA
dJ
DECORAZIONI E CAMPAGNE nascita
aJ
di
gl'ado serçizlo
dal n. 60 al n. 70. Stelano di Ca· 27.11.89 Zaftlro Gtctl<lnni, =§o, • S.mastra
24 art. camp.
27.10.18 l. 6.18
Oep. Cagliari
ll7,l0.18 1. ~.te
+.1), ~ '"'"· 3 art . cam p.
27.10.18 1. 6.18
~ "''", ~. @ ..
(M~ ·
~lna)
Gioacchino, olf:, • Gangi (Palermo) u. 6.89 Lo...Veccblo .... @, @, • •
O.~, ,..,..
~
c Solarino (Straou.sa)
8. Ull D' Agoatl.no 4qostino,
@,@. +
a Sortino (S i ra • 25. 4.90 Cni!Sono Oiuse~. ~. ~ .,,.,.. .,.,.. @.
a
a
Dletr. mll. S iracusa
27.10.18 I. 6.18
@. ~ • •
Cll!la)
Guardia Sanfra· mon.d l (Bene· vento)
3. 2.90 De B Iasi o Gflido, O. ~ m-u·u ·u·"'"" 34 fant.
®. @, • • +
Nicosia (Cata. 17. 6.88 Salomone Giuseppe. <§o, ~ . ® ......... nla)
As)le[t . i.n!erm.
27.10.18 I. 6.16
11.12.86 Cipollina UHs8e, T•O .... . .......
12 ber, ,
27.10.18 l. 6.18
10.1 0.91 Dettorl Gioe. Maria, +.~.,..,. ....... @, @.+
Osp. Cagliari (A. M.)
27.10.18 I. 6.16
I n[. p rea. Sasearl
27.1 0. 18 I. 6.16
225 tant.
27.10. 18 l. 6.16
10 art. oamp.
27.1 0.18 l. 6.16
IU•U,
($?>, @, .
a
Milano
c
Osilo (Sassari )
a
S ora (Frosinone> 2,. 2.86 Vendlttl Emilio, =§o, O. ~ ta·U-11•11,
o o ••••
27.10.18 l . 6.16
@, @
c
a
TorT"loella Slcn· rà (Teramo)
6. 3.86 Merllnl Camillo, =§o, ~ "''"'"'"• @,
@• • • ~
S. Gennaro CNa- 18. 6.89 De Bernardo FrmiCucc, <i;, ~ , ....., poli) @, @
(8eQUC) HliMI CAPITANI
LUOGO
MY.DIC'I
ANZIANI T A.
DATA
CA.SA.TO E NOME POSIZIONE
di
3 S h
DI NASCITA
nascita
DECORAZIONI E CAMPAG N E
di
di
grado s en·lz.J.o
dl\l n. 71 a l n. '82. .. Flgllne (Firenze) 11.10.87 Righi Giul!eppe, ci, O. 4). ®. ~ .,,. tiC•It, @, @ , .
Oap.
a Monte San Pie- 28. j,87 1\IIguanl rl.Uo..W , cjf, ~ ••··••·~'·", @ , tro {Bologna) (i])
.4spe/t. in/enn.
c Bitonto (Bari). . 2.11.87 Ambroal Luigi. ,.,., @ , @,
a
+
27.10.18 l. 5.16
27. 10.18 l, 6.18
+. O, 4), ~ .,,. Le«. terr. CC. RR. 81, 3.23 6. 3 .17 Ba.rl
Gioia Tauro 13,12.86 Giannetti Bernardo, CRegg. Qalabrlal @, @, 4) ....u
+.
+. ~ '"'""'"· Se. ccntr. fant.
o Castro llllppo 15. 3.87 Mcaelna. 4noeùl, ~"'"", @,(i]), C>. (Gl!"gentl)
a
Ll'~orno
Pisa. • • . . • . . • 29. j,89 De Hleronymls RU{)gero
31. 3.23 5. 3.17
+ 08]). Udine {capo eez. 31. 3.28 5. s.n diAinf.)
+....... .
I d. Livorno (A.. ltt.) SI, 3,23 5. 3.17
a Gualdo T ad l u o 19, j,90 N anni Carlo, ~ .,..,..,..., @, @, + So. appl. ean. mll. (!ns. 31. 8,23 5. 3.17 IIft.)
(Perugia). o S aviano (Napoli) 6, s.oo Allocca 4 nlonio.
@. +
4). ~
'*'·
~.,..,.
@
28 tant.
....... @, 0 $J>. Bologna
31, 3,23 6. 3.17
a
Serra S . Bruno 10. 1.90 Tedoscbl Nicola. (Catanzaro) @. +,
a
()ot11nal1 {A '<'elllno)
1. 1.87 Vitale Nicola, ~ '"'", @ , @ . . . . •
Id
Torino
lll. 8.23 19. S.18
.. Mnotova.. • . • .
6.10.88 Urtoler Fernando................
21 a.rt. namp,
31 . 8.23 5. 3.1.7
a Catania ....... 20. 2.82 Llpan14nton(no,<!', ~"'"''"'' · @. @.
Mln. Guerra
31. s.:zs 5.
+
lll . 3.2~ 5. 3 ,17
s.n
®. ~ .
l
(Segue) PRiiKI OAf'IT.t.NI KBDICI
.,
.. = o
LUOGO
3
DI NASCITA
.!
DATA CASATO :&: NOME POSIZIONE
dJ
GO
nascita
D ECO .RAZ IONl Jil CAMPAGNE
di
dJ
grado servizio
--7---------~--~----------------------.--------------~--~-~
dal n. 83 al n . 94. a
Priocca d'A lba
9,12,110 Carbone Terulo, 4),
®, @. +
(Cuneo)
~ "'"""""",
Osp. Torino CA. :M.)
st. ua 5. 3.17
l art. poe.
31. 3. 23 5. 3,17
o
Al~dria. . . .
a
M o n te v l de o 26.10.8\l DorS«<lO Gitu~eppt Evari~to O. @"'" Ren. genio ferr. (Uraguay) """"" , ®. @ ®
13, 1,110 Gatti Oiollanni. . • • • • . . • . . . . . • . . .
+.
o San :M l n l a t o li. 7.110 Frollini IXno, O. @ .......... @), @ (FI renm)
6 belli.
31, 3.23 6. 3.17
31, 8,23 :;, 3.17
•
a
Molfetta (Bari) 13, 6.92 Magrono .dmedeo, ~ ' """""• @>, @ Min. Gue rra.
o
Ba&ellce (Bene- U . 8,Wl Umore Franu8co, o§>, ~. @ .,..,..... vento} ........ @>. @. +
o
Al v l t o (Frosl· 28. 2.98 Mazzooga Gi«conw,
31. 3.2:1 5, !.17
D(.!p.liUn. Aeronautica 31, 3.28 16.12.11
+ . .. . .. .... O-x>. Padova.
31. 3.23 5. 3.17
OODe)
a Oasalo ermell l SO. 6.110 BoldJ Ter~. *·O.~.®.@'' ...'""""· R(·gg. ar t. oov. (Alessandria) @), @
+
a
T uri (Bat'i) •• , • '· 2.91 ea,, tellan eta Vincenzo, 4), @ OlT·If,
Osp. Genova
31. 3.23 6. 8.17
31. S,23 16.12.17
@), @
+•®'"·
'· ,,91 Scala Enrico, IT•It @>, @, ED
11 11 • ,
4>. ~ 111, D-isp. Min . .J.t ronaulica Sl. 3.23 6. 3.17
a
Nola (Nt.poll)
•
Paola (Cosenza} 1,. 1.91 Clodaro Ra(Jaello.
c
lìoggla ........ 28.11.91 Pocorella Giovanni, @ 111• 1T·II, @
+. O. ~. 4) ....... Osp. Napoli (A.. M.)
@ ............. @. ©. •••
+
+.@>, Id. NapeU
SI. S.2S 6. 3 .17
31. 8.23 6. 3.11
46
t Set/1U)
PRL'ofJ CA P !T A.."' l
)(};DICI
ANZIANITÀ
DATA
CASATO E N OME
LUOGO
POSIZIONE
dl
DI NASOITA
nascita
di
DECORAZIONI E CAMPAGNE
di
grado sen1zlo
dal n. 95 al n. 106. a
Rom.a. • • • • . . . 8. 3.92 Petltbon Lodo11icc.... . . . . . . . • . . . . Oap. Anoona (A. M.)
:n. 3.23 s. S.\ T
a
Mintu rno <N o.· 12.11.87 Fedele Pasqual~. O.~.~"'"", @, @ poli)
I>Wp . •11in. FiMnze
31. 3.23 5. S.IT
LfBPett. injerm.
31. 3.23 5. S.I T
a Corleone lerruo)
(P a· 17. 1.89 Gennaro Lucia.no, ~ ,.,., ..., @, @, L, D. in clinica ooullatloa..•......
a Gioiosa Ionica 10. 6.891 Rodlnò NicolatlllmiQ, @ "''"• @, @. Dir. S an. (R. Calabria)
• · + .L. D. In Igiene
o Ficarra (MeSI!inal 17.2.92 Fermloro Gimeppe, !l;l,
Verona SJ. 3.23 6. 3.11
<lirlenist&)
® .,,.., ..., Centro chtm. mil.
;st. 3.23 6. s.n
~. @. •
a
S. Giovanni In 21.10.89 Loria Oiouanni. :!o, O, 4;', ® ....... MJn. Guerra Fioro (Cosenza) " "", @. @.®
a S. Prisco (NIl· 12. 8.91 DI ;\Jonnco Paride, @ . . • . • • . . . . . .
7 alp.
31. 3.23
s. 3 .17
31. 3.23
s. 3.17
poli) o Corignola
(Fo~·
gia)
2. 2.90 D' Eugenio .4ntonw, O. ~ .......,.,., @, \W .+
a Monopoli (Bal'i) 3.12.88 Barnaba ~onardo, ~ ' """"", @), @
a Napoli. • . • • . .
+. @ ,
f.eg.
trrr. CC. RR. 31. 3.23 s. s. 17
1'rleste
Oap. Bari (capo dlalnl.)
S. 8.89 Pagnotta Umberto, ef>, !l;l, 9 ,,..,......., 08 fant.
II('Z.
31. 3.23 5. 3.17
31. 3.23 5. 3 . 17
(\!), @, • • •lo
a
VII l amooterchl 20.10.8.5 Al berti Ettore, ~ "''", ~. @, + . .
17 art. oam;r.
31. 3.23 6. 3.17
(Aroz.zo)
o Portici (Napoli). 6, 4.90 Torre Sal~:alorc,
+. ® ,.,.......,., @, 31 fan t.
30. 6.1H 6 . 3.l7
@. •
-
IS~ I
.! ~
o
I'JUJO CAPITANI MIEDICI
ANZIANITÀ
OATA
LUOGO
OASATO E NO.HE
i DI NASCITA (lj
d! nuolta
POSIZIO!I."E di
DECORAZIONI E CAKPAGNE
di
dal o. 107 al n. 119. " S. Remo (lmper la)
li. 1.90 Oenzn IW(Jam, •H•, ~ .,,.,.... , ~~ "''", {\{), @.
+, +
o S. Giuseppe Ve· 18. 9.91 Oola Francuco. O. ~ .,,.......... fl,, suv1aoo (N11· @. .
SOIIf'. imp.
30. 1\.2-1 l6.1ll.17
O~p.
a~.
Udine
s.u tG.t2.t7
poli).
a Siena ...•.••.. 27. 1.9t
ll10o111111
FUtppo...................
o Oeta.lb(Palermol 20. U.!ii La Manina ~. •i•. O. ~ ,,.,.. ...... (V).@. .
Id. Bologna (ai!S. rntl.) 3!1. 6.U 16.12.17
Id. Palermo
31. 11,24
l. 3, 18
c C:blo.r o.mon t.o t 9. 1,9:! Iaonlzzotto .4ntonlo, ~'"'"'", {\{),@ ld. Catanzaro (A M.) 30. 6.24 16.12.17 Gul6 (Slroous.. J
a Terni. .•.••••• 22. 7.113 l'oriPl Ennio. O.
~ '"·"·••. ~- @.
8. 6.92 B~lls~trlo GiuJw, <P.~ '",@.@ ...
a
Bari. . . . . . . . .
c
Vlco.ri (Pnlcnuo 1 13.10.92 Lomoudola FUippo...............
a Taranto • . . . . .
8.12.08 ~'leob•·ttl 01meppe .. • . . . . . • . . . . . .
li a rt. p.-~. camp.
30. 6.24 t. 9.2
Osp. 1-'ìreoze. (A. M.)
30. 6.24 l. 11.20
67 tant.
30. 6.2. l . 9.2t
t li
30. 6.11~
l. 9.10
s. 8.19
Id.
a
Nardò (Lo eco). 11.12.~ ~·n~a Pa3quaù . . . • . • . . . . . . • .
Dir. !:'an. Firenze
30. 6.ll-i
a
Gioia <lui ~la,.,.l 2-l. 2.93 GlannMtnnl Mario ~. (AQullo) ~. ©.
Dl8tr. mll. Perugia
30. 9.24 l. 8.1
c
Bad olato
+
t.anzaro)
a
~ ,,..,...,
(Cu· 117•••94 l'ultronu Ra(!tuù., ~ ..,.,.,(SI). @ . •
Napoli .•..... 18. 2.96 l'&oranlglla . ll/reti<J,~ "'. ®. @.<f.."'' ...
Il. truppe col. (Erltrua) 30. 11.24 l, 8.2
Osp. Napoli
30. !1.2.
l. 8.21
DA.T.&. OA.BA.TO E N01>1E
LU OGO ~ ..., u::
i l D I N ASCI T A
OIIJIQita
P OSIZIONE DECORAZ IONI E O.&.MPAONE
di
di
grado ser v izio
dal n . 120 al n . 133. 0
UolJin ... . .. .. 26. 9.92 S lolbaldi 0UDlW.S0, ® "''", ($1), @.
Oap. Roma (oo m. cam· SO. 9.U po san. Anzio)
1. 8 .21
So. ali. o.tr. Sp oleto
SO. 9.U
l. 8.11~
so. 9.2,
l. 8.21
Id. Nadoll
SO. 9.U
l . 8 .21
s. 1.95 t;aguou" .4mcnw, ® .......... @>. @.
S o. tl.ro an.
so. 9 .2, l . 8 .2 1
(SI · 11. 9.9t .\~tuto Giu.eppe, ~ '"'", @). @. + . .
Osp. MtJano
SO. 9.U l. 8 .21
0 :M ag lia n o d el Marsi (Aquila)
.a
2. 9.91 DI Lorenzo Odoonlo. . ............
Rn~sauo Cnlll b:·(• 16.
7.95 G uido Giol1mlft\
-l. .. .... ..... .. . Oap. R oma
(R. Cala brta)
a S q uillace (Ca· 17. 6.96 Squ!Uaclotl Ba(/ade, ~ "''"• (\1), @. t.Anzaro)
a Portici (Na poli)
.c So r t i n o ro.ousa)
-o Sassari. . . . . . .
a
3. 8.~ Morro Oiaconw,
+• ~ .,..,,.,. , @, @ 3 ber&.
SO. 9.U
l. 8. 21
~ fant.
SO. 9.U
1 . 8.21
Oap. Brescia (A. M.)
SO. 9.U 1. 8.21
Dlatr. mi!. :MUano
so. &.u 1. 8.~u.
Messina . ••.•.. 18. 5.96 ){ast roglacomo Guido, ® '"·"·", @,@
.a Gro tt aferrata
1. S.92 Tappi P n nw.
Q.. .. ... .. ........
(R ollll\) c
Na poU • . . . • . . ' ' · S.&i l'almlerl .41/'l'td4 . . • . . . . . . . . . . . . . .
o Nola (NapoU).
ll.lO.&i T u!ano IW(Jath . .• ••..•.••••..•• .
.4epell. i n/et'm.
SO. 9.U
l. 8.2 l
... Partinico l ermo)
(Po.·
2. 2.95 .\ vcUone Gaetano ....... .. . • ...•.
Oap. Chieti
30. 9.24
l .
c Carlent ini
(S I·
2. 2.9i Failla Salt:alore . . •• •.. .......• . •.
8 art. p es.
SO. 9.U l. 8. 2 l
4 f ant•
so. 9 .24 l. 8 . 2 l
8.2 l
raousa) .o
B onorva
snrl)
( SM· 23. 6.9S ::-<u rra .dntMl w, ® " ' , @). @
. . .. • .
49
(StguiJ) PRnll OAPITANl Mlm!Ol
~
<l .,o
3 O'J
ANZIANITÀ
D6.TA
;
OASATO E NOME
LUOGO
POSIZIONE
d1
DI
NASOITA
naactta
di
DECORAZIONI E CAMPAGNE
di
ll!'ado servtzto
• dal n. 134 a.l n. 146, a Torino • . . . . • . 28. 9.95 Rossi Mario <P, ®. 19 ,...,......., @, @ Osp. Savigliano
SO. 9.24 1. 8,21
Boscomarengo 11.11.90 De MlohellsOomado, @"' ·u·u-u ,@,@ R. t,.uppe col. (Alosea.ndrla) poUtanta)
(Trl· 30. 9.24 1. 8.21
a
o Cava dei Tirreni 30.10.95 Jl'o rri .&nton.fo, /r, ®, 19'""11""•11 , @, (Salerno) @.
+
a Conco .•...... 26 • ••96 Brezzi Glooomd, /r. <P............. @), ©
a
30. 9.24 l. 8.11
23 art. oamp.
+• e tt•·••·u , DUp. Min. .4eronau· 80. 9.24 l . 8.t1
Parttmtoo (Pa· 26. 6.96 Paesalacqna. Ralfade @ "'""·"·",@,@ !ermo)
t(ca
so. 9.24 l. 8.21
13 art. oamp.
a Se o o n d !gUano tl. 6.91 Oou.eanto .4-medeo, ~ hl·•i-lf-II·Uoiò, So. an. eott. Nocera 30. 9.24 l. 8.21 (Na.poll)
@, @,
+
Interiore
o VIttoria (Sira· 19, 5.9! Cnltrone Sal~. onss) <P', @. @
a
e '""""""", +, ])(,Bp. Mi1l. Fi~.
A1J&'118ta (Slra· H. 5.93 P attavina Domen~ .. . . . . . . . . . . .
Id.
Id.
id.
SO. 9.24. l . 8.21
80. 9.24 l. 8.21
onss)
Venafro (Oam])Ob8880)
3.12.96 Alonzo Ruqqiero.. .... . . . . . . . . . • •
Savoia oavaU.
30. 9.24 l . 8.21
a Catania. • . . . . .
3.1(1 92 Ma sUillarra Nkolè . • • • • • . . . • • . • . .
Oe.P. Bari
30. 9.24 l. 8.21
Dir. San. Bolocna
30, 9.24 l. 8.21
o
a
Na])Oll •••.... 24. 4.~ B'hune GuqiWfltO,
19 ......, @, @ . .
(igienista)
a S. Gregorio Ma · 19. 8.96 Go~redl Luiq(, ~ ....,.,~. @. @ ... gno (S&lerno) o
Acerra (NapolJ) 18,10.95 Bntt!g llone Mic/&e~ . • • • • • • • • • . . • •
4 -
Ruoli di cmeianil4 <W Corpo Smdtarlo m.Uetare.
94 tant.
30, 9.24 l. 8.21
I ' art. camp,
30, 9.24 l. 8.21
50
\8~)
~
~
..
o Q
.3 CIJ
LUOGO
DATA
PBDa O.t.PlT.A..NI II&IUOI
ANZIANITÀ CASATO E NOME POSIZIONE
di
DI NASCITA
nasoita
d1
DECORAZIONI lD CAMPAGNE
d1
&rado serv111o
dal n. 147 al n. 159. a
Salemi (Tra· 23.11.94 Patti Gi_,. O, @ ou....,,..., @, pani) @, +, ~ '"', '"'
a
VIta (Trapani) 11. 1!1.95 Perrlcone 0'~· ~
a
Casanoai Joruo 17. &.90 Diana. Euuemo, ~ ,........, @, @ . . (Ooeenza)
Oap. Verona -· d1slnt.)
(capO SO, 9.24 1. B.U
,.....,@, @ ,+ Id. Melllna
o Scanno (Aquila) 17. 6.94 Del Fattore Ouolidmo, @, @
~ .,..,.,.,
so. 9.24 l. Il.~ l
Id, Bar!. (A. M .)
so. 9.!4 l. 8.S1
Id. Napoli
so. 9,i4 l. 8.21
c
Formicola (Na- 17. 8.gj O i ullano Celatinc,@ , ,......,..., @, @ Labor. p1roteon. R. E. POlll capua
so. 11.24 1. 8.lll
c
s. A p o lllnare H. ll.01 Mallozzi .4fMrioo.. . . • . . . . . . . . • . . •
30. 11.24 l. 8.21
1 genio pontieri
(Nawlll a
Oa atel grnndo (Potenn)
8. 2.116 Oasparrlni Nieola, El). . . (p @ "', Osp. NapaU (capO 18z. 30, 9.24 1. S.lll @, @ dislnf.)
a Fasano (Br l n· 12. 1.89 Potenn Ltriu', lj>, O . . . . . . . . . . . . 1 granat.
31. 3.25 lS. 3.17
dia!) a
Bar ra fran ca 16. 3.90 Plll'f\nlnto .&nodo,~.~.~,.._.,•.,.,., (Oaltanlasetta) @, @
10 bers.
31. 3. 26 16.12.1'1
a
Naro (Agrfa'en· 16. 4.91 Castronovo Oadano, +. ®, (p, ~..... 76 fant. t.o) ..,........ @, @
31. 3.26 l . 9.20
o casa.Jvellno Ma.- 2. 4.96 Lista Domenl~. . • • • . • • . . . . • • • . rlna (Sa.Jemo)
Oep. Oorlz1a
31. S.26 1. 8.21
a Portolandolt o 16. '1.91 Rlnaldl Oraeio .. .. .. . . . . .. .. .. ..
15 fant.
SI. 3. 26 1. 9..20
Osp. Polermo
31. 3.26 1 . 9. 20
{Benevento) a
Aoirel\le (Onta- 21. 9.92 Foti A l/W, ~ ........,..., @, @, nla)
+·.
(8eg~) PRDU OAPITA.NI IRDIOI
;:•
l!
..
E Il
ANZIANITÀ
DA TA
LUOGO
CASATO E NOME POSIZIONE
di
DI NASCITA
61
.
DECORAZIONI E CAMPAGNE naeclta
m
a S. Severo (Fog· 23. ,.91 Cassano Lorenzo,~.~ ....... 4), @,@ .&fP«l. '"ltrm.
Cl
•·+
(A· 31. 8.96 Giacobbe Corradlno,<!>, ®'~". +• Cl), Osp. Roma @, @, L. D. In patologia ob1rurglca
Paganloa quila)
di
grado servizio
l
dal n. 160 al n. 172.
gla)
àJ
a Salento (Saler · 21. 1.97 Scarpa .4n(llollno cj!o, ®"'• @, @ , ~
31. 3.76 l, 8.21
30. 8.26 I. 4,22
Id. Trieste
30. 6.26 l. 4.22
no) A!l4rta (Bari)
17' 8.98 'l'reploolonl Emanuele •••.•••• . .••
Id. Bolopa
3(). 6,~
• Noto (Siraonea)
7.8.91 A v olio Caro Guido •..••.. . ....•.
Id. Palermo
30. 6.26 l. 4.22
o
a Mormanno (Co· 30. 3.97 Pandol6 Edoarcùl ~"'· (lj), @
.. . . Id. Bari
1. U2
30, 6.26 l, i-22
sen•a)
a
Palermo
a
Roma
o
•• o
•
• o •••• o
Id. Roma
30. 6.26 l , Ull
e ''''", @, @, + · Id.• Firenze
30. 6.25 l . 4,22
13. 9.96 Lo Blanoo Domentco . ... •..• . . .••
22. 7.92 Gela.nzè Celes«no,
• Os tuni (Brindisi) 22.6.96 SantorEola cD. +
Domen~.
® ......, @, @
Id. Bari
30. 6.26 l. 4.!2
so. 6.26 1. U2
~
Pescina (Aquila) 6. 6.96 Tarqnlni Cairoli. •........... . ...
Id. Torino
a
Buoclano (Be. 12. 4.96 BeUelll Carlo -A- •••••••• •• ••••••• • n evento)
I d. Roma (11.88. mll.) 30, 6.26 l . 4,22
a V ittoria CUlla)
a
Palermo
(Slr&- 30. 6.93 PaoWlo Slanf.slao, 4), ~ ,,..,..,.,., @,
Id. :Milano
30. 8.25 l . 4.22
Id. Pale.r mo.
30, 6.26 1. U\1
~· ·
..... 17. 6.91 Pavone
Git~~~ep~•
@. 11), • •
@.
~ •lt •U•U,
@,
(SegUe) PRIMI OAPITA.NI JRDIOI
52
G
LUOGO
.."'
DI NASCITA
Cl
....o
ANZIANITÀ
DATA
~
CASATO E NOME POSIZIONE
di
d1
DECORAZIONI E CAMPAGNE nascita
fTl
d1
grado eervWo
dal n. 173 al n . 185. c
Nard6 (Le.coe) 20.10.90 Maniert .J.lberlo • • • • • . . • • • • • • . • • .
Scuola appL san. m11.
30. 6.26 1. 4.22
(!ne. lllf8.) a.
Nlooloel (Cata·
•· 4.•96 Longo DmMtt(co ~"'·11 ,@, @, + .4).
Osp. Verona
30. 6.25 l. ,,'l2
8.11.96 La Rocoa Roberto 4), ® "''" @. @.
Leg. terr. CC. RR. Livorno
30, 6.25 1. U2
Dia)
a Palormo
a
Romano Lom- 8. 7.90 Mori .J.nn(bale • • • • • • • • • . • . . . • . . • bardo (Bergamo).
Osp. Pia.oenza (A. H.). SO. 6.26 l . C.22
e
Ca. a te Il a. bate (Salerno)
8. 2.96 Matarazzo LucW • • . . • • • • . . . • • • . •
Id.
Roma
SO. 6.26 1. U2
a AqnJla . . . . . . .
2. 1.95 Sa.ndrettl ENtes«J. • • • • • • • • • • • • • • .
Ara. R. E. Torino.
SO. 6.26 l. Ui
a
Teano (Napoli)
._ 7.96 Cipriano Salootore
a
Cetalb lenno)
1. 1.91. Pernice Jl'(nctr~. ~ " ''"• @),@ ..
a
Vairano (Na- 16. 8.97 Zanlagna R(ccardo @. poli)
® "', @, @.
Osp. Napoli (11.88. mll.) SO. 6.25 t, C.2j
a
VIttoria (SI· 26.10.98 Salmè Ettl>re......... ... . . . . . . .. raousa.)
Ott. ant. R. E. B olo- 30. 8,25 I. Ut
a
(Pa·
+. ® "'• @, @ Min. Guerra 6 fant.
SO. 6.25 I. U2
so. 6.25 1. U2
gna.
® 0 " ' " ' " • @,
Osp. Verona
30. 6.25 1. U2
Se t t l n g l a n o 26. 1.98 VIrgilio S~rlo .. .. .. .. .. .. .. . ...
Id. Milano
so. 6.25 l. (.22
Palermo . . . . .
5. 1,96 Monastra Sal1>0lore,
@, • .
a
(Gatanuro)
a
~ai)O!I • . • . . . .
7. 3,96 Palmera Ugo, ~ ,...,.•.,..., @, @, +• .J.8JMU. inferm.
SO. 6.25 l. Ui
(S~) 'PRt:m OA.PI'UNI MEDICI
..
53 ANZIA.NITÀ
DATA
= l>
LUOGO
~ .,
DI NASCITA
C! o
CASATO Il: NOME dJ
POSIZIONE dJ
DECORAZIONI E CAMPAGNE D811clta
cc
dl
grado eervildo
dal n. 186 eJ n . 198. Napoll .• . .... 17. 3.97 De c -r ·e lRannino..... . .......
a
o Arlano di Puglia l. 1.97 Purcaro Giuseppe • • . • . . . • . . • • . • .
Dlst r. mU. Pisa (a.ss. 30. 6.25 l, , ,22 mll.)
38 fan t..
30. 6.26 l. U2
(Avellino)
c
Petrb%1 (Catan· 16, 6.96 Aracrl 4nl<mw . . • . . • • • • • • • . . • • . zaro)
Oep. Firenze
30. 6.26 1. U2
c
S. Stefano Qui· 18. 9.93 Cacciatore Domenico, ® .,,.,..,,.,., sqnlnn (Agri· @ , @.
4epeU. 1n/erm.
30. 6.116 l. ,,22
gento). o
Ca l vi Rl•orta (Caserta)
8.12.95 Zona Demdrlo, q), @' "· @, @.....
Osp. Napoli
30. 6.26 l. , .22
a
Caserta (Nnpoli)
2. 8.97 Jaselli Marlo U /r...............
Id. Roma (A. M.).
30. 6.26 l. U2
a
S assari • • • . . • 16.11.81 OIU'l'lloolo 4ftt<mitw, ~. ®'"'' 111. .17·••,. @, @, ~. L . n. tn cl..ID.
DiiiTJ. Mi-. 4 erOIWU·
9.11.26 9.11.26
'*· •·
fica..
ooulliltloca.
a
Roma ....... 21. 6.86 Alessi o Paolo.... . ... . ..... . ...
Id.
a
Catania .. .... 26.10.89 MJdnlla Oarmtlo .. .. .. .. .. .. .. •
Osp. Roma. (com. O. N.Balllla).
9.1!.26 9.11.26
o S . Glo~eppelato 22.11.82 Terranova Sal~atore............
Di8TJ. Mm. 4eronau· t1ca
9.11.26 9.11.26
a tant.
31. 3.26 1. U2
® ' "'", Osp. Noval'a (A. M.)
SI. 3.26 l . 4.22
(Palermo)
a
Tarant-o ....
17. 4.97 Gludloo CamUlo .............. ..
c
V itulano (Benevento}
8.12.97 Solaldonc Bartclomeo, @, @..
c •
l
~.
T a v e r n a (Ca- 16, 6.96 PasPante Carm'ne .. • • • . • . . . • • • . . taJUaro)
88 fant.
Id.
Id.
9.11 .26 9.11 26
31. 3.26 l . 4.22
(8ecl*)
6'
•
~
o g
~
PBDa O.t.PIT.UfJ IBDTOI
ANZIANITÀ
DATA LUOGO
CASATO E NOME POSIZIONE
dl DI NASCITA
rtJ
oasolta
DECORAZIONI E CAMPAGNE
dl
d1
lrl'6do
8~10
dal n. 199 al n. 2tt. a Torino • . . .. . • 11. 6.95 Rluo Carlo,+, Q, ~.®,.. .......,., @, @, L. D. 1D cllnloa nenropsl· ohlatrlca
Oep. Milano
l. 7.1!6 l. 7.23
a
Viterbo ...... 17. S.97 Mazu.ronl Ofaoomo+,+. ~. ~ "'· @. Min. Guerra @
1. 7.26 1. 1.2a
a
Ariano di P n· 31. 8.98 Oaloagnl .AIMio, ~ ® ' 11 , @, @...
Oep. Mllaoo
1. 7.26 1. 1 .sa
a Alessaodrla ... 27, 9,93 Mooatlgbe Carlo, i-,®"'"""""" ,@. •Q) l art. m ont.
l. 7.':!6 l. 'l.U
+.
lriJa (.A veUino)
a
Bitonto (Bari) 23, 5.De Perrlnl ~l&qdo, ~u•.u,+.~ '""" , ~. @
Oep. Trento (A. M .)
l. 7.26 1. 7.23
o
Gerace Marina H. S,95 Gl urleo M~luù. ~ ,.,. .,.,,.,,, @, @.
8 polo
L 7.26 l. 7.U
S. 3.98 Campaoa .Anton(o, l(,®"'"", @, @
Osp. Fl~ense(ass.mll.)
1. 7 26 1. 7.28
Aidone (Galta· 25. 1,94 Piazza .Anton(nn, ® "'"", @, -!)) •• nleeetta)
Ltllf, terr. 00. RR. Qa..
l. 7.i6
l. 7.23
a
Gioia del Colle 25, 8.115 Pavooe A.ntonw, ® ,.,.......... @, -Q). (Bari)
OIJP. Anoona
l. 7.26
l . 7.23
a
Chieti . . . . . . • .
..I.17UU. (rtferm.
1. 7.26
l. 7.11S
D t11p. M( n. Finanze
l. T 26
1. 7,23
so. au. eottu1f. ea.
1. 7.211
1. '1.28
1. 7.26
1. 7.23
(&n'lo Oal.}
o Palena (Chieti)
a
9,12.119 A moro! ! OMI<Ildo. ® "'· @ , Q), L. D. In patologia ohlrurClca
o O a l tac 1 r o n e 80.4.000 N loastro .Artwo (Catallla)
a C.mlso
+. ~
(Stra- 12. 7.97 Bertone (}(useppe,
·~ • • • • • •
826
® "'"", @. @ . .
ouaa)
o
Modeoa ....... 6. l.a'l A.daml Fdfce,
cll!U'l
110rta
® •u, @, @, . .. . ..
O~. Trieste (capo sez.
1\Jalor.J
(Seq~) PBD0 OAPITA.KI IDl>IOI
.LUOGO
DATA
ANZIANITÀ GASATO m NO~
dl DI NA.SOITA
POSIZIONE
dl
DmOORAZIONI m OA.M.PAONE
d.l
grado serrtalo
dal n . 212 al n. 225. a
Napoll.... . . . . fl. 3.97 TrUUettl la(M,
~..,..., @,@.... .
Leg. terr. 00.
R R.
l. 7.16 l, 7.23
'Heeetna. 7. 2.~ Lombardi B aloczkwoe, ~ ' 10, ($1>, @..
0
Chiusa Sol&tanl (Palermo)
0
MontanoA.ntll1a 28, l .fl7 Del Sonno OW1>anni, ~ "'• ($!), @ .
Osp. Cagllari
1
l, 7.26 t. 7.2!
fan~
l. 7.26 l , 7.SS
(Sal61'IIO)
a S ortino (Siraou· 12. !.99 Astuto Girolamo, +, ~ '",@, @. . 6 art. pee.
1. 7.26 t. 7.23
aa)
a
Aeooll Ploeno.
u. 6.fl7 S&oobotU NCcola, ~ 110, @,@ .. ' ·
So.
appl. san.
mll.
1. 7.26 1. 7.2!
(lns. agg,)
Ca.stolbottaocio (Campobas"o)
6. 8.fl7 Do Lisio GioMnnt, ~ ..,.... @. @ ..
2 genio pontlerl
l. 7.26 l. 7.2!
a
Catania.. • • • •
2. t .fl6 Aiello OCuuppe . • • . . . . . . . . . . . . • •
Oap. Cagliari
l. 6.27 l •••22
a
Fano (Pesaro) .
6.10.98 Ripari Enrico ~ "', ($!), @ • · · · ·
Id.
1. 8.27 1. 8.26
o
.MontepuJoiAno 26. 9.fl8 Maroooo Luicl\ 4), ~ "'..J', @, @. . • (Siena)
.DWp. Mtn. _ . _ ticG
1. 8.27 1. 6.26
o
Genova .••• .. fl. 7.fl01 Do PaoU Paolo • · · · · · · • • • · • · · • · ·
Osp. Genova (ase. mlL)
1. 8.27 t, 8.1'
o
Blsocgllo (B ari) 28. 6.97 Barbiera Mauranqelo, ~ ' 10, ($!), @
So. appl.
aan. (!ns. IIQ'.)
mJI.
t. 8.27 1, 6,26
a
Salerno • • . • • • SO. i,98 Vitale Salflatore 4), ~ •n-u, @, @.+
Id. , Id. Id. ( agg.
id.
1. 8.'27 l , 6.1-l
a
NaveW(Aqulla) 11. 6.fl8 Plooioll ErmeMQUào, ~ "'• @, @..
Oap. Cbletl
l. 8.27 l. 8.11\l
a
T _,ramo . . • . . . 13, 1.93 Oa.zto ll'rancaco,
U tant.
l. 6.27 l . 6.:U
0
+.o
~
· -.... <$!), @,
Roma
(&Que)
~ ~
-.s o
.. c
LUOGO
PRDO CAPITAl'H MJI:DICI
ANZIANITÀ
DATA
CASATO E NOME POSIZIONE
dJ
DI NASCITA
f11
dJ
DECORAZIONI E CAMPAGNE n aliCit a
dJ
erado servt.af o
dal n . 226 al n. 238. o Glbelllna (Tra pani)
3. 3.96 Palermo Carmdo. ® ou, @, @ .. ..
12 art. pea. ca.mp. (a ea. m iJ.)
l. 6.27 l . 6.
(Siena)
8.11.97 Santol:onl Umberto ...............
081>. C&gllarl
l . 8.27 l. 6.
a
Pl~nza
a
P alt•rmo
a
Cetona <Siena) 1!3. 8.96 Cortf()('IJI MaW"o, ® ' """, @, @, + . D faJI. Min. li'inanu
..... 26. 3.99 VIol a
a Ca ~rifar! .• ••..
o
Don~tco.
et, ® ,,..,... @, @, s eenlo
+ L. D. In medicina legale
Solaooa (Agripnto)
8. 8.97 Scblrru CU1teeppe, O .......... . .
9. S.96 Ba.rblera Giusepp~. U l.,
eli. + ....
A ooettura (P o· tenza)
112 fant.
l. 6.27
R. trvPP6 1'01. (Trlpo-
l . 6.27 l . 6.2
5. 5.99 Maggio Pktro, @ . ...... @, © ....
.
l· 6.27 l . 6.
1 bcra.
l. 6.27 l. a_o
•·
(Ca-
l. G.
12 art. camp.
a Noto (Siracoaa) 20. 4.96 Cnrplnterl Emato, @ ....... @. © Osp, Genova (A. M .)
o Bclpal'llo
l . 6.27 l . 6 .
litania).
a Striano!Napoli) lll.U.95 Gatti ~rturo •••.•••• • •.•••.. , •••
o
l. 6.27 l. 6.2
so. 9.98 Oomcs S ebaltù>no, @ n•, +. ®, @ •
l. 0.27 l . 6.
Id. Milano (888. mil.)
l. G.27 1. u.
Dl8tr . Inll. Tor ino
l. 6.27 l. 6 .
Id.
Id. N apuli
l. 6.27 1. 6.2
Osp. Napo!J (as8. mU.)
l. 8.27 l. 6.2
tanla)
a Trlca.rloo (Po· 11.7.900 Ga,rllardi PII$Qualt •• •••••••• ••••• tenza)
a
Pot.:nza ..••.. 30. 6.1)8 Salvati Gimep Jl t • •• • •• •• ••• •• • ••
o P alermo •.....
l . 2.1)6 Man&ella Gi~,
® '", @. @ ..
67
(Seqvc:) PRDU OUITANI IUDICI
.. :e '8
.. o ~
ANZIANITÀ
DATA CASATO E NOME
LUOGO
POSIZIONE
dJ
nuoltn
UJ
dl
eU
~ado
servizio
DECORAZIONI E CAMPAGNE
DI NA SCITA
dal n. 239 al n. 252. 8.10.99 Pl:corella M onano .......•.....•.
Se. aiJ. utt. Pola
l. 6.27 l. 6.24
o B elpa.€so (Ca- 18.12.98 OugUel.mlno Lvdo, @, @, @ •..•. tanla)
Lane. dl No•ara
l. 8.27 l. 6.24
o Palermo .. • • • •
a Llc&ta (Agrlgen- Il. 2.96 D'Angelo Emanuel~, ~ ......., ~. @, ~ Oep, Gorbia (A. M.) t o)
l. 6.27 l, 8.24
9. 6.98 Oooola &ime~. ~ ' """, @, @. + ·
20 tant.
l. 8.27 l, 6.24
o Moltetta (Bari) 16. 2.119 Spaanolcttl GaJQeo• •.•••••.••••••
Oap. Trlcato (A. M. )
l. 6.2i l. 6.24
o Tr&lll (l! ari).•• 15.11.900 Sptualcrrl ~monCo ........•.....
Id. Roma (c:epo .ez.
l. 6.27 l . 8.14
a
.c ,4
Tropea (Catnnsaro)
.! •• dlalnf.).
o Ccf~ (Messina) 24.2.900 ZiDgale Sal.alore, ~ ....•.••...•..
..•
l. 6.27 l . 6.24
o BagberJa (Pa· l ermo)
7.9.900 SolortiDo Salt~a/ot'e.. .•..... ... ...
Regg. carri arm. (a68. mU.).
l. 6.27 l. 6.B4
a Catania .......
6. 9.98 Fcnga Edgardo. ~ •u·", @, @ ..•.
9 art. pee.
l. 6.27 l. 6.2~
l . 6.27 l, 6.24
c
Cast e lla bate 18. 6.97 Oammarano Y'ncm100, ~ ......, @, (j5 . (Salerno)
73 fant.
o
P ad n 11 (Bene· 16. 7.98 Falbo EnrCco, ~ "'"'' @, @. + .... •ento)
R.
o Mola dl (Bari) 29. 1.~ Olgant.l Donalo,~'""", @, @, +' ..
8
Torino
.... . ..
o PartlDlco ,l
Id. Trieste
(!ermo
24. 6.92 81Ul8onl Oarlo ............... ... .
(Pa· 22. 8 .97 Canntuo ScbiUHafto, ~. @. @ •...
trup~
col. (Eri·
l. 6.27 l . 6.24
trea).
ea..-. di Saluzzo 481~tl.
interm .
lll tant.
l . 1.28 l . 6.24
l.
us l. ti.U
l. 1 .28 l. 6.24
68
(Segue) PBDo11 O.&.Pr rA.Nl
LUOGO
DATA
JmDIOI
OASATO E NOK E
d1
DI NASOITA
naaolte.
POSIZIONE di
DEOORAZIONI .m OAKPAGN.Bl
dJ
çado servildo
dal n. 253 al n. 265. c Palermo... . • . .
8. 9.98 Calvello Salflaton ® ...... • • • . . • . . .
So. all. uJ!L Palermo
l. 1.28 l . fJ.U
c
Palermo. ...... 13, 3.96 Intantlno Simone,
~ •••, @, @ .. . .
1 genio
1, 1.28 1. 8.24
a
caserta (Napoli) 21. 11.97 Olgala Mario, e§>, O. ~ ..,.... @), @
611 fan t.
l . 1.28 l. 8.26
a
A vcUlno. . . . . . 28. 8.96 Labrona Vutorino, ~ ..., ®. @,
+.. ' ben.
1. U8 1. e.~
a A.ltaml11'1to(Barl) 28.10.96 S ardone A.nlonw. ~ •••, @, @.....
o Gragnano (N a· poU)
c Tre q u a n d a (Siena)
l. 1.98 Dello I oio Oioflanni.... . .........
211.10.9~
Terzi Feckrlco, ~ ............, Q, @, @
10 fant. (ass. m.U.)
1. 1.28 1. 6..U
Osp. Geno-va
l . 1.28
+. Lec. terr. 00. RR.
5, 8.96 Caputl G\oflannf, ~ . @,@. @ •• • • •
a
Bari .. . . . . . . .
a
Vestignè (Tori· SO. 8.95 ~ Mantredi 0/'UU of>, t)•, +• ~·u.••. no) "·'•, @, ~
o C&sert&(NapoU) U2.87 Papa Gennaro •• • • • • .. • • • .. • • • •
l . 6."
l. 1.28 l , 6.2<&
Flreru:e
Oap. Bari
1. 1.28 l . 6.U
' alp.
8. 6.28 26. 7.15
Lec. terr. 00. RR.
6. 6.118 22. 7.12
Bolocna
a Mogherno (!>&- 18. 3.93 Fortunati Plàro .. . . • • • • • • • • • • • vta) a Calaao l botta 7. 9.89 VIta (Caltanlsllotta)
Guido.............. . . ....
a S. Ella a P1a- 29.11.89 Ool&tannl (](weppe, ~ ,.,.....,,... L. D. n1s1 (ClampoIn ollnlca ooullstlca baaao)
63 fant.
Il. 6.28 1. 6.16
08J). Verona
6. 6.28 6. 6.28
D~p.
Cicà
Mm. A.eronau-
6. 6.28 6. 5.28
l&gue) PBDU OA..PJT.lMJ 101>101
LUOGO
DA.TA
ANZIANITÀ C.A.SA.TO E NOlO
di
DI NA.SOlT.A.
POSIZIONE
di
DEOORAZIONI • OAKP.A.GNE nuolta
d1
grado aervfsto
dal n . 266 al n. 278.
+. +. Il) Oi8J1, Udine (A. M.)
a
Bra (0Uileo) •• • 16. 8.89 Luooa Outhbert Ouqlklmo tU.ll ~ tU.1WJ.J.J ..,U•U, @, ©
a
TranJ (Bari) •• 20. 6.88 Laurora 0Mlo, ~ ,.,.,...,...,+. O,~
a
Oortona a Mare so. 3.88 Otooe Gvido, @ ,.,.,..,,..., (Ohlett) @, @
a
Cas te l nuovo !16. 3.86 D 'Ettorr11s <Xueppe, ~ .......u.u, Donnlno (Fog·
6. 6.28 6. 6.28
Dir. San. Mllano (capo soz. dislnt.
6. 6.28 6. 6.28
Osp. Ohletl. CA. M.)
6. 6.28 6. 6.28
+ Leg. terr. cc. RR.
8. 6.28 6. 6.28
+. +. ~.
Torino
gia.) f\
Roma .....••• 31. 8.84 MeuetU GuUo
+. .....,..,...,fg). © Osp. Roma ~
8. 6.28 6. 6.28
a
Miranda (Cam· pobasso)
S. 6.g() Oontl Gerardo, @ ou.u.u-u . • • . • . •
Spolettlf. R. E . Roma
6. 6.28 8. 6.26
a
Ota.rre (~tan.la)
6. 6.83 Nlootra SalcaLore, ~ " ''". , • • . • • .
JXsp. M'"" ~tronau·
6. 6.28 6. 6.28
lka o
Elena (Napoli) 25. 6.81 Leocese Antoftfo, @ •u, O . .. .. . •
a
S888arl •• •• , ••
R. truppe col. (Tripolltani&)
6. 6.28 6. 6.28
1. 4.91 Oorda ~~. ~ J.t..tt•ll • • • • •• ••
Osp. Verona
6. 6.28 6. 6.28
a Mottola (Taran· to)
Il. 8.88 Fara.one~tW>Il,o,+.~.~"''". .9"'' ... Il)'"'"'". @, @
Id. Udine
6. 5.28 6. 6.28
Portloo s. Benedetto (Fo.r ll)
11.10.88 BonelU ~urdfo, @ ''""'" •• •• . •••
Id.
a
a
(Cotsnaaro)
(capo
6 6.28 6. 6.28
- · dlslnf.)
AvoiA(Siraousa) 28. !.84 o.tvo ~tt~w. @ " '"" '"""• + .. . . .
a 1Motta s. Lucia Sl. 6.88 Notarlann1
Firelllle
Id. Alessandria
V'-o.. ....... ... 81 tant.
6 6.28 8. 6.i8
6. 6.28 6. 6.28
(Segue) PRIMI OAPlTANI MEDIO!
LUOOO
~
..,
ANZIANITÀ
DATA
CASATO E NOME POSIZIONE
dJ
DI NASCITA
rJJ
nascita
dJ
DEOORAZIONI E CiliPAGNE
di
grado aervlz;lo
dal n. 279 al n. 291. 1.9.900 Rosa Guido . ..••...•............
So. appl. ean. nùl. 26. 6,28 25. 6.28 (ln8. SU·)
o
Roma .....•.• 28.6.900 Plastlna Mario • • • . . . . • . . . • • . • • .
Osp. Roma (ass. mil.) 26. 6.28 25. 8.25
a
Ce.pua (N a.poll) 23.1.900 Scafè .A.~o @. . • • • • • . . • • • • • • • •
167 fan t.
25. 6.28 26. 8.26
c
T erranova (Ce.l· taniasetta)
9 bers.
25, 6,28 26. 8.26
c
Solopaoe. (Be· 1(1.11.000 Leonardl Dom«l(oo • • • • • • • • • • • • • • nevento)
c
Corleone !ermo)
a
Motta d'After· 24. 7.97 Fiumara .dttto.(no, +.Q, ~. ~.,. mo (Mes silla) "• @, @, +
Min. Guerra
26. 6•.28 26. 8.25
a
S p 1n a .z zola 29. 7.98 Cn.rrara Nicolò .A.dtlmo, ~ .,, @. (Barlett-a) @,
9 genio
u. 6.28 26. 6.26
a
Ce.nJcattl (AifTl· gento)
@, Mln. Guerra
26. 6.28 26. 6.26
c
Agtra(Ce.tanla) 23.3.900 Troina Franrtsco +, et> •• • • • • • • • •
Osp. Firenze (B<'S. mll.) 25. 6.28 26. 8.26
c
Napoli ..•.... 27.11.98 Cal!endo Michele,
® •n·••, <lì). <Y;.
Id. Padova(ass. mil.) 26. 8.28 26. 8.~
a
Saa'J&rl • . • . . . .
1!.1.900 Bua Gi-useppe.. .. ... . . . . . . . . . . . .
l u • .Aleesandrta (A. H.) 26. 6.28 26. 6.26
a
Bral . . . .. . . .. . 12. 3.98 VI.Dieroatl Lt•ig( . . . . . . . . . . . . • . • .
c
Vallata (Avei· Uno)
9.'7.000 Falcone Ra(Jaeù. -l . . . . . . . . . . . . . .
(Pa· 2.10.900 Lipari Domenico • . . • . . . . . . . • . . • .
+
4. 8.98 Contrlno Fudinando, @, ••• ~ .,._..
•
~
Oep. Roma (aee. mll.) 26. 6.28 26. 8.~
D!Bp. Min. tica
93 fant.
.4t1'onau. 26. 6.28 25. 6.25
25. 8.28 25. 6.2S
61
(.SeO"t<e) PllTKJ O.A.PlTA.!fl Wi:DICl
LUOGO
ANZIANITÀ
DATA
CASATO E NOME
di
!S
.:! m
DI NASCITA.
naeolta
POSIZIONE
DECORAZIONI E CAMPAGNE
d.l
d.l
grado senis!.o
dal n. 292 al n. 304. ~
o
Paupisi (Bene· 21. 7.99 Bianco GW!l. Ba#Wa, vento) @,
a
Noto (Siracusa)
6. 6.99 Cultrera Fran:usco. . . . . . . . . . . • . .
.a
Fo r l n o (Avol·
1. 1.99 Santucol Giuseppe, ~ '", @, @,
+
"'. @,
Osp. Torino aez. dleln!.)
(oavo 25. 6.28 25. 8.26
l art. ves. ~.
+· Osp. NapoU
26. 6.28 25. 6.26
26. 6.28 26. 6.26
lino)
c
Tortorella (Sa· lerno)
o
Sa~s11olo
S.t.900 Tanortldl Urbano + . Q. ~ +.1#'"·"·
(l'do· 21.10.99 Grilli MIV'Ì<l
...... , .. .. .. • .. • ..
232 fant.
26. 0.28 25. 8.26
.&pdt. f.ntum.
26. 6.28 26. 6.25
dcna)
o Roma... .. ...
L 8.98 Bolla Lu.iql, 9
"''", @, @ .......
·C
Cautano (Be· 26.4.99 Matarazzo Se,.alino +, ~"·",@, @ uovento)
·C
Grumo Appula (Bari)
6. 4.98 Cloolmarra GaetaM, ~ 11' '11, fl;, t!~-
o Ri poeto (Ca· 8.10.900 Vasta Gt'UllePJM, ~
IXsp. Min. F'lnan=e
25. 6.28 25.6.26
Osp. Bari
25. 6.28 25. 8.25
R. C"'l>Pt col. (TriPO· 2.5. 6.28 25. 6.26 lltaDJa)
taD.Ia) 9. 1.97 Lodato Ga$1JIU't,
Osp. Roma (com. cam· 25. 6.28 25. 6.26 vo so.n. Anzio)
+, ~"''"• @, @. itl .tJ.spd t. inferm.
.a
Partinico (Pa· lenno)
a
Messina • • . • • . 11. 2.98 Cali D<.>menico" ~ "'• @, @ . . . . . .
~. tel'r.
26. 6.28 25. 6,26
00. RR. MI· 25. 6.28 26. 6.25
l ano 8. S.97 Briga.ntl...tntonw.~" ..""",@, @,
a
Farnese (VI• terbo)
a
Paolisi (Bene· 23, 6.97 Blfano ...tvqusto, vento)
+ 11 tant.
+. ~ "', \Y), @ . • Min. Guerra
25. 6.28 26. 6.25
25. 6.28 26. 8.26
IS~)
62
-.. .,; Cl Q
iIIJ
PRIMI OA.PlT4Nl B O.t..PIT4NJ MBDJOJ
ANZllNITÀ
DATA
CASATO E NOME
LUOGO
POSIZIONE
di
DI NASOITA
Da80Jta
DECORAZIONI E CAMPAGNE
d1
di
~o
eeni.Jdo
dal n. 305 al n. 310. a
Napoli • • • •• ..
~.
U9 Bava .&rluro •••.....• .. •.•.•...
• Molfetta (Bari) 26,8.900 Fontana Nicokl,
~
••• ••• •••• • • ••
NapoU •......
l. 1.98 Dl. Caaola Giu.eppe • ••. •• •.•.•.•.
o Solaooa (Agri· s ento)
l. 1.98 Magllentl ~ •..•.•.......
o
a
Agira (Catania) 22.UOO Colombrlta .l/'ll(ppo ••••••.••• • .•.
a
Napoli •••..•.
7.2.900 n•Alessandro .&nl(mo •••• • ••• •• •.
So. all. eottu1l. Rieti u. e.28 26. e.sa
9 art. pee. oamp,
6. U8 26. 6.15
Spole t t. R. E. (se.z. 9. 7.28 u . 6..S6 staoo. Tor re AJ:mun· s fata) 16 1 tant. 18. 7.28 26. e.u
36 Id.
1. 1.29 u. 6.25
R. lruppe ool. (Otre-
1. 1.29 26. 6.25
naloa)
CA.PITANI MEDICI.
dal n. l al n. 5. o
M o l azza n a 13.11.98 Magnani .Abele • . . • • • • • • . • • • • • • (.Massa)
81 fant.
9. 7.29 9. 7.26
o
NJoos l a (Ca· tanla)
Cava.Il. di Monferrato
Il. 7.29 9. 7.26
Gulào.. ...... .......... So. appl. san. mll. (lns.
11. 7.29 9. 7.28
3,3.901 Maetrolannl Decio • .. .. . • . • • • • .
o PAlermo ...... 10.11.901 Plusa
agg.)
o Cazzano di Tra· 6.6.901 Ca.stelll GiambaU(sUI mJgna (Ve· rona) c
Petronà (Ca· tao.zaro)
•. •. . •• • • •
6.3.901 Ca.rplno Rodol/o • • • • • • • • • . . • . • .
Osp. Padova ( asa.mn.)
9. 7.29 9. 7.26
Il tant.
Il. 7.29 9. 7. 26
, (&!pw) e&nr.un JDI.DJOI
•. = o
LUOGO
i
DI NASCITA
DATA
A.NZIA.NITÀ CASATO E NOKE
POSIZIONE
dJ
m
naaotta
63
DECORAZIONI E CAMPAGNE
di
dJ
srado eervtaJo
dal n. 6 al n. 19. o
Bacheria (Pal ermo)
o
Bari . . . . • • • . JS..lUIOO TaaU-.!!erro ~"'""*'o . . • . . . . . . . .
o
Bello&IUardO 21.12.86 Morrone Lu(QC . (Salerno)
l.l.iOl Ca_puto lHGq(o . . . . . . . . . . . . . . . . .
®"..,'·", •• @, @.
o S.Stef.Qutequl· 16,S.i0l A.rontoa Ferd(naltdo • • • • • . . . . . . . na to)
o
~a
(Stra- 17,9,901 Blu.n do Ltd(l(. ... ............. .
o Anale (Roma).
o
8. 7.211 8. 7.28
l senio (.-. mtl.)
8. 7.29 8. 7.28
.Aope#. (n/erm.
8. 7.29 8. 7.28
~.
Min. nnoue
8. 7.29 9. 7.28
(~-
~~
•
R. t"'llP<! col. (Trlp~ Utania)
l>Up, Min . .Aeronau·
9. 7.29 9. 7.26
~
4.3.001 l'tllbect GilUeJIP~. . • . • • • . • . • • • .
Arpino (hosl- 21.2.901 Panara Carlo • • • • • • . • • • . • . • • • •
Oep. Palermo
9. 7.29 9. 7.26
Id. Roma
9. U8 9. ue
IIOIIe)
9.2,901 Zurottl S'alvator~
+•. . . . . . . . . . . . So. ali. u.tr. Mtlano
a
Palermo • . . . .
o
Rls:r:loont (Reg- 6.10.900 Stagntttl Francesco . . . . . • • • • . . . gto Cal abtla)
o Cervinara (A. 1.6.901 Fuoolo Giot><znn( Te! Uno)
' art. oamp.
9. 7.29 9. 1.26
9. 7.29 9. U 6
+. lr ..• .•..... R. truppjl ool. (So- 9. 7.29 9. 7.'l6 malia)
o Oalaaao (l'a· 11. 9.9'J Ar.naru.mma Ennanno, ~"'. @, @· S'a.-p. imp. poll)
9. 7.29 9. 7.2 6
o Livorno ...... 29.1.901 Cel FilU>erto •••••••• • •••• • •••.
Centro cblm. mll.
9. 7.211 9. 1.26
DW!J. Min• .Aereonou-
9. 7.29 9, 7.26
o Polltoa (Sa- 11. 2.85 Oaldl Floriano, lerno)
~ .....,..., @l, @. .
tica
o Giuliana (Pa - 7.12.901 Bella YhwtMo • • • • • • • . . • • • • . . • 8 alp. !ermo)
9. 7.29 9. 7.26
64
(Sequt) OAPl'l"ANJ MliDIOJ
LUOGO
DAT A
ANZIANITÀ
CASATO 1il NO'M E POSIZIONE
di
DI NASCITA
nascita
dJ
DECORAZIONI E CAMPAGNE
dJ
grado eer\'lzlo
dal n. 20 al n. 33. A l oa.mo (Tr&· pani)
~.4.901 Gregoorlnt p;etf'o . . . • . . • • • • • . . . .
77 fant.
9. 7.29 9. 1.26
a. Palermo. . . . . .
6, 1,902 Iwrrla Lorenzo.. . . . . . . . . . . . . . . .
12 genio
9, 7.29 9, 7.26
o Palermo. . . . . .
8 ,4,901 Tomaselll .J.nlonio • • . • • . • . • • . • .
Osp. Palermo (capo eez. dJsinf.)
9, 7.29 9. 7.26
Id. Udine
9. 7. 29 9. 7.26
Id. Genova (ass.mU.)
9. 7.29 9, 7,26
c
c C as te ll &mare 19,9.901 Colomba N icolò . • • . • . • . • . • • . . . Goito {Trapani)
a Trani {Bari) ..
4, 9,99 P apagno Michm . . ...... .......
o Lercara (Pe.ler· 7.!0.901 Battaglla Miehd~ + .. . . . . . . . . . 6 art. oam,p.
9, 7. 29 9. U6
mo) a
Pe.lermo..... .
8,10.99 Mangione Giu~. ® •"·",@, @ .
DJstr. mil. Reggio Ca· labrla.
9. 7.29 9. i.2S
c
Viggiano (Po· tenza)
3.11.98 DI Rago Prowero, @ , @, @ . . . .
29 tant.
9, 7.29 9. 7.26
a
L a u rito (Saler-
1,6.901 Paru;uto Filippo
+, +, q;,. . • • . . . . 16 a r t. C&IIlP.
9. 7.29 9. 7.26
DO)
a
Pozzuoll poU)
(N&·
7. 2.99 Mira\Jella Claudio 1),
+. q;,, . . . . . . Osp. Trieste
e. San Giovanni a 14.1.900 Croceo Gi~ppe . . . . . . • . . . . . • . . l'i ro (Se.le-rnol
' O tant.
o Apice <Be n e· 22. 8.99 P al'llgona Pidro, ~ ·"·", • · @, @. 10 art. pee.
~.
7.29 9. 7.26
9. 7.29 9. 7.26
9. 7.29 9. 7.26
vento)
+. @, @. 6 alp.
9. 7. 29 9. 7.26
+. Qì, ®, . . . . . . Lane. di Aosta
l, l.SH 9. 7.~6
c CastlgUone di 20.12.97 Morganti Poolo, @"""', Garlagna.na. {Maasa) o S vina.zrola (Ba · rl)
7.6,900 Calogero VUo ~.
(Seqtl~) O~PITA!O MEDICI
LUOGO
65
ANZIA..'>'ITÀ
DATA CASATO E NOME POSIZIONE
DI NASCITA
DECORAZION'I E CAMPAGNE nascita
dJ
di
g~:ndo
servizio
dal n. 34 al n. 47, c
SassBrl . . . . . . .
a
S alvitelle (Sa- 23. 2.96 Imbrenda MaU~, ~ .....,..., (il), @. leroo)
<'
To rino . . . . . . • 16,10.99 De Ales,;! Ev/Uio
o
Sanano poli)
(N a·
3.1.900 Montone .&rturo . • . . . • • . . . • . • • .
/X8p. Min. Jlltnanu
l. l.SO 9. 7.26
v
H.amao<:a (Ct•·
7.7.900 Flslchella Giamba#ista..........
S art. oo11ta
l. 1.30 9. 7.28
Gela (Caltanis- 19. 6.98 Milana Gaetano, +• ~"', @. @, ~....
11 art. camp.
l. 1.30 9. 7.26
Inf. pree. Albenga
1. t.SO 9. 7.26
8,2,901 IdJn1 Francuco • . • • • • • • • • • • • . • .
' 6 fant.
L 1.30 9, 7.26
Di.8p. Min. Jllt1141lU
L 1.30 9, T.ts
+·. . . . . .. .. . . . 66 faot.
l, 1,30 9. 7.211
tanla) c
s etta) Ratl~ . . . . • . • • • . . . .
a
Buccino (Saler- 24.1.900 De L1,JCia no)
c
Centudpe (Oa- 16. 2,97 Drago Calogero O. O. ~"'·", @, @, tanla) +, +
27 tant.
l, l.SO 9. 7.26
o
VIagrande (Ca- 7,10.900 Nlcoloal Antonio. , , • , ..•••••• , • t&nla)
2 art, pea. oamp.
t. l .SO 9, 7.26
c
Paternò <Oatan la)
4.8.900 Chiara Gmuppe •••..• , •••..•••
a. tant. (com. ac. appl.
1. 1.30 9. 7.26
c
Messina......
6.1.900 Campagna Ga<>~HJrt •••••••••••••
a
san. mil.) 6 tant.
1. 1.30 9. 7.28
Roma .•••• •• , H . 8.93 .PedroU lRUileppe +. ~ ....,......., @, @
OIIP. Roma
1. t.so 9. 7.26
o
S ora(Froalnooe) 11.11.99 Brunl Bnmo.,.,,, ., , , .. ,,....
.msp.~fin.Aet'OII(I1#CC4
1. l.SO 9. 7.t8
o
Na])Oll.......
' bers.
6 -
6,9,900 Ciampollilo PaSQ1UJ14 ••••• , •••.• .
Rwl( di amfani/4 del Corpo s<mU4rio mUU/Jn!.
l l. 1.30 9. 7.26
68
(Seque) OAPIT4Nt IIEDIOI
DATA
LUOGO
ANZIANITÀ
CASATO E NOME POSIZlO NE
dJ
DI NASCITA
nascita
dl
DECORAZIONI E CAMPAGNE
dJ
Jrl'&do ser·;tzlo
dal n. 48 al n. &J. c Roma ••• ••• • • 18. 1.91 Norlengbl 4lberto ........ .. ....
Osp. Bologna (capo sez. dislnl.)
1. 1.30 9. ?.te
]:lergamo . •• .• 21.11.89 Rodrfguez Feliciano, cj!>, o, o.+. ~ ......."'"• 4ì "'• @, @,
DI8JJ. Min. 4«"1>t11Ju·
1. 1.30 9. 7..M
a
*
c V Ittoria (R&- 30.11.95 Cartl ..(ntom., .. .. .. • ... .. • • • ..
tica.
Id.
Id.
Id.
1. 1.30 9. 7••
gnsa)
a )(onte s. Sa't'lno 18. 2.98 Faend 4ldo.. • . . • • • . • • • • . . • • • •
'genio.
l. lJIO 9. 7.18
2 oomtraer. autooamp.
1. 1.30 li. 7 .26
(.l rezzo).
t.10.ll8 Manzo Gioramd • • • • • • • • • • • • • •
c
Torre Annun· ziata (Napoll)
a
Plana del Greci ili. '7.99 Caccia P..ance8co.............. (Palermo)
Int. pree. Raveuna
1. 1.30 9. 7.18
e
Muro Lucano 19.10.900 Mennonna Gue~rdo. • • • . . . • . • . . . . <P oteMa )
01J). Napoll
li. UO 9. e.H
8 oontraer. autocam,p.
li. 8.30 9. 8.21
c Nioastro (Co· 9.12.901 Santoro N(c,.,li~~<J . • • • • • • • • • • • • • t.anzaro) a Sp a coaforno
, , 9.99 FlorldJaFranceuo +, ~. ®"', @, @ Plem.
Reale Oavall.
9.6.30
9.8.27
(Ragu!Ja)
c Salemi (Trapa·
4.7.901 Colla Sutano. ~.
+. ~.. . . . . . . . '9 tant.
9. 8.so li. 6 .27
nl )
San Ca t a l d o 9.9.901 Malra Cuare .. • • • • • • • . • • • • • • • (Calte.ntsetta)
Nizla ca..-all.
li. 8.30 9. 8.21
c Canicatti (Agri· 1,,8,901 Grt\Data Solcalorc • • • • • . • • • . • • •
19 art. oamp.
9. 6.30 Il. 8.2'7
c
eent o) c
Grles
(Tren to) 2'7. 3.89 Tanzer France«<~ . • • • • • • • • • • • • •
B.
lf'Uppt
col. (Eri·
9. 6.30 9. 6.2'1
trea) .c R 1 p n c an dJda 18.10.900 Musto .Michde . • • • • • • • • • • • . • • • (Potenza)
"
tant.
9. 6.80 9. 6.2!1
67
(StglU) OAPITANl liU<DlC l
.,
A NZIANITÀ
DATA
:::1 l>
o
LUOGO
~
DI NASCITA
.s
CA SATO E NOME di
n&eelta
m
POS IZIO NE DECORAZIONI E CAMPAGNE
di
di
grado serrizfo
dal n. 62 al n . Q5.
..... ... Osp. Milano (ass. mil.) 9. 6.30 9. 8.27
c
Tua. (Messina) 12.8.901 Di Maggio F rancuoo, •
o
L l e a t a (Aa"ri- 21. 7.~ Bcmelll .tf.rlttro • • ••••• • •• •• , • • • eent o)
3 art. pes. camp.
9. 6.30 9. 6.27
• , •• , ••••••
U t aut.
9. 6.30 9. 6.27
. . ....... . ..
2 bere.
9. 6.30 9. 8.27
o Pie tra m o n te- 27.9.900 Torella GC.ooona' . • • • • • • • • • •• , .
33 ft.nt.
9. 6.30 9. 11.27
Are. n. E. Napoli
9. 6.30 9. 8.2'1
3 art. J)eiJ.
9. 6.30 9. 8.27
68 rant.
10. 8.SO Il . 8.27
••
16. 8,30 Il. 8.27
o Nocera lnlerlo· 23.9.901 Borzelll ~n' • re (Salerno) c
.Ari &IlO di Pu· IU.OOI
I~ue G~
lfr}la (A>elllno)
mu stmo (Focglll)
c .Anarl (Salerno) 21.2.901 De v t v o G(tdw, • c
o
•••• , • • •• • ••
s. Bartolomeo U.900 Campauella 4n'Wo • ••••••••••• In Galdo (Be· n evento) Hantredonla 27.7.901 Garzta Lorml.a •••••• • •• • •• •• • (Foafa)
o Reaalbuto (Ca·
s.uoo Castan a P'nceneo ... . . . . . . . , • •
tanla)
o Leonforte (llln· 8.7.900 LaDerl GioeaccWno, • • • • • • • • • • • • DII)
c
Bis acquino (Pa: 8.1.900 Marino S~• •· · ... , • • •••.. lermo)
Id.
Lec. ali, 00. R R . (bai. 16. 9.30 9. 6.27 Gaeta) 6 alp.
l. •. 31 9. 7.
c Caluno (NapoU) 111. 10.97 D' Ambroelo 4 le8MI114ro • •••••• • .
91 tant.
16.12.31 9. 7.'
a
Oetalll mo
Gen ova oav.
16.19.31 9. 7.2
o
Rlocla (0Unpoo 18. 8.118 Jlaso;la Gf~1Je • • • • ••• •••• ••• •
2 sento
29.12.31 Il. 1.t
baleo)
<Paler- l. 2.~ Prlvttera Bt!IUddlc . ••• . •• • .. ...
(Segue) O.A.PITA.NI lolliiDIOI
68
·- = DATA L UOGO
~
.,
ANZU.NITÀ CASATO E NOME POSIZIONE
di
DI NASCI TA
Ui
nascita
d1
DECORAZIONI E CAMPAGNE
di
grado sernzio
dal n . 76 al n. 89. o J3lsaqnloo (Palenno)
3. 1.99 Spatatora G(u~eppe,
+ . . . . . . . . . 11 bers.
29.12.31
9. 6. 27
o
Sll.SS&I'I .••..•. 26. 6.89 Franohinl Giovanni, <!>, O. ~ '"·14 "·", @, @, +•
Di.sp. Min• .&eronau· 26. 6.32 14 . 8.2S tica
a
Leont"r t e (Ca- 10.7.903 "V6lltura Vmorio Emanude ••• • • • t<lnla)
Dlstr. mfl. Siena (ass. 16. 7.32 9. 6.·! 7
(Eri· 20. 1.96 Naeta81 .&llioni110 U Il: ••••••• •.
R. truppe col. (Trtpo- 16. 7.32 6. 5 . 2S litania)
o Cberen t rea)
o Pisa • • . • . . . . 18. 1.93 SotttnJ GiooiJ.n ni. • • • • • • • • • • • • •
mli.)
Id.
Id.
Id.
(Otre· 12. 8.32 6. 5.28
naloa)
a Dadolt (Catan- 22. 7.93 Procopio Bellarmino /,: , + zaro)
a Parttnloo (P a·
l. 6.97 ~ ADOSHno O,
...... Id. Id. . Id,
+, ~ ",..', @
Id.
id.
Id,
(Id.).
2.11.32 6. 5.28
(Id.).
3.11.32 6. 5.28
!ermo) a
Matera • • • • • • 15. 2.92 Paladino P nolo • • • • • • • • • • • • • • •
6 genio
28.11.32 6. 5.28
a
Gang i (Paler- 30. 3.93 Purpura Giol)(lftn\ (i} , +•, ~ ........, 22 tant.
7.12.32 6 . 5.28
.... ~.@. @
mo)
~
c
Gangi m o)
(Paler· 28.10.900 Balsamelll Fil4ppo, + .... .
Dlstr. mll. Pavia (ass.
l. 1.33 9. 6.27
m IL)
Palermo . . • . • 12. 9.97 Pernloe Yincmeo. •
•• •••. . •••
Letr.torr. 00. RR. Pa· 16. 2.33 6. 5.28 lormo
o Petra.IJa Sopra- 1• . 8.98 Llo <XwepjU. • • • • • • • • . • • • • • . • na (Palermo)
9 alp.
6 . 3.33 6. 5.28
c Bolano (C&mpo- t . 3.91 Colaoof Ff'GftOUCO • • • • • • • • • • • • •
3 art. mont.
15. 4.33 6. 5.28
~o)
a
TotTe S . Suean· na (r..e-)
6. 7.96 Proto .ttaloll4o ••••• • • • •••• • •• •
IX8p. Min. Aeronau- 15. 4.33 6. 5.28 tica
(S'equt-) CAPIT4Nl ldJ'!l)JCJ
69
ANZIANITÀ
DATA LUOGO
CASATO E NOME PO SIZ IONE
di
DI NASOITA
di
DECORAZIONI E CAMPAGNE nascita
di
grado servizio
dal n . 90 al n. 103. Sperlonga (Ro·
1. 2.98 Z lcoblerl LtQfW: • • • • • • • • • • • • • • •
69 fant.
7. 5 .33 6. 6.28
a Thiesi (SMearl) 19. 9.9~ Serra mrt~cppc •• • , . . • . . • • . . • .
Contro cllhu. mll.
16. (),33 6. 6.28
c Caltanissetta • • 12. 7.96 Gentili ..4 /easandl"<<......... . .. .
28 art. camp.
H. 6.33 6. 6.28
'À
ma)
+ . , , ... , ... , .
l·
c Pietrabbondan · 19. 6.98 V81111olo .dnlonio R. trup~ col. (Tr:lpoUtanla) te (Campo· basso) a S. Valentino To- 11. , .93 Vastola M urlo • ••••••. •••. . .•• IlO genio
10. 7.33 6. 6.28
10. 7.33 6. 6.28
r:to <Salemo)
o calabr:ltto "eWno)
(A·
7.(.900 Mepro Michde. .. .. . • . . • . . • • •
o Mtsl.lmerl
(P&-
2.11!.99 Baudo .dnlonio
!ermo)
~·
* .............
30. 7.33 6. 6.28
R. trupJ>e col. (Clre· 16. 8.33 6. 6.28 nalca)
o
S. Ml.n lato CFI· 29. 6.97 Pelllotnl Ferrante . • . • • • • . • . . • • renze)
83 fant..
16. 8.33 6. 6.28
a
ClvltaveoohJa 21.11.92 Bo11rbl IA<mùla ••• • , .. ... .... .
Lane. df V. E. n
24,. 8.33
o Carlnola(Na- 23. 6.96 Gentile Vitanqe.ro • • • • . . • • • • • • . polll
18 art. camp.
u. 8.33 6. 6.18
c
Oap. Roma (com. cam- 16. 9.33 28. 3.29
l•
·' ••
6 art. pee. camp.
6. 6.28
{Roma)
Beli oa gua r d o 8. 1.900 .Marm o .dchill<l. • • • • •••..•••... . (Salerno)
o Caatlone Vero- 10. l.Q02 iLorenzlnl Gimeppe nese <Verona)
po eau. Anzio)
+ ... ...... .
R . truppe col. (Cl· 26. 9.33 28. 3.21 renaJca).
o Amantea (Co· 21. 1'..908 l'lorlo U(IO .. • • • • • • • • • • • • . . . • •
18 fant.
4.11.33 28. 1.29
Di.ap ..Min. ..4eronau·
8.11.33 28. 3.211
Be D%&)
o Roma
2.0. 9.902 Martottf.lUanobJ Ovqlfdmo ••....•
l
tic a
70
~
Cl
i
(Segue) OA Pl"l'~NI IOIDIOI
DATA
LUOOO
ANZI.A.NIT À OASATO E NOHE
di
DI NASCITA nascita
00
POSIZIONE DECO RAZIONI E OAHPAGNE
dJ
di
erado servtato
dal n. 104 al n. 111. • 23. 8.1102 Leo ~reppe • . • . • • • • • • . • • • • • •
R. trwpps col. (Erltre.) 24c.11.33 U. S.tt
c PleYe dJ Cento 14. 7.1101 Tadd.Ja U.o • . • . • . . . • . • • • • • • • • • (Boloaua>
Aco. mil. fant. e u.v. Ul.12.33 ts. 3.18
o SMSarl. •
18.11.903 Ma!;al& M orlo • • • • • • • . . . • • • • • • .
R. II'Vppe col. (Eritrea) 31.12.33 28. 3.29
c
28. IUIOS Necrf PUlro, . •.••••.••••.•.•••
92 taat.
l. l.:U 28. 3.18
R. trup,.s col. (Trlpolltanl&)
l . 1.34 28. 3.tt
c
Caldi&li
Parma •
c Melito dJ N• 2. 2.1102 Coaolloo Fetùftoo ... . ........ . poll (Napoll) o
Val8narnera 8. 3.1101 Lo Monaco Oroce Tomi7UMO ,S.,~ • • (CaatrolfloY&n· nl)
o
VIttoria (S 1 r •
l. l.M t8. 3.tt
12. 7.1101 La Maaua ~•eppe .•.•• •• ••••.
86 faot.
l. 1.34 18. 3.11
l. 1.1101 Sq11111aal ~..............
DinJ. Mi11. A t i ' - · tw
l. l.:U 28. l.tsl
11 senio
l. l.:U 28. a.tt
+ ... ..... . R. II'Vppe col. (Olre-
l. 1.34 28. S.t9
OUI&)
o
CatanJa
• •
o Vlllatranoa SI· 13. U02 ~__, ~aeppe.. • • • . • • • • • • • oula(~~D·
to) o Monte Marano 15. 11.1108 Maria'Uano Ofoiiii!UK (ATei.Uoo)
o
naloa)
Campi Blae!Wo 10. 8.1101 Tarduoof Mario.... • • • • • • • • • • • •
Id.
Id.
Id.
(Id.)
l. 1.34 28. 3.!t
(Flrense)
o Trapani • • • tau.ooa c~ MUM~e .• •.•.• • •••••
o
N ooara (Oo!\011·
51 tant.
8. &.1102 Arourt N (.(da •••••••••••••••••
l . 1.34 18. 3 .211
l. l.U U. S.ta
A)
o
BaroW.I (Sa. Il. 1.1101 AJem....,. N (colo . . . . . . . . . . . . . . . leruo)
R.
II'Uppe col. (Eri tre.)
l. 2.34 18. 3.tt
71
T&HPTI MBDIOI
:!...
l ANZIANITÀ.
DATA LUOGO
'a
CASATO E NOME POSIZIONE
d1
icn
DI NASCITA
DUetta
DECOlU.ZIONI E CAMPAGNE
di
d1
grado aemdo
TE:SENTI MEDICI.
dal n. l al n. 14. o S. Maroo del Or.- 2. UOS AMiDJ Q(u.eppe • • • • • • • • • • • • • • • TOti (Bene· 'W" e n
71 t ant.
28. s . J28. s.29
IX.!p. ~1\n. FìnGnze
28. 3.29 28. 3.29
Ren. 1111:t. len.
28. 3.29 28. 3.29
t o)
o
~tronà (Oat&ll· s&ro)
o
Ge1'80l s 1 o ul o u..10.901
10. lOM Soa1&t Ccr7MM.. .. ....... ... ...
Paruta GeoNiln' .. • • . . • • • • • • . . •
(Palermo)
o Chieti . • • • 12. L900 Zambra EttMe . • • • . • • . • • • . • • • • •
Disp. il1tn. hr~ 28. 3.29 28. 3.29 t (ca
78 taut.
28. 3.29 28. 3.29
o Altamura (Bari) 17.6.901 Luoeute P~...............
10 Id.
118. 3.29 28. 3.29
o Ponte Valtelll· l. 1.901 Gtallan1 .Al«utdro... . . • • • . • . . . . na (Sondrio)
R. trv~ col. (Trl· 28. 3.29 28. 3.29
o Galatina ~> lt. 1.901 LIIIP1a DotwiU> .. • • • • • • • • • • • • • • •
6 bers.
38. 3.29 28. 3.29
o .Marsala (~ 11. 9.908 Gl-'ooe SiloCo .. • • • . • . . • • • • • •
1 art. oti!JlP.
28. U9 28. 3.29
Io t. prea. Bolsano
28. U9 28. 3.29
•
VlniDJ (CJata.- 1.11.902 Oar:lale YUo ....... . . . . . . . . . . . . nla)
- ·-·- -.--·
poUtanta)
nJ)
o Nola (Napoli). • 16. 1.901 Telta u,, 1r . • • • • • • • • • • • • • • • .
a
OMsano 1l1D'I8 11. (Bari)
Slllto ~"(a
+ . . . . . . . . . . . . . . . Cu. di Alessandria
o BeueYeoto • • 16. 1.900 PatteUa .Ac~ . • • • • • • • • • • • • • • .
~"P· llltn.
28. U9 28. S.2t
hrOMU· 118. 3.29 28. S.tll
ticCl a
S. Ohtrtoo ~ 28.10. 88 ONnpapoU .,..,_, ~ ...., @), @. paro (Poten·
.J..rpe#. (nftJf"''n.
118. 3.29 28. S.29
U t ....t.
28. 1.29 28. 3.2!1
&&)
o
LT8koTo (W.,.. U.. UIOfo 07troa ta
o••••••••. . .. .. . .
eana) \
(S~) TENENTI XEDlOl
72
4>
ANZI.ANIT À
DATA
"r:
o
L UO .. O
o ~ ..,
DI ~ASCITA
CASATO E N OME POSIZI ONE
di
di
IDEOORAZIONI E CAMPAGNE nascita
O'J
di
grado servl.z:fo
'
dal n. 15 al n. 29.
c San
VIto N or- ~.lQ.$02 Loo Giac<nno •• • •• , ••• •• • , , , • , •
R. lruppe col,
(Trl- 28. 8.29 28. S.Z9
polltanla)
ms.nni) Brln·
diBI)
c Sassari . • •
9. 8.901 Ffgar1 ..tlberlo • • • • • • • • • • • . • • • • .
Regg. misto e.rt. della 2il. 8.29 28. 8.211 Sardegna
c Lecce
'- 7.901 Gemma Saleato.-e. . • • . . . . . . . . • . .
89 fant.
28. 3.29 28. 3.28
c Palermo
18. 8.902 Scaa'llone Francuoo.. . . . . . . . . • . .
Leg-. terr. OC. RR. Roma
28. 3.29 28. 3.28
c Serdiana (0 a· e 11 a r l)
8. • .901 :t\ia.al&-...~111 Mario............
Com. scuole centrali 28. 3.29 28. 3.211
-
mu.
o
Cassino (FToal· 12. 8.902 Vertecby OWNnnì .. . . . • . • . • • • • none)
8 bers.
28. 3.29 28. • ••
a
M o n d r a lf o n e (Napoli)
28 tant.
28. 3.29 28. 8.211
8 bere.
28. 3.29 28. 3.28
Cierl J"(nun.ro.. . . . . • • . . . . . . • • •
2 genlo m.Jn.
28. 3.29 28. 8.2t
c Frattamaalore 8... 119 Oanclello Fmncuco, ~ +. . . . . .. . .
Osp. CagUari
28. 3.29 28. S.2t
•s t ant.
2:8. 3.29 28. 3.18
8. 1.900 Palmlntello Pasquaù
a ca-no Murp 81. 8.902 La8oal-o ..tl!redo . . . . . • . . . . . . • . . (Bari)
o .Aiflra (Enna)
~. 6.902
(Napoli) a
S. Giovanni In· 2. 1.901 Pan.era Ottatrio. . . . . . . . . . . . • . . • carico (i'roal·
none) c
Bo v a (Reatlo 8. 6.908 Foti GWt>anni .. • • • • • • • • • • • • • • •
l oontraer. autooamp. 28. 8.29 28. 3.28
C&labrla)
c Roma ... , • • • 16. 2.00. Alldoltato M urlo . • . • • • . . • • • • • • o S . Martino ID 18. 4.902 Ooloua Giot>unnì ••. , •.• , •••••.
R. tru~ col. (Tripo- Sl. 1.30 3L 1.30 lltanla). Id.
Id.
Id.
(ld.) 3L l.SO 31. 1.80
.4epàl. i~n-n1.
81. 1.30 :n. 1.80
PensllJs (Camo pobaeso)
e Pi&a . • • • • • • . . 27. 5JI06 De Meo E11Z0. • • . • . . • • • . . • • . . • •
73
(Seque) TENENTI liiEl>IOl
DATA L UOGO
ANZIANITÀ
CASATO E NOME P OSIZIONE
dJ
DI NASCITA
dJ
DECORAZIONI E CAMPAGNE
dJ
grado servisio
dal n. 30 aJ n. 43.
+ . . . . . . . . . .. . 41 fant.
c Manto'"a • • • • •
6.11.905 A.ooardJ .4nton~
o Ceva (Olweo)..
9. 8.903 F rancia .4dol/o. • • • • • • • • • • • • • . .
c S. Teresa di Rl· 8. 2.00-t Z&f11ro Edoardo • • • • • • • • • • • • • • •
31. 1.30 31. 1.38
R. truppe col. (Tripolitania)
:n. 1.30 31. l.SO
20 art. camp.
31. 1.30 31. 1.30
va (Messina) a
Gioia del Ooile '· 2.902 Labella.rte Orario ~.
+ . . . . . . . . R. Crur'JJ~ col. (Oire- 31. 1.30 31. 1.30 na.loa.l.
(Ba. ti)
o Roma.. • • • • • . . 28. 7.908 Romano CamUkl . • • • • • • • • • • • • •
o Pastena. (RoJU) 11. 8.908 Ba.rtolomuool .l)om(nf.co
SO tant.
31. 1.30 81. 1.30
+ .. . . . . . R. Crv~ col. (Cire· 31. 1.SO 31. 1.30 Da.loa.)
o
Pietrapertosa. 26. 9.902 Lapenta. Innocento
+ . . . . . . . . . . 68 tant.
31. 1.30 31. 1.30
(Potensa.)
r
C&stlallon Fio- 28. 1.903 Ollverlo .4Mse
ren. (.A.reuo)
+. . . .. . . . . . . . . . R. truppe col. (Cire· 81. 1.30 31. 1.80 Da.loa.)
o
M l l az so (Mes- 81. 6.902 lliiiJ)aUomenJ Roaarlo ailla)
o
R n ti n o
(S •
+· ... .... .
6. 8.908 Lontre (XV$cppf • •• • •• • •••••• ••
Jerno)
o
Bari....... . . . 1. 6.805 lfennillo li'rancuco •.••••••••••
o
Ce.lvl
(Napoli) 16. 8.908 bzo .4nhl(no •••••.••..•.• . •••
o CannfWJo
(R. 22. 4.90S cae.one .4ftlon(O.. • • • • • • • • . . • • •
Id.
Id.
id.
Id. Id. I d. lftanla) Id.
(id. ) 31. 1.30 31. 1.80
(Trlpo- 31. UO 31. 1.80
Id.
td.
(Id.)
31. 1.30 31. 1.30
Id. id. nalca)
Id.
(Cire- 31. 1.30 31. 1.30
Osp. Mtlfi81na.
31. 1.80 Sl. 1.80
Retrlf. carri armati
st. 1.30 st. 1.30
Calabria.)
o
Altamura (Bari) 10. U02 Prelte Mario -/t.. . • • . • • • . . • . . • . •
(8~) Tli:NIINTI IODICl
•
~
LUOGO
i
DI NASCITA
Cl
DATA
ANZIANITÀ
OA.SATO E NOHE POSIZIONE
di
(/)
nuotta
di
DECORAZIONI E CAMPAGNE
d1
8Ndo eerrld o
dal n. 44 al n. 57. o S eoondtall&no 8. 2.908 Gomez De Ayala .J.V91"fo. . ..... (NapoU> o s. Orecorlo di 1S. 11.908 Bonelll MkMI• . • •. . ..•••. . ••• Ippana (0at&n%aro) o Roma . . . • • • . . u. 2.1100 Aleandrl Q(ooomo • • • • • • • • • • • • ••
o Caloam'>
(P a. 27. 6.901 Pazettl FercH~ • . • • • • • • . • • •
R. trvppe col. (Oize. 31. 1.30 81. 1.30
Daioa) Id.
ld.
ld.(TI'Ipo-
31. 1.30 31. LSO
Ut ania)
Id. td. Id. (Somalia) 81. 1.30 81. 1.JO
26 !ant.
31. 1.30 81. 1.30
!ermo)
o Sa ssari • • . . . . . 28. 2.00. Medaa Mario • , • • • • . • • • • • • . • •
a
Roma . . ••.•..
~. 6.1102
Moret tl Q(()11QitM........ • • • • • .
'"'PPt
R. col. (Trtpo- 31. 1.80 81. 1.SO UtauSa)
Id.
td.
Id.
(Clre- 31. 1.30 SL 1.10
Id.
(14.)
naioa)
o F rattai"'\\IGiore ~11.903 Giordano (}(~.... . .. . . . ..
Id.
Id,
31. 1.30 SL 1.30
(Napoli)
o Roma .. • • • • • 1. 6..801 Roel YUtorlQ .. .. • • • • • • • • • • • • •
Id. Id. ld. (Trtpo- 81. 1.80 SL UO litania).
o Tufo (AnUino) 6. U02 Stlsi M atùo • • • • • • • • • • • • • • • • • •
67 tant.
81. 1.30 81. 1.80
catania .. . . . 16. 10.GS Be llla ~ ~ 10" "· 10, @,@, +•
17 Id.
31. 1.:!0 81. 1.80
o
a Limbadi ccatan- 20.10.110' ~ra GMtotto • • • • • • • • • • • • • • R. tr-uppe ooZ. (Cir&- 31. UO 31. 1.10 ll&rO)
o S. Stefano d'A· 17.2.V02 2'~1 FlWtvttato . , • ••••• • . •• •• spramonte R. calabria) o lfanlano d •AP- 13.10.1102 De Quattro Nfcola, ... . . . .... . pio (Napoli)
....
c Calma (Coeenza) t. a. 08 Tarala (J(uuppe .J.~. . • • • • • • •
Daioa)
Id. Id. ld. litania) Id.
Id.
(Trtpo- 81. 1.80 31.
Id.
1.10
(Id.) 81. 1.80 st. l ..SO
Id. Id. Id. (Eritrea) 81. 1.30 31. 1.80
75
(SecllU) TENBNTI KEDIOI
= LUOGO
ANZIANITÀ
DATA
CASATO E NOME POSIZIONE
dt
DI NASCITA
naso!.t&
di
DECORAZIONI E CAMPAGNE
di
grado servfsio
dal n. 58 al n. 71. o Caste lbuo no 28.1U01 Mauola P(tteewuo+ •• • •••••• •• (Salerno) o
Ses~~a
A11!111loa (Napolt)
2. 0.902 Orella E1'1UIIto • ••••• • •••••• • • •
7 art. pea.
31. 1.30 St . 1.30
R. trup~ col. (Trlpo. 31. 1.30 31. 1.30 Utan!a)
' o Anoona•••• ... 18. M02 Zopp i Ztlw • • • • • • • • • • • • • • • • • •
Id.
Id.
Id.
(Id.)
31. 1.30 SI. 1.30
5. uos :,;olno$& GiVMJl~ • • • • • • • • • • • • • •
Id.
Id.
ld.
(ld.)
31. 1.30 31. 1.30
o T orrltto (Bari) 20. 7.00. ~rourlo Rocco • • • • • • • • • • • • • • •
Id.
Id.
Id.
(Id.)
31. 1.30 31. 1.30
o Cetalil m o)
(Paler·
aa.caM. • . • . . . • . . • !Xrp. lll&n. l!:s~ri
o
Mal< eNubrenae 8.1U01 De 0l'tllf0rlo (NapoU)
o
NapoU. • • . . • • 24. U04 CarerJ Lwnardo • • • • • • • • • • • • • • •
31. 1.30 31. 1.30
R. truppe col. (Trlpo. 15.12.30 15.12.30 Utanla)
o
Meeatna. . • • • • •
6. i-00. Ruggerl 7'·uUio. . . . • • • • • • • • • • • .
Id. Id. Id .
(Id.)
o
VlUa S. Glov. 18. 6.903 Aragona F ilipPO........ . .... . CR. Calabria)
o
Flrense••••••• 11. 8.00. Ricci
o
Lurae {S1181l61'1). 18.12.906 Pala M icMl(M.... • • • • • . • • • • • .
Id . ld. ld. (Somalia) 15.12.80 u .u.ao
o
Vla'lano (P o · 15. 1.00. De Lorenzo Uonardo.. • . • • • • • • •
Id.. ld. Id.
(Id.)
Id. Id. ld.
(Eritrea) 16.12.8016.11.30
15.12.80 16.11.80
Id. ld. ld. (Somalia) 15.11.3015.12.80
Ematluek..... .. ....... . Id. Id . Id. (Cilrenaloa) 16.12.30 15. 12.80
15.12.80 16.12.10
tenaa)
o
carinola (N a• s. s.~ Lino Fm~oJCO...... . . .. ...... poll)
o
Ra p on e (Po- 11.1.908 Crletlanl Mic~elo . ... ... . .. tenaa)
I d. Id. l d. (TrlpoU- 15.12.8015.12.80
tanta)
76
DATA
LUOGO
~ u.
ANZIAI!\lT À
CASATO E NOME POSIZIONE
dl
DI .:-iASCITA
naacita
dl
DECORAZIONI E CAMPAGNE
dJ
grado servl.z1o
dal n . 72 al n. 85. c Napoli ••.•.. . . 31. 1.003 .Andreottl Oscor . ........ . .....
R . truppe co;. (Trlpoll· 16.12.3016.12.30 tanta.)
CMdlna.Ie (Ca- 14. 7.904 Cirillo Gi01X1nnt • •••••••••••• • • . tanza.ro)
Id.
Id.
Id.
(Id.)
15.12.30 16.1.2.30
c Osimo (Ancona) 16.11.008 Fedeli .J lberlo,. . ..••••••• • . ...
Id.
id.
ld.
(id.)
15.12.30 15.12.30
c Sora.
Id.
id.
id.
(l d.)
15.12.80 16.12.80
Id. id. DAica)
id.
(Otre- 16.12.30 15.12.30
Id. Id. id. poli tanta.
(Trl- 15.12.30 15.12.80
Id. Id. neJca)
Id.
(Otre- 15.12.30 15.12.30
1. 5.003 Oblnè M ar io.. . . • . • . . . . • • . . . . .
26 art. camp.
15.12.30 15.12.30
o TranJ (Bat·i). . 27.8 .905 Larovere GiUBc-pJ)e . • • • • • • • • • • • •
Se. tiro art.
15.12.30 16.12.80
c
(Frosl· 29. 6.003 Lauri Gi tdio.. • • • • • • • • • • • • • • • •
none) c NaPoli..... ..
a
castigll one (Arezzo)
s. 3.002 Berardlnone Enrico.......... ..
F. 22.11.901 Grifoni Oscar. • • • .. • • • • . • • • . • •
O Ramacca (Ca- S. 9.906 Santagat!
FTMICUCO,. •• , ••••••••
tanta)
o Bovalino (Reg· glo C.)
o
Fr!pano (C a· 1<&. 2.904 Cassandra Luiqi. . •.•.••• • • •••• . serto)
R. tru,pe col. (Cire- 16.12.30 15.12.30 nalca.
o Montoro Su p. 18. &.003 Parrella Tullio........... .... . (Avellino)
Id.
Id.
Id.
(Id.) 15.12.80 15.12.80
o Castiglione (C&- 8. 6.908 Reggio ;lficllele. • • · •• • • • •• • • • • tan.la)
Id . Id. Id. polltan!a
(Tr!- 15.12.30 16.12.30
o A p ic e· (Bene- 25. 7.90f De IJpels Forlttflalo • . - • • •• • • • •• -ç-ento)
Id. Id. nalca
Id.
{Cire- 15.12.80 15.1.2.80
o Messina. • . • • • a. 1.908 GASI>IUTo Umberto.. • • • • . • • • • . • .
28 art. camp.
15.12.30 15.1.2.80
77
~
"o
s ~
ANZIANITA
DAT~
LUOGO
CASATO E NOME POSIZIO NE
di
DI NaSCITA
l no.sclta
"" tll
dJ
DECORAZIONI E 0 .\?\IP:\ONE
di
grado sern.z1o
l l
dal n. 86 al n. 99.
n. tru1l1J8 col. (Trl· 15.12.80 15.12.80
e X a poli .... . .. 12. '!.005 Del Porcio Siltrio • •••••• •• ••• ..
politanla)
o Palermo ...... 21. 8.906 Palleroui D i ta.t> ••••••••••••••••
Id.
Id.
Id.
(id.) 15.12.80 16.12.80
Id.
(Oire· 15.12.30 15.12.80
Id. Id. polltanla.
(Trl· 29.10.31 29.10.31
c
Lascari m o)
(Pa ler· 15. 7.902 Napolitaul Enrico . • .•••. • .•••••
Id. Id. ualca
o
Palermo
•. o.
15.3.905 Scaduto .Pasquale ••.•.••.••••.•
l d.
o
Palermo
..... 20.1.905 Giudice Ferdinando . ....... .• • •
Id.
Id.
Id.
(Id.) 29.10.31 29•10.31
c
Napoli .. .. ... 19.1.907 Baril e Tomma.~o .. . ..•.•• . ... • ••
Id.
Id.
Id.
(Id.) 29.10.31 29.10.31
c
Bnooh l a n loo 3.9.905 D'Attillo Evawiro (Chlotl)
Id.
Id.
Id.
(Id.) 29.10.31 29.10.31
c
Pesaro • ••.••• 16.9.901 Giusti .4.ldo • •••••• . .••••••••••• •
c
Sturno lino)
c
Ohletl . ... ••.•
o
s. Maria O. V. a.s.907 S a.nUUo Tom~o ..............
o
(Avei· 29.7.906 Plserohia Nalalc
••
•
o
o o •
o
o
o
o
••
o
....
o o ••• ••• o
Id. Id. Id. (Somalia.) 29.10.31 29.10.81
Id. id. ualoo)
•
Id.
(Ciro· 29.10.31 29.10.31
Id. Id. id. {Eritrea) 29.10.31 29.10.31
7.7.906 Ferraioli Irernu:cio ••••••• • ••• • .•
63 f&nt.
29.10.31 29.10.3 l
(Napoli)
c
Galllpoli{Leco~)
1.1,90S Frauloh Em.ruo • • , ..• •••. , • , ... ,
2 ..~. coste.
1!9.10,31 2MO.a1
o
Oente.Uo neo)
4.6.904 Bottaaeo Gndio • .•••.•. • •• . ••••.
8 &lp.
29.10.31 29.10.31
o
s. Prisco (Na- 27 .3.904 DI Monaoo Michek . . ..... .. .....
6 contr. autoo.
29.!10.31 29.10.3 l
(Cu·
poU)
1
1
l&que) TESE:STI KEDICJ
$
...
::l
o 3
...• w
DATA LUOGO
ANZIANITÀ CASATO E XOXE
dJ
DI ~ASCITA
na.eoita
POSIZIONE
dJ
DECORAZIONI E OAYPAG~E
dl
P"ado sen-lJo
dal n. 100 al n. ll3. c
Tri.-Igno tenza)
c
lP o- 28.6.906 Pasearella Fllbnno ••••••••••.••
3 O art. eamp.
29.10.31 29.10.31
Catania ..•••• 2j.U05 Cal&brò Sal~e ••••••••••.•••••
Mtant.
29.10.31 29.10.31
c
S. Fratello(Mes· etna)
Centro rltom. Q'll&dr. 29.10.31 29.10.31 Groseeto
c
Roma •••••••. 8.12.906 A1J&'Witl M or«> • •• • ..••• • ••• • ••.
art. pee. ' Terni)
c
Ieernia (Cam· 2U.904 Buccilri'OIIS N~l4 •.•.••••••..•. pobaaso)
R. truppe. ool. (Soma· 29.10.31 29.10.3
c
Dego (Savona) 21.8.905 Pepe GiW6~ ••• • •• • •••••••••••
2 al p.
29.10.31 29.10.3
c
Aclobre rlno)
(T o- 10.7.906 LUpO Gutdo ...... .. ............
2 art. pee.
29.10.31 29.10.3
c
Marsala pani)
(Tra.
9
c
Solopaoa(Bene- 27.11.904 D'Amore Clemettte •••••••••••••• vento)
~
c
Saprl {Salerno) 26.9.906 Caml:narano V ilo . . • • • • . . . • • • • .
1 centro es per. art.f81,
29.10.31 29.10..!
c
Calabritto (A· 20.7.906 De Chiara Fed:le •• • ••••••••••••• velliDo)
18 fant.
211.10.31 29.10.31
• art. pee.
29.10.31 29.10.3
9 tant.
211.10.31 29.10.3
1.2.906 P~ettleo V(ncett.CO •••.•••••.•.•.
8.1.906 Farina ..flllo,dt&O ••••••••••••••••
o Paternb {c.t,a.. 19.8.904 Impallomeni Sebasffano ••••••.•• nia)
c
C.poaelle {Avel· lino)
c
Palermo • ..•• 20.9.905 Monta!na Gtddo •••••••••••••••••
1.1.904 De ~tla ..fnlolrio ............
(II!'UPPO 29.10.31 29.10.31
lla)
art. pee. c&mp. 29.10.31 29.1G.3 {gruppo Teramo) !ant.
4 art. pes. camp.
29.10.31 29.10.3
5111.10.31 29.10.3
(Segue) TEN&NTf ICBDIOl
LUOGO
DATA
79
ANZIANITÀ CASATO E NOME
di
DI NASOITA
POS IZIONE DECORAZIONI
di
]!) CAlrlPAGNE
di
grado Bervi.JI1o
dal. n. 114 al n. 127. a
Campi S&len· 16.12.004 Zecoa Colli111o • • • • • • • • • • • . • • • • • • t!!!A {l, eoQe)
•1 fant.
29.10.31 29.10.31
c
Caetrov:lllart . . 21.1.904 Ameruso Umberlo. • • • • . • • • • • . . • .
22 art. oamp.
29.10.31 29.10.31
c
ChieU ....... . 7.12.902 Paoloaf
Forlufledo. ......... .... .ABJ)ett. in!erm.
29.10.31 29.10.31
c
CUUtlamare dt 20.10.00. Dt Martino FerdifUIJl® . • • . . • . . Stabta (Na. poll)
12 art. pes. camp.
29.10.31 29.10.31
c
M-ina . . . • . 24.6.904 rellfllrl'ino Froncuco • . . • . • . • • . .
90. rant.
29.10.31 29.10.31
a
Napoli • . . . . . .
Id.
29.10.31 29.10.31
a
CJuardJa Pertt· 12.1.902 caporale 0\w~ • • • • • • . . . • . . .
6.8.903 Mhengbt UDO , • • • • • • • • • • • • • • • .
13
11 art. pes. oamp.
29.10.31 29.10.31
oara(Potenaa)
a
Boeootre- .. (NaJ>Oll)
1. 1. 98 Federico YinctMO ® , ....., @, @
o S. Martino dt 23.4.906 Gara1a QWI!Oftni . • • • • • •.• • • • • • • • •
Centro rlforn. qUAdr. 29.10.31 29 •• 0.31 Penmno 2 fant.
29.10 31 29.10.81
AaTt (Potenaa) c
Corato (Bari) • • a.6.908 cannlllo Ool4ldo. . • • • • • • • • • • • • • •
Batt.mlsto l!'llnio della 29.10.31 29.10.31 S ardegna
o Napoli ....... U.U.905 Trotta Enl"ieo • .. • .. .. .. .. .. • .. • 41 tant.
29.10.31 29.10.31
o
Terni (l'er11S(a.)
,,7 .901 Canoellottl En rlco .. .. • .. . • • .. ..
Oep. Perugia
o
8-nl
26.3.904 Slmola Merlo .. •• •••• • •• • , ••• • ,
DWJI, MU.. 4trotl4v· 29.10.31 29.10.31
Roooalveooe (VI· 16.9.906 Burla 2'Uo • • ••••• •• ••• ••• •••• ••
Regg. oarrl arm. (batt. H .10.31 29.10.31
o
terbo)
29.10.31 29.10.31
«co
Roma)
so
(Se(IU<!) TKNm!TI JaDIOI
ANZ I ANrrA
DATA di
DI NASCITA.
POSIZIONE di
DEOOHAZIONI E CAMPAGNE
di
oasr-ltu
dal n. 128 al n. 141. o Avelllno . . . . • • 30.10.006 Salsano Pielro. • • • • • . • • • • • • • • • • •
o
s. Angelo Fas&· 21.7.906 ZoUo Oimeppe.... . • • • . . • • • • . . • •
l art. mont.
22. 7.32 22. i .32
4 id.
22. 7.32 22. 7.32
id.
nella (Salerno)
o Tropea (Catan· 23.4.906 Cutuli Francesco • • . •• • • • • • • • • • • .
7 geo.Jo
22. 7.32 22. 7.32
5 ai p.
22. 7.31! 22. 7.U
2 art. mont.
22. 7.32 22. 7.32
a Ariccia (Roma) 18.4.906 ::llazzoll Fernando •• •.. ..• o oo• oo• .
3 &lp.
22. 7.32 ll2. 7.3j
c Cb loti. oo... • • 15o1.907 Mando" .A.lfredo •. oo. o•. oo•••. o..
12 tanto
l!2. 7.32 22. 7.3j
o Alatri (Fro!!lo 29.6.90• TU~rllaterri Enrico .o o••• oo • . • • • • . none)
38 Id.
22. 7.32 22. 7.32
o Plctravalrano
Se. centr. art.
22. 7.32 22. 7.32
Lane. di Firell%e
22. 7.32 21!. 7.32
7 alp.
22. 7.32 22. 7.32
o Roma. . • • • . . • 17.1.906 Aqi QuqJCel171() • • • • • • • • • • • • • • • • •
3 renlo
22. 7.32 21!. 7.32
a JNrense • ••• •• 23.1.90ì Liberi F~ • . . . . . . • . • . . . . . . •
So. oentr. eduo. ftllica 22. 7.32 22. 7.32
o Corleone
21 art. camp.
zaro)
o Bo88ola800 (CU· 3.7.906 CagnMSo GiU8tP1/t . • • • • • • • • • . • • • noo)
o Partanna (Tra· 25.3.907 Di Gio~ Pidro. • • • • • • . • • . . . • • • pani)
9.11.906 Iadev&la Frci!ICUCO • • • • • • • • • • • • •
(NaPOil) o Nai)Oil. • • • . • . . a.9.906 Iuoone Maalleri GiUU"we • • • • • • •
o OasteHOOOirll&UO SL10.1106 Teonl
GivlCo....................
(Arcuo)
(Pa- 25.7.to5 Otta'f1ano Faudo.. • • • . • • • • • • . • .
it. 7.1t !2. 7 .SI
l ermo)
f
(Segu~) TENENTI MEDIO!
DATA LUOGO
ANZIANITA CASATO E NOME POSIZTON' .iC
di
~ "rr;
DI NASCITA
81
d1
DECORAZIONI E CAhlPAGNE
naeolta
di
grado servizio
dal n. 142 al n. 155. o Bav,a (R. Cala- 17.3.906 Slrlanni a - l o . . . . . . . . . . . . . . . .
1 c en . mln .
22. 7.32 22. 7.32
brla)
o MaddaJonJ (Caeerta)
6.•. 906 1to8111 &nri/aclo •••....••....• . ..
R. t"'PJK col. (Tripo· 22. 7.32 22. 7.32 litania)
c Cori (Roma) . . 16.11.906 Pistilli Giul~ •. . . . . . . . . . . . . . . . • .
29 art. camp.
22. 1.32 22. 7.32
o FlladeUla (Ca· 2:2.U.906 Dutoll ~~ • , ... .. ' . . . . . . . tansaro)
Oap. Padova
22. 7.32 22. 7.32
Id. Catab.ZarO
22. 1.32 22. 1.az
Id. Cegtiarl
22 . 7.32 22. 7.32
o 1\leesina . . . . . . 17••. 904 ZatramJ ..fllfotaC110. ... . . . . . . . . . . • .
So. oentr. s enio
22. 7.32 22. 7.32
o Gnnol (Palermo) • .1.905 Salerno Al / - . . . . . . . . . . . . . . . . .
26 art. camp.
22. 7.32 22. 7.32
o Acuto (Fro81· 2.10.906 ADagnl Mario .••.•.•...••. . .. ..
56 fant.
22. 7.32 22. 7.32
Cav. Guide
22. 7.32 22. 7.32
c Roma.. . . . . . . . 20.1.906 Ellsel Carlo.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6 art. pes. camp.
22. 7.32 22. 7.32
o Ferent.Lno (Fro- U.l.905 De Andrels Giuseppe . . . . . . . . . . . . alno no)
3 art. pe6.
22 . 7.32 22. 7.32
o Canneto (Bari) 30.9.905 Moducno F'rCJfiCUCO • • • • • • • • • • • • •
1 aJp.
22. 7.32 22. 7.32
o C asalnuovo 16.6.906 Iaccarlno GC~ . .. ......... .. (Napell)
l ben.
22. 7.32 22. 7.32
c
Arcuato (Catan· 30.1.906 Gorl Q{occnafl4 •••• •••••• • •• •• •••. zaro)
o Cittanova
(R. 21.1..905 C&vaJlere m.o . . . . . . . . . . . . . . . . .
Ce.laln1•l
none)
c C alitri (Avel· 16.2.901 Toella Ca"~·.......... .. ....... lino)
8-
Ruoli di anaianftà del Corpo sanitario militaTe.
82
(8~) TENENTI lmi>IOI
LUOGO
ANZIANITÀ
DATA
CASATO E NOME POSIZIONE
d1
DI NASOITA
naso!t a
d1
DECORAZIONI E CAMPAGNE
d1
grado aenldo
dal n. 156 al n.J69. c Palermo . . • . . • 21.6.906 lUbaudo .dfiloni no . . . . . . . . • . . . . • .
2 &lp.
22. 7.32 22. 7.32
70 fan t.
22. 7.32 22. 7. 32
o Napoll • • • . • . . 1.11.903 Melillu Mano .. .. . . • . . . . . . . . • • . .
3 art. mont.
22. 7.32 22. 7.32
c Napoll • . • • .. .
Plem. Hcale Cavali.
22. 7.32 22. 7.32
9 bers.
22. 7.32 22. 7.32
16 art. oamp.
22. 7.311 22. 7.32
6 art. pes.
22. 7.32 22. 7.32
' &lp.
22. '7.32 22. 7.32
c Napoli .....•·• 28.11.907 Rebn tra t Giulio • . • . . . . . . . . . . . . . .
Oep. Trento
ll2. 7.32 22. 7.32
c Paeanlca(AQuf· 2o.2.00. Vloentlnl .4~ . . . . .. • . • . . . . . •
6 &lp.
22. 7.32 22. 7.3:t
86 tant.
22. 7.32 22. 7.32
l art. ooeta
22. 7.32 22. 7.32
. . . . . . . . . . . .. . . •
31 tant.
l. 7.33 l. 7 .3;1
Lu;q ·. . . . . . . . . . . . . . . . • •
10 bern.
l. 7.33 l. 7.33
c
SparanJse <N• poll)
6.1.906 Grande PCUQ114le. • • • • • • • . . • • • • • •
3.7.906 Mareeoa Oorra® . . . . . . . .. . .. • • • .
o B e l v e d e re 28.9.906 Zambelll ..dftlon(o • . • . • • . . . • • . • . . Ostrense (An· OOD&)
o
s. Baalllo (Ca- 27 u 804 Maxla Ot>Mmo. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ellarl)
c ColnJtlnl (Aeri· ,,1.906 Terrana SaltlaJorc . . . . . • . . . . • • • • • eento> c
NaPoli • • • . • . • 23.1.907 De Renaia Emtlio .. . . . . . . . • . . • . .
la)
c Trlgg!ano(Barl)
Ll.~O
Lombardi Mar'W . • . • . . . . . . . . . . . •
c Corleone (Paler- 29111101 Creeclmanno Bcrn.ar :o .. . • . . . • • . • m o) ~
Soriano C&lab. (C..tam,aro)
1. 1.908 Bartone Lu~ui
a
Gib~olllno
1. 1.908 Savino
pani
(Tra·
18~) TaNP'l'l JODJC!
-.. C>
iS
3
j
LUOGO
ANZUNITÀ
DATA
CASATO E NOME POSIZIONE
dJ
DI NASCITA
CD
DA8Cita
di
DECORAZIONI E CAMPAGNE
dJ
ere. do aervlato
dal n . 170 al n. 183. 70 ra.nt.
l. 7.33 l. 7.33
43
Id.
l. 7.33 l. 7.33
15
Id.
l. 7.33 l. 7.33
c Ca&&lnoceto (A· 15. 6.909 CebreiiJ Gi'IUtppe •.. • ....•••••. le88&Ddrla)
8 art. camp.
l. 7.:!3 l. 7.33
o Arolano (Pesa- u. 2.907 Grimaldi Valt!UiM ro
36 fan t.
l. 7.33 1. 7.33
Id.
l. 7.33 l. 7.33
o resi (Ancona)
17. ;;.9()7 Alrl&l
Elmo . . . . . . . . . . . . ...... o .
c Cannitello ( Reg- 111.11.908 Cancer Luioi. ...... . ...... .. .. glo calabria)
c Serre (Salerno) 29. !;.906 D'Alesalo G iot:. Battista
•
•
•
o •• o.
. '
•
o •
••• •••
••
o
c Cerlpota (Fog· 28. 3.00~ Ruoceo ..t lu8aftdro • . . . . . . . . . . . •
14
g!a {\
Barano d'I schia d. 1.900 Napoleone ..4 ndrea •.. . ......... . (Napoli)
7 art. ves. camp.
., Tennoli (Cam· 8. 9.9()7 R&6flll G-uido •..... .. ....... ... Genova cav,
l. 7.33 l. 7.33
l. 7.33 l. 7.33
pobaaeo) c
Vibo Valentia 12. 5.9()6 Nue<leo Vincenzo ....... .... .. . . (Catanzaro)
c Carbonara (Ba- 6. 2.906 Albergo Vito •... •. . rl)
. ... . .. ...
24 art. c.-amp.
l. 7.33 l. 7.33
27 Id.
l. 7.33 l . 7.33
Id.
(.'
Plclnlsco (Fro- 31. 3.908 Arear l Gattono ... ...•.•.• .. . .• sinone)
152 fant.
l. 7.33 l. 7.33
o
Tortorici (Mes- 2~. 8.905 DI Marco Antcmino . . . ... . . . ... slna)
15
Id.
l. 7.33 l . 7.33
3 art. camp.
l. 7.33 l. 7.33
! fan t.
l. 7.33 l. 7,33
o Napoli
c
23.10.9()7 Percopo
V ÌftCt11.ZO . . . . . . . • . . • . . .
Alcamo (Trapa- IO. 2.9()7 Maltese F1"0.f1Ct.,CO • •••••••• • • • •• ni
84
(Segue) TENBN'l'I lmDICl
LUOGO
DATA
ANZ IANITÀ CASATO E NOME
di
DI NASCITA
nascita
P OSIZ10NE DECORAZIONI E CAMPAGNE
di
di
s:rado servisio
dal n. 184 a.l n. 197. c Venezia
3, 8.90\l Sabatlno Riccardo. . . . . . . . . . . . . .
84 fant.
l , 7,33 l. 7.~
o Vacoarluo Al· 14. 2.908 Mcndlclnl Giuse'Pf)e. . . . . . . . . . . . . ba.nese (Co· senza) o PaJermo 28. 1•909 Oarducci Artenislo .Adolfo • • • . • • •
65 Id.
l . 7.33 l. 7.33
2 art. ooeta
l. 7.33 l. 7.SS
o p letraaanta 9. 6.905 Muactt1n1 Giul(ano • . . . . • . . . . . . .
50 raot.
l. 7.33 l. 7.33
o Comitini (Agri· 1.•.906 Lupo .dmotleo • • .••• •. . . . • . . • • • gento)
Scuota tlrc art.
l. 7.33 l . 7.33
o Grumo Appula 11. 3.908 Salvatore Francesco • . . . . . . . . . . . (Bari)
1 fa.nt.
l. 7.33 l. 1 .33
2 art. ca.mp.
l. 7.33 l. 7.33
(Lucca)
0
s. Pier Niceto a. 8.908 Pantè Domenico . . •. .. ..• · ~ • • • • . (lrlesalna)
o Catanzaro
n . 8.905 Furlno Ral!tUlt. . . . . . . . . . . . . . . .
12 fant.
l. 7.33 l. 7.33
o Catania
20. 3.907 Pittari l:irm$to . . . . . . . . . . . . . . . .
52
l. 7.33 l. 1.33
o Caplstrnno (Ca· 20. 7.907 Paaceri Domenico . . . . . . . • . . . . . .
Id.
30 art. oomp.
l . 7.33
79 fant.
l. 7.33 l. 7.33
o Misterbianco 26. S.IK» RUBBo Sebtultiano . . . . . • • . • . . . . . (Catania)
9 alp.
1. 7.33 l. 7.33
o Orvieto (Terni) 12. 2.906 Moialonl V inctn.zo. . . . . . . . . . • . . .
3-l !ant.
1. 7.33 l. 7.33
4 oontr. autoca.mp.
l. 7.33 l . 7.33
l. 7.33
tanzaro)
c Napoli
c
15. 6.907 Ferrigno Giuseppe. . . . . . . . . • . . . .
Barano d'Ischia 15. 8.907 DI !orio .J.l!redo . . . . . . . . . . . . . . • {Napoli)
(&gue) T11lfmn'l JDDIOI
o
= .t
LUOGO
s
DI NASCITA
o
.s
DATA
85
ANZIAN I TÀ CASATO E NOME
dl
CD
oaaolta
P OSIZlONE DECO RAZIONI E CAMPAGNE
di
dJ
rrado &ervlsio
dal n . 198 al n. 207. o VIterbo o
Mola (Bari)
15. 7.906 MAncini Q(m!. Ballista ••........
l alp.
l. 7.33 t. 7.33
20. 6.007 Tauro F rancuco .• •.........•..
8 Id.
l . 7.33 l . 7.83
o A.le&ra 11 Full 26. 8.008 MoreW Gad4nc •...• .•. ..• ...•. 5 contr. autooamp.
l. 7.33 l. 7.33
(Meeelna)
o Cusano M utr i IO. 4.005 MOJJ&'lllO Michele'
.............. 16 art. oamp.
l. 7.33 l. 7.33
(Benevento) Corn og lovlne IO. 8.007 FedeU Carlo •. , ..••..• , , , . ... . (Milano)
232 fant.
l. 7.33 l . 7.33
u
Id.
l . 7.33 1. 1.as
231 Id.
l . 7.33 l. 7.38
o Eboli (Salerno) 17. 8.907 Sparano Jl'ifiC~ •••....••.•..•
3 art. mont.
l. 7.33 l. 7.33
o San n! cola ( ~ oe)
4. 6.000 GloatWerl .4nrao.wio ...... . ... ..
59 fan t.
1. 7.33 l. 7.33
o Lecce
l . 8.905
Id.
l . 7.83 l . 7.33
o
o Ottati (B aler · 17. 8.00& Bamonte Eneo .. .•..•..•....... DO
c
Ottati (8 al er· 3.1.2.9 05 Bamonte N(COlq. • •••••••.•••••• no
LoJodJoe Cataldo .. .............
63
UFFICIALI CHIMICI-FARMACISTI Cl
~ ·
o
LUOGO
s
DI NASCITA
3 11)
ANZIANITÀ
DATA CASATO E NOME
POSIZ[ONE
dJ DECORAZIO~I
E CAMPAGNE
oasolta
dJ
dJ
~rrado
servtsao
COLO N NELLO CRIHICO-FARMACIST"-·
a
Metti (Potenza>. SI. &.17 Pagniello dott. prot. 4.11redo, •· C <it./Iep. ser<". farm. Min. 26. 5.32 14. 1.01 +, L. D. io chtm. brom. gueiT..
TEN. COLONNELLI CBIKICI-FARMACISTl.
dal n. l al n. 4. o
Palermo • • . • • • 18. 8,75 Corradl Remo,
+, IJ'l +• . . . . . . . . . .
a Galattoa CLoooe) &. 8.78 Regard dott. PW.tro, U :j; . . . .
Oç, Palermo
Id.
81, 1.21 16. t.Ot
Napoli
a Bologna. . . . . . . ll4. 1.86 Mozzana dott. Carlo, 'fio,
+ .. .... Dlr. l.t. ohllll. farm. 26. 9.30 i . 6.09
a Bologna • . • . . • 16. f.78 G hera.rdJD.l dott. N altlo,
+. Cl) "''
~
.......... @. @.
+
mn.
11
,
Osp. Bologma
26. 5.32 28.12.01
H.AGGIORI CRUUCI-FARJU.CI;:; Tl.
dal n . l al n . 3. a
Perugia..... . . 17. 7.81 l\larlol dott. Cfll'lo. ~"'· @, @, 'Ì'
'*'· 4) .........., Ossorvatoro Industria· l, 3.17 1. 2.07
a Roma ..•••••• 16. 6.82 Lombudi dott. Mmllio,
....... ®. @
•
le
+. 4), ~·... Osp. R f•m..
l'e rrere (Alea- 11.12,83 Accoaeato dott. EMMMt1Udo, sandrlal
+.. OSI!ervat.orc industria· le
1. 3.17 30. •.o8
'- 8,18 1. t.09
!17
(Segue) :IUOOlvRI CBIXICI·FAIUlAOISTI
DATA
LUOGO
ANZIANITÀ
CASATO E NO~E
POSIZIONE
dl
DI NASCITA
DECORAZIONI E CAMPAGNE naeolta
dl
di
grado semdo
dal n. 4 al n. 16. a
Nlz..al\fonterra· 6,1J.83 Gorreta dott. Carlo, :§o,~ •u·u·u, to (Ales.<;andria)
a
Ancon~~o . . . . . . .
2.10.82 .\ficheli 'l'eodorico, ......' @. @, ••
*·
+
Mercatello (Pe. 16. 1.86 Parrl dott. W alter.
chlmioo mi l.
tarm.
•• 8.18 2. 1.01l
O sp. Ancora..
l, 7.22 27. 2.13
I st. ohtm.loo farm. mil.
l, 7.22 27. 2.13
+. ~ ........ So. appl. ean. miL (f.DI.
l . 1.22 27. 2.13
Jl, ~". ~m-
a Vlulni(Catanla) 1.12.87 VIta dott. Gadano, 'i:. ~ •••·••,
a
+ I st.
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BarO
e. +. lat. Olllmlco tarm. m!l. 1. 7.22 SO.ll.OO ....... @,
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Mooteoattnl 11.11.811 Cappelli dott. prot. Gi""JYT)e, Val di Ceci4) ....... +. ~.~ na (Piea) @. L. D. In ohim. brom.
a
Bitonto (Bari) 20. 6.86 Savino J'Uo
o
Pettinengo (No- IS. 8.86 MuMO Enrioo, t§-,
o....
+........ .... .. .... Osp. Bari +. ~-.........
Ist. chimico larm.mU. Sl. S.~' 2, .11,11
vara)
o
Bronte (Catania) & 6.88 Isola Emilio, ~ , ......, .., ..........., t§:,
Osp. Trieste
SI. 1,2,
+. <t).. . . . . . . . .
Id. Torino
11. S•2.& 20. 9,\4
+. ~ ....... ... ..
Id. Udine
Sl, 5.2627. 2.13
Id. Ale&eandrla
31, 3.26 20. 9.U
3.12.09
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Osp. Ftrenae
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a Casalbordino 27. 3.88 Mollsanl dott. Rlce(an;lo, t§>, il)"•·•w.s (Chieti l a
S. Maria Capua Il. 1.96 Palmierl dott. Ma..W, tn•u , @. @, ~ Vetere (Napoli)
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Id. Padova
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18. 6.97 Lay dott. .lXno, =*' ............. .
Oap. Cairll&rl
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o Fossa (A q ulla) 14.!).900 Placldt dott. Ettore,
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19.11.92 Giorgi dott. (}i(wgW, 4) tlt•U ,@, @, ••
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Racconigi (Cu - 12. 7.98 Revelll dott. <XoaccMno, 'fio ® ..,... , Osservatore Industria· 26. 5.32 16. :!.. neo) @,@• • le
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dal n. 1 al n. 13. c
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Osp . Piacenza
31. 3.26 16. 2.23
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Sua a (Tori.Do)
Id. Sa,·fgllano
31. 3.26 16. 2.23
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Torino , ....•. 26. 1.99 Gugllelmlnettl dott. Siltrio, ~ · u·u. @, @. Q , +
3. 3.93 Zlnl dott. ~i ...... .. ... . ..
Centro chimico mUI· 16.11.26 16.11.23 t are
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Osp. Udine
16.11.26 16.11.23
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O>p. Roma. (com . la· 16.11.26 16.11.23 bor. chlm. bromat. appUoata)
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Id. Caserta
16.11.26 16.11.23
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Id. Obletl
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6. 6.28 6. 6.28
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Id. Roma
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Id.
Roma
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Id.
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6. 6.28 6. 6.28
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dal n. 14 al n. 18. Oep. Roma
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6. 6.28 6. 6.
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7.7.902 Nocentllli dott. D'no .. . .. • .. . . . .
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9. G.33 9. G.
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5.7.902 SClOttl dott. CRuseppe...........
Scuola appl. ean. mU. (lnll. agg.)
9. 6.33 9. 6.
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4. 7.99 Salma dott. ~lu6an4ro... • • . • . • •
Oap. :Milano
9. 6.33 Il. Il.
4.5. 902 Zodda do tt. .d/do .. • . . . • . • . . • . .
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9. 6.33
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dal n. J al n. 3. o Mong l a s sa n o 16. 6.96 Dattilo .dftOiol~ .. • • • .. .. . . .. . . (OosellA)
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2. 3.97 Pallnerlo PWro, ~ "", @), ~ -...
Id.
Bologna
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1. 1.96 Curatolo LoreMO, tlj}, + , ~ '"''""• \,(!) •••••••.••••••••••••• ••• ••
Id. Firenze
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dal n. 4 a.l n. 17. a
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6. 6.28 6. 6.28
Id. B&r1
6. 6.28 6. 6.\!8
Parma . . . . . . . 21. 11.98 ZanelU dott. .4./br.rlo • . • . . • . . . . • •
Id. Triest e
6. U8 6. 6.28
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S peala • . . . . . . 16.11.000 Albt.uatl dott. Dmndt.. • • • . • . • • •
At;pett. f.nterm.
6. 6.28 6. 5.\!8
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Patti ('Meeelna). 1. li.OOO Orl.alldo Teodoro • • . . • • • . • . . . • •
Osp. Trieste
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Id. Roma
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28. 3.29 28. 3.29
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28. 3.19 28. 3.t9
Id.
28. 3.29 28. 3. 29
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c Grotte (A 8'l'l· 20. 8. 118 Naacè dott. honcuco Paolo, ~ "", R. truppe col. (Trl· 28. 3.29 28. 3.29 arento) ®. -!t polltanlal
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a. 2.30 14. 2.:
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Osp. Flrenae
a. 2.30 14. 2~
8. 8.90& Creete dott. Baldo. . . . . . . . . • • . .
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e Montevuohl.
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c Creechlo(CbJeU) 2,.9.907 Santellll&llio dott. JJOi'io... . . . . .
Id.
o SaloptoCa(Ben& 27.6.903 TanoredJ dot t. Oabriek..... • .. . vento)
Ist. cWm. tarm. mll. 14. 7.32 u. 7.l
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Id.
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Id.
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Id.
Id.
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16.6.904 Melch1onna dott. EU«e • . .......
Osp. Verono
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Id.
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Id. Bari
u. 7.32 u. 7.32
Id. Trento
u. 7.32 u. 7.32
Id. Udine
u. 7.32 H. 7.32
Id. Palermo
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14. 7.32 u. 7.3'2
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8.16.906 SaDII dott. Carw ••..•...•.....•.
o Ce.ma.iore (L oo- 21.9.902 Vecoll dott. NOf'berf{; •••.• •••••••
A..l~drla.
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o Sutera. (Calta- 26.1.903 Sala dott. Mario . ..... .. .. . ..... n18aetta)
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Dtsm. Corpo ..d"n. No· poli (com. Dir. San. Napoli)
1. 6.82 8. 10.0
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1.1.3410. e . 11
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f.
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PRIMI CAPITANI MEDICI
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dal n. 1 a.l n . 5.
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1. 1.90 • Montlnl Gtm;onni ~.
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RIPARTO
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DEGLI UFFICIALI MEDICI E CHIMICI-FARMACISTI IN S. P. E.
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FRA I DIVERSI COMANDI, CORPI ED UFFICI
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MINISTERO DELLA GUERRA. Direzione generale dJ sanità militare.
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T.G.M. Franchi Luigi (di rettore generale).
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M.G.M. Volpe M auini
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CoLM. Santa Maria .A/berlo ( oa.po dlvlstone lno.)
Col.M. lllollsant .dlfr t;d.o
Col. C. F. Pacnlello A lfredo (Ispettore del sermlo tarmaoeutloo)
T.C.M. Giarrusso GU1Uildo
CoUI. Delogu GiM (oa.po divisione ln e. )
T.C.M. Cammarata Gioe<mni (ase.).
T.C.M. De Bernardlnfa Virqinw {com.-redatt. Glom. med. mD.)
M.M.
Loprestl Antonino (eegretarto).
M.M.
Manooni M ii:Mle (membro).
T.C.M. Slnlsl Guido (oa.po sezione !ne.) T. C. M. MaQiferi Nicol6 (eape eezlone lne.) Bnonope.ne Carw {id.
M.M.
Ippoliti .ArnaldQ.
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M.M.
Carluocl Ra!toelt {oonslgltere !ne.)
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(membro). (Id.).
T .C.l\1. Bassi Giweppe
T .O.M .
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M.O.M. lllnrlottl Bianchi GiOI/l. Bottieta {pr • dente). Coi.M. 'l'ecoe Pasquale (sostit. prestd.).
(Id.)
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CQI/eqw M cd(co·uqale•
id.
Laboratorio di fisiologia e biologia applica
id.)
M.M. Angellni Antonio (capo sezione loe.).
M.M.
Casslnls U(IO (com.)
Laboratono di cbfmlca e bromatologia applicata.
M.M.
Corsi Alfredo {con.sfgllere lnc.)
tOC.M•
LIpani .<lnto!tiM
lOC.M.
l\l&grone .<lmedw
t•C.M.
Lo:-!& Gioronni
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Cipriano Salvatore
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Mazzaronl Giacomo
M.O.M. Mo.zzett.l Loreto (direttore).
t•C.M.
Fiumara A ntoni no
T.C.M. Bruni Nko/4
(ins .
t l t.).
t•C.M.
Contrino Ferdinando
T.C.M Manganaro Oarm~!o
(Id.
Id. ).
t•C.M.
Blfaoo A uouato.
M.M.
(Id.
i d.).
t•C.O.F. Adilardl Giulio (com.).
Scuola di applicazione di sanità milita
Mallce ..dlutJandro
T.O.M.: tenente gener ale medloo: M.G.M.: m&«~rior g enerale medico; Col .!li.: 001 nello medico; T.C.M.: tenente oolollllello medloo; M.M.: mautore medico; lOC. M.: primo capii medico; C.M.: capitano medico; T.:M.: tenente medioo; Coi.C.F.: oolollllello ohlmloo·farmaclsta; T .C.C tenente colonnello obJmloo.farmacidta; M.C.F.: maaiore ohlmloo·tarmaolsta; IOC.C.F.; primo caplt obhntco-tarmactsta C.C.F.: c•pltano ohJmJco·tarmaclsta; T.C.F.: tenente ohlmioo·tarmaoista.
A bbretrl4rim&i.
IStgut) RIPARTO DEGLI U F F I OIA.LI )[1;0101 & O U I:II:ICI·FAIUI.ACISTI &CC.
M.M.
Langolla Francuco (A . M.).
M.~
D' Alessandro Ral/atle (IDB. tlt.)
t •O.M.
Nnnnl Carlo (lw. agg.)
IOO.ll.
Manlerl .Alberto (Id. Id. ).
lOO.M.
Sacchctli Nicola (Id. Id.).
lOC.M.
Bar"blern MauranoeJo. (Id. Id -).
I "C.M.
Vitale Salt"alort (Id. Id.).
lOO.M.
Rosa Guido
Scuola di guerra. T.C.M.
Scuola d'appt di fanteria. M .M.
Canepa Romolo.
Scuola d'appt di cavalJerla. .M.M.
Cambazzu .Mario
(Id. ld. ).
Piazza Guitto (Id. Id.)
C.M.
l'eJTler .Sietarw.
M.C.l:', Porri ll'llUer (lrul. tlt.).
Scuola d'appl. d'artiglieria e genio. M.M.
Accad. mll. di fanteria e cavalleria.
C.C.F'. Soot tt GiUI!appe (lru!. agg. ).
Istituto chimico-farmaceutico mUltare di Firenze.
Casetta Crsare.
M.M.
llln1 Domcnit-o.
O.M.
Taddi& ùo
Accad. mJI. d'artiglieria e genio. T .O.C.F. Mozzana Carlo (direttor e).
T .O.M. P etitl P oMJual-e.
M.C.F .
Gorreta Carlo.
M .C.F.
Vita Gaetano.
b!.C.F .
CaJ)poiU Oiu.~evpe
M.M.
M .C.F.
Muaso l!:nrù:o.
1o.c.JM. S pagnuolo Vlgorlt a NW>Ia (Na poll)
Jd.C.F.
Corta.ssa SUtrio.
M.C.F.
Palmlerl Mario .
Jd.C.F.
Giorgi G((w(IU).
Collegi militari.
Comando scuole centr. mlllt. Jdas&la·Sooohi M ario.
T .M.
l °C.C.F. Braoalon1 Lor~.
Scuola centraJe di fanteria.
lOC.O.F. Peeaolano .Anqelo.
T .C. F.
Ootrredl EUore..
T .C.ll',
Bernt.oJ Fot~CXJ.
T.OJ'. Tancredi Oal>rùù.
F alll a OIO!Xtnni. (Roma)
Giannetti Bernardo.
Scuola centrale di artiglieria. T.M.
T .O.li', ColeUa V(tlqrlarw.
Iadevala FrancuC~J.
Scuola centrale del genio.
T .O.J'. Rottealla EMO. T.M. Zaa-amf .Aftlomno.
Comando Corpo Stato Maglore. T .C.M. Poloea P'iftCeneQ
7 -
Scuola centr. mlllt. di educaz. fisica. T.K.. Liberi Federioo
Buolv di amlanft4 del Cetrpo I Cln ft Clrio m ilftara.
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ScuoliJ ..t. 8. Ca.serta..
Scuola di tiro d'artiglieria. l oc.M.
OagUone ...tntcnw.
T.M.
Larovere Giu~em)e.
T.l\1.
LupO .tfrM<Ieo
l OC.M. Bertona Giuseppe.
Scuola .tf. S. Nocua I•Jerlore.
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Scuole allievi ufnclall e sottuffk:laJI . 8~ .tf.
M.M.
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C.M.
serra Giweppe
M.C.F.
Placidi Ettore.
l oC.C.lr.
GugUe~ettl SUIM.
Stabilimenti militari di pena.
Scuola .tf. U. Paoia.
Reclusorio mUltare.
l'C.M. Trombatore P'incenzo
M.M..
Pezzullo Lui.(](.
Scvol4 .tf. U. Pol4.
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100.1\1. P eoorella Mariano
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C.M.
Zurettt Salmlort.
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Ferri Guido.
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l OO.M. Ferraloro GitUep pe.
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Centro cblmlco militare.
U. Bra..
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u. Lucca.
Direzioni di sanità di Corpo d'annata e stabilimenti sanitari.
M.M. Barone Gi0011nn·l
Dm&ZIOSE Dr SANtTA.
DBL CORPO D'AIUL\TA. DI TORINO.
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Scuola .tf. U. Spolel4
Coi.M. l OC.'M, DI Lorenzo Odoardo
MonLanarl .tfttilw (direttore) .
T.C.M. Vlgll anl F ederl.co (Igienista). T .C.M. Muratori Carlo Felice (setrretarlo).
Scuola .tf. U. SIJWno.
M.H
Tran1 Paolo. S MI <>la .tf. U, Paltml'<>·
tOO.M. Calvello Sal~a~Me.
O•J>Ulak militare di Toriao. T.C.M. F ot'ln o S aloaJ<>r, (dJrettore). T.C.K. Oggero Cuare. T.C.M. Bocca Ti'o. T.C.M. Suma CM mo
l OO.M.
Bava .Arturo.
M.M.
Sogno ...t~'l~Wmdo.
{,SequG) BIP.t..BTO DZOLI
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Jilal)f01 E 0Dlllti01-P.UUU018Tl 11:00,
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St.battDi .4naelo <eecretarlo).
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Buono Demdr(o.
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Oarbaanl Glweppe
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Calvo Alt ilio
M.M.
Ofoco GloMnn(.
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M.M.
SalvinJ Cesare
M. C. F.
A.lyfgtnl Oioruio.
IOO.lll. Germano GIUJieppe
T.C.F.
AndJslo Oiul lo
T .C.M.
Cri!!Cione Ocutano (direttore).
l OO.ll. Luclano·F nsoà Fdke.
100.11. VItale Nicola. IOO.l\1. Carbon.e T~t8W (A. M. ) l"'.M. T&rqnlnJ Ccriroli
lOC.lL
Blanoo Olotl. Batll.&ta (capo sea. dlslnl.).
T.O.M. Savtnf Ouali!Mo. T.C.M.
BaoohJalonl .44ol/o.
M.M.
Imperlalo CU4Te.
H.O.F. Valenti .4nton(no.
M.M.
Soilllerl YCncen.co
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1o.o.M. Quelrolo EmUlo Blrnulo.
T.O. F.
Ferraris Salmlore.
Rotto FtMrico.
JO.C.M. Sandulll Pietro. to.c.M. CasteUaneta VinetNO
Os~ mUCtare eU NO'Dara.
T.O.M. Oalottlno Carlo (direttore).
I O.C.M. Oarplntorl ~to. (A• .14. ). t o.c.M. Dello I olo Olotanni
M.C.F. Fortunato Leonardo. T .C.M. Pl\llairiA .4niOI'Ii110.
M.M.
Bertlnettt Mlll'cdli110.
M.M.
Ou:go ~rlno
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Sclaldono Barlolomeo (A . M.).
M.O. F. Arpino Pietro.
DlliUlONJ: DI IIANJTJ.
T .C.F.
Cadili Ferdinando.
T .C.M.
Gatti DCon(q( (dl.rottore)
1\l.M.
Basso Olo11. BIJUWta.
M.M.
Cci I s idoro
M.M.
Bruno Carlo
DtL <XlRPO D'A.R)U.T.A. DI ALE9.&.NllRU.
1o.c.M. Brunetti Giuseppe (A. M.).
Ool.M.
Bodel Mauri.eio (direttore).
T.C.M. Carbone Yincenzo (segretario).
Ool.M.
Surdi Donwmko (direttore).
T.C.M. Ciarlo SU<trio. Valente Glocicehino (sE!Irl'etarlo).
}O.C.M. Ro881 Mario. l OC.C.F.
Zinf Olol/annC.
T.C.M.
Croelll'lla Emristo.
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D EL CORPO D'ARMATA DI MILANO.
T C.M. Ram p! Pietro Ool.M. VIola Pietro (diro' tore). T.C. ~.
Costa Fauste {lgloniata).
M.M.
DI Stct l\llo G(ll8tf)1)e (eogretario).
M.M. (}appelli .Al f rblo. T.C.l!'.
Santeusnnlo 1\larlo
Dmt:ZIONE nt 8 AmTÀ
1o.c .M. Carimati Gi~'PJl!.
D&L CORPO D'AIUUTA DI VERON A.
1o.c.M. L aurora Carlo (capo soz. disltlt.)
Col. M. Ponnettt Cuare (direttore). ~·
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Ospedale militare d( Milano.
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Oamorlano Pietro.
T .Q.M.
Tenagli a Giuup~.
T.C.M.
Sosto Antonino.
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Scnnavtno Z r/tlri.lll).
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RodinO N irolanton!o (lglen.t st<'l •
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Aororlntt J'incenzo (di rettore).
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Fiorini il·! udo Ferruccio.
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Grifi Filii>I>O
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L&Dl lliS Edoardo.
1o.c.ll. Girardi Giuseppe.
M.M.
C&'<"nllo Euotlli<> (atgretarto).
1o0.M. Suract Bnmo (A. M.).
1o0.M. Berloluccl Gino
l OO.M. Astuto Giust1)1)e.
lOC.M. Morino Enrico ( A. M.)
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l OQ.)l. Rizao Oar lo.
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Fusi Pietro (segretario).
Coi.M. J a nnizzotto Carmelo (direttore). T .C.M.
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Patti Oimem•e (capo. sa. d lai nl.).
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M.C.F. D'Alessandro Luigi..
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M.C.F. Marr a Gi~e,>pe. l•O.C.F.
Garotalo !-"ilo.
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Melcblo nna EUt>re. O~ mUUare d( B r ei'<"ia.
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Gazza .Akua:ndro (d.trettore).
M.M.
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Celllnl LutC)i.
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lOC.ll . Buccl PQ8quole
tOC.M. Mo n tini 0(01'(1ftni (lnT. lrQerr&).
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toO.M. Scarpa
T.C..F.
Onttllo 4nqiolino,
} OQ.)L
.At~gìolino.
Adaml Ftlice (capo. sez. dtelnf.).
}OQ.M. SpagnolorU Galileo (A. M.) 08pedak "'Uilare di Trmlo.
T.C.M. Simula Ubalcl.o (direttore)
lOC.M. Zlogale BalcaJore. C.M.
M.lrabcll a Claudio
M.C.F. Isola Emilio.
M.M.
Mura Bul~~alore.
.M.M.
Tattonl S'Ueno.
T.O.F.
ZaneJIJ .Albuto.
lOC.M.
Perrlnl ..t~elo. (A. M.)
T.O.F.
Orlando Teodoro.
T.M.
Rebutro.t Giulio
Dm&ZIONE Dl SANITÀ
l"C.C.F. KUUno Domenloo. T.C.F.
DBL OORPO D'AJUL\T., DI B OLOONA.
Torra.nova S altlaJore.
ltl/er~ri4 presidiarlo di Bolca1w.
T.C.M. Florro MkMk
T.M.
Teeta Uoo.
T.e.E.
IJcata SoltiCJ!ore.
DIR'&ZIONE DI SANITÀ
DEL OORPO D'AJUUTA DI TRJESTJ;.
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Zanutttnl P r ilfiO (direttore).
M.M.
Glllllrla Emìlkl (eegrotarlo).
tOQ.M. De Marlnls ..turtlio. l OC.M. Fiume Guglielmo (lglenlste.). O$~dak
Ooi.M.
mUUarc di Boloono..
Modeetinl Paolo (dlrettore).
T.C.M. Iapooe .AnJonio.
(.)ol. M. Ze.tflro Antonino (direttore).
T.O.M. Riccò Ettore.
M.M.
ld.anclnl 1-"ìOi (eecretarlo).
M.M.
Percara J$ldoro.
M.M.
l'ofena Umberlo (lglonlsta).
M .M.
Vttolo
Eman~le.
M.M.
PJcooll
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M.M.
Gtallombardo Oreste.
T.C.M. LapJ)OnJ OvWo (direttore).
M.M.
Pomo Felice (segretario).
T.O.M. Flumetredùo Pinc~eo.
M.M.
FIOTO Geremia.
AdJ.noUI Sa.ltlalore.
M.M.
Oomelli Umberlo
PoUegTino Loreneo.
M.M.
Guaraldl Caf'lo
Bug.l.iarello Federloo.
lO.C.M. Vetusohl PQSQUalc (A. M.).
C&lvant Feikrico (segretario).
tOO.M. Tedeschi Nfcola.
C.rvagllo Edoardo
lOO.M. Treploclont Emmwele.
081>edme militare di Trie~le.
10 ·0..l!d. De Nunzio F r anruco.
C.M.
N'orlenghi .4lberlo (capo soz. dlelnf.)
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Palmerlo P'Utro.
l OO.M. Pecorarlo &//lll!le.
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Boooblnl FrtlllCtsco.
l OC.M. BeUsario Giul(o (A . M.).
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RIPARTO D F.OLI Ul!'FIClALt Hl!:DIOI E ORTioUOI·F .ti.RMA018TI ECC •
IOC.M. GeJanzè Celestino. Os~>tdall!
militllre di .4ncnna.
I OO. M. Aracrt .4nlomt>.
T.C.M. Casella Damt (direttore).
Bonclll .4urel·io (cape. sez. dleln!.)o.
T .C.M. Fellcl angeli Guido.
M.C.F. Farina. Felice
M.M.
Palumbo Giusl!ppl!.
T .C.F.
Curatolo Lormzo.
t OO.M. Petltbon Ludooico
T.O.F.
Rlparbelll Rob~ •
1o.o.M. Pavone .4ntcnio. M.C.F. W oholl T eod&rico. T .C.M. Dortclhl Enrico (direttore).
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Infermeria vresiòitlritl dì Rat~enna.
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T.C.M. Oterl Vincenzo.
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C.M. Cuocia Francesco.
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T.Q.M. A ba te .4lu8andr<> • T.C.M. Rluo C~lio. M.M.
T.C.F. Spadan oohla DomtnWo.
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IOO.M. De Hl·e ronymis Ruoqrro {A. M.). DI:RRZIONE Dt SAstTl D EL CORPO D ' AllMATA DI Fnt&NZlt.
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Col.M.
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T.O. M. De Carla .40o8tino {eosref;arlo).
Bayon Ednwru.lo (dtrettoTe\.
l OC.C. F . T.C.F.
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Treves ..l..utilie Lougo Ful~io
DmEZIONE DI SANtTl D&L CORPO D '..UUlATA Dl RoiiU.
OBPtda l e miJ~ di Firen::e.
T .O.M.
Pellegrini FrcmceBCO {direttore).
T.O.M.
Creepellanl Ctlr lo.
Col. M . NaPOlltani llfddliorre (din:ttoro). M.ll{.
Gallo .4rturo {segretario).
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Laino Rosario (lnv. firUtliT&).
T.O.M. v o.nnoocl Quint<l"' (ijegreto.rlo).
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M.M.
ClonJnl Giulio.
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Blagiol Giomnn(.
T.C.M.
:Masserano Giulio {direttore).
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l'rl&gllnlo .41/crMO.
T.O.M.
Cand!<lorl Enrico.
M.M.
Telese V incet~-Zo.
T.C.M.
Tur:IW .4ntonio.
M.M.
Morelll M11ri.o.
T.O.M.
M.M.
Pedruzl .4f"''iQo.
De Bern&rdinla Vir(l(nlo (Com. 11' Guorra - redatt. Gloru. med. m1l
M.M.
Batt.a4flla Oia.occhiM.
T.O.M.
Forti Iui'IW•
(S~U!U) RJPAB'rO DEGLI OJ'FICLU.l MJU>ICI E CUDoiiCI·P'.UUU OI8TI ECC.
T.O.M. Pellegrfnl Oresu.
T . M.
C&.ncollotW Enrico
T.O.?d. Orazlola Gerardo.
O.C.F.
NooonUDl Dino
M.M.
Oogll atl-Deua Ghueppe.
M.M.
P«rilll Giooann(.
M.M.
C&sslnls Uo(J (com. labor. 11slol bio l· • appllcat.a),
M.M.
Malmone DooaHno.
M.M.
Or:tstJni .dltrrdo (8lllrl'6tarlo).
MM.
Giorgi Glor(J(o.
M.M..
Ferrari
M.M.
Reitano U(JO.
Campo cHmatico ~anatonale d( .dndo.
1oo. M. StnJbaldJ Gv.glidmo. l OC,lf. Bolle. Lu~• C.M.
Marmo .dcllflle.
T.Q.F.
PozrooU Francesco. DrJUSZlONE DI SANITJ. DEL CORPO D'AIULI.TA DI BARI.
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l OO.M. Dattilo m1Uepl)(.
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G'llldo Giovanni.
Coi.M.
Claurl ll030lino (direttore).
M.M.
Pesco Nicola. (scgrot.arlo)
M.M.
Contalono Ra/ltule (Igienista.).
lOC.M. Glaoobbe OtlrrQdlno.
Olft)edale militare di Bari.
lOC.M. Lo BJsnoo Dommfco.
100.!4. llfatarauo Ltu:W. tOQ.M. laaeW MCJrio (A . .M.). 100.M.
MJdulla OaMne/4 (com. O. N. BalJlla).
tOQ.M. Ripari Enrico
T.C.M. OoUtU S iloio (direttore). T.C•.M.
Love.cUo RO«<.
T.C.M. Caldarola Francuco T.C.M. Mauoooone Camillo.
M.M.
De LIIIIO Carlo.
M.M.
Cost~Uola
M.M.
Otvlta .Ha(Ja..u:.
M.M.
Don&deo P«Jorio.
M.M.
DI Palma P,ncenzo,
M.M.
Ca&Ji tto FrafiCUICO.
M.M,
MaeL!roj annl Antcnino.
l OO.O.lì'. De Haroo Otllllre.
M.M.
Tatohl P(r(lilio (com. pres . Rodi).
l OO.C.Jì'. !Uno GattiJfiD.
tOC.M.
Barnaba Lecna• do (capo. 8811. dialnf.).
lOC.O.F. CorradJ Pietro.
tOC.M.
Musumarra Nicol6.
l'rl•ola Pidro
t OC.M,
Diana Evgmio (A.. M.).
l Oo.M.
Pandoln Edoardo.
lOC.M.
Santorsola J)qm~ico
toc.M . Spcuaferrl .dnlon1.o (oapo. sez. dJslnt.). } OQ,ll{. Meuettl Gv!do.
O.M.
Penare. Oarw
O.M. M.C.F.
Lombardi Man11.o.
1°C.O.F. Adllardi Gtul1.o (oom.lab. obJm. bromat. applicata).
T .O..F
O'Ptdale mmtare dC Peruula.
.dmcnio (aecretarlo).
T. C.M.
Rln&ldi Onofrio (direttore).
l oc.M.
CaputJ Giovanni.
M .M.
Romano Gmnar o.
1oc.M.
ClcoLmarra Gaetano.
H.){.
Trani NatalifiO.
M.C.F.
Savino PUo.
M.M.
Pepe Raffaello
T.C.F.
De BenedJotis R4/fae.U.
JO.C.M. Severi Poml)(o (A. M.).
T.C.lì'.
Se'ferini Oitu~eppe
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(Segue) BIPAR'I'O DBGLl tii'PlOIA.Ll MBDtot Ili OBUUOI·JI'UUlAOJSTI BCO.
Ospedale militare di
Ohiet~.
T.O.M.
FabrLzl Nicola (direttore).
T.C.M.
Pitrelli Nicola.
T.O.M.
Rossi .J.ntonw.
M.M.
Daslle .J.ntonio.
M.M.
AngeiJUo .4.1/onso.
M.!\f.
I.ombardi Enrico
lOC,M.
Avellone Gaetano
lOC.M.
P1ootol1 Ermene(lildo.
lOO.M.
Crooe Gutdo (A. M).
too.o.F.
Masseo SatJerio.
lOC.M.
Zona Demetrio.
C.M.
Mennonua Gerardo.
T,C,C.F. lWgM<l Pielr<J,
T.C.F.
}'ocbl Roberto.
T.C.M. Do Porcelltuis Carlo (direttore). M.M.
Ploazlo .J.ntonw.
M.M.
Corclonl Corradino.
M.M.
Tatarel li lAJ.fiJt.
1oc.M.
Cento re .4. nbmino {A. :M .).
lOC.M
Musto Pa.•quale.
Ospedale militare di Napoli.
lOO.O.F.
Fantozzl Luio\
T.O.M.
Fiorenza 1(111aZio (direttore).
T.C.F.
Prtoolo Al/OMO.
T.C.M.
Germino .J.ltredo.
T.C.M.
De Angelis Arduino.
M.M.
Gelorminl Luioi (eegrota.rlo).
M.M.
Matreo Lui(!\.
M.M.
V assalii Giovanni.
M.M.
Graziano Carmine.
M.M.
D 'Ambrosto G€useppc.
M.M.
DIREZIONE DI SA.~JTÀ DEL CORPO D'ARbl.\TA DI NAPOLI.
Cot.M.
Frisonl f'(JI)lo (direttore).
Col.M.
GrMs i GiusemJe (lnv. dt guerra) (com.).
T .O•.M. Gallottl Giovanni (segretario).
OSpedale militare di Oatanzarr>.
T.C.M. D'Anna Gittseppe {direttore}· T.C.M. LoJa.cono Antunio. lOC.M.
Ia.nnlzzotto Antonio (A. M.).
OB8Ranese Giuseppe.
T.M.
Gorl Gioranni
M.l'rl.
De Martino Roberto (com. etabll. term . Iscbia).
t oc.o·F.
M.M.
Felsnnl Giacinto.
lOC.M.
Clodaro Ratradto (A. M.).
DmEZlONE DI SA.NM'.! DEL CORPO D'ARMATA DI UDHI&
l oc.M. Peoorella GiofJanni. lOO.M. C&vanigl!a Al!red.o.
Cblofa.lo BiaQio.
Coi.M.
Martogllo Ferdinando {direttore)
M.M.
Boll&OOOrso LeUerio (segretario).
K..M.
De Castro [g•wzio (igienista).
lOC.M. Squlllaclotl Ral/acle. 1oc.M. D el Fattore Gttolielmo.
1°0.M. Gasparrlnl Nicola (caPO. sez. dtslnf .).
..
,.
105
T.C.M. Curclo S <nlerio (direttore). D'Aocar~o Salvator~.
T.C..M.
T.O.M.
P&rente Ferdtnando (secpoetarlo).
M.M.
Vtnfa.no A.l/f't~lo.
M.M.
Toeca.no VlnceMO.
K .M.
Saooomanl Giorg(o.
JOO.M.
LietA Domen(co.
lOO.H. D'Angelo Emanu~ (A. M.).
T.C. F .
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l
Creete Bal4o.
DrREZIO!fll: DI SANITÀ DEL Col!A~DO YILITARB DELLA SIOILIA.
.M.M.
flore Mario.
OoLM.
Barile Felic~ (direttore)•
M.M.
Do Carll Gu~f<WO.
M.H.
Grillo Girolamo (scretarto).
M.M.
Pl \' ctU FranceSNI (lglenJst&).
l o.C.l\1. ~lgal·la Carlo
l OC.M.
Rooga Gaelano.
l OO.M.
Mo.sstmo Ff'an.ctsco.
1°.C.M.
~na A.n{IWJ (caPO. ~ez. dlslnf.).
l OC.M. Cola Fran.cuetJ.
01!1X'.dalt militare di Paùrmo.
T.C.M. Giordano Gi!UePTI( (direttore).
JOO.M.
Lnooo Cnthbert Guol~lmo (A. M.).
T.C. M.. Slporiuo ROMJrlo.
t oc.M.
Faraone Antonw.
T.C.M.
SaYarlno SavCf'io (segretario).
C.M.
Colomba Ni.co/6.
M.M..
Oernlglla ~ioJ.
M.C.F.
Slccardt Guido.
M.M.
SUnserl Giu&tJJIJt .
M.M.
Plala Natale.
M.M.
Gla.nnottl Dino.
M.M.
Scudorl Giuse~
T.O.M. Romboh\ A.ntonw (direttore>.
t oc.M.
Oontlneo Sank (A.. M.).
T .C.lld. SloaJltlco Giuseppe.
loo.M.
La Martina ROMJrio.
M.:\1.
Mljrnoml Francuco.
!OC.M.
Fott A-lfio.
H.M.
BugUarl GituepJ>t.
lOC.M.
ATOllo Caro Guido.
M.M.
Ma.n!redl A.l/re4o.
lOC.M.
PaYone GiUBellfoC.
M.M.
Monteleone V(men:o.
C.M.
FlUbeok GliMepJ)e.
O.l\1.
TomasoUI .dntonw (oapo. ~-ez. dlalnt.).
1 oc.O.F. T .O. F .
DJ TolUo Odor(t(o. Slllll Carlo.
l 0 .C.M. Soao Santi (A.. M.). l OO.K.
lll&ueoga Gi.at:orno.
T.C.C.F. Corradl Rtmo.
T .M.
D118toU Don..,ntco.
T.O.F.
Portelll Gitarpr/e.
M.C.F · Mollsan! Ricc(ardu.
T.O.F.
Vccoll Norberto.
T.O..F.
T.O.ll(..
8eere Fernando. 01Pt4ale mU«are d( GorWta.
T.O.M. Brl~11o .Santi. (direttore).
Groeto Vittorio (direttore).
T.O.M. De Domenico F f'o.nt:eSCO
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T.C.M. lndollcat.o Giu&:IJpe.
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M.M.
(S(tllle} RI P .\RTO DEGLI UYriOULI KSDIOI & OIIIXICI·P.UIII.ACIBTI ECO.
Legioni territoriali del Carabinieri Re•
MlsiW.no Oiot:antti.
l oc.M. Perrlcouo GiU8etlfle. T.l\1.
0M80ll0 ..thlUmw .
.4noona.
M.C.F. Orlgnanl E1'()cnio.
1:
UFJ'IOIO DI BA~ITÀ D~L CoM.ANDO MILIT.o\BE
B ari.
DRLLA SARDEGNA.
1:
T.C.M. Landrlanl Rob(.rio (cap o uttlclo).
~.
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Ospedale militare di Caoliari.
T. C.M. Lau<lrinnl Roberto (dh·ettore). M.M.
l OC. M. Vondru .Sa.lt~alvrc.
!.
M.C.F. Lay D ino.
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B oleano.
Aromaodo AllOrlll.
l OC.M. Lo Vooobio Gwu« httl(1.
ll
l OC.M. Papa Gennaro.
T.C.M. Romby Paolo.
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Boloona .
l OC M. D11tt.orl Gioe• .Maria ( A. lll.).
caolwri.
lOC.K. Piazza
""nlon,no.
l oc.M. Lomhnrdl Salt:a.lore.
lOO.M. .A..lello GiWellflt. l OC.M. Snntobonl C:wiJutv. T.M.
Canclello F'ra1<ct.'!CO.
T .M .
Cavaliere Gino.
·-~~--··•.-••···-········....
Fire'TIM.
lOC.M. Terzi Federico.
T.C.F. Sala 111arlo.
Gt noro. M.M.
M.M.
Oatt1 GitUieviJe.
1o.c.M. Vendlttl Emilw.
T.O.F.
······················-··..········-····------
Tonellt OamWo (lnv. guerra) • ~-
-··-- -..---·-·--·-·····················..·····--···-·--
Rlocardl Gii*PTJt·
Scuota centrale CC. RR. Firenze.
toc.M. La Roooa ~rto.
M.M. Bordone Carmelo.
lOO.M. TrlftJettl l Uift/J.
Legione Allievi CC. RR.
l·
M.M.
Perrett.l C~fcwo.
O..M.
Laneri G~Mn.o (bgl Gaeta).
l (St~) RIP.un'O DIDOI.ol ~OU.r..t MBDIOI K ORlVIOJ-I'J.IUUOIBTI ECC.
107
30 Jank:rW..
NapoU.
t oo.:M. Mastro.rlacomo 01ddo.
Padotla. l OC.M. Nurra ...fntonCo Malteeo FramU<XJ.
Palumo.
C.M. Pernice ViftCm:o. O.M. Oa~acna ~re. Roma.
6° fanteria.
l OO.M. Sarnellt Tomma.!O.
T..lL Soacllone Frane:esco. ToriM
100.111. Pernloe V'Me!UO.
T .M. SaJvo.tore Frant:UC(J
100.14. D'Ettorree OiuaepJ.-e.
8° tanlerla. 1o.c.M. Beretta OiunP'JH. 90 tamma. C.M. Carplllo &dolfo.
VeroM.
T .M. Do Rogatle ...fntonCo. 10° fa'lllerliJ. T .H. Lucente P~ale.
Realmentl granatieri e fanteria eU linea. l o qra7Uilieri.
uo /anUria. l oo.M. Brlp.DU .oftllonCo.
1°0.M. Potenza ~tg(.
120 fallkri4. T .M. MandO <11/r edo.
2° qron..tfc:ri.
T .M. FuriJlo Ilo/l ade.
1°.0.M. Moanl'O ...fumCo. 130 laaterla.
3° gronol(eri.
T.M.
l o.o.M. BP«apanl Elp(dlo. 1° tanlerlo.
lOO.M.. Del Senno 01o!Hlnn(.
MJreD~rbl
U(IO. 14° fanteria.
l OO.M. Giudice Camill4>. T .H.
R uocoo .dleasondro. 150 fanteria.
2° /otUerio.
T .lil. G&l8fa Oloeanrd.
l OO.H. Rlualdi QraeCo.
T.M.
D'A.leselo Oiov. Batti•ta
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(SCU14e) RIPARTO Dll:GLI Ol'PIOl A.Ll MZDlOl & OUUilOJ·PAJUIACII:ITT E;C(),
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ao fanteria.
10C.M. Manfredi .dNtalào. 17° Jankrla.
T.M.
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Bartone Luiui . S 3 o tankria.
c.M.
Torello. (}{mranni. a4o tanurfa.
1oC.M. De Bl1181o Guido. T.M.
Molaionl Vincen=o.
10C,M. Flaohettl 0(~er> flt· 350 /anUria.
zoo tamerla.
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T .M.
De Cbiar11o Fe<ltle. Hl0 tamma.
l· l'
JOC.ld. Torre Salootnre.
Berna. Francuco. 18o tatlkrfa.
T.M.
Sl 0 lanl~Jrla.
100.M. C'ooola <Xwl'1>pe.
1°C.M.
360 fankrio.
21 o t amena. lOQ,M. Oannlzzo Swa<tlaM.
Colombrlta F ili ppo.
too.M. Puroaro Giuseppe. T.M.
Grlmnldi Valenti no.
220 fa>litria. C.M.
37° ltl'llWfa.
Pa.rpura O!oconnì.
J OC.l\I. Plocottt Euidio.
zao f anteria. T.M.
24o /amena.
T..M.
C.M.
Fior! o Uoo.
T .M.
Tagllatcrrl Enrico.
Be.monte Enzl).
zso fanteria. T.M.
se• fanteria.
Palm.iniello Pa.<quole.
(00 faniMa.
C.M.
Paaettl Ferdinando.
Cr ocoo Otuseppe. H 0 fanteria.
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270 fnnkria.
O, M.
Drago Calogero.
T.M.
.AocardJ .Antonio.
T.M.
Trottn Enrico. 42° fanteria.
2j;O fanteria
10C.M. Dllotlo FraN:esco.
100,1\l. Allocoo. .d ntonio. t 30 fanteria.
290 tankria.
o.:w.
DI Jbgo Prorpero.
T.M.
Cytron Lauaro.
T.M.
Caucer Luigi. H 0 /an Ieri&.
S0° lankri.a.
T.M.
Romano Camillo.
U.M.
Musto M (chele.
l (Se~)
RIPARTO DEOLl O'J'rlOULl )O])IOJ & OIID(IOl-I'AtulAOIBT! I'ICO.
'6° !anUria. O.M. IdJnl Frarw:uco.
109
590 fanJeria.
0."&1. Zloohlerl Leone
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T.M . Gl uaUzierl .Armando 46° f~ria. 610 / cmUna.
T.M. Paneera C>Uafto.
4 70 ·a11terla.
.
620 fanU:rla.
T.M. Zeoco Oottmo
l •O.M. ~a Maria. 490 la~ta. G.M. C&lla SU:fartO.
500 fanteria.
630 /anUria.
,l l l
T .M. Santillo T~~mmaso. T.M. LojodJce Cataldo.
T.Y:. Musetttnt Giuliano. 61 o /anUria.
i
660 fanltlrla.
T.M. Calabrò Sal'IXJlor~. T.M. MendJoinl Gtuuppe.
C.M. Cernlsllano Michele. 660 fanJerla.
62• tankrla.
T.M.
O.!'tf. La Magna Giuseppe.
61° fankria.
Pittari Emulo
! OQ.M. Lamendola FUippo. 63• fankria.
l OO.M. Fortunati Pietro
68° tanterl4.
l OC.M. P81111ot ta Umberto. T .M.
C.M. Cutana J'(ncenao.
Lapenta lnMCeftbO, 7 00 tankrla.
T.M. Grande PIJ8QU4le. T.M. Alvtal Elmo. T..H. D'Amore 07ei'MIIte..
n • tanterl4. T.M. A.BslnJ Giuseppe.
66° fanùritJ.
O.M. De AlessJ Ewurio.
T.M. A.nap1 Mario.
no fanitrla.
lOO.M. O&IDDW'allo Y~. 740 lcmlllrl4.
670 fanteria.
lOO.M. Pao1111 .4ltredo.
T.M. Stlst MaiUo. 750 fanùritJ. 68o faflkrl4.
C.M. Garsta LoNru:o.
l OO.M. Ce.atronovo Gackmo
T.M. DI :Marco Antonino.
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110
(Segue) RTP4RTO DBGLI OYnOLU.J M.CDJ01 Il: OBIJOOI•J'.UUU.OJBTI I':CC.
161o ftJ:I\I,eM,
C.M. Greeorlnl Pietro.
IOO.M. MA4fUentt ~.
78° fa~. T.M. Cu.rtale JI'Uo. 790 /Gfi.Url.a.
J.6 jO fanltrl.tJ. l 00..111. Sohlrru 0&144-tPT e.
T.M.
T.M. Ferrigno Gitueppt.
sto /anUria. ~·
167o lanltM.
lOO.M. Scafè ...tmedeo.
l OO.M. Notaria.nnl Jl'(nceneo.
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83° fa~.
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C.M. PellJclnl Fn-ranlt. 231° la~.
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810 tanltrla,
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C.M.
CbJara Oluup~ (com. Jj(). appl. san. mJI.).
O.M.
Borzelll Gic11a1mi.
T.M.
Sabatlno R iccardo.
T.M.
Bamonto Nicol a. 2320 tanltna.
lOO.M. TanoredJ llrbal\o. T.M. FedeU Oarlo.
860 lanltrt.a..
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T.M. LombardJ Mario.
Reggimenti di bersa(lferl cfclJstJ.
sso tantena. 1° bef'8aglieri.
lOC.M. P&88&nte Carmillt.
JOO.M. Maa'lflo Pietro.
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T.M.
laooarlno O i'l.llleppt.
T.M. Gemma SCzlcalort. 900 fanltrlo..
T.M. Pellegrino Francuoo.
O.M. Iannarone Oe~Uroso.
so btrsaQlun.
91° ''mltrla.
C.M. D'AmbrosJo ...tltuandro. 920 lcmltrla,
O.M. Negri Pietro. 930 tartm-t.a..
lOO.M. Murru <Racamo. T.M.
Laecwo .&l/redo
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bef'la(llUri.
O.Jd. CfampoUllo PM(ltlCzlta
lOQ,M. VlDleroatl Lu((rl. 940 fanltrl.a.
1OO.M.. Gort.redl Lu({rl.
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tOC,M. FroelnJ Dino.
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(Stll"t) RIPARTO DIWLJ ~ IIODtCJ B OBIXIOt·I'AIUUCII!TI BCO.
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111
60 ber~aglferi.
T.M. Laena Dentato. T.ll. De Rensls Emme. too.M. Labruna P'Uinnno.
:;o alpine. C.M. Morp.ntl Paolo.
T.M. VerteobT Giovannt.
T.M. O~o GCusepJH. 60 alpfni.
l OC.M. Falcone Ra/lade.
T.M.
Zambelll .<tntonw.
C.M. Marino SaJWIJ.ora
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T.M. Vloentlnl .dntonio.
•
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too ber~aulun.
Savino Luigi.
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lOC.M. ParanJnto .Angelo. T.M.
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T.M.
Teonl GCulw.
so alpln(. O.M. Spatafora ~.
C.M. Della YCncenzo. T .M. Bol.t888o Otulio.
T.M. Taoro F rancuco. l OO.M. CipolUDa OliMe.
90 alpini.
Realmentl alplnL
C.M. Llo GCUJ<eppe. T.M. Rll88o S ebo&tfano
T.M; ModUB'llo F rancuco.
T.X. ManoinJ GiotJ. BGIIi•ta.
Reggimenti di cavalleria. Nulla Oa'tlallerla.
T.M. Pepe CXusewe. T .M. Rfbaudo .Aftkmlno.
1o.c.x. Gratn88'D& Gl<nxmlll.
c.M. Floridia F,_.oo.
T .M. Ma.uolf Fe1'114ftd0.
T.M. Mazeeca Cvrrado.
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(Seg~)
RlrAUTO D&O LI Ufli'IOIALI lWIDIOI J: ODll.t:ION!'AliMAOISTJ KCO•
SatlO•a Cavallt r ta .
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T.M. Prestlleo Vincenro
l oc.M. Alo oso Ruggiero,
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Centro r ifof'11imento '/Uattruvedt Gro&ld.
Ge1\QIIa Caoollcria.
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C.M. Privitera B entddlo.
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T.M. Ragni Guido
T .M. Federico VincelW).
Reggimenti di artiglieria da campqm l o art. da cam))(IQnG.
10 .J.M. OugllelmJno Ltu:W•
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Lancitri di .408/a.
zo art. da campautWJ.
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T.M. Pantè Domenico.
O.M. Calosero Ji'ilo. L<mcirri di Firi'Tl"~·
T.M. Iasoone Mogllol'i GiuPcf)fJe.
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40 art. da campa(IM.
C.M. Borgbt ~Armida .
C.M. Stagnittl France3CO.
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1oC.M. D'AgOstino ..4u081tno. T.M. P ercopo Vi~.co
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so arl. da campagn4.
50 art. da campa(IM.
C.Y. Areuri Nicola.
l OC.M. Gigante Donato.
(l o art. da camJ1Mft4.
CcmJlleggert di Monf errato.
C.M. Ba~& bUchde•
c.M. Ma.strolannl Decw. 7 o art. da campouna.
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Callalleggert di .4le.•sruutrw.
T.M. Slsto Euuenio Cat~allcgucrt
T.M. Olacalone Silt>io. s o art. da campoqta(L
Gukle.
T.M. Toglla Oanlo.
T .M. Cebrelll Gluseppe. go art. da campa(lfttl-
Cmlro rl/o~imento Qtladnmedi Bon.on-a. l oo art. da cam'J?Oana-.
- - -- ·-·--·········-··-···---·-····----Otntro ri/ornimento quodf'Kpt.(U .Utrandola.
JOC.M. De Bernardo Francucn. 11 o art. da c<lffl.pa:una.
0 ,14. MDana Ooetmw.
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lU
120 art. da campoqna. 100.M. Gatti ...trluro.
lOO.X. Zatllro OioiJml"'· T.M.
Nuadeo J7iftCeMO.
T .K .
Salerno 41/0'1410.
,t
130 ari.. da campagna.
uo arl. da campagna. 100M. Buttlld.lone Mkhtle.
160 arl. da campagna.
T.K.
Ohinè Mario. 270 art. da campagno.
1~o
art. da campagna.
T.X. C.H. Panzuto Filit)'f)O.
Ott.vlano Fmuto.
T.K. Alberao Yito. !fiO art. da campagna.
T.M. Maxla Oorimo.
T.H.. Mo~1Uo M i cJult..
O.M. Oentill 4lutcmdro. T .M. O&lll&rro Umberto.
29'1 art. da eampagno.
T .M. JOO.M. AJbertl
Pistilli (Xulto.
E~Wf'e.
!
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SOO arl. da campacma.
1 so ari. da campagna. C.M. GentUe VUc:moelo. 190
ari.. da campagna.
T.M. P-arella FQbrlrio.
T.M. P.-rl Dome"ico.
Reatrnentl di artiglieria da mootqna. to art. da mcmlaqM.
C.M. GraData SalvaJore.
l OC.M. MoceJ!abe Carlo.
T.M.
Saleano Pidro. 20 art. da montagna.
T.M. za.mro Edom-dc.
t•.o.M. cattaneo 4c11Ule. T.M.
tOO.M. Urtoler Fer1Kiftdo,
DI Oloral Pietro.
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30 art. da mcmtaqM.
O.M. Colaoot Frmocuco.
T.M. Mellllo Mario. T .M. A.111erWIO Um~.
T.K. Sparano J7(fiC~. 40 art. da montagna.
T.X.
Zollo Oiu.~we.
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(Segue) BJP.&J\TO J)J:OU UYPIOU.U IOIDJOI Il OBUIIJCt·PABliAOIITJ JI:OC.
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2o ar t. pU.
Reggimenti di artiglieria pesante campale.
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JO arl. pes. campale.
T.M. Lupo (}uUio.
JOC.M. Oultrera Ft-ancesoo.
20 arl. vu. carnpale. C.M. Nicolosi .4n.tomo.
C.M. Campanella .A.rrlqo. T .M. De Andreis Giuseppe.
30 art. pes. campale.
C.M. Bonelll .A.rlwo. 40
T.M. Augusti Mar(o <gruppo Terni)
art. pU. campale.
T.M. Impallom enJ S ebastiano.
T.M. ~lo n tal na OuUio. :;o ari. J>eA.
50 (lt/ , pee. campale.
T.M.
Terrnna S altlalore.
C.M. :\leearo .l!ichde.
so art. pee.
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r:
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G0 ari. pes. campale. JOC.M. Astuto Girolamo.
T.M. E llsel Carlo. 70 art. 1JU. campale.
T.ll. Napoleone .A.ftlfrea.
so art. 1JU. campale.
t'
JOC.M. P arlsl Ennw.
.'
l OC.M. l'ontana Nicolcl.
r~
f O art. pee.
so art. pea. JOO.l\l. Failla Saltlalore.
!JO art. 'PeB· campale.
T.M. Farina .4ntonifl0 (8'rDPPO Teramo).
90 art. pes. l OO.K. Fenga Edgordn.
100 art. pee.
1oc.M. Lanna ~~ l io arl.
pes. camJ)ale.
T.M. Caporale Giusewe. 120 art. pu. campale.
T.M. DI Martino Ferd(MI'IIÙI·
Reggimenti dJ artiglieria pesante. l o art. fH18.
l OO.M. Gatti G IOC'Oftni.
•
!•
..
O.M. Parason.a J>Wro.
Reggimenti di artfgUerla da costa. l o art. da costa.
T.M. CresclmiUlno Benwrdo. 20 a r t. da costa.
T .M. Franlob Em"w. T.M. Oarduool A.rtenJelo .A.dol/o.
(Stl/llt ) RIPARTO D~:GLI 1711'lr10IALI MEDIC I ~ OllollMlCI-l"A RMA('!t!TI
3 o "'' · do C08ta.
C.M. }'lalohella 044mbaltutG. Gruppo art. da c~la ddla Sotd~vna.
RCC.
116
P'""tccorico R .E. B•>lo(lft4. 100.M. PeoUU .tl.ntonio (ln Y. dJ IU8ml).
Fobbtica d' ~nn( R. E. T trn( ,
Rco(f(nuntc artlql1<:rla a c~JtHJIIo.
1°C.M. Boi<U Ttrcwto.
R.q(limento ~trliolicria le(}(liera. P ulccri/ìcfo R.E. L (rl.
T.M. Paruta Giooann(. Rcooiml!7ttQ m h>W artioHcria dl'lla Sa rtlcqna.
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(SeQ~U) RIP.~RTO DEGLI Ul"FFOI.U.I HBDIOI B. O.Bl)liOI·PAIUlAOISTI ECC.
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90 centro autom.obili8tico. jO
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100 c.mtro autonl()l)ili«tico.
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Reggimenti del genio.
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1o reuu. uenio.
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genio.
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O.M. Muoia <X1tseppe.
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De Lisio Gfnoonni.
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T.M. strlannJ Carmelo.
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T.M. Cl.erl Vitoeeruo. &gg. genio teri'O'I1Uri. Bor~o
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Gtw. Et~arl8to.
BaltìiQI!òM mùto Deti#.i> lftlla 841'/ÙDM.
T .)f. CannlJlo Cato.ùlo.
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Reg(lio Emilia.
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D'~o Getu!e-prx.
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UFflCIALI MEDICI E CHIMICI·FARMACI· STI A DISPOSIZIONE DEL MINISTERO DELLE COLONIE. 1. -
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TT'efMo.
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lOO.H.. Leooeeo Antonio.
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lOC.H.. Vuta ~ O.ll..
Capoto B(aq(o.
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NNtaet Aftton( IIO,
O.M.
OouoUno F~.
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OlulJanl ..4lecmdro.
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Leo (Jiaoomo.
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A..ndolf&to Mario.
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T.M.
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OBIKJCJ•J'J.JUUOI:>TI IIOC.
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T.}(.
Zoooall Fortv'IUIIo
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Proooplo Bellarm{M.
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OUnrlo .4loi&e.
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T.l(.
Fedeli Alberto.
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Laurt CXulto,
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Gomez Do Ayala Auqusto.
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GrltonJ Otcar.
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Morettl Giovanni.
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Giordano Qiwçp~.
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Maeeara GaetaM.
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PaUeronl DffiO.
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Rfocl E manuele.
T.M.
Soadut.o PCIJitlUGle.
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Berardlnooe Eftrieo.
T .),{.
Giudice Ferdinattdo.
T.M.
Santaaatl Francesco
T.M.
Barile Ttm~IM80.
Cusandra Luigi.
T.K.
T.M.
Parrella Tu!Uo.
T.:a.t.
D 'AtUllo EGCJI&dro.
T.M.
De Llpst. FortuMto.
T..M..
Rom BOIUtocV:>.
T.V:.
Napolltanl Enrieo.
T.M.
Plaerobla Nat4k.
M.c.:r. BattaaUnJ Qvido (lnT. di guerra). c.c.F. Zodda Aldo.
IV. -
T .C.F. NII&Cè Francueo l' aolo. T .C.JJ'. MUAtacoblo Bef'ft4t'l'li~t<:~.
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Clreoalca.
T .C.M. Olacclo J"(lo, ~oc M.
D'Al-•ndro Aftl(1ft4
Eritrea.
M.M.
Paeeera Tancredi.
M .M.
KaatrantoDio Vinceuo.
M .M.
Dubbi!Hll Emilio.
1oc.M. Pultrone Raffaele. 1oo.M. Falbo Enrico.
121
.
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T&nl:er France•eo.
lOC.M. Monti Gaaa.o.
C.M.
Leo Giu3e;•pt.
lOC.M. Magn.lnl Ema .
C.M.
M.a.sala Mario.
l OC.M. Fedelo P~WtU4le.
C.M.•
Ale~
T.M.
Tarsl& Giv.seppe .41Uonio.
T. M.
Li no Fran11uco.
T.M.
F erratoli Ferruccio.
NicoùJ..
l oc .M. CU!trone Salvatore.
1oc.M. Nloaetro .4rlur o.
l OC.M. OortlooUI M4'1lt'O .
v. - Somalia.
1oc.M . Mat.arauo Seraflao.
C.M.
Aronfoa Ferdinando.
T.C.M. Rltu oci-Cblnnl .4qosttno.
C.M.
I m brend& Mal/eo.
M.M.
C.M.
Me n tono .41'ttlro.
T.M.
Scalai Carmine.
Agostino Pincen:o.
1°.().M. Decina CanUlo. C.M..
Fucclo Giovanni
T.)(.
Aleandrl Oiocon10.
T.M.
..uacona FUippo,
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Pala Mi<:Ml\no.
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DEL MINISTERO DELL' AERONAUTICI
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De Lorenzo Le.onar!lo.
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Bucclgro881 .Yieola.
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Col.M. Porru PWro.. T.C.l\1. Mo~uszi Umberto. T.C.M. Jleren Roeolino.
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Casa~rrundl
Gl4uoo
T.C.M. MaruUI .4l~to. T.C.M. Del Vt.Sto Gi-ppe.
T .C.M. Salem .dluMmGro.
M.M.
R1naldl ~IT'O.
T.C.M. Luoot .tlmerigo.
M.M.
Zud dt.S Silrio.
T.C.M. Ml&donn& .4ntonfo
M.M.
Taleutl Cuare.
T.C.K . Circo Giuseppe.
M.M.
Mt.rlnuoct MarlM.
M.M.
Ferrari Oiowmnf d\lreUo.
M.M.
ArlltllltiJla Gio!J. &l#im.
M.M.
Blnqhl Al~rto.
M.M.
Glcllo Rocco.
M.&i.
Teda.ohl Giacomo.
M.M.
L& Roooa P®kJ.
M.M.
Rattaul 7'1tllio.
M.M.
Metnert IAI(Qi.
M.M.
Pedrl nf .dntonio.
M.M.
CuoUt. Brudetto.
M.M.
Cat&pe.no Edurardo.
M.M.
De Ceeare Lu1f7i.
M.M.
Scalf&t l .tllberto.
M.M.
R&ftoDe Al1C1MO.
M.M.
Ha881 Em(lio.
1oc.M.
Lepore ~-
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C.M.
Lo Monaoo ~ Tomn1a10.
C.M.
Squlllaol Q(usewe.
T.K.
Zambra Ettore.
lOC.'M. AlMGo P aolo.
T.K.
Parrella .4.cMUt.
l OC.'M. Terranova Sulwtore.
T.i\1.
Slmola lllario
!OC.M. Scala Enrico.
1°C.M, Maroooo ~.
1oc.M. Nlootn Salvatore. lOC.M. Lipari Domenico. C.M.
Blundo ~.
C.)(.
Galdi Fl.orlano.
C.M.
Brliiii BMino
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Rodrf&'Uea FelicWifo.
C.l\L
Car6 .4 ntottio.
C.H.
F'rl\nobJnl Gio~atsni.
C.M.
Proto .4nk>!Mo.
C.M.
Kariottl Bianchi Quglidmo.
UFFICIALI MEDICI A DISPOSIZIONE DEL MINISTERO DELL'INTERNO. 1o.o.M. Sabatl.ni .J.rturo. 1oo.M. Cirillo Otu•eppe
{lnv. di cuerra).
!OC.M. Paoluccl .&ll>et-to
{Id.
lct.
Id.)
UFFICIALI MEDICI A DISPOSIZIONE DEL MINISTERO DELL'EDUCAZIONE NAZIONALE. O.M.
Provvidenza Satnn.o (lnv. di guerra).
UFFICI MEDICI A DISPOSIZIONE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI. T.M.
De oresorto oaa-o
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INDICE ALFABETICO
1
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17 AocardJ .4nt<mio 73 Accorlnti J'tnun.co 14 A.ocoeeato E~gUdo 86 Adaml Fel1ce M Adllardl Giulio 89 AdJnoJft Salvalore 2( Agostino J'incmco 35 Aiello Giuseppe 55 Albergo J?~ 83 (6 Albert.l Ettore Al blzsatl .Dal>ide 91 Aleandrl Giacomo H Alemacna Nicol4 70 Aleealo Paolo 53 Altoneo Ltriu' 12 Allocca .Jmonio Alonso Ruquln'o 49 AlvlsiDJ GWrgio 87 Almi Elmo 83 Am broel Luigi H Amerueo Umberto 79 AmoroSI Oltlaldo 54 A.nagn1 Mario 81 A.ndoltato Marlo 72 Andreottl OM:ar 76 AD.gelillo .dlfomo 29 A'ngellnJ .dnlonio 28 A.nnarum ma Er• Aba~.J.~
"
m anno A.ra .dchUle
63
23 Aracrl .4nlonio 53 Aragona F'tlCJIJ)O 75 A.lcabll8!l0 (X-ppe 70 Aroarl Gaetano 83 Arourt Nicol4 70 Arventlna Gi<X~. Bal· lis/4 27 Aromando .J.nqelo 28
A.ronlca Ferdinando 63 Arpino Pietro 88 71 A881DJ Gi~ Astuto GWlamo 55 G\u NPPe 4.8 AudJelo Giulio 93
Auai 0Uf11Klmo Aucueti Mario A. veUoue Gadano A.•olio Cmoo Gu(do
80 78 !8 51
B Baoohialoql .41U>lfo 20 Balla .d !berlo 11 BalsameliJ F~K11JJo 68 Bamonte Enzo 86 N i.cola 86 Barbiera (Xueeppe 56 Mauranqelo 65 Barile Feli~ 11 Tomma~o 77 Barnaba L«>nartU> 46 Barone Gioeanni 37 Bartolomuool D<>tmn(Co 73 Bnrtone Luiqì 82 Baalle .4ntonio 22 B11.88l Gfweppe 18 :S..o Gioo. Battteta 26 Battaglia Gioacchino 34. Micmk 61 Battaglin'.l G.lido 95 Battlstlnl Camtllo 16 Bando .J.n.tonio 69 Ba.va .A.rl'Uro • 62 Be.:ron Eàmondo 10 Bedel MaurWio lO Bellearlo Giul(o .7 Bella Vi~~CtM<~ 63
BeUeUI Corio 51 Bellla I!'rant:uco u Berardi.Done Enrico 76 Bernini Fo>Jco 92 Beretta Giwef1Pe 40 Berteli! Enrico H Bertlnettl Marcd· 25 l~no Bertoluool Gino 39 Bertone Giuseppe M Blaginl Giooanni 30 Bianco GU>e.Balluta61 Bianoblnl .Acri8f.o 35 Blfano .J.uc;otUto 61 Blnaghl .Jlberlo 23 Bini Donu!nU<l 29 Blundo Ltriq( 63 21 Boooa TtW Booohini Ff'a'IICUCO 93 BoldJ 7'erurlo 45 Bolla Luigi 61 Bonaoconro !Akrlo 30 Bonelll .drturo 67 .4urelio 59 M (Chele 74 Boragno Giw. E'Mmto 46 Bordone Carmelo 24 Borghi Lwftida 69 BorzeW GW11cmm 67 Botta.seo Giulio 77 Bracaloni Loremo 89 Braggto Giollanm 89 Brezzi OioiOaftn( 49 Briganti .J.nlonio 61 Brigugllo Santi 14 Brunetti Gimeppe 41 Bruni Bf'UIW 65 15 Nicola Bruno Carlo 80 Boa Gime11fJe 60 Buool Paolo 39 (2 PatqUale
Buoolgroasi Nicolo 78 Bugllarello Federico 30 Bugliar! Giu.e11fJe 33 Buono ~1'1o 31 Buonopane Omolo 19 Burla TtCo 79 Buttta:lione lltioAele 49
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c Caoola.tore D o m e • nko 53 ()a.gna.eao Giuse~ 80 Calabrò SalfXJiore 78 Calcagni .J.mato 5( Caldarola Fr~ 19 CaU .Domeflko 61 Oa1Ja 8tefaJW 66 Callendo Mtchele 60 Callgarlll Carlo 39 Calogero J'~ 64. Calnni Federico 35 Calvello Salmlore 68 Calvo .dllilto 59 Cambazzu Mario 31 Cammarano J?Uo 78 Cammarata Gio· tumn( 20 Camol'fano Pidro 16 Campagna Gcupare 65 Caml>&lrDOll J7(nc.
71
Cam))&Da .J.monio M Campanella .4rrioo 67 Campi si Baldll38are 27 CanceUottl Enrico 79 Canoer 'l..ui(li 83 Canalello Francuoo 72 CandJdorl Enrico 15 Canepa Ronwlo 36 79 Ca.untno Cataldo
l
l
...
...
126
($C'71le) IXD10E ALF.~BI>TICO
canuizzo Scbu$IW!W 57 Caporale Giuseppe 79 C&ppeiU .A./frtdo 36 Giusewe 87 C&pra Lwnùia 42 C&putl Giovanni 58 Caputo Biacrio 63 Carbone Vinceneo 17 TerMio
45
Carducci Artonlslo
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Careri Leonardo Cartl .A.ntonio Carimatl Giuseppe Carllsl Ferdinaftdo Carlucci Ra(Jaele Carpino Rodello Carplnt erl Ernesl<> Carrn.ra NU:oM .A.-
75 66
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92 28 62 56
tùlmo 60 carrucolo .A.nùmfno :;3 Carvagllo E<l<>ardo 36 Gasagrandl Glamo 11 Casella. Benedetto 35 Dante 14 Casetta Cuare 28 Cassandra LuiOi 76 Cassanese Gittseppe 32 Cas.anu Lorenzo 51 Cassinis Uoo 29 Ca.ssltto France.•co 32 Cassone .A.nl<>nio 73 Giuseppe 43 Castana Vincenzo 67 CIU!tellanota V i netneo 45 Castelli E'Pitanio 26 Giombatti$la 62 Castlgllola Orlando 10 Ce.str'Ouovo Gaet. 50 Catapano Ed1.Wrdo 29 Caterlnl Federico 38 Ce.ttaneo .A. chìlle 39 Cavaliere Gtno 81 Cavallo Euqenio 37 Gavanl~rlla .A.lfredo H Cebrolll Gimeppe 83 Ce! IBidoro 28 Filt1Jerl<> 63 Celllnl Luigi 33 Centloeo Sante 40 Centore .A.nlonino 39 Cernlglla Donunico 27 Oerntallaro Michele 70 Chiara GiusepJ>t 65 Chiesa E'IIUJnuele 42 C blmentl Ferdinando
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41
35
Chlnt, Mario 76 Chiofalo BUv.lf.o 90 Clacclo Vito 17 Cl a m p o!Uio Pa· 8Q1lale 65 Ciarlo Silvio 17 Claurl JW~elino 10 Cicclmarra Gaetano 61 Cieco Giovanni 34 Cierl Vincenzo 72 Clgala, Mario 58 Clodaro Ra(Jaello 45 Ctoninl Giulio 26 Cipollina Ulisse 43 Cipriano Salvatore 52 Cl reo Gi1t~eppe 21 Cirillo Giovam1i 76 Giuseppe 9! Civita l?atlaeù 27 Coccia GiU$eppe 57 Cogltatt-Dezza Gfuseppe 23 Cola Franeuco 47 Colaccl Ftanceaco 68 Colalannl Giuuppe 58 t.:olella Jli~Wri4no 92 Coli tt1 Si lvi" 14 Colomba Jl'((;o/ò 64. Colombri t a. Filippo 6~ Colozza GioVanni 72 Comelli Umbert<> 34 Comes Stb<Mtiotlo 56 Conciatore )) o m enico 13 Confalone Ra(Jaele 36 Conti GerM® 69 Co n tri u o Ferdinando 60 Corclonl COtTOdino 24. Corda .A.n!onio 69 Corigliano Enrico Sl Corradi ~ro \.10 Remo .A.Ifredo
Cor~~l
86 30
Cortassa Silvio 87 CortloeiU Mauro 56 Costa Fausto 18 Costagllola .A.nl<>nw 26 CozzoUno Fuùricn 70 Creeclmanno Bernardo 82 Crespellani Carlo 16 Creste Bai® 92 Crlsclone Gaetano U Cristiani Michelan· qdo 75 Cristlnl .A.l!rtdo 29 Crooco Giuseppe 64
Crooe Guido 59 Croslglla Jii"Oarillto 22 Cuoola FrafiUBC" 66 Coltrera Francuco 61 Cultrone SaJmtore 49 Curatolo Loreneo 90 13 Cnrcio Stwerio Cnrlale Vito 71 CotuJJ Francesco 80 Cytron Lazzaro 71
D D'Acoardo SaJ"Oa· lare 17 D'Agostino .A.oostino 43 Dal Collo .A.uqusto 27 D'Ale~sandro .A.nti-
1110
62
88 Ro(Jaele 35 n·Alessio Qi(lfl, Batt;sta 83
Lufoi
D'Ambrosio Giu-
sevpe
30 67 D'Amico Giu~eppe 41 .t1/u sandro
n·Amore Cknltlnte 78 D'Angelo Emanuele 57 D'Anna Giuseppe 14 Dastoll Domentco 81 Dattilo Giu~eppe 41 .A.nqiolino
90 77 55 65
D'Attlllo ~o Da9-lo Fmt~ cesco De Alassi E~>124io De .A.ndrols GitUJep-
81
7>t
De A.ngella .Arduino 22 De B<>nedlctls Rat-
/aeLs
91
De Bernardlnle Virqinio 16 Do Bernardo Francesco Francaco- .A. ntcnio 38 De Blasto Guido 43 De Carls .A.qoetino 21
De Cari! Guetmlo 37 Do Oastro I (Jn(Uiio 31 De Cata Domenico S8 De Cesare Giannino M Luiqi 36 Vincenzo
28
De Cblara Fedele
78
u.,ol~ Camillo il De Domenico Franauoo 18 De Gregorio GCUJtmw iS De Hleronymh
Ruoqero
«
Del Fattore Guqlid· nw .SO De Llpsls Forturndo 76 De Lisio Giovanni r.s De Liso Carlo 2l De Loren•o L«r nardo 15 De Lucia RaOaelt ~ Dello Iolo Giooanni 68 Delogu Gino 12 D el Peroio Siloio 77 Del Senno Giovanni 55 Del Vasto Gimeppe 20 De Marco Ce601't S9 De 1\larlnis Aurelio 40 Do Martino Roberto 33 De Meo EMO 7! DoMioheii$ Corrado 49 De Nunzio Francato
38
Denza Ra(Jaele ~1 De Palma F\UJ)PO 89 De Paoll Paolo 55 De PaA q u a Gìv· ~
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Do Poroolllnia Carlo
U
De Quattro Nicola H De Rensis E milio 82 De Rogatla .A.nt<>nio 78 D'Et torres GivlltP/Je 59 Dottori GiOfl. Mario 43 D'Eugenio .A.nl<>nio 46 De Vivo atulio 61 Diana Euqenio hO Di CaHola Giu· eepfle 62 Di Giorgi PWro 80 DI Iorio .A.lfredo 84 DI Lorenzo Odoardo 48 Di Maggio France3CO
67
Dl Marco Antonino 83
DI Martino Ferdinando 79 DI Monaco Pari4e 46 Micllele 71 DI Nella Nicola S7 DI Palma Vin·
cen.o
28
DI Rago Pr~r~ 6t
127
l .Stpt<e) INl!>IC& AIJAil K'I' ICO
Di Ste fano Oiu· reppe 27
DI Tulllo Oàori8io Donadco V at()ri<J
89 28
Donsanto Amedeo Drago OaùJgero Dubbiosi Emilio
65 36
49
E Elise.! Carlo
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F' Fabrlzl Nicola Fadda Siro :henld Aldo F'ailla Giovanni Salt:atore
Falcone RaQaek }l'albo Enrico Fanelli Yitanlonio FaotO?.T.i Lui(Ti Faraone Antonio !far i n a Felice
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34 48 60 57
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Fedele Pasquale ll'edell A !berlo
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76 85 Federico Vinc-enzo 79 Fcllciallll:ell Guido 19 Fe!Banl Giactnlo 33 .F«:'nga Edgardo 57 Ferraioli F~o 77 Ferraloro Oiu· seppe 46
F i·ic.b ella Giam-
Gazza A lessrmdro
12
65 Fi umara Antonino 60 Fi twte G'U(Jlielmu 49 Fiumetreddo Jlin·
Gela~ Cele~li1to
Iii
baUista
cento 19 Floridia F rance.co 66 Florio Uoo 69 F oohJ lWòerlo 91 Foleua U111berlo 28 Fontana NicoltJ 62 Fonzone Lorenzo 38 Forino Scrh;aJcre 15 Forti l (lino 17 Fortunati Pietro 68 Fortunato Leona.r® 88 Foti A L/io 6() Qiomnni 72 Franchi / ,uirri 9 Francblnl C.Ho,anni 68 Francia .A<U>l/o 73 Fraulch Emilio 77 I<'riscta !>(dro 91 ~'risoni Poolo 11 Frogglo Frcmcuco 42 Froalnl Dino 46 Fuoolo Glo1lanni 63 Furino Rattaeù 84 ~'usco .Angelo 31 Fusi l'i~tro 20
Carlo
Ferrari Oiov •.dureli.o 23 Uoo 35 Ferraris Sal"D<JU>re 90 Ferri A nlonio 49 Guido 32 F errigno ~ 84 Fterro Jl!ic/tele 13 Ff8arl Alberto 72 h":ilihell: Giu8eVI)e
63
Fllograna Pa.quak U Floro Geremia 33 .Mario 36 Florenu. IuncuU> 13 Fiorini Muzio Fer· ~o
21
Flschettl GiU8e'Pf)e 4 7
Gelormlnl Lui(li
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Gemma SalvaJore
72
Gennaro Lul'lano 48 Gentile Vi tanoflc 69 Gentili .dlessandro 69 Germano Oilwmp~ 39 Germino 41/redo 16 Gberar dlni Naldo 86 Oiaoaluue Sll"Oio 71 Cilacoul, e Oorradirto 51 Giallow bardo Oreste 28 Olannn.nturol Mario 41 Giannetti Bernurdo H Glannottl l>ino 36 Giarrusso Gesualdo 14 Gigante Donato 51 Giglio Rocco 29 Giordano Giuseppe 13 Glu.e,m e 74 Giorgi Gior(lio m. 3• Gior(lio 1. 88 Girardi Gittseppe 40 Olud!cc Camillu 53 Ferdinando 77 Otnllanl .dlwndro 71 Giuliano <:el~ino 50 Glurleo MtcMie 54 Gtnstl .dldo 77 Olusti.zlerl 4nllando 85 Oottredl Ellore 91 Lui(li
49
Oomes De A.Yala .duqusto
Gaggia Emilio 2~ Gagliardi Pasquale 56
Gagllone .dntonio 48 Galottino Carlo 13 Galdi Flarlano • 68 Gal.lo Arturo 27 Gallottl GiOtlanni 18 Gambarinl Gim<mPe92 Gammarano Vincenzo 67 Ganora Romuald() (0 Garbagnl GiWJeppe 83 Oargta Gio'o<mni 79 Garotalo VUo 89 Garzta Lorenzo 61 Gasparrlni Nicola 50 Oaaparro Umberto 16 Gatti .drluro 56 lìlonlgj 15 Gio"Oanni 46 Giweppe
26
Guerr a Vince11:o 32 Guglielmlnettl S iltri<> 89 Gugliolmlno Lucio 51 Ou i<lo G'iooanni 48 Gurgo Pierino 31
Taccarlno Giu.•e ppe 81 Iadevalo. F rancesco SO iann.ar~>ne Ge>ler08(}
67
Itonnlzzotto Car· melo .d rtLOntc
l apoce Antonio Ia.scone Magli er i GiuserJ pe
12 47 17
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Ias«-111 .,;far lo 63 ldJn:l France.sco 65 lmbrenrla MaUeo 65 ImpaiJomcnl Ro.•a· rio 73 Sebastiano
71!
Imperlale Cesare 25 Indelicato Giwep1JC 19 ln1antlno Simone ~8 IngravaiJe Al/r e® 15 Ingr ia Loren..""" 6( lpJ>c>lltl At'n(lldC 23 Isolo. Emilio S7 Izzo LJrctuino 73
74
GonzaJca .41/re® 34 Gori Giovanni 81 Gorreto. Carlo 87 Gramcguo.Oi.ovanni 39 Grande Pasquale 82 Granata Sal"<<lo.>N 66 Graael Gfv8ttppe 94 Orazlo,no Oartn!ne 27 Grazlola Ger ard() 21 Grego r lni Pietro 64 Grella Emulo 15 GrU! Pìlippo 32 GriJoni 08<l<lr 16 Orlgnanl Euomio 88 GrlUI Mario 61 Grillo Girolanw 23 Grimaldi Vaùntino 83 Grosso Y ittorio 12 Onaro.ldl Carlo 37 Ouarnaccla Girala· mo 38
L. Labellarte Orcu:lo i3 Labruua Vittorino 1)8 Lagna IXmGto 71 Ld Malrna GiU8eppe 70 Laino Ro8Mio 94 La Martina Rosario 47 Lemendola FiliPf>O 4 7 La m pia Edoardo M Landrlani Roberto 18 Laneri Giorocchino 67 Langella Francuco 34 Lo.nua Leon(da 41 Lapenta In.nocen.o 73 La.pponi Guido 13 La Rocoa Poolo 29 Roberto 52
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(Segue! INDICE ALFABETICO
Larovere Qi""'eppe 76 72 Laaoato Altredo 16 Lauri Ghd lo 69 Laurora Carlo 88 La)· Dino 69 Lecce8e ..tnlonf<> 72 Leo Qiacomo 111 GW~ef>pe Loonardl Domenico 60 Lepore Fran.cuco 45 80 Llberl Feduico 91 Lloata Salllotor. 75 Lino Frort.c~o Llo G(vaeppe 68 Lipanl 41\lonino « GO Lipari Domenico 60 Llata Domenico Lo Blanoo Doi!Wl~ 61 61 Lodato GOIPaTe LoJacono Afttonw 19 LoJodloo Cataldo 86 Lombardi l!nrloo 33 Monlw 86 Mario 82 Sal'D~Jtore 56 Lo-Monaco Croce Tom,_ 10 52 Lo060 Domen~ Ji'Wfl(o
92
Gt,..eppe 13 Lopreetl ..c nton(no 25 LoreMinl G("'eppe 6!1 46 Loria Gwvanni Lovogllo Jlocco 18 Lo Vocoblo Gtooc· chino 's Luoca-Cuthbert 69 Guglielmo Lnoento P~ 71 Lucci Amuiao 18 Luclano-FuiClt. F~ (0 Uce 84 Lupo ..4modeo 18 Glrido
M ?ol&ebl Seb~ltaru> 26 :Ualfoo Luioi 26 66 llaa'S'IO Pldro Magllontl FI'GIIOUOO 62 .\lagllnlo .41/onao 31 Mapant ..tbele 62 :Uagnlnl Enea n ~:lagrooe .4 medea u
Malmone Dogallno 29 l\181ra Cuare 66 M&lice .dlea"mtdro 30 Mallozzt Amenoo 60 Maltese Fratu:e8CO 83 Mancloi Gioe. BalIU!ta 86 Luigi 26 Manconl Micllele 26 Mandò Alfredo 80 Manfredi ..tl/rtdo 36 .dl"ftalM 42 Orut<l 68 Manganaro C or· melo 17 Manglone Oi~ 6~ Manterl ..tlberlo 52 Manzella Oiu.ep~ 56 Manao~ 66 lllarcbese ..tqoaUfto 68 Marengo Loren110 9 Maresca Corrado 82 lllal1gilano Q(ot!wmn( 70 ?lfarlnl Carlo 86 Marino Saloalore 61 Matlnuccl 1lforiM 26 Marlottl- Blaochi GWe. BaU. 9 M:arlotti-Bianohi GugUdmo 69 Marmo ..tchale 69 Maroooo Luigi 66 Marra OiUHPpe 88 Martogllo Ferd(· nando 10 Manùll Alberto 19 Ma8ala Ma.rlo 10 Maaal&-Seoohl M a.rlo 72 ]l(aecla GiutePJ)d 67 (7 Ma888 Filif'PO Maaara Gad4ftO 7t H.aaseo Saoerlo 89 :Uasserano Oiul(o 15 Maasl Emaw 34 Ma88imo Francuco 42 Maatrantonio Pin· cemo 30 Maatroetaoomo Gui(8 do Ma~~trojannl Anta32 Haatrolanoi Dec(o 82 Matara.uo INc(o 52 ,61 &t'alino Maugerl Nicol6 18 Maxla COII(mo 82 Muzarscchio a-
"'no
:ftar'd(M
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Mauaront Giacomo M Mauenga Gial::onw (6 Mauettl Loreto 9 Mauola J7(11CeMO 16 Mauoll Fel"ftando 80 Mazzoooone Ca· m filo 20 Hedaa M orio a 69 Hecaro MCcM.le Molnerl Lv.ioi 32 Helchionna 'Eft(we 92 Mellllo M orio 82 Mondioln1 GiWNppe 8-l MennUlo F~ 73 Mennonna Gerardc 66 M.erou.io Roero 16 Mereo Roaolino 18 Merllnl Camillo ~s Mo881na Angelo « 59 Meuettl Gui® Mladonna .df\lon(o 20 l\lloholl Teodoriro 81 Kldnlla Carmelo 63 Mlgnanl VUiorio 4' Migoeml Framuco 23 Mllana Ga.e'arto os Mllottl Emuto 42 K1.1l1no .DomeMco 90 Mirabella Claudw 64 Mirenghi U gO 79 Mlattano G(ooanni 32 Moauro Aurelio 39 Mocaflgbe Carlo ~4 Modostlnl Paolo 12 Modugno Domenicn 38 Morlugno France81 Molalonl y;_,_ 84 Mollaanl .dltrtdo 11 R(cc(ardo 88 Monaco ..4rturo 12 lfonaatra SaiDOiore 52 Molllrlllo MWlele 85 Mongnul Umberto 13 Kontalna Gt.rido 78 Montanari ..4ttaw 11 Montoleooo J7(n· Cmlll 35 l\lontl Gaetano 40 Montlnl Geowmn( 9' Montone ..trluro 05 MoreUl Ga.et4fto 85 .uario 32 Morettl OiomftA\ u Xorvant1 Paolo 64 62 Mori 4 ""(bole Morino Enrico 42 Morron" Ltiiq{ 83
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Mozr.&.na Carlo 86 Mura Raloa~e M Murat.orl Carlo Fel (ce 21 Murrn Oiaoomo t8 Mueettlnl a.wu.mo 8' Muaao Enrico 87 (2 Mnato Pa1qu«le .llfkAda 66 Mnaumarra Nicol6 t9
N N anni Carlo « NapOleone ..tndru 8S NapoUtan1 Er~rico 11 ftf dchiorre 10 Naeoè Fra.nce•oo Pa.olo 91 Naatast ..t~ es Necn PW.ro 10 Nlcutro ..trfuro 5( Nlooloel 4ftlo!Uo 65 Nlootra Saleator. 59 NO<lentfnl DU.O 90 66 Norlenghi NotarlannJ Yt-... 69 (8 NurM .dfllon(o 83 Nuedeo V i -
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M
51 P eoUll ..&.nt<mio 94 Pocora.rlo R<tf!aele 40 Pooorella Oiovanni 46 Mari<mo 57 Pcdra:~;zl 4rrioo 3:1 Peddni Attlouio 29 Pedroll OiUIIC'IIPt 65 Pellegrini Francesco 15 Oreste 19 Pelleg-rino !.<n-eneo 25
Francesco PelllclnJ F errante Ponno tti Ce11a.re Pepe Tla(faello Gi 'USt/JPC Peroara I.idoro
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Porrlcr Stefano Perrlnl .4.ngelo Pesce Nicola P essolano .dtot!elO Poti t bo n Lodo~o
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no
6F llen cdeUo 42 Proto Antonio 68 Provvidenza 8mrino 94 Poltrone RaOtlele 41 Puroaro Giusep·pe 53 Purpnra GiC'IIaftfti 68
Pro pcrzi·Curtl
RaiTone Alfonso
37
R agni Guido Hago Giovanni
83 32
RAm p l Pietro 17 Rattazzl Tullia 2·1 K:! Rebu fft•t Gi1ùio H<·ga rd /'ictro SG Regglo Mich~le 7(; Reitarr o Uoo :36 Revrll l Gioacchi no $8 Rlbaud 0 .Anlonino 1\2 R lc<'ardJ Gi1.1seppe !J•J Ulccl A ulcmin Il Emtmmle 75 Ricce\ E:llore 211 Rl~thi
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Rlparbolli Roberto 92 Ripari Enrico t>6 Rltucci ·Chino! .4.· qostino 20 Rizzo Oarlo 6•1 Cor~~elio
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Rodlnò Nicl1lontoni.o 4.6 Rodrl.gues Felictano 60 Rolfo Fedllrico 91 Roma.no Oenna·r o 26 Oami/11> 7:1 Romby Petalo 16 Rombolt. Antonw 14 Rongc. Gaetano 4l Ro8a Guido 60 Rosi Vilw rio a H ossi A n tonio 19 Bonifacio St M ario 49 R otteglla Enzo 92 Rurcge ri A n tonino 22 Tu/Ho
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Peroopo Vtncenzo 83 Porilll Oiocm·mi. 23 Pernice Vi nceneo 52 P ~ncl!ftllO 68 Il. -
P errettl Cristoforo 2' Perrlcone GiU#p·
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Sncobettl Nicola 55 Snccornunl Gi<n"vio 26 Sala Mario 93 Salem Alcse:mdl'o 16 Salerno Alfomo 81 S alm è Ettore 62 Salomone G-iUSI!PT/C 43 SaiSI\no Pietro 80 !?alvat l GiuscmJe 56 Salvatore Fra11eeseo Sol Sah·inl CcMre :36 Sandret~l Ernesto 52 Snndulli Pir.tro 40 Sani Carlo 93 Sa nna .4 l<$3a1tdro 90 Snu aonl Carlo 57 Srwtagati Fra11cesco16 Snntll ·Maria Al· lurfn
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SantcuMnlo Marw 92 Santillo Tomma.•o 77 Snnt obonl Umòerto 66 Santoll Posqualino 36 Snntoro Nicoli no G6 Santor. ola Dome· nico 61 Santuccl GiuseTJf)e 61 S1ordone 4ntonio 1;8 Snrnelll Tommaso 311 Savnrlno F:acerio 2\ ~avi n i 01wlliero 18 Savino Litigi 82 !Tiw 87 Scaduto Pasquale 77 Sonfè .&multo
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Scaglione Ff'miCesco 72 Scnln Enrico ~6 ;;calfatl A /berlo :3:1 Scalzi Carmine 71 Scu.uavino ZeOlrino 28 SOOtllB A ngiolino
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Scarpi<•r i Cesare 29 Se hi rru Giweppe !i6 S olaldon o EarU>lomeo 53 Scillierl Vincenzo 31 Sclortlno Salvalcrt 51 Scotti Giuseppe 00 Scudorl GiiLSCPT/C 37 Secchi Francesco 12 S agre Fernando 91 Serra Giuseppe 69 Sesto A11tonino 22 Se,·erl PamrJeo 38 Severin1 Gimeppe 93 Slccardi Guido 87 Signorine Rosario 18 Slmola Mario 79
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Spagnolettl Galileo 57 Spagauolo Vlgorlto 39 N·icola Spare.no J7 inceMO 85 Spatafora. Giuseppe 68 Sporapaol b:lpUlio 38 Spezzaferrl Antonio 57 75 Spinosa Glu~~eppe Sq ulllaol (}iuseppe 70 Squlll&o l o tl U~1!· faele 48 Sta.gn1ttl Franu·
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Treves .dri3/ide Tr·lllletti lUillo Troina Francesco Trombatore V i n· censo Trotta. Enrico T ttfano Ra(!aele TuriUI .!fnlonio
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Vimer-cati Luigi Vlo la. D01Mn.ico Pietro Vlrgll lo Saverio Vita Oaelun.JJ Guido VItale Nit:ola Salvatore Vltolo Euw.nuelt Volpe lllo~<rini
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Anno LXXXII - Fase. V MAGGIO 1934 -XII
ORNALE DI
MEDICINA MILITARE
DIREZIONE ED AMMINISTRAZIONE Mtl'(UTBBO DELLA GuEau
ROMA
!:abbltcaztone rnenatte
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SOMMARIO • l
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LEZIONI E OONFERENtE : Qmarellf. -
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Slntosl di storia d ello malattie protesllionaJ.I Dimostrazioni clluiohe . . . . . . . . . . .
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MEMORIE ORIQI NALI :
Ottoleng" , Glowannardl e "'assa. - DI un vacoi rloO a do•:~ anlo~ pe r l& pro tlltHil del tifo o del pst"atltl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Otral. - Stato ~snitarlo dello RR.. t ruppe ooloul11.ll nel 1!132 . . . . . . . . . . . . . . . . Muta. - Il blou di metllene come indicatore rlolla rloohozza batterloa dolio acqui! In e!!&mo por glodlzlo di potabilltà. . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . •
Png. 411 H5 465
NOTE DI IGIENE PRATIOA :
Oonralont. - Il latte dal punto di vlata eplclemlo logloo . . . . • • . . . . . . . • . . . . Cw;ltòlò. - L ' tisò lr'éli~rali.iiza.to dell'o.lliimloio od l At!oi rapporti eòn l'liflene alimentare
Pag. Hl 470
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IWEDIOINA LEQALE MILITARE :
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Malmone. - Note "ulla cura. dellir. eltlllde
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' RIVIITA DELLA ITAMPA MI!DIOA ITALIANA E ITRANIERA 1
L'ameNa.sl nella prat ica m3dio() -lcg.\ll)
Pag. ~6
ATTUALITA' E OOMMENTI :
Alltrrla (Sull') complll'lft werao la h)ercollnae nrat l filtrali d' ultrarlrut h-ercolaro. -
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VALTtS e van DEINilE• • . . • • • • • • • • . • • • • . •• . • • • • • • • . • . . • Anato1111a to po:rallca. GuùltJ 71'/Jlir.a vor oli eRerci.:li àì - v &nSAm • . . . . • . • • . • • • l ne mla di 11ermer. Sulla m i7/if)re e p ià -nì~" hropCa d..:ll' Ktm-r FRANI{ E • • • • • Bacillo dJ Koch. La r furca àel - con prellevo laritL1eo e'il stt~ ~alnre sen~iolo?ìeo - GEDDA e
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Cllcolul (La) dt lla wnclcola ) lltaro. - SoaU.Sil . . . . . . . • • . • • . . . . . . •... • Oono (Il) dal sanp e .1111 '1111re e al neonato. - 8AOIALt.r . •• •• •• . • • • • • . •• • . • • Fu na Italiana. - OoLOst • . . . . • . . • . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . • • . . • Herpu ntttr. 'l'~'IU.IJ.•nMt) dall' - ~{JLI A!.' . . •. . . . . . . . . • •. . . . . • . . • . • . •uah~lte lnt J!nale Salh JJT01J'l1Mit>M del oi rM àdl a - alla cute soprtL8lante fRA.NOlll o>IOII l'l!lotroflca d i Fuckl . - DE LtETO VOI,LARO . . . . . • . • • . . . . . . . • . . . • . • Ralnlezlone tllllltlcL Oaao r.L118$ìeo di p res"111ibilc - Cl A:.IELLO'M'I • • . •• . . . • • • • . l lflllde. /VUf)OJ ri ~rc.h8 80 1r i.1l 6 'tltti s·.tta -
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CONFERENZE E DIMOITRUIONJ CLINICHE II EOLI OSPEDALI MILITARI NOTIZIE • • • . . l NOSTRI O!IO RTL . . . . . . . . • .
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PER l COLLABORI\TORI.
Le opinioni rn a.niCestate rial!'ll 4.!ltorl no n ho pegaaoo la res pouolllobllltà del periodico. \.<fil A.atorl uranno cono'"~' (tatoltament.e 50 est ratti con oo pertlr1a .tarnoata rron r-plslo, l m · 1>&41:lne.tora e onmell'lt.lllo ne IJI)6<ll&le . Por disposizio ne de l Consiglio na:lllooale delle rloel'O'le a ola.sooa la-..ol'O d eve - r e unito a o 1oreve ~>nto rlassnnto (non pl(l rU 10 r lgne). Le spese 1>0r t& tavo le mo{t"&liohe, totol'tallone, eoo., olle aooo:npa.~n-ro le pobbll oaalool , ~ono a oa rloo deg li Autori. t mao oeort ttl non IJI restttllieoooo.
ANNO LXXXII- X. 5
GIORNALE DI MFDICINA MILITARE
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LEZIONI
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OSPEDALE :mLITARE DI TORIXO
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SINTESI DI STORIA DELLE MALATIIE PROFESSIONAU ConJcrenzt\ ùel pr·of. Gustavo Quarelll Du·<:ttorc d ella H.. Clirtioa dello malattie professionali dell'Università di Torino (9 marzo 1934-XII)
La M eàicina del Lavoro è stata giusta·mente chiamata u 1J1edù,oina l taz.ica ,. po1chè essa è nata, si può be·n dire, in Italia 11el secolo XV Il e l'ebbe a battesimo Ber-nardino R.wmazzini. E, fatto veramente strano, proprio in Italia, ove il ·maggiore e primo t·rattato di JJfedicina del Lavoro è stato pubblicato sul finire del 17Uu, la legge p er l'aui curazione contro le malattie professional-i è sta.W attuata solo nell929, dopo che 1tn numero infinito di Stati, seguendo gli studi che si fac~vano nel 'wstro Paese, aveva applicatd una legislazione su tali malattie. Troppo lu?lgo sarebbe qui elencare i l nome d~lle N azioni che hamw u1w legislazione più o meM cmnpleta sopra l'a-ssicurazione obbligat{)ria contro le malattie professionali: da anni si ha nella Svizzera, I nghilterra, Danimarca, Australid del Sud, Victoria, Nuova Zelanda, I ndie, Columbia Britannica, M anitoba, Ontario, Germania, A ustria, Lussemburgo, Portogallo, Belgio, Stati Uniti d'Am~a, Repubbliche àeU'.•4:meri.ca del Sud, ecc. Bernardino .Ramazzi-ni, nato ·nel 1633 in quel di Carpi, vici1w a M oàena, ove poi si laureò, si dimostrò, fin dall'inizio della sua carriera medica, 1mo spirito em.inentemente eclettico. Egli iniziò la sua fortunosa carriera profellsicmale in quel di Camino e di Marta presso Roma; ma dopo breve periodo dovette lasciare tali località perchè colpito da infezione malarica , la quale, infine, giunse benefica ptn" la carriera del Ramazzi.ni e per i suoi studi sulle malattie da lavoro, che ebbero in Lui il primo Apostolo e la prima spinta a salire all'elevatezza e precisione odierna. Ritornato a Oa,rpi, il Ramazzini n01l seguì le vie battute fino allora d011li1UJote ancora dalle i dee mediol)'f)ali, in cui oscurantismo e s1,pcrstizione, considera·nd{) il corpo come opera diabolica, avevano fatto de1J.iare la m edicina dal g·iusto cammino - idee per-vase da nuovi sistemi 'medici filosofici e specz,. lativi: il mes1nerismo e l'omeopatia- ma cercava la diagnosi della malattia nella profonda osservazione del malato e nella st{)'T'ia precedente e vicina alla malattia stessa. Ed è per questo che egli acquistò rapidamente fama di medico obiettivo e sereno, ottenendo presto la fiducia di 1ma clientela nwmerosa nella
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SINTESI DI STOJ!U DELLE .MALATTIE P.ROFESSlONALI
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q1MJ.le p·rimeggiava-no le person.e nobili e rioo'M che si recavano a Oarpi special1nente nella stagione estiva ed autunnale. I tempi non era-no forse gran che differenti da quelli di oggi, poichè l'intridia d~;i m,edici verso il collega in wuge fu la c0/U8a di una lotta accanita verso il .Ramazzini, che subi pure cl1~e clenwncie e due processi: una prima volta fu denwnciato perchè a·11eva 'tisitato un'amm~alata senza it consenso <lel medico curante; ed una seconda perchè accusato di avere causata la rnorte di una twbile donna fiqrentina, la contessa Martellini-Bagnesi, per una ritenzione di placenta non opportunamente C1trata. G1MJ.i se al giorno d'oggi, in enti il mtn~ero dei med·i ci va aumentando con pr·ogressione geometrica, i ntedici dovessero essere processati perchè harMw tasciato morir·e qualche ammalato: i t?·ibunali aV?·ebbero maggior lavoro deUe cliniche e degli ospedali ! l!'oriunatamente pel Ra?na$zini il g·randuca di Modena, uonw onesto e sereno, cornprese che la filantropia della classe medica era ispirata al solo clesiderio di r·ovinare 1m collega che aveva 1ma vasta clientela: egli lo volle a Modena, rwn solo, ma apprezzwndone giustamente il valore, volle affidargli la cattedra di medicina pratica in quell'ateneo. Il Ramazzini twn si occupava soltanto corj, passione della medicina. Spirito indagatore, era stato chiamato per le opere sue « Ippocrate III o, in quanto egli seguiva il concetto di Ippocrate cercando le cause deUa malattia (il norne di Ippocrate II era stato applicato al nMdico inglese Sydenharn); egli si occupava volentieri di questioni fisiche e matematiche; scopri un barometro obliq1to; fece &tu.di sui diversi strati del suolo, sulla. potahilità dell' acq1MJ. ed ancora sulla flutt1wzi<me del barometro e sulla temperatura del suolo secondo le profondità: discendeva perciò nei pozzi cogli operai, li inter1'ogava, stava a contatto con essi e, osservando che particolari malattie erano specifiche di date lavomzioni, inhtì l'importanza lkll'it~te professionale per la diagtwsi ài alcune a.flezioni. N acque cosi nella mettte del Ramazzini il desiderio di condurre uno studio completo organico sulle tnalattie professionali, ed è nell700 ch'egli pubblicò la prima ediziorj,C della s1w grarule opera De morbis a.rtificum diatriba che ebbe la fortuna di n1tmerose e varie successive edizioni nel1703, nell707, nel 1709, nel 1711 e volgarizzazioni in altre lingue. Il libro di Ramazzini è, si può dire, un libro completo che al giorno d'oggi si legge ancora volentieri e che in rnolti punti è per noi ancora un programm4 di it~ini di studio. Etlidentemente però i tempi sono cambiati; le industrie con un ritnw sempre maggiore e poderoso sorw andate . trasformar~si, migliorandosi, accrescendosi; e perciò si comprende conte l'opera del Ramazzini in groo parte twn può più essere ad~ta alle condizioni dei nostri tempi. D'altronde lo studio delle ·malattie professionali è in continua mutazione: studiata una malattia e trovatene le cause, le leggi sull'igiene lkl lavoro interrengono, per· q1MJ.nto è possibile effìcacenMnte, eott opera di prevenzione. Oos1., ad esempio, sono scomparsi qttct.si il sahtrnismo, dotruto all'uso della biacca che è stata sostituita dal bianco di zinco e le gravi necrosi del mascellare dopo che al fosforo gi<tllo è stato sostituito nell'uso il fosforo rosso; ntentre, nella. fabbri.cazione dei fiammiferi, il fosfm·o rosso è stato per lo più unito all'acido rodancromo · a.mmonio o sostituito dal cl.orato e cromato di potassio, zolfo, bicrom,ato di rnangu.nese.
l SINTESI DI STORIA DELLE M.ALATl'IE PROFESSJON.U.l
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Però le nuO'oe i1UlU8trie oggigiorno ci porta·no nUO'Oe malattie. La croma.tura dei metalli, recetdissima, ci ha daw il crO'mismo con le caraUeri.Btiche aoaiO'ni e, tal1:1olta, perforazioni del setw nasal-e che hanno lo stesao sig-nificato patogncnt~onico lUU{J paralisi del radiale nell'av-velenamtmw da piomllo, delle ulcere 1:1arie dell'arsenicismo, àeUa t1ecrosi del mascellare da fosforo o della polineurite da solfuro di carbonic. n Ramazzini, già quasi 8etta•ntetme, carico di gloria e di cnwri per una meritata fama che atVeva oltrepassato i confini della terra italica, 'Vtmioa chiamato, per inizwtiva del grati de M orgagni, anatcmo-patologo a Padotla, d4Ua Repubblica Serenissima, con offerte che i professor-i odierni ncn~ scnw abituati a conoscere; i l Ramazzini pote'Va far scuola quando più gli piaceva e poteva, anche solo lascia.re il stw nome tull'elenco dei professori di Paào'Va ottenendo nel tnedesimo tetnpo ugualmet~te uno stipendio veramettte cospicuo. JI a, innamorato della sua arte di studioso e di insegnante, Ratnazzini, pur , .. •..-. treechio, fu sempre un dilig611te -~aestro ed ttn. assiduo jt·equet~tatore della ~~~a SC'Itola e ogni sua prolttsiotle annuale, alla quale inten;enivano da ogni r-.-. parte i miglior·i mediai per ttdi·rlo, rappresentava setnpre wna sintesi degli ).;•'.~ 11ltimi studi ed tm programma pet· le nu011e ricet·che di medicina. /'·L\.'1..··~)., Mor·l. di una congestione cerebrale a 81 anni, in m~ freddo inverno, ·''i! ~~ reca11dosi. a fare leziotte. \..:.~.(+, .J Ji' .1 La storia della Medicina del Lavoro nctl può notl rivemlicare un'altra ~ autentica gloria italiatta: .Angelo Dubini, lo scopritore dell' anchilostcnna duodenale causa dell' anchilostO'miasi, malattia che non può essere lasciata da parte perchè conosciuta esclusivamente, si può dire, per lo studio degli scù11ziati i taliani: t4nto la scoperta del parassita che causa l'anemia dei minatori, quanto lo studi<> del suo ciclo di sviluppo, della s-itltonuuologia, della patogenesi, d~lZa cura della malattia appartengono a it1dagatori del nostro Paese. Lo scorso anno ebbi l'ambito onore di oommemorare il 5 otrobre 1933 a M iZano, in occaaione del trece11tesimo annwersario della nascita di B ernardino .Ramazzùli, la Vita gloriosa di Angelo Dubilù alla presetlza dei rappresentanti ufficiali della Sanità di tutte le nazioni d'Ettropa e dei cultori della Medicina del Lavoro. .Angelo Dubini nacque i1l M ilanc e, giO'Vanissimc, ft~ addetto come assistente all'Ospedale Maggiore di quella città. Nel 1838, 88zionando il cadavere di una donna morta per atenosi mitralica e fortemente anenlizzata, vi rinvenne nel duodeno Utt centinaio di piccoli vermi che chiamò u agchilostomi » e dei quali egli rilevò l'im,portanza, senza però attribuir loro, m.quel mO'mtmto, una causa particolare sull'aggravamento della malattia. Tale 11erme egli ascrisse alla categoria dei nematodi. N elle annato successive egli studia il ciclo di sviluppo dello stesso, facendo rilevare di averlo tr011ato nel 20% delle autopsie; nel 1844 descrisse il caso di una dot~ molto denutrita, cachettica, diarroica, anemica, nel cui intestino egli aveva trovato un'enorme quantità di tali parassiti. Ritomò di nuovo sopra l'argomento l'anno successi11o nel Cmg·resso degli 11cienziati italiani in N a poli e finalmente nel185(J p1tbblicò 1m volume d·i Enwzoografia uma·na, nel rquale l'atttore descrisse il parassita colla proposta. del nttO'VO vocabolo di K anchilostoma ,, in sost-itw:ione <l el precedente « agchilostoma , , c<l insiste sul fatto che quando i cadaveri al tavolo anatomico manchino di altre l68ioni.,
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SiNTESI Dl STORlA DELLE Jlt.ALATTIE PROFESSIONALI
la causa della morte deve essere attribuita senza scrupow ad una vermùuuione anchilosU>mica. La scoperta e le osservazioni del D·u bini non. f1~rono -rnai p·rese m considerazione dai medici del tempo, malgrado il valore del medico che aveva al suo attivo m~me1'0se pubblica.zio-ni, fra cui la prima descrizio?te della cosidetta « co-rea elettrica n, che deve oggigiorno rient·rare nel quadro dell' encefalite letargica. Occorse la catastrofe sanitaria del traf01·o del Gottardo per dimostrat·e tutta l'imp01·tanza della scoperta fatta 42 atmi prima da Angelo Dubini . .All'Ospedale Maggiore di Torino, un minatore gravemente Mt.emizzato era oggetto di pa1·ticolari osservazioni dei medici. che non riuscivano a fare la diagnosi patogenetica della malattia. Il caso era specialmente interessante inqua·ntochè l' a1mnalato assicurava. che nmnet·osi al~ri lavorato7'i soffrivamo ilei su.o i stessi distw·bi. Venuto a 1norire, all'autopsia eseguita il 4 febbraio 1880 dal prof. Oolon~iatti, diretto-re dell'Istituto di anato·m ia patologica, erano presenti i miglio?'i medici di Torino, ed all'apertura del cadavere si rimven1UJ il d1wdeno pieno di migliaia di vermi bianchi che il prof. Perroncito present.e, noto per la sua. competenza in parassitologia, ritenne essere gli a?Whilostonli del Dub·ini. Si decise allora che immediatamente u1w Oomntissime sarebbe partita pel Gottard{) per compro-vare se negli altri minatori effetti da a?t.emia si trO'Vassero nelle feci , dei parassiti. Purono il prof. Bozzolo ed il professor Pagliani che si accinsero all'immediata parte1tza. N el f'rattempo il professor Perron,oìto ed il pro f. 001wato comunica-vano all'Accademia Medica di Torino che la causa della morte dell'operaio era dovt'ta all'aMhilostoma del Dubini. Il Bozzolo ed il Pagliani constatarono che la grande maggioranza de-i minawri del Gottardo era.no portatori di anchilostomi; il Bozzolo, tornato a To-rino, fece delle indagini sui fo-rnaciai che m~merosi lavo-ravano, come la'Vorano a?wora, nei dintorni della città e trO'Vò che l'anemia da cui frequentemente essi erano affetti, era pur essa pro-vocata dall' MWhilostoma. Egli descrisse allo-ra clinioo-mente il quadro della malattia. Numerosissime furono le ricerche sul parassita e sulla sua cura, alla quale diedero un particolare contributo, oltrechè Bozzolo e Pagliani, i frat6lli Par01w, Graziadei, Grassi, Alessandrini, a cui si deve la sooperta della secrezi01~e, da parte dell' a?Whilostoma, di un 'IJeleno forten~ente emolitico; infine, d1te cure furono proposte dagli italiani: quella d~l felce maschio dal Perroncito e quella del timolo dal Bozz{)lo. Quest'ultima, gra?tilemente adoperata nelle miniere dell'Africa del Sud, faceva scri'Vere al Go-vernato-re inglese della regio-ne che il prof. Bozzolo, con la s1ta sooperta della m'ra contro la malattia dei minatori do-veva ess6Te P'roclamato «benefattore dell'umanità n. In qu-esti u.U imi tempi, dalla Scuola del Devoto, è atato proposto un nuovo mezzo effwacisaimo, rapido e facile della cura dell'MWhilostoma con l'uso d.el cloroformio e olio di rici-no. Sa1vo questa ma.gnifica parentesi nello studio di 'l.tna cosi importa?tf" malattia professionale, clte è, anzi, oggi con~preaa nella prima lista di queUe indennizzabili, un lungo periodo di tempo è passato dalla morte del Ramazzini prim,a che m Italia lo studio della ~ille-dici11.<t. del Lavoro av&se rip1·eso la strada dell'antica gloria.
SL'òTESI DI STORIA DELLE MALATTU: PROFSS~IO::-IALI
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Fu Luigi D&Voto, alli&Vo di Edoardo Maragliano, che, oomprendendo come l'anamnesi professionale dovesse essere ntvnutamentc stu.diata ·i n questi tempi di progressi industriali e di rivol1tzione nell'organizzazione sociale ed economica dello Stato ptr il fio•rire di mwve grandi industrie, per la nteccanizzazione d.ei ntezzi di trasporto, per lo s'Viluppo delle fabbriche di prodotti chimici, eco., fond ò quella Clinica del Lavoro di Milano che da un t1·entenwiu, quale faro abbagliante, in·adia di vivissima luce il mondo medico per gli studi sulla Medicina del Lavoro. Luigi Devoto può giustamentl! esser~; orgoglioso dell'opera s•ua, poichè esso non ~ soltanto il Maestro rico·nosci-uto, atnmirato ed a1nato in Italia, della Medicina del Lavoro; ma ~il Maestro dei Medici del La·voro di tutto il mondo: la sua OJ!era è stata ·i n questi giomi gi·ustamente premiata colla nomi1ta a /$enatore del Regno. Congressi 11 azionali ed internazionali di · Medicina del Lavm·o si smw susseguiti, si può dire annualmente, da ·ve·ttticinqtte anni in tl'lfa: ce1·to in nessun altro campo della Medicina sono stati appm·tati contributi nuovi quanw in dette riuni&ni, frequentatissime dagli studiosi della .b'Iedicina d.el Lavoro. Il solo congresso del 1928 a Budapest 1·iunì oltre i{)(J() congressisti provenùmti da tutte le parti del mondo e, in detto congresso, in omaggio alla scienza italiana, il Comitato organizzatore faceva omaggio di una curata edizione i1t latino dell'opera Ramazzmiana: De morbis artificum diatriba. I n questi ultimi sei lustri, i1nportanti contributi vennero dalla Clinica di M ilatw portati da Devoto e dai suO'i allievi sulsahwnisnw, specie per quanto riguarda il ricambio, l'uricopoiesi e la gotta cosidetta dei p01Jeri, come sulla nejrite saturnina, S'Ulle alterazioni vascolari e sang'Uign.e, sull'azimu catalitica del piombo e sulle lesioni delle caps'Ule surrmtali. Bisogna ·ricprdare inoltre i contributi sull'avvelenamento da mercurio, sullo stu€lio mdiologico ddla necrosi fosforica dei masoellari, sul benzolismo professionale, sulle malattie da polveri, sulla malattia di Basedow ed affatica·mento, s'Ul fattore « lavoro )) nella produzione dell'arteriosclerosi, sulla patologia dell'elettricità, sulle nefriti dei combattenti, sulla spirochetosi ittero-emorragica, sulle malattie da campo, sulla C'Ura dell'anchilostoma duodenale col cloroformio. Ho voluto accennare a qualcuno dei lavori usciti dalla Scuola di Milano, n.ella quale centmaia di altri temi importantissimi e precisi vennero compiuti €lal Devoto e dai suoi discepol·i: Oesa-Bianchi, Allevi, Ceresole, Preti, Perussia, Siccardi, Aresu, Aiello, Cavagliano, ecc. ecc. Dopo del Devoto, Luigi Ferranni-ni ~stato il primo ad avere l'incarico uffi.c iale dell'i-nsegnamento della M edioina del Lavoro alla Università di Napoli: d·i esso sono importanti i lavori sui rapporti tra professioni ed apparecchio circolatorio, altri sulle malattie da compressione; assai interessa.n ti le 81W consifderazioni s'Ul reumatismo vertebrale cronico professionale, quelle sulla pneumoconiosi, sul satun~ismo, sul fosfor~mo, s1dle alterazioni del sangue nelle malattie professionali, ecc. Di particolare importanza è il s1w Trattato di 3Iedicina del Lavoro. Ometto, per br&Viùì, di ricordare numerosi ntaestri e docenti di fisiologia, di igimu, di patologia medica e chir'Urgica, che si sono occupati spesso con contributi di grande valore allo studio della patologia professionale:
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Una circolare del Ministro dell'Educazione Na-zionale e del .!J!it~istt·o delle Oorpora.zioni del1928 invitava le Un-iversità ad istit-uire l'insegnamento delle Malattie professionali che la Carta del Lavoro comp1·cnd<~Va tra. i capisaldi della legislazione sociale <lel Partito. E cosi ci si avviò verso uno stabile assetto con ispimzio1ti cliniche e sociali. Sorsero l'Istitttio di .!'1-ledioina del Lavoro diretto dalla mente versatile del prof. Nicolò Castellino, deputato al Pa1·lamento nazionale e la Clinica delle Malatt·ie professionali di Torino, atttorevolmentevolttta, col suo intervento e con la. stut. competente pat·ola, da Ferdinando Jficheli. In questo Istituto, di cui fu·i incaricato d6lla direzùme, aitttato da giovani volonterosi, è st.ato stu,liato itt m.odo particolare il vasto q1tadro del sol.focarbonistno professionale; tn.alattia che si p1tò di·r6 endemica a Torino e nei suoi dintorni per la presenza di fabb-riche di seta artificiale . e dell'industria del cautohO!t, catt.Sa delle frequenti polineuriti e, in casi fortutl4tamente più rari, delle manifestazioni a carico del sistema nervoso centrale, con sintomi striati riaondttcibili a.l qttad·ro del parkinsonisnw post-encefalitico; ed ancora furono condotte indagini che io n01t credo prive di interesse, sui rapporti tra. silicosi e tubercolosi che· dimostrarono con ampi dati statistici condotti s·u due generazioni di La.vora.tori in ttna località eminentemente pneutnoconiosioa, che la tubercolosi è, si può dire, scomparsa, quale complicazione della silioosi, in seguito al miglioramento dello stato igienico delle i-nd1tstrie, delle abitazioni operaie, della vita quotidiam.a delle maestranze. A Genova il pro f. Pende ha abbinato alla sua Clinica lo studio del fatim-e professionale nella cattaa della morbilità. A Roma ttn distinto docente, il Ranelletti, diresse l'Istituto di perfezio?tamento dei medici nella patologia del lavoro; mentre a Parma tale cattedt-a è tenuta da Luigi Pt·eti, va.loroso allievo del Devoto e direttore di qttella Clinica mellica. Altri insegnamenti si hanno ®wm·a in quasi t1ttte le Università d'Italia . mentre l'Università di Mod9na. giustamente sta fondatldo 'lt?w cattedra per il Maestro oke dovrà seguire l'opera di Bernardi1w Ramazzim.i, il fondat.ore dell'insegnamento. A grandi tratti vi ho così , egregi colleghi, riassu.nta la storia deU'insefl'IV"m.ento della .11-Iedicina del L avoro in I talia: storia che merita di essere corwsciuta, poiohè essa ci dice la gloria di questa disciplina che onora. la Patri.a nostra.
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ST:-o"TESI DI STOlUA DELLE MALATTIE PROFESSIONAU
La pron~es.~a che trent'a.ntti fa al ba-nco del Gove1'r!o 1wl Parlamento italia?w ftt fa,tta. d.ell' a.ssicurazione contro le malattie professionali, è st.ata. attuata -~olo dopo 26 anni- nel 1929- dal Governo rea.lizzatore del P artito Nazionale Fa-scista. N es suno può non riconoscere che nel oa-rnpo della Premdenza sociale il Governo di B enito Mussolini ha fatto quanto nessun altro GoverM passato mai aveva, arrlchc in una percentuale assai 1ninima, saputo compiere. Le discussioni parlatn.entari, specie per pa!Tte di coloro che dovevMW avere in tnodo particolare a ouore le condiziMti delle maestramze, avevMW sempre ostacolato il realizzarsi delle iniziative del gtme're. L'assicurazione contro la tubercolosi e qttella. contro le ma.latfli.e professio~wl·i devono per sè sole essere, per noi medici, due grandi cause
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di ammirazio·ne e ài riconoscenza per IJ.Uanto ha saputo fare il Governo
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SI~"'TESI
DI STO.IUA DELLE 'KALATTIE PJiOFESSIO:-;-ALI
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N~onale.
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La legge è stata promulgata con u'l Reuio decreto il 13 wwggio 1929. in questa. è àett<J che (.Art. 1°): u. E ' retta obbligatoria l'asswurazi<me 0011tro le malattie professicmali per gli operai addetti alle Z.wwrazi<Jni indicate nell<, tabella annessa al presente decreto, quando per essi esista l'obbligo dell'a41siCltra:zWne ccmtro gli infortuni sullavoro, a norma della legge 31 gennai<J 1934 u1 e cioè, si indica l' elenco delle lavorazio"i che rappresentano già m~ numero veramente grand~ quando, per ese1npio, pensia1no che sono molte diecine quelle che si riferiscono all'i?ttossicazi<J1le da benZ<Jlo ed omologhi e dai loro derivati nitrati e clorati. 0<J1ltemporaneamente, oltre i lavoratori del benZ<Jlo, so1w assiourati i lavoratori del piombo e delle sue leghe, del merClLrio e dei suoi composti, del fosforo bianco, del solfuro di oarb<mio ed i malati da anchilostomiasi oon.seguita nel lavoro delle miniere, delle gallerie, dtJlle fO'rnaoi e dei laterizi. La precedente legge sugli infO'Ttuni del lavoro aveva già c:onsidm·ato
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il carbonchio come infermità da indmnizzare. n regolame?r-to pubblicato il 5 ottolwe 1933 stabilisce le modalità per l'applicazi<Jne del decreto-legge e giustamente specifica quali siano le manifestazioni morbose che sono causa di indennizz<J, evitando che una banale indisposizione, inteT'Vemtta. i1t -u-tt lavoratore di una delle ma~ttie professionali da indennizzarsi, possa essere causa di richiesta deU'indennizzo stesso. Questa legge andrà i1t vigore iZJo luglio prossim<J. Altro pmlto interessante del decreto-legge è quanto è aoritt<J aU'art. 14, e cioè che: " Ogni medico che C()?l()8oa l'esistenza di una malattia professional~ che sarà compresa m un elenco che ha ancora d4 essere pubblicato, e ne O'mette la dtJnunci4 ai Circoli d' Ispezi<Jne deU' Industria e del Lavoro competenti per territorio, -tiene punito OO'Il una prima a1nme-nda da 25 a 100 lire e7 nel caso che il medico sia un medioo di fabbrica, da L. 200 a L. 1000 ». Efri.Mntement6 i medici che comprlmdono tutta Z'impO'rtanza di questa disposizione, ohe ha lo scopo di poter conoscere l'esistenza di fooolai di malattie professio-nali e di compilare delle tttatistiche, inesistenti nel Mstro Paese, su dette infermità, nO?l devono essere spinti solo dal ti,m.ore delle san-zioni peCl,niarie per compiere il loro dovere ! L 'appZwaziO'Ile della legge servirà a farci conoscere molte 1nalattie che industriali ancora troppo gretti cercano di occultare e non dovrà più verificarsi il fatto, come talvolta è avvenuto, di operai licmtziati perohè ai erano recati in certi oasi, alle Cliniche del Lavm·o per farsi curare; i clinici ed i m edici de~ lavoro comprend<Jno bene e aanM mantenere il seureto professionale perckè 1wn si propali la C()?l()scen.za dei segreti tecnici di alc1me lavorazicmi. M a se è importante che Voi conosciate la Legge sott{) il punto di vi-Ida della previdenza sociale' nelle classi lavoratrici, l{) studio deUe malattie professi<J1wli ha per me un'importanza ben pitì 'Dasta e profmda. Oggigior-no l' ;mO'T'me maggioranza degli uomini sani e validi lavora; lo sviluppo dell'industria è diventato , negli ultimi decmmi, veramente impO'IUJ'nte; le cause della morbilità SO'nO enormi, nè è possibile OO?lC8pire che il med~, t1iaitando Z' ammalato, non tenga conto dei fattori a'mbiMtali in cui egli è 1Jissuto e trive ptr cause di lavoro.
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DIMOSTRAZIONI CLINICHE
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Ringrazianllovi p&r l' attenzi01l6 che m·i avete dedicata, io spero che la ULia modesta parola urvi·r à a far compre1tdere l'importanza del proble1na t/elle malattie professionali a Voi mCllici, ed in modo speciale clevo dire a Voi medie{ n~'ilitari, che siete stati, nell'arganizzazione dei vostri senrizi, dei precursori, inquamtoch~ già n~Ue visite alle roolute tenete conto della loro oopacità per la scelta di dati servizi e che avete già fatto , al 1non1.e1lto della guerra, la didsione àei soldati adatti ai ser-v-i:::i di prima linea da qt,elli territoriali r. sedentari; a Voi che avei~ organizzato degli l.!tituti specializzati per lo studio dell"attittuli11e di coloro che ambiscono appartenere all'Arma deU'Aviazione.
ISTITUTO DI CLINICA DERMOSIFILOPATICA DELLA R. UNIVERSITÀ DI TORINO
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La patol~gi{l. medica individ·tu1le si ritrova infinite volte nel campo àelù malattie professionali, ecl il medico che non conusca qttallto l' anan~nesi professioMle può illztminarlo sopra le diagnosi di una for-ma morbosa, 1wn pub oggigiorno onestamente com7Jiere la sua opera. In 1tna pro11sima rizmione, molto fngacemente, io 'lii parlerò delle piit i ntcrcs.santi forme di rnalattie professionali e vi farò allora comprendere quctnte malattie dd si.~tema nervoso centrale e periferico, quante jOTme di mtemia grave a tipo pla.~tico e aplastico che risco1ttriamo nel qua-dro dell'anemia perniciosa progres.~ i!; a e in ceri i itteri emolitici, quante alterazioni orgcwichc fu.n::ionali del fegato, quante malattie di origine infettiva e paras-~itaria .qono eschtsivamen.te dovute all-'ambiente, alla qualità, alle cause specifiche del lavoro . Lascieremo perciò il concetto sociale tlella Medici1ta del L avoro per entrare iln q1wllo altrettanto interessante tJrl i mportante della patologia e della cliniea medira.
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DDJOSTHAZIO::>n CLINICHE
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df'l prof. Enzo Bizzozero, Direttore 1lell'Iatituto, A.gli ufficiali me<lici del p1'esirlio di Torino ( 17 marzo 191-t- XII)
CASO I. - Epitelioma. basocelluhtre della guancia. - Lesione di rsxai piccole dimensioni (ntm. 10), coS'l da poter restare m.isconosciuta; C$Sa Jll'l"altro realizza i caratteri salienti di tali fanne: bordi rilevati, particolarltlente duri, lli color'ito bianoo-1·osw, che racchiucùnw mw zona ce1ltrale ltlcerata, a fondo torpido: decorso emiuentemente cronico (circa un anno). S11l t'iso della pa::iente si osservano ancora alcune chiazze pigmentaric, solo i n qualche punto infiltratc e leggermente ip~rcheratosiehe: occorre fermare l'aHcnzione su tali macchie pigmentarie poich~ po11sono preludere la comparsa rli lr~ioui epiteliornatose. La diatermocoagulazione è oggidl il miglior 1ne:zo curativo d~lla neoforma::ione.
DWOST&AZIONl CLl:s'lCHE
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CASO li. Derm.a.tite erpetiforme di Duhring. - ln urw paziente ì4enne accanto a grosse bolle diffuse su tutt{) il tronco e sugli arti, che insotgono sponta11eamente (e che a tutta pri·ma potrebbero far pensare ad un p6mfigo ), si osservano estese ch.ù1zze erUematose nettamente delimitate, policicliclu·, 11ulle quali appaiono secondariamente bolle sierose ed emorragiche; l'eruzio111' è accompagnata da prurito c cla intenso bruciore . .Anche la lingua e la -muco1m orale sono secù di l!8tese disepitelizzazioni poichè, a causa deUa estrema sott i gliezza delle C1tpolc, le bolle si rompon{) facilme·nte. Tali caratteri, unitamellfr ctlla conservazione di uno stato generale discreto, malgrado che la dermatosi rlu.ri da circa tre anni, differenziano la dermatite erpetifonne d4l pemfit,oL 'introduzione per os e l'appli.cazione percutanea di Kl hamw provocato una nuova eruzione di chiazze eritematose e di bolle. Mentre nel pemfigo la terapia è del tutto impotente, nella dennatite f:l'· petiforrne si ottengono buoni risultati CO'n l'arsenobenzolo (senza peralt1o conoscerne il meccanesinw!); in quest'ultima la prognosi è quincti relativrlmente bu<ma. N el cMo 1Jartieolare però la prognosi è riservata stante l'ava , zata età della paziente. V arie sorw le cause che possorw dar luogo alla CO'Inparsa della d. e. ( Vt'· ronal, chirti'M, ascaridi, ecc.); questi fatti unitamente ad una eosinofilia che si osserva quasi costantemente sia nel sangue che nel liquido delle bolle, ed an.cora la C011lparsa a poussées delle lesioni accompagnate da intenso bruciore e prurito, cortaentorw di ascrivere la d. e. al gntppo delle m4lattie allergiche. CASO m. - Sicosi tricofitica. della barba. - Discute la. diagnosi C01~ le wmuni sicoS'i stafilococcich.e, mettendone in rilievo l'interesse pratico ai fini della prognosi e della terapia: il p. presenta delle lesioni localizzate esclusi-r:amente alla guam-io. sinistra costituit~ da p<UStole oonsiderevolmente infìl· trate in profortdità, per cui esse appaiono notevolmente rtlevate sul piano cutaneo. La suppurazicme è abbondantissi1na e mina tutta la regione colpita, co8icchè con una pr68sione anche nwdica si da esito a numerose gocci e di pus. N elle sicosi stafìlococciche invece le pustole sono scarsam.ente infìltratc e quindi pO<XJ rilevate; inoltre con la pressione si provoca, tutto al più, la fuoriuscita di una gocciolitla di pus proveniente dal follicolo del pelo. N ella sicosi tricofitica inoltre, e quindi nel caso in quistione, l'esame microscopico di un pelo rivela la presenza di wumerosissime spore. In queste forme di tricofizia proforula tutto il tegumento acquista u.na par· ticolare reattività di fronte alla itU~roduzione per via intradernlica di piccole dosi (cc. 0,10) eli tricofìtina (vaccirw costituito da una sospensione di sporo eli trieophyton 1tcoise col calore): si oss&rva cioè la CO'Inparsa di una reazione infiammatoria analoga a quella provocata dalla tubercolina, che permane pe1· alcuni giorni. N elle forme invece in oui solo l'epidermide è ·inter68sata d.al proc68so, la reazior1e è di solito scarsa o ·man.ca del t1ttto, inquantochè il tricophiton norJ. è venuto a cont-atto con il derma. CASO IV. -
Sioosi tricotìt ica della barba. quasi completamente guarita. - Caso, m origine, ancor piil grave del precedente: la C'ltra ~ consistita in 1tna accurata epilazione, seguita da prnnellature di a1.cool iodato e d.a applicazione di pomata iodo·iodura.ta; sono state altresì praticate iniezioni endove1wse di preparati iodici. La guarigi<me atroiene, come nel caso presente,
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DIMOSTRAZIO~'l
CLINICHE
a breve scadenza, mentre ndla sicosi stafilococcica la terapi4, nella m~gio ranza d.ei casi, è molto indaginosa.
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CASo V.- Roseola. granulosa.- Stadio d.i passaggio fra il sifiloderma 11uumloso e quello liche1wi<le. Le luioni varca1w i limiti che solitamer&te si osservaoo in qu.este forme: estendendosi in alto sino ad invadere completatnente il collo: si può pertanto presagire la comparsa di un le'ucod.erma luetico (collare d.i venere) in quanto il leucoderma rappresenta l'inlpronta negatira dell'ern::ione sifilitica. Il p. presenta pure papule palmari e plantari non rileva.te a cau.sa dello spessore dell'epidermide e papult erose allo scroto. 0Aso VI. - Siftloderma nodularc figurato in poriodo secondario. Il p. ha CO?ltratto la lue da poco piit di un a,vno e non si O'ttra da otto mesi; le lesioni, roto?tdeggiamti, sono costituite da una zona centrale atrofico-cicatriziale della gra1tdezza d'una attuale moneta da ci'tt'}ue li1·e che tutto all'intoroo presenta dei nodi di colorito cianotico, della grandezza di ~m grano di riM; di tali lesioni se 11.e riscontrano cinque in tutto (due agli arti superiori, una all'addome, una alla natica destra, ed una alla coscia datra). La ·mancanza del colorito giallo-caramella alla vitro-pressione dei oodi, nonohè la disseminazione delle lesioni, in ®i peraltro nott si osservano recidive centrali, esclude parimenti la tubercolosi. O.Aso vn. -Esiti di sifiloderma nodulare circinnato. - !morto in una operaia cinquantenne ad Mlamnui famigliare e pttrsonale completatn81lte m1tta: le lesioni, che ~llo spazio di tre anni avevano raggiunto una estensione "eramente notevole, so-no oggi rappresentate soltanto da chiazze pigme-ntark
che formano figztre serpigin.ose, a cerchio, segmtnti di CM'chio e che stdnM a<l indicare la prese1~::a di pregresse lesioni nodulari, regreiliu senza ulcerarsi, arsenobenzolictl. in tramuscolare. Occorre fermare l'attenzione su i fe?wmeni terziari, manifest4Zioni di sifìlidi ignorate, nelle qttali le er-uzioni seoondarie o sono passate inavvertite per la loro poca e11tità oppure hanno fatto completamente difetto. Questo d.ecorso asintomatico della lue trova conferma nella sifilide sperimentale degli animali ..,. i1~ parte spontaneamente ed in parte in seguito ad una ®ra
OASO VIII. Lupu.s eritematoso dt>l viso. - Ohiazze mtdtipl6 al viso ed al labbro inferiore, eritematose, infiltrate, iperoheratosiche, comparse in forma a01tta circa sei mesi oro sono; soltanto una chiazza, situata s'lilla guancia smistra, assai più grande delle altre e che presenta una z01ta centr<t~e atrofico-cicatrizia~e di colorito biancastro, luce-nte, con tend.enza alla estens-ione periferica, data da tre amni. La terapia ~ oggidì orientata verso i p1·eparati aurici che, complessiva· menu, hanno dato ~troni risultati .
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MEMORIE ORIGINALI
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ISTITUTO D'ICIENE DELLA R. UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
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D ir<'ttore: Prof. D . OrrOLENGHt CENTRO
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DI UN VACCINO A DOSE UNICA PER LA PROFILASSI DEL TIFO E DEI PARATIFI
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D. Ottolenghl con le collaborazion e di A. Oiovanardl, a iu to p di F. Massa, prirno Cttpitnno m erlico, a~SÌ$tente militare c ••)
Le presenti ricerche costituiscono lo sviluppo di altre pubblicate da. questo Istituto sulla vaccinazione a.ntitiftca., e principalmente di quelle. sul vaccino formolato a dose unica (1). Oome fu già accennato in quelle Note, lo scopo che ci sia mo proposti è di semplificare <>, ad un tt•mpo, di facilitare questo metodo di premunizionc, che non ha ancora applicazioni tanto estese quanto, per generale consenso, meriterebbe. Eppure basta. rileggere le relazioni dt>lJ 'Esercito italiano e degli a1tri bclligt'ranti intorno all'infezione tiftca. c agli efietti della vaccinazione a1 tempo dell'ultima guerra., in cui le grandi masse d'uomini impiegate e le particolari circostanze neJie quali essa. si svolse, permisero di radunare documenti tanto numerosi e persuasivi; basta consultare le pubblicazioni sull'impiego della vaccinazione per fronteggiare le gravissime situazioni createsi, in seguito alla guerra., in qualche paese dell'Europa centrale, per convincersi facilmente del >alore indubbiamente grande di codesto mezzo di profìla.ssi. Se esso però non ha poi sempre avuto, nelle popolazioni dei paesi ove l'endemia tifica è tuttora grave, notevole estensione, ciò, come ognuno sa, dipende sopratntto dalla. generale difficoltà eli far adottare volontariamente un provvedimento pro.flla.ttico, quando il pericolo che si vuoi fronteggiare non è imminente o già. manifesto , segnatament.e a.llorchè il provvedimento stesso costituisce un fastidio di non trascurabile entità. Si è sper ato di superare que!'lt'tùtima difficoltà, forse preminente, m~>diante la vaccinazione orale; ma questa., a vero dire - come è stato rilevato anche in espe rimenti compiuti in questo I stituto (2) -, non è altrettanto attiva che la, vaccinazione pa.renteralc, e inoltre, per la necessità di praticarla a digiuno e per la convenienza di farla precedere da somministrazione di bilo o di altro preparato adatto, non è di agevole applicazione regolare; senza. contare, che, se non venga. esegl!lita. direttamente dalla autorità sanitaria interessata, non offre alcun facile criterio per giudicare se sia. stata effettivamente eseguita. (•) Questo Oentro f~lona sotto .rU a usplol e con l'appoggio della On. Direzione Generale
d1 SanJtà pubblica.
(••) Lo rloerobe, e'lposte 1n questa nota, ,·enoero ~te. oon parità di ooUaborazlone, d a A. Glovanardl e da F. Maaa.
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Per tutte queste ragioni, attualmentR si concede la ma.ggiore fiducia alla >accinazione sottocutanea (3), e lo sforzo deve essere diretto a darle rutta l'estensione necessaria, riducendone il più possibile gli inconvenient i. Uno di quei\ti sta nelle reazioni generali e locali, e un altro, non meno importante, nel dover ripetere più voltf' le inoculazioni, seg1ùtt> ogni •olla ancora da codeste r(>azioni, sicchè, se pur si riesce a persuadere il )lubblico a sottometterni alla prima inocuJa.?.ione, diventa poi difficili. ~;imo di poter praticare le altre. E nell'Esercito, in cui la disciplina ottiene che le vaccinazioni siano ad ogni modo eseguite, si ha pero il danno della minorata capacità. dellt> truppe per alcuni giorni dopo ciascuna inocuJazionE', e quindi, nell'insiemE', per uno spazio di tempo non certo trascurabile . È b(>n noto come, per ovviare a codesto grave inconveniente, si sia. ricorso ai lipo>accini, che a vrebbero dovuto raggiungere lo scopo di conf(·rire una buona resistenza mediante una sola inocuJazione. :Ma è pure noto che essi, alla prova pratica, che fu assai est('sa, non hanno dato i ris'.lltati sperati. P(>rciò abbiamo creduto di ritornare su codesto argomento, utilizzando dei vaccini in sospensione acquosa, in cui però l'uccisione df'i germi fosse ottenuta con agenti capaci di attenuarne gli effetti tossici senza menoma.rne il potere vaccinante, anzi permett{'ndo d 'impiegarne dosi abbastanza elevate, sì da produrre una risposta immunitaria sufficiente dopo una sola. applicazione. Ora., le rioerche di Sabena (4) compiute in quest o stesso Istituto, e poi le altre che abbiamo ricordato in principio, ci hanno appunto condotto alla conclusione che la vaccinazione in un'unica inoculazione, se fatta in dosi convenienti e particolarmente usando un vaccino preparato con germi uccisi dal formolo (*), secondo un metodo già proposto da Alivisatos (5) e da lui provato con esito favorevole in alcnne ('Sperienze negli animali e anche, a quanto pare, in vaccinazioni in massa nell'uomo, è atta. a produrre uno stato di notevole immunità. Restava. da decidersi se l'immunità cosi conseguita è veramente paragonabile, per efficacia, a quella che si ot tiene con il metodo ordinario di vaccinazione ripetuta e progressiva, e se quindi la vaccinazione unica. meriti di venir presa. in considerazione per la sua applicazione in pratica. Le ric(>rche, che ora riferiremo, furono indirizzate precisamente a risolvere tale quesito.
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Com'era naturale, eseguimmo anzitutto numerose esperienze negli ;tnimali, onde st.udiare bene i vari lat.i del problema e definir(' le caratteristich{' del vaccino da impiegarsi poi nell 'uomo. Sarebbe stato molto utile eli svolgere queste esperienze suJJo st(.'SSO bacillo del tifo, ma esso è vt>ramente troppo poco virulento, diremmo: troppo estraneo ai comuni animali d'esperimento, per poter poi ricavarne qualche sicura conclusione rispetto al tifo umano; e perta,nto anche questa volta - pur non trascura ndo di fare delle prove con il bacillo del t.ifo, e utilizzando per ciò la <:;L\ia - abbiamo preferito, per le prove negli animali, dare il maggio}'(' imptù;;o alle esperienze col b. del para.tifo B. Questo g('rme infatti, oltre o' l H<·rm i"'' (6) in una sorte dl esperienze eseguite nel 1081, ma pubblleate dovo le nostre prime •:omuni•·~u:lonl, ba studiato un vaccino TAB, preparato oon -.metJientctramlna a.1 10•. ~ da u..an~l In dose unica. Questa, l)Cr l'uomo, è dl tre mlllardl di b. tiOcl 4) di un mlllard.o di <'lascuno del due bacllll p&r&tltlcl: <:on easa l 'A. ba ouenuto una buona produzlone di aatutl· nine , anal oga.meuw s quiUltO s i ha con lo stes•o 'l"accluo nel t'Oulwll.
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avere non piccola importanza per la. patologia umana, offre il vantaggio di essere dotato di notevole azione pa.togena, ad es., per il coniglio. in cui a piccole dosi produce una malattia. grave e morta.lt>. Una differenza sostanziale con il tifo umano sta. per6, fra l'altro, in questo, che il coniglio, facilmente infetta bile con il b. del paratifo B per la via. del sangut>, non lo è altrettanto, neppure ad alt<> dosi, per la. via orale. Cioè, l'infezione si verifica, specialmente favorendo il passaggio del germe oltre lo stomaco. ma ha. tendenza a restar!:' muta (7): una. condizione di cose, poco fa.vorl:'>ol «.> per l'Sperienze, come lP nostre, eh<> intendono prima di tutto stabiHre il valore prot<'tt ivo di una vaccinazion<> ricercando se questa salva l'animall' vaccinato dalla dose di virus atta a produrre sicuramente la morte nf>i controlli. Bisognò quindi attf'nersi all'infe?:ione endovenosa; <'. del r<>flto, ci è parso oh(• il paratifo B del coniglio, provocato appunto da inf<,zione endovenosa, potesse tutt.avin. servire di utile raffronto, n('i riguardi dt>lla vaccinazione, col tifo urnano, perchè anche in quello si hanno reazioni morbose generali, si ha la partecipazione dell'intestino e del fega,to, e perchè la. batteriemia artificiale, prodotta con J'inoculazione, tro\"a qualche riscontro nella ba"ttcricmia naturale all'inizio del tifo. Compint(>, come V<'dremo, con buoni risultati, le indagini negli animali, abbiamo esteso le <'Sperienze aJJ'uomo, secondo due direttive: studio preciso e prolungato dei fenomeni clinici e d<>Ile reazioni umorali di gruppi di individui vaccina.ti, in continua osser>a.zione, ma non esposti all'infezione tifìca-paratiftca; indagine epidemiologica intorno a gruppi di individui vaccinati, appartenenti a località infette di tifo e paratifi. I. -
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I vaccini furono preparati con parecchi stipiti dii b. tifìco, di b. para tifìco B, e di b. paratiftco A, isolati da malati nel1931, 1932 e 1933. Le patine delle agar-colture di 18-24 ore venivano raccolte, ciascuna, con cc. 10 di soluzione fisiologica; poi, per la. preparazione del1'id1·ovacci-rw , l'emulsione battt>rica era trattata a 600 per l ora, mentre, per il vacoi11o formolato, era addizionata, entro bottiglie con tappo smerigliato, di formalina «Erba» in modo da aversi una concentrazione di formaldeidl• all'l %per il b. tiftco e al 2 % per i b. paratifìci. Abbiamo usato quantità maggiori di formolo per questi tùtimi germi, analogamente a quanto aveva fatto Alivisatos per il solo b. del paratifo B, perchè ci è accaduto di osservare, specie col b. para.ti:fico B, che, con quantità minori, non resta nell'emulsione fino alla fine del trattamento il lieve eccesso di forma.ldeid(' libera., che riteniamo indispensabile anche per la sicura. uccisione di tutte le forme batteriche. Dopo tre giorni di permanenza in termostato a 37°, durante i quali si controJJa.va io un campione dell'emulsione la presenza di formaldeide con il reattivo di Rimini, veniva aggiunta a. poco a poco, t> ogni 6-12 ore, della soluzione di NII3 nfl fino a scomparsa della formaldeide libera (reazione di Rimini, n('gativa). Quando accadeva di eccedere un po' nell 'aggiunta. di N H 3 , si portavano tosto al punto neutro le emul:;ioni con HCI diluito.
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DI UN v.-.OCIN'O A DOSE UNICA PER LA PROFILASSI ECC.
I vaccini, dopo gli opportuni controlli di sterilità (coltura. di campioni in grandi masse di brodo tenute 15 giorni in osservazione a 37o), erano titolati, riguardo al contenuto di germi, mediante l'Opacimetro di Bnrroughs · Wellcome, preventivamente controllato con il conteggio diretto dei germi Poi si aggiungeva, come conservativo, all'idrovaccino il 0,5 % -di fenolo, ed aJ vaccino formolato il 0,2 % di formolo. Per alcune ricerche speciali dirette a stabilire se prolungando l'azione del formolo si attenuava maggiormente la tossicità del vaccino, le emulsioni batteriche vennero tenute lungo tempo a 37° (10-30 giorni), neutralizzando poi, come al solito, il formolo con NH8 • .Abbiamo determinato comparativamente la tossicità dei germi uccisi col calore o col formolo, inoculando in quantità varie le emulsioni cosi t.rattate di b. del paratifo B nella vena auricolare di conigli del peso medio di g. 2000-2500, e le emulsioni di b. del tifo nel cavo peritonE>aJe di cavie del peso medio di g. 350. I risultati furono i seguenti: Bacilli del paratifo B (conigli) Numero del germi lnocnlatl miliardi
Trattamento con col formolo caJore
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NB. - I rapporti nelle colonne (2) e (3) ind.icflllO quanti animali soccombono sul totale dei provati.
D trattamento con formolo ha, come si vede, un'azione detossicante nettamente superiore, tanto nel caso del b. paratifo B, che del bacillo tiflco. B) ESPERIENZE NEGLI ANIMALI.
La vaccinazione fu eseguita sottocute aJia regione addominale, previa ra.sat.ura del pelo ed accurata disinfezione. Le indagini sierowgiche, ristrette aJlo studio dell'agglutina.zion.e, si iniziarono 18 giorni dopo la vaccinazione, ricorrendo per ciò a un piccolo salasso dal cuore, o dall'orecchio, nei conigli. Per la ricerca delle agglutinine B a bbiamo usato colture in agar di 20 oro, o por le agglutinine O ci
siamo va.lsi di sospensioni batterich(> in soluzione fisiologica, tenute per l ora a 1ooo, a. bagno maria. Lo stipite di b. del para.tifo usato port-a il n. 395 della. nostra collezione: fu isolato dall'uomo nel 1933, ed è stato scelto fra i più vinùcnti. Con questo stipite venne preparato il vaccino per il coniglio, fatte lo prove di infezione, ed e8egniti i saggi di agglutinazione.
DI 'mi' T"ACCINO A D OSE UNICA PER LA PROFILASSI ECC.
415
rl
Ricf»·che batteriologiche. :!\egli animali morti, o sacrificati, le coltur(> si allestivano con: cc. 0,3-0,5 di sangue del cuore (conigli) o cc. 0,1-0,3 (cavie); 1/3 della milza; 1/8-1/ 9 del fegato; cc. 0,3-0,5 (conigli) o cc. 0,1-0,3 (cavie) di bile; tut.ti i gangli mesenterici opportunamente frazionati; 1/8-1/9 del polmone ; 1 /3 del rene; cc. 0,3-0,5 di urina.. Le culture fatte in circa cc. 20 <li brodo, erano tenute a. 37° in osservazione almeno una settimana. Si esaminò pure il contenuto intc•stinale !Wminando direttamente su agar D_rigalski-Conradi una ansata o dt1e di marE>ria.Je preso nel duodeno, nell'ultima parte del tenue e nel cras~o. Se poi si trattava dell'esame delle feci pc-r lo st11clio dei portatori fecaJi, si aveva anzitutto la precauzione di tC'n<'re isolato ogni a.nimaJe in una. propria gabbia, raccogliendo le sciba.le appena emesse e agitandolo con circa cc. 3-5 di sol. fisiologica fino a.d ottenC're un'emulsione ben d(•nsa, di cui si seminava cc. 0,5 in matra.ccini contenenti ec. 50 d.el substrato di :U:ulJer (nel caso ch(• si ricercasse il b. del pa.ratifo B), oppure cc. 50 del ~nbstrato di Wilson e Blair (per il bacillo tiftco ). Dopo una pE>rmanenza in tf>rmostato di 18-24 ore per il Mnller, di 48 orP pE'r il Wilson e Blair, si fa cevano da questi tE>rreni di arricchimento dei tmp~anti in agar addizionato di Iattosio e di saccaro~io all'l % di la.cca,mufia.. L'infezione di prQ'Va alla fìne ddla vaccinazione. con la dose minima mortale determinata con cttra, è stata E'S eguita nella 't'E'Da ma.rginale dell'orecchio nei conigli, in peritoneo nE'Ile cavie.
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0) ESPERIENZE NELL'UOMO.
Vaccinazione. Fu eseguita neJJa regione pettorale sinistra previa disinfezione de)Ja cute con tintura di iodio. n quantitativo iniettato n el caso del vaccino formol.ato è stato sempre di cc. l. D va.ccino TAB adoperato venne preparato con diversi stipiti dei tre g~rmi, isolat.i dall'uomo (malato) nel 1932 e 1933. I saggi sierologici però vennero t'Seguiti con un solo stipite per germe, precisamente col b. tiftco n. 309, col b. del paratifo A n. 1039, e col b. del paratifo B n. 395. n vaccinato, per il controllo della reazione locale, è stato visitato ogni giorno fino a 10 giorni dopo la vaccinazione. L e reazioni tel'miche si controllarono (termometro sotto l'ascella), durante i primi quattro giorni, ogni 3 ore di giorno e ogni 6 ore di notte; dal quarto al decimo giorno, ue volte aJ giorno (al1e ore 8, 16, 24). n potere battericida ed il potere agglutinante del siero sono stati determinati prima. de11a vaccinazione e in genere 15, 30, 90, 180, 360 e più giorni dopo la. vaccinazione. Si studiarono, anche neJJ'uomo, tanto le agglutinine H che le O. Per le prime abbiamo usato una sospensione batterica preparata secondo il metodo raccomandato da Dreyer (8), cioè partendo da una. brodo coltura di 18-24 ore, cui si aggiungeva il 0,2 % di formolo, tenf'ndo poi la miscela, agitata spesso, a 0° per 3-4 giorni. Invece per le agglutinine O, secondo il metodo di Gard.ner (9), a cm3 • 40 di sospensione batterica, ottenuta da una coltura di 18-24 ore trattata con soluzione fisiologica fenicata al 0,5 %, abbiamo aggiunto cm3 20 di alcool assoluto, lasciando poi la mescolanza a 37o per ~2-24 ore; e usando quindi il liquido limpido decantato.
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DI UN VAOOINO A DOSE UNICA PI!JR LA PROI!'ILASSI ECO.
n potere battericida venne determinato nel siero e, in una parte delle esperienze, nel 8angue in toto. n metodo seguito nel primo caso fu , in breve, iJ seguente; in una serie di provettine si poneva cc. l di coltura in brodo di 24 ore diluita l : 5000, si aggiungeva quindi cc. 0,5 di siero fresco di cavia diluito 41 decimo e infine cc. l del siero in esame inattivato. tale quale o variamente diluito (da l: 10 fino a l: 5000). Dalle mescolanzE' tenute in termostato per tre ore a 37°, dopo agitazione, si prelevavano cc. 0,3 che servivano per l'allestimento di piastre d'agar (l'agar era aggiunto nelle piastre dopo la mescolanza siero-coltura) in cui si eseguiva. il conteggiodelle colonie dopo uno o più giorni, finchè comparivano nuove colonie. Oltre ai soliti controlli di sterilità, di inattività df'i sieri riscaldati, di eventuale azione battericida del siero di cavia usata per complemento, se ne allest.irono altri per stabilire il numero dei germi seminati, iJ numero dei germi stessi dopo l'incubazione per 3 orr a 37° nel brodo diluito, oppure nei sieri inattivati e non addizionati di complemento, per più sicura valutazione dell'effetto ottenuto dall'azione degli stt>ssi sieri in presenza di complemento. Le variazioni del potere battericida nel corso del tempo furono poi giudicate, oltre che dai risultati assoluti delle prove fatte a diversi intervalli di tempo, anche dal confronto dell'effetto raggiunto, per la medesima concentrazione di siero - e mantenendo pure approssimativamente costanti le altre condizioni- fra. il siero prelevato prima della vaccinazione e quello prelevato nei singoli salassi praticati dopo tempi vari dalla vaccinazione. Invece per lo studio del potere battericida. del sangue in toto, dopo alcuni tentativi, si è scelto questo procedimento: in una serie di provette si aggiungono cc. 0,1 di brodo-coltura di 24 ore, diluita. l : 25, a cc. 2 di sangue addizionato di 2 goccia di soluzione al 20 %di citrato sodico, oppurt:>, per controllo, a. cm3 2 di brodo. Si portano le mescolanze in termostato, seminando poi cc. 0,1 delle miscele in aga.r dopo l, 3, 5, 7 e 24 ore di incubazione. In queste condizioni si è notato che, non solo non vi è parallelismo fra. il potere battericida del sangue in toto e quello del siero corrispondente, ma anzi quasi sempre il primo (normalmente elevato verso il b acillo del tifo e il bacillo del pa.ratifo A), 16-30 giorni dopo la vawinazione, è dimiwu.ito, mentre il secondo (e parimenti il potere agglutinante) è aumentato. Invect>, 60-90 giorni dopo la vaccinazione accade il fatto opposto: potere battericida del sangue tornato al valore primitiVù, o anche aumentato di forza, e potere battericida del siero in diminuzione. Ciò, del resto, corri~~ponderebbe a quanto è stato osservato da Lusena. (16) nell'infezione sperimentale dei conigli con bacillo tifico e da a.lt.ri nel tifo umano. Senza insistere per ora su questi particolari, che dimo~trano ad ogni modo l'opportunità di ulteriori ricerche- che noi stessi abbiamo già iniziato - , kggiungeremo come, a differenza. di quanto succede col bacillo tifìco e paratifico A, il pot-ere battericida del sa.ngue verso il baeillo para.tiftco B non si modifica. qua..'ii punto in seguito a11a vaccinazione con questo germe, sia dopo 30 e sia. dopo 60-90 giorni dalla V<tccinazione stessa. Notiamo infine che, esaminando il potere battericida del sangue in toto e dei suoi costit uenti, si trova che i g lobuli rossi, anche se lavati, ma.nife:;tano un 'attivit.à battericida uguale o supe-
ll DI UN VACCINO A D OSE UNICA PER LA PBO.riLASSI ECO.
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417
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periore a. queJia d('l SlmJ..''lle, e che il siero ottenuto per centrifugazione è meno attivo di quest'ultimo. Qui appres~;o, dunque, per quanto concerne il potere battericida., ci riferiremo solo all'a.zione del triero ottenuto per coagulazione.
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Tutt<' le esperienze furono condotte su conigli e su cavie, selezionati in modo da formare dei lotti il più possibile uniformi e per proveni('nza e per peso. Gli animali prima di essere comunque adoperati restavano in osservazione almeno 15 giorni. Prescelti p.-r lo st.udio comparat ivo, Jìidrovaccino ed il vaccino formolato, fu stabilito prima di tnf.to -mediante l'esame delle reazioni locali, generali ed umorali e degli effetti della inoculazione di prova - il tipo e il procedimento di vaccinazione più rispondente e la dose vaccina,!e più adatta. In sègnito, con numerose ricerche, si controllò il risultato finale di codeste prime prove, procedendo pure a indagini speciali, come sarà detto appresso. A) CONIGLI E Bi\l'lLT. O DEI, PARA TIFO B (v. tabella I). 1o Lotto di conigli: a) gruppo idrovaccino; b) gruppo vaccino formolato. Tre iMculazioni a distanza di una settimana l'una dall'altra rispettivamente di l, 2, 3 miliardi di germi. 20 Lotto di conigli: a) gruppo idrovaccino; b) gruppo vaccino farm olato. I noculazione unica a dosi varie: 250 milioni, 1, 3 1 6 miliardi. Reazicn1.i l<>cali. Sono state costantemente più gravi coli l'idrovaccino; n elle prove con tre inoculazioni o con quella. unica. di 3 oppure 6 miliardi, esse banno spesso dato necrosi della. cute con formazione di piccole ulcerazioni a base inftltrata., a decorso torpido. n vaccino formolato ha. invece provocato localmente fa.tli inftltrativi leggeri anche con la dose unica. di :3 miliardi; raramente, necrosi con la vaccinazione tripla o con quella unica di 6 miliardi. Le reazioni f ebbrili e l'a1tdam~nto del peso dimostrarono pure una. maggiore tollen:.nza verso il vaccino formolato che apporta. febbre alta solo con le dosi massime, ment re con l'idrovaccino si raggiungono temperature elevate e si osserva non raramente notevole riduzione di peso già con la vaccinazione unica a. 3 miliardi. La produzione di agglutinine è stata, per ambedue i tipi di vaccini, n e lla prova con tre inoculazioni, alta per le agglutinine H e marcata-mente più bassa per lo a.gglut ine O, sempre però con una lieve superiorità del va-ccino formola.to. Nella. vaccinazione unica con le dosi di 1-3 milia.rdi - apparse, come si è già detto, le più adatte -la produzione fu più abbond ante con il vaccino formolato. Un tasso molto aJto di agglutinine si ebbe n ella. vaccinazione a dose unica di 6 miliardi con tu tti e duo i tipi di vaccino. Anche nella vaccinazione a dose unica si notarono grandi differenze fra le agglutinine Be le O, presenti tuttavia sempre entrambe, tranne in due conigli vaccinati con dose unica. di 250 milioni (idrovaccino) ed uno t -
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I segni n ella. oclonna delle reazioni locali aegnaJano se ~el'to. reazione vi tu (+ J e ae ru Intensa( ++ ). o manoò (- ). Nella vaccinazione trlplloo l tre 8{11»1 con,;oou.tlvl al riferlsoono a olascllllO delle tre oou.Jazlo.nl sucocsslvc. I dati del peso Indicano lo dJJJeronzc, d.oJ poso lnlzlalo, ulla llloculazlon<> di prova. V algnlllelll> cho l'anlmal&, sopmvl.auto, e sacrldcato 120 glornt dopo l'tnooullu:ion c, risultò ftOn infetto. S elgniftoa che l'anlmaJc, saor!6cn.to 1:>0 gtornl dopo l'inoculaz:lone, rls:nltò fn/eUo. t significa che l'o.nlm&le, è morto spont.an ' ameote, ed accanto è Indicato Il numero del giorni tras<'Or&l dn.tl'lnooolazlone di prova. Nell'ulthtta colonna sono atatl segnalati como • portatori• gU animali rl8oltatl l,all a.ll' autopsia, o come • portatori r. • quelli in ou.J ru . Isolato U b. del paro.tlfo B dAlle feci.
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DI UN VACOI.NO A. D OSill UNICA PER LA PROli'ILASSI ECC.
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con dose unica di un miliardo (va.ccino formolato) nel cui siero non si sono riscontrate agglutinine O, e le H erano a.ssai scarse (titolo l: 10 -
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La malattia conseguente all'inoculazione di prova con la dose minima mortale, eseguita 8 oppure 20 giorni dopo finita la vaccinazione, ha mostrato notevoli differenze nella gravità e nell'andamento, in rapporto, naturalmente, anche con la. dose vaccinale. Si può asserire senz'altro che dal lato protettivo non hanno affatto corrisposto le vaccinazioni a dose unica con 250 milioni o c<>n 6 miliardi: i due estremi cioè, della scala vaccinale in prova. Infatti, su no ve conigli trattati con idro vaccino ne sono morti cinque (tre vaccinati con 250 milioni di germi e due con 6 miliardi) di cui ben tre per setticomia entro le 24 ore dali 'inoculazione di prova; inoltre uno dei soprav vissuti è risultato portatore fecale. Parimenti, su 10 conigli trattati con vaccino formolato, ne sono morti sette (tutti i cinque vaccinati con 250 milioni e due con 6 miliardi), di cui però soltanto d ue per setticemia entro tre giorni dall'inocula.zione di prova, mentre gli altri hanno opposto una notevole resistenza al virus. Risultati pre-sso a poco uguali per i due tipi di vaccino si sono ottenuti nelle vaccinazioni con tre inoculazioni che hanno procurato una protezione a bbastanza valida contro l'infezione. Un fatto interessante ò la marcata differenza fra i due vaccini nella inoculazione unica di 1-3 miliardi di germi. Con l'idrovaccino si ebbero risultati inferiori a quelli ottenuti con la vaccinazione tripla: con il vaccino formolato invece tali dosi hanno dimostrato di proteggere i conigli dall'infezione sperimentale allo stesso modo ed anche meglio della vaccinazione ordinaria con tre inocula.zioni. Ricerche speciali. Una questione di notevole rilievo, che abbiamo sempre tenuto presente, è quella riguardante l'esito finale dell'inoculazione di prova, che non viene interamente rappresentato dalla sopravvivenza., o meno, dell'anima le vaccinato. La sopravvivenza. - studiata in confronto di animali normali sottoposti alla. medesima infezione - è certo un segno dell'efficacia eventuale di un metodo di vaccinazione; ma, per un giudizio completo, è impor tante stabilire quali siano le varie reazioni morbose all'innesto dei germi e quale la sorte ultima di questi. P er ciò -come si vede a nche nella tabeJia 1 8 - abbiamo tenuto conto esatto della comparsa della febbre, dei sintomi a carico dell'intestino, e infine della persistenza. nell'animale, anche se sopravvissuto, dei germi inoculati. In via. generale, ma vi ritorneremo in seguito, un procedimento vaccinai-e si ha da considerare tanto più efficace quanto più prontamente e completamente il vaccinato riesco a liberarsi dai germi infettanti. Ciò ha pure impor tanza. per questa. ragione, che fino a quando residuano germi nell'organism:>, nè si può parlare di guarigione completa. nè cessa il pericolo che l'infetto, sebbene vaccinato, funzioni da propagatore del virus inoculat o . Ma poichè intorno a. questo speciale argomento abbiamo raccolto le nostre osservazioni in una n1ta, già pubblicata (10), ci limitiamo qui ad indicare sommariamente alcuni fatti di maggiore interesse. -1 Nella. tabella za, che ripor tia mo della. pubblicazione citata, si vedrà, ad es., come animali morti per l'infezione loro procurata, ma dopo un tempo
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abbastanza lungo dall'inoculazione, e quindi da considerarsi affetti solo da forme croniche, e anche animali sacrificati ta.rdivamente in istato di perfetta salute apparente, siano .risultati portatori. È soprattutto nella cistifellea che si rit rova il bacillo del paratifo B (20 volte su 20 animali riconosciut i portatori); ma non fu neppure raro di isolarlo dalla. milza (12 volte), dai gangli mesenterici (14 volte) e, na.tu.ra.lmente, anche dal contenuto intestinale. Nel rene e nell'urina, quando non esisteva batteriemia, il bacillo del paratifo B comparve una sola volta: il che, del resto, s'a.ccorda con osserva.zioni analoghe di altri. Tutto ciò, s'intende, nei limiti di precisione consentiti da.lla tecnica usata e già descritta, che però doveva essere atta a svelaroi, se non tutti, almeno la grandissima maggioranza dei portatori, e dei focolai infettivi in ciascuno di questi. Importa notare ora che sono risultati portatori conigli vaccinati tanto con l'idrovaccino quanto col vaccino formolato, e con tutte le dosi di vaccino. A vantaggio del vaccino formolato si ha però da osservare che il numero dei portatori fu proporzionatamente minore (17 su 49 animali, di front e a 11 su 25 con l'idrovaccino). Se poi si torna ad esaminare, sotto questo rispetto, la tabella ta e si vuoi giudicare l'effetto della vaccinazione daJla proporzione degli animali rimasti vivi e non portatori, dopo un lungo periodo di osservazione, si riconoscerà che la vaccinazione unica con vaccino formolato (l miliard•· di germi) ha avuto migliore effetto di quella con vaccino parimenti formolato ma alla dose di 3 miliardi di germi, oppure con idrovaccino (dose: l a 3 miliardi di germi). Dopo tali constatazioni, ci siamo pure posti questo quesito: gli animali vaccinati, che subiscano solo infezioni lievi, divengono ugualmente portatoriY e che differenze si 6sservano, a tal riguardo, con i diversi metodi di vaccina.zionoY È noto che l'esposizione a piccole dosi di germi viene d'ordinario considerata senza eccessivo timore, perchè - ove non esista alta sensibilità individuale - le piccole dosi (a.lmeno di molti batteri) sono sopportate facilmente, e, ripetendosi, funzionano quasi sempre da mezzo di vaccina zione inconsapevole e pur officat,e. M)J., tim;m. non ci sembra che si sia data sufficiente importanza all'altro lato della questione; ed è, che questa vaccinazione inconsapevole sottinte11;de un'infezione 1atentet e quindi è probabilmente causa di diffusione dei virus da parte degli infetti, non senza rischi, talvolta gravi, individuali e collettivi. Ora, le nostre indagini hanno provato che la vaccinazione non riesce sempre ad annullare neppure le infezioni lievi da bacilli tiftci o paratiflci, che possono così affermarsi e tramutare il vaccinato in un portatore. Anzi, se le infezioni sono ver-a.mente lievi, può accadere che il vaccinato, per questo riguardo, si comporti in modo del tutto simile ad un animale nuovo. Di regola peròt giova notarlo qui, il vaccinato risana più presto e ad ogni modo, diviene meno frequentemente portatore del non vaccinato. E, ciò che qui importa, è il vaccino formolato quello che anche in questo caso dà qualche migliore risultat-o. Passando ora. ad altre particolarità, ricordiamo che anche nelle nostre esperienze si è verificato il fatto che non vi è sempre parallelismo fra. rio·
423
DI UN' VAOOINO A DOSE UN'IOA PER LA PROFILASSI EOO.
cbezza di agglutinine nel siero dei voocinati e grado di resistenz& a.ll'inoculazione di prova. Fu però sostenuto dal Felix (11) e da altri che bisogna distinguere fra l~ agglutinine H e le O, e che solamente queste lÙtime sono la espressione di una. immuniJà antibatterica. ll Felix stesso emise l'opinione che l'ordinaria· vaccinazione a.ntitiftca. è inefficace appunto perchè non ne segue che produzione di agglutinine H . Anche lo studio dell'azione battericida del siero nel corso del tifo (12) dimostrerebbe quanto stretta relazione vi è tra esso e il contenuto di agglutinine O, onde si dovrebbe riconoscere l'importanza preponderan te dell'antigene O, da cui derivano e agglutinine a piccoli fiocchi e ambocettori battericidi, n ella immunità acquisita contro il tifo. Senonchè diverse osservazioni stanno ormai a provare ohe nelle varie età si trova già normalmente una certa. copia, sebbene modesta, di agglutinine O, e che queste aumentano in sèguito all'ordinaria. vaccinazione. Negli individui normali si trova un titolo variabile da l : 50 a l : 200, con oscillazioni che, nelle diverse ricerche possono anche dipendere dalla tecnica più o meno precisa seguìta; nei vaccinati invece si raggiungono titoli l : 320 e anche olt re (13). Però nè tutti gli individui normali nè tutti i vaccinati, contro il tifo o anche contro i paratifi, presentano agglutinine O. Ciò può spiegare le divergenze da quanto aveva asserito il Felix, il quale inoltre considerava come significativi solo titoli uguali o superiori all'l: 100, spesso non raggiunti neppure dai vaccinati che pur presentano codesto tipo di agglutinine. Dal canto nostro, il seguente prospetto riassume quanto abbiamo rilevato nei conigli vaccinati contro il b. del pa.ra.tifo B, avve1tendo che questi, prima d ella vaccinazione, non presentavano agglutinine O ed avevano raramente un titolo massimo di agglutinine H l : 10. · Positivi
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424
DI UN VACOlNO A D OSE U'N'IOA. PER LA PROFILASSI ECO.
tratti di un numero ristretto di animali, tuttavia sembra risultare. abbastanza netto il fatto che fra contenuto di agglutinine O e grado di resistenza non sussiste alcun rapporto costante. Ciò è pure in accordo con precedenti ricerche eseguite in questo Istituto, da cui emerse che tra ricchezza di agglutinine a piccoli fiocchi e prognosi fausta del tifo nei malati non vi è sempre la correlazione sostenuta dal Fe1ix (14). Recentemente Lange e Ka.uffmann (15) in una serie di esperienze sui topi con un b. del paratifo Breslavia., avrebbero invece notato che vi è in generale para.Jlelismo tra agglutinine O e immunità, onde sarebbero indotti ad ammettere che anche per l'uomo l'antigene O ha importanza decisiva. Rilevano però che, se invece di considerare il risultato globale delle esperienze si analizza il comporta mento di ciascun animale, si trovano delle divergenze, per cui si vedono topi con alto titolo di agglut inine · O soccombere all'infezione, e viceversa. Ma, aggiungono questi autori, ciò può significare solamente che nella immunità provocata dal vaccino vi è anche una componente individuale; e, del resto, non è loro accaduto che topi senza agglutinine O siano resistiti all'infezione sicuramente mortale. Ciò invece si è verificato nelle nostre esperienze più di una. volta; sicchè, pur non sentendoci autorizzati dal numero attualmente un po' piccolo di prove a formulare una conclusione precisa, siamo d'avviso che questo argomento ha bisogno di ulteriori indagini, prima di accogliere il concetto che le agglutinine O esprimono lo stati? di immunità, se pur non ne indichino il grado (v. anche avanti). F'a11e negativa. Poichè nella vaccinazione unica. si deve ricorrere aJl'inocula.zione di dosi abbastanza elevate di germi, la questione della fa1Je negativa merita anche più attenzione dEll'ordinario, avendosi da presumere cho, col crescere della. dose di germi inoculati, potrà crescere e protrarsi maggiormente lo stato di sensibilità ad una successiva infezione, dovuto alla sottrazione delle sostanze antibatteriche assorbite appunto dai germi . iniettati. All'uopo abbiamo istituito una serie di esperienze, in cui, usando vaccino formolato, si provO comparativamente per la vaccinazione unica e per quella. triplice (la prima. di 3 o di l miliardo di germi, e la seconda di 6 miliardi in totale), quale fosse il comportamento degli animali di frontt all'inoculazione con la dose minima mortale eseguita 1, 3, 5 giorni dopo compiuta la vaccinazione. I risultat i sono stati questi: Conigli morti INFEZIONE
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Non sembra dunque che qui vi sia stato indizio di fa.so negativa. Eccetto nella vaccinn.zione unica di 3 miliardi di germi, in cui gli animali provati 24 ore più tardi soccombono tutti alla stessa guisa di animali nuovi, negli altri casi già dopo un giorno si ha qualche segno di protezione. Ilfigliore di tutte si sarebbe rivelata la vaccinazione tripiice, ma con questa la prova realmente vit•ne a farsi dopo tre inocuJazioni a distanza di una settimana l'una dall'altra, e quando c'è già stato tempo non piccolo per la comparsa. di un certo grado di immunità. Comunque, anche la vaccinazione unica dopo 3-5 giorni manifesta. chiaramente la sua azione immunizzante. B) CA VIE. -
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Bacillo della tifoide.
La vaccinazione su vari gruppi di animali, venne es('guita o con idrovaccino o con vaccino formolato (v. tabella 3a), con 3 inoculazioni di 250, 500, 1000 milioni di germi oppure colla dose unica pure di 250 o di 500 o di 1000 milioni di germi. L'inoculazionc di prova, nella cavità peritoneale, con l d. m. m . si fece 8 o 20 giorni più tardi. Le reazioni locali sono state costantemente più notevoli con l'idrovaccino, che ha provocato localmente anche fatti infiltra ti vi rimarchevoli non seguiti però da necrosi. Anche l'andamento del p eso ha most rato una netta differenza: invariato o aumentato nelle ca.vie trattate con vaccino formolo, spesso diminul in quelle inoctùat e con idrovaccino. Quanto all'esito dell'infezione, il vaccino formolato, specialmen te con le dosi superiori ai 250 milioni, ha dato ottimi risultati; mmtre l'idrovac· cino, pure avendo nel complesso corrisposto bene, si è dimostrato nettamente inferiore. È interessante rilevare che - a differenza di quanto osservammo nei conigli rispetto al b. del para.tifo B -all'infuori delle poche cavie morte p er l'infezione subita e riconosciute portatrici (in questo caso pure, è specialmente nc1la cistifellea che si annida il b. ti.fico ), le altre sacrificate dopo 40 o dopo 75 giorni risu1tarono esenti da infezione latente. Del resto, anche fra le cavie vaccinate, o normali, inoctùate con dosi submortali o piccolissime di coltura, pochissime sono poi diventate p ortatrici ed appartenevano ai gruppi infettati con le dosi più alte. Una differenza fra cavie normali e vaccinate fu tuttavia evidente; a parità di dose infettante, fra l e prime si ebbero 2 portatori su 6 cavie in esperimento, 4 su 20 nelle vaccinate con idro vaccino t an t o con iniezione unica che triplice, l su 20 n elle vaccinate con vaccino formola.to. Durata dell'imm1mità. Fu studiata su cavie inoculate con vaccino formolato: vaccinazione triplice (complessivamente, di 1750 milioni di bacilli tiftci), o vaccinazione unica (di 500 o di 1000 milioni). La resistenza. aJla d. m. m. è stata .finora saggiata dopo 1, 2, 4, 6 mesi su gruppi di 3 cavie per ogni dose e per ogni tipo di vaccinazione. Tutti gli animali sono sopravissuti, eccetto, dopo 180 giorni, una cavia su 3 vaccinate con 500 milioni di bacilli in dose unica.
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DI UN' VACOIN'O A D OSE UN'IOA PSR LA PROFILASSI ECO.
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Dall'insieme di queste esperienz~ n~gli animali, in accordo con le precedenti nostre rioerch~, è risnJtato, dunque, che l'inoonlazione unica di dosi appropriate di vaccino formola.to è capace di conferire una. immunità contro il bacillo del paratifo B o contro il b. del tifo, non meno elevata di quella prodotta con l'ordinario metodo delle t re inocnJazioni a. dosi progressive, e ugualmente, se non meglio, tollerata. Di qui l'indicazione, di tentare l'applicazione di questa medesima vaccinazione unica nell'uomo. III. -
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ESPERIENZE SULL'UOMO.
Una serie di prove preliminari, in cui si saggiò Ja reazione a diverse dosi di vaccino formolato preparato con bacilli del tifo, soli o associati ai due parati.li, e si controJJò la produzione di agglutinine e di batteriolisine, diede risultati tanto incoraggianti che non esitammo a estendere subito le esperienze. n nostro programma fu anche qui di confrontare gli effetti della vaccinazione unica antitifo-pa.ratiflca, con l'ordinaria vaccinazione triplice pure con vaccino formolato oppure con idrovaccino, usando a quest'ultimo scopo nn buon preparato del commercio (idrovaccino dell'Istituto Sieroterapico Milanese). Quanto alle dosi, in base alle ricordate prove preliminari, ci attenemmo alle seguenti: a.) Vaccinazione unica di 2000 milioni di germi (b. tiflco 12lSO, b. paratifo A 250, b. pa.ratifo B 500 milioni) oppure di 3000 milioni (b. ti.fico 1500, b. pa.ra.tifo A 750, b. paratifo B 750). b) V ace.nazione triplice: l a iniezione con b. ti.lico 500, b. pa.ra.tifo A e B ana 250 milioni; 2• iniezione: b. tiftco 1000; b. paratifo A e B ana 500 milioni; 3• iniezione: b. tiftco 1500, b. paratifo A e B ana 750 milioni. c) Vaccinazione triplice con idrovaccino: 1• iniezione con b. ti.lico 750, b. paratifo A e B ana 375 milioni; 2• iniezione con b. tiflco 1000, b. paratifo A e B ana 500 Inilioni; 3• iniezione con b. ti.lico 1250, bacillo paratifo A e B ana 650 milioni. Le iniezioni erano praticate sotto cute nella regione pettorale sinistra. Esponiamo qui appresso i risultati di queste esperienze che riguardano 40 individui (17 per la vaccinazione unica di 2 miliardi, 15 per quella di 3 Iniliardi, 4 per ciascuna. delle triplici; età, da 20 a 45 anni, eccetto uno di età poco superiore ai 45) seguiti per lungo tempo con ogni diligenza. L•esperimento era d.i8posto in maniera che la 3• iniezione nella. vaccinazione triplice cadesse lo stesso giorno della vaccinazione unica, st da. poter studiare poi contemporaneamente e nelle medesime condizioni i fenomeni che ci interessava di indagare nei vaccinati, e in particolare: l) le reazioni locali e genera1i all'innesto del vaccino; 2) le reazioni sierologiche a. tempi vari dopo la vaccinazione. l . -
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REAZIONI LOOALI E GENERALI.
a) Vaccin~OM unica di 2 miliardi di germi. Localmente non sono mai state osservate reazioni di grande entità: solo, e non sempre, un leggero gonfiore, modicamente doloroso alla pressione, nel punto dell'inoou-
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DI UN V AOCINO A DOSE UNICA PER LA PROJ'ILASBl ECO •
]azione con zona arrossata poco diffusa. Tutto ciò di rt-gola scompariva entro le 24 ore, raramente più tardi (2-3 giorni). Come sintomi subbiettivi: lieve cefalea, non gravativa, talvolta inappetenza. e senso di prostrazione non durevole. La. temperatura. ascellare invece è stata. in tutt i notevole!
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Grafico n. 2. Grafico n . li. G. G. - 96 anni. - Vaoclno formolato, 2 mUiardl - rlvacol.nazlone orale dopo DO giorni. Potere agglutinante e batter icida. del sioro dopo 15 a tSO giorni dalla V300lnazfone (grafico 1 e 2). o andamento della temparatura nel 2 giorni successivi a.lla vn.oclnazlono (grat. 3).
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si sono sempre raggiunti i 38°, spesso i 38o,5, qualche volta i 39o. Dopo circa 6 ore dalla. vaccinazione si iniziava. il graduale innalza.mento della temperatura che raggiungeva. il massimo dopo 9 oppure 15 ore per decrescere poi rapidamente: dopo 48 ore su 17 uno solo ebbe ancora 37o,2 e già dopo 36 ore non si notavano che sta.tì febbrili fra i 37o,1 e 37!>,9. In alcuni individui, al setliimo-otta.vo giorno dalla vaccinazione, si manifestò un rialzo della temperatura fra i 37o,5-37o,s, della durata di poche ore, che
429
DI UN VACCINO A DOSE 'O'NIOA PER LA PROnLASSI EOO.
dagli esami praticati non è risultato in relazione con le reazioni siero-
logiche (•). b) Vacoinazions unica oon 3 miliardi ài germi. Localmente, pure non essendosi mai notate reazioni impone~ti, è stato sempre ben visibile so-
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v. O. - U anni. -
pra.ttntto nn arrossamento diffuso a buona parte della regione pettora.le sinistra. e accompagnato da modico gonfiore. Esso pure scompariva entro le 36-48 ore; per cui può dirsi che le reazioni locaJi, dovute ad inocuJa.zione di 3 mil.ia.rdi di germi, pure essendo più evidenti di quelle provocate da.Jla
c•) Tanto cnn questo met<>do di varclnadone. cbe con gli aliTI da noi IJI)Crlmcntatl. !l è olll'Orvato quasi rostantemcnte nn lle•e, ma e vidente tumor di mll7.a cbe lnAorgcva S-4 giorni dopo I'Jno ,.o.lrutlone , al cader della febbre, e non era plb r l8cont.rabUo alla •lslta praUcata .16 giorni pttl tardi.
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vaccinazione con 2 miliardi di germi, non hanno mai dato luogo a.d inconvenienti seri immediati o tardivi (neppure a. semplici ingorghi ghiandolari secondari). I sintomi subbicttivi e la temperatura non furono gran che diversi da. quelli notati nella vaccinazione con 2 miliardi. c) Vaccinazione triplice con vaccino al fonnolo. Reazioni locali e sintomi subbiettivi ident ici alla vaccinazione unica; temperatura aacella.re fra 37o,4 e 38o,l - 38o,3 ad ogni inocuJazione. d) V accinazio.ne triplice con l'idrovaccino. Reazioni locali più accentuate: in l su 4 vaccinati è residua.to un ingorgo ghiandolare, scomparso solo dopo 12 giorni (3• inoculazione). Riguardo ai sintomi subbiettivi, notiamo che si è avuto talvolta vomito dopo la 2 6 vaccinazione. La temperatura è stata un po' alta (da 380,l a 39°,1) dopo la l• va~cinazione, più bassa dopo la 2• e 3& inoculazione, pure raggiungendo talvolta i 38o, mentre in genere restava sui 37o,5. Questi esperimenti dimostrarono dunque che la vaccinazione unica di 2 miliardi non dà r eazioni locali degne di nota e che anche lo stato feb· brile dura poco (30 ore, in media.) e di regola è poco spiccato. Aumentando la. dose a 3 miliardi, si fanno più forti le reazioni locali, però senza inconvl'· nicnti seri; anche la reazione febbrile è maggiore (in media è di oo,5 più elevata che nel caso precedente). Un po' più attenuati sono i fenomeni corrispondenti nella vaccinazione triplice, in cui però si ripetono all'incirca. con eguale intensità dopo ogni inoculazione.
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DI UN VACCINO A DOSE UNIOA PER LA PROFILASSI ECO.
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Agglutinine. I risultati ottenuti con la vaccinazione unica di 2 miliardi d i germi, sono riaasunti nella tabella 4&, avvertendo che in essa viene indicato S<'mplicemente il numero di vaccinati che ha presentato i titoli massimi agglutinanti segnati. Le cifre fra parentesi si riferiscono ai vaccinati con 3 miliardi di germi; e i titoli di n,gglutinazione sono espressi, per brevità, con la diluizione 50-100..... anzichè con l'espressione completa. corrispondente l : 50, l : 100, ecc. Si noti ancora che, negli individui in esperimento, il titolo agglutinante del siero, prima della vaccinazione, raggiungeva al massimo il valore l : 20 per le agglutinine H, e l : 10 per le agglutinine O. che però erano più spesso assenti. Per maggior chiarezza riportiamo, nell'altra tabella. 5a alcuni esempi delle variazioni del titolo d'agglutinazione H c O dal momento che precede la vaccinazione a varie epoche dopo di questa. Oonverrà aggiungere qualche commento. Oome si deduce da queste tabelle, le agglutinine H dopo la. vaccinazione furono sempre presenti a un tasso più elevato delle O, pur notandosi fra queste e quelle un comportamento abbastanza concordemente nelle successive variazioni. n titolo agglutinante massimo si è raggiunto quasi sempre 30 giorni dopo la vaccinazione, però con differenze individuali talvolta notevoli: dopo tale data. le agglutinine si riducono e la riduzione è già spiccata. dopo 90 giorni, se le dosi dd singoli batteri costituenti il vaccino erano basse; ciò si vede chiaramente nel caso del b. pa.ratifo A, che, nel1a. vaccinazione con due miliardi di germi, compare come dose parziale di 250 milioni. Vi è del resto quasi sempre corrispondenza. fra dose vaccinante e titolo agglutinante; ma non
TABELLA IV.
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(Per le 'IJIIegazlonl , v. gratlcl l a 8). J -
Giornale d i medicina mt11tar•.
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434
DI UN VACCINO A DOSE UNICA PER LA PROFILASSI ECC.
mancano le differenze individuali, per cui si può pa.rlare di individui buoni produttori o cattivi produttori di agglutinine. Quanto alle vaccinazioni triplici, esse hanno dat o effetti paragonabili alla v:lccina.zione unica con 3 miliardi. R.ela.tivamente poi, in particolare, alle agglutinine O, si osserverà che col crescere della dose vaccina.le, diminuisce in genere il numero degli individui che non ne presentano nel siero, e ne aumenta il titolo. Questo p erò ha raramente superato l'l: 100 - titolo non raro - giungendo . al massimo all'l : 250. D'alt.ra parte, le agglutinine tifiche e paratifiche B hanno comportamento a,nalogo, mentre le paratifiche A compaioni più raramente ed a titolo Jliù ba,<sso . Tutte dimiuui'3cono, quant.o più si a.Uontana la (hlita della vaccinazione. E vi sono infine evidenti differenze indivjduali a.nchP in quPflta reazione. sierologica alla vaccinazione. NPil'insieme si può dire che i nostri risulta ti si accordano bene con quelli raccolti da altri autori sullo st esso argomento (Giglioli, Dulaney e collaboratori, e a,Jtri) (13). Potere battericida. Non potendo riportare i numerosi dati raccolti in propo~;ito con i singoli sieri nelle diverse diluizioni riRpet to ai tre gerrui di cui risultava il vaccino, ria.'ìsumiamo i repert.i più interessanti nl.'lJa tabella 63 • Questa, è stata costruita, confrontando il comportamento del siero di cia.scun individuo prima c dopo la vaccina.zione, alle medesime diluizioni e di fronh• a un numero approssimativamente <•gml>le di batteri. Se dopo Ja, vaccinazione si è aVltto che il numero dei batteri uccisi dal siero in una doeterminata diluizione, è almeno il doppio di quello osservato, nelle medesime circo!ltam:e, prima della vaccinazione, si considera che tale riswtato è significativo e cho il siero, a quella diluizione, è divenuto battericida. Ripetendo le prove per le varie diluizioru scelte, si giunge cosi a fi.ssa,re la diluizione Im'bssima, (oRsia, il titolo massimo), del siero, a cui questo manifesta ancom codesta azione battericida. Dalla tabella 6 11 si può riconoscere come anche il potere battericida raggiunga il massimo dopo circa un me~;e dalla vaccinazion<', con notevoli variazioni inJividuali; poi incomincia. la riduzione, più forte se la dose vaccinale fu piccola. Peraltro il potere battericida ha tl.'ndenza a persistere più a lungo delle a.gglutinine, con 1-e quali non presenta sempre parallelismo, avendosi individui con elevat.o potere agglutinante e scarso battericida, e viceversa. Qtti pure il bacillo paratifico è queBo che provoca una risposta immunitaria più intensa. Vi è una. certa corrispondt>.nza, come si è notato anche per le agglutinine, fra altezza di dose vaccinale e intensità di potere battericida, ma non in tutti i ca-si; e parimenti non vi è sicuro rapporto fra. reazione locale e generale della vacciua,zione e forza battericida del siero. Fu poi riscontrato più volte il fenomeno para.dosso di Neisser e Wechsberg. nei sieri di vaccinati con 2 oppure con 3 miliardi di germi. Quello che si è detto per la vaccinazione unica. può ripetersi all'incirca per hL vaccinazione triplict>. T1·nendo present<' quanto aibbiamo ricordaJo precedentemente intorno aJI"imporlan7.a che alcuni AA. a.ì:isegnauo, per la immunità, a1le agglutinine O e. intorno ali<· r<>lazivni intime chc gli ambocettori battericidi n,vrebbero, sNJondo FPlix, con l'antigent> O, ci parve intert>ssante ricercare se ahn<·no q nest e rehL7.ioni si manifesta scro a.uche nei nostri esperimenti.
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{ DI UN V.~COtNO -~ DbSE UNTCA PER LA PROFILASSI ECO.
437
Ora, a parte il fatto, che il titolo delle agglutip.ine O è stato sempre abbastanza basso, mentre il potere battericida è cresciuto notevolmente, vi è pur da. rilevare che nel caao nostro non si è verificato alcun parallelismo tra i due titoli, nello stesso individuo, e neppure nella fase di ascesa. e di discesa.
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E a taJ proposit o ci sembra utile di riportare alcuni esempi di quanto a bbiamo osservato, nella tabella 7a, in cui sono appunto posti a raffronto il t-itolo agglutinante H e O e il potere battericida. massimo di una serie di individui a. vari intervalli dopo la vaccinazione.
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Dopo avere cosl esaminato gli effetti della vaccinazione unica, seguend.o
l'evoluzione delle reazioni sierologiche (agglutina~ione e battericidia.) nei mesi successivi alla vaccinazione, ritenemmo opportuno - anche sotto il riguardo pratico - di studiare la possibilità di ridestare codest,e reazioni ·q uando accennano a divenir molto deboli o a. svanire. Se l'immunità al· 1 'infezione - come vi -è motivo di ritenere - è in qualche inti.ma relazione con gli anticorpi svelabili nel sangue, si deve supporre infatti che
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DI U 'N VACCfNO A DOSE U'NIOA PER LA P ROFfLASSI ECC.
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D l UN V ACCI:NO A DOSE UNIOA PER LA P ROli'IL...SSl ECC.
TABELLA 7 .
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DI UN VACCINO A D OSE UNICA PER LA PROYILASSI ECO.
quando questi diventano molto scarsi, anche l'immunità si indebolisca, e che se si ottiene un:a nuova produzione abbonda.nte di anticorpi anche l'immunità abbia da rinforzarsi. A tale scopo si tentò l'inoculazione di una piccola dose di vaccino formolato sotto cute oppurE> la somministrazione unica, ancora in piccola dose, di vaccino per bocca. Si trattava appunto di vedere se ricorrendo a dosi inferiori aJla vaccinale (chè, altrimen ti, si ca-
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drebbe nella semplice rivaccinazione con i disturbi e le difficoltà inerenti) si sarebbe ottenuto l'effetto desiderato; tanto meglio poi, se a ciò bastaRse la somministrazione orale, più accetta. E la prova fu eseguita dopo 90 giorni e dopo un anno dalla vaccinazione. Ora, dopo 90 giorni, la rivaccina.zione orale. con 60 miliardi di germi (20 per ciascuno dei t re germi) ha dato in genere eccellenti r isultati, riportando circa al t itolo primitivo e a.gglutinine H e O e potere battericida , con questo di particolarmente intereRsante, che tale ripresa. non è stata momen-
tanea., beusl, in varì casi, i risultati avuti si sono mantenuti, con lie-ve de-
DI U:-f VACCINO A D OSE UN ICA PER LA PHOFILASSI ECC.
441
crescenza, fino a 30-90 giorni dopo la rivaccinazione. l\leno buoni, o almeno meno chiari, furono invece gli effetti della vaccinazione con l'inocula.zione sottocutanea di 1/ 10 de11a dose primitiva di vaccino. Forse si potrà ottenere di meglio variando la dose: e ci riserbiamo di tentarlo. La rivaccinazione praticata inv<>ce al termine deil 'anno dalla vaccinazione, quando gli individui in eRperimento non presentavano quasi più segni umorali ili immunità, hanno dato risultati assai meno felici, poic h è il ripristino delle agglutinine e delle batteriolisine, saggiato 20 giorni dopo la rivaccinazione, fu assai modesto. Non sappiamo se ricon·endo ad altre dosi si com;eguiranno migliori risultati, e resta pure a determinarsi l'effetto di questi intervt>nti quando la caduta delle reazioni umorali non è cos ì cornplnta, come abbiamo visto e~:~;erP dopo un anno. A illustrazione di tutto abbiamo riprodotto via via, nelle pagine prece denti, alcune grafiche relative a casi, scelti fra i più ilimostrativi. IV. -
E SPERIENZE NELL.A PRATICA.
La vaccinazione a dose unica fu da noi esperimentata su gruppi di person e obbligate alla vaccinazione antitifica, e più largamente in varie località della provincia di Forli, ove serpeggia un'endemia tifica di varia entità, che talvolta dà degli episodi epidemici di una certa importanza. È qui :pure-sebbene non nelle stesse popolazioni-che diversi anni or sono questo Istituto fece numerose prove con la vaccinazione orale (2). Era quindi naturale di studiarvi ora gli effetti di quest'altro metodo di vaccinazione, conoscendosi bene le particolarità di ambiente e le caratteristiche nosografiche locali, che, del resto, venivano pure indagate da noi per speciali indagini epidemiologiche sul tifo. L e vaccinazioni in discorso furono eseguite o prima o dura.nt.e l'ordinaria stagione epidemica. La dose di vaccino formolato inoculata, con una sola iniezione ipodermica, era di 1250 milioni di b. tifico, 250 di b. del paratifo A e 500 di b. del paratifo B (in totale, 2 miliardi di gernù) per gli ~ulti, della metà per \ ragazzi di 10-15 anni, e di 1/3 de11a dose per fancrulli sotto ai 10 anni. . Sede dell'inoculazione nell'uomo fu la regione peUorale; n ella donna iniZlahnente si provarono la 1·egione sottosct~polare e la regione della coscia, tem e ndo, nella regione pettorale, qualche complicazione a carico della mammella; ma poi, visti i risultati (v. avanti), si preferì la regione pettorale (parte alta al di sotto della clavicola). La pelle veniva disinfettata accuratam:~te con alcool iodato al 2 %, facendo, dopo l'inocnlazione, una leggera fnz1one. La vaccinazione è stata praticata indifferentemente in tutte le ore della giornata., ma più spesso nel pomeriggio ad una certa distanza dai pasti (3-4 ore) affìnchè l'acme della reazione si svolgesse durante il riposo della notte; si raccomandò di evitare i pasti copiosi e gli strapazzi nella serata. La vaccinazione fu complessivamente applicata in 440 persone (maschi, f~ rrunine, adulti e bambini); di esse 83 appartenevano a liD solo borgo (Oolhnello) ed erano state tisparmiate dal tifo durante un episodio epidemico abbastanza grave dell'anno prima ·(1932).
44 2
DI U N VACCn.'O A DOSE U~lCA PER LA PROFILASSI ECC.
Le reazioni loca.li furono notevolmente intense nelle donne, quando
in principio si fecero le inoculazioni nella regione sottoscapolare o nella coscia, avendosi, nel primo caso, infilt razioni piut tosto estese e persistenti, un poco dolenti; e nel secondo, anche la formazione di qualche piccolo ascesso. Abbandonat<• questt' sedi, le reazioni locali notate, nella regione mammaria ta.nto nell'uomo come nella donna, possono de.tìnirsi leggere. e non rara men te insignificanti. Erano caratterizzate da: eritema diffuso nelle prime 8-12 ore susseguent i alla inoculazione, modica infiltrazione che perdurava per 2-4 giorni al massimo; dolenzia spontanea e provocata dai movimenti dell'arto superiore corrispondente, per le prime 18-24 ore. In molti casi verso il settimo-ottavo giorno dalla vaccinazione, quando già n e erano svaniti gli effett i immediat i, si ebbe a rilevare una lieve riaccensione dei fenomeni locali (rossore, infiltrazione, dolenzia) che, di regola si spense entro 2-3 giorni; solo eccezionahnente (2 casi) la infilt-razione è stata più notevole ed ha persistito più a lungo senza p eraltro distogliere l'indiViduo dalle sue occupazioni a bituali. A quanto si è potuto sapere, però, le persone in cui si manifestarono i sintomi accennati, avevano affaticato troppo presto e intensamente l'arto corrispondente alla sede dell'inoculazione. Nei bambini le reazioni locali (e anche generali) sono apparse più lievi che n egli adulti. Le reazioni ge?Wrali fra le persone che potemmo seguire, furono di media intensità e consi~tettero in febbre (al massimo 38°,5- 38o, raramente sopra i 39°), cefalea, malessere, astenia, lieve inappetenza. Scomparvero, nella grandissima maggioranza dei casi, entro le prime 24 ore; però talvolt.a si verificò una seconda, lieve, elevazione termica alla sera del secondo giorno. In genere i pazienti sono ritornati alle loro occupazioni abit uali dopo 18-24 ore e non raramente anche prima; reazioni di media intensità, quindi, e di durata molw breve. Come fatti del t.ut to eccezionali ricorderemo: disturbi gastrici (nausea, vomito) in sofferent,i di stomaco, o vaccinati a distanza brevissima dal pasto; eruzioni la.biali erpetiformi nei soggetti con reazioni generàli più int<'nse. Sull'etficacia delle vaccinazioni eseguite da noi non possiamo recare che notizie frammen tarie, perchè è mancato nel1933 ogni episodio epidemico fra le popolazioni in cui la praticammo. Nei vaccinati prima del periodo epidemico si è avuto un solo caso di t ifo (accertato) in una fanciulla di 15 anni, vaccinata circa un mese prima con solo mezza dosP per le sca.ctenti condizioni generali. La malattia ebbe decorso normale. Nei vaccinati in corso di epidemia e appartenenti alla famiglia di malati o in contatto con eRsi, vi è stato un malato (accerta.to): si t ra.tta di una fanciulla di circa. 15 anni, che aveva il fratello colpito dal tifo e che cadde malat.a 10 giorni dopo la vaccinazione ed era quindi, probabilmente, in periodo d 'incuba.zione quando la vaccinammo. La malat tia iniziatasi con fpnomeni di intossicazione piuttosto intensi ebbe in sègttito, a detta dei medici curanti, un decorso più benigno del consueto perchè la p aziente sfebbrò molto presto. In una località (Ardiano) dopo un caso iniziaJc di tifo in sèguito al qnale si praticò la vaccina.zione, si verifì.ca.rono altri tre casi di tifo: due nella famiglia del malato (i figli) vaccinati per via orale (vaccino I. S. M.)
DI UN VA CCINO A D OSE UNICA PER LA PHOFrLASSI ECC .
443
ed uno in una famiglia vicina, non vaccinato; t utti gli individui vaccinati da noi (25 sopra 43 abitanti) invece rima,':!ero indenni. Ricordiamo in ultimo che, in due Comuni importanti, per le vaccinazioni obbligatorie fu impiegato dalle Autorità Sanitarie locali quasi unicamente il nostro vaccino formolato in dose unica . Vennero cosi vaccinate complessivamente oltre . 500 persone, senza acun inconveniente, e, per quanto si è potuto rilevare dalle informazioni raccolte, con esito favorevol e, non essendosi verificato alcun caso d 'infezione tifoidea fra codesti vaccinati. CONCLUSIONI. l o È possibile va<:cinare efficacemente i conigli contro il paratifo B
mediante un'unica iniezione sottocutanea di un vaccino preparato con germi uccisi dal formolo. Questo vaccino è meglio tollerato dcll'idrovaccino ordinario in dose unica o triplice, e conferisce immunità non inferiore a quella data da quest'ultimo, di fronte all'infezione con la dose sicuramente mortale di cultura iniettata per le vene. In alcuni casi gli a nimali sopravvissuti restano port.atori e possono anche soccombere, dopo mesi, di una forma cronica; ma questo esito è in generale meno frequente dopo la vaccinazione unica, che riduce altreslla probabilità e la durata delle infezioni latenti dovute a inoculazione di dosi submortali. 20 Anche le cavie vengono protette dalla infezione mortale da bacillo della tifoide, con la inoculazione unica di vaccino formol ato. I ristùtati sono a nche più felici che nei conigli infettati col b. del paratifo B, probabilmente a causa della maggiore immunità naturale della cavia. Le prove eseguite per determinare la durata dell'immunità conferita da codesto vaccino, dimostrano che l'immunità stessa è ancora quasi intatta dopo 6 mesi. 3o Il vaccino preparato da noi con bacilli del tifo, del paratifo .A e d el parat ifo B in adatte dosi e proporzioni e uccisi col formolo, ha dato risultati molto incoraggianti per le sue eventuali applicazioni all'uomo. Invero, esso non è molto tossico e in unica iniezione sottocutanea provoca reazioni sierologiche non meno intense che l'idrovaccino usato a dosi ripetute e progressive. Sebbene manchino ancora prove dirette della sua efficacia, è lecito ammettere, in via provvi.<;oria, che essa sia almeno pari a quella dell'id1·ovaccino; e ciò in base alle reazioni sierologiche nell'uomo e alle prove d 'infezione negli animali, ricordate prima. 4° Questo vaccino TAB è stato sperimentato senz'alcun inconveniente su oltre un migliaio di p ersone di varie età e dei due sessi, la maggior !?arte abitanti località a, end emia t.ifica e paratifìca . E stato pure sperimentato nelle famiglie di malati di tifo in atto: e i risultati avuti in questi Msi e nelle vaccinazioni in massa deporrebbero in favore della sna efficacia . 5° Alcune prove avrebbero dimostrato la possibilità di ripristinare più o meno completamente lo stato immunitario conseguent.(l alla vaccinazione, qual 'è e!!presso ùalle reazioni sierologiche e che stia dileguandosi, mediante una successiva unica. vaccinazione per Ja via orale. 6° E sistono differenze individuali abbastanza notevoli nella risposta immunitaria a.lJa vaccinazione, cosi negli animali come neJl'uomo .
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DI UN VA CCINO A DOSE UNI CA PER I.A PROFILASSI ECC.
7° Lo studio de1le reazioni sierologicbe negli animali e nell'uomo vaccinati con una dose unica di vaccino formola to, rispettivamente per il par!lltifo B oppure per il t ifo e i paratifi, non ha permesso di riconoscere una stretta relazione fra agglutinine O, potere battericida e resistenza all'infezione di prova, come hanno a!'ìl'erito a.Jcuni ricerca.tori. go Esiste normalmente nel siero di sangue dt>ll'uomo un certo potere battericida verso il b. del tifo e i bacilli del paratifo. Questo potere, variabile nei diversi individui, può talvolta raggiungere valori discretamente alti: confrontando la sorte di germi seminati nello st.esso siero normale, fresco oppure inattivato, si osser va.no, nel siero fr<'sco, delle riduzioni del loro numero fino al 50 % circa. In altri casi invece la riduzione è nulla. BIBLIOGR AFIA. (l) A . GIO\'A~AHDI e F. I NTHONA.- VIII C'ongr. _-\ss. N . F. Igien e . R oma, ot· tobre lfl32. A. GIOVANAHDI. - • Bull. Se. m ediche"· Bologna HJ33. fa!'c. ti . D. 0'l'TOLF.NGHI, A. Gio~·ANARDI ~ F . M ASSA . - « Bull. Roe. Bio!. i<per. •, 19 33, p. 1221. (2) Obbligatorietà della vaocùu~z.ionc anrili(i.cc~. - :.\Iillist.e ro dell'Int-erno, Librf'ria. d ello Statv 1927, pag. 31 -34. D. OTTOLENGRI e G. BnoTzu . - • Ze itsch. f. I mm1.mi t-atsf », 1930, Bd. 65, p. 195. (3) M. KACPRZAJ< . - O ff. int. Hyg. pubi.. 1934, p . 111. (4) N . SABENA.- u Bui!. Se. m ediche •. Bologna, 1931 , p. 38-!. (5) G. P. ALrvtsATOS. - • Centralhl. f. B akt. •, 1925, Bd. 95, p . 20. (6) A . GERMI':' O. - • Ciorn. m ed. m il. ''• l 933, n . l. (7) A . GIOVANARDI. - « Bull. Se. m ed. •, Bologna, 1929, p. 348. (8) D l!.E\"ER. - • Luncet. u. 1915, vol. l, p. ~24. (9) A. D. GAJtDNER. - "Journ. Ryg. ''• 1928-29, vol. 28, p. 384. (10) D. 0TTOI..EKCHJ, A. GTOVANARDI, F. Jf.o\S<;A. u Bull. Se. med. », Bologna, 1933. (11) A. FELIX.-·« Bltll. Se. m ed. "• Bologna. 1924, p. 1 13 e 182. (12) A. Fr;ux e L. 0LITZKY. - uJourn. I mmunology », 1926, p . 31. (13) A. D . GARD:-.."En, loc. cit. A. GAno;:.."ER ';l EDITti. F. Sru:t~L"òCTON. - • Journ. H:vg •, 1932, vol. 32. p. 516. D . Co:o.miESCO e collabor. - « Arch. Roum. Pa.th. expé r. », 1931, p . 405. B . S. RoncA~. - • J ourn. Hyg. "• 1932, vol. 32, p. 523. A. D. D tri.A.<'iEY, W. T. \\'T Cia,E e altri. - « .Journ . Immunology •· 1933, \'01. 2!, p. 22H e z:l5. G. Gmuor.r. - • Journ. H~'g. "• 1933 , vo l. 33, p. 387. (14) G . B1WTZ U . - « Bull. f;ìc. l11f'd. •, Ba lognn, 1925. (15) B. LANC E e F. K.wFntAI\N . - " Zeit:.;ch. f. Hyg ieoen, 1933, Rd. 11 5, p. 110. (16) :\L LUSEYA . - aLo Sperimento.le» , 1926, pa.g. 345.
DIREZIONE GENERALE DI SANITÀ Mll..ITARE
UAI~ ~AftiiAHm DflU RH. IHUPPf [~l~ftiAU Ufl l~ll Dott. Alfredo Corsi, maggiore medico
Essendo stato ripristinato al prinetplO del 1932, d'accordo con il ministero delle colonie, il modello mensile della sta.tistica sanitaria delle RR. truppe coloniali, opportunamente aggiornato, è stato possibile ricevere per lo stesso anno i dati sullo stato sanitario delle truppe metropolitane e di quelle indigene dell'Eritrea e della Somalia limitatamente al secondo semestre, della Cirenaica per gli ultim i otto mesi e della Tripolitania per l'intiero anno. Nei primi quattro prospetti cht> seguono (tabelle 1-A, 1-B, 1-C e 1-D) i ricoverati nei luoghi di cura, i morti e gli eliminati dell'una e dell'altra categoria (metropolitani e indigeni) sono distinti pe.r mesi e messi in rapporto con la forza media presente. Considerando per tutte e quattro le colonie soltanto i dati del secondo semestre, per paragonarU tra di loro, si rileva innanzi tutto, nei riguardi degli ufficiali, che per 100 della forza media: furono ricoverati in luoghi di cura 8,1 nella Tripolitania, con un numero medio giornaliero di degenti di 0,5; 2,9 nella Cirenaica, con 0,2 degenti al giorno; 1,7 ne ll'Eritrea, con 0,5; 11,9 nella S,omalia, con 1,2; morirono 0,23 nella Tripolitania; 0,57 ·nella Cirenaica; nessuno nell'Eritrea e nella Somalia; furono trasferiti in stabilimenti sanitari territoriali 0,57 dalla sola Cirenaica; furono inviati in lunga licenza di eonvalescenza 0,57 dalla sola Cirenaica; , furono dichiarati permanentemente inabili a.l servizio coloniale
0,99 nella sola Somalia. Dei sottufficiali e militari di truppa metropolitani, per 100 della forza media: furono ricoverati in luoghi di cura 21,3 nella Tripolitania, con un numero medio giornaliero di degenti di 2,0; 28,3 nella Cirenaica, con 2, 7 degenti al giorno; 11,1 nell'Eritrea, con 1,1; 24,2 nella Somalia, con 3,6; morirono 0,05 nella Tripolitania; 0,25 nella Cirenaica; nessuno nell'Eritrea; 0,61 nella Somalia; furono trasferiti in stabilimenti sanitari territoriali 0.20 dalla. Tripolitania; 0,45 dalla Cirenaica; nessuno dali 'Eritrea e dalla ·Somalia; furono inviati in lunga licenza di convales.c.e nza. 0,37 dalla sola Cirenaica;
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• 454
STATO S AI'<!TARTO DELLE RR. TRUPP E COLON I ALI N EI.
1932
furono dichiarati permanentemen te inabili al servizio coloniale 1,03 nella Tripolitania; 1,12 m•lla Cirenaica; 0,53 nell'Eritrea; 1,21 nella Somalia.
Dei militnri indigeni, srmpr.e per 100 della forza media: furono ricov~rati in luoghi di cura 14,1 nella Tripolitania, con un numero medio giornaliero di d('genti di 10,2; 14,1 nella Cirenaica, con 11,4 dogcnti al g iorno; 10,1 neli"Erit.rea, con 7,2; 29,3 nella Somalia, con 15,8; morirono 0,21 nella Tripolitania; 0,77 nella Cirenaica; 0,16 nella Erit rea; 0,41 nella Somalia; nessuno fu trasferito in stabilimenti sanitari territoriali, nè fu giudicato temporanea-mente inabile aJ servizio milìtar<'; furono riformati 0,~0 nt•lla Tripolit.ania; 2,09 nella Cfr~>naica; 0,06 nell 'Eritrea; 5,08 nella Somalia. · Dalle cifre esposte si può dedurre, limitando il ra!Ironto ai sottufficiali e militari di truppa, che la morbosità fu nella Tripolitania, nella Cirenaica e nell'Eritrea maggiore nei metropolitani, che n~>g-l 'indigeni, e raggiunse le cilre più alte nella Somalia (indigeni 29,3, metropolitani 24,2). Riguardo alla mortalità non si possono fare deduzioni per la esiguità delle cifre, che troppo risentono di accidenti affatto fortuiti, come r isulte:r-.\ dall' illustrazione delle cause di mor te. Nella tabr.lla ~gli ammalati rico>erat i nei luoghi di cura., ripa.rtiti in ufficiali, sottufficiali e milit.ari di truppa mHropolitani ed in sottnfficiali e militari di t ruppa indigeni, sono classificati secondo le malattie o g ruppi di malattie e secondo le colonie. P er le singole cause morbose vi è indicat.o il numero dei mort i, che si ebbero tra i ricoverati. Le malattie. che causarono un maggior numero di ricoveri, furono i leggeri stati di malessere generale, in gran parte febbrili, l'influenza senza complicazioni ed il catarro b ronchiale acut.o in tutte e quattro le colonie, con prt>domi.nio dell' influenza e più del eatarro bronchiale tra gl'indigeni, e l'imbarazzo ed il catarro gastroenterico in misura più rilevante nella Tripolitania e nella Cirenaica. D elle malat tie infettive si segnalano: la febbre t.ifoidea nella Tripolitania (16 casi in un anno, con 2 decessi) e nella Cirenaica (13 casi in ot.to mesi, con 5 decessi, oltre 2 casi di paratifi), in prevalenza tra i metropolitani; la febbre m<>litense nella Tripolitania (5 ca.s i tra. i metropolitani) e nella Cirenaica (3 tra i metropolitani, con l decesso): il vaiuoloide nella Tripolitania (3 casi tra i metropolitani e 11 tra gl'indigeni) e nella Somalia (7 tra gl'indigeni in sei mesi); la varicella neUa Somalia (43 casi tra gl'indigeni); la meningit.e cerebro-spinale epidemica nella Somalia (5 casi tra gl'indigeni, con 2 decessi); la paro ti te epidemica nella Tri po litania (25 casi tra gl'indigeni e 7 tra i metropolitani) e nella Cirenaica (8 tra gl'indigeni e 2 tra i metropolitani); la dissenteria soprattutto nella CirE>na.ica e in preval!;'n za tra i metropolitani (53 casi della forma amebica, con l d ecesso, 26 della forma bacilla,re e 18 della form a dì origine non accertata) c eon qualche caso nella Tripol it:tnia, con l dooesso per la. forma arnebicn ed l per la baeìllare, e nella Soma.Ha., con l decesso per la forma amebica; la congiuntivite t.ra.comat.osa t ra gl'indig<'ni della Tripolitania (29 ca!;i)
STATO SANITARIO DELLE R.R. TRUl'PE COLONIALI NEL 1932
455
e della Cirenaica (25 casi); la blenorragia c l'ulcera venerea con prevalenza tra i metropolitani nella Tripolitania e nel1a. Cirenaica, tra gl'indigeni nell'Eritrea e nella Somalia; la sifilide con un numero di casi, nella Tripo-
litania e nella Cirenaica, maggiore tra i metropolitani nella forma pri· maria, maggiore tra gl'indigeni nella forma secondar·ia e terziaria, con discreto numero di casi tra gl'indigeni nell'Eritrea, con pochi nella Somalia; la malaria diffusa soprattutto t.ra gl' indigeni della Soma!ia (in sei mesi 23 casi della fonna primitiva, 164 eli recirliva e 9 cronici, con l decesso), quindi tra. gl'indigeni dell 'Eritrea (in sei mesi 45 casi di recidiva) e nella Tripolitania (in un anno della forma primitiva 9 casi tra i metropolitani e 40 tra g l'indigeni, della recidiva rispettivamente l 9 e 104, della cronica 1 e 2), molto meno nella Cirenaica e, ciò che è degno di rilievo, con prf'valenza tra i metropolitani; il reumatismo articolari' acuto nella Tripolitania (15 casi tra i metropolitani e 27 tra gl' indigeni) e meno nella Cirenaica; la tub!lrcolosi nelle sue varie formf> con l solo caso nell'Eritrea, in un indigeno, e 8 casi, con l decesso, nella Somalia, tut,t.i tra gl'indigeni, mentre, pur t<>nendo conto d ei diversi p!lriodi di tl'mpo considerati, nella Tripolitania si ebbero 17 c~ts i tra i metropolitani e 97 tra. gl'incli~rni, dei quali morirono 20, e nella Cirenaica l caso tra i metropolitani e 79 tra. gl'indigeni, dei quali morirono 25. Non fig-urano nelle taùelll.", percbt'-1 non osped:alizzati, 4 casi di vaiuoloide v<'rificatisi a Cher<>n e 8 di pn.rotit<' epidemica al Forte Cadorna nell'Eritrea, l'una e l'altra inf<'zione contratta per contagio con la popolazione civilf'. Le malattie oculari causarono il ricovero. m•glì ste!l~i periodi di tempo, di 31 metropolitani e di 95 indigeni nella Tripolitania, di 10 e 51, rispettivamente, nella Cirenaica, di 14 indigeni n<>ll 'Eritrea e di 3 indigeni nella Somalia; quelle dell'orecchio, del naso e dei seni rl.i 46 metropolitani e di 41 indig<>ni nella Tripolitania, di 32 e 8 nella Cirenaica, di l indigeno nell'Eritr<'a· e di 2 metropolitani e di 4 indigeni nella Somalia. Nulla di speciaJe da segnalare per le malattie del sistema n~rvoso, della bocca. e delle fauci, dell'apparato circolatorio e di quello genitourinario. Le affezioni dell'apparato respiratorio, relativamente scarse nell'Eritrea, furono più frequenti tra gl'indigeni nelle altre tre colonie, mentre quelle dell'apparato digerente furono relativamenf,(' più frequenti tra i metropolitani. Delle malattie da parassiti intestinali, esclusi l'anchilosto~a e l'echinococco, si ebbero 11 casi tra gli ufficiali, 56 tra i metropolitani e 57 tra gl'indigeni nella Tripolitania, 4 t ra i. metropolitani e l t ra gl'indigeni nella Cirenaica, l t.ra gl'indigeni nella Somalia.. Le malattie della pelle causarono il ricover o di 110 metropolitani e 172 indigeni n ella Tripolitania (in un anno), di 74 metropolitani e 68 indigeni nella Cirenaica (in otto mesi), di 1 metropolitano e 28 indigeni nell'Eritrea (in sei mesi), dì 68 indigeni nella Somalia (in sei mesi). Delle lesioni violente, perchè in gran pate aecidentali, non si fa qui un cenno speciale, tanto più che i casi più importanti, S('guit i da morte, figurano d ettagliatamente nella tabella 3, dovt> tutti i militari, a parte i metropolitani dagl'indigeni, deceduti sia dentro, che fuori dei luoghi di cura, sono distinti secondo la causa d<'lla morte, la colonia, il grado, il mese ed il luogo dove morirono.
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Malattie del sietema nervoso periferico... . .. Malattie dell'ooo.h io ............. ... ....... .. . Malattie dell'orecohio .......... .. ............ Malattie del l1880 e del seni ........... . .... Malattie deila bocca e delle fauci ..... . .. . .. Malattie dei cuore e delle arterie............ Malattie delle vene ......... . ..... ..... ...... Malattie del sistema llnfatlco ...... . ..... ... . Oata:rro bronchleJe acuto . ........ . ... . . .. ... Polmoniti e pleuro-polmonitl .... .. .......... Pleuriti .................................. . .... Altre malattie dell'apparato l'Otilllrato.r lo .... Oatarrl gaHtroentericl ... ..................... Appendiciti, perlappendlcltl e perltonlt.l .. . . Altre malattie dello stomaoo e dell'intestino Ernie v1800ral.l ................................ Malattie del legato .... ......... . ........... . Alti.'Q mamttle clell'll.PPMIIW digerente .. . . . , Malattlo degli organi llrlnarl ................ Malattie degli organi genitali (non veneree) Scabbia .... ................. .. ............... . Al tre malattie della pelle . .. ... .............. lteUJIU\tl~mo IUuscolare . .... .... ... .......... Altre mal. del muscoli; mal. ostco- a.rtioolarl Postumi di maJattlo . ....... . ................ Neoplllllle .......... ......... ......... . ........ Colpo di calore o insolazione ................ Alcoollsmo acuto .......... ................ ... Altro lesioni vlolentt. o lntosslcazlonl ... . ... Postumi di lesioni violente .................. Jlfalattle allegate e non riscontrate ....... . ..
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STATO SANITARIO DELLE RB, TROPPE OOLONIALI NEL 1932
Dei militari metropolitani morirono 5 nella Tripolitania durante tutto ill932, 10 nella Cirenaica negli ultimi otto mesi ed l nella, Somalia negli ultimi sei mesi, in totale 16, dei quali 4 (25 per 100 casi di morte per ogni causa) per suicidio (2 per impiccamento, un artiglierie' ed un carabi· uiere a Tripoli, e 2 con arma da fuoco, un sottufficiale di marina a Moga.· discio ed un tenente d!:'i carabinieri a Bengasi); 3 {18: 75 %) per febbre tifoidea (un sergente di sanità nell'ospedale coloniale di Tripoli, un soldato del genio ed uno dei trasporti nell'ospedale coloniale di Benga.si: non si banno elementi sufficienti per far rientrare nello stesso gruppo una camicia nera. deceduta in ottobre con diagnosi di febbre tossinfettiva con meningismo nell'ospedale coloniale di Bengasi, dove nello stesso mese morirono gli altri due): 2 (12,5 %) per paralisi cardiaca, della quale non fu possibile accertare la causa. (tutti e due fuori dei luoghi di cura., un cara-b iniere aTripoli ed un soldato di cavalleria a Bengasi); l (6,25 %) per ciascuna delle seguenti mala.ttie: febbre melitense (un marinaio nell'ospedale colonia,Je di Bengasi); influenza con bronchite acuta, ruiocardite ed edema polmo· nare (un colonnello di fanteria ad Agedabia); diabete zucc-herino (un capi· ta.no di art.iglieria nell'ospedale coloniale di Tripoli); angina pectoris (un soldato del genio a Barce, in caserma); broncopolmonite (una camicia. nera nell'ospedale coloniale di Bengasi); nefrite acuta (un marinaio nel· l'ospedale coloniale.di Tobruk). Dei militari indigeni morirono 118, dei quali, sempre nei periodi di tempo considerati, 44 nella Tripolitania, 56 nella Cirenaica., 5 nell'Eritrea e 13 nella SomaUa. P er essi la causa di morte più frequente fu Ja, tubercolosi con 48 casi (40,68 per 100 casi di morte per ogni causa), dei quali 43 con lesioni dell'apparato respiratorio o generalizzate e 5 di altri organi; 21 nella Tripolitania, 26 nella Cirenaica ed l nella Somalia. Ad ecc('zione di 2 (un muntaz a Garian ed l ascari a Giara.bub), tutti gli altri morirono nei luoghi di cura, sicchè, essendo stato 185 il numero dei ricoverati per tale grave malattia, il coefficiente di leta.lità fu quasi del 25 %. È degno di rilievo lo scarso numero dei ricoverati per tubercolosi nella. Somalia (8, con l decesso) e più ancora nell'Eritrea (l soltanto), mentre, come già si è fatto notare, nella Tripolitania. furono 97, con 20 decessi, e nella Cirenaica 79, con 25 decessi. Seguono le lesioni violente con 24 casi di mort.e (20,34 %), dei quali l per suicidio con arma da fuoco ed l per omicidio nella Tripolitania, 2 per omicidio (l nella. Tripolitania ed l nella Somalia), l pl'r caduta da camion nella Somalia, 2 per ribaltamento di autocarro nella Cirenaica, 19 per cause accidentali varie nella Cirenaica. Alle affezioni dell'apparato respiratorio sono dovuti 19 casi di morte (16,l1 %), tutti in luoghi di cnra, e propriamente alla broncopolmonite ed alla polmonite 16 (8 nella Tripolitania su 35 ricoverati per la stessa infermità, l nella Cirenaica su 7, 3 nell'Eritrea su 8 e 4 nella Somalia su 50). alla. pleurite sierofibrinosa 2 (l nella Tripolitania su 25 ed l nella Cirenaica su 27), alla bronchite cronica con asma e grave deperimento orga· nico l (nella Tripolitania). Sono da segnalare ancora 4 casi di morte per febbre tifoidea (3,38 per cento), dei quali l nella Tripolitania (nell'ospedale coloniale di Tripo1i)
STATO SANITARIO DELLE RR. TRUl'l'E COLO~''IALI NEL 1932
461
e 3 nella Cirenaica. (l nell 'ospedale coloniale di Benga.sj, l in quello di Dema ed l nell'infermeria coloniale di Apollonia); 3 cas.i per dissenteria a.mebica (2,54 %}, dei quali l nella Tripolitania (nell'ospedale colonialedi Tripoli), l nella Cirenaica (nell'infermeria presidiaria di P. Bardia) ed 1 nella Somalia (nell'infermeria di Badia), ed l per dissenteria bacillare (0,85 %) nella Tripolitania (nell 'ospedale coloniale di Tripoli); 2 casi di meningite cerebro-spinale epidemica (1,69 %) nella Somalia su 5 ricocoverati, dei quali 2 a luglio (uno morto), 2 a novembre cd l a dicembre (morto), tutti df'l presidio di Eaidoa, dove nei m<•si estivi vi fu una lieve epidemia tra gl'indigeni, che a:ffama.ti vi erano affluiti dalla boscaglia e da altre località. Le perdite, infine, che si ebbero per trasferimenti in ospedali territoriali o per eliminazioni temporanee o definitive, risultano dalle tabelle
4, 5 e 6, classificate per malattie e per colonie. Furono trasferiti in ospedali territoriali i soli metropolitani ed esclusivamentf' dalla Tripolitania (14 sottufficiali e militari di truppa in nn anno) e da.lla Cirenaica (5 ufficiali e 15 sottufficiali e militari di truppa in otto mesi). Dalla- Tripolitania furono trasferiti soltanto per tubercolosi (13 dell'apparato respiratorio, l per gonartrosinovite specifica destra); dalla Cirenaica per malattie diverse, t ra le quali la psicosi a. tipo paranoic.o (2) ed a tipo depressivo (1). I metropolitani eliminati appartengono anch'essi quasi tut.t i alle truppe della Tripolitania (76 sottufficiali e militari di truppa, dei quali l temporaneamente e 75 definitivamente) ed a quelle della Cirenaica (3 ufficiali, dei quali 2 temporaneamente ed l definitivamente, e 53 sottufficia.li e militari di truppa, dei quali '15 temporaneamente e 38 definitivamente), mentre l soltanto appartiene alle truppe dell'Eritrea (eliminato definitivamente per oti te media secretiva cronica e linfatismo) e 3 a quelle della Somalia. (l ufficiale giudicato definitivam.ènte non idoneo al servizio coloniale per enterocolite cronica e prolasso rettale e 2 militari di truppa eliminati definitivamente, uno per astenia. generale di probabile origine endocrina ed oligocmia ed uno per esiti di colpo di calo1·e). P er gli eliminati delle truppe della Tripolitania. e della Cirenaica le cause di eliminazione più frequenti furono il deperimento organico e l'oligoemia, le affezioni del sistema nervoso, quelle a carico dell'apparato digerente, i disturbi funzionali del cuore, le affezioni a carico dell'apparato respira-
torio e, per la Cirenaica, le malattie oculari. Nelle truppe indigene, invece, la causa predominante di riforma, come di morte, fu la tubercolosi con 23 casi per forme accertate e 3 per forme sospette nella Tripolita,nia, 79 per forme accertate nella Cirenaica, 15 per forme accertate e IO per forme sospette nella Somalia, nessuno nell'Eritrea. Di forma per lo meno sospetta tubercola.re possono ritenersi anche, in gran parte, i casi di malattie croniche o loro esiti a carico dell'apparato respiratorio: 16 nella Cirenaica, 12 ne1la Somalia, 2 nella Tripolitania ed 1 nell'Eritrea. Altre cause importanti di riforma furono: la debolezza di costituzione ed il deperimento organico e l'oligoemia con 31 casi nella Somalia, 4 n ella Tripolitania e 4 nella Cirenaica; la malaria cronica con 35 casi nella Somalia ed l nel1a Tripolitania7 la sifilide con 26 casi nella Oirenaica, 2 nella Tripolitania ed l nell'Eritrea; le malattie ero-
462
STATO SA!\lTARlO D~:LLE RR. TRUPPE OOLONl.U.l NEL 1932 Ta~:LLA
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Eplleasla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . Malattie me.nta.ll e Sindromi petC061che Malattie della. cornea . . . . . . . . . . . . . . .. Malattie delle palpeb-re . . . . . . . . . . . . . . Congiuntivite sr&nuloaa.... .. .. . . . . . . . Otite medio. purulent.o. cron1ca . . . . . . fpoa.cusla. bllatemle . . . . . . . . . . . . . . . . . . lmpoffeztonl e m.aJattto delle t O'!ee nasa.l.l •....,. ......................... l -
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STATO SA~lTARIO DELLE RR. TRUl'PE COLONIALI NEL 1932 TABE L LA \~
Militari indigeni eliminati per motivi di salute. Trlpolltanla
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Somalia
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Deformità os.oee ed articolar i OOD'ICI'Utlve a tratuDlatl~ . ......... .. ........ •· ···· L UBMzlonl permAnenti. .................. . Malnttle organiche del sl~tem a nervoso centrale e perlterloo .................. . Cerebropatie ............................. . Nevn\Ptenla costituzionale ed llltensmo gruve .. ................................ . Eplleaslo. ................................. . Malattie mentali e •lndroml vsloo~lobe .. Mo.oounza di uno. porzione del purleto.le des tro . ............................. .. . Mo.ocnnza o atrona manifesta dol 1rlobo ooulare ....... ................. ....... · Imperfezioni od esiti pcrmanr ntl dJ ma· latrle o di traumi del globo oou\are Malattie della <'orncn, doUa sclera, del· l 'trìde. del cr latu111no ................. . Malattie croniche dolio tblo.ndole !agri· mali .. . .. . ................ .. .......... . Congiuntivite cronica ................... . Malattie croniche doU'apJlal'tlto respira· torio .. ....... ........ ................ .. . V Izi valvolarl organici del cuoro...... ..• D IRturhl funzionali del <'uore ......... .. . :\talattle delle Rrt.erlo ................... . Varici degli arti lo!criorl ................ . VIzi di oonrurmozlono o mnlnltle di un vi•cere addomlnnlo .................. .. Emorroidi complicate oon Ostola. anale Ernie ''i <ce m 11 ........................... . N o. rito cron ica .......................... . Cistite cronica ........................... . Re;;trl.ngimcotl urel rall OJ'I(anlol di ori· ll'.l oo gonococcioo. ................. ..... . Orohioopldldlmitl cro olcho dJ natura eo· oooo"CCoa ............................. . ll{ancnoza di ralnngl della mano s inistra Vlzlo~o atteggiamento del plodl (piedi piatti) . ............................... . TOTALE...
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1L BLEU DI METtLENE COME Il'i1HCATORE ECC.
465
n.iche delle ossa e delle articolazioni con 12 casi nella Cirena.i<:a, 4 nella Somalia ed l nella Tripolitan.ia. Complessivamente fnrono eliminati 56 nella Tripolitania, 182 nella Cirenaica, 2 nell'Eritrea e 161 nella Somalia. Per questi ultimi si deve ten(;'r presente, che, in generale, l'elemento somalo tolto dalla vita libera della boscaglia e sottoposto ad nn regime di vita più attivo va più facilmente soggetto a deperimento fisico e che, in pa.rti-
colare, molti di essi erano stati arruolati, per necessità contingenti, in condizioni fisiche non del tutto soddisfacenti.
R. UNIVERSITA DI BOLOGNA - IsTITUTo o ' IOIENE Direttore: Prof. DoNATO ÙTTOLE:NCHI
IL BLEU DI METILENE COME INDICATORE DELLA RICCHEZZA BATTERICA DELLE ACQUE IN ESAME PER GIUDIZIO DI POTABILITÀ Dott. FIJippo Massa, primo capitano m eclico. assistente militare
L'analisi batteriologica costituisce, come è noto, uno degli elementi
più importanti per potere conchiudere circa la potabilHà o meno di un'acqua. Ma è sempre possibile all'igienista militare - quando deve giudicare con premura e contemporaneamente numerose acque- determinarne il contenuto batterico eseguendo indagini quantitative e qualitative per le quali occorre, non fosse altro, un tempo piuttosto lungoT Certamente no. Spesso deve accontentarsi degli altri criteri: accurata ispezione topografica delle sorgenti, inchiesta epidemiologica, esame chimico sommario, praticando tutt'al più, nei riguardi della mioroflora, la ricerca indizia.ria del b. coli con procedimenti semplici per arricchimento in mezzi liquidi. I dati cosi raccolti ben studiati e ooordinati possono essere, nelle contingenze speciali sua{)cennate, sufficienti per emettere un parere abbastanza esatto. Ma oggi forse, a maggiore tranquillità dell'igienista, è possibile- utilizzando i cosidetti «rivelatori della vita microbica J> -praticare qualche altra ricerca tendente a svelare, sia pure grosso modo, la ca.rica batterica. di un'acqua. Molte sono le sostanze - il tellurito di potassio, cosi profondamente studiato da Gosio, il selenito di K, il carminio d'indaco, il bleu di metilene, il nitroantrachinone, l'acqua ossigenata, ecc. -che hanno già dimostrato di potere svelare la presenza di germi vivi in quanto che sotto l'influenza di questi vanno incontro a modificazioni apprezzabili anche ad occhio nudo per depositi di precipitati, cambiamento .di oolore, produzione di gas, ecc. 5-
Giornale di medicina milita1'e.
466
IL BLEU DJ METILENE COME lNDTCATORE ECC.
Un recente lavoro di I. Gratch (l) in cui si propone l 'uso - appunt.o nella pratica corrente. delle analisi batteriologiche delle acque - del bleu di metilen e h a. a.ttra.tto la mia attenzione e p er i lusinglùori risul-
tati ottenuti e per la grande semplicità di esecuzione che offre il procedimento indica.to. Tale metodo, che perfeziona la tecnica adottata da W. Liese per un altro prezioso indicatore: il nitroantrachinone, si eseguisce n el modo seguente: In dieci provette si distribuisce, per ciascuna, l cc. dell'acqua in esame ed l cc. di brodo comune avente pH 7 ,5. Una undicesima provetta, che serve da controllo, contiene l cc. di soluzione fisiologica sterile e 1 cc. dello stesso brodo. Le provette si mettono in termostato a 37o C. per 20 h. Poscia si aggiunge l'indicatore riponendo il tutto in termosta,to per 1 h. Il bleu di metilene si prepaa:a sciogliendone l gr. in 20 cc. di alcool assoluto e portando a 50 cc. con acqua distillata sterile. Questa soluzione idroalcoolica viene diluita per l'uso all'l : 50 aggiungendone poi cc. 0,5 ad ogni provetta dell'acqua in esame. Nelle prove eseguite il Gratch ha potut,o rilevare come le acque pure agiscono pochissimo sul bleu di metileM, in conseguenza. dell'assa,i scarso numero di germi presenti (nessuna differenzia.zione fra le tinte della provetta controllo e quella presa in esa,me) mentre invece quelle n aturalmente od artificialmente inquinate dànno delle reazioni decisamente positiv(' (scoloramento del conwnuto della provetta). Una sensibilità veramente notevole ha presentato poi l'indicatore nei riguardi del b. coli e df\i germi propriamente detti di inquina.ment.o.
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Oredcn(lo alla possibilit.à di sb·utta.rE' il bleu di metilene, per conoscere con raphle ricerche la ricchezza bat.terica delle a.cqne, mi è sembrat.o opportuno innanzitutto controllarne la sensibilità. Ho cosi ricercato con vaa:i campioni di acqua la reazione cromatica proposta da Gratch procedendo contemporaneamente, come controllo, a.Ua determina.zione del contenuto batterico mediante colture su agar ed in gelatina secondo il m etodo ordinaa:io di analisi delle a.cqne potabili. I risulta,t i osservati sono stati pienamente convincenti. Dirò anzi che la. constatazione della preziosa sensibilità del bleu di metilene mi ha indotto a consideraa:e l'opportunità di eseguire altre prove tendenti a stabilire un procedimento che permettesse anche la ricerca del b. coli, indagine che, come è noto, è ampiamente riconosciuta da tut.ti gli igienisti fra le più importanti per svelare un inquinamento fecale. Tenendo per base le specifiche proprietà di questo germe di fermentare numerosi saccaa:idi con formazione di gas oltre che di acidi, sono state intraprese delle esperienze compaa:ative con differenti terreni di arricchimento e con vari dispositivi al fine di ottenere le migliori possibili condizioni di sviluppo per il b. coli mantenendo la sicurezza di soddisfare le esigenze culturali dei germi di inquinamento e dei comuni saprofiti qell'acqua. (l) [. GRATCH. Di un nuot>o met()(M 'J)er ~lare la ricche:-::a baturica ddle tuqUe 1'0tabili. OomuniCI\Zioue Catta all'VIU Congresso Nazionale dell' Aoisoclazloue Italiana FB80l'lta. per l'Igiene (Rom&. ottobre 1932·X>.
IL BLEU Dl METILEN'E CO!>lE INDI CATORE ECC.
467
A conclusione dei risultati ott.cnuti propongo un procedimento che mi è sembrato corrispondere bene ai requisiti desiderati. E premesso ,c he è bene appront.aJ"e in precedenza: a) una soluzione idroalcoolica di bleu di metilene (conservabile) preparata sciogliendo l gr. del prodotto :M.erck (medicinale purissimo) in 20 cc. di alcool assoluto da portare a. 50 cc. con acqua distillata sterile; b) un terreno liquido composto con peptone gr. 10, estratto Liebig gr. 10, cloruro di sodio gr. 5, lattosio gr. 20, acqua di fonte litri uno, e alca7,5; linizzato fino a pH riferisco la tecnica praticata (caso considerato un campione di acqua) . In ognuna di due provette, aventi al disotto d('] tappo una capacità utile di 40-50 cc., si dist.ribuisce, nell'ordine progressiYo: 10 una provettina lunga cm. tre e larga cm. uno capovolta, per la valutazione dell'eventuale sviluppo di gas: 2o 20 cc. del terreno di arricchimento brodo Liebig lattosato. Si sterilizza in autoclave, si fa raffreddare, ci si assicura che le provettine si presentino completamentt> piene e si aggiungono: 3° 5 cc. di una soluzione di bleu di metileoe ottenuta diluendo l: 50 la soluzione idro-alcoolica già preparata; 40 10 cc. di acqua in esame. In una terza pro,.retta, cho serve da controllo, oltre al materiale dei numeri 1-2-3 si distribuiscono 10 cc. di soluzione fisiologica steril-e. Le provette (ben tappate con cotone grezzo) si lasciano poi in termostato 21 b. Tutte le operazioni vanno eseguite sterilmente.
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Ho esaminato complessivamente 311 campioni di acque della zona Emiliana, di tipi dispa.rati: presi da acque superficiali, da acque sotterranee emergent,i , da opere ed impianti già. esistenti, procedendo anche aJl'esame batteriologico secondo il metodo ordinario di analisi per potere, nel confronto dei dati osservati, giudicare con esattezza i risulta,ti delle reazioni cromatiche. È sta.ta pure sempre eseguit a la ricerca del b. coli col metodo Ne:ri (usando i mezzi liquidi sia. la.ttosa.ti, aggiunti di rosso fenolo come indicatore, che glucosati) e col metodo Abba, procedendo alla successiva identificazione del germe quando le reazioni ne segnaJavano la presenza. Per potere seguire un criterio uniforme c preciso nel giudizio della reazione osservata bo indicato col segno + le provette scolorate completamente nel 3o inferiore, e con + + quelle il cui scoloramento raggiungeva o superava la met.à della colonna liquida,. Col segno ± ho contraddistinto le provette presentan ti un colore t>leu più chiaro del controllo. · Dato il carattere di brevità della nota mi limiterò ad indicare il complesso degli accertamenti rilevati esponendo poi alcune considerazioni sul metodo adottato. l o Le acque riconosciute potabili hanno reagito costantemente in rapporto allo scarso numero di germi in esse contenuto - pochissimo al ble\1 di metilene permettendomi di preoisaJ'e che con una presenza iniziai~ per cc. di poche decine di colonie di germi comuni il colore del liquido delle provette permane di un bleu simile al controllo mentre per
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IL BLEU DI METILEJ!,'E COME INDICATORE ECO.
quantità gradatamente superiori si potrà, passando da una differenziazione appena percettibile, arrivare verso un bleu più chiaro bene evidente specie nel terzo inferiore del tubo. 2o L'esame di acque giudicate non potabili ha portato invece sempre
a constatare uno scoloramento completo della tinta bleu che può interessa.r e, a seconda del numero e della qualità. dei germi presenti, più o meno la colonna liquida, ed un paraUelo intorbidamento della stessa zona decolorata. Tale netta scomparsa della tinta iniziale anche se notata in tutto il terzo inieriore del liquido deve essere giudicata come indice di un'acqua. non ammissibile al consumo alimentare. Si è potuta valutare esa.tta.mente, con il dispositivo sopraccennato, la produzione di gas e la sua constatazione ha coinciso con la presenza del b. coli sempre identificato. Volendo precisare meglio la sensibilità. della reazione ed il suo particolare comportamento in presenza del b. coli posso aggiungere che nelle 197 a.oquc risultate non pota.b ili mi è stato dato di potere controllare costantemente come una fiora miorobica abbondante ma costituita di comuni mic.rosaprofiti dell'acqua non determini che 1ma reazione nettamente positiva nel terzo inferiore del contenuto delle provette, ment.r e la presenza del b. coli apporta una completa decolorazione con concomitante intorbidamento valutabili almeno fino alla metà. della colonna liquida. ed evidente raccolta di gas nelle provettine. Il bleu di metilene ha dimostrato davvero una particola.re sensibilità per il b. coli che trova anche nel terreno liquido di arricchimento adottato l'optimum di sviluppo. Nelle analisi prat ica.te in cui la colimetria, eseguita con i metodi Neri ed Abba, da.va per le acque colititolo l co., ho sempre ottenuto una. rapida azione riduttrice sull'indicatore già osservabile dopo 12-15 ore di permanenza delle provette in termostato. Anche 5 a.cquea colititolo 10 cc. ed una a colit.itolo 20 cc. hanno al massimo entro 18 ore
chia.ramente segnala.to i dati indiziari di pr<>senza di tale germe. Posso aggiungere a titolo informat.ivo che sul totale delle acque in esame ben 179 -parecchie a.dibite ad uso alimentare e quale una anche condottata, ma non pubblica- banno dimostrato presenza del b. coli tipico con tutti i oara.tteri classici, nessuno escluso. 3o Accertata, cosi, con esami di acque naturali, la sensibilità del procedimento adottato all'a.zione qua.ntitativa dei germi comuni presenti e qualitativa del b. coli, restava da stabilire il comportamento della reazione nei confronti dei microbi patogeni, il che non potevo fare che con inquinamenti artificiali. Per mantenermi il più possibile nei limiti de1la realtà ho creduto opportuno eseguire fino dall'inizio delle semine poco copiose in acque natma,li potabili a bassissimo contenuto microbico. Emulsionata una ansata di brodocultura di 20-24 h. in 20 cc. di acqua procedevo a successive diluizioni nelle proporzioni di una goccia per ogni altri 20 cc. in modo da ottenere in terza diluizione la presenza di qualche decina di germi per cc. come dimostravano i controlli eseguiti con s<>mine in aga.r. Ho preso in esame essenzialmente i germi pat ogeni a localizzazione intestinale, l'enterococco ed il fecale alcaligene come microbi indicatori di inquinamento fecale, il proteo non difficile a trovarsi nelle acque, specie superficiali. Adottando il solito procedimento dopo 21 h. di termostato a 37° C. si sono avuti i seguenti risultati:
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IL BLEU DI METILENE COMJ!l INDICATORE ECC.
Microbi In esame
Produzione Soolora· di gas mento dell'lndicatoro nello prove t tlne
Note
di raooolt.a
B. tifo ....... . . . ............ B. para.tifo A ............... B. para.tifo B ............... B. w GR.rtne r .......... ... .. B. diss. Shig&-Kruse ........ B. diss. Fiexner ............. B. diss. Y .......... .... ..... v. de l cole ra. ................ B. fecale a.lcaligcne .......... Ente rococco ................. B. p roteo voiga.x·e ............
++ ++ ++ ++ + + ± + + + ++
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Ne llo prove esoguite con b. fec.a le a.lcaligene lo scolora.men to è stato sempre osservato n ella. parte superiore della co lonna liquida.
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che hanno messo in evidenza il notevole, se pure differente, potere ridutt ivo esercitato dai germi patogeni sul bleu di metilene, che solo sembra subire in modo limitato l'azione del b. dissenterico y (del quale per6 ho usato pochi stipiti) . CONSIDERAZIONI SUL P&OCEDIMENTO A.D OT'.CATJ E ('ONC.:J.USf C•NI.
Te·rreno di arricchimento. - I l brodo Liebig lattosato ha dimostrato di soddisfare, con le quantità. segnalate dei suoi elementi compositivi, le esigenze culturali dei microbi aerobi coltivabili che possono trovarsi in un campione di acqua, m entre la temperatura prescelta (37o) ha fornito indicazioni rapide sulla presenza e sul numero di quei b atteri dei processi putrefattivi che, come è noto, più u tilmente possono servire da indice di inquinabilità. Nella ricerca del colibacillo i tubi di fermentazione lattos~tti si sono confermati i più consigliabili in quanto che permettono nei saggi gas positivi di escludere quasi tutte lo a.ltre specie batteriche. Di massima anzi, poichè il b. cloacae ben difficilmente è reperibile in acque già selezionate, non restano in discussione che i colisimili appartenenti alla specie del b. aerogen.es, la cui provenienza dalle feci umane è d 'altra parte oramai dimostrata possibile. Devo aggiungere sull'attività biochimica del b. coli di non a vere mai riscontrato stipiti fermentanti illattosio con sola produzione ,di acidi, evenienza che, secondo diversi Autori, non sarebbe rara parti,colarmente nelle acque. Indicatore. - Il bleu di metilene a.ggiunto subito ai componenti il terreno culturale ostacola in parte (e non è indifferente la proporzione dell'indicatore) lo sviluppo dei comuni microbi acquatili mentre nessuna limitazione di crescita subiscono i cosiddetti germi di inquinamento. Su questo importante fenomeno -che va più ampiamente studiato -posso dire di avere osserva,to come repertq costante quantita,tivo una diminuzione di sviluppo inversamente proporziona.Ie alla ricchezza batterica, mentre qualitativamente sono apparsi meno ostacolati i microbi che indi-
,
470
IL BLEU Df METILENE COME INDICATOltE ECC.
oano una provenienza dagli strati superficiali del teneno, sopra,tutto quelli che dànno in gelatina colonie fondenti. L'effettivo valore che poteva assumere nel complesso del procedimento adottato questa pa,r ziale inibizione di sviluppo è sta,to dedotto dai reperti ottenuti con acque rilevanti al metodo ordinaJ·io di analisi una pr.esenza va.r ia di soli microsaprofiti. È cosi risultato - tenendo nel debito conto l 'azione ridutt rice esercitata sull'indicatore ùagli stessi germi (e che è notevole per quelli che dànno in gelatina colonie fondenti o muffe, limitata per gli altri) -che si ottiene una reazione nettamente positiva. quando sono presenti per ogni cc. del campione di acqua in esame: 1o qualche decina di colonie costituite da ge.rmi putrefattivi dota.ti di potere peptolitico, oppure, 20 abbondanti muffe e cromogeni, o, 3o diverse centinaia di colonie di comuni microsaprofiti già adattati all'ambiente idrico. La funzione rivelatrice dell'indicatore, considerando anche la differente velocità di sviluppo dei germi nel terreno di arricchimento prescelto, si esplica in un tempo variabile. I forti inquinamenti sono rilevabiH già dopo 10-12 h., mentre a~que solo ricche di microbi banali attaccano e ridueono il bleu di metilene entro 20 h . .Acqu.a in esame. - La quantità di acqua fissata (cc. 20) - daripartirai in due campioni - è appa.rsa adatta a palesarne la ricchezza microbica. e ad indicare una presenza del b. coli da ritenersi E>cc<>ssiva. Dall e prove eseguite credo di poter concludere: l 0 La reazione al bl~u di metilene può essere considerata nell'analisi delll' acque potahili come una ricerca partieolarmente utile a svelare con rapidità la presenza dei così detti germi di inquina.mento e sopratutto del b. coli. 2o Il procedimento proposto quando si de>ono esaminare contempora.neamente e con premma numerosi campioni di acque e non è possibile accertaJ·ne con esa.ttezza il contenuto batterico quantitativo e qualitativo, può riuscire di noteYole a.usilio nel giudizio <li potabilità. A UTORIASSUNTO. --L'A. propone un metodo rapido per svelare la. ricch <zza
batterica. delle acque ba." ato sull'osservazione delle reazioni cromatiche che si \"erifica.no nelle culture in brodo la.ttol"ato aggiunto di b leu di m etilene (Merck medicinale purissimo). Usando un semplice tubo di fermentazione tal40' metodo permette di rilevare conti mporanPnrnfnte la pl'{'senza di b. coli.
NOTE DI IGIENE PRAtiCA
DIREZIONE DI SANITA MILITARE DEL CORPO D'ARMATA DI BARI Direttore : Colonne llo medico prof. RosoLINO Cr.AURI
IL LA TIE DAL PUNTO DI VISTA EPIDEMIOLOOICO Dott. Raftaele Confalone, maggiore medico igi<'nista
Il latte non serve solo per nutrire i piccoli mammift'ri ma entra anche ampiamente a far parte dell'alimentazione umana sia direttamente sia per i suoi derivati. Gli elementi costituth·i deE latte dei diversi mammi· feri non variano per riguardo alla qualità ma solo nella quantità.. Più comunemente si consuma quello di vacca e ad esso mi riferisco nel presente studio. È un liquido di composizione specia.le in cui il lattosio ed una parte dei sali si trovano· in forma di vera soluzione, le so~tanze albuminoidi allo stato di soluziona colloidale ed il grasso allO> stato di emulsione; contiene poi vitamine e diastasi. Per essere un alimento qualitativamente completo, costituisce un pregevole dietetico specialment(' per i bambini e per le gravide, rende ottimi servizi, ad onta dei noti difetti della sua caseina, in tutti i casi di malattie acute ed in ispeci<', se per esso non vi sia intolleranza, di quelle a carico del tubo gastro-enterico, nelle malattie del fegato, dei reni, del cuore. Esso infatti nutrisce senza affaticare gli organi digerenti e con· traria.mcnte alla carne non introduce nell'economia materiali eccitanti e sostanze della serie purinica. Ma il latte plllò riuscire dannoso potendo contenere i più diversi microrganismi ed anche germi patogeni sia che provengano dall'animale lattifero sia che vi capitino nelle opemzioni di mungitura, di raccolta e di distribuzione. Essi, a parte ogni azione patogena specifica, trovando nel latte un ottimo mezzo di s·viluppo, ~li fanno subire tm pr ocesso di fermentazione prima e quinò.i di mineralizzazione, trasformandolo in un prodotto avente caratteristiche ben diverse e talvolta azione tossica, particolarmente per gli organismi infantili. Tali evenienze si verificano più di frequente q uando gli animali lattiferi non siano selezionati o se non vengano osser vate le norme igieniche prescritte per le stalle, pc.r la mungitura e per le successive ma.nipolazioni del prodotto. Accade spesso di vedere stalle mal tenute cd anguste che servono di ricovero a bovini, a suini, al cava.Uo, a conigli, a galline promiscuamente e qualche volta anche alla fa.miglia colonica. I n altri casi ad un'orientazione difettosa della stalla, per lo più infestata dlalle mosche e con difettQ di aria e di acqua., fanno riscontro le pareti a nnerite dal sudiciume ed i
472
IL LATl'E DAL PUNTO DI VISTA EPIDEMIOLOOIOO
pavimenti sconnessi ed assorbenti. Non è affatto raro osservare poi che la. mungitura., praticata per lo più nella stessa stalla, non sia preceduta da a.lcuna pulizia dell'animale e del mungitore, che i récipienti non siano ada.tti nè preservati dalle mille cause di contaminazione. Lo stesso dicasi per la vendita del latte già cosi male raccolto, specie quando è affidata a p ersone girovaghe, ignoranti e senza scrupolo. La vigilanza igienica in generale non manca; ma essa è saltuaria e determinata specialmente da più o meno fondati sospetti di trasgressione a.lle leggi; nè è possibile estenderla a tutte le partit.e di latte ed esercitarla su tutti gli spacci, essendo a ciò necessaria una larga attrezzatura da parte dei Comuni ed assai più numeroso persona.le tecnico. Essa poi suole limitarsi al rilievo del peso specifico, del contenuto in grassi, a scovrire le sofisticazioni più grossolano, mentre la sorveglianza atta ad evitare o scovrire l 'inquinamento da gerrni è ancora incerta e spesso inefficace a causa delle molteplici deficienze industriali e dello scarso sviluppo d ella coscienza igienica dei produttori. Ne consegne che il latte può divenire veicolo di gravi infezioni quando, per le modifìcazioni indotte datl'a.zione fermentante di germi saprofiti, non riesca altrimenti nocivo. La contaminazione del latte è dovuta o a condizioni intrinseche a.ll'animale produt.tore od a cause esterne che si verificano ed a,giscono durante e dopo la mungitura. .A) CoNTAMINAZIONE INTRllfAMMARIA DE L LATTE.
Il latte cosi come sprizza. dal capezzolo della mammella può già contenere microbi pa.togeni. Phì di frequente vi s'incontrano i germi t1,bercolari e quelli delle br1t.cellosi; essi meritano speciale menzione sia per la loro facile diffusione p er m ezzo del latte, sia per il loro elevato potere patogenetioo per l 'uomo.
Tubercolosi. l l b. tubercolari, ove non si tratti di localizzazione primaria della malattia alla mammella, vi giungono, trasportati come emboli dalla corrente sanguigna, da focolai già esistenti in altri organi dell'animale. E ssi però nella fasa morfologica definita. non p assano nel latte se la glandola mammaria sia istologicamente integra.. Ciò avviene invece se questa sia. colpita dal processo tubercolare, anche se le lesioni siano iniziali o minime tali da non essere apprezzabili clinicamente; ed il passaggio avviene presto ed in gran copia, p erchè i tubercoli soglio no a,p rirsi precocemente n egli alveoli e nei canali galattofori. Ricerche recenti dimostrano tuttavia che, sebbene eccezjonalmente, può essere infetto anche il latte di vacche che abbiano tutta l'apparenza di p erfetta salute e nelle quali solo la prova della. tubercolina denuncia l 'esistenza d~Ua ma.lattia.. Si deve ammettere quindi che il bacillo circolante nel sangue possa. passare nel latte anche a mammella integra attraverso minime a.lterazioni delle pareti vasali.
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Il latte che contenga germi della tubercolosi può ingenerare l'infezione nelle persone che lo consumano specie se bambini nei quali i poteri immunitari sono ancora inattivi. È noto che le sorgenti dell'infezione tubercolare sono rappresentate dall'uomo ammalato e dai bovini affetti da mal perlaceo e che le principali vie di penetraziono dei bacilli sono qut>lla pulmonare e quella dell'apparecchio gastro·enttwico. Sull'importanza o frequenza di ciascuno di questi meccanismi patogenetici non vi è accordo tra gli studiosi, giacchè mentre alcuni (Calmette ed allievi) dànno la prevalenza alla teoria di Behring, che sostiene ad oltranza la genesi alimentare, altri au tori considerano la tubercolosi principalmente come una malattia da inala.zione, secondo il concetto di Koch. Comunque, che il germe possa penetrare per l'apparecchio digerente non vi ha dubbio alcuno, specialmente se si considera che le prime porzioni di questo, ossia il cavo oro-faringeo (organi liniatici annessi e denti), possono divenire anch'esse ricettacolo di bacilli tubercolari portativi sia dal pulviscolo atmosferico sia dalle sosta nze alimentari (latte). Se poi coesistono alterazioni sotto forma di tonsilliti, faringiti, gengiviti, carie dentaria, come di frequente si riscontra.no nei bambini df>boli, la possibilità dell'infezione per via digerente assume maggiore consistrnza e frequenza tenendo conto che in simili condizioni i piccòli ammalati Yengono tenuti a prevalente dieta latt€a,. L 'infezione per via alimentare oonseguc principalmente all'uso di latte infetto e quindi è dovuta al bacillo tipo bovino. Era stato sostenuto che questo presentasse minore pa.togt>nicità. per l'uomo e che non fosse capace di provocare forme gravi, ma ricerche successive l'hanno dimostrato in una discreta percentuale (11,6) di casi di tubercolosi generalizzata ed alcuni autori hanno descritto casi di malattia mortale dovuta a bacilli di tipo bovino. Bisogna quin1li ammetter e che il latte di animali tubercolosi rappresenti una temibile sorgente d'infezione per l'uomo. P er dare un'idea dell'estensione di tale pericolo citerò le recenti ricerch~ di Klimmer e Falke i quali, esaminando 33 campioni di latte del oommercio prelevati in diverse stazioni di vendita di una grande città della Germania., hanno trovato che in 11 di l'ssi era, presente e virulento il b. tubercolare. Quest.o pericolo non viene attenuato neanche da un accurat.o esame clinico dell'animale lattifero a causa della difficoltà. della diagnosi delle forme iniziali e latenti, specialmente se trattasi di tubercolosi primaria di origine galattogena, la più importante da.l punto di vista. epidemiologico. Una statistica eseguita nel B aden riporta che su 1100 bo"1ni rifiu~ tat! al consumo dopo la macellazione, perehè affetti da lesioni tuberco!arl ~avi ed estese, solo nel 41% l'esame clinico prec<>dente aveva measo m ~vtdenza la malattia, mentTe il 21 % era stato segnalato come sospetto ed il 38% era stati dichiarato sano. La Robinowitsch ha ass·odato che il latte proveniente da vaccherie dove venivano eliminate f!Olamente le mucche clinicamente tubercolose 0 sospette di esserlo era sempre contaminato di bacilli tubercolari, mentre ne era sempre esente quello proveniente da stalle composte da vacche che
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IL L-;\TIE DAL PUNTO Dl VISTA EPIDEMIOLOGICO
non a>evano reagit-o alla tubercolina. Al recente III Congresso intern&zionale di r>ediatria (Londra, 20-22 luglio 1933) poi Hamill ha dichiarato che nella regione londinese ogni anno ben 2000 pazienti muoiono di t.uberc9losi trasmessa, con il latte. Si comprende quindi facilmente come il pericolo tubercolare attraverso il consumo del latte sia un fatto sicuro e come esso sia anche esteso dato che le mucche ammalate sono in percentuali preoccupanti. Ond'è giustificata pienamente l 'asserzione di Hutira «che la lotta contro la tubercolosi dov'essere diretta ad evitare il contagio interumano, ma che un completo successo non si potrà ottenere che con provvedimenti che impediscano l'infpzione all'uomo da animali tubercolotici e dai loro prodotti». Br1wellosi.
Non meno ra.ra è la trasmissione all'uomo, per mezzo del 'ratte, degli agenti causali della febbre <mdu.ltmte. Questa malattia, com'è noto, è prodotta dal m. melitense, che viene assunto principa.lmente col latte di capra infetta; ma può essere anche causata dal b. di Bang sia mediante contatti diretti con vacca affetta da aborto contagioso (veterinari, pastori, ecc.) sia mediante il consumo del suo lattE'. Le due svccie di microrganismi non sono bene differenziabili fra loro, onde si ammette che siano va.rietà dello stesso germe il quale possederebbe vari gradi di virulenza e di adattabilità ai diversi tipi di ospite. Entrambi sogliono invadere il tessuto sanguigno dell'animale ospite e giungere al latte oltre che dalla circolazione generale anch(~ p er molt;iplicazione attiva negli acini glandolari della mammella (uberotropismo, sessotropismo ), a ciò facilita ti dalla congestione dell'organo funzionante e dal trauma continuo indotto dalla mungitura. Da.l punto di vista epidemiologico quindi il latte di vacca, come quello di capra, costituisce un fattore importantissimo di diffusione della febbre ondulante. Le vacche e le capre s'infettano fra loro con grande facilità dat-o che i germi delle brucellosi si eliminano copiosamente col latte o con gli escrementi. Il contagio può avvenire direttam,ente col contatto scambievole, col commercio sessuale (è registrato il contagio d 'un int(>rO branco di oYini nella campagna romana dovuto all'intervento d ' un caprone proveniente da una mandria infetta), ecc.; indirettamente attraverso le mani sporche del mungitore, col pascolo e coi mangimi imbrattati di rifiuti infettanti o in altri diversi modi attraverso il suolo 1 lett.iere ed utensili parimenti contaminati. Può avvenire anche mediante la convivenza con equini. i quali, come la Commissione inglese assodò, possono tal vGlta eliminare con le urine il m. melitense senza essere ammalati. Sopratutt.o è important.e la diffusione a mezzo del latte, potendo le brucelle vivere e moltiplicarsi nella mammella e passare nel prodott-o di secrezione anche dopo molti anni dalla sofferta infezione (osservazioni di Schraeder, Cotton, Smith, ecc.). In questi casi le lattifere debbono considerarsi come vere portatrici sane di germi e sono esse che, introdotte in una stalla immune, riescono col la.t.te virulento a diffondere la malattia. I vitelli nati da va{:cb.e infette e da esse allattati concorr ono aJla loro
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volta alla disseminazione dei ,germi per mezzo degli escrementi; pur slattati continuano per parecchio tempo ad eliminasne diffondendo così il contagio a stalle indenni o ve siano in queste introdotti. A dimostrare la frequenza delle brucellosi fra gli animali ricorderò che il Neri, su oltre 900 prove a-gglutinanti eseguite nel 1926-28 Slù siero di sangue e sul latte di bovini ed ovini apparentemente sani della provincia di Basi, ottenne risultato positivo in circa il 15% dei casi e che i già citati Klimmer e Falkc riscontrasono il b. di Bang nel 43% dei campioni di latte commerciato in Germania, ed Evans a Chicago nel30%. Tali dati affermano anche che l'endemia di febbre ondtùante può subdolamente e largamente diffondersi attraverso il con.sumo di latte crudo e di latticini freschi nei qua.li le brucelle, come hanno dimostrato il Neri ed il Cormio, conserverebbero la loro virulenza per circa 45 giorni. Altre Ì'nfezioni.
All'infuori della tubercolosi e delle brucellosi, le maJattie infettive degli animali hanno in generale scarsa importanza nei riguardi della sanità del latte sia perchè esse sogliono indurne l'arresto della secrezione sia perchè i rispettivi germi non hanno tendenza ad oltrepassare il tessuto glandola.re. Tuttavia bisogna considerare il carbonchio, potendo qualche volta il latte di vacca ammalata contenerne i germi, in segucito ad emorragia che si verifichi nel tessuto mammario, e quindi riuscire infettante, come il Bollinger dimostrò sperimentalmente e come il Feser ha poi confermato. L'infezione casbonchiosa per l'uso di latte infetto non consegue, come finora si è ritenuto, aJlo sviluppo del virus specifico entro il canale digerente, i cui succhi esercitano uno spt>cifico potere antibatterico ed inibiscono qualsiasi attività biologica anche delle spore, bensi per la penetrazione del germe attra.verso lesioni della mucosa bucco-faringea. o dei suoi annessi lin!atici. L 'infezione quindi, come ha sperimentalmente dimostrato il Sanarelli, è di natura ematogena e le manifestazioni intestinali, che talvolta assumono nn carattere gravissimo, sia nell'uomo sia negli animali, non sono perciò ma.i primitive ma esponenti locali d'una infezione generale setticemica. Anche il latte di animali affetti da rabbia può riuscire pericoloso, potendo il virus rabicus attraversa.r e la mammella; cosi pure quello proveniente da vacche ammalate di mughetto e di afta, potendo esso prodUITe nell'uomo la stomatite aftosa. Si può pure incontrase nel latte ab origine lo streptococco della mammite contagiosa; lo stafilococco aureo ed albo, capaci di produrre angine, ed altri germi o virus (peste bovina, va.iolo, protozoi ecc.) che rendono il latte improprio all'alimentazione. Sostanze estranee eUmin.ate dall'animale col latte.
Nel latte possono trovarsi sostanze estranee provenienti o da trattamenti medicamentosi o da.gli alimenti. Taluni fasmaei possono conferire al_ latte proprietà tossiche, altri un sapore o odore sgradevole; alcune p1ante (belladonna, colchico, cicuta) proprietà venefiche, altre (ricino, euforbia) proprietà drastiche.
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B) CONTAMINAZIONE EXTRAMAMMARIA DEL LATTE.
La. conta.mi.n.a.zione extramamma.ria., anch'essa. frequente e perico· losa, si verifica durante e dopo la. mungit ura per cause che risiedono nel personale o nell'ambiente della vacoheria. Cause à'inq"inanwmto legate al personale.
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È noto che nella trasmissione di alcune rnaJattie infettive (gruppo tifoideo, coli-dissenterico, febbre ondulante, ecc.), giocano un ruolo importantissimo i cosiddetti portatori di germi. Questi, sia durante l'incubazione della malattia (p. precoci), sia ad intervalli durante la malattia stessa (p. t emporanei), sia per vario tempo, spesso lunghissimo, dopo la guarigione (p. cronici), possono eliminare germi in gran numero con le feci e con l e urine e quindi inquinare in vario modo il suolo, l'acqua, le so· stanze alimentari e specialmente l'ambiente in cui essi svolgono la loro vita. Lo stesso può accadere da parte d'individui che senza essere stati mai ammalati ospitino nel loro organismo germi patogcni (p. sa.ni). È facile immaginare come tali portatori, ovc se ne trovino fra il personale di i ervizio alle vacchel'ic, possano nei modi più vari e strani con· taruinaro il latte. Ciò è specialmente fa.cilt• per parte del mungitore in quanto le StH' mani, dopo il soddisfacimcnto dei bisogni corporali, possono restare insudiciate, e non occorre che siano molto sudicio se si pensa che un minimo fru stolino di feci od una frazione anch'essa minima di goccia d'urina può contenere moltissimi germi specifici. Questi capitando nel latte, che è nn ecc:.>llente substrato di loro nutrizione, vi si moltiplicano rapidamente e rigogliosamente. In tal modo ed in altri analoghi esso può divenire un p:>ricoloso veicolo dei germi tifici e pamtifìci, dei coli-dissenterici, dPl m.. tn.elitense e, in tempo d'epidemia, del v. colerigeno, ed anche di parassiti intestinali o dci loro Ol"uli, e quindi può determinare fra i consumatori dei veri focolai epidemici caratterizzati dall'insorgenza contemporanea di numerosi casi l' dallo Sp<'gnersi quasi di colpo appena individuata cd eliminata la sor~ent c dell'inftzione. Questo particolare modo di diffuRione ha. speciale importanza per il b. tifico, che vive esi sviluppa nel latte rigogliosamente o si ritrova ancora. vivo nei formaggi freschi oltre il decimo giorno. Si calcola che le epidemie di febbre tifoidea, S(•condo le ricerche di Schi1der che raccolse i dati relativi agli nUimi 30 anni del secolo scorso, sono dovute al veicolo latteo nella percentuale dc>l J5-17. No ricorderò alcune (De Blasi): quella che scoppiò ncl1897 a Cli!ton in In~hilterra e che fu diligentrm{'nte studiata da Davios fu dovuta al consumo di latte crudo; parimenti quella che si sviluppò nello stesso n.nno con carattere esplosivo in un quart,iere di Amburgo, n!>lb quale, come rilevò il Wilckens, vennero colpiti in forte prevalenza ùonne e bambini cb<' abitualmente consumano più latte che non l'uomo. Ancora un altro CS('mpio: nel 1924 alcuni studiosi americani (Garbart, Sears e l\Iaek), inda~ando sulle cause d' nn circoscritto focolaio di febbre tifoirlt>a, acc<'rtarono il rapporto fra i casi osservati ed il latt~ fornito da una latteria , il cui imprenditore, pur t'Ssendo da. qualche tempo guarito da un'infezione tifoidt•a, eliminava ancora con le urine un numero stra{)rdinario di germi.
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La possibilità quindi di trasmissione della febbre tifoidea per mezzo del latte è un fatto accertato. Anclle il b. della t1t1Jercolo8i Pl!Ò capitare nel latte, che dalla mammella ne sgorghi privo, se la mungitura o le successive manipolazioni vengono eseguite da un tubercoloso contagiante. Lo stesso dicasi, sebbene siano evenienze piuttosto rare, per il b. della difterite, per gli sb·eptococchi patogeni, per il virus della polio-mielite, della aca.1·lattina quando il latte sia munto o manipolato da convalescenti ancora contagianti della rispettiva malattia.
Oauae d'inquinamento legate all'ambiente. Il latte può arricchirsi di germi, patogeni e saprofiti, per cause legate all'ambiente in cui vien prodotto. Cosi nelle stalle infette da tubercolosi, da brucellosi, da carbonchio esso, se pur originariamente sterile, può contaminarsi in vario modo col virus di ta,li infezioni o perchè si mungono mammelle sporche o perchè si adoperano recipienti od utensili non perfettamente puliti. Spesso è l'aequa della fattoria, inquinata per rifiu ti umani od animali ed usata. per lavare i recipienti od aggiunta al latte a scopo fraudolento, che è responsabile di taluni inquinamenti per germi tifici e coli-dissenterici; spesso sono le mosche, incline a posarsi sugli escrementi e poi ad avvicinarsi al latte, che fanno da vettrici di germi o virus. Qualche volta la causa deve ricerca.rsi nella conservazione del prodotto in locali polverosi od occupati da ammalati o conva.lescenti di malattie contagiose, come talvolta è accaduto per la difterite e per la scarlattina trasmessa. a mezzo del latte. Ravvi poi l'inquinamento con microrganismi saprofiti, che si verifica nelle medesime circostanze ora accennate e specialmente con l'insud·iciamento cui il latte va soggetto se non viene munto, manipolato e conservato con molta pulizia. Il Vetere a tal riguardo afferma che su d'una media di poco più di 30.000 litri, che affiuiscono giornalmente alla. centrale di Napoli, le pulitrici centrifughe eliminano da 25 a 30 chilogrammi di sudiciume, costituito in massima parte da sterco e poi da detriti di ogni genere (strame, peli, cellule cutanee, insetti, ecc.). Tali sostanze elevano certamente il tenore dei germi nel latte, i quali, anche senza essere patogeni, possono, in adatte condizioni di temperatura, variamente alterarlo. Per opera dei germisaprofiti il latte può subire infatti unafermt>ntaziot1>e acida (b. lactis acidi, b. lactis aerogenes) con successiva coagulazione della caseina; una fermentaz-ione b1ttirrica (b. butyricus, clostridium butyricum) per scomposizione dellattosio e della caseina e con produzione di acido butirrico e di altri prodotti secondari; una ferme<~~tazione peptica (b. subtilis, b. coli, ecc.) con produzione di leucina, t.irosina, ammoniaca senza acidificazione, anzi alcalinizzando il latte qualora i germi putrefa~tivi vi si sviluppino cosi numerosi da ostacolare la vegetazione degli aetdogeni. E cosi può aversi il latte casooao (per azione dci b. lattici), il la~e fi'latllte {per azione del b. viscosus di Adametz), il latte mnaro (per az10n~ di speciali batteri sulla caseina), il latte saponoso (per l'azione di germi pept()nizzanti), il latte putrido (per azione del b. coli, subtilis,
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~rogeni, ecc.), e finalmente quello colorato in rosso, in azzurro per opera d i microrganismi che proclucono tali pignH•nti. Molto verosimilmente si debbono al l'ingestione di latte cosl con tamin.'tto, che negli stadi iniziali n on s ubisce alcuna variazione nel sapore, le gravi diarree d a cui sono colp it i i bambini nell 'estate (Flugge).
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Emerge chiaro che il delicato e compl('!!SO prodotto organico, diete· t ico prezioso in molti casi, indispcmsabile in altri, può ascondPre e proteggere germi micidiali o sostanze tossiche per l'organismo che se ne alimenta. Nò il suo vantato p otere microbicida. n e attenua i pericoli percbè questo a~isce quando il latte è refrigC'rMo, quando cioè> la v ita dei germi · contenutivi è arrestata p er a lt ra via. Ed inoltre osso si esercita in misura diversa a secondo della provenienza del l atte e della specie microbioa: per quello di vacca esso è attivo verso il v. colcrigcno e verso le brucelle, debolissimo sul b. tifico; per quello di capra invece esso è scarso verso tutte le specie battericlw e quasi nullo verso lo brucelle. Se quindi si voglia offrire al consumatore un latte igienico, è necessa-rio o adottare rigorose cautele n ella. sua produzione o sottoporlo a speciale trattamento sterilizzante, ossia alla bollitura o alla paRteurizzazione, m etod.i che esaminerò in altra nota .
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LAVORI CONSULTATI.
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ANGELI~ A. -
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A p roposito dei portatori di germi deUa febbre tifoidea. c Gior. Med. ~Iii. • novembre 192::>. CoNFALONE R. - D i alcune proprietà biochimiche del m. melilet~se e del b. Bang. • Gior. Med. Mil. • agosto 1933. CORMIO A. - Sul conumuto dei germi patogeni nei lallicitli frMchj. di Bari . " I giene mode.rna • 1932 n. 12. DF: BLASI D. - La Gasa del lane Ìll L ecce. D i!«l. inang. 20 ottobre 1928. H.um.L. J . M. - Atti III. Congr. lntorn. di P ediatrin.. Londra 1933. LA RosA G. - L 'alimentazione lattea in Sicili.a. • Riv. Sfi.n. Sic. • 1932 n. 12. lfAoot 1\{. - A ngoli morti nella lotta antitubercolare. • Crit. Zoo • 1932. l\LuttoTTI BrANCHI. - Oome Bi prendono le febbri ti foidi. « Gio r. Med. M il • lu glio 1928. SANARELLt G. - Nuove vedute sulle infezioni dell'apparecchio dig. • Ed P ozzi •· #
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OSPEDALE )1ILITAH8 DI FlRE:NZE
L'USO GENERALIZZATO DELL'ALLUMINIO ED I SUOI RAPPORTI CON L'IGIENE ALIMENTARE Dott. Lorenzo Curatolo, tenente chirnico-farmncista
Non è ma,Je che la scienza si decida a dire la sua parola decisiva sulle specifiche accuse che si muovono all'alluminio metallo qmtlc fattore dell'incremento del cancro non fosse altro che per chia.rire f dubbi sollevati dopo che sul conto di questo m<·tallo si sono formul ate alcune ipotesi che la scienza soltanto può e deve diradare definitivamente. La stampa di tutti i paesi da anni Ila preso "fiva parte ad una ~era campagna in favore e contro i sali d 'alluminio c, più SJJCcialmente, contro l'alluminio metallo che viene adoperato per la fabbricazione delle stoviglie da cucina. Mi è sembrato non inutile scegJiere alcuni elementi affiorati in quelle discussioni, che non sempre hanno mostrato J'jmpronta della obiettività~ e studiarli raffrontando quanto da vari autori è già stato scritto sulle proprietà di questo metallo e dci suoi sali. Mi si permetta di riepilogare brevemente cose già note specialmente per ricordare al lettore la enorme diffusione in natura di questo metallo e le sue principali proprietà. IL METALLO. - L'alluminio (simbolo Al - peso atomico 27 ,l - peso specifico 2,55-2, 70) è un metallo bianco con leggera tendenza al bluastro, lucen~. Anche in polvere ba lucentezza metaUica. È duttilissimo e molto
malleabile, senza sapore nè odore, discretamente duro e leggerissimo: tra i metalli comuni, anzi, è il più leggero e fond e a 658o. Ha resistenza all'azione dell·a.ria perchè in questa. si forma uno strato sottile di ossido che protegge la rimanente massa metallica dal· l 'ulterior e azione degli agenti atmosferici. I n natura non lo si trova libero ma. abbon da allo stato di ossido (.Al 2 0 3 ) che quando è puro forma il corinàone (rubino-zaffiro - Al 2 0 3 )~ se è diviso in piccolissimi cristalli , ma duri, forma lo Bmeriglw . .Allo stato di i d rato costituisce il àiaspm·o (Al 2 0 8 H 2 O), la bauxite (Al 2 0 3 2 H 2 O) e l 'idrargillite (Al 2 0 3 3 H, 0). Dopo l 'ossigeno ed il silic.io è l'elemento che entra. in maggiore quantità (7,81%) nella com posizione della. crosta terrestre allo stato di silicato che se è puro forma il caolino o te.t:ra da porcellana (.Al 2 Si · 2 0 7 H 2 0)~ e se impuro· costituisce le comuni argille. Nei f elàllpaJi e nelle miche si trova unito ad altri silicati: ab bonda, anche, nella m·iolite (Na3 .Al Fl,) che è u n iluornro doppio di sodio e d 'alluminio.
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Estesi giacimenti si hanno in Provenza, nel dipartimento del RodMo, nella. contea di .A.ndrim (Irlanda.), a Vogclberg (Germania.), nell'Alabama. ed in Georgia (Stati Uniti), a Wingello (Nuova Galles del Sud), ad Ivigstok (Groenlandia), nell'Appennino Centrale e ne) dintorni di Roma. Altri impor tanti minerali d'alluminio sono l'ortocla.se (K Al! Si8 0 8 ), l'albite (Na Al Si3 0 8 ) , l'oligoclasio [2 (Ca, Nat K 2 ) O· 2 Alt 0 8 • 9 Si 0 2 ], il labrador (Ka.2 Ca O · .Al 2 0 3 • 3 Si 0 2 ) , l'allofane (Al 2 Si 0 6 • 5 H 2 O), l'amàa1t,site (Al 2 , Si 0 3 ), la var-iscite (Al PO, ·Al 0 8 • 4 Y2 H 2 0), l 'evat~te (Al P04 • 2 Al 0 3 Ha· 6 H 2 O), l'aU1tminite (Al 2 SO, 0 2 • 9 H 1 O) la. keramohalite [Al 2 (SO, ) a 18 H 2 O], la. felsobanyitc [Alt (SO,) 8 • 10 Al 0 8 Ha+ 15 H 2 O) l'alunite [Ala K (SO,] 2 (OH) '), ccc. L 'alluminio fu riscontrato anche nelle meteoriti. Chimicamente fu nziona sempre da trivalente. Nel 1827 l'alluminio fu isolat o da un celebre scienziato tedesco, Wohler, di Gottinga, mediante la scomposizione del cloruro d 'alluminio per mezzo del pota!ìsio: con procedimento abbastanza pratico, però, fu preparato nel 1857 da. Hila.ire S~ùnte-Claire Deville che presentò sbarre d 'alluminio all'Esposizione di Parigi del 1855. Qualche anno appresso, apprezzatene le proprietà, in Francia si diede inizio alla preparazione industriale dell'alluminio. L 'applicazione delle leggi di Faraday, resa possibile su scala indnst rialo dopo la scoperta. della. dinn,mo, arrecò finalmente la soluzione definitiva del problema per merito quasi contemporaneo di HaJ.l in America., ed Heroult in Francia ver:o il 1886 col procedimento elettrolittico al qualo è do,·uto esclusi>amente l'enorme s>iluppo assunto negli ultimi 30 anni dall'industria dell'allumù1io. Nelle sue grandi linee il procedimento adottnto è il seguente: in ampio crogiolo di ferro rin~stito di refrattario s'introduce ossido di alluminio con criolite che serve da fondente. X('lla massa è imm<>rso uno o più elettrodi mobili di carbone che funzionano da anodo. Il catodo, nel quale si raccoglie l'alluminio puro, è rappresentato dal fondo ùel crogiolo fabbricato di volta in volta con una pigiata di polvere di carbone. La corrente elettrica mantiene in fusione la massa e la elettrolizza, separa.ndone l'alluminio allo stato fuso . l processi tecnici di estrazione hauno subito, però, varie mod ificazioni; infatti dal sistema Bayer aU'alluminnto, ancora. in uso, si è p:u;s~~ti al proce!lso Haglund attra.ver·so il solfuro, elle viene odotta.to n ei recenti impianti di Porto :.\larglH~ra (Vcnezitt) a \ 'C n ti una. capacità produttiva di circa 12.000 tonnellate auum• d i allumina. L 'alluminio si usa come mezzo per raffinare il felTo, l'acciaio, il nichel, il rame, l'ottone, giacchè possiede la proprietà di scomporre gli ossidi di queste sostanze metalliche: lo si usa per rendere più sensibile la conducibilità del rame fuso, per farne posi di precisione, strumenti ed apparecchi che si desiderano leggeri ma in metallo, aeroplani, cannule, decorazioni, utensili da cucina, ecc. ~ei laboratori -çiene adoperato per determinare l'azoto nitrico. In medicina oggi l'allumina non ha molto applicazioni. :Xei tempi scorsi, porò, era. prescritta p er uso interno come un debole astringente ed
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antiacido: nell 'industria l 'allumina idrata si adopera come mordente per fissare i colori sulle fibre tessili per la sua proprietà di forma.re con quelli precipitati che diventano spontaneamente insolubili (lacche). GLI UTENSILI D 'ALLUMINIO. - L 'impiego mag~iore che l' industria attuale fa dell'alluminio è q11ello per la fabbrica.zione di utensili da cucina. Da un ventcnnio a questa })arte, però, gli stu(liosi si sono ui visi in due campi opposti discut<lndo se gli utensili d'alluminio che si adoperano per cucina possano o no infiuu·e sul determinismo del cancro. Il sospetto e le accuse cbe si elevano a questo proposito contro l'uso di tale meta.Jlo sa,rebbe in certo qual modo avvalorato daU:cL constatazione statistica del diffonflersi e progredire veramente impressionante del cancro in questo n1timo wmtennio, anzi in questo ultimo decennio, il che coinciderebbe col generalizzarsi dell'uso degli utensili di alluminio. Ma si può obiettare, anche, che i sa.li di alluminio sono cosi diffusi in natura (nella crosta terrestre, negli uomini, in tutti gli aJùmali anche acquatici e nolle piante) che uon occorreva proprio l 'uso ùegli utensili cii alluminio perchè questo metallo venisse a contatto con l'uomo. Nè l'uso dell'alluminio come utensile da cucina spiegherebbe la d.i1Iusione regionale del cancro per etti la R,omagna e la Toscn,na detengono, fra noi, un b en triste primato visto che l a costituzionf> geologica di tali regioni non è diversa da quella di altre regioni d 'Italia meQo colpite ed ove pure si è diffuso l'uso dell'alluminio. I medici attraverso alla scienza banno assunto una conoscenza più esatta del problema del cancro sicéhè il pensiero diagnostico non si allontana dall'idea del cancro di fronte ai soggetti più giovani perchè le barriere dell'età, un tempo assiomatiche, sembrano superate daJ diffondersi dell'affezione. La scienza col perfezionare i suoi. mezzi di lotta si trova disarmata o quasi contro il cancro. Ha affinato i mezzi diagnostici facendo così che un maggior numero di cancerosi giunga. al chirurgo quando ancora sono operabili, ed ha, nel campo chirurgico, perfezionato il tecnioismo: ma se si osservano le statistiche degli' operati a distanza di anni i risultati sono molto meno brillanti perchè relativamente pochissimi sono gli operati che, dopo cinque ed anche più anni, sono rimasti immuni dalle recidive. Si sono ottenuti colla R.adium- e con la Roentgen-terapia arresti, procrastinamento di molte condanne e, anche qualche guarigione. Ma il problema centrale del cancro poggerà in avvenire, forse, sulle chemioterapie o sulle iieroterapie, e, più di tutto, sulla profilassi, una volta che fossero conosciute le basi etiologiche e patogeneticbe del suo svilupJPO. Ma le cause ùello s·v iluppo del cancro sono, come molti credono, molteplici. Ecco perchè deve discutersi il più a fondo possibile se l'alluminio può costituire uno stimolo allo sviluppo del cancro per quanto tale discussione possa portare a conclusioni che sarebbero molto utili nel campo protìlattico, campo che per l'umanità è certo più proficuo che le cure. In questi ultimi tempi nuove teorie si sono a,ffacciate e fanno risalire il m ale ad agenti esterni, quali l 'influenza delle professioni, del clima, 6 -
Gio'l'nctle di medicina milttan.
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dell'ambiente, delle proprietà del terreno in cui si vive, "region a. cancer » del Lakhovshy. Fra gli agenti esterni fattori di alterazioni nel tubo gastro-enterico vengono accusati anche i sali d 'alluminio. La lotta contro i sali d 'alluminio ebbe inizio negli Stn.ti Uniti d' Americ~L o ve alcuni scienziati dichiararono che l'uso di utensili da cucina in alluminio è Sp(•sso la ragione del cancro e della sua diffusione. E, ad avntloran• il loro ass<>t-to, proclamarono che in America s'era verificato un aumento di circa il dicci per cento di morti per cancro da quando si erano adopPrati in cucina gli utensili d'alluminio. Evidontemente coloro che proclamarono tale teoria non tennero presente due cose: e cioè che in America, come a lt.rove, si erano moltjplicati, p erfezionati e diffusi i mezzi di indagine e, perhtoto, era più che natur~ùe e logico che ne risentissero un aumento anche le sta,tistiche sanitarie. In secondo luogo non si tenne presente che l'aUuminio entra in quasi tutte le acque e anche in quelle minerali che vengono tll,uto raccoma.udate o di cui si fa tanto uso e nei recipienti di v<'tro che le contengono. E così sembra del tutto assurdo che quest'alluminio non faccia male mentre quello delle casseruole risulterebbe tanto nocivo. E che dire, poi, di tutto l 'alluminio che noi respiriamo colla polvere, di quello che quotidi.'l,narneute ingeriamo con i vegetali c che si accumula nei polmoni, nel rene, nel cuore, nelle capsule surrenali, in tutti gli organi t È assodato, anche, cbe la sua pr<'senza nei tessuti è costante pur non conoscendosene ancora la esatta. funzione: fu dosato (Underhill, P etermann, Gross-KausP) nel sangue mg. 0,21 per oo.) e nei reni (mg. 0,87 ogni g. 100 di organo). Eppoi, dato e concesso che effettivamente sia stato avvertito un sensibile aumento in estensione del cancro, sarebbe da vedere se esso si riferiRca a qu<'llo dell'apparato digerente, come logicamente dovrebbe essere. Il cancro, per i denir!ra,tori dl'll'alluminio, san•bbc dovuto ad un fenomeno di irritazione infiammatoria p rovocato dall'id rossido di alluminio (combinazione di ossido d'alluminio oon a()qua), contenuto in quella patina grigiastra, (ossido) che si forma nell'interno dc Il<' st oviglio fin dal primo USO di f'SSC. La prova, di ciò si otterrebbe facendo boli ire acqua distillata in due recipienLi, uno di alluminio e l ';~l tro di fcno Slllnltato od anche di acciaio porcw l htn~tt o: veri!ando l'acqua in due biechh• t·i si d(•n' osservare il liquido in trasparl'nz:t. L 'a{:qua bollila noi rccipit•nte Slllnlta.to o porcPll;tnato sa,J'<'bbc nm:ora. limpida ml'ntro qnl'lla, bollit,a nell'alluminio mostrerebbe un 'opal<'. CPilZ~L dovuta, proprio all'i<! rossiclo di alluminio che, introducendosi in piccolissime dosi, ma eontinmuncnl<•, nPl tubo digprcutc, provocherl'bbt' quei fenomt' ni irritatiYi che dctermitwrebbcro poi lo sviluppo dt•l male. L'idrossido di alluminio si produrrebbe, anzi, in maggiore quantità cucinando sostanze grnsse e salaw. • c•condo quanto ha an:ermato il Prescott, dell' Università di Cambridge e Capo dd Dipartimento di biologi;~ e saniti\. pubblica, esso provoca. un vero stato infiammatorio permanente dell'intero apparato digerente.
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Di qui quello stato di acidità che molte volte caratterizza il periodo che precede l 'ulcera gastrica. Ma in questo ultimo tempo specialment.e il concetto che il cancro insorga molto frequentemente su una. pregressa ulcera gastrica si è alquanto modificato noi senso che poche sono le ulcl'ri pcptiche che divengono cancro e spesso piuttosto che di ulceri che divengono cancro trattasi di cancri ulcerati già all'ini?.io M I loro sviluppo. A proposito dci sali d'alluminio il GuareRchi nella «Nuova enciclopedia di chimica» dice: «Introdotto nel tubo digerente un sale solubile di aJ.luminio il suo passaggio dallo stomaco nel sangue non pare avvenga su larga scala . .. n Secondo Siero (1886) l 'assorbimento per il tubo digerente sarebbe difficile. Esperienze di C. Schmitz fatte su cani e su conigli dimostrerebbero come poco importante l'azione tossica dei composti solubili d'alluminio (acetato) introdotti p er ingestione o per iniezione sottocutanea. Sicchè questo autore aJierma che «si devono ritenere come innocui i composti d'alluminio insolubili eventualmente riscontrati nel tubo digerente n. L'Ufficio federale di sa.nità dcUa Germania ba fatto eseguire pazienti ricerche e coscienziose inchieste per accertare se l 'impiego degli utensili da cucina in allum inio possa arrecare danno. Per lunghi mesi si eseguirono esperimenti su animali ed osservazioni su uomini sottoposti a rice-vere dosi di alluminio di molto superiori a quelle che abitualmente si possono ingegire con i cibi e le conclusioni hanno portato ad escludere qualsiasi azione dannosa. L'Associazione medica inglese ba indicato l'alluminio nella ntensileria domestica come il metallo più innocuo dopo il platino e l'oro. Anche il Gallio ha affermato che «le ricerche nelle somministrazioni di p iccole quantità di sali di alluminio continuate per molto tempo, allo scopo di riconoscere un even tuale a,ssorb imento dell'alluminio o la sua influenza stilla salute, sono state intraprese specialmente sotto il punto di vista di assicurarsi se esistesse alcun inconveniente per l 'uso delle suppellettili di cucina di alluminio che ora si diffonde sempre maggiormente. D l oro risultat o è stato del tutto favorevole a questa applicazione dell'alluminio ». Con ciò cade, nù sembra, ogni altra teoria contraria visto e considerato che i sali insol1tbili di alluminio si possono ritenere innocui e quelli solubili sono assorbiti difficilmente e vengono anche eliminati per via urinaria. È ben vero che le dosi elevate di allume od altri sali di alluminio possono produrre la morte: si ca.lcola che la dose di 30 gra mmi di allume possa riuscire mortale per l'uomo. Ma questo inconveniente è un po' di t utti i medicinali. Secondo Wela, dell'Università di Chicago, invece, i composti di alluminio che si producono cucinando cibi in recipienti di quel metallo passereb bero n e l sangue ove distruggerebbero parte dei globuli rossi. Ma se cosi fosse tutta l'umanità sarebbe di già anemica poicbè l 'uso delle sto,>iglie di all uminio r isale, ormai, a molti anni indietro ed avrebbe dovuto già offrire prove inconfutabili a chi tale uso sconsiglia.
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.A proposito, poi, di un'altra a.ccusa sul potere neutralizzante dei sali di alluminio sul succo gastrico, non sarà. inutile ricordare che l'idrato d'alluminio, ingerito in cosi piccolissima quantità. ed anche perchè completamente solubile in acido cloridrico, non può notevolmente neutralizzare l'acidità del succo gastrico, per causa della idrolisi. E se lentamente il meta.llo si sospendesse nell'acqua contenuta e bollita nei recipienti è evidente che una casseruola d'alluminio non avrebbe la lunga durata che invece possiede. È inspiegabile, forse, questa lotta portata contro l'a.lluminio meta.llo mentre ancora in terapia si mantengono molti composti di a.lluminio quaJi, ad esempio, l'alluminio solfato e potassio, l'a.lluminio solfato e potassio usto, l'acetato di a.lluminio, l'acqua emostatica del Pagliari, ecc. E non sono poche, nemmeno, le specialità. medicinali, nazionali ed estere, a base di composti d'a.lluminio. Contro l'alluminio medicinale, quindi, nessuno si è mosso e la lotta si è intrapresa soltanto contro l'alluminio adoperato per la fabbricazione degli utensili da cucina. Ma la scienza, che studia di perseguitare il tremendo male con una opera ammirevole di indagine e di esperienze, conseguendo risultati che a volte aprono l'animo alla speranza ed a volte avviliscono, non permetterà. che i suoi sforzi vengano erronf'amPnte interpctrati. AUTORIASSUNTO. - L'autore dopo aver de.to un rapido cenno delle pro· prietà fisiche e chimiche dell'e.Uu.mirùo si sofferroa sulla lotte. tuttora in atto contro le stoviglie d'alluminio concludendo che esse, a cagione di vari motivi, possono sicuramente essere considerate con grande simpatia e la maggiore fiducia.
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MEDICINA LEGALE MILITA R E
L'AMEBIASI NELLA PRATI CA MEDICO- LEGALE Dott. Leo Taddla, capitano medico
Fino a pochi anni fa il concetto di infezione amebica era strettamente legato a quello di dissenteria; le denominazioni di dissenteria amebica che libri di testo, anche fra i più accreditati, hanno lungamente conservato e conservano tuttora, inducono il medico pratico a ricercare le infezioni amebiche fra gli ammalati dissenterici o p('r lo meno con gravi turbe intcstinn,li. La letteratura di questi ultimi Aloni si è arricchita. di numerosi e preziosi lavori che hanno portato piena luce sull'argomento dimostrando i quadri clinici più complP-&si di questa malattia hL quale spesso non è diagnosticata anche dal medico più esperto. Vi sono quadri clinici di lieve entitr. dove i disturbi accusat.i dall'ammala.to non sono gravi anche se soppor tati per lunghi periodi, talora di anni, cd in questi cn.si è molto difficile emettere un giudizio diagnostico il qunle può essere accertato da un casuale esame di feci; spesso si tratta semplicemente di malessere generale, irrequietezza, aecompagnata da anemia di modico grado, disturbi che guariscono con una cura emetinica e scompaiono con la. scomparsa delle amebe. Ma. quelle che offrono maggiore difficoltà diagnostica sono le localizzazioni extra intestinali, bronclùti, cistiti, nefriti, ascessi epatici quando non sono concomitanti a disturbi dissenterici c tali q uartri morbosi sono altresì i più pericolosi perchè, so non curati tempestivamente, mett.ono in serio pericolo la vita del paziente. Accanto ai più complessi quadri clinici dati dalle amebe vi sono pure portatori che offrendo una valida resil;tenza All'invasione dei para-ssiti nei tessuti, rima.ugono tali per lungo t empo e solo qnando i poteri di difesa per qualsivoglia ragione vengono m<>no si ha l'insorgenza della prima manifestazione della malattia. Uno dei motivi di errore di~rrnostico è senza dubbio il preconcetto di malattie tropicali e malattie continentali; ogni giorno vengono segnalati focolai end<>mici di rm~lattie ritP.nute proprie dei paesi caldi anche in località di climi temperati e freddi, località isolate con scarsi contatti industriali e commerciali, il che fa supporre che tali malattie siano ivi esistenti rta lungo tempo e rivelate solo oggi da un più attento esame degli ammalati, dallo sviluppo delle ricerche di laboratorio, da una maggiore conoscenza di quadri clinici. Il medico pratico deve pertanto modificare il concetto di malattie tropicali e continenta.li oggi specialmente che rapide comunicazioni allaeciano fra di loro regioni lontanissime. L'a.mebiasi è certamente fra le malattie cosi dette coloniali, la più diffusa in Italia e per di più acquista nei nostri paesi un decorso subrtolo ed irregolare tanto da. essere stato proposto il nome di amebiasi nostrale, denomi...nazione che non ha. trovato consistenza per il fatto che tutte le
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malat.tie dE~i paesi caldi, quando si manifestano in climi temperati, hanno nn d ecorso irregolare; il parassita inoltre dell'amebiasi non presenta diversità morfologicbe a seconda delle varie regioni Non è qui il caso di riportare dati statistici sulla diffusione dell 'amebiasi in Italia; a chi può interessare l'a.rgomento bastano le munerose pubblicazioni di allievi del Franchini e dell'Izar i quali, non esitano a ritenere l'amebiasi nn pericolo per le nostre JJOpolazioni come la tubercolosi, la sifilide, la malaria. Ne consegne la necessità che ogni medico pratico deve avere una perfetta conoscenza dei vari aspetti di questa malattia a.ffinchè una diagno.si pronta possa suggeriJ·e energiche ed opportune cure atte ad evitare spiacevoli conseguenze nel pa.ziente, ma soprattutto ad arginare la diffusione del parassita. Ma se tale conoscenza è necessaria per il medico civile, è assolutamente indispensabile al medico militare, il quale deve prevenire la diffusione della malattia nella. collettività e può essere chiamato ad esprimere i giudi?:i medico-legali ad essa collegati. Capita frequ.entemente alle Commissioni medico-ospedaliere di dover esprimere un giudizio di idoneità o meno al servizio militar~ o meglio ancora di dipendenza da causa di servizio su individui che per avere trascorso un periodo in Colonia fanno risalire a tale periodo disturbi, talora non gravi, di data più recente solo perchè l'esame coprologico ha rivelato presenza di protozoi intestinali, in qualsiasi sta.dio di sviluppo, ritenuti propri dci paesi caldi. Mancando alle Commissioni disposizioni regolamentari al riguardo può non aversi una unicità di indirizzo nell'esprimer e tale giudizio, quindi sopravalutazione di fa.tti poco import.anti da parte di · alcuni e viceversa una scarsa valutazione di dati obbiettivi che non devono essere t·rascurati per parte di altri. Ne consegue che possono essere beneficiati individui idonei al disimpegno di regolare servizio pur essendo por tatori di parassiti nelle feci,. mentre può essere trattenuto in servizio con -pericolo della collettività e dell'individuo ammalato chi dovrebbe essere allontanato. Abbiamo creduto pertanto utile, sulla scorta delle odierne conoscenze, richiama.r e l'attenzione del medir.o milita.r e sul valore di un reperto coprologico, nella pratica medico-legale perchè da un'esatta. interpretazione di questo n e scaturisca 1m giudizio fondato su dati scientificamente sicuri. L'occasione ci è data dai risultati ottenuti nell'esame di feci di allievi ent.rati nel corrente anno accademico a.lla R. Aecademia di fanteria e. cavalleria. Si tratta per la. maggior parte di ex ufficiali di complemento provenienti dalle Colonie che aspira~o al grado di sottotenente in S.P.E. Sappiamo quanto spesso chi ha trascorso un periodo anche breve in Colonia, in condizioni disagiate di vita, esposto a tutti i contagi delle malattie, sia portatore di infezioni latenti. Si erano già verificati negli anni antecedenti fra allievi e graduati dell'Accaderrùa rientra.ti dalla Colonia casi di amebiasi. Abbiamo pertanto rivolto le n?stre indagini alle ricerche di protozoi intestinali, specie anche per individuare aventuali portatori di parassiti e tutelare l'igiene di tali individtli e della collettività. n numero degli esaini non è molto alt.o, ma. ci permette~ n~almente un'esat.t.a interpretazione ai fini che ci siamo proposti. Gli allievi csaJllinati sono stati 24, ripartiti in 21 marescialli, 2 sergenti
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mag~iori, l allif·vo del primo eorso, proYenionti tntti da,\la Libia e precisa.mt>nte 14 da.IJa Tripol.i tnnia, e 10 rlalla Cirruaic;a,.
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I precellenti auamnestil"i dri f>Og"g(•tti in rsa.me sono stati negativi ed al monwnt,o dellr ricerche erano tutti in ottimo staJo di salute e disimpegnavano regolare servizio. Un allievo solo ll it riferHo di avere sotrerto in Colonia distnrbi int<':.;tinali, consistenti in varie SCàriche dhtrroiche liquide, dmante cinque o SI:' i giorni con tenesmo a.na le, non febbre: disturbi gnarit.i senza curi:' speriali e elH• non si sono più ripP.t.uti. Io questo caso l'esame ripetuto dalle feci è ri<;ulta.to m'gatiYo. Abbiamo CS~'guito l'!'1saml' delle feci a fresco, con tuttr le moda li t~ che assicuravano i migliori risultati; solo in porhi casi siamo ricorsi' a.lle colorazioni vitali. I11Sistiamo per il momento snlle modalità eh<' dobbiamo seguire nell'esa me delle feci perchè essendo tropvo spesso trascurate J>rt'giudicano l'esito d<'ll'es;une st<'SSo. Ogni qualvolta si rit.enga necessario 1m ef;ame coprologico per la ri· cerca di parassiti intestinali si somministre1 à al paziente: a stomaco yuoto, una. purga salina, e qu<·sto a.nche quando l'alvo è diaiToico; lu. dose della purga naturalmente sa.rà proporzionata. a seconda delle condizioni intestinali del soggetto. L'esame delle feci deve essere pra.t.ieato subito dopo l'emissione perchè il rita,rdo, anche breve, altera vrofondamente la modologia dei parassiti. L'esame non deve mai rssen' limit,ato a,Uu. prima scarica, ma ripet.uto alla seconda., alla. t.er7.a e talora alla quarta scarica, poichè a.vviene frcquentP.mente che solo in qucst.'ultiu:.a si ba la positività dnl reperto. Anche l 'all<~stimcnt.o del preparato ha grande im· portanza sul risultato dell'esame per cui è buona norma che sia: preparato di persona dall'esaminatore, il quale avr~ cura di cerca.re nelle feci i fiocchetti di muco, nei qua.Ji sempre troviamo maggior numero di parassiti. Se le feci sono solide si possono stemperare con soluzione fisiologica e per avere un maggior(' repert-o si dovr~ dcorrere alle prove di arricchi· mento. L 'esa.me sar~ praticato a fresco con l'obbiet.tivo ad immersione che solo ci può permettere la differenziazione morfologicA. del parassita nei suoi vari stadi; nè dovr~ trascurarsi ! ~esame con la colorazione vita.Ie. Tutti i metodi conosciuti sono ugualmente buoni, ma non ci dobbiamo fermare ad un solo metodo poichè sappiamo che vi sono quelli elettivi per le forme cistiche e quelli elettivi per le forme vegetative. Esame a fresco e colora.r.ione vitale possono bastare percbè dànno ad un attento osservat.ore ottimi reperti, ma per un esame più completo si ricorre alla colorazione degli strisci previa fissazione. Come liquido fissatore ottimo è il liquido di Schaudinn, ma può bastare la soluzione di alcool ed etere in parti uguali. Gli strisci fissati possono essere colorati con i semplici metodi di Giemsa e Romanowski. Detto così brevemente delle modalit~ da eseguire per l'esame coprologico, veniamo ai nostri reperti. Ne diamo qui la tabella. So dal quadro suesposto noi dovessimo trarre dati statistici dovremmo affermare che fra i rimpatrhtti dalle Colonie numerosi sono i port}1.tori di protozoi intestinali, specie di amebe. l\Ia-ncano, per i nostri dati, termini di confronto perchè nessuna statistica è st.at,a fatt;a per le nostre Colonie, ma frequentando l'I stituto di Patologia Coloniale in Modena. ci si può facilmente accorgere che nella quasi t-otalità i rimpatriati dai
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nostri possedimenti coloniali sono portatori di protozoi; il che spiega come tali portatori a distanza di tempo, per ragioni non sempre spiegabili diventano veri e propri dissenterici amebiasici. La percentuale degli esami positivi da noi trovata è molto elevata rispetto a quella di numerosi esami di feci eseguiti su individui in Italia che hanno formato oggetto di nostri precedenti lavori, ma è alquanto inferiore a quella dataci da va ri autori per altre nazioni. Abbiamo trovato adunQue molti porta.tori di amebe, nessun amebie.sico in atto, e ci preme far rilevare questa distinzione percllè deve ser·vire al medico militare ad esattamente interpretare il risultato di un esame coprologico quando deve esprimere un giudizio medico-legale. Ma per b<>ne comprendere tale distinzione è necessario premettere alcune nozioni sulla patogenicità. delle amebe e dci vari protozoi intestinali. · P er la prima volta il Losch nel 1875 scopri le amebe nelle feci di ammalati di dissenteria, ma solo nel1903 lo Schaudinn differenziò l'entamoeba histolytica patogena dalla non patogena del colon. Le amebe del· l'uomo sono del genere entamebe perchè fornite da pseudopodi lobati con corpo nudo, dota,ti di movimenti ameboidi. Secondo il Doflein il genere entameba devo ancora scindersi nel gruppo di entameba. coli ed cntameba histolica.; oltre l'entameba coli si banno altre amebe innocue, ma un accordo completo su queste non esist.e perchè alcune sono considerate da parecchi autori ospit.i innocni dell'intestino, da altri invece sono considerate razze piccole dell'ameba dissenterica. L'entameba coli non ha potere patogeno, a,nzi secondo alcuni avrebbe una azione benefica per il suo potere fagocitario sui bacteri ed alt·ri protozoi. Nell'ent.amcba. histolitica. noi distinguiamo uno stadio vegetativo ed uno stadio cistico. Lo stadio vegetativo si divide in stA>dio grande attivo e stadio piccolo, o precistico, o forme Ininute. Solo nelle forme grandi l'entameba histolitica è un parassita obbligato del tessuto, le così dette forme minute compaiono qua.ndo le feci diventano poltaeee e rappresentano lo sta-dio preci.stico. Secondo R eichenow queste ultime sono le vere e proprie amebe histolitil:he tipiche che vivono nel contenuto intestinale e quivi si moltiplicano, ma che solo in date condizioni penetrano nella parete intestinale senza però cbe tale pcnetra.zione faccia parte del loro ciclo di sviluppo, le forme grandi sarebb(;'ro la entameba tetragena. Della stessa opinione è il Bentman che dice: 11 soltanto gli sta,d i vegetativi delle amebe dissenteriche sono i veri paras~iti tessulari, essi solo provocano e sostengono il processo morboso entro la parete inteestina.Ie. Tutte le forme della maturazione fisiologica, cioè le fome minute, le forme oromidiali e le cisti non hanno nulla a elle fare con il processo morboso come tale, cioè neppUie colla produzione di recidi,e, perciò anche queste forme non possono esl'erc oggetto di cure''· Stùla patogenicità degli altri paTassiti intestinali, lamblia, chilo· mastix mesnili, trichomona-s int.est.inalis, ba.l antidium coli, bla.atocistis hominis, spirochete, le opinioni sono ancora molto discordi. Sulla patogenicità del balantidium coli non vi possono essere dubbi. Questo parassita può dare dei quadri sintomatologici identici a quelli della dissenteria amebica talora gravissimi con esito letale (Mazza) ed in questi casi si sono riscontrate sempre alterazioni gravi a carico dell'in-
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teatino. Fortunatamente questo infusorio non è ancora molto diffuso nell'uomo ed i casi finora registrati nella letteratura per l'Italia raggiungono appena la dozzina. Per la lamblia è stata dimostrata un'a7.ione patogena (Forti) in alcuni ammalati che presentavano dimagramento, periodi di diarrea con tenesmo, non molto intensa, con scariche di feci liquide contenenti poco muco ed in generale non sangue. Il chilomastix ed il trichomonas vengono spesso fra di loro confusi; per quest'ultimo il Ghersit e Bellet hanno de~critto una vera dissenteria ment.re per il primo si sa solo che può fagocitare globuli rossi. Le spirochetc solo raramente vossono dare turbe intestinali ed i blallastocystis non sono ormai più considerati parassiti animali. Una lunga esperienza di esami coprologici ci autorizza a non dare a tutti questi proto7.oi un grande valore nel quadro della patologia intestinale; è vero che ricerche di laboratorio dimoRtrano che le condizioni biologiche favorevoli allo sviluppo delle amebe, favoriscono ugual:mente quello d~ t utti i parassiti intestinali i quali oltre alla loro azione meccanica e di fagocit.ismo, hanno indubbiamente un'azione tossica la quale può essere causa di disturbi in speciali condizioni costituzionali del soggetto che li ospita e quando il loro numero è rilevante, ma. si tratta di disturbi di breve durata che non menomano le forze fisiche del sogget.to., sia perchè non apportano quasi mai alterazioni nei tessuti intestinali, sia perchè cedono bcilmente all'azione dei medicamenti. P er di più la loro presenza, è concomitante a quella delle amebe le quali dominano il quadro generale dei disturbi, se esistono, ed a queste noi dobbiamo rivolgere la nostra attenzione. Da quanto siamo venuti dicendo possiamo dedurre che la positività di un reperto di feci per l'ameba non ci autorizza a dichiarare amebiasico in atto un individuo. Mentre quando troviamo amebe nello sputo, nel sedimento urinario, nel pus, abbiamo una prova sicm·a per diagnosticare una bronchite, una cistite, una nefrite od nn ascesso amebico; non altrettanto si può dire p~r il reperto coprologico. Abbiamo già detto che le forme cistiche e vegetative minute delle amebe vivono lungamente nell'interno dell'uomo senza peraltro che sia necessario per l'ulteriore sviluppo la loro pcnctrazione nel tessuto intestinale. Tali forme quincli non devono essere mai prese in considerazione ùa chi deve esprimere un giudizio medico-legale; in altri termini le cisti e 1e forme vegetative minute di amebe non possono di per sè giustific:ne nn provvedimento di allontanamento dal servizio militare ed nn giudizio espresso su tale reperto non ha fondamento scientifico. Quelle che non dobbiamo mai trascurare sono le forme vegctative grandi dEll'ent.ameba histolitica, ma anche per queste dobbiamo fare delle distinzioni. Vi sono individui portatori di form e vegetative grandi che rimangono affetti da tali parassiti per lungo tempo con scarse alterazioni anatomiche della mucosa intestinale, godono ugualmente di relativo benessere ed esplicano le loro normali attività. Per tali individui, qua.ndo non siano assegnati a servizi gravi e garantiscono l'osservanza di speciali norme igieniche, non è necessaria l'ospedalizzazione, potendosi eseguire le cure ambulatorie; comunque non è giustificato un allontanamento dal
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serT1ZIO sup<·riore alla scomparsa dE'HP forme V<'t!Ctat.ive grandi nel reperlo coprologico. ProvvedimPnto di allontanamPnto temporaneo devesi prender!' solo quando esistono vero e propri Cl ali N'azioni della mucosa inh•sf inale o di altri organi accompat!nalf' da fort e dimagramento e da disturbi nervosi aecentuati, sempre che le cur<' non abbiano dimostrato un rapido beneficio; ed il provY!'dimento di allontanamento si impone anc:he se il rcp<'rto delle feci è diT<mnto n<>gati >o. L 'esame coprologico non ha, dunque, a no!ltro avviso, valore assoluto nei giudizi medico-legali, i quali nei casi di amebiasi, devono essere formulati sui dati semiologici clinici e fra qut'sti acquistano valore decish·o gli e!lami retto e sigmascopico che non dovrnbhero m·• i essere trascurati nei disst-ntcrici, pcr chò da essi solo abbiamo la certezza della gravità delle alterar.ioni ilei t(•ssuti intl'stinali e la consE'guente disfnnzionalità. Sulla question~ della dipendenza o meno da causa. di servizio di una infezione amebiasica occorre andare cauti e vagliare diligentemente caso lH~r caso. Se è pur vero che la mag~ioro percentuale dci rimpatriati dalla Colonia sono portatori di pro tm~o i intestinali, i quali a dif!t,auza di anni posRono Pssere cauF-a di malattie int.cst.inali, tuttavia. si deve st.abilire una catena di allacciamento fra la possibilità del contagio e lo sviluppo della, malattia. Non basta che un individuo abbia trascorso un periodo in Colonia per far risalire ad esso la causa di una infezione amebiasica, ma si dovono valutare tutte le condizioni sopravvenute che costituiscono il determinismo morbigeno . La constatazione di una infl'zione amebiasica a distanza di tempo dal servizio coloniale non può riferirsi al SC'rvizio stesso se dall'anamnesi, dalle informazioni sanitarie raccolte nel luogo di provenienza, dalle cartelle cliniche evont nali, non si può stabilire una successione di disturbi legati a probabile infezione latente. Soprattutto dobbiamo tener presente che l'amebiasi è malattia diffusissima anche nei climi temperati e che il contagio di tale affezione può avvenire in qualsia-si paese d'Italia.
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RLASSUNTO. - L 'A. prende occasione ~i reperti parnssitari degli esami di feci degli a llievi della. R. Accademia di Fanteria o Cavalleria, provenienti dalla ooloiua libica, per discutere sulla patogeniciti\ d ei vari protozoi intestinali, specie amebe, e sul valore che si deve dare ad un reperto coprologioo nella pratica medico-legale militare.
ATTUALITA E COMMENTI OSPEDALE MI LITARE DI ROMA
NOTE SULLA CURA DELLA SIFILIDE Dott. Oogallno Malmone, maggiore medico, cupo d el r eparto d Prmoceltioo
La. terapia della s ifilide è semp1·e un a rgom ent-o di a lto e viYo i.nterC:'Sse: sino a ll910, c iofl sino a quando non sorse la ch emiott>rnpia. e bbe inconLra><tat.o dominio in quest.o campo il m€:lrcu rio; poi la g~:niulro scoperta di Ehdicb, con i brillanti Ti· sultati conseguiti specia,lmenLe col 914, condus:;u acl una pmfon da tro.sfonnaz.ione nell'indirizzo curativo e indusse ben prest.o molti medici a lasci>u·e in disparte il vecchio e g lorioso morcurio. A quest.o esclusi~;smo a r!'<enobo>nzolico s i è croduto in s(•guit.o di imputare l'aumento dc i cusi di sifilide d,•I sisto>ma ne rvo:so, pa rticolarnwnte d.·lln puralL'li pro · gressiva e della tabe, constat ati noi dopo-guc-rrn: a um .. nto forse pit1 u.ppnn·ntc c he reale, dai più messo in relazion e con lo s t utlio più acCUJ·ato, più complct.o del le a,nzidet.te formo morbose, che ne ronde più r a pida e più precoct> la diagnosi; o secondo a ltri da attribLùrsi a d insufficienza nel trattamento cu1·ativo. In questi ultimi anni numerose OSS(>rvazioni c liniche hanno fatt.o consigliar!' a. tahmo un esclusivismo bismutico in considPrazione della perfetta t.olleranza, deiJa facilit1\ d 'uso dei preparati bismutici e dei risulta ti conseguiti: così Schwa.rtz, fondandosi sugli effe tti terapeutici sortiti a l'H 6pital Cocbin ne lla Divisione L. Fournier, noi decennio 1921-1930, su où·ca 5000 ammalati in tu tti i periodi della sifilide cmati con preparati bis mutici in sospension0 o liposolubili, ha proposto di abbandonare gli arsenobe nzoli per il Bi che ha • pari efficacia e il vantaggio di esset-e innocuo •· Tali inc itamenti e tali con clusioni non possono lasciare che molto perplessi porchè si fondano su una casist ica clinica, per quant.o nwnerosa., sempre relativa mente ristretta, mentre le osservazioni sono troppo recenti per ritenere definitivi i risultati conseguiti e per non impo rre riS(>rve per eve ntuali forme di lue tardiva. Recentemente sono stati tentati n.nche dei composti organici d'oro e sali organici di Stronzio, come il 418 Sr., m a le osservazioni sono Stl\te scarse e n.on hanno avut.o seguito. Si p uò ritenere s ia opinione generale che per la. cura. della s ifilide debbtulo essere impiegati in ogni caso tutti i m ezzi di cui disponiamo: arsenobenzoli, bismuto, Qlercurio, iodio, agenti con meccanismo d'azione diverso: gli arsenobenzoli hanno i.:ndubbiamente azione p a.rassitotropa., che secondo Bcrgel si svolge sulla m embrana \ipoidoa de l germe; mentre il mercurio è organotropo, non uccide la spirochet e, nè ostacola direttamente il suo sviluppo, ma agisce indirettamente modificando il terreno creando condizioni s favorevoli allo sviluppo d el germe probabilmente determinando un'accele razione catalitica dei processi di ossidazione e di ricambio dell'organismo per mezzo degli ioni liberi, per cui sarebbero accresciute le forze rea.ttive ed aumentata la tendenza spontanea alla guarigione.
NOTE SlTLLA CUUA DELLA SIFILml<:
!l meccanismo d'azione del Bi sulla spirochete invece non è ancora sicurrunente chiarito. La m t\ggior parte d egli autori con Lova.diti credono ad un'azione- parassitotropa., spiricheticida diretta e varie esperienze, por quanto non abbiano portato luce comple ta, confor1nano questo modo di vedere; altri con Kolle ritengono che agisca indirettamente modificando il terreno: in d e finitiva si può pensare che accanto all'azione sul parassita no svolgo. un'altro. sulle cellule d e ll'organismo. P er Berge l Hg e Bi portano alla distruzione dei linfociti e mettono cosi in libertà. fermenti lipoidei che si o.g~iungono a quelli formati spontaneamente ed e-saltano le difese naturali linfocitarie. I n quanto al iodio esso svolga un'azione depuratrice attivando la funzione del tessuto linfoido e la produzione di macrofagi. Cosi, anche in base a quanto è accertato circa il meccanismo d'azione d ei rimedi antiluetici, s i d esume che il trattamento misto arscnobenzolico-bismuticomercttriale deve rigua rdarsi come di elezione e il più efficace; e oggi si propende per lo cure misto convenientemente associate od alternate. Per la malarioterapia, unanimamente si pensa che sia inopportuna nella sifilide recente o no che cede ai comuni medicamenti antiluetici, tanto più che è a cquisito che ltl. malaria, spontanea o provocata, non ha aziono preventiva sulla paralisi generale e Slllla tabe; la malarioterapia è il rimedio a cui deve sotto· porsi il paralitico progressivo ritenuto finora al di fuori di ogni risorsa terapeutica. Sono stati dati vari schemi di terapia d ella. sifilide: cosi Sezary nel «Le Traitement de la syphilis » (Paris 1930) stabilisce la cura di assalto con 914 e Bi i.mpiegnti come se ciascuno di essi fosse somministrato da. solo. Dopo un mese di riposo, una seconda. serie di iniezioni arsenobismutiche. Secondo mese di riposo seguito da iniezioni endovenose di 914; un altro mese di riposo e quindi 15 iniezioni di preparato bismutico. Un totale d i quattro tappo curative nel primo anno. Alla. fine del primo trimestre del secondo anno inizia la cw·a di consolidamento con 15-20 iniezioni di bismuto. Allo. fine d el secondo trimestre 12 iniezioni sottocutanee di As penta.valente (Acetylarsa.n); alta fino del t erzo e del quarto trimestre ripete la cura d el primo e de l secondo trimestre. Durante il terzo anno Bi o ca.lome lano per hl. prima serie di iniezioni; arsenico pentavalente per la seconda; di bismuto per la terza. Nel quarto anno, alla fine del primo e t erzo trimestre cura or.\le di me rcurio (piltolo di protoioduro di Hg); alla fme del secondo c quarto trimestre 15 iniezioni di bismuto. Ne lla sifilide congenita impiega il Sulfarsonol. le frizioni mercuria.li, il liquore di Van Swioten, il Bi e preparati opotorìLpici in proporzione dolio d eficienze ormoniche. Ptl.Sini recentemente in u Le Forze Sanitarie •, n . 22 del IO agosto 1933, ha esposto lo schema di cu.ra cho egli attua nella clinica d ermosifilopatica di Milano. La cura. di assalto comprende tre periodi misti di arsenobenzolo +Bi o di arsenobenzolo+ Hg dal primo al terzo mese, dal quinto al settimo e dal nono a.ll'unùicosimo mese. Il quarto, l'ottavo e il dodicesimo meso riposo. Per ogni periodo curativo somministra circa gr. 7 di arsenobenzoli, con un quantitativo vario di Bi e Hg a seconda delle formule usate. Ne l secondo e t erzo anno d'inreziono procede alla cura di consolidrunont.o, e pracisamonte noi casi a d ecorso asintomatico nel secondo anno pratica due periodi di A.'! +Bi; o As +Hg d'intensità uguale a quelle d el periodo di a~salto, l'uno nel primo. 1'1\ltro nell'ultimo terzo d ell'anno. Nel sesto e settimo mese cura prolungata di Bi o H g. Nel terzo anno di infezione consiglia un periodo di As + Bi
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a due altri Bi o Hg a.c;sociati al iodio. Da l quarto auno iniziu. il periodo di m etodica osservazione che naturalmente è un periodo indefinito di vigilanza. Darier comincia la cura con due o tre iniezioni quotidiano di un sale solubUe di mercurio. Tale procedimento fa evitare le renzioni di H ArxlJCimer. Sf'gue una serie d iiniezioni endovenose settimanali di arsenobenzolo a dose crescente, da 0,30 a 0,75·0,90 ripetendo l'ultima doso un numero suflìcicnte di volte sino a raggiungere un totale di g. 4 % o 5. D opo un mese di riposo, St'Conda serie di arsenobenzolo per via endovenosa o endomuscolare o di preparato chinino-bismutico. Dopo un riposo di sei settimane, se la R. W. è ancora fort-emenw positiva, insiste con preparati arsenobenzolici, cambiando medicamento; se la R. ,V. -è negativa o quasi comincia le iniezioni di H g (olio grigio), una serie per trimestr-e sino alla fine dol terzo anno. Noi corso del quarto anno due serie mercuriali di olio gTigio. <;luesti schemi hanno grande importanza e conformano come indirizzo terapeutico la necessità di una curu. mista, intensa, metodica, prolungat-a e dànno il l oro giusto posto al mercurio. Come avvertono i loro a utori, d evono intendersi una gtùda, un indirizzo di te rapia: questa non può essere fissata che caso per caso, tappa per tappa, studiando e seguendo il malato, tenendo conto del sesso, dell'età, della costituzione individuale, d e llo sviluppo corporeo, d elle tare organiche, di tutto quel complesso di condizioni che rappresentano e costituiscono il terreno organico. Se per alcuni la terapia combinato. arsenobismutica può intra prenderai senz'altro ne l trattamento precoce della sifilide iniziale , per altri è suscettibile di qualç:he riserva ad infezione generalizzatn onde poter meglio o.pprezzar·e l'efficacia d e i singoli medicamenti arsenobenzolici o bismutici, p er svelare eventuali arseno;, bismuto resistenze o arseno-bismuto recidive o quindi pr,ovvedoro con modifiche e sostituzioni nel trattamento ulteriore (Nicolas, Lacassagne, From ent: Presse m édicale, 1930). Gougerot stima opportuno che nella cura di assalto il Bi sia iniziato dopo cg. 60 di 914 per sorprendere appunto una eventuale resistenza. all'arsenico. Ad ogni modo va m osso in rilievo l'impiego di alte dosi d i arsenobenzoli consigliato ed attuato dai più reputati sifìlografi. A questo indirizzo curativo a mio avviso però possono recare intralcio od ostacoli i confezionament.i di serie fisse in scatole che vari istituti come l'I. S. M., l'I. C. I. allestiscono. T a li serie, in cui il quantitativo di prodotto va da un minimo di g. 1,45-1,50 in quattro fiale, ad un massimo di g. 2,25-3,15 in 6-8 fia.le, indicate variamente dalle case produttric i com() per es.: tipo d ebole , tipo forte, serie rafforzata, seriono ecc., possono indurre a valutazioni non esatte sul loro valore torapcutico anche medici pratici. Cicli
curativi arsenobenzolici con impiego inferiore ai g. 4 Yz di prodotto devono rite·
n e rsi in<>ufficienti e possono riuscire dannosi. Brunsgaarcl h a trovato il 0,6 % di paralitici progressivi tra i sifìlitici non cmati e il 4 % tra. quelli curati. Alt.rottanto dannose sono lo tappe curative bismutiche in C\IÌ Bi metallico inie ttato non raggiunga g. 1-1 Yz, a seconda che trattisi di preparati liposolubili o in sospensione. Sono caduti sotto la mia osservazione due casi di orchite sclerogommosa in due soldati che avevano contratto l'infezione rispettivamente sette e undici mesi prima e che avevano avuto come trattamento l'uno dodici iniezioni di salbiolo di terzo grado in due tappe e l'altro quattro dello st.esso prodotto e tre endovenose di novarsenobenzolo: cg. 90 complessivamente. In base alla mia esp-erienza, avendo curato in otto anni circa 600 soggetti
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N OTE SUL.L:\ CURA. DELLA SIFILIDE
affe tti da ltH' primaria o seconrhuia, credo eU poter afforma 1'tl che in giovani senza turo organiche, di robusta costituziont', la d ose massima ili sessanta centigrammi di p1·oparati arsenobenzolici oggi consig liata, può essere superata senza inconvenienti e ch e sono perfetta m en te tolle rate le d osi di 75-90 cg. ripetute pitl vo lte durante lo stesRo pori odo curat ivo , atten <•ndosi allo consuet-e precauzioni. Se le risult.a nzc stntiRtich f' d d la Cornmi;;sionc di Co loni a per il Salvarsan dim ost.rano che nnda.ndo a l di là d ei g . 0,60 a umenta conside re volmente la poss ibilità di pericoli, pur<' è accertato che non troppo rammcnt.e i più gravi acciden t i sono stati oss<'rvati co n d osi intormedi t', s icch è le sorprese spiacevo li più cho alle d osi impie· gate so no IPgnte all' u:<o d c-i prcpn rat i snlva rsnnici p er sè stPssi. Questo no n è privo d i importa nza por la con <lotta d e lla terap ia , tanto più s'c si co n;;id<"ri ch n oggi si l'i t irM una. curo. insufficienti' per doso e quulit.à d('i m l'rliram<'nti usn.ti, a l pàri di una cura. irrq~o l tuo o continuat-tl per troppo breve sp azio di t.t•mpo, u1ul conctizi on<' ch e potre bb<" favorire la locnlizzazion o d e lla s poroclwte ne'l s is tl•mn nc rvo;oo e lo sviluppo eU lesioni che po t robhero fornire esca ad 1ma tabe o ad una pnm l i;;i progressin1.. Il m or curio, trascumtn d a m o lt i dopo l'introduzione dd 914 o m aggiormente con l'impi{' f::;O d c i JWcpam.t.i di bis mnto . n on può esse re lasciato in dis pa1·te ~ t an to m e no u.bb.mdonnto: per n on cl<•tronizzndo basto. la. con st atazion e ch e ln s u a t>llìcacio. curn.tiv11 hn. iat.to u n'0spc·ric-n;-.a. d i :lt>coli. C('rt o non è più il rime dio di fondo d PIIn sifi.lido, ma. n •;;ta un rimc>cUo di ll.tt ività indisc n t ibile sp ecie per m u · nifestazioni terziario, p er lo localizzazioni in tc•n w e p crchb risolve n t pidarne nt{' g li infiltrnti sp ecifici. L a su n n7.iOn<' paro mobilizzi la SllÌI'ochete e forse <>salt.a -come l ' u.rgent,o n ella combinazion r del Silb<>r ;>n,lvarsr.n - l'azion o d e ll'arsenico . Su qu esto rinforzo d c>gli ttrsenobenzoli si basa la cum. a lla Li nscr consi!Ste ntc n e lla inio:r.i one t> ndov<' nosa di prodotti so.lva rsanici ndùizionnti a preparati m er curia li solubili, come il Cyarsul, n e llo st.csf<o solvente. • Non bisogna perdere di viRta il H g - dice D u.ricr - ; è un antisifili tico d ei più pot<•n t i VC' J'SO g li acrid<•nti prima1-i e secondari da cui in pochi giorni fa sparire i t rcp otw1ni; e in poch r scttirnano fa sparire le manifestazioni terz;ia.rie; ed è il solo rimedio, oltn• ch e d i virtù cur11.tive , ad 11.vor fatto realmente le sue prove come preven tivo d el tcrzia rism o . Ho p ot.uto assicurarmi ch e nell' immensa maggioranza i sifi! itici cho in p n.'l!•nto av<:>vo cumto col solo mer curio sono restati d e finitiva rm•n tc indenni r d h nrmo wta. R. vY. dur<:~voln1cnt.., ncgn.tiva •· N ella mia pratica osprdtdi<"J'a e privata, n ei casi a d ecorso normale, esper isco la cura di tH;salto in quattro periodi tRrnJ:>f'Htici, due di tLrseuobenzoli e due di Bi tra loro a lternat i. N e l secondo e terzo n.nno, ed anche n e l quat·to quando la tera·
pia interviene a periodo wnorn.lo costituito d tt tempo, sostituisco a.d una tappa arscnicll,lf' o di l3i un cic lo mr·rc nrittl<" d ando la pre f<"r Oll7.R n l bijoduro in soluzio n e al 2 %. che n e lla pluntlità d ei casi è tollerato nbba~;tanza b<'ne per tutta la durata dol ciclo (di n orma comprendente ~O ini<'zioni) e n on d i!>toglie i p azil'nt.i d.n.lle occupazioni <" d.n.l lo.voro. In casi ili lesiotù gommOS(~, oswop<>riostco, vi!:>cern.l i, vascolari, d el s istem a n ervoso, spesso ricorro a cure mi >'te associate impiegando con l'As o il Bi il m e rcurio per frizioni le· quali, !<ccon do Fingc·r e la sc uola di Vi<' nnn, r estano il m e todo più adatt o di appliNtzione dd H g o nwtto no in condi zione di introdurre ne ll' organismo la maggior quan t ità dì mercurio con svan ta p-r: i minimi e coi minoTi os tacoli. I mpiego volentieri, t\nzichè la p omata m orcuriai.' v'tlì.cinnlt-, la :Mer c uri o Rosorbina ne lla qualE' l'eccipien te è costituito d.n.lla r<'SOI'bina (E-mulsione d j oli<l
KOTE SULLA CURA DELLA SIFILIDE
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di mandorle, gelatina, cera, sapone, la.nolina ed acqua, di odore lievemente aro· matico probabilment-e per il contenuto in olio di mandorle) e il Hg si trova suddiviso, secondo osservazioni di Neumann, in sferette più minute che nella pomata mercuriale officinale, oscillando il diametro di esse tra. i due e i quattro mioromillimetri. La mercurio-resorbina si presenta sotto fonna. di unguento omogeneo, a giusta consistenza, di colorito grigio-piombo un po' più chiaro del comune unguento cinereo ed è preparata al 33,3 % e al 50% di Hg in tubi graduati a fondo di sughero spostabile che ne facilita il maneggio ed il dosaggio al m om ento dell'uso. Come con la pomata. mercuriale, costituisco ogni ciclo curativo di quattrocinque serie di otto frizioni ogmma, che faccio osog1.1ire con 2-3 grammi eli preparato non dal paziente ma da un infermiere perchè siano praticate con pressione uguale ed uniforme. L'assorbimento do. parte della pelle è rapido: dopo 12-15 minuti di massaggio l'unguento è scomparso sotto la mano, la superficie f•·iz ionat-a è asciutta,
di colorito grigio pallido, senza residuo grasso. La breve durata della. frizione, il fatto che il preparato non ha odore sgradevole, che la pelle non r esta untuosa. e scura., che la bianchrria che viene a contatto con la pelle frizionata non si insudicia come con la pomata m ercurialo costituiscono un complesso di condizioni che dispongono i pazienti a Rottoporsi alla cura senza difficoltà. Come occorre in modo speciale p er le cure m ercuriali, il cavo orale devo essere in ordine e l'igiene della bocca intensificata: così non 110 constatato fenomeni spiacevoli che abbiano intralciato la cura. Non stomatiti, non fatti di ris<>ntiment.o d ell'apparato digerente e dell'emuntorio ronale; non le fastidiose manifestazioni delle note dermatiti che insorgono frequentemente con l'uso della pomata mercuriale per formazione di acidi grnssi da irrancidimento del grasso a1ùmale eccipiente; solo talvolta qualche a.ccf'nno a gengivite verso la fine della cura e qualche elem ento pustoloso isolato o per lo più a sede follicolare. P er la somministruzione del iodio, su gli altri composti sempre meno ricchi in contenuto iodico, in via di massima dò la preferenza ai ioduri alcalini e particolarment.e a quelle di potassio che fo prendere, come eli consueto, a dosi crescenti, abbondantement-e diluit-o nei liq1.1idi abitualmente ingeriti durante i pasti nelle 24 oro (latte, acqua). Si riesce così a far tollerare alte quantità di ioduro e le vere intolleranza sono rare eccezioni. Non ho esperienza personale del farmaco del Pollini. Soltanto nel 1922 seguii por qualche tempo n ella clinica Dermosifùopa.tica eli R oma un malato a cui era somministrato sotto forma di decotto: il paziente, che deerdette durant6'Ja. degenza. in clinica, si sottoponeva alla cura con una certa difficoltà. Tuttavia. il farmaco del Pollini non va dimenticato specie nei casi più gravi di terziarismo perchè può dare risultati insperati, quando gli altri rimedi hanno fallito . AurotttASSUNTO: L a terapia della sifilide è la cura. mista a dosi sufficienti: come tali, p 3r ogni tappa curativa, l'A. ritiene un grammo di Bi metallico per i prap3.1·a.ti Jiposolubili, un grammo e mezzo per quelli in sospensione oleosa; quantita.tivi non inferiori ai quattro grammi e mezzo per gli arsenobenzoli che ha visto b ens tollerati da soggetti giovani, robusti, senza tare organiche, anche a dosi supal'iori ai 60 centigrammi indicati oggi come dose massima media consigliabile. L 'A. insiste sulla. necessità del trattamento morcuriale e indica i vantaggi che gli dànno il bijoduro di Hg per iniezioni endomuscolari e la mercurio-rcsor· bina p er frizione. 7 -
Gio1'nale di medic ina m i litaTe.
RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA ITALIANA ESTRANIERA IGIENE G. PAisSEA.U, J. VAT.TIS e F . VAN DE!NSE. - Sull'allergia comparata verso la tubercolina e verso 1 filtrati d'ultravlrus tubercolare. (La Presse 1\lédicalo, n. l O, 1934- X II ). Da. precedenti ricerche dimostranti la presenza d ell'ultraVÌl'US tubercolare in prodotti patologici ~rovenienti da lesioni tubercolari o sospette gli AA. sono indotti ad indagare se l allergia tbc. potesse essere messa in evid enza con l'inoculazione intradermica. di filtrati riscaldati ricavati da cuJture giovani di b. di Koch su t erreno sintetico di Sauton. Hanno perciò pa.ragonato~lereazioni ottenute iniettando l / 10 di eme. della soluzione l % eli tubercolina bruta e qu elle avute con l 'inoculazione di 1/ 10 di eroe. di un filtrato d'ultravirus ottenuto emulsionando delle cuticole di cuJture con soluzione fisiologica, filtrando attraverso candela Chambe rland L2 e riscaldando il filtrato a 80° C. per un'ora in due giorni consecutivi. Il fùtrato è più o m eno attivo a seconda della ricchezza in ultravÌl'US d e gli stipit i e col tempo perde la sua attività. Normalmente le reazioni al filtrato ed alla tubercolina si equivalgono nei soggetti a cutireazione positiva. Nei soggetti studiati gli AA. hanno avuto: l. Reazioni concordanti (reazioni positive sia alla tubercolina ch e al filtrato) nel 30 % dei casi negativi alla cuti.reazione. Le reazioni al filtrato sono state discrete e non si è tenuto conto delle reazioni dubbie o lievi, ma solamente di CJ.Uelle p ersistenti oltre le 48 ore, caratterizzate da una papula n ettamente percettibile alla vista ed al tatto con arrossimento cen~rale, di 2 millimetri di diametro. 20 Reazioni dissociate. Le più interessanti sono quelle in cui essendo l'intradermoreazione negativa alla tubercolina è viceversa positiva al filtrato; tale dissociazione raggiunge il 22 % delle reazioni positive. Prima dei 4 :q1esi ili età. questa forma di rf'll-zion<: rappresenta il 45% delle reazioni poi>itive, mentre dai 5 ai 12 mesi scende al 25 %. raggiunge un a1tro massimo, il 32 %, tra il ao ed il 10° aru1o. Ma le rea.z ioni dissociato non sono durature nello at,csso soggetto, perchè aumentando la età. tendono a farsi concordanti, mentre d ei casi n egativi tendono col tempo a dare reazioni dissociate. Sembra pertanto che le intradermoreazioni al filtrato debbano essere cml.Siderat,e come uno stato intermedio (del resto non necessario ) tra le reazioni negative e quelle positive alla tubercolina. 3. Reazioni incomplete, nelle quali una d elle reazioni è molto pitl leggera d ell'altra o dubbia. Le ricerche han dimostrato ch e cetti soggetti r eagiscono positivamen te al fìltrAt.o rl'ultravints, m fmtre Rono inRenRihili A.lla. tuhercofina. e che queste reazioni dissociate sono frequenti nei primi due m esi dalla nascita. Calmette ed i suoi collaboratori hanno dimostrato con J'inoculazione alle cavie di organi microscopicamente sani eli feti provenienti da madri tubercolot iohe la presenza in esse d'ultravirus senza bacilli e da ciò è nata la concezione eli un'infezione tra.nsplncentare. La frequenza riscontrata nelle reazioni dissociate t ra il 6o ed il 10o anno non può attuamento essere spiegata, mentre la frequenza nel primo anno permette di far l'ipotesi che la trasm1ssione per via pla<:entare dell'ultravirus I?roduca una particolaz·e allergia dei bambini urucamente v-erso i filtrati tubercolan. Studiando batteriologicamente d iversi prodotti provenienti da. soggetti con reazioni dissociate gli AA. hanno avuto su 18 casi, 11 positivi: in 7 di essi. mercè inoculazione a lle cavie, hanno potuto mette re in evidenza l'ultravirus; in 2 si è avuto in terreno eli Lowenstein l'apparizione di colonie microscopiche che non diventano mai apparenti microscopicamente e ra ppresentano secondo gli AA. il primo stadio coltivabile dell'ultra.virus; in un caso hanno avuto sviluppo eli un baCillo eli viruJenza normale e l'ultimo caso è ancora in osservazione. Due casi che avavano reagito alla tubercolina e non al filtrato hn.n dato luogo allo sviluppo di ba<:illi eli Koch tipici e d i viruJenza normale.
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.RIVISTA DELLA STAMPA MF.DI CA ITALIANA E STRANIERA
Dai risultati d e lle loro indagini gli A.<\. dE>ducono che l'ultra vims t.bc. esiste sopratutto in coloro che non reag isco no alla tubercolina, ma. solam ente al filtt·at,o, credono pertanto che l'intradermorcazione col filtrato pos.<>a rilE'val!'e l' t"sistenw. dell'a.lle rgja nei n eonati infettati i n utero dall 'ult ravint.'l e che posslt s ervire p er la diagnosi precoce d e!Je forme di tubercolosi infiammatoria in cui l'u.lt ra"; m s costituisce il fattore principale. Avendo s tudiato su individui non superiori ai 15 atmi g li autori non estendono le conclusioni agli adul t i.
U . F LORIO. L . GEDDA e F. PREVE. - La ricerca del baclllo di Koch con prelievo larlngeo e 11 suo valore semeiologlco. (Minerva ~1<-d ica, A. XXIV. Voi II, n. 36; 1933). L 'importanza fondamentale che ha s empre avuto p er la clinica. na ricerca diligente e sistematica d el b . di Koch nell'esp ettorato si è andata indubbiamente accrescendo per il valore che nella tisiologia moderna si riconosce alla dimostrazione dire tta d el m.icobatterio in re lazione ai vari problemi inerenti: alla precoc ità. d ella diagnosi, al criterio te rapeutico - in particolare - in corso di pneumot.orace, alla indicazione di a t tività. o m eno d el processo tbc., alla pronta. a.ttuaziono d elle misure di profilassi sociale e alla valutaziqne dei quesiti medico-le-gali r elativi. Ciò ci rende ra.g jone d ei numerosi e'Spedienti t ecnici continuame nte, e con varia fortuna, preconizza.ti e d escritti da.i vari ricerca.tori per affinare un m etodo di rice rca ormai dimostrato di scarsa. sensibiltà., quale quello d ella semplice ricerca d el b . eli Koch nell'espettorato preleva.t o dalla sputacchiera. Fra essi, forse il meno noto ma che da tempo h a incontrato il favore d egli studiosi t ed eschi, è quello d ella ricerca d el b. di Koch nel m.ate ria.l!e prelevato dal larir1ge. Si d eve al Blume (1905) la prima indicazione di tale p roce dimento che, variamente apprez7-ato all'inizio, è stato solo in questi ultimi anni praticamente introdotto nel campo d ella. sem eiologja tubercolare, specie per m erito di Edel (1928). I notevoli risultati resi noti in questi ult imi anni da ricercatori t ed eschi, i quali usarono modalità. t ecniche di prelevamento che pur apportando qualche modifica ripetono, in sostanza, la manua.lità. sin dall'inizio consigliata da Bhune, hanno indotto gli AA. a controllare dire ttamente la utilità. d el m etodo impiegandolo nello studio di 200 casi clinici di tbc. polmonarc parallelamente ad altri m et odi e ai necessari raffront i cUnici. Pe r la ricerca gli AA. hanno studiato ed attuat.o una tecnica propria di prelevamdnto Ja.ringeo, la quale alla semplicità. appare aver ag· gjunto una maggiore sensibilità., com e dimostrano i risultati p ercentuali. L e conclusioni alle quali gli AA. sono p ervenut i in base ai risultati ottenuti, sono le segue nti: t o in numerosi cas i in cui il ge rme tubercolare non fu mai dimost rato perchè l'escreato era assente o n egat ivo alla comune ricerca, esso fu dimostrato m ediante il p relievo in laringe (36,1 % d ei casi); 20 in altra serie di casi in cui il germe era stato riscont rato in passato ma non fu trovato ne l giorno in cui si praticò l'esame in laringe, questo invece diede risultato positiYo; ao pe rciò maggiore sensibilità d ella ricerca con prelievo laringeo, alla quale è necessario ricorrere quando l 'ordinaria riesca negativa o impossibile per la mancanza di escreato, nelle visite di ambulatorio e ne!Je visite fiscali; 4° in confronto col metodo dell'arricchimento (antiformina), la ricerca con prelievo laringeo riesce positiva in oasi in cui l'arricchiménto dà risultato negativo; 5o esami successivi eseguiti su ammalati sottoposti a cura pneumotoracioa permettono di a.RSerire che vi è una buona rispondenza fra andamento clinico e reperto bacillare ottenuto con prelievo in laringe; 6° la ricerca con prelievo in laringe si compie agevolmente senza recare molestia all'a.mmalato e :,con speditezza. Da.! punto di vista tecnico gli AA. propongono l'adozione di nna cure t ta. laringea. fenest;rata A smussa invece cte l pennello e de l cotone proposto d a alt.ri. Inoltre esaminando i dat.i raccolti con la più sensibile ricerca. d el b. di Koch in laringe, riferiscono delle interessanti osservazioni sulla frequenza d el reperto bacillare ne!Je varie forme di tubercolosi polmonare. NAm~"I.
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RIVISTA DELLA S"tA)fPA l\IEDICA. ITALlA."A E STRANCERA WANI. Sulla profilassi della Splrochetosl ltteroemorraglca lnada (malattia di Well) per mezzo della vaccinazione. (Zeitschr. f ur I mmunitiits f orsch. 1923 - B. 79. H Jf2, pag. l ).
HroETSUNE
La vaccinazione profìlattica contro l'ittero emorragico in località e in condizioni in cui g li individui siano facilmf'nte esposti a tal" infezione assume una grande importanza: ed è perciò che l'A. ~>i è preoccupato di studiare un sistema. di vaccinazione di grande efficacia. TI vaccino preparato da H. ' VANI è rappresentato da culture pure di spirochete deJJ'it.tero emorragico in t erreno costituito da: siero di cavallo una parte, liquido di RmoE:a 3 parti, sangue di cavia 2-3% o, agar liquido al 2 % una parte su S delle precedenti. Di questo terreno liquido di cultura., insemenzato con spirocheti, se ne versa 100 cm'' in matraccotti da 300 cm" a fondo largo e piatto. Si t iene in termostato a 37o per 1-2 settimane; quando s'é ottenuto uno sviluppo di spirocheti in proporzione di 10-15 e lemPnti per campo microscopico al paraboloide, si passano i ma.tracci a bagnomarina a 560 per mezz'ora due volte nelle 24 ore. Aggiunto quindi d el fenolo in proporzione di 0,25·0,5% , si tiene per una settimana in ghiacciaia. Il vaccino così è pronto p er l'uso, dopo aveme constatata la. sterilirà, bene inteso, con prove cultmali e biologiche. Esso si presenta sotto forma. di un fluido giallo brunastro trasparente che si IMcia facilmente aspirare dalla siringa. Dopo ess<>rsi assicurato del suo efficace potere immunizzante sulle cavie, l'A. è passato alla vaccinazione umana. Il vaccino è inoculato sottocute nella regione interscapolare alla d ose di 5 cm\ in due volte: la priiTUl>, 2 cma e dopo 7 giorni. 3 cm3 • In genere dà scarse reazioni locali e genera li. Tra la fine del 1919 e il p1·iucipio del l 921, H. \VANI vaccinò personalmente 10.268 operai delle miniere di carbone della provincia di Fukuoka, località. particolarmente colpita. dall'ittero emorragico; contra.~ero la malattia solt-anto Il individui, di cui 5 avevano ricevuto una sola iniezione. Nel complesso fu osservnto che la morbilità da 1,12 % si abbassò al 0,13 ~~ - La pratica della vaccinazione s 'è andata Illll>n mano estendendo con ri· sultati veramente ottimi. Questo tipo di vaccino ò fabbricato in parecchi istituti sierovaccinogeni del Giappone e largamente usato nei dist1·etti in cui l'infezione è molto diffusa. Dopo 19 mesi dalla vaccinazione è possibiJe ancora mettere in evidenza immutu1.nticorpi nel aiero d i sangue; l'ummiuitn conferita dal vaccino sembra che abbia la m edcsirna rlurata di quella che possiede chi abbia superato la malatt.ia. REITAl\0. CHIRURGIA GENERALE B. ScHIAssr. - La calcolosi della vesclcola biliare. : (J o urna l de chirurgie, gennaio 1934-XII). I criteri informatori della. moderna chirurgia nel trattamento della. calcolosi della Yrscicola biliare, mediante la. colecistectomia, possono considerarsi ora.r oai superati, in quanto che non tengono conto della importante funzione della colecisti , nò sono razionalmente giustificati dagli esiti e dalle complicazimù, cui si può andare incontro, dopo l'ablazione di quest'organo. È oramai sufficientemente dimostrato innanzi tutto che la comples.c;;a ftmzione della vescicola risponde a. tre compiti: 1° fìnchè lo sfintere di Oùdi è contratto e impedisce il Russo della bile dal coledoco, la ,·escicola. funziona da semplice riserva; durante il soggiorno del!& bile nella vescicoht, una parte della sua. acqua è assorbita, tanto che la bile vescicolare ò circa cinque volte più concentrata. di quella. prove1ùente direttamente dal fC'gato; 3° la colecisti, con la contrazione d eUa. SUA. muscolatura, interviene attivamente per far passare nel duodeno tma abbondante quantità di bile al momento in cui una maggiore quantità di bile è appunto richiesta. da.lla. funzione digestiva. È evidente che la sopprC'ssione di tale funzione della cistifellea, mediante la colecistectomia, è seguita d \\ notevoli disturbi di ordine funzionale, ctù si aggiungono quei disordini anatomici d el dotto epatico, del cistico e del coledoco, che sono
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stati rilevati e dimostrati da ntunerose ricerche cliniche e sperimentali. Le al~cra zioni anatomiche delle vie biliari, consecutive alla colecistectomia, consistenti in lesioni distruttive dell'epitelio, de~etterazione del tessuto elastico e trasformazione fibrosa d ella parete dei condotti, cw presto sussegue la dilatazione di essi, ci spiegano la facilità di infezioni delle vie biliari, tanto frequenti ad osservarsi e a complicare, dopo la colecistectomia, ~li esiti di questo intervento. Oltre questi esiti intrinseci della colecistectomia, bisogna ancora considerare l'insieme dç,gli e~iti estrinseci, rappresentati : l o dagli accidenti della pancreatite; zo dalle aderenze e dalle compressioni esercitate .sul dotto epatico e sul coledoco; ao dalle periduodeniti e dalle pericoliti per neoformazione fibrosa retrattile che possono richiedere la gastro-enterostomia. e la. ileo-trasvers st< mia secondarie; 4° dalle fistole biliari; so dalle sensazioni dolorose a. livello dell'ipocondrio, dovute probabilmente ad irritazioni o compreASioni nervose del carrefour sotto-epatico p er neoformazioni fibrose. Altra considerazione a farsi è ch e dopo la colecistectomia. il malato può soccombere: 1o per peritonite; 2° per emorragia; 3° per collasso; 40 per degenerazione parenchimatosa del fegato e del Rllncreas. Se le prime tre complicazioni mortaJi possono essere evitate dell'abilità dell'operatore, la quarta. causa. di morte dipende mvece esclusivamente dallo stato del fegato nel periodo pre- e post-operatorio. La. perdita della funzione della cistifellea, dopo la colecistectomia, la possibilità e faciJità di complicazioni inf. ttive epatiche e delle vi<' biliari, le alterazioni degenerative del fegato e del pancreas e gli altri esiti d ella. colecistectomia, precedentemente esposti, ci spiegano a sufficienza le ragioni per cui tale opt"razione non può dare quei risultati che desidereremmo ottenere nel trattamento chirurgico della. calcolosi vescicolare. Tali considerazioni, riguardanti gli esiti, spesse volte funesti, dt•lla colecistectomia, altre considerazioni riferibili alle modernt> concezioni etiopatogenetich e della calcolosi biliare, giustificano pienamentE.' le ragioni che inducono l'A. a sostenere, contro la colecistectomia, l•• preferenza da darsi ad un'altra operazione, la « colecistendcsi •, nel trattamento della calcolosi vescicolare. Tale operazione praticatn nel l 883 da. Meredi t h ed erroneamente attribuit.a a Spencer v\'ells, è un'operazione invece concepita da Pietro Loreta, che la realizzò per la. prima volta.nel 1875 a Bologna. L 'A. ha iniziato l 'applicazione della cistendcsi nel l 898-1899 e all'epoca attuale può riferire sui risultati di 139 casi personali e di 117 casi operati nella Clinica chi· rurgica. di Modena, su un totale t,uindi di 314 casi operati. Gli eccel lenti risultati, nel 100 % dei casi, così trattati, confermano pienamente la bontà del metodo e ne m€ttono in rilievo gli indicustib ili vantaggi, di fronte alla colecistectomia. Entrambe le operazioni non guariscono la calcolosi biliare, che al lume delle moderne vedute costituisce una. infermità legata a particolare stato costituzionale e a. particolari aJterazioni anatomo-funzioriali del pa.renchima epaticc·, ma senza dubbio la. cist!:'ndesi, mantene1 do integra la funzione della cistifellf:'a., previene l'insorgenza di quelle complicazioni int.rinseche ed estrinseche, anatomiche e funziona.Ii, che sono state messe in rilievo dall'autore. . A questi innegabili vantaggi della cistendesi, rispetto alla colecisfectomia, b~sogna. aggiungere ancora. i va1.taggi derivanti dalla maggiore semplicit.t\.della tecruca operativa. Nell'interessantissimo lavoro l'A. descrive ed illustra i vari tempi dell'intervento operatorio, insistendo su alcune modalità dj tecnica, la cui perfetta oss~rvazione rappresenta. un importan.te fattore dj succeeso per gli esiti dell'operazwne. Su questi dettagli di tecnica, costituiti principalmente dal perfetto isolamento d ella vescicola biliare, daJla. evacuazione completa della bile e dei calcoli, dall~ sutura accurata della. parete in due o tre pia.nj, l'A. richiama sopratutto l'at~~nZione, p erchè non abbiano in segtùto a deplorarsi degli incidenti post-operatori, '-'-'Pende nti piil che altro da difetti di tecnica. e dalla iuosservanza delle norme su e:ro8te. ~sì praticata, la colecistendesi è senza dubbio un'operazione piil sicura, c e non ncbiede alcuna. manovra violenta e che per il malato non è nè più nè meno. grave di una laparotomia esplorativa. Se flno a qualche tempo addietro la tendenza dei chirurghi, nel trattamento della. calcolosi vescicolare, si è portata unicamente verso la colecistectomia, ora
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numerosi m edici ed alcuni chirurghi cominciano finalmente a r iconoscere che un eccessivo numero di colecistectomizzati è sotwposto a gravi e continui p erturbamenti d elle funzi01ù d elle vie biliari. Qu~sto lascia spera1·e ·che in non lontano avvenire, ricorrendo di preferenza alla cist.endesi, il tmttamento chirurgico d ella cRlcolosi vescicolare assicurerà dei vantaggi evidenti, tali da dissipare quellf> diffidenze che la. colecistectomia aveya giustamente ispirate, sopratutto ai cultori d e lla medecina interna. R osA..
TRAUMATOLOGIA A. LrPPENS e L. DE.TARorx. Il valore della encefalografia nella diagnosi e pro~ gnosi e valutazione dei reliquati di traumi cranl~cerebrall. (B ruxelles, marzo 193~).
È indubbio che per assicurare una diagnosi e precisame le conseguenze, occorrono fatti positivi e constatazioni tangibili. In fatto di tre.umatismi cranio-cerebrali oltre l 'aiuto prezioso per la diagnostica dato dallé esplorazioni neurologiche, oculisticho, labirintiche, Rgrafich e, la ventricolografia assurge a e lemento indispensabile. Il LIPPENS ha utilizzato dal 1925 sistematicamente fra le altre ricerche, la tonoscopia retinica e la. ventricolografì.a, seguendo i concetti di BAUWENS, v. BoGAERT, HELSENWOORXEL: la scossa traumatica manifesta.ntesi con una coor te di sis tomi, doYe apportare non solo lesiorù microscopiche nella massa cerebmle, ma. anche alterazioni macroscopiche: queste, in maru esperte, sono p erfettamente diagno;,-ticabili con la ventricolografia. Infat.ti dopo suffusioni sanguigne sottoaracnoidee, emorragie capiHari disseminate nella sostanza grigia e nei ventricoli, si hanno vere e proprie alterazioni cicatriziali, con formazione di connettivo retrattile specie nelle pareti ventricolari con loro d eformazione, da tm'adesione aracnoidea o un coagulo organizzato che ostacola la penetra.zione d'aria nei ventricoli. Al n eurochirurgo ame ricano DANDY va il me rito di aver per il primo utilizza to la insuffiazione endornchidea p er la diagnostica encefalografìca, però vi è diffe· ronza fra. encefalo-e ventricologra.fia: con la prima. sì rendono visibili simultaneamente allo schermo ventricoli e spazi subaracnoidoi (\\'mnoE, BINGEL), con la s econda si ha l 'immagine aerea dei soli ventricoli. Gli A.1\.. , trattato d ella tecnica. d ell 'insuffiazione aer~>a nei vent.ricoli, srnza tralascia re la prova. di QUECKENSTEPT (saggio di per vietil degli spazi subaracnoidci), illustrano lf:' loro osservazioni personali con nitidi st,ereoradiogrammi, in cui hanno potuto d iagnost.ica.r t> quali rdiquati di progressi t raumi, Rd<'sioni aracnoidee in va.rie sezioni o così spiegare fat t i da otturament.i d el forarne di :MoNno, e anche una glicosuria da lesione del I V Yentricolo, concludono che data. la r r;> lativa. facilità. di t ecnica., esente nella pratica da incidenti, la ventricolograiìa in ~·. : d ei 75 casi osse rvat i ha <la sola forniti dnti positivi sui 1·eliquati anche a distanza (25 anni) dal trauma c ranico. L'insufJ!azione endoventricolar€' ha causato cefalra dE'Ila durata di 12 a 24 ore, ma seguita dn benefica a.ziont' seda.tiYa. RAFFO N'F..
OFI'ALMOLOC.IA
C. PASCHEFF. - Le recidive e le leggi del vero tracoma. (Archivio di oft almologia , novembre- dicembre 1933, png. 455). Pubblicazione commemorativa in onore d e l prof. A. Angelucci.
Il Pasche ff ricorda prima le leggi da lui già enunciate in altro suo lavoro sul v e ro t re.coma, e cioè: 10 n on v'è ,·e ro t racoma senza c entro germin&tivo linfocite.rio e follicolo; 2o il follicolo tracomatoso è un follicolo confluente, un granuloma linfoblasto-endoteliale, e m eglio, un follicoloma;
RIVISTA DELJLA STAMPA MEDICA lTALlANA E STRANJE:HA
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3o il vero tracoma comincia nelle regioni più vascoltwizzate della congiuntiva, specie nel fornice superiore e limbo d ella camPa., e si sviluppa. specialmente nei fornici, sul tarso e sulla. cornea; 40 il vero tracoma degenera e si esaurisce in una cicatrizzione e ialinizza.. zione; la. degenerazione può riprodumi sperimentalmeHte con il trapianta.mento. Ricorda inoltre di ave r condiviso l'ipotesi d el prof. A. Angelucci, dimostrando che il vero tracoma è una malattia, sovente familiare ed e reditaria, scgtùta da una r eazione linfatica. Ora, in base ai suoi studi fatti per 30 anni in un paese ove abbonda il tracorna, riferisce di aver condotte l!e sue ricerche anche sulla struttura intima d elle recidive del vero tracoma, d escrive alcuni casi tipici con relativi r eper ti istologici, e giunge alle conclusioni. Il tracoma vero r ecidiva, specie n ei giovani, con la stessa struttura di quello primario e determina anche follicoli e follicolomi. Perciò l'A. t ermina completando la quarta legge, già. da lui enunciata, nel seguente modo: «Le vrai t rachome dégénére et se termine dana la cioatrisation ou l'hyalinisation. La dégénérescence peut se produire expérimentalement pa.r la transplantation. Cornrne les hyperplasies lyrnphocellulaires (Iyrnphornateuses) d e la conjonctivc, le vrai trachome p eut aussi récidiver, maia touJours a.veo dea centres gerrninatifs des follicules et et foWculomes ».
!l\f. PAPAGNO.
A. · D E Lri':To VoLLA no - Ptosl amiotrofica di fucbs. (Archivio di Oftalmologia, novembre-dicembre 1933, pag. 466). L'A. descrive un caso molto raro di « p tosi amiotrofica di Fuchs •, già da lui segnalato nel 1913, in una donna la cui altera.zione principale era. rappresentata da 'una blefaroptosi bilaterale. Ricorda frattanto alcuni caratteri clinici differenziali tra blefarocalasi e ptosi amiotrofica, affezioni queste molto affini clinicamente ma non così por le alterazioni palpebrali. Inoltre riferendosi alla. grandissima rarità. della ptosi amiotrofica di Fuchs ed al dubbio che questa rarità possa dipendere dal facile confondersi di questa malattia con l'altra molto affine della. blefarocalasi, della qua.le potrebbe anche essere \Ula varietà, ritiene opportuno presentare alla letteratura oftalmologica. tale caso, che ebbe anche ad operare col processo Angelucci modificato. Ne descrive la sintoma.tologia: ptosi delle palpebre superiori di entrambi gli occhi, sopraecigli inarcati, cute della fronte solcata da rughe orizzontali, mancata. escursione della palpebra quando l'occhio ruota in alt.o, cute deiJe palpebre superiori straordinariamente assot.ti~li &.ta, meno quella delle palpebre inferiori T ale cute nelle palpebre superiori è ndotta ad una carta. di si_ga.rett.a con aspetto setaceo della superficie, con pieghettature sottili ed orizzontali, anelastiche, e la sottigliezza. è tale che, distendendola, lascia trasparire la tinta bruna dell'iride e del "nero del campo pupillare; arrovesciando le palpebre superiori queste si possono pieghettare per la loro estrema. sottiS?liezza., anche del tarso. Indi descrive il processo operator1o e passa all'esame istologico dei pezzi a.na.t?mici asportAti. Le alterazioni istologiche consistono in complesso in UUQ rarefaztone, disgregamento e povertà di fibre elastiche delle parti profonde del derma e del counettiYo sottocutaneo, oltre ad un 'atrofia progressiva dei fascetti del muscolo orbicolare. Queste alterazioni spiegano la sottigliezza della cute, la quale è ridotta. alla. porzione papi Ilare del derma con il suo ri'restimento epidermico, ed è staccata dal connetivo sott cutaneo e quindi dal muscolo orbicolare per la rarefazione del tessut-o profondo del derma, del sottocutaneo e del tessuto elastico. . 'l'alo affezione più che ad una. alterazione trofica del muscolo elevatore, tl quale fu trovato quasi normale, è m essa dall'A. in rapporto ad una atrofia bila· teral~ simmetrica del colllll.ett.ivo dermico profondo, del sottocutaneo e del tessuto ~!ast10o d elle palpebre, alterazioni trofiche probabilmente di natura angio-nevrottoa p er alterata innervazione simpatica del muscolo di r<Ii'llcr. Infine l'A. conclude che la ptosi amiotrofica. del Fuchs, pur avendo alcuni earatt.eri che la possono differenziare dalla blefarocalasi, potrebbe essere una fo~~ atipica o una varietà. di quest\ùtima, con prevalenza della ptosi, forse di orJgme simpatica, e con scarsezza dei fenom&ù vascolari nel connettivo palpebrale. M .PAPAGNO.
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.RIVISTA DELLA STAMPA MEDfOA ITALIA:SA E STRANIERA
DERMOSIF1LOGRAFIA Sulla propagazione del virus della poradenlte lngulnale alla cute soprastante (Bulletin de h\ Société Fmnçaise d~ D ar·mntologie et de Siphilcgraphie - febbraio 193-l).
F. FRANOHr. -
L'A., ben noto ai lettori di questo giornale per altre sue interessanti pubblicazioni, dopo aver premesso delle os.'lervazioni di alcuni autori, che confermano l'ipotesi della. propagazione del virus della. poradenite alla cute e al connettivo circostante e soprastante alle regioni colpite dalla malattia di Nicolas-Favre, espone i risultati delle sue ricerche eseguite sull'argomento presso la. R. Clinica Dermosifì· lopa.tica. di Torino. Per tali ricerche si è servito del liquido estratto a. mezzo di una ventosa da.lle. cute cianotica. soprastante ai gangli linfatici inguina.li, previa. applicazione di un vescicante cantaridato, partendo dal concetto che tale liquido, impregnante i tessuti dovrebbe contenere certamente il virus della. malattia. di Nicolas-Fa.vre, e quindi iniettato pe r via. intra.dermica in tali ammalati, dovrebbe provocare una. reazione positiva. DOJ?O centrifugazione e sterilizzazione, con l'aggiunta di fenolo al 2 %, nella. proporZione di l a 4, ha. iniettato il liquido cosi estratto alla dose di eme. 0,10 nella. cute del dorso. Ha. eseguito tale tecnica su otto individui affetti da. pora.denite inguinale, nei quali la. cute della regione era integra., ma. cianotica ed aderente ai tessuti sot· tostanti, preparando così otto antigeni diversi, che poi ha. iniettato in 62 individui, dei quali 30 con Frei positiva e 32 con Frei negativa. Uno dei liquidi ha dato risultato positivo nel datore e negli altri 7 P?radenitici, mentre sei controlli hrumo dato reazioni negative. Viceversa il liqwdo ottenuto dagli altri 7 poradenitici, iniettato a.d essi stessi, ad altri 15 ammalati di pora.denite inguinale, istiomene ed elefantiasi ano-rettale (con Frei positiva) e e. 26 controlli (con Frei negativa), ha dato risultati completamente n egativi. A tutti i malati, oltre ave r eseguito la reazione di Frei, ha. iniettato. sempre a. titolo di controllo, liquido estratto a. mezzo di ventosa dalla. pelle integra. di p ora.denitici, liquido estratto dalla. pelle integra di individui norma.li e soluzione fisiologica (con aggiunta di fenolo), con risultati negativi. D risultato positivo ottenuto con un antigene in un gruppo di malati, mentre che tutti i controlli hanno dato reazioni negative, autorizza a. ritenere dimostrata la presenza. in questi casi del virus della. poradenite nel tessuto dermico. In conseguenza. i risultati negativi ottenuti con gli altri sette antigeni fanno ritenere che la. diffusione del virus della. poradenite alla pelle, che ricopre il pacchetto gla.ndolare, non si verifica frequentemente, oppure che tale diffusione avviene in una maniera, che non può essere facilmente rivelata con l'intra.dermoreazione. C..uu.ucCI. E. CIAl!BELLOTTI. - Caso classico d i oresumlbile re Infezione slfilitlca. ( • II D ermo· sifilografo •, n. 2, febbraio 1934-XII).
L'A. premette alcune considerazioni circa i numerosi casi di presunta reinfezione pubblicati dopo l'uso d ell'arsenobenzolo e del metodo di cura. precoce intensiva., dei quali ben _POChi hanno resistito alla critica. severa., specie dopo che sono stati aggiunti nuov1 postulati a quelli celebri dettati da Fournier per la. diagnosi di reinfezione. I postulati formulati dal Fow·nier p er ammettere la possibilit!ì di reinJezione sono: l o ce rtezza. assoluta della. prima infezione: 2o silenzio sintomat.ologico completo per molti tlnni; so comparsa di nuovo ::~iftloma. dopo coito sospetto, insorgenza successiva di a.denopatia Cll.ratteris t.ica. e di forme secondA-rie. Dopo la scoperta. del treponema e l'uso delle s ierodiagnosi furono aggiunti: 4" repert-o di treponemi abbondanti nel secondo sifiloma; 5° negativi t-i\ delle reazioni sierologiche n l:' i primi giorni e positività successiva.
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'RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA I TALIANA E STRANIERA
Il Cappelli insiste su altre condizioni: la sufficiente distanza di tempo tra le due infezioni; il decorso clinico della prima. infezione, in quanto che, se ribelle e grave, più difficile è la reinfezione a non hmga scadenza: qualità, tempo e durata, della cura, nel senso che quanto più è stata precoc e e intensa, tanto più probabile è la reinfezione. Il Martinotti e il Tommasi esigono che, per poter pa.r lare di guarigione con un certo fondamento, occorra la nego.t.ività. degli esami d ella cute e d elle mucose, dell'apparato linfoghla.ndolare, d egli organi interni, d el sistema nervoso centrale e p eriferico, del fondo oculare, d el labirinto, delle reazioni sierologiche sul sangue e sul l iquor. · li Tolllina.'> i, pur assegnandovi un valore relativo, ri chiede anche la negatività d e lla prova di riattivazione, della prova di provocazione, della. reazione alla luetina.. L'A. passa a. descrivere il caso di cui è oggett{) la. pubblicazione. Tratto.si di un soggetto che n ell'aprile 1930 fu Psa.m .inato presso l'ambulatorio d ella clinica der-
mosifilopatica ili Palermo e fu riscontrato affetto da sifìloma alla regione d el fre· nulo con a.denopa.tia biinguinale. E same positivo al paraboloide; reazioni ·wassermann e H echt negative; reazione di Menicke Fu sottoposto subito a cura endovenosa. con neosalvr~rsa.n con un totale di gr. 5,15 dal 3 aprile al 24 maggio 1930. · Il 29 giugno 1930 le reRzioni Wassermann, H echt e l\'Ieinicke erano n e-gative. Seguì nuova sori e di iniezioni endovenose di neosalvarsan con dose totale di gr. 4,80 dal 29 giugno a.l 7 agosto 1930. L e reazioni sierologiche ripetute p eriodicamcrJtc fino al fe-bbraio 1933, si mantennero negative; ria.ttivazione anche con risultato n egativo, come n l"gativo fu l'esame cutaneo o interno. L 'esame d el liquor praticato il 26 novembre 1931 d ette i seguenti ristùtati: \Vassermann: - - - ; Meinicke: - - - ; R. Takata.-A.ra: - - - ; Nonne Ape!t: Weichbrodt: Pur senza alcuna cura la No1me Apelt divenne negativa in un esame successivo, m e-ntre la \Veichbrodt si ridusse fino a diventare anche n egativa ne l marzo 1933. Nell'aprile 19:.!3 il p aziente si ripresentò in clinica poichè s'era contagiato di blenorragia. All'esame fu riscontl'ata anche una ulcerazione d ella lanina. interna d el prepuzio con i caratteri clinici d el sifiloma. L 'esame al parnboloide mostrò la presenza di grandissima quantità di trepo· nemi m obllissimi. Dato il caso non semplice, fu lasciato senza cum sotto sorveglianza., Comparvero successiva.mentt> adenite bihJguinale, linfite dorsale, roseola, glandole epitroclea.ri e cervicali, astenia., anemia, cefal ea. R eazioni sierologiche praticate il 2 maggio 1933: vVasscrma.nn nego.tiva; Meinicke positiva; Kahn positiva. Ripetu t e il 19 successivo si rivelarono tutte positive. Si iniziò la. cura. mista a base di novarsenobenzolo e bismuto. L 'A. conclude che il caso in esame sia uno d c i più classici accertati di presu· mubile reinfezione, in quanto por tma. serie di circostanze ed osservazioni fini, tutti i posttùati desiderabili sono stati presenti. Di fatti, mentre tutto lascia. presumere che il paziente fosse guarito dello. prima fo rma, la ~;econda infezione lue tica si è svolta, con un ciclo sintomatologico classico ed uguale a quello che si ha nell'organismo per la prima volta.
+- - .
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CABLUCCI.
C. LEv ADITl, A. V AISMAN, R. ScxoEN e J , G. ì\IETZER. - Nuove ricerche sperf· mentali sulla sifilide. (Annales d e l 'Inst. Pa.steur, t. L., n. 2, 1933). L' ipotesi di un ciclo evolutivo nel virtL'> s ifilitico era. stata <'messa. dallo stesso la scoperta. del treponema pallidtun: egli alllii1etteva de lle forme granulari capaci di assicurare la. conserva.zione d el germe ne i tessuti durante i periodi di latenza de lla ma.lattia.. Questa concezione fu poi sostenuta da diversi AA., tre. i quali il nostro TRUFFI. Ed è certo che nume rosi spirilli e spirochete si SCHAUDIN, poco dopo
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RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA ITALIA..~A E STRANIERA
tra<;formano in granuli, in mt-ro e in vioo, ad un dato momento d ella loro evoluzione. Ora, i chiari AA. ammettono come assai plausibile, se non defini. tivamente rlimostmta. la. concezione di una. fase iofravisibile nella. evoluzione de l treponema pallidum. Le ampie ricerche da. essi condotte in proposito sono persuasi v('. Ricollegato a questa concezione è il contributo di ricerche che essi apportano al difficile problema etiopatogenetico della n eurosifìlide. Il sistema nervoso non si lascerebbe vincore ed invadel'e che dalla forma iofra.visibile del virus, da quella fase cioè che assicura la continuità dello stato di iniezione cronica inappa.rente, propria de lla. siGlidc. Il virus sitìlitico invaderebbe il sistema. nervoso, solo a. condizione di compie re in esso certe fasi del suo cicl.o vitale; una volta. attecchito -...·i rimarrebbe a. lungo in forma inaccessibile ai mezzi di indagine, fino a. che, per ra!Zioni che !lfuç;gono, la. recettività del nevra.sse non si modifica. in senso allergico. Solo a llora allo stato infravisibi.le succedono forme di transizione e infine le forme spirochetiche. Si ammetw come ...-e rosimile che, in seguito allo sviluppo nel n evrasse, durante il periodo anall('rgico della malattia, il virus subisca de lle modificazioni biologiche, cons istenti nella diminuzione o nella perdita. del11t virulenza dermotropa. Nell'ult,ima parte del lavoro gli AA. esitano molto ad accettare la. concezione de llo. non virulenztt del t1·eponema pallidum, come è stata recentemente prospettato.ta d o. P. LÈPINE, il quale riconosce la virulell.Z8. solo alla fase iofravisibile del virus.
G. MILIAN. n. 8).
Trattamento dell'herpes zoster. (Paria M:édical, 24 febbraio 1934.
L'A. premette d'aver segnalato da vari anni che il miglior trattamento dell'herpes zoster viene effettuato col neosalvarsan per iniezioni endovenose. Alle obbiezioni che la malattia evolve spontaneamente verso la. guarigione senza a lcun t rattamento, osserva che vi sono delle forme nelle quali è urgente intervenire, come nello zoster oftalmico, che può presentare delle complicazioni capaci di compromettere la. visto.. D'altra. parte il neosalva.rsan ha spesse volte il vantaggio di calmare il dolore rapidamente, quando nessun altro mezzo si ha a disposizione per ottenere ciò. Cita. un caso di zoster cervico-torncico, nel quale dopo un'iniezione endovenosa di 30 centigrammi si ebbe un aumento delle. eruzione che con le iniezioni succ essive scomparve con cessazione de l dolore già. dopo la. 2• iniezione. Cita ancora un ca~o di zoster carvico-dorsale accompagnato da. dolori violentissimi. Dopo un'iniezione endovenosa di 30 centigr. di neosalva.rsan si ebbe una esacerbazione dei fenomeni dolorosi che diventarono ancora. più violenti dopo una seconda iniezione di 45 centigrammi. con contrattura de llo stem~leido mastoideo, rigidità. della. nuca, insonnia. Di fronte a questo caso arseno-resistente l'A. pensò di iniettare, pure per via endovenosa, cianuro di mercurio a lla dose di un centigrammo. L'effetto fu letteralmente miracoloso, perchè dopo un'ora dalla prima iniezione, il dolore scomparve rapidamente e cosi tutti gli altri fenomeni, tanto che l'inferma, potè, dopo due giorni. essere dimessa. dall'ospedale per continuare ambulatoriamente la. cum e consolidare l a. guari gione già avanzata. L'A. si risorba. di adoperare in qualche altro caso l e iniezioni di biamuto, a llo sco.po di controllare se tutti gli attuali -rimedi antiluetici riescano egualmente efficaCI nello zoster, con l'idea che l'agente specifìco possa essere tm germe più o meno vicino a.! treponemo., e, quindi, sensibile ai diversi trattamenti o.ntisifllitici, e ciò, a. parte lo. considerazione di qualche autore, il quale considera lo zoster di natura luetica, infezione che l'A. non ha riscontrato nei casi occorsi alla sua osservazione. CARLUCCI.
RIVISTA.c DELLA STA~1PA li1EDIC _~ ITALIANA E STRA.cNJF:RA
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ANATOMIA UMANA Guida pratica per gli esercizi di Anatomia TopografJca. (2" Ediz. Vol. in 8 ùi pagg. 300 con 72 1igm·e in nero ed iu tricromia. - Edit. P ozzi Rome. 1933 - L. 4o).
R. VERSAlU. -
Il libro, del quale il Sen. Prof. Ytli'Sari h a recentem ente pubblicato l!t seconda edizione, riveduta ed ampliatn. di m olto, offro tut duplico vantnggio a chi C()ltiva l 'Anatomia Uma11a T opogratìca, poi<'itò non solo Pgli vione d ilig<·nt('m('nt.(' guiclato n e lla manuali t.\ d ella disseziono p er mE'zzo di numl·ro:;i consig li cd a.mmuc~>trumenti t ecrùci, ma sono anche opport.w1umentc ricordati i rnpporti rigunnhwti gli organi e gli strati dP IIe n•gioni considerate. Tali noziorù costituiscono uno spP<:iale progio del trattato, p er chè con t-occhi sobri, per non svistuc lt1 fisionomia c lo scopo del· l'opera, dà1mo nn quadro comple to eli ogni singola regione. Anch e il chirurgo, il medico e lo specialista consulteranno il libro con grnnde utili t.\ Pl'r richiamare alla m onte le conoscenze anntomiche u ecr:;sarie all'esercizio prok.-sionnle . Non occorre dire quale ('minente Maestro di anatomia topografìca. s ia il Prof. Versari e come l'insegnamento di questa. branca sia fra i più brillanti della scuola romana. L'anatorni11 t.opografica ha, ovviamente, una decisiva importanza nella preparazione alla pratica profes...;ional<.' . E qu est a preparazione che il prof. Ve rsa.ri si è prefissa, trnspare, a chi lo conosce, anche dall'indirizzo che egli imprime ali 'insegnamento d('ll 'anatomia sistematica, dell'istologia generale e dell' is tologia speciale od anatomia microscopica, che, corredato da numer osis.'>ime esercitazioni pratich n, mette in grado lo studPnte di frequentare con profitto le scuole successive d e ile patologie, deil'anntomia ed istologia. patologica E> delle clirùche . Ma il pr-incipale pregio dell'opera consiste nel cotuributo originale appwtato dal Versari per mezzo di ricerche eseg!,ile su numerose preparaz·ioni aU'uopo aUutite, ri.cerche che avrebbero offerto l'occasione di pubblicnre numerose tJpecùtli nwnografì.e su argomenti di alto interesse. Basti t\ccennarE> fra l'altro alla magistrale esposizione d ell'aponeurosi d el T enone o d cii 'anello di Valsalva, che ('gli ha rivendicato al grande italiano, d e lle r egioni ingttino·addominale ed Ìllguino-femorale , d el canale d egli adduttori o di Hunter, d ella regione d el perinco ecc. Fino aù ora n è in Italia nè àll't>stero esist.eva nn libro del genere, ad eccezione di qu ello di Testut e Jacob, che p er6 è molto scnrso d i amrrutPstramenti t ecnici t anto n ecessari a chi si appresta allo studio dcli'auatomia topogrutica ed è novizio nell'arte dolla dif'sezione. Oltre che rilevare una forte impt·onta p1~rsonale dell'autore, che, fine dissettore, conosce t<Jtti i srgrE"ti d e lla tecnica, il libro è scritto con grande chiarezza e precisione, ttlnt.o che, a differenza di a lt re opere anatomiche, Io si leggE> con interesse e piacere ùnlla prima nll'ultima pagina.
TERAPIA
L. B ACJALLI.
Il dono del sangue alla madre e al neonato. (Annuario R. Università di Snssari, anno accademico 1933-34).
L'argomento è stato svolto dall'A. pl"r l'inaugurazione dell'anno accademico 1933-34 d ell'Università di Snssn.ri, n ella qu~tie diriga la clinica ostetrica ginecologica. Dopo aver brevemente accennato alle ben emeren7..e dell'Università, che ha quasi quattro secoli di v ita. fa rilevare l'importanza sociale d el «dono d el sangue • e la diffusione che ha oggi in tutti i p wsi civili. F a quindi una rivista sintetica de lle vicPnde d PJia. tJra8fU8Ìorw a.ttrnverso alla documentazione storica esistente, fino al m omento ne l quale fu impiego.ta a scopo terapeutico, u.<3ando il sangue umano. Dopo ave r parlato d ella scoperta. d elle isoagglutinine e d elle isolisine e della c~ifìcazione, i n gruppi, degli uomini che possiedono identiche proprietà isoaggl~ t~uti ed isoemoli tiche, cita gli studiosi nostri che maggiormente hanno contn· bmto, con le loro ricerche, a facilitare la trasfusione. Espone poi la completa az ione biologica d e l SAngue t rasfuso, olt.re a quella, ormai anch'essa accertata, tonica cd emostatica, opoterapioa e coagulan te.
50S
RIVISTA DELLA STAliPà :\IEDICà ITALU~à E
STRA.~"l.ERA
Sull 'azion~ a nt imicrobica ed ant itossica dice d ~ i r isulta t i favor evoli ottenuti ne lle forme settiche in generale e nelle anemie dA esse di pendenti, con meccanisno di azione in pa rtE' accertato, in parte, sino ad oggi, ritenuto ammissibile. L 'A., per brevità , non s i occupa d ei diversi me todi di tecnica de lla trasfusione e d egli innumc rf•\·ol i a ppar~?c<:hi in U!'O. Fa invece notare quanta caute la sia necessaria nella. scelta d e l d ona t.ore, per la. possibilità di trnsmettere infezioni che non preS(·n tuno s intomHtologia ben ma nifesta in atto, come In. malaria e la sifì lide , sebbene per quest a. ultima le prove s ierologiche offrano una garanzia maggiore d e lle not izie che può d a rci l'anamnesi. Auspica la o rjlimizzazione d t• i dona tori anche nei piccoli C(>ntri, p er a,·ere, con s icurezza , Sfl n~rue immune e pronto a lle richiest e urgenti. D el massimo interesse è In esp osizione fa t-ta dall 'A. d ei risultati o ttenuti usando, p~>r la tra!'<fns ione ne ll ' uomo, il sangue di cadave re. Il me rito \ "Il a Sergio !udine, dire ttore, a ::\fosca, d e l repart.o di chirurg ia d'urgenzn d ell'I stituto Sklifas.wwsky. Egli infatti è st a to il primo ad affronta re la res}Y>nsabilità m~>d ica e legale di provare nell' uomo, quon to era sta to fatto con risul tato fa vorc \·ok·, d a. a lt ri sperimentatori, negli anima li. Pur con la bJ·('\"itit che all'A. era imposta da rag ioni cont ingenti, quc>sta recentissima t nppa d C'Jla trasfusione è riferita. con una sintesi ed una chiarezza c he stAnno a comprovare la profonda conoscenza d ell'argomento. L'A. trat ta quindi della trasfusione sanguigna nell'emorrag ia oste trica in ~n crn lfo, che occupa ltnO dei primi pos ti, sia per la. frequenza sia per la imponenza d e lle s ue manifestazioni, ne lle va rie fonne di parto distocico, ed a ffC'nna che s i d eve t u tt-11via riconoscere • come m olte di quest-e emorragie trovino l 'unico rimedio nella tra!'fusione d e l songue •, perchè si realizzn un vero e proprio tra tta mento di sos titu zione, a m C'no che non si tratti di es tese lacerazioni di vasi utero-vaginali. con impo~:;ibi l itil di procedere ad una. preventiva. e conveniente emostasi, ne l qual caso il san)'{lll' do na to si disperde per le stesse ferite n on chiuse. A q u c>sht «trasfus ione d ' urg<'nza • l'A. fa :::eg1tire que lla da pra ticarsi in gra· vidanza per cause pa tologiche: nnemie secondarie, vomiti incoercibili,to ssicosi gravidiche i.n gt>ncre; e in puerpe rio, ne lle forme infettive'. Ne ll' uno e ne ll 'altro ca so l 'A. mette in rilievo le moclalit.à di azione, e riassun1e i risultati de lla propria esperienza clinica. L n e mot.e1·apia per via endovenosa è anche s tudiata dall'A. con riferimento al la tta n te e sopra tu t to a l neonato, perchè la neonatimortalità. d el prim o giorno di vi ta è sPmpre la più alta e perciò il neonato è ancora forzata mente a ffida to a lle curo dC>IJ'ostetrico; mentre la osservazione clinica dimostra che le m a nifestazioni emorrng iche inte rne ed esterne sono fra. le cause più important i della m or talità sino ~1. 1 quarto g iorno di vita. Se la lettera tura ita liana è ancora scarsa su tole m etodo di t erApia , eono invece numerosi gli speriment.atori stranieri che lo sostengono come azione di stimolo, apporto di e lPm enti nutritivi e biologici e aummto di poteri di difua del nuovo essere. L'A. accenno. quindi alle difficolh\. di tecnica de lla trnsfusione ne l neonato, e fa notare che, coincidendo la apparizione de lle agglutinine con il 5°, o 6° mese di vita extrnuterina , s i può, nei casi urgenti, dire ttamente trasfondere il sangu e matemo; ne i mesi seguenti la scelta del donato re d eve essere regolata dalle stesse norme ada tte pf•r l'adulto. Riferisce poi i ris ultati ottenuti da taluni autori in casi di ematemesi, m elena. emofilia, disturbi circolatori, ematurie, e in modo particolare espone gli s tudi d el Floris sulla tras fusione postnatale, quando per la distocia d el parto può d erivare quellA morbili tn d e l neonato dipendente da difQttO d e lla quantità. totale d e l sangu~ In tnli casi la tras fus ione immediata dopo la nascita ridà all'organismo il qua.ntlt.ativo di sangue d e l quale abbisogna. L'A. conclude affermando che nel campo os t.etrico non s i può ormai fare a meno d e lla trasfusione , la quale costituisce uno d ei più importanti soccorsi, ed auspìct\ la divulga zione e la raziona.le applicazione di essa. d l. L'A. è riusci to a contenere, mirabilmen te, il Yasto arg omento ne i linùti un discorso inaugurnle, senza tralasciare alcun ptmto e fermandosi sui fa tti di particola re importa nza,. C. :\fANGANA:RO.
RIVlSTA DELLA STAJIIPA
~fEDICA ITALIA...~A
E STRANIERA
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KURT FRA~'XE . -
Sulla migliore e più economica terapia dell'anemia diJBlermer (Klinische Wochenschrift, 27 gennaio 1934-XII, n. 4). ·
Dopo i felici successi conseguiti ne lla cura dell'anemia di Biermer con-l'introduzione della. terapia epatica. prima e gastrica successivamente, sia isolate, sia. oppor tunamente a.ccoppiate, terapia attualmente di facile applicazione grazie ai preparati epatici e gastrici che l'industria ha lanciato sul mercato farmaceutico, fare un esa-me critico comparativo de lle diverse terapie, stabi li1·e di ognuno. la reale efficacia cos-tituisce un l avoro sommamente utile per il medico, che non sempre può seguire e ben valuta-re tutta la orm11i estesissima le tteratura sullo argomento. Ciò-ha fatto l'autore basando il suo studio e i suoi giudizi su numerosi ammalati di a nemia perniciosa. da lui o;;;servttti n f'lla clinica di Brugsch in Hn.lle. Nella valuta zione de ll'efficacia di un pre paruto egli ha tonuto conto del.numero di giorni necessario con l'impil'lgo di esso per raggiungere un'ascesa de l mtmero degli eritrociti sopra i 4 milioni, d e ll'aumento d ell'emoglo bina da l 10 al 30 %. della stubilità dei r isultati ottenut i. Altro criterio ò la maggiore o minore facilità. di applicmr.ione di una determinata terapia, sia per ciò che rigua rda la disponibilità. de l prodotto, s ia per quanto riguarda dist.urbi soggct:tivi, onde ta.lora si è costretti a sospendere la cura iniziata. Infine in consirle mziono d!' lltb cronicità cle lia malattia, l'a-utore qui considera un a ltro fattore, da cui non si può preRcinderf', cioè il costo di ognuna d elle terapie proposte, s ia in rapporto al periodo di degenza. i n clinica, sia in rapporto a l prezzo del prodotto. Comincia il suo esame con la va lutazione tioi ris ultati ottenuti con la te rapia arsenicale da sola o associata alla trasfus ione di sangue e no ta che in 63 ammalati, solo 23 dopo 60 giorni superat·ono i 3 milioni di eritrociti e 27 (43 %> morirono in clinica. ~Iigliori risul tati si ottennero con somminis trazione di fegato fresco o di succo epatico (del quR.Io l'a utor0 descrive il modo di preparazione), in quanto su 71 amma lati, 19 raggiunsero il va lore limito di 4 milioni di eritrociti; in 9 c urati anche con tra.<>fusion e di sn.nguo i risultati fnrono ancora. più decisivi in circa. la m età . Su llR ammalati si e bbero 4 decessi. A tale terapia p erò si oppongono la ripugnanza da p:~.rte di amm3,lati ad ingerire c irca 500 g r. di fegato quotid ianamente, la difficoltà di averlo semprP disponibile, specie n ei piccoli centri, In lttnga durata ed il costo r elativa mente e leva to di detta terapia. f.: stttto quindi un vero progresso la produzione d A. par te d t>ll'induc;tria farmaceutica. rli pre parati epatici iniettnbili (Cnmpolon, H epatra t, ecc.) , i qua li, m entre sono molto efficaci, rendono più ftlcile l'applicazione de lla w r·apia. In b1se a concetti p:ltogene-tici, pPra ltro n-on ancora bPne document.'1ti, dopo la. terapia epatica, fu int rodotta n e l morbo di Biermer la terapia a base di succo gastrico, anzi recenteme nte è stato m esso in comme rcio un preparato di s ucco ga<;trico concentrato, l'« n.ddis in. >>. L'a utore non ha potuto constatare ristùtati molto soddis facen ti d nlla sol11o terapia g.tstrica, p erò risultati brillanti e d <!cisivi ha otte nuto con la terapia a base di succo epatico e gastrico opportuna mente associati: in 9 ammalati dopo una m edia di 30 giorni e ra già superato il numero di 4 milioni di eritrociti ed in un amma lato molto grave, ne l quule non si potette praticare lA. trasfusione ciel sangue, dopo 5 giorni si ebbe una. crisi reticolocita ria, che, come è generalmente ammesso, co!'tit uisce il migliore indiCRtore de ll'efficacia di una terapitt del l'anomia pemic iosa. T ttle rn i:;c:ola di succo e patico e gastrico è genera lmente inge rita dagli amma lati sonza disgusto, ma in casi di ripugnanza si può somministra re mediante la sonda . Secondo l'espe rienza de ll'autore la terapiru gas tro-epatica è attualmente la più efficace, specie ne i casi gravi. Inolt re per la precoce norma lizzazio.ne de lla crasi sanguigna, quindi m inore degenza ospedali e ra, si può co.nsiderare anche come la meno costosa. P er la cronicità della forma morbosa, in cui spesso si osservano ricadute, l'autore si propone il probleru~ del modo di praticare tma cura continuativa. e, s empre in base a lle sue osse rvazioni, gi unge alla conclus ione che la cura pitl adotta è quella di somministra re una ,-oH.a la settimana un'inie zione eli 6-10 eme. d ii prep!l.rato_ ep:ttico e~ quotidiana mente in principio ed ogni 2 giorni i n seguito, w1a dose ~~ 3 g ramrnr di [erro ridotto. Con tale te rapia iu 12 su 13 am.m'\-lnti In crasi san.,crurgna si m a ntenne sempre sulla norms , anzi in un ammn l11 to a lla sospens ione
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H{Yl$TA DJ:::LLA STAMPA :..tEDlCA IT AI ,IA.l'A E STR.U<"IEJU.
d e lla sommi.nistrazione di fe-rro SPguivn costantc-ment~ una diminuzione d e l num ero di eritrociti. D'ultra parte da· solo il ferro si è sempre dimostrato inefficace. L'autore interpreta tale azione d t-1 ferro ammeottendo che esso agi!>ca sul midollo osseo e sulla flora intestinale patologica, inoltre pare che il ferro influisca più beneficamente dei pre parati epatici su disturbi nervosi (es. parE>stesie), che talora si osservano. Questa terapia, completata eventualmen te con la somministraz:ione di acido cloridrico e p~'psina, costituisce quella più efficace per ottenere risultati più duraturi ed anche quella più comoda pe r l'ammalato. L'import-anza che l'autore attribuisce alla t-erapia m.arziale <UJsociata a terapia epatiw, in contradizion~ con le aUuaU concezioni palogenetiche aulla tnal.aUia di Biern~·. ci laaci.a però alquanto sconcertati e ai fa strada in noi il sospetto che alcuni d~ ca.8i in cui egli ha ott~nuti riauUati molto favorevol·i e duraturi con sornminiatrazioni di jeri"O ridotto non entrino in quell'altra fonna di enwpatia, l'anem·i a ipocromica essenziale o cloroanemia achilica, forma per moUo tenvpo conf"uaa cor~ l'a nemia pernici.osa e che recent~ment~ in base a ricerche sistematich-e si sta da essa staccando pM coatitu.·i re un'e-ntità n.oiJogra(iva a sè dal punto di vi.ata etiopat.ogen.etico, s·i ntomatico e terapeutico (n. d. ree.). R. n'ALESSAL"fl>RO. SCIENZE NATURALI
G. CoLOSI. -
Fauna italiana ( U . T . E . T., T orino, 1933).
Può apparire strano che un medico p resenti ai colleghi wt vohLme di zoologia, ma )IL lettura di quest'opera - che segna una be lla vittoria ne ll'asp ra lotta. attuale por la ri ruulcita d e l libro i taliano - ha dt:>stnto in chi scrive t.a11to piacevole interesse che egli crede di fa re u t ile cosa ne l S€'gnalare Fauna italiana a ll'attenzione d e l Corpo sanit.a rio. Tratta.si, infatti, d i un'opera complessa, composta non solo a.llo scopo di far meglio conoscere la morfologia. d e lla multiforme fauna che adorna ed arricchisce il nostr'O Paese, ma. anche per descriverne i costumi e gli istinti, per illustrarcene i pregi t:>stetici ed economici, per insegnarce>ne il rispetto e l'amore, inqua drand o, poi, le va rie famigli e e specie nel loro ambiente di e lezione, cosicchè ne d eri va. anche, al le ttore, una migliore comprensione di quest'ultimo, armoni zzato e valorizzato d a lle folte schiere d i animali che, vivendovi, n e aumt:>n tano i pregi e le attrattive. Se poi si aggitmga che il libro è maestrevolmeonte scritto in nitida l in gua, ade . rentissima a lla molteplice materia trattata, e resa più vivace e leggindra d a una sotti le vena di ser eno umorismo, per cui a lle p ngine di dottrina s i alternA no piacevolmente rievoca zioni di leggende , spunti favolistici, con!!iderazioni morali, osservazioni argute, si converrà facilmente che que>st'opera - la quale s i distingue nettamente s ia dal grigiore sistematico dei t ra ttatisti, s ia dai semplicismi faciloni d ei volgarizzatori di professione - rappresen ta una riuscita. realizzazione dell'auspicato connubio d e lla scienza e d e ll'arte, assolutamente unico ne l suo genere. La veste tipografica di Faun.a italiana costituisce tma. degnissima integrazione del valore d e l testo. Ed è cosa mirabile il fa tto che, in meno di 650 pagine in 4°, abbiano potuto trovare posto oltre 500 grandi illustrazioni in nero, le qtJaJi. assieme alla. policromia di 35 tavole, fornisce una preziosa dimostrazione iconografica di quasi 600 ùe lle 1956 specie animali che l'autore riesce a d escriverei. senza a lcuno sforzo apparen te e senza verun tedio di lettura, nella loro forma esterna, in talune peculiarità strutturali, ne l loro ambiente e nei loro molteplici costumi . Chi, dopo aver letto l 'opera, cerchi di fa rne tma sommaria descrizione, sarebbe for temente tentato di andar citand o qua e là le pagine più interessanti o, a imer: o. i passi che magg ionnente l'hanno colpito, istruito, dilettato. Tanto più che n e l libro del Cowsr, fra i brani di pretta. d escrizione scientificamente obie ttiva, sono sparsi a piene mani piccoli gioielli di erudizione storica, di reminiscenze le tterarie. di arguta fi losofia. Ma, seguondo questa via. attraente, minaccerei di trascrivere mezzo vohunc, il che è patontemente incompatibile collo spa.zio che mi è concesso. Dovrò, quindi, limitarmi a riassumere, p E> r sommi capi , le parti principali del l'opera, a llo scopo di darne un'idea. generale, anche se n ecessariamente scialba.
RIVISTA DELLA STAMPA llfEDIOA ITALL.U"A E ST.RANIERA
Il CoLOSI -
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giovane e valoroso titolare della Cattedra di Anatomia compa-
rata della. R. Università. di Napoli, ben noto, nel campo scientifico, per le sue ricerche sugli invertebrati marini, Slùla fauna. della Cirenaica, su vari problemi di biogeografia., di fisiologia. respiratoria, di genetica, ecc. - inizia il suo volume con uno sguardo d'a.ssieme alla storia. della nostra fauna, che ci tmsporta rapidamente attraverso alle varie ère geologiche, mostrandoci i l progressivo e graduale sviluppo faunistico nei grandi dominii biologici delle epoche passate, sino a giungere a l periodo attuale. Segue, poi, la trattazione zoologica propriamente d etta, sviluppantesi, però, non lungo il monotono fi lo conduttore della sistematica, ma raggruppata - e resa, cosi, oltremodo interessante - nei vari ambienti costi· tutiv:i del nostro Paese. Sfila, in tal modo, dinnanzi all'occhio spesso meravigliato e sempre interes· sato del lettore, la biologia delle regioni alpine e appenniniche, quella delle pianura e delle isole, d egli acquitrini e d e lle zone sal.mastre, la biologia marina - infine opportunamente suddivisa a seconda che si tratt~ delle coste pianeggianti o roe· ciose, oppure del mare aperto e profondo. Ogni ambiente, ogni paesaggio si presenta, cosi, a ll'occhio della nostra m ente, armoniosamente popolato di tutta una policroma folla di specie animali le quali, dal canto loro, trovano nell'ambiente la loro giustificazione biologica, sì che il lettore non può non ricordarne i reciproci rapporti, con grande diletto della conoscenza. E così le dottrine biologiche - per il enpiente magist.ero dell'autore vengono a. perdere quell'aspetto arido e freddo che le appesantisco e rende comune· mente indigeste nei correnti trattati, ma assumono un leggia~ro intere~<se che non può non spingere il lettore ad ampliare e perfezionare le sue conoscenze così facilmente e dilettosamente acquisito.
Il libro -
che potrà. e$Sere utilmente acquistaw a. titolo di strennA per i
nostri ragazzi - ra_ppresenterà sicuramente un nobile diletto per lo spirito d ei colleghi, i quali ~ moltre - potranno trovarvi impensate spiegazioni o discus - _ sioni di tanti problemi cho spesso vengono alla mente del medico non immt>more dei suoi studi biologici: ricordo, fra. le altre, le pagine relative al mimetismo, all'evoluzione, alle migrazioni d ogli uccelli, alla organizzazione sociale di vari insetti, alla rigenerazione spontaneo., ecc., ecc. Esso libro, insomma, sarà un utilis· simo complemento ed ornamento della nostra biblioteca. Lo scrivente, infme - mèmore della vita ai Corpi e della necessità, da parte del medico reggimentale, di avere una certa coltura. biologica per tener t esta ai fuochi di fila di domande che vion fatto spesso di subire da parte dei came rati, specie negli ozii del Campo, a. proposito di a rgomenti faunistici - àuspica che il bel volume del CoLOSI venga presto conosciuto ed amato anche dai giovarù colleghi, i quali sono, più spesso di quel che non si creda, giudicati e criticati o stimati dai compagni combattenti proprio in base alle discussioni para-mediche, così facili a sorgere durante i periodi di vita all'aperto, quando si è maggiormente a contatto cogli ambienti naturali. CA.RLO Rxzzo.
CDMFERUZE E DIMOSTRlliOMI CLINICHE NEGLI OSPEDALI IILITIRI ELENCO E SOMMARI DEGLI ARGOMENTI TRATTATI (Dal processi verbali pervenuti alla Direzione cenerale di Sanitt militare nell'aprile 1984-XIt)
ANCONA. - Sottot.enen te chimieo fmmacista dott. ALDO GUAZZIElH: Aggress i"'-i chimici. BoLOGNA. -
T~'nenteo colonneW o
medico ANTONIO IAPQCE: Osteomielit.e acuta.
L 'O. traccia il quadro etiopatogenetico, a.namo-patologico e clinico dell'osteomielite acuta n elle sue diverse fasi e presenta alcuni casi clinici p ersonali di recente curati, soffermandosi più specialmente su un raro caso di osteomielite acuta della clavicola, consecutiva a tonsillite e successivo trauma della spalla del lato malato. E spone e c ritica i concetti informativi d ella t erapia chirurgica che, dalla semplice apertura dci focolai pumlenti sotto-periostci, è passata all'apertura. più o m eno ampia o sistematica dei focola.i crntrali ossei, e che è giunta alla resezione totale o parziale sotto·perioste.a, anch'essa primitiva o secondaria, d ei focolai infetti. Per le complicanze articolari osteomielitiche, dalla semplice artrocenteei e svuotamento dei prodotti infiammatori sinoviali, si va alla. artrotomia. ed alla r esezionc articolare più o m eno nmpia. a seconda della estensione ed ' importanza della. compartecipazione d ell'articolazione al processo morboso. P er quanto riguarda In vaccino-terapin. è da considerarsi tale pratica come ausilio terapeutico, capace di esercitare favorevole influenza sull'evoluzione del processo infctt.ivo, formo r estando il primato d ella terapia chiru.rgioo. - Colonnello medi>Co PAOLO 1\foDESTINl: lrurutfu;i,enza del ventricolo destro ed immUìcienza del vetricolo di sinistra. · Prem esso qualche CCJmo sulla interpretazione data nelle va.rie epoche dai patologi alla sindrome dolla inf.·ufficienza miocardica e sulla costituzione anatomica del cuorA, l'O. rsporw i sintomi propri delle due insufficienze, quali riSULlt.arono dalle osse rvazioni e dagli studi d ei patologi e quali troviamo riportati n ei testi di patologia medica. Raffronta tale sintomatologia con 51uella che il prof. Aristodemo Sbrooohi, distinto cardiologo deUa R. Università d 1 Pisa, ha rilevato in seguito a studi eseguiti ed a. numerose osserva.zioni fatte su ammalati affetti da insufficienza ventricola r e e che ha esposto in un lavoro su questo argomento pubblicato su la c: Nuova Medicina I talica » (n. 1-1932-X), sintomatologia ohe, in parte, si differenzia da quella riportata dai vari trattatisti. Conclude come la sintomatologia delle insufficienze cardiache, quale risulta . dalle osservazioni dello Sbroccbi, sia veramente rispondente alla realtà dei fatti e come essa d ebba essere b ene tenuta presente e p er una esatta diagnosi e p e r una appropriata te rapia. (' AGLIARI. - Sottotenenw medico DoMENICO MA}{TTh'"ETTI: I nfluenza del timo sul contenuto fosforico del ~Jangue. L'O., dopo aver ricordato la importanza del metabolisno fosforico nel p eriodo accrescitivo della vita. rileva che gli studi su eventuali rapporti di tale m etabolismo con le varie secrezioni endocrine sono scarsi e spesso contraddittori. E gli ha appunto eseguito un gruppo di ricerche 61.Ùia influenza della funzione timi ca sul comportiUTlento del fosforo morganico ed orga.nico del sangue, giungendo a.Ue seguenti conclusioni :
OONJ'EltENZE E DIKOSTBAZIONI CLl:NIOJl:Ji: EOO.
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L'asportazione completa del timo provoca in giovani conigli una diminuzione iniziale del fosforo emat1co inorganico, che raggiw1ge il massimo al 2° giorno, ed a partire dal 5° - 6° giorno tende a risalire verso i valori normali. D fosforo organico acido solubile non subisce apprezzabili modifì.cazioni fino al oo-6o giorno, epoca nella quale dimintùsce, più decisamente ancora dell'inorganico, per iniziare il ritorno alla norma, che avviene lentamente, dopo il 10° giorno. L'O. esa.mina i rapporti òd i caratteri di tali modifì.cazioni delle qualimette in rilievo la tranaitorietà. CASERTA. - Mnggiore medico Co.RRADINO Conoxom: Pielografia CUJcendente e discendente. L 'O., descrive i due metodi di pielografìa., quello oistoscopico o ascendente e quello endovenoso o discendente; accenna ai loro vantaggi e po:-ssibili incidenti. I due metodi possono essere utili e preziosi sia. isolatamente sia. col completarsi a vicenda., ed hanno un campo diverso di applicazione, più ma.rcatamente funzionale con il metodo discendete, più morfologico e di dettaglio con quello ascendente. Considera. poi i diversi fattori che n ell'urografia endovenosa concorrono a produrre le inunagini ra.diologiche e descrive il comportamento generale dell'apparato uropoietico nella pielografìa discendente in condizioni normali e patologiche. -
P rimo capitano medico PASQUALE MusTo: Su di un ca.so di cisti da echino·
cocco del fegato.
L'O. illustra dettagliatamente la. storia e l'esame clinico di un infermo di cisti da echinococco del fegato. Mette in evidenza. i dati clinici fondamentali d ella diagnosi, le reazioni di gabinetto, l'esame radiologico. D iscute la diagnosi differenziale con le varie affezioni epatiche, i n special modo, con la sifilide e d il canoro, e tratta successivamente della. cura chirurgica. - Maggiore medico ANTONIO PIOA.ZIO: Oss~ioni sulla tecnica della de-via· zione del complemento (Wasserma.nn - Besredka • Ghedini).
GoRIZIA. 1liche.
Primo capitano medico E .l llANUELE D ' ANGELO : Dimostrazioni cli -
Tenente colonnello medico ALESSANDRO ABATE : Costituzione e funzionamento degl-t oapedali da campo e delle unità sanitarie d·~ Oorpo d'armata. Sgomberi. Aviazione sanitaria. Servizio idrico.
LivoRNO. -
-
Maggiore medico GxovANNI RAGO : Un caso di trombosi cerebrale da ai. fil:ide ignorata, con emiparui destra, seguita da guarigione.
Tenente colonnello medico FRANCESCO DE Do:r.rENico : Anemia perniciosa (Anemia di Bierrner).
MESSINA. -
L'O. J>resenta. un caso di anemia perniciosa, diagnosticata in un appuntato d_ei Carablnieri Reali ricoverato nel reparto medicina. Dopo aver premessa la sto· r1a clinica ed eSJ>OSti i sintomi subiettivi ed obbiettivi, descrive tutti gli esami di laboratorio prat10ati, soffermandosi specialmente sul risultato dell'esame del sangue: notevole diminuzione degli eritrociti, leucopenia, aumento del valore globulare (1,20%), linfocitosi e presenza di forme immat'!l'e (normoblasti e megaJoblasti). 8 -
Gio1'114le di medici11a mìlitan.
5.14
In base a.i l'ilievi di tali eean:U, ~& presew:a di achilia g~riea e .U'aesenza dei paraasiti nelle feci. & stata pottt,a la diagnoai di cui sopra. L'O. fa quindi uua desorizio.ne puticol&reggiata della forma. IXIOrbose., intrM· benendosi sull.e varie teorie riguardanti l'ezio-patogenesi, sullediagnOEii ditferen· zi.a.li e sui criteri moderni della cure. (epatoterapia, estratti di mucose. gastrica etc.). Mette in rilievo le varie teo.Fie, in. bas.e alle quali tale terapia. rieece utile, quasi specifica., in questa speciale forma di anemia., intrattenendosi sull'esistenza d.i c un principio attivo anti-~~co. » di OJ'igine gf\Strica., tvlSOrbito poi dal fegato e ritenuto norrna.lizzatore dell'emopoiesi. Conclude comigliando l'epatoterapia, con fegato poco cotto, che nel soggf'tto in e~mme ha dato risultati favorevoli, confermati anche all'esame del sangue ripetuto dopo circa 67 giorni di cuu (miglioramento della crisi sanguigna, scomparsa delle forme immature).
P.Aoov A. -
Maggiore medieo GrosEl!l'!E BuoLlA.RI : Tecnica della tr.a~~jm~ dtl
8fJ»gUe.
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Appendicite ~uta. Diagnoai ed in~rvento (dimostrM~ione oper&toria).
Primo capitano medico GuSTAVO DE CA.lU.l: CvleciBti. Metodi d'esame. Preseuta· zione di radiog l.'8tDUJ\Ì. Maggiore medico ALFREDO MANFREDI: Dimostrcuione clinica. Maggrore medico FRANOESOO MioNEMI: Presenta un infermo di eczema umido al viso resistente p er quasi w1 mese a.ll'azione dei diversi antisettici ed essicanti di comune uso, i,n casi del gEmere. D. a venti giorni è sottoposto a contemporanea. cura calcica. per via .l;JiUN:lCOJ~. no.tandosi favorevole modit.ì0$Z.i.o~e del prooeaso mo.l'boso che, ~te tende a risolversi. - Dopo aver presentato diversi casi di blen(fiT(l{Jia con o senza comE!ie~~nze, ne illustra. due passati allo stadio sub-acuto complicati a. cistite ostinata. Esperite le c4ivel"Se cure con ristùtati negativi od incerti, è ricorso nei due casi in ei38Jile al • pymecral • per iniezioni endovenos.e. Il preparato, a. base di acrifiavin.a. piridina. e bleu di metilene, ha risposto brillantemente all'o scopo, per cui ne raccomanda l'uso, limitato, s'intende, a quei casi resistenti e che minacciano di passare allo stato di cronicità. · - Maggiore .medico VINCENZO MONTELEONE: La frenicoe:x:erui nella tempia chirurgica della tubercolosi polmonare. - Tenente colonnello medico GrosEPPE SINOLITIOO : Un caso di luione del circonflesso comecutiva a lusaazione scapolo-omera.le sinistra. P ERUGIA. - Maggiore medico RAFFAELLO PEPE: Hlustra.zione di un caso di mot:bo di Reyrw,wJ. TRlilNTO· -Maggiore medico SALVATORE MURA: Sindromi delle più comuni af· fezwni addominali a dtcor8o acuto. TRIESTE. -
Primo capitano m edico ANGELO SoARPA: Acido urico e dermatrwi.
L'O. p.ren;1ette le vec\\lte attuali ~ conce~to di cautono~a • .~ (ti ~~penQ.e~ • della cute rispetto al resto d ell'orgarusmo. S1 addentra po1 nell anali8l dettegli~ta d.ei concetti odierni sulla fisiologia e sulla pa.tolo~e. generale del ricambio delle balli purii,).Ìche e sui metodi biochimici di studio di esso. Valorizza s~ecialmente le moderne teorie dell'« uratoistechia » di 0lJ<lzent e del • Co. Fattore • di Rondoni.
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OONDRENZE 111 DIMOSTRAZIONI OLINICHE ECO.
Si dilun~a sui rapporti cùnici ira. altera.z~ni url~che ed alcuni casi di dermatosi, dimostrando come purtroppo le ricerehe sperimentali sul ricambio generale e su quello cutaneo dell'acido urico spesso non ries<I8Ilo a mettere in evidenza speciali deviazioni di tale ricambio dalla norma. Prospetta infine le ipotesi sull'eventuale correl~one patogenetica tra acido urico e dermatosi e tem'Una '0011 \'àUgttTio che le atltuali rìcerobe istochimiche sulla pelle riescano a svelarcene i veri rapporti. Umn,. - Capitano medico Ntoo:r..ò OoLob~. Un caso di recente ~ d~ pal!pebra 6ini8tra nella persona di un sothulìciale, che otto anni prima dell'arruolamento aveva riportato una grave lesione · ~ra.um&tica all'occlùo stesso. Della primitiva lesione residuavano essudati organizzati e resti. di capsula lenticolare m tutto il OlUJlf>O pupillar~. l reliquati erano passati inoeservatì nella visita di arruolamento ed il soggetto era entrato nelle file dell'l!:sercito. Ora tentava di metterli in rapporto causale con la recente contusione, cercando dj farli riconoscere come dipendenti da cMll!a di servisio. L'O. tratta ed illustra ampiamente le caratteristiche che dl.fferenzia.no il ~rto anatomo - ~linico d'elle lesioni acute da quello oolle lÈ!éÌoni di dàta. afitica, riportandole al caso in esame.
-
Primo òe.pite.no medice AlrroNIO FA:B.AoN'E: Un caso di sindrome bMeilowi.for.me (BasedçnV"oidismo di Stei'ìl) - Semi"ologia P discussione di l'm caso, nel quale rilevast attenuata la -cosi dette. triade di Mersebrug: occhio lucente e simulante un Iìeve esoftalmo con accenno al lagoftalm'o; sottlisione tiro'id~; tacbicardia moderata se pur costante e non acòompagnata. na eardiopalm<:>; aseenza. d1 Gràefe, Stelhvt\g, 1\foebiùs; nol'l tremori; eretismo vascolare e modico grado dj ipereccitabilltà neùYop!ichica. JW.pporti .patogenetici colla tipica sindrome del Flaia.ni - Basedow ed ipertiroidismo costituzionale del Pende. Primo capitano medioo FKAlfflBSOO MA88Illo: L'O. presenta un soldato di aviazione, il quale aveva riportato grave luione r.mmto, ~rfettamente guarita in eegw'to ad interventò ahintrg:ic6 tempestivo, con ripristino cotnplefu delle fatt>ltà neuro•psiclllche. 81 era trattato di frattura mono.frammenta.ria dellà volta, seguita a tratnna diretto sulla regione fronto-parietale sinistra con formazione di una. linea dj fen· dìtura ohe Bi era irradiata verso la 'ba.se, percorrendo 11interpilastro parieto.temporale: lesione dj vari rami della branca mediana dell'arteria meningea media: conseguente formazione di ama.toma epidurale a focaccia della fossa cranica niedia omolatera.le, sta.bilitosi molto lenta.mel'lte, tanto di:\. dare fenomeni di comptess'ione ~erebrale, appre~abili .solo dopo citca du~ gio~ di luci~o in~et;rall?. :Desenve la nota smtoma.lo~a che portò alla dia~os1 e quindi aiJ\ndicll.ziòlie operativa, che, eseguita d'urgenza, condusse lilla guatigione e alla reintegrazione al nol'Dlàle del militare. -
- · Méggio't'e mbdlco PABQtrALING $A.NTòLI:
L'O. presenta un sottufficiale di a.nni tib effetto da epatUe 3Clerotica titpo Morgagni-LaenMC in periodo ucitico.
Parla. della molteplice e complesaa funzione del fegato e sintetizza le attuali oonòSèeruee fisiopatolo~che. Dim~ pra.tioe.tnetite i metodi d1 eSplorazione della funzione sécreibria é blligenetièa ed esponè i metodi di esplor~fone delle funzioni interne. Accenna alle forme cliniche e al decorso delle inS'Ilffi.cenze bpatiche. Le OimostJtuiòtù eliniche eonò stlguit.e da in:tereeeant:i d~oni alle quali Pl'éndtJoo pene il direttote dell'oépetlàle, ten. Oblòrtnello medibo CuRoro ed aJt.ri ufficiali medici.
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,
NOT'ZIE Per la ' ' casa di dposo del medico ,,. Con l'autori7.7azione di S. E . il ~ottosegretario di Stato per la guerra., Generale Baistrocchi, la Direzione generale di sanità militare ha versato al Sindacato nazio· naie fascista dei medici la somma di diecimila lire, quale contributo per l'erigenda «Casa di riposo del m edico ». TI Segretario nazionale del Sindacato, on. prof. Morelli, con una sua nobile lettera d el 18 aprile al Direttore generale, nel ringraziare della generosa offerta, rileva come essa dimostri il legame sentimentale strettissimo che i medici mili· tari sentono per tutti i colleghi italiani, in quella fratellanza che specialmente li uni in guerra. e che sempre si rafforza in un altissimo amor di patria.
Appendice a11'1struzlone sul servizio del portaferitf, infermieri e aiutanti di sanità. Dal Giornale militare ufficiaJ,e del 27 aprile 1934. Circ. 305 (direz. gen. sanità militare). È stata pubblicata l'• Appendice all'istruzione sul servizio dei portaferiti, infermieri e aiutanti di sanità ». Sarà distribuit-a. a cura dell'ufficio pubblicazioni militari del mini.stero in b ase all'elenco San. l della circolare n. 126 del giornale militare 1931. La pubblicazione sarà. inserita nell'elenco delle pubblicazioni militari in vi· gore per il R. esercito: P arte II · Servi.zio sanitario militare, pagina 146, n. cat.e· gorico 2690, edizione 1934, prezzo L . 3. I l SotWt~e{11'eiario di Stato: BA.IBTROccm.
Bollettino del Corpo sanitario militare. SECCHI F rancesco, tenente colonnello medico direttoTe osoedale militare Brescia. - Promosso colonnello con anzianità 20 febbraio 1934-XII continuando nell'attuale carica e destinazione. AooSTINo Vincenzo, maggiore medico ospedale militare Cata.nzaro. - Coll~ cato fuori quadro perchè t rasferito d'autorità, dal1'8 gennaio 1934-XII, R . corpo truppe coloniali SomaHa (a disposizioné ministero colonie per incarico civile). CoRTELLA Francesco, primo capitano medico ospedale militare Alessan. dria. -Collocato in ausiliaria dall'Il aprile 1934-XII, ai sensi dell'art. 39 della legge 11 marzo 1926-IV, n. 397 e dell'art. 26 del testo unico delle leggi e disposizioni sull'avanzamento degli ufficiali d el R . esercito. Sarà assunto in forza, ed agli effetti amministrativi, distretto Genova. BoccHElli Federico, p rimo capitano medico ospedale militare Roma. Collocato in ausiliaria dall'Il aprile 1934-Xll, ai sensi dell'art. 36 della legge 11 marzo 1926-IV, n. 397, e dell'art. 26 del testo unico d elle leggi e disposizioni sull'avanzamento degli ufficiali del R. esercito. Sarà assunto in forza, ed agli effetti amministrativi, distretto R oma n. DE P ARIS Augusto, primo capitano medico 26 campagna. - Collocato in ausiliaria. dall'I l aprile 1934-XII, ai sensi d ell'art. 36 della. le~e 11 marzo 1926-I V n. 397, e d ell'art. 26 del testo unico delle leggi a. disposiziOni su11'ava.nzamento degli ufficiali del R. esercito. Sarà assunto in forza, ed agli effetti amministrativi, distretto Treviso. BucCIOROSSI Nicola, tenente medico 17 rfanteria, - Collocat o fu ori quadro percbè t rasferit.o d'autorità, dal 7 gennaio 1934-XII, R . corpo truppe C<>loniali • Somalia.
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!.ABRuzzo Menotti, primo capitano chlmiéo farmacista. ospedale militare Roma. - Collocato in ausiliaria, dal 1° febbraio 1934-XII. È assunto in forza, e agli effetti amministrativi, distretto Roma II. Dal Bolkttirw ufllciale, disp. 21 6 , 6 aprile 1934-XII.
BASILE Antonio, mag~iore medico ospedale militar(' Chieti. - Promosso tenente colonnello con anzianità. 31 dicembre 1933-XJI, continuando nell'attuale destinazione. Precederà. nel ruolo il pari grado Graziala Gerardo. PASSALACQUA Gioacchino, maggiore m edico ospedale militare Torino. Collocato in aspettativa per infermità temporanee provenient,i da cause di servizio, per m esi sei, dal 20 febbraio 1934-XJI. I seguenti primi cttpitani m edici sono promossi maggiori con anzianit.à. 20 febbraio 1934-XII e con la destinazione a. fianco di ognuno indicata~ CATERINI Federico, 52 fanteria.. - Ospedale milit.a.re Catanzaro. DE CATA Dom enico, ospedale milit-are Brescia. Continua come contro. AsSINI Giuseppe, t enente medico 71 fanteria. - Promosso capitano con an· zianità 20 febbraio .1934-XII, continuando nell'nttuo.le d estinazione. MERCURIO Rocco, tenente medico R. corpo truppe coloniali Tripolita.nia. Rientra nei quadri, dal l o marzo 1934-Xll, p erchè cessa. di ~appartenere al suddetto corpo e dalla stessa data è d estinato 7 pesante campale. I seguenti tenenti chlmici farmacisti sono trasferiti all'ente a fianco di ognuno · indicato: FRISOIA Pietro, ospedale militare Roma. Ospedale militare Palermo. PoRTELLI Giuseppe, ospeda!P. militare Palermo. - Ospedale militare Roma. Dal Bollettirw ufficiale, disp. 23•, 13 aprile 1934-XII.
TEDDE Giuseppe, colonnello medico direttore ospedale militare Firenze. Collocato in aspettativa per infermità. temporanee provenienti da cause di s~r vizio, per mesi dodici, dal 20 febbraio 1934-XII. PERoA.RA Isidoro, maggiore m edico ospedale militare Bologna. - Promosso tenente colonnello con anzianità 1l aprile 1934-Xll e destinato ospedale militare Alessandria. · · TERRANOVA Alfio, maggiore medico ospedale militare Bari. Collocato a. riposo dal 4 luglio l 932-X, per infermità provenienti da cause di servizio, ed in· scritto nella riserva. F ONZONE Lorenzo, primo capitano medico comando distretto :Bari. - Promosso maggiore con anzianità Il aprile 1934-XII e destinato ospedale rnilita.re Gorizia. · DE ~ARIS Augusto, primo capitano medico 26 campagna. - Al provvedimento che lo riguarda, pubblicato a pagina 1103 del Bolkttirw uffici<ùe, dispenaa 2), anno 1934-XII, anzichè: «ai sensi dell'art. 36 », leggCUJi: • ai sensi d ell'art. 39 •· BocCH:ETTI F ederico, primo capitano medico ospedale militare Roma. A_I provvedimento che lo riguarda., pubblicato a pagina. 1103 d el Bollettino ufficiale, d1spenaa 21, anno 1934-Xll, anzichè: • a.i sensi d ell'art. 36 », leggasi: • ai sensi dell'art. 39 ». .
I ~enti tenenti medici sono promossi capitani con anzianità Il aprile 1 1 1934·Xll e con la destinazione a fianco di ognuno indicata: ~ ~ .......So.u.zx Carmine, · commissione m edica per le pensioni di guerra Catanzaro (f. q.). Continua come sopra. P ABUTA Giovanni, regg. artiglieria leggero. - Continua come~ contro.
l+Ol'ltilit ·
ZlUD&l Ettore, a drsp68i~iòn'Ei ministero aeJ'OI'tMltic& (f. tj. ). - · {f)oaflinua
COIIM scpra.
Curu.ALE VITO, 78 fanteria. - Contìnua ootne contro. LuCENTE Pasquale, l() tanteì'ia. - Cobtinùa come contro-. GIULIANI Aleandro, l campagna. - Continua come contro. Dal BolleUino ufficiale, disp. 25•, 20 aprile 1934-Xll. Fon'l'UNATI Pietro, primo capitano medioo 53 fanteria. ·- Trasferito <M!pedele militare Piacenza. MANFRJiiDI Arnaldo, primo capitano medioo 16 fanteria. - Nel provvedimento ch e lo riguarda, pubblicato nel Bo~tino utficùde dispensa 38 del 26 giugno 19l6, pagina 1295, anzichè: sarà effettivo al d istretto Cosenza e dovrà presentarsi il 3 lugifo 1915 alia direzione di sanità militare Bari, leggcui: oontirtnet<à ~ l'imanere effettivo al 54 fmlteria.. Dal BolletliM utficùde, disp. 26•, 27 aprile H~34·XII.
Onorilicenze. P er la ricorxenza del Natale di Roma, su proposta di S. E. il Capo del Gov~rno
c Minil!t'ro della guerrtl, sono stah' conc-esse le seguenti onorificenze neD'Ordine della Cot-ona d'I tali a: In considerazione eU lunghi e buoni Bervizi: Utficiafe: colonnelli m edici An'l'otto MONACO, Gmo l>E Locu, ALES8Am>R<> GAZZA, Pmnto J'ANNIZZOTTO, LUIGI ALFomo, PAoLO MonESTINI; c~ primi capitani medici GruSI:PPE BlmETTA, GmDo DE BLMUO. Tn oonaiderazione di apeciaU bemmerenze: Cavaliere: primi capit&ni medicì NIOOLANTON'm Ronmò, Gtu8BI'!'E ~ATTI. CARO Gumo Avouo, FRANCEsco DAZio. n primo capitano medico DoMENICO MODUGNO è stato insignito della croce di cavaliere nello Bteaso Ordine, su proposta del Ministero delle oolorue. .E>al 8l1TJ,ettlino ufj'Wink. dil!pen'S& 26, 20 &prile 1934 · XU.
nton· di studio. Con recente d ecreto del Ministero dell'Educazione nazionale, al ~O.rt> medico prof, BENEI5ETTO èAsEL'l.A è stata definitivamente COflfermat& l'a.&rlita.z.fune aJla libero. docenza. in Clinica ot.orinolarin goiatri ()a p ret!IIIO le Uniwl"flit.ft e ~li Istituti superiori! Il primo capitano m edico prof. CARLO Rizzo ha ottenuto -:{>el' titoli - dalla R . .Accademia d'Italia. un.a borsa. di perfezionaJllento per recanu ad Amsterdam presso l'~ Istituto centrale olandese di ricerche sul cervello» (prof. Arilh'ls Rappers) .
.. Cooférente sclentlfk:he alfa Seuola cii applleazione di sanità militare..
1J. ciclo di conferenze universitarie per il volgente anno a,cca.demico alla Scuola. di applicazione di sanità militare in Firenze, 'SOlennemente inauguretb -come ne denuno notizia - il 22 febbt'aio c. a., si è svolto con il seguente or<iifie: 22 febbraio. - On. prof. EuGENIO MoRELLI, direttore della. clinica d ~ll~ m&lattie respirat-orie della R. Università·di Roma: Il medico nel Reginre FCUJcista. lO tna.I'l!lO. ~ Prof. DoMBNICO TADDEJ, direttore della [cliòica ebirurgica della. R. Uruversità di Firenze: Meqa-uofago prunitWo, 20 marzo. - Prof. NICOLA LEOTTA, direttore della clinica. cbinU'Wca della R. U'n:iveràità di Palermo: Patogen.ui e tempia deU'ulctra ga~erièà e iltwdeoole. 7 aprile. - - Prof. ARTURo DoNAGGio - direttore della olll'li~ delle m&llltti-e nel'\IIOWIH~ ·Jn8DtAii ~ pl"'lììiMe della fàOOltà di ~i:n.& e ~ -dèlla R , Ubiver-
5UI
sità di Modena: Una particclare reazione delt•orina e dd liquido cefalo-rachidiano in diverse condizioni fiBio~ e patologiche. 14 a;J?rile. - On. prof. ~tore Fluu>INANDO MlcBELI, direttore della eli· tùca medica della R. Università di Torino: CoiUfÙÙrazùmi 1m le anemie achilick. 28 aprile. - Prof. OrroRINO UFFREDUZZI, direttore della clinica chirurgica della l\. Università di Torino: Lo stato attuale ckUa cura delle fratture ckUa base del cranio. 'l maggio. - Prof. ONO.FJUO FJLAONlTU, direttor e della olinic,a. delle Qlalattitl nervose e mentali della R. Urùversità di Na.poli: Il conctU9 odi6rno riellte ~~ $i.Qfti Ot#ebNI.i.
Corso 111 maladeJecia. L 'Istituto di m.e.lariologia, diretto dal prof. G. Bastianelli, terrà d~ 16 luglio _. 6 settembre un corso per medici italiani e dal 10 luglio a,l 10 setterubl'& uno per medici stranieri. L'insegnamunto comprende leooni, c:limostrazioai pratiche ed, eae.rcita.zioni, escursioni iJ:l località malaricbe e in alcune bonifiche. P er informazioni rivolgORSi alla segreteria dell'lst.ituto: PoUcli.nioo • Umberto I •· Roma.
t Convepo •eJ Cenlltato Jnteraalieftale per la Standar4fzzadooe dd metodi
e la Slntftl ID AntropologJI. ed in Eugeaùca (S. A. S.) Il prituo Convt'gno del <..:omitato intern.uionale peJ' la Stundardi:t.zaziQne dei lUetodi e la Sintesi in Ant ropologia ed in Eugenica (S. A. S.) si è tenuto in Bolo!P.la nei &tiorni 26-31 marzo u. s. nei locali del nuovo Istituto di Antropologia. d.ella R. Univet'Sità, sott.o la presidenu del Direttore dell'I stit.uto stesso, prof. F$bio
Ft-assetto.
Il ~netto affiatamento d ei membri del Comitato ha pertl)e&SO di realizzare risultat1 conereti ed immediati nello svolgimento Ùl·Ue tetlazioni e delle OOPl\UlÌ· cazioni dei membr~ ate~i e do~li. invi~ti. . . . . . Sulla standl!.r<li.zzaztone d E't metodt per la. descnz10nc det ca.rat~,., soma.~i l'Sterni e dei complessi m.oriolog~ci (an.a..tom.ici ed i&Wlogici) ha riferito iJ p.:ot ;s~f Weninger, Direttore dell'I stituto di Antropologia. dell'Università di Vitmna. Un contributo per l'incremento dei metodi relativi all'antropometria sul vivente è stato portato dalla rolazione del prof. Ch. B . Davenport, Direttot:e della S:esione- e J:ugenica. de;l Carnegie In.~titut di Washington. · Sulla raccolta, elaborazione e olaBBi.fìoazione dei OaP~teri antropometrici sOfto atate svolte b relazioni dal prof. Fabio Fraasetto. Un questionario per lo studio degli inoroei raziali ba.cmto sul metodò gen~ logi.eo a.nantico. è staw pi'CSentato dal ,;>rof. Eugen Fiscber, Direttore dell'I-stituto e A.nti'Opolo~ d&ll' Umv61'8iià di Berlmo e :Rettore della stessa Università. Un qoest10nario per la elaasifìcazicne delle razze è stato propoeto ed must~to dal ptOf. Georges Mon&aodon. pl'Ofesaore di Etnologia all'Soole d'A7Uhf'01Htlogie di Parigi, che al Convegno rappresentava anche il P residente deH'letit uto Internazionale di Antropologia, S. E. Lou is Marin, Ministro d ell'Igiene di Francia. Infine il prof. Andrè Lattuje~. Dir~re dell'Istituto anatomico di Lione e Presidente dell,Associazione Internazionale Medico-Sportiva (da lui rappresentata al Convegno) e Scientifica, ha riferito sulla necessità di standardizzazione le oeservazioni biometriche sugli sportivi. Il Com.itato ha anche concretato il programma di azione della futura atti· vità del nuovo ente scientifico. Questa Bt esplicherà principalmente attraverso un Bollettino, che, insieme alle notizie riguardanti l'attività del S. A S., porterà in riassunto tutte le pubblicazioni inerenti alla metodologia antropologica, le quali, sotto la sigla. S. A. S., saranno ospitate nelle riviste speciali di Antropologia e di Eugerùoa delle varie nazioni. In una prima fase il S. A. S. procurerà di sollecitaFe i contributi di rioerca di enti e studiosi. singoli, appartenenti a t utte le-~ioni. n m&teriale ~.raccolto sarà, in una seconda fase, vagliato e coordinato accuratamente e set:VU&. di base alla compilazione del Code:A: Anthropologicua, di cui il S. A. S. stesso curerà.radozione e la WJfw!ione, ~ via~ de~ si.&-..
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NOSTRI JM:ORTI
n 14 aprile, nell'ospedale militare di Verona., è morto il tenente generale medico della. riserva comm. Vittorio Darra. Nato il 24 settembre 1859 a Valeggio sul Mincio, si era laureato a Padova. il 24 luglio 1883 e da.l 23 dicembre dello stesso anno aveva militato nella Sanità. militare fino al 6 marzo 1922, quando, da colonnello, raggiWlSe i limiti di età. Aveva preso parte alla campagna. d'Africa. del 1896. Durante l'ultima guerra. tenne prima l'ufficio di sanità della. 2 8 Divisione di cavalleria, poi stette alla di.r ezione di grandi stabilimenti contumaciali di tappa ed infine fu direttore di sanità. del V Corpo d'armata mobilitato. n compianto Generale in tutta la. sua distintissima carriera spiegò sempre le virtù più compiute del medico e del soldato. Uomo di saldo carattere e di nobile animo, sapeva contemperare con gli impulsi del suo cuore generoso la severità infiessibile che impiegava ed esigeva nell'adempimento d el dovere. Le ardue prove che l'avevano atteso in situazioni difficili d ella grande cam~,>agna, trovarono n ella ' sua chiara. mente equilibrata. e n ell'indomito suo volere r1soluzioni felici che lo resero altamente benemerito. n suo talento organizzativo si dimostrò ancora durante l'armistizio, quando resse la. direzione di sanità del Corpo d't~ rmata di Bologna, al centro del grande arco del teatro di guerra, ove, ancora. in piena. pandemia influenzale, facevano capo le straripanti correnti d'infermi, di prigionieri e d'invalidi, determinate dalla smobilitazione. La sua opera. saggia ed energica· nel dirigere questi eccezionali movimenti secondo le più proprie norme di profilassi, fu rimerite.ta coil une. medaglia d'argento al merito della salute pubblica.. Il Corpo sanitario segna questo suo lutto con commosso cordoglio ed onora la memoria del suo illustre Generale, che sentendosi presso a. morire volle essere trasportato nello stesso ospedale di Verona, ove aveva lungamente servito, p er esalare l'ultimo respiro in grembo alla grande famiglia medica. militare, alla quale · aveva. consacrato tutta la sua operosa vite. intemerate.. D maggiore generale medico della. riserva cav. uff. prof. Pietro Glanl è morto a Genova. il 29 marzo, all'età. di 75 anni. Venuto a far parte del Corpo sanita..tio nel dicembre 1883, nel luglio 1920 a sua domanda, era stato collocato in posizione ausiliaria speciale. Si era sempre distinto, in t utte. la. sua. carriera, per eccellenti doti professionali e militari. Nel 1914 era stato abilitato alla. docenza in olinioo.dermosifilopatioo. presso la. R. Università. di Parma. Nella grande guerra, prima fu capo ufficio di sanità. in una. divisione mobilitate. e poi diresse egregiamente un importante stabilimento sa.ni~o di tappa.
Direttore respo118aòile: FRANOin, tenente generale medico Redattore: Dott. prof. Vn:t.mNI•~'JN, BERNARDINIS. tenente colonnello medico
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...., .. R·IVIS'fE 1\tiEDlCHE MILITARI
.·..
BRASILE: REVISTA. D'E MEDIOCN'A. M:ILITA.R. - Dlr3o torla de &ùde da Guerra. Rua Monoorvo FUbo S4, Rio do Jauerto. Fase. oen:nalo-marw 193!. F'etrlera Oltlftt: A propo&to di ~a oa,o di rour:nattsmo oronloo. - Oamara Lell : Un caso di obirutgla del midollo. - Hawtz: Alcune considerazioni !!ullo. d'h~guo91 di appendicite acuta.. de Ollratra: Ferita. oenetra.:nte nell'addome con lesioni :plurlvisoerall. - Palwa Oonçll•ea : Flslo:patologlo. del d iaframma Lrldeo. - c1t Andrllde : Un oo.so di uloera molle fagedenloa e scr:plglnosa. - lchneldet: Clroonolslonl sen7.o. I!Utura.
FRANCIA: AROHIVES DE M'!:DEOINE ET PBA.R:dAOlE :dlLITA.IRES. - Direzione del servll'llo di sanità Mlnlstero della Guerra. FatiC. IV, apr tl.t, tomo C, 1934. dea Ollleala: L'Lntos•loazlone Ol!Rico.rbouleo. nell'eserelto. - Volzltd • Qallleman : Trattamento delle, a.sflsele aooldentalt. - Antlrte•: Nuovi dati sul trattamento del t.eto.no. - Tlt&obllt : Cura blologlee delle rinotàrlngl.t l e delle loro oomplloazlonl.
P OLONIA : LEKARZ W OJBKOWY.- Organo degli uOI.olo.ll del Servizio Raultar lo. Centrum \Vyiizkolenta Sanlt. Gòmosl&Sta 45, Varsa.'l'la, N . l , 1 oenna(o - N. 2, 15 o.mn.do e N. 3, l febbraio 11184. UUIIet : L'Importanza della t uooroolosl oome co.usa delle malattie degli ooobl (N. l). - Ltczyckl: La. looallzzazlone delle ferite di guerra S11llo. suporllole del oorpo (N. t o 2). - lrllcltt 1 Steln : caso di aoromegalla (N. 1. e 2). - Konn : La teonlee delle m!l.rolo mUltar! dal punto di vista . medloo (N. 1). - Monlowakl : Snll'a.pprezzamento della. Idoneità al servizio militare degli epilettici (N. 2). - Retllwp r e Goebtl : Sullo. dl~~goosl del bloooo oardlaoo dopo alterazioni del rami del sistema. aur loolo-'l'entrloolare (N. 2 o 3). - Krajewakl: La preparazione soolastloa. del medloo mUltare dal punto di visto. del suo servizio o.l reggimento (N. 2) . - l.nlttnx: La condotta. del chi rurgo di f ronte a tori ti gassati (N . 8). - ltltllnc-Okllntewstl t Qreclllenakl: Contributo allo etndlo deD'anqtna pectorLB noi veoohl (N . S), - Enl(ert : Caso di menl ng!to slerosa (N. 8). - Korozakowakl: Rottura Rottooutanea. del tega.to poRt-traumo.tloa (N. 3). lllr.bklewlcz: Alcuni rilievi oonoernontl Il qervtzlo sanitar io d i guerra con rioordl del servizio nell'esercito ru.~RO (N. 3) . - Glewlntkl : Esposizione di architetture militari (N. 8).
ROMANIA : REVISTA SA.NITARA. MILITARA. - R1d'J.".Ione o AmmLnlstrazlone: O!Jpedale M:llltare c Regina. Elisabetta •. Bueereet, FO$C. II, febbraio 1934. llelca 1 PlrYI INe•: La slndrome cerebellarE' oonsooutlva. a. truml ora.nlol. - Zlnwellu e lllucu: Un Cl\80 di oljtl Idatidea polm.o uare. - Qaspar : Propa.g~lone dell' Infezione tuberoola.re'al polmoni per 'l'la tlhratloa. oer'l'loalo e media.stlolee. - 'W •1nteau: tmportanzl\ delll\ modllloazlone del oomples.qi elettroeerdlogra11ol nella 1liM'Uo~l dello a1fozlool del rnloca.rdio. - Blltrlceana : Contributi o.llo studio lsto.-:pa.tologloo del gliomi e Pl~raglloml clel nc.-rt\Sqo (continuazione) . 1111 D1mltr•: I ga.q da oomba.ttlmonto.
SPAGNA REVISTA DE SA.NID A.D MILI TAR. - Pubblloazlono mensile del Corpo so.u ltarlo militare, Madrid lJ'asc. III mal'aO - /IZ.8C . IV, apl'il.t 1934. de loa Rloa : La tubercolosi noU'eqeroito Uasc. [[[). - ~al Rio : Il !!loto m'l. dolore nello affezioni dell' apparato digerente {fase. III. - Onlinu:uL ·>ne e /l~). - N'nll•s: Le psicosl nella. guer · ra {/MC. III o IV- continua).- Martin S.Jaar : U libro di • Terapia. fo ud'l.•neurole della t n ber· colosi • do! dott. Valdé~ L~tnbea (las~. IV). - Wln t~ lllon : llleoos i it.à nrgènto di un nuovo reregolamento degli o~podall m.!Uta.rl (fase. lV). - Sierra; La. tubercolosi uoll'o~eroito {fase. IV) • .OOLETIN D E FA.R.I\!A.CIA ){(L!TA.R. -
drld. F ai!C. III, marao 1934.
R.~dulouo e A.m-ulol~tra7.lone:
Emba.jadorel!, 95 -
M.a.-
F'llllo : Vltamlna. A. - Rot~an 'l Qurrero: La. !arm~ia. del M:ona.storo di S. Lorenzo dell' Esourla· le - Bibliografia tarma.oeutloa. m lllta.re "(contim.v.u!one).
STATI UNITI: T ElE MILITA'R.Y SURGEON. - ArmY ~edioal ~fuseum a.nd L!bra.r y, Wa.sblngtoo. Fase . III, t~ol. LXXIV, mar :w 1934, Kantor: Ga.~tro-autorologla e Medlolna ){ illv•ru. - Ori" Ili~•: Sooooril J>Or l mn~l di ~erpente. Oblllre" : Gangreua dello soroto e dol peue. - R~Hy: La modicilu. mllìhrJ , quale >tpeola.IILà: oome ne pnò e.qsore promo!l88. la oono3oonzo. negli a :ublonti m3Jlol eiVill e della ri8erva. Olnteren : Un rete apparentemente nato m:>rto, fa.tto rivivere oon lolozlone lntraoardlaoo. di adreno.l1na.
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Anno LXXXII- Fase. VI
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GIUGl\0 1934 - XII
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MEDICINA MILITARE
DIREZIONE ED AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA G uERRA
ROMA
Pubblicazione mensile
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SOMMARIO
i
LEZIONI l OONFERINZE:
&avrlnl. - Trauma e m&lattla . . • . . . . • . . . Pawont. - Spunti ed appunti di pratica urolo~rlca MEMORIE ORIGINALI: Frutttto. - n problema della tubercolosi nelle razze dJ ool >re. Note antropol<.g!che e oostituzionallstlohe dJ ifrUPPi di El80al'l polmona.rl, tuber6olotlol e sa.nt . . . . . 8aHtlnl. - Le figuro ta.ttill delle dita della mano e delle roglou! piantar! noi 'l'ebu dJ Ou.tra. VIta. - Della nOOOBSità dell'indagine rnd.lolo~rlca n elle nevralgie del trigemino . . . . . . CAIIITICA CLINICA : PllllrL - Un caso dJ amaurosi isterica biJa.tere.le . . . . . . . . . . . • . . • . . . . . • Fen&L - Alcoollsmo cronico. Conaldera.zloni medico-legali o dlalfnostiche sopra due casi con maoltest.azlonl iniziali . . . • . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . PendoUI. - Il tre.tt.o.mcnto dJ elezione della dacrioclstlte croniea nel militari . . • . . . • C~lldtlrelll . - Contributo casisUco in tema di avvelenamento da ingestlone dJ semi dJ rloino lresebl . . . . . . . • . . . . . . . • • . . . . . . . . . . . • . • • . . . . •
Pag. 527 M9 51i6
Pag. 672 678
~
690
NOTE DI IGIENE PRATICA:
Contllone. -
.
n latte igienico . . . . . • . • • . . . . . . . . . . • • • . . . . • . •
RIYIITA DELLA ITAMPA MEDICA l t'ALIANA E ITRANIERI :
An&lna pectorla. Infortunio da corrente elettrica cau~a di - ROLLS'l'Rt:NO • • • • . • • • • • Eritema nodoso e porolldenlte lnplnlle. - FRANcm. . . ~ . . . . • . . • . . . • . . . . • . Gu di guerra E'Ut.Ui dt.i -, aà uso dei 11>etlici. - L usno . . . . . . . . . . . . . . . . . . Gu (l} toulcl. - DAO'l'REBANDE • . . . . • • . • . . . . . • • . • . • • • . • • • • • • • . lpt'lte. - àNIOKOFF, SELENEFI" E LAS'I'OCJ<IN • . • . • • . • • . . . • • • . • • • . , • . . Liquido cetebro-rachiGiano. Diaqnoslica del - 11el (lUadro del disseccamento. - HE.'<NINO e BEOK . . . · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · ' · · · ' · ' ' ' ' ' ' Lon&e•lti. - J3IZZAJUU!n . . • • • • • • • • •• •• . • • • • . • . . . • • . . • . • • • • • Lupaa •olgare. Defì,cenu e i'MU(flceme di ordiM pratico M ila terapia rùl. - Indicazioni e norme olinloo -terapeutlohe - VEBJIOTTI . . . • • • • • . . . • • • • • • • . • • • M~nulle del medicamenti per uao decJittabll!mentlaanltlrl mlllttrl. Volume primo - edizione 1983 Nefr!tl. Le cl.aslritìcazi<mi d.elle - RATB&RY e EROME~T • . • • . . , • , • . . . • • • • , • Netropeu la. l rilru.Uati lontani della - p~r n"''"'"' cùlla • (lrri.sation • della fascia rem>le. KLEIBER •• • • • • • • • • • • • • • . , . , • . • • • • • . , . ,
Otoscleroal. Contributo alle c<ntoscenec auUa elio/aqia rùll' - TonRINI . • ozena e parlltlroldl. - BRLI.Nl . • . . . . • • . . . . . . • •• . . . • . • • . . . • • P11rlllsl qltante e ttaumL - GRIMBERO • • • • •• , • . • • • . . . • • • • • . • • Ricerche lablrlntlche e clrcollltorlo In clnanl aYiatorl -LZOE~K JJl . . • • • . • • • • , • ltnaulone CII temperaturL Considerazilnti sopra vli oroani perfterlci rùlla - KlliBOV • • • • Sistema pl lltero Su una duplice aoomalia, congenita ed ereditaria, del-: peli ton\ e fra(li,li (stnrotricorrexi) ed aplasia monili{orme (monil~tri<l:). - FRANCHI . • • • • • • • • · Tifo (l l) ea111tematlco di a. Paolo e s1101 rapporti con ·la lebbre maculoaa dellt Monti{ ne Roccloae alla pron ll'lmmunlti crociata. - l.-~:1\JOS Mo:-IT~:H<O. • • • • • • . • • • • • ••.• Trattamento (Il) chiNr&lco del dolore. - DAVIS . • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Ulcwl (Le) tapdenlche td Il toro trattamento cen la YIICclnulone locale specifica. - NoBHET e RASLÈ. . . • · · • • • · • • • • • • • • · • • · · • • • • • • • · • • · · · . • • • · urettltl croniche. ln/luen#lo del le cause oenerali auUa perstslenr.a delle - Lwmo e Fr.lk,'B OONFERENIE E DII\IIOITRUIONI CLINICHE NEGLI OIPEDALI MILITARI NOTIZIE • . • . • l NOITRI MORTI
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LEZIONI
E
C O N F E R E N.Z E
OSPEDALE MILITARE Dr PADO\.A
TRAUMA E MALATTIA Conferenza .del prof. Guido Guerrlnl, Oireltore dell'J,;tituto di Patologia gt-neralo della R. Cnh·ersità dj Padon\ (23 aprile 1934-Xll)
Il concetto unicista in tema di Ctl1l8a/ismo patognw - diN: t0. - è defìnitirament~ imperato. Oggi, il fatto morboso ?101t è piu considl•mto come 1ma conseguenza, ma conte una 1·eszdtante eli fattori molteplici che si succedo· no, che si sommano, che si completano, che interferiscono l'uno con l"altro. K epp1t1·e nel campo delle malattie specifiche il concetto unici~ta della causa Ila piìt credito. L'affermazione elle il bacillo di Koch non fa tubercolo8i è tli1:enuto l1wgo comune. Da (}in. tutta una sistematica dci valm·i cattsali e una clitwsa gracluazione di esBi nella det-erminazione del fatto morboso. · Tra questi fattori camali l'O.. p1·cnde ùt considerazione il tramna r-ichia?nando la vecchia nota sentenza tlel Pi·rogoff clte <<la guerra nmt ~ altro che una epidemia di trattmatismi 11 e 1·ifacemlos·i dalla e~;oluziolte che i modi del trtctt'tlta hanno subito nel corso dPl tempo nel campo bellico ed in queUo della vita civile, in- cui si ~ venuta determinando questa situazione paradossale; di 1tna mviltà che ha dato all'uomo tnnlrt copia di benefici ed ha accttmldato, d 'altro canto, t-anti per-icoli ad insidic~rgli la t'ila. Di tale evolttzione dei mocli del trauma dà qualche esempio, sofferrnandosi m~ poco più a lungo stt quella che n'è la espressione piu Tecente, cioè: del trauma nello spO'I·t, rottura dei menischi cartilaginei dell'articolazione del ginocchio ·nei giuoccctor-i del gitwco del calcio; lesioni d-egli occhi ?tegli sciat01·i; frattura del polso negli autisti(' knock out nei 1JUgilatori, clel quale ultimo richiama le ipotesi più probabili fonnulate per interprl'larlo: scossa del liqwido cefalo-mchidiano, schock del nervo mascell~Jn inferiore, vibrazione della massa encefalica, reazione paragonabile a quella elena t·ntigine del Jlenière, cioè: urto dPi condili dcUa manclibola St4lle cavità glennidee del tempo?·ale, scos· sa dei canali semicircolari, 1·eflesso bulbo-cerebellare. 111a .9e ~ t·ero che il fatto morboso è una ?'esultante dell'azione eli clil:er.Yi fattori rausali, t•ero è anche che questi fattori inlerrengono nri casi singoli con diursa modalità. Da ciò, quindi, tutto un lat•oro di scelta, di valutazio)W!_, di proporziona-mento, di uraduazione, di ciascuno di ess·i. JJI a nel caso spec1fico
ro.
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TRAt;:\I A E
)!ALATTI.<\
ilei traumn l'O. si limi/a .•dlaulo a conYÙÌ"rltre il fattore occa~Sione, doce il criterio di ralufa.zionr si Rril·u.ppa fra questi due e~rtremi: occasione, fattò,:e niinimo cui non è lecito di implttare alcuna specifica responsabilità; occasione, fattore ma.ssimo, se.nut del qu,,~le w:m .yarebbe possibile il <lefìnirsi dell'effetto. Un trauma pu.ò c/S.~ere oc~asùme a.l prorompere di 1ma polmonite, diamo i ('onrinti del primo caf!o. Jla al prorompere <li u.na pol·rnonite pttò dare occasio,te anche 1m altro fattore: una pcrfrigerazione, per esempio. Se due occasioni così. flit,erse possono conrergere nello .9tesso effetto, l'imputabilità della ocw~;ione e!'irlentcmente. è relatit>a. [T n lale è a.ffr.llo d{t una. adenite tubercol<tre di t>ecchia. data, <licono i convi11ti dell'aUro OlMO. Sulla gland~la cade 1w, trauma. Al trauma segue il dis· seminMsi rli una tubercolosi m ili are acuta e l'ùulivi(hW ne mttore. Sf non interveniea.l'rffe.tto del t.rcwma, la lesione <lella. glandola pote1la evolvere in gua.rigif)<ne o re.stare latentt> o silrnte e l'in1lià<luo potet·lt raggiungere gli etJtremi limiti tle1la. 1'tochictia. L 'intnnmto d('ll'oeca.~ione ha. provocato l'effetto mortale. L 'imputa.bilità <1~>ll'occ.a.~Simu, è, llunqu.e, chiara e. incontratJtabile. Oou.sidel'ato come occa.sione, il tr(tU»UL 1nd agire in clue maniere o &reci.n(lo 1tna co1ulizitme gcneraJe di minor r·esistenza, una sorta di m~ergia o detenninando l'inRorgMtza. rli rneiopragil' loralizzate che pre.parono, o r·iehianU~-no, o potenziano l'intervr·nto (li altri fattori r1i al/.ra specie. N cl primo caso i l trlmma a.gisce soprafuUo in quanto modifica l'in.dividua1ità biochimica cl1l soggetto. L(t qu.e.9ti.one. si r·iaUaccia ad un'altm piu. complessa.: alla costituzione considerata come equilibrio umorale e alla maggiore labilità degli individui nei qtwli l<tle equilibrio sia r·otto o comunq1te compromesso. È noto, infatti, che un ba!:I.~O % cole-9terinico cleliJan.'Jl"e 1Jredispone a7la sifilidt> ed al tifo a.dd.Q1ni·nale; che un clisord·ine che turb·i il ricambio dei carboidrati pred.i spone alle infezioni; ch.e i pentosu.rici sorU) ù~ genere precUspo.~ti ai fa.tti settici; che la spiroch.eta <lella sifilide si 1·ijugia r~el cervell.o ogni qtuùwU.a si a.bb<wJi il % colesterinico dt:l sang1<e, fi(l è noto che il Grcgory spiega il pi1t facile dila.gare clelle mal.ctttie contagiose in alcu.ne stagioni dell'anno, come consr.gttenza di 1m mulamenlo nell'eJ1tilibrio acido-base. · Jlla il tramna- chiede l'O.- influ.i.~r:c poi veramente sulla indiviil1wlitit biochimica <lel soggetto? .Molti argornent'ilo confermano. Pr·ima di tutto: la febb··e traum.(ttica., come dietma:no gli antichi, e che alcuni un tempo hanno interpreta.to come di origine nervosa, altri come la conseguenza cl el riassorbimento del sangue rM-COlr.o fm le maglie del t.es8ut.o, deducendone per prova l.a. ipertermia che si pu?j acere iniettando scmgue fl!ddo in peritoneo, sottocute o in un cavo articolare e che ricerche p·i11. r ecenti attribttiscono piu.ttosto al.l'azione piretogena (li materia.U ohe 8i lib&ra·Jw dai protopl<Lstni delle cellule compromesse cùù' tra.umatism.o. Ed indtwo1w a eonferJna: l'ipertermia che si (letermina e l'au,m ento di ossi<l.azioni quando sf inietti1w nelle ·vene proteine eterogenee nel qtw caso si p11.ò giungere {i?W a ottenere un incremento manifesto clelle ossidasi come a.ccade nell'ipoba.risrno e più ancora neU'as{ìssi.a...iJfa poi c'è ancora 1tn altro fatto che d.epone allo stes~o mod.o: il n~1ttamento di composizùme che si verifica nella 6ri:n.a e nel sa.ngue. Si lasci il caso di tra.umatismi che colpiscono certe selli. Un trattma sul pancreas o sul fegat.o p!t:; dare 1·ispettivamente: u.na Bcarica eli fermenti o una scarica di glicogeno. Si prend.a. il caso di un trattmatismo che invest.a l'organismo in più. 1ia.9ta maniera. L 'orina presenta: trac.cia di
TRAL\lA E )(.·U, ATTIA
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albumina,, anment-o d-el o,~ delle sostanze <LZotate e idrocarbonate, glicosw·ia alla rrima ntinzione, (·ile pro/Jegue inte-rn~ittente e non ha 1·a.pporto alcuM con la sede del tra11.nwt·istno, tanto è t•ero che si può avere nei neonati venuti all.a luce con intervento strumentale.llsang1te present<L per sua parte: dùnin~tzione delle risene a.lcaline, amnento clell'azoto Mn proteico, moclifica.z ione del pote1·e antitl·iptico, e naturalmente, ipergz.icemia. Poi, mutazioni citologiche e aumentata coagulabilità. L e mutctzùmi citologiche sono date da linfooitosi, mononucleosi polinucleosi. La monon1wleosi ha origine splenica, c&me climostt·a la stt·uttu1·~ <lei protopla.smi cellulari. La polinucleosi è prevalentemente 1wa. emoeosin.<Jfilia, il che si spiega gumu:1-o si pensi che una tale reazione si mani fs/a ogni qualvolta l'organismo venga a trO'Va1'8i in sopraccarico <li zn·oteidi per inOC1tl.azùme pltrantlwale e per <mf,oassorbimento. L'ipercoa.gulabilitcì, s·i ptt?! spiegat·e tant,o con L'ipotesi enzimatica che con l'ipotesi fù;icochimù:a <iella enwcoag1tlazione. y el primo C(tSO si p1tò ammettere l'esistenza (li 1m.a iperino.~i p et· eccesso d i fibrinogeno proveniente dai protoplasmi delle cellule trattmatizzate; nel secondo: un tw·bamento dell'equilibrio dei oolloùli del plasma influenzato probabilmente <le~ 1t1W stato di calcemia o da una deficenza di a·ntiprotrombina qt~.ancw il tmuma abbia colpito sullo schel-etro o s7tl f egato. E a sua volta l'ipéreoag11labilitd può tlt1re ragione (li certe emottisi e di ce?·te apoplessie che colpiscono i tratunatizzali a llistanza dall'accùlente e forse nwdifica un po' il concetto degli emboli che segu&M ai tmumi degli arti e alle frattut·e clelle ossa, lwnghe e ohe f01·se non sono sempt·e emboli gra.ssi provenienti dal midollo delle ossa, come anc01·a continua a t•ipetere la Patologia tl'aclizionale . .Si?W a qui il t1·aum.a considerato come fattore eli anet·gia, e l'O. richiama il ca~o verificatosi nella g1te1·ra 1tltima del colera che colpì a pt·efe?·enza i nlinorati (li gran<li traumi. M et il trauma puù esset·e anche cagione di 'meiopragie localizzate e qui il caso può procedere 'in tre modi clifierenti; o il tra·uma determina un focola·io stt cui è pi-ù facile l'in~wrzione o la localizzazione di un n~icl'obio, come accade per la polmon·ite; o il tmumct cade su wt focolaio <leli?nitato tli infez-ione che per rffrtto del trazunal'ismo IJÌ propaga general'izzato, come accacle pet· 1m accesso che dilaga in settù.'emia. fJ per un'adenite tubercolcwe che tt·abocca e che cHventa una. tubercolosi miliare acuta; o il tram ma richiMna una infezione localizzata i1• qualche a-Ura part&come è d·i unct art1·ite tubercolat·e che insorge in ·u n malato di tubercolosi colpito da un tmtLma nella m·ticolazione, o di ttna g&mma sifilitica che ins01·ge in un malat<J (li s·ifilide investito che sia d.a 1tn trauma sull.a cute, su eli 11.n osso, nel periostio, su una borsa sierosa., il che 1·ipete il fatto noto delle le,siorti del terziarismo che colpiscoM più. facilmente i gamgli linjatici di uno scrofolo~Jo, il fega,to di un alcoolista, la lù11Ju.a o la faringe o il palc~to <l'i un fumatore. Di cia.scun,o (lei tre casi l'O. elice le ragi&ni, specie tlell'u.ltim,o di cui ripete anche Ze ipotes·i che sono state formulate per spiegm·lo: espt·ess·ione di 1tn vitalistiUJ energetico del microbic o giuoco di equilibri ionicosalini o gi1toco di acidosi e di alcalosi o anche giuoco <li cariche elettriche, per cui il trauma richiamerebbe s1Ll focolai~ traumatizzato anche, acl esempio, 11.n a pol·vere inerte iniettata nelle ven e. E per analogia l'O. richiam.a il traum.a clella milza che riattiva 1tna vecchia malaria, il trauma della C1tte cui succede il prorompere di una eruzimte di morbillo o di acarlatti·n a, non perchè il trauma inoculi di virus, nta perchè lo richiama alla cute M, una. proballile altm sede che potrebbe a-nche essere il sangue. e il caso piìt complesso dei rapporti che possono intercedere fra
Tl<.\l'MA E l\fALA'J:'l'lA
trauma e tum()re ove il tratuna può essere a sec<~nda del caso: stirnolo all'irrom1m·e, eccitamento alla crescita, incremento alla diffusione metastatica del tumore. Il pri.mo modo era dato per certo, ma omuti hrt ]Jerduto ogni credito. Oggi, pochi rit.erUJOIUJ pii( oke u1~ trauma possa agire da solo come causa di u·~ t 1mwre. V'è chi crede che un trattma determini una specie di s1nescolame1uo deUe proteine del protoplaB11HJ. per cui una ceUula normal-e potrebbe venire t·r aslnutata in una ceU11-l-a neopla.stica, la quale, a stta volta, diverrebbe la n~atrice di u1~ neoplasma. V'è ohi invooa, per analogia, l'importanza che può avere il traum(J;neUa teratologia sperimentale: ma è pih logico pensare che il trauma, in fondo, ?W1l faccia ch.e dare incremento a un neoplasma che esisteva già in potenza. Ilse.eondo modo non fa che 1·ipetr.re nei tes.~uti neoplastici ciò che avviene nei tessuti normali nellr& medesima maniera e con le stesse caratteristiche: ?t sarcomi reagisco1w piit che non jaccia·1w gli epiteliomi; ma anche il tessuto connettivo reagisce piil. f(J;CÌln~ente clel tessuto epiteliale e il m eccanismo di accresr:imento è pur sen~pre IJ'ltbordinato a un{) sti1nol{) cinetico e a felwmen,i reattivi che modificmw il t1·o{ismo delle cellu.le interes.Yttfe. Il ferzo modo è pih c01nplesso l! per interpreta me il meccanismo bisogna- dice l'O.- ri fm·irsi ai concetti che -valgono a spiegare la met(Uta.~ i. Se si ammette il vecchio criterio che la metast48i non sia che il distfU'.co dal nuclf'.o d 'origine di 1tna cellula neoplastica e fo·rse, 1neglio, di un gruppo di cellule che per ·v ia sa.ngu.igna o linfatica con moto ortogrado o 1·etrograilo variano a raggiungere mw. nuova sede, il traUina, 1wn fa,·ebbe che esplicm·e Ulta specie di citntropismo favm"ito probabilmente da condizioni loca.li rli circolo. Se, in·vece, si a.mmette che la metastasi ~sia che il ripetersi in altra seilll &llo ste!I.'JO fatto onde si è .~vilup]Jato il tumm·e primitivo sotto l'azione (lel fattore oncogMw, all01·a evidentemm~te bisogna ammettere che iltrauma agisca in tanto in quanto giova a crea1·e una mtova base sulla quale il fattore oncoge1w pofi sa trovare il SM J)Unto di presa. Non sono pochi onM.i coloro che la per~sano a qneato modo. E argomento che potrebbe gi,ova1·e a COI~fer ·mare tafp t·eduta è 17 1'Ì])P(f1'8Ì SU Un focolaio investito da 1ln traumati811W eli Un tumorp dPlla stes'ia speri" (li un altro asportato già tla te1npo dall'i1ttm·vento d el chirurgo. E.~empio JJratioo: una donna operata rli a.,~7)ortazione di Ull carciM·ma d.ell.a mammella, in rNi il fiLmore .~i è ?'ÌpPtUf,() a di.stanza (li qualche anno ?1Pl caUo osseo di 1tna fmtt ura, dove è 11i'ÌI facile 7'C1~8are che il tmum.atisln{) abbia 1·ipctnto, .9ia. pnre a di8tcmza di fe1npo, li! condizioni onile era so1·to il tu.nwre print·itivo, che non alla tardiva mobilitrLzione di una cellula neopllistica rimasta rli.vpersa nell'organismo. Jlla il tra.tuna- di-ce l'O. - pw) avere anche 1nolti altri effetti. P11,? infl;u.i·r e, per esempio, B?dle malattie del1·ie.ambio: del ri-cambio degli idrati di C e del t·ican~bio dei corpi purinioi. N el primo caso si pttò avere o solt.anto una glicosuria, il che è stato t·isconfrat{) in questo ordine di frequenza: trattmi del capo 50 %; tra·u mi degli arti 19 %; trautni della rachide 15 % o tvn vero e proprio diabete con ins·!'tfìcienza glicogenORintetica. pih o meno manifesta del paren.chima epatico, con abbassamento del coefficente di consu1M del gluco.~io, con insufficiente prollu.z·ione di g-raslli dagli ùlmti di O con prodttzionc in e,cce..~so di z1teoh~ dalle proteill~ (amidoacidi) a ra.llicali di acidi g1·assi, con elevato defic'it di ca[{)rie per insufficiente utuizza.zione degli idra.ti di C. e consegttentetnente polifagia. P er le malattie che si rifr-risco?UJ al ricambio dei corpi purittici valga il caso d-ella gotta con la stt.a ipnurice.mi.a (sia che giovino a determ.inarla o 101 deficit di enzimi m·icolitici, o uno scadim.rnto di azioni ormonilJhe, o mta ri-
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tenzionc per parte del rene o un turbamento 1Mlla sintesi delle coiJi <lette >worie azotate) e cm~ la spiccata ut·atoistcwhina carattet·istiea di certi tessuti e la rela.tiva lleposizwne di urati monosO<lici sulle cartil<t{Jini, sui tendini, s•u i fasci articolari, sul connettivo intramuscolare, sul connettivo sottoc-utaneo. L 'a.cùlo urico può trot,arsi nel sangue in due forme tautomere per rlirersa posizione dei grupp·i atomici nella molecola: in forma lattamica ed in fanna lattimica., quella meno stabile e questa pUt. Or bene è possibile -dice l'O. - che il trauma intervenga in due maniere: creando una sittt(tzione che favorisca il trasmutarsi dell'lteiclo urico dalla forma laUimica alla lattamica e aumentando l'ttratoistachia dei tessttti. Ed ancora il tmttma pu) agire sulle ghiandole en<locrine compromettendone la funzio1~e, o più spesso, peggiorando una situazione già comp1·omeasa: un t?·auma. sttlla ipofisi può elare poliu·r ia o una elisendocrinia che pu '> sboccare in una sindrome ac;r01negalica; un trauma di una caps1tla soprarenale p1~oò essere l'origine ?'Cmota e p·roba.bile <li un ·morbo di Acùlison ed un trauma tlella tiroùle di un gozzo esojtal·m ico o eli un mixedema. Non soltanto. L'O. 1·ichiama anche il caso clel trmtma lli tt-n ren-J che interestti il re1te omologo forse perchè le proteine citoplasmatiche delle cellule lese determinano la prodttzione di nefrolisi?te che si cliffO'TU.lono per l'organismo; di ttn trauma della ·milza che può rompere il viscere e n01l le pareti addominali per il diverso coefficente di resistenza dci tessuti (muscoli: 0,95; milza: 0,045) e se colpisce tt·JW,. milza leucemica può d.ete-rminare una leucemia; di 1tn tauma del polmMte che ptt ~ dat·e emottisi se investe 1ma caverna tubercolare; di un tra?tma clello stoma<xJ che pu?1 dare melena se investe un'ulcera già in atlo; eli 1m tmuma <lell'aelclome che put} risvegliare una tJC<'-ehia appendicite; di un trau1na delle ossa che può dar luogo a fatti di decalcificazione pi-ù specialmente delle ossa b1·evi e ?telle ossa lunghe secondo l'ordine decrescente: radio, o-mero, tibia; eli u1~ trauma <lei muscoli che p1tò llar luogo a fatti clistt·ofici e degenerati-v i e talora all'insorgenza di ?tna miosite osttificante. E l'O. termina richiamando l' inflttenza llel tratuna .~uUe malaUie si ne materia: neurosi, psicosi, frenosi che sia;no, non senza insistere sui molti ostacoli che su questo seUore 'lella patologilt concorrono a rendere più. difficile il chiarimento d.ella 11eritcì. OSPEDALE :\IILITARE DI PALERMO
SPUNTI ED APPUNTI DI PRATICA UROLOGICA Conferenza d el prof. Michele Pavone, Incaricato di urologia p res3o la R. Univer.,it.il. eli Pale rmo (H mt~ggio 1914- XII)
L'O. dopo cwer saluktt<> il glol'ioso Corpo clella Sanità 1nilitare, nel quale rgli ha servito clurantc il periodo della gtterra e elle 1·icorda con simpat·i a ecl ammira.zione, incomincia il suo clire sostenendo la necessità della .qprc:ializzrtzionr, anche nel ca.mpo della 1trologia e fa voti che anclie negli Ospeclal·i JlliliCari si istit1tisca:no 1·epa1·ti .~p erializ~<tti, a simiglianza rU quanto si sta f<wendo in molti ospedal·i r;icili.
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S~'l''\Tl
E D .\ P I:' C!'-"Tl Dl Pl< .\T!CA CltOI..OU!CA
I n:,i81 1• aw·ht· snl'r1 neces~ità drll.iMr·gnamentr, ~tfficiale dell' Uroloqia af menr, Mfle TJI"Ìili"Ìpa fi (.T niversità [taz.iane1 anche 11f>1' ?.W Sentimento d·i di· gnità nc~ziorutl", niJ-n r.yi~;te nilo, oltre i due ù wa>·ichi di jfilano a Palermo, a,Zt?·i in.yeg·n a·menti della materia n elle U niv&rsità del R egno, mentre l'insegnam ento ufficiale della Umlogia è impartito nelle l)rincipali e progredite nazioni d'Eu·r opa e (l'Am&rica 110n solo, ma. anche in !spagna, in R1tssia, all'A vana ed in J ·u.gosla1:ia. Entra q·1dndi n ell'argomento del tema propostosi, accennando ai progrFWJi (lella U1·ologia. moderna, specialmente dovuti ai mezzi di esame, di eu·i disponia?no, dc~lla ei.ttoscopia alla piPlografìa. Riferisce i da.ti stat·istici, dcti qua.li si 1·ile.va la grande f?·equenza della. tubercolosi ·renale ed a:ffenna. che, anche in a.11senza di bacilli di Koch, qu.ando la sinto1nologia cl·i nìca e gli esami fnnzionali ci m etton<J in sospetto, la n efrecto· nia conferma. sistematicamente la diagnosi. Tratta delle cistiti blenorragiche, ·nelle qttali non è buona usanza di pra.ticare i lavaggi di ·pernu.wganato potas.sico, cos·i spesso utilizzati, m entn lo specifi.co di queste cistiti è ·i l nitrato di at·gento. E.<~7Jone le indicazioni e le controinrlicazioni dei farmaci ]Jih comunementr usati ùt 1n·atica urologica, spesso ~tenza pt·eciso discernimento. Tra questi parla in p1·i1na linea rlell'urotropina e della teobmmina. A neora 1~na volta richiam.a l'attenzione stti llanni che possono produrre. n ei t·itensioni.~ti urinrtri le cure diuretiche e id1·op-in;iohe, tanto .facilmenie oomsigliate; danni clu vanno dai di.9tm·b·i affi ti dolorosi; blocco veseiea.lP., ·riten;;imw completa, a quelli m eccanico-(linamiai: d,istensione ·vescicale, dell'albero urina.do ,9uperiore, assorbimento twina.rio, instl.ffi.cienza renale e che possono giungere all'id1·e1nia, alla d·ilatltzione cardiaca, all'ipo.9istolia. nlttstra a.lc·un-i elementi pra.tici di cateterismo n~i prostatù;i, che t•igttarda110 la scelta dPl catetere, la ternica del ea.teterism.o, le moda.l ità del vu.otamenff) ·vescicale, le incognite del catetet'i.<~mo. Accenna ari 1·ischi ]JiÌL gra·v i della oistostomia immediata, chf' ha pm·duto orma.i .9eg1taci e inilicazioni. Rspone le f.enclen::e i n atto esistenti JJer la cura dei ?'estringhnenti uretrali e si dichiara parti giano delle. d:ilatazioni metodiche pmga.~sivf., ?"·i.~ervand'> l'w·etrotornia ai casi assolu.ta:tnente eccezionali. Giusti fica l'a.~Rerdo?uJ con elementi d-i anatomia patologiNt. A ccenna infint> al. contrasto j1·a litotromisti e litot?'ip.~isti, contrasto ]Jiit apparente che nale, p etchè fonrlato su concezioni ormai sorpassate dalla perfez ione delllt tec-nica e della pmtir·a f'Li.<~toscopiea. T ermina. 1·icorclando i 1Jerfezionamenti tecnici <lella endoscopia, che p fl'm ette i più 8'Variat.i intu•renti sotto il cont1·ollo della vista, 1-{dtwendo lwtet•ol?nentf' la terapia f!l'ltenta di molte affez-ioni, 'llt!SCicali tu·etrali e renali, ft>C11ica en<7o.9C07Jiea, che 1·ichieàe pern tcn esm·cizio continuo f'. 1111.a pratica. notPcolt•. q11ale pno soltanto acquistare lo spedalista. Gm1r11ale q11iurli rit.ornando al p·unto lli parten::-a, .~ostette?ulo IJ('I'f'iù la ?IPCess-ità della sprdaliz-:a-:ionr e dell'int1egnam~e?1to ufficiale ·uni·ver.9ita.rio. Oonfidn che il r:on'r/11) Fasf'i.~t.a VOI'I'à zn·mdere in esctme qnesto problPI/1(1 (li earatte·re ,qf'ientifi<"o wrt:ionrdP 1>erchè, a,nchr in questo econpo, l'Italia p o.~.<~a a.<~pi No·p al prim.ato. rlle già. teu11e in pas.~ato e r]u~ i.l Dnce ha aflìdat.o alle ·nttM't' {/Pnennioni in mn.1·r·ia..
MEMORIE ORIGINALI ISTITUTO DI ANTROPOLOCIA GE NE RAL E ED APPLICATA DELL A R. UNIVERSITÀ DI SOLOC NA
IL PROBLEMA DELLA TUBERCOLOSI NELLE RAZZE DI COLORE ftDTE lmBPGL861W ECOSTITUZIDftiLISTICHE DI GRUPPI DIISWI POLIDftlRI. nBERCOLDTICI ESlHI[*) l
P rof. Fabio frassetto, direttore
Una recente statis' ica ha messo in evidenza che, a parità di condi· zioni ambientali e di grado di civiltà, il contributo alle cause di morte dipendenti da malattie del sistema respiratorio, negli S. U. è molto piu grande per i Negri che per i Bianchi. La statistica cui alludiamo è quel.la delle autopsie del J ohns Hopkins Hospital di Baltimora M . D., la quale nel 1925 registrò, per il S<'sso maschile, il 14,7 % di decessi fra i Bianchi, ed il 27,6 % fra i N egr i: per il sesso femminile, rispettivamente, il13,6 %p ed il 21,9 %· ànalogament(·, la statistica della U. S. Registration Area. per il 1914-25 registrò per i maschi il 30,5 % di decessi fra i Bianchi, ed il 40,3 % fra i Negri: per le femmine, r ispettivamente il 28,2 %, ed il 36,9 % (1 ). E se per tanto la. percentuale di decessi der ivanti da malattie dell'apparecchio respiratorio è maggiore nei Negri civili rispetto ai Bianchi, è ancora più grande nei Negri non civili, e, in genere, in tutte quelle razze di colòre che da poco sono venuto a contatto con la civiltà europea. Valga per tutti i casi ricordare lo spopolamento che la tubercolosi, portatavi dal Bianco, produsse fra gli indigeni di molte Isole del Pacifico, e specialmente fra i Maori della Nuova Z<>landa. Ma per raffronti sulla maggiore o minore vulnerabilità del sistema respiratorio, meglio si prestano i documenti militari, perchè riguardano individui tutti della stessa età e viv<>nti nelle stesse condizioni ambientali e biologiche (alloggio, vestiario, nutrimento, ecc.). Riferendoci agli studi di S. Lyle Cummins (2) sulla tubercolosi nell'e· sercito egiziano, rileviamo come sia stata notata da questo A. la spiccata rec~>ttività dei sudanesi reclutati fra le tribù del Nilo ove la tubercolosi umana e bovina è sconosciuta - allorchè, sottoposti alle condizioni della vita militare, venivano a contatto coi Bianchi; e al contrario la scarsa recettività degli egiziani - fra i quali la tubercolosi è diffusa fin dall'epoca delle Dinastie - appartenenti allo stesso esercito. (•) Per e~ igenzo tlf spazio ~iamo co~trett.! n Jlll bhllcare soitanto n(gli estratti, riservati grandi tabelle numcri~he annc~~ <' u QUC'I(l nu moria (n. d. r.). (l) Cfr. PEAJU. R.: Bioloo1col Foctors ;\'r1,ro .l!ortolilt!, •lluman Biolol!}· - A ~cord or l'('.;l'nrch • •• vol. l. n. 2. - lloL~rr.s S. J.: DiOt r tflliol Jl orl olitv in the .<lmlricon 1\e,ro, • Buman Dlolopr;r- A record or reseoroh '• .-oJ. l, n. t •. all'.~ .• seti e
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( 2) Cl::>HII:<S !'l. L.: La tubercolosi nelle W•JU iu: i071i pri111ilire td i 9-tto·i r OrrP'lrli c•m la lubercoloA·i dd p<<esi ci< ili. Ginevra, Leg~ .te li~ Soc i<' l/l ddlu (.'r~ce no~e a . • RIY I>IIt lntClll S:I.io · nal.,- da t:Obità pubbli<•n ~ . VQJ. T. O. 2., SéttkUtbre J\l~tl.
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TI. :PROB LEMA J)EL LA T (; BERCOLOS I NELLE RAZZE D I COLORE
Hanno mo::~trato pure gralHl€' n·cettività i soldati indigeni delle isole Fij i, delle Indie, gli africani d<> Ile Antille ed i churgas reclutati nel Nepal, in opposizione a lla lieve recettività dei maharatti, bramini e mussulmani tlel Bengala, provenient.i tutti da regioni più accessibili e più civili. -:\la un 'occasione unica per studiare la recet t ività relativa delle divers~ razze alla tubercolosi, a parità di condizioni, c'è stata offerta dalla grande guerra. I numerosi studi in proposito dimostrano che gli individui provenient i <la località in cui la t ubercolosi non esiste od è rara, presentano, se vengono esposti all'infezione, una recettività molto più grande che gli abitanti delle regioni in cui la malat tia è da tempo diffusa. Infatti, fra i contingenti africani dell'esercito britannico composti di ca.fri P di indigeni del Capo, si ebbe durante la grande guerra, il 56 % <li d~cess i , e il 5,7 % fra i britannici, come risulta dalle statistiche complete del Corpo di spedizione. Così pure fra. le reclute del campo del Frejus, "Provenienti direttamente dal Senegal - dove i casi di tubercolosi sono rarissimi - la recettività, la morbilità e la mortalità, aumentarono sempre più, a mano a mano che scorrevano gli anni di servizio in Fra,ncia, (1), tanto che, secondo l'affermazione del generale medico francese Lasnet, pochissimi furono i senegalesi che ritorna.rono in Patria. Se una si grande mortalità riesce preoccupante per le Nazioni come l'Inghilterra, e spe.cialmente la. Francia, i etù eserciti, soprattutto in tempo di guerra, sono composti per buona parte di truppe di colore, non può non richiamare anche la nostra attenzione, tanto più che a differenza della Francia e dell'Inghilterra, noi non possediamo studi e ricerche in proposito e neppure delle semplici ~tatistiche che possano fornirci dati per le tempestiYe provvi<lenze del caso, eccettuato il breve cenno del colonnello medico Patané (2); che riportiamo appres~>o: · ALTR!l: FORME TliBEJtCOLARI ESCl,U SE LE P LBURITI E SS U'OATTVI'!
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Bisogna tener conto che « le truppe dislocate nella. zona militare di B enga!<i, in quel quinquennio era.no costituite nel 72 % da metropolitani, nel 20 %1 da eritrei e so mali e n eli '8 % da libici ». Nè migliori dati statistici abbiamo potuto raccogliere nell'Ospedale milita.re di Tripoli, essendo quelli gentilmente fornitici, alquanto incompleti. Infa.tti, qua.ndo noi apprendiamo che in quell'Ospedale, dura,nte iJ periodo dall'l settembre 1924 all'8 ottobre 1926, sono d eceduti, in seguito a malattie delle vie respira.torie, 341 soldati, d i cui 4 italiani, 79 libici ( IJ B >RkF. I.. .\ . - p,,.,.m Qnit ~~ llll,c rc lllo•e ch e~ Ics troupes noiru - Ann. <le l' lnstltut Po · oteur, ,·ol. XXXIV; n . 3. IJiliC. 10:.. H•2U. 121 c•rr.: n. Cn1" 0 :<1 - r : ro1ra ta mdira -.<1 f (Ji -.n e tlei n ?slri po$8~Ji•nmti coloniali ih . e ol-
t..n11 Metti•· ' ~l illta ré •. ;mg . ~ ~. ft<, m u . IY2tl.
IL PBOBLEM.'I. DELLA. TUBERCOLOSI ~ELLE RAZZE DI CO.L ORE
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e :258 eritrei, nulla possiamo asserire sulla gravità del fenomeno, mancan<loci il numero di soldati itafiani, libici ed eritrei entrati nell'Ospedale militare e presenti in Tripoli nello stesso periodo di tempo. Ma non ostia.nte la. gravità di questo problema, le ricerche Slùla tuber· colosi nelle truppe di colore sono state sempre limitate al campo profilattico della vaccinazione, senza inte~rarle con quel1e fondamentali, rignar4 50 20----~r---.-----~~------~r----------r----2 0 A R. A B A
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danti la predisposizione sulla base dei dati antropologici e costituzionalistici. E pertanto, convinti della. utilità di questi dati e del possibile loro impiego, quali strumenti di lotta antitubercolare, ci è sembrato utile iniziare speciali ricerche su un gruppo di asca,ri eritrei e libici, tubercolo:tici e polmona.ri, degenti nell'Ospedale militare di Tripoli, ove da anni e anni si verifica. una grande mortalità per tubercolosi fra le truppe di colore, rendendosi vane le più sollecite e premurose cure loro prestate. Mi è grato pertanto render qui pubbliche grazie ai Direttori dell'Ospedale di Tripoli, colonnelli Mazzetti e Castigliola, che fecero del loro meglio per facilitare il nostro compito, nonchè ai capi reparto, che ci coadiuvarono nella. scelta degli a.mma.lati. Pure un sentito ringraziamento devesi al Comando del Genio militare della Tripolitania e al Governo della Colonia,. per aver fornito le fotografie cbe illustrano questo Ja,·oro.
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IL PH O BLE~L\ D E-I, LA TL"B ERCO CO~ I !\'ELLE RAZZE DI COLORE
Il nostro materiale di studio è composto di poco più di una centuria di ascari, quasi tutti contadini, e di religione copta o mnssulmana. Essi provengono da una vasta regione comprendente gran parte dell'Eritrea, dell'Abissinia e della Tripolitania, e sono cosi distribuiti: 9 eritrei, l di Hodeida (Yemcn), 90 abissini e 20 libici. A questi sono d a aggiungere 19 individui normali, le cui misure abbiamo riportate perchè possano essere utilizzate in avvenire: in totale n. 129 osservazioni. Divideremo il nostro materiale in tre gruppi: l 0 gruppo: polmonari e tubercolotici abissini ed eritrei: n. 90. 2° gruppo: polmonari e tubercolot ici libici: n. 20. so gruppo: sani abissini, eritrei, libici ed altri: n. 19. Nel presente studio ci occuperemo in modo speciale del primo gruppo. Dei 90 individui che lo costituiscono, 76 dolicomorfì erano affetti d a malattie polmonari, uno, che avea sofferto di bronchite, era brachimorfo, e perciò estraneo al gruppo, e soltanto 13 risultarono tubercolotici batteriologicamente accertati. . In tutti i soggetti sono stati rilevati i principali dati qualitativi, ne-
CPssari per la diagnosi antropologica costituzionalistica, mentre per l'esame clinico i rilievi vennero limitati a ciò che i dati raccolti permettevano di dedurre. Determinammo perciò la deficienza della nutrizione per mezzo del peso, degli indici ponderali e· della formula di normalità; e la ventilazione polmonare per mezzo dell'escursione toracica. Quakhc alterazione del sistema endocrino venne desunta dalla presenza di anormg,lità nel colore della pelle, nella quantità. e distribuzione dei peli, ecc. I caratteri rilevati non sono numerosi, nè certamente tutti quelli cbe l'importanza della ricerca a.vrebbe consigliato; ma in compenso sono i più significativi. Abbiamo infatti rilevato: 1o- Per i caratteri q_ualita.tivi: la forma della testa e talvolta quella. del torace, il colore degli occhi, il colore della pelle, la pelosità. 20- P er i caratteri quantitativi: la statura in piedi e seduto, il peso, i tre perimetri toracici (minimo, medio c massimo), presi a livello del qua.r to paio di condrocoste, l'altezza della gamba all'ischion (det erminata dalla differenza fra la statura in piedi e la statura seduto), la lunghezza e la larghezza della testa, l'altezza e la larghezza della faccia, l'altezza e la larghezza del naso.
Anche le anomalie più importanti e significative, nonchè le carat· teristiche etnografiche speciali, come tatuaggi, mutilazioni, ecc., furono notate. Un antropometro militare, una basculle, un antropometro da viaggio, modello l\fartin, due compassi (uno a branche ricurve ed uno a branche scorrevoli), e un nastro metrico di metallo, insieme con. la scala cromat ica del :Martin per il colore degli occhi e la scal:a cromatica del von Luschan per il colore della pelle, costituirono tutto il nostro strumentario.
,U. PllOBLEMA DELLA 'tl.'13EHCO L0~1 ~~~f.L E RA7ZE Dt CO LOlt E
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GH CPPO.
Polmonarl e tubercolotici ab:s;ini ed eritrei. Il territorio d'origine dei nostri ascari comprende le St!guenti regioni: Eritrea, Tigrai, Amhara, Semien, Lasta, Ten·a dei Galla, Goggiàm, Seioa, ecc. (vedi figure e tabelle). :Ma non ostaute la vastità dd territorio da cui provengono i nostri soggetti, possiamo considerarli come appartenenti ad una stessa -varietà antropologica, il N ota?lthropus e-uraf?'ica?l u.1 africus del Sergi, giacchè non abbiamo el<'menti sufficienti per giudicare se i goggiamesi e gli scioani debbano cousid<'rarsi, secondo l'opinione ùi alcuni antropologi, come un gruppo separato. CARATTERI Ql:ALITATI\'1.
Forme della testa. - Degno di particolar-e interesse è risultato, come sempre, lo studio della conformazione della testa, che ci ha permesso, nel nostro caso, di raggruppare tutti gli individui esaminati, tranne uno, nel tipo dolicomorfo, con le note forme principali e secondarie e con indici cranici di schietta dolico- e mesocefalia che oscillano fra 68,5 e 81,5 (vedi più avanti). Come si deduce dall'unito specchietto n. l, le forme principali predominanti nel nostro gruppo sono le infantili, e cioè gli ovoidi col 78 %; seguono a distanza, col 18 % le adulte, cioè le J;oru1e elli~soidali e vengono ultime, col 4 %, le fetali, e cioè gli stenopentagonoidi. Fra le forme ovoi· dali predominano gli ovoidi propriamente detti, con frequenza quasi tripla (58 o/o) di quella dei beloidi, che invt>ce sono rappresentati dal 20 %: tra le prime abbiamo trovato un ovoide birsoide in uno scioano (n. 75 )1 fra le seconde un beloide neandertaloide in un goggiamese (n. 60). Fra le caratterist,icbe più notevoli riscontrate nello studio particolareggiato delle forme, ricordiamo la presenza, soprattutto nei beloidi, di un'eminenza bregmatica a forma di losanga (lofo), analoga a quella riscontrata nel Pitecanth1·opus erect1ts, Dt1130TS nell'uomo ddla Rhodesia. - Homo Rhodesiensis, WooD .- nei Tasmaniani, negli A ust1·aliani, Africani, Americani, ecc. Si tratta di una varietà di quella speciale conformazioni:\ della volta del cranio, notata da parecchi autori, ma sulla quale ha particolarmente insistito Giuseppe Sergi, che l'ha trovata in quasi tutte le parti del mondo - tranne nell'Asia - ed anche nel cranio fossile della Rhodesia. (1). Per le difficoltà che si incontrano ad apprezzarla nel viventf', questa eminenza non è stata se~nalata che raramente. Lo stesso Sergi (l) l 'ha notata, nel vivente, in una fotogra fi<1. cl i austral Ì<lUO, ma non negl i abissini. Noi abbiamo accertata la prcsenza eli q uesto lofcJ, mediant~> l'ispe· zione e la palpazione, in tre beloidi, du" ovoidi e un elli~soiLll', e cioò ne.l 7,3 %, con1.e vedesi nello specchietto appresso. (li SERC I O.: Gli irul0t n i mneric(lni, R omn, Anonimn
Edltoc·in le Romaua, n•~:> .
TL PROB f.E~... Df: LLA T t.: BF:R COLOSf NELLE RAZZE D I COLORE
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I h1llo stesso specchiet.to si dedure che nel nostro gruppo abissiuoeritn·o si sono riscontrate le stesse forme della testa, che già si couoscev~ uo
sul cr a,nio degli abi!S:<ini p er gli studi di Giuseppe Sergi (l ) e Sergio Sergi (2), ma con diversa frequenza; come anche diversa è stata la frequenza nei riguardi del Iofo. I nfatti, ment re Giuseppe Sergi ha riscontrato i pentagonoidi nel 24 %, a. noi sono risultati co.n una frequenza del 3,7 %- Una maggior frequenza abbiamo invece riscontrato, n<·lla presenza del lofo (7 ,3 %), in confronto di quella accertata da
St-rgio Sergi (0,.68 %) nei crani eritrei (}i Kohaito. F O H )l E D E L L .\ T .E S T A F ETA I.I
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Colore ll.Plla pelle. - Risultati di un certo interesse ha dati anche lo st.udio del color e della pelle, specialmente per quanto riguarda alcune anormalità della pigmentazione. La determinazione del colore è stata fa.tta- come abbiamo d<'tto - con la scala cromatica del von Lnscban, e pr r il colore di insieme si è portata !"attenzione specia.l mente nelle regioni ove si riscontravano lP tonalità minime e massime, e cioè ventralnu:nte, di prefrrenza al naso e al pene, dorsalmente, nelle regioni scapolari , lombari c glutee, e soprattutto nella piega gluteo-femorale. In genere si sono avuti i colori più cbia,ri nella regione nasale, con valori della scala compresi fra 16 e 27 e con maggiore frequenza a 17 P a. :2:2: la tonalità minima, col numero 15, si è riscontrata nell'addome; i colori pii1 oscuri s i sono a>uti al pene (regione dorsale), con vaJori dc·lla sea la rompresi fra 28 l' 35 e con maggiori frequenze decrescE.'nti ai va lori 29, 33 e 35. ~C> l dorso i colori più chiari si sono riscontrati nella regione scapoJare e i.ltersca polare con ,·alori fra 23 e 26 e maggior frequenza a 26: i <'olori più oseuri n ella re~ione lombare e glutra, e specialmente n(•lla pit•ga gluteo-femorale, con \alori fra 26 e 35 e maggior fre<tlH·nza, a 33. Nessuna apprezzabile <liffl•r<·nza fra pohnonari e tubt>rcolotici è risultata, pl:.'r quanto riguarda i nliori minimo r ma!'simo del colore: si è solo ri!'<"ontrata una di>ersità di frE'quenza, nt:lle tonalità più chiarP o intcrllwd it•, a fa\"Ort> dei tubc:r<"'olotici. ( t ) ~P-H :J <: .: Alrirtl. A !lf r••pJI~gin clelia ~tlirp~ camiric11, T~Jri no, (2) ,..:.fdtt.l S.: (:rttniu JJ,.l '~·~~irtt'~'.t • lto:uu~ Lo~~ ìu..• J•. l Ul:! .
Boera. lilil7.
lL PROBLt:JI.lA DELLA Tt:lJEit COLOSl NELLE RAZZ~; Ol COLORE
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Traducendo in parole le suddette cifre, possiamo asserire chi'! i toni chiari sono rappresentati dal color nocciola P noce vecchia; i toni scuri invece, dal colore caffè tosta.to e cioccolato scuro. I nostri soggett.i appaiono perciò più chiari dei loro connazionali (abissini erl eritrei) normali, i quali hanno nella faccia e iu altr<> regioni ventrali quei toni generali di cioccolato scuro e di caffè tostato, dtE' sono risultati per noi massimi e solo in determinate regioni. Una caratteristica che riteniamo affatto nuo,·a, perchè non ancora segnalata, è la frequente presenza, soprattutto nei tubercolotici (8 volte su 12), di macchie acromiche, or piccole, col diametro variabile fra due e tre millimetri, ora a lquanto 'più grandi, isolate o confluenti, e disseminate in sette casi nella regione naso-sottorbitaria, a guisa di mezza maschera, e in un solo caso nella regione intf'rscapolare. · Di gran lunga mano frequenti (6,49 %l abbiamo trovato queste macchie nei polmonari fra cui abbiamo notato un solo caso s ulla faccia. Richiamiamo l'attenzione dei dermatologi e dei clinici sull'importante reperto che abbiamo rilevato nei tubercolotici abissini ed eritrei, perchè esso contrasta con quanto~ noto sulla maggior pigmt>utazione del lP ra.zze europee nei casi di tubercolosi avanzata, più spesso in quelle peritoneali o intestinali. Il colore giallastro della pelle è s tato rif;Contrato solo in due casi {:!6 %), e precisamente nella regione faccia le di un abissino ipertricotico (n. 34), con sopracciglia unite, ipertricosi dt:gli a.rti, scapole alate, e acromie nelle regioni mediane ventrali e dorsali, e in un abissino del Goggiàm (n. 50), associa.to a capelli a grano di pt'JW e a faccia eurignata di tipo boschima.no.
Colore degli occhi.- Il colore dell'irid<> ha. mostrato la nota omogeneità di toni castano-oscuri t l'ndPnti al m'ro, <'hE\ già si conoscevano negli abissini. Nt~l nostro gruppo i colori dPtt'l'rnin::~ti, comi:' rkordammo, con la scala cromatica ciel Martin, oscillnno fra il n. 2 e il n. 4, con maggior frequenza del n. 2. Capelli e pelog.ità. - P{'r quanto riguarda la ronformazione dei capelli non tutti i soggetti si sono prestati allo s tudio perchè al<:uni di essi avevano la testa completamente rasa. Kei casi in cui fu possibile lo studio, i capelli si sono mostrati generalmente neri c lanosi: solo eccezionalmente lisci, o a ciuffetti, o a grani di P~"P<'· I capelli lisci li abbiamo trovati nel gogg-iamese n. 42, che presentava assenza di pelosità; i lanosi in uno scioano (n. H), associati a eurignatismo; e infine quelli a grano di pepe in un altro goggiamese (n. 59), associati a eurignatismo e a faccia boscimanoide. Le sopracciglia si sono mostrate sempre disgiunte, eccettuato utl solo caso, riscontrato nell'abissino n. 34 (quello stesso già ricordato a proposito del colore clelia pelle) associat() a ipE'rtricosi degli arti. I baffi, sempre limitati nella foltezza e nella lunghezza, si sono riscontrati nel 13,1 % dei mtsi. La barba - mai folta e sempre ph\ o meno rada, in qualche caso appena incipiE'nte -si è riscontrata nel 30,95 % dei casi; spesso si pre-
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IL PROBLF.MA DELLA TUBERCOLOSI NELLE RAZZE DI COLOR E"
sentava foggiata a pizzl'tto; una Yolta soltanto (1,19 °~) abbiamo Tisto la forma a collare (Tar. III). La pclosità del corpo si è g~neralmeute mostrata assente o rada , come di norma negli Abissini. Quando presente era sempre limitata a gli arti inferiori; ma.i al petto . .Abi.Ja::>tanza frequente (13,10 %) abbiamo notato la disposizione dei peli fémminili al pube. -sei ~og!!iamesi n. 57 e n. 52 i peli femminili erano a grani di pepe. St-nza a,·erlc studiate di proposito, abbiamo D•Jta.·o, ogui qualvolttt si sono prt>St'ntate, le parti<·ola.rità morfoIogiche e le a.noma'ie che offri,·;mo un certo int.·resse antropologico, clinico o etnogrnfico. Fra, le anomal ie più importa.nti della tt'Sta, ricordiamo un caso di scafocefa lia. accentuata riscontmta in un tubercolotico (il goggiamese n. 10), d<·ccduto poco dopo le nostre osservazioni (Tav. I, fig. 1 ). La, sua testa, Til!ta dall'alto e dall'indietro, presentava la caratteriktica forma allungata con contorno opisto-ovoidale, e cioè col polo minore all'occipit<•. Il diametro trasrerso massimo, che risultava in prossimità dello stefanion, era di rom. 123, il diametro antero-posteriore di millimetri 210, e l'indice cefalico di 58,57. Fra le anomalie pii1 importanti di questo soggetto, che misura,-a cm. 186 ùi statura, abbiamo notato la . t ipica. maschera acromica, e macchie di pigmento oscuro nelle gengive deli 'arcata mascella re superiore. Altre anomalie della forma dt•lla testa sono rappresentate da un caso di cimbocefalia, riscontrato nella testa ellissoidale del goggiamesc polmonare n. 39, e da un caso di lie,,c batrocefalia, riscontrato nella testa beloidale del {!oggiamese tubcrcolotico n. 5. La bocca ha mostrato in un solo caso (goggiam('se n. 53) il caratteristico orlo a cordoncino nel labbro superiore, associato a prognatismo la.biale, a, progna.tismo mascellarc e a ma<'chie di pigmento nero nelle gengive ùcl mascellare superiore. Altri casi di t ali macchie e di prognatismo, abbiamo riscontrato r ispettivamente nel goggiamese n. 22 e nell'abissino n. 19. Nel goggiamese polmonare n. 40, nello scioano n. 74, nell 'eritreo t ubercolotico n. 1, e nel goggiamese tubercolotico n. 9, abbiamo accertato la presenza di tatuaggi, anche in triplice fila, sulle gengive del mascellare superiore, forse ad imitazione delle macchie pigmentate naturali, di cui ai casi precedenti (goggiamese tubercolotico n. 22 e gaggiamese polmonare n. 53). Il t orace si è m•>stmto più o meno cilindrico nel 6,67 % dei casi 1.1 in individui quasi tutti del Goggi:\m, ed a forma di botte nel 2,~2 % dei cllosi e ancora in inùi,·idui del Goggiàm. Un caso di cifosi manubriosternale si è a,·uto nell'abissino n. 15 (vedi figura). Il s<•gno ùi Stiller (loa costa flu ttuante) è stato riscontrato nei polmonari <'OD la frequenza approssimativa del 12 % (non possiamo però dare questo risultato come sicuro, perchè la ricerca non è stata fatta. sistematicam~:nte in tutti gli individui). Pm·ticolarità ed anomalie. -
lL PROBLE~IA D ELt.A TUBERCOLOSI ~"ELLE Rt\ZZE DI COLORE
535
Con una certa frequenza (11,90 %l abbiamo osservato asimmetria di sviluppo nei glutei con preYalenza della natica sinistra (8,33 %) in confronto della destra (3,57 %). E mettiamo fine a questa breve rass<'gna di anomalie accennando alle prominenze papilliforrni della corona del glande (papillae coro-nae gla1ulis). A cominciare dall'anatomico francese Littré, che per primo le notò, e dal .Morgagni, che per primo ne diede l'esatta. interpretazione nel 1706, sino al Majocchi (1), che ne fece recentemente ogg~>tto di uno studio anatomo-comparativo, istologico e clinico, tntt.i gli autori hanno sempre descritto queste formazioni nella corona MI glande o sulla superfice di esso. Queste papille si presentavano sotto l'aspet.to di organi ~ttrofici della grandezza di una capocchia di spillo, di forma sub-rotonda. e dello stesso colore rosa pallido della mucosa del ghiande. Noi le abbiamo riscontra te soltanto nel 9 % dei casi, disposte sempre ai lati del frenulo, tranne in un solo ca.~;o nel quale erano disposte sotto il frenulo ~;tesso. CARATTERI QUA"!'\'l'ITATIVI.
I grafici e le tabelle, che accompagnano questo stuclio, ci dispensano
dalrintrattenerci a lungo sui dati metrici, tanto più che, mentre la relat iva scarsità di essi non consente considerazioni di indole generale, la difficoltà di rit!ovare, nella letteratura antropologica., st'fie normali di confronto, limita i nostri paragoni. Ne riferiremo perciò soltanto nei riguardi della statura, del perimetro toracico, del rapporto perimetro tora~ico-statura. (indice cirtometrico ), dell'indjce toraci co, e degli indici cefalico, facciale e nasale. Restano così eliminati dalla comparazione i dati relativi al peso, aU'indice respiratorio (escursione toracica), all'indice ponderale del Livi, all'indice barico del Rohrt>r, all'indice schelico del Manouvrier, e alla formula di normalità del Frassetto. Essendo però i dati relativi al peso, all'escursiono toracica e alla formula di normalità, fra i più importanti nello stnclio quantitativo dei polmonari e dei tubercolotici, abbiamo tentato di avere un'idea; sia pure approssimativa, del loro comportamento nei nostri malati, istituendo confronti coi dati relativi ai soldati nazionali, benchè le due serie non si prestino a rigorose conclusioni, data la diversità di razza, di età e di numero degli individui che le compongono. Stat1"a (fig. 1). - Nei nostri soggetti la statura oseilla fra cm. 156 e cm. 186 (Tab. I ). Il campo di variazione di cm. 30 (dato dalla differ enza fra i due valori estremi) non è piccolo e potrebbe giustificare il dubbio, già espresso in principio, che il nostro gruppo abissino-eritreo non sia omogeneo (vedasi nel diagramma la cuspide alla statura di cm. 167 ). La media di cm. 172 (171,9) supera di circa cm. 3,5 la media d(>gli (l) ?oh roc<'Hl D .: Irstlliel! papill••ri• peni•, • B ollettino stQrjco d e-ll' .'\rte SaDitarln ' • AppeD · aJio. • R~<Hogoa d i (.;lloio~ T :rapln e ~ie•ue Aftl !ti ., nuDo XXV, DD. 1-2. g c nDo.ioa.prile 1ll26, Roma.
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1>36
IL J' ROBf.EliiA DELLA TCBERCOLOSI NELLE RAZZE DI COLORE
83 Amha.ras (abissini cristiani) di Duchesne-Goffin-Verneau (l) che è di cr.n. 168; e di circa cm. 7 quella degli eritrei, che è di cm. 165,9 (almt>no nei 139 Baria. e Cuna.ma di Calciati e Pollcra) (2). Differenze ancor più grandi si hanno, rispetto ai normali, se si considerano soltanto i tubercolotici, i quali, per la loro statura media di cm. 173, si <listauziano dai normali abissini ed eritrei, rispettivamenU> di cm. 4,5 e cm. 8. La. notevole eccedenza di statura nei nostri polmonari e soprattutto nei nostri tubercolotici indica un considerevole grado di quella ectipia longilinea, così caratteristica. dei tubercolotici e dt-i polmonari in gent-re . •
lJiu~ramm~ l. -
&riAzionc 'klla @tatura d egli
As<>u ri eritre i p oJm o narl e tuborC'olo t ici.
In ouC'HO d ingromma, come n e i Rucccsslvf, sul· cll-ll c MCI•'<' (li n N• orizzootalo bn~ul c) ogni di·
'"" '~<'
, i<i<)lul con ;;c n In di un ccnt imctro. corriApoude alla d itrcr<'nzu di un11 unità dello variAbile (carattere c n noi •h' t•a t o): s ulle o t•d i nn t e (li ne<' verticali luna l· znt e iu cn t-ris pou<lc nzn ad ogni divisione cl('IJ 'asdF· ~A) ogn i <lh·i~ IOJH'- puro co n scnltt di un co:'ntim4.'trot:or·r i'Vonde n el tut t:cnte•imu <l e i mune.r·o gl obale degli lotli\'ltlui rntto UJ{Ual<' ul<O. Ltt li nt.'ìt pi it ~ nttile. cnntluun ( _ ) lndfèn In cnr'11 grezza. ),a lit:ea più grossa , inlc•-rotla < - -- --> liull•·f• In C\ll' \" u peroquttta <'OI rnf'l o,Iu <l<'ì poligoni h lnllminli del .Fro ss<>tto.
Inclice cefalico (fig. 2). - E sclurll>ndo dalla nostra ser ie il goggiamcse scafocefalico (perchè patologico con valore a.herrante d ell'indice cefalico), rimane un gruppo la cui omogPneità, rivclatasi già dallo studio della conformazione del capo attraverso le forme (tutt~ del tipo dolicomorfo), viene ora conf~>rmata dai valori dell'indice cranico di lunghezza larghezza. Questi valori, ottenuti sottraendo un'unità e me<.zo dall'indicf' cefalico, si distribuiscono infatti (Tab. II e specchietto appresso) fra 68,5 e 81,5 corrispondenti a 70 e 83, del vivente (come dalla t.abel1a~, e cioè fra i valori di dolico e mesocefalia, almeno secondo la nostra classificazione, la quale appunto stabilisct> i valori di mcsocefalia fra 78,5 e 81,5, con nwrlia e moda a 80 (3 ). In con fronto con la serie abissina degli .Amhara e la setie eritrea dei Baria e Cunama, ciascuna dell<> quali ha indict- medio di 75 ('~·edi (l) Duc~rt:i':->1:: - Foua:->F.'l' J.: .llission en Et/dQ)-;ie (l!JQJ- J!J03), pag. 115; YER~EA l" P..; .tlt>· lillmnrrrnpltie. l\ln"'•oo, Parls, lll09, t omo l l. ( 2) ().U,CINrl c.;, - BRACt:IA:SI L .: Nel JJaese dei Cuno1na, 1\Iilauo, • St.ampa pcriO<li~a
lhropo/1){1~ .
1 tnlinna •, Jll2;-.
(3} FRAR!<<.TTO
F.: Les torm ~s normales du m-line, etc. (fascicolo a parte) Paris, Legrond. !030
537
IL PROBLEl\IA DELLA TUBERCOLOSI NELLE RAZZE DI COLOR.E
specchietto appresso), i nostri hanno un indke cefalico medio superiore, e più nei polmonari (76,9) che nei tubercolotici (75,5). Le differenze però, come si vede, non sono tali da autorizzare importanti rilievi. Sl'ECCKrET'l'O N.
1
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Vn loro Valoro Valore minimo m c<liO massimo
l Amllara8 (83) (Ducbesne, Goffin, Vemea.u)
66 74, !);j
Eritrei Baria e Ounama (139) (Calciati, Bracciani) . ............
67 i5, 0i
Abissini-Erit·rei (85) (Fra.ssetto) ........ ........
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VALORI EI!TlUDU E VALOBE MEDIO DELJ.'l~DICE C~:FALICO
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Abissini-Eritrei polmonari (i3) .....
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Abmitti-Eritrei tubercolotici ( 12) ...
70
75, f)
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Diagramma 2. - Seria· zl one dall'indice ce· rn lico degli A!lCarl eritrei polmonarl e tuborcolotlol. -Per le Rpiegnzlonl veùl dlngrammn l.
Indice nasale (fig. 3 e Tab. II ~' IV). - I l campo di variazione di questo indice, che va da 54 a 89, non è certamente piccolo c testimonia l<l. eterogeneità del gruppo, insieme con i perturbamenti che si nota1to nella
Diagramma a. - ~crla:done dell'ioùlce onsa le dogli A scari eritrei polmourn·l e tnbcrcololloi. - Pt•r le Bl)legozloni vedi ùiogrommn ].
metà sinistra della distribuzione delle frequenze (Vedi diagramma). In questa parte le due cuspidi a 61 e 63 potrebbero essere attribuite alla ~ presenza dei tubercolotici. In confronto con gli 83 .Amharas di Duchesne-Goffin-Vernean, che hanno indice nasale medio di 75,74 con prevalenza di valori di mesorrinin. e con estremi a 60,37 e a 95; ed in confronto con gli eritrei (Baria di C. e O.), che hanno un indice nasale medio di 76,77, i nostri soggetti presentano un indice molto basso, con media di 68 e con prevalenza di valori di stenorrinia, ancor più sentiti nei tubercolotici, che hanno indice nasale medio di 65 ed estremi a 61 e 72. 2 -
C:liornale di medicina milita'Te.
538
I L rROBLEMA DELLA TUBERCOLOSI }<"ELLE RAZZE DI COLORE
Giova qui osservare che questa caratteristica stenorrinia si a ssocia. n ei nostri soggetti a pelle relativamente meno pigmentata, e ciò secondo la generale correlazione di questi due caratteri. Non escludiamo però che su questi risultati abbia forse potuto infitùre la probabile diversità di tecnica nel determinare i diametri del naso. l ndice schelico del M atW1t~~n-ier (fig. 4 e T ab. J I e IV). - D grafico di questo indice, così tipicamente bimodale, autorizza a ritenere il nostro gruppo abissino eritreo et,erogeneo, poichè la cuspide più b assa. alla variabile 94 non può attribuirsi, come la cuspide più bassa nei grafici di altri caratt eri (statura e indice nasale), alla. presenza, dci tnb ercolotici. P er quanto la m ancanza ., di qualsiasi dato di confronto ci impedisca di fare paragoni, tuttavia viene messa in e'idenza la caratteristica ma.croschelia di questj a.bissini, che qui risulta maggiormente accentuata, a conferma della costituzione longilinea dei polmonari e specialmente dei tubercolotici, ,.. rispettivamente con media di 98,87 e di 100,·13. :.:;, La chl.ssifìcazione dell'indice in parola ci Diagramma 4. - Scriaztono dell'lndJoe scbellco MI Manonpermette di qualificare i nostri soggetti come vrier relntl\"O a.gll A~cari eritrei polmonarl e t nbcrcol oti- macroscheli, essendovi soltanto un m esaticl. - Per le spiegazioni '<"ed i schelo. dJagrnmma 1.
P erimetro toraci,c.o (fig. 5 c 6 e T ab. T e III). - N on ostante l a limitata variazione di questo carattere, che oscilla fra cm. 75 e centimetri 90, la bimodalità della curva, coi due massimi a. 79 e 84 è indice di una perturbazione del gruppo, data., 11 anche in questo caso, soprattutto dai tubercor--------. lot ici, alla. presenza dei quali è attribuibile la cuspide alla variabile 79. In mancanza di dati di confronto con gli ascari normali, non possiamo istituire la. compar azione se non con i dati relativi ai soldati nazionali. Dalle statistiche del Livi si ricava che i mai ammalati hanno perimetro tora.cico medio di 87,1 (con estremi a. cm. 77 e a cm. 110) ed i tuberma 5. - Se'l'lazio· colotici una media di cm. 86,5; mentre nei nostri Diagram n o del perimetro tora· olco degU Ascari erisoggetti, globalmente considerati, abbiamo ottetrei poiJ:nonarl e tulx-rnuto una media di cm. 81,6, con valori estremi a oolotlcl. - Per le sp ie· 1;1\Zionl vedi dl~m cm. 75 e a cm. 90. ma l. J,a deficienza del p erimetro tora.cico, che nei nostri soggetti è di cm. 6,5, rispetto ai mai ammalati nazionali; e di cm. 5, rispetto ai tubercolotiçi nazionali, risulta molto considerevole, e tanto più se si riflette che, essendo gli ascari notevolmente più alti (cm. 172) dei soldati nazionali (media. cm. 163), dovrebbero avere un p erimetro tora~ico proporzionatamente maggiore, e precisamente di cm. 89 invece di cm. 81,6.
639
IL PROBLEMA DELLA TUBERCOLOSI NELLE RAZZE Df COLORE
Il confronto fra il perime,t ro toracico dei tubercolotici eritrei e quello dei polmonari ha dato a.i primi una deficienza di mezzo centimetro.
Escursio-ne Wt'Mica (indice ,-espirawl'W (li Hirtz) (Tab. II e IV). l Questo indice esprime la differenza fra il perimetro toracico massimo (che si ottiene alla massima inspira.zione) ,_ ed il minimo (che è dato dalla più "" ~. J profonda espirazione). Esso dà una -" t_ -1 _, ·13-12-1 1-1 0 ·9 - &- 7- 6 -~ - ·- 3 - 2 - t idea, sia pure approssimativa, della oj l _, capacità di espansione del polmone. +l l ! n suo valore normale, negli indi- ~ J2 ....~s ! J ..... .."ti l "vidui di cm. 175 di statura, dovrebbe ,_ ; u l . ':4 essere di circa cm. 9, almeno secondo .!: ... "L -.. <: 7 le ricerche del B a.ch, riportate nel r-' ~! <> r' ~ .. 6_ trattato del Martin (l). Orbene, nei f- ~ 1:.... '9 .. 19 ".. ~ ro_ nostri soggetti abbiamo ottenuto per f-" .. ~~ f- ,, ,, /f i polmonari e per i tubercolotici ~ ;::~ ,,_ .. f" (che hanno statura media vicina a '-' " IJ cm. 175), rispettivamente una escur- r-'"Il ...~ ~ 1:,. "~ r-A1 ~ "'l'E sione toracica di cm. 3,3 e cm. 1,9. l-li Questi valori cosi bassi costituiscono un vero e proprio segno pa.tognomo- Diagramma. 6. - Scria.zlone dello deviazioni dal ,·a.Iore m odale tlel perimetro tora· nieo, soprattutto per i t ubercolotiei, eleo, (()()ntimetrl). nei quali, a causa delle note lesioni Sulla llneo orizzontale (a.solssa.) sono riportat.i, a siulstra, l valor i d! deficienza del infiltrative e distruttive, la espansi· perimetro toraclco rispetto al valore m o· <lo lo (linea grossa vertical e, ordinata), a vità del pohnone è ridotta al minimo. dc,;tra l 'unico valore di eccedenza.. Anche per questo <·arattere la bicuspidità della curva può essere ,s piegata, come nelle curve simili gìà esaminate, potendosi attribuire la cuspide più bassa alla presenza dei tubercolotici.
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I't'Ulice wracico trasverso (Tab. II e IV). - Per i raffronti con questo indice non possiamo utilizzare che i dati relativi ai N egri in genere, e naturahnente con scarso profitto. Secondo i dati che ricaviamo dal trattato del Martin (vol. I, pagina 361), il valore medio dell 'indice toracico dei Negri, fra. 21 e 25 anni, è di 146, e quindi notevolmente più alto rispetto a quello degli europei c~e è di 134. N el nostro gruppo i valori medi di 148 e di 144, riscontrati rtspettivamente nei polmouari e nei tubercolotici, indicano un maggior appiattimento per i primi, invece che per i secondi, come si sarebbe previsto: risultati contradittori e di cui bisognerà rendersi conto, ove venissero confermati da. ulteriori ricerche. Indice cirtometrico (fig. 7 e Tab. IT e IV).- Questo indice, che è dato dal rapporto centesimale fra il perimetro toracico e la statura, si è riveIato ancora una volta un buon indice di costituzione. (l } MARTIN : L •hrbuch der 4ntllropoloqie, Il, p. 371, Iona, Flsobcr, 1928.
• 54()
IL l'ROBLEli1A DELLA TUBER COLOSI NELLE RAZZE DI COLORE
D suo valore medio, che negli Amhara è di 5717 (Ma.rtin, op. cit., vol. I, pa.g. 370), si abbassa nei nostri polmonari a 47,8, per ridursi nei tubercolotici a 46,3. Lo scarto di circa. 10 unità che cosi risulta a. svantaggio dei nostl'i, dimostra in essi una notevolissima deficienza relativa del perimetro toracico, specchio della tipica costituzione stenosoma (longilinea) messa in rilievo con questo indice <Y meglio che con gli altri finora presi in esame.
Peso (fig. 8 e 9 e Tab. I e III). - Nei polmonari, e specialment e nei tubercolotioi, non meno importante del perimetro toracico è il peso, considerato non solta.uto come valore assoluto, ma specialmente come valore relativo, ri8petto alla statura. Disgraziatamente però nelle ricerche antropologiche questo importante carattere non è sempre rilcva.t o, per le note difficoltà di avere una basculle a portata di mano, specialmente quando si viaggia. Mancando, pertanto, i dati di confronto con gli individui normali d<'gli stessi gruppi a cui apparten49 gono i nostri, usufruiremo di quelli relativi ai soldati nazionali, ricavandoli dalla nota opera del Livi (l) Dia~rnmma 7. - Seriuzionc dell'in· e dalla nostra formula di normalità (2). ti icfl cirtont~t·ri eo Le accid~ntalità della curva relativa. a questo cade~ll A s<:llrl eri· trc i polnlnrwrì o rattere, come vedesi da.l grafico (fig. 8), dimostrano t u bere> o lo t i~l. P\'r l<> ~ ni<·i(t\ZiO· quanto esso sia variabile nei nostri soggetti, e come, nl v edi d ingt·nm· al ))<ll'i degli altri caratteri, la cuspidC' che corrisponde ma 1 . :ìi va.lori più bassi (in questo caso a kg. 46) possa attribuirsi principalmente aUa presenza, nel nostro gruppo, dei tubercolotici, che hanuo in media peso di kQ', 47,15. Tenendo presen,te che ... il p:so medio dci soldati italiani dai 17 ai 23 anni è dì kg. 60,2 e quello dei nostri polmonari di kg. 51,98 e dei nostri tubercolotici di kg. 47,2, risulta rispettivament e una, deficienza di kg. 8 nei primi e di kg. 13 nei secondi. J)Jagrammn 8 . - &rlnzlone del pe~o degli A ~oa Questa deficienza, dì peso dirl (•rltrel polmouari e tuberoolotlci. - Per le spiegazioni vedi diagramma 1. venta ancor più sensibile, se, ad esempio, il peso dei nostri tubercolotici si confronta col peso normale corrispondente alla loro statura. media. E ssendo risultnt.a ques1ta di cm. 174 circa, dovrebbe corrispondervi un peso medio di kg. 66,5, invece di chilogrammi 47. La deficienza
1
(l) LJVI R.: .Jntropometria mi/ii are, • Giornale M( dico dd R. E se1clt o '• Ron>a, I Sfll. (2) FRABBE'M'O F.: D eUe rela~i f r a il ve~o e la statura tJell'uomo aclt~llo, • Reale AcetlMmia No:<ionale del Llnc<'l•, v ol. XXX, s. 6, sem. IJ, tneo.12, Roma ,1 92l ed In • La Mrdlcina ItAliano '• ;llllnno, Hl22. - Heioht-JJ'eioht Jnd~x of lJtJild or Robw;tneu. • Eugenie In Race and Stotc '• vol. II, Baltlmo rn, Wllllams and WUk!ns Company, 1923. - Oth.-r Jorn•s Cl/ tlt~ latr r-OTtrrting lite relation beftcecn stature cwd u:eioht i" ~dttlts, • Eugenie In Rtlec and St ate ' • vol. Il. Dallfruoru \\'ilUams o.nd Wllk!ns Oom pnnr. Hl23.
541
IL PROBLEMA DELLA TUBJ!:ROOL081 NELLE BAZZE DI COLORE
di kg. 19,5 che cosl risulta a scapito dei tubercolotici, ben corrisponde al loro grave stato di deperimento organico, messo in chiara evidenza dal grafico della fig. 9. ,_ l
l_ J 2
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Diagramma 9. - Seriazlone cleUe deviazion i del peso dal valore m odrue. l.n
cbil ogmmml.
Su!Ja ll.nea orizzontale (Mclssa) sono riportati . a. s inistra, l val ori di deficienza del peso rispetto ol va lore modale (ll.nea grossa v ert.lcale od ordinata); a de· stra l'unico va lore di eooodenzn.
bulice ponderale (fig. 10 e Tab. X). - Come è noto, le relazioni fra peso e statura sono state saggiate quale indice di costituzione mediante i rapporti: 3 p J Px 100 P x 100 s S3 s Sebbene noi abbiamo dimostrato in lll!l nostro lavoro di anni or sono (3) che le relazioni fra statura e peso sono lineari, tuttavia, per speciali r~oo:ioni nelle nostre ricerche sulle costituzioni degli emiliani prolifici, abbiamo -adottato il rapporto
che indica invece una relazione pa.rabolica.. Nel caso dei nostri polmonari non possiamo però adottare questo rapporto perchè mancano dati di confronto con gli eritrei e abissini normali; e poichè dati di confronto li abbiamo soltanto per i soldati italiani, con l'indice ponderale proposto dal Livi secondo la formula
s.Jp x 100
s
istituiremo i nostri confronti coi risultati di questo autort>. (S) FIUSSEl'I'O F .:
Delle reùuioni , ecc., clt ., MUano, lO'~.
542
:U. Pl\OBLEM.A. DELLA-TUBERCOLOSI NELLE l\~ DI COLORE
Come si vede dallo specchietto riassuntivo, gli indici ponderaJi di 21,7 nei nostri polmonari e di 20,8 nei nostri tuberoolotici si distanziano rispettivamente di 2,1 e di 3 dall valore medio di 23,8 che il Livi (l) dà per gli I tali ani. Indice ba1-ioo del Roh?-er (Tab. II e lV).- Più sensibile dell'indice precedente risulta questo del Ròhrer, perchè le caratteristiche dei nostri pol, monari e tubercolotici vengono messe in evidenza col _ confronto dei valm·i normali . Assumendo come valore medio degli ita-liani quello calcola.to dal Giuffrida sulle medie del Livi, in 1,34, i nostri soggetti hanno valori inferiori, e precisamente di 1,02 i polmonari, e di 0 190 i tubercolotici. Se poi consideriamo come valori di mesobaria secondo la classificazione corrente - quelli compresi fra 1 134 e 1,40:, uno soltanto dei nostri soggetti, un JJ polmonare, risulta mesobaro essendo tutti gli altri microbari.
..
Riassumendo possiamo affermare che i dati metrici, sia assoluti che relativi, finora, presi in esame, hanno documentato chiaramente, sebbene in diverso grado, quali siano i caratteri antropologici e costituzionalistici dei soggetti del nostro gruppo. Una documentazione di questi caratteri più chiara ed evidente, l'abbiamo avuta dalla nostra uformula di normalità 11 (2), come bene desumesi dai gra,fìci e dalle tabelle corrispoudentii (figure 6 e 9, Tab. I e III). Questi dati rivelano inoltre come soltauto due soggetti, entrambi polmonari, abbiano mostrato valori di eccedenza: l'uno per il perimetro toracico, l'altro per il peso. Il goggiamese n. 58, normale per la maggior parte dei caratteri, con un'eccedenza. del perimetro tora.cico di cen• • timetri 0,5; ed il goggiamese n. 55, con una eccedenza di kg. 4 di peso, giustificata in parte almeno dall'età del 19 22 2' soggetto (anni 49). Diagramma 10. - SeSebbene non misurate, le estremità distali degli rlo.zlone dell' indloo ponderale del Livf, arti superiori e degli arti inferiori (maui e piedi) sono degli Asoarl eritrei, polmonart e tuberoo- apparse più grandi del normale. lotici. - Per le spie· Arrischiato sarebbe l'a.ccennare, sia pure di volo, gaz i o n l vedi dia· l{!"llmm&l. ai temperamenti endocrini dei nostri soggetti, perchè una tale indagine non è stata da noi eseguita di proposito; è lecito tuttavia rilevare come da alcuni dati raccolti scaturiscano note indubbie di disfunzione della tiroide, della pituitaria e delle surrenali.
l ~~
(l) LIVI R.: Op. cii., parte H, pag. 22. (2) FRASSBTI'O F.: Delle r elazioni tra il ~rimelro toracico e la elalum. Formule Ili normali/l•
e t:alori 1t1>rmali in • Endocrinologia e Pa.tologia cost.ituzlonale •· vol. l (nuova "t'riP), rase. l t e IV, Bologna, 1026. - Sietnna di normalit<i tra statura, ~80 e ~rimelro f<waciro in • Enuocri· nologia e- patologia co~tituzionalo •, vol. I (nuova serle), rase. Il. Bologna, 1926.
IL PROBLEMA DELLA TUBERCOLOSI NELLE RAZZE Dl COLORE
543
E concludiamo: Per quanto i risultati antropologici, ct>stituzionalistici e clinici siano 1 icavati da un nunìèro séarso di osserva.zioni (una centuria circa) essi sembrano confermare, concordemente, fatti già acquisiti e indica.rne di nuovi. Di notevole interesse si sono mostrati specialmente i dati antropologici, i quali hanno dimostrato come possono anch'essi essere considerati quali strumenti di lotta antitubercolare preventiva, segnalando, attraverso la costituzione, i soggetti più predisposti, onde sottrarli tempestivamente all'infezione. Formuliamo pertanto l'augurio che il problema delle malattie polmonari e della mortalità per tubercolosi delle razze di colore, oggi appena impostato, sia compiutamente studiato, per la sua alta importanza lllilita re, politica, sociale ed economica. RIASSUNTO. È nota. da tempo la granuissima predisposizione che a lla. tubercolosi e alle malattie polmonari in gener~ hanno le razze di colore rispetto alle razze e uropee. La grande guerra, confermando quC'sta tris t o ve rità, ci ha offerto un'occasione unica per studiare la recettività re lativa di alcune razze alla tubC'r Ct· !os i, a parità di condizioni e cioè su individui quasi tutti d PJla stessa e·tà e viventi ne lle stesse condizioni ambientali e biologiche (alloggio, vestiario, nutrimento, ccc.). L 'autore, constatato che, nonostante la grande importanza scientifica, milit&re, politica e sociale d el grave problema, le ricerche sulla tubei'COlosi nelle mzze di colore sono state limitate al campo profilatti.co de lla ,·accinazione, senza integrarle con quelle fond~:~.mentati riguarda,nti la predispo!<izione sulla base dei dati antropologici e costituzionalistici, ha c reduto opport uno studiare una. cent uria di ascari eritrei degenti nell'Ospeclalo militare di Tdpoli, ove da anni e aru1i si ve rifica. una grande mortalità pe r tubercolosi fra le t1·uppe di colore, rendendosi vane le più sollecite e persistenti cure. Sorvolando sui caratteri antropologici qualitativi, che pure hanno mostrato particolarità d egne di nota. come la frequente pr0sem:a di un'eminenza bregrnatica a forma di lofo nella testa, i toni più chiari d ella p elle accompagnati sposso dalla presenza di macchie acromiche specialmente ne lla rcgion" naso-sottorbitaria, e la maggior pelosità; certamente risultati più importanti e più concn?ti si sono ottenuti dai dati metrici, qui ria.ssunt.i. L>.\ statura ha mostrato un'eccedenza di circa cm. .j. (cm. 172 contro cm. 168). Anche la lunghezza degli arti inferiori, rispetto alla lunght-7R.t\ d el busto, è risultata eccedente con indici di macroschelit~ e di ipermacroscheHa sup0riori talvolta. a 100. In contrapposto, grandissima si è rivelata la d e ficienza d e l peso (media 47, 15) co a valori di microbaria. che oltrepassano, rispetto al sis tema di normalità dell'A., in media 12 chilogrammi. Di non piccolo valore diagnostico e costituzionalistico sono apparsi i dati relativi a~ torace, non tanto per quel che ne dice la media d~i valori assoluti d el perimetro (inferiori di circa un centimetro a quella d ei normali), quanto per quol ch13 se no deduce dal rapporto perimetro toracico-statura o indice cirtometrico (che ha mostrato una deficienza di tre unità) e, anche per quanto se ne può inferire d~\ll'indice toracico trasverso anto ro-pos te riore , il quale, coi suoi alti valori h a messo in evidenza un grave appiattimento d el torace. Di importanza clinica si è pure mostrato ne i detti ammalati l'i ndice respiratorio, dato dall'escursione toracica. Questa, che è ridotta. noi polmonari a tre cen~imetri, assume valori piccolissimi (cm. 1,7) nei tubercolotici: come d'altronde la.s~:nay~ preve~ore l.a minor espansivittì. d el polmone in quest-i ultimi. per le not" l estom mfìltrattvo e distruttive.
TAVOLA
1.- Tnbcroolotlco e.biRslno del Oogglam. Anni 23 - Statura om. t ll6- Poso kg. •6 - Pe·
rlDtetro toraoieo cm. 77. i3cnfooofnlo - Maoobie !ICromlcbe o.lla regione no.soeottorbitnle.
J.
2
s
2 o 3 A). - Sano abissino, normale.
B). - Pol mooe.re abissino del Oogglam. Anni 20 - Statura cm. 177,6 - Peso kg. 40,8 - Perimetro toroolco cm. 77.
.~o E 3
TAvor.A m.
~
Polmouoro abissino di Lasta. Anni so - l:ltatnm cm. t~U - l'oso kg. ua - Porlmctro torocloo cm. 80,:;.
Polmone.re ablulno del Tigrol. Anni 37 - Statura om. 167,6 - l'c"" kg. 48 - Perimetro to· rooloo ow. 112.
T AVOLA
Polmonare abl881no <tol Oogglam. Anni ~2 - Statura cm. 11>11 - Peso kg. 48 • Perimetro toraoloo om. 79.
Sano abl.saillo del Gogglam.
IV.
Anni 21 - Stotur& 168,5- Poso kg. 51,6 - Pertme· tro toraoloo om. 79,6.
Pene obliquo.
TAVOLA V.
---------------- ------.--
Po.lmODill'tl libico di Tarbuna Annl 20- Staturaom.l70- Peso kg. 60- Perimetro toraclco o m. 85I pertrloosl an e anche o al glutei.
Sano llbloo del GariiUI <originario del SudiUI) Anni sO - Statura om. 186,5 - Peso kg. 80 - Per.lmotro toracloo om. ~
ISTITUTO DI ANTROPOLOGIA DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA Direttort• : Prof. Sen01o SERCl
LE FIGURE TATTILI DELLE DITA DELLA MANO E DELLE REGIONI PLANTARI NEI TEBU DI CUFRA Prof. Arturo Sabatlnl, primo capitano medico, assietente
Nello studio iniziato sulle popolazioni dello oasi di Gialo e di C11fra, veri e propri gruppi et.nici rlello s..:onfinato cleserto, ho compreso nell'inda gine anche la morfologia d~>ll e impronte cligito-pnlmari e plantari, per una, più completa conoscenza dei loro carattrri antropologici (l}. La ricerca dat.tiloscopica S"tl qnei gruppi umani non mira soltnnto acl indagare differenze e va,rietà morfologicho in rapporto a diJl'erenze e varietà. funzionali, ma se il rilievo cutaneo per spN:iali decorsi, elle lo allontalliiuo dalla comune e nota morfologia o per il ripetersi di determinate forme, costantemente dominanti, può essete consifterato anche quale caratte>re distintivo di gruppi di popolazione o per lo meno <lell(\ razze fondamenta li. I .a linea papilla.re, che s'inizia. nei primordi d(•lla. vita fetale, nel s uo graduale processo forma tivo, si completa fi110 acl a~;stunere forme e funzioni complesse ai fini della sensibilità tnttilc, che sono fra le più squisite della vita di rcla.ziouc. In nessun periono della vita anclte qttando i fenonwni della senilità incidono profondamente sul nostro organismo, essa è s nse<.>ttibile di variazioni. Un carattere di co1'l sicnra stabilità rientra nella somrnn. delle caratteristiche costanti, che S<' hanno valore per il ricou oscimento della personalità individuale possono acquistarne uuo ancora più vasto ai fini razia.l i, anche in rapporto a processi e'\·oluti vi. Non è mai superfluo ripetere che aJlo stu1lio cldle impronto gli studiosi italiani dettero in ogni epoca ed in ogni campo il loro eontribut.o, sovente d imenticati dalla lettNatum straniera. Sin dal 1687 il rjlievo cutaneo fu per la prima volta acquisito al patrimonio scientifico per opera di un grande I taliano, il Malpighi, elle vide questa piccola particolarità anatomica e ne descrisse mirabilmente il decorso; solo dopo un secolo e mezzo il Purkinje ne d ava una precisa classificazione. Ma furono ancora due nomi italiani il M.orselli e H Tamburini che nel 1875, per primi, portarono la loro Oili!l>.rvazion e dal campo della. anatomia normale e compara.ta in quello della, patolog ia a cui segui la scuola dell'Ottolengbi. In ogni epoca noi demmo il nost.ro contrihuto ad 11n tale problema scientifico specie nel campo della sua applicazione pratica, attra vN·so rigorose c numeroso r icerche, basate snl materiale più ya.rio. ( 1 ) 8.ABATL''l A. - Le popolazio ni delle oasi di Oiulo e di Cu!ra. • Oioru. di :\Jedlc. ~Hl . •,
Fuo. X II, 1933, Roma.
LE FIGURE TATTUI DELLE DITA DELL A loiASO ECO.
Tre vasti campi presenta a.Ua indagine scientifica quel caratteristico comportamento ~he assume la linea. papillare, nelle zone particolarmente destinate alla funzione tattile: una serie di rilievi epidermici, circoscritti in determinate regioni auat.omiche, daJla direzione e dalle curve più varie, pur cons<•rva ndo non soltanto speciali caratteri differenziali, ma anche fondmnentaJ i orientamenti. Il campo di cui più facile fn la conquista. è stato certamente quello della sicura stabilità della linea papillare sulle eminenze ta.ttili digitali, dopo le prime osserv:u~ioni dcl H erschell, che in 28 a.nni vi<le immutata l'impronta dPl proprio indice, e le classiche ricerche del Galton che culminarono nella arquisizione sicw·a dell'impronta digitale-palmare ai fini della identificazione personale. <c Nel corso di 100.000 anni non si incontra.no uomini che sulle dieci dita mostrino proprio le stesse figure » afferma il R eche (1926). Il campo puramente antropologico cioè morf()-fìsio-psiMlogico impostato daU'Alix., e da. nn altro grande italiano, il Morselli, rimane ancora in parte inesplorato, poichò s<> il riliev-o cutaneo è stato p1·ofonrlamente Rtudiato, nel suo sviluppo embriologico e nélla sua costituzione anatomica, !imitandomi a ciitn.re solo i recenti lavori della Bonnevie (l) sulla embriologia dei rilievi cutanei e dello Scllacuble (2), stilla origine e significato del delta (triradio), rimane ancorn, l'indagine sulle finalità funzionali delle varie forme, indubbiamente legate a. specifiche funzioni di senso. Se la evoluzione del rilievo è in relazione allo sviluppo della SP.usibilità tattile, la frequenza di una data figura occorre metterla in rapporto a detet·minate funzioni specifiche da. noi ancora ignorate. Nello ricerche eseguite sn soggetti normali italiani (3) come su soggetti anorma.li itnliaui e stra.nieri (4 ), mentre sono in corso ricerche in ambiente che forse meglio spirgher:\ il valore ùi determinate forme, ho già messo iu evidenza l'enorme frequenza. della figura ad ansa, figura dominante nella morfologia del rilie•:o. Ma un terzo campo offre l'impronta alla osservazione dello studio'\o: <c q1tando essa 1r,elle sue varianti pre.~ent(t determinate f<Wme ohe hanno una predominante frequenza i·r~ grltppi d'ind:ividui può assurgere a carattere raziale, come del resto viene rilet1ato per tùtri caraUeri nwrfologi.c i... se la e·voluzione morfologica del1·ilievo è irulu;bbiamente legata ad 1tno sviluppo della sensibilità tattile in rappo-rto a specifiche fwnzinni di senso, la costante fre.J1tenza di una data fig~tra in determinati gntppi etni&i può assurgere a carattere specifico fisiologù~o di razza o per lo m eno (li determinate popolazioni ,, (3). Nel sistema dei rilievi cntau·ei per la morfologia delle razze (l) Bn:o;JWJF. K. - RecherchM no1u:clles snr tu rles.~ill.$ papiUai·r u des dol.gts hunwins. • B oli. de lo Soc. d'Etude d os Forl)leS Hurnalnes •, n. 3-4 A. 7, Parigi 1929. (2) &:HAIWBL& J. - Die fo:tr.tslmnQ d er palnlaren digilalen Trira.dittl. • Zelteobr!Ct fu Morpbol.nnù Antluopol. •, Vol. 31°, Fase. 3°, 1033. (3) ::>MJ.\TI:-11 A. - Lr• Jr e-<J"S Ma rklle /lg.ue taltiU s~&i 11?lp(IStrem d~lk dita clella mano. • Arqulvo ùa Ropartlcào de Alltrovologla Orhn, ecc. •, Vol. 1•, F'asc. 3•, 1931. P orto. S ABATT:>II. - I riliet>i cular.ei cleUa r euio•le plantare. • Rlv. d1 Alltrop. •, Vol. XXIX, Ro· ma 1931. SABATINl A. - Jfal{)ri mortomctrici e /IQure eatliUdellareuimleplantare. • Rlv. d1 Antrop., Vol. XXIX, Homa 1931. (4) SA8ATINI A. - LUCIFERO F. - Le t>arietrl m.?r/olouiche d6Ue impr onte diDUali lUi de· Unq.u.>lti minorenni. A tti della Soc. Ital. per H Progrell$0 delle 8oicn~e. Ottobre l!l32, Roma. I ùom· - Le impront& digitali in soguslti normali e an:Jrmali. • Hl vista di DirJtto Penitenziario ' • 11. 5, 'Rotua. 1933.
LE J'IGURE TATl'ILI DELLE DITA DELLA MANO ECC.
551
umane c'è ancora un largo campo degno di un lavoro sistematioo. «Se si raccolgono ,t utti i ri-sultati ottenuti dallo Rtud·io delle figure cutanee sulla palma e suUa pianta, risultmw, nonostante ·ttna grande varietà in-dividuale, ài.flerenze et ~~ichc, specialmente fra le oa.rietà che sono tra l01·o pii~ lontan~ mtche per altre ca1·atteriRtiche n, sostiPne il Martin, e il Lassila (l) nelle sue diligenti ricerche sui rilievi cutanei della pianta. del piede degli abitanti di Suomi scrive che esse completano le conoscenze antropologiche di quel popolo. Indagine questa di indubbio valore se può ess<'re riportat a alla somma dei caratteri distintivi dei vari grnppii umani, at.tmverso nna. vasta raccolta di osservazioni già, iniziate dal Palco nei libici (1917), e quelle rèèenti del Poll (2), che ha applica-to il suo mett•do di dattilograrami a t erleschi, gia,pponesi, ebrei, accomunando Aogg<>tti normali e a.normali (crinùnali), del Locard della Polizia di Lione che ha raccolt-o le impronte dei gruppi nmaui più vari, fissando già alcnni caratteri fondamentali rlistintivi dci grnppi esaminati por quanto riguarda il predominio di determinate forme, per ricordare solt:a.uto i la.vori più rec<'nti. A parte la disposizione del Governo Americano, da. poco adottata, che prescrive Ja prrsa dello improHtc pt:'r ogni soldato, formidabile materiale di studio anche a i fini rnzia!i; la Direzione Generale di Sa nità Militare studiò, antecedentemente alla prNlctta disposizione americana, la possibilità di applicare tale norma all<1 nostre reclute, a.Uo scopo di fornire anche la possibilità per un casf'?Jla.rio nazionale ai fini dell'i.dentificaziono personale. Nelle no.stt·e colonie, Tripolitan:ia e Cirenaica, esistono già cas<>llari giudiziarii pt'lr la raccolta e la classificazioni', ad opHra della Scuola di Polizia Scient ifica di Roma, per gli indigeni comtmqne fermati (3). Per la regione pian tare, la cui bibliografia è scarsa di fronte a quella delle figure tattili digitali, per la mancanza di applicazione pratica, si hanno gli studi del Wilder sui bianchi e i neri d'America, Schlaghinhauien sugli indiani ed euro1JCi dell'Europa centrale, J;oth sui polacchi, Hasche sni giapponesi e gli aimo, Schno e Mikami sui cinesi, Lassila sugli abitanti di Suomi e le mie ricerche sugli italiani. Materiale già veramente notevol~ che potrebbe dare un deciso contributo ai fini r aziali se esso f~>sse raccoUo e coordinato attraverso una classificazione unica fondamentale. n metodo del Poli, che illustrerò in un prossixno lavoro, mira a questo scopo; metodo basato nelle forme fonda,mentali raccolte in nn dattilogramma di facile comprensione, che mette in evidenza il loro vario com portamento.
Il materiale raccolto finora rigutarda solo un gruppo di 104 Tebu di Cufra, gruppo esiguo ma. perfettamente omogeneo dal punto di villta (l) LAS.<~rLA V. - 1929. Anlh~o-pol<>{li.scht Unlt~suchunuen ùbt~ dit Fo~m unà 00. Lti8tenr elie/ ecc., c Annalcs Aooadcmlae Sclentlo.rum Fe nicac •. Sor. A. T. XXXI, Helsinki. (2) POLL II. - SeUen Mensc:hen - • Vcrll&ndlugcn der .Anatomì80bcn Gesel.lscaft • o.prlle 1!128 Frnnooforto. Vrncaow H. - PoLT. H. - Das Manua~ ot.ler die Verteilt•nq der Fin:oerleistenmster bei ~e~schiettenen RaSBen. c Verbandlungon der Gcs.ellsoll&ft fùr Pblsysobe A.ntllrovologle •· Vol. V.
anno 1931.
(3) SoRRI'l s-ruw U. - lstitu:wne deLsen>iziQ di seanalatMII.I.o e di itùnH/iCcui())W! (!l Cirenaica e in 7'ri'J)(Jl.Uan!a. • BoUot. deliA Souola 9uper dl Poi.•. Faso. 19, Rol:M 1019.
552
LE FIGURE T ATTILI DELLE DITA DELLA MANO ,ECC.
raziale: per ogni individuo sono prese le impronte sia digito-palmari che plautari. La presa di impronte plant.a.ri delle popolazioni del Sahara composta in genere di camminatori del deserto, presenta il grave incon veniente che la predetta regione è coperta di caUm;ità e spaecatUl'e, le quali altera.no la
fisionomia del rilievo cutaneo non semprc quindi facilmente identifica.bile e classificabile. La. ra<leoltà prosegue non soltanto per i Tebu, ma anche per gli altri gruppi di popolazioui che hanno stabile dimora nelle oasi di Gialo e di Cufra, utilizzando specialmei'te i bambini le cui regioni digito-palmari e plantari si presentano in condiziouj miglior·i. Il metodo per la presa d(•Jle impro11te è quello da. me adottato in precedenti ricerche, fondamentalntente usato iu Italia ai fini della Polizia Giudiziaria. La speciale tavoletta di legno, ricoperta di huniera di zinco è di facile uso per tutte e due le regioni; la })resa delle impronte in ogni modo non presenta alcuna difficoltà col metodo predet.to (l). Come ho potuto dimostrare al r<>ccnte Congresso di ~Iedkina Legale in R.omn. il metodo usnto in Italia. è finora. il migliore. Le 1ùterio1'i modificazioni, o innovazioni, non rispondono allo scopo: il IDAtodo vantato per es. dallo Schott-Fisclrer (2), att.1·avrrso la documentazione da. me for-
nita all'esposillione del vredetto Congresso ha. dimostrato come l'impronta dopo solo ~re anni sottopo~ta a.Ha luce, per quanto in ambiente chiuso, si è sbiadita a tal ptmt.o da non prrmettere non soltanto il riconoscinlen.to del rilievo cutaneo, ma neppure la regione ana.tomica. La classificazione è fotlrlata sui quattro tipi fondamentali <U figure: archi o figure adelta, ansa o figura monodelta, figura chiusa o bidelta, figura composta (3), che oltre a seguire il prreorso evolutivo del riliHo, nelle zone più specifica.ment.o destinate Hlht sensibilità tattilc, segna limiti precisi fr·a una forma e l'altra. Nella. tabella che segue sono riport::rti i dati ottenuti dalla classificazione dello impronte digitali (complessivamente 1040) dei 104 Tebu esaminati. Premetto che in essi non ho osser vato forme cbo si allontanano dalla comune c nota morfologia delle figure tattili, nè speciali decorsi che possono indtu-re a pensare a stadi primitivi dell'andamento del rilievo, o comunque ad un arresto del processo evolutivo di esso. Dall'arco all'ansa radiale, alla figura composta, tipi notoriamente di scarsa frequenza; dall'ansa ulua.rc, St>mpre domiwmte, alla figura. chiusa, i tipi fondamentali sono largamente rappresent{:lti, variamente distribuiti sulle eminenze tattili digitali. Il rlclta (triradio) di cui si occupa largamente lo Schaeuble n<'l Ruo recente lavoro, ed a cui alcuni autori dànuo un vero e proprio significato filogenetico, delimita l'ansa nel suo lat·o tùuare o radiale, o present<;) in ambedue i lati, circoscrive la fìgura chiusa e quella composta. (l) SA.BABINI A. - Op. c. (2) SABATI N"{ A. - Su di un mrovo metodo di1)resa delle imf)'ronte pa.lmari e piantar<. •· Rlv18ta di Antrop. •. Vol. XXVIII, Roma I OZB . SABATINI A. - Il t:alore d.tlm.etmlo cìdoltato ir~ Italia 11tr la presa delle impronte palmarit
e plantari •. Congresso di Medie. Legai<' Giuguo 19:13 Roma . (8) S A.BAT!Nl A. - Op. c.
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In ambo le mani il predominio è dato dalla. tipica.lì~nra Ad ansa. uluare, con la frrquenza minima nota dall'ansa. radiale; segue la fig'ttra cbiusa, e poi la figura composta in rroporzioni iuferior" all'arco, espressione prinùtiva della sensibilità tattile. Tale anòamer!to del l'ilievo cutaneo, nel suo decorsu più semplice, si prC'senta in prupor:doni notevolmente superiore rispetto ai gruppi da me flnora esaminati, una nùnore frequenza presenta invec~ la figura chiusa. Complessivamente an.che applicando il da.ttilogramma del Poll, il maggior munero di Tcbu, presenta quale espressione morfologica dominante della fwnsibilità tattih~ la .figura ad ansa. Be si esaminano singolarmente sia la ma.no destra che la sinistra. non s i hanno rilievi degni di nota. per uno studio a finalità raziaJ.i, piccole divergenze che in ogni modo non possono. asstlrg(lre a speciali earatteristiclse. P er quanto riguarda la frequenza. e hL distribuzione delle varie forme nelle singole dita: l'indice, anche nei Tebu, pre.'!enta la maggiore varietà di figure, che occorre mettere in rapporto alla sua pit't spiccata funzione motoria ai fini tattili. Sull'anular-e e sul mignolo si ha a~senza complet-a di ansn radiali come sul pollice sinistro, a vantaggio qual'!i esclusivo della ansa uluare cbc, nel mignolo raggiunge proporzioni altissime rispetto alle altre figure. Sul medio d estro e sul mignolo sinistro non si hanno figure composte. S-
Gio'Miale cti medicina m.ilitan.
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LE FIGURE TATTILI DEI.LB DIT.o\ DELLA MANO ECO.
Pa rticolari:à queste di sca.rso Yalore, per ora, in rapporto all'esiguo numero <>:>a n una to. • L'esnmc òdle liJWe papilla.ri esistenti sulla r<>gione piantare dei Tf'bu e specialmente f·mlla n·gionc mctat.arsale, <;] Ic olt re alla sua funzione locomotricE: h a. anche que-lla specificatamente tattiie, non consente la identificazione, e quindi una sicura classifica.zioue, di tutte le forme esistenti n ei soggdti t>saminati, a.i fini di tma elaborllzione statistica, per le sne alterate conci izioHi. Le pred ette impronte pcrnwt.tono in ogni modo precise osservazioni e sicure a.ffcnnar.io!li per quanto riguarcla l'antropologia, dci rilievi cutanei pl:mtari dei Tcbu. • Ndht n~gi one del tnltone def!lro in un Tcbu di 14 anni (Barka figlio di Arami c di Duan del gruppo T1.'1h~mfi, sch(•da, n. 41) ho osserva-to quella ra.r a >ariC'tà morfoll1gica , c• l'a nsa <11'1 tallone» che Yà ad aggiungersi a quei pochi casi ril)Ot'tati tinora dal Fcr~, dllllo Schbginhaufeu, dal Lotb, tlal Lassila. c rla me sugli i l ali ani, eh<• ebbi ad ossenare il primo caso finora dPlla. bilateralità del <t sinns rh:l caZ..a!Jliu" (1). Il Wilder affcrrna che cf!so nou com pare mai nei :i\'fa.ya e nd nrgri d'A nwrita, nò è sta.to mai osservato (i;t l Ki1ld nei suoi stud i Rui riliPvi dc·Ua r1•gione piantare s.u sogg~tti a.nglo~assoni. Figura ccceziunaluH·nte ossenata, cl1e è assurta. perfino a carattl're razialc per la f:.na gran(kzza. e per la sua dir<:zione e che occorre inVt>CC cireosci'i ve l'e n d la sua più prt•(:it:a posizione di elC'mento re11i1l uale ch•lla fltn:6ioue t.a.ttile. Forma, rnc1inwntalc fla mc rit.t'nuta com(~ sta.ceata, isolata, p('r imponderabili fattori <•volut.ivi, quando hanno avuto luogo le ulteriori riduzioni in lince oblique e trasverse della n •gioue piantare. L'ansa della volta piantare, figura n on frcqu(•nte ndla predetta. regione, osservata com vi essi vamcnte in diC'ci impronte si prescnta.va. bilaterale in 4 Tebu; negli italiani normali da m e studiati fu notata in 68 impront~"', bilaterale in 21 soggpf.t.i \1 ). Tale fìgum già, messa, in evid(.>nzn dal Loth e dallo Scblaginhaufrn, sovente bilaterale, sempre in prossh.nità della. base nel 5° mctataraale, priva del car:1 t.teristica delta, col verti c<> sull'orlo lfttera le ed i m mi Yt'rso il ln.to nwdiale, ha. sede sul cuscinetto fì.btùare, Chl' occorre considemre come il prolungamento della parte distale del piede, allungatosi per la. s11~1 funzione di sostt gno e locomor.ione in rapporto alla posizione eretta ·dell'uomo, continuazione quindi rl(•lle cmin.<'nze tattili della r<>gione mHatMl'>ale cosi ricc·a. di ligure. L 'ansa trovasi qnindi in una zona di transizione della regione piantare, sospinta. dirt'i quasi verso i limiti estremi rli una regione cosi ricca di fìgur<> e con funzioni spiccatamente t attili. L'arro plnntare, caratteristica evolutiva del piede amano per le funzioni locomotrici della posizione eretta., particolarità anatomica a cui alctmi autori danno un vero c proprio significato raziale, pr{'senta tutt~> le Yariazioni morfologiclw note, con i diametri trasversi sempre note\·olmente inferiori a quelli della regione m<>ta.tarsale e sove.nte anche a quelli del ca.lca.gno, a conferma dello Rvilnppo della volta piantare, e del suo processo evoluti v o. O l SABATI:>! - A. Le trqure ad anc&a deUa r e(Jione pla.ntare ci-el calca(Jllo. • Rlv. di Antrop. ·~ Vol. XX\111, Roma 1928. .
LE FIGURE 'l'A'ITIU DJ<;l, LE DITA DEtl.A JIL\~0 ECC.
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L a. regione mctatarsnh• nella sua posizione piantare, in limiti anato-
mid ben definiti, presenta nei Tehu, pm attraYrrso le nlterazioni segnalate, tntte le varietà delle figure fonda mentali, chl' han.un l;f•de Alllll' PminE>nze tatt.ili e variano di ntmwro col variare di E:ssi. Xei casi di sicma idc>nt itìcazioue l 'ansa (, sempre largn meute mppr<'sentnta . col pr(•clominio dell'ansa distale, cio~ aperta, in alto, mentre S(:arsamente freq11 cnt e è l'ansa tibiale ed in un solo caso bo os1wrvato l 'ansa, prossjmale, cioè apPrta in
ha l-ISO. Notevole frequeur.a di figure chiuse sia a :spirale che concentriche, e di figure composte, r appresentate sempre dall'ansa che s'accavalla. Non ho osservn.to archi, fatto questo di dttbhio valore sia vcr la. scarsezza dei casi eAanùnati, sia pet·chè è il decorso più f acilm<'ntc sus<:ettibile di alterazioni e quinòi eli classificazione. E sso er a in vece vrc·sente sulla eminenza dell'ali uce, l'unica regione delle dita del piede in cui il disegno t.attile non ha subito processi ridutt.iYi. Ciò convalida lft sc~trsa sicurezza dell'assenza dell'arco s tilla regione metatarsale. SulH'allnce nom ina l 'ansa tibiale (ansa ulnare dalle dita della. mano), scarsamente rapprest'nta.t e E'l'ano gli altri tipi di figura. Nella regione mc~tat:usa le le figure ,·arinno da un a. a. quat.tro, la maggior frequenza è da t a da due figure, gener almente sulla. prima e sulla terza eminenza t attile, proba bilmE.>nte in r apporto alla maggiore o minore f usione di esse. I Tebtl, fra le popolazioni del Sahara finora no t~ anch e nel campo della morfologia d<~i rilievi cutanei delle dita della mano, come ùclle re-
gioni pla.nta.ri, presentano tntti i caratteri evolntivi di una unità etnica dalla millE>na.ria origine che si st.accn dalle al trf' popolazioni africane. Quale sia la precisa posizione antropologica. dci Tebu rispetto ad altri popoli, e di ctù si hanno dati sicuri, sarà prossimamente dimostmta con i dattilogrammi del Poll, per quanto riguarda il comportamento dei rilievi <:ntanei con specifiche funzioni tattili.
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OSPÈDALE )1ILIT.-\.RE DI VERONA Dirot.toro: t eneuto colonnello metlico V. AccoRIN'l.'I
DELLA NECESSITÀ DELL'INDAGINE RADIO LOGICA NELLE NEVRALGIE DEL TRIGEMINO Dott. Guido Vita, capitano medico, ùil'e ttore del ga-binet to odontoiatrico
Ritengo interessante l'illustra.zione del seguente caso caduto sotto la mia osservazione non tanto per la sua r arità, qua nto perchè costituisce per sè stesso la dimostra-zione ampia e compl-e ta della necessità di una indagine radiografica ogni qualvolta ci accade di trovarci davanti ad un caso di nevra lgia facciale: tale indagine può portare subito il diagnost.a, ad un esatto accertamento della forma morbosa e dirigerlo alla giusta terapia risparmiando al paziente fors'anco numerosi anni di sofferenze gravi e penose ben spesso intollerabili. Richia mo a solo titolo di ricordo e per meglio chiarire l'importanza di una pronta indagine radiologica per l'ammissione o l'esclusione almeno d'una delle cause dell'affezione, qualche nota patologica relat ivamente a questa entità morbosa che confusa per molto t empo fra le più svariate affezioni della facci a solo nel secolo xvm assunse l'importa nza di entità clinica a sè per merito · specie del Forthergill, tanto da assumerne anche il nome. Successivamente molti altri autori (Magendie, Longet, Olaude Berm11rd, Sicard, Lovy) si a.ccinsero a studi minuziosi allo scopo di determinarne l'anatomia patologica e la patogenesi invero ancora oggi avvolte nel buio. La nevralgia del trigemino, o prosalgia è una entità morb<?Sa basata ess~nzialmente sul fenomeno dolore: essa è la r eazione dolorosa conseguente a uno stimolo irritativo-sensitivo del trigemino in uno qualu.nqu~ dei suoi segmenti dalla sua origine bulbare alle ultime terminazioni. Gli autori classici l'hanno divisa in grande e piccola nevralgia (Neuralgia quinti maior et nell.I'algia. qninti minor) o anche nevralgia essenziale e nevralgia secondaria (Sicard). La grande ne·vTalgia ehc corrisponderebbe presso a poco alla nevralgia essenziale è caratterizzata da mancanza di cause locali e dalla esistenza di una particolare costituzione. Generalmente di lunga durata., è resistente ai trattamenti terapeutici e recidiva quasi costantemente. La piccola nevralgia corrisponderebbe alla nevralgia ,s econdaria o sintomatica od è invece caratterizzata da cause quasi sempre precise e individuabili, d a spine irritative localizzabili. Essa cede generalmente alla influenza di una cura appropriata e non ha tendenza alla recidiva. Fra le cause predisponenti della nevralgia essenzi!l>le sono state indicate: l'età., il se.sso1 la costituzione, l'ere-ditarietà, le influenze climatiche; fra
DELLA ;\'ECESSLTÀ DELt;L'<DAt>l~~: RADIOLOr:Jt'.\ F.t't'.
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le cause determinanti: i raffreddamenti e alcune malatti€· generaH (sifilide, malat·ia, gotta, tubercolosi , ecc.). La nevralgia sintomatica o piccola nevralgia. comprende due nrietà: a) la centrale o sindrome ga.sseriana la quale si compone, secondo Levy che la descrisse per la prima volta, da tre ordini di fenomeni morbosi: 1o dolori spontanei a tipo nevralgico; 2o paralisi sensitivt' (' motrici; 3o disturbi tl'ofici; b) la periferica o sindrome trigemellaJ'e periferica . Le cause della prima sono costituite da tutte quelle che possono ledere il ganglio di Gasser sia direttamente (traumati~mi, tumori, ecc.) sia in<liJ·ettamente per cause morbigene iniziantisi in uno qualunque degli 01·gani che circondano il ganglio (meningi, rocca petrosa, vasi del seno ca vernol!o) . Le cause della seconda riposano nelle aJrczioni morbose dei seni (sinusiti mascellari, frontali, etmoidali); dell'orecchio (otiti, mastoiditi, corpi estranei); del naso (corizza, ozetw, poli}1i ecc.); degli occhi (iriti, iridocicliti, glaucomi ecc.); dei denti (pulpiti, carie penetranti disodontiasi, odontomi, calcificazioni intrapulJ)a.r i, ritPnzioni dentarie, {>CC.) Le ricerche di anatomia patologica della nevralgia del trigemino datano da quando fu int.rodotta nella terapia dell(' nevra.lgie la pratica delle escissioni di parti del nervo dolente e la asportazione. del ganglio di Gass<'r . .Antniormente era muta. Nella m aggior parte dei casi le ricerche anatomo-patologiche furono lH' ga tive; in a.lcuni casi i gangli asportati present.avano sclerosi interstiziale e altera.zione degenerativa; jn altri i Sf'gmenti nervosi asportati mostravano una n eut·ite interstizia.le. Però, poichè si tra.tta sempre di pezzi raccolti durante le operazioni, è difficile stabilire se le lesioni ganglionari rilevate debbano ess!"re ritenute primitive ovvero secondarie; se cioè il ganglio debba ritenersi pl'imitivamente interessato o se le altl.'razioni osservate debbano attribuirsi a neuriti periferiche. Anatomia patologica. -
f:iintornatologia. - Il sintoma principale e necessario della nevralgia essenziale, è il dolore. L' accesso doloroso insorge improvvisamente e repf'nt.inamente talvolta senza cause apprezzabili , tal'altra provocata da uno stimolo qualunque (un contatto minimo, la masticazione, un movimen to qualunque delle mascelle, il soffiar si il naso, il pettinarsi, lo starnuto, la tosse). La crisi dolorosa si presenta SQtto due vaTiel à: una a lgica semplici>, l'altra accompagna.ta da. spasmi della faccia (tic doloroso). Il clolore h:t carattere discontinuo, paJ·ossiRtico lancinante, lacf'rante, folgorante; raggiunge spesso intensità appt>na tollerabili, è unilatt:rale, p1·e,nde una o due o tutte e t.rc le branche del trigcmino e solitamt•nte è accompagnflto da distmbi vasomotol'i (ipf>remia cutanea e raramente ischcmia) 1 secretori (lacrima.zione 1 rinorrea 1 scialorrea ) 1 trofici (erpes labiale, zona oftalmica., ·caduta di pt•li e di capelli). L'accesso può pr~·seutarsi più volte al giorno, a distanza di settimane, di mesi; generalmente cc>ssa, bruscamente.
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DEI..L.'\ NECESSITÀ DELt.'lNDA.GlNE RADfOLOOICA. ECC.
Nella. piccola nevralgia il dolore è continuo, sordo, permanente,
con esa.cerbazioni iutermittenti. La pressione nei punti d'emergenza del trigemino rivela una iperestesia viva e permanente. Nelle nevralgie secondarie ad affezioni del naso o dei seni, nelle affezioni dell'occhio e dell'orecchio il dolore ha carattere pressochè uniforme, sensazione continua penosa, sorda delle rispettive zone dolorose corrispondenti della faccia con esacerbazioni intermittenti. Nelle nevralgie da ca.rie dentari't> il dolore è riferito prima al dente cariato, può in seguito diffondersi lungo il ramo nervoso che corrisponde all'a.lveolo e anche ai rami prossimiori. Accanto alla nevralgia essenziale e alla secondaria, Sicard ha post·o uno stato speciale che ha chiamato nevralgismo facciale nel quale rientrano le prosa.lgie cosi dette simpatiche i cui segni si manifestano con edemi e disturbi vasomotori. Il punto di partenza del fenomeno doloroso è indeterminato; il dolore si estende a regioni che sono fuori del territorio d'innervazione del trigemino (collo, nuca, spalle), esso si accentua più in seguito a stimoli superficiali, che in seguito a stimoli profondi. A questa categoria appartiene la forma di Sluder o nevralgia del ganglio sfeno-palatino. CASo CLINICO. - 1° capitano in S. P. E. sig. A. S.: Anamnesi: Padre morto per emorra.ggia cerebrale. Madre e una. sorella viventi e sane. Nell'infanzia scarlattina. Nega. lue. Non ha sofferto di m&.laria. 'Nel febbraio 1916 a.JUil'\alò di nevralgia del trigemino sinistro che si accentuò in seguito. Successivamente, ad intervalli irregolari, sofferse di accessi nevralgici di varia intensità. Durante la ritirata. di Caporetto avrebbe sofferto di dolori articolari. Nel 1920 riportò, per caduta. da. una. motocicletta., la frattura della clavicola destra.. Nel maggio dolio stesso anno, per infortunio automobilistico riportò la frattura delle ossa nasa.li e la. contusione della colonna lombare. Dal novembre 1932 gli accessi nev-ralgici alla metà sinistra. della. faccia sono aumen. ta.ti per intensità e fr~quenza. Stato attuale: Accusa senso di pena profonda, con esacerbazione pa.rossi· stica. e di violen:r-a. estrema alla. metà. sinistra. del capo, fronte, pa.II,Jebre superiori, radice del naso, fossa canina, il dolore è accompagnato da. secreZJone nasale, la· crimazione, scialorrea e dist1nbi vasomotori: esso insorge numerose volte nella giornata e sarebbe influenw.to dalle perturbazioni atmosferiche, specie dal freddo. Dopo l'a<:ees.~o permane una. dolenzia profonda, continua. a.Ua. emifaccia. sinistra e più specialmente alla. fossa. canina. Ha. praticato svariate cure senza. notevole giova.ment.o. Esame obiettivo: Soggetto di robusta. costituzione organica., ben nutrito e sanguifìca.to. Lingua patinosa con patina. n era.st.ra a.l centro. All'esame dell'apparato re.~pira.torio; fatti catarrali diffusi. Apparato cardiovascolare: cuore n ei limiti; toni normali per timbro e frequenza, intercalati da. qualche extra.-sistole . Polso valido e r itmico; pressione a rteriosa a.l Pachon Mx 130; llln 70. Nega· tivo l'esame degli organi addominali. Rinoscopia: Lieve d eflessione 'del setto nasale a sinistra; modica ipertrofia. dei turbinati infe riori. Pcrviet!\ nasale ben conservata. a. destra, in lieve grado ridotta. a sinistra. Nulla di part icolare importanza. per i seni; esame radiografico d ei seni: negativo. Otoscopia: In A. D., membrana. timpanica lievemente opaèata.; in A. S., membrana timpanica alquanto opacata, retra.tta per esiti catarrali in dipen· d enza dello. ridotta p ervietà nasale sinistra. Esame ottalmoscopico: negativo. E same delle urine: abbondanti fosfati. R eazione di \\'a.ssermann: negativa. Esame neurologico generai(': non fa rile,·aN> che lievi note di ipe reccitabilità. del sistema neuro.muscola.ro. Esame locale: lie· ,·issima ipotrofia. d ei muscoli dell'ernifaccia. sinistra. Sensibilità non apprezza·
DELLA NECESSITÀ. DELL'!NDAI;L.YE RADIOLOG I CA E CC .
bilmente modifica-ta. Punto sopriWrbitario, palpebra.Je e nasale dolorosi. Nulla a carico della branca facciale, nè della branca motoria. d e l trigemino. Non si ri· scontra caduta dei capelli, del!e sopraciglia e d e lla barba. Esame Btomatologioo : = ; 7 ; 6; 5; 4 ; 3; 2; l 2; = ; 4; 5 ; ti; 7 ; 8;
l';
8 ; 7; :::: ; 5; 4; 3; 2; l
l; 2; ~l; 4; f>; = ; 7; 8;
!!_! otturato con amalgama d 'argento; !?_] incnpsulato con corona d'oro; 17 carie superficiale (2°); ~ otturato oon amalgama d'arge nto; ~ ipotro6co; 81 carie secca della superficie mastican t e ; 7j periodontitico, noteYolm<'nte oscillante; j8 otturazione in amalgama d'arg ento; f4 ottura to con amalgama d'argento. Erosione al colletto dei d enti :
4
~~4 4; 7
Sensibilità al freddo e al caldo: normale. Dolenti alla percussione
7 1..2. Nessuna alterazione d ella mucosa. Il canino
superior e sinistro manca completamente, ne è stato mai estratto; la palpazione pala.taltnente m ette in rilievo Ullla lievissima tumefazione ossea appe na apprezza. bile. La radiografia endorale mostra la inclusione d el
-11
pa.lata.lmente in s enso
orizzontale in corrispondenza degli apici radicolari d egli incisivi e pre~nolari SU · periori sinistri.
Non sarà forse discaro a qualche lettore non approfondito nella speciale materia un breve cenno sulla etiopatologia e sulla terapia delle affezioni provocate dai denti ritenuti: perciò non ritengo inopportuno premetterlo alla discussione differenziale del caso in esame. Fra le anomalie dentarie la ritenzione dei denti non è una delle più rare. Molti autori si sono occupati di questa anomalia ma non tutti sono d'accordo sulla definizione della parola « riten.zione u dentaria. Per alcuni essa consiste nella persistenza dei denti nelle ossa dei mascellari/ per cui non erompono all'epoca della loro eruzione. La ritenzione può essere totale e parziale. È totale quando nessuna parte del dente è visibile alla ispezione; è parziale quando parte del dente è rilevabile alla ispezione. P erò non sarebbe da ritenersi ritenzione totale quella nella quale il dente è in comunicazione, sia pure con un piccolissimo e strettissimo tragitto, con la cavità orale, anche se di esso nessuna parte sia visibile. Luniaschek, oltre a tutti i casi di denti normali, considera ritenuti anche quelli che vengono designati come denti sopranumerari; ed egli intende perciò per ritcnzione la persistenza di denti o formazioni dentali nei mascellari oltre il tempo della eruzione normale e rispettivamente fino al termine del periodo di dentizione. Secondo Klein un dente è ritenuto solo quando l'accrescimento della radice è compiuta. · Qualsia-si gruppo di denti è suscettibile ad essere ritenuto, ma è certo ehe più frequentemente è il terzo molare inferiore che presenta q_uesta anomalia ed è seguito immediatamente dal canino superiore ,e in ordine di frequenza dal terzo molare superiore, dell'incisivo laterale superiore,
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DJ::LLA XJ::CESSITÀ DEI.L.l:l\DAGJNE .R.ADlOLOGIC.-\ ECC.
dal bicn~;pido inferiore, dal bicuspide superiore, dal rwoondo molare inferiore, e dal canino inferiore.
Le c<mse della rit(•nzione dentale sono numerose e le principali sono le S<'gnenti: 1 o anomalie di localizzazione del germe dentario per cui il follicolo dAntario è posto lontano da.l luogo di normale fuoruscita; zo anomalie di orientamento del germe del dente, per cui questo è impedito nella sua eruzione dalle radici dei denti vicini; 30 impedimento meccanico àlla fuoruscita del dente dovuto o a mocliJ1cazioni del germe dentario o ad alterazione subita n el periodo di formazione del dente p er cause traumatiche, distrofiche, infiammatorie, ùrgcnerative, neoplastiche; 40 anomalie delle ossa dei mascellari; 5o disarmonia fra l'accrrscimento dei mascdlari e Io sviluppo dci denti; t; (ìo ~tnoma,la persisteuza dci denti temporanei; 70 presenza nel gruppo degli incisivj di denti soprauumerari (canini. L'ereditarietà ha gra.nde importanza nell'etiologia della ritenzionc, così come grande importanza si suole attribuire a.nche alle disfunzioni endocrine. l\Ia fattore essenziale è certamente l'impedimento meccanico . Recentemente D e Vecchis in uno studio sulle màlocclusioni dei canini mette in rilievo il meccanismo di el'uzione del canino il cui germe perrnauente si trov~t molto alto nell'alveolo. Esso è l'ultimo dente che erompe e per conseguenza raggiunge l'arca.t a quando i due denti prossimiori si sono defirùtivamente fissati alloro posto. Il suo volume già prima.
dell'eruzione è superiore a quello dol canino da latte e lo spazio che mancherebbe alla sua nor·ma.lc sistemazione verrebbe ad essere ceduto dal primo bicuspide permanente, a sua volta normalmente meno voluminoso del primo molaTe da latte che dovrà sostituire. Basta p erciò la precoce avulsione di quest'ultimo per portttre un restringim€'nto dell'alveolo corrispondente con la couseguoute scompaTsa di quel tan to di spazio nercssario al maggior volume del canino erompente. Cosicchè si av-rà o uno spostamento dci denti vicini o la ritenzione totale o parziale del canino. Egli dice che alle cause meccaniche della 'malocclusione dei canini bisogna aggiungere quelle di ordine biologico che, auzichè contrastnr(' con l<} prime, le complHano.
Patologia.. - I dcuti inclusi possono esst'rc tollerati senza provocare disturbi di sorta per tutta la vita. Può JHll'Ò la loro presenza n on rim<tnere ltluta. e dcterminan' disturbi locali e ge.nerali lievi o gravi, quali spostamenti dni d('nti viciui (rotazione), dolori per compressione di tronchi nervosi o per pr('Ssioni sune radici dei d€'Ìl.ti prosRimiori; periodontiti €' riassorbimento delle radici stl'RSC con const'gnente perdita dri denti colpiti. l!'inchè il dente rimane incluso, non va soggetto alle carie, ma se uu tragitt.o si forma tra esso e la, ca,.-ità orale, la carie può attaccarlo dando luogo a tutto il cortPo sintomatico rlol01·oso llella successiva pulpite. G<'rmi patogeni possono raggiung<'re Io spazio p€'ricoronalc e pro't"OCltJ'U tHHL pcricoronat·itr, che può a sua ,·olta Mml'bcaJ·si con ost<.'ite e
DELLA NE~ESSIT,Ì. DELl;l.ND.~UI~E 1!.. \DlOLOGJCA EVC.
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necrosi più o meno diffusa dl'l mascellare, sia attr~werso a nn tragitto formatosi t.ra la cavità onLlo e il dente, sia p<'r via transdcntale (polpa gangrenosa), sia per via nasale, sia infine per vja ematogt'na. Denti inclusi possono essere causa di ascessi e fiemmoni che possono raggiungere il pavimento della bocca, la ca vit.à nasale, il seno m a scellare, ecc., a seconda della ubicazione del dtmte ritenuto e complicarsi con processi osteitici, fistole cuta,nce, ncvriti, para.lii!i, df'gerwrazione cistica. I denti ritenuti possono d'altta parte erompere tardivam<'Jltc; diver si sono i casi consta.tati d 'eruzione ta.r diva.: Rogl'rS ne riporta varecchi citando fra gli altri i due ca"i di Tomes nei quali l'l'ruzion<' tardiva del canino si veriticò in uno a 32 anni, e in un altro a 45 am1i; quello ùi Preval in persona di una donna alla quale spuntò un incisivo a 65 anni; quello di Cosse che riguarda il caso dell'eruzione di un canino di un uomo di 85 anni! Io stesso ho constatatO personalmente l'eruzione del primo premola.re superiore sinistro in una signora di 33 anni, alla quale per tale ra,gione ho dovuto rimuovere un apparecchio protesico a ponte che portava da parecchi anni, e quella del canino superiore sinistro in un uomo di 55 anni portatore da diverso tempo di un apparecchio compl(•to che non aderi\a più al pa.lato a causa dell'eruzione suddetta. Sintomatologia. - Varia è la sintomatologia a seconda della varia ubicazione del dente incluso. Cefalea frontale sopraorbitaria per il canino superiore; per questo e per il terzo molare superiore si possono avere disturbi riflessi a ca.rico dell'occhio; per il terzo molare inferiore nevralgie dolorosissime a ca1·ico dell'orecchio. Hades riporta un caso in cui per l'inclusione dei canini il paziente soffriva di intensa cefalea esacerbantesi a I)Criodi incgolari alla r<>gione sopraorbitaria, notevole dimagramento, dolori reumatici alle spalle e alle gambe, disturbi tutti che scomparvero dopo l'intervento chirmgico. Giorelli cita un caso di nevrite del linguale per ritenzione del dente della saggezza inferiore. Colombet in un caso osservò la pa.ralisi del facciale destro per l'inclusione dell'So inferiore destro. Alcuni autori ha.nno anche osservato disturbi mentali provocat,i, secondo affermano, da denti ritenuti molto probabilmente in individuo cost.ituziona.lmente p1·edisposto. È stato detto che il fenomeno dolore nelle carie dentarie è localizzato dapprima al d(lonte cariato: con il processo della distruzione della polpa, il dolore sì estende a un'area più o meno ampia e diversa a seconda del dente ammalato;. può quindi propaga.rsi lungo il segmento nervoso che innerva l'alveolo e diffondersi ai rami vicini e alle altre branche del trigemino. Nell'arcata superiore il dolo1·e dei denti incisivi corrisponde alla zona f.ronto-nasale e quello dei canini e del primo premolare a.lla regione naso-labiale; quello del secondo premolare alla r<•gione tt>mporale o mltscellare; quello del primo mola.rc alla regione mascellare; c quello del St-condo e del terzo all'a.r ea mandibolare. ~ell'a.rcata. infe.riore il dolore de-i denti incisivi, ca.nini e pl'imo premoh~t·e corrisponde alla regione mentoniera; quello del secondo premola.re a una zona incerta e si riff•risce talvolta a una zona fra la roentoniera '
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DELLA NECESSLT.~ DEf.L.lXDAGINE HAD!OLOC!CA ECC.
e la ioidca.; quello del primo e secondo molare alla regione ioidea; e quello dPl terzo molare alla zona ioidea o laringea . superiore. Anatomia patologica. - Alterazioni patologiche si trovano nel tessuto osseo circostante a l dente ritenuto con zone di rarefazione. La dentina del dente incluso si decalcifica e si rammollisce. Kotanij trovò che l 'epitelio che copre la superficie dello smalto viene ad essere distrutto in molti punti e in esso si deposita il cemento. Sono sta.te notate ancbe deposizioni di vero tessuto osseo. Zuccherland, afferma però essere una. rarità. Si sono rilevati processi di riassorbimento d!ovuti all'azione del connettivo circostante. Qualche A. ha creduto di aver trovato processi cariosi cbe invece sarebbero stati, secondo altri, alterazioni di colorito d el dente: Worman sarebbe venuto alle seguenti conclusioni dopo un accurato studio iato-patologico sui denti ritenuti: l o che le infiammazioni dovute probabilmente a r eazioni per la presenza di corpi estranei o per ignote interferenze di processi di sviluppo possono distruggere localmente quei tessuti cihe sono indispensabili al normale sviluppo e all'eruzione dei denti; 2o che il contatto del tessuto connett.ivo con i tessuti calcificati può causare l'assorbimento di que~t'ultimo; 3o che l'assorbimento si verifica più facilmente quando il grado di calcificazione è molto più elevato; 40 che, rimosse le cause di 'riassorbimento l'osso può essere depositato in quegli spazi da parte di quegli stessi tessuti che furono causa dell'assorbimento; 5o che l'epitelio protegge lo smalto del dente dall'azione del tessuto connettivo durante l«> sviluppo e l'eruzione; 6o che la presenza dell'epitelio è necessaria per lo sviluppo della dentina e che nel caso che questo epitelio sia. danneggiato o distrutto la radice non può svilupparsi, o, se si sviluppa, ne risulta una radice anormale. Ozerneyei in un dente ritenuto avrebbe trovato i seguenti referti istologici: la radice del dente circondata da. tessuto infiammatorio ; gli spazi midolla.ri dell'osso, che era rimasto atta.ccato al colletto del dente e ad una parte della, radice in seguito all'estrazione, contenevano tessuto di granulazione infiltrato con cellule rotonde migratorie. La radice era completamente sviluppata e coperta di cementoi essa presentava una riparazione con cemento secondario contenente cellule incluse nella sostanza omogena in un punto nel quale vi era sta.t o un precedente riassorbimento. La polpa presentava rarefazione dello strato di odontoblasti e atrofia retioolare del tessuto. Il carattere reticola.re del tessuto era esagerato con poche cellule di polpa nei centri dei reticoli. L'atrofia ret.icolare si iniziava nello strato odontoblastico. L 'A. ritiene che il lieve danneggiamento parziale della polpa, nonostante il processo infiammatorio periradicolare prova una certa autonomia di quest'organo. P alazzi in un recente lavoro corredato da numerose microfotografie afferma che lo stndìo d'esse porta alle seguenti conclusioni: i denti inclusi pr~s(•ntano atrofia pii1 o meno estesa della. polpa. Nella zona odonto-
DELLA NEC ES.'HTÀ. DE LL' I:>OAGI:s"E ltADIOf.OG(OA ECC.
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plastica l 'atrofia è diffusa e si osservano delle zone con vacuoli sia nella zona. coronale, sia nella radicolare. Il pa.renchima fuori della linea odontoplastica è atrofico e si osservano zone di edemi in piccoli e larghi vacuoli espr~ssione di una polpa da stasi. Oltre ai suddetti fenomeni atrofici nella linea odontoplastica e nello stroma pulpare si rilevano formazioni endoteliche estese e di particolare aspetto. Diagn-o.~i. - Non sempre la diagnosi del dente ritenuto è facile come può sembr~·e a prima vista. La mancanza di un dente della serie per-
manente senza discontinuità in quelli presenti non ci autorizza a far diagnosi di dente ritenuto, chè tale mancanza, può ('SSere dovuta ad una estrazione o a un trauma avvenuto molto tempo prima e dimenticato; come può d 'altra parte essere dovuto all'assenza d el germe dentario. L a presenza di un dente temporaneo può talvolta farci pensare che sotto di esso esista il permanente incluso: t.a.l'altra la sola ispezione e la palpazione ne ha rivelato la presenza. È opportuno tenere presente che con ogni probabilità ci troviamo in presenza di un dente incluso: 1° quando osserviamo uno spostamento o una mobilità abnorme in denti senza causa apparente; 2o quando rileviamo l'apparizione inesplicabile di un ascesso o fistola. palatina. o vestibolare; 3o quando constatiamo la mancanza di adesione normale di un apparecchio di protesi; 40 quando vediamo lo sviluppo di una escrescenza buccale o vestibolare; 5o quando ci troviamo in presenza di fenomeni nevralgici con il carattere proprio delle inclusioni. Ma. l'indagine che può toglierei ogni dubbio è l 'esame radiologico, o meglio ancora. stereoscopico, il quale è di assoluta necessità per decidersi sull'intervento o meno. Essa non solo conferma o nega la. diagnosi, ma ci consente di conoscere la sede precisa del dente, se cioè è bucca.le o palatina., la posizione e l'orientamento; la grossezza, lo stato di sviluppo, l 'accrescimento della. radice e ci addita le eventuali complicanze (carie, ostoiti, cisti, ecc.) e gli eventuali ostacoli che possono fru strare il successo operatorio. Questa indagine però non è facile e non sempre può darci l'esatta riproduzione del dente ritenuto. .A questo proposito anzi voglio ricordare il caso di Quintero e Romei che dopo aver fatto numerose radiografie esterne, interne, di tra'>·erso, riuscivano ad ubiqua.re due canini inclusi mediante una radiografia eseguita applicando il tubo sulla sutura bregmatica e il film fra i denti.
T erapia. - Riferendoci alle proposte terapeutiche dei vari autori essi si possono dividere in due gruppi: quelli cbe, temendo le eventuali future complicazioni gravi a cui i denti ritenuti possono dar luogo, sono proolivi a. intervenire sistematicamente tutte le volte che si trovano in presenza. di denti inclusi anche se a sintomatologia. muta; e quelli che l'itengono doversi intervenire solo quando esistono complicazioni in atto.
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DEL l--\ XECEStiiTÀ DELL' lXl),\Gl':-<E RADIO LOGICA Ec.:t: .
Uomunque l'opera.zione è indicata in tutti i casi in cui: l o esist.e una comunica.zione o tragitto fra una cavità na.turale e d(•n1 e incluso; 2o quando il dente ritenuto è complicato con una cist.i; 3o quando il dente incluso è causa di sinusite; 40 quando esiste un'infiammazione del par adenzio; 5o quaudo il dente incluso determina il riassorbimento radicolare df•i denti vicini; 6o qna.ndo il dente incluso è causa di nevralgie. Sarà. in ogni modo sempre buon pa.rtito quello di avvisare il P . delle complicazioni che possono insorgere e consigliarlo a sottoporsi a periodiclt<l ,·isite. Naturalmente la tecnica dell'intervento cambia nei particolari a seconda del dente ritenuto e H• seconda della posizione c dell'orientamento del dente nei mascellari. Oosicchè diver sa essa sa.rà e per i denti rit<·nnt.i nel masce1lare superiore e per quelli inclusi nella mandibola.• Diversa sarà inoltre se l'operazione dovrà essere praticata per la a.vulsione di un molare o di un canino; se l'ubicazionc di esso è buccale o vestibolare; "Se la posizione è orizzontale o ve.rticaJe o se il dente è impigliato fra le radici dei denti vicini. Prima di ini?.ia.re l'opora?.ione la bocca deve essere messa nelle migliori condi?.ioni ili asepsi per quanto è noto come sia difficile ottenere un campo operativo perfettamente sterile nella cavità orale. Le incisioni debbono essere ben studiate: esse devono essere lungùe quanto è necessario per ottenere lembi muco-periostali e mettere bene iu e-videnza l'osso senza produrre inutili lacera.zioni e traumi a.i tessut.i molli. Alcuni opera.tori usano la fresa per tagliare l'osso; altri lo scalpello e il maJ>tello: aUri una pinza. ossivora; questi due ultimi mezzi sono da preferirsi alla fresa che, per il calore che produce, può danneggiare l'osso. L'asportazione di osso deve essere sufficientemente ampia: non bisogna !asciarne i margini scheggia.ti; una toletta accura.ta favorirà la guarigione della ferita che può essere chiusa a punti staccat.i, se tratta.si di un caso non hlfetto; divcrsa.mcnte è necE-ssario lasciare un drenaggio. Limit.a,ndomi ad accennare alla rimozione d~i ca.nini (trattandosi nel noRtro caso di tm canino incluso) dirò che Glahn divide il trattamento: 1o nella rimozione totale del dente per mezzo di un at.to operath·o; zo nella rimozione clcl donl e dalla sua posizione anomala a mezzo di espedienti ort;{)dontici combinat.i con int('.l'vento chirurgico; 3o nella transphmtazione. Si ricorrerà. alla a.vuJsione totale quando il dente provoca a.lterazioni patologiche nel mascella.re (cisti, nevralgie, pericementiti, ecc.) o quando si voglia applicare un dente artificiale, per correggere il difetto della linea dentaria. In qt1esto caso ci si servirà della. via vestibolare o transpa.lll!tina secondo che il dente è situa.to v(>stibolarmente o n••l palato. Incisione della grngint o fibra-mucosa palat.ina; scollamento di qut>sta con il periostio; scalpellamrnto dell'osso per mettere in evidenza il dente. Se questo si pres•'nta con la corona aggre.ìibile, rimozione in
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DELLA ~~~Ct:SSI'.CÀ D J<;LL' 1N.DAGLKE l(ADLOLOCICA :F:CC.
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toto con la pinza; cont-rariamente taglio con una frl'f;a cla trapano in dut:> del dente di cui si estraggono i frammenti. Il metodo ortodontico combinato col chirurgico è indicato: l o quando esiste nella serie dentari ~t lo Sp<lz io libero, oppure quando questo è stato procurato in seguito a trattamento ortodontico; 20 quando la posizione del dente inclttso ò tale da permettere !;~ sua discesa nel punto libero. L 'atto operativo consiste nel mettere, col metodo suaccennato, a nudo la corona del dente e nel preparare un cana.lc nell'osso attraverso il quale il dente deve scendere. Si pra.tica allora nella corona del dente un foro con una punta da trapano, vi si cementa un uncino sul qua.I B agirà la trazione dell'a1·co ortodontico, applicato nei denti del mascellare o della mandibola. Il terzo metodo Mila transplanta.zione consiste nell 'avulsione del dente che si svuota del suo contenuto pulparc e si ottnra. Si prepan~ quindi un alveolo artificiale nella sostanza O$Sea tr a.panandola senza ledere però il periostio . Snlla incolumità di quest'nlt.imo sta il succt:>sso d€1ll'operazionP. Il dente prepa;rato, come è stat.o det.to, si pone nell'alveolo artificiale e si fissa ai denti vicini. 1\'I aurel a proposito dell'avulsione chirurgica per via tra.nspalatina sconsiglia la ~ecnica abituale la qua.le consiste nel fare un taglio paJ"allelo all'asse del dente e un lembo della fibro-mncosa. palatina, e consiglia. di praticare una incisione a livello dci colletti interni dei denti; scolla qnindi la fìbro-mucosa e il periostio fino ad una linea che unisce le due estremità della incisione; trapana e I!Calpella. l'osso, estrae il dente incluso e pratica una sutura fra mucosa paJatina e mucosa vestibolare nello spazio interdentale, lasciando eventualmente un drenaggio. Afferma che mentre colla pratica abituale la ferita tarda a cicatrizzarsi oltre trenta giorni, col suo metodo la guarigione avviene in una settimana, essa deve essere minuziosa coll'osservanza di tutte le precauzioni che si usano nei casi di alta chirurgia tenendo presente che la cavità orale è una regione normalmente settica e ricordando che gli interventi sulle ossa sono sempre pieni di difficoltà specialmente là ove la corrente circolatoria è limitata, come avviene nella mandibola. DISCUSSIONE. Conosciamo la classica descrizione della nevra.lgia essenziale del trigemino. Essa è assolutamente diversa come riferisce Fothergill da.Ua nevralgia d 'origine dentaria. La crisi dolorosa della grande nevralgia è parossistica, dm·a pochi secondi, va e viene, dice C. H. Franzin, come il baleno di tm fulmine. È provocata dal masticare, dall'inghiottire, dal passeggiare, da un cont atto qualsiasi, dallo spazzolino da denti, dal lavarsi la faccia, dal farsi la barba. Si -può talvolta diagnosticare un caso di nevralgia essenziale dalle sole condizioni del viso o dei capelli del paziente il quale presenta una metà della faccia pulita e l'altra untuosa, squamosa, non r asa, mancante, in una parola, delle Ol'dina.r ie misure di igiene e pulizia. Il paziente descrive la crisi dolorosa. con numerosi predicat.i e confront.i <<di ferro
DELLA NECESSIT.%. Dt::LL'lNDAGI~E UADIOLOGICA ECC.
inca.ndescente e penetrante,,, «eli scintilla elettrica,, ecc.; ma i caratteri ess<'nzinli sono da.ti sempre dallo spasmo e dal tipo parossistioo del dolore, di cui nei periodi intervallari fra le crisi il p aziente è libero comph:tamente. Nulla di quanto è sopra. d(lscritto troviamo nel nostro P . Le crisi dolorose non hanno i caraJ.teri su ddett;i: fra una crisi e l 'altra persist e invecr 1m se.•1so eli pena alt'etnifaccia sinist·m , sorclo, profondo, continuo che ha, il 1nassimo d'intensità n.eUa fossa ca,n ina sinist·ra. ~on esistono zone di speciale sensibilità in cui lo stimolo possa provocar e un \ero e proprio accesso doloroso; non si notano spasmi, nè perdita ili peli e di capelli; l a cute si presenta assolutamente norma.l o. In una parol n quindi si può escludere una nevralgia essenziale del trigemino. E allora non ci rimane che riferirei a quelle nevralgie sintomatiche della faccia, delle qua.Jj, come è stato precedentemente accennato, si con oscono ù.uc vm·ietà: 1o la ccntra.lc o sindxome gasseriana-; zo la periferica o sindrome trigemella.re. IJa sintomatologia presentat,a daJ nostro P. non può rientrare n ella prima. varietà, S<'Condo Le\'y, CaJ'a.tterizza ta: a ) da dolori sponta-nei a. tipo nevralgico; b) da prtralisi sensitive o mot.rici; c) dfl. disturbi tro.fici. .A parte i dolori spontanei a tipo nevralgico comuni alle due sinlilromi e che, pur presentando alcuni caratteri diffèrenziali, tuttavia tali differenze sono talmente lievi da non potere esser e sceverate le une dalle a lt re, i dolori non hanno carattere diverso così spiccato da potere esser e attribru ti con assoluta cer tezza all'una forma piuttosto che aJ.l'alt:ra. Il nostro P. non presenta poi disturbi paralitici scnsitivi e motori, distmbi che dato il l ungo decorso della malattia dall'inizio (1916) ad oggi, donemmo trova.re orma.i definitivamente stabilit i, ta.nto più se si pensa a lle cause morbose che direttamente o indirettamente possono irrita.re il ganglio di Gaaser. Non si può p erciò pensare a· mala.ttie ctelle meningi, n è della rocca petrosa, nè degli organi e tessuti che circondano il ganglio; mancano nell'anamnesi per sonale precedente all'insorgenza della ma latt.ia traumi che possano a,v(II· leso il ganglio; mancano precedenti cause tossi infettive (malaria, lue, ecc.); ed è da escludersi sia per la lunga durata, sia per la mancanza di progressività come per l 'assenza dell'ordinario corteo sintomatologico, un neoplasma. Nè infine ad aecezione di una lievissima ipotrofia dei muscoli dell'emifaccia sinistra, si rilevano alterazioni trofiche: i bulbi ocula.r·i, le congiunt-ive, la cornea sono perfettamente integri, manca ogni traccia di caduta di cap elli, dei p eli della barba; non si not-a.no alterazioni consecutive a irritazione d 'organi contigui al ganglio. Dobbiamo quindi rivolgere la nostra attenzione alla seconda varietà e cioè alla sindrome trigemellare perifexica, la quale sappiamo essere p rovocata: 10 da affezioni degli occhi: ma come si rileva dall 'esame obiett ivo, l'esame ottalmoscopico è risultato completamente negativo; vi è integrit à. dell'occhio esterno; i mezzi diottrici sono t rasparenti; il fondo dell'occhio è normale; il visus è uguale a 10/10 in 0.0. ; zo da affez-ùmi
l DELLA )."Ec:ESSITÀ DELL'f:-<'L>AG!NE ltADIOLOGICA ECC.
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del naso: ma la rinoscopia ha messo in evidenza solamente una lieve deflessione del setto nasale con modica ipertrofia dei cornetti inferiori e riduzione di lieve grado della pervietà nasale a sinistra; assenza di polipi; 3o da malattie dell'o-recchio: ma nel nostro caso l'otoscopia ba fatto rilevare soltanto esiti di otite catarrale in dipendenza della ridotta pervietà. nasale sinistra: non otiti croniche, nè mastoiditi; 40 da malattie tlei seni: di cui gli esami clinico e radiografico furono negativi; 5o infine da affezio·ni ilei denti. i' ilJ ~l~) . Nel caso in esame mi è stato facile accorgermi della mancanza del canino superiore siF ig. l. nistro: l'arcata dental'ia superiore (vedi figure 1-2) sembra a prima vista assolutamente normale, presentando la. linea dei denti una perfetta continuità senza inteJTuzioni di sorta. Pure essendo sorto subit<> i1 dubbio tratta.rsi di una ritenzione, tanto più in quanto il P. escludeva in modo certo di avere subito estrazioni di denti nell'arcata superiore dai dieci anni in poi, tuttavia ho voluto, prima di far eseguire la raillografia ~ continuare lo esam e stomatologico che ba dato il risultato già. riferito. La radiografia eseguita non ha bisogno di interpretazioni e di commento (vedi fig. 3): e conseguentemente la diagnosi non poteva essere formulata altriFig. 2. menti che cosi: N ewalgia secondaria del trigemirw sinistro do-vuta molto verosimilmente ad inclusione del cani·no superiore sinist-ro.
5oo
D J-:L I. A NECESSITÀ DE L L' I NDAGI NE R AD IOLOGTCA F.CC.
Ho detto a bella posta « molto verosimilmente >J per il fatto che, pur sottoforma di distUJ'bi lievi, tuttavia dall 'esame obiettivo sono state messe in evidenza delle alterazioni patologiche nel naso e nell'orecchio: mi sembra però di pot.er affermare che i disturbi trofici rilevati nell'emifaccia sinistra siano da at tribuirsi soprattutto allungo periodo (17 anni) di persistenza dell'infermità. È da consigliarsi in questo caso l 'interventof Credo di poter rispon-
d ere affermativamente. L e crisi nevralgiche in quest'ultimi tempi, si sono rese più frequenti ripetendosi spesso nella stessa giornat a e hanno una intensità maggiore, e a.Ua frequente ripetizione degli accessi dolorifici puri e semplici si sono aggiunti distm·bi vasomotori: oltracciò hanno avuto inizio disturbi trofici. Tutto fa pensare che la ritenzione del canino è già. maltollcrata dall 'organismo e non si può escludere che la sintomatologia possa sempre più aggravarsi con conseguenze sempre più gravi. Nè mi sembra inopportuno rivolgermi in questo punto una domanda: «In questi momenti mentre tanto si parla dell'ora,! sepsis, sarebbe azzardato mettere in relazione i dolori articolari che ha sofferto e che tuttora soffre il paziente, con un focus, costituito dal canino incluso T ». Sia quindi come curativo, sia fors'anco coFig. :l. me preventivo, l'intervento sarebbe consigliabile. Quali insegnamenti si possono dedurre dal caso riferitot L 'ammalato da 17 anni soffre a periodi irregolari di accessi nevralgici alla metà sinistra. d ella. faccia.. I dolori si iniziano alla fossa. canina. e si diffondono
sino al capo con esacerbazioni parossistiche che lasciano p erò una (jolenzia penosa alla emifaccia sinistra; è stato sottoposto a moltissime visite mediche e ha praticato numerose e varie cure senza alcun giovamento. È certo che la illusoria perfetta continuità della linea dei denti ha tratto in inganno i colleghi visitanti. Sarebbe bastata una radiografia per stabilire la causa della infermità e certamente attribuirla alla ritenzione del canino. Le conclusioni quindi sono ovvie e mi sembra poterle esprimere in questi termini: 1o in tutti i casi di nevralgia facciale l'ammalato deve essere inviato n.nche presso uno stomatologo per gli opportuni esami:
DEI.f, A YECES S.'r .\
D ~~I.L.'t YDA(:JNE lt\ DII)I.O(; t C A ECC.
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20 la radiografia nelle aiTezioni suddetto è nelle iudagi 11i sussidio d ella massima importa.n za, anzi è da rit(>ncrsi di a8!1oluta DPCC'Rsità }lE:>r l a sicurezza del diagnost.ico. B l 13T.[00 RAPlA. Si omet to l'olc•nco clc:lle OI H'I'<' g •·n•• rf<:l\t> Clln• ulh>t<• o f t r l\t tat f l)ta••ic l •1•·11<· ::'ppr inli rà
qua..li pe r c~e otpio: T c~Lu t . I\l nhr e Star-li ug L•·u be . Ort nur , .1,;\.:rrio , Dc \"occh is, Pahv.z i, Uaillur\1 et N ognè, Friteau. ecc., t>c •· o n •le raulon i ùi brevità.
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0i0'1'1lalll d i medicina mil.it are.
DELLA ~E<'ESStTÀ UELt}tNDAGr:N!;; R.o\DtQr,QGICA EOC.
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CA S I S TICA CLINICA OSPEDALE .\llLITAR 8 DI HO.\·TA Di 1'\:Lt~Jt·e: C'olonn Allo med ico ARTU IW :\lO!> ,\('0
UN CASO DI AMA UROSI ISTERICA BILATERALE Dott. Carlo Panara, capi t~tno moclico
Tra Il' molte plici manift~stazioni dcll'isL('l'Ì:\ l'ama.urosi bilater a le è una. di quelle che l'Orpenù.eim rle>tìnisce (( mollio rara, >>. Il ca.~;o seguen te fu da me oSIH'rvato n el Repart.o Neurops ic hiatrico nel g<•mutio 1931. A. }.f<Lrio, SPrg<'flt.e ò cl 79 rcgg. fnnt<"rin. L'anaumt>si familiure, a suo d in', è 1wguti\'u, nè YÌ è e reditarietà neurop><i· copntica. Il soggnt.t.o ha 2 1 nnni con tre di sen·izio: è celibe, n on abusa di alcool nè di fu mo, noga lue, a ltre lllalattic veneree e qunli;ie~;i pr€'C<>dcntP m01·boso dE'gno di nota. I nvece, s<'Condo quanto() riferiscono i suoi collPghi, egli sarebbe stato coloo sp<>:;so, per il pMsat.o, du nccc.<s:;i convulsivi di natura indetermina ta . La sera dc;>II 'S gcrmaio 193 1 t.o.r nato in cu.-crma verso le vcntiduc piuttosto() stanco, avendo trascorso il ponwrigg io in di\'OJ1:imenti, andò a letto addormentandosi quasi subioo, ma circa w1'ora. rlopo fu dt•:'rtato d iL un compagno, perchè, come egli stes.'lo dice, gli sembrò di t\\'<'r g r·id nto. Da altri militari presenti si seppe che il P. improvvisamente ora. divPnuto agitato, muoveva disordinatamente g li a r ti, d e lirava. e "pareva nh e A.V(~><.~n d olio t\llucina7.ioni •· Fu chia mato l' ufficiale me.dico di servi7.iO notturno i l quale, g iw1t.o ad fl{)cesso finito, constatò cho il !'!oggetto era a.c;sai p tlllido, confuso, cosparso d i sudore freddo, aveva l e estremità gelide, tempC'ratura 37,6, polso 115, riflessi iridei alla luce t orpidi. Non riscontrò perdita di urine nè di feci. Non avendo elementi p er una precisa. diagnosi, cousigliò l'invio d e l P. iu os,;ervazione in quesoo Ospedale, ove infat.t i il so~Zgotoo fu ricovoraoo il giorno dopo. Il 10 gennaio l'infermo verso le undici d el mattino si addormentò dopo aver consumato il '>itt.o, ed alle tredici circa, d estatosi di sopra.'lSalto, constatò che e ra divenut.o cieco Vivame-nte impres· sionato, scoppiò in pianto. Fu sottoposto nll'esame oftalmico che risultò negativo, ed il g iomo S(•guentc ( li gennaio) alle nove d o! mattino fu trasfe rito nel R eparto N europsichintrico. Lo stat1UJ, all'ingrc~<.-;o, era il seguente: condizioni generali di nutrizione e se.nguificazione buone. T oni cardiaci netti, polso di frequenza normale, ritmico. Negativo l'esame dell'apparato() respirut.orio, dell'addome e d ei visceri in esso contenuti. All'esame n eurologico fu notato soltanto fremioo palpebrale, tremore delle mani protese, pupille ampie, iridi bene reagenti alla luce, rifi('SSj rotulei fiacchi, cutanei e mucosi (spccinlment.e il faringeo) assai vivaci, sensibilità normale. Il soggetto era lucido, bene orie-ntato, c rispondeva a tutte le d omande mant enendo lo sguardo tiRso e vuooo, poichè non vedeva più dal g iorno avanti, e pertan to e ra. a ngosciato e d eprc;>sso fuJo al pianto. n caporepart.o lo rincuorò dicendog li recisa.mente che il suo disturbo e ra d e l tutto passeggiero, e che tra qualche ora egli a.vrebbe riacquistato la. vista. T a le atoo suggestivo sorti l'effetoo d eside rato, p oich è un'ora dopo il P. vedeva ed il suo umore era divenuto quanto mai gaio. Un altro esame oftalmico eseguito dal caporeparto oculista il 20 gcnnnio d ett e i l seguente risuJ u>t.o: Esame eBtomo negativo, t ensione endocuJare normale. Pupille legger mente midriatiche, r eagenti, m ezzi diottrici trasparenti, visus nor male eguale ad uno in O O, esame oftalmoscopioo negativo. Campo visivo O O lieve restringimento p er il rosso e p er il verde. con campi di stanchezza.
1.i ~
CASO DI AMAU R OS I I STEHI CA BlLA'l'E HA I.E
573
L 'esame del le urin e non rivelò prPsen za di albumina n è d i zucchero, ma. soltat1to scar si cloruri e fosfuti fortf•m ente cccNicnti. E same psichico: duran t e la cl t ge nza il ~oggetto r,, !<P.mprP b Pn l' OI'ÌP.nta.t.o, lucido. L a m emoria presPnt ava. u na lacun n p er CJlHll•t o si r ilc·ri...-a. alla cr isi sofferta nella notte d ell'8 genn a io, di cui il P. :;m ba, ·a tm r icor do a~f'Hi rudim('ntst le . N on furono n otate a lt era zi t ni d r l con t nntto idu1t iYo n è d if1u• bi psicol:lensoriali. La s fe ra aft ettiva cra liev cm eiJte C>'t> g <' J il tfl. ]n c0n p lt.-eo l'informo si ri ve lò suf!gestibill:', supe1fk ialc nc•Jin. criti <.·11 c m ·i g iudi7i , e LufÌO Jdo, cow e di · m ost.ra. il fatto ch e e~send ogli l'tnt !' tt oYntf' d c lle ~i,vo Htt <' nnH·cHe n <' l FU O lc> tl o, n eg ò ch e fossero su e assc n ndo di n on .. npcn ' co1•e n 11 i for:fiero in l'H O p o!<f'csso ! Fantas t ico e t eatrale s i m osha al lo t ch è . invit at o a rif<' r iJe lt- F< n H1zicni pro vnte du rm1 t r la. cecità, scriv e: «Il1torn o a m c l'<'grtnYnno le- t r r•ehr <'. ~ (n t ì ' o in t1.1tto i l co1·po u n grun fredd o , c n a n m ono cll <' il tUJ I( o 1 n" a' a ~i Acu ÌY<•rto in m (' l'udit.o e l 'olfatto. tanto d a sent ir E' ql1cllo cho di et ...-on o, Fin pure a. ve ce ba Fs issima, coloro ch e crono in t orno a m e »...... • I l gior no dopo, dom enica, aiJ <' d icri, con g rande gioia , a l suon o d e lle campane O>'onnanti la fc:;ta d el Sjgnor e, ria p r ii gli occhi e da a llora in p oi v idi ». Ria ~snmcndo si tratta di t1n soggetto, il quale ad istanza di alcune ore da un accesso convul sivo, S<'nza akuna causa apprezzabile, divenne cieco improvv if'amc-nte e riacquistò la vista co nt pl <>t ~ n:r-n t e e brmcamente dopo suggestione. Questi dati, insieme alla n<'gath:it:\ del T<'I-erto oftaln:"oHopico, fec e10 porre la diagnosi di amaurosi isterica bil aterale, cbe fu Fucre~ l' iv a mcn t e confermata dalJe alterazioni del campo visivo (reMringiruent o }Jer il rosso c per il verde, campi di stanchezza) e dalla assenza di 1n ecedenti morbosi di altra natura, nonchè di alterazioni degli organi in terni e delle urine, elle permise di escluder e l'influenza di fattori tossici endogeni
(di natura uremica., diabe tica) n ella genesi dell 'affezion e. D el p ari fu esclusa la simulazione, perchò H soggetto non a.veva precedenti discipli-
nari o penali che avrebbero potuto, per così dire, giustificarla, ed inoltre il suo contegno fu tale da dissipare ogni dubbio a r iguardo; infatti egli non fece parola degli accessi convulsivi ~o1Te 10 in pnced(nza; fu angosciato e. dcpreEso durante la cecit à., ilare e soddi8fat t o doro la guarigione, ed insistente nel chiedere di riprendere servizio, ma stante la gravità de11a manifestazione morbosa che lo aveva colpito, il suo desiderio non pot è essere esaudito, ed egli fu dichiarato permanentEml'nte inabile. Non mi sembra inopportuno accennare a.lle principali t eorie sulla iste1·ia, prima di formulare una ipotesi sulla patogenesi dell'amaurosi. Diceva Platone che l'isteriEmo compare quando la matric<' non è sodrusfatta, sostenendo, come Ippocrat<', che esso fosse una malattia esclusivamente delle donne; malgrado che Galeno avesse osservato l'isteria maschile. Questa concezione a base fisiologica fu sostituita col volger degli anni da teorie puramente psicologiche, ed infatti i1 Sydenham riteneva l'ist.eria un'affezione di natura psicogena, allorehè affermava che essa è capaee ru imitare quasi tutte le malattie del genere umano. Ma bisogna giungere a Charcot per avere uno studio completo sull'isteria. . Per opera sua furono distinti i rusturbi dati da questa nevrosi in due granru categorie: alcuni permanenti, detti stigmate (l'emia.nestesia sensitivo-sensoriale, il restringimento del campo visivo, la discromat.opsia, la polìopia monoculare, le zone isterogene, l' as senza d e l riflesso faringeo)
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UN CASO Dl AMAOitOSI ISTEntCA BlLATEftAL:E
ed altri transitori (l'attacco classico con i suoi periodi, la monoplegia brachiale, l'emispasmo glosso-labiale, la corea ritmica, il mutismo isterico, l'emiplegia). Altri ancora non si distinguevano affatto dai fenomeni organici, se non per mezzo della constatazione delle stigmate, e cioè le ulcerazioni, le emorragie, la gangrena, la fchbre. Riguardo <tlla patogenesi Charcot attribuiva somma importanza. alla suggestione ed alle emozioni specialmente nelle forme isteriche di origine t.raumatica. Secondo il Bianchi, i fenomeni soma.tici delle isteriche sono fatti prettamente psichici e dobbhtmo considerarli come espressione di una personalità psicllica difettosamente ed anormalmente funzionante. P. Janet ribadisce que.s to concetto, aiiermando che l'isteria, è una forma di disgregazione mentale caratterizzata dalla. tendenza allo sdoppiamento permanente e completo della. personalità: determinato dalla i:nancanza di sintesi psicologica, che costituisce il fenomeno dominante in questa malattia, insieme con l'abulia, ed uu restringimento del campo della. coscienza tale che le sensa.zioni elementari sembrano non essere più percepite. Nel1895 Freud e Breuer considerarono l'isterismo come una neurosi di natura emotiva, cioè causata da un trauma psichico e dalla ritenzione nel sub-cosciente di emozioni che non poterono avere un libero sfogo e che permangono completamente ignorate dal malato, ma si manifestano sotto forma di sintomo isterico. In seguito Freud precisò che sono le t endenze sessuali infantili, rinforzate dai desideri insoddisfatti dell'adulto, entrambi repressi dalla personalità morale che si soddisfano, dissimulati ed irriconoscibili dal malato nei sintomi dell'isteria. Talora invece è la repressione esercitata dall'io morale che si manifesta sotto forma di sintomo isterico, il quale a.ssume un carattere autopunitivo, come lacontrattura del braccio consecutiva ad un movimento d'ira non eseguito. Oosl alcuni sintomi lasciano trasparire la tendenza repressa, altri le forze repressivo. Questa nevrosi, pel Freud, rappresenta la regressione della personalità verso l'epoca infantile, causata da privazioni d 'ordine affettivo, morale, ecc., e l'origine infantile dei bisogni affettivi spiega il comportamento infantile degli isterici, le loro· esagerazioni, le attitudini teatrali, la mitomania, la suggestibilità. I sintomi somatici invece rappresenterebbero la deviazione nel fisico di elementi affettivi e perciò sono detti «sintomi di conversione)) i quali però per manifestarsi è necessario che abbiano come substrato iniziale una spina organica che serva, per cosi dire, da pretesto all'elemento affettivo: una <<compiacenza somatica n secondo l'espressione del Freud stesso. Queste idee dominanti, e specialmente quelle dello Obarcot furono scosse dalla critica demolitrice del Babinski il quale sfrondò l'isterismo di quei fenomeni riferibili anche a lesioni organiche (febbre, ulcerazioni, ecc.) e negò l'esistenza stessa delle «stigmate)) a cui tanta importanza aveva dato il suo :M:aestro, sostenendo che esse, come tutti i sintomi isterici, potevano provocarsi, o far scomparire mediante la suggestione e la. contro-suggestione. Creò pertanto, in opposizione a « isterico » ed « isterismo n i termini « pitiatico e a pitiatismo n (da. cc net Ow » persua.do) per l)
CRr a.tt<>rizza.re la qualità fondamentale di questi fenomeni. Egli negò
UN CAS O D f A.&tAUROSl I ST E R ICA BI LATERALE
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inoltre che l'emozione fosse la causa diretta dei sintomi isterici, ma ammise che poteva favorirli in quanto esercit.a un'azione inibitrice sulla corticalità e sul sonso critico esaltando la suggestibilità.. A lato di queste dottrine psicologiche stanno le teorie a contenuto fisiologico o, meglio, psico-fisiologico ch<' attribuiscono a ll'isterismo una base organica . TI Sollier, ad esempio, concepisce questa malattia come un disturbo fisico funzionale del cervello consistente in un intorpidimento o in un sonno, generalizza to o localizzato, passeggiero o permanente dei centri cer ebrali che si traduce, secondo i cen tri colpiti, in manifestazioni vaso-motorie e trofiche, sensoriali o sensit ive, motrici o psichiclle. Quindi la suggest.ione, per sè sola, non è sufficiente a causare l'isterismo. D Laumonier pensa che le manifestazioni istericbe possano essere dovute ad uno shok paragonabilo a quello anafilattico o ad una flocculazione micellare che, ledendo le deboli fibre di associa zione tra la corteccia ed i gangli basali, sott,rarrebbero questi ali 'azione inibitrice della corticalit:\, esaltandone l'automatismo. Egli fu tratto a quest e conclu~ioni dal fatto che in v(),rie sindromi parkinsoniane post-encefalitiche - in cui sono lesi i corpi striati, i talami o le fibre cortico-talamicbe furono osservati dei fenomeni motori molt.o simili a quelli isterici, anche perchè cedevano alla suggestione. Questo concetto è stato ripreso e sostenu to recentemente dal Buscaino, il quale è del parere che esistono m'gli isterici dei sintomi apsicllici, indipendenti da simulazione o da suggestione. Sono disturbi ohbiettivi del sistema nervoso vegetativo (oculare, cardia{lo, pilomot{)re, vasomotore) presenti all'acme della sindrome ist erica, importantissimi per la localizzazione d ella loro secl.e, essendo nota la presenza di centri emotivi e vegeto-emotivi nei gangli basali. Ancora più recente è il tentativo compiuto dal P avlow di interpretare fisiologicamente l'isterismo sulla base della sua dottrina dei riflessi condizionali. Questo Autore premette che l'attività del sistema nen ·oso è regolata dalle leggi di irradiazione e di concentrazione dei processi di eccitamento e di inibizione e da quella della loro inftu(mza reciproca: cioè se la tensione dei detti processi è debole, essi si irradiano subito dal loro punto di origine; se è forte, si concentrano; se è eccessivamente forte, si irradiano di nuovo. Quando essi si concent rano, generano l'effetto contrario, sia alla periferia (al momento d<>lla loro azione), ,'!ia sul luogo stesso della loro azione (alla fine). Tra le forme di inibizione è da notare una df'tta << transliminare » cbe si manifesta quando l'eccitamento sorpassa un cert o limite, cioè quello della capacità di lavoro delle cellule cerebrali. Qut>sto limite varia divenendo più basso nella stanchezza, in conseguenza dell'ipnosi, nella malattia, nella vecchiaia, ed in tali casi il numero degli eccitanti transliminari aumenta, perchè divengono t ali molti di quelli che in condizio.n~ normali sarebbero classificat i medi. Occorre nota.re ancora che l'anabs1 e la sintesi O'Perate dalla corteccia cerebrale, perchè possano essere fini e precise, richiedono 1ma t ensione sufficientemente ele>a.ta dei processi di eccitamento e di inibizione. Ciò posto, il Pavlow afferma che l'attività normale della corteccia,
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u:-; CASO DI .<iMA UnOS I ISTERICA BLLATERALE
d i s int~ si e di an:tlisi, a mezzo <lei rifl <~ssi con d iziona li, influisce sui centri
sotLucorticali, liberando quelli la cui funz ione ò richiesta dalle circostanze ambienta.li, ed iu ibrmdo g li altri. D'altro canto l'inibizione della. CO!'teccia, provoca l'eccitamento dei detti centri. E siste dunque una ba,se fisiologica snlfìciente per concepire negli isterici, individui a corticalità debole energeticamente, l'iue>itabilità degli accessi convulsivi e degli aut.omatismi, in rapporto con la locaJizza.zione, il grado di intensità e lo spost.anwnto deLla inibi zion<' corticale. Se in un isterico si desta un bisogno o un desiderio, qut>sta tendenza, da.lle rC'gioni sottocor ticali, eccita fortern<'nte la. cortrccia, e, data h debolezza di essa, provoca attorno rma inibizione che si irradia. Ciò spiega l'assenza di controllo, l'impulsività c l'emotività degli isterici, come la loro suggestibilit.à €'d autosuggestibilit:\, poichè le altre idPe che nei normali dovrebbero coordinarsi con l'intru;;a, vengono escluso a.d opera di questa inibizione. Con un meccanismo ana,logo !;i spiegano, secondo l'.A., i casi di isteria di guerra . Poic·ltè la guerra è tma minaccia per la vita, costituisce un imp ulso potente per la paura i cui sintomi si man te.n~ono indefinitamente nei deboli, e, se sono a.ssai intensi, proYocano l 'allontanamento d el soggetto dal luogo dol pericolo. Iu 1;al caso i sintomi patologici causati da questo stato emotivo e la sicurezza provvisoria. da essi g-en<'rr~ta mercè l'allontanamento coincidendo nel tempo, si associano, SPcondo la kgge d ci riflessi condizionali. I crutri emozionali sottocorticali, cosl fort<>mente eccitati, determinano nelht cor tPceia una. induzione nrgath-a, cioè l'inibizione, come s'è detto prima., di qualsiasi altra irlea o tendenza o rappresentazione che normalnwute avrPbbero potuto combattere la malattia. In tal caso non si ha il dil'itto di parlare di simula11ione, del resto casi analoghi sono frequenti nella vita. Infatti nei deholi si osserva che qualsiasi disgr azia produce presto o tardi dei sintomi somatici che possono divenire stazion ari, mentre nei norma.Ii sono inibiti. È opportuno qui ricordare come l'Autore concepisce l'insieme della attività nervosa superiore nell'uomo, per spiegare alcuni stati isterici. Le relazioni complesse della personalità coll'ambiente si compiono attraverso tre « istfLnze >> o sedi. La prima è costituita dai centri sottocorticali, ove risiedono i riflessi incondizionat i, o, secondo la terminologia comune, gli istinti, le emozioni, le tendenze. Questi meccanismi sono azionati da agenti esterni incondizionati, esistenti fin dalla nascita e poco numerosi; quindi l'orientamen to nell'ambiente è assai limitato. La. seconda istanza è ra.ppresentata dagli emisferi cerebrali, eccettuati i lobi frontali. In questa seconda sede, ad opera del legame condizionale avviene la segnalazione degli stimoli incondizionati già detti a mezzo di una grandissima quantità di altri stimoli, continuamente analizza,ti e sintet izzati. Oiò assicura. all'essere la possibilità di un adattamento più fine all'ambiente. Questo sistema è l'tmico negli animali ed il più basso n ell'uomo. In questo esiste la terza istanza rappresentata appunto dai lobi frontali i quali segnalano o simbolizzano, a mezzo della parola, i dati elaborati dal sistema precedente. È a mezzo dei lobi frontali che è con· sentita all'uomo una facoltà di adattamento all'ambiente estesissima. Ora questo ultimo sistema essendo di recente acquisizione, è il più debole
UN CASO DI AMAUROS I ISTERICA BlL.~TERALE
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ed il primo ad essere inibito nello stato ipnotico, liberando cosi il più basso, la cui funzionalità si rivela in tal modo con il prodursi degli stati onirici e crepuscolari. Di qui il carattere caotico di quesf e manifesf·azioui psicbicbe sottoposte alle influenze dei centri emotivi sottocorticaU. Ed è così che si può parlare, come diceva Ja.net, eli disturbi del!a sintesi p sicbica, in quanto che, invece della funzi.onc coordinala df' i tre sistemi, si Yerifica nell'isterico la scomparsa della gerarchia nat-urale di essi <:.Jw è la caratteristka della porsona.lità. sa..ua. In conclusione, sulla fond;lrnenta le debolezza degli emisf<·ri c.erobrali degli isterici, si manifesta-no cont.inuarnt·nte, in combinazioni differenti, tre fenomeni: grande suggestibilità, poichè le controvC"rsie ahitnali della vita sono, per questi ma.lati, tra.ns[jminali, e sono se~uite da inibizione generalizzata; estrema fissità e concentrazione dei })J'o<·<:ssi n ervosi in alcuni punti della corteccia, grazie a,lla predominanza della. regione sottocorticale, ed infine la intf'nsità estrrma e la. diffu sione della inibiz.ione, a causa della scarsa rt>sistenza del tono positiYo delle altre regioni della corteccia. , ~
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Tornando al caso in esame, dopo quanto !l'è detto, mi sembra che si possa. interpretare la patogenesi dell'amaurosi eonciliamlo la teoria psicologica del Freud con quella fisiologica del P avlow. E cioè può ammetterai che il soggetto abbia riportato una intensa emozione alla vista di nn cieco, e che questa immagine, rimasta completamente obliat.a, nel subcosciente, sia affiorata nuovamente durante un sogno d i cni al destarsi non rimase traccia nella memoria, ma che eccitando fortemente i centri emozionali, inibì la funzionalit-à della zona corticale visiva,, facendo si che il P. divenisse cieco. CuttA. - L'isolamento già prescritto dallo Charcot è il rimedio principale: infatti l'ammalato, sottratt.o al suo ambiente abituale non è influenzato da altre idee se non da qneJle concernenti la sua guarigione che talora non tarda a verificarsi con questa sola cura. La psicoterapia e la suggestione sono gli altri due mezzi curativi dell'isterismo, tenendo presente, secondo quanto affermano alcuni AA. che il primo è applicabile a preferenza n egli individui più intelligenti .perchè obbliga ad una revisione di tutta la vita anteacta rimasta obliata., e produce, inoltre, risultati più duraturi, mentre il secondo sarebbe indi· cato nei soggetti di medio o basso livello intellettuale, nei quali esso agisce con maggior prontezza, ma anche con effetti meno stabili. Un bnop. agente terapeutico nelle manifestazioni motorie in suseidio dei precedenti è costituito dalle applicazioni dì corrente faradioa, la. qnale agisce sia psichica.mente, per la grande fiducia riposta in essa dai malati, sia organicamente, perchè dimostra la possibilità di esecuzione di quei movimenti che il soggetto riteneva impossibili. L'A. riferisce un caso di amaurosi isterica. bilaterale e riassume le principali teorie ed i metodi di cura. dell'isterismo, formulando AUTORIASSUNTO. -
una ipotesi psico·fisiologica sulla patogenesi dell'amaurosi nel cnso attuale.
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ALCOOLISMO CRONICO CONSIDERAZIONI MEDICO·LEOALI E DIAONOSTICHE._SOPRA DUE CASI CON MANIFESTAZIONI INIZIALI Dott. Edgardo Fenga, primo capitano m edico
Le manifestazioni gravi da intossicazione alcoolica. cronica sono contemplate nell'art. 9 dell 'Elenco A Infermità, e nell'esercito, attuaJ-
ment.e, è possibile riscontrarle solo in militari di carriera. Per tale a,r ticolo il giudizio di inabilità al servizio militare nasce evidente nelle forme indubbiamente gravi: psicosi polineuritica di Korssakow, delirium tremens, dellrio allucinatorio, pseudoparalisi, accompagnate o non ad alterazioni epatiche e cardi~vascol~renali. Si resta invece incerti nella valutazione medico-legale dei disturbi neuropsicbici iniziali provocati dall'intossicazione, che rappresentati da cambiamento del carattere e stato neurasteniforme non sono a rigore di termine considerabili clinicamente gravi. Ma tenendo conto d elle particolari esigenze della vita militare, per cui condotta e contegno normali dei singoli componenti la collettività costituiscono fattori essenziali di disciplina, ogni incertezza viene eliminata. Si r ende quindi possibile com•
prendere i distm·bi psicbici iniziali fra le forme gravi ed a tutti gli effetti del suacCl'nnato a,rticolo. Tale possibile giudizio è peraltro subordinato al problema diagnostico, difficile d a risolvere, poichè nessuno dei sintomi può ritenersi caratteristico per l'intossicazione alcoolica cronica. La diagnosi, quindi, lungi dal poggiare su basi rigorosamente scientifiche, non può fondarsi che sui dat-i dell'anamnesi tratti dalle testimonianze, poichè l'alcoolista nega quasi sempre di esserlo (Majer). Due casi capitati alla mia osservazione confermano le premesse e dànno luogo ad alcune considerazioni. R-iferisco succintamente:
ALCOOLIS MO C'.RONJCO
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l. D. V. di anni 39, sott.utliciale di carriera . Entra nell'infe rmeria del Corpo il 4 luglio 1931 in osservazione. Anamnesi (dalle notizie fomite dall'ammalato, da testimonianze e documenti}: padre morto a 36 anni per broncopolmonite a cuta; madre vivente , aff1,tta da. cardiopatia e reumatismo articolare cronico. È in servizio militare dall912; ha partecipato a tutta la grande guerra. A 29 atmi sofferse broncopolmonite acuta dalla quale gua rì be ne . Nell'ottobre d e l 1917, dw·ante la ri t irata sul Piave, e bbe a ma.nifestare il suo attacca.mento per gli aicoolici ed iniziò la lw1go. serie di libazioni fìn<J ad oggi inintorrotta. Ha prefe renze per il cognac, v ini a forte gradazione e la grappa d e lla quale suole b er e al mattino tm bicchier e da tavola. Nel decorso mese è stato t rovato per tre volw in st l\to di ubbriachezza acu ta. Non riconosce i suoi eccessi per quanto ben doctunentati da lle motivazioni delle punizioni subite. Ammett e che qualche , ·olta è spi11to a bere pe r dimenticare i guai della. sua. vita. È abile operaio meccanico; ha svolto il suo lavoro con sufficiente diligenza fino a quattro m esi addietro. D a ta.lo.> epoca h a rivelato cambiameuto ùe l ct\.mt.tere: è rilassato n e l servizio, trascura i pan·nti con lui conviventi, si uccompag ua con individui di rango sociale inferiore con i quali suole frequentare le osterie, sciupa in alcoolici i guadagni. Ha contra.tto mune t·osi d e biti che non paga e t entato uno scrocco in d enaro, fortuitament e impedito p er tempestivo intervento d ell'interessato. Dice che d a. qualche m ese ha marcata disappetenza, insonn ia e qtuJ.lche volta cefalea. Esame somatico: norrnotipo in buoni? condizioni di nutrizione e sa.nguificazione . Eritema o.ngiectasico s im_metricnmeute diposto ai pomelli, guance e dorso d el naso (rosa()ea iniziale). Cuore n ei limiti normali; punta in sede. Primo tono oscuro; normale il secondo. Ritmo irregolare pe r presenza di extra;;istoli; pulsazioni alla radiale 80 al minuto primo. Non si pe rcepisco c repitio' facendo pt·emere le dita distese contro la. faccia volare d ella mano (;;L·gno di Quinquaud). N eurol,ogicamente: riflessi superficiali e profondi esagerati; non alterazioni d ella. sensibilità. Pupille normalment e r eagenti alla luce ed all'accomodazione. Nor1 t r emore e disturbi del linguaggio. Dal lato 'J'Bichico: bene orientato ci1·ca il t empo, il luogo e l'ambiente . Di umore un po' depresso, r isJ?<>nde esattamente circa la vita trascorsa ed i servizi pr estati. L'attenzione ed 1l decorso ideativo sono no rmali. Manifesta un certo grado di diffidenza in nesso ad un mdimento d'interpretazione d e lirante: ritie ne avere n emici che lo perseguitano fra i colleghi ed i superiori. Non disturbi d e lla memoria. Il richiamo d ei sentimenti familiari e morali provoca protesta. v erbale di attaccamento al b ene, alla dignità. alla famig lia. Si commuove p erfino e promett e che lascer à definitivamente il vizio. Visus in O. O. uguale a 10/ 10 Tavola Snellen. Nei succossivi cinque giorui di degenza all'infermeria è stato sempre t ranquillo sopportan do bene la soppressione immediata degli alcoolici. Durante la notte si sveglia facilmente e rimane calmo in letto o si alza per pa>;.'>eggiare poclù minuti. Mangia poco d el cibo che gli viene port.~to. Insiste che gli venga COllCesso almeno il vino marsala, e t enta procu rarse lo con sotterfugi. Dopo qualche incert.('zza viene eliminato dalle file d ell'esercito in w1u seconda visita. collegiale . 2. M. P . di anni 35, sottltfficiale di cunie ta, \"isitato ambulatoriamente i 1 5 agosto 1932. A namnesi (da. notizie di r·ctt e, test,imotùanze e doctuuenti): ammogliato, con un bambino. P r ecedenti familiari e persont\li r emoti negativi. Alle armi dal 4 di· cembre 1914; prese parto a tutta la grande guerra distinguendosi d egnamente. Nel 1929, a.l fine di sopire tm forte dispiacer e si diede all'uso di alcoolici. R istùta. che eccede in liquori e cognac da qualch e anno; in contrario egli afferma mantenersi molto discreto nella quanti tà e non riponarn c dannose conseguenze . Il giorno precedente è stato trovato in stato d i ubriachezza acuta. In questi ultimi
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J\LCOOLIS:UO CltOKICO
mesi di~ordini nl:'lla vit11 privnht; qnnlche episodio c>lumoroso. H a contrat to numm·osi debiti riwa r-;ti inf:oclù:"futti . ~on prN::iFo nE·IIe mansioni di ufficio cui era ndd<'t.to; però si mnntiene corr<'t t o n clln pnrto formale militare. Amici e col l<'ghi lo dipingono di oarnttere e1-1Jan.;ivo eù cs11gomtamcnte prod igo. AccuAA ccfnlca fronta lf' ; da cii·ca quattro mesi hu so1mo superficiale però non turl.>at.o da SO!::'l li cd incubi. Esame somatico: long ilineo, abbastanza ben<' nutJ ito e ollnguificato. Accenno eli r Of:HCC8 Ol vÌi<O . CHore in sed e e nei limit.i JIOI'mol i. Toni netti, un ro ' acct:uhul.to il secon do; ritmo rPgo lare; pol,;o 76 al minuto primo. ARSente il sintomo di Qui.Hquand. Neurologiwrnente: pupillf' di m edia empir·:...za, eguali . con reazione u n po' rorpida alla luc<'. R iflef'!'i patcllnri leggE>rm l'lltf' rmgerati; S(' n&ibiliti\ gener l}ll;l >~ormal e. Assenza d i tremor<:> tt~tli arti, lt•us<:oli del viso e li ngl•n. Dal la!o rne!1tal~: ben('. orientato; umore euforico; p~rla precipitato senza inceppAre. xucoltll clJ fis;:uzton~ n011 ùisturba tn; memor1a pronta. nnche per gli !n-,·onime nt.i lontnni che rifl'risN' ef'nttamcnte rignardo l ' ordine cr onologico. Dimostra ntlutaziono esugerata dt•lla propria p e rsouulit it . Dice che le sue qualit à personali non v Pngo11o adf'guntamente opp rezzat.e dai superiori e ciò per le ~<ubdole manovre tli nl<:tU1i maligni . Porrà fine a t ale stato di cose ri volgendosi alla superiore a utoritia. So:-nt ime11ti familiari e religio;:i in parvenza molto superficiali . Non alterazioni do! visus. P rima che si fo;:se pot.uto procedere all'invio in osservazione, veiUJe in luce a suo co.r ico npp1·oprinzione indebita di poche centinaia d i lire; nel corso d elle indag-ini por l'accortumcnto d e l r<>ato ed a distanza di q uattro giorn i d all'esame cHnico :<i uccise tirm1dosi un colpo di fucilo alla r egione temporale sinistra.
In entra m bi i l'asi, poc1li S('gni fisici (rosacea, alterazioni del ritmo cardiaco e dei toni) si trovano accanto ad un modest.issimo corteo di sint omi neurologici (csag('razione dei riflessi, disturbi del sonno, lie"e t or pore pupillare), n(>ssnuo d('Ì qua.Ii si dimostra praticamente utilizzabile per una diagnosi. Lo stesso t remore, con le not-e caratteristiche delle piccole e r apid<' osciJlazioni, sintomo pr ecoce di alcoolismo sebbene non patognomonico e cost,ante, è assente nei due ammalati. · l disordini mentali, poi, sono el('menti utilizzabili per la diagnosi soltanto so messi in relazione all'abuso continuato di alcoolici; essi, costituit i essenzialmente da ottundimento del senso morale, disa.ffettività e volontà fiacca vengono desunti nei due ammalati analizzando contegno e condotta e giudicando i caratteri obiet tivi delle loro azioni più che le testimonianze della coscienza. Si può quindi concludere che la diagnosi di aJcoolismo cronico nei due pazienti risulta più dalle manifestazioni neuropsichiche che da quelle somatiche e le prime in quanto convalidate dai dat.i forniti dall':ana.mnesi.
Torna qui opportuno ricordare un sistema di. diagnosi proposto da O. Kauders e O. Wiethe (1931) fondato su basi obiettive: Se per mezzo di uno spraj si lancia una piccola quantità di adrenalina all'l 0 /oo contro la mucosa del cornetto nasale inferiore questa perde negli individui sani il suo rossore normale dopo pochi secondi. Tale effetto anemico persist e per mezz'ora, un'ora ed anche più. Se si praticano con la testa liscia di una sonda al cune strie sulla mucosa divenuta. livida, si provoca nella zona striata un riflesso vasodilatator& e quindi un arrossamento lungo le strie segnate, che persiste fino a quando non si normalizzano le condizioni di circolazione. Gli autori hanno trovato
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che negli a.lcoolizza.ti esiMe tma mareata iposenl>ibilità ''t'l'So l'adrenalina, dovuta ad un abbassamento permanente di origine tossica dt<l tono centrale dei vasocostrittori. Si ha cioè che anche iniettando due volte la. mucosa del cornetto inferiore con la soluziou<:> tli adn•mtlina, essa non perde il suo eolorito roseo naliuraJe o tutto al pitt d i poco. Gli autori ritengono che tale modo di « non reagire >> possa w nire utilizzato per la diagnosi di aJcoolismo cronico. Sul valore di questo metodo non mi risulta siano stato fatte delle osservazioni concrete. Secondo il concetto di a lcuni autori (BonhoeHer, Brauthwaite, ecc.), l 'alcoolismo trova la ragione fondam<'ntale n <:'lla cost ituzione stessa dei soggot.ti. Esisterebbe cioè una vera prcdisposizione provocata, da una particolare condizione biologica avente valore quasi di sinLomo. Cosl Jislin su 139 fra operai cd impicgati bevitori di liquori ha trovato che 49 erano sintonici e 90 schizoidi (secondo la nomencla.tura di Krct~cbm cr). Tra gli schizoidi si verificava in modo mpido una siutomatologia psico· patica. (modificazione del carattere nel scuso eli un'aumentata eccitabilità, idee deliranti persecutorie) pil1 grave che nei cicloidi, nei quali si avevano allucinazioni ottiche pass<>ggere. Da ciò Jislin ritiene che gli schizoidi siano maggiormente predisposti alla intossicazione alcoolica. Alle stesse convinzioni sono giunt.i M. Brun di Va.rsavia e M. Boss di Zurigo. Secondo altri autori, il fattore predisponente è rappresentato da uno stato di squilibrio del sistema neuro-vegetativo. Cosi l\Iarinesco, Dra,ganesco e Grigoresco (1929) avrebbero osservato che a parità eli condizioni i simpaticotonici si ubbriacherebbero più facilmente; invece, Santenoise e Vidacovitch, in studi preceden ti (1925) avevano concluso che gli individui resistenti a copiose libazioni erano tutti simpaticotonici od ipovagotonici. Tali rilievi, del resto in parte discordi, non possono accettarsi nel loro senso assoluto e, come scrive V. P almieri, andt·ebbero confermati su vasto m ateriale. Con tutto ciò, appaiono in rapporto stretto alla costit uzione alcoolica neuropatica, la dipsomania, l'allucinazione alcoolica e l'ebbrezza. patologica (psicopatica). Accettabili appaiono le osservazioni di G. Stokert di Halle, il quale afferma che fra gli alcoolisti si trovano tutti gli stati di passaggio dai deboli e neuropatici sino all'individuo normale. Egli li divido in due grandi gruppi: alcoolisti delle tavole della birreria (ciclotimici) e dipsomaniaci nello strettO senso. Questi ultimi si dividono alla loro volta in due gruppi: gli uni sono deboli e eli grezza sensività, gli altri sono psicopatici che ritornano di nuovo all'alcool, sebbene in apparenza tentino con energia di astenersene. Comunque tali concetti vengono ad attenuare solo fino ad un certo punto l'importanza. eziologica dell'alcool nella genesi delle va.rie psicopatie di tipo cronico. Poichè sebbene ogni soggetto si comporti nell'intossicazione secondo un equivalente personale, pure alcuni tratti comuni sono dimostrabili in tutti i bevitori, e, ciò parla per la natura specifica dj questi sintomi.
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ALCOOLISMO CROKICO
Volendo considflran• i miei due soggetti S<'COnd'o il concetto costitusenso clinjco comune, li classificherei fra i 'normali. È da scartarsi a.ssolutamentc il dubbio che qualsiasi psicopa.tia abbia potut.o coesistere o preccdm·e la tendcnz~~ alcoolica; dall'esame anamnest.ico, dai documenti, n<'ssuna ta.r a morbosa fu rintra(}ciabile; neanche « quel famoso nervosismo dilatabile cd allungabile· a, piac1·r(• 1 che ra.ppresenta talora più espediente di comodo, che una, seria diagnoili (V. P a.l m ieri) "· Invece, ri11ultò evidente il noto difetto della volontà, parallt•lamente aggravatosi con l 'inteusifìc;usi delle liba.zioni, che anche nelle circostanze favon voli impedi il ritorno alla virtuosità modello di Dante, zion.~li stico, tl•rH'ndo conto di'i loro precedenti e sulla base del buon
E le r omane o.nt.ich e, per lor bere Contente furon d'acqua.; .... . Purg. XX.II- 145-146.
Da quanto si è detto risulta evidente come tali amruaJa.ti sono da eliminarsi prontamente dalle file dcll'est>rcito. A Jnio parere, per queste manifestazioni da alcoolismo, n{'ll'ay,pr<'zzamento dell'espressione grave si può usufruire di <<quel savio discernimE>nto '' contPmplato dalle Avvertenze generali drgli Elenchi, giustificando gli atti mPòicc-1· ga.li con le esigellZC d(']Ja vita mj]itare. riferisce due casi di alcoolismo C'!'<llliCO in mm. t-ari di carriera con disturbi psichici allo stato iruziale ed esprime il pu rerfl che ammalati in tale stadio sono da. elimi na.rsi dalle file d ell'esercit.o. Ac('<'nna. come la clifficolti\ d ella. diagnosi costituisca ostacolo al fine medico-legnle. A UTORL\ SSUN'l'O . -
L ' A.
B lBLIOO R.t.\..F IA. BuMEE O. - Trat/{J/o d i P a1:chit.U.ria, 1929. MòGLIE G. - Jl.f(mua.l e eli PsichiaJTia, 1930. ;\[oHR e STAHELIN, vol. 5. PALMTE'RI V . - L 'Alcoolisllw, ecc., 1933. ~ Riforma .Medica», 1931, n. 27, pag. 1044. SANTENOISE e VIOACOVITOH. - A nnales 1\tJedico P sjch., luglio 1925. S TOK.ERT G. - Zt.schr. f. N eurol., vol. 106.
OSPEDALE M:LLITARE D I BAR! HEPA!l'ro on:ALMrco
IL TRATTAMENTO DI ELEZIONE DELLA DACRIOCISTITE CRONICA NEI MILITARI D ott. Edoardo Pandolfi, primo capitano m••dico, eapo r•'parto
Gli attuali elenchi delle infermità, riguardanti l'attitudine fisica al servizio milit.are, sia nel R. Esercito che nella R. Marina, contemplano la dacriooistite cronica, prescrivenùonc la riforma. per gli iscritti di leva dopo trascorso il periodo della rivcdibilità, e per i militari quando essa persista nonostante le cure ed i congrui periodi di licenza di convalescenza (art. 44 El. A. R. decreio n. 1401 del 26 seti <:mb e 1930 e art. 36 R. decreto 1452 del 20 ottobre 1932). È ovvio pertanto che nelle file dell'Esercito e della Marina non debbano essere ammessi individui che presentino tale infermità. Non è infrequente tuttavia riscontrare militari affetti da. dacriocistite cronica, sia che questa, come è il caso più comune, preesistente all'arruolamento e che passata inosservata nelle varie visite di reclutamento, si sia resa. palese durante il servizio, o che durante questo si sia aggravata o sia addirittura insorta. All'oculista militare incombe perciò l'obbligo di sottoporre a cura. i militari affetti da dacriooistite cronica, affezione, come è noto, ritenuta ribelle ai vari trattamenti, tanto da essere considerata obrobrium medic·in..ae. Ed in rea.lt.,.., sino ad aJcuni anni or sono tale maligna denominazione ben corrispondeva ad indicare l'insufficienza dei vari trattamenti che, dopo aver stancato l'ammalato ed il medico, finivano con l'ablazione del sacco la.grimale, operazione che dopo i lavori del Rollet si è generalizzata sino ad essere ritenuta la. più consigliabile. In effetti i vari trattamenti couservativi tendenti a ristabilire la. permea.bilità delle vie lagrimati, come il lavaggio ed il cateterismo, associati o non alla stricturotomia, se dànno talvolta dei risultati immediati soddisfacenti, non portano che eccezionalmente a.d. una guarigione definitiva., ed in questi casi occorre sempre molto tempo, bisognando ripetere sovente il cateterismo, con i vari inconvenienti, non sempre conciliabili con le esigenze della vita militare. Esperiments.ta. e la poca. praticità e l'inefficacia di tale terapia si arriva. all'asportazione del sacco l~IYfimale, che sarebbe un trattamento eccellente se non portasse all'inconveniente della. obliterazione permanente delle vie lagrimali con conseguente epifora.
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l L TH.\T'l'.\ME:\TU IJf J-;LEZI O:"'E l) ELLA DA(.'HlOCl S 'tiTE E<;C.
Senza ùubl..lìo, ùopo l'estirpazione del sacco, cessando l'irritazione rifiessa della blenorrea sacculare la lagrimazìone diminuisce, ma talvolta e specie nei militari, soggetti a stimoli irritati vi congiunti vali di vario genere eome polvere, vento, solf}, ecc., essa persiste e diventa fastidiosa si d a provocare un altro intervento demolitivo come l'asportazione della porzione palpebrale della glandola lagrimate o determinare l'assegnazione del milita.re ai servizi sedentari (art. 5 El. B R. Est rcito e Art. 36 El. R. J\.I~Lrina) e, secondo le disposizioni iu vigore, l'esonel'O dal compiere la ferma. Senza contare che, essendovi oggi un trattamento più razionale d ella dacriocistite e che introdotto in Francia per merito di Dupuy-Dutemps e di Bourghet, si va praticando i:u Italia da qualche oculista e che, guarendo l'affezione senza che ne residua epifora, si può offrire un appiglio al militare, cui si sia pratica.ta l'abhtzione del sacco, per portare un discredito sttll'atto operativo subito e por orientarlo verso l'idea di un indennizzo per l'epifora residuata, anclw so egli è giunto allo armi con un'affezione cronica delle vie lagrirnali. . Queste poche considerazioni desunte dalla pratica militare, debbono essere sufficienti a far scartare senz'altro l'intervento demolitore e a indirizza-rei con fiducia ai prooodimenti di derivazione, tanto più che oggi, con il perfezionamento d ella tecnica, si arriva effettivamente a creare delle vie artitìciaJi al deflusso delle lagrime. Giacchè lo scopo del processo di derivazione deve essere quollo di ripristinare la funzione delle vie di escrezione, non mi sembra superfluo ricordarne brovemente l'anatomo-fisiologia, per vedere quale dei processi ideati più si avvicina a creare quelle condizioni, che si verificano naturalmente nel sano. Quali organi convogliatori delle lagrime attraverso il naso troviamo i due canalicoli lagrimati, il sacco ed il dotto lagrimale. Lr lagrime, raccogliendosi nel canto palpebrale interno, vengono a -contatto dei puntini lagrimati, situati al vertice della papilla lagrimale, oon disposizione tale da. pescare nel lago lagrima.le. Attraverso i due condottini lagrimali, che verticali nel primo tratto di circa. mm. 2,5, divcnt.ano orizzontali-obliqui in senso inverso per confluire o non in nn solo condotto lungo rom. 1-2, esse sboccano nella parte anteriore del sacco a circa mm. 2-4 al disotto del fornice. n sacco si ada·da nella doccia la.grimale, di cui la metà anteriore è costituita. dalla apofisi montante dol mascellare superiore e limitata dalla cresta lagrimale antf'riore e la po'lteriore è formata dall'unguis e delimitata dalla. cresta lagrima.le poste riore. In avanti il sacco è in rapporto con il legamento palpebra.le interno che lo incrocia orizzontalmente all'unione del terzo superior e con i due terzi inferiori e lo divide in due cavità: la superiore più piccola, la inferiore più grande, che è quella che si distende e costituisce il tumore lagrimate nelle dacriocistiti. La doccia la.grimale in basso, essendo chiusa dal cornetto inferiore <lol suo processo la,grimale, si trasforma. nel canale osseo lagrimo-na.sa.le, <lhe mette in comunicazione il sacco con il meato inferiore delle fosse nasali.
IL TR.\TT.UIEN'l'O D! ELEZIONE DELLA OA<;IUOCISTITE ECC.
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Nella ristrettezza. di detto canale (diametro eli mm. 1-2 per una lunghezza di rom. 22-25), tappezzato di mucosa costit uita da epitelio cilindrico a due strati e con tessuto sotto-mucoso ricco di vasi venosi, si trova la spiegazione delle facili occlusioni, sia per affezioni della mucosa, o per rigonfiamento del plesso venoso sottostante, che per un processo di periostite cronica a tipo iperplastico di natura luetica, tubercolare, o per alterazioni delle fosse nasali, tumori, ecc. Sulla fisiologia del deflusso delle lagrime attraverso le loro vie di escrezione sono state emesse varie teorie, ma senza dubbio l'azione più importante è esplicata dalle contrazioni del muscolo orbicolare, che stirando il legamento palpebrale interno, produce delle modilìcazioni sulla pressione del sacco. Essendo illt1me dei condottini lagrimali piit stretto di quello del dotto naso lagrimale, la variazione della pressione. int€'rna del sacco si risolve in una azione aspiratrice delle lagrime. Ogni qualvolta venga ad alterarsi l'equilibrio normalmente esìst.ente fra secrezione ed eliminazione delle lagrime, si manifesta la lagrimazione. Non tenendo conto di quella Sl'COndaria ad ipersecrezione delle glandole la.grimali determinate da cause psichiche (pianto), da nevrosi, da. disturbi vasomotori e secre.tivi per irritazione del ganglio del mascellare superiore e dei nervi sensitivi delle cavità nasali (rinitc), la maggior parte delle volte la lagrimazione dipende da alterazioni meccaniche od infìammawrie delle vie di eliminazione, come atresia, obtiterazione, ectropion dei puntini, lagrimati, stenosi concrezioni, corpi estranei dei canalicoli (ciglia), dacriocistit.i, infiammazione della mucosa del canale nasale, fratture d~>lla radice del naso , ecc. Allorquando la stenosi è a.l disotto del sacco le lagrime ristagnano in esso, aumenta, il loro contenuto eli germi, che, se normalmente non attacca.no la mucosa sacculare, in quanto le lagrime non vi si fermano, esaltano invece la loro virulenza quando si determina una sta-si e si produce uno stato catarrale della mucosa chl' porta alla dacriocistite cronica la cui patogenesi è legata principalment.e quindi alla ostruziona rlella via lagrimonasale. Si pensa subito al più semplice degli intervf'nti quale il cateterismo ed il lavaggio, ma purtroppo questa terapia, se pur cosi tradizionale ed abituale, si è dimostrata, come si è già detto, inefficace nella maggioranza dei casi e per ta.nto non si può ritenere un mez:r.o ctrrativo pratico. Sin dai primordi della medicina si è sentito la necessità di creare una via artificiale al passa.ggio delle lagrime per jl naso come dimostrano j tentativi di Galeno e di Paolo di Et.tina, i quali con nn ferro rovente, dopo aver cauterizzato iL sacco, perforavano l'ungtùs. Successivamente sono stati es~niti altri interventi attraverso la via orbitaria e la via nasale, consistenti quasi sempre nella perforazione dell'unguis e affrontamento del sacco lagrimale aperto con la breccia. ossea. Diremo subito che gl'interventi per la via nasale, eseguiti dai rinologi non sono più in uso, sia per difficoltà della. tecnica. che per l'esito poco soddisfacente, sebbene il West. possa vantare di a.ver ottenuto il 90% di guarigioni definit-ive col suo metodo di dacriocistorinostomia inU>rna. 5 -
niornale <li ml'dicina mìlitan.
5/)1)
lL TH.o\TTA~r.,;:-:-TO Dl ELEZIO:\'E D ELLA DACl<fOC ISTrTE Jo;cC.
~elht storia della dacriorinostomia per via orbitaria. un posto di onore
spetta. al Toti, che nel 1910 propose un iuter>ento razionale col praticare una breccia nella doccia lagrimate, asportando una scheggia. di osso e reseca.ndo la parte sottostante di mucosa. nasale, sulla quale faceva combaciare l'orificio del sacco, di etti a\·eva tagliato la parete interna. Questo procedimento, elle ha auqu.istato valore t erapeutico, è stato adottato da. molti operatori, alcuni dei qua,li vi ha.nno appol'tato qualche modifica come R eybarb, Valude, Speciale, Van Linde, ecc. Il vantaggio consiste nel ristabilimento eh•! corso delle lagrime e consecutiva guarigione della dacriocistite; però la via a.rtifìcia.le cosi ottenuta non sempre è al sicuro da occlusione ulteriore, giacchè la. breccia. ossea, non mantenendosi tappezzata da mucosa, fì.nisce con l'ostruirsi, sia per prolifera.zione osteogenetica, che p er formazione di bottoni carnosi. A impedire la cicatrizzazionP pii1 o mPno tardiva dell'orificio artificiale ripara il metodo di Dupny-Dutemps c Bourghet, i quali eseguono la sutm-a IPmbo a lembo delle mucose del sacco e del naso, in modo che i margini della breccia ossea ne vengano rivestiti. Tale metodo si può ritenere allo stato attuale !"unico che dia dei risultati davvero brillanti, e, se eseguito con t,ecnica scrupolosa., porta alia guarigione della dacriocistite senza che nP residui epifora, con le migliori garanzie contro le recidive. Questo è il procedimento che non ho esitato a.d adottare n ella. pratica militare dopo essermi sincerato degli ottimi risultat i ottenuti da. va.rii operatori, cho, eseguendo numerosi inter>enti con la tecnica di Dupuy-Dutemps, hanno ottenuto costantemente la guarigione sia della dacriocistitc che clell'epifora. L a casi:;tica che oggi pos~o presentare, riguarda tre interventi e ne approfitto per descrivere la tecnica originale e ller riferire s u qualche modifica che ho creduto apportare nello strumentavio e sulle qualità dell'anestetico. 10 cu.so: S. G. soldato, compagnia di:;trettuaJ.· B ,trJ,·tta: Diag11osi. O. D. Dacl"ioc-ist.ite muco- purulentt\ cronica. con esiti di stricturotomia. Riferisce che sin dall'infanzia. ò :sofforentR di tale malattia e che è st.ato sottopost.o a. lungho c uro, compreso un. iutcn·ento di st.-ic-t.urotomia, senza ottenere a lcun miglioramento. Atto operativo (5 gennaio 1933}: T amponamrnto del meato medio della narice destra con garza. imbevuta in soluzione di clori<h·ato di cocaù11.1. al IO%, n.ddizionata con l' l 0~ di adrenalina a ll' l 0 /onAnostesia lungo la linoa. da. incidera tid t\l livello cl~:~l m'rvo sott.orbitario e del nasale interno con fia.le di novoco.ina.-a.drena.lina al 2 % dell"Is~ituto chimico farm.A.Ceutico rnilitaro. lnc i!>ione cutanea lung<l. cm. 2,5, vu•·ticnltnlmte diretta a mrn. 3 dalla con:unis surn interna ed est('sa in a lto a tre millimetri n l disopm del tendine dcll'orbicola.ro, cd in basso fino al bordo inferiore dell'orbita. Si d.is.'!OOano le fibre muscolari e si seziona il tendine dell'orbicolaro. Si applica il divaricatore ad uncini por sacco lagrirnale, e s i isola il sacco reclìnandolo all'estorno. Con stacca.-periosto s i m ette a nudo la c t-esta lag riTnale anteriore e, con scalpello a tagliente curvo s i pratica una bt·eccia. ossea s ulla crosta e s ulla doccia lagrin\ale, quando pitt in basso è possibile. L"o.pertura ossea vione a llargA.ta. o regolarizzata nei margini con pinza ossivo1·a di Citelli. Si cade sulla. mucosa. dol n~~ senza che questa sia stata lesa. Con incisione vt>1·ticale s i taglia la mucosa
rL TRAT'l'A~F.N"rO DI El.li:ZIONE DF.I~T,A DAC.IUOCIST ITE p;cc.
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in modo da for·ma.re un lembo posteriore eù uno anteriore. Si apre il sacco con taglio verticale sulla parte corrispondente alla mucosa na:mle scoperta. Con ago di \\"ondruff destro, montato con ca.t.gut n. 000, si fanno pas-'laro due fili sul lombo posteriore dello. mucosa nasale. D etti fili vengono ripresi con un piccolo ago di Reverdin introdotto nel lembo post~wiore d('\ sacco e s i annodano. Suturata cosi la pareto posteriore si fanno pa.s.<;a,re tre fili di ct~tgut attrave rso il lombo anteriore della mucosa nasale a mezzo di un ago di 'Voodruff sinistro ed i fili, dopo avor attra· versat-o a mezzo dell'ago di Reverdin il lombo anu~rioro d ella. pareto del sacco, si annodano. (La. sutura. della mucosa. del sacco con la muco»n. naso.le offre della difficolt.à sia per l'emorragia proveniente dalla mucosa nasale o Rio. per la ristrottozza e profondità del campo operatorio, il quale è limitato per la mucosa nasale da margini ossei. L 'emorragia si frena tamponando con garza imbevuta d i adrenalina ali' l o/oo. L'applicazione d oi punti costituisce il tempo più delicato giacchè dall'affrontanwnto poociso delle due mucose dipende la buona riuscita d ell'operazione). Si sutura infine la cute o si benda. Il giorno successivo si leva il tampone nasale e si rinnova il bendaggio. La regione non presenta sogni d'infiammazione. Il quinto giorno si levano i punti di suttll'a cutane A e sulla cicatrice si applica una st1·iscia di cerotto. Non accenno di lagrimazioue sin dal giorno in cui si è levat.o il b('nuttg-gio. Dopo dieci giorni iniettando del liquido nel canalicolo lagrimato inferiore, esso fluisce dalla narice corrispondente. Jl 21 getmaio 1933 s i dimette guarito con piccola cicat.rice ben costit1tita sul l'angolo interno d ella regione orbitaria. Rivisitato al termine di una licenza. di convalescenza di venti g iorni s i constatA. la. mancanza. di epifora. e la perfetta permoabitità della via nasale. Il militare presta tuttora se1·vizio senza essere disturbato dA. lagl'imazione. 20 caso: A. G. soldato, 9" compagnia di sanità Bari. Diagnosi: Dacriocistite
muco-purulenta cronica, datante dall'infanzia. Anche il padre è sofferente della st~sso. affezione.
Non essendo stato possibile eseguire il cateterismo per ostu,colo insupera.bilo con sonda di Bowrnann sul colletto del canale lagrimo-na:;ale pratico la dacriorinost-omia ( l o aprile 1933). Si trova un sacco .P,iccolo, atresico, con pareti sottili e perciò s'incontra difficoltà. a far combaciare il lembo posteriore del sacco con quello della mucosa lli\SO.le, e pur avendo applicato tre punti di sutura in ctttgut., le mucose, eccessivamentfl stirate, re.<Jtano allontanato di qualche millimmetro nei tratti intermedi ai punti. Si ottenne guarigione per prima. Il lavaggio eseguito dopo venti giorni dall'intervento dimostrò la per'Viotà della. via nasale. Visitato al termine di una licenza, di venti giorni non rilevai accenno dì O.P,ifora; l'espressione della regione del sacco fu negativa. Iniettando dell'acqua disttllata n ol canalicolo lagrimale inf(lriore ess>\ fuoriesce in gran parto dalla via nasale e so lo qualche goccia affiora. sul puntino lagrimale superiore. Tale esito si mantiene a distanza di circa tro mesi. 3o caso: O. A. caporale 9° reggimento fanteria Barletta. Diagnosi: O. D. Dacriocistite punùeuta cronica. Negativi i tentativi di cateterismo. Il 7 maggio 1933 si opera di dacriorinostomia. Dopo dieci giorni, levato il bendaggio, si nota assenza di opifora.. Iniettando d el liquido nel canalicolo lagrimale inferiore eS.'3o defluisce liberamente dalla narice corrispondente. Tale esito si è mantenuto definitivo.
In questi due ultimi casi il procedimento è stato analogo a quello descritto nel primo, avendo apportato semplicemente qualche modifica s ull'a.nestetioo per il tampone nasale e sullo strumentario per sutura della mucosa. Nel primo operato alla sezione della mucosa nasale si ebbe discreta. emorragia, per cui si dovette ricorrere a.d emostasi per compressione.
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IL TRAT'.rAMENTO 01 E LEZIONE DEI.I.A DACJUOC!S'.rJTE E<'C.
L'anestesia non dette luogo ad alcun inconveniente, però dopo dut> ore dall'intervento, preoccupato della tossicità della cocaina, di cui mi servii per l'anestesia della mucosa nasale ed eventuale assorbimento di essa, sostit.uii il tampone nasale con uno asciutto. La mia, apprensione non era del tutto ingiust.ificata, dati gli inconvenienti cui può dar luogo la cocaina adoperata in soluzione cosl concentrata. Opportunamente Gaglio riclùama l'attenzione sull'uso d ella anestesia cocainica,, facendo rilevare il pericolo cui si può andare incontro specie nelle applica.ziorù in alcune regioni del corpo come la testa e riporta un caso di morte, fatto conoscere da Abadio, in seguito a.d iniezione nella palpebra di quattro een igra.mrni di cocaina. Negli altri due casi per il tamponamento nasale ho a~ottato una soluzione iso tonica di percaina « Ciba ,, al 2% (corrispondente come azionf' anestetica ad una soluzione di cocaina al 10-15%) cui ho aggiunto l'l % d i adrenalina all'l 0/ oo. L'anestesia della mucosa nasale fu completa. e si conservò tale per tutta la durata dell'intervento, senza che si sia dovuto lamentare emorragia pitt copiosa (li quella. avuta. in seguito all'uso della cocaina, nè alcuna azione secondaria. Lo strumentario, nei due ultimi casi è stato modificato per quanto riguarda la sutura delle mucose. Infatti, so l'ago di Woodroff corrisponde bene nell'applicare i punti sulla mucosa nasale, riesce poi alquanto difficoltoso completare la sutura con la mucosa del sacco giacchè, data la ristrettezza del campo operatorio, non è molto agevolo infilare il ca.tgut nella enma dell'ago di Reverdin. I:Io trovato più pratico di servirmi di alcuni fili di l'atgut n. 000 montati in precedenza ad tm capo con l'estrerrùtà aguzza di un ago di siringa da iniezione. Scelto un ago pieghevole n. 15, dopo averlo curvato verso la estremità fino ad un raggio di mm. 4-5 si taglia ad un eent.imetro dalla punta, ba.dando a non alterarne il lume, in cui doVJ"à infilarsi il catgut. Questo deve penetrare alquanto forzatamente ed in modo da evitare che il catgut si sfili durante la sutura. L'ago viene tenuto con un porta aghi per oculistica. Ho preft~rito quest,o tipo di ago senza cruna a quelli comuni per sutura della congiuntiva o della cornea, sia per evitare che la cruna si spezzi dov<'ndo l'ago essere fermato dal porta aghi verso l'estremità provvista di catgut, e sia perchè il catgut, passando a filo semplice. anzichè a filo doppio non allarga eccessivamente il foro di penetraziono e non produce stiramenti e lacerazioni delle mucose. Dagli esiti ottenuti non si può non ammettere che il procedimento di Dupuy-Dutemps e Bourghet, sia quello di elezione per la cura della dacriocistite. Occorre tuttavia tener presente che tale intervento non è sempre indicato, potendosi verificare delle condizioni che lo debbano fare scartare senz'altro. Innanzi tnt.to, prima di ricorrere a tale operazione b-isogna tentare di ristabilire la permeabilità naturale delle vie lagrimali col cateterismo. Quando ci si trova di fronte ad occlusioni invincibili anche con le più piccole sonde, dovute per lo più ad obbliterazioni ossee, oppure di fron te a quelle stenosi rccidivanti e non sempre spiegabili, anzichè praticare, come
lL TltATl'.'>)U::.'TO 0 1 E'LEZ i vN~ DELL.\ OAC itlOCISTITE ECC.
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si fa t roppo fa.cilrnen te, l'ablazione del sacco è da tener presente la possibilità di poter ripristinare la funzione della via lagrimale con il pro<:>.esso di Dupuy-Dutemps. Non è raro trovare accanto alla dacriocistite cronica alcune affezioni clelle fosse nasali, quale l'ozena, il rinoscleroma., empiemi dei seni, specie etmoidale, nonchè malattie congiuntivali come il tracoma, che da alcuni a utori sono imputate quale causa della infiammazione del sacco; come pure non è del tutto eccezionale la tubercolosi e la sifilide del sacco !agrimale. In tali ca,si, piuttosto rari a verificarsi nei militari , per l'accurata selezione cui sono stati sottoposti, bisogna volta per volta discernere se è opportuno procedere alla dacriostomia o s.e non è preferibile asportare il sacco. Per le forme di ozena molto accentuato e per quelle di rinoscleroma, potendosi il processo diffondere alla mucosa del sacco, nonchè per le forme eli tubercolosi è preferibile la dacriocistf'ct,omia; nei casi di etmoiditc, di !Jifilide del sacco e di congiuntivite granulosa, devono essf're curate prima queste affezioni e poi p1·ocedere al t rattamento di Dupuy-Dutcmps. Altra controindicazione a talP intervento è costit uita dall'eccessiva sottigliezza delle pareti ed at resia del sacco. Prima di eseguire la da(}riorinostomia è consigliabile perciò praticare l'esame radioscopico delle vie lagrimati, previa iniezione nel sacco di sostanze liquide opache ai raggi X, che permette di stabilire le dimensioni del sacco, la sua disposizione, le eventuali ostruzioni e loro sede, la prE'senza di seni fistolosi ed infine tutte quelle caratteristiche anatomo patologiche non . rilevabili al semplice esame clinico. Concludrndo: nei militari, essendo raro trovare sia per l'età che per la cernita cui sono stati sottoposti, quelle condizioni sfavorevoli, pit1 facili a riscontrarsi nell'ambiente civile, principalmente le affezioni croniche delle fosse nasali (ozena, rinoscleroma) nonchè forme di tubercolosi a localizzazione sacculare, e dovendosi d 'altra parte tendere a ristabilire la permeabilità delle vie lagrimati se si vuole conservare la loro idoneità al servizio militare, allo stato attuale della chirtugia oculare, l' intervento più consigliabile p er la cura d ella da.crioci$tito cronica ò la dacriorinostomia seconclo
la tecnica rlel Dupny-Dntrmps. A UTORIASSUNTO . D at.o l"ottimo u~ìto otf-t"nnto operando di dncriorinostomin col met-odo di Dupuy-Dutemps e Bourgh~>.t, trfl mil itari affetti da do.criocistite ero· nica, ribelle a i trattamenti usuali, l 'A. propone che tale int ervl"nt.o venga adottato n egli ospedali mi litari , n ei cui infl"rmi di dnc1·i ocisti t.<~ cronica si t t'Ovan o le migliod indicazioni per quost-o ~ttto oper ativo, che ripristinando.~ eseguit-o con tecnica scru· polosa, la pervietà della via n aso-lagrima-le, vali' a mantenN~~ m• Ile fìlt• cJpiJ'Esl'rcito in dividui eh€' a ltrimenti ne veneb~ro l'lirninati. SuggeriSCfl alcune modifìch(l sull o strumentario per la f<Utura nelle tnUCOSt' t' consiglia. p E'r l'anPstNsia della mucosa nn!=<aln l' uf;(l di unA soluzione di J)flr· caina a. l 2 % .
CONTRIBUTO CASISTICO IN TEMA DI AVVELENAMENTO DA INGESTIONE DI SEMI DI RICINO FRESCHI Dott. Roberto Chlaftarelll, sottotenf'nte medico
Come contributo modesto, data la povertà ca~istica esistente nella letteratura medica in tema di avvelenamento da ing('stione di semi di ricino freschi o secchi, riportiamo u;1 caso clinico meritevole di essel"e segnalato soprn.tutto per il suo complPsso semc•iologico non troppo con vergent<> con quello descritto da altri Autori in circostanze del genere. Alla « comune sindrome addominale » infa.tti (nausea, vomito, diarrea profusa e sanguinolenta, dolori a tipo di colica diffusi a tutto !"addome, tensione delle pareti addominali) espr es~:~io ue questa tutta- come ci risulta almeno dalla casistica consultata - semeiologica particolare e abitudinaria della tossicosi ricinica, possiamo aggiungere, se non sostituire almeno in q uesto caso, dato il silenzio scmeiologico addominale, una. sindrome più comJJiessa e più imponl'nte manifestatasi a carico quasi esclusivo della sf<•ra motrice e scnsoriale. B. A. Di anni 23. De. ~l<.'i<.'!ine.:Sottufficia.l e del Battaglione ferrovie ri di!<tacca.to a Caste )iaggion •. Anamnesi f(lmi/-iare: nulla degno di nota ne l gcntili:z.io. C:t•nito ri viventi e sani. U n fratello o due sorelle do! P. godono ottimn Rnlutc; nulla n. enrico d ei collaterali. A n amneJJi personale remota. Nato a termine da. parto eut.ocico. Ebbe allattamento mat.t-rno. DE-ambulazione, denth.ion e, fonazion e in <'poca normale. Dei comuni esantemi infantili ebbe a soffrire e. 3 a nni di rosolia. Nu!Ja di particolare floo a 20 anni, età que!lta in cui fu operato tli a ppendicite acuta. A 21 anni andò o. prestare :ser vizio militare ove tuttora t rovasi. Nega luo o ma.latti() venere e. Buon mangintore, modico bevitore e fwnatore. A namnesi personale prossima. Il P. clichiam verso )(• ore 10 del giorno 22 ot· tobre di IWI're inge rito circa une. vent i118. di semi di ricino fr«>!<Chi e alle o re 12 di ave re consumato il pasto principale d e l mattino come di norme., senza avvertire disturbo alcuno. Tale .'! tato di euforia Ri protrMso fino alli" prime oro pom(•J·idiml<' iu cui, CO· minciò ad ,~,· ,·crtire S<'nso d1 malesserf" generale, obnubila.mento de lla vi>~t a , nausea conati di vomito e trl'moro diffuso e. tutto il corpo. ' ~iil tardi fu pr~ da vo~to v~ol e~to o ~ipetut_o~ con c missi~ne dapprima di matPrJAle che &\"O\'a 1 c a•·a.tter1 degh a hment1 m g('M t l nC'IIa ma.ttmata , poi eli un liquido semi ·<lenso, che a d etta de l paziente, s i pn'IWnt-ava di eolorito biancastro ~ ~enrso eom!' quantit.il. :Pe r tutto quel'IW t E'mpo l"imase appartato, p er essere giorno festivo , ne lla sua. ca meretta, !lenza a v,·r,·tire a.Jm:mo, poichè credeva che i disturbi. pe r a ve re altro Yolt<.' ingt•rit o al suo pttl'SE' na tiYo semi di ricino fr('Schi in quantità di\"e rsa senza consegttenzf•, fo&.~ro t ransitori e di lie"e entità. ' :::iolo V('T'SO le ore 18, in cui fu costretto a mette rsi a lotto p erchè si a ccorse di ~:~enHrsi le gambe inco,·date, pesanti o rigide, nllarmatosi, feco avvertire il sanitario. . Lo stato di cosi' dt'scrit!.o, p_e rdurò. so.lo p<'r .quale~ e teJ?1po. Alla rigidità, che 8JPStese ben presto a nclw ag h art1 ~upenon, segwrono mfntt1 d elle contrnz..ioni mu scolari molto doloroSI' da. prima cloniche poi toniche a carico :«>pratutto d 4?gli arti infe riori, con ntteggi~tmento di fleAAione dei m('ci(•simi. S T ORIA CLn.'lCA. -
~wnio
CO~THIBl:TO CAS IS TICO l~ TEMA )H AVVEL~NA?tlE~:l'O ECC.
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Tale stato di contrattura doloro~a pe rdn.-ava. din·r:;i minuti, per poi ripl'E!· sentarsi dopo un breve periodo di inter vallo. Soggettivamente il P. diehiarn. inoltri' di an·ertirl:' In sen:<o'l.ione comi' di corpo estraneo nel condotto uditivo estem o. lleC'omptlgnnto da ipoa cu><ia notE>Yole. Oltre ciò all 'inge:<tion t> di liquido a cc\J:'I tl alterazioni gtJi"tati\'f• con sensibilità ve rso il sapore amaro. :>ecehezza d<'II E' f1mei. ~'<et e intensa e sen;;o di freddo p Pl'lutto il corpo. Non abbiamo ri;:.cont rato pe rò mai alterazioni a cat;co cl elia co;;cienza. Esame obùtti'l-'0 generale. Normotipo. 1:\tl\to di nutrizione buono. Colorito d e lla cute e d elle mucoSl' ,·isibili m <Jito pallido. Al d crmotatto la cute si prel'!lmta fredda, poco scorrevoiP. non sudante. l\Jas."e llllJScolari trofìch(', ma ipertoniche. Pannicolo adipo!!O sca~o. P eso corporeo kg . 6i. 1\fnsehera mimica alt.erata (occhi incavati, naso affilat-o). La t.emperatura dE'l corpo ript>tut.amente controllata non Sllp{'ra i 35.50. EBame obieltiro sper.iale. · T~Nace: simmetrico. Espansione normale. R espiro cost.o-11ddominal!'. Ritmo respiratorio frequentt> (26 atti al minuto primo ), ma sup<"rtìciale. Non c."istono punt.i dolorosi pe r tutto l'ambito t-oracico. Apparato ·respirc&torio: F.\". T. conS(>I'Yttto, ma indebolito. Suono pohnonure ..:hiaro e mobilità respiratoria d!'i margini no rmale. Murmure vescicolare pre~ent e, ma leggermente affievolito. · Apparato cardio-vascolare: R <'jrÌo ne prccordiale normale. Itto non Yi~ibile. Non si appre zzano pulsazioni abnormi . Alla pulpazione l 'urto d ella pw1ta.. normale -p er sede c per estension e app~~re affi e ,·olito come forza. C'uore nei limiti. T oni cardiaci rit.mici, puri, ma inde boliti e irequcnti. P olso frequente (J OO pulsazioni al m') celer e, ritmico, ma filiforme. AddQine: forma glo bo><a, :;inull<'tri(·O. lo ·gg<'rmente t eso. Non si appre zza reticolo venoso. nè mo\"inu-nti 1w ris taltici all 'ispezione. BellE' trat.tabile. Aia. gastrica leggermente ~porgl'llte. poco o nulle d olente. Tensione d ella. pareti a<ltlomi· nali leggermente aurrwntatn. Apparato di!JC'I'f!ltte: bocca llOI'lllule come forma.. Lii1~'1.1a arida, pfmio~a. ' As.c;enza di saliYazione, S~'t e intf·nsa, a h·o silenzioso. Fegato e milza: nt>i limiti, non d olcnt.i allo. pnlpazionc~ Nulln a carico d ell'ap'parato uro-geni tale. )liJnione regolarE', non ~rdite spontanee. S istema nen ;oso: p~iche integrn, non alte razione d cll'ittte lligenza. Memoria. conse rvata per i fatti recenti e per i fatti pn~ati. PupiJJe midriatiche; presenti però le reazioni alla. luce , a lla c01wergenza e alla accomodazione. Rifie~so corneale pure
presenRt~fl· . d' . t' " l . . . . . . 'b'l ' l Il 1 css1 ten mel Ci!agcra 1. -• O\'Jmeiltl ttttJn reSI 1mposs1 1 1 a cau;<a. c c o s tato di contrattura dolorol'<a. Così pure limitntis.'limi i moYimenti passivi. Alt erazione d ella senRibilità termica.. Olfatto normnle. gusto alte rato con sensibilit,à ven;o il snporc 1\Jlla ro. Vista. obnubilata.. Udito ridotto noteYolmE'nte. , Ipotermia notc ,·ole (35,2-3;>,5° ) E' pe1'$i:st l·nte. Dati i precc d ent i anamu P~tiei. \'Ìf'ne p osta In d iog·n vsi d i a n ·el emmt<'t!IV (lt:uto da i nge8lùme dti sem i di ricino freschi. La. sintomatologia d escritta a enrico d ella sfera motrice o seusoriult• pn ùurò in variata per qualche t empo. ::Son appE-na giunto alletto del pazif'nte, considerato lo stato grave m cui si trovaYa, pensoi subito al ricovero all'ospedale militare di Bologna., senonchè imponendosi una t erapia d'assalto, mi adoperai coi mezzi di cui disponevo. Gli flli·ono infatti prontamE-nt e praticati massaggi pe r tutto il corpo, applicazione .di. bo1:><~ di acqua. calda an: e;;~rE'~ità,. somministrati diureti.ci, dia· foret.ici, ca.rchocmetJCI, cnhnant1 e pezze tti eh ghlllCCto per calmar~' la :<<'t <' mtensa. A questa. prat.ica terapeutica subentrò subit.o un periodo di calmn, con remissione r apida. deJ sintomi, ragione questa che mi fece soprassedere all'in\'io e al rico,·ero nell'ospedale. Continuai perciò la cura intt·aprf'sa e la vigilanza all'ammn htto. Lo stato di contrattura aominciò anch'!'Ri>O n. ct'<I E'rc e residuò solo m1 leggt•ro ~tato di tremore. Per ~utta la notte .poi il P. si l.aml."ntò ùi s<•te intl:'n ~-<n. L 'ing!'st ione di liquido era però quasi sempre SE'gutt-a dn \'Omlto.
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CO!\TRIBU 1.'0 CAS ISTICO 1-S TEliA 01 AVVEL~:NAKENTO E CC.
L a tempPratura corporeo ch e . tlumntf' il pel'iodò di stato d ella malat.tia, si era rnant €'1l\lt.u smpn· m olto ba,;.'*' (35.5°), ,;t>gnò un sensibile aumento portandosi •l 36.8v e tu lP. s i mant<'lliH' pe1· tutra In notte per risalir<' n f'l rimnll<'nt e dP.lla giornata scgut'H tet~ 37,2°. Tu le lit' \"O shlto iPbbrile d urò circa tn• giomi. non accompagnato pt>rò dA. altJ·i disturbi d !'glli di rili t>vo. Ora il lJ. è compfl>tanwnte r·ist.abilito.
D eriva•ione della rici na: La ricinc~, è una tossi-albumina. cl1 c si troYa nei semi di ricino da cui fu l'Stratta p er la prima '' olta nel1864 dal Tuson, e nel 1889 da Kobf'rt, e Stilla.m ark, contenut a nella proporzione del 0,16 % nel perisperma del seme c del 0,03 % Mll)a nello. li s~>me ha forma di fagiolo, è liscio, di colorito c<>nerino con strie scure t> nere, non ha odore, ha sapore dolciastro-acre. È contenuto in apposite ca:>elle del frutto il quale a sua volt::.. si presenta r icoperto rla punte e della grossezza di circa una. noce. La pianta che li porta è il Ricinus Comunìs o Cagiuolo Romano, detto volgarmente a nch e P alma Christi, da noi alquanto coltin1to per il suo uso ornamentall' . Il seme di ricino oltre il principio to!S:>ico ricinìco, contit>ne un olio essenziale (51,37 % ), il cui principale componente ò l 'atido grasso l·icinoleico dotato di azione purgati ,.a. ..:iltri componenti sono: l 'acqua (6,46 o;<), ~ost ,anze azotate (18,78 %), sosta.nzc t'titra.U in:- (1,50 %), fibre legnose (18,10 % ), sostanzt• minerali (3,20 % ). La ricin::t però col proct>sso di estra;,ionc dell'olio rimane twlla buccia del seme. Proprietà chimim: Oscura è la sua costituziom' chimica. È ritenuta dci,Ì più un alcaloid(• a co:>tituzione chimica simile a quella proteica. Oomt' qtwste so~; t a nzt• infatti prt'cipita con l 'alcool <' si alt<•ra, se, sottoposta all'azione dt•l calor~>, viene porta.ta al grado suffici<·nte JH'r la. provoca.zione della coagulazione rl<'lle sostanze albuminoidi. Si presenta crista.Jiizza.ta. in pri~mi o in taYole. Ha sapore debolmente ama.ro , molto solubile in acqna e in a.lcool, difficilmente in f'tere e benzina. Le stH' proprietà fisiologiche, che sono qudle s ulle quali noi cl fermeremo, sono rapprest•ntate dalla sua estr<>ma tossicità sia ver so gU animali, sia verso le persone sebbene in grado diver so. È stato infatti provato sperinwnta.lment«' da. divt•rsi Autori su anima li recet.tivi (conigli) il suo grado di tossicità.. X elle esp('rit>nze condotte si è trovato che questo ò altissimo. Dosi infatti p iccolissimf' corrispondenti a gr. 0,0003 p er kg. di peso corpon' o ui a nimalP, se init'tt a t e nelle vene, svolgono un'azione micidial<.' portando a mortf' l' animale in brev~:> spazio di tl~mpo con fatti di gastro-l'nterite ad insorgt•nza. acuta e ad evoluzione ra.pida.. La st<>ssa, tossicità si esplica., come risulta dali<• oss~rvazioni di alcuni Autori , che ('.bbero a d<··scrivt•re casi ùi av vt>ll•natu('nto t• di morte per ricina , anche s ulle p ersone, sebbPm' in gracto di v<>r llo . Ment.re infatti alcuni Autori (Andreoni) ha nno t roYato che è sufficiente un solo seme di ricino pt>r uccidere nn animale del v eso di kg. 2 (coniglio ) nel brf've giro di circa 8 or(•, nn solo seme in nn adulto, 3 semi st•condo aJtri, sono suffici(•nti per dan' clri distiU'bi gastro-entt>rici acuti eli nna cerb gravità. Discordi certo poi sono le opinioni p er ~tabilir<· i limiti della dose t<•sl>ica. e della dosa letale della ricina. Secondo Baudrimont la morte Riavrebbe pt'r ingestiont> 1'li nlmeno 24 st•mi di ricino. Sl'Condo Taylor sarebbero suffic iPnti :tO SPmi, secondo ,1 lfri un nnnH' J'O inferiore di qu<' Sti.
CONTlUBUTO CASlSTICO IN TEMA DI A\'\"Ji:l.I~NA~tE:--ro ECC.
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La dose t-o ssica poi si aggirerebbe da uno a trf' semi. Per De P ascalis inoltre, il seme fresco e ingerito a.U'atto della raccolta, avrcbbtl un grado superiore di tossicit.à rispetto al SPUH' secco. Il caso descritto da qut-sto .\.., riguarda infatti una ragazza di 17 anni che presentò sintomi gravi di avvelenamento per ingestiont> di soli tre semi fr eschi, mentre i coniugi di Ba.ndriimont hanno ·presentato lo :>tesso quad1 o addominale (uno con 24 Sf'mi, l'altro con 18) ma con chicchi Sf'cchi. I bambini di Joseff, uno con otto e l 'altro con nov,·, ma con semi abbrustoliti, condizioni qucstt• ambl'due sufficienti, si può dedurre, a ridurre il grado di pott>nzialità tossica d ella ricina. A comprova della opinio1w ù<'l Dc Pascalis possiamo a questo punt.o ricorda-re anche che se una soluzione di ricina vif'ne riscaldata, il veleno viene rapidamente distrutto. :È noto ancora poi che un metodo JWr render-e innocui i rest i residuati dalla produzione d eli 'olio di ricino, i cosi(ldetti <c panelli di ricino , , consiste nella loro t•bollizione. Il quadro semeiologico comune P frequente a questi casi di avv('Ll'· namento sia negli animali sia nelle persone, è sostenuto da. una gastroenterite molto grave ad insorgenza acutissima, che può portare a morte nel breve giro di poche ore l'intossicato . L a nausea, il vomito imponente(\ frequente, la ùiarrt'a. profusa e sanguigna, i dolori addominali violenti, la pelle viscosa, il pallore del viso, la secchezza delle fauci, il r affreddamento generale, l'anuria, il collasso carattE.'rizzano il quadro della tossicosi ricio.ica. Tale sin tomatologia di solit o compare circa 4-6 or e dopo l'ingestione lil'i Sf'nù e permane invariata ed imponente per circa. 24 ore. · -A. scopo di espP-rimento ancora sono state fatte stti conigli avn·lena.ti da semi di ricino ricerche necroscopiche allo scopo di stabilire il grado e il t.ipo delle alterazioni anatomo-patologicheindot.te dalla ricina sull'organismo. Sono state descritt(' così a carico della mucosa gastro-int.(•stinale, a.cca.nto a. un intenso grado di iperemia, focolai emorragici puntiformi e sfaldamento del rivestimento epitP.liale. Tale stato congestizio è st-çto riscontrato anche a caJ·ico clt>gli alt.ri visceri interni, rlel ren!3 sopratutto. Queste alterazioni circolatorie sono state spiegate dal Ccvidalli ammettendo un'azione coagttlante della ricina sul sangue, che porterebbe successivamente alla formazione di ti·ombi nei piccoli vasi intestinali, cui sarebbero da attribuirsi le alterazioni ipereruicht> ed emorragiche descritt-e dagli Au tori. Nulla di patologico è st.ato descrit.to a carico del fegato, V'è un solo caso nella letteratura medica (Bonini) di ittero accompag-nato da cilindruria, albuminuria. ed epatomegalia, comparso circa 20 giorni dopo l'ingestione del seme, condizioue morbosa. questa che è stata messa dall'Autore in rapporto diretto coi ilistlll'bi intestinali indotti dalla ricina. Nou possiamo dare a qut.'sta osservazione, per qnant.o personale e perchè isolat.a, un valore assoluto. Sappiamo infatti quale funzione modificatrice e svelenatrice svolga il fegato verso le sostanze tossiche iu genere. Sappiamo anche come questo organo, specie se esistono condizioni morbose preesistenti che abbiano indotto una menomazione funzionale, possa dare reazioni patologicht' di cui l'ittero sarebbe una. espressione.
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OONTRIDUTO CASISTlCO IN TKi.,I A D l A VVELENAME ~1"0 ECC.
L 'ittero perciò anche in questo caso potrebbe essere con siderato, non l a successione nosologioa legata a una gastro-en terite tossica, ma, solamente l 'espressione di patiml:'nto e di offesa della cellula epatica alterata d alla. tossi-albumina. CONCLUSIOlllì. Il no:stro caso si è presentato con una sintomatologia car atterizzata sopratutto d a nna ipotermia notevole (35,2 -:- 35,5°) e persistente, da contrazioni toniche dolorose, da alterazioni a carico del gusto, della vista e dell 'udito. Lo rf'azioni patologiche p erò a carico dol t ubo gastro-enterico, tanto comuni e alle volte ct5prctit>ione it;olata di que~St.i a'"_vclena.menti, sono state molto lievi e tali da passare quasi inosservate, a meno che non si v oglia dare importam:a soverchia od <>sclusiva al solo vomito che è l 'evenienza abituale e frequente di tutti gli avvelenamenti in genere. Con ciò non vogliamo di certo escludere ohe la ricina, principio estremamente tossico, non svolga un 'azione pr evalentemente locale a enrico della mucosa gastrica e intestinale, che sono le prime a prendere contatto col veleno. Dalle osser vazioni consultate, airca l 'evoluzione e il carattere dei sintomi, possiamo dedun-e che la sindrome morbosa è in rapporto non solo alla quantità della rioina, introdotta, p oichè questa è stata varia e con effetti diYersi, ma è anche legata a p art.icolaJ·i condizioni quali l 'età, il p eso, la predisposizì on o, il grado allergico dell'individuo; condizioni tutte queste cho possono dettare, da caso a caso, isolatame.nt.e e collettivamen te leggi divcr tw. Nel nost.r·o caso sono prevalsi i sintomi generali. I primi dist;urbi infat t i si sono iniziati vrrso le ore 13 circa, per aggravarsi successiva.n1ente e ciò in r apporto all 'aRsorbimento graduaJe e al grado di concentrazione del vt>leno nel sangue. Il JWrdurare dei disturbi, la, comparsa della sintomatologia ner>osa tardiva, ma dominante la scena sintomatica, ci dice infatti come la sostanza entrata in circolo si sia diffusa talmente, fino ad andare a. influenzare il sistema nervoso centrale, cl1e ha risposto n el modo p atologico che abbia.no descritto allo stimolo tossico. Nulla abbiamo riscontrato di obiettivo a carico del f(>gato e del r en e, nè abbia.mo p otuto eseguire, per ma.ncan za di me:r.zi, le prove atte a saggiare la funzionalità epato-renale. Circa. la dose letale, stabilirn<> i limiti costituisce un fatto arbitTaJ'io ed impossibile. R iferendosi a.L nostro caso possiamo dire come ven t i semi <lia.no fatti molto gr:tvi e come il nostro paziente abbia corso il m erlesimo ri schio nei casi riferiti da altri autori seguiti da esito letale. Kon po:~sia.mo JWrò a qm•sto punto dimenticare che abbiamo più sopra ricordato che il P . ha dichiarato di aver~ ingerito altre volte in epoche di,·erse e non molto lontano dalla presente, dei semi di ricino al suo luogo natiYO st>nza av-v<>rt ire dishu·bo alcuno. I~ a dose però non è st.ata mai tanto aH.a como l 'attuale. Fatto accenno a questo ripiego mnernonico, non ci lascien•mo sfuggire p erciò 1'occasione di dire, nel concludere qu<'sta bre>(' osset vazione clinica, come l 'organismo possa. assuefarsi a t.al<' veleno, specie se introdotto a dosi p iceole e graduali, fino a cr(>ar<' nna condizioni' eh(> potremo chiamare col nome di
CO~TltWUTO OAS lSTI CO IN TE MA Dl AVVELENA:UE:-."'TO F.CC .
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YWirwresiat&n:a, condizione questa ed equilibrio ma ntenuto di certo da fottori interni, che verrebbe rotto per introduzione di una dose maggiore, che costit lùrebbe la vera dose let ale . Questo nostro presuppost.o trova il suo punto di appoggio sulle esperienze di EhrJich, dimostranti che la r icìna se introd·otta a dose minima nell'organismo può provocare la produzione di sostanze che hanno funzione di anticorpi (antiricine) cioè avrebbe funzion e di antigene. A tale risultato sono giunti anche altri Aut.ori i quali l1 anuo provato nei loro esperimenti altre sostanze come la crotina e l'abrina, della stessa costituzione della ricina, ott ent'ndo rispettivamt'nte l'anticrot ina e l'antiabrina. Tale postulato, che cioè possa provocarsi nell 'organismo una condizione immunitaria, t.rova inoltre la sua conferma sp erimentale in altre osservazioni eseguite e dimosh·anti che la ricina iniettata in dosi piccolissime, frazionate e progressive, crea nell'organismo un grado di sopporta zione tale d a. far tollerare succt'Ssivamen tt> dosi piu alte. Il Cusnhy infatti nei conigli è riuscito a far sopportare, at tenendosi a queste r egole, dosi di ricina. 5.000 volte superiori a quelle che sono dosi letali di ricina in animali di cont rollo non abituati al • eleno. La st essa dose infatti sopportata dall'animale nelle condizioni suesposte, senza risent.imenti, iniettata in altri animali di controllo dello stesso peso e della stessa specie, cui non t>ra stata somministr ata in prt'cedenza una dose iniziale minima prepa1·atoria. provocava fat ti gravi di av, elen<lmt'nto se.guiti da esito letale_ In appoggio a questa tesi diremo ancora come sia s.tato provato che il siero di sangue degli animali immunizzati ver so la ricina possieda propriet à curativa verso a.tùma.li della. stessa specie in preda ad an relenamt>nto ricinico_ Tale fatto ult.imo avYalora assieme agli altri l'ipotesi di Ehrlich, che cioè nell'organismo umano si SYolgono delle r eazioni nmor ali analoghe a quelle che si hanno per introduzione delle tossine bacteriche in genere e cioè una condiziont' immunitaria_ Poco o nnlla sa.ppiamo però Stilla durata della i mmunità in questi animali di proYa, tanto meno nelle pt'r sone_ Nel nostro caso il quantitativo dei semi è stato molto alto. La sintomatologia ohe ne è seguita, si è presentata con una part icolare importanza. Essa però è stata superata dal P. il quale dobbiamo s·u pporre possedesse, data la conoscenza dell'esistenza delle r eazioni sierologiche ùi fronte alla ricina , già provate per '"ia sperirnentale, e data l'ingE"stione dei senù di ricino in preeedéli.Za , come avviene per altri pricipi tossici, se non una. condizione immunitaria vera. e propria. e t ale da iml>edirc lo scoppio dt'i sintomi, una certa resistenza verso il velt'nO in questione. Circa la cura poco o nulla possia.mo dire. Il tratt amento r esta puramente sintomatico poichè non si conosce l'antidoto d ella ricina. I./ intervento però deve essere molto precoct', se vogliamo il succt>sso. Provocando infatti il vomito (generalmente spontaneo), somministr ando acqua tiepida in forti dosi per diluire il veleno, purgan ti, diaforetici, diurt'tici si riesce a facilit a.r e quasi sempre l'eliminazione del v t>leno e a provoca.r e lo svelenaroento dell'organismo evitando così l'esito moJ!'tale.
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CO:-<T IUBUTO CASIS"r!CO l)i TE~!:\ DI AV\'ELk:NAME~O ECC. A U TORrA ssus-ro. -
Abbiamo df'scritto un caso di avvelenamento p er ing es tione <ii ve nti semi di ricino frrschi giungendo alle segu<>nti conclw>ioni: 10 ch e i sem i di ricino ~ono molto tossici anche per le persone; 2° che 1·imane diffic-i le pot er e stabilire quale sia la v e ra dose letale, p er esl't' re i disturbi in r e lazione' o !t 1·e che con la qunntjtJ\ del veleno, con alt.ri fattori più compless i, fra i qual i la r <·nz!onl' u morale dr·scritt.a da Ehrlicb occupa il primo posto. ~e l nostro pazil"nte . piì1 che in a ltri, p osr;iamo invocare tale possibilità, favoriti ;:opmh.Itt.o da i finti nnamuPs ti r i dai quali risulta ch e il P. aveva già altre volto inJ:(et·it<l !'<l'mi di ri cino in minorE' qnantità senza accusare d isturbi d<>gni di n ota.
BIBWOCRA FIA. DE P.c~osCALIS . - A -ovelename n/o per sem i d i ricino freschi. • P oliclinico •, 11ez. prat., J 926. FLA CO )UO. - Progressi di Te rapia, 1930. Bo)in.;r. - Avvelenamento da sem i di ricino con iltero tard·i vo • Policlinico •, se;A. prat., 1931. CEVIDALLI. - Trattato di anatomia patolog ica. A ~.REO~r.- Avvelenamento da semi di ricino. « Ri,·i;;ta )1cdica ~ . 1933. Y ALEXTr.- Immunità e m.otwgrnfìe di culture generale. Edito da.lla Casa Ca.rlo Erba. C.o~.cuo . - « Fa~maeologia. », pa.g. 1557. Lus:rw. - Trattato di patologia generale, vol. I, pag. 83. B.-~.uoRntONT. - Dt~e casi eli avvelenamento d{L semi eli ricilw • Journal de ~{édecine de Bordeaux •, Riv. Rif.1Ied. , 1919. )fA1'"l' El . - Assislem:(~ medica nell 'a v~·elenamMIO per semi di. rici?to. Rif. • Poi. •, sez. prat., 1927.
NOTE DI IGIENE PRATICA
------------------------------------------------------- -----DIREZIONE DI SANITÀ MILITARE DEL CORPO D'ARMATA DI BARI Direttore: ColonneiJo medico prof. RosoLJ:-.-o CIAuut
IL LATTE IGIENICO Dott. Raffaele Confalone, m>~ggil·r~' •w•dico
Il latte, com'ò noto, può in alcuni casi di venire veicolo di germi patogeni o riuscire nocivo per le modificaziuni indott.evi da. germi saprofiti. Ad ev itare tali pericoli prov\-edono le complesiìe disposizioni legislative che costituisco oo la cosidetta Carta del latte (maggio l 929), h~ quale impone norme precise e severe per la. produzione, per la raccolta. 1: per lo smercio delle divers·e qualità. del prodotto. E ssa, integra co:;i il piano di lotta contro la tuberco!osi, la febbre ondulante, l'infez ione tifoidea; tende altre,ì a migliorare l'alimentazione dt>llr• maMe attraHrso un pih largo consumo d'un latte sano e genuino. Nella presente memoria mi propongo illustrare e commentare i sistemi o metodi che comunemente vengono acloperati per apprestar<> il prodotto allo stato di pure:>:za.. Essi possono ridursi ai S<'guc·nti: bollitlura, adottata specialmente pre>:;O le fam iglie; pasteur-izzazione, utilissima per i grandi appro,-vigionaml'nti; metodismo per ottenere latte da poterai conflumare crudo senza pattieolare trattamento, adatto per forniture limitate. l o Bollitu1·a.
Prima dell'era batteriolog ica il latte si constLmaYa cosi come veniva raA:~Colto, man m ano poi che la dottrina mi<·robica metteva in evidenza la possibilità di pericolosi inquinamenti e l'igiene, mediante un'insistente propaganda, ne consigliava la. bollitura, questa pratica lapalissiaoa, cho certament-e ha risparmiato malattie c mort.i, c·ominciò a diffondersi fi n quasi aJla generale adozione. Senonchè ulteriori osservazioni biochimiche ne hanno sminuito il valore nel tempo stesso in cui i progressi dell'iugE:'gncria sanitaria h anno introdotto nuovi met{}di di purificazionc da una parte e si sono imposti siat.emi ed attrezzature speciali a coloro che inten dono smerciare latte crudo. Al latto bollito sogliono farsi diYerse obbiezioni. Si osserva che esso h a sapore ed odore di cotto, che i suoi componenti chimici sono modificati in quanto che l'albumina resta denaturata,
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la cascin<L didcne meno atta,ocabile dagli enzimi· digestivi, i globuli di grllsso tcnclono ad agglutinarsi, i . ali di calcio e di fosforo sono precipitati, che la. fuuzione enzimatica e q uella vitaminica. resta dist rutta od affievolita, cbe il complesso di tali modificazioni non aia indifferente per i consumatori specialmente l'C bambini nei qua.Ji provochert>bbe disturbi digestivi ed. intossicazioni ed, a lungo andare, alcune speriali malattie da avitaminosi. Si os~;ernt pure che esso, se non & più pericoloso come veicolo di germi pal ogeill, n on i.> però stPrile percbò Yi possono capitare a.l tri germi dopo l'ebollizione e p('rchl'> dalle spore resistent.i al calore germogliano, i n condizioni favore\'Oli, le forme vegctati>e alterando in di>ersi lllOdi il latte. Alcune di tctli obhiezioni sono esagera.te, altre non resistono alla critic-a. Infatti il saporC' e l'()(lo~e di cotto, che si sost.ituise(' al caratteristico profumo P fr%,'1·anza dd latte crudo, non rappresenta un d ifett-o se l'ebollizion<· non sia inn t ilment(' Jlrotratta. Esso è poco avvertito dai bambini che lJon hanno an<'ora bl·ne sviluppato il gusto t> l'olfatto ed .è bene tollC'ra1 o dagli atlulti i quali fini Reono con l'abitnarvisi. una. modificazione delle sostmzc proteiche si verific·a realmente, a.vcndost·n e la pro\'a nel rit.ardo d<>lla coagulazione enzimatica del latte bollit-o c nella. qualità del coagulo eh<> ne risulta. Il comple~; so caseina f' la latla.lbunùua, chl· g ià comincia a coagulare a. 65° C., pE.'rdono colle alte tempera.turc certe loro pe(:nliari qualità. sia a causa del mutament-o dello stato colloidale sia per la cliversa orientazione che Yengono ad assumere i sali minerali. Ta li alterazioni, che non sono da.nnose p er l 'organismo, diminuiscono t ntta.via il valore n utrithro dell'alimento, come dimostrano ,gli esperimenti di Doane a Price est·guiti su vitelli nutriti ora con latte crudo, ora con l ati'~' scaldato a 75° C. per 10 minuti, ora con latte scaldato a 60o C. per 30 minuti ed infine con latt·<' bollito. Tali autori hanno notato che la dig-estionr e l'<tssimilazionc dei protidi, massima per il Ja.ttP crudo, diminuisce p€'r quello I'iscaldato e diminui ~ce in misura maggiore pPr quello bollito. lllattosio rd i sa.li eli pota.ssio, troYandosi allo stato di >era soluzione, non subisc-ono invece akuna modifìc·azione pPr f'fietto dE'l risc.aldament.o per quanto alto o protratto. I grassi sono utilizzati presso a poco nella stessa misura eh t~ per il latte crudo, giacchè la frammenta.zione indotta da.l riscaldamen to, a somiglianza della omogencizzazione meccanica, ne favorisce la digestione p er la maggiorP superfìcir di contatto rh<' i globicini di grasso offrono alla lipasi. Circa i sali di calcio e di fosforo r.he coll'ebollizione vengono in parte prt><:ipitati, ossia passano dallo stato di composti diffusibili in quello di <'.A>mposti non diffusibili e che rima.ngouo attaccati alle pareti del recipiente insi<'me con materiale proteico coagulato, il Bottazzi fa rilevare el1e ciò non dove impen~i erire percbè durante la digestione gastrica ed · intt>stinale i llredet.ti sali vanno incontro a mutamenti eli stato b en p iù cos-picui e definitivi. La dist.ruzione degli enzimi opt>rata dal riscaldamento non costit.nisce alcun danno, per<·hè la digest ione delle lat.toproteine è affidata. agli cnzuni prot~olitic i forniti dal succo gastrico e da quello pancreatico.
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La bollitura infine non ha alcuna influenza sulle vitamine, giacchè le liposolubili (A e D) e quelle del complesso B sono termoresistt'nti, mentre quella antiscorbutica (C) !abilissima, piuttosto che col calore, suole attenuarsi e dileguarsi sotto l'azione dell'ossigeno dell'aria e con le manipolazioni che il latte subisce dal momento della raccolta a. quello del con· sumo, tanto che, sP-eondo le osservazioni di Wan Leersum, anche il latte crudo può esseme privo. D'altra parte essa ò facilmente sostituibile coi succhi di aranci e di limoni ricchissimi di vitamiJla O. Peraltro gli esperimenti fisiologici eseguiti da Hoclet sui cuccioli, da Quagliariello sui ratti, da Beudix nei bambini, alcuni alimentati con latte crudo ed altri con latte bollito, affermano che le due qualità, nei riguardi della nutrizione, non mostrano alcuna differenza. .Anche il Marfan nota che, nonostante le modificazioni chimiche, il latte bollito viene digerito da..i bambini come quello crudo e senza che si verifichino fenomeni di scorbuto. In quanto alle osservazioni che riguardano il contenuto ba.tterico, si ricorda che con l'ebollizione resta. distrutta anche la flora mierobica non patogena. e che i germi provenienti dalle spore superstiti sono in numero di gran lunga inferiore a, quelli abitualmente contenuti nel latte crudo. Si può quindi affermare che mediante la bollitma il latte aequista il carattere d 'innocuit."'. senza che ne venga diminuito sensibilmf.>nte il valore nutritivo. Tale metodo di purificazione, semplice ed <'<'onomico, può rendere ancora utilissimi servizi specie nei piccoli Comuni e presso le popolazioni rurali non servite da centrali di pasteurizzazione. È necessario però che il riscaldamento sia fatto con cura SO!;pen· dondolo appena raggiunto il punto di ebollizione, che il latte sia di buona qualità, che esso venga consumato subito dopo il trattamento o che, dovendosene rimandare il consumo, sia bene conservato e mantenuto a temperatura inferiore ai 10o C.
zo Pasteurizzazione. Di fronte alle critiche in vero esagerate sorte por il latte bollito, appare giustificata l'attività degli igienisti e degli industriali a sperimentare c adottare altri metodi e sistemi che, colla distruzione dei germi patogeni, consentissero l'integra conservazione dei principi nutritivi e delle proprietà biochimiche del latte. Fallito l'impiego degli antisettici i quali si dimostrarono inefficaci senza essere scevri d 'inconvenienti, dimostratosi poco pratico l'uso d<'i raggi ultravioletti a causa della loro scarsa pcnetrazione nel latte che contiene sostanze in s.oluzione ed in sospensione colloidale, si pensò all'applicazione del calore a temperature inferiori a 100o O. ~aie concezione sorse dal fatto che i gormi patogeni che si possono diffondere per mezzo del latte, essendo rappresentati da forme vegetati ve, . potessero rimanere uccisi ad una temperatura inferiore a quella capace di apportare alterazioni profonde nelle proprietà biochimiche del latte. Di qui la pasteurizzaziQne. Essa consiste nel distruggere mediante il conveniente uso del calore i germi patogeni eventualmente contenuti nel la.tto cd inoltre la quasi
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totalità della sua flora banale, avendo cura di non tocca,rne, se non al minimo possibile, la struttura fisica, il suo equilibrio chimico come pnrt> le diastasi e le vitamine (Porcher). Ha perciò un valore igienico, dietetic<J ed ind1t8tt·iaJe. Con tale pratica si è voluto aJ>plicare al latte il metodo che Pa~teur a ve va prt'conizzato per il trattamento delle mala.tti<-' del vino e della birra, metodo che aveva rapidamente affermato la sua efficacia e la sua estesa applicazione nelle industrie relative. 1\Ia la pasteurizzazione di questi due liquidi alcoolici differisce da quella del latte, perchè essi hanno una. rf•azione nPttamente acida, pt'rchè contengono scarse sostanze proteiche putrescibil.i, perchè infine le specie microbiche proprie del vino •• dt>lla birra sono particolarmente Rt•nsibili all'azione del calore. Il latte invece ha una composizione chimica favorevole allo sviluppo ùei germi, contiene molte sostanze proteiche allo stato colloidale e presenta una reazione che si approssima a quella neutra.: condizioni tutte che permettono l'attività, olt re che dei rJe-rmi a,cidificanti, buoni fem1enti in generale che trovano nel la,ttosio l'alimento proprio al loro metabolismo, a.nch<' d••i germi 1>roteolitici, spPcie emiuenteml'nte indesiderabile <' hC s'att1wca di pref<>rcnza alle sostanze proteiche. Normalmente i germi aciò.ificanti, pl"r la reazion•' acida ehe conferiscono al latte e per la loro attività. impedii'ìcono a quelli proteolitici e pcptonizza.nti di moJt.iplicars i. ~la ='<' con l'uso brutale del calore, come avviene colla bollitura o colla pasteurizzazionc alta, si distrugge completamente la flora aciditicant<•, si lascia il campo libt•ro a quella pt•ptonizzantl' che resiste meglio al calore pei·chè spesso sporoj:rena; e quindi il l atte, se11za perde,-e il suo c~-Ypetto liq1tido. si nltem profondam~>nte fino a. putrefa.rsi e c iò in luo~o d ella norrnalP acidificazione. L' ideale d ·un procNlimcnto di pasteurizzazione è quindi di risanar~'> il latte senza dist i'Ugg-t'rc complet.anwnte la sua flora lattica., con tentandosi di attE'nuarla i n mo•lo che sia capace di riprendere in seguito la sua funzione acidifica.nte. In pratka questa a ttenuazione molto accent.ua.ta, che non va fino alla morte almeno per una parte di tali germi, non è in ~tcnerale seguita da un risveglio troppo precoce; essa quindi lascia al latte il suo aspetto liquido obbedendo ad una preoccupazione igiruica e commerciale ed impedisce intanto lo sviluppo dei germi peptonizzanti l~ pntrefa,ttivi. Onde la conservabiiltà del latte p asteurizza.to aumt-nt.a, coeteris pari,bu.~, sia nei confront i del latte crudo, ricchissimo di germi, sia nei confronti di quello bollito, privato a-ddirittura dl.'i germi lattici ma con tenente spore di germi proteolitici. Perchè la flora patogcn a potesse essere distrntta con sicurezza (esig••nze igieniche) senza che siano intaccati i costituenti biochimici del la.ttl.' (t'sigenze dietetiche), si è dovuto ricercare scien tificamente, t' poi con cretare industrialmente, la temperatul'a adatta. Di ciò si sono occupa.t i specialmentE> i batteriologi am(.'ricani. Questi hanno studiato sistematicamente da una parte il comportamento dPl b. tubercolare, il più resistente, dall'altra quello dei costituenti del latte verso il calorP a temperature div(•rse inferiori a 100° C. e per ,,aria durata di azione. Hanno visto, in seguito alle varie osservazioni e condizioni di esperimento, che in pratica si può esE>guire la disinfezione del latte sia
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risca.lda.ndolo per mezza ora ad u.na temperatura di 60o C. o poco più, sia. riaca.ldandolo per tre minuti ad 85° C. Al primo procedimento si è dato il nome di pasteut'Ìzzazione lenta o bassa, al secondo quello di pw;teurizza,ziotu rapida o alta. Per scegliere il più adatto fra i due procedimenti occorreva conoscere se e quali alterazioni si verificassero nella composizione del latte se sottoposto a. temperature comprese fra 60° O. ed 85° C. Il North, che se n'è occupato, ha visto che col riscaldamento a 60° O. protratto per mezz'ora non si notano alterazioni di sorta, che con quello a 650 O. per mezz'ora l'albumina comincria a denaturarsi, che a 70° O. si modifica già il sapore del latte, che a. 75° O. comincia l'alterazione della cascina e la precipitazione dei sali. Il risultato pratico fu che tra 60° C. e 65o C. è compreso l'optimum di temperatura perchè con l 'uccisione dei germi patogeni e con l'attenuazione della flora. banale non si verifichino apprezzabili modificazioni nella struttura fis ica e biochimica del latte. L a pa.steurizzazione lenta o bassa risult.ò di pratica attuazione e perciò fu adottata largamente in America e poi introdotta in molte città di Europa come a Vienna, Berlino, Copenaghen, Stoccolma, Londra, Napoli, Milano, convenendo però di elevare la temperatma a 63o C. per ottenere un margine di sicurezza contro gl'inevitabili scarti di funzionamento degli apparecchi. Stabilita la temperatura adatta (63o C.) e la durata di sua azione (30 minuti) non si esauri il compito dell'igienista e d ell'industriale circa la pratica della pasteurizzazione i cui risultati, se essa dovesse limitarsi al solo riscalda mento, rischierebbero di essere molto miseri. L 'azione del calore, che costituisce l'essenza del proce(limento, deve essere tuttavia preceduta e seguita da altre operazioni indispensabili le quali, se assenti o deficienti, tolgono ogni significato e valore ad esso. Le diverse operazioni possono cosi riassumerai: a) Scelta accurata delle partite di latte, dando la. preferenza a quello genuino, munto di recente e raccolto con sufficienti cure. b) Filtrazione per sbarazza.rlo dalle sostanze estranee visibili ed invisibili che sempre contiene e che altrimenti passerebbero nel prodotto destinato. al consumo. c) Azione del calore. Il latte appena filtrato si raccoglie in un preriscalda0re ove acquista rapidamente la temperatura di 630 C., passa poi n e l bacino riscaldatore o termostato, ove la temperatura di 63° C. senza che Ji formi schiuma, dev'essere mantenuta presflochè costanto per tutta la mezz'ora di azione, evitando in modo assoluto scarti superiori a due gradi, ciò che è indicato da. un termoregistratore annesso all'apparecchio. n riscaldamento si effettua mediante ~~equa calda circolante in tubi. d) La refrigerazione ha lo scopo d 'impedire il moltiplicarsi dei germi superstiti; viene di solito compiuta facendo cadere il latte sotto forma di velo sottile sopra una lamiera ondulata mantenuta a bassa temperatura mediante una corrente di acqua fredda. Oggi però tale sistema, detto capillare, tende a cedere il posto ad appa1·ecchi tub1tla·r i nell'intento di proteggere il latte dal contatto con l'aria. 6 -
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e) L 'imbottigliamento deve subito seguire alla refrigerazione, dovendo evitarsi che il latte pasteurizzato sosti in serbatoi o recipienti ove sarebbe possibile la ricontaminazione. La pulizia, il riempimento e la chiusura delle bottiglie vengono compiute automaticamente mediante un razionale impianto costituito dalla macchina lavabottiglie, da quella riempitrice e da quella tappatrice. In modo analogo si procede per i bidoni. f) D eposito, tra.~pm·t() e vendita. Le bottiglie riempite e suggellate, cosi a.nche i bidoni, vengono depositati in apposite celle frigmfere fino al momento della loro distribuzione. Anche il trasporto al posto di rivendita o a.l domicilio del consumatore avviene mediante carri frigoriferi. È raccomandabile che il latte destinato al pubblico consumo sia venduto in bottiglie originali da un litro, da mezzo litro e da un quarto e che i bidoni siano riservati per le forniture alle collettività. Le bottiglie portano impressa sulla capsula di chiusura la data di pasteurizzazione per evitare che venga offerto ai consuma.tori un prodotto lavorato in giorni preeedcnti, i bidoni poi convenientemente suggellati sono provvisti di un cartellino indicante la giornata di lavorazione. Al latte pa.s teurizza.to si fanno critiche di ordine biochimico, microbiologico e tecnico.
Anche per 'esso si è parlato, sebbene in minor misura che non per quello bollito, di modificazione dei caratteri organolettici e dei componenti biochimici e quindi di abbassamento del suo valore nutrit.ivo. Senza dubbio la Natura non ha fatto del latte pasteurizzato, essendo l'operazione puramente industriale; ma tali osservazioni, ormai sorpassate per il latte sottoposto a temperatura di ebollizione, in base ai risultati di esperimenti fisiologici ampiamente confermati dalla pratica, non possono avere alcun valore per quello pasteurizzato. Non ripeterò quindi quanto bo detto a proposito della bollitura, ma mi limito a riaft'ermare che la temperatura di 63° O. per mezz'ora non intacca i principi biochimici né incide apprezzabilmente sui caratteri orga.nolettici. Le critiche di ordine microbiologico, se la pratica si attua coi rigidi criteri esposti, si limitano a ben poca cosa. Nel Congresso di Londra del 1929, George N ewma.n ed il nostro Gorini affermarono che fra i germi subtilis-mesentericus, facili contaminatori del latte durante la mungitura e non indifferenti per le loro tossine, vi sono stipiti term()biotici capaci cioè di vegetare a temperature superiori ai 60° O. Ed 1m1misero che al rapido moltiplicarsi di essi e del b. labtis termopbilus, isolato dallo stesso Gorini, debbano attribuirsi i casi in cui il latte anche ben pa.steurizzato contenga una carica microbica superiore a quella del prodotto comune ed anche i casi di coagulazione dolce premahlt·a che talvolta. in estate si verifica presso i rivenditori o consumatori. Siffatte rare evenienze possono però bene evitarsi refrigerando il latte immedia.t amentf' dopo la pasteurizzazione e mantenendolo in ambiente a temperatura bassa fino al momento del consumo. Altre volte, si afferma, è stato riscontra.to in latte pasteurizzato la. presenza del b. coli od anche una carica microbica eccessiva, indipendentemente dagli stipiti termobiotici di cui è stato fatto cenno.
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Ma queste possibilità non sminuiscono il valore microbicida della pa.steurizzazione, perchè sono senz'altro da riferirsi o a difettosa azione del calore o a ric<mtami~azion.e oppure a<l entrambe le cause. E<l invero &vanti che la tecnica della pasteurizza.zione fosse affinata e gli apparecchi perfezionati, il cattivo riscaldamento era piuttosto frequente sia a causa dei depositi formantisi sulle pareti del pasteurizzat.ore che ostacolavano la t.rasmissione del calore, sia perchè la sua azione per ragioni diverse non si diffondeva uniformemente a tutta la massa del latte. Inoltre la schiuma piuttosto abbondante che veniva a formarsi, rapidamente raffreddandosi, proteggeva i germi in essa inclusi sicchè era possibile il loro successivo moltiplicarsi. Ma oggi, poichè le diverse deficienze tecniche sono state corrette e la loro evenienza viene subito svelata dagli esami biologici presso la centrale stessa, non si verificano più i lamentati inconvenienti. La ricontaminazione poi può avvenire per incuria dell'industriale mediante cattive condizioni di lavoro, per manipolazioni spesso fraudolènti da parte del venditore se la vendita non è fatta nelle bottiglie originali, qualche volta. infine essa dipende dal comumatore stesso non bene edotto sui mille modi d'inquinamento del latte dopo che la bottiglia sia stata aperta. Anche queste cause sono oggi del tutto eliminate mediante il perfezionamento dell'industria, il rigoroso controllo da parte dell'autorità sanitaria e la maggiore educazione igienica del personale e del consumatore. Tuttavia merita di essere qui ricordata la questione della chiusura delle bottiglie. Se questa non è eseguita con un sistema ada.tto ad impedirne con sicurezza la manomissione, sarà sempre possibile trovare in commercio, sotto il nome di pasteurizzato, del latte con una carica microbica elevata o di scarso valore nutritivo se non addirittura acidificato o in via di putrefazione per fraudolento annacquamento. I diversi tipi di chiusura. sperimentati sono stati nella maggior parte abilmente imitati dai latt.ivendoli disonesti e quei pochi dimostratisi meglio adatti elevano per il loro costo il prezzo del latte. È da augurarsi che a conciliare lo scopo economico con quello igienico sia diretta l'opera dei tecnici di buona volontà che sapranno mettere a p'tofitto le acquisizioni dell'industria moderna. Già in .America sono largamente usate delle bottiglie coniche di carta-tela paraffina.ta che vengono chiuse, dopo il riempimento, da una speciale macchina aggraffatrice. Per aprirle è necessario tagliare l'orlo della. bottiglia la quale cosi diventa inutilizza.bile. Si evitano in tal modo manomissioni che, anche coi più studia.ti sistemi di chiusura. delle bottiglie di vetro, riescono sempre possibili, ed il risparmio delle spese di lavaggio e di sterilizzazione delle bottigie e della rottura di esse copre sufficit>ntemente le maggiori spese dovute al fatto di dover adoperare una sola volta i recipienti. Si è osservat-o infine che in alcune regioni la centra.le di pasteurizza,zione non può aspirare ad una vita florida a causa dell'eccessivo frazionamento della produzione lattea.; si è detto pure che istituzioni del genère possono costituire un alibi per una raccolta poca accurata. del latte. Tali osservazioni cadono di fronte ai magnifici risultati raggiunti dalle diverse centrali che hanno saplito provvedere alla necessaria provvista mediante l'accort a istituzione di centri periferici per la. taecolta del latte che, già refrigerato ~rul posto di produzione, viene rapidamente e conveniente-
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m eute lira.sporta.to alla cenlirale di pa.steurizzazione; mentre d'altra. parte i produttori, stretti dal severo controllo si sono visti obbligati, nel loro intorosso, o. migliora-re sompre più le condizioni di prod11zione per evitare
gravi sanzioni pacuniarie o la confisca del latte qualora. non abbia i requisiti regolamentari. · Si può concludere quindi che la pasteurizzazione se organizzata sa.pientemente e controllata con rigore dagli organi tecnici competenti, rappresenti la migliore risorsa, allo stato presente delle nostre cono· scenza, per l'approvvigionamento dei centri popolosi in latte di gusto n!loturale, d'inalterate proprietà nutritive ed esente da ogni sospetto di essere veicolo di germi d 'infezione. 30 Metoilism.a per ottenere .latte da potetsi oonstt.mare crudo.
Se è vero che la pa.steurizza.zione eseguita con rigore tecnico fornisce uu latte innocuo ed inalterato nelle sue proprietà nutritive, non è men vero che l'ideale sarebbe di consumare latte crudo prodotto e conservato in eccezionali condizioni igieuico- s a.nit";~.l'ie, in guisa da. essere apprestato al consum";~.tore come madre natura. lo fornisce. Tale latte denominato da poterai oon~u.ma.re crudo possiede gli elementi nutritivi e vita.'llinici perfettamente integri e naturalmente conservati, è ponro di microbi ed è molto gradito all'olfatto ed al gusto. Comparve la priml. volta nel 1892 in America ove, per i severi con· trolli ai quali doveva. essere sottoposto, venne chiamato latte certificato; in seguito tipi a.u::~ologhi sono stati introdotti presso altre Nazioni. Perciò oltra a questo certificato (a contenuto batterico non eccedente i 10.000 germi per eme.) che ra.cchiude in sè, entro i limiti della maggiore e migliore possibimà pratica, la più sicura garanzia. sanitaria, se ne incontrano altri tipi va.riama11to distinti, per i quali vien consentito un tasso batterico m1n m1.no più elevato. È ovvio che in questi casi il latte da potersi consumara ct·udo aòba'isi sensibilmente il suo valore igienico e possa perfino riuscire d!!.nnoso, tenuto conto che la maggiore tolleranza rende più facile la contaminazione. Ecco perohè il Governo fascista, eqUa legge n. 994 del 1929, ne ammette un tipo unico, quello che all'Estero corrisponderebbe al latte certificato. Il capitolo VII della citata legge determina le norme precise ed inderogabili per la produzione di tale qualità di latte. P er dare un'idea. dell'orga.uizza.zione delle aziende che lo producono, accennerò alle norme fondamentg,lì cui esse obbediscono: a) Gli anim!l.li lattifed sono selezionati con rigoroso esame biologico e clinico per cura. dell'autorità sanitaria, la quale provvede anche al periodico controllo della loro sanità, a. praticare la prova della. tubercolina ogni sei mesi ed a. contrassegnarli con marchio indelebile. Speciale cura. è rivolta alla. stabu.lazione, all'igiene ed all'aliTnentazwne di tali animali. Essi vengono stabulati in una stalla. di tipo moderno in cui sia assicurata la necessaria cubatura (mc. 30 per capo) e l'abbondante ricambio di aria. ed ove i pavimenti, sempre impermeabili, siano forniti di fognoli che consentono il facile e completo deflusso del liquame ed ove le pareti
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siano intonacate e rh·estite di materiale liscio e lanbile per l'altezza di due metri. L a temperattua >'è mantenuta.intorno a.i u;o C., lo stato igrometrico non eccedente il 70% di umidità, la luce Uiùformemente diffusa ed attenuata da vetri scuri o violetti applicati alle finestre. L'igiene vi è molto curata: agli animali vengono tosati i peli delle mammelle, dei fianchi e lungo la base della coda, viene eseguito il governo della mano per prevenire le malattie parassitarie ed i pruriti ca.usati o dalla polvere e dagli escrementi; le lettiere sono spesw rinnovate, le mangiatoie lavate. La stabulazione è in generale alternata col paJ:colo giornaliero dal quale le mucche, per la. maggiore attività del ricambio e per l'esercizio all'aperto, tJ·a.ggono gran giovam.,nto. La razione p<'r le la.ttifere conti<'ne molti albuminoidi, sostanze ricche di vitamine ed una sufficiente quantità di acqua essendo il latte ricco di questi elementi. L'alimentazione fatta. al pascolo, consentendo all'anima}(' di rimanN·e lungament<' esposto alle dirette irradiazioni luminose, offre poi il vantaggio di arricchire il latte di vitamina antirachitica. Il regime verde, che è fatto di erbe tenere e giovani (trifogliai, medicai), non essendo sufficiente a fornire da solo gli elementi indispensabili per la riparazione dt>i teRsuti usurati e p('r la formazione dei nuovi, è integrato, per ottenere latte buono ed abbondante, con farina , con cmsca o con qualche panello. Nella stagione invernale, quando mancano i foraggi >erdi, vien somministrato del fieno eccl:' llente. b) La t·accheria è bene ubicata e provvi sta di abbondante acqua potabile. Oltre i locali per la. st'abulazione possiede qu<'lli, opportunamPnte distinti, per la pulizia degli animali , JWr la mungitura, pN la filtrazione, per la refrigerazione ed imbottigliamento del latt<', per la lavatura e sterilizzazione dei recipienti e delle. bott.iglie . .A ciasc1ma azit•nda è annesso un gabinetto a·anali si. c) Gli operai addetti, prima della loro ammissione in serviZio, sono >isitati da.ll 'ufficiale sanitario il quale ne accerta. la perfetta sanità fiska e si assicura ehe non siano portatori di germi. Sono sottoposti alla vaccinazione antit.ifica a norma delle disposizioni vigenti e vengono rivi;,itati ogni due mesi estendendo la vigilanza. anche allP persone di famiglia.. Quelli addetti alla mungitura indossano il costum-e di tela bianca, che vien cambiato ogni giorno, e wno particolarmen te (ducati a11e pratiche igieniche. d ) M ungitm·a, filtrazione, refrigerazione, imbottiglia1nento. La mungitura viene di solito eseguita a mano nel locale prestabilito e con le rigorose cautele igieniche che riguardano l'animale lattifero, il mungitore e l'ambiente. Man mano che ò munto il latte passa attraverso nna brevissima tubadone a filtro dalla sala di mungitura e quella contigua per eesere quivi immediatamente refrigerato a 4-5° O. e confezionato in bottiglie sterili. Queste, appena riempite, vengono chiuse con una capsula speciale Aulla quale è impressa la data dell'imbottigliamento ed il nome del produttore. Con taJj procedimenti viene realizzato il diretto passaggio del latte dalla mammella dell'animale alla bottiglia destinata al consumatore,
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al quale quindi arriva nelle migliori condizioni di freschezza e con una carica batterica bassa quale gl'igienisti prescrivono~ Si è cercato di sostituire alla mungitura a :n~ano quella meccanica, che ovvia. ad ogni possibilità d'inquinamento sia da parte del personale sia da parte della mucca; ma tutte le mu~itrici adoperate (a suooiamento, a I>ressione, combinate, etc.) presentano gl'inconvenienti di non spremere l'intero contenuto della mammella. ed tnoltre la difficoltà della pulizia dell'apparecchio che è fatto essenzialmente di tubi. Il loro impiego è possibile nelle grandi aziende che possono bene organizzarsi soprattutto dal punto di vista della maestranza incaricata della scrupolosa nettezza dei tubi, dei recipienti e degli altri congegni annessivi. Oosl tali mungitriei sono state con successo adottate in America, presso l 'azienda Walker Gordan Farm, ove esiste un'istallazione speciale della uRotolaktor» che permette, attrave1·so speciali dispositivi, la mungitura m eccanica ed il trasporto del latte munto aJ refrigerante senza che abbia contatto con l' aria esterna e consente altresì la pulizia accurata dell'animale e degli apparecchi succianti. · e) Presso il gabinetto biologico vengono praticate le indagini di accertamento sanitario delle lattifcre, come la prova della tubercolina per l'infezione tubercolare, ricerche serologiche per l'infezione da brucelle, esami microscopici e culturali per la ricerca di streptococohi nel latte nei casi di sospettata infiammazione della glandola mammaria. Quivi si eseguono pure le prove di dosaggio dei principali componenti chimici del latte e quelle che si riieriscono al suo contenuto Zeucooitario e batterico: ricerche importantissime i cui risultati permettono di giudicare dello stato sanitario delle lattifere e del .funzionamento tecnico dell'a.? ienda. Speciale interesse riveste il contenuto leu.oocitario. Le mucche sane delle nostre regioni producono lat!te con scarsa quantità di globuli bianchi (media 120.000 per eme.), che solo eccezionalmente (razza svizzera) raggiungono i 500.000 per ome. L'età avanzata e il prolungato allattamento possono indurre un modico aumento, mentre gli stati infiammatori della mammella e le ritenzioni li fanno aumentare notevolmente fino ad oltrepassare di molto i 500.000 per cmo. L 'aumento eooessivo quindi del contenuto leucocitario, tenuto conto delle peculiari condizioni accennate, è da interpretarsi come indizio di un fatto morboso. Tale aumento si riscontra spesso anche prima che gli animali ammalino e ciò perchè l'organismo appresta tempestivamente i mezzi di lotta facendo affluire i leu('ociti nella sede della lesione non ancora osservabile clinicamente. Inoltre, quando il normale rapporto tra mononucleati e polinuclcati viene ad alterarsi nel senso di una netta preva.lenza di questi ultimi, è giustificabile il sospetto di lesione infiammatoria della mammella. I risultati quindi delle ricerche sul contenuto leucocitario possono di per f!è soli consigliare in tempo utile l'allontanamento di lattifere a.ffette da malattia non ancora clinicamente rilevabile. Similmente l 'esame del conte1.,uto batterico, che non deve in alcun caso superare i 30.000 germi per eme., costituisce un mezzo prezioso per giudicare del funzionamento dell'azienda e riesce talvolta a scovrirc ill8ospettate cause d'inquinamento.
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Qualora vi si riscontri un numero ecccs:;i vo di germi , il la t le non è posto in commercio per essere consumato crudo ma è div('rsamcnte utilizzato; il divieto sussisterà fino a quando non l;iano sta.te l'imosse le cause dell'irregolarità ed i ripetuti esami non diano costantemente risultati favorevoli.
Senza dubbio il latte da potersi consumare crudo rac·chiude i pte[!i fi siologici che Io rendono particolarmente indicato per alcune categorie di persone, come bambini ed ammala.ti. Ad un larj!a diffusione del sus consumo si oppone però la scarsa produziene e l'alto costo causato dalle spese che occorrono per l'organizzazione ed il funzionamento delle aziende che lo producono. Queste tutta via, va.nno incoraggia t.e e sostenute sia perchè offrono il cosidetto l-a tte di fìd1tei& sia perchè il loro esercizio concorre a diffonrtere. pra.tiche d'igiene zootecnica cd alimentare. È da augurarsi che in un tempo non lontano, spt>cialmcnte pt>r la migliorata coscienza igienica ddle masse sia rer:,'Q possibilf.> una piu larga produzione di questa sp('ciale qualità di latt e S('uza elle vi sia aumento di prezzo in confronto di qu(•llo del la t te comune o past.eurizzato. Analizza e c ommenta i pitt import anti nwzzi e &i:-~ t • ·rui pe r apprestare al consumatore un la t te igienic>o. Afferma che colla bollitu.ra il latte acquista il caratter e d'innocuit.s\ senza ch e U l' ,·cngn dinimuito sens ibilme nte il valore nutrit ivo che colla pasteurizzazionR si o ttiene un prod otto d 'ina lte rate proprie tà nutritive e privo di g ermi patogeni; che il latte da poterai consu mare crudo racchiude i maggiori pregi fisiologici, ma il su o consumo f> limitato a causa dell'alto costo e della scar,;a produzi o ne. AUTORIASSt:l'o-ro. -
BIBLIOGRAFIA .
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GRASSI. L. -
RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA: ITALIANA ESTRANIKRA SANITÀ MILITARE Lu-<·rxo. - Effetti del gas di gu erra, ad u so del medici. Milanese · Maggio 1934-XLI).
(Istituto Sieroterapico
Quando il Lustig nel 1931 pubblicò il volume sulla cc Fisiopatologia e Clinica dei go.s da combattime nto, arl uso d ei medici » fece opera \'eramente m~ritoria in qnnnto, su questo .~pcciale ed importante argomento di grAJlrle interesse scien tifieo " na.ziona.lc, poco o nulla. si conosceva e si sap('va dalla. gran massa d ei merlici in I talin. Fn nppu11to quel lavoro che contribuÌ. a promuovere, in seguit<>, numerose a ltre pubhlicazioni sui gas di guerra, che, di massima, attinsero sempre a. quolla fonte. Ln. profonda Cvnosconza d n, parte dell'A. (); qucst.R. spccialfl branca rlella t ossicologia di guerra e delle varie (l molteplici qucst ioni risolt.e e da risolvere ad e~;:a intimamente lcgate, rendono questa seconda edizione del volume, eambiata anche ne l titolo, molto inturcssante e, dirci, indispAn~<abile per studenti e medici. I/nrma chimica, come si suole chiamare l'impiego in guerra. di composti chimici aggressivi nell'organismo umano ed anima-le, implica, fin dal tempo di pace. che tutti i problemi ad ess(~ in~renti, siano lar!!ll.mcnt<" studiati e conosciuti. In molte nazioni, <krma.nia e P olonia, si sono istituiti corsi speciali di chimica b ellica. affidati a pe1-sonale convenientcment.e specializzato e non improvvisato, presso le un i versi tà, con fi'C'CJucnzl1. e pr,>va finale obbligatoria senza la quale ntm si è amm essi a sostenere l'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio profesc;iona lc. Ecco p('rch1\ il nuvvo W> lume del Lust ig va segnalato, p otendo esso mppres enta.re il libro di testo più completo ed aggiornato che esista sull'argomento, specialmente per una più particolnre conoscenza dnlle lesioni anatomo-patologiche p1·odotte dai più tipici aggressivi chimici di guerra. e dei mezzi di prot.ezione, pronto soccorso e t.erapia. Nella p art.e generalo l'A. accenna. all'origine della ~ruPrra chimica e allo sviluppo di essa nel conflitto mondiala 1914-18; alle varie classificazioni P-d ai metodi por la dct.erminaziono d el potere tossico, lagrimogenv ed Mfissiante dei vari comp osti chimici usatL Nella parte speciale, la più interessant-e e completa., i singoli gruppi d i aggressivi chimici sono più particolarmeot.e trattati e descritti n ei loro caratteri fisicochimici e biologici, nella loN sintoma.tologia, anatomia patologica., decorso, complicanze, pntogenesi, diagnosi, prognosi e terapia. Una delle maggiori difficoltà per il medico che si t.rova alla presenza di un colpito da aggrrssivi chlmici di guerra è la. dingnosi per cui occorre conuJ<cere molto bene il quadro sintomnt.ologico ed anatomo-patologico nei loro caratteri differenziali. j Nei colpit.i òa a.ggresc;ivi a prevalente azione soffocante, l'esame obiettivo, la fcte•"~ (asfissi n. bleu o pallida), il polso (raro o frequente), il tipo del respiro (froC'JUPnte, superficiale, dispnoico), la tempe ratura, la scal'!la. o lie,·e irrit.azione il Pila cute e delle mucose, i segni fisici dell'apparato respiratorio permettono di fare, con molta approssimazione, la diagnosi. Dopo una minuta esposizione della sindrome caratteristica dei colpiti da al!gressivi a. pre vaJente azione vcscicat.oria, l'A. illustra e descrivA i caratteri rlifTerenzia.li tra le11ioni cutanee da iprite c le wisite, corredate da numerose e pregevoli, dal pnnt.o di vista dida.ttico, tavole in nero e a colori. Altri c~tpitoli sono dedicati a ll'avvelenamento da aggressivi chimici a prevalente azione irritante, tos><ica (ossido di carbonio e vapori nitrosi) e do. composti metn.llici (piombo tetractil~. nichel carhonile, tellurato di dietile, etc.). Un altro capitolo è riservato f1lle complicazioni ed ai postumi in ~guito alla Rzione degli aggres.c;ivi chimici di guerra, de11untc da. un completo studio, pubbli· cato su qncsto ste'>.!!o s;iorna.le i l l92~, del capitano medico l\tanieri e del dott. R o\'iria, e la. cui conoscenza è tanto importante per le applicazioni pre.tichP nei
RIV I S TA DELLA STA~PA MEDICA IT.,\ L IA N.\ E ST.R.'\X IE RA
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campo medico-legale e rlella i.nforttmi;;tica. Conch;sionP mol to interessante è l 'affermazione dell-ustig • ch e il r apporto causale tra aggressiv:i chimici e tubt>rcolo~i devo essere in alclmi casi ammP!:>SO •· Descritti i vari metodi da seguire 11el praticare.> la t'f'!'pirazione artificialE> !' gli apparecchi più in uso per l'inalazione di ossigt-J10 e di mis ce le g assose, l'A. -tratta. d egli apparecchi protetti\·i contro gli aggressivi chimici e d el le l t>ro carnt t,eristiche: evoluzione della maschera antigas fino ai pitl rnod r mi esrmpla ri n azionali ed esteri; le modificazioni che questi a pparecchi inducono nella respirazione ; l'im portl\nza. d ell'allen.ament.o n ella r<>spirazi vn ~> con l a m a!ichera.; il filtro e le sue proprietà a.dsorbt>nti e neut.ralizzanti. Infint> vi è un c enno sulle m a;;ch ere antigas per la. popolazione civile. Il volume è corredato da ve nti l'<ei ta Yole fuori t f r- t o. t rPn t ndt;p figure intercalatE' nel t e<>t o e tre ta bf'lle. !\fAN!F.Rt.
DA uTn~ s \~DE. i -
l gas tossici. -
Edit. Mas;;on e C., Parigi H.l:l3.
In que~'<to libro il prof. Dau trcbande d c· Ila Uni n >r::it à di L i<'gi e~'<pOnf' gli rl<'menti princ ipa li di un corso ~<ui gos t os~i<'i da. lui svolto. p t>r incarico governat ivo. agli stud enti di medicina. 11 volume si divide in tre pa rti: n ozioni di fisiologia rt' :>p irat oria; g as tof~>ici; profilRssi e teyapia. Secondo l'autore , il bisogno di oss igeno è la con ~eguem. a neressaria eli tntt !" le intossicazioni da. gM. Che si tratti di 1J11 gran d e t ossico, com e l 'a cido ci nnidtico, o di un gas di gu erra. come il fosgene, di un prodotto inòustrial r com t\ l 'anid ride sulfOl'osa , o di un w •leno a cciden tale come l'ossido di ciiJ·honio. si può dir!' che i s intomi princ ipa li che es.<;i producon o sono d a ripo rtare ad un bisogno di ossi ~<'n O, il cui p un to di ori g ine può CS!'t>re nf' i polmoni. n <'l sanguo.> o ne lle stesso cel lule d o.> i t essuti. Partendo da que~ti concetti , nuo'l.· i ed origina li. e pur riconosce11do
la legittimità df'lla clas~ificazi one biologi<'a getwralm<·nte adottata, il Dautreb11nde preferisce clistingtlE're !!'ns di c ombAttimento in an<'ssiE'mi7.?.anti, anE'minanti e t iss ula.ri, a seco nda d e lla diversa formR che prP~I.'n ta il b isogno d i os:sigcno da ognuno di essi d e terminato. Il bisogno di ossigPno anossiemico è cotl!'<'g m·n7a di una caduta primit iva. d el ~rcento di ossigeno negli alveoli p olmonnri; g li arrJZre!:'RiYi che lo d der mina no a gis cono elett ivamentA sulle vie respiratorie. A quPsta categcrin. s urldivi!'a in tre gruppi, il Dautr t'hande a scrive l'1prite, il clero, i vapo ri nitrosi, il fo~gen" , i cloroformiati di m etile. Ne l bisogno di O!<l"igC'no anemico s iAmo di frt>nte ad tm.a. dimjnuzione d el nuIDI:'ro d e i glohu li rossi, o almeno di que lli utilizzabili ai .fini respiratori, e pnciò Rd un a. d e ficienza. di ossiem cglohina. In questa categoria l'autore comprendi' essenzialmente l'ossido eli carbonio. Il bisogno di ossigeno circolatorio si v P.rif!cn qua ndo la. circola ?.ione è rallentata al punt o che una grande quantità di ossigeno è ut.ilizzata. prima di arrh·are a i capillari e d ai t essuti che precedono l'inizio d el ~istema venoso. No con ~:r>gtte un a. d e ficienza di ossigeno t is..<mlare. Fra i ve lo.> ni tissulari l'A. pone i ci~tnuri , il mercurio, il fosforo, le arsine (compresa la lcwisitt'). l 'idrogE'no arRenico.le. Oltre a CJUesta originale clai:!Sificazione, ris ulta anC'he i nterC's!'ant f' il capitolo che tratta. d e lla funzione d el seno carotideo. Jn segtùto a ri cerche :-;perimt-J,tali di altri autori e proprie, il Da.utrebande conch1de che, ~tllo stato attuale cl<'lla qul:'stione c in atwea. di ulteriori ricerche, è rla ritr>nere ch e la r <'gione d el eeno carotideo regoli, per via rifle;.sa., gran pnrte dell'a t tività d e l centro respiratorio, e che ad essa sia. principalmente devoluta la sensibilità alle variazioni dell'anidride carbonica e dell'ossigeno, m entre la sensibilità. alle piccole variazioni d el pB re· sterebbe l'attributo d e l cent.ro. Il seno carotideo svolge anche una importante azione ne11a risposta di:' l centro respiratorio ad alcune sostanzf' farwacodinnmiche, come iJ cia.nurQ di potassio, la nicotina e la lobelina; e ad e::so sono s ubordinate la regola.zione della frequenza. sistolica, il tono vasomot.ore . lo stato di vasocost.rizionc o di vasodilatazione periferica, l'irriga7.ione d e i mu!'coli e rlei vis<'E'Ti, il volume del sangue circolante, la. gittata pulsat ori n. · ..
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RIVISTA DEJLA STAMPA M ~;DI<.:A ITALIANA E STHANLEBA
Nella parte d edicata alla profilassi sono considera t i il ri velamento d egli aggressivi ecl i mezzi di protezione m ediante vari tipi di apparecchi, sia. filtranti che a circuito chiuso. Seguono delle norme generali di terapia, con particolare riguardo al trattamento d el bisogno d i ossigeno. Sono descri tti vari metodi ed alcuni apparecchi moderni per ina lazioni di ossigeno e per t ero.pia. con miscele 02 e C02. N el compl ~so l'opera del Dautreba.nde è a.s.<:sai interessante, aggiornata., moderna e costituisce uno dei più utili libri di consultazione sopra i vari argomenti di guerra chimica. FERRI. .ANrcxoFY, SEI.ENF:FF ~~ Lt.STOCKIN . -
lprite. (Associazione statale di m edicina,
Leningrado). Sotto la direzione dci proCcssori Anickoff, Seleneff e Lnstockin, alcuni m edici dell'esercito soviet.ico hanno raccolto in un int.eressantc volume int itolato o lprite • alcune memorie eopra esperimenti da lo'Sl'li compiuti col solfuro d i etile biclorurato. Glebovic ha Rtudiato l'azione dei vapori d'iprite s ulla cut.e d el coniglio e dell'uomo in varie coocentrazioni, e la influenza. d ella temperatura su questa azion E'. L 'A. ha rilevato, essenzialmente: non vi è grande differenza frA. la sensibilità della cute umana e qur.lla dell'orecchio del coniglio; il grado minimo ùi taio sensibilità è compreso nfli limiti c x t= 500 a 1000; l'effetto d ei vapori d'iprite aumenta coll'elevarsi della temperatura.. Lo st~sso autore ha esperimentato comparativamente l'azione d ell'iprite sulla p elle dell'uomo, nsciuttn. o umida., riscaldata, os.<:ser vando che s w.la zona di cute umida. e riscaldata. l'eritema comparve rapidissimamento, cioè nel giro di pochi minuti, c dopo una o due ore si produsse visiuile ectema. Invece sopra zone cii controllo l'effetto rubefacente s i ebbe solo dopo alcnne ore e l'ede ma com· p arve verso la fine del primo giorno. Drugow ha studiato il dooorso clin ico delle ferite sottoposte all'azione dei vapori d'iprite o le eventuali modifìcazioni patolo~iche e anatomiche nel procel';sO di cicat1·izzazione di ferit.e iprita.te, in confronto oon ferite ordinarie. H a. trovat,o che il proces.'!o di cicatrizzazione delle forit.e sottoposte ai vapon d 'ipri te B ritardato, ed in ossfl si possono verificare fatti di necrosi dei tessuti più profondi con succe~iva 1·igcnerazione. Zarubin h a condotto esperimenti diretti a verificare gli effetti d ell'iprit,e sul· l'organo visivo e la possibilità di bonificare gli occhi colpiti da solfuro di etile biclorura.to li•.1uido. R iswtò che l 'iprit.e ha. sull'occhio una. rapidissima nzioue, che Ai esplica nei primi 30 secondi dalla contaminazione. Se l'intervento bonificante è immediato (non oltre i primi 3 secondi) l'azione deU'iprit.e può essere ridotta d el 99 %; se si interviene dopo un minuto non si ha alt ro effetto che di ritardare la comparsa dei sintomi . Glebovic ha praticato ricerche p er stabilire con rapidità. la diagnosi di ipritaziono della. cute, durante il periodo di latenza delle manifestazioni. Come acceleratori della com parsa dell'eriwms. si sono dimostrati utili il bagno caldo a. 4(1° C., la. trementina, la. tremontina disciolta in olio di lino. La t rementina non può es· sere usata sopra ampie superfici d el corpo a causa della sua notevole azio ne tossica da ria-.<lilorbimento. Sere broff riferisce i risult.ati di prove da lui condotte allo scopo di verificare gli effPtti dell'iprite sulla palle quando questa. sia stata spalmata prevent.ivamente con vaselina o lanolina. Ha. ossP.rvato che l 'azione della vaselina ai mani· festa con tma. lieve te nrle nza. all'aumento della. sensibilità. della cute all'agressivu. La lanolina non impedil'!ce la produzione delle a.lt.erRzioni da iprite; tutta\•ia dim ostra qualchE:' capacità difen!!iva. Troizky ha studiato, insieme ad altri colleghi, l'azione della. btmzina, del tetraclornro d i carbonio, del petrolio e dell'amilP-nc per la. bonifica della cute ipritata. Gli AA. stabiliscono questa scala decrescente n ell'efficacia: amilene, tetracloruro di carbonio, benzina, petrolio. I.'amilene presenta. gravi difetti ch e limi tano la sua possibilità d'impiego: l'odore disgustoso, l'azione tossica dei sup( vnpori, la s ua infiammabilità. Auche i vapvri d i tetracloruro di carbonio pos.ile· dono azione tossica, ma in g rado asqa.i meno elevato. ,/
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RIVISTA fJELLA STAMPA
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ITAI.IA.SA E STRA.SIEJlA
1\l agnisky ha condotto ricerche circa !"e liminazione d ell' iprite dalla pdlc· mediante sostanze neutralizzanti , e precisamente il permanganato di potassio ed il cloruro d i calcio. Questi due prodotti s i dimostrano capaci di attenuare l 'azioni:' dell'iprite, ma non consentono la c omple ta. net1trali.zzazione anche dopo un bre· vissimo periodo dalla. cont-aminazione. Sere b roff ha st11diato la pos!?ibilità di bonifica della cut,e m eci iante lavagg io con alcool a. 95o, alcool saponato e acqua saponat·a. Jl pi1ì e fficace s i dimostra l 'alcool snponato, che per le sue proprie tà s i av,·icina alll'l be nzi na.. FE RR T.
Drotto BIZ7.AltRINt. - Longevità (R. Giusti - L ivorno 1934· XII). Il titolo indica chiaramente il contenu to e lo scopo del li hro: prolungare qmmto pitt è possibile, mantenenrlola nelle migliori con•iizioni, l a vita umann. Con fo rma spigliatA, attraente, suasiva l 'A., profondo cultore d 'ig iene r not o quanto appas$ionato e valente propagandi$ta d "'lll' leggi e dd precetti di questa scienza, espone i mezzi, che sono alla portata. di tutti e c he ,·ulgono a. viver sRni ed a lun~o. N ell aderenza alle morlernE' nece!';sità rl ell 'Psif't~nza sta. il merito prec·ipuo d e l lavoro c l ' utilitli che ha pe r ogni cla~>se sociale. Più eh~ una sterile predicazionP. tcorE'tico. t rovus i n <'l libro la messa a punto d elle numerose questioni che interl'l'<Sano l 'ind ividuo rli ogni etn e di ogni <'ll\f'Se. e perciò stesso della. collettività. Non è possibile e ntrat•e in rl!'ttagli , nè tt'n tarl" di riass umere il con tenuto dell'elegante volume, tanto ef'sO è ricco. vario e llltlgi· s trAlmonte scritto; bisogna leggerlo per intero, e poi consultarlo spesso: den· per · ciò trovaN'!i in agni casa, fra. lf' mani di ogni m nrlre di famig lia. G. G. I. L EMOs M"'oNTEmo -
Il tifo esantematico di S. Paolo e suoi rap porti con la febbre
maculosa delle Montagne Rooclose alla prova d'immunità crociata. ( Brnsi l Medie<>, 82:?5, 1!)33). L 'A. che in numerose precedenti pubblica-z ioni s i è occupato ili questa g rave inie zione .a d alta mortalità, trasm~>ssa da una zecca (Amblyomma cayem1ense), ha voluto procedere a ricerche comparative tra il virus della • febbre maculosa d e lle Montagne Rocciose » e il virus d el c tifo E-santematico di S. Paolo » SE'rnmdosi di saggi d'immunità crociata sulle cavie. Cavie immunizzate contro il tifo esantematico di S. Pao lo ril'<ultano immuni contro la febbre d elle 1\·1. R., e viceversa cavie guarite d ella febbre d elle 1\l. R. non r eagiscono a ll'inoculazione del virus di S. Paolo, contenuto nelle ZE'cche o n e l sangue di malati. È stato anche osservato che l'Amblyomma coyennet~se, può sperimentalmente trasmettere il virus della febbre maculosa d e lle M. R. LEMOS MoNTE:mo giunge alla conclusione che il tifo di S. Paolo appart iene al gruppo delle fe bbri esantematiche, di cui l'infezione «tipo • è la febbre d elle Montagne Rocciose: il tifo di S. Paolo rappresent,a, una varietà d ella. febbre dt>lle M. R. D a questi sturo risulta dunque come l'estensione geografica di malattie similat i a l tifo esantematico sia assai più ampia di quanto non si pensi e ch e la febbre delle Montagne Rocciose non si può ptù considerare come un'entità morbosa limitata al Nord America. R E ITANO.
MEDICINA LEGALE
L. OIUMDEttn. - Paralisi agitante e trauma (The J ùurnal of nen·. and ment. disea.'les, gennaio 1934). La presunzione di una parentela fra t.rauma e paralis i Agitante data dalla prima d eserizione fBtta dal Parkinson della malattia. come entità clinica ' a. sè. Sen o n c hè lo stesso Parkinson considerò allora il trauma sulo come una d elle porosibili oause d ella malat.tia e non la più comune.
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RIVISTA DBLLA STAMPA MEDICA ITALIANA E STRANIERA
Con lo sviluppo che assunse la l-egislazione infortuni:stica nei paesi pi\1 civili, perdurando l'oscurità in Ctti si viveva e in parte ancora SI vive cir ca. l'et iopatogenesi rli molte malattia nervost', il concetto di "malattia del sistema nervos() rli origine t raumatica» venne largamente accolto nellA. pratica. infortunist.ica.. Sor:<e il1'>omma la tendenza ad accordare il beneficio d el dubbio a l malato trtwmatizzato e la paralisi agitante a etiopa.toger.esi affatto sconosciuta illOn fece eccezione alht r egola. Si ceJ•cò però di spiPgare come mai un trauma., per ('Sempio peri'ferico, poU>sS6" dare origine al morbo di Pa.rkinson. L'ipotesi più accettA fu quella di snpporre che il trattma dctRrmÌJlOsse \ma nevrite ascendent-e. Per spiegare poi comE> da questa s i giungesse al la paralisi agitante fu ammesso il concetto giè. propugu ato da St1·iimpf'll per la I"Clerosi mu ltipla di una predispoi<izione individuale (A11lage). P erciò il problema c'li unu pnrulii'<i agita11te t.raumat.ica. venne risolto suUa base rli dne ipotesi n ecessar-ie como elementi causali: il costituirsi di una nevrite ascendenti'>. e l'esistenza di un locus ntinoris resistentiae nel sistema nervoso. Questi. furono i concett.i generalmente seguiti a riguardo della. paralisi Rgi· tante t.raurnn.tica prima della gncnl!l mondia.IP.. L 'esperienza della grande guE'rra pur con la not.evolf' quontitÌ\ rli t.rmtmi p eriferici legati con essa non diede alcun contributo per risolv..-re la 4uis1 iontl, poiché il morbo di Pa.r kinson nel periodo bellico non mostrò JH'sstma mt~gg iore frequenzn ovo si accettuino i cosi di pnrkin· sonismo postenccfalitico dovuti a.ll'encofnlite letnrgica che in quel torno rli tempo o poco d opo preso sviluppo pandemico. Intanto g li studi intesi a stabilire con r<'perto c linico ed anatomo-pntulogico l'esistenza della nevrite ascendente, una vo lta ammess(t da parecchi, do,vano concordemente risul tat i n egativi. Con l'e"clusiono dei traumi periferici e delle nevriti ascendenti a. cui f'ssi avrebbero dato luogo rimane vano in giuoco, nel campo della pa.ralisi agitante tralUnat.ica., solo i traumi cranici . Non vi è- afferma giustamente l 'A. - nessuna r agioiOO particolare per chè un trauma. al capo non posEa. dare esito in emorragia. di qualche parte d ei cerve llo o quindi anche della zona. d ei nuclei della base. E rimane quindi la possibili tù, alme no teorica, di un morbo di Pnrkin!'<on di origine traumatica. In pratica pèì·Ò l'anAlisi aceurA.ta, degli S6 cnsi di parl\lisi a~itante traumatica riportati come tnli n ella letteratur a:. compiuta con ~strema diligenza e note,·ole acume critico, porta l 'A. ad Cl"cludere cho fra di ef'si Ye tll~ sia. un solo di sicura natura. tntumatica e ad affennarP: l o che la. grande maggiomnza dei cAsi fu diai!JlOSticata sulla presunzion e di un'ipotetica n eurite ascendente eh~ in effet-ti non era <'Sistente; 2o che per n itrì casi il rapporto di calt'la ad ef'fetto tra trawna. e mal attia non nppariva ben ch iaro; :1° che in altri ancora il t.empo decorrente fra il trauma e l'inizio d e lla mnla.ttia era talmente lungo da prcclurlerc O!Wi connessione tra. i due fatti; 40 che in molti casi non si tratta,va di paralisi agitante, ma in.vece di pa.rkinsonismo postencefaHtico. A conclu~<iOn fl d e lla sua ri ,.i'3ta cri tico-!lintetica l'A. esprime l 'opinione r:he il trauma., in generale, non dev'essere ritenuto rcspon~'<nbi le di produrre la. porali ~i agitante. SACCHETTI.
P. H uLLSTRUNG.
Infortunio da corrente elettrica cAusa di angl:na pector:s. - ·
(Klinische Wochenschrift, 17 marzo 1934). Se nella letteratura sono citati numcroi<i casi di morte improvviso. da para,· lisi cardiuca per l'a?.:i...mt> della corrente ~Jettrica, nou s i conoscono dati nircl\ l"insorgeuz.a di un 'an~ina di petto in conseguem:a del mede!<imo fattore. ~ L'A. ritiene opportuno rifet·ire 1'1\1 3 cnsi ili cui 2 osservati òirettament.R dal clinico di Dw>seldorf, Edcns, noto cultore di cardiologia.. I l primo rig11arda un soggetto di 51 anni che aveva sofferto di malaria e dis.<Jonteria. in :r.one tropicali molti a~oni prima. Do. allora nessuna malattin. d'importanza. nessun i<intomo di sofferenza cardiaca. l/infortunio si è prodotto m e ntre il pazif'nte tent>va il t elefono colla mano s inistra a contatto della part~ metallica del microiono e toccava. accidcmtal-
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mente il sostP.gno metallico di una lampada portatile connessa con una linea a 220 volta. H pMsaggio della coner1te, evi;ientt>mente facilitato dalla ottimA. m essa a terra della conduttura telefonica, prodlL'>SC un crampo generalizzato esteso anche alle corde vocali per cui il paziente non potè ncJltlmP-no chiedere soccorso e solo
col piede ritu.•wl ad allontanare la lampada pericolosa. D opo l'infortunio si ebbe. raucedine, impallidimento d el medio e anulare d e lla mano d estra da s pasmo e senso di oppressione alla regione stemale aumen· tante as..'lai cogli sforzi. Circa 2 me.c;i dupo grave attacco di angina pcctoris con febbre fino a 31)0 gra.data.men.te attenuatosi in una diecina di giorni. All'esame obiettivo cuore di forma, posizione e granrlezza normale. T ùni deboli, ma p11ri. Polso 60. Riva Rocci 35 mm. Hs. All'e lettrocardiografo, oscillazioni basse, ussenza di T in 18 deriv.; in 28 e 3a deriv. T positiva. Il 2° caso si rife risce a un operaio e lettricista. infortunato mentre riparava una lampada di cui aveva toccato la parte metallica, presentauùo quindi molta analogia col precedente; nel 3o paziente l 'infortunio si è prodotto pt"r il contatto con ur1 filo della corren te tranviaria a. 500 volta caduto dalla linea. Qui l 'effetto che poteva essere immerl.iatamente assai più grave fu evidentemente a.ttonuato perchò il $!Oggetto stava. su un carretto il che permetteva un certo grado di isolament,o. Anche in qnesti ca~i si ~<volsero dopo l'infortunio rlei sintomi di natura angi· nosa controllati dall'esame e decorso clinico e dalle ricerche elet.trocardiografìche che è inutile riferire dettagliatA.monte essendo simili al precedente.
Nella dlscussiohe dei casi è anzitutto da. chiàrire il fatt;o se nelle n\oùalità
descritte del traum~ è da ammettersi in linea gt3nerale una lesione d egli organi circolatori e sucondariamonto come lo ~viluppo di un'angina di pe tto sia in qualche modo collegabile con un t·rauma a lettrico. A questo punto non P. inopportuno richiaffill.re sommariamente le nozioni riguardanti il mnccanismo d &lla m orte sotto l 'azion"' d e lla corrente. Mentre per alcuni la morte è dovuta A. paralisi del centro rospirat.orio, altri autori la considerano dovuta dire t.tarne nte ali 'azione stù muscolo cardiaco (He rztod ). Battes li e Prevost con accurate dimostrazioni sperimentali osservarono che nel cane attraversato da. una C0l'rente di 120 volto. la. morte era dovuta a fibrillazione ventricola.re. (~li stessi o.atori sperimentando nelle stesse condizioni ma con c<>rrenti più e levate riscontrarono lesioni dci centri nervosi. Iellinek osservò un paziente morto a 24 ore di dist.anza. da un infortunio elettrico e avendo riscontrato una tromhosi delle coronn,rie pensò chE' alterazioni vasali non ~iauo rare in queste tlir<>ostanze. In un lavoro recentiss imo (1933) il Koeppen riport;ando alcune e::;perien ze su a nima li notf~ che comf:l azione iniziale della corrente sono da. considerarsi spa..<>mi vasali, arresto d el cuore, fibrillazione; solo secondariamenre intervengono losioni gvnerali, tra cui in prima linea la paralisi del centro respiratorio. Lo stesso autore nelle sue ricerche su cani B conig_li ho. potuto stabilire ohe il quadro anatomico nella morte da. e lettricità è in prima linea da riportar.3i a. uno spasmo d•~ll e arterie coronarie colle notE> conseguenze d ella. trombosi o sclerosi di esse . É plu·e noto ohe anche un semplice spusmo coronar ico può danneggiar e cosi graYenente la irr,na.>:ione sanguigna del muscolo cardiaco da potersi arrivare a. tul infarto cui può f<egui re morte immediata o gravi esiti sui quali hanno portato notevole luc'<' le ricerche elettrocardiografiche di q uesti ultimi anni. É quindi ammissibile che in casi meno gravi, dopo ce~ate le conseguenze acute successive all'elettrotnmma., eeplicantesi specialmE-nte con uno spasm<? d"lle arterie nutritizie del cuorP., permanga tuttavia. la possibilità nei casi stess1 ùi andar so.ggetti a delle crisi di angiospasmo, le quali possono provocare una cri!!i completa di angina di pP.tto. BERTOLUCCI.
N. HeNNI NO e A. REOK. - Diagnostica del llquildo cerebro-racbld iàno nel quadro del d lssecca111m to. - (Kiinische Wochcnschorift, n. 7, 17 feebhraio 1934).
L'indag ine portata. sulla composizione chimica del liquido cerE-bro-spinale, per ciò che riguarda il contenuto proteico eli esso, sia dal punto di vista di un aumento globale, sia. da. quello di un aumento d elle diverse frazioni proteiche
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e propriamente dell'albumine P- globulint>, rilevahili qnel-'t'ultime mediante le note reazioni di Nonne· ApPlt, Pandy e Bovt>ri comunemente- nella pratica. clinica. adoperatE'. ha dimostrato la jl:mnde importanza che tali va.ria.zioni hanno nella diagnostica delle malattie del si~tema nervoso centrale e delle meningi. T risultati eli tali metodi di esame si posi!ono oramai ritenere come sicuramente acquisi t i. non ostante qualche voce disc.>rde o qua.lche riserva in proposito sollevnta. Gli AA., in ba.'!e a numerose ricerche praticst.te ne lla Clinica medica di .L ipsia, hanno cercato di portare le loro indagini sulle vA.riazioni del contenuto proteico del liquor, riconendo 1\Ù un metodo p11.rticolare di esame da loro già adoperato per il succo gastrico e consistente neil'esa.me di una goccia di es.c::o deposit-ata. su un ve· trino porta-oggetti e fatta disSP.ccare lentamente in termostato .. Nelle forme di gaetrite , con atunento di eliminazione di sostanze proteiehe, s i rileva la. comparsa di una zvna anulare periferica splendente, trasparente dovuta. alle proteine. Analoga tecnica hanno impiegato nell'e!<ame d el liquor, liberato in precedenza mediante filtrazione o centrifugazione d egli elementi citologici. 1\Jncroscopicamente nel liquor normale il vet.rino appare nel punto ove si è depositata la goccia., che si è fatta disseccare, solo come appannato. All'os'iervazione microscopica. invece si notano formazioni dovute a processo di cristallizzazione del cloruro di sodio, le quali hanno per lo pii• figura di croce, Uilora l'a.<!pett.o di uovo con poli smussati ed infof'sati. La grandt>zza di esse è varia f' la formazioni situate nella pa.rte centrale d ella goccia sono di solito pib piccole di quelle della periferia.. Accanto ~td esse ne sono state oss•'rvate altre simili a piante con ramificazioni molto sottili. partenti da un tronco principale, spesso arcuato. Tutte queste formazioni si osservano già alla. periferia del preparato, ove manca perciò una zona. anulare periferica. Tale rep~rt.o è stato dagli AA. trovato caratterist.ico e costante in 2 1 casi di liquido cefalo-rachidiano normale, il che era confermato da tutte le altre ricerche risultat.e negative e dall'assenza di un quadro morboso clinica.rr.ente obiettivabi le. A prescinde re dall'importanza che tale ricerca può a.Yet>e ne l campo medicolegali'!, gli AA. si limitano all~t sua applicazione nel campo della clinica e notano che già scarsi aumenti di sosta.nzo proteiohe rilevabili rla1l'esito positivo della Nonne-Apelt e Pandy si appatesa.no in modo caratteristico in tale ricerca ; nei eMi limiti però è nece~;f;ario l'esame micros;copico. Si nota. anzitutto una zona. marginale periferica, trasparente, amorfa, nfltta· mente delimitata dalla zona centrale, ove sono quelle formnzioni sopra m enzionate. Rssa è di natura proteica, come è dimostrato dalla. colorazione rossa che assume pet· l'aggiunta di una goccia del reattivo di 1\fillon con l<>ggero ris()aldament.o, anzi l 'ampiezza. di questa zona è in diretto rapporto col contenuto proteico del lirtuor. Nella t.abe, neUa. paralil'li e nella lue cerebro-spinale essa r aggiunge persino HO p.. A tale comparsa ed allargamento della zona marginale corril'lpondono a l terazioni df'lla zona centrale o del ret.icolo ove quelle formazioni dianzi d escritte preRentano modificazioni molto importa.n ti, anzi ca.ratteristiche dal punto di vista qualitativo e quant.itativo. Le formazioni a croce rlivent,ano pib rare e più piccole e prevalgono quelle ra.mifìrate e sottili. In(J)trc in liquor xantocromici la zona marginale appare t;'Olorat,a in giallastro. Nella meningite tubercolare si osserva ancora un rr.aggior allargamento della zona margina.lfl di natura prot.eica, che si mostra anche alquanto sollevata ed in tm CMO ha raggitmto 160 ,_,, con piegoline caratteristiche decorrenti pa.rnllelament.e come si sogliono vedere nel quadro del siero flisseccato; nella zona centrale invece l'elemf'nto caratterist.ico a fonna di croce è scompa.rso e dominano il quadro forma.zioni a stella <>d elementi tenui ramificati. Ancora più amplificata la zona marginale perift>rica. si os.'lerva nella meningite purulenta (4il0 f.L), mentre la zona reticola.re centrale è tutta occupata. da formazioni stellari e ramificate disposte fittamente le une ncca.nto a.He altre. In un ca.c:o di uremia da ritenzione mancava. la formazione della. zona periferica (assente la 1·e nzioue d ell'albumina) e si os.'lervavano formazioni a croce molto ~>sili ~>d impalcntu.re aghiformi. Gli AA. non riferiscono s ui risultati di tale metodo di e!'ame delliquor nella. apoplessia, nell'epilessia, nella pMbimPningite emorragica, nt>ll'encefalite e nei tumori cerebrali. ~on si sono in tale ricerca occupati , il che 11arebbe stato molto
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interessanti-' per l 'int~rpretazione dell'es:':enza del fcnomf'no, del rapporto all)u· mina.-gluhulina nei liquirli cerebro-rachidiani esaminati. Il lavoro, corredato di riproduzioni di prep11.rat.i micr<.oscopici molto dimostra· ti vi, mette in rilievo la grande importanza diagnostica di tale metodo di ricerca, tanto piil che la tecnica è Hemplice e richiede, il che costituisce ancora un grande vantaggio, quantità minime di mat.eria.le por essere e;;eguita. . R. o ' Au:ss ANORO. F. RATJJERY e P. F.HOMENT. - Le classlftcazloni delle nefrltf. Médicale, n. 24, 24 marzo 1934 ).
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(l.a Pres~e
Gli AA. fanno una rivista critica delle varie classificazioni delle m•friti, che raggruppano in tre ca.tt>.gorie: anatomiche, etiologiche, fisiopatologiche. Dopo di aver riassunto la storia delle clasF!ificazioni anatomiche riportando con qualche particolarità la cl8R8ifìcazione di Volha:rd e Fahr o quf'lla. di Oberling, ne fanno la critica. dal _PU!lto di vista anatomo-patologico: il rene non è mai leso in uno solo dei suot elementi, ma in tutti e vi è solo predominanza d elle lesioni rli uno piuttosto che di un altro elemento; è ben difficile inoltre distinguere le lesioni degt-nerative da quelle infiammatorie; ~'<perimenta.le: non è possibile riprodurre lesioni isolate dei glomeruJi o dei tubuli; clinico: non si può clinicamente distinguere le "arie lesioni anAtomiche, perchè le funzioni tubulari e glomerula.ri sono cosi intrecciate fra loru che non si riesce a riconoscere ciò che dipende dalle lesioni delle une rla quello che è legato alle lesioni delle altre. Cosi per tutte le alterazioni dei di"ersi elementi del tessnto renale. I distmbi di secrezione dei clormi e dell'azoto non sono caratteristici di alterazioni speciali di teasuti determinati, la. funzione renaJe è un fenomeno compleaso che richiede l'azione di tut.ti gli elementi del rt>nf.". Claasitìcazioni et.iologiche. La. natura. dell'agente causale non può caratteriz· zare una forma. clinica, lo stesso agente può produrre fotme divt>rse. Può un agente ledere questo o quel tessuto con maggioro predilezione, mu. le lesioni 11ono sempre generalizzat-e. · Questo tipo di clas8ificazione ha inoltre il torto di non considerare le turbe umor~tli che sono espressione dello stato funzionale dell'organo. Classificazioni fisio-patologiche. Gli AA. riconoscono a Widal il merito di aver ripreso lo sturlio delle variazioni dell'a.zotemia nelle nefriti e di aver dimostrato la sua. importanza nello stabilire la diagnosi e la. progno~'<i di certe ncfriti. Egli distinse nefriti con edema e rit.enzione d ei cloruri e nefriti azotemiche. Castaigne descrive ne!riti idropi gene a nefriti mernigene. Ma queste distinzioni contrastano con una serie di nuovi da.ti: la. ritenzione dei cloruri non è sempre ar-eompag:nata da edemi, può complicarsi con azotemia, non sempre si presenta con oloruretria intervenendo in questa un fattore th;sultwe, possono esisterenefriti ipocloremicha. n rene è un organo a funzi~m.i moltelllici o vMie, a lato della secrezione del NaCI c deH'nrea bisogna considerare anche quella d ell'acqua e di molte altre sostanze; inoltre la secrezione dell'uriufl., non è la sola suo. funzione avendo esso importanzo. nella secrezione dell'ammoniacl\ e nel mantenere l'equilil>rio acido· basico del sangue. Se nelle le10ioni massive tutte le funzioni sono alterate, in quelle leg· ~ere o di media entità si può avere una dissociazione nell'alterazione di queste funzioni. Nelle antiche classificazioni di Widal e di C~taigne sono considerate soltanto le alterazioni della secrezione de11'urea e dei clorurri, ma vi sono dt-lle nefriti in coi tali secrezioni non sono tmbo.te. Hanno essi compreso l'errore e Widal, J..emierre e Va.Jlery-Ra.dot dannu cinque grandi tipi di x•efriti: albuminuria cronica. semplice, nefrite ematmica, nefrite con ritenzione dei cloruri, nefrite con riten·
tione azotata, nefrite iperteruriva. Ca.'!ta.igne aggiunge a.Ìla nefrite idropigena e alla nt>frite uremigena una ne· frite a.lbn.minurica semplice. Ma. il principio di quest~ classificazioni è a volte fondato su turbe funzionali, a volte sopra. segni di cui mal ai vede il legame con
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fun.,iuui duturmiuate ; inolt.1·e la classificazione di Wida.l no11 tiene conto del risenti-
m f)nto e~oroitato sulrorga.nismo dall'insufficienza. funzionale del rene. Cii AA. s i propongcmo di ritomare sull'argomento in seguito col proporre una loro classificazione d ellt> nofriti.
Fr.oaro. CHIRURGIA GENERALE F. Kr.•~taert. - l risultati lontani della netropessla per mezzo della « Arrlsatlon • ( 1) della fascia renale. - (.Joumal de chirurgie, aprile 1934-XTI). L 'A. dopo avere accennato ai risultati poco soddisfacenti delle operazioni del re ne mobile che hanno dato fi110 a questi ultimi t.empi da! 50 al GO % di recidive e al caratt-ere an ti fisiologico di tutti i metodi di n efropes'5ia basati sul medesimo principio della. fissazione ddll'organo abbassato per mezzo di s u ture cn.psula.ri, più spesso, alla 12" costola od anche alla. mnscolatura. lombare vicina, pa.'5Sa a. trat t!l.re d oll'impor t.ante suo m otvrlo di nefropessia. elaborato in collaborazione di K lapp A basato s ul pri1lcipio completamente nuovo di creare, per il rene ricollocato ne lla. sua po.>izione normale, un sostegno da.l ba1;so. Per la. elaborazione di questo metorlo di n.ofropessia, l'A. ha preso per ptmto di partenza. lo studio anatomico degli e le ment.i che fìs:;a.no il rene ne lla sma pos izione normale, dando speciale importan~a alla fa'Ici a. re r1a.le, ne lla quale il rene è sitttato come dentro un sncco. I n caso di reno mobile, rlice l ' A., i due fog lietti, anteriore e posteriore, d ella fascia. SI separano al di sotto permettendo co>i all'organo di abba«san>i dentro il !'tto sacco fa.<~ciale. Da ciò il metodo, conside rato dall'A. corno il più fisiologico, che consiste nella chiuc;ura. rle l sacco fa.~oiale a.l disotto del rene per mezzo di. w 1a serie di suture. La. tecnica operatoria usata e che è illustrata da. due figure nitide e molt.o d imostrative, è stata. lu. seguenw: incisione tipica. lombare, ;:ezione o. strati d e lla rnltscolatura. e d ella fa.;;cia tt·a.nsversa.lis o sezione longitudina.le della. fac;cia. n:male. Indi, dopo rimos;:e le aderenze e rimesso n ella. posizione normale il rene, si dà un a.ppog~io solido all'organo, chiudendo il sacco fascia le p er mezzo di suture c a.rrisa.ntos • · Inoltre l'A., p er ottenere una aderenza. pitl intima d el rene con i t essuti vicini, ha e.,e~uito, in tutti i ca.«i di nefropessia., la cleca.psula.zione rl€'1 rene prima. di chiudere il sacco fa.'<ciale. FLORIO(A.
NEUROPSICHIATRIA L. DA vrs. - Il trattamento chirurgico del dolore. (Zeitsoh. f. d. ges. N eu r. u. P sy ., vol. 146, pllg. 74). D proble ma. fis iologico a3Sai comples.'>o o di notevole interesse per le applicazioni tera.peutiche che se ne possono trarre, riguardante le vie di conduzione del dolore, viene abbordato dall'autore utilizzando, con l'ampio materiale tratto dalla letteratura., i risultati d elle proprie ricerche sperimentali e delle ossen·azioni cliniche fatte su soggetti sottoposti a. intervento neuro-chirurg:co come t.era.pia. contro il dolore. Il tentativo di curare chirurgicamente il dolore in quelle affezioni (tabe, angina. pectoris, nevralgie del trigemino) in cui può presentarsi cosi violento e irresistibile da constringere medico e malato a. quest'ultima crudele prova, non è nuovo, pe rò poggiava finora sull'empirismo dì fattr anatomici e fisiologici non bene accertati e impe rfett.amonto conosciuti. È stata perciò intenzione d ell'autore raggiungere un'esatta. m es.'5a a. punto della questiono, allo scopo di stabilire i fondamenti scentifìci ent ro cui si svolge il meccanismo del dolore, SOJ>rattuttodi quello d 'origine viscerale, che si trasmette alla coscienza. attraverso l anello del gran simpatico. È o.mme6So ormai da tutti che le vie della sensibilità termodolorifì.oa. somatica., entrando nel midollo attraverso le radici posteriori, raggiungono il cervello col (l) La narn la • A.rri.•alio>l• n on hn l>.\ cordspoodcntc in llalian•>· S<.'<'o ndo l'A. couslslc lo
una chiusuru dopo riPHamme<oto.
H.IVISTA Df:LL.l STAMPA MEDICA ITALL.\-"iA E S'l'lli\NIERA
(jJ i
fn:-;cio spinotala.mico. Se la sensibilità. della vita. di relazione si svolge così, si compo:-ta ugualmente la sensibilità. dolorosa. viscerale? L'A. ha. cercato di dare una ri-
spvsta adeguata. al problema con una. serie di esperimenti costituiti da tagli condoUi tnlsYersa.lmente sul midollo di amina.li. La sezione della sola sostanza bianca (cor· doni laterali e posteriori) rimane senza effetto sulla sensibilità. dolorosa viscernle, soltanto una. sezione interessante buona parte della sostanza gJigia porto. alla scompnrsa delle reazioni dolorose che l'A. produce,·a sottoponendo gli animo.li all'azione di forti correnti faradiche. Da queste esperienze egli t1·ae la conclusione che le sC'n!Xlzioni dolorose viscerali non si trasmettono attraverso il fascio spinotalamico ma, giw1te nel Inidollo per mezzo d elle radici posterioJi, trapassano i.n n euroni brevi, a catena, situati l'uno sopra l'altro, con smapsi nella sostanzn. grigia. Furono pure tentati, dall'A. e da. altri, esperimenti diretti a imitare i dolori organici che si osservano al letto del malato. Così, ad es., mediiUlte pn.lloncino di gomma., furono dilatati in a.ninali da esperimento il dotto cist,ico, il coledoco e gli m·eteri; talj distensioni determinavano reazioni di d.fe a o di alh·o genere che scomparivano soltanto mediante una sezione trasversale del midollo, totale o da Ull solo lato, ma ch e comprendt'SS6 la sostanza gJ'igiu. In un certo numero di animali da esperimento furono pure tagliate le radici posteriori e si aveva allora ch e, soltanto quando veniva sezionato l.m numero sufficientemente grande di tnli radici, sus.<;eguivano nell'animale reazioni dolorose per irritazione portata su qualche viscere (ad es. cist.ifellea). Si tentò di utilizzare questi dati sperimentali per curare le comuni crisi viscerali dei tabetici, ma la sezione di qualche radice o d ei c:ordoni determinand<• solo l'interruzione delle vie spino-talamiche aboliva la sensibilità dolorifica somatica, nta. non quella viscerale per attutire la quale occorreva sezionare abbastauza profondamente la sostanza grigia, allo scopo d 'interrompere i neuroni brev• " cat<'oa, conduttOJ·i della sensibilità. dolorifica organica. La sezione di molte radici posteriori condusse tuttavia in w1. caso fortuno:;o di angina pectoris alla completa scomparsa delle cJisi dolorose. L'A. cita questo Cllso come l'unico ricordato nella. letteratura di terapia chirurgicaeff ca.ce delle crisi d 'angina senza compromissione del meccanismo accelerator e del cuore. L'~tltra questiono, non m eno u.rdua, dd meccaui.smo di proiezion"' del dolor"' viscerale alla p eriferica del corpo l'A. pure affronta con solida competenza, rico•·dando e discutendo le teorie numerose (di L ENNANDER, NEUMANN, Ross, LA.'<c:J;:. KEAD) che hanno tentato di spiegare il fenomeno in diversa glÙsa: conclude col ritenere possibile che le sensazioni dolorose vi~.~cerali determinh:o in maniera riflessa un effetto cutaneo ch e si estrinseca succcssivruuente in un do ~ore trasmesso al la coscienza attraverso le comuni vie sensitiYe dei nervi spinali. n DAVIS alla !ine prende in esame l'opiniorw di coloro che (come il Kmn) mmnisero, in certi casi di p ersistenza del dolore dopo sezioni della J·a.dice d el trige n'l.ino o di radici posteriorr fatte a diversa alt.ezza, una tra~<n'l.issione • antidroinica~> (contro corrente) d elle sensazioni dolorose, per mezzo delle radici anteriori . Dopo una disa.Inina accurata della questione, vagliru1do con notevole acume critico gli ar·gomenti che militano in pro e in contro di tale concezione, egli viene alla conclu· sione che non vi sono ragioni per amme ttere la presenza di vie sensìtive nelle radici anteriori la cui funziono rimane sempr e quella stabilita dalla ben nota. legge di BELL-~UGENDIE.
Lavoro notevole per la ricchezza dei dati di cui dispone. e l'importanza dell'M·gomento che svolge, argomento che è, forse, destinato ad acqtùstare ancora maggior inteJ·esse in avvenire, se si tenterà _d'immettere ne!Ja pratica corrente la terapia ~hirurgica degli stati dolorosi resistenti ai comuni presidi t erapeutici. SACCHETI'I.
Kn-:sov. - Considerazioni sopra gli organi periferici della sensazione di temperatura. rArch. di Paicologia, genntiiO 1934). Si deve al MUELLER la dottrina. dell'energia.specificu dei nervi con cui si spiega ·come le impressioni del caldo, freddo, dolore sono contenuti specifici della coscienza. dai quali dipende la funzione specifica di determinati apparecchi nervosi, costituiti sempre da un organo terminale, un conduttore (nervo), w1 ceutro recettore. L'or· 7-
Giornale di mc~diçina 1nilitore.
Rt\"tSTA DELLA STAJ\fl'A MEDICA ITALIANA E
STlB~"'IEllA
gono t.erminale in quanto riceve lo stimolo eterno, e lo deve in modo spec ifico trasformare, è d el sistema la parte più importante. Per gli apparecchi tattili i corpuscoli di M .EISS:I\"ER e le corone nervose d ei }>t'li son gli organi terminali, mentre per gli apparecchi che ci danno la sensazione termica, non son noti. Tralasciando le opinioni di WEBER, FJOK ed KERING, non EWcette.te, l'A. considera la dottrina di M AGNUS BLIX di Upsala ch e tende e. spiegare le sensazioni t e rmiche anche con la dottrina di 1\fUELLER che, con personali esperienze, ammette che ndla cute hanno terminazione tre sorti di nervi: una per il caldo una pe r il freddo una per la pressione, m entre nessun organo specifico per il dolore risiederebbe nella cute. Ricerche con.secuti ve potettero stabilire che sulla cute la maggior inten · ~<itò. si ha p er i punti dolorifici (175 per cmq) minore p er i p1mti tattili (25 per cmq) ancor minore p er quelli d el freddo (12 per cmq) minima p er i punti del caldo ( l per cmq). I corpuscoli recettori del freddo sono per v. FREY i corpuscoli terminali ili KRAUSE e pt-obabilmen te con quelli di RUFFINI son in rappoto le sensazioni di ca ldo per quanto poi ulteriormentt' anche in questi i l FnEY ricono~ ce recettori dello stimolo del f1·eddo. L 'A. in questa nota pre liminare riporta le sut> conclusioni tratte dagli esperi· menti sull'ugola, che sarebbe insensibile agli stimoli del caldo mentre nella parte inferiore dispone ili qualitl~ sensoriali solo pt~r il freddo, niente per la sensazione tattile e dolorifica, oltre che per il caldo come si è d etto. D oloro, tatto e freddo son oercepiti ne11a. parte superiore. Se ne dovrebbe concludere che in questa pnrte son ben distin~bili t re fili nervosi, corpuscoli di I{RAUSE e di RUFli'INI o altri organi specifici, il tutto da dimostrare con ricerche istologiche. PoNzo inoltre ha anche accertato che la parte n asale d el palato duro e part e anteriore d el palato molle son insensibili al freddo e la parte posteriore del ca'o <Jrale dispone solo (Kmsow) di qualità sensoriali per stimoli gustativi ,.. dolorifici. Il NA.FE d e lla Washington University ritiene che la sensazione di caldo e fredd o più che a eccitazione sensoriale di t erminazioni specifiche, sarebbe dovuta la prinlà a vasodilatazione (relaxation) la seconda a vasocostrizione (contraction) p t>rift>rica. Enrlkolben di KnAUSE e i corpuscoli di RUFFINI non si trovano dovunque, mentre tutta la superficie cutanea è sensibile al caldo e al freddo. L 'A. rafforza tale opinione anche col concetto che come p er le impressioni tattili si son dovuti riconoscere recettori di forma diversa cosl vari,e forme di organi periferici avrebbero il compito di ricevere stimoli adeguati del freddo. n Kmsow inoltre non può d el tutto accettare l'opinione di NA.FE di una sintesi mentale della sensazione di temperatura. Essa è si un elemento psichico per il cui sorgere però occorre la fl.mzione di tul a ppa recchio n ervoso specifico, avvalorando la obbiezione col fatto acquisito della d ifff•renza di d ensità di punti cutanei per il caldo o per il freddo e la particolare e st-mpre cgua.le disposizione di essi sulla superficie cutanea, certamente legata a lla pr(•se nza di organi specifici, quali essi siano.
cm
R AFFOl\" E .
OTO.RINO..LARlNGOLOGIA . (: . T'Hun~ r. :-< p• ~ rinwntali.
Contributo alle conoscenze della etiologia dell'otosclerosl. Ri c<·r<"he (11 VAl.,aiYa, Il. 5, 19il·l ).
In q uesto !'ltudio il Torrini C. si occupa A~<clusivamen to clcll'etivlvgia ~lell 'oto· sclP!<O!'< i. Eg li Ca preced t>re un ct>nno rapido e chiaro sulle altera:r.ioni anatomo-patologiche pt>r pan3o.re quindi per orrline nronulogico in rRSSE'gna le tevrie emesse rl t~ i r! i n m •i a utori p or spiessarc !e alterazioni che si riscontrano in ques ta forma m orb v"n r he at.tacca inesorabilmen te la funzioi<e audit-iva. Cosi dalle più antiche teorie , qua li sono la infiammatoria pe r otiti m edie ripetute, la !netica, l a diates ica e qu.,.Jla d el t f)rr-eno orga nico tubPrcolaro;o , IR e reditaria, quellt~ d e lla stasi vt>nosa, a t·ri va alle più rcc,.n t i sulle quali ancora è ape1·to il dibattito degli aut.ori: le t l:!oritl cliJO<enducrhiche. Su qnest'ult.ima. conce:r.ione si sofferma particola.rmE'nte poirhè in qu ~flti uJt.!mi anni qua"i tutte le ricerche sull'argomento sono indiri zzate in tal sen~;o, es;,;ond(, s tato ri!Pvato c he a. base d ell'otoscll)rosi sta un alterato m <>tR· holiJO<mo d e l calcio. dis turbo ch P secondo le moderne vedute va imputate.• ad a lti'\·
J!lnS'l'A UF:LLA STAMl'A )Jl-:01(; .\
ITALI-\:-<.~
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}~ STHA);II~ HA
l'M.iOJJi d<>l sistem11. endocrino-simpMico. Su tale strada infatti sono schh:ra.ti i mode rni ricer cat.ori; però v'è chi aff~rma. che la malattia si ris':}ont.r a in sogl!ctti ipersimpatico-tonici e chl L.eglì ìposimpat.ico-tonici, altri che at-tribuiscono l'origine dell'nffeziont> ot-osclerotica 1;spettivamonte ad tma disfunzione tlella tiroide d el lobo anterivre dell'ipofisi, dP.lla. sum~nal P. , d el l!'! pa.•·atiroirlP e df'l timo, deiJf" srhianrlolf" Jl<'nitali masr:hili e femminili . L'A. rifPrcndosi alla ormai ~tccertat•• nozione clinici.'. che l'otosclerosi insorge n ella )!iovnne et.ÌI. e precisament-e nell'ep0C>1 rl i maggiorE" sviluppo somatico e psichico, e si Rggr·ava nottwolmente in coincidenza della gravidanza o dell'allattamento, cio~ in pE>riodi 1Wi C)nali s i ossc1·va Wl ulterut.o metabolismo del calcio, ha voluto inòngarC' n mezzo di ricer<'he sperimPntali con· rlotY! nella Clinica Otorinolaringologictl. di Firenze se IR soppressi o n t> totale o parziale d elle ghiandole sPssuali. sia ma-schili eh<> femminili. può t-sp li<'nrf' tu1a q\ml'lit•si influe nza sullo stat.o della capsula ln.birintica: nC'l CMO po~<itivo CC' rcare di fì.«sarnA la natura e le eventuali analogie- cor. lo clas.<>iche altorazioni <'ht' "Ì rilevano nei tre periodi della otosclerosi .mde vt'llere così rli ottt>n ero sperimenta)m("ntt': In conicrma alla ipot.(>s i fondata sulle O.S!;erva:~:ioni c lini<'ht> e cioè quella della rlis<'nrlocrinia ovarica quale momento patogcnetico c! Pll'otos(') ('rO!'\i. Su 16 cavie giovani l'li 4-5 IDI;'Si, 8 mflschi e~ fcmmine, ha p1·nticll.to in ·l di ciascun sesso la orchiectomia-o la ovariC'ctomia unilat.cralP <' ndiA altra nwtù di a nimali l'analogo atto chirurgico bilatC'rll.lmunte. N<'gli animali così opcrllti non ha potuto notori' alcun CR.mbiRmPnto n e l tenore rli vitn. Dopo oltt'f' ~l'i mE>~i. sacdfìcnti tali animali, e fattE' :>ezioni in Rcrie delle rocche (da un lnto p.erpcllllicolnrmP.nt<' e dc:.ll'a.ltro parallelanlf'nte al l 'al'se della rocca), nf'i relativi preparati rukw !"copici non ha not.ato alwrazioni istologiche che potessero pr<'s!"ntaro nnalogin co11 (J uelle che si hanno nelle tre fasi d eli 'otol;clerosi e ciò come ben si rileva andl<' dalle nitide microfotografit> riprodotte nel lavoro. Concludo perciò ch e In sola diminuita o abolita funzionalità df'lla g hiandole' g<>nitali non può. almeno Ìll campo s p~rimentn le, I"S;;ere considerata ltt càu~a della malRttin, la quAli', se imputabile a disenrlocrinia, ;]('ve c;:;sr-r(' piutto~>to da l'ifet·irsi ad una forma pluriglandola.re come aveva prosprttato C'i t ciii. TROfNA.
K. Zu:Et.KF.. Ricerche lablrlntlche e circolatorie in giovani aviatori. Universitn cii Rostocl~. (Acta Aerophysiologi~o, ìebbrt~ io 1914 ~ . La sonsazi0nc di vertigine può esse-r prodot.ta dn lievi:\;;im(" m orlifìcuzioni di ci rc,,Jo, come nel pa.s>":;tggio do.lla p0sizione orizzontAli} a qul'lln. vcrti<'nle, nei Yagotonici. 0!'1'flrvazioui l'li Ale xander f' Rrnun }uomo rilevato in su;rgetti r1evr0tici y ,•rtigine e nistagmo !>pontaneo in l'C,P tito a ripetuti e profo11di atti respiratori, fatto che 'lpif'gano con uno st-at.t1 di anaemia. cerebri per afflusso di Sl'lll!l11C nel cavo toracico: quello stato anenlico endocranir.o pl'odurrt>bbl" \m'eccihl7.ionf' PCC("'Isiva ri<'i cet•tri dell'apparato vestibola.re. Più !'N·itnbilC' o ~'>cnsibilc ~ tm ir:dividuo, più labile il 11uo sisteema antonomo v!'geta~ivo C'l'rehro-spina le, più fortP rt>ugisct> alla ercitazionc llobirintico,, e più prf'-<to dai ccnti'Ì dt>ll'app1nato vE>st.iholm·(" vien scatPnato lo stimolo sui Ctlntri visccrali pf'r a~ire sul simpatico e parnsimpa.tico che ntnno a innervare orf?ani 1'\plaracnici . J .e modifìcnzioni circolatorie ogiMono quali st.imoli eccessh·i o specifici per i <'entri vestihola.ri. L'A. riporta le nmnero~C' os"("rY:u:ioni fotte in questo can•po. >"i a a grande Altezza in montagna., sia negli aviatori. Ma tenendo conto che r eav.ioui vestibolari e modificazioni circolatorie rort,ano M:Suefazione (dm·ch Gcwòhnunj! llllÒ Truining V"t·mindert) presoeglie r:ome svggatti d'esamA nella scuola di pilotaggio di War· JH' mlinde 12 giovani pilot.i, allie.vi, che esamina minu:~:iosamente prima e dopo ciasctm volo e anch~ in volo. Nota. in genore pn;lungato nistagmo dopo il volo (tla 1(1 cii minuto a l minuto), ma un ritardo alla comparsa di es!<o dopo eccitazione calorica. Tali differem:e per St.e nre~ son da con~idermc nei limiti delle variet.à di reattività v estibola.ro fra m1 esame e l'altro e non le crede una senRibile cliff("renza fra r Hat.t.ività. di prima e dopo il volo in giova.ni piloti. Fu notatn caclut.a della pressione sist.olica e rliastolica nell'atterraggio, con sensibile differenza del numero di pulsa· zioni fra prima e dopo il volo, per breve durata.
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1<1\' I ST .\ D ~; LI ..\
sTA;\II'A r.n:DI C. A ITAI. IA N A E S TI<A:\'rEN .\
I g iova ni pilo ti si c:omport nvtlno com o llliE'Ili alhm Rt i. L ' A. t·i t it>no eh <' . ! H 1111 !M n ~i l' l'A. g ià prodott a \l!H t a~<; uefazi olle allo stimo lo r-l.e occMÌ->n n lo rf'llt t i v itù V<'fZ<'t.oti v o. e do.l l 'altro lat o i éova.r1Ì piloti , in s.'guito a l rigoto~o Psam .: c ui ,o;o n >;OttoJ.>n-.r,i i camliclati al loro mTÌ\·o, e rano proprio 4:11.'lli ch e fin Ù1l.ll ' iniz io n •ngi nm o ::<C' .1 t~ll m<>nt.e a Rtimo li M I l 'Appa r a to vegt>tntivo t>d c t·an o in g:•·ado di m nnt <'nNP ~ · • n gu<' fredd,, e '"li JW \ ' 0110 dominnrs i u1 vit'ttl rl l'll'l pro p1in cost i tnzionfl p.~ic hi rn. RAFJ' ON L
A . A. HRTAr-.-r. - - Ozena e paratlroidi. ([J Va l ;n.h•tl., !~·'nttaio 1934·XII). U n a d •'llc n.n.Jntt ia IJÌ Ù m util:mti tlella ,. i~.11 di J'l'l n7.ionC' è l'ozfln a : ('s,a h;, u n o d<'gl! ll l'f{Om cnti più suggestiv i d <' lln p at o log ia u mana eù è s t.nta oggl'tto ddle più vtwi<' conce zioni pat ogen etìcho e d e i più djspHat.i tnntat.iv i tf'l'!l-]lo'Uti ci: fat.t.ori CvStituziuuali <:On~eniti O acquisiti, predispos iziOnt' , luP, tu b•·rc·olosi , tmumi , teori a batter·iologica con v irus sp ecifici o a.~<:oci at i . con tag io, !>(] Il i li br·io YC'gctat.ivo, ::-a.ren:r.e a limentari , al terazioni d el J'ican. b in. di:;end oc r·ini C', ecc.; c nrc loc!tli , gen ernli, fì,:iPhe, tnflclicnment..,~e. vaccini smto · geni o otcrologi, mo no - o p o li\·n!e n t i, prot <'in E>. :::ie ri, cure chil'trrgiche , >l~""· c ilitc, ecc. Nume rosi Autori h nnn u stud iato tnle AfTPzione or,cle all evi tu·e il più eh<' p o>-s ibile le co nd izioni fiRic he e morali di qnd li ch e T•f' son o colpit.i. L'A. unifo rrna nclo:;i a. t utt o ciò c he la m llggioranzu d <'gli s tudiosi og!!i ammettono. rit ie ne eh (:' <:Pndizionn prim 1~ e nc•ces,;nri a ,;er il cl<' t t'rmjnismC> d ell'ozenn è IUI'nltA'rnziont' cost i· tu1.i onal e r·iferibii E> u s qtùlibrio ormoni co. Da I'] Uesto punto '.ii partenza n f' d c l'ive· r•~bbero p11i ['}sio ui t ro fiche ti ello sch ele tro e clelia mucosa d e l nnso s ino ali 'ntrofill ed n!l o ri d m:i on€' d Pi norma li p ot f'ri di difesa, da. p erme t t.er o il rogngliuso ~=wilu ppn rl e l!a flora b1Lt.te ri ca clw comple t A. il quAdro cle lll\ mRlntt ia. E )Zii rifer end nRi ali•· r icc> t'che di ~l:'ADO LT~I, che dimm;trano l'tuione ref'ld a.t.rice d ~· ll 'ormone p nr a ti · ro irl <'O llrtc·hc nPI t-1·ofìs mo de ii P mucosE' a cons,i dernti alc uni cMattcri deli R sin · dt·om e d ' ipopa r nti rc>idi:>m o, c he· possOJl C• c:s~o re riport ati a, quan t.o è dalo ri.l e· Vtl.rC in OZl'n•\ta si , rifl' ri;;cf' le osservazioni rilev a te in 4 CAsi di OZ<'lla flori dA r, ei c,ua li cvnstatò: ipocalcemia, abbassame nto d i'o lia S<•gl ia di ~citabili t il ga l. van icu n c uro-rnnscn lar P, ln hili th termi ca, a lter azioni ~;chP.letriche, d<> licicn z>l or~an i(;f\, ecc. T ris ultati ott.cnn t i, n pe r;;istcnt.i anche oltre 2 m esi, con un tra.ttnmt•nto di in iozior.i a fo rt i closi rli estra tto aprot einìco d'ormon e paratiroideo attivo, ott,c•out o e d ol'nto •u•con·Jo CoLLlP, s ono at.ati i segu en t i· immE>rliata l'lon efica influenLa sul r..t ore . succ<'~"i ' ' a men t e> scompnr:~o, dis tacco d e lle croRt e, ttrrgore ed mnidità rle ll n mu co~n., not.e,,ole mi glioramento d elle conrlizioru gen<'rali, norrnalizzn7ion P. d C"lla ('ltk emia. L o RtPsso tra.t t amen to è stato fatto in un cn.s o di laringite at-r o fica cr on ica c rostosA. ch o r·e~avo. afonia da 3 m e!'>i e che non era stato possibile far guarir~ uon n fl!l'illna d elle eu t'o comuni e che invece poi si. è p ortato a guarigione n sando s•>lo il paratormone , a vendos i così :JTI 'altra confermA. d ella h ene fica. a zione d e li '01· •none pa t·at if'Oirle o n e l trofu-mo d elle mucose . Di cons<'g uer,~n l'A. ritien e che l ' ozena pos'la essere in rapporto a d e fi ciet!7.8 funzion a le d elle p A,rn t it·oidi in stat.o di m c iopragia d a tu re congenite o aequisi t C' (tb c., lue . ecc. ) manife~t untesi ne l m om ento in cui q ;wst.e glaoJo lt" Yen gon o c lua · mo.t.e a maggior la voro (calcificazione d elle o:;sa, puhertà }. Egli rit.it"n e ancor a c lw per quant o l'igu o.rdo. la ftm:r.ione antitos.'lica, regolnt.l'ice del mt-ta bolismo c fìs.--a tr ice del calc io e d el fosforo, la d efic ie nza d el loro ormone indwTebbt". o lu-e che n ltorazioni sch t"l<? trich e , la pn:l'<<'nzam ciroolo e n egli elem enti cellulari di c ost.i t.uen· ti tm orma li tossic i d e rivanti da a.lte mt::> chimjsmo. r.opaci di d e t erminare le altE'· l'f\Zioni is to·llna.tomiche p1·oprie a lla mala t ti a . f or s<> aggravate da cont<'mpor8ll< a rH'' ·ri t e t O!<«ica de Il ' innt>rvn zionc t.rofìoa d c Ila. p i t-uitar·ia e, in dire t t o.m!'nt e J'l{'r insuffi r. i ente di fesa loca le•, di pl'rmet-t l'l'~ Aorirl u !;'Vii uppv d C' i gp r·mi. rstpprc.~-~n tn to QPrnpre
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DERMOSIFILOGRAFIA F. FtuNom. - Su una duplice anomalia, congenita ed ereditaria, del sistema pllìfero: peli torti e fragili (splrotricorrexl) ed aplasia monlliforme (monlletrix}. (Archi\'ÌO Italiano di Dt' rmatologia, :-ìifilngntfi!l e Veneroolo~ia, fase. Ul, apri le 1934- XII).
L'A. rlescrive un'anomalia. del sistema pilifero ri:;t·ontrata ir, tre frawlli " in grado m en o manifesta, n e i figli eli uoo di essi, in_q01·t-1.~ fin dalla prima in.fruuitt, e caratterizzata. da una particolare fragili t à d ei pl'li d i tutte le t·egioni (ad eccezion" d e lle ciglia e d e lla coda d e lle ROPL'ttcciglin.) che Ri pr·I'~CJ.t.ano irti ed arruffati e che al mici·oscopio presentano torsioni di 1~0° sull'a.'!.~c longitudinnlP, senza alto razioni anatomiche del f••sto. Tale anomalia ò inter'c'><Stmte non soltant.o perchè ft·a. le <listrofìc pilari (o lu. m ello canosciuta, ma in pat·ticolar modo per iJ s uo ca.nttt<wo fé\llliliR!'<' ed ereditltrio e per la sua concomitauza. (con est-ensione minor·e) COH urt'a.ltra rnr·rL t::d import.ante di~:tt.rofia, con>"istonte in rigonfiarne nti o str-.~zzat.ut·e d c·l polo, idt'tttifìcubile con la. cla.~ica apiMia moniliforme e con iorrne anomale di qu<•stu. Dopo avernE> discussa rtiffusa.mc nte la diagnos i, riportn le poc he osservnzioni ·~:<i 'ltonti t~ella. lette ratura sull'anoma.liu. descri tta, allo. quale pt·<:>feriRce a.ttl'ibuit·•· la d e nominazione di spir0t.t·inol'l'oxi, perche' meglio carattnrizza. clinicament-e l't\lt•·r•a.z.ione. In bMe acl una reazione a tipo s impaticotonico ottenuta, in ur.o d e i pazienti. con inio7.ÌOne rli un pre pamt.o tiroidtjo, l ' A. riti<'ne che la causa. tli tale dis t.roliu possa t•iferir;;i n~ 1tna possibile alterazione ~"li tale sistema, in dipcncl<'nza di tltrb<' e ndocrino, la quale tieoria rac<'oglie il maggior numero di consensi. P e r quauto riguarda Le cara.tu'ristiche istologiche cho avrebbero potuto dart· 'ttuolche luce su li 'o.~cura pat.,gencsi. fu. t·ile vare che la m•tggior pMte delle osservnzioni sono prive di h\le reporto. 11. causa d <'llo clifficoltt\ che si in(;ontrano n•·l praticare una biopsia e i pochi re pl'rti oc;istenti non portano nlcumt htc•~ s ul m eccanismo etio-patogenetico d ella torsione. P oichè porò sono c.ocora. troppo !!Carso lo doc ume ntazioni anatomo· e f.s io· pato logic he pe r poter a rldivc nirc ad una l'><Attn int,'rpr<>tn7.ione- d ,•l problcmo.
l ' A. rit-iene eh~ ci si rlebbtt limitare a consir:l~rtll'" la tordon<' ciP i pdi curno unH. tmtitil c linica, n otta.ll'.cnt•> diffe renziabilo, coogPnito. erl creditaria, pur non esclu· rlendo l 'influenzo. di ttu-bc .mdoc1·ine l\ttravorso altc>razivni rl el sist~m11- simpatino. L'A. rifori~ce che non è l!tata tentata fino ad og_~i oJ cuna. t('rapia. a base di prodotti opotc rapici. Dosi epilu.torie di raggi R ont.gen non hanno dnk• J'i >:! ultato fa.vOl'(: vole, m cn trf' i'uso <li pomat-e PmolliPuti, lnvnggi con sapoml B s pil·it.o, frizio ni con o lio o zolfo tl o lio salicilicv hnnno datv qualche lievH miglioramonto. L'A. ad w1o d t:! i suoi pa~i enti, affett-o da. liev e scl•on.:a. d~l c uoio 01\pollut.o, ha c:ons igliato ft·f'qucnti lava.ggi con sapone a.l catro.me ed hP. ottenuto la scompar<;a. -iella soburrca e l'aumento not•>vole dfllla res i>'~t.enza d c i cA.pelli e d ri p <.' li rlf'l pt.bf' . CARLU~CI.
F. FttA KC HI. Eritema nodoso e poroadenite lngulnale. ( Comuuicuz.iono alla Sez. Piem o Jtt·. della Soc. It. di D ermQt. e Sifil. nella <te duta d,J i!4 g ennaio 19!l-J. Bollettino della S:>7.. R eg. clelia Soc. It. di D et·m. ·e Sifil., r,ubblicato n? l Giornale Italiano di Dermatologia e ,<:;ifilologia, npt·ile 1934-Xll).
L'O. pt·e m et.t.e che la. compan>n frequente di nlcuni fenomeni gonoJ·ali e di
1~lcune
ma.nift-"!t.azioni cutanee dumnte il ù e<-orso d a lla po r·oadenite inguinal•• (as tenia, d ecadimento delle condizioni g(•nera.li, febbre, dolori artralgici e toial· ;zici, epista.~i. e pato-splen omegalia, modificazioni d el va lore globulare, i perleu· corit.osi con m :monucleosi evidento(), t'!'ante mi urticarioidi e :scadattit.iformi, cri· t.tomi roliformi t' nodosi) ftwno scartare l 'idl.'a che f>ssi po!<$ano rif... rirsi 0-r\ una iortuita coincidt'nza €' fanno rit.<'nN<' irW<'C<' che t'Sl! Ì ù phbano ri HI)trnrc nt> l quadro c linico della malattil\ .-Ii Nicola11- F11 vl't'.
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Il , \ 'l f<TA DELLA Sl'.\ )1 1'-\ :\IEDlCA. oTAl. IA'SA E STJtA]'.LERA
Rif('risr:P il coso tii un ammalato ùi porondenite in~nale rico,·erato n ella c lit!iCn d ermosifi lopntica di Torino, i! lfllHle, pi'Ìmo. dell'inizio d e lla c ura , pre&'ntò una eruzi on e cutnm•a con cara t t eri clinici ed evolutivi di un tipico er itema nod.l!'lO, apparsA. prima a.lla gamba d estra, poi a q uella si nistra, accùmpagnata da cefalu1, nno rossia e lie ve rialzo termico, d olori e tumefazione alle g 1·andi articola:r.ion:. I nodi rl ermo-e pide rmici, d e lla grandezza di una ci.liegia, sed e di inten.;;,, dolore, ro.ggitmset·o l'acme mentre la tume fazione glandolare andava in cont1·o alln colli tJUO-zione e l1.t p elle sopms tante venjva compromf'SSR dal procos.<~o. La reazione di Frei, praticata all'ingress.o d e l paziente in clinica, era disc:rt'tn· m.:> n te p ositiva e, r ipet.uta dopo la comparsa d ~ll'eritema, diede risultato for temente positi vo. Negative le r eazioni sierologich e suJ s iero di sangue. Le solite cure a ba,:,• di s e.licilici non po r·ta ro no ad alcun risult,a.to favorevole, m entre una cura io d.i ca pr>r via endovenosa fece migliorare 1'€-ritema, che regr~.>dl in bre Ye t empo, part)!l,•. h\rnente a llo lesioni ing uin a li e n lle condizioni generali. L'O. h a pre parato due a nt.ig<' ni, di cui un o col liquiclo di una bolla p r ovocata in cor l'isponù.-uzu di un nodo. m ediante applicazione di un cerotto canta.ridato, ed un a. l tro con ili iquido estrut t o mediante coppc·ttazion c prolungata su eh •.:m'are t\ di;;opitelizzat a SO \TA.Stu-nte un n lt r o n od o. I due antige ni fe nica t i, iniettati intradermicament.e, hanno dato risultat o n egativo sia nel datore , s ia in n lt.ri pazienti affe tti dalla malatt.ia di Nicolas -Favr.·, come pure nei controlli. I risultati fino ad oggi ottenut i sono discordi . p er chè accanto a qualch e CH>'<> con re azione positiva, ve n e son o di quelli con r eazioni negativ~:, ma d 'altra par t ,• t.roppo scarso è il numero di casi studiat.i pt'r addiveni re ad una c>satta sol uzi orw dPlla genesi di tali manifestazioni cutanee . A parte l ' inte r·pretazione da-ta dai vari autori sulla insorgenza di tali e ritemi, sta i l fatto che la ripetu ta constatazione del fenomeno costituisce un fa t.to di not~vo l e importanza, pe.·chè allA.rga i confin i d i azione d(') virus, tuttora ignot•l . d t· Ila p or oad1•n itt·. CARLUCCI Deficenze e lnsumcenze di ordir.e pratico nella terapia del Jur.us volgare. Indicazioni e normf' c linico-terapeutiche . (« Le F orz<' Sanit.ariP •
VERROTTl.
n. 4, lO febb1·aio 1934-XII). Il lupus vo lgare è la forma più benigna di tubercolosi cutanea, ma q uan diJ la t.e rapia opport.una non int.e,·v i('ne a w mpo. fini sce p er d etf'rminare ret.razi on i ci c:t~.trizial i viziose o ch eloidiene, atresie della bo(•ca, delle n ar·ic i, mutilazioni , adt>· r·enzf', deform~:tzioni varie pila o meno gravi . Dati i m f'zz i odierni di terapiitc ciò non dovrebbe pii1 Ye rificarsi, ed invece souo an C o l'ti. freq uC'nt.i tali fo rmt>, che denotano 11na d eficienza o una trascuratezza d i t rattamento. Prima di ogni cosa occorre fare una dingnosi pr<'coce, p erchè se l'intE"rvent o è to,rdivo s i ha una disse=inazione di n oduli Ìll superficie e in profondità. Qua ndo il processo è circoscritto, il m e t odo terapeutico più efficace è l'abl n· z ione chirurgica nelle forme in cui tale m etodo è attuabile. Quando invece la lesione è diffusa o l 'ablazione chirurgica non è possihil <> occorre stabilire se t rattasi di Lu.pu8 exeden8 o di lupu8 non eJ:eden8. L a prima forma si ha quanrlo il nodtùo s i rammollisce per processi esterni ,. si ulcer a con complicazioni d ermiche ed epidermich e (edema collate.r a le, ip<-1plasi11 d el fondo granulomatoso, lupu~ vegeia.nte, papilomatoso, vf'rnteos.•)· Il lupus non e xedens s i ha invece quando il nodulo resta chiuso, ad e pidttr· m ide int('gra, e la. fnso dege nern t.iva si svolge s ubdolamt>nte n ello sp e!<Sore d· l dt' a.-mu. in s uperfic ie e in profondità, Anatomopat.ologica.ment e nella prima for ma l'<"sit,o rlf' l nodulo è dato dalla cicatrice, lllf'lltr«:> ne lla ~<l"Con da dall 'atr ofie. RClcro· t i ca. N e l lupus Pxedens riescon o ut ili i dh·et'Si metodi di terapia fis ica opportuna · nv mte n.dopPnHi. quali la fìns!'ntc>rapia, la. roentgenterapia, l't> lioterapia., il raschìam•·nto, la cautt>rizzriZioue ignea galvanica, l'elett.rocoagulazione . N(•l lupus non I"X00€'11>~ tut t e lto modtl.lità terapeut.icht- snindicate ~i ovano pnchilll.«imo. m tlntrf' l' A. h a tl.\' llt <> ottimi ~> IICct>ssi con la t.crapi~t C'himica a b1\~'
lU\"!S'l'A. DELLA ST.UU'A ~tl!:Oit.:A l'l'ALL-\NA E S:C.HANIERA
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di sostanze chera-tolitiche e caustiche (tricloruro di antimonio, crE>osoto, acido piroga.llico, ecc.), con aggilmta ùi sostanze sedative. Occorre perseve.r are nella cura fino alla estinzione dd p rocesso, alternando. o associando, se necessario, i vari trattamenti fisici e chimici, senza mai traJ;;curarare l'elioterapia opportunamente impiegata. CARLUCCI.
F. LEc:uEu e J. FisCH. Influenza delle cause generali sulla persistenza delle uretrlti croniche. (Le Moudo Médical, dicembre 1933). É ormai molto noto cho esistono delle uretriti gonococciche o non, che non cedono a qualsiasi cura, che si manifestano con w1a lieve secrezione persistent•: e che spesso si ridesta senza alcuna causa apparente. Tali uretriti a caratten· cronico sono re liquati di uretrite gonococcica e le lesioni prodotte dal gonococco >sulla mucosa sono circosc•·iLtc e più spccialuumt;t, >.~i t r·ovano >.~u U'un;~t-n• pu!:!tel·iot·e. Gli AA. prescindendo da tutte le cause di sostegno che possono provenire dalla. cm-a (cateterismo, lavaggi, antisettici troppo concentrati, ecc.) intendono ricercare l'in.fiuenza di certi stati de li 'organismo, che non essendo ancora ne l campo, ma sui confini della patologia, non possono tuttavia essere considerate come fisiologiche. Una delle cause più importanti è il «fattore u.rinario • rappresentato da tutti quei d etriti più o meno nocivi che ve ngono espulsi dall'organismo con l'urinn che diventa sempre più carica di essi se vi sono errori dietetici, malattie diatesiche o malattie infettive. Di conseguenza i numProsi cristalli di acido urico, di ossa· lato di calcio, di fosfati o w u.rati, per sè stessi caustici o per lo meno irritanti, p ossono dunque presentarsi in soluzione od in precipitato nelle urine ed agire comE· l e sostanze caustiche iniettate direttamente nell'uretra. Così si ha che la influenzo della. concentrazione urinaria sulla recrudescenza delle uretriti è indiscutibilmentf' nociva di fronte ad un'urina più o meno normale. In tal modo, mercé la scarica d e Jie sostanze caustiche o irrita-nti attraverso il canale uretrale, si produce la rec ntdescenza delle uretriti. La mucosa d ell'uretra posteriore già lesa aumenta la sua secrezione e riattiva la vitalità dei microbi che fino allora vivevano allo stato latente, in un ambiente al quale essi si erano a<lattati. A questo pw1to al fat.to1·e nrinario si aggiunge il a fattore microbico •Nelle secrezioni uretrali divenute çroniche, la flora microbica è in generale varia, e sappiamo che è diversa da un caso all'altro e può modificarsi repentinamente nel medesimo soggetto. Vi sono anche casi in cui non si trova a lcun microbo: sono questi fatti quelli appunt-o che sono stati descritti come uretriti amicrobiche. E qui gli AA. fanno una particolareggiata e netta disamina della batteriologia d ('lle uretriti e danno delle preziose norme di t ecnica e di comportament-o da parte d el medico di fronte ai ve.rii reperti batteriologici siano essi positivi o negativi. Intì.ne essi parlano della cura chiarendo alcuni punti alquanto oscu1·i e danno norme preziose di pratica che fanno sl che i portatori di vecchie uretriti possano tr.1rre quel miglioramento tanto d esiderato e richiesto a tanti mezzi e a diversi medici. Viene ricordato il lavaggio che il più d elle volte è di grande aiuto; la vMcinoterapia ed in alcuni oasi l'auto-vaccinotera.pia da cui Fisch ha avuto buoni risultati; la. elettroterapia che con applicazioni diatermiche distrugge i postumi della i n fia.uuna.zione. A tutto questo va aggiunta la. cura. generale che esercita. un'azione importan· tissima nella terapeutica delle uretriti croniche. Essa deve consistere sopratutto: n l ridurre la. produzione delle sostanze nocive che hanno origine nell'organismo t> nel favorire l 'eliminazione di queste medesime sostanze. Di conseguenza. neces· sita. fare una dieta alimentare igienica ed appropriata. alle condizioni generali dell'organismo; vigilare il funzionamento intestinale cercando di ottenere una eva· cua.zione giornaliera.; mantenere per a.<~sorbimento di liquidi, (acqua, tisane, ecc.) le sostanze solide contenute nell'urina in uno stato di diluizione sodd isfacente e perma.nentt'. S. VITALE.
PATOLOGIA ESOTICA L. c H A!:>LF. H. - Le ulcerl fagedenlche ed Il loro trattamento con la vaccinazione locale s!)eclflca. {11nllètin$ ò.e la Sociétc> rle P nthulog ie e xot.iqu••; Silrlute rl e li'S o d f' l 9 fc• blJraio 1934, n. ~).
)\ otnHn
G li AA., ch" in una preccd er.t.e comun icazione, ave vano g ià mesav in ri!iP\" ;.>)i eccellenti ri sultati ot.U>nuti n e l tr!ltta mento d elle ulceri faged eniche, m~.•n·~ le npplicazi,mi loca li di lipova.ccino antifagedenico, rife:-iscono, in questa comn· 11iCt\~ionE', sui ri sultati o tten uti in oltre 200 ulceri faged eni che curate in ammnJati t·icowrat i nt> ll 'o;;ppflalt~ di Rùe {Annam). Ri tengono che la condizione \'f'l'Um ...nte fondarn('nto lP Jlf'T la p t·ofìcuith d e l trattamento t erape uti co si R. cos titui t a do un a ccura t o ·~ prf'ci~;o accc-1·t amc-nt.o diF~>gnostico p revcnti,·o c'Iella florn n1iero· hicn. •le ll ' nl c.:ra d a curare . TalP accertamento, praticato sia con l'e1<am e diretto. ~ia por mc-zzo di cultum, perm,.tte di potere selezionare le uleeri in due categorit': quelle StL<;cett i hili p••r ltt l<'t'O nnturt\. di un t rattamento ge ncralf'; qltelle ch e Ìll\'t•rn richiedon o un t.m t tunwnto loco '" · Quc>;tP ul t imo, a loro volttt. possono essere dis t in t•' in va ri gru ppi, e c ioè: ulcE' re fadcl!e ni ch e vere, rla m>socinzione fuso-spirocheticu; ui<"Cl'c:' d tt ;;tu.lìltJCot1chi; 'llcere da !'!treptocof'chi; ulccrP da piocianei; ulce re mi:::te. Gli AA. d escrivono Rommnriamente i carat.t.eri r! i quest o va l'ie tà o l'cffif'll<'ia de l trnttamcnt,l) locnl E' :>oecifico. In modo particolure ~<i soffNmano nl"lla d <>1'Cl'Ì· z.iotw d e i cA ratteri d e lle· u lee·ri fa~edenicht> n •re, ch e, n E'Ila res:rione deii 'Anuaru riconono con pa rt.icolare frpqu en:r.n. 1\fp;::Aa in r ilievo In caratteristica fJi'. rt,ico lnTe c he que!>t e ulc<>ri presentano, di es~ere cioè ribelli agli ordinari ag~>nti ~rapl'uti ci . e dopo a vc~ r ncccnnat o a.i più e flk aci tra i va.ri JT•etodi di trattasnento fin ora JWt'posti. gli AA. C$pon gono il m etodo di cmrR. da. essi sperimentat.. con applicazioni locali di lipuvaccino antiiagedonico, met.o do f'!he trova le basi' n e l concetto eli Be!'re•lka.. sulla vaccinazione locale specifica. D escrivono la t ecnica ~'<CI!Ui tn 11<'1ln prepn.ra~>.ion e d !.'l vaccino e n el t.ratt.amento d <>lle ulceri. Dalle loro esperie nze l'azione d ol vaccino st.eS"'o ris ulta molto rnpid a, t flntu ch e in 48 h. il fagedenism o si a rrestn., e tutti i fat.ti regrerlis!.'ono rapidnmPn t P. Spes.'!<o ~nt.ro i lO giorni non s i ha più il r eperto d ella.as:~oc iazione fu.,o-~piroch <-tica . La rapidi tÀ. d eJJa. c iratrizzazione dipende dalle dimf'n1'ioni ch e ave\ a l 'ul f'1·rn c· rlo llo stato d ei t «>>'s ut.i c ircostanti. TI v>Wcino an t ifogl' df'n ico per la su a l'icch t>z7.n in aminv·aciòi. csercitC't'C'·h l,.• a nc he un'ttzione trofi.ca fl liÌ tessuti. TI 73 °~, delle ulce•·i trattate òiw•nnc:-ro Stf'ri!i in m f'nO cii 15 giomi. L~~o oomuuicRzione è correciata di fot ografi<" f'!he dimo~trano l 'efficncia d.•t t rattameroto. PIAZZA.
FARMACOLOGIA o DELt.A GuERRA {Direzione Gcnf'ral e di Sani t-à Militare). Manuafe del Medicamenti per uso degli Stabilimenti sanitari militari. Volume primo . Edizione 1933. ( R.orna. Istituto Poligrafìco d e llo Stato, Libreria, 1934 · XTI; Prt'zzo L. 20).
:\I rNISTE
Con c ircolare n. 265 (G. :\1. 1934.XU. disp ensa 173 ) il :\Hnister o d ella Guerra an mtnzin. la pubblica.zi on e del « :\lal)ua.le d ei Medicamenti - VolumH primo - Ed i · zione 1933 • . segnato al n. c . 2720. dis ponendo altresì ch e esso sostituisca quello nnn log0, Ediz. 1916. S i tratta., pc1· ora. d el primo tomo di un'opera completa la quale, per fac ilità di maneggio e di consultazione , è stata divisa. in due distinti volumi. Il primo - specifico.ta.men te - tratta dei m edicinali e prodotti a.ccesRori, d egli ogget.ti tli m C'di Ci\t,nra. dei reagenti e di tutt.e le altre sostaM•..e che figu rano ne lla corri sp ond<>nU' Tariffa in vigore e il secondo che concerne la part<l st.rettamente chimic1\ ·1 ~ 1 servizio chimico-farmaceut.ico militare. E infatt i , il c itato secondo •·olumE> ch e cost it.ni ~'<ce un a ltro imponente lavoro, attualmente in via. di compila.ziotw è pn.rt.i col arm~>nte ded icat o a.lle ana.li Ri e ricer ch e att.inenti alla bromatolo!Z'i A. o applicA.to a ll ' igien e . alla tossicologia, alla m erceologia e prodot.t.i ,J ~IIe indn,triP:
625 <tagli alimenti d e l soldato e dai mangimi per g li animo.lì al servizio dell'Esercito, fino ai carboni e combustibili vari; dl\ll'aria atmosferica ai disinfettanti; dai tes;;uti ~;~ fibre tessili all.e resine e vemici; argomenti che entrano nei compiti normali d e lle mansioni affidate all'ufficiale chimico-farmacista, tanto nelle sue lfunzioni di servizio presso l'Istituto chimico-farmaceutico nùlit.are, o il l-aboratorio chjmico e bromatologico del Ministero, o la Scuola di applicazione di Sanità militaJ'(>, quanto presso tutti gli Ospedali militari. L'edizione precedente era da vari anni esaurita C'd ebbe tanta diffus iom• e fu cosi ri cercata. che, oltre i numerosissimi esemplari destinati al servizio, ben rlUf• mila. altre copie ve nnero esitate nell'ambiente civile. sia nazionale e sia esh•ro. :'l'l a l'importanza d e lla pubblicazione appare tanto pii1 evidel}te se per poco la ;:i raffronti con l'altra identica a.pprovata con DeC'reto 16 luf{lio 1893, per non I'isalire ancora. più avanti e preciRamente alle tracce f'mbrionnli quali s i riscontrano nelle «Norme re lA.tive a ll 'Ordinament-o d e l servizio chimico-farmaceutico militare • (l), andate in vigore i l 20 marzo 1856 e dalle quali trasf<e inizio la di~ci plina di questa notevole branca del nos t,ro Servizio sanitario militare. Nel voltimetto ~opraindicato gli argom•mti sono distribuiti in tre capitoli; parto prima: materia medica e preparati officina.li; parte seconda: prepa.razioni t>stemporan1·P; parte terza: sun to di analisi chimiche. Il tutto condensato in 169 ·paginette in -8° ridotto, che nessun raffronto può avere con i soggt>tti sviluppati nell'opera attuale. Quale rimarchevole tappa è s tata compiuta nel primo quarantennio e quale enorme progresso si è verificato ne l quarantennio succt>Rsivo ! Ciò si deve, in eff(ltti, al considerevole sviluppo n;Hmnto dalla chimicn ùa un secolo a que~ta parte e, peli' ma.ggiort> esattf>zza, s i può dire. in quest'ultimo cinquantennio dalla. chimica. farma.c eutica. P dalla bromatologia. Tali discipline sono quelle che maggiormente c'intel·essano come branche scientific he del più alto valore per la loro applicazione intesa. a salvaguardare la sa.Jutt> del soldato c ad assicurare a questi \ma sana. e nutrierlte alimentazione atta. a. mantE>nere sempre viva e integra la di lui rt>sistenz.a fisica. Giacchè è appunto questa che costituisce uno dei fattori più ell86nziali p er raggiungere la vittoria n ei duri cimenti ai quali il combattente dev'essere esposto per la difesa e la. g rancl t>zza. d>E>Iln Patria. Il problema non è nuovo e, fin dai tempi più lontani, fu oggetto di attente CU_T'{> da parte dei grandi condottieri di Aserciti, tanto da poters i compendiare nel n ot o aforisma - per quanto preciso e lucido, piuttosto plate ale - di F rderico il Grande: • P er avere buoni soldati bisogna. cominciare dal ventri"~ " Il volume primo, di cui ci occupiamo, si presenta in perfetta. veste tipografica: caratteri chiari e nitidi, ottima e resistente qualità di carta, rilegatura forte in tela. Se la pubblicazione ha subito \m rita1·do se ne è, pe r contro, avvantaggiato il pregio d e ll'opera, per l'imprescindibile necessità di metterla non solo al corrente dei progressi fin qui raggi11nti dalla scienza chimica o farmaceutica, ma a11che per adeguarla alle molteplic i variazioni alle quali, in questi ultimi anni, è andata soggetta la Tariffa dei medicinali per il R. Esercito e, sopratuHo, per subordinarne la compilazione alla promulgazione d e lla Farmacopl:'a Ufficiale d e l R egno, Quinta Edizione, alla quale - per ovvie ra~ioni - doYeva. uniformarsi. Il vohune consta. di 928 pagine in-8o e i criten seguìti nella esposizione degli argomenti - divisi in due branche distinte - sono, di m a><sima, i segut'nti: a.) Parte generale, che comprende - in succint-o - le principali norme u disposizioni che regolano il servizio chimico-farmaceutico militBJ'C, mentre in uno speciale capitolo sono richiamati i cenni più t>ssenziali di t-ecnicn fa,rmacetJtico , a. cui fanno seguito numerose tavole di consultazione. b) Parte Bpeciale c he tratta., in vari e s ingoli capitoli. quanto s i att.iene ai medicamenti, raggruppati per affinità di costituzione o d 'impiego: medicinali, preparazioni farmaceutiche per U!~O veterina.rio, sostanze accessorie e di uso esclusivo dell'Istituto chimico-farm.aceutico militare, oggetti di m edi c:atura, veleni e controveleni. Quest'ultimo capitolo, bene ordinato e chiaro, ptlÒ considerarsi come una. vera rnonojll'afia. Analogamente a ciò che rileva.gi nella F. U., ne l presente Manuale si sono a.dottn.te lo der1omina.zioni in lingua l!l.tina. per tntte la voci tlei metlicrunenti. Tali (l) N or/M ~d l8tr!u:i01ai per l'euoutmento del lùqio Decr~t.o in dala 26 oi1tq7W 1863, r~lalioo nll'ordinamento <lel .<Jen~Lt:i.o t:himillo-Jarmaceulico militar~. - Torino, dalla Tl~fte. del J'Hoatelll J'odrattl, 1856.
l'ttYJSTA DEI.LA !:iT.H>ll'A MEDICA
11'-~ Ll.\~A
E STRAXJEltA
rknominazioni precedono i corrispoudenti 110mi Yolgari inseriti nella Tariffa f'_ secondo il loro ordine alfabetico, si svolge la d escrizione di ogni singolo compost ù, Di conse guenza, sono s t ati elimi n ati tutti i n omi brevettati; ma, per facilita.rne il controllo o la ricerca, in fondo a l volume figurano le tabelle di conisp ond enza. di tali voci coi prodotti pari descritti nel testo. Con opportuno t;'enso pratico, ten . dente all'economia eli tempo e al risparmio di consultazioni o ricorsi ad altri libri. è stata maggiormente sviluppata, p er qua.nto era possibile, la parte rigua.rdalltt< le reazioni e i saggi; s i so n fatti risalta.re con caratt-ere più s piccato i cenni d escrit. ti vi desw1ti dalla F. U . aggiunge ndovi, quando se ne ravvisò la necessità, altre nozioni ritenute particolarmente utili. In molti casi si è giudicato opportuno sopprimere la. dete rminazione ponderale del titolo, sostituendola con quella volumetrica, di più facile e rapida. esecuzione. La. trattazione di tutte le v oci è curata con disciplina scientifica. e, sopratu t to, con criterio di ordine e si inizia, col t itolo latino - particolarmente adatto <1-ll'unifornità della qualifica, aa.l punto di vista dell'intesa internazionale - 8 cui seguo no: la. denominazione chimica, il nome con-ente o commerciale, i sinonimi. Vien e poi w1a succinta e precisa descrizione del meclicamento, con l'indicazion•· delle sue caratteristiche e costanti fisiche e chimich e, o di quelle nozioni proprife m orfologiche se t rattasi di droga. Fanno seguito le varie reazioni- le più specifich e o precise - per il r iconoscimento; numerosi saggi per accertare la purezza. e il pe rfetto stato dPl prodotto; la determinazione d el titolo; Je qualitil ft\rmacologiche più notevoli; l'impiego e la p osologia; le prescrizioni intese a. con seguire la conservazione meglio appropriata. I sieri e i vaccini, le pre parazioni galeniche e quelle offioina.li per uso umano sono esposti ne l corpo d el tes to, conispondentemente alle relative voci; per quell<' di impiego vet-erina rio invece, per facilità di ricerca, si è riwnuto più logico raggrupparJe in nn capitolo a parte, come pure in alt,s·o capitolo separato - pe1· analoghe t·agioni - si trova-no riunite le sostanze accessorie e quelle di esclusi'"' ' impiep:o tia parte de ll'Ist.ituto chimico-farmaceutico mili tare. Pe.r- la precisione, l 'ordin~ e la. chiarev.v.a dell'esposizione, nonchè la ricchPV.71\ delle nvtizie raccoltE', q ,,0.;;to Manuale può con.<>iderarsi uua pregevole upere . accura.ta.mente aggiomata, la quale - montrè riscuoterà sicuramente il miglinrplau~:~o d egli int~Wrs~Jati dir·etti riuscirà anche di somma e pratica \ltilitn a r,uant.i, sanitari in gene re, avranno bisogno d i con;;ultatla.. A. P."GNIF.LLO.
COIFEREIZE E OIMOSTRlliUI CLINICHE l EGLI OSPEDALI MILITARI ELENCO E SOMMARI DEGLI ARGOMENTI TRATTATI (Dal proc111l verbali pervenuti alla Direzione cenerale di Sanitl mllltart nel maggio 1984-XII)
BA:Rt. - Primo capitano medico EDOARDO P ANDOLFI: Organi=ione dei servi::;i d'igi.ene e profilass-i. Sguardo generale alle condizioni igienico sanitarie delle truppe belligeranti ed alle più importanti cause morbigene con particolare riguardo alla. epidemiologia, presf'ntata dal nostro Esercito durante l'ultima. guerra. Di ~po!>izioni v1genti >ull'Ol'· ganiz;r.nzione d el servizio igienico p1·ofila.ttico. Compiti degli·organi direttivi ed esecutivi con cenno sulle misure generali cii disinfezione disinfest~ zione, ed isolamento. Profilassi delle malattie sociali. Dimostrazione pratica del funzionamento d el servizio di profilassi nel terri · torio di un'Armata. -
Primo capitano m edico DoMENICO SA.NTORSOr,;.: Pneumo-peritoneo nella cura della peritonite tubercolare ess-udativa. L'O. illustra. questo metodo di cura. che, come risulta. dalla. ormai numerosa statistica., si dimostra. prezioso 8U8Sidio terapeutico neiJa peritonite tbc. essudativa. in quanto non soltanto ottiene di guarirla, ma anche di evitare gli esiti sfavorevoli (aderenze, raggrinza.mento omentale, fistole) che }'atto Japat·atomico non può scongiurare. Nota, e lamenta., che esso non sia entrato nella. pratica con quella fiduciosa sicurezza che meri~. fQrse per le divergenze sorte intorno alle modalità di tecnica. e alla. scelta. del gas da insuffla.re a. causa. delJa. tendenza di ciascun A. a far prevalere il p roprio metodo. Tra i primi ad averlo sperimentato felicemente col suo m etodo personale (in· suffiazioni di dosi medie di azoto - circa. metà del volume del liquido estratto) e poi comparativamente con gli altri metodi (insuffiazioni di ossigeno puro, di aria.), anche attraverso una. rapida. rassegna dei risultati ottenuti dagli altri AA.; può concludere che tuttii metodi di insuff:lazione riescono benefici. Ma. allo scopo di facilitare il metodo, di metterlo a.lla. portata di tutti, di renderlo attuabile in ogni ambiente e in ogni circostanza, non insiste sul metodo personale dell'i:nsuf· Aa.zione di azoto (il quale gas con le sue caratteristiche di scarsa. assorbibilità assicura. un'azione più duratura.), ritenendo opportuno l'uso dell'aria.. Questo gas con i suoi componenti ( Y1 di ossigeno e 3/ 4 di azoto} può mettere di accordo og.ù teoria ed ogni tendenza, rende il metodo semplice e facile e alla. portata. di og.li pratico che con qualsia.'!i mezzo di fortuna, in ogni ambiente, può realizza.rlo con g:r·ande vantaggio.
n colonnello medico prof. R. CIAURI, direttore di sanità militare, mette in rilievo l'importanza dell 'argomento; richiama l'attenzione sulle pos.'5ibilità. che anche i corpi contenuti nell'aria. quali: argon, m eta.rgon, neon, crypton possano concorrere favorevolmente nel processo di guarigione; riconosce e sostiene la ne· Cl S'itl\ di diffusione di tale metodo terapeut;co che maniie~;.tamente si dimos tra a.'!Sai p ratico e benefico. CASERTA. - Tenente colonnello medico CARLo DE PORCEU.INIS: ContriÒ'uto alle studio degli innesti con particolare 1'Ìf!I.UlrdO aUa gonade maschile. P remesse alcune notizie sulla natura degli innesti, le condizioni in cui essi si verificano, le loro indicazioni e il meccanismo di attecchimento, l'O. pa,">Sa in ra.s· segna. gli innesti dei vari tessuti ed organi, sofferma.ndosi poi in particola.r modo su quello della. gonade maschile. A tal proposit-o cita le varie teorie emesse circa
C OSt' I-:I<F.~ZE
E
OB!Olj 'I'IUZIO~I
CLII\I CHE E CU.
il significato e l'importanza dei vari elementi istologici della gonade n ella doter· mina.zione d ei caratteri sessuali secondarii. Aggiunge i risultati di a.loune sue t>>~pe ricnze personali tendenti a dimostrare quali siano gli esiti dei trapianti testicolori t> quali conseguenze da essi si p ossono trarre. -
Primo 'capitano medico PASQUALE ·MuSTo: Cisti da. echinococco del fcrtato
.operata.
L. O. presenta. dopo l'inte n ·ento chirurgico, il caso di cisti da. echinoCOCC() d ,..J ft·gat.o, di cui all'illustrazione clinica riportata nel precedente fascicolo di mu." gio di questo g iornale a. pag. 5 13. Fa. una minuta disamina. e critica d ei m etodi opt' m· ti\ri, soffe rrnandosi su quello preferito d e lla marsupializza.zione deiJla. oisti. -
Curo chirurgica conservativa i1~ tm caso d i aonartrit.e (JOTl()CQoci.ca.
L'O . illustra un 08$0 di gon•~rtrite gonococc ica cura ta chirurgicam ente. :!\le tte in evidenzfl. i dati chi rurgici fondamentali della lesione, differenziandola. dalle altre lesioni flogistiche articolari; enumera. le lesioni anatomo-patologiche,
le complicanze, gli esiti. Tratta infine della cura. specie di quella chirurgica ch e nelle forme artro-s inoYin.li, purulente o non, è l'unico mezzo che evita l'anchilosi. -
Maggiore medico A NTONIO PtOAZIO: Cilindri rmali, loro signi(teato altctJo. -nwpatologioo e cl inico, valore c<>fn1'<J.rativo su alct,ni metodi di colm-azione viJale.
L'O. dopo aver descritto i caratteri morfologici dei cilindri r enali, n e ricorda la patogenesi, soffermandosi sulle moderne vedute in m erito alla reversibilità di t rnsforrnazione dei cilindri a second a. delle prE>valenze di H ioni o di OH ioni. D escrive i metodi di colorazione a fresco di Fittipaldi e di Fiorentino, mostra n. rio con apposite figure e con p reparati microscopici la superiorità d el metoèlo Fittipa.ldi p er la nitidezza d ell'immagine e p er la cara.tt,eristica colorazione di ffe renziale.
CltlETI. - Maggiore medico Ernuco L OMBAROI: u,~ ca-90 di morbo di Str:ll. L'O. presenta u.n infe r mo ricoverato n el r eparto ORserva.zione per r eumatis mo artioolare ma. che invece, a. s uo modo di vert er e, sarebb e affetto da artropatia c r onica di Stili. Tratta d ella sintomatologia., della diagnosi diffe r enzial o ed m fine d•·l c:is tema. tera.peutico con preparati solforoso-arsenioali, che si sono dimo~<trati molto efficaci. G SNOVA. -
T e nente medico L mot çANCER: Parali<li progressiva.
Primo capitano medico G IOVANNI DELLO loio: Un caso cl4 acro-megalia. L 'O. presenta un caso di acromegalia. in un milite forestale ricoverato n!'l r ~pa.rto oftalmico. Esposto il caso in ogn.i suo minimo particolare o.na mnestico e obbiettivo, si sofferma. RpOOialmente sull'importanza d ella malattia insorta., a quanto afferma il paziente, in seguito a caduta da. cavallo avwnuta nel 1926, durant e il servizio m ·litare. Espone le parti d ottrinarie de11a malattia e accenna alle teorie m odernt' che n e spiegano la sindrome. Tratta della cura. Nel caso in esam e discu te infine sul pro vvedimento medico-legale d a adottare. -
L 'A.rgo men t o, trattato ampiamente dall'oratore, è discusso da. tutti i presenti Trt1>ttS\ poi di u.n caso d i cherat,ite parenchimatma illustl·ando la sintorna.tolog ia , diagnosi e cura. -
T enent e m edico ÙIOYANNT :\fA.N CI1>.'l: Art1·ite blenorragica.
. . l..'O: . pronden.do ?Oco.sione di un Cll.'lO di Brtr~te blenorragioa. della. spa lla .,; mstr a. m un soldato r1coverato al r eparto dennocolt,rco dell'ospecfa.te, viene a pa.r-
CO.N~'E:Hl-~NZH
.1::
f)IMOS'l"R.-\ZlO.NI CLINIC:HE E CC".
lare delle artt·iti blen) rragiche in genPrale, soffermandosi soprattutto sulla etio · patogenesi, sulle complicanze e sui moderni metocli cliagnostici. Yenendo al caso clinico, si trattiene diffusamente suUa terapia applicat-a , facendo risaltare il x·isultato veramente soddisfacente conseguito dalla. c·ura (vaccinoternpia, cliatermia, massaggio). Capitano medico BIAGIO CA.PU'l'O: Un caso seguito da mort.e immediata per ferite multiple da scheggie di proiettile a mitraglia penetranti in cavitd e con lesioni del cuore.
GORIZIA. -
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Primo capitano medico DoMENICO L ISTA: Un caso di jratt1~ra dell'osso rnascellare .9wperiore e del fondo orbitrar-io destro per inve;;timento mot.ociclistico ton probabile lesio11e retro-b11lbare del ne rvo ottico nel suo pal'saggio attra verso l'orbita.
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Un caso di c-isti l ·injoghiaruiolare (accet·ta.t& all'esame istologico) della regione ileo-cecale con intervento ope rativo e svuotamento della sacca cistica di oltre un litro di pw;.
LrvOR.NO. - Tenente colonnello medico AI.ESS.ANDRO ABATE: Un cu~o eli tetano. L'O. ha illustrato un caso di tetano traumatico curato nel reparto infett.l,·i e guarito in seguito ad iniezioni eudomchidee ed endomuscolari di siero a.ntitllt ùnico Tizzoni, coadiuvate da inie7.ioni di acido fenico alla Baccelli preS!;o il focolai o traumatico. Ha pa..~c;nto poi in rivista la varia letteratura medica apparsa negli ultimi anni nei riguardi de lla cw·a del tetano, ed ha concluso dimostmndo come ormai tutti siano d 'accordo sulla c lncaoia indiscutibile del s iero antit(·tanico oltre che come mezzo preyentivo, anche come mezzo terapeutico a tetano dichiarato, pure ammettendo l'utilità della. na.rco»i cloroformica guando vi sia un opistotono il quale renda impossibile o difficile l'iniezione endorachidea. Ha dichiarato anchf' utile la. re&-pirazione m-tificiale a lungo praticata negli accessi ch" IASeiano temere l 'nsfissia.
NA.POLl. -
)[aggiore medico prof. GIACINTO FELsANI: La. costituzione motoria..
L'O. premette che allo stato delle conoscenze non si può ancora. considenu··· classificabile una. costituzione motoria come elemc•nto di identifica.ziotw globule dell'a.<>petto motori o dell'individuo, però s i hanno fondam enti di cl !. t trina e .. rifel'imenti clinici tali, che consentono di impostare il problema delltt mot ilitò. co:<tituzionale da u n pw1to di vista essenzialmente neurologico, reage ndo alla tendenza che ha. inglobate le caratteristiche motorie dell'individuo in quelle d<'ll tt cu>'tituzione morfologica, vegetativa e psicologica. · Dopo aver riassunto i dati più sigrùficativi e più sicuri d ell'anatomia e della fisiologia. sulla refiettività statica e stu.tocinetica., nonchè quelli di fisiopatologia, specialmente extra.piramidale, e della patologia .mentale e ne rvosa in rapporto a.J comportamento motorio, illustra i componenti motori fondamentali riferibili ai principali sistemi centrali, le caratteristiche dell'attività motoria. individuale e le sue variazioni in rapporto all'eredità, alla razza, alla famiglia., alla educazione. al sesso, alla costituzione somatica e vegetativa. per dimostrare che molti fattori concorrono alla. identificazione di un costituziona.li!3mo moto rio e molto conoscenze possono e debbon o essere sfruttato per raffol'UU'e il concetto che esiste tale cos tituzionalismo, le cui caratteristiche vanno studiate ed indagate caso pet· caso, onde determinare le possibilità qua.lit.ative della. capacità motoria individuale. In altri termini si deve e si può addivenire alla cH-ra.ttcrizzazione globale e sintetica di Wl soggetto dal punto di vista motorio, data la grande utilità che tal e indagine può recare nel campo pratico, per la selezione professionale di tutti quei soggetti che debbono per ragionì professionali sfruttare specialment e gli nt tributi motori della propria p orsona.litil..
CONFF;HENZE E
DIMOSTRAZI0::\1 OylNICHE F.CC.
Tratta poi d<'i vari tentativ; di classificazione d ei casi detti tipi motori, illulìtrando sopratutto quella <lei De Lisi, facendo presente che se pur non hanno completezza, tuttavia. hanno il merito di rappresentare ·una impostazione preli minare per i futuri sviluppi di un nuovo problema. suscitato da.lla. n eurologia cont<:'mporanea, alla. cui identificazione pratica largamente hanno contribuito, sebhPne con indirizzo e p er scopi diversi, la psicologia. sperimentale, la psicotecnica. f." la medicina sportiva. È un problema. che attende impostazione scientifica definitiva, ma che per le tappe già raggiunte, costituisce indubbiamente un orientamento ntile ed efficace n e lla selezione d elle masse ginnastiche, in rapporto alla attitudù1e a l servizio militare generico e sopra tutto specializzato, ed è p erciò che può e de,·e p,.;sere maggiormente indagato, sia pure con orientamento e riferimenti pratici d>tgli uttìciali medici s pecialmente delle forze di terra. PADOVA. - Maggiore medico GruSEPPE BuauAR.I: Novocainizzazi<me nei postumi. funzionali di lesioni tra.umatù;he articolar·i. -
)fn.ggiore m edico ALrREDO MANFREDI: Presentazione e illustra.zione di m1. caso clinico di tubercolosi polmonare del lobo superio1·e destro batteriologicamente accertata, trattato con pneuma.t.orace. Esercizi pratici di semeiotica.
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Primo capitano medico GIACOMO )fAZZENGA: Un caso di scabbia. Tre casi di tigna (t. favosa., t. a tipo endotrix, t. microscopica.). Preleva.mento del ma.terio.le d'esame. Allestimento di preparo.t.i microscopici. Diagnosi microscopica.
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Maggiore mod ico FRANOEsco MioN.E~n: Presenta. un caso di ntanife.stazion.c luetica seccmda·r ia al cucio ca.pelluto.
L'infermo nel novembre u. s. a 15 giorni dal contat.to sessuale, notò ulcera· zione unicfl. a l l:iOlco balano-pr('puziale a destra.. Ricoverato in ospedale i cara.tteri dell'tùcerazione ed il dubbio esito delle prove sìerologiche lasciarono prim~~> inrert.i Anlln. n11.tura d ell 'affezionfl. Ripetuta. la W'assorma.nn, si ebbe esito d eoi;;amente positivo ( + + + ). Durante la de~enza, a. cura arseno-benzolica-bismutìct1. inoltrata, è comparsa alopecia aereata diffusa a tutto il cuoio cappelluto. La mnnifestazione che, per distribuzione e specialmente per le alterazioni d~>lla. cute diO'lle zone colpite è equiparabile a. vera eruzione cutanea, riveste part.icolnre i n t.Prc.>sse. -
:\l!4ZgÌOrc medico VINCENZO :MO~i"TELEONE: La terapia tiroidea nel morbo di Ra.'le<low-Fla.ini.
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Ten ente colonnello m e dico ANTONIO RoMBOLÀ: Distt'rbi ftmzionali cardiaci.
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PALEH:\10. Sottotenent-e medico A)\'"TONTN"O sistema pili jero.
A~tATO:
GManlkle endocriM e
L'O. tmt.ta ampiament.e della dip<'ndflnza dPI sistema piliiE't-o dalle ~hi!Ul· d0le endocrine e d elle azioni di queRtP sullo sviluppo e sulle funzioni d eU appa · rn to pilare. Espone lf' cognizioni che si avevano in passato sull'argomento, cognizioni cert.nnflnte notevoli, se si tien cont.o dell'assenza assoluta. di conoscenze endocrinologich e, t' viene poi alla trattazione delle più recent.i acquisizioni scientifiche sulle azioni complesse e svariate d elle singole ghiandole o di gruppi di esse ed in r:rticolar modo si sofferma ffi.tll'a.zione delle gonadi, della tiroide. dell'ipofisi, del e cap~<ule surrenali, etc. e ~ulle loro interdipendenze ed interfe renze funziona)j. Presenta parecchi casi cliruoi in cui è assai evidente l'azione di disordini endocrini sul sistema pilifero. Tratta. infine dei moderni tentativi di una razionale terapia dei di;.rurhi nell'Apparato pìlare, l t>~nti a vere e proprie endrocrinopat.i e od a disfunzioni
CO ~FERENZE
E DDJOSTR\Z I O::!<"l C I . T~I CHE IO:CC.
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lievi e tra.nsit.orie d elle ghiandole endocrine, terapia basata sulla lunga e razionale amministrazione di estratti mono o plurig landolari e che apre nuovi orizzont i nel difficile campo del trattamento d elle affezioni d e l sistema piliiero. RollrA. -
Primo capitano medi('o prof. CoRRADINO GacoBaE:
c Hong-K<mg foot n.
Un (;.(.UO di
L'O., premesse notizie anamnestiche circa una forma di micosi del piede sirustro presentata da un sottufficiale R. ì\1. della R . Nave Libia, contratta durante la permanenza in Cina, ne caratterizza. i dat i oh biettivi, consistenti essen· zia.lmente in eruzione bollosa tra le dita e sulla pianta del piede e la sintoma· tologia. soggettiva consistente essenzialmente ne l prurito, e la d efinisce secondo g li studi del Castellani come forma loc alizzata ai piedi di • linea crurn •, • epidermophil08Ù1 inguina/!i8 », dovuta nll 'epidermophiton crt'ris d e l Castellani. L a dermatite bollosa sarebbe in dipendenza. d ell'invasione strcptococcica secondaria, accompagnata talora a mallifestazioni tossiche imponenti (febbre e levata, ecc.), n el caso attuale fortw1atament·e non verifìcatesi. Chiarisce come p er la diagnosi occorra. la. ricerca sistematica d elle spore e d ei miceli d el fungo, ricerca di difficile riuscita, e nel caso attuale negativa. L 'O. notifica che la. manifestazione d ella malattia (Hong-Kong foot ) suole scomparire d'inverno per ricomparire nella stagic n <' calda., e ciò p er a nni e anni (venti e più), anche dopo il rimpatrio. Passando infine alla t e rapia, rife risce che sono consigliati impa(:chi caldoumidi con soluzioni antisettiche, e, a stadio acuto superat.o, il trattamento antimicotico con nitrato di argento (3 <}0 ) o con tintura di jodio. -
P rimo capitano medico Curn o MEZZETTT: L e 81tppurnzioni non tub(>rcolori del polmone con pres('nta.zione di due (;.(.Ui clinici. rli ascesso poliii.OIIflre postp~teumonico, guariti con la frenico-exerc8i e l'alcool-terapia endovetiOll<~.
L'O., d opo ave r premesso che l'ampio studio di revisione compiutosi in questi ultimi anni d elle forme suppurativ!• non tube rcola ri d el polmone, ha. portato al cnncetto sempre più dominante ne lla patalogia della unificazione d ei due processi fondamentali di suppura.zione se mplice e di necrosi settica de l polmone, a ccenna all'importamr.a semprf" maggiormc:'ntc crescPntR che sì assetrna n ei riguardi e t.io logici a lle spirochete e passa quindi in rapida rassegna le varie forme di n,:;ce &'!O e cancrena polmonarE' fissand one i loro ca.!"<~ l te ri cli n ici e radi o logici. Espon<"· quindi i principi fondamt>ntali di terapia di qneste fo r mP morbo::~e e, ricot·· d a ti i capisaldi stabilitis i a. tale riguardo nel congresso in ternazionHlc di chirurgia di Madrid del '32, s i sofferma in special m odo su lle cure oollas.c;o-terapiche di pneumotorace e frenicectomia fissandone l'indicazione n(' i diver-<>i casi e sull'a lcoolt<>rapia endovenosa che, introdotta dal La-ndau ne lla cma degli ascessi polmonari, hA. t rovato in questi ultimi a nni sc>mpre più ampio consenso di npp licazione. L 'O . illustra quindi, colla scor ta di numerosi es,Hni radiografici, due casi di ascc>sso polmonare postpneumonico guariti C!on l'applicazione delia heniccct omia a;,.-Jocia t a all'alcool-terapia endovenosa, accennando che St>bbene l'esig11ità nei ca;;i presentati non consenta conclusioni d'indole gen..J-ale, l'alcool-wl'ltpia s i è dimostr ato. nei casi t rattati scevra eli pericoli ed ha esercitato indubbia azione coadiuvante alla guarigione. Alla discussione sull'argomento prendono parte il ten. col. m edico I GINO FoRTI che precisa l'importanza d el pneumotorace, il ten. col. medico 0RESTE PELLEGRINI che dichiara. di aver spe rimentato l'alcool-terapia endovenosa con r is ultati favorevoli ed il primo capitano med. prof. COR.RADINO GIACOBBE che, esponendo i dati risultati d a l.la S\lR casistica, mette in rilit•vo !"importanza della irenico-exeresi. Il direttore d ell'osped ale ten. col. m ed. Gruuo MASSERANO ri assu mendo la. discussione fa rilevare come in rnat.el'ia. di suppura.zioni non tub nrcola ri d el p o1mone la grande varietà d e i casi nei riguardi de lla loro grswi tà non consenta. d'A.d otta.re una linea. di condotta univoca, ma che il criteri o terapeutico deve att-aglia rsi a.i singoli casi. Riferisce sulla scorta d ei otu>i personali di a ver avuto
OOXFI':J{f;NZE E DL\IOSTRAZLONl CLI:NlCRl~ ECC.
agio di os::;e.t·vttro buoni risultati dell'ulcool-terapia endovenosa, in forme poln•o· nari suppurt~tin; o di t~ver riscontra.to che I:'S.'iil non si è dimostrata n ociva 11nche in casi nccompagnnti da lesioni r enali. l:;i soffetnla nei riguardi d e lla modalità di azione d e l 1·inwdio i~ chiarirt> che l'alcool y ex· via endovenosa r aggiungendo direttamente pm· la via d el circolo gcn<'l'die il pl)lmone, orgtmo dj sua fissazione, di sua ossidazione e di sua eliminazione e lt>ttiva, dr-teru1ina una diretta minuta iu1pregnazione d• parte ch' l rimedio d el focolaio morboso e . pur ritenendo m•cessarie ulte•·iori indngini su'lla e lettiva modalità d i attuazione <> sul meccmtismo Ji azione, ritiene che !"alcool-terapia si può considerar e come una. r e ale f' non trascurabile conquista terupe utica.
ToRINO. - Primo capitano medico GIUSEPPE GEltllll.."'O: L'esame t·adiologiiX! in ·rc,pporto <J{fli altri metor.li clinici di esame.
L'O., premesso che l'esame radiologico durante il corso di un csnme clinico
~ diventato una nece!'lilità, p er cui clinico e radiologo debbono colla.borarl:" in comun t>
accordo per arrivare alla diagnosi, nel suo significato vero, ed unico, cinf. ricognizione ed esame di tuU.i i caratteri pertinenti ad una ?nalattia nol,a, d escrive il modo di impostare un osame radiologico, dividendolo in tre fasi: l o la pr·rp1u·azione; 20 l'atto stesso d ell'esame; 3o la. sintesi o valorizzazione clinica. Passa. in rassegna le possibile cause di deviazione dalla giusta linea, per in.sufficiente o cattiva impostazione del quesito radiologico da un lato, e p è r concln sirH\i a.ffrettn.t.e dali 'altt·o. T en ente <:olonnello medrco Sa VERIO CuRciO: Traumati.m1 i cra·nioencefalici.
UDINE. -
L'O. presenta due casi di traumi cerebrali guariti e reintegl·ati nelle fa.colti\ psichiche: un sot.tntl'ìciale pilota, che, lancia.tosi col paracadute, nel toccare il Ruolo, aveva. battuto fortemente la. faccia; tm t'ante in,·,·stito <' tra."olto d-~. un aut.o. Essi av•·,·nno mostrnto identic.:\ fenomelogia. cli.u:ica: in primo tempo stato quilSi comatoso, di poi torpore della. coscienza, indi cefalea., sonnolenza., bradicardia. I sistorni clinici e l'entità delle lesioni esterne facevano pensare a. fratturll dt·lle ossu. della volta., irradiata. verso la base con rottura di ra.nU della meni.ngea.. L'esame obbiettivo minuzioso e completo, confermato dalla. radiografia., escluse tula ipotesi. Il giorno seguente, alla. rachicentesi bassa., risultò emorachia., che si a<·centuò ne i giorni succeS<òivi, il liquido cefalo-rachidiano inten13a.mente emor ragi co cominciò a -chia.rifica.I·si dopo la 4"' giomata., e alla 1011 apparve limpido: di pari p>tilSO la. fen.omenologia cerebrale per aumentata tensione del liquido cerebro-spinale, si andò attenuando con ripristino gra{}uale allo stato normale del polso, del rc!>-piro e d elle facoltà intellettive. Prende da. tali casi Io spunto per considerare il meccanismo col quale agiscono i vari t.rauma.t.ismi cranio-cerebrali, le fasi cliniche che n e conseguono, gli element.i di giudizio per differenziare la. commozione dalla contusione d ell'encefalo. Conclude come nei casi presenti si sia trattato di commozione e contusioni! complicata. a. lesione d i piccoli capillari della pia.meninge elle a.ve\'ano dato versamento di sangue n el liquor. -
;'l[,tggiu re m e dico ALFREDO VIOGI.~NO: Iperlrojie dell<' tiroide.
L'O. pre;;enta una. ~erie di parecchi CMi, inviati in osservazione per ip ertrofia d ella tiroide, variabili per· V()lume, localizzazione, forma, consistenza, este nsione rapp .ll'ti. Espone in r apida. sintesi, le più r ecenti vedute sulla. importante e complessa funzione d e lla ghiandola tiroide; descrive le principali sindromi distiroidee, r ias· su me le vnrie ipotesi sulla. etiopatogenesi delle tiroido-ipertrofie, D ivide queste in
OON'B'E&I!ltnm 1!1 D [ )o{OST tlA.Z !ON'l Q I,[~IOR E ECO.
11:13
due grandi gruppi: le parenchimali e le cistich e; mostra. e ù e numorn, <lopo i rilievi anatomo-patologici, i diffe renti sintomi clinici. SHg11e una. discusssione a cui pre ndono parte vari ullìcia.li. In ultimo prende la. parola il ùi•·ettore ton. colon. m ed ico Cunmo. QnnRt.i, dopo aver espresso all'O. il suo compittciml.'n to pe r l 'illtPI'<>~<:antl' cd I'RIIlli'Ì nnh~ disami11a, ri chiama l 's~ttenziou E- s u i di· Lurhi cl••l •·i•·c· doJ c d,· l l'l'-piro i11 t'> lflfl •rl" alle esigenze d ella vita militare cd alla esatt.o va lu tltl'.inn o m <·clico·l<'gn lo d t~II.t infermità. a i sensi d e ll'art. i l El. A. In <l<·tta vn lntHzi•m <' ILOJt s i dovr>\ t.r mwumre di tener presente, che, p e r le r ecent i n•oùili<·IH· d (· ll'u~tifvn lle mililar'«J, il colh·tLo della. giubba. non esercite1·à, come i11 qm1lle di v ecchio tipo, alcuua compret!Siono sulla. base- d el collo.
VERONA. -
Primo capitano medico Do~mmoo LoNoo: SeUicemia da atret>tococco
emolitico. IUustra?.ioue di un caso clinico di setticernia con emoculturs:r. positiva per lo streptococco emolitico. Definizione d olla. sepsi. Costituzione d e llo stato ~<<' tA icPmico. L e diven<c tappo che concorrono a. co:;ti tuirtJ lo sttut,o s1•tticuJUico : c:sistcnzu d'u11 focolaio: produzion•J di scariche microbiche continue o discint inuo, lisi micmbiche , localizzazioni viscera.li, disturbi g ene rali d e l IJ)e tnbolismo d ovuti alle d istmzio ni c<'ilulnri. Sintomi generati dalle scariche microbi clw: tipi di fe bbre . Si11tom.i general i; euùoteliti. endocar·diti, em bo lie . Evoluzione. F orm e clini!"!h l': a.cuti;;sirno, a cu te, ad evoluzione prolungata. Diagnos i: discussionu ù cll~~ diagun;;i bn,ttori ologica. Principali sp ecie di str ept ococchi pa.togen i: viridcms. <:lltoli t ico. Teo ria unicista. e t eoria dunli~;ta. Prognosi. Criteri pr:ognostic i dali!~ s in toma.logiu, dall 'evoluz ione clinica., dalla v~rietà di streptococco. T cor·ia. biologica.. Ellicf:I.Cia d ol s iel'o antistreptococcico Vmoent ad altlSSirne dosi n ella cura d ella sest tice111ia da streptococco emolitico.
8 -
fiìorna la tli m e d ìci 1111 mditurc.
NOTIZIE La Festa del Corpo sanitario. Qur·:.;t.'nnno. P• ,. la pri11111 ,.,,ltn. In Fr·sht d i'l Corpo sanitario Ì" stata Ct'lnbratn il ·l gi 11).!1 to , C'OIIH' fu tli;.;pnst o ('<111 t· irc·olu •·<• m ini;;f.('riaiC' n. ti94 dd 14 rli ct>mbrt> 1!t:l3-X LI. m,·nt rt' priu 1i1 In r ko n•·nzu CIHL<• v~t un g iorn o dopo, nl'll'annivt'r\'!ario tl<· lh <·on<·•·s:>ion(' niiH 1-'nn i ti~ rni lital'f' dd la SI'C'onda m edaglia d'nrgC"nto al valorr , p•·•· I'ull i11111 grnn<lr- etl m]JI1gniL Si è- n•h1t.o questo mutamento perch è la nuova dat.a. <\ lll''!llio C'om pi'Pn><Ì\'!t 1lt·i l'as ti P <l<' ll ~> hPnl'mf•J'•·nzt' dP l Co1-po, com f' annuale d ella s1 w fom lnzimw. L' id•·n s' impo-><· dopo In co mmC'mornzione, avv!'nuht lo scol'SO a1mo, d e l primo N•nh•nn rio do lk mdif·n li riformn con cui Ro Carlo Albt>rto dette agli istitut i ,..a n it 11rì d v llu ~IOI'tO>'Il. Annnta ~arda, l[lH'l la dist.inta ~;alda f-'truttura organicu. chE', purP a t nl\'t·•·so i suc r·l'::<sivi ad athlll\Pnti, vigt- tut f.OI'8 . Così il 4 giugno t·ùnaiTÀ il giorno ~H<· ro al l•l nostra sto1·itt ~<I"Co l orP . L H l~,.,ta s i è ~n> l t1~C'on ou:-;t.r•r(' cl'rimoni<> prel"so tutti gli stabilimenti sanitari, n Nnpoli nl i'Aul!ust.n pn•;<(' nut ui S. A. R. il Principe Er('ditario, ovunqu e con lm·••t~ p nrtt·r·ipm•,innP tl··llr· mnggioJ·i autorit-à militari, civili, politiche. AAnitarie, rwr:;-,r[,•ulidw ,. di mrpn•;;t'ntan'l.<' d i'li•·' a~;;ociazioni d1li mut.ilati e comba.ttentistic.Ju•. l)n l :--inHo~Pgr<'i a rio <li St tt t o p<•t· la g uf\1'1'8. S. E. I:{C'n erale Baistrocchi, è l!tat.o i 1n·ia t n il "'''1-:lll'llf <' incli1·izzo nl diJ'••t fMt' 1-!('ll<' I'Oit·' rlt- lla 8anit1\ militarc>, chi' l'ha. di· ,-,unnt o p t• n ·ht'· fo'"'' lo·tto iu tut.f.t' lt• adunnnzt• inclE'ttA p<-'r la Cl:'le brazionl' d fllll\ f11 us111 I'Ì(·on r·nzn:
" J)esidrro chfl ncll'a.nniversario della fonda.z·ione del Corpo sanitario militrrrr. yi1Lnga il fcrt>ido sal1tto a1tgu·rale del Duce, Capo clelle Porze rmnrcte, a tutti ·i com110ncnti del Corpo stesso, uflìciali e gregari. Ll1 a.Ue br11 emercnze acq~tisite dal Corpo sanitario colla sua attività f•li c dnUt ([(l oltre un 8Ccolo, n ella circostanza di p1tbbliche oala·m.ità e pi:it unr·om d'llmnte la grande, gu.er1·a, fanno s1 che il Paese e l'Esercito ?'Ìpongo~to giu stam ente in esso la fiducia più illi1nitata». A H.olnu\ lu [t•:.;! n ha nvnto luogo ne ll<' O l'f' p omeridiane , all 'oRpedaiP d e l C'.Rlio. dinnomzi n.lk LL. EE. il S tJttoll<'g rotario di Stato, il Capo di Stato Maggio re ùo· ll'Est• r f' ito , g c·rw ralc• Bom~ani, il C:on.a.udante dal C'o1-po d'Armata, generale Gogg ia . . . . . . . , . . L o cnmpugnu1 cb "'''11b\ è- s h lnt.a Jw ll ntno rlell o::.pt-dulc, ove t.rovas J la lnpldf' C'Il•' ri(·or<la i solllnt i di :.;ani t i~ cnduti in guerra, $,'li lla quale v eniva. deposta una. col't'nn d'nll o ro. Di p o i le a nt.(ll'iti\ f' ~li invitat-i s i sono recati nt'i giardini df'i reparti di villa Fonw•cn A il d irPtlo rc l!<'neralt• <ldla ::<anit.f\ milit.art>, ten ente generale medico l·'.t·nnchi, tlopo ll \ 'l'r l••tto l_' inclir·ino di S. E. il Sotto!«'~ret-8rio di_ St.a;to, ha pronunt· Jnto un bn•vc• Ph·va t o d•scol">'O conc l ~Hlendo cho rl Co"PP samt.a.r1o sar à sompr !" n ll'nltc·zza dr-l ll· i<w · tmclizioni e d<' Ì suoi doveri. Il c[irN\nn• tldl'o:-; pt·dult-. l< 'll t>u Lto coloJIJleJio m <dico Mm;:-;cra.no, ha r icorda.to Il' h•·nPm"''"nz<' d t>!la ~anità milit.an· Vf'J~o Ct'ntinaia di mig liaia di feriti, mut.ilati e c'otrtlJatknt i du1·ant<' In l!l'ttndP g uerr a, sanzionate do lunga epopea di sacrifici c di oloc·n nst.i e hn fatto rii<altar<• la solidarietà di m ente , eli c uore<' di diRCiplina morale •: fn.~•· i st n t m i ul<'cli ci c ivili e i nu~clici militari, che in piccolo nuc leo di uffic iali t'IT•·t 1 ivi inqundrarono tut.tc le attività pro fes.c;ionali d oli a Nazione. K.i.cord11ndo pni le d ate cm·c a lla Sanità militare , ottobre 1920 (concessione del Lnbaro), foblwa io 1923 (inaugurazione del monumento al m edico militare cadutQ in gucn·rn). mll!!J!io 11129 (innnf-'l JJ'!IZion e d ella lapide al soldato di sanità caduto in gno·JTil l. ,. •·iv•·ndi <" nln l'"!Pl!H.!Iinnzo d.t' l solrlot.o di snnitfl. a l combatte nte, n<>l sacdlit·io ul!:l l'n l o·i.t. hn ,.i,·ol!u n i ;;olthtl i tlt·li'S" rnm pagn in di l'<.>tnità, che h a m1o l'onm·1• ,. !11 ft>rt 11nn t li 1nilittm· lh'l!n l ittì~ • lo•ma, incita rnr nto n l vi J•ik proposit.o di compio·t·•· · ·~· ·111plu 1t n•·ntr• il clm·1 ,.,. cli :.;t,ldltto ('di 8S.SolvcJ'C df•gnamou~ la missione mua-
N OTJZJ111
rmt t• iti \loln l 'll ll t Ì , Ìll Jl>H'I' l ' in J!'ll"ITII. J lu (t•f'IJIÌII :t lo t•nJI'•·f<•\' 111'<' jf w n><il'n t o~. M. il R~ . n i .Dnn' . .nl!u J~ìlt t'in . 11\<'lltn· f' l tn lin .cli \ ilf.onn \ '•·rrl'lo l1 H 1 ritrova to n t> l ;:;('gno v •tto f'I OS() rl•·1 l••txr·t. n•·llu <l nl'l l'll lll ,. tl1xc·•J •I rna Ju,t· rxt a . dlt• tlut Dttl'<' s i irradia ve r;:;o il mo nd o . lo spirito f' lu \'ok111th unt:nxln •li Hn11u1 illlJ" ' ''iu l•·. T (•rminnt o il tl i;;cm-so ('O II> II1t· n1Pnll i\'(). si •' Jll'<tl't ·.lulo n l l:t Jll'< 'lltiu~.i o ll t' •J, i xn lùat i <li·II'Sa co rupngni u di :<Rni iÌ\ t·h•· ~>i o•runo nuog;.d•u·nl<·lolt • .tis t in! i f h'l' z,.Jn ,.oJ nbm·<>a zione in ma u;:;io11i lt>~:<i:<t.t• llzin l i IH'•·s:-,o gli ,;hdJilin 11 ·11ti :-nniinri <L•· I ( 'ni'J"' tl'a r r:;atn.. Al sold a t o piò m••rit l"vol" i· xh•to n:<-;q.~;nl\ln 111w h " '"' pn·llliO in cl•· nrort<. ,·icnvatll d ll l sopm><so ld o cl•·ll<· <.lw· llll'<luglit· tl'uq!•' ltto tll ,·,dor•· mililLll't' <·onet·s.·w ul f'orpo sani ttt t·io . Quind i h n >t\' ut o luogo 1111 riu:<<· il ixxiiii(J >'111-:;.dn ginnit·o·"P"''I in• f'ht• Il a IliO '"-"'" in C'vide nzl\ co mP " in cw·uta t·cl dr•\'1\f,u In pr< ' JHu·uzioll< ' 1n ilil an·,. l' ..clut·tt:t.inlll' 1ì>' ic·u d f' i soldnt i <li :"\lLni tl\. lnfint· i• " ! Ilio ,.,.,·vi t <> n n :<ignnrih· dufn •>'f'O t· la i't'~I H :<'i· dtit l>-11 Ìn un ll.Jnbiell \t• di >'C[liÌSita <·o nlialitt'l l' ('IUII<'I'H( i>'IIIO, llf 'JIIIl lc• h" Il IlO ('OIIÙ•l'ilo lllltl notA. di p a rti<·ola •·p clixtinz it•m• ,. ,.::uit•zza II Ui rlr'I'0:-<1' sigll•ll'r· ,. I11111 1Ji d ·•;.di ullit·iali. Non m eno v ibnwti, •·otnpostt· ' ' Rol<'n ni :<ono r illsl'Ìt•· l•· lllllltif<·<tu~.ioni nlb• :)cuo ia di a.pplicazio n~; di ::>unità mi litarl' in l<'i•·<·Jv.l' c· Jl''''"'"'J flrlti f..(li (r:<Jw<lali mi lib'll'i ed informc:'rit· pn•sit.linr i<·. ll Ìt ll i'Ì II \ 'l'l'SU j
Trasformazione del campo sanatoriale climatico di Amio in infermeria presidlarfa. Dal Giornale milita.re uffu;iale d l'll' ll maggio 1!)34-X ll. Cin:oftu·t• 11. 3:.12 (:-\('. g re t oria rnili~re).
Tenuto presente il R. d ocr eto 29 llltll"7.0 c . 1;t,. , n. (itHi (<·i rC'ular,• n. :W:l d al yirn·-
nale militare c . a. ,) s i d eter m ina che, sott.o ht d n tu d ol l o J.(iHJ!IIll p. v .. i l cntnpo >ili 1111· t or iaiErcUmat ico mili tare di Anz io venga t rasfc1rntnto in illtt·l'III<'I'ÌI\ prc><idiarin, cons ervando la. denominazion e, le inco mbcm.., e gl i o rgunici Ht.tuttli.
Il soltoseyretario di Stato: BAJs1'ROt:CliL
URidall medici in s. p. c. assistenti alle clin iche ed agli istituti scirntifici delle
RR. università del Regno. Dal Giornale m i litare uflìoiale d el 25 mttggio 1934-XIT. Ci r·c. n . l3lì:l (dirl'z iunu generale di sanit à militare). D~ term.i.no che, anch e p e r il proosimo UllltO ac<·.•d•·lltit<l. n flil'ittli Htt•dit·i in s . p. e. siano inviati all e clinich e ed agli ist il uti seit·nt ili<· i d..Jit· H.H.. Ulli\·l·l·siLìt d el R egno, quali assistenti mili tari.
Potranno aspirare all'u~segn~t.zione di <'11 Ì t.rntlll:iÌ . i t'>l f'Ì I >rr ti IIH·di<:i .. d i l•··
nenti medici. P er questi u lt imi Lim itaun nC'II tt· a qudl i i~<•· •· itt i ~mi <JUIItlro d 'avuu· zamento. L'a.ascgnaziono sarà limi tata come segut>: 4 posti di a.s.~istente militar e presso clinich e chi mrgi('lw ; 4 posti di assisten te mili tare presso cl inich e ntediehe: l posto di assist ente milita re prel'<So una c lin.i<::R nt·u•·opsi..!J intri<·n; 1 p osto di a.-;:-ist e nt <• mili tare pre""'" u na c lini ca d••rn1 id i"J •lll it·11. 2 posti di assistente militar e presso ist.it,\Jt i ci i r11d inlngi>t. .Potranno concorrere - pe r oiascu.nn speciul itt\ - tu t ti g li u fliC'ittl i c iii' " i trovmo nelle.S<?p ra.indicnt e condizioni di gmdo o di a m.in11ili1. p urc·hù nl,IJin"o giìt prestato ~TVJ.ZJO n ella sp ecialit.à st esHa in qun litìt d.i capo l'<'fl'"'' o o di >t..-;~ist (•ttlt·. o poasano dLmostrare cti possed er e in essa untt bu ona prepanll.iulll'. ~ara.nno esclusi quelli comtmque in aspett.uti vt~ o in lic·c·Jizn di couvnle~;ccnzu c quelli Cfte ha~lll? git\ pr~so parte ad a.l t ri cors i d i ::<J)I'C'in litil. d ell Gh. u~cla!J c~e m~endono concorrono all 'a-l'.'>~g~11W.i•m•· do\ rnn."o (}('l'i l tnunit~ .e dJreZJont dJ san1 tl\, farne dom anda a l m u uslr• l'o - t111·•·7.10H<' g<'fll•raln cl1 santU.. milit.are - unendo, event u a lmente, q uPi f it ol i o do~·unH·nti, dw (:l'('dO· rann.oli~pportuni, p er dimostrare il possesso di at.titu di n •· g"" '·t·int o <>pl·cifìc!1 alln spec1a tà richiesta.
636 N ella domanda doVTà essere indica.ta la branca che essi d esiderano colth·ar e, senza far CCJUlO di sede graditt1, riservandosi il ministero di fa r e l'as.<~egnazio11 e di sua scelta. I direttori di sanits\d Pi corpi d'nrmnta faranno pervf•nire d iretta.ffi{'nte n quest o ~nini~tel'o tl irc~ione g•·nrmle di sauiti\ mi litar e non ol tr e il 31 luglio p. v. lo d omando cd i d ocumC'nti annc-'''"i. accomp!tgnando ciascw1a domanda con una breve r e lazione. la quitlo pongu in <·v idonzn non solo i t.ito li dci ca.nd idati, mo. anch(: ltt loro att.itudine e In. lo ro prC'pnrazione nella specia litÀ. pn,scclta. Qun.lora nccessits\ d i servizio lo ricltiedcsstH·o, il ministero si riserva di aumf'tl· tu.re il numero dei poo;ti di qualcwm d elle ~pcci nlith mes.c:e a concorso. Gli unìciali che &~ ranno comundati a lle cliniche od agli istitut.i scieutifici vonnnno, di ma.-;sima - a.J termine d el corso - clest.inati agli ospedali milita ri. u. seconda d elle esigenze d el servizio. Il Sottosegretario di S tato: BAI.ST.&occm .
Modlflcazioni alla tar iffa ed alle norme di cessione dei medicinali ed altr i materiali sanitari. Con circolar~ n. 422 Giornale militare u.Oìciol~ tlol 15 g iugno l:. a . o;i è di:-,pnl"IO ch e a d ecorrer e d al 1° luglio 19:l4 !;arn,nn o cPdut.i a i <•orpi, <:o n :;:.-mplic·c pn><snj!!.!ÌO eli carico, oltre i materiali occo.1'1'(1Hti p<.•r 1 '1\.!:\.<;i:;~t1zn, JW I' la profiln:;...,i c~ p<'t' l'il!i<'l1" de lla truppa, anche la n afta.lina, In t.n•rncntina, lo stllJ..,YnO, noneh è i mrclic inuli ,. gli oggetti di m edicatura occonC'nt.i pt'r i<' infPt..lWl'ÌC1 quAdrupedi. P er le cessioni de i medicinu li r d Pgli oggC'tti d i mrdic·ntun.~> dn fn r>~i ulk· fnn·.•· armate d e llo Stato ed alle <:olon if' n <>n sari~ piì1 npp lic·nt·.o. lhd 1° luglio 1934 . l'tlll· m en to d ellO % d i cui a ll' mt. 3 <ld ln, cir C'n la •·e n. 220 d l.'l aiomale milita.re 1932. Con la stessa circo larfl, sempre a partire dolla prrdl'tht rlata . sono appor tai-n l > indicato not.evoli variant.i a lla • Tariffa dt' i mC'dicinali " prorlotti nccP~ri. de).!li oggott.i di m edicat tu·a, de i reagenti, ecc. • (pubblica:Liono 22:l3-), e ntrata iu vignro il l o luglio 1933.
Bollet1ino del Corpo sanitario mlUtare. FIOREN?;A Ignazio, tenente colonnello medico - Cessa dallo funzioni di cap o sezione presso il minister o gt1erra, dal 1° ms.r7.0 1934-XII. BUONOPA.NE Car lo, t e n ent.e colormello medico - R invet~tito d eJJ o funzioni di capo sezione presso il ministero guerra dall'l l aprile l 034-XII. I seguenti maggiori m ed ici sono colloca ti fuori quadro, d a l22 geOJUiiio 1934-Xli, perchè nominati m embri delle commissioni modich e p or lo p ensiorù ili g u Nm a fianco di ognuno indicate: SCA.LFATI Alberto, ospedale militare Livorno. - Commissione m edica Livorno; CATAl'ANO Eduardo, osp edale militare di G enova. - Commission e moòica. (:f'JIOVI.I.. MA.ssi Emilio, ospedale militare di 1'riostc. - Commissione m edica Trir.st<'. MAoNINI Enea, primo capitano medico ospedale militar<~ Pe111giu.. - Collocato fuori quadro, dal 22 gennaio l 934-XII, perchò nominato m embro elle! f.ivl) d ella commissione medica. p er le p onsioni di gtterra .P emgia.. ScALZI Carmine, t enente m edico (Ot·a capitano) 231 fante ria. - Collo(·HHl fuori quadro, dal 22 gennaio 1934-Xll, p erchò nominato membro effe ttivo d ella commissione m edica p ex· le p ensiorù di guerra Cntanzaro. Dal B ollettino ufficiaLe, disp. 28", 4 maggio 1934-XII. DE MARIA Nicola, colonnello medico direzione sa.n itÀ. militare comando cor po armata Trieste. - È collocato i n ausil iaria, p or età, d nl 12 agosto 1931 -IX, ai sensi dell'art. 36, della l egge 11 rnarw 1926-VI, n. 397, previa r evoca d el R. de·
NOTIZIE
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creto 9 febbrBio J!l3l -TX, col f!UI\1!' f11 collocat.o n ripm•o dal 1° fnh hmio 1931-TX p or avere raggiunto il limite di !itnvizio presc ritto du l R. d l'crt•to l l> novcmbt·o l !1:!0. n. 1626, con iscrizione n elIn. riserva. Sarà assunto in forza ùireziont> SILHi tà mi li tn.re conhtnd o c;o rpo ttrmn Ln RomH, t>d agli effetti amministrat-ivi distr etto R oma II. FUNAIOLI Gaetan o, colonn!'IIO mN !i<·o dirP.t,tor e f'lln it h rn ilit nrt· c•omn11do cc1rpo tumata Napoli. - Colloc<~to a riposo dal l" f,lh lmtio J !J:J4-X Il l'd isc ritt-o n Pila. riser va. C:e r Tsi<loro, rno.ggio ro rtwdi(·o oHp e>dul l' rni litnn• ~1wiglin.no -- Trn~'Fn rilo o f'p Crlnl(• militnro 1'ori11 0. MAHI {ILUANO (;i<)VflllllÌ, capitano lll(•d it·o co rpo ~ruppe> oolouiali Cil'<.'llflÌC,H . - H.i t~ntnL n ei ft\lll!Jri, da.l 23 lll!u·;r.o IUJ-1-XJl, H\'l)lldu c~.:s.«nln di n.ppartt·rwre al sudd etto R. corpo, e, dnlla stessa duta. è dest.inMo ospotlulo nai litnre Mut<Sina. FAE NZI Aldo, capitano nwdico 4 genio. Trnsrerito ospedale militl\re H, ornu. NArOLI'l'ANI Enrico, ten ente 111cdico R cnwpngrau. CcJliOcHto fuo•·i rpmdm. dal 2 1 g ormaio 1934-XII, p erchò trasfe rito d'antoritcì H. co rpo tl'uppo colrm iuli Cirenaica. Fr1RHAJor.I l<'orruec io, t.r-n cnte rna•clico reg~wento !'ani nrn rnt.i. - Cullocal.t1 fuo r·i quadro du.l 7 fobbrnio 1934-XIJ, pe rchè t rw;f(•rit, ' d'rmlorilà R. co rpo t nappe· colorùul i Eritr Pu. FIGARI Albo rt.o, tenente m edico R. C•11110 t n rppe coloniali Sotnal ia. H.i"ll · t.ru rwi quadri. dal 5 marzo 1934-X IT, IWe nclo CCi<,;ttto di npp•trtc• rw ro ~o~ l :<11cldd t" lt. coq Jo t• , dali L\ l:!tc:s..«n d~tta ò d estinato reggi m nn Lo a •·t.igl in in tni:<to d t· il>l s,r~·d , ·f.! nIl . D u l Holletlino ufficiale, diRp. 30 8 , l l maggio J!):J4.Xll.
n.
SPHDI Domenico, colonnello ml'clic•' d irc-ttc. r(· nspndulo milllaa·p ;\lo·<, naulaia. Ù<' "-'* du lia cari ca. di cui sopra. dul 16 moggio 1934-X IT e rl n.llo. " t('SI'n dn tu. ò notninuto direttore di sanità militare couln.ndo corpo u.rrnata MiJunu. 0rtosso Vittorio, tenente colonnoEio medi!'o o~<pcdnlf' m ilit.ar·o GMizi~l . - Prom osso colonnello con anzil~n ità l maggio 1934-XII, conlinua nclo 11o lln. st.o,...,;a c-aricn. e destinazione. VALENTE Gioacch ino, mnggioro medico ospedu.IC' m ilit.ar o A lc!<s>tndria. P romosso tenente colonnello con anzi.anitiL l m~>j!gio l !1:1-t -X II co ut.immudo co mo sopra. C APPELLI Alfredo, m aggiore m odico irue rme1·ia prc;.;iùia ria P tu ·mu. Trasferito ospedale miHtare R om a . DE BERNARDO Frnncr·sco, primo capitano nwcli<·u O~-')Wd u.lo 111i litare ~1 i· !ano. - Promof!so maggior e con R.JtZiH.nitt\ 10 maggio 11134-XII, cnn t iuuundo <·omn sopr·u.. -
I aeguent,i primi capitani med ic i ' haru10 sostemrto, cou e;.;isto fuvorovolA, gli e;;nmi per J'avt\nza.men to a Recita [acoltntivtL a.l g'l'ado snpc•a·iorn: BERTOJ,UCCI Gino HQUILLACI O'ri HniTa!' l<·. SPAON'UOr,o VJOORITA Nicolrt. V J twxx.ro l::l>wl' ri o. MAssmo :Fra nce.;co H.r:t.zo Cal'lo. PECORELLA Giovtmni CALCA<:Nt Anln t.o. Gumo Giovanni. MUSTO Michele, capi tauo m edico 44 funtcJ·in. - Trasferii o o:<pt•dHII' mi l it.Hn Napoli.
I seg uenti m odici son o trasferit-i n.II'e ut(' a 6tmc<• d i ogn u11<~ iurlicnt,o: Mo LAJONl Vincenzo, 34 fanteria. - 44 fanteria. L o i ODICE Cataìdo, 63 fanteria.. 2 a lpirù. FEDELI Carlo, 232 fanteria. 73 fante ria. lADEVAIA Francesco, scuola ct:ntrale Mt.iglic•·ia.. L cgione CC. RR. d e l Lazio.
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NOTIZIE
LO MHA nm )funi io. mag~iorC' chimi co-ftJ.I'Ilta<:h:st a ospodalt> militare Rom11.. l la :;o,lt<'nuto, con (•si:;! o f1wor<·vole, gli esami p e r l'avanzamento a scelta. facoltati· va nl g t'ttdo s upcwioro.
I twguenti t<'nC'nti chimici-fnrmaci:;t i souo promossi capitani con anziani tà 6 ma{!gio 1934-XIl l' con la ù o;;t.innziono 1t fittnco di ognuno indicata: DATTrr,o A11g iolino. Osp<'dull' m ilitare Brescia. - Continua come cont1·o. CUllATOLO Lor<'nzo, ici. id. Fit·cnze. - I d. id. id. Focnr Rohe rto, id. id. Napoli. - Id. id. id. DE B~:NEDIC'l'IS R>J.ffnolo, id. id. Bari. - Id. id. id. ZANELt.T Albort.o, id. id. Tric::.te. Id. id. id. Ont.ANOO Teodoro. id. id. Tri uste. - Id. id. id. FmscrA Pictro,id. id. Pal<,rmc). - I d. id. id. Dnl Bollettino t1(ficiole, di!>p. 331\ 25 muggio 1934-XII.
Onorificenze. P or In ricMJ'r•nza dC' l Nntnl<· di Rom11, oltre quelli' concesse su proposta di S. E. il C:>tpo dd Governo e Ministro d olla guerra. (v. fase. muggio), sono state coufe •·it<> le sf'giiC'nti onorificen?.e nell'Ordine della Corona d'lta li t\ ad inizin.tiva di altre Amminist-razioni centrali: U(fìciale: tenente colonnello medico Smo FADDA (su propost,a d e l Ministt•ro dell e colonie); tcn<'nte colonnel lo medico VmOINIO DE I3ERNARDINIS (su p ropostu. del Ministero delle Finanze). CaiJaliere: primo capitano medico VINCENZO PERNICE (su proposta. del 1\iini· st.t' ro dt'Iriute rno); primo capit.ano medico SALVATORE CoLTRONE (su proposta del Minist<.ìl'O d<•llo finanz<'); primi capita.n.i m edici MARIO !AsELLI, GIUSEPPE BAR· BlERA (su proposta del 'Ministero delle colonie). Il maggiore meòico GIUilEPJ>F: Coor.IATT D EzZA è stato insignito d e lta. oroce di cavaliere n e ll'Ord ino Coloninl o doHa. Stella d'I t.alia, di Moto Proprw Srwrat~o. Dal BoUel.tùw tl./ ficiale disp. 31a, 18 maggio 1934-XII.
Una conferenza del 'prof. Bocchetti a Parigi. J>n invito <t.•l Comitato Nnziona.lc· Fnlll('f'l'C' JX'r Il\ lot ta C(mi..J·o la. t.ul.>< ·t·culo,;i, il prof. Bocchc-tti, S<•g r·ptfu·io ddlo. Federazione I tnliantl Nazionn.k· F~t.-,cist a pn la lo t t.o con t n> la tub<' rC'olo:<i, h a t<'nuto alla prP>'Onza dci mnggior·i espom·nt i d t> II R. lot.ta <'<>ntro le• mnlat.t.ic· socinli in l<'m.nc•ia. llntl confert•nzn su quunt-0 il fu>. g inw Fn~<eista hn f1~tto p<w lilwnue il popolo it11.liano dalla tub<.•rcolosi. J l Conf<•rPnt.i<·r <' ut.tn~\'l'J'KO docume11htz innt-> di /il1118, g t·afici (' duti .;tntistici ha 111<'>'>'0 in rili<'vo i grnn<li p•·o~t·Ps:si rn$!giunti in Hnlia in CJUI'i'lto <'nmpo sÌ!\ 1w lh.\ o •·gunizzu:tioru· te('nirn cllf• m·i ri::.ultnti p•·Atici. irzi<•niei. sociali, d <'Rtnndo vin1 in t<•rc•!<.«<'. In modo partic-olare è !'<tAta illnRtrata l'op<•ra dc:>lla Dit,•zione~ G<-n<·ralt• cii ~n.nitl'r. Pubblica, d e ll'Istituto Naziona li' Fn$Cif<t.a p!!r la pn·vitlenza sociale-, dt•i l.~liii;(Jrzi Provincin.li Ant.itubc·•·uolari e ddlu Ft' <lcrazionc Ituliana. Nazionale l''u· Re ist n pc••· l~t lo t t a contro In tu b<>rcolosi. Sull<l t'OJlfc·n,nzn d••l prof. BoC'ChC' tti hanno preso lu pnmllt: il prof. l .i-ou Bt•r· nani. ~~ ·grd.ario l:c·nc·nd<• l><'r I'Llnion<' lnt.Nnu?. ioun lt• f.X'l' IR lott11. contro Iii tu· bt,rcnlo..;i. il S<·llltt{ll'<' Brisac, L . Vibot·l• l cd ultri e1w ;.i sono cnng ratulnti per le nutne ro:;~ · a r·tlitt• previd~·nze at.tuate in Itnlia. volute da Benito Mus:solini.
Convegni regionali della Federazione Italiana nazionale fascista per la lotta contro la tubercolosi. O ltro il Conv11gno di Gcmova (9-10 giugno) d el quale abbiamo dato noLizia nf"l fa.c;d o ln eli apr-ii<'. lu i"erlera.zinne Nazionale Ti'a.flci.,ta p er la lotta contro la trwercolosi ha indetto i seguenti altri convegni regionali:
NOTTZTill
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CO!'(VEGNO 01 RIMINI.
(Convegno Regionale della Srz. Emilinna-Romngnn) PROGRAMMA: 17 giugno ore 9,30- inuugurnzio1~1' dd. Convegno. ~r?l~1sio~o ~1~1 prof. D. Ottolenghi, p rc:;idente del Ct•nt ro <h xt uth tnln~<;Otl'rnp•c• m R1muu, sulla: •Importanza. dello l'ure marirw nl'lla profilul:'Si di'Ila tubercolosi •· Primo torna di r t-latzionc: • Lu C<'>AaZiton•' cl,•l pnx t t• rupr•u t i<··• • , rl'latl llr<' il prof. G. Costantini - discussione. Or·e 14,30 Vi:;;itn. alla Colonio marine. • 18 Ricevimento offerto dal Podestà di Rimini. Pranzo >~ocia.le • 20 Trattenimento a l Kursa.al. • 22 18 g1ugno ore 9 - secondo temo. di relazionn: «La profilo~'!i in mpporlo alln disposizione ed alla esposizione <li fronte nlln. infe~.ionc tuborcolurt· •, re latori proff. M. Pinche r le e A. Campani. - di!!Cll!\;;ioni. Ore 14,30 Giro a. S. Marino. • 18 Continuazione d e lla sodutn. 19 giugno ore 9. - Gita. a Predappio - Chiu;mra do! Conw·gno. Por chiarimenti rivolgersi al Delegato della. Sezione: Prof. Gcunuro Costuntini (Via. Dante 6 - Bologna). CoNVEoNo 01 V~:NEUA.
(Convegno Regionale della Sez. Veneto-Tr idcntina) Pnooa.AMMA: Domenica 24 giugno ore 9,30 - inauguraziono d <"'l Convegno nel teatro dell'ospedale al Mare di Lido. Srg-Wrà \m ricevimento offerto dulia provincia d i Venezia. Ore 10,30: Inizio d ei lavori. Primo tema di relazione: uLa die ta di Gerson noi trattamento della. tubercolosi infantile •, relatore il prof. G. Fronta.ni - discussione. • 15 Riunione dei Soci della Sezione - relazion e sull'attività del bionnio decorso - nomina del Consiglio direttivo. • 16 Comunicazioni varie. 25 g1ugno ore 9 - secondo tema di relazione: c La pelle di fronte all'infezione tubercolare•, rela.tore il prof. G. Truffi - discussione - comtmicnzioni varie. Ore 15 Gita alle isole dell'Estua.rio con ricevimento a bordo ili un piroscafo della. Navigazione Interna messo a disposizione dal Comune di Venezia.
Per chia.rimenti rivolgerei al Delegato della. Sezione: prof. Carlo 1\folon (Campo Bandiera. e Moro 3611 - Venezia.).
Concorso a premi della rivista « Croce Rossa n La Croce Rossa. Italiana, per mezzo della sua rivista mensilo c Croco Ros.'38. • (vedi n. 3, mano, o seguenti) bandisco un concorso a premi per uno. monografia snl toma.: «M orbilità e mortalità per malaria nei janci.uUi di una wna endemica». I premi per tale concon:;o sono così stabiliti: 1o premio - L. 2.000. 2o premio - " 500. Inoltre i lavor i premiati e gli altri ritenuti nwritt,,·oli, ;;n•·mmo pubblicati sullu rivista uCroce Rossa» con diritto agli estratti relativi.
I NOSTRI MORTI
Ogni lavoro, p er ch è possa esse 1·e amrrwsso al concorso, deve es.'!lere inviato da.ttilografu.to su di unfl. sola. part.e de l foglio, contraddist.into da un motto che deve e><ser e ripetuto in una busta chius a conten ente nome, cognome ed indirizz.o d el concorrr,nte .
I lavori sLl' s"'i ù ovronn o pr•J·n·n ÌJ'O alla direzion e d ella rivista «Croce Rossa •
(R omn - Yi n Tu.~cana J2) n on olt r <' il 31 dicembre 1934-XIII.
l l coHcorso P npc rto a t ut t i i m 1•di ci abbona t i dl'!ln rivista uCroc<' Rossa • e la
Co Jnmi ~;><Ì0n <' <'snmina t.r iee d €·i lavori ò compost& dtli m nmbri d e l Comit&to di Dire-
zion o Ù!'il u ri v is t a: proH. :Marchiafov a , Antonelli, Ilvent.o, I->tmt01ù, Signorelli e V lthtg-ti!';SU.
P er m agg io r·i cl1ia rilllcnl. i in m !'rito al Concorso, gli inteJ'CF<.<~ati possono rivolger si ulla !Jirozionc d ella rivista
I
NOS'.I.'.HI
1\I:I:ORTJ
Jll4 nprilo iJ. morto n. Bologna. il mnggiore chimico farmacista del ruolo speciale conte d ott. Saverlo Bentivoglio, all'età di anni 54. Ave va preso p a.rt.u lilla !:.'1HJrra it1do-t urca dal 15 dicembre 1911 al 17 giugno 1912. Durante l 'ult.itna cnrupngn a prestò S<'tv izio presso formazioni campali mobilitn to e il Ili muggio lHJ 7 ripo rtò t1.11(1. g mve fe rit1~, cui consegui inabilità. permanente n l servizio wili t,o.r e . Em d ecorato deUa m edaglia. di bronzo o della croce di guerra al valor militare. Il te nllntt> rnccUco in a. p . e. Clemente D'Amore, non ancora. t.rentenn(', è morto
a Treviso il 12 maggio.
Il Di rc tt.ot·e gon ero.le de])(l. Sanità. militare ha porto (l.lla desolat-a famiglia
commo~se cond oglin.nze da. parte del Corpo !'anitnrio per l'immatura perdita del
nostro ùi.-.tinto colloga, 1-apito nel fiore d egli aru1i nlla s ua promettente carriera.
, lJiretlrm! rc:spUitSU!Ji/1'.: DoLt. Lo tu L L<'RANOH!, t ouent o generale modico
Redalt ore: D o t t . prof. VraorNro Dr: BEt~NARDTNIS, t-enr nte co lonnello m <>dico (I.I IO!I:l7 J ) - IWMA
l~ l:l-I · XII - IS'fiTUTO l'OLTOI:UFICù DELLO ST.,TO - O. C.
RIVISTE 1\'IEDICHE MILITARI ANNALT DI MEDICINA NAVALE E COLONIAT,E.- Direzione oentrale della sanità mllltnro mnrlt tlma, l\1ln1stcro dell!• M~~orlna• .dnno XL - Vol. I, 1/u~. UI-IV, 11wrzo-ctprile 1934-XII . Yltlello: Sul saroon~~o primit ivo del tosLloolo. - 8o&llolo: Lo ~t11to attuale dfJUe conoscenze sulla trasmissione delle loL•bmanloel. - aterrl : Ultravlrus ed antl\'lrus.
CECOSLOVACCHIA : VO JENSK:a: ZDRAVON~CKÈ LJSTY. - Organo ecienti6oo doi medici, veterinari e rarmo.clstl militari oeco~lova~bl. Redazione: Praba,llu lwnc6, !\[N'Q. - ~drav. oddclenl. Fase. I - II, 1934 CtfJ s lfinute osservazioni ùolla pratica oardl•1logica. - Emr: Importanza pratica della sed lm()n· tazione del globuli ro~~l. - Ztunt kt Dlool annl di lotta oon~ro l contagi venerei nell'eser dto.
F RANCIA: ARCBIVES D E MÈDECIN È ET PHAR}HOIE NAVALF.S. - Servlr.lo eentrale di sanità, Ministero della )Jarlna Faw:. I, gennaio-marzo, tomo CX:>..~ V. !Da~. DIII6CUJ e 81111 L'encef~~ollte post- vacclnlcu. - 8ruCeiU: Os.<cr,·nzioni eull'lmplego della pcroalnn nella racbloanestesla. - Denty 1 <.:on~idcrazloul generali s ulla plorroa ~tlveolo-dentario..- Goda!: Una nuova prova dell'origine meaonoCrotJca. della • reto ovarll•.
I NGHILTERRA : JO URNAL OF THE ROY AL ARMY :\I:EDICAL CORPS. - Edito da John Dale. Sons and Dnuiellason, Ltd. Londra Faac. I V, Vol. LXII . apri!e H>34. Mie A:rtll•rs La cititlcerc<>si come è c:~u•ta osse rvata nell'c-;eroito JngloM, con Rpcoiale riguardn alla produzione della opilossit•. - Cawtlh Ambulanze o.ereo. - Amy : Emoglobinuria: Un nuovo problema sulla tront lera Indiano (continuoziMI.e). - Kennt dy : Alcuni esercizi fisici terapeutiol. - Relazione ~anltnrla doll 'c~ercito Ptr i't\nno 1932. - Hepple: Concentrazione de l complemento e do! siero agglutinante. - lilatall : Un iutercs.'<nnte c>....,, di ci:>tlcerco"i. Hel••• • Note su di un ca.;o di olatlceroo~t . - Manoel R. F. tllliO: Cbirurghllngicsi nell'esercito portoghese, durante la guerra. peniusulare.
ROMANIA : RJ-:Vls~·A
SANITARA MILITARA .- Redazione e ammlnl~truziouc. o,r,edalu milltnrc' •lk'glna E.liaabotta '• Bucarest.. Fuse. III. marzo 1934. _ Popetcu e PMaltoscu: Le febbri eSI\ntomatlcbo ùal IJunto di, vl~ta cp ltl~miologico o proftlattico nell'o.mb!Ento olvilo e mllltì\re. - Dlmlll'eacu- Peponsl c Huel ~-8pl rldon : La tlh1gnosì pr~coco degli stati olrrotlcl. - 8ratescu, Panuleacu o MoLa: Moningltc pnuumococolc:> <·oo..ecutlva ad una oto- mostoidlto aeutn. - EMl7.lone cutanea pallmorfn di nntum mul.ll.rica. - Rotaru, Là leucoaaroomntosl. Llnto -rotloolo-sarcoliiA con loucomla acuta. - BlatrleeL,u: Contr ibuti allo studio isto-po.tologloo del gliomi o Jlnr~tglion.ll del neYI'{Uj.~C (continuazì071e}. - llle Dumltrll: l gas da combattimento (continuazione},
SPAGNA : REV! ST.A DE SANIDAO JIULITAR . - Pubblicazione meu.•llc d'' Corpo sanitario militu.ro - Mad.rh.l. Fase. V'; rnag(lio 1~34. Ollw- ltl: Due go.streotom.le d 'urgenza per ulcera perfol'fitt\ gastro- dnodennle, - Nouwl iaa: L e paloosl nella guerra (cont~nuazione e fine). - Matta: Barbi urlsmo·
STATI UNITI: THlil 'àULIT.ARY SUR GEON. - Arm:r Medicai Museum an•l Llbrt\ry, Wasblngtou. Fase. IV. Vol. LXX CV, aprile 19:U. C•••lncs L'evoluzione del servizio della Sanità Pubblicn. - HII1Hck: 'Radio -attività dei tessuti oanoorosl. - Rollows Otto anni di lmpiogo della rc~tZlon•· di b:11b n. - Roylll ReJnolda: Cancro intrinseco della laringe. - Datnall : (Jranulopcnln. - Kl c: Un dislaccru:ncnto di cnvallerlo. per tre giorni e mezzo senza actJUO.. - l . R. U.: L'uso del ~nllJJUO di caduvore por l& trasCuslouc.Trl,lttt : Progetti cd addestramento per uftl olall d! utt Nggimt•nl;o sanitario della (Juardin nazionale.
TURCHIA: ASKERI S I DHIYE ID~CMUASI.- Rivista trirnestralc di sanilà militare dell'esercito turco, edita dall'Ispettorato d l sf\nltà (i>t.amperlàl dcl!a sanità mUltare, Cosl~~n tinopoll) FaJieicolo. aprile 1984.
NaJat Rlaas Le paraliKI facciali d 'origine otitlCS'. e • a t rigore·· -, Orllan MaMr: L'runlgdalectomla col I!Hltodo di Sludor- Bellenger. - lame~: Le condizioni In oul al trovano l rt\dlologi cbe •a.v orano In laborator i lfi!UlCI\Iltl "·! orgo.nlzu•zloul moderne c di mezzi di protezione. • e kai lll•allll!l s Cura del oo.rbo~oiuo, - Celti Ali : LI/. progno~! o Il t,rnttrunento delle lesioni v..-solce.ll realaue u;;a. uefrectomlo. pe r tuborcolo~i ronale. - Rajt Ferlt : Il metodo di m&la· r ioteropla obe si adotta uli'IJ!Ututo per le malattie del paMI cnldl In Amburgo. - Hulual Hasan s Due cast d'lntezlone oolongltica. - aeuet HGana: Uu oaso di ascesso eritra-durnle. lalr> taraall: Le 'VIe eensltlv e e motrici del •istellll\ vcgetatìvo noll'nddomc e ncll'tl.fJparato genitale. - Rlza Rt mah I 11uovi metodi d1 IIJ!ioLcra]Jla tlOnlro le mlalgie o le nc'l'ralgle. Halc.k l SOitrD: L 'ormone por l~~t visione di llOtte. - 8Qitr0 1 I ~urccdnne l della chinina ncUo. o u ra della malaria. - Eaat Rlaa: li cancro dell'esofago. Sintomi o diagnosi. - Lim i M~nlr: L'a.llergla: un termine oqo ba una dozzina di s ign.iOoatl diversi. - Balla Enyer: L'esame 11alolog1oo nel Corpi di trtlppa. L'allenamento flsloo o sua sorvoglia.nzt\ prat ica. - Klmya:er Yall. fl1ltcruh La preJ>araalone dell'acqua potabile sul campo di battaglia. - 8tmattln Naaret , N'~la del tl'lsemlno tn chirurgia dentaria.
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~ Anno LXXXII- Fase. VII L UGLIO 1934 - XII
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GIORNALE DI
MILITARE é
DIREZIONE ED AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA GueRRA
ROMA
Pubblicazione mensile
SOMMARIO Pa.g. 641
LEZIONI E CONFERENZE:
Fol. - Lu •·r golnr.iono unuro- umomlc dc·ll o. prc-siont• ,.,.,,.,·iv"u Xanettl.- :lloù••rni iutl i•• i>.:>.i ili ri ~c r<·u 1ngli slU•li sul tun:ori . Co molli. - La curn lrknlc <1<-Uc ferite lac,·ro-contusc c loro ~Q 111 ntlcntl di gu<m~•
]'8g. 04!i
•
64U 6éJG
MEMORIE ORIGINALI: Pla~enllnl. - R cs<>contv llt:~ti~tlcn
tlt; ll'nu ivl tà ehi•·n rgicn opl'rnto rill nqdi stabilime nti enni tarl tnllitari lld R ·g.w <lttl',in tt• il 11t1 td•·iennio 1~~(!-3~ . . . . . . . . Mon:uzzl. - La lll'O.<.;iont: Jm•<liu c la S Ul< lmPol'tanzu nella fisiop:oto login doU'a,· iutu •·c . Romby. - Sul pigml'nLO d el parnsgit,l dt'lln mnlu r in . . . . . . . . . , Paollllo. - ::;u un,t formula iudicallYa del ''olumc miuuto circolutorio
P olO; . Il'~ 71>U 716 :~ u
RIVISTA DELLA STAMPA MEDIOA ITALIANA E STRANIERA:
Altre duecentomila wlte possono euere risparmiate orni anno In Italia. - l'~:an. u Ambulanze a~ree. - Co w ~:u. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Apparato we1tlbolare. DGtermina..-ione delle cur 11e in veic•Jii tchri a m cz::•1 fidi' E,·~:rtLIXU Arma (L'J cMmlca nel rapporti con la medicina o l'organluatlone sanitaria militare. - MA ~If1 1<1 oa,utc~ouc manltaHurato. Nuom o r<zoon.ii nella /abbricazir>llc del TIRl"l~RI> . . • . • . • . Compleuo sintomatico ncurastenlco. Le partic, /ilri/(ì della rea:ionc alt'cl<trcnalitw nei m(l/t~li con -
Sca., RuollO USKT
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OJSiltuzlone e rl t enerazlone del sangue nell'aria rareratta. - 11 f, ,~ ,~x . . . . . . . . . . Denti ( l ) ritenuti. - S .\HAVAL . . . . , . . . . . . . . . . . . . . .• . . Febbre tllolde. L'influenza drllr sltl(lif'lti sulle t·a~u::itmi r'/JÙiellrirhc drllf<- 1101\:0.'L'S . lmmunll• antitetanica. Ricerche s~tll' - :-<oto. seconda - MAnm . . . . . . Malattia del mctataul di KGhlcr. Tratlc<m<'1do cMrurqico della - P<l'ZJSIAJWV • . Nclrltl. Un sauuio di cla.ssifìca:iunc dello;- RATUI;tl\' e Fno~JI> ~ 'I· • . . . • • Otltc media purulenta. ,Applic,.~one del nrel•>d o rli sosliluztQ1t<' e<l tra.llfl1ncn l v d.;ll' - MtG.NO.)I Sordlll simulata. Il seo11o dcll'imila~ion'- della voce. Stw utili.:::tw:iQ'IIt. nel/(< dia(JtttJSi d i 13At.0El\\\'.h:OI-\ • • • • • . • •
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Pag. 73:.. 732
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BIBLIOGRAFIA MEDICA MILITARE ITALIANA . •. . . . OONFERENXE E DINI08TRAllONI CLINICHE NEGLI OtPEDALI MILITARI NOTIZIE • . • • •. •. . . . . . • • • • . • . . , . • • . .
Pug, ;4a 74';'
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-- ... --- -----CONDIZIONI DI ABBONAMENTO. T.'ahiH>namc nto il annuo o di'correre clal 1• ~l'nonio a l prcz; o di L. 32 (E~tcro 44). Per 1(1i utìl•:iuli medici e cbimi~i - fnrmn~l~t i d o! R . Eser cito, In servizio ed in c:'o ntto•ln. Il p reuo fkll'ni•IHmn mento è rid•)l to a J,, 24 nntfç(pq(,(,l. Per l soli ulll•; inli medici (d~'II'IO:<orci(o o della ì\[orlna). in Q'11tlunqnc Pu<iz.onc ~l trovino. c n. n m ·<t·<n un nl>bounm: nlo cumula> j,·o a l UìonUJlc di MwiciiW . lli:iiCir" c<i a;: li A t1tt<tli di Jllwicim• Nt~ tXtlc e Cotonilllc 11 1 prè7.ZO di 1, . 4S nooue. Il pro z?.O del supplemento cont.oucl.\,to i Rw>li di anzumiltl 1<!1 corpo smtil. • r~h mili.tare ù di L . 15, ridoLLO n JJ , 8 per l soli abbonati.
NORME PER l COLLABORATORI. Lo opinioni ruanile$ta~c <!agli Autn1·i non imreJlnauo In r csponAAhUità del porlodlco.
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Aut.. ri nlLmnuo conno•s i g t·~wltarucnto 50 cs~rntU con ~opcrLi na st.ewpD.ta, fro ntespizio lm ·
t>ag in'-Llura o on rncc·nziono Rpooia.lo.
Pe r di,rosi>.lnni dol Con<iglio m\>.lonale dello ricerche n clasouu lavoro devl2' essero n ullo un brC\'C llU LOl'Ì(L<i;UlltO (non p{il di IO ri!:hC). 1.. c ~pose per lo ta~olo Ut.ogrnllcbe. rot.ografiche. oca., che nccompngoas~ero le pu!Jbli ra:Gionl, sono n carico tlogli AuLorl . l mo.noscrittl non sl rostltulsctlno.
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ANNO LXXXII-N. 7
GIORNALE DI MEDICINA MILITARE
Luouo 1934 -J\.'1:1
IL TENENTE GENERALE MEDICO
GIOVANNI BATTISTA CALEGARI
Il tenente genera.k medico della riserva grande ufficiale Giovnnni Battista Calegari dopo lunga malattia è mor'o serenamente, all'età di 74 anni, nel suo paese natio di Fontanella in provincia di B er$amo.
Annunciamo qr,esto nost.ro gravissimo luuo col più vivo rimpianto e rendiamo omaggio con commossa riverenza alla memoria dell'illustre Scomparso, che per le sue opere e le st'e virtù fu decoro della Sanità militnrc e ne resse lungamente le sorti, prodigarulovi le infinite risorse del suo vitJido ingegno e dell'animo nobilissimo. La sua forte tempra di soldato e l'alto valore professi01wle facevano sì che in Irti si assommassero, in perfetta compiuta espressione, le doti pih eminenti del medico militare. Non conobbe mai, per istinto, vanità, adattamenti od opportun isrni : /(, sua lunga carriera, in ogni grado e per ogni incombenza, come tutta la sue' vita intemerata, ebbero a sol" guida i più santi ideali di scienza, di umarLità e di patriottismo. Chi ha avuto la ventura di essergli vicino non può dimenticare quale fascit~o avesse l'irresistibile esempio tlel sr.to fermissimo volere, dell'incorruttibile spirito, della pronta decision~ e del coraggio corr Citi seppe sempre condursi per le vie maestre del dovere. Laureatosi a Pavia il 4 luglio 1884, dopo aver frequentato la Swola di applicazi01ts di sanità militare, dal novembre del 1885 era venuto a far parte del Corpo sanitario. Dal febbraio 1887 al maggio 1888 rimase ir~ Africa con reparti di fanteria. Nel luglio 1900, da capitano medico, partì per l'Estremo Orient~ come capo del servizio sanitario del Corpo italiano di spedizione e direttore di un ospedaletto da campo. Terute con somma distinzione i due incorichi fino all'agosto del 1902 ed i suoi servigi, altamente apprezzati, gli valsero la proposta di promoz:iorte p er merito eccezionale, essendosi segnalato per qualità direttive e per una spicccata valentia chirurgica, così. che il suo ospedale in Pechino era additato ad esempio e vi convenivano i medici degli altri contingenti per assistere ai suoi brillanti interventi. RicompensP Clwalleresche italiarts, tedesca e giapponese sottolinearono tali chi.arissime benemerenze. Si era, allora, in un periodo di grandi innovamenti nelle discipline chirurgiche ed il wpitano Calegari ne seguiva Jctttivamente i progressi, rimanendo all'avanguardia di tutto quel movimento tecrlico-scientifìco per importarne nei nostri istitu$i le più aggiornate ed efficienti conqu istP.. Perfezionò ancora tale sua eccellente prepamziorte nrgli armi 1903-1904 presso la clinica chirurgica della R. Università di Torino, ove fu assistente prediletto e stimatissimo d 3ll'insigne prof Carle, e quindi riprese con rinrtovato prestigio l'esercizio della sua specialità, a capo dd reparto chirurgico dell'ospedale militare di Milano, ove il 28 maggio 1908 fu promosso a scelta al grado di Jn(Jggiore. Si distinse nelle spedizioni di soccorso per le popolazioni funestate dal terremoto del 28 dicembre 1908 guadagnandovi la medaglia d'argento di bene nw renza. Prese parte alla grwrra italo-turca dal novembre 1911 al dicembre 1912, come capo ufficio di sanità della IV Divisione speciale, corlseguendo la promozione straordinaria a tenente colonnello per merito di guerra. Ri.fiùsero allora in t!Ltta evidenza le sue qualr:tà di "tecnico esperti.ssimo, d,: ~w/dato ri~oluto ed 1'11.l'rgico, di organizztJtore p erspicace ed instaTlcabile, clw douPva11o ancora maggiormertte affermarsi nella più grancle campagna.
643
Destinato con la mobilitazione all'ufficio di sar~ità della V divisione, dispose mirabilmente il servizio di sgombero e di ospetlalizzo.zione prendendo anche parte attiva aUa cura dei feritr:. Promosso colonnello, fu ttominato direttore di sanità tlel IV Corpo tl'armata e le sue doti divennero subito pnri al più ampi.o raggio d'azione. Impress~ al servizio ne/te singole divisioni tuw sicurezzn e rma sne/lezza esemplarissime ed c•ssicurò negli stabilimenti spedalieri p erfetto ordine e disciplina con impianti che rendevnno lti feriti ed ai malati il migliore conforto. Una epidemia colerica martifestatasi nel Corpo d'armata flt sapiMtemente ed energicamente domata irL brevissimo volgere di tempo. Nel giugno 1916 fu trasf erito al Comando delle truppe di occupazionr dell'Albcmia. Colà si moltiplicarono le 1iijficoltà del servizio per la dispersione dei repa.rti nel va-stissimo territorio, inospite ed intensamente ano.felico, ove furono creati, quasi dal nulla, intomo ai rLrtclei delle formazioni cmnpali, capacissimi luoghi di cura ed efficaci congegni profilattici per rfr··, fronteggiare la mnlaria che nella stagione epidemica, per la. sua estrenw ( ,, tlijfrtsion.e, comprometteva seriamente l'efficenza bellica delle twppe; p er "\~~ }· proteggere il Corpo d'occupazione dal tifo esantematico che, endemico in (_ ~, 1 q1telle regioni, già menava stragi in altri eserciti del settore balcanico; p er ~~ ::.'\_ l'ssicrtrare gli sgomberi dalle estesissime frorLti di combattimento, attmversh !.·.•:.:·;~; ''..._ impervie zone montane, fino alle insidiate vie del mare. \~ ~...;..;; -:.: ~ '-~:· A i primi del 1917, per le riconoscirtte superiori sue qualità organiz-._ · ~"' '~ . ~ ...:~ • zative, jrt chiamato alla direzione di sanità del Corpo d'armata di Bologna, nella cui giurisdizione erano i maggiori impianti sanitari turitorial i co t~ l· ·., 109 ospedali di una complessiva cl~pacità di 28.600 posti- letto. ' · Dopo la battaglia di Caporetto raggiunse l' InteTUlmz<t della IV Armata durante il ripiegamento dal Cadore, q~tando cioè il servizio sanitario, come tutti gli altri servizi, era in grattde crisi ed occorreva riorgcmizzarlo, m entre l'Armata stava per impegnarsi nella tenace lotta sulle posizioni del il/onte Grappa e sul Piave. Anche in queste contingenze la su.a vigile e pronUt azione direttiva e ispettiva dette il miJSsimo rendimento, come prima e come poi, dllll'<rprile 1918 fino oltre il termine delle ostilità, quando coprì la carica di direttore del .rervizio sanitario presso l' Intendenza delle Armate del Grappe' e degli Altipiani per wt complesso <li otto Corpi d 'armata, in modo che sempre il servizio corrispose ottimamente et trttti i bisogni delle intense opera.zioni di guerra e della migliore difesa dalle malattie diffusibili, in armonitl colle esigenze della salute pubblica, facenclo fronte ad ogni maggiore ed imprfJVVisa necessità. Per tutte queste magnifiche opere fu degmunenre promosso brigadiere generale medico p er merito eccezionale e frt insignito deUa m edagliu d'argento al merito della sanità pubblica. Con la pace continuò a rendere eminenti servigi in funzioni ispettive e presso il Collegio m edico superiore. 7 novembre 1924 fu collocato in posizione ausiliaria p er ragioni di età, ma poco dopo, il 1° agosto 1925, fu richiamato in servizio per vedersi affidare d<Jlla fiducia del Governo Fascista l'incarico di direttore generale della Sanità. militare. Fresco di energie fisiche e d'intelletto, con illuminata fermezza seppe realizzare importantissime riforme ed amministrMe in modo impareggiabile il
',&;:<"
n
644
Corpo sanitario fino all'ottobre del 1929, qua.ru:lo, ormai pago di aver co1t· sacrato alla Patria tutte le forze della sua laboriosissima. esistenza, si raccolse modestamente nella pace del suo paese, in seno alla Famiglia adorat.a. La sopraggiunta. vecchiezza ed un lungo male inesorabile minarono la sua salrtte, ma rimasero fiammeggianti nel SitO spirito i puri..~simi. ideali che egli avet/U servito con indomita fede sui campi di battaglia, ne/l.a grande guerra di redenzione ed oltre i mari ove l'Italia aveva portate le sue bandiere vittoriose, nelle pubbliche calamità, nell'esercizio sapiente dell'arte salutare, nelle più vaste funzioni direttive. Sentendosi presso a morire, scrisse al diret.tore generale della Slm iuì militare il mirabile testamento spirituale chè con inesprimibile connnozion e riproduciamo in queste pagù~e:
Nella imminenza della mia fine il mio pensiero ed i IWeJ voti augurali si rivolgono a te ed al Nostro Corpo, elevandosi all'Esercito. alla Patria, alla Maestà del Re ». <<
LEZIONI
E
CONFERENZE
OSPEDALE MILITARE DI MILANO
LA REGOLAZIONE NEURO- UMORALE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA Conferenza d el prof. Carlo Foà, direttore dell'Istituto di Fisi<'o l•>gìA. della R. Università di Milano (lo marzo 1934- Xll) Riassunto del primo capitano m edico
STANISLAO PAouu.o
Le ricerche istologiche di Keith e Flack portarono alla dinwstra~ùme che là O'Ve si congiunge la vena cava superiore con l' orecchietta destra del c-uore esi$te 11.n tessuto nwrfologicamente diverso da quello del sincizio mi,()cardico, il tessuto così detto nodale, nel quale è ammessa, per concorde pa1·ere di fisiologi e di clinici, la funzione di dare origine all' a1ttomatismo ed alla ritlrnicità deUa pulsazione cardiaca. La estirpazione del nodo di Keith e Flach, ope1·ata asetticamente nel ca-ne, provoca la scomparsa del t·itnw del .<Je-no e d·i quello auricola1·e, n~entre si instaura 1m nuovo ritmo, la Citi origine, stndiata per mezzo deWelett1·ocardiogramma, si ritrova nel nod,() atriO'Ve.ntricola?·e di Tawara. Accanto alle indagini tende-nti a stabili?·e i p1mti d'ol'·igin.e della contrazione cardiaca (nodi) e le vie anatom.ichc scgwite dallo stinwlo nodale, s·i è andato di recente svolgendo un altro campo di ricerche s?tlla nat11.r a df'Tlo Jttimolo 1Wdale e del suo nwdo di propagazione. Intenclo parlaTe delle ricerche di H aberlandt, di D cnwm· e di Rijland st1lla natura unwrale della f1t.n'-ione nodale. n Demoor ha osservato il co·mportamcnto delle varie parti del cuore. isolatamente c01ts-idcrate, nel liqttido Ringer-Lo()ke, servendosi del c·uorc di conigli, ed ha potuto notare che me-ntre l'orecchietta destra pttò sopravvivere isolata conti?~uando a pu'lsarc ritmicamente e per q1tantc mutilazioni subisca, sempre contin•ua a pulsare finchè ri·manc intatta la 1·cgione nodale, Z'O?·ecohietta sinistra invece presenta un comportamento diverso: rimane ferma talv olta per oltre 1m'ora, poi nLanifesta scosse viole·nte, aperiodiche, di inte?tsità ·variabile, lontane le une dalle alt-re, in tutto identiche a quelle che l'orecchietta deetra presenta allorchè è privata del tessuto nodalc. Le due orecch·iette unite fra loro e staccate dai ventricoli, i·mmerse nella soluzione di R·inger-Locke. pulsano secondo tm ·r itnw sincrono, ma l' orecchietta sinistra è sempre in ritardo di qualche centesinw di secondo s·ulla destra. Tagli anche vasti fra le due auricole non nwdificano il rit1mo sincrcnw ~lle medesi1ne pnrchè rimanga fra loro un ponte mttscolare per quanto sottile; quando an,che que.~f,() è inter-
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1·otto, l' orecchietta destra non 1TWdi.fica il proprio 1'itmo, mentre la s-inistra, dopo 1m perioclo di arresto, ?'i•manifesta la s1u~ attivit.à fondamentale nella 1nan·iem di cu..i s·i è detto. Nessun dubbio q·1tindi s·~tll' azione del noito di Keith e Flach c s·ulla 81ta infl11.enza regola.trice del ntmo aw·icolare, ma il meccanismo di tale influenza non si ~splica attraverso un aJJpal'ato ?Mrfologicam~ente differen~iato e non ces.9a fatalmente con la r·othm~ cl·i ogni corrmnicazione tm le dtte orecch-iette, perchè in qttalche caso l'orecchietta sinistra contintta a pulsa:re con lo ste.9so ·r~tmo per qualche .~econito. Tali considerazioni ed esperienze indttssero i fisiologi belgi ad ammettere che il noclo d·i K eith e Flach elabori t/.na sostanza r·egolatrice che diffOJule nel tessuto 1~wscolare delle orccchiette e che clomina la. rneccanica. della contrazione. Q?LCsta. sostanza cttti·vct pot1·ebbe per brevissimo temJJO su.ssist.erc nel mioeanlio au1·i.colaTe e deterrni· narc la ritmica fun;:ione, ma è originat.a. escl11si w mente dal 'nodo e non-P'ltÒ r·igenercwsi nel 1·imanente ter·1·ito1·io ove giunge per diffu.~ione attraverso ·il tessuto muscolm·e. S clliq1lido di Ringer ove abbirt pulsr.to per qualche tempn la base del cuore di. mna, eletta sostanza rl'golatrir.r de.·i battiti a1ttomatici si 1'itrova disciolta etl è rapace di risvegliare l'atti1;ità di cuori i.~olll~i di. rana esattriti per il l1mgo pulsa1·e fuori dell'm·ganisrno (Haberlandt) . Aggiunta a.l Ringer-Locke o1;e un'm·ecchietta .sinistra isolata m-anifesti .~Ntr.sa la szta att·i vità a.utomatica con scosse dism·dinate, ne 1·egolarizza il lavoro provoca.ndn tm ·rUm.o identico a qu.eU.o che esiste•va prima dell'isolanMnto da.ll'orecchietta destra. ])tess1m estratto di alt1·o m·gano, n essw~ onnone, ness1m fannaco eser· cita U'IUI> azione simile, ed è certo che trattisi cl-i sosta:nztL attivissi1na avente · q1wkhe ca1·attr.rist-ica essenziale clegli or11Umii, acl fl:?e?npio la n01~ speci.ficità pe1· la specie ani1nale. Dopo avm· parlato della rcgol(~z;ion e ,zel rit11w r7eUe orecchiette 1·i.trov(m· do ne l'origine Ol'1non·ica n ell'attività del nodo rli Krith e Flack, accennerò alle ricerche eli Seisa.k1.t N o?mu-a sulla .p1'esenza del tessuto nodale in diversi punti (lel miocardio, come acl esempio 'nel nodo lz.i Tawat·a . nel fascio di H is e in moltr zone sottoe1ulocardiche. A nche i. 1:entricoli isolati sono sede di auto?~Mtism.o e le1nbi ventricolari possono battere a.nche se staccati, pw·chè .siano i.rrorat.i dalla loro ci·rcolazione coronari-Ca. P er la. contrattilità 'r'cgolare del 11~i.ocardio ventricola:re è però indispensabile l'endocardio e il tess~~tc aottoenclocardi co ricco di cellule di Purkinie e dotato di CO?LtrattiUtà autonmna. Fra orecchiette e vent1'icoli, esiste d1mqu.e un parallelismo assai m anifesto; entrambe le sezioni miocal'diche posseggono i due elementi 1tecessari al m.anifestm·si della f1mzione ritmica e cioè il miocardio contrattile ed i l tessuto nodale ?'egolctto?·e del rit1no. L ' atti1Jilà endocrina del sistema nodale ilntracat·di aco s,ugge1-ì l'idea di usa1·e aneli-C in terctpia u.mana l'incrct.o nodale. Secondo H aberland questo ormor1e ilom-ebbe essere specifico per la terap·i a cau.sale delle nlalatt-ie del •mio· cat·dio e il If'ahrenkanLp, mediante estratti nodali, otte,n.ne risultati soddisfacenti in casi g1'avi di angina pectoris, di miocardite cronica, di a1·itn~ia per·petua. A Rothbergcr non sentln·a però dimostrata la specificità. del tessuto nodale per l'ormone cardiaco, poicM fin dal 1903 Vincent e S heen avevano eonstatato che il ouore di 1'a?W 1·eagisce agli stim.oli più vari e ai più vari -estratti di o·r gani ed alcuni fisiologi t·ussi osse1'varmw l'azione stimol.at1'ice rli estratti o liquidi eli petjusior1e di testicolo, ovaio, rene, fegato, pancreas
LA REGOLAZlONE NEvllO·UMO!tAL€ Dl!:LLA PltESS l ONE All.TEIUOSA
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e tiro-ide anche nel cuore ·i solato ipodina1nico llel c;oniglio. Il fatto che un tale onnone 8'i trovi in tutt·i gli o1'gani fa dubitare non solo della specificità dell'ormone ~twdale, ·ma sopratu.tto che esso sia il « primum -movens » fisiologico della contra.zione del m:iocardio. Con 11wlta rna.ggiot economia tale sostanza p1tò essere estratta dnl fegnto, dal pol11wne, d<~lla milza, e, co·me già si fa, dalla carne del cavallo (Jlyol, Oa·r nigen, La('arnol). I risultati otten1di da Haberlanclt con il 8tl0 Hormoka1·iliol trorano 1·iscontro in quelli che si otten gono ·1wn solo co·n i comuni eardiooinctici, ?1Ut a:ncl!r con l"ista·m·i na, secondo Vaq1tez con l'inuUna (1929) o r·on rstrcttto pan creatico pri't!O di p eptone o secondo Zu elzer persino con il coli•va('cino. E.qpe1·ienze di Roncato dimost1·aro1w i1wltre l'infbtcn:::a che esercita S1tllch fun ::iO?te cardi(tCa il sa.n.gue provenie·nte dal fegato. Kr<tnt e Fre-~J hanno isola.to dal pancrerts un altro onnone che n~>esso in cino!azione si elimina p er il renr <tbbas.~anllo la pressio-ne arteriosa con 1m 11H!Ccani.~·mo di v asorlilatazion e pel"ije1•im dei cap·illa1-i. Tale sostanza /'tt chiantata Kalli-K1·ein ed ~ in commerci.o col nome d·i Padutin. Sono rece·nt.i gli studi S?tll' azione biologica dell'ar-ido lulenilico trovato nei ?nttseoU striati <h' E ·mb<len (1927 ). E.9-'10 è ritenttto il principio attivo del Laca·r nol, 1m e.çtra.tto di mMcoU 8triati, che n~ r·mlt.ifnc 1:!5 1ngr. % con azione ipotensi.va spa.sm.olitira t'asale c ritardatrice lll'l ritmo (bradi<'ardia). Non si pttò negare a pr·i ori che ne contcnglt l'Hormocnrdiol d·i Ha.berlanllt che è est1·a.tto dal tessuto noc1rtle d.el miorctrdio1 ma. non t'P.do come possa ùlentifi· carsi questa sostanzlt con l'otmone noda.le eli Dcm~or nè con q·uello d·i Habe-rlandt che hanno entrambi sul C?tore 1ma azione ritmatrice, arceleratrice e rinfor.zatt'ice: azione che essi hanno in co1n1tne con gli estratti di fegato c di pancreas 1na che è cl-it:CI'Slt da q·ttella essrnzialntente mllentatrice dell'aci<lo adenilico. Le belle ecl utili 1'ieer('hc sull'acido adenili.<'o non fr·u,qtnmo, a mio avviso, quelle altrftla nto bl'lle sull'ormone nodale la cui azione regolarizzatrice sul ritmo dell'otecchietta sinistta isolata 1·esta shwra S1ta esclttsiva pro· prietà e llt tale importa.n::a lla m eritargli 1m posto ben distinto fra i nmnerosi om~oni che agiscono Rulla circolazione. Fra t1ttti gli omwni << l·ll·colato1'i )) il piu i ·m portante e il più attivo perchè agisce così .~11l C1torc cotne sui vasi, è senza à·ubbio l' a<ll·maz.ina. È di-mostrato da ?llltm.erose o.~ser1:azioni che in particolar·i condizioni, .specie se siano stimolati lo splanC?Li<'o o qttalcll.e nervo d·i senso, si prod·uce 11.na iperadrcnalinemia cla etti conseg?t(' tt.na eccitazione generale del sùnpatico. Esperienze antiche e recenti (Streche e Wf'iss, T01tmal7e e Oltalrrol) hanno provato che le surrenaU, an.<'he sen::rt es.sere in particola1· tnodo sti'lnolate, ver.sano continuamente in circolo tMI.ta a.(lrea.linct qua.nto ba.<;ta <t consf>rvare i nO'nnali valori d ella pressione at·t~riOSlt. La, classim espericn1:a di To1t1-nade e Ohabrol COnsiste nella anastonwsi su.1Teno-gi'ltg11la1·e fra cltte can·i narcotizzati co11. clor alosio e nella osservazione degli effetti che procl1tce sul cane t·icevente la sezione dello splancn·ico o la stimolazione (lc1 meàesi1no nel cane dona.tore, ed e~sa bast a n tf>gliere ogni tl1tbbio .~nlla nm·male funzione r7ell'a.d1·enalinemta tìsiowgica. Lo s tesso metodo è servito altresì a di ·m ostrare che non soltanto la sti'tnolazione dello splancnico, ma anche q1teaa eli qualsiat~i nervo di senso pr~oca. una iperattiv-ità delle ghiandole surrenali, sicchf. alla maggior copt.a d1. or mone circolante <lebbonsi a.ttr-ib1tire 1nolti fe·n omeni clte acco?npa.gnano gli .~tati emotivi ( C.rrmmon) o gli .~tati dolorosi.
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LA REOOLAZIONE NEUUO- UMORALE D ELLA PRESSIONE ARTERlOSA
Dopo av&r visto come a mantenere efficienti gli organi d.:l circolo entritw in gioco complessi meccanismi nettrn-1~morali, vediamo ora come viene regolata la funzio·n c oanlio-t'a.9cola.re da cui dipende la costanza della pressioM artm·iosa. Da François Prank per la pr·i·ma volta e da molti altri poi BViluppati ed illttStrati fttrono degli e1~pcrimenti tendenti a dimostrare la messa Ì1~ gioco automatica di meccani~m i compensatori tutte le volte che la pressione arteriosa venga a modifica.rsi r~el territorio encefalico. L'ituerp-retazione purò da dare a questi risultati non risultò chiara se non alla ltwe di ulteriori constatad(mi fatte per la prima t•olta a Palermo da Pagano e àa Sitilia·rw e poi ripret~e e sviluppate da Herinfl e da HetJ?lHM!l. Sappia.mo come ·t tn'ip erten,sion e che si verifichi 'Tktll'arco a;o,-tico determini una sUmolcLZione dr-l nerro àepressm·e e, per riflesso, un eccitamet'to vagale dal guale deriva la bra(lico.nlia catnpe·ntJatrice ed ipoten~~iva. Orbene Pagano e Siciliano scopt'r.ycro n~l 1890 che~ accanto a fJ:uesto -meccanismo autoregolatm·e mos.~o in luce dallt' ricerche di. Ludwig e eli. von Oy·o n, ne esisttJ un alt1·o per regola.re la pressione arteriosa encefal·i ca eà è situato proprio alla soglia del ci-rcolo endocranico, cioè alla biforcazione àeUa carotide comune nei llue rami deLL'interna e clell'e11terna (bltlbo carotideo). l n qMl p1mto un cw.mento ili pressione eni.Wvasa~e o la sti?~Wla.zione diretta sia meccanica, idraulica o elet~rica. ge.naa bradicardia e vasodilatazione ]Mrifer·i~a con oorMcguente i.p otensione compensatrice. Se invece si ch1.11ile la carotidtJ commte sì da àiminuirr bru .~camente la pre.qsione nel bulbo caroti.àco, allora la. pressione arteriosct generale .~·i innalza per effetto della tachicardia e deUa vasocostrizione perifCT'ica che si sono i ngenerate. Il Pagano e 7Jiù 1·ecentcmentf Hm·i.nq, localiz::a.rono nel .seno o bttlbo carotideo una zona vasosen.mile capace di avvO""tire i bruschi nmtamenti di pressione arteriosa che mina~ciano l'encefalo e di determinare il pronto scatenarsi di meccani.mt.i compensatori. È meri.to ai H eyrnanns di avure più profondamente ill1tStrat.o tl fenomeno di Pa.gano-Hering e di avere attribu,ito t1ttfa l'importanza che meritano aUe zone vasosensibili, e soprat1uto al serw <.arotiàeo, nella intrtp1·eta.zione delle 1·eazioni cardioinibitrici e vasomotri.cl .che seguono alle 1mria.zioni della prcssi.()ne sanguigna nelle carotidi com.1mi. 11 riflesso di Pagano-Hering si esplica per un ùJtant.aneo m,utmnento ?Iella secrezione aclrenalinica influenzata da stimoli che, gi·Mnti al b!tlbo att?·avm·so i nen:i cent1·ipdi ilelle zone vasosensibili, Rcmuiono p er vie che d(ù tn'ù,loll.() spinale li. fan no p cn•e.nir e allo .,pl<ntenico e qu:iniloi alle surnmali. Quando ' mino-re è la. pre.~sione nella carotide commw. 8i scatena 1m riflesso ail·renalino-secrlitm·e elle tende ad innalza1·e la pres.~ione endocranica; q·" ando invece q1testa m:i naccic~ à·i diventare eccessi-va, daU.e zone vasose·t~sibili .~i .sca.t ena un 1'ifles.~o ailrenaUno-inibitO?·e che 1·iescc ad abba.ssa?·e 'a p-re.ssio1ae arteriosa. L 'irnporta.n::a. cnO'rme delle zone va.~o sensibili nel regolare la press·ione arteriosa si manife.sta nelle gravi alt(lra.z·ioni p·rr.sRorie che segtwno aU.a eneroazione di qnelle zone (t<tglio <lel depressore e d.ei due nervi iluerca.rotidei), come hanno dimostrato l'Heymamns f. 11 Bo·u ckaert, il Koch 6 Miew sperimenta.lmt"nte nel can~ e nel oonigl'Ì.(): m cnt?·e una ipertensione cro1lioa l~mt. .çi è mai potut.a 8p6T'imcntnlmente ottenere, malgra® i ten-tativi fat.ti con adrenalina, digitale, pi.()mbo, ti1·amina1 oolesterina, ecc. N egli a.nimali tratta.ti co-n la enm·va.ziO?~e de-lle zone vasosensibili e resi. così ipertelli. il N m·tZmrm.n e il Rnmnaghtich lumrw ri8r.ontrato lesioni renali
MODER!)II L.'\01R1ZZI DI RJCER('A ~~;GLI S'rUDI SUl TUMOHI
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,a t-ipo sclcroso int&rstiziale degene-rativo, ciò elle t·ende probabile la nat'ura -secondar-ia il~<lla nefrosclerosi •negli i]Jertesi. La sclerosi art.eriolare del rtme d&rivtrrebbe dall' awnento della pressiono .arteriosa di cwi la causa prima pot1·ebbe ri11iedenJ in un'altera:::·ione delle ::on e t·itles8ogene vascolari. Il centro dei riflesl!i regolatori della pressione sta sicurame-nte nel b1J,lbo. l ·nfatti H er-mann e Jowtdan ftel l93l hann,o potq1to con.qtatmre che la caduta . della pre11sione arteriosa provocata co1~ la stimolcu:'ione del n. intercarotideo <J per disten11ione det bulbo carotideo, si verifica anclte nel cane cui 11ia stata ·.i.wla.ta la reg·ione bulbo-protubemnziale dal rt8to d.ell'n~eefalo e .<~irt stato di.~trutto anche il cet·velletto. Come conclusione genera.le si può deilm-re che i fenomeni circolatori. :gùì attt·ibuiti a mecca111,ismi ritfes~i, sono bens·ì tali ma. atf.t·a1•crso mrccanismi um()ITali. N essut~ contributo più chiaro di questo è stato fìn<Yra portato alla dottrina che V'ttale unit,i i due mr.ecanis1ni di coordinamento e ili ,·egolazione d elle .f1tnzio1~i organiche, il ne1·voso e l'onnonico o umo·m le, ·r·iconoscenilo che e.~si .si concatena1w l'1l-M con l'alt1·o e che 881np·re sono ent:ra.mbi in gioco in una 81tcc.essione che spesso costittd.sce un ci?·colo chùt.Yo. on(le si 1>ui'> ben parlare 4i a1doregolazi011 e niJ!lt:r01tm.o-ra.le. :. :-.=::--:
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OSPEDALE MlLITAR.b: DI PADOVA
MODERNI INDIRIZZI DI RICERCA NEGU STUDI SUI TUMORI Conferenza del p rof. Giovanni Zanettl Direttore in<:aricato dell'Istituto di anatomia patologica della. R. Universit-à di Sas~ ari (31 rna:rzo 1934-XII)
Tentare di esporre lrrevemento ed in modo chiaro il tema propostomi è ·riuscito per me un'impresa dirò co.~ì sornpro piìt l'isnMosa, in quanto matw .a ma1w ho cercato di sintetizzare lo 1nie vedute in proposito ho visto alla7·gar8i sempre pii~ le premesse che dovt"Vo faro 1Jri1na di ent·raTe in a.rgomento. Dire sopratutto in una ri11.nione di m.edici militari quello che si pubblica i n m.atoria mi è sombrato cosa troppo lontan-a e vacua, e.~tmnea a quella messa .a punto di problemi che in 1tn organismo sanitario dinami,()O qtw.le è per la -1ua. atessa Mttlm1r qutJllo itet corpo modico 1nilitaro vierlo domandato. Ttmtorò quindi di d.a·ro 1'na visione somma?'ia del problema, ben conscio .(Jofle lacun-e inevitabili cui andrò incontro. Se noi osserviamo nella storia il concetto di tumore è facile convitwersi come C0'1~ qu.esto nome 8'iano state cornp1'Me 1m temJ)Q form e morbose assai div erse lo quali per Mn esse-rne conosoi1tta la causa, ?Wll'era prebatt61-iologica l"acchi1ttlovano insieme: infiammazio-ni conumi, infiammazioni speoifwhe,
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(<MODER:<;'! lNDIHTZZI DI R!CERC.~ NE(;U STUDI SUI TU~10JU
·reri e propri blastomi. L'avvent() della batteriologia o meglio della microbiowgùt patologica da un lato, e le migliorate conoscenze sulla struttura ?nicroscopica, dei tcs!l•u ti dall'alt.ro 1 ht~nno dato alla infiamma.zione ed alle sue cause una. fisionomia assa.i meglio ~lefinita così. che molte fonne venm.ero detratte· dalla cla.sse dei tu?no·ri. ()ito a<l esempio la scrofol<t, la l·ue terziaria, in alctt?W sue forme, l'actinomic()si po1· tacere eli tante altre malattie. Premetf() perta:nto (e domando venia anche ài quesw) che il wncetto di tumore ha. molti lati .~otto i quali dove essere cM!.8iderato e che il lato m&fologieo solo lo mantiene antiscientifico appu.nto perch~ manca ài 1tna ca1uale nocessaria ed indispe-nsabile. Om noi sianw stati dapprima orientati a considerare il tumore come guolllt parrticolare reazi.one proliferativa nella quale non predominava l'infiantmazione. Questo carattere distintivo di fTonte alla i'n.fiamnw.zione è a.ncora oggi quello che pt·edomina. n continuo progresso nello studio delle pi h fini modifìeazioni del tessuto per gli aspotti ?norfologici della infio;mm.a.zione ha penne.'Jso ai stabilire che di ?'NlZioni i?ljìammatorie ve ne son() di moltis.~i ma STJ(JCÙ! e che ·in tal uni casi~ solo la etiologia che può re1tàero ragione dell.a natura eli tLn processo. Go-n la scoperta della eaU8a ài nwlte t·eazioni infia.Jnmatorie si arrivò a concepit·e il fenomeno àa un p'l~nto ài vista diverso· ci.oè ?Wn statico bensì dina.mico, pe·r oui l'intero processo della reaziono infia.mmatoria venne ·integrato con molti d<di di contor·no. Oosì nel mentre neUa morjologia della ùtfianvnulzione si rilevarono tipi speciali o loro fa-ai di evoluzione, gli studi s1tll.a natura dell'agente etiologico hanno indi,·izzato, sostemtto, obbligato ad tm insieme di prmn;eàimenti torapeutici e prevontivi di indole sanitaria che rispecchiano d·i rò cosi la elevatt4<ra igienica <lei diversi paesi. Per i tu·mo-ri invece, Mnmessa la prcgiuàiziale di ttna causa ignota, tutto l'immenso st1tdio di essi è stato si può rJ.iro t-'Ìrcos&riUo ad un problema di ?norfolo,gia.. Così ci si è, m.i si permel.ta l'espressione, scervellati a scoprire le differenze esi.9tenti fra i diversi tipi d·i ht·moro e si sono schmnatizzate cla~si, sottoclassi, gn~ppi e sottoqruppi, tipi e soUoti1>i, ecc. una ·miriade insom.t na di forme per cui. non b<tsf.a pih la tJita eli wt laborato·r ista anatomopatologo a raggùmgere e<l abbracciare im tma visione prcaica e 1·edditizia l'intera costitu~ione formai istica.. PoicM infaUi le differenze -noi cieli d'i, .Yvil1tppo fra i d:iversi tipi possMtO essere, dirci, qtw.si infinite, così sono bastato lo setnp~ici segnalazoiMti per dar forma a nuovi tripi di tu-"tnoro, pel solo fatto che quosti avevano 1tna qualsiasi pecttlim·ità di stmttttra da distingtt.&rli da altri tunwt'Ì i?t tutto il resto iùcn.tici. Ohc cosa avviene in pratica oggi 1 .A1Jvieno che nell'esame di 1m tesstao patologico, quando vi s·i osservi una proliforazione di elementi nMI. usu.ale, tma neofom~azione di te.~suto a.nno·n ica o tt~multuat·ia, basta solo poterla differenziare dalle aonwni reazioni infiammatoria o specifiche, (o per queste si badi bene il gitt.dizio ~indi-viduale) si fa diagnosi ài tttnwro. E poichè di t~tm.ori ne es·i stotw eli moUissitne speoio si arriva be-n presto a catalogar8 qucst{l; o quella form.a snlla scorta di criterii di rassomiglianza più. o 11tern> decisa verso le cosi dette fìguire scolastiche e la bibliografia 1nedica scientifica registra giornalmente wna casistica che impressiona. b?. q~tosto gin.epra:io di indagini qttindi non si sa più orientarsi, ma la. diagnosi di t1wo-re salva molte sittta.z ioni e sembra qtt.aSi ·mascherare troppovolte incertezze che rivela.n.o cognizioni non sufficientemente approfondite;
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~nsomma la diagnos·i
di tmr~oro a volo·r essor·o sincori fa cornodo in tutti q1tei ·Casi in cui non si sappia svelare una reazione infia·m matoria atipica od una etiologia po-r cui sia necessaria wna esperienza non facilmente acq·u isibile. È -così che mmancanza di m ogli.Q si J)one in ta.hmi cas·i la diagnosi di t1mwro. Ohi però i·n ba-so a lunga osperien::a si è pot1tto forma.r e s1~i dati della morfologia una certa attitudine diagnostica sa che la diag·rwsi di tum&re è facile (1norfologi·came?~te) in alcuni oa.s·i ed è i-nvece d·ifficile in altri. Vi sono ù., aUre parole a1who dalla ?Mrfologia dei modelli che non lasciano d1.tbbi. Così ad esempio l'adenoma; l'epitelioma cutaneo, l 'adenocarcinoma, il papilloma. Ma ancho a proposito di questo formo sebbene la ntO?'fologia le presenti como nettamente distinguibiU, vedremo come si possc! di 6886 llii!C'I'e concetti alq·uanto di versi ila q1.telli fi·nora accettati. La ?no?·fologia. ci può dire in alcuni ca-si ohe esistono delle ·reazioni del tessuto lo quali p or la loro speciale configura.zione sono tanto diverse dalle reazi01~i a focolaio di caraNoro flogistico che devono essere cons·iderate come twnori, ma. il concetto della loro croluzi.o·no non potollclo essere perciò stesso messo in rela.z ione ad 1~na etiologia com1.t.ne non la-scia altro adito .ad indit,ùlltarne il decorso se no1't studùtndo l'attivazione ccll,ulare. Così si sono fo1'm1llati i caratteri di bonign·ità. 6 di malignità, che int.eressano il clin-ico. La diagnostica di maligni tà si pone in baso alla atipia proliforativa t1t·multuaria, nta anche quest-a da sola è r i8ultctta in,,uflìciente ·in qu.anto che reazioni a carattere atipico si 1'Ì"~;ongono anche nelle flogosi. U•n carattere in·vece sul quale ·r iposa la diagnosi d·i tum&re .~i è t'armon·ica costruzio1w sia di 1.tn unico ti110 di elementi e sia la sistematica di:Jposiziono di elementi diversi in, una neoform.azioM bene afferrabile cd indi-1:irlu.abile st1'11tt1tmlmente. La coltivazione in ·vitro d·i tessuti e l'istofi.siologia hamw permesso di chiarire con. dati obbiettivi il problema patogenetico così rho anche la 1n·olifera.zio·no Mnwnica di tessuti è rosa a-ssai più cont1JrensibUo. Così è noto oggi il modo di crescenza di cisti epiteliali non solo, ma sono anche conos&iuto lo modalità di vegetazioni polipiformi por· stimoli definiti (11tetioi, tuborcola?'i, ecc., ecc.). La patogenesi di 1•egetazioni una volta oonHiderate atipiche (vernweose, coriali, pltpilla1·i, eco.) ha.nno por molte loro ·va1'ia111ti dello spiegazi&n·i esau1-ienti anche circa la cau~~a (etiologia). Se invece noi consideriamo i11II'Oblouw dei t1unori da un ptmto eU vista pi1't. umanistieo ed obbiettivo o (sen.: a la. protesa di ·voler nogaro l'esisten~a del tumore epitelia.le e connettivo a cattsa i gnota) ci m.ottiamw con metodo o pazienza sulla via della ricerca etiologica., non per isvela.re i l t·u more ma pilìt ohe a.lwo per affi naro le nostre co?wscenzo nei rigu.ardi eli qu(!llo forme ch ~J possono far parte doUa infia?n·m azione, dobbiamo attbito confessa?'O ohe la rice-rca etiologicà è altrettanto difficile quanto lo studio dei t1wtori. Gli agenti particolari incriminati di t·ea.z ioni le q·u ali possano da:rc origino ad infiammazioni atipiche derono essero ricercati aopmtutto fra i miororganismi inferiori. Ba-sta questa osservazione var comprendere la spaventosa portata. della promessa da farsi 1tello st1.tdio s~t.i tttmori. lo so pos·i t·ivamento che non sartì m'utato nulla sull'inllit··izzo di studio Stt.·i tumori ap1)Wnto por lo ortonn·i dijfkoltà che sussistono nella indagi1w otiologica.. Tutto il patrimonio microbio.logico della patolouia è in continuo aumento ed il valore da asarit·or·si a detti .agenti n&n è facile da stabili·re, o meglio il riconoscimento della causa si avrà .-solo singolarmentq ed a poco a poco, mano a mano cioè l'esperi enza dtri sin -
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:\lOO E:O.-J l:s"DilliZl\1 DI RI CE itrA :s"EU!, ! STUD I SUI TUMORI
goli ricercatmi verrà cul ltniforin,arsi. In questo senso è quindi assolutamete · inut-ile sperare in 'll·n i·mmedi.ato ricono.9ciTMnto degli agMti di molt6 ca1ue di malattia.. Bisogna fissaTBi bene in mente questo conc6tto che, altro ~ c01ne · suol dirsi segnare un indirizZQ di ricerca, ed altro esigere nelle 'IMnti altrui conm:nzioni le quali non posso-no deri1:are altro che da una maturata e pe-rsonale r.sperien:::a. E ' con queste promesse che devono essere pertanto vagliate le stati.ytiche S1ti tu·nwri. La morfol<Jgia non conforta l'idea chel'agent6 causale possa essere unico, e lo shtdio m,icrobiologiM d'altronde ci dice che per arrivare al riconoscimento nel teS87Jto, all'isolamento, alla cultura, all'identificazione, . alla riprod1tzimte sporimetttale di nwlte forme nwrbose, pur sapendosi nett.amente indi'Cid'ltare l'agente~ non si sono ancora ottenuti r·i sultati soddisfacenti. L 'indirizzo di studio sui tu1nori oltre che 88Sere l8f!ato alla morfologia ed a problemi patogenet·i ci è fatto perciò a·nehe su base etiologica. N an si deve ritetwre cm ciò CM tutti i t1~1Mri abbiano u?t(J. baqe etiol.Qgica, ma è CQTtQ che · il problema dei tum&ri seco1td{) i pi1ì. moderni indirizzi poggia S1t basi 71iù solide q1wmilo oi si cliparta. <la quest{) grande e pro-mett6nt6 campo della anaf{)rnia patologica etiolog·ica. L'etiologia delle fMme m.o1·bose cornpleta indubbiamente e sempre il qua,.. dro nwrjologico e ci ap1'6 o?"izzont·i pi'lì. sicuri per la wrapia. Ora, poichè nella diagnostica di tuntari su base morfologica esislon{) doUe incertezze, poichè del tumore non se ne conosce la cama è gimto cercare di trovare una cau.sa. Trovare la causa significa arrivare a ripro®rre il fe1w?netw (o per lo meno spiegarlo nelsu.o modo di prod'Ursi). Per l'infiammazione 1wn si è pt·oceduto forse in q1wsto senso r Non è stato forse fino ad oggi sufficie?l~ temente ribctdito il concetto che lùtlla sola mMfologia non si può sempre avC're ?tna presu:nziono circa la na.t um iWl processo ? Non è .stata fMso l' etiolog·i~ che ci ha guidato neUa in.terpretazion6 di lesio·ni dapprima assai dubbiose come ad esempio il lup1u le forme vegetanti della lue , ecc., ecc. 't Perch.è si potrebbe negare alla Ticerca etiologi.ca ils1w valore quando q11.esta venisse espletata anche sui tunwri ~ Forse perchè ci si parerà dinar~zi il dile1nnw o di mn1>lia.re la mMfologia della flogosi o eli ridurre la nwrjol<Jgia dei tunwri, op11u·re prrrchè ci ripug1w a·mmettero che il tumor<J abbia 1ma ca.11o8a a{)certabile f Io so che anche con questi mei concetti, e lo vedrem{) in seguito, non potrò mutare di un sol fatto idee ptir tanto tempo accarezzau, ma.1wn per questo 1~osso venire 1nmw al mio convinc-imento. La ricerca etiowg·ica nei hunori si impone, rna essa è così. complessa ed esige una tale preparaz·ione che può essere aggredita solo q1tando si abbia 1ma lunga pratica s1ti procedimenti etiowgici e quando si premetta che ci si eliparte da un pU?~to Ìf!noto t: che all'inizio si brancola nel buw. I n q1wnti e quanti casi ad esiw favMevole o ·m eno,la causa etiologi.ca . 1wn viene accertata o per ilnsuffì.ciente attrezzam·ento tecnico e pffr le diflìcoUà 11iesse in alcuni casi I ella ricerca. Siamo troppo sottoposti alle circostanze p()'r aver buon giuoco di tutte le nostre imprese. Suddivisi gli agenti patogeni in schiZQ1niceti, funghi, spirochotidi, protozoa1·ii, p r.wassiti, dobbiamo riconoscere che l'88peri6nza diagnostica in tntti i capi eli essi non si acquista facilmente. Certo si è che fra gli schiZQmiceti, la tubercolosi, gli spirochetidi, i miceti, i prowZQarii, le pamssitosi, noi t1·ovianw reazimti nell'ospite con le q'I.«Ùi più. o meno a,gevolment6 dalla 1nm'jologi.a 'r isalianw al fattore QtioZogico.
.\fODERNI INOTRIZZf DI RICf~I!CA NEOLL STUDl 8\.'1 TUMORI
6.3:~
Nel gntppo degli schiz01nicei'i patorrni, che srnw ~ta.ti i prim·i consi· cterati, lo roa,;;ioni sono st-ato megl·io tl6/iu i te o m.çel!i.u.~c (rfoQpO la. 7mtg<~ Cli]Je· rion..;n) nel corteo delle flogosi. Per la tubercolorti le variate reaziorti la.~ciar10 an<Jhe oggi in talm~i ca,~i d1t.bbi dù."gnostici macro;u:opici rilwlti solo nlta analisi ;.,·tologic,, , mn 1w1~ .~llm·pre. :Si ha-nno trrJ:volt.J.:~. nel/(!, t•ttbCI'Co/.o.9ì ma.-nìje!1f4ziou i p/,IJiettive <li trrh: l'li pia che ·non riesce l' ind11.zione etiologica dal tesin~w se Il,() n pnr l'es7HJrùmza c~mt-~u·mata (lP.llabarafo,·i11ta. Orlume, que;;te fol'me vengono li[HJ.~!jo cou;11.~e ed in q1talche caso ascritte a t1t.mori. N (>'n mi è M'lt.'Jen.tito qni sce nd.ore in 1>Mlù:olari. f' er gli ~p il'ochet ici i è ~·Jlo n Vl)lf e l'M(:erhtmento diol•1gico dt fl s r(Jlf! l a IUt,./J!"'a del proco.~so altrimenti confoutlib'ile con il /:umore (specie in ah:uni C<t.~i di si{Uide). Il gmp1w degli .9·piroC"hcl.'idi. mpprelienta uun Nlf.eg"ria la nto ~~w,t~trnsa (li m.wrorgnn isn~i da e.~~~ere fltJnip,Jlleute e sn}HJW?'e rh~ .so/et. qttrlln degli ~chizom.iceti. Di (;ssi alc1mi ,~0'110 noti dtt pMecchi l1UJ:lri, 11111 ·~'lllfl Iom biologia, s1~lla patogr··n in ootwsciamo a1u'o1'a così poco che le diJJicultrì tlella t·ù:erca 1JCTina1"!JOno sempre grlwissime. l funghi ra]1p1·o.9en tano •~tna a.cquilii:;ione pintlu.~to recente circa. la patologia ·umana.. Le refl,zioni ch6 qu.(Jst·i ]n'Od1wono non ~>ono scm pro f(wili d((, i'IIClltdrro n.flllt• fl,()gO,'~i. 8e dùuno 1wo .'igua.rrlo alla ]U.!.lf/logùt r:onl.JIIH"<!lt~ akune reMioni da qu.e.~t i ]'ro,.oc<tte sono eq n i parr.tbil i a quelle che si ha.11110 mri t·nmori. (.,lue.sta categorùt eli germ'i è ricoM.~~~imrt di forme. 8pe.~lio cpwllo di os.'ii che ltoi voilia1no nel te.~s1tto è l(mtv poco clw non ci è fa.cile ri.val ire atln ùlell· tifi<'i!ZÌ011.6. i:H esi(! e 1mrt a.ttre::z(lfura ]litri i colMe eh e tw ,~ si acq n i :si(' con l' esr,r,me di ]Joohi tipi e gmppi. Alotmi di 61i1Si dà n no nuulifì~a ~i r111 i drl tGN;s·u.to che ind-iriz::ano la 1·icerca. .1Lltri im:eco non offmno dati facili. Le micosi i,,~terne da saccaromieetoùli soM anche oggi nn ron~pic"po p&r ogni t·icerca.tore. L a jreq1.,enzl' co·n la quale vengono ·r ù:onosciuti questi ti11i di mi.Mti 7Jo·r ta a riwne-re che oR.~i parteaiJ1Ì'IW a moltissime lesioni. Ancho volenclo laHt!iare· impregitulionto il loro momento ]Jatogenelico, 1J'Uro è nece.~s(lt'io ormai che ent·ri rUJlla p1·at-ioa la loro detennilwzione co.si llrt poteri i eli.·minare il.alle lesioni 1il8.~8fl. Lo stud:ifl dei miceti in lesioni Jì"wlogiche è ù·tv di numero.~e di/liooltrl fecn-i<'he, 1·~ionc por cni t·s>;tJ non entra jac-i/.n~CIIIe nella p1"a.ticct comun~.
Por i protozoari jJOSIJiamo
f.ll
genere (.t./fermaro, stanilo alla pa.toll(}gia
umana. che le forme note ·n on dci:n1w 1"0ttzifln i far:ilnwnle con fondibil·i con i tipi r1iÌt classici del tumore. Ciò è vem. ma noi non 1)ò88iamo ·uoga.re che ·molti protozoi abbiano fasi di S'oil1tJJpo non bono conosci u.te e che in taU fa.s·i l'eccita.zione cellula1·o dell'ospite ?Wil abbia a. Tisentirseno. Si dovono logioa?net!-t6 anche qui avere reaziQiti ati71ich.e dcll'o.~pito e nollo quali la presenza dell'agon.te eti~logico è MStJ.Ì meno bene a<Jcérlrtbile. JV olla patologin comp<tra.t " poi, er;empli(wazion·i IWII m.aucn!W circa l'injluen:ra cl·i dl'lli micro?·ga.nillm.i nel provocare reazioni proliferatit:e non .~e>n1•re fiogisticlw cmlt~tn. i. l" ogetazioni p a pill-ifor mi, biliari, ti1)Ù;he sono 8late acom·tate nei conigli ad effetto
rli coccidii. Alcuni pr otozoi ht1111W a,-,w/te afli:nitrì elett·ivrt.. 71er determinati tOIJS·uti. Oo8Ì alCU'I(,(J forme di haplo.~po·rilli-i nC'i pesci. un cP.rto tropismo tis.wla.re i: ormai accertaw per molti agon.ti, l! di rLlrnmi anz·i è dvmostrau~ la tJenetraz·iono in eltmumti dotcnninati (neurorJJéloll), od in ;tessuti pa1·t,icolari come ad es empio nel sang·ue (emosporidii), ecc. ecc. Sarà. un problema di 1 ter
-
Gio r?UJie d i medlcitr.a m flita r e.
U54,
.\!ODJo:ltN"I I~Oil< IZZI Dl HII 'Eitt:A .\'EQL[ STU D I SUl T UMORl
difesa d(t pa1·to dr:ll'a.gente etiologico, sarà. tm 1Jroblema. di sttbstrati, saranno aUro rngioni. L'ostacolo alla ?'ÌC61'M xi iJ por i ]Jrotozoarii in genere, la. dij]ìcollà di isnla.mento in coltura , e la rip·roduzione spotimontale dello affezioni morbwc da. q1wsti cletenninctle SfiCinltw eamonto negl·i anima.l i e nelhwmo. l 11nltrc tr.Zanni 1li ossi hanuo fa !ii eli i11ois/.ùlament.o, possibilità di ·migrazio1w o/tra ner.so liquidi e ca 11 al i :,;,a ::io n i urgwnicho eli v&rse, cd a volte anche localiz:: a~iolii ·l'ixrcrali h1solite ?wlll! qu!lli t?i>.~i stessi sttbiseono ulte>·imi nwd·ifh:a.zioni. l<'a.si ljilcnti e fas·i a.tti·ve -nell1.1. l<Jro attit'ità dent1·o l'osvite stanno a volte i 11 rela ;ione a l> i 111biosi con g61·n~i diversi cmno si vm··ifica anche p6'r i miceti. J/ n anche le t>a:ra..'$sitolji sono iìt ?nollo inll'U.bbio inc1•iminabili di t·eazioni ixlulvgiche a volte a.ssa.i atip·iche. La diagnostù:ct delle pamss'itosi si fa abbti~:Iianza fa t:i/ monte per l6 forrne erol!u.te, ma nei- tess·u.ti, salvo poche formo tli.~tingu.ibili o per la &6cle o per il grado di evoluzione raggiunta (t1·ichine, <:istiMmhi, e,·fiinoc.occo, ecc.), noi sap11iamo ancora poco o nulla StLlle fas i thrUa loro ttll i l! i tiÌ. tossica e patogcna., so d etti pa·rassiti abbia no ozma a.zionc d i?·etta o faccitwo da i•ntermediat"ii po1· rea ~iau i da altra ca.u.sa, se possegga?/() ('tt])(wità di migm.:;ioni at.tive o ptt.iisive i11 deler·rninate fasi ovula?·i, e quale resistenza d i 11/IJ.sf?·ino, quctle a.zione l'scrcil-i?W durante le fasi p1·edette. S1d :Jrwg.IJlonend. sul gcnc,·o physalopt&ra si è s<-·ritto da pa1·te di autorevoli ricerc•ntori. Le m <,rlifìw ~·ioni. i?ulotte dalle filarie sono ormai note a S1L/liciellza per }'oter elisere qui TiC01'(wte. Delle pa1·assitosi mancano inson~ma anc01·a per dù· così moltissimi anelli pe1· ·ricost?·u.ire la catena, dalle fasi d.i sviluppo a.rtifìciale, doll'i11jczione .~perittiCnlalo per divtwso vio, con dive1·si cicli deL zJa'l'a.s!i'ita et·('. lnd·nbbiam entiJ anche il fatto?·c -meccanico ·i n molte pa1·a.sllifo11i V(~ totwlo proiiente, o oos t i ZJ(niucli di resistenza, talora l·l,nghissin~i . .1..\'è possianw p1·etendore che anche nei ·rigua.rdi delle forme t-l~tto sia. ormtti svelato. Il cam.mino da faro por elitninm·e l1ttti qu.esti agenti di cau.so nwrboso è Qltincl·i assa·i l·1mgo C(l ancora infi.do. Una eliminazione prolimù~at~·e eU queste crwso, (l;ru;he so ness !U'Io 1·apporto q·u.eljto d,ovessero avero con i blast01ni, si i?nponc 110n fo~Jse altro che pot sbarazzare il ca11~po in tutto quello ·va1'ian.ti di nwt·fologia oncotica nello q1tal-i detti agenfli sarebbe-ro incri1ninabili come ·conca•u.se c la terapia 1wn p1ttÌ n.o1t ten61'nc conto. In ·roallà la terapia dei tmtwri, si oflottua con il riverbero deUo OOIW8C6'Uze (lei singoli snll 'a.1·gomento. Il ch·iru1·go genet·ico, il neu1·ocMrurgo, il dermatologo, l'ostet1·ioogineoologo, l'oftalm.ologo, l'otoTinolaringoiatra. ecc. so1w dei tompeuti a volte singolari.sS Ì'It~i e sic·nri. Ho oercuto di a?Htlizza?·e que.sti attuatori della 1nedicina oura.tit•a ccl ho osservato i·n nwlti, la cui esperienza è orma·i fondata dalla pratica, Mn intuit() diag1wstico, patogenct ico, ed c~ volte etiologico sorprondent.o como se (I.Vessoro una subcoscienza eli quello che è il tJortato scientifteo Sltll'argomento. JJa e/te cosa è ciò loro clm·i·tl(tto .' JJallt~ sirnrozza di intuito di analogie, SIL b(t:Je empirica, da cu.i si diparte, di necos.<;it.i/.1 la p1·atica. .Molt·i en~pir-ismi mttlg1·ado il 1mccesso, ?'iìnangono ignorati, o si <l'intcntica·tta, o ·ttan ·,;i si credo. ...Volla, vita (lvllo stesso te1·aJ>euta. i dali e1np·irici si modifioa!IW uùora coL tempo, e so ne accrescono o se 1te dim inuiiicono le pecu.liarità. Come per 1ttalte tnalattie a4 c'tiologùt ?tola cd i·n fell it•a, anche in quelle cosidette in.o1wabili o dove lo riso1·se della terapia scolastica non servotw, si possono avere gua1'igi<m i spontanee, cosi è da. a·n~mottorsi avvon.ga anch.o pm· i tumori.
LA CURA IDEALE DELLE FERITE LACERo- CONTUSE ECC.
65:)
Q·uale ~ dunque la Mstra p·resa di posizione di fronte ai tu.nwri ?
.Rit6ngo ohe s·i, possa sohematizzar6 quanto seg1~: ·1° Per la morfologia: ·vi sono ind1tbbia1nont6 tipic-i tunwri sui qt~ali sappiamo ancora t1·oppo pooo per •un indirizzo scient:ifioo-pra.tico~ ed i·n q1t.esti la tm·apia è eli nece1>8·ità costretta a limitltzioni . •Ua ve ne 80/W alt1·i che posso·no IJIJSore oonsidorat·i t~ell'ambito dolle formo ad et·iolog·ia 'IWla, a1wlle se tlotta, etiologia no'/1. sì trailisce dalla sole~ 7n0rfologia 811esso per ragioni continge·nt·i. 2o Pe-r la patogene11'i: il t1tnwre pi-ù classico rin"ane ancora il tu-mo-ro epiteliale: esso ra.ppresenta ·u na reazione a focolaio bo•ne indi1iid·ttata. J)atn 716rù l<t molteplicità delle fonne e à.elle var-iant'i, non si pu.ò sent]l'l'e ootu:l•tttlure as;;ol1dist:ioamente pftr la prognosi infausta. ~io Per q·uanto riflette il lato et·iologico nello studio doi t1tmori rw·i d.<>bbùtmo d.iohùwatro che .siamw anco-ra nel buio. JJia per i dati che si ha·mw dalla mor;ologi a o clagli studi sulla patogenesi si ~ i·ndotti a ritene-re che, specie por le fonne non classiche e dooise (e sono molte) prima di. fonnulare la. diagnosi eli tumore om~·venga po-rre in ope·ra t1ttto il oo1nplesso strumenta.r iv teMico pe-r il rilievo microbiÒlogioo soprarico-rdato. Ohe C'iù in 1Jratica non possa. fa.cilmente aV"ven,ire ~ wvio a1n.metterlo. .11 a a questo ·indirizzo ci porttt inel·tatabilmente il progresso. Alegg·ia intor·no a noi un set~o dolla 1·ealtà che C'i ''isveglia e C'i rùw8pinge V/JrNO vi-ù. alte mete, che &i vieta una fossilizzaz-ione secondo dotenn-inati ùulirizzi o prooonoetti che ci obbliga a dolte sintes·i teorico-pmtic'he le qual·i 11111~ po.~sono e11sere l'es·ito che eli un immat1~e sforZI). ·
- -- --0 8 Pt·:D.\LE :\I l Lt'l'ARE
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P.-\ DOV ,\
lA CURA lOEAlE DfJ.LE fERITE lACERO·tOHTU!E E lORO EQUIVALEnTI DI 6UfJlRA CottfPI'<'IIZe dd pro f. Antonio ComoIli, dire t t oJ'<' di'l l' [>< t i t-ult' di P >ltolol{ia c hin1rgi<·a
rl•·lln. H. Univ Pr:<it ù di Pndovn (:?:? muggio 1034- XII ) ;
Di1·e molto d i mwro i-n wL campo qwde è qnello dtllle j61·ite di gur.rm i 11. genero, 110·n è 1)1)1>·1Ìb·i le ogg·i a a·i.~lan,za clà.l periodo Clfllt' Mll ima gu.e.rra, che per la. MUI duraftt, o pet· la copia e varietà del materiale oli.nico, Ila. fo·m ito pos.~i b-iliteì di 01-ie-nta·m ento s1c. molte q·uestioni riguaula~.t.ti le ferite di g~tN·ra, permettendo à·i giung01·e, t;8 non alla soluz·ione ù(.P(t/e d el problt:IIU6 dP.l/(1. h<ra.pia, a·lla ailoz'ÌOJW rH una. ti?~ca di condotta 1"ior.~t d1: MWCP.~!I·i che nel tf'mpo tli Pf!NJ ?W?~ poteva, pt:r ragio1~i OV11ie, .o;1ebù ·e che: .~oane modi{wt~zio ni. In. q·u.csto periodo àol doz>o·g7wrm ohe comincia. atl essere alqua.nto lungo, è stato pttrò po.Ysibile nel ca.mpo dolla cMrztrg'ia d'·urgenza, appl·icare àuelle nonno cltr. la. ohi1·urgia. eli guerra ci awva ·in..~egnato e constalal'c ·i progre.~.yi chi: tm che in q·nella sono derivati. <J1testa benefica eretlità, che la guerra im-
6f"i6
T,A CU RA IDEAT,'I': Dll!LLE ~'ER['l'll: LACERO-COJS'!'liSE EO ~.
mane ci ha p1u· la.~ciato, non è stftta pfn·ò, se ·io rwn v ado erra.W, raccolta c sf?·utta.ta i ·n ?nodo d.el tutto adr:gMto. Pf'tr rnegliò ilire le hwme oorme avute non tutti le tengono .vcutprc pre:wnti e le 11fili::z'!·M nt?lla pra.tùJa oom1.me. Ed i> a.ppunto in vista di ciò e n ellrt cunvinzione cht; •1ma 1-igm·o.ya. c.ondotta ·nella 1:11ra dell1: f e-rii(: della. C01iWne cMntrgùt d'711'genzt~, oltre elle, llome fine (t 11è xlt:iiil<t·, p1tò .~erli i r p, q·1tale 11.1 ile pre7utradotw (l,{l(, eu-m deUe feritr. in gumn~.
chtJ io oggi mi punnet.to tU nilil.f·,trnnni alqna·1~to in q11r.sto campo cltt< pu.rr. (; a voi largwm M Lti: 1wto. (.jUt:sle mie prtrolH potrebhN'O il·unqw: (WIS(W mr.glio ùulù·izzltle ai colleglt i ni-t·ili, ~;e non ·t>i f111$iU' tra. ·voi la girn,rtnP. g1mora.:::ùme d·i mtldùJi 1n.ilita1·i., for· mata.~i MJ>O la gnrrm, e/te di qw'.~'''· ·1wn ha rw1tto d·i pttrkona. gli an~nwes t·ra mr.nti.
Voi l'Vd e bm prtJ.~c nt i le ca.1'1/.tte"l'i.~liche eil il co lnzwrtamMio delle f1'rilrdi gw·rra e rit(rrd(t/tJ COnti' nella 111aggio•r tJa.rte di 1Wsf!1 q11.aT.unq·t w wia (01JC111" t•nl.1wra.nte, in m.odo q•u.asi co8f.<~·n.t~:< !fi ritrowmo l'·u.no o l'utti e d1te gli. elmnr.nti <)arrltt.ni.~tici, l'inte·rt~li.~a Ili t; li/o di tt·.~~~nt-i ilestinat.i a sicura m.QTt.e in qnantità. pi·ù o meno gran<l11 flt pt(l.~flllza ài gcrm·i . . ,..,im·il·i eccnltudilà non ~;ono proprio e.~c{118ire dalle f erite ài gu.IJI'ra·. 1Joichè a'IU'h /3 il tempo ili pa..c/3 jornisC('< ·una crMi.~tica. si m:il(l che. Ctol progr68· .~ho ilifjouilr:.r.~·i dr·llc· 11/llf•('l/inr 1W' il lat:MO c 1?cli moilcrn·i mezzi di t.ntSpO'rl~ è um.data .<cn.~·ibi{m e.nll' ·ingro.~8a,mlo; ·in fJltcllr• 1•<"1'•Ì a.<.S1171WIW ?t1Ut imporltmza fl1'ltndisNÌ711fl· .~ia ptw la l'slr-nsione e la intt•Jt.Nilri. dt!llr. le,qiowi d cii t.es11·u t·i. sia t>m· {a. ·rari!<là. e In !'Ù'?(lcn.::a d1•i g&nni. È n.o.::-ione conw1w poi olw a parità. 1T.i co1tilizioni w1w f1Tita. del tem1w di t)ace è NU.vrrttibil11 di 11.n a 1n·ogno11i ·n~iglion• fn <:Onil·i derazimlr dr.lle <l·i w"'r.'H< co·rtd·izion·i. fì··~·klu; e p~wlli<:lu; d1:/ <!onw.-, u {<1'ito, ·i n confronto ili fJ11t llo c.mnbtr.tiMitP. e pre.~cinderulo naturalm<mk àalllt ma.ggior ra.pi.àità e comodit.ò Mllr qtitdi il primo p?t~) lu~ 11.cfì<'.im·o 'lr·ll'inizio e del p1'0SI'- g-uùnento della cu.m. Oosiccllè a ca?~Na. di tllernenti nwliC])/ù•i , il cnrntJtJI'I<t.m.ento del cll:ir"rgo si scosta alq1tanto nelle il1w ài~pamte condizio,ti. L· influ enza rl·i questi e.lrmr.nti lta. t:erto a·vuto pm· i/. pns8a.to u.na 11m·te nun indifferente i11- qucllfl. iucertezza e anche con.t1·aildi":innr . r.h t> noi 1'ÌIIeontriamo nei conr·l'/ti che lwnr..o gu.i dato ·i chim?'{Jhi. sptwie dn g1twuto il prublt,ma. .~i è n,ffa..ccinlo nr.lla MW im poncn:.a dopo intmduzione dell<: anni dlt f'u..oco. È 1,r..,.o ehr no·i abbiruno tmdew.:rt 11 pronf!<lrrl< per cidi; ma con t1ttto <;iò
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.~i .~l Mtf·O ~~ r.rrdr:re chr i n 1111. cMnpo
q1t11 le è q111·ll o di r11i ci ocou.p iam.o Ri .~i a
verificato nel cm-.~o lli .~eeoli l' npp(l.rirl<. il e"rl1•rp. e il r ·i tornm·fl di co1u;r:tt i dio.metrahnente òppoNii: qur llo dnll ' asfm.~·ion1· àn 1/lla parte e quello d P.ll'inlr·r1·t•nto ilall'altra. lo voglir, l imitar m i oggi fl. t?·alltlfl' tl1·111J fe-rile ila nrmi dr1 fuo<;o e fr(f, III<.~P ili. qM lle J)Ì'ÌI comnni: in yenorn d c7lc fP.rite dP.gli <4rt-i.. lwu.:im~® da p11rte qntJllr; con int.l'.rc.~.,miH' Illn ili forma:ioni imporlant.i gna.li fagci l•a.<~cow-lwn·o>~i . 'J.'It.cl/t; JHmet·rr.~:nti in WIJità pi.~r;arrrli.. t·r.t·. 1'roppo lontffm.o 1ni po1·trn>. bbe lrr IMo t?-r,.ttazione. Vogli.() riferù·mi M~rh e , più che filtro. f!. qur-Ur. ilov"te .~eheggie di. gro11.~i proiPttili, che hanno 1u1lla p1'1ttico, rù1ile r.omll risrontm lf! pnr treg1tenti jnritr
1'
[, M 1'0·C01lt?L.SC.
Sono ap7Junto solo q1wllo non p nnetranti lr f~rite ehe g-ÌIÌ 8i .9ono tr01utli a potP-'1· curare con q1u:r.lche probabilità. Iii 81/.llreH.ço i ('hin"·ghi n.f1Ì N(!OIIIi X V r, XVI.
LA CURA IDEALE DEI,LE FEHITE LACERO- CO!ITUSE ECC.
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I proiettili rel<ttivamente g·rossi delle pù;cole anni dell'epoca, causava-no, in contrasto con le sole ferite fino a.llora conosciute, cioè q1telle da anna bi(JI»,()4 d d guasti notevoli ai tes111ttì colpiti, ed 1m inevitabile <c avvelenament-o » come si credeva, della ferita. Ed ecco subito 1m chiru1·go di genio, J:lmlYrogio Parco, introdurre e usare la pratica che tanto si avv·i cina a quella ·moderna, dello sbriglinmento, asportazùme dei c01·pi esflranei e applicazione di d·renaggio. P1·atica che dava a. lui tanto buoni risultati in confronto col sistema vecchio della cauterizzaz·ione col fuoco o con olio bollente. Un simile concetto è stato più o meno seguito fino alla metà del secolo ~corso, quando, specialmente ad opem del Pirogoff durante la guerra russoturca e poi del v. Bergmann, esso è stato sostit1tito da quello dell'astenersi per ?Wn danneggiare, considerandosi che l'organismo deve omnbattere da sè, senza essere disturbato nel suo lavoro di difc8a. L'adozione dei proiettili di fucile cosidetti umanitari pareva, fino a un certo punto, aver cambiato il q1tadro delle ferite di g1tm·ra. Intanto antisepsi ed asepsi andavano diventando di dominio com·une. Ma le guerre successive dovevano lascia1·e una gmncle incertezza sulla cw·a delle ferite. Ed è piuttosto con tendenza ast.ensionista che la chintrgia si è t1·ovata <laranti all'i1nrnane problema delle ferite che la g1wrra eu1·opea faceva sorgere, u·rgente, assillante. Il progressivo enorme prevalm·e dell'offesa con artiglierie, bombarde e bombe a ·mano, il 'Prevalere insomma delle ferite laceroeontme, ed il d·isast1·oso andamento di esse doveva presto persuadere i chirwrghi che quella dell 'astensioni.~mo non &ra certamente la via b1J.O?ta e che qualche cosa bù;ognava tentare. Si cominciò col rimettere in onore il vecchio trattamento del Paré, ma la s~ta insufficienza si fece subito evidente in t-utte le ferite, specialmente in q1t>ell6 ampie con forte distruzione di tess1tU. Il pe,r · si-stm·e, anche nelle più. s01nplici, di un processo settico, che in molti casi pur t·eniva abbastanza sollecitamente don~ato~ suggerì il concetto di aiutm·si nella lotta contro i yermi da U'IW. parte con la sim·otm·apia o l'applica.zione locale di ma.teriali favorenti la difesa dell'organis·mo e dall'altra col mezzo dianti8ettici: e, dopo va1-i tentativi nella ricm·ca di un materiale che infi1J.enào su quelli ·non danneggiasse i tessuti, si arrivò alla adozione del Uquido del Dakin e alla sua applicazione col metodo del Oarrel. M a in seguito si è fatto un notevole passo. Non si è molto lontani dal t•ero, dicendo che da un pe·rioào antisettico, ?Mlla cura delle fer·ite ili guerra, si è passati a<l uno asettico. N ella introd1tzione delle nuove vedute e nella loro applicazione tecnica 8Ì sono prima. (listinti J)(wecehi chir·u:rghi dei var·i esm·citi belligeranti. E si potrebbero qui eita1·e molti ·nomi che brillano in gycsto campo, senza t·uttav•ia arrivare a precism·e a ohi t-isalga la priorità, tenuto anche conto del fatto che già prima della gu(m·a il Ft·ieél·rich aveva preconizzato un tal trattamento e che finaneo da antico una concezione simile era stata form-ulata. Co1wezione basa~a. S1J, questi p1mti: intervento precoce nelle prime ore à el tra;u.ma, asp&rtazione dei c01·pi estmnei e di tutti i tess1tti lesi o destinati a caàere in neerosi con sterilizza.zione, agli effetti pratici, della ferita, sutura immed iata, immobilizzaz·ione. L 'estesa a.pplicazione di questo procedimento ha rapidamente dato -mod-o d i àeterminat··tM l'etfìcMia e le indicazioni in ra1Jporto colle e.sigr.n::e ài 2 -
o;orno.l6 di m edici na ?nilitau.
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LA CUllA IDEALE Df~L.LE FElUTE J,AC!::RO- CO!\TOSE ECC.
guerra e di st(tbiUre la linea di condotta del chin~rgo, in caso di guerra, davanti ltlle ferite , neUc vm·ie cù·costanze. Oon la p~·atica e con le ricerche eli la.borat,or·io si è ben st1tdi.ata la evol!tzi<me delle Je1'ite trattate, e si è dimostrato ·i nfatt·i, che è possibile ottenere una g1tarigione per prima intenzione. Occo?TC però intervenù·e, potendo, subito o nello sp<tzio al massimo di 6 a 12 ~rre dopo il t1·att·ma, essere diligenti e generosi nella toilette, in nwdo da cadere col tagl·io su tess~tti sani ed a trofismo conserva.to, fan ww e1nostasi aec·nrata ed immobilizzaro. Oon ciò si asporta1w i germi che in q1tel p&riodo (H tempo so1w i?~ scarso n·untero c ·n on ancora penet1·ati p1·ofondamente nei tessuti; si toglie il materia.le che p·uò favorire il lo·ro s~:iluppo e, affrontando con la 811-tura i margini così t1·attati, si mettono e mantengono a. contatto ·i tessuti 1telle migli~rri cond-izioni pm· il processo di cicat1·izzazione e per otf?"i·re 1m <unbiente inadatto per quei germi che amcom 1·i moness11ro lt loto contatto. Risulta dnnq1te evid ente che con questo ?nodo di p1·ocedm·e ttno dei 1l'W$sirni elementi di .successo per ogni fe?·ita, anche di lieve entità, risiede nella tempestività llel suo i-mpiego, cosicchè, nella impossib·i lità di applicm·lo bene, si i•mpone la n ecessità di twn perdere tempo e d·i p1'<YIYVUlere all'inoltro ilel ferito là llovc potrà essm·e convenientemente soccorso. Jl:fa una certa importanza. nella applicabilità e buona ri1t.~citl~. ha p ure il1nodo con cui la fm·ita è stata t-rattata .~ubito dopo il trau·ma. L 'ideale da q1testo lato è che la ferita a·r rivi al chir1~1·go senza essere stata toccata, senza aver s1tbito trattantento alcuno, se si escluda al pvu quello super· ficiale con alcool o tintum di iodio e la somplice applicazione di mezz·i pro· tettivi, quali sotw forniti dal comune materiale di medicazione asettico e id·rofilo, senza e.sse1·e stata specillata, drenata, o peggio zaffata con gar::a stipata, come am.cora q1talche 1Jolta avviene nella pratica comune. Parlo specialmente d·i quelle ferite che noi curiamo anche o1·a nella. pmtica civile, delle lacero contuse con intm·essarnento della cute, del sott,oc·utanco, e più profo1~mente delle fascie, dei rn1tscoli, e àei tet~·ini. Sta all'operatm·e il pro'V!Jedere preventivamonte alla to·ilettc della cute, con even.tu.a.le rasura di peli, p1tl'i:::ia meccanica ed applicazione di tnateriali antisettici. E sta pttre all'operatore di decidm·e circa la convet~ien:::a d·i appli,care il trattamento con la su,tu1·a immediata: poichè al s~w ttso vi sono <Wi lim i ti oltre quelli imposti dal tem.po t1·ascorso dopo il tt·a·um.a.. P erchè si t•ealizzi no le condizioni a.ttc all 1ma, cicat1·izzazione per prirna intenzione, occorre un a buotw irrorazione dei tess·uti ed una facile rim~ione e tenuta a contatto de-i margini ciò che non sem1n·e è dato ottenere, anche con itwisùm·i liberatrici, se·n za conta-re che un intervento accurato, che impo1·ta un tempo lwngo, pu ò e.ssm'e controindicato dallo sta.to del paziente. Non è possibile est.endrwci qui in molti dcttagl·i <li tP.cnica ma vogl•io pur tttttavia per ch-ian•zza t·icordarne alr:uni. Deci.~o l'intcrnmto, t1~tti i tessuti che sono contnsi o lordi di terriccio oll altro, quelli stMcati o anc.he rimasti aderent.i pc>r breve tratto, vanno asporta.ti incidrnllo S1t.l sano. Bisogna ricercare aecu.mlamente i c~rrp·i e.~tra.nM. . pt·oiettili, .~clteggie di legno, ft·ammenti d·i plt{]lia, pezzetti cl-i .~toffa, o anl'he solamente fili, ten·iccio, coag1tli, ed e.~sere 1·igorosi n ella emostasi, nella r ·ir.erra c m.essa a.Tlo scopm·to llelle a?~ft·att1wsità, nella puli;;ia d·i :~pazi morti s o è imteres.qata. 1Lnll· Cn.t"ifrì a?'ticola1·e. Qttandc e.~istan.o piccole lrsioni scll(!lrtriche. lligtaechi pa1'tf.lla1·i rli ()fl,ço, asp01·tan~ i frammenti sta.ccati ed enmtualmentP
LA CURA IDEALE DELLE .FEJ<l'.rE LACE.RO-COl'':n; SE ECO.
6 .j!)
abt·adere la b·reccia ossea. Se vi sono ft·attw·e ài entità tnaggiore comporta?mmto analogo e rid1tzione. Ptt,nto molto impm·tante: i1mnobilizza1·e con ferule o eventualmente apparecchi gcssat·i fenestmt·i. Tt·attandosi di a·r ti si p11.ò giunget·e fino all'amputa.zione, quando l'estensione delle lesioni e speC"ialmcntr. l'interessa.mento de-i vasi escludono la probabilità di conservazione. Si ricordi pet•ò che il prinw elemento ha molto minore i?npm·tanz(t t·ispetto al secondo. Oosicch~, se non ~ possibile il perfetto af11·ontamcnto c la cicatrizzazione per prima, data la f01'te di.~truzione dei tessuti, l'arto può egualmente essr.re conservato e ript·eni/.ere più o meno ben-e la sua funzione qttando, attraverso le sca1·sc pat'ti molli 1'isparmiate, può esset·e garant-ito un appe1~a suffìcientll trofismo. L'età ha p1we tm certo valore nella con<lotta da tene-re. Ho amt.to ttltimamente un caso di questo gr.met·e in una bambina investita. dal t?·am ad tma gamba. La rtwta aveva scontintt,a,to e cont1tso per tutta la (Jirconfe1·cnza in se·nso elicoidale la C"Ute nei d~te qtta:rti centra.li (lella gamba sinistra, diviso e, su tm gran& tratto, distrutto i tre gruppi muscola1·i; il terzo distale della gamba col piede a.àeriva al 1·csto pm· ttno st·retto 1jonlc muscolare posteriore contenente a1·tm·ia o vena tibiali postm·iori e ncr·ro Ubiale: le d·iafisi della tibia e del pm·one erano in gran parte ili!Jt?"Utto pe-r 1m.a frattura conm~inuta con dista-cco ili numero.<~o .~ch eggie. 01trata con ampia. eRcisione di te.~suti e parziale avvioinamento ili parti molli e apparecchit) gessato fenr8trato, dopo aletmi me.qi &ra cicatrizzata fl ca.m minava bene con scat·sa clau(licazione, armata di .~M.rpa ortopedica pa mancata f'unzionr. ill·i muscoli nel campo del nervo peroniero. M a non è a credere che, anche con lesion·i im.portanti dello scheletm aperte e pet•fi;M in f &r·ite-f7'att?we articolari, il mrtoilo clella e8&isiMLe e sut11.7'a immediata 1W1~ possa in casi adatti fornù·e 1'isultaH brillanti. I o t·icordo un recente caso di questo genere che ho av·uto occa.sione di curare. Un motociclista in u?W scontro con tt.n ca.lesse va a battere ,violrntemento col ginocchio sinistro, piegato ad angolo retto, contro il ma1·gine quasi tagliente del predellino in fm'f'o. L1tnga fe?-ita trasversale anteromecl-inle alla metà inferiot·e del gi?wcch.io: sez·ione e sfibramento quasi completi rlel tendine rotuleo da parte del ma1·gine del preclellùw 1 che, mrivato in contatto con la faccia antm·iore del condilo mediale, lo dimide trasversalmente in cl11e. Per la violenza àell'tt?-to inoltre i dur. condili si sta-ccano e si forma una frutt?tra a T llell'estremo distale del femore con bascule all'ind·ietro di que.~to estremo. Ho fatto esci.~ione gene1·o.9a dei tessuti, toilette accttrata della ftrrita, con aspmta.zione di piccoli /'rammenti ossei, sut1tm e applicazio1M di ap1Jarecchio gessato immobilizzante fenest1·ato. ed ho av1tto guarigione PM' prima. La stwc&siva. trazione sullo sol1P.letro con filo metallico ha po,.tato i·t~ tempo relativa.m ente breve a con.solùlamento in buona posizi.one dei fmn1menti. con ricu1Jero di buona f1mzione articolrore del ginocchio. L'appa1·cccMo gessato, fenestrato i1~ un OlMO simile, mentre agisce dfl, contentivo, è 1m. salvaguardia la.Ycianil.o libero il ginocchio pm· la et'tmtua.71tà. che .<:i ?'e?~da nrcessario di ria.pri1·e secondariamente la fe?·ita. Tale ap7Ja1·r.cchio l'ho usato anche 1'PCentcmente in un alt·ro motocicl-ista, elle 7Ju1·e ha a'l:uto 1tno scontro c che q11.i vi p1·esento. Con una ferita. delle parti molli del ginoccll io si m ile a q1tella del p1' f'f' 11• dente, sop?·a accennato cn..~o . e.<~i.~teva un di.~ta.fco pa:rcella1·e dtllla rot1il((. r 11 n t'rt3to scollamentn rlAlle pat'ti molli alla faccia nntPrim·e àell'epifì.11i tibialc,
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LA CUllA WEALE DELLE FERITE LACERO-CONTUSE E CO.
che si portava in basso ve1·so un focolaio metafisa.rio di frattura a molti fran~ menti, e interessante tibia e perone. La guarigione per pri1na in segu.ito ad accumta escisione e s1tt1tra praticate d'urgenza poco dopo il trauma e la sostituzio·ne dell'apparecchio fenest;rato con uno c011l!Un8, dopo riàuzio1~ della jra.ttura., è stata seguita da perfetta consolidazione. Voi potete constatare come la funzione llell 'articolazione del ginocchio si sia po·i ript'istinata in modo completo. Ora noi sappiamo come vanno a finire senza un simile trattamento immediato queste ferite penetranti in ca.vità articolare, specie se vi è interessamento dello scheletro, e possia1no facilmente im?naginan·e quello che sarebbe seguito in q1test·i paz·ienti a.l prod1trsi di un'artrite settica e al propagan·si del processo al focolaio di fra-ttou.r a. M a anche per ferite di minore entità, per esempio quelle della cute con a.mpi scollamenti soti{)Clttanei, quelle interessa:nti i tendini alla mano o al piede, il q1uul·ro è ben diverso a seconda che il tt·attamcnto sia stato fati() e bene o meno. tiu questo vnsisto perchè accade spesso a noi, ecl ho visto 1tn 1·ecente MSo di questo genen;, di dover riapri1·e ferite lacero-contuse che sono state d'ut·genza, s·ut1t1·ate senza la p1·m,entiva toilette e nelle quali, anche se di 1wn grande entità, è quasi costante l'e.~plodere di 11.n processo settico con mccolta pltrulenta, eli?ninazùme di tessuti necrotici e co1nunque guarigione pe-r seconda. talora molto ritardata, con t·elativc conseguenze a carico di m?t-scoli, tendini, a fwft'colazio·ni. Sernbn~ che rnolt.i m.edici, se non chir~trghi, non si siano touttora completmnente spogliati di quella mentaliM popolare che spinge il fet·ito a.ll'ospeilol.e, semplicemente per « farsi Olteit·e la ferita "· Occorre te1~o ben presente che tutte q1telle che si suturano, qualunque sia la loro entità, devono essere nelle condizioni di dare affidamento di guarigione per prima. Si eviteranno cicatrici deformi , anchilosi, dif71tsione e am,che generalizzazio1~ del processo e così via.. Organizzata a dovere con gittati concetti la Citra delle ferite àà risulta.ti stt·cwrdinari, 1Jermettend.o appunto, si può d·ire, di abolire q·uelle complicanze talora disast·rose che tt·oppo spesso era1w l'a11pa.nnaggio di q1testa chir·urgia. E voglio a qnesto p1'oposito citare la 1·ecente statistica del Bohkr, per quanto es.~a rigtt.ardi anche altro ferite accùlcntali oltre le Zacero contuse e altri 1nczzi di cura. S1t u.n materiale ingente lli 14.182 t1·aumi accidentali aperti, cura.ti i-n 5 anni, clal 1926 al 1930, q1testo Autore ha pot.uto C1t-Tar-ne 11.893 in cui la ferita era recente. In 6.510 di questi si trattava di ferite su.perficiali o punture non int.eressa;nti articolazioni e furono semplicemente trattati con disinfezione con tintura ài iodio e m.(]{licatt,ra asettica: solo qtMlli da chiodi a1·rugginiti alla pianta del piede anche con a.sporta.zione della parte callosa della C·ltte sospe'nsione in alto e immobilizzazione in ferula o eventu.almentc in apparecchio gessato à.opo comparsa di fatti settici. Gli altri 5.316 C(tsi sono stati mtrati colla escissione della ferita e suhtra 01ttanea. Orbene in 11.893 ca.si curati precocamento si è avuto un caso di nw-rte per sctt·icemia, U?W per gangr&na gassosa, 2 1Jer teta1w. Q1teBti ultimi 2 va.si si sono verifwati nello spazio di due mesi a carico di pazienti curati da ·uno stesso chirurgo poco addestmto, titt t1ttti 2 non. m·a stata fatta tma pe1·fetta puli1ria della ferita eà erano rimasti àei ()Orpi estt·anei. A questo fatto il Bohler
LA CURA I DEALE DELLE FER.lTE LACERO- CONTUSE ECO.
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<'ttribuisce la oornplicanza e non alla mancata somministrazwne di siero antitetanico, sulla efficacia del quale clel resw egli afferma d'avqre scarsa fiducia. Le amputazioni pt'Ì?nitive furono 16 iU oui almme non fttrono che regolarizzazioni di motwoni avendo già il trauma stesso prodotto l'amputazU>ne. Quelle seoonàarie 7 eli C1ti 6 per gangrena ed l per psettclartrosi e osteomielite fistolizzata. In nessun ca.~o si rese n ecesswria l'amputazione per inft:zione generalizzata.. Nessun flemmone tranne l all'avambraccio ila ilijetw di mwa s·" 11.424 feriw aperw alle dita d'importanza vat"ia. Ma qui .~i affaccia il p1·obùnna clell'·insegna.mento della chirurgia (l'w·-
genza e del s·u.o disciplinamento nelle cliniche e negli ospedali, proble1na che non ha ancor trovato quell' app1·opriatc~ soluzione che la s1w importanza >~i merita. Troppo lungi anilrernmo purò, sconfinando in. q•u.esto campo . .llfi b" .~ti ricO'rdare che la chit·urgia d'urgenza imponendo rapida decisione e immediata attttazione presuppone salde cognizioni e lunga pratica. Per stare al tema che 1ni sono im11osto mi piace t·ipetere che il proceclimento della escisione e sut11.ra imme<liata e imtnobilizza.zione delle ferite, anche conwni senza interessamento di organi o di ocwità, 'J'Ì(!hiede di es8ere · u.pplicato ccm. crit01·i e tecnica esatti e che è coll'eserciz-io, oltre che oon la prc1'arazionc anatomica e chi?·urgica che a ciò si arriva. L'applicazione di q1testi mezzi terapeutici dovrebbe appunto trovare nel trlntpo di pace condizU>ni ideali: rapido a1•rivo del ferito nel ltwgo di cura , ambie-nte operatorio aàatto, p01·sonaw di sala operatoria sempre pronw e perfettamente affiatato da lunga consuetudine, possibilità. ili tratUJnere l'operato i ll osservazione per il te·mpo necessario per seguirne il decO'Yso post-opemto1-io. Non è che questione eli preparazione e ili organizzazio-ne, tanto 11iit necessarie e facili a 1·ealizzare nella chirttrgia civile. È addestmndoci bene t~lla cura di q1tesu ferite pUt rmnuni, che ci si abit11.a alle buone regole applicabili anche a:t trattamento di dette ferite che interessOIIU) vasi e nervi e delle cavitarie, ecc. , nelle q1tali elementi vari si sovrappong·o1w a ?'e?ulere più com]Jlesso il q1taclro e pi1ì. delicato il còm.pito del chirurgo. Se consideriam~o invece il lavoro chirtl.rgico in·gu,rra, vediamo come non .via sempre facile realizzwre quelle ccm.dizicm.i che smw indispensabili p01· una 1·azionale applicazicm.e della sutura immediata. Aà essa jreq11.enteme·nte si oppongmw da 1m lato circostan.ze contingenti, clall'altro lo stato ili shock che è così frequenw e gra'De nei feriti di guerra e che, firu;hè è presente, costituisco wna controndicazione cusoZuta a qu.alunqtH! inttm;ento. Oosicchè la sutura immediata, molto più spesso di quello che accade nella pratica civile, deve cedet·e il posto ad un trattamBnto ritardato allo sbrigliament.o oon estrazicm.e di pt·oiettili ed altri corpi estrmtei r.on applicazione o ·m eno di antisettici, la cui efficacia è 1twlw dubbia, di drenaggi, alla cura IJ()l m etodo clel Oarrel e all'eventuale sutura 1-itarilata, qu(llnM non sia1w richieste operazioni mutilanti. Gia nella g1HJr1·a di posizwne, nella qttale i feriti possono essm·e 1'apidam ente portati in formazwni chirurgiche stabili vicine al fronte, oome in q1talunque ospedale in te1npo di pace, l'afftuenza troppo rJranile di f81·iti è ·nn intralcio all'applicazione, nl tutte le f&rit6 che lo rich·iedano, del m etoclo d ell'escisione e sutum, nel quale le probabilità di buon s1wcesso dipendono
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J.A CURA IDEALE DELLE FJ::IUTJ:: I.A CEHO-cùN'l'l;SE ECC.
dalla p1·ecocità dell'a.z ùme e sono perdute dopo un massimo di 12 o1·e àal trauma. N ella guerra di movimrnto poi basta il fatto dei 1·apùli .'fpostamenti che si rendono necessari per limitm·e solo a certi casi la sutura i1mnediata. n chiru:rgo, quand'anche 11ia in grado d·i esegu.ire l'atto operati·vo, non ka possib-ilità di segwire il decor$0 po.~t-opl:rat.orio, a:1.'anzanào, perchè i feriti devo·no es~Sere la.'!oiati indietro, 1·rtroct•ileado, perchè devono essere rapida1nente evar.uati. M a qui si &nt·rerebbe in un altro tema rnolto 001nplesso, qttello delle varie pos.'!ibilità in fatto di Citra. drlle ferite e clella organizzazione delle unità sanita?·ie in temJJO d·i guerra, ilei dit:ersi criteri da seg1~ire nella guerra. di posizione od in q1tella eli movi1nento, nei m.omenti dell'az·ione, od i·n quelli (li sosta, in vicinanza (lelle p1·irnelinee o più o meno lontano da esse. È del resto q11est'ultim.a 1nateria strettamento tecnwa, che <lalle .mperiori gera·r ehu dell'e.stlrcito l; .stata ben vagliata, per emanare le dispo.~izion·i che regula.no la condotta del corpo 11a.nitario militare in. campag~w. lo n~i limito a richiama1·e, come h.Q fatto, l'attenzione su un 11unto particolare della cw·a delle frrile di g~u>.rra, JH~r insistere n.el precetto che in fondo l:i è 1~1w ~;okt ehi·r-urgin vuoi di l'Me che di guerra; e che ·t l-Oil dobbi-am.o per· clerr di vista gli in.~rgunmenli che da questa ci -~Qno 1Jenuti, 7Jt!-r Msere in gratto, in pu.ce e i n g IICITa : rf.i aN.~olwJre al nost1·o còmz1ito.
MEMORIE
ORIGINALI
RESOCONTO STATISTICO DELL'ATTIVITÀ CHIRURGICA OPERATORIA NEGLI STABILIMENTI SANITARI MILITARI DEL REGNO DURANTE IL QUADRIENNIO 1930-33 Dott. Giuseppe Placentlnl, primo capitano medico di cornplE·mPnto
~cl presente resoconto stc~tistico -
clw fa SPguito aJic pubblicazioni anni 192R, 1929 c 193J (l) è ria-ssunta, per il quadriennio 1930-33, l'a.tth·ità ùhirurg"ica svolta dag-li stabilimenti sanitari miUtari del Regno consid<'l'ata negli ani operatori cruenti di maggior rilievo per gravità. d'indicazione <>d importan7.a di organi lesi e negli altri che, pnr essendo di mit10r portat::t, rientrano, tut tavia, nel quadro classico delle operazioni chirurgiche vere e proprie regolate da una determinata, pecuUa.re tecnica. Seguendo il sistema adottato nello pubblicazioni prcceclenti, le operazioni in varola ai raccolsero in un elenco qualitativo e numerico (Tabella .A), suddividendole da un punto di vista anatomo-topografiro al quale si ritenne conveniente apport~tre alcuna lieve variante allo ilCOpo di offrire al lettore una. pilÌ netta. classificazione. Dall 'elenco stesso fu escluso il gruppo, ovviamente cospicuo, dei più SE'nrplici interventi che fornisco no il contributo giornali~ro a.Ila piccola chirurgia ambulatoria, come: suture di ferite cntanet>, incisioni di ascessi superficiali foruncoli adeniti su ppurate idrosadenit.i ecc., ablazioni di piccole cisti sebacee, estirpazioni di unghia incarnata. punture e>aouah'ici od esplorativ<', ecc. Per tale gruppo non sarebbe Rtato agevole esporre cifre rigorosamente esatte - cosa, d'altronde, che non avrebbe presentato eccr.ssi>o interesse - stante l'imprecisione e la diversità. di criteri con cui furono dai singoli luoghi di cura trasmessi i dati in proposito al competentt> Ufficio -centrale. Cosi pure non v i furono incluse le riduzioni incrnentt> di fratture e lussazioni il cui numero si a~gira intorno a J 500 per le prime e 600 per le seconde. Considerata, dunque, nellE'> opera7.ioni di maggiore• e mNlia entità, l'attività operatoria del quadri(\nnio in eRame si esplicò complessh·ament.e con 21733 interventi, che, ripartiti per ciascuna delle grandi suddivisioni regionali anatomich<>, dànno una cifra di 673 per il c-ranio, 4294 per la faecia , .~03 per il collo, 2 pE'r la colon'na ve-rtebrale, 298 p<'l' il tm·ac11, -8648 per l 'addcme, 5930 pe l bacino e l 585 per gli arti. Tra le singole a.nnat& non si notano sensibili oscilla?.ioni nf'l numero, varietà ed ('ntità degli interventi, che sommarono nei quattro anni rispctt iva.mente a 5460, 5.U 7, 5578 e 5278: cifre, del resto, corrispondenti <.~n~cneri apparse su questo Giornale negli
(l) V. Owm. eli Medicina !11ii'Uare 1928, ta6c. ur. 1929, rase. XI, t9SI. rase. I>.
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ltESOCO;).'TO STATISTICO DELL 'ATTIVITÀ CHIRURGICA ECC.
all'ingrosso n. quelle del quadriennio precedPnte (1926-29), in cui da un ntiuirno di 4244 ~>i giunse a.d un ma.s:;imo di 5615. Pressapoco alt r·~,:• f hLnto è da dire pe.r la proporzione fra i varì gruppi di openLziufli e ]J"r la. mortalità po:stopera,toria.
Quanto ai gruppi di operazioni maggiot·i pf'r il numero, troviamo che il pt·imat o a.!isoluto SJ.lPt tò, come sempre, alle c ~tre railica.l i di ernie viscerali (5307), a cui seguono le appendìcecto·m ie (2830), le cscissicmi ili noduli em()rroidari (1798), le ope'r azioni per varicocele (1701), le c-i?·conci8ioni (1025)~ le asportazioni di tonsille (836) e gli interventi sulla mastoide: antrocellutomie ed operazioni 1·ailicali (602). La. '( prima intenzionn » fu la regola nella massima parte delle guari· gioni dopo interventi asettici. Le poche cccer,ioni furono prevalentemente imputabili a mancato riassorbimento del materiale di sutura. .A. 253 ascesero i casi nei quali o l'estensione di lesioni violente, o h\ stessa natura maligna dell'affezione, o la virulenza della sepsi , o la gravità del trauma operatorio, o - più raramente - complicazioni bronco-polmonari o settiche condussero l'operato a morte più o meno rapida. Oit.ro la rnotà degli esiti infausti (143) segui a lapara.tomie per eontusioni e ferite penetranti nell'addome, o per processi settici della cavità. peritoneale.
Nulla di nuovo è da dire circa i metodi di sterilizzazione e di preparazione dell'operando e dell'operatore. Quanto al 'materiale, benchè si noti una corta discordanza di apprezzamenti tra i chirurgi dei vari luoghi di cura, risalta, in genere, il ripeterai delle la.gnaor,e già esposte nei de-
corsi anni circa le deficienze del catgut fornito dall 'I stituto chimico-fanna· centico militare, dandosi da molti la preferenza a quello preparato dalla. ditta Molteni, del quale, tuttavia, pur riconoscendone i pregi della pe.rfetta sterilizzazione e della facile assorbibilità, si lamenta la poca resi~ st.enza alla trazione. Circa i mezzi di anestesia, non v'è che da registrare ancora una. volta. la sempre più spiccata tendenza a ridurre al minimo le narcosi clorofor~ mioa cd eterea, dando il maggior sviluppo a tutte le altre forme di anestesia: ra.chidea, regionale, locale. Allorchè, in un numero piuttosto limi~ tato di cn.Ri, si dovette per particolari contingenze far uso dell'anest-esia generale, si ricorse di preferenza alla eterea praticata mediante la masehera di Ombredanne. Assai largo impiego trovò la rachianestesia stovainica con la soluzione di st-ovaina ed acido lattico preparata dall'Istituto chimico-farmaceutico militare. Ma molto usate furono pure latutocaina , la tropococai·n a e la,. pcrcaina, con la quale ult.ima mai si ebbero a lament~.t.re paresi vescicaJ.i. In non pochi casi la rachianestesia fu impiegata per operazioni sulla. parte più alta. dell'addome - resNdoni gastriche, gastroenterostonùe, colecistectomie - con buoni rilmltat.i, specie adoperando 13. percaina. L'anestesia 1·egionale novocainic<' si usò anchf' por interventi sull'ad· dome, come cure radicali di el'nia, gastroE'nterostomie, appendiot>ctomie.
'RESOOO:-<'TO STATISTICO D ELL'AT.rlYI TÀ CHIH I.:RGIC'A l-XC .
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L 'anestesia locale novocainica servi in un note>ole numero di opom:r.ioni por varicocele. Buoni risultati si ottennero pure dall'anestes·ia tronculare ed alla Schle'Wh eseguita con :pcrcaina. Di massima, non si verificarono seri inconvenienti con l'uso dei suddetti mezzi di a.nestcsia. É però da notare che la. rachiauestesia stovainica diede luogo con una certa frequenza a eda,loe intense e che tanto a questa quanto alla novocainica, in qualche raro caso, fu addebitato l'insorgere di un ileo paralitico a{;uto che si potè vincere con clisteri elet.t.rici, ma cho una volta rese nec('ssa.ria 1\•ntNostoruia. L'anestes·ia m ediante i gas: etilene-ossigeno, p1·otossido d 'azoto-anidl'ide carbonica - il cui impit'go fu limitato aù un solo luogo di cum, e precisamente all'Oi<.]Jt!da.lo mili1 are dì Milano - trovò la sua applic~-.. zione in inten ·enti di una certa durata sull'addome e sugli arti, in soggetti fortem ente deperiti, intossicati da lunga sepsi, pei quali em da wmere il collasso in S<'guito a. manovre operatorie protl'atte. Vennero cosi confermati i vantaggi di siffat.ti metodi di narcosi, consistenti essenzialmente nel rapido iniziarsi del sonno, nt>l pronto risv('glio senza o con pochi disturbi post-anestetici, nel non produrre di'pressione arterioS<l., nel non esporre l'infermo a complica:doni broncopolmonari; come :pure gli inconvenienti costituiti, per quanto riguarda il protossido d 'azoto, dalla proprietà di conferire ai tessuti un~• spiccata tendenza alle emorragie, donde la necessità di una maggiore a<'Curatczza nell'emostasi, e di dar luogo talora a cianosi d'una certa entità; e pN l'etilene, dalla insufficiente profonc1ibì. del sonno e dal conseguente incompleto rilasciamento muscolare. Le operazioni più importanti praticate snl craniu furono prevalcntl'mente rappresentate da interventi per fratture della volt~~ che richiesero l'estrazione di schegge, il sollevamento di ponioni d 'osso avvallate, l'ingrandimento e regolarizzazione della breccia per manovre intracraniche, come rimozioni di ematomi extra e sot.todurali, legature della meningea media, vuotamenti di raccolte purulente. Il numero complessivo di tali interventi fu di 45, con 11 decessi. Ad essi vanno aggiunte 2 craniQplastiche per perdita di sostanza ossea di non gmnde estensione. In due casi s'intervenne per ferita cranica da colpo d 'arma da fuo eo. In un primo caso la semplice rimozione di un ematoma extradurale condusse a guarigione; in un secondo, in cui il foro d 'entrata del projettile trovavasi nella regione temporo-parietale ed il proiettile stesso era ritenuto, insieme a numerose schegge metalliche, nella massa cerebrale, esistendo cecità completa e meningo-encefalite, si praticò una resezione cranica estesa, ma non si potè giungere ad estrarre il proiottil~. L'operato mort dopo oltre un mese dall'intervento. Quattro voltf' fu praticata la legat1tra dell'art-eria meningea media, in due delle quali si ('segui una. cranioresezione osteoplastica, con e:o; ito in guarigione. Tra i casi seguit.i da morte È' da rilevare per la singolarità della lesione qu~.llo di un militare che in un accesso di delirio febbrile da tifo si era cacciate nel cranio due lame di coltello. Procedutosi ad una cranioresezione temporanea, quef\te vennero trovate profondamente infisse
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ltF:SOCO~XO STATISTH'O DELL'NL'TLVlTÀ CH IK IJROlCA 1:-:CC.
nella scissum in te remi sferica, mentre il seno longitudinal e si presenta v:~ compll·tamente sezionato. Esito letale ebbero pure una craniectomia eseguit<l. in un caso di ferit.a infetta del sopracciglio con frattura della squama del frontale ed apertura del seno; una &raniotomia esplorativa per sintomi d'irrila.zioue mouingea da, prcgressa ma.stoidite; un'altl'a che rivelò una bl~t·razione del seno longitudinale; una scheggector.nia con vuotamento di <>nu1.torua sottodtuale; e così pure, per sopraggiunta meningo-encefalite diJiusa, una cranioresezione per ascN;so cerebrale consecutivo a trauma. - c:tlcio di cavallo - sofferto dal paziente molto tempo innanzi. Degna eli nota una ct·anioresczione per estrazione d~1.ll'osso frontale di una scheggia metallica che occupava tutto il seno ledendo la sua parete posteriore c la meninge. La presenza del corpo estraneo penetrato da ant ica data in seguit-o a trauma, ignora.ta. dal pa.zi(>ntc: si era rivelata con la improvvisa comparsa di fa.tti infìt\mmatori. Esito dell'int.ervento fu la guarigione. Nei diversi casi di fratture della volta cranica operati con successo la. guarigione operatoria non fu, di regola, ~egnita c.la di.;t.nrbi funzionali di SOl'ta. Le opentzioui suJl'apofisi mastoidc pt>r mastoiditi e loro sequelemorbosc, in numero complessivo di 609, furono rappresentate da; 563 antrocellutoto·mie, 39 opera.:ioni radicali (·m wtamenti petro-mac'ltoidei) e 7 interventi per t?·ombofiebite .de·i .~eni vennsi (leUa d1t·r a madre, con un numero risprtti>o di 10, 3 e 2 decessi dovuti a complicazioni set.tiche.
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Nt•l grnppo di 4294 interventi riguardanti la faccia, consiclemtl~ nelle
sue regioni t;upcrficiali e profonde, come sempre più che altro costituit-o dal contributo delle specialità oculistica ed otorinolaringojatrica, non emersero casi di particolare import.an?.a. É, tuttavia, da far cenno di 53 operazioni sulle oss!~ mascellari, fn~ cui 2 estrazioni di corpi estranei dal masct'llare superiore 1 23 sequestrectomie e 9 osteosintesi della mandibola. Due deceflsi si ebbero a lamentare seguiti a trapanazioni del seno frontalt· di ctù una per sinusite fistolizzata in nn infermo entrato in o.;pedale con mcningite purulenta in atto controllata. mediante la mchicPntesi. 303 interventi !!pettarouo alla chirurgia dei divPrsi organi e t.essuti
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del collo, della laringe, della trachea. Fm essi tennero il primo posto le incisioni di flemmoni eli vario gt>nere: flemmoni del pavi1~ento orale, fletnrnoni soprajoidei, ade-no-flemmoni l.a.tero-cervicali, flemmoni lignei, flemmoni Ml ascessi latQro-faringei: in tuLto 99 atti operativi, fra cni si registrano 4 decessi. Seguono con 52 ca 1i le ablazioni ili gozzi ci~tl'i&i e parMchimatusi., eseguite di regola col mrtodo di Kocher e le estirpa=ioni ài cisti e {ìRtole congenite branchiogene e tirojoidce in numero di 31. Merita di es::;or ricordat.a, per le difficoltà d 'indole anatomo-patologic~ incontrate nell'eseguirla, l'estirpazione in un soggetto di 58 anni - - di un branchioma maligno che aveva inva.Ro il nervo laring<:o in[,Jriore orno-laterale ed inglobava la giugulare interna. L'isolamento del neoplasma richiese la rcsezione in basso ed in alto df'lla giugular('
J.tlìJSOCO:-."'TO STATISTICO DELL' .\ l'TI \' l T.\
CJH ltUIW l CA E l' C .
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interna e lo scollamento dalla carotide comune o dal laringeo ini<:rion·. L'infermo, riveduto dopo dieci mesi, apparve in buone condizioni. Altro caso inter~?.ssante fu quello di un aneurisma traumatico dt>lbL -ca.rotide esterna manifestatosi alcuni giorni dopo una ferita al collo prodottasi in una caduta sopra un pezzo di latta, e 0he aveva a,·u ta rapida, evoluzione J·aggiungendo dopo venti giorni il volume di un limone. T/ematoma pcriarterioso aveva stabilite tenaci aderenze coi m't'vi ipoglosso e fa.cciale; si addivenne all'estirpaziono col metodo Symr. Va. anche segnalata l'asportazione in blocco di un ascesso freddo della nuc:a. Ebbero ott.imo risultato 16 frenico- ex&resi eseguite pN· t·ubercolo~;i polmonare, per empiema cronico fist-olizzato, per bronchictta~ie deUé~ base polmo.nare e per ascesso del polmone, dopo le quali si poterono acct'rtare spiccat.i miglioramenti nello stato dello lesioni. Sulla la·ringe si intervenne in 19 casi per asporta;,ione d i polipi. 4 tracheotomie ebbero osito infa-nst.o delle 7 praticate per asfts::ia timica, edemi della glottidP, flemmone h~ringuo, laringite tubNcola.re, carcinoma laringPo. La chirurgia. operatoria della wlonna vertebmle fu IiJIIitata a. 2 Iaminectomie: l'una, dorsale, per frattura e lussazione di una vertebt'a, con fenomeni di )('sione del midollo che l'i tro,-ò .c;trozzato in un'an~o;n. ad S, fu seguita da morte; l 'altra, toraco-lombare, con ~tsportaz ionP. di una. tum-efazioue di natura tubercohne comprimente il mjdollo, ap])Ortò un miglioramento nei sintomi dolorosi e di parestesia degli arti iuferiori, las<'-Ìanrlo inalterate la perdita di mobilità di questi e la paralisi dt>g-li sfinteti . Tra i 298 iuterventi r;ul torace, di cui 63 spettano a.llt> parti molli come l'incisione di fienunoni sottoa.poueurotici, l'ablazione di neoplasie benigne del sott-ocutaneo e della glandola mammaTia, ecc., i più numerosi furono quelli per empiema, che sommarono a 187 con 24 decessi. La (}08to-pleurotornia fu l'operazione di regola, cont.a,ndosi sole 11 pariet.~li,
pleurotomie intercostali. Furono inoltre eseguite 2 toracotomie a lembo per forit<> polmona.ri) seguite da morte, 17 to1'(u:o-pneumotomie per ascesso e cangrena polmouare, con 6 decessi, cd 11 pE>x cisti rli echinococco, con :3 decef);;i, e 6 tomeopla8t·iche. In una di queste ultime, praticaht per fistola da. pr<.'IP'c.!SSa toracotomia. per empiema, una larga totacecto-mia mise allo scoperto una cavità pleurica della grossezza di un pugno a pareti fortemente I'igide. Si procedette all'asportazione di tali pareti decort-icando il polmone, che, fissato con punti di sutura allo sportello toracico, operò con la sua aderenza alla parete la completa occlusione della cavità e si ottenM perfetta guarigione. Una toraooplaBtica ea:trapleurica alla Sa1terb1'ueck fu prat icata con ottimi risultati in un caso di ascesRo polmonarc post- pnt·umonico comunicante con un bronco, ma a pareti tanto rigide pel concomitante inspessimento pleurico, da rendere incompl(lto lo svuotamento della raccolta
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R~:SOCONTO STATJST!t:O DELL'ATTIVITÀ
CHI RtJRG [CA ECC.
purulenta. L'intervento conai:!!tet.te nell a rcser.ione tklle prime otto coste fra l 'ascellare posteriore e la paravertebrale. Va ancora notato un callO di echinococco del polmone operat o con successo in un solo tempo, con sutura della ferita operatoria che guarl per prima intenzione. · La via tran,s-pleurodiaf?·ammatica fu seguita in 3 casi per incisione di ascesso subfrenico, in 2 casi per incisione di ascesso epatico. Gli intflrventi sulle paret·i adilominali furono per la massima parte costituiti dalle cure radicali di ernie visceraU, il cui numero si elevò a 5253, cioè 5091 per ernie inguù.ali, ·68 per crurali, 16 per ombelicali, 75 per iJJOgastriche, ::S por-'lornbari. Nella snindicata. cifra complessiva non sono comprese 54- chelotomie per strozzamento erniario, con un decesso. L'ernia inguinale si presentò in pressochè tutte le suo varietà anatomopatologiche, sia quanto al volume - dal semplice laparocele inguinale al bubonocele, all'etnia inguino-scrotale - sia quanto al tragitto, 11ia quanto al contenuto, a proposito del quale ultimo, è da ricorda1·e un caso di appendicite erniaria. 598 furono le ernie inguinali complicate (l a. varicocelc, 48 da ectopia, del testicolo, 2 da idrocele. I metodi di cura seguiti furono di regola il classico di Bassini tipico e nelle sue varie modificazioni per l'ernia inguinale, quello di R.uggi pPr la crurale. Quattro casi di morte si ebbero a lamentare tra le cure di ernia inguimùe: in tre per complicazioni bronco-polmonari, nell'altro per sepsi generalizzata, qualche giorno dopo l 'intervento. Si t rattò di ernia incarcerata, irriducibile da gran tempo per aderenze della porzione intt>stinale erniata, t ra la quale ed il polo inferiore del sacco si era rinvenuta una cavità grande come un uovo di piccione, riempita di un liquido puriaimile. Ad una cura radicale di ernia inguino-scrotaJe si dovette in un caso far seguire un 'enterostomia per ileo paralitico da rachianestesia novocainica; accidente cui già si accennò a proposito dei vari metodi di anestesia.. Nel caso in parola ru1 terzo intervento completò l a cura, cioè la occlusione definitiva della fistola stercoracea mediante enterectomia ed enterorrafia termino-laterale. A completare il numero delle operazioni sull~\ parete addominale anteriore si debbono aggiungere 48 plastiche di cui 41 per lapa1·ooele po.~t operatorio, 4 dopo asportazione di lipoma preerniario, 3 per obliterazione di fistola parietale postopera.toria: l sbrigliarnento e toletta ài ferita non ponetrante, l estrazione di corpo estraneo intramuscolare, 4 incisioni ài flemmone sottoapone1~rotico, l asportazione di noduli di miosite ossifica111te àei muscoli obliqu-<> e tmsverso, 12 ablazi-<>ni di ncoformazioni benigne sottooutanee, 2 miorrafie del muscolo 1·etto per rottura t raumatica, l awiéinam.cnto dei m1i8coli retti per morbo di Banti, l legatura dell'arteria epigastrica cd l fiebectomia p&r va1'ÌCi della vena epigast1·ka. Per quanto concerne le operazioni a.ààominali ccwitarie, race.ogliendo sotto la semplice denominazione di laparatomie i casi in cui l'apertura della aierosa peritoneale a,nzichè come primo atto di un intervento pre-
RF.SOCO~""TO STATISTI CO D EIL I.'ATTIVITÀ CH IHURG I CA ECC.
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stabilito su di un determinato viscere, fu praticata sia per accertare lft portata di certe lesioni traumatiche o la natura di affezioni di dubbia diagnosi e vagliare con la guida della vista l'indicazione di atti successivi, sia. per dare esito a raccolto purulente o sierose, sia per rimuo,·ere un ostacolo imprecisato al circolo intestinale, troviamo un gruppo di 142 interventi, con 70 decessi, comprendente, oltre alle laparatomu e.~plo rative propriamente dette, quelle eseguite por contusioni addominali, ferite penetranti, peritoniti acute diffuse o circoscritte, peritonite tubercolare, occlusione int<'stinale, di~:~tacco di adermne multiple. Tra le lesioni violente per lo quali si intervenne occuparono il primo posto le contusioni aàdom·i nali con 18 casi e di questi solo in 5 potè l 'opera del chirurgo riparare i gravi gua!1t i viscer;l.li c:tus~ti d:1.l trauma. É degno di nota. il ca..so di un paziente oper;-tto dodici ore dopo l'::tvvenuta. contusione, che presentava una vasta hwerazione del tenue, con incipiont~ pcritonite, nel quale si praticò nn'a.ccura.tn, tol<'t.ta periton<'ale seguita, da. enterorrafia. otteneudosi la guarigione. Le f erite penetranti si ebbero per colpi ùi arma d ~t fuoco in numero ili 12 ed in 7 casi l 'ìntet·vento non riuscì a salvare l'operato. Pet l'esito fll.vOrevole dell'operazione, tenuto conto della gmvit:\ delle lesioni, tiOno da notara tln caso di perforazione del fegato e dello stomaco con ritenzione del proiettile uelle JU}\SRC muscohtri della pareto addominale postoriore; ed un altro di ferito multiple dd tenue, clel retto o della vescica urinaria. Quanto a.gli interventi por forme infiamma,torie della, sicroS<L, si contat·ouo 4 7 lap.Lra.tomie per pel"itonite acnta àiflu,sa àa perforazione, gtmeralmeute appendicolare, con 31 decessi, 5 lu.paratomio per peritonite circoscritta o 35, con 6 ùccossi, -per peritonite tubercolare. 19 fmono lo laparatonlie esplorative a scopo diagnostico per affez ioni addominali ristùtate poi inopenLbili, prevalentemente tumori, con ,1 decessi. I casi di occlusione intestinale furono 15 e richiesero interventi vari: a.sportazimM di briglie oioatri::iali, enterectom·ia <'Cl enteroanastomosi, àeto?·sione dell'intestino, apertura di an<> contro nat1tra, ecc. 10 ebbNo esito letale. In un operato morto in quarta giornata dopo l 'intervento, questo aveva messo in rilievo uno strozzamento del colon ascendent-e dovuto ad un cordone fibroso di natura congenita. Trattavasi di un miUt~tre già operato p er ferita penetrante da arma da fuoco e che in 33 3 giorn<tl;a dopo l'intervento era. stà.to colto da repentini sintomi d 'occlusione inti•stinale. L'operazione eseguita fu una ileo-sigmoidostomia. In un altro caso seguito, questo, da guarigione, si rinvennero e furono asportate due grosse cisti dermoidi in parte calcificate post.e f.nt i due foglietti del mesentere etl aderenti all'intestino di cui dctenninav<J>uo la compressione provocando gravi disturbi. Fra. i casi di guarigione vo. anche registrato quello di ileo pa.ralitico da rachia.nestesia, ricordato a. proposito delle cure di ernia inguiualo. Un posto ragguardevole nella chirurgia dell'addome fu tenuto dalla -chirurgia. gastrica con 109 interventi di cui 13 ebbero esito infausto . In essi si compresero 8 gastropessie c 101 operaziolli, di elezione o d'urgl"nza, eseguite per ulcera ga,stro-duodNutle o per suoi reliqunti .
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ltESOCO::-<TO ST .. . T JSTICO DELL ' ATTTVlTÀ CUmURO ICA ECC.
Si contarono, pertanto. 6 ga.strotomi6 e 2 duoàenotomi6 per sutura. od affondamento di rucera., 19 r68ezWni ga.atrkhe 6 duoàenali, e 72 gastrodigimwstomù, due delle quali assoc.iate a ga.stropessia. Fra le 19 resezioni gastriche si ebbero a lamentare 3 decessi, unopf>r broncopolmonite postoperatoria, uno per insufficienza epatica, uno per embolia. In tutti gli altri casi la guarigi<>ne si verificò senza postumi funzionali spiacevoli. 5 volte si intervenne per perforazione dell'ulcera, contando 3 decessi, per accidente di narcosi, per peritonite sottica, per gastrorragia ribelle. In piena emorragia venne operata unll. resezione ga.atro-duodenale per ulcera avente sede sulla parete posteriore della prima porzione del duodeno, penetrante nel pancreas con erosione dell'arteria. pancreaticoduodcnale che dava sangue a gitto: intervento seguito da guarigione. Le 72 gastrodigi1l;nostomie, per le quali si adottò generalmente il metodo di Von H aecker, ad eccezione di 7 decessi dovut.i a complicazioni postoperatorie, ebbero esito in guarigione con ripristino della norm~e funzionalità gastrica. In un caso, tuttavia, si dovè procedere ad un nuovo intervento - entero-anastomosi latero-laterlde alla Brat~t~ per circolo vizioso acuto, con esit<> in guarigione. La gastrodigiunostomia fu eseguita anche d'urgenza su due infermi pr<'sentanti graTe ematemesi, melena e fenomeni di anemia acut.a. La gastropessia fu associata a lla gastrodigiunostomia due Tolte in infermi affetti da gastroptosi d'alto grado o l'intervento diede soddisfa-centi risultati confermati dal controllo radiografico. ~elle perforazio-ni di ulceri tifiche il trattamento con enterorrafia. od enterectomia ebbe esito in guarigione in 13 caai dei 15 operati. Sono poi da. citare 5 interventi per escissione di membrana pericolica, 1 colopessia, l cieco-sigmoidostomia, eseguita per stitichezza abituale con ottimo risultat<>, ed l r68eziot1e del ~ieoo per tubercolosi, seguita. da. mor te; più 5 oblitera::ioni di fistola sterooracea. T.,e appendicectomie per appendiciti acute sommarono a 937, con 37 decessi, cifre nella cui valutazione è da. tener presente che in un rilevante numero di casi si trattò di interventi d'urgenza, nd appendice per-
forata ed in piena peritonite. Le opera zioni per forme di appendiciti r ecidivanti subacute e croniche furono 1855 con 11 morti o 41 con 3 morti le incisioni di ascesso appendicolare. In uno di questi ultimi casi, opera.t;Qc in set.tima giornata, si dovè reint.ervcnirc sul soggetto altre due volte prr perforazione intestinale da trombosi settica. dell'a. mesenterica; J 'ultimo intNvento, cui segui la guarigione, fu la resezione di cm. !:!0 di an ~a ciel tenue con anastom,osi laterolateralc. Si regitrano inoltro una omentopcssi.a con legatura. dell'a. splenica, per morbo di Banti, che Pbbe f:woreYoli risultati; ed un vuotamento di ematoma della retrocaviti\ degli cpiploon. Le O]lerazioni sul fegato e sulle 'Vie biliari. in numero complessivo eli 35, f'Ompresero 5 interrenti per ferit(l <>patiche, fra cni una laparotOt·acotomia, 9 epatotomie per ascesso, 10 per cisti di echinococco, con
RESOCONTO STATISTICO DELL'ATJ'[VlT<Ì. CHlRUltGICA ECC.
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1 mort-o, 3 colecistotomie ed 8 colecistectornie, eli cui una l:if' guita da decesso. ]'ra esse non fìgumno casi di particolare interesse dal punto di vista anatomo-patologico o tecnico, eccettuati due che meritano di esser ricordati: uno di ferita del fegato da scoppio di bomba a mano, che richiese L'estrazione di due grosse schegge infisse nel parenchima epatico (l), l'altro di echinococco, in cui la cisti, grossa come una testa di feto, circondata. da numerose aderenze epiploiche, venne asportata in toto, seguendone guarigione per prin1a.
Furono anche praticate 3 splenectomie, una per morbo di Banti, che diede buoni risultati mostrando spiccata influenza favorevole sul decorsodella. malatt ia.; 2 per rottura traumatica dell'organo, seguite da morte. Gli interventi stù 1·ene, il bacinetto e l'uretere addomina.lc ascosero a. 109, con 1 2 decessi, comprendenùo, per quanto concerne il rene, pressocbè tutY} le operazioni tipiche claRsiche della chirurgia rena.Je. Si registrano, infatti, olt re ad nna estirpazione di fistola lombare da pregressa. nefrectomia, a 2 lomboto11tie esplorative per contusione rcnale, a 17 Jombotomie per vuotamento di raccolte ematiche o purulente porirenali, una estirpazione di sarcoma del rene, 9 nefropessie, 5 <lecapsu.lazioni (con l decesso) , 14 nefrotomie e neft·opielotomie (con l decesso), 2 nefrostomie (con l decesso), 43 nefrectomie (con 9 decessi) ed una piclotomia. Tra le n efropessie va notato per la singolarità anatomica riscont rata al tavolo operatorio un caso d'idronefrosi causata da inginocchiamento dell'uretere su di un vaso anomalo e precisamente un ramo arterioso che dall'aorta si portava al polo inferiore del rene incrociando e facendo flettere l 'uretere. Sezionato il vaso tra due legature e fissato il rene in buona posizione, si ebbe guarigione senza disturbi postumi. In un altro caso la nefropessia fu praticata su di un soggetto colpito da calcio di cavallo, nel quale si riscontrò la rottun. del rene interessante tutto lo spessore del parenrhima. ad Y, mentre esistevano un vasto ematoma perinefritico che si era aperta una via attraverso il triang olo di Petit ed infiltrazione d 'urjna con relativa intossicazione. La fissazione del rene alla massa lombare preceduta dalla sutura della ferita p ortò alla scomparsa dei fatti tossici entro una quindicina di giorni ed al ritorno alla normale funzione renale. Nel gruppo più numeroso di operazioni sul rene, costituito dalle nefrectomie, l'indicazione all'atto operativo f u data in 8 casi dalla rott ura traumatica del rene ad opera di agenti vulneranti diversi, in l da ferita di arma da fuoco, in 21 da idronefrosi e pion<'frosi calcolose, in l d?' r ene policist.ico, in 5 da tubercolosi reuale, in l da fistola da pregressa P•one frosi, in 2 da ematuria persistente post-nefrotomica, in l da ascesso r t•nale. 'rra le nefrectomie per rottm·a. del rene, delle quali 4 furono seguite <la decesso, meritano di esser S('gnalati un caso di rottura per calcio di 0) D cnAo è da registrare anche perohè oltre nJla lapa.rntomla. per la fer ita n.<ldominale, \"enoo nella stessa seduta p1·aticata s ul ~<Jggetto la dlsart foolazfone di \ln& mano. n grave e luug., intcr;·ento, eseguito ~ott•> tutr<:os! co l prot<>,siclo d'a?.oto, ehb~ e~llo in guol'lgione.
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RESOCOSTO STATISTICO DELI.'ATTIVTTÀ CBIRUUGICA E('C.
ca.;·allo <lll'ipocondrio destro, in cui il rene fu aggredito per da transperitoneale. n paziente presentava ematuria imponente, gravi condizioni generali per profonda anemia., ed una netta tumefazione all'ipocondrio. Aperto il peritoneo, si mostrò una vasta raccolta ematica che solle-vava il mosocolon ascendente. Inciso il peritoneo posteriore e scollato il colon, fu vuotato l'ematoma ed asportato il rene, ottenendosi guarigione per prima. ln uno dei casi di nefrectomia. per trauma, seguito da. morte, il rene apparve completamente diviso in dne metà. danna. linea. di frattura. L'esito iuf:1.usto Ri dovette alla eccessiva depressione dello conrlizioni generali del par.iente. Favorevole esito ebbe invece nna nefrectomia pra.ticat:t pl' r ferita del rene da arma da fuoco ed anche un'altra a. cui si addivenne dopo l' inutile impiego di altri mezzi terapeutici, in un caso di ematuria 1wrsistentc consecutiva. a nefrotomia per calcolo. Delle uefrectomie per sepsi renale ne va ricordata una praticata in un infermo già. operato d 'incisione di ascesso perirena.Je e guarito, nel qun.le la pielografia aveva. dimoatrato un difetto di riempimento del bacirwtto e delle cavità int rarenali e l'esame bat teriologico dell'urina rivelava. la presenza. di streptococchi e stafilococchi. All 'intervento il rene si trovò infarcito da una quantità notevole dj ascessi di varie dimensioni e presentante alla superficie una. cavità. comunicante con la massa aniposa. perirenale. Procedutosi alla ncfrectomia., si ottenne la. guarigione. Oltre che nel caso di nefrectomia. più innanzi detto il rene fu raggiunto per via tra.nsperitonea.le in un intervento per sarcoma, in cni si praticò l'asportazione del tumore lasciando l 'or~ano in posto. Sull'uretere aàd<mlinale ai operarono 3 estra1.ioni di calcoli. Gli interventi sul bacino, comprendenti le opera.r.ioni praticate sulle ossa del cingolo pelvico, sul loro rivestimento muscolo-cutaneo, sugli (rrgal~i contenuti neUa. cavità pel1Jica, sul pmneo c sue dipendenze, raggiunS('ro il numero di 5930. Quanto al primo gruppo, nulla. d 'im portante è da rilevare: si tratta -di 25 fm ra.schia.menti ossei e sequcstrotomie, interwnti cruenti per frattura, estirpazioni dj fistole e di neoforma.zioni benigne, vuota.menti di raccolte purulente. Nel secondo sono da notare 2 interventi aull'u1·etere pelvico per calcolosi, nell'uno dei quali fu praticata. 1'1treterotmn.ia, mentre in un secondo l 'intervento si limitò alla. scopertura dell'uretere la cui esplorazione digita](~ non rinsci a far percepire il calcolo, pur eRsendo stata la diagnosi con fermata dal repert-o ra.diologico madin.nte piclografia discendente con l'ttroselectan. Le operazioni sulla vescica urinaria., in numero di 28, furono rappre1Wntn.te da una incisione di ascesso dello spazio provescicale, 3 cistorrafìe pf'r lacera.zioni della vescica, prodotte in un caso da frattura del pubt>, in due altri, uno dei quali seguit-o da. morte, da contusione diretta; e 23 cpicristotomie per rimozione di calcoli, per deviazione d 'urina come primo atto d'intervento in rotture dell'uretra, per cateterismo retrogrado, per l'SLirpazione di diverticolo. Fu anche praticata. una ci8tectornia parzialE' per carcinoma, dopo la quale l'operato soccomb<>ttE> in terza. giornata per anemia acutA..
RESOCO.,-rO STATISTICO DELL ' A'l"f i\Tr.~ CHIItU HGlCA ECC.
6i3
La. chirurgia. cte!Ja prostata uontò 3 inciRioni di aSC('Ssi c flc01moni compiute dalla. via perineale o perineo-retta.le, con un caso di ruort('; ed una. prostatectom·ia lransve~cicale. La chirurgia del retto o dell'ano comprese 53 incil<ioni (li asC<'·~si e flemmoni del cavo ischio-rett.ale, 70 ·i·ncisioni <li ascessi pericmali, 52-! spaccamenti rli fiswle ischio-1·ettali ed anali, 20 ablazioni ili n copla~ie benigne (fibromi, }.lapillomi, angioma) ano-rc-ttali, 3 rid1tzioni tli prola.~l'iO rettale, di cui una. con resezione parzia.h~ , e due mediante cauterizzazione. L'iu~rveoto più grave fu un'esti11lazione àeln:tto carci-noma.toso compiuta per Yia. a.ddomino-periueale iu un solo tempo Q p;~rticolarmcu~ laboriosa per estese aderenze del tu more ai lo bi la.terali della prostata. L'operazione fu seguita da guarigione per prima, rmt l'infermo soccombette più tardi per metastasi neopla8tiche. Il più notevole contributo fu dato come al solito dagli intern'nti p(\r emorroi<l-i, in numero di 1798, consistE>nti in 73 casi twlht cura radicale col metodo di WhitehE>ad c pcl' i rimanenti 1725 nella caut('riz~:a zione ed escissione parziale di noduli emorroidari. Sul peri·t~eo anterio1·e, l'uretra., i genitali le operazioni sommarono a. 3398. SuU'ttretra perinea1e 37 furono g1i interventi, ~i ut·etrorrafia e plastica per rott ura. t r aumatica, d 'incis-ione d 'asr;esso periuretrale e di {le1nmone urinoso, di es:tirpazione ili fistola, di wretrotomia intema ed ester·na per rt'stringimenti ed estrazioni di corpo estra.nt'o, con 2 decessi. 6 intcervent.i sullo scroto consistettero in ablazione di nodnli infiammatori, ablazione di cisti, incisione di ascesso e plastica per perdita di sostanza. Le operazioni per varicocele, le più numerose del gruppo (1701), >eunero eseguite nella m aggioranza dei casi (1630) con la flebeetomia deUe vene spermatiche, in 11 con la resez·ione dello scroto, in 60 associando i due metodi. L 'esoission e e la. resezione della v agi1w.le del testicolo fUiono operate in 334 casi di idrocele ed in 11 di ematocele. 169 interventi ebbero per oggetto l'epididimo ed il ~stieolo, cioè 36 epidiilimeetomie e 55 orchiect.omie per affezioni infiammatorie croniche o traumi, n fissazioni ài testicolo ectopico - non comprese in queste le orcbipessie eseguite a complemento di cura. radicale di ernia inguinale complicata. - una orchiorrafia per ferita, 2 ablazioni di tumori e cisti, un'01·chiot01nia J>er ascesso. In 3 operazioni sul testicolo, e precisamente in una orchiopessia. cd in due orchiectomie, complicazioni postopera.torie conduRsero a morte il paziente. Le plastiche dell'uretra penicna e ba,la.ruca c del prepuzio furono 12 e J 025 le cir001lCisioni per fimo si congenita od acquisita.
I 1585 interventi sugli arti compresero 44 c:ttt'C ài deform-ità congenite od acqtti8'ite (dita sopranumerariE>, sioda.ttilie, dita a Jnartello), 128 est1·a::ioni di c01-pi estranei intram1tscolari, 190 incisioni di ascessi profond·i e flemmo-ni, 11 2 a1Jp01·tazioni di neo/01'1na--ioni ài natum benigna, fra le quali & da notare qut>lla di un voluminoso encondroma della mano ;l -
Giornal a ài medicina m ilita'l'e.
674
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RESOCO:!n'O STATISTICO DELT.'A'l'TI\' I'f.\
CHikUlt&ICA El:C.
che richiese la. reseziono di un metacarpo, il quale venn<' sostituito da una. stecca ossea prelevata. da.lla tibia. del paziente con buon risultato funzionale. Si praticarono poi 3 tJStirpa::ioni ài neoplasi6 ài natura rnaligna, delle parti molli, l asport.a::ione ài cisti idatidea, 16 plastiolle cutanee (innesti dormo-epidermici alla Thiersch, plastica. p er scorrimento, estirpazione di cheloidi...), 157 inter-venti sui tendini eà i muscoli (miorrafìe, riduzioni di ernia. muscolare, a.sportazion<' rli noduli di miosite ossificante, tenorra.ft.e, lenutumie, tenuplastiche, raschiannmti eù asportazioni di guaine tendine, estirpazione di gangli), 103 interventi sui va.si sanguigni (allacciatura. delle arterie omera.le radiale femorale, angiorrafia, estirpazione di aneurisma artero-venoso, safenectomie per vat'ici, queste ultimein numero di 92 eseguite prevalcnwmente col metodo Schiassi), 126 e-nucleazioni di noài linjatici iperplastici inguino-crn.rali, 7 intm"Vtmti sui nervi (neurorrafia, estirpazioni di nevroma del n.cubitale, ncurolisi del n • radiale, simpaticectomie perifemo-rali praticate in 3 casi endoarterite obliterante, in uno dei quali si dovette però reintenenire in secondo tempo amputando la coscia). Si contano, poi, 107 interventi sulle at·ticolazioni, comprendenti artrotomie per estrazione di corpi estranei - t.ra. cui un proiettile incuneato nel ginocchio - per piart.ro, por estrazioni di corpi mobili articolari, per men.iscectom~ per sutura del legamento crociato del ginocchio, rià1t::ioni cnutnte di lussazioni, capsulorrafie J.H'r lussazioni recidivanti, artroplastiche. Le operazioni sulle ossa - non contandovi le resezioni - in numero di 360 furono 3 estrazioni di proiettile dal tessuto osseo, 3 trapa.?14Zioni per osteomiclite acuta, 69 fra. raschia-menti ossei, sequeatre~tomie, ecc. per osteomiclite cronica., 3 distruzioni di cisti ossPe, 46 asportazioni di esostosi - t ra le quali si nota un singolare caso di speroni ossei simmetrici in ambo i calcagni - 3 osteotornie, 29 r<'golarizzazioni di focolai di frattura esposta, 4 interventi per callo deformf', 34 regola.rizzazioni di monconi d' amputazione traumatica. Viene poi l'importante gruppo delle osteosintesi, che, in numero di 166, trovarono applicazione su tutto le ossa dogli arti, 46 volte sulla clavicola, 39 sulla rotula, 14 sull'oleorano, il femore, la tibia., 13 sulla tibia e sul perono, 12 sull'oruero, 6 sul radio, 4 sul radio e sull'ulna, 3 sul perone, l sull'ulna e il malleolo. Di regola si ottennero buoni risultati funzionali. Va citato un caso di frattura irridncibile òel femore con Rei centimetri di accot'cia.mento, nel quale l'osteosintesi portò a guarigione perfetta.sonza. riduzione alcuna nella lunghezza. dell'arto. In 11 casi si procedette alla rimozione di fili e placche met.alliche di osteosintesi pregresse. Pur non rientrando nel quadro delle operazioni considerate in questo resoconto statistico, è qui il luogo di accennare ai brillanti risultat.i ottenuti nella. cura. delle fratture chiuse con l'impif'go della trazione col filo proposta. da. Putti, applicata mediante l'apparecchio di Kirschner. Furon eseguite 12 resezioni, di cui le più importanti furono 1 della. testa dell'omero, 2 dell'anca - per tubercolosi e per artrite deformant-e -
... RESOC'O)I'r0 STATIS'l'ICO OF:LJ;A'l."l'I\Tl'À CHIItUIWIC'A ECC.
6/ò
ed l del ginocchio che pose fine ad una lunga Sl•qucla di postumi di nn piartro in un infermo già operato di artrotomia. .A 90 ascesero le (lisarticolazion.i, di cui l scapolo-omerale, 7 radioca.rpiche, 2 carpo-mctacarpiche, 75 mctacarpo-falu.nge<•, 2 ileo-femorali, l femoro-tibiale bilaterale ed l astra.galect·omia. Le due disarticolazioni dell'anca furono eu tram be praticate per
sarcoma del femore; una fu seguita da morte per marasma da riproduzioue del tumore sul monco ne, dovo cinque mei!i, l 'altra da guarigione. È da notare che in entrambi i pazienti i primi sintomi della neoplasia maligna erano comparsi solo dopo trascorso un t<'lnpo relativamente breve da un trauma sofferto: calcio di cant.Uo alla coscia per l'uno, caduta e contusione nell'altro. La doppia disarticolazione del ginocchio fu waticata per cangrena bilaterale di'gli arti inferiori; l ' ast ra.gal(•ctom i a per frattura e lussazione esposta <lei piede e sehiaccianwnto ckll'astrag-alo. Le amputazioni furono complesKiva,mcnte 76 ed interessarono il braccio (l ), la mano (1), dita e falangi (32), la coscia (21), la gamba (14) ed il piede (2). Tra esse occupano un posto importante le amputazioni di coscia, 1leterminate in 4 casi da gravi tntumi con complicazioni settiche, in 4 da sarcomi del ginocchio e della tibia, in 4 da cangrona per endoarterit.e obliterante, in l da flemmone cangrenoso, in l da cangrena diabetica, in 2 da tubercolosi del ginocchio, in -1 da artrite purulenta del ginocchio; in 1 , infine, si eseguì per rrgolarizzare il moncone di un'amputazione pregressa. Delle due amputazioni del piede una fu praticata col metodo osteoplastico dì Pirogo:ff. In tutte le operazioni compiute sugli arti si ebbero 10 decessi: l dopo incisione di flemmone diffuso della parte sup<Jriore della coscia. l dopo artrotomia del ginocchio per piartro ed 8 dopo gravi operazioni demolitive: amputazioni di coscia (6), amputa,zione di b raccio (l), doppia disarticolazione femoro- tiùiale.
676
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RESOCONTO STAT ISTICO DELL.A'l'TfVITÀ ORUI.URGICA ECC .
TABELLA A - ELElllCO QUALITATIVO E
SF. DE ANATOMICA E NATURA DELL'INTERVE~TO
CRANIO a) PARTI lllOLLI:
Incisioni di ascesso profondo della regione temporale ............... . . .... .. . Estirpazioni di cisti mucose e dermoidi .... ............... ..... . ......... . . Ablazioni di neoforma.zioni superficiali del cuoio capelluto .... . ....... . .... . . Ablazione di fibrocondroma della regione parietale .......... . .............. . Plastica del cuoio capelluto ................... . .......... . ............ .. .. . b) C.RA.NIO OSSEO E SUO OONNTENU'l'O:
Estrazione di sch eggia metallica del frontale ............................ . . . Asportazione di esostosi del frontal e ..................... .. ............. . Sequestrectomia del frontale ............................................ . Craniotomie esplora-t ive ..... .................. .... .. ...... .. .. ... ...... . Estrazioni di schegge e regolarizzazioni di focolai di frattura della volta ... . Cranioreeezioni definitive pe r allacciatura della. meningea m edia. .......... .. . Cranioresezioni definitive per vuotamento di raccolte purulente ............ . Cranioresezioni osteoplastiche dccompressive . ...... ....................... . Cranioresezioni osteopla.stiche p er allacciatura della. m eningea media ....... . Cratùopla.stiche . ....................................................... . Raschia-mento de ll'apofisi mastoidc ... .. ................................. . Ma.stoidotomie (Antrocellulotomie ) ........ ...... ......................... . Operazioni radicali (vuotamenti petro-mastoidei) ..... . .................... . ~cope1·tura e drenaggio dei seni della dura madre
FACCIA
2 a) PARTI MOLLI:
E s trazioni di corpo estraneo dalla guancia. .. ...... ...... ... ... .... .. .. ... . E stirpazione di aneurisma. artero.venoso de l labbro ....................... . Incisione di v espa.io del lnbbro . .. .................... .... .............. . Incisioni di flemmone della guancia . .................................... . Est-irpazione di s~>no fist oloso della gua.n cia
A ri po
RESOCONTO STATISTICO DEJ.L'A1.'TIVIT.~ CH I RURG10A E CC.
677
HIRICO DEGLI INTERVENTI DEL QUADRIENNIO NUMERO ED ESITO DEGLI INTERVESTI PER CIASCUNA ANNAT A
TOTALI DEL QUADRIE.N NIO
1980
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563
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7
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129
160
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69
678
RESOCONTO STATI'STICO DELL'ATTIVlTÀ CHLRUROI'CA ECC.
SEDE ANATO~!ICA E NA TU.R.A DELL'INTERVENTO
R ipo1
Ablazioni d i cisti e tumori benigni del labbro ............ ...... ............ . Ablazioni di neoformazioni benigne de lla gwmcia E' <lt.. J nwnto ............... . Estirpazione d i e pit e lioma della guancia ..................... ... . ........ .. . E stirpazioni di t.>piteJjoma d e l labbro .......... . .. ........ . ..... ........ .. . Asp ortazione di c icatr·ioe \'iziosa del labbro .... ... ...... .. .... .. .......... . Asporta zioni di che loide clelia guancio .... ... ...... . .. ..... . ..... .......... . Genoplastica por fe rita . . ........ ..... .. .... . . . ..... ..................... . Cheiloplastiche p er labbro lt>porino b ) ÙSSA MASCELLARI :
Estrazioni di corpo estraneo d al maseellarc superiore .. .. .. .. ..... . ..... . ... . Raschiamenti d eli 'apofisi zigonuttica ............. . ... .. ..... ... ........... . . Rasclùamento della mandibola . ..... .. . .. .. ... .. . .. .... ................ . . . Soquestrectomie dAlla mandibola Oblitc razioue di fistola alveolare Estirpazioni di cisti paradentarie ~portazi one
di fibroadenonut della mandibola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ....... .. .
Estirpazioni di epulide ................................................... . E strazione dj dente ri tenu to nello. fossa canina ...... ... ... ... . .......... .. . Osteosintesi della mandibola ............... . . ..... . .............. ... .... . . C) CAVITÀ ORBITA.LE, GLOBO OCUL.ARE ED ANNESSI:
E stirpazioni di cisti dPrmoidi del sopraccigUo ..... ............... . ....... . . Incisioni di ascesso palpe brale . .... . ............................... .. .... . Ablazioni di neoformazioni palpebrali .............. .. ....... . ........... .. . Ablazio1Ù d i calazio . ............... . ............................... . .... . Ble faroplastiche . ..... . ............................... ... .. . ............. . [nc i!'lioni di flemmone ciL•I sacco lncl'inullt· ........ . .4 ripor!<
0
679
RESOOOloo'TO STATISTICO DELL ATT1VITÀ OHI.RU .RGH'A ECC.
l \l NUMERO x:D ESITO DEOI.I INTERVENTI PER CIASCUNA ANNATA
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1930
1932
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SEDE A~ATO.MlCA E :'<ATURA. DELL'INTEJWEXTO
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Stricturotomie ................................. . ................ •........ .. . Dacriocistectornie ................... . .. . .... ... ................. . . , .... . ... . Incisione di flemmone o rbita rio ................... . . . . . ..................... . E stirpazioni di cisti orbitarie ............................ . .................. . Tenotomie d ei rnm. retti pex· strabismo ................................. . ... . Avanzamenti dei mm. retti per strabismo .............................. . ... . Estrazione di corpo estraneo d el bulbo oculare ........................... . . . .Exente ratio • del bulbo ocula.rf' ........................................... . Enucleazioni del bulbo oculare . ......... ... . . ....... .... . ............ ·..... . Suture congiuntivali • .... ........ ... ... ........................... . . ... .... Ablazioni di papillorni congiw1tiva.\i ...... . .................. .. ............. . Ope razioni per simblefaro .. .... ..... . ................. .. .... . ............ . Asportazioni di pterigio ...................... . ........................... . Plastiche congiuntivali .................................................... . E strazioni di corpi estranei comeaJi ... . . ................. ..... ... .. . . ..... . Sutura solero-corneak .................................................... .
,
Paracentesi con1ea.le ..................................................... . . E scissioni di prolasso iridt>o .. ........ . ..... .. ...... .... ...... ........... .. . Iridectomic ......... . ................................ . ..... ......... ..... . E strazioni lineari di cateratta traurrutticll ................... . ............... . Discissioni di cateratta traumatica d) 0REOOHIO :
Incisione di ascesso sottoperiosteo retroauricolar•· ... . ............. .......... . .
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E stirpazione di neuroma retroa.uricolar<' .......... . . . . ...... . . . ............. . Incisioni di ascessi del padiglion<' ............................... . ......... .
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RESOCONTO STATISTICO DEI•L'Xl'TIVIT.l. CHiltUROI C' -\ E CO .
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RESOCONTO STATISTICO DF:T,L ATTJVITÀ CHIRURGICA ECC.
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z= Riporto ... Ablazioni dì cì;;;tì rlel padiglione Plast.ich(' dC' l padiglione ............. ...... .... .... ......... .... . ...... . ..... . . Estrazioni c ru t:>nte di corpo c>stran€'0 del condotto uditiv<O ...... . ........ . .... .. .. I ncisioni di ascessi del condotto uditivo Ablazioni dì polipi del condotto uditivo . ..................................... . .. !\firingoton1ìe ...................... ...... .................................. ... . OsRictJLectomin ~ , , . , . , , , , , , , , , , , , , ... . , ... ... ... ; ......................... , .. , .. .
Vuotamf'nto di empit·ma dE'Ila cassa .................. •. ............... .. .... .. .
e) NASO, CAnT.\ ;lcNNESSJ::, RINO·FA.RINGE:
IntN\'ento per fra t tura espo!lta d e lle ossa nasttli ... .... ........................ . . Rinoplastichc ........................... .... .............................. .. . . Asporta7.ÌOnc di <'HCOndro1118 .................. . ......... ... ............... ..... · Est razion<' d i rinoli te
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ln<'ì;;ionì di E-matoma del SPtto ............................................... · · fncisìone di asct>;:so del setto ............................................... . ..
Elt,tt rocau>~ticazioni di varici del SC'tto ....................... . ............... .. · Re::;ezioni dì c r este e spine d('! SE't.to
........... .......... ................ .. ..
::-lf'ttotornÌt' sottomucosc ........... .. ....... ........ ....................... .. .. . D ecort ìcazioni dì ttu·binati .................................................. · · · TurbinE'ctomì<' ......................................... . ....... .......... . . · · · Asportuzioni d i adenoidi ................................................... .. Asportazioni di polipi .......................................... . ........... . · · · A.'i!port.azione di fibroma del rino-faringe .. . .................... ....... ... .... · · .. Et.tnoìdototl1Ì(' .................... ......... .... .. .. .......... ..... .... ..... . · · · Tr-apannzionì del :<wno frontull' ... ...... .......... .. ....... ..... ... ... .... .. · · · · 'l' rapanazioni dd !:!t'no lT\llscellare .. . . ....................................... · · ·
A ripor/art .. ·
RESOCONTO STATtSTICO DEI.L ' ATTIVITÀ CIURURG!CA ECO.
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l Sbriglintuento d el frenulo della lingun . .. .. ................. . ................. ... l f) Lr:-rr.L·A, C'Avo OttALt::, Oao -FARINOE :
Inc isione di ascesso lingnalc ................................................. .. . Ablnzioni di neofor rrutzioni b euign<.> e ci~>ti dE'Ila lingua . . ....... .... ............. . Plnsticn dPIIa li ngua C' del pavimt>nto orale ... ............ . ... ... ........ .. .... . R esezione de lla lingua .. ... ..... . .. . . .. ............. . ................ .. ... . ... . E stirpazione di <:isti dermoide del pavimento orale . .. . .. .. . . . ... . ...... . . ... . .. . Abhtziotù di papìllomi de l palnto ........ . ............... .. .... .. ....... .. . . . .. . Ablazione di cisti d el palato . . .................... ... .... .. . .................. . Sutura emostatica d C'i pilustt·i . .. . . .. .. . ............ . . . . . .................. . . ... . Incisioni di fl€'mmoni ed nsCI·'>'!-<i poi'Ìtonsi llnri ......... ... ... ...... . ..... ........ . Ablazione di fibromi tons illari Ablazioni di cisti t.onsillari Spezzettanlcnto tonsillare e tonsillotomif' . ... ....... .. .... .. ... . ................. . Ablaziotù rli papilloma. dell'ngola ............................................ .. . Aspor tazioni di adl'noidi ............................ . .. ... . ....... . ........ .. . . Abla zione di cisti mucoRa faringea ..... .. ........... . . . ..... . . ............... . . Ablazi_o ne di polipo fa ringeo ........................ . .... ..... ... ........ . .. . . . g) GLANDOLE S ALIVAlU :
Asportazioni di neofol'l'Il&zioni benigne della. sot.tomasceUare e della pa.rotide .. .... . Estrazioni di cn.Jcolo salivare della. sottolinguale ... .... . . .......... . . ........... . Ctu·e radicali di fistola del dotto di Stenone ...... . ...... .. . .. .... ..... ....... . .
3
COLLO, LARINGE, TRACHEA E s t.irpazioni di cist-i congenite branchiogene e t,iroidee ...... .. ...... .. ... . ... . . .. . Estirpazioni di fistola tireo-glossa . .. . . . ......... ..... . ..................... .... . E stirpazione di brancm omn maligno
A riportare .. .
RESOCONTO STATfS"ClCO 0Et.L'AT1'1VITÀ CRrRURGIOA ECO.
l
6S5
NUORO ED ESITO DEGLI INTERVENTI PER CIASCUNA ANNATA
TOTALI DEL QUADRIENNIO
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l\A'tt;RA DELL'INTERVENTO
Riporto .. .
Estrazio ni ùi co1·po estraneo in tra muscolare .................................... . . Incisioni di flemmon e del pavimento orale .................................... . . . Incisioni eli flemmone sopra.joidco ............. . ............ . . ........ . ....... . . . Incisioni di a.deno·flcmmone latero·cervicale ..... . .... . . .. ... . . ................ .. . Incis ioni di flerruuone !igneo ..... . ............ .. ..................... . . . .. .. .. . Inc isio ni di flemmone l•' tc ro.fnringE>o ............. . .. ... ................... .. . . . Inc isio1Ù di antrfi.Cf' rle lla nuca .............................................. .. . Asportazione iu blocco di ascesso freddo de lla nuca ....................... . . . .. . . Ablazioni .di n eoform.azioni benigne supE>rficiali ... . ..... . ..................... .. . E stirpazioni eli li poma. della nuca. ........... , ..... . ... . ................... . .. .. . E s tirpazione di carcinoma della nuca .................... . ................. . . .. . Estirpazioni di cbe loide . ...... . . . ................................... . ....... . . Enucle-azioni di nodi linfatici iperplastic i .. ......... . ..... . .................. . . . . Estirpazione di nneurisrn.a tramuatico carotideo .......................... . . . .. . . LPgature de lln giuguhn1~ inte1·na per inten ·ento ;;ul seno latt-rale .. . . . ...... . .... . . Frc nico-e xe resi ....... . .... . ............ . ........ . . ..... . .............. . .... . . Ablazioni eli polipi la.ringe i .......... . ............. . .. . ... . . . ................. . . Ablazioni di gozzi c is tici t' parenchimntosi . .... . .... . .... . ... . ..... . ...... . .... . . Trnc heoton1io . .. . ....................................................... . . . . . .
4
COLONNA VERTEBRALE Laminectomia pE' r frattura e lussa.zione ve rtebrale ........ .. .. . ......... . ...... .. . La.minect-omia pe r compressione spinale da. tumore di natura tubercolAre ...... . . . · 1
'
' 5
TORACE a) p ARTI ~IOJ..U, GLANDOLA MAMlltARlA :
E strazioni di proiettile intramuscolaro ............................. . .......... . · Incisione eli ema.t.oma profondo ........................................... . ... . · I ncisione di ascesso profondo ........... . .................. . ......... . ....... . . Incisione di flemmon~: diffuso sottoaponeurotico ........ . ....... . ............ . . · ·
A ri~rtare . ..
RF..SOCO~TO STAT[ST1CO DELL' A1'TIV1TÀ CHIRURGICA ECC .
687
NUl!lBB.O ED ESITI DEGLI INTERVENTI PER CIASCUNA ANNATA
l
1930
I M. l T.
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5243
37
5280
688
RESOCONTO S'l'ATI$'1'100 D~:r.L' AT'l'IV!T :\. OHUtURGIOA E CC.
C)
" SEDE .A~A'l'O .MJC A E NATURA DELL'INTERVENTO
Ritporto ...
Incisione di antrace della r egione mammaria Incisione di flemmone del dorso ............................................... . Inc isioni di fa.v o del dorso ................ . .. ....... ...... ................... . Estirpazioni ùi cisti dermoidi .................................................. . Ablazioni di neoformazioni benigne superficiali e della. mammella ................ . Ablazioni di lipomi del dorso .............................. . .................. . Estirpazione di cheloide b) GABBIA TORA ClCA E SUO CONTENUTO:
Resezioni costai i por estrazione di proiettile .................................... . Toracotomie a lembo per ferita polmonare .. . ............ .. . . .. . ....... . . ...... . Raschiamcnti e resezioni costali p er carie . : .................................... . Pleurotomie intercostali per empiema. .......................................... . Costo-pleurotomie per empiema. ....... ........ . . ........... . ........ ...... .... . . Toraco-pneumotomie per ascesso polmonare ......... ....... ........ .... ......... . Toraco-pneumotomie per cangrena polmonare .................................. . Toraco-pneumotomie p er echinococco polmonare ............ ... .................. . Toracoplastiche ............................................................... . Incisioni tran!l·pleuro-diaframmatiche di asce.sso subfrenico ...................... . Incisioni trans-pleuro-diaframmatiche di asce;sso epatico .......... ·................ .
6
ADDOME a) PARE'l'E ADDOMJNAJ,E ANTERIORE, ER~'TE:
Sbrigliam<?nto e toletta di ferita pariE'tnJe ...................................... . Estrazione di corpo estraneo int1·amuscolare .................. ... ... .. ....... . Incisioni di ftt>mmone profondo ............................................. . Asportnzione di noduli di miositE' dei nun. obliquo e t.rnsverso
Rl!l800 0 J'I;"T0 STATI STICO DELL'ATTIVITÀ CHIRURGICA E CC .
1 r
NlJJoi:EHO ED ESITO DEGLI I NTERVENTI PER CUSCUNA. ANNATA
G.
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l
5577
690
RESOCONTO STATISTICO DELL'ATTIVITÀ. CHJ'BURQlO.<\ ECO.
SEDI': ANATOMICA E NATURA DELL'INTERVENTO
Riporto ... Ablazioni di ncoformaziotù benigne supe rficiali ... '· ................ ... .......... . ~liorrafie
de l m . retto p er rottura ... . ..... ........... ............. ............ .
Avvicinamento dci m.m. re tti p er morbo di Bant.i ............... . ............ .. . Legatura dd l'artcria epigastrica ..................... . ..................... .. .. . Flebectomia p er varici della vena epigastrica . ....................... . .......... . . Occlusioni di fistola pa rietale pos topcratoria ..................... .. ......... . .. . . Asportazioni d i lipoma proerniario con plastica parictale ................... .... . . Plastiche p a rictali per laparocclè postoperatorio ........................ .... ... . . Cure radicali di ernia inb'tlinale ed inguino-scrotale ........................... .. . Cute radicali di e1·nia. inguinale e vs\ricoce le Cure radicali di e rnia inguinale ed idrocele
............... . ..... . . ...... . ..... . .
Cure radicali di ernia inguinale ed ect.o pia de l t esticolo (orehipcssia) ............ . · Cure radicali di ernia inguinule ed ectopin d el test,icolo (o rchiectomia) .......... .. · Cure radicali di ernia crurale ............ . ............. . .... .. ................ . · Cure radicali di ernia ombelicale
••••••••
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••
•••
•
••••••••••••
•••••
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o
••••
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••
•• o
•••
Cure radicali di ernia d e lla linea. a lba . ................ .................... . .. . . · Ch elotomio per s troz7.1Unc nto ernia rio ...... ..... ............ . .. . ........... ... · · b ) CAVITÀ ADDO!>trNALE , O R GANI NALE ED A~'"NBSSI):
HtTR:APERil'ONEALI
(TUBO DlOERE:-<TE ADDOlfl·
Laparatomie per contusione addorninale .. ........................... . ..... .. · · · La-paratomia p er rottura intn~peritoneale d ella vescica ............... ... ..... · · · · Laparatomie p er ferite penetrante da R. d . f. .... .. ... . ........ .. ............. · · · Laparatomie p er p eri toni te acuta diffusa da perforaziont' ... ..... ............. · · Laparatomie p er peri toni t e a.cut.a circoscritta ...... ...... . .... . .............. · · ··
Laparatomie per peritonite tubercolare diffusa .. .. ................. .... . ...... · · · Laparatomia per pe ri toni te tubercolare circoscritta ............. . ... .......... · · · · L aparo.tomie (esplorative ) per tumori addominali ................. . ...... .. ... · · · ·
A riportare .. ·
K"'SOCONTO STATISTICO DELL' A'l'TtV11'À 0 BiltUR0 1CA E CC •
691
.
l
NUXERO ED ESITO DEGLI I NTERVENTI PER CIASCUNA ANNAT A 1930
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6!J2
RESOCONTO STATISTICO OELL'ATTrviTÀ CKTRUROLCIA JJ:CO.
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ANATO MICA E NATGRA DET.f."INn!HVENTO
R iporto . .. Laptu·atomie pPr occlw;ione int<·stina.le Laparatornie per distacco d i aderenze Ga:;tropessie Gastrotomie per sutura od affondamento di ulcem ................ . ............ . . Gastrodigiunostomie anteriore alla \o\'oelftcr ................. . ................ .. . Gastrodigiunostomia posteriori a lla Von H~cher .................. .. .. . .. . . . ... ... . Gastrodigiunostomie con gnstropf'ssia ...... . ................................... . Gastrectomic p er ulcera .. .............. .... . . ...... . ........................ .. . Suture di ulcera duodenale ................................ ... . . ........ ..... .. . D uodf'.no-digiunostomia. .. .. ..................... . .............. . .... . ....... .. .
.
Entorostomia per circolo vizioso in gastroenteroanastomizzato .. ................ . . Entc:>rorrnfìe ed ontf'rectomie pcr ulcl.'ri tifiche
.......... ...................... . .
Colopessia .. ............ .......... . ... .. ... . .......... .. ..................... . Escissioni di membrana pericolica .. . ... ..... .... . ................ . ............ . AppE'nùicectomie p<'r appendicite acuta .......................... .... ........... . Appendicectomie pcr apJX>ndicite subacuta, recidivante e ct·onica .. ........ ..... .. . Incis ioni dì ascesso appendicolare ..... . ..................... . . .... ............ . . Cieco-sigmoidostomia .................................. .... ... : ............... . Reseziono del cieco .. ... .............................. ..... ................ ... . Aperture di ano contro natura per occlusione intestinale .. . ..... . . .. . . ...... . ... . . Obliterazioni di fult.ola stercoracea .. . ....... . . . . ....... ................... .. . .. . Omontopessia e legatura dell'a. splenic.a per morbo di Bouti ............. ........ . Svuotamonto di ematoma. della retrocavit,l\. d egli epiploon ............... .. .... .. · Interven~i p er ferite del fegato (con laparatomia o laparo-t.oracotomia) ......... . . · Epatotomia per ascesso • . .... . . . . ........ .............................. . ..... . · Epatotomia per echinococco . .. ........ . ........... ... ...................... .. · Colecistotomie .................... .............. ... ....... ................. . · · Colecistectomie .. ... ..... .... : . ................................ . ..... . .... ... · Splonectomie .......... . ...................................................... · A
riporta~ ...
f'
693
BE80 CONTO STATISTI CO D ELL ' ATTI VITÀ OBlBU ROI CA EOO.
NUKE&O ED ES ITO DBGLI INTERV E NT I PER CIASCUN.A ANNATA
1031
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694
RESOCONTO STATISTICO D ELL'ATTIVITÀ CHIRURGICA ECC.
SEDE ANOTOMICA E NATURA DELL"INTERVENTO
Riporto .. . C) PARETE LA'fERO·POSTERIORE, 0 RGANl .RETRO·PERITONEALI (RENE, BACINETTO, l U.RETERE .ADDOMINALE):
Asportazione di lipoma delJa regione lombare ..... . .. . .. . .................. .... . Obliterazione di fistola lombare da pregressa nefrectomia. .... . ... . ............... . Cure ra.dicali di ernia lombare . .. . ............................... . ...... . .... .. . Lombotomie esplorative per trauma renale .. . . . ... . . .. .................. . ...... · Lombotomie per vuotamento di raccolte ematiche e purulente perirena.li . ......... . Estirpazione di sarcoma del r ene per via transperitoneale ........ ... . .. ......... . Nefropessie . ........ . .......................................... . ........... .. . Scapsulamenti del rene ....................................................... . Nefrotomio e nefropielotomie ................................................. . Nefrostomie .......... . .......... . ........................ .. ..... . ........... . N efrectomie Pielotomie .............. . .................................................. .. . Ureterotomie 7
••
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•
•
BACINO, ORGANI PELVICI, PERINEO a) PARETI DEL BACINO (SCHELETRO E PARTI MOLLI): l
Riduzione cruenta. di frat tura del pube ....... .. .... .· ................. . ...... · · · 1 Incisione di flt•Jnmone della. regione pubi ca ............. . . . ......... . .. . ...... .. . . AsportA.zione di osteocondroma. del pube ......................... . ............. . Sequestrectomia dell'ileo .................. .. .. ... ........................... .. . Asportazione di esostosi dell'ileo ............. . ........................... . .. .. . Raschi amenti del cocci go ..... . ..... . ........................................ .. 1 Estirpazioni di fistola. coccigea .................. ............................... . Estirpazioni di. cisti dermoide sacro-coccigea ................................... . . Ablazione di li poma d ella regio no coccigea ....................... . ......... . ... . Vuotamonto di ascesso ossi fluente ...... . . . . . . . .............................. .. . Incis ione di e matoma suppurato della fossa iliaca . ............................ .. · A riportare . . .
695
RESOCONTO STATJ8T100 DELL'ATTIVITÀ CBlRUROlOA ECC.
l
.NUllERO ED ESITO DEGLI lNTERVEJ.'iTI PER otASCUNA A.NNATA
TOTALI DEL QUADRlENNJO
193"1
1980
o. l M. l T. 3337
53
-
-
G.
l M. l
3390 8352
471
- - - -- -- 2 2 - - - - 3 3 l - - 3 3 l 32 -- 32 - 2 -l 2 l 6 11
5
21 -
2
l
-
- - -
n
l l
-
-
-
11
12
- -
-
-
-
l
-
l
-
2
-
2
3
-
3
-
l
l -
l
-
l -
l
-
l
-
-
2 2 - - l
l
-
3417 3740
l
5
3
8
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2
4
69
-
-
-
l l l -
-
-
-
3
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-
l
3
9
-
9
l
4
J
5
t
13
J
14
l
l
2
12
3-l
9
43
4
8
-
380913528
58
l l
3 2
3 -
8
l
-
l
l
-
l l l
2 -
l
-
l
-
l
-
l
l 3
- l - 2
-
2
-
l
-
-
-
-
l
l
17
-
-
14109
l 3 2 17 l
l
-
l
-
-
2
l
- . - -
-
3
-
2
-
3
-
7
-
-
l Totall
3550 138!l7 222
l
ll
-
-
Guarlt j Morti
l -
l
5
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T.
l
-
l
-
48
-
-
-
-
-
-
l M. l
o.
T.
3770 3495
3 -
l
1033
671
-
-
591, 3431 3369 -
-
-
l~,
3372
-
2
- - - - - - 6 2 2 2 l l - - - - l 11- 1- l
3399 3703
-
2
o. l M. l
T.
l
11
2 -
1982
-
-
9
-
6 l l 1
-
2 9 6 l
-
l
-
l
3686 14009 234 l
3
14243
696
RESOCONTO STATISTICO DELL'A'rrlVlTÀ OHIRURGlCA ECO.
.,
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.?
·"'.,e
SEDE .~NATOMI OA E NATURA D'ELL'INTERVENTO
e
z"
Riporto .. . b) URETERE PELVlCO, V.ESOICA URINARIA, PROSTATA:
.Ure terotomie pelviche p er calcoli .............................................. . Incisione di asccs150 dello spazio prevescicale ... .............. ... ............... . . Cistorrafie ... ............... . ............ ........ . ........... . ............... . . Cistotomie soprapubiche ...................................................... . Cistectomia pe r carcinol'll8 .................................................... . Prostatectomia. transvescica.Je c) RE'rl'O E PERINEO POSTF:RIORE:
Incisioni di ascessi e flemmoni del cavo ischio-rettalf' ......... . ................. . . Incisioni di ascessi p eri anali ................... , ........... . ................. . . Spa.ccamenti di fistola ischio-rettale ........................................ . .. . Spa.ccamenti di fistola anale .................................................. . . Ablazione di angioma del rotto .. ..................... .... .... .......... ...... . . Ablazioni di polipi del retto ................................................. . . Ablazioni di papillomi anali Cauterizzazione di prolasso del rotto Riduzioni cruente di prolnsso del retto .................................. . ..... . Estirpazione del retto pe r via addomino-perineale . ........ ............ ......... . E scissioni e cauterizzazioni di noduli emorroidari .......... . ..... ............... . . Cure radicali delle emorroidi alla Whitehead ................. . ................ .. . d) PERINEO ANTERIORE, URETJ'tA, GENITALI:
Incisione perinea.le di ascesso della prostata
................................. . . .
· · · p ermea · r1 d'1 tie mmone pe nprostat1co · · IncJstom .. . ............................ . . . . l Interventi per rottura traumatica dell'urotra ................ . .................. . Incisioni di Ascesso periuret.ralf' .............................................. .. . Jncif<ioni di fle mmone periuretrale (flemmone urinoso)
A riportaT'(l ...
697
RESOCONTO STA' riSTICO Dl!ll.L ' A'M'l VlTÀ C I:Uli.IJ RO LCA E CO.
'
N UMERO ED ESITO DEGLI JNT ERVfl NTI P ER OIASCU:.'A .A NS ATA
11
11130
1148
1032
11131
TOTALI
-
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l l T. o. M. l T. o. l M. l T. G. l l T. _: uarltl l Morttj Totali l l 3372 591 3431 3369 48 3417 3740 691 380913521!1 ~l :J5R6 14009 234 14.243 o.
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389
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-
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2 -
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-
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-
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-
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152 131
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-
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-
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l
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2
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8
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-
53 70 7 lH7 l 2~
3 l
2 l
J
2
l
-
3 8
l
6
4224 16527 240
16767
--
698
RESOCO:t-ò'TO STATISTICO DELL'ATTIVITÀ C1II.RURGIOA ECC.
SEDE ANATOMICA :E NATURA DELL"INTERVENTO
Riporfo . ..
Oblite rnzioni di fistola uff•h·ale .............................................. .. . Uretrotomie esterne ...................... .. ................................ .. . Uretrotomie interne ...................................................... . . .. . Plastica. d ell'urct.ra pe.rineale . ........ ....... .. ...................... .. ....•. ... Asportazione di cisti del per ineo ................ : ... .. ........... . ........ . ... . Ablll!.tione di noduli infìaiDJIU1t.ori d ello scrot.o .............. ..... ..... .. .... .... . Incisioni di ascesso dello scroto ............................................... . Ablazione di cist.i dello scrot.o ..... .......... ........... ... . ................ .. . Plast.iche d ello scroto ............ .. ........................ .. ..... . ........ . . . Rosezioni d ello scroto p er varicocele.......... · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · 1 Resczioni dello scroto e fiebectomia pe r varicocele .... ....... ....... .. ......... . . 1 Fle bcctomie p er varicocele . .. ..... .. ................. ...... ................... . E s tirpazioni di cisti d e l fw1icolo e dell'epididimo .................... . ..... . ..... . Eve rsioni d e lla vaginale pe r idrocele ......................................... . .
l
Resezioni della vagina le per ematocele..................... ... ................ .. · . ........................................................ . · · · · · ll E p1'd'di 1 mectorme Orchipessie .... . .................................... .. . . .... ......... ...... · · · Orchiorrafia .......... ........... . ................ ... .. .. . . ........... ... .. .. . · Ablaz~on~ d.i tu~ore del ~esticolo .............. · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · j
AblazlOJU d1 c1stJ del t l.'stJcolo . .......... . ................... . ............. .. · · , Ort'hiotomia .......... .... ................................................. .. · Orchiectomie ....... . .......................... ....... ........... . ........... . . Abla~ioni di cisti del g lande .... . .. .' · · · ·. · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · 1 PlastiCA. del mento uretrale per perdita d1 sostttnza ..................... . ..... . · · 1
Plastiche p er ipospadia balani ca ................. .. ........... . .... . ....... . . · · Ablazioni di cisti d i.' l prepuzio ......... .................................. . .. · l Plastiche del prPpuzio pe r perdita di sostatlZil. .............. . ....... . ...... · · · · · · l
~~:.::~::i::~ f ~·~~~~ .~~~ .~~~~i~.~~ .~J~~~~~: ::::::::::::::::::::::::::::::::::::l A riportare .. ·
699
RESOCONTO STATISTICO D JI:LL 'ATTIVITÀ ClllRUROIOA F.CC.
•
NUJlERO ED ESITO DF:GLI INTERVENTI PER CIASCUNA ANNATA
·raTA LI
1.1-----;-----.-----.--;-----1 DEL QUADUIENNIO 1830
1931
l l l G.
al.
T.
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60
4001 4032
l
G.
1932
l T.
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-
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- - 1· - -- 1- - - 4984 514:3 74 52 17 4890 60
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-
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-
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-
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-
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-
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-
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-
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- -1- - - - - 4950 19905
243
20148
700
.RESOCONTO STATISTICO DELL' AT'I'IVITÀ OHtRUROJOA EOC'.
SEDE ANATOLICA E NATURA DEI,L'INTERVENTO
R iporto . . . 8
ARTI Asportazioni di dita sopranumN·ario .......... . ..... . ......... . ... . ......... ... . Plastiche por sindattilia ..... ............................. . ................... . . Int.erventi vari per dita a mn,rtcllo . ........ ... ..... . ......... .. ............ ... . Estrazioni di corpi estranei delle parti moiJi .............. ................... . .. . Occlusione di tramite fistoloso da preg1·essa ferita d'a. d. f. ................... . . .. 1 Incisioni di ascessi profondi e flemmoni .......................... .. ........... . . Ablazioni di neoformazioni b enigne superficiali .......... .. . . .. . ...... . ..... . . . . . Asportazioni di encondromi ....... . ............................. . ............ . . Estirpazione di linfogranuloma mn,ligno crurale .................. ............. .. . Estirpazione di neoformazione maligna del cavo p opliteo . ............ . ........ .. . E&tirpazione di sarcoma de l piede ......................... . ... . .. .. ....... . . . .. . l Asport-azione di cisti idatidea della natica . .... ................... . ............ . . Estirpazioni di cicatrice viziosa .. . ...... . .................. .. : .. . ........... ....
l
Innesti d ermo-epidermici alla Thiersch ....................... : ................ .. ; Plastiche cutanee p er scorrim ento ................................ .- ............ . , Miorrafia per rottura muscolare .. . . . ............. . . ........ . , .............. . ... l Riduzioni cruente d i ernia muscolare . ........................• . ............. .. · l Asportazioni di nod!uli di miosite ossifica.nt.e ................... . ........ . ...... . . Tenorrafie................. . ...... ... .......... .. ............. . ......... . ... . . . Tenotomie ................. . .......... . .... . .............. ; ... · .. ... · ... · · · · · · 1 Tenoplasticho ... . ..................... . . .... ................................ . . Raschiamenti di fungosità tendo-sinoviaH ................ ......... . .......... . . . Estirpazioni di li poma. arborescente della sinoviale tendinc·a .................... . · Estirpazioni di cistÌI tendo-sinoviale (ganglio) ................................... . . E stit·pazioni di igromi e borsiti ...................... . . ....................... . · Legatura d eli 'a.on1e rale .................................. . ..... . .. . . . .......... . A rilportare . ..
701
RI!:SO C'ONTO STATI STI CO D E LL ' ATTIVITÀ C H inUROlOA E CC' .
NUMERO ED ESITO tH:IlLI PiTJ·: ttYENT[ l'F.ll I'IASCl' NA ANN \1"A
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DEL Q r .\lllO 1nono
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l
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20
- - -5204 5293
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16
16
- - -5367 5016
60
- - -5076 20594 244
20838
702
1
RESOCONTO STATlSTWO DELL ATrrVrTÀ. CS CRUHGfCA ECC.
SEDE ANATOMICA E NATIJRA DELL'INTERVENTO
R iporto ...
l
···l
Legature del l'a. radiale .............. ············ ·· ··········· ·· ·· ·· · ·· · ···· · L egature dell'a. femorale ................................ . ........... . . . ....... . , 1 E~tirpazion.i Ji aneurisma art.ero-venoso .......... ... ... ........ .... . . ...... .. .. .
Legatura della vena cefalica mediana ........................................ .. . 1 • Angiorralìa . , . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . · Safenectomie per ,.n.r·ici
........ . ............................................ .. l
Enucleazioni di nodi linfntici ingu.ino-crurali . .................................. .. . t
···· l
Neurorra.fia ..... ..... ........ · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · ·. · · · · · · · · · · Estirpazioni di neuroma del n.cubitale .......................................... .
Neuro lisi del n.rad.iale ............ , ......................................... .. . Simpa.ticectomie perifcmorali ............................ · . . .... ........... · · · · · Ì
Estirpazioni di oist.i .artro·sinoviali
, , , ... , . , .... , ... , .. , ... , .. , . . . ; , ....... , .. .. 1
Artrotomia per eRtra.zione di proiettile ................................. ·...... . .. Artrotomie per estrazione di corpi estranei vari .......... , ..................... .
l
Sutnra. do! legamento crociato dd ginocchio .......... , .... . ..... . ............. ..
l
Artrotomie per pia.rtro ... ............ ...................... . .............. , . . . . Est.ra.zioni di corpi m obili endoo.rticola.ri ....... . ............................... . l'I'Ieniscectomie ............................................................ · · · · 1 Riduzioni cruente di lussnzione ... .... . ... . .... .............................. .. . Capsulorra.fio ............................................................... . . Artropln.<:~tiche (l) .................... , ........ . , .............................. .
Estrazioni di proiettile dnl tessuto osseo ......................... . ............ . . Tra.panazioni ossee per osteomielite acuta ................... , ... .' ... .. . ....... . Rasch.iamenti ossei, sequestrectomie, ecc. per osteomielite cronica .............. .. ·
Ablnzioni di cisti osRee •... , , , .. , . . . , , .... , , , , . , • , , •.......•. ..•......... . , . .. · Ablazioni di esostosi ..................................................... , .... . Ostcotomie . . . .... ...... . ... .... ...... ...................... ... .... ... ....... . A riportare. .. .
RE8000NTO STATISTI CO DELL' ATTlVITÀ OBlRU ROIC ' E CC.
NUDli.O ED F.SITO D~GLI INTERVENTI P.IUt CIASCUNA ANNAT A
1080
o l )(. l
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1031
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T.
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l
703
TOTALI
-
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-
23
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l
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HESO<.'O~"TO STATISTrCO DELL'ATTIVITÀ Cl:llRlTRGWA ECC.
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SEDE A:->ATO~UCA E NATURA DELL'TNTE.RVE.NTO
Riporto ...
Regolarizzazioni di focolai di frattura espost-a ........ . ..... .. . . .. .. .... . ........ . R ogolarizzazioni di callo deforme ..... ... . .... . .. ....... . . .. ............. . ..... . R cgolarizzazioni di monconi d'amputazione traumatica . .. ........ . ............ .. . Ostoosintesi acromio-clavicolare ..................... •.... .............. ........ Osteosintesi della. clavicola. . .... . .. . . ..... .... .... . ...........••.... . . . ....... .. .. .. Osteosintcsi dell'omero .................................................... .... . Os t.eosintE>si d ell'olecra.no ................. .......... ......................... .. . Osteosintesi del radio ............................... . . .. . .. ... . ..... . ..... ....
l
Os t eosintesi de ll'ulna .................................................... ..... . Osteosintesi del radio e dell'ulna. ... . . ....... .. . ...... ........ ..... . ......... .. . Osteosintesi del femore ...................... .. . ... .. ... . .... ................ . . Ostcos intcsi della rotula ............ .. . ... .. ..................... •. , ......... . . Osteosintesi d ella. tibia . .......... . . ........ ........ . .. ...... . ............... .. . Osteol'<intcsi del perone .................................................... .. . . Osteosintesi della tibia e d el perone .......................................... . . Osteosintesi del malleolo ................... . .. .... ..... ...... .. ..... ......... . . Rimozioni di fili e placch e metalliche d i ost.eosintesi ... .. ...................... . . Resezion e della. testa de ll'omcro..... .. .. ... ............. .. ................... . . . Resezioni d el capitello d el radio .. . .......... . . ...... ..... ....... .. .......... . Resczione di metacarpo .. .. ............................................... .. . .
l
R esezioni di falangi ...... ... . . .... ..... . ...... .... . . .......... .. .. .... .. .. .. . . Resezioni della testa del femore
............................................ .. .
R esczione del ginocchio ......................... . . .... .... ... ... . . ..... .... .. . Resczioni di meta.t arai •.................................................. . . . . · Disarticolazione scapoiC>·ornerale . .... ...... ... . ..... .. ..................... . .. · l Disarticolazioni radio-ca:rpioh e .. . . .......... . . . . . .. ........................... . . ·
l
Disart-icolazioni carpo·metacarpich e .. ... ...... ... ....•.... . . ... ... . ........... . . l A ritport a.rt ...
RESOCONTO STATISTCCO DELL ',\TTl>IT.~ C'HIRl"RGIC.\ ECC.
Nlnfli:B.O ED ESITO DEOLI INT.E:RV.ENTI Pt:lt t'lA~CUNA A~ NAT \
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106
RESOCONTO STA'l'ISTICO DELL'ATTIVITÀ CHLRURGICA ECC.
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SEDE ANATOMICA E NATURA DELL'lNTElWENTO
--~------------------------------------------------------------
Riporto ... Disarticolazioni mota.carpo-falangoe ed interfalangoe Disarticolazioni ileo-femorali ....... .. ............................... . ......... . Disarticolazione femoro-tibialo (bilaterale) .......................... ............ .. Astragalectomia ...... .. ...... . .......... ... ..... . . . .................. . .... .. . Disarticolazione di m etata.n;o ................................................ .. . Amputazione del bra.ccio .................................................... .. . Amputazioni dell'avantbraccio .... ........................................... .. . . Amputazione della mano .................................................... . . . Amputa-zioni di dita e falangi
........................................ . ...... . .
Amputazioni della coscia ................ . ....... . ... . ....... ..... .. ... . ... .. . . . Amputazioni della gamba . .. . . ........................................ . ..... . . Amputazioni del piede {una, osteoplastica alln Pirogoff) .... .................... . . TOTALI . . .
(l) Nel 1!130 furono St>gnalnt.e 35 arr.rocentcsl, che portano U numero degli interventi di quell'aiUIO gli anni successivi, n el quali in morito a. taJ genere d'intervento llOn si raocolscro dati a.bbaatansa 'PrecW \l<i
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ltESOCONTO STA'TIS'l'ICO DELL'ATTIVITÀ CHIRURGICA ECC.
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l'n&lonJ CUI è accennato nella relazione cbo precedo.
TABELLA B. - Riassunto numerico degli lnterventl. 1982
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T()talJ del qua.drlennlo
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2. INTERVENTI SULLA FACOlA
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3. INTERVENTI SUL CoLLO, LARINGE, TRACHEA ...... .. ...
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6. INTERVENTI SULL'ADDOME (Parete addominale anteriore - Cavità addominale, organi int:ra.peritoneali - Parete latero-po,.teriore, organi retroperitoneali) .........•......
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8.6 8
l ~
7. INTERVENTI SUL BACINO, OR-
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GANI PELVIC'I, PElUNEO (Pa.reti del bacino- Uretere pel· vico, vescica urina.ria. e pto· stata. - Retto e perineo poste· riore- Perineo anteriore, uretra - Genitali) ..............
1.576
l
8. INTERVENTI SUGLI A.Ju.cr ..•
459
4
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357
50 5.417 6.500
5
l. 415
1.366
4
361
327
78 5.578 5.217
•
2 1. 368
5.921
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ISTITUTO MEOICO-LECALE PER L'AERONAUTICA « C. CALEOTTI », FIRENZE
LA PRESSIONE MEDIA E LA SUA IMPORTANZA NELLA FISIOPATOLOGIA DELL'AVIATORE Dott. Umberto Monguzzl, tenente colonnello medico
l la.vori consacrati alla indagine sfignomanometrica sono cosi numerosi, tormentati e complessi che non sembrerebbe opportuno tentam e di nuovi se l'int,roduzione in clinica della nozione della pressione media non dt>sse nn'a.t.trat.tiva. di attualità all'argomento. Nel giorno in cui fu roso possibile misurare la pressione arteriosa nell'uomo si comprese la necessità di conoscere i due principali momenti di eRsa e cioè quello della pressione più elevata e quello della. più bassa. Si pensò così di avere in mano la. chiave dell'attitudine funzionale del cuore e d~l circolo pcriierico da esso sostenuto. La pression<' diJierenziale, e cioè l:b cifra che rappreE>enta lo scarto fra le due pressioni t>st.r eme venne pure studiata nE»lla sua interpretazione clinica e questo dato conserva ancor oggi un valore conRiderevole n<>lla valutar.ione dell'efficienza miocardica e dell'equHibrio circolatorio. Vaquez coi suoi allievi, due anni or sono, risalendo a i vecchi principi di Ma.rey e di Potain ed agli studi più recPnti, per quanto a torto un po' dimenticati, di Pa<'hon, ha valorizzato e mC>sso all'ordine del giorno il mom!'nto in cui nella indagine oscillometrica la contropressione del bracciale permette la. piii ampia <>Span.-sione sistolica dell'arteria, ed ha identificato in tale mo~nto la pressione media, definendola il valore della pressione costantE> che assicura il debit utile al circolo perif~>.rico fra i valori ~stremi variabili ad ogni istante della pr('ssione sistolica e diastolica. Tale pressione fu da lui dE'finita presRione efficace o meglio pressione m<>dia dinamica. Essa non ha nulla a cbo vedere colla prel!sionc media aritmetica fra le sue pressioni note. L'onda sistolica durante il momento della pressione mC>dia passa, sebbenP l'artE-ria sia modicamente comprfssa., S('n.za venire ostacolata e si dirigE> vf>rso la periferia con tutta la f>ua forza viva normale. Indice oscillometrico, o più pr(•cisamentP escursione massima delle lancette dell'osciJJomt>tro, e pressionf' mE'dia hanno pertanto uno stesso significato. Ciò non è da alcuno contrastato. 1\fa SE> ne domanda una spiega:done: che cosa rapprPRenta la pressione media dinamica nella. fi.-siopatologia df'l sistema circolatorio' Qui sta il punto centrale del probl<>ma. A malgrado di un diluvio di studi e di lavori sull'argomento non esiste ancora affatto concordia nella interpretazione che la prE'ssione m('dia può darci sul terrE'nO df'1la cliniea e della fisiopatolof?"ia. Vediamo anzitutto i punti che non sono controverE~i. NcsHmo mette in dubbio che la pressione media rappresenti quel momento della indag-ini'
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LA PH~:SSIO~~n~ MEDIA E LA SUA Il\1P01\TA!:'<ZA ECC.
oscillo me t rien, in cui l'onda circola Loria ha il suo massimo valore efficace e proct•do come normalmf'nte avverrebùe per assicurare il circolo periferico. Si afferma anche che la prrssione media dinamica ha una fissità. relativamente costt'mtc: non bisogna qw>sto dato di fatto considerarlo in modo assoluto: nulla. in biologia è matematico. In massima. parte i lavori fmuccsi ammettono che la pressione media rappresenti una costante fisiologiea, ma qualch<.\ voce dissidente sorta nelle stesso cliniche francesi ed in Italia, dalle osservazioni molto ben condotte dal Volterra e da altri, pur non riconoscendo la costanza dci valori della pressione media., ci conferma che la sua vlu·iabilità è assai minore di quella delle due altre pressioni sistol iea e di asl olica. Lo studio della. pressione media fatto da. moltissimi autori con elementi criticati cd illustnl-ti con finaHtà diverse nel campo della patologia ca.rdiaea. e dei più s•ariati stati morbosi, nonchè sul terreno della fisiologia, allo scopo di saggiare eventualmente con essa l'attitudine funzionai~ del cuore, sebb~ne pol:>s:~ S('m brn.re un po' deficiente in profondità, ci conferma nel criterio che anche ne1la pn.tologin, cardiaca, come ncgH stati di inettitudine allo sport. per insu Uìcienza miocardica. relativa, la presRione media è nello stesso so~gctt o di una fissità realmente notE>volc e non affatto solidaria colle due aHre preRsioni estreme. Vaquez colla sua autorità ci assicura che anche dopo lo sforzo od un lavoro prolungato la pressione media ha nna variahili t i\ mini ma. A malgrado clPll'ìniNesse teorico e pl"<lotìco che può presentare la prcszionc media non si deve dunque da essa pretendere di giudicare dell'attitudine funzionare llel cuore . .Ma quale è allora il significato che può darci la pressione media, la sua ahnorm<' elcvatPzza, la Bua diminuzione! La for~:a. viva. dell'onda sistolica che vince la resistenza dt>l br:~ccial.. , n•·l momC'nto iin r11i pro•ora. h~ escursione massima dell'ago o~ cillometrico, dipende indubbia.mrntc dal volume e dalla spinta eh<' il sang11e riceve dal cuore ma è indubbianwn tc~ altrrsi in ilir(·tt a. rcla,ziono colla elasticità. dr i vasi i qnali as:>orhono in parte la forza centrifuga doll,.onda che va ò.it1gf'ndosi vPrso la l)t·rifPria, le cui pareti si espandono dapprima per <'t~ntra.rsi s11hito dopo pt·r <·IT<'tl'o della loro ch\sticitl\. Quale è dunqut' il mom<>nto in cui si ossrrva. l'oscillazione masgima! P er deduzioni di fi-;ica Pl ~>mPnh•n• cr<'diamo di aver controllato il f<•nomeno mcrcè un sPmplicP appl\l'<'cehio da noj costruito rappresentato da una pompa premenf<' un liq11iqo f:emid<·nRo, r~lccordat::t ~ tre' tubi di gomma di varia elast.irità da.I St' Inirigido al molto elastico. In tali tubi di uguale calibro P lungh~>zza dcv:iat i nelle loro rstremità. libere in alt o in modo da cost.itniro per for?.a di ~TaYit à una rf'sistenza per il liq11ido in t>ssi contenuto esercitammo 1ma pr<>s!donf' dall'C'stPrno all'interno, gradualmente a mezzo di un manom<'tro, ad ogni istante e ad ogni faf:e della spinta della pompa ad essi ra.c<'ordMt'. Qn~>s t a. semplice prova ci l1a convinto che l'espansione dl'll<' par<·ti di tali tubi è in fnnzione della validità della m.s a te1·go della corrente liquida ma sopra.tutto d€'lla cou.<~L~tenza elastica dellA loro pareti. A parità di 1:is a tm·!Jo del liq1ùdo, la forza di cont;ropr€'ssione che tende :t rrstring<'re H lume dei t ubi df've c~sere tanto più modica quanto maggiore t'. J'Plallticità drl tubo per prrmP1tPrgli ò.i mggiungere nella sua espansione
LA PRESSIONE MEDIA E L,\ SUA rMPORTANZA ECC.
•
711
il calibro massimo compatibile con la sua elasticità. In altre parole, l 'a.nela.sticità del tubo costituisce una delle cause della a t.t:enuaziono della sua espansione sotto la spinta del liquido interno ma sop.mtutto ci impone una maggiore contropressione per ottenere l'espansione massima. Nel campo della fisiologia. circolatoria ci sembra pertanto logico poter dedurre che l'accidente massimo della curva oscillat oria si verifichi allorchè la. contropressione del bracciale ancora lieve permette all'arteria, normalmente elastica, mediocremente compressa, di distendersi al limite massimo al momento dalla sistole. L'espansione sistolica di una arteria sana debolmente compre&sa da un bracciale che ne equilibri la sua pressione esterna è in relazione dunque, secondo noi, alla. energia. colla quale il sangue viene spinto in essa, ma sopratutto proporzionalmente alla. consistem:a. delle sue pareti che tenderebbero per la loro elasticità a riportarla al suo calibro normale. A parità di pressione sistolica pertanto noi potremmo ottenere una espansione massima dell'arteria esercitando una contropressione relativamente d(' bolo allorchè il vaso ha conservata eccellente la sua elasticità; per contro dovremo esercitare una contropressiono più forte quando il vaso presenterà parflti relativamente rigide. L'indurimento dei vasi coRtituisce quindi una delle cause di attenuazione della oscillazione massi ml~ non solo ma ci impone una. maggiore controprt'ssione del bracciale per ottenere quella oscillazione massima che ci illumina sulla pressione media dinamica esistente in essi. 11 Sedillot con elem~nti di fatto clinici, prospettati ed illustrati con grande spirito critico, ci dice che la. ipertensione media solitaria ò esclusivamente la sindrome della perdit~ della ela.sticit.à va~a.le. Noi pur non condividE.' ndo completamente questa t esi, troppo unilat<>rale, crediamo però poter confermare che, facendo qualche debita. riserva al crf>dito che in biologia. va. dato alle formule matem ,~liche, la pressione media ci illmnini notevolmente sullo stato di elasticità del lotto arterioso periferico e questa. convinzione ci viene confortata vieppiù dall'imponente appoggio di dati clinici e spE.'rimentali i quali confermano che sia dopo il lavoro, nell'esame rlE.>ll'a.ttitudine funzionale del cuore, sia nel campo delle più svariato fasi dalla patologia cardiaca, la pressione media si mantiene in uno stato di fìRsità considerevole anche allorchè le pressioni estreme subiscono notevoli, perturbazioni. La pressione media può anch'eRsa variare indubbiamente come del resto ogni costante fbiologica ma in limiti a8sai ristretti. Ciò mi Rembra. giustifichi e confermi che solo in parte minore la forza viva ed il volume dell'onda sistolica. può influenzare il grado di compressione necessaria del bracciale per ottenere l'ampiezr,a massima dell'indice oscillomotrico. In f.rentotto sog_get.ti sani e validi già piloti d'aeroplano provetti e quindi in piena vigoria fisica controllatn., ho voluto stndiare minuziosam(>nte il comportam('nto della pressione media e delle pressioni estreme. Prima e dopo un lavoro compiuto nelle identiche condizioni e nella stessa misura di venti flessioni sulle ginocchia in ciascuno di essi llo esplorato le pressioni estreme e la pressione media a mE.'zzo dell'apparecchio del Boulitte, col metodo ascoltatorio le prime, e coli 'ago oscillo metrico la terza: mentre ho notato variazioni notevoli e capricciose, forse talora influenzate da fattori emotivi delle pressioni estreme, la pressione media restò in quasi tutti
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LA PRESSIONE 1\IEDLo\ E LA SUA IMPORTANZA ECO.
pressochè costante subendo modificazioni di importanza minima solo in quattro soggetti. Per lo scopo che mi propongo in questo breve articolo non credo utile nè opportuno trascrivere qui tutte le riflessioni e le osservazioni che ho creduto fare all'esame dei singoli casi in questi piloti: dirò solo le conclusioni a.lle quali credo di essere pervenuto. Già Marey diceva che <<la elasticità delle arterie economizza il lavoro del cuore ». E notorio che se allo stato fìsiologlo di perfetta elasticità le arterie sono i preziosi ausiliari del cuore, allorchè le loro pareti si sono indurite. esse costituiscono il suo peggior nemico aumentando gli ostacoli periferici che il motore centrale è obbligato a vincere. Normalmente le arterie le cui pareti sono elastiche si lasciano distendere sotto la. spinta sistolica che esse assorbono in parte, concorrendo, col loro ritorno al calibro normale, ad incamminare il sangue alla periferia. Arterie rigide con pareti sclerosat e sono incapaci di compiere questa rfunzione di concorso alla sistole cardiaca e l 'onda sanguigna passa in esse senza. alter-a.re il loro calibro dirigendosi alla periferia colla soln. forza che parte dal cuore. .Allorchè eseguiamo una esplorazione oscillometrica su nn' arteria perfettament(l! ela.st.ica noi osserviamo l ' escursione massima dell' ago quando la contropressione esercitata dal bracciale, ancor lieve, è sufficien te a ridurre il calibro dell'arteria. durante la diastole ma insufficient~ a. impedire al vaso sanguigno di r<~.gginngere il suo calibro massimo compatibile colla sna elasticità al momento della sistole. Ecco il momento in cui nel soggetto normale osserviamo l'oscillazione più ampia dell'ago ed in cui segnamo la pressione media dinamica la quale rnppresenta secondo noi se non totalmente, certo in notevole parte l'indice di elasticità dell'artt>ria esplorata. E che la pressione media esprima tale elasticità ci viene indirettame nte confermat.o anche dall'autorità del Vaquez il quale riconosce che la elevazione della pressione media è quasi costantemente a.ssocia.ta. ad ipertrofta cardiaca. .Altra prova di osservazione indiretta ma comune, ci viene dflita ogni giorno dalla clinica. Negli stati ipertensivi giovanili infatt.i, secondari o no, allorchè le arterie hanno conservata la loro el<l>St.icità e la pressione media è bassa , la prognosi è buona, l 'ipertrofia. cardiaca moderata e la malattia può essere sopportata senza alcun disturbo, ment.re por contro nel rene grinzo dell'età avanzata ovvero nC\l saturnismo arterio-sclerotico allorchè l 'ipertensione si associa a perdita della elasticità dei vasi la prognosi è meno buona e<l il euore rnggiuuge ipertrofie considerevoli dando presto segni di stanchezza. Tutti noi conosciamo e cardiologi di alto valore ci insegnano, che variazioni f'Stese delle pressioni estreme passano in alcuni soggetti completamente inavvetite, mentre in altri, pressioni massime anche non (l!CCN;sivamente elevate dànno luogo a gravi disturbi ed a meiopragia cardiaca. Ciò comportC'rf'bbe a nostro giudi;r,io uno studio più comple-t-o di que11ti ammalati alla luce deJJa nnova indagine sulla loro pressione media che potrebbe in questi c a~ i d11>rci prezio~;i mgt:,ruagli. À ragione dell 'importanza di questa nuova nozione E'ntrata in clinica si deve comprendcrt> la opportunità della revision<' genE'rale della indagine sfigmomanometrica poichè alla cifra delle due pri.'IISioni e11t.r~me è necessario aggiungerP una terza cioè qu('lla d~lla. pr<'s>donc mE-dia, che, st> la t(\SÌ
LA PRESSlONE .lldEDIA E LA SUA l:Ml'ORTANZA ECC.
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da noi confermata e sostenuta. è vt•ra, può fornirci un indice prezioso sulle condizioni del cosidetto cuore periferico. La ricerca delia pressione massima e minima ha fino ad oggi dominato il campo, ma tanto l'una cht' l'altra variabili nello stesso soggetto, di identificazione, specie la minima., non facile nè molto precisa, ci dicono solo il brevissimo momento mutevole dello sforzo iniziale del cuore e delle resistenze periferiche, ma non ci assicurano sullo stato del letto vascolare. Tutti conosciamo la capricciosità delle cri~; i ipcrtensive accessuali e lo stabilire una diagnosi di ipertensione permane n t t· essenziale deve essere sempre funzione di ripetute prudenti osservazioni. Per ciò che concerne la pressione minima la sua valutazione è t.uttore oggetto di contrasti sia sui metodi da. adottare per valutaria sia sul momento in cui essa deve essere idontifìca.ta. È spesso di difficile comparazione poi fra i vari esaminatori pt•r i criteri imprecisi o sconcordi cui dà luogo la sua ricerca. :;\fentre l'Iarey la identificava aJ momento della più ampia oscillazione dell'ago confondendola cioè colla pressione media dinamica, più tardi si è rettificato tale giudizio e si è visto che essa deve essere situata più in basso. Oggi dalla mass im~\ parto degli autori la minima deve rtenersi identificabile al principio di una zona terminale distinta di oscillazioni doli 'ago a cara.t te re proprio deboli ed uniformi nella serie di minore ampiezza. La pr('ssione minima È' caratterizzata d:1. quel punto limite nel quale la pressione non può più abbassarsi . .Koi crediamo, confortati anche dall'esperienza di molti~;~; imi cardiologi, che la pressione minima ci rappresenta il tamponamento periferico del circolo e lo sforzo che il cuore dove vincere e siamo convinti per lUllga pratica che l'ascoltazione dell'arteria sia il metodo migliore per riconoscerla ed identi1ìca.rla in quel fenomeno quasi sempre così evidente di vibrazione strisciante dopo gli ultimi toni arteriosi netti che traducono la zona terminale delle ampie oscillazioni . Ci troviamo molto spesso in pieno accordo Poi collE>ghi quando la prE>ssione minima è stata rict'rcata da. una parte e dall'altrà col metc;do ascoltatorio, non lo siamo quasi mai &llorehè l'indagine è stata fatta col metodo oscillometrico. Checchè M sia n•st a qm~si sempre la pressione minima un dato approssimativo. Per contro la pressione media, per la identificazione della quale occorre Rl'mprt> ricorrere alla oscillomet.rica, è di tecnica facile, applicabile correntemente ed offri' difficoltà assai minori. !/unica è quella che può essere da.ta dal confondere l'oscillazione massima dell'ago con altre di uguale ampiezza allorchè si osserva quel fenomeno che viene definito pressione media in piano. In questo caso la cifra delle pressioni medie si deve misurare secondo Vaquez l'd i suoi allievi, nel pw1to di mezzo della. serie di oscillazioni
di uguale va.lore.
*** Premesso che con maggiore o minore frequenza UII modico stato d'ipertensione media esprimendoci prevalentemente una sclerosi arteriosa, pos!la sussistere senza dare manifestazioni che infaRtidiscano o diturbino il soggt-tto neìla vita normale, in base alle considerazioni che abbiamo sopra br:ve~ente enunciate ci siamo convinti che il suo interesse nel campo della fì'!Iologm dell'aviatore superi largamente il dominio delle patologia cardio-
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LA PRESSIOKE MEDfA E LA S1JA IMPOIITANZA E CO.
Yascolare di com1 11H~ identificazione e ci dia un indirizzo di carattere genera,le di -ralorc m gguarùcvole. n vroblcma centrale della fisiologia dell'aviatore è quello del\e variazioni clw illi bii$CCl 'organj ~'mo durant<· i voli ad alta quota, imposti sopratutto dl~lle ei'igr-nz<' di indole milit:tre. Si tratta della compa.l'Sa di disturbi di indole complessa caratterizzati dall'aumento della frequenza del polso, rht l't'spiro dispnoico, opprt>ssione precordiale con palpitazioni e senso d ·angoscia, movimcn1 i <'ho dj ven tano diffioili, dolori di testa, da psiche m<>no limpida., Yertigini, nausee, apatia generale e deliqui. Le pressioni m a.<;sime e miwrne subiscono costantemente variazioni notevoli ad alta quota e solo quando l 'apparecchio vola per un certo lasso dj tempo orizzont a-lmen t-e, la mas~;ima tende a stabilizun-si e ritornando ai valori di partenza, i turbam(•nti si ?.tt<>nuano e l'org'J>nismo ritrova un equilibrio relat.ivo. Nelle discese poi la pressione massima diminuisce fino a valori più bassi di quelli constatati prima del volo. Queste sono acquisizioni che concordemente i fisiologi hanno controlla.!o. Le modificazioni dùlla pressione massima e mimma. nelle salite e nelle di~ccse non sono di difficile interpretazione data la diminuzione della tensione atmosferica ad alta quota ma indubbiamente è da tutti ammesso che vi concorre una correlazione nervosa e certo bisogna riconoscere. che uno st ~~t o dj disestesia. neurovegetativa con prevalenza simpMica giuochi una pu,rte notf'volc in tut.ti i disturbi delle alte quote. Le deprMsioni atmosferiche non sono in vero risentite in ugual nùsura nei vari soggetti; ve ne sono alcuni che non reagiseono in alcun modo, altri che presentano una notevole srnsibilità. Qualunque sia la pa.togcnE>si di questo male delle ftlte quote negli aYiatori, () facendo la giusta parte alle calJRO varie legate alla diminuizionP daJJa t<'nl!ionP dell'ossigC'no e df'll'a.cido cm·bonico, ai fattori la.birint ic·i e clcll'orc•cchio medio, nonch?J n.ll'improntn prE'dominant.e del regime 1wurovegc1 ativo è certame n t e 1ma verità la palit< siana che per salire a d alte qnotc occorre fare i conti colle artE-rie e col cuore. Diminuizione della pression<' al mm>fNica vuol clirl' sconvolgere l'idraulica circolatoria., t urbare il circolo perifC'rico supC'rfi<'in.lc f' profondo, richiamare il sa.ngue da una parte p1' r aspinnlo dn.ll'al1ra.. I v~Ml i debbono costringersi e lasciarsi distendere fadlm~?nte equilibrando la mu1 E'vok pressione esterna, il cuore deve essere va.lido per far fronte' :tllE' variazioni circolatorie. J,e presRioni estreme soprat nU o si innalzano l' ~;i abbasRano rapidamente ed in un soggetto che non abbia ari <>rk elastiche C' pront·e ad l'qnilibrare il t.tubato c tormentat.o circolo pt'rifC'ric>o è pl'ric>oloso si;~ per il cuore clHl per le arterie ~;ubire variazioni r::~pide della pr<>sRiOnP ai mosferka perchè indubbiamente il mali' delle alte quotP può <'SSC'rr in tali floggPtti più gra vido fli con!leguenzP. Soi erNli ::~,mo cJw in ogni candidato al volo, a c1wre completamente im1t>nnP da a,)t('ra,r,ioni con circolo in perfetto equilibrio, il valoro della prt'RSÌOll<' media illuminandoci not<'volment.e sullo stato d i ('}asticit.à delle art~>rie di mNlio <' groR~ o c~.libro debba essere una cifra da inseriversi nelle nPstre osRervazioni t>d in tutti i casi in cui si constata una pressione media <'lt>vata si dPbba N<~ere prndt>nti in un giudizio di attitudine al volo ad aHe quote. F atte le dovute riR<'fV<' per influenze varie sopratutto di natura en-
LA PJlESSlONE ?>rEDfA E LA SUA lMt'ORTAN Z ,\ ECC.
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ducrina e neurovcgetativa che possono elevare la pressione media in modo più o meno transitorio creando spasmi va.~ali nelle arterie di medio e grosso calibro, la. pressione media, non presentando alcunA. solidarietà colla. massima e colla minima, quanto più è elevata divergr.ndo ed allontanandosi della minima, pur potendoci indicare che il debit cardiaco è aumentato, ci rappresenta non di meno uno stato di scan:a ad~'Lth~bilit à. delle art.erie di grosso e medio calibro allo sforzo del cuore e quindi una diminuita loro elasticità. Indubbiamente i per Lurbaruenti della pressione media dinamica cosl come della pressione massima nel loro meccani.<;mo patog<>netico possono anch'essi essere in relazione colla influenza. vaso-pressoria riflessa dei nervi cardio aortici di Oyou e dei nervi seno-carotidei di H ering, conosciuti oggidl dalle ricerche sperimentali di questi autori i quali hanno dimostrato che la sezione di questi quattro nervi f1·enatori riflessi dei cent.ri nervosi vaso-pressori determina uno stato ipertensivo cronico che nella sua evoluzione finisce col determinare lesioni a tipo produttivo e degenerativo doll<' pareti arteriose. Anche se qurst.i d?.ti possono spicga.rci il meccanismo patogenico della ipc·rtf'nsionP media, sta pc•rò la. di>duzionl' praf ica che quest.a esprime in massima parte 1mo stat.o di sdcrm;i vasa.Je periferica la qu:"tl(~, l'le in un primo t('mpo può essc·r•' considerata benigna per rapporto alla lentezz~\ della sua c•voluzione, non è tal o da. N!Rerf' tm!lcurata. in soggetti che debbono subire le influenze di perturbazione della. prPsRione atmosferica con salite mpide ad a,Jte quote Sl'~nite da fulminee discese.
Qui non siamo sul terrt'no delle concluRioni teoriche ma. nella sfera di acquisizioni essenzialmente pratiche c mentre vorremmo che altri controllasse e porta"fì<' nnovi contributi a questo argomento, siamo per ora persuasi che la nozione della pressione media dinamica debba permettere molto spE>sso nna diagnosi precose di mn,la.ttia delle arterie di medio e grosso calibro prima ancom che qtH'"ta. si ma.nifesti con segni soggct.tivi ed obbiet.tivi più rvidenti. Col nostro brevE> e modc.>SI·O contributo speriamo di aver convinto il lettore che per un esame completo dell'apparato cardio-va'ìcolare agli effetti della idonPità al volo ad alte quote sia opportuno e necessario cOIL'liderare non solo la pressione massima e minima che con>;ervauo tutta la , loro importanza, ma altrcsi la pressione medh:t. che ci dà un ragguaglio apprezzabile sullo stato d<>l cuore pPriferico tanto prezioso in soggetti che nella loro giornaliera attiYità di lavoro sono costretti a subire le influenze di un r<'gime di massima variabilità del circnlo superficiale e profondo. Siamo ove la fisiologia trapasRa con rapido volo alla patologia jn un campo in cui i dati dell'una servono alla migliore comprensione dell'altra e davanti al quale lo studioRo segna un passo in avanti per la ricerca di quella. n>rità eh<' è costante necessità della nostra scienza.
SUL PIGMENTO DEl PARASSITI DELLA MALARIA Prof. Paolo Romby, tenen tè colonnello medico, docente d i igiene
Molta. considerazione;> richiede lo 1\t.udio del pigmento osservabile nei parassiti della malaria. Il J>ignificato e la funzione del pigmento sono infatti tutt'altro che bene precisati. È comune il concetto che i parassiti della malaria, vivano a spese del globulo rosso, t,rasformando l 'emoglobina in melanina. Ma. questa attività biochimica non ha ricevuto adeguate dimostrazioni. L'osRcrvazione di mestn1i di mala.rici, permette di rilevare che il pigmento contenuto nei parassiti, subisce azioni veramente complesse; n pigmento è soggPtto a ben determinati orientamenti e moviment.i e può acquistare apparenze diverse a. seconda della specie e dello stadio di sviluppo dei parassiti. Può presentarsi come granuli finissimi, come grosse zolle ed infine, nei gametociti, come aculcc>i sparsi in modo abbastanza uniforme, nel citoplasma. Nei parassiti, in fase di schizogonia., da. prima lo si trova sparso a raggera, come a designare i limiti fra i nuovi elementi, }JOi lo si trova accnm1ùato in grosse zolle, nel cent ro di figura.. Coi nostri mezzi di osservazione è compito agevole scovrirP il pigmento 11ei parassiti clw hanno raggiunto nna fase di sviluppo superiore a quella. di piccolo anello. Tuttavia. in alcuni parassiti, di dimensioni assai esigue, è p ossibile individuare granuli finissimi di pig mento; cosi precisamente in gametcciti di Pl. mvax, con dimensioni simili ad un piccolo schizonte. Occorre poi ricordare che il pigmento lo si trova nei parassiti dura.ntfl il ciclo anJì.gonico. Ncc>i vermicoli il pigmento è più o meno sparso; talora. è situato in una m età. del vermicolo. Koch ritiene chC:\ il vermicolo <'SCa. fuori dai corpi rotondi (Zigot 4') a bbandonando t utto il pigmento; più tardi :però il vermicolo formerebbe nuovo pigm«:>nto. Negli anJì.onti indovati nello spessore della parete intest.inale il pig.m ento è sempre visibile. Da prima è vicino alla superficie, riunito in guisa da formare un cerchio, o da descrivere una. T maiuscola; qualche volta il pigmento è raccolto in una massa. Negli stadi successivi appare per lo più molt o fine, più o meno scolorito, ridotto di quantità; qualche volta non lo si trova più. Sull'argomento è poi veramente importante la constatazione che nella malaria sperimentale, provocata mediante l'iniezione di sangue di infermi di terzana li<>ve, i para.ssiti di Pl. vivax posseggono pigmento in quantità notevolmente scarsa., in confronto a. quella osservabile nei parassiti della infezione na.turale. Questo fatto è stato messo in evidenza da Gerstmann ( me malaria Behandlung der Progressive Paraljse. Ed. Springer, Wien 1925) . È ormai sufficientemente accertato che nel sangue di individui mala.rizzati, il numero dei plasmodi è sempre molto scarso c che il Pl. t·i-
SUL PIGMEN"I:O DEl PAR~S.':IITI DELLA ll-fAL;\RIA.
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vax nell'iniezione artificiale si differenzia da quello dell'infezione naturale per la diminuita od abolita capacità di produrre gameti. L'assenza di gametociti e la povertà numerica delle forme asessuate sono sufficienti a spiegare il decorso generalmente beni}plo dell'infezione sperimentale da. Pl. v-ivax. La somminist.razione di pkcole dosi di chinino porta rapidamente alla cessazione degli ac('PSSi febbrili, i quali non ricompaiono nemtnt>no dopo i soliti procedimenti di riattivaziono. Tuttavia gli accessi febbrili raggiungono spesso temperature elevate. Miihlens e Kirschbanm in alcuni casi di malarioterapia con Pl. praeco:-r hanno osservato un improvvil'lo aumento del numero dei parassiti ed una. ricca comparsa di pigment.o nel j;angue periferico. Consigliano in questi casi di interrompere il processo. Merita infine d 'essere ricordato, che nei :~oggetti sottoposti a malariotera.pia, di solito non si riesce ad accertare l'esistenza di spleno e di epatomPgali.a. Questo fatto è stato rilevato da diversi osservatori. G4'rst mann aiTt•rma che neppure all'esame necroscopico, ll(•lla maggior parte dei casi, apparivano ingrossati il fegato e la milza; Mtihlen.<J e Kirschbaum n PI 75 % dei pazienti, non hanno accer tata l'esistenza di tumore di milza p al· pabile . .Anche Nonne ha scgnalat.o il medesimo fatto. L'esame di numerosi mestrui di individui sottoposti a mala.rioternpia, mi ha permesso di confermare piena mente i fatti ora descritti; ho potuto inoltre osservare cho con frequenza i pal"~ssiti (Pl. vivax ) anche in fase di schizogonia, non determinano sensibili modifìcazioni nella tinta degli eritrociti invasi. Tuttavia la quantità del pigmento, contenuta dai parassiti, è sempre piuttosto rilevante. n fenomeno ora ricordato è ben manifesto dopo alcuni accessi febbrili e sta ad inclit·;ue che il proceRso volge a s pegnersi. Altre osservazioni recano forti dubbi sulla origine dl~l pigmento nei parassiti della malaria, sopra enunciata. In tal uni casi d'infezioni' plurima di erit rociti o quando sia dato particolarmente di osservare due parassit i di Pl. vivax. in pieno sviluppo, come ad esempio, due schizonti o uno schizoute e un ga.metocito, si è indotti a ritenere che la considerevole quantità di pigmen to, contenuta nei due pal'af\siti, non possa esili' l'e il risltlf ato di una tlir<>tt"a e semplice modificazionA dell'emoglobina posseduta dall'erit rocita parassitato. Ad analoga conclusione si è t ratti considerando che negli Pritrociti p2.rassitati da Pl. 1nalariae, non si osservano modificazioni nella tinta e n<>lle affinità cromatiche, per lo meno di tale entità, da far presumere a.lt('razioni sensibili d<'l contenuto emoglobinico. E ancora sull'argomento non è privo d'interesse quanto ha scritto W:\rasi (Aroh. f. Sch. und, Trop, Hyg 1928) t.enendo conto della quantità. del pigmento contenuto dai parassiti e del tasso di emoglobina, si deve ammettere che il pigment.o non ò formato semplicemente dell'emoglobina delle amazie, ma da materiali accumula.t.i n(\i parnill'l iti, o che è originato direttamente dai parassiti. Per pronnnciarsi sulla origine e sulla nat ura del pigmento dei parassiti della malaria, è necessario inolt re ricordar(:l le indicazioni fornite dalla protozoologia. Di fronte ad emosporidi pigmcntati, Pl. kochi (Laveran). Pl. pitheci (Halb e Prow), Pl. canis (Castellani a Chalm), ad emosporidi
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SUL PlG~lENTO DEl PARASSIT I DELLA MALARfA
pigmentati, parassiti dolle emazie degU uccelli, sono emosporidi a·IIatt.o privi di pigmento (famiglia Piroplasmidi, genere .Ackromatwu.s; Piroplasma; Theileria; Nuttalia; Nicollia). Studi recenti ed in particolare di Angeli, portano a. ritenere che le melanine derivano dalla condensazione di nuclei pirrolici, che non mancano nella molecola proteica.. .Alcuni autori att ljbuiscono la formazione delle melanine degli elementi cellulari, a sostanze che dal nucleo passerebbero nel protoplasma.. In altri termini la. formazione di pigmento si ridurrebbe ad un semplice f<'nomeno, molto vicino ai processi di secrezione ct:llulare e i granuli di pigmento si originerebbero da granuli provenienti dal nucleo. (.Meirowschy, Gnmd, Steffel, Szily) e costituiti da 1ma soRta.nza che potrebbe chiamarsi pro pig-mento. Ricerche analitiche di Seyfarth. (O. Chem:ische U1tters1whungen de8 Mala?'iapigments Vh. D. Ges., J ena 1921,) di Ma.yer (E. Eisenreaktion, .A m, Malaria.pigm ent.~, V·irch. Arch. 240) portano a differenziare il pigmento della malaria dalle m~laninc. Il pigmrnto della malaria è solubile in soluzione alcoolica di acidi minerali (acido solforico, nitrico, cloridrico al 5 %), 'riscaldando a 40-50 centigradi per un c~>rto tempo; è solubile in soluzioni acquose ed alcoolichE> di alcali (carbona t o di sodio, idra.t o di sodio, ammoniaca); e solubile in anil ina, in piridina, in soluzione di chinino, in cloroformio al 4 %· N on è solubile in vee(;' n<·i comnni sol ve n t i dci grassi. Non si colora coi colori basici nò coi coloranti dei gra1;si e dei lipoidi. Non è annerito dell 'acido osmico c dal nitrato di argento. È decola.rato dall'acqua ossigenata. Non dà la comune reazione microchimica del ferro, pHò, Recando Scyfart h, la ricerca. ri<>ulta posit i va. M' si intraprende la reazione quando il pigmento sta sciog-liendosi. R-asumoff nr_g a qn<'Sto fatto. Le mela.nine sono invece insolubiU negli acidi, negli alcali e nei solventi dei grassi. Sono decolorato dal cloro e dell'acqua ossigenata; anneriscono se esposte ai vapori di acido osmico e trattate col nitrato di argento. ~on si colorano con le sostanze coloranti dei grassi e d<'i lipoidi, nè coi colori basici. Le m<'lanine, secondo Alfieri, sono dPcolarate, s<• trattate prima con tma soluzione di permanganato di potassio all' 1:2000, e poi con una soluzione rli acido ossalico all' 1:30u. Con il metodo di Perls Scneid<'r la rict>rca del ferro è negati\a per le meJanine. Studi interessantissimi hanno fatt o apprendere che alcune mcla.nine possono essere modificate so opportunamente trattate; cosi mentre la ' melanina dei capf'lli è pochi'>simo solubile negli alcali a caldo, la mela.nina di cero idea è discretament-e solubile in alcali diltuto, e che le melanine in[!'ialJiscono con acqua ossigenata e, trattate con mi<;cela. cromica, si sciolgono, o~;sida.ndo!ii e d ando lnogo a sostanze gia.lle pcciose. Fra i prodot-ti di demolizione delle mela nine sono stati ident.ificati il pirrolo <'l'acido suceinico. Ang<>li ha. dimostr!tto che insPg uito arl opportuna ' ossiòazione l.!.lcalino-perma.nganicft, di melanina di Sf1ppia Ri arriva a. compo~~ i pirrolici.
SUL PfOMENl'O DEl .PAK'\SSIT! Dr:J..L.\ )IAL.\ Hl.\
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Quanto è stato detto circa i ritnù tati dei l'Cc.wn ti lavori sulle mdanin~ in genere a sul pigmento della malaria, rf'ca il convincimento che in seno a.ll'orga.ni~mo, il pigmento, osservabiJP nei parass iti <lrJia. malaria., quale che sia la. sua. nat ura, possa s nbire dbint .. gm;,ioni, or-~;ida.ziuni, riduzioni o comunque modifica:r.ioni SI:'I!Sibili. Si è invece quasi voluto negare queste possibilità à ll'orga.Jli:;mo um~tno che pUI'e ùispone di tante energie ed è capace di att.i van' SL'I'ic innumerevoli e complesfH.\ di reazioni fisicochimiche, afJermando c.hf' il ]Jig-mcnto ma.Jarico, perv<'nuto nel plasma, lib<•ra.to dai corpi reRiflui dl'llr :-:chizogr.nie e dai parassiti distrutti, verrebbe inglobato d <l.i lcucocit i o poi da qup:;t:i !leposita.to nei tessuti e in part icolare negli organi emopoi~>tiei. Alcuni autori hanno ripetuto il consiglio di ricrrcare quc::;ti leucaciti mela.nofori, perchè la loro presenza nel sangue può condurre alla diagnosi di malaria, quando non è facile • scovrire i parassiti malarici. Lo studio di un numero assai cospicuo rli mc>s1 rui mft.];.~ rici eon prl·parati vitaJ.i e fissati, con reperti ricchi di p ara;;siti in fa~e ~r lùr.ogonica, mi ha dato modo di ossrrva.re come fatto rccezionale qnalclw lrtJcocito co ntenente granuli di pigmento scuro. L'estn•ma rarità dci hmcuciti melanofori è stata osservata e confermata da diversi autori '' fra. que:~ti da Visbeq e da. K. Lacaze, che hanno avuto modo di esaminare il sangue di molti mala rici, fra le t ruppe francesi opf'mnti in Orien te. Dopo quanto è stato detto è lecito chi<•dcrt- se veramentè il pigmento contenut o nei p arassiti della malaria debba rssere considE'ra.to rome un semplice elemento di rifiuto del metabolismo dei parassiti, e se nel plasma ematico, non possa. il pigmen to subire modi fìca.zioni. Stùl'argomento non si posseggono clementi tali da permett('r<' l'R<ntrienti risposte. Brown riti<'ne chr il pigmento abbia azione emolitica. Certamente si è indotti f~ p €'nsarf' molto, in riguardo alla funzione 1lel pigmento, dopo le osservazioni sulla malaria. sperimentale. NumNosi<ssime indagini compiute allo scopo di stndia1·e le alterazioni ematiche, mi hanno fat.to apprendere che rN~lmente nei mestnli di soggett i malarizzati, anche dopo 10-14 accessi febbrili, con temperature elevate (oltre i 40 centigradi) e con rep€'rti emoparassitari abbastanza. ricchi, il tasso cmoglobin.ico, non risultast'.nsibilmente modi.ficato, n è si nota una diminuzione notevole nel numero degli erit rociti: nel contempo il numero degli eritrociti, contenenti le sostanze cromatofùe ('Dd oglo bulari di Cesaris Demcl, come il numero dei policromato.fili, ristùta molto limitato. RIASSUNTO.- L'A. espone il risultato di numerose osservazioni ematologicbe compiute su malarici e su individui sottoposti a meJariotera.pia, allo scopo di precisare il significato e la funzione del pigmento contenuto nei parassiti della. m alaria.
ISTITUTO DI CLINICA MEDICA OENERALE DELLA R. UNIVERSITÀ DI SIENA Direttore: Prof. C. GAMNA
lU Uni FORMULI lftOI[IJIVI D~L VOLUME MinUTO [IR[OLITORIO Dott Sta.nlslao Paollllo, primo capitano medico, assistente militare
Nello studio fisiopatologico della circolazione sanguigna, secondo gli odierni punti di vista, ha una grande importanza l'osservazione del come tutto il sistema circolatorio funziona nel suo insieme. Se una pa!'te preponderante nello studio d'insieme assume l'attività automatica. del cuore, non bisogna dimenticare però che anche l'attiva partecipazione di tutto il sistema vascolare, quella dei tessuti e l'influenza del sistema nervoso vegetativo sono in funzione diretta nel circolo sanguigno. Ecco perchè in questi ultimi anni si è data maggiore importanza al cosiddetto indice cuore-vasi il quale terrebbe conto della pressione arteriosa e della frequenza del polso. La misura della pressione arteriosa vagliata nei suoi vari esponenti ci da le seguenti indicazioni: a) la pressione massima o pressione sistolica (P:M:x) quale espressione della forza delle contrazioni cardiache; b) la pressione minima o pressione diastolica (PMn) quale espressione della resistenza del sistema vasale; c) la pressione differenziale (PD) quale espressione del volume del polso e della elasticità arterialc; d) la pressione media (PMd) considerata non nel senso di valore medio delle due pressioni estreme, ma nel senso di Vaquez e della sua scuola, quale pressione costante che assicura. il deflusso del sangue nei vasi (costante idraulica). La misura in vece della frequenza del polso ci dà l'indicazione del ritmo dell'attività cardiaca. che è in funzione del sistema automatico e del sistema. simpatico-parasimpatico. Non starò a fare la storia delle ricerche sperimentali intentate allo scopo di determinare il volume minuto nell'uomo e negli animali da, esperimento. Non starò ne~neno a riportare i risultati di alcune ricerche della. fisico-chimica sui fattori che influiscono sulla forza della corrente sanguigna dalle vene al cuore (tasso di Oi nel sangue, ecc.), nè a parlare delle moderne concezioni sull'attività vasomotoria dei capillari, delle arteriole, delle piccole vene e della circolazione portale come funzione integrativa del centro vasomotorio, essendo tutti argomenti ben not i che dimostrano come non solo la pressione arteriosa ma anche il volume minuto sia l'espressione della interdipcndenza. di parecchi fattori e non semplicemente della forza di contrazione del cuore. Sull'importanza dell'indice cuore-vasi come metodo per la. determinazione del volume minuto parlano favorevolmente ricerche speri-
SU UNA FORMULA DIDICATIVA DEL VOLUME ?>11Ntl'J'O OlnCOLATORl O
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mentali ist.ituit.e da LilieMrand, ZarHler, Euler, Kisch e Rigler. I prmu
con metodi di determinazione gas ~hlutlit.ic i hanno pot uto controllare l'util ità pratica di una fonnuht incli <~ahva dE'Ila fr·equenza circolatoria dt·l sangue ( Amplitude·nfreq1tenzp1·odukt}. St•<.:ondo questi AA. l'A. Fr. Pr. è tlù.t.a dal rapporto prC$Siono differenziai<>: prf'l'i'ion<> media, moltiplicato pPr la frequ enza del!(>. pulsazioni: PD PMd x P _= A. Fr. Pr. Faccio osservare che il valore di PMd secondo questi autori è otte. . t P::\Ix PMn nu t.o d a 11a me dia e 11e ue prPsswm I'S .re rne c1.ò c lH? non d
d
+ 2
h à. nulla. da vedere con il valore di PJ\fd ottenuto secondo i criteri di Vaquez e della sua scuola. Sulla b~~se di t<.di ric<w<'he rPC('ntcmrnte Bcrla.nd (l) ba applicato in Clinica lo studio delht <'<tpacit.à funzional e dell'apparato circolatorio con la d eterminazione dell'A. Fr. Pr. da])prima in sog-gett.i normali, qnmdi in a.111malali dcll'apprtmt.u circolctLorio. Rimando por il dottaglio di tali ricNclw a1la.voro originalt' Mll'A. e pa,sso a riferire quanto ho potuto osspn-are n<>lla min, pratica clinica applicando una formula indice che apporta a quella di J__,iliestraw1 e Zander una modificazione sostanziale mèglio riS]Jondento allo moderne veclu te in campo circolatorio. Debbo anzitutto qui esternare l a mht gratitudine al mio Maestro prof. Gamna che non solo mi ha suggerito lo spunto a lle ricerche', ma ha messo a mia disposizione l'abbondante e prezioso materiale-uomo della Clinica p er poter venire a dello conclusioni dimostrat h-c in proposito. A) RIOEROHE SU SOGGETTI NORMALI:
Le prime ricerche sono state praticato su 32 soggetti normali dei du :: sessi, di cui 16 appartenenti al sesso maschile di età compresa fra i 18 e i 62 anni, 16 appartenenti al sesso femminile di età compresa fra 17 e 63 anni. · · Per alctmi giorni di seg~w ho rilevato p1·essùm.e sistol·iC(,, pressione meclia, pressione diastolica, diffe'renziale e frequenza del polso, curando che i rilievi fossero praticati ogni giorno nelle stesse condizioni fisiologiche (calma spirituale, completo riposo, decubito dorsalE', distanzadai pasti). Stabilita cosl una media delle rilevazioni anzidette, bo impostato la formula ed eseguito il calcolo arit.met.ico. Al risultato di tale calcolo cb e matematicamente è un q uor.ientE> io ho da,to il nome di quoziente circolatorio (Qc): PD PD X P PMd x p = P .M d = Qc. Il valore della PMd venne ricercato, a. differenza degli AA. tedeschi · d a t·1, non come val ore mediO . del le due presswru . . estreme PMx PMu ncor 2
+
(l) Blmi.&Nl>. -
6 -
Zeitschri/t tur Kreisla'U(!or8cllunq - 15 mano 1983.
Oior=Ze di medicina milita-re.
,..l" \; :--.\ FOK~IUL.-\ IX OH' \TIYA DEL \ ' OLU )IE i\JI!oll'TO ClltCOLATORIO
?·N
ma comc vaJore di pre~s ioJll• co:;;tantc nel \ ' a>IO arterioso in t' ilamc, il cui rilievo si compie (con app•·w;simazionc non Rnperiore al mrtodo oscillonwf rico) pr r- mrzzo iiC' llo st(•sso sfignomanomrtro a mercurio Rh·a R-occi so.st.itueudo a.l crit~>rio deiJ"inùi(•E' OIWil louwtrico (Vaqncz) il criterio ascoltatorio della più (orte tonalità della vibrazione a1·tc-riosa allo st etoscopio. E ss<>ndo tale> ntlore per lo più in(C'riore a qu<>ll'altro della media ari t mC'tica delle pr<>ssioni C'Strt>mc che non ha fisiolo:!icamente alcun s itmificato, ne è Ycnuto di consrgul•nza che il quozic>ntt• circohtorio (Qc) n<'i miei so~get t i l1 rappr<'scnta.to ùa. valori più alti di qut•lli riportati rla l~erland. Ed ecco quanto risult<o dalla tabella I: TABELLA!.
Soggetti normali.
S e '~;ro
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r.
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Q
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52 53 55 50 55 50 55
82 88 80 85
18 24
110 Jl5
45
52 36 18
122 125 128 108
60 65 71'1 78 75 70
50 47 47 53 38
50
128
47 34
62
135 115 125
21 17
o.
•
o
o
68 72 65 70 76 80 90 81l 70 75
44
49 38 57
j j 2 124 118 115 125 135 140 130 120 128
50
••• o
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PD.
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22 33 40
Pl\1n
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PM!C
19 25
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Età
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61
2:3 34 40 54
63 49
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50
43
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52 53 50
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70 65
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s·) ,_
125 115
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92 85 88
53
!IO 80 75
120 115 124 130 12'>
90
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50 52 JS 45
6()
72 70 60 64 58 60 54
64
28,96
31,22 26. 44 38, 8·2
88 80 85 88
70 72 68 70 64 60
41.36
90 91l l
36,-18 38.81 39, 75 46.58 38.88 37.50 35,!}5 32, iiO 35,29 32.52
68 68 66
80 90
47
68 64
76 44, 70 72 45,00 62 33, 11 58 30,28 60 37,85 72 31,09
90
-15 48
Qc
85 80 88 90 84 88 95 98 90 85
90 95 95
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p
f\2
68 64 72 6-t 60
47, 'i
o
38.62 39.77 36.97 32, 00 22.8-! 21. .. 7 32. 00 40.3o 34. l3 2!1, 68
i23
SU U);.A FORMULA TNDIC.ATlVA DEL VOLUME 11111>.\J'rO CIRCOLATORIO TABÈLLA
n.
Soggetti normali.
Eta
:\ln~cbl
l
~. 16 ..................................
l
Femmine
l
"N. 16 ...
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18
- 62
Yaloro medio dJ Qc
3;:1,67
~:ta
Valore medio dJ Qo
17 - 63
3;), 41
B) RICERCHE SU AMMALATI DEL SISTEMA CIRCOLATORIO :
Nel trattare lo ricerche eseguite sugli ammalati del sistema cil'('OIatorio mi atterrò a una distinzione fondamentale di essi in: a) ammalati il cui quoziente circolatorio è normale o si allontanct ben poco dalla cifra normale (subnormale); b) ammalati il cui quoziente circolatorio si distacca nettamenk dalla normalità. con la caratteristica di una cifra alta (quoziente auml'n· tato). Metterò in rilievo infine alcuni casi appartenenti alla categoria b} che per essere stati sottoposti a trattamento te1·apeutico (digitale) h anno presentato delle modificazioni nei valori della formula indicativa del volume minuto e per conseguenza anche in quelli del quoziente circola torio in dipendenza del trattamento stesso. Fra gli ammalati con quoziente circolatorio normale figura un cardia-co (B. Umberto) affetto da stenosi mitralica, che presentava il reperto clinico radiologico caratteristico di tale poco frequente affezione <'d accusava soggettivamente una sensazione di stiramento al precorclio mitigata dall'uso di antispastici (spasmosedine). Il quoziente circolatorio di questo soggetto rientra, come ho detto, nella normalità., ma si mantiene al di sotto della media. Questo fatto depone per un vizio ben compensato attraverso una sufficiente ipertrofìa. dell'orecchietta sinistra e del ventricolo destro, perchè il ventricolo Rinistro, ricevendo attraverso il polmone, nonosta.nte l'aumentata prf'ssione cui è sottoposto il circolo polmonare, la qua.ntità. di saugue normale risp<'tto alla funzione del grande circolo, presenta un comportamento indifferent<'. Possiamo aggiungere che qui <lov('va tra.tt.arsi di vizio leggero o tutt'al più di media gravità.. Un secondo caso di stenosi mit.raJica (B. Dante} presentava al C<.n· trario del prE>cedente un quoziente circolatorio un pò più a,Ito della ci m media normale. _-\nche qui il vizio valvolar('. non (•sistenùo a.Jcuna ÌJH'l'·
724
SU UNA. l>'O&l!ULA L~DWATI VA DEL VOLUME llllNU'rO CillC0LAT01UO
troti<L del ventricolo sinistro che potesse far pensare a una concomitante insufficienza mitralica, poteva clinicamente essere interpretato come un vizio da stenosi, per lo meno da prevalente stenosi. Oltre questi due c~rdia.-ci, c'è un piccolo gruppo di ipertesi e di arteriosclerotici ipertesi i quali hanno presentato un comportamento pressochè normale del Qc. L'ipertensione è spesso rivelata dalla pressione media; sembra anzi c ~1e qnest' ultima sia l'esponente dell'ipertensione stessa ed è quindi logico elle, d ;.tta. l'impostazione della formula a tipo frazionario con la press ione media per d enominatore, l'ampiezza del polso non tra-duca aumento d el volume minuto. Un comportamento subnormale ha presentato S. Andrea affotto da. m. di .à.ddison, un caso gravissimo giunto in Clinica appena in tempo per rilevarne la cara.tteristica sintomatolog ia delle forme a.cut.e e dimesso morente per volontà dei parenti pochi giorni dopo. Qui il Qc non poteva che essere inferiore alla norma. L 'ipotensione arteriosa suole essere in q ue:;ti casi gravissima in tutti i suoi esponenti e la stessa frequenza del polf;o non è aumentata perchè la grave deficienza ormonale (sopratutto corticale) dei surreni, con la grave intossicazione da. mancata neutralizzazione dei veleni della fatica d i cui è espt·essione l'astenia e con l'ipos:ì~mia che insieme all'astenia e aUa melanodermia caratterizza il quadro addisoniano, turba troppo profondamente il sistema vegetativo. Nella tabella III ho riunito gli elementi e calcolato il Qc di quest.o lH'imo gruppo di ammalati. TABELLA
Diagnosi
Stenosi mitr. Stenosi mitr.
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60
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58
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55
o
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190
95
95
140
52
35,28
Ipertensione arteriosa ..... . ..........
195
120
75
145
60
31,03
I pertensione arteriosa ................
205
110
95
140
58
39, 35
Ipertensione arteriosa. ................
200
105
95
135
60
42,22
Arteriosclerosi ipert.
195
110
so
125
54
36, 72
60
40
20
55
72
26, 18
Morbo di Addison
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A rteriosolerosi ipert.
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Gli ammalati con Qc circolatorio superiore alla norma sono in grande maggioranza cardiaci (vizi valvolari). Dirò prima di quelli che per il fatto di non presentare sintomi di scompenso circolatorio in condizioni di riposo non vennero trattati con terapia medicamentosa (digitale).
SU UNA FORMUL:\. iNDICATIVA DEL VOLU.\U: MINUTO C tRCOLATORlO
7:!3
Predominano in questo gruppo, com'è facile intendere, i vizi mitralìci. Non perchè le condizioni per il compenso siano più facili a verifìcal'si in essi, ma perchè i vizi mitralici sono i più frequenti a riscontrarsi frn, i eardiopazient i. In tali soggetti si può t rovare un aumento considerevole della PD accompagnato a modica tachicardia, mentre la Pl\Id è di J)OCO superiore alla normale. La PD aumentata è espressione di ipercinesi ventricolare e t1 uva !;Omeiolog icamente riscontro nell 'ipertrofìa del ventricolo sinistro che moderatamente si instaura nei vizi mitralici. La tacllicaJ'dia trova nna. giustificazione flmzionale nell'accresciuto lavoro del cuore · dovuto al ristagno di una maggior quantità di sangue nell'orecchietta sinistra clie fino a un certo punto può compensare con dilatazione e ipertrofìa. La PMd che è principalmente legata al fattore vasale non subis(·i:J modi.fìcazioni importanti. Conseguenza dello squilibrio fra 1·esistm::a ,·a.sale e cinesi cardiaca è l'aumento del volume minuto che sl'rw a migliorare per '' vis a tergo>> il circolo venoso più o meno rallentato 1hl rista.gno di sangue nel cuore sinistro. Ancor più marcate queste condizioni noi le osserviamo negli aortid di cui ho potuto raccogliere le osservazioni di un discreto numero. Qui la PD è caratteristicamente altissima, espressione della ip(>rtrofìct ventricolare sinistra e della iperelasticità arteriale. .Anche la frequenza, del polso è aumentata per le ragioni sopra accennate e la PMd f. n ul~~ iore del normale. · L 'aumento del volume minuto cbe in nessun'altra alterazione di circolo è cosl. eccezionalmente cospicuo, corrisponde al bisogno che ha il ventricolo sinistro di scaricare sul circolo art erioso quauto più snngu(• può per realizzare il vantaggio del m·inore ristagno di sangue entro le sue pareti, condizione questa che è necessaria ad una sufficiente distt>nsione diastolica. .Al gruppo stesso appartengono due ipertiroideL Uno di essi era un Basedow schietto con . tutta la sintomatolo~ia tossica di quest'affezione (metabolismo basale fortemente aumentato, disturbi psichici, disfunzione miocardica, tremore, diarr ea, deperimento organico). Qui l'aumento del volume minut-o è in relazione con l' intossicazione miocardica che determina l'ipercinesi. La cifra d el Qc è veramente considerevole. L'altro caso non presentava sintomi t-ossici caratteristici di Baseclow, ma solo una piccola tumefazione nodulare a carico del lobo sinistro della tiroide accompagnata a modica tachicardia, e (ciò che ha condotto il paziente alla nostra osservazione) a un disturbo MI ricambio intermedio degli idrati di carbonio. Nella tabella IV ho riunito i dati e calcolato il Qc di questo s<>condo gruppo di ammalati.
726
SU U ':SA E'OR)fU'f.>. l~'nl CATlVA DEL VOL\il!E l(l:SUTO C lRCOLATOHT I) TABELLA
Dltlgno~l
PMx
PD
Pl\!n l
145
78
67
Ins ufficenza. mitra.lica ........ ........
110
55
55
Insufficenza. mitrt\lica
125
40
115 l
lnsufficenza. mitralica.
•••••••
o ••••••••
l
IV.
P){d
p
Qc
100
76
50,92
76
52,25
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90
80
75,55
50
65
85
78
59,64
110
45
65
80
78
63,37
135
60
65
105
80
49, fi2
D oppio vizio mitralico e insuff. aortica
140
65
75
80
84
78,75
Insufficenzit aortica
•
145
60
85
85
88
88,73
Morbo di Ba<Jedow
........ ..........
125
50
75
85
96
84,71
155
7.5
80
95
82
69,05
•••••••
Doppio vizio mitralico Ins ufficenza mitntlica
••••• o
•••• o
Insuffice nza mitralica
o
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•••••••••
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••••
Ipertiroidis mo in diabete
o
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•••
•
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•••••••••
••••• o
•••
~iaggiore interesse di applica-zione pratica in clinica presenta il rilievo del Qc durante il trattamento terapeut ico dello scompenso
circolatorio.
Fra i provvedimenti più semplici, sempre capaci di utilità nella insufficienza cardiaca, sono il riposo e la. dieta opvortunata.mentc regolata. Il riposo ò neeessatTio anche al successo della digitalizzazione, intesa questa in senso lato e cioè comprendendo sotto qu esta. dt•signazione l'uso terapeutieo qj tutte le sostanze che esercitano sul onore un'azione identica o analoga a quella della digitale, e cleve. essere assoluto, in let.to, quando la sintomatologia da insufficienza. è grave. La dieta deve essere quantitativam(mte ridotta c Jjmitata a cibi di facile digestione che non fermentino e quindi non dilatino lo stomaco. Se da un lato l'insufficienza cardia{)a con la stasi che <letermina nei visceri dell'addome mette lo stomaco in condizioni preca.r ie pt>r la sua funzionalità, d'altro canto lo stomaco eccessivamente ripieno di cibo o di gas viene a premere attraverso il diaframma sul cuore e ne disturba la funzione. La digitalizzazione è il cardine principale d<>lla terapia medicamentosa nello scompenso circolatorio. L 'azione della digitale e dellE' sosta.nze similari sul cuore si esplica rinforz~do la contrazione sistolica con lo stimolare le energie di riserva del mioear<lio, prolungando la diastole e diminuendo il mtmero delle sistoli (stimolo sul nodo del seno). Come conseguenza della digitalizzazione ben condotta noi abbiamo dunque un aumento della -pressione arteriosa sistoliea e (lifierenziale, una diminuzione del numt>ro delle pulsazioni e della PM:cl. La pressione differenziale e la !r·equenza del polso sono entrambi in funzione
SU U:-.'"t\ F0R)1 lJ I, J\ l Y O I ('I\"rf\'\
() '•: r.
127
YOI . l ' )IF: MI:-IL'TO C IIH'Of.ATOiliO
di aumento nel valore di Qo mentre la PMd è in funzi one di dimi-
nuzione. ,.=en ,.. t ro a d unque 1. d ue ,f a t ton. d cl numeratore fr az10nar10 · · PDx PMdp
tendono ad equilibrare il valore della ft•azione stessa, perchè l'uno (PD ) a.nmenta e l'altro (P) diminuisce, il fattore PMd invece, che sta al denominatore, diminuendo aumenta il valore frazionario e per esso aumenta anche il Qc. I casi trattati di cui riporto i fa-tti clinici più salienti sono in tutto sei. V. Felice, di a. 40. braccitmte. - È afktto da insufHcienza aortica d i <>ziologia luetica. Present-a fatti di s t u.s i nel piccolo c ircolo (dispnea, ipo;;f usi polmonare) 13 n<>l g ra-nde circolo (edemi, gro>'so fl'gnto duro. a"cite. idrotorace, o liguria, di<>turbi dispeptici, ecc.). 1\linnccia di insuiìicienztl. acuta de l cuore sinistro (A«tna. cardiaco, respiro di Cheyne-Stokcs). Messo a riposo assoluto e a dieta rist.rotta, si sottopone a digitalizzazione intensa e prolungata per otto giorni consecuti,·i, coadiuvata da diurotici m ercnriali e accompagnata a. cura. specifica. Dopo otto giorni il pnziente è irriconoscibile: si nota scomparsa d e!Ja dispnea e dell'ipostasi polmonare (azione sul cuore de~tro) cui fa seguito lentament-e la scomparsa degli edemi, la riduzione della a.o:;cite e dell'idrotorace, la ripresa clclla diuresi e dell'at.t.ivitA digerente. ll fegato permane molto grosso e duro. L'ingrandimento è pi\:1 marcato a carico dell'ala sinistra e dà noia al paziente (localizzazione epatica della lues?). Parallelamente a questa ripresa genera le del circolo e al ristabilirsi del compenso, va aumentando il quoz. circolatorio. La tabella V riporta i dati: TABELLA
V.
V. FELICE - ScompeWJo circolatorio da inHu{fic·ienza a<n·tìca..
PMx
l
P11!n
78
160
PD
p
PMd
82
l
107
Qc
68,97
90
Dopo 8 giorni di digitalizzazione 158
l
70
88
so
l
70
l
ì7
P. Flaminio, di a. 7R, bracciante. - È affetto da. insufficienza mitralica Con scompenso circolatorio grave (dispnea, ipostaai polmonare, cianosi, edemi cospicui, ascite, idrotorace bilateJ·ale, oliguria, dispepsia.). Si procede alla doppia tora.~entesi aspirando 100~ ~c . co~:pl essi vi di _tra: sudato; si procede alla paracentest estraendo 2500 cc. d1 liq. ascitico con scluett1 caratteri di trasudato, si ùùetta endomuscolo l cc. di taclùdrolo mediante il quale il paziente elimina in tre giorni 16 litri d'urina; si pratica. una digitalizZazione inte nsa p er via pa.rente rale. Sei giorni dopo l'inizio del t rattamento le condizioni generali del paziente sono molto migliorate: lo stato di anasarca è scomparso; è scomparsa la. dispnea, la. cianosi, l 'ipostasi polmonare; d e ll'attivazione d ella diuresi si è già detto; può alimentarsi sufficientemente, chiede di alzarsi. È meraviglioso questo vecchio che da. tanto anni trascina la. propria cardiopatia senza un !Sflento, sempre sor-
Ì 28
SU U~A FOR.~lULA l::-<OI OA1.' l VA DEl. VOLU)lE ~HNUTO CIR COLATORIO
riciente, fiducioso e grato al le cure dei medici. Ed è altrettanto meraviglioso assistel'e ad una efficacia. terapeutica così pronta, così sicura, da. mettere in pochi giorni in piedi un vecchio quasi ottuagenario che abbandonato a. sè st.esso avrebbe ben presto finito i suoi giorni. Nella. tabella VI ho raccolto i dat.i riguarcia nt i il comportamento del Qc prima e dopo la digitnl izzazione. TABELù A
VI.
P. FLAMTN10 - Scompenso circolatorio da insufficenza mitralica. PMx
PMn
ll
PD
so
160
p
P Md
125
80
Qc
90
57,60
dopo 6 g1orm di tra ttamento · digitalico 60
150
90
l
9~
l
70
l
63,31
M . Berna,-d·ino, di a.. 42, bracciante. - È affetto da. insufficien?.a mitralica. con scompenso circolatorio. Prevalgono i s intomi a carico del piccolo circolo (dispnea, cianosi, ipostasi polmonare). A carico del grande circolo si notano scarsi edemi agli arti inferiori e alle parti declivi del t ronco; modico fegato da sta.si e scarsa. ascite libera. Messo a riposo R.Ssoluto e con dieta leggermente ridotta, viene sottoposto a trattamento digitalico per os. Dopo sei giorni quest.o viene sospeso, es.~endo scomparsi i sintomi d ello scompenso. L 'ammalato può stare alzato per alcune ore. Anche in questo caso il quoziente circolatorio ba. subito un piccolo aumento in relazione al trattamento istituito e parallelamente al r egr esso dei sintomi dello scompenso (v. tabella VII). TABELLA VII.
M. BEttN.-utDINO - Scompenao circolator·io da insuffi,cienza mitralica. PMx
130
PMn
PD
P Md
70
60
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105
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Qc
88
58,66
Dopo 6 giorni di trattamento digitaUco
140
55
l
85
l
85
l
64
Z. Cesare, di a. 57, bracciante. - È affetto da scompenso circolatorio da doppio vizio mitralico. I sintomi a. carico del piccolo circolo e d el grande sono ugualmente gravi. L'ammalato è insonne, non può alimentarsi a causa del vomito. Grosso fegato da. stasi, ascite abbondante. Edemi cospicui agli arti inferiori e al tronco. I drotorace bilaterale. Il volume del cuore è molto aumentato: il profilo destro oltce-
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Fl)lt~I{]I.,\ 1:-.'0 'C,\T LVA Ol•:L VOLUME )!LNlJTO ClltCOLATO IUO
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la p!l.ra.'!ternale dcst.ra, l'itto d<'lla punta batte sotto la 6" costola S. duet dita all'esterno della cmiclav rare. :->eat'lilt diurN;i. Si istituist:e un trattamento digitn lico intcn!\O p<'r via parente i·ale, cliurf'tici m e rcuriali. L a diuresi si at.Li va un po ·. Lo SCOlll fWII><O p erman (J quasi invariu to dopo otto giomi <.li digitalizzazione intenAA. Lascia la Clinica in coudizioHi peggior ate. Qmdche settimana dopo ob?:tus. In quc::;to t:n.<Jo il quoz. circolnt. ha subito piccole o:;cilluzioni durante il trattamen t o digitalico. ma all'atto d ella dimi i'<'<ÌOtH', pnrnlleln.m<'ntc con il p1'~· gioramento C'klle condizio11i g<·lwrali f' rli CfU<'II r cir<'olntorie in ptuticolure, am:he il Qc è diminuito (v. tabella V lil). T \Br: LLA VIII.
Z. CEsARE - ScompPnso cinol11to1·io da dllppio vizio mitralico. p
PD
so
155
105
Qc
<>•) ·~ -
62,41
76
i){l,66
D opo tr;tttamHnto digit,tlico (8 giorni).
75
145
'iO
!05
S . Giuseppe, di a . 40, muratore . - È affetto da scompenso cit·colatorio da. insufficienza. ao1iica. Viene ricoverato in condizioni estr emamentfl ll''Hvi. Fatti di insufficienza acuta. a carico del cuore si11istro. Edemi enormi. C.:ros!\O fegat.o do. stu:si e ascite. Asma cardiaco. lnson.nja. Il volume del cuore ò en orme: itt'o di'Ila punta alla 7a costola sull'ascellare anterior(:' sinistro, profilo cle;.tro oltre la l)ams tPrnale d estro . Il trattamento digitalico prontamente ed em•rgicammt e i&iituito, i diuretici m er<mria!i ecc. n on S!'rvono a nullo.. D paziente lascia la Clinica. in condizioni peggiorat.e . Il comportameuto di Qc à con»ono alla sintoma.tologia dello scompenso (v. tabt>lla IX). TABELLA
I X.
l'i. GrusEPPEl - Scompenso circolatorio da insufficienza aorti ca.
PMX
li
PMn
.
ISO
70
-PD
l! O
l
p
Pl\Id
92
!:15
Qc
106, 62
Dopo trcutamento digitalico (6 giorni) l {j()
70
90
95
l
86
l
81,57
N . .Enrico, di a. 65, bracciante . - È affetto da scompenso ::ircolatorio da ins ufficie nza. aortica. Presenta all'ingresso in Clinica sintomi di g rave in!.·ufficienza. a carico del cuor e sinistro e del cuore de..<>tro, un ingrandimento dell'aia cardia-ca enorme , insonnia., grave dispepsia., asma. cardiaco.
SlJ UIS'A l<'O IOI ITI, t\ l~DI CATIVA DEI. YOL"II~lE MI:-1\JTI) CIHCOLATORIO
730
Rott{)posto a cligitttliz7.a7.ione intensa. mi~liora. alquanto e dopo otto giorni
può riprenu ere l'nlimenta.7.i onf', può riposare tutta. la notte e alzarsi durant-e il giorno p er qualche ora. La diuresi che era ridotta a 250 cc. di urina nella. 24 h. è nwncntat.a. a. 1200 cc.. la dispnea è diminuita, s i ò riassorbitft rascitc, sono scomPfl rsi gli ed l'mi. Il comportamento del quoziente circ:olntorio hn se-gnato un notevole aumento m corrispondenza della ripresa circolatoria ('·· tabella X). TABELLA
N. ENRICO -
Scomp"n-~o
X.
circolat.orio da ilu~·ufficienza aortica .
. PMx
140
I' D
PMn
50
l
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l
p
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73,63
Dopo 8 giorm·. d·i digitalizzazione 1;;o
50
l
l 00
l.
90
l
HO
l
CONCLUSIONE. La formtùa adottata per calcolare il volume minuto circolatorio ha prcsenta.to nei soggetti normali la oa.ratteristica escursione di valori funzionali ruot.anti intorno ad tma data, cifra che vien presa come media. Essa ha il pregio di una grande semplicità c praticità a cui sembra corrispondere, per quanto abbia osserYat.o finora, l'importanza di una provfl. del come il sistema cuore-va.'li .funziona nel suo insieme. Gli ammalati del sist.oma circolaoorio si comportano rispetto alla formula in maniera differente a seconda della efficienza del circolo. Mentre ciascuno dci valori considerati dalla formtùa o una parte di essi è deviato dalla norma in qualunque malattia del sistema circolatorio, non sempre inveco la. ospre.'jsione sintetica della. funzione globale, derivante dal rapporto fra i vari coefficienti in condizioni di riposo, è ugualmente anormale. Quando il valore della formula che ho sintetica,mente cltiamato quozionte circolatorio (Qc) si aggira intorno alla norma, l'equilibrio dinamico tra i vari organi del circolo è raggiunt.o e dà. ragione della nssC'nza di disturbi soggf'l.tivi negli ammalati. Nelle malat-tie organiche del èuor<> (vizi va.lvolari) il quoziente circolatorio aumenta in condizioni di compenso. Nello scompenso, quando è possibile torapeuticamente di rista,bilire l 'equilibrio, aumenta anche il YalorP. di Qc. Fa eccezione la. stenosi mitralica,. ~o i dobbiamo vedere quindi in q u('sta for mula indicativa del volume minuto un mezzo pratico e semplice, obiettivo e preciso, per valutar<' nel loro grado eompt>nsi c scompensi del circolo. AuTonr.AHs-u:-.-ro. Viene studiata nell'applicazione pratica in cliui<>u una formula indicativa del ,·olume minuto circolat.orio. Essa appare pa.rticolartllentc utile come mezzo pratico, obiettiYo e preciso p!>r ,.1\lutare cornpen:>i e scompcnsi del ciroolo.
RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA ITALIANA ESTRANIERA -
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SANITÀ MR.ITARE A. :\fANlER.l, primo Ct~pituno mcdieo. - L'Arma ch imica nei rappor ti con la med i· cina e l'organ izzazione sanitaria militare. (Ruoooltu d el corso 1ii lozioni d ettate alla Scuola di applicazione di sanità militar<' ne ll 'anno s<:olnstico 19:!3-:H ). Lo studio d egli aggressivi chimici di guerra. e dei mezzi individuali e collettivi pii'l adatti alla. protezione ed alla. dif<'sa di essi O.!'Sume, ~:empre più.n•oggiore importanza. e maggiore difl'usione, a mano a mano che vengono afl'rontutl· e 1'isol\1te nuove questioni di fisiopatologia dei gas, ma sopratutto ad opt·l'll della inteJlsa propaganda che dalle autorità. civili e do, que llo militari viene sYolta. p!C"~!;O tutte le nazioni, a.cciocchè in caso di conflitto nesstuta. di esse possa troYarsi impre parata e subire cosi le fun este consegue11Ze della sorpresa. Dacchè dal 1931 è st{ltO istituito, a curo. della Direzione g enerale della sanità. mHitare, un corso dì fisi opatologia e terapia dei ~ussati prc·~so la Scuola di applicazione di sanità. militare di Fi1·enz.c, l'inS('gnanwnto ùi tale importante branca della tossicologia viene impartito non soltanto agli ufficiali m edici in s. p. e. ma anche agli allievi ufficiali medici di complemento, che tutti gli a111 i affluiscono numerosi alla Scuola di sanità. QuP:;ti non soltanto arricch iscono il loro corrl:'dO culturale di intei'C!:\.~anti nozioni relative alle conoscenze della. fi!Uopotologia ch'gli aggressi vi chimici, ma sono proprio coloro cui in avvenire può ess~::J·e affidato il còmpito di :>volg(lrC opcm di Httivn propugnndu nf'lllt popol.lione civilt• o d i collaborare con le autorità oll'allest.imento e alla prcparozionn di tutt.i i mezzi atti a prot.eggere, difendere o soccot'I'E"re i colpiti dall'azion<' dq:!li ugg~t·s sivi bellici. La finalità di preparru·o i giovani medici italiani a. tale attiva e fattivn opera. di propaganda, quale era. ed è nell'intendiment-o dt~lla Direzione generale della. sanità milita.re, possiamo dire che sia stata ra~iunta: questo è dimostrato dal vivo interessam!.'nto e dalla solerte cura con cm la Direzione generale S<'gue i progressi d egli st.udi nel campo della. fisiopatologia degli aggre!'sivi chimici Ji guerra e dall'indirizzo didattico sPguito ne ll'imp!u·tire ai giovani l'insegJHunento di te.le branca d e lla to~sicologia. Lo IPzioni t<'m•tc a l corso di chimica bellica. pr·r>sso la Scuola di sanità militarfl nell'amw scolast.ico l OJ3-1934 dal primo capita11o m edico MAJ\'lERI, mcco lt.P in non ponderoso volwne di dispenso, dimostrano in modo evidente como ne ll'insegnamento ci si sia tenuti lontani da. tutto ciò che ru.pprescnta ques tioni dottrimlli e scientifiche e ci si sia limitati alla. trattazione ed all'esposizioni' solo di quanto -<Jostituisce indiscutibili acquisizioni alla conoscenza d ella fisiopatologia e t cJU pia dei gassati. Il pregio dell'attuale raccolta di lezioni. oltre che attribuirsi a lla semplicità. e facilità. della esposizione, che non !iono d 'lllt ronde disgiunte dalla n ecC>ssa.ria chiarezza e precisione, d eve riierir11i ancora alla oi·dinnta od organica trattazione d e i vari argomenti: questo con·egge un f'rrore della p.rf:'ced ente raccolta, in cui si era sogUJta la sisternntica. tenuta dai num<>rosi autori di pubblicazioni sull'arma. chimica cd in ctù conseguentemente s ì era : >eguìta la di:;organica trattazione d e i vari capitoli. La. parte generale di questa raccolta di lezioni t ratta brev<'mente d ella importatua d èlla èhimica. bellica, fondata sui dati statistici rilevati dalln guerra mon· diale, della sua storia, dei mezzi di impiego e delle condizioni m et.eorologiche e topografiche che ne regolano l'impiego ste:=<so. Vengono trottati inolt•·o e brovt'· mente i principi fondamentali di fisiologia d ell'apparecchio respiratorio, i concetti tossicologici sul comportamento d c i gas e sull'azione to;:sica di essi . . Dal capitolo te rzo ha inizio la trattazione della parte speciale con la clas..:;ifìc~z•one fisica, chimica, tattitco-militarc e fisiopatologica d egli nggrP!:sivi chimici d~ guerra. Successivamente viene svolto ciasew1 capitolo riguardnnte ciaH' tm giUppo d l tossici, a pre\·alcnto azione asfissianti.', vt•scicato,·io , irrit a11tl' e t of<sica. Lo stu~Uo di ogni gmppo è svolto in tutte le sue part.i, come ogni capito lo d ella pat:o· log1a umana: etiologia, meccanismo di azione, anatomia patologica, :;intomntologw, -ùecorso e complicazioni, postumi, diagnosi, prO!lJ10Si, pronto soccoTl'<o e terapia.
73Z L'ultima parte d ella raccolta, che non si sa bene p er quali motivi aibbia l'int<"· stazione di parte spociale, riguarda la protezione antigas individuale e collettivtl., l'allenamento, la b onifica. la. disinfest.nzione e dis infezione d e lla maschera antiga::. la bonifica degli alimt>nti. Vengono de13critti ed illustrati i vari tipi di maschere ant.igas, que lle ad uso d e lle popolazioni ci,·ili c quelle ad uso clell'e~ercito; ' ·engono de;o;critti i tipi più moderni di autoprotettori: particolari cenni Fon fatti sui ricoveri collettivi, ermetici o filtranti. A proposito di tali ricoveri, poichè ql1alche periodico recentemente accenna alla realizzazione pratica d l:'i ricoveri con ~oprapn:> Fii< n•· dell'ambiente come una d e li t> più impo1tanti conquiste ne l campo della dife::a colJ( t · tiva contro gli aggressivi chimici, mi piaco ripo1tarc integralmente qutmto il MAN ffiiH dice nelle su P lezioni P che g ià. fu riportato nella prt'cedente raccolta c) p ) 19:•2: • Questo problema d e i rìcoveri antigas è sempre vivo e palpitante : non è imp1 o babile cht' in un prossimo domani nuovi sist.emi di filtri (DBAEGER) p ermettano l'utilizzazione di aria tossico, purificata presa dallo ste~>~'<O livc>llo stradale senza costose insta!lar.ioni. L'ermeticità òcl ricovero Rll'aria intoll!iicata ~;arel)br gtmlll tita. dalla 801}TQ1JrMsùm e che verrebbe a stabilirs i n ell'ambiente, laddove una valvola espiratoria (collocnta in un punto qualsias i d e lla parete) ne r rgolf'rt'l:bl' il limite massimo comptttibile con la vita dei ricoverati. « Q,uesto nuovo l'>istema eviterebbe la necessità l'<itt delle chiusurf' crmeticlt<'. sia di tutte le altre precauzioni indicat-e per i diversi t.ipi di rico,ero , , L'ultimo cApitolo tratta d e lla organizzazione d e l servizio sanitario militare in g uc>rra chimica e d el suo svolgimento. Soltanto pochf' pagine sono dedicate a questo interessante argomento, quanto basta p erò p erchè i nostri giovani ufficiali medici sappiano in che modo ed io qun.le misura sia possibile l'attuazione d C'I Ie norme di pronto soccon;o, di sgombero, di ricovero e cura rlei colpiti da gas, chC' l'attuale organizzazione sanitaria militare prevede e predii::pcne nella zona dell'esercito opcra.nte. ROSA. C'owELL. -
Am 'lUianze aeree. (Journ.tl of th ~· R\y,tl Army me dic,d Corps, t -:sc. h
oprilC> 1934-XII) . Il colonnello medico E. M. Cow.ELL, ha letto una conferenza sull'a: Uso finora fatto d ei tt·asport.i per via a erea d e i malati gravi e, sullo sviluppo futuro di tale servizio». Il conferenziere accenna all'idea origii1nle di G:ru uo VEnNE ne l suo libro" Robur il Conquistatore P il quale per la prima voJta fa nso di un dirigibile P"' salvare d ei naufmghi cd o,l fatto che gli Olandesi, sotto M. d e MOOY, ha nno lavorato dal 1890 a l 19Ll , attomo all'aviazione medica per m ezzo di palloni e di neroplani. Da quest'ultima dota i francesi hanno preso il più grande int-eresse allo s viluppo d e ll'aviazione sanitaria. Durante la. grande gul't'Ta i colpiti erano troppo numerosi ed i trasporti a ere i inadatti ed insufficienti ai bisogni. Però ve-rso la fine del 1917 il dott. CHaSSAINO, assieme a J usTTN GoDART, idearono una apertura laterale ne Un fusoliera dell'aeroplano, tale che potesse permettere la sistemaz.ione di due barelle. Successivamente nella guen-a in SiJia e Marocco si incominciarono ad usare trasporti sanitari aerei. Il generale DENAIN ricorda nel suo rtlpporto della battaglia sull'Eufrate che vennero trasportati nello spazio di due giorni 80 feriti gravi ad un ospedale distante krn. 400. Il percorso fu fatto in 4 ore ment.re in autoambulam~:a ci sare bbe ro voluti 5 giorni e, se trasportati su mulo, ce n e sarebbero voluti 15, attravcr:ooun paese d eserto ed ostile. Più tardi çlal 1918 al 1928 i francesi sviluppa.rono tale servizio, scegliendo e seleziona.n do i pilot.i che da principio non dimost.J·aYtlno (>J1tusiasmo per detti trasporti; furono organizzati d ei depositi di rifornimenti affidCindoli ad ufficiali ingegneri, stabilendo peraltro degli appositi campi di atterraggio. Vennero pure impiantate stazioni radio con le colonne operanti per il pronto inYiodi aeroplani portaferiti. Gli aeroplani impiegati fW'ono del t.ipo • H enriot, e l'esperienza dimost-rò c he il metodo CltASSAING era comodo per caricare barelle , ma non molto ingombranti. Le autorità francesi, dice il C., ritengono che una divisione operante in guerra a'VTà. 600 feriti al giorno di cui il 17 Ofc, sa.ranno gravi da t rasportarsi per via aerea;. il 4 % d ei casi s aranno rli prima urgenza ed .il 13 °~ meno nrgt'nt.i. !.'evacuazione
lti\'L<TA DELI.A S TAI'>fl' ·\
~~ ~:IJI C.\
l'I'.\ L I A.SA
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Sf'lt \!S LEHA
133
giornaliera. potrà. essere di 102 feriti. I trasporti aerei d e i feriti sono stati organizzati anche ne lle colonie francesi, d erivn,ndo nE> un maggior senso di sic\rrC'zza p <'r i coloniali e le loro fa miglie. Dal 192! la Croce Rossa Svedese ha stabilito un servizio di ambulanz ,, a erea riscuotendo plauso e :::ucccsso. Pure l 'Australia. ha oggi un servizio di tra<>porti sanitari aerei con l'imc> rn O che è di grande utilità. nel salva re molte vite. L'Italia., la. P olonia ed a ltri paesi pure bo.nno tali servizi con not.e voli rl'ndimenti. L'effetto de lle altitudini sui vari casi di fe r iti, con t inua il C., è stato studiato e, tlal punto di vista scie ntifico. si può concludl."re che è i n n< c u11 trasportare i feriti
non cavitari ed alle estremità ove I'Pmorrag ia vl'nne arrestata, ma i feriti d ell'addome, petto e capo dovrebbero es.-;ere trasporta t i d opo un attt>nto esame e s icura d ecisione. Purtutuwia, in pratica, centina i a d i ta l i CliSi sono stati trasportati con s uccesso. Gli eventuali. rischi ne i trasporti aerei sono infPriori a qtwlli che d t'l'i\'ano dalle conseguenze d elle feri te no n c urate rapidanlente. Per cpwsti tn1sporti il pilota dovre bb<' t.!'nersi a bassa quota e l'infe>rmiere avor l a po:;.~ibi li tà di somministrare l 'ossige110. Dal punto d i vista psicologico il trasporto pe r via aer c:>a. do lce, dà l'id C'n. di presto arrh·arfl in osped a le, e con c iò apporta il più felice effl.'tto morali) s ul f!'rito. Dopo m olti nnni di disctL'S.'lione , dice il C., è stata riconosciuta l'immw1ità agli a e roplani add!'t t i ai trasporti dei feriti. Il colore potrebbe essere bianco per t utte le nazioni acciocché il riconoscim€1nto possa avvenire più facilmente qualora non s i dovesfìero cl istingttel·e lfl croci . La Lega inte rnaziona le d e lla Ct·oce Rossa ha considerato l'uso di aeroplani commerciali da adottars i per ambulanze aeree. La Comp1tgnia a e rc>a ~flnerale di Croydon ha costruito recen temente un ottim•> appn.r·ecchio « The Monospar S. T. 4 • che potrlL port.a re il pilota, un m edico, un portaferiti e due feriti sulle normali harelle adottate in Inghil tena. T a le appa recchio ha un raggio di 400 miglia e 110 mig lia a ll'ora di velocità; e. carico comple to, può sollevarsi ne llo spazio di 50', ed atterrare in uno spazio di circu m. 90'; ba a li pieghevoli e risca.ldamento inte rno p er i fe rit.i. Finora non si hanno elementi p er conclilllioni pratiche ne i rigmudi d e i trnsporti aerei di marinai feriti. BORROZZT~O .
lGffiNE G. H oRNUS. - L'influ enza delle stagioni sulle va riazioni epidemiche della febbre tifo ide. (R wue d'Hygiéne et de Mèdecine prèvent ive. - Vol. LVI, n. 5, m,•gg io 1931-XII). La periodici tè. che presentano la maggior pa r te delle mala ttie infettive nelle Vl\rie s tagioni, è certo uno d ei fenomeni epidemiologici più d ifficili R spiegarsi . se bbene spesso abbia un carattere di vera. precisione tanto da perm.ett<lre di c lassificare le diverse epidemie secondo le s tagioni nelle quali si ma.nfestano pitl facilmen te. La febbre t ifoide può certo considerarsi come la forma. m orbosa pitl t ipica t ra le cosiddette malat ~ie es~ivo-autunna.li, p er quanto riguarda. l'influenza. d e lla stagione. L'A. si d omanda. se questa periodicità esi tvo-aut.unnale della febbre t ifoide sia l'unica che essa presenti e se le recrudescenze, osserva• e negli a.l tri p eriodi d ell'anno, sopravYengono a caso, o ppure presentino anch'esse una certa regolarità., di cui sarebbe forse possibile precisare le cause. Fino ad ora po<'.hi AA. hanno studiato la questione dei rappor ti fra la febbre t ifoide e le stagioni, forse a causa d e lla scarsezza di ricerche statistiche in proposito. Solo i dati forniti dall 'esarc ito permet ton '> di studiare con pr-~c i;;ione que.,to problem -•, o p ' rciò l'A. ha.in trapreso lo studio di tale questione, bas andosi sulle statist iche milira ri fre.nces1 di 10 anni (gennaio 1921-genne.io 1931 ).
i3~
lttV!ST.-\ J)~:l.l. .-\ .:'T .-\)lP.-\ )IF.DlCA l'I'A.L I ANA E STRA .::-<IERA
Con5ide ra.ndo, in p1·imo luo/ZO, la. morboaità. m ensile in quest.i IO anni per fe bbre t ifoide, n elle truppe rcsiden i i ne l t erritorio francfi'Se, si rileva come la p Prc·l'ntuale più bassa s in sta t n, n el gennaio e come l'aumento del numero dei casi ,;cgua un decorso progressivo in febbraio, marzo e aprile, con un brusco aumento ne l maggio, rn.)!giungendo, in tale m ese, la. cura più elevata. Nel giugno la mor bosit ò. rC"sra stazionariA, mt>ntre si ha una notevole discesa nel luglio. Finalmente in settembre si verifica la 2" pou8sée, m eno accen t uata di qul'lla del maggio, sc:guita quindi da una diminuzione rapida del l1umero dei casi. Fra le truppe dell'arma.ta del R eno, si notano pure due pou~sées epidemiche, h~ p1·irna ne l maggio-giugno, la seconda dall'agosto al novembre. Ne lle truppe d'Algeria e 'l\1nisia, la pou8Sée estivo-autwmale supera no tevolmente quella d el maggio. Nelle truppe del Marocco, m entre nella curva d'inSJeme non si no ta più la pou.ssée di maggio, que!Ja estivo-aut un naie appare assai net;ta., con il massimo nell'ottobi·c. Però lo siudio dei su1goli anni most.ra, anc•h e fra. que ste truppe, delle apprezzabili t racce di pomsès primuve rili. Anr he nell.H truppe d el Le vante, la. curva di morbosità comples.'3iva dei 10 anni non mostra che una. sola p(tu.ssée est-ivo-autunnale, con il massimo n el novembre, p erò an che qui, con un esame dettagliato, è possibile mett.ere in eviden?..a delJe tracce di una pou88ée primaverile. L'A., che ha compiuto uno studio molto accurato, ricco di eloquenti dati stat.is tici e di dimostrat ive cm·ve riassuntive, prende in esam e gli event uaH ra.p· porti dei dati stessi, non solo con le "-:iccnde della vitn milito re nelle divE'rse regioni considerate e con la vaccinazione preventiva, ma, altresì, con i più imporianti s tudi di epidemiologia sperim<.'ntale. In conclusione, ne i divC'rsi climi, la f. t . preSC'nta una doppia ricorrenza.. cioè primaverile ed autunnale. La p(tu8sée primaverile sa-rebbe dovma ad un aumento di recettività dell'ospite, quella autunnale. che è sopra.tutto marcata là dove le misure pro filattiche sono di più difficile attuazione, sarebbe da mettersi in rapporto non s olo con un aumento di suscettibilità, ma, sopt-at utto con un aumento di virulenza e di numero d ci germi. G. PIAZZA.
P. ì\iARRx. - Ricerche sull'Immunità antitetanica. Nota seconda. (P1.1.thologica., vol. XXV, n. 504; ottobre 1933-XI). Ricerche J?relimina.ri - già comunicate in una prima nota - avevano permesso all'A. d1 dimostrare che una inoculazione di anatossina tetanica e di siero antitetanico, fatta contemporaneamente ma in due punti differenti, pur non modificando l'andamento dell'immunità passiva conferita dal siero, era. insufficiente a produrre uno stato d'• immunità effettiva» conformemente a quanto era già noto avvenire per l'inoculazione di un'unica dose di anatossina. t etanica. Con le presenti ricerche l'A. ha voluto indaga.l'e se i soggetti prima trattati con anatossina e siero rispondevano ad una nuova. inoculazione di anaoossina come quelli prima trattati con sola anatossina, per i quali ultimi R.uwN e collaboratori avevano dimostrato l'esistenza di uno stato di « reattivit.à specifica. acquisita• in virtù del quale, a lla reiniezione dell'antigene specifico, rispondonocon una rapida ed intensa produzione di antioossina. I risultati ottenuti, se si eccettua. un soggetto n el quale la. mancata risposta immunitaria trovava ragione in particolari condizioni morbose, dimostrano concordemente che in tali soggetti la reazione immun itaria è equivalente a quella dei soggetti prima trattati con sola anat ossina e quindi utile ai fini dell'immunizzazione attiva . Part.icolari condizioni sperimentali relat.iYe al mag_gior periodo (2 m esi) di pa-usa intercorsa fra la prima inoculazione e la reinoculazione, più che la pos.'3ibile influenza df•llo. cont-<>rnporanca inoculazione di siero, rendono ragione de l lieve mag~ior grado di immunità antitossica raggiunto dai sog{!ctti prima tra.tf,ati con s iero e a natossina in con[ronto degli altri. Nessuna rispof't.a immunitaria si è avuta. alla re inoculazio ne dell'antigeno in un gruppo di soggetti prima iniettati con miscele costituite in vitto di anHtossh1a e siero ant-itetanico, il che trova spiegazione in qunnt.o c i è not<.• e< ia a rigun.rdo del minor potere immunizzante in genere delle miscele> 'l' + A, sia d e lla maggiore affinità e più stretto legame che l'anato.~" inn contrae rispetto· nlla tossina con l'ant itossina ~;pecifìca .
735 D a i risultat i. c~mph~~'!!vi - ~?r~rn:icati ne lle duP. note - ~ondotti p 1·inc ipa lmentt' allo scopo d1 stablltre se l tnl!'zwnc, contempornHP~l. o dtstmta, di siero ed a.uo.tossina nella pratica 11.bituale di s iero-profilassi a.ntitet,a.nice. oo;:tit,u isse un reale vantagg io por i, tn1uma~iz~ti, in tempo immediato o lontano, l'A. è stato indotto alle scguen t 1 conc lusJOm: , c Ai fe riti che si sottopongono alla siero-profilassi antitetanica ò utile e vant.uggioso inoculare l'anatossina contemporaneamente al siero in duo ptmti SE-parati. I soggetti così tra ttat i, senza essere distw·bati nello immnni là paAAiva confer ita. dal s iet·o, acquist a no un no tevole grado di rentti v it~ specifica alla anato;::sina che li m e Lte in condi:r.io ni t.li risponde1·e rapidu=en te con a bbondaultj produzione di anticorpi specific i. c L'ana tossina t etanica può essere usato. nell 'uomo a dosi anche forti S(>nzo. che insorgano reazioni locali nè generàli con il va11tag,U"io di ridurre da t re a due il numero d elle iniezioni vaccinanti ». G. PEIULLI, maggio1·e medico. -
Altre 200.000 vite possono essere rispanniate ogni anno in Italia. (Pensiero Sanitario, li) maggio 1934-XTI).
L 'A. cont,inuando ad occuparsi de ll'argomento, che di t·ecente ed ampiamente è stato trattato sullo stesso Giornale, segnala le alte c ifre della nat,i- e neonati-mortalità, a cui a ggiunge que lle presun te - e relativamente anch'esse molto alte - no n denunziate nfl l restante periodo d ella vita, e che sfuggono anche aU'a.outa ricerca d e ll' Ufficio Centra le di Statistica. ' • I eri è morto improvvisamente ..... », si legge spesso s ui giornali quot idiani. Ebbene, quando non si tratta di d<>cessi a causa ben accertata, se avvenut,i in giovani o individui di media. e tà nove volte su dieci è proprio la sifilide che> ha fatto un'altra vittima! •. È nece!<sario perciò, per combattere in tempo la lue, intensificare il nwnero degli ~sami di san~e, ~~ruire di tut~i i xt;~etodi ~i rice~ca, _utilizzand~ sempre e specialmente quolh 1taham, e tra quest1: la s1eroreazwne d1 Sc1arra, che s1 è dimoRtrata. sensibilissima anche quando altri m etodi non hanno dato alcun risultato. Solo così si potrà presto giungere a ridurre di molto le 290.000 vitt ime annue, di cui attualmente si incolpo. la sifilide. MEDICINA LEGALE L. BALDENWECK. Il segno dell'Imitazione della voce. Sua utilizzazione nella diagnosi di sordità simulata. (Lo. Presse Medicale, 9 giugno 1934-XII). I l segno descritto dall'A. ha il vantaggio di essere ricerca to in modo molto semplice e di essere alla portata anche dei m edici non specializzati in otologio.. Esso è basato su di un fenomeno di osserva.zio ne corrente e può essere agevolmente rilevato: due persone che discorrono tengono durante la conversazione un tono di voce uguale; e cosi se uno di essi parla a voce bAssa per fare una confid enza l'altro automaticamente risponde con un tono di voce simile; lo stesso fa tto si v e rifica se uno dei due parla a voce alta. Da ciò si rileva che durante l'emissionE' della voce esiste 1.m adattamento ÌIJCOSCiente. I n un caso di sordità l<>gg<>ra noi ci m <>ttiamo d avonti l'orecchio da esamina re a una distanza qualunque rrm costant<' ed iniziamo con l'ammalato tma conve r-sAzione parlando a ltemntivamt'nte a VON' a lta, bassìt <' bi~'>bigliata. Ed a llora n o i vediamo che l 'nrrunalato abbn ~~a o e lr Ya l!\ voce in modo analogo a quello d <•ll 'osserva.tore. Lo St('S~'>O fenom<> no esiste, sebb<>ne in grorlo mi_norc e in uua 1'1:\anie ra più irregolare,~ l 'Ol'<'Cc hi o N:amjnnto è Affe tt o d a so•·rli t à più ncc e ntua.t.n.
Questa O!';,.;e rvazione ò assai chiara. in genera t::-, in que i F<o~gPtti che n on intendono la v oc<' di convPr.::nzione che n con ta tto con l'or<>cchio. :::;e a q uesti\ distnnza , cioè in vicin a nza dell'ol'ecchio, no i parliamo a vo<'c a lta . ""'-"i x·ispondono <'lE-vando la ,·oce; ,.;<" n o i ri tornia mo ad usare' voce di convC'rsa?.ion<' nonnnle e1<si rispondono con ,·ne·•• più ba;.;;a. E così q ue;;te a lt.ern A,ti w ·, ptu·a lld<· Hllo· nltc~zzr• eli tono u.c;nto
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da ll 'O!'t'l('rvatorC', Ri pog,::ono ripetere inde finitamente. Spesso, però, esse n on esist.,,no che a ll 'inizio d e ll'esame, poìchè il soggetto p iù o m eno presto u non imita pii1 »e finisce par adoperare Wl tono di voce uniforme. Da ciò ne deriva che l'inizio d e ll'esame h a grande valore ed a questo bisogna rivolgere la massima. att-en zione. L'A. d a moltissimo t empo ricerca questo segno nella sordità. parziale simulata. e :ii r egola ne l modo seguenLe: aMorda nnzitutto l'orecchio ch e non viene esaminato; indi c erca il limite di a udizione della voce di conversazione bassa e di quella forte, avendo p er esempio cm. 20 p er la prima e cm. 30 per la seconda. A magg ior r agione il soggetto risponderà se sì usa la voce alta; e ciò allo scopo di confo nderlo circa l 'intensità di voce usata p1·iJl'Ul.. I ndi si passa bruscamente alla voce di conversazione d ebole ed allora si pol"sono verificare tre eventualità: l ) I l soggetto non risponde se egl ( è s incero e non ha realmente ii1teso; oppure s i verifica il contrario l'O egli è un abi le s imulatore. 2) Egli L'i spond e ma senza seguire lo va riazioni d ella intensità d ella. voce d t- ll'osaminatore o quindi non imit.a . Ci.ò dimostra che egli s imula poichè riconosce d'inwnd cre la voce d ebole a cm. 30, ciò che prima pretendeva. di non intendere ch e a cm. 20. È questa In pr·ova. classica od e lementare. :3) I nfine l'gli rispondC' ma questa volta imitando. Ciò dimoRtra. ch e egli non solo esngern. In. sua sordità, ma In esagera n otevolmente. P orch è l ' imitnzione d e lla voce si effettui bisogna ch e vi sia una certa delicat ezza d ell'audizione che permette d i udù·e non solo le fras i dette ma anch e le vtu·iazion i di to111tlità. Quind i la prova ba un carattere quant.it.ativo e da qn esto punto di vista è molto interessante. ToJe p r ova naturalmente, come in t utti g li esperimenti, se è ncgat.iva non nt·ga In. ;;;irnulazione d ella. sor dità e quindi si ri corre agli altri mezzi per svelare In. ,;imulazione ; 1nfl se essa è poRitiva acquista grandis.>imo valore. È n ecessario p Prò ol1uttuaro rnpiJrunente il primo t-empo d ell 'esame, poichè si è potuto constatnr·e in soggetti accuRanti una fort<' sordità una diminuzione del tono di voce n•·llo risposte e di con:;eguenza afi"crmare la. simula zione.
s. VITALE.
MEDICINA INTERNA F. RATriERY e P. FROMENT.- Un saggio di ch1ss;ficazione delle nerfrltl. ( La Presse Médicale, n. 27, 4 apr ile 1934-X ll). Gli flu tot•i ritengono che le sole classificazioni a bnse fWlziona.le possano condurre a d ati chiari, pratici e nello stesso tempo scientifici da cui trarre deduzioni prognostic he, d ia.gnostìcbe e tcrapeutiche ; pcrta.nto p ropongono \Ula nuova .classificazione d elle nefri t ì, ch e completa, tenendo conto d e lle ultime acquisizioni scientifiche, la classificazione di vVmAL. Essi partono dai seguenti principi: l) Una lesione d el rene può manifestarsi con un certo numerò di s intomi senza. che per questo le funzioru do! r ene siano turbate; W1 r en e può esser e alter ato, mentre mancano i disturbi funzionali oppure sono cosi lievi da non potere ei"Mr e riconosciut i. Ciò sia perchè le lesioni sono localizzate, insulari, sia perchè pos.'!ono interven ire l'ipertrofia. compensatrice o i processi di supplenza di ordine e xtra.renalo. Tali lesioni s i ma11ifestano con alcuni sintomi: albuminuria, ematuria ecc. che dimostrano non t urbe ili funziono, ma lo stato del parenchima r enale. 2) Le funzioni r enali sono indipendenti t 1·a. loro. 3) L a lesione r ena.le nel quadro cliruco di una. nefrite rappresenta soltanto una pa rte delle cause dei disturbi che la nefrite può generare; cioè nelle nefriti ha m o lta. importanza. il risentimento che la lesioue r ena.le esercita. sull'or ganismo. 4 ) Bisogna. distinguere nelle n efropatie dal pWlto di vista. etiologico due c lassi ben netw: nefropatie da lesione primitiva d el r ene e nefropa.tie derivanti da disturbi del metabolismo, che agiscono secondariamente sul rene .l P assando alla. c lassificazione gli autori distinguono:! l ) Nefropatie senza sindrome d'insufficienza funzionale o n efropatie semplici. 2) Nefropa tie con insufficienza f=iona.le o nefriti.
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RIVISTA DELLA STAMPA MF.DTC'A ITAI,IA:'\"A E STRA:'\"!l!:IIA
Nelle nefropatie semplici comprendono quelle: Albuminuriche. - L'albuminuria da sola non può far· d<'dune la gnwità di una sindrome pur es._o;em~o e~pr·('~;:;!o ne ..di_ ~ma les i o~v' rc_nal_<'· A questo gruppo appartengono le albummur1C' f<'bbrlh ali IDJ'l,JO d t> Ile mfezwm, <'el te nlbunùnw·k tossiche o autotossiche, lt> alburnim1ric delle a11gine o dellt> infezioni rinofaringee, le albuminuril' digcstivP P l · l'OSiddettc n l buminu•·i1· fuuzionu li: ort usta t.icn., intc-rmittente, cidica., da fatica . Emalltrichc. - Da dist in~ucrs i dalle emat tu·ie che sopl'li\\'Yengono durante le nefriti c1·oniche e in cui yj è un :;olo sintcrno: l'cnlatlll·ia. lpertensi·v~. Cttrat.terizzate dai Sf·gni dl;'ll'ip,•rtcnl"iN1C', urine al>Londnnt.i, pallide, talora ematuriche, pollachiurin, talora ritmo di galoppo. }\essun disturbo funzionale fìnchè esiste l'ipertensione che è compl- n~>Hrice. Nelle ndriti gli nnton comprt>mlono tutte qud)(' fomtf' in cui & altt>rata la secrezione d Pile so;;tanze normali dell'mina o lP u ltr·e funzioni d<·l rt·ne, per esempio queila di mantenere l'equilibrio ncido-bn!<ico. I n E'>'$0 rirnt r<'r<'hhero parecchie sindromi, ma poichè solo la secrezione d e l NaCl e dell'urea sono Len conosciuti', gu .autori si limitano a dcscri\'cre l u H•g ue11ti f, ,rllw: NefriLe con eden!(~, clw n on è C'sat.t,o <·hinmnrr clor1.JrC·mic::a peH·hè l' ipercloruremia non è costante. A ha~e di quPl"tO tipo clini<>o è .In ritem;ione c lorurata tissulare e le anom>:Liie dc-lln st·creziono dei cloruri c dell'uequn sono i soli segni d 'insufficienza renale. Ko esistono forrne acute, subncutc fl cronich<>, la forma subacuta è la più frequente. Il quadro clinico è cnrotkrizznto da eciPma pitl o meno generalizzato e da albtunimn·ia. le urine sono sear~e. sttu·r, torbidl", la prel'sione arteriosa. è normale, allE' volt e diminuita: l'e:;cre:r.ione dei c](>Juri è molto alt<>rata. Complicazioni frequent-i: edema polmonaro acuto, asistol io . Nefrite secca azotcmica. In ossa è prepond<>rante l'insufficienza d e lla escrezione azotata. La conc<'ntrazione lllBSs ima, la costante ureo-s<'cretoria, l'eliinina.zione d e lle sostanze coloranti sono spc<>so profondamente alterate. L'azotrmia è costante e s'accompagna ad aumento dPli'acido \Jrico, d!,IIA creatinina, a lll8rcata reazione xantoproteicn. ed a netta indossilemin. L'acidosi è fn?quei1tc, niente edemi. Se ne distinguono f01me acute e cro11idte. Ne/riti mi8le. Sono le forrne più fn?<)uenti e co:;tituiscono le forme tel'Ininali delle insuft"ìcienzo dis.'Joeiat e. Vi è ipert<:n· ionP con 1·itmo di ga lop]Jo, p< litu·ia . albuminuria di moclico grado. L 'azotemia è costante e si accompagna a tutti gli altri sintomi della nefrite azotemica, ma in esso allu n!tt'l'azionl" della t;CCrezione azotata si nggiunge quella della secrezion(l dei c loruri, che- si prest>nta sotto tre tipi: l o ritenzione clorurata tissulure con edema; 2o ritenzione clorurata secca con ipcrcloruremia e acidosi fr·equente; 3o ipocloruremia, che può associaT'l'<i o non con ritenzione dei cloruri nei tessuti. Ritengono gli autori che tale cla>:s itìcazione meglio ri!"pondn gli scopi pratici, perchè utile per la diagnosi, prognosi e terapia. FLORIO .
·w. HExMANN. -
•
rostl:uzior:e e rigenerazlone del sangue nell'aria rarefatta. (Lab.
A. Mosso e La.b. L \Jft(uhrtmcdiziu di Ambmgo) II, 1934.
~Acta
Aeroph;rsiologica"
La funzione del sangui', in quanto a scambio gassoso Dl·gli organi e nei tessuti t=mbisce importantissime moclificazioni nell!;' Yflriazioni di prt>F.sione dell'aria. È noto, l"C anche spt>~so C<'n traftato, <·he la purte corpwcoiRre dol ;-angue. atunf'l1ta notevolmente a grandi al ti tudini; in !'Pg<Jito ad tm'accentuata attività dnl midollo osseo: si nota forte prolifcra>donC' d<'lle cellult de> l m idollo o~:~:eo e numerosissime forme giovani di eritrociti. La diminuzion<' di tensione dell'O influisce dir·ettamente sull'a.ttività emopoi~tica del midollo. ì\fn la \'ariozione di t ensione è uno dei fattori. LAQUER e \VEBER produssero un'anemia da. emorragia o tossica in cani a grande altitudini, la rigenerazione seguì eircu doppiamt>ntt> rapida come n ei controlli di pianura. 7 -
GioTnale ai meaiciua militare.
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Itl\'lSTA D"ELLA ST.UIPA ~IEDICA lTALtANA E STRANIERA
In ricerche preccd0nti ( Brau11es B eitrn{l Kl. 1933) l'A. ha studiato la rigene· razi one in un'anemia sperimentale in aria. r arefatta, c si è posta. la domanda se con nn nppMt.o parcntPra le d i ferro in forma colloidale, possa influire ad aumen· taro quella potf'nza ri ):(Pncmtrice esaltata dalla diminuita t.ensìono di O. El'lperimcnti furono contlott.i su conigli a Col d 'Oien e n e ll 'I stituto di Amburgo ma i con ig li n on si sono most,rati g li animali più adatti. Sì è notat.o nn accorcia m en to di circa la m età. d e l t empo di ri gcnerazìone, ma. non influì affatto l'apporto pa.renter a le di ferro. Come agir eb be la dimin uita t ensione di O ad aumentare la facoltà. di l'igen l'nlziono d0gli eritrociti? L01~wy t.rno dnll \'l esperienze d i ScRAUMANN e R osEN"QUIST c h e la. accresciuta eccitabi lità rigcnerntri co de l midollo O!;SCO è d ovuta a l fatto della diminuita t e ns ione d i 0: ciò non spiega il fatto. U na serie di OS$<crvazioni ttcgli ultimi tempi, fanno ammotte1·e una r egola· zione contt·a le <Iella fo rmnzionc <h' l sangue. RICCITELLI potè eccitar e cd isolare nn centro in pro~Rimi ti\ d1' l 30 ventricolo . H o:FF dopo ventriculogrofie o emorrog'ie ventricolori, noto. <li~t.urbi d!'lla r<'golazione del rica mbio e leu cocit( si, e u e lle lesioni del m el'Umcefnlo e del corpo striato 1mu poliglobulio ch e si accorda con quanto ha trovato Rperimentn l mente RICClTELLI. D ebbono 11nchc influire nHinzioni d e ll'equilibrio a cido-basico che nelle al titudini eccitano i cont.ri d e l m esenct'falo o del midollo producenòo p olipnea, tachicardio. e fo.t.ti vn..«omotori; dunqnP l'fl.umC'ntata occitabilitò. a lla rigencrazione dE:'I sangue sarebbe consC'gHenza d ella ipcreccitabilità di un cent-ro n e l 30 v entricolo, un Blu.tsteuertmgzentrum. R AFFON'E.
CHIRURGIA GENERALE L. Poz.:-<AlWV. - Trattamento chiru rgico della malattia del metatarsl :dt Khole r. (« J ournal de chirurg ie ", ma-gg io 1934, pag . 667).
L 'A. passo. in mpida rA.."-'>flgna i proced imenti operatori proposti sino ad ogg i nella cura chirurgica d ella malattia di Kohlor e descrivo in succinto la tecnica da lui segu ita. consistonte n ella rcsezione d e lla testa d el m eta.tarso e n el trapianto autoplastico di nn frammen to osseo preso in prestito dalla diafisi tibiale : dopo 14-L5 giorni i m n lat i cominciano già. a camminare. Riporta quindi, oorreda.ndole rli belle r adiografie, le storie c liniche di 4 casi cosi trattati, tutti scguìti da ottimi risultati anatomici e fun zionali , onde così conclude: l) il trattAmento operatorio descritto n ella malattia d ei m eta.tarsi di KohJ er, non turba. la statica del piede nè altera i rapporti anatomici normali tra fa langi e m etatarso opE-rato; 2) il p eno d'o;::."o trapiantato s i adatta. o modella bene, avvicinandosi alla forma normale d e lla testa m etatarsica; 3) è pre feribile prelevare il p ezzo d 'osso da trapiantare, alla cresta. tibia.le con tutto il suo p eriostio. P. S.ALSANO.
NEUROPSICHIATRIA L . J. SCHARooaoos:KY. - Le particolarità della reazione all'adrenalina nel malati con complesso sintomatico neurastenlco. ( • Zeitsch. f. d. g es. N eur. u. P sy », vol. 148, pag. 382).
L'A. inizia il suo dire ponendosi inna nzi tutto i l qu('sito se i disordini somato· psichici d el n eurnst.<'nico, n e lla lor o gra.ndo molt.cplicità, rappres<'ntano soltanto combinazioni acciden tali ch e variano da caso a caso, o associazioni stereotipe che si ripet.ono pr<'s.'l' a poco sempre a lla stef;SI\ guisa, indipend entemente dalle cause diverse che li pt·oducono. Egli è per questa seconda. ipotesi. Riguardo poi
RIVISTA DELLA STAMPA l\IEDlCA lTAl, lA)."A F.
S'lìL\~ 1 EH A
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alle cause che sono o.lla base dei disturbi neumstc11ien, l >l'nch<\ intorno ad e~:<s<' nulla d i veramente definitivo possa ancora dirsi , l'A. è però dell'opinione che gli studi geniali del P AULOW permettono per intanto di poter aft'('rmare che l'instabiliti\ emotiva "la scarica emotiva cronica», costituisee tmo d e i presupposti fondamental i di quello che egli chiamo. • compl<'!'!<n >'< int omntico mtn·n8t<'Jdco ~. L'emozione patologica. è stata studiata a f{)ndo, in (tue.-ti ultim i tempi dallo. l'Cuo lt~. di CA~JS'ON che ha ù etenni11nto con ~ullicie, t.o chiarezza la via prul('ipnlc e il meccanismo secondo cu i si effe ttua i1 proct-!i'SO ordinario d el le emozioni «stcniche ». Il p rocesso emotivo quivi ccmrpare no n !'Oltnnto C('mc fe110meno psicologico cbo succede all'evento causalo, nm anche como· rcczione somntiea di organi ili terni; si h a oioé, come tendt nza fon cb m t nt u.lr <li l p.-c c sso. tma mobilitAzione alla. Jotta. d ell'orgnnifmo che m ett e in azione tntt.i i Rnoi apparecchi di difesR, rappresentati eosenzin.Jmente dal sil<trma n ervoeo simpa tico e ùal sistema surrenale. L 'emoziono patologico s i !>erve prroiò d elle stP~Rc ,-ir" dt'llo ~;tl'sso meccanismo de ll't>mozionc nomutle di cui rapprP.~cuta soltanto 111111 dt'\'Ìa7.ÌOJW rplimtit ntiva . Questa d eviazione si ffiRJIÌi<'llta già eliterionnentc F0t t n fom 1a d i fnc ilc> in~;rnione de l meccanisn-10 emotivo come 1·isposta inadqp.1ata. acl ogni piì1 lic>n• eccitozione psichica P perciò con carattere di abnormità ddla n ·nzionc ri~p<'tfO olio stimolo. Parteudo da qut'lite premf'~~;c· l'A. vif'nr allo ~<copo Ò't' l !'\I O lAvoro che è qu<' ll<) di Yedere come risponde• il s i;:;tnna s impatico d e l n<'\n·as t••n ico di u·ollte al suo piit potc11te eccitatore: l'adrenalina. Le ricerche sono stnte C!'pletate su tm compi<'Fso eli 47 mnlnti di nt'11rastcnin. n e i q uali la. ma.lo.tt.ia non rappresentavo. una fnse nello s \·iluppo d ' un 'affcziou€' organica p iù sp-aw, ma ut1A. s indrome a. sè stante. Le Rlt·s~C' indagini furono po.i ripetute su se1 malati d i a.ffezioni diYerse: malnti eli con trollo. Le ricerche cosl effettuate hanno permesso d'osserYnre negli affetti da sin drc m e neurast ( nicn • pura • due tipi fond ••m • n ta.li di rcHzioni l' ll"adrcllaFnn: l ) un tipo ipet·cltinamico - come lo chiama l'A. - con valore numerico, molto a lto della cw·va glicC'mica.; 2 ) l'alt ro t ipo ipodinamriro con d ecorso rallPntato debole f' pcrfìno al disotto dolla norma della. cu rva glic€ruicn. Questo pecu liare modo di rPngire d e i soggetti nemMt<'nici di fronte all'adrl'nalin a fa porre all'A. il quesito so si tratta di tipi ti>'!':i di ri'AZÌOt1C ncurotien, di cui il ca.rat.tere venga determinato cla pari icolarità eoF<tiht7.ionu li degli indi\·idui esaminati, o soltant-o di reazioni di carattere funzi onali' cnpncl di m odifìcarni volta a Yolta, o anzi trapassare nel tipo opposto, a secondo. delle condizioni momentAnee d el Ristnna nen ·oeo simpatico. La. prima ipotesi t,rova appoggio n ei lavori spc>t-imc>ntali di PAvr.ow. Questi h a. distinto, sperimentalmente, nei cani, due disth1te n<'VIORi: qudla di tipo prC'valentcmente irritativo e quel la di tipo prevalentfmctl tf' inibitiYo. I n cani con questi diversi tipi di sistema nervoso, fu poFSibilo osservarc, !>otto l'azionE' d elle s tesse condizioni dannose. una cronica. d eviazione d!tlla n01ma d ell'attivitiì nervosa, t u t,to.via in due diverse direzioni. I n quelli fneiiJnt'nte eccitnbili si pr<'ff'll· tnva estremamente d ebol e il proceESO d'inibizione d ella <'Ort E'CCin, nei cat.i di carattere quieto e abitualmente bene inibiti fu invece n ('bolc o del tutto M~·<'nte i l processo d 'irritazione corticale. L 'A. partendo da questi esperimenti, in alctmi cani a etti si poteYR nttribuire una reattività nervosa pari a que lla dcscritta. dal PA u r o w n<'i StiOi nn ima li, l1n saggia.t o la reaUivitn a ll'adrenalina colla f't<Hn mf'tc d iea ma1n p er i malnti eli n evrastenia. H a potuto così osF<>rvare n f'i cani di caJflttcrf' quieto tn·n <'\Uva gli cemica basea e di breve durata, in quelli di tipo irritAbile ltna cmvn gliecmien alta e d i lunga durata. Con il che appare stabilito nei ('lmi \m parallelifmo fra i due tipi di sistema nervoso e le modalità d i reRzione a ll 'arlrennlinn. Estendendo, poi, tale concezione all'uomo, l 'A. ritiene attcndibile l 'ipotesi che a ll\mo e all'altro ti po d i reazione a ll'adren alina corrispondono df•i ccmpiHsi sintomatici clinicamente e psicologicamente distinti. L 'indole d elle indagin i d i cui si è fatto diecort:o ci e<mbra molto atto ad approf ondire il problema. dei fondamenti costituzionali ch e fono alla baF'e della. nevra>'tenia, fondRmen ti già intravisti dalla ecuola francne (Bot:<CBARD 1 ecc.) e
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Jt!VISTA D:JI, [.A STAMPA MED ICA ITALI ANA E STHANIEilA
da a1tri. Ricf'rc>he di controllo, cliniche e spcrim<:'ntali, m eritC'J'<:'bbero d'e!';.o;;ere r ipetute e approfondito dagli studit si d r ll'urc(omoto. Così forse si farebbe più
luce intorno a questo stuto morboso tnnto noto nella sua sintoma.t.ologia clinica, ma altrettanto impe rfctt.am<:'nte conosciut.o n elle sue couse flctC'rminanti. SA CC HETTI.
OTO-IUNO-LARINGOLOGIA E. E\·EnLn.-r:. - Determinazione delle curve in veicol i veloci a m ezzo dell'apparato vest ibolare. (Acta Aerophysiologico., II, 1934). L'A. JW<'rnf'tte di n on f'l'<I'Pre nn fiFio lop:o, ma nn f ('Cnico df'll'aviazione, si tie ne quindi Jontrmo rla os;;vn·•tzioni di carath-rr iì::iolo).!ico. e si avvale nella trattozione del {atto che l' uo mo pO!'<><iedo nel cnpo In. focoitìt di appre zzare sollecitazioni di progr<'f<.<;Ìonr o tli curvo e di clifkr<•tw.im·lt•. E crli pr r C)_llusi cnsunli o:;:;crvnzioni; sostf:'mttr cln conRickrazioni di t ccnicn mecc~tni cn, h a sco p0r1 o ttn m etodo pPr dct r nninnrf' granrii'Z7A e dirrzioue delle cnrvc di vc•icoli mpidi, spN~ic di y('!i,·oli, senza l'aiuto di rif,·J·irncnti yir:ivi, quindi in v o li not-~.urni, 1Wlln n e bbia, ne'Ile nubi. L a nnt111'l\lc s<>nRazion<> eli cur,·n è funzione tkllA facoltn di se-nso di equi librio, e, CSC'l uclendo j:!li nppnrt?cc·hi n11to.m.atici che Sf'J·vono n mi,..tt.rnrc la pol>izione e le vc lociti\. n.ngolnri di nn vc Ji,·olo. m t'ttr in grado con acl•' gnnt-i moYimPnti o posi · zioni eli:• l cupo del pilotn di appn·zznrc con l'f<H( tczza direzione, posizione, moto r ·ttilin• o o in <' 111'\'tt d l vo•livo lo s t ••s;;o, Si difTondC' a. d rscr ivrrc minutnmPntP i , ·ori roRi, il j!rn<lo di fi<:'ssionP, Intero· flpssione (!P] capo, pc·r m C'zzo d <:' lle q1wli Fi apprezzano le vurie po~;izioni e cun·e, P descrÌ\'P poi gli C'RpPrimPnti CSPgl.titi in rnmrrn osenra r otnnt <', in cui sono stati, in n,pplicaziono ciPp:li P!Tdti g iroscopi dt"ll'nppornio n •stibohuP e> ddl'dktto Pt..-nKO<Jt~. drtr rminuti con eRaf.tC'7,7.a movinwnti di I O m inu ti di dm·ott• di rotazione e di!=>tintc cut-vC' rli fre m ·nuti d ulia, dirc-7.iOJW r r ttiliHc·a. RAFI"ONE.
M.
- Ap plicazione del m ~todo d i sosti !uzione a l trattament o dell'ot lte m ed :a pu ru lenta. (Les Annnlcs d'O to·lnl'ingologi r, fehbrnio 1934).
1\ho~o~.
L'A., SC'~ucndo la t ccn if'a stabilita. rla PnoETZ (Stati v•titi) e da LE 1\!.EE e B orclft::T (l•'r~.tncia) so:::til.uiscP, n f' l trnttmnf'nt,o di'Ile otit i mf'diC', liquido m cdicnml•nto!'o all'tHio. e secrezioni putologich <' a!=<pirotc dulie cavitil. Conf<:'~ll però che ntm h t\ In. pt·PtC'RI\ di rimpinzztll'e con que~to procNlimcnto i ,·nri tmttam('nti t er npPtttici, P<'l rsponP i vnntoggi ed incon,·rniC'nti di <'!"SO. Ad op<' rn un aspirntore eli vct ro connc'"-"0 nel tm imbuto aw·icolnrc e n l nmnom Ptro rli LE ~IF.F. erl inif' ttn dopo lipioclo l c0n a ggiunta di l'lost~mz<' mcdicam('ntose, così può controllare allo sdwrmo gr-ofìco J.-1. p!.!m.•trnzione n elle covità am·icola.ri d e l l irpt iclo opaco. N e ll'otito m edia pumlc nta n.outa l'applicn,ziono d e l m etodo di sostittJZione nppo•·ta in g •n ore u n~t f tvovr vole m ·)rli fi,·;~zioae s ·guila d'~ g •ll\rigi-me rq•ida . N e lle ot.iti sonili, in cui le cavità ~<ono esteso, con suppurazioni ostinata e irregola t·mo:>nt.e attiva, è anche particolarmente indicato. N o ll'o ' it,o m edia pumlcmta cronica può f'SSE' re utile pcrchè permette l'eva· cuazinno profonda e l'in!'<ti ll nzionl:' n e i r eccs.<:i. C('l'tO non può avere aziono su l'ost<·it e cr·o11ica che richirdù. int,Prvcnto chirurgic-o. Ha trnt.tot.o 40 amrn•tlo.ti a.dulti o mgnzzi, mH.i bornbini al di sot.to dei sette anni, ~'""~'ndn p Pr i piccoli difficile l'applicozione d r l m l:'todo . Vie ne o,lln conclw.'iono che questo metodo p erm<' tte un meccanismo di azione t e rapeutica più effi~ace che i p•·ocodimenti correnti, e n elle forme prolungate giunge ad evitare un'operazione mustoiùea. RA.FFO~"E.
U l V!STA DELLA STAMPA MEDlr.A iTAL I ANA E STRA:li"IEltJ.
Hl
STOMATOLOCIA
SARAVAL. -
l denti ritenuti (Rivis ta ltaliaua di Stomn.tologia, n . 5, 193~!-Xll).
D enti ritenuti sono que lli completamente sviluppati che, senzt\ part-icolari alterazioni dei maEcellari, vi rim11J1gono internati, n on comparendo sull 'arcata nella loro epoca normale di c·ruzione nè dopo. Con esame radi ot:-'l·otico s i può stHbiliJ e che detti d enti si t-rovano all'incirca. nella loro sede no1malc mC'n tre JWI c·aw di· verso si parla di d enti aherrl\11ti (denti sono stati trovati nel vomere, JWI pavimento nasale ecc.). In questi ultimi t.empi alctmi AA. s i sono occupa.ti cle i proceEsi patologici che i d enti ritenuti po:;&ono provocare: nevralg ie imponenti dd trigtmino, gluucomi <.stinati, cist-i d e i mascellari, t ics n <>rYo!li dc-Ila fuccia, epill•f;o-i a ecc. Da <tUeHo p u nto di vista considerati, i deuti ritenuti acquistano g•·ande imporllmza . Ogni di>turbo a. distanza che essi provocano si de-vo ricollegare ud un put o atto riflesso che viene solameute a cessare con l' n\'uls ionc dd d ente. Spesse volte posso11o e!'S<'re cau!'a di serii disturbi a carico del sistnua nu \'Oso centrale e periferico fungendo CFs i olia stcua s tr<·g\lfi che le sl'h«'ggc cl 'oFso conticcate ne l cranio e !lCl midollo sp naie. I d e nti ri tenuti agirebbero per continua stimolazionc sul t,rigc mino, nervo a;-sai sens ibile dal punto di vista de l sensorio ed in intima connc~:sione col ntgo (rifl<:sso stomato -card ia co). Possono t·estare imprig ionati tanto i d enti ciC'cidui comt' i p e1m1menti; i casi di denti permanenti ritenuti sono tuttavia più numere~;i. I denti ritenuti possono av<'r<' posizione n01 mal t• t non c po~!'ono e!'sere persino capovolti; pos.<>ono essere ritenut i parzialmcnt<> e completamente. ln ordine di fre quenza s i possono tronnc ritenuti: il 3° mo lare inL, il CUJ ti uo sup., l'incisivo laterale st•p., il canino inf., il 2o molar<' super. ed inf. Numerosi e poco interesMnti sono i cas i di ritenzione di un solo d ent e; rare ed import,anti sono le ritcnzioni multiple. 1\el suo lavoro l'A. illustra 4 casi ossen·ati nei componenti fc·mminili d'una stessa famiglia (mndre e 3 figlie) ed in cui l'n.-am<· ra d iogranco ha mef"SO in evidenza un munero cospicuo d i d enti ritenuti, ri~pe t t i n mn1t e 5, l 6, 4, 13, ~enza t r n<'l' conto d e ll'as:seuza. d ei denti d el senno. Appare dalla r.toria comt' tali a nomalie d ell'elll· zione d entaria vadano ripet endosi, a)l'g raYamlosi. nttrave1so 4 gt>ucrazioni, per yja, fenuninile; di 5 figli il solo maschio prc>enta il sit>t <ma d entario regolmmente svihlppa.tc. Passate in rassegna. le \'nri t• rnuse !orali e genf'rali a cui si crede comtmf>mtnto di poter attribuire il fenomeuo del hl ritenzionc d cllt oria, l'A. EH:Iude In rnalpot>iziono dci germi, l'influenza. d ei d enti d ecid ui, lE- alh'T>Izioni n el tn~11to O>sco d ei ma~ccllari. Tra le cause genera.li scarta la. sifi lide erf ditario.la dtn t izicr:(' tr.Jt'o. il1oehiti: JT.o, le lesioni del sistema endocrino c, ne l caso flp<·cific-o, le dif funzi oni O\'m iel:e e prEnde in considerazione i fattori e redit11rii, d i me~ ll ando che In ritrnzic ne dolta t·: a è in relazione a fattori genetici e quindi E-redi t m i. Nei C'asi eh e illust1 a. i l caratt<>re ereditario è dimostrato anche dal fatto che attraYer~o 4 genemzioni la yjzin t ma Ya ripe· tendosi aggravato. nei discendr nti. Da ult,imo l'A. accrnna a una dysostosis cleido-cm .nùtlis sptu·ia senza però accett <• rne la diagnosi in quanto manc:_ano ndle malate le l<sioni craninli e clnvicolari caratteristiche. DE LucrA.
FARMACOLOGIA
P. BRUÈRE. -
Nuovi orlzzonti nella fabbricazione del caoutchouc manifatturato .
(J ouma.l de Pha.rmaeie et de Cbimie; No 9, l o novembre 1933 ). Il problema della conf'ervazione in perfetto stato di uEo d«'gli oggetti di C'aout· chouc utilizzati per il servizio sanitari o ha attimto in questi ultimi t empi l'attenzione di tecnici e scienziati. Senza tener conto dd le ln1ghe fCo rte rhe talora. s'irr.J.CJ~ gonb pEir i bisogni sanita1·ì in genere - ne ll'nw corrente dell'in;pic go chiJUJgico,
RI\'ISTA
DE L L.~
S TA~IPA
MEDI CA ITALlANA E STRANlEHA.
igienico, di labomtorio - è solo sufficiente p ensare al notevole inter C'sse che la. questione riveste 1Lilorchè si considerino i non tmscurabili fini economici e sopra· tutto la n ecessità di evitare d annos i intralci a ll'atto d el bisogno, che sono direttam onte com1essi co11la manutenzio ne d e i granò i quantitativi di op:gctti di gonuna. elastic>t nccanto nuti p er esigenze d i mobilitazione . L a duritta della couservazione di qut:st.i oggetti ò sempre limitata o p roblcmaticu; comw1(1\te, non pl tÒ - con tutta sicurezza - c:;scre previsto. in f.m t icipo, ciò che ha iltdot to n ll 'u~<o empirico dei vari sistemi t endenti ad assicurarla. L'importnnte argoment.o fo rmò ogge tto, com'è noto, d e l ,!o T~·uw. del « V Congresso intcrnazionu le di .i\lcdi citta e l!'arrnacia Militare di Londra - m aggio l 929 ». In sode di discussione del t ema predetto. proprio il dott.. P. Brul:rc, colonnl'llo chim..ico-funnaeistu dell 'Ospeda le ntilihn·e Vi llemin di P arif!i -che a pitt ripreoo ha d •d•<'o~to 1.1 su t nt.1ivlfà ~eio•ntificn. n Ilo st ud io ciel caou tl'!touc P d egli n~~··tti che :w ne fublJ,·icano - foC\' uml.lucidn diss ' r'tazionc in rnatrria, intere5:5ttndosi mas <im ·1· mento a l procC'!<sO di ri f;(<'nern.zinno df'gli a rti coli di jZOnuna r lasticn vecchi, d eteriorati c inscn·ibili. u i qnnli rid o naYA la f!Ps:<ibili tà e la morbidez7.a c.,l sott.cporl.i a un bugno nt'll'olio di pn.ra fliu n n 100°- 110° C ( l }. Egli orn, in questo nuOYO lavoro, tor na sul quPsito d e lla nhmut unzione p er truttarlo, non più sotto l'n<"petto empirico, ma S\' Ìsocrnudono lo mgioni fondamc•ntali o ritcucndo che la consOI"\·aziono J c•:=;idcmta - m~·rcè i pro~rossi mg!-(iunti dn~ li st.urli specifici e dt1.lla t l'cnica d e lla ht\·orozioTH' - possa a ttu a lmont.e con~id(' ra r'Si r ealizza bile, pure h è la fabbri. cazione proceda con rnctodo e, ciò c he piì1 import u, fttcl"ndo rinunzia a esig\'nze incompat.ihili con i d n.ti sc ic nt.ifki conccrnl'nti, pnrtieola rm(·nte. il gindizioF:o impie go d i accelerator·i della vulco.n izzazione c di prodotti 0111iossidanti (antio.l·ygèn.e). Tu! i c:>igt:nZ<). p t:rò, SOltO mnssi mnm~nte reclamate dai nostl'i • Capitolati di appalto • e un o. di e;;st>, d i Rpec in lo rili e\'O, è fornita dal saggio d e ll 'estrotto act-to· nico. Onl, c;:;o.ttameuto pt•r quc~to - Phe form0 oggetto di SJWCiGche di~eussioni col cb im·o profes..<;orc• on. Bmni dd P o litl'cnico di llliluno e, a giusto titolo, caposeuoht italiano iu matcriu di chi'll'tica d e lla gonuna e lnsticn - n oi ci trovarruno indotti a c.m.-l'nr ir.: J'aumer• t 1, d a gr. 3·4 a g r. 8~0 - ma non di più - dl•lld s '"'tanz<, "'olu >ili in ~~eet·H•C, a lmeno pe<r m.2 • di t e la gon1mata impermeabile, tipo 185/ l lO. No n d ove d imenticars i cho l'esame dell'estratto act·tonieo, oltre a eSS(' re quello particolannC'nto indicato p or giudicare d(' lla b out/t d t• l prnd ott.> e d ella vule::mizznzione di <.'~O , si p•·Psta a n ch e a d accer tare lo condizioni d egli oggetti di gomma eJ.l...;tica, d opo un htngo p eriodo di sosta n r i mugnzz;ni di di'p >Sii.o. L 'o ·grcgin A. risnl ', dunq• u•, tl. llc fC>n t i o eioò 1\lle m odnl ità in rrnt; lu pr0p a r ,,. zionc do·l cnoutch ouc, pa!'lSanùo in rnRsegna, con opportnml critica, i metodi c lassici di fabbricazione , nonuhò i preccdPnti c più pro~imi Ja ,·ori ori)Zinali rigutudanti la funzione d i'gli I'ICC<'Iera.tori. di'Ila vnlcu nizznzione e il còrnpiw delle sostanze antiossida.nti. Col rn~ i mal ~ impiego di quost.i pt·odot.t i, egli ritiene che poSAA.no raggiun gc•rsi lo condizioni piit desiderabili p er ottener·e In conservazione in piena. efficienza d c~li oggct.ti di go nuna. clnstica . Conclude, i11li ne , col concretare talw1e propost o ch e occorrerebbe poter· fi!'lSo.r·e u ol collaudo d Pgli articoli di caoutcbouc, in s pocial m odo sE' son o d estinat i a costituire d e lle scorte di lunga dnrnta. Prima fra tutte, quelln di st.abi lire un a colluhora zion o discreta c di fiducia fm i sN·,·izi t ecnici ind u:<tT"i t\ li e g li uffici di nppro,rvigionamouto. a llo scopo o\'ident.e di a ssicw·arai d PIJ'usst·nzfl di sofìst.ienzioni n on consent.ite e ch e p otre bbPro eventunlment.e ven iJ..,. simulttto du lie n cccs~ità di lavorazione sopracct"nnnte. Da ultimo, ins ist e ancont. sulla bontà del sistema di IIlltnute nzionc d egli oggrtti di rcc<>nte fabbricazione e in corso di conservazio .te a m ezzo della spah118.tura di lubrificant i n on d ispersivi, in p art icolare modo, ' lt•ll'olio ùi p a raffina . Su tale questiono si riprornctte, a nzi, eli rit orn nr·c , nell'intento di dimostrare che l'o lio cl i para ffina - i l q un l\' osercita un'aziOno d ispc1-siva sul enoutchouc grez::.o -è suscotti bile di essere uti li~zato come un date di a pprezzamento preliminare, o sommario, del grado di vulcanizznzionl' del cnoutt'houc mani/aJtu.rato.
A. p AO~IELLO (l) A,, PAI.l :oilf:Lr.o.- Il
v Con.qress~ intr.r~an : icmal.e ai lo!Jdicina e Farmacia Jli l i tart.
Torlnv, Oiorn~lc di Cb!m lca., d! F .•rmMia. e di ::Joiouz~ n !Uni. FtU>c. a, giugno 11120.
BIBLIOGRAFIA MEDICA MILITARE ITALIANA Bt;OLIAlU Giuseppe
R enato, mnggiore medico. L a trazivtre a (t/o nella cura delle fratture della. clavicola. uLa Clinica Chirurgica », faPc. 2, 1934-XII.
CoLOMBA Nicolò, capitano medico. Comp01·tamento dell'asligmatù.mo dumnte l'accorruxla~ione. u Annali di Ottalmologiu e Clinica Oculistica », foEc . 2, 1934-XII. Riassunto. - L'A. ha determinato per mt'zzo della schiaecopia su occhi a,<>tigma.tici lo stato di refrazione prima in stato di riposo accomodativo e successivamente durante la fissazione a cm. 25. Dai risultati ottenuti ha tt·ovato che nella visione da vicino degli astigmatici: 1\ell~;~. maggioranza de i cnl<i avvie ne uun ACC•' m od uziotte s fe r·ic,t e solo in pochi casi s i ha una accomodazione asimmetrica. 2o Che il grado dell'astigmatismo non subisce alcuna diminuzione. 3o Che può essere utilizzata qualsiasi purte del fnseio rifratto. 4 0 Che in ca.si di astigmatismo semplice l 'accon1odnzione avviene nella maggior parte dei casi in modo du r.u· c<linc:idcrc C< •ll I H q rpcrtìcie rctinica la stessa linea focale che con essa coinc ide nella visione da lontOJlO. 5° Che in casi di astigmatismo misto con un mer id iano miopico di 4 diot· trie, può nella visione da vicino (a cm. 25) non avvenir e alcu.na acc01nodazione. CoNFALONE Raffaele, maggiore m fdico . ll li1;owcci110 T.A.B. (oleo·t·egetole) e le complicanze a tipo ascesstwle. • Ol'i r;curahili », fase. 2, 1934-XII. Rùtssunto. - I ndagini siero logiche compiute su 40 militari, nei quali l'inununizzazione antitifica con lipovaccino T. A. R. oleo·vo(>gelnlc Hvevn prov<•cnt o ascl'ssi o noduli nel plmto d'innesto, fam10 ammcttcre che complicuuze d el genere disturbino il regolare assorbimento de ll'ontigr ne fìuo n d impedirlo addirittura. Rice rche microscopiche e culturali sul lipovaccino e sul contenuto a~ce8suale escludono p oi ogni enu:-:a mierobicn ne l dete1mini:mo dd lC' cnnplicUJrzo st o>'Hl, per la. cui :insorge nzn l'nuto ro r mmetto unn spcci:!l e ipPr. on ... iiJi lità. da pnrte d i nlcuni soggetti verso i lipovaccini, analogamente a qua.nto avviene p er le comw1i sostanze m edica me ntose introdotto per v ia pure:nterule. Ammette pure che l'iperscns i· bilità. o int.olle nmza p os;;a essere tttlvo ltn. fnvori t>~ d•:lh1 reozione lieveme nte acid<~ del ve icolo va ccina te o d t11la prcscnzn di sap on i pr·ovenie nti dalln ncutrolizzazio n<" dell'olio vegetale. D 'ALESSANDRO R affaele, maggiore medico. La ba~1da di coayul<Jzione (l{oayulatiol!8ba.od) secondo W eltmann nelle pleuriti. «Il P olicl inico » (Srzione P ratica), 1934-XII. R-iassunto. - L'A. ha praticato. la ricerca della sjcro-coagulazione secondo Wcltmann in 30 pleuritici n elle diver;;e fasi d (!l proeC'f:so ed ha. notato in corrispondenza alla fase essudativo. accorciamento rlella bollda di coagulazione ed in corrispondenza alla fase di riassorbimento e di fibrosi a llungamento di essa. D i tale fenomeno prospetta l'interpretazione più probati,·a . In due casi la deviazior.e da tale comport.amcnto e ra in rapporto in uno a lla coesistenza. di lesioni evolutive specifiche del pulmone omolat.cra le ed iniziali n el controlat.cro, nell'altro al manifestarsi in segtLito alla pkurite di una lesir ne tuberco!are ossea. Rileva infine l'importanza pratica (diagnostica e p rognostica) della reazione studiata. Giuseppe, capitano medico. La l;ili?t<Limmia nella tubercolosi polmonare. t L otta COJ. tr('> la tul:elcOlcf i », fa: c. o, maggio 1934-XII.
FILIBECK
Riassunto. - L 'A. serven dosi del metodo Daddi, ha ricercato la bilirubina. n el siero d i sangue di JCO ammalati di varie ì o me di tul.: ercnlc~i polmona re. I n tutti i ca.ai ha. potuto accertare la presenza d i bilirubina.. Nei t.ubercolotici api-
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BIBL!OGHAFIA MED ICA MILITARE ITALIANA
rettici il tnsso d ella bilirubina non diffe>risce molto da quello indicato per la bilirubinemia norma le (mg. O, 1-mg . (l,3). Nei tubercolosi gravi fe bbrili l'A. a dif· forenza di quanto è stato riferito da aJtri ricercatori, ha potuto constatare come i valori d ella bilirubina pre::<ente ncì !;Ìero di sangue fossero sensibilmente superiori alla norma. D 'altro lato nei t1tberco losi con complicanze intestinali, in accordo a. quanto risulta dallo le tterotma, il dosaggio d e lla l)ilirubaint~. mise in evidcn:t:>l v.tl.>ri infe ri o ri >tll:1 ntJrm t. R :nario, t enent.:o med ico. L'ind~9ine radiologica n ella risoluzione dell-a p ?lm?nite /o!J:~.re. tt La Rdio logia l\ledica ~.vol. XXI, fase. 4, 1934-XII.
btPALLO)tE~r
R ì<I$8Wlt<J . - L 'os;;.ervazione di parecchi casi di polmonite lobn.re ba permE"sso di c lns t.ata•·e a ll'A. che Yi è se mp re 11 e ll!l fase di risoluzione la presenza di im· mag ine r rticolnre !>peciale lH'l campo polmonare affetto. L'A. riferisce questo ìatto ftl ri a~so r bi m" nt-o enrlolinfatico d ell'essudnto. Studia l'evoluzione di detta. immagine come anche le ~tltre numifestnzioni radiolo)!ichc dello. faso di risolu· zio ne specin lment C' in f]uanto concem e le d eviazioni della risoluzione o gli esiti an or· mali. L a considera ancoro p Pr le diag nos i diH'ercnziali con le lobiti tubercolat·i e le foTme di cnrcino1<i m~'1 n;~tnt ica d el polmone, ne lle q\1ali 1.1.ffczioni si può verifì· caro la presenza di unt~ inunngine rcticolarc che ra,<;<Somiglia aqt1ella in questione LO\"AGl:.tO Ro~co. t cne n.te c o lonn<C'llo m odic o. Un cayo di ma.la:ria acuta complicato. da eilemi. Oontribu,/o e/in ic'J alla p"1lOJ MM9i d~.7li l'.detni n ella malaria acuta.
" Rivista di :\Inltuiologia >·, fii!;C. 6, ttovnmbre -dicembre 1933-XII. Riasstmto. - L' A. illu•trn un c.1-;o di edemg, dR. m'l.laria acuta. Acce nna a.lla patogc nesi di tale complicnnz~> piuttosto rara, e dalle pro,·e fisico-chimiche praticat.e ne ll'infenna coneludc c hi" sia da nt.tribuirsi ad un brusco aumento d ella permea.bilità. vasale, prodotto dnlll' c risi malariche, p el trumite della disfunzione new·ovcgcta t i nl. :ìiiARIOTTI·BL\':\"CHI pro f. Oio,·. B.l t.t ista, m 1.g~ iore genf'rale m edico. La prepara· zione igie11ica del Pa ~$1?. e lrt· lotta rrtt.ittò erco!a.re. u Lotta contro la 'l'ubE'I'CO· losi •, fttSc. 3, m:trzo 1U.3-!-XIL Ria.asunto. - Il R egime ha affrontato rea lme nte il problema della lotta contro la tubercolosi e se ne hanno già e vident.i i risultati. Tuttavia è necessa.rio riflettere che la legge fascista ha di mira per la sua stessa natura il lavoratore; bisogna complotnre la lotta per il resto della popolazione. L 'abbiente ha il d iritto di curarsi per suo conto, mo. h a anche il dovere di non danneggiare gli altri. Fra queste provYidenze è qut>lla d ella prepa.r azione igienica f'fficace di tutta la popo lazione che è nncOJ'A molto d eficiente, in Italia e dappertutto. Il Ministe ro d ell'Educazione nazionale ha introdott-o l'in egnamento d e ll 'igiene anche nelle scuole .,]eml'nLa.•·i; bisogna di ffond,>J'lo in t.ot.Le le scuole ~· auche nei seminal'Ì , und..: i sacer.lote a. s uu volta dit)'onùa. il VArbo igienico ne lle masse . -
S!tlle ru,li necessità delle abitazioni ru.r ali in Italia. ~ Le Forze Sanitarie "•
fase. 11-12, 20-30 aprile 1934-XII. M.e::-.:.o~sA
Gerardo, capitano med ico. Lisocitina efl actùwmycetali. • Bollct.tino dell'1st ituto Sierot.erapico Milan ese~. fase. 12, dicembre 193:!-XII. Rias.~ttnto. L'A. dopo C"Ssersi soffel'mat.o brevemente sul vasto problema della !'lcis,:;ìone rld lo lecitìnc e sulla- lisocitina, ricordando g li originali contributi di Belfanti e d e lla sua scuola., ricorda le ricerche eseguite sull'a.zione del velmo di cobra e d e lla lisocitina !ln.i m.icrorganismi. Riferendo sulle ricf'rche personnli pone in rilievo il i atto cho il maggior numero di ceppi di actiuomiceti e di m i<'obattcri studiati, crescono nl'lle brodoculture alla. lisocitina i.ntorbidando omogeneamente, e a. \·olte Sl'nza formare la nota tipica pellicola supcrfìcinle. Questi risulta t i appoggiano le vedu te di coloro che ritengono a ssai vicini tra loro il genere actinomyces e il geuel'e mycobacterium c piuttosto distinto da questi due il genere CO!Jmebacterium.
B!DLtOGRAE"L\ i\J ' .DICA MIL1T.\RE IT,\LTANA
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Contributo all'analisi di tipo della Ebe1·thella typhi in Ita lia. • Bollettino d ell'Istituto Sieroterapico l\lilanl.'se •, faso. 2, fPbùraio l 934-XJI.
co,lClusioni. - Da ll'analis i di tipo p1·ati<'ata sn 7o ceppi di Erbcthd la t:n~hi recentemente isolati n e llo Yarie regioni ci'Jtalit\ 1'89,4 <}0 è ris ultuto xilc::io f Cl'i t ivo (tipo I ), il 10,6 % xilosio n <>gut ivo (t ipo Il), tl <'S."un ceppo è s tato trovato xilosio e arabinosio positivo {tipo lll). I ceppi di tipo II proYen gono da Triest e , dii Bologna, da P is t oiil , da Napoli e dintorni. Questo risulta.nze confermano in g<'n C'r!ll <' qur ll•• di prt•ced<'nt i H l t m· i: dol co mplesso delle ricerche finora <'S<' guitc J"i i=:t dta ch r il t ipo Jl in JtHiia l!lppT<'!'C nta dappertutto una frazi one bassa d,•i cr-ppi isolAti; rdntivomcnte , m •ll 'u lt n J tolia è più facile riscontrarlo; non è nncom stat o segnala t o n r lle Puglie, nelle CalobriP, nella Sicilia e n ella Sardegna . D. , GxovA.NARDI A. e :\fASSA Filippo, primo capitano rr:r d ico. Le vacci'llllZioni antibatteriche ù~ rc>lazion e al problema clei p01·totori. • Bull ~tt ino delle Scienze Mediche •, fase. 6, 1934-XJI.
Or:roLENGm
Ooncl·!UtÌOn.i. - 1° Anima li (<'oni_gli ), fortrmr nt C' Yoctir a t i <f r.tH' :-1 b. dr! parati!o B, o (envie) contro il b. d r ll n tifoid l', f"C' \'enjlono inoculati con i p;nmi verso i quali furono immuni7.zati, nnc·ho quondo l'npt>mno la mnlott io aCC')\Iistano, con una cert-a frequenza, un 'inf,·z.i ow~ latt>nl<', t l1c può n un <"SH:> r e solnm(' nto localizzato. alla. oist.ife lka, ma intr rC'!'f;are pu1·r il fr gnto, i gnnf!li nw~ent eriri.ln rrulzn.. Qur·sta infl'?.iono latcntr !:lÌ \"Critico pit1 l"!'gOIHinii' HlC n ei ccnigJi \"8CCÌna ti contro il b. paro.tifico, e pnò dnnll'e n wl'r, l{'lmiHUlH!o con la m ort e o con la guarigione completa. 2o Se l'infezion e è fnttn eon d o>-i wlm1ortali, piccole o p ircolissime, dì r egola gli nn ima li v1 ccinat i non 1:mrru la no. m·t p os; ouo AC(JIIi:-otlll"l' t•guulmC'r to tm'infezione latente, che si manifPstn con ln (>)imirw.zione dei go mi infdtonti r.• Ile feci, e che può, essa pure , durare m c·s i. 3o Anche con igli nortntdi inoculati con d osi Fnl fi'loi+ali di h. pnrutif.co èliventano portatori; ma dò accade con maggior fr< qtJ erwa e In dura! n d C'Ila e liminazione di germi con le frci è piì.1 lunga clw, a pnrit ì'J di condizic.ni e entro i limiti di tempo studiati, n oi conijlli \ '(t<'<'iunti. Jno ltrr i Cfmip-li normali ecc<'rmbon o spc ~so a dosi infottanti submortnli, t o llt•lutc fac ilm c n t~ dai Yaccinati. 40 Si nota n oi conigli nor"Dl.nli - nnalogan J<'nte a quanto succ<>d<> nC'i Yn ccinati - ch e i diYe rsi indi\·idui, pw· ('!'Fend o dc· Ila m rdf!':ima età e in buone ror.di zioni g e nerali , non div('r.t RJIO con ' ;1-\tu. lc i -.ci lità p or tatori; il ch o fn du bitt: re eh(', anche in questo f<>nomr no, abbia imporinm:a il fnt.tore inrliYidnale. · 50 Animali che hanno r C'!'if'tito a d un'inkzione, poF~ono dinn irc f Ortatori se sottoposti qualche t Pmpo dopo od uno nuoYa infcz.ione . Go Gli stipiti di b. del parntifo B i!':olnti dii coni gli portatori n c n hnrro mostrato nette differ enze cultmal i dagli st ipiti orip-imui: hll: r: o in n< e p t~<r. t a t o, con una certa freqtH' nza, d iminuz.icml? di "\·irnlcm•a. 7o I~e osserva zioni fatte n e lle' prPSC'lJti ricnrhP t<ndcno n d im oF-Irare cl:e l'immunità ncquisitn con la vaccinazione anti-pmatifìco, e parimenti l' in~ munità naturale del coniglio Yer:oo il b . d e l paratifo B, n on è fortemente antibatterica: forse la sua maggiore attività è antitoesicn. go La vaccinazione con dose 1 pprop1 in t e uni ca di Ya ccino fOJmolato dà buc.ni risultati, nei conigli anche contro lo stabilirsi e il p C'rdurare drll'infczicm• lato:tt>, pur non riuscendo a C"\;tarla sempre. P ARRI \Valter, m1g~iorJ chimico··fnrmrci;tn e f'coTTI Gim-cppr, primo cr. pi!l no chimico-farmacista. Il micro-doaag{lio della ailice n ei liquidi organici e t1Pi tessuti. « J ournal d e Pharmn.cie et d e Chi mie », t omo XV11J, 8" FC'ril', l 6 di c<mbre 1933. P ELLEGRINI prof. Francesco, t enente colonnPllo mrd ico. (; n C0116Vlto d1 G'c-rolc.mo FracaJJtoro per Giovanni Matteo Giberi'i Vescovo (li V erona. Volume dì n. 69 p11gi · ne edito dalla tipografia R . Ca.bianca. Verona. (prezzo L. 15.).
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BlBLIOCRAFIA li!ElHCA MILITA1tE ITALT,\XA
PERILLI Giovanni, maggiore medico. Altre 200.000 vite possono usere risp<11rmiare ogni (111110 in Italia . " P ensie ro sanitario », 15 maggio 1943-XII (R ecens-ito in qucst.o fascicolo). - A11P11nti per la ~ toritt de!ftJ medici n(/ legale (Una pagùta eli storia medica ,-.,· caliqera) . « Bollettino d e-ll' I stituto Storico Italiano dell'Arte Sanitaria •, fase. 2, marzo-aprile 1934·XII. Rizzo prof. Cul'lo, primo capitano m edico. Altewzioui delle ghior.dole endocri11e 11ei 1rvtmmijeri i n,wli,vizzal i . ],;.~uliniz:;a= iflni acute. « Atti del IX Congresso clelia Società It.lliuna di Keurologia ~. !llod el1U, 5·8 ottobre 1932·X. Ria.~.mnto. L'A. r-ift' riscc intomo alle m odifìcozioni rilc·Yot c in ghiandole endoc rine (ipofìsi, t.iroide , surrcni, go11udi. pnucr<'as) di Yuri mammiferi (cavia, gatto, conig lio) into,.-sicuti a cutumeull• con iul>ulinn. Tnli modificazioni erano genernlmf'ntc di m edio grado e di tipo ipl'rattiYo, con note di C'>'nuJ·iment o funzionale n e i rigw.u-di, s pecialment e, ckll!i tniùo llurr !'òunennlicn e dell'it=ofisi. Dimostra.zion e d ei r <>lutivi prC>ptlHati is tologici . SABATIN( prof.
Art uro, primo capitano m crlico. L'avt·en-ire della razza aftrat:erso la coloni::zazione inte-n<a. " Il P opolo ùi R oma •, n. ~ 6, 11 febbraio 1934-Xll. - Noi siamo e vogliam o r esta·re un ]JOpolo m ecliten·aneo·. u Il P opolo di Roma.», n. 81, 5 aprile 1 ~34-XU.
S.ni'I"OUSOLA D om~'• • ico. primo cupi t.nno m cdico. Il p11cmnope1-iloneo nella cura rteltfl p uitoni!e tuf.Jercotarc Q..sçit i-ca . • L-t Riforma ì\h•dictt •, fnsc. 6. 1934-XU, SAR;s!f::LLI Tommaso, primo cupitnno medico. Gli antichi
rapporti tra la Med1'cina araba e la M edicina italia1u~. J.e cause d~l tracoma e la lot.ta contro di e880 nei 7>aes·i d'Oriente e del Jl1.a·r e 1l'lediterraneo. (Conferenza tenuta in liugun araba. in P >\lcstina). • Al'chi,·io Ital ia no di :Scienze Mediche Coloniali ,, fase. 6, giugno 19:~4-XII.
L eo, Cllpitnno m f'dico. Esami di feci e.~eguiti neU'lstituto di Patologia Coloniale di M od~> n a dal giugno 19:12 all'ottobre 19 ::' -Xli. «Archivio Italiano di Scil•nze ~l eù iche Col<•nitdi •, fase. 2, JH34-XII.
'l'ADDIA
Riassunto. - L 'A . ci dà i cinti stntist.ic i d e i rnra!'sit.i intrstinali cm.> n:ati n c ii<J feci di 453 indi vidui !)ì'<'»r·•' tat.isi t\II'J,.tituto di Pntollogin ColotlialNJi Mod(lne, dal gi11gno 10. 2 nll 'ottonrt• l !):J:•. Discute sull'importanza di tali pOJfi~~'<iti nella Po.to lof!ii1 intestinale , soffC>lmnndosi in rucdo paiti(o]me ~ull 'Ent. hi61olytica e sull'A nchilostoma duodenale. -
Contributo allo studio della, 'l'riparw.somias·1: del u T!esperugo K11hlii • in P.Jod-ena. "'Archivio Italiano di Scienze Mediche Coloniali •, faEc. 4, 1934-XII. Riassunto. - L 'A. ha studiato la difTusione d ella t ripa11ofcmiosi nel Ve: pcrugo Kuhlii in Modena; g li esemplari esaminati furono 60 e di questi il 6 1,66 % sono stati t.rovati aD'ctti da. Tr. v espertilionis BA'fT,\OLIA. I t entativi di inoculazione e d i cultura di tali parassiti hanno dato esito n egatiYo.
prof. Emanue ln, primo capitano medico. l pe1·sensibili:zzaz·ione della c1de alla tubercolina m.ediante prlXlotti tubercolari antigeni. • Annali d'Igiene •, fase . 11. novembre 193:l-XII. (Recensito in quE>sto giornall", fase. III, marzo
TREPICCIONI
1934-XII).
CONFERENZE E OIMOSTRlliDMI CLINICHE NEGLI OSPEDALI MILITARI ELENCO E SOMMARI DEGLI ARGOMENTI TRATTATI {Dal procenl verbali pervenuti alla Direzione generala di Sanità militare nel giugno 1934-XIl)
T en ente colonnello medico Cumo F ELlOIA Nr.ELI: r,-n caso di i ttero entolitico. L ' O. presenta un giovn,ne m ilitan) con an<>mia grave (2.450.000 g lobuli ross i} è sub itt Pr.> da circt~ HOi nl"><i. D op 1 aver cl i~cw;:;o lo nL ri t· rli al.!• w ,;i d ift€'rollzinli <'d i sintomi presentati dall'infe rmo, pn l'la ti<'I I'PAAme <'mat.ologico e d op o aver mostrato i preparati colorati con caratt<'ristiche <'mazie grnnulos<', microc itosi, e dimostrata presenza di urobiliua noi s ir ro e n elle urine , la òimim1it a rPsi~tonza. globulare (7,5), l 'auto af,:(glntinazionc d <'l siero, la polic romatdilin, conclnde con la diagnosi di ittero e1uolitico acquisito di Widai-Huj0m od uccenuu. ullf} cure m edi ch e ed a lla eventuale splcucctomia. ANCONA. -
- Mnggior e m odico GHJSEl'l'E P ALUMOO: La tecnica della tms/ usione sanguigna collu siringa J tl.bé. L'O. d opo aver p a r·lato d e i gruppi sanguigni o d PIIa estrema facilità d c lh1 d eterminazione di essi con l 'omodiugnostico d ell'Istituto Siorotorupico Mila· neso, mostr·a la. siringa Jubé, n f\ descrive e n e mostr·a pn1-ticnmente il funzionam ento e dimostra come con taio semplice strum(•nto In. tra!;{usione d i sang ue pm·o sia divcntatn. oggi un'opor·azione di p iccola chirurgia ch e può e d t•v o c&;ero ese· guita. da qualinsi medi co. Parla dd le indicttzioni d olla trasfu><ionc st<'ssa, s ia n elle anemie acute patolo· giche e tmurnatiche, s ia in a.lt,ri g n1ppi di m.alùttio a d ecorso cronico ancmiz· zante . - Primo ca.p:tano m~ lico Looo viCo P~~T!TDON: O. S. Hahnemam-~ e la terapia. dei Bim ili. L'O. tr,\tt.llggia la vita di H ahnom.ann m ette ndo in rilie vo la ,:;ua. for te fìgut·.t nnra le, il curriculwn v itae, le pubblicazioni scion t ifìch o, <'Ù illustra la legge d e i sim' li, qutt.l e m et,odo da lui dato como base scientifica d ella nuova te rapia. Fa il m :Yr·o.1to statis tico con 1\ Litm ;,;ouola e cita il nume ro d c i m edici e d egli ospedali om ' opa.tici in tutto il mondo al giomo d 'oggi. CASEL'I.'CA. - :\f·t~.;iore m 3dico Con.RAùL.'fO Cou.oroNr e pr·imo ca pitano m E-dico PASQUALE }lu:;ro: Oolecistogra(ìa Ìtl un ammalato con .~indrom.e a<ldon~inale destra. E ~p :m~ono le inlt~og i ni r adio logich o praticate in tm infermo aiTetto da s indrome addominale d estra. D opo esame di alcuni sogmonti d e l tubo digerent.e , in particolar modo d ell'antro pilo rico e bulbo duode nale, flE'ssma epatica d e l colon ed appendice, praticano la colecistografìa. per via endovenosa. Parlano d e l gran merito ch e ha tale ricerca ra.diologica. n ella dirotta visibilità dei ca lcoli bilinri e nel d et e rminare la integrità. .funzionale o m eno d ella cistifellea. Il motoùo usato è quello rapido d e l dottore Cesare Antonucci, il quale associa. alla tetra.iodo una. soluzione eli glucosio a.l 40 %- .Mos trano d ei radiogrammi e concludono, n e l caso in eso.me , pct· una ptosi ma•·oa.ta. d ella flessura e patica. d el colon e del trasverso.
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::\Iaggiore m edico L UIGI TATARELLI: Modenw vedt~te sulks parutite e sue coln-
plicaziot~i.
D :~p:>
un c enno sul qu!!.::lro n osologico d e lla paro ti te, l'O. s i sofferma sulla. è molto probalJ]m )nto un ultra.viru.'> che , second o m odeme vedute , specialmente d ella.
e~iolo..~ia ancora ignota della iniezione, concludendo che l'agente patogeno
CO:>i n.R f:NZI•: 1: l> JMO!'!TRAZIONI CLINICHE ECC.
scuolu. irancc;,·. snr..-hbe ùola.to di particola10 h cpi> mo per il si.,tunn n ervoso cent rnle, Dalla p l'ima locali?.zaziono JlCl ve~ a, d<•riverc bbrro ntcce~sivamcnte tutte lt> altJ·" manifc::;to.zioni morbose che costitui~cono il quadro clinico della ma.lnttia, !>Ìa nt>lla sua espr('!'<Sione cn ratt ~?rist ica di t~fl'czionc pnrotidcn, eia nelle we varie poi im•wfe complicanzc. c~c:LJAIU. -
Sortotcn<•nt<' 11wdko FRANCESCO SECOli: La profilassi immunitaria dd morbillo.
L'O. espone i \·ari me t odi di profi!Msi ÌlTJnunitnria de l m01billo, con!'iStC'nti nella siero- e vaccino - profilm-l'i. Tmttn <on porticoln1e trr•pÌ(:t2a del primo, pitt fnci lmc·nte nttunbile e si trattiene Eulla applìcazior.e e tecnica del me-todo. In base alle statistiche di nutoreYoli studiosi ne prova l'efficacia. :n un'alta per. cemunlc d i casi. Dist-ingue la sicro-profiln l'i'i, che si deve praticare entro i primi sei giorni dal contagio, dnlla. sif:'t·o -ntt.ct uazi cne in cui il trattomcnto viene iniziato dopo il sC';:;to giomo di contagio. Colla primo si strcnca l'infezione e si cons(•gue però un'immunità di breve durata, coll'nltlll ncn si pr<'vicn e la malattia ma questa comptlre in i orma molto ath nuota o si conferi;we un'ìmm1mitit attiYn durE- vole. La sPeondn modnlitil san•bbc pertanto da prduiJsi. ::\1. ·no s tudi a l!t è In \·nccìno-prolìla~si, i cui risultati faYOTC.Yoli Eono st nt.i riferit.i dai pochi AA. eh!" s i occnparono de l m etodo e nncorn si attendono confe-rme. Conclude dic('ndo che il problrmn della profìlJusi immunitnria del morbillo e part icolnmwnte la \'nccino-profila~si è ancora una qucst.ione aperta dato l'in· certezza d1e rPgna sull'agente cziolcgieo de:Ja rr.alattio .
Fun:xzr.. !Jichc.
:'1Ioggio1·e mc-dico
~fAmO
MollELLI: Dimostmzioni anatomo-patolo-
J) Soldato C. JJ. dPiln i• c0mpngnia di ~unità. Entrato in ospc(h11e il ?i n·,,nzo 193·!, deceduto il ]o maggio 1934. Xo·r:z l E A:-' l~l:> t::ST . CIIIi: E CJ,!::-<:cHI,;. -Anamnesi ereditaria riferita ncgntiv .mlt-nt e . A!tfll11ll<'Si pC'rsonnle: Scn1.a importanza prima della malatt in che fu causa clelia 11\0ric> è che iniziò il 1° marzo 1934 con f<'bbre e mal di gola. Fu perciò rico· '-''' rnt.. , }Jt·r 4 giorni all'infermf'rin e poi trasferito in o~pldalc . Durnnte la d<'gt'nza si constatò fC'b bre pintto~to e levata. e knomeni cRngrcno~i a <'a.rico d ell(l t·• nsilla d r::;!ra che in pn'~i(·guo si <'stesero all'nlco palntino e nll'uguln ;;u <·11i s i costituì 111111 ulccraziono a fondo griginst.1·o profondamente d'stn•ttiva. Jn t<'nso era il fdoro e•: o1·e. L\'slllne del sangue mo!';trò ddìcir>JJ7.11. c poi tota l !:' manca n7n d i polinuc'enti. Le lt'sioni fnringt•o s uCC<'I'Si\·arncnte rf'grcdirono fino alla cicatrizzazio1•e c<nnpll'ta e si costituì an<'hc un li\'\'11 rui,:!lioramrnto n!:'lla f01muln lcucccitaria. Dopo <'iJ·cn un mCFC' di r rolat i,-o i'Jnv ~Hr<' J·tlr non n:Hndo r :tomato il snngnc alla ce>mp<•;.izion~· HOJmOl<' ricuninciò tn:o stnlo llltr.mcn!C' kbbrile P notevole nstcnio . Il sn11gue mo:-;t rò ns,.;cnzn completa eli olemf'nti bionchi. In PH'grC'~siva adinnmia f' dcboh•zzn cm·d iaea ;::i dC' t <'l minò l 'obilus. DtAnNost AN>\TOMTCA : Esiti cicatriziali eli processi distrullit•i del 1:elopendolu. drl pilastro di clest.ra e della um,.,illa corrispondente. Splc1 omtgolin a tipo injcttil;o. Degl'nem;iolle grassa d~l fegato, di'i. rc11i e r.kl m.ioe<n-dio . ..rlnemia cct ed-ema generali· ::alo dd/a cute e degli organi i11terni. (Ayramd,( citasi da a7•{Jina cancrtH08a). C•'><»!DP.RAZIO::-<r o;plCI,lT:CuE: Le lesioni ano.tomiche J'if'con trate sono quelle di una set t icemiu o. decorso protratto con altemzion i pn cipuc degli organi linfnt ici cd 'mopoictici. Le n otizie cliniche ci illuminano ehe la malnttin eh P l:a d ct <>Jminato la m01 t-o è consistita nell'angina ogmmd1citica d-i Scl.u/lz; infezione gr neralizzntn come si En nel ignoto g r> m1e di cui l'angina necrot.ica (<'he cof:titui>ce prol:nbilmcnte la por ta d'ingreAAo d<'l vinw) non ò che un sintomo iu!!nce mt'!d.rc che l'infezione continutl, !lPtr·rminnndo In inihizion<' dd la r.mopoic> i della. ~>o la serie biancn, am·he quando l'nnginn ><ia om1ai guarita, e come abbiamo ri!'contrato ridotta a sole lesioni cicn· triziali. -
CONFER P.:N'Z E E
DD10STRAZIONI CLl l'<ICHJ;; ECC.
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I r eper t i anatomici sono stati qu0lli di una inf..zione g r an: l!" llPrulizzota n hmgo decorso; più lw1go di quanto sì Y0rHìca onlinal'inm0ntc n r>lla fom1a anz i. d etta, pohchè infatti nell'SO % dei casi l 'ngrauulucitosi ha un d ('C'OTSO che non ~U · p era gli 8 o 10 giorni, m entre in questo caso il progrf.'dirC' df.'IJ'nfkzionr è stato in · t errotto anche da una sosta e da uno st~1to piutto,.to lu ngo dii fw:mcr bc-nN<sere del soggetto, sicchè la m orte è int0n·rnutn dopo circn due mc~i dall'inizio del morbo Spe<'ia lm entf' int<"nM si sono riv(•latf" l•' alterazioni dd midollo OSSI'O delle ~hiundole linfatiche e d ella milza. Il midollo o~seo era trnsformato in liqunmr rossogrig iastro scuro anc he n e lle dinfì!';i rlc-11.- Of<Sfl. lung'ho dove normalmPnte n 0gli adu lti lo troviamo gia llo e non funzionantf'. U~!unlrncnte alterate erano le ghiandoll' l in fa· tiche e specialmente quelle dt>l gmppo carotirko e quelle vicine ol fariuge come a r a ppresentare che quivi è stata la porta d'ingresso del ,·irus . Enor·rno la spl~noml'gnl in a tipo infettivo, con una parenrhima i ne )!:sistent e contene nte n ella po lpa una quantità di l irtunme piceo. Notevole anch<' intr-nsadegenerazion e grassa del fl'p:ato pur es.':!o cnornwmcnte ingrunciJto. D a r ilevnrsi la dt>,Q\'ll<'l'à7.ione gmssa del m ioc·ardio la cui d cboh·zza d e ,·e ri · t E-nersi la causa ultima del111 mort.e. Importante è il fu.tto che non si è avuta noi coso in esame alrunn mnlattin eomplicunt<.' il quad ro a.natomo.pn,tologico, C<lmP sprs.c:o a n·iene in t a l i casi, nPi quali fiogosi acute specialmf'nte p o lmonnri chiudono il quadro dcll 'ntfr ziotle. D egna di rilievo è la r a pida put.refaz ionc cui è andlllo inc•mtro il ca.dnvrre. anche paragonato ad un altro cadavrre di un soggc•tto dc•cNluto pr~>sso a pocP nella stessa. ora p e r broncopolmonite e Sl'ziOJwto Il<"llo st~"!'SO giomo, e p erciò a.:ssoggcttato a.llc stesse influenze di clima e di ambiente. D nl cndA,·ere C'lTUlna,·a un odore do lciastr o sui generis. Il) So ldato M. F. d ,•J 70° r c>gcinwnto fnnt<' ri>\ . Entrato in osp:-dal0 il 9 m ~g~io l !l3J , alle orco 1J,31i, <l t•cNluto il l() maggio 1()3! alle ore 4 ,55. NOTIZIE A."lA~f:s"ESTlCIIE Fl CLtNlCilE: Pvchi minuti prima d el suo ing rC'sso in ospedale cadde dn un muJ'I'tto rlt' ll'nlt t·zzn di 111 . 3 <'irra, JU\'n tn' trova,·asi ndlt\ caserma di via Tripoli. n e lle scuclf'ri<·, <'::-:"endo nltcndent(' di tm ufficiolc ,!!t' n<"rale . PcesentEW<t a l l'ingrPsso stato di shoc, completa Ìll<'OB<:il'nza, pt•nlita r::nnguignn dall'orecchio d estro, dal na:"o e daa faringe. Una rachido<"en tt'si d~>tt<" luogo n fuo · riuscita d i liquido cefalo.rachidinno fort emente ematico. Alla r egione occipitnl•· riscontra t a nn a f<'I'it.a lal'Pl'O·Cont.usa a l cuo io capl"llnto, senz a lcsion i o~sec ,·isibili. In stato comatoso con pr .grossi va n.dinamiu dccPdctto alle or e 4,55. DIAONOSI A~ATO:\HC.\: F erita lar.ero.con11!-9a del cuoio capelluto della ?·caione occipitale. destra; fratture multiple delle ossll dl;lla basP cranica (dci clue temporali . cleU'ocoipitale, dello sfenoide, dell'et.m.oide e del frontale); en'WI"ragi(' sollodt~rale di/· jwm; e111<ttoma Mtrruùura/.e della fossa cerebell<tre di destra; p iccole emorragie dello aostanut biancxt ctcl cervellt:lto e pres.so i nndei della base e delf'emi.sfero cerebrale di destra. Co:o1"llOEtt;\7.toNl F.?IO ~ lTlOitE : I m-n )::\in.t.!l?n~ntP do q~ è i nt~rn~nuta l n fe rita lace ro.contusa. d el cuoio cap~ lluto , là dove il cap:> è \"C'nuto in contntto col terre no, non vi è u na fratt.ura dir(ltta. Le fratture hanno invece uvuto come centro di diffu."ionl" la base, irrndinndo>"i secondo le classich e vie di minor 1·esi!ltcnza, lungo i due tc:'mporal i, VC'l'iO lo sfe · n oido fino o.l frontal f', oltrepassando In linea mcdio.nn e fino nll'ctmoid t' it1diet·rQ v erso l 'occipitalo nella, pa.r te squamosa, m cntl'e il corpo d cll'occipitale stesso e quello d e llo sf~noidl:' sono rimasti ·c ome un blocco centrale r <'sistente. Ritengo clw il soggetto caduto a ll'indietro e verso destra col corpo quasi perpl'n<licolare, abbia battuto i l cranio produccnd oRi la {Qr i ta. d el cuoio capelluto; i l peso del corpo attra· verso la coloru1a. vcrtebralc ba agito com e un cuneo sulla parte resistente della base cranica. D a qui appunto s'irradiano t utte le fratt.url". Le fratture d ell'etmoide, della lamina cribrosa c della rocca p ctrosa, spiegano la sintorna.tologia obbiettiva (otorragia, rinor ragia). Lesioni d i cont.raccolpo hanno agito sul cervello d eterminando l'e monagie nella massa encefa lica. La. sintom'l.tologia clinica g rave a carico Ò.f'l si!'trm a n<'rYo~o e qtal'lla eh<' d~ n otava la grande f'stensiono e rliffus ionf' dC'll C' f1·ntturC' d <'lln h Me hanno !'COllSI· gliato qnalsia"ìi intervont(l rhirurgico c il r('p rt o nm:nomicQ giu~tifi,('i'l t!tl1• u~tcon!l'ione .
751)
CO~FERF.~Z:E
E Dll\IOSTRAZIONI OLINJCRE XCC.
III) R. FJ. di anni 22, soldato del 54° reggimento fanteria. La necroscopia viene eseguita d'ordine della direzione di sa.nità., e per dt'sid cl'io d <·lla fami g lia dd dE"futo, n ella sala incisoria dell'ospedale di Poggibonsi, dove il soldato è deceduto. Entrato in ospedale il g iorno 27 giugno, deceduto a l mattino del giorno 30 StClSSO mesE'. NOTIZIE ANA~f.N'ES"nCFTE E DECORSO CUNICO : Le notizie sono alquanto sommario perchè l'nn<malato entrò in stato ar:sai grave. Pancbbe che cluP anni fa circasofì"rissc di rcumoti!'mi . .Alla moglic ed agli amici affermò che durante gli ultimj giorni di peormanenza al rrggimenw si era prodottP nelle marcie delle pioghe a un piedo, ed in seguito u vrl:'bbc avvf'rtito un movimt>nt.o fel::b!·:Jc piut t.o!;to e levato. Ciò risulta anche da una lett era spedita da.J reggimento cd in possesso della moglie, che vi<'ne esibita al settore. Per tnli cont.inp:l'nze si afferma aver egli richiesta visita ed essere sta.to loscia.to a riposo dal ml'dico r eoggiml:'ntale, ed una ..-olta essendosi sentito male durante una marcia, fu fatto ri a.ccompagna.re in caserm.a dal comandante di compagnia o di battnglio m·. Il giomo ste~so d el suo arrivo in breve lic«"nza a Pogg ibonsi, concessagli p t-r la morte di nn frate llo nvw·nuta tragicamente per annegamento, ebbe febbre elevata. Accusava dolori alle reni ed alle osFn, senso di spoFsatezza. grave. Il giorno 27 giugno c. a., cioè circa due gioJ1Ji dopo il suo arrivo in licenza., fu ricoverato n,ll'ospcdale di Poggibonsi inviatovi dal medico condotto con dingnosi di r eumatiFmo. Al suo ingresso lo stat.o d ell'ammalato era già assa.i grave. Presentò temperatura elevnta fino a 40°- 41°, continua. con scarse r emittenze fino ad un minimo di 390. Non presentava la sint.omatologia. di r eumatismo articolare acuto, ma quello di una sctticemia. Furono constatate due piaghe al piede sinistro da ew sòt.to cror:to. fuoriuscì qualche goccia di pus, ed un furuncolo alla piega dell'inguine destro, da cui erasi diminat.o lo straccio necrotico; nelle orine albuminuria, cilindn1ria assai intenl'o e progres.<;ivamrnte aggravautisi. Si accl:'ntuò Jo stnto cii d e lirio c di incosci<'nza. e di debolezza cardiaca, fino
Sctticemia. P·iaghc da calzatu.ra al piede sinistro. Asce-sso miliarico cerebrale (iniziale), rmmingite siero-purulcnta iniziale deUa volta. Nejrite puntlerlta cmaJ.ogena a joc.()lai mil'iarici. b lfm·ti miliarici dell'intestino. T1m10re 1:njettivo di milza.. Dege.11erazioni parenchimali. (SetUcopioemia). CONSIDEIUZ!ONf EP!CRI'riCRE E MEDICO-LEOAJ..l: La diagnosi clinica corrisponde a l reperto anatomo - p>tt•>l<,gig<•. N e l >oggetto si è svolto un processo violento di ;:;epticopiscmia e di ciò fa fedo il repctto di asee~solini n tipo cmbolico dci reni (che ~<ono gli organi maggiormt'nto colpiti), J'n>Cf m o li no d ella sostanza cerebrale, le tmbolie micot,iche delle terminazioni arteric!'e del m l:'smt erio con piccoli infarti intestinali in evoluzione p•rrulE>nta. ed il quadro fenomenico generalo cubniba.nte nelle d egt•nerazioni part'nehimali e ncll'imp01 n ente tumore infettivo di milza_ I fenomeni meningci sono tuttaffatto terminali e più recenti e rientrano n e l guad ro della sopticopioemia, concomitando l'Mecesolino sottocorticale cerebrale_ Essi fenomen i meningei h811no aggJ·avato ed accelerato il decorso, ma. non deterlltino.ti gli altri fa tti patologici, di cui invece sono una complicazione morbosa t erminale. Se si considerano n e l complesso le lesioni anatomo·patologicbe è presumibile che le prime manifestazioni Ùt' l male si siano iniziate già. durante gli ultimi giomi di p erma.nt'nza d el nùlitarc al reggimt:>nto. Può ritenersi an<'he che il militare in attesa della licenza. concc~>.~o.gli p er la morte del frate llo, abbia sopportata la manifestazione del male; per il quale però già sa.rebbesi anm.rnci t to t mmalato e riconosciuto tale. Quale porta d'ingre~~o d el germe n ell'organie-mo si sono riscontrate solo le piaghe da calzatura d el piede sinistro che per il loro carattere di infìltrnzione del contorno e del fond o, non si possono ritenere di data rect>nte, ma certamente riferibili al periodo di permru1enza al reggimrnto, mentre il foruncolo all'inguine appare più recente, e secondario alla malattia già in evoluzione. DIAONOSI CLINICA:
Duo~OSI ,\NATOliHC,\:
CONFERENZE E DniOSTilAZIONI CLT:-l'ICHE E.CC.
751
Le piag he del piede possono ritcncN<i aver CORtituito In porta d'ingr<'!'RO d<'Ì germi in modo fondato e può presumcr"Ri che la prolungata irritazione ddln calzatura, o troppo stretta, o mal co:::truitn, o con pieghe morte, ah bi n fac ilitnt n l'inunis sione nel circolo sanguigno dei piogeni. Se risulterà chC' il militare abbia P!'CI!Uito delle marce e preso parte acl istruzioni, essendo le pinghfl dl'~critte C' in qud la sede, proprie del marciatore in genere " in particolare del Fante. è evidente la re lazione tra. servizio e malattia che fu causa d e lla morte. La malattia e la morte presentano porciò quei caratteri di unicità d i cnu;:a. di immediatezza e di diretta. re lazione con le contingenze dii servizio, dalla legp-o richiesti per essere dichiarate dipendenti da causo di servizio, anche se In inconsueta. gravità. della malattia in rapporto di un fatto bA nn l<" come l<) piaghe da cal?:nt ura. debba far presumere o \ma. grande virulcnza dcll'ag<'nto morbigcno, od unn. individuale minorata. resistenza umorale del soJ!g<'éto, eh<' p<'r aHro d<'lcncnt tut t i i caratteri della grande robustezza fisica e floride condizioni g(merali e orf'llllÌ in terni senza t1ue precedenti. GoRIZIA. - Capitano medico BIAGIO CAPOTO: Un t:/ISI) di fratturrt 'lell'omero sinistro a!. collo chit·urgico, con. ltUJsa.z ionc anteriore clell.a testa dell'omero, da trauma diretlo. -
Un caso di osteoma degli adduttori di. d~Btra da t.rauma recente.
-
Due casi di ltUJsazione anteriore della spalla.
-
Due casi di ltUJsazùm.e posteriore del gomito.
Vc~ri m etodi di riduzione c complic.1zioni immediut<' e tardive <kllc lus, azioni. -
:\faggiore medico Gxonoro SACCOMA...'<l: Un caso di meningite ce·rebro-apinalc
MEsstNA. - T e nente colonnollo medico StU.""TI BmouoLro: Le comuni forme tubercolari clel polmone in rapporto alle finalità medico-legali militari. L 'O. comincia col dimostrarE' l'utilità di una classificazio.ne delle fo1me tubercolari d e l polmone a. scopo medico-legale, p er aver guida nell 'applicare gli opportuni p rovvedimenti, a seconda. d e lla. variabile figW"a con cui s i presenta il soggetto d 'esame. Premette un rapido cenno sulle più importanti questioni di etiologia della hlbercolosi (compreso l'ambiente militare), sull'origino e d ecorso d e lla tuhercolof<i nell'adulto e suoi rapporti col complesso primario, sullo modalità di reazione d ei tessuti di fronte al micobattorio t ubercolare o sigT1ificato d e lle f01me anatomiche essudativo e proliferative, sui criteri anatomo-clinici d i guarigione, sulle malattie anergizzanti nel detenninismo della tubercolosi, specie nei riguardi d e lla mala1 i a. e della sifilide. Dimostra la. necessità di tali conoscenze per mettersi i n grado di formulari' giudi zi adeguati ai più moderni concett-i scientifici, sia nell 'in t cterc·sse dello Stato che nell'interesse del singolo. Dopo ciò l 'O .. a. scopo di pratica medico-legale, prospetta la seguente classificazione d elle forme tubercolari del polmone: tubercolosi apicali; tubercolosi evolutive e progredite con focolai pitt o m eno disseminati; esiti in guarigione de lla tubercolosi polmonare post-primaria.. Dopo aver illustrato questi vari gruppi, mettendo in ri li evo le caratteristiche nosografiche, che possono avere un significato ai fini d e l piTsente studio, l 'O., p <"r ogni gruppo, esami nn e d iscute i provvedimenti da adottare neJJe abituali contingem•.c d ella pratica medico-legale militare, e oioè arruolamento, atc<.>rtamenti riguardanti militari alle anni e di carriera in genere, accertamento d<.>lle catu:a di servizio, Yaluta.zione del risarcimento.
752
CONFEHE.:-<"ZE E
OIMOSTR .~ZIONT CLT~lCHE
ECO.
KAPOr.t. l\laggiore mt>dico CrovA~~~ VMl9AU.I: Cause di e1·r()re s-ulla. inrerpretaziolle eli rudiugrantmi. riguanlallti ulreri gMtriche e du.odenali. L'O. pr<mdondo lo spu11to do. qnnttro cn;;i sn tro11ta, in cui la. diagnosi radiologica non fu confemv1tn. dal ref•·rt o opL-ratorio, ckscri\' O i casi e dimostra sui radio grntlln1Ì le cau;.:o tkll'errorf' . fnc<·HÙ O l'ilcvnl'é che in ùue eMi si tro ...·arono lellioni b en più gnwi ùi un'ulc<'m pilorira. n el t <'r:w cuso una appendicite cronica produce,·n, per riilc•sso, insuflicicuza pilorica s imulando un'ulcera duodt'nale, e nel quarto Cl!so una cldon nazionc cougl'nita ciL•J duodeno nw ntiva un'ulcera. PADOVA. - :\{uggiorc nwrlico Owsr-:P.PE Bl7\..LIARI: Et•~ti<~ st1·oz:u11a con d('{l'ultima U/I.'J(t dell'ileo ed appe1.Jicite.
sfacelo
- Prcs<'ntazionc cd illu~trn:donc eli un cr.so clinico di m01·bo del R eynawl, ca.ratt<'rizzato do turbo vasom.otoric f' cinnosi dr·llc• ùitn, sintmetricltc, d elle due ma.ni. Etiopntog•' ncsi, diagno><i d iffneJ,ziale e t <•rupia . - Prim0 cApitano nwdi<·o 0IACnMo :\IAzZE:-;"(:A : Dinynosì mict·oscop·i ca dell'elm·intiasiintesl inale co t e:;posiziouc d,·lla tccn Ì('a di nrric<·himento delle feci e prcsont.a.· z ione di tn' cosi cli11i('i (tmo di tenia, auliwn, uno di ascm·idi cd uno di tricocephalus d ispar). - Maggiore medico VJNCE::-<zo ;)rol'.'TELEO:-."'E: L'elmintiasi con ·pm·ticolare riguardo per l'cmchil·•a/Qnw. SmL di l fusione e normt' pmfì l a~tichc c cmati\·e. PAJ,ERMO. - :\[ogg iore medico Dmm~IC'O C'J-;n~H:LI.\ : Le diagnosi e la cura deUe dit·cJ·se .specie eli coma.
:\Iaggioro mC"di('o CENNARO ROMANO: Su alcune eventuali tà particol<t1'i del comportamento della Wa.sscmwmt e loro signi/ìcalo clinico. L'O .. rlopo rnpido riass nnto dd princ·ipio fondamentale c d ella tecnica d<'llo R. \ V. t-unto clifl' u;::a nella pmtiNt. confrontfuHloht con rcaz.ioni analoghe, basato sul In flocculnziono (Mcini('k<•, H ccht. Knun, r•re.), parltl di detta rC'azione sierologica, come dato a !lÒ, nei ca;:; i in cui mn1tcano dati aJHIUU1 Cstici o n·pert.i clinici. Illust-ra il signilieato JWOtico dc-Ila po>SitivitÀ df!Jla rcuzionr, distiJlh'l..lendo quella che rientra ne lla normalità (tniwif,·~<tA zicmi vari<· c liniche in atto. mancato o incompleto trattamE>11to tc•rnpE>utico ecc.) da qlwlln, cllf' rm· mancando le condizioni sudd otte, si mantiene oscillan~ e, o Addirit1ma p cr"iSt(•nte e in·iducibile. Espone al r iguat·do le ipotesi e le tcorio rcc<mti (cause fisico-chimiche, colrst<:'rinemin, <:'Cc.) di alcuni mttor-i, che- ~· i sono occupati dr·ll'nr~ComE'nto (Schulmnnn, L evis, Gougcrot). c oncludemlo che molt.i fattori ancora sfuggono alla più e.ccurnta valutazione ,d ella \.\'a-!'Scrmnnn irriclncibilf', C'he in g <'n er e costitu isce UJl segno d'all!nn1e, e che il contegno prognostico c tf'rapclltico Il OH può non rs.~C' rc rigoro!;amente valutato e studiato caso pPr caso. no n potendosi prolunj!are curo F.ine clie, nè troncarle def~nitiva.men t f', ahbandonnnrlo l'»mma ll\t.o. La mi~liorc linea rli condotta è, s<'oondo il parere di illustri sifilof!nlfi, ntÙ1.ttr~fl. vigilnnte do110 un suflìeiente periodo di cura che abbia fatto scomparire ogni minimo st•gno clinico. P J::nuau. -
Ro~u..
-
:Ylo.ggiore m edico Uoo FF:RRAR!: Tra u.nvi dell'orecchio.
L'O. dopo n,vor fatto pr<'coclcro alcuni cenni sulla · frequenza, varietà, sede dei traumi cbo colpiscono l'oro:-cchio este-rno, m edio c interno, con speciale riguardo alle ferito di guciTa, con com;iriùrazioue dingnost.ichc, prognostiche, preSt>nta. àue w.ri. di traumatizzati d.ell'01'ecchio. l o caso. -Sorgente mnggiore della R . Acronnutiea D'A . .A. colpito da. t rauma. al capò né llà rogione·front•1-etmoidale destra con linea di fl-attura. della. volta. propagata. A.lla bnsc Cf·an ica cd intcrc~!':nnte la rocca potr osa. corrispondf'nte, lesione che si appalcsa con otormgia, paresi del facci~dc, disturbi dell'equilibrio e dell'audizione .
CON~'EREl)I,:E
E DIMOS'l'RAZIONI CLINICHE E CC.
753.
Per sopraggiunte complicazioni suppura t.ive n carico d ell'orecehio m edio ee sospettata diffusione aUa mastoide, s'inte rviene, e durant e l' atto operatorio si scopre un'ematoma so t,todurale della fossa cranica m edia r·ima sto d el tut.to muto, ed il cui svuotamento richiede una craniotomia con apcrt.ura rl t>lla dura madre in corrisponde nza d e lla regione t emporale d estra. Guarigione . 2o ca.<;;o. - Agc~nte di cus t.odia C. P., colpito p er tlisgruziu nll'orecchio destro da un proiettile di I·ivoltella ch e dopo aver p ercorso il cond otto udit.ivo esterno era p cnot.rat'J ne lla cassa t.impnnica ledendo il ne rvo facciul n nd ennale di Falloppio e d eviando quindi v c·rso In rP-gion p mast oidPn s i e ra fennnto in corrispondeuza dd tegmen antri o ri<los.c;o immPcliato d oll n durn m arlre . D opo aver bcm d et erminM.o la posiziono d e l proi(•tt.ilc mcdiant(' radiografie storeognostiche, s i intcrvPnne p er v1a r ctronuricolar<' prntica udo lo t!Vnotnmento pe tro·mnstoideo , il che p ermiSfl non solo di ruggiungc•r<' il proiott.il (• e di est.rarl o mu altresi l'a ccurata. clisiJ)fezionf' d e lla r<'gionf' troumat izzo.ta e la. plasti ea d e l condotto uditivo es te mo pe•· e vito re rf'str·ingimenti C'i ca t.rizial i p o;;t un~i. ~huni giont'., -
Capitano m edico CAitLO P A N AnA: C u C(t8o r/ i blejaro,;pc,,int.o isterico.
L'O. presenta una I'ccluta d e lln. c lui>Se 1913 invi nt.n in O"-<>Pn ·aziorw dal Corpo. per spasmo bilateral e all'orbi cola r c <h•llo pa lpc, br(', in~<o rto im provvisament.e e se1w-a cause apprezza bili, accnmpagna to d a ipe r<'st esia n l'l t <•rTitorio d d t.rigr minoe dole nzia a lla compre1'sion e d e i rami sopra c sot.t o1·bita tio n ei lo1·o ptmti di Cllw rgcnza. L 'e.ssenzn di lesioui oculari p cr111i>w di ef;Ciud er<' ch e lo s pasm o fu>'s<' d o,'Uto. ad esse, e di formula rc- In dit\f:,r nosi (c<•Hfor't!lta dai concomit011t i disturbi d C'lla senRibilit à, dall'abolizion e d e i riflc:::si for·ing"o c cutanc·i e dai d o ti anmmwstici ) di blf'fnros pnsmo ist.<>rico. L'O. riassume qnindi l:m' VC'ffiC'I1tC' l\' l'<'Ccnti t ro rie s ulla p a t ogl·nesi d C'll"istf'ria e ch e t endono a s pi<·garln ammct.tend o th•lle nlt(•rnzio11Ì 1w i ~!lllgl i ddlu b aH>. o la intf'rpretnzione fisio logicn. d a ta dal Punlow a i fe nomeni is tt:'r·it• i, sulla bast' d C' IIn. sua do ttrina d c i rifl<>ssi condizionali , in opposizione a lla couccziotlf' p:<ico logicu d el Fre ud. Conc lude ncccunnnd o a i m <•zzi cumt ivi Nl ai provvPdinwnt i n wd ico .Jq .mli n e l caso in esame, sui qua li l'ntra n o in discussioni' il uin·tton' di f'nni th co lonnt:' llo m edi co NAl'OLJTAN I, il dirdt.o r·o dd l'osped a le t<•n<>r. t.(• colnn ncl lo nwd ic:. :\L\S· SERANO ed il tf'n enliP colomwllo ml'di co C A.'<DlDO HJ.
SA.VIOLIA-"'0. -
Maggioro m edic o C:Artt.o BnuNo:
Periartrit.e scapolo-omem le di
DupLaj.
L'O. presenta un caso di p t> rin.r t r·it<· scnpolo -om erale di Duplaj , protiCt\m f' nte inter essanto, tra ttandosi di maln.ttin. non m o lt o frequen te, m a ancora meno n ota. e troppo spcs.~o misconosciuta o co ruusa. con l'a rtri te d e lla s pa lla , con la p a mlisi d e l d eltoide e p erfino con un fat.to simulat o. Prend endo occas ione dal caso, l'O. fa uu quadro d e lla. malattia espon endone le lesioni a natomopat ologiche, la. conscgurmto sintom.ato logia . la diagnos i differ enziale, le cause t raumatiche e infe ttive , il hmgo d ecorso, g li efliti, la
prognosi, la cma e l'importanza m edioo-legnle. Maggiore m edico FEDERICO Bufl1,1A.RELLO: Considerazioni cl'inic.ke e rliagnoBtic.lle in se:~uito a presentazione, docwnentata ri<' n'cca :serie di rarlio· grammi, dei segue~tti cas·i:
TRIESTE. -
10 Un caso di relaxatio diaphragmatica ltinistra simulante un aitm oordUJinve.·rSUB, con stomw o a ferro di cavallo e con concomit anti malformazioni congeni te della c olonna cervicale ; 2o Un caso di gi.gantismo acromegalù.o in militat·e d i 22 a.nni. alto m. 2,12' e d e l peso di oltre kg. 125, p er turnor·e d e l lobo anteriore d ell'ipofisi confermato da ingrandime nto, d eformazione con escavazione notevole d ella sella. turcica, da f'mianopsia temporale s inistra con atrofia d ella papilla ottico. e visus O. S. = l/ lO; li -
Oiornale di mcdiç ina militar••·
75 l
CO."FEHE:-<ZE E DlMOSTRAZIONI CLINICHE F.CC.
3° Un ca~o di es08tosi multiple ORleOJenetiche, veramente eccezionale per il numero considerevole de lle csost nsi sviluppatesi a carico di moltis.<;ime ossa. e più ancora per il volume (gros.;,;o uovo ùi gallina) di una di esse originatasi dalla s uperfic ie anLI'rio n) della scapola, verso l 'angolo infe riore, determinando per ·comprc~:~sio rH>, notevo le ddom\'Lzione di più archi costali. Unt:s-E. nita.
Te nonte c;>loane llo medico SAVE RIO Cuncro: Un caso di (WJtola conge-
::!i t r·attu. di una. rec luta d ella c la~se 1913, distre t,to d i Sacile, inviata, in osservazione 1wr seno fisto loso de llo stemo (art. l l El. A .). Prc~enta. a llu. (o.ccia. ant<'rioro dol manubrio d ello storno in prossimità. d e lla. 'forche tta un piccolo rnanunullonc cutaneo p ondulo, come un bargiglio alla cui base si apre un orifìcio puntiforme, rOSHO, appone. umettato di liquido mucoso.colloideo. Un fino s pccillo s0gue un tragitto dire tto dal ba,c:so in alto precisamente sulla. l inea. m cdim1a del co llo c s i a rresta dopo solo qualche centimetro per continuare come un cnrdnrrc pieno, solido, che s i prolunga fino al ma,rgine inferiore della cartilagine ti roide·. Il ~<oggc·t.to rife risce di aver ta le imperfe zione fin dalla nasc-ita, ma. che non ba mai ris(•ntito fas tidio. L'O. rin..«snmo le cogn izioni di anatomia e patologia embrionale, da lle quali scaturi f<Ce la condizione pnto;::cnica della inclrn;ione endodermica nella fessw;:a bra uchiulv. con co11seguen1.ì· formazione eli fh:tola. Tmtta de lla tcrn-pia c afferma como la cura più ra zionale e preferibile deve consistere n<'lla C'Stirpnzionc completa del tmgitto, operazione talvolta d elicata e difficolto;;n , ma che oggi, ne llo mani di un chirurgo abile cd oculato, deve r iuscire sicura e radicale. - Un r;nso di frattura cle/l'epi(ì.si inferiore d.ell'omero sinistro, s eguìta a CI\dut.a Strll 'olecmno. - Parwm'oclono molte plice d i Friedreilc.
L'O. presenta una recluta inviata in osscrvazion\:l per sclerosi multipla cere brospinale'. Il caso ofi'r·c un irttt.)rcs;;e pa rt.icohne e per lo sua ral·itit. e per la d ifficoltà de lla diagnosi. Proccd t> a-ll'e::;ame ohhiettivo accmato c ad w1 metodico ri lievo dc i sintomi ne n·os i: cont rA7.ioui clonieho rapide dri muscoli simrrwtl'ici d.<>gli arti iufC'riori e d e llo. pn.reto addoTninalc; tremore> uon in tenzionale continuo, anche a llo stato di riposo; cousor val'O il trolìsmo; m•ssurHl alterazione de lla contmzione volontaria, de l h~ rNlziono d <'tt,rica, dcllt\ sensibi lità, d ella coord inazione; a~scnza di alterazioni pntologiche (clmro-Babim;cki). Sulla ha!'O eli t,a lo compk;:eo ;:intomatic·o formula la diagnosi d i « pol imioclonia" (Paramioolono molteplice di Friedreick) e si intrattiene su questioni dottrinarie inerenti a l caso. - P rimo capit,nno m ed ico ANTOlii"IO FARAOè\7.: Un ca&o di sporrdiloartrite arrchi· lopoietica del Frae11 f.·el. L'O. illw:;tra le mJio~r~tfì.o ù ~>lla colonn3o vortebrale (nntcr o.posteriore e laterale), descrive il carl\tteristico attc)!l!iamPnto a. « zeta • delle nrticolazioni delle ginocchia, e m otl,e in ri lievo turbo Òl'll'umore affiorate nel soggetto, concretantisi in una s indrome distimica indotto.vi da llo a lterazioni somato-organiche. -
:Maggiore modico MARIO F roRT!!: Trar,ma e malattia.
- Primo capitano modico FRANCEsco :\[ASsruo: u,~ caso rli conlu.tioM addonli.nale pel' calcio r icevuto durrr.nte i l yioco d el p~Lllone, con perforazion.e dell'intestino tenue - Sintotn·ttologia - Intcr·vrnto d ' urgenz~. - Un caso di cisti da echiruY.-occo del fegn!o, faccia. inferiol'e, della grandezza. di una testa di adulto. Diag nosi - Ricerche di laboratorio - Intervento chirurgico.
CO~FEBENZE
VERONA. -
E DIMOSTHAZI0:-11 CLINICHE ECC.
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Primo capitano m edico GINo BERTOLUCOI: Tubercolosi miliare.
Prasentazione di un ca..so con sintomatologia respiratoria muta all'esame ordina.·
rio in cui l'indagino radiografica hn messo in evidenza una clis.c;em.inaziono discreta di noùuli miliarici specialmente nel campo polmomue ÒN;tro. L'indagine ulteriore ha potuto stabilire inoltre' oRit.i di c oroiclit<> dC'strn . n cfritC' a tipo probabilmente erobolico e sego i di sofferenza epatica complet.andosi così il quud ro dl'lht forma miliare . Ceruù sulla cosiddta tubercolosi n •giona 1<> d iH-rd n, deH-rit t a ~p('(: ialmcnte do. Ganno e Salotti, e s ullo. granulia di HtmH\IId c f'ayc e loro clin}!liOSÌ basata principalmente sui d a ti radiografic i. -
Tenente m C'ùico Grus~~Pl'E C1mrn:r.u: Parotite e.pid.tl•tica.
L'O., prend e ndo ot:cnsivttC' da CHSi :<poraclici di paro/ife epidemicc m unifestatasi nell'So r eggimento artigl iPrin da cnmpn~na, analizzu i vari cosi caduti :<Otto la sua OSS<'rvazione, SOfferznandosi SUJI<' llli<)V(' t<·uric CtÌO·pHtogcnC'( icht• C Suffn proiÌJaSSÌ ne ll'Esercito. -
Primo capitano medico A~·n·oNro ~ELLA: Oftalmie 'fii"()I;OCate.
L'O., dopo aver acce nnato fii vari 1nczzi g<'nl·rt•lm<>nte u~<nti p ••r JWO\"<\t"llrc• d oli e oftn l mie, d~>l>crive i caratteri d i n vrt•nzinli di c·;;;;<> che le fauno cl i:st in~t• t•rl.' dalle infermità chi:' si vogliono Fimulnrc o la curn che s i d cv(' u~ilr<' nd siJ1f!oli ca1>i. -
Congiuntivite blenorragica. L'O., prendendo occnsionr da un gnt,·<' cns 'd i co11ginnti\·itt• blt•n< oJTugica ve nuto a guarigione con l il:'vissimi <'>'i ti, csponc i camt t<>ri cl iff·••·c·••zin li. il rlecorso clinico<.' la cu•·a. -
Primo capitano medico SAT, \ "ATORE )!o:o<ASTitA: flerpes zosle1·.
L'O. pr<:>sC'ntl1 duo cosi di l~e?·pea zostet·, 11110 cervicale cd uno t<)J"at·ico. Parla cliffusnmcntc d(')la sintomnto login, del decorso e de lle ce>mplicazioni, soffcrmandosi s u quelle oculari che sono le più gra,·i. D cscriv<', quindi, il' lP»ioni nuatomo-patolo!Zicho ri!"contratc (d<'f!l'nPmzione reticolaro e g lobiformc di Hunnn, con fntti infiummatori Ft>Condari n<'! le VPscicole, les ioni infiammntori c• cri e morragie h<' llPÌ gangli intPtTertl"brali è nd gullgli am\CR.'!Ì ai n e rvi cra nic i c•1i t.PnW~no dietro d<')lt'll<'l"M:ioni aF:C'cndrnti e discC'ncl•·••t.i ). Basa.ndosi sull'o~scrvllzione clini<:a ammett(' che si può distingtWJ"t', dal punto di vista etiologico, un herpes zo.~ter idiopatico ed uno sintonuH ico. Infine c;;amina le vario teorie etiologi..I1C' o pntogPnt>tichc pHrl.nHd<• •h'lln probabile identità fm herpes zoste?· e simple;c e fra. ::ostèr e varicc-llu. Conclndc che tutto le teorie Pspostc nt.f·ond oHO conf<'rma, Jllll clw è ,la Amm ~ t· tere che la. etiologia d olio zo:.~ter ò uHica e scrnprc id <>ntictl, S<'ml•rtu ulo VC'J"Osimile cho qualunrtn~> s ia la s ua. <'tiologia: inf!'tti,·o., toi'>'ioa, tmumntica. risnl t.tt in tu l t.i i casi di uno stPsso m rccan ismo pntog<>n<>tico nc•n·oso clw rl<'tc·nnina la lu<'alizzazione della eruzione, cioè, di una lesione dPi ncunmi in un punto qnalunttll<' d<'l lorO· tragitto, radicolnrP (l ganglionlH'<', Cl'nt.mlc o p<'I"iferico.
NOTIZIE Iscrizione degli ufficiali del Corpo s:!nitario sui quadri d'avanzamento 1934-35. l'on <'ireo hrt• n. !)0:3, Giornale m ;lif(fre u fJìr ùde 7 luglio c. a. !'Cno fissati, co11 le n v nnt' rf'ltttivt·. i limiti di anzi >> nità t•nt 1\> i qu di S11no compresi gli uffici P. li in ~<.p. P., r·ia· ;;unti in s <•n ·izio quali in v elidi di guflnfl cd in n. r. q. che dehbono e sst•r·e pr·h:; i iu t'"H m e p t•r l'<tvunzamc nto r. d unzinn itìL od a. scel ta ordin ~:~ ri rl . pe1· l' i><c-ri:r.io rw s u i r•f'lutivi qua<h·i d'nvan?.am t.nto 1934- :lli. Ri p n·t in.mo i rl rt i rig ru~rda nti gli ufficiali i11 "'·p. e. d e l Co rp r> ~Anitn rio ccn In, ind:c tl'.io11e . p<> t· c·i>t: cun gr<~do. d,•lJ'ultimo ufficinle rl it pmnde re in e.-w. mc p Pt· l'avanznmento.
Ufficiali m ed ici . ('oltnm•• lli: N APOl.ITA:-Il M"l chi )l' l'l>- T•·•rw n r i c 'll() nnelli: L ANDR.IAN t Ro be rt ol\I•Jggi'll'i: ~oc:NO Arm m d o - h·imi C;lpit un i: nnuNF.T'T T G in• E>ppC1- T f'nenti : PAl:H·.TTl l<'t•rdinttndo. U IJìci"li rh i m ici- farm/.tcù;li . T t• nPnti eohmt PII i: RF.GARD Piet r·o - M 11-:giori: C';n•I'!':U. I G iuse ppe - P 1·imi c 1pi r. mi: l•'ANTOZZI Luigi- Tt•n<'nti: :SEGHf: F e !'llnnd o.
Graduatoria dei dic ;~ i arati idonei nel concorso per la nomina a tenente in s. p. e. nel Corpo sanitario mititare (tu olo uffici:di chimici- farmacisti). Dal G·ionwle udl-itore u(Jici(l{~ d e l 6 luglio 1934-XII. circolore n. 503 (Direzione gc>nt•l'11h· pl'r-somdt- uiJiciai P). A i !<t·llzi d " ll 'tnt. 9 rl•· l d N·rFt n mi n ist <>rialr• 9 g<>nHHio l 934 (circo In re 60 d E" l giornale mil-itare l 934 ), l'i p o r· tu a conoscE>nZA- la g raduatori a d c i dichiarati
ido n Pi "'' ' <'On cor.;n, P~' •· ti t o li <'rl c>~nnli, a IO posti di tenente chi~co farmacisti ÌJ1 '' · l'· .... : Jo (:oHrA Anf(~" lo di <:iovnnni. ~<ott otene1rtt> chimico farmacist-a d i comph-nw n t o: 20 VtCAHt' ('nnnc• ln di Angf"lo, sottot<'n <'utP chimico farmacista. di compiPnw nt o: 3 0 c: AMBI:'<() Ant o nino d i Lorl'nzo, sot totCllC>Ilte chimico farmacista di complem <·nto; 4 o HrH~:\MOl\'TI C:iorgio di EH('n , sotto t <'IH"nte di complcnwnto ùi ort i· glieria; 5o Cotwr D om <'nico di Luciano, sottot<' nt-nt<> chimico farmacista di complt' m t• nto; 6" BATI'A<:LlA Giusr pp<> di Albe rto , militan' di truppa in cougPùo; ; u AIELJ.O D o m t>nico di Vinet•nzo, mi lita r€' di truppa in congedo; ~o :\tonoi"r Gim•cppe di Virgilio, milit-are di truppa in congedo; !)u NAt/ I'INI Pi(~tro d i Uj!o, sot t o t cm ente chimico farmacist a di compiem e li t o; Jllu l't; JH'I R afl'u<• IE' di ViHcl'm:o, chimico fflrmnc i>'ttt civile ; l Jo PATR I':-10 Alfo nso di Catu ldo, mi lit.ttre di truppa in congedo; J2o PASS A LACQUA l<;ug•' n io d i Fe rdinando. snt.tot.r nt·n tc eh imi co farmncista d i eompiC'nwnto: 13o H v o:--w o tt:-10 P o rnp<'o rli Luigi , sottotP m•nt<' chimictl furmacista di complcmPnt o: 14" Rur: f:Il~ IH .M anfrPd o d i Tit.o. sottotcrwnte c himico farmacista di cornp iE>m t'n t o; 15° AltA.VONA Halvatorc di PasquHie, sottote neuto chimico fttrmacistn di ·<lo •npl c tn,• nt o : l tlO LA BIAKt.:A Pie tro di Giuseppe. milittu-c di truppfl. in congedo.
NOTIZfE
7f>7
I primi 10, d ichiArati vincitori del COJ1(·0ri\O. sarnnno nom innti t<'n <'nti in s. p. 'e . nel Corpo sanitario militare (ruolo ufficia li chimici fa r mac i~ti) E' la loro n omina verrà pubblicata sul Bl'llfettino uflicioll' .
11 Sottosryrelario di S tato: BA rsTROCGHI.
Bollettino del Cor·po sanitario militare. 0AZZA Alo,;sandro, colo tltwllo m.Niico. din·ttor·<> o;;pcdrllt- mi litAre }'iuccnza. Cessa dall'attuale cnri cn e d<'st inazionC', dal 29 mA{!gio 193<J.. X ll, cd è nom inat o d a lla stes.'ll). data dirl'ttorr d i sanità militare comuudo corpo nrrnnta Firenze . CAPUTO Biugio. cnpitmto rnrdi<'o R. corpo truppe colonia li Tripo li tnnit~":. .Cessa di appartfonp o·e u l s nddPtto R. <'orpo c ril'r1tr'a rwi quadri, cln l 30 marzo 1934-XII e dal lo. st•.'S.'!a data victH' <il:;;tinato a ll 'ospedale militare Gorizia. GIUSTI Aldo, t.NlPnto medico 9 ulpini. - Collocato fuori qu adro . da l 7 marzo 1934-XII, perch~ trasferito ct·autorità R . corpo t.ruppf' colonia li f;omal ia . DA l Rolletthw u fli••iule, d isp<'nsH 34•. l " gi llf!JI O l !'134 ·XII.
BAYON Edmoudo. colonrwllo nwdi <'o dir<'tlor·<· ~n.nitìl militarP c·oJ111\ndo corpo armata F irenze. - Collocato in nus ilinria, per età. ai Rl'n>.i dc•ll'art. 36 dc·lln. h•ggt> Il m arzo 1926-IV, n. 397. dal 29 mH~u:io l 93*·XII, c·ol trattnmc>nto rconomico di l ire rtovcmila. a.nnue . o ltrr g li a!'\sN:r1i o rdinari di p<'n~ione, stabilito dalla lcj::gc 8 gennaio 1931-I X , n. 29. Sarà a,;sunt.o in forza dnlll\ dirt>7.iorH' ;,nn ilf1 militam romn.ndo r·orpo armata R oma ed agli dTI't.ti amministrativi eomando d i:-;tret t o R omn II. ARO~tA.NDO AngPio, mngg io rc nwdico OSJWditle militare Cagliuri . Collo.cat.o fu or·i qun.dro. d al 17 lllll!'7.0 J\134-XH . .Jll' r<:hè nomiunto nwmbro t'fT,•ttivo della corrm1isr;ionc medica pl'r le pensioni di ~llPITa Cnglinri. LONOO D omrnico, primo c·n.pituno m<'dico o><pt•dah• mi li tare \'prono. - Tras fe ri to os-p<'dale m il it.are R oma. G ruuANI Al <'~"'l rHlr·o . t c·nt·lltC nu •d ico (orn cn pitnno) l 0 r·nmplli!'JI\. - R il·ntra n e i q uadri avt•nd o Oe!'$uto di npparkrwl'e R. corpo ttuppt• coloni,< li Tripolitania., dal 29 marzo l934·XII. R ossi Bonifacio, tcnc·ntc merli co l o alpini. - Colloeol(O fuori quadro dal 28 f eb bra io 1934-XII, p1~rchè tra><ferito d'rwJoritò H. corpo truppe colon iali Tripo litania . D a l BoUett.ino uffcà.ale, <lispcnsa. 3711 , 15 g iugno 1934-XII.
CANDTDORI J;~nriqo, t!'nl'nh> cfJIOnnì'llo tnPd ico o:.rwdnle militare Romn . Nominato dirt>ttorc <hlll'ospcdale ntilit nrc Al('f.>'flndria, dal 16 g:ugno 1934·XII. MA UGERI Nicolò, tt>nc·nt.e colonnello m••tlièo scuola applicazione sanità militare . assc•gnnto m inist.l'ro gut•rrn . - C<'~sa di''""''"(' a~<><P):(rll.tto cnme so pra ed è trns f e ri to ospeda le militare Yt- rona . l\fANPREOI Alfredo, maggiore m<'d ico o><pNhtl<' mi l itarC' P Hduva. Asse· gnat<> ministe ro guerra. P Ecoru:u.A Mariano, primo capitano m t-d ico scuoln nll i.. ,·i ufficiali compiemonto P o la. - Sospt•so disc iplinnrm<•ntc d tlll' impi<·go pE- r m esi dodici.
I s eguenti tenenti chimici farmrtcisti so no t rasferiti a ll \•nt<• a fianco di ognunO' indicato: SEORE Fernando , ospPdale milit.are Pado,·a - Infe rmeria prC'sidiaria l::ia!'~<ari . Rou·o F ed eri co, osppdale militare Torino - Osp<'da le milita re Novara. CARLISY F erdinando, ospedale mi litare Ccnova - Osp edale militare Palermo. RJOCA:RDI Giusepp e, infe rmeria presid . Sal'lsari - Ospedale milit,a.re .Messina.
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NOTIZIE
SEVEIUNr Gius,·ppe, o.~pcdale milit.a.re Bari - Ospedale militare Ancona. S.L"l Carlo, ospedale militare Udine - Ospedale militare Padova. VECOLI Roberto, ospadale militare Palermo - OspPdale militare Genova. SA.u Mario, osp edale militare Cagliari - Ospedale militare P alermo. Dn.l Bollettino tt(ficirtle, dispensa 40•. 22 gi ugno 1934-XJI.
VtOLA p ;Ptr·o. colonrwllo medico dir<'zione suHità. militare comando corpo armat.a Milano. -Collocat-o in n,mdlia r·ia a domanda dal 1o ma~gio 1934-Xll col trattamento economico st.abi lito dall 'art. 9 dl'lhl- legg-e 8 genn ttio 1031-I X, n . 29 (L. 9000 lordt) annue o! tre gli assegni ord in nri di p PnRionr- ). Sarà assunto in for·zn com9,ndo divisione militar-e • VPsp•·i • (Palermo) ed agli effe t t i ammin ì;o;trativi contando distretto P .;tiPrmo. ALFON"ZO Luig i. c olormdlo m odico a di;.;posizione coma nd o corpo armata Nn.poli.- c~..:sa d i o><><ero a disposizione com e sop1 n,.. l ò nomina to dirctt.ore o::<peda.le mili tar<' PiaC('tlZa. d n.l 10 lug lio ]!)34-.XIJ.
I Rcguanti m tggiori m~dici son o tra;;fe r·i t i all'cute a fìanco di og nwro indicato: FOLE;)IA Umberto. direzione sn.nità militare comando corpo armata Trieste (igienista). - Di.rezion c sanità milita re comando corpo al'mata Firenze (igienista). GoNZ.~LES Alfredo, osp edale militare H.oma (comandato clinica modica Re:::::ia univer,;ità Roma). - 0 3pad a le m ilita re Padova, cessando di <'Ssere comandato come ><opn da.J 30 g iugno 1934-XII. Src.r,s-rrt ;llicht?le . p•·imo capitnno m edico l'imo!'i<O dn.J grado. - È annullato e cons idcl'ato come non a n •cnuto il R. d ecr eto 31 di ccmbr·e 1931-IX, col quale fu sosp<'so dal l'impiogo. É annullat o e cons idPmto come n o n an•enuto il R. d ecre to 3 novembre 1932-XI. col qua le vcn nn rimo::;so dal grado. Riohi~;~.ma.t.u in ~w ··,· izio dTdt ivo o ù estinaio 5 p esante crunpale . I seg11c nti p•·imi Cflpil-:tn i m edici oessano di Ps::;ore comandat.i quali assistenti militnri a lle c linioh•· c•cl if;t itut i scientifici dd le R. univcr-;;it.à. sottoindicate dal 30 p;iugno 1!13-t·Xll c•, dalla stc-:=;:;..., rlutf\. >;0 110 trasferi t i a ll 'ente a fianco di ognuno indicato: R tccr Ant~ni o . 6 P '~rmtf'l ca.mp.tlo (istituto rtHliologin R. università Modena). Ospedale militu.ro Fire uzc . PrccARJtEt'A Frnn<'n->c:>, o~p.3rlo.le m ilitn.r·e R oma (clinica o<lontoiatrica R~~.:ia unin•1-,:;itit R om a). - Cotttinua com~ sopr..t. ìVl.>\S'H F , · ·p p'l. o-;p.)llf11e militfH'<' B olognfl (istituto igie ne R. università. B o lognn).- Continua como sopr11 . Be:r.LELLI C wl o, O>P ~~ln,lc m !lito.re Roma (r:li:ti<-<'1 otorinolariJJg oiat.rica Re..!Ìt\ ur1i,·e1~ità R om!\). - O sp ~thde militare Cagliari. ZANFAGNA R i(;c1ml o. o~pedalo m ilita r e Napoli (istituto igiene R. universi.t.à Napoli). - D:r ,'ziono S(l,nità. mili tare comando corpo armata Napoli (igienista). DE CESARE Gil\nnino, distretto Pisn. (istituto igiene R. università Pisa). Dire7.ione SA.nitit mili tare comando corpo armata Trieste (igienista.). CA~fPANA A'l ton io, o-p:Jdale militare Firenze (clinica n ouropsichiatrica R egia univer;;ità Fircm;o). - O.sp ednlo militare Bologna. PALER~to Carme lo, l 2 p Asanto cnmpale (clinica chinn·gica R . università. P alermo). - Oap edale militare Alc:-snndria. Co:.u:s Suba-;t;in.no, o~p:1dale militare Milano (cli nicn otorinolaringoia.trica. R egia. unive rs it-à Milano). - Contùma. come :;opr a . MANZELL.~ Giu>eppc, oap, d!l-le> militare Napoli (clinica medica R. università. Napoli). - Oapada.le milita.ro Trento. Soro&TIXO Salvatore, reggimento c ari'Ì arma,ti (clinica oculistica. R. univer· sità Bologna). - O.sp eda.le militare Verona.
NOTIZfE
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LEONARDI Domenico, ospedale militare Roma (istituto igiene R. università R oma). - Direzione sanità militare comando corpo armata R oma ( gienista). GENTILI Alessandro. capitano medico 28 campagna. - I È autorizzata la. r ettifica. del cobmomo in: GENTILI SPINOLA Alessandro. I seguenti capitani m e dici cessano di es~cre comandati quali aFsist enti mili· ta.ri alle cliniche ed istituti scientifici dello RR. università sottoindicate dal 30 RiU· gno 1934-XII e, dalla. stessa data, sono trm:feriti a l 'ente a fianco di ognuno indicato: CAsTEr.u Giambattis ta, ospedale militare P adova (istituto igiene R. univer· sità. P adova). - Direzione sanità militare comando corpo armata Alessandria. ( igienista). TAOLIAFIERRO Armand o, 6 gonio (clinica medica R. unive-rsità Bologna). Inferme ria presidiaria P arma. PAPAG~o Michele, ospedale militare Genova (clinica oculistica R. università Ge nova).- Ospedale militare Roma. MEOA:RO Miche le, capi.tano medico 5 pesante campale . - Trasferito ospeda le militare Torino. D al Bollettino ulfr-ciale, dispensa 4 1~', 29 g :ugno 1934-XII.
Onorific:!nze. P er la ri corrc n7..a della f0sta d e llo Statuto (3 g iugno I 934-XII). su propost.a di S . E. il Capo del Governo e Ministro per la guerra, i tenenti colOimelli medici ANToNio J APOCE e OrusE:PPE BASSI sono sta.t.i insigniti della croce d i cavaliere :nell'Ordine d ei SS. Maurizio c Lazzaro, in considerazione di speciali benemerenze. D a l Bollettino u(Jìciale. disp. 358 , 8 giugno 1934-XII.
Titolo di studio. Hawto recentemente consC'guito la libera doce1.za il tenente colonnello m edico STEFANO P .t:RJUER i n rteurologia, il maggiore m edico Grov. BATTISTA ARGENTINA c il p • im l capitano EMAl'<lTET.E: TnEPICOIONl in t~iologia. Oon dispaccio del 18 giugno c. a. d el Ministero deiJ'E ducnzione nazion a le, al maggiore medico GIUSEPPE Co GLtATr DEzz,, è stata riconosciut.a la qua.· lifica di specialista in r adiologia diagnostica e t c-t apcut ica. Vivi;..sim e fe licitazioni.
IX Conf ~ re n za dell'Unione Internazionale contro la tubercolosi (Varsavla 4-6 settembre 1934) Come abbiamo g ià annunciato nel fa >cico lo d i febbraio c. a., dal 4 nt 6 set tembre p. v. l'li riu lit·à a Vanoavia la IX Conferenza dell'Unione interna· zionale contro la tu berco losi. Que ..ta C:>nferonza, d a t o il grande interesso aoient.ifì,co-scciale degli argo· meuti che ;::n ra.n no trattati da.i più i ns ign ì cultori d ella ~pecificn materia., assu rge ad u •ta. r i sonanza. mondiale, sopratutto in ques to m omonto in cui è segnato l'ini zio d e l decr~scerc d e lla tubr rnolosi nelle Nazioni o specialmente tra. i popoli oh e hanno già i uiziato da tempo la lotta. La Sanità militare vi sn.rà. rappreseutatll d a l tenente colounollo medico prof. NICOLA BnuNr e dal prim·"l capitano medico prof. EMANUE.r.g TnEPrcoroNI. D alla. Fcder·azio ne I ta lia-na F&~>cista per In. lotta contro la tubercolosi è stato anche organiz ato, in occnsiouc d t> Ua C(1rferenza, un viaggio d'istruzione di gr·ande i nteresse scie•1tifico e turistico att raverso l 'Ita lia, l'Austria, la Gcr· mania., la P olonia, gli S tati Balt ici, la Russia e la Cecoslovacchia. P er i pr;,grammi t:J per ogni ultr riore i n foxmn?.ionP rivolgersi a lla suddetta. F ederazione, via Nazionale, 200 . Roma .
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V Congresso di medicina e igiene coloniale. Il V. Congre...<:so di medicina n igiene coloniale (VI Sezione del TI Congresso di studi coloniali), si svolgerà a Napoli dal 1° al 5 ottobre p. v. Saranno t r attati i seguenti temi di r elazione: l ) Prof. CASTRONUOVO: C'Ure fì~che e hlraminerali nelle malatl!ie dei paesi roldi. 2) Sen. CASTELLAm: Le bla8lmnicosi. 3) Prof. PULLÈ: Il coltpo di calare. 4) Primo capi t m o medico SA.RNELLl: La patologia oculare 11elle colonie. 5) Prof. FRANCHINI: I para$8iti i1Ue8tinali nelle colonie. 6) Prof. GELONESI: Le febbri malariche nella Samalia meridianale. 7) Pro f. GIORDANO: S ulla febbre uantematica del litorale mecliterraneo in T ripolitania. Inoltre il prof. TEDESCHI t e rrà una confe renza. s ttlla nosogra.fia. e sui scrvi=~:i sanitari in Somalia e il cap. SAJt.NELT.l una sulla nosografia d e llo Yemen (con proiezioni). I nfine vi AArà una esposizione d e l libro e d el giorna le di m edicin a coloniale e una di m edicina indigena. Saranno organizzate visite ad impiant.i igienico-sanitari e sarà predisposto un programma di gite turistich e . La quota di iscrizione è fissata in L. 15 p er gli nderPnti e per ciascuna persona di famiglia. Rivolgers i alla Societ-à, italiana ti i JUedicina <' igit'no coloniale presso la R. Clin ica drl le malntt.ie tropicnli c sttb-t.rol>icali, Policlinico Umbe.r t.o I, Roma.
l Congresso lnternazional~ di Elettro-Radio-Biol~gia. La Società inte rnazionale di r>~dio-biologia comunica che S. E. Bc•nito i\lu..<;.<>olini, in baso a parere fa.vorovole d(') Consiglio Nazionale dcllt> Ricerch~' . ha appro· va.to il I Congresso int<,rna.zionale <:fi E lettro-Radio-Biologia che si ~volgerà e. Venezia, ne l palazzo Ducale, ùal IO al 15 settembre 1934. Il Congrosso sar à presieduto da l:ì. E. il " ' Rt'Cbose Guglielmo 'Marconi, presid ente della R ea le Accademia ù"Italia, presidente del Consiglio Nazionale d el1e Ricerche, ~enatore <.I c i H cgno o da S. K il conto GiusflPP~' Volpi di Mi~uratn, min istro di Stato, ~cnRtore del R ngno. Al Congresso interv.-rnnno m o lt-i fl'l\ i p iù illu >tt·i P n ot i cu lt oti. itttlioni e stranieri, dello ricerche fisiche. chimich0. biologich<'. naturali e m ediche sulle azio ni biologiche di tutte le radiazioni. P er il progrn.mm 1 pre lim ;nat··· g ià. in distt·;buzione <'per ogni ulteriore infor· maziono rivolgt>rsi al Segretario General11 ch' l Congresso dott. Giocondo Protti, Canal Grande, S m Gregorio, 173 - Venezia.
Il Prof. Sanarelll membro dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Francia. Apprendiamo con vivo compiacimento che il sen. pr of. Sanarelli, di rettore dell'I stituto d'Igiene della R . Università di Roma, nelJa recent.e seduta dell 'Accademia d elle Scienze ùeU'Lc;tituto d i Francia, è stato eletto, all'unanimità dei voti, m embr o deli'Accademja stessa. Egli, solo rappresentante d ella scienza medica itaHana in seno al glorioso I sti· tut<> di Francia, viene ad occupare il seggio rimasto vacante per·la. morte del prof. C.\NTACUZÈNE d ell'Università di B u mu-est. Quest'altissima designazione costituisce un attestato di pieno riconoscim ento all'estero della peri:!ona.lità. dell'illustre rc iPnzia.to. che AA p01·t.nre a lto il nome d'Italia oltre i confini d ella P atria.
D irettore rupoMabile: D ott. L u101 tenen te generale medico R Wauore: D ott. prof. VmoiNio D E B~~~~!l(>lrNis, ten en te colonnello medico (61 1053·\) - RO:IL\. 1934-xn -
DELLO STATO - G. C.
RIVISTE 1\lEDICHE MILITARI --- o AN:-.'ALT DT ME[)TCt:-;A NAVALE .F.: CO T>O:-.'lAI.E.- Dir.•r.iouo contr~>lo flolla l.llll:t ità nlllltnro mnrittim~. Mlnl•tero della ~farina . .dnno XL - Vol. I, Fas•. V-VI. mc~u(Jio-oiuono IO!It-XIl. Gtl3nesl: Bognl di solo e mod\1\oozioni che no SI!JCnouo por l'uomo sul potere doUo u ri ne Ad atth·a.re o m~nn l11 rcnnootuzlon o dello soluzioorll d l glucooio. - za· aresc: CMno dove c"~<· t·u impostato Il vrob lemu dol l'ostco ~i muu.t iroi<lo·fl o do Ile alt ro sindromi attribuile al l' iperpa· r at.i roldismo. - Vltlello: Contri bnto n li o ij\ ud io do l eemlnoma. - Miche letti: L 'opera del medico ncUa r crlonzjone doll'Agt·o Pontino.
ARGENTINA : RE VISTA DE LA SA!\ IDA D )HLITAR. - D!l·"zlom· g.>n~r~h· di Asluità . )IJoirlttlf•o d!ellu ouerru, Duenos-.A.tres. 1'onto XXXIII, ocnnaio- /fbbra•:o 1934. Ontaneda e Argl~aJ Molina: Si ndrom~ della ciH(•rM cbia•mtttica curatt\ con iuioziouc c is!crnnlc dl ncosnh·ar!Wn. - Dl Bsrnardl : RtnLlst.ic:·t d :ll'onehllo~tomln s i nl'lln unità dr·Hn 3• dlvlolone (lt'll'oscroilo. - Ar,llbay Molina: Su uu (•1\SO ùi ~ifilid<• u.palit•a RN·c.,Hinrin.
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BELGIO : .A.RCHIVE3 :.rtDLCALI•:S Dl':f, t:ES. - fJir<'~iono I)Unor ioro del servizio di Ranttà dcll'<'~crcilo bPiga (R:thlzoouc: (),pedale militare t! i Liegi) . Fase. I , oenna.io - II, f ebbraio- III, 11111rzoIV, a7>rile 1:134. Cambrasitr: Lo opero sociali r•rgll PRt?r citi (Fase. Tl. - Llt!r;eolu Sul r.ontrlb nto clt::ll 'i•toloA"ill PlltO· lo~L~lca nlln dingno~ i (fi'a.<c. 1). G·•lmy: ,\tlonclumeoto o non nftonda.mcntu •lel 1noncouo anponcllcolaro ucll'oppcmlic-ccu>ruin ( F(J~c. Il). - Van Cappellen: Lo choc pet·itoncnlO> (Fa$c. Ill. Walana: Stud io sulla ncvralJ;tia facci nh: (Fn•c·. 111). - N~mery , Ooo~ldorazioni n>ll'cmooliu (Fase. III). - Gonsens: Un uuo\'O t.Mtncto eli trnttn m~oto d eU c nlcerl vnrlcosc (Fase. lV).On trebecq: Materie prime per la distllluzione dell'alcool (Fase. lV). - Bollatttno Internazionale
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Muakaml, Kanda, Gotowda, Emoto t' Sck l: Sulla oum dei COIU!C:Iamontl. - Suglyame e ltow: Studi ~ulla tuborcollno-renziouc. - Nlshlmura e Shlf&ld: Filtrazione d<'ll'a('Qun cou la. Pure/il e (>d t\zione <l" forrtllc:•ntc della /1-T(la~it. - N:shlmura c S~l ~akl: .'\llegger ;mnoto dello ncqno dur<'. Yosblsada Mlkl: ::lu unn ci<l i trnunull.kl\ r\c>lh• <·ortt•:·"i" del lubo rrontulo destr-o. - 8onoda: Su di un coso eli tnrslono iut cst inule in r.-ln?.iont> al diverlico lo di )lt'kc> l.- Or,awa: Su un ca.~o di pericardito emorragica sub - ncut~. Yamauclllt .E'rcpan\Ziouo ùcl monolodomctan· soltito sowco.
Jl:COSLAVL\: -;·oJNO S.\ N'JTF.TSKI OL.-\S:-.'IK. - Rivista Lrinwslml<· eli m<'fl!cino, fnt·ruo•·;o co ou'dicina voto· rinaria ckll'o•c rclto tu~ro~lavo. oclita Clolln. ni••c·zione d~l HE·t·,· lzio :li Sunilà tReùazione ed o.mminlilt.razlonc: ()sp<>tlnlo mllifaru :li Hclgrndo). N . l, 1:ol. V, l!):N. Protltc~: L'impo rtanza ol!'ll'ispozion~> loc~ lo ncJrapprczzamcnto dc· Ila potnbilità ò.ollc ncQue. Tad:t:ll Ra~oya: L11 dl' i>Ur-a?.ion<' ùdl'lWQun. - RB.Ilovltcll Stanlslaw: Su lla rnzlono olimcntart' dPI •olrlato ncll'e~rcito jugoslnvo. - Allmann Vlll41mlr: li tratl uml.'nlo dol rnvn n gli ospedali militari. - Ro~wldllch ~arko c Mllowanowllch ~arko: Pro \Te fu n <l<mn Il cardi o - orusoolarl. Todorowlt'~ Koata: A proposito di alcune tll ftlcolt-11 n<•lla tliugn o~l clifft•rcnzJole dello mntattie infettive. - NJ~olajnltch c Oawldo•llch; Flt?liiiWJCIC et<- Ilo l"LOIDtto"l>. - c~ ahoYitch (1 Vlchnjllch l Cootrlhu to nJI'nnat,omla pn1olog <'a ùc·l fl~mmou<' dello R\flllllll'". - Barjaktarovltch Stelo Il trattamento ùeUa Cebhr~ 1'>\tcr·pc•t·nlr·. - PetroYIIc~ ~eramljat Anomali<' clt•lla rcfnlzlooo ooulnre dal punto di \Tlsts. della idunt~tà 1tl sct·vizio ll)ilitnre.
POI,ONIA: LEKARZ WOJ'>KOWY. - nt·zano dc,:rli ufficiali del Servizio SA.nlts.rio. Ccntrum Wys•.kolenill S:\nit,. Oòrno~laskn 45, Var~avfa, N. 4, 15 Je/1braio- N. 5, 1• marzo- N. 6, 15 marzo 1934. Dletrleh: n medico noll'~serclto (N. 4). - Telatyckl: La tuborcolo•i o la lot ta contro la tub.,rcolosi ncll'e.-crcito (N. 4). - H~rc,old: Le artriti gonococcichc (N. 4). - C~Otlzko: Il tra.ttamcnto negli ~tabil im~nti polnccht <li as•icurazio'ni ..~oci>tlì n lunga >C~ denv.a. (N. 4, 5 c 6). - Pnychockl: Lo stato attnnlo cl'.lllo nostre couo~cenze sullo lesioni d t' lla pelle ptodottc:> dall'iprilo (N. 6 '- 6). - Pawlowskl: Contributo alla diagnosi o n Ila cura dcll'ernin dinfr~>mmat ica (N. 5 e 6). Szulc: I programmi n'insegnamento m gli t tnbllimcntl medici dt'll' U. R . f:. S . (N. 5).- Solto· hwskl: Nuovo meto<lo di losrgnam('nto della chirurgia. nelle unlvers itn eli l:krllno (N.~). Boiler : Cw·a della dìo;~ontoria nel xvm.sccolo (N. 5). - Rudke: L'istruzione d,·glt uftlciaJI della rise rve. por ltli scopi della Q:uerra (N. 6). Mallnowilkl : Un caso di m"\lat.tla di Tbomsoo <N. 6)
A. ''.1 ~nn o
c1k w.;J LXXXII - F asc. VIII .
AGOSTO 1934- XII
GIORNALE DI
MEDICINA MILITARE
DIREZIONE ED AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA GuE RRA
ROMA
Pubblicazione mensile
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SOMMARIO OONGRE881 :
rx :Se•slono della
Oorumia~lonc
h\L('rOI\zlonnle dì t:stn,ndArcllzzo.zlonè de l fUilll!tilùc - H.\SSI. . . . . ..•... . ... • XIV Riunione l'<!'vrologic•\ Intcrna:r.ionnle - Pnrigi ;;- 6 giugno 1034 :Xli (I contri vegetati vi <lei dì<'nccr., lo nwdlnno).- Rl:t.zo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ... Convegno ùoll•1 s .. ziono Emilia Romugna ù<·l la Fo,J.cra?.iouP N<lzional!' Fusci,.tn pur la lut.tn cout ro In tulwroolosl (l1imini 17- 18 ghlgn•J l!l~4 -XJ1 ). - ·ru ~:I'ICCJO.'IT. . ~lnltarlo (Gincna 2- 9 luglio 1 ~'!1-XH).
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LEZIONI E CONFERENZE:
Valenti . - E.•lslo un • quld ~ll vlntlO\ • nel mècoautsmo di a zl ooo delle ncque mlncrnll da hngoo t
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MEMORIE ORIGINALI :
Bruni. -
È la s ifilide in 1\umcnto negli t>st>rcit.i 1 - Stulli ,. consiclcrnzioni rclo.Uvl nll'an· clnmcnto t.:Pidcmiol oglco clt'll" sifil ide rrn le tru1•1•0 di t.orrn e d! mare nelle "'~rle nazion i . • . . . . . . . . . . .
Png .
OAIIITICA CLINICA :
Canllto. - Sullo rott\tro trt\tllnnti('n di una lclronl'fro•i . . . . . . . . . Rizzo. - ~opra un caso di diubcW insipido gual'ito colla rach icont<.>si. . SERVIZIO SANITARIO MILITARE :
Mancanaro. -Il sorvizio snnitarlo ncUa guerra di mo,·inH.'nto . RIVISTA SINTETICA :
carpa. - Mo<lcrnc veduto sull 'nllcrgin cui nnc·n RIVIITA DELLA aTAMPA MEDICA ITALIANA E STRANIERA:
""nlonl e ferite corneali. A :>lone rld rnnqi u/lrrn•io/clt i IIVIIP- (;,u,,,:-;1'1'. • • . • • . . . . Analisi della fatina e del pane. Il a..scrtn.Jmln 1'1)/()rùnclriéf> dd 1n(.HI(T(t1lt.çl!. (Zp))l.it:alo an· nnvF.tn: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Caoutcllouc. A ::ione dc/l'n /ùi tU ]lfl.-r(l{lì?la ~111 - (lrr'"'''' r M]lru. H gel pt)/ipl"env.-sol/1> a diver~«i (!radi di vulcmti:~a.zio71e. - nnut~:nF. " ' 't<ll;nm;-~ . . . . . . . . . . . . . . . . . Cultura del virus ncclnlco nel tess~tl. Corpi e!Pmentnri nel conton >!? delle vcsclcole di vatl~lla e di her>es roster. - PM•rm•:x . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . • Derlwall della c"inollna. L 'a z·ion•• rlr i - sui (lrt,mrlocili rli p/o.<Mr.tlium r>r arco:r..- KRt'I'RCllE\\'· SK l c Pl~""l':S
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Ec~:ema La diaonn-:i dell' -
ntl1n ,r::·u o N rti t ·rzifHu ftlf11nl t· - FI.AR~o:n. • Germi patorenl vcretall ed animali. L ' im7Jnrlollzo t/e/le c'"rfur~ nrlln rhAsrminflzim>c dd) ·[ m.\ ELOl-'1"
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Seni paran&lall posltrlorl. S11ila t~rr·P.•siM e sulle morla/iltì <lrll'csllmr sis/P?nalko r completo d<>i- MAHCJ,,,. , . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . • . . . . . . . . . . . . . . T; auma dell'orecchio sinistro con rltcnzlone di gros.sl frammenti di • etro e lesione del fatclale. Do~mr.u .J . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . TllbeKolosl (LP.) auoclatc 6ol laringe e del pulmoM. - fi.Dllll':RT . . • . . • CONFERENZE E DIMOSTRAZIONI CLINICHE NEGLI OIPEDALI MILITARI NOTIZ1E . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Infezioni focali dtnlotenc. - TIF.)t ., :< • • • • • • • • . • • • • • • • Paralisi pfll(ftssha. /l.'tt ot·i rlaU sulla r>r<>fi/ot;.si ' !n t·urrt rlrlla - DnW.\11':'0 . . . . • • . • Radloltrapl~ (Lal dello malattie del slst~ma nervoso. - ::.r \ $;C if>'t<f'.\ . • • • • • • • • . • • . • Secrezlne e flora batterica con:luntlvale T?furchc ~~J<·rimo:llloN Mt.l com1l<>rl (&llll'?tl o dr/la- d•>pn taAcii.dllra per 24 orr. -
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CONDIZIONI DI ABBONAMENTO. L'ahhonamant.o è annno o rloo'lrrore rlnl 1• JWnnalo >\1 pr c7:7o òl L. 32 I:F:~rcro 44). Per llll nffir.fnli medici 1.' chlmicl- fnrmn<'l•tl del R . Eserciti.', l•• se rvizio ed In oongeclo. Il prezzo dell'nhbonnment" Il rhl'llto o. L. 24 nntfolpntP . Po r l R'lll 11 ffiofnli mctllol (d f'll'F."!lrrif'l ,. dcii n l\lnrina.}. In Q'llll nnqne nnsl1.ione st t rovino,'' nmmoMn nn a.hhnn:~mcnlo onmulal i<"o al (liomalc di Mc-dicit.a .lfilila re Nl fl.ll:li .1nnali di Medicina Nfll)(llc t Cll/onùtle al t' r o?.zo di 1". 45 annuo. Il nro7.m del fi11PJlicmcnto rno! onPfli.C' l Ruoli di a>I.Ziani/il ltl c»rpo 81JI~itt<rio 1l1iHtarc è ùl L. 15, rldoti.O A ( , . 8 Jl(~r i •oli r>lohooat i.
NORMF. PER l COLLABORATORI. f,o opinioni manileRinle rltu!'n Autori non lmpeJrnnn " In r OSIJOOAAbiiUtà del port odlcn. A<!'ll A utnrl ~<nra.nn'l con"''"..,; g rntnitnme o tP 50 <>slr at.t i con r.opertlna sta Dll>ata. frllntC'•Oi?.l" lm·
paglnntnrn e nn mnra?.iOoc SJli'Cialo. Per diRpos ìzlonl do! Colllligllo oo.zlonnlo delle r!COI'()bo a cla-souo ta.,• o r·o dcvl csoere w.Ito un hrovo nntoriM!'1111to ("on pttl di 10 rll(be). y,, ~PO"<' p<>r le tavole· Utol!'r~.flcho. fol O<!Tiltlobc. ccc .• oh<' nc".<•ml>ngnns~""" lo puhbU •·,.,.Ionl , •onn n M rlco dCirli A11t 'lr l. T mano6crlttl non s i tOfllltui~oono .
A NNO L XXXII-N. 8
GIORNALE DI MEDICINA MILITARE
AGOSTO 1934·X ll
CONGRESSI
INTERNAZIONALEt~{j
IX SESSIONE DELLA COMMISSIONE DI STANDARDIZZAZIONE DEL MATERIALE SANITARIO ~i~, ( Ginevra 2 -9 luglio 1934-XII)
Relazione del tenente colonnello medico Giuseppe Bassi
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Con anticipo sugli anni precectenti, nella. prima decade del mese di luglio decorso si è riunita a Ginevra la 9a sessione della Commissione internazionale di standa.rdizzazione del materiale sanitario. L'ant.icipo fu dovuto alla necessità di prepa.rare tempestivamente per la XV Conferenza internazionale della Croce Rossa, che sarà tenuta nell'ott obre prossimo a. Tokio, un rapporto dettagliato del lavoro comp iuto fino ad ora. dalla predetta Commissione. Per questo nella. recente riunione si dovett(~, in più sedute, procedere ad una ricapitolazione degli argomenti finora. trattati e definire quali d i essi devono considerarsi condotti a termine e quali, invece, rima-ngono ancora. allo studio. Senza entrare in troppi particolari, che esorbiterebbero dal carattere di questa breve nota, dirò che i principali argomenti studiati e conclusi, o con una risoluzione o con una ra.ccomanda.zione trasmesse ai vari Governi, sono i seguenti: barella di campa.g na standardizzata- adattamento della ba,rella di campa.gna ad apparecchi su ruote- adattamento della bariC'lla agli ski ed alle slitte- dispositivo destinato ad adattare l a barella standardizzata ai veicoli di re.quisizione - trasporto dei feriti a mezzo di teleferiche -pacchetto inctividna.le di medicazione - mcdaglioncino di riconoscimento- vetture sanitarie ccc. li lettore, che desiderasse aver detta-gliate indicazioni in merito, dovrebbe procurarsi i resoconti delle varie sessioni, pubblicati ctaUa Revue internazionale d6 la Croix Rouge n~gli anni dal 1926 al 1934. Trasporto del feriti e malati nella guerra di montagna. - Dosi· dero, invece, parlare un pò più diffusamente su nn rapporto presentato dal generale medico francese MAROTTE, relativo aJ «trasporto dei ieri ti e malati nella guerra. di montagna n, nel quale egli ha sintetizzato gli studi compiuti e le relazioni compilate dai vari delegati della. Commiss ione e le decisioni intervenute. n tema assurge ad importanza grandissima per la nostra Sanità .militare, date le ca.ratt.(lristiche dei nostri confini terrestri, delimitati d a uno dei più importanti sistemi montani europei, onde, come è sta.to a critt<J, la mont.ag:na sarà anche nel futuro il nostro terreno di ·lotta.
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IX SESSlON.E DSLLA CO:\UtlSSIONE INr.ERNAZIONA.LE ECO.
È noto come lo sgombero dei feriti daJ.le prime linee fino a.lle formazioni sanitarie di ricovero e di cure costituisce, nelle zone di mont~ona, uno dei compiti più importanti e difficili nelle guerre moderne. D'altra parte, dopo l'esperienza dell'ultimo immane conflitt.o, possiamo affermare che anche le regioni montane saranno nel futuro teatro di grandi operazioni milita.ri e che pertanto forze considerevoli vi sa, ranno dislocate. Da questo fatto e da.to l'impiego su vasta scala di sempre nuovi e più perfezionati mezzi di offesa, ne consegue che n ei vari combattimenti sarà rilevante il numero dei feriti da sgombra.xe, con alta percentuale di quelli con lesioni gravi, prodotte la ma,ggior parte dalle artiglierie. Ma purtroppo in montagna tale sgombero presenta difficoltà grandissime, tanto che il colonnello medico francese ScmcKELÉ, in 'UUa stta recente pubblicazione, apparsa nel n. 5 del Tomo C. degli Archi·ves de médicin{J et d8 phannaeie militai1·es del maggio 1934, dal titolo << Il servizio di sanità nella guerra di montagna n, ha scritto che il valore di un servizio di sanità s.i misura dalla perfezione dei suoi mezzi di sgombero. Le cause che rendono difficile tale servizio possono essere così ricapitolate: in montagna difettano quasi sempre le vie di comu.n.ic.azione, che consentano l 'impiego dei mezzi rapidi di sgombero a trazione meccanica; nelle zone più elevate si trovano, di regola, soltanto mulattiere difficili e faticose e sentieri appena tracciati; spesso la distanza del luogo ·di raccolta dei feriti da quello ove possono giungere i mezzi automobilistici è considerevole e lungo tale percorso gli sgomberi possono realizzarsi o a dorso q.i mulo per i feriti leggeri, o su barella, a mezzo di portaferiti, per quelli più gravi; o con mezzi ausiliari od improvvisati. In ogni caso risultano lunghi e faticosi per il personale; pieni di disagi per i feriti, che debbono lasciarsi portare per lunghe oro attraverso strade ac· cidentate, esposti a continue scosse e sovente ai rigori della stagione. Infine, durante i lunghi mesi dell'inverno montano, nelle regioni più elevate, le strade sono rese impraticabili ai comuni mezzi a causa della. neve, del ghiaccio e delle valanghe. D'altra parte esigenze di tecnica sanitaria impongono che il trasporto dei feriti fino ai luoghi di cura sia fatto il più rapidamente possibile per poter praticare tempestivamente adeguat.i interventi chirurgici, atti ad evitare le infezioni secondarie (trattamento profilattico delle ferite da eseguirsi avanti che i germi, trasportati in seno alla ferita, abbiano potuto moltiplicarsi e propagarsi). La Commissione di standardizzazione fin dalle sue prime riunioni si occupò di questo importante argomento e cercò di studiare i diversi mezzi di trasporto, da poterai usare in montagna nelle varie condizioni del terreno, della viabilità. e de1le stagioni, nell'intento di suggerire utili direttive per i vari servizi sanitari. Cosi nella 2• sessione (1927), il tenente colonnello mec:lico spagnolo BAmmERGHEN presentò una sua relazione sul tra-sporto dei feriti su bestie da soma, mezzo q11esto che, evidentemente, potrà. trovare im.piego, sia pure limitato, solo in terreno montuoso. Nella 4• sessione (1929), il generale medico MAROTTE espose il risultato di alcuni studi compiuti in Francia, per l'adattamento delle barelle agli alci, ed il dott. RoBERT, presidente della sezione ginevrina del Club alpino svizzero fece
IX SESSIONE DELLA COMMISSIONE INTERNAZIONALE ECO .
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una comunicazione sul trasporto dei feriti su ski. Nella 4a e 5a sessione il dott. LEONARDOFF deJl'U. :R. S. S. presentò ampie ed elaborate relazioni sul trasporto dei feriti su ski ed il generale MABOTTE, nella 5a sessione, parlò degli apparecchi improvvisati per l'utilizzazione delle barelle in tempo di neve. Nella 6a sessione (1931), il colonnello chimico farma-cista dell'esercito svizzero dott. THoM.ANN presentò un r apporto sui mezzi di trasporto dei feriti in montagna all'esclusione degli ski e deUe slitte, rapporto che egli completò nella successiva sessione dell'anno 1932, nella quale nuovamente il generale MAROTTE illustrò un tt apparecchio universale per , il trasporto dei feriti su ski ,, ideato d~tll'ufficiale medico francese DUFLOZ• _i..... .Alla sa sessione (1933) il colonnello THOMANN sopra ricordato ed il compilatore .di ~~esta not~ presentarono, ciasclu:o, una relazione sul { \, /:'~).'l trasporto de1 feriti e malati a. mezzo delle telef<mche. Y. ·: ,f Nella riunione di quest'anno il generale :M.AROTTE ha presentato (.:~";. 1 una relazione nella quale egli ha fatto una ricapi tolazioue di tutti i pre\. ~~ detti. studi e che ha servito alla Commissione per addivcllÌl·o a,JJe seguenti .(v:;~.{i~~ conclusioni· C!T...... 'l'P :1'';%?; • « I tra:sporti per lo sgombero in mont~<71la doi feriti e mala.~i ·costi~~~~~~9'"'-.!. t uiscono un problema complesso che è impossibile risolvere con una for~~~ mula unica. Dal punto di vista. della standardizzazione nessun apparec0.·~ chio deve essere definito come suscettibile di utilizzazione dal punto ..a in cui viene raccolto il ferit-o fino al suo ricovero nella formazione sanitaria più vicina. in difetto ·d i una risoluzione, la Commissione stima dover trarre le seguenti conclusioni e raccomandazioni dagli studi da essa perseguiti durante più anni. CONCLUSIONI: - l. I mezzi di trasporto dei feriti e dei malati in montagna devono tener conto, più che in altro zone, dei fattori seguenti: economia di personale e delle forze dei portatori; adattabilità ai diversi aspetti del terreno; trasportabilità agevole; minimo ingombro; sicurezza dei feriti da trasportare. 2. In regola generale, l'elemento principale dei trasport-i sarà la barella e di preferenza. quella divisibile, quale l'ba definita la Commissione, i cui elementi possono essere ripartiti sul carico di più portatori. Qualche volta. necessiterà ricorrere al trasporto a dorso d'uomo effettuato direttamente o a mezzo d'una selletta. o con mezzi improvvisati; agli animali da. basto e alla discesa alla corda. 3. A mezzi di trasporto ausiliari più vari si dovrà. ricorrere nel corso di uno stesso sgombero. Essi sono chiamati a venirsi in aiuto scambievole secondo un ordine che non può essere determinato in precedenza, perchè è condizionato essenzialmente alla natura e alla configurazione del terreno. Tra qnesti mezzi gli uni sono applica.biri dal luogo di raccolta del ferito a quello ove potrà essere caricato su vetture (trasporti primari); gli altri invece sono utilizzabili solo su strade carrozzabili (trasporti secondari). 4-. Per i trasporti prima.ri si distinguono: a) i mezzi applicabili in estate su terreno naturale: trasporto a dorso d'uomo, su slitte, con rimorchio, con carrelli;
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b) quelli che Mnvfngono megUo in inverno o su terreno ricoperto da neve (slitte e tutti gli apparecchi a scivolamento ): c) quelJi utilizzabili in ogni tempo e su tutti i terreni: veicoli indigeni, animnli da basto, t~leferiche, veicoli a chenilles, discesa alla cord~.
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Le slitte, gli apparecchi su ski, le teleferiche, i tra-sporti a dorso di animale hanno già dato luogo a delle risoluzioni da parte della Commissione. Per gli altri mez~t~i è desiderabile che essi sial\O costruiti con m ateriale resistente, 1mr conservando la maggiore possibile leggerezza; che siano smontabili e sopratutto pieghevoli in vista del loro trasporto a ·dorso d'uomo. o. Per i trasporti secondari si utilizzeranno sopra tutto i mezzi ippo-ed a.u totrainati e nell'inverno le slitte. Come mezr.i ippomobili si ricorrerà, di preferenza, a veicoli con ruote a piccoli raggi e con sala basRa, secondo il modello delle vetture usate dalle popola,zioni di montagna. L 'aut.omobile dovrà essere leggero, a motore potente, con freni si·.cu.ri; le automobili a cheniJles sono utilizzabili su tutti i terreni e in tutte le stagionii le automobili pesanti non possono circolare in montagna che su buone strade. 6. L 'uso degli aeroplani sanitari, anche di quelli più leggeri e più piccoli, resta subordinato alle condizioni atmosferiche nonchè ali 'esist-enza di terreni che consentano l 'atterraggio. RA.cCOMANDAZIONI. - La Commissione raccomanda particolarmente di assicu1·are con mezzi pratici ed idonei la fissità del malato da. tra-sportare sui diversi apparecchi utilizzati, nonchè la sua prot.ezione contro il freddo. Sembra oltremodo desiderabile che venga ridotto al lninimo lo spazio di tempo necessa.rio per i t.ra,s porti primari, a.vvicinando il più possibile al fronte il punto iniziale dei trasporti secondari, ciò che si potrà ottenere mettendo, in caso di guerra, in condizione di viabilità molt~
mulattiere o sentieri di montagna,,, Prima di finire, darò 'I.1D breve cenno anche sugli altri telni discussi. Apparecchi per l'emostasi d'urgenza. - li genenw.e medico tedesco PFL'l'GMACBER, a conclusione dcg1i studi molto accurati sul temacomunicati nella sessione del 1933, ha presentato un ra.pporto .comple"mentare, nel quale ha riferito sui lacci emostatici pneumatici (apparecchi PoMPONI, F.ARAGASANO, KmsCHNER, LEo, PERTHEs, C. F. EIKENBA.RY und JoRN F.le CorQ, Sc.AOLIETTI dell'istituto Rizzoli) rilevandone pregi e difetti; sugli appa.recchi fatti con palla pneumatica, da gonfi.arsi con la bocca e da fissarsi con una fascia, i quali hanno dati risultati medio. cri in q11anto la palla si sposta facilmente dopo fissata; s.ulle bende graduate e comprendenti nel loro involucro delle molle di acciaio a spimle di diverso modello, le quali hanno pure messo in dubhio la possibilità ' del loro impiego dal personale non medico, dato che si sono mostrate l esive dei tessuti molli.
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Veramente la ricerca di un apparecchlo per emostasi d'urgenza sul campo di battaglia, che abbia i requisiti voluti dalla Commissione; di essere, cioè, semplice, di fa,cile applicazione, costruito con materiale resistente, possibilmente non di caucciù e non lesivo dei te;-;suti, sembra problema da paragonarsi, fino ad un certo punto, a quello della quadratura del circolo, specie per quanto tiguarda la possibilità di avere un apparecchio che garantisca in ogui caso l'emostasi e ehc al tempo stesso
non danneggi i tessuti. Comunque dopo gli st.udi del generale PFLUGi\UCHER la Comtnissione ba concluso come appresso: Gli appare.cchi elastici di caucciù possono essere sostituiti da apparecchi a molla metalliea o da tef;suti elastici che non cont.engano caucciù. La larghema dell'appa.recchio non dovrà essere inferiore a, cm. 5. Più il laccio è largo meno è nocivo per i tesRuti. D 'altra parte J>ÌU esso è largo e più grande deve essere la, forza necessaria per la sua applicazione. L'applicazione di un a,pparcccbio a palla non è raccomandabile da parte di chl non è medico. Gli apparecchi del tipo u nodo scorsoio)) presentano il difetto di provoca,re lesioni cutanee. Il la,ccio deve riuscire efficace qualunque sia il punto in cui viene a.pplica,to. È fatta riser va. rli inclire un nuovo concorso a premi por la presentazione di apparecchi nuo\éi o tnigliorati.
Disinfezione e neatrallzzazione delle barelle e delle vetture sanitarie che banno subito l'azione del gas da combattimento. A seguito di esperienze fatte da.l colonnello chlmico farmacista THOMANN sono state approvate le seguenti conclusioni: l. Le barelle e gli altri mezzi rli tra,s porto, che hanno subito la. azione dei gas da comba,ttimento, devono essere resi inoffcnsivi con un trattamento di disinfezione o di neutralizzaz1one. 2. Per i prodotti fugaci (cloro, fosgene, cloro-acetofenone, cloropicrina, lacrimogeni, acido cianidrico, ecc.) è sufficiente un'aereazion.e all'aperto della dmata di almeno un'ora. Nel caso in cui tale aereazione non sia possibile, occorrerà lavare la tela della barella o l'interno delle ve.tturo con una soluzione di sapone nero o di soda al 5 %. Questo lavaggio è una necessità per i mezzi di tntsporto infettat.i dalle arsine. 3. Per i prodotti persistenti (iprite) si dovrà pra1icare un lavaggio con una soluzione di cloruro di calcio al 10 % o di cloramina allO %, segult.o da una lavat.ma con acqua calda. Per il telo delle barelle occorre lavarlo nell'acqua bollita o metwrlo in stl1fa. Alla recente riunione oltre ai delegati del Belgio, della Francia, della Germania, della Gran Brettagna, dell'Italia, dei Paesi Bassi, della Po· lonia, della Rumania e della Svizzera è intervenuto pure un delegato della Russia sovietica.
XIV RIUNIONE NEVROLOGICA INTERNAZIONALE (Parigi 5-6 giugno 1934-XII)
I CENTRI VEOETATIVI DEL DIENCEFALO MEDIANO Relazione del primo capitano medico prof. Carlo Rizzo
II 5 e 6 giugno si è svolta a Parigi l 'annuale Riunione nevrologica internazionale, in cui venne discussa l'anawmia, la fisiologia e la pawlogia. del sistema nervoso vegetativo diencefalico: argomentA> importantissimo, anche per le sue ripercussioni in molti altri rami della medicina, e di grande attualità, come è attestatA> dalle ricerche sempre più numerose eseguentisi in proposito dagli studiosi di tuttA> il mondo. Coteste ricerche sono, anzi, cosi copiose che si sentiva realmente la necessità di «fare il punto » al rigua1·do, mediante il contributo critico di qualcuno fra i più noti cultori dell'argomento: fine che è stato, in parte, lodevolmente raggiunto con grande vantaggio anche per i ricercatori futuri. Ma il problema inerente alla struttura, funzione e .pa.tA>logia dell'ipotalamo, anche se apparentemente abbastanza circoscrittA>, è, in.veoo, cosi complesso che il trattarlo tutto sarebbe stato impossibile. Oiò dà ragiono del perchè i RelatA>ri dovettero limitarsi generalmente a toccare solo alcuni dei molti argomenti anatomici, clinici e sperimentali che oggi compongono la questione del diencefalo, il cosiddetto supremo regolatore dell'intera vita vegetativa. L . L ARUELLE (di Bruxelles) illustrò, con vedute in gran ~arte personali, L'anatomia dei centri vegetativl del diencefalo mediano, cioè di quei centri situati nella porzione ipotalamica de11a parete del terzo ventricolo, la cui importanza funzionale è oggi universalmente :ammessa, mentre tuttora se ne discute la fine struttura, la topografia, e, in parte aJmeno, anche la n()mencJatura. Il ReJawre distingue - nella regione suddetta - oltre la fondamentale sostanza grigia centrale, i seguenti nuclei: il n. pa·raventri.colare (le cui cellule divide ulteriormente in un gruppo dorsale, un gruppo inter medio ed un gruppo ventrale o sopra(lhiasmatico ); il n . sopraottico (a.nche esso distintA> in tre gruppi: anteriore, dorsale e posteriore, rispetto al trat.to ottico); i tre nn. latero-basali del tuber (anteriore, medio e posteriore); il n. tubero-marnmillo-trigona't6; i due nn. del corpo mammillare (magno e parvi-ceUulare); il n . intqrcalato; il n. pallido-infundibolaro; il n. interjomicato; il n . riunionte; H n. paramediano talamico e la formazi<mo roticolaro ipotalamica. Di tutti questi nuclei - studiati dall'A. mediante impregnazione argentica. delle sezioni in serie - viene data la descrizione istologic.tt e la documentazione iconografica. Si tratta, abitualment-e, dJ ammassi di cellule nervose bipolari disposto a «banchi di pesci »lungo vari-e conenti fibrillari, aventi un nucleo relativamente grosso e la sostanza cromofila non condensata in zolle, ma come polverizzata più o meno finemen te a.lls. periferia del corpo cellUlare: caratteri tutti che distinguono gli elementi cellulari vegetativi da quelli somatici.
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li Relatore passa, poi, a trattare delle vie di conduzione del diencefalo mediano, raggruppandole in vie somatiche- (rappresentate prevalentemente dalle radiazioni olfattive profonde), vie somato-vegetative (costituite da fasci che connettono il telencefalo od i nuclei della base a.i nuclei del diencefalo mediano) e vie esclusivamente vegetative sulle quali l'A. si sofferma in modo particolare. Queste ultime comprendono: il tratto sopra-ottico-ipofisari<J (connessione dra il n. sopraottico e l'ipofisi); il tratto paraventricol<rcinereo (che congiunge a.l la stessa ipofìsi il n . paraventricolare); numerose fil;re comm68suraZi (colleganti i nn. sopraottioo e paraventricolare di un lato con gli omonimi del lato opposto attraverso aJla base del peduncolo ipofisario ); il sistema tangenziale poriventricola1·e in cui l'A. comprende l'assieme delle vie vegetative che collegano il diencefalo mediano ai centri vegetativi del tronco encefalico e del midollo. Giunto al termine della. sua documentata esposizione l'A. - che non si nasconde le molte laeune esistenti tuttavia nelle nostre conoscenze in proposito (fra l'altro s'ignora ancora quasi completamente il senso di direzione delle vie vegetative diencdaJiche !) - si sofferma alquanto a considerare, alla stregua dei dati anatomici, i risultati ottenuti dalla fisiologia sperimentale nei riguardi delle localizzazioni ipotal.amicbe llelle varie funzioni vegetati ve. Il Relatore ricorda, in proposito, che esistono grandi variazioni nei gruppi cellulari del diencefalo mediano dei vari mammiferi (si che è, per lo meno, azzardoso il parallelismo che si è soliti fare fra i risultati della fisiologia animale ed i rilievi offerti dalla patologia umana), e che nello stesso campo della fìaiopatologia sperimentale sarebbe doveroso, prima di attribuire l'alterazione di questa o quella funzione vegetativa alla lesione di questa o quella porzione ipotala.mica, stabilire sempre l'esatta sede topografica delle lesioni, delimitarle dal punto di vista citoarchitettonico e precisare il senso della degenerazione delle fibre lese e l'eventuale partecipazione di altri territori nervosi più o meno lontani. Fatte queste riserve, il LA.RU'ELLE ritiene che fin d'ora sia possibile formulare alcune opinioni sull'importanza funziona.le di qualche formazione del diencefalo mediano, e, quale conclusione della sua Relazione, emette le seguenti ipotesi: la sostanza grigia centrale avrebbe un'importanza fisiologica assai maggiore di quanto non si creda comunemente nei riguardi di t.utta la vita vegetativa; i nn. sopraottico e paravontricolari ed i nn. proprii tùl t'Ubor costituirebbero, coll'ipofisi, alla quale sono connessi, un'unità. funzionale, una specie di coppia vegetativa neuro-ormonica ad azione reversibile; il sistema nucleare tùi Clfrpi rnammt'Zlari costituisce forse un relais di vie rinencefaliche, deputato a fare in tervenire gli stimoli olfattivi nel meccanismo dei riflessi vegetativi; il n. tubero-marnmillo-trigpnalo sarebbe in relazione con i centri vegetativi scaglionati lungo il tronco encefalico; le grosse cellule dilla sostanza roticolata, infine, sembrano in rapporto con la funzione del sonno. L 'A. termina coll'enunciare la EE>guente conc.Iusione anatomica generale: non doversi considerare l'ipota.l amo come una regione isolata del nevrasse; non doversi neppure suddividerla eccessivamente in nuclei a funzione specifica. Secondo il concetto che il LARUELLE si è formato, specialmente attraverso allo studio istologico della regione in esame, il diencefalo mediano n"On rappresenta un'unità vegetativa anatomo-funzionale asèstan-
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te, ma è intimamente connesso con gli altri molti elementi vegetativi costituenti un tutto solidale e continuo dalla corteccia alla. :periferia. visoerale. D'altra parte i singoli centri vegetativi superiori non sarebbero deputati ad assolvere funzioni specifiche e ben determinate, ma ridurrebbero la. propria attività. ad un globale e sommario compito direttivo, mentre la complessità e ricchezza strutturale degli apparati vegetativi periferici deporrebbe per un'accentuata autonomia funzionale di questi ultimi. La Relazione successiva, di A. TOURNAY, ci dice esplicitamente fin dal titolo (Saggio d'orientamento neuro-flsfologlco) che del vasto argo· mento funzionale - la cui ampiezza dipende precipuamente dal gran numero di contributi sperimentali che vengono diuturnamente portati in questo campo - tratter:à solo taluni singoli punti. Questi punti, che l'A. presceglie come esempi ·del modo con cui il sistema nervoso interviene, coi propri meccanismi centrali, per rogola.re l 'economia dell'organismo sono due: la regolazione concernente il bisogno d'ossigeno e quella relativa al bisogno d'acqua. Per ciò che riguarda la regolazwno dell'ossigeno il Relatore, dopo aver ricordato che, per il normale approvvigionamento di questo elemento cosi necessario alle funzioni tissurali in genere e specialmente a quelle del tessuto nervoso occorre 1m dispositivo regolatore centrale sottomesso a tutto un assieme di influenze provenienti sia dall'appapto respiratorio sia da tal uni distretti del circolo (regione cardio-a-ortica e seno carotideo) e strettamente connesso, negli omotermi, con. gli · a.pparati termoregolatori, si soffermìl a parlare della regoJ.a,zione centrale della respirazione. Ricorda, in proposito, la complessità hmzionale del centro blùbaro messa in bella evidenza dalle ricerche spe:rimentaJi del LUMSDEN e del T AYLOR e cita anche le chiare prove recentemente fornite dagli HEYMANS nel cane o da .ADRU.N o BUYTENDIX nel cara.<Jsius a dimostrazione dell'assoluta autonoinia del centro respiratorio stesso, i cui elementi nervosi sembrano agire unicamente dietro stimoli recati dalle tensioni del gas del sangue circolante. Quanto all'azione degli apparat.i vegetativi diencefalici, essa è da aromettersi sia in, considerazione dell'esistenza - in cotesta regione - di tutto \ID complesso di centri regolatori dell'economia, sia in base agli esperimenti di SOIIROTTENBACH, LEITER, ecc., che mostrano l'esistenza di modificazioni respiratorie in seguito a svariate lesioni dell'ipotalamo. Ma questa. superiore regolazione del metabolismo dell'ossigeno è tuttora assai poco not~~ ed il ToURNAY conclude il suo dire coll'augurarsi che i neurochirurgici - i quali hanno molte possibilità di osservare direttamente sull'uomo, nel corso dei loro interventi sul diencefalo, il comportamento della funzione respiratoria e di queJla termoregolatrice che vi è connessariescano a portare risolutivi contributi alla soluzione dell'impoxta.nte problema. Passando a trattare della regolazione dell 'acq1~a - argomento ben altrimenti noto del procedente, ma che continua a.d attrarre l 'attenzione degli studiosi perchè è A>noor a. lungi dall'essere sceverato in tutti i suoi p'Unti - il ToUitNAY n.cccnna a.ll'importanza fondamentale del fa.ttore Mqua. nella composizione stessa dei tessuti organici, all:a. sua duplice fun-
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zione di solvente e di vet tore dei prodotti del metabolismo, al suo continuo transito attraverso il corpo sì che, con cadenze varia.bili, dell'acqua penetra nell'organismo e dell'acqua ne esce, mentre, contemporaneamente, altr'acqua viene di continuo liberata o formata all'interno stesso del corpo in seguito ai vari processi del chlmismo organico. L 'A. ricorda, poi, ed enumera i principali modi chimico-tìsici nei quali l'acqua si trova nell'intimità dell'organismo. La grande complessità del problema - che, come già si è detto, è tuttavia ricco d 'incognite - non consente al Relatore di trattenersi su· tutti i punti del ciclo metabolico dell'acqua; Pgli, quindi, più che altro a titolo di esempliticazione, si sotlcrma a considerarne alcuni pochi e, apparentemente, p~ù semplici; la ponetrazione dell'acqua attraverso .all'inte-
stino e la sua eliminn,zione attraverso i polmoni o la cute. E, dopo aver ricordato alcuni interessanti dati anatomici e sperimenta.li rela.tivi all'argomento, giunto a pr~rlare dd meccanismo d 'azione dei centri dienccfaJ.ici rispetto alle dette funzi oni, l'A. è costretto ad auunettcro che le questioni, al rigua.rdo, restano tuttora. in sospeso - nonostante le molte ricerche sperimentaJ.i che si vanno continuamente perfezionando - non appena si cerchi di approfondire a.lqua.nto l'intimo determinarsi di cota.li fcnomcn.i. In una terza parte della sua Relazione - cho intitola Principii d'orienta-monto - il TOURNAY si chiede se sia possibil e una. valutazione rea.Ie dell 'importanza funzionale dell 'ipotalamo. Sc>gu(•ndo il KARPLUS, cbt~ si è a.nch'egli occupato gel mNlesimo argomento, l'.A.. ritiene che le funzioni ipotalamiche possano sudclividersi in dt1e gruppi; .A) quelle che si ripercuotono sull'attività dei muscoli lisci e dello ghiandole in generalo, sulla pupilla e sull'n.pparato vascolare - funzioni tutte i cui rapporti d.i dipendenza daJ diencefalo mediano sono sta.ti dimostrati , per diversa \-ia, dalle ricerche sperimentali di KARPLUS e KREIDL, dal C'usm No e da altri ; B) quelle altre ftmzioni concernenti la n·golazione termica., ipnica, metabolica. ed armonica.. Anche per qneste l 'importanza del d iencefalo è certa, mentre nulla vi è di assoltamente sicuro circa i rapporti dei singoli raggrup· pamenti cellulari colle singole funzi oni, n<>ccssitando ancora, in proposito, assai più precise r icerche sperimentali, accompagnate da esA-tti controlli istologici: stù che già aveva insistito il Re latore precedente. An,t:he a questo proposito i rilievi dei ncuro-chirurghi potranno I'ins<:iTe prezio~i.-
J. LRERMITTE, nella terza Relazione intitolata Sindromi anatomocUnic:he dipendenti dall'apparato vegetativo ipotalamfco prende in considerazione i dati forniti dalla paJologia. umana alla soluzione del problema. inerente alle funzioni vegctative che l'ipotalamo governa. Prima cura dell'A. , è quella d.i tener distinti i SPgni ipotala.mici da quelli ipofìsari, essendo egli d 'avviso che una tale discriminazione sia possibile, anzi, dal punto di vista tera.peutico, necessaria. Nella sua Rela.zione egli si manterrà sempre sul terreno della clinica c dell'anatomia patologica, lasciando da pa.rte - a motivo della vastità. dell 'a.rgomtnto - i dati, pure essi importantissimi, della fisio-patologia. Per il LHERMITTE sono indiscutibilmente d'origi>ne ipofi.~aria le sindromi seguenti: acromegalia, gigantismo, na.nismo, basofilia pituitarica. (o malattia del Ousm:-~G) . Meno una.nime è l 'accordo drgli .studiosi sulla.
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cachessia ipofisaria (o matallia del SIM.MONDS) la, cui patogenesi è forse duplice: in qualche caso ipofìsa.ria ed in altri infundibolare. Fra le sindro-mi d'origine infu-ndiholo-tuberale l'A. enumera le seguenti: il diabete insipido; la narcolessia ( coi suoi deiivati: cataplessia, geloplegia. e pienolessia); la bulimia (o iperoressia); la polidipsia (nei cui riguardicome pure a proposito delle improvvise crisi di sonno - le dimostrazioni sperimentali date nell'uomo dai neilro-chirurghi hanno provato chiaramente che è possbile prodnrle mercè una diretta stimolazione infundibolare); la glicosuria; l 'a.diposità diencefalica (che si differenzierebbe facilmen te da quella ipofìsaria dei F&OHLICH perchè risparmia il vol;t,o e non si accompagna ad iperpigmentazione, ipertricosi ed ipertensione a.rt~riosa deponenti per un cointeressamento plurighiandolare secondario all'a.l~ra zione dell'ipofìsi ghiandolare); la lipodistrofia progressiva; la sindrome di LAù'RENCE-MooN-BIEDL (che accoppia ai se-gni della sindrome di FRòRLIOH i S<·gni di una complessa degenerazione somato-psichica: affezione squisitamente familiare, in cui, per altro, non è del tutto esclusa una componente ipofisaria ); la sindrome adiposo-genitale (di BABINSKI-FROHLICH., osservata. la prima volt.a dal MoRGAG!'<r; sulla patogenesi esclusivamente ipotaJa.ruica. od esclusivamente ipofisaria o mista gli stlldiosi non sono ancora d 'a.ceordo; l'A. sostie-Jla la t<>si diencefalica principalmente in base al fatto elle la ma1at tia comparve non infrcquentemente nei postencefatici ); la macrogeni tosomia precoce (o malattia del PELLizzr, ritenuta un tempo, e a t.orto, d'origine pineale). Nell'ultima parte della sua Relazione il LRERMITTE passa, successivamento, in ras~E>gna i rapporti - meno noti, Rnche perchè stu<liati più recentemente- dell'ipotalamo coll'ematopoiesi (in base a ricerche ormai numerose climostrantJ la comparsa. di poliglobulia, leucocitosi, ecc., in S(•guito a stimolazioni ipotala.miche ), distrofi«' ossee, con distonie e disti ofie mu~colari, coll'epilessia (si tratta a questo riguardo - della « epilessia diencefalica ,, di WILDER PENFIELD caratterizzata, clinicamente, dal fatto che le crisi acccssuali sono precedute da improvvise ed imponenti manifest-azioni vegetative! Pd anatomopatologicamente, almeno in qualche caso, dalla presenza di chia.r e alterazioni strettam('nte lo<'alizzate n,l diencefalo. L 'esistenza di rapporti dj causalità fra lesioni ipotalamiche ed epilessia 11arebbe anche confermata dal fatto che, mentre taluni epilettici beneficiano grandemente dall'uso dei bromuri (sedativi corticali), altri si aVTantaggiano maggiormente coi preparati barbit'tuici, la cui elettiva a,zione sul die.ncefalo è nota). Venendo, infine, ai rapporti dcll'ipotaJa.mo coi disordini psicbici, l'A. ammette - ed ha anch'egli contribuito a darne anni addietro la dimostrazione anatomo-patologica - che tumori del terzo vent.ricolo od altre alterazioni dienc-efaliche possano ripercuotersi sulla sf('ra psichlca., ma dando luogo specialmente a stati sognanti: confusionali ed allucinatori che si avvicinano a ta.lune manifestazioni di dissonno e che sono meglio comprensibili se si ricordi che nella s~ssa regione esist.e appunto il centro ipnico. Tutto ciò è ben diverso dall'ammettere che nel di<'ncefalo esista un u cent.ro psichico » o, come l 'HAsooVEc ed altri sostengono, una u coscienza centrale n, un organo o ve si concentrerebbe l'intora. attività. psichica; ed il LHERMITTE rifiuta recisa.mente di a-ccostarsi a. queste vedute.
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Concludendo la sua Rela.zione, l'A. ricorda che - contrariamente a quanto si credeva un decennio addietro, allorchò i ricercat.ori si sforzavano invano di attribuire a singoli centri ipota.Iamici il governo delle singole attività vegetative - oggi sembra. prevalere la tesi unitaria che motte in dubbio coteste discriminazioni in baAe al noto fatto dell'inesistenza di sintomi ipota.la.mici perfettamente isolati; meg1io quindi, è pensare all'esistenza di strette correlazioni morfo-fisiologicbe dei vari nuclei ipotalamici, che darebbero ragiùne delle correlazioni fra le varie manifestazioni patologiche del sistema vegetativo diencefalico. Conviene anche ricordare che, per questo sistema, appaiono sintomatologicamente assa.i più imponenti le lesioni minute che non le estese distruzioni: CUSHTNG ed altri ci hanno dato la dimostrazione di questo fatto che concon·e a rendere anche più complessa la già difficile clinica delle affezioni ipota.lamiche. N('ll'ultima Relazione - intitolata La regolazione termica e la regione infundibolo-tuberale - ANDRÈ-THOMAS traccia un bel quadro d'as!'ieme di questa questione richiamandosi tanto ai dati della fisiologia sperimentale quato a quelli della patologia umana. La termorcgolazione si r.ompie in due modi: mediante la termolisi e la termogenesi. La prima è prodotta da vari e differenti mecc·anismi fìf!ici che si risolvono nella emissione di ca.lore per via cutanf'a e per via aerea; la produzione di calore, in-vece, è la risultante di fenomeni chimici legati a pro<'essi d'ossida.zione. L 'importanza del sistema nervoso nella. regolazioue termica è stata da tempo riconosciuta in bMc sia a ricerche sperime1~tali, sia a rilievi clinici. Per quello che cou ocrne gli esp erimenti dci fisiologi, l'A. dopo una
breve analisi dei metodi seguiti, ricorda i risultati ottenuti dai principali ricercat<Jri. I 1a critica obiettiva di cotesti risultat.i mette in evidenza che esiste una localizzazione elettiva della tennoregolazione nella regione innmdibolo-tuberale: tale localizzazione, precisata la prima. V(Jlta, nel 1912, da J SENSCBMID e KREHL sul coniglio, mediante distn1zioni di detta rPgione o con sezioni cerebrali retrodiencefaliche, è Rtata poi largaroent.e -confermata mercè altre tecniche sperimentali: cauterizzazioni ipotalamiche, riscaldamento o perfrigerazione del tubercolo cinereo, l('sioni diencefaliche segni te da somministrazione di sostanze chimiche o di microrganismi ipe.rod ipotermizzanti, ecc. Venendo, quindi, a trattare della documentazione anatomo-clinica relativa ai centri nervosi tennoi'egolatori, il Relatore premette che essa è meno ricca c meno precisa dl.'lla documentazione fornita dalla fisiologia sperimentale. Tntta.via., lo sfoglio della letteratma consente di rilevare parecchie osservazioni - seguite dal controllo autopsico - in cui l'ipertermia e1·a in primo piano nel quadro semiologico, e si t.rattava di tumori o di altre alt.erazioni dell'ipotalamo (casi di STRAUSS e GLOBUS, LARUELLE, GUILLAIN, BERTRAND e P:ÈRISSON, ecc.). Nella t.erza parte della sua R elazione A.NDRÈ-THOMAS passa a eonsiderare il meccanismo fisiologico della tennorcgolazione infundibolo-tuberale. Egli, dopo averci di nuovo ricordato che è impossibile- allo stato a.ttuale delle nostre conoscenze - lo stabilire un preciso rapporto tra l 'alterazione di un dat o centro ipotalamico e la. comparsa di un disordine della sfera.
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vegt'ta.tiva.; che le Rindromi vegetative diencPfalicbe sono per lo più complPsse, ma. raramen te complete; che ~ almeno nell 'uomo -lesioni dien· cefaliche as~;a i vaste appaiono sintoruatologicamente molto meno ricche e gravi delle lesioni isolate e discrete; lament a giustamente, ai fini del suo wsunto, che spl'fìSO gli sperimentatori abbiano tra,•wurato j precisi controlli i8tologici; che, diretti a studiare questa o quella funziono, abbiano per lo più negletto le altre (per cui vediamo che gli inda.gatori della termoregola· zione raramente si sono curati di s~>guire di pa.ri passo, nel corso dei loro espf'rimt'nti~ le eventuali modificru~ioni del metabolismo idrosalin.o, dei grassi e dci carboicllat i: tre elementi che non sono affatt.o indifferenti alla r<'golazione termica); che, per quanto riguarda i documenti anatomo-clinici, Ri sia.no troppo ~pesso traJasciatc le osserva.zioni concernenti le va.ria.zioni termiche di sogg<'tti portatori di lesioni di~ncdaJiche; - dà, tut· tavia, il loro giusto valor€1 probativo sia allo aecurate ricerche sperimentali, sia,, SJWCialmcnte, ai riliE-vi fa t t i orm:ù da molt·i neuro-cbil'UJ·ghi su1 dPterminarsi di fenomPni vegeta.tivi durante le ma.nipolar.ioni strumentali in corrispondenza. del pavimento del terzo ventricolo. Tutto ciò port.a an ammett.ere con sicurezza che qu~sta rE-gione costitni~ca nn crocevia Vt'getativo di prim'ordine, ove contluiscono le esigenze dell'organismo, tahme rlC'lle quali si mal\ifestatJO come bisogni coscienti (sonno, sete, ecc.), meut;re altre resta.no incoscienti, como i vari metabolismi e la r<'golazione termiea. Le rca.zioni fisiologi che di tale regionE\ de,ono variarE' secondo i richiami - d 'ontinfl chimico e d 'm·dine nervoso - che vi pervt>ngono da.i diversi territori dell'organismo. E le reazioni in parola si modificheranno patologicamente sia in senso quantitativo, sin. qualitativo, qualora soprn.vvenga. un'a.lte1·azione o nei centri star;Ri o alla. periferia. lnfme, daJI'analiRi dei moltissimi documenti sperimentali od n.natomo-elinici che poaill:'diamo, necessita tenere in ghlilta considerazione l 'esi· st<'nza. - all'infuori dei cosidd~>tti c~ntri ipotala.mici o infundibolo-tubera.Ji - di tutt'un'altra complessa serie ùi meccanismi nervosi, scaglionati rlalla cort.Pccia alla poriforia o prevalentemente situati nella sostanza pE>ricavita.r ia. ce.ntrale ilei tronco cerebrale o del midollo. Solo con questa veduta comprensiva, che considem la regione ipotalamica. nel piano generale a.nat,omico e funzionale della vita vegetativa , ò possibile darci ragiono della fisio-patologia della regolazione termica e d elle altre molte attività vitali. Alle ampie Rela.zioni che bo cercato di rias~umere nelle pagine prece · dent.i, Sf'gul un'animata discussione attrav<'rso all:\ quale parecchi punti del problema in qw.•stione '"ennero meglio definiti ed illuminati. Fra i tanti che presero la parola, ricordo gli Oratori seguenti. NrcoLR~co critica la t-erminologia. proposta dal LARUELLE rela.tiva~
mente ai centri ipotalamici e, richiamandosi alle sue ricerche in proposito, sostiene l'esist~nza eli una fondamentale uniforinità di struttura. e di clisposizione dei ct>ntri st ..ssi nelle •arie specie animali . DmB, t rattanòo dell'ist-ologia delle ClJllule tuberaU, ammette che talune di esse elaborino e secernano delle sostanze (ormoniche t). Aggiunge,
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poi, circa i discussi rapporti fra ipotalamo e psiche, che questi, per sua e~pe· rienza, esistono reaJm~nte: i di"ordini mentali da lesioni ipotalamiche iutet essano precipuamente lo psichismo affettivo. A.Y ALA illustra un complesso caso a.natoruo-clinil'o chfl, fra, l'aJtro, aveva preAentato in vita un grave diabete insipido. .Al tavolo anatomico, oltre ad tma grossa epifisi. si constatò lma. vistol!ia alterazione strettamente localizzata al tubercolo cinereo; la ghiandola ipofisaxia apparve assolutamente integra.
RoussY p1·opone, dal duplice 1nmto di vista anatomico e flulzionale, la suddivisione dell'ipotalomo in dne regioni: una anteriore, infundibolare, ed una posteriore, mammiJlaxe, che sa.r ebbe pressochè sprovvista di funzioni vegetati ve. Sostiene l'esistenza della. l< neuricrinia >>, ossia della. produzione di granuli di secreto da parte di cellule nervose della regione ipotalamica. Sost.iene, poi, anch'egli- contrariamente a.lle vedute del I.ARUELLF,la Ulliformità di stn1ttu.ra dell'iJ)QtaJ.amo nelle diverse specie animali. .Ammette la grande difficoltà di delimitare anatomicamente i vari C('ntri vegetativi diencefalici ed è contrario alla tendenza di taluni Autori a moltiplicarne il numero. Riconosce l'esistenza di st.rett.issime e numerose connessioni fra i centri vegeta.tivi diencefa,Jici e tutto il re~to del sistema nervo~<o. Ammette, infine, l'esistenza di centri regolatori della vita ve>getativa anche n ella. corteccia. A.1ì1)RÈ-TEOMAS insiste sulle insufficie·nze dei quadri fonda.t i puramente sulle strutture anatomiche. Molte delle localizzazioni ipota.Iamiche sono discutibili , come è dimostrato dal fatto che non sempre a lesioni topografìcaroente uguali corrispondono identici effetti. Oltre le leggi anatomiche bisogna, pertanto, tener conto di quelle fisiologiche. L 'O. riferisce, infine, su qualche ca~o auatomo-clinico personale interessante vari centri vegetativi.
F. NEGRO ricorda gli ottimi rislùtati da lui ottenuti in q·uesti ultimi anni trattando l 'artrite anchilosante cronica con forti dosi di estratto retropituitarico. Pensa che tale a.ffezione possa avere una patogenesi ipofìsaria. FROMENT, a proposito della questione sempre dibattuta della genesi ghiandolaxe (ipofìsi) o nervosa (ipotalamo) di varie malattie dello sviluppo e del ricambio, ritiene che si debbano combattere entrambi gli estremismi. Egli si schiera, e non da oggi, fra gli unicisti, i quali sostEngono una dottrina patogenetica mista, diencefaJ.o-ipofisaria, sia in base a molti rilievi sperimentali e anatomo-clinici, sia, specialmente, in base agli stessi dati anatomici che dimostrano sic'Ul'amente l 'esistenza di connessioni fra l 'ipofisi e l'infundibolo. Quanto ai cosidetti dist'lll'bi psichici di natura ipotala.mica, l'O. - d 'accordo col LHER'MITTE - crede che si debbano considerare come disordini onirici, da alterata funzione del centro ipnico.
LBE.BMITTE insiste sui rapporti fra. l'ipotalamo e l 'eritropoiesi (già, ·illustrati nella sua Relazione )7 d escri vendo un caso anatomo-clinico di
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anemia. gra.ve accompagnantesi, fra l'altro, ad emorragie del tubercolo cinereo con alterazione delle cellule nervose tuberaJi. NIESSL von MAYENDOR.F approva la tesi del ROUSSY sulla opportuni tà di distinguere due porzioni ipotalamiche - anteriore e post-eriore con funzioni diverse. DE M.A.&TEL espone vari casi chirurgici personali nei quali osservò dive.rsi fenomeni vegetativi - e, particolarmente, disturbi termici -in rapporto con interventi sul cranio e con squilibri della pressione endocranica. Infine, sempre sul tema della patologia dei centri nervosi vegetativi, vennero svolte numerose comunicazioni, fra le quali rammento le seguent i: DRAGANE-'30U e SAGER (Bucarest): Osservazione anatomo-clinica. di tm ca.so d'ependimoma cistico del terzo ventricolo. BROUSSEAU (Parigi): Epilessia diencefalica post-trauma.tica. OossA (Nizza): Violenta crisi neurovegetativa in lma vecchia. gozzuta. ROGER, MoStNGER e RAYBAUD (Marsiglia): F orma febbrile ed emi-mioclonica di un tumore cistico del tronco cerebrale. NERI (Bologna): Disordini del ritmo respiratorio e della pressione arteriosa consecutivi a stimolazione tuberale. Rrzzo (Milano): Nuovi dati clinici sul metabolismo dell'acqua. VE&OEILI (Milano): Diabete insipido consecutivo ad una febbre tifoide datante da cinque anni; guarigione colla roentgen terapia della regione diencefalica. L 'interesso degli argomenti trattati nella Riunione nevrologica internazionale esigerebbe ora qua.lche considerazione che i1lustrasse i' principali aspetti dei problemi discrusi e fornisse al lettore un quadro d 'assieme del· l'importanza del diencefalo mediano agli effetti di tutta la vita vegeta.tiva. Ma questo - che pur sarebbe un còmpito gradito per me che da anni mi vado occupando della questione - mi è vietato da necessità di spazio. Mi limiterò, quindi, a ria-ssumere le principali conclusioni che è lecito trarre da quanto ho sommariamente riferito nelle pagine precedenti. Il diencefalo mediano - o ipotalamo - è una piccola porzione della base cerebrale, costituita essenzialmente di cellule nervose raggruppate in numerose formazioni nucleari collegato mediante fasci prevalentemente amielinici sia fra di loro, sia colla sottostante ghiandola ipofisaria, sia con altre porzioni de] nevrasse. La struttura di tali formazioni depone por la loro natura vegeta.tiva.; le molteplici connessioni giustificano la tesi che si tratti di un settore assai importante agli effetti della regolazione delle funzioni vitali ed agente non soJa.mente por via. nervosa., bensì anche per via umorale: del che fanno fede i collegamenti coll'ipofisi, la neurocrinia ipofisaria., ed anche la cosiddetta neuricrinia, cioè il fatto che talune cellule della regione ipotalamica sembrano, por la loro struttura, dotate non solo di fUnziono nervosa, ma. altresì socretrice. L'importanza del dien· cefalo mediano nei riguardi della vita vegetativa è ormai sicuramente accertata in base ai risultati della fisiologia sperimentale (fra i quali prendono sempre maggiore rilievo le segnalazioni dei neuro-chirurghi che,
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nelle loro manipolazioni su tale regione, hanno avuto <>ccasione di produrre svariate ripercussioni sulle funzioni metaboliche, terrnoregolatrici, ipniche, ecc. assumenti l'evidenza di precisi esperimenti fisiologici); anche i 1·ilievi anatomo-clinici confermano l'alta dignità funzi onaJ.e di cotesta regione agli effetti della vita vegetativa. Se, poi, la regione stessa abbia anche
influenza sui fenomeni psichici -
nel senso, almeno, che una sua alte·
razione sia capace di produrre, di per sè, disturbi men tali veri e proprii è cosa fortemente discussa e negata dai più. Quanto, infine, ai precisi rapporti dell 'ipotalamo coi disordini della vita vogctativa, oggi si tende a mettere in dubbio che i singoli nuclei individuat.i morfologica.mente rappresentino altrettan ti centri deputa.ti alla regolazione delle singole funzioni vegetative, e si è propensi, invece, a ritenere ch e l'ipotalamo stesso, nel suo assieme, rappresenti un coordinatore ed un regola.tore di tutta la vita vegetativa, e che le differenziazioni funzionali avvengano più perifericamente. Ma anche a questo r iguardo ogni asserzione categorica è per lo m eno immatura, giacchè, per un'esatta risposta a l fondamentale quesito, occorreranno ancora numerosi e più precisi dati sperimentali e clinici, corredati da minuti oontrolli anatomici. Tutto ciò se a prima vista stupisce, sol che si c<>nsideri il grande di-
vario che corre fra la scarsità delle acquisizioni sicure e l'enorme mole di ricerche fatte al fine di chiarire l'importanza del diencefalo nella generale economia ed il su<> preciso meccanismo funzionale, non può - d'altra parte - non invogliare a nuovi studi ed a. più accurati esperimenti i ricercatori di buona volontà.
CONVEGNO DELLA SEZIONE EMILIA-ROMAGNA DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE FASCISTA PER LA LOTTA CONTRO LA TUBERCOLOSI (Rimini 17-18 giugno 1934-XII)
Relazione del primo capitano medico prof. Emanuele Treplcelonl
n valore scientifico e medico-sociale dei temi di relazione segnati all'ordine del giorno, il oospicuo apporto di idee e di osservazioni da parte di tisiologici e pedlia.tri, l'intervento dei più qualificati m aestri e cultori dei problemi clinici e sociali della tubercolosi; la presenza, altamente significativa, delle autorità civili e militari e le ntun.erose adesioni pervenute - notevoli quella del Presidente della R. Accademia d'Italia e del Segretario del Partito - hanno conferito al Convegno un'atmosfera di entusiasmo e di fede, un 'armonia spirituale, una vivificata volontà. di azione che sempre muovono alle migliori opere e ne assicurano il successo. De1 quale m igliori auspici non si potevano avere di quelli tratti a Predappio, ove i la.vori sono stati conclusi con un devoto pellegrinaggio
alla casa natale del Duce ed un reverente omaggio alla tomba dei suoi Genitori, nel Oimitero di S. Cassiano.
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CCN"VEGNO DELLA. SEZIONE EMILIA-ROMAGNA. ECC.
l o Tema di relazione: Cessazione del pneumotorace terapeutlc:o. &latoTe: Prof. G. CoSTANTINI (Bologna). Numerose constatazioni di gua:rigiom, complet.e e stabili, di processi tubercola.ri del polmone, essudativi, produttivi ed anche ulcerosi, conseguite dopo Pnt. di breve dmatà., dovuto interrompere per va.ri motivi, spesso di ordine non strettamente medico, hanno persuaso il R. che i classici principi direttivi della. collassoterapia pneumotoracica devono essere sottoposti ad una severa e ragiona.ta revisione. Il dogma, sin 'ora indiscusso, che un Pnt. efficace deve essere ma\Dtenuto lungamente, per anni, qualunque sia il genere di lesione per cui è sta.to istituito, non è fondato s1u elementi di fatto incontrovertib ili nè giustific:tto da consideraziom dottrinali. La ricca documentazione clinica e ra.diologica, raccolta e prcsent.a.ta, sta a dimostraJ'e come lesioni essuda tive ed intiltrative precoci, processi bronco-pneumonitici comuni, cronici, possono regredire e guarire per effetto d'un collasso pneumotoracico di pochi mesi di durata; che, specialmente gli infìltra.ti ·cosi detti perifocali, specifici o non che siano, si riassorbono e scompaiono, con ristabilimento della integrità tissurale, dopo pochi riformmenti ga.ssosi. n più grande interesse è costituito da escava.zioni de1 tipo essudativo, caverne precoci, che si son viste scompaJ'ire con residuo di piccole cicatrici stella.ri, e da processi produttivi che sono stati fermati, si sono ridotti ed hanno subita una tra.sforma.zione daoisamente fibrosa; ciò, naturalmente, data l 'essenza d elle alt.erazioni e dei guasti anatomici, ben più raramente e lentamente dei puri infìltrati. Gli è che il meccanismo di guarigione affidato in primo tempo all'azione degli elementi cellulari mobili, una volta avviato dalle modificazioni fisiche e funzionali provocate nel polmone daJ! collasso pneumotoradco, prosegue il suo naturale sviluppo, secondo le possibilità locali e generali di difesa, senza necessità di mantenere più a lungo il polmone nelle anormali condizioni dal Pnt. ingenerat.e; condizioni che, se durevoli, non sono senza influenza sulle parti sane come provano r ecenti studi di Cmm, e che concorrono ad imprimere ad alcune lesioni di per sè leggere, una evoluzione verso la. fibrosi, con conseguenti menomazioni funzionali residuali, 1addove si poteva sperare, interrompendo a tempo i riforniment.i, in un riassorbimento con 1·estitutio ad integru?ll. Una proposizione può essere enunciata: un Pnt. può riuscire pienamente efficace e portare alla guarigione un processo tubercolare del polmone, anche se mantenut.o per un tempo relativamen te breve, molto inferiore a i due-tre anni che sin'oggi è stato segnato come termine minimo di cessazione. La condotta della. collassoterapia. pneumotoracica. non può essere guidata da criteri rigidi, statici; la sua durata deve ristùtare dall'osservazione Jiarticolare, accurata e sapiente del singo:lo caso, dalla va1utazione rigorosa e precisa della. entità, tipo e tendenza delle lesioni, dalla severa disamina del complesso dei fenomeni e segni clinici, generali e funzionali, dal ripetuto controllo radiologico fatt.o sul polmone in fasi di progressiva riespansione. Solo quando tutto concorda nel
confermare l'arresto e la regressione delle alterazioni si può essere aut~ rizza.ti, circondandosi di tutte le misure precauzionali, a sospendere il
CON\' EGKO DJ::LLA SJ::ZWNE EMU.rA-ROMAONA ECC.
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Pnt. senza timore di ma.ncare ai compiti della migJiore delle terapie. La portata economica e sociale di questi conct>tti è facilmente a.pJ}rezzabile in tutta la. sua. estf•nsione. D prof. MORELLI l'iconosce l 'interesse teoretico di queste enunciazioni che ritiene però doversi accoglit>re ne11a pratica con molta cautela. Vi sono, di sicuro, casi di guarigioni 1·apide di processi tubercolari essudativi del polmone, sia spontanet.• che dopo Pnt. di breve durata. Ma bisogna tenere prestJnte la ra.rità di tali evenienze fortuna.te e la reale dìfficolt.à di potere stabilire se e quando una lesione è guarita, e sicuramente guarita. Onde si corre l'alea. di interromper(' prematuramente un Pnt. efficace e di annullare i buoni effetti già conseguiti. Inoltre, col ritorno del polmone alla. parete sì possono formare aderenze e sinfisi pleuriche con cui bisogna fare il conto se la ripresa evolutiva della lesione o la persistenza. dei segni di una s1ut relativa attività dovessero ricbi€'dere il proseguimento del trattamento. Perciò crede di non dover modificare, salvo che in ca.si particolarissimi, il criterio di mantenert~ un Pnt. efficiente più a, lungo possibile, per dar tempo e modo al processo di guarigione di consolidarsi e rendersi definitivo. REDAELLI, di Milano, sottolinea l'importanza dei rilievi del R. e porta in merito il contributo di sue osservazioni attest-anti guarigioni radicali ottenute dopo Pnt. di breve durata; ricorda che in tal genere di terapia, come del resto in ogni altro, non può esservi rigidità di concetti che vanno adeguati alle speciali situazioni e circostanze . PULLÈ, di Riccione, doma.nda se un Pnt. tempmaneo può costit'tùre nn intervento utile per localizzazioni polmonari di natura amebica.. MoLON, di Venezia, richiama l 'attt~nzione s1ùla difficoltà di potere riconoscere, in ogni caso, le forme esscnzialment.c essudative o produttive delle lesioni, che abitualm('nte si associano e sovrappongono, e di poter stabilire la tendenza. di esse; il che è un serio ostacolo che si oppone a.ll 'applicazion(_~ corrente delle idEe del R. OovA, di Milano, non ba visto guarire senza residuati più o meno cospicui caverne forma.te, qualunque sia il tipo di esse; e, in r apporto al meccanismo anatomo-istologico della guarigione delle perdite di sostanza del polmone, fa le sue riserve sui presunti buoni risultati di un breve trattamento pneumotoracico nelle escavazioni. OAMPANI, di Modena, ba consta.ta.te risoluzioni con riassorbimento completo di lesioni essudative, specia1mente di infiltrati precoci, sia colle ordinarie cure igienico-dietetiche e medicamentose che dopo breve Pnt.; ammette che per alterazio:ni del genere un trattamen to collassoterapico ridotto può avere effetti soddisfacenti. TBEPICOIONI, di Bologna, pensa. che le nozioni date dal R. non vanno lasciate cadere, in vista del loro positivo valore pratico; niente si oppone, anche secondo dottrina, a lasciare espandere, lentamente e progressivamente, un polmone collassato per vedere ciò che è avvenuto delle lesioni e come si comportano i fenomeni clinici, generali e locali , indici dello stato di esse e delle loro efft':'ttive modifica.zioni. Si capisce che tutto 2 -
Glo'Miale di medicina militare.
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CONVEGNO DELL..'I. SEZIONE EMILIA-ROMAGNA E CC.
va regolato con la massima prudenza e con acuto discernimento; e, se si ha la. preca.uzi·one di conservare una camera. d'aria di sicurezza, la ripresa ed il proeE>guimento del Pnt., se necessa.rio, non presenta, di fatto, seri inconvenienti. La relazione del prof. PINC'HER.LE (Bologna) sul n tema.: La profilassi della tubercolosi In rapporto alla disposizione Individuale e alla esposizione al contagio è, in assenza del R. , letta dal dottore NANNI. In una rapida. ma. completa. vista. d'insieme, sono enumerate e valutate, secondo la rispettiva. importanza,, frequenza ed azioni effettuali, le molteplici fonti d'infezione della prima e seconda infanzia, le varie modalità di contaminazione, le condizioni di ordine ambientale (famigliare, scolastico ecc.) ed individuale, costituzionali ed occasionati, che la favoriscono. La. trasmissione prenatale della. infezione, sotto forma. bacillare o da. virus filtrabile è esaminata. nel suo intrinseco valore. I modemi indirizzi di prevenzione e di profila.~si dell'infanzia, i mezzi di attuazione, le provvidenze mediche e sociali all'uopo istituite e da istituire sono passate in rassegna ad esse assegnando nn posto di prim'ordine nel campo della. lotta. contro la tubercolosi. CAMPANI, di :Modena, correlatore, tratta particolarmente del contagio tubercolare nell'adulto, dei più comuni e fMlili meccanismi d'infeziont~ e di reinfezione, della provenienza esogena o endogena di questa. Sulla base dei suoi Hudi e di dati statistici è portato ad ammettere che nell 'adulto la reinfezione esogena sia ph't frequente di qua.nto si creda; la sureinfezione esogena., per contagio, potendo essere causa diretta di nuove localizzazioni polmonari o provocare il risveglio e dare \ma spinta evoluti va a vecchi focolai inattivi e latenti media,n te influenze tubercolino-simili. Speciale importanza è attribuita al contagio famiglia.rc e coniugale che al R. ris1ùta meno raro di quello che demmciano le relative statistiche. Diagnosi precoce ed esatta, cura tempestiva degli ammalati, isolamento dei bMilliferi, rigorose misure d'igiene individuale ed ambientale restano i capisaldi della lotta contro la diffusione della tubercolosi nell'adulto. SEGA, di Rimini: minuzioso indagini, ancora in corso, condotte in. merito al contagio coniugale ne hanno dimostrata la frequenza relativa ed hanno messo in evidenza 1m fatto di singolare interesse: nel coniuge contagiato la tubercolosi ha, in genere, tendenza evolutiva e decorso grave se questo era immune cla precedenti contaminazioni e libero datare famigliari specifiche. D prof. M:AR.AGLIANO Si compia<le dell'andamento dE'i lavori e riaiferma la. necessità, di ('Stendere, perfezionare e dare più vigoroso impulso a tutte le oper<> antitubercolari, utilizzando a pieno, accanto ai mezzi offerti dalla natura, a.ria, sole, mare, qu<>lli che la scienza ha vittoriosamente conquistato: in primo luogo la. vaccinazione preventiva.. n presidente del Convegno prof. OTTOLENGm , ria-ssume la discussione e presenta all'assemblea un ordine del giorno proposto dal prof. BocOB:ETTI riguardante la istituzione della cartella radiologica per alcune categorie di bambini e per maestri ed istitutori che con questi hanno diuturno contatto.
LEZIONI
E
CONFERENZE
ISTITUTO DI FARMACOLOCIA, TOSSICOLOCIA E TERAPIA SPERIMENTALE DELLA RECIA UNIVERSITÀ DI MILANO
ESISTE UN " QUID DIVINlJM, NEL MECCANISMO DI AZIONE DELLE ACQUE MINERALI DA BAGNO? Lezione agli ufficiali m edici del Pre~idio di Milano del prof. Adriano Valenti, dit·ettore (18 giugno ]934-XII)
L 'O., dopo una breve int1·oduzione nella quale accon·n a como la terapia con il bagno tonno-minerale è, j1'(t, i mezzi di cu1·a, q1wllo che ha subito attraverso la l1vnga teoria dei secoli le n~·inori modificazioni- e ·ricorda quanto ha lasciato scritto Svetonio circa lo cure tl!'rmali che il libmo Antonio Musa, il ja1noso medico di .A'ugusto, applicava al gra11ule I 1npe1·atore e al suo celebre cantore Orazio - aflor?na che la più grande diflm·onza t·ra il passato o il presento è che il progresso scientifico ha reso assai più complicata la spiegazi<m6 del modo di agire del bagno minerale, che l'empirismo antico aveva ridotto ai minimi torn1,ini dell'az-iono dell'elemento termico o dell'a.zi<mo sol-vento dell'acqua. Ma quando si riconobbe che questi d1to ter·mini - azione solvente e azicm6 termica- non erano sufficienti a spiegare il dotorminis?no (Zolla g1tarigione di 'malattie a decorso subcronico, allora cominciò a farsi nat1trale la domanda a quali elementi si dovesse attribui1·e qwJsta proprietà terape'Utica. TEORIA DELL'ASSORBIMENTO.
La prt,'ma teoria, come quella clw ora quasi intuitiva, fu qu6lla cho ammise l'assorbi1nonto dei sali disciolti nell'acqua minerale, fra cui ve ne sono dei fa-nnacologicamente molto attivi (sali jodici, bromici, borici, di potassio, di calcio, di ff}rro, di arsenico). Ma le 1·icerch~ assai 'IMlimf}rose, 'fatte sia noi com1tni animali di laboratori<> sia nell'u-omo sa,no che a1nmalato, dimostravano che questo assorbimento o non esistova o em tra-scurabile in quanto Za vernice lipoidoa che tappezza la C'Ut6 come lo slmto chm·atinoso doll6 placchette corneo sono delle bar?'Wre non facilmente sormontabili dall'acqua o da sostatli<:e solide nell'acqua disciolto. .Allora altre tem-io fu1·ono prospettate. Così la: TEORIA DEL OOl'iTATTO.
• Giae.omo Barzellotti della scuola pisana fon dai pri'mi dell'SOO afl61'mava che l'acqua d6l bagtw doveva agire por il suo aggregato, per l'insieme cioè dei suoi principi fissi, o Giovru:tni Nistri, pure d6lla scuola pisana, 1161'80 il 1875 afi6TmMa sen~'altro- che il bagno agiva per la sua ~ tli contatto.
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Così 11gli scri~:er a: <• razione de·i p1·incipii co.~tjt1ttivi che te acqWJ m inorali spiegano nel bagno si fa sont·ire i?mnediat.a:m.ento sui ?W?'Vi della pell6. si fa sentire cioè principalmente sttl corpo papillaro di essa, il quale, in relazione, come trovas·i , con il s·isto1na nervoso corebro-spi·nale e col ganglia.re, tra.smette lo IJOnsazioni <1- tutti q1,a.nti gli organi del nostro corpo. E la Ì'll-norvaziono generalo ·rwn ha forse al pari e itirò anzi prima della circolazio?zo capilla1·o un'azione diretta od energica, por mezzo della quale poss01w ossoro nwdificate e so1w modificato anche profondamtOnte, le 1Jrincipali funzioni organiche e quindi le socrozioni o quindi la. nut·r iziono? Non è fm·so il sistema nervoso qnello che presiedo al 1·innovamento molecol<,ro dei tessuti 8 ne regola l'aUività. 1 » M a questa ttJoria urtò co1~tro la ripetuta constatazi01w ch8 le acque artifì.cialmonte n~ineralizzate n~m apportavano gli stessi benefici effetti doUe acque n~,ùwrali na.t?trali. E sorse allora la: TEORIA ELETTRIOA.
Siamo al 1864, quand.o Seoutteten pubblicava a .lletz la su.a memoria sulla elettricità, considerata come ca.usa principale dell'aziono delle a-c que mi1wali. Qt~osta teoria elettrica d'i:tiso nottamonte gli idrologi in d1w campi. Q·uelli che a.ccottarono con otztusiasuw la teoria capace di .'!piogaro oo·n l'elettricità t1ttti gli osc·u ri fonome·ni terape1Ltici del bagno o q1uJlli più. i·ncontontabili che sostenovano non ossore possibile che correnti elottricho cos-ì deboli dessero 1·isultati così ragguarrl!Jvoli, montro corronti olottricho anche più intonso fatte passaro twi bagni di acqua dol.co non d<wano gli .sttJ88Ì offotti curativi. Qua-ndo le ricerche geniali di Van 't Hoff o di ArrhenhlS di1nostrar01to i fo1wmoni chimico-fisici a'lfvorantisi nolle soluzioni acquoso saline, si cltrcò di sp·iegaro i fenomoni fisiologici e gli offotti tentpO?ttici dol bagno minemle a mezzo della affa.~cinante: TEORIA CIIIMICO-FISlCA.
Elevy fu tra i · pri1ni a cMcar di s11iegare con quosto moccanismo l'a,ziono balneare, affermanclo cho il corpo umano, immorso i'lt acqua minMalo, aUira a sè gli anioni, come il claro, il bromo, lo jodio, non che i mdicali acidi, o a q1wsti joni, 7wnetrati in circolo attrawrso la cute, si d{)Vova aUribuiro l'azi<nto torapeutica termale. E 1)0ichè fì.n dal 1916 il Negren.no rifMiva all'Accadou~ia delle ScùntZo di Pa1·igi cho la resistenza oleUrica di un' acq1ta mineralo era una costante fisica specifica por ciascuna di esse, così si credotto di spùJga·ro con q1w,,t.o meccani-smo ancho i diversi offotti terapoutici dello diverse acque da bag1w. Numerose furono da allora lo ricerche in qu6sto sonso, o notevoli sono, a1who fra <li noi, le osporionzo di Vincenzo Gauthier che confronta·va i bagni di a.cqua dolce fatti con acqua del Serino con i bagni d·i. acqua tninorale dollo sorgenti di Agna1w, nonchè lo più reconti ·ricercho (192(\) di :Ma.rfori e T..~l'one inteso a paragonare i bagni di acqtta dolco cm quelli ipffrtonici dell'acqua. di Salsomaggioro. Certo nwlti fe1wmoni possono ossere chiariti alla luco della chimicofisica, powhè la superficie cutmwa 1wn p1.t ò rimanero assol-uta-monte indiffo-
ESISTI:: U!o< o QUlD DlVJ);Ul\1 • Nt:L :111-:CCA~IS:\10 F.CC.
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nmt6 a delle soluzion·i salin6 com6 SMW le acqtw da bagno; ma poichè non si riusciva a rintra.ccim·6 nel sang~to 6 negli omwntori degli argan·ism.i animali, gli joni dissociati, ma soprat1ttto porchè rim.Mteva o.scura la mgi.on6 clel di·vorso oflotto to·rapetttico ottentlto con i bagni mi.nm·a.li naturali in conf,·onto a quelli artificialmonte minoralizzati, dave pure d,Q'Covano atn:enù·6 gli stessi f6nomo?~i di jon·i zzazimw, col!Ì, 1wn appena si obbo con.osconza dell.'attività ·radiante di alcu1~i corpi, ci si rivolse per la SJ;iegazionlJ del meccanismo farmaoodin.ami~o elci bagni t6rmali alla: TEORIA DELLA RADIOATTIVITÀ.
S tabilito infatti un pot6re ?'adioa.tti'!:o in molte acqtte ·mino-rali, prima ancora che si CO?wsce.~IM quali modifìcaziml·i biotogich6 la mdioattività potesse pravoca1·o sugli organismi animali si chiese a questo meraviglioso potm·6 la soluzimw dell'oscuro probloma. llfa paichè non si tctrdò a 8'iabili1·o che acqtte ntinerali anche non radioattive, conM molte salsobromòjodiche, sono iw11ectJ terap6uticament6 ttttit·issi?ne, cosi anche questa. ltwe si spense nella morti{icant6 dimostrazione della vanità delle ricerche sperimentali. A pa1·te quindi le azioni cancomitanti come la temperatura, la pr68SÌOn6 idrostatica, la durata del bagno, che entrano S6nza clubbi .i1~ giuoco n6l m6Ccani8'mo t6rap6utico baln6ar6, ma che non possono ess6re discusse in questa lezimle perchè sono concause clui itàmw i loro effetti amche nel bagno lli acqua dolce, noi siamo ancora oggi apparentement6 assai lungi da una sol1t:zio.M del faticoso ed aflaticanfAJ probl6ma. Ecl allora convi6ne davvero ripetere ancora oggi l6 parole poeticlui dell'animismo, il6l dinamismo, del pot6nzialismo, del quid divinum df!lle acque termali, e dichiarar6 la inutilità disp6ra.nt6 dello nostre esperienze '! E qui l'O. comincia pttnto per punto a rived6re se l6 'lla1'ÙJ teorie n{)n abbiano eventual·mente qualche cosa di utilizzabile a chitlri·re la questimw. E, cominciando dalla tearia dell'assarbin~ento, l'O. afl~Jrma che se questo è da riteMrsi praticamenttJ trascurabile por l'acqua conte per i principii solidi in 6ssa disciolti, non cosi d~e avv6nire p6r le sostanze ga.sose e pttr quell6 che dànno vapari a bassa t6mp6ratura. Queste sostanz6 infatti debbono 6SSttre sicuram6nte assorbit6, cam.6 da moltissim6 esperienze è oramai confermato: tl4 quell6 molto dimostrative date dall'antico uso della botte di Modica per Z'assorbim.ento pe-rct~tMWo dei vapari di mercurio, alle esp.orienz6 di Bichat che aveva pravato su sè st6sso l'assorbimento di gas p1ttridi. Ora è noto quanto siano abbo1tdanti i gas nelle acque min6rali, ittdipen.dont6mente anch6 (lall'acido carbanico 6 dall'acido sol{i<lrico delle acqu6 natttrali carbonich6 e solfuree: cosi vi si travatw fra i gas pi1'l> comuni: l'ossigeno, l 'id1·ogeno, l'azoto, l'anidrid6 cat·bonica, e vi si possono travare d~i gas rari come il neon, l'elio, l'argon, il cripton, lo zenon. Ora, a part6 i gas rari, anche l'assorbim.en.to dei gas più comuni twn pttò 6Ssere indifl6rent6, o twn solo pm· le modificazioni chimiche 6 {iJJiche cui possmw dar l1tOgo, ma anch6 pe1· la loro attività fisiologica. E qui ro. itimostt·a come l'osaig6'1W, ad f)861npio, oltre a.il 6886r6 •capace ili assumere, nei composti organici, degli agg1·uppamenti ch6 hanno attività di1:ersa, ora cioè fun zion6 acida, ora funzion6 alcalina, ora f1t.nzimw Bintetica, hct anche la capacità di aumentare le oss'idazioni arganichf
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ESlSTE U:-f • QUtO DIVIt.'UM » NEL MECCA.."HSMO ECC.
o almono di accrescere l'occitabilità degli eletnenti: e, eotlUJ l'ossigeno, anche l'azoto e l'id1·ogeno possono assumere lega·rni diversi a fumi<mtJ diversa, mentro l'idrogo?w allo stato nasconte, secondo HnrPE SEYLE& serve a riattivare l'ossigeno, di ·modo che l'idrogeno av1·obbe un uffù:io importantiss·i mo ?UJlle reazi<mi chimiche mltt'itive, i-1~ qtw,nto sat·ebbe un a.gonte di decomposizione chimica, e, p8r consog11enza, un fattore diretto e indiretto delia disassi?nila· ziono n-utritizia. E quosto modifica~ioni, a·nche le p'iit se<n~plici come q'Uelle che posso1w ca?nbiare, sia pu1·lievemonto, p6r aziono di al,cal,i o di acidi debolissimi l'eq·ztilibrio acido bas·ico negli organismi, possono dar Z?l.ogo a profondo trwdificazioni chirnico-fisiche e quindi biologiche ?Wi tessuti e negli orga•tLi. E qui l'O. dimostra con m1.a esporierLza «in vUro o come basti l'aggiunta di quantità minime di acido cloridrico dil·~tito ptn- ·mod·ificare lo stato chi.tnico-fisico di una soluzi01w d·i tiosoljato sodico. Anche la tooria del contatto deve avere la sua impm·tanza in q1w,nto ~ noto, ad esempio, che nel ba.gno ipertonico clm·ut·o-sodico, avvi8?UJ una specie di ùnpregnamont.o cutaneo, formato da particelle minutissim,e dei saU d·isciolti nell'acqua o doi loro joni, impregnamento che fu detto mantello di Fra.nkenhaust•r dai nome dell'A. che no dimostrò l'esistenza. Molte aitre esperienze dol t·esto di1nostrano che continuando ad applica·re sulla cute, specialmente dove ~ più sottile, soluzioni di far·maci si può arriva:re ad i-mpregnare lo strato comoo dell'epider·mido, e, per alctmi di 8ssi, si può penetrare anche nollB collule superficiali dollo strato gra11~1l.loso senza contare che altre sostanze, come lo jodio, por av61·e una notffvolo aziO?~ loca.ltJ e p61· tJmanartJ vapori, possO?W riusciro a penetrare anc}Le piit. profM,damonte. Ora quest' azio?Le di cotuatto non può lasciaro inò;ifferento i vat·i elemetui cellulari, compresi gli olementi dei capillari cutatwi 6 dello tor?lli-M.zioni nm-vosq, p6r cui è possibile dar luogo a 1·isposto f1mzionaU divorso. AUo scopo di dimostrare queste d·i·verse ·r oazioni biologiche di jot~i di•vtJrsi, anche a.ge11do sugli stessi olomenti cqllulari, l'O. dimostra, con ut~ proiozi01w citwn~togra fica, la di·versa risposta dello jono sodio e dollo jone potasBio applica.ti sopra gli stossi elomenti cellula1'i 1 e cioè sopra le fibrocellule m1ucola1·i liscio dell'intestùw. Ora qua?ldo si 1·iosca a di·mostrat·e cho la cute sia semipormeabile, data la sua tnolteplico funzione, d.ebbono fatal,monte avveniro delle nwdifìcaz·ioni funzionali dirette e riflo.~se sopra organi e tessuti lontani. Ohe la cute abbia 1ma somipermeabilità oggi può essttre ammesso per qualche Tiprova 8pOI'Ì'ntfJtnae; infatti al,cuni autori como Ga.Uard, Zoia. a.v rebbero trovato un assorbimtJnto, sia puro <nWdico, di alogeni, avvenuto forse attravBrso i canalicoli escretori delle ghiatwole cutanee, ?Mmtt·e mt1·i AA., coml' P esci o A.ndrcs, avrebbero dimostrato che la cute dogli ani•mali vivi, sonwutrsi in tutto o in parte nell'a.cqua semplice o in soluzione acquosa d.i div8rsi sali. si c01nporta IW'It già CO'IIM u·1w me1nbrana da dializatm·o ma sibbene come 1ma membrana somipermeabilo. N è è S1tffìcùm,te ad escludere q1usta somipenneabilità il fatto che non sia facUe ritro-vare, CO?l. t·eazioni chi?niche, gli 8Ventuali joni osmosizzati o assorbiti, perchè dttvesi tener eotuo dolla grand.6 facUità con cui i sal,i o i prodotti dolla d·issociaz·io1w elettroliti.ca posso1w ontraro i·" co-mbi?wzio1w con la complessa 11wlecola organica d.ogli elemBnti cellulari vivBnti senza 88861'6 più facilmente 1'i?u1·acciati. Cosi ad esompio Coudor elli
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ESlSTE VN « QUID DIVI::-o\H\1 •
~'"EL
1\fECCANISMO ECC.
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ha di·mostrai{) che i sali di potassio, anche so iniettati direttamente entro vena, sono rapidam"tJnto fissati dai tessuti tanto da scompari·ro in br6Vissimo tempo dalla circolazione: od è noto como il clo·ro, il bromo, lo jodio tondmw a fissarsi rapidamente con gli elementi chimù:i di alcuni 01·gani cm cui hanno maggioro affinità. E qui l'O. dimostra como lo jodio si giustappone facilmente allo sostanze P'rotciche, fa.conào ?tna esperienza cm uovo-albumina e jodio sciolto in cloroformio. Ma altri fattori vengono indubbiamente in scena nel complesso meccanismo dell'aziono balneo-tonnalo, e fm questi è da t·ittHun·o i-n particolarf conto la presenza di: SOSTANZE OOJ.LOIDALI NELLE ACQUE MINERALI.
F1t il Meyerhoffcr il p·r imo a pensare alla possibilità che qualC'Una d.elle azioni piit ?nistoriore delle aequo ·minerali potesse attribtvirsi allo sostanze colloidali; fra i nostri fu ·i l Na,<>ini fra i pri,missim~i fvn dal1907, studiando l'azione dell'acqua ossigenata s?t.U'acqua mi?~orale di Fiuggi, a di1nostrat'e che l' aziono catalitica di quest' acqtta d{)1)6Va essere ·messa in 1·apporto nO?l con sostanze organiche che la Fi1tggi non contiene, ma alla presenza di 'Vanadio allo stato colloidale, e in questi ultimi anni si è venuto sempre più di?nostrando che lo acque minerali non, SO?W che dello sospensioni colloidali in una soluzion.e olett1·olitica; o non si tratt-a solo di metalli allo stato colloidale, ma anche di altre sosta1~o, cui so1w legato funzioni e?utrgotiche di grande imp01-tamza como /1tnzioni fermontatite o immunitario. La i?nportwt~a di un tale contenuto collO'idalo è not6Volo, e lo reazioni tra colloidi o colloidi od olottroliti o colloidi dello aequo min<Jrali o dei tessuti, anche del t6ssuto 01ttan6o, debbono 6ssere di particolare importat~a tanto pitù so si pensa a quanto ha dinwstrato la scuola dì Sa.bbata.ni, 6 cioè che mentre normalmente i colloidi min6rali nell'organismo vivente cambiano di stato fisico, passanào da faso dispersa a fase granulare e fissandosi in tal moào im, det01·minati organi, si può invoco ottenere la deposizione dei colloidi minerali, como tali, provocanào lesioni artificiali vari6 ·in tessuti od organi div&rsi: a questo mod{) è quim.di possibile ottenere là dovo ka'IYVi una qualclw alterazione organica un depos·ito colloidale che dove provocare profonde r8azioni biochimiche. Senza poter 6ntraro in una breve lozione a fare ?tna disamina di questo problema che dovo esser8 di fonda.·menta'lo importanza nel moccanism.o dell'azione balneare, piace-mi t1tttavia ricordare un fotwmeno, che a questo problema si connette, mosso in luco da Gard('n,ghi e che il suo alli&vo Gberardi ha chiamato: lL FENOMEì'\0 DELLA RIVIVISCENZA ì'\ELLA OUTIREAZIOl'i'E TtrllERCOLThiOA.
I 'ft im.dì'!Fidui in cui si era pmticata la cutireazione tubercolinica, e i-tt cui già da tempo ttra SCO?nparso ogni fenomeno roattivo il Gardenghi av6Va osservato che il bagno CO?t acq1ta salsobrmtwjodica di Salsomaggiore fac6Va "7'icompariro la reazione cutanea t?tborcolinica. n Gherardi dimost1·ò che tale riviviscenza - come egli la chiamò - doveva essere attribuita, ad tma reazion.e generalo e twn ad 1t?~ reazione t,opica dell'acqua, porchè, impod{Jnào cm
ESISTE U:ol
o Qt;ID DIVI~U111 » ~ET. lll"BCCANIS:IfO ECC.
particolar-i accorgimenti tecnici il contatto diretto dell'acqu4, il fenomeno si a.vverava 1tgualmento , ciò cko fu confermato in d1UJ C!tSi, di cui uno posii ti·vo, in cui si era praticata la oftalmorea.zione, che faceva escludere ogn· possibilità di reazione clovuta aU'azione dirotta d-6ll'acqua. Ora non v'k4 chi non veda qu,anto q1testo fonomeno acquisti valore nell<l inte·rpretazio-ne di t·eazioni a carattere colloidal-e, per le quali non è forse neppur necessario che avvenga 1tna pe1wtrazione nel sangue. È noto infatti che qtwste reazioni avvengono per quantità infonitosimali di colloidi e basta perciò che lo ?nicolle 3Ì soffer·mino nello strato della cute che va s.otto il n01ne di strato Malpighiano, p01·chè data la complessa funzio-nalità cutwnea, esse possano condurre, per la m-irabile reatti1>ità d6l protoplaama, a profo11ile modificazioni del-l'equilibrio U'trtorale di tutto l'organismo. Da httto q1ta-nto precede è peruvnto rigorosamente scientifico il pe·nsare che questi div6'rsi fattori: assm·bimento, adsorbin~ento, fet~eni elettrici, rea-zioni ckimico·fi~iehe, fissa.zioni di oolloidi, e, dove esist~no, fenomeni radi<>attivi poSSO?W entr4ro in scena, ~ parte più o nwtw rilovante, nel complosso farmacodinamism<> d6lle Mq1UJ minet·ali, dond6 la possibilità di nwdi:ficazio~li biochimiche nel tegumento o dal tegumento C1ttaneo cho debbono avere ripercussioni in tutto l'organismo, ma sopratutto nei tessuti e negli organi a.mmalati. Ciò può renilerci ragiotUJ del perchè le cut·e idrominerali possotiO a.vero soltanto applicazioni neU.e form e morbose croniche o oronicizzat6 ·numtre sono dannose nelle forme acute, p01·chè, potendo dar Z1wgo a reazion.i mar· cato sopra i focolai morbosi, tali reaziO?ti possono peggiorare gli stati infiammatori a01di, mentre, provocando una riaootizzazione d6i processi cronici, è rosa poaswile la guarigione con ta « roatitutio ad integrum n dell6 f1mzimi organicho alterate. E l'O. conc.hiudo: Con questa rapida sintesi noi abbi4mo fatto queUo cho fa l'aviere lanciato ?UJl cielo, e cio~ nella rapidità del oolo egli ved~ ?UJl sottostante patwrama molto rari gli spazi ben coltivati e assai estese invec8 le parli incolte. M a no1t vi ha d1tbbio che gli spazi coltivati che 1wi oggi vedianw in rapporto a qu68to problema siano infinitamente pitì ampi di quelli che non si potessero soorgere pochi a.nni fa , per cui tutto la.scia credere che fra breve sarà, almeno da un punto di vi&ta gtmeralo, ben c1M4rito lo stttdio di questo fM~nwntale problema idrologico. E pttr tale chiarimento 110n solo sarà resa possibile l'intO'rpretazione delle azioni t6'rapeutiche già messe in evidenza, ma si potranno se9tza dubbio fissare nuove ed utili indicazio?ti. È questione di tempo, e vale la pena di ricordar qui le paTole di S. Paolo: " Spos quae 'Videmus 110n est spes: .~i autem qMd non videmus spera?nus, por patientiam expectamus "·
MEMORIE
ORIGINALI
SCUOLA DI APPLICAZIONE DI SANITA MILITARE LAli ORATORIO D 'IGIENE
È LA SIFILIDE IN AUMENTO NEGLI ESERCITI? STUDI E CONSIDERAZIONI RELATIVI ALL'ANDAMENTO EPIDEMIOLOCICO DELLA SIFILIDE FRA LE TRUPPE DI TERRA E DI MARE NELLE VARIE NAZIONI Prof. Nicola Bruni, ten . colonnello medico
Nonostante che circa 30 anni siano orma i trascorsi dalla scopert a del treponema pallidum, e che molti mezzi terapeutici effieacissimi si abbiano oggi a disposizione, la sifilide resta pu.r sempre uno dei più grandi flagelli che affliggono l 'umanità; e la lotta è difficile, sia perchè insidiose le cause del contagio, sia perchè, essendo spesso insignificanti le lesioni iniziali, in parecchi ca.ai è soltanto in periodo tardivo cbe si concreta l'n,ccer tame.nto diagnostico. In passato poi quest'ultimo non aveva quella sicurezza cbe ba oggi in virtù delle reazioni sierologicbe. Dato poi che nella popolazione civile questa malattia è soggett a a denunzia soltanto in casi limitati, ben si spiega l'incertezza e la incom· pletezza dei dati che si hanno al riguardo, e perciò la notevole discordanza di opinioni per quanto concerne il decorso epidemiologico nelle diverse nazioni. Discordanza di opinioni che è da attribuire anche alla differente fonte di provenienza dei dati statistici sui qua.U si sono fondati i vari AA. per le loro deduzioni. Difatti se si vogliono prendere come base degli accerta,menti epide· miologici le denunzie, indubbiamente ci troviamo molto, ma molto al disotto della realtà, perchè i ca-si denunziati sono certo una minima parte. Se si vuole poi basarsi sui dati dei dispensarii, anche da questi avremo cifre disparatissime, perchè la frequenza degli ammalati in tali istituti dipende sia dal credito che essi riscuotono presso il pubblico, per merito delle persone che li dirigono, sia anche dai metodi di mrra.. E mi spiego su quest'ultimo punto, che potrebbe a primo aspetto apparire poco chiaro. In passato quando il merc1rrio era la base fondamentalo della terapia antiluetica, si può dire che ogni medico pratico si sentiva. in gra.do di curare la sifilide. Ma da quando è entrato in uso il salva.rsan, dato che l'applica.zione di tale medicamento r ichiede sptmiali precauzioni di tecnica, e può presentare q\1alche pericolo, il medico pratico non sempre si assume la responsabilità di usarlo e con più frequenza indirizza ai dispensari gli ammalati che ne abbisognano . .Alcuni però sostengono il contrario, cioè che i medici generici praticano cure antiluetiche con maggior larghezza. oggi che non in passato, per modo che la sifilide ogni giorno più sfugge di ma.no agli speciaUsti per rientrare nella pratica, comune dei medici generici . Ed è per questa ragione,
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È LA SU!'ILIDE IN AUMENTO NEGLI ESERCITI !
dicono gli stessi .AA., che gli ambulatori si rarefanno. Si è giunti ad afferiìlàfe ~be da quando la sifilide è sfuggita. di mano agli specialisti non è più ben curata. E la. deficienza della cura. starebbe anche nel fatto che le iniezioni endomuscolari, più facili ad oseguirsi, ma meno rapide negli effetti, hanno nella pratica comune sostituito in larga. misura quelle endovenose. In ogni modo la frequenza agli ambulatori, anche se esaminata· per uno stesso ambulatorio, non può, a mio modesto parere, rappresentare un esatto criterio valutativo del deoorso epidemiologico della sifilide, come del resto vedremo meglio più sotto. Cosi anche le statistiche deg.li ospedali civili dauno scarso ausilio, in quanto ben pochi sono i luetici che vi ricoverano. La stessa mortalità, che per altre malattie è un criterio epidemiologico di valore oonsiderevole, non può per la sifilide avere notevole importanza, in quanto essa. è relativamente scarsa e molto influenzata dalla tera.pia. Date queste difficoltà, ben si spiega perchè possano esistere opinioni così divergenti fra i vari AA. e come sia stata da varie parti invocata una inchiesta la più estesa ed accm-ata. possibile. Fra la popolazione civile per3>1tro, per quanta cura si voglia mettere nelle indagini, una inchiesta di tale natura offre difficoltà considerevoli e
le ragioni sono state precedentemente esposte. Invece assai più agevole può riuscire nei corpi armati, in quanto che in questi ultimi la denuncia Q.ella sifilide non presenta quelle la.oune lamentate per la popolazione ci vile, anche se la cura è fatta ambulatoriamente. Quest'ultima. evenienza poi è a-ssai rara. negli eserciti, date le precauzioni che oggi richiedono le cure specifiche, specialmente quelle arsenobenzoliche, e le prescrizioni profila.ttiche che vigono al riguardo in tutti gli eserciti. Non altrettanto potrebbe dirsi a proposito della blenorragia., la quale non è difficile che sia tenuta nascosta dagli stessi militari che ne sono affetti, tanto più che, quando non è complicata, non dà luogo a ricovero in stabilimenti di cura. Perciò i relativi dati statistici non sempre sono perfettamente rispondent i alla realtà., se pUl'e i casi che sfuggono sieno in numero assai scarso. È per questo che i rilievi epiiiemiologioi delle collettività militari, preziosi sempre, assurgono per la sifilide ad importanza a.ssai maggiore, anche per il fatto che le malattie veneree sono sempre state un doloroso retaggio delle truppe, tanto che Lancera.u x è giunto ad affermare che gli eserciti sono il sifìlometro delle nazioni. E siccome il numero dei contagi contratti rlai militari è in stretta rela.zione con le condizioni epidemiologiche dell'ambiente civile, per tal motivo il decorso della sifilide negli eserciti può essere un buon mezzo di controllo anche per la popolazione civile. Oggi poi questo problema epidemiologico è anche di maggiore attualità in quanto che si discute se la sifilide continui ad essere in diminuzione, ovvero, dopo aver presentato un arresto, abbia ripreso la sua via ascensionale. Difatti, leggendo la })regevole relazione che il compianto prof. Mibelli presentò qualche anno fa alla XXVI riunione della Società Italiana di dermatologia e sifilografia, vi troviamo tale questione ampiamente trattata insieme con le varie ipot.esi che possono valere a farcela spiegare.
É LA Sll'lLIDE IN AUMENTO NEGLI ESERCttl ?
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Un fatto peraltro è incontrastato, cioè che durante l'ultimo grande conflitto mondiale i casi di sifilide raggiunsero cifre considerevoli, non soltanto negli eserciti, ma anche fra la popolazione civile. E questo percbè la. guerra sorprese quasi tutte le nazioni in 'llno stato di disorganizzazione a riguardo della profilassi antivenerea, sia in territ{)rio, come alla fronte. Nessuno pensava che la guerra avrebbe durato così a lungo, e tanto meno che il problema sessuale sarebbe assunto ad importanza cosi notevole sia dal punto di vista del bisogno fisiologico, come della difeRa contro il pericolo venereo. Il non aver preveduto in tempo, e provveduto con mezzi adeguati, ebbe gravi conseguenze. Bastano pochi dati per farsi un'idea della diffusione raggiunta dalla sifilide durante la guerra nei vari eserciti. In quello francese, nel 1917, si salì al 21,10 per 1000 della forza, mentre in tempo di pa~ la media annuale non sorpassava, prima della guerra, il 5 per 1000, ed il numero dei casi fu assai maggiore in territorio che non alla fronte. Casi di sifilide primaria nell'esercito francese durante la guerra 1915-1918 (truppe territoriali).
l
.ANNO
Numero del cosi
Per 1000 della forza
• 1916
15. 251
14,16
1917
15.341
21,10
13.858
20,29
7.894
11 ,51
1918
•• o o o o o .
1919 •.
o. o
.. ............
••• o
••• o
••• o
••
o
o
o •• o
•••••
••••
••• ••
Difatti, secondo quanto riferisce Mignon, di fronte a 40460 casi primitivi verificatisi in territorio dal 1916 al 1918, pari al 18,55 per 1000 della forza, in zona di guerra ve ne furono soltanto 7774, pari al 0,95 per 1000 delia forza .. Elevato fn il numero degli ammalati venerei anche negli eserciti tedesco ed ·austriaco, ma non risulta quaJe fu la proporzione dei casi di sifilide per rispetto .alle altre affezioni veneree. Nell'esercito tedesco la morbosità per malattie celtiche fu elevatissima specialmente nel settore balcanico. Per il nostro esercito uon si·conoscono dati precisi, ma indubbiamente si raggiunsero cifre considerevoli, essendo stato calcolato che, per la sola sifilide, si sia sorpassato il 15 per 1000 della forza, cifra peraltro che io credo inferiore alla. realtà, giacchè nel 1921 la morbosità globale per sifilide segnava ancora il 23 per 1000 della forza. Un aumento notevole dei casi di tale mala.ttia si verificò anche fra la popolazione civile dei paesi belligerauti, aumento dovuto sia al rallentamento delle misura profilattiche, sia anche ai contagi t ra-smessi dai militari in occaaione del loro ritorno in famiglia. Da una. relazione statistica parziale, riferita da Zieler per l 'esercito tedesco, risulta che, su 37795 ammalati venerei, 24. 71S (cioè il 62 per 100)
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È LA SIFILIDE L" AU MENTO ~EOLI ESEltCITl?
erano ceUbi e 15.077 (cioè il 38 per 100) ammogliati. E, per rispetto alla malattia, 9i89 erano contagiati di sifilide, quindi circa % della cifra totale. Da questi dati ben evidente risulta quale pericolo gli ammalati veBerei coniugati rappresentarono per le rispettive famiglie quando essi vi rientrarono durante la licenza o dopo il congedo. Tale pericolo fu giustamente apprezzato dalle nostre au torità militari, le quali, molto saggiamente, prescrissero che nessun militare fosse in viato in licenza se affetto da malattie veneree. Con siffatta disposizione peraltro, seppure il pericolo fu limita.to, non fu del tutto eliminato, perchè le visite piuttosto sommarie che potevano farsi in zona di guerra non davano la certezza assolu ta che tutti gli ammalati fossero riconosciuti. La morbosità per sifilide si mantenne eleva.ta. anche per qnalche anno dopo la cessazione delle ostilitù, cioè finchè durò la smobilitazione, ma poi le cose cambiarono. Anzi fino dall920 si iniziò 'lma graduale diminu· zione, verificatasi in tutti i paesi, diminuzione che aveva fatto sorgere le più liete speranze sulla ò.efìnitiva scomparsa di questo terribile flagello. Era un coro unanime che si innalzava da tutte le cliniche e da tutti gli istituti per affermare questo grande successo, che si at.tribuiva in massima p arte alla cura sa.lvarsanica, la quale si pensava che, facendo scompa.rire rapidamente le lesioni contagiose, elimina,sse le sorgenti del contagio. Però, col passa.re degli anni, a questo concorcle ottimismo seguì una depre.<Jsione. Q\1alche voce sorse ad avvertire che la diminuzione verificatasi dopo la guerra non era stabile, ma doveva considerarsi un feno· meno transitorio, sul quale non potevano fondarsi troppo rosee speranze. Fin dal 1926 Jeanselme segnalava all'Accademia di Francia una nuova. aséesa della sìfilide, ed anehe dà noi Cappelli metteva in evidenza lo stesso fatto, fondandosi s\u dati dell'ambulatorio dermoceltico di Fi· renze. Risultava dalle cifre di quest'ultimo che dall922 al 1925 si era verificata tma notevole diminuzione, però dal 1926 i casi avevano ripre~~o a saHre fino a ragginngere nel 1928 quote pinttosto alte. Ma, giusta.ment,e, Cappelli faceva contemporaneamente notare come la fonte presumibile di una. parte degli ultimi contagi potesse farsi risaHre a due donne che erano riuscite a sfuggire al controllo profilattico . .Appunto a questo fatto della possibilità che ad uno stesso ambulatorio affluiscano ammalati contagiati da una sola donna, è necessario por mente prima. di giudicare sull 'andamento epidemiologico generale della sifilide, specialmente quando ci si riferisce a statistiche limita.te, quali possono essere quelle dei singoli ambulatori, poicbè può t rattarsi di un fenomeno episodico. Ricordo, ad esempio, come nel 1926, nel presidio di Rovigo, dove esisteva una picoola guarnigione, composta solo di qualche centinaiio di soldati, in breve spazio di tempo una prostituta clandestina contagiò dieci militari, e da indagini risultò che la stessa donna a.veva. contagiato anche parecchi borghesi. Parimente, Serra, riferendosi au·ambulatorio dermoceltico di Pisa, accenna al fatto che l'aumento dei casi riscontrato in quell'ambulatorio nel 1928 fu determinato da una sola, prostituta, sfuggita alla v igilanza sanitaria. Difatti nel 1930 i casi di sifiUde primaria erano tornat,i presso a poco a,Jle cifre del 1927.
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L-<\ SIFILlOF: IN A l'MEN".CO NEC LT ESERCITI !
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E da notare peraltro che, in I talia , l'aumento della sifilide dopo il1926, oltrechè da Cappelli, è stato segnalato anche da altri, fra i quali Gallia, Piccardi, M:artini, Gravagna, Yerotti e Bertaccini, riferendosi quest'ultimo all'ambulatorio di Perugia . Ti:ld, fondandosi sulla statistica dell 'ambulatorio celtico occidentale di ~nova, a vrebbe rilevato che la diminuzione si iniziò nell920 e fu progressiva fino al 1929, e che soltanto verso la fine eli quest'anno si sarebbe notato un accenno ad a.u mentare. Mariani pure ba accennato all'aumento clelia sifilide in una discussione recentissima. svoltasi in proposito a.Ua Sezione Pugliese della Società Italia-na di dermatologia o sifilopatia. Ed anche nella Relazione della nostra Direzione Generale della Sanità Pubblica, relativa all'anno 1932, è fatto cenno all'aumento dei casi di sifilide primaria in a lcuni gra.ndi centri, specia lmente Bari, P alermo, Cagliari, però vi è pure accennato al fatto che «l 'oscillazione numerica annuale subisce notevolmente l ' influenza delle condizioni economiche dei malati, i quali ricorrono ai dispensarti in caso di necessità, per allontanarsene non appena le risorse economiche consentano loro di praticare le cure presso medici privati ''· E ghLBtamente Serra domanda, a proposito dell 'allarme lanciato per l'aumen to di affluenza negli ambulatori pubblici, quale specialista potrebbe vantarsi di avere similmente osservato, in questi ultimi anni, un maggiore afflusso di clienti nel proprio studio! D 'altro canto, sempre a proposito dell'aumento della sifilide, il com· pianto prof. Mibelli, nella relazione già ricordata, fondandosi essenzial· mente sui dati dell'ambulatorio dermoceltico di Firenze, rilevava innanzi tutto come, in altre epoche a nco,,;a, la epidemiologia della. sifilide aveva presentato d ei periodi di diminuzione n~>lla morbosità seguiti da nuove ascensioni. Secondo lo stesso Mibelli poi, a.uche dopo altre guerre, specia.lmente dopo quella franco-tedesca del 1870-1871, si verificò una diminuzione alla quale tenne dietro una ripresa epidemica. P erciò accennava pure a.Ua eventualità che nel decorso epidemiologico della sifilide vi fosse una periodicità come per altre malattie infettive. Fatto questo assai imJ)Orta.nte, perchè fmo ad oggi la sifilide è stata classificata tra le malattie a carattere eudemico anzichè fra quelle epidemiche . ..Anche nel recente congresso provinciale di Nancy, che è del luglio 1933, è risorta tale questione, cioè se la sifilide debba considerarsi fra. le malattie endemiche od epidemiche. Almmi vorrebbero che si parlasse di e pidemia. in quanto il contagio si cliffonde per ondate successive, determinate da focolai epidemici sviluppatisi attorno agli amma lati contagiosi. Ma qui è forse questione più che altro di intendersi a riguardo della definizione di endemia e di epidemia . . Giustamente Mi belli affermò, nella relazione già ricordata, che nel concetto di epidemia deve essere necessariamente insita, la caratteristica della diffusione ad un numero notevole di persone ed in modo rapido. Mentre si deve parlare di endemia quando una malattia permane a lungo in una data collettività, colpendone saltuariamente ora questo, ora quel membro. In base a. tale concetto potrebbe dirsi che la sifilide a,bbia assunto ~arattere epidemico solo a l momento della su a comparsa in Europa, cioè
790
È LA. SIFILIDE IN AUMENTO NEGLI ESE'ROITI?
a-lla fine del xv secolo, da,to che, dal punto del primitivo contagio, ben presto inondò tutta l'Europa, ma oggi non più, poichè ·i casi sono sempre relativamente limitati. Però se realmente si verificassero delle esa{}erbazioni periodiche il concetto delle endemicità verrebbe ad essere sensibilmente modificato. Ma purtroppo la periodicità delle malattie infettive è un fenomeno epidemiologico assai oscuro, tanto che oggi è argomento di piena attualità. E le difficoltà per tali indagini non sono poche, specialmente quando molte lacune esistono nei rilievi statistici e questi sono per lo più limitati, come P. il caso della sifilide. :È appunto per tal motivo, come si è già accennato, che le grandi collettività, quali sono i corpi armati. potendo raccogliere <!OD maggior pre-cisione rlati stHtistici, soDo al caso di portstre un contributo Dott>vole alla conoscenza dei fenomeni epidemiologici in genere, ma specialmente a rigua.r do della sifilide, essendo tale infezione strettameute legata a con· ta.gio estraneo alla vita. militare. Difatt~ Dekyser, per il suo pregevole studio sul Jilancio di questa mahtt.ia, presentato alla conferenza tenut~si a Nancy nel 1928, si servì moltissimo dei dati delle collettività militn.ri. Anc-he all'ultimo congresso di Nancy (luglio 1933) la questione dell'aumento della morb-.~sità è stata nuovamente discussa in seguito ad inda.giru fatte presso i dispensarti anticeltici, ed anche per notizie fornite dagli ufficiali sanitari, relative agli ultimi dieci anni. Le risposte furono 96, delle quali 4 7 S~<rDalavano un aumento più o meno importante, 34 nessuna variazione, e soltanto 4 o 5 una diminuzione, mentre 15 risposte non contenevano alcun giudizio preciso. È da. notare peraltro che le cifre militari riportate da Dekyser nel 1928 si a.n-estavano per la maggior parte degli eserciti all'anno 1925, quindi non giungevano a quel periodo nel quale, secondo alcuni .AA., si sarebbe verificata una nuova as'}ensione. Le cifre poi dell'ultimo Congresso di Nancy sono relativamente poche, mentre per avere un criterio a.ttendibile è indispensabile risalire con le indagini ad un periodo più lon-
tano possibile, soprattutto volendo accertare se esiste period.icità e se oggi ci troviamo realmente dinanzi ad una riaccensione della morbosità. A proposito della ria.ccensione, particolare interesse offrono per l'epidemiologia militare ii casi curati per la prima volta, in quanto che, per lo più, essi denotano contagi contratti durante il servizio militare, mentre nelle cifre di quelli curati per la seconda volta ed oltre possono essere compresi ammalati contagiati prima del servizio militare, ovvero curati più di una volta durante il servizio stesso. Ma, purtroppo, non sempre e non in tutti gli eserciti le statistiche riportano tale distinzione. In ogni modo però anche dalle cifre globali si possono rilevare dati di notevole interesse. Vediamo dunque che cosa ci dicono tali cifre, tanto per le tn1ppe di terra come per quelle di mare, cominciando dalle nostre.
Regio Esercito l fallano Per il nostro esercito riporto i dati a partire dall'anno 1883 fino al 1931, quindi un lasso di tempo di quasi mezzo secolo, distinguendo il periodo antebellico da quello posteriore alla guerra. Giova peraltro
791
:È LA SIFILIDE IN AUMENTO NEGLI ESERCITI 1
R. ESERCITO ITALIANO.- Morboaità per a~filide. (Prima della guerra mondiale - per 1000 della. forza) Citra. globale (tutti l casi)
ANNO
l
CMI curati 1• volt-a
Cast oura.tt
2• e ~ volta
1883.............................. .....
8, 3
1884. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
8, 3
1885... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
7,2
1886.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6, 5
188i.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5, 7
1888...................................
5, 9
1889...................................
8,6
1890.................................. .
13, i
1891. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
14, o
189'.2. .. .. .. .. . . . . . .. .. .. .. . . .. .. .. .. . . .
14,5
1893. .. .. .. .. .. .. .. .. . . . .. .. .. .. .. .. . . .
12,6
1894.............................. .... .
12,3
1895. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
12, o
1896.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
13,2
1897. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
13, 2
1898. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
14, 6
8,23
6,48
1899. .... ..............................
14,6
8, 6
6,0
1900. ... .. . . .. . . . . .. . . . . . . . . . . .. .. .. . . .
13,5
7,4
6,1
1901. .. . .. .. . . .. .. .. .. . . .. .. .. .. .. .. .. .
14,0
8,4
5,6
190:? ............. : .................. ...
14,5
7,8
6, i
1903. : . ....................... : . . . . . . . .
12,2
6,1
6,1
1904... .. . . .. . . . . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . . . .
13, 3
6, i
6,6
14,3
6, 3
8,0
1908. .. . .. .. .. .. .. .. .. .. . . . . .. .. .. .. .. .
13,7
5,6
8,1
1907. .. .. .. .. .. .. .. . .. . . . . .. .. .. .. .. .. .
11,5
4,4:
7, l
1908 ... .. .. .. . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .
11 ,7
5,1
6,6
1909...................................
12,6
1910... .. ..............................
10,2
1911.......................... .. .......
13,3
1912. .... .... . . . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .
10,8
1913...................................
13,8
1905 ............. .'.....................
i·
t LA SIFU.IDE IN A L3fEN'l'O NEGLI ESERCITI ?
ch e soltanto nelle stutistiche dal 1898 in poi si trova la distinzione fra sifilide cura.ta per la prima volta c quella curata per la seconda e terr.a. volta, e non in tutti gli anni. N el complesso dal 1883 al 1889 la morbosità segnò una oscillazione nella cifra globale fra il 6 e 1'8 per 1000 della forza. Nol1890 sall improvvisamente al 13 per 1000 e su questa cifra si mantenne stabile si può dire fm quasi all'inizio della guerra mondiale. Vi furono, è vero, delle difft>· r enze fra anno ed ann0, ma non molto notevoli. Soltanto nel 1912 si ebbe un rialzo piuttosto considere>ole, e questo in coincidenza con la. guerra ita lo-turca. Confrontando la cifra dei casi curati per la prima volta con quella dei curat.i per la seconda ed oltre si rileva che è un po ' superiore la cifra d ei ca,si curati p er la 1n·ima. volta., ma l'eooedenza non supera il 2 per 1000.
Non risulta peraltro alc'lm accenno a periodicità. L 'amncnto av· venuto nel 1890 rappresenta piuttosto un salto, anzichè una oscilhtzione periodica, e fu attribuito alla promulgazione della nuova legge sanitaria., che modificò profondamente le disposizioni relative alla polizia dei costumi. Difatti un aumento altrettanto notevole ed improvviso si notò pure nella morbosità della R. Marina, come si può vedere nella rela.tiva t abella, tanto che i commenti che seguivano alle pnbblicazioni statistiche di quegli anni accennavano chiaramente alla circostanza che la nuova legge sanitaria, meno restrittiva. della precedente, non aveva, in fatt{) di profilassi anticeltica, dato quei risultati che il legislatore si attendeva. Ritorneremo in ultimo sn tale questione. R. EsE RCITO ITALIANO.- Ammalati ricoverati in atabilimenti acmitari per sifilide. (per
1000 della forza- dopo la guerra mondiale). Calli dl &lftlfde I
Oe.el di si1Ulde Il e Ili
generale
1921 .• .... ... .. . . .... . ............. ....
11,21
11,71
22,92
1922 .•.•... . ....•..... . .......•.....•..
7,10
8,73
15,83
1923 ........... . ...................... .
9,45
1,17
10,62
1924...•.•...•....•............ .. ......
6,23
1,20
7, 43
1925 ....................•..............
5,18
1,24
6,42
1926 ...... .. ... .. . .. .................. .
4, 05
1,50
5,55
1927 • ...... ... ... . ....... •• .. .... ..... .
3,14
0,95
4,09
19:28 .. .. ........ .. ............... .. .•.•
2,23
2,32
4,55
1929...................... • .. ...• . . ..••
1,76
2-
3, i6
1930 .....•..... . . . .. . .. . . . .. . . . ..... •. .
2,27
2,02
4,29
1931 .•.... ............ . .•.... . ... .. ....
2, 01
2, 08
4, 09
ANNO
Totale
793
Dun1ntl' la g'll<.'l'l'a monclialt·, in tutte le nazioni bclligt•nwti, come è stato tlPtto, Eli ebbe un notevoli' aumento Mi ca.si di siftlide, tanto che pPr il nostro EsPrcito lf· Rtatistic·lw l!t·l 1921 S(•gnava.no ancora \ma morbos ità dd 22,92 p<'r 1000. Da qut•st 'anno pt•rò ha iui:~.io mm gra.dtt<Lk, cosla n l H diminuzione, buto c-lt<' rwl 1929 si ò avuto una cifra minima., cioè il 3, i6 pnr 1000, di (·ui soltn.nto 1'1,76 di r.asi di sitilidt) C1U·ati pPr ht prima. E, fatto importante, non vi è ae<·t·nno <td una ri;H'CPnsiorw dolht rnorbosità, qna.lc sa.rebbe st.•t~l> da a lcuni l"!itilognt,fì ('on:~ta.tata fm ht pop1>laziorH• civilt·, ma. piuttosto ad una, sta.bilizza.zionf'. Per quanto r·igu<tì·cla la distribur,ionc d l•i ca>;i per rispetto alle vn.rio circo -c izioni t Pniio!·i tli, prima dt·lla. gneJTa erano le DiviRioni meridioua j qnciiP eh .• da\ a no il rnaggiot· n •rmero ùi c<~:>i. R. E.; I<.RC!TO ITALIANO. -
Media. casi (li sifilide.
Quinq uùn n io 19 HI- Hlt:l - clist.ìrtti seconrlo lo Di Vi:iioni di a.ppo.rtenenzn. (Proporziono pror IOlll) ddla forza). l. ~le- s in a . . . . . . . .......... . 2. Nnpoli .. . . . ...... . .. . . .• . :!. P alermo . . . . . .. . .... .. .. . 4. Bari ..... .. .. . . ..... . .. . 5 . R,~l erno .. ... .. .. . . .. ... . . . 6. Chil't,i .... .......... 7. J-toula. . . . . . . . . . . . . . . ... 00
00
•
•
8. Geno,·a .. . , . . , . ..... , .. 9. Bologna .. .. . ... . ..... .. . . JO. Ve rona 00
00
......
..
....
..
1 l . Torino . . . . . . .. , . . . . . . . . l ·· Li,·orno . . .... , . . . . . . .. . . 13. Cuf!lio.ri .. 00
00
..
00
00
00
...
.
2~.4
23,0
22,4 19,9 l 9, 2
17.2 I l, !l
12,13 12,6 12,2 12, l l :2' l
H. Cutammro . 15. Padova. . . ............... . . 16. Al••s.<;audria .............. . 17. J'iuC"enza .. , ............. . 18. l<'irenzn . . ..... .... ....... . 19. A n cona ...... . .. ..... • .... 00
..
00
00
....
00
•
:?0. Bn·:;ciu .... .............. . 21. n Il n .mna. .. .. :22. 1\ontrn ........ .. ........ . 2:!. C l lll!'O 24. :lliluno . :25. P<•r qg ia. . .. ......... . ..... . o ...........
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IO, :l 10,3 10,:3 LO, l
9,8 8, l
7,7 ;,5 i,4
12,0
Quest l m tggio:'(' nnrh ,.- ìt.'L risulta Ri~L dalle cifre statistiche del quinquennio precedente all'u ltimo g-rande conflitto mondiale, sopra riport:\te, sia anche da,i r·ilievi e commenti contenuti nelle relazioni statistiche <1ogli anui preccd<, nti. È da notare peraltro che nel quinquennio 19091 H3 le guarnigioni mcriclionalì r i ~entirouo gli efictt i ch•Jia, mobilitazione p(•r la gncrra, libic·a. D opo la. g tll'tT:L mondial<·, il numt•J"Q maggiore di'i ca.si :ì:trc:bb<' :wgna.to dalle cit·<·osrrizioni d e lla Sicilia (Ml'l-isina n P<Llermo) com<l risulta. da Ila seguente tab::o lla. rela.ti,·a a l novPnnio 1921-1929. Per le a ltre eircosc-rizioni non si può dire cho •i sin. una prevctl<~ nza. n'gionale, rna, piuttosto Ja morbotiità v~H· ia da Divi::i<Hl t' <\ Divi!;ÌOJW, <'d anrlw con diiT<'r<'nzc piuttosto marcate. Qu ~'>st.i da,ti statistici comp:wativi, concP:·nent i le varie circoscri:~. ioui tPrritoriali, intcrN;sa.no nnch(' sotto Wl altro vunt.o di vista.. Cavaillon ill Francia avrebbe notato cb<• ne lle camp;\gnu <' nollf' piccole città, la, si.filitlt> ha continua.to a diminuire· anche dopo i119~3, mentre nelle grandi t· it t à si s;uehbe verificata urw, manif<•sta rc<"rud<•scnuzn . 8 -
Giornale d.i m edici11a militare.
794
. È LA SlFI'LffiE IN A"C;\Jf.:-.''1'0 ~"EGLI ESER CITT f
D a noi questa evenienza non risulterebbe, a.l meno per quanto è rilevabile dallf' statistiche militari. Difa.tti , ad esempio, mentre Roma. sta al XIII posto e Milano è tra le ultim..,, H l XXIV posto, :Messina è a.l I e Catanzaro a l VII. R. EsEROITO ITALIANO. - Morbo-~-itd per B'ifilù le. curata per la 16 volf.a a sec.onda delle D ivisioni di appa,.tenenza d~li ammalati. )1edin d e l n ovennio 1921- 1929 {per 1000 della for'U\). l. ~:lessina ...... ..... ..... . . 2. Palermo ...... . ..... .. .. . 3. Verona. .. . .............. . 4. Triest&-ùorizia. .. . ...... . 5. N apoli, , .. .............. . 6. Livorno ........... . .... . 7. Catanzaro . . .. ... .. . .. .. . 8. Bologna ................. . 9. Firenze .... ............. . 10. Padova . .. ............ . . . Ili Bari .. . ... , ... . ...... . .. . . 12. Chiet i. ....... . ........ . . • 13. Ancona ... ....•. . ........
14, iì 10, 15
9,66 8, 83 8,64 8,31 7,60 7, 57 7,38 7, 15
6,88 6,74 6,40
14. Salerno .... .......... ... . 15. Torino ......... .. .. .. ... .
16. Roma. ....... . ... . ...... . 17. Brescia ......... .. .... . . . 18. Piacenza. . . ......... .. .. . . 19. Alessandria. ............. . 20. Genova-lmpP-ri>.l ......... . 21. P erugia .... . ... .. ... .... . 2i!. Ravenna. ......... . ..... . 23. Novara. ................ . . 2i. Milano .... ... . ......... . 25. Cuneo .................. . 26. Cagliari ................. .
!l, :~2
5,90 5,55 5, 16 4,81 -1,30 4,03 3, i9
3,52
2,98 2,65 2, 15
l.96
Confrontiamo ade.o;so i dati dell'Esf'rcito con quelli della R. )1arina.
Regia Marina Italiana. Anche per questa collettività riporto i dati statistici dal 1883 fino a.l 1930, che è l'ultimo anno del quale si sono pubblica,te finora le rPlazioni sanit arie. D a uno sguardo generale alle cifre dello specchio seguen te risulti.'!. che la Regia. Marina, prima, della guerra, ba sempro segnato una morbo· sità superiore a quella del R egio E i!ercito. Lo stesso fenomeno si è verificato e si verifica tuttora anche nella 1\<!arina degli Stati Uniti ed in quell~ t edesca, come vedremo. Del resto ciò non fa meraviglia, essendo b en noto come anch e nella Marina mercantile la morbos.ità per malattie veneree sia notevolmente eleva,ta. Inoltre anche da queste statistiche salta subito agli occill la rapidn. ascesa avv·enuta nel triemùo 1890-1892, in corrispondenza con il fenomeno identico verifi.catosi nell'Ese.rcito, come è stato detto, m a in proporzioni anche maggiori. Difatti il numero dei sitilitici da 749 del t riennio 1887-1889 (1'6,01 per 1000) sali a. 2596 (40,35 per 1000) nel triennio 1890-1892. E l'aumento fu assai più marcato per la sifilide che non per le altre affezioni venereo. Successivamente, anche per la R egia Marina le cifre inrucano una. graduale diminuzione, con oscillazioni fra am10 ed anno, ma n essun accenno a periodicità, giaccbè la rapida ascesa verificata,si nel 1890 è da attribuirsi ad altre cause, delle quali si è detto a proposito d ell'E sercit-o. È da notare ancora che le oscillazioni annuali sono più m arcate fra le truppe di mare che non fra quelle di terra, e <:iò probabilmente perohè
• È T,A Slli'ILIDE IN AIJI>iENTO NEOLI E SElRCITI?
795
R. MARINA TTALb.NA. - J1orbosità '[Jf/1" sifilide. Prima. della guerra mondiale (per lOUO d <·lla. forza). Sltlllde
primaria
StO Ilde seooodarla
Totale
e terziaria.
Q:•adriennio l88:l-188(l ..................... .
J :~ . 60
Triennio lSSi-1889 ...... . . ... . ... .. . . . .... . .
16,01
Triennio 1891)-1892 . .. ... . . . .. . ..... ........ .
40, :;o
L89:l ............. . ...... · · · · · · · · · · · · · · · · · · · ·
:tJ, 07
189L ........ . .... ....... .... ... . ..... ... .. .
31,99
189.) .. ..... .... .. •. .......... . ..............
:l:?, 55
189(\ ... ...................... . .. . .. • ....... .
24, i4
1897 .... . .... ... . ..... ... • • .. ... .. ..........
28,20
1898 .......... . . .. . ............. .. ...... . • ..
26,95
1899 .. . .......... ....... ..... ......... .. ... .
24,89
1900 .......... .. .................... . ...... .
30,0 1
190 1 . .. •... . ................... .. ... . ... .. ..
:30,24
1902 .... . ................................. . .
30-
1903 ..... ... .......•.............•..........
::.s,oz
1904 .......................... . . . .......... .
:lO, 57
1905 ....................................... .
22,58
1006 ...... . . . .............................. .
:24,69
190i .... . .. ..................... .. ......... .
19,57
1908 . ...................................... .
22, lO
1909 . ...................................... .
22,14
1910 ....................................... .
2:2, 9:~
1911 ....................................... .
17,87
Hll2 ....................................... .
li,28
1913 ....... .• ........ . ......................
5,24
1914 ........ .. ........... ... ............... .
5,81
13,64
18,88
18, 67
• 796 mt~>rinai, per ntgioni di servizio, di vi:;it.~:~.•·e ancho porti esteri, nei quali
i
t a nto in tauto hanno occasione di nou sempre la vigilanza sanitaria è scrupolosa, e quindi mag-giori i pericoli di contagio. R. :IL<\.R t:-<A TTA LIA:-<A -
Morbosità per sifilide durante la guerra mondiale. (P roporzioni' pPr 1000 dello forzo) .
191 5 . . . . . . . . . . .
I!l!6 ...
•
•
•
•
•
•
•
o
•
o
SO("éJllditl'in
,. t c·r·:dar iu
T OTAL.F,
. . . . . . .... . . . .
3, 44
16,91
20. 35
. . . . . . . . .. .. ....
4,5L
17,!\9
22, lfl
2, 42
14., !l3
17 ,35
2,11~
R,5:>
IO, 61
2,96
s.oo
10,9(;
••••
••• •
8Hllldc
~ì tlli<lc pri111uriu.
A~SO
.
1917 .. . . ... . • . . . . . . . . . . . . ..... . . . . .
. . 1919 ... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..
191 f< . . . . . . . . . . ........ . .. . .. ... . . . .
A tale suppos•z•one ci induce il fa.tto che l'Esercito ha guarnigion i im]>ortanti anc·lH· in città, di mare, ad esempio Genova, Napoli, Livomo, Triesh•, e}>ptu'C' nt•ll<' conispondenti cù·coRcrizioni la morbosità non (' s upNi or~ a. quella tl <'Lle gua.rnigioni dell'interno. R. MAlti:-< A
per sifilide dopo la ou.er-r a mondiale. (pPr lt\00 drllu fm·za).
ITA 1.1 A N A - - M nrbnsitlt.
Sltl l ìdc
Sifilide sccondnrJo.
Totnle
pl'i.I.Jllll'l"
c W l'?.I>J')O.
l!J:W .... ..... •. ................. • .... . ......
4. (j l
l l . ';1)
I li. -l J
l !1:21 . . .... . ........... . ...... ••.. .•...... ...
3, !l4
14. 2:2
19. f!:j
1n2:: .... . .. •............ •. . ... · · . .. · . · · · · · · ·
l. ~l i
7, R4
9.il1
Hl:?3 ... . ................... . . ... .. ...... ... .
_, 2 . .,-
i. n
IO -
1921 ................................. . ..... .
3.03
'l , Il
10. 14
l9:lii .................. ... . ....... . .. ....... .
3.24
-t.70
i,~
19211. ...... ............................... . .
2.94
·L iO
7. (j~
1927 ... •• .. ' ........ ... ........... ....... .. .
l. 41
4.32
19:2.-; ••.• ••. ' •..• •••••.•.• .• •.•.••••• •••..•••
2. l :i
:3, 1)(1
5. i5
192~ ... . ... . ... ............ .. ........ .... .. .
2. l
2.6
4, 7
193n ..... ... ......... ... .. . ......... . . .. ... .
] '9
4, l
6-
797
Molto importante <la.J punto di vista protilH.t t.ico è am·.lw la dimirruzion<' iniziatasi nel l 911 e continuata nc>g;li a.nni suce(·,;:;ivi fino n Ila. guerra, ~~n·ndo coinriso con la i:;t i tuzione dP Ila pmfila:;l!i an ti<w lt Ì<'<t individuale, essendo Rt.ata la. RPgia )brina. ad altuarht pN prima. Durante il grand~> conflitto morHli ult> arwhP la Marina Pbbe nei primi <~nru nn aumento nella morbosità. globale, ma uon fn eo:;ì IH<brcato conw quello verith:a.t.usi nrli"Es<•rc.ito. N<·gli Hltimi (lut· a.nni poi, eioè nel 1918 e 1919, vi fu tliH1 S(·n~i biiP diminu:r.inrw. tanto dn, scendt>r·o <Li rlisott.o <h·llt> cifre dell'anteguerra . Inv<'ce nel 1920 si veriticò un nuovo aunwnto u.l qu:Lk se~uì ben prPsto ttna graduale diminuzion. Con tutto questo p eraltro, a.nche dopo la guerra, la morbOflità global<• ha continuato a rimaii<'L'e superiorE' <li circa % a qu<•lla. dcll'Esército. E lt• ra.gioni Rono state già espostt•. l n ogni modo an cile pm· la Rt•gi:'l. l\Iarina non vi è aleun accenno ad una riprHS~L della morbosità dopo i l 1926, poichè, Ila l v o qn;tlehe li t> V<' oscillazioni" annuale, la rlisct'sa. è eontimui.tà gradua imP n te.
E'ercito francese. I dati relativi aJl'esorcito francrse, ricavati dalle ~;t.ati:;tichu nlfwiali, si t•iiPriscono solo alle t. ruppe bianche metropoli tane, c (·.iò pHr poterli con.frontarH con q·uelli rlegli altri I.'Serciti prf'si in consid<•r·azion{'. Anche questi dat i, come quelli dd nostro <'SPrcito, compr<·mlono un lungo periodo di tempo, giacchò risalgono al 1875, c tlimostrano t·ornc da quell 'epoca la morbosità per sifilide sia antln.ta gr·adnt~tmente di minuendo, con oscillazioni fra anno (•cl anno, ma st-nza accenno a. periodic ità. Da. questi dati l'isulta ptu·e evirlente la elevata. morbosità per Riti lidt;J clurantc la guerr~~, fenomeno identico a quello Yerificatosi per gli a-Ltri eserciti. Nel dopoguerra si è avuta una gmdmtle diminuzione nel numero g_lobalc dci casi, e particolarmente dei casi di sifilide primaria, i cp.rali u ltimi dal 5,18 pur 1000 d<•l 1920 sono ~rt·si all'1,23 nel 1926. Vi è stato, è W l'O, neg li anni succt•ssi \'i aJ 1926 nn certo rialzo, (·:>S<'ndosi nel 1930 toccato il 2,14 per 1000, m~~ trattasi di un a.t tmento rolativanwntc limHato, seguito poi d~~ 'tma nuova diminuzione. E ~ imiti oscillazioni sono un fE>nomeno epidemiologico normale in t.utte le form o infettivt•. Q\tindi anche da q'twste st.a.tistiche si può dire che non risulta nn ritorno offensivo vero e proprio d<:lJa sifilide. È da nota re peraltro, rwmpre per· quanto si riferiSCI:\ <tll 'f•srrcito francese, che la morbosità per sifilide è, nel dopoguerra, notevolmente diminuita in confronto al p-eriodo bellico, ma non in confronto agli anni cho precedettero immediatamente il grand~;~ conflitto mondiale. Difatti, esaminando i dati statistici più sotto riportati, si vede come la morbosità per tale malattia, mentre è notevolmentE> scesa da.l 1875 al1910, invece in se~;,rt.1ito ha mostrato una certa stabilizzazione. D'altro canto però, a.nche da qul>sto statistiche non si rilev<~ alcun accenno a, periodicità.
È LA SlF'II.ID~~ IN AUMENTO NEGLI ESE:ltCt'ri T
798
EsEttct-ro l>'llA~n.:.t::sr::. -
Decorso epidemioloyico della sifilide.
Truppe bianche metropolitano (per 1000 della forza.) !;itllide
Totalo
l([
de l casi
ANXO I
1875 .. . . •.. . . .....
-
1876 .. ... ...... ...
1878 .... ..........
·-
187!'1 ..............
e Ill
Siftllde
Totale
In
o In
del casi
ANNO l
11,48 1904 ..............
l , 71
5, lf\
6,87
7,38 l 905 . ........ .....
l , 76
5,52
7,2$
6,60 1906 ..... .........
l , 77
5,57
7,34-
8,66 1907 . .......... ...
1,69
5,35
7,04
-
--
LO.l7 l 90S . .. . ......... ·
l, 74
4,31
6, 115
1880 ..............
-
-
9,56 1909 ..............
l , 55
3,81
5,36
1881 ... . ........ . .
-
··-
3,64 1910 . . . . ..
.......
l , 50
3, 99
5,49
1882 . . .......... ..
-
-.
9,40 1911. . . ...........
1,62
4,31
5,93
1883 ....... .......
-
-
8,82 1912 ..............
l, 84
4,6 ~
li,48
U!84 ..... . . .......
-
-
7, 51 1913 ..............
l, ()7
2,92
3, 99
1885 ... ..... ......
-
-
7, 60 1914 ..............
-
1886.
-
-
7,51 1915 ..............
-
-
-
.-
7,99 11)16 ..............
14,26
-
8,66 1917 ... .... ..... . .
21, 10
-
-
-
8,73 1918 ........ .....
20,29
-
8,77 1919 ... ...... .... .
11,51
-
. -
7,81 1920 ....... . ......
5,18
2,53
7. 71
-
8 , 35 1921. . ............
2,75
4,29
7,04
-
8,44 1922 ........ ......
2,40
3, 7!)
6,15
·-
7,61 1923 ............ . .
l, 92
3,01
4,93
6,58 1924 ..............
l, 56
3,18
4, i4
6,06 1925 ..............
l, 39
3, 55
4,94
1897 ......... ... . .
-
5,50 1926 ..............
l, 23
1,65
2,88
1898 . ... ..........
-
-
5,86 1927 ... ......... . .
l , 73
3,42
5, 15
1899 ... ·; .. . ... ...
.-
-
6,70 1928 . . ............
l, 59
2, 77
4,36
1900 .. ..... .. . ....
-
6,28 1929 . .............
l, 68
3,53
5,21
G,74 1930 ..............
2, .14
4,26
6,40
l, 87
3,98
5,85
1877 ..............
••••••••
•
•
••
o
1887 .......... .. .. 1888 ........ .. . ... 1889 . .. .. ......... 1890 ....... . ...... 189]. ............. 1892 ............ .. 1893 ........ ... ... 1894 .... ..... . .. .. 1895 ......... .. ... 1896 ....... .... . . .
-
-
l
-
-
l
1901. ........ .....
1, 55
1902 ..... . ........
l, 47
1903 ..............
1,6$
5, l!)
l
.... 7()1 6,23 1931. .. ........... 4' 'o "fl)i 6,24
.
È LA SIFn.. TOE ! :-<" AlniEN".l'Ù NE(lLt F.Sf.:RCITI?
799
Marina francese. Anche dalle statistiche delltL Marina francese risulta evidente come la morbosità fra gli equipaggi sia. superiore a. quella delle tr·uppe d i terra. Vi è poi da notare che le cifre più sotto riportate si riferiscono alla flotta che staziona nei porti francesi (en France) porchè p or gli equipaggi all 'cstcro (ho1·s de France) b morbosità è ancora più elevata. Anche per queste t rnppt· poi. come è evidente l 'aumento notevole vt'riticatosi durante la l,,'·ucrra ruoudiale, è pure manifesta la diminuzione avvenuta nel dopoguerra, dimirmziout' comparativamente assai più mar('ata che non fra le truppe di terra. P N quanto riguarda una Sllpposta. ri pl't'l:!<~ epidemica dal 1926, ~t Ila qHalP si è fatto cenno prcct>d(' lltt>mPnte, da questo statistiche risulter-ebbe è vero un aumento noi 1926 rispetto al 1925, però t~tle aumento più che tma ripn·s<t è d a. considomrsi come un~t oscilhtzion<', in quanto che la morbosità del 1926 è inferiore a qu<'lla del 1924 cd anni precedenti. Sforttmatam<·n tt> non mi è stato possibile consnltare le statistiche clegli anni a noi più vicini, clw avrebbero p otuto confermarci se si tratta ùi u na riprE>aa epidemie><\ o meno, ma a rnio TJi'l·rcrc, ripeto, sembra più probabilt• debba trattarsi di una semplice Oi!cillaziom· a.nnuaJr. Esercito tedesco.
Dàlle statistiche dell'esercito tedesco ri:rulta innanzi tutto una notevolf> dittcr!'nza fra l'anteguerra. l"d il dopob"'twrr<•, nel senso che il n'tllllero doi casi è no t~>vo lmcnte crPseiuto in qucst'ul timo periodo di tempo. Difatti mt>ntrc fino a l 1910 la morbosità globale per sifilide non aveva supem.to il 5 per 1000 dt>lht forza., !lopo la guerrn m;~:>a, è gitmta p erfino al 2~ per 1000. Altn~ttanto è avvpnuto per la blenorra,gia, p er la quale la lnorbosità risulta in nw <lia t 1·e volte superiore a ll'antcgucna. _\.ccenneremo più sotto a li t' ragioni invocate p er spiegare tale differe n M1 . Però, nonostante l'a,u mt•nto postbolli.co, dalle statistiche ris'Ulta. che, rol trascorrere degli anni, si è veritlc<~ta una graduale diminuzione, t<mto nei casi di nuova infezione come in quelli recidivi e precedenti all'arruolamento. E nessun accenno vi è ad un rialzo dal 1926 in poi, poicllè la disct>sa. con tinua. aRsai sensibile, essendo stat~~ nel 1931 segnata. la cifm più bassa., tanto per i casi di sifilidt' primaria (2,45 per 1000) come per il totale dei casi (6,51 p <:' t' mille). Confrontando poi le cifre dell'esercito tedesco con quelle di altri esercit i appare che la morbosità dei casi nuovi è un po' superiore ad e~:~ern pio a lla nostra, a quella fmn ccse ed all<t b elga, poichè anche nell'annata. piii favorevole, cioè uel 1931, essa oltrcpass<L il :& pt•r 1000 della forza. Ora a proposito di questa. maggiore rnorbosità, nelle noto aggiunte alla relazione :~tat istica del 1922, è giustamen te fatto not<1rc come gli c!!erciti volontari e con lunga ferma (quale ad esempio è quello degli St~~ti Unit i) hanno una ruot·bosità t~t• r rna.la,ttie veneree superiore a quella. degli esercit i a coscrizione obblig.t.toria . quali sono il nostw e qud lo fran>Cese • •
800
È LA STFILTOE: I.N A'l;)!E~T\l XEC:LT E~ERClTl?
:1Jorbosilà pc•r IJi(ilide. (per 1000 Ù!·lla. fo,·za).
:\L\ll.IN'A FRA:-<CESE -
Siftliùe
primaria
:"lfllldo secondaria e t e rza r111
T oLnlo
1902 ........ . .............................. .
7,9 1
1903 ... . . .. ................................ .
12,45
1904 ....................................... .
12,09
1905 ..... ...... ...... .. ............ ... ..... .
13,70
1906 .................. . .................... .
l :1, H7
1907 ............................... . ....... .
l. 82
11 , ~o
L!!, 62
1908 ...... ... ........................... .. . .
(),75
10,26
11 ,01
1909 ........................... .. .......... .
l , LO
10,27
11,:n
1911 .... ..... .. .. .... . ............ . ........ .
2, 19
.I l , 37
13,56
1912 .. .. ....................... .. .......... .
2,68
131 12
15,80
191 :l ... . . ..•... ........ • ............. ... ....
3,60
14,7 L
18, 31
191-t . . .. ..... .. ..................... .. ..... .
1, 67
12, 13
13,80
1.915 ................... •.. ... ......... • .....
l, 89
8,3'3
IO, 27
1916 ................................. .. .... .
2, 11
9,06
11 , 17
1917 ............... .... .................... .
4, 91
J l, 02
15,1)3
19lx .. ... .............. • ....................
3, 81
17,06
20,87
1919 . ................ . ..................... .
2,60
12,54
15, 14
1920 ....................................... .
5,09
11,75
16,84
1921 .....•.... . ......... . ...................
3, 71>
9, Il
12,90
1922 ..... . .............. .. ................. .
3,60
7,54
11 , 14
192::! ........ •. .............................•
l' 61
5, 07
6,68
1924 . .................. ., ................... .
2,36
5, 4:3
7, 79
1925 .......... . ............................ .
l , 16
3,30
4 , {(l
L926 ...................................... . .
2,62
3,01
6,53
1910 ................... . ................... .
È LA S IFILIDE fN At: ~n:NT() N~:<:t.t ~;St·:HctT t?
sO l
E eh<> ciò sia do...-uto al 8istema rli arn10tlmento lo conft•rm<t a.mrun to ht differenza di morbosità dell '(~sercito tedesco fra prima ddla gtwn a o rlopo, circostanza a lla qna..lo si è più sopra accennato. Pe1· spiegare poi tale difl'erE>n;,<t è st~ttit prospetta.ta l'ipot.<'R i elw, più che dalla hmgbezza, del S(• r·vir.io, esi'a dipnncla d<tlla maggiore EsE RC ITO TEDEsco. -
Morbo.~ità
pP-r ttifil ide.
(pe t· 1000 dl'lla f01·m) . Hec ìdh·o
,. latt'HI I
('tlill nuovi ( Xl~UCt'ki'IUI •
A.S~O
kUJ1gc n)
.
l (HUrkf!\llo1 .at<'llS)
T otale
l
1904. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . .. . .
3. l
1, 3
4,4
. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . .. !90(l . . . . . . . . .. .. . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . 1!)07 .. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . .
3, l
l' 3
4,-1
3, 3
1,4
-1.,7
3, l
l, 4
4,5
3, o
l' 4
-1.,4
3,2
1,5
·l, 7
;{, 7
l, 4
5, l
.. . . . . . . . .
10,67
15,07
25,74
.. . . . . . . . . . .. 1924 .. . . . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . . . . . . . . . . . 1925 .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1926 .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1927 .. .. . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1928 .. . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . 1929 .. . . . . .. . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1930 .. . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1931.. . . . . . . . . .. . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . .
14, 611
11,60
26,20
?
?
7
8,30
10,!1-l
19,:!4
5,:?4
9,65
14, S9
3,67
10, 14
13,81
2,65
6,89
9,54
3,20
5, 18
R,38
3 -
4,8
7,8
:2, 45
4-,06
6, 51
190:3 .. .
.. . . .. . . .. .. . . . . .. . . . . . . . . . . . . .. 1909 .. . . .. . . . . . . . . . . .. . . . . .. . . . . . . . . . . 1910 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 190~ ..
.
1922 .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1923 .. . . . . . . . . . . . . . .
•
•
•
o
..
disponibilità economica che hanno i militari degli eserciti volont.ari in confronto a quelli a coscrizione obbligatoria, in quanto, ricevendo un soldo superiore, essi possono procnrarsi più frequentemente i piite<'ri venerei. E cosl potrebbe pure spiegarsi la morbosità piuttosto eleva.ta. per malattie veneree che si riscontra nel nostro esercito per quanto concerno i militari dell'Arma dei RR. CC., i q\1ali appunto costit:tùscono un corpo di volonta.ri.
802
È 'J..A SlTfLIDF. H\ A UUEN1'0 NI•:Ot.I ESERCITe ?
Marina tedesca. Le statistiche della Marina tedesca meritano uu particolare esame per qu<mto riguarda l'anteguerra ed il dopoguerra. Prima del 1914 la morbosità delle truppe di mare era anche in Gt'rmauia notevolmente superiore a quella delle truppe di terra e corrispoo~lAR(NA TEOESOA. -
Mo1·bo.sità per sifilide. {pe r 1000 della forza).
A llNO
Totale del casi
1910 .............. ........ ...... . ... . ................... .
16,56
1911 .. ............ . .................. • ...................
13, 73
1912 . ......... . .... .. ................ • ............. ..... .
12, 79
1913 .. ' ............................... . ................. .
11 , SI
1914 ... ................................................ . .
12, 6S
1915 ...... '' ........... . ................ . ....... ' ....... .
Il, 24
1916 .................................... .. .............. .
10,32
1917 .. . ... . . .... ................................ .... .. . . .
10,88
1920 ...... ' ............. . . ................. . ............ .
26,6i
J !121 . ........ .. ... . ........ • . ........ ....................
40,64
1922 . ...•..... ' . ....• ' •. .. .. ' ......... ' ' ... ...... ' . . . . . ..
36,58
1923 . ............... ' .... ' ..... ' ...... ' . . . . . . . . . . . . . . . . ..
40,23
1924 ...... .. .. ..... .. ... ... . .................. '' ........ .
23, 09
1921i ........... . ...... ... . ... . ................ ' . ' ....... .
16, 03
1926 .... . . . ' ............. . .................... ' ......... .
13,44
1927 .. .... ......... ' .... . ...... . .................. .. . .. . . 11128 ....... ' .. ' .. .... ' ... . . . ............................. .
8,96
1929 .... .......... ....... ' .. ..... . ........... . . . ........ .
9, 13
1930 ...................... . ............................. .
7,71
dt•va presso a poco alla morbusità della. Marina francese, ma. era inferiore a quella inglese. Dura.nte il periodo di gu~rra la morbosità stessa. non subì modificazioni, invPCP, subito dopo la guerra, essa aument,ò consi derevolmente per scendere poi gradatamrnte, fìnchè negli ultimi anni ha segnato una
cifra inferiore all'anteguern.t.. Ed oggi la morbosità dell'Esercito e quvlla della Marina si equivalgono, oscillando ambedue fra il 7 ed il 9 per 1000. E nessun a.ccenno vi è ad una ripresa negli ultimi anni, in quanto la diminuzione è gntdualmente decrescentr.
Esercito inglese. Anche in questo esercito, rwll 'immediato dopoguerra, i <'w;i di t>ililill'· furono in numero discret:HUPntc t>l<.. vnto, ma. inferiori l't qudli 1li aJtri NlNI'iti, gia.cl:hè la cifra dullr~ mmbosità raggiunSI' solo il 9,8 per 1000 ESERCITO INOLJ!:SE. -
Jl/orbosit.à per sifilide.
(per 10UO dello for·t.u).
A N NO
Sifilide di l utle le rorw~
191 l .............. . .... ... .. ..... . ............ . .. .. ..... .
19,8
1912 ..... ' . .. ... . .. . ...... . . .. .. . ... . ......... . ...... .. . .
18,7
1913 . ..... .... ........ . ................................. .
19,2
1914 ... .. . .... ..... ...... . ........ . ............... ... ... .
22, l
l !)21 . . .... . ........................... . ..... . ... ....... . .
9,8
1922 .......... ... ...... . .......... . .................... . .
6,3
1923 . ............... . ..... . ... . ......................... .
5,4
1924 .................................... •. ............ . ..
3,9
1925 ..... ... ..................... . ...... .. .............. .
2, 3
l !)26 . ........................... . ....... . . • ..............
2,6
1927 ........... .............. . ........... . . ............. .
2,2
1928 ............ . ............. . ............. .. .......... .
2, l
1929 ... . . . .. . ..•....... .... ........... ...... . . ....... . . ..
2, J
1930 .................................................... .
2, 61
1931 .......... ......................................... . .
l, 6
1932 .................... ......... . ...................... .
l, 8
complessivamente pe r tutti i casi. mentre si è visto che in altr·i c~crci ti salì oltre il 15 per 1000. Dal 1921 la morbosità ha. S('gna t o un;ì dirninuziorw graduale (' molto sen si bile, fino a scendere a.ll '1 ,8 per 1000 nt'l 1929. E si badi bene c·h<' qui ai tratta di tutti i ca.si, giacchè lt' ~:~tatistiebe inglt>si non fu,nno dist.inzionc..·
l~ t.A S IFII.IDE l:\' AU ME:l\"TO ::.I F:GLT 'ESERClTJ!
fra lt' forme prima.rie, secondarie, ccc. Notevole poi è il fatto che nel1913 ht morbosità globale pe.r sifilide raggiung-eva il 19,2 per 1000 della forza. Ed aneb<' in quN;to eser<'ito, conw è stato messo in evidenza per alt ri, non vi è akun accenno ad aumento d<'i casi dal 1926 in poi. Marina inglese.
:Nella lfarina ingh•se, pi'Ìma del gnwde conflitto mondiale, la morbo:;ità enb in tu(•dia superiore di circa 'l3 a quella dell'~·sercito, e superiore thmltava pure ])(>r rispet.to alla. Marina francese e tedesca, mentr(' cort·i::;pondna presso a poco a. qnella nostra c degli Stati Uniti. È da notar~ pera.ltro thc la flotta inglest· ba, un buou 11Umero di navi dislocntP <Lll'estero, ed in qm•sti <'quipaggi la morbosità per malatti1• wn(·n•t• è in genere superiore a quella degli equ.ipaggi che restano in patria, come è-stato già accennato a proposito delht Marina. fra.nct'Sl'. Difatti, ad PSPmpio, St>tnprc rifercn(toci alla :i\farina ingl(•se, gli {'quipaggi delle navi ch e sta~iouano in Cina e nel sud Africa danno una morbosità a.ssai più elevata, di quelli della flotta dell'Atlantico. Basta. confrontare a.nche solo i dati del dopoguerra per rilevare come la morbosità della Rotta. dell'Atlantico si:t in media inferiore di circa 1/ 7 a.lla morbosi Là di tutta la }lari n a.
)f•Hbosltà J.Clohu lo
)lorbosltà delhi tluttn dell'AtlaotiN
Jfl23
14,83
14, 75
I !J24
10,09
9,37
1925
8,19
8,65
l !)26
7,67
5,17
1927
6,83
6,20
1928
s. 17
5,85
1929
10,46
8,69
1930
9, 71
5,50
Ciò è sta.to attt·ib1tito css<>nzia,Imente a.lla difficoltà di esercitare un effica.ce controllo profìlattico sull'elemento femminile indigeno; q·nindi una maggior facilità di contagi. Notizie precise sull'andamento epidemiologico assunto dalla sifilide durante la guerra non si possono avere, giacchè le statistiche dal 1916 a.l 1920 non furono compilate Però la cifra. deve essere stata piuttosto l'levata se si considera che nel 1921 la morbosità segnava a.ncora oltre il 26 por 1000. ~egli anni successi vi, cioè nel dopoguerra, quest 'ultiim~
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'f: LA SIFILIO~; IN" Ali~IF:~ff) NF:I:LI f:SEitclTI? Ì\[ARINA l~Ol.ESE. -
805
,?o,[ orbo!Jilà. per sifi[idt•.
(pe t• 1000 d r·lla forzu ).
-
Sitiliùc
Sifllido
primaria
seco ndarie
19110 .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . .
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21, H
1901 .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ....
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A :ODiO
.
.
.. . . . . . . . . .. . . .. . . . . . .
.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . l\1115 .. . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . .. . . . . . . .. . . 19(Jtl.. . . .. . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . . . . . . . . . 1907 .. . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . .. l 9(J'i ... . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . .. .. . . J!l09 .. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . . . . . 1910 .. . . .. .. . . . . . . . . . ... . . . . . . .. . . . . . . 19 11. . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1!1 12 .. .. .. . . . . . . .. . . .. . ... . . . . . . . . . . . . 19 13 .. .. . . . . . . . . .. . . .. . . .... . . . . . . . . . . 1914 .. .. .... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. ..
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TnttwrnzioHt' p t·r Ili guerra
.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 2:i .. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . 1923 .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . 1 924 .. . . . . .. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1925. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . ' .. 1926. .. .. . . . . . . . . . . . . .. . . . .. . . 1927. . . . ' ' . .. . . . .. . . . .. .. 1928 .
J l • .J :l
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Il
8. 17
.... . . . ' ' . . . . . ' . 1930. . . ' ' . . . . . . . . '. .... . ' ' . . . . . . . . . ..
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1929.
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È LA StFILID~~ l~ AU~H~KT<) Y'Jl:f:LI ESERC ITl!
806
è anditta gmdatamcnte diminuendo fino a raggiungere il minimo del 6,8.3 per 1000 1wl 1927. Poi si è avuto un aumento nei due anni successivi fino a toccare la morbosità del 1924, ma nel 1930 una nuova. diminuzione. Questo oscilla7.ioui, chè ilOn sono poi in limiti molto vasti, non debbono far mera:viglia se si pensa alla vastità di dispersione della flotta inglese nel mondo ed ai frequenti spostamenti cht· essa subisce. Interessante è per noi .rileva.re che, mentre prima della guerra, la nostra ::\farina aveva una morbosità, come si è detto, presso a poco uguale a quella inglese, oggi è inferiore di circa Ys·
Esercito spagnolo. .Anche per l'esercito SJl:.l.gnolo come per quello inglese le statistiche ufficiali riportano soltanto la. morbosità globale, non essendo distinti i oasi primari dai S('Conda.ri ecc. ESERCITO SP:\GNOLO, -
Morbo8ità per 8i{Uide.
(per 1000 della forza).
l\!ed la
ANNO
1910. . . . . . ' .. ' ' '. . . . . . . . . . . . .
.
.
1911 ... . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . 1912. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . .
.
1913. . . . . . . . ' .. . . . . ' ' .. . . . . .
.. . . . . . . . . . . . . . . 1915. .. . . .. . . . . . . . .. . . . . . . . 1916 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. 1917. . . . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . .. 1918. . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . 19Hl. . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1920 .. . . . . .. . . .. . . .. . . . . . . . . 1914 . . . . .
•
•
o
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'
'
l l ' 91
l
ANNO
Media
1921. . . . . . ' . . . . . . . . . . . . . . . . .
26.82
.. . . . . . . . . . . .. .. . . 13.84 1923 .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27, 26 1924 .. .. . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . 13,45 1925. . .. . . . . . .. . . . . . . .. . . l5,5S 19:26 .. .. . . . . . . . . . . . . . . .. .. . . 19.67 1927. . . .. . . . . . . . . . . . .. . . 19, 39 1928 .. .. . . . . . . . .. . . . . .. . . . . 19,36 1929 .. .. . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . 25.32 1930. .. . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . 14.84
1922.
o
'
'
'
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•• o
23
-
19.R6
16,28 15,48 13, 98 12, 13 13, 73 ll , 22 11. 58
24. 52
E da. questi dati risulta che la morbosità per sifilide è piuttost-o deva.ta, giaochè st•gna una cifra superiore a quella di tutti gli altri eserciti. Ciò farebbe suppone che ele·ntta debba essere, in Spagna, anche l a morbosità fra la popolazione civile, per le strette relazioni che intercedono fra i fenomeni epidemiologici civili e quelli militari, specialmente poi in questo campo (si ricordi la frase di Lanceraux in principio riportata).
R07
È 11Prò da tener conto che nelle statistiche spagnole sono compreRo a.nclw lP truppe ilislocat<> in Africa, c che l'aumento verificatosi da.J 1919 al 1923 è probabilmente da mettere in relazione con le operazioui b <>lli<· ht> svoltE' al ~farocco. In ogni modo peraltro anche per questo esercito la morbosità è in dl•crescenza, seppuro la diminuzione non è così marca.ta come ht altri eserciti.
Esercito belga.
Fra tutti gli eserciti dei quali ho potuto consultare le statistiche, quello belga segna annualmente la più baRsa cifi·a di morbosità per sifilide, e manifesta appare la diminuzione di a.nno in anno fino a scendere ad una cifra a{idirittura insignificante, qnale è queUa segnata nel 1928. E tali cifre non denotano alcun accenno ad un ritorno offensivo, perchè, se si eccettua una piccolissima ripresa nel1926, per il resto degli anni la discesa della morbosità è graduale e ben manifesta. Mot·bosità per Bifiliàe. (per 1000 della forza).
EsERCI TO BELGA. -
S! 611de primaria
S ldlide suoonda.rla. e terziaria.
Totale
l!)J o. ..... .. .. .. ...................... .
l,7
1911 . ....................... . .... . .... .
l, 9
1912 ............ .. . . .................. .
1,7
2,9 2,4 2,2
4.6 4,3 3,9
12, 5 8,8 4, 3
3,6 l, 9 1,2
16,1
l, 7
l' 3 l, 2
ANNO
1913 ........... . . . ........ .... ...... .. . 1914 . ........... ........ .............. .
1916 ..................... . ..... . ...... .
3, 8 7,6
1917 ... ... . ......................... .. .
9, 4
19l l'l ................... .. ............. .
10.00
1915 .... . .... ....... ... . . . ........ .... .
1919 .................................. .
1920 . ....... ... . . .. . ...... ............ . 1921 ... .. ...... . ...................... . 1922 ....... ........................... . 1923 ..... . .......... .... ..... . ........ . 1924 ................ .. . ...... ......... . 1925 .................................. .
1926 ............. . ......... .... ..... . '. 1927 .. .... ............... ..... ........ .
1928 ........... . .... . .. . . . .. ... . .. .... .
1,3
0,63 0,67 0,59 0, 40
0,62 0,56
l O, 7
5, 5
3, 0 2, 5 l , 25 l. 23
Esercito polacco. Dali t· s1 atist irhe di quest'esercito, che prendono le mosse dalla costituzionr dc•lla Polonia in Stato indipendente, risulta inn<tnzi tutto che· n(•l 1921, anno della mohilitnzionr, 1n cifra della morbosità prr sifili!lt• fu ass;.ì.i e levata, avendo raggiunto, globalment.e, il 46,71 per 1000 : fpnoml·no del rrsto che, in mi!-mra maggiore o minor(', Ri è veri ficato. com(• si è visto, in tutti gli Stati sul piede di guerra. A p;trtin' <la QlH'r;t'anno peraltro t.alr cifra. è a ndata, gradualrnc.>ntc• lliminut'nùo, eon una a.t·(·t• utu~tzione nella diminuzione nell'anno 1926, l..:~F.HCJTO l'OLAOOO. -
M:orboBità per sifilide. (por 11>0() d e lla forza).
CMl di altlli flc A ~xo
prùnnritt
Casi di slftllde
secondaria
T otale
c ter~laria
d el casi
1921. . . . . ' . . .. . . . . . . '. .. . - .. . . .. . . .. 192 ~ . . . . . . ' ' . ' . . . . . . . . . . ' .. . . . . . . . . . .
-
-
-16, 71
6,61
16, 71
~3. 31
1923 .... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ' .. . . .. . .
4 -
11, ()6
15,66
. .. .. .. .. .. . - . . .
3, 76
12, 74
16,5tl
.. .. .. .. . . . . . . .. .. . 1926 .. . . . . .. . . . . . .. . .. . . . . 1927 .. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1928 . . .. . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . .. . . . . . . 1929 .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . . 1930 .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . . . l !131' . . . . . . . '. . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . .
2,93
10,83
13,76
'
2,9
9,44
12, 3~
'
3,54
9,93
13.47
4,09
8, 91
13 -
3,82
8,35
12, 17
3,29
7, 12
10. 41
3,04
6, 36
9.40
'
'
l 02-1. . . . . .. ' . . . . . .. l !)25 . . . . . . . . . .
.. . .
'
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'
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. . . . . ..
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'
'
l
1·ù um1> li P ve ripn•sa, nel l9:t7, senza per·ò raggiungere, a.ucbo con ta.lt• :tHnwntu. la cifra ùc·l 1925. Quindi l'aumento non è da considerarsi coml' un 'ae<·«~ntuaz ion(• t>pidE'mìca ciclica, ma, una semplice oscillazione Mmualt·. 'J'<bnt o è v(•ro eh(• rwl succo:;sivo anno 1928 si ò verificata una. nuova. <liminuzion<·, C'h c si li faMa an(· h c p itl ma rcn.ta ncll 'a.n_n o 1929 (' ~egncn t i. È da. nota.rc p<'r·ò che la. sifilidt< primaria non presflnta un decor;;o <·pid<•nLiologico gradualmente decrescentP, poiehè le cifre sf•gnano dt•~li s ba lzi, invece per la morhos ità globale la. gradn<l>lità è bCin ~rid1mtP. ~ ciò può dipendtll'l' da.! critPrio seguito nei rilievi statistici, poicbè JWI' questo est•rcito l'inrlica.zione di primari::L pare si riferisca allo :;tudio clinico della malatti<-~, mentre le nostre St<ttisticbe, a.d esempio, inili<"<llHl i casi cura.ti p er ~~~ prima volta. Ora può darsi che alcuni casi s iano stai i curat.i per Ja prima volta anche nel pt->riodo secondario o terziario.
È LA S lF fLl DE l lS" A'{;ME~"'TO JS"E(;Ll ESE.RCITt 1
S09
In ogni modo, anche in questo esercito, la sifilide è in graduale diminuzione, se pure non l1a ancora raggiunto il limite minimo segnato da altri eserciti. Esercito degli Stati Uniti d'America.
Di questo esercito bo potuto raccogliere i dati dal 1908 a l 1930, quindi di olt.re un ventenn.io d ai quali risult.a qua nto segue:
La cifra globale dei casi di sifilide di tutte le forme segna una diminuzione dall'anteguerra ad oggi ben marcata, giacchè nel 1911 fu raggiunta una morbosità del 37,22 per 1000, mentre nell'ultimo anno preso in considerazione, cioè nel 1932, essa fu del 13,85 per 1000. Però, pur esistendo anche per questo esercito una marcata diminuzione, si notano delle oscillazioni annuali piuttosto ampie, essendo stato raggiunto il limite più basso nel 1925, col 10,58 per 1000 globalmente per tutte le formo di sifilide, e rispettivamente il 3,37 per 1000 per le forme di sifilide primaria. Per gli ultimi due anni le statistiche non portano la. distinzione fra i casi di sifilide primaria e quelli di secondaria e terziaria.. Merita poi che sia messo in rilievo il fatto che la morbosità per sifilide, ed in genere per tutte le malattie veneree, segna una cifra più elevata di quella degli altri eserciti, superando negli ultimi a.nni anche quella dell'esercito tedesco. F enomeno questA> che è da riferirsi alla modalità del reclutamento, cioè alla volontarietà. Ed all'influenza che tale circostanza. può esercitare specialment e sulla epidemiologia dello malattie veneree è stato accennato sia a proposito dell'esercito tedesco, sia anche per quanto si riferisce alla morbosità cbe si riscontra nel nostro esercito nell'arma dei RR. CC.
" -
Gio.,.nale di mtdicina militare
t
810
LA SlPILtDE IN AUME~'""I'O ~"EGLI ESERCITI?
ESEltOITO DEG L t STATI UN'ITl. -
M orb?Bità per B~filide.
p er 10:>0 della. forze. (White enlisted men in the United Sta.tes).
prlmarla 1000ndarla terziaria
alt.l'e non
Totale
claaal1loate
1908 .................. . .. . ....
2,39
15,02
l, 99
1909 ..........................
3,11
16,85
1,73
0,02
21,70
1910 . .... . ....................
3,52
18,18
1, 93
0, 12
23,74
1911 .. .. ......................
3,84
29,33
3,72
0,34
37, 22
1912 ................
3,88
18,81
2,38
o, 77
25,84
1913 .. . ........... . ..... .. ....
2, 66
15, 49
l, 88
0,95
20, 98
1914 . ....... ........... .......
3,U
13
-
2,27
0, 45
18,86
191[• . .....
o
2,92
11, 65
2,42
0, 45
17,44
1916 ....... . .. . ...... .... .....
3,60
11,42
2,24
O,i3
17,99
1917 .... .. ............. .......
3,85
8, 84
2
-
0,03
14,22
...... . ... ....... . . . ......
4,11
10,05
3,11
0,66
18,83
1919 .... .... ... . ..... . ... . ....
5,15
8,18
2,41
0,89
16,63
1920 . .... ....... . ...
o ••
4,50
6,30
0,83
0,49
12, 13
1921 ..........................
4,33
4,88
1,29
0,17
10,67
1922 ... . ......................
4,26
6,40
l, 94
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12, 88
1923 .. ..... ...................
4, 13
6,67
2, 15
0,29
13, 24
1924 .. ....... .... ........... ..
4, 12
5,45
2,83
o, 17
12,57
1925 ..... ..... ... ... ... .... .. .
3, 37
4, 72
2,24
0,25
10,58
1926 ......................... .
4,05
5,54
2,14
0,21
11 ,~
1927 . ...... ........... ... .....
3,98
4,63
l, 96
0,46
11,03
192-i ....................•.....
3,87
4, 14
2,10
0,24
10, 34
192.1 ........................ ..
5-
4,45
2,65
0,16
12,27
193ù...................... ... .
4, 4
4,6
2, 9
0,2
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l 931. ......... ... .............
-
-
-
-
13
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191~
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• •• -
••
1932 ....... ........ ... ....... .
19, 39
-
È LA S D'ILIDE IN AUMENTO NEGLI ESERCITI !
811
Marina degli Stati Uniti. Il decorso epidemiologico della sifilide nella Marina americana presenta lo stesso fenomeno verificatosi sia nella Marina tedesca come a.nche nella nostra, cioè una morbosità superiore a quella delle tntppe di Morbosilà per 8ifilide, (prop or zione p er 1000 della. forza., oompresi gli ufficiali). MARINA DEGI.l ST.-\Tl UNITI. -
S11lllde di tutte le forme
1919. ·....... . .................................... . ...... .
16, 45
19-lQ... . •.... .•.. . ••...... ... ................ . ... . .......
17,54
1921. ·............... •• . ......... . ... . . . ... .... . .. . ......
17,84
1922 ................................. . .... ... .... . . . .... .
20,03
1923 ....... . ............ ... . .. . ........ . ......... . .. .. .. .
18, 62
19:?4 .................. . . .. . . .. . . ....... . . ..... . . .... . . . . .
19,74
19~ ...... .. ............................................ .
19,60
1926 . ... . ..................... ... ....................... .
_22, 02
1927 ..................................... . .. . .. . ....... . .
24,57
1928 ............................. . .......... ... ..... . .. . .
2:2,69
t erra, a.nzi per la Marina. americana la differenza. è anche più sensibile, poichè la. morbosità risulta quasi doppia.. Nel dopo-guerra. poi non vi è stata una diminuzione graduale, ma piuttosto un aumento, che è difficilmente spiega.bile, a meno che non possa riferirsi a. più frequenti spostamenti degli equipaggi, e specialmente a. viaggi all'estero, i quali rappresentano, come già si è detto, una causa di più frequenti contagi. Ma naturalmente io azzardo solo una ipotesi. CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI. Riprendendo adesso in esame i dati epidemiologici dei vari eserciti, e valuta.ndoli nel loro complesso, in linea generale si può dire che già prima. della guerra. mondiale la. sifilide aveva segnato una. sensibile dimi· nuzione, e che dma.nte il grande conflitto si ebbe in tutti gli eserciti che vi parteciparono un notevole aumento, al quale è seguita., nel dopoguerra, una rapida discesa. Tale decorso epidemiologico è in piena corrispondenza con quanto è stato constatato fra la popolazione civile. Nè ciò fa. meraviglia., essendo ben risaputo come, in linea. generale, l'epidemiologia. militare si plasmi su quella civile, in conseguenza dei contatti che le truppe hanno con la. popolazione st-essa. A maggior ragione poi questo fenomeno si verifica
812
t LA SIB'fLIDE IN AUMENTO NEGLI ESERCITI!
a riguardo delle malattie veneree, in quanto i militari se ne contagiano, non in caserma, ma all'esterno. È per questo che l'epidemiologia celtica militare può considerarsi lo spoochio di quella civile. Però si potrebbe obiettare. Dopo la guerra nell'ambiente militare si è intensificata la lotta.. anticeltica, istituendo una razionale profilassi, cd alla efficacia di quest'ultima potrebbe attribuirsi il favorevole decorso epidemiologico dimostrato dalla sifilide. Ma, invero, se così fosse, non questa sola malattia avrebbe dovuto diminuire, bensl anche le altre affezioni veneree. Ora per le ulceri semplici effettivamente in molti eserciti si è verificata una sensibile diminuzione, non cosi per la blenorragia; la quale continua a segnare cifre assai elevate, se pure anche per questa malattia \ma certa diminuzione si sia verificata. Oltre la profilassi, altre circostanze sono state invocate a spiegare la diminuzione della sifilide, cioè: le modifica.zioni del virus e del terreno , fattori demografici E'd economici, ma SOJ>ratutto l'efficacia della cura sal varsanica. Quale sia la ra.gione principale è difficile poter stabilire, perchè probabilmente più fattori vi hanno contribuito, però se si ammette, come è da augurarsi, che la diminuzione non sia un fenomeno epidemiologico transitorio, cioè un ciclo depressivo nel corso generale di questa malattia , il pensiero corre subito alla terapia salvarsanica. Ciò perchè, in ordine di tempo, la. diminuzione ha coinciso con la larga applicazione di tale metodo di cura ed anche per il fatto che la. terapia salvarsanica , assai meglio tollerata dai pazienti di quello che non fossero le cure mercuriali, fa rapidamente scomparire le manifestazioni esterne della sifilide , che sono indubbiamente le più pericolose. P otranno esservi contagi anche attraverso le mucose integre, come hanno fatto rilevare Cappelli, Mibelli ed altri, ma non sono certo questi i più ft·equenti. Quindi, pur senza escludere che ancl1e gli altri fattori ai quali si è accennato possa.no avere influito sulla diminuzione, indubbiamente però alla cura sa.lvarsanica devesi attribuire la parte per lo meno preponderante nel fenomeno stesso. Oggi, poi, dopo la marcata diminuzione postbellica, le statistiche militari sembrerebbe indicassero una. certa stabilizzazione, con oscillazioni annuali più o meno accentuate. Ciò potrebbe significare che, al di là di un certo limite, il decorso epidemiologico di questa. malattia non può essere influenzato, almeno con i mezzi profilattici e curativi che abbiamo attualmente a disposizione. Un fenomeno particolarmente importante, sul quale è opportuno tornare, è l'aumento da noi verifica.tosi, t anto nell'Esercito come nella Marina, dei contagi venerei dopo il 1889, cioè quando la legge sulla polizia dei costumi fu modificata nel senso di una maggiore libertà, essendone risultato un minor controllo sulla prostituzione. Questo dimostra come le leggi possano esercitare una influenza non indifferente nella lotta. contro il pericolo venereo, come del resto è anche confermato da quanto è avvenuto recentemente in Germania, nelle provincie reuane, dove, in. seguito alla promulgazione della cosidetta legge d'impero del 19271 le malattie veneree hanno segnato una rapida dimi · nuzione. Perciò questi dati epidemiologici dovrebbero essere ben meditati, specialmente dai crociati del cosidetto abolizionismo, i quali, vedendo ·
È LA S tFILIDE IN' AUMENTO NEOLI ESERCITI? .
813
in tutti i provvedimenti destinati a sorvegliare la prostituzione quasi 11na schiavitù che vincola esclusivamente la donna, ritengono il contt·ollo stesso un'offesa a quella pa.rifica.zione legale che si vorrebbe idealmente stabilire fra il sesso maschile ed il femminile. Ragione per cui essi
vorrebbero addirittura l'abolizione di ogni controllo. In alcune nazioni questa campagna ha avuto dei successì, ta.nto da a.ddivenù:e alla chiusura parziale o totale delle case di tolleranza, ad E>sempio in Egitto. Ma si vedranno col tempo i resultati. Intanto, in Fran<'ia, essendosi fatto qua lche cosa del genere a Nancy e a Strasburgo, pare che, se pure in primo t empo si sia avuta una. certa diminuzione ai cont agi, si sia poi verificato 1m aumento, in quanto ha preso incremento la prostituzione cla·ndestina, [onte di contagi assai più numerosi che non quella controllata. Perchè poi, in fatto d'igiene, ph\ che da teorie e ideali astratti conviene lasciarsi guidare dalla realtà, la quale c'insegna che la prostituzione, dato che finora è un male inevitabile, ò. meglio sorvegliarla anzichè ignorarla. È una ipocrisia, ha detto giustamente Barthelemy, pretender e di sopprimerla radiandola dai testi ufficiali. D'altro canto, molto a proposito, Tommasi, a l Congre~so Internaziona le contro il pericolo venereo t enutosi al Cairo, dimoRtrando l'utilità e l'efficae ia della profilassi individuale, ha riaffermato che, mettendo in evidenza al pubblico i pericoli del coito extraeoniuga.le, quest'ultimo implicitamente, si condanna altrettanto quanto la morale lo condanna dal punto di vista etico. Perciò a me pare che la legge italiana sl.tlla polizia dei costumi, dettat.a a,p punto dalla realtà più che da idealismi astraUi, sia. senza. dubbio la migliore, in quanto che, pur riprovaudo la. prostituzione e non dandole un riconoscimento nfficia.le, come potrebbe essere quello della regolamentazione, la tollera ma la controlla. A riguardo della ricorrenza ciclica della sifilide, dalle statistiche militari, specialmente da quelle nostre e francesi, nonchè da quelle degli Stati Uniti, delle quali ho potuto rintracciare dati per un periodo di tempo assai lungo, risalendo le nostre e le francesi, a circa 50 anni or sono, t quelle dell'Esercito degli Stati Uniti a. più di 20 anni, non appare che nel decorso della suddetta malattia esista un ciclo poliennale, cioè una periodicità. Quindi è giusto rit enerla ancora. malattia a carattere endemico, almeno nei nostri paesi. È poi da ricordare in queste conclusioni quanto è stato anche accennato in vari capitoli, cioè che la mo..rbosità per sifilide, ed 'i n genere per tut te le malattie veneree, è superiore fra. le truppe di mare che non fra quelle di terra, con una differenza che può giungere fino a tre volte in più. Ed alla ragione di tale fenomeno è stato pme ripetutamente accennato nelle pagine precedenti. Come conclusione generale poi a me pare che, da. un esame spassionato delle statistiche militari, possa innanzi tutto coufermarsi il fenomeno constatato fra. la popolazione civile dopo la fine della. guerra., cioè la. graduale diminuzione della sifilide, e che oggi le statistiche stesse accennino ad una condizione di stazionarietà, con oscillazioni annuali più o meno marcate, ma. non ad una vera riaccensione nella morbosità. .Anche la nostra Direzione Generale della Sanità Pubblica, commen-
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È
LA SIJ'IL!OE IN AUMENTO NEGLI ESERCITI 1
tando l'aumento di affluenza di sifilitici verificatosi negli ultimi anni in alcuni ambulatori civili, afferma che non può parlarsi di un ritorno
offensivo della sifilide e di una più larga diffusione di essa, ma che piuttosto tale fenomeno sia in parte da riferirsi alle difficili condizioni economiche, le quali distolgono i pazienti dagli ambulatori privati e ne favoriscono l'affluenza a quelli pubblici. Queste confortanti constatazioni non debbono peraltro farci giacere in un letto di rose, poichè la diminuzione non è un fenomeno di estinzione naturale, ma è da ritenersi dovuta alla efficacia della profilassi e dei recenti mezzi terapeutici e forse anche ad altri fattori concomitanti. Ma se l'uno o l'altro di tali mezzi si affievolisse prima che la lotta avesse raggiunto il suo pieno successo, allora sì che potremmo a ssistere ad un rit.orno offensivo in grande stile. BIBLIOGRAFIA. CAVAlLLON ET MorNE.- Etude' statistiqtte sur l'activité antivénérienne 1928, ' Pari..s. Imprimerie nationale. CAVAILLON. - Etv.de dea causes de regression ou d'augmentation de la syphilis. "La. Vie medicai», 1928, n. Il. GouGE&OT. - Prophylaxie antivénérienne. · « R evue d 'Hygiène », 1928. PAUT&IER. - La syphilis est elle en regression? "Revue d 'Hygiène ~. 1925. CUMMIUs.- Fréquence actuelle de la syphilis primaire et de la blenorragie aux Etals Unis. « Bulletin off. Int. Hyg. publique », 1930. MmmLLI A. - Aspetti attuali della sifilide. XXVI Riunione d ella. Società I taliana di derm<:J.tologia. e sifilogra.fia. 1930. PARRAN TH. e UsiLTON J . - Fréquence actuelle de la syphilis primaire aux Et.a.ts Unis. « Bulletin Off. Int. H yg. publique •, 1930, n. 3. BERTACCINI G. - Ri-lievi statistico-clinici sui contagi di sifilide osservati in P erugia nel 1930. • Il dermosifilogra.fo • 1931, n. 8. Relazioni medico sta.ti;,tiche del R egio Esercito italiano. Statistiche sanitarie dell'Armata (Regia Marina Italiana.). Annua! Report of the Surgeon Genera.! U. S. of America.. Statistique mèdicale de l'Armée beige. Estadistica sanitaria dell'Ejercito E spanol. Sanitàtsbericht uber da.s R eichsheer. BERGERET M. - Les maladies vénériennes à l'armée fra nçaises du Rhìn sous le régime de la loì d'empire 1927. « Archives de Médicine et de Pharmacie mili· taires •, 1929, 2o sem 3stre, pag. 331. S:a:QUEIRA J . H.- Epidemie of venereal diseases (1914-1924). c The Lancet », u. l. DEIO!IYSER L . - L $ bilan de la syphilis. Conférence de la défense sociale contre "' • la syphilis. (Nancy, 1928). CAVAILLO~. - La syphilis est elle en régresaion en Frallce? Conférence de la défense sociale contre la. syphilis. {Nancy) 1928. CAPPELLI J . - Rilievi clinico statistici sulle infezioni sifì,lidiche osservate neU'ultimo anno. «Il D armosifilogra.fo ~. gennaio 1930. Trxr. - Le malattie veneree a Genova dal 1918 al 1931. • L'Igiene moderna .,, 1932, n. 3. TOHMASI L. - R·isl.ll.tali della profila~9i antivenerea nel Regio Esercito e nella Re~io. Marina italiana. • Giornale italiano di derm<:J.tologia. ·e sifilologia ». Fase. IIT, giugno 1933. OrroLENGHI D. - Trattato d'igiene. Editore F. Vallardi, 1933. R elazione della. Direzione Generale della Sanità pubblica. per l'anno 1932. Rom.a. Istituto Poligrafico dello Stato. SERBA G. - Statistica della R. Clinica derm011i{Uopatica di Pisa.. • Il Dennosifilografo », anno 1934, n . 3.
CASISTICA CLINICA ISTITUTO DI PATOLOCIA SPECIALE CHIRURCICA DELLA R. UNIVERSITA DI BARI Direttore: Prof. G. CEcCARELLI
SULLA ROTTURA TRAUMATICA DI UNA IDRONEFROSI D ott. Francesco Cassuto. maggiore medico Capo reparto di chirurgia nell'ospedale militare di Bari
È cosi poco frequente osservare casi di traumatismi a carico di sacche
idronefrotiche, che mi è sembrato meritevole di pubblicazione la. osservazione che rifE'risco, la quale presenta un interesse non soltanto strettamente chirurgico, ma offre anche il destro a considerazioni di ordine medico-lE'gal<' degne di qualche rilievo. . --:,:......, Si tratta di un soldato, Bianchi Saverio, del J 4o reggimento artiglieria da campagna classe 1911. Proveniente dal corpo e ricoverato d 'urgenza. in ospedale la ·mattina dell'S marzo 1933 perchè poco avanti le 9,15, mentre di ritorno dalla abbeverata legava alla mang1atoia della scuderia una cavalla, veniva col,pit~ in pieno al fianco sinistro da un calcio sferrato da un cavallo vicino, per cm ri maneva quasi privo di sensi. Nulla di notevole nell'anamnesi familiare. A 15 anni fu ammalato di tifo, a 16 anni di nefrite, a 18 anni si contagiò di blenorragia di cui due anni dopo subl una riacutizzazione. E6ame obiettivo. Costituzione scheletrica nonnale, masse muscolari e pannicolo adiposo bene sviluppati. Condizioni generali buone, colorito normale. Accusa dolorabilità. spontanea alla regione lombo-addominale sinistra ad· ditando con precisione l'ipooondrio e il fianco sinistro come zone dolorose. Il fianco sinistro infatti, nella sua parte superiore, appare aumentato di volume, un poco s,porgente; con una palpazione dolce e pro~resaiva, nonostante lo stato di contraz10ne in cui si pongono i muscoli della reg10ne, a causa del dolore pro· vocato dalla minima pressione, si riesce a riconoscere la presenza. di una tume· fazione che occupa il fianco sinistro e si estende in ba,sso posteriormente, fino a t re dita tl'88Verse sotto le false ~te, m entre al da,ranti raggiunge l'ombellicale trasversa; m edialm ente è limitata dall'ascellare m edia. La tumefazione risulta i.mtno· bile nei m ovim enti respiratori; con la percussione si evoca su di essa suono ottuso. n resto dell'ambito addomi.n ale è indolente, ben trattabile anche nella pal· pazione profonda. Milza. e fegato nei limiti normali. Nulla a carico degli altri organi ed apparati P olso ritmico, regolare. R espirazione normale. Temperatura 37. Non ha avuto vomiti; alvo aperto. Ha emesso spontaneamente urine ematiche. 9/3. n giorno successivo è continuato. la emissione spontanea di urine ema· t ich e . La tumefazione, a contorni sempre più indistinti, si è estesa alla fossa iliaca ed è comparsa forte dolora.bilitA al quadrante inferiore sinistro. IO /3. La tumefazione lombo-iliaca è aumentata e con essa la dolorabilità. nell'ambito addominale. Persiste ematuria abbondante. Si decide pertanto di intervenire con diagnosi di contusione renale sinistra. Operazione. Rachianesteeia n ovocainica. Iricisione lombo-iliaca sinistra. Aperta la loggia renale la capsula adiposa appare ecchimotica, edematosa. Al di sotto di essa si trovano coe.guli sanguigni abbondanti che circondano il rene, che appare enormemente atnnentato di vo· lume, di colorito nerastro, teso. Il polo superiore delrorgano si riesce a liberare abbastanza facilmente; il polo inferiore è immerso in una massa di grumi sanguigni che occupano tutta
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SULLA :KOT"l'U KA TRAUMATICA DI UNA IDRONEFROSI
la fossa iliaca., avendo scollato m edialm3nte il peritoneo parietale. Si asportano i coaguli e si nota che verso l'apice dell'organo esiste una vasta. apertura a mar· gini sfrangiati, dalla. quale, nella m anovra, fuoriescono coaguli insieme a un Jì. quame siero-ematico. • Si esteriorizza. il rene; si isola l'uretere che appare del volume di un dito pol· Jice, edematoso, e alla. sezione risulta ripieno di coaguli. Si lega. il peduncolo re· naie e si asporta il rene. Il peritoneo pa.rietale è imbibito e un pò ecchimotico, ma integro. Non si apre. Si npplica un piccolo drenaggio e si sutUra. parzia.lmenw ·la. paret e. · D ecorso post-operatorio: regolare. L'infermo ha sopportato bene l'atto ope· ratorio; ha. avuto soltanto un lieve rialzo termico nei primi due giorni. Le urine nelle prime 24 ore dopo l'operazione furono ematiche, poi sono diventate subi to limpide. Dopo dieci giorni anche microscopicam ente n on esisteva. più t raccia. di
Fig. l.
sangue. La fe rita chirurgica guarisoe t·eg :>latmente e d op o 50 giorni è completamente cicatrizzata. L ' Il ma.ggio non presenta nessun disturbo subie ttivo e obiettivo: l'urina-
zione è normale. La lesione viene riconosciuta. dipendente da causa di servizio e il soldat-o viene riformato in seguito a. visita collegiale e gli viene assegnata la. sa categoria. dì pensione. Esame del pezzo asportato. La figura l riproduce il pezzo asportato rappre· senta.to da. una grossa massa la quale conserva ancora l'aspetto di un rene coi diamet ri massimi di cm. 16 e 9. In corrispondenza. del polo inferiore esiste, come si è detto, una. larga apertura. da.lla. quale si penetra. in un'ampia. cavità. Prati· ca.ta. la sezione longitudina.le del pezzo (fig. 2) si mette in evidenza. il bacinetto e il primo tratto dell'uretere enormemente dilatato, a. concamerazioni m ultiple per ecta.sia. dei calici, per cui il parenchina. rena.le è in gran ~arte sc-omparso e la sacca. risulta delimitata da una sottile lamina di tessuto che m qualche zona con·
SUT.L.-\ ROT'l'CRA 'r.RAU MATICA DI UNA I DRONEFROSI
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serva aspet to parenchimatoso, mentre per lo più appare di consi:.4ezna. dura fibrosa. Nell'interno della. sacca esistono coaguli sanguigni e un liquame siero· ematico. La. lacerazione della. sacca interessa. il polo inferiore e la convessità dell'organo, ed è avvenuta in una zona parenchimatosa. in cui la pnrete è molto sottile. L'ua1M istologico praticato sui frammenti prelevati, dove la. parete della. sacca. è più spessa e conserva ancora. aspetto parenchimatoso, dimostra la presenza di glomeruli rena.H atrofici in mezzo ad un tessuto connettivo tìbroso, ma
Fig. 2.
con residui di tuboli rena.li. D ove la parete della sacca è più sottile si ,·edono ra.ri e piccoli g lomeruli atrofici che sporgono in capsule del BOWMA~'N enormemente dilatate e cho sono circondati da. conp.etivo denso ove non è traccia di epiteli rena.li. La mucosa del bacinetto, anche detersa dai coaguli che vi aderiscono, appare ·congesta. Istologicamente non si osservano alte1·azioni particolari tranne una spiccata congestione dei vasi del corion Si tratta quindi di una forma tipica. di rottura. traumatica diidronefrosi congenita. con raccolta ematica. intra. e perirenale.
L'osservazione che ho riferito è interesf!ante prima. di tutto come dicevo, per la sua rarità. Scorrendo infatti la letteratura risulta che i casi veramente accerta.ti di rottura di sacche idrouefrotiche sono pochissimi.
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St-Ll-A ROTITRA 'IHAt:lllATlCA !)l tJNA LDROllo<:FROSf
BUTlli nel suo studio del1926 ne ha. raccolte 46 osservazioni. Recentemente ne ha pubblicati altri due casi LEPOUTRE ed altri ne sono stati resi noti da SCHMIDT, ERMANN, LE CoMT, RESOH1 IsCHUGAJEFF, REHBEIN, LAZARUS1 :àlAGOUN, CASTANO, PIZZAGALLI. Le complicazioni traumatiche della idronefrosi sono osservate nella maggior parte nei giova,ni. Secondo una statistica di BUTIN: in 7 casi si trattava di ra-gazzi sotto il lO anni; in 17 casi di giovani dai 10 anni ai 30; in 17 casi di adulti dai 30 ai 50 anni; mentre al di là dei 50 anni ne viene riferito solta,nto un caso in un uomo di 65 anni. Non mancano casi nei quali la rottura non era stata preceduta da un trauma vero e proprio, o comunque esso era stato del tutto insignificante, sproporzionato al danno derivatone. È avvenuto anche in un caso di BABITzKI, in uno di BLOOH e in uno di LEOOMTE, che pur non essendo preesistito alcun trau.ma e senza, che esistessero cause a,pp·rezzabili della avvenuta emorragia si fossero trovate sacche idronefrotiche con abbondanti raccolte ematiche perirenali, e intrarenali. Questi casi devono essere conosciuti perchè possono trarre in errore circa la loro valutazione patogenetica in quanto l'emorraggia spontanea e non traumatica è eertamente di difficile interpretazione. Sono tutta,via bene conosciute le ematurie che possono svilupparsi nelle idronefrosi in rapporto a fatti congestizi dovuti a brusche sovradistensioni della sacca per cui si ha rottura specialmente dei vasellini del corion della mucosa del !bacinetto o dei calici, come ha. dimostrat-o RIGHETTI. Alla stessa guisa, e sempre con lo stesso meccanismo, è da pensare si possano determinare ematomi perirenali in portatori di sacche idronefrotiche. Infatti, date le comunicazioni che per mezzo delle vene capsulari corrono tra la circolazione del rene e quellla dei suoi involucri, le variazioni di circolo che si verificano in esso rene si ripercuotono facilmente nelle sue capsule avvolgenti e ciò tanto più nei reni idronefrotici i quali, come si sa, pre11entano una ricchissima rete vasale capsulare. Pertanto se in un rene idronefrotico si determinano, o improvvisamente si aggravano, fatti di sta~i sanguigna e urinaria, si avvera.no le condir.ioni più propizie alla formazione di emorragie, tanto nella sacca uronefrotica (idronefrosi ematurica) quanto all'esterno del rene (emorra-gie perirenali) (ÙEOOAitELLI). Ecco pertanto come un trauma anche minimo, può spiegare il verifica,rsi di complicazioni emorragiche nell'ambito di sacche idronefrotiche. Ma oltre a.i fatti emorragici sono state descritte, sempre per traumi minimi, vere e proprie rotture di sacche idronefrotiche. OARSLOW, :i)Ium, TAnoit avrebbero osservato rottura di sacche idronefrotiche in seguito a \Omito. Nel caso di reni idronefrotici le condizioni anatomiche e fisiche dell'organo sono differenti da quelle del rene normale e perciò anche il meccanismo di rottura è diverso. Queste differenze sono dovute: a) alla quantità di liquido contenuto nell'interno dell'organo, che può raggiungere delle quantità enormi & avere tensione diversa a seconda che si tratt.a di idronefrosi chiuse o aperte;
SULLA RO'.M'URA TRACMATICA DI ttNA IDRO~EFRO~l
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b) allo spessore della sacca idronefrotica, che ta.volta è di pochi millimetri, mentre altre volte lo spessore del parenchima è ancora cospicuo essendo l'ectasia prevalentemente a carico del bacinetto; o) alle &derenze che la sacca ha contratto coi tessuti circostanti, sia in ragione del suo volume, sia per fatti di perinefrite, onde le sue possibilità di movimento sono divenute nulle o assolutamente minime. Pertanto nei traumatismi diretti, come quello verifìcatosi nel nostro caso, la rottura della sacca è facilmente spiegabile. Per poco che la sa~ca idronefrotica sia voluminosa l'agente del traumatismo la comprimerà contro il piano scheletrico costo-vertebrale, se la potenza è applicata nella faccia anteriore o laterale, e la rottura sarà tanto più facile qualora il corpo contundente abbia superficie ristretta. La lacerazione, nel nostro ca-so, avvenne nel polo inferiore della sa~ca, che non è la sede più frequente, giacchè su 24 casi della letteratura la lacerazione si trovava 9 volte sulla faccia anteriore, 4 su quella posteriore e 2 su quella laterale, mentre 4 volte si trovava sul polo superiore e 5 su quello inferiore. Quando la lesione giunge a interessare lo spessore della parete si possono avere due eventualità: . a) lacerazioni incomplete; b) lacerazioni complete Nelle lacerazioni incomplete la parete non è interessata~ tutto spessore e perciò non si verifica spandimento del liquido contenuto nella sa~ca., nella atmosfera perirenale. Si avverano solamente fatti emorragici intra o e:x:tracavitari, cosl come si possono verificare per semplici contusioni senza la.cerazione, ma assai più gravi. D sangue, raccogliendosi nella cavità idronefrotica ne aumenta la. tensione, si forma una emouronefrosi di cui si può avere notizia, se, essendo l'uretere pervio, si ha ematuria. Appartengono a questa varietà le osservazioni di MA.ruoN, .À.IMES e DELORD e una di LEPOUTRE. È bene notare che in simili casi l'ematuria può essere abbondante o invece mancare del tutto, oppure, se si era verificata in un primo momento, può interrompersi bruscamente. Il sangue che si raccoglie nell'interno della sacca idronefrotica può aumentare tanto la tensione del liquido, da provocare una congestione della sacca che a sua volta alimenta la emorragia. Se invece la idronefrosi è chiusa, o se il sangue coagula ed embolizza l'uretere, l'ematuria può mancare o interrompersi se si era manifestata 1m bito dopo il trauma. Qualora invece si avveri una emorragia. all'.esterno, cioè nella atmosfera della sacca, la raccolta ematica perirenale, non può avere particolare importanza se non perchè nella sede dell'ematoma si forma un tessuto di cicatrice ca.pace di provocare, se già uon esistevano, devia-zioni del corso dell'uretere con aumento delle difficoltà di svuotamento della sacca uronefrotica. Queste nozioni sono importanti a conoscersi perchè danno ragione delle cosi dette rotture in due tempi delle idronefrosi. In seguito a contusione semplice della sacca idronefrotica o a lacerazione incompleta della sua parete, si può verificare appunto una ematonefrosi con aumento notevole della pressione endocavitaria per cui, in un
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:Sl; LLA ROTTU RA TR.~UlfATICA DI U :-<A IDRO)<'EFROSI
secondo tempo, per una causa minima o anche senza causa apparente, il punto dove la parete fu lesa, cede, si lacer:a e il liquido si spa.nde nei tessuti perirenali. Invece nelle rotture complete della parete il liquido urinoso si spande bruscamente nell'atmosfera renate insieme a sangue, che in parte pnò fuoruscire p~r l'uretere. A parte lo spandimento urinoso, la gravita della lesione è in rapporto anche alla emorragia la quale può essere abbondantissima, se la lacerazione interessa il parenchima, meno abbondant·e se interessa il bacinetto. Importantissimo è il comportamento del peritoneo che si trova in corrispondenza, talora aderente, alla sacca idronefrotica, e che diverse volte fu trovato lacerato, come nei casi di SIMoN, SUTER, WrLLAMPE, SPENOER, THO)IPSON, e altri, e cioè 7 volte su 46 casi secondo LEPOUTRE. Date le aderenze che esistono tra le grosse sacche idronefrotiche e il peritoneo posteriore è facile comprendere il meccanismo e la frequenza della sua lacerazione, come la gravita del tutto eccezionale della lesione. Il caso riferito ha presentato la sintomatologia cla' sica delle rotture di idronefrosi per trauma diretto. Ma esistono naturalmente delle difierenze secondo lo stato anatomico della lesione, così come esistono nelle contusioni di reni sani. Il trauma è seguito sempre da dolore talora vivissimo sulla regione rena.le, da nausee, vomiti e nelle forme più gravi da fenomeni di schoc. Questi sintomi qualche volta lentamente si attenuano, qualche altra invece dopo un periodo di so.s ta ricompaiono più violenti; altre volte infine i disturbi divengono progressivamente sempre più gravi. Se si esamina l'infermo subito dopo il trauma, si rileva un netto contrasto tra l'addome ancora ben trattabile, indolente e il fianco dolentissimo, contrat.to, tanto da non permettere alcun rilievo, che invece di solito diventa possibile dopo qualche ora. (Jiò che richiama l'attenzione e costituisce un sintomo decisivo, è l'ematuria la quale di solito compare subito dopo il trauma, alla prima minzione, ma può comparire anche un po' piil tardi e a.nche mancare, o infine essere in,termittente. La stessa cosa avviene anche nelle contusioni renali semplici ma. con questa differenza che qui la. ematuria. si ha. a..lmeno nel95 % dei casi, mentre nei traumi delle idronefrosi si ha. nel 50 %. La ragione deve ricercarsi nel fatto o che nelle contusioni di sacche idronefrotiche le conseguenze del trauma possono aumentare l'ostacolo che già incontra l'urina per giungere in vescica, oppure che il trauma può avere colpito una idronefrosi chiusa. Dopo qualche ora dal trauma l'ispezione e la palpazione danno sintomi molto caratteristici: il fianco è aumentato di volume, t-alora in maniera. cospicua, e la tumefazione può estendersi anteriormente fino a sollevare l"ipocondrio e tutto lo spazio costo-iliaco e modificare anche l'aspetto della regione inguinale. La palpazione fa rilevare una resistenza a limit i indistinti, dolente, fortemente elastica, qualche volta fluttuante, a sede retrocoliea, mentre il resto dell'ambito addominale rimane ben. trattabile. Il rilievo di una raccolta liquida formatosi rapidamente può indurre a pensare veramente alla
S ULLA .KOTTU11A TUAmi.-'-'l'ICA DI UNA IDRO.t.""EFROSI
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rottura di una sacca. idronefrotica anzichè di un rene sano perchè, come si sa fino dalle classiche esperi-enze di ToUFFIER, spandimento di urine nell'atmosfera rena.le nelle contusioni del rene si verifica solamente se è avvenuta rottura del bacinetto o di calici; raccolta di sa.ngue misto od urina, che potrà originare una pseudoidronefrosi. Per il resto i rilievi o'bbiettivi locali sono identici a quelli della contusione renale e cosi quelli generali, tra i quali dobbiamo tener conto dello schoc e della anemia acuta che può diventare allarmante, sia per il sangue emesso con le urine, sia per quello che si versa nell'atmosfera renale. Molto importanti sono i dati a carico dell'addome, di cui diremo più avanti. Per quanto si riferisce al quadro clinico, sono state distinte diverse forme cliniche di questi traumi su sacche idronefrotiche, forme che LEPOU· T.B.E riporta a tre. a) In una si hanno i sintomi classici della contusione del rene (dolore violento al fianco, schoc, tumefaz'ione lombare, ematuria). Le altre due forme sarebbero invece tipiche per i traumi delle idronefrosi e di queste: b) Una (Uroema.tonefrosi) comprenderebbe quei casi nei quali dopo il trauma si osservò un aumento rapido del volume del rene dovuto al fatto che il sangue raccoltosi nella cavità idronefrotica, incompletamente rott a o semplicemente contusa, ne accelerò la distensione. c) Una terza forma è caratterizzata da sintomi peritoneali. Fin dal momento del trauma il peritoneo può reagire vivacemente e l'addome non essere trattabile come nei casi comuni, ma apparire teso e dolente più specialmente dalla parte del lato colpito. Può essersi anche verificata la rottura del peritoneo parietale insieme a 1·ottura della sacca. Ma più spesso i sintomi peritoneali compaiono più tardi quando sangue o sangue misto ~>d urina si sono r accolti in tale quantità che la sierosa risulta largamente infiltrata e scollata. La rottura della 'sacca idronefrotica in cavità peritoneale sarebbe ca· r atterizzata dal fatto che tutto l'addome si fa subito dolente, teso; l'alvo è chiuso, il vomito insistente, tanto che se manca ematuria è facile pensare alla lesione di visceri intraddominali e specialmente dell'intestino. Oasi simili sono stati osservati da LEFEBURE, GoLM, Von HAECKER, REnHECKE, HARRIGAN, :MACALPINE.
A questa si può aggiungere una quarta forma caratterizzat a dalla Rottura in d·ue tempi. In questi casi dopo il trauma si possono avere sintomi di ematonefrosi e in un secondo tempo, per rottura della sacca che non resiste a.1la distensione, sintomi di rottura con diffusione del liquido nell'atmosfera perirenale. Dal punto di vista pratico dobbiamo ora domandarci: È possibile diagnosticare la. lesione~ Quale sarà la condotta da tenere una volta diagnosticata' Se la presenza della idronefrosi era stata a~certat a prima del traumatismo è possibile porre una dia.gnosi precisa. Ma questa evenienza è rara specialmente se si tratta di idronefrosi piccole. Se l'esame praticato per una contusione al fianco fa rilevare subito dopo una grossa tumefazione passata inosservata fino allora, si può sospet-
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StiLLA ROT'l'UJtA TRAUMATICA Dl UNA IDRl)::o<EFROSl
tare la presenza di idronefrosi che il trauma ha contuso e aggravata, e ciò tanto più se si ebbe ematuria. È l'ematuria che di solito costituisce la spia. della lesione. Un esame semplice ci permetterà di stabilire la sede del sa.nguinamento che qualche volta venne attribuito a rottura della vescica. ' Insieme all'ematuria. i fenomeni di anemia acuta e la tumefazione lombare permettono di fare diagnosi di contusione renale. Ma quando la reazione peritoneale è violenta, con addome meteorico, t.eso, dolente, alvo chiuso, quando cioè si ha rottura della sacca con il quadro clinico della forma peritoneale, lo scambio con una lesiotre intraddominale è più c.he giustificato, almeno in quei casi - e son circa la metà- nei quali non si ebbe ematuria. In tutti i casi, la pielografia., potrà dare utili risultati. Se il pielogra.IXlill& risulta normale o poco alterat o dovremmo ammettere una contusione semplice, se il bacinetto e i calici sono dilatati la preesistenza di una idronefrosi sarà e vidente. Però si potrà essere tratt.i in inganno se la contusione di un rene ha prodotto rottura dei calici o del bacinetto; in tal caso liquido opaco fuoriuscendo per le lacerazioni della pelvi può dar luogo a immagini false, interpretabili come saccocce estasiche. La ricerca d'altronde può essere utilizzata per stabilire contemporaneamente la presenza e la funzione del rene adelfo. Perciò non è vero, come dice LEPOUTRE, che si può fare diagnosi di rottura di idronefrosi soltanto se esami precedent i ci avevano rilevato la presenza del processo morboso, e che il più delle volte dobbiamo contentarci della diagnosi di contusione renale o di pseudoidronefrosi oppure, se la reazione peritoneale è violenta, di cont usione addominale, percbè la pielografia. può JP6rmettere di fare una diagnosi precisa. Del resto anche nella incertezza diagnostica, nel dubbio di avere a che fare con una contusione addominale, si impone egualment,e l'intervento. Non sarà grave danno se la laparotomia risulterà solamente esplorativa; attraverso alla breccia. laparotomica si potrà accertare, oltre che la diagnosi, la presenza del rene indenne per cui si potrà agire liberamente su quello leso. Nel caso riferito non si ebbe nessuna grave r eazione peritonea.le, nonostante lo spandimento di urina sul tessuto perirenale, e si intervenne perehè i disturbi andavano aumentando coll'accrescersi della raccolt a e si delineavano sintomi di anemia acuta che potevano diventare minacciosi per una ulteriore attesa. Per ciò t ralasciammo ulteriori ricerche d'alt.ronde non innocue date le gravi condizioni del ferito. Si deve sempre ~tervenire in questi feritit e con quali moda.litàt Due sono i motivi che possono far differire l'intervento. 1o quando si abbia. una rapida remissione d~i disturbi, segno evi<lcnte che la. contusione fu lieve e la rottura incompleta; 2a quando esiste choc e ~i ha. ragione per credere che l'intervento non sarebbe tollerato. Tranne il caso di rott ura contemporanea. del peritoneo parietale e span<limento d~ liquido in cavità, di solito si può attendere a seconda
S U LLA ROlTURA TUA.UMATIC.o\ DI t':-JA
TORO~i::F.fHl'; I
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dei casi qualche ora. o qualche giorno, per interwnire una. volta suP<'rato lo choc. n trattamento in caso di rottura della sacca o di ema.tonefrosi non può essere ohe la nefrectomia per via lombare. La quale si può eseguire anche se non si hanno precise notizie sullo stato dell'aUro rene, nei casi in cui nonostante la idronefrosi del lato colpito, l'individuo stava bene. D'altronde molte volte una cura. conservativa è assolutamente impossibile per le gravi lacerazioni della parete della sacca, ma è ovvio ohe se l'altro rene manca o ha una funzione estremamente ridotta, sarà giocoforza tentare di salvare quello traumatizzato eseguendo una nefrotomia. Si è detto che l'organo da noi estirpato benchè idronefrotico poteva considerarsi tutt'ora caJ?ace di svolgere una ct'rta attività, devoluta a residui parenchimali, nei quali il costituente secretore ed eliminatore fu potuto nettamente individualizzar'6. Ciò non è indifferente agli effetti della valutazione concret.ata dal Collegio con l'assegnamento della 5• categoria di pensione al militare Bianchi Saverio. Se infatti ci fossimo trovati di fronte ad una sacca idronefrotica spinta ai gradi estremi, nella quale qualunque parcella funzionante fosse stata p'6rduta, per essersi l'organo trasformato in una sacca urinosa circoscritta da tessuto connettivo, è certo che il danno da valutare sarebbe stato irrilevante, in quanto nessuna minorazione anatomica o funzionale sarebbe derivata al Bianchi Saverio per la perdita di un organo inadatto a qualsiasi specifica funzione: se mai dovrebbe dirsi che l'infortunio, in questo caso, si sarebbe risolto in un episodio di fortuna, poichè avrebbe esso stesso determinato l'occasione dell'intervento eliminatore di nn pericolo potenziai<>. Ma nel caso nostro, come si disse, non si può parlare di caput morlum, destituit.o da ogni funzione, poichè il rene che fu esportato: lo ripetiamo, se è vero clie era. idronefrotico, presentava, sopratutto al suo lobo inferiore~ zone di parenchima risparmiato e funzionante. Quale sia stata la misura di que$ta funzione, in qual grado l'organismo del soldato l'abbia utilizzata., non è possibile poter determinare. Ma sta di fatto che il Bianchi attendeva regolarmente ad ogni servizio, non escluso quello di fatica, e che mai si ~ra. lagnato di sofferenze o di disfunzioni nel suo apparato urinario. Ciò autorizza ad ammettere che una funzion~ coadiuvantE> di una certa importanza residua.va tuttora. in quel rene in ;via di atrofizza.rRi ed è anziaritenE>re che le zone residue vicariassero ad,e gnatamente nello stesso organo quelle distnttte, allo stf.'sso modo che allo stato attuale il rene sup<>rstite vicaria Ja funzione- del rene estirpato. Con l'assegnamento della rsa categoria di pensione il Collegio Medico ha riconosciuto questa importante circostanza. valutando il danno oome equivalente alla perdita totale di un rene sano. Si domanda se questa fu una valutazione equa, ovvero una valutazione ad abundantiam. Noi non esitiamo ad afforma:re che la valutazione fu equa, basandoci anche su considerazioni analo~iche dPFmmibili da.Ua prnssi della infortunistica civile ed obbligatoria. Vero è che, secondo le leggi per la assicnrazione contro gli infortuni dlel lavoro, non si i'a luogo a valutazioni di concause pre<>sistenti, ed il danno viene indennizzR.to integralmente
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8t: LLA R C'!Tl:RA TRAv MA'rl("A DJ t ' ;):A IDRO:s"EFR OSI
anche se conc-crsero, per la sua attuazione, deme-nti concorrenti pree:>istenti o sopravvenuti; mentre è vero per converso che l'art. 18 del Regio decreto 15 aprile 1928, n. 1024 stabilisce dovere la causa el!sere unica, immediata c diretta. Ma chi può dire fin dove arrivava l'attività vicariante del parenchima superstite del rene traumatizzatot Chi può valutarne la potenzialità compensatrice, se è vero che la natura stessa non <'onsente circoscrizioni e limitazioni! Nel caso nostro, noi sappiamo solo che il soldato prima d'infortunarsi, godeva integre tutte le sue attività funzionali, ivi compresa quella urinaria.; agli effetti della vita vegatativa e di relazione, egli si doveva quindi considerare funzionalmente normale in ogni settore. A un certo momento è intervenuto un fatto violento, il quale ha rotto questa normalità, ha sconvolto questo equilibrio, ponendo il Bianchi in condizioni di dovere adattarsi a vivere con un solo rene, il quale è chiamato a rispondere da solo alle esigenze richieste. a tutto il sistema uropoietico; ba determinato in definitiva il pericolo che incombe su chi, essendo fornito di organi pari, è costretto a utilizzarne uno solo. Egli è qtùndi oggi in equilibrio instabile, nò è possibile dire st>, come e quando quE>sto si possa rompere; per questo deve considerarsi un minorato permanente, un inabile al servizio militare, mentre prima del fatto violento e per tutti i 22 anni della sua vita, aveva atteso alle sue ordinarie occupazioni, comt' un uomo normale, e del servizio militare ('gli aveva risposto a tutt.i gli obblighi come ogni altro militare sano e normale: a questa stregua è giusto che egli sia quindi indennizzato per una equa corrispondenza fra doYeri e diritti. li caso descritto ci porta COSÌ a CODI!iderazioni utilizzabili, Oltre che nel campo della. iniortlmistica civile obbligatoria, anche nella pr,.ssi del servizio militare. Nel sistema di valutazione del danno emergente dagli infortuni del lavoro non è infatti all'organo che si deve guardare per effettuare nn sistema di valutazione, bensì alla funzione da esso disimpegnat.a. Cosi il monocolo, che perde l 'occhio superstite, viene indennizzato non per l'occhio che perde, ma per tut.t,a la funzione visiYa che viene a perdere. In base alla legge che regola il S(~rvizio del R. E sercito e che abbiamo qui sopra richiamato, sembrerebbe che tale sistema valutativo non pot esse applicarsi nel caso dE>gli infortuni che avvengano sotto le armi. Eppure vi sono dei casi, nei quali si devono sovrapporre i due sistemi di applicazione; per esempio il caso che abbiamo descritto. Ove infatti il calcio avesse colpito il rene sano del Bianchi, provocando la soppressione della funzione urinaria e quindi la morte, si sarebbe indennizzato la em.iftmzione renale, equivalente alla perdita di un rene, ovvero tutta la f11Uzione renale devoluta all'unico rene superstite, e quindi la vita! Non v'ha dubbio che l'indennizzo in questo caso sarebbe stato effettuato in riferimento alla morte e non alla perdita di un solo rene: come per il monocolo suddetto. Ed allora! analogamente, per il caso che abbiamo trattato, l'ind(•nnizzo non si deve rivolgere alla quota più o meno risparmiata. del parenchina renale su}J('rstite nel rene idronefrotico, di cui non era possibile consostanziare l'attività funzionale, ma a tutto il rene scomparso, poiohè
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:mette con qu<'sto r<>;;iduo funzion<\1<' tutte lt' a t ti '•ità or~a.nif' h e e l 'at t itndin(• a l ;;crvizin dt•l Bianchi si svolg(•vano in perfptta. armonia<' in completa efficit>nzfb. A' l'l ~tato a H tt<tiP il Bianchi è invN.:e un minorai o per as portazion ~' di Ull f<'nP, ~cl t) pPl'CÌÒ g"ÌH'ItÌfti~;L t<L fa 5 1~ c <ttPg'Ol'Ìa di ('lf'nSiOUC1 CUC ÌllÙCllnizza la. pE-rdita eU qu<>xt'org;LJlO (*). RtASSU:-ITù. L'aut.or·e C'f< [)Ono il " ttso eli unA. f(n:m a tipica. di rottura di sacc(l. idronnfwtiC!\ t~t• r t nHtml. dirt•tto c pn•nilfl •ugom ·' ut.o p(> r ltt tmttaz.ioue di qul':<ta intt:lr e;;-,Rnt(' e rard IH:; iow·, f.t cond o Ht'guire co ns id<·r·uzioni eli ord in1' m eri ico· l<'ga le . Hi t"offonu'l. a con-;idr•mr'<' i l quHd ro e li n i<·o dd In. h'siont' C'h<' tu lora può prese ntare tlifficoltt\ di >lgnost ic h<', insormonta bili, fnc•·ndo pr••;;cnt.c• che tmnue ecce zioni vc n\m 1nto tr,t'lCur·,thili, l'intflrw·nto c hinrrgieo don·•'t l'i'<!W r·e In. r·1•g-o la. Cir·cn. ht ca t egoria (5n) di rw n-;iouc aR,;c•gna t <l. d :d ('oiJegio m t'dico 11ff<•nmL che la vùluta.zione dP I d ù iUlO fu <'qua, b(\Htuulo-<i s u t·ili!'vi arttttom o-pn t olog ici d PJI'org mo a><por tttto, o :<u eon <id nr·nzioni utilizznbili. o ltrf' clw nt·l r :lmpo d e lla infortunis ticl\. civ i lo obbl ig<tt.orin, anc lw m• l h prn>'>'Ì eh·· l >'t'tTizio mi liturt'.
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LAZARUS
(*) A quC'sti rig unrdi ri chiamifuno il le tto r·p nllo s t.udi o di G. PrsE!oo<TI su Il danno dei ne/recl.orni.zzcui e i criteri per l" swt val11tn:::ione, nppAr80 s ul n. 5- 6, 1933 d ella « Ra-<sf'gna rleiiA. previdenza soci ah' n o recen;;i to nd fasc icolo di fe bbraio c. a.. di questo giornale (n. d. r. ). 5 -
Giornale di medicina 1n.ili taTe.
OSPEDALE MILITARE DI MILANO Direttore : colonnello medico C. J ANNIZZO'r.ro REPARTO NEURo-PSIOlflATRICO
SOPU-Uft . fi!O DI DIIBETf'1ISIPIDO 600110 [OLLI RI[BitfnJEII <·> Prof. Carlo Rizzo, primo capitano medico, capo reparto
Per diabete insipido (d. i.) s'intende un disturbo del ricambio idrosalino caratterizzato da una eccessiva eliminazione di urina sprovvista. di elementi patologici, a peso specifico còstantemente basso. indipendente dalla quantità dei liquidi ingeriti. Tale dis~urbo è quasi sempre l'espressione di un patimento (in senso deficitario) di quella importantissima regione neuro-ormonica posta sul pavimento del III ventricolo, che comprende la postipoftsi (porzione intermedia + lobo ipoftsario posteriore) ed il tubercolo cinereo {1). La moderna ~erapia. di quest 'affezione dispone di numerosi ed effioa~i presidi, fra i qua.li i più comunemente usati sono i seguenti: 1 o l'opoterapia pituitrinica (utilissima sempre, ma - purtroppoquasi eaclnaivamente in modo transitorio, dato che la pituitrina somministrata Bi limita. generalmen te ad un'azione sostitutrice e non stimol4trice rispetto all'ormone post-ipofisario di cui gli infermi difettano; cosicohè, allorquando Bi voglia. ricorrere alla medicazione ipofisa.ria necessita. istituire un trattamento continuativo, con qualche iniezione giornaliera. d'estratto o inalazione di polvere postipofisaria); 2o la somministrazione di insulina o di diuretici mercuriali -tipo novasurol - di cui si ignora tuttavia con esattezza il modo d'azione, ma che talvolta han dato favorevolissimi risultati su d. i. anche inveterati e persino più o meno ribelli al trattamento ipofisa.rio; 3o la radioterapia. della regione ipofisaria, mediante uno o più cicli d'irradiazioni attraverso ad almeno tre porte d 'entrata: temporali e frontale; · 4o l'intervento chirurgico (che si impone nel ca-so di tmnori cosidetti radio-resistenti, in cui - inoltre - la sindrome insipida rappresenta solo uno dei molti fenomeni morbosi minaccianti la vita dell'infermoh 5o la cura antiluetica, in tutti i casi ad etiologia sifilitica. Accanto a questi più noti ed usati ausilii terapcutici di cui il clinico oggi dispone di fronte ad un caso di d. i., credo opportuno accennare ~d un altro rimedio - non ormonico, non farmaceutico, non basato su azioni irra,dianti o demolitrici, che sembra astrarre dalla. eziologia dell'affezione ed il cui meccanismo curativo è tuttora alquanto discusso - del quale ho potuto confermare recentemente la ra.dicale efficacia. Intendo parlare della ra-chicentesi. (•) Questa ntemorlo. è stata p resentato. il 2 apr lle o. a. (n . d. r .). (l) Chi volesse maggiori particolari Intorno alla patagonest del d, l, può oonauJtare., tra l'alt.ro. una mia pubblicazione del 11130 o Il plìl l'C~'<lntc volume sul ricambio Idrico do! Villa. (v. blbUogra&.).
SOPRA UN CASO DI DIABETE L"'<SIPIDO ECC.
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L'HERRIOK fu il primo ad osservare (nell912) i benefici effetti di questo trattamento in un suo caso, nel quale la poliuria scese da circa IO litri a meno di 2 litri in seguito alla. sottrazione di 5 cc. di liquido cefalo-r~hi diano mediante puntura lombare. Successivamente il GRAHAM otteneva, col medesimo trattamento, l'immediata normalizzazione di nn grave d. i. (ridotto da.12 a 2 litri); ed uguali benefizi sorprendenti vennero, poi, constatati dal CAMMIDGE (che potè seguire il suo guarito per sei anni), da CHRISTIE e STEWART (in cui trattavasi di un caso ad inizio acuto, in probabile rapporto con una lesione encefalica, avente una poliuria di 12 litri, che anche qui tornò alla norma. e definitivamente), dal TuoKER (guarigione immediata e radicale, mercè la sottrazione di 8 cc. di liquor spinale, di un d. i. insorto sei mesi prima., in seguito ad u.n episodio influenzale), e dal WORMS (la cui osservazione riguardava un d. i. post-traumatico). In altri e più numerosi casi - quali quelli del MAR~ON (cit. dal RAVINA), di MIOH.A.un, LAMAOHE e POULET e di LJIEUUTTE, BoLLA.OK e DELABOS - la. poliuria venne ridotta dalla rachicentesi solo parzialmente o temporaneamente. In altri casi, infine, come in quello recentissimo del CIPOLLINO, la rachicentesi era stata associata ad altri rimedi fisici o farmacologici, si, che, qui, è impossibile dire se e quanto la puntura lombare abbia contribuito di per sè alla guarigione o a.l miglioramento degli infermi. Escludendo, dunque, questi casi, ed escludendo, del pari, le precedenti osservazioni registranti risultati solamente parziali o non definitivi, restano - dallo spoglio della. letteratura, che ritengo di aver fatto con sufficiente diligenza - 6 osservazioni (HERRIOK, GRA.RAM, CAMMIDGE, CRHISTIE e STEWART, TUOKER, WORMS) le quali mostrano, con tutta evidenza., come, in qualche ea.so- e, per verità, rarissimo, se si pensa che le osservazioni di d. i. ricorrono abbastanza frequentemente nella. letteratura e sono abitualmente corredat-e dalla puntura lombare - la rachicentesi rappresenti nn semplice o preziosissimo sussidio terapeutico, atto a fare scomparire radicalmente l'affezione poliurica. Queste considerazioni d 'ordine pratico, principalmente, mi inducono a render nota. un'osservazione personale di d. i genuino e primitivo, guarito esclusivamente con una. puntura lombare, e nel quale la guarigione clinica. persiste dopo oltre quattro mesi dall'intervento terapeutico. B. Gabriele, caporale del 40 reggimento artiglieria. pesante, nato ad Albano La.zia.le (Roma.), il 31 agosto 1912. Gentilizio completamente negativo: genitori e fratelli viventi e sani; la madre non ebbe mai aborti; nessuno degli a.':lcendenti e dei collaterali h& mai sofferto per quanto con.<Jti al soggetto - di poliuria., nè di altre gravi malattie del ricambio. AnamneBi peracmale. Nato a termine e a.llatta.to al se no m aterno, l'inferno non ha. sofferto, in precedenza., di malattie degne di nota, se si eccettuin o le comuni forme esantematiche dell'infanzia. N ega, in particolare, blenorragia. e lues. È discreto m angiatore; modico bevitore e fumatore. Prima della. chiamata. alle armi esercì ta.va. il mestiere di ortolano in proprio. Alle anni dal 4 marzo 1933, ha sempre prestato regolare sorvizio senza. accusare particolari disturbi fino all'insorgenza. della malattia. 1\ttua.le. Questa. cominciò verso il 20 ottobre 1933, senza. alcuna. causa. appre zzabile (nessun episodio t.ossinfettivo o perfrigerante o traumatico, in particolare ), ed era ~micaJnente caratte rizzata. da un inconsue to stimolo ad urinaro frequentemente,
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SOPHA IJN CASO DI J:1iABE'rF: I;-.fS JPIDO ECC'.
d 11, un a um:mto qu cm t ittttivo Ò.t' lln diuresi e da un impa llidimcnt.o d e l colore d~lle urine. Ino ltr·e. le min:doni Prano a nche alquanto do lo rose in corrispondenza d eU'u· r f't r·a. P or tali fa.ni l' infC'I'mo ,.; com;ultò col m Nlico dr~· l corpo e questi - previo un br·evo p t> riodo di osse r\·azione a ll' i nf~·rmer·ia r·•'ggimenta le - inviò il sogget.to in eum prc:;.~o l'ospPd n le milita re di Mi la no con dingu osi di" Ci:;;tit,c (?) ~. Ingr·os.c;o in 0=-(Wd>rll' il 27 ottobre. As..:;.•gnnzione a l I R cpnr·to m ed icina. Qui\·i non v('nno riscont rata. a.!cuna altt~ razionC' r1. car·ico dei vari org11ni ed apparati: in p~trtico la rP.. i ripetut i t>>*l mi d <' ll l' tll·ine e d e ll11 vP.scica urinaria studiata 11nche radio lo.c :icmmmte - furon o :owmpre n~g,tti\·i, se si eccPttui l'nbbondLHlZ!\ affat.t o anormah-' dl!lll' mine stt'.o.;:;e (la. cui lJHaut itìl gior•naliPr·a, ripetutom onte misum.tu, o~<cillb fra i 4000 Prl i 5050 C<'.) !'d il loro bas;;o p eso ;;pccifìco (into rno alh1 cifra eli 1008). Qunlc lw liP,·i;;simo ri n lzo t PtTnico (fi no a 370 3) interva llato da pe r·iod i più o m <' no lung hi eli completa apin•s.<;itt. Due ('p i;:odi di intensa ccfaiPtl serot in tt, JJ 6 novr·m bre 1933 l'infMrno \'iPne tmsfNit.o nc•l H.C"pa.rto nc umlogi co. Ri'!AME oon::·rTI\' 0 . Soggf'l.to vPntun!>nrw, di valiùn costituzione originaria, in buone condizioni d i nutrizion i'" di St.t uguificazione. Ril ievi ttntropomct.rici . Alk zza: in s tnzionr rrrttn, <'tn . 168; in tl<'cubito o1·izzontnJe . cm . 170. ::itntura s upe r·io t·<• (d a l vPrticc cPfalicoalln s infìRi pubica): cm. 83. Sta t.w·a inferiore (dal Il~ s infisi pubicu a li n. piant.a. Ct\.lcancm·c): cm. 87. Rapporto d el
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(frn. la statura superi ore e l'inforior't'): !~~ Cr·nndc npt'rturn d elle braccia:
cm. 176. P erimetro tomcico: cm . 91. P eRo (a d igi1mo): k~. 64.700. Cranio notma bnunte sviluppato; ra.pportì cmnio-fncc:ia lì r egolari. DentatUJ~\ sana. Cut.o ros!'a, li;:cia, sl'nza. not~ di a.t•id it.h.: muco;;r v is ibili norma lmènt.e sanglmificatC'. P a nni colo adiposo sottocut.Rnuo regolarmente s\·ìluppat.o. Mnscolatura t.onica e t rofìca . Null ,~ d ··gno d i nota ull'n.ppa ra to linfoghiandolart• p eriferico. Impia nto pil ifc ro r0go l ~tro; JPeli di colol'Ìto biondo-ro;;.c;iccio. Cal'ltttt• r·i ;:(•,;.<;tal. li primftt•i o f;C'condu ri norma lmen te svi lu pptt.ti. Modi ca ipcrtrofi1t tonsillu rl'. Lingua ro~ea. tPr &l. w11id a . N egntivo l'osam o d e l· l'appn.rat o Cltrdio.polmonar•t' p. d flg li or;.!>mi addominnli . All'eMme novrolo~~;ico s i m otto? l<Oitant.o in C'\·id Pnza un lieve torpore cie l rifiE>s.so fa.ringeo ~d una li Pvissimn.llsimmPt l·it~ d C"i r·i t~ rs.~i rotul ei (nlquRnto più vivace• il D.). Ana lisi d e lle uri nt' (29 o~toh rP 1933). D Nts itl\ = IOLO. Albtunina, g lucosio e p igm enti em tttici a>;SL•nti. Nel SP.dimen to: clenw nt.i nmorti, r a ri le ucoci t i ben con· SPrvati. qua lche crist.a llo di o!'l;:nlat.o di calcio. PrP;;.<;ione nrtf'riosa (npp:1recc·hio Vaquez-l\Iar e lli, m etodo ascoltator.io): .MX = 122 mm. H g .: mn = 4i'i mm. H g . P t·c:;...;ione Vl'nosa (alla m Nlia n A. has iliea; manom e t.ro Claucle): 120 m.m. acqun. E s:'tm e n1d iogmfico d e l c r·1tnio : n Pgn.tivo. Non s i n ota - in p a r·tìcola re nel<sun'altornzionc in conispondenztt d e lln regione dc iiH st•llu turca. D Econso CLINICO . L'inft•rnlo è rimn.;,t.o r·icovpmto n e l R <•parto n en ·ologico 53 giorni. u ;;ct'nuono g uarito il 29 •licPmbrP 1933. Tutto (JII('iltO t Pmpo può divid ersi !l(> ttmnelltP in duo pc•l'iodi. in b nsP nlla puntur·a lombare pntt.ica.ta il 30 no\·cmbre e eh<-. f'OTllt> s i è ttCCI'nnat.o p t·Pcf'.d~'ntomNttP , pr•odus.qe la scomptwsa d PI d . i. Nl•l pt·imo P\'r iodo, dopo qw\lchu giorn o tli ri.cP r·chc Yo.r ie - clin.ichc E' paracliniche - s'in iziò un si><tem •l.tìco controllo onuio. diurno e notturno. de ll!:' \trino e m ·)>;:'l(l e d c i liquidi iugoriti. e ;;i g-iun»c cosi <t !ltabilirf' in bn;:;e a ll'an ttlisi d c i dati r accolti in 21 gir>rni - c ho il soggptr.o. u rinnvu, in m cd in, cc. 5080 e che beveva , in m odia . cc. 1467 al g io r·no . i:>cmpr'•' in questo p~riodo, il rapporto f 1·11 la ditll'!o'Si no t turna e la diuresi t.otn lc fu di 32 n 100 ((:o nsidc l'n.ndo nott.nrna l'urina cm <'SSI:I fra le ore 20 - esclus" - e le ore 8 - inc ltt>lt'). :Sta bilito, coilì, con una notevole appros.«ima zion('. il bila n cio idrico dc ll'inf<'rmo, si pr·oot~dett.c - il :30 110\'NUbre - alla su a pun t ura. lomba r0, [A, qua lo av re bbe dovuto ntppr·ust>nta.re la prima di una serie di ricerche intN;!:' a studi:u c pitr p<H·tico. la reggin.tamont.o P int inmment.c i l ri cn.mbio idro-salino (ron a le , ema t ico. tis.~ulare) d e l nostro soggetto: m a con wu1. ce rt.tt sorpresa - g ustificata dalla Pstrerot.t Ta ri tà de1 fatto - s i con~<tntò ch o in seguito a lla r·aohie0ntesi tont.o la polinria, quan to la modica polidipsia P l 'l:lllO scomparse.
SOP!tA IJ~ CASO OI
OIABET~:
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J~CC .
CotPsta scomparsa, c lw si ha. mg iono eli ritt'nc-r e dPiìnit.ivn. dnttl lasun !){'r·si· s te nZJt.. appare doCiuuPnt.rct·f\ c hinrnm!"n t<• d>d hilnncio idrico d,•ll'inftlrmo, stabili to nel modo anziclc•t.to pt•r In < lu mi!~ di :!4 giorn i dopo l>t m c hi <·••nt•·:>i . L 'unn lisi d e i dati racco lt i fì.ssa. in rnL'dia. 11 r e . LJ .n lit. qrr;UJtih\ di uri m' t'lrw ><s•· Pd 11 t·c . !i!.l3 la qu<~n· titàd i Jicptidi inge- riti n1•ll•• 2-I M I' . L n. diun•si n o ttr lt'll<tf<t>\ Hlln d iur;•si totu k nd mp· porto app ross imtt.tivo d i 22 a. 100. L a tig. l dh la dimostnr:zionr' ~nlfirm d;oll'>\ndHJnt•nt.o d<' ll n di u rN;i P d t• l bt>rC' n e l p è1·io• lo prtx·r·tll•nto ,.d in qrwllo ,.;r acc•·,._-;i ,·o ulla puut lll'll lnmbn a·~· cl..! 30 non:mbre, lo. cui Pfficacin. nppa r·(• con f•:r"lrutl>t ant.:l 1l' d ngli f'l<>lllli di la bomt or·iu pmticn t i s ulle l
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n•·inC' d o! ~o!;!gPt.to po,;t r l'i rwnwntc >\ tul(• dutn. Anch r l'nncl!lmf'nto ~X i om:l l i f'ro clf' lla diun•>: i !'Ì modificò ,;f'n s ibilrno• ntP in S<',I!'Hito nlln pnntum Jomb>ll"f': difutti coJna a ppa rP dalla fig . 2 In ra chic•·nt rosi dt• l 30 n ovf'mbrP (N'•' . t J·a l'ultro, :>cOJ np>trire l ~ nict uria P::;i:;t.t>ntf'. in disc ri·to )!l'Il! lo . rwl p(•riodo pr·t•ced,•ni <'. Il 29 dicembt·e 1933 il Bogg,.tto Vf'JÙ \'ll dimE>sso cnn propo>'t >\ di l ict•nzn di convalescenza di gio mi 60. Allo scnd<' ro dl'llu licenzn. l'gli si r ipr••>:<·ntuvFt. in ospednl.e (Repart o nf'vrolog ico ) pPr .'l11hirf' un11o ,·isitn di controllo, la qruliP p r·mwttevu. di confc rm:'l.L'O In. porsì s tcnz,~ ta•• llll g1urr igiont' clinieA d e l d. i. p r'(•c:;i,.;tonte , tt d oltre quatt ro m esi di d istanz•.l. dnll'inte rvonto c urativo.
Per completare questa breve not<t, credo ncces::;;uio 15offerrnarmi u,lquanto su questi tre quoRiti: l 0 nel caso in questiono, si trattò realment e di un d. U 2° la rachicentcsi del 30 novembre rappresentò ,-eramcnte la causa cmativa~
3° è possibile s piègarne il meccanismo terapoutico ' Su tu,li quesiti è indispensa,bile una qua lche indagine allo scopo di e~:~c ludere, fra l'altro, che non siasi trattato di una polìdipsia fwnionale, gua.r ita con un meccanismo di suggestione.
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SOPRA UN CASO DI DIABETE 'INSIPWO E CC.
L - Per rispondere compiutamente al primo questito sarebbe stato opportuno raccogliere una serie completa di dati sul metabolismo idro-salino dell'infermo: il che non si potè fare percbè l'inizio delle mie ricerche (la puntura lombare) fece scomparire la forma morbosa incriminata. Ciononostante, vari elementi concorrono a dare la certezza che nel caso in questione siasi trattato di un reale d. i. e non di una polidipsia funzionale (credo inutile soft'ermarmi sulla possibilità che si tra.ttasse di una poliuria nefropatica, data l'integrità renaie accertata clinicamente e confermata con ripetuti r~ esami delle urine). l.:, r-- t::, Anzitutto abbiamo il t'>. ..,, l l · r -r · fatto che l'infermo urinava ~· _l assai più di quanto non bevesse (vedi figure), con un ll rapporto di circa 3,5 a l. _l Tutti gli .AA. concordano nel ritenere questo un segno caratteristico del d. i. Lt \ vero, che lo differenzia nett amente dalla polidipsia, ' l"\ ove, se il soggetto - per [' li ~ ~ 11 abnormi impulsi psicosici LI v od altro - ingerisce esage' ' l rate quantità di liquidi, ne l emette per le urine quasi la medesima quantità. Sembra ' accertato (SILBERMANN) tr- che talvolta, in segnito ad \,.. • •E !l D una prolungata polidipsia, IL questa possa determinare l' lL l1 1/ fl' tali modificazioni metabo, ' ' 'l l l liche da tra-sformarsi lentaIL t - +-· - ' mente in un reale d. i., ma '• questo non potè essere il kl mio caso, gia-cchè gli accerIV•f" J4 L' l"' ~ ~ tamenti anamnestici depongono per un decorso addiFig. 2. rittura brevissimo del qua- Comportamento giornaliero medio della d1u.reel_"::-:""'::'=~ e dell'llllrestlone d'acqua~---> prtina e dopo la dro poliurico. puntura lombare tere.peutlca. Abbiamo, poi, il fatto che la sindrome insipida si a-ccompagnò a malesseri, cefalee, rialzi termici (cessati completamente in seguito alla. raehicentesi): e anche questo depone per una. forma. organica a.nzichè funzionale della poliuria. Vi è, infine, tutta una serie di ricerche fatte sul metabolismo idrosalino del soggetto in periodo di guarigione clinica del d. i., le quali stanno a testimoniare che anche oggi cotesto metabolismo è alquanto alterato, . e vengono, cosl, a darci indiret tamente la prova che non potè trattarsi
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SOPRA UN' CASO DI DIABETE INSIPIDO ECC'
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di fatti funzionali, bensi di una reale modificazione patologica, organica, del ricambio dell'acqua e dei sali - esponente di un d. i. vero e proprio. Necessità di spazio mi impediscono di diffondermi sulle varie ricerche praticate sul soggetto nel periodo successivo alla rachicentesi terapeutica: prove della diluizione e della concentrazione, dei cloruri, della pituitrina, {}on determinazione sistematica dei principali componenti delle urine raccolte di mezz'ora in mezz'ora nelle singole prove; determinazioni della c loremia e della clororac(}hia {con altre rachicentesi in data 13 dicembre 1933 ,e 8 marzo 1934), ecc. Di tutto questo mi propongo di fare oggetto una suc-cessiva pubblicazione. Qui mi limito a segnalare le seguenti anomalie riscontrate negli esperimenti ai quali ho sottoposto il mio soggetto in fa.se ripeto - di guarigione clinica. A) Nelle varie prove, ma specialmente nella prova della concentrazione
(contil'ollo della diuresi a soggetto privato di bevande per parecchie ore) -e nella prova dei cloruri {controllo della diuresi in soggetto normalmente idratato, cui si somministrino 10 gr. di NaCl), il mio paziente presentò :una curva urina.ria sui generis, avvicinantesi alle curve degli individui normali per la diuresi acquosa, ma rivelantesi di tipo patologico (d. i.) per i valori della densità e della diuresi salina.. B) Il tasso dei cloruri urinari, che nel mese di dicembre si aggirava intomo alla cifra di gr. 12 al giorno, è ora nettamente aumentato (circa gr. 30 al giorno): il che non depone certo per una normalità nel metabolismo di questo importantissimo fattore dell'economia. O) Tanto il tasso dei cloruri sanguigni, quanto quello dei cloruri li.quorali si mantenne - sia in dicembre, sia in marzo - entro limiti nor. li Cl siero . . è il mali 1 ma 11 quoz1ente emato quora1e (Clo rapporto Cl l' 'UjUOr che i n condizioni normali mantiene una spiccata fissità intorno alla cifra 0,80-0,83) è disceso a l valore di o, 76, indicando un aumento patologico del -dislivello normalmente esistente fra le concentrazioni del Cl nel sangue e nel liquido cefalo-rachidiano (DISERTORI). JJ) Il dosa.ggio dei cloruri del liquor estratto nella puntura lombare del 30 novembre dette la cifra assolutamente anormale di 1, 76 gr. NaCl per mille. Anche a prescindere da quest'ultimo dato - · condotta consigliata dal fatto che la bassissima cifra di 1,~6 sarebbe addirittura unica nella letteratura, e perciò, vi è il fondato sospetto che essa sia il podotto di un q_ualche errore di tecnica - tutti gli altri dati precedentemente elencati rappresentano altrettanti elementi che testimoniano di una persistente, se pur lieve, anomalia a carico del ricambio idro-salino attuale del mio soggetto. Ne segue che anche questi rilievi depongono fondatamente per il fatto che, nel caso in questione, siasi trattato di 'lm d. i. vero e proprio . .2. - La rachicentesi del 30 novembre rappresentò realmente l'agente curativo del mio infermo! O non si trattò di \m fattore suggestivo! O, infine, di 1.ma semplice coincidenza! In favore di quest'ultima ipotesi parrebbe deporre l'improvviso abbassarsi della poliuria il giorno precedente quello della puntura lombare, per eui - come risulta dalla fig. 1 - la diuresi giornaliera passò, da circa ~c. 5000 a cc. 3510. Io credo, però, in base al ritmo della diuresi nel mio infermo, di poter scartare questa supposizione. Analizzando tale ritmo si
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SOPRA UN CASO DI DIADtè TE INSIPIDO ECC.
TNlt-. infatti, c·hr abitnalnwntl' (R<'Il1Jlre nel pt•riodo proptmtorio) il sog-getto soleva emcttPr~ il 75 % delle RHP ttrinCI rlaiiP 9 del mat1 ino alla mezzanott('., mentrP emet.t c,·a !';litro 25 % frn la mezzanotte e le 9 del ma.t.tino sc-guent<>; solo in qualelw giornata. l'<'r ragioni <•lw mi sono sfuggite> , il volume delle nrin<' t>liminat t• dalle 9 alle 24 M·efi<' al tasso dPI 60 o;) m<·utre il tasso delle uri1w not turne sa.li ,~a Ili pari pa~ so, p e r un l'roba,bile mccc a nismo di com])enso. Orbene, la quantità. di ul'inc t•nwsse dalle 9 a lla mt•zzanot.tH d el 29 novcmbt·e fn di(}<'. 3160; rioè tl i (;C'. 600 inferiot·P <~Ila metlia urina.ria dt'lle giornate 1wer.edeuti e sup<>riore, invl:'ce, a ll~t metlia del!(• g iomHte a.venti il rift>t·ito ta.sso del GO % ; ma nella SlWCI:'Rsiva. notte sul 30 novembrfl l 'abitualf' nir.turia compensa.trico manrò quasi complet.a.mentn, giac1:hè il f.loggt'tt.o - fonw q'twle cfTe1 to pnrarlossa le della preoccupazione per la mrhieentt!si che sape:•va rli dove r subire la mat.t ina do1)0 - urinò ~l ppena cc. 350. Ora a me p:ne <·h e è a pp1mto la diminuii iRsima nict.uria flell:t nott.e 29-30 novembre l 'elemen to n <:o;ponsabilc fi e li<~ cifra r elat ivamente b assa. d ella llinrcsi del giorno precede,utc la racbieent('si tcrapeut.ìea. Che non possa - poi - esser s i t rattato di un fenomeno sugg(' Sti vo mi sombra provato f! ia, da lla persistcnza. di alterazioni metaboliche (già accennnte in pri'eed cnza., e ch e ùep011gono n ettamente contro un processo semplicemente funzionale ), Rin dalla. mancanza. 1Li note ncvrologiche fl ' is teriRmo a ca.rico rle!L'informo, s ia - e non i' questo l'<trgomcuto di minore importn,nza. - dal fatto che, eont,eml.lOraneamente a l sogg(•tto in questionH, io staTo studiando in R.op:uto un u.Jtro in t1!rCfìl':mtissimo caso di d. i. (post-traumat.ito), il quale venne òa me rathiecntizzato la. stessa. mattina. ciel 30 novembr(•, senza alcun bPHelit:io cura.Li\·o: la cot;iddotta atmosfe ra. pizintic:a. mancò, quindi , compl('tanumtt' . 3. - E sc;h.lS<l, lWrl:mto, un ·origine suggf\:;tivn, nell<l gHa.rigione del re:~le d . i. del mio in[ermo, dobbiamo ancora tloma,ndarci in qua.l<l modo abbia su rli lui agito la pun111ra Jombaro c he gli h a completamente soppresso la primitiva. poliuria. E se - come è vero - la ruc llicentesi ba il valore di una biopsia, e~aminiamo anzit.utto brevenwntc i da.ii forniti dalla. analisi dd liqnor ostr<ltto in qttelta puntura. lombare. E::Hm Ycnnc ('llegnita., come d 'abitudine, in posiziono 1:1eduta, m eùiante l '<lPl)<H<'cnhio Sculigf·r. Pr(•s,;iont.> iniziai<•: cm. 33 a cq nn Prc·s-iOJw tc•rmin nl<' : cm. 25 ocqnn. Estrntti cc. 5. 5 di lìquor limpiùo QuoziPn t<l d e ii ' Ayala = 4 Globulino : assenti
L a manovra ch•l
Qut>C kt·n~ tcdt
pro ·
dusse >'olo un lievhsuuo innalza· m Pnto d ella colonna liquoral t•; l'iu· n alzmm·nt.o fu normale comprim<'Dtl o l'addom e.
Lcucociti: l
Dal ch e è lecito concludere per l'c::;is hmza di un lievtl s t,~to ipertensivo endocranico e di un certo grado ùi blocco, fìenza wnonie.ni di t ipo infiammatorio in atto. Il dec·orso po&t-puntorio non si svol ~(' , però, colla. consueta regolarità. Difatti il soggetto - a l qual{1 si ·~ra fatta l'u s uale raccornanda.;:ioue di n•stat·sene tutta, la giornata a letto, in tll'éubito ventra.lc (col chu s i e vitano quasi costa.nte mcnte le li evi cefa lee da r :whicentcsi) - nelle pr ime ore del vomeriggio volle a lzarsi, non a.vvertendo alcun malessHre. Ma , dOJ)O poco-
SOPI{A U N CASO DI OTAJ.lBTB I~SlPIDO ECC.
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tempo che ai ora a,Jzato, vnnne irnJH'O'YYisa,mente colt o da un collasso piuttosto allarmante, c he st:omparve solo dopo alcuno ore, mereè l'ene rg ico impiego di cardiotonici e di stimolant.i. Q.uesto fenomeno - che non è e<·.rt~;donale fra i raf'lticcntill:~.at.i , e che suol venire spiegato con lievi fatti Ili riRentimento bulbam consPCltt.in a t.a lune delle cosiddette pun t:nre lomba ri arnhulatoric - non ave \·o mai aVltto occasiouo <li oR~e-n·arlo in c irra un mig lia io (li raf'lriren l(1fli sino ad oggi eseguito. E , pt tr non a ven1!o nt>ssun sietu·o e lonwnto di gilHiizio a l rigna.rdo, propPtHIO p(' r n.ttrihuirvi importa nza. tll'l mecnanisrno di guarigione clinica del d. i. d e l mio infemw. SE", difatti, si riprendono in esame lo poche. r-om nnica.zioni esistcnt.i in letteratura. rcla.t i va.rrwn te a lla. gua ri.:.:-iont' d t> l rl. i. i n sì•gui t o a-lla.rar h icente,si, Ri ''ed<~ cb e qua lc he autm·e pone alla base d <' l mccr.a.nismo t erapPutico la rott ura di a.den~ nzt' iuxta-ipolisar·ie <' h t> Oi$l acola.vano il norma le <leflusso dc>lla secrezione ipofisaria e (\he sarebbero s t ate, 3l)Jmnto, rimoRse per la improvvisa. decompressione det.orminntn da lla puntura lomban• (C'AMM'ID GE) ; a ltri (LfrER.~llTTE, RAVI"Xi\ ecc .) pl'nsn, p iù iudcterminata mente, cbe t.aJe inter vento agisca riducendo la pn.. Rsione <'S~·rcit.ata S\tl pavimento dol III ventricolo da uno sbto di idrocefalo inte r·no, cbe determina.va, un -disordine funz ionale sui cent ri ipotalamici idro-re.gola.tori. Comunque, tttnto ne ll'uno quant o ncll'a.ltro caso non è difficili.' ammettere che - in condizioni part.icolarm<mte (a.nH·evoli, 1\ia ver .il t ipo di lesione determinante i L d. i. , ~i a, per il m orlo con cui si com1>ié la tlecomprPssione a. livello doll'ipota.lamo - l a rac hiccntl'si possa. ag-iro attivanwnte riporta ndo a lla. norm<t l 'equilibrio neuro-ormonic:o dinnccfa lo-ipoftsario g ià tdter::tto o per ad~ren ?.o o por disor·rlini idraulic i vent.ricolnrì. L a crisi di collasso d eterminatasi nel mio sogg·ctto potrebbe spiog;t.r si come ei'Ù'I to tanto della d ecompressione ventricolun1 quanto de lla rothtra di fini arler enze ipoJlsaric: il che, a. sua volta, anPhbe riNtuilibrato (Rino arl u n certo punto, come già. si è vi~;to) le fu nzioni ùicncefalo-ipofìsaric che cb qua lche tempo si e rano ~tn date altPrando. Nel caso in questione il ù. i. <'l'a di 'lnta. af'!lai n w<>ntc, essendosi iniziato solo d a tpla quarantina di g iorni. 1\lctto in evidenza. questo fatto giacchè può contribuirf> a ebrei rag-ion(' rlni f:l\·or cYoli d'retti della rachicontesi, i quali sarobbero sta.ti tali pc•r·chè a\'l't•bbero agito con t ro alt<·razioni nettro-ipofìsaric for:-;e non an<:ora consoli1late c, quindi, più facilmente atte a, subu·e propizio modilicazioui per Yia - prcsumibilm('lltc- meecanica. Se, infine, il d. i. si<tsi prodotto nel mio infermo mediante un processo di epondimite e consecutiva compressione della regione infundibola re, o a. motivo di aderenzt~ mening it iehe peri-ipofis;uie ostacolanti il deflusso d ell 'ormone idro-regola.tore, nulla può allormarsi eli simu·o. In viH puramente ipotetica., ed in b ase a l fatto cbe, durante la punt.ura. lombare del 30 novembre, venno riscontrata una scarissima posit ività d ella mano vra de l Queckensteclt, potrebbe sostener si - in certo qual modo per analogia che si s ia t r attato di aderenze dello spazio subdunt1e nella fossa cranica media. Il basso valore do! quoziente de ll'Ayala. non contrasta cou questa veduta. In conclusione, credo di a vere sufficiente mente dimostrato che nella
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SOPRA UN CASO DI DIABETE INSIPIDO ECC.
mia osservazione (la 7·a esistente - ch'io mi sappia - in letteratura) una poliuria insorta di recente e senza causa apprezzabile venne clinicamente guarita in modo definitivo mercè l'estrazione, per rachicentesi lombare, di cc. 5,5 di liquido cefalo-ra-chidiano. Che si tratta~se di d. i. vero e proprio e che la puntura lombare abbia avuto efficacia reale in sè - molto presumibilmente per un meccanismo fisico, senza che si debba invocare l'intervento di fattori emotivi, suggestivi e simili - mi sembra pacifico dopo quanto ho esposto nelle pagine precedenti. Qui insisterò solo sulla utilità di praticare sistematicamente la rachicentesi sia nel d. i. sia in altre affezioni del metabolismo che possono dipendere da. un 'alterazione della regione diencefalo·ipofisa.rill., Oltre al fatto cbe con tale mezzo è possibile spesso darci ragione del meccanismo etio-pa.togenetico della malatt ia in discorso, non va dimenticata l'eventualità - sia pure rara - di ottenere con quel semplicissimo e innocuo intervento la guarigione di affezioni che - come il d. i. - sono ostinato, fastidiose e, spesso, foriere di ben più gravi alterazioni a carico della nutrizione e dello sviluppo. RIASSUNTO. - L'A. illustra un caso di diabete insipido genuino guarito radicalmente m ediante la sottrazione, per via. lombare, di cc. 5,5 di liquido cefalo-rachidiano. Seguono - anche sulla scorta di sei casi del genere pre63i· stenti in letteratura- alcune oon'liderazioni sulla natura, pr<>ba.bilmente meccanica, del processo terapeutico.
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SERVIZIO SANITARIO MILITARE
IL SERVIZIO SANITARIO NELLA GUERRA DI MOVIMENTO Dott. Carmelo Manganaro, tenente colonnello medico
Molti scrittori di cose militari insistono nell'affermare oho è difficile
liberarsi dell'abito mentale che si è formato a causa della condotta dell'ultima guerra e che le conseguenze di tale fatto influiscono su tutta la organizzazione bellica. Non può, come è naturale, sottrarsi a questo appunto la organizzazione dei servizi, e perciò anche quella sanitaria. Voglio premettere, intrattenendomi su tale argomento, che io non intendo criticare la nostra organizzazione sanitaria di guerra: esprimerò soltanto idee personali, con l'intento di contribuire alla soluzione di un problema tecnico-militare. Un principio mi sembra indubbio e fondamentale, ed è che anche il servizio sanitario deva saper adeguare la sua preparazione alla continua evoluzione dell'arte militare, la quale diventa sempre più complessa. È ovvio che anche la tattica subisce le conseguenze di cotesta continua evoluzione. Orbene: il servizio sanitario militare è strettamente legato, per il suo retto funzionamento, alla tattica; perciò la sua organizzazione e le direttive devono sa.persi ad ogni momento adattare alle diverse forme di condotta della guerra. È necessario allora non trascurare di conoscere il perfezionamento della tecnica militare. Ciò premesso mi sembra chiaro che per esaminare quali dovrebbero essere le direttive del servizio sanitario in guerra di movimento, sarà opportuno domandarsi come sarà la guerra del futuro. La risposta ha già dato adito alle più impensate previsioni, talune informate a criteri realistici, tahme svisate da un po' di fantasia, soprat utto quando si è cominciato a considerare l'impiego di mezzi di offesa nuovi. Ma la risposta deve essere basata su fattori apprezzabili. Tutti sono concordi nell'ammettere che la guerra futura non troverà eserciti in armi, ma intere nazioni contrapposte, perchè la mobilitazione non sarà limitata agli uomini che dovranno combattere, ma sarà estesa all'industria, a ll'agricoltura, a tutta l'attività economica di ogni nazione. Avrà pertanto maggiori coefficienti, per azioni vittoriose, almeno in principio, la nazione che saprà e potrà più rapidamente passare dallo stato di paoo allo stato di guerra. Non v'è chi non veda che la mobilitazione, intesa nel modo anzidetto, d ovrà necessariamente avere un ca.rattere progressivo, e richiederà perciò nn periodo di tempo non breve, durante il quale la sorte della guerra sarà tenuta. dalle truppe di copertura.. È logico pensare che sa.r-d. questo il periodo nel quale gli effettivi, relativamente limitati, sfrutteranno le risorse della guerra difensiva, mentre operazioni offensive potranno es· sere intraprese su un tratto limitato di fronte, la qual cosa renderà possibile la guerra. manovrata.
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Quali sono le condizioni indispensabili per intraprenderla con magSUCC(>!;soj Perf4.!zione e ricchezza. d eli 'armamento e mobilità dcllt> masse operanti: cioè larghezza. di mezzi ni trasport.o. In tutti gli est>rciti si tende continua.nwnte ad accrescere l'efficacia, la rapidità. e la portata del tiro !lelle armi da fuoco individuali, delle mitragliatrici e dei cannoni; <'ontemporanca.mente i mezzi me-ccanici di trasporto si vanno completanwnte sostitLH'nclo al traino a.nimale. Appare evidenti• la. possibilità di compiere spostam<'nti di ma.t.eriali a distanze tre, quattro,<' for~;e più volte superiori del pasRato; cd a.nche le tru p p<~ sanumo, con mezzi nwcca.nici, trasferito a grandi distanze per compierE> movimPnti di caratt<>rt' strat<•gico. Cot<·st i mezzi, usati in rnodo limitato n<'lla gu<'rm passa.ta, consentiranno in a.vvcnire manovre d<• Ile quali non si rit•sce forse a.neora acl apprel.zarc tutta la vastità: i fattori 1lella rapidità. e della. sorprl'sa avranno Lma importanza S<'tnpre maggion', in azioni che potranno svolgersi all'inizio dello op<'ntzioni rli guMn~, su lle ali o nei punt.i più vulnt>rabili della lim·a fli difPsa, nwntre il succrsso potrà essen• sfruttato sino a l limite massimo cou~;f'ntit.o, portando le opera.zioni, in brevissimo t<'mpo, anche a tergo clell'est•r<'ito n<>mico. Non m i R<'mhra del tutto azzardato dire eh<' se obiettivi nùlitari importa:nti, ai fini d0lla vittorht, non sa.ranno raggiunti eon le operazioni eh<• prf'C<'dono la mobilitazione d<'lla nazion<·, gli avversari, qua.ndo quella sarà compiuta avranno a.rtch<' acquistato l'equilibrio dl'lle forze e ricadranno incvitabilmt>nte nella gnerra di posizione su un fronte ass~Li esteso. Le bat.taglie esigemnno a.llont una preparazione più accura.ta e più lunga, e saranno battaglie di logorio e la. vittoria a.rriderà al popolo che potrà usare di maggiori risorse materiali e di maggiore resistenza morale.
giori probabilità di
Q,ua.le dovrebbe esst~re la organizzazione del servizio sanitario per rispondere a lle- esigenz<' di una guerra manovrata nella maninra innanzi e~ posta, tenendo conto della aumentata effica,cia dci mezzi di offesa già noti e di altri perfezionati o nuovi ·~ I fa,ttori considen1ti per le truppe comba.ttonti sono stati: armamento (in esso comprendendo tutti i mezzi di offesa), <' disponibilità di mezzi di trasporto. P erciò prenderò in consilh~razionc per il sN·vizio sanitn.rio: l o I nwzzi tecnici; 20 I mezzi di trasporto. MEzzi 'l'E. 'N ICI. - Devono essere r·iferiti alle tre categorie di perdite: malati, feriti, gassati. Jl!alat·i . - L '<'speri~nz a dell'ultima gul•rra ha conferma.to che il concetto di prevenire dt•vo prt>>a.lere su quello di curA>re, ed il Memm() nella sua monogratia, pubblicata sul Gùmw.le (li .illeclieina J.filitm·e 192-t, ha giustamente esteso questo principio alla irJiziale selezione degli uomini da. a rruolare per efff'tto della mobilitazione. Mi piace riportare quanto egli ba scritto in proposito: (( Con l'introdurre nelle file dell'esercito individui a ùehole resistenza organica, non si aumentano ai fini militari i combat·
IL SE itHZ lO SANITARIO NF:LLA GU~RRA DI MO\'D!F:NTO
tl'nti, ma solo si ha nno elt>ment i, elle vanno b t'n prc1>to ad ingombrar e g li ospoù~~li da campo "· Ed a metten• !wmprc più in rilieYo il va lore della StPlt<l del solclat u 1 per abbasRa re l"iutlict· di nwrbosità in rapporto con la condotta. (}(•Il a guerra., Egli ha, aggiunto: « L';tttualP g-ncJTa h a cost.rPtt.o aù allarga,n' i limiti ddla. illotwità al Sl'l'Yizio militare, ma st• ciò~ stato possibile in quPs ta guE'rr<Ll chr Il a a na t o la caa·attp r·is tica di una gu~ rT<1 di posizione, dovrà essere tJ<'n ponùt•rato iu unn guerra di movinwnto ••. Di(att i è facilt• JH'('V('(!t·rc CIII' la JH'I'tlit <t !Wgli e!Yt·ttid Sitrà tanto viù gra.nde, quanto !llaggior~" sar:l il logorio quotid iano dPll ~t rrsistcnza lìsiea clt•gli individui; t•d t: f uor·i di dubbio che i tmsft'rirnPnti ripetuti di gr anrli masst• eli tt'Uppe ct nohlvo li di:->lanr.t•, pun• SI' compiut i con ml'zz i mt•ecanici, rapprl'senta.no nn disagio piìtfortt• <lt·lla p<'rma.nl.m?.a in posizion(•, sempr(' PsclurleiHlo, 1wll'uno <· nl'll'alt ro ca~o, l'iltfi u(•nr.<ì. d('i comh~~t t i· menti eù il 1attot'l' dt'li(l Ppidt'miP. :ì\Ia, Ja, rigorosa sc(•lta degli uomini ati i alle fat iche eli guerra non può essere disgiunt<L da, qlJl•lle qualit;\ tecui<·ht• che i nw<lici possono ~olLa.nto acquisir'<' con umt adeguata prE'pa r;tziom• t•<l una lunga l'spericnza profess iona le militar('. D 'altra partl', gli ufficiali IllNlici th•l 'ruolo perma.nenh' etrettivo, che potrc•bbl'ro, sotto qut>sto a.spdto, Ù<l.l'l' assolute g;.uanziP, devono, sino da ll"inizio delle ostilit.à, occupa re i posti dirPtti vi d<' l ser· vizio sanita.rio prt•sso lt• truppt• OJWmnti. È pl'l'ciò elle le visite ùi arruohtmento dci richiamati per mobilit a zionl' doHPbbcro ess(•n· a.ffidat<'. s ino al massimo Lirnit(• possibilt>, agli ufficiali ml'd ici richiamati tla l congt'do, p rovenil'nti dal S. P. E . e, pPr completare il necPssario fabbisogno, a
coloro, fra. i ricb iamati dello altn· m~Ll'go ri e, i quali prr i ser vizi prc•s tati in precedenza, diano ma~giore aflltla.mento di assolvere bt•nn il eòmpito speciale. Dovrebb(·ro p('l'tanto, le 1lin•r. ioni di sanità. m iliLare t errit.o rialt~, tener pronte, sin ùaJ tempo eli paet•, le dt•s ignazioni nominative tld personale medico ùa arl ibir·e a.llc vis ite di arnwlanwnto dt.>i richiama.ti. È evidente che t r atta.ntlosi di un se r vizio tP rri toria,lt>1 d<L a.ffich~rc <L li(•t<•rmina.tc chtssi di leva dPg-li ufficiali rici.Ji<LJH:'tti, cotPste des igna zioni non potranno Pssere compr<'st> nel bollettino d(•lit• dl•stina.;doni di mobilitazione, ma. dovrebbero far pa.r tc eli studi p l'l'lJàl'<ttori, eseguiti per orclirlP delle a utorità militari superiori. Se la finalit?L ùi ~Jl't•venire dt've <'SSI'r(• tl•nuta di m ira pt'r le eornuni cause di m~tlattia, thWt' ancor piit prevalere nl'lla, lH'<'SI:'lTazione tlallr malattie infetti ve. I risultati ottenuti, prPsso tutt.i gli C'St'rciti, Jlt' ll'u ltima guerra con la organizzazione del servizio igiPni<;o profil<tt t ico sono stati meravigliosi, ed a me sembra supe rfluo ripetere s u quali ptmti fondamentali ò stata basata. Si può dire, che, riportati it<l una scala. g igantPsca, i fatt-ori della profilassi delle malattie infettive hanno avut.o come fondamento: denllllzia, isolamento, disinfezione e, per consegut>.n za, istituzione di tutti i mozzi indispensabili allo accerta.tm\nto diagnost i,co, al ricovero, alla terapia, alla contumacia, compresa, in questa ultima, la adozione della zona di sgombero cont umaciale.
Ma un fattore che può essere ritenuto nuovo, come mezzo di offesa
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bellica e che può sconvolgere le previsioni della preparazione dei mezzi di profilassi è quello che si è convenuto di chiamare guerra. l>àtterica. Reitano nel Giornale di Medicina Militare 1933, fase. XI, ha scritto: << l'aspetto pratico della cosidetta guerra. microbica è intimamente legato an•epidemiologia n. ·Poichè 'infatti allo sviluppo dèlle epidemie concorrono molti fattori, non tutti completamente apprezzabili, è naturale che non basti la presenza del microbo per scatena rle. Cito ancora un'altra consideraZione di Reitano: «Ottenere e conservare per qualche tempo in laboratorio dei germi ad alta virulenza non può chiamarsi di certo un problema insolubile: ma l'alta virulenza, pur rappresentando un fattore necessario, non è tutto. Si può disporre di microbi virulentissimi in grande quantità e non avere i mezzi per adoperarli nel significato di un'arma di guerra, o non cogliere le condizioni indispensabili di tempo e di luogo perchè la malattia infettiva attecchisca, non solo ma si diffonda ,,. Il colonnello medico M. Scbickelé, trattando della guerra batterica (.Archives de Médicine et de Pharmacie Militaire8, dicembre 1933), molto argutamente ha osservato che prima condizione per provocare intenzionalmente una grande epidemia nelle linee nemiche dovrebbe essere quella di avere la sicurezza di non diffonderla fra le proprie truppe, visto che le epidemie ignorano il rispetto per la nazionalità e che i contatti fra i due eserciti operanti sono inevitabili. Con la competenza che gli è riconosciuta e la consueta serena obbiettività, Bruni, nel Trattato d'Igien,e, diretto da Ottolenghi (Vallardi, 1933, parte VIII, Igiene 1\>Iilitare), ha passato in rassegna i metodi preconizzati per la guerra batterica, opponendo a ciascuno le ragioni che possono attenuare la virulenza e lo sviluppo dei germi e le considerazioni che si riferiscono allo sviluppo ed alla diffusione delle epide_!llie. Egli è del parere che non può essere teoricamente esclusa l'ipotesi della guerra m.icrobica, ma ritiene che, allo stato attua1!.e, molte riserve debbano farsi aulla sua efficacia. È recentissima la notizia di uno studio pubblicato dallo Stolz, per dimostrare che la guerra batterica sarà inefficace. Egli ha fatto S·o lo qua lche riserva per la diffusione di una epidemia con il bot1tlinU8, ma ha affermato che sarebbero sufficienti a dominarla gli stessi mezzi che sono usati per il colera ed il tifo presi insieme. Tuttavia, vi sono anche studiosi di alto valore scientifico, i quali sostengono che la provocazione di una epidemia nell'esercito nemico è a.ttuabile e potrebbe in breve tempo condurre ad una distruzione spaventevole di uomini. Ai fini della difesa è opportuno ammet~ere che l'impiego di questo mezzo di offesa possa a,vere pra.tica attuazione. Che cosa 8.()Cadrà, n ella realtà' Una forma epidemica si manifesterà fra le truppe di Uill. settore. Allora tutti i mezzi di ricerca per identificarla e di profilassi per limitarne lo sviluppo dovranno essere messi in opera e presnmibilmente !"epidemia sarà soffocata in un tempo più o meno breve, come è accaduto nell'ultima guerra. Appare evidente però che è sul tempestivo intervento dei mezzi di identificazione che si impernia tutto il meccanismo di difesa e per conseguenza la possibilità. di limitare la diffusione del focolaio epidemico.
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Si svilupperà questo nelle retrovief La organizzazione igienica profilattica esistente basta. agli scopi prima esposti. Si svilupperà fra le truppe operanti! Bisogna ammettere come la più probabile tale ipotesi, perchè il nemico tende a colpire con ogni mezzo le forze che gli stanno di fronte, specialmente in guerra di movimento, nella quale l'efficacia dei mezzi di · offesa deve raggiungere scopi immediati per paralizzare le mosse del nemico. La organizzazione esistente, riferendosi unicamente ai mezzi di identiilcazione batteriologica, è sufficiente! Le Direzioni di sanità. di corpo d'armata, che dispongono di unità. per il servizio chirurgico, antigas, radiologico, ecc., non hanno a disposizione un laboratorio per ricerche batteriologiche. Si potrà. sempre fare assegnamento sul laboratorio di armata.! Le formazioni e le unità. sanitarie di annata, se si oooottua.no le sezioni a.ntoa.mbula.nze, procederanno a rilento durante le operazioni di guerra del primo tempo, se saranno svolte secondo le ipotesi che ho esposto precedentemente. Si aggiunga che il laboratorio batteriologioo di armata. non ha autonomia di mezzi di trasporto, la quale cosa verrebbe a ritardare in modo considerevole il suo tempestivo impiego. Io penso che il laboratorio chimico e tossioologico di corpo d'armata dovrebbe diventare anche un laboratorio batteriologico, assai più ridotto nelle proporzioni di quello assegnato alle armate. Mi rendo conto che cotesta organizzazione esigerà impiego di personale e di materiale, non indifferente, e vi è anche l'ipotesi che non sia largamente fulpiegato. Ma ai fini della preparazione profilattica, come di qualunque altra provvidenza di carattere sanitario, non ci devono essere restrizioni di tale natura, specialmente quando appare evidente, per la improvvisa manifestazione dei bisogni, la necessità dell'immediato intervento di organi che non possono a loro volta essere improvvisati.
Feriti. - Nessuna scoperta che abbia modificato in maniera radicale l'efficacia degli esplosivi, mi consta che sia avvenuta fino ad oggi, e perciò si può ritenere che la loro potenzialità sia, per ora, immutata. È facile invece rilevare l'aumento continuo della capacità vulnerante delle armi da fuoco, in rapporto sia con l'aumento della rapidità e della portata del tiro, sia con l'automatismo di esso. Il fucile mitragliatrice si diffonde sempre più e sembra quasi che si voglia raggiungere il fine di distribuire un'arma individuale automatica. Inoltre il perfezionamento rapido e continuo dell'aviazione ne ha accresciuto l'impiego a scopo bellico. Voglio riferirmi soltanto all'aviazione da bombardamento, perchè è quella che più interessa la organizzazione del servizio sanitario, essendo diventata un mezzo di distruzione di una potenza veramente impressionante. Queste premesse mi conducono alla conclusione che la guerra fu· tnra sarà più sanguinosa di quella. passata e che le previsioni per appron· ta.re i mezzi di raccolta, di sgombero, di cn.ra, dei feriti dovranno essere basate su indici medii di perdite superiori a quelli che l'esperienza anteriore ha. indotto a prendere come base.
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Vero è che in ogni tempo al continuo perfezionarsi della capacit:.\ vuln<>rante delle armi, ò stato cont rapposto un· ugrtal progresso dei mezzi di difesa. Dobbiamo perciò considera re la protezione costituita dai carri armati e blindati, dalle risorst' dt•l mimctismo, dalla istruzione militare c sopratutto dalla sc:~rsa. densità delle truppe, nel primo periodo di g uerra manovrata, ora pn'sa in consi<lt'ra.zione. Ma si deve anclt<> ptm.sar<> a l maggiore tributo di sangue che gli uomini devono dare ìtlrin ir.io di ogni guen a, per il d ifetto di quella. es perienza chr più tardi prl'fe:t.iona la fo r·ma di comb attiJrH~ 11to. P erciò non s i pnò r·itt•rwrt• clw l'aumentata. efficiomm d elle armi sarà compPn.•.ntta, rispetto a lle pt>rditt>, dalla adozione di migliori m er.zi di difesa.
G(t/Jsati. - Sarebbe puerile n e~iH'é il valore della gtlerra, ch imica che, apparsa n el 1915, ha preso durante la guerra llelle Nazioni WlO sviluppo considerevole. Sono note lo successivo convenzioni internaziona li p er la sua interdizione, ma, par potendo sembrare rjprovevole il sospetto che si debba mane<Hf' a i patti, è anche noto che tutte le nazioni si preparano ~t.ll a oll\·sa e ~Llla. dif('sa, per la guerra. con do·tta <tnche con gli aggn~ssi v i chimiei. D'altra parte, se da un pw1to ùi vista etico è delittuoso uccidere un altro uomo, non si ca.pisce, perchè dov.rebùe esserlo di m eno ucciderlo con un'anna da fuoco anz ichè con un ga.s tossico. SP si a.~g iunge il fatto, da molti a utorevolmente sostenuto, che la agg-rPssiouo chimica è meno vuluerante dello ferite da armi da fuoco, agli effetti del recupero, è faciln pensare che le rag ioni sent imentali n on resisteranno alle esigenze belliche. 1\I a è possibile pren•dere se le perdite prodotte da a~gressivi chimic i sat·anno, in una gncrra futura, più gravi e più estese~ Evidentemente no, perchè ignoriamo la n a.tu1·a dei gas che sara.nno impiegati, anche se p e r la loro utilizzazione tatt.ica. potranno essero compresi nella classificaziouo generica di Bloch in gas fmg«ci e gas persiste11ti, e d a l punto di vista. tlsiopatologico, n d la cla.ss if:ìca.r.ionc doi gru p p i sotfoc:tn ti, vescica.to ri, irritanti tossici. Comunque, per il SHn1i.zio sanitario l'impiego dei ~as è una questione di sgombero e d i terapia, perchò spdterà, ad un alt ro ser vizio identificare la natura delle nuove sosta,nze chimiche ch o saranno even tual mente impiC'~~Lto e provv<>dere ai m er.zi di difesa individuale e collettiva. ~on riten~o opportuno ripet.eru quanto ho sostenuto s nlh1 organizza zione d<'l soccorso ai gttssa.t i nel Giontale lli JJi cilicina ;llilitare, fascicolo X, anno 1933. Aggiungo soltanto clt ~ le unità sp~c i al izzM,e dovranno t>Ssorc in g ra.do di sviluppare Ja, loro at.tività nel più breve tempo possibile dal momento in cui i gas sa.re:Lnno impiegati s ul campo di battaglia. &'i può inta.nto affermare che l'attrezzamento tecnico delle unità e delle formazioni sanitarie ha raggiunto un mirabile sviluppo, con l 'intento di adeguare continuamen te i mezzi che devono essere impiegati al prog resso scientifico e alle sue pratiche applicazioni. Questa considera.zione non devo essere soltanto riferita alle unità s.auitarie specializzate. Riguardo alla preparazione del personale, se consideriamo ad esempio la chirurgia, è ben nota ht capacità dei chirurgi militari. M:a cotesta esigua schiera avrà., in massima parte, mansioni di altra na,tura, in caso di mo·
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bilitazione, e sarà sostituita da valorosi chirurghi richiamati dal congedo, che porteranno il prezioso çoncorso della esperienza clinica e della tecnica. operatoria, retaggio di tutte le scuole chirurgiche italiane. La stessa cosa si può affermare con sicurezza per i medici e per ogni altra specia.lizzazione. Se nella guerra manovrata una interdipendenza quasi assoluta si è venuta a stabilire fra armamento e mezzi di trasporto o motorizzazione, come ora si suoi dire, vedremo che, puro per la organizzazione del servizio sanitario, l'impiego dei mezzi tecnici è legato ai mezzi di trasporto. È da tutti ammesso che il fatto precipuo, in operazioni militari condotte con armi e truppe trasportate da automezzi, che possono rendere celere ogni grande unità impiegata, è la rapidità e la profondità degli spostamenti. Cosi essendo, se le formazioni sanitarie per divisioni di fanteria (sezione di sanità) e gli ospedali da campo di corpo d'armata, non saranno in grado di seguire gli spostamenti della propria grande unità, verranno meno alla loro funzione, resa per i secondi più immediata da questa iniziale attività della guerra futura; e assai spesso, quando raggiungeranno la località designata, non avranno il tempo di sviluppare la loro opera perchè non potranno esserci soste delle truppe operanti, di durata superiore a cinq.ue o sei giorni. Ho detto che la funzione degli ospedali da campo di corpo d'armata sarà resa più immediata dalla guerra manovrata, ma non si deve intendere che avrà uno sviluppo più notevole la funzione di ricovero e quella chirurgica, perchè l'una e l'altra saranno invece limitate dalla necessità. di spostamenti frequenti. .Allora l'attività sarà rappresentata, per tutti i feriti trasportabili, dal trattamento indispensabile per prepararli ad nn successivo sgombero, assai più arretrato. Sarà in altri termini, un completamento delle funzioni della sezione di sanità. Il vero trattamento chirurgico e il ricovero saranno limitati ai soli intrasportabili, cavitari o meno. Ritengo, d'altra parte, che coteste attribuzioni non possono essere date ad ospedali, impiantati in località molto vicina alle linee di combattimento, perchè un ospedale da campo che deve ricoverare feriti gravi deve poter· fruire di locali preesistenti, e perchè una elementare tranquillità di spirito è indispensabile ai feriti non meno che ai chirurgi. Gli ospedali da campo che debbono esplicare una vera attività medica e chirurgica, devono essere lontani dalla linea di combattimento dai dieci ai dodici chilometri, perchè è necessario che siano garantiti da atta{lchi con gas, che non si trovino nella zona del tiro di interdizione delle artiglierie nemiche, che non risentano le conseguenze dei piccoli inevitabili temporanei ripiegamenti delle truppe impegnate. Queste considerazioni estendo anche ai nuclei chirurgici, i quali non hanno la possibilità di esplicare il loro còmpito se non sono a contatto con gli ospedali, essendo illusorio pensare che avanzino sino dove si trova, la sezione di sanità, la quale non potrebbe, oltre a tutto, offrire mezzi di ricovero agli operati. Il concetto di ridurre al minimo la distanza tra il luogo ove il ferito è stato colpito ed il luogo nel quale riceverà le cure, affinchè queste siano 6 -
Giornale di mcdici11a militaTe.
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fatte nel periodo preinfettivo, non può essere inteso nel senso che le formazioni sanitarie debbano avanzare sino ad una eccessiva vicinanza alla. linea di combattimento: è la ricchezza d~i mezzi. di sgombero che deve fare raggiungere il fine. Quale sarà l'impi-ego delle formazioni sanitarie, di ricovero, d'armataY Ritengo che gli ospedali da campo d'armata non potranno avere, nella guerra manovrata, lo sviluppo in posti-letto raggiunto nell'ultima. guerra e, per conseguenza, anche le attribuzioni tecniche relative, perch~ pnre la loro stabilità. sarà precaria. La grande maggioranza dei feriti, dei malati, e dei gassati (tutti i trasportabili), dovrà in un solo sbalzo essere sgomberata. su ospedali che dovranno essere approntati nel territorio nazionale, che è più vicino alla zona dell'esercito operante, impiegando largamente i treni. Gli ospedali da campo delle annate serviranno per accogliere (tappa intermedia prima dell'invio in territorio nazionale) gli intrasportabili che potranno essere trattenuti negli ospedali di corpo d'armata, per ovvie ragioni di disponibilità. di posti, soltanto il tempo necessario, richiesto dalla assistenza post-operatoria e dalle stesse condizioni dell'infermo, prima che egli sia sottoposto ad nn secondo trasferimento. Ammessa la necessita di preparare in quella parte del territorio nazionale che è più viciina alla zona dell'esercito operante, un numero ingente di ospedali, non si può trascurare la questione della protezione di essi dagli attacchi aerei sopratutto, essendo evidente che il nemico cercherà. di colpire i centri ferroviari, industriali, ecc., più vicini e più utili ai rifornimenti. La convenzione di Ginevra non pnò essere ritenuta una salvaguardia. sufficiente, e merita molta considerazione il voto espresso nel VII con. gresso di medicina e farmacia. militare (Madrid, maggio 1933), riguardante la costituzione di vere piccole città-ospedale, cioè di interi abitati esclusivamente destinati ai bisogni del servizio sanitario, facilmen~ riconoscibili per i segni distintivi prescritti, e già noti al nemico per scambievole notizia avutane all'inizio delle ostilità. Un altro problema tecnico è quello dei rifornimenti di medicinali e di materiale sanitario. Ognuno sa che è imperniato su stabilimenti d'armata non provvisti di mezzi di tra.s porto per i materiali dei quali sono dotati. Il tenente colonnello medico B ay dell'esercito francese (Archiv68 de médecine et de pharmacie militaires, dicembre 1930), descrivendo il funzionamento di que.'!to ramo del servizio sanitario nella passata guerra, ha. affermato che è spesso accaduto che i materiali sanitari e i medicinali richiesti mancavano nel momento di maggiore bisogno e talvolta giungevano quando il reparto aveva cambiato settore. È certamente questa esperienza che ha condotto alla istituzione, nella recente organizzazione del servizio sanitario di guerra dell'esercito francese, del «gruppo sanitario di rifornimento, di corpo d'arnata » con autono·mw di :mezzi di trasporto, dipendente dalla ''stazione regolatrice n di armata, che rimane la base dei rifornimenti. Non vi è medico militare il quale non sia in grado di confermare, pe r
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esperien,za propria, gli inconvenienti riferiti dal Bay. A me sembra pertanto che, un'aliquota di materiale sanitario convenientemente scelto fra. quello in dotazione al magazzino sanitariò d'armata, dovrebbe essere messa a diretta disposizione del direttore di sanità di corpo d'armata, per essere portata al seguito delle truppe operanti, garantendo il tempestivo rifornimento. Mezzi di trasp07W. - Io non credo di svelare segreti esponendo alcuni particolari della nostra organizzazione sanitaria di guerra, perchè altrettanto è stato fatto presso altri eserciti. n colonnello medico Clavelin ed il colonnello medico Jacquemart, docenti a Val de Grace, hann<> pubblicato (Cha.rles-Lavauzelle et C.ie Editeurs Militaires, Paria, Boulevard Saint Germain 124) un volume di 400 pagine sulla organizzaziond del servizio sanitario in pace e in guerra dell'esercito francese, nel quale sono riportate le assegnazioni, le tabelle di forma,ziono e le dotazioni delle unità e delle formazioni sanitarie di guerra. Pubblicazioni congeneri esistono anche in Italia o cito fra le più note i Ricordi logistici e tattici del generale Lambert, e per il servizio sanitario, il volume del tenente colonnello medico Villasanta. Dalle premesse fatte nei capitoli precedenti, una sola illazione tni ap· pare giusta: '' motorizzazione delle unità e formazioni sanitarie di corpo d'armata e di divisione con autonomia dei mezzi assegnati». Questo concetto può sembrare a tutta prima, para.(lossale; ma se si considera con un po' di serenità, si riduce ad estendere di poco la motorizzazione in gran parte avvenuta.. Sono infatti autoportati: i nuclei chirurgici, le ambulanze radiologiche, le ambulanze odontoiatriche, le sezioni di disinfezione, le sezioni bonifica per gassati, le sezioni ambulanze. Che cosa rimane 1 gli ospedali da campo, assegnati ai corpi d'armata, il laboratorio batteriologico e l'aliquota di magazzino sanitario, entrambi da istituirai, il reparto carreggiato della .sezione di sanità che dovrebbe essere costituito, per comodità di impiego, come era una volta, in modo da essere divisibile in due metà. Ritenere che mentre le truppe sono messe in grado di compiere spostamenti considerevoli per la lunghezza del percorso, ci siano sezioni di sa· nità che marcino su carrette di requisizione o a soma, e ospedali da campo di primo sgombero che si muovano con i mezzi richiesti volta a volta al Comando della. grande unità che, prima di concederli, deve subordinare le richieste di tutti i servizi alla disponibilità dei mezzi, mi appare davvero un fatto anacronistico. A mantenere elevato quello che si è èonvenuto di chiamare il morale delle truppe combattenti, e che è rappresentato dal prevalere nell'individuo e nella collettività, del sentimento del dovere di fronte al tormento istintivo dol rischio della. morte ohe lo insidio., concorrono infiniti fattori, fra i quali, in primo luogo, lo spirito bellico nazionale, la disciplina, l'esempio e, come è stato assai giustamente affermato, la certezza del soccorso immediato, qt!ando si deve cadere feriti. È perciò necessario che tutti i mezzi predisposti, non solo per la raccolta sul campo dei colpiti, ma pure per le successive operazioni sanitarie nell'ambito delle grandi unità ope-
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IL SERVIZIO SANITARIO ])."'ELLA GUEltllA 1>1 MOVJJ\HJNTO
ranti, siano messi in grado di seguire in ogni circostanza. le truppe, con la stessa mobilità, non la. stessa rapidità, per non mancare al loro còmpito, sino dal momento nel quale si inizia il combattimento. La. mobilità o la rapidità saranno assicurate dal successivo intervento delle formazioni sanitarie d'a.rmata, che avanzeranno con i mezzi ora proscritti, quando quelle eli corpo d'armata dovranno fare un nuovo sbalzo consentito dalla autonomia dei mezzi di trasporto, e favorito dalla permutabilità dei materiali che avrà in guerra manovrata, larga applicazione. Mezzi di sgombero. - La motorizzazione dei reparti carreggiati (personale e materiale) delle sezioni di sanità e degli ospedali da campo, assegnati ai corpi d'armata, concorrerà a risolvere la insufficienza dei mezzi di sgombero. Fra le grandi unità tattiche, divisione di fanteria, divisione truppe celeri, e reggimento alpino, solo la prima, non ha a sua disposizione auto· ambulanze. Vero è che queste, sono assegnate ai corpi d'armata, anche con l'intento di consentire al direttore di sanità di concentrarle dove è più sentito il bisogno dell'impiego, ma è pure vero che le sezioni di sanità delle divisioni devono compiere, anche nei giorni di relativa sosta dei com· battimenti, un continuo lavoro di ra{)Colta e di sgombero, perchè è costante, seppure in proporzione ridotta, la perdita. degli effettivi per cause morbigene, per ferite, ecc. Perciò un congruo numero di autoambulanze dovrà essere sempre a disposizione delle sezioni di sanità, e il numero di quelle che il direttore di sanità potrà impiegare colà dove più impellente si manifesterà la necessità dello sgombero, sarà ridotto a poco più della metà dell'intera assegnazione, specialmente quando il corpo d'armata sarà formato su tre divisioni. Nè troppo assegnamento si potrà fare sul concorso delle autoambulanze di armata, perchè il movimento refiuo dei feriti, dei malati e dei gassati, non può avere sensibili soste in guerra. manovrata. ed ogni unità avrà bisogno di tutti i propri mezzi per sopperirvi, tenendo anche conto di quanto è stato detto sui criteri che devono informare lo smistamento e lo sgombero. L'esercito francese che ha sezioni di autoambulanze costituite come le nostre, ne ha anche assegnata una a ciascuna divisione di fanteria. Cosl rimane più che raddoppiata (corpo d'armata su tre divisioni) la assegnazione degli aui!omezzi di sgombero al servizio sanitario di corpo d'armata., comprendendo nel calcolo quelle in dotazione a quest'ultimo, in misura uguale alla nostra. Ma se gli automezzi destinati a motorizzare i reparti carreggiati delle sezioni · di sanità e gli ospedali da campo di corpo d'armata del nostr~ esercito, saranno resi attrezzabili per il trasporto dei feriti meno gra.v1 (trasportabili a grande distanza), la insufficienza dei mezzi di sgombero, sarà in buona parte risolta . A me pare evidente che si ra.ggiungerebbero gli scopi: l o di rendere effettiva la mobilità dei servizi sanitari al seguito delle truppe, finalità già. raggiunta dalle divisioni celeri, e da estendere all;t unità tattica di maggiore impiego, anche in guerra manovrata, quale è la divisione di fanteria; . 2° aumentare contemporaneamente la disponibilità di'gli automrzzJ
lL SERVlZIO SAmTAIUO :-<E LLA GUEltRA DI M:OV IllEY!'O
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di sgombero, t ant.o più utile se si tiene conto del tras porto Ilei ga.qRat.i che limiter3 l'impiego orario quotidiano dei mezzi strssi, p er le conseguenti operazioni di bonifica, alle quali dovranno essere sottoposti. Lo sgombero di coloro che possono viaggiare seduti si può fare ancbe su automezzi vuoti di ritorno appartenenti ad a ltri sorvizi. Non si deve però dimenticare che le norme pPr la organizzazione e il funzionamento dei servizi in guerra, fanno obbligo a ciascun servizio di provvedere non solo ai rifornimenti ma. anche alla raccolta. dei m ateriali deteriorati, recuperabili, e pertanto scarso assegnamento si doVl"à. fare su cotesti mezzi sussidiari di sgombero. I tr'eni sanitari attrezzati per il trasporto dei feriti, malati e gassati, dovranno avere un più largo impiego, considerando la limitata efficienza di posti-letto degli ospedali d 'armata e la. necessità di non farvi sostare tutti i tra.sportabili a distanza: dovranno raggiungere stazioni di carico quanto più è possibile vicine agli ospedali di primo sgombero, e dovranno avere una buona velocità di marcia, affinohè il percorso fino alla zona territoriale più vicina. alla zona. dell'esercito operante sia compiuto nel più brovo tompo. • Le finalità che lo sgombero si prefiggo stanno tanto in prima linea nella organizzazione del servizio sanitario . di guerra che appare logioo si fa.ooia convergere verso di esso ogni mezzo che ne favorisca lo sviluppo. Perciò in base all'esperienza della guerra passata, è stato preconiz· zato, nelle operazioni in montagna, l'impiego delle slitte e delle teleferiche. Se le prime sono di facile costruzione e di agevole uso, le seconde richiedono impiego considerevole di mezzi e di tempo per impiantarle e si addicono perciò maggiormente ad una guerra di posizione. Bisogna dire tuttavia che le teleferiche da adibire al trasporto dei feriti, dei malati e dei gassati dovrebbero garentire i pazienti dalla inclemenza della temperatura esterna e consentire almeno il trasporto contemporaneo di due feriti barellati e di un assistente: si dovrebbero cioè costruire teleferiche per il servizio sanitario, ben distinte da quelle da impiegare per alt ri usi, la qual cosa non è certo facilmente realizzabile. Un cenno particolare merita l'aviazione sanitaria e io devo confessare che sono un poco scettico, perchè penso che il suo impiego è di limitato rendimento e richiede molte circostanze part icolari. Non si può negare l'utilità dell'aeroplano sanitario per il trasporto di malati gravi, sopratutto nelle regioni desertiche, che sono povere di altri mezzi rapidi di comunicazione. Non si può negare il beneficio del trasporto rapido di medici o .chirurgi presso malati o feriti non trasportabili, che si trovano lont am da. ogni centro ospedaliero e perciò privi di soccorso efficace. Non si può negare la parte già avuta dall'aviazione nel trasporto di materiale sanitario (siero antidifterico) in posti momentaneamente isolati dal resto del mondo; ma sono oasi sporadici. P er citare dati statistici importanti si deve rocordare il trasporto di circa settecento feriti compiuto dai Francesi nel Marocco n el1921. .Anche gli Inglesi hanno impiegato larga.ment~ i trasporti sanitari aerei in Palestina e n ell'Iraq. Nel 1931, 102 malatl e feriti sono stati trasportati nell'Iraq e 21 in Palestina con 30.000 chilometri di percorso ! In nove anni il totale dei feriti e dei malati trasportati
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l t. SERYIZI O SA..'\ITA.RIO NELI A CUFlRR& DI MOVIMl>:NTO
è stato di 1086 con 150.000 chilometri di volo! (L'aerotecnica genera"te, febb raio 1933). Si può proprio dire che il rendimento dell'aviazione sanitaria come mezzo di sgombero è considerevole' Comunque si tratta. sempre di impiego in zone desertiche e nelle colonie. Ma vi sono molte alt re cause che ne riducono la portata. Escluso il rischio di volo per la perfezione tecnica degli apparecchi e la valentia dei piloti, resta da risolvere la neutralizzazione della aviazione sanitaria, non ancora avvenuta e pertanto la utilizzazione dei trasporti aerei dovrebbe esser e limita ta. a lle retrovie, sia nel territorio nazionale Sifl. in territorio di occupazione. E le condizioni del terreno Y Allo stato attuale, occorrono vasti campi per la partenza e per l'atterraggio, che possono essere convenientemeute preparati o magari sfruttati come campi di fortuna in zone desertiche, nelle quali il terreno è pianeggiante e sprovvisto di vegetazione; ma in zone montane o in territori uei quali la vegetazione ad a lto fusto è lusstlreggiante, la soluzione è mello facile ~e talora impossibile.
P er conto nostro non dobbiamo dimenticare che dalle invasioni barbariche sino a ll'ultima, le guerre si sono combattute, per ragioni sulle quali è superfluo indugiarsi, sulle Alpi. Il progresso tecnico potrà risolvere anche coteste difficoltà. Vi sono però altri fa~ti che non devono essere t rascurati, quando si parla del trasporto dei :feriti con mezzi aerei. È ovvio, che, per il suo alto costo, questa forma di sgombero dovrebbe essere riservata ai feriti più gravi. Possono questi in ogni caso essere impunement e sottoposti ad un viaggio aereo t ~el maggio del 1929, il Ferry, chirurgo ed ex pilota aviatore di Strasburgo, presentò, al primo congresso d 'aviazione sanitaria tenutosi a P arigi, una iuteressante relazione su osperienze da lui compiute, per dimostra.re che lo sgombero con aeroplani costittlisce un pericolo per i feri ti gra.vi, Sp('cialmeute se colpiti da schok. Egli ha detto: << qualunque sia la natura della. loro ferita, essi pres<>ntano tu.tti uno stato di ipotensioue grave, per un'alterata funzione ò.ei cE-ntri cardio-respiratori e termo-regola.tori. E ssi possono da. un momento all 'altro essere colpiti da sincope se una causa s uscettibile di produrre un nuoYo abbassamento, auche leggero e fugàce, della t ensione del sangue, iuterviene a provocarla. La. callSa può essere, a Inio avviso, una a.scensione iu aeroplano, anche ad altezza ridotta , . Egli, nelle nuroerosissime ascensioni compiute sia come pilota, sia come viaggiatore durante e dopo la guerra, ha t racciato e pubblicato alcuni grafici che danno lo schema della tensione sanguigna durante il volo. Da essi risulta che la pressione massima, dopo un transitorio abbassamento all'inizio della ascensione, diventa, a partire da i 500 metri circa, superiore al valore che aveva alla partenza; diminuisce di n uovo durante la discesa e il suo indice all'atterraggio è ta.nto più basso, rispetto a quello della partenza. quanto più movimentata o rapida è stata, a parità di a ltezza, la discesa. Questa ipotensione si accentua ancora ?~ei quindici11e>nti minuti che seguono l'atterramento. Anche il polso si fa più freqtlente
rL SERVIZIO SANI T ARJO NELLA Gt:EUR.A D l MOVIMENTO
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nella ascensione e diminuisce du1·ante la discesa: all'atterraggio ò tuttavia più frequente che alla partenza, tanto più, quanto più movimentata è .stata la discesa. L'autore così ha afferma.t,o: u Queste va.riazioni sono importanti e quasi costanti. Ne ho stabilito il senso mille volte non solo in aeroplano, ma anche durante il corso di ascensioni teoriche nel cassone pneuma.tico dell'Istituto aerotecnico di Saint·Cyr >>. Le esperienze del Ferry sono state ripetute e confermate dal nostro Gemelli, da Anastasiu in Rumenia, da Missiuro a Varsavia. Ognuno vede quanto siano importanti per determinare se un ferit(o grave può essere trasportato con l'aeroplano verso il centro chirurgico, .senza essere esposto al rischio della sincope che può sopraggiungere per l'inevitabile accentuarsi dell'ipoteMione preesistente. Ma l'autore ha fatto anche osservazioni cliniche preziose che riguardano i feriti cavitari, quelli cioè che dovrebbero sopratutto fruire dello sgombero per via a~rea. Nei craniolesi lo sgombero deve seguire alla terapia e alla scompar8a dello schok, dopo aver misurato la pressione sanguigna, fissata l'altezza da non superare, l'ora più propizia per il viaggio, e il trattamento eventuale da fare al paziente durante il volo. I feriti dell'addome, se non vi è stata emorragia e si può escludere la lesione di grossi vasi, sono quelli che meglio sopportano il trasporto con l'a-eroplano. I feriti del torace, con lesione polmonare, vanno costantemente incontro ad emottisi, e talora ad emorragia interna rapidamente mortale, con lo sgombero precoce in aeroplano. Il Ferry ha constatato emorra.gie interne anche con sgomberi tardivi, quando si era supposto che fosse avve.nuta la cicatrizzazione della lesione polmonare. Egli ha concluso: (( Io vedo che questi rischi sembrano trascurabili a parecchi colleghi, considerando quelli che possono derivare da un ritardo nel fare una operazione riconosciuta urgente. Forse essi hanno torto. Secondo mc conviene non disconoscerne la realtà tecnica, nè diminuirne l'importanza pratica)), Perciò ritengo che l'impiego dell'a.viazione sanitaria debba essere contenuto in questi limiti: t o trasporto urgente di materiale sanitario (istrumenti-medicature, vaccini, ecc.); 2° trasporto urgente di medici e chirurghi; 3° trasporto di feriti convenientemente scelti, se vi sono tutte le condizioni favorevoli. Il servizio sanitario per assolvere bene i suoi compiti, in guerra di movimento, non può cristallizzarsi in formule rigide, seppure appaiono giustificate dalla. esperienza del passato. Siccome continua è la evoluzione tecnica della condotta della guerra, non possono essere immutabili i criteri di organizzazione del servizio sani· tario militare.
RIVISTA SINTETICA
MODERNE VEDUTE SULL' ALLEROIA CUTANEA Dott. Angelo Scarpa, capitano medico, specialista. in dennosi.fìlopatia Le. derma·t ologia che 6 uno dei rami più antichi dell'arte medica e che 6 pas-
sata. nella sua lunga. storia. attt·averso periodi diversi, oggi 6 nell'epoca. prett&me nte sperimentale e spa.zia nel campo più vasto dello studio d Ji rapp:>rti della. fisiologia ·e della patologia della poli e con l'economia generale dell'organismo. E, grazie ai più recenti stud,i, possiamo affermare, col Tommasi, che non si può nè si deve negare alla pelle una sua propria dignità. ed una propri& autonomia. e che pertanto è da. considerarsi organo c pa.T inter pares • rispetto agli altri compo-
nenti dell'organismo, e quindi capace e su90ettibile di a.mmal&rai a.noh e primitiva· mente oppure di far evolvere alcune dermatosi, che riconoscono come causa prima alterazioni generali, secondo le risorse le capacità e le susoettibilità locali. Con altre parole, è vero che alcune affezioni cutanee costituiscono anche per lungo tempo l'unico sintomo rivelatore di diatesi, errori di ricambio, debolezze. di costituzioni (si ricordi che Pende definisce la. cute c la. carta. da. visita. della costituzione •) ma, per l'interpretazione ezio-pa.togenetica di esse, oggi si dà valore alle alterazioni organiche in qWlonto rappresentano l'origine della predisposizione oasia della formazione del terreno, dell'alterazione del m~o di reagire della cute, mentre d'altra parte si riconosce come indi.~pensabile, per la manifestazione della dermatosi su cute cosi predisposta., lo intervento di uno stim:>lo pretta.mente d e r matogeno. L'origine di questa. nuova. concezione patogenetica deve riceroarsi in molteplici recenti osservazioni: dermatosi che un tempo si attribuivano esclusivamente a cause interne possono derivare anche da cause este rne; affezioni cutanee la cui comparsa è simultanea. o successiva o vica.riante di affezioni interne (eczema ed asma); dermatosi paragona.bili ad altre manifestazioni anafilattiche, eco. È quindi naturale che nello studio incessante per chiarire sempre meglio l'eziopatogenesi di molte affezioni cutanee si siano tenuti presenti questi nuovi concetti generali e si sia dato grande impulso ano!.e alle ricerche su quella condizione • estremamente complessa e derivante tda fattori molteplici • quale è lo stato o s indrome allergica nelle sue peculiari manifestazioni cutanee.
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Quale è il concetto odierno dell'a.llergis. T Questo nome (da <XÀÀoç = diverso, &pyo.v = lavoro) fu dato da Von. Pirquet ad un fenomeno da lui studiato fin dal primo decennio del secolo attuale, e defini to come c una. modificazione della rea.ttività dell'organismo per aver sofferto una malattia. infettiva. o per la penetra.zione di prodotti batterici o per la somministrazione di sostanze e terogenee di natura proteica. con funzioni di antigeni •· In tal modo il concetto di allergia si avvicinava a quello immunitario. Ma in quest'ultimo ventennio d'intense ricerche sperimentali la. nozione di stato aller gico ha guadagnato d 'importanza e di estensione ed oggi il concetto di esso 6 modihca.to nel senso che non si ritiene più legato all'immunità poichè anche sostanze non proteiche (e quindi non antigeni nel vero senso della parola) possono determjna.rlo; ed inoltre, pur essendo quasi sempre acquisito, può alle volte anche essere congenito, e n on solo generale ma anche locale.
MODERNE VED UTE S ULL'ALJ,J:: RnfA (:UTAN"E A
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Questa concezione più vasta dello stato allergico tende ad abbraccial'e e raggruppare, con visione sintetica comprensiva totalitaria, tutti gli stati di anormale o esagerata sensibilità (anafilassi, idiosincrasia e sensibilizzazione) considerandoli "come modalità e forme varie di uno stesso fenomeno (allergia) e non come fatti del tutto di!ftinti :e diversi. E questo nuovo concetto Rintetico è d eri va.to dal fat to che, pur riconoscendo le clifierenze dei meccanismi patogenetici e della quantità dei sintomi dei vari stati di ipersensibilità., non si possono d'altronde disconoscere e negare i molte·plici legami clinici e sperimentali che li uniscono e li confondono insiem e; t anto da risultarne spesso difficile la loro netta differenziazione, specie per la ideni.tà quasi assoluta dei loro sintomi quo.litativi. È naturale che per rendere agevole l'esatta comprensione' di questo concetto fondamentale, è necessario m ettere in rilievo, sia pur brevemente ed in modo sommario, prima i caratteri differenziali e poi quelli comuni dei vari stati d 'ipE'rsensi'.bilità . . Cominciando dall'anafi.la.CJSÌ del Ric'•et. che cost.ituisce il pernio intorno al quale evolvono le moderne concezioni, è noto che essa, n el suo significato classico, rappresenta una ìpersen.onbilità. acquisita dall'organismo per l'introduzione esclusiva di certi antigeni proteici per via parenterale, cioè un fenomeno di natura immunitaria. Ed essa è caratterizzata da una modificazione organica occulta, dovuta ad una iniezione " preparante » di antigene proteico, a dose wb-tossica, e, dopo un adeguato periodo d'incubazione, dalla. comparsa, previa una seconda iniezione c rivelatrice o scatenante • dello stesso antigene a. dose minima, di uno • choc • che si manifesta ·alle indagini di laboratorio con leucopenia., piastrinopenia., inversione della formula leucocitaria; ecc. e clinicamente con ipotensione, dispnea., turbe gastroenteriche, convulsioni, collasso, ecc. Esse. è trasporta.bile passivamente da un soggetto ad un altro. L'idiosincrasia invece è una proprietà di iperscnsibilità congenita che si manifesta alla prima somministra.zione di una. so!fte.nza che può essere di qualsiasi genere, senza bisogno di precedente p enetrazione di essa e di relativo periodo d'incubazione, e non può trasportarsi pa.ssivamc:1te da un soggetto all'altro. La sensibilizzazione infine è una. proprietà. d'iperscnsibilità acquisita che si costituisce soltanto dopo ripetuti contatti della sostanza, a. seguito quindi di un adeguato p eriodo d 'incubazione indipendentemente dalla dose, e non si può trasportare passivamente. Esse. inoltre, come è noto, può essere brusca cioè manifestarsi con violenza dopo un'aggressione ma.ssiva di un agente che prima l'organismo tollerava. impunemente oppure progressiva cioè manifestarsi a poco a pooo per ripetute somministrazioni dell'agente sensibilizza.nte, ed anchP generale o locale. Questi pochi dati sono su.flìcienti, io c l'edo, a. far comprendere come i vari stati d 'ipersensibilità fossero giustamente rit.t'nuti fenomeni del tutto indipendenti. Ma recenti e importanti ricerche hanno scosso queste idee di netta differenziazione, facendo wbentrare le attuali (di union e e fusione d ei suddetti stati). Infatti, per l'anafì.la.ssi s'è osservato che anche sostanze non proteiche (ista.mina, peptone) e colloidi e cristalloidi possono dare manifestazioni quasi simili alle ana.fì.lattiche o ana.filattoidi; che se l'anafilassi nella wa. vera espressione non è mai congenita, può d'altronde ereditarsi uno stato costituzionale che predispone ad essa; che l'antigene può dare lo stato anafilattico anche se introdotto p er ingestione, inalazione o assorbimento transcutaneo; èd infine che nei soggetti anafila.ttizzati
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!'dOD Z Jl!'<E 'I.' EDUTE SULL'ALLERGIA CU'1'AN.EA.
può aversi con l'miezione intradermica dell'antigene una. semplice reazione locale sen2a manifestazioni generali ossia. una a.nafì.lassi locale, eco. Così per l'idiosincrasia s'è osservato ch e alle volte, le sue manifestazioni sono identiche a quelle anafilattich e; che spesso una. ieliosincr:asia cede ad una cura desensibilizzante; ch e esiste una specificità. cosi straordinariamente elettiva. eli certe idiosincrasie monovalenti rispetto ad una. data sostanza che nè la. sua costituzione chimica nè la sua. azione sui soggetti normali permettono eli spiegarlo. Ta nto ch e vien fatto allora eli domandarsi: l'idiosincrasia non corrisponde forse ad una scnsibilizzazione anteriore, occulta., personale e forse ereelitata. per la penetrazione eli un antigene attraverso il filtro placenta.re o i.l latte materno! E non si può supporre con Doerr, che l'ieliosinorasia. non sia altro che l'esagerazione della. sensibilità normale, ossia c-he gli idi08Ùlcrasici non siano che degli ipersensibilizzati~
Per la sensibilizza:done infine s'è osservato ch e essa. non può più essere tenuta elistinta. dall'anafì.lassi p er il fatto che ne era impoasibile il trasporto passivo, per la semplice ragione che spesso si è riusciti ad effettuare la trasmissione stessa.. Per tutti i suddetti stati d'ipersensibilità non va dimenticato poi l'identità in rapporto a.i relativi sintomi, poichè in ognuno eli essi si osservano fenometù a car:ico del sistema. muscolare liscio in questo, o quell'organo o sistema: nell'apparato circolatorio (diminuzione della pressione, vasodilata.zione centrale e paralisi vasomotori.a periferica); nell'apparato respiratorio (spasmo bronchiale con dispnea, asma, enfisema ecc.); n ell'apparato digerente. (spasmi viscera.li con vomito, coliche, ecc.); nel sangue (leucopenia, piastrinopenia, &osinofilia., ecc.); nella pelle (orticaria, edema eli Quinke, eczema, prurito, ecc.). Questi pochi ricordi non sono forse sufficienti a. riconoscere che molteplici sono i legami ed i punti di contatto fra. i eliversi stati di ipersensibilitè., tanto da. giustificare l'odierna visione d 'insieme di essi in un unico fenomeno comprensivo che vien detto stato allergico? Altro problema foudamt•nt alt•: qual'è il me-ccanismo patogenetico d C' Ilo ul .. lergia così concepita? È questo un problema. ancora parecchio oscuro, sebbene si sia tentato di giun· gere ad una concezione patogenetica unitaria, che fosse cioè in grado eli d.are una. spiegazione globale delle varie fonne d 'ipersensibilità. Anzitutto poichè gli agenti capaci di svelare uno stato allergico sono di un.a varietà infinita. (proteici, colloieli, cristalloidi, prodotti a.nimali e vegetali, ali· menti, ecc.) è naturale che il vecchio nome eli atuigerw dato ad essi non fosse ritenuto più molto appropriato poichè implica il concetto di sosta.Jl2a esclusivamente proteica secondo le leggi sierologiche; ma ciò nonostante, esso è rimasto ancora in uso, sebbene quasi sempre sostituito da quello più lato di aUergem che starebbe ad indicare qualunque causa capace eli provocare una modificazione d ella reatti·· vità organica.. D'altra parte, quasi sparito il termine eli anticorpo, perchè non riconosciuta. più la reazione d'ordine immunitario stretto, è stato introdotto quello di reagina per inelicare la sostanza o disposizione interna con la quale verrebbe a contatto od a conflitto l'allergene. La reazione adunque s'impernia sull'incont ro allergene-reagina dal quale si originerebbero sostanze tossiche capaci eli dare le ma.nifestaziqni allergiche.
li>10D ERNE \' EDIJTE SULL'ALL ERùlA Ct:TA.,.,-t:A
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In base a tali nuovi concetti, le vecchie teorie patogenetiche, hanno ceduto il posto a quella. più recente unitaria e ÙJI·iogena del Doerr, per la. spiegazione globale di tutte le varietà di allergia, che si può esporre nel seguente modo: le reagine sono legate principalmente alle cellule di una. data qualità di te88Uto, e sono proprio queste tea.gine cellulari le più importanti pe r !la produzione della reazione; le reagine che si trovano circolanti nel sangue sono da interpretre.rsi come reagine cellulari staccatesi dalle ce!Jule lstesse e riversatesi in circolo. In tal modo si comprenderebbero e spiegherebbero vari fatti d'osservazione comune e cioè: che allergeni vari possono dare le. stesaa manifestazione e che lo stesso allergene può dare manifesta.z:ionf diverse. Questo p erchè, in base alla teoria istiogene., le manifestazioni reattive n on dipendono dalla qualità dell'allergene ma dalla qualità di tessuto che ha dato le rea· gine. Cosi, ad esempio, potrebbe spiegarsi come lo stesso alle rgene possa dare asma bronchiale o eczema o orticaria: se esso sensibilizza le celltùe della muscolatura liscia bronchiale darà asma, se invece quelle dell'epidermide e del corpo papillare, darà. eczema, se quelle dell'endotelio vBBalo e del connettivo, oooia il derma cutaneo, darà orticaria. De. una tale ipotetica concezione unitaria istiogena de rivano pe rò vari altri quesiti. Anzitutto, que.l'è la natura della rea.gine? E poi, qual'è la sede di esso? Inoltre, quante sono le specie di rea.gine? Infine, le reagine del soggetto ipersensibilizzato sono identiche a quelle d el soggetto normale? A tutti questi vari quesiti, allo stato a ttuale si può rispondc rt- soltanto parzialmente. E cioè, si crede che le reagine non siano sostanze vere e proprie ma alterazioni fieico-chimirhe del complesso colloidale d elle celltùe o anche della sola membrana cellulare (Doerr ). Inoltre si p ensa che le reagine possono aver sede nei vari organi e sistemi (apparato re~pixatorio, digerente, n euro-vegetativo, p elle, ecc.) sia isolatamente e sia contemporaneamente. E così si spiegherebbe ancor meglio il concetto già espo~;to, cioè ch(:j le mauift:~;tazioni !ill~;:,-gicht: dipendono dullu vurietà d~:~l t~;::;:ruto che ha prodotto reagine, e quindi come lo stesso allergene, e. seconda della sua maggiore affinità con le reagine localizzate in questo o quel sistema, possa dare, ad esempio, in uno atn:a, in uno corizza da firno, in un altro eczema, ecc. Inoltre si spiegJ:terebbe anche come lo stefso allergene possa. estendere la ~1a azione a più organi e quindi interpetrare la idea di • parentela • che era. stata intuita da molto t.rmpo dai clinici ed aveva dato origine alla dott rina della diatesi. Ma, d 'altra parte, la t.eoria. istiogena., che è attualmente la pitl accettata p er numerose ricerche cliniche e patogenetich e rhe l'hanno valorizzata., non è suffificiente da sola e. spiegare lo stato allergico? Infatti, alla mente d ello studioso viene spontanea la domanda: ma perchè di molti individui, appartentemente normali, messi a contatto d elle stesse sostanze e nelle stesse condizioni, soltanto qualcuno ha manifestazioni allergiche? Non baste. dunque il contatto allergcne-rcagina, ma occorre anche uno stato speciale dell'organismo di disposizione allergica.
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MODERNE VEDUTE SULL ' ALLERCTA CUTANEA
Tale disposizione è data. da. uno stato di prepara.zione che può essere tempora· neo o duraturo, ~ongenito o acquisito, ed è Clreato o favorito da cause svariate: età, professione, stagione, ecc., me. specialmente dalla costituzione, intesa oome risultante di predisp:>sizione congenita, fattori e.>terni, a.ltera.zioni dello stato umo· rale, influenze endocrine e nervo3e, alterazioni organiche dell'icambio ;del fegato, ecc. Adunque sono da. conoidera.rsi come adiuvanti tutte le m eiopragie che diminui~cono la resistenza organica., e ch3 oocorrerà quindi mettere in rilievo in ogni caso 1n esame. Difficile d'altra. parte ed in gran parte oscuro ò il precisare come tali alterazioni interne riescano a. dare la dispo.>izione allergica, quale sia cioè il meccanismo patogenetico intimo di essa. · È ammesso dalla. maggioranza degli autori che gli allergeni agiscano direttamente sulle ceHule del tessuto specifico elettivo (provviste di réagine) e ·precisamente 11ugli endoteli dei ca.pillari e dei va<Ji, per uno stato di irritabilità del sistema ner'Voso vegeta.tivoJche innerva, come è noto, tali pareti va.sali. In tal modo vien tirata in campo l'influe.nza del sist-ema vegetativo non solo sulla. disposizione allergica.. ma anche sulle manifestazioni allergiche stesse. Delle disfunzioni neuro-vegetative, sembra che specialmente la. va.goto0nia. costituisca. una. causa favorevole alla disposizione a.llergica, oltre che alla sintom.a.tologia di essa.. Ma. non è ancor chiaro il meccanismo di tale influenza nervosa.: trattasi forse di alterazioni delle fibre terminali, di natura. chimica o fisico-chimica., che si verificherebbero nelle cellule endoteliali vasa.l'i e riferibili a spostamenti di ioni di calcio? D'altronde ammessa l'importanza. sicura d elle alterazioni del sistema nervoso vegetativo nella. disposizione ed estrinsecazione allergica.: è possibile sempre stabilire l'esistenza di una. disfunzione nervosa e la causa di tale disfunzione? Dati poi gli stretti rapporti anatomici e funzionali tra sistema vegetativo ed endocrino converrà naturalmente prendere in considerazione anche eventuali disendocrinie mono o pluriglandolari, ecc., ecc. Ma., inoltre, pojchè lo stato allergico si manifesta alle volte in modo a.ccentus.to ed accelerato ed altre invece solo attenuato e ritardato si pensa. che lo sta.t.o allergico possa. rimanere latente o meglio larva.·to anche per molto tempo e rendersi e vidente soltanto perchè insorge qualche cosa che lo rende manifesto. Questo qualche cosa è detto da Diaz « fattore di rea.lizzazione •, mentre Lehner e Rajka al'fermano che la sensibilizzazione comincia. quando s'inizia la formazione di reagine e che simultaneamente si creano le « dereagine » contrarie alle prime e aspecifiche: dal predominio delle :une o delle altre dipenderebbe l'estrinsecazione o latenze. dello sta.t.o alJergico.
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In base a tal ii concetti generali, cercando d'interpretare l'allergia nella sua. in· t ima. essem..a, sembra che essa. non rappresenti soltanto uno stato speciale di iper· sensibilità, ma anche un meccanismo biologico di difesa. esagerata, poichè si svolge con la reazione allergcni-reagine, Ie•qua.li ultime si trovano nell'interno dt>lle cellule deputate alla difesa. organica. o riversa.tesi da.lqut'ste negli umori ci:rcolaoti, dn.ndo la formaz.ione di SO!'tanze tossiche universalmente per qualsiasi soggetto. L'allergico ~- scrive~ Gia.mbellotti differisce dal sogge.t to normale non tanto perchè i suoi tessuti sono elettivamente più sensibili a un qualunque allergene, ma pe.r chè aggredisce questo, dando origine a. sost,anzt> tossiche a nche pPr un soggetto normale.
-'10DERNE YEDUTE SULL'ALI..EU(l!A CTTA.", <EA
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È diverso dal soggetto in stato immunitario perchè in que:sto l'aggressione dell'antigene si svolge e si compie senza la produzione eli disintC'g rati irritanti.
In dermatologia possiamo osservare e seguire lo svolgersi di svariate forme allergiche, e precisamente: le reazioni da malattia. da siero; le reazioni, spontanee o provocate, d ei sogg,...tti con affezioni cutanee o generali (tricofizio profonde, sifilide, tubercolosi, ecc.); le reazioni da sostanze svariatissime introdotte per qualunque via e che più frequentemente s'incontrano in pratica {rnt'dicamenti, prodotti animali e vegetali, alimenti, agenti chimici, fisici, ecc.). Tra esse sono più frequenti e interessanti per lo studioso quelle dermatosi ne11e quali appaiono pib evidenti gli ~stati allergici <'h e già{ conosciamo sotto il nome di idiosincrasia e di sensibilìzzazione, e che dal Ravaut sono divise in cinque gruppi' l o orticaria, edema di Quinke, pruriti; 2o eczema, strofulo, prurigine; so dermiti artificiali e professionali; 4° affezioni cutanee e infettive, ecc.; 5o affezioni bollose recidivanti. Studiando queste varie deJmatcsi e tenendo presenti specialmente le re82.ioni di sostanze svariate introdotte p er qualunque via si sono messe in rilieYo alcune particolarità dello stato allergico <'h e conviene ricordare. Il Vi sono dei casi che manifestano una netta polisensibilità per allergeni vari (ad esempio, il caso di Taub: un bambino a due mesi sofferse eczema-, all'età di tre mesi orticaria, a dodici edema di Quinke, a ventiqltattro asma). Vi sono dei casi nei quali si manifesta l'allergia solo col concorso di cause adiuvanti (caso di Urbach in cui sopravvenne e1uzione cutanea reattiva a tintura solo in distretti sedi di notevole traspirazione). Vi sono dei casi nei quali, l 'allergene comincia adagi re soltanto dopo un certo tempo d'impiego, in altri solo dopo somministrazione di una certa dose, in altri solo somministrandolo in un dato modo, (come ad esempio latte e uova cotte danno allergia, crud.e no}. Nella cute poi l'allergia si stabilisce come fatto strettamente locale e di sede, an<'he con distinzione e limitazione alla parte ectodermica o a quella mesodermica: la epiteliale dà la reazione eczerentosa, la dermica dà lA, rf'nzione ponfoide. Inoltre nella cute l'allergia ha questo di caratteristico: una Yolta stabilitosi un tipo di reazione; si Dota la tenden:za alla ricaduta nello stesso. Ma. davanti ad una de1matosi sottoposta. al nostro esame, come noi faremo per attribuirle l& caratt_e ristica di allergica? Per parlare di malattia allergica, occorre <'he siano presenti varie condizioni che Doerr riduce alle seguenti: a) n:utsJr.(nto della rrattività dell '01gani~n:o ve1w una data sostan:za,tenendo pres€-nte il ccxr.portamento precedmt e dell'individuo di fronte allo stwo allergene se iSÌ tratta di fot ma acquisita, oppUie quE-llo dell'individuo stt>sso di fronte ad altri normali se si t ratta di forma congenita; b) specificità delle manifestazione mo1bose;
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MODERNE VEDUTE SULL'AJ'.LEHGTA CUTANEA
c) sintomatologia della reazione, che è indipendente dagli effet.ti chimicofarmacodinamici d ella sostanza antigenica, ed è simile a quella riprodotta con l'esperimento nell'uomo o nell'animale; d) dimostrazione di speciali sostanze che danno l'anormale reattività dell'organismo e che possono svela.rsi col trasporto paasivo d ella ipersensibilità, con Ja desensibilizzazione specifica., eco . Se questi sono i requisiti richiesti per parlare di malattia allergica come potremo in pratica dimostrarne l'esistenza di tutti o della più gran parte nel caso in esame? Come potremo identificare l'allergene specifico 1 È bene premettere che molto difficile è la. diagnosi di dermatosi allergica, poichè lo stato d'ipersensibilità si ordisce in modo subdolo e silenzioso, senza eJoun sintomo che ce lo ri veli. Capita quindi spesso che se i caratteri eziologici e clinici di alcune d e rmatosi ci orientano verso l 'induzione di origine allergica, c e rto non possono essere sufficienti le manifestazioni cliniche per una simile affermazione, senza l'aiuto di alcune indagini di laboratorio. I m ezzi che noi abbiamo a. disposizione pe r la diagnosi di dermatosi allergica (o in genere di stato allergico) e di individualizzazione dell'allergene specifico sono i seguenti: 1o Anamnui e prolu'YI{Jata osservazione: sono del più grande valore poichè possono rilevarci come l'affezione morbosa sia connessa o recidivante ad· una speciale causa, la eventuale simultaneità. di essa con manifestazioni note da causa anafilattica (eczema ed asma); 2o Crisi emocla$ica o colloidoclasica: è sinonimo di perturba.mento colloidale d el sangue, secondo la scuola. di Widal ed è caratterizzata dai noti fenomeni di leucopenia, inversione d ella formula. leucooitaria, ecc. Malgrado l'avversione di qualche autore, essa rappresenta un fenomeno intereSSI'Ulte legat.o a stati di sensibilizzazione, sebbene non si osservi con frequenza specie in dermatosi localizzate; 30 EosinofiUa: è molto importante nello studio dell' ipe rsensibilità. sp ecie d opo i pregevoli lavori d el Frugoni, ma non è costante. 40 Reazione di precipitazione o reazione zona.le di Ascoli: è poco usata in pratica e non si verifica con frequenza. Si esegue mettendo in una provetta siero di cavallo e siero sospetto e nel caso positivo si forma alla zona. di contatto un anello di opa.oamento biancastro. 5° Reazioni cutanee (cut·i e intradermoreazione). La cutireazione, come è noto, s i esegue secondo due metodi principali: o si pratica applicando, previa. scarifìoa.zione, una. piccola. quantità. di sostanza incriminata, sulla reg ione flessoria. d e ll'avambraccio (cutireazione alla. 'Va.lker); oppure con applicazione, su cute integra, d ella sostanza e ricoprendola. con un qua.dratino di garza. e al disopra con uno strato di cerotto, allo scopo di impedire un'eccessiva evaporazione e favorirne il riassorbimento con la macerazione d ella cute (cutireazione alla Bloch). Nell'un ca.'So e ne ll'altro si avrà una reazione locale che, nel caso di positività., dopo 24 ore, sarà: e ritema.tosa, eritema.to-papulosa., eritematovescicola.re, oppure reazione pomioide . Naturalmente una reazione più intensa starà. a rappresentare una maggiore positività. Ci.rca la r eazione pomfoide, è bene ricordare che Frugoni la considera positiva se in 10'-20' dà. un pomfo grande quanto 1-2 soldi, rilevato e infiltrato, e che scompare in 10'-601.
MODERNE VEDUTE SULL ' ALLERGIA CGTAXEA
Da un esito positivo si deve arguire: o che l'individuo non h a mai avuto contatto con la sostanza incriminata, oppure che l'individuo sin stato da essa. precedentemente sensibilizzato e la sòstanza applicata per cutireazione rappresenterebbe la causa scatenante. In ogni modo trattasi di individui ipersensibili. Ma non si può dalla sola cutireazione essere indotti a pensare con sicurezza che la sostanza usata debba essere proprio l'allergene che si vuoi ricercare, poicb è le cutireazioni non possono considerarsi prove infall.ibìli. E poi sorge anche il problema: la cutireazione positiva indica e svela uno stato di sensibilizzazione generale o soltanto locale? Certo la cutireazione è preferibile all'intradermoreazione di Coke (che si pratica, come è noto, iniettando nel derma una piccola quantità della sostanza. sospetta) specie quando s i de bbano eseguire numerose prove in serie, nella stessa. seduta per la scoperta d.el vero allergene, senza tra..<;eurare il iatt.o che è più semplice, soevra d 'inconvenienti e relativamente più specifica. 6o TrasporU> p<UIIÌVO della ipersernribililà: è questa. una pr<>va di valore assoluto, quando si riesca a realizzarla, poicbè mette in evidenza la presenza di reagino nel sangue e nella pelle d'un individuo ipersensibilizza.to. Prima. sì praticava esclusivamente nell'e.nima.le da esperimento: è merito del Frugoni, l'averla tentata con successo anche da uomo a uomo. I metodi per eseguirla sono due: quello di Pra.ussnitz-Kustner, quello di Konigstein-Urba.ch. La differenza di essi consiste solo nel fatto che col primo metodo s'inietta siero di sangue, col secondo siero di bolla provocata da cerotto cantaridato. Basta quindi ricordare la tecnica della prova di Praussnitz che è la seguente: sopra un uomo normale, in due punti simmetrici della cute, si fa un'iniezione intradermica di l/10 di cc. di siero normale da rm lato e della stessa quantità di siero del soggetto allergico dall'altro: 24 ore dopo si rinietta negli stessi punti l'aUergene corrispondente: si vedrà allora, nei oasi positivi, prodursi solo al lato che ha ricevuto il siero sensibilizza.to una reazione orticata, immediata, oe.ratteristica. Nell'animale però le vie d'introduzione non sono la intradermica, come nell'uomo, ma quella intraperitoneale o endovenosa. La prova positiva nell'uomo fa sì che questi mostri le manifestazioni del malato, nell'animale dà choc anafilattico. È naturale che il trasporto passivo riesca nei oasi di manifestazioni generali allergiche, non certo in .quelle esclusivamente locali: la ragione di questo vario comportamento potrebbe trovarsi nell'ipotesi che nel primo oe.so trovansi nel sangue circolante del soggetto ree.gine staccatesi dalle cellule ipersensibilizze.te, nel secondo no. Ricordo infine che H trasporto passivo è stato effettuato anche col trapianto di tessuto malato e con la seM'ibilizzazione cutanea locale a mezzo della sostanza incriminata., specie s.d opera di Lehner e Rs.jka., sull'animale da esperimento e sull'uomo stesso. 7o Duen8ibilizzanoM specifica. Questo metodo che realizza. una vera antianafila..<>Si consiste nell'introdurre l'allergene incriminato, a poco a poco cioè a dosi graduali subentranti, per via transcutanea o intradermica. ecc. nel soggetto ipersensibilizze.to, allo scopo di desensibilizza.rlo ossia riuscire a sopprimere quella anormale intolleranza. che finora mostrava. La. sua origine deve riceroe.rsi nel metodo Besredka per evitare lo choc anafilattico, iniettando, come è noto, un'ora. prima della dose·scatenante, una piccola dose di essa.. È un metodo che riesco molto raramente allo scopo prefissosi; quando si hanno risultati favorevoli, ba certo un grandissimo valore per la diagnosi di stat.o allergico.
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lJODERNE \" E O t:TE SUI.L'ALLE R CIA CUTANEA
Ma no n basta esser riusciti eventualmente a stabilire la ctiagnosi di dermatosi allergica ed 'aver individuato l'alle rgene specifico: occorre anche rendersi :conto dello eventuali alte razioni organiche o costituzionali dell'organismo in esame e del rapporto t ra. eRSe e le particolari condizioni della cute. A tale scopo, si praticheranno tutti i comuni esami e indagini di laboratorio: esame clinico generale, esame urine e sangue, ricerca dell'azotemia, uricemia, cole· sterinemia , calcemia, glice-mia, le prove di funzionalità epatica e renale, le farma· codinarnich e, l'esame éaplllatoscopico cutaneo, écé. Se tutte queste ricerclte nòi'l potranno fOTnirci dei dati sicuri sui rapporti ancora molto oscuri, tra alterazioni interne e de1matosi aJle1gieh e, pure ci daranno qualche elemento molto utile nel· l'interpretazione d el meccanjsmo putogen etico della disposizione allergica e con· secutiva afrezione cutanea. Infatti, senza pretendere di delucidare tutti gli even· tuali e ipotetici rapporti tra alterazioni organich e e dermatosi, basta ricordare l'importanza di qualche disfunzione interna nel provocare o almeno favorire la allergia della p elle. Il fegato, ad esempio, qualora ti insufficiente, rappresenta, per molti. Autori, la vera condùw sine qua non per lo sviluppo di dermatosi allergiche: in quelle di origine alimentare perchè gli allergeni riescono a superare la barriera epatica de· ficiente e, penetrando in circolo, possono locaJizzarsi anche nella cute; in quelle di origine esogena o perchè la pelle, a causa dell'insufficienza epatica, aumenta la sua. funzione pessica o fissatrice verso gli allergeni stessi oppure perchè la deficienza epatica stessa s'accompagna a iperuricemia che favorisce il comparire o l'aggravarei di manifestazioni allergiche, come risulta dal miglioramento notevole di tali af· fazioni con dieta e m edicamenti antiurici. Basta poi ricordare che la calcemia e l'ipercolesterinemia sono considerate vere stigmate allergiche. Ho già prima accennato all'importanza della labilità neuro-vegetativa per l'insorgenza di dermatosi allergiche, ecc. L'importanza dello studio completo del soggetto è notevole anche ai finj terapeutici. Il mectico ha comE\ còmpito supremo della sua missione quello dj curare, se non potrà prevenire. Come si regole rà nel caso di affezioni cutanee allergiche! A seconda d elle ave· nienze. }o Nel caso che l'allergene sia noto e la ipersensibilitA monovalente: 'o sop· pressione dell'agente nocivo o desensibilizuzione specifica. 2o Nel caso che l'allergene resti ignoto o l'ipersensibilità polivalente: desensibilizzazione raspecifica (peptonoterapia, autosieroterapia, autoemoterapia, plasmoterapia, galattoterapia, proteinoterapia, calciotera.pia, opoterapia, ecc.). In ogni caso poi: a) mezzi ausiliari diretti a modificare il terreno e cioè correggere poss:ìbil· mente tutte le disfunzioni messe in evidenza con i vari esami e ricerche; b) cura topica locale della dermatosi. Con tali mezzi diagnostici e t erapeutici a nostra disposizione, u tilizzandoli con coscienza e diligenza, cercheremo di pervenire alla diagnosi esatta e di r idare la salute: assolveremo in tal modo nel modo migliore quanto ci comanda la nostra nobile m issione.
r.tODERZ.."E VEDUTE SULL'ALI.EROIA OUT.L."fEA
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7 - OlorMl~ di medicina militare.
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RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA ITALIANA ESTRANIERA lGlEftiE
P A.SCREN E. - Cultura del virus vacclnlco nei tessuti. Corpi elem~ntari nel conte111Uto delle vesclcole di vuicella e di herpes zoster (Zentralblatt fiir Bakt. Band 130·3·4). :Xel 1912 NaucK e PaSCHEN resero noti i primi risultati d elle loro indagini sulle cultul'e in t essuto t esticolare d el virus vaccinico. Partendo da una pustola vaccinica di un bambino, oggi essi sono giunti al 110° passaggio ed il virus è se·rnpre attivo, corno poterono dimostrare con. inocula· zioni d i controllo n el coniglio. Servendosi poi d el m etodo di LE DL'Wfi..U'>l C.RAIGIE (em·tlsione d el virus va~ cinico in liquido Rt.."iQE.R, centt·iiugnzione prima a 3000 giri, poi a 16000 d e l liquido sovrnst.a nte decantato), hmmo ottenuto tm sedimento grigin.<;tro, cost.itui to quasi esclusivllmente da cumuli di corpi elementa ri, i quali raggiw1gono appena la grandezza di 0,2 micron. Con il sedimento opportu.natamentc diluito hanno poi fatto inoculazioui sulla pelle d el coniglio con esito pos it.iYo ed hnnHO praticato culture su pezzetti di t essuto t esticolare, sulle quali riscontrarono abbondanti i corpi e le men tai·i. Inoltn~ . mettendo a contatto il sedimento stc·:;;;o con un s iero immune di coniglio \'<ICC Ì na to, hanno ottenuto agglutinazione. Anche ne lla va ricella PASCHEN, già d a pMecchi a,mti, ha ID€)!!SQ in evide n z;a, m ediante strisci del contenuto d e lle vescicole, de i corpi elementari s imili a. quelli del vaiolo, m a più piccoli e che !Si colorano me no bene. I nteressante è il fatto c.he questi corpi e lementari agglutinano t anto col ~'<i ero di convalescenti di va.ricellu come di convalescenti di herpes zoster, il che star ebbe a confermare, se n<:m la id enti t-il. d e i due virus, pe r lo m eno una dit·etta pat·eutela. È pe rò ancora discusso se il virus va.ricolloso s i localizzi prima n e i gangli interver t.ebrali e di qui p er vi a nervosa raggitmga la cute, in analogia a quanto avrebbe trovato PE'l.'TE per il virus polio miolitico, ovve ro prima si localizzi sulla cute e p oi leda i g<>ngli irLte t-ve r·tt>brali. )fa PA.SOHEN è più propenso p e r la prima ipotesi. BRm-"1 .
P. BRUÈRE. -
Il dosamento. colorimetrico del manganese applicato aWanalfsi della farina e del pane. (Annales cles fa lsifica.t.ions et des fraudes; nn. 303-304, m arzo-aprile 1934).
L 'esame fis ico delle farine e i saggi meccanici praticati s·tgli impasti d a pane, completati con le indlcazioni d e ll' amtlisi chimica, co;;tit.,tiscon.o la base delle ·operazioni a lle qual i i p eriti generalmente ricorrono p er l'apprezzamento dei pmdotti de lla macinazione destinati a ossere panifìcati. Quando nelle farine s i supponga l'aggiunta. di bassi prodotti, l'aumento delle ceneri è un indice utile che occorre pe1·ò completare col controllo della. elevazione parallela. normale dei residui c ellulosici, delle sost-a-nze grasse e con un minuzioso
esame delle sta{)ciatur e ai nn. 90, 120, 100 e 200. Allorchè si tratta del pane, la. questione è ancora più d elicata: da una parte bisogna detrarre dalle ceneri il clonrro di sodio aggiunto nel corso della panifica.zione; d'altra parte, nessuna indicazione sicura può essere fornita dalle sostanze grasse che tendono, in generale, a diminuire e dalla. quantità. di cellulosa che può essere influenzata dallo spolvero di cruschello (fie·u rage); quanto all'acidità. essa non ha. rapporto alcuno con quella. iniziale d ella. farina. originaria. Il dott. Bruère - colonnello chimico-farmacista, direttore d el laboratorio di chimica dall'Ispettorato generale delle Sussistenze dell'Armata francese r ichiesto ripetute volte del giudizio di apprezzamento su miscugli di farine e su tipi di pane, che dovevano essere fabbricati con determinate percentuali di fa.rine - campioni, ha riscontrato nella determinazione colorimetrioa. del manga.-
RIVlSTA DELLA STAi\IPA MEDICA
ITALI.~~A
E Sl'RANIERA
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nese - effettuata sistem&ticamente n elle ceneri d elle farine e anche del pane (dopo eliminazione dei cloruri a mezzo dell'acido solforico) - un fattore di ap· p r ezza.mento che egli stima di indiscutibile interesse pratico. N ello. memoria della quale ci occupiamo, il distinto A. - dopo aver lucidam ente indicato, con l'appoggio di appropriate ricer che sperimentali, il ta.';lso e la r ipartizione del manganese n el chicco di frumento (albume, tl'gumento, embrione o germe); precisato le modalità inerenti alla sua determinazione colorimetrica e le applicazioni pratiche di questa nelle perizie delle farine e dei differenti tipi di pane di munizione - viene alla conclul!ione che il dosament-o colorimetrico del manganese integra utilmente i ri,:;ultati fomjti dalle ceneri d e llo farine e si mostra indispPnMuile nel caso del pane a llorchò si dubita che, prr la sua preparazione, si sia vt: riUcata l'aggiw1ta di ba:>!'!i prodotti di macinazion<'. Secondo Bruère, inoltre , l'applicazione di que:<to metodo sarebbe suscettibile di potorsi estendere: (L) alla sorvf'gliam:a sui p•·odotti <'~<' Ila macinazione e a facilitame, ùi conseguenza, il controllo d e l tH..~so l<·galo di ~\blnll"attom c11to (e:rtmction), ù opo v~rifica d e i lotti di fwm onto; b) a shtbilir<' dl'i limiti . o -norme, cho è b ene as..;;ognaro ai p1·odott i della macina.-.ion e, tÌ>'i'<lm doli prf'liu1inan·nen to, allo :;copo di costitujre d f·i duLi di riferimento tan to p er lC' disposizioni nuzionnli e quunto por gli seambì •Jntt.>t"nazionnli.
A. P AOJ).LEJ,LO. L'fm ?ortanza delle verdu re nella dissem inazione dei germi patovegetali ed ani m ali. (Aumtlcs d'Hj gi•~nc publirrue, iudustrielle e t sociale, aprile 1034, n. 4).
l\liRAELOI<"F S. g~ni
Pur O:"istc ndo già. nnll!l. lottNat,nnl n on pochi s turli sulla importanza che le V<'rdnre pn·scnt.nno n e lla dis,wminaziono elc i ger·mi patogr•ni vt>gotali ed a.nimali, l'A. h f\. c •·eduto opportuno di compiere un certo num r•ro di ric<:>rehe sulle v erdure vendute a l Cniro, con lo scopo di isolare e d <>tC' rminaro le specie pntogcne eYentualmonte o>:istenti nelle vcl"duro st<'ilSC. Como infatti è noto, non poche epid emie, e soprot.utto quello. tifoidea, sono dovut,o all'ingostiono di vc•·dnre crude inquinate da bat.tor·ii provenienti dal suolo. Fra i microbi po.togC'ni, l'A. ha ricercato il b. coti, il b. del tifo e dei pa.ratifi, i b . dissenterici ed il vibrione cole rico; fra i pamss iti intestinali, gli e lminti e le
forme protozoarie. · In una prima parto dd lavoro, riservata o.lle considl'razioni generali, ria~sume, in grandi lilleO, le modalitÀ. con le quali può avveni.re l'inquinamento delle verdure da parte dei germi potogcni. Espone quindi la t ecnica dcl16 quale si è servito p er le sue rice rche {somiua dell'acqua di lavaggio nei vari terreni culturali), soffermandosi in modo specia.le su quella adottata por la identificazione delle uova d egli elminti. Dagli specchi che riporta risulta. molto chiaramente come, al Cairo, le verdure che vengono consumato crude siano assai spesso inquinate sia da batterii patogeni, sia da parassiti intestinali, e, non raramente, da ambedue le specie . L'Ascari8lumòricoides e l'uncinaria duodena-lis sono state riscontrate con una percentuale rispettivamente del 31 e d el 36 %. mentre l'oxiuris verm'ÌC!tlm1.s n e l 4 % ed il tricocephalUB trichiuris nel 3 %; le cisti amebiche n el lO ~~ e quelle di lamblia nel 4 %; le uova di bilharzia nel 4 %- Tra i parassiti vegetali il b. coli è stato riscontrato nel 34 % d elle verdme esnminnte, segue, c on 1' 11 % il gruppo costituito dal tifo e dai paratifì; mentre il b . dissenterico è stato trovato nel 0,5 % e cosi pure il vibrione colerico. L'A. considera minutamente l'importanza di questi reperti, non solo studiando la questione dal punto di vista igienico, ma esaminando anche dettagliatamente le caratteristiche morfologiche e culturali dei germi isolati, specie per quanto concerne il vibrione colerico. Un 'ultima parte del lavoro è dedicata allo studio dei m ezzi di lotta contro l e malattie tra.smissibili dalle verdure consumate cn1de, e tale parte ha tma importanza. veramente notevole dal punto di vista profìlattico. La. misura più efficace contro la contaminazione delle verdure sarebbe costi· tuita., secondo l 'A., dalla educazione igienica. della massa dei contadini, educazione baaa_ta, non solo sulla. divulgazione dei principii igienici e p rofìlattici, ma sulla p r atica e reale attuazione dei p rincipi stessi.
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RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA ITALIA.t''<'A E STRANIERA
Quanto ai parassiti animali è facile allontanarli meccanicamente con il la· vaggio a grande acqua corrente. L'azione combinata di tale lavaggio e del disin· fettante (cloro) ha dato all'A. soddisfacenti risultati. Egli, dopo aver lavato per 5 minuti sotto abbondante acqua corrente le verdure, scostando le foglie le une dalle altre. per permettere l'azione meccanica d ell'acqua, ha trattato per 10-20 minuti le verdure stesse con cloro, p er distruggere i germi patogeni. Quindi le ha lasciate per 30" sotto una corrente d 'acqua per togliere le tracce di cloro e, per una ulte riore precauzione, le ha poi trattate per 30" con aceto o con succo d i limone. Questo procedimento, che l'A. definisce assai semplice e pratico, cost.ituirebbe un mezzo sicuro di difesa sia contro le infezioni paras.~itarie che microbiche. PIAZZA.
MEDICINA INTERNA TIEàfAN. - Infezioni focali dentogene. (Klinische Wochenschl'ift, 12 maggio 1934, n. 19). L 'importanza, che attualmente ha assunto la conoscenza dell'infezioni focali, forse anche da alcuni autori amet·icaJù esagerata, spiega perfettamente lo studio sempre più appa~sionantf', di cui esse sono oggetto da. parte di ogni ricex·cat.ore. L 'A. si occupa di esse in rapporto a lesioni focali dentogene e riporta osser· ,·azioni cliniche molto dimostrative da lui fatte nella clinica medica di Kiel. Una riguarda uno stato set.ticemico grave consecutivo a granuloma dentario, con endocardite ttlcerosa, insufficienza aortica e mitralica e che determinò la morte d ell'ammalato, non osta.nte l'est•-azione del dente; l'indagine batteriologica dimostrò lo stesso germE:' nella lesione dentaria e nel sangue. Altra. os.~ervazione riguarda lesioni ghiandola.ri mttltiple in vicinanza della lesione focal e e che rapida· mente regreclirono con l'estr·azione del dent.e. Per le artriti mentre alcune osservazioni dimostrano precisamente un rapport~ fra esse ed ~na.. lesione .dentaria, per a.ltre in~ec.e tale rapporto no?- è ril.evab.!le, anche se les10m dontar1e sono pr·esentt e qumdt seguendo la cla~s1fica d1 GRAFF in reumatismo infettivo specifico e pseudoreumatismo infettivo, l'A. dà le norme generali onde poter distinguere le due forme. Ricorda fra le altre il risultato d e lla cura salicilica o con pira.midone, che è efficace solo nella prima forma, m e ntre per la seconda è la cura. della. lesione focale, che induce una rapida r egressione delle lesioni tl.rticola.ri. Cita a dimostrazione due osservazioni nelle quali tale distinzione risulta evidente. P er la interpretazione delle artriti infettive di origine focal e ricorda. l 'A . la teoria d elle mutazione batterich<> di RosENOW, che tanto interesse e c ritica ha procato e che forse ha. più importanza p er il batteriologo che per il clinico; le rice rche sperimentali di KLINGE, che concludono p er la genesi anafilattica d e lle artriti e che sono p orò impostate su condizioni che non sempre s i verificano in patologia. umana. Non diversamente vanno giudicate le ricerche di BIELING, le quali, sebbene determinino negli animali da esperimento lesioni articolari isto· logicamente simili a quelle che si osservano nel pseudoreumatismo infettivo di G&AFF nell'uomo, importano una disseminazione bacillare che non sempre in quest.o ultimo è stata dimostrata. Ciò p er le lesioni articolari. Considera poi i rapporti tra infezioni focali dentogene e nevriti, di cui rileva la rarità. e riferisce un ca~o molto dimostrativo di nevrite ischiatica, che per lungo tempo resistette ad ogni tera.f~fi· ma che rapidamente regredi in seguito a.ll'estra· zione di una radice d entaria. ne considera i rapporti tra infezioni focali e cattivo stato gonoralo; ed è meraviglioso come questi pazienti d eperiti, con temperatura sub-febbrile, con alterazioni del quadro ematologico, rapidamente risorgono dopo la. cura. deUa lesione dentaria. In base alle sue ricerche ed alla sua esperienza l'A., pur riconoscendo in alcuni casi sicuri rapporti tra. infezioni focali dentogene e sindromi setticemiche più o m eno gravi, lesioni articolari, nevriti e stato generale, p er diffusion!:' di germi per via sanguigna. ed eventualmente per disseminazione linfogena, conclude però, con giusto eclettismo e senso critico, che tali rapporti devono essere sempre sicuramente dimostrati e non soprava.lutati e tanto meno generalizzati.
R. d'ALESSANDRO.
RIVISTA DELLA STANPA )JEOl CA iTALIANA 1:: STHANlERA
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I. L. KluTSCHEWSKl e A. I . PINEs. - L'azione del derivati della chinolina sul gametoclt l di pla.s modlum praecox (Klinisch€' Woch enschrift. n. 22, 2 giugno 1934). L'introduzione della plasmochina, derivato clelia chinolina, nolla terapia dell'infezione malarica ha segnato un decisivo progresso, in quanto con esso noi poF<sediamo un mezzo per a.gire e fficacemente sullP forme scs~<uate dei parassiti mala1;ci, resistenti tenacemE'nte, specie quelle d el pla$modi um pra.eccx, alla, t€'rapia. chininica anche prolungata. onde il dift'onders i dell'infezione e lE' r ecidive nell'uomo. P1u·a che la plnsrnochino. agisca dete rminando nei gameti la perdita della capacità di compiPJ'e il ciclo evolnti\·o ndl'o1·ganismo d e lla zanzara. Non mancano ossE>rvazioni diF<cordanti che S. SCJftlKOw o .KltASSIKOWA ed altri cercano d'interpretare chiamando in cau;;a la div<'rsa nutrizione òelle zanzare prima dell'esperimento, la dive1·sa tP.mperatura. il divn"o cont<'nuto in g rasso ed alt re condizioni ambie ntali. Gli AA. nella sezione chemioterapica cklf"Istituto di Farmacologia di Mosca hanno intrapreso una serie di ricerche, ne llt- c1uali banno cercato ùi elimina re tutti gli en•ntuali fat.tori che comunqu P pO!'iF<ono turbare il ris\lltato di es;;e: come animale da esperimento s i son ~<t>rYiti di un uccello Spinus spim1s infettato con plasmodium praecoz, come zanzn1·e. il culex pipi.ens. allevate ne ll'Istituto ed alimentate con acqua e zucch<'ro. tenute 11 tempcrll.t11rn di 26·27°; come prepamto u;ru rono la plasmochina ed un alt.ro d e rivAto ddla chinolina, il plasmocid. Di questi preparati qnnudo l'ucc1· 1lo era all'acme d<'ll'infezione somministra· rr no cc. 0,02 per gr. di p eso di una di luizione da l : 1000 a 1:8000. In una prima serie in cui agli B1>·inti-B era stnta somminist ratA plasmochina o plasmocid alla uiluizione di 1:4000 a 1:8000 e dopo 24 ore erano punti da cul.ex, qm'sti venivano infettati n<'lla prop.:>rzione del JOO 0 1., come quando pungevano animali che non avevano rice-v-uta nessuna cm·a. I m·ece quando somministraYa plasmochina l : 1000 o plasmocid 1:1500 si ottE>nevano risultat.i diametralmente opposti, cioè nessuna zanzara restava infetta, comt> veniva dimostrato con la ricerca di oocisti nello stomaco e di sporozoiti nelle ghiandoiP. salivari. Ancora so zanzare, che avevano succhiato il sangue di uccelli così curat.i, pungevano dopo J0-20 giomi altri animali nuovi, non l'infettavano. Una zan:t.aJ•a sola. dimostrò g rande quantità di o~ costi e sporozoiti, ma tma. sospensione p reparata con ghiandole sali vari di ess'l non riuscì ad infettare due uccelli nuovi, cui veniva inocula.t.fl. Pe rtanto gli a.utoti concludono che la plasmochina. ed il pla.smocid impieg.lti nella diluizione di 1:1000 e 1: 1500 sono composti il cui impiego riesce di grande utilità oltre che per la loro alta at.tività. che miote rapica nella. terapia della malaria, anche p er la proprietà che essi hanno di dist.ruggere nei gametociti la capacità di riprodursi nella zanzara, venendo a rompere cosi un anello della catena epidemio· logica, onde la loro grande importanza nella profilassi contro l'infezione rnalarica. In proposito però molto opportunamente KmUTH e ScRONROFER (Sulla que· stione dell'azione gameticitadellaplasmochina- Klini<Jche W ochemchrijt 1934, n. 24) rilevano che già .:\oluHLENS e ROEHL nel 1926 avevano os.o;;ervato un'azione specifica d ella plasmochina sui gameti della malaria t.ropica.le o semi lune, su cui risulta inefficace la chinina e successivamente altri malariologi hanno tale azione confermata. BARBER, KoMP e NEWMA."N dimostrarono sperimentalment e che la p lasmochina, anche in piccole dosi, senza distruggere lP. semilune, le rende non più ca· paci dell'ulteriore svilupp> nella zanzara.. Tali risultati furono s•tcces.o;;ivamente confermati da altri autori e ricordo qui le ricerche p raticate dalla dottoressa FINTo nella clinica medie'\ di Roma nel 1929-30 e che ho PQt.ut.o seguire da vicìno. I due autori russi pMe ch e non abbiano conoscenza di tutti questi lavori fatti su tale argomento, ma solo di duE> e di uno solo, a quanto rifericono, hanno letto l'originale. Già prima di essi, nel 1926. ROEilL ottennE> con somministrazione di grandi dosi di plasmochina la scomparsa dal circolo sanguign > dei gametociti e quindi è logico dedurre che le zanzarE", che succesF<ivarnente pungono quei soggetti, non possono infettarsi. In conclusione gli a.utori con le loro ricerche stùl'azione d ella pl11smochina e d el plasmocid, tH n fanno ch P confe rmare CJUII.nt.o già da altri ricet·catorì era stato sicuramente stabilito, c ioè la grande importanza d«>i due derivati delln chinolina nel h terapia e profila.<;.<>i della malaria ('. come C'onfE"rma, il lavoro, b } Ile condotto, può ritenersi util" R . d'ALESSANDRO.
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NEUROPSICHlATRIA F. l\1ASC I-rE RJ' A. - La radioterapla delle m:i lattie del sistema nervoso. (P arte L'\. di'l «Trat tl\to di Roen tgl:'n - e di Curie -terapia ,. di PEnt:SSIA e Puc :s-o-VANONI. Milano, Frat. Treves edito ri, 1934). L'A. - ch e è foJ·so il più compet ente studi oso italitlno d ell'argome nto, data In s ua est <.>sissima. esp e ri enza. fatta n ell'Istituto N e ,-rologico Yi t torio Ema nuele I ll di :\lilu no - espone in qu~'><ta luc ida m onogmfìa qu a nto è indisp en ;;:nbile conoscerr su cotesto m od e rn o e va lido m ezzo di cura di m oltil"sime affezioni n ciTo~-e. Precedono alcune chi11.r~:~ nozioni sulla. radiosens ibilitil. (minima} d e l t P><suto n ervoso sono, s ul m eccanis mo d 'azi n e (di vo lta in ,-oltn distruttivo, inibitor·e, s tim o la nte o risolven te) d d la rndi otcr·a pia, s ulle r eazioni d et e rminate d a i raggi R o<'ntgen e S\III C' principali indicazioni gC'n crnli d el tratta m <'nto . Seguono precise norme di t ecnica e una breve discu!'l;;:ion e sui pocbi inconvenienti che possono verificaJ·s i nel co rso ddiR. cura c sul mig lior m odo di C\ -itarli. N ella seconda e più vasta parto d e l lav oro l'A. passa in rassegna. tutt i que i processi mOJ'bos i d el sistema n e rvoso che sono passibili di un trattamento radiolog ico. Quiv i :--ono particola rmente sviluppR.ti i capitoli con cornPnti i tumol'i c e r e brali, i tumori ipofisari (ch e è vanto d ell'ita liano GRAMEGNA l'u,·erc cffica c<'mcnte curnto p c t· primo colla radiot orapia), l(• m c ning iti sierose, i t,umori spinali, la f!iringomielia, le affr zioni intìnmma.torie d e l midollo e d e lle sue mC'ningi, le n1•\-ralgie , le simpa tos i. P or ciascuna d ello molte form e morbose s tudiate il lettore tro,·erà sis t ematicamente, un succinto riferimento clinico ed anatomo-patologico, minute indicazioni di t <'cnica, <'!'latte notizie sui risultati raggiw1ti. La. monografta, ri cca di 33 riproduzioni fot-ografìche, rappresenta quanto di più recente_ si è acquisito nel campo d ella radiote rapia n enologica. e costituiw e una guida. indisp enMbile sia p er il n evrologo, sia. p er il radiologo nelle sempre più frequenti indicazioni e applicazioni dJ questo prezioso ausilio curativo. CARLO Rtzzo .
V. M:. BuscAINo. - Nuovi dati sulla profilassi e la cura della paralisi progressiva. (Bollettino d ella Società medico-chirurgica di Catania, n. 6, giugno 1934). L 'A., in base al riesame di un gruppo di 38 paralitic i a 5-6 a.nni di dis t-anza dalla malariatorapia, giungo a. sovere conc lusioni s tù risultati relativamente lontani di cotes to trattamento. Dalle sue tabelle risulta, infatti, che, di que i paralitici malarizzati il 50 % ora morto, il 18,4 % e ra inde mentito, il 21 % era tornato in buont> condizioni lavorative e solo il 10,5 ~o era. talmente migliomt.o da potersi considerar.: pt·a.ticnmente gual'ito. P e r questi stes::;i soggetti, invece , i risultati i rnmedia~i d e lla cura rna.laricn. e ra-no appa rsi ben altrimenti rose i; difatti s ubit-o d op o il trattament-o la mortnlit.à e ra solo d e l 18,4 ~ 0 • il 21 °6 era rimasto d e m e nt-e, il 47,3 ~o appttriva migliorato ed oltre il 13 °() sembrava guarito. L 'ovidento divario n oi ris tùtati d ella malarioterapia s econdo che i para litici trattati s ia.uo presi in eMme subit o dopo la. cura o a distanza di alclUti anni dalla. cura s t csM è confe rmato dalle s tatis tiche w parecchi altri studiosi e non può non r ecare un ;:en so di stupore e di sconforto in quanti wno a conoscenza d <'l cos tante progredire di quella tremenda forma t ardiva d ella s ifilide ch e è la paralis i progressiYa , ed avevano fondato l e migliori sp eranze n ella cura di WAONER YON J AUREO O. t en e ndo sp ecialmente conto d e lle numerose r emissioni immediate. Lo s tupore è, poi, o.ncb e maggior e so si confrontino - come fa il BuscAJNo - le p e rce ntuali d e i miglioramen t i e d elle guarigioni clinich e ottenute n ei paralitici malari7.7.&t-i (statisti ca internaziona..le } con quelle riscontrabili n e i paralitici non trattati (rec ente statis tica d el WILDERMUTH}; da tale confronto si d educe infatti. per dirla con lo stesse parole d el n ovrologo di Catania, che • i risultati lont.ani della malario-spccifico-te rapia sono appena appena migliori, d ('! 2 ~"' p e r quanto riguutùtl le guarigioni e chiaramen t e p eggiori (5 ~~ ) p er quanto t·iguarda i miglioramenti, in confronto con i ris ultati avutis i spontaneamente in paralitici n on trattati ! •.
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Partendo da questi rilievi statistici il Busc.nNo con<\lude <\hA f) nMe;:;.~rio .cambiare decisamente rotta ~ nella cura dei pa.ralitici. Egli, per altro, non consiglia di abbandonare la mala.riote rapia - giaccbè es.'!tl ci dà tuttavia il maggior numero di remissioni immediate- ma. insiste sulla necessità di tenta.re di reodere d efinitive det.to remis.-;ioni mercè l'intensificazione del t rattamento specifico (a base di arsenobenzoli e di bismuto) da far seguire a quello mnlarico, di p er ~ò solo, come s i è visto, insufficiente allo scopo. E maggiormente il BuscAJNO insiste sulla. necessità di un valido potenziamPnt.o della cura specifica di tutt.i i Ju,.tici, come il solo mezzo protiluttico contro lo;- manifPst.azioni cosidette metaluetiche del sistema nervo!'lo centrale: potonziAmPnt.o che - anche in conformità a rec<." nti vedute di insignì sifilografi (PA.STh,. RICHET figlio, JOLY, ecc.) - dovn\ fars i as· sociando alle usuali cure chemiotE-rapiche un adeguato trattamento piretogeno sin dalle forme luetiche inizi>tli.
La p~wblicaz·io'ne del Prof. Busc.u:-;o - come si vede a:nehe da questo breve riassunto - è 'ÌII~teressanti.ysima sotto molt-i 1nmti di vista, giaoohè essa riporta sul tappeto, cm~ 1~uov·i clati e num,•e t>edute, tutte l'011vnoso problema della paralisi progressiva e della sua cwra. rwnchè clel erattamcnw razionale àei sifilitioi in genere . .1l!i si CO'Menta di aggiungere qualche considerazione personale, VI~ vista delle gra:t~cli po.,sibilità terapct~tioo·profilattiche che io cred<J si offra;no alla Sanità .Militare nella lotta contro la sifilide e specialmC'IIte contro le S'Ue consegttenze peggiori., quali sono le forme metaluetiche del siste-ma nervoso. Mercé le a.cc1t1·ate rice-rche del RAVAUT, col quale concordano, in linea di 1nassim4 pressochè t?ttti gli studiosi successivi, sappiamo ormai da un ve?~ tennio che l'esplo-razione del liqu.ido cefalo-rachidia-tw consente di mettere Ì'n evidenza la neurolues nel periodo preclinico. Sappiamo altresì - grazie alle statisticne di DREYFUS, KA.TE e WITTGENSTEIN, ecc., oonfM"mate pUt recentemente da W AG~'"ER voN J AUREGG - ohe le fm-me cosidette metaluetiche del newa8se sono il triste privilegio dei sifil-itici nei q1udi - o pm· speciali condizumi del terreno o del vi·rus. oppttre per insuf!Wienza di trattatmento (il reale motivo lo si ignora ~ncor oggi)- illiq1tiào cefalo-rachidia?W si mantenne pawlogico a distanza di alcu11,i a;nni dal conta,gio. Sappiamo infine, e lo stesso B USCAINO ce lo ha ricordato, che la terapia della sifilide è molto piti p1·o· ficua se all'u.suale trattamento chemioterapico si associ quello piretogeno, il quale rappreJJenta forse 1tn 1ttile 'mordente sulla spirooheta OV'Vero co'nsente una 1nigliore pe-1wtrazione dei preparati fa?·mact1tttici nell'inti1nità dei te.'1sut·i specialmente attraverso la barriera em,ato-liq1torale. P1·emesso ciò io ritengo che nP.i nostri ospedali - ove atfl,uisce una gran parte dei giO'Vani co·ntagliati di l,ues - co-nverrebbe senz'altro att1w,1·e fi1~ d.all'inizio un e-nergi{)o trattamwnto 1ni.sto ohemio-e pirew-terapico, seguìto (dopo il primo ciclo di cura e all'atto d.ella dimissione delZ'infenno) da una. punrura lomba.re. Quei soggetti nei quali il z,iquiào cefalo-rachidiano presC'n· ta.sse 1wte patologiche (linfoc'itosi, p1·oteinosi, positività della R. W., ecc.) àovrebbtn·o essere pa:rticolarmente amnwniti sui peri.col·i gravissimi cui andrebbero -Mwontro trascurando gli ultm·iori trattamenti, e d<rvrebbM"o essere r'Ubri.cati i?~ w1~ appotito ele1too 'Ùl mod-o da poterl,i rivedere e sottoporre aà una sCC01ula pwnt1tra lombare a distanza lli 3-5 am,ni dalla prima. L' espm'ienza fatta. dagli .AA. sopracitati insegna ohe 1nolti di questi li{]uidi cefalo-rachiditmi dovrebbero eJJsere tornati normali (ed .Vn questi soggetti il peric-olo ?neta· luetico sarebbe praticamente m~llo ); negli alt?'i casi di persiste-nte posititrità
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- probabili camilidati alla paral~i progre,ssi·va o alle altre forme di metalues nervosa - si dovrebbe ri]F?'endere oon la massima etr.ergia la cura mista dianzi accennata, giacchè, CO?ne pittorescamente si espt•itne il RAVAUT, ~è preferibile spegnere l'incendio pittttosto che aspettO/re di far la perizia dei danni ~. Non ·ve<lo difficoltà Ì11,8ormo-ntabU·i all'attu,a-zionc di questo pia1w. So per esperienza personale (e, del resto, me tr.e appello a.i chirut·ghi che praticaoo correntemente lct mchian.estesia) oome le puntu.re lombari siaoo ormai largam e-nte accettate d,ai oostr·i infenni. Q·uanto al controllo a clistanza di alcuni anni, anch'esso dovrebb'essere facil1nente possibile. specialtnente rigu.ardo a qnei l1tetici (e sono la grande maggioranza) che ctppartengono alle categorie dei militar-i di carriera. R-itengo, co·m unque, che solo MSÌ sarà. possibile clebell<u·e o, abne·rw, ridlurre fortemente di nutrr.ero· le fanne metualueti<Jhe llel sistema n ervoso, il cui autrr.ento è pttrtt·oppo ccmtùt.1w, con quei ilmtni 1)ersrnuùi e sociali che og·nuno di noi ben ootwsce. Senza CO'ntltre che oon il piano p1·opugnato il nostTo Corpo Scu1-ita1·io potrà m ettere, in pochi anni, a disposizione della Scienza un lat·ghissi-ltw m.ateriale stati.<~tico , mercè il. quale sarà t·ecaw un pro{iclw e fattivo oont1'ibuto alla soluzione di molti problemi riflettenti gli st11iti sifìlografì,ci. C'ARLO RIZZO.
OFrALMOLOCIA
E. GAL.L'ITE. -
Azione del raggi ultravioletti sulle aftezloni e ferite corneali. (Rassegna.
I taliana di Ottalmologia, 1934, n. 3-4, pagg. 187-198.- R. Clirùca Oeulistica di Palermo).
.L'A. ha seguito con l'esame alla. lampada a fessura l 'andamento di alcune affezioni e ferite della. cornea di infermi e di fe rit.e provocate su animali, trattate comparativamente con l'applicazione di raggi ultravioletti e altre con i comuni mozzi t e ro.pautici. Dopo ave r trattato coi raggi ultraviole tti 102 cas i di affezioni corneali, e precisa.mente di che ratite scrofolosa, ulceri di varia natura e ferite infette, conclude che tali raggi s i possono associare nella pratica ai comuni mezzi t e rapeutioi perchè accele rano il processo di guarigione e per la proprietà di attenuare, e talvolta di annullare completamente, i reliquati. Infine l'A. riconosce nei raggi ultravioletti, oltre alla. loro azione battericida, la proprietà di arrestare pront.amente i processi flogistici, di stimolare l'attivo riassorbimento degli essudati e la riproduzione degli elementi anatomici normali, e infine la capacità di ostacolare la neoform 'l• zione v .1soola re, favorendo in tal modo il processo di riparazione di un 'ulcera con tessuto simile al normale, e quindi tra.spa.rente. Nes.<>un benefico risult-ato ha invece otte nuto nelle affezioni croniche infiammatorie del parenchima corneale e nelle dis trofie. Inoltre l'A. ha studiato l 'azione de i raggi ultravioletti sulla riparazione di perdite di sostanza corneale provocate su occhi di conigli. Dall'esamE' comparativo tra quelle perdite di sostanza trattate coi raggi ultravioletti e quelle trat tate coi comuni me zzi t e rapeutici, l'A. ha rilevato che le prime riparavano più prontamente, con scarsa reazione infhmmatoria, s enza alcuna neoformazione di vasi, con un pronto rivestimento epiteliale, e infine la ripa.zione d ella perdita di sost-anza avvenivo. medjante t essuto corneale norma-le e traspare nte , e ne i casi di lesioni profonde il tessuto di riparozion(' e ro in parte opaco, ma con una estenJ<ione e dens ità. minore risp etto alle s tesse lesioni tratt.ate diffe rentemente. Infine dall'esame istologico comparativo è risultato che n egli occhi trattati coi raggi ultravioletti la p erdita di sos tanza rige ne rava più prontamente ed era
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STRA~ IEHA
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ricoperta da uno strato di epitelio corneale abbasMnz.a ispe,;sit.o, tanto da far pensare all'A. ad uno stimolo form!l.tivo più potentE' ;:;prigionantesi da tale epitelio di rigenera.zione e capace di stimolare piì.• prontamente la riparazione della perdita di sostanza. )l. PAPAONO.
S. JoNA. - · Ricerche sperimentali sul comportamento della secrezione e della nora batterica congiuntivale dopo fasciatura per 24 ore. (Rassegn~t Italiana di O ttalmologia, 1934, n. 3-4, pagg. 258-278. - R. Clinica ocnlistica di Bologna). L'A. s i propone di studiare l'azionE> de l beng:aggio occlnsivo per 24 ore sulla secrezione congiuntivnle e di ricercare i ,·ari agenti batterici capaci di modificare questa dopo la fasciatura. Dagli esami batteriologici e cultura li di sacchi congiunti vali di soggetti affetti da cataratta, da glaucoma o in alcuni da congiunt ivite subacuta e da dacriocistite cronica, l'A. può confermare che dopo una fasciatura di 24 OrE' si trovano gli stessi germi, che manca una costant-e m.odjficazione della secrt'zione congiunt.ivale e che non v 'è alcun rapporto tra l'entità de lla secrezione t>d il nurnet·o delle colonie e dei ceppi batt.erici. Perciò riconosce una discordanza assoluta tra la variazione delln secrezione prima e dopo la fasciatura e la. variazione dd numero delle colonie dei germi chf' si trovano nel sacco congiuntivale. P as.<>a.ndo poi a lla d i battuta questione d Pila opporttmità. della. fasciatura di prova prima di intervenire stù bulbo, l'A. dissente dn.Jle nff<•rmazioni di altri studios i i quali consigliano di intervenire se dopo In. fa sciatura di prova, t.olta al matt-ino del giorno dell'operazione, non si o!SServa secrE>zione congiuntivale nè germi patogoni all'esame di uno striscio. L'aver os.c;ervato talvolta dopo la fasciatura di prova un accrescimento saprofìtico di germi Sf'nza aumento della secrezione, e la possibilità di questi ultimi di essere csalta.ti e r<'si virulenti dal trauma. chirurgico e dalla fascia.turn prolungata e infine la scarsa fiducia diagnostica di un esame di striscio, portano l'A. a ricono!;cere l'utilità. della fasciatura di prova solo quando questa vien fatta va.ri giorni prima dell'intervento. Infine l' A. conclude che soltant.o da un esame batteriologico e culturale, conteggio delle colonie, daiJ'esame del comportamento df'i vari ce-ppi di germi e prova della loro virulenza prima. e dopo la fasc iat.ura, si può giungere a. più precise indicazioni per la profilassi pro-operatoria. )1. PAPAONO.
C. MA.Rcum. - Sulla necessiti e sulle modalità dell'esame sistematico e completo del seni paranasaU posteriori. (Bollettino delle malattie d ell'orecchio, della gola e d el naso, luglio 1934-Xll). L .A. nel presente lavoro ha voluto illustrare i diversi m ezzi d'indagine delle cavità paranasali posteriori, discutendone il singolo valore, in base all'esperienza di numerosi casi osservati in un triennio ne l repart.o otoiatrico di Brescia.. Naturalmente data J' ubicazione de i seni posteriori, pr·ofonda.monte scavati nel basisfenoide, il rilievo obiet.t ivo delle loro alterazioni patologiche è spesso oltremodo difficile. Concorrono ad aumentare le difficoltà, sia le alterazioni della mucosa, dovute il più delle volte a compartecipazione dei seni anteriori, sia le alterazioni anat.omiche, tanto fr<'quenti .a riscontrai-si ne ll'archi tettura delle fosse nasali, sia, infim•, le var·ietà anatomiche nelln. disposi:or.ione stt'ssa dei seni. La conoscenza di queste. ultime è indispensabile ai fini diagnostici e tera.peutici ed il solo ricordarne la. possibilità. c i può essere di grande aiuto n ella interpretaz.ione di alcuni casi difficili. La stretta connessione tra affezioni dPi seni e lesioni di organi vicini, specie le otmlu.ri, e a distanza, le polmonari, fa sì che s'impone sempre un esame accurato di tali cavità. L'A. pur cou'lidera.ndo la necessità. de ll'esame radiografico, che spesso rappresenta una preziosa guida per gl.i esami successivi, com•idera t.alc esame solo come
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integra.tivo ma in!<ufficient.e !<E' non segttito da indagirli rino-faringo-laringee delle quali illustra la tecn ica, soffcrmandosi in particolar modo sui metodi diretti di esplorazione in basE.' ai cui ropcrti solam<>nte si può fare la diagnosi d i sinusite. Egli, giu::ttamente, nelle conclw•ioni s i domonda: a che scopo ricorrere a tantr m etodi se molti di e:'!Si sono stati designat.i come ott.imi ?
E noi a qursto poi\.c;iomo risponder e che i mf' todi da lui Psposti sono tutti buoni per giung(' re nlla diagnosi, 1na che l ' uno consolida ed integra l 'altro. La diagnosi di ."inu.<~ite può esser·e facile quando si tratta di un empiE:'nw dC'i seni a.ntt·rim·i , è fine e <lif'liratn, al contrario, quando si tratta d Pi seni poster·iori, rw i quali. in ni;'~-;Pnza d <·gli f' )('nw nti. ttbbimno solo il sospetto di una lf'sionf' si nul'<ale per la prw;enza di quPi dist.urhi imputabili a ta le malattia. PPr ciò che rij!ua rda l ' esamE:' ra.cl io!!rnfico sarebbe l 'idenle poter disporre S<'mprl"' di un 'immttgi ne rnd iogn1l'ìca d ci $('Ili di o~ni indivirluo nel C]mde ><i so:'lp~>tti uno. s inu:;ite. no n pc·r altro se non pC'r n.n'r'e una. guida preziosa p<'r i succes.<~i,; <'f'nrni dir·etti. Gli esami indirf'tti ril evano i srgrti di presnnzione e . cortamont.c, non f!i p en· serà di E'seguire una opera.z.ionf' basandol'<i esclul:>ivamentE' su talii SE.'gni. L a cura sarà. dl'~isa in basP alle const.atuzioni rilentte m ediantE' gli €'S8lni dirotti, convalidati da buone rndi o,crrnfie con mozzi rli coutrasto. P er la citodiagno:;i non s i ha sufficient e esperienza pe r pott>rla qiudicare e dobbiamo confessare di es.Qt.•rci arrestati d i fronte alle diftlcoltà ch e si oppongono aiJa RUI\ p <> rfett.a CSPCUZiOne . Il metodo rli PROETZ è l'unico esame pos.<>ibile per le cellule etmoidali poster iori, ma anchE' eRSo aspetta In com·alida d (;' l tempo e di una maggiore (;'sperienza.
S. VrT ALE. U . BoMBELLI. - Trauma dell'orecchio sinistro con rltenzlone di grossi framment! di vetro e Jeslone del facciale. (Il Vnlsava, giugno l 934 - X II). Si tra.ttn. di un ca..<>o capitato all'ambulatorio d egli ospedali riuniti di Roma e consecutivamente ivi ricoverato e operato. E sso ha una importanza non trascurabile sia dal punt.o di vista d e lla mPdicina legale che p er quali 'inestimabile ins('gnamento chf> ne scaturisce da lla prati ca professionale quotidia.na. L'iniortu11nto è un uomo di 25 anni di età: nell'ottobre 1931 in SC'g\oito ad uno scontro automobilis t.iro gli pt>netra.rono nella faccia alcun<: sc:hE:'ggie éli vPtro. Ricoverato al Policlinjco. dopo di aver ricevuto le cure opportw1e, 110tÒ fuoriw;cit.a di sùcr·ezione purulenta da:J'orecchio sinistro che era dolente sia spontaneam"nte chE:' a quals ias i contatto. Dopo dufl m esi gli fu praticat.o il taglio di WJLDE e vcùn~·o 6Sportai,i picr.oli frammenti di vetro rinvenuti intorno al con·
dotto. Dime.;:so dopo due m esi perchè guarito e ll'intervtJnto, coutinu6 ad accus are dolori all'orecchio. Dopo circa dicci mC'si l'i n fermo si d presenta con lUla tumefuziont> verso l 'est remo inferiore della c icMrice d el pr-egr<'s.'<O intervento ed il dolor e s i è nlqnunto accentuato. J~a tumefazion(l è grande quanto tma piccola noco, intensnmE:'nte arrossata, dolcntf'. n ettame-nte fluttuante, il condotto uditivo è arrossato, tumefatt.o e str-noti <:o, Ri c he n0n è poR;;ibilc vedere n e ll'int€'mo di €'$.<~0; nE:' fuor·il>sce pus d enso gialln,;tro . L a s pedlln.ziom' dC' l mcnt.o porta a 1u·t.u.n) a circa 2 cm. dalia concn., contr·o un corpo duro, Ji,;ci·• nort s postab.l<'. Il pazienti" durnntP qu<>!ltt> ruavovrf' avvertP vivo dolore E.' In pr'('S<>nza di un corpo e<>traneo infisso "lei (·ondotto. InoltrE:' si (WVP rt e U!l deficit del iacciale che il paziente fa rirnontttn> all'rpoca. de Il 'i11fortun io. In S(•guito a qm·ste mtovr osso>rva,zion ; l 'ammalato fu openLtO e furono estratt i due fl'llmmt'ti eli \'CSti·o: uno lungo mm. 19 e l 'altro mrn. :10. D11ila po,.,izione pr~sa da yuesLi frammenti s i è rile \'ato che E.'SSi avevano sezio· nuto il condoto E'StE•r·no ed intcrc~-;savano in pieno la paro tide ed il frammont.o più lungo, upprofonctc•nsosi con l'apice in pr·oRSimità dell'apofisi stiloide e d E- l forarne s tilo-r'nastoidùO, aveva. incontrAto. nello spe~sore della g ll\ndola st essa . il Mr\•o faccialE> RfÌOC<'ant<>si n el parenchima della glnndola e nE:' avo va sezionato il filamento boccale inferiore .
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R.(VISTA D ELLA STAM.PA MEDTCA lTALIAKA E S'fHANTERA
D ato il non comune m e<•canismo traumatico di rl'll'.'<tfl Cl\so l'A. giw:;tarnonte l'ha voluto mette re in rilievo sia perillun,:ro tempo in cui :<on<> :<tat.i rit•':nltti i frammenti così lunghi e sia per la parziulc lcl>ione d~l fnccinle con un ottimo di."C'OT'80 post-opl'rntorio. L 'informo fu dimc•:<.'<O C()n una o t i te m Ni ia e r·on ie11 puntl••n t n. rl~> ll 'ol"f><'c·hio tra.wnatizzato. nl'l'ozione c he non è improbnbilr trnt>S.'\C' origin<' dnl t-nnmmti,.;m() subito, malgrado non pre:<<.)ntnl'<><C caratteri sp<'cinli drnotnnti •il nntu•·n truumutica. dato anche che I'infe nno, >w iu quef!to ca>w gli si può pn·sta.r fo'cle. n~Tl·rmu\·u di non aver sofferto, prima dl'll'i.nfor-tunio, alcun•\ atl'ezim1e aur ie ulnre.
S. \'t'l'AI.E .
H. liAMBERT. -
Le tubercolosi associate del lar inge e del pulmone (Lcs Auna lcs d'Otolaryngologie, fcbb. 1934).
P er gu incessanti progres.-•i r ealizzati in ti;;iolog ia, lo studio della tbc. lari.ngea, interessando egualmente anch e il tisiologo, ha esorbit-ato dal campo d ella lari.ngo logia. Le statistiche si accordano n el ricono:<cere la frequenza d ella tbc. laringea e riportano a circa y, questa complicnnza d ella tbc. pulmonare. É una frequenza
clinica o e.UBtomo-patologica.! Si domanda l'A. Cùito data la ltmga durata della
malattia, la. complicanza laringea ne co,;t.ituisce un epi.~odio, ed è desiderabile ch11 la. laringtoscopia v.·ngtt e.oeg uit.a. in ••f'!llÌ c~t><o d1 nfi,•zione pulm:mare, Hncht.> in assenza di sintomatologia da pnrte dcll'oJ·gano ,-ocale. Importante tanto quanto controversa pcm1.ane ancora la questione se la tubercolos i la.ri.ngca esista come manifestazione isolata d ella tbc. o se essa appaia i.n seguito alla affezione pulmonar('l. se sia primitiva cioè o secondaria. ZIEMSEN, MoREL-MAKENZIE negano la tb·:. primitiva del laringe . La tisiologia modo>ma ha ristretto i limiti della estensione della laringite tbc. primitiva. L'A. la considera una rarissima eccezione. Infatti con l'esame si!lt('matico egli scopre lari.ngit i tbc. che sarebbero a ltrimenti passate i.nos.<;ervate: non bisogna arrivare alla fase dolori e disturbi di fonazione; questi appartenendo al periodo terminale della malattia. Come evoluzion e la tbc. laringe& sPmbra S€'fZui.re le modalità evolutive della tbc. polmonarc che l'ha causata; rara n elle lesioni discrete, nelle lesioni che sonn ecchiano (tisi fibrose, sclerosi localizzate), è l 'appannaggio d elle forme evolutive, progrcssh·e: il carattere di attività di una lesione pulmonare si traduce con una espettorazione bacillifera e questo spiega la frequentissima localizazzione lar ingea. La. coesistenza è pitl frequente con le forme polmonari diffuse che con quelle localizzate, anche distruttive. L 'evoluzione è paralle la. Il pronostico della lesione la.ringea. è in funzione dello stato pulmona.re . L 'apparizione di una lesione laringea non d cYe !'!'.«ere un ostacolo all'i.n,·io alle cure sanatoriali; anzi ~i vedono molte lesioni lari.ngee migliorare sensibilmente, purchè le cure sanatori ali siano state iniziate in t empo e prolungate. L a collasso-terapia pure agisce molto faYorevolmente per rifles."o sulla localizzazione laringe a. Su 129 mala.ti, con pnx, seguiti p <'r trc-quaMro anni si è riscontrato solo quattro volte complicanza laringea . Nei frenicectomizzat.i mai ha rilevato l'autore complicanze laringe• • bacillifere, p erò o:::serva ch e ~i trattava di caverne iu::-.-tailari che per sè hanno un pronostico favore vole rispetto all'itloculazione lari.ngea. La crisoterapia agirebbe favorevolmente su le fornle eYolutive. In ultimo la ga.lvanocaustica, usata in tempo prima che lo stato gen erale sia troppo intaccato, in ogni modo mai nelle complicazioni di fonne pulmonari troppo evolutive o troppo evolute. In fatto di terapia locale l 'A. conclude cou Momu: che è la rooetti~tà. del terreno che bisogna modificare, piut.tosto che oCCllparsi troppo della lesiOne vocale e SMrìfìcax:e l'ammalato per uccidere il bacillo. RAFFO:O."E.
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RIVISTA DELLA STA3IPA MEDICA
JT.~LIANA
E STRA.NI ERA
DERMOSIFR.OGRAFIA La diagnosi d!ell'eczema nella sua concezione attuale. (L t\ Medicina Internazionale, genn~io 1934 · XII).
F. FLARER. -
}-lolti sotlO i criteru cheo si possono seguire per la diagnosi di quell'insieme di sintomi c linici che dànno H quadro d ell'eczema, tuttavia ma.n ca il criterio fondamentale, os.<>ia il criterio etiologico e cioè quello che dovrebbe essere il più semplice t'd il più s icuro. P er questa ragione, senza. dubbio una d e lle più fondamont.ali, il problema d e ll'eczema è hrttora così oscuro e complesso. Dal solo punto di vista morfologico in vero. criterio che fino a non molto tempo fa veniva unicamente sl:'guito per la diagnos i d ell'eczema, noi classifichiamo sotto qul'stc d enominazioni quadri morbosi che molte considerazioni non stretsament<> morFolog iche ci fanno apparire come diversi; così ad esempio sotto la l 't essa etichettn di eczema consideriamo l'eczema acut.o o eczema di WJLSON, tceczema seborro ico dì U:to.'NA, gli eczemi infantili nelle loro varie tà, gli eczemi da ea.use esterne, d e i quali una branca è costituita dagli eczemi professionali , gli !;lczcmi legati ad agenti microbici ed infine gli stati eczematosi che complicano unn, quant.it.à. di malattie cll.ltan Pe ben definite; a questi dobbiamo aggiungere gli eczemi kgat.i a cause inte rne, s iano esse di origine alimentare o di origine cosl d ctt.a d iscrasica. I c ritc,rii pratici odil:'mi chmque della diagnosi di eczema d ebbono basarsi anzit.utto !'U due ordini di fatti: JO Riconoscimento di quell'nssierne di dati generici d i crdine morfologico che c i permetta di avere gli estremi p er una diagnosi di eczema., considerato ben s'intende come una. sindrome di cui si dovranno in un secondo tempo cerca.r e e idontifìcRre le ca.11se. zo Riconoscimento attraverso agli adatti metodi di ricerca di que lla o di quelle Cfluse specifiche che possono condurre a quel quadro cut.a.neo, nelle sue molte ilpci varietà, che rientra ne lla diagnosi generica. sopradet.ta. ArriYati a questa diagnosi generica resta però a definire o almeno a ricer care l'alt.ro gruppo di dati a cara.ttere più specifico, o!'sia le cause eventuali, ovvero i meccanismi per i quali si arriva a tale stato particolare co.ratter izza.to da spongios.i e prurito. L a sp ero.nz 1 poi di trovare un agente etiologico d efinito o un gruppo di agenti di ordine para.<>Sitario ha avuto a lterne vicende e dopo il tramonto del valore patogenet.ico d el micrococco di U:to.'NA ad un periodo di scetticismo è seguita la serie d e lle ricerche di SoBOURAND sul significato d ei piogeni ìn certe forme che possono bene avere gli estremi richiesti per la diagnosi g enerica di stati eczematosi e successivameute le identificazioni di miceti e di pseudofermenti, capaci di a.zioue patogéna sulla. cut.e e capa<'i di creare cond.izioni d i spongiosi pitl o m en<>· tipica in genere accompagnata da pnrrito. Sembrò quindi a qua]che autore sost-enibile il concetto di un eczema microbico o parassitario. L ' A. espone ancora varie teorie moderne sulla patogenesi dell'eczema e viene a parlare d el fattore individuale; ricorda la teoria di D.utBIER, il quale ritiene l'ecze ma una tipico. manifestazione di intoiiE>ranza cutanea. Da tutto quanto è stat,o d etto e dimostrato sull'eczema, noi, pur non essendo a. sicura conoscenza d el problema po.togenetico di questa. ma.latt.ia, possiamo dire che passi notevolissimi sono stati fatti dal punto d i vista. p ratico e ciò è basato s ulle acquisizioni clinico-spe rimentali chf' nulla hanno perdut.o d el loro valore in trinseco.
s. VITALE .
FARMACOLOGIA P. HauknE e J. GRIC:oRoru. - Azione dell'olio di paraffina sul caoutchouc grezzo e sopra il gel poliprene-solfo a diversi gradi di vulcanlzzazlone. (Joumal d e Phl\rmacie e t d e C'himie; n. 3, febbraio 1934). Riprendend o lo Rtlldio di c ui è l:'<>nno n t'l lll nota bibliografì<~a pubhlicat.a a pa.gino. 744 del precf'dcnte numero di quP-sto " Giornale •, g li AA. - ne lla considerazione dE'Il 'p,vidente inf<' rcsse che s i )(,gtt a lla conservazione, manuh•nzione e rime!>~a in effbicnzn d <'gli oggPtt i di cao:•tchouc coi trattamento all 'olio di parnf-
JHVISTA DELLA STAMPA MJi:DICA ITALIANA E STRANIERA
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fina - sono riusciti a prt·cisa.rP talu·.: punti che meritano di e~sere posti in rilie· vo pe r la razionala applicazion..l deo rr todo, col qunle si può anche otte nere un dato rapido di controllo del grado cii vu<Ct.<<•Z'· ezione. A tal fine, essi hanno effettuato munerosE' prove sperimentali mettendo in contatto, con olio di pa.mffina non d eopolimerizzato. d e i campioni - di peso e volume conosciuti - prOVf}ruenti da caoutchou n avanti E' dopo vulcanizzuzioroe. nonchè da. ogge tti di caoutchouc ma .ifatturoti d e i quali il gr·e.do di vulcanizzazione era controllato con la detf'r·min(tzionC' dd solfo combinato. Le ricerche furono condotte alla tt'mperaturn. ordinaria di laboratorio (l50250), con tma dttrata progressiva di contatto di 3. 6 e 12 oro. allo scadm·o d e!IP quali veniva effettuato pe r p C'i<tLhl . dopo o~c iugamento d Pgli ogget.ti con carta bibula, il controllo d olla. quantità di olio assorbi to. SuccessÌ\'amt' Hh', Vl'lliH.'ro eseguite ulte rior·i prove basate s ul trattamento con ac<•toue, a t<>mpt-raturu ordinaria. d egli ~tassi campioni in f'~arne. allo scopo di valutare la quantità di o lio estratto a freddo e per differenza, qul'lla d e ll'olio tratte nuto. Questi saggi hanno formato risultati oltremodo significativi e concordànti con Il.' prO\'t· pn~ced enti, come egualmont.e sig nificativo è stato il rilie,·o d elle interessanti \'1\l'iazioni linl'a.ri e volumetriche manifestnteosi ne i campioni di oggl'tti manifnttumti, foggiati in forme geometi·iche. A giudizio degli AA., la ossct·vazioni e i frutti d e iiP rice rche praticati" mt>ttono in -rilievo, in vista d e lle con:scguenti applica7.ioni pratiche, qwmto segue: a) l 'assorbimento, a temperatura ordinaria, deoll 'olio di paraffina da parte d el caoutohouc diminuisce d ecisamentE' a misurn che s i e le, ·a il g r·ado di vulcanizzazione; b) la. percentuale di olio di paraffina t.r·attenuto, dopo irnme1-sione ùi 12 ore nell'a.ectone , m entre risulta intorno al 60% pe r il caoutc houc grezzo (vttriet~ crépe g ialla esaminata). si abbassa invece fino al 30% ne l caso di prodotti sottovuJcanizzati , por cadere a 2 % appena, se la vulcanizzazione è normale c ùiw>nire prat icamente nulla allorchè la supe1·-vulcm\izznziom• è manifesta. Questo fe nomeno viene intcrpret.a.to dag li AA. come dovuto a w1a affinità J?61' VS.) OI)ZO ReCOndarie Che Ri manifesta fr11; i due idrOca.rburi presenti: poliprene d e l caout.chouc e olio di pamffino. (per i suoi costituen ti normali). La pos.c;ibilità di riprlstinat·e e in manie ra durevole, con l'olio di par•nffina, la. morbidez7.a dogli oggc•tti induriti ne l co r~o d e ll'invecchiamento - sia a freddo, nel caso di sotto-vulcanizzazione e s ia, il più sovente p er gli og~etti di ca<>utchouc super-vulcanizzato, a una temperatura non supe l'iore e. ll50 (inizio di fusione d e l solfo) - :'lernbnr. tr·ovare, nella causa soprairulicat.a., una s piegazione razionale, mass imamente se si considero. il secondo caso, pe r la. rot.tura parziale del gel poliprene -solfo che facilitere bbe l'azione p1Mti6.cante durevole d e ll'olio di para ffina. Come conseguenza pratica, gli AA. raccomandano che, in presenz!t di un oggetto manifo.tturato il quale abbia p erduto la s ua fles.<Jibilità e se mancano dati analitici concernenti il grado di vulcanizza.zione, è sempre prudente di effe ttuare , a temperatura ordinaria, w1 saggio pt·eliminare di ammorbidimento pt'r sola applicazione sulla. superficie , sogLùto, ove occorra, da tm trattamento a caldo verso l'optimum di L15o, tenendo conto d elle precauzioni indicate in un precedente lavoro d'insieme di Bmère sull'esame e la conse rvazione degli oggetti di caout· chouo, da noi già esaminato in altra circostanza (l). Ne l mettere in evidenze. la grande importarw.a. - sia dal punto d i ,-ista scie n· ti fico e sia da. que llo pratico ed economico - di quest,i studì, ai quali pienamente aderiamo, c·i sembra utile rile vare che, allo scopo di conseguire , con l' uniiorrnita. delle operazioni, w1a concordanza di t•istùtati, sarebbe opportuno fissare con dati precisi le caratteristiche fisiche e chimiche d e ll'olio di pMaffina da impiegal'lli, poi che esso ha. un ufficio tanto notevole per le finalità d esiderate e prospettate dagli AA. Amm.enochò non aia. sottinteso che il tipo adatto .:, que llo d escritt.o nel l!'ormulaire pharmaceutiq·u e du S ervice de San.té de l'Arm.ée (Fase. I. 193l), col conforto altresì della indicazione che non d e v'essere d epolìmerizzato e che sia. stato preventivamente controllato col saggio di Hardy. A. PAGN rr.LLO. (l) A. P&Gl<IELLO. -
Il V Con{IJ'esso inlet'114Zionale di Medicina t Farmacia Militare.- T orino
Giornale di Chimica, di Fnl'IWlcla e dJ Scienze affini. Faso. 6, giugno 1929.
CDI FERUlE EOIIDSTRlliUI CLIIICHE l EGLI OSPEDALI IILITlR l ELENCO E SOMMARI DEGLI. ARGOMENTI TRATTATI (Dal proemi verbali pervenuti alta Direz io ne aenerate di Sanità militare nel lagLio 1984-XII)
Primo capitano m edico ANTONIO CENTORE: L'emoat.as-i in oàontotoiat1-i.a L 'O. tratta d e lla em osiasi nella pra~ica. odontoiat J'ica esponendo le cause che
CASER'rA. -
prolungano e agg ruvarto le e morrnggio d opo le estrazioni d entari e , e i m ezzi più eflìca.ci p or p otcrl o prùvcn ire c front eggia r e. -
Primo capitano m0uico PASQUALE :.\[us·ro-: Stenosi esojl.l{Jea cicatriziale.
LO. presenta nn caso d i st••nos i esoingen cicatriziale . consect1tiva ad avvelenamento d H potw.;~;a cnuiltica. L 'a' to grado di stenosi non perml'tteva n eanche il p assaggio di cibi l iquidi e per sopperire a lle gravi condizioni di denutrizione fu necessaria una gnst ro,;tomia . In seguit.o, migliorate re condizioni di nut rizi on e , si è iniziata la diltttazione d c ll'csof{1go. ftwort•voln1cnt<", con sondc scmirig iùe . L 'O. iiiHstn\ In s in tomtLtologia cliuica . lu. dingnosi difl'c renzia lc, soffcr mttndosi sull'int.c rve nto es<'gu ito e sulla tecnica d ella dilatazione gra dunlc . Il caso sarà oggct.to di pubblica7.ione. -
:Maggiore m edico A :>."TONIO P rcAZro: Ulcera clt~odenale.
L'O. presenta Wl cnso di ul cern. duodenale, n e illustra la sin tomatologia. clinica. !;off<:H'Itlundosi s ui princ ipn li sogni, s ui car·atLcri differ e nziali, nom:hè sulla tecuica dingnu:'lt.iea: esami di laborato l'Ì e radio logic i. Accenna alle moderne v edu te sul meccanismo a.lgosiogcno d··l d o lore n ell\ùcera duod enale . P one in rilievo, infine , l ' impur·tanza ch e nol caso in el:!allle h a il fattore etiologico della. rnttla ria noi determinismo d ell'affezione ulcerosa. Gon.rzrA. - Capitano m edico BIAcuo CAFUTO: Un caso di jeriUt di fu cile (mod. '91) all.a regione laterale .nnistra del collo in tentativo di suicidio. Considerazioni c linich e e traumatologicht-.
-
Un caso di epit.eli01na del labbro il•feriore. Diagnosi differenziale . Cura. chinlrgicn.
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Un cnso di emi.a. epiploiw post-lwparatomica (da progresso inte rvento p er p eriionite pw'tùen ta da appendicite p erforata.). Cura.: inte rvenio chirurgico e ri costruzione d elio pareti dopo aver distaccato le ader enze e piploiche.
-
·i\Iaggiore m edico LOR.ENZ.O FON ZONE: Un oa.so di afn.aia motori-a di Brooa. Diag11osi differ enziale fra le emorragie cerebrali di natura traumatica, trombosi, embolie, m eningiti emorragiche.
-
Un Cl't-'10 di rewnati~nw ar$icolare iperpirel.-ico con imponenti fenomeni di tossiomia generale e scarsa reazione infia.mma.ioria. a carico delle varie articol!~zioni.
MII..wo. - Primo capitano m edico AMATO CALCAGNI: La trasfusione ckl sangue. L'O. dopo aver brevemente aceenna.io alla. sioria della. trasfusione e alle suo indicazioni principali m edich e e chirurgiche si sofferma a parlare d ella. ricerca d ei gruppi sanguigni e d ei vari esami da farsi sulla person& del donaiore. Passa quindi a ~le.re del!& tecnica della trMfusione, e dopo e.ver ~eppato ai vari metodi più in uso, si ferma a descrivere e a spiegare il funzionamento d ella
CONFE.UEN'ZE E DIMOSTRAZIONI
CLL.~lCHE
ECC.
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siringa di J ubé, in uso nei nostri ospedali ed in carico anche nel nostro materiale di mobilitazione. Fa. seguire una dimostrazione pratica. sull'uso della siringa suddetta.. RoMA. -
Primo capitano medico ToMMASO S..utNELLI: Alla capit.ale dello .Teme1~.
La conferenza che avrebbe dovuto avere carattere strettamente scientifico, invece che all'ospedale militare, venne tenuta., opportw1a.me nto modificata, il 6 giugno c. a.. nel grande salone d e l Circolo militare di Roma allo scopo di dare modo di assistervi a più gran numero di uJliciali. Nessuno più del Sarnelli che ha dimorato lungo tempo a Sana.a. e fu medico di fiducia dell'l man Jahya, sarebbe stato in grado di tenere avvinto il numeroso pubblico per circa due ore procuranùogli un dile tto intellettuale di primo ordine. Il Snrnolli, proiondo cono><citore della lingua. e d e ll'anima araba, nel '25 primo insegnante alla ::!cuoln. di a.pplicùzione di ::it\nittì. 2\lilitare di m t-d ic ina coloniale, è molto n oto ed apprezzato n egli tunbieuti scienti(ìci di patologia coloniale e più ancon~ di cultura orientale. Appa;;.-;iooo.to e dist into oft.almo logo, nei dirci E1nni e ire t\ tmsCOl'Si n ello nosere coJonie lm reso <·rninrnti sorYig i a• no~tro pu•·•w c SQ\'rntut.to ·lm on~>rut.o il nostro Uorpo sanitario. Il So.melli s i servì di c irca 150 proiezioni origin11li p er guidai'<' l 'uditorio in un vi~gio ideA.Io verso ::lti.n!ltt In capitale ddlo J cmc.•n d ove h a risi eduto, come cupo ue Utt missione su.nitur·ia ltali>.lna, P'' l' circa du o anni. Dopo uvcr ù escri~to Houcida, il pl·inciptllt1 porto jc-mcnitn. nel mnr Rosso, ed il retrostante e litonmeo Tchn.mo., rno,.;t,ra g li n~ppt.1.i estremamcnt<• pit.toreschi ed intor<:s•anti d e l viaggio in carowtna, che si svo l~o per cin()ne g iomate attraverso un paese montt1nu, cartttteri7.zato tla tum Jl<'<.mlian) • c limutologia vorticalo ». P e r raggiunge re In. copitnlo. clw gioco in nwzzo ad un vn:.:to pianoro a 2:34U m etri s . m ., si valicttno pu,-.,si eh o l'll!!f{itUJgono, corno qu e llo cl i Duim m . 32!)0 e, sempr e a dorso di mulo, si fiancheggiano villaggi appollaiati sullo rocce a gmndi alt ezze : particolare questo che r·ieo r·dt~ i paesnggi ciPll' Jndia e d el le Ande. Venuto nll'og~etto principato ùl'ilfl, s ua e~posiz.ion e, la cittò. di Sé.na.a che egli chiamo. la più araba e la piC1 bolla cittò. deii'Arabiu, l'oratore ne mostra tutti gli aspetti: geografici. climat.ologici, etnici, antropologici, sociali, culturali, religiosi, t esoriz;r.nndo e riassumendo tutte le operazioni colh compiutevi in uno studio prof<?n?o che gli è stato possibile, sovmtutto per la ~ua conoscenza della li11gua o d ella Civiltà. araba. Parlando poi dei risultati della sua missione, egli dedica gran parto della sua confer enza, se mpre illust.ratn. da fotografie documentarie, alla igiene ed alla pat<?logia sia d e lla cittil. di Sana.a., che di tutto il pucse, di cui la capitale dal punto d1 vis ta medico è un magnifico osse rvatorio. Fa w1a vora csploro.zione n el campo d ella igiene e patologia d ello Jemen resa. nota al mondo scientifico per virtù d ei medici militari italiani che p e r i primi furono in una regione ma.i raggiunta da medici civili. . _Conclude con un vero inno di riconoscenza ai Medici Italiani che furono piome~ anche in questo campo, con poderosi lavori scientifici e con la creazione della Soc1etò. di medicina ed igiene coloniale di cui il Sarnelli fu dalla fondazione il Segretario gene rale. Un~. Primo capitano medico ANTONIO FARAONE: Un caso di parafren·ia 8-1.8te:matica tipo Kraepelin (delirio cronico sistematizzato dell\fagnan) a sindrome p·r evalentemente dismorfofobica, con spunti discontinui psicosensoriali.
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NeurCUJtenia posteru;efalitica e psicosi postencefal·itica a sindrome paranoide • (eapa~ivo-inventoria.). Esame neurologico e psichico di due casi clinici pre· sen~a.t1 in discussione: etiologia e pa.togenesi; diagnostica differenziale e valutazione medico-legale relativa.
-di~~o capitano medico F'BA.NCESOO MA.sswo: Colecisftite ed angiocolile. Meto· di esame. Terapia..
NOTIZIE Ufficiali ,, a disposizione ~· e (( fuori organico 11 Con circolare n. 508 Giornale 11/'ÌWare 7 luglio c. a. sono stati stabiliti i limiti di anzianità. p er far d om t\nda. di f'St~ere collocat.i • a disposizione »e • fuot·i organico • nell'anno 1934, a senso d e ll'art. 11 O d t> Liu. legge s~ùl'avanzamento d egli ufficiali d e l R. Est>rcito. R ip ortiamo i limit.i con cernf'nti il C.orpo sanitnrio con la. indicazione . per ciascun grado c ruolo . ddl' ultimo utftcinJ,• ch e p ote,·a far domanda nei termini
fissa t i al 31 lugl io. COLLOCAllofEKTO c< A DISPOSIZIONE n. Colonue lli m edici: PE NKETTI CESARE. COLLOCA~fENTO • FUORI ORC:A;o.ilCO ». T enenti colo nne lli m ed ici: Cor.mr Silvio - t c nf'nt.i colonnelli chimic i f>urna. cisti: MozzANA Carlo - maggiol'i medici: l\lANCONI Michele - maggiori c himic i farmacisti: VALEt-.'TI An touino - capitan i m edici: Fnocoro Fmncesco - ca· pitani chimici fa.rmac ist.i: Rrzzo Gaetano.
Esamll a scelta speciale per l tenenti del Corpo sanitario. Con c it·colnre n. 509 Diornale militare 7 luglio c. a. a sen so dell'art. 59 dèlla legge s ull'avanzamento degli ufficiali d el R. E ser cito e d ell'Rt·t. 34 delle norme pe r la prima applicazione d ulia legge st\'!'1&1. sono stnt i stabiliti i soguent.i limiti di anzianità p er la d esignazione d ei tenenti medici e chimici farmacis ti dn. ammette re agli o::;ami p e r l'avonzumento a scelta sp eciale che avratmo luogo nel prossimo autunno: t enenti medici fluo a ì:)ALSANO Piett·o; tenenti chimici farmacisti fino a MELCHIONNA Ett.o re .
Graduatoria del dichiarati Idonei nel conoorso per la nomina a tenente in s.p.e. ne~ Corpo sanitario militare (ruolo ulficiali medici). Dal Giornale ·militare ufficiale d e l 20 lug lio 1934-Xll. Circolare n. 547 (Direzione generale p e rsonale ufficiali). Ai sensi d ell'art. 9 d el d ecr eto minist er iale 9 gennaio J934-Xll (circolare 59 del Giornale rnilit.are 1934), si porta o conoscenza la graduatoria d oi d ichiarati idonei n el con corso, per titoli ed esami, a 40 post i di tcnen~ medico in s. p. e.: l. MAURO Biagio di Nicolò, sottotenente medico di complem ento; 2. CATAI..ANO Nicodf'mo di Vincenzo. sottotenente m edico di complemento; 3. CALIENDO Gennar·o di Enrico, medico civile; 4. STELO Gregorio, sott<ltenente medico di complemento; 5. TERAMo Filomeno Napoleon e di Edoardo, sottotenente m edico di comple mento; 6. DE LAURENZI Vincenzo di Antonio, so ttoten ente m edico di complemento; 7. TATONE Antonio di Giuseppe, sottot.en ente m edico di complemento; S. PIETRObò''I Gino di Ame rigo, sottotene n te medico di complem ento; 9. A ccnnn 1\'l a r io di Filippo, militare di truppa; 10. SIMoNE RoBERTI Fmnceseo di Carmh1e, sottotene n to m edico di complemento; 11. Dll: GIORGI Mario di B eniamino, sottoten ente medico di complemento; 12. SAVASTANO Giuseppe di Vincenzo, allioevo ufficiale m t'dicodi complem ento ; 13. ATTANASIO Amaldo di Ugo, sottotenente medico di complemf'nto;
NOTlZIE
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l4. CmRINCIOr."E Marco di Po.squale. sottotenente m0diro di compl<'monto; 1.5, DIFON7.0 Vittorio di :V[ichf'le, sottotonente mPdico di nomplrmt>nto; Hl. u.. u.~:·r·ro Giacomo di Luig i. a llie vo utlkio.l<· nw<liC'o di complnnwnto; 17. S~;ssA Vincwnzo di Tomm~H:;o, allit;~vo ufficiali' nwdic·o di com pll'mlc'nto; !8. RrNAt.DI Antonio eli Onofrio, mi litar!' di t.ruppn; n9. PATERN"OS'l'RO VirH·Pnzo <.li EmanurlP, alliPVO u.tfirialr mlc'diC'O di compie·· ffif'!l'ltO;
20. SrnECI Giuseppe di Fr·anC('l'<CO, allievo ufficiale m••clico <li C'OmpiC'mf'nto; 21. UARO'.I'ENOTO Ptt.<~qw~lt· di Nieola, allievo uflic:it\IC' rnPdi(·o di compiPm r·nto; 22. Cossu Fln.vio di .Flavio. allievo nfficin iC' mf'dico di f'ompl<·m<·nto; 2:3. CAIAZZo Alfonso di Salvatore, rnilitarP di tnrppa; 24. ALL.oa·t•n 8Pnedett.o d i Giovnnni. !<ottotPilPnt.f' mc·d if'n d i l'omplc·mPnt o; 25. SABI~LLT Citrlo di .Pt\rrlo, alli<·vo uflk·inlt· ml'di<'O di com pf pmr·nto; l:!U. 1\lA:SOA:SfE(,T,O ],ui~i di Ruffud1·, XIJttutl·ut u te rrH·di(·c• di complcrnc·nt(J; 27. CrccHI'.~r•rr .Fr·ancPsco di Gius.:ppC', sottoto.•n,~nt !' m,-dieo di compiPnH·nto; 2R. Ar.Locemo A chi il l• J i An gl'lo, t1 Il i1'\'0 ulticialc• H H'd i<'<> J i compi• •m,•n fu; 29. D'A!'IGELO ~fari o di ()(·::IIU'O, soLt.ott'll<'lliC· ntccliNl ùi cumvl<>nwnto; :JO. BttACOO !\lario eli Franc<>sco. sot.tot.c•n('ntC' nwdif'o rli eompl<>mPnto; 3l. AMENTA Auclf•nzio di A.ntoui11o, nwclico Pivil<': 32. C'!!:r,EN rANI Nieoln di Cm·lo, xottntPru•lltt' nwclico c.li cornpl<'mcnto; 33. DEt.OOU I vo <.li Luigi, A.Oftot.l•nt•n t <' mt•rli<'l'l di !'omph'11'<'nlo; 34. GEMELLI Autonino di AgostiliO, ul lic vo ullicialc llll·di<·o di compl!'mr•nt o: 35. FI::HCHEt.LA Pietro di J> la<'iclo, alliP\' O ulliciaiP tnC'dil'o di complr·nwnttt; :36. VrcA!nO Cosare di Pm«}ualr·. sottoL<'IWnte mPùico di complPnwnt<l: 37. FAllENTI Ugo di Giulif•pp<', ::~ottot.<:llf'llt<' m<'dico di compiPmc-nto; 38. ~iAS'rROE:-.'1 Oiu~''PP" d i Fmw<'R<·r>, militari:' di truppa; 39. l\Lo~.'ITEI Federico di Ad r·inno, milittu·c di ti'Uppn; iO. CONTI VincE>nw eli Angnlo, >~ottntorwnte medico di compiNrwnto: 41. PALMAS Giuseppa cl i An gl'lo, sot.totnnentf' d i fnnterin d i complt•mpnt.o; 42. A.RCIERI Giovl.l.nlli ui Ant onio, sot,tot.erll'IILt• ùi faJrterin di compiNnt•nt o; 43. MASSlDDA Antonio di Enrico, sotUlt <•JWnte medico di c .. rnph·n•••lfto; 44. MANCO Primaldo di .Ro rnco, sottotonE>ntt• medico d i complempnt.o; 4ii. Rossi Aldo di Carlo, sottotiiiJ('Ilt(• nr()dino di complPmento; 46. or:: ZIO Luigi di Alfrndo. ><ott.utTiciale dd gauio in cong<'do: 47. TrucnLA Soba,<;tia.no di RtdTaelo. sott.otoru•nt<' nwdi<'o di complc meuto; 48. AsUNI )[uggiorino di Antonio, militan" di tmppa; 49. CALOGERO D omenico eli :\ticlwlmlgf'IO, .;ot.totf·n ontP medico eli compi<'· mC' n W; 50. COMO Mt1.riano di Filippo, ;;ot.totwumte nwdico d i compl <'m~·nto; 51. GRILI.o Vito di Nicolò. sottotc·nc ntc medico d i compl••rnpnto; 52. UANGELOSI Gn.ctano di Antonio, ;;ottoterwnk medico di compl<'mf'nto; 53. To.RRE Uco di Scbustiano. sottot•·rwnt!' mwlico di complemt>nto; fi4. BARBERO Angiolo di Pi<'t•·o, alli•·v<.l ulficial\1 medico di compl('mf'nt-o ; il5. GIORNE'T"ri Antonio di Antonio, militn.rP di t•·uppu; •i6. VrvONA Pietro di Oaspnr<•, 1\0ttotenE'Hte modico di complemento; 67. Nmo Salvatore eli Michdc, sot.totenonte nwdico dii complemento; .58. PECORELr..A Oddonc di Alfredo, milit.ttr•(• di truppa; •'>9. D'AMATO FrancPSCO di Ui11soppo, sottot!'n<'nk ffil' dico di complern~·nt.o. 60. Curr Antonino di AHonso. H<>t.t<lt<'ncntl' nwdico di compleme nto; 61. C~DrNALE Giufleppo di Fils,ulPifio, ~;oLtoteno;>ut,c mf'di<'o cti complf'mpnlo; 62. Toscmt Cesare di Piotr-o, sottottmentE' mNlico di compiC'mento; 63. CLAJ'S Aud.rea di L eonardo, sottoton1·nte medico <li complenwnto; 64. A.NToNAOI Giuseppe di Luigi, allievo ullìcialo m ed ico di complemE>nto; 65. PELLEGRINI Amed eo di Egisto , allievo ufficiale rncdico eli comploment.o: 66. SANOIORGlO Vincenzo di Agostino, allievo ufficiR.I<' mf'dico di complemento: 67. CARNESI Nicolò di Filippo, sottotonent(' merli co rli compiPnwnto; 68. Ros Sebastiano Raoul di Ernesto, alliC'vo ufficiale medico di complom1mto; 69. NARDl!lLLA Ferdinando di D omenico, sottot<~nente m edico di complem<'nto; 70. FrolUJ Guido di Michelo. sottoten ente medico di complemE>nto; 71. PARATQRE Michele di Giu.seppo, sottotcnente medico di compll'ml'nto; 72. GIA.RDINA Sebastiano di D omenico, sottotonente medico di complemento; 8 -
Giornale di medicina militan
R7..
NOTIZIE
73. ScrrF.PlS VincPn?:o eli Dom ·nico, sottott•nPntc• medico di complem~nto; 'i·L Lo (;WE JtO Fmnc<'llco di Fnmc·,•seo, ~;ottot.('llPntr nwdico òi complflmt•nto;
7r.. Vr:~nrrn Giu\'U.nni di Nicoh~. HOttOtt•n!'ntt· mt•dico di compl<-n1t'lnto;
711. DJsANTO Pit•tro eli Antor1io, allievo uflic;nl•· mt>dico di complt•mPnt i7 . J?oc\ En•t•.;to di b'runct•>'cO, ~;ottotf'n<'nto m.,dico Ji co•nplemento; 7R. SBJHOLI Ji:•·minio di D()nato, $Ottott·• •oJlt<' mt·dico <.li complemento;
79. Dr ToltO Antonino di J<'i lipJ>O, militAu·c di tl'llppa; 'lO. \' JmONA AlbNto d i (: ust>wO, so ti <>fPnPuf P ITH'dico di compit'mento; Hl. Vn•Jr;J,LO Giu>;eppc di Vinc••nzo, sott.oLt'IIPiltH medico di complemcnLo; K2. Dr~ HALVIA Uius<'PLJ<', di Domc·Hico, ..;uttott•n<'nte mcdic·o di comploment.o; 143. SOPIIANI Ant.ouio di C:ius<'ppt·, nllii'VO ulli<-ial•• medico di complomeut.o; K4. \' Jo:DOVATO Hi h-io d i l•'t· J·d iuu n do. sottott•JH•nt P di fan t Rriu cl i complomc11to; ;-15. KAODJW Vincf•nzo d i Abru1110, sottot.ooawntt· nwdicc, di compl<>mPuto.
I pa·imi ~O. didùnrHfi , ·irwit.o r·i d Pl C<meor;;rt. :;armano nominuti t<>rwnti i11 s . p . <'. u..t ('orpo ;;nn il.>ll'io militlll'l' (molo uflil;iu li m<•dici) 1: la loro norniuu Vl'l·rrl. puiJhli<"ll>t ~<ul lJoflr•Uinu ufJidale.
n ,<..,'ot/.(IIJ(~frreta.rio <'li Sklto: BAISTROCCITI . Risultato del concorso al premio della « Fonda7.ione Riberi pro ufficiali medici del R. Esercito e d ~lla R. Marina '' scaduto il 31 dicembre 1933-XIJ. Dnl Oiorn(lle m ·i litm·c t~{fìciale d e l 13 luglio l 934-XII. Circolare> n. 525 {Dircziorw gunerale di f<lmitit mi litun·).
•
P or il conc-orso al pr<' mio tl<>lla "FonòM:i(ml' A. Ribori pt·o ufficin.li mPdici ciPI R. Plli'I'Pito P dt•l ln R. m~trinn "- bnudito con circoltH'P n. 296 Oiornale militm·e 193:.' n ;;eud uto i l 31 dicl'mbrP l !J3:t sono p!'l'V<'Illltf' i 11 tNllpo ut i lP n Ila d i rt•zionc• g<~n<' rn J, • di 'ln11ilà m ili ttHP sul tl'lll>t s tubilit.o p<>r il concorso: L'educazione (itrir.a in ·mpport<' ullo .n-ilnppo .çomatif:o p.~ù:h ir;o della. yim:entù ('rl a/lP e8iycwze tktlct vil<t mi!itare. M orli. fìcazi.oni bio{ì.9iotogiche inrlot.te d~t (flfC&t'ulf.ima. nel (JÌOIXt.ne .~olrl<tlo - rlue ffil•mo•·i·· co11 traùdi.-1 inlt' uni m ot.ti: JHayyior ;sahct.e, uwyyi<Jr ~rpu cwpe · s'er.Jli ha le part-i ug·ualmente Clflfi1JÌ'IIIe - Dm•le - "d - A1·s eJ. exerr.itium solent pmestare 17ictoriam. L>\ commis.'liono g iudicf\1 ri ce compostn dal tf'nent.e generale mt'dico li'HA.NC'lll I~11igi e dai mnggiori gpm•rH li m1·dici MARJO'ITI-BlANCRI G. BattiF;ta. Hn.z JJ'l'l Uiuseppe, MAzz.~;J-rr Lorel.o c VOLI'h: Mazzin i. rit<onuto cht• rwssuna delle du<' m cmuri e pn•!';Pnt.IH· ha co aTi sposto complet nmPntl' nll<' condizioni volute dal bando d i conco•·so, ha dPciso di no n proct•dPr<' all't~«sPgnazione de l premio di lire 2000 mes.-1u n ('llllCOI'SO.
A norm ;~ ddl'nrt. 7 d<'l bando d el concorso prcd ct.to. lo du<' busto, contcn<mt i j nomi od j cognomi d c i concorr·t'nt.i sono stnto bruci,\ ti' sonw <'"s<'rt' npM·tl'.
ll Sot.tosegre/ario di Stato: B.us-raouo1n .
Bollettino del Corpo sanitario militare. PRtvlTF.RA B<•nNletto. capit.tmo m od ico Genova cnvn.Uerin . 1'rA>'fPrito ••sp<·dnlP milit.an• Rornn. SAr..o;ANO Pi1•tro, t•·nt·ntr m <>dico l a•·tigli<>rin montugnu. Tmsfl'rit.o 2 alpini.
Do.l Bollct.tino "{fìcùtle, dispenso 4211, 6 luglio 1934-XII.
MA CHT Seba~;Lin.no, ma.g:giOJ'u ITlNlico O!!p<'dnlo militare Milnno in a_c:p<>ft.nt-ivfl r•'r inftH'Ill[ti\ JWOVOilif-llll i dtt ('1\UHe tli servizio. - Cnllocuto (1. a·ipm;o tloJ J6 feobmio 193-l·X.H pc •· infermitt\ pi'Ovt~nionti da. cause di servizio.
NOTIZIE
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Snt"il. a,.,su nto in for7..t'l- clltlla dire zioni' :<>tu it t\ militun• comando corpo u t·mut~c~ Rolognn. TEDF.SCJU Nicola, primo cnpitano medico o:sp••d>tlc miliLIJl'(' Uologntt. T rasferito 18 fnntl'ria. DE BE:RNA.RDO F mncf'!<<·n Ant<)J tio, primo cupihllW nwdi co o><pl•thlt• nti lit.u.J't• Mi lano. Al p rm--vE•dimcnto dll' lo l'ign~trdn pubblit·uto u pnginn l iOii <IP I /Jollettin.o ttflìoiale, disp l' u,;u 33 d l'l 25 rn11ggio l !i34 -XJI. fm::.ichè: Dr,; lii~HNAitDO Francesco. leggusi: VE HER:-<AHOO l•'J'HIIci'>!Co Antonio. PRE!'I'rrLEO Vinc1•nz0, t<'IH'nt.c• m Pdi<'O rh•poAilo Hllt•vn•TH·uto <]uudnq u•di a l'OSSI'! o. - Col locato fuori qund l'f), dal 18 mnrzo HJ:l4-Xll , p•·rchò tm;-;fu r it,() rl'autoriul R. Corvo trupp~· colouinli C:i•·•·JHliCH. SPINO!'IA UiU>li'PJJP. tl'nent.<• m c·dit·o R. C'c•rpo truppt• coloniali T•·ipolit.unia. Jtit•ntl-a nni quadri, dttl 12 g iug uo 1 11:1~-Xll. :w1•ndo ct·;.;>;ato di uppart<~ncn· al :sudd etto R. corpo o da lla ste:-;;;n data è dt!slinnlo 4 gt•nio.
D a l 'Bollettino uflìciale, d i;:;pt'lli;t~ -H 3 , 13 luglio l 934-XII.
HAS!LE Antonio. tl'nent-t· colonndlo nwdieo o,;pc·dok lllilit.urn Glti<·ti. l'ol locnto fuo1·i qwtdro, dn l 15 1'1-bbmio IH3-t-XU, pt•rdH~ norninuw llli'Hlbro 1•ITdl-i\·o dalla commissiono ml'dicn. lH'l' lt: p cH»ioHi di g II' JTa C:hil'ti. GELORMtm Luif(i, maggiore nwtlico or-:pethli<' mililllrt· !\upoli . - Prornuxs•1 t.unontC' eolonHPilo nwd ico con anzinuità 1:2 giugno l !J34-Xll, cont.inuanuo nd lu predetta dcstiunzione. SEn~ru PompPO, primo cn.pita.uo rru•dic:o o»r•·dn l1• rnilitarl' P(')'ugin. l 'mmosso maggiore mpdico con nnziun ità 12 giugno 1934-XII c· d•·xt.iuuto o::;potluJ,, m.ilitare .Piacenza. TUFANO Rttff>ti'IC!, primo capitnuo mC\dic·o 84 fantNi(l. - f'ol locltto in nspt:l· tar i va p ur infe •·mit.!\ tl'mpomnt'l' provc11ienti -da cause di xt·t·,·izio, jll'l' nwxi ,,.i, dal 2 dice mbr·e 1933-XU Tt.rf'ANO Raffai'IC', ))l'imo cnpitnno m('di co. 84 [ankl'in inn><pdlutint por infc·rmitt\ tempor·ant>f' r •·o,w n iPnti da C!tll>:(' di st•rvizio. - H.ichinmnto iu st•rvizio cffot.tivo, dal 18 giugno 1934-XII o d1..·st·imtto 70 fant.l••·ia. CoRDA Antonio, primo capitano mc~cliev ospC'dnlt• mi litun· Voror ttl. T rasfo,·ito 4 genio.
T seguenti Cttpituni mt•di ci Cl':;so.no di (':';:<('l'l' ad<ktt.i n.l minish•rt> u.t·J'OIIIIUI icu ,. ~i u•~tr11.no noi qmtdri, ùttl l 0 maggio 1934-XU con lt\ d<·iltinaziol t<' u fiaucv di ognUJH > mtll(~ata :
Floriano, 63 fant.e ria. ZAMDRA Ettorl', Reggime nto misto ttrt.iglil'riu della ::;u.rdegnu.
GA.LDI
LAONA Domenico, tene nte· mcdif!o (i h!' rRngliC'r·i . Promo~<RO <:~tpitall0 mod ico con anzianità l 2 giugno 1934-X II continuando n l'I la p t•t•dct t n <kst.innzilliH' .
I :=wgum1ti vincitori dd concorso. indet-to con dcc J·<•to rn iniskJ•inlt• !) g•·JHJain 1934-X ll (circolat·e 59 t; iornale m-ilit-are l 934-Xll), Rono nominati tcm•nt i in snvizio
JH' 1·.munente effettivo n(') cor·po su11it-ario mi litar(' (ruolo ufliciali m<•clici }. con nnzin-
ntla_asKolutn 16 luglio 1934-XII, con riservo. dj anzianit1\ re lativa 1• con dcco t·rc, nza degli "ns.'!cgni dal 16 luglio l 934-XII. . hsst destinati offottivi a lla :;cuoia di upplicnzi.on~· di R11 ui tt\ mi lit.n rc· di F••:t:r_1zo .- p1·estcrauno ternporan<•u.mcnto s<'r\·izio dal 16 lugli<• 11!34-:.X li. pres""o i 01 1 P a hanco di ognuuo indi~ati, fino nl JOsctt<•mbr<l prossimo \·e_nt.uro. dt~ttl sotto a qu~lo dov r·anno pre:sontarst u lla predetto. scuola. pm· frcqu C'nt.arVl Il prct<ci'Jtt.o cw·· so d t applicazione.
f
876 Ente prcSRo
Il 11111\l.c
attu!!lm~uw ì> iu !m'ldl.
.\'L\Imo fli11gio di Nicolò, sottotenonto mcd ico d i eomplr m cn t o . l'ATALA.NO Nic odemo di Vincl"nzo, id. id. id. C ALlENDO Gennaro di Enrico, modico civile . :-;·J'E LO Grego ri o , sot to tcne ntc m edico eli complcm t> nto. T"nAMOFilortlPHO Napolooii(.H.li l<~doar d o, id . id. id. DE LAU RENZI Vincenzo di Antonio, id. id. id. l'ATONE Antonio di Giuseppe, id. id. id. PIE'l'RONI Gino di Amct·igo, id. id. id. AcorNNr Mario di Filippo, militare di truppa. SrM.ONE ROliEllTI Francesco di Carmine , sottotenente medico di complem e nto, DE Gronor )lario di Beniamino, id. id. id. SAVASTANO Giuseppo di Vin<'Pnzo, allie vo ufficia le medico di complornc nto. .:-\-r·rA~ASIO Arna ldo di Ugn, ~>ottoto nc~nt.o m edico di complemento. Cmn.rNOIONE l\larco di Pasquale , id id. id . DIFONZO Vittorio di l\1 iehdr·, id. id. id. CALLWI'l'O Giacomo di Luigi, a.lliovo ufficiale· m odico di eomplornc nt.o s~:SSA
VinCC'IliGO di Tommnso, ici. id. id. id . ltiNALDI Antonio di Onofrio, militare di truppa. l~ATgnNOSTRO Vincenzo di Rmar111oiP, a llievo ufficiale medico di comple m ento. Suu:cr GiliS<•ppc di FrnncD:leo, id. id. id. id. U ARO'rEYUTO P asquale di Nicola, id. id. iti. id. ~ossu Flnvio di Flavio, id. id. id. id. CAIAzzo Alfonso di Salvatore, militare di truppa. ALLOaTTI B en ed etto di Giovanni, sot totommte medico d i compiom ento.
lr.nt,c pr<.'I.U'O Il q'"'"' •lt: n J 1,rcs tnrc f<l-"1111'"
raòea mcble scrv Jziu
·6 fanteria.
90 fanteria.
40 id.
S4 id.
Distretto ~o lu.
3 contrru-rt'i campale . 93 funlt•ria.
Scuola t iro arti gliorin. 13 cnmpagnn. Dis t,rotto Uutanzaro. 14 fante ria.
:IUf·O·
157 id. 27 ctunpagtut. Come coutr·o
22 id. Dist.rrt.t o Napoli.
Td. ad.
Jd. Case rta.
8 bor'l'<togli c ri.
Id. Lecco.
6 p osa11to Clltnpalv
Scuola applicazion e san itù. m il itaro. Distretto Napoli .
3
lO benouglieri.
Corno contro.
Di~trctto
2 montagna. 37 f au !,eri n .
Bari. Scuoln npplicuziono Rnnit.à. militare I d. id. id. id.
6 ge nio.
posante.
Cnvallog . Guick.
l 2 id.
Di!'< tret.to Napoli.
38 fanf~·r•it~.
!:;cuoia applic.\· ziono sanità milit-aro. ld. id. id. id.
Lauciul'i Fìn•u:l.<'.
J d. id. id. id.
3 genio.
lrl. id. id. id.
13t~ttagliouc· 01 ~-' 1 " genio ddlll :,;~~rdcgna.
DistrPtto Snlerno .
25 CA.tnp~lj?:lt8.
3 alpilli.
Come contro .
NO'J'IZfE
Enh·
pr(·~u
Il cpealt·
nt.LutìhlléUW Ò Ìll f OI'ld.l
HMII~LW
Ctu·lo di Pnnlo, tdli<·vo id.
1':111·0 J'lri'AAO Il qunlc do'" ' ' JH'OI<I .. r c
t<-mpo ·
run w m cn,to ser,•izlu
l:icnola 1tppl iC"ttzione :;ani LI) mil itnre . Hl funt.<•r·iu.
;)ij
35 l nn tl'rill.
CotiiP cont.ro.
:::>cnnla applic·a. ziorat• .smaitÌ\ milit.aro. !) rau k ri u.
5 alpini.
BnA"CO Mt\rÌo di Franc<•sco, id. id. id. :\~n~NTA Audenzio di An to nino, m!' di co c ivile . l'~:t.E :-I'l'ANT Nico l~1- di ('~u· J o , ;;ottntt· n cn te m edico di compkmcnto. DEr.ocu Ivo di Lnigi, id. iù. id.
Disti'Otto Noln. ld . . Palc rmo .
± mon tugna.
ld. F oj!gin.
SIJ f1.1 u kria.
lù. Oristano.
U&)IELLT Antonino rli Ago.sti11o. a lli(' vo
applicu::lenola 7.ion.o su.u ità rniliture . Id. id. id. id.
l{oggimc nt•1 m i:<tn a.rtiglie1·ia d ull u :-iardogna.. 2 fantoria. 'Ltmciori tli N ovaru.
Distrot.tu Awlli aao.
40 !u.ntoriu.
:!7 fu.11 turin. Distretto Mc~:.;ina.
8:3 id. 41 id.
D istretto N~tpo li. Distrotto Nr\poli.
7ù id.
id. id. Lnig i ùi R atTm• h·, <:Ol· LOti'IHJntl: id. id. CWCRF.TTI FrancP..;co di (liu;:;t>pp•' , id. id. id. Au.ocvmo Acllillo ùi Angc•lo, alli<•\'1) ufficiale id. id. :\fA NOANfELLO
D'A NOEt.o Mario
dj Cesni'<', sottotc·
lfl cnmpugtm.
fan tea·iu.
7 ulpiui.
111'!1!.1'! id. id,
ufficiulo m edico di com plemPnt.o . FISICKB:LLA Pietro di Placido, id. id.
rno11tn~nn.
id. id. c~;;f\re di P a$qualc, »OttO· t on cnt.e id. id. PAJU:NTI Ugo di Giu>3<.'ppe, id. id. id. M.AST.ROENI Gi u.seppe d i Francesco, militare di tr·uppa. MATTE! Federico di Adl'iano, irl. id. CONTI Vincenzo di Angr. lo, sott.oto· n auto medico di complemc-ut.o . YlOA.RTO
7 gc.nio.
F'JrGARI Alberto, tenente m edico r·~>ggim{' llto Mtiglio•rin misto d <> lln Sard<'guu. C..>llocato fuori quadr~• p orchè tr. d isp os iziuliO d o! rninisterJ am·onu.utica, clul
2a maggio 193.J-XII. D'e M~:o Enzo, t e nente medico ospeda le militare B ulogna in aspottt:~,tiva jmr infe rmità temporanee prov oni<'nti <ltt. c~l\1:'0 di ~:;er vizio . Richiamato i11 servizio effettivo , dal 18 giugno 1!)34-Xll e d e,tinatu 6 g ellio . .-\ LV lSI F;lroo, tenent e medico 70 fnnte r·i o.. - Tra»fe rito 63 fanteria . I seguenti vincit~lri d o! C•>llCJI'.iO, i11detto co11 d ecreto mini:;toriul<> Il g ou• 111tin 193-t-XII (circo lare nO d e l giomale m ilita•re 19:!·1-XII), smw u ominuti te· n e nti in servizi'> p e r·m a 11onte effettivo nel corpo :mnit~tri o milittu•o (ru olo ut1i· ci e.li chimici-farmaci -ti ), cnn anziu.nità tl.'l,o;o lu tn. lfl luglio l oa4-XU , con ri;;orva di anzi11.11it.à r e lativa o con decorrenza degli a,,;,·egni clRI 16 luglio 11)34- XII. . E !l»i - de!Jtina ti effettiv i all t\ :CLL 1ln 1li applicaziriJH' di »ttnità militate. di Fll'o nze pro"-t t• rar•rt:> tomp;.~rancmnerato .-orvi:~.io dal Ili lug lio 193t-XII. pt·o::;:o<o i c:orpi a fianco tli ogmlltO indicati, fino u l l o sctt('mlwe p. v. <.l.at11. sotto lo. C}Ualo dovranno pre~;entar.:;i ulla prod otta scu ola p er froquont tLrVi il prescritto c0 r so di applicazione.
878
.NOTIZIE
r:ntC
fHT~MI
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Entt• J!r ~"-«l il quAh! d<'\·c prt.·,.tarc tetnpu.
QU8)0
aotualmo:uto è iu rot·w
( JnttlA At ll!Pio d i Giovanni. sottot.o· to1•11t•• c himico ftu·macistu di cum plc rno·n t. o . VtCAIU ('ar·mo•l<' di An g,.ln, id. id. id. id. GAMUINO Antonino di Lorcnzù, id. irl. irl. ici. BnuN,\"\JO~·n Giorgio d i Enea. id. t·omplf•m cnto art1g. :. ria. Connr D omcto ico di Lu~i'1.11o, id. chimico fP.r•· tl-' lsta d i compk·mc11to. BA'I"l.'AGt.lA C:iw;eppe di Alberto, milita•·e dì tn1ppa. :\O<:LJ.O Do)mtmico di Vincenzo. id. id. :\lottONr CiuscppP di Virgilio, id. id. ~.\J,TI~t Pie tro di Ugo, sottol oll(·nt<' chim iec• fLtrrnuc·ì!;ht d i t:omplt•menw. ('rrnOI Raffae le di Vincenzo, chimico furmacista cn·,lc.
rancutucuto >;o;rYl7.lo
O::;p,•da.le mi li tu n• Aks.o;nnd ria.
O:spt•dttlt· militnr(' Torino.
DistT·<·tt·O Calto.. nis;;otta. I d . Pnlt.mno.
Id. id. Pt:rug iu.
I d. Bologna.
Id. id. i\iilnuo.
Id. Pisa.
Id. i d. F i l'C'HZ.!' .
Id. Roma I.
·Id. id. Rulllu.
Id. Napoli. I ci. Pi st~.
Itl. id. C'hìeti. Id. id. <Jn.~liari. Id. id. I3re~;oia.
Id. id. Bari.
Ospcdn.lt: miliwtn· Firenzo. Dist.retto Verona.
Id. id. Udine.
Dal Bollettino uOìciale, ùi~p. 47•, 20 luglio 1934-XII.
B ucCJANTJ;; Atfr·<·do, colonnello medico. È annullato <J cuu.sid«'r'tl!.u cvll l t' uon rwvonuto i l R. d«:crcto 3 ottob•·o 1929· V l i col quale vmmo di,;p<•usatù dai st•r· vizio p erman ente, nwdiantc collocnmPnto a riposo. J{.ichiama.to in servizio effett,ì\'o e dest;ina.to ministero guel'l'u. Cmco Giusoppc. t<'nentc oolonnC'IIo m edico comn1issiouc medica p<·n:-;ioui di guerra Trento. - Collocato in aspettativa per infe rmità. temporanc • provt'nit•uti da cause di servizio, p er mesi d od ici , dal l 2 giugno 1934-Xll. CA~SANO L orenzo, primo capìt.ano medico 9 p eAAlltf' campale, in ospC'ttA.ti,·n JH'l' infe rmità. t emporanee provenienti da cause di servizio. Richiamato in st·r· vizio cfl'ottivo, dal 2 luglio 1934-Xll e dest.inato 4 pesante campale. CA88AN'O L orenzo, primo capìtn.no medico. - È anmtllnto e considc•r at.o c~,. nw non avvenut.o il R. decreto 27 ottobre 1932-X, col quale vcmw su~peso dìscìplinnt·m<'nte dall'impì<'go per mt•si sei. ToMAS'E.LLI Antonino, capitano medico direzione sanjt.f\ militare clPiln Sicilìu. -· Nei preced enti decreti r elativi al pred etto ufficiale ò autoriz~<:o.ta In rcttificn dd uome cla Antonio in • Antonino». LAI<ERI Gioacchino, cttpitano medico l<•gìone allievi CC. RR. (battugliorw G1.wta). - Trasferito 22 cnmpagna.
I s<'gu onti tt-nmti medici sono collocn.ti fuori f(uadro df\lla dntu n finnco eli c>gnuno indica.tn, perchè trasfe1·iti d'atttorità nel R. corpo truppe colonia! i rist>PLI i· vnmontc indicato: AllGOSTI Mario, 4 pesante. Dal 14 nprilc l 934-XII, 'I'ripolìtanin. FRANlCH Emilio, 2 costa. Dal 7 maggio 1934-XU. Somalia. All>rERUl'IO Umberto, temente m cd ico 22 campagna. - Collocato iu nsp• •tll:l· tivlt per ìn[ormi tìL tcmpoi·anel" provenienti da causo dì servizio, per mesi sei, rlul 14 giugno 1934-Xll. LAROVERE GìusPppu, tt•tHmt.o mudjco scuolu. tiro artiglieria. - TrMferito osp c · dale militare Pa.lermo.
Dal Bolletltim.o utfwiale, dispensa 48 8 , 27 luglio 1934-Xll.
NO'T'r7.IE
R79 '
Il primo capitano medico Tommaso Sarnelli ricevuto da S. E. il Capo del Governo. Il l(j luglio 11. s. S. F.. il ('upo tlt•l GovPrno lu1. ric1•vuto il primo cupituno rn··dico T oMli1ASO SARNELI.J clw Oli h:~ ftttto lllt mpporto ><ul xuo J"('et•nw viugg-io in p M· s i n m bi.
Onorificenza. Su proposto. di S. E. il Capo dd CovC' rno e Ministro dPIIn guPn-a il colonne llo mf'dico Fn,, N('~:!';ùO FF.rHtA RT· L r-:r,u, i n Ot·C>tsionP cl t'l s uo collocnuwnto in au>~i li a ria., è stnt.o nominal.o <XHilmt•nda t.or·t• dt•ll 'Onlirw ddlu Corono. <.l'Halin.
Titolo di studio. Il tenfmtc mnclico in ~" · p. e. UllmERTO CASPARRO hn consf'guito, coliTUIR~irno df'i voti. i'l diplomft di spt~cinlistn. in onali,;t.ioa pr·<'sso In R. Univ<'rRi(.z\ di Tm·ino.
Il Congresso della Società medfco-<hlrurglca degli Abruzzi. Il 23-24-25 sett(>mbw 19M-XII uvrh luogo in T e ramo il st•cond o Congr<'><l<O della Società m odico-chirurgico. degli Abruzzi. · TAmi di r e lazione : l. Aace~~so polrnonare (prof. Raffn(llf' P aolucci); 2. M eningi.f.e sierOB(L (prof. Fì. D ' AntorHt t' Q. Di 1\lar·zio); 3. SU>.rilità m.ulirbre e demogra(ìanw (prof. C. Albano). Pr·rRidnntt" dPI Congr'<'Si'o: pror. Antonio Cn..;;lnu·l'ini. Pr<'siclmtc: del Comitato ordirru.t.orc: pi'Of. Att.ilio CHrmn1111t.i . S••grNo.t·io: dott. Armando 'l'nt toni, U1Yicio di sngr ut<·riu: <.:orso S. C:iorgio. 7!l, T t" ramo.
•
Premio " Lorenzo Mannlno ,. • È bandito presso la Rerùe Accad.emia delle Scienze Mediclw di Pale rmo il primo co ncorso fra m odici s iciliani, auto ri di lavori riguardanti la patologia c la clinica tlermosifilopatica, p er i l premio «L orenzo MarUlino ». Il p1·ernio di lire cimtuemila san\ collforito a colui cho prescntcrl\ il migliore la~o~·o di Patologia e Clinica dermosifilopatica, lavor o cho dal giudizio d t>lla Cornmr>;.<;rone giudicatrice sarà t•iconol'lciuto d egno d el promio. I lavori che ogni candidato pres<'nta al concorso p er il premio Mannino possono <\~<;ore editi ed inediti. Quelli editi dPvono essl'r e stati pubblicat i nell'ultimo t r ien· nro, qu elli inediti sono accettati al concorso coll'obbligo assoluto da p arto ù c ll'au· tor·e che vengano pubblicati nel termine massimo di tre m esi dalla presentazioni' a..l concorso. I lavori prcsl:'ntati al concorso oon ·d~vono aver conseguito altri premii in t lE'naro. f' · . Coloro che intendono concorrc~l;l. a.l premio Mannino, devono presentare neliP 80 1rte f orme legali: . hl 0 ~ domanda indirizzata al presidente della R . Accademia delle Scif•nZf' med re e dr Palermo; • · 2o ~ lavori riguardanti la. ~o.t,ologia e la c linico. dermosifilopatica; 3° 1l c e t·tificato di laurea· 4o il certificato di ci ttadi~za ìtalianà.; 00 l 'atto di nascita, dal quale ris~lti che il concon-ente sia. nato in Sicilia.
880
NOTl ZTE
I lavori ed i documenti richiesti dal prl'senw bando d evono esserr inviati a l Segretario porpctuo dt•lln R~nk Arca<IPmia ù ollc> Scic>n:w modichl' di Pnlormo prof. AIPs.<tarHII·o Amato. dirPt.torl' (loll 'lst.itut,o di Pat.ologia g01wm l" dt>l)n R. Uni. w•rsità - P o.IN·mo. Porta. Montalt.o. Il ooncor'flo s i chiucl<· a ml'zzogiorno dPI 31 dic(•mbrl' 1934-XITT. Ol tr~· tal•· cinta. non saranno accettat-i n è ùomandl' rrr docrun f'nti an eh(• !'le spcd iti in t<•mpu ut.il n.
Premi « Berti e Galani » per il J934. PREMI O BRRTI - La SociPtà MNiico-Chirmgicn. eli B olognn. in omnggio n.lla mt:~mor·in. df'l compianto p r of. G. BJ<:JtTI n in os.<wq ui o nllo. dormzionr ri<'llt· !'lor<>IJ(, di Lui, npr-e un concorso atlun prpmio di Ure mille. c hP SILriÌ. nonfC'rit o rul mra memoria. scientifica sul wrna:
Considerazioni e cont,.ibuti sui più, recenti problemi della profllaJJsi e della tl',rttpia della difterite infantile.
PREMIO GAlANI - Ln stf's.'la Socintt\, p or attunro le disposizioni dPI bC'nf'· rnm·ito socio dott. VINCENZO GAlANI, Rprr un concorso a(l ltn premio d i lire mif./r. cinquecento, che sarò. conferito nù unn m emoria scien tifica su! tcmn:
Oontrihuto alla conoBCenza. dell' ip1wparatiroidi8m() e di8paraliroidismo. CONDI ZIONI DI CONCORSO {ai termini del R egolamento d e lla Socil'tà). l. - Le m emorie. sciontificbe concorrenti a ll'uno come all'altro pt'emio dovranno esser e redatte in lirtgua. italiana, latina. o franco.o;;o e presentate in dat.t iloscritto. 2. - Non dovro.nno recare alcuno. indicazione ùd nome cloli ' Autorl', 11111 unicamente rm mott.o, ch P san\ ripetut.o Ao pru una busta s igi llata, en t ro In q nnl.o Sl\1'1\ indicato il nome d €111'Autore e la sutt r<J.~iùonzA>. 3. - Sono osolusi dal-conoorso o.d o.mhcdue i premi i soci ord intl.ri d clln Societ-1\ M0dico-Chirurgica di B o logna . • 4. - L e memorie dovranno giungere alla Segreteria rlf'lla Socif't.!\ - Bologna. Piazza Galvani l , Archiginnasio - entro il 3l dicembre 1934. 5. - Il premio sarà accordato a que lla memoria. c he m eglio d e llo a ltri" svolgerà in tutte le s ue parti il tema proposto, contenendo studi originali e g iungendo a. conclus ioni nuove ed importanti. 6. - Fra due m emorie giudicato di pari m erito il premio sarà diviso in parti ugunli. 7. - L o m emorie pre miate sarann o puhblicl\t.e - in ox~·nso o in parte sul llollottino delle Scienze Mediche, orj<11no dE'Ila Societ.à. 8. - Alle memorie di molto pre>gio, ma privo di tahrno dPi r~quisiti J)l'r ott.onere il promio, potrà accordar-si un attestato di lodo. · 9. - Le buste suggellatP. che accompagnano 1«' mt~morif' premia tA>, snrn.nno nporw in ~;eduta. pubblico.; quelle sp e>ttnnti nllc m crnorif' 11011 pr<'mio,t.C' samn1111 d istrutt.<• o lo m emor·ie conservatf' in archivio. W. - Sa.rt\ nullo il concorso p m·. fJuegli Aut<>ri chi' in fllll"\l<'ho rnnnil'ra si >;nr·nnno fatti riconoscer P.
Direttore ruponsabile: Dot._~IN!:II t.t.~non te gene rale m edico RedaUore: Dott.. prof. VmGINIO D~~~~~~W~s. tenent-e o.>lonnello medico (7101082) - ROMA 1934-XU - I
RIVISTE
~lEDI CHE
MILITARI
BELGIO: .!.RCIUVES M'I!:DI OALF.S BELOES. - Dlro?.lono s unerlor t'l dPI •ervlzì<> di ~1\nltà dell'esercito belga (R edllZlonc: Ospedale militare di Llc!?l). Fase. V. ma(l(lio - VT. (Tilf(mo 1n4. M&nnlette: L'lmmunlm.azlone nntlcltft.er loo (P'mu:. V l. - Blondeau : Pat.o~renesl dell'lpertcmslono ( Fa.c. VI). - Bollettino Internazionale (FtMc. V e V I ).
FRANCTA : AROIJTVJ:S D E 1\f"II:DEOTNE ET PH ARMAmli: !\IU,TTATft'F.S. - Dlr<' zlono d~l ~rrvì ?. lo di •nnlt/1, ?lflnl~lero della Guerra. F ase. V, ma(l{lin. tomo C, Hl~4. Schlckele: Il servizio annltnrlo n clln gncrrn. di mont~ltnn - ~Ilde, Martin e Lub6r tTnn grave epltlc·mla di tifo esantematico vlttll~losnm<'nte combattuti\ cd nrrostntn. nelle r<'s::ionl sottent rlonn.ll della SiriA.• nella primn.vern del 1933. Fase. VT. uitl{lno, la?IIJ) O, l OS l. "-lrler: L'O<'OUJIA.zlono lnterallenfn In Altn ~le~ln e Il còmpito <1~1 ~er.· l7.lo •nnltnrlo dello trnppo fronrMI. - Flschers l".epo~l>.ll)ne •lntrt lcn o prn tfrn di'l chmntto l' eli• Il t• rnn,lon l <l l'l ore•• l <l<'nt o tklln Oomml••lone di rlfonn n . - Cr!anclcr: lllv!•tn sn nlrnnl J'lnntl • N·C"!nll d<'llA. sfntidCI. D lllltnnsl gcnt'rnl<> delle n le<>rnztonl Ile i g~nltnll . piil •Pc>C"inlnoC'nl~ nPI Jllnrn<·ro. Fa8c. l, l!c(llio, /(11111) CT. 1 0~ 1 . Costedoat r Studio tlello malati h> mentnll nPI mll ltnrl non~nnnntt. - Ménon: T.tt C'h('rntnsl hl<'nor· ragica. - Cfltd: Rtorla dcll'osf)('dnlr militare di C'..olomh B<'char.
AR01HVES DE MÈD11:CTN11: E'l' PTtARMAf1TT;; N AVALF.R. - !'lorvlzln O<·ntrn lc rli Rnnltà., ~fi ni: stero della. 1\II\rlns. P'asc. U. tmr-i/.t!- u;,•m•n. l'>m'l OXXtV, 1!134 Ynr e F•n•: Su nn a vnriMI!. <li ftemm<>oll <l~'lln r11cl ìoe cl<'•Il n Il n go n.: Il flpmmon<• mNiinno l nt~'r· llQnlo-lllos.oo. - f'U.t. Alcune coni<Icl«>rn?.lonl mo<lico legali. - Haltrlc: T,n J'lrOtrzlone tl<'gll ocoh l 1lef sal dAtori.
GIAPPONE: OUN' IDA~'-ZAI'i.~J.- Pubhlicozloo<' ufficlnlt' d<'l Corpi) ~oniturlo ckll'c~PrC"tto glnpponr~<'. Toklo
N. 250. aprile 1034. Yoshloka: Dlt:nostrazionn eli hnC'Illi tnbPr~olnrl In uomini Mnl. JIIC"oll'itkl l'cf nmmnlntt rll ~ntn.rrl nptcnll. col met.odo rultnrnlt'. - Klkvchl o N!lzvnh : Rnlln oll~lnfe'zlnn" rnn In rnrmnltl<'irlC". Sonoda: Tnfln Pn7,o. dell'lt tl'rn sn llo .vilnpoo cii'Il n Srhi,;/osom~t inpt>nif'tnrt nl'i AM::g<·tl ì eh<' In osnltnno.- Kurlhlta : Rullo ORncr~nC' prirnnl'lc· di'l lln l.mnnc. - Hlrasawa: f':u un rn<o eli linfn· d e ons l snbacuta.
ROMANI A : v
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ftt:VTSTA 8AN'TTA RA ~{TT;TTARA . - RNln>.lon c o nmmlnlstrn>.lonc: 0Aocdalo mllltnre • Rl't"inn JCIIan.b ot.ta •, Bncareat. P'aSI'. tv. tJprfle Hl~4. Costea : L'ors::nnlz7.tl'~lonco Il J'IMfl'zlouaml'nto ckl snr..-!zlo pnnitnrln J'l'<'H~O lo tr•Hlo<• di monlnll'nn. Po<>esco <' "-oesco-Mizll: l'n rn1<n tlt inAli ftl<'il'n>.n (',1\rollnr•L prf'I'OI'I' c rnpltln P<''r ron:c <ìntlF<I Tll'l'I<',Arrlll'A th~. - Manu " %1mflr: C'on•ldrru.;dnni ~u un """" tll tof'hfMrdln p~'rnv>ornt•·. fiUMI r<'s::olnrl' . <la fluttor nuricolm·<>. - Tltlftsr.t~ Vasll•: l'n l'nso <li m<'<llnRtlnil~' piflllti~n. Annlesco " Buer : Sn l O OMI di Ant!inn Plnut Vlnr r nt. tnrmn nlrC'rO nwrnhr:~nnw. trnll!ll i oon lniC'?.Ionl lntrDn\\lMt>lnrl tll • Onlnt>~• • •nlnh ilo• (71rrymraJn l>isn11dir.n - n . rl . r.l. - ll l<frl · ce an n s Contributi o Ilo •t urli o lstQ- Jlatnloglco <ll'f gliomi t• pnrn~rllom i cl l' l n<'vrMSO (cnn lifwa.--innrl. Ti'fUic. V, ma(lqin l!l34. lllesco: F.clr>ma. polmnnnr<' nrnt.o POJ'I rnvvc>nutn nd lnlf'?.inn<' "nrlnw•noM <11 nooMlvnr"''" Gunril!'lonr. - llalanueo: OM da r.oml>n l t imeni o - A le· un<' conslil <' l'Rzi<>n i trC'nrro Il. - Pai'Yulesco o Va•co!Jelnle : Frnttnrc il<'ll 'nrnPrn ll<'r rnntrn?.innl' muQ('nlnr(• n~ì lnnC'i ~lnri <11 homhe.Nlehlta e llalacuno: Forma lntrn tl' dì MICcll•l •('('Ond(lr·ìn rl<' ll'nrt<' rfn pnlmnnnr·••. - Strolan: Mlrr<'cooco pnrllt~lrel!'('oO di Bl·zononn l' .Tnng. ~~~~~ pnlot"~DC'l'ilil C' • nn imJlortnnzn nC'Il1\ epldcmln s ta.glonnlc• (lelln prlmn,·ern cl(·l 1 0~1\ - PadiMu <' l•n a : 0on>ltlt·rnzlnlll ~11 1 h'tnno In rnnporto n <luo Cllal t.rnttnti <'guariti !lnn !!ll'ro- t('rnplu • •wr.lflrn.
S PAGNA : DE SANlDAD 1\tTT,TTA R. - Pnhblica.zlnn<' men•ll(' d ·31C'..orvo snnllnrlo mllitn.N•, 1\rntlrlrl. Fai!C. VI. rP•trmn - VTT. luoz.lo t O!H. Alons~ e Vel- Etcaul : T pror.c~q ì e le rcn>.lonl ~<'hlmfrC'ni<'h l' nrll't'~Or('itn IF'ft~c·. VJ). - del RIG Canori) dello •tomnco (Fasr. VI e VTT CM>timm\. - hteban: A propo~ito rli un cn•o t! l
R~V!STA
dopp ia om.la.nop~ia oon.,ccutlvn o. te rftn di gnorrn (Fase. \ ' l[).
BOLF.:TTN D F. FA'RMAf1TA ?ofll,TTAR - n"•h·don(' e ommln l•trii?.ÌQilC : 'F.ml.Hl)t\rlol'<'<. 1'5- )In· drld. F(J sC. 1 V, aprilA - V. ma{l(lin - V l, nir)fmo 1M4. fanlo : Vitnmina D. Olin tli fr~rnto di tn<'rh1zzt> IP'nsc. !Vl. - ..h y Gulndal: Fnrmarologln C' terapia nrohn (Fase. TV). - R•ldln y Guerrero : Blbllol(rfltla fnrcnnl'•' nt lr11 Htilll!\r<' lli'n.<r, lV. V e \''1). - Comen "": l,n miRcl!ln di fnrlnn. di ri.;o e rll grnn<> nt•lln pnnifl<·nzìnnt• Cl!nl'f'. \'l. !Wh y Olllndlll: Blhliogr·nftn rl'tro~pctth•a: nn1r tormnt·OJII'n ambur·R"hc·Ru pMn couosciutn (Fase. V ). - Cenjor Llools: Como 0 Rreh!•c nna nuo,·n ~nwrr·o (P'Mc. V). - Mis y Gul ndal: Il iJunda?•ll' " f'binu Ml'l(':!nn ( Fa8' Vll .
Anno LXXXII - Fase. IX SETTEMBRE 1934 - XII
DI
MEDICINA MILITARE é
•
•
DIREZIONE ED AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA. Gueau. ROMA
!abblicaztone mensil~
l.
·.
.. SOMMARIO
LEZIONI E CONFERENZE:
Palnl. - L'artrite gonococotca .
Pag. 881
MEMORIE ORIQI.ALI:
lllennonnL - i'ulla a7.1one antihatt erlca ln vit.ro dell'anrotlosol!atc dJ sodlo (sanoorU.Ina), con particolare riguardo al b. dJ Koch . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Plcclell. - La deviazione del complemento con l'antigene di Besrodka nelle torme tuborool&ri eù in quello sospette . . _ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Pag. SS7
911
CAIIITICA CUNICA:
Plllqla. - Un ca..~o dJ neurltc ottica post-inOucnzale con cecità temporanea . Flore. - Un caso di leptcroeoillgite llntocitarla acuta benigna . . . . TaMrO. - Un caso di ftebtte luetica complicata da Infarto polmonaro .
Pag . 918 027 9~9
RIVIITI! IINTETICHE :
Rtlllllo. - 11 problema della profil&•!sl hnmunltarla oool-t"o Il tito petecchlale . . . . . . . Spqnoltttl. - L'emogramma di Scbllllng c il suo ya.Jor:e prognostlco nolle mall\ttlo in retti ve lelltlll. - Le sinusiti in rapporto all'età . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Pa&". 1133 0 42 9~0
RIVIITA DILLA ITAMPA MI!DIOA ITALIANA E ITRANIERA:
Anemia., anclna di petto. -
:
PASCUKIS • . . • •• . . • .
Pog. 96a
AlfiUit (Le) Ciel tempo di p - t dii tempo di , _ - COT Azotemie (Ld) di triCint lltmiiL - COURTOIS • • . • . • Dlllllttlcl. Oli. e(felti del lavoro n ei.- 1\foaaARD'l' . . . Fnttlltt dlll'atti'IP!o e loto tnttamento. - Dn-woooaKY
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Latwe anoftllne. L otta contro le - D& BEN&D .E TTt • • Lltttr lnautllte ot pnwentln medicine . . . . . . . . . . Malattia (Sulla) d& ctllltl"tt. - L e MBHAUTt, lllACHBilOEl"F, T ORERNIAKOFSKY O Cln:FTBL MlaJJI& (La) tpi..IIIICL - Huss . . . •• • . . • . . . . . • . . • • • . . • . . . . . • . . . Occlualone lnhttlnale. Tec11ica t ittcUcazolor•i dell'et•terost&mia 8Ul tenue, neltraltmnento de/1' 1\IOOQ UOT O PAD O\ ' A:O: l . .
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OOifnRI!N%1 l! DIMOITRA%101111 CLINICHE NI!8Ll OSPEDALI MILITARI JIIOTJZIIE: . . . . • l NOITRI MORTI - . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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ANNo LXXXll-N. 9
GIORNALE DI MEDICINA MILITARE SETrEMDRE 1934-Xll
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LEZIONI E CONFERENZE
CLINICA DERMOSIFILOPATICA DELLA R. UNIVERSITÀ DI
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Direttore : prof. A. Pasini
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L'ARTRITE GONOCOCCICA Co nfcl"f:'nz.a agli uffic iali m edic i del PrPsi1lio di ~lilano (18 aprile 1934-XII)
Che tma blonorrag·i a u·rot-ra~ possa os.~oro accompagnata da alterazio-ni articolari fu segnalato fin daZ1507 da Pierre von FO'rcst o f·u, descritto con maggi<rre detta-glio 1nolto più tardi da Ricord (1833), o da A. Fow·nier (1866). Con tutto ciò r·ognò nella seconda metà del secolo 8cm·so una viva discuatio-M sui reali rapporti cko intercorrono fra blonm'ragia 11.rotralo ed artrite blenorragica. P oter sostenne e8sere il reumatis·m.o blenormgico wna sernplice varietà d6l reumatismo articola·re acuto, ·identificato da Bou,illard nel 1837 e scatenatosi in i1ulividui affetti da blenorragia. Féréol i-ntravide i1tvoco mta correlazione solo tra blenorragia o r1mmatùuno m01w-articolare. Antesignano dell'ora batt01·iologica fu Lasèg11.8, cho sostenne l'individualità del r·e·ttmatismo blonorragico e lo attrib1d all'ontrata in circolo del pus 11.retralo. Con la scop01'ta del gonococco avvon1tta po·r opera. (li N eisser nel 1879 ftt comprotJata anche la natura blonouagica g01wcocc-ica dcll'arti'Ìto, che p1tò 8opmvve1tit·o nel corso di 1ma blonO'rrag·i a urotmle. Pot.ro1~i infatti nel 1883 ?'inveniva il gmwcocco rwl Ziqttido articol(U'fJ di una a-rtrito blmwrragica, 6d Howe8 n.ol 1894 isolava il go1wcocco in colt-ltra, clal sangue di due ma.Zat'i affetti da qU6sta forma articolare. Nel 1895 Colombini 1Jrovocava spe1·imontalmente ·n ell'uomo una ble1w1·ragia gonococcica uret·ralo, con colture ottemtto (lal liquido estratto da wn' m'trito gonMoccica. Sorrentino i·no01dando colture di gonococco nell'atiicolazione del gwwcchio di conigli o nella vonamargit14Z6 dell'orecchio pure di conigli co·n successivo tt·a.umatismo del ginocchio, vide p-rodu1·si il6lle sinoviti in prosenza di go'IWcocco nel liquido articolare. La sanzione de{ittitiva della natura gonococcica del reumatismo blenorragico si ebbo però soltanto nol1900, al Congresso Interna.zùmalo di Medicina nel qttale, fra il generale consenso, fu affonnato che il gonococco di N oisser è l'agente patogono della blenorragia della 1nucosa: che da questa 688o può entrare in circolo· e provocat'l/i 1ma infezi-one gonoralo: che punto di partenza e di trasporto è il circolo ?'ofluo d.olla mttcosa 1tr·otrale e della vescica, e cho il gonococco presenta 'lt1Ul spicca.t a arlrofilia. Si calcola che dopo il ro?tmatismo articolaro aeuto, il g01wcoccico costituisca la manifestazione più f1'equento dell6 art1·opatie infettivo. Una stati-
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L'ARTRITE GONOCOCCICA
stica porsonale di Pasini, fatta Mlla Clinica Dermosifilopatica di Mila;n.o iùil 1921 al 1932 incluso, o sopra 7860 ammalati di blenorragia, porta per l'artrite gonococcica 1tna proporziono del 4,3 %- Colpita con maggiore freq?tcnza fu l'a.r1icolazione del ginocchio (43 %): seg1drotw in ordine di frequenza le seguenti articolazioni: tibio-tarsica 28 %, radiocarpica 18%, calcaneo-astragalo-scafo·idea 14 %,gomito 10 %, scapolo-omeralo 9 %, carpotnetacarpica 7 %, coxofemorale 4 %, metacarpo-falangea 3 %, metatarsofalangoa 2,5 %, stornoclavicolaro 2,5 %, rachidea 1,8 %, tempm·o-mascellare l %, sacro-iliaca 0,3 %· L 'otà di comparsa è di solito la media, e cioè q1ulla nona q1talo con maggim·e fa.cilità si contrae la blenorragia. Pa-sini però ebbe a riscontrare l'artrite gonococcica tte volte anche in blunbine, sopra 1m totale di 266 casi di 'V1llvova,ginite gonococcica. Non vi è epoca fissa di insorgenza della compz.ican.z a rispetto aU'epoca di cost·i tuzione del focolaio primitivo (z.i info.zùme. La possibilità di 1ma diffusione ernatica del gonococco e di una. localizza.ziono articolare è ta.n to maggim·e, quar~to più gram<l.e è la, estensione e la profond·ità dello lesioni oho costit1tiscono il ptmto (li partenza. Una q·ucstione t~tttom apertl~ è quella del-ll' importanza che ha.n no le tossiWJ gonococcicho in alcune t onno d·i artrite blenorragica, o 1n·eo-isa mente nello artralgie. La. marwanza. in qnosto formo di manifestazioni clinicho obiettive o la esiguità dello alterazioni anatomo-patologiche orienterebbero a 1Jensare, cho in esse si osplichi soUamto un'azione di tossine gonocoociche, senza intervento dirotto, in posto, del parassita, in guisa analoga a ciò che accacle per Za tossina difterica 8 por la totOJnie.a. Serwnchè lo nozioni che si possied01w sulla biologia dol gonococco sembrano dimostraro, cho q·uosto parassita non dà osotossine che possano agi1·e a distanza, ma soltanto ond.otossine che si mettono in libertà con la morte, la distmziotw di q·uosto ultimo, e che sia nocessa1·ia la presenza in posto (logli stessi corpi batterici pcrchè si <l.oltmninirw gli effetti nocivi. Fatto questo p1·emesse dott1-i-nali Pasini vione a descrivere l'(llrw-tomia patologica delle artriti gonococcicho od espo1w separatamonte lo alterazioni flogist·iche dolla sinovialo, della sinovia, clolla cat·tilagine o dei monischi irura-a1·ticolari, parti che sono, si può dire, invariabilmente interessato e colpito in ogni for·n~a di artr-ite gonococcica. l n non pochi casi però o sopratutto quando il processo si prol·unga, vongO?W interessati la caps1tla periarticolaro, i logamenti con facile <listn~iono degli stessi e Qonsecutive lussazioni seconda1·io dello art·icolazioni. Il processo flogistico spoci(ìco p1tò a:ncora diffondorsi o cmnprondoro i tessuti periarticola1·i, ed interossare i tendini, i nutScoli, lo loro sicrose, le gu.aine tondi-neo, la O'lti funzionalità è st•rettam6nfe legata a q1tella dello articolazioni. N O'n 1·isparmiata è la pelle, clw i.n questi processi (liffu.silJÌ a-pparo tumefatta, arrossata, dolonti-ssi1na o dà la i1npressiono non tanto di partecipa1·e, d·i riflesso, alla flogosi dei t~S?tti infictmmati ch6 ri.copro, q~tanto di essere sod.e, essa stessa, del processo infettivo. Anche il te.~s?tto osseo è di froq·~tonto colpito, con froqwmza molto maggiore di q1u1lla che la sola, obb·iettività, cl-inica potrebbe far supporre, ma clw, oggid·ì, a.rwho dal lato cl:inico, la 1'lUZ.Ìografia permetto di sv6lare: si possollO costit1ti·ro processi di poriost-ite pormanonti, ora sotto forma di piccole vegeta.zioni osteo(t.tiche, ora d·i vol~tmilwso esostosi e cioè eli ostoopo-riostiti iper-
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L 'ARTJl.ITE OONOCOCCICA
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trofizzanti. Le alterazioni osteornielitiche gonococciche si costituiscono di r6gola in continuità diretta con l'articolazione o con di/hUJiono di proc88si fiogistici S1tppttrativi della sinovialo: sono proced·uto qua._~i sempre da perforazioni e distruzioni doUa Cltrtila.gino articolare e delle fìln·ocartilagini intraarticolar·i. N 011. ~ escluso porò che l' ostoo1nicl-ite possa. essere primitiva, di origine embolica gonococcù:a, c con di fj-!UJione scconclarilt alla articolazione. I cm~fi n i fra ca.rtilagino ed ossa diventano anfmttuosi, con f1·cq1tenti propaggini llolla cartilagine fra lo lamelle ossee e si t'a incontro ad alterazioni eli ostoite fibrosa. Esistono per lo più mwlci ca.rtilaginoi isolati, con larnelle ossee eli neoformazione, cho damw r·agiono della succos.~ir(t fonnazim~e di anchilosi. J.... Confront(tndo l'anlttomia. patologica ddlc artriti gonccoccicho con lo lrS~.;r.l formo cliniche si possono stabilir·o cinq1w tipi: ~-~;,}. Un primo tipo con sinoviti lievi, poco o 7>1mio fli.~trutfiro, scnz(t intoreso) samcnt~ dei tess uti pm·i-articolari, di sol·ito f?tgru·i, e che corriRponclono allo ~i:.-., artralgl('. - ....·:-~, - ~~.!.- .. Un second,o tipo, con .qinoviti a vcrsr11nento siero.qo o sierofìbrinoso o E-~,··/ _;~.<::.' pu.rulonto, con partecipazion6 della capsulcL, dei legam enti, dci tendini, delle ;.c~~' .... borse siero.qc o del te8S1tto cell1ila:ro s~ttocuta.neo c che cor'l'i,qpomle alle artrit i t(:~ <:on \f'rsa.nwnto ed aJla mouo-artnte p~eudof:lt>mmonosa. \~_/ Un terzo tipo con $Ù1oviti flonunon.osc, lesio-ni llistrntth·o jrequ.enti dei logctmMH, della capsula, della. cartilagine, con o:stooporogi e suppurazioni ostoom iclit·icho, o che potta alle: artriti suppmat{'. Un quarto tipo, con produ..:ioni fibroso ed oss6c a.ttrm;orso rt cm·tilagini rlistrutt6: con retrazioni, Cltlcifìca.zion i doi logamont i, pt'Q(lttzi.oni fibrose poriarticolari, o che corrisponlle alle :11triti anchilo~auti plastiche. Un quinto tipo che ~ la somma doll6 altqrazioni preced6•nti va.riam6nto sommate, con·· poriostiti, poriostos·i anche a di.stanzlt ciel focolaio articolare 6 corr·isponcl6 al quadro clclle osteoartriti d~>formanti <·ronichc ed alle panartrit i. A. parto va prostt in considerazione la osostosi calcanearo ch6 dà l1wgo alla talalgi a gonococcica. La class·ifica::zione cl-i nica dello a1·triti gonococciche segue perta1do rnolto tla vicin o q1wlla che llcrit'a dallo studio anatomo-patologico. Anche nella clin·ica è o-ppo-rtuno sopc~raro lo fo·rmo che intercs.sa.·no esclusivamente la sinot·ialo, in cui il processo i'llfiammafo1'ÌO ~ lim·itato alla sinovia od il versamonto riassum o t1ltla la sintmnatologia, dall6 artriti vere e proprie in cui si han-no losioni pih c01nplo!i80 c01~ sinoviale j1mgosa, tessut·i poriarticolari infìltrati, pat·tecipazione del pori.ostio delle epifisi al processo infiammatorio. In base a q?tosti criterii si possono cli.8ting1t6re le jormo cli?dche, con Nathan, Ùl artriti semplici (8itwuiti) ocl ·in artriti gravi (ostooartriti), e con maggiore sudiUvisione, seconcl.o la clas~;ificaziono di Borak, si posso1w separare 5 formo: una prima art.ra.Jgica, 1ma seconda <'Ssutlativa con lesioni in.tracapsulari, una terza iudurativa, con l<'sioni c::..psulari, 1ma q1ta·rta flemmonosa con lesioni p ericapsulari, ed infine mw entità reale clefì11.i ta o n.ella qttalo entrano in combirwziono varia le forme p1·eccllonti. Seguend.o ·il cr·iterio della sintomatologia clinica si possono doscrivero separatamente, con quadri bene irulividualizzabili, una forma medica poliarticolare ch6 è la più com1me ecl è accompagnata cla 1tna sintomatologia
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L'ARTR ITE GONOCOCCWA.
generalo pi1dtosto grave: una forma artralgica, carattorizzata esclusivamtm.tè da artralgia; una forma idroartrosica per lo più 1nmwarticolaro, che si riduce ad un versamonto abbonilante, con diffusione noi fondi ciechi dolle sinoviali, è poco dolorosa o non è accompagnata da flogosi esuma; 1t-na artrite pseudoflcmmonosa, che è q1tasi somp1·o gravo sia por la violenza e la lunga du.rata dei dolori, quanto por le conseguenze gravi o defonitive di anchilosi CM pu.ò tra1-re con sè; una artrite suppurata con versamento articolare costit1t·ito da pus donso, o gonococco facilmente rintracciabile a?whe all'esame di·retto, e nolla quale process·i distruttivi c processi plastici si somma·n o p er condurre q_1Lasi fatalmente ad una a?Whilosi in posizione viziata. Da t1ttto ciò deriva la necessità di procedere in ogni ca.so di artrit6, amene qua.nd.o rivosttJ i caratteri di una sen~pUco idrartrosi, ad ~t na p1mtu:ra del liquido articolare, m~de stabilir-ne la qualità e la ttatura, e ond.e istit1tire per temJ)O i provvedimenti opportuni od in prima Zim.ea, se ?UJcessa1·ii, i chiru1·g·ici. Occorre intorvonire per tempo a prevenire le complicazioni temibili1 q1u1li il passaggio alla cronicità od m~ eventuale artrite plastica a?Whil.osante, con limitazione e soppr6ssiono dei movimenti: sotw causa di qu.fJsta ultima la distruziono dolle superfici a·rticolari e la fusiono dolle ostremitd ossee, la rotaziono o qualche volta la ossifìcaziono e la calcificazione Mlla caps1da, doi lega1nenti fibro-tondinoi periarticolari, la ipertrofia 6 la iperostosi dell'epifisi. Per un rilasciamento dai logamonti interossoi della volta plantare si può avere il piede piatto blenorragico . .Altra complicaziono caratteristica dell'aTtrito gonococcica è l'esostosi retro e sottocalcaneare e la ta.la.lgia blenorragica. Particolarmente temibili sono le lussazioni patologiche <· sopratutto quella deli'anca. Nel problema diagnostico doll'artt-ito blenorragica si irnpono anzitutto la dimostrazione della sua nat1tra gonococcica. n criterio decisivo è nat1,ralnumto quello della di.tnostt·aziono dol gmwcocco nolliquido articolare m ediante l'esame batterioscopico e le colt?tro, prova però non senlpre faciltJ a rea.lizzar11. Non sempre facile è i1wltre identifwaro il focolaio prim.itivo o1te è p1tnto di partonza dol gmwoocco, sopratutto q1tando si tratt.·i di prooessi d'antica data e solo in apparenza spenti. Un valore sempre maggioro vann.o a.cq'Uistando per le forme gmwcocciche lo reazioni biologiche con i metodi di fissazio11P del complemento di M ·iiller-Opponheim od i metodi di flocculaziontJ di JitWtJr e Moinicko media·nto l'antigeno Oo1npligon e Labophatm.a. Un altro elenumto diagnostico di notovolo valote, a cotnplemento dolla s·intomatol1>gia clinica, è qt~ello dolla radiografia: questa dà olomonti. di gi-udizio proziosi88imi sullt1 condizioni anatomiche dolle at·ticolazioni, pu.ro twn fornend~ immagini che possano, in sè stesse, essere consiclerato peculiari dell'at·trito gonococcica: il fatto prodomina·nte messo in evidenza dalla. radiografia so·no la clerninorali::zazione (docalcificaz·ione) diffusa ed a·reolat·e, la e.~istonza. di p&riostiti o di esostosi, q1t-asi sco?wsciute prima della ricerca radiografica nolla artritf blenorragica. Per q1tanto rigua1·da la cura è nocessario identifica1·o o cura1·e n(ll/,Q stes&O tempo il focolaio infettivo primitivo, lo stato setticomico 6 la loca.fiz.:aziono a1·ticolare. n focolaio infettivo primitivo richiederà caso per caso cure particolari in ragione della localizzazione ed entità.
L 'ARTRITE GOXO COCCICA
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La cut·a d6llo statO' sctticern·ico si fondo con qu.olla della cura generale della infoziO'ne, molto p ·itì che l'artrite gonococcica difficilmente si associa ad una i·nvasiotUJ e ad una moltiplicazione del gonococco vera e prop·r ia nel sattg1UJ, con sintO"matolcgia di setticetnia grave; essa ~ per lo p-iit conseg1tente a p1·esenza it~tonnittente e fugace del gonococco, con transizione e tt·aspm'to a focolai seconllat'ii, localizzati sopratutto alle sierose. Pur essendo costante 1ma ,·eaziono generale febbrile od una modificazione nella formu1à ematologica. esse non assumono q1tasi mai nell'attrito gonococci.ca la gra:vità clin·ica c prognostica della setticernia gonococcica p·ura. }lella cm· a generalo della. a;rtrite gonococcica e ·relativo stato setticornico ~ bene mettere in opera. subito la tompia. spec-ifica associata ben p1'esto, se questa si dimostra da sola. lenta o inS1tfficiento, a q1wlla aspecifica. Come tempia specifica gen&rale ha di·ritto di p1·ecodenza la sieroterapia antigo·nococcica. Ottimo è il siero atttigonococcico preparato dall'I. S. M.; la s1ta attività~ punto inferiore a q1telllt del Sim·o Nicolle pt·eparato dall'Istit1tto PastMt1'. Caldeggiata anche da Depré e Pm·af è la iniezione di siero at~tigonococ cico nella cavità a1·ticola1·e, pre'via e11a.cuazione dell'ess1tllato. n rnetod<J ~ cm·tatnente vant-aggioso, ma di applicazione molto difficile, talvolta impos&ibile, soprat1.ttto al di fuO'ri iklla articolazione del ginocchio. Viene per i1npwta;nza, subito llopo l'uso del &iero, quello d6i vaccini gonococoici. È dubbio so questi, nelle lm·o ?:arie forme, esplichino una azione stimolante specifica. vm·a o propria, oll agiscano piuttosto nel dotninio generale d6lla proteinotc-rapia. .illaggiO're effi.cacia dirnost1·ano i vaccini nei quali al gonococco si asaocia;no altri germi, tipo vac(}ino Mixogon dell'Istituto Sioroterapico Milanese (al gonococco ~ associato il b. coli, streptococchi, stafiZococchi) e grandi, palesi 1:antaggi si hanno dall'impiego degli stessi per via endovenosa anzichè per via en.dmn1tscolare. L'iniezione endot·etwsa ~ seguita da una violenta reazior.o genora7.e e febbrile o da 1tnO choc omoclasico; la iniezione ·va ripetuta ogni 2-3 giwni e ne bastano per solito poche ad ottenere la remissione iklla sintomatologia generale, cl10 proced~ ed accompagna l'artt·ite gonococcica, o ad aversi un tnif}liommento di questa 1tltima, soprat1ttto per quanto ?'"Ìg'ua.r da i fenomeni flogistici o dolO'rifici articolari. È an.cw dubbio se meriti la donominazione di specifica la c1temiotc-rapia antigonococcica con i p1·oparati di a.c ridina (t?·ipafiavina, gonacrina) e co1~ merc-urio-cr()'m{). Comunque l'impiego di questi preparati è utile e consigliabile, sopmtutto quand<J le condizioni generali del malato sconsigliatw l'uso del siero e le iniezioni di vaccino. La chemioterapia endovenosa può essere usata per iniezioni, avvicendantisi con altre poco traumatizzanti di vaccino gonococeico ondomuscola1·e. N el catnpo d.olla te:r apia geMrale specifica ~ raccO'ma;ndabile l'impiego dei metalli colloid.ali e &oprat1ttto d6ll' argento colloidale. Le iniezi.oni di questi, alla doso di 5 eme, possO'no at.'vioendarsi, a giot·ni alte-rni, a quelle del vaccino gon<Jcoceico intramuscolm·o od anche endO"Venoso. Consigliabile infine, nei casi a lungo decwso, ~ la protoinoterapia ccn iniezioni di latte, di poptone, con auto-emo od a1do-sieroterapia, l'ossudoerapia, cho si int1·ammezzino a periolli di terapia ritenuta specifica.
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L' ARTHITE OON'OCOCCICA
La cura locale doll"artrito gonococcica varia logicamente da caso a caso, in proporziono della forma clinica esistente. È twcossario istitu.irla COil grande ?·api-dità, a provenire l'anchilosi. Nella forma artralgica, idrartrosica o 1iiiOudoflenunonosa 1 accvmpagnate da vivo doloro locale, è necessario in u1~ primo te-mpo la immobiliz=azioM, con ewntualo tra zione, o e.cn applicazione 81tlla pa.r to di pomate riclu· conti. Ut,ilo è ·i n qu.osto mom~J"nto l"aerotormotora.pia che rcali;;::a una iporomia attiva, coi bagni di aria ca.lrl(t, applicati con apposite caiisctto o con temperatura che può vw-iaro dai G0·0 agli 80° G., a tolleranza ilei ntalati. Vantaggiosa è a.nche, qurmtunquc ·in minor grado della attica, l'i pi!Jrom ia pa,'1sica col metodo eli Bier. Diminuiti o sco1npar:1'i il dolore o la maggioro a~u;;io dei sintomi, tornano opportttni i m a,~saggi, a11<'ora le applicn:::ifH, i di iJHl re 1nia attiva con aria calcla .~pinta allora, por 20' circa ai 100° G o J!ÌÌI . a tollora;nza ([ol malato, oppur~> le applicazi011i tli (liatonnia. So t:i è ~·orsa m ento è con.s'igli(~uile la puntura oracuatrir.o, .~eg?tila magari <la inic::io ni illff'a.· articolari <li anti.~ottici.. Quan<lo vi sia tcnd1;n~a a./[a rigidità dello articola::ioni, sopratuito 111JlltJ formo psottdoflommonose. nello qttali ·il procosso infiarmnatorio è in buona parto poriarticolaro ecl è facile l'atrofì.a nHWJola.ro. sono pi'h cho ma i n..oces· sa.ri, appena scomparsi i dolnri vivi, i ma.ssaggi. la mobili.;::!tziono, la moccmwterapia. Utilissime tornano in queste co ,~di::ioni lo applica::io n i di mggi Roontgon. Una terapia spocial.e è risiJruata all'artrite suppw·ata che rù;hiode l'il~· torvonto chirurgico. È stato proposto od applicato por la pr-im.a volta da. .Scriba nol 1877; consisto osson::ialmonto nell'i nci<ÙJre l'artico~a::ion o, 11vuotarla dai coaguli fibrinosi-pttmlenti, n el lavare s·!wco.ssivamonto la sinoviale con etere, o con siero antigonococcico, o con solu.zione di cloruro di zinco, o COil soluzioM fenicata, o con acqua jodata, o con acqua bollita, ecc- o nel s utttrare immediatamente. Un sim,ilo intervento, ra2ionalo o qttasi sompro in<lispMsabile 1wlle pioart1·os·i, non ha por vero ragiono di ossoro nollu altro forme di artrite blenorragica, por lo Qttali bastano di regola le Oltre rnedicho. Por l'artrite p~astica anchilosante a decorso setnpre molto lungo, è tJi i~ che mai ind·icato, como terapia locale, l'alternarsi Mi massaggi, dolla m.ecca· 1wtorapia, dci bag11i di aria calda ad alta tomp8rat!tra, della diatermia e, sopratutto nol periodo di clecl·ino, della radioterap·ia. Applicando con saggio, ponilerato criterio, il~ propor2io·no clella forma speciale di artrite go1wcocoica e dello speciale momento nella qual,o ossa si trova, q1testi m ozzi di torap·i a specifica od aspecifica go1toraJe e q1tosti presidii locali, si ottiene w1 decorso relativamente sollo&ito dello. affezione e si evita quasi sempre la evolttzimw verso la complicanza pii~ tomibile, l'an.chilosi. La statistica del Pasi1~i che è basata sopra 266 ca-si insorti fra. 5511 casi di oomplican.zo varie di blo·lU>1Tagia gonococcica (1921-1932) dà i StJgu.o1lli · risultati: GU.a?'lgWn t . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 °/0 Risu.Uati buoni co1~ post1tmi lievi articolari . . . 47 % Ris1dtafi mediocri con posttumi arti.colari pi-uttosto gravt . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 % Anchilosi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 %
MEMORIE ORIGINALI
LABORATORIO D'IGIENE DELLA SCUOLA DI APPLICAZIONE DI SANITÀ MILITARE Dire ttore: tenente colonnello m edico prof. NICOLA BRlTh'I
SULLA AZIONE ANTIBATTERICA IN VITRO DELL'AUROTIOSOLFATO DI SODIO (SANOCRISINA), CON PARTICOLARE RIGUARDO AL B. DI KOCH Dott. Gerardo Mennonna, l·n pitun o medico
Cenni bibliografici
Fin dall'antichità medici indiani (Snsruta, :Sarahari et c.) utilizzarono l'oro come ricostituenk'. Gli alchimisti at.t.ribuirono sempre a questo metallo proprietà mirabili, sonuninistrandolo per via orale. I primi sali doppi (tiosolfato di oro e sodio) furono preparati dai chimici francesi J ordos e Gelis nel18-15; ma. essi non riuscirono ad ottcnerli allo stato puro. Chrestien di Montpellier fn il primo (1850) a preconizr.are l'uso dei sali di oro contro la tubercolosi. Ma il vero punto di partenza dell'auroterapia antitubercolare si può considerare il 1890, qua.ndo Koch e Behring, al Congresso Internazionale di Medicina in Berlino, segnalarono l'azione battericida in vitro del cianuro doppio di oro e pota,c;sio sul bacillo di Koch. E furono questi aa. a pensare ad una azione parassitotropa dell'oro sul virtL'!I tubercolare, preludendo con i fatti ai concetti della dot trina chenùoterapica, che doveva ancor sorgere. Queste ricerche furono seguite da un lungo periodo di silenzio, poi riprese nel1913 quando Bruck e Gluck usarono il cianuro doppio di oro e potassio in agghmta alla cura tubercolinica nel trattamento del l upus vulgaris, e J uncher nel trattamento della tubercolosi polmonare: i risul· tati ottenut i da questi autori incoraggiarono Rosenthal e Pekanowich a. somministrare i sali di oro per v:ia sottocutauea. Intanto, nella clinica di Spiess, F eldt approfondiva gli studi sui sali di oro: era viva la questione se l'azione medicamentosa spettasse a.l gruppo aurico o al gntppo cianico di t>ssi e Feldt sostenne (1914) che la pa.rte attiva apparteneva più al gruppo aurico. Rondoni (1916) sospettava una azione deleteria sul bacillo da parte del gruppo cianico. In ogni modo i risultati di questi studi furono incerti e discordi. Quasi tutti gli autori, che si sono successiva.mente occupati della q uestione, sono andati in cerca di preparati nei quali il radicale acido presentaa~e la minore toasicità. Con i vari sali ottenuti si ebbero risultati contradittori e l'uro andava perdendo terreno, quando il fisiologo danese Holger Mollgaard fissò la sua at tenzione sullo zolfo, giungendo al composto chimico rappresentato
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~ULL A
AZIONE AJ\'TIBATTERIC'A IN VITRO E CC.
dall'aurotiosolfato di sodio pmo, al quale egli ha dato il nome di sano-
crisina,;
Questo sale doppio nelle forti diluizioni è dissociato in modo cbe la. parte terapeutica. è rappresentata dall'ione a carica elettrica negativa Au 0 3 8 2 •
.Alla fine del 1924 ~Iollgaard comunicò alla Società Da11ese di Medicina I ntema i lavori da lui eseguiti in quattro anni suJla sanocrisina. Descrisse le esperienze che a ve~a praticato su vacche recentemente infl·tt ate con ceppi più o meno ~inùenti di bacilli di Koch. Descrisse anche le ricerche riguardanti l'azione del sale sul b. di Koch in vitro. Presentò la sanoorisina come un rimedio specifico della tubercolosi e sostenne che ~li accidenti della crisoterapia fossero dovuti alla liF;i dei ba<~illi di Koch: tutte asserzioni che fecero a.prire i cuori alle più alte speranze e che invogliarono a. praticare ricerche di controllo sperimentale e clinico in tutto il mondo civile. In diversi paesi furono costituite commissioni per lo stwlio della sanocrisina. P urtt·oppo i risultati di questi ricercatori, ~ dei primi tisiatri, che sperimentarono la sa.n.ocrisina, comincia.rono presto a far dubitare delle assel'zioni del fisiologo da.ne!le. In seguito sia alle ricerche sperimentali in vitro, sia alle ricerche biologiche come anche aJ.J.e applicazioni cliniche, si è venuta costituendo int.orno ai sali di oro un'atmosfera di dubbi, che ha culminato nell'ultimo Congresso Internazionale contro la tubercolosi (A.nlsterdam 1932) in un aperto contrasto tra le vedute del Sayé, relatore ufficiale sul.l.a crisoterapia, e le veùute della maggior parte dei correlatori, tra i quali il nostro Rocchetti: con giudizio favoreYole ed entusiasta per la· crisoterapia del primo, con giudizi molti riservati od addirittura negativi degli altri. Nonostante quest.a atmosfera di dubbi, nonostante gli inconvenienti ai quali la terapia aurica può dar luogo essa conserva un certo posto nelht cura della tubercolosi polmouare e va. acquistando terreno anche nel crunpo di alt re malattie. In tutti i pa-esi si vanno continuament-e allestendo nuovi preparati minerali ed orga.nici di oro: da noi ricordo il solfocrisolo (au:rotiosolf.ato di sodio) e l'aurojacol (deriYato d'oro del ueojacol liquido) dell'Istituto Sieroterapico Milanese, il fosfocrisolo dell'Istituto Chemioterapico Italiano, il neocrisolo di Ca,<Jtelli, l'auritiol di B. Oddo, studiato biologicrunente da Rondoni, etc. Recentemente è stato preparato l'aurotiosolfato di sodio puro anche dal Laboratorio Scientifico ùel nostro Istituto chimico farmaceutico milita.re, del quale appunto mi sono particolarmente occupato. Poichè le mie ricerche riguardano l 'azione in vitro su diversi germi di questo sale di oro, è interessante conoscere i risultati ottenuti a tale riguardo da precedenti autori. Fu nel corso di amplissime indagini sul potere battericida di un gran numero eli sostanze che Koch e Behring, come è stato detto, nel 1890, affermarono che iii cianuro di oro, aggiunto alle culture esercita azione
SULLA AZIONE ANTIBA'ITERICA IN VITRO ECC.
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inibitrice intensa, impedendo lo sviluppo dei bacilli tubercola.r i fino alla diluizione di nno su mezzo milione. Lasciando da parte le ricerche contraddittoz·ie del periodo intermedio,. prendo in particolare considerazione quelle effett.uate nell'ultimo decennio, dopo l'introduzione nella pratica della sanocrisina del Mollgaa.rd. Lo stesso Mollgaard ha trovato che la sanocri•dna. a.ggi,mta in propor· zioni diverse, da 1: 25 a 1: 100.000, ai terreni nutritivi impedisce lo sviluppo dei bacilli tubercolari (saggio praticato con diversi st.ipiti) a diverso grado di concentrazione: il potere battericida della sa.nocrisina nelle colture si manifesterebbe tuttavia in modo molto variabile in dipl'ndenza, e della. qualità dello stipite e del terreno nutritivo. Per la ili versità dei risultati ottenuti cito snbito Calmctte, Boquct e Nègre, i quali trovarono che la sanocrisina di Mollgaard è poco tossica in vitro sul bacillo di Koch, benchè inibisca le sue culture ad un t~tsso debole. Occorrerebbe almeno un grammo di questo sale doppio per litro di brodo glicerinato per impedire lo sviluppo del bacillo della tubercolosi. .Alla concentrazione di nno su diecimila quest'ultimo si sviluppa già in velo sottile a a l : 100.000 in velo spesso. I bacilli tubercolari di tipo umano emulsionati nella soluzione fisiologica contenente sanocrisina, poi separati per centrifugar.ione dopo alcune ore di contatto, conserverebbero tutta la loro vitalità e tutta la loro· virulenza. Karwacki e Biermacki (1926) hanno sperimentato il potere antisettico di 73 preparati medicamentosi e di 52 coloranti: tra le sostanze sperimentate l'oro colloidale aggiunto alle culture fin nella proporzione dellO % si sarebbe mostrato sprovvisto di azione. Avrebbe in>ece manifestato spiccata azione inibitrjce il cianuro di oro e di potassio, verincandosi resistenze diverse da ceppo a ceppo. Gli autori fanno giustamente osservare che l'azione inibente delle sostanze medicamentose sulle colture del bacillo tubercolare è in generale difficile a provare, a causa dello sviluppo lento e capriccioso di questo germe sui mezzi artificiali, anche nelle più favorevoli condizioni. Lopo de Oarvalho e Ferreira de Mira (1926) hanno prepa.rato del terreno di Petroff, aggiungendovi la sanocrisina a l : 100, l : 500, l : 750~ l: 1000, l: 5000, l: 10.000 e lo hanno poi insemensato con nn unico ceppo. Al quindicesimo giorno hanno trovato colonie estremamente ra.r·e nei tubi con sanocrisina l : 100; colture più tenui che nei controlli con le diluizioni l : 500 e l : 750. Da soluzioni di l : 1000 in su sviluppo come nei controlli. Ha.nno a.nche sperimentato sulla azione diretta in vitro della sanocrisina, aggiungendola in proporzione varia alla soluzione fisiologica e poi immettendovi quantità. relativamente piccole di bacilli tubercolari. Dopo due ore di contatto in termost.ato a 37o i bacilli cla miscuglio con l : 100 di sanocrisina non davano sviluppo su Petroff, quelle da miscuglio. l : 500 e l : 750 si, ma debole. Karwacki, Krakowska e Zolberg (1926) hanno coltivato diversi ceppi di tubercolosi in brodo glicerinato al 5 % e su acqua di patata glioerinata. al 5 %: vi ha.nno aggiunto sali di oro in proporzione varia da l : 10.000 a l : 10.000.000. La presenza di sali di oro ritarderebbe più o meno lo sviluppodelle •COlture solo per le diluizione alte, mentre nelle concentrazioni da l ~
StrLLA AZIONE ANTIBATTERICA IN VITRO ECC.
25.000 in giù le colture non si svilupperebbero più e si produrrebbe un deposito quasi nera,'! tro di bacilli; ciò proverebbe che i sali di oro sono assm·biti da. questi ultimi. Gli stes;;i autori emul'liouano una coltura in soluzione di sanocrisina a l: 100 e dor}o un contatto di dieci minati, venti minuti, ventiquattro ore al termost~tto, centrifugano, lavano ed insemensano la emulsione su agar gliccrinato: lè coltme si sviluppano come se i bacilli non avessero subito a!cnn couhìtto. Dopo ventiquattro ore di contatto si ha solo un lieve ritardo. Annhe con una coltunt omogenea addizionata dell'l % di sale d i oro1 gli st Pssi rùmlta ti. . Di din:r:;a n:ltm·a sono le riccrcllC di Fry (1926). Egli ha trovato che la. sanocrisina aggiunta a sangue umano o di bovini sani a tassi varianti da l: :!500 a l : 100.000 nou ha, alcun effetto sulla coltura in vitro di bacilli tubercolari in questi mezzi. Se si aumenta la concentrazione dei sali di oro i ri;;ul tati sono variabili j ma qualche volta delle colture abbondanti furono ottenute a ta:;si di l : 250 ed una volta al t asso di l : 50. Il bacillo eli Koch crescerebbe ugualmente b ene nel plasma di un tulwrcolotico ottenuto per salasso dieci minuti o quarantotto ore dopo l'iniezione di un grammo di sauocrisina, come nel plasma ottenuto prima dell'iniezione~ comH n el plasma di individuo normale. Alla stessa mauieu il bacillo tubercolare crPscerebbe nel plasma di un coniglio che ha ricevuto una gran quantità di s:luocrisina., come n el pla11ma dello stesso coniglio prima dell 'iniezione. Rotldoui, che R.i è largamente occupato della chemioterapia della tubercolosi fin dal 1916, nel 1927 ha compiuto numerose ricerche sull'azione chemiote.rapica di un nuovo preparato di oro (orosan} nella tUJbercolosi. Ha ricercato l'azione inibitrice sullo sviluppo ctùturale del ba.cillo tubercolare in bt·orlo glicerinato al 5 %, cou diluizione del sale di l: 1000, l : !)000, l : 10.000, l : 20.000, l : 40.000. Una certa inibizione nello sviluppo culturale ha notato inizialmente anche alle più alte diluizioni; poi, dopo la prima sc~ttimana, la inibizione aUo sviluppo si attenua nelle àlùuizioni magsime, forse anche perchè, secondo l'autore, è possibile una certa scomposizione del preparato nella miscela complessa rappresen tata. dal terreno culturale. Fiuo al decimo giorno una lieve differenza tra. i controlli e matracci con la concentrazione minima del preparato sarebbe sempre avvertibile. Successivamente un residuo lieve ma sicnro di inibizione si avrebbe nella concentrazione di l : 10.000. Pertanto da questi esperimenti si potrebbe decturre che una concent.razione di l : 10.000 del preparato ~ capace di inibire a lungo lo sviluppo e che a concentrazioni più forti le ctùture restano a pcrmanen1.a inibite. Arloing e Thevenot (1927) possedendo un ceppo tubercolare umano in coltUl'a omogenea, abitualmente sensibile agli antisettici, hanno studiato l'azione della sanocrisiua su di esso, in brodo glicerinato, etl banno trovato che la sn.nocrisina, modifica poco questo ceppo in coltura omogenea. Anche per Madsen ·e M:orch (1927) l'a,z;one inibente in vitro varia fortemente (da. l: 25 a l: 500.000) con i vari ceppi e coa i vari m(}z;zi di coltura. Un 'altra esperienza degli stessi autori (1928) m~rita di essere ricordata: praticando, subito dopo l'inoculazione di bacilli tubercolari a.i conigli,
SULLA AZI ONE ANTID ATTERICA IN
VITRO ECC .
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iniezioni di sanocrisina, han visto ebc ~li anima,li muoiono di tuhercolosi; ae invece la cura si comincia più ta rdi gli animali resistono. D al che ristùta, secondo gli autori, che la sanocrisina non agisce necidendo il bacillo di Koch. Molti altri autori, pe-r ricorr.he dirette od indirette, conclndono che la aanocrisina è sprovvista. di azione bat tericida specifica (Mollard, Bernard e Mayer, Cinquemani, J cssen e Gri('shacb etc.). Recentemente (1932) Oourmont, Gar edèrc, Pichat, avendo osserv}Lto che nei sogget ti sani o tubercolosi clte banno t·iccvuto uua inicziouo rli sali di oro il siero e l'ttrina di veugono ba.ltericìd i, se non lo ern.no, o lo ROno a t-assi più elevati di prima di que:;tn inicziotw, hanno ;tnche essi cercato sei sali di oro hanno n n'a;r.ione bat trricicla diretta in vitro per il bacillo di Kocb. In vecchie eRperi~n;r.e uno eli lot'O a \'O>a tronto che, iJw •ml'llllèWdo d ei bacilli di Koch in broùo glicminato adùiz iouato di sanucri:;ina, i b;tcilli si sviluppavano. Nelle nuove esperienze i Ila li d i oro non han m·wifestato alcuna azione inibente alle diluizioni di l: 5.000.000 fi no a l: 1.000.000; tra l: 1.000.000 e l : 250.000, risultati irrPgolnri: a volte r itardo o arresto di sviluppo nf'lla coltura; t ra l : 50.000 e l : 25.000 hanno notato una azione inibente completa. Il fatto parado.<;sale è questo: elle la sanocrisiua aggh;nta nelle proporzioni da l : 500 a l : 10.000 non impedisce lo svilnpvo delle coltw·e. Perciò; secondo gli a utori, il sale d'oro agirebbe solo nella zona intermedia della scala delle diluizioni. D opo contatto con soluz-ioni concentrate di sanocrisina il bacillo di Koch assume talvolta aspetto ncrastro: ciò, S(;'Condo gli aa., pare che avvenga per una r iduzione dell'oro per opem rl.<~i bacilli t nbercola.ri. Gli stessi autori, più r ecentemente (1933) ha nno trovato che i bacilli di K och possono a()Costuruarsi a i sali di oro. Sono statE\ anche compiute ricerche sulla morfologia e sulla colorabilit-à dei germi sottoposti all'a;r.ioue della sanocrisiua, con particola re riguardo all'Mido resistenza dei bacilli. l\1ollgaard ha constatato che, dopo i contatti con il sale, nella maggior parte essi si presentano grauulosi, di uu colorito grigiastro, dovuto in varia misura all 'oro. Non sono state osservate diffe renze notevoli in rapporto alle concent razioni impiegate, ed a conclusiont> delle varie indagi.n i questo autore afferma che la sanocrisina alla concent razione di l : 100 rende alla temperatura di 40o in mezz'ora l'involucro lipoideo del bacillo tubercolare permeabile agli ioni idl·ogeno, in modo che i germi colorati dalla. fucsina vengono successh·amente decolorati dall'acido Rolforico. Anche Karwacki, Krakowska e Zolgerg hanno trovato che l'azione in vitro della sanocrisina più che steriliz;r.ante sal'ebbe modificatrice della struttura ba-cillare, eserciter ebbe cioè una specie di azione sgra-ssaote. Ma anche questa azione sgrassa,nte non sarebbe costa nte. Lopo de Carvalho e F erreira de Mira non hanno trovato modificazioni morfologiche nei miscugli con sali di oro t enuti in t ermosta to a 37° C.; qualche modificazione morfulogica hanno invece riscont rato nei bacilli provenien ti da miscugli tenut i in termostato a 40o C. Ampie sono anche a questo riguardo le ricerche di Rondoni, il quale ha adoperato un sale d'oro preparat.o in Italia, l'orosan, e la sanocrisina
S!l2
SULLA AZIOJ\"'E Al\"TTBATTERICA IN 'ITTRO ECC.
di Mollgaard. Questo autore si è Sflrvito di un ceppo tipo uma,no poco vii-ulento: i due sali di oro hanno, a corte concentrazioni, ridotto in granuli i bnrilli, diminuito la loro acido resistenza, t:t!ora. impregnat~ certe parti dd protoplasma (comparsa di gramùi neri). L'optimum di azione lo ebbe con collùcnt.razionP dei sali intorno ad l : 200. I nter!'ssantc ò pure l'osservazione di I ensen, Hust.ed, Orsky: questi autori hanno notato in periodo precoce di trattamento sa.nocrisinico degli a.mmala.ti una spro-porzione tra b acilli microscopicamente dimostrabili e il numero delle colonie su terreno di P etroff, con chiara eccedenza dello svilu},po di qu<'ste. Secondo gli autori si tra.t.terebbe di una scomparsa dell'a.cido resistenza, senza che. a questa vada legata necessariamente una aJt,erazione n<:lla vitalità dei bacilli. Secondo ValE:>nti uno strisc·io di c::.pettorato bagnato per un 'ora. con una soluzione al milleeimo di sanocrisina non mostrerebbe più alcun bacillo acido resistente, p<'rchè i bacilli clte pure assumono la fucsina vengono J)Oi decolorat.i dnll 'azione rlcgli acidi. A soluzioni più concentrate, l: 100, i b acilli pur conser.ando la Gram positività dei granuli di Much-Mircoli, non prenderebbero più la fu csina fenica. Da questa rapida per quanto incompleta rass!'gna. dei lavori riguardanti l'a,zione in vitro della sanocrisina. sul bacillo di Koch è fa~ile dedurre che i pareri cd i ristùtati dei vari autori sono tutt'altro che concordi. Sono da ciò giu!'ltificate le mie ricerche, intese ad apportare un contributo alla questione della prestmta azione para.s sitotropa dei sali di oro, con lo studio comparativo di dne preparati di diversa provenienza, ma della stessa composizione, costituiti ambedue da aurotiosolfato di sodio puro.
Ricerche personali. Tutte le ricerche che seguono sono state da me condotte per incarico del mio direttore di laboratorio ten. Colonnello medico dr . prof. N. Bruni e sotto la, sua. continua direzione. Sento il dovere di vivamente ringraziarlo per i mPzzi messi a mia disposizione e per tutti gli aiuti da lui datimi nella ~secuzione e nella interpretazione degli (>Sperimenti. PRE PARATI DI ORO ADOPERATI.
Ho prcscclto per quest.e ricerche preparati di aurotiosolfato di sodio puro, pcrchè questo sale rappresenta tma delle forme meglio studiate e perchè su di esso maggiorment.e convergono le attcnziotù degli studiosi i n t utti i campi della medicina pratica e scientifica. Uno dei due preparati da mc adoperati è stato ottenuto da.l Maggiore chimico-farmacista prof. Cappelli, nel Laboratorio Studi ed Esperienze d ell'I stituto Chimico F armaceutico Militare ed h a la stessa. composizione del sale del1tl ollgaard, brevettato con il nome di sanocrisina,. La formul a di questo composto·sintetico è la seguente: :Na11 Au (S 2 0 3 ) 21 2 H 2 O = 526,463 e ne derivano i contenuti percentuali di:
+
Solfo ..... . .. _.......... . . .. .. . ....... . . 24,34 % Oro ...... ... . , . ......... .. .. ... , ..... ,. 37,45 % Sodio . .......... . .... . .... ..... .... .. . . 13,11%
SCLLA
AZIO~E
A.NTIJ3ATfERICA IN YITllO E CC .
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Ossigeno ............................... .
18,26% Acqua ............................ .... . 6,84 % Si presenta cristallizzato in aghi incolori, di sapore dolciastt·o, solubili in acqua ed insolubili in alcool. Tale aurotiosolfato perde le due molecole di a-cqua nell'intervallo termico 150-160o C., colorandosi in giallo; ma riassorbe acqua rapidamente all 'aria. Alla calcina.zione lasria uu rPsiduo di oro e di solfato di sodio. Siccome poi la soluzione acquosa di esso trattata con acido cloridrico o solforico non dà hwgo ad un precil)itato di solfo e neri:mteno è ridotta nè dall'acido ossalico nè dal solfato di ferro, è giustificata la conclnsione che qllesto composto sintetico ottenuto dal O<l.ppelli è il sale di sodio de1l'a.cido complPsso t:rivalr,nte amotiosolforico. L'altro preparato da me adoperato è la stessa sanocrisina originale del Mollgaard, messa in conunercio dA.lla. Dan8k Chemo - Terapeutisk Selka,b di Copenaghen: S(JStaur.a, chimica stabile, facilmente solubile nell'acqua e che si prt>senta in cristallizzazione aghiforu1e, bianca come la neve. I caratter~ chimici sono quelli descritti a proposito dell'aurotiosolfato sodieo dell'Istituto Chimico Parm:tceutieo .Mili tl"tre, che, come si è detto, è stato preparato sulla scorta dt.> i dati chimici di questo sale originale òel !I.Ollgaard. PIA~O DI LAVORO.
M:i sono proposto di studi<tre l'azione antibatterica in vit ro di questi
due preparati, nel più semplice dci modi: eioè mettendo a contatto i germi con diluizioni varie di essi per tempi diversi. All'uopo ho preparato, sempre al momento dell'us o, dilwzioni in acqua distillata dei due sal i alla, metà del titolo desiderato per l'esperimento e le ho poi unite a parti ugualì con una sospensione esattamente dosata del germe in esame. Preparati così i miscugli li ho posti in termostato a. 37o O. per varia durata di tempo. D ai vari miscugli e dopo vario tempo di contatto ho allestito prove c'lùttll'ali sugli adatti t erreni e preparati miCI·oscopici per lo studio dei caratteri morfologici e tintoria li. P et· il solo bacillo d ella tubercolosi, oltre alle prove cultumli, ho ;ntclw inocuhto delle cavie con bacilli provt>nienti dai vari miscugli. Mi sono scrvit{) delle St>guenti specie batteriche: 1° staphilococcu:> piogcnc$ aureus: 2o bacterium coli; 3o coryuebacterium diphteri<t€\; 4° mycobacterium tnbet·culo:sis. Ho cercato di aùopcnue per ciascana pr0\:1 la ste.s;a quantità ùi ge:nni e precisamente un terzo di au::;a normale pet· i primi tre, un milligrammo esatto di germi per i bacilli della tubercolosi. P er pesar e tali bacilli mi sono servito di una bilancia di \Vestphal del Laboratorio di Chimica della. Scuola. Allestit-e le prove culturali, ne ho seguito l'ovoluzioue. Oon le varie diluizioni e con i vari tempi di contatto i germi potevano s vilupparsi come quelli di controllo sospesi nella .soluzione fisiologica nella stessa quantità c poi uniti ad acqtta. distillata semplice a parti uguaJ.i: (+ + + ); o v veto potevano svilupparsi meno abbondan-
SULLA A7.10NE ANTIBATI'ERICA IN VITRO ECC.
temente:(++-); o assai scat'Samcnte: <+--);o potevanononsvilupparsi affatto (---). In tutte le tabelline, ria.ssumenti i vari esperimenti, il maggior o minor numero di crocette indicherà sempre il maggiore o minore sviluppo dei germi sul terreno nutritivo. Riferisco separatamente i risultati ott.enuti con le singole specie battE>riche. E SPERL\I:ENTI CON LO STAPHILOCOCCUS PIOGENES· Al.JREUS.
Il ceppo usato proviene ùalla collezione batterica del Laboratorio di Igiene della Scuola. Da una pa.tina di agar coltm·a di 24 ore bo prelevato i germi con l'ansa, diluendoli in proporzione di un'ansata normale su ogni tre cc. di sol. fisiologica. Ho prepa,rato soluzioni in acqua distillata dell'anrotiosol· fato di sodio rlell'lstituto Chimico Farmaceutico Militare (I. C. F. M.) e della, sanocrisina del Mollgaard ai titoli di l : 50, l : 500, l : 5000, 1 : 12.500, l: 25.000, l : 50.000. Unendo a parti uguali (l cc. + l cc.) quE>st.e diluizioni progn•ssive dei due preparati con le emulsioni di stafìlococco ho ottenuto una diluizione ulteriore dei due sali al titolo doppio di quelli sopraindieati, e precisamente ai titoli di l : 100, l : 1000 etc. I miscugli cosi ottenuti sono stati messi in termostato a 37 C. e òa essi sono stati fatti prelevamenti, con un'ansa, dopo vari periodi di tempo (precisamente dopo mezz'ora, dopo cinque ore, dopo sette ore, dopo ventiquattro ore, dopo due giorni, dopo quattro giorni, dopo cinque giorni, dopo un mes<'), per insemeusa.J·e dei tubi di agat comune. I risultati ottenuti sono riassunti nella tabellina prima. Lo sta.fìlococco piogene aureo da me usa.to ha mostrato di resistere all'azione dei due preparati di oro. A diluizioni di l : 100 ha resistito oltre un giorno con l'aurotiosolfato di sodio dell'I. C. F. M. e oltre sette ore con la sanocrisina del Mollgaard. A l : 10.000, oltre quat.tro giorni con il primo, oltre due giorni con il secondo. Relativamente sempre più intensa è risultata l'azione del secondo. Ho notato che gli stafìlococchi, dopo ave:r subito il conta.tto con questi preparati, nei trapianti su agar comune mostrano patine più pigmentate di quelle che danno gli stafilocoechi provenienti dalla sospensione controllo. È risaputo che l'aggiunta di sali ai terreni nutritivi favorisce la messa in evidenza dei pigmenti batterici. Nel nostro caso però il sale in esame non è stato a.ggiunto a.l teneno nutritivo, ma ha agito solo per contatto nella soluzione cloruro-soclica, imprimendo ai cocchi una capacità maggiore di m::mif(·StlU'f', suCC'('SSivamente, la. loro attività pigmentifera. Non ho notato diffl.'l'Nl.7.C nella intensità del fenomeno tra cocchi provenienti dai vari miscugli, cioè con le quantità diverse del sale: per la stimolazione sembrPrcbbe quindi clw bastassero qua.ntità. assai piccole di aurotiosolfato , di so<lio. Nella sospen:)ione controllo gli stafilococchi hanno sopravvissuto oltre nn mese. All'esame morfologico e tintoriale i germi sono appa.rsi, anche dopo conta.tti piuttosto lunghi con i prepara,ti, non notevolmente alterati. Solo
TABELLA
I.
5 g.
30 g.
Esperimenti con Jo stapbllococcus plogenes aureus.
---At.rRQTJOSOLF.lTO DI BODIO l. 0. l<'. ~l.
!:!ANOC!ll~INA
lempl dì contai lo
tcrnpJ di contatto
SOLUZlONJ:: DEl BALI
Y. b.
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l :50.000 ...... ....
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J: 100.000
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I ndagini non pro~cguito
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'896
SUT.LA AZI O:s'€ Al'<'TIBATTERICA IN VITUO ECC.
i germi provenienti dai miscugli risultati sterili hanno mostrato a-lcuni ·elementi di dimensioni diverse dalle normali, cioè alcuni più grandi, altri più piccoli dei comuni stafùococchi ed inoltre una diminuzione di resistenza al Gram. ESPE&ThrENTI CO~ IL BAOTERIUM COLI.
Il ceppo proviene dalla collezione batterica della Scuola. Ho proceduto in tutto come per lo stafìlococco. I risultati ottenuti dalle semine dopo vario tempo di contatto in termostato cou le soluzioni dei due sali, adoperando per i trapianti a.ga.r ·comune, sono r<tggruppati nella tabellina seconda. · Anche il bacterium coli resist-e molto all'azione dei due sali, relativamente meno ali 'azione della sanocrisina. Da.l punto di vista morfologico e tintoriale non mi è stato possibile rilevare, neanche dopo lunghi contatti, alterazioni degne di particolare rilievo. ESPERD!ENTI CON IL CORYNEBAOTERIUM DIPHTERIAE.
ll ceplJO proviene dalla collezione batterica del laboratorio d'Igiene della Scuola c le colture, sia quella iniziale, come pure quelle successi ve sono state fatte, anzichè in a.ga.r semplice, in agar al sangue di montone. Su questo terreno da lungo tempo in uso nel nostro Laboratorio, il bacillo di Loffler cresce rapidamente ed abbondantemente. A parte il terreno nutritivo, per il resto ho proceduto come per i prece·denti saggi sugli altri germi. I risultati sono raccolti nella tab.ellina terza. Anche per il corynebacterium diphteriae la sanoorisina del Mòllgaard appare più attiva dell'aurotiosolfato di sodio dell'I. O. F. M. ed in complesso una corta azione antisettica esplicano tanto le soluzioni forti come le deboli. È poi interessante rilevare che, dopo contatti brevi con questo sale, il corynebacterium diphteriae esalta la propria capacità riproduttiva: nei trapianti si hanno infatti patine più precoci e più estese di quelle presentate dai germi controllo. Anche con i contatti più lunghi i germi si presentano normali nella loro morfologia e tintorialità, proprietà queste che i germi con.servano anche quando hanno perduto la capacità di moltiplicarsi, come è indicato nella tabellina riassuntiva. ESPERIMENTI COl'\ IL MYCOBAOTERIUM TUBERCULOSIS.
Ho usato un ceppo recentemente isolato, in seguito a prova. biologica nella cavia, da materiale proveniente da un aseesso freddo periarticolare del gomito di un infermo ricoverato nell'ospedale militare di Firenze. n materiale batterico occorrente per le ricerche è sempre stato ricavato da giova.ni patine su terreno al verde di malaehite di Petr~crnani, procedendo poi a controlli culturali e biologici dopo vario tempo dì -eontatto con le soluzioni dei preparati aurici. A) RICERCHE COLTURALI.
La prima difficoltà che si incontra in questa specie di ricerche consiste nella necessità di rompere gli aggregati di germi derivanti dalle patine ere-
'1'ABELLA 1!. ~
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tsperlmentl con Il bacterlum cotl. -
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SOLUZIONE
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DEI SALI
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6 b.
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AUilOTXOSOLPATO D 1 SODlO I.O. F . M.
SANOCJUBINA
tempi di oo:ntatto
tem\)1 d i cont&tlo (h
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8 g.
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80 g.
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Indagini non proseguite
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Controllo ....... .
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TABELLA llL
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Esperimenti con Il corynebacterlum dlphterlae. -A UROTIOSOLFATO D l BOD IO I.C.F . M.
SOLUZI ONE
8AN" O ORlS I N"A
P rolevamonto
Prolovamcn to Ili
D EI SALI Do po
r. b .
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7 b.
24 b.
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Dopo
5 b.
7 b.
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Dor•o :lO g •
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l :50.000. . . . . . . . . . . . .
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1: 100.000 . ... . ... ... .
+++ +++ +++ +++ + - - - - - +++ +++ ++- - - - - - - - - -
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Uontrolli ... . ... ... . + ++ t++ +++ +++ ++ + +++ +++ + ++ +++ +++ + ++ +++ -
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SUI..LA AZIO}."E ANTIBATTEIUCA IN VITRO ECC.
899
sciute sul terreno nut.ritivo. Per avere una sospensione di germi sufficientemente omogenea ho perseverato a lungo a pestare le patine stesse in un mortaio, riprendendole poi con la voluta quantità di soluzione fisiologica, e raccogliendole infine in un piccolo matraccio cont-enente delle perline di Yetro, in modo da facilitare I'emulsionamento dei germi. Facendo preparati microscopici con una ansata di questa sospensione, previa fissazione e colorazione, mi sono a ...-olta. a volta assicurato cbe i bacilli di Koch si presentassero sufftcientl'mente distinti o pl'r lo meno in aggregati di poche unità: ciò per aRsicnrare l'<.'\(•ntuale aziono dei preparati di oro sui singoli individui. Per ciaRcurut prova ho adopcra.to un milligrammo di pa.tina di cultura: sapendosi che il peso medio di 1m bacillo di Koch ò di 25 centomilionesimi di milligrammo, in un milligrammo di patina sono contenuti all'incirca 40 milioni di bacilli. In ogni serie di ricerche ho allestito prove di controllo sospendendo i bactlli nella soluzione fisiologica ed aggÙmgendo ugual quantità di acqua distillata senza sali di oro. Come terreno nutritivo ho sempre a.d operato quello di Petragnani, preparato Sl'condo la tecnica consigliata daH'autore, risultando esso il più adatto per questo ricerche, come in generale per la cultura dei bacilli tubercolari. In ogni ricerca, per non interrompere la permanenza in termostato d ei miscugli, ho preparato tante serie di provet.te quanti erano i tempi di contatto stabiliti, e precisamente: una serie di provette por un contatto di 90 minuti, una serie di provette per un contatto di 5 ore, una serie di provette per un contatto di 24 ore. Allo scadere dei fiO minuti, delle 5 ore e delle 24 ore ho prelevato fra.zioni di ciascun miscuglio per allestire le prove culturali e per praticare l'esa.me morfologico e tintoriale dei germi. Altre fra1doni mi sono servite, come sarà- più sotto specificato, per le prove di inoculazione nelle cavie. Raggruppo i ri'!nùtati complessivamente ottenuti, in base alle varie diluizioni dei preparati, senza riportare il protocollo delle singole esperienze, data la concordanza dei risultati a\utisi in ciascuna prova. Diluizione dei preparati l : 100. Dopo contatto per i tempi indicati con la diluizione di l : 100 sia dell'anrot,iosolbto di sodio dell'I. C. F. M. sia della sa.nocrisina del Mollgaa.rd bo prelevato dai vari miscugli una quantità di bMilli di Koch corrispondente all'incirca a milligrammi 0,125 e li ho insemensati sul detto terreno di P etragnani, mantenendo le culture in osservazione per circa due mesi. Lo sviluppo si è verificato come è indicato nella tabellina quarta. Risulta da questa tabcllina che alla diluizione di l: 100 i due preparati di oro esercitano una certa azione antibatterica in vitro sui bacilli di Koch: ho detto solo una certa azione, perchè non sono sufficienti 2·! ore di contatto con i preparati di oro per aversi la completa sterilità. Ho notato soltanto che le colture ottenute dai bacilli rimasti a. contatto con le soluzioni ad l: 100 sono scarse e si sviluppano piuttosto tardi•amente rispetto ai controlli.
900
SULLA AZ(ONE ANTI1U.T'l'E1UCA IN VITRO ECC: TABELLA IV.
Bacilli di Koch In soluzioni del preparati al titolo di 1:100. A UROTIOSOLPJ.TO DI. SO DIO I. C. Jo'. M.
l dopo 90' l dopo 5 b . , dopo 24 b. dopo 90' ldopo 5 b . !dopo 24 b.
Cu l ture
dopo 20 g. dopo 30 g. dopo 40 g.
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SA NOCR !SIN A
o o •• o
•••• o o •• o o o o. o o. o o
Controllo dopo 20 g.
+-+-++ ++ +
-- - + - - + - - - - --- + - - + - - + - -
+- + -+ -+++
+ - - ++ - + - - +- ++ + Il +++ +++ +++
Diluizioni dei preparati 1: 1000. In tutto si è proceduto come per i miscugli con i preparati nella propor· zione di l : 100. I risnlt.ati delle colture sono raggruppati nella tabellina quinta. TABELLA V,
Bacilli di Koch In soluzioni del preparati al titolo di l :1000. A.UROTIOSOLPATO DI BODIO I. C. F. M.
Culture
dopo 20 g. ......... dopo 30 g. ......... dopo 40 g ..........
.
Controllo al 200 g. . .
SAN0CR18 I N A
l dopo 90' l dopo 5 b. ldopo 2' b. dopo 90' dopo 5 h . ldopo 24 b. J
--- - -- + ++-- - - - - -- + + +-- + - - + - - +++ + ++ l+++ +++ ++ + - --
+ ++ +++ +++
++ ++ ++ +++
Anche alla diluizione di l: 1000 si è riscontrato presso a poco quantQ con la diluizione l : 100; ma, a questa diluizione, la sanocrisina del M'ollgaard, si è mostrata leggermente meno efficace dell'aurotiosolfato di sodio dell'I. O. F. M. Diluizione dei preparati l: 10.000. TABELLA. Vl
Bacilli di Koch In soluzioni del preparati al titolo di 1:10.000. AUROTIOSOLFATO DI BODIO l. C. F. l'II.
Cul tu r e
dopo 20 g .......... dopo 30 g . ......... dopo 40 g ..... ..... Controlli ...........
SA.NOCRISI N A
l
.
l d o po 00' l dopo 5 h. dopo 24 h . dopo 00' l dopo 5 b . l dopo 2f h. l
+++ +++ +++ +++
+++ +++ + ++ +++
+ -++++ +++
+++ +++ + ++ +++
++ +++ +++ +++
+- ++ ++ +++
901
SULLA AZlONE ANTIBA'ITERICA IN VITRO ECC.
A questa diluizione i ~ali di oro non hanno quasi affatto influito sullo sviluppo di'i bacilli. In qualche provettone si è notato uno sviluppo meno abbondante, almeno al controllo dopo 20 giorni. Diluizirme dei preparati l : 20.000. TABELLA VII.
Bacilli di Koch in soluzioni dei preparati al titolo di 1:20.000. l
AUROTI08 0LPATO DI BODIO l. C. .F. M.
Cui tu re
l
dopo 90'
SA~OCRISIN A
l dopo 6 b. l dopo 24 b. l d o po 00'
l
dopo 5
b. ldopo 24 b.
l
dopo 20 g ..........
+++ +++ +++ l' +++ +++ + ++
ùopo 30 g..........
+++ +++ +++ l + ++ +++ +++
Controlli ... ..... . . .
+++ +++ ++ + , +++ +++ + ++ l
Al titolo di l : 20.000 i due preparati di oro non hanno esercitato alcuna azione sui bacilli di Kooh, i quali trapiantati dopo 90 minuti, 5 ore e 24 ore rli contatto con il sale han mostrato di conservare intatta la loro vitalità.. Analogamente si sono comportate le diluizioni dei due preparati a l : 30.000, l : 40.000, l : 50.000, l : 100.000.
Ciò è importante a rilevarsi perchè, nei limiti di queste diluizioni, nei riguardi del ceppo adoperato, non si è affatto verificato H fenomeno riscontrato da Oonrmont, Gardère e Pichat, di una zona intermedia di diluizioni nella quale i sali di oro agirebbero, cosa che non avverrebbe alle diluizioni molto concentrate o molto diluite. B) RICERCHE SULLE CAVIE.
Dopo vario tempo di contatto con i prepa.rati di oro, bacilli tubercolari in quantità stabilite sono stati inoculati nel sott-ocutaneo della radice della cot:cia di cavie di media grandezza. Contemporaneamente, per controllo, si sono inoculate altre cavie con la stes~a qua.ntità di bacilli non trattati con sali di· oro. Queste ricerche biologiche hanno avuto duo scopi: 1o un controllo in vivo aJle prove colturali; 2o lo studio di una eventuale attenuazione del potere pa,togeno dei bacilli dopo il contattv con i preparati stessi.
Per comodità di esposizione divido le cavie trat.t.ate in lotti.
Lotto pr-imo. Prelevo il materia]~ da inoculare daj miscugli, cioè dalle sospensioni dei baeilli nelle soluzioni di aurotiosolfato di sodio dell'I. C. F. M., rimasti in termostato 90 minuti. Di questi miscugli ogni cc. contiene circa
902
SULLA A.ZIONE ANTIBATTERICA. I N VITRO ECC.
milligrammi 0,250 di bacilli. Versando mezzo cc. esatto di' questo miscu· glio, opportunamente agitato, in cc. 9,5 di soluzione fisiologica di cloruro sodico si ha una diluizione di milligrammi 0,125 di bacilli in IO c.c. di mestruo: ogni cc. di questa nuova diluizione corrisponde a milligrammi 0,0125 di bacilli tubercolari. Ed è stata questa la quantità adoperat.a per la inoculazione alle cavie. D a ricerche compiute da CaJmette, Boquet e Nègre risulta che con tale carica di bacilli il periodo di sopravvivenza delle cavie è di 70 giorni, con scarti di 20-30 giorni in più o in meno: quindi le condizioni m eglio adatte per poter osservare eventuali differenze di azione tra i bacilli sottoposti all'azione dei preparati di oro e i bacilli non tratt.a ti. I risultati sono raccolti nella tabellina ottava. T ABELLA YIII.
Lotto primo di cavie.
.. .,
Condizio ni l me..;e dop.> l'Inizio del t rattamento
P esi in g ra.lllD.li
~e !NOOULATA CON OERl(l DA BOLUZIO:SE
AUROTIOSOLFATO ~g1:1 DJ!:LL'BODIOO 20 (00')
~ l 2s
22 2 liI III III III IV
l
7
15
20
26
8
i v IV IV IV v
470l490\,~.ool~solsooi570
l Ge nerali
520J5J Buoue
Gbiundo le regi o nali
L eggera
l
1:100 ..... . ..... 520 460
2
1:1.000.......... 420 360 +
3
l: 10.000......... 450 430 4401480'4 70"490r->00147014 70,470 Buone
4
1:100.000........ 450 400 ·100 410 410 430,420 410 380 42Q
»
5
Controllo (germi 500 450 4001430 420 4301440 440 420 430 non trattati)
ua ta - j Acc'3nt iperplas ia
i pe rp lns ia
causa accidentale L cgg<' l"a
iperplu~ ia
Iperplas ia
Lotto see<mdo. Prelevo il materiale da inoculare dai miscugli con l 'aurotiosolfato di sodio dell'I. O. F. M. rimasti in termostato 5 ore. Dopo questo tempo centrifugo la sospensione contenuta nelle singole provette e, quando la. massima parte dei germi ~ andata a.l fondo , allontano il liquido soprastante e riprendo il centrifugato con soluzione fisiologica di cloruro sodico, fino ad ottenere il volume di prima.. Ciò ho fatto allo scopo di eliminare il più possibile del sale presente nei miscugli, che avrebbe potuto influenzare l'azione dei germi in vivo. Tenendo conto anche delle inevitabili perdite dovute alla centrifugazione e successivo allontanamento del liquido che, se anche reso limpido al massimo possibile, è sempre carico di una certa quantità pur minima di germi, ho inoculato alle cavie badili corrispondenti all'approssimativa quantità di milligrammi 0,1. I risultati sono indicati nella tabellina nona.
903
StTLLA AZIONE ANTIBATTERICA IN VlTRO ECC.
TABELLA IX.
Lotto secondo di cavie. Condlzlonl l me~e dopo d 1: !NOCL'LAT.\ co:,; GERMI ---,--.,----,--P-e-,s_ i _ln_ g_ra -:lli-lll--:-1-.,---- l'Iniz io dol trattamento j;: ~ DA SOLOzTO:,;E l l 1 - -- ----;-----DELL'AUROTIOSOLFATO 20 22 24 28 1 2 7 15 20 26 8 Gbltlndole ~l BODICO (5 b.) Ili III Ili IV IV IV IV IV ~ Geoerall x-e giona l i
8:;
6
1:100 ........... 600490
l lV
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520~440 + !""""'
l•i
aooid Onta
490I530(20f~90~51 Ot101511~47j Buone 8 1:10.000 .... .... 450430 430,4801450 480 480 480(60 45 l • 7 J:L.OOO ..••...•.• f3l0 470
410~
•
5001«1 450 500!4 o1-t80 480 510,510,520•
•
9 1:100.000 ........ 4 10 390 390 420rU O 410l·UO 410,410 10 Controllo (germi
non trattati)
Lieve i perplasia Modesta i perpla.sia Forte iperplasia Fortissima iperplasia
Lotto tazo. Prele,·o il materiale da inoculare dai miscugli con l'aurotiof!olfat-o di sodio dell'I. C. F. M. dopo permanenza in termostato di 24 ore, procedendo come per il lotto secondo, solo che, anzichè centrifugare una volta. sola, centrifugo due volt(l, per riuscire anche meglio ad all()ntanare il sale dai bacilli. TABELLA X.
Lotto terzo di cavie.
1>-
Condizion i l mcso dopo l'Inizio ùel trattamento
Pesi in gTamml
CO:< GERMI _d .,f l:<o<:ULATA SOLI:ZIO:s"E D .~
AUROTIOSOU'ATO 6§;:: DELL'BODICO 20 21! 24 2S (24 h.)
2
7
15
III III III III IV I V IV
~~ ~
1
11 1:100 •.. . ....... 360 340 360 410 420 440 450 450!450 12 1:1.000 ..• . ...... 310 280
+
8
Generali
v
Ghiandole reg iona li
+ . t. b. c. generalizzata
causa accidentale
l
Lieve iperplasia 14 1:100.000 ....... . 300 400 330 330 350 450 350 380 380 340 Lieve • i perpla.sia 15 Controllo (germi 330 270 26(] 290 290 310 320 320 300,320~ Scadenti Fortissima non trattati) iperplasia
13 1:10.000 ......... 300 300 310 3301330 3701380'370 3501330
Buone
Lott() quart(). Prelevo il materiale da inoculare dai miscugli preparati, anzichè con l'a.urotiosolfato di sodio dell'I . C. F. M., con la sanocrisina del :Mollgaa.rd, ri~sti ~t-ermostato 5 ore e poi t.ratt.a ti come la serie analoga dei miscugli utllizzatl per il lotto St:condo.
904
!!"ULLA A7.10NF. ANTIBATTERICA IN VJTRO ECC. TABELLA XI.
Lo«o quarto di cavie.
_.,e
li<OCULAT.~ CON GERMI
~>a
DA SOLUZJO:<E DI SANOCRISISA (5 b.)
6:::;::
l
Peso In grammJ
e
5
v
lO
v
v l~ v
20
9
15
VI
VI ,
Genera Il
Obfandol& regionali
l
16
1:100 ...........
480 500 520 560 580 580
17
1:1.000 .........
510 500 510 570 530
18
1:25.000 ........
410 430 440 500 510
19
1:500.000 .......
450 440 400 410 490
20
1:100.000 .......
410 430 470 450 480
21
Controlli .... . ..
450 420 430 420
+
Condizioni 1 mese dopo l 'inizio del trattamento
Buone
Modesta. i p erpla.sia 520 » Discreta i perp lasia. 500 Forte iperpla.. • sia 380 Scadenti Forte iperplo.sia. 4·i 0 Buone Fort-issima id. t. b. c. generalizzata
Espost.i così i risultati parziali dei singoU lotti credo ntile riportare i risultati dell'autopsia pntticat.a, su tutte le cavie sopravvissute circa 70 giorni dopo l'inizio del tra,ttamento: Cavia l . - Le ghiandole liniatiche della regione inguinale inoculata e quelle retroperitoncali sono fort.emt>nte tumefatte e dure. Non lesioni macroscopicamente evidenti a carico della milza, del fegato, dei polmoni. Cavia 3. - Come la cavia uno. Cavia 4. - Le ghiandole lin.fa.tiche della regione i nguinale inoculata sono fort.emente tume.fatte, così pure quelle retroperit.oneali. Non evidenti lesioni degli organi interni. Cavia 5. -Grossissime ghiantlole linfat.iche con degenerazione caseosa alla regione inguinale e mcsenterica. J,a milza è fortemente tubercolizzata e tubercolini sono evidenti anche nel fegato. Cavia 7.- Ghiandole regionali poco ingrossate e di consistenza dura. Evidente iperplasia delle ghiandole rct.roperitonea.li. Sulla milza e sul fegato sono evidenti pic~olissimi tubercoli. Cavia 8. - Ghiandole r egionali c retroperitoneali moUo tumefatt(>. Disseminazione di tubercoli nei parenchimi degli organi interni. Ca.via 9. - Come la cavia 8. Cavia 10. - Grosse ghiandole inguinali con degenerazione caseosa. Disseminazione di t.ubereoli nei parenchimi degli organi interni. Cavie 13, 11, 15. - CQme la cavia 10. Cavia 16. - Ghiandole linfa.tiche regionali relativamente grosse. Scarsi tubereoli alla milza.. Cavia 18.- Ghiandole linfatiche regionali e retroperit.oneali grosse. Evidente tnbercolizza,zione del fegato e della milza. Cavia 19.- Ghiandole linfatich e ingninali relativamente poco grosse, ma intensa iperplasia delle linfoghiandole retl'operitoneali e forte diffusione di tubereoli negli organi interni. C:wia 20. - Come la cavia 19.
SULLA AZIONE ANTl BATTE'RICA IN VITRO IWC: .
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Nelle linioghiandole tumefat.te e cascificate t.uttt' le volte che si è cercat-o il bacillo di Koch si è avuto esito positivo. RISULTATI DELLE PROVE NELLE CA VIE.
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Nell'insieme questi risultati sono i\ltati netti: n è l 'atP'otiosolfato di sodi o dell'I. O. F. M. nè la sanocrisina del :à'l ollgaard ha.nno ('Sercit.Mo un'azione di contatto tale da anmùlare il pot.ere patogeoo dei bacilli tubercolari, anche inoculando piccole quantità di germi (lotto primo, Tabella. Vili). Però è rla notare che una eguale carica, di gormi non trattati con il sale aurico ed usati come control.lo, ha provocato nella ca.via n. 5 altera,zioni più precoci, più gravi e più e~tese di quelle presentate dalle cavie inoculate con germi tenuti a cont.atto con l 'a.urotiosolfato P<?r 90 minuti. La cavia n. 4 trattata con germi che avevano subito il conta.Ho con l'aurotiosolfato di sodio alla diluizione di l: 100.000 ha. 11rer;entato nn quadro molt-o vicino a quello nella cavia 5 inoculata con germi non tratta-ti. D ei germi tenuti a contatto con i preparati aurici per cinque ore ho inoculato alle cavie una carica maggiore e ne sono derivat<e lesioni più gravi di quelle presentate (lalle cavie del primo lotto, nouo:;tante l'azione più lunga dei sali di oro. ~1:1 anche in questo caso sia ne.l lot.to secondo di ~a·vic trat.tate con germi tenuti a contatto con raurotiosolfato di sodio dell'I. C. F .l\f., sia nel lotto quarto di cavie trattate con germi tenuti a contatto con la sanocrisina del Mollgaarrl, si sono avute lesioni meno precoci e meno estese di quelle presentate rlalle cavie trattate con ngnal carica di germi controllo. Questa differenza è stata più marcata. nelle cavie inoculate' con germi rimasti a cont·atto dei due preparati nella concentrazione di l : 100 e l : 1000. In un altro lotto, i1 terzo, ho inoculato germi tennt,i a contatto con l 'aurotiosolfato eli so clio dell'I. C. F. M. per 24 ore; ma in questo lotto le cavie erano più giovani ed ancora in via di sviluppo ed hanno mostrato di sopportare meno delle. cavie degli altri lotti il t1·attamento: difatti una, la cavia n. 12, è morta pochi giorni dopo l'inocnlazione con la concomitanza di cause a-ccidentali, ma un'altra, la cavia n. 11, è morta per tubercolosi generalizzata, circa nn mese dopo· l'inoculazione, e tutte le altre cavie· hanno presentato lesioni specifiche assai gravi. Da queste prove biologiche risulta che il contatto anche lungo con i preparati di oro in esame non impedisco ai bacilli tubercolari di esercitare il loro potere pat.ogeno sulle cavie. Tutt'al più si può dire che solo le soluzioni a l: 100 c a 1: 1000 di aurotiosolfato di sodio dell'I. C. F. M. e della sanocrisina di Mollggard neterminano una certa diminuzione del :potere patogeno dei germi; ma ancb<~ que!lta azione è solo relativa ed io ogni caso, se pur meritevole di considerazione dal punto di vista strettamente sperimentale, non può N>SHre fondamento di valutazione per qua.nto riguarda !<1. efficacia terapeutica. 0) RICERCHE MORFOLOGICHE E TINTORIALI.
Oltre alle prove culturali e biologiche, ho praticato anche esami microscopici sni bacilli, dopo contatto di diver~a dnrat.a con i due preparati di oro alle varie diluizioni, allo scopo di studiare le eventuali alterazioni morfologiehe e tintoriali.
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S C' l.LA AZIONE AY'ITBATTERICA IN VITRO ECC.
Come metodo di colorazione ho dato la. prelerenza al classico metodo di Ziehl-Neelsen, con il saggio dell'acido e dell'alcool resistenza. Riferisco solo i r eperti relativi ai bb. di Koch provenienti da quei miscugli e dopo quei tempi di contatto che si sono mostrati capaci di imprimer loro qualche pur minima modificazione. I bacilli tenuti a contatto per cinque ore con l'aurotiosolfato di sodio dell'I. C. F. M. alla diluizione di l: 100 sono apparsi lievemente granulosi, con tendenza ad ammucchiarsi e con perdita parziale dell'alcool e dell'addore-sistenza. Dopo 24 ore di contatto tutti questi fenomeni si presentano più accent uati: alcuni elementi si presentano ben colorati, altri colorati atipicamente in ros!\o brunastro. In alcuni elementi le estremità sono rigonfiat€'. l\faggiore è anche la tendenza a disporsi a mucchletti. Con la soluzione di aurotiosolfato di sodio dell'I. C. F. M. ad l : 1000 solo dopo 24 ore di contatto è possibile notare una semplice t.endenza dei germi ad a mmucchiarsi; m a a,i margini di questi mucchietti i singoli elt>menti coos<'rn mo la loro tipica morfologia. Anche l'alcool e l'acido resistenza. sono cou;;en·ate. Con soluzioni più diluite non ho notato modifica zioni di sorta. ·· Usando la sanocrisina. del Mollgaard alla diluizione l : 100, dopo cinque ore iii contatto si ha lo stesso r eperto che negli analoghi preparat.i da miscugli con aurot iosoliato di sodio dell'I. C. F . M. Dopo 24 ore di eontatto le altera.zioni dei bacilli nella morfologia e nella tintorialità sono anche più notevoli: i bacilli si presentano colorati in rosa brunastro ed in modo discontinuo, apparendo come se fossero costituiti da. tanti graunli allinea,t i. Spesso i gJ•anuli t('rminali si presentano a guisa di rigoufìamenti e più intensamente color ati, da far ricordare quasi le granulazioni metacroma.tiche del b. di Li:Hiil' t'. Spesso questi bacilli sono ammucchiati in maniera amorfa, facendosi riconoscere solo per il carattere di parziale acido- resistenza. Non mancano elementi del tutto grigiastri, nei quali l'acido-resistl:'nza è completamente perduta.. Usando diluizioni della sanocrisina del ::M:ollgaard a l : 1000, dopo 24 ore di contatto, i bacilli presentano ancora la tendenza a disporsi a mucchietti, nei quali però l'individualità dei singoli germi non sempre è perduta. La tiotorialità è abbastanza conservata, ma non mancano elementi sprovvisti di acido- resistenza. Non mancano bacilli a costituzione granulosa, ma non si notano quei particolari granuli ingrossa.ti e più intensamente colorati eli cui sopra si è detto. Con diluizioni più alte, anche dopo lunghi contatti, nessuna apprezzabile modificazione. Avendo alcuni a.utori - tra i quali Mollgaa.rd, Lopo de Carvalho e Ferreira de ~!ira - notato più profonde modi.ficnzioni morfologiche e tintoriali quando i miscugli sono tenuti, anzichè alla temp'era.tura di ~7 C., a quella di 40 C., ho voluto ripetere gli esami allestendo nuovi miscugli ed assoggettandoli a questa temperatura di termostato. Nonostante la più alta temperatura e tempi di couta.tto anche lunghi, i risultati sono stati prc8So a poco simili a qnelli ottenuti alla temperatura di 37 .o. In complesso i sali di oro, in vitro, non esercitano una marcata azione sulla morfologia e sulla tintorialità dei bacilli tubercolari. Soltanto a concontrazioni piuttosto forti e con tempi di contatto piuttosto lunghi si ha
SULLA
AZIO~E
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qualche modificazione, che si può cosi compendiare: i bacilli tubercoh~ri o si ammucchiano tra loro costituendo dei piccoli ammassi acido resistenti a morfologia quasi indefinibile, o i singoli elementi presentano una corrosione superficiale con colorazione tanto discontinua, da farli apparire costituiti da granuli più o meno minuti. Xellc viù forti concentra.zioni i grantùi terminali o le estremità dei bacilli int<•gri appaiono a volte ingrossati. L'acido e l'alcool resisten;r,a sono in g('lnerale consen·at c o solo parzialmente at.tenuate. D) RICERCHE COL TERREXO XUTRITIVO ADDIZIOXA'fO DEL SALE DI ORO.
Avendo vari autori voluto anche controllaro se e come i bacilli di Kocb si sviluppano qua.ndo vengono seminati in terreni liquidi e solidi addizionati con sali di oro, ho voluto ripetere anche io tale esperimento. All'uopo a 100 cc. di terreno P etragnani appena preparato ho aggiunto cc. 2 di acqua distillata in eni avevo al momento st<'SSO fatto sciogliere grm. mezzo di aurotiosolfato di sodio dell'I. C. F. M ., procedendo poi alla solidificazione ed alla sterilizzazione fra.zionata, come di consueto, previa distribuzione in comuni provettoni, nell<L misura di cc. 20 per ogni provettone. In tale maniera il salE> veniva a trovarsi nel terreno nella proporzione del 0,50 per cento. A scopo di controllo ho preparato altri pro\ctt.oni con lo stesso terreno, ma senza aggiunta del sale di oro. Così preparati i due tipi di proYettoni, li ho insemensati con uguale quantità di bacilli di Koch, ottenendo normale sviluppo nei provctt01ù controllo, nessuno sviluppo in quelli eontenenti terreno addiziona.to dcll'aurotiosolfato di sodio dell'I. O. F. M. Questo risultato conferma quanto è stat.o ottt'nuto da altl"i autori; ma non autorizza, a ritt>nere senz'altro che l'aurotiosolfato di sodio eserciti un'azione antisettica sul ba.cillo di Koch, tenendo conto dei risultati delle altre prove precedentemente esposte. Piuttosto, a mio parere, esso può riferirsi alle modifica.zioni dal sale eli oro indirettamente apportate al terreno nutritivo, in modo da reuderlo inadatto alle e~igenze, notoriamente assai rigorose, del bacillo tubercolare. CONSIDERAZIONI. Nel 1924- Mollgaard introdusse nella pratica l'aurotiosolfato di sodio puro (sanocrisina) ed in primo tempo egli riteune che il sale agisse direttamente sui bacilli e che gli effett.i secondari nocivi, che a volte seguono alla sua introduzione nell'orga.nisruo, fossero dovuti alla rapida li<>i intraorganica dei germi stessi. . È noto che tale meccanismo di azione, sostenuto dal Mollgaard, non fu de.l tutto confermato da altri ricercatori, ed anche ai fenomeni secondari dell'auroterapia si è poi negato il significato di choc tubercolinico, attribuendoli invece all'oro stesso ed avvicinandoli ai fenomeni analoghi, che si verificano quando si somministra il mercurio, il bismuto o l'arsenico. Ciò anche perchè si è visto che i fenomeni secondari alla soruministntzione del
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sale di oro non si hanno in tutti i tubercolotici e si presentano anche in ammalat.i di affezioni non tubercola.ri. Naturalmente la soglia di tossicit-à varia nei singoli organismi e nella stessa. p ersona a seconda delle condizioni individuali. Ora, va.lutando l'insieme delle mie ricerche personali, e del resto anche quelle di a.ltri autori, si può sicuramente confermare <.:he l'aurotiosolfa.to di sodio (sanocrisina) non manifesta., in vitro, un'a.pprezzabile azione b attericida nè sui comuni germi, nè - quel che più Importa - sul b acillo di Koch. A fortiori non si dovrebbe pensa.re nemmeno alla sua. azione b attericida cliretta in vivo, perchè nella massa sa.n guigna, nel vivo, le diluizioni del sale sono bassissime e diminuiscono anche presto per la parziale eliminazione attraverso gli emuntori. Inoltre per la particolare condizione del tubercolo a riguardo della irrora.zione sanguigna, non è affatto sicuro che il medicamento giunga a contatto dei bacilli tubercolari. D'altra parte però, da circa. dieci anni, migliaia. di ammalati vengono, specialmP.nte nei sanatori, tratt-ati con la sanoerisina e non pochi sono qnelH che se ne giovano. ~on solo, ma dal punto di vista clinico quest-O sale di oro sarebbe stato trovato efficaee non solo nelle malattie tubercolari ma anche nelle manifesta.zioni luetiche, nell'eresipela, nelle malattie reumatiche, nella endocardite lenta., nella psoriasi e perfino nella lebbra. Questa discordanza tra i ristùtati delle ricerche in vitro E'd i risultati delle applicazioni terapeutiche non fa meraviglia, perchè contra-ddizioni di questo genere si osservano anche in rimedi chemioterapici classici, come gli arsenobenzoli e la chinina, i quali, in vitro, alle soluzioni delle dosi terapeut-iche in rapporto alla massa sanguigna, non esplicano apprezzabile azione parassiticida. In genera.le i concetti della chemiotera.p ia sterilizzante si sono venuti negH ultimi tempi modificando: si sostituisce all'idea di un'azione parassitotropa quella di una azione nosotropa. <'La malattia e la guarigione evolvono in funzioné déll'orga.n ismo intero (Feldt) >•• .Anche per i sali di oro, caduta la prima. ipotesi di un'azione battericida. diretta. sul b. di Koch, a.ltre ipotesi sono entrate in campo e la. maggiora.nza degli autori è orma.i concorde nell'ammettere una influenza. del rimedio sul substrato organico, con meccanismo di azione variamente int.erpetrato. Senza entrare nei dettagli delle ipotesi emesse dai vari autori - Feldt, J aquerod, :Mollard, Capuani, Gctszti, Levy, etc.- oggi si ritiene ch e i sali di oro posseggano propriE>tà terapeutiche rapport.abili ad azioni stimolanti in genere delle difese organiche e particolarmente del sist.ema reticolo endoteliale. Già spontaneamente in ogni t<·ssut.o patologico esiste un mecca•nismo di difesa, cl1e consiste nella disirmione o nella tendenza. alla distruzione delle neoformazioni anormali (autolisi). Ora. i progre.ssi della fisico chimica hanno dimostrato che certi met.alli possono esercitare una. azione paragonabile a quella de1le diastasi. Cosi anche i sali di oro attiverebbero i fenomeni di disintegra.zione o, come dice Levaditi, intensificherebbero per via catalitica la produzione di sostanze parassiticide dell'organismo.
S U LLA AZIONE ANTIBATTERICA IN VlTL'I.O E CC.
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In ultima analisi non dall'oro, ma dal mesenchima, dalle modalità, di reazione del sistema reticolo endoteliale, dipenderebbero i risultati favorevoLi, negativi o anche disastrosi dell 'auroterapia. CONCLUSIOXI Due preparati di aurotiosoliato di sodio (aurotiosolfato di sodio, dell'Istituto Chimico F armaceutico :àlilitare e sanocrisina. del Mollgaard) saggiati a varie diluizioni e con contatto per tempi diversi, non hanno dimostrato un'apprezzabile azione antiset t ica. in vitro nd riguardi di uno stafìlococco piogene aureo, di un b. coli, di un b. della difterite e di un mycobatterio della. tubercolosi. I due preparati non inducono apprezzabili modifìcazioni morfologiche e tintoriali sui comuni germi e sul micobatterio della tubercolosi; solo a concentrazioni forti (l su 100 - l su 1000) e per contatti lunghi (5 ore, 24 ore) produeono una di:sgregazione in granuli ed una lievissima parziale diminuzione dell 'acid(}-resistenzil. Evidentemente questi risultati negativi per quanto concerne l'aziono in vitro nou escludono la possibilità che i sali di oro possano espLicare una aziono utile dal punto di vista terapeutico, come starebbero a confermare i risultati ottenuti da alcuni clinici, sebbene, neanche a questo riguardo, le opinioni siano I>erfettamente concordi. In conclusione, pur ammettendo una loro reale efficacia terapeutica U meccanismo di azione dovrebbe interpretarsi non in senso parassitotropo diretto, ma piuttosto in senso organotropo e specialmente reticoloendoteliotropo. A u TORIASSUNTO. - L"A. ha esl•gui to nume rose ricerche per studiare l'azione antisettica s ui va!"ii ge rmi (staphiloeoccus piogenes aureus, bac t erium coli, coryn e bacte rium diph teriae, mico bacterimn tube rculosis , var. hominis ) di due prepar a ti eli aurotiosolfato di sodio (aurotiosolfato di sodio d ell'Is tituto Chimico Farmaceut ico Militare e sanocrisin a di :Mo llgaard) e dai risultati di esse c on clude che in vitro questa azion ~ non è apprez7..abile nè a riguardo d ei comuni ge rmi nè a riguardo ,d e l b. di K òch. Ciò conferma - in via spe rimentale - l'opinione attuale d e lla maggior parte d e i tisio logi i quali n egano ormai ai sali di oro una proprie tà ba tteriotr opa , cons iderandoli invece organot.rop i e sp ecialml"nt.e retico locnd ot-eliotropi. La lo ro azione s i espliche rebbe cioè indi rettaml"nte, s timolando le difese organic he n aturali e specialmente l'app1:u·a to rot.ico lo endoteliale . BIBLIOGRAFIA. Una ricca bibliografia anche p er q uant o riguarda l'uso d e i sali di o ro nel t ra ttamento d e lta tubercolosi si trova n e lla rivista s intetica di G. Collina: " La chemio terap:a d e lla tube rco losi polmona.re•, in Rivista d i Pat . e Clin. d e lla Tuber colosi. Anno II, Fase. VIII de l 1928. Dei lavori consultati, c he hanno qualch e riferimento con le mie ri cerch e, c ito pertanto que lli non compresi in tale rassegna e quelli comparsi successivamente . A1IIEun.LE E HINAULT. - «Le Bui!. 1\Iéd. », u. 8 1931, pag. 45.
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SULLA AZIONE: A:!o."TTBATTERICA
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OSPEDALE MILITARE DI CHIETI DirettorC': tenonto colonndlo m!'dico ~I COLA FA'BHtZt
LA DEVIAZIONE DEL COMPLEMENTO CON L'ANTIGENE DI BESREDKA NELLE FORME TUBERCOLARI ED IN QUELLE SOSPETTE D •Jtt. Ermenegildo Plccloll; primo capit.Rno m•!tl ico
La sierodiagnosi della tubercolosi non ha finora av uto hu·ga applicazione pratica per una duplice ragione e cioè sia JH:r le difficoltà, incontra.te nella preparazione degli antigeni che most.ravano scH.rsa specificità. o presen tavano difetti intrinseci alla loro preparazione pPr cui venivano facilmente denaturati, sia perchè gli anticorpi rileva bili nel sang ue dei tubercolosi (agglutinine, precipitino, anticorpi devia.nt i il complemento) comparirebbero più o meno copiosamente soltant.o in un periodo assai avanzato della m alattia e cioè solo quando l'organismo avesse avuto modo di riassorbire copiosamente i prodotti tubercolari, dotati di potere antigene, e di elaborare i relativi anticorpi. La comj)arsa in circolo tiPgli anticorpi non è però legata al semplice riassorbimento dell'antigeno ma anche a f~Lttori intrinseci costituzionali e ad a ltri fa t tori che sfuggono, per ora, alla nostra indagine in guisa che nella tubercolosi le modificazioni sierologiche, provocate dalla malattia, possono n .rhtre da individuo ad individuo in limiti abbasta,nza ampi. Le rNtzioni biologiche studiate per mettere in evidenza nel siero di sangne dei tubercolosi la eventuale presenza di anticorpi sono: l'agglutinazione, la precipitazione, la fissazione del complemento, la batteriolisi nonchè le r ea,zioni fondate sulla presenza nel siero tubercolare di elementi a ca.rattcr€' fermento-digestivo (sinio ed enzimoreazione). Di queste reazioni l'agglutinazione, studiata fin dal 1908 da Arloing e Courmont, non è entraba nella pratica sia porchè può ess<'re ricercata solo a titoli molto bassi di diluizione del siero (l : 5,1 : 10) ai quali tassi anche i sieri normali possono determinare il fenomeno dell'agglutinazione, sia perchè m algra{}o l'uso delle culture omogeneee è S<'mpre fa.ci le incorrere in errori. La precipitazione che pure aveva destato molte speranze falli allo scopo a llorchè si svelò il suo scarso valore specifico tanto da risultare l)OSit iva anche col siero di individui sani. La b atteriolisi non ha a,vuto in pratica impiego per la diagnosi dell'infezione tnbercola.re perchè mentre Maragliano ammette l'esistenza degli anticorpi batteriolitici nel siero dei tub ercolosi altri A. A. non m eno autorevoli, e cioè Calmette e la sua scuola, la n ega.no recisamen te. La sinforeazione e la enzimoreazione, ideate e studiate da Sivori e Rebaudi della clinica di Genova, si completano a vicenda e sarebbero
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r,A OlèVIAZION"E DEL COMPLEMENTO CON L'ANTIGENE ECC'.
atte a svelare proprietà specifiche dei sieri dei tubercolosi ma sono state utilizzate essenzialmente ai fini prognostici piuttosto che per la diagnosi. Fin dal 1901 Widal e Le Sourd, servendosi come antigene delle culture omogenee di Arloing, misero in evidenza gli anticorpi fissatori del complemento nel siero dei tubercolosi. Bordet e Gengou li dimostrarono presenti nel siero delle cavie rese tubercolose a scopo sperimentale. Nel 1911 Calmette e Masso! precisarono la tecnica della reazione e n el 1913 Besredka introdusse nella pratica l'uso della cultura. all'uovo come antigeno. Da allora il valore della prova della fissazione del complemento è stato molto discusso e mentre per Frugon.i, Bach, Schlossmann, Szaboki l'importanza clinica di questa reazione sarebbe scarsa altri invece, come Ludke e Stern, le riconoscono un certo valore per lo meno ai fini della proguosi. Much e la sua scuola danno poco valore alla ricerca degli anticorpi nel siero dei presunti tubercolosi mentre Neuberg e Klopstoch avrebbero ottenuto buoni risultati servendosi per le ricerche del loro a.ntigeno costituito di bacilli t ubercolari uccisi essiccati e triturati e quindi sospesi in una soluzione acquosa di b enzoato di soda al 20 %· Anche Capuani, che è un appassionato studioso della tubercolosi, avrebbe ottenuto con questo antigeno il 92 % di risultati probativi nei soggetti sicuramente tubercolosi ed il 30 % in quelli semplicemente sospetti col cento per cento di negatività negli individui indenni da tubercolosi. Secondo Urbein nelle forme polmonari accertate clinicamente, batteriologicamente e radioscopicamente si sarebbe avuto 1'85, il 90 % di positività praticando la reazione di fissazione con un buon a.ntigeno tubercolare. Polito è dell'opinione che la. reazione di fissazione non è assolutamente specifica nella tubercolosi e che essa è positiva con maggiore frequenza nei primi stadi della malattia. M:azzetti, Vanni e Daddi che hanno eseguita una vasta serie di accurate esp.IU'ienze con vari tipi di antigeni di loro preparazione affermano, n elle conclusioni del loro interessante lavoro, che «la deviazione del complemento, come dagli A. A. eseguita, sarebbe in grado di svelare l'individuo infetto di tubercolosi e, in alcuni casi, l'individuo solamente allergico alla tubercolina ». Il Cantani concludendo le sue diligenti indagini, (•seguite su oltre 400 sieri, dichiara che la tecnica• d 'indagine sierologica per la tubercolosi non può fornire, allo stato attua,le, sufficienti coefficienti di sensibilità e di specificità. Tinozzi invece, nelle ricerche eseguite nel laboratorio di L. Rabinowitsch, constatò che nei ca~i di tubercolosi ava.nzata il 90 % dei sieri reagiva positivamente con l'antigeno di Besredka. Goldstein avendo esaminati 197 sieri di a..mmalati di tubercolosi polrnonare, dei quali 63 gravi, servendosi dell'antigeno di Neuberg c Klopstoch, ha ottenuto il 61, 9 % di positivìtà ed il 38,01 % di risultati negativi. Su 20 sieri appartenenti a. sospetti tubercolosi 11 reagirono positivamente. R.abinowitsch, Kempner, Stengel, Zerbe si sono occupati, a loro volta, di questa interessante questione e se pure i risultati ottenuti non sono stati sempre soddisfacenti pur tuttavia appare evidente che la fissazione del complemento ha un valore non trascurabile specie se eseguita ·COn una tecnica assai scrupolosa e se i risultanti vengono opportunamente
LA DE\. IAZJONE DEL CO)IPf.E~IE l'TO CO~ L'A~-Il(;E~E E C('.
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vagliati tenendo conto della fa se della malattia nella quale la prova viene eseguita. Secondo altri .AA. infine la deviazione del complemento non avrebbe carattere di specificità ma sarebbe, alla stregtia, di altre reazioni, sempliC<'mente espressione dell'instabilità colloidale del siero tubercolare. GLI AN'l.IGENI PER. LA DEVIAZIONE DEL COliPLEMEXTO.
Fra gli antigeni proposti quelli che in pratica darebbero i risulta ti migliori e più attendibili sarebbero i seguenti: l'antigeno II di B<'sredka, di Ncubl'rg e Klopstock, di Bouquet e Nègre, di Witebsky, Klingenste.in e Kunh, di Kolmer, di Petragnani e l'antigeno B2 di Calmette e "Massol. Per le ricercne aa me eS('gnite e delle quali ora riferirò, mi sono S<'rvito dell'antigeno di Bcsredka coslfatt{): venti tuorli d 'uovo vengono m<'ssi in un litro di acqua distillata; vi si aggiungono sNnpre agitando 175 eme. di una soluzione di irlrossido eli sodio all'l %- Si aggiunge dell'a<lqna distillata fino a raggiungere 7 litri , il miscuglio viene diviso in matra<lci che vengono sterilizzati per 20' a 110°. A.-venuto l'insemenzamento si nota crescita rigogliosa dopo 4 giorni. Allora la coltura viene sterilizzata a vap{)ro per 30'; dopo 24 ore i bacilli si sedimentano e si centrifuga. Il sediment.o viene mPscolato con pochi eme. di soluzione fisiologica ed agitato in agitat<>re, quindi la sospensione viene t itolata c la diluizione l: 40 rappresenta l'antigeno in commercio. RICERCHE PERSO N ALI.
Scopo delle mie ricerche è stato di accertare se nel siero di soggetti, sospetti di infezione tubercolare, fossero rilevabili glj anticorpi dcvia.nti il complemenoo, in presenza dell'antigeno di Besredka, e se tale prova potesse fornire in pratica un utile critNio di valutazione diagnostica per l'accertamento dei casi clinicamente sospetti. Per sospetti T. B. C. sono stati classificati quei soggetti che, pur non presentando lesioni specifiche in atoo, sicuramente rilevabili con i comuni mezzi di indagine, pur tuttavia per i loro precedenti anamnestici, per il tipo costituzionale e per le note più o meno evidenti di depauperamento organico, lasciavano fondatamente sospettare di essere in una fase che si potrebbe definire di latenza tubercolare. TECNICA DELLE ESPERIENZE.
L a tecnica seguita è stata quella originale consigliata da Besredka e riportata nel seguente specchio: Tecnica della siero rea.zlone della tu bercolosl mediante la deviazione del complemento, secondo Besredka. SIERO+ A..'-'TlGE.."''O +
Numr ro d Pi tubi .... .... l SiPro sosp e tto inattivato .. 0,2 Antig('no all'uovo ........ O, 3 Al<'ssina. l : 15 . . . . . . . . . . . O, LO Soluzione fisiologica .. ... 0,40 -
2
0,2 0,3 O, 15 0,35
Giornale di medicina militare.
COl\lPLEME~'TO.
3 0,2 0,3 0,20 0,30
4
5
6
'i
0,2 0,3 0,25 0,25
0,2 0,3 0,30 0,20
0, 2 0,3 0,35 0,15
0,2 0,3 0,40 o, 10
8 0,2 0,3 0,45 0,05
•
LA DE\"IAZIO~E DEL CO:\U'LE~IENrO CON L'ANTlOE:::O.Ii: ECC.
914
Cox·rnoLLo
);umf'to d ei t ubi. ........ l SiùrO so.;p Ptto inHttivato .. 0,2 Ales•ina l: 15 •.......... O, IO Soluzione fisiologica ..... 0,70
srEno ( ~enza antigene ).
2
3
5
6
0,2 0,35 0,45
0,2
0, 2
0,2
0, 2
0,15 0,65
0,20
0,25 0,55
0, 30 0, 50
0,60
("o~~EROt.T.O A:::O.'TtOENE
Xumero d ei tubi ........ l Antigeno all' uo,· o ... .... 0,!3 Al e:~sina l : 15 ........... O, IO Soluzione fi .;iolog icn .... .. 0,60
4
2 0, 3 0,15 0,55
8 0,2 0,2 0, 40 O, i 5 0,40 0,35 7
(Sc'm:a SÌ I'ra).
3 0,3 0,20 0, 50
4
0, 3 0, 25 0,45
5 0,3 0,30 0,40
6
7
0.3 0,35 0,35
o' :l
8 0,3
0, 40 0,45 0,30 0,25
CoNTHOLLO nO)!pLE:tt E:s'TO (senza. antigene nè s iero). ~nmc ro c!e i tu h i ......... l Alessina l: 15 • . .... .. .. . 0, 10 Soluzione fìsiologic<t • .... 0,00
2
o, 15 0,85
3 0, 20 0,80
4 0, 25 O, 75
5 0,30 O, 70
6 0,35 O, 65
7 8 0, 40 0, 45
o, 60 0,55
i tubi sono messi nella stufa a 37° C per un'ora poi lasciati a temperatura
ambiente per un'ora o meno se si ha fretta. Trascorsi questi tempi aggiungere UJl eme. di globuli di montone sensibilizzati in ciascun tubo, agitare e rimettere in termostato. 30 o 40 minuti dopo procedere alla lettura dci risultati paragonando la prima serie di tubi con i tubi controllo. Interpretazione: si ha reazione posi~iva forte allorcbè tutte le dosi di alessina sono state eleviate dal miscuglio siero + ant;igeno; si ha reazione positiva debole quando l'assf'nza di emolisi è constatata nei primi tubi solamente della serie siero + antigPno m"ntre i corrispondenti controlli sono emolizzati; si ba reazione negativa quando si ha em:>lisi n<.'i tubi dt>lla serie siero an tigeno e nei corrispondenti tubi controllo.
+
A1ttigeno: ho usato quello all'uovo di B esre<lka che, in una fa si' preliminare del mio lavoro, vale a dire in una serie di ricerche comp<Lrative praticate con questo antigeno e con quello di Witabsky, K lingenstein e Kuhn su sieri di tuburcolosi clinicamen te, batteriologicamente e radiologicamente accertatati mi aveva dati risultati completamente soddisfacenti (oltre il 90 % di positività). D ebbo in vero ·dichiarare che anche l'antigeno di Witebsky, K ling<mstein e Kulm rispose molto bene e che avrei eseguito le mie ricerche con entrambi gli antigeni in parola se, attraverso l 'esame di parecchi sieri, non mi fossi convinto della loro eqnivalenza per i risultati del t ntto concordant i fomitimi. ·
Sieri in esame: sono stati esarnina~i complessivamente 210 s1er1 appartenenti sia a pazienti sospetti tubercolosi che a.d altri soggetti, come risulta dal seguente specchietto:
915
LA DEVIAZIONE DEL COMPLE!IiENTO CON J.'A:t."TIGENF. ECI') .
Numero dei s ieri
Dlngnosi cliuic11
N" l t
162 .... • ...
T. B. C. polmonare sospetta T. B.C. polmonaro bat,t eriologic. accertata Pleurite essudativa Pleurite secca Pol.i<~icroi<i to P eritonite tubercolare
N el caso della p eriritonite tuber colare (bacilli di K och pr:lSE'n ti nE')l'<'s.-;udat~>) la prova fu es ·guita 20 giomi prima d el decr.sso.
19 .... . ... l ~ .... . ... 14 ........
I. ... . ...
1 ........
Sieri controllo: come controllo mi sono servito di sieri di tubercolosi sicuramente positivi per la forte deviazione che mi dava.no sia in presenza dell'antigeno Besredka che in presenza dell'antigeno di Witebsky, Klingstein e Knhn e di sieri ::;icuramente negativi per l'assenza completa di deviazione del complemento in prt>senza. degli antigeni suddetti. Complemento: ho usato siero fresco ottenuto, di volta in volta, dal salasso di tre cavie maschi. Sistema emolitico: globuli rossi di montone alla sospensione del 5 % e siero emolitico per montone dell'Istitut:> Sieroterapico Milanese. P er tutti indistintamente i sieri esaminati, compresi i sieri controllo, è stata praticata anhe la reazione Bordet-Wa.sserman secondo la metodica seguita nell'Istituto Sieroterapico Milanese e la reazione di Meinicke (M. D, R.) poichè è noto che sieri di soggetti luetici possono, a volte, dare deviazione del complemento anche in presenza eli un antigeno tubercolaro. RISULTATI DELLE ESPERIENZE·
Sono riepilogati nello specchio che segue: Deviaz ione del K con ant. Bcoredkn
Diagnosi clinica. e numero del sio:>rl esaminati
R eazione l\Icinicke
Reazione
Wn~sorroaon
l
l
positiva l negnti>n positiva n egativa positiva negativa
4
3
159
T.B .C. polmona.re sospetta 162
·H
118
T.B.C. poiinon. accertata. ..
19
14
·5
-
19
-
19
Ple urite essudativa. ......
13
3
IO
-
13
-
13
Pleurite secca ...........
14
9
5
Polisierosite .............
l
P critonite tubercolare ....
l
-
l l
-
71
139
l
158
l
13
13
-
l
-
l
-
l
-
l
-TOTALI. .. 210
5
205
4
206
916
1
LA OE\'lA7.IOXE Dr:L COJ\TPLEI\IENTO CON L ANTIGE:!'.""E E C'C.
CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI. I risultati delle mie ricerche si avvicina-no molto a quelli del Capuani perchè su 210 sieri esaminati 71 hanno dato deviazione del complemento con antigeno Besred.ka (34 % di positività) e 139 hanno risposto negativamente. Dei 162 sieri appartenenti a soggetti clinicamente sospetti T. B. C. 44 hanno dato risultat-o positivo (26 % di positività) e 118 risultato negativo mentre su 27 sieri appartenenti a pleuritici (13 forme essudative e 14 secche) solo in 12 la prova è risultata positiva e, per quanto sarebbe azzardato voler trarre delle conclusioni da un numero limitato di osservazioni, tuttavia appare evidente che su 12 sieri risultati positivi ben
9 appartenevano a pazienti affetti da pleurite secca. Nei malati affetti da tubercolosi polmonare batteriologica.mentc accertata si sono avuti 5 risultati negativi su 19 sieri esaminati ma non si può escludere che la negatività del ristùtato possa essere in rapporto con le condizioni dei pazienti cosl defedate che ogni produzione di anticorpi è in essi impossibile oppure che gli anticorpi sono fissati in germi presenti in gran copia negli organi malati. Sarebbe stato molto interessante ed utile riesaminare, a dista.nza di tempo, i sospetti tubercolosi per vedere in quanti di essi, clinieamente, il sospetto avanzato aveva poi preso consistenza ma non è stat.o possibile seguire i pazienti e riesaminarli dopo un congruo lasso di tempo. In totale con la reazione Wassermann e con quella di Meinicke (M. M. R.) si sono avuti rispettivamente 5 e 4 risultati positivi. Dei 5 pazienti a Wassermann positiva 2 dichiararono di aver avuto in passato ule(>re che furono diagnosticate e curate come ulcere molli e 3 assicurano di essere indenni da lue. Dal complesso delle ricerche eseguite si possono trarre, a mio modesto avviso, le seguenti conclusioni: 1o La prova di deviazione del complemento, eseguita con l 'antigeno di Besred.ka e con la tecnica originale di questo A., ha carattere di specificità e può fornire nei casi dubbi e sospetti un criterio complementare assai utile a,lla diagnosi; 2o questo metodo di indagine sierologica, per la dimostrazione de· gli anticorpi speci.fièi n el siero dei tubercolosi, oltre al coeffìciehte della specificità ha anche quello della sensibilità perchè è in grado di svelare sia l'infezione tubercolare in atto che quella allo stato latente; 3o nei pazienti affetti da pleurite può essere u tile praticare questa ricerca non tanto per il criterio diagnostico e terapeutico quanto per la giusta valutazione medico-legale della malattia; 40 è opportuno praticare parallelamente alla Besred.ka. anche la reazione di Wasserma.nn per ridurre a l minimo le cause di errore dati i casi non rari di sifilide ignorata. A uTORIASSUNTO.- L'A. ha eseguito su. 210 sieri, dei quali 162 appartenenti a
soggetti sospetti tubercolosi, la. prova della. deviazione del complemento con l'anti· geno di Besredka allo aoopo di accertare la presenza o meno degli anticorpi deYianti
LA O'F;\"IA Z!O:s"E DKL f"O ~lPLE~rE:s"TO ("0:-;" L'ANTI GE::-<E I::CC .
917
il oom ple nnnto n e l ><i a ro d oi sog~e tti tubC' rcoJo ,;i o semplicem e nte soS>po tti a per-
viene alla conclusione ch f' la prov11, esc•guita con lfL t ecnica ori~in ale di llesredka. e con l'nntig eno all'uovo di d e tto A ., è dotHtt~ di sp~>rifìc itìt e di seu,;ibilità tanto da potE-r fornire in pmtica u n utile crite rio di valutnzione dia gnostica per l'acce r tamonto dei casi di tubercolo:si c:l inicrunc ntc sospe tti.
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CASISTICA CLINICA
OSPEDALE ì\IILITAR.E DI NOVARA
UN CASO DI NEURITE OTTICA POST-INFLUENZALE ' CON CECITA TEMPORANEA D ott. Antònlno Panagla, tenente colonnello medico
L'influenza, è ormai risaputo, è forse fra le malattie infettive quella che nella sua estrinsecazione sintomatologica. si presenta a. noi con il più grande polimorfismo. Dalla pandemia del 1743 a quella del1918, ed alle epidemie più o meno estese che successivamente si sono verificate e si verificano, appare a noi evidente come dalle più lievi forme delle vie aeree superiori si va a quelle polmonari, quasi sempre atipiche, talvolta. con altn mortalità; a quelle tossiche generali che cond't1cono a morte perfino in poche ore col quadro della paralisi bulbare cardio-respiratoria o che po~sono simulare una infezione tifoide; alle complicazioni e localizzazioni le più impreviste, in cui la diagnosi patogenetica di natura. influenzale viene avan· zata e posta solo in base a.l fat.tore epidemiolog~co. Non è compito di questo mio breve lavoro, che solo vuole illustrare un caso di complicazione assai rara. dell'influenza, parlare diffusamente del virus influenzale e dell'epidemiologia dell'influenza.. Dirò §olo come onnai dalla grande maggioranza degli AA. è ammesso, specialmente per molte eomplicazioni, un vil"US complesso in cui il bacillo di Pfeiffer, responsabile principale, ma che però talvolta non si trova in casi tipici d'influenza. si associa a pneumococchi dei vari tipi, a streptococchi, a stafilococchi, ecc. Altri AA. ritengono si tratti di un virus filtrabile, ed altri ancora di una azione associata di un virus ultravisibile con il b. di Pfeiffer oppure con cocchi sopracitati, sia con la presenza, ma Rpecialmente in assenza del b. di Pfei:ffer. Probabilmente l'agente ancora sconosciuto dell'influenza è un microorganismo non coltivabile, potrà essere un virus filtrabile, che mentre determina la caratteristica malattia epidemica per aè, modifica ed altera gli o1·gani, specialmente i polmo:J i, sì che su di essi numerosi agenti possono spiegare la loro azione morbosa, e fra questi ultimi deve essere compreso il b. di Pfei:ffer (Pontano). Il virus influenzale agisce specialmente per mezzo delle S\le tossinc, e tale fatto, nnitamente a quello che per l'influenza succede, come per tutte le altre infezioni, che lo stato di malattia è dato dalla coesistenza. e relazione dei due fattori rappresentati dall'agente infetti-vo (vil"US influenzale) da una parte, e dall'altra dall'uomo con la sua disposizione costituzionale o momentanea., ci dà ragione sia delle diverse loca1izza.zioni, sia della maggiore o minore gravità cou cui esse si presentano.
l.'!\ CASO DI NEURITE OTTICA POST-1:1\'TLUENZALE F.('C.
919
Qualche A., dato il grande polimorfismo dell'influenza, ha creduto di poter classificare tale malattia in tre gra.n di tipi: respiratorio, addominale e nervoso. Ora tale concezione, la quale non può essere accettata che nel SE'n so di predominio di una piuttosto che di un 'altra forma, dal prevalere di un gruppo di sintomi sopra un altro, ci sta ad indicare ello se le vie aeree sono come localizzazione quelle predilette dall'influenza e se in genere le compli· ca.nze a carico dell'apparato respiratorio son quelle che predominano di gran lunga sulle altre durante le epidemie e dam10 la quasi totale percentuale della m01'talità; se ei sono dei casi in cui l'ordinaria sindrome morbosa influenzale (malessere generale, cefalea, dolori ai lombi ed a.gli art.i) si ac· compagna a gravi fatti gastro-intestinali (vomito, meteorismo, diarrea, an· che sanguinolenta, dolori viscerali, perfino tifliti e peritifiiti con faccia peri· tonitica), molto frequenti sono pure delle alterazioni, più o meno gravi, a carico del sistema nervoso. E lo studio delle complicazioni inftuenza.li, spe· cialmcnte negli ultimi anni, ha portato alla osservazione che il sistema ner· voso, sia centrale che periferico, molto spesso presenta alterazioni influen· zali, alterazioni quasi sempre dovute a tossiemia e non a setticemia: sono state cosi pubblicate osservazioni di meningismo da influenza, congestione meningea, encefalite emorragica, meningite cerebrale e vera meningite cerebro-spinale da influenza, meningo-encefaliti diffuse o localizzate, neu· riti periferiche sia dei nervi cerebrali che di quelli spinali, gravi nevnlgie, paralisi parziali o totali di uno o più nervi, paraplegie, polinevriti, mieliti e meningo-mieliti, ed infine casi di vere e proprie psicosi (stati deliranti, disturbi psicbici con carattere di amenza, confusione mentale). Nè rispar· miati sono gli organi dei sensi: nel corso di epidemie influenzali non sono infrequenti i casi di anosmia, di acusia. L'organo uditivo pare anzi sia il più frequentemente colpito; si hanno otorree, otiti, mastoiditi, la c'tu pato· genesi è facCilmente spiegabile con la propagazione della infezione dalla faringe attraverso le trombe di Eustacchio. Per quanto riguarda l'organo visivo le più frequenti ad osservarsi come complicanze, nel periodo di convalescenza dell'influenza e dopo di esso talvolta, sono il catarro congiuntivale,l'erpete corneale, le paralisi dei nervi sia. intrinseci che estrinseci dell'occhio,l'oftalmoplegia esterna, paralisi accomodativa, irite, ciclite ed anche coroidite; le forme di neurite ottica, sia della papilla che retrobulbari, sono molto più rare, e più raral mente ancora l'influenza dà la cecità oculare, specie la bilaterale, la quale si constata in genere subito dopo scomparsi i sintomi della malattia nel periodo influenzale. Caratteristica di tali neuriti ottiche da influenza è quella che esse in una o dne settimane ra.ggiungono il loro massimo e cominciano a regredire, riprendendosi in tempo relativamente breve la completa, o quasi, funzionalità visiva. Essendomi occorso, durante l'episodio di epidemia influenzale verifìcatosi fra le truppe del presidio di Novara nella primavera del 1932, di constatare e seguire un caso di « neurite ottica post-influenzale con cecità temporanea bilaterale e secondaria atrofia parziale dei nervi ottici))' credo non del t utto inutile farne oggetto della presente nota, che se certamente non porta nuova luce sull'argomento può se~vire al modesto fine di un contributo casistico.
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l':S rASO DI .s~:tlRITF; Ol'T I C A P OST- I::;'FLU ENZA!.E: F.('C.
Soldato M. S . di a11ni 22. - M:adre morta a 35 anni pare per tubercolosi polm onare . Padre vivente <) :;ano. Due fr·atc lli vive nti e sani. All'età di 19 anni sorlerse di r eumt"\t ismo articol~u·0; n on e bbe complicanze cardiach e . Cinque g iorni prima d ol s uo ricove ro in ospedale, in pieno periodo epidemico (il reggimen to cui apptl.t'teneva aveva w1a ses~ntina di nuovi colpiti giornalm en te in m edia ), fu preso da fr bbre, ce falalg ia, dolori gen e ralizzati a tutto il corpo con senso di a<>tonia. R-i cove rato ne lla infe rmeria d el Corpo e sottoposto al le comuni cure (chinino, satic ilic i) si avviava a g uarigione; ma al te rzo giorno di malattia cominciò a n otare gravo diminuzione bilatora.le de lla vist.a. ch e , acco>ntuandosi sempre più, d eterminò in .p g iornata di malattia, e preoi&\ml'nt-c il mattino de l giorno 5 a prile 1932, il suo rieo ver·o n ell'ospedale militare di Novara. All'atto di tale ricovero il P. è completamen te sfe bbrato e non a ccusa più n è dolori gene ralizzat i n è ast e nia; lamenta p erò d olori sopraorbitari e diminuzio ne bilatemlo de l visus tale da pe rmetto rgli appena di dist inguere la mano ~che gli vi..,ne pre sentata. davanti a gli oechl ed avere solo l'impres.<:~ione di luco-ombra. 6 aprile 1932. E. O. Individuo di buona costituzione fi<:~ioa in condizioni generali discre t.e. N egativo l'esame d ogli organi d e lle cavità tora cica ed addominale e di tutt i gli altri singoli sistemi ed apparati. L'esame oculare fa notare: pupille midriatieho, n on r eagenti alla luce; mezzi diottrici trasparenti. Fondo oculare: in O O. le papille si presentano di colorito rosoo più accentuato d e l normale , con vasi ingt·o;;sati, specialm en te i v enosi, ed alquant.o t orbidi; mat·gini n etti; non si no ta sollovamonto delle papille . Vis us in O 0.: distingue appena l'ombra de lla mano. Apirett ico. u,.ine: asse nza di e lt' m enti a significato patologico. 7 aprile 1932. Condizioni gP.ne rali invariate; apirettico; lieve g radualo pt>g· gioramento d ella. funzionalità visiva. 8 aprile 1932. Apirottico. Visus in O O. completamen te abolito: il P. n on distinguo più la mano, ha appena la. percHzione d ella lur.o; pupille sempre midria.tiche, n o n reagenti; fondo· oculare inva.riat.o. 9 aprile 1932. Condizioni invariate; sempre apire ttico. 10 aprile 1932. Vasi d e l fondo oculat·o m eno turgidi; accenno di ripl't'sa d ella reazion e pupillarE.' in O D. Apirettico. 11 a prile 1932. Condizioni invariate; api rPtt.ico. 12 aprile 1932. U P. dichiara di cominciare a veder la mano. Apirc t.tico. Da tale m omento si e bbe g iornalmente un gradualo e sensibile migliora.mC'nto e n el p<~riodo di un m ose circa la funzione visiva si ripristinò al completo in entrambi gli occhi senza r esiduo di :scotomi, permane ndo p erò qnas i immut~to il quadro ofta.lmoscopico, con pa.pille di coloro ro~co piìt a ccent.ua.to d PI n ormale e vasi Vl'l'1osi ingrosl'!ati. P er tr.lf:' l'ùz iohe il P. v0nne ancora trattenuto in ospNlalo fino al 9 giugno Ul32, ~ sotto tale data v01me dimesso cd inviato in pa.t.ria con lit::enza di conva.lcscen7-8 di me<~i sci. In tale epoca l'esame oculare dava il >~c.~ent e r eperto in O 0 .: annrssi oculari normali. mezzi diottrici tras parenti. Pupille in m edia dilatazione, rea gPnti ai comuni stimoli. Fondo oculare : papille al q uanto pallide spPcie dal lato temporale, a. contorni netti; vas i arteriosi d elle rotino lie v emen te a ssottigliati di calibro; nulla da r1levare a carico d elle re~tanti p orzioui d o! fondo oculare . !~frazione emmetropica. in O O. con vio;;us = Y:J a ccusato, = 2/3 rilevato con m ozzi d'i so rpre~a. (il P. g ià fin dall' iniziale manifestarsi dE> I sno mig(ioramanto a\reva sempre esagerato i propri dis turbi funzionali, a ;wopo di indennizzo o ne l timore di non venire inv iato in JiCPnza). Diagnosi: Atrofia pa•·ziale d ci n ervi ottici secondaria a n euritc p ost-influenza.le . A conforma. di t.ale diag nosi ve nne a.nch o prat.icato un esame radiog rafino d ei seJlÌ d el Yiso e d e llo sfcnoide ; d etto esamo dif"de <'Sito n ega.tivo. Il P., come si è d otto , dtu·an to la. sua degenza in ospedale fu sempre apirettico. Fu curato n e i primi ~iorni con diaforetic i ed iniezioni di T riìenil; quindi, tl miglioramento iniziato , co:n iniezioni di stricnina ..
Casi del genere di quello sopradescritto, i quali, como ben dice il Pereyra «destano interesse non solo agli oftalmologi, ma anche a tutti i clinici cd ai profa!li dell'arte medica>>, furono osservati da Ya.ri AA., e già
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('ASO DI ~EI'"RITE f\'l'TICA PIJST- I :'<I"LUP.:-IZALf: EC'C.
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durante lo epidemie inftuf•nzali dello scorso secolo sono state osservate neurit.i ottiche e retiuiti: si tratta.ya per lo più di una manifestazione tossica inclipendente da qua.lsiasi processo meningitico. Il Bietti, parlando delle malat.tie inf€•ttive che possono dare come complicanza una Df'UJ'oretinitE>, mette in orùinc ùi frf'q Ltcnza prima l'influenzft, quindi la sifilide specie acqtlisillt, la, ùifterit<>, ecc. Le prime osserva.zioni, nel campo delle nouriti otti('hO da influenza, sono quelle di Bergmeister, di Rcmack,del P arinaud, Ga.l•'zowski, Gillet, "Gazis, Zimmermann, D anco. Ma il primo importantE> e compl<>t-o lavoro sull'argomento ritengo sia quello dcll 'Antooelli, il qua.le riportò in t\Itto 27 casi di oeurite papillare e retrobulbare da influenza e descrisse due ossernziolli cliniche raccolte nel 1891-92 a Parigi e relative a cn.si dell 'epidemi:~ di «grippe)) avveratasi nel 1890-93. Nel primo caso si ebbe, dopo il p<>riodo influenzale durante la convalt>SCf'n?.a, lill abbassamento di vista. rapido ma non improvviso; nel secondo caso la, C<>cità si manifestò dopo quindici giorni da ll' inizio della malattia generale. Nel primo caso le papille erano di colori to bia.uco sporco e l'A. diagnosticò una atrofia ·per neurite ottica retrobulbare; nel seeondo all'osservazione oftalmoscopica si constatava un'atrofia incipiente. Un caso importante è quello illustrato daKopff: si trattava. di un ammamala.to di influenza che al srsto giorno di malattia allo sYegliarsi si accorse di aver perduto la vista, il suo visus essendo ridotto alla perce1.ione della luce; l'esame oftalmoscopico fece rilevare i segni di una papilloretinite con stasi veno!!a.. Torson p iù recentemente descriss~;> il ca.so di tm ammalato il quale, dopo un a.ttacco di illfluenza con ittero, fu colpito da violenti dolori frontali e dopo due giorni divenne cieco da un occhio; al terzo giorno Ja, cecità si ebbe all'altro occhio; al tredicesimo giorno si ebbe il ripristino della vista con residuo scotoma centrale. L 'esame oftalmoscopico fece constatare papille un pò sporg<mti, con contorno o marg.ini netti e vene ing•·ossa.tc. "Gn altro caso fu pubblicato in It~Llia 1la Tristaino: questo A. potè osservare in un P. una gmve forma di nPurite ottica con c<?cità assoluta bilaterale ma.nifestatasi fulmineamente q'lla.tt.ro ore dopo la caduta di 'l.m att.acco inflncnzale. In questo caso, in cui non si era av11to a lcun segno che potesse far pensare a lesione m<'nin~ea, t•d in cui il quaclro oftalmoscopico presentato era esclusivamente quello di una neurit~ ottica, l'esito, nonostante tut te le cure praticate, fu c<>cità as!ioluta in 00. I pitì rr-centi casi sono quelli eli Padovani o di Pereyra. (1932). Paclova.!li descrisse un caso grave di neurite ottica bilaterale mallifestatosi in un vecchio di 70 anni nel corso di lma influenza. Il P. sia dal lato generale che da q'Uello oculare non aveva a.Icun precedente anamnestico de_:rno di nota. L'esito anche qui, dopo un decorso a carattere di particolare gl'avit.à, malgrado tutte le cure praticate fu di cecità completa e defillitiva. Il P er<>yra, in una comunicazione al xxxr CongresRo della Società Oftalmologica Italiana, illnstrò tre oss<>rvazioni di neurite ottica post-intlm·nzale: i primi due casi descritti appartengono al quadro della neurite vttica papiJlare da illfluenza, il terzo invece rientra nei casi di neurite retro bulbare da illfluenza. Il l o caso riguarda 1m P . di 35 anni di età, che Yerso i 24 anni aveva avuto infezione luetica curata per -! anni o si era
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uX C'ASO DI NEl:HITE O'l"TIGA P OST-L'\'F'L"Cl::.NZALE El'C.
quindi sottoposto a cUl'a iodica; da 5 anni era sposato a douna sana che aveva avuto una sola gravidanza con parto a termine di una bamb ina non presentante stig mate eTedoluetiche. Detto P. si era, ammalato di influenza con febbri elevate, ma. ,senza disturbi a. carico del sistema nervoso. Dovo otto giorni, scomparsa la, febbre, cominciò a notare annebbiamento della vista in OD.; si manifestò intensa p apillito in OD. con visus ridotto al conteggio delle dita a 50 cm., mentre l'OS. si presentava normale e con visus egua.le a.d uno. Un giorno dopo nell'OD. il visus era ridotto a zero, mentre nell'OS. il visu s era 10/10 ma con campo visivo limitato solo a 10o; in OD. papilla a b orrli sfumnti più pallidi della parte centrale e sollevata specialmPute nPlla parte inf~riore dove si notava presenza di un piccolo cssuùato, in OS. papilla deluervo ottico di colorito p allido a margini molto indistinti con vene molto turgide ed assai sollevata sulla retina circosta.nte. Il P. fu tenuto in o:;servazione per vari mesi, ma rimast•ro p·ressochè immutat.o le condizion i v isive: OD. moto della mano a. 50 cm., OS V = 10/10 con campo visivo aumnntato a 30°. L 'esame d el fondo oculare faceva rilevare in OD. p apilh1 p:tllida con vasi esili ed in OS. pa.p illa in incipiente atrofia. L a R.W. fu negativa, sul sangHe, debolmente positiva sulliquor: tale fat.to, rafirontato ai dati anamnestici del P ., può mettere in discussione la possibilità che non siasi trattato di una complicanza post-in fluenzale pura, per cosi dire, ma, che l'influenza sia stata la causa, occasionate che a.b bia de~ r minato l'esplosione di una manifestazione luetica o che almeno le tossine influenzali abbiano trovato sul terreno luetico grande facilità al prodursi dell'affezione oculare. La ptmtura lombare in questo caso non arrecò a.Icun giovamento, ciò che induce il P ereyra a confermare la sua opinione che non si sia trattato di una forma di encefalite, gia,cchè in queste gli AA. han sempre avuto un miglioramento dalla p'tmtura, lombare; le forme di encefalit~ inolt re raramente danno esito ad atrofia della papilla, mentre nel caso nescritto residuò grave atrofia del nervo ottico. 112o caso del P e:z:eyrariguarda un P. che dopo una influenza, di breve durata ed a decorso comune al secondo giorno di apiress.ia divenne in poche ore cieco in 00.; al mattino se-
guente fu condotto alla clinica oculistica della R. Università viciniore, dove venne trovato affetto d a neurite ottica bilaterale. Nessuna malattia precedente. Dopo circa 4 mesi in OD. papilla del nervo ottico bianca, a contorni netti, con arterie esilissime, V = 1/15 ed in OS. papilla completamente atrofica con limiti netti: fra macula e papilla esisteva una zona nella quale la r etina dava un riflesso biancastro, probabilmente per un essudato organizzatosi in tessuto connettivale; Visu s: esisteva solo la percezione luminosa nella parte esterna del campo visivo. Nel 3o caso infine il P. dopo una influenza con febbre elevata e dolori for ti agli orecchi, specialmente il sinistro, quando si era dileguata la febbre ed era.no quasi scomparsi i dolori auricolari, not6 diminuzione di vista in OS. accompagnata da. dolori la ncinanti alla tempia. N egativa l'anamnesi ereditaria e personale, comt· pure l 'esame dE'Ile Ul'ine e la Wassermaun. Si ebbe in OS. una riduzione di visus ad 1/40° con scotoma centrale assoluto; nel periodo di un mese l'ammalato era completamente guarito con miglioramento del visus = 2j 3. L 'OD. non partecipò a ll'affezione, che rimase unilaterale. Ho voluto riferire un po' estesamente sui casi pubblicati specia.lmente nl·gU ultimi anui per mettere in evidenza il fa.t to che la neUl'ite ottica da
UN CASO DI NEURITE OTTlCA POST-I~rLGE:s-ZALE E(.'('.
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infiuenza, con cecità bilaterale improvvisa o quasi, e specialmente con de· corso tipico come nel caso da me descritto, è una forma morbosa molto rara ed interessante quindi da essere conosciuta e studia.ta sia dallo specialista che dal medico pratico generico. Diverse sono le ipotesi avanzate dai varf.A..A. nei riguardi della patoge· nesi di queste forme di cecità improvvisa o quasi durante o dopo il decorf>o di una influen11a. Stower ritiene che si tratti eli una atrofia secondaria a, n eu- , l'ite o atrofia bianca discendente per compressione sul chiasma.: si dovrebbe in questo caso ammettere un processo infiammatorio localizzato con formazione di essudato, fatto questo che pur non rientrando nel comune può qualche volta essere possibile, dato che nella lett1•r~ttura sono descritte anche forme di meningo-encefa.lite localizzata; certamente ai d eve in proposito tener conto di tutto il decorso sintomatologico della malattia
prima (infintmza) e della complicanza avveratasi. Antonelli ammette che il virus penetri nelle guaine del nervo ottic::o, così come arriva negli spazi meningei, e dia una perioeuritc . .Altri .A..A., fra cui Di Marzio, sono del parere che si sviluppi una meni ngite sierosa che finisca con l'interessare l 'organo visivo; contro tale int.erpretazione sta il fatto che nella meningite sierosa la funzione visiva in genere non è colpita. Il Di M:arzio però recentHmente ha pubblicato tre osser· vazioni di meningite sierosa con cecità. improvvisa; anzi in uno dei tre casi la cecità comparve proprio in conseguenza di nn processo febbrile influenzale, che aveva. causato la meningite sierosa. Nel suo lavoro poi il Di Marzio mette in evidenza il fatto che mentre gli A.A. che han t rattato l'argomento parla.no di cecità bilaterale uegli ha, dimostrato che si pnò avere
anche l'amaurosi unilaterale, legata alla meningite si erosa fli un ventricolo laterale, che può essere seguita tardiva.mente o precocemente da una m oningite sierosa dell'altro ventrieolo, dando allora luogo ad una cecità i mpro vvisa bilaterale (Pereyra)>>. Secondo P ereyra è da ritenere che le tossine batteriche influenzali agiscano nei casi di cecità improvvisa talora determina.ndo irritazione dei plessi coroidei e fatti di meningite siel'osa, talora producendo edema. delle guaine del nervo ottico ed infiammazione interstiziale, con le gravi con· seguenze per la funzione visiva di cui si parla ''· Ora la cecità improvvisa è stata descritta anche in altre malattie infettive: nella meningite cerebro-spinale (Axenfeld, De Lieto Vollaro), nella sifilitica; sono stati pubblicati casi di origine tossica (amaurosi saturnina, d a cocaina, da tartaro stibiato ). È ammissibile quindi che ci siano dei casi in cui la cecità improvvisa è determinata da una meningite sierosa influenzale sia per compressione sul cbiasma sia per propagazione di pro· cesso ai n. ottici; ma nella maggioranza dei casi non deve essere cosi. Le ne uri ti ottiche determinate da malattie infettive si osservano in genere dopo l 'estinzione della malattia e questo fatto induce a credere che la neurite sia determinata dalle tossine che si mtttono ulteriormente in circolo e non da metastasi vere e proprie della malattia ('Hippel). E tale fatto trova riscontro sia nella circostanza che all'inizio della convalescenza si osservano più fad1mente complicanze anche a carico di altri organi, specialmente del cuore, sia nella pa.togeneai delle neuriti periferiche che si riscontrano
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T~
CASO DI XFTRITE Ol'TICA. P.)ST-INFLtTENZALE ECC.
m•lle malattie infettive: in dette neuriti infatti molto raramente i batteri n t t accano direttamen tu i nervi provocando il procusso infiammatorio; si può di re che solo nelle forme nervose di lebbra si riscontra alquanto frequent.e-
mt>nte nei nervi la presenza di bacilli; in genere le neuriti sono dovute All'azione delle tossine; le paralisi post-difteriche ne sono un tipico esempio. In taluni casi poi potrebbe anche non trattarsi di un vero tossico specifico che agirebbe sul nervo ottico, ma h~ spinta potrebbe essere determinata da qualsiasi tossico che esplicherebbe la sua azione sul nervo ottico già a.ttacea.to dalla malattia: in tali casi evidentemente si tratta di nettrit i (li origine non specific~t, ed occorre pensare alla sclerosi mtùtipla o ad affezioni dei seni. P er quanto concerne l' influenza Zimmermann fa osservare che ht nP.urite ottica da essa talvolta. determinata può essere dovuta a meningite in diretto ra.pporto col virus influenzale, che può originare la neurite stessa: in questi ca.si può essere utile la puntura lombare anche a scopo dia.gnostico. Come si è detto in principio di questa nota. sono stati descritti casi di vt>ra. moningite cerebro-spinale da influenza: due di tali casi descritti da Dubois sono anteriori al1890. Ma l'influenza può agire ed agisco non solo determi· nando una forma meningea vera e propria, ma sopratutto locatizzandosi con le sue tossine esclusivamente al nervo ottico e determinando Roltanto una neurite con riduzione più o meno intensa del vislt8. Si tratta in questi casi di una neurite ottica specifica da influenza, casi questi, si ripete, molto rari ad osscr varsi. Da notare tuttavia. che i casi di neurite ottica, cosi d etta. specifica sono prevalentemente dovuti ad influenza e quindi, in ordine di frequenza, ~t sifilide, difterite, reumatismo, ecc., come si è già detto a ntecedentemente. Il caso da me osservato rientra indubbiamente fra quelli t ipici di neurite ottica specifica, influenzale. Il P., colpito da forma tipica influenzale durante un episodio epidemico della malattia, senza avere presentato alcun fl'nomeno nwningco, in 38 giornata di malattia ebbe improvvisamente notnvole riduzione di visus, che in 4a giornata divenne cecità quasi completa; in detto giorno venne ricoverato in ospedale in a.piressia che si mante;>nne per tutta. la s ua degenza; in 118 giornata. di malattia la funzione Yisiva cominciò a riprendersi: d ecorso quindi che si inquadra perfettamente in quello delle tipiche nctuiti ottiebe da influenza, con ripresa rf>lati,a,mente rapidn. del visus. La neurite in questo caso non può imputarsi c h f' a. fatt i tossici: depongono per tale concetto il breve decorso della mala ttia prima, l'as:;enza completa di qualsiasi anche lieve sintomo mcningeo, la non compromissione ùei seni, la circostanza che la neurite si manifestò e svolse in ptwiodo di apiressia durante la convalesceuza, la sua risoluzione relativamente rapida per quanto riguarda il lato funzionale. Del resto che il virus influ('.nzale abbia una azione eminentemente tossica per il tessuto nervoso è nozione da lungo tempo conosciuta, se già n e l 1889 il Leicbtenstoin cara-tterizzava le tossine della influenza come potPnti veleni nervosi. .Al proposito è cla tenore in evidenza il caso di Da Un. Torre e Chinaglia, che in nn P. affetto da polineurite acuta, influenzale con t(·traplegia studmarono istologicamente i nervi periferici riscontrandoli solo gravi lesion i dPgcner·ntivt> di'Ile fibre nervose.
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CASO DI NEURlTE OTT ICA
P OS T - I~FLl" E ~ZALE
EC C' .
ì\Ia quale sia l'azione della. tossina infhtt•nzalc e perchè Pssa agisht a preferenza su wo più che su un altro territorio nervoso è questione certamente ancora non ben definita. A tale riguar·clo bisogna tener presPnt.i gli studi fatti dal Guillain, in collaborazione col Laroche, circa la fissazione fìul nevrasse dei vPleni e delle tossine microbiche specialmente. Questi AA. studiarono la, fissazione delle tossine diftPrica, trtanica, del1a m01·va, della tubercolina., dimostrando che si tra.tta di un vero fenonwno di assorbimento da parte dei differenti costituenti chimici del tessuto nervoso, questo tessuto e la tossina. formando un complesso (tossina e lipoide, tossiua ed albumina) che presenta delle proprietà fisiologiche variabili in dipendenza dei suoi due elementi: sostanza fissatrice e sostanza fissata. Notarono per dippiù che diverso può essere il poter(' di fissazione dt•i diversi lipoicli, fosforati (lecitina, cefali n a) o non fosforati (frenosina, cere brina, ecc.), verso una data tossina, quale quella djft~rka: mentre i lipoidi fosforati del gruppo dei fo sfatid.i posfl('ggono per essa un potere tissatore molto intenso, qw•Lli non fosforati sono completamente inattivi. In fondo quindi la rag-ione di essere, la causa intima dt'lla fissazione eletth·a di certi corpi tos•dei sopra. certe cellult> nervose risiede nella struthu-:1 fisico-chimica ili qneste cellule. F orse tali ('Sperimenti e le vedute ad essi conseguenti espresse dai suddetti due AA. potrebbero anche orientare s1ù modo eli azionP della tossina. influenzale sul sistema nPrvoso in genere e sui nervi ottici specificatamente. H.r.~sS t':"TO. -
L' A., dopo avl'l·c a cccm1ato al ~mnde po limo rfi ~mo c!t>ll'in·
fl11enza. t>d a.IIA. fr<'f)lwnza delle m~nifcstazioni a c·nJ'if:o d nl s i><h·rna ne-rvoso e d Plro q:m no visivo che- posl;()no ve rificarsi rome r nrnpli<'t\nza dd la malat tia s udùl'tta,
iiJu,.trn un caso tipico di • n O?urite ottica post-influr nzale con ct·citi\. temporanea bil.ate1·ale P secondaria atrofia pa1·.t.in.le d f>i ner,·i o tt ir·i ». Parla quinn.i <Iella pato· genesi di de tte forme e ùicè come t·S>~O siano <)ll(\."\Ì ,:;C'mpre dovut l' a hl,::.~iPmia <:: non t\ SPtti~l.'mia. In ultimo accenna alla evC'nt ual r modnlit:~ di nzio nl' dl·lla t CJs l<ina influenzale sul s ii>tC'm& nervoso. I:H BLl OC:RAFlA
COX~l'LTATA.
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OSPEDALE mLlTARE DI t:DIXE D ir<.' ttore : tt' nente colonnt>llo rncdico SA VEIUO CuRCIO
UN CASO DI LEPTOMENINtiTE LINFOCITARIA ACUTA BENIGNA Dott. Ma rio Fiore, mnggiore me•lico
La diagnosi gt>n:.:riea ùi mvuingite non presenta, notc-voli difficoltà, qna.udo il quadro clinico non si discosta da quello caratteristico della flogosi meningea (cefaJea, rigidità nucale, Sf'gno di Ketnig, ecc.). ~on altrettanto possiamo dire della diagnosi di natura e sede, a caulla del polimorfismo dci quadri clinici, non sempre nettamente differenziati fra loro e al punto che non tutti gli AA. concordano nella classifica delle meniugiti. Infatti, prescindendo dalle meningiti purulente e da quella tubercolare e luetica che sono ei\tità morbose cliniche e anatomopatologiche ben definite, restano varie sindromi meningee a decorso benigno, ad agente etiologico sconosciuto e senza lesioni anatomopa.t·ologiche ben precisate. Queste sindromi, classificate alcune come meningismo (Dnpré 1894) _per indicare una meniugit.e clinica senza meningite anatomica (Grasset); a ltre come meningiti sierose che starebbero acl indicare un semplice aumento del liquido CE'falo ntehidiano senza modiftcazioni notevoli della costituzione chimica, non hanno limiti ben precisati, nè abbracciano tutti i quadri clinici che si riscontrano alletto dell'ammala.to. Di recente l'attenzione dogli studiosi si è rivolta sopra una flogosi mite d elle leptomeningi: sulle e. d. meningiti liufocitarie benigne. Di esse alcune forme si mettono in rapporto, per dati clinici o epidemiologici, con 1'encefalite epidemica, la poliomielite acuta, la pa.rotite epidemica ncc. le qua li malattie possono debuttare con un quadro puramente meningeo, (ben presto però chiarito d alla decorrenza e dalla sintomatologia conclamata); altre invece si presentano e decorrono in forma apparentemente primaria. Queste ultime forme sarebbero caratterizz.:tte dall'inizio acuto con segui m eningei netti, da alterazioni (aumento della pressione e delle cellule) e sterilità delliquor; decorso breve e benigno; nessun rapporto epidemiologico con altre malattie notoriamente rnanifestantisi con sintomi e con sindromi meuingitici più o meno netti. (G. Ajala) (1). Sono alquanto frequenti nei giovani in forma epidemica e sporadica, nella stagione estiva e autunnale, e simulano a prima vista, la meningite tubercolare. L'agente etiologico è sconosciuto; alcuni A. A. parlano di virus tubercolare filtrabile, altri insistono sul bacillo di Pfeiffer, difficilmente dimostrabile nei (l) Por maggiori dettagli oonrrontare.O. AJ.~LA, • Rasse{J11Jl clinico·scimli/ìca '• Anno XI, n. s.
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UlS CASO OI
LF.PTOl\lE~"T:o.-CI"rE
LL.'\FOCITAIHA ECC.
sedimenti del liquor e negli usuali terreni di cultura, aggiungendo che i comuni animali di laboratorio sono refrattari a questo germe. I fattori costituzionali tirati in causa non hanno finora serio fondamento. Un caso dimostrativo del genere è, a mio parere, il seguente: Tratto.si di un Roldato della X I compagnia di sanit.l1, rli a1mi 22, contadino. da R eggio Calabria, senza tnre ereditari~ e st>nza precedenti morbosi degni di uota. Modico fumatoré e bevitore. Nega tue. Ricoverato per ulcere ,·eneree nel rcpa1·to rle rmoccJt.ico (13 novcmhro u. s.) dopo cit·ca una settimana rli degenza improvvisamente e seuzR Cttu!'le appr<'zzabili, venne colto da bruciore eli gola, cefalea ,-iolenta frontalP, a tipo grn,·ativo, e febbre alta. E.O. T..on~ilineo stenico, in buoni) Rtato di nutrizione e sanguifìcazione. Decuhit.o a cane di fucile. Temperatura 39,6. Polso 70. Arros!'amento del palato molle e delle tonsille. A carico dell'apparato respirato1·io: reRpiro un po' a.c:pro sull'apice sinistro. Esame rndiologico: «accentuazione note...-ole dell'ombra dell'ilo con li!.'n: velo sull'emit.(>r~:we s inistro •. Ntùla a carico dell'apparato cardio-vnscolare e dige· rente. FP.gato e milza non ~i pnlpani>. EE;ame urina nt>gati,·o. Ristema nervoso: fotorobia, rigidità nucale, Kernig e dermografismo ros!'o. Nulla a enrico dei nervi cranic·i. · CoUa puntura lombare vengono estratti 20 c. c. di liquor a.d alta pref'!>ione inir.iale e fmale, limpido, leggerment<' xantocromico e che lasciato sedimentare, a temperatura ambiente, dopo poche ore mette in evidenza il caratteristico rl'ticolo di fibrina (reticolo del Mja). Negativa la ricerco. del bacillo di Koch e meningococco di 'Weichselbaum. vVasserman negativa. SterilE" dopo 40 giorni di termostato, la semina d el cent.rif.;· gato del liquido in agar e brodo. Un c. c. dello stesso cf.'ntrifugato iniettato nel pe· ritoneo di una cavia, sacrificata dopo 40 giorni, non produsse alcuna lesione spccificn Esame citolo~ico: 98 elementi per mmc. in preYal<'nza linfociti. Esnme chimico: albumina prP.sente, ZUCC'hero tracce; cloruri diminuiti. Pandj + +. . La punt.ura lombare, ripetuta rlopo 48 ore, det.t.e esito a liquor sempre limpido. con pressione meno alta e con 62 elementi per mmc. Intanto la febbre, la cefalea e i s egni di contrattura si attenuavano taot.o che alla tE'r7.a rachicentesi pr aticata al quinto giorno, la temperatura era scesa a 37,2 e la cP.falea qt1asi scomparsa, per· maneva lieve ridigitn tlucalfl, lieve Kernig e scarse cellule nellìquor. La terapia \'ennfllimjtata a tre punture lombari a. distanza. di 48 ore fra loro. Lasciò il reparto, complf.'tamente guarito. dopo 28 g:orni di de~en7.a.
Ohiara la diagnosi di meningite. Riguardo alla natUl'a: dopo aver esclusa per la limpidezza e sterilità delliquor la meningite purulenta; e dopo aver esclusa., per mancanza di manifestazioni luetiche in atto e per la V\-asserman negativa., qu<>lla luetica; sorgeva legittimo il sospetto di meningite tubercolare per la linfoci1;osi, il reticolo di fibrina e la lesione sospetta dell'apice sinistro. Ma la ricerca del bacillo di Koch, più volte pratica.ta sttl ccntrifuga,to e sulle maglie del reticolo, decisamente negativa: l'assenza di lesioni a carieo dei nervi cranici della base; i precedenti dell'individuo, il suo buono stato di nutrizione e sa.ugu:i.ficazione, la.sciava.no molto dubbiosi su questa diagnosi. n dubbio cadde al 5° giorno col risolversi f avorevolmente del processo morboso. L a diagnosi di meningite sierosa non reggeva a causa delle modifìcazioni chimiche e citologiche riscontrate nelliquor. Infine non si riusciva a. mettere in evidenza alcun seguo di malattia. infettiva intercorrente (influenza, parotite epidemica, ecc.) nè fra i militari del Presidio erano segnalati focolai epidemici. ·
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C'ASO DI FLEDl'rE L{;]:;'.riC'A ECC.
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Perciò non rimanevt~ che ammettere una leptomcningite liniocitaria benigna per l'inizio acuto con segni meningei netti, la linfocitosi, la sterilità dclliquor, il decorso benigno, l'assenza di malattie epidemiehe intcr~orrenti .
Ho creduto opportuno illustrare brevemente questo caso di leptomeningite linfocitaria acuta benigna, simulante una meningite tubercolare, per concludere che, in presenza di sindromi mcningee di sospetta natura t. b. c. prima di pronunciarsi per una forma tuberc.olarc che, come ò noto, suona sentenza di morte, bisogna insistere nella ricerca del bacillo di Koch sulliqnor, e, se negativa, attendere per qualehe giorno che il decorso chiarisca la diagnosi.
OH [l~~ DI flEBITE lUUI[I [OMPLI[IJI DA IHfAHT~ P~lMOftARE D ott. Francesco Tauro, t erw n t(· mr diC'o
L a flebite rapprP!<enta una. complicazione piuttosto fr·equente di almalattie infctti ,·e (febbre tifoidea, reumat ismo poliarticolare, polmonite, ecc.) mentre è rara nell' infezione sifìlitica: in questa compare più di frequente nel periodo terziario e si manifesta sotto aspetti di versi, la gommosa circoscritta., e la sclerot.ica diffusa.. Le due forme preferiscono localizza.rsi nelle vene profnnde dogli orga.ni addominali, toracici e cerebrali. La flebite, quando insorgo nel periodo secondario, interessa. in modo .elettivo gli a.rti, e li colpisce in forma diflusa e non circoscritta, localizzandosi prèferibìlmente nelle vene superficiali degli a.rti inferiori La sintomatologia di queRta flebite esordisce per lo più in maniera brusca con dolore spontaneo che si esacerba dura.nte i movimenti e aUa pressione: l'arto si presenta tumido, arrossato o a-ddirittura cianotico in un primo momento, per poi assumere un aspettQ pallidissimo. Quasi mai manca la febbre di modica intensità, e il vaso trombizzato, se superficiale, si palpa sotto la cute come un cordone duro e dolente, m entre sull'arto appare rapidamente un fitto reticolo vonoso superficiale. L a diagnosi generica di flebite non offre serie difficoltà quando la sin.tomatologia classica (insorgenza del dolore, contemporanea. elevazione febbrile, successiva tumefazione edematosa della parte affetta, ecc.) si presenta sin dall'inizio. Non altrettanto facile è la diagnosi quando la flebite decorre con segni scarsi e vaghi. La natura dell'affezione è facilitata dalle altre manifesta-zioni luetiche e dalla sierodiagnosi di Wassermann. Come criteri diagnostici differenziali con le arteriti luetiche e con le linfoang:ioiti è da tener presente che le arteriti; quando sono periferiche, -coesistono quasi sempre a lesioni sifìlitiche dei grossi vasi (aorta, ecc.), ~une
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Gio.,-n.ale di medicina militare.
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UN OASO DI FLE.BITE LUETICA ECC.
le linfoangioiti sono indi viduabili per il decorso del vaso aJ'fetto, che si può seguire fino ai gangli linfa tici . È opportuno prospettarsi anche la possibilità di errori diagnostici fra, i dolori di una, flebite profonda. degli arti inferiori e quelli osteocopi o nevralgici della lue: tale possibilità è tanto più facile ad avverarsi in quanto i dolori ossoi e muscolari sono molto frequenti nei sifilitici durante il p<•t·iodo second<1rio e perciò spesso essi possono dissimulare l'inizio di una flebite profonda . La flebite è sempre a prognosi riserva.ta a causa delle sue complicazioni, fra cui la più temibile è l 'embolia, la quale com'è noto viene provocata da.! distacco di pa-rticelle della vena trombosata. L'embolo di solito, giunto al cuore destro, passa nel piccolo circolo e determina la morte, se occludo l'arteria. polmonarc, oppm·e·l'infa.rto pohnona,rc se interessa uno dei suoi rami. Dimostra.tivo, in proposito, è il Reguente ca.so clinico ca.pitato in questo ospeùal c: D. B. di a.nni 42 da Torino, SPrgente m aggiore mn.niscn.lco. Ricoverò in quest'ospctla.le nel novembre 933 per sifilide secondaria. con W asscrmann ( + + + ). E. O. - Sog~etto in comlizioni generali discr~te . sca.rsamont-e nutrito e sanguifìcato: tC'gumenti molli, pastosi, masse muscolari flaccide. Aspotto torpido, apittico con note di linfatismo vugost<.!nia (ingorghi delle tonsille e d e lle ghinndole latero~ervicali: pupille miotiche; Do,gnini - Aschner; Cnrdare fli - T!>cher· m ak, torpido le fWlZioni intestinali, polso lento). Nulla ùi noi;evole a carico deg li apparati r espiratorio, circolatorio, d igerente. Il paziente inizia subito la eum specifica e fin dal suo ingresso all'ospedale non accusa altro disturbo se non d ei dolori intensi agli arti inferior:i i quu.li si esa.rccba.no ùi notte. D ata la natura d ella ma· lattia i dolori vengono, sulle prime, considerati rewnatoidi ed osteocopi e p erciò inc lus i nel quadro clinico dominante. · Dopo circa una settimana dal suo ingrP"SO, l'infermo. una notte avverte improvvisamente senso di oppressione al toraot'. occomp ngnato da tosse secca, dispnea con scarso escreato e da dolori a lla base dell'ernitorace sinistro. All'esame obbiet.tivo si rileva: una zona di ipofonesi in corrispondenza del lobo inferiore sinistro, larga quanto il palmo di una. m ano, rantoli, a piccole bolle. espettorato bianco giallastro, spwnoso, febbre modica. Il giorno dopo l'escreato si presenta commisto a strie di sangue e in seguito a blocc11etti di sangue coagulato. I dolori a lle gnmbe intanto si e::.a.corbano, specialmente a sinistra, fino n. che , circa 15 giorni dopo la comparsa d ella sindrome polmonare, l'arto inferiore sini· stro si twnefà. acquista aspe tto livido e la febbre si eleva. Dopo alcuni giorni i dolori si attenuano. il turgore si riduce e l'ar to, in circa 15 giorni, ritorna n or : male. A 20 giorni da que sto episodio il precedent.e quadro morboso si ripete iden· tico a Cf\rico d ell'arto inferior·e d estro e anch 'esso in circa 15 giorni si risolve. P ermane p erò in ambo gli twti lieve edi'mg, bimallcolare, reticolo venoso sup e rficiale e a cn.rico elci p olmone, respiro aspro alla base di sinist1·a. In tale stato il paziente lascia l'ospedalo>.
Si tratta dunque di uu infarto polmona,re <lerivante da, nn embolo distaccatosi da. una vena trombosata degli a,rti inferiori. In i.m primo tempo, quando ancora non si era dolinea.to il processo flebitico il quadro morboso poteva indurre nella diagnosi di polmonite lobare o di focolaio bronco-pneumonioo ad inizio s.n·utissimo, ma una volta resasi manifesta la .flebite ogni dubbio diagnostico cadeva,.
UN CASO DI FI.EBITE LUJ-;TI CA ECC.
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Si potrebb e obbietta,re che nel nostro caso la flebite sia insorta dopo l'embolia: a mio avviso però solo app:uentemente. Difa.tti la trombosi >enosa accompagna di regola, la flebite: i trombi poi possono essere p arieta li od ostruenti a ;;cconcla che il lume Vftsale rim;Lne parzialmente pervio o totalmente occluso. Col sovra,Jlporsi (li nuovi strati 'lm t rombo parieta le JHlÒ divenire ostruente. Ciò premeRRo, non è improbabile nnl noRtro caRO ~ho lula o più vene profonde dello gambe si;tno state colpite da nn modico processo di endoflobite con formazione lenta di un trombo (insorgenza dei primi dolori a i polpacci). D a. quel trombo, Hd 1111 dato momento, si sa rebbe distaccato 'ltn embolo il qu<tle (lopo avere raggiunto il cuore destro è pas:>~tto in un ramo della polmonare. In un secondo momento per la rapida dil1'11sion(' del processo endo-fiebitico prima ad un arto e poi a ll 'altro si sarebbe in ùrove stabilito una trombosi ostruente cho a-vTebbe cleterminato i fatti acuti. Non è superfluo qui rammentare che sull~t eziologia. e la pa.tog1mcsi della flebite complicata, da embolia i pareri sono d iscorùi. Alcuni autori ammettono l'esistenza, di un rapporto fra, trombosi, embolia e ta.luni fattori costituzionali predi ~Sponenti tra cui specialmeute l'accentuata vagostenia ed alcune peculia,rità del plasma sangnigno (deviazione da lla, norma del compor tamento colloidale del siero di sangue, diminuzione del contenuto globulinico, rapidità di form azione del coagulo, rallentamento ntll tempo di precipitazione). Altri autori invocano una particolare debolezza, congenita de11a sezione Yeno~:~a dell 'apparato cardio-vascolare. Altri infine imputano come causa esseuziale delle affezioni venose agli arti inferiori l a stazione eretta prolungata od abitualo. :!\el nostro caso si trat tava, di un soggetto con spiccate note di vagostenia il quale, per necessità di mestiere, era. costretto a rimanere molte ore d ella giornata in piedi e fermo. Ma se l'eziologia della. flebite ha molta importanza, molto più ne ha la diagnosi precoce cui strettamente è legata la terapia: la diagnosi precoce non è sempre facile come si è visto, specie in un soggetto luetico. È perciò buona norma vagliare ~curata.mente i dolori osteocopi e reumatoidi degli a.rti inferjori nei luetici: essi possono mascherare a lungo un processo flebitico, specialmente quando si tratta di adulti. Al fine di prevenire la formazione di emboli capaci a volte di condurre improvvisamente a morte, la terapia è rivolta principalmente ad evitare una tale possibilità mediante l'immobilizzazione dell 'arto in lieve rotazione esterna , leggermente fiesso e col piede ad a.ngolo retto colla gamba. È bene tenerlo anche un po ' sollevato per f~ilita.re il deflusso venoso. Ci:rca la durata dell'immobilizzazione la maggior parte degli autori ~egue o ggi i criteri di Va quez, il quale consiglia di dare la mobilità alla g<'tmba quando sono raggiuute le tre condizioni seguenti : l 0 scomparsa completa della febbre da 20 giorni ; 2o cessazione del dolore sia spontaneo, sia ~tlla palpazione profonda d elle v ene; 3° rogr essione notevole dell 'edema apprezzabile sia alla vista cho alla misurazione.
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v N CASO DI FLEBrrE LUETICA ECC.
CONCL USI ONE. Il presente caso clinico dimostra come non sia facile diagnosticare precocemente una flebite luotica: in esse, come del resto in tutte le flebit.i, la diagnosi precoce s'impone per evitare dannose manipolazioni sulla parte colpita e inutili movimenti che possono con la formazione di emboli, compromettere la vita del paziente. Sento il dovere di ringraziare il tenente colonnello medico Saverio Cm·cio direttore di questo ospedale, che mi guidò nella compilazione della presente nota. Rivolgo inoltre un pensiero di profonda gra.titudine al maggiore medico Fiore che mi fu largo di consigli e di dotte indicazioni. AUTORIA.SSUNTO. L'A. dopo aver esposto rapidamente le va.rie forme di flebiti luetiche, ne illust ra un caso complicato da infarto polmona.re, e coglie l'occasione per richiamare l't\ttenzione sui dolori osteocopi e reuma.toidi degli arti inferiori che spesso possono sviare la diagnosi di flebite.
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RIVISTE SINTETICHE
IL PROBLEMA DELLA PROFILASSI IMMUNITARIA CONTRO IL TIFO PETECCHIALE Prof. Ugo Re itano, maggior e medi-co.
La. profilassi coll<'ttiva contro il t.ifo osantemat.ico s t orico. caratterizzato clalla !!nn estre ma contagiosità e dA.Il e violente ondate epid<>mich e , ha av,uto la sua ~am;ione duranto la grande guerra e nogli anni immodiat.mnf'nte dopo il conflitto mondiale, sulla base d elle fondame ntali !'!Coperto di Cl1. Nicolle e collo.boratod. L'isolame nt-o d ei malati, l'ossorvtv:ione dci ca.s i sospe tti, le c•ncrgiche misure di pulizia, l 'accurata disinfostat.ione riescono ad avere r agione di un 'epidemiil., com e tutti i m edici, e particolat·mente •]ttulli militnt·i, hflrt potuto constatare. Es,:;endo ormai pscifico che il pidocchio dE)i v est.iti è l'agente trasmettitore de l virub del tifo esantematico storico, Ppi cl c~m ico, la l otta va diretta contro di esso: la sua dist.ru7.ÌOnll arrosta l'<•pidcrnia proven endo l'u1sorgem:n di altri focolai m orbosi. I vantag~ i d e lla dis infestazioni'! sono particohtrmente note voli quando quo~:<ta è prati cata su ln.rga scala e in maniera sis tematica con nn'orga· nizzazione p erletta: va.'ò!ti impinnti, shtzioni di b onifica modernamente attrezzate, campi d 'isolamento, ospedali contlllmtciali, ecc. La profilassi cvllctt.i,·a è eosl aJ:;Q icurata. Ma se tuttv il congogno proftlat.tico non è sapiente m €'nte orgauizzato in pre· CC'.ienza in o~ni particolare, se qualche maglia del fìltro !'i allenta, se l'accerta· m 'olnto diagnoi!tico non è pronto, se in hrove , p er qualche imprevidibile circostA.nza di guerra, non è po~s ibile mettere in opora tutt.e le misure di difesa n ecessarie, ecco riapparire d ei focolai del tnmibile morbo, ecco svilupparsi un'epidemia. È notorio che spns.'!o da principio i cMi di tifo csa,nte matico sono asRai miti a <>.arattere benigno, p er cui sono frequenti gli errori diagnostici quando non si praticano sistematicamente le indagini sierologiche, e che man mano, per i ripetuti e rapidi passaggi da individuo a individuo - tramite 'il pidocchio -· il virus esalta. la sua virule nza, s pecie se si diffonde in a.mbientii e in t empi che favoriscono e n ormemente l'abba..<;.ommento delle difese individuali natnrali. Cosl si spiega come vi siano focolai epidflmioi con mortalità, bass issima (2- 3 %) ed epidemie in cui si ra.ggitmgono cifre elevatissime di l etalità (50-70-80 %). A prescindere dai focolai epidemici, i casi di tifo esantematico isolati tra i m e dici e il personale di assistenza sono stati numerosissimi. B en a ragione si può dire che nessuna malattia infettiva contagiosa ha fatto tante ' ' ittime tra i medici e il personale sanitario in genere quanto iJ tifo peteccbia.lc genuino classico. Secondo Schultzen, nei campi di concentramento d ei prigionieri d1 Jnlen-a in Germania fino a. tutto i l 1915 morii'Ono di tifo esantematico 58,3 % di medici tedeschi e 2 1 %di personale di assistenza. In Rumenia nel 1917, di fronte a una mortalità m e dia del 12 % fra i soldati tedtlschi si osservò un'altissima percentuale di c.a si ler.ali tra i medici (42 %) (Otto e Munter). A Belgrado nel 1915 t~u 350 medici serbi ne morirono 126, os.'!ia. il 36 %- Sampietro riferisce che nel campo di prigio-
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IL PROBLE~tA DELLA PROFILASSI IIDIUNITARIA ECC.
nieri di Gardelagen (Germania} ammalarono di tifo esant. 12 su 16 dei m edici f1·ancesi n el l 915. L 'enorme prevalenza. di morbilit~ e di leta.lità tra. i m edici e il personale- sanitario in genere di front€' a qualsiasi altra categoria. di persone si può spiegare pensando alla frequenza di esposizione ad infezioni mass ive da virus, esaltato nel suo potere pat.og~no, dei sanitari, costretti spesso a visitare dei malati in condizioni igieniche inielicissime, ad aver frequenti contatti con ammalat.i di cui non si sospetta dapprima la natura della malattia, e forse anche all'assenza d'immunità relativa. Numerose ·vittime ba fatt.o anche il virus tifìco tra studiosi di labo ratorio e clinici illustri; basterebbe citare i nomi di Ricketts, Husk, v. Prowazeck, J ochmann, Weil, Schleisser. G<>ldberger ammalò gravemente, ma riuscì a supera~e l'infezione. C'.erto si è che la frequenza e la gravità della malattia tra i medici sono davvero impressionanti, e mai c<>me in questi casi si può dire, senza. ombra di re torica, che i sanitari siano vere vittime del dovere. Ed è perciò che la ricer<>a di un sistema di pro61as«i immunitaria, da applicare particolarmente agli individui che per lo. loro professione o il loro mestiex·e non sempre si trovano sufficientemente protetti contro i pericoli di grave contagio, ha attirat.o da. parecchi anni l'attenzione degli studiosi, tenendo sopratutto present-e che in ambiente infestato difendersi in modo assolut.o dal pidocchio è pressochè impossibile. In modo spe· cia.le durante la grande guerra il problema si rese assillante: le indagini e le espe· rienze si moltiplicarono, come vedremo, e ad ogni nuovo procedimento le s peranze rifiorivano. Nel dopo guerra gli studi sou continuati e la questione è sempre all'ordine del giorno. I precedenti delle esperienze fatte sugli animali da laborat.orio allo scopo di conferire loro un'imm.unità attiva o pa.c;siva. contro il t.i.fo petecchia.le non t?rano molto confortanti e i giudizi non erano sempre concordi. }ticketts e \Vilder, Ga. vino e Girard, And<'rson e Goldberger, Nicolle e Conseil, Doerr, Weil e Bre uil, avevano giò. osservata che l'inoculazione di virus tifico ucciso con metodi diversi non conferisce in genere agli animali una sufficient-e immunità contro UJ'Ia. infe· zione sperimentale. Dei buoni risultat i tuttavia furono <'omunicati da R ocha. Lima, il quale, anzichè servirsi di sangue o di organi contenenti il virus, adoperò una poltiglia di pidocchi infetti trattati\ con fenolo al 0,5 %. I tentathri fa tti adoperando emulsioni bat t eriche di Proteus X o di altri batt-eri, ritenuti respon· sabili della malattia non apportarono sensibili vantaggi. Il siero di sangue di animali che han superato la malattia., da. solo o misto a sostanze contenenti il virus, secondo taluni autori, darebbe dei buoni risultati. P er i tentativi d 'immunizzazione attiva o passiva nell'uomo sono stati u.<~ati , in gran part-e, i medesimi procedimenti adoperati per gli animali: sangue intero inattivato di malati di tiio osant., siero di sangue di convalescenti o d i individui guariti o anche di animali artificialmente infettati, poltiglie di o rgani di animali contenenti il virus tifìco ucciso con diversi procedimenti o attenuato, culture di battei'Ì giudicat.i volta a volta responsabili dell'iniezione, poltiglie di pidocchi infetti, intest.ini e feci di pidocchi trattati con mezzi chimici. Giova dir subito che in tutti questi m etodi è stato tenuto in massimo cont o il principio della necessità che il vaccino sia innocuo: non tutt.i i sistemi di vaccinazione, come vedremo, risultano pratici. Sull'efficacia poi non abbiamo che statistiche frammentarie, che non sono paragonabili l' una con l'a.ltra per la diversità delle oondizioui di tempo, di luogo, di razza., insomma dei momenti e pidomiolo gioi in cui i dati statistici sono s tati compilat-i.
IL :PROBLEMA DELI.A :PltOFlLASSI IM~lUNITARlA ECC.
Tra. i primi p rocedimenti in ordine di tempo è da ricordare quello di Tewfìk Sa.lim, che consiste n:~. ne ll' iuoc uluziono sottocutnllea di cm 3 5 di sangue di malato, inattivato per un'ora a. 60°. In appresso egli modifica detto Ristl'ma : egli inattivava il t>angue difib1·inato di malati di tifo csant.emico p er m czz· ora a 60o c lo poneva. quindi in ghiacciaia, e praticava tre iniezioni, la prima di un cm3 , la seconda, a quattro giorni di distanza, di due cm3 e la terza, dopo altri tre giorni, di k e cms. Harndi si servì di un vaccino costituito di una parte di sangut> di malato {prelevato sempre in periodo febbrile) e due porti di s il.'rO di convall:'sceute. Questo Autore credette di aver rtt~Zgiunto la prova sicw-a d ell'efficacia d el suo vaccino perchè su 19 individui, condannati a morte, immunizzati ::<econdo il suo metodo e poi inoculat-i con sangue intero virulento (prova sulla cavia) di tifosi, nessuno contrnsse l a. ma.lattia. Ma., secondo Roclaa-Lima e Otto o Difltrich, l 'c•sperienza. è infir mata dal fatto che talvolta il sangue d e l malato di tifo esontf'matico non riesce a t-rasme ttere la malattia, specie ee non è d efìbrinato. Tuttavia, poichè il vaccino di Hnmdi si addimostrM·a innocuo fu adoperato durante la guerra e anche n €'1 dopo guerra. Otto e Rothacker l'impiegarono ampinmcntc in Lituania, Mollers e Wulff in Rumenia, Zeiss in Asia Minore a dosi un po' piìl forti: al Lo e a.l 40 giorno due cm3 , al 70 giorno 4 cm 3 • sottocute. I dat.i raccolti au alcuno migliaia di vaccinazioni (tra militari e civili) non sembrano sufficienti per stabilire la bontà d<'l rnt>todv; taluni a u tori anzi, come Zabolotny e ){agat negano qualw14ue efficacia a. s imile sist~ma di vaccinazione. l\lollers e Wolff ritennero che il proce dimento immunitario impiegato, pur non addimostrandosi sufficiente a conferire una completa immunità, riesce ad attenuare notevolmente il decorso d e l tifo in quegli individui che lo contraggono dopo la subìta vaccinazione. Saviui trattò 30 individui, i quali si dimostrarono in seguito resistenti all'inoculazione di sangue virulen to e alle puntw-e di pidocchi irlfetti. Altri auturi invece espressero molti dubbi e molte riserve sui risultat-i vantati da taluni speriml:'ntat.ori, chfl a.vqvano npportato qualc he modificazione <ii t ecnica al primitivo procedimento. È probabile che le difl"erenze dei risultati si debbano attribuire non t.anto alle modalità con lt> quali il virus è ucci~:o quanto al m om ento in cui si prc•leva il sanguP- dal malato e al contenuto di virt.s in esso. Ch. Nicolle e collaboratori, hasa.ndosi sul fatto che il !';iero di sangue di malati di t.ifo esa.nt. o di animali artificialmente infetti, èo quasi del tutto sprovvisto di virulenza, hanno tentato una sioropronlassi passiva mediante ripetute iniezioni di questi sieri. Il prt1Cc<:Umento ò risuJt.ato inofl"<"nsi ,·o. In uni\ diecina di casi Nicolle e C'vnsflil sarebbero riuc::citi ad evitare l'insorp:cn7.a della mnlnttia, inoculando lO cm3 di siero cii so.nguo dì convalescente: gli inrlividui oruno stati p\mti -da. pidocchi, provenienti dn. malati. Altre "accinazi011i prat.ioatc con questo sistema -non han pormesso di stabilir~!~ un sicuro giudizio sulla sua r eole efficacia . Neukirch impiegò un vaceino, co~tituito da sio;ow di malato, tolto prima rl•+ 1'8° g io rno di malattia, mescolato <'On i leucociti d e l snngue ~tePso trit;nati tl trattati con cloroformio: due iniezioni di cm. 0 2 a duo-tre giorni d'intervallo. I n t•1.luni casi fur ono •>l':::<ervate reazioni locali e generali. Su 307 Vt\ccinati se n e ammalarono l 2 di d e rmotifo, di cui nessuno morì. Anch e sul vaccino di Neukirch non r<i può esprimere un giudizio esatto sopratutto p erchè mancano i t ermini di confronto con individui non trattati, posti ne lle medesime condizioni ambientali. I n generale si p uò dire che questi metodi <li s ie r o p r ofila-ssi passiva non riscuotono oggi ne~>S una firlncia.
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IL PROBIJE:\IA DELLA PROFrLASSI IMMUNITARI A ECO.
Bl9-oc, p :J.rtendo da precedenti l'ict3rche di Nicolle e collaboratori e di Rocbu· L ima, si servì a 'SCOf:>O vac>cinante di dosi minime di cervello di cavie infette, il c.1i virus era attenu'lto col raffreddamento e col riscald~ento a 550, Ch. Nicolle, H.~lòne Spa.rrow· e Con~eil vaccinarono due individui con b 0n 38 iniezioni in 2 mesi, impiegando in og nuna 20 unit:\ di virllS. NeanchE' questo procenimento può ave re una applicfl>zinne pr:ttica, in condiderazione dei lungo periodo di tempo neces~ario p-:lrchè !'li stabilis:m il proce;;so immunitario. K lige r o Olitzki ha.nr1o studiato divArsi 'listemi p.:)r uccidere o attenltare il vir11s contenuto nel ce rvello di cavie: il migliore (nelle prove sugli animali) s'è addirn<JStr>~.to il tratta mento cor1 formolo a.l 0.1 % p er due or·e. È probabile che l'imrnunitl\ ottenutn. nolle cavie sia dovuta. a uu'infezione infl,ppa.rente dn quantità minime di virus sfug~ite all'azione- del formulo. P itl a t tivo s'è dimostr11to i1 procedimento vaccinale ideato da Rocha-Lima. Si in f<Jttano i pi.iocchi fissandoli con particolari <:l.ispositi~ su soggetti amma la ti <ti d0rm0tifo nella Stia forrrut clMsica: per liberarl1 dai germi che si p ossono trvvnre sulla loro superfìcia este rntl. si pongono in uns. solu:tione di alcool a 60° e Rttb l im~tto corrosivo l %per 15 minuti, si risciac')mmo ripetutamente in diversi r Pcipienti contenPnti aC<j 'la distillata storilo, si p estano quindi in un mortaio a~gi un~<mdu soluzione fisiologica in proporzione di cro 3 O, l per pidocchio. D opo ch e si è sn.ggiatil. sulla ca via la viruloll7.a della fine poltiglia cosi otte nuta, si agginnge 0,5 % di fenolo e si lascia cosi pPr pn.rP-cchio t e mpo a t emper atu r a. amhie nte, fino a che la p.)(ti~lia s i depuri dai cocchi in essa eventualmente contenuti. TI vaccino ii' tal modo pr;;:pn.rn.to si inie tta sotto ca te in 3 volte, a. dic,tanza rli 4-!> giorni d'intel·vallo, a lla dose di 0,5-2 cm 0 per la prima volt.a; e di 2-4 cm• in seguito; com~)lessivamente si inocula il contenuto intestinale di 35-80 pidocchi. Ma.rtini col suo vaccino sensibilizzato, ottenuto dalla mescolanza. di siero di cavallo immuno e pol tiglia di pirlocchi preparata secondo il metodo di RochaLima, riferì di avere ot tenuto dei risttlta.ti iucorag!;ianti~ su 8 iudiviclui vaccinati uno solo ammalò di una iorm~ fruqta rli tifo esn.ntematioo (probabilmente la ma· lattia e ra in incubazione all'atto della vaccinazione) mentre che su nove non vllr.cinati, che ~<i t.rovàvano nelle medesim e condizioni di conta.gio, due contras· sero 1' mreuone e ne morirono. Weigl, che dal 1920 si ol!cupa di questo importante probl~ma, ha esoogitatD u n inge-gnoso proc~dimento di tecnica che p ermette di avere Rempre de l virù.s attivo a ::iisposi1.ione in laboratorio e di standardiz..:are il vaccino. Anche Breinl e Rosenbergcr hanno portato un notevole contributo di studi e di osservazioni che confortano i risultati' otte nuti da R ocha-L im9. e da Wei.gl. La possibilità di in(etta.ro i pirlocchi in <~m·ie per via anale, SAc.mdo il metodo di 'Wfligl, r ende più agevole la preparazione del vaccino anche in quantità. cospicuE\. Nel suo Ja.bora.· torio di Lwow, g ra.zie a una particolare organizzazione, circa. Wl mig:liai.q di pidocchi al giorno pos!!ono essere nutriti e infettati per via anale, a mezzo di pipette capiiiA.ri e di un semplice dispositivo di contenzione del parassita.. Taluni st.ipiti di virus si serbano sempre virulenti dopo pl\recchi anni e circa 300 p assaggi sui pidocchi; ptlrtendo dal virus contenuto in es;:i si riesce ad infettare nel 100 % d~i casi a ltri pidocchi, così come pil.rtendo dal sangue del malati di d e rrootifo classico. Con un cm8 di sangue di tali soggotti, preso n ell'acme della. malattia, si riesco ad infett.a.re 900 pidocchi, por cui Weigl p Pnsa ohe il sangue virulento di un individuo gtavemente malato di dermotifo contenga almeno un migliaio di Richettsie per cm3 • L e Rickettsie, comE> è noto, nel tub·) intestinale d el pidoccèio,
IL PROBLEMA DELLA PROFILASSI IMMUNITARIA ECO.
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in pochi giorni si moltiplicano in manierl\ straordinaria. (fmo a. 100 milioni). Per ottenere il vaccino Weigl lavo. dapprima i pidocchi inf~tti in alcool, risciacqua ri petutamente, disseziona, ne toglie l'intestino che t.ritura. in Wl mortaio mesco· lando soluzion~ fisiologica fenolata al 0,5 %, centrifuga a bassa ''elocith, lava. fino LI. che gli intestini non contegono piò Rickettsie. TI liquido contenente i germi costituisce il vaccino che si pnò ~X>nservare sempre attivo per almeno 3 anni in ghiacciaia.. Sono sttffioienti tre inocnlazioni-sottocute, a distanza. di 3-6 giorni l'una dall'altra, con dosi crescenti di ge rmi contenuti in 25-50-100 intestini eU pidocchi, vale a. dire 1.250-2.500-5.000 milioni rli Rickettsie. Le reazioni locali sono minime e quelle generali praticamente nulle. Le vaccinazioni praticate in P olonia col metodo We igl finora superano le sei mila: negli anni l ~$ 1- 32 sono "!tate immunizzate 2794 persone, di cui 2755 ricevettero tre iniezioni di vaccino, cioè in totale le Rickettsie contenute negli intl'!stini (.li 125-175 uido'!chi. Tra gli individui cosl trattati si contavano 131 medici. 517 impiegati dei servizi sanitari, 1805 persone viventi in YicinAnza di malati di dermutifo ed altre 341 persone rll,rticolarmente csroste al contagio. Nc~suno dei sogr~otti c he avt:~vano ricevuto le tre ini~zioni vaccinanti ha contratto l'infl'· zione, pur essendo frequt>nti~sime, come s'è detto le occasioni di contagio. Durante il corso della vaccinazione, vale a dire quando ancora l'immunitÀ n on s'è stabilita, si sono avnti dei casi di tnalattia (0,5 %). Il metodo però si m<Jstra inefficace por gli iL~dividui in periodo d'incubaz.iono della malattia (fatto questo che s'o~servA in qun.'!i tutti i sistemi di vaccinazione). . :t da notare però ello anche in qm•sti casi il vaecino ha qualche azione, in quanto che la malattia assume un andamento benigno. Un'altra statistica confortante è quella fornita dai missionari bf·lgi di Sche ut, che han pratica-to circa 20() vaccinazioni alla Weigl. per iniziativa del cApo delle loro missioni in Cina. padre J. Rutten. P rima d elln, pratica vaccinale il tifo esante matico costit\l iva la malattia più pericolo!'a per le missioni, caueando l 'R3% c;ii morti: dopo l'nso d Pile vaccinazioni, in due anni, non s'è avuto nessun decesso per dermotifo. Un missionario belga, che non potè essere vaccinato,' contra~>f'e il tifo e ne morì; d'altra partfl ndle> missioni vicine, che non han snbìto la vaccinazione, il tifo petecchiale continua la sua strage . Ch. NicC)I!e e H. Sparrow han dimol!trato che un ragazzo, il quale aveva ricevuto le tre iniezioni del vACcino di Weigl, risultava immunizzato in q uo.nto che l'inoeulazione di virtiR (cervello di cavia di passaggio) non apportava alotm sintomo morboso, mentre le cavie controllo si ammalavano. Tre esperienze, pressochè analoghe, sono state fatte nel laboratorio di Waigl, ove tutto il per·sonaJe è vaccinato contro il tifo petccchiale: tre persone, di cui ilue donne, si son ff\tte p ungere da centinaia di pidocchi infetti senza contrarrf' la malattia. Fatto ancora pi~ dimost.rativo: il marito di una delle due donne, non vaccinato, si recò a vic;itare l a moglie neJJa stanza speciale in cui vengono nutriti i pidocchi o s'in· ' fettò, probabilmente f\ mezzo delle feci dei pidocchi ste~>!'i che, come è noto, contengono in grande abbondanza le R ick ettsie. Le s t atistiche e le esperienze riportate proverebl1ero l'efficacia del metooo d'immunizzazione di Weigl, che. avre>bhe anche il vantaggio d'impedire negli i ndividui vaecinati in p~>riodo rl'incubazione della ma.Jatt.ia la comparsa in circolo del virus. Quest'ultimo fatto, se confermato, avrebbe anche una grandissima importanza dal punto di vist8- profilattico in quanto che i pidocchi non sarebbero pi~ in grado d'infettarsi con le R ickettsie, succhiando il sangue di tali malati.
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I L PROBLEbiA DELLA PROFI LASSI lJIUfUlii"ITARlA ECC.
Chrzanowski e Mosing, che han lavorato sotto la d irezione e il controllo di \ Veigl, han proposto d e l tutto recentemente un vaccino ricavato rlalle feci dei pidocchi, ricchissime di Ri ckettsic che conservano la loro vitalità e virtùeoza. per lungo tempo. Basta deporr€1 una piccolissima quantità di questo materiale sulla congiuntiva di w1a cavia perchè> l'a.nimale s'infetti. Per la prepa.razione dd vac· cino gli AA. haruw usato il seguente procedimento: Una determinat.a. quantità di feci è pes tata in mortaio e addizionata di soluzione fisiologica fenicata a.l 0,5 %; la sospensione ottenuta è ce ntrifugata a piccola velocità allo scopo di sbarazzarsi dei frammenti pitl gros.~ol ani, non restando cosi nel liquido che l<> Rickett-sie e i prodotti digeriti del sangue. Si centri.fuga ancora. a lungo e ad alta ve locitÀ: i germi rimasti a l fondo vengono lavati in soluzione fisiologica. fenicata e centrifug:!l.ti di nuovo e ancora lavati in modo da ottenere per ultimo un liquido che contiene soltanto Ricke ttsie, essendosi eliminatala più gran par te dei batteri della comune flora intestinale {cocchi diversi, bncillus subtilis); e se qualcuno ve ne foss<'~ ancora rimasto è ucciso dal fenolo. L e prove in primo tempo sono state fatte su 250 caNie con ottimi risultati: è proha.bile che anche nell'uomo il suddetto vaccino si dimostri efficace p e rchè, in ultima analisi, la sua. preparazione è ricalcata sul metodo classico di Weigl. Si tratta di ottenere una. sospensione di Rickett.sie, in quantità dosat.a, uccise col fenolo. La quantità di "irus contenuto n elle feci di fronte a quello contenuto nell'intestino starebbe in rapporto di 2: 3, vale a dire che le Rickettsie dellE> feci rappresentano i due terzi di tutte le R ickettsie che l'intestino conteneva:. Dal punto di vista pratico il nuovo vaccino rappresenta un'economia, esso si potrebbe mescolare col vaccino-tipo di \Veigl in proporzione di l : J ,5. È cosl invece di adoperare come dose vaccinanto complessiva per l'uomo un minimo di 120 intflstini di pidocchio, s i può abbassare que<>to numero a SO, aggiungendovi l e feci. Lo. produzione totale del vaccino aumenterebbe d el 30 %, attenendosi un risparmio considerevole di personale e di materiale. D ei vaccini preparati con batteri rite nuti volta a volta. quali nge nti ùziologi.-,i del d ermotiio Protcus XwBa.cillo di Kukzynflki-Bacillo di Plotz, f'Cc.) nou è pitl il caso di intratten,.rsi a l ungo. E ssendo or.mai dimostrato che non E~-<;ist.c alcun nesso e ziologico tra questi germi e il tifo esantematico, i vaccini da essi derivati n on possono avere delle basi scientifiche che giustifichino il loro impiego ne lla profilassi immunitl.lria. Durante la grande guerra tuttavia furono praticate> alcune mig liaia. di quest-e vaccinazioni: i giudizi sulla. loro efficacia furono assai di~cordi. Tn questi ultimi anni in AmC'r ica, H. Zinsser e R . Castaneda. han preparato un vaccino contro il t.ifo m essicano pMtendo da.ll'e~>sudato peritoneale di cavie sottoposto ad avitaminosi ed inoctùa.te in seguito con una. sospensione di Rickettsie cont<mnte ne lla. tunica vagina.le dei tl'sticoH di cavie infette con virus mcssica.no. Questo essudato, ricchissimo di R ickettsie, è lavato in soluzione fisio· log ica., centrifugato e addizionato di formolo al 0,2 %· Dopo 48 ort> il vaccino è pronto pe r l'uso ed è in grado di conff'rire una valida immunità alle cavie. Gli AA. in seguito han perfezionato il metodo: ratti bianchi, già trattati col benzolo o irrndiati con raggi X, si inoculano con materiale (tunica. vaginalc rli cavia) contenente Rickettsìe; dopo 5 giorni si uccide l;anima.le, s i lava con 15 cm3 di soluzione formolata. la cavità peritoneale e si tritura. la. tnnica vaginalt' con soluziùne di formolo. La. sospensione conten~nte un enorme numero di Ri· ckett.~ie rapprese nta il vaccino, che si mos tra molto attivo nelle prove sugli ani· mt\li. A. Paroda e G. V arda., dopo twer ripetuto le esperienze di Zinsser e Castaneda,
IL PROBLEMA DELLA PR OFILASS t nnn:r:NITAJUA ECC.
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sttlle cavie, son passati senz'altro alla vaccinazione umana fl hanno inoculato 2153 individui senza. alctm inconvenie nte. Ma ci manca ancora. la necessaria documenta:lione sulla reale efficacia di tale vaccino: secondo K emp sembra che l'immtmit-à da es.c;o conferita sia di breve durata. Ziu~ser e Castaneda poi han dovuto constatare che il loro vaccino non immunizza contro il tifo esantematico europeo (stipite Bre inl ). Il vaccino contro il tifo ei!a.nte matico e nde mico, pre parato da Dyer, Workmann, Rumreich e Badgcr, non è ancora uscito dall'A.mbito del laboratorio. Si tratta d i una polt.iglia di pulci (Xenopsilla cheopis) iniett.e di virus del tifo esan· te matico endemico, diluita in soluzione fi'<iologica. fenolnta; dopo 5 giorni di con· tatto col fenolo si centrifuga n bassa velocità. Il liquido soprasta.nte costituisce il vaccino, di cui ogni centimetro cubico contiene il virus esistente in 20 pulci. Saggiato sulle cavie ba. dato prova di possedere un buon potere immunizzanto. Oli autori avvertono che per ottenere un vA.Ccino molto e.fficace bisogna partire da virus forte, vale a dire ad alto potere infe ttante; in un caso han potuto osser· vara che il virus contenuto in w1a l 28B parte di pulce era sufficiente per infettare la cavia. Ammettendo anche che tale sistema di va.ccinA.7.ione possa proteggere l'uomo dalla forma. endemica di tifo esante matico. -che va, come è noto, sotto il nome di morbo di Brill - restere bbe sempre 1la vedere se l'efficacia del vaccino si estende a.nchA contro il t;fo petecchiale storico, epidemico. I rispettivi virus, di origine probabilmente unica, sembra che siano andati differenziandosi nel tempo, per quanto riguarda il loro pvtere antigene. Da recenti esperienze di laborat-orio di H. i\fooser e H. Sparrow è risultato, per esempio, che il vaccino di Zinsser, preparato col virus messicano, è sprovvisto di potere preventivo contro il ..,;rus tuni!<ino. In altre ricerche H . Sparrow, lavorando porò con virus vivi ha rlimostra.to che esiste immunità crociata tra il virus messicano di Mooser e il virus di V arsavia. A parte le rlifferenze che possano elllistere t ra il ce ppo di Tunisi e quello d.i Varsavia, si conferma che l'immunità crocia t.a. si ottieno nella grande maggioranza d<·i casi con vi rus vivi, mentrf' che usando virus uccisi - cioè i va.ocini - tale immunità può mancare. Ritenuta ormai, per po.r·ere pressochè concordo degli studiosi pi11 qualificat·i, la Ricketts.ia PrownzPcki quale agente eziologico del tifo esantemat-ico storico, è logico che nella. prepar·azione dc i vaccini si scelga d el materiale contenente in grande abbondanza qoesti germi. L'ideale sarebbe di pot.er ottenere con facilitò. in cultura pura nt'i terreni artificiali lA> Rickettsia Prowa7.eoki: ma, come è noto, questo germe ha delle esigen~;e biologiche tali che gli pf'r·me tt.ono lo sviluppo solo nei tessuti viventi. In quest.i ult.imi anni si sono intensificate le ricerche sulle cultu re delle Rickettsie col metodo de lla coltura. dei tE'!':Suti in vitro (Kukzynski\>Volbach e Schlesing~r-Pinkertun e Hass, Zins!':or e Batchelder, Sato, Nigg e La.ndsteiner) .Questi ultimi autori sono ri usciti a coltivare per 6 mesi, attraverso venti generazioni, la. R. Prowa.zecki, senza perdita della sua virulenza. Se tale cultura si potrà ottenere in moòo inde finito -coca non impossibile - noi avremo nn mezzo per ottenere sempre a. nostra disposizione le Ricke ttsie in ambiente sterile e in abbondanza.: e si potrà procedere quindi alla preparazione del vaccino con un sistema. che tutti i l aboratori di microbiologia non avraru1o difficoltà a seguire. In mancanza di meglio per ora bisogno. accettare la coltivazione delle Rickettsie in vivo. nel pidocchio, che si pre~ta. ottimamente per il rigoglioso sviluppo di
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IL Pl'tOBLEMA DELLA PROFILASSI IM:r.IUNITARlA ECC.
tali particolari germi. Il vaccino di Weigl non può esser preparato che in laboratori particolarmente attrezzat·i a questa tecnica delicata. e pericolosa (finora. è all~stito solo nel laboratorio di Wcigl a Lwow): il s uo impiego non può esser fatto su lar· ghissima scala perchè il mat.eriale di partenza è soggetto a limitazioni. Contro una più vasta. diffusione di esso stanno anche ragioni economiche: se si dovesse pre parare con criteri commerciali il preu.:o sarebbe di certo molto elevato. Non possediamo ancora dati circa la durata dell'immunità che il vaccino di Weigl conferisce. È noto che gli individui i quali han superato il tifo petecchiale po;;.:;eg~ono una valida immunità che dura per molti anni, e praticamente per tutta la vita: vi sono tuttavia nelle eccezioni e si conoscono dei casi d 'infezione ripetuta dopo me no di un anno. )!oroskin sopra 600 malati di dermotifo o..qgerva 12 volte il ripetersi dell'infezione dopo un periodo ili 7-10 anni. È da presumere che l'immunità conferita dal "·accino ucciso non abbia la medesima efficacia di quella lasciata dalla malattia naturale, specialmente se questa ha avuto un decorso grave. Ma non bisogna pretendere dai vaccini più di quanto possono dare: nessun vaccino garantisce in maniera assoluta e duratura. la totalità. de~li individui che l'han ricevuto. Gli s tudi e le ricerche comphtti in questi ultimi anni allo scopo di ottenere un vaccino profilattico contro il dermotifo se non hanno ancora risolto del tntto la questicne, specialmente dal punto di vista pratico, hanno il merito di aver avvalorato l 'importanza eziologica deiJa Rickettsia. Pro v. azecki e di aver dimostrato che si può ottenere una buona immunità con virus ucciso, fatto questo che nel passato era stato negato. Allo stato attuale del problema. il vaccino di Weigl è da considerare il migliore fra quanti sono stati proposti, p er la. sua efficacia. provata s u nn buon numero di casi e per la sua innocuità. La difficoltà della sua. preparazione non permette di adoperarlo su grnndi masse di ùomini; tuttavia in ca..'!i e nelle condizioni avanti citati sembra opporttmo di impiego.do. Si verrebbe :3osl a realizzare un sistema di profilassi immunitaria individuale ohe darebbe una sufficiente protezione a coloro che debbono dirigere e presenziare la lotta contro il tuo esantematico epidemico e a r,uanti, in esperienze dj laboratorio, maneggiano il t ernihile virus. BIBLIOGRAFIA. À-'1D"E:."RSON o GOLD"BERGER.- • Jurn. lnl. Dls. •, 1912, Vol. II - P. H. Serv. 1012. Bull o. 'SSi Pat.b. exot. •, 1916, p. 3ll. BRENn-. - •1\ted.lz. Kl. •, 1924 n. 1.- • Zoitsob.r. Imm. forsch. •, 192t, B. 41 • Soucb. ook, 1925, BLA.NO. - • Bull. Soo.
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OSPEDALE lVHLITARE DI TRIESTE Direttore: tenente colonnello medico Gumo LAl'POJ:s1
L'EMOGRAMMA DI SCHILLING E IL SUO VALORE PROGNOSTICO NELLE MALATTIE INFETTIVE D ott. Galileo Spagnolettl, primo capitano medicc)
Ho scelto l'emogramma. ùi Schilling come argomento di questa. rivista, non perchè esso potesse essere ignorato d a qualcuno dei lettori, ma perchè r itengo ntilo richiamare l'att~nzione sul suo valore prognostico, che è a ltrettanto importante quanto il Sl.IO valore diAgnostico. Le considet·azioni, che verrò ad esporre non sono state sempre giudicate ne lla loro giusta luce in Ita lia, e da tal uni sono state accolte con realcelato senso di scetticismo. Invece si de ve riconoscere, che l'emogramma, così come Sohilling l'ha concepito, ha apportato un innegabile progresso nelle ricerche cliniche, facendo di esso, e per la. facilità di esecuzione, e per l' innegabile v alore diagnostico e p ro· gnostico, una ricerca indispensabile, alla quale il clinico non deve n è può rinunciare. Per necessità di tempo tralascerò tutte le questioni polemiche, e mi limi terò ad accennare le norme generali, per potere interpretare al suo giusto valore e senza difficoltà un emogt·a mrnu.. È uecesstLrio pt:!t'Ò far P''t:lCOdt:lre uu cenno·sonunario sulla rappresentazione teoretico., del come si produce nn q uadro ematico normale, altrimenti è impossibile comprendere ed abbracciare tutte le numerose combi.nazio patologiche. I l quadro ematico normale è un complesso di cellule em atiche, le quali si trovano in uno stato di maturazione media, sono molto differenziate, e sono m ischiate fra. loro secondo un rappor to costante. La costanza d i questo rapporto dipende dall'equilibrio di due processi fisiologici: degenerazione e rigenerazione fisiologica. La degenerazione provoca una dimunuzione del numero de lle cellule circolanti, ed è dovuta a due fattori: uno d'origine centrale per distruzione delle cellule ematiche vecchie nella milza, e uno d 'origine periferica. per emigrazione d egli elem enti emat.ici nei tessuti. La rigenerazione provoca. un aumento del numero d elle cellule c ircolanti e si svolge solo negli organi emopoietici centrali, ai quali è devoluto il compito di produrre le cellule giova.ni. L'equilibrio su.!!aiste in quanto la rigene razione è regolata in modo da essere proporzionale a lle cellule degenerate, p oichè i prod o tti di disfacimento agiscono como stimolo per la ncQproduzione (ematoproteinP del Carnet). T ante cellule vengono dist,ruttc. tante altre ne saranno generate. È evidente che stimoli tossico-infettivi non possop.o non influire su questi due processi, a lterandone l'equilibrio. Ne segue che uno dì essi v iene a. prevale re sull'altro, provocando aumento o diminuzione del numero delle cellule circolanti. Il grado della rigenerazione patologica non è sempre lo stesso, e varia secondo l'intens ità d ello stimolo. Con stimoli m edi si verifica. passaggio in circo lo di'Sole cellule giovani (ipertrofia rigenerativa): se g li st imo li diventano più forti pasgano in c ircolo anche le .c ellule immature indìfferenziate {iperplasia rigenerativa).
943
•·
Infine intensificandosi g li timo li !li provoca esaurimento del processo rigcnerath·o, diminuisce il nume ro totale e in circolo passano cellule a tipo embrionale (apla~ia rigene rativa). La rigenera zione pA-tologica, come la fisiologiCII, s i scompone anch'essa in due componenti: uno diretto, R~ente s1.tg li e le men t i circola nti e l'ultm indire tto, dovu to ad influsso degenera nte sug li organi emopoietici. Dall'azione associttta della rigNH:wazione e della drgenernziooe p atologica si ottit>ne il quadro ematico pnt olof!ic·o, il qua le costituisce cosi il sintozna cn.rdina le di ogni a lterazione patologica d .. termina t aili n egli or.a;ani emopoietici. È vero che tt•lvolta a lterazioni negli orgHni ~?roopoi etici po~sono non compa rire ne l quadr·o ematico, o p erchè forme ceJiula ri pat ologic hP, inveco di e~se1·c mef'se in circolo, sono trattenute nejlli organi ccnt mli (cosi ùetti sta ti npla,;tici o alPucemia ), o perchè pt>r cause divers~ ( e:hemiotn-~<l'<i) si ba una ineg-uo le f;pnr t izione di cellule tra la peri. feria e gli organi centrali. M a prescindendo da. tali t'ccezioni, che del resto non sono affn t to frequenti, sta di fntt.o che dai processi pa tologici ri-edegcnerativi su ddet t i ven,o;o no 11d es!ler<' modi fì o.tt.i s in il numero t otnle d1•p:li elE'm <>nti cellula ri, s ia ogni sin~oln clt~ sse di le ucocit.i in modo assolutamente tip ico, e In tot alità di tutte le a lte razioni prcsent.i viPne indicnt n, come il t ipo corat.teristico di un qua dro ema tico. Qu~to ass\mte mnggior Vtllore do l fatto, che le diverse cnuse mo.rbigPne non agisoono colla stRssa. intens ità f<ui di\·ersi gruppi di Cl' llule ematiche, ma producono in ognuno di es.c;i a ltera zioni diverse. K e deriva cho l'cfft>tto può essere rigene rativo pe r un gntppo e dcgenerntivo per nn altro, o ~l n c.he ri·e degf•nerntivo per uno st esso g ruppo. Lo Schilling, perseguendo scopi essenzialmente pratici, rn/Zgrttppò t\ttte le t\1ternzioni n e lla fonnuJa de ll'emogramma, schemat izznndolo nel modo seguent e: =-omcro del L eucoolt l
-
-
Nv.:u·rnoFILt
l
B
-
-
l 'E l :u l .o l F o l s l L -
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-
l
--
-
--
-
l
Gocci~> spessa.
Mon
--
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P. B
E . .............. Ero. . . . . . . . . . . . . . Indice globulare ...... .. ............. . I n esso vengono ad essere presi in esame tutti i gruppi di cellule ematiche, ch e sono in numero di quattro,: eritrociti, granulociti, linfocit.i e monociti. Tra lascio il gruppo eritr~citario, la di cui trattazione mi porterebbe troppo lontano, e che del resto non giuoca uri. ntol,o molto import.u.nte n ell'argomento. Darò in\·ece un cenno sommario, a llo scopo di ricorda rle assieme, delle prin· cipali caratteris tiche dei tre grupp i leucocitAri, che costituiscono l'emogrnmma leucoc i to.rio. Come ho detto, i gruppi t;ono tre: l!ranulocita rio, linfocita rio e monocita1·io, ed hanno (te oria trialista di Schilling) un' origine diversa. I granu.lociti, como dice il loro nome, sono carntteriZ7.o.ti da lle granulazioni cont~nute c o;::tnntomente ne l loro protoplAsma: essi origina no da l midollo dello ossa. (sistema mic loide). A seconda che i granuli ha nno nffinità P•' r un colore basico, acido, o n eutro s i hanno trE> gruppi principnli: ba8ofìli, le di cui granulazioni sono violetto scuro, eosinofili, le di cui granula zioni sono di colore rosso eosina. più o meno cupo e
L' !::~WG.HAMl\JA DI SCHILLINC "ECG.
'
abb~st<~uza. grossolane come granì di sagù, o neutmfilti, le di cui granulu.zioni sono abb(~Sttl.nZt~ fiai c di colore rosa. La ce llula originaria dei granulociti è il mieloblasta, ancora senz J. grc~.nula.z i oni, riconoscibile da.l nucleo unico, rotondcggiante, con 2-6 nucleolì, e circondato dt\ uno stretto !lione proto_plasmatico di colore bleu. Injzinndosi il processo di maturazione, il protoplasma. rimane colorato aucora in bleu. ma si riempio di prognmulazioni nzzurrofile, costituendo i promieloc-i ti. A questi seguo· no i mielociti, nei quali il nucleo rima ne un.ico rotondo o ovale, male gra.nuJazioni del protoplasma, i l di cui colore è s,olo de bolmente bleu, acquistano le caratteristi· che dei granulociti già ricordate: a seconda quindi che tali granulazioni si colorano con i colori Miùi o ne utri, si hanno i mielociti eosinofili e i mielociti neutroHii. Da questi ultimi proviene la vecchia clt-..&;e dei polinuclcati, che Schilling im·ece ha suddiviso in tro sottoclu.•:~si . Il nucleo rimane sempre unico, da rotondeggiante che era s i a ll unga, e acquista In forma di un fn.giuolo o di salsiccia con due chiari nucleo li alle estremità: siumo davanti alla prima. sottoclasse (neutrofili giovan.i.Li). Il nucleo ancora. •mico si allun~o. di più, diminuisce di spessore, acquista la forma. di ltn ferro di cav.dlo o di So di V: siamo davanti alla seconda sottoclnsse o neut•rofili a. ferro di cav<1llo o a b1stoncino. Il nucleo si strozza in più parti, e si divide in t.anti sc-grnonti riuruti da trntti (lliformi: 'ecco infine la terza sottoclasse o neutro/ili segmentati.. I linjocit.i p1·ovengano dal sistemllo linfoide delle linfoghiandQle, milza, ecc. e sono, cnratterizznti da un protoplnsma colorato in bleu più o meno cruaro a grandez· za. va.rinbile e con nucloo unico rosso_violetto scuro: non presentano granulazioni, m a. spesso n el protopla.sm!l. si trovano delle sferette di colore violnceo (plasmosomi di \Volff- Ferr<tta.). I mon.ooili infine provengono dal sistema reticolo endoteliale de.i vasi dogli or· gani em:~.topoiotici (sistema monocitario ); essi sono caratterizzati da tm protopla&na dj colore bÌeu chinro tendente a l violetto, c.ontencnte vact~o}i, e da un nucleo più tra.'lparente di quello dei linfociti, a fonna ovnle o a fagiuolo o bizzfl.rramente frastagliato. L'emogrammR lcucocit.n.ri,o normale è il seguente:
Nn moro tot.nlo
l
l
6 - ~IJ(ll)
•
l
H
E
l
3
l
K F:UTttOFJ LI
l\1
-
l o l Fo l s l -
4
63
L
2:!
l
i\1011
{l
La. differenza con la. vecchia formula lcucociitaria ò appunt-o In suddivisione dei neutrofili polinucleati in fqrme giovanili, forme a ferro dj cavallo e segmenta.te, a cui si aggiungono i mielociti. In questo modo è possibile apprezzare tut~ le diverse variazioni che si hanno nel nucleo dei gra.nulocil i e che sono caratterizzati dalla co3idotta deviazione nucleare a sinistra. o a destra.
Si ha la deviazione nuclel\re a. sinistra quando aumentano le forme più giovani dei neutrofili (forme a ferro di CIWt\.llo e formo giovanili), fino ad arrivare a lle fom immature (mielociti, promielociti, mieloblasti). Si ba la deviazione a destra invece, quando diminuiscono i neutro fili a ferro dj cava.llo, mentre il nucleo dei segmentnti si presenta molto frazionato fino ad a rrivare a otto, dieci segmenti. Essa è caratteri· stica dell'anemia pemici osa.
L'EMOORi\MMA Df SCHILUNG E CC.
945
Sorvolo sul numero totale dei leucocit.i, iJ di cui valore può trarre facilmt>nte in inganno, sia per orrore di tecnica nella conta, in cui si può facilmente cad&re specie da parte dei principianti, sia perchè. fattori estranei al11rocesso pa.tologic? possono influenzarlo. Non è tanto importante il numero totale d ei leucociti, quanto la. tendenza a numeri molto alti o molto bassi. Come regola gt>nerale s i può dire che l'aumento d el numero totale è dovuto ad un process~_rigent>rativo, mentre la. diminu· zione può essere determinata sia dalla d egenerazione diretta d elle cellule per usura di esse, sia dalla paresi rigenerativa della produzione (processi ar('generativi o a plastici). Lo studio dell'emogra.mma. acquista particolare rilievo nelle malattie infettive, sia mediche che chirurgiche, poichè queste influenzano quasi sempre il quadro ematico piil o meno gravemente a seconda la gravità dell'infezione. All'inizio delle malattie infettive i primi a reagire allo stimolo sono quasi sempre i neutrofili con l'aumento d el numero e con la d e-..-:iazione nucleare vet'!;o sinistra; ad essi seguono i monociti e infine i linfociti. Si vengono così a determinare tre fasi: la prima fase è caratterizzata da neutrofilia con deviazione nucleare r igenera· tiva a sinistra piò o meno. accentuata, ipo o aneosino6lia, linfop<•nia e monopenia; essa corrisponde all'acme dell'infezione, ed è d etta fase di lotta neulrofìla. Tale fase dura per tutto il tempo in cui l 'organismo è in condizioni d 'inferiorit-à rispetto all'afiezipne; ma non appena questo coi suoi mezzi di difesa riesce ad avere i l sopra.vvento, subentra la seconda fase detta monocitaria di dijua o di 1tuperarnento dell'infezione. In questa. mentre diminuiscono i neutro6li e la deviazione nucleare, ricompaiono gli eosino6Ji ed aumé ntano di molto i monociti fino a oltre il lO % . La terza fase d etta fase lin/oc·Ua·ria di gUCirigion.e corrisponde alla convalescenza: la. deviazione nucleare scompare( i netttl'Ofili ritornano a.Jla nonna o anche vanno al di sotto di questa, mentre aumentano i linfociti e gli eosino6li. Nelle affezioni ero· niche invece predomina la fase monocitaria di difesa, la quale s i può prolunga re per dei mesi e la fase_cronica linfocitaria di guarigione, con un accenno più o m eno variabile di deviazione n ucleare. Queste fasi sono molto importanti dal punto di vista della prognosi, P.Oichè esse s tanno ad indicare quando l'infezione è ancora in via di s-..riluppo o al suo acme e quando essa sta per essere superata e dominata, oppure si avvia verso l'esito letale. Esse precedono spesso di qualche giorno i sintomi clinici. Le infezioni che di piò risentono l'influenza dell'emogramma sono principalmente tutte le forme settiche sia mediche che chirurgiche, l'appendicite, la peritqnite, la pleurite, la polmonite, la difterite, la meningite cerebro-spinale, ecc. Queste malattie danno tutte leucooitosi, mentre il tifo, l'influenza., la parotite epidemica danno leuoo'P&nia e linfocitosi con deviazione nucleare degenerativa a sinistra. appena accennata. Che se poi in queste ultime infezioni si produce un aumento dei leucociti con neutrofilia e accentuata deviazione nucleare, ciò deve far subito sospettare una complicanza di natura settica. Come oi do):>bia.mo regolare davanti ad un emogra.mma praticato in un ammalato afietto da malattia. infettiva, se vogliamo ricavare da esso gli elementi su cui fondare un giudizio prognostico 1 A tale scopo valgono i concetti precedentemente espressi. Davanti ad una neutrofilia senza deviazione nucleare e con presenza di eosinofili si può pl'OSumere che si tratta di processi infettivi superficiali a breve decorso, con esito sicuramente favorevole. La lieve leucocitosi è da consideraiSi in questi casi una semplice iperleucocitosi da stimolo. Altre volte invece ci possiamo trovare di fronte a modiche leucocitosi, con una 6 -
Giornale di medicina militar•.
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L 'EltoGRAM:I1A DI SCBILUNO ECC.
conta diff~renzi ale caratterizzata da neutrofilia e deviazione nucleare a tipo iporigener.•tivo, per la presenza di un modico numero di neutrofili a ferro di cavallo. I linìociti sono diminuiti, gli eosinofìli sono presenti, i monociti possono essere o no diminui ti. In questi casi bisogna. ammettere che gli st.imoli infettivi, per la poca virulenza dei germi, e per la valida resistellZ6 dell'individuo colpito hanno agito solo in lieve grado sull'apparato delle cellule ematiche, producendo alterazioni iporigenera t ive. Tali emogrmmui a prognosi favorevole sono l'e:>pressione di processi infiammatori a localizzazione superficiale (processi purnlent.i incapsulati a decorso benigno), angina, processi catarrali de ll'intestino, ecc. Essi possono esserci di granùe utilità per fa r consiùet·are poco pericolose affezioni, che clinicamente esordiscono con sintomi minac::iosi, o per m etterei in gnardia dal p ericolo di recidive in iniezioni che apparentemen!,e sono guarite. La terzi\ forno.:~. di ernog tammg. è q nella a tipo schiettamente rigenerativo; e.ssn è cara.tteri<r.zata da neutrofilia con evidente de"iazione nucleare a sinistra per la presenza di parecchi neutrofili e anche di uno o due mie lociti. Gli eosinofili sono scomparsi nello striscio e solo visibili nella goccia spessa (a.neosin_o filia relativa). A ciò si accoppia la diminl14ione dei m·onociti e de i linfociti. Davanti a tali cmogrammi dobbiamo riservare sempre la nostra prognosi, perchè rappresentano l'indice di gravi malattie infettive. Essi difi\.tti si riscontro.no n ella polmonite acuta, difterite, meningite, · setticemia, pe ri toni te, appendicite, ecc. Essi possono starei anche ad indic!\re eSt\Cerbazioni acute di m alattie croniche (tubercolosi polmonare). · Importante è anche la lol'o comparsa. in malattie quali il tifo e l'infl uenza, le qna li s o_no notoria mente leucopeniche, perchè ci indict~.no chiaramente la comparsa di complicazioni settiche. Tali emogrammi, se la m alattia superato lo stadi q acuto si avvia verso la ~uari· gione, si modificano nel sen so che regredisce la devittzione nucleare, r icompaiono gli e osinofili e acquistano un c ttrattere sempre più favorevole. Ma se la malattia si aggrava tendendo all'esito letale, anche l'em~gratnm l\ si modifica: alla ipc rleucocitosi subentra una leucopenia, gli eosinofili scompaiono anche nella goccia spes.'3a (aneosinofilia assoluta), la deviazione nucleare si a.ccentun sempre più ve rso sinistra con presenza di mi <}lociti e promielociti, m entre i liniociti si ridncono a poche l1tlità e i monociti scompaiono. Es.;;o è quasi sempre un sin torna preagonico, che p~tò precedere di un giorno o due l'esito letale. Per meglio chiarire quanto ho esposto, e. anche per uscire un poco dall'ariùa esposizione teorica commenterò alcuni emogrammi da me praticati in ospedale : 1o Esempio: sold<Lto Marino Vincenzo, rioove1·ato in reparto medicina per broncopolmonite sinistra il giomo 19 gennaio. Il giorno successivo ho eS<'guito un emogra..mma.. Le condizioni generali erano gravi: 150 pulsazioni. al minuto, respiro frequente e molt-o sup erficiale, temperatura 39o. L'emogra.mma dà il seguente risultato:
l
J\'El'TROFILI
B
l l E
M
-
-
-
l G l Fc l s 5
l 92 l 16
71
L
6
l l Mon 3
947
L ' EMOù HAMM.-1. DI SC'Hn:t.INQ E CC .
Esso confennalo s tato grave dell'individuo. p erchè ci fa notare una n.ccent.ua.ta neutrofilia (92 neutrofili contro 5linfociti ), a~senza di eo;;inofili e spiccata devia.zione nucleare a sinistra rigenrra t iva. Però il fatto che gli eosinofìli sono presenti n•·lla goccia spessa (~tneosinofilia re lativa) e che la deviazione a sinistra pur avendo toccato le forme giovanili, non h a raggiunto i rnielooiti è un p o' rassicurante. La rot"tlo.ttia è b!ènsì grave, ma non minacciosa per l'esito letale. Si è in piena i nse di lotta neutrofilia. Dopo 7 giorni la. temperA.tura scende a 37°, 8, i fatti generali e loca li sono diminuiti note,•olrnente. Incomincia la crisi. Praticnt.o un altro emogramma si ba il seguente risultato: ~ EUTllOf"II.J
B
E
M
-
l
-
l
l G l Fo l s
-l-
-
62
13
L
Mon
18
6
75
L'emogrrunma. ha seguito il decora-o della m !\lattia. I neutrofili sono scesi da 92 e 75, i linì.ociti saliti a 18,la devit"tzione a sinistra è di sole forme a ferro di cavallo, incominciano a ricomparire gli eosinofili. Sorprende il numero dei monociti che è bensì salit.o da 3 a 6, m a non ha raggiunto cifre di 12-14, come si dov-rebbe avere nella fase di difesa monocitaria. ProbtLbilmente ho colpi to solamente l'inizio di~questa fase, la. qutl.le spess"J è molto bre ve e quindi non facile a sorprendere nel suo acme. Dopo tre giorni a crisi s uperata l'emogrnmma è stato il seguente:
B
E
l l ~
G
-
2
-
-
NEUTROFILI
l Fo l s 7
l
~8
.--ss----
l
L
Mon
82
11
l::>i.amo cioè in piena fase liniocìta.ria di guarigione. I neut.rofìli sono fortemente scesi, mentre sono aumentati ancora notevolmente i liniociti e gli eosinofili. I mono nucleati sono in numero di Il, forse tm po' troppi; probabilmente la guarigione non è ancora completa, e permane qualche postwno• .2° EBI!lmpio: soldato Adamo Prospero, ricoverato al reparto isolamento dal 23 gennaio 1934 per meningite cerebro-spinale meningococcica. Il paziente appena ricoverato in ospedale, non presentava. segni evidenti di meningismo, tanto che fu prfl.t.icata una emocultura, sospetta.ndosi una iniezione intest.ina.le. Questa dette esito n egativo, ed essendosi accentuati i segni di meningismo fu estratto d el liquido cefalo-rachidia no, che per la s ua torbidezza. e per la presenza di numer osi leucociti con netta. prevalenza di polinuclea.ri assicurò la diagnosi di meningite. L 'esame microscopico non fece rilevare la presenza di meningoooocchi intra.cellula.ri. P raticato il giorno 24 un emogramma si aveva il seguente risultato:
L'EMOGB·A~lMA DI SCH[LLING E CC .
948
l'EI"TitOY!T.I
B
E
M
-
-
-
l G l Fc l s -
l
15
69
r.
~ton
14
2
84
Cioè neutrofilia con aneosinofilia relath·a, e diminuzione dei linfociti e dei mono· nucleati. Ma. la. deviazione a sinistra di soli n~ut.rofiJi a ferro di cava.! lo e quindi a tipo iporigenerativo era indice di uno stat.o infettivo non gra.ve e non proporzionale alla gravità dei sintomi clinici. Rimangu perplesso; che l'emogramma. questa volta. mi aves.~e lasciato in asse ? Praticata una cultura del liquido cerebr<H>pina.le si ottiene sviluppo di diplococchi del tipo d el meningococco del Weichselbaum, il che non la· scia pi\t dubitare della natura dell'affezione. Altri emogrammi praticati nei giorni successivi hanno confermato l'esito del primo. Dopo 29 giornate di presenza l'individuo è stato dimesso completamente gua· rito. Un emogramma praticato il giorno prima è stato del seguente tenore: NEITUOFTLI
l
B
E
M
-
6
-
l
G
1 Fc l s
-
' 50l
~o
l
L
35
l
M on p
Esso ha confermato la guarigione con la presenza di molti e.osinofìli e della. l in· citosi, accompagnata a neutropenia e ad assenza. di deviazione nucleare •. A mio pa· re re l'emogramma. anche in questo. caso non ha tradito il suo scopo, inquantochè l'infezione è stata bensì m eningoooccica, ma per la valida resistenza. deU'-organ,i.smo oolpito e per la. non ecc'èssiva virulenza dei germi non ha influito proforidamente sul sistema.amopoietico. A prova di ciò sta il decorso assolutamente benigno dell'in· fezion;e, e la guarigione completa. senza. postumi o reliquati. so esempio: soldatt> Berton Luigi della. quinta compagnia di sanità. Questo mi· l itare è venuto un paio di volte da me a farsi ,,.isitare, lamentando disturbi gastrici e 11titich~. m:mchèmales.~ere generale. Non avendo riscontrato febbre e nulla di pa· tolo~o all'esame obbiettivo, ho creduto trattarsi di un banale imbarazzo gastrico, ma a lcuni giorni dopo essendo la temperatura salita. a 380, lo faccio ricoverare al
rep&rto.medicina. Dati i prooedenti e dato il t ipo di febbre continuo, si sospetta giustamente una in.fezione tifoidea. Si pratica una emocultura il giorno 7o ma l'esito è negativo. Si aspetta. qualche giorno e si pratica una sierodiagnosi con esito ancora negativo. Si rimane perplessi e sorge financo il dubbio che fosse il tifo diagnostico alterato, tanto la forma. clinica pada per una infezione intestinale. Si pratiCa. un emogramma, che dà. il seguente risult,ato: NEIJTROF'rLI
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L'EMOGRAMMA DI SCHILLING ECC.
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1\'h.nca la devittzione a s inist.ra. comune alle malattie infettive acute e c'è invt:->ee una devin.zione a ùust.ra, ne ntropenia e accentuata. liniocitosi: non mancano anche evidenti segni degenara.tivi dei neutrofili. Più che per il tifo l'emogramma. parla per una infezione ad andamento c ronico. Tubercolosi? In seguito a t~tl e sospetto si sottopone l'ammala to all'esame radiologico e si riscontra nella regione i In re destra op>~. cità rotondeggiante non uniforme, riferibile a probabile infìlt.rato ilore, con zone di opacità m~ggiore rifedbile a probttbili g htandole in evoluzione Mseosa. Dunque non più infezion e intestinale, m a infezione ~pecifica tubercolnre. Quale significcl>to prognos tico si potre bbe ricR,vare da q uesto em.ogramma 1 Conside ra.ndb la forte linfocitosi e l'asseO'Ut comple to. di deviazione nucleare a sinistra, la prognosi è favorevole, perchè ci dice che siamo in fas e di gna.rigione cronica. Unico punt o nero sarebbe la mancanza degli eosinofìli, ma s i tratta di una aneosinofilia relativa, poichè nella goccia spessa essi sono presenti. Ad ogni modo tale fatto non è molto rassicurante. In generale nelle forme tubercolari per emettere un giudizio prognostioo favorevole bisogna che ci sia s empre una spiccata liniocitosi. Un.fl. leggera neut:·c,filia t'tnche con m inima devirtz.ione nucleare a sinistra, già. peggipra la prognosi, perchè dimostra che il processo è in piena fase di sviluppo con tendenza alla diffusione. Probabilmente l'affezion~ tubercolare non è più pura., ma. ha già preparato il terreno pel' Io sviluppo di infezioni sec:mdarie. Che se poi la neutrofi.lia e la deviazione a. sinist.ra. aumentas.'!Cro d 'inte nsità., ciò indica che gli sviluppt clinici assumono sempre più un a.<!petto sfavorevole. Del resto nelle affezioni polmona.ri anche un emogramma perìettamente normale, che in pe.rsone sane è la regola, non ci deve lasciare tranquilli. Esso può essere negli ultimi st.a.cli dell'affezione l'espressione eli una. anergia generale , non essendo l'organismo più in grado di lottare. D all'insieme di quanto sono andato ~sponendo, si è visto quanta. importanza ha. l'emogrrunma nella valutn-zione di ogni processo infettivo. Certamente non tutti gli emogra.rnmi si prestano per una c hia.ra. interp~tazione. Qualche volta. essi si presehtano oscuri e tali che neanche colui che è molto esercitato ries.ce a. ricavare una. valutazione di una certa importanza. In t.a.Ji casi ripetendo l'ernogra.mma. varie volte si riesce spesso a rischia..rare la situazione. Del resto nessun metodo è infallibile, e quindi sarebbe assurdo pretendere da.ll'emogramma ciò che altre indagini non ci danno. ~la. pqssono i casi, del resto non frequenti, in cui l'emogra.mma fallisce il suo scopo, autorizzarci a pronunciare un verdetto di condanna 7 Certamente no, perchè in molti altri casi l'emogra.mma. anche da solo ha servito da. ct~.mp~nello di allarme per mett.ere in guardia contro iauninenti peggioramenti. Altre volte se esso da solo non ha. potuto servire a chiarire completamente il caso, in unione a tutti gli altri metodi di indagine clinica non ha mancato altresì di dare il suo aiut<>. Si sa che in clinica non un sintoma solo, ma. tutti quanti presi assieme e dopo essere stati passati ad un accurato vaglio ci mettono sulla giusta via. E allora perchè bandire questa preziosa r icerca che con un poco di esercizio può essere praticata da tutti ? Mi auguro pe rciò di aver potuto infondere nei lettori, anche se qualcuno prima ne dubitava, ciò che è la mia convinzione e che d~l resto già si pratica in parecchie cliniche: cioè che l'emogranmm non 8'ia da praticar8i 8olo n~lle affezioni emaJiche, ma che e.BBO abbia il suo pollto 008tantemente in ogt'i cartella di ammalali con procu8i mfettivi in atto di qual8ia8i natura, acuti e cronici, accanto alla curva termica, al pol8o e al rupiro.
CLINICA OTORINOLARINCOIATRICA DELLA R. UNIVERSiTÀ DI ROMA Direttore : prof. GuGLIELMO BILA:-I"ClONl
LE SINUSITI IN RAPPORTO ALL'ETÀ D ott. Carlo Bellelli, primo capitano medico, a ~ si -,tente milibu·e
Davanti ad un tema che ha per tit-olo • Le sinusiti in rapporto all'età • l'orien· tamento immediato non è propizio per uno svolgimento sereno della materia; tuttavia, esaminando e valutando i dati che ci possono soccorrere nell'interpre· tazione e nella soluzione del quesito, troviamo due elementi essenziali degni di attenzione e di valutazione: la. statistica e l'anatomia patologica.. Questa. presup• pone, come in tutti i ca.pitoli della patologia umana, una conoscenza preliminare dell'anatomia, della fisiologia e dell'etiologia delle malattie cui ci riferia.mo. Le statist.iche, a loro volta, ci soccorrono con i dati circa. la frequenza, l'epoca d'insorgenza, la durata, e, in linea subordinata, gli esiti. Tutta.via osserviamo che mentre i dati anatomo-patologici ci forniscono elementi precisi, delineati, la maggior parte delle volte, fuori discussione, i ri· lievi statistici, al contrario, sono di una elasticità ormai notoria e dànno quindi un affidamento problematico che non garantisce da errori. Errori, diciamo subit-o, indipendenti dalla capacità e serietà dei ricercatori, poichè le cause delle inesat· te2ze sono molteplici ed inconsapevoli. P er queste ragioni nello svolgimento del nostro lavoro e nelle deduzioni modest.e e puramente obiettive che se ne potranno desumere, daremo impor· tanza precipua, se non esssenziale ai riferimenti di ordine anatomo-morfologico e nosologico delle affezioni di cui ci occupiamo. Prenderemo invece dalle somme statistiche le sole differenze che possono corroborare le constatazioni obiettive che andremo man mano rilevando. La patologia dei setù della faccia è in diretto rapporto con il loro sviluppo, il qltale a sua volta presuppone svariate modalità in rapporto sia del tipo morlologico individuale sia dell'età di ciascun individuo. Quest'ultimo elemento per il nostro s tudio ha la maggiore importanza, sopratutto perchè noi intendia.mo parlare di sinusiti vere e proprie solo quando i seni abbiano raggiunto la loro maturità anatomica, che, naturalmente, è in dipendenza dell'epoca delJa vita in cui l'evoluzione delle varie parti del cranio si vanno completando. Due premesse fondamentali dobbiamo fare a questo proposito : una di ordine anat.orno-patologico, l'altra di ordine biologico. Come abbiamo già accennato, noi consideriamo la « sinusite » q uale entità a.natomo· patologica nel senso che abbiamo descritto e cioè una infiammazione dei tessuti membranosi di rivestiment-o d elle ca.vità. antrali e, in linea secondaria, delle pareti ossee dei seni stessi. È ovvio quindi specificare che noi non comprendiamo fra le s inusiti tutti i processi di osteomielite, qualunque sia la loro natura, a carico delle regioni dello scheletro cranio-facciale do,·e i seni si scavano.
LE SINUSITI IN RAPPOUTO ALL'ETÀ
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In brevi termini non intendiamo parlare di sinu.siti fino a quando i seni non si siano formati. Così per esempio in un bambino quando un'infezione si verifichi a carico, per esempio, dell'osso mascellare o del frontale si deve parlare di osteoperiostite o di osteomielite delle ossa stesse prese massivam.ente e non rleUe ca1:ità virtuali, o embrionarie che vi si sviluppano. Quanto &l fattore evolutivo è facile comp1·endex·e che esso si ricollega da un Jato, alle modalità morfologiche ~on cui i seni si sviluppano, dall'altro, e più direttamente, all'età dell'individuo in cui eventualmente una sinusit.e si d (·L€'1 mina. Non possiamo infatti parlare di età delle sinusiti senza parlare dell'età . del soggetto e distinguiamo ancora che MI termine gene1·ico dell'età delle sinusiti rie ntrano altre due sottodivisioni, a seconda che la malattia con,'!iderata è acuta o cronica. Non ripetiamo quanto già. è stato detto circa la evoluzione e la costituzione definitiva dei vari seni della faccia; l'età anatomica di ciascun antro, se pure oscilla fra limiti talora non indifferenti, è ormai stabilita. dagli studi morfologici nella maniera come segue: 1o lo sviluppo dei seni frontali, dato il loro modo di evolvei-e, e cioè a spese del tessuto spugnoso del frontale, che viene gradualmente riassorbito, non si può considerare come definitivo se non all'epoca della pubertà e cioè fra i 12 e i 15 anni; 2o il seno mascellare, la cui formazione è in diretto rapporto con l'accre· scimento della formazione del massiccio mascellare, sebbene presente e bene indi· viduabile nel 2o anno di vita, va gradualmente aumentando di proporzione dal ao al 7o anno, quando si può considerare completo nelle sue parti costi· tuenti, ma non definito nella sua ampiezza, la quale subisce di norma ulteriori aumenti; ao le cellule etmoidali, le quali si formano, come sappiamo, prima che l'etmoide si ossifichi, sono le prime a comparire e si trovano quindi in forma quasi definitiva anche nel bambino; 4o i seni sfenoidali se pure presenti come semplici abbozzi versò il 2° anno di vita completano la loro evoluzione verso i 22-25 anni. Da questo riepilogo appare chiaro come, per tutti i seni globalmente e con caratteristiche proprie per ciascun di essi, l'età della infiammazione non può prescindere da un limite minimo che è appunto quello del completamento dello sviluppo dei seni medesimi. Oltre questo limite di evoluzione anatomica, l'età delle sinusiti è in rapporto a numerosi altri fattori di ordine etiologico e patogenetico: fattori che, come abbiamo visto, da un lato rientrano fra quelli comuni delle affezioni i.nfiam· matorie in genere, dall'altra hanno caratteristiche speciali se pur minime, per ciascun seno. · Infatti, se da un lato non si può parlare di sinusite prima che il seno abbia strutturalmente completato il suo sviluppo, dall'altro le cause di malattia possono subentrare in qualsiasi periodo della vita..Fra questi limiti estremi la curva della frequenza è &Mai movimentata e dalle statistich e da noi coll.5ultate
ci appare all'evidenza. P remettiamo innanzi tutt-o che a giudicare da quelle inedite, le quali a noi constano per le ricerche che ne abbiamo tentato presso vari Istituti nosooomiali e presso gabinetti di accertamento diagnostico, tali statistiche sono di una ela· eticità e talora di una discordanza veramente disorientante: non perehè si sia.
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posta poca cura ne l r·azcoglierle, ma p erchè considerato che in genere si tien l soltanto conto dei casi che passano per il controllo osp3daliero, operati, o ri· solti senza intervento, la. maggior parte d :llle osservazioni a:nbulatorie pa~a:.o sotto silenzio e, lllllJl.CBndo le riprova diagnostiche, vengono rubricate sotto il titolo di al tre malattie. Quf>sto sopratutto per le sinusiti a forma &Juta ch e a ccompagnano le malattie infe ttive generali o locali con sintomi p reminentem ente na.<mli. Per tanto, se in qualche prospetto statistico si vedono prevalere le forme croniche su quelle acute, è perchè le prime possono sfuggire e le seconde vengono studiate e trat· tate clinicamen te. Ciò anche in rapporto alla. particolare parvenza s intorna.tologica dell'una e dell'alt ra. forma., perchè è ovvio che, m entre i fenomeni dell'an-
trite acuta. si confondono con quelU delle malattie causali sia. local.i che gene· rali, nelle forme croniche i segni prevalenti fanno subito discutere s ulla. sede d ell'affezione e di conseguenza la. diagnosi s i pone più facilmente esatta. Cosi chiamiamo in causa, a giustificare le divergenze delle statistiche, anche l'evidenza o l'incertezza della fe nomenologia, e per questo ci riteniamo obbligati a. fare lm cenno del quadro sintomatologico delle sinusiti, per quanto esso non riguardi direttamente il nostro lavoro e perciò sohematizziamo. Sinu~iti frontali. -
Sinto-mi soggettivi. - Il fenomeno preminente, precoce ed immancabile è il dolore, riferito generalmente sull'ambito stesso d ei seni fron· tali, talora diffuso alla radice del na.'30, all'orbita, alla metà corrisponde nte della faccia. Il dolore è per lo p iù acces.•male, più raramente continuo, esacerbantesi in tutti gli sforzi ed in tutti gli atti che richiedono una certa energia. Non rara· mente assume il tipo nevralgico, nel qual caso la sua localizzazione è mutevole. Il dolore spesso induce fenomeni di ripercussione s ullo stato generale e sopra· tutto su quello psichico. Poichè il dolore è m esso in rapporto con lo stato di tensione intrasinuSI\Ie, determinato dall'accumulo sempre maggiore della secrezione che non riesce a vincere l'ostruzione dell'ostie di scarico sinusale, va da sè che, quando que· 11to ostacolo sia vietato ed il secreto cominci e continui a de.fiu.ire, il dolore si a ttenui. Subentrano invece, altri disturbi, sebbene occasionalmente, quali la lacrimazione, la. fotofobia, la rinorrea., eco. Se la sinusite giunta a questo sta· dio rimane aperta, lo soolo de l liquido del naso persiste. Quando invece dopo una prima scarica il seno torna a chiudersi, si ripresentano i fenomeni sudde· scritti di aumentata tensiane intrasinusale e cioè dolore, fotofobia, lacrima· zione, talvolta persino leggero esoftalmo con diplopia; e tutto ciò permane e si rinnova tìnchè dura l'affezione sinusale. Ora. è evidente che· la sintomatologia soggettiva cosi violenta all'inizio ripete quella di una comune corizza e che, quindi, la diagnosi posta in una prima e superficiale osservazione dell'ammalato si orienti piuttosto su questa affe· zione. Viceversa, già da quando comincia a ripetersi la crisi di ostruzione sinusah ossia del passaggio dallo stato acuto a quello subacuto ed eventualmente oro· nico, il riepilogo sintomatologico agevola e chiarisce l'indirizzo diagnostico, piut.· tosto verso un'affezione sinusale. Lo stesso può dirsi dei sintomi obbiettivi; in quanto che ne lle fonne acute, oltre l'edema della regione, ch e raramente poi resta circoscritto, oltre l'arrossa· m ento delle palpebre, la lacrimazione, si osserva alla palpazione una pastosità
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dei tessuti molli e si provoca. una. reazione dolorosa. in corrispondenza della re· gione frontale e dell'angolo supero-intemo dell'orbita; alla rinoscopia. rossore e s ucculenza. della mucosa. È inutile ripetere che questi segni sono quegli stessi delle varie forme di riniti acute o periodiche. Soltanto la comparsa di pus nel mea.to rn9dio potrà in seguito fat· affacciare iJ dubbio di una affezione del seno; tuttavia. bene spes.<;o, anche in questo stadio, le indagini fisiche che possediamo per l'accertamento de lle sinusiti, quali la diafanoscopia. e la. mdiog mfìa, possono riuscire negative perchè, come è facile intendere, il seno, una volta scaricato il secreto contenuto, è preda di processi istopatologici non ancom tanto progrediti da dare segni di sè ai suddetti esami & ici. La sintomatologia de lle forme croniche, o meglio cronicizzate, assume una individualità definita anche quando i fenomeni concomitanti e l 'eventuali com· plicanze non richiamino di per sè sole l'attenzione sul seno ammalato poichè il carattere del dolore, l'aspetto de lla pituitaria all'esame rinoscopico, la presenza di stati distrofici in senso proliferativo, l'aspett.o del pus, ohe si riscontra inva.ria· bi lm ente nel mea.to m edio e che in certe posizioni de lla testa defluisce verso il rino· faringe, e la di&fanoscopia e la radiografia positiva son~ e lementi i ndubbi di una diagnosi di sinusite cronica, purchè, naturalmente l'osservatore li sappia valutare.
Sinusite ?n<Mcellare. -
Le sinusiti masce llari, oltre ad avere origine comune con quelle delle affezioni degli altri seni, possono dipendere da malatti ~ denta· rie, per cui distinguiamo sinu.siti ma.sceUari di origine r~ale e sinWJiti r1~cellari di origine dentaria. P er queste ultime vale anche la legge generale sempre ri· spetto all'età d 'insorgenza e di decorso, della possibilità delle affezioni a ca· rico dei denti e conseguentemente di quella porzione del mascellare superiore su cui s'impiantano i denti stessi in rapporto con il seno mascellare di cui abbiamo già fatto parola. Le sinusiti acute del masce lla.re hanno approssimativamente gli stessi sin· tomi già descritti per i seni frontali ed etmoidali, ma un poco differenziati rispetto alta sede. Ricordia!Ilo sopratutto la localizzazione del dolore alla regione sottozigomatica, l'eventuale tumefazione nello stesso territorio, il risentimento palato-gengivale, le odontalgie, ecc. La triade sintomatica che gli AA. riportano com e cl&SSica delle sinusiti m&Scellari e cioè lo scolo purulento nasale, la stenosi della fossa corrispondente e la sensazione soggettiva di cattivo odore, pur costanti nelle affezioni del seno m&ace llare, non sono, come è evidente, camtteristiche per il singolo seno affetto. Una sola differenza consiste in un grado maggiore ne ll'intensità dei detti sin· tomi, ma anche questo dato è impreciso perchè anche affezioni dei seni piil lont&ni dalla cavità nasale vem e propria possono manifestarsi con sintomi altrettanto violenti, e de l resto non è detto che ammali sempre un seno solo. D 'altronde questi fenomeni possono avere caratteri di saltuarietà e pertanto disorientare sia la dia.znosi di sede, come pure, qualora. la sede sia aocertata, queil& di natura e di forma della. lesione. Ricordiamo ancora che anche nell'affezione di uno solo ù~:~i l!en.i ma.:.~ct:lllari lo scolo muco·purulento si può avere da entrambe le narici, perchè il processo flogistico, sopra.tutto quando ha punti di partenza nasale, non risparmia mai l'altra narice e poi il reperto di pus nel meato medio a cui nell'esame obbiettivo si dà un'importanza quasi prominente, può essere subordinato a. momenti svariatissimi che non vengono vagliati ad un esame singolo e sommario.
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LE SIN"GSITI IN RAPPORTO ALL 'ETÀ
L'altro siutomll dell'ostruzione della fossa nasale è attribuito da diversi autori ad un'ipertrofia di un turbinato inferiore che sarebbe dipendente dal processo sinusitico stesso. Ciò è probativo quando t.ale ipertrofia si può con· statare format&si gradualmente ed accertare attraverso ripetuti esami rinosco· pici, ma quando l'osservazione obiettiva è praticata dopo un certo tempo dal· l'inizio dei fenomeni relativi alle affezioni sinusali, nessuno ci p uò dire se tale iportrofìa dei turbinati preesistes.'le e.:t·8e alla malattia del seno: e su ciò non c'illumina la constatazione di un turbinato non ipertrofìco nella fossa nasale eterologa poichè è noto come l' ipertrofia idiopatica o congenita che dir si voglia dei turbinati non dev'essere sistematicamente bilaterale, almeno per quanto ce ne dicono gli studi morfologici. Anche il dolore sogget>tivo eh& ha une. localiz· zazione vaga non ci può condurre ad un accertamento diagnostico: ciò evidentemente richiede esami minuziosi e complessi per cui una diagnosi di ambulatorio non può farsi sistematicamente. È inutile poi 1·ipetere per i seni mascellari quanto si è detto per le al tre cavità paranasali in ca.'li di tumori: di mucocele e di cisti, eccezione fatte. fra queste per le cisti dentarie o dentifere il cui accertamento, come ben si comprende è assai più indaginoso di quello di una comune sinusite flogogens.
SintuJiti e-tmoidali. - Anche l'etmoidite acuta coincide sintome.tologica· mt>nte con l'evolve rsi di una corizza acuta: i sintomi comuni sono infatti le leggiere elevazioni termiche, ed il malessere consecutivo. Seguono le c ris i di starnuti, la difficoltà di respirazione na.<sale, la voce a tipo di rinolalia chiusa, i ronzii auricolari, la diminuzione di udito, l'arrossamento della congiunti""& oculare, i dolori alla pressione del bulbo oculare, quindi ancora secrezione na· sale copiosa composta prevalentemente di muco limpido o talora più o meno concreto con le conseguenze irritative a carico del vestibolo nasale e del labbro superiore. Una presunzione di compartecipazione delle cellule etmoidal!i si ha soltanto allorchè la grande quantità. di secrezione nasale non può spiegarsi con una in· fìammazione limitata al solo ambito della mucosa na.'38le. Obiettivamente i rilie"i deponf'nti per tma etmoidite acuta sono ancora meno definiti di quelli deUa comtme corizza: difatti riscontriamo tanto nell'una come nell'altra. forma soltanto iperemia e succulenza della mucosa nasale (dopo detersìone d ell'accu· mulo di secreto mucoso), secreto-muco-fìbrinoso o muco·purulento a seconda dello stadio del processo m orboso. Di pari passo con la corizza, l'etmoidite acuta senza complicazioni, poichè ancora l'etmoidite acuta spesso ha. carat1;eri reci· divante, è facile a scambiarsi con i cosid..tti raffreddori a perman~nza. Ci troviamo perciò, qualche volta dolorosamente sorpresi davanti ad una grave complicanza di quella malattia nasale che avevamo in buona fede diagnosticata come una corizza a ripetizione.
Etmoidite cronica. - Anche per l'~>tmoide come per il seno frontale, le forme croniche si possono distinguere " grosso modo • in aperte e chiuse, ognuna delle quali ha i suoi sintomi più o meno differenziati su cui è inutile ripeterei, II:!& che ben spesso pa.~nno sotto relativo silenzio, a meno che non si ~rj\; ad uno studio tale in cui r entità di qualcuno, se non di tutti i fenomeni sinto· matologici dell'etmoidit.e cronica. e più ancora delle sne complicanze locali, non faccia luctl sulla natura della lesione.
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Ricordiamo ancora, incidentalme nte, la f.:1cilità con cui il mucocele etmoidale e sopratutto i primi stadi delle neoplasie dell'etmoide stesso, sia benigne che maligne (le quali in questa sede fra t utti gli altri Sf'ni dt>lla faccia ricorrono più di frequente) possono scambiarsi, ad un esame non sussidiato da indagini ausiliarie e sopratutto dalla ricerca di ordine fisico, per comuni processi flogistici.
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S eno afenoMale. - Le manifestazioni della forma acuta delle sinusiti sfenoidali si di.s tinguono abbastanza da quelle che si accompagnano ai seni ante· riori. Abbiamo difatti dolori a tipo gravativo che si localizzano a prefet-enza al vertice del capo e all'occipite, si accompagnano a sintomi generali di origine nevrotica, quali prostrazion e, insonnia, lacrimazione, fotofobia , diminuzione visiva, crisi vertiginosa, n evralgie sottorbitarie, ecc., nonchè stato fe bbrile accentuato tanto da . raggiungere talora i 40o. A part6 questo complesso sintomatologico, che talvolta può essere aggravato da turba psichiche accessionali, il corteo fenomenologico, quando procediamo all'osservazione obiettiva , ricade nella ~olita comunanza di fattori sinusitioi generici. Difatti la rinoscopia anteriore rivela turgore ed arros.'>aiDento della mucosa nasale con qualche nota particolare rappresentata dal rc stringiment.o o dalla chius ura della rima olfnttiva, in una succulenza incons ueta del turbinato medio, in un prolasso della mucosa del seno E<fenoidale nella fessUl'a olfattiva. Specillando su questo ~punto si provoca, qua.<;i immancabilmente un dolore che si propaga all'occipite , nella regione cervicale posteriore e alla. profondità. delle orbite . Non manca la solita pre~nza di muco-pus nel meato medio; tuttavia quando si è in presenza di una sinusite sfenoidale vera e propria, carstool'isticam•mte il pus si v€de defluire dalla volt.a naso faringea. Ciò natm·almente in rapporto a.ll'ubicazione anatomica deiJ'ostio sfenoidale che si apre appunto nel cavo. Per le forme croniche il sintoma preminente, se non costante, cioè la cefa· Iea profonda, continua, gravativa, riferita all'interno del cranio e propagato all'occipite o al fondo delle orbite , tenace a lungo, anche per anni viene generi· camente confuso con la cefalea luetica. Anche le nevralgie trigemlnali segmentarie, 'sopratutto a carico dei rami sopra e sottorbitali, spesso sono diagnosti· cati come idiopatiche e da cause generali. E pure la cefalea è prodotta dal de· fìciente o mancato deflusso della. secrezione antrale e i dolori nevralgici trag· gono origine da alterazioni ossee che si svolgono nell'ambito dei canali o orifìci di passaggio dei nervi intereflsati. Non neghiamo che la diagnosi differenziale sia piut-tosto ardua, ma un attento rinologo non dovrebbe mai esimersi dal dubbio . di una. lesione sfenoidale anclre quando questi soli sintomi sogget~ivi costituiscono la quasi totalità delle sofferenze dell'ammala.to. Sintoz:ni ancora più vaghi sono: le para.cusie e le rinalgie, i dolori orbitari e temporafi ·ed il complesso dei disturbi della sfera psichica, quali ottundimento, a.stenia, deficienza dell'attenzione e della memoria, st.ato depressivo e malin· conico, ecc. È superfitro insistere sulla comunanza di questi fenomeni con una. quantità di altre affezioni di ordine organico e semplicemente funzionale. Vi è anoro ohi parla d ella particolare sensazione olfattiva sgradevole a contatto dell'alito di questi soffe renti, ma per quanto vi siano delle sfumature diffe renziali, dalla maggior parte degli osservatori, e sopratutto dei più supel'fìciali, si scambia sov ente il f etore dei sinusitici sfenoidali con quello degli oze natosi.
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LE SIN USITI IN RAPPORTO ALL'ETÀ
Altre divergenze sintomatologiche potremmo ancora esporre riguardo alle sinusiti sfenoidali, ma non è il caso di sottilizzare, poichè, almeno ai nostri t empi un accurato esame clinico può di per sè solo dirimere diversi dubbi. E ..ltri ancora ne risolvono le ricerche di ordine fisico: tutto sta ad eseguire bene il primo ed avere la possibilità di praticare sistematicamente le seconde e, ci si per· metta di dirlo, di sapere giustamente interpretare i rep ~rti. Le alterazioni dei seni della faccia rimaste p er lungo tempo ignorate, pren· dono da qualche anno una considerevole importanza per la loro gravità, per le complicazioni che ne possono seguire, per la diagnosi ed il trattamento. Cosi si esprime il dottor Enrico Secreti nella prefazione di un suo volumetto su «Le i.nfiammazioni e tumori nei seni sfenoidali » pubblicato nel 1902. L'A. aggiungeva che dette alterazioni «sovente si sviluppano all'insaputa del malato e pos.'>ono poi essere origine di accidenti che per malignità. ed intensità sono non poco da temere •· Con queste parole noi possiamo sintetizzare quanto ancora oggi ci siamo permessi di commentare circa i caratteri semiologici e neurologici delle sinusiti. Rettifichiamo un solo concetto fra quelli espressi del citato autore: e cioè non è proprio esatto dire che le sinusiti abbiano assunto da qualche tempo una considerevole importanza, ma piuttosto il vero è che con l'affinarsi dell' indagine diagnos~ica esse si sono man mano rivelate con quella frequenza che effetti· vamente hanno in patologia e che per ragioni intuitive non potevano accertarsi nel passato. In secondo luogo, dobbiamo aggiungere (e ce ne rincresce) che le sinusiti sovente non evolvono solo all'insaputa del malato, ma purtroppo anche del medico, con ciò non vogliamo dire che ai giorni nostri la diagnosi di sinusite non sia alla portata non solo degli specialisti, ma anche dei m edici generici, piuttosto è da osservare, come del resto abbiamo già. ripetuto, che fra le malattie subdole di tutta la patologia umana le affezioni d elle cavità. parana.sali non tengono certamente l'ultimo posto. D i ciò abbiamo dato una esemplificazione discutendo la sintomatologia. Questi concetti si avvalorano anche dalle divergenze e dalla disparità delle statistiche. Si è accennato alla ragione, diciamolo pure, delle inevitabili manche· volezze nel compilare le statistiche e qui aggiungiamo soltanto che, prescindendo dalla pura scienza medica e spatiando nel campo senza limiti della scien· za statistica, in generale dobbiamo constatare che non può esistere un'unitA di indirizzo universale, ma che un'infinità. di cause e di concause, collettive ed individuali, globali ed wùlaterali, interpretative o concettive, ecc., contribuiscono a dare alle tabelle percentuali, anche le più matematiche, delle oscillazioni che raggiungono il controsenso. E rientrando nel modesto ed augusto campo .delle malattie dei seni d ella faccia, ricordiamo qualche esempio scelto fra i non più recenti perchè meno inattendibili, nel seMo che a qualche decina di anni di distanza d 'l noi, le statistiche si potevano compilare con più comodo, con più tempo, e di conse· guenza con maggiore approssimazione. Le statistiche di Shech di Monaco • 1885 • per le i.nfiammazioni dei seni dava la frequenza nell'ordine seguente: l o seno mascellare; 2o seno frontale;
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ao cellule etmoidali; 4o seno sfenoidale. È così qualche altro successivamente a.l lavoro di Shech. Naturalmente questa distribuzione subito dopo subì uno sconvolgimento; infatti le cifre riferite da Herke, Fraonkel, La.palle e Kien fra il 1896 e il 1899 danno il seno masceUa.re affe tto con maggiore frequenza, seguono poi i seni sfe· noidali e quindi, a diat&nza, i soni frontali e-d etmoidali. Il segreto però di tale sconvolgimento di statistiche sta nel fatto che Shech e seguaci avevano osservato s ul vivo, mentre i q uat tro ultimi AA. hanno desunte le cifre da reperti di autopsia. Un breve, per quanto superfluo, a nostro avviso, commento a questa d iscordanza ce lo dice lo stesso Secreti da cui riportiamo le statistich e citate, scrivendo che • il diverso giudizio degli autori d eve dipendere dalla difficoltà di diagnosticare con sicurezza i-ntra vita.m le sinu· siti in genere, le quali più facilmente si ritrovano post-mortem. Fra. qualc-he altro dato percentuale di accertamento diagnostico di a ffezione sinusale nel vivente, troviamo che Chiari su 2280 ammalati, da lui visitati nello spazio di 2 anni, riscontrò 45 casi di suppurazione delle cavità paranasali (2 %} Sui 2000 infermi osse rvati in un decennio da Lieh twitz, 258 risultarono affe tti da suppurazione di uno o più seni della faccia (19 %): in ordine di fre· quenza la malattia interessava i seni mascellari, i seni sfenoidali, i frontali ed intìne l'etmoide. · Adunque le statistiche di un tempo relativamente remoto, fatto sui viventi e quelle desunte dalla ricerca anatomo-patologica danno una ricorrenza di si· • nusiti rispettivamente del 2 % per le prime e del 30 % per le seconde. Le sta.ti.%iche a noi più prossime sfoggiano numeri di parecchie cifre circa gli accertamenti di s inusiti; tuttavia la quantità non è a vantaggio della qualità nel senso ohe le difficoltà di sistematizzazione e di classificazione se pure di diverso genere, non sono minori di quelle incontrate per il passato. Le ragioni sono molteplici: l'accresciuta affluenza dei malati nei reparti specialisti ed anche negli ambulatori di medicina e chirurgia, se pure indice di un'accresciuta oo· scienza igienica della popolazione, se facilita l'orientamento generale, intralcia d 'altro canto la minuziosa e completa ricerca sintomatologica sul singoloindi· viduo; quindi l'impossibilità materiale di soffermaroi a lungo sulla valuta., zione d ei vari fenomeni morbosi presentati da un paziente, ridonda tutto a scapito della precisione di diagnosi per cui i casi non facili, o quanto meno dubbi, si sottraggono alla identificazione e quindi alla registrazione della parti· colare malattia. D 'altra parte la preoccupazione ohe per ragioni d'istintiva umanità o di in· teresse scientifico, destano in noi casi che, da un lato assumono eccessiva gravità e dall'altro rappresentano rarità patologiche degne del più accurato studio, di.strae la nostra attenzione da forme semplici, frequenti e comuni. N e consegue che gran parte, stando naturalmente nell'ambito del nostro studio delle affezioni sinusali a sintomatologia ed a decorso banali, non sia presa nella dovuta considerazione e passi quindi, pressochè inosservata. Con queste argomentazioni che non hanno nessuna pretesa critica, ma che sono mosse da una semplice per quanto inoppugnabile constatazione di fatto, teniamo a chiarire la nostra riservatezza nell'accettare, non diciamo quasi c dogmaticamente • ma con una certa. fondatezza i dati statistici in ge·
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nere riferentisi alla frequenza delle malattie dei seni d ella faccia, ma sopratutto al valore che ad essi si può annettere circa. sinu.~iti in rapporto eJI'età, che è l'argomento di questa nota.. Difatti, anche n elle casistiche, che in realtà sono poche, riguardanti l'epoca d'inso1·gcnza delle sinusiti e la loro ricorrenza n elle varie forme anatomo-pato· logiche e cliniche in riferimento a.Ue varie età della vita, troviamo le opinioni e le conclusioni più disparate. P er mo' di esempio, si parla di sinusiti in epoche cosi primitive dell'esistenza quando nemmeno l'evoluzione più precoce della concretizzazione morfologica individuale non può avere conseguito il valore portentoso di una, diciamo così, « preformazione anatomica » di parti, che per costituu-s1 hanno bisogno del loro tempo; e diciamo subito che, pur senza essere rigidi ossequenti alle leggi della natura., schema.tizzate secondo le regole della scienza, non possiamo aprioristicamente ammettere una lesione ~tine nwteria e cioè, esprimendoci in termini anche troppo semplici, non possiamo par· lare di sinusiti quando il seno ancora non esiste. N on escludiamo, bene inteso, ch e un processo morboso, ammettiamo pure di qu.a.lsia.~i natura., possa localizuusi, nell'individuo ancora. non completo, in una d elle regioni cranio-facciali, in seno alla. quale si va formando la. cavità antrale, ma è facile comprendere che in tale evenienza. non si potrà assoluta· m ente parlare di malattia. sinusale , bensì di un processo x che con quella non ha niente di affine, nè di analogo.. Secondo termine del nostro giudizio è che in qualsiasi malattia organica, e naturalmente n elle malattie dei seni della faccia., fattore preminente ed inscin· · dibile nella patogenesi è il substrato morfologico. Si comprende per q uesto, o • per m eglio dire con gli antichi, la. forma anatomica, va. di pari passo nelle sue caratteristiche sia. generiche che individuali, con il processo deU'età ed è inutile che qul ci fermiamo a ripetere !''assioma. che la. malattia pre$Uppone l'organo. Di maniera. che se, stando a.! nostro argomento, un seno non è ancora entrato in fase evolutiva., nè si è costituito, non si può ammettere che sia sede di un processo patologico definito che non trovi in esso le imprescindibili condizioni anatomiche per il suo svolgimento. Le desunzioni statistico, malgrado le ma.nchevolezze e le imprecisioni, che purtroppo talvolta., come si è detto, rasentano l'inattendibilità, conside· rate globalmente o più precisamente addizionate fra loro e , quindi risuddivise secondo criteri morfologici e a.natomo-patologici danno dei limiti quasi sta.· bilizze.ti e definiti sulla. p.ossibilità d'insorgenza. delle sinusiti facciali nelle varie epoche della vita. Da. quanto abbiamo già detto, è chiaro che nella età infantile e nella prima. adolescenza le sinusiti nel senso anatomo-patologico e clinico della espressione, non esistono. Un tessuto in evoluzione, un organo in via. di completamento, un 1ti8tema no1~ ancora si8temaltizzato non possono essere attinti da alterazioni di defi· nito carattere patologico che assumono la. loro individualità patogena solo quando un tessuto è adulto, un organo completo, un sistema. sistematizza.to. Ne oon· segue senza ulteriore discussione in proposito, che la sinusite è malattia. pro· pria d el seno come tale anatomicamente e morfologicamente parlando. I precedenti cenni sull'evoluzione e sulla oostituzion.e delle cavità paranasali ci esime deJlo stabilire cifre sull'epoca più giovane dell'esistenza in -eui si possa cominciare a. parlare di a: Sinusiti ».
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Spost.andosi verso l'al t ro estre mo de lla vita. e cioè non p ropriamen te la senilità inwsa come vecchiezza cron ologica d oll'inclividuo, ma. piuttosto verso la seniliscenza d ei tesauti e dl:lgli organi, cioè ve t·so la perdita. di cort i lo ro poteri difensivi e l'acquisto in contrap posto di li~bilità o di pa:!Sività di resistenza, troviamo che la frequenza d e lle a.nt riti parana sali diminuisce ed anz i si esau· risce. Q ui non possiamo parla re di ragioni di p rett.a mor fo logia pe rch è sappiamo che in vecchiaia. i seni non solo non s i rid ucono, ma q ualche vo lta. aumentano d'ambi to per complessi processi di a t.rofìa. senile; ma. appunto siffa tti processi di seniliscenza istologica si oppongono al fac ile svolg imento di mani festazioni morbose, le quali hanno bisogno per il loro esplica rsi, lo ripetiamo ancora una volta., di un pabulum anst.omico favo re vole . Presumihilmen te al tre ragioni s ussistono, ch e per ora ci sfuggono, d ella. riduzione di frequenza o anche, della q uasi assoluta. mancanza d elle sinusi t i nei vecchi, ma. quanto abbiamo d etto offre una buona spiegazione d el tacere d elle statistiche eire~ le affe zio ni s inusali n ell'età. a'anzata. Non è nostra la constatazione ch e le sinus iti facciali sono d ell'età media d e lla vita., in quanto che nostro modesto compi to e ra semplicem ente di con· trollare tale asserzione e confermarne le rag ioni enunciate ed accettate . Avremmo voluto conoscere altre statistiche oltre que lle ant iche, di cui ab· biamo fatto parola, circa la frequenza. e l'et à de lle sinusiti accet ta te anche in bi\86 a studi anatorno -pato logici. In questo senso però la letteratura non ci soccorre e soltanto sporad icamen te troviamo registrat i reperti necroscopici di sinusite che in vita no n ave vano dato alcun segno a ttendibile 1u11.che per una diagnosi causale. Ricordiamo appunto la. storia rece n te di un infermo della n ostra Clinica, ve nuto a. noi per un difetto di respirazione nasale con un corteo sintomatico abba.<Jtanza imponen te, ma del tu tt.o circoscritto all'ambito d ell'apparato respiratorio, e che fu operat.o per a t resia d ell'orificio coana.le. L'intervento non e bbe l'e fficacia. di dominare, nè anzi di attenuare i disturbi d el paziente, i quali ma.n mano si aggravarono sino al punto che la inten.'lB stenosi respiratoria, richiese una t racheotom ia. Anche la trach eotomia, pE'rò, died e scarso e tempo· raneo sollievo, finchè si ebbe decesso per l'aggravarsi impressionante d ei sint.omi tracheo-bronco-polmonari. Una radiografia dava chiare note di un ispesiimento a tipo compatto ed os truente d ella trachea e dei maggiori bronchi, pre valentemente a d estra, ed altri s e gni di fen omeni discrasici profondi rive lat i sopratutto da una im p res· s ionante diafanizza.zione delle ossa. All'aut.opsia, il lume tracheo-bronchiale, apparve di una ampiezza. normale ed invece nel seno sfenoidale si annidava un'empie ma. d ei più classici. Il pr<>blema d ell'indag ine sistem>ltica d ei seni pamnasali al tavolo d e lle a.ut.opsie ci alletta. tanto, che è n.ostro proposito di approfondirlo face ndone a.rgome nt.o di un prossimo lavoro, p roblema naturalmen te n on facile a riso!· Ve rsi per il complesso di ragioni, fra le quali specialmente l'impossibilità di pre· senziare tutte le necroscopie o quanto mai di raccog lierne i dat i che c'interessano, ~ pur ta.li dati potranno venir posti in rilievo dal perito settore. In secondo luogo il riferimen to c linico degli e ventuali reperti che purtroppo, per gli a c cennati moti vi, o non si ricollegano ad una sintomatologia. apprezzabile i ntra vitam o non avranno dat.o s<•gni di sè, tali da richiamare· r attenzione.
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LE S INUS ITI IN RAPPORTO ALL' ETÀ
Ed ora. c oncludiamo riportando, come semplice elemento valorizzatore delle asserzioni fat te, le q uali del resto, ripetiamo, non hanno pretese di originalità., ma scaturiscono da una valutazione puramente obbiettiva di quei dati che abbiamo potuto raccogliere s ull'argomento, una. tabella statistica compilata s ui casi di sinusite facc iale specializzat i n ella Clinica O torinolaringoiatrica di Roma (dal 1926 alla metà del ' I933) e per la maggior parte operati. Sono naturalmente t ut ti i casi diagnosticati con sicurezza e naturalmente repertat i all'atto operatorio. Nessun dubbio quindi, sulla. loro autenticità..
Sir.usiti ma.scellari. - Le riscontriamo da un'età. minima di 12 ad un'età massima di 60 anni. La frequenza è in ordine quasi crescente fino ai 30 anni, in cui si raggiunge il nta~mum. La. decrescenza verso il 60o anno è assai più rapida. e gli intervalli fra un'età. e l'altra più lunghi. S inwriti frontali. - Vanno da un minimo di 12 ad un massimo di 64 anni, con una ricorrenza maggiore fra. i 25 ed i 30 anni; una. frequenza più cospicua fra. i 17 ed i 30 anni; quasi sporadici i casi in età avanzata. Sinusiti etmoidali. - Anch'esse si sono verificate fra r~ 12 e i 60 anni, con un periodo di maggiore affollamento nella aa decade della vita, e, c ome per le altre, con rapida discesa percentuale verso gli anni avanzati. Sinusiti afenoidali . - Non sarebbe opportuno da queste statistiche desumere e lementi a t tendibili, poichè i casi sono pochi e l'età. delle più varie. Pos.~ia.mo dire di preciso che non se ne sono riscontrate al di sotto dei 20 ed oltre i 54 anni e che la. media della maggiore frequenza cade sui 30 anni. Sinu.9iti combinate. - Fra le polisinusiti esclusivamente unilaterali e con precipuo interessamento d e:U'etmòide le cifre seguono una curva se non parallela almeno molto vicina. a que lla delle sinusiti etmoidali genuine. L 'età più bassa, però, cade al 17° anno e per quella adulta non si va oltre i 50 anni. Accenniamo alle pansinusiti solo p er u incidenza. •· Esse non figurano nella suddetta tabella sta tistica p erchè data la loro natura pretta.mente luetica, non figurano mai n ei prospetti de lle operazioni sui seni, almeno che non sfugga il loro carattere originario. P oichè p er le pa.nsinusiti, come espressione di un periodo piut tosto tardivo dell'infe zione luetica, è ovvio che la loro ricorrenza si verifichi circa l'età media della vita. D el pari, per incidenza, accenniamo alle affezioni neoplastiche, le quali ne lle loro caratteristiche etiopatogeneticbe generali, non fanno eccezione pe r i seni de lla faccia e quindi, per quanto in via schematica e dottrinaria che dir si voglia, riscontriamo i tumori connett :vali a preferenza nell'età giovanile e quelli epite liali nell'età adulta. Il prospetto statis tico, a cui ci rife riamo, non s i presta evidenteme nte a deduzioni o più o meno categoriche; ma, poichè con oscillazioni leggere rientra. nella maggioranza delle altre statistiche sia contemporanee ~he prossime, di cui abbiamo potuto prendere visione e che non crediamo necessario riportare perchè non dicono nulla di più, ci fa concludere, a confe rma di quanto siamo venuti esponendo, che l'e tà delle sinusiti è quella stessa. del seno che si ammala, nel senso che, riconfermando un concetto già. espresso, una malattia ha la sua com-
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LE STh"'l;SITI IN RAPPOllTO ALL 'ETÀ.
pleta individualità patologica quando tUl organo ha la. sua. ma turità anatomica., intendendo per maturità ana.tomica. il pe riodo ch e intercorre fra il compi · mento della evoluzione ed il principio della involuzione. RIASSUNTO. L'A. si propone di studiare la patologia dei seni delJa faccia in rapporto al loro sviluppo e più preciRamente a l grado morfologico da essi raggiunto riferito all'e tà in cui si abbia, in desunzione dai dati statistici, umt maggiore morbilità dei seni medesimj. Per tale studio e tale accertamento, prescindendo d alle nozioni ormai acquisite di anatomja. e embriologia delle cavità pa.ra.nasali e d elle variazioru sttutturali cosl molteplici e apparenteme11te indi· vidua.li, ma pur sempre legate al fattore evolutivo biologico, l'A. prende in considerazione, come prima base prodisponente alle affe zioni sinusali, di cui traccia la patogenesi e il quadro clinico, il p e riodo della vita in cui la maturità anatomica del seno presuppone una maggiore facilità rec<'tt.ivn, ai process i patologici e conforta la sua tesi con riassunti statistici.
llTBLlOORAFlA
ALRMQUE. - .Scituppo dei seni dt llo: taccia t Chirur{liCI r elflti1:a. Tlpogrntin Angelo Trani 1\n· poli 1907. BlLANOlONI. - •Manuale di 0 . R. L. •. Edlt. Pozr.l. Roma. BILA.NOlONl. - Prim-e linee di una paUJl(Jf1ia d~llo iJn<l111l1-.n. - .Sua i m'(lOrlama in O. R. L. Edlt.
Pozzi, Roma (Con numoroslsshna blbllografla SHll'nrgomento). Ft.LCOlll.- Si,.usiti frontali. cdlt. Rlcclnrdl, 1 9 1 8 . Knpoll. S EORBTL - ln{lammazicni e tumori nei seni ste•widali. Casn
Editrice Ora o ·M ondo, Roma. 1912 .
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f1f11rnnle di medicina militart .
RIVISTA DELLA 'STAMPA MEDICA ITALIANA ESTRANIIRA SAHITÀ MILri'ARE C. COT. - Le asfissie del tempo di pace e del tempo di guerra. (P a r igi, Lor illot Edit., 1933). In questo volume è raccolta una interessante serie di venti lezioni tenute dal t. col. medico COT, già dirigente il servizio sanitario del reggimento dei pompieri· zappatori, e attualmente direttore tecnico dei soccorsi agli asfissiati della città di Parigi. Le prime due lezioni trattano argomenti di carattere generale, mettendo in evidenza il meccanismo di produzione dello stato as1h tico, il quadro clinico realizzato nell'asfissia, le lesioni anatomopatologiohe rivelate dalla autopsia, il m e<'canismo della morte. Un concetto nuovo che affiora da questa rivista sinteticn è che l'asfissia non può oggi essere spiegata, come si tende a fare da parte di molti autori, con fenomeni puramente chimici, quale ad es. la mancanza di ossigeno, poiohè in essa intervengono anche gravi disturbi della meccanica circolatoria e respiratoria che culminano in un arresto de lla circolazione, con cuore destro e normemente dilatato, e ingombro de l sistema venoso. La parto che tratta delle asfissie accidentali de l tempo di pace considera l'nnnegamento, l'asfis.c;ia per ossido di carbonio, In folgorazione accidentale da corrente e lettrica. Di particolare interesse risulta la distinzione dei sommersi in annegati d el tipo asfir tico (cianosi bleu) e de l tipo pallido, distinzione fondamentale anch e ai fnù delle pratiche di pronto soccorso da applicare n e i singoli casi. Dalla esperienza personale de ll'autore e dei suoi oollaborot.ori risulta una cogni· zione nuova: nell 'annegato di tipo asfittico, il liquido schiumoso che ne rie mpie le vie respiratorie non è costituito dal liquido di immersione, ma da p lasma sanguigno. Si è, cioè, costituito un edema polmonare acutissimo. che rappresenta la causa della morte. Da questa constatazione deriva come corollario di appliea· zione pratica, la necossità. di effettuare un precoce e abbondante salasso. L'annegnto di tipo pallido realiz7..a la sindrome sincopale: questa eventualità, assai più rara della precedente, si verifica per cause non ancora del tutto note in alcuni individui a costituzione timolinfantica, insufficienti ghiandolari, e nei quali sembra esistere uno squilibrio dei n ervi vasomotori. Il sistema circolatorio, arterioso e venoso, si svuota di sangue: questo si raccoglie tutto ne i grandi laghi sanguigni addominali, nel territorio della vena porta e ne l fegato. La diarrea s ierosa che talora si produce in questi individui, per filtrazione e passaggio di plasma sanguigno att raverso le pare ti intestinali, è un equivalente dell'edema acuto del polmone che s ì verifica nell'annegato a-sfittico. Colpiti del tipo s incopale si possono avere, oltrechè per annegamento, anche p er intossicazione ossicnrbonica o per folgorazione da corrente elettrica: poic hè in questi soggetti non si sono isituite lesioni anatomiche, come negli asfittici, ma è il disturbo funzionale che domina il quadro de lla morte apparente, è n ect'S· sario che l'assistenza sia molto prolungata, cioè fino alla ripresa del respiro o fino alia comparsa di segni s icuri de lia morte. Questi colpiti beneficiano, oltreohè dl.'lla rel"pirazione artificiale e della posizione a testa bassa, degli interventi fisici capaci di agire in modo particolare sui riflessi. La part.e che tratta della fisiopatologia degli aggre.c;sivi chinùci presenta uno sviluppo minore di quello conccs.'lo alle asfissie di tempo di pace. Gli aggressivi da combattimento sono distinti dall'autore in due sole C..'lte· gorie, e cioè: tos.c;ici-asfissianti (a seconda della concentrazione), come le arsine, l'ypri te, l'acido cianidrico, l'ossido di carbonio; e soffocanti, del tipo cloro, fosgene, oloropicrina, ecc. nei quali l'asfissia è complicata dall'edema polmonare. Que:>tn classificazione ci sembra un po' troppo sohematica, anche perchè conside ra come sintomi secondari le ustioni da iprite, che pure rnppreS<'ntano tm elemento per molti aspetti degno della massima considerazione. Avrebbe ofb rto molto int-eresse
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Wl raffronto, da parte di un autore cosi competont~, fra gli annegati del tipo asfittico e del tipo sincopale e, rispettivamente, i soffocati con cianosi bleu e cianosi pallida: analogie fm queste forme esistono certam~>nte, a lmeno dal punto di vista clinico, e forse anche da que llo patogenatico e anatomopatologico. n rilevarle e discuterle potrebbe avvantaggiare la terapia, sopratutto ne i casi de ' soffocati grigi che, come è noto, sono i più gravi. Il COT, contrariame>nte al DAUTREBANDE ritiene uti le in tutti gli asfittici ed anche nei colpiti da aggressivi c himici, l'ossigC'notcrapia pe t· via sottocutanea, e ne descrive ampiamente la t ecnica e gli apparecchi . Le ultime lezioni sono dedicate dalla dife:sa attiva e paSS i\'!~ contro gli f\ttacchi aerochimici, ed alla organizzazione dei posti di soccorso.
FERRI .
IGIENE R. Huss. La ' mtalgla epidemica. (Rullott.in Offico In t. Hygiène publique, 1934, g.ugno. n. 6).
In questi ultimi anni, nel settentrione di Europa, e specialmente in Danimarca, Svezia, Norvegia ed I rlanda, è stata richiamata l'attenzione sopra 1ma malattia a carattere epidomico, caratterizzata da dolori muscolari e sens ibilità nlla pressione de i muscoli, specia lmente al torace, diaframma, a ddome. l dolori s<mo talvolta cosi intensi da costringere l'ammalato a piangere ed a gridare. In qualche caso prevale la localizzazione tornc ica, e s i ha così il tipo respi· ratorio, in altri invece la localizzazione addomina le, e s i ha il tipo addominale. Quest'ultima !orma ha in-qualche caso simulato cosl porfottamente una affeziona intraperitoneale, che s i è ricorso alla lnpamtomia esplorat iva. La malattia ha una incubazione di almeno 4 giorni ed è preceduta da 1.m p eriodo proùromico, caratterizzato da vomito, brividi, mal di t esta, talvolta a.nche delirio febbrile, non fatti catarrali. Possono avf}rsi complicazioni, e spocialmente orchiti e pleuriti secche, più raro inveco meningit i, pie locistiti, broncopolmoniti. La malattia compare in genere ne i mesi estivi, tanto c he alctmi hnnno peoAAto alla trnsrnissione per mezzo di insetti, ma in ma.ggioraTl7Al gli autori sono propensi a. ritenere che il contagio avvenga per la via digorente. L'agente etiologico è completamente sconosciuto. I colpiti roggiungono un numero considerevole. I n Svezia, nel 1931, fur·ono registrati almeno 12.000 casi, ed in una nave da guerra furono colpiti più de l 34 % d egli uomini de ll'eqtùpaggio. Però la malattia ha tm decorso benigno, non essendosi finora verificati casi mortali. BRUNI.
a Llster lnstltute or Preventive - Med icine. Collected papers n. 29 • · (L' m dr·. l, 1932-19 1 3) .
L 'I stituto Liste r di Lond1·a. ha riunito anche quost'Anno in un Ampio volume tutti i lavori usciti duront~ l'annata dall'Istituto st.E>sso o pubblicati in varii p eriodici inglesi. È il 290 volume che è stato finora dato a lle stampe e rappresenta una mole di lavoro veramente imponente perchè abbraccia tutti i ra mi dell'a t tività scien tifica dell'Istituto, cioè batteriologia, sierologia, patologia e biochimica. L a. ragione essenziale della riunione in volume sta noi fa t-to cho questi lavori non compaiono in un pe riodico proprio dell'I stituto Lister ma sono pubblicati in quelli delle varie specialità. Riunendoli in volum,c, oltre essere assai facilitate le consultazioni, il mondo scientifico può rendersi pienamente conto della emin~nto attività dell'I stituto stesso e della importanza delle ricerche in esso eseguite. Rifer i r emo a parte a proposito di alcuni lavori che c'interessano in modo pa rticolare. BRUNI.
Lotta contro le larve anofelioe. (Rivista di roalariologia, 1 93 3, fase. I. - 1934, fase. 2-3). L ' A . traccia un parallelo fra i due mezzi più usati eli lotta contro le larve anofel ine , i l petrolio e l'aceto arsenito di rame o ve rde di Parigi, larvicidi l'ww per via. meccanica, causando l'asfissia dello larve e de lle ninJe, l'altro per virtù tos.'lica, A . D E BENEDETTI. -
HI\"JS'fA Df:LLA STAMPA MF:DICA l'fALIAKA E STRANIERA
procurando l'avve lenamento d e lle sole larve. Si sofferma specialmente sul verde di Pm·igi del quale prende in esame sia la esatta tecnica dello spargimento con macchine soJfiatrici da lui modificate al fine di impedirne l'intasamento, sia l'etìicacia larvicida ed il costo. Per quanto riguarda il verde di Parigi, da esperienze condotte tanto in laboratorio che in campagna, è risultato: che questo è un larvicida sicuramente dficace; che agisce nel periodo di 8 ore a concentrazione dell' 1-2 % quando sia spai'!'o uniformemente con un mestruo che sia idoneo a trattenerlo alla superficie dellt• acque; che i bacini da d <> lnrvizzare non richiedono un disorbo proventivo; che J,.
acque trattate eono ancora utilizzabili per l'irrigazione e per l'abbeverata senza danno alle coltivazioni ed ai quadrupedi; infine, che è il mezzo larvicida più econo· mico. Indica come buona guida per la tempestiva rinnovazione de llo spargimento d ella miscPla, la reazione di GUTZAIT. Questa si pratica su 20 cc. di acqua trattata. cui ~i Aggiunge qualche p ezzo di zinco puro e 5-7 cc. di acido solforico diluito al 30 %; si r icopre il recipiente con una carta da filtro bagnata CO)l qualche gocci~1 di 1ma soluzione di nitrato di argento al 50% e si cronometra la comparsa d e ll11 reazione che, se positiva, non presenta dubbi ed è di facile apprezzamento, poich~ si determina Wlll colorazione gialla della carta da filtro. In specchi d'acqua a superficie tranquilla e in condizioni meteorologich(' calme, il verde di Parigi, sparso nella proporzione del2 %, si è riscontrato ntt.ivo ancora al 24o.25o giorno dalla proiC".tione. Il mt>stl'UO migliore per comporre In miscela al vorde di P arigi, anche perchè più economico, fino a poco tempo acldie tro era rappresentato dalla polvere di trada, sostanza che, per il miglioramento apportato alle rotabili con il nuovo sistema di copertura asfaltata, è oggi sempre più difficile a procurnrs i. L'A. ha felicemente ovviato a questa difficoltà riusct>nd o ad ott.enere w1a polvere quasi insonunergibile dal comune humus dei CDmpi chf·. dopo il crivellamento e la stacciatura, viene misce lata con un olio mine rale qualsiasi e port,ata a 250° per evaporare l'eccesso di olio. Il trattamento succitato induce un cambiamento nei CJ:~ratteri fis ici della polvere di terra di campo, ch1, diminuisce di volume, diventa più scorrevole, non ha tendenza ad adagiarsi <-. carattere spreifìcatamente inte ressante, ncquista la proprir>tà di essere insommergi· bilo. Di quest.a miscela ne occorrono in media 45 gr. per coprire un mq. di super· fìcio d'acqua ed il suo costo di produzione, anche considerando le spese di raccolta . setncciatura e trattamento (operazioni tutte che si compiono con grande semplicità di mezzi e che si possono praticare sul luogo di utilizzazione} è infe riore a quello di qualsiasi polvere di roccia macinata. Ai molteplici vantaggi presentati dall'uso del verde di P arigi come larvicida si oppongono due inconvenienti, cioè: di non essere attivo sulle ninfe, poi<'hi· queste non si nutrono in tale periodo di vita metamorfosante e di non a.gil'f' suU" larve d ei culicini. Per quanto riguarda il primo inconveniente, la distribuzione' bene intervallata del verde di Parigi, distruggendo le larve, renderà impossibil<· la trasformazione in ni_nfc; la qnf'A '>tione si riduce quindi ad nna p1·evidenza di U><'· nica dello spargimento della miscela larvicida che non infirma la sua efficscia. Circa la non efficacia sulle larve d egli altri culicini (Wlica reale not.a di svantaggio della miscela al ve rde di Parigi) non è un fattore che riguarda la lotta antimalarica e 'iuindi da far dare la preferenza al petrolio e similari, t enuto cont-o d <'l maggior co~to di questi ultimi. DE AI..EsSI.
P. J. LE MERA11TÉ, M. A. MACHEBOEUF, P. TCl!ERNIAKOFS'KY, H. CIIEPTEL. Sulla m tla ttia da conserve. Rf' lazione ali'Accad<'mia di Medic ina di P arigi (Bulletin de l'Académie de Médecine, 3• serie, tomo XCI, n. 6). Il dr. CHARCOT, medico esploratore, riferiva alla Accademia di medicina di Parigi, nel maggio del 1931, di avere osservato durante alcuni viaggi nelle zonE.> polari, ne lla sua stessa persona ed in alcuni partecipanti alfe spedizioni. Wla forma morbosa caratterizzata da petecchie, ed ema pretibiale, astenia gra-ve progressiva. Questo insieme sintomatico, che potrebbe far pensare ad lUI& sindrome avitaminica, non scompariva nei malati con la somministrazione di frutta e di legumi freschi crudi quando f'SSi continuavano ad ingerire d e lla carne in iscatoJa. mentre miglioravA rapidamente allorchò se ne astenevano. E ancora, questa m e-
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desima qualità di carne in conserva, che era stata v erosimilmente la causa d e l quadro morboso accennato, in altri vìa,:!,ttì, e ra stata consumata senza alcun dis turbo da soggetti che avevano rna.nìfestatato in precedenza sintomi dì intolleranza. Escluse le ipotesi che si potesse trattare di una avitaminosi e di intos.'!icazioni dovute ad alterazioni per cattiva conservazione o ai sali di stagno d e ll'involucro metallico, i relatori propendono a r itenere pii1 concordante con i s intomi, le m o dalità di insorgenza o tli decorso d el quadro root·boso, definito da CB.ARCOT • mnla.ttia da conserve •. l'idea che questa fos.'!e d ovuta acl una intossica:tione a picco le dosi da tossine di origine microbica, quali possono produrre alcune specie eli batteri t ermofili termoresistenti che Ri sviluppino, anche per poch e ore, in S('atole di carne che hanno subito rma sterìlizzaxione insufficiente. A conforto di questa ultima ipotesi i Relatori portano l'esperienza condotta durante il soggiorno d ella missione polare francese n e l biennio 1932-33, d e lla quale organizzarono e curarono il vettovagliameoto. Que!'<ta, composta di 15 uomini, in maggioranza brc>ttoni, pt-rm~e tredici m€'si a Scor('sby Sund (Groenlandia), zona inospitale e che non avre bbe permesso l'utilizzazione di prodott i alimentari locali. Gli organizzatori procuraron o tm regime alìmentnre vario, ene rgetico, ricco in vitamine C, abbondando n elle provviste ùi Jpgumi in ,;catola., olii. grassi, formaggi, f!'u tta. secche e !'<Ciroppate e, previdNIZa di importl'l.nza. non tra...;;curabile, delle farine che ut.ilizzarono per la panifica:tiom· ch e s i compiva giornalmente. L a. pre paroxione delle consesve di carne fu curata con ogni prevìdenzt"t. i17ienìca. cominciando dalla !'<Ct-lta degli t\nimali da mace lla:tione fino alla steribzzazione che durò un'ora. e quara.ntncinque minuti a 117 C. I controlli batteriologici d el prodot to diedero risultati dì asf<olura. sterilità. D lll'ante tutto il periodo dì permanenza d ella. missione a. Scoresby-Sund non furono osservari ca"i di intossi cazione alimentare e neppur e alc un minimo ,;:intorno anche i1tìzìale di scorbuto, pur non fcendo uso n è di limoni nè di purèe d i pomidori . I relo.tori concludono affermando che un r·egime alimentare privo di a.Jiment.i fre~ci composto princ ipalmente d i con~f'rve in s<!o.to l~, può Mst-re u sato senza soffer enze e d anno p er un tempo abbastan:r.a. lungo, pur chè sia conv enien temen te dosat.o e sufficientemente vario, p oiché le con'!erve di buOJtA. qualit.ò.contengo no ancora d elle quantirà.di vitamine C utili ad evitare lo scorbu to. Il dr. CxARCOT, presente alla r e laxione, si dimo!!rra fM orevole ad ammerr.e r e che la sindrome clinica da lui RPgna.lata., e che può e>~»ere confusa. con lo scorbuto, non compaia quando si u ;i d e lla carne in iscatola. ben confezionata. n1a. pen'!a pure che a ll'insorger e d ello stato morboso tos;.ico scorbtno- s imile pos30no cont ribuire , con le cause alimentari e la scn'libilità individuale, anche condizioni ambientali climatiche delle zone polari, quali la temperatura e l ' illuminazione. DE ALESSl.
MEDICINA INTERNA K. PASCHKIS. - Anemia ed angina d i pett o. (K.linische W och enschrift, 26-VJ 934, n. 21). La concezione patogen etìCf\ d e ll '1mgina di p ('tto, affezione molto fr('q tt<'nte , poggiata o sulla teoria del r estringi m t'nto delle coronArie, orgm1ico o spastico, o s u quello della dilata zione d e lla porzione iniziale dell'aorta, non s i può dire s icuromente stabilita nè si possono sempr e csatta.mont<' vnlutare il pro o il contro di ognuna di es.<>e. Mentre NOTRNAGEL rimì!!C il fenom €'no dolorf', che è quello che poi domir1a tutta la sindrome, ne llo spasmo delle coronarie, per c ui PAL pal'lò di cris i vasale, altri autori pensnrono all'i~<chemia consecut.ivn a llo spasmo e si spostò così la questione d 'li vnsi al miocnrdio. Come conseguenza dell'ischcmia s i chiamò in causa, per lo scatenamento dell'accesso, la mancanza di ossigono, l'accwnulo di prodotti de l ri cambio, l'n.cidificr.zione dei tessuti. KoH.:-< pensò ad un crampo del miocardio consecutivo a ll'ischemia. Gli studi d i LE>\'IS c della s ua scuola d ettero impor~anza ai prodotti d e l ri cambio (fattore P) depositati n egli spazi interfibrilla.ri e che m conseguenza dell ' i ;;ch~>m ia non potevano veni re n è ossidati, n è e liminat i.
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Gran d e importanza recen tem ente vien data al d efici ente apporto di ossigen o al m usco lo cardiaco, in seguito all'ischem.ia, come momento scatenante l'aocces...;() s t Bnocurdico, &~condo risulta d Alle ricerche di D.u.-mLOPULO e di BERGMA"NN e d<:lla !$ua scuola . Così s i spiegano gli a ccessi di angina che insorgono durante uno s forzo, p e r cui un m oggior bisogno di os.'>igeno che ha il muscolo cardiaco duran te il lavoro, biso~o'llo che n on può, com e n ei soggot t i sani, essere soddisfatto dA un m Aggior e a p port o di sangue p er l'alterato st.ato d elle coronarie c d interpre tazione anu loga può cASere data p er gli accessi inso1·gonti n e ll' ipertiroidismo, n e lla tachi · cm·dia pnrossistica, n e i viaggi in montagna. Quind i ischemia, diminuzione di emoglobina e consecutivo abbassam ento ddl 'ot>.-;igcno da cRsa trasp o r tato costituiscono in tali casi gli anelli d ella caten a putogcn otica d e ll'accesso di an g ina. In base a tn le m eccanismo l'A. intcrp1·e ta alcune osservazioni cliniche cl n lui fatte nl'lla prima sezione rnt·di ca de l p o lic linico di Vienna, in cuj gli accessi d i ang ina di p e tto si presento vano in soggetti in is tato e mopntico. Tale rappo rto appena accennato d a qua lch e autore t ed esco, è stato rilevato da autori inglesi, m n divcr&~mente v a lutato e m entre K.EErnn e R .E SNIK ritengono la compa rsa de ll 'ang ina m o lto rara n e ll'anemia p erniciosa, LEwrs invece In ri t ien e una complicnnza frequ ente di gravi anemie e tra ques t i due es tremi vi sono v~>lutazioni intermedi e . I mportanti in proposito sono le ricerche fatte da BuCBNl;;R c itl\to dall'aut ore , il qua le alla sezion e di conigli anemiz?-nti con salasso e sotto· p osti n l lnvoro t rov ò n e l miocardio lesioni tipich e com e in soggetti deceduti in s~·· guito nel ang ina di p etto , e l' autor e stesso ha riscontrato alterazioni e le ttrocardiug m1ìch e Cl\rottcr·istich e in condizioni sp erimentali analogh e . Nelle os.-,crvazioni cliniche riportate , riguardanti a ccC'ssi di _angina cos t A· t u ti in due cus i di anemia p orni cioAA e Ìll due di g rave anemia second1.u ·ia ad ulcera d Pl duoden o od a mi orna u terino, è importante il rilievo che, curando la malatt in fonda m on tn lC', l'em opnt ia, g li a ccessi si dileguavano, il ch e st.a a dimos trare la ~iustczza d oll'ammissione di un mpporto causale tra le due forme morbose. Ancora g li a ccessi s i presentavano duran te il lavoro. I nfine la sindrome a ccessionale :;i di leguava prima ch e fosse raggiunto l'equilibrio ematologico non solo , ma a d i· stanm div Msa dalla completn n •missione d ell'emopatia. Da tali dnt i sp er im en t ali e c linici l' A. d educe che nelle emopatia in seguito all'alte ra ta c.rnsi snngujgna s i hn ipoem oglobinemia e quindi un d efic iente a ppor to d i ossigen o al mu~co lo cardi.aco, ch e mentre può bastn re quando il sogp:otto è a riposo, tli von ta p orò non più sufficiente durun te il lavoro, in cui, p er l'aw n.entatn at. t ività cardiaca , aumenta il bi~>ogno di ossigeno. quindi anossienùa e lo scat.en an.-i d t' Il' a ccesso. L e constntflzioni s pe riment ali dimostra no che non sempre i m ecca n ismi di r<'golozione sono s ufficienti n e i gravi stat i di anemia a sopperire ai maggiori bisogni di ossigeno da p a r te d el miocru'dio. Infine l' osservazione che a diversa d istan 7.A dalla remi :<.~i one complet.a d ell'emopatia In sindrome accessionale scompare, ci p orta ad ammettere che non esis t e un vRiore critico stnbilito d e lla quanti tà di emoglobina,nl di sotto d e l quale si ha anossiemia del muscolo cardiaco e qu indi 8('Cessi stenocardici: e viden tem ente questo valore critico, come i m eccanismi eh compen so, è diver so d a cnso a caso. Dalle osservazioni d ell'A. risulta quindi ch 6 l'anemia può essere uno d e i fnt, t ori scatenanti l'accca.'>o di anginA di p et t o, quando cioè in conseguenza di essa il contenu to emoglobinico notevolmente si abbassa e ra ggiunge que l grado crit i('o, onde anossi<' mia, ev entuolità ch E' può v erificarsi più fMilmente n egli aneruj<·i . ch e, a p a r·it à di condizioni , in sogget.ti n on anemici. P erci ò la lC';~ione d ello coronarie , il lavoro pos.~ono n oi corso di un'ernopat ia d cterminnro pi\l precocem ente la s indrome stenocurdica, in quanto, sommun· d osi tutt·i quei fa t t ori det erminanti o coa diuvant·i, prin a s i ha lo s tato ùi anos.'liem ia. P erò in alcuni C!llsi di gra ve an emia , in base ai rilievi clinic i e sp .-rimcnt nli fatti c ripo rtati d nll'auto re . può p er il fatto solo d e l b asso contenuto e mog lobin·('o dC'tcrminars i l 'anossiemia d e l miocnrdio e l'acces.'!o s t enocardico e ciò indipendE'nt •'mente d a ll' int('grit.à d e i m <'ccanismi di r <'golnzione e di <'ompenso d ella circolozion e miocardica e dal loro intervento.
R. D'ALESSANDRO .
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A. Co u RTOIS - Le azotemie di origine nervosa. (La Presse 1\!édicale 1934, n. 57).
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L'aumento d e ll'arca ne l sangue fu dapprima riscontrato in alcuni brightic i, ma in seguito ai lavori di AcHARD si not-arono d e lle azotemie che non si a ccoro· pagnavano agli altri segni abituali di n ofrite , lSenza postumi renali e con integrità anatomica del rene. E~ rigunrdavano specialmen te cas i di malattie infe ttive gravi, ma s i osservavano anche dopo una serie di accessi epilettici, d opo un inter· vento chirurgico, durante un coma, in alctme e ncofnlit i acute . L'A. riesamina la quistione per insist e re s ull'importanza d el s istema ne rvoso nel regolare il meta· bolismo azotato e per indicare co me in protica si può riconoscere tali azotemie extrarenali di origine nervosa. I n alctme encefaliti acute l'azotemia apparisce isolata, cioè priva di alcuni d e i sogni a bituali d e lle nefriti: niente edemi , niente ipe rtensione, albuminuria incostante e minima, a ssenza di cilindr i, spesso oliguri.a, ma concentrazione u.reica ne ll'urina normale; infine all'autopsia non s i riscontro alcuna lesione di nefrite acuta o cronica . Poiché tali casi si accompagnavano a nutrizione difettosa, l' A. ha vo luto ve · rifìcatll se il digiuno poteva da solo spiegAre l'a zor.cmin, ma e;.so non hn alctma influenza e così l'ipocloremia che mnncava noi ca s i in pa rola; non si tra tta infìntdi una azotemia terminnle , perchè essa s i ve rificava m o lto prima d ella morte. Tre sono i sintomi cost.anti di queste encefaliti acute: le turbo c onfus ionali acute, il dimagrimento cons idorovole che dà l'impressione di u.n'amiotrofia acuta e l'azotemin. Si e ra quindi indott i n p ensare che la lesione infiammatoria corebro·SP.inale fosse responsabile d ella s indrome mcntnle e d e ll'atrofia ac uta d c i muscoli. ~ a questa fusione d e l tc:-;suto muscolnre che bisogna fa r ri&d ire l'origine d e lle scorie azotate di cui l'organiRmo dove libl' rars i. In effetti ogni volta che si impia n t a una lrsione cerebra le a cu ta, quale chi:' ne sia la causa , s i ha un numcnt.o vM·iabile d e l t nsso u reico nel sangue. Questo fa tto è stato osservato d a mo lti e in diverso forme morbose. I/ A. pn!<Rn in rossE•gna i lavori: l'azotemia è st a ta riscontrata ne lla para lis i gonora le , ne l d e lirio a cuto d egli alcoolis ti, ne ll'eneèfalite epidomicn, ne lla rnl'nin~o-(>ncetalite t>rnoi"li\j2iN\, nella meningite tubercolare , ne lla confusione montai<' semplice, negli s t nti deprPS.'liYi, n egli accessi epilet.tici, nell'eclRmpsia, ne l te tano. In tu t te que.;te o sservazioni non esisteva malattia primitivn de l rene; l'azotemia s i era cleYata d opo l' insorgenza delle turbo nervose e non poteva quindj esserne In causa. Azotemia elevata si ha anche ne lle malattie infettive, specie n e lle forme g ra"·i. atasso-adinamiche, più marcata quando esiste p t>rdita di acqua. È possibile che il s ist ema ne rvoso sin in ca usa anche ne ll'azot emia post· o p e ratoria, nella quale intervengono anche l'anestosia, In distruzione tissulare pe1· il trauma operatorio, d elle vol te una infezione e infine l'ipocloremia. Altra causa di azotemia sono le varie forme di coma. Si è visto così come l'azotemia esis te nelle s indromi accompagnate da dimunuzione più o meno marcata d e lle funzioni cerebrali. Me ntre alcuni autor i spiegano l'nzotemia del lo ffif\latt ie infettive e d e lle intossicazioni con le lesioni renali o epatiche , con l'ipoc loN·min o con la dist ruzione di el em e nti azotati il CoURTOIS ne fa risalire la causa ad una lesione cerebrale e , sp ecialmente ne lle malattie infettive, all'encefa lite, che s i manifesta con confusione mentnle, to1-pore, stato tifol'<o, paralis i ocular i, emiplegia..... Quali regioni d e l ne·vrasse sono responsabili d e lla amiotrofìa acuta e quanto influiscono le alterazioni d e lle grandi ce llule d elle coma anteriori d e l midollo? L'A. studiando dei casi di psicos i di KoRA.KOFF ha potuto notare che l'azo. temia non si manifesta se non quando d el quadro morboso vengono a far parte le turbe mentali. Sono quindi le lesioni d ei centri cerebrali responsabili d e lla azot E' mia per quanto non è possibile stabilire attualmente la loro sede. Due m eccanimi sono in gioco: le tu.rbe d e l trofismo generale e le tlltrbe funzionali del rene, che possono essere collegate a una disftmzione d ei centri nervosi che regolano le funzioni renali. Le causo dell'alterazione d ei centri ne rvosi possono essere costituite dall'azione de lle tossine de ll'afiezione causale, d ell'ipocloremia, d e lla carenza di acqua. I caratteri d ell'a7.otemia di origine ne rvosa che la distinguono da quella dovuta a malattia renale sono: 1o l 'azotemia è secondaria: apparisce in sogge tti con funzione renale nor· male in seguito a diverse afiezioni;
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2o l'azotemia è ad evoluzione acuta, termini essa con la morte o con la guarigione; 3o l'azotemia è isolata, non si accompagna ai sintomi abituali delle nefriti; 4o l'azotemia è il p·ù d elle volte asintomatatica (assenza d i vomiti, diarrea, t urbe de l ritmo rcspir<\torio, mios i); 5o l'esame anatomico d ;mostra mancan7-a di lesioni renali. La terapia. di queste azotemie consist.e nel t1·att.am~:>nto de lle malattie che le h anno originate. Tu.. tavia in certi casi è utile idratare l'organismo con ipo· d errnoclisi d i soluzione fisiologica, perchè in questo modo si facili..erà l'e limina· zione di urea con l'urin!l. e si provvederà., ove esista, all' ipocloremia. FLORIO .
P. ·E. Mo~tHARD-:r . Gli effetti del lavori nel diabetici. (La Presse :Médicale, 18 lu· • glio 1934 n. 57). TaousSEAU pPr primo e poi Zatl\t EH ed altri nume ro,. i autori, in seguito ad osservazioni cliniche, hanno osservato che il lavoro neJ decorso del diabete ha una benefica influenza sulla malattia stessa. Secondo CACCURI, che ha port.aw' note· voli contribut.i a questo argomento, si h a che in casi di diabete leggero il lavoro muscolare fa diminuire la glicosuria e la glicemia, mentre ne l diabe to di maggiore entità. s i otte ngono effe tti contrarii. Le nostre conoscenze a riguardo sono state precisati~ da BUROER, il quale ha stabilito che lo zucchero del sangue aumenta di più dopo un lavoro fisico nel diabetico non curato che in tm soggetto sano e d in ciò egli avrebbe un sintomo patognomonico da l diabete. Questo autore ha stabilito una prova di tolleranza ciel lavoro, la q11all' dA. Ì11segnamolllÌ molw inte1·es~twti per i diabe tici. Il metodo cons iste in ciò: stabilita l'n.glicosuria a mezzo del regime alimentare, paragonare gli effetti che si ottengono souuninistrando un'aggiunta di idrati di carbortio durante il te mpo che l'ammalato resta a riposo e ne lrespleu,mento di un deter· minato lavoro. Alcune ricerche eseguite secondo il prede tto metodo hanno permesso di constatare cho all'inizio de l trat.tnmento il lavoro non impedisce il riapparire della glicosuria. Phì tardi però ciò si ottiene e Ja reazione da positiva che era diventa ne· gativa. Da questo momento in poi il trattamento sistematico per il lavoro d ivf'nt.A indispensabilé. Secondo GERL e d HoFMANN questi fatti s i espliche rebbe ro perch& il lavoro determina un aumonto della produzione dell' insulina prodotta dalle forze di riserva ancora conservate nel pancrca~. L' nsscnza di qu<'ste forze tli riS(>rva produce al contrario una reazione negativa dopo il lavoro. Dunque l'attività fisica, come ht\Jmo dimostrato LA\VRENCE, GERL ed H o F· M.ANN ecc., può costituire nn mnzzo per l'economia dell'insulina; taio fatto è dimo· s trato da \m' importante osservazione di F . BRA OCH: Un dinbHtico di 27 anni, in condizioni fisiche buone. viene messo a r egime alimentare ricco di grassi e legumi con gr. 80 di p~>ne e por tre volte 20 unità d'io· sulina per giorno. Dopo aver ricominciato a l~>vorare da giardiniere, ep:li avvl'rtì, i primi due giorni, circa due ore dopo l'iniezione de l mattino, uno choc ipogli· cemico violento che determinò una incoscienza passeggiera. Allora egli al ma ttino incomin ciò a mangiare nn pezzettino di pane che riuscì a fare evitare lo choc. ~la. un mese più tardi avendo dovuto e!<pletare un duro lavoro da mietitore, gli st l"-"-"i fenomeni dolio choc si ripmscntarono in modo t a le che egli fu costretto a sopprimere l' iniezione d' ins ulina de l mnttino e d n cons umare 200 gr. di pane senza avC're glicosuria. Si sa inoltre che dei casi d'ipo~licemia grave ed anche mortali sono stati OSSOI'VI\ti dur-ante il lavoro (SINGER, REINWEIR E' l\IORKET) . Sono state fatte anchr ricerche sulla r·espirnzione p er sapere se il consumo di zucchero ne i diabetici au.m<'nta sotto l' influenza d <'l lavoro; ed è s tato constat-ato rln GR.U'E e H. SALOMO~ ne ll' uomo e da HErNs HErM'ER nel cane che In combustione vione auml'ntHtn dnii 'Nl('rcizio fisico; ma che i grassi forniscono solo il supplP· monto di ene rgia por il quozi<'nte res piratorio diminuito. Ad ogni modo i fenomeni doll'inflnenza de l lavo ro ne i diRbc>tici sono molto complt•ssi l'd in conclns ione s i può dire che la cura de l diabete col lavoro esige 'è;;hme o la sorv(•glinnza accurota di ogni s ingolo caso.
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In pratica è solamente con un regime alimentare bene appropiato eh!:' un diabetico potrà ricominciare a mettersi a l lavoro dal quale si ritiene che egli possa realizzare un risparmio dell'apparato ins ulare. Le dosi d'insulina saranno fissa e dopo assaggi molto meticolosi; esse pe rciò devono essere proporzionate al lavoro che può, per un colono, andrno da un estre· mo all'altro, cioè a dire dall'intensn fatica de l mietitor(, alla scmioziosità invernale. È neces.<;ario infine che l'ammalato sia esattamente edotto de i fenomeni de llo choc ipoglicemico e del modo di prevénirli. In tale caso bisogna sorvegliare attentam(lnte l'apparato circolatorio e ciò in particolar modo ne i soggetti. obesi e con muscoli deboli, poichè incasi simili ogni lavoro può determinare un collasso cardiaco. Ugualmente sorvegliata deve essere l'e liminazione dei corpi acetonici, <>d in casi di acidos i il lavoro deve essere proibito, poichè quando questo s intomo esiste esso viene accentuato dallo stes.«o lavoro; invece in quei casi in cui si r·iJeva una dose debole ma molto pe r,;istente di ncetone, ciò non costituisce una con· troindicazione. Adtmque le principali controindicazioni d<>l lavoro nC'i diabetici sono indicnt f' ùalle prove funzionali e cioè: insufficienza cardiaca, reazione generale sfavorevolf'. choc piuttosto grave f'Cc., ciò che dimostra che i l trar.tamento ambulatorio de l diabete non è possibile, poichè così non si può apprt>.-.zare il bisogno d'insuli11a in modo sufficientement.e preciso, nè si può os;;crvt~re la reazione che ne segt:o. In tal modo le difficolt,Q. int' rC'nti alla prf'scrizione del lavoro nei diabetici sono moltiss ime ed è perciò giustificata la c reazione di istituzioni specializzate come quella dil"etta da F . BnAliCH.
S. YITALE. CHIRURGIA GENERALE P. MocQuOT e P. PADOVA~I. - Tecnica e Indicazioni dell'enterostomla sul tenue, nel t rattamento dell'occlusione intestina le. (Journal de chirurgie n. l; luglio 1934) .
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Gli AA. descrivono la. tecnica dell'e:Jterostomia sul tenue, che essi sc~uono con buoni risultati. L 'obbiettivo da raggiungere consiste nel creare una fistola ch e ripari gli accidenti della. ritenzione delle mate rie fecali, senza deviarne del tutto il corso. La fistola deve essere piccola e tale da. potersi chiudere, dopo, spontaneamente; bisogna infine evitare in modo assoluto l'afliusso di materie fecali nella ferita operatoria. P er ottenere tutto ciò, ecco il proced imento consigliato dagli AA., de rivante dalla. tecnica de lla gMtrostomia alla \VITZEL; introdurre ne ll'int-estino, attraverso tm piccolq orifìcio, una sonda di NELATON fissata con un filo a borsa, e quindi curvata in una piega ùella mnco•n intf'::<t inale e infoe:;..'ll\ta per una lunghezza di parecchi centimetri. Cosi la sonda viene ad avere un tratto nella parete intestinale, c, q1mndo è rimos.«a, la fistola ottenuta si chiude Rpontaneamente. Ad evitare l'afflusso di materie fecali nella ferita operatoria, noi rnoment.o in cui si introduce la sonda, gli AA. consigliano di adopt•rare un piccolo trequarti. fatto costruire appositamente, sul quale è un orifìcio laterale, cui si adatta tm tubo rli caucciù. Grazie ad un dispositivo semplice, s i può chiudere il ntbinetto, prin1a di riti.rara completamente il millldrino. Per le indicazioni gli AA. distinguono: tma enter·ostomia complementare e una enterostomia isolata. Trat.tundosi di stomin sulla porzione terminale del tenue, è meglio parlare d i ilcostornia. L'ileostmnia complementarE• si fa in occlus ioni acute quando, per la esistenza di aderenze o per alterazione de Ila pa rete intestinale, $i pre,·eùe che snrà difficile il ristabilirsi del t ransito, come ad es. nell<' occlusioni paralitiche che accompagnano le peritonjti acute. . . L'ileostomin isolatA., cioè praticata come opernzione a sè, di cui gli AA. preCipuamente si occupano, h·+ le S<'guf'nti indicnzioni: . 1° tutte le occlusioni da aderenze intorno Rd un focolaio suppurativo, ap· pcndlColare, p elvico o di altra sede, in luogo de ll'entf'ro-anastomosi, pf'ricolosa perchè praticata sn anse infinrrunntf' e distese, dovf' le suture difficilmentt' tengono;
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20 tutte le occlusioni da aderenze intorno ad un focolaio infiammatorio non suppurato, dopo aver liberato le anse da tali aderenze (entorostomia di scarico), e anche nei cAsi in cui tale libe razione è impossibile praticare; 3o le occlusioni che s i osscx·vano nelle p eritoni t i tubercolari in evoluzione; 40 tutte lo occlus ioni meccaniche senza strozzamento in periodo avanzato (in questi casi l'enterostomia è l'intervento iniziale che precede quello radicale). Part icolare at.tenzione bisogna rivolgere alle occlusioni post-operatorie dovute a cause meccaniche e infettive nello stesso tempo, insorgenti in 5a, 6• giornata. In questi casi è inutile la rimozione dell'ostacolo m eccanico, avendo questo una parte accesssorio. ne l meccanismo di produzione d e ll'occlusione, mentre il tentativo di rimozione aggrava la paralisi dell'intestino, in ammalati con scarsissima. resistenza organica, depressi e a bas.."'l pressione a r teriosa. In tutti questi casi, l'entc rostomia praticata con la. tecnica d escritta e proposta dagli AA., dà risultati molto migliori, essendo un intervento facilmente sopportAto. Risponde infine all'1ndicazione essenziale dj evitare i fatti tossici gravi, prima del ritorno del peristaltismo intestinale. Intercalati nella trattazione dell'argomento, sono r ipl>r tati numerosi CAsi clinici, davvero dimostrativi, a d illustrazione e commento delle indicazioni df'l· l'ileostomia. SALSANO.
TRAUMATOLOCIA DIVNOGORKY. -
Fratture dell'astragalo e loro trattamento (Revue de Chirurgi1•,
luglio 1934). Le fratture de11'astrngalo, un tempo ritenuto eccezionali, costituiscono pe r la loro frequen?At, per la lOI'O gravità e per la gravità d egli esiti sopratutto, un cnpitolo non trascurabile d e lla traumatologia. I traumatismi che esplicano la loro azione sul collo del piede, specie se di una certa entità, possono non poche volte farci trovare di fronte a lesioni che d ebbono non poco preoccuparci, -sia per st-abilire la natura di essa lesione, sia per stabilire ciò che maggiormente importa, l'indirizzo terapoutico. Vero è che, se qualche volta è possibile con il solo esame clinico diagnosticare con sicurezza una fratturi! d ell'astragalo, ne l maggior nwnero dci cas i è solo l'esam e radiologico quello che può chiarire una diagnosi clinica di probabilità. ed oggi che disponiamo di questo prezioso ausilio vediamo appunto come le lesioni traumatiche dell'astragalo s iano molto più frequenti di quanto una volta si poteva pensare. Per ciò che riguarda il trattamento d e lle fratture invecl.', i diversi cultori della traumntologia non sono di accordo, prefe rendo taluni il trattamento incruento, propendendo altri per la cura cruenta, e di questi ultimi a lcuni p er tm'intervento conservativo, altri "p er un intervento demolitivo. L 'A. avendo avuto occasione di osservare e di curare d ue casi di frattura dell'a~tro galo e avendo avuto modo di seguire i suoi pazienti per alcuni mesi dopo l'int-e r vc•nto, riprende la dibatt.uta questione d e l trattamento d e lle fratture a.stragaliche. E sposte concisamente, ma chiaramente, le cause che ordinariamente d eterminano gravi lesioni delle ossa del tarso, specie dell'astragalo, esposto il meccanismo di produzione d e lle fratture di quest'os.'òo, la complessa sintomatologia clinica con le relative difficoltà d ìagnostiche, l'A. affr.onta la questione d e l trattamento, apportAndo il contributo personale d ei due casi osservati. Le fratture dell'astragalo d ebbono dividen;i in due gruppi: l o Oruppo - Fratturo senza spostamPnto dQi frammenti; 2o Oruppo - Fr·att ure con spostamento dei frammenti. P er le frottm~ de l primo gruppo ne lla quasi totalità d ei casi è sufficiPnte un trattamento incruento e questo può es.'òere regolato o con l'immobiliz?.azione e le consecutive cure flsiche o secondo il m etodo ortopedico suggerito da BoRLEa. P or le fratture del secondo gruppo q ue lle cioè con spostamento di uno o più frammenti e p er le fratt.ure-lussazioni, gli autori non sono d 'accordo. Alcuni consigliano in ogni caso inte rvenire e proced ere alla astragnlectomia totale o pnrzin lo, altri invece sono sostenitori del metodo conservativo, trattare cioè la frattw·a dell'astragalo come la frattura di qualsiasi altro osso, riduzione d ei franm1f'nti e contenzione di e~i . Nei due casi p ersonali l'A. s i è regolato a p -
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RIVISTA DELLA S'rAMPA Mli:DICA I TAJ, l.ANA E STRANIJ-: IU
punto in questa seconda maniera, pur avendo dovuto superare delle difficoltà lievi per la riduzione de i frauunenti. In entrambi i casi gli esiti sono stati soddisfacenti, sin dal punto di vista anatomico, che da que llo fw1· zionale. n buon risultato anatomico ottenuto è s tato controllato e confermat o anche a distanza di vari mesi, dall'esame radiografico. Senza la pre tesa di voler~> generalizzare e pur fa cendo le dovute riserve circ.1 la ulteriore sorte del frammento ridotto c contenuto, la cui vitalità è indi8Cutibilmente ridotta, l'A., fondandos i sullo s tudio del In letteratura concernente le frattur.· dell'astragolo e sulla pe rsonale OS.'<(Irvnzione credesi in diritto di addin•nire a lla conclus ione che il t ra tt.amento d PIIc frattw·o de ll 'as tragalo, accompagnat-e dn s postamento, dove essere individualizzato . .Ne i casi semplici s i può riconPre al tmttamento incruento, in quelli complicati invece devesi ricorrere all'inte rvento chirurgico e tentare sempre di ripo rtHre in sede il franunento lussato. t~>cniche non
ROSA.
UROLOGIA. E. MINoAZZINI. L. 40).
Urologia pratica. (Casa editrice Luigi P ozzi, Romn J 934-XII,
Il prof. ERMA:-I SO l\!t~GAMl i''I, ù oceuLe di cliuicu d ulie mulattie d elle vit·
urinarie e di patologia speci~1le c hir1u·gica o primario urologo nf•ll'o;;pcdale d.-l Littorio in Roma, ha snputo compiere tm'opcrn veromeJlte pro!ittcvole per il ceto medico italiano con questo suo ottimo compendio di Urologia pratica che può ser· viro tanto agli specializzati come ai generici, risp ettivamente, ov<' la importante disciplina entra neJle applicazioni de lla complcsm t ecnica moderna od ove es.~ rimane noi confuù de lla comtmo pra t.icH corrt-nt<.'. La urologia , difa tti, mPJltrc ero· nologicamente è fra le specialità di più recento s ist("matizzazione, pu1·o ha anch'e!<.<; !\ ormai un così vasto dominio da non potl'rs i considera re come accessoria della chirw·gio gene rale E' d 'nltra pnrtl" sono t,nli e tantE' l<" sue cwmessioni con lf' me· dicina interna che nessun modico può dispenSiu·si dal possedcm e, a.ggiornnti, i principi fondatrH>nto l i. Il manunle do l .à lmOAZZ1NI è uno di quei testi di studio e di riscontro che per· mettono od agevolano l'orientamento diagnost..ico ne l minor t.empo, con un quadro dottrinario sobrio e compiuto sì dn dar conto de lla più rtlzionalo terapia, come i.: indispensabile di fronte a ca.~i in esame che richiedano rapide norme applicat ive. C'è da augurnrsi oho questo libro e legante e mancggovole, in so piccolo, di ~20 pagine, riccamente illustroto, entri a far parto della biblioteca per~;onnle di ciascun medico nell'accogliente ripiano doi più fidi alleati p r r la vita professionale d'ogni giorno. Esso ha ben meritato l'alto onore di una lunsighiera presentazione di Ro · BERTO ALESSANDRI che si compiace della nobile fatica di uno dei suoi allievi piì1 d istinti.
Un così autorevole viatico può dispensare da ogni altro apprezzamento. Il volume - secondo il 1\tlnestro - « rinl'lsume quanto la moderna urologia ha messo in evidenza circa la fisio-patologia. de ll'npparnto urinario, i modi di sospettare P precisare la diagnosi, le indicazioni curative sia mediche che chirurgiche, quello che si può ott.enere con le prime e fino a qual momento conviene u.sarle, la neces· sità e le modalità dello operazioni, i risultnti che se ne possono spe rare·· ~ Avere assolto un tale compito, ed esservi ri uscito «egregiamente •, costituisce P"l' il MINGAZZù~ un titolo di ve ra benemerenza ve xo;:;o la coltura medica nazional•• che man mano si vede sempre più vantaggiosamente affrancat.a dall'antico as.~r· vimento alla produzione libraria s t r Anie ra.
V. D. B.
COIFERUZE E DIIDSTRlliBII CLIIICHE IESLI OSPEDALI MILITARI ELENCO E SOMMARI DEGLI ARGOMENTI TRATTATI (Dal procual Yerball pe rvenuti alla Direzione cenerate di Sanitl militare nell'aeoslo 1984-XII)
GORIZl:A. - Ciipitano medico BTAGlO c. . PU"l'O: Un caso di fratl!,ra parceUare della epifì.si radiale (faccia ulnara) e della facceua radiale d.el cap1:teUo dell'uliUl. PraUura del trapezio e della ba8e del 1° ·rnetacarpo d. (durante un'<•f<Crcitazione alla boxe). Cons"dcmzioni su lla ri\rità dell e fr,\tturo d e l trapezio che quasi sempre sono accomp:1gnate a frati Ut"e d ella bas3 d e ! m etacarpo corrispondt-nte. - Un caso di appenrlic-ite cro1~ica co" notevoli aderenze deU'appendice e del cieco (operato). -
Un caso di pielo-nejl·ite acuta. Un caso di fiòrO·COn<Ìr0·8rtrcoma dell<L epifisi su.periore della tibia destra.
- Un caso di frattura commintùa delle o118a dell'avanwraccio destro con. apatppolamento dei tes~tu.ti e lesione clel jruJcio neuro·vMcolcm~ da pallottob~ da mitraglia • :M:agi"! ri ». Trattamento chirurgi·c o (disarticolazione). Considernzioni sui fenomeni da scop· pio d ella pallottola per esercitazioni, esplosa a breve distanzn. - Primo cnpitano modico EM:ANlJELE D'A:o~GELO: Un caso di pleuropolm.onite rli probabile natura tra1,1'nalica.. - Primo capitano medico DoMENICO LISTA: Un caso di ·n w,n·i festazioni aecon· darie luetiche, in una recluta curata insufficientemente prima della venuta alle <lrmi. PERUGIA. - Maggiore medico RAFFAELLO PEPE: Epilessia, cquivalmti epileUici ed ist.erilmw nella pratica medico-l-egale militare.
RoMA. - Primo capit~no medico DOMENlCO LONGO: ltweraione eli sede total.e dei visceri. Rilievi clinici, elettrocardiografici o medico-legali. L'O. illustra un caso ili « situs viscerwn inversus totalis • ed espon e l 'imam· nesi, l'esame oggettivo e radiologico. Illustra quindi l'elettrocardiogramma che r·isulta completamente invertito in J • derivazione; in 28 derivazione onda P pos i· tiva, ondtl S lll'g•\tiv.l, discreto allargamento del complesso v entricolare; in 2"' t' 3a derivazione uncinatum diR e S. QuE>sti ultimi fatti starmo ad indi caro un cPrt.n grado di maggiore asincronismo t r·a i due v entricoli che non di norma. Diifureuza tra l'c lettrocardiogrmnma ne lla dt?strocurdin con « situs viscerwn inversus tota lis • e quello d e lla d estrocardia pura. Prove di funzionalit1l. cardir,ca negative . DisctL<>Sione del caso. Irnporwnzà d c i <lati clinici ed anatorniei rilevati dal FR.A.."<ORI in sette ca~i di «S. V. I. T. • Oscurith cloii"Ptiopatogt?nesi. Applicazioni medico-IL'gali inerenti al sl'rvi:>.io militaw. L 'O. è del pAN!re chP fJUOSta u varietà di svi luppo » indipendentemente da como è considernta dall'artieo lo 70, el. A. s i debba riten ere di per sè rnotivo di limitata idone ità a l servizio militare in nnnonia c,)lle conclusioni di FttANCRr. Intt'rlottuiscono il direttore dell'ospedale t e n. colorm. med. :\l ASSEUA :-.o p €1r lo. pnrto medico-leg>llo militare e il primo capitano medico L o B I A:-<·co p e r l'etiologia.
CONFERENZE E
DIMOSTR.~ZIOl\'1
CLINif'HE ECC.
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Maggiore medico CARLO BRUNO : Un caso di periartrite acapoloomerale traumurt·ica.
SAVIGLIANO. -
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Un caso di mal.attia di Oagood-Schlatter dell'apofisi anteriore della tibia.
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Un caso di artrite deformante dell'anca..
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Un caso di congeatione polmo111.1re.
UDINE. - Tenente colonnello medico SAYEIUO (lJRCIO: Un caso ùi gt'Cwe ùumffìcienza epatica acuta. - Primo capitano medico ANTONIO FAitAOl\'E: Sindrome di Ganzer e sua. en· tità paicologica. L'O. presenta un caso di frenastenia originaria in cui - con le atipie morfol( · giche, i segni neurologici e le stigmate mentali - è rilevabile la cosidetta sindrome della «risposta assurda o al rovescio • (rèponae à cotè). Dopo aver analizzato la parte dell'esame psicologico relativa a tale ricerco, mette in rilievo il singolare contegno del S. durante l'interrogatorio, talora grotte·· sco da indurre al sospetto della sim·ulazione (Ganzcr, Lombroso); segnala il carat· tere spesso evas-ivo della risposta; accenna alle varie forme psicopatiche in cui tale sindrome può essere controllabile. Riassume il concetto • emozionale » del Souckanoff, secondo il quale la emo· zione, provocata dalla domanda, provocherebbe a s ua volta un turbamento di coscienza tale da produrre un ordine di idee - e quindi di risposte- opposto Al normale. - Un caso di paraliai apinale apaatir,a. L'O. presenta un ex militare con sindrome paretico-spastica tipo Erb-Charcot. Riassume - dopo averne rilevata la sintomatologia e discus.~ la etiopatogenesila diagnos i differenziale con quelle forme sintomatich e che possono transitoriA·
mente dar luogo ad un quadro clinico analogo (sclerosi laterale amiotrofica, scleros i multipla, morbo di Pott). Tratta della forma familiare ereditaria di Striimpell, diffe renziando questa dalla sindrome del Little e dalla paralisi spinale spastica familiare su base eredoluetica del Mingazzini.
NOTIZIE Avanzamento degli ufficiali. Il Giornale militare ufficiale, disp. 51• del 6 settembre c . a . (circolar e n. 685), riporta il R. decreto 3 agosto 1934-Xll, n. 1374, che stabilisce i p rogrammi e le modalità. di :svolgimento d egli esami per l'avanzamento degli ufficiali del R. Eser· cito. Nella successiva dispensa 52• del 7 settembre c. a. d ello stesso Giornale mil·i· tore (circolare n. 689} sono fissate le norme per la. presentazione delle domande di dispensa dal compiere il periodo di comando di reparto o di servizio stabilito da.l l"art. 32 della legge 7 giugno 1934, n. 899, sull'avanzamento degli ufficiali ciel R. Ese rcito.
Corsi preparatori per esami di avanzamento di ufficiali del Corpo sanitario. Secondo disposizioni contenute nella circolare 586 Gi<trnale miUtare 3 agosto c . a. (disp. 48"}, il 1° setterobr.> hanno avuto inizio presso a Scuola d i applicazione di sanità militare di F irenze i corsi preparatol'i agli esami di avanzamento per i capitani medici, t enenti m edici e chimici fo.rmacil<ti in s.p.e., che sono compresi nei limiti di anzimùtà per l'iscrizione sui quadri di avanzamento a scelto. or dinaria e ad anzianità p er il 1934-35 (circolare 505 Giornale militare c . a.}. È stata. data facoltà. agli ufficiali di rinnnciare a frequentare i corsi prep aratori, ad essi però non poteva essere concessa alcuna licenz ~ straordinaria, oltre quella ordinaria del biennio. Sono stati esclusi dal corso gli ufficiali in aspettitiva e quelli che hanno già. fl-cqu entato i corsi preparntori de,zli tumi pa"s~. ti. I corsi soprndetti terminano il giorno l o ottobre per i capitani medici ed il giorno 25 ottobre p er i subalterni medici e chimici farmacisti.
Esami d'avanzamento per ufficiali del Corpo sanitario. Con circolare 718 Giornale militare 14 srttcmbre 1914-XU , ciisp. 53a, i11 rifc · rim'nto nl R. decr<'to 3 agosto 193!-XII, n. 1374, gli esnmi di avanzamen to p er gli urficiali del Corpo sanitario sono fhsuti nel srgucntl~ modo: U.FFIOTALI .MEDICI.
a) Esami per l'avanzamento a scelta ordina.ria dei capitani: inizio d egli csl'tmi: 17 ottobre p . v.; località di svolgime nto: Roma - Ospedale militare; b) ERa.mi per l'avanzamento ad anzianità. dei tenenti: inizio degli esami: 27 ottobre p. v.; località di svolgimento: Roma - Ospedale militare; c) Esami per l'avanzamento a scelta Rpeciale d ei tenenti medici:
prova scritta: data di svolgimento: 25 corrent-e; località. di svolgimento: quelle indicat.e dal primo comma dell'art. 14 ti PI R. decr·Pto 3 a.gosto 1934-XII, n. 1374; prove orali e pratiche: inizio d elle prove: 13 ott.obre p . v.; località. di ~:;volgimento: Roma - Os peda.lo militare; UFFIOIAI.I ClllMICI FARMACISTI.
a) E&lmi por l'avunr.amento ad anzianità d ei tenenti: inizio degli e:mmi: 29 ot.tobre p. v.; località. di svolgirnE'nto: R oma - Oi!pedala militare;
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b) .Esami per l'nvanza.mf'nto a scelta sp eciale d ei tenenti:
inizio d egli esami: 22 ottobre p. v.; località di svolgimento; que lle stabilite n el primo conuna d e ll'art. 14 d e l R . decreto 3 agost o 1934-XII, n. 1374; Agli esami p er l'ava.nza.mC"nto ad a nzianità d ei t en en t i medici e chimici farmacisti, si presentaranno tutti i t en enti compresi ne i limiti di anzianità p er l'iscrizione sui quadri di avanzamPnto 1934-35, ch e n on abbiano preced entemente sostenuti d etti esami con esito favore vole .
Tenenti colonnelli medici che entrano in turno di anzianità per assumere la carica di direttore di ospedale. A senso delle disposizioni contenute ne ll'art. 55 d e lla l0gge 7 g iugno 1934-Xll n. 899 e nell'art.. 32 delle nOJ'ffif' p er la prima applicazione d ella lC'gge s t cs.«a . con circolare 704 Giornale militare 6 settembre 193t-XTI il )finistcro ha d eterminato che i seguenti tenenti colonnelli modic i €'ntrino ne l prossimo anno in turno per a ssumere la carica di direttori di ospcd l\lc-: GI.A.RUSSO Gesua ldo, PF.RHTER St(•fano, T u rnLt-I Antonio , B RUNI Nicolo, 0EJnnNo Alf••odo, ROMBY Ptw lo. Lo \"Aw .JO R occo.
Riduzione delle rette dJ degenza negli stabilimenti sauJtarJ mUitarl. Con d ecret o minist c ria le del 31 lug lio c . n. (C'.ircola re n. 688 Giomale milit.a:re 7 ~ettombre u . s .) si è disposto che lo r et w g iom a lic re per g li nfficia li, impiPgati civili, sot tuffioiali, uomini di truppa. e al t ri indiv id ui ammrssi negli ospeda li militari e stabilimenti dipendenti, siono rido t t i cle ll'8 % .
Concorso al premio Rlberi per gli umcialJ medici del R. Esercito e della R. Marina. Dal GioriUlle mi litare ufTwiale d e l 31 a gosto 1934-XII. Circo lare n . 673 (Direzion e generale sanità militare ). Sa rà a s.c;ognat o un premio di lire t 1·cruila Alla m ig liore de lle m emorie r ed ott e da ufficiali m edici de l R. eserc ito e d ella R. m a rina sul t orna. se!,'UOnte: • La costituzione, sec<mdo le attuali ved~tte, nei suoi rapporti colla p atogene-9·i della tubercolosi e col giudi zio di dipendenza da ca'U8a di servizio ~ l. Potra nno concorrere gli ufficiali m edi c i d el R. esercito e d ella R . marina in s . p. e., anche se a dispos izione di altri minist eri, in aspettativa , iu posizione di servizio al.tSiliario, gli ufficiali medici di riserva provenienti dal se rvizio attivo e tutti gli ufficiali m edici non iscrittj n ei ruo li, purchè prov enienti anch'essi dal servizio attivo. 2. L'estremo limite di tempo por la consegna d elle m emox·ie alla di rezione generale di SiUlità. militare è fissato al 31 dicembre 1935: quello m emorie che perv enissero in t empo posteriore saranno considerate come non ricevute. 3. Le m emorie dovranno essere inedite e scritte in lingua italiana con ca.rat· teri chiaramente leggibili e possibihnente dattilografate. 4. C~asouna. m emoria dovrà essere contrassegnata da un m otto, il quale verrà. rip etuto m una scheda sugge llata, coutenen te il cognome, il n om e , il grado ed il luogo di residenza dell'autore .
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NOTT7.IE
5. Nessuna d elle m emorie presentate potrà. essere premiata se l'autore non avrà soddisfatto a tutte le condizioni poste dal programma. 6. Le memorie non premiate potranno, qualora n e saranno giudicat.e degne,
ottenere una m enzione onorevole. 7. Ve rranno soltanto aperte la scheda de lla memoria premiata e le schttde di qnelle giudicate me ritevoli di menzione onot·evole; le altre verranno bruciate senza essere ape rte. S. La pubblicazione sul • Giornale di medicina militare • e sugli • Annali di medicina navale e coloniale» d ei motti de lle memorie presentate al concorso servirà di ricevuta agli autori. 9. I manoscritti d elle memorie presentate al concorso apparterranno di diritto alla direzione di sanità militare, con pienn facoltà ad essa di pubblicare la memoria premiata. L'autore di essa sarà tuttavia libero di dare pubblicità al proprio lavoro, anche emendato e modificato, purchè in quest-o caso si faccia si che da una prefazione o dal testo del libro si possano conoscer P tutti gli emendamenti e le modificazioni introdotti posteriormente all'aggiudicazione d el premio. Il Sottosef!"ela1-io di Stato: B.usTRoocm.
Premio della " Fondazione Ferrero di Cavallerleone , pro ufficiali medici del R. Eserèito in s. p. e. Dal Giornale militare ufficiale del 7 settembre 1934-XII. Circolare n . 705 (Direzione generale personale civili e affari generali). In rela-zione a l disposto d ell'art. 3 d e l vigente statuto d ella « Fondazione Ferre ra di CnYallorleone » pro ufficiali m edici d e l R. esercito in s. p. e. erett.a in ente morale con R. d ecreto n . 460 del 26 febbraio 1925 (circolare 254 d el giornale militare 1925) ed in consider·azione d e lla mancata presentazione di titoli - per il quadriennio 1928- 1932 e ne l termine prescritto - p er il conferimento d e-l premio i;;tituito con la re ndita quadrienuale d e lla fondazione medesima, si è ritenuto in vis del tutto eccezionale, di prorogar·e al Io ottobre p. v. il termine utile per detta presentazione di titoli. I titoli stessi dovnuUlO, p tlrÒ, rife drs i \lllÌctuneute a p uuulicuzioni od iHJ.}JOl't<H.nti scoperte di carattere medico-scie ntifico edite o compiute da ufficiali m edici in s. p . e., nel quadriennio 26 agosto 1928-26 agosto 1932, ed es.'rore inviati, e ntr.> il s opm.cennato termine, alla direzione gene rale di sanità militare, presso que.:;t.o minist.cro. La commissione incaricata di procedere alla aggiudicuzi.one d e l premio di cui so pra. è costituita come so'gut>: T enente generale medico FRANCHI Luigi, pre$-i<lente; Maggior g enerale medico RIZZUTI Giuseppe, membro,· Colonnello medico TEcoE Pn..' lquale, membro; Dott. prof. :M.AOOtoRA - VEROANO Arnaldo della R. accademia medica d.i Torino, membro; Ma.ggior ge nerale medico in P. A. CACOIA Filippo d e lla R. accademia m edica di Roma, membro. Il Souosegretario di Stato: BAISTROCOHI.
Bollettino del Corpo sanitario militare. BlANOHINI Acrisio, maggiore medico ospedale militare Firenze. Trasfe rito ospedale militare R oma (comandato campo sanatoriale Anzio). MovuONO Domenico, primo capitano medico R . corpo truppe coloniali Tripolitania. - Collocato in ausiliaria dall'Il aprile 1934-XII, ai sensi dell'art. 39 d e lla legge 11 marzo 1926-IV, n. 397 e d e ll'art. 26 del t e.sto unico delle leggi e disposizioni sull'avanzamento degli ufficiali d el R . esercito. Sarà assunto in fo rza, anche agli effetti amminist.rativi comando R. corpo coloniali T ripolitanla.
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I seguenti primi capitani medici sono trasferiti all'ente a fianco di ognuno indicato: GASPARRINI Nicola, direzione sanità militare comando corpo armata Napoli (sezione disinfezione). - Ospedale militare NapoU. ZONA Demetrio, ospedale militare Napoli. - Direzione sanità militare co· mando corpo armata Napoli (sezione disinfezione). BAUDO Antonino, capitano medico R. corpo truppe coloniali Cirenaica. Rientra nei quadri, dal 17 maggio 1934-XII, avendo ces..-.ato di appnrtenere al suddetto R . corpo e dalla stessa data è destinato 85 fanteria. FARINA Antonino, tenente medico 9 persnnte cmnpale. - Collocato fuoli'i quadro dell'8 aprile 1934-XII, porchè trasferito, d'a1ù0rità, R. corpo truppe coloniali Cirenaica. NAPOLEONE Andrea, tenente m odico 7 pesante campale. - Tmsforito 17 fanteria. LAGNA Donato, t enente medico 6 bersaglieri. - Al provvodimrnto ch e lo riguarda, pubblicato a pag. 2635 del Bollettino ufficiale, dispensa 47 dol 20 luglio 1934-XII, anzichè: LAGNA Domenico, leggMi: LAGNA Donato. Dal BolleUino utficiak, disp. soa, 3 agosto 1934-XII. l
CACOIATORE Domenico, primo capitano m edico direzione satùtà militare comando corpo armata Milano (comandante 3a sezione disinfezione) in aspettativa per infermità. provenienti da cause di servizio. - Richiamato in seryizio eff•·ttivo, dal 14 luglio 1934-XII e destinato direzione sanità militare comando corpo armata Alessandria (comandante sezione disinfezione). Dal Bollettino ufficiale, disp. 51•, 10 agosto 1934-XII. BoT'!'ASSO Giulio, tenente medico 8 a lpini. - Trasfe rito scuola centrale mtlitare di alpinismo. Dal Bollettino utft,eiale, disp. 52"', 14 agosto 1934-XII. I seguenti primi capitani medici rientrano nei quadri dalla data e con la desti. nazione a fianco di ognuno indicate, avendo cos.<>ato di appartenere al R. corpo truppe coloniali della Tripolitania: V ASTA Giuseppe. - Dal 25 luglio 1934-XII 55 fanteria. BARBIE&.&. Giuseppe. Dal 9 settembre 1934-XII ospedale milit~re Trieste. TEoEscm Nicola, primo capitano medico 18 fanteria. - Trasferito inferm eria presidiaria Parma. I seguenti capitani medici sono trasferiti all'ente a fianco di ogntmo indicato: TANCREDI Urbano, 232 fanteria. - Direzione sanità. militare comando corpo armata Napoli. CHIARA Giuseppe, 84 fanteria . - &:uola app]joazione sanità militare (in segnante aggiunto). FLoRIDIA Ft1mcesco, Piemonte Reale cavalleria. Id. id. id. id. CAMPAGNOLI Vincenzo, tenente medico in aspettativa per infermità provenienti da cause di servizio. - Collocato a riposo dal 27 aprilo 1934-Xll, per infermità provenienti da cause di servizio. Sarà assunto in forza comllndo distretto Napoli. I seguenti tenenti medici sono collocati fuOl'i quadro dal 12 maggio 1934-XII, perobè trasferiti nel R. corpo truppe coloniali della Tripolitruua: P .ASS.àB.KLLA Fabrizio, 30 campagna. SANTJLLO Tommaso, 63 fanteria. ; -
Giornale di medicina militar~.
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BELLIA 'F rancesco, t enente m edico 17 fanteria. - Collocato ·in aspettat iva per infer m ità tempora n ee provenien t i da cause di servizio , per m esi sei, dal 30 giugno 1934-Xll. I seguenti t enenti m edi ci sono trasfe!'iti a ll'ente a fian co di ognuno indicato: RtBAUDO Antonino, 2 a lpini. - 18 fa nte ria. 1\f:&Ln..Lo :viario, 3 art iglieria a lpina . - 89 id. · SABATINO Riccardo, 84 fa nte ria. 232 id. D a l B ollettino u ff't ciak, disp. 54"! 24 a gosto 1934·Xll. BER T ONI Giusep pe , primo capitano med ico , scuola allievi sottufficiali Casag iove. - T rasferi to 15 fa nteria . D a l Bollettino ufficiale, disp. 55", 31 a gosto 1934-XII.
Onorificenza. Il ten en te gen era le modico co mm. L UIGI FRANCHI è sta to d ecorato de lla Meda g lia :M:auri zia na al m erito mili tar e di dieci lust r i. (BoUetti no uffi.ciale lO agosto c. a., disp. 518),
Largo contributo del~a Scuola Italiana al Congresso internazionale antitubercolare. Il 4 sette mbre, a Va rsnvia, alla presen7-a d el Presidente d e lla Repubblica, d e i membri d e l Governo e d e l Corpo diplomat ico con a capo il Nu~io Apost olico, è stato inaugurat o il Congresso internaziona le p er la lotta contro la tubercolosi , al quale hanno partecipato 1.000 d elega ti rappresentant.i 43 paes i. La rappresentanza ita liana al Congresso, composta di circa cento m edici, presieduti dall'on. prof. Raffae le _Paolucci, era la più numerosa; e le scuole italiane hanno porta-to i l più largo cont ributo di lavoro scientifico e socia le sulla lotta contro la tubercolosi. · Ne lla prima seduta sono stati vivamente applauditi i relatori italiani professore Putti sul tema « La tubercolosi chirurgica • e prof. Ilvento sul tema. « I dispensari anti- tubercolari », È seguita un'ampia discussione ~Ila quale hanno partecipato gli scienziati più eminenti nella lotta contro la tubercolosi. Il caloroso successo si è maggiormente c onfermato nella r eplica dei r elatori. La r e lazione a s tampa sulla lotta contro la tubercolosi in Italia, redatta dal prof. Bocchetti, segretario gen erale d e lla F ed erazione fascista per la lotta contro la tubercolosi, ha d estato il più vivo int eresse, in considerazion e soprntutto d e i risultati r aggiunti per merito d elle leggi fasciste per cui la percentuale di mortalità in Italia è tra le più basse di tutti i paesi d el mondo. Inoltre su vari argomenti h a.n.no riferito i professori on. Morelli, Zorini, Urizio, Ronzoni, Mendes, Costantini , Giannini, Jerillllllo, Ca rpi e altri, portando ciascuno il contributo de lle varie istituzioni scientifiche d 'Ita lia. D a tutti i congressisti ~ s tato constatato lo spirito nuovo che anima I'I ta.lia fascista che riconquista il suo posto di primato anche n el campo scientifico e sociale d ella lotta contro la. tubercolosi. ' Particolarm('nte festeggiato il s enatore prof. Edoardo Mari\P"liano che in una. dott<l conferenza. ha c elebrato ed ha messo ancora in maggior luce le affe rm Az ioni e le conquiste italiane nella santa crociata. L a rappresen tanza d ella Sani t à mili ta r e italiana ha avuto cordialissime a.cco~lienze n egli a mbienti del Congresso. Il t enl' n t e colonnello m edico pro f . Bruni ha presen tato una interes~<ante comunicazion e d ell.a quale d ar emo n otizia in u.na p ro.-<f;ima relazion e scient ifica di q uesta. grande adunata internnzi onale; il p r irno c'lp it nno medi co pro f. Trepiccioni hu ott e-nuto largo riconoscimen to delh'\ su n n ot.C' · v ole attivi t à. scien tifica p er cui s'è guo da~oma.ta t a nta estimazione fr4 i t isiolop;i. I n ostl'i uffic inli sono stuti an che fa t t i Sf'gn o a vivo manife;;t a zioni d i schierto C{lmera.tismo in unn loro visita. n ll!\ Scuol a di SAnità milita r e in Vacravia e d a l relativo O!<p ed alo di acldcstra.mento.
NO'l'IZIE
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XL Congresso della Società Italiana di medicina interna. Il 40° Congresso della. Società I taliana di Medicina I nterna si terrà a Roma presso la R. Clinica Medica nei giorni 17·20 ottobre p. v . Presidente del Comitato Ordinatore il prof. Cesare Frugoni. I temi all'ordine del giorno sono : 1° Le Meteoreopatie (Proff. N . P ende e M. Bufano). 2° Terapi4 vaccinica e terapia CUJpeci{wa delle maUattie infettive (Proff. A. F erra ta e G. Boe ri). 3° L e Bro11chiecJ,CUJU, (in comune con la Società Italiana di Chirurgia - Proff. A. Omodei-Zorini, R. Alessandri, F . Lasa.gna, A. Vallebona). 4° Le pleuropatie neU'eBercito (magg. medico R. D'Ales.-'!Rndro). Sono concessi i consueti ribns.~i ferroviari. P er chiarimenti rivolge rsi al S(•gretario del Congresso prof. Arnaldo Pozzi, R. Clinica medica.- Roma.
Xl Congresso nazionale di Medicina del lavoro. Nei giorni 29-30-31 del pro;,simo ottobre, avrà luogo in Torino l'XI C<>ngresso nazionale rli Medicina del lavoro. I t emi di relazione in ordino di disposizione nelle gion1ate de l Congresso sono i S!.'guenti: pro/. N. CASTELLINO e prof. G. QUARELLI.' Il lavoro std mare e S'!~lle acque interne (c:on particolare riferimento alle ·m alattie professionali dei peBcatori). pro/. RANELLE1:•n: Solfoca·rbonismo (patologia e clinica), prof. G. B. Au oo - GIANOTTI.' Solfocarbon'ismo: sistema neuro-vegetativo e ghiandole endocrine, con particolare 'l'ijerirnento alle capsule .rurnnali. . proj. GuGLIAl>fETTI: Malattie p1·ojessionali dell'<up7>arato 1>ùrivo. prof. DI D oNNA: llt!ezzi di prevenzione contro il solfo-carbonismo. Le comunicazioni, sia sugli argomenti di relazione che su altri argomenti di Medicina del Lavoro, devono essere inviate a lla Segreteria del Congresso, Corso Vittorio Emanuele 8, entro il 15 ottobre, accompagnate dalla quota d'iscrizione a l Congresso, di L. 25. Tale iscrizione darà diritto a ricevere gli Atti del C-ongresso. Questo Congresso assume eccezionale importanza, essendo il primo che ha luogo dopo l'entrata in -.oigore della legge sull'assicurazione obbligatoria di alcune m,alattie professionali, legge che costituisce la conseguenza diretta. della XXVII proposis izione de lla Carta del Lavoro, e che, come è noto, costituisce uno d ei capisaldi più importanti sanciti dal D uce nello storico documento. La previdenza. e l'a...•lsicurazione contro le malattie professionali è as.<;urta in tal modo, per espresso desiderio d el Capo del Governo, aiJa più a lta imp ortanza, diventando legge ben.efica che interessa. nelle categorie finora contemplat.e, un numero imponente di operai, e che nei desideri del· legislatore deve estendersi fino ai suoi ma.ssuni limiti con finalità. sociali sempre più benefiche ed e levate.
La morte del prof. Novaro. Il 5 settembre è morto a 91 anni, nel suo paese nativo di Diano Marinn (lrn· pet·ia). il senatore prof. Giacomo Filippo N'ovaro. F u chirurgo di chiarissima fama e tenne lungamente, a lle lmiversità di Siena, di Bologna e di Genova, la cattedra d i clinica chirurgica segnalandosi, in Ita lia e a ll'este ro, p er la sua importante produzione scientifica e per il grande valore della sua ScuolA. Nella cmnpagna del 1866 aveva prestato servizio in tma prima squadra dolla Croce R oss.'\ Italiana. Durante la grande guerra fu ispettore chirurgo per il40 Corpo d'arm!~ta territoriale col grado di maggiore generale medico . . Il direttore generale de lla Sanità militare ha porto alla famiglia ùe ll'ill u.<>tro estmto le condoglianzE), d el Corp o sanitario.
I
NOSTRI 1\<I:OHTI
Con sentito dolore partecipiamo la morte del tenente colonnello m edico in s. p. e. cav. Giuseppe Circo, spentosi a Paler.mo il l 0 settembre all'età di 53 anni. Aveva preso parte alle campagne di Libia dal 1911 all913, alla grande guerra per tutta la sua durata e alla campagna di Albania. Era decorato della croce di guerra al valor militare e di croce al merito di gu~ . . L'immatura perdita dell'egregio collega lascia. il più vivo rimpianto nel Corpo sanitario al quale egli aveva dedicato tutte le risorse del suo aperto intelletto, dell'animo nobile e della instancabile operosità di cui dette prove mirabili in guerra e specialmente in Albania, dove fu organizzatore e direttore valentissimo di w1 capace ospedale, condotto dal suo eccezionale spirito d'iniziativa a perfezioni che dovevano sembrare irraggiungibili in quelle particolari contingenze. Il direttore generale della Sanità militare ha inviato alla desolata famiglia le commosse condoglianze del Corpo sanitario a mezzo del direttore di sanità della Sicilia che lo ha anche rappresentato alle esequie. Ill 5 agosto è morto all'ospedale militare di Verona il tenente colonnello medico a riposo cnY. uff. Antonio Galasso all'età. di 75 anni. Aveva preso parte alle campagne d'Africa e si era distinto nella grand e guerm durante la quale fu a capo di unità sanitarie campali e rese altri apprezzati servigi.
Direttore rupon.sabile: Dott. Lmor F'RANOHt, tenente generale medico Redattore: Dott. prof. Vmormo DE BERNARDINIS, tenente colonnello medico (7101•104) -ROMA. 1934-XIJ- ISTITUTO POLlGl!.~FIOO DELLO STATO- G. 0..
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RIVISTE 1\'IEDICHE MILITARI ----------0---------ANNALI DI MEDICINA NAV.ALE E COLONTALE. - Direzione centrale d!llla 111\Dità. mJiltalil marittima., Ministero della Ma.tlna. ..Atmo XL. Poi. Il, .h'asc. I-Il, luolio-anosto 1034-XU. Giunta: Sopra tre mlcrococcbi poco not.i. - Vltlello: Sul poi e re <:r omogeoo del hncUlo pioclaoco. llnC11 : Prime o~~orvnzioni stnt.istlcbe o considerazioni generali sulla leishmaulosl vlsoornle studiata In Puglia.
ARGENTINA: nEnSTA DE J,A SANIDAD ~flLITAR. - Dlrctlone generalo dJ 51\Dità, ~linistero della Guerra, Buenos-Aires, Ttmw XXXIll. maofTi<>·fri"nno 1!134. Dononn : Trattamento dei traumati>ml crnnicl. - d'Oiinlra Esten1: TI comfllto del medico ncll'avlazlono. - Tetsl leltlln : Datori dl sangue nel ~:epa.J•to chirurgico dcU'o~ped.alo militare della s• Dlvl~<lono. - Lacomanlno : Ori.,ntalllcnto modcm<• della <>rLoped ia e do ila trauma· tologia. - Roulpoli : Variazione del glutatlono socouùo !'aitll udinl'.
GIAPPONE : GUN' ID.L'I'-ZA!'>St. -
Pubblloaziouo uttlciaic dd Corpo sanitario dcU'Escrclto giapponc~e. Tokio ,
N. 251, 111a{J(Iio lll:\.1. Arakl e lepwa : Sull'indice cctallco dei :militari lu >'crvizfo volontario. -
Hlras._: Su un caso di lint~lenosi subacuta. - Watanlllle 1 S ulla rcs i;.<tcuza di alcuni micror!('anl>mi patogoul ul congelam<'.n.o dci mc-~zi nutritivi od n l lrcòdo ln\·oruo lo. - 8hlpkl : Sul m etodo doll'aaalls l qunntitativa delle materie organiche uoll'ncqun.
POLONIA: LEKARZ WO.TSKOWY. - Organo degli uffic iali do! Servizio sanitario. Centrum Wys zkolcnia.: ::>anlt. Gòrnosluska 46, Vntilllvla, N. 7, I• aprile • N. 8, 15 ur>rile - N . Il, 1• nwooio- N . 10, 15 mao(Jio 1U3~.
Mtlelctl : lstallazionl obe permettono ùl creare, In i~tltutl mtuticlparl approPriati , condizioni ternpeutlcbe simili a quelle della montRgna (N. 7). - 8oltefowllll:l: L'organlzzaziono ù eUa trastus iono del Rangue (N. l!). - Wa&• : Stato di salute dei coscritti (N. 8, 9 o 10). - Tucllendler : La nutura o U trattamento ùelJa. costi pa.ztoue abitualo dal punto di vi Ha <ielle rioorobe sclentlficbo (N. 8 o O). - Oboelzto: Il t.rattamonto uegli stablllmootl rJOIBCChl di ossl<lurazloni sociali a lunga scadenza (N. 8 o 9). - Rose: N en·algia dello sciati co o sua. cura ( N. u). Z•rawatl e Molta : S ul valore della. vn~clonzione contro la tolol•ro tlfoide (N. Il). - 8terllncOhnle-skl : L'lpoacldità, i'iperacidità. e loro cura n elle stazioni iclropinlcbe (N. 10). Os111olskl: Contrl buto allo studio dell'alimentazione nell'esercito (N. 10).
STATI UNITI: TElE MILITARY S URGEON. Vol. r.x:xr v , ,UI{Iuic 1934.
Army Medicai 1\Tusoum and Librory, Wosbington. Fc~c. \ ',
QallacJter: L'anestesia olia Gwl\t bmey con olio-etere per ..-la colica. - •own : Noti! sulla reccute letteratura s nll'ooohlo, orecobio, naso e gola. - 8hellhom c Oltnon leckwlth : Vn coso di infe~lone ùu bacUrium t ular1:118e trottato con Nw-.Arlr{Jhenam'i.n . Fulk11 L n rliognosi e n tr·attomcnte dell'a.ppondicite uJ campo. - Horrocte , AvvelenJimcnto da carbon telrachloride uso t~ come antlolmintloo.
SVIZZERA: RIVISTA TRIMESTRALE DEGL I UFF1CTALI DELLA S.A;.~lTÀ ~JILITARE.- Redazione: Rnn Obol'8tlt. P. Volleowelder. Schwarztors tr, 26, B erna. Editore: Bcnno l:'cbwnbo e C. Ba.t<Jica. Fase. I, aprile 193·1. Il nuovo ordinumento del servizio $anitarlo noi piano di riorganizzaziono por l'e$Crcito. 8tanentUtfa IRtruzione ed impiego d ella Sllllità. dn montagua.
D•••:
TURCHIA : ASKERl ~IHHIYE .MECMUAS!. - Rivista trimcstralo di sanità. mil itare doll'e<rorcito turco, edi ta dall'Ispettorato di sanità (Stamperia. della sanità militare, Costaotlnopoll). Fase. luglio 1934. Elter111 lldh Lo linee prloch>nli della chirurgia moderna. - lklrhan: Do! ttattmnento semplice e faolle di alcune malattie della relle frequent.emcnte rlgcont rate n ell'csorcllo. - Riza Remll : Le malattie di guerta. - Nejat Rlza : Lav01!'8'iO dei polmoni - Amlgodaleotomia totale. Esat Rlzat Lo malat tie dell' infanzia c: be deformano Il viso. - Rin Ahmet : La radlotorapla. l danni dei raggi X e l mezzi di pro t ezlane. - Cevdeta La vacoinotcraplo. della disld:ro~l. R•~l lllfalllm 1 Duo CI\Si di ~~ ~~esso del polmone curati con iniezione en(lovenosa (li alcool al 25%. - Rullh Un caso di t crzana maligna r e t1a.ttaria alln cblnìna.. curat o con r>lal'mocbtnaalebrin- Cura deiJe stoma tit.i \JlCe1o-membranose l'OD salu.zìonc di rivanol all'l "/••·- N11ri Hlllt1 Tre ca.si dl confuijlone montale acuta guariti con la protclnoterapla.
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c::::=Anno C.XXXII - Fase. X O'ITOBRE 1934 - XII
GIORNALE DI
MEDICINA .MILITARE
DIREZIONE ED AMMLNISTRAZIONE MINISTERO n ELLA GueKttA
ROMA
Pubblicazione mensile
L
•,
SOMMARIO LEZIONI E CONFERENZE: Qulnlll. - Sguarno generalo ~uJ la olinlcn !Ielle uw.Jattl e protcssionnli. Roa.enda. - L'insulto apople ttico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
t>a g. OS! 99•
MEMORIE ORIGINALI: VIola. - SuJ peso corporeo mc<liO in rapporto alla ~talura. . . . . . . . . . . . . . . . • de Cesare. - Il potere ateriliz~lln to <li alc uo" sost&nze c blmichc sul h\Lte, suJ vino e 8111 succo di pomodoro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . CASISTICA CLINICA: Abat.e. - Circa un o~o di t.:>tnno !{narito con il s io1·o antitetanico 'l'lzzonl • Giacobbe. - Sullo. cura cbirur~lca tlc lle cisti Iii ccbinococco del polmone . . Cavanlglfa. - SU un caso di miorottnlmo uuillltùrale . . . . . . . . . . . . .
...
Pag. 998 100. Pag. 100~ I VJ1
1030
MEDICINA LEGALE MI LITARE : ampaltomenl . -
A proposito ti ella valutazione medico- legale dell'amo blaal
Pag. 1(134
NOTE 01 I GIENE PRATICA: Oontalone. -
Pog. 1 ~1
Aspetti eoononùco- sociali della quesiione del latte .
RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA ITALIANA E STRANIERA 1 Anclne acuù . Il bistrutto >lei l1'altamc•tlo rl~Ue - non ;rprdficlo.e. - MoN-rEmo . . . . . . • Asceul (Oli) onlfluentl cronici da ataftlococco (PcrìQt;til6 albuminoaa d'OU'ler e PMOet) . MoULON<.W Er E H ot:SSET
. . . . . . . . . • . . . • .............•..
Avlulone (L') sanitaria francese nel teatri esterni di operazione e nell'Africa del nord, ntl 11133. SCHIOKEJ,È . . . . • . . • . . . • • . . • • . . . •
AYiulone (L') sanltatla nella dlteaa passiva. - Rr:~R\' KoiUt. Cefalee (Le) rlno(ent. - ::;J::ont:: . . . . . . . . . . . . . . Chimica. Quando la - cli11enne scienza . - Poc~: .. . . . . Clr:ollulone (La) ne&ll stati anemici. - R or.<:nm E. Nt~;l,SE :-; . . . Congiuntiva tracomatosa. J.'orme ipcr)JlosUclte ?>ella - GA~·rANl-:o . . . • . • . . . . . Esame rlldlologlco deUa latinte. Qrl(llll() importi l' - ?tella. pratica ti6iatrica. - JACCBlA . Fisica moderna. PJ'0811clti.ve e risuJiuti ,lr.llu - Onso Connmo . . . . . . . . . . . . . . , . Fratture (Le) Ilei mulino anteriore della .. tremiti lnler141'1 del radio. - RouSSl:lAO e ADAME· STEAÀNO. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , .. Gli di combattimento. Stutlio sull" di-~i,.fe::irme (' ta neu.tmlizZ<IZione r/.ei meZ<:i tli tra/l'POrlO che lw.nno stlb\to l 'azione tld -
Tl.fO)IAN~.
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. • .. •.. . ..•.•.
lmm unolocla (L' ). - R EA T,F. ACCAD~~IT A IJ'1TA I,JA . . . . . . . . . . . . . . . . . Manlleatazlon i alftlitlche precoci del sistema nerroso centrato e l3ro Urapla. - KAODERS Respi razione (La) nella dratosttra. - HEttLIT'tKA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . Reumdlsmo (Il) articolare ac~ e cronico nel loro raJII)Ortl soPrattutto eziologici. - MtORBI.r . Sporotrlcosl. lUrerclie anatonw'{XIIol<Jrriche .•per i m.enta/1 sulla - RODIOBIERO . . . . . . . . Tracoma. UUeriori ricerclle trulùt contaoiosità. inununita. 1'Cintezion<J tlel - FAVALORO . . Vaccinazione auoctata antitlftca.antldllttrlca. - :-'ANnRAS. L6 l\fEu .E CBAUZY . . . • • • • . • VIrus (Il) slftlltlco: sue 1/ariflzioni mor/OIO(Jiche, sua moltipUoazionc e sua azi011e palogs-
na.. -
~:\' KA
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VIrus tubercolare . Ricerche 8'U/le t•ariazi<.ni b'lulwicAe tlel - VALTIR ~ D6tNSE. CONFERENZE E DIMOITRAZIONI CLINICHE NEGLI OtP€DALI MILITARI NOTiliE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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. CONDIZIONJ DI ABBONAMENTO. L'abbonamento è au11uo o decorro dal 1• gounalo al prO&Yo di L. 32 (Estero 44~. Por gli ufll cinll medio\ o cblm1cl-farmacl~ti d el R. Eser olt<.>, In servizio ed In congedo, U preP.o dell'abbonamento è ridotto a L. u anticipato. Per l soli utllclall medici (d nli'E ~orolto e d e lla. M<\rina), In q •oalunquo posb;lo ne si trovino, è ammi'-SSO un ll.bbonomonto cumulat ivo ol.l Giornale di Medicina M i lUare od e.gll .Annali di Medicina Na,ale t Coloniale al pro1.zo di r,. 45 annue. Il prezzo dol ~upplomento con tono nw i l lt,oli di all.$ianild ·lel corpo sa.niltlrio militare è di L. 16, rido ti o a r, . 8 'J)Or i soli a bbonat i.
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ANNO L XXXII-N. 10
GIORNALE DI MEDICINA MILITARE
OnoBRE 1934-Xll
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L E Z l O N l E C O N F ERE N Z E
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OSPEDALE MILITARE DI TORINO
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SGUARDO GENERALE SULLA CUNICA DELLE MALAITIE PROFESSIO~
Conferenza. del prof. Gustavo Quarelli Direttore d ella R. Clinica delle malattie professionali d ell'Universita di Torino (16 mano 1934- XII)
Il compito che oggi ·m·i sono assunto di tmttarvi, nel bnne spazio à·i u-n'ora, il vasto programma della conoscenza delle malattie p-rofessiO?wli, è certame?~te superiore alle mie fO?·ze. M a, se ho mancato di prudenza nell' accogliere l'invito di questa sec~ mia esposizione, posso bBin assicu1·arvi che è per la convinzione pUt ferma e più radicata nell'animo ntio della necusità che tutti i ntedici conoscamo, sia pure nelle sue vesti prograntmatiche gmerali, il vasto argO?nento di q1{,8sta (lisciplina mwva, portata oggi dalla. Legge dell' assicu1·azione e della demmcia delle n~alattie professionali in wn campo fattivo e realizza:tore. Io ritengo nuova questa disciplina, pe,.chè lo studio delle 1~~ttie professionali nO?t deve soltanto essere i?t.q1tadrato nelle linee veramente chiare t1·aoci·ate dalla Legge e dal Regola·mento delle assicurazion-i contro una parte di esse; ma perchè oggigiorno, per la vita inten..<tamente pulsattte nell'officina e nell'ufficio, nella bottega dell'artigiano e nel labora.torio scientifwo, il progresso ci ha reso infi-n ite le cause che possO?w dimin11,ire la capacità fi8ica del popolo. I nfa.tti, se da 1tna parte il p·rogresso 1nateriale e morale della N azione è dato dal 1>1'ogresso i?ulust1·ùtle e lavorativo, dall'altro il lavoro contemporanean~e'l'!.te e co-n tin1uvmente insidia la salute dell'operaio manuale e del lavoratore del P*'Mi-ero. Il lavoro d·iventa perciò, sotto questo aspetto, n~gione di debilitaziO?te fì.sica ed è quindi necessario che i medici sappia1w come oggigiorno l'indirizzo della patologia e della clinica debba es.~ere orientato verso mt,QVe vie. Un prvnci7)io sociale è quello che deve i·ndit·izzare il mei{;ico allorquando visita u1~ individuo, parte della società stessa. Il medico, che si trova di f1'0?tte ad un anunalato e deve fare la diagnosi della malattia, deve ricordare che quelli che ?Wn lavorano oggi smw un'eccez-ione. I tempi so?W ·m utati, e ra;ro è il trovare l'individuo che viva di solo reddito. T utti gli uO?nini perciò, a.l giorno d'oggi, che si t1·ova1W per età e per condizioni fi8iche nella possibilità di lavorare, sono portati alla scelta di una professione. Ed è in que~to enorme svil1,ppo delle i?ultt,St·I'Ìe, che va ogni giorno aumentalftdo per intensità dti lavoro e per le nuove lavm·azioni dovme
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SGUARDO GE!!<E .r tALE SULLA CLlNICA E('C.
al miglioramento ilella teMica ind·ustriale, che cause sempre ·n uove eli 1nalaltie vet~gono acl ·i·nsidia;re la vita del lavoratote, sia esso vntellettu,ale o mamta.le. Un gio-rno Ippoorate insisteva .~ul fatto · cho, ogni qualvolta si doveva visi.tare un ammalato, era ?UJcessario infor·marsi sulle s·1te ®it ztdi•tti indivùl1wli <li 11'ita: oggi è indispen.çabile, seguendo l'-i·nsegnamento Ramazziniano, di oocttparsi delle sue condizioni (Zi lavoro, non solo present~, ma wnche pa.~sate, poi-chè bisogna ricordare che ci sono lavorazioni lo quali,
pur essen-
done il lavoratore distaccato da anni, ·possono essere 0/t~cora cattSa di nuo·ve manifestazioni patologiche. Si halMW, infatti, tal·volta dei sintomi di intossica.zionc che esplodotw - come, per esempio, p1tò accad~1·e ·nel satwrnismo dopo va.rii anni che il lavora.tore non è più in contatto C(llla sostanza insalub1'e. l!'a.rò perciò in modo, in qttesta mia e.~posizione, (li darvi mw sgua1·do d'i·nsieme del granclc quadro della patologia del lavoro, sorvolando sopra ogni dettagli-o per non entrare in profondità.
N el mio insegnamfmto universitat'io, seguo la divisione (lelle mala.t.tie profes.<tionali in: malattie dovttte a qttantità. di lavo1·o, i?~tendendo, in q1testo sen..so, eccesso di lavoro; 1nalattic dov11-te all'ambierlte di lavoro; malattie clovute alla qt,alità del lavoro; malattie da posizioni, atteggiamenti, rnovimenti di lavoro; fa.cendo infine seguir·e le mal.a.ttie che sooo causa.w da pnrassU.i e da germi che, per particolari condizioni, diventa;no cattsa cl:i malMtie wofessio!lali. Io 1wn mi rivolgo a giovani non ancora ·n~atttri nella conoscenza della nostra arte sal1ttare, ma parlo a llfedi<:i cho hanno, an:i, l' abit11-dine di compiere, con grarulc coscien,za e con disciplina, la loro q·t totidiana missione. Perciò vi accennerò solamente alle maggiori ca11,SC <li morbiLità. profosswnalc e ricorderò i fatti pii' interessanti che sotgono di fronte alla nostra ?IUJ·ntc nello sttUlio d.ella patologia del lavoro, indicandovi le ultimo acquisizioni, ritenendo con ciò di aver fatto q1tanto è S7,ffìcwnte per i.l vostro instradamento alla ricerca bibliografì.ca, che vi sarà facilitata dai rece1~ti Trattati sulle malattie professionali, da.lle Rivi.ste di patologia clol lat>oro, j?·a le quali <t La J[e(li.cWw. del Lavoro '' d·i liuigi Devoto. Vi ho pcwtato - atfìnchè possiate comprendere l'in~porta.nza. e l'utilità. cho le malattie professionali hanno por l'insegnam,onto - una scelta di mo!tlages che riproclucono in modo ecce;;io-nalmente perfetto o dimostt·ati·vo nume· roso ?nanifestct~ioni morbose caratteristiche delle varie categorie in etti di·vido, come vi ho detto, le malattie da lcworo. Tale divisione ha un oa,rattere ominentemonr.o d·iàq.ttico e, qwi·1~di, prett.ico, se r~on gran cho orj,ginaZo od ~ ispirato a·i m.iei sentimenti, poichè l'i1l8egnctnte deve i-nfo·nclcre, a chi apprende dalle Sltl! parol-e, qt~O/nto egli sento individ1talmonte per poter essere pi1ì. comprelr sivo ed efficace. Q~UJsti moulage.s proven,gono dal M~Lseo dell'Istituto di Cl·inica d.tJlle m.alattie professionali cloll' Università (li, Torino, che ho l' mwre di dirigere: parte di e.~si 1·iproducono le ?ll'tnifesta-zion,i an::r.tomo-patologiche; altri gli
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rttteggiamenti. e tutte le allre m:l.nife.<?t.coi!Mi e.<Jtetio1·i che presonta il corpo del mala.to. E L>identemente .~ono e.~cl u..~e tu.tto le mrmi.fe.~tazion·i sintomatologiche che possono solcmumte essere chiari.te clnU'esam.e clinico; mu con qnest11 ri/wo(lltzioni., che ripetono con tm verism,o irnpre.~siowmte i sintomi obiettini rl11lle malatf;ie, è possibile di fis.ç(~re i n mod-o incltlebile ·nella mente 1wstrfl. il l'iOOrfln <'he lega la professione a7la rna.lattùt. N ell'in.~egnam e·nto delle malattie projciJ.<~iO'Iulli non è -~empte possibile lli poter us·ufr·ttire cl~JUc~ presentazione lli ttn ammolato poichè la patologia [Ft?": del. laMI'O è semp1·~ t~/14 patoloqia esclu.~i~·am.ente ~~cale, legata alle indu- ·\~·:~·:}JJ sfrte e alle lavoraz·wm. dr•lla 1·egume ove s~ svolge l m~11gna11tento: a questa ,.--;..... 11~ancanza è petciò nece.~.~ario ~<ltpplite con 1m me.::::m dimostrativo att-o alla /~;~~;~ btsogna. ..-:-:· <. ', ,.. r.-:::·' \t ~r .r Pa.rlando delle malattie llovute ad E0GESSO DI LAVORO, dobbiamo ri~·'-\_ ' ·~ ~.}0 d{.tt'e che la fatica wm è g-ià una cau.sa d·i inferm.ità, 1na che es.<Ja non rapp1·e- ".:·, ·~:" s&nta alt·ro che il richiamo fisiologico jrttto a chi lcwora 7Jer wn necessario 1~ {;,\ riposo. Il riposo tempestivo e ~;uffteiente serve a rimetlr,re rapidamente ed effi- '-~'Y caceuumte il lavoratore intellettuale e mamur.le nelle conrl-izioni fì..qiologiche rWI'Inali. Un esempio fisiologico ·noi lo troviamo ossel'vando le 1·ivolu>Jioni ca1·diache: il tempuscolo di pa1t8a fra ogni contrazio·ne ca1·diaca è piit che .~uffi.c-iente per plmnettere al ettore organo f'um::iona;nte già prima della o n.ostra venuta al11wnclo - rli I'Ìpnmdere il R1te ritmo 1wnnale. Lo sfe.<J.<Jo dica.qi per la funzione ·respiratoria. Qttando i?·wece, al richiamo llovuto alla stanchezza non segue -un sufficiente t-iposo, ?te deriva lo strapazzo con tutte le sue manifestaziOni e r-ipercussioni sop1·a t•utti gli orgwni e si.<ttemi 1leU'organismo. .A qtwsto proposito vi accennerò solo che. contraria·mente a. q·1wllo che .qi rmppone da chi 'tt(}n è merlico, e che 1nanca di senso comwte, il lavoro intellettuale è cattsa, nell'organis·mo 1tmano, delle stesse debilitazioni date rlal lavol'o mttScolare. n lavoro. sia i-nt.('[lett1tale che fì.siro, proflurreblle fra. altrf) particolari sostalnze t-ossiche che ,qrmo la ca1,.ça della fati.ca; l'a:Jione rli Q1Mst~ si manifesterebbe non 11ulle fibre nen,o.~e, ma snlle Cllll1t/.e e su.lle 11lacche mot1·ici terrninali. Per quanto rig1~arlla l'azione clella fatica s1~l czwre, v·i ricm·do che gli Rt1uli fatti anche gu,i a Torino da Bertolotti hanno dintostrato che al principio dello sforzo i~ C110re s•mo s·i rim.piccioli-~ce; al ohe, nella fatir,n, prolungata olt-re i U-m·iti fiJJiologici, segue unrt fli.latctzione rlei sl)gnumt.i cardiaci e conseguente ipertrofìa canliaca: e.~.qa .~i riperc1wte SI~ tt~tto l'albero circolatorio, per cui Si nanno altemzioni, (lelle Ctl'lerie dnvnte i1~ JUU'te al fatt-o m.ecCfUIIiCO del maggior Lavoro ilato da un maggiore im.pnlso cardiaco e da tma nw.ggiore mas,qa d·i sangt~e circolcmte e, in parte, dc~ll'azioM ste.~sa d-elle tossi-ne della fatica e1l all'alteraziO'n.e rlel ricambio. A Voi, Medici militttri, che avole occa~ione eli sogtti1'e nelle loro esercitazioni i soldati, ri<Jorderò la cri.~i di emoglobimtria <la ?narcia., crisi per lo più. di breve llutala, non accompagnata da sintomi di alc111n genere ocl al più da dolori 1n'U6colari agli arti inferiori. 8 perim,ental1nente Ga?ntbs e Pagniez kawrw dimostrato, con inie;;ioni endovenose di emoglobina, in m·inima q1UMltità, di 1m indiviiluo emoglobimtrico dtt strapa?:?:o, W'l-1. im>netliata
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SGUARDO G ENERALE SULLA CLINICA E CC .
comparsa nelle t(:l'ine di emoglobina che, secondo A.charll e FeuiUié, n~ è dellct stessa natura di qttella iniettata. Dal lato pratico, è necessa1·io che il medico si vnteres8i del lavoro esager·ato, i?~ quanto esso può essere causa di infìmite rnanifestazioni clinich~: .stati di depress-ione rwrvosa, in termi:1w poco felice chiamato « nevrastenia »1 con clisturbi digestivi, frequenteJnente osservati negli ope1·ai i quali ha?l!IW solo 1m breve periodo di pausa nella giornata delle otto ore lavorative, reso necessario dall'organizzazione dei turni di lavm·o; msonnia e Con8eg1J,ente mancato 1·iposo fisiologico, frequente in chi ha gravi preoccupazioni morali per la 1·es ponsabilità di g1·~i in4ustrie e cbmpiti inteUett1l.ali • particolM me-nte diffi cili. La fatica può ancora e.9sere provocata da 1111~ ritmo troppo accelerato di lavm·o, q·uale si osserva nel lavoro a cottimo, per necessità del lat·oratore lli wt magg-ior r·endirnento economico; oppure, quale si osserva in dati periodi come, per es., quello della mietitura, del raccolto dell'uva o del ri.so da parte dei contadini; opp1t?'e twgli studenti all'epoca degli esami, o nei solàa.t i in 7Jeriodo di gturrra. V i accewnerò ancora alle malattie dov1tte al lavoro domiciliare fatt.() daUe donne, che spesso sono rnadri e che, oltre a lavorare senza alo-w~ regola ed i·n ambienti sovente non igienici e, talvolta, cmt sostanze tossiche (per e$empio nella fabbricaz-ione dei fWri artifioiali e 'nella fìm,itura degli i·mpermeabili) hanno una seconda causa di debilita.zion.e fisica nell'allattamento dei figli. S tati-stiche recenti, del Ranelletti al Policli?tico del Lavoro di Rom.a. indiche-rebbero che lo strapazzo è, nella perce-ntuale, q~J,ello che ci dà tm maggior numero di ammalati nella clcwse operaia, con a?t61nie e deperimenti organici. La fatica, in realtà, non è una entità assoluta, ma relativa alla capacità di resistenza in 1nolti indimid1l-i, specialmente quatliio si tr·atti di ®nne di gracile costituz-ione, si che il lavoro nor-ntale, per la media dei lavo,·atori, diventa eccess-ivo e faticoso poi mi-norati costitu~onalrne?~te. Il che fa r-ichiamare giustamiJ'nte a. RaneUetti la necessità del co·nt1·ollo periodico della salute del lavoratore. Unitamente alla fatica, come manifestaz.iorw a percentuale alta, sono da ricordare l' enfì~ema pol·mOfUf,re da sfarzi eccessivi e le midgie. I noltre, pri·ma. di terminare questo capitolo, è neC68sario io vi ricordi che, rnolto probabilmente, nu.me-roS'i 'Vizi valvolari lli lavO'ratori i quali non presentano taro sifìlitiche, artritiche o reu?natiche, non. sono altro che la conseguenza, a hmgo andar·e, di soffu.siO?ti omorragic1w av·venute sotto l'endocat·dio durarue sfO"rzi eccess,ivi e che sono passate qttMi inosse1·vate. Le malattie dov1tte all 'ambiente di lavoro rapp?·es(}ntano un vasti.ssim.() ell importa~ttte capitolo della patologia professionale. Le ccitu.se di esse so?W i1w·enti alle conllizioni abit1tali dell'ambiente, che sovente per l'ada-ttamento e forse in qualche caso addir·ittura per accUrnatazimw, non è per mùla ?WCÌt:o a chi 'Vive. Vice·versa, altre volte, le cmtdi:::·ioni arnbientali rappresentano 't'M t·era cau.~a Rpecifìca industriale. A.ccennwremo anzittt.tto alle malatti.e dovute al fattore « luce >> e, senza ind1t.giarci sopra le questimti riferentesi all'importartza fisiologica della luoe ed alle necessità igieniche dell' orgartismo di 'L'ivere in ambienti giusta.rnen.te illuminati, ricorderemo c1w l'orga?W della vista è facilmente colpito dalla deficienza della l1we, sia solare, sia artificiale. Lo sforzo per vedere conduce
SGUARDO GENERALE SULLA CLINlOA ECC.
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alla miopi4, appamw.ggio di numerose categorie di pel·sone: tipografi, disegnatori, scri:vani, scolari, ecc. Il nistagmo, ikscritto no~ 1831 da Thackrak, è pure un sintomo dovuto al difetto di luce ed alla posi.zione d·i lavoro; io, anzi, propendo di più per qU88ta seconda ipot6si; lo stesso Michelangelo diventò affetto da nistagrno dipingendo il <<Giudizio Universale>>. È noto che nei 'm inatori questa ind·isposiz·ione oc1tlare è assai frequente. L 'abbagl-iamento, cau.aa di stanchezza della retina- astenopia retinicadi neuroretinite, emiJralopia, è pure Ottusa dei sintorni della cosiiktta sindrome della oftalmia elettrica. N el Congresso di Lione nel 1929, Elschnig descrisse la catamtta dovuta a irradiazwni caloriche iklla l1we, che si i·nizia al polo posteriore del cristallino. L 'eccessi·va luce è causa d·i erite1n i cutMtei in coloro che per professiolte devono p6t hmgo tempo trovarsi soggetti a irradiazioni ultraviolette. L e rad·iodermiti intoressano vn modo particolare la no~tTa professioM di ·medi.ci; a questo proposito è bene ricordare che Bergonié e Tribondcau hann.o emessa la legge secondo la qu.ale i Taggi X hanno wn.a maggiore azione s1tlle cellule in carioci-nesi IJ s-u quelle meno differenziate. È poi i1nportant6 tener pre.9ente l'a,zione dei raggi setJ:md!lri, l'irradiazioni, cioè, diffuse, i raggi di fhwrescen~a e quelli corzm~colari che provengono dal passaggio ik·i mggi X attraverso la ?nxteria clopo esserne m parte" da essa assorb'iti. Gli .A.A. consigliano perciò particolari cautele ai radiologi nei qtta.li i fattori costituzionctl·i hltnno una gra·nde importanza nel ikttmninismo delle n~anifestazioni. Particola·r i sensib·i lità alle i·r radiazioni han-no ale1~ni o1·ga;ni e sistemi C(}me: la pelle, i te-n dini, Ze articoZazio·ni, le ossa, i nervi, gli organi sesst~ali e quelli ematopoietici. Non dimenticheremo la radiod.ermite ikscritta da Ottdin col non~e di « a:eroderma pigmentosum 1'i5ntgenologioum )), manifestazione grave ad amdamento cronico che porta all'atrofia iklla pelle con telea;ngectasie di etti si è ancJ/.8 interessato l'Aiello. Queste 1·adioikrmiti sono particolarmente pericolose vn quanto che Btl- di esse s·i posso-no sviluppare facilmente iklle ma;nifesta,zWni verntcosP., ulcerose, epite'iomatm;e. L 'azione dei raggi in vrofondità ?Wlle nrticolazioni r. nelle ossa procltwe u.na fusione di queste la..~ciando uscire cla fiRtole lHta .sostr.tn.::a calcarea sotto forma di pasta. Sono note ·poi le a<:i(nti sulmulollo delle ossa e sulla 1nilza prod1W&nti in 1vn pt·imo tempo uno stato irrUativo co·n quarlro leu,cemoide e, in seguito, quello di wna grave a;nemia apla.st·ica 11rogrM 1iva mortale. Un clùtgraziato, qwvnto cotnpianto Collega, il T iraboschi, 1·arliologo dell'Ospeclale ili Bergamo, morto con tali ma.nifesta::ioni, permise lo st·ucl·io <li esse a.l Gavazzewi ed al ll!ibelli. E interessante r·i.cordare che il rculiU1n di tWJO pure (lelle nul:io-denniti e, taltrra, delle mlllnifestaziorti piì' p1·ojon<le ancora, q"ali si sono osservate nei pittm·i che arlopera1w il solfuro di zinco rallio-atUvo. I nteressante è un caso d.escritto dal Blum di osteomielit6 dei masceUari rlovuta a tale causa. La temperatzua iklta7nbiente è causa di man·ifestazioni dmmt6 sia al caldo, si.a al freiklo . .A questo proposito vi 1·icordo che bisog1w. tener conto clella ventil"zione ikgli ambient-i e dell'umulità di i)$J.si: in America esiste persino una Commi.~sione permanente che si occupa <li tali questioni.
Sv\JARDO GENERALE Sl.:LLA C'LI Xl C'A ECC.
L 'timùlit4 è causa, im alcune lavorazioni, di sind'1·omi che non possono esse1'e sconosciute al rnedico. Illav01'alore l> obbligato talm•a, t>er e!fempio nelle filature , nelle mffìnerie dello z1t.cchero, ·nei l:l(l p011 ifi-ci, a vit;ere in ambienti ove è neC'e.~saria 11'11<l mnìtlità tale che impl)rli.sca l'alt~razi<Jne d.el prodotto 1Jf.l1' e.,. la rottura dei fili di ootone, eli liuo erli .<~eta.. In qw:.<~t-i CMÌ si p1·odu-eono delle fitte nebbie a.t·tificiali det.to « j1nnane '' le q1tali age1ulo ù~ Mnbienticaldi impediscono la swlora.::iont: con con.~eg u onze grari per r indirid1uJ. J:ii hamw C08Ì mrHtijeRta:;ioni (WV1tte a ·intos!lica::ionc t:ronica, con anemia. !ltanche::;;.a.· di.~tu1·bi. ga.~tro- inteMhutli. a.Ztrra.::ione dcl/.a. ma.~.~ct s(mguigna. disturbi notet'Oli dl)l respi?·o, tli.mimtzione dd 71otere di rr.~i.~ten::a alle azioni microbirhf. fatti questi tutti che possono rond1uTe il medico <ul errori cliagn<>.~tioi qtian<l'cgli non ne conosca e.~atta.mentc la caw~a. Fra le malattie rPumtttit·llo rioordenmw il 1·ounurii.<uno t•erte/Jralr cronicc•. che 8]JC.ç!;O si. trot•a. nei C(rntailini quale con!(egwmza dell'a:::irme rle11'umi4_ità e drlla contempomnea a~io·ne <lei -movimeHt.i , ai quali 'Ìl tronoo è contimu.wwnte as:soggettato JJei lm;ori. l1e1la trwra. Della q·uMt.i.one Ili è i·nterr~'l.''l(lto il Ferrannini (Spon.lWitr. trawuatica o 1·eunwtica,? « ~f?uli u m , 1 \1:3:.!). La costitu.:;ione chimica dell'aria in cu.i r;i rire è p·nrc camta di manife· sta::ioni morbose. Q·uanif.o l'anidride carb111tiNt t~i trova ia q1umtità eccc.ssirn ?lell'ambienlt. gli inrliddui .~offrono pc1· lit il·,·e..:;pi1·a.bilit.<ì. dt:l/.'m·itt, come 8i ossm-va. nellr. frtbbri('/u; di birl'fl. nelle Mllline, ur.lle fabbrirho di ga.~ illumi9wnte. Così la prr:.<IP./t~n di ll.'lsidn ili cnrbouio anrhe in minima perrf'ntualr. •' cau.sa di a.~{is.~ia o ili swla ipo.qft.ç.~i.n, dovute alla impox11ibilità del sangut~ rli fì..,sare Olì.<oigeno, percJ1.iJ l'emoglobin.a si è tra,llform,ata in carbossiemoglobina. }.'un i?u:i..~to Nune m.a.)li. fr..~trr-z·ioni a C(trico del si.<~tema ncrvosu vn que.~to o.1·velennmcnto a cui sono :wa[Jelf<i i milita.ri in gur.rra per lo scoppio tli gra~nate: come ancite 1>uil :<~U('f'l:rlt!I'C in tem]>O di pMe allo cuoche. alle !l(ù·ntrici, ecc. È intel'e.<isante ri('l)tdarrt r·hc fU! r cn11sa di O.'IRido di carbonio fnron.o dc.~critte altera.zioni del cen·e.7lo con.qiNie.nti 'Ì11 focolai rli mmmollimr.nto. in t1r.rro.~i d1•i ?tuclci lenticola.ri del corpo .~trinto e del globo Jlallitlo il~ modo ])articolare. La. 1mJRsione atmo.<~jnriC'a dimù~11ita i' causa del male iii cui. .<wflrrmo coloro chr. .'l(llgono in nlftt montagna e .<~peoialmcnte del male degli aeronauti e llt~gli aviatori: a q1tr:.~/o f'IJI'Ò xi aggi11.ngotw di.'ltnrbi p:'lichici dovuti a7l'i.<JO· ltuuento, che 1'icntrr111w 11el gtutdro dell'a'ltgoscia della solit.nil~ne. Degni di nota smw i rlùdwrbi dovuti n 1·erti.gini laliirintiche che si o.<~$er nnw freqnentemr.nte ?J egli m;iatori e qua.<~i ecce::;iona1.tnentc nt~gli aeronauti. ~l'ali di.<~tnrbi labirintiri !li hrmnc nell'ru1rr.sn rapida negli aeronauti, mentre 11~gli aviatm·i .'li os.wrrTano tlCll e mpi<lti (]'Ì!wr.<~e. Dette 1'flrtigi n·i.<:mw .<:pesso ca u-«rt ili dol01'0!lli in<'idrmti.. é possono es.sm·r, abolite Oon l'a.lleiUUltCittO. N O·lt mi i ii· dugio 80]>ra g111J.<~to araomento 1'Ìl'orrlando che la. mcilieintt 1nilitnre .'li è in.lf!1'ess(l/.tt dl'llc alliturlirti dPyli a.vi«t<n'i con it•t.i.tuti ]1erfett.amente attrezzati, p Pr lo stuclio oiJ per l'esa.me minuto rli es.~i.. onilr far(! la Jte?e:::ione ilai ca.ndirlati . . La pre.<~.<:ione a.tmosfr:rirrt a?t.m&nt(lta ~ ca11.'1rt dflllft co.<:idctta malattia di Tngrr, la mnlnttia, rior. dei ca.<~~on.i, dei 711tlombari, (legli operai chr .yono obb~igati ad 11n Trtt•oro m·e la prf.'l.<:ionr è aumentata fortemfmt.c. Le ma.-nifc.'ltazùmi 8 1 11 ~'~<~entano aU.orquanrlo l'operrtio e<Jce dall'ambiente di. l(H•oro 861/~a passarr 118" un P1.JTiodo necc.<:.<~ario ili tem.po 'IU!lla co.<~idetta cam e:ra ili decomprc.<~sioru. La patoge-ne.'li t1~lla malattia dipende dalla legge 1li Dalton Henry , second()
SGUARDO OENERAT<E SIJLI,A CLINIOA ECC.
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la quale nel s011tgue si sc-ioglie, dur011~te la fJomp1·essione, e cost negli altri liquidi umorali, '!Vna jo1·te q'U<tlntità d.i azoto dell'aria, rnent1·e poi durante la decompressione d.i venta nuovame-nte libero sotto forma di bollicine, (}QUSando c08ì embolie gassose, e-morragie, clistn~~ione dei te~u~tdi, specialmente di quelli 116TV08i cmt1·ali. Por questi ?notivi nella •nlt(Llattia di Triger si ha1111w nel ·m·idollo spinale lesi01~i dei vasi che sono abbondanti, specialmente nella regione lombo-dorRale; e trovia:»w rotture 11ascolari ccm emorragie ed i svntomi di miel'iti con 1>arapat·esi e paraplegie. Anche gli an~bum~i 1''!tnwrosi ha·1~rw 1ma gr(J;t~de importanza per le alte· razioni che portarw sull''Utdito. A q1testo prop08ito, senza ÙHÌ1tgiarmi in dettagli, voglio 1·icordanJ il bel lav01·o del collega nostro colonnello Balla, 81tlle alterazioni (lell'udito e delL'eq1~ilibrio deLle 1>ersone a{ldette a sale prova-n~otori per veli-voli. Anche gli ambienti oclor08i e gli ambienti tremu.li sono causa e oggetto di particolare studio degli spe&ialisti della pa.tologia profe.çsumale. Poche parole sulla patologia d.eU'amb·iente elettrico, poichè un solo esame della q·uestione importerebbe, non 1t~w, m.a varie l.ezi<mi. 1!J import011~e r·ic01·dare gU stu,cli lli J ellincck sugli individui fulm,inati, che presenta,rw talora i s•intomi ài '!VIIt(L n~orte appa1·ente, quale si osserva nell'an·negamento, e possorw, con la 1'C.<Ipira.zione a1·tificiale prolungata, ri.tornare in vita. Dal lato t.erapeuftico è di SO'IIltna i1npm·tanza rico-rdare che nel ca.so deUct folgO'razione, n<m si conosce la strad.a seguita dalla co·rrente elettrica ·nell'org(J;1tùmw, e, poichè essa può procl·ttrre Mlle gravi alterazioni vascolari e delle lesioni, come incrinatt~re ossee, è inclisp(msooile che il modico abbia la massima pntde-nza e-vitoodo medicazioni e tatnto pi1ì. trattMnenti chd.rurgici che poss01w provocm·e aggravamenti e, special1nente, gravi infnmabili emorragie. N elle diverse fotografw che qui vi fac.aio vedere, Voi stessi potete osserv0;re come le manifestazi01ti dov1tte alla scarica elettrica si aggrooano gradatammte dalla prvme ore alla giornata successiva, coU'allMgame-nto delle lesioni cutanee, con fonnazicmi di ampie e profond.e necrosi, che però, se l'individuo non muore irnmediatOII)umte, specie per '!VnO choc cardiaco ed asfì,JJsia, gu.a1'iscorw bene, spontanea·rnente, con cicat1·ici 'IMlli e non retraenti. l ·mportanfti S01W gli studi, a questo JJropo~ito sulla fibrilLaziO'IW a~tricola1·e clel Oastelli?W e quelli del Preti , il quale 1·itime che solo la fibrillazione ooricolare possa 1J&rmettere il rito1'1W alla vita, ment1·e è da escludersi dalla fib?"illa-
ziO?w VC1~trù!Olare. In seguito l'esameradiologico dello scheletro potrà rMttere in eviden.z a delle ma?tifestazioni insospettate, che possmw poi essere ctuate solo quan<lo il pericolo grat1e dell'emorragia, cui pri'nlt(L ho accer~tMto, sia eliminato. Ricorderò che per le malattie dell'arnbie1~e di lavoro mi trovo d'accordo col Ferr(J;?tnini nel coru1i.dera1·e che la 1nalaria cleve essere i?whtSa in questa r.awg01·ia, amzichè w quella (lelle nwla.ttie parassita1·ie ed infett:ive c11i at?C6'n neremo in seg1tito. Il lavoro obbliga frequentemente l'operaio ad 'IVna pa1·ticolm·e posizione del -corpo talvolta a particola1'Ì compressioni date dal 111t(Lt.eriale di lavoro, dagli arruJsi e dall'appoggio obbligato di alc1tne parti del corpo contro detenninati
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SGUARDO GENERALE SULLA OLINICA EOC.
ogg6tti. Talvolta si ha ancora La ripetizione, per lo più cadenzata, di particolari movimenti, i quali oooupano quasi sempre alewni gruppi nuucolari e prod·ucorw, a lungo andare, alterazioni dello scheletro, llel tronco, de-i vasi sang1t-igni, <kl sistema nervoso central11 e p11rijer-ico. Vi acceMWI'Ò, fra CMtinaia di qU68te manifesta~ion·i, alla malattia dei carusi, caratter-izzata da gravissime <kformazioni <klla colonna vertebrale, nei portatori d·i pesanti ceste contenenti minerale di zolfo, ·1wlle miniere sicil-ia1w, malattia che si manifesta negli i·,~dividui c'M incominciano tale lavoro fin da fancitùli. Osservate qt~i dei moulages interessanti: le produ~io-ni della borsite prepatellare delle lavanclaie, il torace ad imb1~to del calzolaio, le gambe ad X ?Mi soggetti che so-no obbligati a stare a lungo in piedi. U·na malattia interessante, che ascriviamo a questa categoria, è la mtllattia di Dupttytre,~, di cui si è parti.colarmente ocott-pato il Devoto: si osser-va in individ1ti particola1·mente di.sposti, nei quali il lavol'o detel'mina una pressiotw costante sul palmo della 'tllllllto e nei quali lo stimolo irritativo agisce profondamente sopra la apOMuros·i pal7nare, sopl'a la g1t-aina dei tendini flessori deUe dita, provocando wna retrazione lenta e progrevsiva delle qttattro ultime dita che restano son~ift68se. Pende ritiene che la 8Clerosi 8i svolga s1ù fondo di 1ma diatesi fibriplastica e che q1tindi colpisca i soggetti artritici e gottosi. Fra le malattie professionali è ilnportante ricorclx1·e il crampo diJgli scrivani che, in Italia, studi di Camillo Negro, di Fedele Negro, di Roasenda ed altri tniei e di A.udo-Gi01notti, mio A.i1t-to, fanno ascrivere a lesioni del corpo, 8tl'iato, parti~larmente <kl p:~llidum e dalla s 1 bst 1ntia. grigia. Il capitolo delle malattie dovute al materiale d·i lavoro è così vasto che solo brevi cenni è possibile clare s1t- di esso. Esso, si p1tò di1·e, comprende la grande maggioranza clelle varie malattie spocific'M da lavoro ed è in gran parte costit·uito dalle intossicazio1~oi professionali. Fra lo prime nlalattie da, qttalità di lavoro io ho compl'eso le malattie da polvere, c~e possono anche essere considerato come mrJ,lattie da artibùmte di lavoro. Ho con.siderato tali malattie dovute alla qualità <kllavoro in quanto che no-n si tratta di i-nfcl'mità causate da polveri oomttni, ma da particolari pol·veri dovute al genere specifioo della lavorazione ed emesse dal materiale ch-B vie ne lavorato. Quest.e malattie sono causate da inalazioni di polveri che, a wro volt-a, posso?to avere azio1w tossica, ma che ci interessan:J particolarmente per la loro azione irritante o chimica sull'albero respiratorio. Essd ci danno il qu.a.dro della fibrosi del polmone, alla quale si arriva dopo parecl}hi anni della lavorazione, quando, cioè, poco per volta lo barriere naturali che si trovano nell'orgatnismo per difet~re l'albero respiratorio dalla polvere (terminazioni del trigemino, epitelio vibratile, ghiandole n~u()ipare) tton sono piìt efficaci. Quindi Za polvere, passata dall'alveJlo nel tessuto im.terstiziale, arrivlkta ai linfatici prov oca mta sta8i linfatica e, successivamente, gravi stati di in·itazione del con-nettivo, co-n proliferazione di fibtoblasti. Si ha, in definitiva, il quadto eli una polmonite interstizialo cro-nica, alla qttale susseguoM tutti i disturbi circolatori dovuti ad insufficienza del czwre destro; nel polm?ne la I'Ottll..ra degli alveoli provoca l'enfìBema.
SGUARDO GE~ER.,\LE SULLA CLI:-<'!CA ECC.
È int6ressanto ricordare che si h'f.nrt' itn~'k;ioni di p:>lvere oho non porta;no a questo stato dell,a fibro.~i, mx tx~volta dei fa !ti a,t :tfìktttici con attacchi di asma; la pn·oumoconiosi pu,ò essere anche C:t!l.n di in rt~sto di germi, spocitt d6lla tubercolosi. Voi vedet6 qui ·numerosi m ntla.g ~s i qua,li diffcre n~iano essttnzialmont6 pol colore dovuto alla qualità delle polveri che sona sta!IJ acloporato. Dal lato anatomo-patologi-co il q rvdro dcUa fibrosi polmonare è specialmente dato dalla silico!Ji, como è ri!Jztltato d:dl'int/Jressante dibattito a·vvenutoml1929 al Oongr88so di Lione. Evidentom/Jnt8 anche qui il fattore individuale ha una importanza eccedonalo. A q1testo proposito dobbùt.mo ricortl'f.re delle ossorv(t:;ioni interessanti da mo fatte i?t collaborazione col collega Boidi·TI'otti Il riferito al Uongresso intor·n azionale di Ginevra nol 1931. In ttn pae1e tlel Picmuntc - Forno Rivara - ove (la molti anni la popola;;ione è (lodita atl un lavoro pneumoco1tio· tioo per la molatura e sbavatura di oggetti di 1netallo f'ltSo per me:;zo di mole a STMriglio, producenti wna forttJ q1t01ntitit di polvere di silice e di metallo, si è osservato che, ment1'6 rwlla generazione pas.u1.ta l a m ortalità, da tubercolosi era così alta da decimare la popolazione, da minute inda:Jini fatto in gran parte col sussidio radiologico nella generaziontJ prosento, qtwndo le cond·izi01~i di vita, di nutrim&nto, tl:i atnbionte do1ni<Jiliare, di igiene di fabbrica, sono stato con~ pletamento modificato, la tubercolosi non è stata trovctta come associazione della ailioosi. Lo uUime acquisizioni d·i indagilw mdiologica ci permettono di otte-nere un quadro verarrwnt6 caratteristico della silicosi: osstJnzialmento si rileva bilateralità delle manifestazioni che si svilup pano por intensità parallelamente coll'a1ulame-nto clegli anni di lavoro, datuloci il quadro cosi detto «ad ali di farfa.Ua n. L'escreato cloi lavoratori in ambienti polverosi ci può spioga·re la qualità della polvere, sia per il coloro, sia coll'esame rnicroscopico e chimico. Qu.esti esami ci hanno pormos110 ancora t·econtomonto di mt:Jttere in chiaro tma smtomatologia particolare di tracheite nei lav01·atori dell'asbesto. L 'esame dell'oscreato, porò non è q·ttello che pztò i-ndicare le condi;;i-ani del 1Jolmono pneu·moconiotico, inquantochè, abbanclonato il la·voro da qualche tempo. p1tr perman&ndo le luioni fibrose, l'escreato non ha piìt i caratf.{Jri spe~ifwi dovuti alla polvere respirata. n sa.turnismo rapproserJ,ta sempre - pur esse1ul0 in grande diminu· zi<me por la sost-ituzione dell'assillo d·i zinco al solfuro d·i piombo nolla fabbricazi<Yn# della biacca - una delle pih temibili intossicazioni professionali. Gli studi fatti m I talia , nella Clinica del Devoto, hanno una grandissima irnportanza. Si <ÙJvo-no rico-rdare quelli del Dovoto s1tlle alteraz-i01vi dei v asi renali Ml aat1tr·n ismo cronico, o di i?1teresse pmtico grandissimo, q1telli sulla cura <klla colica saturnina colla pilocarpina; ed ancora lo ricerche su,gli stadii presaturni-ni st1t.diati da Oarozzi, le lesi01ti ren~li studiato da Cesa-Bianchi, da Ajello e da altri; la colesterinemia studiata da CtJre.~ole. Di grande interesse sono poi gli sttuli sul ricambio e s·u lle 7nanifestazioni della cosidetta 1< gotta dei poveri n, dimostranti che non è solo l'ali·mentazione ricca di sosta;nze puriniche la causa della uricemia. Recenti st1~di hOtnno dimostrato la pr88enza Mlle urine di ematoporfirina, la cui ricerotL ha maggior importanza se quantitati'Va an:ioM q1talitativa. Altre rec1mti osserva:;ioni Stt l'ipertensione
SG"CAR'DO GEKERALE Sl'I.LA CLI~lCA ECC.
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del saturn~1no hanno trorato confetnuh in osxerva.;:;ion-i fatte nel mio Istituto. alla pre.~en;:,tt, non rara, di caRi <li .~at-nrni.smo cronico, senza, sclerosi t·enale e con diminu ilrt pressione ttrteriosa. K ei primi simtomi di 1Wttrite, la nd..o;urazùme della crona.~.1i,a ha avuto 1ma utile a1)plicazione. Di grMule interesse per dimostrare la ]Jarticolare scrwibilità dei nuclei della base dell'tncefalo alle int,ossicazi<mi, è stata l'o ·· servazione di wt caso. che fu oggetto di 'Wita 1nia, lezione, ·r ijerentesi ad 101 sat·n rn:ino cronico, che areva a.v·uto freq1um.t-i coliche e che presentava. ·tma 1' rtresi bilaterale del rad·iale: ·il malato era stato inviato da 'UI~ coll6ga con la cliagnosi di encefalopatict sa.t urnina, e p1·esentava una sindrome iniziale parkinsonsimile, con ipertonia mu,scola.re, tt·oclea omerale, tren~o1·e statico. Ananmest·ica?nente si doreva escl1ulere ·uma encefal·i te infettiva pregressa, o 1ma mala.ttia di Parkin,yon senile.
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ID('1'CuriaJisn O ha semp1·e 'UIL pa·rticola.1·e intel'lN!Se, .'/pecie nel nostro P-ienwnte dfJve esistono fabbriche eli cappelli, nelle qua1·i il m ercurio è ado1Jerato nel sécrétag(• ddle pelli (li coniglio e di lepre, che si eSiJgu:isoc col ni· trato acido (li 7/U!I'Curi.v. L 'avvelenamento <la fosforo, intttressante p or la caratteristica nccro..vi <lel 11tascellare studiata. a suo tempo nella clinica dol Devoto dal V allard:i, t; di C?ti ·d facc:io vedere all-zwi pe:;;;i a-nato1nici ?nolto probativi, mi ha ila.to modo, in questi ·ultim·i tempi. ili fare 1tn'ossm·va.zionc veramente intqressante nel mio Istit·ttlo . .Si trattam di tLIL ammalato, che ho ]nu·e preJSenta.to •in unct le;ionc, affetto cla ·ncorosi. del ma.sccUare, che si lagnava cla tem.po di d.olori alla teca crMLica. All'esame mcliologico, accanto a qualche segno sicu,ro di necrosi del ma.w)ellare ·inferiore (l'ammalato avet'Ct, atnzi, perso tu:ti i dtnti) s·i osservò 1t7t eno-rme ispes.~imcnt{) dovuto ad. zma iperatti·dtà periostea della volta cranica. 1'ra le diverse tc:orie 87Jiegarnt.i la necrosi <lvl ma.scellare, 8Ì era nel passa.to abbcmdo·nata la teoria. fU Lorin,~cr, il q1utle 1"Ìt.eneva che il fo· .sfm·o a:ve.~se un'azione elettira .~ul tc.<~S1tto o.<;seo in genere e, ÙL specie, sui 'mascellm·i. K el mio 1\la.n.ual<' di Clinica. dcUe mahbttie prott1ssiouali ho insi~tito perehè tale teoria non fosse complelantente abbandonata; e il casu a c1'i ho accennato, arralorato dflll' esame 1·adi.ogmfìco. sta. a dimostra.rt' l'esattezza <lelle ·vedute del Lorin.'IOr e ·n~ie. Il fosforo 1·ient.ra anche ?tel ccwtpo il ella patologiet dei gas di guerra. z>m·chè alc'Witi suoi composti servono pm· la produzi.one di nebbie; rulrogeno fosfm·ato, che talm·a ~:~i produce, è cau.'la dri gravi i·nto..ssie.azio11i. L 'avvclenam<'nto da arf;('nico ha tm pa1'ticolwrc interesse 1)erchè, oltn a.Ue caratf.(Wi.'lt•iche ?nanife"'lta zioni a carico del sa,ngue, clel. si.'llcma nert,osu centrale e per·ifel'ico, in cui sono frequ.enti le para~isi bilat.erali dei peroniqri con s~wcessive at1·ojì.e e contt·attttre che obbligano il malato alla carait(t~'is ticu attda.tm·a di !ltt'ppag'-', facilmente si può ca.dere in Cl'l'ori d.iagnosticri co-n lu sifilide per le manife.~tazioni eruttiL·e {le/la pelle, ttlcerazim-,i elle, sul pc-n.e . simula no un'ulcera. sifìz.itica. Anche l'a.rS(>UÌCo cl.à 1m jO'rU contributo alla patologia. m-ilitare, poichè 4lC1mi s1wi compo.st·i, le ars~/16: soM a.dopemt.i nei gas irritam.t i. starnutogeni, ·vesc-icatm·i e tossici. Unga.~ arsenicale grave~nte -velenoso è l.'ùlroge-1~0
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at·senical-c cl~e produce ittero, con fegato e 1nilza ingr08sati, clete1·minamdo un quad1·o assai sin~ile all'ittero c1nolitico splcnmncgalico. L'ottonismo ·merita eli esse1·e ricordato per la cosicletta cc febbre degli ottonai n, caratterizzata da accessi febbr·i li di alta temperatwra, precedttti da briv-idi, che sono facilmente confondi.bili cogl·i accessi rnaJ.at-ici. A questo tJroposito è inturessamte ricordarvi le manifestazioni clel gmere che ho os;.;ervato nei salMtori clell'ottone alla fiamma ossid1-ica oc1. a qu.ena ossiacetileni.ca. Si tratta d:i wn'in<lustri.a, se non nuovi.ssi1na, relativantente recente, j?·equ&nte nell.e lavor~imti in piccolo, che dà una patologia non grave, ma presentante qualche volta m.anifestazi,oni che possono fm· sospetta1·o ~ma forma incipiente di tttbercolosi, vngwmuvndo facilmente il 1nedico n<r1t. al corrento di questo tmovo capitolo delle malattie professiO?tali. Come ho fatto pubblica1·e i·n wna tesi d.i law·ea M un mio allievo, io ritengo che, con ogni probabilità sia dovuta allo zinco questa manifesfazi<rne dell'ottonùnno pe1· sald.ature alla fìam~ma. atttoglNt.a, como d'altronde già. da alt·ri era stato prececlentemen.to sospettato, per e.s. da S·igen. Una sindt·ome i?tteresRa,nte a 1·icordan>i è quoUa sim·ile ctlla scl.erosi vn placohe, c011. tendenza a gna:rig·ioru-,, oho si osserva ·1wgli av-vole?t.amenti• da manganese. Il cromo, colla nuo·v a i1ulustria cleUa cromatura cle·i mfJtaUi, h.a pc11iato un a·umento delle de?·matosi; ?Wl o-romisnw s·i osser·vamo facilmente delle ulcemzio·ni della mttcosa clel setto nasale e talora la perforazione di esso. Di tale manifestaziO?W in Italia si è interes.~ctto in nwdo pa1·ticolare il Ramelletti ed il Forrari clella SC'uola del Biz:oz:oro. Un interesse speciale per la vostra qualità d-i medici militari, è dato da.l la patologia della nitroglicerina 1t.sata nol.lfN fctbbric~ÙYIUJ degli e.qplosivi che io h<> st1tdiato anni o·1· s&no nel Dina·miti fìo-io di Avigliana; m:i ripm'to al Congresso di R<rma del 1900 di nMdici?Ut vnternct. bt q·!tC.'Jt8 intossicazioni si osservano alt&raz·i on·i della p res:~rimw arti)I'Ìosa., si?ul?'O?I~i vasomoto?'ie dovute alla grCttndc azione "Va.~oclilatatoria della nitro-gl.i cerina. Il benzolo che, cmne voi sapete, è il ?~tuoleo d·i origine della sorie aromatica, col toluolo e coi tre xileni o loro nitro e ol.oro-derwati dà.tvno una grande quantità eli smdr<rmi M iln,tosiJicazi&n.e professio?t.ale som·ma·mente interessanti, che la mwva legge dell' assicnmzione vuole clcnwiWiate. Acce-nnerò che il b&nzolo pr<rvoca, speci-e nf!lle donne, grami elno)TagitJ, come j1t oss61'vato amni or sO?W, con parecchi casi ?nortali, in operaw che lavm·ava:1w nella fa.bb?··icazione di ivt.penneabili a M ilQIIW. Nell' avvelena;mento M b&nzolo s·i ha il quaà1·o di un'anemia gmve omorragica, -molto sin~ile per svnto-matologia al morbo 111-aculoso di W61'loff. È wratteristico, a scopo d:iag'IW8tico, in questo a'IJVelenamento il colo'' t'OSSo ciliegia delle labbra.. L 'anemia CO'n lencopen·fa ha il tipo d-6ll' amttmia apla.<Jtica. Il fenolo, u.sato per la fabb-ricazione dell'acido picrico, è causa <li fatti degenerativi degli m·g01ni mterni, con ittero e 'tefr·iti: è mnolitico e produce freqtLC'nti fatti irritatvvi (lelle mucose, speeie sulle CO?~gutntive. L 'acido picrico e suoi de1·ivati tlitrati vi dove 688ere ricordato pe-rchè, durante la guerra, è stato usato per la sim1ùazion8 clell'ittero infeU·ivo, CO"R grave damw. Tra i nitrode1'ivati del benzolo, d'importanza grande è il nitro-benzolo che, oltre all'alte?·azione del. sistema nel'VOSo cent1·ale, pmvoca il q1taàro ·molto
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simile a quello deU'a;nemia perniciosa progressiva; però, a dif!er6nza di qttanto avvùm6 col benzolo, col quadro deWanomia plastica. N egli avvelenamenti da nitroderivati del benzoLo e dei s-uoi omologhi, il color oiam,otico dello labbra è caratteristico o di gra;nde importanza diagnostica. Tra i cloroder-ivati, oggetto dell'attenzione del medico per l'obbligo d.ella. dem.uwia, abbiamo l'anilina, nota per le caratteristiche manifestazioni della pelle di cwi vedete wn esempio in questo moulage. L 'a;nilina produce a!lteh'essa delle gravi alterazir;n,i del S(lfr~ue, CM formaziona di ·metaemoglobina, ditnimtzione delle enuuie, senza aUorazir;ne dei globuli rossi; in essa la cian<>si è caratte1•istica; n<>n smw rare le alterazioni della vescica oon formazwne di papillomi o, talvolta, eli tumori maligni. Non dobbiamo dimttntware arncora altt·e ·manifestazioni dovute a composti di qttesta serie , quali gli accessi di asma dovt,ti alla parafenilendiamina ed alla paratol'ttendia·mina o gli itteri gravi che si ha nn<> nell' avvelena1nento di metatoluendiamina. Quost·i avvelenammtt-i dovuti ai cloroderivati, ai nitro o n-itt•osi derivati •<logli idrocarburi bonztmici che possono simttlare pel nMdico inesperto ile"! campo delle malattie professionali, una quantità di altre sindromi patologiche, si dif!erenzian,o dall'avvclenam&nto da benzolo per la cianosi e dai nitro-deri·v ati per l' ass&nza dell'alterazione delle emazie. Acctnvnerò ancora all un derivato dogli idrocarburi della serie alifatica, largamente usato per la preparazir;ne di u·n a speciale ver-nice per le ali dei velivoli: il tetracloroetano che ha azioni na·rcotiche e prodtwe un ittoro con fegato e milza ingrossati. Il solfuro di carb onio è un altro tossico di cui si occttpa la mwva legge della assicura.zione obbligatoria delle malattie professionali. Esso è 1tn solvente ampiam&nte alloperato nell'ind'tt.<Jtria del cattcciù e speaialmonte nella nostra ·regione per la fabbricazione della cos·idetta seta e della larna artificiale. Nella tnia clinica abbiamo se1npre dei malati da solfoc':l.rbonismo professio?tale in degm~za. Questi malati pt·esontatw faci.lnMnte , in primo tcrnpo, simtmni di disturbi dispepti.ci; ·ricerch6 fatte dimostrartw che si osserva. oon utta percentuale ttm piccola l'ulcera gastrica, spesso jtt:ctapilorica, ?wn sempre associata ad ·ipercZoridria. Un sintomo ch8, dal lato diagnostico , ha un valore quasi sempre patog1t01nonico è dato dalla frequot~te e prococe froilr dezza sess·uale e dall'impotenza che gli operai. per 1tno sbagliato amor p·roprio, tengon<> sovente nascosta. Le polinettriti da solfuro di carbonio, di cui Bi è già. occupato da n<>i Oeconi, son<> freqtumtis si·mt$ od io per primo ho n<>tat<> che fra esse, fm·se per la posizione costarntemente in piedi dei lavorat<>ri, è , froquentissitna la tM1trite dello sciatico popliteo e..-ttorno con paresi o paralisi bilaterale dei muscoli esten,sori del piede. Non di-men,tioherò che nolla mia clinica furmw per la prima volta clinicamente acoortate nel solfocarbonismo cronico delle sindromi dovute a lesioni lkl corpo striato con rigidi.tà deUa fisonornia, ipertonia muscola1·e, t1·oclea omeralc, tremore stati,co senza il tnovi1nm~to del pollice; e le mio pritne constartazioni sttl compo1-tamento del sistcm,a nervoso 'Vegetativo nel solfo-carbonismo, che ho ricO'I·dat.<J nel Co-n gresso di Lione 8 che oggigiorno sono particolare oggetto di wno studio completo clel mio Aiuto in rapporto al sistema ghiandolaro ertdocrhw. Sotto il p1ttloto di vista anatomo-patologico queste 'ma;nifestazion.i sono-
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state sperimentalnwnte 1-iprodotte dal 1nio aiut{) .Audo-Gia;notti. Altri studi e altre 0886r'Vazioni che si ·rijerisC<>'M a!l'avvelt?lMnento da solju?·o di carbonio, sono quelli diligentenumte condotti dal Ranelletti. Un recente caso di a•vvelenamento acuto, raro esempio nella patologia professio·nale (poichè in essa si osser·vwM quasi 68cl·usivam.ente allvelenamenti crottici) è q1tello d·i 1w~ ope-raio che inalò forti quCllntità di vapore di solfuro di cat·bonw: il colpito pres11ntò s1wito dopo conmtlswni epilettiche alle quali susseg·ztirono posteriormente ma1~ifestazioni eù>l tipo stt·iato, permettendo di ritenere che le cmtV1tls•ioni, anzichè di origine cm·ticale, fossero originate da un'azùme sui mtclei g1'igi della base del cervelw. Il te1npo 1wn mi permette di indm.giarmi sopra q1teste malattie ve,·a.mente specifiche dovute al mate?·iale da la:voro; su di esse ritornerò, come ho detto, in una prosS'im.a 1·imtione. VoglW accennarvi CllnCOra a.d un capitolo di quésta 11atologia del lavoro che, si può di·re, è in buona pat·te ignm·ato: in esso si tratta della patologia da solventi, ampimnonte adoperati al gionw d'oggi per la fabbricazi<rM delle vemici, smalti; di tsso ci diede 1tn quadro vera·men.te i<nteressCllnto due m~n.i or sono, nel Congresso di medicina del lavoro tetvrt~i i-n Milmw, il Carozzi . .Aggiungerò che un vasto cwmpo eli malattie professionali è dato dall'innesto di parassiti e di germi nell'orgCllnisnw. Evidentemente dal lato clinico la sint&matologia ?Wn ha nulla di caratteristico; solo sotto il punto di vista medico-legale ed igienico-indust·r·iale tali malattie ha1~ un interesse particolare. Non è il caso che io mi indugi stt ciò perchè il capitol.o è am.piamente svolto in ogni tmttato di malattie infettive, e OO'Msciuto da voi i-n ogni dettaglio. Vi ricorderò solo che due malattie sono contemplate dalla legge sull'assicurazione obbligatoria por le malattie professionali: il ca.rbonchio, accennato solo i-ncidentalme-nte, perchè la legge precedente deU'assimt.razimw obbligatoria cont-ro gli infortuni aveva già contemplato ri?tfezimte carbonchiosa di origine profesS'ionale, OO'me un i?~fortunio s1ù lavoro; l'anchilostomiasi prodotta dall'anchilostoma duodenale: di essa ho acctmnato già nella prima lezione, riOO'rdCllnd<mi che il stto st'Udw appat-tiene al lavm·o dogli scienziati italiCllni. I n q1testi ulti·m i tempi, per iniziativa del Cml.Siglw N a:zWnalo dello Ricerch~, per ?'eCC?ttissim.a disposizione del jfinistero dell'Intorno, la t·icerca dell' Cllnchilostomiasi in Italia è .~tata pa;1"ticolarmente sollecitata esse·ndo stato rilevato, come D eviJIO tra, i primi aveva fatto cmwscero, che i1t pa·reccl!io regi{)ni d'Italia l'mwkilosto·mia3i è wncora endemica ed insospettata. Recent-e è la proposta fatta dalla .8 cMla di Milano delle~ cu.ra. dell'a.ncl!ilostomiasi col clorofm·mw sciolto in olw di -ricino. E, poichè siamo a Torino, •voglio tmninare questo capitolo ricordandcrvi gli studi fatti clal 11{aggi{)ra- V orga.no e dal Gradenigo sttlle ot01nicos i da penicilli cho si trovano non ra1·e nei contadini. Vi Jw accennato ad alc1MW poche 1n.Cllnifestazimti cliniche ohe si osservano nei malati d.a lavoro. Vi t'icord.erò che le malattie professionali sono a·ncho studiate, e gi1t8tamente, sotto un punto di vista essen-zialmente sociale. FCl!Utore particolare eli questi stttdi è, in parte, il Devoto o ·i?t parte il Castellino, Direttore dell'Istihtto di Medicina del Lavoro dell'Università d·i Napoli, il quale ci ha da.to dei contributi veramente notevoli sttlle malattie che presentwno alcu;IW categorie di lavoratori dei porti e dei campi.
L'INSULTO APOPLETTICO
Come avrete cornpre.~o, lo scopo di qu.e.qta tretJon(la conftmm::a è stato quello. non già di far l>"i avere delle nu.ove cognizioni sopra /.e tnalattie professionali, ma. di farvi. compretulere, invece, oltre che l 'importa,t~za della legge per la tutela clella sa~t'te itei lavoratm·i, la necessità di ricorda1·e quanto simw nUJnet·ose le manifestazioni cli·niche àom'te al la·voro e come possano facilm.ente farci deviare dalla giusta diagnosi. Efiidentemente q1te.Yta rapida scorsa sulle pas.~ate ed attuali acqui.'lizion:i nel catnpo deUa 7Jfttologia professionale no·n è riu.<~cita altro che un' at·ida elenca.zione di si·n<lromi ed a;nche solo di sinrtmni, con qttalche ricordo di ttuor.8 acqu.is·izioni, forse non completamente prive eli interesse, che sono frutto di indagini mie e d.ei miei di.scepoli. Ciò nono.~tante, anche .~c il ricorào di quanto è stato riferito twn potrà, che in -rninima parte essere da voi conservato, io penso che lo scopo mio, che fu quello lli fa?·v·i comp·rendere l'invportanza dello studio di questa discipli-na ch.e il Governo na:::ionale ha oggi valorizzata, sia st,ato da me t·aggiunto, oom.e ·n e ha dato p·rova l'attenzione colla q•u.ale avete ben voluto ascoltarmi. <la.n(lonti nel nwclesim.o tempo prova del vostr<~ interessamento ed il premi() più lusi-nghiero per la mia modesta fatica.
OSPEDALE MILITARE DJ[ TORINO
L'INSULTO APOPLETTICO RECE NTI CO NCEZIONI SULLA SU.\ PATOCE NESI E SULLE CIJIRE DA APPLICARSI NEl DIVERSI CASI
Confe re uza d t•l prof. Giuseppe Roasenda, d ocente di neuropntol ogia. p ..es~o la R. t . Tniver si tll. di Torino (20 npl'iiC' 1934)
L'O., àopo aver pa.ssat<> vn rassegna i vari diBturb·i (lella circolaziontt encefalica, si trattiene essenzialmente sull'en1-bolismo, sulla tron/,bosi, e 81dl' enwrragia delle arterie cerebrali. Egli , accennCJtnclo a q'u.anto è da tempo acqtLisito sull'argomento, espone p'iìt. difflt.sMnente, per quanto il tem]Jo glitJ Z.O concede, i concetti mwvi, e tt~ottora in discussione rigu.ardanti l'emorragica, cerebrale: ed in seg1tito, trattanào delle cu.re da apprestarsi in primo tempo a chi. sia stato colpi.to da un i-nsulto apoplettico, disottt~ pih pMticolannente z.a qu e.~tio ne del salassa. Egli espone ùwltre il StLO 11W(lo di vedere sul.la condoti(L fÙt. tenersi quando il medioo è certo o suppone trattarsi di tro1nbosi per arterite luetica. Pnr riguardo alla p xtogenesi dell'entorragia cerebrale, l'O., ricordando come le n·ltal'e ideo ecl i pii~ recenti studi siano 1·iassunti in una r6Cente Rivista d·i Lhermit.tc, (L'Encepluile, 1933, n. 10), cla qwJsta riass-umle qu.antO' vi è esposto ·in modo, si può dire, completo e perfettamente aggiornato. Accettando como dato lli fatto che non tzttti i c:r..~i di em,orragia cnrebra~e si manifestano per artoriosclerosi, iperten~ioM arteriosa e sclerosi r6-
L IS::TLl'C
A ~oPLf:TTll'v
naw, perchè es$tt puù -manijestarS'i. r1w·e come cuJI.~tlguan;;a. ad esempio, di traumi cranic-i in indi·vicltti eli giovane etrt, egli si fenna. ptcrtittJlannMte sulle crisi angiospa.~tiche di Ka.uffm;tnn e sulle riCIIrCh!J e1l esp,:I'ÌI/Uinti di \Y\'Rlph<l·lBar ed cùtri, i qnali dlìnno a q1te1Jte crisi ·todmportan~(t enorme nella pcttogenesi dell'ict1ts. Ricordlt co1nc OT(t~nai abbi<tno perrl1tto i1nportm~:a, .~ ull' apprez::anumto <'lei fattori t·esponsabili <lell'emorr1l{JÌa cerehrrtle, gli ancw·ismi mil-iari di Chm·cot-Bouchard, perchè si tratta 7Mr lo pih, Q'Utnrlo .~i trovaM, eli aneurismi falsi, di i.nfiUrazioni satng1tigne int.rrt~ntf.l'lt/i: erl Ml'enna alla teoria del pluriecutrismo che, seconilo tctl·uni cwtori, hrt scrtbnto quella df}l monoN·utri~mo dell'errLOI'ragia cerebrale. 'Riferisce ancora como q1talcho ri.t·mwtlore (H.nsrnhl<Hh arl es.) et m metta la preesistm~za eli altorazion·i del tossulo cerebr(t/e n/le lesioni vascf.li che poi daranno Zuogo all'cmon·agia. Espone ?'aJJi.damcnto i 1'isultati eli espari.nwnti fntti da Wt'~tpha.l-Bil.r, F iscber -Was('Lc; ed altri, per arri·vc~1·e ·in ultimo a/llt conr;/u..~ione elLO non IJi pu.ò esse-re -unilateral-i, ma si deve vwvcce tener conto eli t·utti i fattori a <m~ egli ha accennato e /01-s~ ancora di altri e elle i n con~plesso bisogtUt ·1um di1nentica1·e con~e, al1ne-no in taluni cctsi. precec1ono certa mente l' cmormg·in lesioni clella sostanza cerebrale (emorragia tmu matica <lei gi.rmmi); in altri si ha;111YW primct ttltera.::;ioni vasali o del te.~.mto cla e.<;si 1wtrito, itnrli spasmo ·vasale 7 e poi remorrctgict; in altri i-nfine lo 8plt.VIn0 V<Wtfe ptccecle hc.tte le altre alterazioni: poichè è cmnpron.~ibile che .1lt(tndo quc.~to si protra.o olt?·e ·u n deterntinato te1npo, compaiono lesioni: nei MYi .~te.~si o noi tessuti da esiJi ù'1·orati, che pos.~ono favor·ire l'omorragilt ( Lhe rmitt~: ) . .Yella parte espo.~ta dall'O. 1·iguanlanto la C!trrt, fennandosi egli in modo speci.ale sull'opportunità o meno rlel .~ala-~so n!Ji casi rli eiMI'I'agia cerebrale (d.a escludersi .~en;'altro, com'è wtt~tralo, ltel/.'embf!li~Jrno e nella. t;rombosi), egli si attiene alle conclu. ~ioni . iii Goldsuheidcr: 11 il .~alMso è i1Hlicato, nerl'ict1ts apoplett·i.c;o qtLanclol osse1ulo a.ccertctta la (liagnosi eli emorragia cerebmle, si ha congestione clel capo con polso pieno e teso - ed esso può ja1·si non solo .~u.bito dr>po l'attcwco apoplettico, ma anche so lo stato comato~o. itMieme con segni accertati d.i i pere mia del capo, pcrdnra i-lwltuato il(t alrun tempQ, o se i fenomeni lcutci.ctno intmrrr,rlere un gra.rluale o .<;altu.ario peggioramcuto. Un polso piccolo, clebole e frequente, e pttllirle:::a. rlel volto lo controinclicttno ». Q1tanclo si fa, il sala.sso deve togliere ~00-300 cent.ilnotri Cl,bi eli sangue. Q1tando il nu~dico è chi.amato per nn colpo apoplettico di 1m soggetto in etti rel.aticamento giovc~rne - sotto i. cinquant'anni - o q1trondo crerla di poter escludere lesioni cctrdiache responsabili <li emboli, c di e.~ser certo r:he n?n si tl'attn <li en~?rragia cerebra~e: e ta1~to pih se. felnminct, abbia at'1/.to aborti, o, maschio e .~posato l la rnoglie abbia ilel pari abortito una o pm·ecdt'ie volte p1·ima (li aver partorito fi.gli ·vita.li; o meglio ancom se si a.bbiano o si pqssano 1·accogliere dati atnamne.st.ici per un'infe::ione luctica p·regres.M. (rowh e però sen~'l qWJ'fti u!timi ch!i, qM~?ra n?n si pos.1:r-n? motle;·c in et·i-
'995
<lenza), egli dovrebbe, secondo l'O., pres<:"rit·ere d'1trgen::a, senza. attend~re risultati di part·icolari ricerche: I ) wna cwra a;ntiluetica; 2) una cura per ottenere, possibilment~, una dilataz·io-ne vasale p 61'ifcrica e per far cessare, se esistono, stati alll1JÌOspastici. Con quest'uUin1-a si cerca di fare in modo che, se la trombosi non è completa e stabilizzata, la cessa;;ione di e1;entuali spa.smi vascolari, ed wna 'Vasodilatazione delle a1·t.eriole pe-rmetta;no un afflusso sanguigno, se non sufficiente, almeno tale da im,1)eài1·e, l'~iomcrosi, la necrosi del tessuto nervoso, il rammolliment(). E si ottiene così a.n cora un altro va~~),ta,ggio: quello di per1nettere ai medicamenti a;ntiluetici di circolare, e di portare il lo-ro benefioo effetto. Per 1'ig1taTdo alla cura antil1tetica si possono usare o preparati m ermt-riali; oia:nu1·o di mercurio per via endovenosa, calornela.no per inie::ion·i i ntran~ttscola.ri; o prepa.rati mercurio-arsenicali, tipo enesol, endovena (cvn l"zt-So <lei quali l'O. si è sempre t?·ovato assai bene). I n segttito si provveda con cm·e m·iste: bismuto, arslmO-benzoli. E contemporQII),8amente si facciano iniez·ioni intramuscolari di aceti~ li·na (IO ctgr. una o d·tte volte al di), che è dimostrato essere un 1nedi.canu!·nw vasodilatatm·e deUe arteriole; aggi·ungemlo, per os se possibile, preparati di bella<lmtna e papaveri·na (estratto di belladont),(L ctgr. u·n-o, papaveri·na ctgr. tTc, per tt.na pillola - d·i tali, 3 al dì) . .Alle indagini a1~amnestiche più precise, so n~n si s01w potute fare , ell alle 1·icerche sul sa;ngue ed event1t-al-mente sul liquido cefalo-tackideo per stabilire, se possibile, con certezza l'esistenza di ttn'i·nfeziom l·uetica, si provvederà in scg·tt-ito. L 'O. ha potuto constatare che, facendo a q·uesto mod-o, in non pochi casi ha ottenuto risultati assai buoni; ecl egli ricorda pa1·eochi paziMU;i che, pur avenclo presentato 'Wn ictus di inccmte!!tabile gra;vit.à , s01w ,-itol't),(Lti, si può dire, a condi.$ ùmi apz1a·rentcmente del tutto 1wnnali. L'O. , insieme con g·uanto è più noto, e che qui non è il caso d·i 1-ijerire, ricordò ancora: l) 1tna 1·icerca, la quale potrebbe facil·itare la cliagnosi di emorragia cereb-rale noi cas·i dubbi. Si tratta lli dosare la bilintbina ·nel siero lli sangue: secondo il mctor1.o di Hyma.ns van den Borgh, esse 1ul<> i valori nonnali 1.200.000-1.400.000, nelle emorragie cerebrali ossi potrebbero raggiungere 1.700.000 ell anohe pi·ù. Tale valo-re compare per lo pi·ù nelle 24 ore d-opo l'ictus, e quaRi sempre l'a1t-mento si può comtatare già dopo 6 ore. Bisogna teMr conto che nei casi di id·rernia (per affezioni renali 1 ccc.) i val-o-ri Mlla bilirubina sono diminuiti. E' necessa1-io pure -vedere come si co-mpm·ti il valore relatill)o. S ·i e.~cluclmw, per le conclusioni di cni sop1·a , i pa.;;ienti i qttali soflriva~~w prima dell'ictus rnalattie che so-n.o causa di bil-irub-i-nemia (malatt·ic del fegato c delle vie bilia1·i, itteri epatogeni ed emolit·ici, ecc. cee.) . Cfr. F. Wilù<'r. - Une ?néthode clia-gnostigue ll~s hemmTag~es c:il'ébrale,<?. R.ev. Nem·ol., 1929, 1o sem., pag. 501; 2) che dal p1~nto di vista terapeutico: seoond.o talwn~ Teccnti p1t-bblicaziuni (S. Artnut de V(•voy - Pola<lco ed altri). ·n cll'emon·agia cerebra.l!: si otterrebbero buoni 1·is1tltati coll'auto-emotempi.a (30 centimet.ri c1tbi di sMt{J'lte prole1•(1t0 da 1tna ve-na del gomito, ed iniettato int?·a·mu.scolann ente mna ·rogi-one gl1ttea). L'O. però <lice di 1um aver esperienza persona-le in proposito.
L'INSULTO APOPLE'l"l'l CO
997
3) che quando si ritenga vi sia um:.iperten.sio'M cranica piuttosto notevole (nelle emorra.gie cerebrali, s'ùttend.e), si potrelJ.be COit$igliare:
miezioni da 5() a 100 cm 3 di 1ma solu~ione di gltteosio al 50% intra't:ena. Riscald-are la soluzione a 37°: fare L'iniezione molto adagio, in non meno di 5 m' (Riser et Soro1.- Lo traitement de l'h:yperten.sion cranienne par les solutiones hypertoniques. Paria méd. 1928, 1° d·ic., pag. 473); 4) oppu·re, quMiilo si possa dubitctro che vi sia1w fenomeni d:i angiospaSIIW (co-me capita frequentemente neLle arter~ti luetiche), potrebboro essere vn<licate Vltiezioni Mdovenose di 5-10 cm3 di 'UIIta soluziorw al 20 % di solfato di magnesia con wn 1tgual volume di una soluzioM al 10·40 % di glucosio (Pines et Kieff. - Le iniezioni IJ'ndovenose di solfato di magnesia nella cum dell'(l!ltgiospas?no. The Lancet, 18 marzo 1933: in Minerva Medica. 1933, vol. l, .,,, 25, pag. 930). Il prof. Roasend.a, p1'i?na di espm·re la s1ut confer8'nza, fece la dimostmdone di wn caso assai Vn.toressa11.te di ?ta·rcolessia. L'ammalata pr6set1Jò d1,rante l'esame una orisi; e cosi il prof. Roasend.a ebbe occasi&M di far 1-ilevare i si•ntomi della sindrome di Geliueau, richiamando l'atte~ sull'impO'Ttanza tnedico-legale che può avere, in casi che si verificassero fra i militari, Za gwsta valutazione della sindrome, anche per la possibilità di sim1~laziO'ne della medesi-ma. L'O. prende occasione p6r acc~nna1·e brqvemente a?whe alla cataplessia, che sta alla ,wrcolessia CO?ne ilsO'IlM orga-nico sta al s~mno psichico: ricordan4o cO'Ine m wn caso Wilson abbia poi1'to con.statare la tnancanza tempO'Ta?lea dei ?'iflessi profondi ed Vltaie?ne Za presenza del fe-nomeno di Babin.ski; constatazioni che in casi CO'Il-SÌmili l'O. twn ha potuto fare. Esse non. poSSO'no quind·i pretendere wn valO'Te di generaUzzazione; SO'IW sutfìcimti però per accertare, al1'1'Wnw per corti casi, la parentela ri.c&rd.ata fra la cataplessia ed il son?W organieo.
2 - · Giornale di medic·m a militaf'•·
MEMORIE ORIGINALI ISTITUTO DI MEDICI NA LEOALE DELLA R. UNIVERSITÀ DI PAVIA Di rettore: pro f. LEONE LA TTES
SUL PESO CORPOREO MEDIO IN RAPPORTO ALLA STATURA (CONTRI BU T O D I A NT R OPOLOGI A
M ILI T ~ RE )
Prof. Domenic o Viola, p ri mo capitano medico, a iuto volontario
Come è noto h1 valutazione del peso del corpo non è d 'obbligo nelle operazioni di recluta.ruento presso i Consigli di leva e le Commissioni mobili d 'a.rruolament.o, ma nel nuovo libretto persona,le del soldato ne è prescritta la misurazione sia. all'arrivo delle reclute a.lle a rmi, sia all'atto del conge.do di ciascun individuo. Lo scopo è evidentemente quello di fornire un elemento compleme.utare di giudizio nella valuta.zione della idoneità fisica individuale al servizio milit.are. In realtà il peso è un indice in0omplet o, p ercllè numerosi fattori extra.costituzionali persistenti od a.nche tempora-nei (provenienza regionale, età, stato d i nut rizione, stagione dell'anno, m alattie pregresse, affa.t.icamento, ecc.) influiscono sulla. massa corporea (indice ponderate) di cia-
scun individuo. Tuttavia si suol dare al peso del corpo un certo valore quando sia confrontato con la sta.tu.ra . È noto che secondo Broca. il peso uonnale dell'uomo deve essere r::~op presentato in chilogrammi dai centimetri che nella statura del sogg<>tto superano il metro. Il Bouchard stabili un << indice di corpulenza n basato sul q uoziente ottenuto dividendo il peso espresso in chilogrammi per l'a.)tezza cspre~sa in decimetri. II valore dell'indice di corpulenza di Bouchard è il seguente : Quoziente= 5,4 soggett o obeso uormal~ Id. = 4,0 iù. Id. = 3,6 id. magro Id. = 2,9 id. in preda a 1nara.sma. Id. = 2,0 id. in inanizione. Il Bornhardt stabili un a indice di nu trizione corporea » ottenuto con la differenza fra il peso reale del soggetto ed il peso ideale; quest'ultimo si calcola, moltiplicando la statura. per il perimetro tora.cico e dividendo il prodotto per il numero fisso di 240 L'indice di Bornhardt presenta negli adulti valori che oscillano norma.lmeute da 4 a 9.
999
St.L. PESO CORPOREO MEDIO E CC.
Secondo i1 Mora.cho all'atto dell'arruolamento si d ovrebbe a,vere: per una statura di cm 155 un poso inferiore a 55 Id. Id. Id.
160 165
Kg. 58-60 id. 61-6 ~ id. 63-6-1 id.
id.
id. id.
170
Il Valliu Mns iglia. i poriti milit~~ri a. propend€•re por l ' inabilità qnando
ad una statura S\lporiore a rn. 1,80 non conisponda un peso di a hu('no kg. 70 ed alle stature compreso fra m. 1 ,5-1 c m . l, 70 un peso che vadn, sempre più allontanandosi da kg. 50 a misura chH aumet~\ l'a,l tezza (Trombetta). Il Frassetto fissa le cifre del peso pa,ranormalc minimo rispetto alla statura cd il per imetro toracico così con\c risulta nella Sf'gueute tabella:
l li0-1;~
l
150
p eri111et ro t oraci co parano r· ma.le mini 1110 in c m . . .. . . .
~2
84, 5
Rfi
87
Peso p n nmo rma.\e minimo in kgr.
o1,5
58
61, 5
65,5
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:
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S TAT O l< .\
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! 65- Hl\1
175- 171!
l isOIn ' ()
l
88,5 67, 5
Romanelli e Toro con lo studio di più di 100.000 contn~tti d 'assicurazione costruirono la s<•guente tabella <lei pesi medi iu chilogrammi UC>lle varie età rispetto alla statura: G u l : l" t• 1 D I S TA'l' O R~: (ho cont lnwt rl )
E<'.~
Onu r-P.I D l
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21- 21)
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•
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211- 30 31- 35 36-40
41-45 46- 50
•
•• •
•••••••
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i
Jrol-1~;, 11:\!1-160 161- 165 ! 16t>· l70 1 171-17~ 1176- ISO 18 1- 185 1186- 190
(armi )
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o •••
•••••
••• •
••
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54, 96 59, 12 63, 14 66, 93 71,39 74, 67 R0,23 83,02 1>6 ,71 60,51
().!, 44
68,61 73, 01l 76, 78 Sl , 61 86, 24
58,32 61, 91 65, 76 70,32 74, 92 79, 15 83,G2 87, 0:) 59,62 62, 93 67, 62 70, 01 77, 37 81, 32 85,20 91, 01 61,5 1 64,2-! 68,70 73.36 79, 49, 82, 84 s~. 01 91,93 60, 80 65, 41 69, R2 74, 48 79, 31 83, 64 S7, 95 94, f>4
D a. diversi anni la questione mi interessa., cd ho sistematicamente raccolto vifll via, i valori del p eso corpor eo presentati dalle reclute giunte al
Corpo presso c'Ili presto servizio (30 R eggimento Genio) a cominciare daJla cl.assé di le va. 1908; con le ultime misurazioni della. classe 1913 ho raggiun· o il numero di 5.000 casi sicchè stimo giunto il momento di esporre il risultato delle mie indagini.
1000
SUL PESO COBJ.>OREO MEDIO ECC.
Debbo precisare che la misurazione della statura fu eseg'llita sempre a corpo nudo e per mezzo dell'antropometro militare regolamentare, secondo le 1110rme consuete; il peso fu anch'esso misurato a corpo nudo, al mattino a digiuno, e per mezzo di una. stadera a bilico esatta e debitamente co ntrollata. I miei 5.000 casi aV'evano pro>"et\ienza di reclutamento nazionale e cioè appartene>"ano a quasi tutte le proV'incie italiane (comprese le isole): tuttaV'ia la massa totale non può considerarsi perfettamente omogenea dal punto di vista nazionale, perchè V'ariando annualmente i criteri di a-sS(·gna.zione numerica dei diversi contingenti di le>"a ne deriv-a un disturbo alla omogeneità della massa. Tuttavia non credo di doV'ere esporre tabelle parziali per le singole regioni (specialmente per rispetto alla statura media) perchè a>"endo di ciò tenuto conto nel corso delle indagini, notai che i risultati miei non possono portare alcun contributo nuovo a11e conoscenze comuni sulle stature medie e relatiV'e percentuali nelle singole regioni italiane. E cosi pure a>"endo preso in considerazione la professione denunciata dai soggetti, osservai che rispetto alle diV'erse occupazioni non si notava alcuna V'ariazione media e percentuale del peso corporeo; sicchè decisi di non. tenere conto di questo dato. ln>"ece distinguendo i 5.000 casi per gruppi di stature ebbi i seguenti risultati:
l
Numero di tndivldul l
P ercentuale
cm. 151 a 155 ........................ .
506
10,2
cm. 156 a. 160 ........................ .
l. 116
22,32
cm. 161 a. 165 ........................ .
730
14,6
cm. 166 a. 170 ........................ .
1.608
32, 16
cm. 171 a. 175 ...... .. ....... ......... .
79S
15,56
cm. Ji6 a. 180 .. ..... .. ...... .. ..... .. .
139
2,68
cm. 181 a 185 ............... . ........ .
35
l, 7
cm. 186 a. 190 ............ .. .... .... .. .
18
0,36
GRUPPI DI STATURE
Dal che an.zitutto si rileV'a che la curV'a delle stature presenta due apici il che antropologicamente non è giustificabile che pensando aJ.J.a eterogeneità regionale delle masse studiate; prescindendo da ciò si nota che le stature peroontuaJmente pre>"alenti sono q'O.elle comprese nei limiti di cm. 160 a. cm. 170: a questo proposito bisogna però tener presente che tra.t tasi di militari assegnati all'a~ del genio per la quale non ai richiedono particolari quaJ.ità fisiche. Tenendo conto della legge <}.i Broca, e cioè considerado i centimetri di statura detratto il metro, indagai per cia.scun individuo se il peso in
1001
SUL PESO CORPOREO MEDIO E CC .
chilogrammi corrispondeva, eccedeva o difet tava. rispetto alla cifra. dei centimetri della statura.; distinsi cosi per ciascun gruppo di stature i tre casi, cosi come risulta (anche con il calcolo percentuale) nella seguente tabella: 0ROPPJ DI IM'ATU RA
(in centimetri)
Numer o compie~·
[ndl\"id ui con sovra ppeso
Sil"O di
Individui Nume r<'
l
Iodivldui C()U l)t:So ovrri~po ntleote
Percoutuulo
Numero '
l
lodlvidul con •otwpe81)
Percontualo
Numero
l
Pe rce u· t uale
151-155 ..............
506
162
32
43
8
301
60
156-100 . .. . . Il '' ••• • '
1.116
251
23
112
lO
753
67
161- 165 ........ . . . ...
730
1 ~2
25
64
8
4M
67
166-170 . . . . .... - . . ...
1.608
<!80
30
160
IO
968
60
171- 175 ... . ........ . .
798
160
20
72
9
5fJ6
70
176-180 .... . .. -· .....
139
31
22
13
lO
95
6~
181-185 .. . ..... . ... . .
S5
12
14
5
6
68
so
186-190 . .............
18
4
22
2
Il
12
77
TOTAU . . .
5 . 000
1.282
25,64
471
9,42
3,247
64,9-1
In quest'ultima tabella, prescindendo dai dati parziali, specialmente per ciò che concerne le cifre corrispondenti a.lle stature superiori a m. 1, 75 (dato il ristretto numero di soggetti esaminati), le percet'l!lali dei 11ingoli totali dimostrano che su 5.000 individui all'età. di 20-21 anni rispetto alla. legge di Broca il peso risulta corrispondente alla legge stessa nel 9,42% dei casi, superiore nel 25,64 %, ed inferiore nella grandissima maggioranza dei casi e cioè nel 64,94 %· . Questo rilievo non è senza. importanza non solo ai fini statistici, ma anche per la dimostrazione dello scarso valore da darsi all'indice peso nelle operazioni di reclutamento, anche se considerato rispetto alla statura. Stando cosi le cose, mi sembrò interessante vedere quale fosse il peso medio presentato dai miei soggetti nei diversi gruppi di stature. Fa.tte le debite percentuali partendo dalla statura di m. 1,51 e proseguendo centimetro per centimetro, ottenni quanto risulta nella seguente tabella. (nella quale ho segnato per ciascun centimetro di statura. il peso medio osservato, che a. scopo pratico e mnemonico ho arrotondato nel senBo della frazione d'unità percentualmento preponderan~):
1002
SUL PESO CORPOREO MEDIO ECO.
S taturu Io cru.
Pc~o m edio
In kg.
l
l
.
49
152
49
153
50
15-l
52
Pe;,<o medio In kg.
Peso medio
In c·ro.
In kg.
164
61
178
6S
165
62
179
69
166
62
180
70
167
62
JgJ
7t
l6R
63
182
74
'l
151
~
StaturR
S tutnrR
l
l l
In cm.
[
l
155
53
156
55
169
63
183
75
157
57
171)
63
l S<~
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Riunendo a gruppi i centimetri di statura si possono stabilire le seguenti cifre: Stu.tura In cm.
P el!o medio
151 a 155 .................................. .
49- 53
156 a 160 ...............•.......... . ..... ...
55-0i!
161 a 165 .................................. .
59-62
166 a 170 ...............•.................. .
62- 63
171 a 175 ............... • ...................
63-65
176a 180 ................... ............. .. .
66-70
181 a 185 .. . ....... . .. . .•...................
71- 77
186 a. 190 .......... .... .•.... ... ............
78-82
in kg.
Confrontando i risultati da me ottenuti con quelli ottenuti da Romanelli e Toro si nota che i pe.si medi da me osservati sono inferiori à quelli riscontrati dai due AA. per l'età da 21 a 25 anni; ciò forse dipenderà
S UL PESO CORPOREO
~tEDIO
ECC.
1003
dalla diversa provenienza e qua.lità del materiale di studio, e, credo, sopratutto daJJ 'età che nei miei casi era di 20-21 anni, m entre nei casi di Romanelli e Toro di 21-25 anni. Confrontando invece i p(~s i medi da me osservati con il peso paranormale minimo stabilito dal Frassetto si nota. utut certa corrispondenza delle cifre sino alla statura di m. 1, 70, più in là i pesi da me trovati sono superiori alle ci[re fissate dal Frassetto; ma ciò potrà dipendere dallo scarso numero delle mie osserva.zioni per te sta.t ure superiori a m. 1,70. Comunque sulla base delle constatazioni che ho esposto mi pare di potere essere autorizzato a ritenere che per una ma.:;sa di uomini del tipo nazionale pressochè medio (intendo con ciò prescindere da determinate particolarità regionali ) ed a qualità. fiskhe medie, all'atto dell'arruolamento, si deve considerare come peso corporeo medio normale per i diversi gruppi di stature quello che stà nei limiti seguenti: per stature fino a m. 1,60 non più di kg. 58 da m. 1,61 a m. 1,70 non più di kg. Go Id. Id. da m . 1,71 a m. 1,80 uon più di kg. 70 Id. da m. 1,81 a m. 1,90 non più di kg. 82. Bene inteso che queste medie non hanno nè possono avere alcun valore come indice di robustczza. Lo scopo delle mie indagini fu quello di fissare un ter.mine di confronto al quale praticamente riferirsi. Indirizzai le ricerche s\Ùla. base di numerose constatazioni obbiettive, non ispirate a dottrinarismi, ma intente a fini pratici positivi, quindi eseguite con mezzi e m.etoclologia semplice, c cioè quella st<>ssa che in sede di rcclut~\mento ò richiesto ed ò possibile adottare. Riguardo all'argomento che ho trattato ritengo si~ necessario abbandonare l'ingombrante bagaglio delle teoretiche dottrinarie che potrebbero avvia.rci ad inesatte interpretazioni dei fatti riscontrati: noi dobbiamo, stùla base di ciò che p ositivament~ è stato trovato, farci uno schema pratico di ciò che in effetti dobbiamo aspettarci di trov:ue nelle nostre indagini, durate le incombenze del servizio.
ISTITUTO D' IGIENE DELLA R. UNIVERSITÀ DI PISA D irettore: prof. F.R.\NCJESCO SANFELICE
IL POTERE STERILIZZANTE DI ALCUNE SOSTANZE CHIMICHE SUL LAnt SUL VINO ESUL SUCCO DI POMODORO Dott. Giannino de Ceure, primo capitano medico, assistente nlilita.re
Svariate sono le sostanze chimiche che vengono aggiunte per la conservazione di alcune derrate alimentari che vanno facilmente soggette ad alterazioni, sia per l'azione dei microrganismi che in esse sono normalmente contenuti, sia che a.d. esse in vario modo si uniscono. Le sostanze conservatrici utilizzate non sono tutte degli antisettici veri e propri, poichè esse non esplicano tutte una completa. azione tossica sulla fiora. microb ica, essendo in genere a.dopera.te a deboli dosi La maggior parte di dette sostanze chimiche, riunite sotto la comune denominazione di u antisettici », ha spicc.a.te proprietà a.ntiputride e esplica una azione nociva. sui bacteri e sulle muffe, ma a lungo andare amche sugli organismi che consumano sostanze alimentari liquide o solide, a cui siano state aggiunte in più o meno varia quantità. Fliigge nel 1894 ha eseguito per :primo esperienze comparative sui diversi antisettici, per stabilire il potere di concentrazione n ecessario, variante per ciascuno di essi, per uccidere in un determinato tempo colture di staftlococchi, di streptococchi, di b. del carbonchio, di b. del tifo e le sp ore d el carbonchio. I prodotti chimici comunemente impiegati sono tutti relativamente economici: inoltTe ciascuna sostanZa agisce in determinate condizioni, secondo il grado di concentrazione, il p otere di penetrazione, ecc.; alcuni vengono impiegati in più o meno forti soluzioni perchè più efficaci, altri per esplicare la loro azione abbisognano della presenza. di speciali sostanze, ecc. L 'impi<'go di antisettici di qualsiasi specie, è descritto in bromatologia nel capitolo «alterazioni artificiali », poichè dette sostanze chimiche, oltre che per la. conservazione dei prodotti alimentari, servono anche a ma.sche1·are qualità già. alterate e decadute, h anno inoltre sempre azione dannosa, anche in dose minima, sull'organismo umano. La nostra regolamentazioue sulla sorveglianza delle sostanze alimentari ne interdice l 'adozione sotto qualsiasi forma. o misura.. D 'altra parte col perfezionament o dei due metodi moderni di conservazione: la refrigerazione e la sterilizzazione col calore, le sostanze antisettiche hanno perduto del loro antico impiego e sono attualmente quasi del tutto abbandonate. In Inghilterra è tuttora permesso l 'uso dell'acido borico, per la conservazione del burro, nella proporzione di grammi 5 per chilogrammo: negli Stati Uniti ed in :&orvegia è tollerata l' adozione di acido bor ico per la conservazione dei pesci nella. misura di grammi 1-2 per chi:logrammo.
IL POTERE STERI LI7.ZA..'iTI'1 DI AI.C U::-oE SOSTA~ZE ECC.
1005-
Le sostanze chimiche p iù frequentemente adoperato sono: l'acido borico, l'acqua ossigenata, l'acido salicilico o la formalina. . Ho creduto opport\mo ricercare se dette sostanze chimiche esplicano,. oltre all'azione antisettica. comunemente conosci\lta., aziono sterilizzante vera e propria sulla. flora microbiea che normalmente esiste in alcune derrate alimentari e che fa.cilmente aumenta per l'esposizione all'aria e per l'inquinamento causato dalle varie manipolazioni a cui vanno soggette prima. di essere consumate. Ho ricercato il grado di concentrazione dell'acido salicilico, dell'acido· borico e della forrna.lina, necessario per ottenere la sterilizzaz.ione dei microrgauismi che si rinvengono nel latte, nel vino e nel succo di pomodoro. ACIDO SALIO!IJICO È nn forte antisettico ed esercita azione autifcrmentativa: identica azione hanno i suoi sali, tra i quali il più usato è il salicilato di sodio. Nel latte impedisce lo sviluppo dei fermenti produttori dell'acido lattico, rit,a rdandone la coagulazione spontanea per parecchi giorni alla temperatura ambiente. La dose comunemente aggiunta per la conservazione del latte è di grammi 0,50 °f oo· Nel vino l'aggiunta dell'acido sa.licilico è frequentemente praticata per arrestare malattie già iniziatesi o per modificare vini la. cui composizione è difettosa. Nel pomodoro, che ne contiene io natura piccolissime quantità, l 'acido salicilico viene aggiunto al succo o alle varie specie di conserve nella proporzione di grammi 0,50-1 per chilogrammo. L 'uso dell'acido sa.licilico provoca. facilente congestione rena.le specie in persone particolarmente sensibili o con f'nnzione renale difettosa. Fli.igge ha ricercato il potere microbicida dell'acido salicilico: secondo questo A. una soluzione all'l otoo ucciderebbe in 5 minuti colture pure di stafi.lococchi e streptococchi. RIOEROffE COLTURALI.
Ho adopera.to p er le mie ricerche s ia a cido
salicilico in soluzione, sia in p olvere crista.llina. Ho preparato una. soluzione satura a caldo di acido sa.licilico in acqua. distillata: ho fatto evaporare in essiccatore cc. l della soluzione in un vetro da orologio preV'iamente tarato, e determinatone il peso, ho ottenuto il quantita.tivo di acido salicilico contenuto in cc. l della soluzione. Per criterio di uniformità mi sono servito per il latte di vacca di un campione acquistato sempre dallo stesso rivenditore; per il vino, di un campione di vino rosso comune da pasto; per il pomodoro, di succo estratto colla Rpremitura. attraverso uno staccio metallico. Ho adoperato un quantita.tivo fisso di cc. 50 di ciascuna delle sostanze alimentari, quantitativi che venivano raccolti in matracci sterili, in essi venivano poi aggiunte con mezzi sterili dosi varianti e successivamente crescenti delle sostanze antisettiche. Dalle miscele cosi ottenute veniva con pipette sterili prelevato mezzo centimetro cubo di materiale o con questo allestite coppie di pia-stre in agar semplice a temperatura ambiente.
1006
IL POTERE STE RTI.IZ:t.ANTE DJ AJ.Ct;NE SOSTANZE EC'C.
Con mescolanze di latte, vino e succo di pomodoro e dosi varianti di acido salicilico venivano allestite colture dopo l, 2, 6, 12, 24, 4:8 ore. Analogo procedimento ho seguito con l 'acido salicilico in polvere, che venne aggiunto direttamente alle 3 sostanze, data però la, relativa difficoltà di sciogliersi, ponevo i matraooi in agitatore meccanico. P er ottenere completa azione sterilizzante sulla microfiora del latte è stata necessaria. una soluzione di a~ido salicilico di grammi 11 °l oo, per il vino di gTammi 10,25 °/oo e per il suceo di pomodoro di gram· mi 15 °/oo· Risultati non concordanti con i precedenti ho ottenuto serv<-ndomi di acido salicilico in polvere, occorsero cioè: grammi 10 °/ co cc. di latte, grammi 5,30 o/ 00 cc. di vino, grammi 16 ° / oo di suc:co di pomodoro. ACIDO BORICO. È un leggero antisettico c antifermeuta.t.ivo. Debove e Pouchet ddi· uiscono l'a.cido borico " un debole antisettico utile meno per distruggere i batteri che per impedire il pullulare di essi in mezzo asettico n. L 'uso di acido borico sia in soluzione che in polvere è stato molto adotta,to p er conservare derrate alimentari varie: carni, bevande, ecc. L'azione dell'a-Cido borico è stata studiata da vari ricercatori con ristù· tati contra.dditori. Secondo Von Fodor l'azione dell'acido borico è limitata alla superficie e sarebbe qu.'1si nulla in profondità. Polenski afferma che da alcuni commercianti v11ngono aggiunti alle sostanze a.limeutari quant.itativi di acido borico varianti da grammi 1-3 Of 00, senza che l'organismo umano abbia a risenfiire danni di sorta. Chittenden ritiene che l'acido borico lungi da.ll'essere nocivo, sarebbe u tile all'organismo umano nella dose di gTammi l per giorno. Uno studio sperimentale completo sugli animali e sull'uomo è stato eseguito nell902 da :Rubner e Neumann: gli AA. giullSero alle conclusioni cho l'Mido borico pro'\Toca diarrea, not~vole diminuzione nella trasformnzione degli alimenti azotati, diminuita eliminazione dell'urea, a.bbassa.mento della temperatura, rapido dimagramento p er una più attiva com· bus tione dei gTaasi. Grancher e Marfan poi, banno confermato che il latte trattato con acido borico è assai dannoso ai lattanti ai quali viene somministrato.
RICERCHE coi.TURALI. Come per l 'a.cido salicilico anche con l 'acido borico ho proceduto nello stesso modo per l'rullestimento delle colture, data però la debole azione di questo antisettico mi sono servito solo dell'acido borico in polvere aggiungendolo direttamente alle 3 sostanze in esa.me. P er il la,tte, la cui microfiora si mostra;va abbastanza resistente alla azione dell'acido borico, per ottenere piastre sterili abbisognarono grammi 23 °/oo cc., per il vino grammi 20 °/oo cc. 7 e per il S\1<~.co di pomodoro grammi 26 O/ oo C<'. FDRM.ALlKA. È l 'antisettico pi* ~nc.x:gico . L a formalità distrugge l 'azione dei ferm ent i coagtùanti e favorisce invece quelli diastasici. Ha ~uto pe.r un certo tempo di rinoma~a per lu· cousprv~zione del l~tte. Vòn Behring h.a
IL POTERE STERILIZZANTE DI ALC'l:NE
SOSTA~ZE
ECC.
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dimostrato elle era possibile disinfetta.re il latte di vacca senza alterarlo, media.ntt> l'aggiunta di gra.mmi l i5000 c 1/10.000 di formalina. A questo tasso però i microrganism.i non sono uccisi, ma è solo arrestato il loro sviluppo. La formalina. v iene aggiunta. al latte nella. proporzione 1-2 °/oo cc. di latte, minore dosi" per la COLlSN'Yazione del pomodoro, e dose a ncora più bassa per il vino. Trillat conclude che il formolo non s:1rebbe nocivo avendo potuto constatare che degli auima.li possono vivere senza i neon venienti di sorta in un ambiente di formolo. R .IOERCRE COLTURALI. Anche per la formalina ho proceduto in modo analogo alle due precedenti sosta.nze chimiche. l\Ii sono servito di una soluzione di formalin a allO % di recente preparata, pari ad una soluzione di aldeide formica al 4 o/o. 1 e piastre agar furono allestite con le st.esse norme seguite con gli acidi salicilico e borico e su tutte e 3 le sostanze prese in esame. Per ottenere la scomparsa dei germi nel latte occorsero cc. 120 di soluzione di formalina al 10 % per 1000 ce., pari a cc. 30 di formalina dt>l commercio; pel vino cc. 7 4 °1oo pari a. cc. 18,5 di formalina, e per il succo di pomodoro cc. 92 otoo pari a cc. 23 di formalina . In tutte le esperienze vennero allestite coppie di piastre in agar semplice per controllo.
1e elevate dosi degli antiS('~t i ci a cni è stato neC<'ssario ri~orrere pf'r ottenere la sterilizzazione comJlleta dei batteri e delle muffe contenu te nelle 3 sostanze alin\enta.ri da me prese in esame, hanno influito sui singoli caratteri orga.nolettici, determinando not..,voli aJterazioni o renrlendole incommestibili. UONCLUSI01\I. Da quanto sopra ritengo di poter concludere che: a) L 'acido sa.licilico (sia in soluzione che in polvere), l 'acido borico, la formalina esercitano 'll.lla vera e propria azione sterilizzante s u.i m.icrorganismi che com'll.llemente si r iscontrano nel latte, nel vino e nel succo di ponlodoro; · b) dette sostanze antisettiche per esplicare azione steriliZZ<l nte devono essere adoperate a dosi elevate; c) i caratteri organolettici delle sotauze alimentari prese in esame presentano manifeste alterazioni. RIASSUNTO.- I.' A. ha. ricercato il potere sterilizzante dell'addo !'a'icilico, dell'acido èorico e della. formalina fulla. microflcra del latte, del ,·ino e del succo di p omodoro. Il grado di concentrazione di dette f:Osta nze chimi<'he necessarin per esplicar·e a1:ione sterilizzante è assai elevato e altera i caratteri organoleltici.
BIBUOGRAFIA. ABBA F. -
Mam1ale tecniw di microscopia e ba.tteriologia. La.ttes 1923, Torino. I ssooLio G. - Chimica d.egli alimenti. U . T. E. T., 1927 Torino ÙTTO L ENOHI D. - Trattato a,·iqùme. Vallardi; 1933, Milano. SCALA ~\ . - Applicazio11e citi chimica e flsica all'igiene. U. T. E. T., l 926, Torino. T ARUCI N . - Chimica bromatolO(!ica. Valla.rdi; 1930, Milano. VILLE\"ECCHIA V. - Chimica analitica applicata· Hoepli 1917, ~iilano.
CASISTICA CLINICA OSP E DALE MILITARE DI LIVORNO
CIRCA UN CASO DI TETANO GUARITO CON IL SIERO ANTITETANICO TIZZONI Dott. Alessandro Abate, tenente colonnello medico
Non con la presunzione di dire cose nuove, ma solo per portare un contributo per quanto modesto, alla. casistica pratica, ho creduto opportuno illustrare un ·caso avuto nel reparto infettivi, che dirigo. E riporto innanzi tutto la storia clinica: • R . E., del 3° beraaglieri. di anni 21 da Castelficognano (Arezzo) entra in ospedale il 13 ottobre 1933 per frattura. esposta d el radio e d el cubito d. riportata poco prima. in piazza. d'armi dove, mentre eseguiva \ID salto, era. caduto battendo per terra la mano destra ed avvertendo un dolore cosl intenso da svenire. È soggetto di buona. costituzione fisica, bene nutrito e sanguifìcato, con organi interni sani. L'avambraccio d est ro si presenta accorciato e deformato ed alla faccia esterna del terzo m edio fa notare un vasto ematoma ed una ferita lacero-eontusa., lunga cm. 3, sanguinante e ricoperta. da. terriccio. Alla pal pazione si provoca vivo dolore e si avve rte a..<>Se nza di continuità sia del radio che dell'ulna, il cui moncone distale si trova fra i margini della. ferita.. Si pratica un'accurata disinfezione della ferita, si applica un apparecchio immobilizzante pro\'visorio e si fa una iniezione d i siero antitetanico preventivo Tizzoni. n 16, cioè due giorni dopo si rimedica la ferita. dalla quale fuor iesce liquido sieroso e si drena.. Si continuano poi m edicature regolari. Il 23 ottobre, undicesimo giorno dal trauma, l'infermo accusa spiccata dolora.bilità. a tutto l'avambraccio; rlalla ferita fuoriesce scarsa. quantità di liquido aieroso e la palpa.zione in Bit" provoca leggere contrazioni. Nella notte la temperatura, che aveva raggi.unto i 3so nei primi tre giorni e poi era caduta, risale a 39°,5 e cominciano contrazioni toniche dolorose a. tutto l'avambraccio. Il mattino del 25 ottobre, perdurando lo stato sopra accennato, viene praticata alle ore IO una. iniezione di 20 cc. di siero antitetanico curativo Tizzoni endora.chidea; alle ore 16 viene prA.tica.ta. una iniezione ~ndomuscolare di altri 20 cc. di siero curativo antitetanico Tizzoni. L'individuo viene passato a.l reparto in· fettivi. Nella notte d el 25 compaiono intensa cefal ea frontale. dolori [orti al rachide ed agli arti inferiori. S i prat.:cano: una iniezione endorachidea. di 20 cc. di siero antitetanico T izzonii alle ore 7 % rlel mn.tt.ino:due e ndomuscolari di 20 cc. cadauna una alle ore 11 ed una alle ore 19; si m edica. la ferita con garza. imbevuta di siero. D urante il giorno si praticano ogni 3 ore iniezioni da egr. due cadauna. di fe nolo al 2 % in prossimità. d ella. ferita in modo da farne complessivamente quattro. L'esame microscopico del liquido sieroso della. fer:ta non ha messo in evidenza il b. di Nicolaier. Nella not.te de~ 26 ai sintomi aoprariportati si aggiungono opistotono con continue contrazioni agli arti inferiori. Sotto l'in.fiuenza. delle forti contrazioni mlJscolari il moncone superiore del cubito perfora. la cut e. M.ai trisma.. Si continua. il 27 con l'iniezione endorachidea e vi s i aggiungono tre iniezioni endomuscolari di 20 cc. cadauna di siero Tizzoni. Eguale medicatura d ella ferita, egul\li iniezioni di fenolo. Si dà una. pozione di idrato di cloralio.
CIRCA l.: N CASO DI TETANO GUARITO ECC.
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Il 27 comincia un lt>rutf'rc miglioramento; la temperatura scende a 37,4: si ripeh.• l'identico trattamento d t:'l 26. Il 28 il migliora.mf'nto si accentua; le contrazioni sono diminuite; l'opisto· tono è quasi scomparso; la temperatura è caduta. Si ripete tutto il trattamento del 27. Il 29 non resta che qualche dolore all'a.r to fc·rito: si ripe te il trattamento id('ntico, riducendo a due le iniezioni endomuscolari. Il 30 non s i hanno più neanche i dolori; s i sospendono le in.iezioni endoracllidee, nunchè le iuie z;iuni di fenulu tt >:~i continuunu le dutt ÌliÌtl:Giu ni endornU>:~colari.
Il 31 si fa UJlQ sola ini1•zione endomuscolare di 20 cc. Dal 1° novembrfl si es<•guono le prescrizioni annesse ad ogni scatola di siero Tizzoni o si fanno por tre g iorni consecutivi due Ìlliezioni di dose preventiva ognuna di 4 cc.; poi per tre giomi una sola dose ed infine una dose a giorni alt.erni pe r alt ri sei gionli. . Il 13 novembre l'individuo ritorna al rf'parto chirurgia, do,·e, previa inie· zione <o>ndomuscolare di 20 cc. s 'ero Tizzoni, ,·ien<o> operato di ostcosintesi del ra· d io e del cubito ed esce guarito nel dicembre.
n tetano, come si sa. è dovuto al b. di Nicolaier e Kitasato, che si preRcnta come un picf'olo bastoncino, lungo 1-4 mieron, spesso 0.3 m.ic.ron, e che colle colture assume una. forma. a filamento. n bacillo ba spore terminali, per le quali è stato assomigliato a.d una ba.cchetta di tamburo, ma Wullstein e Kiittncr trovano più giusto para.gonarlo ad un'ansa di platino, perchè la spora terminale rotonda presenta un nucleo centrale incoloro. Il b. è squisitamente anaerobico e vive specialmente nell 'intestino dei c.a.valli, dove si moltiplica. Si trova nel terreno concimato, nella polvère, nelle tele di ragno, nel cartone delle cartucce a salve, ecc. Nell'uomo l'infezione si manifesta sempre in seguito a ferit-e specie se cont\lB!' o sporche o con corpi !'Stranei quali brandelli di abito, schegge di legno, terriccio, ecc. Le ferite da anna da fuoco debbono sempre far temere l'infezione tetatica. I b. si trovano nella ferita o nelle vicina~ e restano in loc<J, segr(.'gando una potente tossixk<t, la quale o per .le vie linfatiche (Asclloff, Fround, Embleton, ecc.) o per le vie sanguigne o per quella. dei cilindrassi (Meyer), va a raggiungt-re le cellule nervose, essendovi come è noto una speciale recettività. della sostanza nervosa per la tetanotossina, la quale pervenuta oosl alle cellule gangliari motrici del sistema nervoso vi si fissa elettivament-e, le alt-era e le d::.m neggia, provocando un aumento di eccitabilità. riflessa dei centri motori del cerv ello e del midollo spinale. L'incnbazione dura in media 4-15 giorni, ma siccome il b. è provveduto di spore, queste possono rimanere inerti nei tessuti per un periodo molto più lungo per poi cominciare a germogliare e produrre germi vivi e virulenti molto tempo dopo della ferita,: ciò spiega l'apparire dei tetani tardivi. Di regola la rigidità. comincia nei masseteri, poi pa.'!sa ai muscoli del volto, a quelli della deglutizione, poi a quelli della. nuca, del dorso, dell'addome, degli arti ed infine a quelli del toraoo, compreso il diaframma. Il Wulstein afferma. che solo di rn.-do si banno cram1>i delle braccia. TI colpito in genere finisce con il morire dopo sofferenze atroci per spa-smo della. glottide e del diaframma. Fu nel 1890 che Behering e Kita.sato dimostrarono per i primi che il siero di animali immunizzati contro il tetano era capace di neutra.liz-
lUI O Z<l re
CIRCA U::s' C.-\$0
DI Tf;rA~O GUARITO EC'C.
la tossina. tetanica circola.nt.c nel S<mgue e quella che partiva man m;l>no da.l fo colaio infettv, impedendole così di raggiungere le cellule del sistPma nervoso. Era. quindi un siero antitossico, la cui effica<lia. venne S'ltbito riconosciuta indiscutibibnente e che è stata confermata daJla. guerra mondiale, che ne ha dato una dimostra,zione impressionante, poichè la, percentuale dei colpiti di wta,no, ch'era del 30-40 % dei feriti nella guerra di secessione americana, è scesa a.lJ'1 % ed anche meno. Ed il L(>ibovic ha fatto notare clw, quando, specie al principio della guerra ndl 'esercito inglese in alcuni periodi è venuto a mancare il siero, il tetano diveniva subito più frequente ed i colpiti morivano quasi tutti; appena avuto il siero, il tetano diveniva eccezionale e parecchi dei colpiti guarivano. E così per esempio nell'ottobre 1914 si a.veva nei colpiti il 32 % di casi di tetano perchè il siero mancava; nel novembre 1914, ~ vuto il sit>ro, si a.veva. il 2 %. Ma. resta da fissare che :anche i pochi casi nvnti in individui ai quali era stata praticata la sieroterapia preventiva, avevano una. gravità minore e spesso guarivano. Per il nostro esercito ove a tutti i feriti è stata fatta l'iniezione preventiva le cifre riguardanti il tetano sono: 0.5 per cento di feriti, con mortalità di uno su 33.000. Quale ~ il 1neccani8nw cl'a:ione d6l siero 01ntitetanico l Iniettandolo nell'atto stesso che si produce un trauma. sia che il b. di Nicolaier penetri nE>lla ferita subito o poco dopo, il siero. neutralizza immediatamente stùla porta d'ingresso del germe la tossina da esso segregata c tale potore perdura per cirea 2-3 settimane, tempo durante il quale il siero persi s~ n(•ll'orga,nismo. Perciò la tossina non può pervenire :~lle cellule gangliari t-. fis:;a.rsi ad esse. Ma se l' iniezione non viene praticata e la tossina arriva a fi s::;arsi, essa non è più ~Lttaccata da.ll'autitossina S]lecifica del siero, la qua.l(• potrà solo u~utral.izzare la tossina, che circola liberamente. E ceo ])erchè l' inil'zionE> deve essere fatta nello stadio p:-odromico o tutto al più Uf'l 1° stadio per esser(' certamente util(l. L'apparente insuccesso pZ>i delle iniezioni preventive è dovnto al f~\tto che dopo 2-3 settimane il siero è onnai stat-o eliminato dall'organismo, la ferita è chiusa, ma sono rimaste delle sporf', che rest~~te a lungo indifferenti, si svegliano e producono b. virulenti, rnentre l'organismo non è più ga.rentito dal siero. Quando clero essere fatta la sieroterapia prerentiva f K oi sappiamo orm~ti di sirlll'O che essa offre degli inconvenienti, JU';l. oorto tali inconT'enit>nti sono stati esagerati ed è sta.to sollevato troppo n.unore per qualche ntrissimo accidente grave o mortale. Invece abitualmente gl ' in· convenienti ana,filattici sono i soliti e cioè: artralgie, cefalea., nausea, eruzioni da siero, lipotimie, N'C. Tali fenomeni scompaiono presto sono resi ancora più rari fa.cendo l'iniezione frazionata giusta Besredka. Quindi la sierotera.pia. preventiva oggi s'impone specie n.elle ferite di guerra, ma anche in t.empo di pa.ce n elle ferite importanti. Ma. si deve e~sa fare anche quando si tratt~t di p!ccole ferite o sopratutto di quelle minuscole ferite d(~lla vita quotidiana, che per lo p:ù guariscono senza bisogno d i occuparsf'ne t alcuni dicono di no, ma se scoppia un caso di t etano in tali feriti, chi difenderà il medico, che non ha fatto l ' iniezione f Poichè, se il tetano non è scomparso d e.l tutto con l'iniezione pre'O'entiV'a di siero, certo si è però che i casi di tet}tuo negli indiv-idui, che hanno avuto 1'inic-
CIRCA
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CASO DI TEI'AXO GUARITO ECC.
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zione preventiva. sono in genere molto differenti da quelli che si ha.nno in soggett.i nuovi e sono meno gravi, più localizzati, talora. scnzèt trisma e la mortalità in essi è ridotta al -!0 % mentre era del 90 % nei casi ver· gini. Perciò deve essere un assioma per il medico praticare l 'iniezione preventiva, tanto più finchè la vaecin.azione antitetanica (la quale sarebbe h~ vera profilassi del tetano perchè impedirebbe lo sviluppo d<·l bae illo, cosa. che il siero non può fare) non esca dal periodo di studio, uel quale ora si trova e non possa essere praticata comunemente. Ed ora veniamo a parlare dell 'uso del si<•ro comH mezzo terapeutico a. tetano dichiarato. Il dott. Lehman di Pau in una eomunicazione alla << Société Médir.a.Ie des Praticiens ,, nel gennaio 1932 dice clte prima della guerra 1914.1918, il tetano era una malattia ritenuta incurabile e che fino al 1917 non vi era stato alcuno che avesse presentato un trattamento capace di neutralizzare la tossina tetanica a tetano clinicamente sicuro. E difatti il siero antitetanico veniva usato a scopo preV'entivo ed iniettato a tutti i feriti, ma, quando malgrado tale iniezione il tetano si svilnppa.va, non vi era rimedio ed il tetanico, isolato nell'oscurità e nel silenzio, veniva trattato con cloralio e con morfina nella. convinzione che nulla potesse salV'arlo. Il dott. Lehman nel giugno 1917 in un 'ambulanza della 6• annata sul fronte franco-tedesco, ebhe un ferito, il quale nonostante avesse avuto l'iniezione antiU>ta.nica e mentre la piccola ferita riportata gli si era rapidamente cicatrizzata, presentò al 10o giorno una g1·ave fonna di tetano generalizzato. Egli allora, nonosta,ntc l'opposizione di tutti gli altri colleghi, pensò fargli delle iniezioni endovP.nOSP del siero preventivo e poichè le contratture muscolari involontarie rendevano impossibile praticare tali iniezioni, lo cloroformizzò e gli fece l'una la mattina e l'altra la sera due iniezioni endovenose ciascuna di 10 c. c. di siero antitetanico dell'Ist.ituto Pasteur, continuandole poi ogni giorno. Alla 18a iniezione l'individuo era guarito perfettamente senza alcun alt.ro trattamento. Il dott. Lehmau rivendimt perciò la priorità di tale metodo, non so se a buon d iritto o meno; in ogr1i modo vi sono parecchie comunicazioni di casi di tetano guariti con le iniezioni endovenose di siero, ma tutte l)OSteriori al giugno 1917. Nel 1925 il Dufour pubblicò un caso gravissimo di t,etano gua,rito con iniezioni endorachidee di siero antitetanico praticate durante l'anestesia. clorofonnica, sicchè specie in Francia tale metodo viene definito come metodo Dufour e varii autori come il Villaret, Wallich, Bernal hanno riferito su casi di tetano nei q'tl<'\li le iniezioni di siero sia endovenose che endora.chidee non avevano avuto ragione della sintoin<<t.tologia fìnchè non era. stata. aggiunta la cloroformizzazione di 20-30 minuti ogni volta. In Italia il Salvioli rimpia-zzò L't cloroformizza.zione con un clistere tU olio con etere (una parte di olio e due di etere) introdotto lentamente coo una sonda due V'olte al giorno. Per bambini <li 5 anni iniettava 5060 c .c. ogni volta. Certo è che vi è una numerosa scuola di medici, i quali danno enorme importanza all'URo dAgli anestetici, perchè affermano che l'anAstetico mette in libertà. la tossina tetanic.'\, che si era fi;:;sa.ta n.Ua sostanza ner-
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vosa., sicchè il siero iniettato può poi facilmente aggredirla.. Se ciò che è stato v-erificato in vitro, è egual.m.ente v-ero nel vivente, non possiamo precisare. In ogni modo il Leluna.n ed il Duhamel consigliano m etodicamente due eteron.a,rcosi al giorno. D Labign<~tte « La clinique >> del maggio 1932 afferma che contemporaneamonte al tra.tta.mento sieroterapico, è sempre necessario instituire un trattamento loc~tle sul focolaio della. ferita, poichè il b. di Nicolaicr pnr svilupparsi ba bisogno dello stafilococco, che assorbe l'ossigeno e trasforma in cultura anaerobica una. piaga, che cosi diviene terreno favorevole allo sviluppo del b. tetanico. Ecco per~hè Olaisse ed altri conl!igliano l'uso per la piaga. di soluzioni fortemente disinfettanti. Un'altra considerazione fa il Labign<"ltte sul fa.tto che il tetano invece di sparire sembra. che segni una. recrudescenza. Egli trova a. ciò una spiegazione da un lato nel maggior numero di accidenti stradali specie automobilistici e dall'altra nel rifiuto ostinato di molti feriti di sottomettersi a.h'iniezione preventiv-a di siero, rifiuto spesso dovuto all'esagerato timore delle reazioni da siero ed all'ignoranza dei pericoli che si corrono per tale rifiuto. D professore Bozzi nel numero 4 del 1932 dell'~ Ospedale Maggiore A riferisce su circa. 320 casi di tetano, venendo alle seguenti conclusioni: «[.,'infezione tetanica, una v-olta scatenata, si dev-e considerare hnpos.sibile a guarire in circa. la metà. dei casi. Il siero deve restare a base della cura ma. non offre molti vantaggi. Per la prognosi, il criterio migliore è la durata dell'incubazione: quanto più breve è il periodo dell'incubazione tanto più alta è la mortalità», Il prof. Mondolfo nel n. 15 del << Policlinico» del 1932 parla della cura di 45 casi di tct::~.no e consiglia oltre l'uso del siero, l'idrato di cloralio per clistrro di gr. 2 la. volta por 3-4 volte nelle 24 OI'e; le iniezioni di sparteina da 3 a 6 egr. nelle 24 ore. Ma sovratutto richiama l'attenzione sul fatto di pratic~~re la. respirazione artificiale sistematicamente ad ogni accrsso convulsivo. Egli afferma chè in casi di apnea conse.cutiV'i all'accesso la respirazione artificiale, protratta a lungo, salv-a ammalati in condizioni disperatE>, impedendo che il tetanico soccomba per asfissia durante l'~ccsso.
Il Preziosi (((Terapia» 1934 gennaio) riporta cinque casi d i tetano dichiarato, curati con siero e conclude: l o che la sieroterapia, è l'unica che riesce a guarire il tetano e che solo ad essa è dovuto che la mortalità. per tetano sia scesa dal 90 % al 18 %· 2o che l'intervento deve essere precoce e generoso per via endoracllidea od endovenosa da.pprima e poi per via sottocuta.nea anche a risoluzione avvenuta,, occorrendo tenere ancora elevato 'per un cert{) tempo il potere antitossico del sangue. 30 che l'anestesia non è provato che faccia migliorare il decorso dal tetano conclamato e tanto meno che, come supponeva il R ichoux, liberi la tossina. tetanica rendendola più facilmente aggredibile. 4° che sono ancora incerti e contraddittori i risultati ottenut.i -con il siero glucosato. Il La.evon nel 1927 introdusse l'uso dell' avertina, la quale darebbe immediatamente l 'anestesia e la risoluzione muscolare impedendo
CIROA UN CASO DI TETANO GUARITO ECC.
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la. morte per asfissia. È stata. usata con buoni risultati da parecchi ed ulti.m.a.m.ente in Francia è stata somministrata per via retta.le. Da qualcuno è stato c.onsigliato l'uso della spa.rteina, che agirebbe immunizzando il netLl'a.sse contro la tossina. e rendendolo meno adatto a risentire gli effetti di questa. .Altri consigliano la novoca.ina data. la. sua speciale affinità per il sistema nervoso e che agirebbe «facendo perdere alla tossina la. v.ia. del neura.sse ,. Garofa.neu consiglia delle iniezioni di siero glucosato, che in vitro neutralizzerebbe la tossina tetanica. e che il Preziosi sopra.citato non ha trovato utile. Il Blok consiglia come calmante il solfato di magnesio, ma molti non lo usano perchè ne occorrono dosi forti e perciò dannose. Lumière e Bera.rd impiegano il persolfato di sodio al 5 % per via intravenosa (20 c. c. la volta). Specie da. noi in Italia moltissimi aggiungono sempre alle altre cure le iniezioni di acido fenico alla Baccelli attorno al focolaio d'infezione (al 3 % da 0.3 gr. fino a 2 gr. pro àie). L'acido fenico ha notevole azione antispastica e sedativa; inoltre ha azione antitossica elettiva sui centri nervosi. Il Benvenuti usando solo l'acido fenico dichiara di avere avuto 1'87 % di g'llarigioni; l'.A.scoli il 98 %· Per lo spasmo della glottide e del diaframma, causa principale della morte nel tetanico, si ricorre alla tra.chcotomia, alla infiltrazione cocainica del nervo frenico al collo, ma sopratutto all'anestesia generale con etere e con clorofonnio. C'WI"a à6t tetano dichiarato. - E riassumendo ciò che abbiamo detto, ecco come ci si deve comportare in un caso di tetano dichiarato: l o trattamento della piaga: Se la piaga è cicatrizzata, non si tocca, ricordando che alle volte un intervento anche minimo su una ferita, ha fatto apparire il tetano. Perciò anzi si consiglia prima di qualsiasi intervento operatorio anche se fatto dono 5-6 mesi, di rinnovare l'iniezione preventiva. Se la piaga suppura, se contiene corpi estranei, la si apre e si irriga con liquido di Dakin. Quando è possibile l'intervento radicale per sopprimere la fucina delle tossine, non si deve esitare e si dovrà. disarticolare un dito schia.cciato od amputare un piede mal ridotto od una gamba con frattura comminuta esposta. 2o trattamento con il siero: Premetterò che disgraziatamente il siero antitetanico non è ancora dosato secondo un metodo unico sicchè il siero delle case tedesche ha un titolo differente da quello delle case francesi ed americane. Noi parleremo del siero Tizzoni adottato dal Ministero della Guerra e che contiene 200 milioni di U. I. ogni c. c.; mentre quello del nostro Istituto Sier. :Milanese contiene 1500 U. I . in 5-10 c. c. In ogni modo tutti sono d'accordo che occorre usare dosi forti, ric.orr endo senz'altro alla via endorachidea. Si sottraggono prima un numero di c. c. di liquido cerebro-~pinale alquanto superiore a quello dei c. c. di siero da iniettare. Hoyel, Briaset, Robineau consigliano di mettere poi l'infermo ·con la .testa in basso per far diffondere rapidamente il siero verso il bulbo. 8 -
GioTnat.! di medicina militare.
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Riferendoci aJ siero Tizzoni nella Istruzione del Ministero della. Guerra annessa ad ogni scatola il metodo da seguire è questo: ogni giorno una iniezione endorachidea di una dose curativa e due iniezioni endomuscolari nelle regioni vicine alla parte lesa, medicatura della ferita con garza. impregnata di siero. Cliò fin quando non si ha l'arresto del progresso della. malattia; poi si sopprime prima l'iniezione endora.chidea; poi si riduce a.d una l'iniezione endomuscolare continuandola fino a risoluzione avanzata del tetano. Infine si completa la Ctll'a con dodici iniezioni di dosi preventive fatte sottocuta.nea.mente in dodici giorni e propriamente così: due iniezioni al giorno nel 4-5-6° giorno; e poi una all'so, a11oo, al 120 giorno. Quando mancasse il siero curativo, occorre tener presente che cinque dosi preventive equivalgono una curativa. Quando la puntura lombare non è possibile per le contratture troppo forti si ricorre all'anestesia generale cloroformica. 3o trattamento coadiuvante: n cloralio a dosi alte è prezioso per calmare le crisi e far riposare un poco l'ammalato, attutendo la spossante eccitabilità del sistema nervoso. Ed a questo proposito occorre ricordare che un teta.nico che dorme è guarito a metà. Tutti gli altri metodi consigliati nulla hanno di sicuro e si può solo aggiungere le iniezioni di acido fenico alla Baccelli, certo sempre utili. ' Comid8razioni. Ed ora brevi considerazioni Slù caso da noi nota,to. Esso conferma senz'altro che il tetano può sopravvenire anche in individui trattati con siero, ma che- però non ha la gravità del t.etano classico, che insorge in organismi che non hanno praticato le iniezioni di siero. Riconferma l'osservazione già fatta. da parecchi della. mancanza del trisma e dello spasmo della glottide in questi tetani, che potremo chiamare benigni, ma che però possono egualmente divenire mortali se il ~rattamento non è energico e non viene protratto; difatti nel nostro malato anche dopo le prime iniezioni endorachidee sono ..continuati i sintomi tetanici, anzi per due giorni sono aumentati e solo al 3o giorno hanno cominciato a declinare. Basta quindi una incertezza, un rilasciamento nella cura per pregiudicare l'esito favorevole, che invece si determina sicuramente con una cura intensa, continua, prolungata. Per il resto non possiamo che ripetere come ormai non sia più da discutere l'obbligo di fare l'iniezione preventiva di siero antitetanico a tutti i feriti e di trattarli ai primi sintomi immediatamente con le iniezioni endorachi~ee, ricorrendo all'anestesia solo quando è necessaria per poter J>raticare la puntura lombare e contentandosi di dosi generose di clo.ralio negli altri casi. Infine si deve sempre usare un trattamento conveniente alla ferita, al quale possiamo aggiungere, certi di non far del male, pur~ le iniezioni di acido fenico a.l.la. Baccelli. AUTORIASSum<>: L'A. espone un caso di tetano traumatico curato n el proprio reparto infet tivi e guarito in seguito ad iniezioni endorachidee ed endomu_sco.lari di siero antitetanico Tizzoni coadiuvate da iniezioni di acido fenico alla. Bacoelli presso ll focolaio traumatico. Passa poi in rivista la va.ria letter&tura m~ca apparsa negli ultimi anni nei rigua.rdi della cura. del tetano e conclude clim~trando come ormai tutti siano d'acoordo sulla efficacia indiscutibile del
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siero antitet;a.nico, oltre ohe come mezzo preventivo, anche come mezzo terapeutico a tetano dichiarato, pure ammettendo l'utilità. della narcosi cloroformica quando vi eia un opietotono, il quale renda. impossibile o difficile l'iniezione endora.cbidea.. Dichiara. anche utile la respirazione a.rtifìcia.le a. lungo pra.tica.t~ negli a.ccesai, che lasciano temere l'asfissia.. BIBLIOGRAFIA
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ISTITUTO DI CLINICA CHIRURCICA DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA Direttol'e: prof. R. ALESSANDRI
SULLA CURA CHIRURGICA DELLE CISTI DI ECHINOCOCCO DEL POLMONE P rof. Corradlno Giacobbe, primo capitano medico, libero docente ed aiuto volontario
D trattamento delle cisti di echinococco del polmone mediante lo svuotamcnto per puntura, semplice o seguita da iniezioni di liquidi parassiticidi, non rappresenta oggi che un semplice ricordo storico. Tutti i tentativi fatti per una cura medica-compresa la sieroterapia antiechinococcica (DUFOUR , D ÈVÈ, DES!SY, MAROTTA)- essendo riusciti vani e pertanto allo stato attuale completamente abbandonati, è alla cura chinu·gica e solo ad essa che ricorriamo per lottare contro le cisti idatideee del polmone, le quali, come è noto, immediatamente dopo la localizzazione epatica, rappresentano in ordine di frequenza la sede preferita dall'echinococco: 11% secondo D UR.L'\'TE e MADELUNG; 10,2 % secondo DÈVÈ; 16,25 % secondo :PuTzu. GR.IFI (l ) in base ad una accurata statistica di cento casi- a sede varia - osservati durante il decennio 1919-1928 nella R. Clinica Chirurgica di Roma, ha rilevato invece una frequenza maggiore, del 22% e PETTA (2) su centosettanta casi di cisti da echinococco diagnosticati e curati negli Ospedali Riuniti di Roma ne ha riscontrato il 32,35 % a carico del polmone - Tale maggiore localizzazione polmonarc in confronto alle altre statistiche, secondo GRIFI (1. c.), depone per due fatti: l ) per la facilitata diagnosi specialmente per merito dell'indagini cliniche moderne(3); 2) per il favore che si è guadagnato l'intervento chirurgico in base ai buoni risultati che con esso si raggiungono. T uFFIER e MARTIN (4) ritengono che ambedue i polmoni sono colpiti con uguale frequenza. Dall'accurata ed estesa statistica di GUIMBELLOT (5) r iaulta invece una netta preferenza pel polmone destro (90 a destra e 58 a sinistra). « La terapia delle cUlti di echinococco è d' <mline escl11.8ivarnente chirurgico, » afferma. TuFFIER (congresso di Mosca, 1897). Va rilevato però che è possibile la guarigione spontanea dopo vomica, che è stata particolarmente segnalata da. D ÉVÉ (6), il quale fa notare che «in certe circostanze, in (l) ORtFJ. - Su cento wsi di cisti da echinococco. - • Policlinic o '• Sez. C hlr., n• 0·10·1929. (2) PETTA. - Su 110 casi di cil!ti da echinococco. - • Policlinico •. $('z. Chlr., n• 7-1981. (3) LoNoo - lnlradermortGm ni ~flche e 48fiecifiche nell"e.;hinococcori - • PoUoUnloo • Bcz. ?.1ed., 1982. (~) T UII'I!'tER ET MARTtl'f. Kustu h vdal d11 pqum,n. • Rev. do Clllr.•, u• 1·2·1010. (&) GoutBELLOT. - Sur le traitement ch&rurqical àes Kustes hudat. de la pletwe et du pou· mon. - Tb. Paria 1910. (6) uev-&. -Le pneumok'I/IICe h ylfalique du p~mmon. - R evue de • Chirurgie • 1925, • .A.teb1. Mod. do l'app. ro.;p. •, 1926. La vomique hvd. curaUve, • Normadlo méd. • t• ottoùro 1022.
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certe condizioni, la vomica idatidea naturale è realmente curativa e merita di essere rispettata ». Al riguardo l'illustre autore ha riferito 11 casi di cisti di echinococco centrali seguìte da. guarigione ed il suo allievo BELLARD (l) ha raccolto dalla letteratura. 162 casi di vomica spontanea con il 90 % di guarigione. Recentemente anche Busco (2) ha illustrato 4 casi di echinococco del polmone guariti dopo vornica. Oonditio sine qU4 n<m é però la. completa espulsione della. membra.na chitinosa, che può verificarsi nelle cisti centrali, allorchè esse siano di piccole proporzioni ed in vicinanza di grossi bronchi. Le cisti paretiali, al contrario, che p er lo più sono di grandi dimensioni e distanti da rami bronchiali principali difficilmente si avvantaggiano di questa. fortunata evenienza. Fare affidamento solo su tale evoluzione ed attendere sarebbe però un rischio troppo grande. Ed infatti - a parte le complicazioni talora assai gravi cui può andare incontro una cisti, quali suppura.zioni, rotture, ecc. - sebbene la presenza. dell'echinococco sembri clinicamente ben tollerata dal polmone, non potremo affermare che sia inoffensiva. L'addensamento del tessuto polmonare - con cui l'organo respiratorio reagisce all'irritazione prodotta dal suo ospite - non è certo l'unica lesione prodotta dall'echinococco. .Assai più importante è la sclerosi polmonare, che - partendo dal focolaio - può irradiarsi anche a distanza, come pure è da tener presente la possibilità che si determinino delle bronchiectasie e che si manifestino delle emottisi, talora imponenti, la cui persistanza è particolarmente grave. E sOUDERO (3) dà. grande importanza allo sviluppo vascola.re dell'avventizia (corona vascolaro) per spiegare le emottisi, che sogliono verifìca,rsi nell'echinococco polmonare. Se questo può verificarsi per le piccole emottisi bisognerà invece per quelle imponenti e talora anche mortali pensare piuttosto all'erosione di grossi vasi, venosi o arteriosi, che decorrono in vicinanza della cisti. I bronchi resistono più a lungo alla compressione; ma per l'azione meccanica esercitata. dall'accrescimento dell'idatide, favorita anche dall'azione tossica, fini~cono coll'usurarsi e il loro lume - come fa rilevare .ANTONUCCI (4) - rimane aperto lateralmente od obbliquamente o a pieno canale nella cavità polmonare, « che è virtuale finchè rimane occupata dalla sacca echinococcica, ma diventa reale non appena questa o per suppura.zione o per trauma (puntnra) si rompe e si vuota del suo contenuto u. Tutto ciò - come è ovvio - sta a dimostrare che la presenza di una cisti, indipendentemente dalle possibili complicanze, che reclamano senz'altro l'intervento, per la sua azione lenta e continua sul parenchima. polmonare non consente di protrarre troppo a lungo l'atto operativo. E ciò anche se si consideri che il polmone colpito offre una scarsa resistenza alle infezioni e particolarmente a quella tubercolare. Considera.ndo come fa rilevare LAMAS (5) che gli agenti della suppurazione, a causa della sclerosi, trova.no un vero mezzo di cultura intrapolmonare particolarmente grave, si comprenderà che la cura chirurgica delle cisti di echinococco del ( l ) BELLABD - T bòse de Pari&, 1024. (2) BLABCO. - c r.a medicina Ibera ' • n• 860, Anno XVIII, 5 mnaio 1934,' (S) ESCUOEIIO, c Argcullna Medica •, 1009. (4) ANTosucct. - c Echinocccco dd 1wlmcmc • , Stab. T l p. Oarronl, Roma. 1923.
(6) L.utAB, Jou r . de C bir., Marzo, 1933.
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polmone non può nè deve essere considerata un'operazione di compiacenza. Facendo eccezione per le piccole cisti ilari e centrali, in cui l'inter- . vento sarebbe troppo grave e complesso, tutte le altre cisti devono essere operate se vogliamo evitare quelle gravi conseguenze alle quali il paziente è fatalmente· esposto. Non va. però al riguardo dimenticato l'am· mouimento di JEANNE (l) « che ogni ciste deve essere operata, purchè sia di f(J,()'Ì)AJ accssso ». Grandi infatti sono i rischi operatori, cui si andrebbe incontro, senza contare la delusione che si proverebbe n.el non ritrovare la idatide (VINCENTINI) (2). Ed anche in quei casi (valide aderenze pleuriche, superficialità della cisti) in cui le difficoltà di ordine operatorio appaiono minime e l'intervento si compie in modo relativamente facile, non possiamo tuttavia affermare che la cura chirurgica non è sempre scevra da pericoli. l /apertura. di una ciste idatidea può esporre infatti allo choc anafilattico e all'emottisi; evenienze queste di cui dobbiamo tenere sempr e conto e contro le quali, fortunatamente, non siamo completamente disarmati. Non è Inia intenzione descrivere minutamente i vari e ben noti processi operatori, che è però pur necessario accennare prima di soffermarini sul nuovo metodo adottato nella nostra Olinica ed illustrarne la tecnica, le indicazioni, i vantaggi ed i risultati ottenuti. I metodi di cura chirurgica. delle cisti di echinococco del polmone sono numerosi e si differenziano essenzialmente nel trattamento della cavità residuale, che può ottenersi con la marsupializzazione o con la sutura. senza drenaggio. La marsupi.alizzazione, che - secondo VEO.AS e GR.AMWELL (3) - è un metodo più ùmto, ma infonitament8 più siczvro, è indubbiamente preferita dalla maggior parte dei chirurgi e trova particolare indicazione nelle cisti suppurate. Tale metodo, dopo ampia discussione, è stato particolarmente raccomandato nel Oongresso Argentino dell922. I risultati ottenuti sono commentati da.lle seguenti cifre (VICENTINI): Guarigioni
<ffl.imbBUot V Bgas 8 GramwBU Gatrrè B Quincke Pasqui67' F1'ff!167' P6ip67' .AnUmucci
87% 90 % 90 % 85,18%
71% 93,8 % 95 %
Morti
13% 10% 10 % 14,22 % 29 % 6,2% 5%
La marsupializzazione in un tempo solo è indicata allorchè esistono valide aderenze pleuriche. « I chirurgi che non sono preoccupati nè della morte che può intervenire istantaneamente, nè dal collasso polmona.re o (l) JEANNB. - c n tratta~to cllf...urq«:o delle ci3ti'idatidu lUI polm.one •, '.AJ'()h Méd.- ChJr, de l'app. reap., 102e. · (2) VrOENTINl. - • La cura chirurgica àdle cld polmone ' • Policlinico Sez. Cblg., n. l, 1A80. (8) VEGA.B GRAMWELL. • Tratami~nto de los quU.tu hvdatidico;p, Congree&o l.nternaz. •meriC&Do dJ med. ed Igiene, Buenos Ayres, 1980, Rev. do Ohlr., Voi X.Xlll, n. 47.
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dalla. vomica concomitante a quest'ultimo, quelli che non temono l'infezione della pleura o che anzi pensano che queste complicanze non sono che fantasmi immaginati dai chirurgi pavidi, possono continuare ad operare in una sola seduta. L'intervento in un tempo solo è evidentemente più rapido, più brillante e risponde a certi temperamenti chirurgici » (LAMAS).
Quando la plenra è libera, onde evitare il pneumotorace e il pericolo d'infezione, è preferibi!l.e, anzi raccomandabile, di ricorrere alla m.arsupializzazione in due tempi, lasciando però trascorrere un sufficiente lasso di tempo tra il primo intervento e l'apertura della cisti, affinchè con le diverse modalità consigliate dai vari autori si siano ottenute valide aderenze pleuriche. La marsupializzazione - nonostante i suoi numerosi ed autorevoli fautori - è incolpata di condurre troppo lentamente a guarigione ed a. formazione di fistole bronchiali e di suppurazioni croniche del polmone. POSADAS (l) sino dal 1895 illustrò al Circolo Medico Argentino il suo metodo della riduzione senza drenaggio, che va eseguito solo allorchè siano presenti particolari condizioni e cioè: pleura libera, capsula avventizia sottile ed elastica, polmone non sclerosato, ciste di volume non eccessivamente grande ed a contenuto limpido. CoPELLO (2) nella sua relazione al II Congresso Argentino di Medicina (ottobre 1922) fa però rilevare che nelle cisti a contenuto limpido, avvolte da una capslùa avventizia sottile ed elastica si ottiene in rea.ltà. una rapida riduzione dlel cavo residuale; tuttavia però esiste quasi sempre un bronchiolo aperto nella membrana pericistica, il quale rappresenta una. sorgente quasi sicura di infezione. La riduzione senza. drenaggio rischia pertanto di essere seguita da accidenti bronco-polmonari talora gravissimi onde la marsupiaJ:izzazwM de·ve restare qui il processo d'elezwM. Il metodo di PosA.DOf-1 con cui si può pervenire a rapida guarigione ha indiscutibili pregi e sarebbe veramente ideale se non fosse esente da. gravi inconvenienti, quali: emorragia, piopneumotora.ce, empiema, broncopolmoniti. ANTONUCCI (3) ne11923 ha perfezionato il processo di PosA.D.AS proponendo dopo la riduzione senza drenaggio (con sutura dci labbri della ferita polmonare e chiusura ermetica della breccia operatoria) l'istituzione di un pneumotora-ce art'ifi.cia.le, il cui rifornimento può successivamente venir praticato sino a guarigione completa. A tal proposito ricordo che sin dal1900 GIMBERT (4) ha proposto il pneumotorace alla Porlanini come pratica curativa di urgenza nelle emottisi gravi da cisti di echinococco del polmone. Col metodo A:NTONUCCI non è però esclusa la. possibilità di infezione della pleura. (per deiscenza della sutura polmonare e suppurazione d ella cavità cistica) tanto che lo stesso A. ha modificato il processo originale nel seguente modo: in primo tempo resezione costale e zafiam-ento con garza jodoformica per provocare aderenze pleuriche; in secondo tempo (l) POSADAS . - Traitemente cles Kvslc$ hvdal. • R e v. de Cbir. • - 1809 pag. 8'1'4. (2) COPELLO. - • J our. de Cb lr. '• XXI - n. 2 f<!llbra.io 1925. (S) AsTON IJCCI. - • PrQ'flosta di un pcrfe;;:ìonan~JmW nel trattamemo ideale delle cl8ti da echi-
nococco st eriU t:kl polrn<>ne. - Poliollnloo Soz. Pro.t. 2923 pag. 798. ( 4 ) (Jr~tnF.T<T. -
<Ja.zz. des hop. 1000.
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plenropneumotomia, asportazione della ciste, chiusura della breccia to-· rooo-polmonare, pnenmotorooe. Si evita cosi che del liquido cistico possa. sfuggire nella plenra durante il vuotamen to della sacca.. Da questa. rapida disamina dei metodi più in uso per la cura chirurgica dell'echinococco del polmone risulta che ognuno di essi presenta inconvenienti talora assai gravi ed emerge quindi tutto l'imbarazzo in cui viene a. trovarsi il chirurgo :nella scelta di un processo di pratica esecuzione e che dia sufficiente garanzia di sicurezza. E la difficoltà nella scelta è ancora maggiore allorchè per localizzazione centrale delle cisti ne è difficile l'accesso e sopratutto assai pericoloso, dovendosi attraversare un notevole strato di par encbima polmona.re col rischio di cieterminart> emorragie o di provocare embolie gassose mortali. È in questi casi specialmente che si possono meglio valutare i prt=lgi del pimnbagrrio extrapleurico, consigliato nel 1932 da V.uooNr (l) per le cisti ilari, metodo che per i brillanti risultati ottenuti merita di avere larga diffusione. Il pimnbaggio oxtraplowrioo viene impiegato come primo t empo allo scopo di provocare delle solide aderenze plenriche e uno schia('-ciamen to dello strato di polmone che si trova tra cisti e parete, di modo che viene reso molto più fMile e meno pericoloso l'atto operativo. P er la formazione delle aderenze si elimina infatti il rischio di provocare lm pneumotorace e grazie alla compressione esercitata dal piombaggio il polmone compreso tra l' idatide e la superficie pleurica. viene ridotto ad uno strato atelettasico con b ronchi chiusi e vasi schiacciati per cui si evita nel secondo tempo il pericolo dell'emorragia ed è ridotto al minimo quello più grave dell'introduzione in circolo di aria o di liquido. Il collasso del polmone si ottiene facilmente nelle cisti suppurate intorno a. cui esi.'ite uno sta.to di selerosi polmonare, che crea un piano resistente alla compressione esercitata dal piombaggio. Le cisti a contenuto limpido invece, avvolte da. una membrana sottile e pieghevole, favorite dall'elasticità del polmone, cedono p er affondarsi verso il mediastino o ver~o l'ilo polmonar e; qui occorre- per ottenere il collasso del polmone - praticare il piombaggio in corrispondenza della parete anteriore o posteriore in modo da. schiMciare la sacca cistica verso un piano osseo resistente. Il piombaggio - come fa rilevare V ALDONI - a differenza di quanto si pratica nella tubercolosi polmonare, deve essère collocato in un letto più ampio per poter cosi raggiungere l'effetto collassante massimo che si d esider a. Alla bisogna occorrono circa 400 grammi di materiale di piombaggio u sando la miscela di paraffina di BAER (75 c.c. di paraffina fusibile a 58o, 25 c. c. di paraffina fusibile a 43-44o, fusi assieme - si aggiungono carbonato di bismuto gr. l é vioformio gr. 0,05 - sterilizzare 2 volte per un'ora. i n autoclave). La tecnica seguita nella Clinica Chirurgica. della. R. Università di Roma è stata dettagliatamente d escritta da V ALDONI (l. c.); schematicamente è la. seguente: 1 o tempo. - Localizzata esattamente la cisti e stabilita la via più favorevole per raggiungerla, si pratica resezione costale (in genere due ( l ) VALIJONJ.- Sulle• cura delle cisti da echinococco ilari del polmone.- At11Soclotà stab. di oblrurgin. Ottobre l fl32, v ALOO:-'I. - Nuovo ~lodo di cura: typeralorW ddU eì3ti di echitlo()C()CCO dd polmoni!. -
• Poiiclinlco • sez. Cbir. 1083.
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oostole) in anestesia locale novocainina, ai scolla poi ampiamente la pleu:ra parietale per l'applicazione del piombaggio (la miscela di paraffina viene introdotta nel cavo a 38o circa di temperatura) dopo di che si sutu:ra a piani ermeticamente la. breccia. toracica. (figura. l e 2). Dopo venti- trenta giorni il maJato è pronto per il 2o t6mpo. Previa amstesia locale novocainica si incide sulla cicatrice operatoria. fino
Fig. l. Disegno sohematlco di una cisti centrale (Da V'aldoul).
Fig. 2. Il plombagglo cxtraplenrloo è completato (Da Valdoul)
a mettere allo scoperto il piombaggio, che viene rimosso con un cucchiaio di W olkmann. Sulla guida della puntura. esplorativa ai apre la cisti preferibilmente col coltello elettrico (figure 3 e 4) e si vuota il contenuto; si asporta. la
Fig. S. 'Puntura esplorativa delle olatl (Da Valdoul ).
Fig. 4. All'ago è Innestata la corrente dlaterm.lca (Da Valdon1)
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membrana chitinosa e nella cavità residuale si applica sottile drenaggio tubulare. Non resta ora che rilare il piomba.ggio e:x;tra.pleurico za.ffa.ndo con garz' jodoformica. per ottenere la compressione del cavo (fig. 5). Si sutura poi a strati la breccia toracica tranne che nella porzione inferiore attraverso cui fuoriesce il tubo di gomma e un estremo della garza jodoformica. Il tubo di gomma - se non vi sono particolari controindicazioni- viene rimosso dopo qualche giorno e dopo una settimana si rimuove altresl il piombaggio di garza, che viene però ad ogni medicatura rilatto con quantità di garza man mano minore sino a completa scomparsa. del cavo. Nelle cisti non infette la capsula avventizia - come già aveva fatto rilevare DIEULAPOY (l)- è sottile, talvolta quasi inesistente a tal punto che alcuni A.A.. (TROUSSEAU, C&UVElLBIER, ecc.) ne Fig. 6. avevano persino ammessa. l'assenza, per Rlfaolnlonto del plombaggio extrapleurlco - Tubo di drenaggio nel cui si ottiene rapida riduzione e scomcavo (Da Valdonl). parsa del cavo residuale favorita dalla compressione. Nei casi di cisti suppurate- come fa rilevare VA LDONI - il collasso
del polmone, ottenuto col piombaggio, non fa che aiutare il processo di risoluzione del polmone infìltra.to assicurando il drenaggio attraverso i bronchi. Esporrò brevemente le storie cliniche di operati col metodo del piomba.ggio, facendo in ultimo qualche considerazione sui risultati conseguiti. CASO I (2). - S. L., di anni 30. Nulla nol gentilizio. A 16 anni bronchite, a 17 scarlattina, a 20 polmonite di cui non sa. prooisare il lat.o colpito. Nel luglio 1930 accesso di tosse, febbre modica. e dolori a.ll'emitorace destro. Ricoverato all'ospedale venne dimesso dopo 3 giorni senza diagnosi precisa.. Dopo 10 giorni di nuovo febbre ed escreato in grande quantità. In questa. epoca ebbe anche emissione di sa.ngue rosso rutila.nte in più riprese. Nel mano 1931 ricoverato di nuovo in ospedale con diagnosi di ascesso polmona.re fu sottoposto a. cure neosa.lva.rsaniche ed emetiniche fino al luglio 1931. Tornato a casa nuovo periodo di benessere fino alla metà del gennaio 1932. Entra. in clinica. il 27 gennaio 1932. Il paziente in buone condizioni generali presenta all'esame obbiettivo una zona. di 1pofonesi anteriore sull'emitora.ce destro situata fra. la. tena e la sesta costola. che arriva all'esterno sull'emiolaveare e si confonde all'interno con l'ottusità cardiaca. Su tale zona affievolimento del murmure e scarsi rantoli. Posteriormente vi corrisponde una. zona di ipofonesi più ampia ma meno notevole nella. regione infrascapolare nella. quale alla. ascoltazione si nota un affievolimento del murmure ma. senza. rumori patologici. Negativo i1 resto dell'csa.me obbiettivo. (l) DIBULAFOT. - Clinlque Méd. l'HOtel de Dleu, 16 Lecon, Parls, 1908. (2) Caso Ulustrato da Valdon l.
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Ricerche eseguite: Leucocitosi: 10.500. Nella formula, eosinofilia &l 6 per cento • • Intradermoreazione per l'echinococco precoce e tardiva intensamente positiva . Ghedini-Weimberg negativa. Sottocutaneo-reazione intensamente positiva. L'esam e radiografico dimostra l'esistenza. di una zona ovoidale di forte adden.samento polmonare part.ente d.all'ilo {regione del med.iastino) e ,Piretta col suo asse maggiore vorso l'est.emo e in alto. Contorni non precisi, densità abbastanza. uniforme. La tumefazione è centrale molto lontana dalla. parete sotto qua.lsiasr incidenza. Con la broncografia si inietta solo il bronco medio e l'inferiore men tre il s uper'ore ·resta non iniettat.o. Con diagnosi di cisti da echinococco centrale del polmone aperta nel b ronco si d ecid e l'intervento.
Prima operazione: l 0 marzo 1932 {VAL DONI). - Anestesia locale e regionale. Incisione arcuata a destra. circoscrivendo l'areola mammaria dalla i l alla VI costola. verticale, poi orizzontale. Dissezione d el lembo cuta.neo-o.poneurotico. In corrisponde nza del IV spazio si divaricano le fibre del gran pettorale mettendo allo scoperto la IV e la V costola. Resezione sottoperiostea d ella IV e V costola. p er un tratto di 5 centimetri circa. Asportazione d el periostio e d ei muscoli inter· costali; scollamento della pleura parietale dalla fascia endotor&eica. La pUeura è sottile, velamentosa, attraverso ad essa traspare la. superficie polmona.re. Non esistono aderenze pleuriche; H polmone si espande dappertutto. Si scolla la pleura pa.rieta.le creando un cavo di circa 12 centimetri di diame tro. La palpazione attraverso la pleura. non fa avv rtire nessuna resistenza.. Piombaggio d el cavo con 400 grammi di paraffina secondo Baer. Chiusura completo. a strati d ella parete, cute in seta e grappette. Decorso post-opera.torio: regolare: la ferita guarisco per prima intenzione. L'esame ra.dioscopico e radiografico praticato 1'8 marzo dà il seguente reperto: quasi tutto l'emitorace d estro si è op&ea.to tro.nne il tratto apicale e sotto apicale. La linea diaframmatico. mediale è visibile e spostabile. Non cosi la parte laterale. A un esame successivo, il 22 marzo si nota: o.dd ·nsa.mento non molt.o marcato un i· forme d ell'emitor&ee destro tratto medio. Non si nota. un focolaio. di maggiore densità da attribuirsi a una cisti. Inferiormente sembra. di notare un sepiment.o. divisorio fra la zona. pià d onsa e quella inferiore polmonnre meno densa. Secondo inte1wnto: 16 aprile 1932 (VALDONI). - Anestesia locale. Incisione cutanea sulla pregrcssa cicatrice. Incisione del pettorale nel 1>0nso d ella direzione delle fibre sulla pregressa. cicatrice. Parzialmente, il tratto di costola rosecato si è riformato e viene escisso. Estrazione del blocco di paraffina a frammenti. n cavo è rotondeggiante, ben deliminato. La pleura è ispessita., d i color grigio-rossa.stro, pià scura nella parte superiore. Nei colpi di tosse si espande completamente facend,o scomparire il cavo extra.pleurico. Con la pa.lpa.zione si riesce ad apprezzare la resistenza ossea della parete poste· r iore. Si p ratica una p lmtura esplorativa nella metà superiore del cavo che d~ l'impressione netta di penetrare ne l vuoto attraverso una paret~ rigida e oonsa.. Si estraggono frustoli di membrana chitinosa. In.~rendo la corrente d 'a.ten:rùca sull'ago si seziona per l oontimetro la. parete. Esce muco-pus e frustol i di mero· bra.na chitinosa. Con un klcmmer si estrae 1n d ue pezzi la membrana chitinosa. di volume considerevole. Non viene affatto sangue. Tubo di drenaggio molle nel cavo; rifacimento del p iombaggio con garza. jodoforrnica. Ricostruzione pa.rz:ale della ferit-a a. strati. Cute in seta e grappette. La m embrana asportata è di colorito bianco-grigiastro e di cattivo o d ore. ma perfettamente consistente. DecorBo posfr<Jperatorio : apirettico. In seconda giornata. si toglie il tubo. In q uinta giornata si rimuove e si rinnova il piom'baggio d e l cavo e}..'"trapleurico con garza jodoformica.. In ottava giornata si tolgono· i punti. In 18• giornata si rimuove la. garza j odoform.ica.. Il cavo extraple urico ben granulante si riduce rapiqamente. n 15 luglio U paziente viene dimesso completamente guarito .. Il 27 aprile l'esame radiogra.fìco fa rilevare: addensamento polmona.re del torace destro; la. zona de lla cisti è più trasparente come immagine cavitaria.. Il 13 maggio: campi polmonar i liberi da. eventuali cisti da echinococco. Persiste l'ombra circolare con zona. centrale, trasparente all'.emitoraoo d estro. Cupola di:a.frammatica., non sollevata..
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n paziente viene rivisto il :20 dicembre: condizioni generali ottime e perfe tto stato di salute. L 'eMme radiografico dimostra la scomparsa completa de l cavo. Della lesione preosistente nessuna traccia. CASo II (l ).- A. S. di anni 30. A 16 anni rnQ.IIl>ri!:\, Nell'ottobre 1931, durante una gravidanza, cominciò ad avvertire sensazione di poso al fianco d estro accoro· pagnantesi a forte d eperimento. Ne l muggio, in seguito a indagine radiologica., le viene fatta diagnosi di cisti da echinococco. L'ammalata entra. in clinica. il 7 luglio 1932. Esame obbiettivo: Condizioni generali scadenti. M<'tà d est.ra. d el torace leggermente più espansa d ella sinist ra.. I po fonesi noi terzo inferiore dc ll'emi torace destro; ivi notevole diminuzione del fre mito vocalo-tattile e d el munnuro vescicolare. Addome trattabile, niente di notevole alla palpazione e alla percussione Cuore nei limiti. Toni ca.rdiaci n e tti. Ricerche eseguite: intradermoroazione positiva. Ghedini-Weimberg positiva. Eosinofilia: l per cento. L'esame radiografico dimostra la presenza di due ombre rotondeggianti riferibili a cisti da echinococco localizzate alla baso d e l polmone destro, l'Wla piÌl vicina alla parete anteriore, l'al tra alla posteriore. Opera.zione 14 Jua lio Hl32. (VAJ, DONI). - Incisione sulla ascellare posteriore lungo la 10" costola. ~S<'zione so ttoperios tca di cm. 12 di costola. Dstacco della p!e ura dalla fascia encl,otoracica.. Con la. palpazione si repert.a la cisti in sede cor· rispondente alla locali?.zazio ne radiografica. Piombaggio con paraffina di Ba.er, Sutura a strati d e lla parete. Chiusura completa de lla p<>.lle. Seconda incisione sulla ascellare anteriore sulla 910 costola. Oporazione iden· tic a alla procedente. La &·•conda c isti corrisponde all'angolo anteriore de lla ferita. Qui la pleura è molto sottile e s i lacflr a in un pWlto. Piombaggio. Chiusura com· pleta della ferita. a strati. D ecorso post-opera.torio: rC'gola re. In terza giorna.ta. la paziento si alza. Quattordici giorni dopo il primo intervento, il 28 luglio si procede a l 8econdo tempo (VALDONT). Si riaprono le pr~grcs.<~e incisioni e si as portano i piombaggi di paraffina. Pleure bene aderenti.. Iniezioni di formalina nella cisti e aspirazione del liquido cistico. Si inserisce il polo d ella. corrent.e diatormica all'ago e si incide per un mezzo centimetro la pa.rote. E strazione completa d ella me mbrana chitinosa. Detersione del cavo con ga.r.la formalizzata.. Tubo di drenaggio nel cavo e rifaci· mento del piombaggio extra.ple urico con garza. La cisti post.oriore è in comunica· zione con un grosso bronco. Decorso post--<>peratorio: regolare. Abbondante secrezione dai tubi. Per la. persistenza. della secrezione i tubi di drenaggio vengono mantenuti per una tren· tina. di giorni. In 6oo giornata la. fa rita è completamonte cicatrizzata.. L'ammalata è stata rivista nel gonna.io 1933. È in ot time condizioni di salute e non avverte più alcun disturbo. L'esame radiografico dimostra la scomparsa completa della alterazione polmonoro e una d ef ormità del diaframma d estro per a d erenze de l seno pleurico. CASO III (2) - R. N. F., d i anni 41. Entra in clinica il 19 ma.rzo 1933. Un mese fa. f u colta improvvisamente da un dolore acuto pWltorio a.ll'emitorace d estro, tosse, emissione di modico escreato e scarso sangue; d opo alcuni giorni, previo id entico dolore, ed in s eguito ad un forte oolpo di tosse, emissione di oirc.a 2 litri d t liquido schiumoso, di sapore salato; da allora in poi intensa tosse, escreato in grande q~.tantità, purule uto, feti do, e, per tre sere consecutive, feb. bre a 40°. ' Madre morta per neopla.sma addominale. A 3 anni la paziente ha sofferto difterite, a 26 anni forma influ enzale con complicazione bronco-polmonare. E same obbiettivo: Costituzione scheletrica. rogola.re, cute piuttosto pallida, mucose visibili discretamente sanguificate, pa.nnicolo adiposo scarso, masse mn·
scolari ipotrofiche ed ipotoniche. Torace: l'emitorace destro ai espande meno d e l sinistro; fremito vocale-ta.ttile quasi abolito; suono smorzato in corrispon· (l) Caso lllustrato da V A.LDO!U. (2) Caso Illustrato da VITALS. - • Studio clinico $1Ùlll c~ti id<llidu dlll p0:lmont '• XL 00D• greeso Sooletà It&Uana di Chirurgia. ottobro 1933.
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denza della. regione sottocla.veare destra, suono decisamente ottuso su tutta. la. tattile abolito, respiro completamente abolito. Negativo il resto dell'esame obbiettivo. Urine: Albumina., traccia. Esame rad'olog:co: raccolta cistica in corrispondenza d.ei due terzi inferiori dell'emitor~e destro a larga base esterna raggiungente appena la cupola. dia.· frammatica, d i forma ovoidale, in parte contenente liquido livellato; al d i sopra sepimenti multipli: la porzione cistica è p er la. metà svuotata. (vomica.). Esame del sangue: Globuli rossi 3.780.000, globuli bianchi 10.800; formula leucocitariS:: neutrofili 67, eosinofili 9, basofili 4, monociti 2, l.infociti 19. GhediniWeinberg: positiva.. Intadermoreazione: precoce e tard ~va positiva.. 'Sottocutaneo-reazione: positiva. Espettorato: uncini d 'echinococco. Wassermann: negativa. Diagnosi clinica: cisti d 'echinococco suppurata. del polmone destro. Atto operatioo: 30 marzo 1933. (Prof. .A.LmSSA.NDRI). - Anestesia. locale. Incisione orizzontale curvilinea tra. a.sèellare posteriore e a.sèellare anteriore lungo il sesto spazio interoosta.le destro; resezione della quarta, quinta, sesta. costola. per circa cm. 8; soolla.mento della pleura parietale formando un cavo che viene piombato con paraffina; riposizione dei frammenti ossei; ricostruzione dei piani a. strati. Decorso post·opera.torio: normale. Secondo interoento: 13 aprile 1933 (Prof. .A.LmSSANDRI). - Anestesia locale; ria.pertura della ferita precedente; asportazione dei fra.m.nienti ossei e della paraffina che riempiva. il cavo extra.-pleurico. Il polmone aderisce intimamente in questo tratto alla. pleura pa.rietale; sulla guida di una puntura. esplorativa, si riapre per mezzo di un foro del diametro di cm. 2 la cavità cistica, asportando a pezzi la membrana cistica. Drenaggio tubula.re nel cavo cistico: tampona.mento stipato del cavo extra.-pleurico con garza. Decorso post-operatorio: regolare. La paziente è dimessa. dalla. clinica completamente gua.rit& il20 maggio 1933. ~:estante zona. corrispondente a quella. del fremito-vocale
CASO IV ( 1). 0. A ., di anni 27: primo aviere - Entra nell' Ospedale Militare del Celio il 28 febbraio 1934. Nessun precedente morboso degno di nota. Circa un m ese fa. è stato coltò .da modica febbre, tosse ed emissione _di espettorat.o sa.ngwgno. Le. perst· stenza di piccole e frequenti emottisi hanno consigliato il p. a consultare il medico, che in seguito ad indagine radiografica - ha fatto diagnosi di echinococco del polmone siiùstro. Al momento d ello ingresso in ospedale 'Fig. 6. continua l'emissione di Proiezione antero-posterlore. espettorato striato d i . sangue. Esame obbiettivo : Costituzione scheletrica regolare, stato di nutrizione e sangqifioa.zione discreto. (l l Caso personale.
J
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L'emitorace di sinistra si espa.nde meno del destro; assenza. di dolo· rabilità provocata. con la. pressione digitale. Anteriormente rilevasi una zona di ottusità che superiormente raggiunge il secondo spazio intercoeta.le e si confonde in basso con l-'ottusità cardiaca; posteriormente l'ottusità, a contorno irregolarmente circolare, si estende de.lla regione sopraspinosa fino e.ll' angolo della scapola. Alla. a.scolta.zione sulla. parte centrale della. zona di ottusità si apprezza. una. marcata. diminuzione d el murmure vescicola.re senza. note aggiunte . Negativo il resto dell'esame obbiettivo. Esame delle urine: negativo. Esame d el sangue: eosinofili 2%. R. Wasserma.nn: negativa. Intraderrnorea.zione con liquido cistico di echinococco: positiva. Sottocut a.neoreaz:one: positiva.. Esa m ... dell' espettorato: negativo per la. ricerca. del b. Koch. Ghed .n i-Weinberg: posit iva. L'esame radiografico (figure 6 Fig. 7. e 7) dimostra la. presenza. di unombra Proiezione laterale. rotondeggia.nte riferibile a cisti di echinococco. grande quanto una t e· sta. di feto, localizzata. nella regione sottoclavea re di s inistra, ch e nellediverse incidenze appare più vicina. alla parete toracica posteriore. Con diagnosi d i • cisti di ech•nococco dd polmone sini8tro • s i decide per l'intervento. Primo tempo : 19 marzo 1934 (GIA COBBE ). Anestesia. locale no· vocainica. Incisione che va dall'angolare della scapola all'ascellare po· steriore a livello della sesta costola che viene resecata per un tratto di sette centimetri. Pleure libere; s i scolla la pleura. dalla fascia endotora· ci ca formando un ampio cavo, che viene piom· bato con cm. 400 di pa· raffina di Baer. Riapplicazione del frammento di costola resecato e ri· costruzione a piani ohiu· dendo per prima (fig. 8).
Se condo tempo: 4 aprile 1934 (GIA· COBBE).
In anestesia. locale Fig. S.
novoeainica a i riaprono
Radlografta dopo 11 plomb~~~~~rlo con paraftina
le pregresse incisioni e
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SULLA CUllA CHIRURGICA DELLE CISTI ECC.
Fig. O.
si asporta il framlllento di CQStola riapplica.to. Rimosso il piombaggio i rilevano salde aderenze pleuriche. Si prat ica. una punt ura esplorativa. che dà. esito a liquido limpido oome acqua di roccia; iniezione di formalina nella cisti ed aspirazione del liquido. Sulla guida dell'ago s'incide con l'elettrocaut~rio (per ero. 2 circa) la parete si estrae la. m embrana sottilissima. Detersione del cavo ed a pplicazione di tu b o di drenaggio. Rifacimento del piombaggio extrapleurico con garza. Decorso post·operatorio regolare . Dopo qualche giorno si rimuove il tubo di gomma. Il cavo si riduce rapidamente (fig. 9). L'esame radiografico praticato a cicatrizzazione completa (7 luglio l 934) dimostra la scomparsa. del cavo, riduzione del sono costo-diaframmatico di sinistra. Il p. in ottime condizioni gene· rali viene dimesso con licenza di conva.lescenza .
I casi clinici riferiti meritano un breve commento. In t utti l'inter· vento (l o e zo tempo) è stato eseguito in anestesia locale e ben sopportato dai p. Non si è verificato nessun incidente spiaeevole durante l'atto operat ivo ed il decorso post-operatorio è stato dei più regolari. Usando la tecnica descrit ta abbiamo potuto rileva,r e indiscutibili vantaggi nei con fronti della marsupializza,zione sia in un tempo che in due tempi, poichè - grazie allo schiacciamento del polmone compreso tra cisti e piombaggio - sono sta,ti evitati i pericoli dell'emorragia, dell'embolia e della bronco-polmonite. Ciò è particolarmente da tener presente per le cisti a sede centrale. Col rifacimento del piombaggio in secondo tempo (con garza) si viene ad ottenere con maggiore sicurezza un ~llasso post-operat-orio del cavo, collasso cui già tendeva A.NTONUCOI col pneumotorace postoperatorio. Nel trattamento della cavità residuale noi non possiamo adottare - come fa rilevara VALDqNI - le stesse regole della pneumotomia ampia o della pneumectoinia con drenaggio nel cavo che valgono per gli ascellsi. Le condizioni infatti sono ben differenti, poichè mentre nello ascesso esiste una distruzion.e più o meno estesa del polmone con una paTete sclerotica., inflltrata, con ascessolini più piccoli che è necessario drenare, nelle cisti di echinococco ,suppurate e particolarmente in quelle a contenuto limpido quando esiste .distruzione del parenchima essa è minima, òi modo che, quando È' tolta la causa che schiaccia e comprime . alla periferia. del cavo il tessuto polmonare, il. polmone t·P-nde a riespa.nder&i
SULLA CU RA CHIRURGI CA DELLE CISTI ECC.
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e a riprendere la sua disposizione normale. IJ collasao dd cavo non fa che aiutare il processo di risoluzione nel polmone iniUt rato in caso di cisti suppurata assicurando il drenaggio attravPrso il bronco o porta a una cicatrizzazione rapida del pericistio quando non v'è suppurazionc (VALDONI}.
n piombaggio post-operatorio ci offre pertanto alcuni di quegli ele-
menti che si ottengono con la tecnica di PosADA!':, della riduzione cioè Sf'nza drenaggio, m i~ntenendo però una valvola di sicurezza, escludendo il cavo pleurico e offrendo premesse proguostiche ben differenti. Dei vantaggi del piombaggio extrapleurico (lo tempo) ho già accennato prima d ella. illustrazione dei casi clinici; e;.si derivano essenzialmente dalla formazione di valide aderenze con cui si evita il pneumotorace e il p ericolo d 'infezione della pleura e dal fatto importantissimo che non vengono ad essere spostati i rapporti tra incisione operatoria e ci~ti. Altro vantaggio importantissimo è che col piombaggio si evita la grave e temibile complicazione di una fistola bronchiale post-operatoria. L 'incisione per l 'estrazione della membrana chitinosa è piccola (al massimo un paio di centimetri) ed il cavo residuale - mercè la compréssione esercitata dal rifacimento del piombaggio - tende a rapida obliterazione. Contemporaneamente alla riduzione e alla scomparsa della cavità. residuale si ha- quando esiste- anche la chiusura della comunicazione bronchiale facilitata. in primo tempo dal collasso del cavo pericistico. Concludendo noi possiamo affermare che nel trattamento delle cisti di echinococco del polmone - per le ragioni esposte - è da preferirai la tecnica consig~ata da VAJ.DONI che corregge i (lifetti del metodo di Po~ADA8 e di quello di ANTONUCCI, evita gl'inconvenienti della marsupiaizzazione in uno o due tempi ~ permette - oltre alla regolarità del decorso - di ottenere una rapida guarigione.
.J. --
fTì.t1Tnule cti ftJedicìno.
milito~e.
OSPEDALE :MILITARE DI NAPOLI RErAUTO O COL tSTICO
SU DI UN CASO DI MICROTTALMO UNILATERALE Dott. Alfredo Cavaniglla, primo capitano medico, capo reparto
Fra gli inscritti di leva si è a me presentato il giovane Antonio P. affetto da microttalmo all'occhio destro. La ma.Jformazione non è molto frequente; mi è sembrato quindi opportuno descrivere il caso fermandomi specialmente sulla pa.togenesi che è ancora controversa. STORIA CLINICA: Anamnesi gentilizia: Negli ascendenti non vi sono altri casi di microttalmo. I genitori sono viventi e goòono buona salute. Fra essi non YÌ sono rapporti di consanguineità e nessuno dei due ha sofferto malattie costitu· zionali (lue, tubercolosi). Hanno altri due figli che contano uno 30 anni e l'altro 23, entrambi di ottima salute, esenti da malformazioni congenite, ed hanno prestato servizio militare, il primo come pilota aviatore, il secondo come bersagliere . Il padt"e non è affetto da. alcoolismo, nè da malat"ia. La madre non ha. sofferto malattie degne di rilievo. Ha avuto tre gravidanze che ha portato a termine senza disturbo; solo durante l'ultima gravidanza. al se<'ondo mese, ebbe un forte trauma. psichico causato dalla. vista di un bambino affetto da tumore dell'occhio sinistro. · Anamnesi persot?ale: n giovane all'esame somatico, non presenta. niente di notevole. È di robusta costituzione fisica, ben nutrito (altezza m. 1.70, perimetro toracica. 0.95). Gli a.ppara.ti respiratorio e cardio-vascolare sono normali. Nulla. A. carico dell'appara.to gastroenterico. Milza. e fegato nei limiti fìsiologici. Nulla si rileva all'esame del sistema nervoso ed a carico delle glandole endrocrine. La r e azione del Wasserma.nn è stata n egativa, anche dopo la ria.ttivazione biologica.. La cutireazione negativa. L'esame dell'urina negativo. Esat"e deU'(llfJ'TXlrato tli.~ivo: Occhio sinistro: nulla di anormale si osserva. a carico delle palpebre, gli a.n nessi sono normali, la. congiuntiva integra. Il globooculare è sviluppato normalmente: cornea, iride, camera anteriore perfettaJDente sana. Mezzi diottrici trasparenti. All'esame oftalmoscopico nulla di patologico a. carico delle membrane profonde (retina, coroide) o della papilla ottica.. Le r eazioni pupi11a.ri alla luce ed alla accomodazione sono normali. Alla. schiascopia. rist1lta. emmetrope. All'eeame del Donders: Visus eguale all 'unità. Campo visivo e campo di sguardo normale. OrtCJforia. Senso cromatico normale. Occhio d estro: palpebre chiuse, la superiore cadi" perpf'n rlicolarment"", dimostrando che po!<toriormente non vi è alcun s ostegno. P.ivaricata la rima palpebra le, si notA microtta.lmo. La corn<>a è molto piccola (circa rom. 3 di dinmetro). Ln camera ante riore è appenn abbo:r.zuta. Il tessuto irideo è di colorito bruno tendente al verdognolo, con il forarne pupillaro ben conformato (a~<senza. di coloborua.) senza. apparenti sinechie. A.c;senza di rea:r.ione alla. luce. L 'esame de>l Condo, per quel ch~:~ è possibile prnticare, fn t.totA.re un incerto riflesso rossustro. I movimenti del piccolissimo globo seguono i movimenti dell'alt-ro. Il giovane non si lamenta di nes.c;un disturbo all'infuori della mancanza d i pt'rcezione della luce in O. D.
SU DI U N CASO DI MICROTTAUdO UN ILATERALE
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Il microttalmo è stato osservato più frequente in un occhio solo e più negli uomini che nelle donne (Falchi) ed è a~compagnato spesso da altre anomalie, come coloboma dt>ll'iride, della coroide, del nervo ottico, della membrana sclerale con le formazioni di cisti orbito-palpebrale, costituit3 dalla membrana retinica procidente al di fuori della fessura sclerale. Tale anomalie sono in dipendenza della mancata chiusura della vescicola ottica SP.condaria. Con il mictottalmo possono coesistere deformazioni craniche: depressione inclinata della fronte nel lato dell'anomalia (Bayer) orbita piccola (~ieden) mancanza del foro ottico (Haab), diminuzione del diametro trasvorso del cranio. Molte volte si nota anche deficiente sviluppo delle palpebre e ristrettezza della rima palpebrale che può andare fino alla parziale occlusione di essa (Nieden, Mandelstamm, Kroll), altre volte si nota un arresto di sviluppo della cavità orbitaria, altre volte l'esistenza di tumori congeniti (Cusuma,no). Il bulbo microttalmo ha la forma sferica, specie nei gradi elevati, la grossezza varia da quello di un pisello a quello di una nocciuola. Come alterazione del globo oculare si è nota.to: l'opaca.mento o la vascolarizzazione della cornea., la sua estrema piccolezza o la mancanza addirittura (Haab). La camera anteriore è ristretta e qualche volta abolita. La membrana iridea può presentare parecchie anomalie: atrofia, mancanza di pigmento deUo stroma irideo, aderenze parziali o t-otali con il cristallino o la cornea, persistenza. della membrana pupillare, ectopia. pupilJa,re, ecc. n cristaHino può mancare, può essere opacato, lussato (Falchi, :Manz Hirscherg). Nel vitreo furono osservati opacit;l. circoscritte e diffuse. La coroide, la retina ed il nervo ottico, oltre al coloboma, possono presentare segni di pregressa infiammazione (atrofia coroideale, chiazze di corio-retinite, emorragie, distacco retinico, ecc.), per ciò che riguarda il nervo ottico si può notare atrofia, degenerazione fibrosa, a.plasia, ecc. Circa la patogenesi del microttalmo nulla si sa di preciso. Molti osservatori colpiti dalle alterazioni gravi nell'interno dei globi oculari, da loro esaminati, dovute a progresso processo infiammatorio durante la vita int ra-uterina, attribuiscono a tale processo patologico l'arresto di sviluppo dell'organo, sostenendo che la sede dell'infiammazione nel microttalmo sarebbe nell' uvea, altri invece sostengono che l'infiammazione s ia nel tessuto mesodermico che penetra·nella vescicola ottica secondaria. Certo non s i può in tutti i casi invocare questa causa ed appunto contro questa generalizzazione parecchi autori sono insorti (Hess, ~layerhausen). In molt i casi è difficile trovare la ragione, Von Hippel fa notare che se nel microttalmo esistono alterazioni infiammatorie, si può ritenere che esse siano la causa , specialmente quando si tratta di individui di una certa età; d'altra parte se le alterazioni infiammatorie mancano, non si può rigettare l 'ipotesi che esistessero precedentemente e che sieno poi scomparse del tutto. Altri autori non avendo t rovato segni di pregressa infiammazione, hanno tentato di spiegare l'arresto di sviluppo con infezione generale intrauterina ovvero con fat.ti tossici, veleni sia batterici che d'altra n a tura..
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SU DI UN CA.SO DI MICROTTALMO UNILATEltALE
Von Hippel dimostrò che con iniezioni di colina e con applicazioni di ra.ggi Roentgen in coniglie gravide, avrebbe osservato nei neonati cataratte, microttalmi, colobomi delle palpebre. Molta importanza si è data alla ereditarietà ed infatti la legge di Darwin spesso si verifica. Si è osservato nella madre e nei figli il microt~lmo (Benton, Mayerhausen) nel nonno e nei nipoti (Scbaumber). Dne figli di una madre microttalma presentarono la stessa a.nomalia (Ravà.). Si osservò il microttalmo in due fratelli cugini (Gescheidt, Magnus). Secondo Orloff le tossine circolanti nell'organismo materno sarebbero la causa delle malformazioni dell'occhio e l'ereditarietà potrebbe essere in giuoco perchè rende meno resistenti i tessuti embrionali e fetali a questi agenti nocivi. Altri autori dànno importanza alla consanguineità, ai traumatismi durante il periodo della gravidanza. Nel caso da me descritto non esiste nessuna delle sopraenunciate cause per spiegare il microttalmo. Esiste solamente il trauma psichico sofferto dalla madre al secondo mese di gravidanza e di ciò dobbiamo tenerne conto, poichè l 'influenza che possono esercitare sullo sviluppo dell'embrione le emozioni risentite dalla madre durante la gravidanza possono avere grande importanza. Il Buscaino ha dimostrato che i trawni psichici danno modificazioni a carico del sistema nervoso, del fegato, delle capsule surrenali della tiroide dell'ipofisi e delle ovaie. È noto altresì che lf'. emozioni penose possono apportare una variazione chimica della composizione del sangue dell'uomo e dei vertebrati, aumentando il tasso di glucosio e dando luogo alla cosidetta glicosuria. emotiva. Il Ginestous ha osservato un caso di microttalmo congenito destro in una ragazza di dodici anni senza antecedenti ereditari, con i genitori esenti da qualsiasi tara costituzionale, da qualunque anomalia, nè affetti da. sifilide, nè consanguinei, con il solo dato che la madre quando era incinta. di un mese della ragazza si impressionò alla vista di una donna priva di un occhio. Mazzei descrivendo un caso di microttalmo congenito bilaterale osservato in una bambina di sessanta giorni, figlia. di genitori sani ed esenti da malformazioni, conclude, dato che la .madre ebbe un forte spavento al quinto mese di gravidanza, che la malformazione da lui descritta debba. ritenersi in dipendenza del trawna sofferto dalla madre al quinto mese ed ammette come patogenesi le turbo chimiche di natura emotiva. Nel mio ammalato, come unica causa della malformazione, ho trovato lo spavento patito dalla madre al secondo mese di gravidanza, per cui penso che anche in questo caso il microttalmo sia in dipendenza, di detto trauma psichico. RlA.SSUNTO. - - I.'autore descrive un ca~o di microttalmo unilaterale osser· vato in un in~:~cri tto di leva presantatosi alla visita medica militare. Tratta le alterazioni che s i riscontrano nel microttalmo e passi\ in ra..«S<-gna Io cause invocat.e a spiegare la pa.togPnesi.
SU DI UN CA.'IO DI JlliCii.OTIAI.l\10 UNJl.ATERALE
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MEDICINA LEGALE MILITARE DIREZIONE DI SANITA MILITARE DELLA CIRENAICA D irettore : ten. col. mPdico VITO CIAO<'I O
l PROPOIITO DRU VllDTiliOftE 101[0 -lffillE DEU Dott. Rourlo lmpallomenl, tenent.e medico
L 'interessante nota, con la quale, nel fascicolo di maggio di questo nostro giornale, s'è occupato dello stesso problema il capitano medico dott. Leo Taddia (1), mi ha indotto a fare alcune considerazioni, che, se non hanno sapore di novità., hanno almeno lo scopo di chiarire, attraverso la discussione e attraverso dati statistici, alcuni interessanti problemi a proposito della diffusione dell'Amebiasi nelle nostre colonie, e della sua valutazione medico-legale. L 'Amebiasi in. tutte le sue forme ha oggi acquistato importanza. di vera malattia. sooiaJe. Questa importanza le vien data da.lla sua diffusione, dalle difficoltà diagnostiche che spesso oppone, dalla gravità. di cert~ looaliztazioni. Sappiamo che queste loca.lizzazioni sono più frequenti al fegato, più rare al pobnone, al cervello, eccezionali in altri organi, tra i quali da tenere in pa.rticolar modo presente la vescica urinaria, per la possibilità di una cistite a.mebica con localizzazione del parassita nella spessezza della parete 'V'escicale. L 'agente della malattia è notissimo: l 'Entam.oeba Histolytica di Schaudinn, conosciuta anche con i nomi generici di Loeschia, Viereckia1 e con i nomi specifici di dissenterie e tetragena. Nota è anche la biologia del parassita, che pert.anto ometto, e che è fa.cile trovare in tutti i libri di p arassitologia.. Il gran numero di studi, che in. quest'uJtimo mezzo secolo hanno messo a fuoco i problemi riguardanti l'Amebias:i, hanno sfatato due credcU?-e: l 0 che l'Entamoeba. Histolytica fosse un parassita esclusivamente dis· sent.crigeno; 2o che l'affezione fosse una malattia propria dei paesi caldi. Oggi tutti sanno che l'Amebiasi ha per porta d'ingresso l'intestino, ma può colpire i più diversi organi, e presentarsi con aspetti clinici atipici, capad anche d'ingannare clinici esperti, ove non soccorresse il reperto del parassita nelle feci. . Come diffusione l'Amebiasi è ubiquitaria, diffusa cioè in. tutti i paesi dd mondo, non esclusivamente ai paesi caldi. . Questi due elementi: la possibile atipicità. dei quadri clinici dell'Ame· biasi, la diffusione di essa debbono essere attentamente e costautement;(> vagliati, specialmente in. infortunistica militare. (l) - L. T.~DDIA - L' A.tll<Wiflsi Mila pratica medico-legale • Giornale di Modlolna :\lilltare•, magg io 193~. Fase. v•
A PROPOSITO D E l .LA \.ALUTAZIONE ECC.
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Riguardo alla diffusione dell'Entamoeba Histolytica il Taddia si occupa solo della sua. di.ifusione nelle colonie, anzi nelle due Colonie del N ordAfrica. Ora, come abbiamo detto, la. malattia è ubiquitaria e per la S'Ile'\ diffusione in tutti i paesi non può più considerarsi malattia coloniale. Non può più farsi quindi una di11tinzione, agli effetti di una valutazione medico-legale dell'Amebiasi, t ra casi di affeziono contratta in Italia e casi di affezione contratt a in colonia. Si terrà pure nel dovuto conto la diversi ~\ di condizioni igieniche tra madre-patria e colonia, la possibilità di osservare le più scrnpolose norme d ' igiene in patria, mentre in colonia bisogna spesso accontentarsi di un compromesso tra necessità ed igiene. Si valuterà quale causa di contagio possa essere il contatto con la popolazione indigena , che, refrattaria com'è al progresso, rimane ancora una fonte non indifferente di contagio, non ostante i considerevoli progressi realizzati nell'educa.zione igienica degli indigeni e nella elevazione delle loro normali condizioni di vita. Si penserà infine come in colonia, nelle nostre del nordAfrica in modo particolare, il problema idrico sia sempre un problema molto arduo, specialmente nei territori lontani dai principali centri, nei q'Uali esso è stato in gran parte ed ottimamente risolto. 1lf:a pur facendo tutte queste considerazioni, non basta aver contratta l'.Am.ebiaai in Colonia percbè essa. sia. v-alutata diversamente che se contratta in I k-ilia, e giudicata senz'altro dipendente da caus~\ d i servizio. Perchè ciò avvenga è necessario che sia provata la realt.à· del fatto di servizio che ha, reso possibile il contagio, cosl come si farebbe per qualsiasi altra mala.ttia a L'\rga diffusione. .A. proposito della diffusione dell'Amebiasi nelle nostre colonie, il Taddia fa delle considerazioni che non mi pare rispondano alle convinzioni che mi sono fortnlloto durante la mia permanenza in questa Colonia e a dati di fatt o che ho potuto ra-ccogliere. Convinzioni e dati sui quali ho sentito concordare molti colleghi che attualmente vivono in Cirenaica. Il Taddia ha potuto sottoporre ad esame coprologico soltanto 24 allievi della R. Accademia di fanteria e cavalleria di ~Modena. Si tratta d 'individui provenienti dalle due colonie libiche, dove hanno trascorso parecchi a nni. In gran parte sono ex-ufficiali di c<nnplemen.to, aspiranti al passaggio in S.P.E. P er quest 'ultimi è pref!crit to un minimo di permanenza in colonia di tre anni. Quasi tutt i hanno trascorso il loro periodo di ferma coloniale in presidi interni delle colonie ed in reparti mobili. I provenienti da questa nostra colonia ha nno partecipato, coi rispettivi batta-glioni e squadroni, fino al gennaio 1932, alle grandi operazioni di polizia coloniale, che hanno portato -allo stroncamento delle ribellioni in Cirenaica. Essi hanno quindi vissuto in particolari condizioni di vita disagiata specialissime per il rifornimento idrico, difficilissimo per ragioni operative, e per il continuo spostamento dei repart i, che spesso erano costretti ad adoperare acque impure, percorrendo zone vaste ed igienicamente non. controllabili. A ribellione stroncata sono stati inviati ai la vori stradn.li, a i quali ancora. qualche battaglione
attende. Dall'esame coprologico di questi individui il Taddia è giunto a risultati ed a conclusioni, come ho detto, poco persuasive. Egli dice che dai dati statist.ici dei suoi 2-.1: casi si dovrebbe affermare che fra i rimpatri ati d alle colo-tlie nu1nerosi sono i portatori di proto.zo·i intestinali, specie di
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A PROPOSITO DELLA VALUTAZIONE ECC.
Amebe. Ed aggiunge che frequontando l'Istituto di Patologia Ooloniak di ..1!odena ci si può facil1ne-nt6 aooorgere che nella quasi totalità i rimpatriati clai nostri possedimenti coloniali sono portatori df protozoi. A me sembra che non ci siano gli elementi per giungere a qtwste conclusioni. Ecco infatti i dati riassuntivi della statistica Taddia, ai quali io bo aggiunto il percento:
Esami .................. . 24 . 7 pari al 29,16 per cento Negativi . ............... . E. H. Vogetativa ........ . 2 pari al 8,33 per cento E. H. Cistica ...... . .... . 8 pari al 33,33 per cento E. Coli vegot.ativa-cistica . 12 pari al 50 - per cento Endolitnax nana ......... . 3 pari al 12,5 P2r cento l pari al 4,16 per cento Trich. lntestinalis ....... . Cisti ùi Lamblia ......... . l pari al '4,16 per cento Spirochete .............. . l pari al 4,16 per cento 2 pari al 8,33 per cento Bla,st. hominis ........... .
n per cento di E. H. riscontrato dal Taddia è del 33,33 per cento, chè le forme vegetative sono state riscontrate assieme a forme cistiche. Cosi che i casi di E . H. sono contplessivamente 8 e 1wn 10 come potrebbo sembra.re da questo specchio. Si possono questi dat i ritenere veramente elevati ! Apparentemente si. Sostanzialmente no. Ho detto prima che gli individui cui essi si riferiscono appartengono tutti alla stessa categoria di persone, ed hanno tutti, presso a poco, vissuto la stessa vita, che conteneva numerosissime le cause di contagio, la lliù a~datta, anzi, al contagio di affezioni da protozoi. Possiamo allora noi generalizzare e risalire da una Ù<'l>tegoria. di inò.ividui ad una collettività.' Sarebbe lo stesso, per esemplificare, che, stabilit i dei dati statistici riguardanti l'anchilostomiasi nel personale· di una. miniera, si volesse generalizzare questi dati e riferirli a tutta una zona di territorio. Forse un esempio che persuade di più si può trarre dallo srndio che il Tarro (l) di Messina ha condotto su un focol aio di Amebiasi nt'lll 'Ospedale psichiatrico di quella città. Questo autore ha trovato il 72 % d <'gli individui esaminati, degenti ed infermieri dell'ospedale suddetto, parnssitato da protozoi ed elminti intestinali. Si può da ciò dedurre che il 7:! 0 ~ della popolazione di Messina è composta di portatori di protozoi' Evidt'Utemente no. E la statistica. Ta.rro si riferisce a. 1260 individui esaminati, mentre in quella Taddia ce ne sono soltanto 24. Tutte queste considerazioni ho fatto perchè a noi medici che viviamo in Cirenaica. consta il contrario di quanto sembra risultare dai dati Taddia, e daJle sue conclusioni, almeno per quanto riguarda. la Cirenaica che tll TARRO - Amebill8i ed altre paraR8itori inte8tin.ali. Ricerche paraMUolo()iche (ed analomo-
cliniche. (Boli. t. S. M.- ..\go~to J!l33. F. 8.)
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'' PROPOSITO DBLLA VALUTAZIONE E CC,
in questi dati è ra.p presentata da 10 ÌU(lividui, provenient i da questa colonia. E quel!to è il motivo essenzia.)e di questa mia not.a. È credPuza comune in Italia,, nell'ambiente medico, che. le nostre colonie siano serbatoi inestingtùbili di malattie protozoa.rie intestina.li. Questa. credenza preoccupa le autorità responsabili. Difatti, con circolare del 5 aprile 1932-X, il nostro Ministero delle Colonie, allo scopo di evitare importazione e diffusione in patria di «Parassi tosi intestinali t ipo Ameba dissenterica, e Lamblia intt>stinale >> disponeva che tutti «i militari inviati nel Regno, per rimpatrio od altri motivi ,, dovessero <<essere sott.o}.)OSti prima del loro imbarco ad a,(',eertamenti sanitari ed indagini di laboratorio, diretti a stabilirl' se essi siano o meno afft>tti o porta-tori rli una delle suaccennat.e malatt ie, tipo Ameba, Lamblia ed Anchilostoma ». In seguito a questa circolare, p er accordi intervenut i tra la Direzione eli Sanità. militare della Cirena.ica ed il locale Laboratorio di Bat,teriologia dPJJa Sanità Pnbblica, dal maggio 1932 t utti i militari chi' F:i rel'..a.no in Ital ia, vt-ngono preventivamente sottoposti ad esami di feci. Nulla è da eccl'pire sulla tecnica con la quale vengono t'Seguiti questi esa.mi. Essi vengono effettuat i nE>lle migliori condizioni, su feci !lppene emesse. Li est>gne personaJmente o li controlla il <lirettore del Gabinetto b atteriologico, dottor Albert.o Hoffmann, noto tra, noi per la lunga esperienza di laboratorio e pc•r la serietà della s\ut preparazione. Ho aV\lto agio, quindi, di controllare con i risultati degH esami d<>Ue feci di tutti questi rrtilita,ri inviati nel Regno le conclusioni del Tarldia. Ho trovato che su 1237 esami, esegniti ·dal maggio al dicembre 1932, che ho potuto controllarfl, ne ris'lùtavano assolutamente negativi per la presenza di protozoi ed E>lminti intE>stina.l i ben 1064 esami, pari ad 86,01 pt>r cento. Nell'anno 1933, su 948 esami controllati ne risult.avano negativi 860, pari a 90,79 p er cento. Non mi par('l occormno f\overcl1ie parole per commentare queste cifre, di per sè stesse eloquenti. Esse dimostrano chiaramente com e non siano a ffatto numerosi i portatori di protozoi intestinali t ra i rimpatriati da qnesta colonia. Ma più interessanti sono i da.ti statistici che qui a.p presso riporto, e che debbo alla com}>(}tenza e cortesia. del dottor A. Hoffmann, che pubblicamente ringrazio: · SPECGBIO N . l.
Ris·u ltati di n. 1492 esami ili feci eseg·u iti nell'anno 1932 nel Laboratm-1~ Batterwlogico della Sanità Pt~bblica in Bengasi: E n tamoeba Histolytica ... . .. . 28 pari a 1,88 per cento Entantoeba Ooli ............ . 81 p ari a 5,43 per cento Entamoeba minuta ..... .. .. . 16 p a.ri a l,72 per cento Flagellati intestinali comuni (Cerchomonas Tricerchomona.s e Tricbomonas intestina.lis) . .. .. ... . .. . . 149 pari a 10 -per cento
1038
A PROPOSITO DELLA VALUTAZIONE ECC.
Lamblia intestinaJ.is ... . .... . Ascaris lumbricoides (uova) .. . Tricocephalua trichiuris (uova,).
5 pari a
0,32 per cento
4: 4:
SPEOCmo :N. 2.
Bisultati di n. 1400 eBami di feci eseguiti nell'anno 1933 nel Labwatcrio suddetto: 4 pari a 0,286 per cento Entamoeba Histolytica .... . . 4,5 per oonto Entamoeba. Ooli .. . .. ....... . 63 pari a Entamoeba minuta ...... . .. . 14 pari a 1 - per cento Lamblia intes tinalis. . . . . . ... . 14 pari a 1 - per cento Flagellati intestinali comuni .. 68 pari a 4,86 per cento Strongiloides................ . l Trichocephalua trichiuris (uova) l Mi piace anzitutto mettere in evidenza il numero rilevante di esami -coprologici cui questi dati statistici si riferiscono e che ei offre le maggiori garanzie di attendibilità. di essi. Complessivamente sono stati presi in considerazione, per i due anni cui questi dati si riferiscono, 28'92 esami di feci. In prevalenza sono stati esami riguardanti militari partenti per l'Italia e che non a.ccusavano nessun disturbo. Un'altra parte di esami, anch'essa. notevole (alcune centinaia all'anno), ma inferiore in numero alla parte precedente, riguarda· soggetti sofferenti di disturbi che indirizzavano verso le parassitosi intestinali, oppure individui apparentemente sani, ma. sospetti portatori di protozoi. Passando ad analizzare questi dati si rileva la scarsa frequenza i n tutti e due gli specchi ·di r eperti positivi per i protozoi parassiti intestinali. La somma delle percentuali per ogni singola forma protozoaria. non rag· giunge il 20 per cento per ill932, nè ill2 per cento per ill933, ed è facile intuire che la frequenza reale di reperti positivi è di parecchio inferiore, rispettivamente al 20 ed al 12 per cento, essendo stati numerosi i reperti di parassitosi multiple; fatto, questo, abbastanza noto e di osservazione piuttosto comune. Minima specia.lmente è la frequenza di reperti p ositivi per l'Eutamoeba Histolytica: 1,88 % nel 1932; 0,286 % nel1933. Sotto questa denominazione sono state considerate globalmente le forme vegetativ-o e quelle cistiche. Anche considerando come reperti positivi per l 'E. H. quelli ttesignati con la denominazione di Entamoeba minuta, che pa.re('.chi osservatori identificano con la. forma precistica di E. H., si ottiene sempre una media minima di frequenza: 3,60 % per il 1932; 1,286 % per il 1933. Notevole è, per quanto riguarda l'E. H., la notevole diminuzione di reperti positivi tra il 1932 ed il 1933. Oiò è dovuto al fatto che: definitivamente stroncata la. ribellione, e normalizzata la vita della colonia, si sono potuti realizza.re quei provvedimenti igienici atti a sollevare le condizioni di vita delle popolazioni, nazionali ed indigene, e speciahneu~ quelle tendenti a risolvere il problema idrico anche nei più remoti punti della
A PROPOSITO DELLA V.U.UTA7.IONE ECC.
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colonia, mentre l'esame obbligatorio di feci per i militari rimpatrianti rilevava. gli eventuali focolai, rendendoli aggredibili e sterilizzabili. Degno di rilievo ancora che tutti i reperti positivi per l'E. H. si sono avut i in individui provenienti dai territori costieri. Nessun caso è stato reperito in individui provenienti dalle oasi di Gialo, Augila, Gicherra. Un solo reperto in un militare proveniente dalle oasi di (,'u:fra, ma che poi è risultato essersi contagiato in u'n altro territorio della colonia. n dottor Hofimann, in una ricognizione eseguita quest'anno con una sezione mobile del Laboratorio batteriologico che dirige, con esami di feci eseguiti sul posto, nelle quattro oasi suddette, ha. constatato rarissima la presenza di flagellati, assonte l'E. H. e la La.mblia intestiualis. Riooi, in un suo r ecentissimo lavoro (1), dice di aver reperito l'Ameba nelle fooi di un nurnero ristretto di indigeni delle oasi di Cufra, ma che avevano contratto la m,alattia fuori delle oasi. Pertanto, anche se si volesse ritenere che, essendo stata l'Ameba importata nelle oasi, possa essere possibile il contagio, il numero dei casi positivi è cosi limitato da poter quasi essere trascurato. Si può asserire allora che le parassitosi intestinali, e specialmente l'Amebiasi, sono molto diffuse in Cirenaica 'l A me pare che la statisti<;a che riporto dimostri di no. E m i pare che la stessa conclusione si possa trarre leggendo una statistica dello stesso dott. Taddia. (2). Il quale repertando gli esami di feci eseguite per 16 mesi nell'Istituto di Patologia Coloniale di Modena, su 452 esami di feci, ha trovato 284 esami positivi per l'E. H., pari al 62,69 per cento. Dividendo poi gli esami positivi per l'E. H. secondo le provincie di provenienza, egli ci dà un solo caso positivo per la Cirenaica. Il che significa che in questa statistica dello stesso Taddia i provenienti dalla Cirenaica affetti di amebiasi figurano:: sul totale di casi esaminati per una frequenza di 0,22 p er cento, e nel numero dei reperti positivi per l'ameba per una frequenza di 0,35 per cento. Questo per quanto riguarda. la Oirenaica. Ma anche per le altre colonie, in questa stessa statistica, il Ta.ddia dà: per la Somalia 13 casi positivi per l'E. H. pari a 2,87 per cento sul totale dei casi esami nati, e a 4,57 per cento su tutti i casi positivi: per l'Eritrea 2 positivi, pari rispettivamente a 0,44 % e a O, 70 %: per la Tripolitania 11 casi positivi, pari rispettivamente a 2,43 % e a 3,87 %· Non si può quindi dire, dopo aver esaminato questa. statistica ed aver trovato un numero cosi esiguo di individui affetti, che frequent<•ndo l'Istituto di J>atologia Coloniale di Modena. ci si accorge che nella quasi totalità. i rimpatriati dalle Colonie sono portatori di protozoi. Io potrei dire anzi che, confrontando queste cifre con le cifre che il Taddia riporta per· le provincie della madre-patria, quelle riferentesi alle colonie sono lievi. Ma anche questo è assurdo. Certo è però che la nosogra.fìa di una rf'gione si studia sul posto, non su p ochi casi sp:>radici visti di passaggio. Ho voluto anche controllare, però, i dati che io riporto e queste mie (l) E. 'Rtcot - Noso(lra/1.4 deUe Oa.i di OrJ/ra (Citona.lon) •A.roblvlo Itullano di Scienze Medi c he Co l on.lali •· giugno 1934. F. rl. ( 2) ]L.. TADDIA - Esami di feci ~euuite ru:ll'lstit ulo di Patologia Coloniab di ll1odetra dal (ln/1 l9S2 all'o/1</(lr~ 1933-:X:ll. • Arllivio ltalllluo <11 :Wlon;.;o lllcdjçi.J.e Coloniali• !ebbmlo lU34 .
1. 2.
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A PROPOSITO DELLA VALUTAZIONE ECC.
conclusioni, con i dati statistici riguardanti lo stato Sanitario di tutte le nostre truppe coloniali, durante il 1932, dati che contempora.neaml•nte al lavoro del Taddia, al quale mi riferisco, pubblicava. il maggiore me-dico dott. Alfredo Corsi (1), della Direzione generale di Sanità militare, del "Ministero della guerra. Ho trovato che questi dati, che sono dati ufficiali, concordano perfettamente con i dati che io riporto e rafforzano quindi le mie conclusioni. Ecco, difatti, che cosa si rileva da que.<Jti dati ufficiali: li numero maggiore di militari malati di Amebiasi, ricoverati nei luoghi di cura, nelle nostre colonie, s'è avuto in Cirenaica. Sono 53 casi su 2261 ricoverati, tra. ufficiali, militari nazionali e indigeni, durante gli ultimi otto mesi del 1932. Ciò significa che l 'Amebia-si ha avuto su 2261 malati una frequenza del 2,34 per cento. Questa cifra., se è superiore alla. frequl.'nza di 1,88% che figura per l'E. H. nella statistica che io riporto per ill932, è inferiore al 3,60% che riporto per l'E . H. e l'E. minut.a insieme. Nelle aJtre colonie si sono avuti: qualche caso su 3968 ricoverati in luoghi di cura, in Tripolitania; quaJcbe caso su 980 ricoverati in Somalia,, I easi di morte per Amebiasi sono tre in tutte le colonie, e tutti v~r ifi catis i tra militari indigeni: l caso in Tripolitania..l caso in Cirenaica, l caso in Somalia. , I provvedimenti 1nedico-legali che sono stati presi nei Regi Corpi a carico di militari affetti di Axn('bias i risultano così distinti: l n Tripolitania, su 75 militari di truppa nazionali, eliminati per motivi di salute durante tutto l'anno, solo uno è stato eliminato definitivamente per Amebiasi. Anche in Cii·enaica, su 53 militari di truppa. nazionali, eliminati per gli stessi motivi negli ultimi otto mesi, solo uno è stato eliminato definitivamente per Amebiasi. In Somalia, su 161 militari indigeni eliminati nell'ultimo semestre, ~olo quattro sono stati eliminati definitivamente per .Amebia.s i. Anche questi dati, quindi, che riguardano, non 24 casi soltanto, quanti sono i casi del 'l'addia., ma tutte le Truppe coloniali di tutti e quattro i nostri Regi Corpi, dimostrano chiaramente come l'A mebiasi non sia ('OSi largamente diffusa nelle nostre colonie, come dice il Taddia. Cosl che a queste nostre colonie si può serenamente gna.rdare dal punto di vista Rani· tario, che ha sempre tanta importanza nella espansione coloniale di un popolo, e che tanta. ne ha assunta per noi, oggi specialmente che nelle due nostre colonie del nord-Africa. si avvia. con grandi risorse, ma a nche con grandi speranze, la colonizzazione agricola. per mezzo dei nostri contadini t che, specialmente da. noi medici, attendono una parola. di fede, non di SI'O llforto o di scetticismo. Ora, quali sono i posRibili problemi medico-legali in rapporto all'Amebiasi? La prima. questione medico-legale è quella. del giudizio di idoneità. Dal quale dipende l'ammissione o la. eliminazione dalle file dell'E sercito odei Corpi a-rmati. (l) A. CORSI. -
.<;taln sanitario delle RR. T,.UJ>J)e ('aloniali nel 1932, • Giornale di m Niicin&
militAre '• mQ~Nio 191\.1, fi\AA. V.
A PROPOSI"l'O !DELLA VALUTAZIONE ECC.
1041
A tal proposito l'articolo 12 dell'Elenco A. delle Imperfezioni ed Infermi tà è esplicito. Esso dispone l' inabilità incondizionata per gli affetti di a<:tinomicosi, leismaniosi, sporotricosi, echinococeosi e di amebiasi, previo accertam ento in ospedale militare, trascorso il periodo della rivedibilità, e, nel militare, dopo infruttuosa cura ed i necessari periodi di allontanamento dal servizio. 11 p roblen:ta medico-legale va quindi impostato in questi termini: Quando si de-ve ritenere un individuo affettoda Amebiasi t S i può fare una distinzione t ra amebiasico mala.to e port~~tore di Amebe' A queste doma,nde n on si può rispondere che in \ln sol modo: si deve considerare a.mebiasico chi, oltre alla sintomatologia clinica, e talvolta anche in assenza di questa, presenti nelle feci o nei liquidi organici il para-ssita sotto qualsiasi forma ed in qualsiasi stadio, anche in quello cistico. Perchè non si può fare una distinzione tra malato e semplice portatore di amebe. Davanti ad un reperto di esami di feci, positivo per l'E. H ., noi non possiamo non dichiarare am.ebiasico l 'individuo che la porta, anche in perfetto silenzio di fatti clinici. lza,r e la sua scuola giust~~mente sostengono che il concetto di portatore in sonso batterico com.e si è convenuto per altre infez ioni non ai può applicare all'amebiasi. Il p ortatore di amebe non è che un malato la.tellte o un convalescente. Percbè anche quando nell'intt>stino, e quindi nelle feci, non si trovano che cisti, nella sottomucosa dell'intestino si t rovano le forme attive. Tarro riferisce, nel lavoro che ho avanti citato, di aver potuto fare l'autopsia di alçuni individui che in vita erano sembrati porta· tori sani di amebe istolitiche, per non aver m.a.i accusato nei loro precedenti disturbi riferibili. a{! Amebiasi e per aver presentato sempre dati obiettivi perfettamente negativi, m entre l'esame delle feci era positivo per l 'E. H. All'autopsia d i questi individ\ù Tarro ha trovato lesioni intestinali specifiche di Anlebia.si. Non pn·ò esserci dubbio quindi che ogni portatore di Amebe non è un portatore sano, ma un portatore malato, e che davanti ad un esame coprologico positivo per la presenza. di Amebe istolitiche sotto qualsiasi forma, il perito medico-legale non ha che un solo provvedimento da prendere: l'allontanamento dal servizio militare, temporaneo prima, e poi permanentl(l. È evidente che l'allontanamento temporaneo dal servizio dovrà. durare fino alla. completa scomparsa dalle feci delle forme pa.rassitarie, non sol tanto delle forme vegetative, ma anche di quelle cistiche. Questo è il solo proVV'edimento medico-legale che poggia su basi scientifiche e che dimostr a n el perito una precisa conoscenza del processo patologico dell'Ame· biasi. Questo provvedimento raccoglie in sè un atto di giustizia verso nn soggetto malat-o e di profilassi collettiva. Non si può imporre ad un malato, an c he n e l caao presenti lievissimi disturbi locali (intestinali) o generali, . il peso non indifferente del normale servizio militare, come non si può lasciftrc in m ezzo alla truppa. una possibile e temibile fonte di infezione. U n 'altra importante questione medico-legale è quella ehe riguarda la dipendenza o meno dell 'amebiasi da causa di servizio. È evidente che la questione della dipendenza sorge a problema clinico già. risolto, ad a<:certamento avvenuto della infezione amebiasica,. A pro· poRito di questo aooertamento è da tenere sempre presente la molteplicità. di aspetti clinici che la malattia può assumere, donde la fisionomia carat-
1042
A PROPOSITO DELLA Y .U.UTAZIONE ECC.
teristica e varia di ogni ca.so, determinata dalla resistenza organica. individuale, dalla predisposizione, dalla !abilità di determinati organi, come dalle speciali varia.zioni biologiche del parassita e dell'individuo affetto, variazioni che talvolta possono mettersi in rapporto al clima, all'alimentazione e ad altre circostanze contingenti. . .Avvenuto dunque l'accertamento sono da vagliare le contingenze di servizio, nel quale si è verificato il contagio, cosi come si procede per qualsiasi altra malattia. Dalla valutazione di queste contingenze scaturirà il giudizio medico-legale. È in questa valutazione che potranno talvolta sorgere dubbi sulla immediatezza tra le presunte cause di contagio e la malattia. Sarà allora necessario al p erito tener presente che l'Amebiasi può avere lunghi periodi di latenza, in completo silenzio di fatti clinici, periodi ne.i quali l'infezione si manifesta con lievi disturbi, malesseri, irrequietezze, turbe intestinali a caratteri dispeptici, tutti disturbi ai quali il soggetto non dà alc'Una importa.nza e li sopporta per periodi lunghi, anche di anni, fin quando un giorno la malattia si manifesta improvvisamente con le caratteristiche della forma dissenterica, o addirittura nelle forme metastatiche, 11pesso di ascesso epatico per citare la localizzazione più comune. Si dovrà quindi tenere nel giusto conto il periodo di servizio prestato in colonia dal militare, oggetto della. perizia, e tutte le varie contingenze di servizio coloniale, per poterlo ben valutare, specialmente attraverso le risaltanze di eventuali disturbi gastro-enterici, nel complesso del quadro clinico, e trarre un giudizio medico-legale di giustizia. Se fosse vero che la quasi totalità dei rimpatriati dalle colonie sono portatori diparassiti intestinali, speciaJm.ente di amebe (quindi, come abbiamo detto; malati latenti) non vi sarebbe dubbio che si dovrebbero riconoscere senz'altro come dipendenti da causa di servizio tutte le pa.rassitosi intestinali accertate in militari che hanno prestato servizio in co~onia. Per fortuna, come ho dimostrato avanti, sono relativamente pochi i militari che in Colonia contraggono para.ssitosi intestinali, e specialmente l'Amebiasi. E pertanto risponde ad un criterio di giustiz;a che siano riconosciuti dipendentLda causa di servizio quei casi di Amebiasi nei quali sia stata accertata l'avvenuta iniezione in colonia, e per servizio, sia pure intervallata da un più o meno lungo periodo di latenza. Due ipotesi vanno però considerate in modo particolare nei riguardi dei militari provenienti dalle Colonie. La prima rigu.a,rda coloro, come gli otto soggetti positivi per .l'E. H. tra i 24 casi studiati dal Taddia, che ritornando dalla Colonia in Patria apparentemente sani, risultano poi ammalati lat-enti di Amebiasi. Se a distanza di tempo costoro presentassero quadri ben manifesti di localizzazioni amebiasiche, è mio parere che queste ultime manifestazioni debbono ritenersi dipendenti da ca'llSa di servizio, anche in mancanza di una documentata successione morbosa. Ciò è logica conseguenza delle nozioni acquisite a -proposito della lunga latenza che può presentare l 'amebiasi. L 'altra ipotesi è data dal caso di militari, che, avendo sofferto in Colonia di malattie intestinali di natura non precisata, di enterocoliti banali, riconosciute dipendenti da C'..a'llse di servizio, a distanza di tempo abbiano a soffrire di loca.lizza.zioni .A.mebia.siche con reperto coprologico positivo per l'Ameba istolitica. Si può in questo caso mettere in conneRsione la pregressa malattia intestinale con l'attualet Io penso si debba rispondere affermati-
.A. PROPOSITO DELLA
VALUTAZIONE ECC.
10i3
vamente. Non si può infatti escludere che la sofferta malattia intestinaJe 5ia stata di natura protozoa.ria. Sono troppo noti casi di Amebiasi a reperto coprologico negativo, mentre liquidi organici (urina, espettorat.o, ecc. )· provenienti dagli organi colpiti presentammo numerose forme di E. R. Nèsi può escludere che la pregressa malattia non sia guarita, ma sia passata, inV'ece, in una fase di la.tenza, che è durata a lungo e che ha. cessato soltanto con la. nuoV'a localizzazione. Concludendo: è sempre il caso clinico in esame che va ben studiato e vagliato agli effetti di una esatta valutazione medico-legale dell'Amebiasi. Ed in questo peculiare quadro clinico assume una importanza fondamen tale l'esame coprologico. Chè se questo è positivo per l'Entamoeba Ristolytica non vi può essere dubbio trattarsi di Amebia.~i in atto. Fare una distin zione tra positività per forme vegetative e positività per forme precist.iche e cistiche, mi sembra. voler sofìsticarè. Perchè i portatori di E . R. sotto qualunque forma sono da considerarsi tutti malati, anche se in istato di latenza .. Quello che è necessario è provare la. realtà del fatto di servizio documentando dove, qu.;wdo e come è stata contratta l'infezione, alla stessa stregua di ogni altra ma.J..a,ttia, chè, essendo l'Amebiasi ubiquitaria, si può contrarre in colonia, nella madre patria ed in qualsiasi altro luogo, in servizio e fuor i servizio. AuTORI.A.SSUNTO. - L 'A. presentando dati statistici relativi alla frequ enza. d i parassitosi intestinali in Cirenaica, desunti da 2892 esami coprologioi eseguiti nel Laboratorio Batt eriologico della Sanità P ubblica in Bengasi, rileva la scarsa. frequenza di reperti d i E utamoeba H istolytica e degli altri protozoi parassiti intestinali: fa notare, inoltre, l'importanza medico-legale delle forme cliniche A>tipiohe d i Amebiasi, e sp ecialmante l'importanza dell'esame delle feci e del reperto positivo, in e!'se, dell'E. H. sotto ~utte le forme, anche cistiche, non potendosi considerare il portatore di Amebe quale p ortatore in senso ba.tt.erico, ma come malato in latenza o in conva.Iescenza.
NOTE DI IGIENE PRATICA DIREZIONE DI SANITÀ MILITARE DEL CORPO D'ARMATA DI BARI Direttore: Colonnello medico prof. Roso UNo CIAUBI
ASPETTI ECONOMICO-SOCIALI DELLA QUESTIONE DEL LATTE Dott. Raffaele Confalone, maggiore mC"diC'o
La questione del latte ha a,nche importanza, coonomico-social('. Por essere un alimento di prima necessità por i bambini, per gli ammalati e convalescenti e per entrare a far parte molte volte dell 'ordinaria razione dei sani, nel quadro generale dell'alimenta,ziont>, prende, come fa carne e il pane, un posto molt.o preminente tanto più che per il suo altissimo valore biologico può efficacemente migliorare la nostra raziont> alimentare. Il valore economico-sociale emerge anche dall'importanza della sua produzione la quale, se opportunamente disciplinata ed incrementata, potrà contribuire a disimpegnare il nostro Paese dalle costose importazioni di latte condensato e polverato e ad alleggerire la. bilancia commerciale anche di alt.ri prodotti animali come carni, uova, pesce, dei quali siamo ancora largamente tributari dell'Estero. Oome nel campo dell'igiene il nostro Paese ha compiuto importanti progressi mediante l'estensione della pratica della paateurizzazione e mediante i provvedimenti dettati colla Carta del la.tte, cosi la questione econOinico-social<', sotto gli auspici del Governo fascista, si a})presta ad essere efficacement e studiata e risolta. n nostro obbiettivo, già autorevolmente additato gresso da S . E. Marescalchi, può riassumerai nel pi1Ì largo consumo del latte, mediante l'approvvigionamento alle popolazioni di un prodotto genuino, puro ed a bu.cm m~rcato; quindi il problema economico-sociale s'innesta e spesso s'identifica con quello igienico-alimentare. Esaminerò in qual modo l'import.ante programma possa svolgersi, tenendo presente la necessità di apportare un miglioramento alla razionr alimentare italiana, senza che per quesbl si abbia una sensibile ripercussione sull'economia. familiare e su quella nazionale. La questione interessa anche la collettività militare p(>r la quale l ' aggiunta del latt,e all'ordinaria. razione, già. sapientemente disposta dalle competenti autorità, ha particolare valore igienico-alimentare oltre a ra.ppresentare un mezzo efficacissimo di diffusione dell 'uso del prezioso alimento. A.) LA
RAZIONE
ALIMENTARE
ED
IL LATTE
(produzione, costo,
consumo). È noto che la nostra razione alimentare si a.ggira in media int()rno alle 2500 calorie e che essa è deficiente non solo nei confronti di q nella cl<•gli altri Paesi (in America è quasi doppia) ma anche in senso assoluto,
ASPETri ECONOMICO-SOCIALI DELLA QUESTIONE ECC.
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se ai p~nsa che essa corrisponde appena a quella che i fisiologi, mediante il metabolismo basale, stabiliscono per l' uomo medio a riposo (Chittenden, Bottazzi, Lustig). Ma quello che più interessa è che la deficienza quantitativa è aggravata da quella qualitativa. . I moderni concetti sulla <'hinùca della nutrizione, elaborati attraverso interessanti ricerche sperimentali, hanno ormai scosso il valore della legge del Rubner sull 'equivalenza isodinam,ica degli alimenti ed ammettono invece che l'organi~mo per poter crescere e svolgere regolarmente le sue att.ività nutritive e funzionali ha bisogno d'una certa quantità di sostanze speciali insostituibili da altre apparentemente simili. È la « legge del minimo" che completa ed integra quella dell'« isodinamismo )). Così, non basta che nella razione alimentare vi sia contenuta quella tale quantità di sostanze proteiche ma è necessario che almeno per una terza parte esse provengano dal regno animale perchè queste sole, a prescindere dalla loro maggiore assimilabilità, contengono gli aminoacidi essenziali per l'accrescimento ed il mantenimento del corpo e per l'elaborazione di certi ormoni ed enzimi. Onde la quantità delle sostanze proteiche dev'essere stabilita tenendo conto della loro qualità, potendo una razione proteica scarsa essere sufficiente se composta in prevalenza di proteine animali o viceversa una abbondante essere deficiente se composta di sole proteine vegetali. Cosi anche per i grassi i quali, com'è noto, sono bene utilizzati se il loro punto di fusione ne consente l'emulsionamento nel tubo digerente e quindi l'attacco da parte della lipasi; perciò sono da preferirai quelli di provenienza animale. La nostra razione alimentare si mostra in generale deficiente proprio nella quota azotata di origine animale e nella quota dei grassi, le quali sostanze per ovvie ragioni conviene somministrare alle m.aase, ove sia possibile, mediante un alimento di costo moderato e di produzione nazionale. Nessun alimento, oltre il latte, possiede le speciali caratteristiche di contenere proteine e grassi di alto valore biologico, di essere di produzione nazionale, a basso prezzo ed ovunque reperibile. E quindi ad esso bisogna rivolgere la maggiore attenzione favorendone il consumo nei modi più adatti. Nonostante lo scarso rendimento della nostra mucca, la produzione del latte in Italia supera i 70 milioni di ettolitri ed è suscettibile ancora di aumento. Di fronte alla notevole produzione, che ha il massimo sviluppo nella valle padana, sta lo scarso consumo che si aggira in media intorno ai 20 litri all'anno per individuo, cifra ba.ssissima so si confronta coi 200 che si consumano presso altre N azioni come la Danimarca, la Germania, la Svizzera. Questo fenomeno si verifica perchè non sempre il latte del commercio gode la fiducia del consumatore il quale finisce col ridurne al minimo il consumo, ed anche perchè gl'industria.li, allettati dagli a.lti prezzi, preferiscono esportare il prodotto sotto forma di formaggi o latticini. Intanto la razione alimentare presenta le note deficienze le quali tuttavia possono efficacemente essere attenuate mediante un più largo consumo del latte. Nè questo, gradualmente raggiunto, potrà determinare un sensibile turbamento dell'equilibrio della bilancia commerciale potendo essere mantenuto col contemporaneo abbassamento dell'importazione di prodotti alimentari, che verrebbe automaticamente a determina.rsi, 5 -
GioTnale di medicina militare.
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ASPETTI ECONOIDCO-SOCU.t.I DELLA QUESTIONE ECC.
e speoiaJmente coll'incremento del patrimonio zootecnico provocato d.aJla, maggiore richiesta dell'alimento. Per raggiungere l'auspicato aumento di consumo è necessario però mettere a disposizione del pubblico un latte igienico ed a prezzo moderato, perchè solo tali condizioni, assicurando l'interesse alimentare ed economico, possono indurre le popolazioni stesse ad usarne largamente. Il mercato offre tre qualità di latte: l'ano·n imo1 quello d4 poterai consumare crudo e quello paateurizzato. Il latte anonimo, del quale s'ignorano le condizioni di produzione e di raccolta, sebbene sia di costo moderato (L.1,oo-;-1,.50 il litro), non è il piu adatto ad incrementare il consumo perchè non racchiude a pieno i requisiti igienici. Esso infatti si presta. alle facili sofìsticazioni e contaminazioni da parte del produttore e del venditore ed inoltre, perchè gene-ralmente si consuma bollito, i suoi componenti biochimici sono in un certo modo modiftcati. Oosì anche il latte da poterai consumare crudo: se esso è molto ra.ccomandabile dal punto di vista igienico, presenta l'inconveniente dell'alto costo (L. 2,00-;-2,50 per litro) e della sua scarsa produzione. Il latte pasteurizzato è la qualità che meglio realizza le condizioni fondamentali che si richiedono. Esso non presenta, se la pratica sterilizza.trice è bene eseguita, alcuna deficienza igienico-alimentare, nott richiede ulteri<rre trattamento, si conserva bene nei r ecipienti originali per oltre 36 ore; ed il suo costo non supera quello del latte comune. Infatti le centrali di pasteurizzazione, molto di:ffuse all'Estero, hanno già sub1to la prova anche in molte città italiane ed ovunque hanno dimostrato un grande rendimento igienico ed economico. Per il perfezionament.o della tecnica industriale e per i rigorosi controlli oui viene sottop.osto il latte prima e dopo la pasteurizzazione, si è potuto raggiungere un notevole miglioramento qualitativo del prodotto, onde presso le popolazioni che ne usano si è notata la scomparsa assoluta delle malattie infettive di origine lattea e si è delineato nettamente un abbassamento dell'indice della morbosità e della mortalità infantile per malattie gastro-enteriche. Inoltre le centrali di pasteurizzazione, senza. essere sussidia.te d&gli enti locali che talvolta traggono anzi dei provventi dal loro esercizio, hanno :realizzato una riduzione del costo del latte solo eliminando i vecchi sistemi pa.rassita.ri di raccolta e di vendita, spesso disonesti, ed avvicinando il consumatore al produttore. Oosi a Milano, a Monza, a Brescia, a Cremona, a. Vicenza, a Venezia. il prezzo di L. 1,20 del prodotto è sensibilniente inferiore a quello che si praticava. per il latte comune ed annacquato avanti che fosse istituita la pasteurizzazione; cosi a Roma è di L . 1,40, a. Napoli di L. 1,45, prezzi costantemente più bassi di quelli del latte comune, la cui vendita, ove permessa o tollerata, vien fatta a.d nn costo superiore circa della metà. Non è da escludere che altra riduzione possa ancora conseguirai per il ma.g~ior rendimento delle centrali in relazione alla crescente richiesta del prodotto, così come è avvenuto a Napoli ed a Milano, ove il costo del latte pa.steurizzato è andato gradualmente diminuendo (nel 1928 a Napoli si vendeva a L. 2,00). La pasteurizzazione; quindi: per i suoi vantaggi igienici ed economici, rappresenta. il mezzo più adatto per promuovere un più largo consumo del latte. Pertanto l'istituzione di essa merita di essere estesa a tutti i
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capoluoghi di provincia fino a renderla obbligatoria e ma.n mano ist.ituirla anche nelle città minori in modo· che ne possano beneficiare anche i piccoli Comuni e le popolazioni rurali limitrofe. Naturalmente, un servizio così compleseo e delic.ato richiede un impianto perfetto ed una oculata amministrazione ed inoltre una sistematica vigilanza da parte dell'autorità sani tal ia. Le centrali di pasteurizzazione, costituendosi, debbono sopra.tutto mirare; a) ad eliminare gl'incettatori, elementi deleteri e parassitari, e sostituirli con centz i di raccolta bene attrezzat.i scaglionati nei luoghi di maggior produzione allo scopo di rendere più spedito il trasporto e più razionale la conservazione del latte; b) a dare incremento al patrimonio zootecnico e quindi alla produzione del latte, corrispondendo ai produttori un prezzo che non sia inferiore a quello già offerto dagli incettatori e istituendo, ove necessario, dei premi di produzione allo scopo d'invogliarli a destinare il latte al consumo diretto anzichè all'industrie trasformatriei; c) ad escludere dalla pasteurizzazione il latte che non sia fresco e genuino; d) ad eseguire il trattamento con la tecnica industriale più perfetta in modo da ottenere un prodotto puro e di alto valore nutritivo tale da essere preferito dal consumatore; e) ad approvvigionare una quantità di latte sufficiente ai bisogni ed offrirlo ad un prezzo equo, pur tenendo conto cbe queRto non possa discendere oltre un certo limite per ovvie considerazioni di natura economica e politica. Lo sviluppo di un programma cosi complesso e cosi vaato richiede però del t empo; onde è necessario frattanto, nelle città e nei pa~si non ancora provvisti di centrali di pa.steurizzazione, favorirne per altra via. il consumo. A tale intento occorre dare sempre maggior incremento alle aziende agrarie ed ai consorzi di produzione e di raccolta i quali, favoriti dall'ordinamento corporativo, possono costituirsi e svilupparsi floridamente. In difetto d'iniziative private, specie presso le popolazioni rurali e nei piccoli Comuni lontani dai centri provvisti d'istituzioni del genere, .si potrebbe con vantaggio mun.icipalizzare il latte, usufruendosi della prestazione gratuita di fu.nzionari e sanitari di cui già i municipi per altra via dispongono, i quali si sentkebbero altamente onorati di portare il loro contributo per la realizzazione di un programma cosl benefico. Anche tali aziende o consorzi, municipalizzati o non, dovranno essere organizzati in modo da poter offrire un prodotto sano, a modico prezzo ed in quantità sufficiente ai bisogni della zona per la quale essi sorgono per non frustrare lo scopo di loro creazione che sta appunto nel coordinamento degli obbiettivi igienici, economici e di largo consumo. In un secondo tempo essi potrebbero istituire anche la pratica della pasteurizzazione. A tali aziende o consorzi dovrebbe incombere anche l'opera di propaganda e di vigilanza per ottenere un progressivo miglioramento della produzione lattea attraverso la selezione degli animali lattiferi, l'igiene delle stalle ed un'adeguata istruzione tecnica del personale addettovi.
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Tali finalità possono raggiungerai senza gravare eccessivamente i produttori giacchè ripulire le stalle, imbia.ncandone le pareti e curando che il pavimento sia impermeabile ed inclinato verso i canali di scolo, dare ad esse sufficiente aria e luce, credo sia cosa che non importi grave spesa. Cosi anche mantenere gli animali in ottime condizioni di pulizia, accertarne il buono stato sanitario ed allontanare le lattifere affette da tubercolosi, non è cosa difficile. Parimenti è possibile ottenere che il personale addetto alle vaccherie sia sano e che compia con diligenza la mungitura e le successive manipolazioni del latte in modo che questo sia apprestato al consumatore in sufficiente stato di purezza. Non v'è chi non veda come mediante tali graduali miglioramenti si prepari efficacemente l'ambiente agricolo a produrre latte in migliori condizioni igieniche fino ad ottenere che queste siano quasi quelle stesse prescritte per la produzione di latte da consumarsi crudo e senza che per questo vi sia un apprezzabile aumento del prezzo. La buona qualità, il facile suo acquisto ed il costo moderato sono già fattori efficienti perchò l'uso di questo prezioso alimento diventi sempre più diffuso. Tuttavia non vanno trascurati altri mezzi complementari adatti ad accrescere il consumo fino ad ottenere che tale alimento entri a far parte abituale della refezione giornaliera della generalità degli individui. Un mezzo efficace risiede nella somministrazione di esso alle collettività, cosi come si va praticando presso l'Esercito. Sarebbe molto utile che la distribuzione del latte venga estesa in maniera totalitaria anche ai bambini che frequentano le scuole elementari, essendo ciò specialmente possibile nelle città provviste di centrali di pasteurizzazione o anche di semplice raccolta. La spesa potrebbe essere a carico del Comune qualora questo tragga dei provventi dall'industria lattiera essendo, come l'Orsi fece notare al Convegno del Latte di Bari, poco edificante che un'amministrazione comunale tragga un b eneficio economico dal commercio di un alimento di prima necessità. Negli altri Comuni, ove tale circostanza non ricorra, la refezione lattea potrà essere a carico d'istituti di assistenza sociale o di beneficenza od, in mancanza di essi, delle rispettive famiglie mediante un modesto contributo. Analogamente la somministrazione del latte potrebbe estendersi ad altre collettività: cosi nei convitti, negl'istituti di educazione, in quelli di assiste.n za e di beneficenza e specialmente in quelli che mettono capo all'Opera Nazionale di Maternità ed Infanzia, dando la preferenza, ove esiste, al latte pasteurizzato che meglio risponde per le sue qualità igieniche e di conservazione ad essere distribuito alle comunità. Anche presso le fabbriche, industrie, !lpeoie ove lavorano donne e soggetti di giovane età, potrebbe istituirai, con modalità da studiarsi caso per caso, la refezione giornaliera di latte genuino ed igienico. Presso le famiglie dovrebbe attuarsi un'efficace propaganda per il · maggior consumo dell'alimento sia a mezzo dei giornali sia mediante conferenze, sia attraverso l'opera del medico, dell'igianista e di quanti altri r;i occupano del problema lattiero. Non v'è dubbio che l'uso del latte, per mezzo di questi e di altri provvedimenti analoghi integra.ti da provvidenze per le classi meno abbienti, verrebbe largamente esteso fino a divenire abitudinario con evi-
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dente incromento della sua. produzione e con la benefica ripercussione nella. vita. del popolo e quindi sulla sua sa.nità e sul suo sviluppo demogra.fi.co. Specialmente la figliolanza crescerebbe numerosa, vigorosa e sana e non in condizioni da. gravare in seguito sulle opere assistenziali chiamate a provveder.v i tardiva-mente, quando cioè i mali com::-atti nella prima infanzia sono in gran parte insanabili. B) IL LATTE NELLA RAZIONE ALIMENTARE DEL SOLDATO.
La razione alimentare teorica media di pace del nostro soldato, che pur tocca le 3000 calorie (con 120,55 gr. di sostanze proteiche, 36,19 gr. di grassi e 519,10 gr. d 'idrati di C.), è anch'essa deficiente, come ha ricordato e dimostrato il Grixoni in un recente suo lavoro. Questi, considerando che il soldato deve provvedere al suo ulteriore accrescimento ed alla. covertura delle calorie necessarie per un lavoro di media intensità (3600 calorie nette), propone che la quota proteica sia elevata a gr. 140150, che quella dei grassi sia raddoppiata e che l'aumento sia fatto con sostanze di origine animale. .;rale Iniglioramento, specialmente utile per militari soggiornanti in zone fredde o montane, renderebbe il vitto del nostro soldato in tutto rispondente ai bisogni della loro età e del lavoro cui sono dediti. Una recente disposizione ministeriale ispirata al progresso scientifico e sociale provvede ad attenuare le deficienze mediante l'aggiunta all'ordinario vitto di una razione di 150 gr. di latte al mattino. Cosi si viene a migliorare l'alimentazione del soldato nel modo più razionale e più rispondente ai concetti della chilnica della nutrizione, in quanto che da. una parte si arricchisce la razione di circa un centinaio di calorie, dall'altra la si Inigliora qualitativamente coll'apporto di grassi e di proteine anima.li, di cui il giovane soldato ha particolare bisogno. La. distribuzione totalitaria del latte alla truppa ha anche un significato economico-sociale perchè contribuisce va.lidamente ad incrementare la produzione ed il consumo del prezioso alimento. Per realizzare ta.li obbiettivi è necessario porre ogni cura perchè il latte sia. apprestato al soldato nelle migliori condizioni d'igiene e di composizione. Nei presidi ove esiste la centrale di pasteurizzazione (le più popolose città d'Italia ne sono gi~ fornite e molte altre si preparano ad istituirla) il problema è automaticamente risoluto, perchè ivi l'autorità militare dispone d'un latte che, per essere stato sottoposto ad un procedimento saientifìco di sterilizzazione sotto il rigoroso controllo sanitario, dà piena garanzia di sanit~ e di purezza. Inoltre la provvista alla truppa può avvenire ivi nelle più favorevoli condizioni perohè, possedendo le centrali stesse impianti di refrigerazione ed adeguati mezzi di trasporto, il latte può essere consegnato in perfetto stato di conservazione poco tempo avanti del suo consumo. In condizioni ben diverse si trovano gli altri presidi ove l'autorità militare è obbligata a provvedersene o da centrali sorte per la semplice ra~colta. del latte e quindi sprovviste d'impianto di pasteurizza.zione o da privati comJ;Dercianti o addirittura da coloni proprietari di vaccherie. In questi diversi oasi il latte può facilmente sfuggire, per ovvie ragioni,
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al controllo sanitario e quindi :può non possedere a pieno i requisiti igie· nici e nutritivi, i quali peraltro, all'infuori di ogni sofisticazione frau· d.olenta, possono r.imanru:e infi.ciati. a causa della deficienza,. di mezzi per una buona conservazione del :prodotto durante le ore che intercorrono dalla mungitur.a, che di solito vien fatta. nel-pomeriggio, al coiiSumo che ha luogo nel dl successivo. Per ovviare a. queste possibilità è utile che in tali presidi la vigilanza sul latte destinato alla. truppa sia più che altrove rigorosa e oompleta. Essa. non dovrà limitarsi al controllo dei caratteri organolettici ed al rilievo della. densità e della percentuale del grasso ma deve essere frequentemente completata. con l'esame microbiologico allo scopo preciso di rilevare la. fisonomia della sua carica batterica. Questa fornirà elementi di giudizio sulla qualità del latte e può scovrire anche le cause di una contaminazione, che molto spesso risiedono nel sistema primitivo di mungitura. e nella incongrua conservazione. Inoltre è prudente che nei capitolati d'onere sia imposto al fornitore, senza alcuna deroga, che la consegna sia. fatta nello stesso giorno in cui il latte deve essere distribuito· alla truppa,. Se ne vede l'importanza. se si considera che il latte munto nel giorno precedente con scarse cautele igieniche può, durante la notte e specjalmente in estate, deteriorarsi fino a diventare dannoso specie per effetto dell'insudiciamento che proviene dall'ambiente della stalla {sterco, detriti, strame, etc.). In tal caso l'azione dei germi peptonizzanti, di cui il sudiciume stallino è ricco, indu· ce al latte delle alterazioni che nelle prime ore successive alla mungitura non·sono appMiscentima che si rivelano più tardi quan:do cioè esse avranno inciso anche i ca.ratt.eri organolettici. Se quindi la consegna vien fatta alla sera, cioè a poca distanza dalla mungitura, può aecadere che sia accettato un latte buono solo apparentemente e che poi durante la notte, se non convenientemente conservato, per l'ulteriore svolgersi delle attività batteriche, diventi manifestamente alterato. Se al contrario la consegna vien fatta al mattino, le eventuali alterazioni, che hanno avuto il tempo di stabilirsi presso il fornitore durante le ore notturne, saranno facilmente rilevabili anche ad un esame superficiale eseguito al moment-o della consegna. Di più il fornitore, cost stretto dalla necessità di consegnare il latte in sufficiente stato di purezza, si deciderà a. migliorare sempre più le condizioni di mungitura e di raooolta per avere la sicurezza della più lunga conservazione. Nel contempo sarebbero a suo carico le spese di refrigerazione. Non obbedendosi a tale condizione essenziale di fornitura, è e>i· dente la necessità che ogni pr(l;Sidio sia. fornito d'una cella frigorifera per conservarvi convenientemente7 specie in estate, il latte che dovrà esst're distribuito all'indomani. Nè ai pericoli legati al consumo tardivo d'un latte malamen.te munto o conservato si ovvia sempre con la. prescritta bollitura. Con questa. infatti restano uccise le forme vegetative di ogni specie batterica Ill8> non si distruggono rrè restano neutralizzate le sostanze tossiche provenienti dal loro metabolismo nè quelle che si producono per l'azione dei germi peptonizzanti sulle sostanze proteiche del latte, che cosi alterat-o può essere causa delle ben note enteriti ab ingestis.
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Nei casi in cui la fornitura viene fatta direttamente dai produttori, sarebbe opportuno che l'autorità milita,r e abbia la facoltà d'invigilare sulle condizioni di mungitura e di raccolta. Nei piccoli presidi, ove le vaccherie di solito non sono molto lontane dal centro, potrebbe inviarsi sul posto un sottufflciale con l'incarico di presenziare alla mungitura. Egli in tal caso esigerebbe la pulizia delle mani del mungitore e quella delle mammelle, la nettezza dell 'ambiente e quella molto accurata dei recipienti, etc., secondo le particolari istruzioni avute dall'ufficiale medico. Inoltre assisterebbe al riempimento dei bidoni ed alla loro piombatura, che solo in tal caso può rappresentare garanzia vera che il latte contenutovi sia di soddisfacente valore igienico e nutritivo. Le indicate norme dopo breve tempo diventerebbero abitudinarie e quindi sarà meno sentita in seguito la necessità del rigoroso controllo. Il latte comunque fornito da centrali di raccolta, da commercianti o direttamente dai produttori dev'essere in ogni caso sottoposto all'ebollizione prima che sia distribuito alla truppa. È buona pratica sottoporre all'ebollizione anche il latte che provenga da centrali di pasteurizzazione non accreditate per eventuali deficienze nell'impianto o nel controllo o per 'altre ragioni. È superfluo invece bollire un latte che risulti pasteurizzato in modo perf etto e che sia stat-o conservat-o e distribuit-o secondo le norme di legge, perchè esso, come quello che proviene dalle centrali delle nostre maggiori città, deve considerarsi puro e sano1 senza contare che un nuovo riscaldamento, specie se fatto alla temperatura di ebollizione, induce all'alimento quelle alterazioni, per quanto minime, che la pasteurizzazione si propone evitarè. È da augurarsi che la distribuzione del latte alla truppa, ove possibile aumentato, diventi definitiva dopo l 'esperim~nto ora in atto. A UTORIASSUNTO. La quest ione d el latte dal punto di vista. economicosociale ei riassume nel più /amo consumo l'appro'\-vigionamento di un prodotto genuino ed a buon mercato. Affenna che il latte pac;teurizzato è la qualità che m eglio rea.Hzza tali condizioni; un pitl es teso consumo rea'izzerebbe un migiio· ramento qualificati co della. nostra razione alimentare senza alcuna sensibile rìper· cussione nell'economia familiare e nazionale . Plaude alla somministrazione del lat te a.l soldato ed auspica che essa sia introdotta. anche presso le collettività civili e piò tlmp_iamentE' pres.<~o gli organi assistenziali.
LAVORI CONSULTATI. BOTTAZZI F. - La chimica della nutrizione. «Rassegna clinica·scientiiìca. I. B. r., 1929 (7). FoÀ C. - Aspetti biologici del problema demografico. Atti società ita.'iana. progresso scienze, sett. 1930. GIUXONl G. - Il t:itto del soldato italiano alla luce delle moderne conoscenze fìsio1/JgicJI.e • Giornale Medicina Militare »,marzo 1932. MARIO'rl'I-BIANOBl G. B. - IL laUe. • Giornale Medicina. Militare •, mnggio 1928 . • NERI F. - La questione del laUe ed il problema dell'alimentazione. Discorso inau· gurale 1931-32. Oasi G. - La Centrale twUnicipale del 'taUe di Napoli. R elazione al convegno del le.~ di Bari; settembre 1931. STA7.ZI P. - Un problema nazi<male: il latte. di Sole •, 27 aprile 1932.
RIVISTA DiLLA STAMPA MEDICA ITALIANA KSTRANIIRA SANITl MILITARE L'aviazione sanitaria francese nel teatri esterni di operazione e nella Africa del Nord, nel 1933. (Archives de médecine et de pharmacie militaires, agosto 1934).
SORICKELÈ. -
L'attività dell'aviazione sanitaria francese, durante il 1933, nell'Africa d ol Nord e nei cosl detti "T. O. E. • (tMatres d'opératioM emrieures), si riassume nelle seguenti cifre: 576 sgombrati, trasportati per via aerea, con un percorso totale di 92.000 chilometri in 448 viaggi. Nell'anno precedente (1932) erano stati trasportati, in 302 viaggi, 396 sgombrati con un comples.<;ivo percorso di 59.799 chilometri. Dal 1920 al 1933, e cioè in 14 anni, sono stati effettuati 6231 sgomberi sanitari per via. aerea.. Questo mezzo di trasporto s'è definitivamente imposto in quelle regioni dagli immensi s pazi, con suolo difficile e accidentato, con co1n unica.zioni precarie e talvolta ~ericolose. L aeroplano militare ha rivoluzionato le condizioni di funzionamento del servizio sanitario nei T. O. E. Il trattamento rapido e sicuro dei malati o feriti gravi è divenuto ormai possibile, anzi no~le, in basi ospeda.liere lontane centinaia di chilometri. Tutti, senza alcuna eccezione, ufficiali, soldati, m edici, riconoscono e proclamano l'enorme progresso realizzato dall'aviazione sanitaria e tutti si sforzano di favorire e di sollecitare in ognj modo l'impiego di questo istrumento di salvezza. In recenti operazioni nel Marocco, si è sempre oorcato di creare, quanto pii:l vicino alle colonne operanti, dei campi utilizzabili dall'aviazione sanitaria, superando con ogni sfoi"Lo le difficoltà offerte dall'aspra zona montana. L'A., dopo queste premesse, esamina i tipi di apparecchi pii:l adatti. Quando si disponga di piccoli campi di atterraggio, apparecchi leggeri possono servire dalla fronte ai campi normaU, di dove l'ulteriore sgombero negli ospedali può essere compiuto da apparecchi p<.'Silnti. La di.s tanza media percorsa in ciascun viaggio, per l'insieme degli sgombri sanitari aerei fatti nel 1933, è stata di 220 chilometri. Ne! Marocco, dove hanno avuto luogo operazioni militari assai attive e dove è stato necessario compiere sgomberi a distanze ridotte, la media è st.a.ta di 168 chilometri. Nel Levante, ove l'attività militare è stata scarsa ma dove pure si utilizza molto l'aeroplano sanitario, la media. è salita a 270 chilometri. In Algeria e sopratutto in Tunisia, ove, dopo tutto, l'impiego della via dell'aria è eccezionale, le distanze medie- percorse si sono elevate a 310 e 415 chilometri. Dati di tal genere sono riassunti nella. seguente tabella:
Vian1
S GOliBRATI
Totale del Km. percorsi
Km. percorsi
per ogni Viaggio
Algeri&.... .... . ... ............ .... ........ . ..
60
42
13.040
310
Tunis ia ... .... .. .............. .. . ..... .. .... .
7
6
2.600
n:>
Maroooo ................ ······ ..... ....... ... -l29
812
52.1138
108
Levant<)
88
23.700
270
HS
91.873
•
•• o • o ••• o o
··· ·············· -···· ... TOT .~LJ ...
90
-576
1!20
<l ist.lulzn m ed la
RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA ITALIANA E
STRA."l!ERA
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La media dei passeggeri per viaggio è di 1,28; essa e ra. stata di 1,25 per gli anni 1931 e 1932 insieme. La. collaborazione fra l'Aeronautica e il Corpo sanitario si è sempre dimostrata. compiuta e cordiale. I piloti banno dato prova del massimo senso di dovere e d i devozione nell'espletamento delle missioni sanitarie, non sempre facili sia per il terreno sia per le condizioni atmosferiche. Grazie alla loro selezione, all'allenamento ed all'abilità, nessun accidente o incidente vi è stato da segnalare nel 1933. Tutti i malati e feriti a ffidati agli aeroplani sanitari, sono arrivati a destinazione nelle m,igliori condizioni possibili. I feriti, e sopratutto i feriti di guerra, forniscono le indicazioni più numerose negli sgombri urgenti. D opo di essi sono ordinariamente i casi medici di urgenza che giustificano l'impiego dell'aeroplano. In Algeria non si è esitato a sgombrare per via aerea ammalati di malattie epidemiche gravi, corne tifo esantematico e febbre tifoide. D procedimento, che ha notevole importanza dal punto di vista profila.ttico e curativo, e.<.~ige rigorose precauzioni n ei riguardi del pilota e de ll'ambiente ove sarà t rasferito il contagioso. Nel dipartimento di Oran è stato esoguito per via aerea il trasporto di salme di militari uccisi sul campo dell'onore. E ancora. questa una utiliz:t.azione nuova. dell'aviazione sanitaria che finora. non era stata prevista. e che trova indicazione quando si vogliano sottrarre alla profanazione del nemico le spoglie dei combattenti. Notevoli nel Levante 23 viaggi con 33 ore d i volo per far percorrero 5000 chilometri a medici incaricati djj eseguire vaccinazioni, ispezioni e sorveglianzA sanitaria in occasione della comparsa di a lcuni casi di tifo ai margini del deserto della regione dell'Eufrate. L 'aviazione sanitaria fa ormai parte normale dell'equipaggiamento sanitario dell'Africa del Nord e di tutti i teatr i esterni di operazione. I servizi considerevoli che essa ha reso e che continua. a rendere le hanno dappertutto acquisiti titoli di grande benemerenza. Non si potrebbe più concepire il servizio sanitario fuori della Francia e&nza la cooperazione sempre più attiva de ll'aeroplano sanitario, il quale in tutte le circostanze si è affermato come un aiuto potente e spesso come un insuperabi1e mezzo di salvezza..
V. D. B. J . THoMANN. - Studio sulla d isinfezione e la neutrallzzazlone dei mezzi di trasporto cbe hanno subito l'azione del gas di combattimento. (Revue interna.tionale de l a Croix-Rouge; n . 187, luglio 1934). Questo lavoro del chiaro colonnello J . Thomann - capo del Servizio chimicofarmaceutico de ll'Esercito svizzero e ben noto nelle sfere ufficiali dell'ambiente sanitario militare internazionale - costituisce il testo originale del rapporto d a lui redatto e presentat.o a lle. IX sessione della • Commissione internazionale di standardizzazione del materiale sanitario •, che ha tenuto le sue riunioni a Ginevra, dal 2 a l 9 luglio scorso. Diciamo subito che le conclusioni di tale rapporto f urono p ienamente accolte e approvate dall'alto conses.~o. come emerge dalla relazione del delegato italiano - ten. colonnello medico dott. Giuseppe Bassi pubblicata e. pag. 761 e seguenti d el « Gìoroole di Medicina Militare », fase. VIII, a gosto 1934-XII. Il quesito concernente la disinfezione delle barelle e altri apparecchi analoghi, come pure dei veicoli destinati a l trasporto dei feriti, nel caso che si fossero trovati espo3ti all'azione degli aggressivi chimici, era stato già. delibato nella. sessione di ottobre 1933 dallo stesso Thomann e questi che - per la Svizzera designata ad esaminare più a fondo il problema - ne aveva ricevuto l 'incarico, ha presentato ora il rapporto definitivo, che è appunto lo studio in oggetto. Per assolvere il suo com pito, l'A. assicura di aver preso in esame t utta la letteratura - o ltremodo ·scarsa, peraltro riguardante lo specifico argomento; ma, in p rincipal modo, egli ha proceduto a ricerche e prove pratiche personali, servendosi, nelle sue esperienze, degli aggressivi chimici di maggior rilievo che furono adoperati durante l a guerra mondiale. Mentre riferisce partita.mente sulle prove eseguite tanto con le barelle, quan to con le vetture destinate a l trasporto d e i feriti, •d istingue gli aggressivi sperimentati classificandoli nei due gruppi di:
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/tqJaci (cloro; fosgene; clortwetofenone; cloropicrina. (l); diclororsine (! ): cla.rk I e II, adamsite, sternite) e permtenti (iprite) e tralascia di occuparsi dei prodotti eminentemente fugtwi (lagrimogeni in genere; acido cianidrico) che, nel caso t:ontingente, non erano da tenere in considerazione. Le conclusioni alle quali perviene l'A. possono, per sommi capi, riassumerai n elle norme seguenti. Per la. disinfezione e la neutra.lizzazione delle barelle imbrattate dì aggressivi fugtwi è sufficiente esporle all'aerazione all'aperto, meglio ancora. se al sole, per la. durata minima di un'ora.. Nel caso in cui l'aerazione non fosse praticabile, oppure vi sia motivo dì ritenere che gli aggressivi impiegati si trovassero a un titolo molto elevato di concentrazione, si prescrive il lavaggio o spazzo. latura con una soluzione al 5 %dì sapone nero (l), o di soda. La spazzolatura umida è reputata imprescindibile allorchè si tratti di disinfezione contro le arsine. Per neutralizzare i prodotti persistenti, poi - e in modo specifico l'iprite - viene suggerito il lavaggio con soluzione al 10 % di ipoclorito di calcio, oppure di cloramìna, seguìt.o da. altra. lavatura con twqua calda, anche per evitare il deterioramento della. tela causato dall'azione prolungata del cloro, e infine asciugamento degli apparecchi all'aria aperta e al sole. Operando a temperatura non inferiore a zooC., questo processo non richiederebbe piil di due ore di tempo per la sua applicazione. L'A. afferma che, anche nel caso di iprite liquida (saggiata in quantità di gr. 10-20 per barella di circa un mq. di superficie), è bastevole la semplice esposizione dell'apparecchio, per la. durate. di 24 ore, all'aria libera. e a 200 C. di temperatura., p er ottenere che esso non presenti più pericoli nell'ulteriore impiego. Questo sistema. sarebbe o!tremodo utile p erchè renderebbe superflua la lavatura o la spazzolatura con la miscela acquosa dì ipoclorito di calcio al 10 % la quale, se non è dannosa per le partì metalliche e legnose, corrode invece la tela delle barellE~.
Per quanto si attiene alla disinfezione dei veicoli, i sistemi proposti sono identici: t rat tandosi di aggressivi fugaci, si con siglia il lavaggio o la spazzolatum umida, con soluzione di soda, elevandone il titolo a IO% , con successivo asciugamento all'aria aperta; per la difenilclorarsina e la difenilciana.rsina: strofìnatura con la miscela. acquosa di ipoclorito di calcio 5 %, o con soluzione di cloramina 5 % ; in caso di urgenza, sempiice lavaggio con twqua calda e relativo asciugamento, ingrassando poi le parti m etalliche, p er impedire la formazione di ruggine; per l'iprite, lavaggio o spazzola.tura umida con la miscela di ipoclo rito di calcio o con soluzione di clora.mina al 5-10 %, quindi lavatura con acqua calda e, infine, esposizione all'aria. libera per almeno due ore. Nell' eventualità che tali lavaggi non si potessero eseguire, si ritiene sufficiente l'aerazione, durante 24 ore consecutive, all'aria libera, procedendo poi all'ingrassamento delle parti metalliche. Speciali considerazioni l'A. rivolge alle vetture destinate al trasporto dei feriti; e così, nei riguardi costruttivi, richiede che e.~se - pur presentando facilità. di aerazione - debbono offrire peralt ro una sufficiente protezione contro le intemperie, mas.-;imamente contro il freddo, e - vorren:uno aggiungere - contro l'invasione dei gas di combattimento. L 'interno poi non deve presentare difficoltà ai lavaggi con soluzioni disinfe ttanti e antigas e, come norma. precauzionale, prescrive che la sistemazione delle barelle avvenga con l'assolute. sicurezza che esse siano perfettamente disinfettate. A tal fine, consiglia l'impiego dì rea.ttivi desti· nati a segnalare la presenza, negli ambienti chiusi, solo di taluni aggressivi chimici m entre, per tanti altri, ugualmente pericolosi e per i quali ancora. non si conoscono le m odalità. sicure per svelarli, si affida all'odorato. : Dalla relazione non risulta che tutta la parte sperimentale sia quella eRpos ta, o non piuttosto che essa costituisca quella più favorevole e realmente essenziale che giustifica. le conseguenti concluaioni, proposte e accettate come le pitl idonee. 11 fatto stesso di s ugge rire la prova cou cartine reattive, come rivelatrici di aggressivi chimici nelle vetture chiuse, pur ritenendosi - in ogni caso - una buona pratica di saggia. precauzione, lascerebbe ciononostante una punte. di dubbio sulla rea.le e sicura effictwia dei sistemi di disinfezione indicati. A nostro modesto (1) 11: Il Sapo kalìnus t:enali8 (Sapone alcalino ; S. verde; S. m olle) della Pbatm. H el v. (Cfr. F . U., V Edlz.) cbe si prepara con olio di lino (più di rado: olio di colza, di canape, di olive; In lngWiterra, talora anche sugna e olio di balena) e ll@clvla di potassa oaustlca. •
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avviso, quindi, se in questo rapporto possono rilevarsi talune man.chevolezze, pur tuttavia il lavoro sperimentale, condotto dal chiaro A. con l'intento di rag· giungere - in difetto di altro - d elle finalità di indole pratica, ha il grande merito di suscitare lo stimolo per studi, ricerche e prove più larghe e approfondite. L'importanza. del quesito jl;iustifìca pienamente ei~perienze di controllo, tendenti a perfezionare e - eventualmente - migliorare, con t.utta fiducia di riuscita, i processi che l'egregio A. ha già. realizzati. A. PAONTELLO.
L'aviazione sanitaria nella difesa passiva - Il velivolo costituisce il fronte delcielo. Sovrapposto a.i fronti t errestre e marittimo, trasporta. nello spazio la guerra e le sue lel:{gi, scrive H'EYRY KoRR ne • Les Ailes • n. 675. L 'ombra delle ali aero-chimiche plana sulle popolazioni inermi, sui rifornim enti e comunicazioni, e cioè sull'interno del paese, senza il quale l'esercito e la fiotta. non potre bbero sussistere. L 'attacco aereo, sia. improvviso in massa e notturno, immediatamente prima della dichiarazione di guerra, oppure a dosi strategiche calcolate, durante le ostilità, ha sempre per obbiettivo principale il potenziale di resistenza della Nazione . La difesa passiva si integra alla. scienza militare di tutti i tempi. Senza precedenti, e senza dottrina sperim entale, si trova continuamente di fronte a nuove sorprese. L'incomprensione paralizza spesso i più lodevoli sforzi, m entre i problemi da risolvere hanno la. massima importanza. Fra detti problemi l'A. pone quello dell'aviazione sanitaria. quale strumento capace di portare tangibile contributo a i soccorsi che la terapeutica dovrà dare all'umanità colpita da lesioni, ferite, ustioni, asfissia. Una prima abbiezione fondamentale sarà che la. guerra richiederà tutti gli apparecchi disponibili, toglicndone, anche in piccolo numero, si indeoolirebbe la. difesa nazionale. Vi è il precedente dei treni sanitari nel 1914. Il materiale era indispensabile pcl trasport-o di tmppe e munizioni, ma le e normi p erdite delle prime battaglie imposero la riparazione, con tutti i m ezzi, del materiale umano. Da allora numerosi treni sanitari cooperano all'alimentaz.i one della guerra. Questo precedente favorisce l'impiego dell'aviazione sanitaria, tanto più che nella difesa passiva il suo intervento sarà opportuno s in dalle primissime ore, date le grandi perdite um.ane di una prima notte di guerra aero-chimica. Tanto più apprezzabile sarà l'intervento, in quanto si può prevedere la distruzione sistematica delle vie di comunicazione, ponti, treni e convogli automobilistici. Infine la popolazione, allarmata. e oombardata, sarebbe certamente rianimata. dalla partecipazione efficace delle grandi ambulanze aeree. Queste darebbero una prova evidente della cura. apportata. alle misure di protezione antiaerea, riassorbendo il panico prodotto dal fronte aereo. Una seconda obbiezione riguarda. gli apparecchi ed i piloti. Come potrebbero essere scelti ? Protetta, almeno in teoria, dalla Croce Rossa, l'aviazione sanitaria., a difetto del contingente necessario di piloti nazionali, potrebbe rivolgersi alle donnepiloti ed ai volontari stranieri. Sarebbe però preferibile riserva-re un personale nazionale, da mobilitare al primo allarme. In quanto agli apparecchi, vi sarebbero quelli commerciali. molto più adattabili ai trasporti sanitari che all'impiego militare. Inoltre non vi dovrebbero essere difficoltà a proseguire nella politica dei prototipi sanitari di grande portata (10 a 20 malati distesi) che verrebbero costruiti in serie dall'inizio delle ostilità. Altra...obbiezione, è, quella.relativ.a a l rendim ento. L'effetto utile sarebbe mi· IlÌlll~ di fronte all'entità d el bisogno. Facendo tutte le riserve sulla controindicazione del trasporto aereo dei feriti al petto e dei colpiti da gas recentemente, e che la nuova esperienza coloniale ha scosso notevolment.e, si può fare un calcolo teol'ioo. Con 100 apparecchi pronti a l servizio quotidiano (per cui occorrono 150 apparecchi, data. la necessaria riser.vo.) e d~lla capacità di 15 feriti distesi ciascuno, il totale mensile, per un viaggio giornaliero di andata-ritorno, sarebbe di. 45.000 persone trasportate, ossia di 540.000 in un anno. Con due viaggi al giorno la cifra sarebbe raddoppiata.
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La distanza di evacuazione non sarebbe eccessiva, ma solo di 150 a 200 chilom etri. Si può infine obbiettare che il cielo non è sicuro, e che le l inee di evacuazione· d evono essere protet te da ppa.recchi immobilizzati a questo scopo. Un a vversario capace di asfissiare la. popolarLione non belligerante non rinuncerà all'attacco di un convoglio sanita.rio protetto dalla Croce Rossa. Il problema è il m edesimo delle rappresaglie dopo i bom bardamenti delle città. L'opinione internazionale ha a vuto il suo p eso, in simili circostanze durante la. guerra. L'aviazione sanitaria. d ella difesa passiva unirebbe, al suo ufficio d i evacua.· zione, nn'aziono di soccorso diretto trasportando in brevissim o tempo, in un punto specialmente provato, e colle comw1icazioni terrestri tagliate, personale e materiale. Accanto alle ambulanze ùi evacuazione si avrebbero le ambulanze a ereee di soccorso. L 'organizzazione richiede nn piano di adattamento d ei t erreni di imbarco e sbarco dei malat-i e feriti, ed un rapido coordillamento d elle richieste di intervento. II servizio sanitario d e ll'aviazione non perderebbe nulla se fosse incar icato anche del sorvizio d ella dif~·sa passiva. I m Hdici d ell'aviazione sarebbero ben p ii! adatti al comando d elle am bulanze aeree, che i m edici militari o di riserva coman· dati a caso. senza probabilmente aver mai visto da vicino un aeroplano. A cia.scnno la sua specialità osserva l'A.: al medico di marina le navi; a quello militare l'esercito terrestre, ed a quello d ell'aviazione l'apparecchio e la. difesa a erea passiva.. Da R ivi.9ta Aeronautica, n. S, agosto 1934-XII.
IGIENE REALE AccADE~UA n 'ITALIA.- L'Immunologia (Atti d el Convegno Volta, 1933 ). Un vol. in so di pag. 390, rileg. alla bodoniana - L. 50. La. risonanza mondiale del III Convegno Volta. sul tema. « l'Inunnnologia •, svoltosi a Roma ne l settom.bre 1933, ba acuito l'attesa d egli studiosi per questa importante p ubblica-zione. Il Convegno, per unanime dichiarazione d egli autorevolissimi scienziati che vi par teciparono, ha costituito, n ella storia. d ei congt·essi scientifici internazionali, la. prima chiamata a raccolta di coloro che , ne lle diverse Nazioni, hanno ded icata quasi tutta o gran parte d ella loro opera scientifica alla soluzione d ei p roblemi immunitari, e percio questi Atti si possono considerare un'ampia ed esauriente d ocumentazione d ello stato attuale d ell 'immunologia. L'opero. contiene, oltre tutti i materiali relativi alla preparazione del Conve· gno, i discorsi inaugurali e le dodic i re lazioni nelle lingue originali e i verbali d elle sedute ne l corso d elle quali si svolsero dibattiti d e l più alto interesse. Una parte cospicua della pubblicazione è costituita da una vasta. e preziosa bibliografia, coi ritratti e facsimili d 'au tografi d ei partecipanti italiani e stranieri. I n vendita presso le principali librerie.
M. CHAUZY. - Vaccinazione assodata antltlfica-antf· difterica. (Re vue d'H igiène et de médecine préventive , n . 7, luglio 1934).
L . SANDRA.S- G. LE ME& -
Oli AA. riferiscono sulla tecnica usata e sui risultati ottenuti dalla vaccinazione associata e contem poranea a.ntitifica-pa.ratifica. e antidifterica praticata in due reggimenti di contingente m etropolitano di gua.n1igione a. '1\misi, con vaccino e anatossina. a lla maniera. proposta e sperim entata d a :ij.AMON e ZoELLER. T a le vacc inazione , che potrebbe dirsi quadrupla per il numero d egli antigeni cont.en u ti, superato il periodo di critica e di esp erim en to con risultati che si oppongono n etta· m en te alla teoria d ella concorrenza d egli antigeni sostenuta da a.lcnni AA. tedeschi, è divenuta obbligatoria nell'esercito francese con disposizione legislativa del 18 di· c r mbre 1931 ne i Corpi in cui la d ifterite si manifesta in founa endemica. ed epidemica.. Con un accurato studio statistico gli AA. dim ostrano com e la difterit-e, che si m anifestava in forma endem ica ed epidem ica. con a umento d el numero dei casi in
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luglio, gennaio e diCEJI:Ibre. specie nel rE-ggim ento di truppe a cavallo, pure non trascurando le altre previdenze igieniche quali la ricerca e la sterilizzazione dei portatori, l'isolamento degli anunaltJoti e le pratiche di disinfezione, dopo l'adozione della va.ccina.zione mist.a, sia notevolmente diminuita di frequenza; che i soggetti recattivi a Schù;k positiva, una. volta vaccinat i, se pure venivano in parte colpiti dall'infezioue difterica. questa decorreva in forme. benigna; e ancora, che nessun caso di febbre tifoidea era segnal~t<> fra i vaccina t i con vaccinazione mista. L'intrader:moreazione di ScHICX è un'ot.tima prova biologica atta a svelare i soggetti recettivi all'infezione difterica e rivela, se negativa, J'eRistenza di uno stato iuununitario ma, questa immunità non è assoluta e può affievolirsi come dimostrarono ZLOOOTOROFF e KOSTR~tFJr per condizioni che abbattono [o stato generale di un organismo; inoltre, pur cercando di evitare errori di lettura. della renzione col praticare contemporaneamente una inoculazione di controllo con tossina riscaldata a 75° per 5 minuti, l'intensità della reazione è proporzionale al titolo della diluizione della tossiua ed al potere tossigeno del campione di t.ossina usata. Gli AA. propongono di usare per la reazione di F)('}ucx una tossina alla diluizione di 1:300 e di aUIIJentare nel vaccino la quantità. di unità ana.tossiche per cc. di anatossina. La va.ccinazione mista T . A. B. - anatossina viene dagli AA. attuata usando tre m etodi e dosi di somministrazione. Essi prat icano tre o due iniezioni. Con la p rima. modalità iniettano due dosi di vaccino misto e una di anatossina. oppure di vaccino puro. Usando due iniezioni solamente, il vaccino è tutto misto e la nl.i scela è preparata estemporaneament-e. Fra le due prime iniezioni int-ercorrono 21 giorni. In complesso si iniettano 30-37 unità anatossich e e 2-3 cc. di vaccino T. A. B. Più di recente u»arono tre iniezioni di vaccino confezionato già mi,to dall 'istituto Pastour. · Questa. vaccinazione associata praticata in due reggimenti è stata sopportata bene senza. dare forti reazioni nè locali nè generali, sembra anzi meglio tollerata della sola vaccinazione antitifica; prov>Oca nei vaccinati uno stato immunitario evidente e secondo DOPTER si otte rrebbe un esaltamento dello stato iuununitario contro le due malattie; però è assolutamente controindicata in soggetti con !abilità renale, nei deboli, nei deperiti e n ei soggetti affetti da malattie organiche in evoluzione. DE ALESSI.
V .ALTIS e DEINSE . Ricerche sulle variazioni biologiche del virus tubercolare. (Annali Pasteur, luglio 1934).
Partendo dalle constatazioni fatte da BoQUET e NtoRE che gli estratti acetonici dei ba.cilli tubercolari favoriscono lo sviluppo delle lesioni spooifiche in anilnali precedentemente inoculati con tali bacilli, V.ALTIS e DEINSE si sono proposti il problema se i detti estratti agissero anche sulle forme filtranti del bacillo tubercolare, che non hanno abitna\mènte potere tubercoligeno e ch e non sono coltivahili. Le esperienze condotte a questo scopo hanno dimostrato che effettivamente gli estratti acetonici facilitano lo sviluppo d ello lesioni !lpecifiche nelle cavie pre· cedentem ente inoculate con elementi filtrabili del bacillo tubercole.re. Partendo poi da. prodotti tubercolari filtrati, o da prodotti patologici umani sospetti tubercolari, gli AA. hanno ottenuto fas i sempre più evolute d el virus tubercolare, cioè: 1° culture lisce con scarsa virulenza per le cavie e marcata per il pollo senza. mai perdere tale caratteristica. (queste culture erano originato da elementi filtrabili del virus tubercola1-e, resi capaci di sviluppo per effe tto dell'estratto acetonioo}; 2o culture all'inizio lisce che poi divengono rugose; 3° culture in principio rugose trasformate poi in lisce ovvero rimaste rugose; 4° culture comuni quali si ottengono abitualmente dai prodotti tubercolari. Gli AA. in un precedente lavoro avevano dimostrato come la forma. liscia. d ella cultura del bacillo di KocH rappresenti un grado m eno elevato n ella scala eYolutiva del virus tubercolare nell'organismo umano. L'aspetto iniziale dei vari tipi di cultura dipende essenzialmente dallo stadio noel ql,W.le il b. tubercolare ~i tro-..·(\ ft! ro.ome~1to dell ' i~ola..mento d{\i proc:iotti pato· logici.
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Concludono gli AA. che la distinzione a..'>s. oluta del b. tubercolare in 3 t i pi autonomi (umano, bovino e a viario) è troppo rigorosa, perohè esistono tnnlsizioni t ra di es.si in quanto questi tipi sono determinati dall'adattamento all'una o a.ll'altra specie anima le di un solo virus, il virus tubercolare. IffiUNI. Nnu W. - Il virus s iftlltlco: sue vaziazlonl morfologlche, sua moltiplicazione e sua azione patogena. (Annali P asteur, settembre 1934).
P er quanto s ia"lo numeros i i lavori compiuti nei riguardi della spirocbeta pallida, sin dall'epoca d ella sua scoperta . pure ancora non pochi punti della su.a biologia restano così oscuri che taluni autori arri vano financo a. m ettere in dubbio l 'a zione Rpcciiìca. d t~lla spirocheta nella etiologia dello sifiJide. L'A. prem ette, in s int-esi, le divt>rse tE>orie che sono sta te sostenute circa la spééifìcità. della spiroch<>ta pallida. nella infezione lul•tica: teorie ed ipotesi che hafifio trovato, di volta in volt.a, la loro conferma nella osservazione sia di fatti clini-ci che s perimentali. Le ricerche dall'A. eseguit.e stùla sifilide s perimentale, ha1mo avuto inizio in seguito a d elle conl!t.at.azioni fatte su due sifilomi, l 'uno in via di formazione, l'a.ltro in via di riassorbill\ento. ambedue colorati con un m etodo di impl'('gne.zione argcntica. I n tali sifilomi, oltre alle formazioni spirali, più o meno tipiche, si notavano degli elementi c he si allontanavano in m odo spiccato dal tipo classico d e l treponemo.. Si trattava cioè di filamenti di lunghez:r.a variabile, senza. traccia di ondulazione, disseminati di granuli regolari od irregolari, sia per dimensione, forma e dispos izione. Questa. !S<'gmentazione così caratteristica indusse l'A. ad intro.pren· d ere lo studio istologico d'un certo numero di organi prelevati sia n el coniglio, sia ne i sorci, resi sifìJitici sperim entalmente. P er quanto concerne le variazioni m orfologiche d el virus sitìlitico, l'A . ha no· tato che, eseguendo preparati colorati d ei sifilomi, sia in via. di formazione, che in via di rio.ssorbimcnto, si nota la presen:rA\ d el virus sotto la forma troponemioe., più o m eno ti pica, filamentosa, dentro le celluJe linfatiche e n ei nuclei de i fibroblasti. Eseguendo prepa rati colorati dai gangli del coniglio, ha notato nell'interno dei loro elem enti cost-itutivi delle formazioni m orfologicam ente ben definite, che non è possibile m ettere in evidenza ne i gangli del coniglio normale. L 'esperienza in vitro ha poi confe rmato che le spirochete sono capaci di penetrare attivament~> nelle cellule e che ivi perdono la forma spirale per assumere quella filamentosa.. Prelevando dei gangli quattro oro e m ezzo dopo l'inocuJazione d egli animali, l'A. ba p otuto seguire sia lo stato di invasione da. essi subit.o per ope ra di vrus sifiJitico, sia le mod iiìcazioni d'a.spetto morfologico che il virus stesso ha subito ne l loro interno. Studiando in vi·vo la rapidità di penetrazione d el virus nelle cellule, si nota che le s pirochete penetrano nelle cellule in un tempo relativamente piil breve che non in vitro e che p erdono nell'interno delle cellule la loro forma a spirale quasi subito dopo la penottro.zione, o anche via via ohe penetrano. R isulta, perciò, dalle ricerche che l'A. ha compiuto, che l'agente etiologico de lla eifìJide presenta. due aspetti m orfologicam ente distinti e che tra. questi esistono tutte le forme intermedie di pas.coaggio. Secondo lo stesso A., poi, la trasmissione della sifiJide avviene per m ezzo d eUe spirochete, che però hanno vita effimera, m~ntre la forma fi lamentosa costituisce la vera e propria. forma di stato de l virus sifilit.ico. Il cambiamento dell'a.copetto morfologico non porterebbe a. m odifica.zioni delle proprietà biologiche del para.<>Sit.a. Sotto la forma spirochetica il parassita. può penetrare nelle ce llule e puJlulo.re nel loro interno, ma ben presto assume la. forma filamentosa ed è a llo ra che si può moltiplicare per scissione trasve~. dando luogo a due frammenti capaci di ricostituire le spirochete. Circa la sensibilità delle diverse cellule per il virus s ifilitico l'A. ha notato che le celluJe epatiche ed i fibroblasti sono poco sensibili, mentre le cellule lin.fa.tiche e nervose lo sono molto. Conclude affermando che fino ad ora il virus sifìlitico non era stato visto sot to lo. forma. filamentosa a causa principalmente della. sua. non facile colorabilità. PuzzA.
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MEDICINA INTERNA F. MtoHELt. - ll reumatismo articolare acuto e cronico nel toro rapporti soprattutto eziologici. Minerva medica, 28 luglio 1934 · X Il, n . 28). Il problema eziologico del reu.ma.t.ismo articolare acuto e cronico allo stato attuale, non astante numerose ricerche, non ha a l suo attivo che « una .ma.ggiore fioritura di concezioni eziopa.togenetiche e di dottrine seducenti »che l 'hanno reso ancora più difficile e complesso. Il MICBELI, in \ma relazione tenuta ad Acqui, affronta sistt>maticam.ente la quistione sulla baae d t'llle conoscenze più sicuramente acquisite, partE-ndo da una cospicua esperien7A personale e vagliando acutaml"nte il risultato di ricerche cliniche, sperimentali ed anatomo·patologiche di altri autori. E per il reuma· tismo acuto afferma decisamente la gf' nesi infettiva. affermazione basata sul de· corso clinico d ella malattia nelle sue molteplici localiz:~.azioni; onde ne risulta tma individualità clinica precisa, dallt- lesioni isto-patologiche proprie, i nodi di AsCBOFF, che costituiscono di es.sa la nota più significatiYa. ed importante, e dalla sua squisita Rensibilità alla terapia salici l ica. Tale affermazione l'A. ritiene neccssnria per sfatare l' esagerazion e di alcmù autori sostenitori di una teoria allergica basata su esperienze di portata DlOlto modesta. Passa quindi all'~e d e lla questione eziopatog~>notica. Per la genesi batterica sono stati chiamati in causa i germi piì1 diversi, di molti d ei quali non vale la pena di par'art> e tanto meno del bacillo di K och riFJContrato in casi di reumatismo acuto coltivando sangue o liquido articolare su ten eno di LoWEN· STHEIN. Tali reperti dimostrano solo una bacillemia di sortita da. focolai bacillari favorita. dal procPsso acuto reumatico. In seguito a numerose ricerche, maggiori consensi ha riscosso la genesi streptococcica e sono stati a volta a volta dimostrati i diversi streptococchi, l'emoli· tico e l'a.nemolitico, il viri.dans e cardioarthritis, il ceppo atipico di C'Ecn.; ma. i risultati discordi di tutte queste ricerche e l'abituale st.erilità delle culture, riaffer-
mata do. batteriologi di non discu...qgo v&lore, fanno sì che, nonostante valorosi sostenitori o simpatizzanti della dottrina streptococcica, essa non può chiarire l'etiologia del reum.a.tismo acuto. Ma le genesi streptococcica. si è cercato ancora far ri vivere attraverso la. teoria d elle iniezioni focali sviluppate. per opera di autori americani e specie da ROSENOW che, acutamente nota MrCHELl, • di essa ha fatto il dem ex machina capace di chiarire facilmente l'eziopatogenesi di tutte le forme e di tutti i processi morbosi eziologicamente misteriosi •. Le ricerch e sperimentali però non hanno dimostrato in m odo concorde un artrotropismo elettivo degli streptococchi isolati da foci di ammalati dn reumatismo articolare acuto e i risultati conseguiti all'asportazione dei foci ci lasciano alquanto incerti sulla loro importanza eziologica nel reumatismo acuto. Le. dottrina allergico-focale infine, delle altre piil seducente se non più persuasiva , secondo le. quale dai foci partirebbero allergeni d'origine streptococcica, che sensibilizze.no l'organismo, e ad un dato momento gettate d'allergeni scatenanti la sintomatologia completa del reumatismo acuto, dottrina puntellata su numerose ricerchtl, in vero tra loro non sempre concordanti e la cui importanza è stata sopra.valutata, viene dall'A. con acume critico squisito analizzata ed in base e. dati c linici, a.natomo-patologici ed eziologici decisamente attaccata e ridotta nei suoi limiti p recisi. • In nome della Clinica MICBELI afferma che mentre non si può contestare che lo stato immunobiologico dell'organismo abbia importanza decisiva sulle manifestazioni c liniche della forma morbosa, esso non è la causa, .ma. la conseguenza della malattia, risultante dell'agente eziologico e della reazione organica che vanno sempre equamente valutate e che l 'aa.c;enza di streptococchi nei nodi reum.a.tioi dimostra solo che il virus streptococcico non è il virus del reumatismo acuto, il quale rimane ancora per noi sconosciuto. Nè diversamente ci si presenta il problema eziopa.togenetico per la poliar· trite cronica primitiva, aggruppamento alquanto complesso ed eterogeneo in cui bisogna distinguere tre varietà principali: la poliartrite cronica primaria di origine infettiva, la polie.rtrite cronica primaria tipo STILL·Ciu.lTRARD, la polie.rtrite cronica. primaria semplice.
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Nel gruppo delle poliartriti croniche primarie distingue le forme ad eziologia infettiva definita. dalle semplici, nelle quali la. componente infettiva è in secondo piano rispetto ai fattori endogeni predisponenti costituzionali e condizionali. Individualit;à. propria. in b ase al criterio etiologico d evono avere le forme croniche di origine infettiva e ciò vale anche per il reumatismo tubercolare che non va. inteso come una modalità generica allergica. di reazione dei tessuti, ma. vera. e propria affezione tubercolare con note istopa.tologiche corrispondenti. Analoga. individualità spetta. alle osteoartrosi deformanti primarie, quali l'osservazione clinjca. antica. e recente ha stabilito e che da. ta.luni in base a. criteri ana.toxno-patologici di non pre. ciso significato si tende di ricondurre al fattore infiammatorio e rimettere nel cald erone del reumatismo cronico infettivo. Concludendo sui rapporti tra reumatismo acuto e polia.rtrite cronica infettiva primaria mentre l'autore rileva le differenze dal decorso clinico, dalle lesioni istopatologiche, dalle localizzazioni, dagli esiti, dall'influenza della terapia. salicilica. per cui bisogna ritenere la diversa individualità nosografica, pure ammette che non manchino ta.lw1e affinità che, m entre non infìrmano la distinzione delle due forme, possono solo !ar pensare ad una certa affinità tra i due virus, ugualmente sconosciuti. , Ho cercato in questa sintesi di esporre i concetti fondamentali quali si rilevano dalla relazione denso. di concetti del prof. MxCHELI, sempre preciso, acuto, sereno nella valutazione dei fatti risultanti dalla. osservazione clinica, sperimentale ed a.natomo-patologica, serrato e logico nelle deduzioni e se non sono riuscito a. tradurre intero il pensioro del grande clinico di Torino sarò pago se questo mio cenno indurrà altri a leggere la. relazione originale, per tutti oggetto di studio e meditazione profonda.
R . D'ALESSANDRO
La circolazione negli stati anemici (Acta Medica. Scandì· navica, vol. LXXXI, fase. V-VI, 1934).
HELGER E. NmLSr:N. -
L'organismo possiede numerosi processi compensatori, che mantengono sufficiente, sia in condizioni fisiologiche che in condizioni patologiche, la. quantità di ossigeno che il sangue ri.f ornisce ai tessuti. Cosi nel clima di altitudine l'assorbim ento m inore di os.<:~igeno causato dalla minore pressione atmosferica viene controbilanciato da un aumento dell'emoglobina. Ma il più importante dei meccanismi compensatori è il cambiamento del rendimento cardiaco o volume-minuto del cuore, insieme al cambiamento della. differenze. tra il contenuto in ossigeno del sangue arterioso e quello del sangue venoso: la cosidetta utiUzzazione. In condizioni normali il sangue saturo di ossigeno ne contiene il 18,5 % e, durante il suo passaggio, ne cede ai tessuti circa un terzo. Se si considera un sangue con va.lom emoglohinico del 15 % a saturazione esso conterrà 28 crn3 di ossigeno per litro; con un volume-minuto di lit ri 3,5, come di norma, anche se il coefficiente di utilizzazione fosse del 100 % (mentre quello normale è del 33 % e durante il lavoro muscolare può arrivare al massimo a circa 1'80 %) i tessuti riceverebbero solo 88 cm3 di ossigeno per minuto, mentre il consumo normale è di 255 cm. 3 c In tali condizioni dobbiamo aspettarci che il volume-minuto aumenti più che tre volte il normale. L'A. citale ricerche di parecchi studiosi e ne fa la. critica, poi po.ss& alla esposizione d elle sue indagini che si sono svolte su due pazienti, di cui uno sofferente di anemia. perniciosa. in remissione terapeutica e l'altro affetto da ittero emolitico in periodo di miglioramento spontaneo. Le determinazioni sono state fatte col metodo all'acetilene di G:BOLUL-\.NN, che può essere considerato come una modificazione del m etodo a.J]'assidulo di azoto di KRoox e LINDHARD e che l'A. giudica più conveniente, perchè di tecnica più semplice. Tutte le precauzioni furono prese, affinchè gli esperimenti si svolges..c:ero sempre nelle st.esse condizioni e queste potessero essere paragonate ad un calmo riposo. Nel paziente affetto da anemia. perniciosa. con valore emoglobinico del 36 % si ha un volume-minuto di litri 7,4 con un aumento rispetto al normale del 130 ~ 0 •
ltH'I8TA OF:T,LA
S'l'A,\fl'.~
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Mf:O!CA I1'AT.TAN A E STRA:-<!ERA
)hm ll'Ul,IIO che numr•nta il \'tdoro Hgb diminui.«cl' proporzionahnC"nte il Yolurueminuto. Il vo lume si.«tolico. che ern di cirNI. ero" 95 nella prima dl'teJminmdono, diminuì dm·tmtc la w·missiono a cir<>n 50 C'm'. ~··ll ' alr ro pazioutn ;;i 110. un compox·taml'nto ttnalogo dd ,·olume-minuw, ma i l Yolume ~<i.«tol il~o ~>m eccE>zionnlmcnte alto ( 135 <'rn") p t·t· la mi n oro frequenza <it-1 battito c1wditu~ (ci•·ca f'){) o.l mir11.to); COI'<n che, Si· è n onnal<.' in altri ittcri, nrm èl nsual<' in qtll'sti'L fo.nntr. Jl I'Odl'ici<'nte di u ti lizzazione c·ra tnrmf'nhtt.o in nmbo i pazienti concorrendo co><ì ad aiutnrf' il cuor<.' n l'l R\10 lnvnro t' dirninuivn durante lo. rcmiAAione . L 'numonto d el eodl'icic-nte di utilizzazione è filato vnriatnf'ntt' interpN'trato: fol'lnaziono di nuovi cnpillm·i i11 certi tl·:<suti P CJt•im li aumento d e lla superficie di diffusione t.m i!IHJJ!ll~' <' t.Pssut.i, con l'l'In ti va vnsocostrizione in a ltJ·i tP.J'ritox·i (pallm·•· dPIIo. pe lle); diminuzione di af'linit•\ tm sangue e os;;ig<'no e quind i più facile d i:<.-<OC'ittzione . )[n, l'nwnt·nto dell'uti li7.'l.uziono C'O!>tituisce una diminuzione d PIIe risen·e dt>ll 'organismo il r1uaiP 110 manil\·sta l~t d<'ficiC'nzn quand o aumenta il hisogno di OS"iw·no rwi t<':<suti. p. es. lll'gli e><•'rcizi muscolari, con la dispnea C'd alt.ri s.·gni di df'fic iPnzo. d e lla cirt·oln7.iOnt'. I:ipertrofin del cuor·c e le modifìcnzioni del miocardio ohe si hanno npiJ'aut-mirt p1·t·nicio;;n po;;.«ono in ~rr·an parte dipendere dnll'Humento del volume·minuto e non solo d n IIA. l'l'Ul11CiutzA. cl i Of'"igcno nel miocardio, St.'Cvndo pen<"ano F A'HR e Roxzo~r ed altr-i. J.'LOIUO.
CHIRURGIA GENERALE e Ro'CSSf:T. - Gli ascusl ossinuentl cronici da s tafllococco. (PeJ·io>ttit<' nlbtrmino~a d'OIJi<·r e P on<'et) (Jot1rnal de ChirUJ"gie, agooto 1934).
M m ;l .ONC:'l:F.T
)\on è esntto anuncttere in tutti i casi di asces>ti cronici ossifiuenti la J)ntw1l tu l>< rr·olnn' di (fUl'Sti: 1·si:otono dellt> inf<·:r.ioni oskomic litichP a lungo df'eor,.o, torpicie, detl'rminauti la fonnazione di veri nRCcssi freddi ossifiuenti, dovuti a ~ermi diversi, sopro.tutto 11.llo stafiloco<·co. Qut'sti ascessi per cong<•f<tionEt contC'ngono tm liquido siero-albuminoso con false membrane cd ò npptmto questa la ){';;ione eh<' ò stnta dPscrittn da PoxcET con il nome di periostite a lbuminosa. J,,\ conoscPn7.a di qu<'St i u;~<·•·,.,,..i o~ifiuenti m·onici da stn.fil.ocooco è \'crnmC'nto inter es.'<ante. sopmt.utto ai fini d l•l tmttameuto, in quanto che è bC'n din'lrsa la Clll'n dc~li asces.':li freddi di natum tubl'l"<'olal'c da quella d<'gli asce~i ct·onici da gel'mi comuni. Oltro c he f<ui dati cl in ici. f. sui risultnti della. puntura esplorath·a. P su que lli tlc ll't'><amc radioJ,>gico d ello os."'t~ chi' bi,;ogna foudare gli <.'lemeuti per llllll dia,!!ltosi (',c;a.tta.. L'esam e bntteriologico poi è qut-llo ch e npport<"rà In pl'Ova clo·finitint ed indiscutibile dciii\ periostite albuminu;;a di 0LLtE.R. In ba:<O tt qtlt\lchc OS.<;OJ·vaziono personale <' allf' o~c·J·vuzioni di altri autori, )foTrr.oNGUET e RoussET dimof<tro.no come n c llft muggioranzn <if•i ca_..i, nllorchè sorg<' il dubhio di I'R.<;('J'I:' dinmr7.i n<l uno. ra<·colto. di nntura uon tubC'rcolal'('. sia iac il(, eon l'cf<nm e clinico ntt<'nto e con g li esami di labomtorio compl .... mt•utnri gitm~Pro nd una dingnosi <'Snttn. Il trattamento degli nsces.<;i ossiilue nti da stnfilococco è shr-ttnnwutechirurgic:o; non ua~ta h\. !{f•mplice n!ipil·a.zione d e l liquido, che il più di'Ile voltf' prE>!':l·nta. notevoli difficoltù. LìÙ essere effct.tuatu, per la presenza appunto di false membrano fibrinoso e di congtùi nella raccolta: è nect.'SSEI.l·io procede re a Ilo c•,;N'I'Si completa, in blocco, clclln su.cca piogenica, come se si tt·attas."c di un tumore . Quanto alla lesione os.'lea.. ci si J'<'.~olerà a seconda d ei casi. Se v'ha una cari<', lrn sequc'Stro, si proc••dcrà ltlla. t•sen'~i: spcs.o;;o però la lesione os.'>Ca non è più in ntt.ivit.à. l'agce;:>~o ossifluente evolvo per proprio conto e quindi può bastare l'asportazione d l'Ila sac<'a pi~gcni ca, che costit.uisce l'lmica indicazione op<'rtttoria.
Ros.\. 6 -
Ciiorr.alc di medicina militare.
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Rl\'IST.> Ot:LC.-1. SrA)fPA ~lEOlC A rrALlA~A E STH.AKU::RA
TRAUMATOLOGIA
G. RoGsSJ':AU e C. AnA:o.tESTF:AA)IU. - Le fratture del margine anteriore della estremltà Inferiore del radio. (Jouma.l d e Chirurgie, agosto 1934). Fra le mun~rOi<e lesioni eh~ possono osserva.rsi a. livollo dti polso in seguito >Hl un traumati,;rno, ~li AA. isolano la frattura del margine anteriore del 1·adio, lt" quale. sebbene molto rara. _ne i cn.;;i tipici, costituisco tu~tavi~, _insil'm e alla_su~lns· sazioue de l carpo m ast~nt.t che l accompagna, wra entrtà. cl uuca cho ne giUsttfit'a lo studio. E la. desct·i~ione completa e dettagliata che gli AA. ne faumo sulla scorta di os.«erVll.Zioui cliniche e sperimentali è ancora. tanto più giustificata. in quant'0 ne lla letteratura sono riferiti pochissimi ca..,;i e noi trattat.i classici si parla molto brevl'mcntc di questa lesio ne. Si t.I·atta di una frattu•·a. doll'a.dulto che sopranriene in seguito ad una caduta. sull'arto superiore e con una frequenza d1'11'1,7 a ll' l %fra i casi di frattura dell 'c.~tt·cmit.à. i.nfedorc clel radio. Il nwccanismo di produzione è dato dalla. ipe rflessionc c dalla ipert>StPn,;ione clw in un primo tempo dà la frattura del bordo art icol are e dallo strapparw·nto del mar~ine anteriore che, ponncttendo al carpo di spostm'Si, dò. in tm secondo tempo la sublw;:>Q7,ionc del carpo in avanti. Dal punto d i vista anatomo-patologico è una. doppia frat.tura articolare, es.'l<'nùo intel'essnta non solo l'articolazione radio-carpica ma anche In radio-cubital<' infcriol'e, la qua le ultima è la causa ddl'ultnriore compromissione dci moviment.i di prona:r.ionc c l'<upinazione. Dal lato clinico si constata che !11 mano è in semi-pronazione e che il pol!.'O è sede, di profilo, di'Ila ciO.$<Sica deformazione· a clor'SO di forchetta. Le dita sono fles.<;<-, il polso è inchiodato in estensione, le stiloirli radiale e cubitale sono sporgenti sotto la pelle d ella iw.:cia dorsale ùcl polso. Si nota dolore vivo alla pressione a livelln ùcll'interJinNl. artic.olaro ed impossibilità. di'i movimenti de ] polso. TI pronostico funzional e è St'11ìJJI'O riscn·ato, do,·endosi tl'mcre sopratut.to la perdita del movim ento di cstenzione del polso. La diagnosi clinica è difficile. Tuttavia la lesiont> si potri~ sospettare quanrlo si è in presenza. dei sintomi d escritti.
In tutti i casi ci aiuterà la rn.diogmfia. Per il t.rattamrnto gli AA. consigliano la riduzione sotto anestesia gencrnle. indi immobilizzazione in posizione intermt>diR t.ra linea. retta e scm.i(Jessionc (che a,;sicura la contenzione del condilo carpico rwlla cavità glenoide) in una. doccia gessata per tre sot.timane, dopo il qunle periodo si fa ranno eseguire mo,·imenti pu;;.,;j,·i di flessione e di estensione, indi di pt•onnzione e supinnziono. Completano lo studio di questa lesione la dcscr·izionc di otto o~rvazioni cliniche e l'aggiunta di chiare e nitide rA.d iogratie. F (.0 n rou. .
NEUROPSICHIATRIA O. KAUDF.ns . - Manifestazioni sifilltiche precoci del slstem:~ nervoso centrale e loro terapia. (Wien. Klin. Wochensch. 16 dicembre 1933). È cosa at'quisita nel campo scientifico che la paralisi progressiva. primtl dd suo erompere con la fenomenologia ben nota pas..sa p er un periodo di latenza più o m l'no ltmp;o in cni la malattia potrebbe essere già identificat.a. istologicam\'nte (SPIEL:uE,El~ ed a ltri), mlt non si manifesta ancora con sintomi m orbosi ben definiti. In quest.o periodo di latenza della paralisi la sifilide già dà scgru della. sua predilczion? v;erso. il s istema 1?-ervoso. co~1 la. presenza nel ~iquor ~i. u_n r~p_erto umomle ca.ra.tt~mstrco m nulla differenzrabtle da quello det parahttcr chmcament e già. accertati. Occone anche dire che le st.esso reazioni si trovano t.ltlora positive. anche ae in ID:odic~ gracl?, fm i sifilitici rece~ti (R~vA~T); è fra q~~:>ti che si reclutano come st esprune W AGYER-J AUREGG - 1 candtdatt alla parahs1 cd è da.ll'ossernl.ziont> di quest.i sifilitici con liquor che si conserva tenacemente positivo malgrado cm -. intensive e protratte che ha tratto origine la. pratica. della malnrioterapia a scopo pro\·enti vo nel p e riodo preclinico e umora.lo della paralisi, qua.ndo cioè iJ p•·oct..,..-';o
Rf\"ISTA Df!>LT,A STA:IfPA :lfF.DICA ITALIA.."'<A E STRA:-.'IRRA
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morboso. all'inizio, è ritenuto suscettibile di vero arresto e non di remis.«ioni p<'r lo più incomplete e porziali, chP- - come ha ridimostrato rccf'ntemP.nte il Buscoino - tralignano ben spesso in w1a nuovo. recidiva, questa volta senza possibilità di nessuna t-erapia ,-alida. .-\mmP<>'n comf' postulato l"dlìc!'l.Cia. indiscus.'!a della malariot<'rnpia, tanto maggiore, quanto piì1 presto venga effettuata, l'autore insiste a ragione s ulla 11tilità. teorica e pratica. d'un'indagine periodica condotta sui sifilitici allo scopo di controllarli non soltanto um.oralmentc, mo. anche clinicnm<'nte. È diffic il<' avere in siJlgnli ca<>i il qmtdro ùi un malato di sifilide che ci rappresenti senza inkrruzioue il df'cot·,;o clinico-umoralt> ddl 'a~<·zimH) dallo stadio primario fino agli <'Siti terminali. Eppur€" - come> giw;tam<'nte dice l'autore la conoscenza del d ecorso totale d'un'infezione sililitica è d'interesse alt.re ttanto teorico quanto pratico: teorico. per la valutazione d elle proprietà acquisite dal sifltema nervoso centrale sotto l'aspet.to immnnbiologico; pratico, p e1· la possibilità di iden t ificare fin dall'inzio quelli fra i sifilitici che diYe nanno più tardi paralitici e sui quali è p erciò opportuna l'attunziono dello. t erapia malarica. )Ia v i sono nd periodo secondario sintomi cl inici eh<' po;;.<>ono essere eousiderati pro(lromici d<'lle due importanti:;sime aff,•zioni del ~ist<'ma nervoso centrale, la tabc e la paralisi progrest>ivn? ' È noto che la tabe comincia con un p eriodo di sintomi iniziali chf' si sviluppano Jenti,;.«iillllmcnt~. in modo appPna Yil'ibile: flono soprntut.t.o sintomi d'irritazione scnsitiva (dolori latlcinnnti delle estremità infl:!riori e dolori a cintw'a}. 1\Ia. q·uesti sintomi pnrlano già. di per sè stel>-;;i per la tabc, che p erciò giìt n(') suo primi,-;;imo esordio può essere diagnosticata con certezza.. A riguardo d e l valore delle alt erazioni pupillari, p er la tabe come p ct la parali;;i, domina incf'rt czza e di q11esta traspare anche l ' importante monografia tli Igc rsh cimcr citata dall 'autore. Piì:1 iropOLtantc è la questione se nel prituo o secondo amw della infezione sifilitica può aver::;L già qualche accenno a manifestazioni prodromiche d'un 'affezione paralitica ulteriore. L'A. ricorda giw;tamente cho n e l pon·o una diag"nosi precoce di paralisi non serve lo studio d e lla sindrome· tunomh• d e l liquor, che in nulla si differeuzi~t <la q nella che presenta il paralitico il1 Rtto (,-i tratta solo qualche volta di differenze quantitati...-e. N. d. R ee.). Nè clinicamP.nte è dato il pi\1 dello \"Oltc rilevare d ei s intomi prodromici della p. p., i l cui abitualo modo di esploder e improvviso, che può apprwire strano in un processo in cui i fondamPnti anatomici si formano attrawt-so w1 lavorio progressivo di anni, si riallaccia- secondo l'autore - a uno stato d i disquilibl"io improvviso ch e subiscono que i processi complicati di carattere immunitario che si sottraggono per ora quasi completamcnte allo nostre conoscenze. effuttunn.ti n ell'organismo sifilitico per efftltto d ell'infezione. Con ciò non d ev'essere eletto che con un'indagine n e w·ologica <'satta e periodica dei diversi stndi dell' in.ft>zione- sifilitica non possa essere afferrato anche qualche segno che pre luda allo sviluppo della pnmlisi (lievi attacchi apoplettiiormi, epilettiformi, ecc). L 'A. rias.<:wnA la sua esposizione ricordando che è stato suo scopo non soltanto d i mostrare l'importanza, d elle manifestazioni nervose della sifilide nei primi anni dell'infezione, ma anche il valore che assume la presenza di tali manifestazioni col probit'ma della profilassi d elle affezioni m etaluetiche tardive amezzodella:m,alarioterapia della cui ~tttuazione in epoca precoce egli si dichiara comrinto pa1'tigiano. SACOKE'l"rr.
OTO..RINO-LARINCOLOGIA :.\Io~TEmo. -
Il bismuto nel trattamento delle a 'lgine liJCUte non specifich e. (Anna.IPs d'Oto-Laryugologie . Giugno 1934).
L'A. dopo gli ottimi risultati ottenuti n el trattamento d cii() angine di PlnutVincent con preparati bismntici, venne nel 1929 nella dcte11nino:z.ione di trattare n t> llo ste!'SO modo tutte le angine poltacce non specifiche. .Nel trattamento con Bi d e lle angine fuso-spirillari ave,·a notato re~essione di o~i sintomo in st>gltito a due iniezioni intervallate da 24 ore e guangione delle ulcerazioni tipiche.
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Xc·gli AliUUH In ti di anJ:!ilu' p ;,eudomt·mbrnn o>'C. c h t' frmnano og:g<'tt o d cliP rl •f't•nti osscrntzi o ni, l 'A. h t\ e-liminato fì11 eia l primo momcHt o ogni nzionf' mPciic a · nw ntn;~n. t•>pi<'a. ud lm con ricnrcho battc-riscopic h c (~.\:O.JPA.JO ) e batt.cri o l<>p:ic h e ( 1<11.1(1 1) ••,w lus n C•Wti C>tso di fl~soc iaziouc- fus o-spi•·illn•·t• con umig dn.Jiti po lt ac~, p•••· tmt.IJin• qno •sr·c- ul t imf' solo <'On trnltunwnto b i;unut.ico. Dnt•• il ,.,.,..oc onto di !">(i o;;st•rvt~zioni. s i diffond e a truttnrc d e ll'azione s ui , ·a ri ;;intomi •·nn pri•p•u·Mi eli Hi. nd<>JWrnnclo n c• vu•·i J<fl li in di,·e '""'' con<'<'ntra;r.i o ni. n f'i prodo tti :wl•• hili 1' inso lubili; in princ ipio Rismoj;wn o l. Quimby. Tiobi, H. Dt'l'bi Ihirnn. J n dohismn n. in ultimo l' Eritro lu o l dw nl Bi lUC'tflllic·o A;:;.-.ociA '"'·'-'IC1117A' O l'.!!uni<'h~• clw 111 ' nmnPnt n no l' nK"<Orbitnf'nt o ,.. J'pffc tto to•rnpc•utico . 1l gmdo di ;;•) lubilit Ìl non hn m n nif1•!'tMo alC'unn infhwnzu s u 1\·ffptto <lf'l pro· d o tl fJ . ::ic• ìt pri(,..i potc-nt s t·mhnnP c:h C' i snli s o lubili dO\'I'>'.'<l'J'<) an•r(' un (•ff,.tto più •·~t pido cd A;r.io n t• più inft·••sn. qtJt'Rto in prntic n n o n fu COIIs tlltnto, auzi l'a zionE' più rr••(•()(.'(' {n ij Ol'l' .t.tll'init·ZÌOIH' ) ;.j è {1 \'ltl a. f'OII i Rali insu lubili. TAli fntt! ('l'f\ 110 g iit ;.t nti eon~;tntnti do F OI' ll:SII·:H ,. GPr:xnT; Lt-~ \·AorTr dic·p : qnnlc c lw !<Ìfl In ()o :<tilllzion C' chiminl (k i sali di Hi c il modo di intro duzitm\.'. il bismuto ;.i n&«oJ·bc l'IIJ>iclnrn~~;:n te , e npJm•·c• i;.tunt.\nt·nmr n t<• nt'IIC' .urine. Il pr·()('cs.«o chin'li<:o c· bic>lo~it•o ciii' fls.-tic urn. I'A,..._imi)fl,:t.ioJw •lt-1 m PtAllo è uno d e i più rapidi (L:r>YAPJTI,ll H ism uto J• CI tmttnmento o/n! la sijilid<•. ;\1a,.'<nll l U:N ). La qnmtti Ut di Bi no11 R<' mhrn di importanza r f'a lc : m o lte• g nnrigi oui !'< Ì "'m o tn·11nt•' <'011 n nn soln i11it•zio •u' . n o n " i è mni S0!1>As.;;;at.n la t.c r"MI inic zi o n<>. c st·Inpre H :H m·<· di dis tnnzn. TI t>t!<.'>O eli l~i 11011 ù e,-e C'!'<SPr· infc rim'f' R 0,0!) Pf'l' v o ltn r 0 , 10 iu du" inio •l'.i oni si :<O li mos t ruti s o'mprf' s ufficic n t i A o t t<'n e re la s parizione di'i ~cnni l'ht' ti\'OV O II<• oec:n,.;ionn to ltt fonnazifJ n o rh' lll' fol><C' m c m.btf\111'. J~ 'oH-'<ij oduro di Bi. ins nluhik. l<:•·itmlnol. ><i è TI\O!'< tntto il pit'l d'fiooce. L 'f';.nm•· hntt Pr io;.<'npico {:ol Fn:-r·rANA-Tnrr~O'!'-'lH:Au n o n hA mn_i rivc lni o t.r· .·pn• u•mi . ,. ><i "1"1 t rrwAtì c os tant,·nt•' n!f' in tnn.'l.-.c e n o rmi ndll' JUI •robt'tl.IIC' COC<'hi 11 morf<Jio gin ,.Infilo o s trqJt O<'Ot:f'ica. L '«'~nmt• bat.tNi o lop:if'O hn cluto c o lhu>t:: A E'r o bir-lt <' m <'IIO nhho ndnnti cleii P tmH «'J'Ohi C'h(•; mo!'>trttndo o ltrt' i gNmi abituo li l 'orofu•·in~·· nuc·ht· strcptoc ncchì ••m o lit ic i. L'A. eondudP rit-f'nC'rllln comr tmttamcnto itlPRie dlcllf' llll~inc ocull' 110n !lj){'• c i lì<· h·· r i ni,.ziOI W d i 0,05 di 1111 Sfl.le di Bi, pre fetibil e 11011 solubile, nlln. p o rtA t-t\ d i n g n i 1nP<Ii no. Il si nto mo pii• into llf' r·uhil t' , cl o Jo,-.. nf'lln d• •l:lltttizio n C'. f. ÌJtfhw11zo to h <· neficll tw •nif' p.-.r primo dul ia init·;r.ion('. infat t i (1. 8. lO <WC' al m•t-"Himo dopo l'ittÌ<'7.ione È' scompa n-<o. ~~·gw· in ordine <'ro nol ogic o ct .,..~nzi one ddlu fc•bhre , dPlla tmne fuzi o n e t o nsillare , d c• i ~n.ngli. Il pt·o~'"'-"0 infìammn tm·io r c•gretlis<'c a. , -is ta, le- m e mbranl' ~:;i distoocu.nn lu-"c iando mm s up«.> l'fic in nppc•nn di;.c•pikli7.7.nto. J gtmg li r q; io n a Ji rimn11go no rpmlche g io rn o qn>tlt• r c liqun to di un pr·o<'t':'C'-'O di difl':<n.
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RAFFOX~:.
R. l'i1·:1:1u:. -
Le cefalee rlnogene. (Ln ~ft'di c ina ln tf' r•n:nzim ullc . Luglio l 934).
Allr• , .c,Jtc· d<'l t·tn1inn.t'P 11' cntL<::O eli una c••fakA Hon ò fa c il e còmpito. p C'rc}lC\ ~li o rga11i C'IIJlltc·i di provocar l n Rono m o ltC'plici, e d iufiniti s ono i m o m f'n t i <'1 io logiC'i ,. lf' modulitil t·on <'UÌ ""-~A RÌ numifN< tu.
)l u.n so " "i sr· ui fA('ciali parC' c he s in n o gli org uni ch f', c on una certa frequt'nU\ di fro nt-o HJ.! li tdlri. pn"·ochino, c on lo lo •·o altc r·nzioni, cl'falce a localizzazioni d i w· t'SI' , ntl ••st rin:•<'<;a:~:i onc C' fC'nomcnologia mul t ifonne. Lu rng imw di qnf'J<tA ;.in tomutulogi a . dd ,ono n;.pf'tto prot<'iformt> e talom cl e lia suo. oscHrit>'t o diflicoltil diuW1nstic11. ri><it•dc• n e ll'intilllità. di rapporti cbe la cn," ità •w;;;nlA e l•· s u <' dipt·ndf'IIZ<' a;;;mmon o ooll 'endocrnllio . L f' di\'l'l'>'f' ln(ldul il it d i l'npporti spif'guno p<'rchù n i"l \'idut a l'P l n patogcuc-si d··II C' ecff\l l'e •·inogt•n t• ll(ll1 1·i s i p o><s& limitar<· ad uno s oln d elle Ytu·ie int.erprcla· zi o ni por g in><t.ific·u••n lo. cc-fnl<•n in genero (Azio ne dire tta o indiretta s ttllc tennina· zioni tri geminnli Jn(•niujl<'C', f<·nomoni v asomotori d e i va!ii pioli o durali o d 1•i nuc lt•i della bmw di nl\tum Rimpatic a , opc ra.zioni dirC'tt.l' di una ipooR.'~i~emtzione d PI s nnguC', s quilibri eli pn'><sioHc dd liquor, f'Cc. ) e bisognn in og11i ilingo lo cn.~ ri c·,!rc ure con l't•t,iologiìt ltt g c u f':;i. · Le cn use pii1 frcqnc nr i d(>llf' cc.fa.l c<' 1·inogC'u e sono le ;;inusiti.
IOfii.i E cosi PO"-"'iumo cmnin cim·p !lri<·o•·dar.· cmn•• Jwl coJ'><O di ntt h11nnh' mffnxldore si hn ><O\'Piltf' 111111 cl'falr-n ~r;wati,·n fl-ontol<' clw ;<Ì aec·Pu two nd ogni ><fOl"J.O Yi:<i,·o e nclln flp;;;.;;;io•u· in u,·n.nt-i dd <·npo, c•·fnl1•a <·h•· i· doqota in g •·•ut pul't~· alln COHgestimw dclla muco;;n dei seni P di'l c;tllu le llll»O·ft·ontnlo•: <JliP><III è la :<iii<L..;ito· cuturrale rli a lcu ni 1\utori. Tnl<' Ct>fAif•u Pon din'""" modalit•'~ ò nm•or·n pii1 neccntuntn n<·lln ;<in usit.c fr·onta l t> pm·ulr-nltl nf'utn <· ct·onic·n; ru•IIA ><inu><i mnsc·d lnrP tH'IIt n. iu 'llll'lln ,.:fpnoirlal l', nello '""ioni d e lla U\II('O:<~t dPl l'lt'no con,.:i,.:tnnti in p1·odu:t.ioni polipo,... o c i><tif·lw (;;inu,-it<' ipcrpln><ticn di 1.'ffo·nord) o nndw ;;oltHn to in lllln ><tnt o di t·ottg•·>'liom·. Qucst.c• !>J)<'Cinli Hin drmni dolom><<'. c-IH' po,..-;ono "'"'')(·im-,:;i <·nJJ lu IH'tu·it.c otticn •·t>trobu l ht~r·p, hnnno n.nrto IIOIIW c iutt•rp•·••t<Jzioul' d i'''''"'": "inuki t i In t''" t i (LAURJo:NS) ct'ftd ~·•· fll'i nn •..;i ,.:tn~tli (BfLA:'\('Jnxr) \'Hr· uum ,.:irr ll» (Sr.r· rn:rt). I carntt~·r·i ,. hl ><•'di' clt·lln Cf'fah·u dO\'IIIIL nd Ol<tnrzit>rH' dt·lt·nllult· di ,.;bocco d· ·l t<<'llO . !.!d una clp\-illzinne alto, del ~·tto . o nn'ipc·l'trotin ch·l comd to nwdin, ttllO diln · tn.zione di'Il A. bulla o rll'll'a~Z~<'r llll><i, un'ohnonne r·istr'f't.ti'ZZn l'io(· dt•lho fo,.:.><n nnsnlt• cho portu nd HIL contatto piir o mr·uo t•str'l:l•> rlPII<' su1· pnn·ti. trO\'HIIl> dllrH1u<' no•ll n lo r·n l'l lwcia l<' l'li n d m m<' wro p:irt.;;t ifica~.iont· d 'or·d in o· m•·<'<'UJr ir·o. 'I'Hio ra Ì11VePr> compaiono dolol'i n. topngnrfiu ('(lu caru t!t-r··· tlt· l tutto s p•·c·i>tl" che si dc•bbono nttl'ihuirc unicmnt·ntf' nel una intltrr11zn dc•l ,.;itnpnt Ìt:o na.·mlt· "' più pllrticoiAnno·nt•• dd gunglio sfl"no-pohrt;no; t' :<i h11n11u nllnrn •tuulln sind romi morbo,.:r· che vunno sotto il nunlr> di ,.;inclnnn,• :<f~· nnpalnt ir111 di ~lnd t•r· 1 :\lonif•>~<tu zioni <lolo•·os.' nualogh<' :-;i h an no s pl':<sO 11dl•• 1·iuit i , ·n,.:omotorir· t' spnsmvdich~· •·•l in gt'IH'I'C' in qurll<' s indromi nn,.;r.t li clw r·it •nt nmo rwl qrutdr·n di rnn11ifP:<I.nzioni a l· lergiclw "u un t.N-rr·no di squilibri o Yn)!o-,.:impnt i('o loc·nl<' " g•·•~t · ndo •. Lt• [ntttun•. i COJ'(li ,.>;tmn<'i <lr·l nus1>. l'nti'I':;Ìn connalt: ind11nuw l'tlll (n·qm· trzn ceft~IPI' n tipo e ,...rJ j diff•· •~·nti in rApJ)Ol't<l nll'iTr·itnz.ion<' clt•II P t.'lmiturl'.ioni trig<'· miua,Ji Cld all'O»I·l'IIZiOIII' l'l'><pinl!Ol'ÌR. ( 'Olll<' p111'(' nl'il<• fo11llt• ll\'tliiZll l t• di OZt'IUI. _, n olla ~itilidt' nnAAit• In. cd'alt·n non mn11crt mni o co>;Ì ""i tumor·i 11>1:-<nli P;.;AA è fl'equcnl t' . inv<·c•' ù licw> ndl<· po lipusi, è pill JniLI'('Ill'll llt·ll<l ru•oplu><Ì•· mulil'11e cd i cnrn t l.<-ri di lJ.U<'><Ia ('<' ft~l t'R ,.;On•> din·r;.;i n, >!('Condo dl'ilt\ ,.,.t),. di'l trmun·•·· Ln ùingno"i diffr•J'<'nziA.I<' tnr l11 cl'iul t·•~ r·i11og•·tll' ,. quell•· d'ul tl'll ot·i~i •w non è sempn· fndlo t' vn ha!!at.n. ~ui si11tomi lor:n li <' gP nPndi . p ,.,. nffnt'Til.lll't• l'm·iginl' nn· ~<>~ I O di UllR. Cl'fU II'rL bi;.;ognn :lJll'>'->;0, o Jt r•p nd lUI tU'<;tii'IIIO t'S I\1111' t•Jido,<~a>pÌ C:o . l'lil'· gu ir•• rndiogmfil' fncciu li , ri<·onere n l (·utf'l<·ri:-<n\0 d1•i '"'"i od <'>'l')(ll il·o· J.wnt\11'1' di quc•:,;tto cuvih\, ricPn~u'l' se vi sono pun ti d~·l In llluPu:;tr """"l<' la l't li "l "'<·i llu z io n,• proV()('II il d oloro camtkri!<tico, ;;t~ggit~ro lu ~lato ùi ipo 11 di ipo'l' ,., ... itahilitit dd ,.:isl.<'· ma netll'o-v<·gc tnti\'o d el sist cmt~ nH<:<nll' c 1-!•'ll<'J'Illt•, <·sHnliJJOI'l' " •·x junnrt ibuos n J'dtd;f,Q do •IJa COCililliZZtlZiOII P ciJ'CO;tCl'itl tl. J~a curn è clin•n!u n !;I'Cortdo lldl 't·t.iopatog.·~tt·,;i d<·lla cdu h·n c:- \'rt dir•o•tla e:;.~nzi n l mcmU.· cont.ro la cn.usu. Quando provulo uf'llo "i11d1'0rni doloro-;~: l'eknr.<·III O :>imputic:o lo. r: um Ytì. diretta a. m odificare iJ tono dt'l sistema netu'O-vegek\tivo. n~endo ><io.~:~u tutto l 'or· gnni~o. sia dire ttame nte sul uo..-so. In qwdche cu,;o la C('falen rinogono, dipt•lìll€' nnicnmPnt.o dtt unu particolllt'O irrit.abilit.>L ddla pi t uihtrit~ conw segno <.li una ipt·rreflctt.ivitt\ genera lo log!LU~ aù un t<ll't'Pno n t'urotico; l'idr·ot.Prapia. i comuni scdo.ti\'i nf'rvini, i pr'epA.rA.ti fo><[o•·ici Ptllt ncho l'nltn froqtu'nza po,.;sono dare buoni risultari 1
t,.
s. VI TALJ-:.
P. J.-~.c•·tuA. - Quanto Importi l 'esame radlolog ico della laringe nella pratica tlslatrlca. ( Husst'..-(1111 c-lilli <ll> s.·i<·lltifit·ll 11. !l sl'tt<'ll riH·P. 111:14) . Lu tu bt~ rpolosi d e !In lo ringe ti 'li ftu·i lo tlill.I!IIO><i m•)!l i "tad i 1110 lt o a''" 11zu t i qunndo sitl lt• lc;;io11i IH·imnric polmo11ur·i ciH~ qt~c ll<' :.::('<:ondurie dolln l~t rin~e "o" o n bhn:<tnnza "'·ihrppnt E>; è inYene IIClln prinri><~inrn f11sr• rlo l pr·oce><:<o dw In dinl!nosi può o"sere us:-'tti •liJtid iP Nl ~·npptrnto in <lllt'><tv per·iLulo c lrt•. ntontt·P og-ni ntlcnzionf> é ri vo lm alln r·i•·••rf·n 1lei ' pl'inri ;.int r•rlli pohnonnri. """ <li r nrlo ><i la,.:ein J>tt"-o;nro "'f•nzn. I'CCe>'si\'O pP.-;n qun lche seguo tlf'lln p r imn par·trr·ipuzionE' mnrho><u dE'Ile vii'> uf" l 'eC' >'Uf'CI'iori r,unli nrtiredd ori ,;tn!!ionuli l">el.,.i><tt>nti o ln.ringili ro t o rruli . i<f',l!ni, ir avecc·. cloe r·:IJ>IH't:>'f'lltOno le prim(l U\' \'i-""IL"Iit• dt'llu insiclio:<l\ lt'><inne ;;pf•c-itir·n f'he in {)IIC':<to l"t'fl<lin pnt r·l'hlxo <':>>'t're 1\ll(llll'll prolic-nntnPntP C'lll'll bilc .
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.RlTlSTA DELLA STAMPA lUJ::Dl C"A ITALIANA E STRA:l\'IERA
L'A., c he é radiologo, ritien e m olto utile che nei sttnatori e nei dispen>:ta ri , a completamento ddln clinica polmonare e d opo l'indispellsabile e metodico esame lau-ingoscopico, siu adottata anche l ' indagine rndioscopica d ella larù1ge e in ca::.o di ~<ospet1iata lef<iOJJe anche quella J'adio~TJ·nfica. È necessario però eh«:> il r adiologo ~<i fa ccia prima, con una :;cri e d mmdiografie o con l'abitudine alla scopia di Laringi, una ehiarn idea del compo normale. La ri cerC!I ' 'a fatta in profilo late mle d c!<h o e :sini:s! ro . Cert-amente il radiol op:o non può avere la prete~ di sostituire la laringoscopia a noczzo d e lla quale è possibile ~iu dicare le alterazioni di forma , di color e, di movimt>TH.o d elle corde Yoculi (dist.nrbi d'innerntz ione e di t ono muscolare) e ciò rico· no,.,<·e l'A. stes,:o, c he con l 'est~me t·n<liologico ci pro::;petta la po,;,-;ibilità d 'indagoue ;;oprHtutto le c<mdizioni di cal-cificazimoe delle cadilagini e d ella ventilazione d ei ,.,t>ni d el 1\'l orga)rni (,.;e ne controlla la dilatahilit.à facendo nseguire una inspimzione a lJocca e narici chiuse come n ella prova di YaJ,.,t~h;a ), n onché le modif3c h e d (•i profili per tnmefuzione d ella mucosa sp ecia lmente a corico d elle pliche ariepij:tlo t. t iche . dell'epiglottide e delle aritenoi<li. i·: noto chP, con qunlche difiercnzt\ tra l' uomo e la donnA (,·. schemo di \\"or· n ing ), la cnlcificnzione d e lle cartilagiui laringee si inizia n e lla pubertà (c. tio·c idea) ver progn~dirc nell\•tà aùu lta (cricoide ed uritenoidi, escluso il prcc!"S.'lo YOCtllf.'). 11 gnHlo tl i cn lciticnziono rende rà po,.,!<ibile o meno la vi;:ione d el profilo del seno del :\forgugni. A ::;econrla della nitidezza o d ella indistinta ~<fuma tura d i ombre mrliojrrnfiche. i'C il procel<SO di calcificazione corris ponde a lla fisiologica m e tRplasia dt>l te,.;i<uto oartila~tineo oppuro u deposito patologico n ello s t r oma di • ~anellini calcari •, con una certa e~perienzA si potrà dedu;·re se é normale o anormale come '"·viene sin <ltli prirni stadi d ella t . b. c. larinp;èa in ~'<ep:uito a fotttori t o!';.'\'Ìci. contro <' pericondritici. come la mn'ncnlu dilatahilità d el !<en o di l\f.oqwgni indicht•rà la (•:<i,.,tmlZtt di tumefuzioni. D opo Cfll €'i't e premes><e clinico-differerwiali l'A . riporta alcuni quadri rndiologici n ornoali e rod iolo)?ic i di umt collezio,,e per::<onnle e pas.«a poi a i dettagli di t ecnica (di!<ftHlZil focale . di tempo di JlO!'fl . CCC.). Jllul'l l'Il quindi l' unpor tanza radi o lof!iC'a nelln diA)rno~i differenziale, talora noolto difficile, tra fonna tubt>rcolnre. luet ira t• mi;;ht, metll'mlo in chiaro In clivcrsirà. dei processi !':ulln guida dPila calcificaziollft': <IHc~nlc ificnzione d elle cartilagini nella tubercolosi, cnlcificuzione compatta a margini ;;t',t:ht>lta.ti o o tilo eli perle ricorclant.i gli osteofit i nella lue. Hrevenwntt> HCC<'nna pure a.J la 1·adiogrofìn clelln laringe pt'eYio. immi!'<siou e eli piccole q uantità eli ~<o~tanza di contr asto e dà la p1~ft'renzn oll'olio iodato. TR Oil'A.
OFfALMOLOGIA
G . :FA,.AJ.o uo. - Ulteriori ricerche sulla contagiosità. immunità. relnfezione ntl tracoma. ( Hns~<e!fna Haliunn d 'oftolmolop:ia, mag~io-giug110 H>:H p. 3GI:l). L'A. hu ripreso lo studio rle l problema , tuttora insoluto, della contagiosità o del tr11comn. se)o(loen<lo i fatti immunitar i che si ricoii~>!!Uno al !racom~1 >~t NRO, t! cln questi n o trne interpre utz ioni personali. l>t~l comporta monto epideJnio lojrico d el t.racoma n elle varie famiglie èri!"ultoto che in genPrale e.•dsfono in que;;te \mo o più m embri, i q u ali restnno immuni dn trn comn, e perciò l'A. ammt>Lt:e senz'11ltro \m' immunità per il tracoma oppnre uno Yl'ra a ttellunzione nott>voJe del vin11<. Qu c~<t l'l o~Rtll'vaz i oni epidemiolo,zich e non han n o però trovRtO eonfer ma sulla co ntnjZio;:ità o meno d el vinJs tracomatoso, in quanto che l'A. inoc ulando materiolc eli con,~tiunti\'t> t.moomatose in altre congÌ\mtiYe AAllO umane non è rh,;;cito a ripro<'llll're l'nffezione . l risultati personali, analoghi a quelli di altri l:ltudio:;i, fttnno pcnsnre ch e n on é arnmi,.;;;ihile ehe in tutti i casi gli sperimentatori ~'<1 ,;uH H> troYuti d i fron te n materiali privi di contn~ZÌOFitR.. ma è p i\t Yerosimile JX'I1~1 n> che nlcuni cus i fo~l'\cro immuni YC'l'RO il tracoma. e non esclu<~ono ln po~<.'<ibilità che i l I.J·ucomn. pos."n 11 0 11 ei'st> r·o llffa t t o f'ont aJo!io;;o unt:hE' I t ella ;;uu f tt=-e l'l i 11 i<·•' p iil attiva e ><c~rrcrront c. L 'A .. in btt~<e nlle s ue ricerche e n Qt'elle di \'n ri altri sludio!<i. si s:ente pnrtnt" a. l'it(•n<>re che, in futto di im~nunità n nt.itJ·acomatosA, E'f'Ì><tonCl tutte le po:<"il.>iliti\ l'Hl
RIVISTA DELLA STAIIIPA l\JEDICA ITALIANA E
&'TRA~"U:ltA
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biologiche, da 1m':in:ununità assoluta o qun~i f;Ì no al più alto gntdo di rt"cettività oome in fatto ili immunità gellcrale ogni co11giuntiYR ha le sue particolari recetti,·ità ed immunità. Inoltre affermo. che nl'lla immunità e recettività ha grande importanza il iattore preilisposiziOlle indiv;duale, prr cui a secondo dei poteri di difr:::a e gene•·ali e congiuntivali s i hanno forme VE're di tracoma e forme frustre. e f'ioè con!<idera il polimorfìsmo clinico del tracomn umano come il rii:ultnto di una (lift"crente renzione e reccttivi tà. della congiuntiva. di fronte allo s tesso Yi1·us specifico. Per il conta~Zio tx·acomatoso l'A., oltre il fattore costituzim.aile. a111mctte unohe fattori insiti nf.>llo ste~so Yirus trocomatoso, come la viruh'nza e la qtwntità riconoscendo ln contA.I!iOI'ità della secrezione e delJe grmmlu.z ioni trocomatose, e la non contagiosità. delle forme cicatriziali secche, uelle quali s i lllt. un'Attenuazione <lei virus. Per quanto riguarda l'immunità ocquisitn nel tracornn l'A. in baseni t•isultati d elle sue esperienze e alle affermt~zi<mi di precNlent.i l"t.ndiosi riconosce che c il i racoma conjliuntivale e corneale é suscettibili;;s imo, come dimostra chiaramente la pratica clinica, alle recidive, mentre può essere imwune di fronte a una e più reinooulazioni n, e s i dichiaJ"t1 • perfettamente convinto che una reale immunità s ia congenim, istop:enn, che acquisita (nel senso classico, di BesJ·e<lka, ecc.) esista nl."l trocomn n. Rifereudosi poscia alla fl ora batterica convin•nte nellu conp;iuntiYa e nel altre cause concomitAnti e de terminunti, a noi ignote, e dai ris ultati delle ;;ue ricerche l'A. ritiene che la congiul1tiva, umuna s ia molto più rccettiYa di fronte n Ila comune flot·a. batteric11 congiunti vale che rispetto al viru!' del trocmra. e che è pitt recettiva per il trocoma rincutizzato che no11 per il tracoma cronico. Infiue nffcrma cl1e nella itlllllunologin del tracomu i due termini fonòamenlflli sono l'immunità e la recettività, e che nel det01n1ini:-;mo del conmgio i chte' t errnh1i <'!ltrcm i sono la rl'cot.tivitA congiuntiY11Je e la pntogenicittl. <lo! virus. M. I'APAC::-10.
D . CATTANEO. -
Forme lperplastlche nella congiuntiva tracomatosa. ( Ra;;;;('~la Ita-
liana di Oftalmologia, maggio-giugno 1934 pag. 325). Ript·eudendo lo snJdio clinico ed istolof(ico di alcuni casi di ipet'j'>lasie deUa congiuntiva. in tracomato~>i, alle quali dà il nome rli iperplasie plasmacellulari, l'A. concordemente ad altri dist.i ngue queste sotto due forme principali, e cioè alcune >-ot-to forma di un h1more ben delimitino, a ltre sotto forma di un ispeB!<imento diffuso della. congiumivu. L 'aver riscontrato queste iperplasie plo;.macellulari in soggetti tutti t racomutosi fa pensore all'A. che queste siano dovute ol fa.ttore aacoma, ma non esdude quan to affermano certi studiosi sulla possibilità di tali formazioni iperplastiche a11che su congiuntive non tracomato!<e. L'esame istologico eli queste iperplasie ha permesso di mettere in 1·ilievo \Ula costituzione anatomica variabile, e perciò l'A. distingue i seguenti t.ipi principali d.i iper plasie congiuntivali: l o ipcr plasie a tipo plasmacellulare, in cui la cara.t.terisdca f6ndamelltal e é la grande riccht-zza rli plasmocellule; 2o iperplasie a tipo linfocellulare, in cui predominano elementi del tipo Jinfoide, non ra!lgntppati ma sporsi fittamente, e linfocitosi all'esame ematologico; ao iperplasia 11. tipo istioblasc-ico: Teticolo-end.oteliale, in cni lo stroma è formato di un dpico tessuto reticolare, di!<posto a lobuli cirool'<critti, e rli vere e proprie fibre collage11e addensate, mentre gli elementi cellulari sono rappresenta ti da pla~:macellule, in predominio, e da linfociti SJJn~i o raggruppati appena; 4° iperplasia a tipo fibroso, in cui prevale un tes.<>uto connet.tivo f'Ostituito da fibre collagene con scarsi elementi celh1lari di infiltrazione. Pe1· quonto r iguarda la genesi di queste iperplasie della eongimHiYn ntier.e che quE'Ste pos~>ono el:'f<ere considerate ecme il prodotto di reazioni diver >'e a sti lUOli Jenti e prolungati d i natura s;;ccno~>ciuta, q\1ale il processo troccmntoso, 1·iscontr a t o nei casi da lui studiati. &>condo l'A., q\testi s timoli lenti detexmine,·ebbero l.lnB iperprodU7.ÌC11C di elementi pirroJofobi C SfCCÌe di pJaJOmocellu}e O liJ1foc iti
l'lf'THl'llli p t•oprio d..tlu in!ìltrnzi<•nc lT'HNll11ill(lsll, 1111'1\lr·t• ahn• volH• ,i cl<•ll·rtllillfl rel)IH-' 111111 stitnuln~.iullf' (;' reuziotw dt:gli c•ll'll1Pllli piJTo>lc>fìli i:-slioùlmuic i o uhrè \"Oh Il IIIH"Ol'll
d i d i \'('l'l'P CII l t'}!:<> l'iO d i C'ff'lll('lll i.
DERMOSIFR.OCRAFIA F.
Ricerche anatomlpatologlche sperimentali sulla s porotrlcosi. (Il Valsalvu, rnnggio 1034 · XH, n. 5).
RoolGHtERO.
Dopo cho SCIIE:-<CK scoper.'SO nd 1898 n<'gli St11ti Uniti lo sporotr-ichullt qualo agente d e llo_ gommE> cutaneo c he si sviluppano n t'g li indiYidui d~>bilitati, gli studii a r iguardo [urono continurtt.i con ~ot t·tuttlc intct'Cii.'<t' ~il\ in ltulifl. (.'hf' in F J'IUlCit\. e sopt·atutto per opPra. di GotJotmuT. La sporotricoi<i, quo.J e ~·ntitJt no!'og,·nficn, è rinuJ.;'I In piìJ !'lto nltro n e l dom.inio dei dermatologi ('(! ò og~i piit ngo•vohn!•ntP ricono!'cintu t' tmttatu dn qu<:'St·i. L'A. avendo dtt t.cmpo in istudio c•~ppi di sporoh·id1i (lìn <lnl Hl31, t·poca in cui pubblicò nn primo la\'oro !<nll'swgomt·nto) hn volut<'l L<'llfnre l'iufl'ziottf' ::<pt·rimentale p(>r· ott•'Ht'rt> lt•;.ioni di visceri int<·rni o studiare più profondm1wnt-<· la morfologia df'l micNf'. J-:gli tcnt,ò le pt·irne t'i<peri<'n:t.f' sul coni!rlio, o'""guit<' opplicantlo dircllamentc sulla. muco,;a nn~nl<' . merlianto l'anl'n. di piiLtino, pntinn <'nltm·nlP di sporotrico di SCHE!\'CK coli inttO sin in l>t·odo di r:orr:t:H<Y.l' torno in lt'l'l'f'l\0 di SADOORA~D (ngat· antiploomo r·t ìco), ma non (>bho J'isultHt-i positi,·i. Gli uuimuli tlopo 8 nl<'si di osservaziono nwtodil'n non pt'l'>wntnntuo nullo. Analnghf' \'sJX.:l'i<'nZ(' sui ratti albini d i m<'dia. c·t•'• non ebbvro sur-l'<'s.'io . .Ed allora dnto ch1• lo scopo principnl<' <'m. di ot I<'Jlf'T'I' una Ìl1fPziOJH' spt't'iJJt•·ntal e, l'A. con lo "'''''"o C<'ppo di Scm·:);'CK, hn inoculnt.o p<·r ,·in sottocutnw'a llt·IIA. r<'gion<' intf'ri'CiiP•'"li'P di S gutti di mt•ù in l'fil, snui, 2 ce. eli I.>J·otloeulturu (i't.'COmlo
G• >l'< :J-:111 IT) .
In 6 dPgli nnirnnli a di;;tnn~J\ di 3-4 giorni si mnnift•~<tò 11110 ~<'en mnreio,.,a. nella sedt' di ino<·ulmr.ione eh•· Ri svuotò n ll't·i<t l'l'HO e dopo l 5 gion1.i i'< i ('h be In ~m··•· gione locale. K c l ><l'tt.imo nninu~lr si Pbb<l un 11>«' ('~0 qmll11 o t m muudm·ino c·he <>i ulcorò danclo t·sito nel nbbonrhtntf' pus w·l fjuulP Yl' tllwt·o l·i,:;r:ontroti 111lllll'l'f•,..i<>"imi sporotriuhi clldO·cd C'Xtf'ilC<'llulnri. L 'ottuvo 1111Ìmnl•· f'hht· nnelt't•><.-<o tm tl-"<'' '""'o da cui re~<iduò unii. fì;.tola t> 1lopo ;;i ebbf'ro alt<'mnt,i,·•· di uli~.dioriu e J'Ìn(·ut i:t.znziou i. l -'nnirnnl<' dt'l(•rgcntlosi cc•n l11. ling-ua il ~·<·t'Pto ,,_bhondnnh• cltt· -"<'t·•htYn \lngo i margini ddl'ulct•ra cutllJH'H, riusl'i b!'n pn•:<to a pructm:u~i tutn infl•ziollt· dolio prime \'ÌO nPree superiori. Difatli computv•·ro t.os>-f', r it tOJTt·n. lllll<'opuruk'uto, tr<!qlwntissimi ;;tnm.ut.i, lt•;,;ioni JPIIu mucost1 unsnle. mutoH c r onchi ùi1l'usi o l pnltnom' l'ti in!ìne !'Hnin-wlt• Yl'lJnP a. tnoJ·tr: p e1· cudu·r,;:•iu. progn·,...«iYu. Ln nP.CrO~(• JlÌ!'I, {cee riil'! \'at·o d ' im.po•·tnntE'. olt.rr- l<' k~<itmi St.·guflllli E' ali'!'AAlllC' el'tOI·no: milzo. pic~;o lu; r<'ni di regoln1·i ditn{•Jl><ioui; f1·guto uon aumc·utato. n mm·giui sotti li. Al t,nt·u ct•: nP) polmoni. rosco-pnllicli. qualche piccolo nodo milinric·o >"PM>'O soLto ln. plcur·a P nd pnr(•nchima. l\1uc:o:4H d(·i gJ'Ofl.<;i bronchi. dt•lln trucltt•a. do•lln (nt•in,gP o J..t nn;.o suC'Cnl••nt.a t' ro,.:."o-p:rigin~<lra per uw.~ stra t i tkn:~.ionf' diffusn rli m.uco-prL". 1\c:<suna ulcf'rnzione visibile u ocC'hio nudo. snh·o nt·l ,·,.,.:t.ibo lo nn;;ale. do,·e !'si~tono in Pnt.mmbi !!li animali. piecoll· soluzioni dj eontinno nppc•nn riconof<cibili e int .. rl•s.<snnti la. cute n tutto ,:pp:.;sorc, n mawgi11i irrcg()!ari t1 con fond o grigint-;t-ro spon ·o. E cpti l'A . iu UJll\ d AttngliMa '' chiarr~ esposizione aJTicehjt.a da fìgm·<' d.•llo studio biologico d ..llo sporott·ico di Scm:"CK, ril ovnnùo come le formo o,·oidi ;;:i p rP;;omt ino in n n ·icchinlcnto o quasi in culturn pun.i n e ll 'ulcf'J'I\ cui nnf'a a tli:<uuw.A della tn(H·t• ·. 'l'nli ligure l'ono cnu;;o:tll' dnl l'nbF~t.r'tlto pnJticolnr!' c pr<'cisomr·ntt' dnl ~<iero. ~-:,..,.,. si o l to•ngono i n modo nnalogo unl'llC in t:itro in tt'tTCru con nggi11111 n d i Sit'I'CI, Dopo un 'um pin (lil'nmino. dl'll'nrgomPnto c delle rict>rl'hc ;;:pPrimC'utoli futt C' l'A. (cwmuln 1.· ~<< '1.{111'111 i conclusioni: l " lt• fomi•· m·oitli df'l l' iruE"ziorw ;;ponf.uiiPil. umunn (' dt> ll'iuf(•:r.ione cuhuwl\ SJleritnont.al!.' d ip••ndono n d loro modo d i produri<i .d al pu1t i<'olnro 1':\Jbstl'llto. t ll' l qunh· il g•·rntt· ;.:i "'·ilnpp11;
1069 2o nnu si trnttn di f<~rmo di r .·,-i4•·n-.r.lt P•'l' dif•·se org:mich<" ptll'tict lnri, lo
apo,·otrich-u.m. p•·olifc 1·.L c .m. onnloglw f~s; . 11'.! 1\ncho 1wllo ulcPa· i n•l anim:o iP nwrt.o . 3° speriml"nt.almente tali figure pos..<;ono ('t<SN'C ottenute in vit1·o in culture su t eri'(•ni sierati; 4P le cultme su t('JTf'ILÌ orgauici pnrticola1.ri imp•wtil"Cono Alla mo1'fologia d ello 8p01·itt·ichwn cnra.ttt•ri !lingolal'i, che pol'-<>ono acqui~tarP notevole importnnza nello spi.-gare il m E"Ccanismo d'infezion~ e di virulcntuzionc dd gPI'fll(·; 50 nelle prime vie r espiratorie l'illfPziono spl'rim1mtnle !'lporot ricotica d enota fìgnre del gPrme alquonto speciali, che hanno imp01·tanu\ pPr le vo.lutnzioui da (arsi nella patologia umana di queste n•gioni. l
s. VITAT,E .
SCIENZE NATURALI
M. PO(']>:. luglio
Quando la chimica divenne scienza. ( L' loulw;ll'Ìa Chi u1i cn; flls<·. \'Il.
l93~ -X I L).
Ì•: uua intcl'C>'HII nte p11ginu •Li storia cklln chiauiefl dH~ il chim·o .-\. hn tn~ec:into su ll 'o:>servuziont) <h·llu ~imu lwncità fle lln Jlllscitn. H<•l brevtl p<'rimlo 17::l l -174:l. oli un m~eleo oli ;;ciPnzint.i . rit<~1111ti oomf' i pi'<'C111'>'l>r'Ì clE>lln o:himi<·a modernu. '1\ n.uwio. é a H.. Bn~•le ( IU:W-III!H) chi" si pu<'> fnr a·isuliro l>t priuan ori· J?:i ne de-lht eh i m ieu co1ue sci!'nzn. per pocn nhu ><i rifll't t n. frt~ nlt ro. dw l'L: li aw d N 1ù il compit,o principule - lfUello del riconnsr·inat>nto dl'llu uom po,izi<HH' doi c:m·pi COllie fu il prirno 11 usnre la pnrolu ~ nnnli><i " pPr le l'f'ltzinni •·hinoielat> llet't'"""a·it~ •l questo:<copo eu irnpiOJ!:IlJ'(~, <'"'' nwto!{o. p11a·ri<·11lnri >l111'd1i V<'gNnli. <JII>Ili • indirn'tOl'i» pe1· CH I'IlltCI'ÌZ:t.!li'O Je HOi<l11117.0 tll'id<' . hn~ic·ht~ C 111"1111'('. Lo iltnrin <lPIIc scienzn vn, "">l11111('aHIO utu\ non>'itlcnwolr ianportnnzn. gill>'tifi. catn dnl fntto nhe solo dn C>'SH 6 pn:<sihilo r endl'rili conto dt•l prn('('""" lo!!ieo c·hP. conduceattmn nunvu!'<COl>el'tH. eon l't•><umt• critic·•J dello sYilnppo dc>l!li "tudi che la ri~u nrdano . f;;;..,.a. nnzi. ill'c·onclo i piìa noti e gra ndi mu Pstl·i . ""''"" a to_glit•a·c: qul'lln aridità che cnranerizzn. l'iwwgnnmento limitato nlln n1HI11 es pnsizio11P dPII<' r· ..no. scenze ntlermntB. ptw cui l'i rnYvi><n lt1 gnwdH ut.ilità clw l'im<t'Jrlllllllf•nto ~<l'it•llt itit·o venjZn n fonrlt•a·"i COJI la srorio dellu ::;cit>nztt ~tt•s>'n. Vnl!la f'>'l' turt i. l'affcnnuzionp dell'insigne fi><ico.chirnieo W. Osrwn ld: •non vi è n~t·zzo pJìa utlicncc• JWr r.an•intre e npprofondi rt• lo stwlio di llllfl ><<"ielJ'/.11. di IJIIt' llo di fWill'tl'oll·e nd •lin·11in' :<tnrico di essa "· ]J'A. ~ i orcupn. nnturnhnl'ntl'. Hn ltunt.o di qm•l )!I'IIP('O di prNnillt"lloi fi~tll'l' di ;wiNtziar,i eh<> nn cquf'ro nel periodo sopn11·irnto t' ui qunli. l11ns,..iJIIt~l·ah'nlt>. ;:i devp la mimbill.'! cost.nazi o11e clcll'Niifieio claimi1'o nd ('{Hnpo llPIIr st·ic>l\?.1' pt•><it in•. ('ou pochi trntt.i bivgrHfici. mcn c nrl.o io part.ieolnt'P a·ilip\·o lat JWOvt•niPn7.n olnlln pila L.'Tnn parte tU e>'si rlni lnhoi·ntoJ·i e du!Je oflir1iaw oli fnr·rnn,(•in. nitnn do l•• loro ot•t•re piìa Jtotc\·oli. coane le ri c•·rdw t' le ><r:opc rt f· •li 1l1R!!j!Ìore intf:'l'f'sse eff<'ttuntt•. cltinrisc:e le oril.tini llt.'lln chimicm. ' "1me ><<"il'lt<r.a r•s1HT11. H. Covenrlish (17:11-li!lllt: ()ltrt-, r laf' n.-<rrono""' e uanrpaTotHico, fu tlll fi,..ic·o rli altissimo valo1'r• e larj!he a·istm<c•. Poso i foJulunwnti di un ~<ccurnro si>ltC'Jnu di annlisi dt"i ~ns e stnbilì i loro mppcwti vo lunoC'rr·ici n ello rt'nzioni chimiche . LI\ sua ><Cope rta piìt ~run<le fu In fipu•rminnzinno fiPIII1 composizione doll' ncqun. n cui lennf' diPt.rn qu('lln rlelJ'ftCido nitrico oht' egli riu,;<:Ì amche n pre>purnt•e per Yin tli .-int.f';:;i. Stnhilì pure la cf1ettivn ttttiformità. di ('On•po:<izione dell' aria a!tnoF<foJ·i<:a. È rit e nuto l'iniziatore dfilln •uhimiou pnrumuli<'" • · T. T{f'rgmon ( 17:1:i-17S4 ): c oaltor«" pa·ofoault) dPII'nnnli~<i cbi mi l'n - il r·ui ini1.i0 !<eientitico si <le,·e tt J3oy le - ht Ol'l'icchi di mntodi impnnumi. tmltltmlo :<i,..icmnt icn mc>nt.e quel! n <tuolitn tiVft per viu. tu nidi\. ( 'o n In scoperlll ddrNluivH IC'n:t.n ehi· mica dei mt-ta.lli. dtt oui espi'fiStiC In t.t>orin tlt•lle ufliuità. si fn ri,.:nlire o. lui il primo ~enne di unn • teorit~ ut.om ica " che fu promuJgntto invece dn. <:. Unlton . n i primi del sec. X IX. e che sognò dn V\'N'O un'ppocn Rl orir·n llf'l' ln chimi<'n. nel o<11 o Ycro n.sper.ro di scienzn esitttn . .Fu rlt•i primi n. tf'tWr conto doli e cunortca·ist iche diffl'rt~n· :dali d olle iiosmnze orgnrdche •lnlle mincruli. ' K. \ V. Schoole ( 174:2-l i!!Ci): abilissimo spt'rimentatoro o cui s i dehù•mv le scope rte più numeroSI" e importami. E se!luÌ F<t udì e ricerche sui 1:'!t1S o. senzn. 11\'4're oogniziono ùei lnvori rlei :>uoi con t empo1·nne i, compì l'esame chimi<:o dell'tH'iO, bo&~ndosi
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RIVISTA DJo;LLA ST.àMPA MEDICA ITALIANA E STRANIERA
Cllli iO tldinì lu COlli[>O:oizione d~:"ll'ummoniacn, dell'!u·ido iclrosolforo:so, ecc. f:.opratutt.o. e!!li !;COprì una luuga serie di composti, sia organici che minerali e prE'pR r ò J""r pri1no l'acido t:iunitlrico. con lo Rtudio ::-ucceR'-'iYO del quale trovò accidentniJOlt'nt<> la morto (l). Alln teoria chimica non portò che tulo scm-so contributo, ma vcc npò 1111 p<ls to t-tni11ente per le sue numerose scoperte. Le> brilluuti ri<:er che e le profonde o~~<ervmo:ioni che si debbono a questi tre ""'' ''nì scit.>uziati - tllltoché f<t'I!I.IOCi convin~,i del dOgJTitl flogisrico - contribui1"\1110 uon poco ullu cndutu dello sres:;o. ilf. H. 1\.laprol h (IHll-1817): amtlista di ~ttande merito, portò la mas:.;ima CtU'II nt·lle UJ)('l'ttZitwi roln!i;-e giun~cndo a risttlrati proficui e adotmndo procedi· l'"'nti che ebùero un valore dumhrro. Dedicò la RUtl mìglioreattiYità allo !';tudio tl'' i •nin(1ruli. riu~cendo a df'finire molti di e."si e a scopriJ'e tahmi nuovi elementi . .·\<"N't! undo le nuove \'I'XIute nntiftogi;;te ùi LuYoisit•r e dei chimici francf'>'i, con 1i ~"'' inflnem:n. e a nt orità ne R!!:evolò l' introdnzione e la divulrrozione in Germa ni11. c ht> cm lo ><f'<le d<'llu ~ teoria.dcl flogisto n. Oltre che ullu mineralogia, egli YOI>-e i
:.si HlÌ :-~TUili nneh(l ullu g-oolog-in e nlln fì:;iologio \'Cgetnle e onimule. ru~srimJJ'[endo ta.le
p.-·rizin che A. \ V. Hofmnnn disse di lui che« rappresentò il m odello del \'ero RCi<'ll· zi ano ''·
.r. T'rìl'"tlt'ly ( 173:1-1804): fu il più zelunto sostenitore delln teoria del tlo~i,.t<>. 'l'l'ntt ò i problemi pii• difficili della chimica pne mnnticn e fu l'iniziatore dell'anolisi dPi gns (eudiomctriu). riuscendo a Rtnhilire che l'aria non ora un corpo semplice. ~eopri e definì la composizione di llll gron numero di corpi aeriformi ili c.ui il più iulporlt•nt<•, dul pmno di viRtu d ella teoria chimica, é l 'os:;igeno (17i l). che :'\('jlllÒ Il\ tiut• dell'cm df'l flojristo. A lui si ])()!<.-;ono foJ' ri~llire le origini de~Zli studi ,.:ul la • funzione clol'l filli nna •, poiché f\1 il primo a dimostrare che le parti verdi delle p iunte hanno il potf're di decomporre, sotto 1'1nflucnza delle rorliazioni lumino,w . J'a11idride carbonil;tt , t nt.tteneiH1o il curhonio e restituendo ossigeno. ,\. L. Lavoil-<icr (174::J.J7!)4): 6 la figura dominante del Ìnondo chimico d el S<'C . X\'lli, 1Jl'incipnl111ente per aver dato vita al *sistema amitlogistico ». Ebbe profonda e vn~ta. e•·udizio11e e fu l' irlcatore del prindpio delJn, • conscrvnzioue d e llu n•ntt•rio "·Per le •·ieerche chimiche csutte. riconobbe l' indi><J)('nsnbilità delJa bilancia, J'impit·go della qualo. pemlt.ro, e l' io{• lo. cret~zione dell'llllRLisi chimica qua n t ihL· ti\'n. ><i fn ri~alire a Boyle, Blaok e Cuvondish, che rilevarono !'importanza Iorul:aJu culnl e dello l-<tUclio dei l'apporti quamitotivi delle sostanze in reozioue. Cmnpì 11 nche ::st udi sullo sostunze or~anich~>, contribuendo allo s viluppo dell'anali,.:i, >'·Ìil C[Ulllitnt iva. che q un nt·.i tut iva di e~s<~. Ln\·oi~it.>l'. ttl pari di Stahl. 11011 fece ulcuua scoperta di corpi nuovi. Egli in. , ·,·ee. dn sommo erudito e profondo o;;:;ervntore, sint-et izzò e Yalorizzò le scoperte dt>i s uoi predece,::><ori e contem poranei. dando ud eSiie iJ titolo di e><tnta interpre mzione che, per lo. chimica, SIIJ:!nÒ l'iuizi o del pcriotlo moderno. Ma non ci sembt·a lt>ci t o >lORt.ent>re - come molti aft"ormano che IH chimica. come Rcienza. ::~i ide'n t ilìchi sohamo in Lavo isier , ;.:en:r.n lliscono~<cere i meriti di Bo~' le, Stahl, ?.fur~ ,s;rmf. Blttck, C'ttv('mlish, Priestlo~· , Herf(mnn e t~hri, le scope1·te dei quali costituì· rono il ncc('s;'\;uio p icdistnllo alla concezione filosofica di Lavoisicr, che SCf,'llÒ l11 nuova era cho dn lui, esattamente, pre::;e vita e nome. Com'é noto, lo scienziato insigne - che ha ln~cinto una tt·accia così pr·o· ftnHLn n ella storia clelia chimica - sotto il H egno 1lel Tel'l'ore, vittima dell'in!l(>nsa:to. t:"Su ltuzione degli 4Amioi del popolo~>, fu giu:stiziato a l'arigi 1'8 maggio 179cl. :Sol ' 'ù l:<o a ~11lvarlo l'intcrcel!~ione di qualche nutorevole per~olH\lirà: chè, anzi, il l'oftiu11hl. nel pronunzinre In ;.:e-ntl"n7.n, s'illuse di tnutquilli:r.zaro la propria coscienza con In cinica e~;c lum»zione, )Jil:<.'>'i!ta anch' t'l'Sa allo. storia: • Lo rc' pub!ique n ' a pas bt•soin d e &\\'IHits ''· }'er completare la ru~'<i'ejlnll fnttn dall 'egrep;io A., con la. dile ttcvole pa~na storica d1e c i ha fornito, ci :s(•mbrl~ dovru:oso citm·e almeno due d ei chùuici italiani d ello Mf•,;,;o petiodo storico: G. 1~. F elice F ontana (1730-1805) e AnjZelo Snluzzo (17341~40) i quali - ~t} non d ella. stessa levatura scientifica - pu1e efl'ettuar ono s tudi c ricerche e compir-ono !<copert e di notevole intt>l'<'HSe. A. rA.c ~lELLo. ( l) J. Oon;n. Trtritl d t Chim ·i-. to:ricolO{Iiqvc. Porls, 0~1(1'\'f' Tloln, J!: ,llt. - A. 1'A lll11F.t'. Étwfe B. JJailll<-n· cl Fil• .
>nMico -Uonl~ r t clilliqt4C >mr l'tmpoieotttl~tlit:fiJ. Pat'l~. J.
•
IH\"ISTA DELLA STAMPA l\I.F:DtCA ITALIANA E S1.' lU..''lER.!.
)lARI O Onso CoRIII!<O -
Prospettive e risultati della f isica mod:ema. Nuo n'l, giugno W34-X1I ).
107 1 ( A.ntologi<~
Kel s no ius iPllte cnnsiclerundo il oomp]t'!<SO cl4?i ri!<tdntti I'IIL!)!Ì•lltri in pcwh issimi moderna, nel C•lmpo della tmsìorm uzio ne dd nucleo atomico occorre rioonoscPrf' c ht> C!<><R hu, o rrPmtt o d f'i succe-s,;i di cui l'iuol'ort •liiZ>l sciemitica non si 'mprebbe cH}tlun·e abbnstanzu. L ' iuteres.«E\ 11tl11'1C'11Ut. dnl punto di Yi;;tn lll(l(lico, in qunnto <;nme concltHlerit l'>~ utorl:l le utilizzazioni prutiche eli tnli Rl ucli s i mnuil'es!nno J>iit ochttte ad alcune •q>plica:~;ioni t entpeuti che mediante le pro]Jrietà. mdioatti,·e clc•i nuovi corpi prodotti per disioregru:t.ioue ntomictt. 1Jnpo nn hrt've Ct'ltono alla costituzione dell'atomo, ~clwnwtizzato dn Hulhl'rr:orcl come Wl minuRcolo sis !f'mn solt\ r('. con tllt nucleo cctttrnlo ]l iccoJi,..simo nel quule é prnticumente cuncoiltrntu tutto lu mn,.sa cd uu si,.tcma di piccoli corpu ~col i t' IPttriz:~;tlti n~~ntivnmPn to, gli e le ttroni che gli girano iniomo, si pnt<>"l\ ftcl •·~tllninure come ,.:i é prccc•dut o dnll!t tllOtlificuzioue i<JHlittanNt th· l nu cleo H c1u<'llu ,utificia le . , lu tutti i proccs,:.i fì>~ico -cltitn ic i n o t'lllnli il m teleo ùell'uwmo t•cstn imnnltlll o. )fodificu.zioni llollu ~tllt co;;t.ituziune si veriticnnu ,.;o)o in alcuni fenomeni <d oe> c-i ,.i ri\ e larono Jx' r lu printll Yoltn cco n In sco pertu tle llu rudi oatt ività ed in nlcuui clelllenti chimic i detti perciò r adionttivi. Ciò che " i O~<>~t·rvn per effetto ,Jj queste di,..iuwgrnzioni interne e s pontanee olt'l ttttclco, é l'entissione di rnctiuzioni nJuol oghe ai rngl!i X , mn m oh o piì1 pelletrunU di queste, e l'esptolsionc di put·ticcllc cnricl•o di elettric;:ità, nnìmnte d11 ,·cloc·itit !!n:mdi:;:sime. I.e poniOf'Jie espttlso sono clett.runi ncf.(ati\'i, o !lll('lc i di elio cn richi positivumenl.o; &.;se clerivano dul mtcleo d e ll'n tomo <·he si cl i l'<in tt·~·~~ - I n scg-uit (> ~llla e><pulsione dtl p11rte clE>II'u! omo di fi'Unmle·nti cnriclti di dNnicità, ('~'.-<<> m uta eli massa e di Cil ricu e lettr ica, con che s i trn:<formn in un clcrn on w chim ico clivl.'rso. J.'i no 11 pochi anni or sono i procpssi d i 11\0<.lilìcnzion e nuclc-n roe ><i producC'\'IliiO ~ohAnto spontanoumento ne lle !<ustanze radioattive e l' uolllo potovn t<Oio as,..i><lt>re ol loro llvolgirnent<> ttur.onomo e immoc.lificaoile, ma oggi dopo le prime espt>rienze di Hutherford nel l fil !l. il quale >'< i ;;m·vì per bombardare p;li a torni d ella m1ueri•• r.r.tirwria . rli proiNtili d oLa .. i di grondo ene1·g:it' bnlistica. come quelli emessi clni e:orpi mtlioo~tivi, ~i é jliunt-i allt\ climosrrnzione della pos--<ilJilità. <li tras ul mure -~•·tifkinlmeut o tU) e lement,o chimieo in 1111 altro. I l proietrile uclopo.>ruto da Rut.ht-r· iord em il nu cleo eli el io e><pulr;o tini m dio, d etto anche po.r t ioclla n Ifa. T ali pro ie rI ili ct·auo però di scarsn e ffica<>in o si I·icm"Se ullor a a pr~iettili dillerent,i e preci&t · llleme n nucle i cl' id rol':eno, cioé p1·owni (elementi costitttenti d el lli tt cleo} che hanno una cnricn elet-trica m età. dellt~ p11n icella ulfa. ( 'osi Cockroft e '\V,dton nel 193:2 <J rt eucuclo questi nuclei punendo dall'idrogeno. realizzarono delle ~;composizi on i nucletni p iù abbonclnnti e pitl varie; m a, i risulstlti anche c ol n u ovo metodo furono positivi solo per e lementri eli piccolo peso atomico. Ad e.~empio: il Jitio di peso 7 m.::-~orho il proiettile idrogeu o di pt'fiO l ed il compJc,..so, tli peso 8. esp lode dundo lHoJ.Co n due fmmmon ti eguali, e c ioé 11 due IIIH;Ici di e lio, che vengono lanciati con gnmde Yelocit.à in ~<enso opp o:;to. l l t·is ultato della reaz ione é cho i l litio si é tra>5formutQ in eli<> n on solo, 1na UJl a Hro fnt.to di g mn lunga pill coiltrut tivo fu da e-s.'•a posto in luce: e cioé che i thte Htorui eli elio prodotti pesano nn po' meno del peso d ell'u.t-omo di litio aumentato <lol pt.'I>O d f;)l proiettile !l>'><orbito; si é avuto coAÌ la splliizione tli Ull:a certa q uant ità, o:ia p11re p iccOiis><illltl di mnH.~n materiale, cd in comrapposw s i é l{liHdagnaw l'euer ~ìa d i ltmcio d c i frnmrn f'nt,i che può f's><ere ntistu·aul e prt'Ci"ttnw u te tttle guadn!2no corrif<J><mde alla proporzione di circa ~5 milioni di KiloYtHtors J.lf'r: vgni grammo (li mntcria sptnit.a. L'lteri ori Rt urli da parte dei fir<ici J oliot. e Clll'ie d et erminu:rono la SCOJ)(Wtn "POrimc·mule d el neutrone (a!t,ro costituente d el nucleo} ch'é dotato di ma~sa l <:ome il nucleo d'idrogeno ma del tutto pl'ivo eli c11rica elettr ica. 11 neut rone oo~<ti· 1uisco per Jn !'l nn t•fficncia il t.ipo ideale del pro iettile. perchè è il ~ olo elemento che tn• ò r uggi uugere il nucl<'o senzn ostacoli d<'rinmti dtllle r ip\!l:;iooi e lettriche . .Noi 1-'0SHÌuino procurarci qucHto preziot;o comburente !<Oio scttcciomlo lo dai nucle i J.o ,·e ,;i u·o,·n mmitlato, c iò che é fatico~o. e riesce ~olo per minime qunntità. >~nn i d a lla l'isi ut~
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l 0i2
RT\'1STA
n~:I.I.A STA~IPA '!ltt:O I C.~
rr,U.TAN"A E STHANIKB.o\
l ;,'SJ't'I'ÌP.nza dt:i • lml li" ic i frnnc;e,.;i .: ,;La t'' •·i pn•,.;a a\ Homu dH l prof. Ff•tlii Ì. J'ÌC<JI'l'PIH{O tl f borllhunhllllllllto l:l>ll IH'IIli'Oili 1\llZidltl COli j.)HI't Ìt•HJit· nJf11 ed i ri,.;u)ll~t.i ..:ono str~ti di ,::m n hllll.!ll pii• copio>'Ì e brillnnti. poich•~ inY('(:(l rli ru o,.;t mr,.;i utt i,·i .:olt~•nto :1 OJIJlHl'O 4 elenwnti. h~>n 4fi sui (l~ fin'om einwntnt i luHIIIO •lntu ri,.;ulta.ti po,.;itivi. l"tl i11 pnrticolure ,.;i ll]H•tuto mettet·o in evi tlenzn l'uziont• e:-<ercit.ata :-<u.:li t•l!lllll}nti l>CI'iltmi 1;he nw•vu11o rt>:-;i:-;t.ito tìuorn ntl o~ni t l'llltntin• 1li tli:-;,l!rt·gur.imw nnifieinle, cl imo:<t mndc.>,;i vulnen•hilt• J)('dino l' m·unio t•he r»ppw,.;f•ntu l't!>'lronw dPI!(' ,.;orie tle)!li e le nwnl i t:otw><t·iur.i. Il cuso d(}l l'ur~Lniu \; prLnic·t•lu rlltl'nl~ Ìlllt'l't'·" " ><Hntl'. Scmbru chn ~'"""· d opo H~<><ot·bito il neurrone. si cmwt-rttL rupitlntiiOlltc. ]'>t't' (•lllÌ,.:,;ÌOtlf' di un dnt rrmw nnll'elr•mento di posto immt•diatutllPJll o pi\1 ulto delhr l<t'l'ic•. C'.ic:è ili llll eh•lllt' lllO llll(l\'(1 Il \'t'liti' i) lllllllCl'O !la. CUi C.:IIITÌSJ111rlllt• 111111 C'J ll'Ìl'H nudt•urf' ITIII)!I[iorl' eli qu Plln di tutti gli PINII('trli t•.;i,;tflnti. An c h e il tHtn''" , ·l m rrPul o è rn• li u n !ti n ) o ,;n l 1isce uh·e•· iori tli:<lo(l't•guz io11 ~ •~llem·u 11011 ~:~icurnnlt·ll t l' do·fill'te. Hipetinnw in h1·en• i ri:<ulmli :<Cit>utiti<:i e prntic·i cldlt: l'><pt.•t·ipn•t.t•:
l o ir tn!l·roc•o,.;r iiO clt'lmwlclo <~""'i t n iseo 1111 munclo :-<Ìrr~olnn' m' l q:utl<' k !t.•ggi fi:<ic ·ltt• n 11oi tHllt• J)('nlon o !11 lm·o vnli<litÌl; :!11 u t>i f;oll tlllli fpnonll•ni il nucleo punecipn ~olo eomp unn ('ut·t;;~ immutnh le (' funzi(mH purnntcutc~ c :<Ptnplictllnente clu >'<OstPjlllO 1li lllltl ca r·H·u. dctt.rica: :1" ri,;ulln :<Ìt'III'HIIH'Itf'.L• ne<'Prt"tn dte p<·r tjlllllllt) i 1111oloi ùoi YtU'Ì •·ot·pi "''111· plic·i ,,inno frn lnr•n cli\'l!l'"i. ,.,..,,i snuu "o.-<tit11iti t'"'' c•l""'~'"ti primord'nli co tllllllÌ: qtw,;J i :;ono snluullo. ,;f'r·muJ., lt> idt'<' Ojlgi tlomi1111111Ì il Jll'nt.otw ed il n tuh'Onc'; Jl<·t· lls>'iii<:ÌIIi'.ÌOIW tiri fJllllli in llllltiPI'll Cllii\'OllÌI'IlLt' ;-;j )IIIÒ Clllll)lilrl't' qllllittll(]llf' nm: Jo•() dci corpi cmwsc:i t ui. ;;in r.otll<' llllt""" dtP Cotile· curic·11 ('lt•tt t·il.'a; 4" In l ej!~E· clelln t'liHs\•n·llziotH~ dPII'~>ncq:!Ìn ""mlnu mH"ot·u ndidn in tutt•· lA rf'uzioni llll(·lc•ari, qunlorn In ><i cOJnplct-i r·on l'nltnt <lellrt interc·umhit~l.•ilitit t't'Il mns...:u P.cl PllP. t'!!:ia ; doo l11 lltiiiPt'iu t• l't>m'q.!iu Jl''"""'ll' trusfnt'llllll"'i l' un,, lH·ll'altrL\ (•osi come c.lfo t·tJ <'Ù (Hit·rl.!ia ""'"'> pcwrnuruhili n l t•uruhio di ~li,& c;.tlt.~~·i~· J'nl' killu\\'1\tt nrn . Oltrf' nll' impo r1anzn "<'ÌPHtifìc:n clei ri,.:ultnl i s i tlt•hbono prontlerc in con,;iolc· nuio11e )p c•.ow;e.r.cnP.JtZe pt·ut.icho c ui Jl<)R:<on o itpi'Ìn• ''' viu. t ) dot' ltL po.;:<ibili~ìl d i tru><fnrman• !u nutlm·ia in quun t.ilò. pl'llticHJlllillllfl o llì<·ipnti. Lo qtmntit•\. di eHOI'J!'ill c:he pot.rebbern lihPt'•H><i lltlllll tnt,.;ìo rr nnziono tlo' l nnd•"' ><nn o \'PI'u lllcnto t'ot·midnbili: p e r osi"H1)Ji<> ftt ' '""'''"'''"ÌollP di 1111 !!rnnnno d i Jitio in elio lihPrf'rebbe tiO rniln kilownrtcwn. eq uivnlf'nti n ;;:,! tuilioni tli t,.j lori..:.)lll i ri,;ultuti or.tl'tHlli t:on i mntodi 11ttuu!i ,;ono eli li!'VÌN\illtu t•n titÌl.. Si c:ulcol11 eh•• 1111 gntmmo di l'lltlìo d e l pn"~:zo tli l'ircu l tnilio11 e eli liri', ·~~r••nd•• rwll'ttZOlo J>PI' :.!ll(}fi t\Jllti 11011 potrt>hhe fnhhric·nt·t· cho tllo tt>t'zo di milli11Wil'O c ubo tl'id rogt' llfJ. ~<· pt't>llcl in m o i11 Cnll;.;ident:t.ione i ueu t 1'<111 i f'ho co><t i t ui,;cotto ) l!'l' ht lnr•\ dii . <•tl('Ìn il tipo i<lf',niC' <li pmiotLilf'. hisoguu pen><lll'(' c•h'ps..;i non "tmo lihemnl('tlt~ o\i"l"'· n il>il i in tlllliii'H ed ocworre f»bhricn•·,...di ntt•·n''"'"'" st:OiliJ•n,.i:r.ioni nuclt>uri urtiti!'inli ('Oli ,..,.,\1'>'11 r e11din t(•Jlto. · ()uo11t.o Il!In. pl'llrluzirme tini corpi rntlioult i v i r!'rdizzulu tlul FPt'tni. lo qun111 itit (~tt<:nll t·e >'ono co:.;Ì pi<'colt• nl11• Jlt·' "stllllt. biln11ciu ~ tH•.~smu\ unuJisi c himicn plJtn·hlw :;\·nlnl'le. Adopem11clo cmuf' e_gli h>L fntto pt'r _ge •w•·nrn i 110 11t.roni 1111 l!l'llllllllo oli rmlio. qunntità t.nt t'>~ltro f'he con n me. si sono pntut i fubbr icaro :;o lo nlcune mi~lirtin di tttnmi in equ ilihdn nuliontdvo. 'l'ntt.,\Vil\ le J'l'IIJH'ietà nlùiontti,·e dei coq >i pt·o· clot.ri ,;nno lx-n pet'Cf'pihili c•tl nnzi J>PI' tnlnni usppt.ri ~.,..,....,:~<i IIIHnifestnnn piìt atltl! l P >h l nlnunp npplic~l:t.ioni t.ornJX•tll i!.'he. IIJ>I'<•ntlo c.:o,;i lot vil:l a nut on•l i ut.ilizurzioni pr11 t if·he. l'oh n CJIICl<tt\ po,.;..,ihil ità di cn•·nt tt't'f.: p11rt icoltll'l' ,.:i de,·e co twlwlcrf'. cli<'t' l'nn· ton·. che In t.rn><uturnzionf' mwlt·nt·o rldln nutH•t ·in. lli'tn'oc·atn llf'l' l.>t.ltHI.>tH>tlcllllt'lll" C'oli tutti i ]WOie l tÌ fi 111\lllrali (l nrtifio·inli Cilpac•Ì fii O!l()lll'l'lll, 0 >'O li OJ>OKfl\ li limi! H· :r.inni quantitu.tin• cho tlhnf'no nl.tunllltc n w . solto •lu ·t·ih,ner~;~ ithillllf'rnhili. ('nmtllo · • filO poi('.h6 i l nt.m t rone Psislf•. ,;i,, ptu•t) n nn id n t o 1wl 11110 leo. non :;i può E':'C'Iu ol <'n· · <'hf' ,;i rie~<PII n fnhhri"urnclo n1·1 ifìt•in.lnlc•nte iu )!m nel i 'l"".,' itiL. con c ho tult i i pn•· hl l'mi qui disctt~>'i \'t>rn>hh<>ro l'i>'olt i.
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A. H ,J--: III.. l'I'ZKA. La respirazione nella stra~fera. -
(l ti vi,.;ht . , .,,..,11n uri eu -
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fombro l !:):H-XTI) . .Dopo rupida s inh•,; i tl{•ll1• l' mJqnis tt• ,l'lllritllllilli iuut• fin w·u 1'.-\. si l h>lll ll lldt\ 1111 JimitP Sllpt•l' i(,) l'l' ('Il(' llOII J>llfl l':"XHI' "IIJk.'l'llf<l du. indi\' itlui diP risf'ltr\HIO l'nr.ion<' d c lln pl'<"'i-lh>llt' cl. •!l'uriu v f< i può un-inno u qun),_jus i nlt t•r.zn (:On uppPnunn ;-;on1111 i 11 is t r nziorw di gas. ì·: ~toro c·omP c·o n J'nwnpntur·(\ cll'!l'ulr i tudinf' tlirnimrisf'A lu prf',..si<mf' e quindi In olen >'itiì. d<·ll 'nri:~ . .\ I o.Ooo lllt'tri. ' '""''"do In fll'f'><><i<HH' riclottn n un qnm·ro, 1111 ,·oJuJiu• 1li uritl di pn•l'--<it>llt' n ormnl1• u\·n\ un Yoluntt• '1111111-1'0 \ 'n h <' IIIH ).!1!Ìnrc•; l nw. di u ria J><.'Sl'l'IÌ In qtulrLH Jhtl'h• f' C'<Hit ('J'l'Ò. quincli ht 'JIIIIl'lfl pnrt<:' •li OS>'iW•IIO r.hf' lnw. di urina 7HO millime tri: C' inu·oclu e<:'ru lo 11 )!l'tllldt• ultl':t.:t.a lo s le>'>'O \ 'O it JIIIO d 'uriu ehf' n livf'llo tlf'l lltlll'f·. ><i i ~ttrodiiiTÌl 111i110I' C(llllll t iLit cl'o>i-" igc•no. An chA tl"ll<'lldo 1'0)1\0 d <' IJ'IIII liiO!HIIll\ \'!•Jitil uzio ll t' pulllt OIIIII'(' 1\1111 lu fl'l''l ll('llZ!\ 11\tl~).( iOI'() d t•)..di 1\lli n•:<pinuuri. lll qwtllt: u) di o><:<il!c'II O inrrodon u ne l nh 11 cl' rotu. é in:<uflic·ic·Jtre . J; 110 11\u r l'n ttÌ II tOlf' pi ÌI UYid(t di 11.~.-<i,!.!l'llfl C Ja " 1111 :"CI.ll'Si>'siiiHt J't•;;i,.;lt•ll:t.lllll lc• torti cJI'!pr O,.>'iOJli, dipc•n<lP I:'K."'('IlZinJmenle •lui l!ntlltlo hi:<O,QIIO di os-:iw·11o du pnrl o clt:l " uo ('I'I'Ytlllo. ('!w lltlt'IH' ]'Pl' Ùl'C\'t' lliUIH'IIliZII di ('>'>'0 Cl'><:"ll di tiiiiZiOillll'f•, L n pt·,•s.-<ione l'lll"t.iHif' dt'l l'of<!"ip-f'liO Te~<l iH· il J'll "'"'t)!!.!i e\ eli qtu•.;: IQ ne'l """gu c; nnlllt'lll>llldola pO:<>'illtllt> n~t•lll•r l ' u unw in. <.:o11dizio ru' di rn.1!J,!iuii).(C'I'f' o VÌ\'\'n: ml ult•· quo te. (~n cs fu lu ('Oil<'I'Zione ><empli(:ir<tica.. ::ii Jllltl·c·bhc ,;o;:;titnirc l'nl'iu c·o n "'*'4!(·no J'>el' uiUncntHJ'C' ul lllll>'>iilllO la. pres!-<ione pn1·/.inle di lfllt'""' e ,.:j fo rnir.-.hho n ellu l'f':<Jiil'iiZionP. uclullu rptllrtl . O:<:<i!.!f.'IIO puro !lÌ p o h n nn i. IIII II IJ!)!. nu•d. Tnlt•nti lm mi><nrntu lu l'l'N<s it>ll f' p11rziu lp di 'I'H'>-Io "''g li nlYPoli u 1:10 millir11etri (:o rri lìp o ndt• ri! C 11 111 111 qnfJIII di 1:!5-!lllltf' hi , lnl\'Hitdo i11 i~tdi,·idui e·ht> I'<'" J'ii'!IVHI1 0 OK.o;'ÌI.(tlllll ptn·o un , ·,duro di 4:2.H milliml'iri. t'<l l111 ll<• tnto i l intfu ÌIIIJIOI'IIIIIti.'<>< illl O f'lt é Jn \ 't •nt.iiH't.Ì Olll' )llll111t111U1'1" llll:t.iciJé lllllll('llltll'(-', Ìll 11111hÌ1'11te <li us.~i)!t'IHI puro (l i111i1111iVtl fol'f ('Hlc'IIIC-' 11<' 1' Il!\ f'IIOJ'III(' ubhrt:<>'fllll(•!ll(l Ùl'llll f'CT ÌlU· hilittl rll\i <wntri re>< pirntor·i. l'ul'IIJliiÌ>L 1li A . :\J'.,~>'Il. Jltll' dilllinu:.-.icuw di ntti<lridtr:urlHIIIÌCfl. nornutlf' ('<·c·ituton: eli dPtti c·tmlri. l.' ng~inntu di o u idrido cau·hnni('t\ 1111' os>'il!C'110 •ln re>' p i r n1·e . l"' t ll'l 01'111 i nn t.o 1111 lllllllt'll t u t lt• llu V< ·111 i lu 7. im w J'O(Jll(ll Ili r e . )\c•l C'..tlso 1l<'l l )onnti <·lw l'IIJ.(!..dutt,.;n i l + .+:l:~ tll t'f-1·i.l.· :<I>Htt ndopPrata In mi:-l'l'la )lHs.~n (O><>' il.(l~tiO ulli<lri•lt• c·~trh< • lli<·u ). Lu qnm u l'll)lgiuntn <:OtTis po n tle 11 !Hi.!i eli pn•s,. io11n IH II HI:<t'c• ri cn . i11 c•lfi l'tii'ÌII niV<,uhln•ltuuwl rnusioneùi47 ••itllillimctri (:on l X mil)iwe ui t li )ll'l'l'Siollf' J'lll':t.iuJt• di U><,<i~I'IW t'SSHitdO i l l'{':< \ O :10 .0 OC:Cttj)t\tO t bt l n~p<>t· tl'lll''JIIH. l '11 ' 'ollt l' lltll<~ d i o :<:<i)!t'liO 11oi pnlmoni tn o h .n illfPr·iort' n quant o 8Ì cl()Vf'\'11 novurf.' tu•i pohlloni cl•·!.di ut•t'Oiltlllti dt•llo :l.en irh o ù C't.di nlpini:<ti <le iJ'.E\'E'· Tt'~f nlu\OillC'IIf o •lt·lln lor•1 "'"''''' pc•t· u;;t is.'IÌII. Il Uonnti hn r osi:<t it o n ,; illlile d f'Jli'<'S· !<ione·. pe r c h é IHIII clon·n1 ('OIII)Iit·n· nlt•un loY<JI'O muse1•lnre. 11 dil1't•n•uzfl 1li q~te!lli nlt.ri.morti in >;nll o n><litl if·o. l'ti><Ì s i Jli'Cl>'l' lllfl 1111 ultt'O prol)lt•Ji tf\' nt)!)!ÌlUit,u J'nllt\ fJIIOIH , (JUHIII O t-eliiJlO vi si J~O tt·il i-IOHtnre·: ~d nuso l >w wl i il s uo Sllllguc nrterios1• pote \'n ountenere 4{1 -4.) ~~ eh•Ila " "a cupiH'irÌl.. C'io\· X-H "''1. 0 ~ n.nzic h (l l!) . "> eli O~ ~ ~ . noce,;,.;udo l'l''' sorldisfnro lP ri!dlil'~<l e d t- i t e:-c,.:uti. IJ tnll!!i!. mt•! l. Tnlonti hn onche dim o:<t-nu o c:h e n e ll ' nriA. J'H.I'e fnttn il l'll<ll'f' fn e· irc:ohlrt' III Hl!g ior qunntiti~ tli s nugue uello >~ l t-s.'itl tempo. per cu i il ,.;a!l):tuP pn:<.'l>l piì1 ~11('""1' Jl<' l' g li nJvt-o li pN 081<i~eum., i. oo<le m e no ossigpuo p c l'ò, e pE>n·lté 11 IJ•l·"-"" prè:<s iout1 htl p oca ;,EJJI <leJ ,zo n tln.hlltlndo mue il ~llll!-(110 ste><so. f' pHrl'ht\ eo11 l'm llllC'JIInt n vdocirà. di c ir·coluzion<' t'ÌI1 1111W minor tempo n <'<mtnt 1o (Lf' i t<'><><llti. l'ou lo :<t n h il irs i del d chi tu d· O>'~<iguno ><i ha a CCHilHtlll tiC' i }Wo d Ott•i illC'O tnple iHliH'IIl C l>l'--<idnti. "J>COiE' HOÌl lO ]attieo . J't•(' podtnf.' la tll\\'i~nziOJt<'n en•u n.l6.000 meui é llf'Ce::<snrio m er.rer l 'orgttnir<III O lll'llf~JW ,t) Co ll t plf't o ripuro dnll 'unthic>JIIO <'SIC'l'll O o con cobina :<HI~na o con pt·oiP· :t. io n e i 111li v id un h<. Ln t:n h i 11n i<TII)!Illl dJtl punto cli Yi:<ta fi s io lo j.(ico l'ieh iNle !li:<pol'<it i"i per <le plll'O r·e 1' a m hit·nte dell'tlll i clt·icle !'>IJ'iJOu i eu , elel vapore d' acquu. non ch é l n sost.it uzione I IE>II'us:<il-(eno con><unuH.o . In tempo (li guerrfl, un p r o f'ttile chC~proYochi tmo !-<qnAr<:io lH'IIu cubina, riuscirobh e fntnle . Lu pro te7.iOnt' indidd\!llle &u el)he OO~'<tiinit.a tlu uno ::ru1fundro, ri~ido o di h•.'<-..;u Lo inc;;teH!<ibilP, ch f' n <•n ostneo li i moviment.i. 111 u quf':<to E'Snln p e r o rn duliA 1:1111111Nenzn. fi:<io log ic' A. .Si.! t• ~istll
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Il"''"""
EDIFERUZE E DIMOSTRAZIONI CLIIICHE UGLI OSPEDALI MILITARI E LENCO E SOMMARI DEGLI ARGOMENTI T RATTATI (Dal processi verbali pervenuti alla Direzione generala di Sanità militare nel S)ttembra 1984-XII )
BARI . -
T e n <>nt.P colonnello medico Rocco Lo VAGLIO c mng~iore m edico Fn.o\...' ·
cr.:sco CASST1'TO:
~<• t-rasfusione
sanguigna in pratica.
Il ten. colonnf"llo medico LO\" AGLIO. dopo ave1-o accennato alla evoluzione e a li 'ot·icntamf'nto at t naie della trasfusione san~nigna. s'intrattieni' sui gruppi sanguigni e sulla loro divisione secondo le moderne cognizioni desc1·ivendo anche la modoJ itù !)C'l' In. loro l'i cerca con i sieri-tipo. Pari(~ dPII 'azionc biologica del sangue trasfuso (azione opoterapica, cong:u la.nt!" in alctme ma.Jatt.ie, antibatterica). Enumera. i possibili incid('nti e le controindi<Jazioni de lla tra~fnsione. Infine passa in rao;scgnA. la varie mahtttio ove la trasfusione sanguignu può apportare i suoi benefici effct.t.i. . Il maggiore m edico CA.<ssrrTO t.rat.ta della trasfusione sanguigna. e degli scopi a cui dc\'e risponde1·e. Enunwra e df'>'Crive i vari apparecchi ideati e proposti affPrrnando che t.utt.i poi<Sono rispond<'m a lle finalità. purchè l 'operatore ubbia la parlronanza. dell'apparecchio che vuoi' usare. Si sofferma. a po.t'lare dl\llla sir 'nga Jubè, come quel la pin comunPrnPnh• aclop<'l'ata me ttendo in rilieYo i diversi t.emp! e la manO\Ta per compierli. Rift> riscP sulla tmsfnc;ione sanguigna per via paren-
ternle arg:omr nto port.ato in. comunicn?.ionc alla Società medico-chirurgica pescn· r ese. Es.c::a. praticata con sangtlf' citratat0. pur rispondendo a llo scopo, non prP· senta inconvenienti e pericoli di sorta. Che anzi, a :quanto si afferma daU'autor.· della conmnicazion,.,, questo nuovo m ezzo in cac;i urgentissimi, in msmcanza r!i datori e n~:ll'impo;o;l'ibilità di eseguire tutti gli t>Sumi di laboro.torio ha dato risul tati brillanti 1.1guali a quelli di una trasfusione endovena. - Primo capitano medico N'tcoLò MustDtARRA.: J gie1te o.~]>Cclalicra . L'A., accennato nll'importanza che hA. l'igit•nc m·gli ospedali militari <'d ali.~ finalità cui eS-"1\ mira, s'intrattiene sui criteri igi!"nici da seguire nella costrnziom· d ' un ospedale m ilitare El sulle n01me igieniche che si riferi;,cono a.l s uo funziona · mento. La. costruzione d'un ospedale militare, egli dice, non può esser·e completa· mf'nte affidata all' ingegnere od all'architetto, ma essa d eve c;;scre preceduta da uno studio completo da parte del medico e clell'igienistn, i qn>tli indicheranno al t ecnico i requisiti igienico-sanitari cui un ta lo genere d i costruzione dovrit rispondere. Questo studio preliminarE', as.c;olutamente indispensabile, ha per oggett-i la sct·lta. del tcn·eno, i~ piano di costruzione ed i particolari dei singoli edifici che compongono un ospedale militare, nonchè i vari impianti di cui esso deve essere provYisto. Ne l parlare del lo norme igieniche che regolano il ftmzionamcnt.o di un ospr' -
dale militare, egli tratta del suo arredamento e della ripartizione sia dei sen·izi tecnici, inerenti alla ospP.dalizzazione, allo studio ed al trat.tamento dei malati. :sia d ei servizi generali, soffennandosi d i pii't sul reparto infettivi, sulle cucinC', sulla lavandorin e sttllo stahilimcnto di disinfezione. Conclude il suo dire affermando cho se l'attuazione dei più important,i dettami di igiene di un ospedale militare comporta. da una parte un' sacrificio El<"onomico, d'altra parte non bisogna disconoscere che la Società e per essa lo Stato ha il dovere di tutelare la saluto del soldato, il quale per la N'azione rapprel':ema
CO!<"FBUF.:s'ZE E
DI~IOSTRA?:IO~-y
L117o
CLlNif 'H:J•: J-1< 'l ',
un valot•e reale cd un capitale produtt.ivo: nn tale concetto oggi tron~ piPnO accoglimf'n.to nel R f:'gime Fa~cista che volgP i suoi mic:li<Jri sfm·zi ,·er.~o la pr<Jtt·zione ed il mizlioramrnto d <' i Yo.lori fi."ici c mora li d <' l p opolo itnlinno.
LIVOR;<fO. -
Sottotenente m <:'dico PASQUALE Dr
L ER!'-'"IA:
Capilù:,roscopir~
nelle
cardiopatie. L'A. ha st.urlioto in 44 cn.rdi opazienti il quarlro
cnpillnro~()opico
durnnt e
)o scompPnso e il compenso t' sotto l'azion e d ei ctu·rli ocirwt i<- i. R ilc , -o. e d<'sr:,·in!
de lle di:ffer(lnze n(') comportnmmto d (•i capillnri A <;('conda d··lln, qualità rlf' l ,·izi<> e d~> Ilo stato del circolo. t;onff'nnf'. il valor<' della provn d i \\'r··is" per valnhll'l' lo st.at.o di vali(lità del mio<'ardio.
~U:ssr.s-A. -
Sottotenente m edico Do~lE:-<rco DE FRAN0ESC:O : Si,Hlrome adiJ,OM-
genitale dc~ t:eget.azioni adenoidi.
L'O. ri a.'-''HUUC brevem ente una <;eri<' di importanti lavo ri, compiuti dal p t'(l · fessor Ctn: Lt.r sulla dist\mzion e dell'ipofisi in rapporto a mnlattie dd rino-ftl · rinf!e , fo,;:,;c na..:;a li e seni para nnMt,li , con specia le ri guardo a lle ,·egctn7.i oni a<k•noiùi . laYoJ·i c he m ettono in evido:nza la. ~'PC<'iale !<indi'I)JnC s udd etta.
Primo capitano m edico GrosE'PPE lHA.c'<ZF:LLA: Dimostra.7.ione di un caso clinico di linfoalltmosi.
TRE:-.-ro. -
L ' O. prr>srnttt un Cl\$0 c lin ico di linJoadc•no,:;i e dimostra COI1'lc in qnc>:ti cu;.i sia difficil e clinicam<'nte òi:fft' re nzi,\1'1' la linfottclcnosi leucemica rlnlla linfogran u lomatosi m al igna; discu te i vnri esami praticati sul sangue d t' ll 'o.mmalnto c il ris ultato dc ll'~sumo istologico di una ghiandola prC' It.'\·ata. per bi op~ia.
-
Forme cliniche dell'infezione 1·ewnaticc~ e lcto cura.
NOTIZIE •
Avanzamento degli ufficiali del Corpo sanitario.
C'on cit·(·olun• 741 Gùrmall' mililat·e 24 t:clt<mhrc c. a. i sC'gncnti tenenti co lonnC'lli mt•diri !'Ono !'fati amn1c;:si ,,]Jn vnlntAzione dei titoli, di cui all'art.icolo 55 d(·llu IC'ggc 7 giugno 1934, n. 8!J:l, pf.'l' l'avu.nzAmenfo a scelta ordinaria: GWltDA::-10 Giu;<Pppc, GATOT'l'Jl'O Cm·lo. RINALDI Onob-io, SlMUl.A Ubn.ldo, I.AYPO;..-r Guido, Cm.w1o Saveri o, }'u;nno :Michele, FIORENZA Ignazio, 11foNGU7..zi Umbc•t'to, L t\.."'<JHtrANl Roberto. Con cirr.olo.re 7:l4 Gio-rrwlt> militare 21 ~ttcmbro ('. a.. j ~J!llf'nti tenenti medici r ch imiei foxm.ncist i sono st11t.i a1mncssi agli esumi p c t· l 'avanzamento a ~c~>lta spccinle:
'l',•nrnti 11/Prl:ci: <: IAcAJ.Ol\'"E fii h ·io, TJ.~~'I'A U)!o, L rw Giacomo, P~tn."TEI.LO Pnsqunle, ·"'-"'· DOU'A'J'O :\lar·io, C'OLOZ"/.A Gio,·nnni. DJ.~ l\fEo Enzo, ACCAUDI Antonino. FnA~· erA Adolfo. ZAlo'J-TRO Edoardo, LADr~LL,Ut'l'E Orazio, BARTOT.O:ì\rocc r Domenico, Oun:mo Ah·i,.:r•, bt:PALLO~LF.Nf Ro:sorio. l\l.J.~l\~ILLO Fra.nC<'RCO, 17.ZO Arduino, CA!'>so:-.r: Ant.onio, C:OM7.7. ciP A JALA Au,gn;:;to, BoNF:LLI )[ichel<', 1\Jl::DAS Mario. Rosr \ 'ittoriu. .Zo<'CALI F'ortnnnto, DE QuATJ:rto Nicolt\, GuJ-;LLA l':me>:to, ZoPPI .ZJ-:r.1n. CAREH.J L<>lm!lrdo. CJtrSTtANl Mich<>lang<'lo, C1ntLLO Giovrtnni, LAURI Giulio . CRIF"ONI Ù;<Cttr. Cl.IJK~ ?.lnrio, REC:OIO Michele. PALLElt·Ol'.J. Dino, D ' ATTll.lO E,·anrlro, J:o'F.RRAJ'O'Ll Fl"tTliC'Cio, DI ì\IOKACO ì\1i<'h<'le, PASS.\llF.l,LA l<'abrizio. (',u ,Annò Snh·ator<'. Auc:usn ~rario, CANMARANO Vito Alfonso, D E C'HTARA FPd<'lc·. nE<'<'A ('osimo, J.rnn:~crrr Ugo, GATWIA Giovanni. 1'cmP~tti cJ.imici
jar111aci.•ti :
ÙOll'l<'RF.DI J•;ttor<'. SPADA 't'J-;('<:HJA DomPnico, LICATA Snln1tore . Pozzuou Fnluc<•sco, N M!nf.: Fr·nrrc(':::Co, Ril'ARJJ:F;l.LI Roberto, J.'f..\ZZA.RACCJno .Bemardi11o, RICI'AltOI OiuS<~ppf\. (lon <·ir!'Oiul'<' 7ii Giomnle Jllitil~re 5 ot.tohrr c. a . i sot.tonot&ti capitoni m('d.ie i sono ,..tal i nmmp:;,.:i ugli e><umi per l'iwanzumcnto o. S<'<'lta ordinaria: ;'\pJ~RAPA~J. Elridin, ~ABATCH At·lar ro, D1-: Nl'N7.IO F r au<'esco, Prc<·om l~l!i d io, /:lA .R~'l·:t.T.I 'l'< nnnn,.:n, PAcll.l.I A lfredo. RrTn Paolo, CALIGARIS Ctu·lo, C:JtA· i\n:r :::-~A G iovauni , :SA~m;l,LI Pit·t1·o, D E PASQlfA ùitrst·ppe. DE :\'tAJ~I 1-J.S :\u.relio, lh:tt~:TTA G iu,.:opp<', GmAnDr G iu,.:oppe, P:.,:cottATHO Rttffl;l.(, ]c•, MoNTI Gat•tauo, C:~-::-IT! uF:o Stml i. LocJANo-FlrscÀ., VJ-:l'uscux r a"quuh', D '.un co Giu>"oppc, Bnt:NJ·:rrx Uùr,.:e pp<·.
Bollettino del Corpò sanitario Militare. I "<'Jl:UPnti tml<>nti mcdiei ~ono trMkriti a ii'C'nte a fianco di ognuno indicato: P r~"<'l'tU.l niu lio . 29 crunpa_gnn 2 g r·anotieri. C .\ :'('CJ:m L11igi. 43 [un t r•riH. 29 compagna. )1r; ;o.~mcr;o;r G iui<<' ppc, 65 id. # fanteria. ) lorJAIONr Vincenzo, 44 id . - &moln CPntrnle nrti~Ji('ria. Dnl BolhlliM ·ufficiali>., dis p . 57~, 7 S<'tt<:mbro 1934-XIT. :':'Ar,~rÈ Ettore. primo capitano m<-<:lico officina automob iJistica R. ~rcito tra:-f•·ri lo O~Jwdale m ili tare di Boloj!11a. Dn·oNzo Vitt.m·io . sott.otent>nte m<'dico di compkmf>nto. - È anmdlato c considerato come non avvenuto i l R. decreto 5 luglio 193-l·XIT, nella partt> ('he si r iferisce a lla di lui nomina a ten entf' m f:'dico in S('ITizio }X'tmanc·ntc <'ff••tti,·o nel corpo sa.nit,a.ri o militare (ruolo \tfficiali m edic i). PA:LMAS Gi ul'lf!ppe, sottotencnte complemento fanteria vincitore del concor'f'O. indetti') t•on d ..crcto lllinisteriale 9 g<·nnaio 1934-XII. - È nominato l<'n~'nte
NOTIZlE
1077
in servizio permanente effettivo n el corpo sanitario militare (ruolo ufficiali medici). con anzianità assoluta 16 luglio 1934-XII, con riserva. di a.nzi&nità relativa. e oon decorrenza. per gli MSegni dal l o settembre l 934-Xll. Destinato effettivo alla. scuola di applicazione di sanità militare· Firenze. PEFE Giuseppe, tenente medico 2 alpini. - Trasferito, d'autorità, dal 30 mag· gio 1934-XII, nel R. corpo truppe coloniali . Tripolitania, e collocato fuori quadro dalla. data stessa. Cnu::LLo Giovanni, tenente medico. R. corpo truppe coloniali Tripolita.nia. Rientra. n ei quadri dal a luglio l 934-Xli, avendo cessa to di apPa!'U>nere al R. corpo t ruppe coloniali Tripolita.nia e destinato 40 fanteria.. FEDELI Alberto, tenente medico R. corpo truppe coloniali Tripolitania. Cesserà. di appartenere a.l suddetto R. corpo dal 4 Sf'ttembre 1934-XII e dalla. stessa. data è trasferito officina automobilistica. R. esercito Bologna. alla. quale si presenterà il 20 settembre 1934·XII. Dal Bollettino utficicle, disp. 60•, 14 settembre 1934·XII. BmAGm Alberto, maggio~e medico a disposizione ministero finanze (legione Tasferito ospedale militare Trento cessando di essere a. d isposizione come sopra. D 'EUGENIO Antonio, primo capitano medico legione carabinieri reali Triest('l. - Trasferito 4 pesante. CASSANO Lorenzo, JilrimO capitano medico 4 pesante campale. - Trasferito ospedale militare Perug~a.. D al Bolletldno utficiale, disp. 61•, 21 settembre 1934·XII.
R. guardia. finanza. Trieste). -
MAluOTTI-BIANCHI Giovanni Battista.. - In data. l 0 settembre 1934·Xll è collocato in au.'iilia.ria. per età, col trattamento previsto dalla legge 8 gennaio 193l·IX, n . 29. Sarà. assunto in forza. comando corpo armata. Roma ed agli effetti 'ammini· stra.tivi distretto Roma. 11. Dal Bollettino utfteiale, disp. 62•, 30 settembre 1934-XII.
Adunanza generale del Consiglio Superiore di Sanità. Presso il Ministero dell'Interno si è riunito, nei giorni 12, 13 e 14 luglio u . s., ' in adunanza. generale, il Consiglio Superiore di Sanità, sotto la. presidenza d el· l'.Acca.demico d'Italia. S. E. il prof. Dante DE BLABI e del vice·presidente profes· sor C. FRuoom. Ha. assistito allo svolgimento dei lavori il Sottosegretario all'interno S. E. BUFFARINI., al quale il presidente prof. DE BLASI ha. rivolte elevate parole di saluto e di ringraziamento pregandolo di rendersi interprete presso S. E. il Capo del Governo e D UCE del Fascismo dei sentimenti di devozione e di ammirazione dell'intero Consiglio per l'importante opera svolta. n el campo dei provvedimenti igienico·sa.ni ta.ri. I lavori del Consiglio Superiore s i sono iniziati con la relazione del diret· tore ge nerale della Sanità pubblica, gr. uil. dott. G. BASILE, sulle condizioni sanitarie del Paese, sui provvedimenti adottati nell'anno 1933 e su quelli allo studio per futuri sviluppi. T ale relazione ba dato luogo, a proposito d elle condizioni sanitarie del R egno e d elle organizzazioni di assistenza. e profilassi che il F ascismo va sviluppando con metodo e tenacia. e con quel ritmo di gradualità che è imposto da.lle condizioni economiche del Paese, ad una. importante discussione a cui hanno partecipato il presidente S. E. il prof. DE BLASI, l'on. sen. prof. VALAGUSSA, il prof. FRuGONI, l'on. sen. prof. PEsTALOZZA, il tenente generale m edico FRANCHI ed alt ri numerosi consiglieri. La. discussione si è chiusa. con unanime voto di compiacimento e di plauso del Consiglio Superiore per l'azione svolta. dalla. D irezione genet·ale della Sanità pubblica. 7 -
Giornale di medicina m ilitare.
1078
N OTIZIE
Proseguend o ne i suoi lavori, il Consiglio, oltre a buon numero di affari sanitari su cui il parere è obbligatoriamente richiesto d alle disposizioni in vigort>, ha prese in esame a lcune questioni di indirizzo sulla profilassi ed assistenza. La. prima questione ha riguardato i rilievi d ell'indagine aulla. mortalità nd bambini nsr;istiti n e i brefotrofi. La. seconda questione e.c,aruinata, si è riferita. a l problema della lotta. con t ro In malaria in rapporto alla bon i(ica integrale ed alie nuove provvidenze lef.Iislative. Successivamente il Oon.;;iglio Superiore si è occupato di alcuni notevoli particolari inerenti all'organizzazione antitubercolare , che il Governo cura con speciale interessl' e con sempre maggiori m ezzi ed infine ha esaminato a ltri diversi importanti affari, fra cui l'abolizione ovve m la rest.rizione dell'uso dell'eroina <' d<' Ila cocaina. lo schema d e• regolamento edilizio del Governatorato di R oma, i p rog<'tti relativi alla costruzione d el nuovo ospedale policlinico di Modena, uno schema di regolamento p er la disciplina d egli impianti di radiologia e di radium-terapia.
"
XXX Congresso di otorinolaringologia. Il XXX Con gresso indetto daRla Società italiana di laringologia, rinologia ed otologia è st.at.o tenu to a P adova n e i giorni 6-7-8 del Illese di set tembre u. s. L a sedut-a inaugurale h a a vuto luogo n e ll'aula magna d ell'Ateneo padovano. Al tavo.lo della pre.c:;idenza sed evano il m agnifico R ettore, il prof. MaJan presidente rld la Società., il prof. An;lan, p rflSiden te del comitato organizzatore, il preside della Facoltà m edica. i profe;;sori B elinof di Sofit\, Ghtwanne di Lione e Buys di BruxeHos. La Sanità militare em rappresentat-a dal direttore dell'ospedale mil itare di Verona. D opo il sahtto, dato a i congre»Si:;t.i d eLmagnifico Rettore, ha preso la parola il preside d e lla F acoltà m edica ch e h a formulato l'augurio che la disciplina otorino· la ringologica, che ha compiuto tant.i progressi in questi ultimi tempi, trovi n ell 'ambiente universitario quel giusto riconoscimento cho la ponga su un piano p ari a quello degli altri in><egnam enti. Indi ha pronunciato il rliscon:lo inaugurale il prof. Mala.n. che dopo aver ricordato le g lorie e le m emorie d ell'Ateneo padovano ha rilevato le s pecifich e ca.rattcric:;tich e della vasta ed importante branca d ell'otorinolaringola.tria ed ha conc luso con l'affermare che dovHre imprescind ibile del cultore di questa disciplina è di non essere ,:;peciaJista, ma. spccinlizzato, vale a d ire, snpere dal tutto r aggiung('re la par·te, mn, da questa non perdere mai di vista i l tutto stesso. S. E il prefetto alla fine dell'applaudito di-;corso del prof. Ma lan h a dichiarato in nome d ella Maestà del Re aperto il congres.<>o. Le serlute ~cient.i6ch e hanno avuto luogo n ell'aula. ciella clinica. medica d ell'osp edale civili:'.
Prinw te1114 di relazione: chirurgia deU'etmoide. Vengono trattate: l'anatomia d el labirinto etm oidale a.i fmi delle applicazioni chirurgiche; le flogosi acute e croniche d oll'et.moide, le complicanze etmoidali; la chirurgia per via (;)Sterua e p er via endonasale. Il capitolo dei t umori b enigni o m aligni dell'etm oide è ampiamente discusso. Vione aggiorna.t.o e si precisa che la diatermia chirurgica a llo sta.t.o d egli attuali progressi terapoutici (elettrodisseziono ed elettrocoagulazioue) seguita d a radium-tcrapia s ia. il m etodo di elezione p or la cura. d ei tumori maligni dj origine etmoidale.
Secooilo tema di relazione: ·J l tess-uro linjatico e l'·importanza BUa neUa genesi della tubercolosi laringea. I rc latori dopo aver e.o;posto i capitoli dell'anatomia dei liniatici della istogencsi o della patogenesi del procPsso tubercolare, affermano che la t ubercolosi è un'affeziono mult.iforme in cu:i il vù·us utilizza qualunque via per diffondersi, onde non si possono sh\bilit'<' principi fì;:;si ma occorre essere guidati da un sano eclettismo nel fuosaro delle norme patogcnotiche. La. tubercolosi laringca è generalm(•nte effetto di una infezione nella via del -
1079
1'<01' !ZI ,_
l'espettorato, ma pos.o;;ono o:<servaT>~i cn"'i in l'U i <'><sa è d ovutA a una diffu!<ione san guigna. e linfatica. Il So.f.ranek di Budapt•st. o. tale u•·gom\•llto, pcH·ta valido contributo di nume rosi stud i c linic i. Egli poggiA-If' xttfl considerazioni sopra w1a stat.ixti<'ll di o ltr~> 3000 casi di t ubNcolosi d t>ll n lnr ing<'Egli ritiene infatti chi' in circa il 20 %<li cnxi di t ubercolosi loringt·n s i d ebba. invoci~re la pa.togenesi ematica o piutto~.>,;to WHL via mista lin[u.tica. e venosa attraverso il ductus tlwracicu.8 ~1d il si:.;tf'mn vonol'lo. S u questo toma. è stl\ttt impc•gnata. ampia. di~'<Cu"<liom• n<' lIn quale hanno preso la parola il prof. CtLgnetto di Paùova o il prof. Popc r~ d i .Vl ilano ill w>t rando colla personal<• C'Sp f'rif'nza quanto Pra t~tato affl! rn:~at.o clai relatori _ )'lolt<' ccl intl'l't•::<::~unt i le comuuicnzioni in<'ren ti A.Jia :;ppc·iH lith. Il p rof. Beh\noi h a proicttnto uua film B rol!coscopia ed P:sojagoscopùì. aenzcl a11e-~/.e.!li.a, il flcuato ro Pt>rtmann ha p roi(•ttat.o <k ll t> dinpos itiv•· sulla tecnica operatoria nei twnori d el r inofari ngP. Signorilt- t.rattttmt• nto hanno avuto i congrossi.4 ti da parte del P ode!"t.!\ d i P adova con un vermouth di onore uollo :;torico salom; d e lla Rag ione; d e l magniHco R uttoro con un t.h · uel giar<lino Ùf'll'orto hot.nnico e ùf'i prof. Arslan che con la g<'nti le Signora. ha off<'rttl una rdl'zione cam pc!<tre nel wu·co d c>lla Villa R<'l.lic di l; t rn. I <·ongro-<;.-.i,.;t.i hanno vi,;itl\to le t <'m\c di Abnn.o ovo la Società ha dato un sontuoso ba nche tto al Grand Hotel OnJlog-io. Tra gli .o tologi esteri int.f'r'V<muti. olt;re il senatore prof. P ortmann d i Bordeaux, Cha.vnnnc di Lione. B(•linof di Sofia . Buys di Bruxf' llcs, vi erano Wl'its d i Pra.ga. Gtwman di Budn.pn'it, Tamari di Vil·OJrf\. Al Congrct<-~0 di Po,dova r S(•guito quf'IIO ita.lo-unjlll('rose. I congressisti il mattino dd 9 sut tombre sono partiti a.tla volta di BudapC'St ove congro·ssist,i it.tliani o ung hf'_r,·si ba nno t.onu to conferenze e sedute operatorie. A(;ùORINTI.
'
l Congresso internaziGnale di gastro-enterologia.
Da ll'8 a l t o· agosto 11135 s i terrà a B.-uKell<>fi il I Congn'l"-~O Internazionale di )!Mtro-entorologa\. L'importanza che t~ le ramo d e lla c linica ha. assun to in questi ul t imi anni , ma soprA.tutto il bisogno clelia cooperazione t ra medici, chirurg i, radiologi, fis iologi e biochimic i, rflnde indi;1pensabile una int-egrazione reciproca pe r la ri;-;oluziono d egli important i probll'mi cbP ~!ono sul tappeto e che riguardano le alterazioni funzionali e anat omiche di'gli organi che presiedono a lle più importanti funzioni dell'organismo umano. ' È g itmto il momont,o di afirontartJ questi problemi nP IIoro insieme P !!Otto i d iversi a>;pctti, in convegni che riuniscano m <>dici, chirurg i, radiologi, fisiologi, anatom o- patologi e biochimici di tutti i pn.osi. La Società. B elga di gastro-ent.ero logia ;;i è fatta iniziatrice di umt prinna. riunione internazionale che avrà luogo a Bruxe lles in occa.'<ione d e ll 'R!>posizione Uni versale nel 1935. Gli a rgomenti a ll'ordi ne del giorno sora tuto: l ) le p;astri tì; 2) le coliti ulcerose gravi n on amebiche. • Le principali Nazioni ha nno g ià aderito e si sono costituiti Comitati NazionaJi, dove figurano i nomi più s ign ifioativi di coloro che di questo campo hanno fA.tto J'oggctto d e lle loro osservazioni , della loro pratica giornaliera e delle loro ricerche speciali. L 'Italia a sua volta. ha costituito un Comitato ad hoc e la Società. Italiana di gastro-e nterologia ha già dato la sua completa adesione e l.e più spiccate personal ità italiane nE\I campo de lla scienza modica hanno già promosso la partecipazione attiva, p e rsonale e della loro scuola. n comit.ato italiano è così costituito: Presidente onorario: pro f. sen. F. Miche! i; presidente effettivo: prof. C. Frugoni; segretario: prof. P. Alessandrini; m em.bri: proff. R. Alessandri, M. Ascoli, R Ball i F . Bott azzi, A. Busi, L. D'Amato, M. D onati, G. E gidi, G. Fasiani, L . F errannini, A. F errata., C. Ga.tnna., G. !zar, N. Leotta., R. Paolucci, N. Pende , P. Rondoni, G. Saba.tini, F. Scbupfer, O. Uffreduzzi, L. Zoia. P e r informazioni rivolgersi a.l segretario prof. P aolo Alessandrini, primario degli os p edali di Roma, via Alborico Il, 33, Roma.
!OSO
NOTIZIE
Società italiana per l'anestesia.
n giorno 24 settembre u. s. nella biblioteca della clinica chirurgica della R. università di Roma, in una assemblea della Società italiana di chirurgia, presieduta dal clinico chirurgo di Roma prof. Roberto Alessandri, è stata discussa la proposta presentata dal prof. Dogliotti p er la costituzione di una società italiana p er lo studio dei vari problemi inerenti all'anestesia. n presidente mise in rilievo il particolare interesse di questi studi, ancora non molto progrediti sia in Italia che all'estero, e prospettò la neceesità. che la nuova società abbia subito vita, chiamando a far parte di sè oltre che la claeae d ei chirurghi anche quella d ei fisiologi, farmacologi, biochimici e quanti altri p er affinità di ricerehe e di studi possano comunque apportare il loro contributo agli sforzi tendenti a migliorare sempre più il grande presidio dell'anestesia. Intervennero alla discussione con importanti argomenti, tutti tendenti a dare il maggior impulso e ad accrescere il fervore p er le varie ricerche sulla anestesia e le pratiche applicazioni di essa come valido sussidiario della chirurgia e come mezzo squisitamente umano p er sopprimere il dolore, molti fra i direttori dei nostri maggiori istituti di clinica e patologia chirurgica, quali i professori Dona ti, Taddei, Uffreduzzi, 'l'usini, Fasiani ed a.Jtri direttori d' istituti di clinica medica, di farmacologia e di altre brancl>e speciali. La seduta ebbe termine con l'approvazione completa della proposta e con la costituzione, quindi, della Società italiana per l'anutuia che avrà anche un organo periodico, che inizierà le sue pubblicazioni prossimamente a Torino, sotto la direzione del prof. Uffreduzzi. La morte del prof. Durante. Il senatore prof. Francesco Durante è morto il 2 ottobre, all'età di 90 anni, nel suo paese natio di Letojanni (Messina). È scom~ cosi una delle ~ di massimo rilievo della Scuola chirurgica italiana, di cw il compianto Maestro fu fra i più geniali innovatori. La sua. lunga carriera fu segnata da numerose conquiste che hanno reso celebre il suo nome anche oltre i confini della Patria. Eg1i fu il primo ad operare i tumori c~rebrali ed a suturare le ferite arteriose; seppe ideare altri procedimen.t i chirurgici che, universa.Jmente seguiti, segnarono efficaci progressi nell'arte operatoria; propugnò l'uso dello iodio ne!le forme tubercolari chirurgiche creando tutto un nuovo metodo medicamentoso che rimane fra le più brillanti affermazioni della t&apilna. guerra orgn.wzzò e diresse l e fOrm&ZlODl S&Dl<.cue d e ll'Ordine d"1 Mal. ta d"\ cui era medico capu. Nel campo dottrinale si distinse per originali intuizioni dei più ardui problemi di patologia come quello della genesi dei tumori, per cui fonnulò la teoria embrionale ancora prima del Cohnbeim; scrisse memorie di grande pregio e un trattato di patologia chirurgica che fu fra i primi ed i migliori apparsi in Italia; fondò e direese con Guido Baccelli una delle più autorevoli e vita.! i riviste mediche: n Policlinico. n lutto del mondo m.edico italiano è particolarmente sentito a Roma ove il Maestro aveva. per quaranta anni (dal 1879 al 1919) insegnato, prima patologia e poi clinica chirurgica, educando le devote studentesche ai più alti ideali di scienza, di carità e di patria e fonnando allievi valorosi che hanno divulgato in t utta lt&lia. i suoi m.etodi e la sua dottrina. o
Direttore rupon8abilt: Dott. Lmax* Redattore: Dott . prof. VmGINIO DE B
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~- ~Clii, tenente generale medico "· uns, tenente colonnello medico
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RI VIST .E i"IE DI CHE MJLIT ARI BRASILJ;_:: REVISTA DE MEDICIN"A. ~!ILI TAR. - Directoria tlo Snll!IC da Guerra. Hnt~ .\ !oncorvo Filbo 3~. Rio de Janerlo. Fase. apr ilc"'nanuio t9:H. W•lffenbuttel : Trattamento dolh~ m ortins:ìto tu\>llrco l,.rc. - Halltt: CoUBidct'a;~;loul su uuo stt·aao caso dì oooluslone Intestinale co n pct·itoni tu tlB pt>rt~~razione. - Vllas·IIOas: .'\lodi cl militari Le clerma.tosi In guorrn. - Barr~u St 1da!1: Studio clinico del nlstn·~nto. - Palva-Qon~alwn: Couditlcrazionl an un caso •li sin lro rut' <li C::•·o.rlen igo curato onn lu TI\Ocìuotorapla.
FRANCTA: ARCHJVES Dr; :\fÈD'ECtNE 11:1' PlfAlt.\IAClE ~IILI'PAlH ii::':;. - Direz ione del serviz io di so.ullà, 1\Iiulslcro doU.- Guorru. Fa$C. ll. auosto. t•mw Cl, 193L Bonnet o DldiH: Valor e tlol m ezzi .lin9:nosticl n olio ì~ITczir•ni cb i rlll'gicbo cloll o st.omaco , del (!u()ll d.ono o dell'albero bUin.rc. - cutedoat: l <list urbl m ent.nli dei mìlilari indigeni musulm.ani ùell':\frl c n. d e l Nord. noU' Atricn elci NoNI.
8c!1tckol6: f ./n:da~1~ n e Aa.nfte..t.rlo. n•, i .L ~o.tri dì opo rn.zio n o o.atcrni. e
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GUN' IDAN"- %;A.SSL - P.Jhbllcazione ul11cin.l c <l ei Co rpo ><lin i lario ùell 'Jil~orc itv gin.ppnuesc, Toklo, N. 252, fl~UUIW 1934.
Kawasblma: Stucli s ul Bacilh~ pscu lotubc·culll.< i.• nlcntiwn tll Ptoitfer. - M~rakaml o SUzukl: Osservazione olinien di miosltc o!llli flcA.nt-u t <'1\llm><tioa. - Hayama o Utno : Riocrcb0 su culture di bnoiiH con un nuo vo pcpto u t~. - Ha ~a: Snl t raLtamento <lt!ll ll frattura del collo ùol remore. - Yamano~clll: Rlcorohc ~uU' iru·>l ·te~ d JI J>arMio •·o(cnolo.
POL ONIA : LEKARZ WOJSICOW \'. - Organi> cii·~li u ltlolllli del Sorvtzio sanitario. Centrnm Wyszkolonia Sn.nlt. Gòruoslaska 45, Vo.rs.-.vlu, N. ll-12, 1° - 15 uiuq-,.o 1934. Kollatai-Srzednlckl: Alcxandre ByJin,. - Rosnowskl: S t.utll di c iel t roco'1.rdiogra.tlo.. - Wszclakl: La t ebbro ondulanto. - Flumol: L' c• ;11me doll'nprmrt\to circo l•~torlo negli aviato ri. - Marczew1kl: Snll 'ltt ero catarrnlc. - Konorat •wfez: Sull 'ul co m clu•>J\lnt\h: Jll)i m.ili rari. - Deka~skl : L'ooidosl da llfo r·Y.o noli'nso dcllu mOJ«'hora o.uligns. - Zatemba: Risultato eli uu esame periodico dcU'azio uo scc•·otor io. rlt!.IIO ~t.oulnoo ne i ""scritti. - Wllocll: Un 01~0 tU botulismo. Kler•now.;ki: (Ju Ot\..'SO <li Oi\no rn tlcllc.tr t(Hf.4 •le- l pu.o C I"Qol\~ com-plloa.to da. di&bete.
RO MA~'JJA:
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BOLETIN DE FAR~T.ACIA :\ULI1'Afl. - HC<Laziono o ammiulstraziono: Rmbaja{!ores, i9r>, Ha• drid. Fase. vrr, luulio - VIII. auosto HJ:H. Mis '1 Glllndal: (mpurèzzo e fnlsiflcnzioni dci medica m onti chimici rFa..<c. VII e VIU -continua). oampoy: La • prescrizione ta.colrat ivn • (Fase. VI f). - Roldan J Guerrcro : B ibliog rnfla fnnnaccutloa mllitnro (FIUlC. VII). - l binoz: Alc uni pro btomi n on fJ'CClUenti nelle n unii si oliniebe (Fase. VIU). - Van ltallle: Un meLo do intcrnaz\o nale por il dosaggio de!In mortlnu neU'cpplc (Faec. ViU). •
STATI UNITI: TaE ~HL11'.AJn: SURGEON. - Arruy Medicai )[UJ!euro and Librnry, w .a sbington. Fa8C. vt, Vol, LXXIV, oiUQno 1934. Glbton: Il Vl!<IOr e degli studi so.nitnrl noi piani' di ltuen·a. - Brodkln : Inoidenl i di ma roio. dovttti n colpo di cnloro. - Wllllamson·: Amput azioni nel vecobi, per cnn crono. - Fraser : Un ooao cii peli agra ln nn soldato.
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Anno LXXXII • Fase. XI NOVEMBRE 1934- XIII
GIORNALE DI
MEDICINA MILITARE
DIREZIONE ED AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA GuERRA
ROMA
Pubblicazione mensile
SOMMARIO L'ndunata~doUo;Forzo:Sitnil arie milito ri.
Pag. 1081
CONGRE881 :
1:\: Con.(oronza cloll'Uniono int~rnazionalo c<> nt•·o la luborcolosi (Varsavla H seottem· bre 1034-XII). - 'rltEPIOOIONI . . . . ... . . . . . . . . . • . . . . • . . , . . . Pag. 1101 XI Con!\'ro~so !l.allano di rn.diologln modica (POrUKiO. ~~:l~ soltombre 1034-Xli).- CRE· 8PJ::L'LA.'I I o COGLIATI· D.EZ'l·A • . . . . • • . . . • . . . • • . . • • • . . • . • • . . 1117 XL CoÙgrosso rlolla >"oci()t/l it.n.liana rli tno(lioiua interna ('rtomo. l7-20 ott.obre 1934-XIl).PICCOLI . . . . . . . . . · , . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , . . . . . , 11:!0 d'Aienandro. - Lo plouropntio noll'.li:sercito. - Relazione al XL Congre><So della Soolotà Italiano. d! mo•tioina interna (aulorlnssunto). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1182 r - MEMORIE ORIGINALI :
Rluutl. -
Ln Jo.mbliJ\Si th~ so la od assoch\1:\ allo ttmebitL~i • . . . . • • . . . . . . .
P ag.
Manranaro. - L'UBo della wascbcra o.ULigas ne i mililnri atrot.li dn vizi di t·otrozlonc. , . RIVISTA~DELLA STAMPA MEDICA
ITALIANA E STRANIERA:
Acno poli morta. Ric~.,.che sncrimenwli su /.la westuìta Qrigin~ tubercolare d ell' - DB BLAStO . P ag. .t(i'riii'autlca militare. Oarattcrist.ichc tkllo "wr()iUtà del pers011ale volante d eU' - Husz:sz• • . Antichi (Sugli) rapporti fra la medicina araba e la medicina Ital iana - Notlzlellrellmlnarlaulrls.ltall della mia mlulone sanitaria nell'alto Yemen. - S.&R::..'Er,Lt . . . . . . Artrltl s ~ppurate travmatlche del collo del plede. - l'ATF.r. e AJ>AllE."'rt;.\X IT . . . . • • . . . • • Bacillo difterico. Ricercl•e sul potere emolitico del - BRA rwA 'l'O. . . . . . • . . • . . • . . • Determinazione del grassi, detll olll e d&CII aeldl Rrassl mediante fusione con cera eeereslna. - ltOJAHN
IIGU 116~
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C l!A UGO . . . • • . . . • • . • . . . . . . . • . . • • . • . . . • . . . . .
Frattura e netrosl di un ampio tratto della m111dlbola di origine dentaria. - P IOC.uutETA • Guerra chimica. Gli lt!:ilttppi del tlopoouerra nf.nli aJ<]Jetti •nerlici t/ella - KOON'J'S . . Il chirurgo di Napoleone . - SPALLTNCI . • . . . . • . . . • . . . . • • . • • •• • . lprlte. Err ori Ti(lllflrflmlti. le vos.•ibilit•i rli pmt<-::irmr r •li soccorM cmur'n l'nziOI~e dell'À{UN'l'St;U . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Relazione sanitaria sull'esercito teduco nella &l!erra mondi ale 1914-11118 • • . . . • • • • . Rlconrl (D ci) adibiti a posti di soccorso. - UOMaNI o M.&GROtorE . . . . . . . . . . . . Toulclti del siero. Un nuovo f ett.cmu:no per la dilllOstriWione della - D.&UMANN o WITIUlS!l.'Y Valutazione (SuUa) del sogn i radiologlcl di atfnlonl e letlonl della colonna venebrale In mldltl!la legale militare. - CnESPl:J.LA :< t • • • • • • • • • • • • • • . • • • • • . • • • • . • • • Vetnlcl (Le) di rlwestlmento e lo alteratlonl elle ponono produrre nerll alimenti conaerntl In scatola. O~:BHUTt. . • . .
1145
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1163 1173
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OONFERENZE E DIMOaTRA%101111 OLINIOHE NEGLI OSPEDALI MILITARI
Pag, n;;,
IIIOnZIE ••• . •• • . .•
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CONDIZIONI DI ABBONAMENTO. L'abboname nt;o è 11nnuo e fleoorrc dal 1• gennaio o.l p ro:azo di L. SZ (Estero '4). Por g ll uffi ciali m edici c chhnici- (1.\rtnl\oiqtl del R. Eserolto, In sorvtslo ed In congedo, U prezzo doll'o.bbono.meuto ò ridotto a L . 24 anticipato. Por l soli urnoia.ll aDe(llci (<l~ll' lil~orclt·o e della ?<ta.rina.), in q•u~olunquo pos~ioo.e ei t rov!l.l9_, ò ammesso un abbonam onto cumulativo al Gl.orrw.le ài Medll;ina Militare ed agli 4 nnali ài Medicina Naoale e Ootoniale a.\ pro:~:zo di L . 45 o.unue. Il pre7.<:0 del s upple m ento contenente l Ruoli di aMian.Uà ·' el corpo sanita-rio mi!Uan ò di L. 15, rldotLo a L . a por l soli a bbonati.
NORME PER l COLLABORATORI. Lo opinioni ma.uitosto.te clagll Autori n on imJJet(nttno la responsabilità. del periodico. Agli Autori ~ara.nno concegJ>i gratuitamente 50 estratti con copertino. stnmpatn, trontesplzlo, lm· paglno.turn o numerazione Rpooiale . Por disposizioni del ConHigllo nazlonalo delle ricorohe n oia.sonn lavoro deve O&Sore unito un breve a.utoriQ.S!junto (non pi!J. cii 10 rlgbo). Le ape>lO per lo tavo le Utogrntlohe, fotogro.flcbo, ecc., che a.ooompaguassoro le pubblicazioni , sono a carico degli Autor i. I manoscritti non s i restituiscono.
ANNO LXXXII - N. 11 GIORNALE DI MEDICINA MILITARE NOVEMBRE 1934-Xlll
L'ADUNATA DELLE FORZE SANITARIE COMBATTENTI ---.....-·- - -
L'IDEA E GLI AUSPICI DEL CONVEGNO.
TI 4 novembre, sedicesimo annuale della Vittoria, si sono adunate in Roma le Forze Sanitarie combattenti. !/iniziativa di questo grandioso convegno era partita dal Sindacato Nazionale dci Medici c subito avova trovato fervide adesioni delle Autorità
IL MANIFESTO COMMEMORATIVO,
fasciste e P.Olitiche e l'entusiastico consenso di. tutta la Classe sanitaria itali_~na e delle Associ~ioni dei mu~ilati -e dei rcduci,-. fra il più vivo in.te~ resse del pubblico. Per la prima vo1ta i medici combattenti e quanti con
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L'ADUNATA DELLE FORZE SANITARIE COMBA'I'TENTl
loro dettero opera nei tormenti della guerra più sanguinosa che la stori& ricordi, si sono tratti dal consueto riserbo ed hanno marciato per le vie dell'Urbe per presentarsi al cospetto del Duce e rendere omaggio a,J Soldato Sconosciuto ed all'Ara dei O:«luti Fa.scisti. L'austera cerimonia s'è inquadrata con le altre manifestazioni celebrative, assumendo uno spicca.tissimo rilievo che ha fatto convergere l'attenzione di tutta Italia su questa silenziosa b tmemerita falange di r educi che dignitosamente si ergeva al fianco dei fratelli delle Armi, p er commemorare il comune sacrificio nel fulgore della Vittoria.. All'adunata, con i Sindacati dei medici e dei farmacisti, hanno partecipato in forma ufficiale la s~nità militare, la s~nità marittima e della M. V. S. N. con tutti gli altri Enti sanitari dello Stato, la Croce Rossa. I taliana, il Sovrano Militare Ordine di 1\falta, i Ca.ppellani militari, l e Dame infermiere. Un riuscitissimo numero speciale de Le Fot·zo Sanitat<io cc dedicato all'eroismo sanitario in guerra>> ed a.p parso nella fatidica data del 4 novembre, ha ra.ccolto gli alti auspiei sotto i quali s'è svolta la memorabile celebrazione. Sulla copertina è riprodotto l'artistico manifesto che in quei giorn i ha decorato le piazze e le vie di Roma: in primo piano la pensosa m aschia :figura del meè.ico in grigio- vPrde, che imbraccia la bandiera e poi una dolce immagine di infermiera ed un a,s cetico viso di cappellano militare. Sulla prima pa,gina campeggia un grafico nel quale, sotto un arco di t rionfo, sono ragguagliate le cifre che documentano il valore e il martirologio del Corpo S3.nitario miUtare che trovasi al secondo post.o, s ubito dopo la fanteria, per il numero delle perdite avute in guerra. E vi è ripor· tata la più autorevole luminosa testimonianza, quella che il Duce volle r endere nel Suo discorso in Campidoglio ai medici d'Italia, flt(>endo fede nel nome d i tutti quelli che hanno fatto la guerra, dell'abnegazione, dello spiri l o di sacrificio e del coraggio con cui i medici hanno assolto il loro compito. D opo articoli dell'on. prof. Morelli e del prof. Bocchotti che sono stati gli ideatori e realizzatori instancabili della grande giorna.ta sanitaria, con i nomi dei treccntosessantotto medici caduti in guerra, seguono memorie c documenti della nostra storia e scritti e indirizzi di S. E . il Segret ario del Partito e di altre personalità p olitiche e delle Armi, delle Scienze, dello Arti, fra cui riportiamo q uelli della nostra diretta gera.rchia. S. E. il Generale Federico Baistroccbi Sottosegretario di Stato alla Guerra. Apostoli della pietà all'ombra del dolore, i militi rossocrociati, in quarantadue mesi di generosa fatica, scrissero pagine di sublime sacrificio , esercitando la loro alta e nobile missione.
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Nel tumulto tragico della lotta , fra le desolazioni e le rovine, i posti () i medicazione punteg~iarono di pura luce la bufer a e furono il segno dolce e consolante dell' umana pietà. Senza altra ambizione che l'adempimento del loro santo dovere, le forze sanitarie italia ne aggiunsero ~ell' ultima guerr a , al primato conquistato nel campo della scienza , il ~acri6cio di 720 medici morti per la Patria e l'azzurro di quasi 2500 ricompen>e al valore! BA ISTRO CCHI.
Tenente Generale Medico Luigi Franchi, Direttore della Sanità militare.
Jùl .~eclicr:simo anniNJI'I>Ctrio dr•lla Yittori(t, Romct (tflUIUt da tutta Italia i reduci dell' a1·te srtcra che in guf'l'l'a conl<wr·ro con infinito (t.mnre ed intre7Ji,lo an·imo il 1Ja.sso alla morte. Con loro ma.rcnnno 1Jer le 'I'ÌP dell'Urbe, tornate alla gra.nclezza. llei trionfi, e -~o.~feremo ·i nnanzi alla. .~pogli((. d1>l Soldato Sconosc-illtto, as.y·n nto alla venerazione <lPll' Altare della Patrùt, a 'J11'1'S.~o l'Ara di .coloro clw Ri imm.olctrono prr la r·it!f'ndic<t::ionc del s·no sncrifieio. Sal11.tùmw nel 11·iù schietto ca.meralùllnO i ·vecch·i co·n'1>agni che sul tcr·reno clellct lotta e nelle formazioni sanitarie ca.mpali ll-iv isr•ro le nostre anllic, la ?mtta angosda e la ririle ~salta::ione nPll'(u:]em1Jimrnto dtl nostro rischioso <1m:ere 1:erso [(t Patria e ver,qo Iddio. K oi s·ia.m.o fieri di cssNC i legittimi depositm·i delle ricompense e drlle i1Mcgnc insiem.e g~uuiagnate e che si assommano nel bim~co L(tbaro dalla rossa croce, elle già. qui rice1'e1nrno dalle mnni lmg11.ste di S . J(. il Re e che ora è afficla.to a.lla Scuola ili Firen::f', o-vo ogni anno si a·v·vicP.ndano le lC[!ioni dcll.e mwt•e ?'ecl-utc (lel Corpo Sctnilatio, per 1Jreparal-.~i a n~il-itare nelle file dell'Esetcilo con q11ell'a.rdore che a..nim!) i mctggiori f1·ate.Zli negli aspr·i cimenti rlel 1Ji'Ì! grande conflitto, secondo la tmdizione centenaria di abnegazione, lli coraggio e rli fede del nostro Corpo. K el segno di q11.el 't:essillo, .sul q1wle 1·isplencl.ono clue med.aglie d' wrgento al vafO'rc 1nil-ilm·c e llue mulaglie d'oro per benemen'n.::e ?~a.::ionat-i, n ella mdiosa memorùt dell' olo('(tusto di ta.n ti nostri uccis·i o aUrim.rmti periti per il dovere, noi salutiamw l' Uomo lm·gito d,a.lla P1·o·t'Viden.za alle 1·imwvate fortu.JlC della Pat1·ia, il" 1w.~tro grande Capo che ha vohtto concederci q1t~sta solenne ccleb·razione. Un JJremio cosi grande, decretato nella S1ta nlta mente, sta a clire che n<Ji siamo nelle p1'ime linee fm le ·r·ingaglim·dite forze della N azione, ma è anche lli monito se·vero a tenerci degni d'i tant<J on&re, sel'vendo sernpre cm~ inesa?tsto slanc-io e con indefettibilc dedizione le Anni alle quali l'Italia confida il suo onore e la 81ta potenza. In questo se?Mo, come c1irettore (]ella Baniflì }l[ ilita.-re, so d·i interpreta·re il ca.lllo sentimento di t11.tta. la nobi.le Glasse !Janitrwia italia-n a, Hemprr. poten-
(:ioruale r!i 111 cdieina militare.
108-!
L "ADUNATA DELLE FOUZE SANITARIE CO~lBA1.'TT~NTI
zialmente Q;l servizio delle Forzo Armate, siccome 1>ronta ad og?li ista1~te a: mecogliers·i sotto le balidiere con immu,ta.bile fervore. Infatti, ·1 wi (Ù!l Sen•i-zio pm·manente ci con~Jùleria.nw e siamo ncll'E.~er
cito come la seolta vigile clella i·n.tera cltt.~se medica, cui J>er la guerra 11repa1'iamo il robusto telctio d·i ·inq~utclramento, mentre già in pace ci 1t.nia.mo alla sua opera di difesa clel pattimonio uman? 1Hl?tionale, qua.li scrt~polosi ltt.t()ri della fiorente gio·vinczza che arl ogni tw·no di leva è affidat.a aUe ?~ostre cure. Om piÌL ehe 11uti è opportuno insist.e.re su tali concett·i che rea.li:::::cmo 1~el no11t1·o campo le direttive del Duce 1)('- 1" la, .N(t.:ione militare, co.o;ì. che tutto valga alla ?I'UtS.Yima convergenza e alla som.·ma eli ogni (tttività e riSOI"IIa per il 1Jotem;:iamMto delle forze scmitctrie da porre al serv·izio clel Paese n ella pace e nella, guerra. Come unica è ltL missione, cosi comuni sono i titoli (li nobil/.à e il retaf}gio di glo·ria che al 1wstro Corpo cleri'IXtno clallr. r.t,ziol~i conL71i·ute in nove guerre, dalla s11.a fonda.zim~e, e in epi.clcmie e cala.mità na.zio·naU. N el fatidico gior·no della nostra acl·unata rioor<liruno, con gli antù~hi sacrifici di sangue ecl <ttli di valore, le cifro cleU'tdtima cantpagl~ ?-, che mrglio servono a iUt~minare la figw·a clel no,qtro metlico soldato: 642 meclici morti lli <mi 370 in combattiment.o, 30l?nedagli.c d'argento, 1125 medaglie d·i bron::o, 1900 croci lli gt~e·rm al valore ed encomi solenni. Q1u:sto a:~venimcnto rimarrà indelebile nei fa.sti della Sawità JJfi.litrm~ che si mccogl1e COl~ le consorelle bene1ncrite associazioni cl·i soccorso, C()n i pro(l:i cap]Jellani milita.ri, dei quali i?~ g·uerra ha conosciuto le eroiche virth incit.att·ici, CO?/ le dame infermiere, che vennero a profondere 11ei 'llostri istituti gli ineffa.b·i li conforti delle valorose d.mme italiane. P1·eparia·moci a vivere l.a nostra grancle giornata! Quando asccnclel·emo il fulgido Colle che custoilù;ce i simboli clelia nuooa cpOJJea, aleggeranno ù~torno a noi gli spiriti dci nostri pu.rillsimi eroi. dci. martiri dell' anwre invitto che noi vedremo, come li v·idc il Poeta, i·m mersi nell'a1wora magnani·ma clella Patria, circonfusi dalla luce sempitcma rlel sangue che essi 1"Ì8lltg>laron-o.
IL LABARO DELLA SANITÀ MILITARE. P er quanto la stampa politica abbia largamHnte diffuso le cronaehedell'avvenimento, pure ci è grato ric~tp itola.rc i principati punti delJo svolgimento dell'adunata e dei riti svoltisi secondo l'organico programma. concr(~tato dal Sindacato Nar.ionale Fascista dei Medici, d'accordo con gli altri Enti partecipanti. Poco dopo le ore 12 del giorno 3, era giunto dalla Scuola d i FireL•ze, con una scorta agli ordini del tenente colonnello medico Bruni, il Labar()
l.'ADl"NAT ,\ rH~LU;: f"OR'lE SA::-IITf\RI ?: COMBA'fTFN1l
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della Sanità l\Iilitare pH prencl(•r parte alla grande adunata. Erano a,
rioeverlo alla stazione di Termini una compagnin, del 2 ° reggjmento Granatieri con mu,·ica e ba.ndi!·ra., il direttor-c generale della Sanità milita.ro tenente generalE> me(lico ]'rauchi con un fol to gruppo di ufficiali medici d'ogni grado, l'on. Pavolini pn•sidentc d<'ila Confederazione Nazionale Professionisti f•d Artisti, l'on. prof. l\1orelli S('j!rda.rio nazionale d(•! Sinda.cato Fascista d('i 1\INliei. S. R. il prof. D e Bhud, Acc-ademico d'Italia , il
L'ARRIVO A ROMA DEL LABARO DEL LA SANITÀ MILITARE.
prof. Ilvento Vice direttore della Sanità pubblica del Regno, i senatori proft. Ba.s tianelli e Versari , il prof. Alessandri, il prof. P erez segretario del Sindacato Provinciale F ascista dei 1\!cdici c numerose altre personalità accademiche e del mondo medico e farmaceut ico della Capita.ll'. Il nostro vessillo, seguito dalla vecchia gloriosa bandiera del 2 o reggimento Granatieri e dai gagliardetti dei Sindacati dei medici e dei fannacisti, ha proceduto, in un ammirato corteo, fino all'ospedale militare. LA MOSTRA SANITARIA DI GUERRA.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, alla Passeggiata .Archeologica, ha avuto luogo l'inaugurazione della Mostra Sanitaria militare, nel suggestivo sfondo delle Terme di Caracalla, a. d estra <lel grande viale che col
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nome d; " Guido BacC<'II i >> riconla uno dci più ~t<'utì gPni dt•lla m<'dicina contt•mpora.nea ed un illuminato prccur~ore d<'lla nuova Italia., ricondotta
dai Fasci sulla scia della sua storia millenaria.. Qtw~ta riu:)c i ti~sima manifPsta.zionE> è stata realizzata in pochi giorni e col più felice suce~:>sf;o. Secondo il prog1·amma, la ~Iostra si co::.tituiva. di ilue parti dist.intP 1•<1 attignt>: una dC'lla Sanità mLilitare per l'Organi::::azione Sanitaria in guerm, ~tlla quale ha a.t. t1~ so t:on grande perizia ed rncomiabilt' zelo il maggiore medic·o Rinaldi, l'altra d{•lla Croce Rossa italiana p('l' l'Orgat~izza::io1~e sa.nif.<u·ù~ ter'l'itori,alr. in gnr-rra. . .Alla eerimonia inaugurale ba.nno pr<'St>nziato le LL. EE. i presi1lent.i clt\1 St•nat.o on. I<, I'Ch'rzoni e della Carnera on. Cia,no con alte autorità milita,ri, a('ead(·miehe, civili e politiche>, gli uffic.iali del Corpo sanitario <11'1 Pn•sidio, le rapprc~C'nt.anzc d ei Sindar.a.ti .dt'i medici e dei farma<·i;;ti, ·c app('llani milit.ari, flanw inf(•nnit>re. Alll\ ore 16 S. E. il Sotto~l·grl'tario pl•r la guet·ra ,g-Pn. Raistrocc:hi, a<'rompagnato dal di t't•! toro l!enerale clt'lla Sardi:\ militare, ha rec·iso la. fascia bianea. tl•sa all'ingrf's:So della P~JlOsiz ione ehe così ha rict•vuto lP primc antorevoli visiti' P poj, pl•r tre sct.tima.nP consPcutive, è stata oggt•tto di attt•nta ossrrva,ziotw da parte di numeroso pubblico d 'ogni clas~~· sochtll'. L'ingr<'sso della Mostra t>ra. una intif>iva opera d'arte del Rov<'roni. Raffigurava due gladii romani :;1 retti in }Jugni sanguinanti e fasciati da bf'mk the pit•gavano rame di qm•rC'ia; fra le lame era la grand<' lt>gg(•nd a clell~L Psposir.ionc e sot.to, inquarlrat<' eome sfondo dcll'ingrPsso, ('l'l\no riprodoth• l<• parole elette dal Dnc<' n1•lla Scuola di ~;anit.à militai'<' di l<'irenze il 28 maggio rh•ll'anno YIII. Si sn:;st>guivano tutti gli (•lementi sn.nitari da campagna, a cominciarl' da dur posti di mNlieazione, d<>i quali uno in trincea (•l'altro in un improvv isato baracchino. Si awva, l' 01>ì, dall'insieme, un'idN1 concreta df'lla su<'C<'S:)ionc dci ,')ON'orsi porti a i feriti l'd ammalati, dalle lince ali<> rdrovie, (' rli tutte {.altrl' po::.:-;ibilità <'d inromb~nzt' sanitarif> alla fronte. La. trincwa, in vNit·à., co!ltrnita dal Gf'nio militare eon pcrfl't.to tC'I:nic·.ismo, Ha. un modC>llo ùl'l g(•twrc, come nella gU<•rra di posizion<' potcYa <tv<•r si soltanto in condizioni vanta.j!giosc cd a sistemazione già. a,·ammta. Prr il pHiodo preccdcnte e nt•lla guC'l'ra di movimento, si sa che i mt·did t' r:-tno anch't•s1;i allo S<•oJwrto fra le linPl' , utilir.zando pirghe del tt>rrt'no c>rl altri rip}lri naturali, <'fficaei non tanto p(•r i mC'zzi d'offl'sa nemi<'<t m a quanto pC'r sottrarre alla vista dd eommilitoni, quei uirli di ft•l'iti ov<• l.1. ~uerra assum<·va. gli asp('tti piìt tristi, e riman('va ai m<>dici rd ai capptllan i
LA CE RIMON IA INA UGURALE D ELLA MoSTRA SAN ITARIA MILITARE.
L'IN GRESS'J DELLA M:>S ~P.A DELLA S,N ITÀ MILITARE,
U N POSTO D I ME D ICAZIONE I N TRINCE A.
U r<
POSTO DI MED ICAZIONE I N U N
BARACCHINO IMPROVV ISATO.
L'ADl'J'ATA D ELl.E F'URZI~ S AN I'l'AH IE C'Oli! BNM'ENTI
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rf'ggimenh~li
ii grande esclusivo prhik~òo di compiPre l'assist.t•uza dei morenti, prr i quali dow•va interrompersi a qu<'l primo anPJlo la, cat4:'ua dei soc.corsi. Il pubblico dei vi:;itatori si inh·rt>SS:Jva molto a qul'i })OSti eli nwdic.azion(•. SpN!so erano (!(·i V(•t.l>rani aa c•vorarl' ricordi di t rincea, tr·a ili loro o <:on lr loro llonrw o ron giovani rimasti fuori cl<•J conflitto e chi non av<>va visto il vero volto dPlla guerra, si cotnpia<·eva. OSSPITarC> con un S('nso di ammirata sorprt•sa rome rffettivamente la organizzazione sanitaria spinga. le· sue prime più fini ra mificazioni aJl'l:'slrl'mo limite clt•llc lin('e del fuoco. Lo spiPgamento delle U nità Sanitarie campali ùispost.e fra gli albrri, !lttgli ampi prati e ron il supe)·bo sct~nario Mi mac•stosi avanzi <li uno dei monunwnti pilr insignì ddla Homa imp<'rialt•, t'l'<l> quanto mai pittoresco -e suggl•Rt i vo. Erano in mostra, in as!lt•tto di immNiiato fumdonam cnto, una Sezione di sanità con il materiali' dei rispt>ttivi r~>parti carnggiato, someggia.ti E' portafcriti , un Kuch•o cbirurfd<'o , un ospt~dalc da e<tmpo con appa.rrcchio radiologico someggiabile, una Sr-zione di ùisinf(•zione con stufe o autobagno, autoambulanze p er il trasporto ùci fHiti, un'autoambulanza odontoi~l>trica e radiologica, un autopotabilizzatorf', un inceneritore òa
.ca.ntpo. Cosi ciascuno pot~c>va osservare come fosse ro propri ed aggiornati i presidi terapeutici cd igi<'nici di cui dispone l'Esercito in campo e rendersi -conto che fin nelle irnmf'diate r<•trovie sono ]IOsRibili tutte le realizza.zioni drll'arte rnNlica c cl1irurgica e c:lrP a fianco delle armi di combattimento J>ono bPn pronte le armi sani t~tri e, contro le• infezioni l'd i contagi, uf'mici invisibili ma non meno pericolo:-;i degli ('SNciti avve J S~tri. Sono qu('sti i mezzi con i quali la San ità mili tare ha consPguito nc•ll'nltima guerra la sua grande vittoria, ridona.ndo ali t> anni l'd aJia Patria cirea 2 milioni c ml.'zzo di guarit i c spPgMndo, sul nasccrr, nei punti di invasioni', cpid('mie ·<:a.strt~nsi che nelle guerre precNl('Jiti a.veyano sempr(' ml'nato stragi maggiori di quelle prorlott<· dai mf•zzi b ellici di o1YI•l$a. Simili considerazioni erano fattt• da.lla folla fl.('i visitatori chP si iuterc.'ssavano ad ogni part icolar<•, nota ndo spN·iabnente l'ingPgnosità, di alcuni impianti c la immPdiata loro pratica, rispondenza. a.i fini per cui erano sta.ti ideat i, comi' })er c•st•mpio, l 'autob.-1gno, a.ppn·zza.tissimo p er la possibilità di ist ituir<', in campagna, un eompksso sta bilinwnto di bonifica eou propri autonomi mezz i, in una t('nùa-baracca 1 nwn:è l'utilizzazione delle stc•ssf' 1Jareti dt'll'autocarro. La nostra t'8posizione c:ulminaxa nt'l Saera.rio rll'lla. quaclruplicf' c<•nt uria dei medici p('r iti in combattimento. In un vt•nh' rPC'efiSO, all'ombra <lei pini, fra a iuole di crisantoni, in Yi:;;t a dei grandiosi rmlt•ri dPllr T(•n nl',
SEZIONE Dl SANITÀ
NUCLEO CHIRURGICO.
CAMER A OPERATORIA DEL N UCLEO CH IRU RG ICO.
UNA VEDUTA" PANORAMICA DELLA M OSTRA l ELLA SANITÀ MILITARE.
UNA VEDUTA DELL'OSPED A LE DA CAM PO.
LA FARMACI A CELL.OSF E DA LE D A CAN fO .
.1\UTOBAGNO.
l L SACRARIO DE l ME DICI CADUTI IN GUERRA.
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L'ADUNATA DELLE FORZE SANITARIE COMBATTENTJ
:si allineavano su sost('gni eli fasci littori stilizzati ed intervallat i da gladii ro.mani, tcrst' lastre di vetro che portavano scritt i in caratteri rossi, i gloriosi nomi dei nostri martiri. L~L Croc<• Hossa a sua volta in una elegante distesa di t.ende ave;a spkgat.o uno d<'i suoi ospedali mobili con una tcnda-bara<:ca di nuoYo t ipo ('d a.vcva trasportato a.ll a mostra un t reno-ospedale in perfetto ordin<: di funz ionnnwn t o, composto di quattro vettur <•.
In a,ltro a.ttendament.o era da.to conto con plastici grafici e diagrammi, <l<>ll'opera svolta dalla benemt'l'Ì ta Associa.zione e, particola.rmente, ùt>lla iiUa organizzazione. per la. protezione della popolazione civilt> nella gtll•rra aereo-chimica•. - La· esposizionf' è st.a.ta onora.t<t daHa visita augusta di S. A. R . il Principe Ereditario eh(' vi si è r('cato alle ore 11 (}<•l giorno 17. Nl•lla mattinata. si avvie<•ndavauo, comP già avven iva da a lcuni g iorni , classi rli sc·olari che erano condotti dai propri insegn;t nti a visitar la mostra. S. A. R ' è
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S. /i. R. IL PRI NCIPI! ERe D I TARIO VIS I T A LA Mos TRA SANITARIA.
1\ia t a ricevuta all'ingr·esso da l dirt>t ton• genera.le di'Ila San ità m ili t art>, dalron. U or·l'lli e dal senatore Or<>monl'si pr·rsiùrnte della Croce Ho~s<l. :Xu ml'rosi vi:::itatori e lt> scolarl'sche, dispost<' in disciplinati ranghi, lwono fatto al Prirw ipe una calorosa dirno:straziom• alla quah• Egli rispondeT;t rt>ntlt>ndo il li<tlnto <' sonidPtHlo a.ffabilmentc ai bimbi, lieti <' f<.'st:anti J)Ct
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qut•ll'avventurato loro inc·ont.ro. S. A. I{. ha visitato l'el3posizione minntamcnt.e, trattt•nendovisi per c in~a. un'ora ed t•sprim<'ndo infine il Suo alto <'ompiacimcnto. S. }L la J{ ~>gina. Elena s·ò degnata, a Sua volta., di v isitare la mostra, alla vigilia delJa c11itlS\U'a., il matt ino del 24 novembre. ] Ja Sovrana, giunta alle ore 11, ac~compagnata da personaggi della Sua Cort<', è sta.ta, ricevuta. dal tenente generale med ico Fran<·hi, dalle alt.J'<' at~torita sanitarie e da u.n gr uppo di signore, dame infcrmiere e suore . .A.nclw questa volta nel recinto dell'esposizione s i trovava.no alcune classi elenwntari ('ho hanno ~wcolto Ja, RPgi na con commovente entusiasmo. S. l\I. s'ì:.' soffermata con g1•ande intcn•sse pre!lso i singoli elC'menti della mostra ed ha gradito omaggi ftor<'ali dei ql\ali uno ofit\rtoLn da l\na bamb ina ch 'Ell~L ha badata con int'ffabile tPU('rPzza.
LA GRANDE ADUNATA.
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Alle ore 9 del .,t novc•mbre ha avuto inizio la grande manifpstaziom• celebrati va.. P eT qtwll'ora si t•rano a.dun'a ti llt'llà viazza. s. Bernardo i capi e le ln!oiPgne dei Corpi s~m i tari militari, dell.a. ('roce Hossa I taliaua <' Ù('l Sovra.no Militare Orci iM d i Ma.l ta, eon un grand{' numero di ufficiali in SPr vizio c in congrclo, i medici accatlemiei , s<'natori l' deputati, i presidi e i profPs;;ori rlé'lle facoltà di m(•dicin a P di iarma('ia, i ga.glhtrd('tti e i diTPttol'ii elci Sinda(1a.ti nazionali 1lei ml'd iri e dei farma c·isti <"Oi gagliardd t i P numerose mppresentanz<' dei 92 SindM·at.i provin<"iali, un folti:-;simo gruppo di cappellani milit.a.ri e di dame inft•rmkrt•. Si è formato un imporwntl' cor teo che avc•ndo alla testa il Sotto:-;Pgrt•tario [><'l'la guerra, S. E. il Getwra.le Baistrocchi, all e ore 10 ha ineomincia.to a, sfilare, all'a.ltczza di via Torino, per via Na.zionale, via IV NovPmbn•, via Cl>~ar(' BaHi/o\ti, r·aggiung(•ndo Piazza Vnnczia. Con i rappresPn tant i delle Forze sanita.rie, inframm ezzati da bande militari, erano i set.tt> labari nazionali dellt' Associa.zioni di gurrra (G ruppo M:cclaglie d'Oro, A!>soeiazione famiglie dei cad ut i, AS>'O· ciazione mut ilat i rd invalidi, CombattNlti, Nastro ~zz urro, Volontari di g uerra, Ardit i d'Italia), i labari e le rappresentanze naziona.li d('lle Associazioni dPllo va.ri<' Armi (Carabinieri J<.ea.li, Gra natitwi, F anti, Bersaglit•ri Alpini, Cavalleria, Artiglieria, Mit ratrlieri, Gt•nio, E .. Guardia di Finanza.), tniliti di sanità. in congt'do, militi dt>lla Croce 1~.ossa It aliana, st.urlcnti òi m<>dicina l' fa rmacia. L 'imponente corteo, alla cui massa gtwrriera conferivano una nota <li dis t.inta gf'n t ilE'zza h~ dame infermiere, ha procf'duto sotto una pioggia fine e d insist('nte cht• però nulla, ha tolto alla magnitieenza dello f;fìl amrnto
IN P IAZZA VENEZr>, A L c osPETTO DEL Duce.
l L Duce RICEVE A PAL AZZO VENEZIA l CAPI DELLE ORGANIZZAZIONI SANITARIE.
L'ADUNATA DELLE FORZE SANI T AitH: CO)I B AT'n:NTI
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fra due fi tte ali di popolo assorto e ri verr ntt' . La piazza, prima t<>nuta sgombra, s'è gremit a a mano a mano ehe vi giungevano le formazioni del corteo ed ha assunto in fi ne l'aspet to df•llf' grandi occasioni, quando il popolo italiano si sen a intorno a,t suo Duet'. Per tutti era ansiosa fremen te l'a ttl'sa,, men tre la piazza risonava di invocazioni e ùi applausi fra gli inni della Patria e della R ivoluzionC>. Quando il balcone -centralt• di Palazzo Vl•nezia s'è a perto ed è a.ppa.rso il Duce, mentre i militari si irrig idi vano n(•l saluto, s'è levato dalla moltitudine un immenso clamon·, sNia t o cla gPs ti cl t• l Capo dPI Governo eh (• acce n-
0MACC IO Al. Ml l.ITE I G NOTO.
nava di voler parlare e cosi, ristabilitosi il silenzio, Egli ba pronunciato parole di simpatia che ha.uno provocata una nuova entusia..<;tica. dimostrazione, mentre poco dopo erano da Lui ricPvuti nel Palazzo, i capi delle Forze sanitarie. Nel pomeriggio, aLle ore 15, le alte autorità sanitarie, i dirct.torii dei Sindacat i dei medici e dei farmacisti e una rappresentanza dei cappellani militari ed infermiere volontarie della Croce Rossa si sono recati a deporre corone d 'alloro al Milite I gnot.o e all'Ara dei Cadut i Fascisti.
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L'ADUNAl'A DELL'Il~ FOH~E SANITARIE COMHATIENTI
LA COMMEMORAZIONE ALL'AUGUSTEO. Per le ore 16 Na indetta una riunione aU'Augusteo per a-scoltare dalla Medaglia d'oro on. prof. Raffaele Paolucci la rievocazione dell'eroismo e del sacrificio del Corpo sanita.rio in guerra.. Il vasto teatro, a-dorno d i piantt• e signorilmente addobbat.o, era gremito in ogni ordine di posti. Sui palchi dell'orchestra., intorno al Labaro della Confederazione Fascista Professionisti ed Artisti, erano assiepati i gaglia.rdetti dei Sindacati provinciali ctri mPdici e dci farmacisti. Dopo brevi applauditi discorsi dell'on. Morelli e dell'on. Pavoli : i <'he ha portato il saluto e I'aclesion<· di tutti gli artisti e professioni::ti
LA COMMEMORAZIONE AU'AUCUSTEO, DURANTE IL DISCORSO DELL'0N. PAOLUCCI.
d 'Italia, acrolto da una impont>nl'e acclamazione è sorto a parlare l'onorf'volc Paolucri, il quale ha tessut,o in una smagliante travolg<'nt,<• ora.zion<• l'elogio <ll'i medici e d t?i Loro colla bora.tori in gm~ rra. Ba rsordito dichiaranclosi orgoglioso di commcmora.rP la Vittoria nella prima adunata dcllr For~e sanitarit• militari, in quel luogo ovc dieci a.nni innanzi egli stN;so avPva p~trlato ~tlla presenza del Duce per riaff<mnarGii la profonda dPvozion~;> tki <:ombattcnti, quando pareva. che lr spPranzo dci nemici t,(•ndt•ssero a risoll<•varsi minarciosl'. Ha poi r koròa.ti con efficaci c<>nni storici il progrcF<SO di'Ila organizzazione flan i t~\.ria. mi l it·art> ncll'ult.ima gtwrra,
L'ADUNATA DELLE FORZE SAl'nTARlE COMBA'M"ENTI
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facendo raffrvnti con precedenti campagne nelle quali lo epidemie e le infezioni chirurgiche fecero vittime innumerevoli. Gli amputati morivano qua.si tutti. J\fameli, il purissimo eroe dell'indipendenza na.zionale, perì in seguito a una semplice ferita al polpaccio. L'oratore ha ricordato, particolarmente, la lotta felicemente sostenuta contro il colera e il tifo esantematico, da cui si riuscl a. preservare la popolazione civile dopo averne arre.<;tata la diffusione sulle linee, e contro il tetano che fu il flagello dei feriti delle guerre precedenti. P il·rlando dell'eroismo dei medici, ha rievocati commoventi episodi di sacrificio e di valore. In un a.ttacco caddero tutti i medici del 55 o reggimento fanteria; in un siluramento nell'.Aò.riatico furono travolti i medici di una intera brigata e v'era un padre di otto figli che aveva inneggiato alla Patria sulla tolda che affondava. A Doberdò un obice uccise insieme tre medici e i feriti che essi stavano medicando. Il dott. Reiss, triestino, fatto prigioniero dai Russi e mandato in Siberia, dopo che fu liberato venne a servire in Italia al l 0 Granatieri; un giorno, tra i feriti riconobbe il suo fratello maggiore e poichè in quel momento infuriava e stava per aver successo un attacco nemico, imbracciò il moschetto e mori in una mischia vittoriosa. Un medico istriano dell'esercito avversario fu chiamato a constatare la morte di un aviatore italiano caduto, nel quale riconobbe suo figlio, ond'cgli fu internato e martoriato. L'on. Paoluèéi continuando nel suo poderoso discorso ha messo :rnche in rilievo le virtù civiche della classe sanitaria, la quale può essere fiera detle parole dette dal Capo del Governo in Campidoglio: «<l medico italiano ha bene meritato della Pa.tria ». Infine un alato inno alla M~wstà del Re, alla Vittoria, alla nuova Italia e al suo magnanimo Duce ha posto termine all'orazione, suscitando una delirante ovazione da parte di tutta l'assemblea sorta in piedi, nellC> sventolio cl<-i gagliarcletti, al suono degli inni Reale e Fascista c della Canzone del Piave.
DAL SOMMO PONTEFICE. Subito dopo la cerimonia. dell'Augusteo molti partecipanti all'Adunata, circa duemila e cinquecento persone, furono ricevuti in speciale udienza in Vaticano dal Santo P adre, nell'Aula della B enedizione. Il Sommo Pontefice pronunciò un lungo ò.iscorso ascoltato con la più compunta devozione. Ringraziò con benevolo parole gl'intervenuti per quel gesto di omaggio filiale dicendo che quella udienza era da Lui considerata come una delle più gradite poichè le F orze sanitarie rappresentavano al Suo cuore paterno proprio quelle attività che vengono in aiuto, e a tutto beneficio, degli altri appartenenti alla Sua graude famiglia spirituale.
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L'ADUNATA DELLE F ORZE S ANITARIE COMBATTENTI
I ineùici sono quelli che efficacemente aiutano i sofferen t i, i lottanti per la vita nella morte, sono coloro che si prodigano per alleviare pene e d iminuire dolori e -
ha detto il S anto Padre -
possono essere conside-
rati dei Sa~erdoti alla stessa guisa - fatte le dovuto proporzioni - dei sa.cerdoti nel v ero senso della parola, che banno cura deJle a.nime: e questa considerazione è tutta a favore dei medici poichè quel loro sacerdozio, quell'opera spesa per il bene dell'umanità, numerose volte supera il confine del corpo e attinge le r egioni dell'animo e dello spirito. Suà. Santità ha soggiunto che ben conosceva la professione, il ministero dci medici; sempre durante la Sua v ita ha avuto d egli incontri con essi ed ha potuto consta.tare come benefica, grande, bella sia la. lm·o'opera. Magnifica opera di cui il mondo poco si a~orge salvo nei grandi momenti, come del resto è solito fare di fronte alle meraviglie e alle grandezze e bellezze che maggiormente meriterebbero la sua attenzioue ed ammirazione. Quella eletta accolta, inoltre, andava a Lui con titoli di particolari benemerenze in quanto compiva il proprio omaggio ancora illuminata da.lla luce vivida fiammeggiante della guerra, la quale per i medici ed i loro collaboratori si era trasformata in un campo immenso di benefici, di sa.crifici, di eroismi, tanto dei superstiti comt' di quelli cbt' sono cadnt.i nello stesso campo di abnegazione. Le parole del Sommo Pontefice si sono concluse con la BcuedizionP Apostolica est<'sa ai presenti, alle famigli e di ciascuno ed in modo spcci:l lissimo alle grandi famiglie dei loro malati ed infermi, i quali sono i soffe· renti di oggi e non sono stati da L11i dimenticati nella grandezza del ricordo· delle eroiche impr('se delle Forze sa.nitarie in guerra.
CONGRESSI
IX CONFERENZA DELL'UNIONE INTERNAZIONALE CONTRO LA TUBERCOLOSI ( VARSA VIA , 4 - 6
sett embre 1934-XIl)
Relazione del primo capitano medico p1:of. Emanuele Treplcclont
La confPrenza dell'Unione internazionali• contro la Tubercolosi, tenuta a VarRavìa da14 a l 6 st>ttembre u. s., è la IX della seri~ ed ha avuto come temi di discussione tr(' questioni molto importanti, sia dal punto di vista teorico come da quello pratico, cioè: I Questione. - "'Variazioni biologiche del 1·ints tubercolare. II Questione. - Le forme mediche e chi1·u1·giclle della tubercolosi ossea ed articolare ed il loro trattamento. III Qt~estione. - La utilizzazione doi Di81Jensari per il trattanumto dei tubercolosi. Basta l'enunciazione degli argomenti per intuire senz'altro, l'impor· t anza che doveva assumere la Riunione alla quale hanno partecipato le più spiccate personalità scientifiche (in maggioranza medici-tisiologi, ma anche chirurgi ed igienisti, nonchè cultori di scienze economiche e sociali) quali rappresentanti di 42 nazioni. Tra le dolt>_gazioni ha figurato por la prima volta anche quella del· l'Unione delle Repubbliche Sovietiche, la quale, al termine delle discua· sioni, ha espresso il voto che una delle prossime riunioni sia tenuta in terri~orio russo. Ciò dimostra come anche dal punto di vista scientifico la RUssia prende sempre più contatto con le a ltre Nazioni civili nell'intento di lottare efficacemente contro il flagello della tubercolosi. Come fu già accennato in altro numero del Giornale, la rappresen· t anza italiana era composta di 100 membri ed era presieduta da S. E. l'ono· r evole Paolucci. A rappres('nta.re il Corpo Sanitario Militare erano stati d esignati il ten. colonnello medico prof. Bruni ed il cap. medico prof. Trepiccioni. Data l'importanza dei temi di relazione, scelti con sicuro ed illuminato eclettismo, come a riflettere, nella varietà delle quest,ioni trattat(', la moltepliciltà degli aspetti e la complessità intrinseca del problema della tubercolosi (questioni di pura batteriologia, di clinica e terapia, di assi· stenza sociale e di previdenze igieniche) la R.iunione ha assunto una ele· va.tezza di tono tutta particolare, alla quale ha corrisposto una appassionata e proficua discussione su tutti gli argomenti in esame. Dal cospicuo contributo che i congressisti, quale frutto d('i loro studi e della loro esperienza, hanno apportato ai va.rii problemi in esame; si è potuto ben rilevare come risultati molto promettenti si possono aspettare d.a questa azione collettiva, decisa ed instancabile, che contro la tubercolosi si con-
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duce in ogni parte del mondo civile; in prima linea l'Italia., ove, come chiaramente risulta da una bella monografia edita a cura della Federazione Nazionale Fascista per la Lotta contro la Tubercolosi, distribuita a tutti i membri della conferenza, tali risultati sono già. positivi e concreti. P er la I Questione. - (Variazioni biologiche del virus tubercolare), argomento di piena attualità., è stato relatore il prof. L. :KAB.wACKI (Polonia) il quale ha presentato alla conferenza un'ampia. relazione, che riassumiamo brevemente: Le prime i deo sul poliformismo del bacillo della t ubercolosi sorsero subito dopo la sua scoperta; tutta una serie di variazioni morfologiche corrispondenti a fasi di sviluppo, dalla forma originaria, ancestrale la streptothrix protogenica -,dalla p olvere invisibile o ultra.virus, al bacillo per cosl dire, p erfetto, acido-resistente, è stata osservata e d escrit.ta. Ormai si può affermare che quest'ult imo subisce trasformazioni cicliche e variazioni del potere p atogenico in speciali condizioni amb~ntali•, sia. culturali che nell'organismo ospite: granuli cianofili, bacilli non acidoresistenti, elementi filtrabili, ritorni alla foma primitiva di fungo. I granuli normalmente esistenti nella cellula batterica. acido-resistente sono elementi attivi del ciclo biologico, capaci di generare bacilli sÒtto l 'azione di fattori nocivi, quali l'invecchiamento delle cul ture, la t emperatura elevata, sostanze chimiche varie, anticorpi specifici e, fors'anch e, nell'organismo infetto p er azione del batteriofago. P er questi due ultimi fattori si possono ot tenere culture di cocchi tubercolari da prodotti patologici (essudati, pus, sangue). bacillo acido-resistente produce forme coccichè nelle st<>.sse conclizioni sfavorevoli di vita; il b acillo cianofilo rappresenta. una fase cvolutiva per cui passano i cocchi. È possibile, su t erreni speciali o nell'animale, ottenere dalle forme cianofile germi acido-resistenti; la. inoculazione in cavia di cocchi e di bacilli pseudo-difterici può provocare, in alcuni casi {8,5 %) una tubercolosi generalizzata con trasformazione dei germi in bacilli acido-resistenti. Gli elementi cianofili o non danno luogo a sintomi morbosi, o producono, più di ra-do, lesioni caseose senza. bacilli, versamenti sierosi o siero-emorragici, focolai infì.a.mmatort, ipertrofie linfatiche, setticemie e piemie, sindromi purpuriche e cach ettiche. La pro va della. agglutinabilità delle forme cianofile, la deviazione del complemento in presenza di sieri ed essudati tubercolari confermano la presunzione che si trat ti di diversi aspetti di un unico germe. Si può anche, ed in modo relativamente facile, avere la t rasformazione del bacillo-resistente in steptothrix in condizioni inadatte allo sviluppo o minaccianti la vitalità. delle culture ; i funghi cosi ottenuti tubercolizzano la. cavia n ella quale si trasformano in elementi acido-resistenti. n problema delle forme filtrabiLi, ultravisibili, oggi di attualità, è v eramente complesso. Sebbene i molti studìdi questi ultimi anni ne abbiano ·stabilita, in maniera proba.tiva, la esistenza., si è ancora. lontani dall'aver raggiunta precisa conoscenzà al riguardo. Un progresso n el campo delle ricerche è segnato dal metodo d i NÈGRE e V ALTL'l, consietente nel favorire, n ell'organismo inoculato, la ma.tura.zione dell'ultra.viru.s in germi acido-resistenti mediante iniezioni di estra.tto acetonico di bacilli tubercolari. Due volte il R. è riuscito ad ottenere da. filtrati di culture granulari,
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forme cocciche. Su terreno al tuorlo di uovo liquido di Besredka i bacilli acido-resistenti passano facilmente nella fase filtra.bile. La infezione da ultravirus produce, nelle cavie, una reazione gangliona.re transitoria oppure una sindrome ca-chettica; le lesioni infiammatorie nodulari e caseose sarebbero provocate dal virus già trasformato in cocchi o in bacilli cianofili. Nell'infezione tubercolare si possono distinguere: stadio di latenza, distrofia o cachessia, funzione degli elementi filtrabili; lesioni infiammatorie provocate da cocchi, bacilli cianofili cd anche da strepwth1·ix lesioni croniche, follicolari e caseosc, determinate da bacilli ac~do-resistenti. La diversità degli aspetti clinici ed anatomo-patologici dipende dalle trasformazi~ni del germe che si effettuano nellt:' due direzioni. A complemento della questione il R. discut(> i rapporti etiologici tra linfogranulomatosi maligna ed infezione tubcrcola.re da forme ftltrabiU e non acido-resistenti, venendo a concludere, in base ai risultati delle indagini condotte in questo campo, che la L. m. si può considerare come una tubercolosi atipica, determinat.a dalla forma granulare del vints filtrabile. La varia.bilità e la complessità delle lesi:oni patologiche trovano la loro causa nello sviluppo cicliço del germe e nelle variazioni del suo potere patogeno nelle diverse fasi delJa sua evoluzione.
I. VAN BENEDEN, correlatore (Belgio). - Tutti banno osservato i vari aspetti che il bacillo della tubercolosi può prendere n elle culture e nei prodotti patologici: spore di Spengler, granuli grarnofiti di Much, forme m~celiche, piccoli elem enti acido-resi~tenti o non, granuli cianofili quasi ai limiti della visibilità. n vero significato biologico di quest_e va.ria.zioni morfologiche non è ben det erminato. Non è escluso che, qualche volta, intervenga l'artificio : ad esempio il metodo di colorazione come nell'apparenza omogenea o granulosa. del bacillo. I granuli sono, probabilmente, costituenti del corpo bacillare, generatori di nuovi germi, in condizioni particolari: Ma non si può attribuire ad essi funzione di spore di cui non possiedono nè i caratteri di colorazione nè la res~stcnza al calore ed alla fagocitosi. Lo spezzettamento del bacillo in granuli, rappresenta, abitualmente, uno sta<lio di regressione. Ammettendo che, in natura, il virus tbc. evolva secondo un ciclo biologico necessario alla conservazione della specie, si dovrebbe logicamente, mettere al punto di partenza un elemento di grandezza minima che sarebbe rappresentato dalla forma ftltrabile, ultravisibile e ehe ha. particolari poteri patogeni in rapporto alla sua virulenza attenuata. Sicura è' la comparsa di fasi r egressive legate ad uno stato di sofferenza del germe e che si traducono in una frammentazione dei corpi ba-cillari, in una bacillo-dieresi. Non pare che si possa affermare la esistenza di evoluzione ciclica, prestabilita dal virus; influenze artificiali possono determinare la trasformazione di uno stadio in un altro; condi· zioni naturali provocano piuttosto fasi regressive di cui l'ultima può essere i.l virus ftltra.bi).e. P. CoumroNT, correlatore (Francia). - Ricerche fatte in collaborazione con AB.LoiNG e NmoLAs, hanno fatto trovare nel sangue di tubereolo;ei forme bacillari non acido-resistenti, prive d'involucro protettore,
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chiamate, perciò, bacilli nudi cho in cultura si presentano isola,ti, uniformemente colorati in bleu, più o meno lunghi., a volte come filamenti. Man mano che le culture invecchiano i bacilli bleu diminuiscono di numero e compaiono forme adda-resistent i che conservano, in primo tempo, i caratteri morfologici dei germi nudi. Questi rappresenterebbero, pertanto, lo stadio giovane della evoluzione del ba-cillo; le forme acido-resistenti lo stadio adulto. Condizioni sfavorevoli di vita (aggiunta al terreno di cultura di siero di sangue di tubercoloso) possono fermare la trasforma-zione ulteriore dei b. bleu, che traducono una sofferenza, una cc distrofia • del germe. Il blcillo adulto, acido-resistente è tubercoligeno e caseificante; quello nudo è satt icemico. Qualche volta è causa di baciUemie ben tollerate senza setticemia per cui sj può parlare di ceppi saprofitici. Donde provengono queste forme nude t Da focolai tubercolari o da granul~, per disgregazione di ba.cilli adulti od anche dal virus filtrabile t Si può pensare che la loro comparsa nel sangue sia dovuta all'attenuazione del contagio primitivo oppure all'azione antagonista degli anticorpi del sangue. F. VAN DEINSE, correlatore (Olanda). - Il metodo escogitato con VALTIS di trattare le cavie inoculate con filtrat i tubercolari mediantt• iniezioni di estratto acetonico di bacilli di Koch, allo scopo di stimolare in vivo la maturazione del virus e la sua trasformazione in forme acidoresistenti, applicato alla clinica da ~ÉG&E e VALTB, si è dimostrato utile anche por mettere in evidenza certe infezioni tubercolari per le quali i procedimenti abituali danno risultati negativi; servendo a dimostrare la sicura natura bacillare di prodotti patologici nei quali il virus è presente in forma poco o punto virulenta per la cavia. La inoculazione di ta!i prodotti, altrimenti senza effetto, seguita da un trattamento più o meno protratto con estratto aceto~co, determina altera.z~on} gauglionari semplic! o caseose che finiscono, se si continuano le inieizioni attivanti, col generalizzarsi. Lo insemenzamento dei tessuti lesi su terreno di Lowenstein dà origine a bil>cilli acido-resistenti sia in colonie lisce (grado di evoluzione meno elevato) che in colonie rugose e secche del tipo mammifero. La rassomiglianza di tali colonie con quelle che si sono potute ottenere da tessuti di cavie inoculate con filtrati tubercolari e trattati con estratto acetonico, fa ·pensare che i prodotti patologici in esame sono dovuti ad infezione da ultravirus.
I. NEDELKOVITCH, correlatore (Jugoslavia). - Si è ancora lontani dal conoscere perfettamente la biologia del b. di Koch, come la sua morfologia, il suo modo di moltiplicazione, la sua stessa posizione ne] mondo · vegetale. Nelle culture e nei prodotti patologici il bacillo si mostra costituito da una sostanza. centrale, che è il protoplasma, omogenea o frammentata. da una membrana periferica e da granuli neri, costanti nei giovani ele~enti, un,ici o multipli, centrali, situati ad una estremità (b. a mazzuola) Q disseminati. Ne) sedimento di essudati si sono trovati accanto a granuli neri altri dai quali emergevano corti bast ·cini colorati in violetto-pal-
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lido (Z.-N.): si può dedruTe che i granuli liberi si comportano come spore dando origine a baeilli con granulazioni nere. Oosicchè la moltiplicazione eembra. farsi o per divisione diretta di .elementi acido-resistt>nti o per gemmazione di granuli neri, costituiti di sosta.nza baeillare condensata che si libera con la scomparsa della membrana. A. SAENZ, correlatore (Uruguay). - Ha osservato la dissociazione di culture di bacilli tubercolari (aviari, bovini, umani), su terreno di Petroff, in 4 varietà: S. (smooth = liscia); F. S. (flat smooth = piattaliscia); Oh. (cromogena); R. (rought-rugosa), che si distinguono anche per le dimensioni dei corpi bacillari, la loro acido-resistenza, le loro proprietà antigene e vaccinanti, la virulenza.. È riuscito a trasformare le variante R. del tipo aviario, in S. e viceversa; il fenomeno della dissociazione è, dunque, reversibile. Anche dal tipo uma-no è possibile ottenere una varietà cromogena da quella S., che per i caratteri morfologici, la. debole resistenza alla decolorazione, la faci'ità di sviluppo in mezzi liquidi si può annoverare tra i bacilli acido-resistenti saprofiti. E ssi provocano infezioni effimere ad anda.mento setticemico o infiammatorio e congestivo. Si può dire che tutte le varietà baci!lari derivano da un unico ceppo primitivo che ha dato origine, con l'adattamento e la evoluzione nelle diverse specie di animali, a tipi di apparenza diversa; il t ipo umano, in cui predomina la varietà R., sarebbe più stabilmente adattato alla specie. (Italia). - Ritiene che la morfologia naturale del bacillo di Koch sia definita e fissa; le variazioni biologiche in rapporto ai poteri patogeni sono più interessanti. In proposito sono state fatte i'ndagini sulle modifìcazioni della virulenza conseguenti alla unione con altri germi OMODEI-ZORINI
J. VALTIS, correlatore (Grecia). - Si deve, oggi, ammettere che n~l ciclo evolut ivo del bacillo tubercolare esiste una fase in cui il virus è capace di attraversare filtri di porcellana e di collodion. n bacillo acidoresistente non rappresenta che uno stadio di resistenza nel corso di tale ciclo che va dalla fine granulazione cianofìla, filtrabile, al granulo, al bacillo non acido-resistente, infine a quello acido-resistente. Gli studi sperimentali tendenti alla dimostrazione delle forme fìlt.rabili si sono molto avvantaggiati dall'uso del metodo attivante la evoluzione it~ vivo dell'ultravims, mediante iniezi'Oni, nell'animale inoculato con filtrati, di sostanze ciro-grassose del B . K. estratte con l'acetone. Cosi si può rendere a i bacilli provenienti da elementi filtrabili la loro proprietà tubercoligena ed eziandio l'attitudine a svilupparsi su terreni artificiali a base di uovoasparagina, dando orig_ine a -colonie liscie e grosse del tipo aviario se il t~ttamento dell'animale è stato breve; se protratto, a colonie rugose del t~? mammifero, virulenti per cavie e conigli. La distinzione corrente de.~ bacilli tubercolari in t.ipo umano, bovino ed aviario, è troppo :r-igorosa, emstendo forme intermedie tra i diversi tipi che non rappresentano che aspetti di adattamento, nelle varie specie animali, di un unico virus tbc. ~ ? acilli acido-resistenti provenienti da elementi filtra,bili c bacilli adulti, d•··v•rulenza. normale, t>sisterebbero forme di t ransizione non riportabili ad alcun tipo conosciuto.
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FONTÈS (Francia). - Quaranta a nni di ricerche hanno affermata la teoria del polimorfi.amo batterico. Il sno metodo di colorazione perm ette di riconoscere nella strut tura del bacillo due sostanze di diversa colorabilità. Ricorda i suoi studi fondamentali sul virus filtrabile che sarebbe costituì to da:, una sostanza fondamentale nella quale la nucleina esiste allo stato diffuso: questa nucleina, che conserva allo stadio micellare le proprietà generat rici, è la espressione materiale dell'U. V. tubercolare. L. URIZIO (Italia). - Descrive un suo m etodo di dimostrazione d ella fase granulare fìltra.bile, primigeuia del B. d.i Koch, con un mezzo ottimo monocromatico-ultravioletto, perfezionato nel meccanismo rnicrome trico al segno da portare La sonsibilità del microscopio al centesimo di micron, p er cui sarebbe resa. possibile la esatta differenziazione degli elementi granulari di provenienza bacillare.
M. Asoou (Italia). - Non crede alla pretesa attivazione i1~ vivo dell'ultravirus con estratti bllcillari acetonici; nel filtrato non esistono corpuscoli viventi m a elemen ti tossici di derivazione bacillare che paraHzzano le normali difese d ell'orga.ni.smo e che, inoculati con il filtrato, provocherebbero il fenomeno dell'a?~acoresi cioè l'attivazione in loco delle spec~e b atteriche circolanti nell'animale, erroneamente ritenute de:rivate dalla ' evoluzione di element i vitali del filtrato. LUBA.RSKI (Russia). - Non vi è dubbi() sulla esistenza di variazioni biologiche d el virus tubercolare. Lo confermano gli studi fatti in R-ussia dal prof. KEIROWSKI che è riuscito a provare la possibilità di trasfor mare, in vitro, bacilli di Koch in a.ctinomiceti. La dimostrazione delle variazioni in vivo è più difficile; il dott. I ,TOMWA. ha ottenuti , al riguardo, risultati interessa.nti con ricerche sistematiche nelle urine di ba mbini tubercolosi. Alt re interessanti ed originali comunicazioni sull'argoment"O sono presentate da ScHLOSSMAM (Estonia); LANGE (Germania); A. DEI.U.I.E (Francia) ; LONG (U. S. A.); PlABOE<JKA-ZEYLAND (Polonia); N ASTA e BLEOHMANN (Romania). La II Questione (Le forme mediche e chirurgiche deUa tubercolosi ossea ed articolare ed n loro trattamento) è stata trattata dal prof. PO'l'TI, relatore generale, con quella comp etenza e maestrìa che tutti gli riconoscono.
Riferiamo a.ncb.e di questo argomento succintamente: La. distinzione di forme mediche e chirurgiche della tubercolosi osteoartieolare non h a, anche dal punto di ~ta terapeutico, fondamento dottrinale nè u tilità pratica, posto che il problema clinico della t nb&rcolosi è dominato da una concezione unitaria, costituzionalistica. L a t ubercolosi delle ossa e delle articolazioni non è che la manifestazione locale di una malattia generale; il t ubercoloso osteo-articolare va considerato e curato come un tubercoloso con provvidenze ch e sono di spettanza e d el me· dico e del chirurgo. È nozione posithra che la T. scheletrica è S('eon-
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dat·ia ad una loea lizzione, per minima che sia, primi:ivamente viscerale, il più delle volte polmonare; non è, però, da escludere che un focolaio oateale od osteo-articolare possa, a sua volta, divenire centro di diffusione di ba~illi ed essere causa di una contaminazione secondaria del polmone. n concetto di antagonismo tra T. polmonare ed extrapolmonare ha ancora bisogno di essere comprovato; recenti statistiche denunziano la frequenza della concomitanza, nell'adulto, delle due localizzazioni, in contrapposto a quanto si verifica. nell'infanzia. D'altra parte la esperienza clinica a.vvert~ che spesso le due localizzazioni, viscerale ed ostco-articolare, non si influenzano reciprocamente, almeno in grado apprezzabile. La pertinace confuaione delle idee e gli ostinati contrasti dei principi, tuttora esistenti nelle direttive terapeutiche della tubercolosi osteo-artirolare, trovano motivi nel fatto che si dimentica che osteitcc> ed osteoartrite non sono, giova ripeterlo, .che manifestazioni locali di una malattia che interessa tutto l'organismo, in quanto costituzionalmente disposto a soffrirne. P ertanto non è il solo organo o tessuto leso che va curato, ma tutto il malato. Sulla base fond~bmentale di questa proposizione si può, per dare ordine alla materia, considerare una terapia generale ed una locale. a) Terapia generale: in manca.nza di un medicamento specifico questa si ispira al concetto di creare od esaltare nell'organismo i poteri di difesa, con mezzi eclettici, adeguati al singolo caso. La immunoterapia è ancora in fase di prova e la esperienza è scarsa; inoltre, non si può dire quanto degli effetti sia. da attribuire ai molt i altri mezzi di cura che ad essa, di regola, si associano. Buoni risultati il R. ha avuto, specialmente nelle raccolte ascessuali, con l'antigene metilico di BoQUET e NÉORE. La chemioterapia e la proteinoterapia a8pecifica, non hanno dato migliori successi che nelle altre localizzazioni; il mig~ioramento che segue alla· cura ~mica è transitorio; l'efficacia· dello iodio è illUBoria; il calcio migliora si la cenestesi, ma non contribuisce alla calcificazione dei focolai ossei: non nn rogr. di calcio si deposita nella zona di distruzione. La dieta di Gerson agisce bene sull'apparato digerente ma i suoi riflessi locali sono quasi nulli. Climatoterapia. È tramontata l'idea di una specifica, esclusiva efficacia dell'azione solare. Oggi elio - e climatoterapia si sono unificate in un solo principio : essere terapie :c di stimolo n agenti non solo per la energia radiante del sole ma in forza· di un complesso di elementi fisici la cui intima essenza è ancora poco conosciuta. È l'ambiente in cui l'ammalato è condotto a vivere, sono le proprietà stimolanti che questo ambiente- sia monte, mare o pianura - possiede che talvolta guariscono la. tubercolosi osteo-articolare. Non è questione di eccellenza di un clima su di un altro ma di scelta di soggetti che di tal clima particolarmente si possono giovare i.n relazione all'età, stato di resistenza fisica, costituzione e disposizione; fase, durata, estensione della lesione. A lungo andare, un dato clima diviene insufficiente, l'organismo, per legge biologica, a~suefacendosi allo stimolo; onde necessità di avvicendamento e di rotaztone delle cure climatiche, specialmente nei bambini, la. cui saturabilità allo stimolo è ben più rapida che nell'adlùto. ·
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Il convincimento che il Sanatorio, con il riposo, il sole, la immobi'ità, bastasse da, solo alla cura della T. osteo-articola.re non ha r esistito alla. prova dei fatt i; se la climatoterapia resta, in ambiente san.a.toriale, il trattamento di fondo , l'articolazione mala ta non p erde i dirit ti ad una: b) T erapia locale, ortopedica-chiru·rgica. All'intervento sist-ematico, cruent-o, si è gradualmente sostituito il trattamento conservativo, al possibile; riposo ed immobilizz(l,zione, spesso solo della articolazione l esa, visto che le risor~e della moderna ortopedia possono garantire lo scarico complPto ed il riposo di un'articola.ziom•, :;E'oza danna.re alla posizion<• orizzont-a le, p er anni, un coxitico, uno spondilitico non febbricitante nè port n.tore di ascessi o di fistole. L e cure operati·ve propriamente dette si informano ad a-lcuni principi gPnera.Ii: la n•sezione non deve cl)sere praticata. in individui i.n via di accreseimento, part.icolarmcnte per l'anca., meno per il ginocchio. Se il paziente non può sopportare le spe.<;e o la forzata inatt ività di una prolungi.l.ta, annosa immobilizzazione in un sanatorio, la tempestiva resezione del ginocchio darà, in una buona p ercentua.le di casi, risultati soddisfaeenti. Per l<> a ltre grandi a.rt icola.rioni si propende per l' indirizzo conservativo, senza inconcepibili rigorismi; nella tubercolosi delle piccole articolazioni della mano e del piede, la immobilizzazione può servire meglio dell' int ervento. P er i focolai iuxta -para -art.icolari fa-cilmente dominabili è indicato !;intervento precoce; nei rigua,rdi de>ll'a.nca, immobilizzazioni' pura e semplice. Amputazione e disart icolazione sono opera,zioni di necessità che possono essere motivate dalla gra.·ità e progr<>ssione delle lesioni con pericolo p er la esistenza del soggetto; un congruo tra ttamento climaticosanatoriale preventivo n e migliora la prognosi. Gli intervent i anchilosant i sost.ituiscono o a.ggitmgono la immobilizzazione interna a quella t'st~rna. L 'anchilosi costituisce, sinora, l 'esiw ideale di una tbc. ost eo-articolarc. L 'art1·odesi è capace eli condurre rapidamente a ta,Ji ri:;ulta.ti: ma non può sostit uire compel tamen te il riposo orizzontale o la immobilizzazione con apparecchio gessato. È ph't efficace se fat,ta in fase riparativa del processo; non si C.'iClude che posRa av~re influenze di ordine biologico sulle lesioni distruttive. L 'artrodcsi deve essere para- o iuxta-articolare, specialmente p er l'anca., al cui r iguardo si sono manifestate t endenze Ml operazioni intrafocali; deve essere tardiva per eliminare il rischio di diffusione del processo con la involontaria esposizione dell'art icolazione o l'apertura di un'ascesso. È opinione diffusa che l' artrodesi del raehide e dell'anca sia indicata. nell'adulto anche in p eriodo di evoluzione della malattia; buoni risultati ha ottenuto nelle goni 'i ti fibrose-anchilotiche dell'adulto, in cui affrct·ta la salda.tura. ORsea ; degna d i considerazi•ne si è mostrata (Zanoli) anch e p er la tubercolosi delle articolazioni tibio-astragaliche e della spa.lla.. L'ampia, chia-ra, esauriente relazione del prof. Put ti, detta con brillante arte oratoria ha suscitato il vivo interesse, dapprima, poi la entusiastica accoglienza del numeroso ed attentissimo uditorio. Se, com'era
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prevedibile, nell'appal;!siona.ta dis<·ussione che è seguita diversità di vedute sono state avanzate su questa o quella questione pi"lrticolare, unanime e caloroso è stato il plauso rivolto all'insigne maestro dell'ortopedia. che alla chiarificazione ed a.Ua precisazione di uno, e dci non meno importanti, problemi clinici e terapeutici della tubercolosi, ha portato, un tanto prezioso e proficuo contributo della sua profonda conoscenza e d••lla sua grande personale esperienza. F. BEzANçoN, correlatore (Francia).- Il rewmatismo tubercolare. Nuove e recenti osservazioni, fornendo la. prova batteriologica della natura tubercolare di processi morbosi articolari ad andamento puramente reumatico, hanno dimostrata la realtà del tipo clinico descritto da Poncet. .A meno di negare la evidenza, si deve ammettere che esiste un reumatismo tubercolare come esiste, ad esempio, un reumatismo blenorragico. Bisogna intendersi: il termine di R. T. va riservato alle manifestazioni fl.ussionarie, relativamente mobili, che non passano mai a suppurazione, simili a quelle t ipiche della malattia di BouiUaud; nonchè alle manifestaz.ioni sub-acute e croniche, non suppuranti, che ripetono il quadro del reumatismo cronico parziale o generalizzato. Certo, nette delimita.zioni sono difficili; chè, spesso, si hanno associazioni o successioni di fenomeni puramente reumatici e di lesioni chiaramente specifiche quali l'idartrosi o il tumore bianco; ma sono necessarie, non fosse altro cbe dal punto di vista della terapia. a) Forme acute e sub-ac1tte del R. T.: poliartri t i acute mobili, transitorie, cura\)ili, qualche volta anche con salicilato di soda; sp('SSO si tratta di flussioni articolari sub-acute, piuttost.o oligo-articolari, recidivanti e che portano alla rigidità o all'anchilosi. Le prove della natura. tubercolare di tali affezioni sono di ordine clinico, batteriologico e biologico: coesistenza o successione di manifestazioni reumatiche e di lesioni articolari tubercola.ri, in genere le prime precedendo nel tempo; presenza di bacilli tubercolari nel sangue circolante, di per sè sola, invero, insufficiente per la diagnosi; reazioni di fissazione con antigeni tubercolari e reazione di Verncs, di significato non probatorio. Le reazioni cutanee alla tubercolina non hanno, nell'adulto, importanza diagnostica; la reazione locale articolare ha solo valore di preSunZione. Il R. T. non si ha che nei sogg~tti con piccole lesioni latenti, in ogni caso discrete e limitate. È probabile che la manifestazione sia condizionata da fattori urnorali, da uno stato di allergia, non tanto generale quanto tissurale, locale. Non possiamo attribuirla a tossinc tubercolari che non esistono; nè parlare di tubercolosi infiammatoria là, dove si tratta, invwe, di reazioni infiammatorie. Localizzazione bacillare nel corso di una setticemia, flogosi allergica articolare determinata da un'infezione a distanza' Sono ipotesi; la patogenesi del R.. T. è tuttora oscura. La teoria che la malattia di Buoillaud non sia che una forma di R. T., già avanzata da Poncet, ha trovato dei sostenitori. Si afferma la frequenza di cardiopatie tubercolari, il che sopprimerebbe uno dei più tipici caratteri ditierenziali tra le due affezioni; ma la natura bacillare delle lesioni endo-
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IX COSFEREXZA OELL'USIO !o<"E lNTER!S"AZIOl\""'ALE E CC.
cardiche, del resto ben più discrete di quelle del R. A. A., non è affatto dimostrata. Se la tubercolosi è capace, come ogni altra infezione, di
dctel'fiiinare manife.stazioni a.rtiooiAri Mnte, queste si differenziano, per molti aspetti, da quelle veramente reumatiche; se vi sono, indiscutibilmente, forme di R. T. e cardiopatie tubercolari non si ha, p er questo, il diritto di portar<• nel dominio della tubercolosi la malattia di Bouillaud. Si aggiunga. cbe raramente i tuber<'-olosi muoiono per cardiopatia ed i reumatici p er tisi. Non si può dire che sia meglio dimostrata l'origine tubercolare del: b) Reum-atismo cronico, sullA base della relativa frequenza della ba.cillemia e di altri dati biologici positivi (sedimentazione dei gl. r. MC(•lerata, Vernes = reazione elevata, eosinofilia, reazione di Besredka, reazioni focali alla. tubercolina) che, in genere, non hanno specificità etiologica e non traducono che uno stato infiammatorio banale. Solo la presenza. di bacilli nell'essudato :articolare autorizza a ritenere tubt>rcolare un reumatismo cronico. La coesistenza di manifestazioni rewnaticht• croniche generalizzate e di un tumore bianco o di un'idartrosi, la tendenza anchilosante delle lesioni, l'esame radiologico mostrante pinzettature e decalcificazione delle grandi articolazioni, erosioni ed atrofie delle piccole, sono elem ent i diagnostici di probabilità. La stessa biopsia della sinoviale non dà risultati decisivi: non sempre si possono scoprire follicoli tubercolari o tub~rcolizzare la. cavia con poltiglie di tessuto. In conc.lusione: se è certo che il B. di Koch può loca.lizza.rsi aÙlle articolazioni e determinare, a-ccanto a forme chirurgiche, artriti infiammatorie sub-acute che possono passa.re allo stato cronico e pervenire a rigidità ed anchilosi, nulla prova che la tubercolosi sia all'origine della maggior parte dei casi di reumatismo cronico la cui etiologia è ancora ignota.
E. SoRREL, correlatore (Francia). - Non è sempre facile segnare una linea di demarcazione tra. forme mediche e chirnrg'iche della tubercolosi ossea, l'una potendo trapassare nell'altra. Manifestazione locale di una malattia genorale, il trattamento deve essere totalitario e servirsi di tutte le risorse della terapia: medicamentosa, biologica, climatica, chirurgica ed ortopedica. È opportuno curare i tubercolosi delle ossa e delle articolazioni in ospedali posti in buone località climatiche, marine di preferenza. La condotta ortopedica-chirurgica deve variare in rapporto alla. sede, all'entità, allo sta<lio di evoluzione delle lesioni, alle condizioni ed all'età del soggetto, ecc. - Se, per es., la cura del M . di Pott sarà, nei bambini, ortopedica, nell'adulto bisognerà ricorrere all'operazione di Al bee; se, in questo, può essere necessaria un'artrodesi o, per un tumore bianco del ginocchio, una resezione, in quello una prolungata immobilizzazione con apparecchio gessato dà ottimi effetti. Passati in rassegna. i trattamenti ~i elezione, secondo sua esperienza, delle ditier.enti localizzazioni osteo-a.rticolari, conclude ricordando che i Inigliori risultati per ogni intervento chirurgico si ottengono se si sa scegliere il momento gill.Sto, rappresentato dalla fa.ae di riparazi<me delle lesioni, quando cioè il processo di distruzione ossea si è arrestato ed il tessuto fibroso di reazione comincia ad avvolgerlo, gli ascessi si riassorbono e l e fistolesi disseccano.
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PH. ERLACHER (Austria). - Espone i metodi di cura medica e chirurgica della tubercolosi o.-a. Lo svuotarnonto dei focolai ossei e la reaezione hanno, nel trattamento chirurgico, la più grande importanza; non devono essere considera.tì alla stregua di interventi mutilanti ma come mezzi veramente efficaci, capacCi di dominare dir<>ttam<'ntE' e di eliminare il processo morboso. K . GEBIIARDT (Germania). - In una esposizione crit.~ca traccia le linee generali del trattamento chirurgico e medico, . medicamentoso e fisico-climatico della tub ~rcolosi o.-a., con particolare riguardo alla elioterapia alla quale r.iconosce meriti reali, indiscntibili. Ricorda le diverso modalità di gua;rigione clinica ed anatomica e fa alcune considemzioni aul recupero della capacità lavol"a.tiva dei soggt' tti. A. M.AFFEI e I. DE.LCIIEF (Belgio). -La divisione iu forme mt>diche e forme chirurgiche della tubercolosi articolaro è arbitraria; nonostant.e i numerosi lavori francesi in favore del remnatismo tubercolart>, pensano che, sino a nuovo ordine, non si può parlare di tubercolosi articolare se non quando le ossa o la sinoviale siano sedi di lesioni bacillari , consecu· tive a processi viscerali quasi sempre polmonari. Ogni t ubercoloso osteo· articolare è suscettibile di un trattamt>nto generale alla cui base sta la climatoterapia. Le singole opinioni dei due correlatori sul trattamento locale non sono concordi. :Mentre D. è propenso all'excresi dei focolai di osteite senza distinzione di età, alla immobili.zzn.ziono con apparecchio gessato delle osteo-artriti dell'infanzia, alla resczione ed alla immobilizzazione dell'anca nell'adulto, alla osteo-sintcsi interspinosa nel morbo di Pott; M. ritiene che, in casi particolari, è consentito al chirurgo aprire direttamente un focolaio osteo-articolare ad uno stadio ancora evolutivo, anche trattandosi di articolazioni del ginocchio e dell'anca. La regola di astensione da ogni intervento su di un organo in via di accrescimento ha le sue eccezioni specialmente se si ricorre a rcsezioni economiche. Esistono operazioni che hanno portato, anche in bambini, a guarigione in tempo relativamente breve processi osteo-a,rticolari, con grande vantaggio e per la t>ducazione e la attività fisica del soggetto e per la ('CO· nomia sociale. J . PALMÈN (Finlandia). - Considera la questione del trattamento elioclimatico della tubercolosi osteo-articolare dal punt.o di vista, affatto particolare, delle condizioni di latitudine e geofisiche del suo Paese, in cui il periodo utile per tal genere di terapia è tanto breve in rapporto alla necessità della lunga. durata della cur.t. Ciò nonpertanto i risultati conseguiti sono abbastanza confortevoli come si rileva da una minuziosa statistica presentata.
A. Rou.IE& (Svizzera). - Nella cura della tubercolosi osteo-articolare importa, in primo luogo, esaltare le difeae generali e locali dell'organismo, il che si ottiene, a grado eminente, con un prolungato trattamento climatico-sanatorialc, cura di altitudine ed elioterapia, secondo i criteri ed il sistema vigenti a Leysin, di cui illustra le azioni e gli effetti. L'associazione di pratiche ortopediche è Sl' mpre necessaria: non con ap-
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part•cchi gt'Si;;lti, incompatibili con la elioterapia loeale e che atrofizzano tegunwnti, mu~; eoli, scheletJ"o (' portano all'anchilosi, ma con ingegnosi, adatti dispositivi ùi <•flt(msione, contenzione e correzione i cui favorevoli risultati hanno Sf'mpre più rinsaldato il concetto di'l conservativismo quasi aRsoluto in mat!'ria di tubercolosi osteo-articolnrf'. A. DEULLE (Fra.ncia). -Esprime la sua ammiraz~one per l'alt o valore socia.le dei metodi di cura messi in opera a Leysin. Un lungo trattamento sanatorialc è meno costoso di un'operazione chirurg ica c-he porta quasi sempre ad una invalid ità. permanente. P. HEUBSCHMANN (Germania.). - Mostra, con chiari8shne proiezioni, i dati obbiettivi rica>ati dai suoi studi anatomo-pato1ogici sulla istogencsi della, tubercolosi ossea, nelle quah si riconoscono le diverse tappe dello sviluppo del processo sino allar distruzione e scomparsa del tessuto osseo. Comunicazioni di grande interesse, scientifico e pratico, sono presentate, inoltre da Chievitz, Hyde, .J:wquerod, Dziembowski , Grucs, Roszeje, Cèpulic, Harmsen, Waldenstrom, Climesco (Romania), Wosciechowski (Polonia). Alle diverse questioni sollevate dai correlatori risponde il prof. P UTTI. Pur riconoscendo i meriti della eliotcra.pia riafferma la n(•cessiti. ùi applicarla. a periodi intermittenti perchè i suoi effetti stimolanti possano avere efficacia.. 1\Ia poichè tut ti gli ammalati non possono essere cu: rati in sanatori adatti bisogna pur considerare il lato pratico delle cose. Se il trattamento cbin1rgico dà, come si è visto, risultati meravigliosi, non si può, tuttavia,, restare soddisfatti di un metodo che crea invalidi permanent i. La nostra r<>sponsabilità e verso gli infermi e verso la. società è troppo grande percbè si possa., con animo s<>reno, spingere i giovani medici ad operazioni tanto rischiose. È stato detto che la cura della tubercolosi è soprattutto problema di organizzazione e di denaro: ciò è molto giusto. ::\la bisogna aggiungere che è anche problema di specializzazione: ci servono dei buoni medici e bene istruit i senza, di che organizzazione e denaro non servono a nulla. La reJa,zione s\1.Ua III Questione (La utilizzazione dei Dispensari per n trattamento dei tubercolosi) era stata affidata al prof. LÉON BER~ARD, l'infaticabile segretario generale dell'Unione intema.zionale con ~ro la. tubercolosi. Dolorosamente, pochi giorni prima dalla riunione di Va.rsavia, si è dovuta deplorare la scompal'sa di questo illustre scienziato e filantropo, universalm<>nte amato e st imato. Perciò il prof. Bezan <:on, nuovo Segretario, prima di iniziare la lett'\U"& della magnifica relazione che L. Bernard aveva. già steso, ba commemora' o l' illustre seomparso, chE', come sci<>nziato, come medico, e come sociologonmanista., ha profuso durante la sua vita la migliore attività della sua mente eletta. e del suo spirito superiore a ' 'anta-ggio dell'un1a.nità sofferentE'. Egli è stato uno dei pionieri più ardenti della. lotta contro la tubercolosi, ne ba segna.te lo prime tappe e le prime vittorie; l<> sue opere ed i suoi insegnamr nti sono scritti a caratteri indelebili nella storia della Tisiològia..
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Ecco brevemente .compendiata la, relazion<> di Léon Bernard alla quale segue la discussione: Il problema in esame solleva questioni dottrinali e pratiche ed inter essi professionali che, si può dire, sono comwti a tutti i Pat>si. Secondo il principio genera.lml.'nte ammesso sino ad oggi il Dispensario doveva essere una, istituzione dedicata essenzialm<>nte alla profilassi della tubercolosi, però la diffusion<' ed i progrf'ssi della collasso-terapia e della crisotcrapia, hanno modifkato t al<' concetto: Nella ma.ggior parte delle nazioni i letti in ospedali e sanatori sono insufficienti al ricovero d('l gran numero di infHmi che possono beneficiare di un trattamento pnettmotoracico, tt.> mpeRtivamen te intrapreso. Il Dispensa.rio sembra esset·e indicato per assumere un tal(' còmpito t erapentico che è anche profilattico, dato che il pncumotorace sopprime la espettorazione b acillifera nel 50 % dei casi trattati. Anche la crisoterapia può essere praticata al Dispensario. Non vi sono, al riguardo, pregiudizi dottrinali cho reggano alla prova dei fatti; nè vi sono disposizioni di l<>gge contrarie alla cura de i tubercolosi nei Dispensari. Per tutelare i legittimi intrr<'ssi profrs!i ionali si potrebbero subordinare le cure dispensariali ad alcune condizioni: limitazione a speciali categorie di malat i, sotto il punto <li vista socialt- e clinico, accordi tra medici e Dispensario, consenso di massima dei gmppi proft>ssionali (sindacati od Assicurazioni riconosciute). Si intende che l'applicazione di queste vedut<• va subordinata allP condizioni locali che sono differenti nelle grandi città, nelle piccole e nelle campagne. Un questionario inviato a 43 paesi iscritti alla Unione Internazionale e concernente la opportunità di aggiungere ai còmpiti di profilassi e di igiene dei Dispensari, l'applicazione di alcuni metodi terapeutici, in particolare del pnewnotorace artificiale, ha avuto 25 risposte, dalle quali si rileva che in 21 Nazioni i Dispensari sono autorizzati a praticare la cura della tubercolosi, in 19 il pneurootorace. Del resto questi concetti, che corrispondono ai fini della tutela degli ammalati, sono in via di applicazione nella maggior parte dei Paesi europei. BEGT&UP-HANSEN, correlat.ore (Danimarca). - U Dispensario può assumere il cè,mpito, non lievo, del t rattamento di alcune forme di tubercolosi, scgnatamente, del trattamento pneumotoracico ambulatorio! Non si discute sulla competenza speciale, sempre che il Dispensario sia diretto da medici-specialisti sperimentati. Ma cosl com'è ora, ne ha l'attrezzatura adeguata, i mezzi sufficienti Y D'altra parte, con l'assnuzione delle cure, il Dispensario verrebbe ad essere gravato di lavoro a disca.pito della sua principale azione di diagnostica e di prevenzione. Ciò posto, il Dispensario potrebbe esercitare la terapia come attività secondaria, complementare, quando ne abMa· la possibilità, o in casi di necessità assoluta, quando, per es., non è possibile il pronto ricovero dell'infermo o quando questi non può altrimenti avere le cure di un medico specializzato. V. CÈPULIC, correlatore (Jugoslavia). - Nel suo paese, i Dispensari sono autorizzati a praticare la cura degli infermi; terapia specifica, criso~rapia, pneumotorace, di cui, in alcuni, si eseguisce anche la prima
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applicazione. Per legge ogni cittadino può farsi curare nel Dispensari~ le spese sono a carico dello Stato e dei Comuni. Espone, a conferma delle idee sostenute dal prof. Léon Bernard, i favorevoli risultati del trattamento pneumotora-cico ambulatorio praticato, da sei anni, nel Dispensario ,.da lui diretto. K. DABROWSKI e G. WRoozysNJa, correlatori (Polonia).- Da lungo tempo, in Polonia, nei Dispensari si curano i tubercolosi e si pratica il pneumotorace. Nella maggior parte si fanno solo rifornimenti in ammalati dimessi dai Sanatori; ma, dopo che si è provveduto alla costituzione di un corpo medico specializzato ed all'adeguato attrezzamento dei Dispensari, in più di 20 di tali istituti, si crea il pneumotora.ce che si mantiene in « cura. libera n• .Ma bisogna dire che tale sistema non pare destinato a difiondPrsi; oltre il fatto che al felice esito della cura viene a mancare il conc<•rso di un soggiorno sanatoriale, con la cura libera non si sopprime il pericolo della contagiosità, dato che molti pneumotoracizzati continuam• ad espettorare ba.cilli; inoltre, sembra che la bilat eralizzazione e le complicazioni siano più frequenti nei pne·u motoraci ambulatori. Ogni tubercoloso doVl·ebbe essere ricoverato in un Ospedale o in un Sanatorio per la attuazione del pneumotora.ce; per i più indigenti si può procedere alla creazione del pneumotora.ce in ospedale e, dopo un soggiorno di qualche settimana, dirigerli, per i rifornimenti, al Dispensario. A. lLVENTO, correlatore (lt~ia). - La utilizzazione dei Dispensari per la cura di alcune forme e stadi della tubercolosi del polmone è, in Italia, in atto da. anni. In ogni capoluogo di provincia vi è un Dispensario come centro di accertamento diagnostico con personale medico specializzato, con infermiere visitatrici per le indagini domiciliari di profilassi, e dotato di laboratorio clinico e di impianto radiografico: nelle città minori sono istituite Sezioni Dispensariali, mentre nei centri rurali è il medieo condotto che provvede ad avviare i malati sospetti alla Sezione o al Dispensario centrale. Tale organizzazione, in rapporto alla A.ssicurazione Sociale contro la Tubercolosi vigente in Italia, ha anche funzioni medico-legali ·nonchè funzioni di profilassi domiciliare per la ricerca di malati latenti ed ignorati. Le cure autorizzate sono: trattamento di fanciulli gracili, figli di tubercolosi, a mezzo di colonie diurne; attino-terapia naturale ed artificiale di localizzazioni osteo-articola.ri; trattamento diurno a. tipo sanatoria.le per le forme polmonari; collassoterapia pneumotoracica per cui esiste un servizio speci~e, distinto dagli altri e per il quale si sono stabiliti collegamenti con sezioni ospedaliere per tubercolosi. È sconsigliato praticare le prime introduzioni; di regola ci si limita ai rifornimenti. Tubercolinoed auroterapia vengono fatte solo in prosecuzione di cura già iniziata in Ospedali e Sanatori e per gli infermi indigenti. L'applicazione di queste norme ha. dato notevoli risultati anche dal punto di vista profilattico.
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L . KOGANAS, correlatore (Lituania). - Nei Dispensari lituani non si esclude il trattamento dei malati indispensabile, se non altro, dal punto di vista psicologico; nessuna considerazione di ordine clinico e deontologico vi si oppone; il trattamento pneumotoracico deve essere largamente applicato, in vista anche della sua azione profìlattica. M. NASTA, correhtore (Romania.). - P er sua esperienza i risultati della collassoterapia pneumotoracica praticata al Dispensario non sono peggiori di quelli generalmente ottenuti negli I st-ituti di ricovero. Non si conta un maggior numero di incidenti e di complica.zioni. Sarebbe però opportuno che i Dispensari potessero avere i mezzi di ospedalizzare temporaneamente gli infermi al momento della istituzione del pneumotora.ce. Dato il gran numero degli ammalati in cura pneumotoracica e la impossibilità materiale di tenerli nei Sanatori per tutto il tempo necessario, si deve lasciare al Dispensario il còmpito di procedere, ordinariamente, ai rifornimenti gassosi. Nei casi urgenti che non si possono ospedalizzare bisogna, non potendo fare altro, istituire il pneumotorace al Dispensario; gli eventuali inconvenienti saranno largamente compensati dalla precocità del tra.ttamento e dai vantaggi di ordine profilattico che ne derivano. l
J. VOELÀK, (Cecoslovacchia). - Non rit.iene che al Dispensario possano essere conferite,. almeno in via normale, funzioni terapeutiche speciali: crisoterapia e pmmmotorace; il còmpito dal Dispensario è la ricerca, la dia.gnosi, il contr·ollo dei tubercolosi, e tale deve r estare.
G. OosTANTINI {Italia). - Tutto considerato, afferma che il Di· spensario, perchè possa rispondere agli scopi per cui è stato istituito, deve limitare la sua azione alla pura diagnostica precoce della tubercolosi, alla profilassi personale e famigliare, alle provvidenze igieniche. I non pochi rischi a cui si va incontro sconsigliano formalmente l'applicazione corrente, nel D ispensario, sia del pneumotora.ce che della criso - e tubcrcolino-terapia. Il ten. colonnello medico prof. BRUNI, rappresentante del Corpo Sanitario Militare Italiano, a proposito dei Dispensari antitubercolari ha messo in evidenza come nell'Esercito I taliano esista una istituzione che sotto nn certo punto di vista può considerarsi simile ai dispensari stessi, cioè i reparti di accertamento diagrwstioo. Questi reparti che sorsero già fin dal tempo di guerra sono oggi provvisti di tutti i più perfezionati mezzi diagnostici e vi passano ogni anno più di 20.000 individui. Quindi essi sono al caso di coadiuvare mirabilmente l'opera di assistenza civile segnalando specialmente quei casi iniziali che in genere sfuggono al controllo e che invece nella visita militare possono essere convenientemente accertati. Relazioni e comtmicazioni sul tema sono state presentate da H.EINz BLUMEL (Germania), FERGus HEWAT (Inghilterra), RONZONI (Italia.), STEIMBACH (U. S. A.).
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Il prof. MARAGLIANO, vivamente acclamato da tutta l' assemblea. quale pioniere della lotta antitubercolare, illustrando in una mirabile sintesi i concetti informatori della difesa contro il flagello della tubercolosi, ha messo in chiara luce l'opera svolta dalla Scuola italiana ed i tangibili risultati ottenuti. Nel complesso anche questa IX Conferenza internazionale ha d imostrato come il problema della tubercolosi presenti molti aspetti non ancora completamente chiariti, che potrebbero avere importanza fondamentale per quanto riguarda l'indirizzo profilattico. Ha pure confermato l'interesse che la difesa antitubercolare ha per i poteri statali, i quali in questa lotta a fronte unico vedouo seriamente impegnata la sanità fisica, presente ed avvenire , dei popoli ed una quota elevata delle capacità produttive e finanziarie delle Nazioni. La X Ri·unione Internazionale è convocata a Lisbona, p<'r il 1936.
XI CONGRESSO ITALIANO DI RADIOLOGIA MEDICA (Perugia, 20-24 settt mbre 1934-XII)
-Relazione del ten. col. medico C. Crupella ni e del meggiore medico G. Cogllati-Dezza
Dal 20 al 24 settembre ha avuto luogo in Perugia l'XI congresso italiano di radiologia medica con la partecipazione di oltre 500 congressisti fra cui molti stranieri, nonchè di clinici e patologi fra i quali i professori Donati, Aja.la., Beata ed altri. Nello storico salone dei Notari del Palazzo del Comune è t~tata tPnuL~b la. ~eùu lla inu.ugurale con l'intervento di numerose autorità civili, militari e accademiche. n prof. Agostini, a nome del Rettore dell 'Università, e il prof. Siciliano, presidente della Società italiana. di radiologia medica: hanno dato il benvenuto ai congressisti, e infine dopo brevi parole di saluto del profeasor Milani presidente del congresso, il Vice-prefetto ha dichiarato aperto il congresso i n nome di S. M. il R e. Le sedute si sono svolte nell'aula magna della R . Università.. La prim.a relazionè, del pro~. Lapenna (Bergamo) <<Affezioni e lesioni traumatiche della cownna vertebraZe " è stata una chiara esposizione delle attuali cognizioni radiologiche sulla nosografia delle affezioni vertebrali, secondo u.na classifica. etio-patogenetica. ed anatomo·radiografica, cui hanno servito di guida i concetti del patologo Perez (dell'Università di Roma) sui fattori biologici delle malattie. Il relatore si è occupato in prevalenza. delle affezioni da causa intrinseca (fattori biologici, costituzionali, alimentari, neuro. endocrini, ecc.) cioè delle spondilosi, delle spondilartrosi, delle condrosi (epifisiti od osteocondriti di crescenza), delle condroapondilosi (degenerazioni primitive del disco intervertebrale secondo Putti, Barsony, Hildebrandt). Nel parlare della spondilosi deformante prende in considerazione il trauma come fattore di aggravamento. P er la spondilosi anchilopoietica l'O. segue la. t eoria. unicista, che t ende ad unificare le malattie anchilosanti del rachide in una sindrome unica, la. quale raggruppa tutte le varie forme, già. descritte finora come quadri radiografici separati. Sottolinea l'importanza delle artropatie apofisarie della c. v. come agenti etiologici di algie ed illustra i motivi per cui la radiografia ha somma importanza diagnostica e prognostica anche nell'infortunistica e nella, medicina sociale. L a seconda relazione d el prof. P a lmieri (Bologna) t rattava della« Radioterapia àen'encefaw n alla luce delle recenti cognizioni sui centri della base. B un'ampia rassegna degli <>ffetti cho hanno le radiazioni sui tessuti nervosi normali e patologici, delle questioni riferentisi a.lla tecnica curiee roentgenterapica, delle forme neuropatologiche nelle quali tale t erapia è indicata. Dopo aver discusao il problema dell 'azione dei raggi sull'idrocefalo interno, espone le indicazioni generali e speciali del trattamento radioterapico per le neoplasie, pf'r le sindromi neuro-endocrine non legate a presenza. di tumori, per l'ipertensione, per le sindromi infiammatorie, va.scolari, ecc. Raffronta i risultati ottenuti con le radiazioni e quelli otte2 -
Gi01"nale di medicina milita.-e.
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XI CONGRESSO ITALIANO DI RADIOLOGIA MEDICA
nuti con l'intervento chirurgico e si attarda sulla collaborazione fra radiologo, ncuropatologo e neurochin~rgo. La terza relazione del prof. Del Buono (Bari) «La raàiot&rapia nelle malattie del midollo spinale e clei nervi periferici )) espone le nuove conquiste di tale sistema di trattamento in questo campo, per cui la poliomielite acuta dei bambinj , la poliolllielite cronica degli a~ulti, la scle1·osi in placche acuta, la radicolornielite possono, se trattate all'inizio, beneficiare· delle raruazioni; così pure le crisi dolorose dei tabetici, la gliomatosi spinale. In questi casi occorre sonuninistrare una dose efficace senza esitanze, data la tolleranza del midollo per le radiazioni. Nella sciatica spesso la radioterapia radicolare con raggi fortemente filtrati sul segmento dorsolomba.re della c. v. può aver ragione della sindrome dolorosa. Altrettanto si dica delle nevralgie in genere; buoni risultati si hanno pure nelle paralisi periferiche del facciale. La quarta relazione del prof. Guarini (Napoli) ha per titolo« La roentgentm·apia del simpatico)), Mette in giusto rilievo il ricco contributo ili lavori itaJiani sul! 'argomento. n tratt.amento radioterapico è ancora da. considerarè in fas e di esperimento ma è già ricco di promesse: i buoni risultati ottenuti nell'angina ili p~tto, nell'asma bronchiale, nei ilisturbi mestruali e della menopausa, in talune fonne di iliabete, nel morbo di Heine-Medin, nel male perforante del piede, nell 'ipertensione e nell'arterite obliterante, nel reumatismo cronico ed in molte forme di dermatosi sono tutti dovuti all'azione che le radiazioni esplicano sulle terminaziorii nervose del simpatico per cui si hanno effetti locali ed effetti a distanza. La quinta relazione è tenuta dal prof. Benassi (Panna), che ha. illustrato << l nuovi mezzi di contrasto in t·aàiologia )) e principalmente l'uso di preparati di torio: impregnazione dell'apparato r eticolo-istiocitario col biossido di torio colloidale per ottenere la visibilità del fegato e d ella milza. L 'O ., ha anche prospettato la possibilità avvenire che ciò consenta una vera e propria prova funzionale in vivo del sistema reticolo-istiocita.rio. Tali esami coi sali di torio rendono possibile la diagnosi di af!ezioni epatiche e spleniche neoplastiche e non, finora inaccessibili all'indagine radiologica, essendo ciò legato alla maggiore o minore percentuale di elementi aventi capacità granulopessica; possono documentare in radiografia la, spleno ed epato-contrattilità; possono per la stessa proprietà rendere visibili pleiadi gla.ndolari aJ:Iette da taluni processi morbosi. Inoltre dei pr<>parati costituiti da miscela di fosfato di torio e bicarbonato di sodio hanno reso possibile lo studio delle pieghe della mucosa del t ubo digerente, perchè nel sottile strato di secrezione, che rivestfl la mucosa, si d eposita fioccu,lando il biossido ili torio somministrato pel' os o per clisma, mentre il bicarbonato, producendo gas, distende la mucosa ed aumenta la visibili t ìt. delle parti. Sugli altri metodi di indagine ra.diografica: arteriografia con ioduro di soilio ed altri mezzi di contrasto, angioencefalografia, a.ortografin, angiopneumografia., periencefalomielografia, amniosgrafia, placentografìa. il relatore ha fatto un minuto esame critico in quanto tali metodi non sono pratici nè innocui. l Infine la r elazione del prof. Perona (Padova) su «Lo stato attuale e gli odi&rni orientamenti della radiologia cardiaca)) è stata l'espressione d,ell'att.uale tendenza verso gli studi di fisiopatologia del cuore secondo la sua .attività dinamica. Non più l'imagine st.atica del profilo cardiaco, ma lo
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studio del suo profilo in movimento e quindi la chimografia. Il confronto fra il metodo chimografìco dello Stumpf, che consente la visualizzazione delle osCJillazioni del profilo cardiaco per 4-5 pulsazioni, e quello del Cignolini , detto metodo italiano, che consente di esaminare la grafica ottenuta registranclo le oscillazioni del profìlo dei vari segmenti del cuore per un tempo assai più lungo, porta il Perona a concludere che il primo ci consl'nte uno studio migliore della forma del cuore dallo sviluppo della contrazione ea,rdia~a, quello del Cignolini meglio sj presta. allo stndio de.l rit1:no cardiaco. PH ultimo viene presa in esame la tecnica e la portata della cardiocinema.tografia. Tale relazione ha somma importanza per noi militari in quanto ha prospettato nuove modalità di ricerca dci disturbi cardiaci, con risultati assai più precisi per la valutazione d(•lle nevrosi cardiache. Tutte le relazioni furono vivamente applaudite, dC'starono sommo in t eresse nell'uditorio e suscitarono ampia discussione alla quale parteciparono anche clinici e patologi. Sopratutto l'ultima, trattandosi di un nuovo <'Steso campo di ricerche cardioradiologicbe destinate ad nn grande avvenire. Le varie relazioni sono state illustrate con ricca documentazioni' radiografica proi<>ttata sullo schermo, interessanti sopratutto i radiogrammi mlla epatelienografia c sulla chimografia cardiaca. Alle relazioni seguirono numerose le comunicazioni comprendenti i vari temi posti all'ordine del giorno, sui tumori vertebrali, Sldle osteodist.rofie, sulle sindromi dolorose in rapporto alle alterazioni vertebrali, sulle spondiliti tubercolari e lueticbc, sui traumi, sulle alterazioni ed anomalie della colonna. Le comunicazioni sul 20 t ema di relazione, in numero di 48 riassumono l'esperienza di clinici e radioterapisti in materia di trattamento del sistema nervoso centrale e periferico con le radiazioni. Le numerose comunicazioni sui metodi moderni di t<>cnica radiodiagnost.ica (46) dimostra.no quauto vasta sia già la loro utilizzazione. Di speciale interesse è apparso il nuovo metodo della stratigrafia, che consente di ottenere la radiografia di un dato piano di una. qualsivoglia regione del rorpo che si trovi ad una voluta profondità eliminando la perturbazione dell'imagine radiografica di ombre prodotte da altri piani della regione di esame. Sono state in t otale 210 le comunicazioni presentate a.l congres!'lo fra le quali tre del tenente colonnello medico Cr<>spellani : « SuUa valutazione di segni radi()logici di affezioni e lesi<Jni della col.o-nna vertebrale in medicina legale militare - Criteri eli impiego eli mezzi moderni di indag·ine da parte degli istituti di radiologia llel R Esercito.- Possibilità roentgenterapeutiche negli ospedali militari ». Due del maggiore medico CogHati D ezza: « Un caso di lussazione oon frattura di tutto il tratt<J lombare e del l o elemenw sacra-le Un caso eli spondilosi generale congenita. ,, Dtle del primo capitano medico Germano: " Un caso di fraUura del sacro senza sintomi clinici- La eliat6rmoterapia come attivante la formazione del processo ca.lloso nelle fratture ,,, Numerose ditte italiane e talune estere banno espost-o diversi appar ecchi nella mostra ordinata nello stesso Palazzo d e1l'Università. La mostra libraria ha radunato tutte le numerose pubblicazioni italian e ed i periodici della specialità. Il congresso, svoltosi in un ambiente quanto mai signorile e ospitale, è stato molto laborioso, le sedute affollate, le discussioni animate, la mostra istn1tt.iva..
n CONGRESSO DELLA SOCIETÀ. ITALIANA DI MEDICINA INTÈINA (Roma, 17-20 ottobre 1934-XII)
Relazione del maggiore medico prof. G:lovannl Piccoli
Nei giorni 17, 18, 19, 20 ottobre si è svolto in Roma, nel Policlinico U mberto I nell'aula della Clinica. Medica, il XL Congresso della Società Italiana di Medicina interna. L'inaugurazione ha avuto luogo nell'aula magna della R. Università in comune con l'annuale congresso della Società italiana di chirurgia. Il prof. Busi, preside della Facoltà di Medicina, con elevate parole, a nome del Magnifico Rettore ha portato a t utti i c~:mvenuti il benvenuto più cordiale a.u.spica.ndo che i lll.vori del Congresso segnino u,n progresso reale delle scien ze mediche. Quindi il prof. Bauer ha recato il saluto della facoltà medica di Vienna . Il prof. Alessa.ndri ha tenuto il discorso inaugurale e poi ha rilevat o che da ormai tredici anni le Società di chiru.rgia e medicina interna t engono contemporaneament e i loro annuali congressi trat tando oltre ad argomenti particolari a ciascuna società, anche uno comune ad entrambe le branche, facendo osservare l'importanza di tale collaborazione, e mettendo in rilievo i grandi meriti del :Regime F ascista nel favorire le ricerche e nell'aiutare con ogni mezzo la classe medica nella. lotta contro le malattie per la salute del popolo e per i1 vantaggio d ella nazione. Dopo aver ritenuto doveroso illuminare le Autorità che presiedono alla istruzione superiore su alcune deficienze nella preparazione d ei medici pratici e nella organizzazione della ricerca scientifica, ha accennato ad un altro grande problema, alla medicina sociale, :all'applicazione cioè d elle cognizioni scientifiche alle numerose malattie che costituiscono le cause del deperimento e dell'indebolimento della razza; in questa lotta l'opera concorde di tutti i sanitari messa a disposizione d el Regime può produrre efficaci risultati. Quindi è sort o a parlare in rappresent anza d el Governo il Sottosegretario S. E . Albertini che ha. reso omaggio alle b enemerenze della. classe medica, facendo auguri per la proficuità dei lavori del congresso. In ultimo il Senatore prof. Maragliano con ispirate parole ha inueggiato ai trionfi (}ella. scienza voluti e favoriti dal Duce a vantaggio della Nazione e della Umanità. Terminata la seduta i cougress\sti si sono recati a r endere omaggio alla Cappella votiva dei Caduti fascisti deponendo una corona . I RELAZIONE.
Terapia vacclnlca e terapia aspecifica nelle ma-
lattie infettive.
P Ali.TE PRIMA. T erapia vaccinica delle malattie infettive. (Relat. prof. A. FERRATA di Pavia). Il relatore dopo aver premesso che la vaccinoterapia delle malattie infettive è da molti anni adoperata in rit mo sempre pìù crescente d alla grande maggioranza dei medici pratici, e sembrerebbe quindi indiscutibile e ben chiarita la sua. ut ilità e diffusa la persuasione della su.a iuuocuità , in realtà poco si conosce sotto il punto di vist:a dottrinale su,l modo di
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azione di qnest.a terapia vaccinica. Data la vastità del tema è stato costretto a limitarlo, per cui dei vari processi infettivi vennero posti allo studio soltanto l'infezione melitense, quella da bacillo del tifo, quella da piogeni (streptococchi e stafilococchi), cla pneumococchi, da gonococchi e da bacterhun coli; i relativi capitoli vennl.'ro rispettinmente svolti dai collaboratori professori Introzzi, Pell ~>grini , Fiescbi, Zamorani Casazza e dott. Storti. Febbre meliteme. Per l'infezione melitense con quelle riserve che in ogni questione di terapia debbono essere mantenute, ha proprio la ferma convinzione basata su l'immensa casistica da lui personalmente visitata in Lombardia e da quella altrettanto vasta del Di Gugliemo a Catania, che l'utilità della terapia vaccinica sia indiscutibile, che essa ra})presenti, allo st.ato attuale d<>lle nostre conoscenze, il metodo di terapia senza alcun dubbio più utile. Pensa proprio che nella maggioranza dei casi sia da ritenersi non più accettabile la scettica definizione della brucellosi dove l'ultimo medicamento u.sato, che coincide con una spontanea guarigione, viene a torto considerato come la causa della guarigione stessa. La vaccinazione deve praticai-si per via endovenosa con la qt~ale si provoca uç'intensa reazione generale febbril e e quindi una maggiore effica.cia terapeutica del vaccino. ' Detta reazione deve considerarsi come un fenomeno specifico per il fatto che piccole dosi di vareino melitense (l /1000 di ansa) introdotto per via endovenosa producono intensa reazione febbrile e crisi emoelasica, soltanto negli individui affetti da mclitcnac, nei quali si ha inolt.ro r eazione locale se l'antigene si inietta per via intra o sottodermica. Per l'infezione brucellare, contrariamente a quanto si verifica per altre infezioni, se è buona cosa intervenire con la vaccinazione all'inizio dell'infezione, la stessa probabilità di successo si può ottenere anche quando la malattia risale già a qualche settimana o a qualche mese. L'iniezione endovenosa praticata con giusto criterio e con le dovute norme, non presenta pericoli di sorta e non trova particolari limitazioni in rapporto allo stadio e alla forma clinica della malattia. Solo particolare attenzione si dovrà usare quando si tratta di individui cardiaci o renali gravi, e quando si tratta di donne in stato di gravidanza. È opportuno, ma non necessario e indispensabile, che le iniezioni siano praticate negli stati intervallari di apiressia., oppure in istato aubfebbrile. Dette iniezioni devono essere praticate con va(lcini preparati a questo scopo, incominciando con dosi basse (iniezioni di prova) aumentando poi gradatamente per gradi (iniezioni efficaci). :fifo.
n relatore in conclusione si dichiara nettamente favorevole al massimo alla vaccinoterapia nel t ifo: ma di rado essa attenua la gravità della. forma, alcune volte tronca il processo febbrile, più frequentemente ne riduoo la intensità e ne anticipa la lisi. Inconvenienti di una certa entità., usando le dovute cautele, tenuto calcolo delle condizioni cardiorenali non ne ha mai visti. Crede poi notevolmente efficace la vaccinoterapia in
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alcune forme di localizzazioni ebertbiane di lunga durata secondarie alia malattia acuta. P er quel che riguarda il decorso, la vaccinoterapia sarà utilissima inizialmente nel periodo di incremento, sarà. poco utile durante l'acme, sarà pericolosa e nettamente controindicata durante il periodo anftbolico. Riguardo la figur.a clinica della forma, la vaccinoterapia sarà. indica t~ nella maggioranza, delle forme lievi, eccetto nelle forme gravi ipertossichPadinamiche. Infezioni da piogeni e artropatie.
Nelle forme acutissime ipertossiche, per lo più senza focolai metastatici, il problema terapeutico, in mancanza di mezzi chimici di sterilizzazione massima, è un problema di immuno-terapia passiva. Nel campo delle sepsi ad andamento cronico o subacuto, non solo streptococciche ma anche stafilicocciche, si trova invece la tipica indicazione della terapia vaccinica, e sono stati registrati numerosi successi. Fra le diverse vie del vaccino, solo la via endovenosa può venire presa in considerazione quando si tratta di sepsi, mentre si darà. la preferenza all'introduzione sottocutauea nel caso delle più svariate infezioni cronich~> localizzate. È sempre preferibile agire con antigeni specifici nel senso piit stretto, e cioè mediante gli autovaccini. Nel campo delle infezioni da piogeni il dosaggio dei vaccini per riuscire efficace, deve essere elevato per superare facili r e.sistenze. Nel campo delle endocarditi settiche i risultati sono stati meno buoni. Anche l'endocardite lenta non è mai sta.ta. favorevolmente influenzata dall'uso del vaccino, malgrado alctme recenti affermazioni contrarie. Il vaccino sarà tanto più effi.cac(', quanto migliori sono le condizioni del paziente. Fra i numerosi a.genti patogeni indicati come presunto agente eziologico del reumatismo articolare acuto e dei reumatismi cronici infettivi. hanno la maggior importanza gli streptococchi o germi assai affini ad es··i nei più moderni concetti classificativi. Da. molte fonti vengono segnalati risultati favorevoli e statisticht' incoraggianti dall'uso di vaccini antistreptococcici; è quindi opportuno che il vaccino venga preso in considerazione, e sebbene non sia. consigliabile ricorrere ad esso nei casi acuti nei quali abbiamo mezzi terapeutici efficMi, utilmente sar-1 considerato nei casi con tendenza.rooidivante o resistenti e cronicizzati, come terapia di stimolo non raramente efficace; tuttavia il valore da assegnarsi ai vaccini non supera forse quello di tempia di stimolo e quindi equivalente ai numerosi preparati cosiddetti aspecifici. V accinoterapia antipneumOCQccica.
Rappresenta nell'infanzia in parecchi casi un intervento verament e efficace. È indicata nelle polmoniti e nelle broncopolmoniti, fa.vorisc(• nell'empiema il processo di guarigione come elemento coadiuv~llnte; è inefficace nella meningite, nella setticemia pneumococcica, nelle artriti. Non dà origine ad inconvenienti gravi c non provoca reazioni che poss~l>no aggravare il decorso della malattia, nè costituire un pericolo pér· l'ammalato. Per via sottocutanea può dare reazione locale, sempre modesta; per via endovenosa reazione generale transitoria non grave.
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V accinotera.pia antiglfnococciea.
La vaceinoteraJ,>ia antigonococcica dispone oggi di un grandissimo numero di vaccini. Per quanto si riferisce alle affezioni gonococciche che riguardano la medicina interna, deve considerarsi la vaccinoterapia praticamente inefficace nelle localizzazioni endocardichc e setticemiche, mentre dà non trascurabili vantaggi nelle forme articolari tutt'altro che infrequenti. Nelle forme superficiali come ad es. nelle uretriti, la si ritiene in massima non efficace. V accinowrapia nella colibacillosi.
I casi riferiti nella letteratura di infezioni colibacilla.ri sia generalizzate (colibacillemie) che localizzate (in genere al canale urinario) trattate con vaccino sono in numero ormai considrrevoli: i risultati sono in complf'sso buoni e la maggioranza degli AA. si dimostra favorevole a tale pratica terapeuticn.. PARTE SECONDA.
Terapia aspecifica (Relat. prof. G. BoERI di Napoli).
Il relatore ritiene si possa affermare che la terapia aspecifica comprende tutti quei mezzi, di qualunque natura, la cui azione curativa si esplica nell'organismo con le indicazioni e con i risultati della classica terapia specifica, ma che però non posseg'g'ono, almeno in modo caratteristico e prevalente, la :proprietà ben determinata della immunologia, della neutralizzazione di un a.gente mediante il corri'!pondente e definito anticorpo specifico. Tali mezzi non specifici sono costituiti sopratutto da materiali proteici diversi, da derivati di essi e da sostanze non aventi struttura proteica: ma sono costituiti anche da diversi a.genti fisi~i e chimici i quali hanno tutti in comune la proprietà di provocare nell'organismo una disgregazione cellulare con passaggio in circolo di derivati proteinici, che consente di riportarne l'azione, in fondo ad una proteinoterapia. L'azione della terapia aspecifica è in genere bifasica in quanto che in seguito allo stimolo si banno prima fenomeni di un dato ordine. e poi fenomeni di ordine opposto (legge di Arndt-Schultz). Tra i più important i effetti biologici deve ricordarsi la proprietà di dette sostanze di provocare un aumento degli anticorpi (a.gglutinine, batteriolisine, emolisine, opsonine) in soggetti naturalmente o artificialmente immunizzati, di aumentare il potere complementare del sangue. La proteinoterapia esplica un'azione generale, omnioollulare, ma spesso anche soltanto in prevalenza topograficamente in dipendenza di speciali condizioni dei tessuti su cui lo stimolo agisce. Tullte le modificazioni si effettuano nel mesenchima e risultano più spiccate negli organi più ricchi di reticolo endotelio. R,iassume le diverse interpretazioni ava,nzate per spiegare il me<:canismo di agire della terapia .aspecifica ed enumera. i molteplici agenti adoperati per applicarla in pratica. Enuncia inoltre le norme di tecnica pratica di tale terapia e le eventuali controindicazioni, nonchè
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i possibili inconvenienti da essa derivanti, avendo cura di esporre gli espedienti utili per eliminarli o modificarli. I risultati terapeutici osservati con i mezzi aspecifici nelle varie affezioni morbose sono piuttosto discordanti, ma in conclusione la terapia aspecifica pur non potendo vantare la precisione raggiunta, però solo in limitate affezioni, dagli agenti cosidetti specifici, costituisce indubbiamente una risorsa ricca di mezzi e di ingredient i spesso felici e preziosi. Il relatore identifica la t erapia aspecifica con un'unica energia, la ditesa di tutti gli esseri viventi sia unicellulari che evoluti tanto nel regno animale che in quello vegetale, ossia la forza curativa naturale. Nella scienza e nella biologia, la terapia aspecifica rappresenta il segreto stesso della vita strappata alla natura. È il principio na turale, fondamentale della difesa, della conservazione, utilizzato, disciplinato, asservito dal medico a beneficio della salute. Essa costituisce in fondo la vi8 medicatrix 1~aturae . .Aperta la discussione sul tema trattato dai relatori, ha per primo la parola il prof. F erranini della R. Clinica di Bari che conferma sulla base della osservazione della sua clinica i ristùtati soddisfa-centi ot tenuti con la. vacéinoterapia delle brucellosi e del t ifo, se u.sata per ques t' ultimo nello stato iniziale. Il prof. Cantani di Napoli si occupa specialmente di una particolru:e preparazione di vaccini necessaria, anzi indispensabile perchè essi siano efficaci. n prof. Ascoli della R. Clinica di Palermo, parla sul meccanismo di azione della va.ccinoterapia, a.ppllca.ndo per esso la dottrina dell'ana.coresi. Il prof. Michsli ritiene che nel meccanismo d'azione della vaccinoterapia, siano in giuoco sia fattori specifici che a specifici. Si dichiara favor('vole alla vaccinoterapia. specifica sia nel tifo che nella infezione melitense, riservando la proteinoterapia aspecifica o la vaccinazione aspecifica allorquanto il germe infettivo è sconosciuto. Il prof. Centanni, della. R. Università diBologna, ha parlato su l'azione l>irogena e risolutiva dei vaccini. H anno preso parte inoltre alla discussione i professori Konler di Ginevra, Cesa Bianchi, La Franca, Castronuovo, J emma, Frugoni. • II RELAZIONE. - La seconda è la relazione militare su Le pteuropatie nell'esercito, fatta dal maggiore medico Ra.fYaele d'Alessandro e di cui segue un ampio a.utoriassunto con il r esocondo della discussione.
III RELAZIONE. - Le bronchiectasie. (Tema. in comune con ln Società Italiana di Chirurgia). P .A.R.TE PRIMA.
Broncopolrrwniti croniéhe bronèhiecta8iòht!. (Rel.àt. pròf. A . O~IODEI ZOIUNI di Roma). Il relatore parla dapprima delle varie teorie eziopatogenetiche, trat tando anzitutto delle forme congenite ·che egli reputa. rare. La teoria congenita delle bronchiectasie che ebbe i suoi fautori principali in Francia.
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(Bard e Tripier, Hutinel, Lercboullet ecc.) e in Germania (Sauerbmch, Harthagener ecc.) e in Italia parzialmente con Pepere, Jacchia, si basa su dati di osservazione clinica e a.notomo-patologic.a. Possono deriva,re da agenesia degli alveoli o da atelettasia fetale alveolare, in cui interviene secondariamente il fattore meccanico (ventosa pleuric.a) e infettivo. Manca poi secondo l'O. tuttora una chiara e larga documenta,zione anatomica di bronchiet tasie all'atto della nascita o nei primi mesi di vita, la sola che basterebbe a dirimere in modo definitivo il quesito. Secondo il relatore è incerta la partecipazione di una prcdi11posizione anatomica e funzionale circoscritta a determiQati distretti bronchiali nella gf'ncsi di alcune bronchiecta.sie acquisite, non b en chiarite nel loro movente iniziale. Tutte le altre forme acquisite hanno un'origine infettiva p<~r opera di una broncopolmonite che p ersite a lungo e a focolaio nell'apparato respiratorio colpendo primieramente la. mucosa, alterando quindi la struttura. e la funzion e di tutta la parete bronchiale e rendendola più fragile di fronte all'impegno meccanico respiratorio normalf' od in ccc<•sso. I fattori genetici delle bronchicctasie acquisito sono : 10 eli ordine meccanico (meccanismo da trazione, meccanismo da pulsione, da stenosi bronchiale); 20 di ordine tossi-infettivo e irritati>o (acuto e cronico); 3o di ordine circolatorio. 1° La tra.ziom statica e soprat utto di1w:~mica sulla parete bronchiale in preda a fenomeni sclerotici si verifica in casi di fìbrotoracc adesivo da pregresse pleuriti, nei postumi di empiemi, di ferite toraco-polmonari, nelle polmoniti croniche indurative, interstiziali, tubercolari o non, nelle cirrosi pleuropolmonari. Il meccanismo di pulsione è dovuto al ristagno del secreto, all'azione ecotente ipertensiva della tosse ma specialmente agli sforzi espiratori a glottide chiusa. La stenosi bronchia-le con collasso del distretto polmonare corrispondente, è dovuta ad opera di un corpo estraneo, di un tumore, aneurisma ecc. 2° n fattore tossi-infeUiw acuto è costituito dalle bronchiti e broncopolmoniti acute infantili, dalla grippc, dalla p ertosse, dal morbillo, dalla polmonite franca, dall'ascesso e dalla gangrena polmonare. n fattore tossii-nfeUivo cronico è costitnito principalmente dalla t ubercolosi polmonare e anche dalla sifilide. Ma la tubercolosi e la sifilide giuocano un ruolo minore nella genesi delle varie bronchiectasie autonome. L e infezioni su citato determinano in modo intenso la loro azione l esiva sulla parete dei bronchi. 3° n fattore circolatorio dovuto alle stasi croniche del polmone con le sue sequele anatomiche di sclerosi cronica interstizia.le, può favorire la dilatazione dei bronchi per un meccanismo da trazione. Passa poi a. trattare dello studio clinico distinguendo l e bra.nchiettasie in conclamate (bronchite o broncopolmonite bronchiectasica) e in larvate (bronchiolite bronchiectasica a decorso pseudotu}>(>rcolare). Le forme conclamate sono sostenute da broncoblenorrea, buono stato generale, frequente cianosi del prelabio, dei pomelli, spesso con dita ippocra.tiche, espettorazione Koch-negativa a piccole vomiche, talora fetide ed èmottoiche. All'esame obbiettivo del torace si ha un reperte acustico variabile che si può distinguere nelle cinque seguenti sindromi steto-a.cu-
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stiche: cavitaria, bronchit ica diffusa, bronchitica circoscritta, enfisematosaasmatica, pachipleuritica adesiva. La sede preferita è il polmone sinistro specie la base, poi il lobo inferiore destro, quindi il lobo superiore destro. Il decorso eminentemente cronico può venire complicato da frequenti malattie associate dell'apparato r espiratorio. Il reperto anatomo-istologico è quello già descritto dai classici; dimostra oltre le gravi alterazioni delle pareti bronchiali, la larga partecipazione del tessuto polmonare circostante che talora è carnificato, e delle linfoghiandole polmonari e dell'ilo. Nei bambini le bronchicctasie decorrono come negli adulti, però compromettono lo stato generale, e ritardano lo sviluppo soroatico e sessuale. Le fonne larvate di bronchiolite bronchiectasica. hanno spesso un d('Corso emottoico, pseudotubercolare. La diagnosi discriminativa verte sopratutto con le forme di tubercolosi emottoica abortiva e con le bronchiti emorragiche. La diagnosi clinica è quasi sempre possibile in via indiretta: in ogni caso è convalidata dalla broncografia . La prognosi quoad vitam e qU<Jad valetudin.em è buona per u.u lungo periodo di tempo : diventa cattiva in seguito a complicanze. La terapia può essere: l o meccanica (posizione di Quincke, broncoscopia con aspirazione); 20 01n.ti8ettica e antiinfettiva (balsamici per varie vi(•, vaccino e sierotl'rapia , tripaflavina ecc.); 3° causale coUa8soterapica e chin,rgica vera e p1·opria (Px. artificiale, piombaggio, toracoplastica, pni>umotomia., lobectomia). La· profila-ssi può essere attuata solo nei bambini convalescenti di malattie esantematiche e di broncopolmoniti. Il clima più propizio per le bronchiectasie avanzate è quello temperato mediterraneo. PARTE SECONDA.
L 'indagine mdioscopia nelle bronchiectasie (Relat.. prof. .A. VÀLLE BONA
di Genova). Il relatore dopo aver prospettato il programma che seguirà nella trattazione, parla del contributo apportato per il passato dalla radiologia alla conoscenza delle bronchiectasie; quindi della semiologia roen tgenologica corrente, poseia dell'ulteriore contributo che la radiologia pot rà dare, adottando dei criteri più moderni di tecnica. Tratta poi della tecnica radiologica in rapporto alle bronchiectasie, cioè della radioscopia, della radiografia, dei perfezionamen t i di questa (teleradiografia, stereografia, radiografie di dettaglio, microradiografia ecc.), della dibattuta questione dell'impiego dei raggi duri e d(>i raggi molli, impiego dell'antidiffusore. Parla inoltre del r ecente progresso nella tecnica radiografica. del torace rappresentata dalla stmtigrafia. Nello studio delle bronchieotasie ha la massima importanza l' impiego dei mezzi di contrasto, cioè la broncografia, metodo che ut iJizza il riempimento dell'albero bronchiale con sostanza opaca allo scopo di rendere
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questo visibile alla indagine. Roent.gen, il pneumotorae(' diagnostico, l'a.ngiopneumografìa. ecc.; indi descrive le varie. tecniche impiegate. Dopo avere esposto l'anatomia radiografica dell'albero bronchiale normale, indispensabile a sapersi per riconoscere nel radiogramma le losioni dei bronchi, addentrandosi nell'argomento del disf'gno polmonare e dell'importanza del fattore bronchiale, e dell'a,s petto dell'albero bronchiale quale è dimostrato dalla broncografia., richiama l'attenzione sui movimenti propri dei bronch.i e la marcata peristalsi bronchiale nell~ bronchiectasi e. n relatore espone quindi il quadro radiologico delle bronchie<>tasie, accennando alle ragioni fondamentali dell'anatomia patologica che hanno la loro diretta influenza nel determinare il quadro radiologico de1le bronchiectasie, distinguendo questa a s('conda nella patogenesi, in congenite e acquisite. P er il radiologo oltre alla forma delle bronchiectasie (cilindriche o diffuse, sacciformi o circoscritte, moniliformi o a rosario) ha una notevole importanza il contenuto di questo (aria o secreto muco-purulento a volte denso e di aspetto cast>oso). D escrive dapprima i quadri radiologici che presentano le bronchier.tasie semplici, non complicate, all'esame radiografico semplice, distinguendo i gradi più lievi per venire poi ai quadri più tipici, tra. cui ricorda particolarmente quello «a cerchi multipli interferenti ,,; illustra il quadro ra.diologico delle bronchiectasie col metodo della broncografia, facendo notare che con l'osservazione broncogra.fica assai spesflo, non sempre però, si può riferire un quadro radiologico ad un determinato tipo anatomo-patologico di bronchiectasia. Descrive infint> i quadri pre~e nt:>.ti delle hron('.hieckaie complicatP: con fatti pleurici o polmonari con determinazione di quadri radiolo~ici talvolta abbastanza tipici (ombra a squadra paravertebrale ecc.). L'indagine ra.diologica ha. permesso lo studio della evoluzione. spontanea delle bronchiectasie, ed ha perm<'sso la valutazione dei risultati ottenuti per mezzo negli interventi terapeutici, il cui esito potrà essere controllato a. diversa scadenza di tempo. Conclude con l'affermare che se lo stato attuale avanzato di conoscenze sulle bronchiecta.sie è dovuto allo studio eseguito nelle varie branche della medicina, un contributo preponderante lo ha a,pportato indubbiamente la radiologia che in base al perfezionamento della tecnica, ha. potuto sviluppare le conoscenze prima sommarie che si avevano su tale argomento. Alla discussione che s<'gue sull'argomento partecipano i proff. Luisada, Benedetti, Fasiani, Marcora, Lu.'!ena, Alberti, Pietrantoni1 Micheli, Forni , Potischnig. Il prof. Sabatini insiste sui buoni risultati che si possono ottenere con la t~>rapia medica nelle branchiectasie. n professor Cesa Bianchi pur riconoscendo che solo l'intervento chirurgico può porta.re in questi stati morbosi in certe speciali condizioni la guarigione d efinitiva, afferma che la terapia medica può recare a questi mala,ti miglioramenti notevoli, ed anche talvolta la, guarigione. Il prof. Koller di Ginevra tratta brevemente della terapia delle bronchiectasie con le onde corte. n prof. Ohiasscrini presenta un ma-
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lato affetto da bronchiectasie operato di lobectomia e portato a guarigione. n prof. Chiurco presenta ai congressisti una serie di proiezioni riguardanti malati bronehiectasici operati nella Clinica del prof. Sauerbruch . A t u tti gli oratori i relatori hanno esaurientemente risposto riscuotendo ripetut i applausi.
IV RE LAZIONE .
Le metereopatie. PARTE
PRIMA.
La fisi{)pat{)logia sp ~rimentale delle reazi<mi m eterw patiche. (Prof. MIOBELE :BUFANO di Genova, correlatore).
n relatore anzit utto premette che l'indagine sp erimen tale in questo argomento non è la più adatta p er ottenere risultati sicuri , in quanto che sperimentalment e si usa provocare variazioni dei coefficienti meteorici mol to accent uate e diverse da quelli che si verificano nella realtà . Così ad es. , l'influenza della pressione barometrica è stata studiata sugli uomini e sugli animali o su cabine stagne o in al ta montagna; cosl pure l'influenza delle radiazioni è stata studiata esperimen tando su uomini o su animali irradiandoli con lampade a. raggi ultravioletti o infrarossi, con raggi X, o· con sostanze radioattive, oppure eseguendo l e osservazioni i n alta montagna, in condizioni quindi assai diverse in cui si viene a trovare usualmente la grande maggiora.nza degli uomini. Inoltre l'indagine sperimentale sull'azione dei coefficient i m eteoriei · e climatici, ha dato risultati non sempre del tutto ntilizza.bili p erchè si è sempre sperimentat a su ogni singolo coefficiente, m en t re è assodato che una variazione mcteorica o climatica agisce mai o quasi mai per le variazioni di un solo coefficiente, ma sempre per la contemporanea variazione di più coefficienti. Parla dapprima dell'influenza delle radiazioni affermando che è la cute che quasi unicamente risente degli effetti dell' irradiazione solare, irradiazione che eccita la funzionalità di tutti gli elementi oollulari della cute e la funzionalità dei capillari con cui si fav orisce l'attivazione di sp eeiali sostanze ad ai'.ione vitaminica e quella. delle terminazioni neurovegetative cutanee, che si ripercuote per tutto il sistema n<~uro veget at ivo, pare anche sul sistema endocrino. Esamina. poi l'azione dei fenomeni elettrici della atmosfera che contribuiscono al!a patogenesi delle metereopatie specialmente p er la concentrazione dell'aria. che respiriamo in ioni, che hanno azione diversissisima sul nostro organismo a seconda della loro grandezza e quindi mobilità, e a. seconda della loro carica. Su l'influenza. della pressione atmosferica in base ai risultati sperimentali si può ritenere che l'abbassamento della pressione at mosferica anche di lieve entità, pur che sia improvvisa e rapida, produce marcate variazioni sulla. funzionalità dei vari organi, varia.zioni che dipendono essenzialmente dalla. ca,renza di o•, a. cui i nostri tessuti sono sensibili specie il nervoso e principalmente i cen t ri bulbari dei quali
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predominano quelli appartenenti al simpatico che secondo il Pende è il nervo dell'offesa-difesa verso l'ambiente es~erno, e che reagisce allo
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stimolo normalmente o non, a seconda delle condizioni di tono. Le variazioni tetnùche dell'ambiente sia stabili, sia più spiccatamente quelle brw!che e profonde, determinano sulla cute e sulle mucose delle vie respiratorie un raffTeddamento o un riscaldamento e stimolano in conseguenza le terminazioni nervose centripete sia del sistema nervoso di relazione, sia di quello autonomo con produzione nei singoli individui di effetti diversi e diversamente intensi sulle funzioni del cuore, del respiro, delle secrezioni, del ricambio ecc., a seconda dello stato individuale del sistema. In quanto all'umidità atmosferica specie se accompagnata da variazioni in più o in meno della temperatura, essa agisce ostacolando la . eliminazione di vapore acqueo attraverso i polmoni e la cute e turbando la perdita di calore per la cute stessa per cui intervengono riflessi nenrovegetativì che alterano le funzioni organiche interne e che determinano vari disturbi, varie sindromi morbose. Concludendo, ritiene che lo scatenarsi per effetto di variazioni metereologiche, di sindromi o di disturbi nettamente patologici e le quantità, l'intensità e la durata di queste sindromi e di questi disturbi, dipendono in grandissima parte dalla costituzione neurovegetativa e quindi anche dalla costituzione endocrina dei singoli individui. PARTE SECONDA.
(Relat. Pl'of. V. PENDE).
.l
TI rela.tore dopo aver accennato ad alcune premesse di metereologia, espone la delimitazione e definizione nosografica delle metereopatie, designandole come « quelle reazioni morbose per lo più localizzate, più raramente a forma di sindromi di t ipo clinico definito ma protopa.~iche ed autonome che si dimostrano in diretta correlazione cronologica e causale con le brusche variazioni del complesso metereologico (complesso degli elementi dell'aria n.el loro dinamismo) JJ. Olinicamente si possono individuare mediante i se,guenti criteri: 1° l'insorgere in modo acuto in coincidenza con bruschi mutamenti del tempo, ed il ripresentarsi spesso nello stesso soggetto col ritorno delle stesse od altre variazioni metereologichc; 2o il migliorare o il guarire completamente con la scomparsa della condizione metercologica provocatrice e con il sopra-ggiungere di altre condizioni metereologiche opposte; 3° il colpire contemporaneamente gruppi di persone anche in regioni lontane, ma sottoposte alla stessa crisi atmosferica; 40 l'essere i soggetti colpiti preparati in modo evidente alla r~azione metcrcotropa da una speciale sensibilità costituzionale od acquiSita (soggetti metereolabili). • Separazione quindi netta delle metereopatie protopatiche ed autonome in cui le cause metereologichc sono necessarie e sufficienti, da ~tte quelle svariate forme morbose che pur avendo altra etiologia specifica, pur tuttavia una perturbazione metereologica brusca può far
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scatenare o la malattia stu;~a o qualche suo sintomo p er la sensibilità metereologica del soggetto, m('diante un m eccanismo disfnn:zionale del sistema neurovegetativo. D al lato clinico il relatorc distingue un gruppo di sindromi metereopaticbc da n :nt i speciali in cui studia la sindrome del v ento umido del sud o v<'nto greco del sud-est dalla regione di Montpellier e Lione, l a sindrome del Fhon delle regioni alpine tirolesi, la sindrome del vento d i est o levantt' delle coste marocchine ed italiane, la sindrom e del vento del nord delle coste bra-siliane, la sindl·ome dello scirocco o v ento caldo o umido dd bacino mediterraneo. Tutti questi venti sono caldi e sono a~ompagnati da depn·ssione barometrica. I venti freddi non provocano, a quanto sembra , disturbi sp eciali. In un secondo gruppo colloca le reazioni morbose met ereotrope protopatiche e deut('topatièhe da temporali é front i èielonid. Ogni individuo per lo più reagisce al tempo, se vi è predisposto, con un sistema fisso, con una metereosensibilità regionale individuale, ch e dà il segnale anche prima degli strun1en ti metereologici. In un terzo gruppo riunisce tut ti gli accident i morbosi che si osservano in coincidenza col passaggio al meridiano del sole di grosse macchie solari ch e producono gravi perturbamenti dell'elettromagnetismo atmosferico e terrestre . P arla quindi della patogenesi delle metereopatie, premettendo però che l'agente met ereotropo non è questQ o quello elemento atmosferico, bensì t ut to il complesso metereologico nelle sue mutazioni. L e metereopatie costituiscono un capitolo della patologi:a costituzionale e neurovegetativa endocrina., in qua.nto che solo certi individui particolarmen te predisposti da uno stato costituzionale di squilibrio neuroendocrinico ed umorale, soffrono le variazioni del tempo. Ma solo una parte d ei tanti individui squilibrati nel sistema vegetativo che il relatore pref>Elrisce chia.mare sistema endocrinosimpatico, soffre n et tamente delle variazioni del tempo, precisamente quello ad esagerate eccitabilità del pa,ra.simpatico e con i,potonia del simpatico, squilibrio neurovegetativo associato p er Io più ad insufficienza di alcune glandole come la t iroide, l e parat iroidi, l'ipofisi, il surrene, con prepondera.nza funzionale del sistema timolinfatico, dell'insulina, cioè con una situazione ormonica di tipo infantile od ipoevoluta. L 'importanza quindi fondamentale che ha l' ortosimpat ico e gli ormoni satellit i, nella protezione del nostro equilibrio vitale contro le azioni p ertubatrici dei bruschi ca.ngiamen ti dell'ambiente filiico in cui viviamo immersi. Espone quindi alcune deduzioni profila.ttiche e terape\ttich e a base dei rimedi che moderano le vagoest esie ed elevano il tono del simpa,tico, concepito come il sist ema dell'offesa-difesa v erso l'ambiente esterno e consiglia quindi a questi soggetti metereolabili la somministrazione di at ropina, gli ormoni ipofìsari, paratiroidei, e surrenali, cure fisioterap ich e e climatoterapiche. Aperta la discussione, il prof. Marinucci E'Spone il risulta to d i alcune osservazioni riguardant i il comport amento del metabolismo basale durante la gravidanza, l'allattamento, o durante le m estruazioni, mettendo in evidenza le modifìcazioni di det to meta.bolismo in coinci -
XL CONO RES'-'0 DJ·; L!..A SOClF.TÀ ITA LI AN A t.: CC.
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ùenza di giornate di vento scirocca.le che produ.ce un a.bba,ssa::n·~nto del metabolismo, del quoziente respiratorio e della pressione a rteriosa. e della secrezione urinaria. Il prof. Miche li conferma l 'influenza di certe condizioni metereoiogiche in alcuni stati morbosi. Afferma di aver rif.>contrato una certa coincidenza di morti improvvise e di emottisi con i cicloni Ricorda. che il Bozzolo aveva osservato frequenza. delle meningiti tub('l'Colari in primavera . Anche gl'infìltrati precoci si riscontrerebbero piÌl frequentemente in primavera. Ha notato pw·e la periodicità rlell'ulr.I'I'a duodenale in primavera e in autunno, l 'influenza delle stagioni sull 'andamento del diabete. Il prof. Sabatini ricorda di aver nota!o la frcq1tenza tli (:er ti stat.i morbosi come ad es. emiplPgici, reurnatisnu , ca.rdiaci scompeusati, in certe date epoche e la loro assenza invece in altre. Ha osservato ria.cutizza.zioni stagionali dei litiasici e J)recisa.mente in ottobre, febbraio, marzo. Ritiene c)le il chimismo organico varia nelle diver se stagioni. Il Lunedei riferisce sui riswtati emergenti dallo studio di numerose stat.isticbe comprendenti diversi periodi di anni riflettenti malat i di scompenso cardiaco, di angina pectoris, epilessia, apoplessia cerebrale, epistassi nei vecchi. Ha potuto constatare che le curve di morbilità c di mortalità si ripetono e coincidono in dati periodi di anni. Il prof. Spolverini espone le osservazioni fatte nella sua pratica pediatrica, affermando che l'organismo del bambino si presta allo studio delle metereopatie perchè esso ha un organismo vagotonico. H a constatato che i bambini assoggettati ad allattamento artificiale sono in equilibrio instabile e in certi p eriodi crescono meglio o peggio pur trovandosi tutt.i nelle stesse condizioni di ambiente, di allevamento. Afferma che i climi hanno una influenza notevole sull'organismo dei bambini e che questi avvantaggiano della montagna e non sopportano il mare. Cioffi desidera una collaborazione tra medici e metereologi; espone alcune osservazioni sull 'azione dei venti in certi organismi. D e Lisi critica le tabelle del De Rudder sul rapporto per scoppio della malat.tia e passaggio di strati aerei instabili, in quanto che ha dato poca importanza alla neurologia e alla psichiatria. Afferma che i turbamenti meteorici hanno notevole influenza sugli t' nccfalitici cronici, c che vi sono molti metereopatici tra i n evrosici. Le metereopatie possono influenzare il sistema vegctativo, il sistema encefalico e il sistema della vita di relaziont'. Romanin riferisce su i risultat.i degli studi statistici dedotti su ammalati dell'ospedale civile di Trieste e riflettenti l 'influenza stagionale sul reumatismo cronico. Parla di periodi dolorosi a« acme primaverile e della morbilità minore n ell'inverno. Durante il periodo della bora che è un vento freddo e secco i dolori sono assenti, sono presenti invece se talvolta la bora è umida..
MINISTERO DELLA GUERRA DIREZIONE GENERALE DI SANITÀ MlLITABE
LE PLEUROPATIE NELL'ESERCITO R elazione a.l XL Congresso della. Società italiana di medicina. interna di'i maggiore medico Raftaele d'Alessandro (AUTORIASBUNTO).
Premessa. Lo studio delle malattie della pleura ha particolare importanza per il medico militare per la freq~enza con cui esse si manifestano nell'eser cito e per la gravità loro. La conoscenza. dell'essenza della flogosi pleurica, manifestazione sintomatica di altra. malattia, che in alta percentuale è l'infezione tubercolare, fa si che Io studio delle pleuriti si sposti e rientri in quello di uno dei più attuali, palpitanti problemi di medicina sociale: lo studio della malattia. tubercolare. · E qui importanti questioni si pongono al medico militare, al quale è affidato il delicato compito di salvaguardare la salute della parte fisicamente eletta. della gioventù della Nazione, oed anzitutto: il soldato è stato da noi accuratamente selezionato attraverso visite ripetute, nei casi dubbi attraverso l'osservazione ospedaliera. Quali sono quelle particolari esigenze del servizio militare, che agendo perniciosamente su elementi cosi scelti, determinano in essi la mal:a.ttia della pleura., che, data la sua et.iologia. prevalente, può gravemente danneggiarne la salute e farli poi soccombere per malattia tubercolare del polmone o di altri organi ! Fin qui le pleuriti ad etiologia tu.bercolare, delle quali era giusto che, data la loro frequenza ed importanza., parlassi per primo, al posto d'onore, posto che loro conserverò in seguito. Ma anche altre malattie, frequenti nell'esercito, possono determinare l 'infiammazione de1la plenra, ed infine è da ricordare la pleurite traumatica, di oui devesi ben comprenclero l 'essenza e prer.is(lrc• i limiti. .Ancora, data la molteplice etiologia delle pleu.riti, per i relativi provvedim~>nti occorre ben stabilire la natura di esse ed all'uopo riC('r~are quali sono i mezzi diagnostici, che non solo danno più sicuro affidamento, ma debbono anche rispondere a particolari esigenze di servizio dei nostri Ospedali, i quali in determinate contingenze devono aecogliere un numero rilevante di malati, di cui molti in stato grave, che impegnano tutta l'attività del personale· sanitario, sottoponendolo a dura fatica. Ho cercato di rapidamente prospettare l e questioni più importftnti inerenti a.l mio tema e che domandano una soluzione, onde evitare o per lo meno limitare che la grave malattia, abbattendosi su questa massa. umana fisicamente sana, nel fiore degli anni e nel periodo del maggior roendimento lavorativo determini danni fisici e morali non
LE PLEUROPATLE NELL'ESERCI'l'O
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solo, ma anche economici, ehe per qua.nto grossolanamente si voglia.no calcolare, raggiungono sempre un valore cospicuo. Tanto ha giustamente richiamato l'attenzione del nostro direttore generale, ten. generale medico FRANcm, il quale all'invito che la Società Italiana di l'tiedecina Interna si è compiaciuto farci di intervenire a questo congresso, riferendo su un tema di medicina miJit.are, ha ritenuto opportuno che qu<'sto riguardasse le pleuropatie.
Le nostre statistiche. L'importanza di esse risulta dallo studio delle nostre statistiche, che ho portato sul decennio 1921-1930. LE' pleuriti molto fuquenti n<'l 1921 (17,89 °/ oo di forza media) si sono stabilizzate nel periodo 1924-1930 tra un minimo di 5,3 ad un massimo di 7,2 oj00 , cifra però sempre molto elevata rispetto ad altre malattie di una certa gravità.. Importante è il rilievo deJJa distribuzione delle pleuriti secondo le Divisioni militari, il che equivale al riconoscimento di rapporti tra morbilità. e determinate circoscrizioni territoriali, a caratteristiche climatiche particolari, per cui più frequE>nte è il concorso di qu<·i fattori favorenti o detenninanti la forma morbosa. Per esempio in alcune Divisioni la morbilità per pleurite appare costantemente superiore a Ua media e talora ra.ggiuntte valori an<'ht• cospicui: (taJi le divisioni di Piacenza Cuneo, Trento, Trieste, Udine, Gorizia, Ancona). Ma alcune deviazioni ci indiC<tno la valutazione di altri fattori,
che talora assumono t>arte prèpondm·ante. E precisando, importante è Io studio del1a morbilità p<'r pleurite secondo le diverse armi e corpi, studio che mette in rilievo altri elementi atti a lumt>ggiare il fenomeno morboso. Grande è il contributo che ai ileurit,ici danno le compagnie di sanità, che in qualche anno raggiungono più del doppio della cifra di morbilità media: ciò trova agevole spiegazione nell'elemento uomo che viene ad esse assegnato e forse più nel particolare servizio. Analoghe considerazioni possiamo fare per l'arma del Genio, che in qualche anno dà la cifra più alta di morbilità per pleurite. Cifre percentuali costantemente superiori alla media danno le armi a piedi. Qui il fenomeno è intnitivo. La massa rilevante di uomini, le fatich e dell'allena.mento, le marce, le manovre fatte talora in condizioni molto sfavorevoli, il carattere speciale di dette armi, in cui tutto pesa e si svolge per opera del solo fattore uomo, fa si che questo venga di continuo esposto a tutte qnell<' cause che ne abbassano la resistenza organi~a. Elementi nuovi mette in evidenza lo studio portato sulJa morbilità per pleurite di una data arma rispetto al1a sua morbilità generale. Il fE>norneno presenta cosi andamento più facilmente comprensibile; meglio risa.lt.a l'importanza del fattore uomo e del fattore ambiente. Difatti i dati riguardanti l 'arma dei R. R. C. C. mentre · dimostrano una morbilità sempre inferiore alla media rispetto a 1000 uomini di forza, si spostano completamente se considerati in rap'1 )orto o. 1000 ammalati dati dall'arma, raggiungendo in ogni anno cifri' pt>rcent.uali 5 -
Gio'Nt.ale di medicina militaTe.
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cospicue ed in qualche anno la cifra più alta. Il fenomeno è dovuto al fatto che i carabinieri ricoverano in ospedale solo per malattie di una certa importanza, inoltre l'alta morbilità nell'arma. è fiWilmente spiegata dai servizi delicati, gravosi, continuativi, in condizioni le più sfavorevoli, onde sono messi di continuo a ben dura. prova. e, per quanto con cura. particolare selezionati, la loro resistenza organica cede ed ammalano d'infezione reumat ica, d'influenza, di polmonite, di broncopolmonite, forme morbose tutte che possono complicarsi a pleurite, oppure, ed è qnesta l'evenienza più frequente, un focolaio tubercolare latente si riattiva e determina l'infiammazione della pleura, che noi qualifichiamo primitiva solo percbè il vero focolaio primitivo non abbiamo riconosciuto nelle ripetute visite di reclutamento e di rafferma.. P er le armi a cavallo la morbilit à per pleurite, comunque considerata, poco si discosta dalla media, sebb ene essa si dimostri più elevata che per altre malattie di una certa gravità. Le cifre però riguardanti la cavalleria sono alquanto più alte di quelle riguardanti l'artiglieria e di ciò la ragione è nei criteri diversi che ci gui<lano nell'assegnazione degli uomini alle due armi: soggetti più lt>ggeri, tendenti al longitipo per la cavalleria, mentre soggetti più robusti, pitt vicini al briWbitipo sono assegnati alla artiglieria. Se noi consideriamo la morbilità per pleurite in rapporto ai diversi mesi dell'anno scarsa. appare l 'influenza stagionale. Invece la maggion'! morbilità si osserva nei mesi di maggio <> giugno, nei quali si banno valori anche doppi di quelli riguardanti i mesi di gennaio e dicembre, cioè la maggiore morbilità si osserva dopo due o tre mesi che le reclute sono giunte alle armi. D a t.ale succinta disamina rilevasi la maggior frequem;a delle pleuriti in alcune divisioni militari ed in alcune armi o corpi e ciò sia in rapporto all'elemento uomo aù es~ assegnato, sia in rapporto a l particolare servizio. La curva della morbilità mensile ci dimostra che lo cifr e più alte sono segnate dopo due o tre mesi che le reclute sono in servizio. Da t utte infine le cifre statistiche, comunque considerate, risulta la gra nde frequenza d ellt> pleuriti nell'esercito.
Etiopatogenesi. Lo studio di essa è importantissimo per la t erapia. ed i provveditnent.i medico-legali. &>condo la felice concezione di LANDOUZT, largamente poi dimostrata.. la pleurite è uno stato morboso sint omatico, è funzione di alt ra malattia, che in alta percentuale è l'infezione tubercolare nel polmone o in alt ri organi indovata. P er essa la flogosi pleurica può segu ire alla formazione di un complesso primario, anzi può essere l'unica espressione dell'avvenuta infezione, come quasi sperimentalmente HAMBURGER in soldati ed altri hanno dimostrato; può seguire nel periodo secondario come reazione allergica a. focolai riattivati; in fine nel periodo terziario o distruttivo, pleurit i concomitanti di KoNmER. E ssa può seguire anche ad altre malattie frequenti n ell'esercito: polmonite, broncopolmonite, infezione reumatica., grippale, leutica., tifoidea, lesioni degli organi addominali.
LE PJ,EUROPATII-: NELL 'ES~: R{' ITO
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Venendo ora. all'esame dei fattori etiologici particolari delle pleurit i nell'esercito appare evidentr che il problema va spostato e portato stùlo studio di quei fattori etiologici che hanno importanza nel determinismo di quelle malattie, che più frequentemente determinano la pleurite. La grande prevalenza. dell'etiologia tubercolare delle pleuriti ci porta anzitutto allo studio di quei fattori che determinano o risvegliano l'infezione tubercolare nel soldat o: fattori individua li ed ambientali, determinanti e prcùispowmti o che vanno esamlna.ti nella. loro frequenza e nell'azione patogena da essi ('splicat.a. L 'età è un fattore costan~. Gli iscritti sono chiamati a lle armi nell'anno in cui compiono il 210 dell'età loro. Già da un punto di vista generale possiamo osservare che a tale età lo sviluppo dell'organismo non è completo e la storia delle passate gueri'e c'insrgna che le reclute troppo giovani dettero una percentuale notevole di mn,l ~Lti e di morti per malatt ie da infezione. Tale fattore esalta la sua importanza in r apporto all'infezione tubcrool~:e e le ricerche di SCHOTTMÙÌ.LER, ScHUR~IANN, GSEL1 ZEKERT 1 ScREEL e FoiEN, hanno messo in rvidem:a come in tale epoca della vita sia piìt frequente la riattivazionc di focolai tubercohtri latenti. La provenienza del soldato è quanto mai diversa ed ha per noi significato di maggiore o minore probabilità di pregressa infezione e stati biologici correlativi. Quando tutte le reclute sono messe a vivere in ambiente comune con la recluta badllizzata, con l('sioni magari limitate a.l complesso primario, si trova la recluta bensì indenne dall'infezione, ma anche senza difesa contro di essa. P er l'intervento di altri fattori, che esamineremo, nella prima la lesione potrà acquistare carattere evolut ivo; la seconda potrà essere più facile preda dell'infezione e nell'una e nell'altra unica manifestazione clinica della riattivata o avvenuta infezione pot rà essere la pleurite. Alinumtazione. - Pur rispondrndo la raziono a liment,are df'l nostro soldato ai requisiti di una buona aliment.<tzion<', tuttavia. r)er il cambiamento cui viene sottoposto l'individuo quando è chiamato alle armi, qnest,a non risu.lta sufficiente. La digestione d (•gli alim<'nt i e l'utilizzazione di essi da parte dell'organismo dipendo oltre che dalla natunt delle sostanze .alimentari e dal loro confeziom1mcnto, anche dall'individuo, il cui potere digestivo varia secondo l'età, il sr~so e, quel clw a noi più importa, secondo la composizione clell'alimentazionr cui em in pn·cedcnzn. abituato. Col cam· biamento di alimentazione V<'ngono quindi alterati meccanismi e COtnpl<'SSi digestivi esistenti, che d<'vono modificaJ'Si c ricomporsi srcondo le esigenze ò('lla nuova alimentazione, il ehe non semprf' avviene o non sempre completamente. I ntanto dura ntr talr prriodo di adattamento d<'i meccanismi digestivi la nutrizione nE'l soldato non è suffi eiente, la sua resistenza organica ~Si abbassa e l'infezione tubercolare può ria.ttivarsi o determinarsi. Allenamento. - Sebbene aecuratamt>ntr selezionato il contingente di leva, non tntti gli individui assegnati alla stessa arma hanno gli stessi n•qnisiti psico-fisici e possono ugualment.f' sopportare gli stessi lavori cni v.""n~ono sottoposti. Ancora bisogna consid<'rare il lavoro nuovo che loro si n ch1ede (' che importa nuovi adattamenti c l'int('rvcnto di altra attività nervosa, muscolare, cardiaca, respiratoria e eli altri apparati. Intant o cl:Ur~nte l'allenamento si crf'a, come osserva BELLOT, •< uno stato di infenorità fisiologica ,, si manifest.ano deficienz~ organiche e funzionali, forme
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LE P LEUROPAT IE NELL' ESERCITO
morbose latenti esplodono in sindromi più o meno complete: sindromi neuro-psichiche, cardiache, renali, r espiratorie; la lesione tubercolare del polmone si manifesta sia come sindrome parenchima.le propria, sia come flogosi pleurica; KAN AI e MINAMI hanno richiamata l'attenzione e sperimentalment(' studiata l'importanza di dist urbi neuro-vegetativi (clinicamente traducent isi con neurastenia, irre.golarità nel sonno, cardiopalmo, sudori notturni, disturbi digestivi) nel determinismo della cosidetta pleurite milit are gia.p ponese, molto frequento nell'esercit o del loro paese o che si manifesta nelle roolute da 2 a 6 mesi dopo la chiamata alle armi. Essi però escludono l'etiologia tubercolare, per quant o, secondo le ricerche sulla nostra casistica e di alt ri, essa appare ammissibile, in quanto quei disturbi rilevati, quando non si vogliano considerare manifestazioni precoci, non precise dell'infezione t ubercolare, abbassando la resist enza organica, favoriscono il risveglio dell'infezione lat.ente o il suo attecchiment o in soggett.i nuovi. I./ importanza delle ca1t.Se perfrigeranti è stata diversamente valutata. A noi interessa precisa.rne i limiti, in quanto esse intervengono frequentemente nelle esigenze della vita militare e quindi dalla loro giusta comprensione dipende l'equa valut azione di molte questioni medico-legali. Nel determinismo delle malattie oltre al fattore germe bisogna considerare a nche il fattore terreno, le cui r eazioni organiche ed umorali danno al quadro morboso forma quant o mai varia. Agenti fisici, nel nostro caso le perfrigerazioni, possono influire sul fattore germe e fattore t erreno modificandone la. viru. lenza e la rrsistenza. Le classiché ricetèhé di P ASTEtm per l'infezione càrboncbiosa negli uccelli e di V. MARAGLIANO per la diplococcica dimostr ano esattarnent" l'abbassamento della resistenza organica sotto l'azione del raffreddamento, uno stato di anergia , forse in dipendenza di una diminuita att ività fagocit arla dei lcucociti. F ocolai t ubercolari latent i quindi si riattivano e la t·ubercolosi esordisce con un banale raffreddore, oppure è la sindrome plenrica unica manifestazione clinica di t ale risveglio ed abbiamo la pleuritt' a !rigore degli antichi. Autori t edeschi parlano persino di uno shock collofdoclasico da freddo. ma tale inter essante concezione patogenetica non è st ata finora sicuramente documentat a. Tra le malattie favorenti l'infezione t.ubercola.re consideriamo solo le più frequenti nell'esercito. E d anzitutto l'influenza elle in qualche anno ragiunge la cifra cospicua di 35,86 °/00 della forza media. Non ostante le riserve fatti(> per essa, molt e osservazioni dimostrano la sua importanza nel risveglio di focol ai tubercola.rilatenti: nel det erminare poussè<'s evolut ive della malattia tubt>rcola.re e l'infezione in soggetti nuovi. Si parla pertanto di anergia grippale messa in evidenza da numerosi autori e da LIVIERATO sperimentalmente dimostrato. Stato di anf'rgia cospicua si ha nel morbillo, elle ha raggiunto la morbilità dell'8,48 Ofoo nel 1921. Come fatt ore favorente l'infezione tubercolare è generalmente riconosciuta Ja lue, oh<' in qualche anno ha raggiunto i119,5 Of00 della forza, media.
(LE FU:UROPATI.E JN.,;LL'ESEUClTO
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.Ancora l'infezione malarica, che nel 1921 raggiunge il 600fo0 • «Essa - concluse il tenente colonnello medico DE BEn.NAB.DINIS al congresso di Bari di questa. Società- offende il sistema reticolo-endoteliale e con esso la massima ghiandola di difesa dell'organismo, può disporre alla tubt>r· colosi ed aggravarla ove con essa conviva)), La. febbre tifoide è capace, osserva. MIOHELI, di forte e frequente ripercussione sullo sviluppo della. tubercolosi, s1ù risveglio di focolai ba.cillari latenti. Ma da alcuni autori si è andato anche oltre. Supponendo che pl'r lo intervento di altri fattori l'equilibrio ,organico sia su.l punto di rompersi, noi possiamo comprendere anche i casi di risveglio di tubercolosi denun· ciati in seguito a semplice vaccinazione antitifica. L'ipercmia indottn, attorno a focolai tubercolari, la nozione della fase negativa in ogni processo , immunizzante rendono ben. plausibili tali osservazioni. E non mancano ricerche sperimentali. SE&n.A e TACCHI, saggiando la. l'esistenza leucooitaria in conigli in seguito ad iniezione di vaccino ant·iti· fico, hanno constatato in primo tempo leucopenia e caduta della resistenza lencooitaria ed in secondo tempo leucocitoai e riprr.~a della resistenza. Breve, sotto l'azione del vaccino abbiamo distruzione c dauneggiam1•nto dei leucociti. Ed in modo analogo ci si presenta il problema per la vaccinazione antivaiolosa. Sono stati osser vati casi di tubercolosi polmonarc in ragazzi vaccinati o rivaccinati e per i qua li era legittima la supposizione che la vaccinazione praticata in periodo di non completo benessere abbia turbato l'equilibrio instabile preesistent<> . .Ancora molto importanti sono le osservazioni fatte da Rrccun.m su 50 bambini affetti da lesioni tuberco· lari varie, in 32 dei quali constatò durante la reazione ''9lJCinica antivaiolosa l'attenuazione e persino la scomparsa della cutireazione prima della vaccinazione positiva, mettendo cosi in evidenza uno stato di ipo e di anergia tubercolinica.. .Ancora la cutireazione tubercolinica praticata un mese dopo la vaccinazione, quando la reazione vl\lccinale si era dileguata, dimostrò la stessa intensità che prima della va~cinazione. Tutte queste osservazioni, valutate anche con riserva, sono per noi motivo di seria considerazione. La vaccinazione antivaiolosa è praticata alle reclute qualche giorno dopo il loro arrivo al corpo e quella antitifica 24-30 giorni dopo, proprio in quel periodo in cui per il cambiamento di ambiente, per l'intervento dei fattori dianzi esaminati si ha un abbassamento della resistenza organica e quindi, pur mancandomi dati precisi di valutazione, ritengo doveroso prospettare il problema dell'importanza delle due vaccinazioni nel risveglio dell'infezione tubercolare nel soldato. Frequentissime in fine sono nell'esercito le affezioni acute e croniche dell'apparato respiratorio e l'import.anza di esse come favorenti il risveglio o l'attecchimento dell'infezione tubercolare è in generale riconoaciuta.. Da questa succinta disamina dei fattori favorenti l'infezione tubercolare nel soldato, la cui importanza risulta dalla loro frequenza e per taluni dalla. loro costanza, noi crediamo di poter chiarire sufficientemente l'etiopa· togenesi delle pleuriti nell'esercito, in quanto, come risulterà dalla nostra casistica, l'infezione tubercolare è in causa in una percentuale molto più alta di qu<'IJa riportat.a da altre statistiche. Ed è importante anche il rilievo
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LE PI,EUROP A1'I E NE:LL'ESEltCITO
che mentre la maggior parte di questi fattori agiscono esclusivamente o piit intensamente nei primi mesi di servizio, il maggior numero delle pleuriti ca{}e proprio in detto periodo. Dall'esame dei documenti di pleuritici ricoverati nei nostri ospedali dal primo maggio 1933 al 30 aprile 1934 risult!l che la percentuale di essi, già alta dopo un mese di servizio, raggiunge il massimo dopo il secondo mese, si mantiene elevata dopo il terzo, qna.rto, quint.o mese e poi declina abbastanza regolarmente, e nei primi 5 mesi si ha il 53 % di tutti i casi di pleurit<' . .Anche dalle statistiche nostre risulta la maggiore morbilità per -pleurite nei mesi di aprile, maggio, giugno, cioè dopo 1-2-3 mesi che le reclutt> sono in servizio, anzi tale periodo della vita militare possiamo indicarlo come il reattivo più squisit o per il risveglio dell'infezione tubercolare Tale risveglio può dare come unica manifestazione clinica la flogosi della pleura, interpretata come reazione allergica all'irritazione t ossica e b~illare da W ALI.GR.EEN ed altri autori e da Ll:EBERMEISTER come la espressione, come la componente di una poussée evolutiva di focolai tubercolari polmonari od extrapolmonari. D'altra parte la plf'urite può esser<> l'unica manifestazione clinica dell'avvenutc1 infezione tubercolare del soldato, come le ricerche di HAMBURGER, GRAU, ~IMBEOH, CoRBINI hanno dimost rat o. Poco abbiamo da osservare circa l'etiogenesi delle pleuriti secondarie alle altre malattie sopra menziona+e, malattie tutte da infezione, fa<:ilmente trasmissi!bili in una collettività come l'esercit o, specie se intervengono quei fattori già ricordati a proposito dell'infezione tubercolare. Sulla base di una casistica diligentemente vagliata sono ammesse le pleuriti traumatiche. Di solito è inYocato un trauma diretto, talora indiretto, altre volte uno sforzo . Per la giusta comprensione di esse occorre tener presenti due fattori: uno preesistente (fattore microbico, per !o pi\t un focolaio uubercolare latente pleuro'\"icino), l'altro sopravvenuto: il t rauma. Questo determina disturbi d'innervazione, circolatori e trofici n on solo a carico della pleUl'a, ma anche a carico dei tessuti del focolaio morboso, di cui abbassa i poteri diff'nsivi e quindi la riattivazione di germi, che determinano la flogoRi della pleura e tanto più fadlmente quanto pih il trauma ne ha alterata la compagint> strutturale. .Allo sforzo, il BORRI seguito dn altri aut ori, riC\onosceva. di solito un'azione favorente quella del trau,ma in quanto immobilizr.a la gabbia tora.cica e la r ende meno elastica. In consider azione dell'alta percentuale di pleuriti tubercolari la. valutazione dell'influenza delle pregresse eco tumnitanti plettriti aui processi tubt!'roolari àeZ polmone e la questione dell'ulteri{)re àestioo del pleuritico sono per il medico particolarmente importanti. Sulla. prima le opinioni sono divPrgenti. Mentre per alcuni la pleurite essudativa in dipendenza dell'inten sità del processo flogistico esalta, sia, pur genericamente, i poteri di difesa dello organismo, onde un'influenza benefica sul processo tubercolare del polmone; per altri è precisamente l'intensità. del processo flogistico, indice di alta virulenza del germe, che non permette di preparare valide dife.'Je a llo organismo e quindi esercita un'influenza dannosa.. Quel processo di fibrosi consecutiva alla flogosi pleurica e che, approfondendosi nelpolmonf', costituisce, secondo alcuni, lo stimolo alla. mt'ta-
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morfosi connettivale c fibrosa ed alla cicatrizzazione della lesione polmonare, per a.ltri l'aggrava per le trazioni e la disfunzione cui il polmone è sottoposto, ma anche percbè, secondo SoLI, essendo_tessuto fibroso, ha deficienti poteri di difesa contro l 'installarsi ed il progredire dell 'infezione tubercolare. Ancora l 'influenza benefica della pleurito secondo alcuni sarebbe dovuta ad azione meccanica, secondo altri a fenomeni immunitari, specificamente o aspecificamente provocati. E qui, a prescindere dalle tendenze di pensiero di ogni osst>Ivatore, che, per quanto si vogliano limitare, banno ptt,r influito nella diversa interpretazione del fenomeno, bisogna pur riconoscere che molto vi ba contribuito la non completa conoscenza dell'immunità in genere e di quella tubercolare in specie. Ciò si ripercuote n ell'interpretazione dei risultati dell 'indagine clinica ed anatomo-patologica, che talora aumentano ancora le difficoltà di un'esatta valutazione. Ho considerato intanto 600 soggetti (300 con c 300 senza pregressa pleurite) riconoscin,ti affetti da tubercolosi polmonare presso l 'Ospedale milita.re di Firenze. In base all'esame completo dal punto di vista clini<'o e delle altre indagini di laboratorio, talora ripetuto a periodo di tempo variabile, ho diviso gli ammalati in 3 gruppi: gravi, (li media gravità e leggeri. Da tale inchiesta è risultato che le forme gravi raggiungono una percentuale più alta (35,33 pH %) qn,ando vi è pregressa pleurite, ebe quando questa manca (22,6 %). L 'indagini st.atisticbe sul destino d(-i pleuritici in rapporto all'ulteriore evoluzione della tubercolosi dei polmoni o di altri organi banno dato risultati discordanti dal 100 % a.l 10 % e taluni hanno persino ritenuto molto rara la tubercolosi polmonare nell'avvenire del plettritico. AnMra mentre alcuni ammettono tra la pleurite e la successiva malattia tubercolare sempre un periodo di latenza, altri ritengono che già durante la regressione della prima si possono rilevare segni non dubbi della seconda e parlano quindi di vera continuazione di processo. Da un'inchiesta da me condotta su 1619 pleuritici curati in ospedali nostri dal1921 al1927 è risultato che il 21,44 % era ammalato di tubercolosi polmonare con 23% di deceduti; il 3,95% per tubercolosi di altri organi con 2,28 %di deceduti; il10,56 %presentava uno stato generale decaduto con persistenza di fenomeni di un certo rilievo a carico della pleura ed il 3,34 % segni sospetti di malattia tubercolare del polmone: breve, il 39,29 % presentava forme morbose consecutive tubercolari sia precisate (25,39 %) sia non precisamente obbiettivabili (13,90 %). Ancora il fattore tempo mostra un'influenza decisa in quanto all'epoca dell'inchiesta (1933) dei p1euritici del1921 il 28,70 %è ammalato di tubercolosi polmonare, mentre del 1927 il 15,93 %; analoghe osservazioni valgono per la tubercolosi di altri organi. Decorso non ben deciso mostrano i gruppi tubercolosi pleurica e tubercolosi sospetta, ma questi rappresentano dei gruppi di passaggio e ritengo che un esame portato in ambiente più adatto &VTebbe aumentato il numero dei tubercolotici viventi. Per l'intervallo tra.scorso tra la pleurite e consecutiva malattia tubercolare, mancandomi dati precisi sull'inizio di questa, ho tenuto conto della data di clect>sso ed è risultata per la tubercolosi polmonare la mortalità
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del 28, 21 % e per quella di altri organi del 35, 93 % entro il primo anno tale cifra è ancora alta dopo·il primo e secondo anno e solo successivamente si abbassa. Inchiesta in senso inyerso ho condotto su 500 tubercolotici polnìonari a.ccertati presso l'Ospedale militare di Bologna ed è risultato che nel56,80 % figurava una pregressa pleurite e nel 43,20 % essa mancava. Dalla disamina dei dati ottenuti si può dedurre: La flogosi pleurica talora è l'unica manifestazione clinica dell'avvenuta infezione tubercolare del polmone. Più spesso è espressione di un risveglio di un focolaio tubercolare prin1a latente, è una componente in soggetto allergico di una ripresa evolutiva di esso, determinatasi per l'intervento di fattori etiologici gener ali e particolari al nostro soldato, e come nuova. localizzazione dell'infezione tubercolare non è senza influenza sul focolaio primitivo, influenza diversamente va.lutata. La nostra inchiesta sull'ulteriore destino dei pleuritici e sui precedenti morbosi di 500 tubercolotici polmonari dimostra che il focolaio ba<lillare riattivato, determinante la. pleurite, in una percentuale abbaatanza elevata di ca-si continua la sua marcia e non è infrenato dall'episodio pleurico. D'altra parte l'esam e portato su 600 tubercolotici polmonari aecertati presso l 'Ospedale militare di Firenze non dimostra un'influenza benefica della pregrcssa pleurite sulla tubercolosi polmonare, in quanto questa in soggetti con pregressa pleurite ha dimostrato decorso grave in una percentuale più alta che in quelli in cui la pleurite mancava. Nelle pleuriti non 'è stata finora dimostrata un'immunità. di natura umora.lc e non larghi consensi riscuote un'immunità istiocitaria. Le neoformazioni connottiv~li e fibrose, favorenti secondo alcuni la cicatrizzazione della lesione polmonare, in secondo tempo determinano disturbi funzionali e circolatori del polmone, che favoriscono il progresso d ell'infezione. .Ancora è stata sostenuta un'azione meccanica benefica del versamento ma la non compressibilità del liquido e la breve durata dell'episodio pleurico non possono esplicare un'azione analoga a quella del pneumotora~e. Infine il gran nume1·o di pleuritici che nel primo anno dalla sofferta malattia soccombe per tubercolosi polmonare o di altri orga.n i, mortalità ancora elevat-a dopo il primo, secondo e terzo anno e che solo successivamente si abbassa, è in contrast.o con un'azione benefica della pleurite, ma ci indica che unico fattore da invocare è la resistenza individuale, esaltata dall'opera sapiente del medico, resistenza che riesce a ristabilire, purtroppo non sempre. lentamente equilibri immunitari alterati ed a fare regredire la lesione polmonaro riattivata o la pleurite oonsocutiva.
[La nostra casistica. !Io studiato 40 pleuritici allo scopo di meglio comprendere e lumeg· giare la forma morbosa.. L'inizio, la curva termica, il decorso e la durata della malattia, i rilievi clinici e radiologici di solito forniscono elementi, che, valutati giustamente, riescono molt-o utili per la precisazione etiologica. Questa, di importanza capitale, ho stabilit-o mediante l'esame citologico del versamento, la prova
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biologica e la reazione di fissazione del complemento o di Besredka. Tali ricerche parallelamente valutate mi hanno permesso anche di stabilire il valore che acl ognuna di esse è da assegnare. Mentre significato preciso ha la prova biologica quando ha risultato positivo, il reperto della linfocito~i, pur cara.tteristico deùe pleuriti tubercolari, talvolta non è mareato e può persino mancare, mentre è presente in pleuriti di natw.·a non tubercolare, come ha osservato QUEIBOLO in un cirrotico, in cui nò in vita nè alla. sezione si riscontra.vano tracce di lesioni tubercolari. Molto utile mi si è dimostrata la siero-reazione di BESREDKA, in quanto i risultati di essa sono stati concordanti nell'82, 75 % dei casi con quelli della prova biologica, della quale p erò essa appare un po' meno sensibile. Da tali ricerche specie in b at;e alla prova biologica, è risultato che nelle pleuriti essudat ivo nel 90 % è in causa l'in feziont~ tub(•rcola.re. Altre ricerche ho praticato allo scopo di m<>glio lunwggiart~ nella sua essenza la malattia pleurica. La determinazione della colesterina nel sangue e nel liquido plcurico nella fase es$udat iva e la prima anche a liquido riassorbito, ha ùato valori bassi nella prima fase, che poi si riprendevano quando la malattia regrediva. La velocità di sedimentazione di solito si è dimostrata accdrra.ta., anche notevolmente, nella fase essudati va. · La siero-coagulazione di WELTMANN, mentrt' D(•!b fa so essudativa era deviata a sinistra, si allungava o deviava a ùt•stra col riassorbimento del liquido. I ris1ùtati di ambedue le ricerche, di solito concordanti, sono in dipendenza di alterazioni nei rapporti delle frazioni proteicbe del siew e precisamente ad un aumento della frazione globuline durante la fase flogisticoessudativa, indicante attività ed evoluzione del processo morboso. Infine lo studio dogli elementi della serie bianca d el sangue ha dimostrato nel periodo essudativo neut rofilia, monocitosi, linfocitopenia e schema di ARNETH spesso deviato a sinistra, cspr~>ssioni della diffusione dell'infezione t ubercolare e dell'esaltazione dei mezzi di lotta dell'organismo (fase n eutrofila di lotta secondo Scmr.LING). Da tali ricerche concordan t i risulta quindi che la pleurite non è poi, come alcuni ritengono, quella localizzazione extrapolmonare benigna della infezione tubercolare, !imitandomi a quest.a come la più frequente, ma essa è espressione di una poussée evolutiva dell'infezione tubercolare.
Questioni medico-legali. In considerazione della frequenza delle pleuriti nell'('sercito e della
disparità di valutazione che è dato osservare, reputo doveroso mettere le questioni medico-lE'_gali relative nei termini più precisi che mi è possibile. Una prima questiono riguarda l'idoneità al servizio militare dei pleuritici curati nei nostri Ospedali. La soluzione di essa è sempli ce~ purchè della malattia sia :;tata precisata l 'etiologia., in quanto voler giudicare alla stessa stregua una pleurite tubercolare, reumat ica., influenzale e via dicE'n do dimostra poca logica, anzi poca conoscenza..
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Questione di più difficile soluzione è quella dell'idoneit-à al servizio militare degli ex pleuritici, in quanto si tratta di ben stabilire la natura ~ gli esiti della pregrcssa pleurite. Di tali esiti il rilievo e la valutazione sono agevoli quando essi sono marca.ti e provocano distrubi funzionali tali da far ritenere, indipendent(!mente dalla natura delle lesioni, l'individuo non idoneo a.l servizio militare. Ma spesso ci troviamo di fronte a sintìsi ed aderenze localizzate, poco estese, poco spesse, con disturbi soggettivi scarsi o assenti. E sse possono essere ovunque localizzate e qui ricordo la sinfisi pleuro-apicale, la pleuromediastinica, la pleuro-diaframmatica, la sinfisi interloba.re. Qui tutto dipende dalla precisazione etiologica del processo che •quegli esiti ha determinato: spesso è in causa l'infezione tubercolare, ma anche altre malattie sono da considerare, che indirizzano diversamente il giudizio medico-legale. In tali evenien~e è messa a dura prova l'acume del medico militare e le opinioni ed i giudizi sono quanto mai discordi. Il colonnello medico DELOGU r itiene qui molto utile l'esame funzionale dell'apparato respiratorio. Bisogna però rilevare che la normalità funzionale che si osserva in un organo già. ammalato, spesso è la risultante di compensi funzionali , i quali da numerosi fattori possono essere turbati. La malattia riprende, taJora più grave, e noi ci troviamo di nuovo di fronte ad un malato, che un nostro giudizio ha forse fatto peggiorare c che addebita al servizio la sua malattia. Con la istituzione dei nostri c<>ntri di accertamento diagnostico p<>r la tubercolosi, che vanno sempre più perfE.>zionati, seguendo i prQgressi continui nello studio e conoscenza della malattia t ubercolare, vera passione e travaglio di uomini di scienza e di governo, sl ofire alla soluzione del problema una via di uscita. Appare evidente dalle mie premesse che lQ studio dell'ex pleuritico si riduce essenzialmente a stabilire se esso sia o sia stato un t ub€'rcolotico, alla ricerca di eventuali focolai bacillari latenti, facilmente riattivabili in soggetti di 20-22 anni, specie per l'intervento di quei fattori già esaminati. Necessario è quindi avviare ai detti centri l'ex pleurit ico, ove l'esame clinico accurato, l'indagine radiologiea e tutte le ricerche di laboratorio occorrenti offriranno al medico tisiologo nella maggioranza dei casi elemE>nti sufficienti, che, giustamente valutati, lo porteranno a risolvere equanwnte la delicata questione. Logica e gilL<;ta apparirà tale condotta quando ben si considt"ri che l'esercito, superbo organismo, per disimpegnare le funzioni importanti per cui è stato creato, il presidio e la difesa. della Patria, vuole allontanati dalle sue file- tutti i deboli ed i malati, ma vuole essere costit uito solo dalla parte fisicamentl' e psichicamentc eletta della gioventù della Nazione. Solo essa è capace di resistere efficacemente alle fatiche ed ai disagi del servizio militare in pace e in guerra, in P atria e fuori, solo es.sa, al canto e nei fremiti della giovinezza, può e deve portare nel nuovo centro di vita collettiva, cui è chiamata ad appa.r tenere1 un valido e sicuro contributo di salutE>, di forza ed anche di bellezza.
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DISCUSSIONE DELhA RELAZIONE.
La relazione militare qui riassunta è pubblicata negli Atti del XL Congresso della Società italiana di medicina interna (Editore Pozzi, Roma) in un volume di 128 pagine, nel quale l'argomento delle pleuropatie, tanto importante in medicina militare, è trattato con profonda indagine e largo contribut.o di dati statistici e di esperienze personali. n relatore ha avuto nella tratta.zione del tema un caloroso successo. La Società italiana di medicina interna aveva voluto riserbare aUa rela.zione militare il mattino della seconda giornata dei propri lavori ed aveva anche invitato a presiedere la seduta il direttore genf'rale della Sanità militare,
tenente generale medico FRANCHI. Il rclatore Ila fatto una esposizione piana e sostanziosa del suo studio,
seguito con grande attenzione ed interesse dal gremito ed eletto uditorio che, alla fine, gli ha tributato un nutrito unanime applauso. Il senatore prof. .E. MAR.AGLIANO commenta minutamente i dati più • salienti della relazione e mette in evidenza gli importanti contributi portati dal relatore alla conoscenza dello sviluppo dell'infezione tubercolare nel soldato ed ai xapporti tra infezione tubercolare e la flogosi delle\ pleura. Nota ancora come spesso si vogliano trovare, per affermare l'infezione tubercolare, precise localizzazioni, mentre è ben noto che iu primo tempo l'infezione tubercolare si manifesta solo con disturbi generali, il cosi detto morbo tubercolare, senza localizzazioni precisabili. n prof. F. GALDI anche mette in rilievo le importanti osservazioni e conclusioni fatte dal relatore. Porta quindi la questione nel campo costituzionale e propone che vengano, spccio nell'esercito, dove si ha una massa più omogenea, meglio studiati i rapporti tra pleurite e una speciale forma di torace, il torace piatto. Il prof. A. OMODEI ZoRINI rileva i punti più importanti circa la pato· genes.i ed i rapporti tra lesione tubercolare del polmone e la pleurite stu· diati dal relatore. Inoltre propone, a-d evitare esiti dannosi della pleurite, che venga questa curata con aspirazione del liquido ed introduzione di aria., usando all'uopo l'apparecchio del prof. MORELU. ll prof. U. OARPI concorda pienamente nei risultati del relatore circa l'influenza dannosa della pleurite sull'evoluzione del processo tubercolare del polmone. Propone nella notta contro ht tubercolosi ru1a attiva cooperazione da parte della Sanità militare, che a mezzo dei suoi centri di accertamento diagnostico ha opportunità di rilevare lesioni tubercolari iniziali. TI prof. LANDOLFI riferisce su tre casi di pleurite purulenta in cui si ebbe spostamento antero-post eriore del cuore. n rela.tore risponde al sen. prof. MARAGLIANO ringraziandolo per i lusinghieri apprezzamenti fatti sui risultati esposti nella relazione e che aequistano particolare importanza per l'autorità e particolare competenza del Maestro in tale interessante capitolo della medicina, alla cui migliore conoscenza e progresso tanto ha contribuito. Ricorda poi che nel suo lavoro ha tenuto ben presente quel quadro morboso precoce dell'infezione tubercolarE', morbo tubercolare del MARA-
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GUANO, e se nell'interpretazione dei risultati ottenuti dai due autori giapponesi, KANAI e- MiNAMI, nello studio della pleurite militare giapponese, è giunto alla conclusione che per que1la pleurite è da ammettere la etiologia tubercolare, ciò è stato precisamente, oltre che per altre coD8iderazioni, ancM in base alla conoscenza di tale manifestazione precoce deJl'infezione tubercolare. Al prof. GALDI, cui è sentitamente grato per il giudizio molto favorevole espresso sulla relazione, risponde che per quanto riguarda il rapporto tra la particolare forma del torace e la malattia della pleura, i risultati finora conseguiti in base a poche osservazioni sono scarsi; si ripromette che disponendo di materiale, riprenderà lo studio sotto tal punto di vista, per quanto nell'esercito le deviazioni dal tipo costituzionale normale non possono essere a~entuate, in quanto $oggetti, che presentano ectipie costituzionali marcate, vengono nella selezione del contingente di leva eliminati. Ringrazia il prof. Ol'tiODEI-ZORINI per aver richiamato in tema di ctiopatogenesi l'att('nzione su quei dati dal relat-ore esposti, il che ha particolare importanza in considerazione della grande competenza del tisiologo • dell'Istituto u Benito Mussolini ». Quanto alla terapia, che di proposito non ha trat.tato, non essendovi nulla di particolare da dire in quanto riguarda la terapia della pleurite nel soldato, tiene a dichiarare che negli ospedali militari di solito la pleurite viene curata con toracentesi e pneumat-orace mediante l'apparecchio MORELLI. Di esso anzi sono dotati non solo gli ospedali territoriali, ma anche le nostre formazioni sanitarie di mobilitazione. L'affermazione autorevole del prof. CARPI su1l'influenza dannosa della pleurite concomitante sui processi tubercolari del polmone, in pieno accordo con quanto il rela.tore ha esposto e dimostrato in base a ricerche statistiche e ad indagini ematologiche ed umorali, acquista grande importanza, data. la spiccata competenza del tisiologo milanese e di tanto gli è particolarmente grato. Circa la auspicata collaborazione della Sanità. militare nella lotta contro la tubercolosi, nel senso di comunicare i risultati degli esami praticati presso i nostri centri di accertamento diagnostico, il relatore fa noto che i militari tubercolotici accertati vengono denunziati alle autorità. sanitarie civili. P er poter poi giustamente prendere in considerazione tutta la questione, quale la prospetta il prof. CARPI, occorrono proposte più concrete, onde addivenire ad una soluzione. Ringra,zia. infine il prof. LANDOLFI per l'importante contributo casistico portato, ma il relatore dichiara che durante t utto il suo lungo servizio ospcdaliero, pur avendo osservato parecchi ca.si di pleurite purulenta, non ha mai rilevata l'alterazione constatata dall'illustre clinico napoletano. Al termine della seduta il Presidente, tenente generale medico FRANCHI, rivolge parole di ringra.ziament.o e di alta. considera-zione alla Società italiana di medicina interna, all'assemblea ed agli illustri oratori i quali tutti intervenendo alla discussione del tema, aveva.no avuto t'Spressioni di viva simpatia e di cordiale collegialità per la Sanità milita.rt>. ~-·
MEMORIE ORIGINALI
LA LAMBUASI DA SOLA OD ASSOCIATA AlLE AMEBIASI Comunicaziono al II Congresso di studi coloniali del gc·nerale medico Giuseppe Riwltl (Napoli l -6 ottobre 1 93~XII)
In una mia precedente comunicaziom· ai Congressi medici riuniti del 1927, presso la R. Università di P arma, sulle ent(lrocoliti aspecifiche in r apporto ai relativi accertamenti batteriologici, esposi i concetti allora dominanti circa. l'azione pa.togena dei protozoi intestinali saprofiti ed accennai ai risult ati delle ricerche microscopiche c battrriologiche esegute ne i casi di enterecolite ossl.'rva.ti in Libia, dapprima in Tripolitan ia, dall'ottobre 1911 al maggio 1914, poi in Cirenaica sino al novc·mbre 1917 e da ultimo al fronte italo-austriaco nel 1918. Nel corso di numerosi esa.mi es<•guiti sia a scopo dia~nof;tico da laboratorio dell'affezione int.-stinale, sia a scopo d elle anccN;Rive ricerche dc:i portatori degli a.gent.i dissenterici, non era infreqn<'nt<' n<>i du<> casi il reperto di lamblie da sol<' od nsl!ociat(' ali(' amebe diRRc•nt('ric·he o ad altri flagellati int~stin ali. n r eperl.o fu anche riscontrato sovente in soggetti Bani che venivano esaminati per il 2° scopo <' rhe non avevano pr(IS<'nt ato nè prima, nè all'a.tto dell'esame, disturbi int<'stinuli. Era allora un reperto etti non si dava. importanza, ritenendo h• la.mblie dei banali saprofiti intestinali, stante an.c he la frequenza con cui ai riscontra.vano in individui ~;n.ni <·senti da. diaturbi intestinali. n reperto fu constata.to con maggiore frequenza. in Cirenaica. che in Tripolitania, in rapporto alla maggiore diffusione d<'lle altre forme della dissenteria (amebica e bacilla.r<') più nella. prima t"h e n<• Ila, Sf:'Conda regione libica. La frequenza del reperto di lambli(' nelle feci di molti individui affetti da enterocolite, senza altre form<> prot.ozoarie, nè bacillari specifiche, fece sospettare ad alcuni oss<'rvatori, già sul finir<' d<>lla grande guerra, specie nei numerosi casi vcriflcatisi in Asia Minore, in Macedonia, in Albania, una azione pa.togena anchC' delle lamblie, prima, ritenute come saprofiti innocui. Nell'immediato dopogttt"rra c n<>gli anni snccrssivi, s'è andata man mano allargando la cerchia delle ricerche, dalle quali ò stato da varie fonti confermato il concetto che le lamblie in determinate ·condizioni possono riuscire patogene , sia da sol<' eh<' associate agli altri ag('nti dissenteriri. Tali ricerche hanno messo in evidrnza che la lambliasi è un'affeziont· più o meno dlffusa in tutti i climi. n capitano medico Marmo nella sua ampia monografia pubblicati~ sull'argomento, sui casi ossC'rvati n('lla. colonia Eritrea, riporta una t abella della distrilmzione dell'aJ!ezione nei vari paesi, in relazione a quella di altri fl ft.g('llati ed a quelln d<>ll'rntamoeba histolytica..
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LA LAJ>lBLlASI DA SOl.A OD Al;SOCIA'XA ALI.E A:MEBlASI
Sino a qualche anno fa l'affezione era considerata esclusiva dei paesi tropicali, mentre attualmente n'è stata accertata l'esistenza nelle zon& a clima temperato e freddo. Anche in Italia la sua diffusione non è trascurabile, come ne fanno f~de gli studi sistematici coprologici che da vari anni si succedono nell'Istituto di patologia coloniale diretto dal prof. Francbini ed i cui risultati sono riportati sull'Archivio italiano di soienze mediche coloniali. In parecchie migliaia di casi esaminati rilevante è la percentuale di quelli di lamblie da sole e meno rilevante quella da lamblie associate ad altri flagellati, all'A. histolytica, all'A. coli. Notevole contributo hanno portato sull'argomento gli studi fatti nell'ultimo decennio in Sicil.ia, nelle scuole dell'Ascoli e dell 'Iza.r . Cosi è st.ata messa in evidenza la frequenza dell'associazione della lambliasi con le amebiasi e tra le sindromi morbose lambliasiche, la colecistopatia da lamblie.. Tale frequenza fu anche accertata in Sicilia nell'estate dell931, in occasione di un episodio epidemico di enterocolite dissenteriforme, verificatosi in alcuni reparti di truppa dell'isola, mentre in quella popolaziom' civile, specie della Sicilia orientale, era diffusa la stessa affezione e serp<.>ggiava l 'amebiasi. Analogamente in Sardegna, nell'estate del 1933, in occasione consimile di altro episodio di enterocolite, verificatosi nel reparto di truppa., dislocato alla Maddalena., nei numerosi esami coprologici eseguiti d a ufficiali m..edici molto competenti, il Rombj ed il Mennonna., furono riscontrate in molti casi le lamblie tanto nelle feci solide che poltanee. Con la somminiBtrazione del purgante salino gli AA. poterono seguire un aumento considerevole nelle cisti ed in qualche caso di forme vegetativr, non rilevate prima di det.ta somministrazione. Fra i 43 portatori di lamblie accertati a.Jla Maddalena, cinq·ue presentavano feci di consistenza pastosa e riferirono di andar soggetti, di t.'\nto in tanto, a. dolori al ventre, con particolare localizzazione alla regione mesogastrica. D egli altri protozoi intrstinali furono riscontrati nella stessa looalità in sette militari il tricomonas intestinalis, in dllC tricomonas e lamblia ed in uno il tricomonas ed cbilomast.ix :Mesnil. Di essi soltanto due accusa.vauo disturbi (periodi alternati di stipsi e 9i diarrea) e presentavano modico grado di deperimento organico. Dura.nte. i suddetti episodi epidemici di enterocolite dissenteriforme tanto in Sirilia che in Sa.rc1egna, nel maggior numero dei casi osservati, pu.r presentando i sint-omi di enterite subacuta, con deiezioni commiste con muco e sa-n€,'1.1<', (dolo1·i colici, bruciore anll.le) non furono riscontrate nelle feci amebe, nè forme ba.cillari specifiche; il decorso fu di pochi giorni e cedette a.i comuni rimedi e alla dieta. appropriata. Per cui è da. tener presente, come ebbi a sostener~.' nel Congresso di Parma, che durante tali episodi la maggior parte dei ca-si sono di natura aspecifica e giusta quanto sostiene l'Ascoli sono originati dall'intervento di tutte quelle cause che nella stagione ca.lda sogliono agire dannosamente sull'apparato gast.ro-enterico (raffreddamento al basso ventre, sudore represso, ingestione eccessiva di liquidi! alimenti alterati), constatazione questa di grande importanza ai
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fini della profilassi antidissenterica, per poter sceverare i casi aspecifici da quelli imputabili agli agenti specifici della dissenteria. cd oggi possiamo aggiunge1·e anche da qttelli dovuti a flagellati int(•stinali, come le lamblie e secondo recenti ricerche del Sangiorgi <Llle blnstoeisti, da soli od associati alle amebe propria.ment<' dette. L 'Asroli in nna conferenza tenuta nel giugno 1933 agli ufficiali medki dell'ospcda.le militare di Palermo ha prl.'s<'ntato l.'d illustrato dlJ.e ca:;i di lamblia:;i oss<'rvati in Sicilia. In un primo caso trattavasi di un bambino <li IS<' i anni, a.ffetto da diarrea non grave, con emissione di feci commiste o ricoperte di sangue e modico gra.do di anemia. Nelle feci fu riscontrato buon numero di lambii<' . Setondo l'A. trattavasi di un caso non frequent e })(>l' il }Jarticolare aspetto clinico di forma emorra.gica., dissenterica, gliacchè la lambliasi per solito da delle diarre irregolari ed atipiche, semplici. In un secondo caso trattavasi di un adUlto a.t!etto da 20 m<•si circa da. diarrea, cui dopo breve tempo segui febbre irregoln-re ad andamento remittente e intermittente, aument.o di volume dell'addonw, con itt.ero di modico grado, epato e splenomegalia , da, fare a;mm(•ttrr<' una. cirrosi biliare di ~anot, cola.ngitica o colest.a,tica._ Interessante in t ale caso fu il J'('perto di ammassi di lamblie commiste a. lencocit i nel liquido duodenale, ottenuto, con la prova. di MeltzerIJyon, in tutti e tre i componenti della. bile (bile A, B e C). Tra ttavasi secondo l'A. di una infezione lambliasiea dPlle vie biliari come era dimostrato dal fatto che non solo la bile A, ma anche la bile B proveniente d~lla cistifellea e la bile O dallo vie bili:ui intraepatiche, contenevano ttn grandissimo numero di lamblie. Da. una, statistica del Rossi su oumerosis~;imi esami coprologici esPguiti dal 1924 in poi, nei bambini, risulta che il reperto di la.mblie, mrntre non è infrequente nei sani, figura del 20 % nei bambini affetti da enterocolite. Da altra st atistica l'('C<'nte del Mazza che ha esamina.to il contenuto di 394 appendici asportate dal chirurgo, risulta la, presc·nr.H in J 8 casi delle la.mblie da sole ed in due associate alle bJa.sto<•isti. Ricordo inoltre che da alcuni da.t i statistici avuti dagli ospedali militari del regno sugli es~tmi copmlogici c•seguiti nC>i militari ricoverati per amebiasi nel quinquennio 1929-1933, provr ni0nti da.lle nostre Colonie, in un quinto dei casi è stata riscontrata la. Jamblia, assoeiata all'ont a.moeba histolytica v(•getativa o cistica. L 'importanza della. lambliasi nella patologia umana :;'è andata perciò affermando dopo che la grande guerra. mondiale ne ha fatto sospettare il potere patogeno. Nella gran massa di esa.mi coprologici eseguit i p<'r la ricerca dei portatori degli agenti dissenterici fra le tr11ppe combattenti e nei campi di concentramento dei prigionieri di guerra, si vide che non sempre la. presenza delle la.mblie nelle feci era disgiunta dai sintomi propri delle affezioni intestinali diarroiche o dissenteriformi. Gli ulteriori studi del Prnso c del capita.no medico Marmo ne hanno poi precisato dettagliatamente le varie sindrome lambliasiche.
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: LA LA ftlBUASI DA SOLA OD ASSOCIATA ALLE ANEBIA SI
Cosi il P en so ammette tre forme cliniche della lambliasi, forme a. tipo non intestina le, forme a tipo enterocolitico e formo a ~ipo dissenterico di origine parassitaria mista. • n Marmo distingue le forme pure dalle forme ad etiologia mista. Le prime le suddivide in acute (dissenteriche e dispeptiche) e cronicbe (dissenteriche r ecidivanti, simulanti epatopatie dispeptiche ed a tipo non intestinale). L e seconde in acutissime, acute e croniche. L 'A. illustra alcuni casi d elle varie forme osservate nella Colorua Erit rea. È inter essante tener presen te che al pari di alcu.ne amebiasi, la lambliasi può decorrere senza disturbi intestinali od affatto trascurabili. In tali casi l'affezione s'inizia subdolamente e poi segue deperimenw generale ed ~tnemia, talora a. tipo pernicioso che sono da m ett ersi in rapporto col moltiplicarsi considerev.ole delle lamblie e che guariscono con la scomparsa del flagellaw dali 'intestino. Nella sua pubblicazione il Marmo espone i dati relat ivi alla p atogenesi, alla diagnosi, all'anatomia patologica della lambliasi. L a patogenesi, come in tutte le parassitosi intestinali, non è facile a stabilire. Molto probabilment e le lamblie esercitano un'azione mPccanica e traumatica n ell'epitelio intestinale, cui segnirebbe un difett-o di funzione, un'anergia dell'epitelio stesso e degli organi viciniori. Secondo il P enso l'azione spiccatamente meccanica sarebbe d o·vuta al citostoma, p aragonabile a vera ventosa, ed il carattere fiogogeno consecutivo, sarebbe in rapporto a flogosi secondarie da germi intestinali, penetrati attraverso le piccole lesioni di continuo da.ll'epitelio intestinale. Ne conseguono da u.na parte disturbi nell'assorbimento e secrezione intestinale e dall'altra l'azione tossica che si estende agli organi e mato· poietici ed ai centri nervosi. La diagnosi è basata sopratutto nell'esame a<~curato coprologico, non esistendo segni patognomoruci. Sono eccezionali il tenesmo e le coliche che indicano lesioni d el grosso intestino, e son dovute per lo più ad u.na associazione di parassitismo intestinale. Quando l(• lamblie si localizzano nelle vie biliari si hanno i sintomi di coleciKtite ed in tali casi, l 'esame della bile, S<'condo la t('cruca del :ME'ltzer·Lyon ne può svelare la vera n atura.. I n genera.}(' nella lamblia.si la dia.rr('a insorge subdolamente e con scarsa sintomolologia cd alternative di stipsi. Oirca il r eperw anatomo-patologico, si ba ma.croscopicamen te uno stato catarrale ùellé\ mucosa del duudemo e dei due t erzi superiori dell'ileo senza ulcerazioni. Istologicament.e: lamblie saldament!> aderenti alla muoosa, villi infiltrati e minute ulccrazioni. Il Brumpt nel suo t rattato di parassitologia, pu,r ammettendo an· che che la la.mblia si trova in portatori sani, asserisce che può riuscire patogena nel 10 % dei casi ed aggiunge che frequentemente è associata ad altri parassiti intestinali. Nei casi di diarrea muco-biliosa. si possono m ett c·re in evid('nza miriadi di lambii(' sull'f'pit!>lio intestinale del tenue.
J,A LA~tBLlA.SI DA S OLA OD ASSOCIATA~ ALLE A~'!F:BIASI •
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L 'A. sostiene anche che le tuTbe intestinali nella la.mbliasi sono in generale molto deboli nelle forme di enterocoliti croniche c raramente le e•a.cuazioni sono precedute d a coliche leggere, mentre eecezionali sono il tenesmo cd i veri dolori coliei, propri delle lesioni d<>l grosso intestino, che son dovute quasi sempre all'associazione con l'enta.moeba histolytica. I n tal caso le lamblie possono penetrare nel tessuto sottomueoso, quando vi sono state precedenti tùcerazioni dell'amebiasi e sono sopratutto le forme vegetative che si trovano in profondità., m<•u l re le cisti permangono in superficie. Circa la patogcnesi delle colecistopatie d~t lamblia finora esistono delle controversie. Così l 'Ascoli nella Conft>rrnza sopracitata , rimandando ad altra conferenza l'ulteriore discussione, acc<'mu~ che 11.el caso presentato di cirrosi bilia.re colangitica da lamblif.', non si poteva rinchiudere tutto il quadro morboso nell'ambito di t ali:' infezione, ammettendo la penetmzione nei più sottili canali biliari del parassita. L 'A. sostiene che non è possibile esch,dcre l'eventualità che a fianco alle lamblie, altri g<:>rmi della flora in testinale possano penetrare nelle vie biliari e d eterminarvi nn procPsso flogist.i(·o a.na.logo a quello provocato dagli stessi germi in circostanze diver se ed in assenza delle lambli<'. Inoltre il criterio tera1)eutico non Rempre riesce a~ risolvNc il concct.to di un 'azione esclusivamente lambliasica. n Diliberto in una. sua recente pubblicazione espone i vari criteri addotti per dimostrare la pa.togcnità delle lamblio nelle colecistopat.ie d a esse causate. CoRl i sostenitori del potere patogeno si basa.no sui scgu <'nti fatti: il parassita si trova esclu.siva mente o quasi nella bile B, dopo la prova di Meltzer-Lyon; il reperto si può avere dopo Pspressione della cistifellea in seguito a iniezione di pituitrina e si ha inoltre in colecisti asportate chirurgicamente. Altri .A..A.. contestano invece un vero stato flogistieo delle vie biliari, per l'assenza di apprezzabili lesioni infiammatorie, nei casi di 1·eperto positivo di lamblie nella cistifellea . n Morenas n.l pari dell'Ascoli e della sua. scuola propenderebbe ad ammettere che le lamblie agirebbero sia aprendo la via a.d altri agenti infe ttivi, capaci di determinare un processo flogistico, sia provocando per via riflessa dci disturbi più o meno gravi nella sfera delle vie biliari. La sintoma.tologia della la.mbliasi colecistica., secondo Diliberto, sare bbe quanto mai varia e gli aspetti che assume sogliono spesso far d eviare dalla diagnosi. E ssa può assumere il qwl.dro d ella colica biliare con o senza ittero, d ell'ulcera duodenale e più frequentemente u na fenomenologia che ric hiama l'attenzione sullo stomaco (senso di peso all'epiga-strio, pirosi, vomiti ecc.). Indispensabile è il sondaggio duodenale, col quale mediante la prova di :M:eltzer-Lyon si ha, nei casi positivi la bile B di colore oscuro con dei fiocchetti chiari eostituiti da ammassi di lamblie, mentre i leucociti vi sono scarsissimi. E qui subentra anche il criterio terapl:'utico, con la sommiuistrazione della na.fta1ina, seco11.do il metodo del Sorge: scompaiono il più d elle volte sotto l'azione della na.ftalin a le la.mblic italia bile c r f:'gredisce più o meno prontamente l'a.ffezione d('Ue vie biliari. 4
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Giornale di mcdiçina milfta,.e.
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LA LAMBLIASI DA SOLA OD ASSOOIATA ALLE AM.E BIASI
L 'A. viene alla conclusione che s'è giusto accettare tale nesso causale, non si può in tutti i casi ammettere l'esistenza di un vero e proprio pro· cN>SO flogistico della cistifellea. Oosi mancano le elevazioni termiche c le modifica,zioni della form1ùa. leucocitaria, mentre v'è scarsezza marcata di leucociti nella bile. Più che di uno stato flogistico, si tra,ttcrebbe, secondo l'A. di una colecistopatia particolare, come lo stato analogo a quello ill~trato da Aschofi per l'appendicite da ossiuri. La lamblia agirebbe come corpo estraneo sia per mezzo dei prodotti del suo ricambio che per via riflessa, inducendo altePazioni nelle vie biliari e negli organi viciniori. Recentemente anche il M:cersseman e Trica.ult riportano cinque crtsi di la,mbliasi colecistica, come complicanza della lambliasi intestinale. E ssi sostengono che l'affezione può alcu,ne volte decorrere sen:za. sintomi altre volte è preceduta da episodi epato-biliari. Talvolta vi sono segni di disfunzione epato-biliare (subittero, urobilinuria) ed anatomop~ttologicamente det ti AA. ha.nno messo in evidenza un lieve ispessimento d<>lla tunica muscolare della cistifellea. Qualcuno ha voluto anche impugnare il reperto di lamblie nella bile, addl\cendo l'ipotesi che nel sondaggio duodenale la bile prima di raggiungere la sonda si mescola colliqu.ido duodenale dove, come è noto, pullula il parassita. Tale ipotesi è stata avvalorata dal fatto che in 9 ca,si di reperto positivo di lamblie nella bile, queste non furono trova,te nella cistifellea asportata chirurgic~~mcnte. D 'altra parte in tre casi di colecistectomia: 2 illustrati dallo Smithies ed uno da Westphale Georgi, furono recent-emente riseontratc le lamblir in buon numero. Ad ogni modo mentre la lambliasi intestinale è da considerarsi relativamente frequente, rarissima od eccezionale è quella biliare e sarebbe non una forma a sè ma da considerarsi come complicanza delle forme a tipo misto. L'associazione d<·lla lambliasi con le amebiasi è st ata riscontrata da molti osservatori sopratutto da Izar. Nelle mie ricerche osservai, come ho detto dianzi , parecchi casi di associazione della lamblia con l'entamoeba histolytica nella segnent.e proporzione: in Tripolitauia nel 15 % dei casi ed in Cirenaica nel 25 % Di tale percentuale il maggior numero era <lato dagli esami praticati nei reparti delle t111ppe di colore, mentre 1/3 circa apparteneva a.i casi verificatisi nei repar ti delle tmppe metropolitane. Altre volte l'associazione era data dalle lamblie con l'ameba Ooli, ritenuta allora anche essa come protozoo intestina.!~ non patogeno. Nei campi di concentramento dei prigionieri di guerra della 1a armata nel Trentino, nella quale fui nel 1918 consulente per l'igiene , in parecchi casi fu constatata l 'associazione della. la.mblia con l'enta.moeba histo l ytica. In tutti i casi di associazione dell'a,mebiasi eon la lambliasi fu rileva.ta una maggiore persistenza dell'affezione ed una maggiore resistenza al trattamento curativo, con maggiore frequenza delle recidive. Il reperto coprologico nei periodi intervallari era il più delle voltepositivo per le lamhlie, sopra.tutto de1Je forme cistiche.
LA LAMBLl.ASI DA .SOLA OD ASSOCIATA ALLE A:ltEBIA.Sl
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L 'Izar nel suo trattato sulle amebiasi illustra alcuni casi di detta associazione, riscontrata nel 22 % dei casi.
Egli mette in evi.denza la. resistenza abnorme ddl'affezione in tali casi
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al trattamento specifico ed una speciale sindrome di enterocolite muoomembranosa persistente, anche dopo la scomparsa della enta.moeba bi.Btolytica, determinata dalle lamblie che permangono a lungo nell'intestino. Secondo l 'A. le lamblie, a.I pari di altri protozoi intestinali, capaci di per sè stessi di p1·ovocare turbe intestinali, associate all'amebiasi, ne modificano in cert-o modo l'andamento clinico ed inducono nell'entamoeba. histolytiea. un aumento di r esistenza di fronte al tra ttamento cmetinico. n concetto della patogcnità delle lamblie si può dire ormai confermato ed assodato da,lle numerose e svariate ricerche eseguite durante la guerra e sopratutto nel dopoguerra. L a lamblia. può considerarsi come llll protozoo patogeno f:acoltat iv&. e mentre può da sola dimostrare il suo potere pa.togeno, può, quando è associata all'amebiasi aggravarne il decorso. Alle ricerche su.d dette si sono aggiunte succPssivamente quelle del R echt della scuola di Chvoster a nuova conferma della pa.togc·nità delle lamblie e dPlla loro importanza nella genesi di alcune affezioni dell'apparato digerente. Le lesioni da esse determinate, come quelle provocate da. altri protozoi, non sono nettamente flogistiche, ma sopratutto tossiche e degenerative: così le sindromi epatiche, le colecistopatie, le sindromi duodenali (pseudoulcere), le sindromi enteriche, le appendicolari, ecc . Non si pu.ò d'altra parte escludere che talvolta le lamblic po,s sano riuscire pa.togene nel senso che servono ad aprire la via ad a.ltri germi o agire in via. riflessa. In conclusione in oggi bisogna annovera.1·e nella etiopatogen<:>si delle tu.rbe intestinali a carattere diarroico o dissentiriforme acute o croniche la. lambliasi sia. da sola che associa.ta alle amebiasi. L 'associazione della lamblia con l'e. hist olytica. apporta come s'è detto una particolare persistenza dell'amebiasi e resistenza al t rattamento curativo potendosi considerart\ come un attivatore dell'ameba. Non è da t rascurarsi la sua associazione con l'a.meba Coli, perchò come sost.iene il Sangiorgi ed altri AA., le più recenti vedute, parlando di Ooliamebiasi, concla mano anche l 'entameba Coli come microviventc patogeno, mentre fino a qualche anno fa era ritenuto, per unanime consenso, priva di potere patogeno. Accenno infine brevemente alla terapia, non essendovi allo stato attuale una vera cura specifica della lambliasi intestinale. Molt eplici c svariati sono stati i rimedi usati con risultati più o meno contraddittori: cosi dapprima gli enteroclismi con soluzioni disinfettanti , gli antiparassitari, santonina, estratto etereo di felce maschio, l'essenza di t rementina e successivamente il (3-naftolo, i sali di bismu.to, il bleu di metilene, il bijodlU'o di bismuto e <li emetina , il salolo, il calomelano, i sali di chinino, l'olio di chenopodio e da. ultimo lo stovarsolo, gli arsenobenzoli, l'urot ropina, il t imolo, Risult'ati più soddisfacenti sono stati ottenuti dall'Ascoli con l'a.rseminol, d a l Penso col timolo in capsule cheratinizzate precedute dalla
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sonuniuistrazion<> di abbondanti limonee acidificate c dal Sorge con la na.ftalina. Anche per la. terapia della lambliasi della cistifellea i risultati sono d el pari differenti a secondo degli autori. I preparati arsenicali (::;t o-.arsol, acetylarsan, sulfarsenol), sax·ebbe•ro ad azione inconstante, Jliù efficace sarebbe invece il Neosalvarsan per via endovenosa. D Yatrt>u ha anche azione 'enrrgica ma di minore durata. Nei casi ribelli e persistenti a lle cure m ediche, quando vi sia una sindrome colecistica propriamente de,•.tta si dOVl'à ricorrere alla colecistotomia. . Nel l 0 caso illustrato dall'Ascoli nella conferenza sopracitata a P:\l•·rmo si ebbe esito favorevole con l'uso della naftalina, per cui E'gli ritiene che pur non essendo stato il risultato analogamente favorevole nel 2° <·.aso illust.r.ato cd in qualcl1e altro caso capitato alla sua osservazione, il metorlo del Sorge rappresf'nta un progresso nella c1.rra di quest.a parassitc:>i in t.f•stinalr . RI ASStJN-.ro. - Dopo acconna.to ai concetti precedenti sull'aziono d olle lam· blie, l'A. e!<pone quanto è stato ncquisito sull'argomento nelle ricerche eseguite duran te la. guerra. mondiale e m•J dopoguerra, p er cui è da ritenere confermai.o il loro potere patogeno. Egli ria.~me lo varie sindromi d~lla la.mbliasi e d ella coleciRt<>patia da la.mblio e da ultimo la terapia. Accenna inoltre all'associazion e non infrequente della lamblinsi con le a.mebi>lsi e riporta al riguardo alcuni dati statistici, compresi i propri o3Servati in Libia.. La. la.mblia. può considerarsi come un protozoo pa.togeno facoltativo e m entre può da sola dimo«trare il suo poter e patogcno può, qus ndo è a<;socia.ta alla am.ebiasi, tlggra.varne il decorso. Le lesioni da essa d eterminate, coma quelle provocate da altri protozoi, non sono nettamente flogistiche ma. sopratutto tolil!'<iche e d egenerative. In conclusione in oggi bisogna annoverare n ella. etiopa.togcnesi delle turbe intestinali a carattere diarroico o dissenteriforme acute o croniche la lambliasi sia da sola che associata. alle amebiasi. L'associazione della lamblìa con l'enta· m oeba histolityca apporta una particolare p ersist.enza dell'am ebiasi e resistenza al t r·attament.o curativo, potendosi considerare come un attivatore dell'ameba.
L'USO DELLA MASCHERA ANTIGAS NEI MILITARI AFFETTI DA VIZI DI REFRAZIONE
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Dott. Carmelo Manganaro, tenente colonnello medico
La protezione dello vie respimtorie dagli aggressivi chimici è ba:,;ata, come è noto, sull'ww rlelh• maschera. Rccent<.·m('nto il Murer, insegnante presso la Scuola di Applicazione di Artiglieria o Genio di Torino, ha JYnbblicato uno studio (Edizione S. R att<•ro- Torino 1934), nel qual<• ha preso in esame tutte le questioni che si riferiscono ai canoni fondanwnt<tli da osservare per la difesa delle vie respiratorie cd l1a traMato dei vantaggi e degli inconvenienti ò<-i diversi tipi di maschrre oggi in 1\SO. Fra i pregi che uun. maschera dove possedere <-gli h<L comprP~o il seguente: <<gli occhiali devono permettere una of t ima. visibilità-, 1:ia per qu.anto riguarda il campo visivo sia per la pnssibilc con.dcnsazion.~ del vapore acqtleO suDa loro facein, interna l), Altre pubblicazioni ho consultàto di appn•zza,Li Clùtori ita.liani c stranieri e là dove sono descritti i tipi di maschere non ho trovato akun accenno intorno alle caratteristiche che la maschera dovrebbe poss<'d<-re per consentirne l'applicazione prolungata. agli individui affetti da vizi di refrazione, corretti con l 'uso abituale di lenti. La questione, che s<-mbra di scarsn, importanza, non può tl<ttavia <'!;S('l'O trascurata, perchè, specialmente fra gli ufficiali ed i sottufficiali, non. è indifferente il numero di coloro, che fanno uso di lenti correttive'. È noto che pure se si tratta di nùopia, fra le tre e le cinque diottrie con assenza di alterazioni di altra natura dd fondo ocruarc, quando ~i è acquistata l'abitudine a correggerla, non è possibile rinunziare all'uso d(>gli occhiali, senza una riduzione considerevole d('Jl'acutrzza visiva, quasi sempre su.periore a quella che eomporterebbe l'<'ntità della imp('l'fczione. Se si interroga chi è affetto da uu vizio di refraziou<', spccialnwnt.e dà miopia e da astigmatismo miopico, dirà costantemente che, quando non ha gli occhiali, ha la sensazione che sia quasi limitata ogni sua n·lazione col mondo esterno. Comunque, pur volendo considerare la semplice riduzione dell'acutezza visiva per il mancato eventuale uso delle lenti, è facile pen~are q-uali conseguenze questo fatto può avere per un comandante di l'epa.rto combattente. Si può obiettare che nessuno obbliga colui H quale deve applicarsi la maschera antigas a non usare contemporaneamente le lenti correttive del vizio di refrazionc. Ma la cosa, come risulta da esperienze prn tirhe che ho eseguito con la maschera. mod. 33, non è cosi srmplice: (•) Questa memoria ò g ;untn nl Gio ro nlo il 5 giu~o u. ~. (n. cl. r· .J.
L'USO DELLA. MASOKE:RA. ANTIGAS ECC.
l o gli occhiali con armatura di sostegno a stanghette retro a uricola-ri non possono essere mantenuti, perchè le stanghette formano un ponte, sulle regioni temporali, che impedisce l'aderenza completa del facciale della maschera alla superficie cutanea. Eppllre è proprio questa forma di occhiali che maggiormente si addice a chi è obbligato a muoversi contin"llamente e con rapidità, ed è addirittura indispensabile per gli astigmat.iei nei q"llali, come è noto, deve essere mantenuta in giusta posizione costante la lente, per correggere il vizio. Vi è inoltre la molestia che arreca all'individuo la pressione considerevole del facciale della maschera Sttlla sta.nghetta metallica, o di altra natura, addossata alle parti molli , a,l di sopra del ponte zigon1atico; molestia che dopo "lln tempo non hmgo divE\nta una vera e propria sensa~ione dolorosa, la quale obbliga il soggetto a togliersi la maschera. Aggiungo che tutti gli accorgimenti che ho messo in pratica non hanno impedito che gli occhiali si spostassf'ro considerevolmente mentre si applica la maschera, col rischio di spezzare il ]>Onte che mantiene unite le due lenti, il quale anche esso viene a comprimere fortemente la radice del naso. Se poi gli occhiali sono della foggia più comunemente usata, cioè: con lenti circolari, che hanno il diametro verticale, e il traverso maggiore dei corrispondenti diametri orbitari, e montati su armatura di tartaruga, di celluloide, guttaperca indurii a., ecc., impediscono addirittura l 'applicazione della maschera. Lo st f'l)SO inconveniE>ute ho osservato pllr facendo "llsare occhiali di piccole dimensioni, negli individui che hanno le arcate sopracilia.ri poco pronunziate e la fronte sfuggente; 20 gli occhiali a pince-nez, se le lenti sono di piccole dimensioni, specialmente nel diametro verticale, in modo che non sorpassino m alto l 'arco sopra.ciliare ed in basso il ru.argine orbit~riu, comleutunu l'applicazione della maschera. Una indubbia influenza ha però la forma del naso: gli individui con naso aquilino o greco sono in condizioni favorevoli per l'uso contempor aneo della maschera e delle lenti. Quando la radice del naso è schiacciata o comunque poco sviluppata, lo stiramento esercitato sulla cute delle regioni mascella.ri dal bordo Sllperiore delJa maschera sussidiaria, sposta le lenti durante la manovra di applicazione, o le fa addirittura cadere, se, nel passaggio dal primo al secondo tempo, lo stesso bordo urta contro le lenti, la qual cosa è quasi inevitabile; così come inevitabile è la caduta delle lenti quando si toglie la maschera. Ma vi è un fatto che frustra ogni possibilità di mantenere occhiali correttivi e maschera insieme. Si sa che gli occhiali deUa. maschera si a.ppa.unano più o meno rapid amente in rapporto con causo diverse, per H vapore che vi si condensa sulla fMcia. interna. È inutile che io mi intrattenga ora su tutti i mezzi usati per evitare questo inconveniente; mi basta solo dire che, come è noto, vougouo ora applicati, prima dell'llBO della maschera, sulla faccia interna degli occhiali, dischi di ceUofa.ne, che vi si fanno esattamente combaciare, c sono mantenuti in sito, per mezzo di mollette circolari di acciaio. Ma se si impedisce cosi l'appannamento dei vetri della m aschera, come si potrà impedire quello degli occhiali mant.enut·i dal militare per .correggere il vizio di refrazione Y
L'USO DELLA MASCHERA ANTIGAS ECC.
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Né si pensi che occorre tm tempo lungo affinchè cotesto fatto accada., sopratutto se l'individuo compie un lavoro che richiede una certa fatica . Ho fatto applicare ad un militare, che porta gli occhiali, una comune maschera di schermitore e successivamente egli ha sostenuto un assalto, in realtà poco movimentato per la sua imperizia. Dopo sei minuti ha detto che gli occhiali non gli consentivano più di vedere bene, e, toltasi la maschera, la cute della faccia era. umettata da Sltdore e le lenti sono apparse interamente appannate. Se questo è accaduto con unn. maschera. che consente indubbiamente tanta ventilazione, si può immaginare quello che accadrà, e con quanta maggiore rapidità, per l'uso de1la maschera at\tigas, non solo a causa del moto che un militare può eRsere costretto a compiere sul campo di batta-glia, aumentando la traspirazione cutanea, ma anche pt'r tutti quei noti fattori, che, modificando il ritmo r espiratorio, si risolvono in uua più precoce sensazione della fatica con i segni che l'accompagnano. Difatti l'esperimento ha prova.to che in tre o qua ttro mintlti le lenti correttive si sono appannate. l\Ii sembra pertanto che debba essPre eschvm. la poss ibilità di mantenere occhiali di qualsiasi fogghl, per correggere un vizio eli refrazione, ogni volta che si debba fare uso della maschera antigas. D'altra parte questo fatto equivarrebbe a dover fare allontanare dai r eparti di truppe operanti tutti coloro i quali hanno un difetto visivo, che pu.rc è compatibile col servizio militare incondizionato. Perciò ho voluto provare se è possibi1e interporrt' fra il vetro della m.asc·hera e il disco di ccllofane la lente correttiva, libera da quals ia~;i armatura. Innanzi tutto è stato necessario che la lente correttiva avesse le stesse dimensioni del vetro del1a maschera, altrimenti, malgrado la pressione esercitata dal disco di cellofane sovrapposto, tendeva a cadere sul margino inferiore dell 'oculare della maschera, non V'l' niva più a trovarsi stùl'asse visuale e riusciva a disttvba.rc piuttosto che a correggere il visus. Inoltre la lente correttiva non combacia con la faccia interna del vetro della maschera, perchè non ha superficie piana. Qnesto fatto ostacola la giusta posizione del disco di cellofane, il quale, a sua volta, non aderisce in tutta. la Rlla snp rrficie al piano sottostantc, più scn~~ihilmente verso i bordi. Vi è da aggiungere che le mollette d 'acciaio, fissatrici del disco, non mi sono sembrate più atte allo scopo, perchè non riescono a mantenere bene iu sito il cellofa.ne e a stabilire quella chiusura perfetta che deve impedire al vapore di condensarsi nei due spazi che si formano per la. mancata aderenza dei piani sottosta.nti al disco stesso (primo spazio fra vetro della maschera e lente correttiva, secondo spazio fra lente correttiva e disco di cellofane). Ho osservato altri inconvenienti: l o l 'asse principale delle dll.e lenti correttive cade sempre all'esterno d ell 'asse visivo binoculare; 2o la distanza fra l'occhio e la lente correttiva è costantemente aumentata. Pertanto le immagini sono meno nette, si ha diplopia alla visione in vicinanza e si manifestano presto siutomi di astenopia.
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L'USO~ DELLA. MASCHERA ANTIGAS ECC.
Ho detto precedentemente che ho usato lenti senza armatu.ra, di uguali dimensioni degli occhiali della maschera; erano lenti negative o positive fra 3,50 e 5 diottrie. Ma ho pensato che dovendo correggere u.n astigmatismo non sarebbe stato più possibile servirai di lenti senza armatura, perc:.hè la applicazione di esse alla maschera deve essere fatta con tutte le strsse norme che si osscrva,no per la costruzione di occhiali con vetri corr<ìtt ori cilindrici o sfero-cilindrici. P er ottenere che l 'asse vis ivo binoculare coincidesse, nella maggiore
misura po!!sibile, con l'asse prin-cipale delle due lenti correttive, ho costruito due dischi di cartone dello spessore di mm. 2 e di dimensione appena inft>riore a.i vetri della maschera, ed ho ricavato nei dischi stessi una apertura. circoln.re, con diametro verticale inferiore all'orizzontale, e di dimensioni idPnticho ad una lente della stessa forma: cm. 5,7 millimetri per cm. 4,5 millimetri. Ho avvicinato il polo interno (rispetto alla linea mediana dclJa m.a ~chera), qnanto più è stato possibile al bordo terminale del disco. H o collocato un disco di cartone dentro a ciascuno dei due oculari do11a ruaschorn., cd ho incas trato i vetri correttori nello spazio precedentementP ricava.to; ho poi sovrapposto il disco di cel1ofane c l'ho fissato con la molla circolare. Ho ottenuto: 1 o t~na. a.rma.tura che mantiene in una posizione costante le h·n1 i correi ti ve· ' avvicinato i dll.C assi principali sino a 6~1u 6 centimE>ti·i. 2° ho
DD. - Disco di cartone. P. - Polo interno del dlsoo.
A .. · ·· --- ...... ••..........
p
st _____ _
FFF. - Finestra del disco obe riproduce la !orma del vetro correttore. VV. -Vetro correttore.
A.- Asse princlpnlo del vetro cor· rettore. d.- Distanza binoculare fra l due assi.
La posizione dci vetri correttori si mantiene costante perchè es:li rimangono fi::;sati nella, finestra ovoidale del disco di cartone. È evidente che questa con.dizione risolve la possibilità di correggere anche l 'astigmatismo: basta iniatti che le lenti abbiano -qna percettibile differenza di grandezza tra il diametro trasverso e l'orizzontale; la qual cosa si ottiene senza inconV'cnienti, pu.re nE>lla costruzione di lenti cilindriche o sfe.ro-cililldriche. n riavvicinamento degli assi principali delle lenti correttive non ha più d::Lto luogo f1,11a. diplopia n(:'Jla visione in vicillanza, denunziata nl"gli
L'USO DELLA MASCHERA ANTIGAS ECC.
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esperimenti eseguiti con l 'altro sistema, nè alla astenopia; la maschera è stata mantenuta da v enti a tr(•nta minuti. Come si sa, pt·r la viRiouo binoculare è necessaria la convergcnz:1, a.ffinchè gli assi visivi cadano sull'oggetto fi ssato. Ma vi ò un limite nf' lh~ misura dei movimenti di convergenza che è dato <<dalla posizione estrema. che gli occhi possono assume1·e in rappor to all 'angolo formato dalle loro linee visuali (Fuchs) 11, Al di qua di cotesto limite anche gli occhi norma.Ji cominciano a vedere doppio un oggetto avvicinato . I o ritengo, (mi c<JrrC'ggano i compet<:nti se n on ho apprezzato benP il fenom~:no) che eseguendo esp erimenti con lenti correttive le quali avevano l'asse principale all'esterno dr ll 'a.sse visivo binocu.lare, div-entava min0n~ l'ampiezzlL di convergenza e di accomoda,zionc del soggetto, e la diplopia si manifestava per una cons<>guC'nte modificazione del punto proRsimo di converg~:nza.. Un'a,Jtro v-antaggio ha dato l'uso del disco, dello spessore di 2 millimetri: quello di diminuire lo spazio che si forma fra la faccia interna <lel v-etro della maschera. ed il v-etro correttore, p erchè resta assai diminnita la sup erficie dei due v-etri là dove non combaciano ; la. stessa. cos~• si Jmò dire anche p er lo spazio interposto fra lente e lamina di cellofa.nc. Insufficiente è però· la. molla circolare di acciaio, che, dovendo servire a. mantenere b ene in sito il cellofane e il disco portante il v<•tro correttore, non ha l a r esistenza n ecessaria. Deve p erciò essere resa più resistent<· o aumentn.n.donc lo spessore, o mrglio modificanilo la sezione; ~Lttnalment e quest'ultima è rotonda; dovrebbe' invece avere base rotonda e un margine interno rialzato, smul'!so, di un millimetro c mezzo di altezza; in ta.l modo non solo crescerebbe Ja resistenza, ma la molla rimarrPbbe più saldatnent o incastrata n€'1l'ocnln.rc• eli gomma dc•Jla ma~clwra.
E--- --
è\{_ - Mo lla fissatrice; sezione ingrun<lito vista di fronte.
D. - Margine interno, ri!llzato, smubSoL - Margine esterno ad incastro.
I o uun ho a.V'ttto :1ltro scopo, c~Pguenùo queòtc <'SPPriPnze p rMiche ch e quello di richiamare l 'attcn.zione degli org<~>ni compdcnti su una que_ stione che ritengo non possa, essere ancora tmscura.ta_ Difatti mi S(:mbr a ~v-idcnte che u.na sol uzione dov-rà adottarsi c che qut·sta non potrà cssei'C il risult<1.to di una improvvisaz ione. Certo è che riuscirebbe assa i facile la cos truzione, con lo caratteristich e d a me indicate, di dischi d i celluloide o di altra, sostanza ritenuta ad~~tt a, d a distribuire insieme con la masch era, a tutti i m ilita.ri affetti da vizi di r efr a.zione, i quali potrebbero, (ufficiali e sottuflìciali) farsi costruire 1e11t~ conettive delle stess~> dimE'n~ioni eh<' ha la lirwRt ra, drl di ~>co ;
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L'USO DELLA MASCHERA ANTIGAS ECC.
ai militari di truppa le lenti sarebbero fornite, ca~o per caso, dai corpi interessati. Tuttavia questo primo dispositivo schematico, che io ho ideato, pot.rà essere soggetto a modi.ficazioni nell'intento di correggere qualche incon· veniente che è in rapporto con la struttura del facciale della mascbera mod. 33. È noto che Heine ha auspicato la sostituzione degli occhiali con vetri ade!>ivi , i quali sono gusci di vetro levigatissi.mi, di spessore inferiore a 1/2 millimetro con due curvature, una sclerale e lUla corneale. Prima di essere applicati all'occhio, sono riempiti con soluzione fisiologica, la quale resta fra la superficie posteriore del vetro adesivo e la superficie corneale Si forma cosi un menisco liquido rifrangente, che modifica il pott>re di rcfrazione dell'occhio. La prima applicazione di cotesta cornea artificiale fu fatta dal Fik nel 1888, ma l!eine, modificando sia il raggio di curvatura corneale, sia quello sclerale dei vetri adesivi, ha ottenuto correzioni di refra.zione di ùivc·rso grado, insieme con l 'adattamento, caso per caso, al bu.lbo oculari:. Il Prister ha anche escogitato un sistema speciale per prendere il calco del segmento anteriore dell 'occhio, in modo che il vetro adesivo sia JIOi -costruito Sltlla impronta ottenuta. I vetri adesivi non si appannano perchè asswnono la temperatura degli occhi ai quali restano applicati; o vi sono i moviment i palpebrali eh(' li detergono. . Sarebbe questo indubbiamente il modo ideale di risolvere la questione, intorno alla quale mi sono intrattenuto; ma il sistema è assai poco diffmo e gli occhiali contirw,an,o ~ mantenere il loro dom,in,io, presso coloro che hanno bisogno di correggere vizi di refrazione. AUTOBIASSUNTO. -
· L 'autore tenendo presenti le difficoltà che vi sono, per chi fa. uso di occhiali oorrettori di applicarli e mantenere contemporaneamente la maschera antigas, ha escogitato un sistema che, senza alterare la struttura della maschera, consente l'adattamento ad essa di vetri oorretrori. Ha poi accennato all'uso dei vetri adesivi in sostituzione degli occhiali.
RIVISTA DILLA STAMPA MEDICA ITALIANA ESTR!NIKBA - -- ·- - -
SANITA MILITARE R elazione sanitaria sull'esercito tedesco nella guerra mondiale 1914-1918. (Bearbeitt·t in der H.eeros-Sanjtilt-sinspektion d('s R('ichswi'l11"ministel"iunw. III Bttnd, B edin 1934).
L 'ispettorato di sanità. miHtarc dd Ministero ùi dift:sa del Rcichs ha pubbli-cato i..n quest'anno il terzo volume della relazione sanitaria riguardante l'esercito tedesco nella guerra mondiale 1914-1918. La relazione fa una dettagliata esposizione di quella che durante il grando conflitto f u l'opera svolta dalla sanità militare, che non solo dovette far fronte alla cura di numerosi malati e feriti, di molti colpiti dai nuovi m ezzi di offesa, cho venivano impiegati e che imponevano la pronta soluzione di nuovi problemi sanitari, al trasferimento dalle linee di combattimento alle unità sanitarie da campagna e da queste agli ospedali tenitoriali di un numero J"ilevante di malati e feriti, ma. anche in ottemperanza. a superiori disposizioni, dovette organizzare ed attrezzare nel modo più completo possibile le tmità sanitarie da campagna, onde curare i.11 esse tutti gli individui recupera.bili e così rendere pi~t facile il compenso delle perdite che continuamente si verificavano nell'esercito Ùl seguito alle operazioni. Già nei primi mesi di guerra la necessità di allestire nuove formazioni e d i compensare le rilevanti perdite in malati e feriti richiesero che le disposizioni fino allora. vigenti per l'idoneità al servizio militaro fossero opportw1am.ento moclificate. Con la legge 4 settembre 1914, mediante apposito servizio di rassegna, furono sottoposti a. visita tutti g li uomini fino allora riconosciuti non idonei ed il l'ÙIUlt.a.to di tale revisione fu che il 50 % di essi fu dichiamto idoneo al servizio militare nell'esercito mobilitato. L'esperienza poi dimostrò che molti di tali individui, che sembravano deboli, m.a n on ammalati, risentirono benefizio dalla vita in campagna: disturbi nervosi scompa.rvero, convalescenti rapidamente guarirono, leggeri disturbi cardiaci migliorarono, ecc. o si ottenne così un notevole recupero di uomini. E s ulla base di taio ~sverienza. una revisione generale ebbe ancora luogo verso la fine d el 1917 por opera d i apposite commissioni cd anche con buon ri~ultato. Corl8id~razioni generali 8ulle perdite e aul ·movimento ammalati. Secondo i rapporti sanitari durante i quattro anni di guen·a furono curati ù1 campagna e negli <>speda.li territoriali 27.185.917 feriti ed am.m.alati, di cui 19.471.917 (= 7160fo0 ) in campagna ed 8.714.000 (= 284 °/ro) in patria. Di tutti i partecipanti alla guem1. (13.120.000) si ebbero per ognuno due trattamenti medici o precisamente su 100 com· battenti 164 malattie e 43 ferite, in totale 207 ferite e malattie. Da ciò una prima d eduzione che se alcuni combattenti mai ebbero bisogno di cura per ferita o malattia, molti invece furono più volte ricoverati in luogo di cw-a. Ancora su 1000 della totalità di ferite e malattie (27.471.917) vi furono 209 ferite o 791 malattie : quindi tra ferite e malattie si ebbe il rapporto di l : 3,8. Infine dei malati e feriti curati si ebbe il 94,5 % di guariti e restituiti jdonei alle writà combattenti, l'l, 7 % di morti ed il 3,8 % di non più idonei al servizio militare e quindi da considerare come perduti per l'esercito. L a mortalità nell'esercito mobilitato dal 2 agosto 1914 al 31 luglio 1918 è 1·appresentata. dalla cift'tlt totale di 1.202.042 e precisamente ù1 cifre percentuali dal1'80,9 ~/00 dei combattenti p er ferite (di cui il 58,9°/00 morti sul campo di ba t.taglia), dal 9,4 °/00 por malattie, dall'l 0/ 00 p er accidenti e dal 0,27 °/00 per suicidio: totale 91,6 °/00 • Ta le c ifra di m ortalità sale qualora si ti t'n conto che vi furono 771.669 dispersi e su quest.i si deve calcolare una percentw\le di morti, che, p er quanto non pre{:isabilo, è da valutare, secondo le norme gf'rlcrali di stati~tica, sul 50% dei dispersi. A tali cifro di perdite vanno aggiunte qttelle risultanti dalle statistiche di tutti gli <>SfJ<'dal i C't l a llora le pPrd ito pt•r mort~' usccndouo iu cifra touda ad 1.620.000.
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l~IVISTA DEf.Là STA:VIPA :\IEDICA l'l'ALI:\Nà
E STRANI ERA
Como non più idonei al servi~ io furono aUontanati dali 'esercito 702.778 uomu 1i. con una m'Jrlia annua di 175.695. Di questi la percentuale più alta si ebbe p .... r esiti d i ferite. il.fovimen.to ammalati e feriti. - Dalla disamina' dei rapporti sanitari dal 2 ngosto 1914 fl.l 3 1 luglio 191 8 si h a un quadro abbastanza chiaro non solo d elle p erdite subite tln.ll'c..~crcito tedesco (mo1·ti, disporsi, non piò idonei), ma anche um1. vii!ÌOHe prl'cisa di quello cho dovette essere il grande mov.im.ento eli ammalati e fe riti e dei compensi notevoli che fu necessario attuare per mantenere al completo ed in ctf1cienza il numero dei combattent i (13.000.000 in cifra tonda} fino a l termine della guerra.. Rilevante fu perciò il movimento dei malati e feriti, in quanto si ebbe una media m on.<;ile di 175.000 di essi trasferiti dal fronte in ospedali da campo e di 86.1)00 tra<>feriti in patria, senza tener conto, ed all'uopo mancano anche l!li cl<>rnonti d i v~tlutazi one, dci trasferimenti numerosi che dovett-ero attuarsi ti-a i J iversi ospedali. Ta li cifro dànno un'idea dei mezzi di trasporto. e.he iu necessario apprestare, perchè · tutto questo vasto movimento fosso r egularmente espletato. L e jerite. - In media in quattro anni di guerra un terzo (333,9°/00 ) d"'lla forza effettinl. ùell'csorcito m obili tato fu fel'ito. D ei fe riti però circa. i 2/3 ftu-ono recupcrati e potf>.ttero e:<sero dimessi dagli ospedali da campo o territoriali di nuovo idonei a l sen·izio noJ.l'escrcito mobilitato. Dai rapporti sanital'i ancora ris ulta che utl terzo dei feriti fu curato solo pre,so i corpi o negli ospedali da campo e fu dimesso idoneo al servizio in campagua, un terzo divenne idoneo in seguito a cura in ospedali territoriali ed un terzo comprende i non più idonei a l servizio (61,7 °/00 ) cd i morti. Uno studio con"\!)A.rativo dello p erdi te per ferite subite dall'esercito tcde~:-eo rispetto a.gli altri esercit i (francese, inglese cd americano) mette in rilievo che mentro il mm:tero percentuale dei feriti avuti dall'esercito tedesco è leggennento supm·iore a. quello degli altri eserciti, tuttavia il numero d ei guariti è ncttamellt<' superiore, onde ne risulta ohi" le perdi te effettive subite per ferite sono poi i nfer iori a quelle d egli a ltri eserciti. I nfatti s u 1000 110mini l'esercito tedesco ebbe 333,9 feriti, di cui 46,2 m orti in primo tempo, 17,3 s uccessivamente e 270,5 guariti, m entre l'esercito franct·se e bbe su 1000 uomini 320,3 feri ti, di cui 58,7 mort.i in primo tempo, 21,8 succe~;.;ì vam.ente e 239,7 guarit-i ; analogamente l'o!:òercito inglese su 296,3 feriti s u 10\10 combattenti ebbe 47,7 m orti in primo tempo, 19, 1 successivamente o 229,5 guariti. Cifre più basse si hanno nei riguardi dell'esercito americano. Qui la relazione mette molto opportunamente in rilievo che il numero (lei morti in seguito a ferite nell'attuale guerra è stato d i circa il 50 % inferiore a quello della guerra franoo-prussiana 1870-71, in cui su 143,3 fe riti pe r mille comb~~.ttent. i si ebbe complessivamente in primo o secondo tempo una. m ortalità <li 34.7. Ciò va. evidentemonto attribuito alla. più p erfet.ta organizzazione del servizio sA.nitario tedesco ed alla. progredita capacità tecnica del personale, tanto pil1 fòO s i tiene conto della ma~i ore potenza dei m ezzi offensivi impiegati e d el numero rilevante di feriti che si dovette curare, specie durante i p eriodi di a zione. La relazione contempla. ancora le ferite in rapporto all'agente vulnerante €' mentre nel primo anno di guerra per una ferita da arma bianca si e bbero 54. 7 ferite da anna. da fuoco, rapporto presso a. poco uguale a quello osservato nelln guerra franoo·pru.'>Siana. 1870-71, tale rapporto negli anni successivi si spostò pro· gressivanwnte in favore delle ttrl'l\i da. fuoco e nel qutlrto anno p er <>gni ferita da arma bianca si ebbero 318,3 fol'ite da arl'l\A. da fuoco; rapporto ohe riesce agevol· mente compl·ensiloile qualora si tengano presenti le caratteristiche d elJa receni e guerra ed i progressi attuati nei mezzi di offesa. Per quanto rig uarda la distribuzione dellle ferite in rapporto alle diverse regioni d el corpo d a.lla re lazione si rileva una. grande prevalenza delle ferite degli arti. che raggiungo no il 63,6 %, di ctti il 34,6 interessante gli arti superiori ed il 29,0 g li arti inferiori. Le ferite alla. testa ed al tronco raggiungono cifre percentuali poco differenti: 14,4 e 14,6 % rispettivatnento, e le ferite al torace (6,2 %} preval· ~on o !;11 quelle dell'addome (1.9 °~). Cifra percentuale di!':creta, 5,9 °~. pr!'sentano lo fcrit<' della oolonnn V<'rtdwal(' . '
ll61 Infine il rapporto tra le feritA' e lo divc r;;c tHini d a fu oco è così mppre;;c· utat o : l i,S d a fuc ile o mitmg liatri ce, il 4,9 da :;coppio di mina , il 0,8 da bomba ~~ m tm o, il 0, 4 da am1a non cnno,;ciu ta. Sono ne lla re lazion t> in cnpilolo a parte co nsiderale due ~m,·i compli ca11ze delle forit,o : l ' infezione totan ica e 1.1 <.auu:rcna gus.;;;osa. La. prima. fu molto fr<'quont.c n ollo glH?r rc p •·<•ced c·nti: fu o:«...;c•rvata nPl 2 Q/00 dc i feriti n e lla guerra di :>ccossione a •ued cana, m· l 3,ii 0/ 00 n e lla guena fran coprussiana 1870-7 1: n oli ' ul t ima gmnd•• guerra n e ll'<'S<'rcit.o tcclcsc·o •·aggi u!IRI' n l'i quatro an n i eli g uerm. h't c ifm totale ù i 2,9H, pari c irca a l O,<iOOJo~ d i f(· rit i. fmp•)•·taule è il r ilievo c hc i casi d'inftlZiOn<' t;l)tauica pitl frequen ti no i primo annn cl• ll:l~<'ITIL, in :(;egui to a p•·eciso norm~ pr·ofilat,t iche attuate, diqmt.arouo molto rn.ri lll',!!li U111Ji successivi. Circa la cancrena gassosa la r C'lnzionc in hu.so a ùnti isolai i fo l'llit,i eia a lcuni rapporti sanitari conc lud(• p er la rarit.à eli t.a le complicn nza. n on pnò foruirC' però l'le JUenti precisi p er un giudizio, in quanto es,.;n ll('t d ett.i r ai'IJOrLi "l'C':;;;O ò indicata sotto altra nom·,nc lnt ura o aclùiritt,w·a n on riiJOt·tatu. ~u 100 ferite il 76, 1 fu da artigli,·•·ia, il
Le malaUie. - In un capito lo a p art,C' sono ripot·htt.i i d ut i l'if!lU:II'dnnti lo nNln.ttie sia in geHr-ra lfl che in rnpporto n lle :"ingo io forme m orhuS<I ( lOil particolttr'(l ritcrimento a Jlue lle da iniozion<' . In totale il numer o d egli amrn(lht~ i JH'i q11a ltro anni d i gm'ITU rnggiunso IIJ!ll ('i fra percentuale m cd ia d i 876 °/00 d i'li n. forza d 'f.•HiYa n C' Il 'I"'!<Pr·cito m obilita to. D i essi i 2/3 so no da con;;iùer a re C'omo h•gg<'ri, tttnto ch e furo no cum t i pr<"sso i cu1·pi, l/3 nogu ospedali da <:ampo e da questi ttlcuui fntcces.-;i,·am.. nte tl'i\~feriti in ospedali in p atria. T t-.lo alta m oJ'i,ilitiÌ è di agC\'OLe rompre nsionl:' qualor·a s i cnnsiderino le partico lari condizioni d c ll ~t truppu. in crtmpa~na, p er cui viellc abbas,:;a.ta la rPsistenza orp:A.nica, m a ancora il fatto c he n l"'l le succp,.:,:;i,·c rtwi~ioui furono a •·ruola ti ~d inviat.i n(•lle uniti~ nwhili tatc ~tmdlP individui affetti da stnti m orbos i, ch e p or le esigenze particolttri dt>gli or gnn ic i furono g iudic:n ti non inabilit anti. i\fi limito a qualch e osqervtlzi ono pa rti coln.rl"' sullo, m orb ili bà p er malattie do infrzione p er noi m olto impor tant-e o nolla rc ln·z ione d ett,agliatament(' riportata ed A.lla segnalazione cii dati più sig uificativi iu l'appor to a lle mnlattio di mrtggiore importanza . Ne ll'eserc ito m obilitato s i ebbe la seguente m orhilit.\ m edia s u 1000 uomini di for?.a: va.iuo lo 0,04; !!Cndattina 0,4!); m orbillo 0.24; difterite 2 .3; febbre tifoide 6.l; tifo esant.om atico 0,69; mal t<ri t~ 18.8; infez io ne grippale 294,8; tubercolos i 5,6; clissonteria 11,4; colera a'<ia tico 0, 48. Grande fu la p ewce ntuale d e lle m a lattie infìtunmrtto ri c d ei p o lmon i ( 16,1 Ofo0 ) , della pleura (21 ,5 °/00 ), d e l r eumatism o articola•·o (55,2 °/00 ) , d e lle malat.t.i~ cardiache (76,0 Ofo0 ). Quest'ultima cifra d i mo !'IJilità. c hi' appare crl è cospicua, è agevolmente comprens ibile , qual ora s i p ensi c he il b is<Jgno d i u omini costr in!'o ad amm'lttere ~\tti·twe i':JO le ripet.uttJ 1·ovi::;ioni ne lle fil o ùd l'oi<tJrcito anch e cardio patioi. che all' osam'J d e ll' apparato c ircolatorio m ostravano stato di compen so innzionale , compenso c ho I L~ vita faticosa in campagna o il sopraggiungcro di altr a malattie facilm'ln tc p otctte turbare f\ d ote1·mimtre fenomeni di scompcnso. Chiudono la relazio n~ i dati rolativ i ai colpiti da aggressivi chimic i e che dal lo gennaio 1916 al 31 lu~lio HH8 ammontano a 78.6H3. i\Ia.n.ca.n o i dati ad essi r e lativi prima di d etto p eriodo, in qua nto tal i mnrnl\lati vonivnno n ei rapporti sanitari dal 2 agosto al :31 dicemb re 191 5 compresi ne lla colonna generica • altre m a lattie n, onde i compilator i d ·'lla relazione CL'ì:!Ùono eli pote r calcCJiare una cifra comple:>Siva di 80.00~. di c ui 1'87,5 % fmono curo.ti in ospE>clali da campo. In compl e:>So s i ha una percC'nt.ua le di colpiti daga:; pa r i ad 1,6 ·~;, di ferit i. In tale capitolo la r ;:,lazion<' m C'tto in cvid,• nz~t i quadri morbosi più frequenti t> più importanti d eh'I'JUtna't.i da. a ggressivi chimic i, rico1·da le norme p er i primi 80CCot·.oi. il trasporto, ilricovoro e la terapia d e i gttssati. D escri\·e infine l 'evoluzion e d e lla maschem antiga.<> ne i diversi p eriodi della g uerra, a seconrla che nuovi aggr~ si vi chimici ve nivano impiegati, come pure i m etodi di disinfezione di questo m ezzo d i protezione . Sotto t,ale riguardo le comunicazioni contenute nella r e laz ione nulla. aggiungono a quanto da no i è già noto. D a tutta la r e lazione, corredata. di numerose t avo le dimostrative, c he cost.ituiscono la seconda parto di essa, risulta la p erfettA organizzazione d ei servizi
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ll.!VISTA DELLA SPAMPA MEDICA ITALIANA E STRANIElU.
S<lnitari nell'esercito tedesco durante la guerra mondiale, organizzazione che nel campo terapeutico, specie chirurgico, ebbe la dimostrazione più precisa nello scar::;o numero di invalidi e di morti in soguito a ferite. Ancora è da mettere in r iJievo il grande numero di malati e feriti curati negli stabilimenti sanitari da campagna, la cui attrezzatura fu perfetta come personale e come materiale, onde fu possibile un grande recupero di uomini ridiventati idonei e quindi in condizioni di es."ere nuovamente inviati nelle formazioni di combattimento, che in tal modo, non o»tante le p erdite rilevanti, non perdettero mai .la loro piena efficienza. Di solito furono t ra.qferiti negli stabilimenti sanitari tel'1'it.oriali solo quelli, p er i qua li era prevedibile in conseguenza della. ferita. o malattia. uno st.ato di inabilità o per lo meno una cura di lunga durata. L1fine le. scarsa percentuale di m.orbilità per m.alattie da infezione, specie le più gravi e che influiscono sfavorevolmente sul morale dei combattenti, sta a. dimostrare le precise norme e diret.tive profilattiche emanate e che, b en attuate, tlOllSAguirono, nelle condizioni ambientali le più sfavorevoli, risultati veram<'nte cospicui. Del ricoveri adibiti a posti di soccorso. (Croce Ro~<.-a; A. IX, n. 7.- R oma, luglio 1934·XIIl.
A. RollfA>'<I e A. l\IAoRONE. ~~·
Second o le opinioni correnti, la guen'a futura non sarò circoscritta alle Y <'r e e proprie zone eli combatt.imento, soltanto, ma verrà. este;;a. alle più notevoli città dell'interno; a località di maggior traffico; a centri di comando, direttivi, iwlustriali, ecc., che, senza risparmio dì offese, vcrrnrm.o at.taccati a mezzo di velivoli oon proietti esplosivi, incendiati, chimici, d'inaudita potenza. In t.ale ipot<>.o: i, la difesa antiaerea. as.<;urge a capitale importanza e s i presenta sott.o l'aspetto di un problema. oltremodo complesso, di cui il nucleo più importante - per i mn.a:riori ostacoli cho offre alla suo. pratica soluzione - è costituito dai ricoveri pa la popola zione civile. Beninteso, ricoveri di protezione in genere e, in spocio.l m ori o, d i quel li da. d estinarsi a posti di soccorso sanitn.rio, i quali d ebbono accoJ;tl ie re ),~sionnti che possano tro\'e.r modo di "riposarsi ed essere curati N. È p recisamt'nte a quest'ultimo quesito che gli AA.. hanno limitato la loro atte nzione, nell'int<'nto eli giungere all'attuazione più idonea. PremP.c:so che i ricoveri, di regola, debbono essere ragguagliati ai bisogni d <'lltl popolazione residuata. dal pre visto 11jollamento e considemt<> gli indispensabili r·equisiti che debbono pos.<>cdere - buone. resistenza m C'cce.nica alle bomb<' di aeroplano, sufficiente pw'ezza dell'aria. interna, impermeabilità. o.ll 'atmosfera. e a i ~as dall'esterno - si sofferma.no sulle caratteristiche costruttivo dei tre tipi fonda· mentali: a ereo, in superficie. sotte r1·aneo. Dall'esame d ei pregi e d ei difetti eh ~ o~nuno di essi presenta, concludono col daro la preferenza a l ricovero sotterran ••o, s ia quef!to prcooistento e da a.dattarsi allo scopo, sia di nuova installazione; come pure, contemplando i due casi principali: di ricovero coiJettivo e di ricovero p<'r limitato numero di persone, giudicano queat'ultimo come il più appr opriato e ncccnna..no alle caratteristiche edilizie d i esso. Succes.~iva.mente, gli AA. s i occupano dei ricoveri s peciali; prendono a tra ttare (l ei « po~to di pronto soccorso tipo, ad uso della Croce Rossa » e, riferendosi n Ila s ua spocifica. funzione, d ettano le norrne riguardanti la. costruzione rnuraria. ai fini di provvedere alle esigenze della. respirazione, alla. disposizione e destinazione dei vari locali, nonchè alla fornitura dell'acqua potabile e della luco art.ifiria.lC'. Com'è n~;tturale, la. mas.'!imo. importanza è conces.<;.a dagli AA. al problema d el r ifornimento dell'ru:ia - bonifica di quella viziata, o ricambio costante con que lla estema - in rappOL·to alle clue ipotesi che vi si connettono: ricoveri ermPtici . o ricoveri filtrant,i. Per quelli ermetici. si diffondono a. esaminare i dati di abitabilità basati sulle già acquisito nozioni di fL'iiologia d ella respirazione e, rin."'-~U· m ondo i dati fomi t i da. studios i bon not i, procedono ai calcoli re lativi per st.abilirf' il fabbisogno di ossigeno per le persone ricove rate. m quanto a quelli filtra nti - che es.~i trovano più indicati all'uso di posti di soccorso sanitario e quindi d i protezione per: feriti, lesiomtt i da. ustioni o da aggressivi ch imici e personRio sanitario al lavoro - trattano delle modalità tecniche d 'impia.nto rigua.rdant.i ngualm('n.te la ,fornitura d ell'aria, passando ai calcoli necessari p er stabi)jre il
IUVlSTA DELL.~ STAllPA MEDlOA I'rALL\N"A E STR.;\.NlERA
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Cabbisogrto di es3t~., secondo studi analoghi elab orati da autori accreditati e spec ia lizzati o t•ipctuta.ment e consacrati in precedenti pubblicazioni. Si occupano perciò d ei dettagli edilizi e d ella postazione delle tubature p er il rifornimento dell'aria dall'P-sterno, accennano agli apparecchi-filtro e al fLmzionamento d e i v entilatori-aspir·atori, nonchè a lle caratteristiche d elle condotte per l'eliminazione dell'aria viziata m entre, per tutto il complesso riflettente l'arredamento generalo o speciale e lo. tabella. n umerica del p ersonale di servizio, si rimettono allo provvidenze che la Croco Rossa Italiano. o.vrà preventivamente concretate. La pianta d el ricovero e le arutesso sezioni: longitudinale e trasversa.k, completano la m emoria. Noi ci dichiariamo lie ti rli rilevare il lode,·ole zt>lo che ha iRp irato gli AA. a portare il loro contribut-o di studio e di osservazione sopra un tema ohe, oltre all'e vide nte notevole inter esse che prt>~{'nta, ri,·eRte anche il camtter e di gr~~>nde attualità e . massimamente, per avedo fatto s(•guendo sorie direttive scientifich e. L ' a rgomento, con.<;iderato almeno nelle sue linee generali, ha già larga.mentf' inte· refiSato la letteratura mondiale; sonondrè, lo applicazioru pratiche - n ei riguardi d e i risultati concreti e proficui del fum:ionamento di un • posto di pronto soccorso protetto » ad uso dello. Croce R ossa o c iò stante pCir la popolazioni-l civile - stPntano purtroppo a constn.tarsi, se non si vuo i suppot·re che es.<;e facciano parte di tm piano di dispo:;izioni di servizio mobilitato e quindi segreto. Cosicchè, a nche nella m onogralìa d i cui ci occupiam o, ci sembra che lo svolgin'\Pnto non r·isulta completo in t.alnni dettagli: pt>rchò troppo sche letrico nelle gpneralità e circoscritto a un ramo soltanto - sia pw-o il piLt os.<;Pnzialo - dolla questiono. Ne cons<'gno che lo sviluppo, tanto necessario e rca.lmento giovevole, non apparo ade!!uato a quello ch e - sia da.l t itolo d ella. memoria e sia dalla ste.«Sa specialità dell'apprezzata Rivista che l' ha ospitattl.- era lt>cito a.ttendeN!i e c ho sarobhe ritL~c ito o lt.r·emodo proficuo a lla realizzazione di uno dl:'i più notpvoli compiti della difesa antiaerea. E così, ad esempio , nPI cnso grnorico, non si fa alcun accenno alle previggenti disr.osizioni p er l'adattamento a • ricoveri improvvisati n di locali, o stabili, fra i p1ù appropriati allo scopo: gallerie, locali sott€'rrnnei, edifici scolastici, laboratori industriali, stabilimenti di ba-gni e docce, dif!pensari, ecc. UgualmeJtte e anche limitando le o;;.'lervazioni al pr·cciso compi to prefìssosi dagli AA., avremmo stimt~to utile che f OR'l<' stata considPr ata l'oppor tunità - nolla ùi,·is innP e distribu1.iono d e i locali - di t~ner conto deliA. di,·ersità. di srs.«o degli eventuali ricov-oro.ti, specie quando si dovessero sottoporre a bagni e docce e, ciò che puro import.a, d i evitare la promiscuità d ci colpit i: feriti pPr eRplosioni, ustionati da. incendi, le.siona.ti da aggressivi chimici (principnlmente dai vescicatori, o caustici), in dipendenze. di che occorreva, sia pure in succinto, trattare della. peculiare siAtemnzione o con seguente equipagg iamento d E'l ricovero per posto di soccorso sanitario. Ci s ia consentito sperare ch e i!tudi successiv i possano condurre a uno. maggioro elaborazione d e ll'argom ento in maniero. oh o, da qn este sommarie premes.se, po.<;;;a trarsi lo stimolo a considerare il qursito con vrdute pi~r ampie, git m~rcndo a conclusioni che lo facc iano ritener e - ai fìni pratici che s i vogli ono raggiungere como intcrament.o sviscerato e con ri.<;ultati compiutamente pcrf<.'zionati.
A . PAoNtEr,r..o. KooNTs. - Gli sviluppi del dopoguerra negli aspetti medici della guerra chimica . (C'hemical W arfar e, vol. 20, n. 2, aprile 1934).
In questo articolo il maggiore mNlico K ooHts rin.->Sume i risultati d elle ricerch_e compiute nel dopoguerra -dal Serv-izio chimico americano, o che inter<':<:>ano gh ufficiali m ed ici. Studiando il t.mttam.ento dei colpiti da fosgene, VEDDER c SAWJER seziona.r~no ambedue i vag hi in w1 gran munero d i cani, allo scopo di controllar e l'ipotesi d1. LAQUER o l\!AoNUs, che la produzione dell'edema polmonare sio. dovuta a stunol~ riflesso delle fibre vasomotrici vagali . . GJ1 es perimenti dimostrarono cho l'edema s i sviluppava con uguale prontezza. ed unpono nza nei cani vagotomizzati ed in quelli di controllo. P erciò ogni strada. al futuro sviluppo d el t r attamento d ei fosgena.ti non è chiusa, come lo sarebbe so
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RlVISl'A D F:LLA STAMPA MEDICa I TALIANA E STRANIERA
la t.()orin. di LAQUER e MAONUS fosse giusta, poichè, come è noto, non esiste fMmaco capace di bloccare gli impulsi vagati, nè, d'altra par&<', si p otrebbe penstll'" in questi casi ad intervento chirurgico. Gli stcs<>i autori trovarono utile, nella cura dei fosgenati, l'impiego d ell'ureasi, <l.,IJ 't'm':ltLnu. e di iniezioni e ndovenose di una soluzione di gomma e glucosio. \V ALTON e Er..oRtoGE dLmostrarono l'efficacia terapeutica del c loro n el trat· ta•n ' nto dei colpiti da. ami ne. ~ella terapia dell'intossicazione da ossido di carbonio, in seguit.o a ricerche spt.r·im~ntali, viene rRocomandato come metodo d i scelta. l'uso di ossigeno puro c lw è pii1 fa:!i lru mto disponibile della. miscela ossigeno-anidride carbonica, e che, d 'alt.ra pn.•·t.e, è stato riconosciuto egualmente etticace. Indttgini su a.nimlli da osperim~nto provarono che nella grande maggio· ran<.a ùt~i casi che vengono a guarigione, non si verificano p ostumi irnportanti a Ctl.l'it:o d r;(li organi res piratori, quando gli animali sono stat.i sot.toposti all'azione d t' i principali aggrcssiv1 clùmici. Koo!H'S cou ricorc:ho sui gatti confermò l'os.o:;erva.zione clinica che In gassa.· zio rw non predis pone a lla tubercolosi polmonare. Noi riguardi particolari dell'iprite ri:;ultò anzi a qursto autore che essa possiede un effe tto iuibitorio sullo s ,·il11ppo di lesioni spN•ifiche a carico dell'apparato respiratorio. Uno sp)cialr g ruppo di r·iccrche, condotte da vari autori, riguat·da l'iprite. ALBERT c ELDRIDGE trovarono che questo aggressivo, m •mtre p enetra rapidamente nr·i trssuti, v i p ('rm'\nc poi irnm:>dificato per alm'Slno diciotto ore, mentre LAWSON e RrED, St"Lgain.ndo il ffi')do di reagire d e ll'iprite con numerosi aminocomposti, e bb,•ro ri.,;ultati che conf.mu.'\rono lo. teoria che l'azione vescicatoria ù oll 'iprite Ria d <> ntt.a a. reazioni con i costituenti d elle cellule viventi. L AWSON e DAWSON' i:nl1>1t'.1flO i prodotti di clonuwz;ione dell'iprite, e trovarono che ess.i non hanno aziom• vescicatoria, occett.o due che la pos.'!iedono in misura. m olto atwnua.ta. ::i·•rn!)re in t <'ll\'\ di m~ccanism:> d'azione d e lle sostanze WlScicatorie f) trat· tam •nto 'd oi colpiti, Bn.owN' e SooTT hanno studiato sperimentalmente vari fat.tori chi' >t~calcrano o ritardano l 'a.<~sorbirnento dei farmaci per via cutanea. Questi autori sono ve nuti alla cor~clu'!ionc c h e la p enetro.zione attraverso lo. pollo & molt.o più probabile se tm composto è solubile contemporaneamente nell'acqua e n e i Jipoidi, se c.:;so viene applicato in soluzione acquoso., e se l'assorbim.l:m to viene favorito m"d iapto il calol'e cd il massaggio. Alt.ra ricr rcho riguardano la. natura della cosiddetta pncumonite chimica. l P c m dizioni d i ri:},; pirabilitfl. dell'aria nei sottomarini, l'uso d e lla narcosi nvert.i· nica. noi trat tttm mto d ell'edema. p:>lm'>nat"e prodotto da irritazione chimica. L'A. ricordo.. infine, il li bro • Aspotti m J dici della guerra chimica.» pubblicato dal eol. VEDDEtt quando orA. capo d ella D ivisiono Ricerchr Mediche del Servizio ch,im;,...o am~ricn.no. e che è risultato di grande utilitl~ p er gli ufficiali m 9dici d el· ~'~''~'l'C ito e d e lla m'l.rina. degli Stati Uniti. L'ttrticolo del mq.gg. KooNrs rappresenta un utile ed intoreossante aggiorni\· m"nto. ill w;trando il contributo portato dal Servizio chimico america.uo nelle ricl' rcho biologiche che riguardano la. guerra. chimica. FERRI.
Mu-:-.-rsCH. -
Errori riguardanti le possibilità di protezione e di soccorso rontro la
azione dell' lprlte. (G1.1.sschutz tmd Luftschutz, dispensa l a, 1934). Uno dei p iù gravi e complPssi problemi d ella. protezione contro gli aggressivi chimici d ella guerra, a. prevA.lente azione voscicatoria , è quello della dift>sa della cutu. In questo campo si è poco o nulla. progred ito su quanto si sapeva o s i cono· i'CeVtt durante l'ult.im'l. guerra m'Jnclia.le circa l'adozione dei vocohi «scafandri• antipritici con cappuccio, calzari e guanti . «Scafandri • ed accessori confezionati in tt~:>suto itnperm'labile all'aria e quindi il loro impiego rappresenta una causa, non tra.c;curabile, di inconvenienti, sia nella riduz:one della capacità lavorativa, sia di carattere fisiopatologico. Infatti i portatori di questi indumenti, che attE'n· don o a qualche lavoro, sono, già dopo pochi minuti, sottoposti ad un aumento della temr>cratura fino ai 38o, od in estate, ai 390, L'individuo, p or la. enorme sudora· ziozw, data l'abolizione dolla funzione termoregolatrice cutanea, viene a tronu-si ben pr•·:<tl) immerso in una atmosfera satura di umidità sonzo. la pos..:;ibilitit di
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potere disp::ll'dore all'esterno il calore che si produce nelle combustioni organiche e con la p :mibilità; non rara; d ella produzione di vari e propri colpi di caJore. N è m~no gravi sono i disturbi a. carico de ll'apparato re::;pira.to rio e ca.rdiova.scolaJ·e e che si m !l.nifesta.no con p olso piccolo molto frequente, s uperficiale od aritmico. Inconvenienti che fìni"lcono con l'i11c ide re grande nlente sull'attività de i «portatori• e che ne limitano l'impiHgo solo in d eterminati episodi e contingenze e con tutte le precauzioni de l caso. Tentativi, ricerche ed esporÌJ:Ì:l,enti, per risolv\"re questo problema, ne sono s tati fatti, anche in Italia., m.a. con esito quasi scm.pro noga.tivo p er le grandi difficoltà che s i presentano allo studio ed a lla. risoluzion~ . Il .\iuNTSOH, m~g~iore m 3:lioo direttore de lla sezione di fisiopatologia. antigas di Berlino ed uno d ei più competenti in tossicologia c.li guona, ha. e.<>cguito una. serie di esperim:mti per sta.bil'iro se è possibile di sostituire, nella protezione cutanea, gli «scafandri u con pom~te a baso di po~rolio (o.ntiflogist ina, glichicol). I resulto.ti sono riusc iti negat.ivi. Qualunque pom~ta. s pa.lll:\a.ta. sulla. superficie c ut.a.nea., qualunque sia la. s ua composizione, col trascorrere d el tempo, si essicca., l:lia por l'azione del calore irradiato dalla cute stei:l.~a. s ia. p er l'a-zio ne de ll'aria esterna e quindi si scropola e divie ne così, p arm.".la.bile a.l ~a.s, m 1ntre d 'altra parte, non risol ve la. questione cle lia. tra-spirazione cutanea che rim~ne compromessa. do.llo strato protettivo della. pon1ata.. . L'A . conclude a.ffe rms.ndo che le p omate la. cui composizione sarebbe adatta a proteggere contro l'iprite, no n sono sw~oettibili di impiego neanche come misura. di pt·onto soccorso por strofin a.m 'lnto de lle parti colpite. Trova. effica-ce, a. quest.o scopo, o s empre che non s ia. tra.«corsa. più di m ozz'ora., dall'avvenuta ipritazione , l'uso d el p etrolio e dei suoi derivati (chenll~ene). Sampre secondo il MuNTSOR, s i dovrebbe dare un altro indiriz-zo o. queste ricerche, fondandosi sulla. spocia.lo rosistouza che presenta. la cute d egli uomini di oolore (razza nera) all'iprit;e. La cu te nom de ve ttuindi possedere delle sostanze protettive che, con tutta probabilità, risiedono n e l pigmento: verso la. indiv1dua.lizza:i!lione di quer;to e le sue proprietà. dovranno orientarsi gli studi per l 'a.lle stim..9nto d egli indurn~.mti protettivi contro l'iprite. Infine, l'A .. tratta de lla b onifica totale (bag ni, doccia a.ntipritiche): quando bisogna presorivorla e le m odalità. per eseguirla. Stabilito che quanto prima. si potrà effettuare la. bonifica. totale, tanto m\\g~iori saranno le probabilità di otten ere buoni ris ultati (in ogni caso non oltre mezz'o ra dalla. oonta.rnina.zione}, passa in ra.s'!egna. l'e ffbac ia di tutte lo soluzioni noutra.lizza.nti fìn'oggi consigliate (cloruro di calce, perm.~nganato di K , etc.), fa.oontlone rilevare gli inconverùenti, le difficoltà ed i d ist.urbi. E conclude che s i ro.ggiunge, ciò che noi abbiamo sempre -aostanuto, ugualm';)nte lo scopo de lla. borùfica. con un bag no a doccia. con semplice a.cqll.a caldà, rlopo avere bene i ns a.ponato il corpo. Ri riesce così ad eliminare tutte le grandi diffi(loltà. di ·ottenore de lle soluzioni titola.te medicate e sopratutto g li . inconvenie nti di quelle al pormt\Ogfmato di pota.."lSio, tuttora previs&e dalla n ostra -organizzazione di bon.ifica totale cutanea. antivescicatoria. · l\'IANIERI.
A. H uszEZA. - Caratteristiche della morbllltà del personale volante dell'aeronautlea militare. (Lekarz Wojskowy, 1° luglio 1934).
L'A., o::>lonncllo m )dioo rlirettoro del Cent ro di sturli medici p er l'Aeronautica in Varsavia, esamina la fltA.t,istica sanitaria. rig nar·dante il pe1'6011ale volan te dell 'Aer onautica militare polacca nel quadriennio Hl~0·33. Le relazioni sanitarie annuali, fornite dalle unit1\ a e ronaut ic he, han no dimostrato una diffOl·enza. essenziale nella m orbilità. e m•>t'tA.lità de l pet':'lOnn.lo volante da una parte e di tutto l'esoreito dnll'a.ltra. Così la m orbili tà generale di que.c;to personale è 2-3 volte supe riore alla m orbilità de ll'esercito e la. m.orta lit.h ò 10 vulte più g rande. Le lesioni traumatic he occupano il pt·imo post.o con una rnndia de ll'85°/oo ·(11eH'esercito 130/00 ); le nevros i sono al second.o posto con nn A. rned ia. del 79°/oo {neU'esercito 50/00 ); l'influenza (~rippe) è a l tcr-Lo p osto (73,6°/oo contro il 15,5°/oo in tutto l'e<nrcito}; ve ngono quinrli lé m'llattie d elle vie respiratorie e l'angina. In consegltenza., lo stato sanitario d~l personale volante ò caratteriz7.ato da.: l ) ele• 7 -
Giornale di medicina militare.
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lU\'ISTA DELLA STA:UPA MEDICA ITALIANA E STRA:-'IERA
vato tas.<;o eli m01·bilità e mOJ·talità.; 2) grande frequenza di lf'sioni !"raum.aticlhe ,. di malattie nCJTOse : 3) freq uenti malattie d erivanti da iniezionf' d elle vie rE>!1piratorie sup erior·i. com e la grippe. l'angina ed altre mala.ttio Ù(•gli organi r<".;pi· ra t.ori. E saminando le c ause di qu<'sti fatti ed i mezzipl~r E:'Vitarli, l 'A. •·ichiruna l'att<'n· zionc principalm e nte sulla. enorme frequenza delle malattie d e l si:;;tcma n ervoso fra il personale volant-e e precisa alcuni m etodi p•·ofìlattici f' curat-ivi. Egli r itiene f' he tali m etodi consistano: l 0 ne ll'os.;;ervanza d e lle rflgo lf' igie nic h n della vit11 quotidiana e del lavoro profcs.'lionalc d e ll'aviatore; 2 o ne l continuo rinvigo •·imcJtw dd sistema. norvoso sotto la direzione d e i m odi c i d e ll'ac •·onautica; 3 0 ndla cu•u appropriata dei s int.omi iniziali d elle n en-osi, Pegli ambulatori o n egli osp<>dali. L'A. segnala i risultati favorevoli di cur e psichiatriche che doVJ:ebbero at.tuorsi i n uno speciale F<Anatorio con annesso stabilimento psicoterapico, in aperta campngnn. e ciò non solo per il J.lersonale volante dell'ae ronautica, ma anch e IX'~' tutto l'esercito, ove il numero dci malat-i nervosi oltl'(:'passa i duemila ogni aru10.
IGlEHE C. F. CE:RRUTJ. - Le vernici di rivestimento e le alterazioni che possor.o prOdurre negli aHmentl conservati In scatola. (Annali d'igiene, A. XLIV N° 8, 1934--XI!). Il m etodo della preparazione degli alimenti in ~catola ùi latta. <'rml'ti<:n· mente chiuse e sottoposte a conveniente st.erili,zzazione s i è ormni dimost.n'\tu come il migliore di quelli da tempo escogitati p e r In conservazion<: di e::;si. A parte ogni favorevole considerazione teorica, tnle m etodo ha ricevuto la pii·• ampiu tl pratica conferma da parte degli eoorciti ed in particolare d el nostro, c h e dn t empo se ne avvantaggia per la preparazione d ogli alimenti di 1·iserva (carnd fl.ttraverso una accurata confezione, la cui t ecnica è particolarmente rigoro,;,, nnche nei riguardi di numerosi fattori (scelta d elJn carne, norme igienic~> di lavorazione ecc.) non certo secondari per una buona riusciu\ del metodo. Tuttavia, se in tal modo si impeòisce ogni processo fermentat.ivo e putt<e· fattivo di origine roicrobica, non si yuò p eralt.r o ovviare, specie per w1a lungu conservazione, a quelle alterazioni de contenuto che riconoscono la loro originei n processi chimici ·c he si svolgono nell'in temo d ella scatola stessa. Questf' alt t-· rauoni sono naturalmente varie e diversamente prE>.senti in rapport o con la vnrio natura dell'alimento conservato e d ei liquidi di govcmo d elle conserve. In fondo si tratta di reazioni tra il contenuto n reazione ncida od alcalina e lo ::otagno ed il ferro d ell'involuc1·o, sul m eccanismo dclJE> quali le ricE>rchc di AA. ameri cuni hanno permesso di stabilire l'importanza prevalent.e ùel grudo di conct'ntr&· zione degli idrogenioni del liquido di governo e d t>lla presenza t! i o&;igeno discioltn sulla superficie metallica. L 'industria delle conserve alimtmtari ha per tanto cercato di evitai-e qu<:st~ corrosione delle se&tole di latta ricor1'Cndo, fra l'altro, alJ'azione protctti vn di ndatte vemici di r ivestimento interno delle scatole, se n on che questa n~aoY& pi'Rtica di acatolaggio degli a.linwpti ha paye rivelato, attr~Vel'$0 la pratica, i suoi inconvenienti dipendenti dl\lla diversa composizione delle vernici St('s;.e di protezione. L 'A., che si è dovuto occupare di una vertenza, fra tma ditta. di conset'\·e 1\liment.a.ri e quella che aveva fornito le scatole verniciate, por le alterazioni determinatesi in un prod otto alimentare conservato, r iferisce dettagliatamente le variE" ricerche esperite al riguardo, venendo alla couclusione che l'al terazione del prodotto era da. mettersi in rapporto con la qualità della vernice di rivestimento usata per l'interno d elle scatole ed in particola~ con la pre..'lenza di 1Ul resinat<:> di manganesio impiegato come essiccativo della vernice stessa. Il lavoro è corredato da inteJ'eS.'>llnti considerazioni che l 'A. fa circa i r equisiti indispensabili ch e debbono avere le cosidette vernici «a. f11oco • (tipo « dorè » del commercio) usate p er la verniciatura interna d e lle scatole perchè pos.'38no risponde!'(' , p erff'ttamente dal punto di vista tecnico ed igienico.
Hl\'l:';TA D~:l.l •. \ l)T.n!I' A ) 1 KD I CA ITA I. I ASA ~: STH .\ NIERA
B.nASCA1.'0 F . Ricerch e sul potere emolitico sanit~rin s icilinnn, 1934-XII, n . 7).
de l bacillo difterico.
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(Rivi si:)
L 'A., dopo €Wer prcmrs.so un n sinte>:li >:lui precedenti lavori ch e riguardano il pote i'!" <'molitico d el b. diitt:'riro, espone le ri c-l•rchr che ha rompiuto, allo scopo di '-"t'Ò('ro fin o a qunl punto il poter e emoli tico sia una caratt eristica costante df'l b. dift<•rico. <la poter scrvin• P<'•· la dil1\•r(•nz il.w.ione con g li pseudo-difterici. H H preso in esanw di t>ei ct•ppi di b . d ifteri c i veri, applll"tcnen t.i alla collezioni' dt•IJ"i:<t ituto d'igien1· dP ll't;ni w rl'< iti\ eli Pnlt>11110. Com e t r n eno si è S<'l'Vito di brodo gl icorinato co11 l'aggiunta, dopo 24 ott• .li ..,,·iluppo, d i una quan titit costante di globuli •·o,:si di ('Oniglio . Con le su e e;;pt>r i(•nze h n t rovnt-<> che : l 0 non e,;ist e un mpporto n etto trn pott-re patogcn o L' poter i' Pmolitico; 2 ° i l p h . d t> i va r i t ern•ni hn un n n otfwolr azion e Sltl p otere em o litH~o ; 30 l'ngg itmta di tionina (l: 60000), o l'nggiunta d i piccole quantità di t •·ipoflnvinn iAnno dimin11Ì1'f' il pot~:>t'f' em o liti<•o ; 4° n cR'luna modificnzione ;;i noto fn~ i C<'ppi_dift t-ric i t <'n_u t i A 3-; o ('n _41 °, sin per_. l o. "vi ~uppo ch e p er il potf•t·t· lt! l'llll'll tnhvo; HH·ntt'l' ti pot<'t'f.' Pmol•t•co d1•t Ct>ppl (h ftencJ t C'nnti a 4 1 o d imiTHll;<(:f· >"<'n >'ibil nwntl', prr ::;pm·in: di'l tllt-t o in Ct:' rti <'fiRi. PIAZZA. BA U)tA~~ A. c Wr-rEB!>-:KY
E. - Un nuovo fenomeno per la dimostrazione della tossicltà del siero. (Annnl0s dt.! rinst.itut P Mtelll', 193-!, St.!ttl'mbre, n. 3).
G li A A. ha.nn u tEmuto in im·ub:lZiom' in st.ufa d,· ll r uovA di pollo prive d ··l loro g uscio . in mcdo cln p ot e r os.~t"n·a r<' comodamf'nte lo sv;luppo dell'embrion t•. Per far c iò h am1o seguito la tecn icn di K aufmnnn, ch e consiste n el t enere in -<tuia a 31\-39° C. p er 40 -60 ore d !'lle uoYn frt:'~che. fecondate . D opo tale periodo :-:i <!isinfettn con nlron l il gu;,cio e lo s i apn~ in modo da lasciare pAs&~ re il conten uto, ch e ntccolt.o in llll ll <'tìpsuln ,;terile, viene riposto in s tufa a 380 C. VNRando &ugli embrioni tli po llo. co~ì incubf\ti in tn't!·o, de lle goccie di s ie ro umano nor mak, d opo 2-3 oro.> ;:i notn un l'llggrinmmento rl i tut.ta la zona vascolaro de ll'embrione, con nlt e razion~: dr. l ritm o cardiaco c Arresto di sviluppo. Quindi l'<'m b n one " i ftpprofondfl nd ginllo d e ll'uovo, in m odo che resta visibilP solo la porz tone cuudall' e . frt>qtll'ntem ente, finisc<~ col morire . Qup,.t o fenomeno è stato n otnto dagli AA. usando di luizioni di s iero umll t• O norma le fino n l tito lo l : 2. agg iungendolo, goccia ,G., goccia, fino a rièoprire l'emlwione . Alln d iluiziont' l : 511, il fen om(•n o, dopo t...,;,"lersi prodo tto, può d t'cz-escct'(• <· scompm·i ro. lAscia n do l'embl'ionl:' quasi in condizioni normali. Hanno inoltrt~ not ato ch e il siero d i coniglio può dare questo fenomeno, m entre non sono capaci di darlo il .;iero di Cll\'-ia e quello di p ollo . P er spiegare quanto hanno osservato, s i sono l'iferiti n lln t ossicità d el siero, i cui effetti, come è n oto, vengon o· a ttrt bui t i a li n pl'C>"o,>nzn in e~,;o d i nn ticorpi e terogenei del tipo F or;;smann. Nel >' iero uml\no normt\le gli AA. sono riusciti a sopprimere la tossicità ver so l'embrioni:' d-1 pollo con l' inattivazione n 56° J)E'r 30 ', ma p er i sieri degli animAli occor ono ancora. ul teriori studi. P e r ;;~ bilirc se i l fenomeno da loro os.'*'rvato, pote;;se essere considerat-o come i l risult-ato di uno ch oc anafilattico inverso (nel senso di D oerr), gli AA. hanno unch e studifòto l'a ziono d egli a.ntisieri e t erogenei F01·ssmarm sull'embrione d i pollo. H anno p oi notato che l'antisiero provoca WlR forte reazione anche alla diluizione I : 50, n. condizion e che si aggitmga il s iero fresco di cavia. G li AA., h1 con cl usione, ritengono ch e questo ft-nomeno d ello choc dell'emb rione d i P,Ollo, d a loro d escritto, si possa considerare come un esem p io di fenomeno anafilattico, provocato su un organi~mo e lem ent-a re ch e si sviluppa in vitro, .;otto l ' osservazione d ello sperimenta t ore . PUZZA.
l'RAUMATOLOGIA e C. AD.AMESTEANU . - Artriti suppurate traumatiche del collo del piede. (P resse m édicale 1934, n . 52). L e artr iti suppurate traumatich e d el collo del piede, in confronto con que lle del ~O<!chio, per frequenza, starebbero n ella proporzione di l a 5 p erchè l'arti· colaz10ne tibio-peron eo-ast.mgalica è m eno esposta alle lesioni t raumatich e aperte. JEA.N PA.TEL
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RIVISTA DELLA !HlllPA MEDICA ITALIANA E STRANIERA
L<~ sul\ infezione avvdrrebb~. n elle lesioni non apor te, per propagazione di unn s upput·azione d elle p.uti molli ed ossee. M'} l '!~rtrite complica soprattutto le lesioni espo>te, principahnonte quando sono accompagnate a fratture o dei mallooli o dell' a strag.do, ciò che avviene n ella grande maggioranza dei casi di IUSSllzione. Si verificano forme v.uie per acutezza, a tipo prevaleutemen ·t e o cancronow o supp trativo, con rapidità di evoluzione varia a seconda della e ntità d ella hHioM e <bll'inquin'\mento, e con modalità e aspe tti diversi secondo la virulenza dPi g<.J t•mi, l'et.à., lo stato g <m e ralo, ecc. I c:u.itteri clinici variano. e vanno V<llutati cou m ? lt '\ p:mderatez;n p 3rchè do\ essi dipsnde l'orientamento d e lla cura. la qualo d e v a giungare temps.>tiva. e b,m d e finita secondo i casi. Si ricorre o alla artrotomia so mplice, v ,uiabile p er ampiezza, o alla. astragalectomia, eventu!\hnente alla NSC· zione. Bisogna t en er conto d e lla po.: nibilità di un sufficiente drenaggio e ddlla n ecessità di e liminare materiali inquinanti e tessuti alterati. Allo scopo scmbre· 1·e bbe emin ente tnente utile l'astragalectomia quasi sistematica, specialmente qu:mdo sia p:>.» ibile ~n'invasione d ell'articolazione sottol\stragalica. Como in tutte le l~.;sioni chirurgiche aperte è il primo trtlttam~nto il più importanw. Ora que3to p:>trà essere schsn:utizz~to cosi: se e3isto semplice apeFtura de ll'articolazione, senza sospetto d'inquinamento, trattamento superficiale, aspettante; se esiste apertura con sospetto inquin~mento, ampliamento d ella fe rita, accorLa re visione e tentativo di sutura drenata; se esis t o inquinJ.mento o t essuti m olto contusi o versamento em~tico notevole, ampliaJnento e dran '\ggio. L 'astragaleo· t01uia, come condizione p e1·mittonte il massimo drenaggio, p er quanto l'A. ne s ia fautore, va riservata a p ochi c.Bi con frattura comminuta o dei malleoli o d.ell'astragalo, in cui la scheggectomia n on possa essere totale . In un caso di luiuzione espo.;ta completa bilaterale con fratture dei mal· leoli, il trattamento conservativo, praticato dal recensore, d otte buoni r isultati con soddisfacente reintegro funzionalo. GRIFI.
RADIOLOGIA C. CR.E3PELLAN"I, tenente colonnello m edico. - S1dla valutazione del se~nl udlolo-gicl di affez ion i e le>lonl deth cotonn1 verte3rale In med icina legale m ilitare. (Comunicazione all'X I Congresso itl\liano di radiologia m edica. P e rugia, settembre 1934-Xll}. Una p s rfetta documentazione radiologicr1 delle a lt erazioni d e lla colonna v ortc brale è di massima importanza in quanto deve n onsolocondurre alla diagnosi esatta d -:}!l'entità morbosa, rn!l anch3 contdbuire a chiarirne g li aganti e tiologtci . Se n agli iscr itti di leve\ la con~t!\tazione radiologica di alte r azioni p:l.to lo~iche dlella colonna vùrtcbrale è spasso di p:~r sè suffi ~ien te p er d et e rminare uu giudizio di esclu-sione d el soggetto dal s ervizio militare, n e l caso invece di militari g iò. in se rvizio o congedati p er i quali s i deve stJ.bilire sa la m~lattia dipenda o no d a cE\Il"·' di servizio e se s ia d a indcmnizz':\ro !ll3diante assegn i di p:m-;;ione , la Vò.lutazione d e lle alterazioni morfologicho estatiche con-;;ecutive ad un tr111uma su.lla colonna v ertebrale cosi come app<)riscono sul ròdiogrr1mma, dove essere tatta n on soltiulto tenendo conto del trauma come unico agente determinante , ma anch3 d e lle pc-«· s ibili intluonz~ imputÀbili ai piccoli traum i ript~tuti, ed ni più svariati a gonti rnor·
bosi (reumatici, infettivi, discrasici, costituzionali, endocrini, wnorali , ecc.) cho
pos~ono avor m;plicato la
loro influanz!l. sull ~• malattia prima, durant-e e dopo il s ervizio militare e ch e possono ave re l'estrinsecazione sul quadro radiologico anche dopo un t empo più o m eno lungo . P òr p :~t:~ r d n unnre d':\1 r"diogramml un g iudizio sintet.ico di tall'l p .:>rt1>tn la t -ecnica. di esec uzion e d evò e.~3~ra p arfe tta e conscutire la buo n~ visibi. iti~ d olle pMti C03tituon t i, d eve dimostrare l 'atteggiamento della colonna duran te la sua funziono st"ltica, il eh~ si o.ttiene se~ve~dosi d e lla stazione v erticale d e l sogg.~ tto dur·òntc la prosa d e1 ra.dtog ra.mcm, riCorrendo se occorre anche a pl'o it.>ziou.i a.•ipiche , alla s t e reortldiog rafia, e comprendendo tratti est esi d e lla colonna, a lm c, no duo sPgmonti coutigui. T<t-li obbie ttivi n on sono p 3rò esclusivi d e lla r adiologia militare potendo es· s~re applicabili nnc he n e ll' infort,unistica in gen e r·e, n ella quale il documcto radiOgrafico d e lla lesione h a import.anza di prim'ordine.
RlYISTA DELLA STAMPA liJEDICA I TALIANA J:: S', l'HANIERA
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DERMOSJFJLOCRAFJA Ricerche s perimentalt sulla presunta orig !~ tubercolare dell'acne pollmorfa. Tentativi terapeutici con il va cdno di Vaudremer. (Rinascenza MedicA 15 luglio 1934-XII).
R. DE BLASIO . -
L 'origine tubercolare dell'acne polimorfn, com'è noto, è st.llta sostenuta da E. R ame l e la sua scuola con \'a ri tentativi di dimostrarla mercè l'inoculazioue alla ca v:i n c m edi nnt e le culture su terr~·no di L<:CW<'I1St(•i n. L 'A., non condividendo lo idee del Ramcl di Losnnna, ha istituito de lle a ccurate ricerche sperimentali pt>r npportore il suo contributo a ll'nrgo mt-nto in discussione. Egl i ha scelto venti pazienti, dai 16 a i 28ann i di età , t utti con acne polimorfa del volto e del dorso persis tente da oltre tm anno. Ta li pozienti eono s tati c;wminati con molt o minuzin in modo da escludere clollo ricerche' in corso que lli c ho presenta· vano segni di sospetta affcziono tubercolare, e qu indi csEere s icuri che lo mani · festnzioni ncnciche non fol'sero dovute ad eventua li l~sioni tubl"rcolari csi><tenti nell'o rgn n i ~m o .
Nei pa zienti !;Celti, in una prima fe rie di c~;pc ri {'nzo, m ediante una pipettn Pasteur è Ma t o rnccolto il pus da Ile eventuali p iccolo cnvit à a ~ce;.!.u o l i esist<' llt i, con una siringn !'ODO stati punti i folli coli acneici wppurnt~ e, dopo & Y <'re emuh,ionato i prodotti pato logici con s iero fisiologico sh•rilè, ~:ono stati inocululi in uJto stesso animale p <'r via sottocutnn Nl e per v ia intrnganglionare. Dopo venti giorni gli onimnli vcniYa no sacrificati e riccrcata l'<.xentua!C" e><i· stenzn di bacill i ncido-rrsistcnli nelle glandole . NellC' ricNch o wccessive l'A. hn sott opo~;to gli stcl'si pr.zienti nlln \'IH'einR · zione con i l s iero di Vt1 \1Ùrr m r r f01nit ogli dallo 1-te~:ro autorC'. D fl l eomplt'sro de llo due :>crio d i ricerche pcr!:·onnli, l 'A. dico di n on potere amm t' ttcrc l'idl n del R r m c l, pe rchè egli non è rimcito a m e ttere in cvidmza In preH nza di bacilli acido-resistenti nè ne l sangue, nè ne lle urine, nè ne l materiale prc l<'vnto dn lle lesioni dei pnzienti acneici. Gli nmmalnt i p erò hnnno ottcnuto un buon risulta to m ediante In Yoccinn· zione nntitubcrcolore col vaecino di Vr.udx·( m f.'r; ma ciò che per alcuni potrebbe cost ituire unn ragiono piuttol'to va lido per l'al'f'<'tziono de ll'originA tubercolarE> d ell'acne polimorfn, per l 'autore, e mi !!!.'rnbra con molta giusta ragione, i ris ultati terapeutici ottenuti pa re siano ùovuti ad un'azione aspecifica eserci tata d nl vaccino antitubercola re.
s. VITALE.
STOMATOLOCJA
F. P I CCARRETA, p rimo capitano m rdico. -
Fra Hura e necrosl di un r mplo tratto della mar.tibola di origine dentrrla. (Annali di Clinica Odontoiatrico , settembre l934·XII).
L ' A. illustra un ca!'O di frattura connecrosi di un ampio tratto de lla ma ndi bola, !'econdaria a osteomielito di origine dentaria . Il sequestro comprmdeva circa la me tà posteriore e quasi tutta In branca verticale della emimnnd ibola s inistra eli cui era no ri masti integri eolo il condilo e l'apofisi coronoidf'. D opo aver t ra t tato della patogenesi e della evoluzione d i tali lesioni, e m esso in ri li< vo l'alto poter e ostcogeno riparatore dei t essuti paraosta li della m andibola ili m tra il m etodo di c ura adottato. Il bloccaggio dci masccllnri praticato con ferule metalliche npplictlte ;,ulle orcat e an tagoniste e man tenuto in sito sino alla demarcazione comple ta d l"l Eeque~tro,
fu tollera to agevolm ente da l paziente.
Eliminato chirurgica mente i l tratto necrotico m obiJizzatosi, fu appliccto un a ppa recchio sul tipo delle a lette di Me rtin, che consente i movimPnti in t <•tò v e rticali della mandibola, impedendo gli spostamenti latera li dei framment i. I n co rrisp ondenza. poi de l t rat to osseo asportato, allo Ecopo di distendere e gttidnre i tessu ti neoformati, fu a pplica to un blocco metallico peFnnte in stagno fuf'o P.nro-
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R I\' JST A nE LLA S TA)IPA MEDIC A JTAf.I.\!\A E
STHA..'\"JE HA
rato a m ezzo di una s ba rra ling un le con tm inca s tro alla feru la cem en tat a ..u i d enti infe riori di d estm. T al f' b locco fu infine sostituito dalla prot esi d e finit iva in caucciù amalgnmnto, fornito di d enti di p orcel lana. Il risultato fu wmmente eccellente s ia dal lnto est etico ch e da CJUdl o 1\Jlll· t omico e funzionale . I radi ogrammi allegnti il lus h·a no il JWOces:;o ev oluth·o e m ostmno r .. t-ti n • pmc<?sso di ripn r-nzion t' d C' I t e!'<,.,uto os!'<l'O rwofo rmoto.
FARMACOLOGIA
<:. A. R oJARN e J . HAuoc: . -
Determinaz ione del grassi, degli olll e degli acidi grassi mediante fu si011e con cera o ceresina. (Apotheker·ZC'i t ung, n. 77; 1933).
P a rtend o cl a un m Ptoclo semplice e prntico ùi d e te rminazione d t•g l i aciJ' g rassi n f' i sa poni - t\do perat.o con og ni segre t ezza , da c irca v entic inqut> a nn i, da un fnrmnc i;;ta t t·d esco e de l quale m e t odo g li t:-gregi AA. n on avre bbero t.ro ,·i•t• t.ra<·c ia n <• lla l<'t(.PI'Ilt u rn - i l prof. d ott . R ojtthn, in collnbomzio n <:> col d o ttM H o.·•!!g. ha fnt to oggi" t t o d i esn m t• e eli s tud io i l proc._,ci im ent o ncCPnnn t o, est f.'tHi l·nd v m· l'a ppli c>~zi orw al la d e t.cr·minnzion t> anch E' d l'i g t'A$Si e d egli olii p,;istcn ti 111 t n lune pn' pa razi oni otficinali. I J'i,.,ult.n ti di t n li r icerc he son o e:<p osti n e lla ntotw· g ro.fia d e lla qua !t• ci occ upiu rn o e i l cui t esto è s t ato t.f.'m a di co municnzio n11 nll 'I~t ,. t u to di FMrnacin e di Chimica bromatolog ica d t>l l'Unh·e rsità e nl L n bortHo n c; d e llo Fnrmnc in di S t a t o in GProlzh ofen . L e d PtCI'Ininnzioni d l'i gri\ssi. d egli olii . com e purt· deg li a c idi g rn,::<i nei snp••11 Ì >S~.'COild O i mt•t odi ufti c-i.\li p t·escri t ti d a lla Fnrmncop l'll T <•tif·scn (D . A . n. I'Ì) so no as:<o i mi nuzio~!', pr'•">E'n tano p L' t·i colo d'incNHlio e , sopra tn t t o . t·ie hi l;'d o lw appu rt'cchi cost.osi c fr·agi l i. n onch è un tempo assai Imi go che il farm a ('Ì:;t a don ·e bb·· sottJ'l\l'l'f' n ll'n t.t iv it à d e lla pro pria officina. Gli AA. p Pt·c iò h a nno r iC"E'rcat o u n a Yla di con cili a:~;i ont> C"Scogitnndo w1 sistema di t itolazion e - già d a " •lrì a nni n dott n1 " d n l prof. R o inhn p et· g li a cidi g ras,; i dc i sap oni - ch e prC':>("nta le c.u ·at t f' ri ><t ich.. dd ln mnggio r·t• sc·rnplic itil <' r·apid it à. di esecuzione . s<'nzn bi;;ogno di ::;pecia li n p pnt·ecchi , m entre fornisce, n e llo stesso t empo, ris ultnti m olto a tt.endibili c h e lo 1'<'11 · -d on o pn rt.icola rment.e nd nt to in ri ct:-rch e t E-cnich e d i u so I'O tTI'nt('. L 'op<·•·a zion e-ch " g li AA. ciPfini scon o • m et od o di fusion~"• -si <'ff,' tt ua nd r•· p t· rando 1m b(•ch E'r d a cc. 100 n t'l q ual o s i fa In soluzion(" a cqu osa del ~pone- tf,, t'!'.l minnr•' (g r·. 6-6) ; Ri a cidifica, po i. p er rnt't te re in li be rtà gli ac idi g r-;1.-..;;i i qu a li , infine. v<-ngono fus i insienw o unn qunntit ù nd ntt n (gr . 3·6) d i c<' ra . dt <'•' 1'<'-~in a. ovvt> ro di un miscug lio n pax·ti ug ua li d C" IIe Jue :<Ost n nzt•. D opo rn i· frw l<it\m f'nto, so pra i l liq uid o acqu o;;o s i S!'pnra e gallegg ia una foca ccia solid>1 co;;tituita dnl miscug lio di cera e degli ac-idi gr·1v ,si. A m ezzo di un coltd lo allilato. s i :;tace~ da lle pareti d el becher lR focaccia, nsp ort a ndoln qua ntitnr i\ 'A· m t,nte ; lava t a con aClJLI!l e a ccuratamente a sciugn ta con buona C.'w ta bibula . -:i p e;;a psn.ttamente sopra una bilancina. usualE>, :sensibi le al centig r·ammo . L 'n u · m ento di peso d e lla c<:" r·a impi<'gata· Jà il conwuuto in ooid i gt·as."i d cllfl "'"1ua n tità di ;;apon l' s pC'r·imentnto. Con opportw1i accorgimen t i. il ·m et,odo è st..•to est eso dagli AA. n nwlt(• ro.'i m N iicament.: cornples."i; e così: se d ev' esst-re d l't N·minato il contenuto in p:t"',_...q d t>g li ung uenti o d e i s upposito t·i, ne llo maggior pmt ~ de i casi, non è nec(·AA~ ru• ncidific~re, a m en o che l'ag>(iunta di ac idi n on si renda n ecessaria p e r p rodu r n· la :<o luzion E' d ogli a ltri compon enti; n e l caso d e lle E>muls ioni, con, ·iC'rtl' p rima :<npo· nific1u·e a ca ldo con alcali, quindi RCidificnre e, infino, e::<cguirt? J'(',;t t't'lzion e <"On fu fus ione insiem e lilla <:<•ra. L ' in t-era d etermin azion e t'~'Cln ma solo p oC"hi minuti di t ('mpo {' offt'\' <1111 1 a bhast a nza CS!\ t ti, fino al l'l -2 % di a ppros."<imuzione . L~ qunnt.itù di Cl't'A, di Ct' l'\'''inu o d .. lla miscf' lf\ n pa rti ugna li ·di es;;e, s i t.i f.'n f' pro \'\·ist a in a ppo;;iti di ~:<ch i . o fnr · m :•tt E', eli g r . ;J.4, di c ui ~ ne impiega n o uno o cltw pe r ogni oper·flzi on.e. G li AA. riassumono . infine . h\ pa rt e s per·imf'ntalt> e r ifl'I'Ì:o;con o s ui nu nwro, i :;ng;,:i u Pl'O\ '<l cs<•gui t·t' col procedimento, fondAm enta lm"'r)tl' annl ogo , allanrntn l\ L'l funi g 1·nppi di mt>d icn nw nt i inscri t t i n el In F nrmnco peo 1\'< it'>'C'fl . T n li. f\Ò f",wrnp ir•: T) l~ mul« i oni (F:m ulsio Olei J ecorùJ A.selli compo.vita: E. P ara!Jini; E. Olei R icini);
[tl\"I:;TA DF.I.f. A STAMPA )lEDI C A IT AI.L.\~A E $ l' HA.:>:U:R.\
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11) L ittÌllll'llti (l.,·iuiu<enlltm Cllniii,OIIÙtl um D. A. B. 6; L. anmwniato cxunpho mt111n D. A. B.: L . CaJ.w.ri,(le D. A. B.: L . .yapona.to-mmnoniatum D . A. B.; L. aaponrtiO· camphora/wn D. A. 8. ): III) i:ìaponi (/::inpo gl ycerinn.t·us l iqui.dtUI D. A. B.; S . ]\ali - ' IH18 D . A. B.; S. )Mc/ical1t8 D . A. B.); IV) Pr~-'f)fi i'At i con ><piri to (Spir·i l?t 8 8a1JOIWI118 D. A. H.: 8. Saponù1 1\a/i,ti D. A. H.; 8. sapr)lw/o -tamphoratue D . A . B.); V) G ngu<'nti ( Cn.guen ltml A cirfi boric·i D. A . B. ; U . C'erusaae D. A. B. ; U . Hydrar(J!fr i album D. A. B.: l.'. Hyrlrargyri cÌIWl"PU/11 D. A. R.; l.'. H_11drargyri flavum D. A. R.; l' . HyrlmrfJ!Iri mbrum D. A. B.: L·. J{rtlii jodMi D . A. B.; U . leniena D. A. B.; ( '. Plumbi D. A. B.; / ,mwlin D . A. B.: Lmwlinrrem<> « Pjeilring ");VI) Suppos itori (Ul_rpt:rin-Suppasitorit•ll: Hi.9108rtn-S11ppt)SÌiorien ); \'Il) Compo!!t i vsrì (Sit.cw i?JOOII . Creme da toelP.IIrr. err.). 11e nt r<' nw tt.inmo in p, ·idt'nzn l'ut ilitil ùd j)I'OCl'Ùi rrw nto e sopr·at utto - a >Sf'Jl:tlito 1lt> ll 'accur·nt.o ;;tudio dPgli ··~n·g i AA. lr-1 po:>--;ibilit.à <kl ::;uo hngo impi l'~O pe r la d ••te r·minazione df'i gra~s i (• dq~li o lii clw l:'ntr-nno n olla compo>Sizione di m n ltl· plic i pn·parnt i, tut ti•' in r·itl·n innw d oV<' ml'o R<'l<n n lare - nnchP pl'r soddisf>tr"f· il d,•sidl· r·io ••spn·sso dagli AA . nwdt•sim i - c he' il «mC'todo di fu sio n.- »,pe r· il d o;;u m t>nto dr•g li at·idi grm:si n<.'i ~s.poni, è d H ll' nl po con Mcra t o n<•Jiu lt:' t teratur·a c himi cA it,tl innh. E,;so. inft~tti. è int q.r r·rll nwntl· <I<·>Snit to d a AIP&';nn<lri L', m olt o t •·mpo prirna n neo ra, cl11 l cc>mpinnto prof. J. (_:nAn's<·hi ( l). J' ins ig n P ~llwStJ'O eh<·, <'O n In multifo r·m<' s u n a t t h ·i tà sciPnt i lit"u, hn Jnsr·in t o nn 'orn1a co;;i profondo n d e~t mpo c hi mico-iarrnncl·utic:o. Con rnmrnar·ico rlobbimno J-lt:'r ciò ril<•va r-l' c he l'op<• r·H di ()UN•t."rtlt imo tllnto fondnnwntAI.- pc•r gl i studi di :Fn r·mncin <' c hP, nnclw inY<·echiand o. non p•·rd.. ttffl'ltto i s rroi p r-l'l{i - non s ia ben no ta nii"C'>itE.•,·o ... c ii) c·hr· pi( r impor t>~, ù forsr:> An<'hl' poco CC)I)>itd t.n t n in It.nlia! :\!Iu v i è d i piìr: i J md odo stl·><so è ><tnt o cl n no i fr<'qtu•nt <'m<'nt P usnto - semprl:' w·l Oll>~o eli n.11ulis i te<·niehl'. Jli ' J' saggi rnpicli s ui &l poni - nr l L nboratoi"Ìo di nnnlisi <> c:ollaudi d..ti ' J,;tituto Chimi1•o F'nrmn<'•'uti co MilitllrE", fin du quando ,.i JWP><tovumo :-~e n·izi o i11 qrw litìt di :< ui •uiLI'rn o: 1o1 1 quarto di 3t'<'olo n·.ldic•t ro . l n c·n n-< icl<'nrzio: 1<' JWrÒ d··l lu pe~·ul iari t it rlPII. irn p i ••~to . no n , -i annettemmo, al lo ra, t roppn i mpo r·t-!H1Z>I, corrk non r·i tt-rw nu no d i d ov.-r ' '•l lorizzn r'f' sovPr-chiamentc• t.u lmw v.r r i>mt i 1· uggiuntP rWtl·:-..-;lor· i<· - o lt r'1:' u lla d f'tr-nninaz ione d rg li ac idi gms.<;i - pc•r con;,,•gLii r·C> un ' analisi S<)Jlllll <• rin '' rnpidA dei sn po ni , giudicando]<' c·onH' d ct tug l i p•·at.ici n d i:<p osizio n<· d i ogni accorto <' s pc rimcntn to analistA. D ato l'intc·r·p,:;,.,, dw giust.nnu-nt<• t>i armf'ttr• o ra a lla qt1!':;tionP, per m E'rito d E' l prl:'ge vol t· .studio compiuto d HI pmf. Rojnhrr f' d n l dott. H nugg. c i vl'diamo indotti a t•·Ar·m em o ri a c hi', S(• rim·r• una s uccinto llll' tno r iu - di pros.--.imu pubblicnzion e •·is ul te n\ sc n·n·u cl i pr·pil•s(• scÌ<'Ill ilidw. è du noi tuttAvia con siùt:'I>ata utile' a port ar·c· un con tr ibuto, ,.:ia pu1·1' modPsto. nll'argom<·nto qui accennato. A. PAO!'lELLO.
STORIA DELLA MEDICINA
T. l-iAlDIELL f. primo capitano rrw di cu. - Sugli antichi rapport i Ira la m edicina araba e la medicina italiana. Notizie ç reliminul s ul risultati dell a mi:l missione sanitaria nell 'alto Yemen. (Arc h. I ta l. Se. M:<' d. Col. J 934 ). l-i,. è a,.:i;n i lontana cl n l vPro l' ns,...•·:>:ion <' d i que ll o scienziato che, m.ost1-and o a 1111 collega pochi fogli str·nppat.i dai magg iori t<'st i di medicina araba, v olC'va
dimoF;trnr<' come n qtwi brnnù <' lli si pott:'><sc ridur re tutt.nla scienza de i loro autor·i, è C('J'tO p <.'rò chf' anche' fr·a le opinioni m e-no Afl.«olutiste ma tuttavia contra r ie, come qtw llt? di due dei mnggiori ,;to ri ci, il Darf>ml e rg e il Puccinotti, e fJUe lle manifest-rm'\ente :favorevo li a lla impor tan7.a della m<'dicina amba ne l st>nso di un ~l' ro aiuto al progresso d olln scienza m edi ca . è p f'r lo m t?no pruckntt:', comt> scrivE' 1 l Ca.c:tigli ouc, mante n e rsi ne l giusto m ezzo. . AJI'avvt\nto d egli Ambi la !lCi<.'n za mPdicn in Italia n on l'rfL mor ta: e ra b t-n sì VJs.<;ul;a nasco!lta; mn il fil o c h1• av<'vn g iÀ collt'gnt o Jn scuola di Al c m eonQ con ( l) T- OVARt:scm. - Commentario deUa /<'ar-rnoooput ltalimw: T'vi. II. P. t• . poq. JZi!/Z.- Torin(; Unione Ti pr~grn floo- Ed itrlt·o; 1>'!•7. • •) . 1_'. r:. Ar.t~'ISA XIIIII . . .ll e rrC(>/(Ji1ilt /t rii ira; r'nl. l r. rmu. 129. - ~ lllarw. u . lluopH ~;eu t ore: e ll 1?..; J\1~ 1.
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RIVISTA DELLA STAMPA MEDICA I TAUANA E !n'RANIERA
quella ippocratica; con Galeno e coi m aestri salemitani non fv. mai interrotto. E proprio l'esistenza di <JUCI>te ben solide radic~ fu Wl & delle cau~ p_e~- cui r~ra ' bismo non poM soffocare m Salerno la contmuaz10ne del vecchio mdir:izzo SCientifico, base essenziale di quello splendore della Civitaa Hippocratica che illuminava già il mondo prima anc01·a del contributo degli arabi. n loro contributo poi se fu valido in quanto a traduzioni di testi, di opere altrimenti irremissibilmen te perdute, fu minore p er quanto riguarda direttamente il progref>SO scientifico; poichè la medicina araba, per quel che r iguarda.le opere finora note, anche se non fu solo quella • médecine d'emprount » che il Da.reml::erg ci presentò, tuttavia, non originale, ma essenzialmente derivata dalla m edicina bizantina, abbondò più n ei commenti, nelle compilazioni e nelle traduzioni di Galeno, di P aolo Eginetn e di Oribasio che non in veri e propri innovamenti o scoperte. Ond'è cho agli arabi si può assegnare tuttalpiù il vanto di cooperatori e contributori indiretti (Castiglioni), e che se gli italiani in pl'imo tempo e })(' T i primi abbracciarono la loro scienza con trasporto, subito dovettero ravvedersi e dnrsi a ripurgurla, riducendo alla vera lezione ciò che era stato tolto dai greci (D o R e11zi). D 'altra parte, mentre è gloria della medicina italiana lo studio della anatomia. scìenzn poco coltivata dagli arabi, m entre la chirurgia di R1 g(<eio, di R olaJ.cin, del Salic~·to ,portata poi in Francia da La1 ofla.nco, si mantenne it-aliana e bl'n poco risentì dell'influenza arabistica, non mancarono i traduttor i diretti da.l gn:co anche fra gli italiani; e le opere di Galeno riportate in latino da N icolò da R t !{· gio ne sono il più l\liDinoso esempio. Tuttociò non diminuisce l' importanza, specie riguardo ad alcuni rami,delln medicin a araba. E ad un'importanza così intesa si è certo riferito il .primo cap. m(d. dott. T . Samelli nella sua conferenza tenuta in arabo "Sugli antJChi rapporti fra la medicina araba e la medicina italiana • (Arch. di Se. Med. Col., fa.s c. VI , 1924 ) e in ~ Notizie preliminari sui risultati della mia missione eanitaria n ell'alto Y eru1 n con particolare riguardo alla medicina indigena • (E<ltr·. dall'Arch. Ital. di Se. l\1<-o. Col., 1934). Premesso il valore del contributo portato dagli arabi come traduttori e cc ntinuatori della med icina greca, e accennato alla l01·o scienza come elemento dì fusione e di un.i one tra mussulmani e cristiani (occorre però non dimenticare che molti dei medici arabi erano di tutt'altra nazionalità e abbracciarono solo p •r convenienza l'isalamjsmo !), il Sarnelli ci riconduce alle origini della m edicina ara ba, riferendosi certrunente a quel ramo degli Abassidi, che da Gondisciapur, per mezzo dei Baktisciua, trasportò la scienza a Bagdad, dove fiori una vera. clinica ospedaliera e dove esercitò uno dei medici arabi di maggior merito. il Rhnses. Attraverso il lavoro di consolidamento e il fervore dei traduttori e d ei com· pilatori, attnwerso l'opera degli Runaini , dei Mesue e degli altri maggiori esJ.O· nenti, giungo l'A. al trapasso della medicina araba in Occidente, e lo dimostro avvenuto quasi solamente por vie letterarie, senza però eecludere altre minori vie, quali le correnti politiche e quelle del traffico specialmente colla R epubblica Amalfitana. E ciò soprattutto n ei riguardi dellu. Cit--itas H-ippocra~ica, la qut~e senza mai perdere la sua primitiva e fondamentale impronta Galenica, grcco-latiru:, non avrebbe mai cessato di attingere alla medicina araba dopo l'ingre1:so di Costsntino nella Scuola di Salerno. Ricorda il Sarnelli i principali traduttori dei testi di Avicenna, di Alulca~:s e di Rhases: l'opera di Pietro d'Alano, e, in una parola tutta la grande influenza che la scienza arabistica ebbe sulla. m edicina., p rima, durante e dopo il rinasrimento nei secoli cho lo seguirono. ~iust:~ente il S!lmelll attri'~misce agi! arabi _l 'OJ?O~e d i a~er portato renli contr1 but1 m fatto dJ oftalmologm. Il «Libro ck~ dt~C't tratta h ckU'occllio • dell'Httnain, e il « TractatWJ de oculiB » di A li Ben ! se, per quanto in realtà di oft nm ojatria nel grosso manoscritto non tratti che un unico cap itolo - come JOecent emente ha dimostrato il Meyerh of - sono tuttavia testimoni dell'Il! ti< h:ssimo. passione e della compe tenza innegabile degli arabi per qu esta branca; competenzll confermata dagli accurati loro studi sulle origini, Eulla t empia e f.ullv conEeguwzP del trac?rna, dove veramente sal'ebbero stati precursori di m etod.i e di opinion) che la sc1enza moderna non disprezza anche oggi ma accoglie.
RIVISTA DElLA STAMPA MEDI CA ITAl.IANA E STRANIERA
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K e l s€condo e non m eno colto ls Yor o. a iiR • Medicina indigwa dello Yor.cn • l'A. , che già in precedenti stu<ii si è occuptto di m• dicinu coloniult>. prem ette nuntt•· roEe e mter er,eenti notizie l.Uiln pntologia e "u ìl'igi~ nc d< Ila r egione : corndsndoh~ con nitide fotografie il San elli illustJ a le princ·ip•li fou ne motlor;e. acct nnan do talot n, sia pur wccint vmente, e n che ul d t COl so d i cF EC, dai pnrossit.i in t est in o l i alle infezioni ematiche, d nlle fo1m e cutrmce nlln ldJbta, d ~tll e avitaminosi a ll 'ofid i smo e agli a vve iE:nt;menti: pnsEu così in rapida m u completa rivista la patologia yemenita, Sf nzn tralaFciArc le camt.tPristi<'he alte rAziLni n euro·psichi<'h e, Je fen om l"n ologie d<'lle o~s<;ssioni e de ll 'i~<t eJ·ifmo in genere. (hiuòono lf. rn>'segna alcune pur intt-HSHlllti not(' di patologia oculare, f1utto di e~po i< n:~a e di app:~sion & ta OFtCJ v~::zione; fw Jt, s t eHe vanno no ta t e ~ ~~ nu ità d ella pre~;biopi& n e1 v tccb i mont&nuri ytmwitici e i ftc n omoli n eu1 o - psich iei di iotopnt.ia tropici..)(' in c i](' m gli cw cpe1 CC>là n •sidenti. . R elntivsmcnte alla scienza m cdicu indigena. l 'A. di~tingti<' tllHI fo1ma popolare o d t motica, sposata sp et.w alla mt~gica e d< DH;nit.ca eM·Ici tnta snch e col sist emo p er iodc uta - , cd un'altra corril!pond<:nt<· alla m eclieinn clr.;.siea arobn, scolastica e lettl' rllria. P a r lando de lla prima, che è compiel"a l:'opr nttut.to in unu fa tmocott'r a pin er;ercitat.a coi « semvli<.i •, il Sa> m ·lli ricoHia ~t·colari rinwdl, le viJtìl de i quali forée non eono ancora 0. 11oi d <' l tutto n ote : F1 r. quest e v ecchie conosct:nze già d cconwte d n D iostor:de, da Pl;nio, da Gakno, da M <·Mu· e da A vicnl>lt, e de lle <,uali la n omea corse p t?r t an ti secoli, r itl ovit:mo sd cHmp io il tolo Glrr.< no, i m in1bol• n i, il famosi::simo B cnzoar intOino a l quale si v l·I"dll'ono veri fiumi di inc·hio:,tro . Dni fa• muchi pus~a l'A. alle pw tic hc d ('lla vaiolizz.uzionP, ~~Ilo cnust.icuz ioni, alla m ett. IILtcr apiu, ai m <; todi di p10filtH'!:.i c di cura, eEeguiti con quelle pietre d e ll<· qua li il sottosuolo ycmenitico r in seu a le p iù fimtast.ich e e rabetcat e vurie1à, a t ti:' fò fa vorire una immaginazione già pronta acl a ttriLuir e l<..ro le più a ttive facoltà; a lk pra t.iche , infim·, di una chiiu1gir., ch e , qus~i in omaggio a lle p iil antich e Il n· dizi< n i, è t.ncorn in uno stato di nobjltà inferiore a llu medicinn, ma che pur conta - o lti e i chirurghi gen erici - a n ch e v ari spC>cialì~:.t i, come gli sggiuHatori d i os~a e gli oculisti. L 'u ltra m edi cin o è quella ch e s i poggia e~scnzia lrnE nt e wi vecchi testi clnl'sici; e ciò p oichè g li yf:mtcniti che tengon o il h br o come i l più caro rico1 do n loro rimasto, non solo se lt:t.telllt.i ma anche so poveri o montanari. r ispettano ì libri e li consexvan o e li leggono: e anche pe1chè scbb( n e della Scuola superiore di Sùnaa la medicinH facciu. p a rte u fliciale d eJrin Eegnam ento, tutt ~wia, qu asi una filointria, essa integrn la coltura generale di quel popo lo. Così sotto l 'occhio uppassionato dello s tudioFo passar ono intere~sa nti vecchi t r attnti, conten enti le più antiche dottrine; d a que lle d ella Scuol.:1, di Crotone a lle aristotelich e, alle ippocmtich e , a que lle de lle scuole alessan drine, romanA, bizan· tina: que i trattati ch e, app unto con servati e riprodotti n e i m omen ti più oscuri della ~ci enza m edi ca, contribuixono non poco alla con sorvazic.n c e poi alla r estau· r azione d td pensiero greco-latino. Storia antica c st o ri a contemporr.nea si fond ono ins iem e in questi due lavori d el St~n.el i, ch e, ricchi di n otizie veramente in ter t'Sfianti, n on mancano anch e di gustosi particolari; l'import anza storica d ella medicina araba è ben prospett ata e as:;ai valutata dall'A.: e ad una import anza anch e m aggiore saremo pronti a sott oscrivere.qusndo lo confermassc1 o le trad uzioni di tant e opere ara be, che ancora giacciono polveror:c in bibliotech e spt'cie strfm.ine. E il Sarncll. , che a tma vasta coltura di p &tologia coloniale dimostra 1mi1e ta.n t.a pt1Ssione e con oscenza della storia d ella n ostJa scienza e che ha In fortuna di po~scde1e cosi bene la lingua araba, molto potrebbe darci in questo campo cosicehè viv1m1ento speriamo voglia anche a un tale l~•voro d edicarsi. F . Pl!;LLEORINI. A. SPALLIN CI. - Il chilurgo di Napoleone. (Ri vistu (delle Scienze m edid1c o natu· ra li, n. 5-6, 1934). Al giusto lamento ch e moveva qualch e anno fa il nostro Cn>arini os>ervando come" la m emoria delle gran di blmmcxenzo ùE:ll n ch i! UJ gin di guerw dell'A; sa. in i andas~:e lentamen t e affievolendosi p erfino in patria l) b~:n ha risposto ogg i il pro-
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Rl\"ISTA DELL.\ S1'.1 )1P A :IIEDIC' A ITALIANA E
STRA.~""IEHA
fes~<or· A. S p .,ll inci facc·ndo riviv<.·rt·, in R h•islu delle Scie,,ze medici<<!- e nalt•mli (n. 5-6, 1934). l' irrequieto, mn gr-ande e Chlrurgo di Napole-one •. Caratt.c re impuls ivo. « impasto cmioso di ottime E' cattive qualità •, ù on1t.e fors"anco questE' ultime . n lm<'no in p Fu·te, n! l'atmosferA eccitant-e d e l Huo t e mpo. scit"nziato e gu<'tTÌ<' ro , I'A,.salinì e bbe indubbiamenw m eriti grandissimi. L'opera valor·osa d<?l soldato e del medico prediletto da Napoleone bene è ri v<'ndicf\t.n dallo S pn llinci. A Jaffn. a Cndice. sui campi di Wagram, in Spa gna , in U ngh t>ria, do,·unqut:> l"irnpPrator<> tr·asciruwn le sue a rmate: o gomito n go mito coi Gran at ie ri d~' !In Guurd in Impt·riu lr. quando Je fll'tigl iel"it> n emiche npri nmo mrrn<'rosi i vuoti nt> llt• fìl C' SC'I'r·atC', o ne lln c01·aggioM, mn prudente assi~tt>nZil a gli app•·stati, o n!'lla prigionia quando enduto in mano d egli am;triac i a K oponnk riusciva con un Sl'lllplice ago dfl cucire a ri dare • con indicibile compiacenzn o lA villt.a n dn<• infdici opt>r nndo li di catarattA, dovunque, in una paro la , è i'(>tnpl'f' dipin to come il v(' ro medi co militare, in trepido e sereno, che, conscio dt·l volo rc anclw morale del suo soccorso. cura materia e spirito, e. col ridnrt' a tut.t.i ami<'i o rll'mici In salute, iufondt> n e lle tntppe il coraggio e la resist<?nza. 1'ecnicnmente fu q uanto mai un Yaloroso chil·urgo non meno chto lill Abilf· orgt~nizzat.or~> : ippocr·atico p er· <'CCellenza, studiava le costituzioni , i c limi, i fnt. to r·i esterni come !!li inte mi: est'guint le autopsie p t>r accert-arsi d e lle cauS<' cii mor·t<~, operava ~<·r·t•n o e d€'ciso .;otto il r ombo d e ll'artig lieria, legando t.rnnquillanwnte • L'artl:'ria brnchislif', la fl'morale, la ml\sccllare ~ pronto, come Pfotli RtC'><i'o IAs<·iò scritto, ad 1\llnceinrc anche la carotide. RiC'orda lo Spall inci i numf'ros i strumenti eli sua invenzione, fi'A i qunli unA sonda a darrlo pPr l'<>strazion<" d ei proiettili , tm ago da catarattR, un fon•ip•· c· un tubo lnringt"O pE-r i bambini nn t i H:'!fittici: (' ricordA pur·e comE' irtno ,·azinn.i n <"l s•·•·vizio sanitario portAte dfl li"A«:alini un t ipo di lettini ~<nggiamenw intwdott i 1l<'ll0 ambn lanzC' di gtwl'l"n : 1' barelle e le t tigh e a ruotn ch e rest•r o i migliori St'I"Vizi. Col R~ <:ori condivi;;e l 'A~>< 1lini l' ìnllt'gnalll<:\nto ne ll 'ospedale milit.llr~· di S . Ambrogio di 1Hiano, incnrìcato dC'lln clinica chirurgica: died C' alla luc~ pnJ"('<'t'hie t> import.anti pubblicnzioni. floa IC' quali tm « )fnnunle di Chirurgia n che, tl·nuto cont.o de l tf'mpo. obbe una d iffu!!Ìon t> enorme; pubblicò anchf' O"-"cn·nzio n i int... r<-ssnnti !'ò ulla. peste, s ulla dis:<\'nteria. sul t racoma, ,;ui Ynsi linfntìC'i, s ulle pupille artifi ,,iali o "" >1l"gomt>nt1 <li Oi<t<"tl·icia . L a mor·tf' colst• m'll 'p;;crcizio dt>lla snillll'te, a ottantas.. i anni . quella • boiiPnte ntlt u rn c h"' aveYil respirato l'A.ria infocata d ella rivoluzione ìrnnces•' (':«i •'m ecc·itnr.a al rul lo d c i tamburi napoleonici "· Krl chìudc r·e l' int.er<>ssantP nwmori o giustAm t•nte lo Spal i i nei lascia in t •-nvedere il dcsidl'rio di poter artribuirt> in ,~Zrnn p tll" !t' n t.n li CHII8f• un rt•nt-o conmw:<.so d nll'AsSIJiini, l'uccision e cioè di llll collega. E l'opera intt> llìgC'nt e, intrcpido e gener0!-<1\ dnt.o a pit'n<• mani dal ~mndt• Chirurgo eli Kapol~·one può contr ibuir·•· in n•ro <'non po<·o n IH\"il i'P l'onta di un d··lìtto. o nc·h<' 8f" I'A:<i''1 in; tPntil n o•cond,·dt) !'otto il w• lo di nn idco le politico, ~C•t t o lA <'tlC'Cnrdn tricolon·.
F.
-=---
~
PEf.LEORr.'l.
CONFERENH E DIMOSTRAZIONI CLINICHE NEGLI OSPEDALI MILITARI ELENCO E SO M~fARI DEGLI ARGOME NTI TRATTATI (Dal processi ~erball pervenuti atla Direzio ne generale di Sanità militare nell'ott ob re 1934 - Xll )
S o tto t t·rw ntf' n !l'dico tr~ul E H'ro ( 'ArX A:\0 : .ll ~~riHJ-9itri ]!P•' IHbn·,-o[n~i polttl nwtrt> 11f'/ d t>CI'nnio 1924-1934 p rt>seo l'osprtf,tf,• 111ilitore di /i rt•.v•·itr.
B RE;<GIA. --
C'AS EftTA. -
T Pru' nt,{' Polonnf:tllo nw dic·o C AHL<l DE P nnn: r.L.I!': t;< : Il s i iJ-nificol o
del/.a i pofis i ullm cl'l'sO le imh.t~fÌII I i-1t,,fogirhe Nl Plll btiul orrid,e, la fì.,;,,(,J(t in e fu
eli n i w.
D opo H \'C r p•·.. nu' .;,;u alc unu noti 7.i e~ .~t onuhc' ,;ulln g land .. l>~ p iu,,tl,·. l' O. <'"aminf~ qua le è st.nto l'o•·il'ntm nen to clt•g li stu tl ios t n1•lln inlt• t·prl't ll7.irme IÌ1; i s ig nificat o di p,.;.;a. d t:'!tUl):!LLPndo t t'P pPt' iodi: il l 0 , di '"''ghP t r·n •·ic• ><osti'IHII P d n thH i s 1wculf\t.i\·i, un 2 °, fondn to ;:;u r icf'r<:he d i em.br iolo"ia com pn m tn t1 n n 3 "· a ffc! rmn l t>~ i pH unn disc rimimw;ion e vi \1 esat,t.a d f' i d at i t> mbri ol o~ic i llli!><Si d i ncco rdo con qu <·lli i f<t ~> logici. D a t o 1111 ri\pido sg11ardo n Il!~ s t m t lnrn dd In _gl ancl oh1, Ili<' t t " i 11 ri l itn-o In i rnpo::;:.;ibilit.i\. tli d <·thn·m· il \'<'rO signifi~:Mo fnn'l.i onu lc , cht• riti <'IW di p ot orsi mt•trc rr in luce solo t·oi d r1t i d 1' lln fis io logia spL• r·i•nr·ntn lr r con l'i nd~o_c:i rw cliniCf\ . Sofform andosi s pecin lmt'lltt' ;;u t n iC' ultuna p,U't C', e:; pon(' le (orm <' c linidu' eh(· a!',.um€' In ::~ indrOinE' pirwa iC', Ì.\C':•ndo nnn rnpidn raS.'<I'gtrn c r•it icn d C'lll' tC'O t' it• rl'intivC' o lia loro pntog<'lll'"i.
Ro.uA. - 'f,•nrnt l' C11lon•w llo nw d it'o Oru;:4T~~ PELLE<; nr:--- J •· primo C'.<pitn uo m e di co Do~tE~ KO L o BtA NCO : l:n en~o di tubPrcolo.~i miliare a fomu:t t i jo8a. Il t,en. eo lon rw ll., mC'd iC'o Oru:sTr;: P.Er.l.t·:<:nt:-rr ri(Pri"<''' "Il un CA!'O di nn ammalato dt' l c~ ntro chimiCO militnn' in Vifl to Cnn di81ZJ10Ai di cl t' pl'l imf ll! O OrganiCO fe bbrile . L'inft' rmo non n nn-a pr·pc,•dr nt.i f:1miliori (' per so rw li dt'gni di no ta. Ln mnlf\t t in d uwva d a un m P.so c irca. Al m onw nt.o tlr ll' ingt'(',;;;o in oi< pedale l'infermo p re~e ntava semplic" ::~tato f.•bbrilt> con li evi~<.'l ima ipofml<',;i <' !«'f\rì'i r Antoli srcchi n rdln inte rsca p olo-v,•rtobrnl<> l'd apie<' polmonAre d est.r o ; RtAto t•uforico, sensorio intAg ro : po lRo piuttosto frpqupn tf}. Nulln. n enrico d egli Altri orgtmi ed apparnti . L e c ond'tzioni p 1\mon<~ri rimtl <;cro im·,~rif\t <' p <'r nltri 5 g iorni. nw ntre s i ve>ni\·on o lle linenndo segni inti '.~ tinali c he p ot<''·.mo (At' sof!p otts\r<' unn in[cziono t.ifo i<ll'. Pratic :\tn. la ::~ierodingnosi qu<•!<ta fu n cg.1tiva pPr tiio c pamti fi. La cutirl'nzionr' con tub(1r c:>lina. rip •tutn duo volt-e, S<.'mpre n('g<~ th·a. I fenomPni pobnonari frattanto a~c:urnenmo pro rorz.i oni pitr vaste : s i d <' liJlC'IWnno f:K'~li di dilat a zion e l'nlise mnt o sa pro~rass i\'tl ; >l:<pt·!'zzu cr('~centc n t> l rl'i"piro e rumori tliffu.~ i di broncl1itt> SPcr!fl ecu sfr,'gt\nlt'nto d o le(• alla basp. d. Il p o lso rimasn sempre> frequente, talora in<:lgola re: la l ing u•1 p"'t.inosa, rnn. umida; In m il zn l<•ggemwnt<' injl:randita. Compan•C'ro qui nel i rli spnen e ciilnosi allo lnbhrn mentre la curvo (!·hhri IC' si mnntt>ntw a immu tatfl , a tipo continuo lep;grrmt'n t P. rc·mittentP, piutto;;to elevata. L 'c>!amc ÙC' II' e.~pettorn.to p er la ri cerca d t> l bac illo d i Koch fu nPgr1tivo. L't>!OI\Jil <' oftalmoEcopic o d t;> l fondo d e ll'occhio mi!'K' in C'vidrrw.n li<'\ 'O turgor <' d c i ,-as i ccntroli. <'d e~ h•~"<' pre:'«'nzn di tubt>rcoli. L 'e!<ilme radiografico rlr l t ora (\<' mi ~e in evidrn?..a una c iM;;icn grnnulia diffu~A in tutt.i i Jue cnmpi polrnonnri p ortando così un contributo dec i~ivo nE' IlA din gno;.i " <fd'ft> r E\nzinle. L ' O. pre;~entnndo In radiol!:rafìa ricoròn come re{C'rti con~imili. mn non così cnrnttC'ri::~tici. l'i p os.<;ono 11\-f' f(' ne lln Pilico;oi po.lmonarP. n <>lln hTonc·hiolit P ~cle ro·
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CONFERENZE E OUlOSTRAZIONI CLINICHE ECC.
snnte da gM t ossici, nelln carcinosi miliarif01me. Dice infine ccme (EE<.ndo in se guito peggiornte le condizioni de ll'infermo con cc mpana di ~qmi clin ici ch e dcro· nevono per w1a nsecciazione con la forma mili8Jica tifoEa, il fcggetto \·erme h asferito, in dod icesima giornnta ospedalieHl, cl al l 0 rcpeito rr <didi·a a l Hp: I t o infett.i"i tbc.
All'e8posi7,ione del ten. colonnello Pellegrini fa ft'gu it o quella è el p1 :rr o ca· pitano DoMENICO Lo BIANCO che ebbe a seguire il p. sino ail'obitm. D ice il capitano Lo Bianco che il p. all'atto del traeferimcnto al rersrto infettivi presenta va un d ecorso «forma tifosa n e tale tipo mentcr;n(' s mo alla morte. Aspett o stuporoso, lineamenti profilati, occhiai €. Eempre p ii) incavate, labbra secche, lin~nm fortemente arrossata. ai margini, fuligginofa al centro, gengive fuliggin o~e. La frebbe si mantenne alta, con lh:-vi r('miEsioni mattutine . J mpon('nti i fatti bronchiali diffusi, prevaler:temente basilar i, ecnza noteYcleo dispnea. Addome metecrico, tumore molle di milza, f€ci dall'a~pet1o di pul~ di piselli. Unico sc·~·no di certez1-a nei confror;ti deR!a tbc. miliare, restava la rodicgrofia del torace che dimostra va la disseminmilione di tubercoli in ambedue i polmoni. Accanto a qn<>sto sintom o altri minori: la W'idal e l'emocultura rip('t utamente negatiYe, il polfo piuttosto frequente e la mancan:t.n di qualsiasi traccia di ros€ola. K cgr1 ultimi giorni s i accentuò lo stato tifoso per il sopraV\-enire di sintcmi pcr itOilcO \i ( m<'tcorismo, dolenzia, lieve verwmento ). L'oòitu.9 avvenne p flr collasso cardiaco dopo 21 giorni di degenza . A ll'autopsia parzinle, pe rmc~sa dai parenti, si rifcontrò tubercolosi milia re dis S€!11Ìna ta alln maggior parw degli organi, con pre:val~nza ai polmoni ed ngli intestini ; il pe1itor.eo e specialmente l'omento, contenl'Ya tubercoli miliarici. Il copit. I...o Bianco procede infine all'e~posizione dei pezzi repert nti oll'm•topsio. SA YTGLTANO. - Mnjlgiore medico C..ulLO BRu~o : ~n cMo d i siringomillia. 'l.' n ca~>o d i atrofia mtùcol.are d.a 'Paralisi radicolare Duchfnne-E,·l>. Tom~o.
- Maggiore medico JsiDORO CEI: La tube1·colosi ndl'csr-n:ilo 8071rat,lftJ in mpporlo alla dipendenza da causa di sertYizio e <>rganizzazione cmtìtub<rcolare milit~tre .
L'O. esordisce tratt Ando l'Argomento della tubercolosi neli'E~erci to ncn FOIt.flnt,o sotto l'aRpctto scientifico, ma anche !!Otto quello politico l' foci ale. RiferiF<'f' s ulle principali teorie dominanti che ancora oggi dividono il campo del lo di•cusl>ione circa lo p11.togenesi della tubercolosi neli'EFercito, dando la prefer('nzn n quella che considera la tubercolosi dell'uduho, e quindi anche quella dei milita ri, come> lo mani(est.nz.ione più o meno tardiva e più o m eno violenta di una infezione prt>esistente contratta ne l mnggior numero dei casi nell'infanzia, e cioè una reiniezione pe r cau AA endogena dovutt\ alla mancanza di dife~;n organica l'd immunitaria, nlln rottura. dollequilibrio allergico. A que1ti riguardi l'O. fa con F.dera1. ioni d 'ordin e• med ìco-l<'gAie. Riconosce poi ohe l'Esercito è oncora oggidì forse Il'. sola collettività nazion a le in ctLi s ia possibile fare la diagnosi pHcoce di tubercolosi polmonare E'd aceerma, a chiusura de lla conf<'r('nza, al Sanatorio di Anzio e, p.J'('ndendo lo spunto da l Sanat.orio, nl suo clima ma rino e a gli altri climi in gcmewl~>. VERONA. -
Tenente colcnnello medico VINCENZO AccontNTI: Sordità cocleare da
'I'Mning ite cerebro-spinale.
L 'O. presenta un caso di sordità cocleare da m eningit E' cerebl o·spinale con lesioni vcstibolari. Bf{pone i disturbi de l senso stJ\tico o d inamico presentati' da ll' infetmo fd indi t ratta della pntogenesi della ~ordit.à in parola concludendo ch1' dal lnto medicolc·gole queHi infermi deYon es.'!C:re considerati degli inabili al lavoiO p1oficuo.
CONFEUENZE E DIMOSTRAZ IONI OLIN!Cl!E ECC.
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ABceaso extradurale cer·ebellare. L 'O. presenta un caso da lui operato di a!>Cesso perisinusale ed extradurale della fossa cerebellare guarito, senza esiti, in un otorroico di vecchia data che prove~li.va da un reggimento Alpini di frontiera. Espone brevemente, in qtud modo, questi nsccssi, che s i manifestano quali complicanze degli otorroici, siano provocati da germi più o meno virulenti. per il progressivo estendersi ed a pprofondirsi del processo osteitico infettivo e come essi decorrono con sintomatologia muta, in modo insidioso, sicché molte volte vengono scoper ti solo durante l'atto operatorio. Nel caso in parola un'emicrania, un po' di temperatura e una dolenzia non spiCcata della mastoido era la t riade sintora.atica cho presentava l'infermo. L 'O. conclude che l'ascesso extradu.r ale ed il perisinusale, quando l'intervento si esegue con celerità, rappresentano La complicanza endocranica otitica più benigna, e che la diagnosi clinica ha la massima importanza per poter intervenire in tempo ed operare con e.'!ito cer to favorevole.
- Primo capit ano medico G .L"iO pare<~) BpaBtica aì:l inizio acuto.
BEEtTOLUOOI: Illustrazione d i un caso di para-
- Tenent e m edico G IUSEPPE CEBRELLl: Su di un caso di febbre tijoide con cu'l'va termica a tipo ondulanteDopo ampia. discussione cli nica. l'O. fa deUe consider&'i;Ìoni s ul valore di una. prima e mocultura. e di una. sierodiagnosi negative_ I ndi parla. della. importanza. clinica delle associazioni batteriche nelle infezioni dell'apparato gastro-enterico, quali a ttenuanti del proce.sso eberthia.no iniziale e quali attivanti la virulenza dei bacilli tifici nei portatori. - M~ggiore
medico FILIPPO Gaun : Lesioni traumat·iche mult·iple da investimento.
In un soldato inve3tito dalla ruota di un carro si palesavano in un primo • t otupo segni carti di grave le3ione del rene sinistro, successivamente segni sospetti di conc.n nitante le3ione addominale. Operato in dodicesima ora di laparatomia para.rettale sinistra alta si trovò la prima ansa d igiunale qua e Là a.brasa e contusa e , in alto, a circa 12 cm. dal Treitz, completamento sezionata. Anastomosi terminoterminale, trattamento del cavo, drenaggio doppio declive e ipogastrico.Decesso dopo 28 ore . All'autopsia: scar3a raccoltn siero-era.atica declive nel cavo peritonoale; suture in ordine; emorragia nel me3ocolon trasverso; rotture multiple del pancreas; nella loggia renale sinistra infiltrazione sanguigna estesa e piccola rottura nel bacinetto; zone contusivo emorrag iche nel rene. Si pro3pettano le difficoltà di una p recisazione dil'lgnostica del caso e la consegu ente incertezz!l. per la dirot.tiva d i un intervento che peraltro in simili evenienze è n ecessario, anche se presuntivamente inefficace. - · Appendicit~ acuta pregre<~Ba recidivante operata a freddo. Illu>tra.zione di un caso con coru::nsnto su particolarità cliniche e anatomo-patologich e.
Primo capitano medico SALVA"l'O&E ScxoEtTINO: Iridocidite w~odulare. L 'O., dopo ave re ricordato le peculiarità anatomiche del diaframma iridocilia.re ed il ruolo c he e3so h~ in fi~iologi~~ oculare, espone i moth·i - comtme rete di irrorazione sanguigna, p,uticolarità strutturali identiche, continuit à di t 61l8utiche ritiene stiano a base della quasi costante compartecipazione di entrambe le porzioni anteriori dell'uvea, all'infia.tnmazione che colpisce la regione. Illustra quindi, dopo un accenno s ui segni subiettivi, la s intoml\tologia obbi€ttiva (iniezio n e paricb.sratica-precipit!~ti sulla Descemet-alterazioni dell'umore acqueo: int o rb idamento, luminosità, correnti di convessione - al'lpetto dell'iride e della p upilla - sinech ie po3ter iori - ù<Jpositi sulla c ristalloidC' antorioro e posteriore - i ntorbidamenti eRSudatizi del vitreo - comportamento della tensione ocula re) ed i mezzi p3r m etterla in rilievo, sofhrmandosi sulla notevole importanZE\ sem e iotica, per le diagnoi!i precoci, dell'esame biomicroscopico praticato con la lam-
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pudn a fes.<mra combinntf\ a l microscopio corneale. A p roposito d c lln s iut om at!l· logia dice che non s i può mediante es.c;a fare tUla sicura diagnosi di nattuA. TrattA 'l'ÙIHI'J d e lle varie ctiolog ie (tubercolare, luetiC'a, rN1matica e a p roposito di quc~tn c0ns idera il tipo reumatismale com,mt' alle vark' 4:'tiologie e coJseguent(' tHI una pt'· <'tiliarità. reattiYa ùe i souctti con diate~i artrit ica. gonococcica, da in fezioni forn ii, diabetica, da oftalmia ~impatic11 ) . !'offeunando><i l'tli m ezzi <'hc po>>r. n o con· "'entiro una diagno::~i e tiologica . Accenna alla rlingn o;.i diffe renziale:- d e liA iridodclit e in genere ed in il'<pe('iul modo a ll' importfln7..il dell'o~e n·azione d el fondo (prc:-feribilmente ad immt~gi11e diJ'itta ed este><a minuzi&amente a tutti i quad11mti) sempre possibile negli stadi inizia li dl"ll'ir idociclitl'. Ri('orda a t.a l riguardo un I'BSo di periphlebiti8 reti11cu oc· cor!'ogli m•l la Clini<'a di B ologna del p r of. di ~Iar-.tio, ch e sa rebbe stato ctiche ttllto <:ome iridocic lite . senza un 11t.tcnto eMme d e l fondo: il focolaio di pe1 iftebitP in· [ a tti trovavnsi nl'll" €:'1 h t"m o campo d e l quadrante sup<>I O·temporale. L ' imporilmZII df' ll'esum e de l fondo (• nnclw notevole•per la p rognos i. a cagione d e lla pos.~ibil1t ii non frcqu<'nte in Vf'ro , d i unu compa rtecipozion e d€11a coro ide a ll' infìnm mi1ZÌ<n•· <le ll' ir ide e corpo ciliore . Parla. infine d e lla prog1:o;;i in rapporto alle VlU'il" etiologia, dt>lla c ura sinto· motica e specifica ri cordando In n ecessità. rli SPgui rf' i l decor!'O con ripr t ut.i e!<llmi hiomiscoscopic i e Ùl"i mig liorati su ccrs..'li derivanti dnll' uso d e lla diatetmia nw· d ica oculare. Presenta P d i ll us tra quindi un coso di i ritlociclite anodulare ipertensiva l~lico - f'.lLrBto in osp ednle - e guarito con r e integro totale del visus e !lenza CFiti. - Sot.totencnte ch irnico-forma<'i:-ta S IL\'10 ZAMBOYI: GU aggregsit'i ch imid nclht yuerr<t mondiale e nelle guerre jutu·re. L'O. ha. pa-;suto rap'danwnte in ra"scgna i p r incipali aggressiv' c hixnici u;.all n<>lla guerra rnondiale . faerLdo una d cttag liata. de;;crizion c d i que lli che ma~!!ior· monte hanno inter<>s~1to p('J· la loro forte azioni' to><sica, e ~·i levando quali d ifficoltà s i siano incontrate n ell'a<iottare m ezzi di d ife;:a contro cii essi. Si è fermato o. fnr e deile consid erazioni sul grup po d i aggressivi, detti acr<'' · soL·i, fumogeni e in..,€nd ia ri; acrcr.nando la enorm e importanza che avranno nE'Ile guerrf' future. . H a p ar 1ato d e lle probabilità. rhe l'ossido di carbonio, l' a c ido cianidrico, 1\lcmu f'•) mposti metallorganic i cornEI il piomhot e tractile, hnnno di es;:erc u:.ati come potenti rl!!gr el'si,·i n ell'ovvcnir e.
NOTIZIE Ordinamento del Corpo sanitario militare. Ctm R . •ll't'l'l' to- h ggt.' l J ottobre l !.13-t-XJI, n. l i23, riportato nl'lltt c ircolare 867 Giornale ntilitare dd 16 nm·•>mbn' c. n., sono :<tntt· nggiornot,.. J,. di:<po..:i;doni conC:t'm e n ti J" or'tlinam ~>nto dd R. csf'l·ci t o in n ·la;t.iorw fl ll a l r·~g<' ,.uJI' a...-allzttmento 7 giugno Hl34-XTI, n. 899. · p,..,. qunnto l'il.,fllarda il Corpo :<nn.tarin, t>:..:o c un >-tu di: a) nfficiali m edi ci ,. uffic:ali chimiti-fa•mnei•ti; b) 13 dirPzioni di snnità milit tm ·; c) 13 <'omp!lgnie di :'>mi t ù; t/ 1 tll\ istituto chimic·o Ùll1n!tC<'utico nr ilitar···; e) o..:pt'da.!i milita ri .- iniermNÌP prc..:id ia r·i (· il cui nun~t · r·o è d•krm 'nato p er dL•c·t'!·to R ea l.... , ..:u propo,.tu dd .\l ini• tr·o p•·•· ltt p u: na rli Ct>ll C:•' rto col )Jini~ tro {>("l' !t• finanzt:'. Al corpo ..:anitario rnilitn•··· :;ono pr·<>po~ti un ! Pn c·n!t-· gt'tll'rn!e nwùico capo d e l rorpo e 6 maggiori g<>rwra.li m edic i, d c i c1uuli 4 i~pettol·i. L'o;·gnmico d••gli uffic in !i >'llpf'ri ori t•d iukrio ri tld t·c:q•o son ittt•·iu m iJitartJ è il SP!!U<'Otl' :
Colnnn::lli . . . . T en <'nti c..lonnl'll i nhlg~iul'i . ( 't~pi rani . Suba! t c r11i
31 J(t2 l'i~ ~-kl' 2.~s
• l 'fjicioli rhimic; fm·mar:;.sti.
Co:onn\'11 i . . . To•rwnti t·olunn· ·!t i :\!a )!giori . Capit ani . :-ìulmlt<' mi
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L o tab<•lle organ ieh•• (!, ·gli uffic ial i g~·ne rtll i, ,;uperiori rtl infe1·iori, stabilito nt'l dC'tto d ccr et.o, cnmprPmlono tutti g li uffièiali impiegati nei vari enti d ell'Aro· mini,;trazione d ella guena (<'E>nt r.tli c p erife ric i), non chè qu e lli assegnati ai R egi corpi d i t ruppe co.onioli o ad a ltri e nti e sr·n ·izi nnn dipendenti dnli'AmministrazionP ddiR g uPrTa.
Avanzamento degli ufficiali del Corpo sanitario. Cou R. do•crc·to 20 .st>ttcmbr t' 193-t, n. 1650 (ripo1·tato nella circolart' 832 GionUlle militare dt' l 27 ottobre u. s<'.) s i è disposto che le n orml' stabilitt' dall'articolo lO R. clecr·eto 2 1 giugno l 93-t, n. 9l:l8, pt>r la clas.o:;ifìca d c i capitani ch e per
ragio n j di e tà non hanno potuto partecipare alla gucna 1915-1918, si applichino anch e ai tenenti colonnelli, ai maggior·i ed ai capitani chimici-farmacisti provenie nti dalla wppressa ist.ituzione d ei farmacil3ti militari impiegati civili e nominat-i uffic iali chimici-farmacisti in servizio permanen t e effe ttiYO n ell'anno 1921 e seguen ti per effetto della legge 7 apr ile 1921, n. 367. Con lo st esso d ecreto sono fissat i , per rle t.ti uffic ia li, i punti minimi totali di cui al c itato art. IO.
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NOTIZIE
Con c ircolare n. 869 Giornale militare 9 novembre c. a. s i dispone che i maggior i e i capitani medici e chimici-farmacist i in s. p. e., liberi docenti universit ari, confermati in via. definitiva dopo c inque anni di esercizio, che concorrono a'!'a.va.n· zamento a scelta. !':pecia.le, a.l fine di poter benefic:a.re del vantaggio previsto d a ll'art. 62 della Jeg~e 7 giugno 1934, n. 899, d ovranno fa.r pervenire a l mrini!'tero (dire~ione genera le personale ufficia li) un csrt:tìcato in ca.rta.lega.lc, rile.a:l iat::~ dalla competente un iversità o is titu to sutper;ore, d a l quale r isulti che l' uftl.c:ale è libero d ocente un :vorsita.rio e che e stato confermat o, in via definitiva., d opo cinque anni di esercizio. Con circolare n. 876 Gior'lale militare 9 n ovembra c. a.. i te nenti colonn~ili chimic i-fa rmacisti in s. p. e. R EMO CoRRA.DI e Pietro RltG.A.RD sono Rtati ammessi a lla valu tazione d e i titoli, di cui all'art. 57 d ella. legge 7 giugno 1934, n. 899, per l'avanzam ento a. scelta. ordinaria.
Assistenti militari presse cliniche ocullstlche universitarie. Con circolare n. 846 Giornale militare 27 ottobre si è disposto che per l'anno accademico 1934-1935 due ufficiali medici inferiori in s. p. e. s iano inviati p resso cliniche oculistiche universitarie, quali assistenti militari, oltre quelli d esignati p resso altre c liniche e d istituti s uperiori per effetto d ella circolare 382 G. M. c. a.
Cure balneo-tennali. Con circ0lare n. 896 Giornale militare 16 n 'nrembre c. a. si dispone c he, con sp3Ciali n orme, ne lla. pros.9im~ sta.gio"le invernale, presso lo sta.bi lim~nto balneot erma le di I ;;ch ia., s iano off Jttu'.l.ti due turni d i cure: il primo turno d ,:l.l 10 al 15 fenbra.io ed il secondo dal 20 al 6 m arzo.
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Bollettino del Corpo sanitario militare • UFFICIALI MEDICI MAaoiORI. GtANNOTTI D ino, ospedale militare Palermo. - In data. 28 luglio 1934-XII ~ co lloca.to in aspe ttativa. per infermità temporanee provenienti da cause di servizio per mesi sei. PRIMI CAPITANI. GA~tMARANO Vin~nzo, 73 fanteria. In data 13 giugno 1934-XII è colloct~to fuori quadro perchè trasferito, d'autorità, R. corpo truppe coloniali Tripo1itania. F ALBO Enrico, R. corpo truppe coloniali Eritrea (a disposizione ministero colonie con incarico civile). - In d a ta 8 agosto 1934-XII rientra nei q uadri od ·è d estinato lancieri Vittorio Emanuele II. Bu~smaA. Giu3~ppe, osped> l le militare T rieste. - Ospedale militare Caguari. Faoooro Francesco, 9 artiglieria divisione fanteria. - 4 a rtiglieria corpo armata. CAPITANI.
ANNARU.\iMA. Et·m'\nno, 14 fan:toria, sospeso dall'impiego pe r m esi dodici. In data 7 S:lttembre 1934-X ll è richiamato in servizio effettivo e d estinato 9 artiglieria divisione fanteria.. s~lgni1·à nel ruolo il pari grado di Rago Prospero. PROCOPIO B ellarmino, R. corpo truppe coloniali Cirenaica. -L Legione CC. RR. P adova, dal 23 ottobre 1934-Xll; si presenterà 1'8 novembre 1934-Xlli. V ASSOLO Antonino, R. corpo truppe coloniali Tripolitania. - 7 genio, dal .28 settembre 1934-XII ; si presentorà. il 14 ottobre 1934-XII.
NO'HZIB
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TENENTI.
CRISTIANI Michelcmg<:<lo, R. corpo truppe coloniali Tripolitania. - 3 alpini, dal 30 set.tembre 1934-XII; si presenterà il 16 ot tobre 1934-Xll. DE GREGORIO Gaetano, a disposizione Ministero esteri. - 2 fanteria, dal 16 ottobre 1934-XII; si presenterà il l o novem bre !934 -XIII. GoMEZ DE AYALA Auhrusto, R. corpo truppe coloniE1li CircnaiCll. - 90 fan· teria, dal 23 settembre 1934-XII; s i presenterà il 9 ottobre 1934-XII. Dal Bollettino vfficiale, disp. 63a, 5 ottobre 1934-XII. UFFICIALI MEDICI MAomom. TRANI Paolo scuola allievi ufficiali complem ento Snlerno. -
39 fanteria.
PRIMI CAI'ITANI.
DI LoRENZO Odoardo, scuola all)evi ufficiali ;complem ento Spoleto. 52 fanteria.
CALvt;;LLO Salvatore, scuola allievi ufficiali complemento, Palermo. 6 fanteria. BAVA Arturo, scuola allievi sottufficiali Rieti. - 13 fanteria per battaglione allievi. TRoMBATORE Vincenzo, scuola allievi ufficiali di complem ento, P avia. 3 genio . • PlmmcE Vincenzo, 6 fanteria . - 12 artiglieria corpo armata. RINALDI Orazio, 15 fanteria . - Ospedale militare Caserta. CAPITANI. MARMo Achille, campo sanatoriale Anzio. - Ospedale mmtare Roma (labo· ratorio microbiologico). FLORIO Ugo, 38 fanteria. - Campo sanatoriale Anzio. DI RAOO Prospero, 29 fanteria. - Scuola allievi ufficiali complemento P otenza. TENENTI. MoNGILLO Michele, 16 artiglieria divisione fanteria. TEom Giulio, 7 alpini. - Scuola militare alpinismo.
7 alpini.
UFFICIALI CHIMICI FARMACISTI CAPITANI. ZA.l."ELLL Alberto, ospedale militare Trieste. -
Ospedale militare Gorizia. Dal Bolleuino ufficiale, disp. 64a, 12 ottobre 1934-XII. UFFICIALI MEDICI COLONNELLI. TEcCE P asquale, collegio medico legale. -
In data 20 settembre 1934-XII
è promosso maggiore generale medico e nominato presidente del collegio medico legale, 6 -
GioT71alc di medicina militaTe.
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NOTIZlE
Plt.na CAPITANI. Vs!roa& Salvatore, ospedale militare Cagliari.- In data 27 luglio 1934-XII, è collocato in asp3ttativa per infermità temporanee provenienti da cause di ser· vizio per meei dodici. CAPITANI.
MAaoHBsm Agostino, R. corp:> truppa coloniali Cirenaica. - In data 16 ot· tobre 1934-XII, rientra n6i quadri ed è destinato 47 fanteria. Nel provvedimento riguardante i capitani VIT&LB Salvatore e PIAZZA. Guido, pubblicato a pagina 3809 Bollettino ufficiale d ispensa 74 del IO dicembre 1932-X, anzichè: «scuola di applicazione di sanità militare », leggatti: «scuola di applicazione di sanità militare (insegnante aggiunto) •·
TEmeNTI. ALSANDEU Giacomo, R. corpo truppa c:>loniali Somalia. tembre 1934-XII, rientra nei quadri ed è d e.'!tinato 29 fanteria. Dal BolkUino ufficiale, disp. 65•, 19;ottobre 1934-XII.
In data 16 set·
UFFICIALI"-MEDICI CoLONNELLI. GAZZA Ales3andro, dira,.;ione sanità militare corpo armata Firenze. - In data l 0 novembre 193!-XIII, è collocato in ausiliaria a domanda. Sc\rà f.H 3unto in [o rzl d}lla dirazions Sc\llità militare ~corpo armata Bologna. ed agli e ffatti amministrativi comando distretto Mod,ena. MA.ooioRI. GroLto R occo, minis tero aeronautica. .- In data 6 luglio 1934-XII rientra nei quadri ed è de.itinato ospedale militare Palermo. PB.nrl
CAPITANI,
Ds BLA.Sio Guido, 34 fanteria. - Legione CC. RR. Trieste. Lo V.s:ooa:lo Gioacchino, ospxlale militue Cc\gliari. - Ospedale m ilitare Palermo. CAPITANI.
'CSorron Giov.'lnllÌ, R. c:>rpo trupp3 coloniali Cire naica. - 16 artiglieria divi· s ione fanteria, d al 23 ottobre 193!·XII; si presenterà 1'8 novembre 1934-XIII. PAP.AGNO Michele, ospedale}nilitare Roma. Ospedale militare Cagliari. TENE:t."'TI.
LAsoA.BO Alfredo, 3 bersaglieri. - 2 artiglieria armata. LoNoo Giu;.'l ppe, R. corpo truppe coloniali Tripolitania. - 57 fanteria, dal 18 ottobre 1934-XU; si presenterà il 3 novembre 1934-XIU. LAURI G iulio, R. corpo truppe coloniali Tripolitania. - 34 fanteria, dal 30 ottobre 1934-XIU, si presenterà il 15 novembre 1934-XIII. Dal BoUettino ufficiale, disp. 67•, 27 ottobre 1934-XII. •
Onorificenze. Per la ricorrenza d ella Marcia s u Roma, su proposta di S. E. il Capo del Governo e Ministro de lla ~uerra, sono state concesse le seguenti onorificenze nell'Ordine della Corona d 'Italia:
NOTIZIE
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I n conBiderazione diJ lunghi e buoni servizi: Ufficiale: colonnelli medici FRANCEsco SECOHI, Vrrroaxo Gaosso; Oavaliere: primi capitani medici ANGELO MEsSINA, CARLO NANNI, ANToNio ALLoOOA., F ERNANDO URTOLER, Tmui:SIO CA.RDONE. I n CQMideraziune eU speciali benemerenze: Ufficiale: tenenti colonnelli
medici RoBERTO LANDRIA.Nl, VINCENZO Ao-
OORINTI .
II colonnello m edico RosoLINo CuURI, su proposta della P residenza del Consiglio dei ministri, è stato nominato commendat.ore nell'Ordine della Corona d'I talia. n tenente colonne llo medico GIUSEPPE MAFVI e il tenente colonnello chim ico-farma.c ista. RoMOLO CERRUTI sono stati uominati cavalieri nell'Q rdine dei SS. Maurizio e LazBro p er coUoca 'tllmto a riposo. I colon<1elli m !ldbi EDKONDO BA.YON e PIETRO VIOLA ed il tenente colonnello medico DUILIO B ALESTRA sono stati nominati commendaluri dell'Ordine della Corona d'Italia per coUoCtJment.o in utU3iUaria. Allo stesso titolo il primo capi tano medico FRANcEsco Co&TELLA. è stato nominato ufficiale nel medesimo O rdine. Il tenente colonnello medico ARTURO CASARINI è stato nominato comme?~ datore d ella Corona d'Italia per coUocament.o a riposo.
Titolo di studio. Il primo capitano medico FtU.NOESCO P xooA.RRETA ha conseguito presso la Clinica odontoia.trica della R. unive rsità. di Roma, il diploma di specializzazione in odontoiatria e protesi dentaria con il massimo dei punti e lode.
Soci ~d'onore deU' Associazione Mutnati e Invalidi di guerra.
n Oo :ni~•w C.J 3~r .:l>l.:> d 3li'A>so::i .u io:to QB?;ÌOn;\le Mutila ti e I nvalidi di guerca.,
n ella su :~o riunione d :>l 3) o t t':>!>:e, s u proposta. del P reside nte on. Delcroix e per acclam~zione, ha. de lice ··ato di nomina.1·e socio d'onore della Associazione S. A. R. LA D u cHEssA. D'AOSTA. • quale ispettrice generale delle dame infermiere della Oroce Rossa Italiana e quale attest<Uo d ella gratuudine dei mutilati d'Italia verso cM li 110coorse sul campo e li confortò nel sacrificio ». Allo stesso titolo sono st at i nominati soci d'onore: il t enente generale medico F RANOESOO DELLA. V ALLI!J, di ~ettore ge(lerale della. Sanità. militare durante la. guerra; il col prof. RrooAaoo G.ALEAZZl, il col. prof. VITTORIO P UTTI, il col. p rof. R IOCARDO DELLA VEDOVA « che fondarono e direuero a Milano, Bologna e Roma i Ire più impurtant·i centri ortopedici miUtari durame la guerra, dove /1trono curaU e ri.educati professionalmente i mut·ilati e gli inoolidi • ; il prof. FRANCESCO DENTI e il col. prof. LORENZO BARDELLI, il primo « fondatore e presidente della Oasa di lavoro dei ci~chi. di (/!'erra - Villa MirabeUo - a Milano •; e il secondo u fondatore e direttore del primo cerltro oftalmico militare a F irenze •.
Il Congresso di studi coloniali. I l If o C::mgrail.30 di Studi coloniali è stato solennemente inaugurato il l 0 ot tobre allo ore 15,30 ne ll'Aula magna de lla R. Università. di Napoli, a ll' Augusta P~senza di S. M. il R e e de lle LL . AA. RR. il P rincipe di Piemonte ed il D uca d l Spoleto, nonchè del Cardinale Arcivescovo S. E. Ascalesi. Pre.<:Jeo.ziarono alla solenne cerimonia, rappresentanti delle più alte cariche dello Stato e della Città.. . Il R ettore Magnifico, on. prof. Salvi, prese la parola, notando con un nobilis· 8 !mo discorso c he è s~to oggetto di ammirazione, come l'Università. di Napoli SJ~ ~r<lta al Congresso di Studi coloniali cui deve l'alto ed arnbitiss.i mo onore della VlSlta di s. M. il Re.
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NOTlZIE
St>guì il discorso inaugurale di S. E. il principe Oinori-Conti presidente del Congresso, dopo del quale il Ministro delle Colonie S. E. de Bono, in rappresentanza del Governo, dich.iarò aperto il Congresso nell'August-o nome di S. M. il Re. Nella giornata succe!:'siva del 2 ott.obre, ·il congresso, iniziati i lavori a sezioni riunite, ha dato svo l~timento a qllelli del lP l>ingole sezioni: dello qunli quella giu · ridica era presi( dut.a d a S. E. Le~ona Sottosegretario di S tato alle Colonie. quello. storico-archeologica. dal sen. On. Manfron i, quella n r. turalist ica e Jleografìcu d ol prof. Steftmìni, q uella etnografica.-fìJologica-sociologica dal prof. Beguinot e quella di Me-dicina ed I gicno colonia le dal gen . m edico pz·of. Mariotti Bianchi. L a Sezione di medicina ed igiene coloniale, iniziando i suoi lavori nell'aula ~ De Sanctis» della R . Università, ha contemporaneamente ina\lgllrat o il V Congresso di Medicina coloniale. P rese la parola il sen. prof. Castellan i, presid<nte della Società- di m edicina coloniale, illustrando le malattie tzopicoli che s i riEcontrono nel Mezzogiorno d 'Italia : il lialaza r, la febbre di Malta e l'amebiasi, r icordando gli studi di Boeri , di Caronia e di J ocono di Napoli. Scgul la relazione del prof. Pullé sul • Colpo di calore », a lla quale parteciparono il genera le medico prof. Mariotti -Bisnchi di R ema , Zavatts ri di P avia e Mazzolani di 'l'ripoli. Sul tema «Cure {iBidl.e ed idrominerali delle malaUie dei paelli caldi •, svolse uno elaborata reluzion e il prof. Castronuovo di Napoli; infine il col. m edico R. :M. Basi le riferl sui • Rilievi nosogra(tci in Abisainia "· Nel pomeriggio, il p ro!. Cklon esi fece un'applaudita r elazione r:.ulle « F ebbri malariche nella Somalia meridionale •, a lla quale seguirono varie ed int,ere~anti comunicazioni . Nella seduta successiva del 3 ottobre, il pro!. Castellan i svohw un.a dotta relazione sulle • Bk1stomic08i ~ - Seguirono nei giorni successivi altre relazioni di Franchi n i sui « Par<M8iti inteBtinali nelle colonie • (letta da altri in assenza del F ranchini), del primo capitano m edico Samelli sulla «Patologia oculareneUe colonie • cui seguirono altre importanti comunicazioni di Franco, Di Guglielmo, Croveri, J aoono, Zavattari, generale medico .Rizzuti, Peruzzi, Mazzolani ed al tri. Il Congresso che si è c hiuso il giorno 6, ha segnato un'altra tappa nello studio d~lle m~lattie ~r?pica.li , le q~ali, stando al no~vo!e. contr!bt~:to a~portat o dai ~tri dt s tudto fiiérJdu:'m ab, M(}\llst-&no sempre p1ù dmtto d1 c1ttadinanza n el bacmo. del Mediterraneo. P er quanto non si s ia ascoltato nulla che possa dirsi veramente nuovo, che non si sia già. letto in precedenza, in pubblicazioni del tutto recenti, pure la viva parola dei ricercator i, e fra questi alcuni di vaglia, ha dato maggior valore ai fatti, ed ha. irrobustito le idee, perchè s i determini un'eco di r isuonanza pitJ pro· fonda nella Nazione.
D irettore respo~U~abi.le: Dott. LUIGI FRANOKt, tenente generale medico R edattore: D ott.. prof. Vmomro DE BERNARDINIS. tene nte colonnello medico (7103103) - M ~fA. 1934-Xm- I.S'l'JTUTO POLYOR.AFIOO Dl)LLO STATO -
G. O.
RIVISTE MEDICHE MILITARI o----GIAPPONE : GU~' IOA)l-ZA.SSL -
P.l bbllcazioo.o utlic ia.Iu ,Jul Corpo oanltario Lloll'Esorcito giapponese, Toldo, N. 253, luglic t934. ka-hlma: Studi sul Bacillus pseudot11l.-n11lMis roàcntiurr' di P lollfer (II oomunioazlone). Yaaul: Intorno allo oau~e flslcbe della nor1rastonta. o <iella. norvoili•à. - Kuramato: Ricerche sperlmeocall sop r·a la tossiticitù. <loUo ost.ricllo uol temno della. fregola. - Miyalle: 'l'ratta· mont o (iellll fl~to lo col lipiodo l. - NakamUJ'8: Appendicite slnistra..
J UGOSLAVIA : VOJ NO ~A:-.. r'rE'l'SKI GLASNlK.- nivista lrimo~tmlo di modlchm, fM·macìa e medlollla veto· rinnrla doll'c•<'I'Oito Jugoslnvo, oditt\ da.llt~ Oit·t>ziono doJ sorvi zio di Sanità (Redar;lono ed a.mm iulstroziouo: Os!>{ldalo milit.are di l!olgra <lo). N . 2, Vol. V, 1934. BnnoYlltehkl: Postumi dolio t oril o doll'nddomo. - Slm ltch: ;;)tudio opidomiologico enlla malo.rla nella. Sod>itl. morì<lionale. - Matkowiub: !:(ullo. ~;co perla dci rnggl X . - Konjowltch: Sulla me· dlcina. mcteorolog"joa.. - Ohahowl~h o lgnjatehev: '' t>roposito di un caso ù1 cnncro del fegato. Mlttowlteh: Conh·ilmto auo studio 1lol relicolooitl noi oavnlli, nei oa.ui e ne1 gat ti.
POLONIA: LEKARZ WOJSKOW Y. - On-:uno do!(li u fficiali <lo l ServiZ"IO sanitario. Centrnm Wyszltolenla Sanit. Gòrno:iluska 45, Varsnvia, N. 1, l• h•olio 1934. Hvszc:za: Camllorìst iobo della mo1•bili tà nr l JlOl'SOnale volante doU'aeronnutioa. militare. Dytlowskl: Quc.;tioui attuaLi di tlSiologi>\ in a Ol'OOlllltiOll.. N . 2, 1 ~ luolio lll3~. Rouppett: Lo riformo de!(lì ,;tuili di m o<liolua dal puuto di vlsln. della (tifosa nazionale. -
Raueja: Lo. <liugno~i uollo afrozioui rouma.ti<Jho cloU o artico lazioni cloro cura ortopedica. Slei'Bkonkl: I <'l'is lnlll nolle oullu!'e tll bl'ttted. - B~l•skl: lgiono t'Iella marci..-..
N . 3, 1• agosto 1!>3_.. Maszldfo: L'oduco.ziono o l'istruzione• del motliro tnUital'o. - Kawlnskl: I do,•or.i dello sezioni sanitario <lclla ~ocio l. l• eli soionza militar·o o il pro ~r11mma. •lei lavori per l'avvenire. -
Dobnanski: Lo malaLtio dei soni na.~ali o l•>ro on•·a m:llo staziotti balnearie.- Szulc: La. ri (or-
ma dcgl i sludl medici. - B•l..ski: tgi ono •l olia nw.rciu (Continuazione) . N . 4, 15 agosto 103•1.
Owaarowlcz o Sokolowshl: Curo. moùoro<:> dello torllo di ~tr1erra inrotte. - PopoW1ki: Cnra. della. tu· bercolosi oel fanciulli. - Szutc: La rif•>•·mn d<·Kii st udi modici <Oo7ttinuaclone). - Karynkow· akl: Sui laboratori baLI orlo logici d eU'esordi n in cnmpogno.. - MlkulewiC2: U la.voro soclolo· gico del moclil: i do l Cot·po dJ J>rOlo>.iono dolla. !t·ontioru. RO;\-fA~"'A t REVISTA SA~l'I'.:I.RA :\HLI'l'ARA. - llo<la.ziono o Ammini stl'II.Z!one: Oapedtùo Militare • Regina. E liea.bot.ta. •· Duon.roat . Fase. VI II, aoosto 1934. llltseo: Il servi zio sa.nita.rio n ella guona. •li movimenlo con unità mo1 o rizzate. - Nolca, Atama o..J'aNulesco: Considoruzioni stud i ru;c:essi oorobraJ L - Slmlci, Popelt4 o Oiocatlle: Considerazioni su u o ouso di uofrosl liJlOitlco~ gmvo. - Balanescu e lamftr : La. gTaoulla. fredda.. - Btatoseo o RatO'fcano: Stù corpi os~ra.nei P!.ll'fore.n ti doli'esofllgo. - Vasiilu, Sll•esttoYltz o Franke: Conslde· ra.ziolli sulla ci;.: t i idntidot~ d o l rono. - lfle Dum ltru e Alexlu Leonlda: P h ln biologia.
R USSIA : VOEN"NO SA~ITARNOk: DELO. - Goaudll.rstweunoe ls•l -•To, .Moskva.. Fase. 6, 1934. Olglllow: l/uso <lol cloro negli acca.mpamoutl. - Aesalov: L'n.pprostamento dello looaJlt.\ por Il servl~io sanitario. fllatowo e Brodlsky: I problemi del sorvizio oftalmtco •lura.nt.e lo eeorcitnzioui Ot\mpa.l!. - Bakkal: r,.a s torolizzo.zione dello mnol Ttoi ca:si urgenti. - Oreno'f e SoltoIO'f: li gablnot.l<> Rontgon ua. oumpo. - Oajlan o Goldsmidt: Il cou:-;oln.monto della p ello o s pe· cialm oute doi r>••diglioni clolle oreccbìo, <lu ranle lo l!l;Orcìtazloni campa.li. - Alessandroy: La veo tllazl ono dello cMorrue. - Kyznelzov: Ln camroa,:;m• JJOr la cu!Lura. se.oltaria.. - 8teln: L'adozione doli a • co.rta. S>\nilc•ria. • nei co.si eli Cllidomin. - Goroelrusky: Como el conserva la oarno con il , ;, tema d t'Ila vcnt ilaziouo. - Mangull: [l oontonuto In vitamine, nelle gallette.QDftchkO'f: Un'()~Oursiono suii'Eiboras o notizie sul qa.nn.to rlo P . IL K . A. di Pialigorsk.
Fase. 7, 1U3~. Rolnet: )foda.lltà cleli'lnclr~giuo s<>iontllloa.. - Petrow: f."orgt\lÙZZIIZiono dol SC!'Tlzlo sanitll.rlo durao.ro il combattimcnlo. - laçoulev: L 'org!tnizznzicouo ùel servizio sa..ull>lrio a ll'arrivo dello rochtto.- Jejior: Frall.ura dolla spnlJa durante il lau<'io dello bombo. - VolikanoY: Sieroterapl t\. - Baueenkl, Buclano'f o Kusko'fm iko'f: Ossorvt\zioni dnranlQ h• spodiziono snl gbJuccliJio Dicb-Kotin-Buga.l
STATI UNITI: 1'HE :àULlTA.P..Y iSURGWON. - Army :\lodical i\!usoum 11.1111 Library, Washlngton. Fase. I, Voi, LXXV, luglio 193~. Wllllams: In una. lottign s ul Omndo Cl\nyon (continuazione). - Bali: Sttl doveri di u n uffioln.Io modico .di ma.rina. nel rigu!lrdl della ~anllù olvil o.- Polloell o Fot$ee: La tuber colosi tra. mo· dici o • nurscs • noll'ospCl<la.lo • G<Juorn lo il'llzslmous '· · Fa8C. II, Vol LX XV, auolfto HJ34. Cbldesttr: lo<lio od o~trattl endocrini. - Darnall: Cura. do! diabolo molll to . - Mecllntk; Perfora· zio n! intostiua.li. -. Bermann: Lnt riua. automt•tl<'O all'inglese.
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Anno LXXXII - Fase. XII DICEMBRE 1934 - XIII
GIORNALE DI
MEDICINA MILITARE
DIREZIONE ED AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA GuERRA
ROMA
Pubblicazione mensile
SOMMARIO OONGREUI: XLI Congr<lsso italiano di obirurgin (Roma 17-20 ottobre 1931-Xll). - VoLP& . . . . . XI Congres>~o nazionale di m edicina del lavoro (Torino 29-Sl ottobre 1031-XIII). -
Paa. 118S
SAl-VINi . . . . . . . • . . . . • . • • . . . • . . . • . • . . . . .. • • . • • . . • •
1192
LEZIONI E CONFERENZE:
Gllbwrlnl. -
La dio gnosi di carcinoma primitivo della tosta del pancreas .
Pag. 1199
Purpura. - La tra_qfueiono del sangue . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . .
1210
MEMORIE ORIGINALI: Piccoli. - Il tipo morColog;lco prPdominante noi pleuriticl . . . . . . . . . . . . . . . . . Balnmtlll e oaurlo. - Rio~>robo od ossorvaz ionl sopra l vantaggi di uua larga ntllizzazJonEI
Pag. 1214
dol prodotti caseari ne l ra.zionamonto dell'esercito. . . . . . . . . . . . . . . . .
1210
CASISTICA CLINICA: DI Maulo. - Sindrono di ipcrtonsiono (lndooranica. Eosinoftlia delllquor. Diagnosi: cisti· oeroosi corebt·ale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .r . . . . . • Pag. 1233 RIVISTA.DELLA STAMM MEDICA ITALIANA E STRANIERA: Alt~Uionl pott~relche della penonallti. -
J!:RAUS . . • . . • . • • • • . • • • • • .
• Balillla • · - SA..NGIOI«<I . • . • . . . . . . . . . • . . . • . . • • . . . . • . . . . Bltttrl del cru.ppo coli. Sul ccnnportamtmto rli - isoJ.aU da ambienti (lit~ersi. - ARA. . . . . . Emla (Sull') eplcasttlca occulta. -
Pog. 1257 1248 1249
1254
BAltDESCO • . . • • . . . • . • . • • . . . . • . • . • • .
Frattura dell'omo~ata. Un seuno paiflOitornonico di - CoMOLLi . . • . • • . . . . . . . • • . Qaa a•creaslwl. Contributo allo stutio <tei processi chimici che intervenuoM per produrre l'e• dema polrnonare acul.Q n<!i ?Jo!moni che tle·noorw a contaUQ oon cerH - che furono tdUtzzati oome armi chiln.iche di auerra. - KLINO. . . . • . . . . . . . . . . • . • l&lene (L') nelle pll:lne. - Lsnoux . . . . . . . . • . . . . . . . . • . . . . . . . . . . • . lntoaslcat lone da lpflte. Le ora1uli 1lilatazio1ti dell' csotauo secowlarie a - WORMS e Ll!:ROU.J: Osteoelntesl. Valore riei metodi attuali rli - con /l8satore esterno nell'adulto. - HounA.RD e
12i>S
•
1258
J U DKT • • . . . . · • . . • ..._ . · · • . · · · · • · · · · . . • . . • • • • • . • • • •
Plltlllleflia e metaJier~ la. U1t8i\Cll. . . • . . • • . • . • • . . • • • • • • . • • • • • • . . • • Prtaslone artetrloea. Ricerche sul tmlore della - e particolarmente deUa pre&!twne fMllia ~ne unità alpine. - Pt&Rr, A~tBROGt e PEYRO~EL . • • . • • • • • • • Reaplrulont wtlftc!Rit. Jnwm:J a -un 'l!WVQ muoiW (Jelnn~I;J fli- MI1NTSOB . Rlcoml •anl~t. permanenti e lmprD'fYIIatl per nccono. " Z: ,.. - BR~RZ . . . . Rlnobronehltl (Le) pseudolllbercol.,l. - BACCARA. m. . . . . . . . . . . . . . . T•" {Jl) dl&eftnte e Il slnema nei'YOSo autonomo nona poliomielite . • • • . • . . . . . • • Vacclnulone sperimentale • meuo del ptodottl 111111 1111 nahlnle del B. di Koeh. - SPA.NIBR.
OONFERENZE E DIMOSTRAZIONI OLINIOHE NE8LI OIPEDALI MILITARI
1 246 1249 1246
1250 12..&7
•
1254 12~·
1 25!! 12i>S 12-15
Pag. '125$
NOnZIE • . • . • . . . . . . . • . . • . . . . . .
1263
INDICE GENERALE DELLE MATERIE PER L'ANNO 18~.
1269
INDICE DEGLI AUTORI . . . . . . . . . . . . • . . • • • . •
1 2$0
CONDIZIONI DI ABBONAMENTO. L'abbonamento è auouo e deool're dal 1• gounalo al preszo dl L. s2 (&ltero 4f). Per gli utllolall medlol e cblmlol-tarmaol,tl del R. Esercito, in sermlo ed In congedo, U pre<azo 'dell'abbonamento è ridotto a L. 24 anticipate. Per l soli utllolall medlol (dell'Eserolto o della Marina), In qualunque posizione si troTino, è ammeàso un abbonamento ownulatlvo al Giornale di Medicina llnuta,.s ed agli .d ftnal( d( MetUmftl:l Nall<lle e Ofltoniale al prezzo dl L. ti annue. Il pre•.zo do! supplemento oontonento l Ruoli di anziatllld le! corpo fallUari.o ~ è d( L. 15, rldott.o a L. 8 per t soli abbonati.
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A:Kl\0 L:XXXU - N. 12 610RNALE DI MEDICINA MILITARE DICEl'>IB:RE 193-t·Xlll
CONGRESSI
XLI CONGRESSO ITALIANO DI CHIRURGIA ~~ 1 (Ro m a, 17-20 ottobr e 1934-X ll ) . /,0;~: '"* . Relo.:t.ione d e l maggiore gen erale medioo Mazzlni Volpe
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L%çn~"; c~' ., ,.. ··r~':.?-' -~~>~-~ ·. ~ ~ c·~"·''
La chirurgia del colon (escl1tsi i tumor-i, le cist•. e l'appendice) . Prof. L. DOMINICI, J<elatore.
Premesse le cognizioni più imp01·tanti sull'anatomia chirul"gica e fisiologia del colon, ne tratta successivamente la patologia e la clinica ed in ultimo la tecnica operativa. Le affezioni del colon, suscettibili di cura chirurgica, sono dal R . divise in: malformazioni congenite ed acquisite, stasi intestinale cronica, stitichezza abituale, costipazione cronica, ma.lattia di Lane, traumi del colon, corpi estranei, infiammazioni circoscritte e diffuse acute e croniche, tubercolosi, sifilide, actinomicosi, linfogranuloma, ulcera semplice,
diverticoli, occlusioni (volvolo e invaginazione}, fistole e poliposi. Le malformazioni congrnite ed acquisite dànno identiche conseguenze cliniche. E sse sono dovute ad aderenze, membrane e briglie, ad anomalie di posizione e di fì ssa,zione, ad anomalie di volume (mPgacolon e microcolon), ad anomalie di lunghezza (dolicocolon, ad anomalie di ca.libro stenosi e spasmi). Nelle malformazioni da aderenze, ove non riesca la cura medica, che deve avere sempre la precedenza, si de>e ricorrere all'intervento operativo, consistente per lo più nE>lla pericololisi e, qualora questa non sia possibile, nella enteroanastomosi e nella colectomia. Nel megacolon vero, dipendente per lo più da un disquilibrio de1la funzione simpatico-parasimpatica, è consigliabile la simpaticectoroia lomharA, che RPmhra abbia dato buoni ri!lnltati. A parte ciò, nei casi di megacolon sigmoideo, non complicati, è indicata la colectornia in uno o più tempi, seguìta da immediata enterorrafia circolare: nei ca:si invece di megacolon gt>neralizzato od esteso è indicata in primo tempo la enteroanastomosi e, dopo qualche mese, la colectomia totale. Nel dolicocolon, allorquando la cura medica è inefficace per curare la grave costipazione e le gravi crisi dolorose, l'intervento operativo consiste nella colectomia del segmento malato, da eseguirsi però in più tempi. Per la cura chirurgica delle stenosi cicatriziali è consigliabile, specie quando non sono tubercolari, u na incisione Iongitudinale con una sutura
t ', 'ì '.r
1186
XLI CONGRESSO ITALIANO DI CHIRURGIA
trasversale, (enteroplastica), oppure l'anastomosi o l'ectomia, a SE'conda della sede, estensione e causa della .stenosi. Nelle stasi intestinali croniche occorre precisare sempre se tratt asi di stasi da causa meccanica o funzionale per stabilire se occorra o meno una cura chirurgica. Questa infatti ha largo campo di applicazione ncUe stasi intestinali croniche, da causa meccanica od anatomica.; men tre in quelle puramente o prevalentemente funzionali deve avere il pr<'dominio la. cura medica, la quale per aLtro deve essere seguitata per qualche terupo anche nei casi di intervento chirurgico·, che quasi sempre, per le persist<>11ti alterazioni funzionali della muscolatura, rende la malattia solta.nto più facilmente curabile. Qualora la gravità della sindrome o l'insufficienza delle lunghe cure consiglino un intervento operativo, questo dovrà consistere nella emicolectoxnia destra, in un tempo se le condizioni del pazi<•nte non hanno subìto grave alterazione in seguito all'intossicazione, altrimt>nti in più tempi. Parlando dei traumi, il prof. Dominici fa cenno delle ferite dt>l colon riportate in combattin1ento. Queste ferite sono relativament<> benig1w quando sono isolate, mentre diventano gravi quando contemporaneamente sono feriti altri visceri. Esse richiedono un intervento immcdia t o e consecutiva inlmobilizzazione e tranquillità dell'operato: e poichè que~o:t l' condizioni non si possono ot.tenere in vicinanza della linea. di fuoco, consiglia operare gli addominali lontano dalla linea di eombattinlento. Nelle infiammazioni del colo 1, se acute, il chirurgo dovrà interveni r~· solo quando resistono alla cura medica e dànno disturbi gran, <>S<'gu<'ndo un ano cecale contro natura, meglio che l'appendicostomia. Nelle.> coliti croniche, invece, sempre se le cure mediche sono inefficaci, l'indicazione operativa è più frequente, e l'ano artificiale dovrà essere lasciato aperto fino a due anni, durante i quali s~uanno praticati, attraverso lo stesso ano artificiale, lavaggi dell'intestino, con soluzione fisiologica, o di acido t annico, o di altre sostanze, mentre sarà continuata la cura ruedica. Ow occor'ra, in seguito potrà praticarsi una anastomosi o una resezioue in più tempi, specie quando si trovano molto gravi alterazioni colich<' e pericoliche. Gli interventi chirurgici nella tubc~ rcolosi del colon sono indicati solo quandò lo permettono le condizioni generali; essi variano a seconda dPIl'estcnsione dell'affezione. Nella colite tubercolare ulcerosa, per la mancanza di tessuto sano por le suture, non è possibile pratieare le entero nn:l stomosi o le esclusioni e bisogna perciò ricorrere alla semplice lapa rat.oInia. L'entero anastomosi può essere invece prat.icata, tra ileo ed an!Òa iliaca, nelle lesioni localizzate multiple, purcbè l'an s~~ iliaca sia sana: in caso contrario occorre ricorrere alla cecostomia. Allorquando invece, si tra.tt.a di tubercolosi ipertrofica localizzata, occorre dare la prefer enza alla resezione intestinale. Nelle forme entero-peritont1ali l'operazione radicale dell'ectomia presenta quasi sempre grandi difficoltà tecniche, che fanno correre a ll'ammalato gravi pericoli. Conseguentemente bisogna tener present e chi', in linea generale, occorre limitarsi ad un'operazione di derivazione : l'anastomosi semplice non sempre risponde allo scopo e devesi dare la pref(·reuza. a,ll'esclnsione intestinale, per lo più unilaterale.
XLI CO~ORESSO ITALIANO OI C H[I{IlltGIA
111-17
Nei diverticoli, dovuti quasi sempre ad aumento della pressione int ra. intestinale combinato con un'alterazione delle part'ti, allorquando occorra un interven to chirurgico, il che avvi<'ne> quando sono complicati a flogosi o p erfora.zione, l'atto op rativo pitt indicato è la resezionE' S<'gm<'ntaria o la resezione parziale. L'introflession e e l'affondament-o con sutum rli piccoli ed isolati diverticoli non sono consigliabili, p<'rchè il diverticolo infossato può esf;erE' il p1111to di una invaginazione colocolica. e può ra.ramente esRert• anche causa di stenosi del lumE' intestinale. Nei casi eli ocelusìont', ov<' mai sia dovuta ad invaginar.ione, la disin(tt·•,. vaginazione dà buoni risultati n<'lle prinw 24 ore; mentre, olt.r<'passato '{~~~~-;V questo tempo, r s:'la rare volte è possibile c tutti gli altri inteJ.tVenti sono r;molto pericolosi, compresa la rrsl'ziOn<' in un sol t t'mpo, r('~czione eh<' ri~-f<' mane l'atto operativo più consigliabile anche n<·i (•asi <li volvulo. In qu<'- /·:-?-~- -~-~ sti la semplice detorsion<> dell 'ansa non <>s<·lude le recidive. <-/; G.<~ /.. 1
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•"'·'· ~ /.~' ~. -:" l ,/_.~;
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VariP comunicazioni ha.nno seguito alla rl•lazion<' dc·l prof. Dominici. In s('guit·o a rict' l'CIHJ sporim~uta,li cs<·gujt(>, iJ SEVERI riferisce sull<> modifteazioni del ricambio idrico iu :scgu ito ad esi E'~w re sezioni del tenue e del colon; il TARAN-ri:'iO sulle moilificar.ioni fu nr.iooali ed a ltera.r.ioni isl ologiche riscontrai<>~~ carico del fpgato, del paocn•as c del rcnt! nella occhlsione del colon; il Rl,.BBO::U sull'a.unwnto tra.nsitorio dd tasso aminoacidemico in seguito a r esezione totale ùt>l colon, iuterpetraLo quale indicl' di una alt('rata funzione deamminante dt•lla cdlula. epatict\; il PATAl'iiA sull'aum<'nto della quantità di ferro eliminata per via nmale e diminuzione di qucll~L eliminata pt>r via intC'stinale, notato dopo <'St<'Re colect.omie. A. l-1-ALLO parla dell<> « form<' basil:\ri dPll'appendicit<! » e delle brcc-<:t> che l'appendice, distaccandosi, d<'t.f'rmina. nella parete del cieco. In qut-sti mLsi spesso la sut11ra non tiE>ne e, rilaseiandosi, nE' conse>gnono complicazioni gravissime. L'O. perciò proponP di praticare, come egli pratica sist<·maticament<>, una sut.ura di avvicinamento cou punti di catgut della breccia suturata del cieco alla breccia la.paratomica: in t-al modo, qualora la sutura. intestinale mantenga, la breccia t.rovasi in vicinanza della ferita e l'addome non vieM inquinato. Inoltre l 'O. avenrlo notato eh<> le fistole st<>rcoracee, consecutive ad ascessi appendicolari, guariscono spontanl'amente ed in tempo relativa m ente breve, consiglia essere oculati prima eli decidere per un inte>rvento.
G. LusENA l'iferisce sulla sintoma.tologia che si ha nella « interposizione epatodiaframmatica del colon trasv<>rso », e ritiene che quando si possa praticare un intervento di elezione, sia più logico operare s1ù fegato, eseguendo una estesa epatopessia., che impedisca l'intf'rposiziooe, auzichè sul colon con l'int~nto di !imitarne i movimenti. A . SLAVIBRO descrive quattro casi dj « invaginazionc primitiva di una hanstra ceca.Je » e ne tratta la patog<'nesi, la sintomatologia e la condotta terapeutica. 81ùl'istessa forma morbosa s'intrattiene, tra l 'altro, G. POTOTSCHNIO, dimostrandone la relativa. frequenza.
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xr,t CONGRE3SO I TALIANO DI CRIRURGU.
A. BIANOHERI riferisce i risultati ~ottenuti dal 1922 su circa 300 interventi per c< stitichezza. abituale cronica ». Nella. st.asi intestinale cronica. destra., egli abbrevia con plicature trasversali multiple, il cieco, l'ascendente, peritouizzaudo, lasciando libero il tratto dell'intestino: abbassa l'angolo epatico, lo plica. e gli dà una curva ampia.; plica poscia il tra.sverso, in modo da. avere un piano inclinato, senza marcati dislivelli, dal cieco all'angolo splenico, dando così alle feci più facile e più sollecito passaggio. La plica.tura agevola la contrazione nel senso longitudinale e il metodo dà ottimi risultati, anche a distanza.
L. FILIPPINI, in 18 casi di ferite del colon ha. notato, quando non "i è associazione di emoperitoneo, la. benignità del decorso, se l'intervento è stato tempestivo, e l'assenza, in molti casi, di sintomi tipici iniziali, specie della difesa addominale generalizzata. CAUOOI è del parere: che la cololisi sia utile solo quando le aderenze sono stenosanti; che le plicature siano in genere inutili, perchè non modtiìcano le cause che le hanno prodotte; che le pessie, salvo qualche eccezione, ostacolino la normale mobilità del colon; che nella stasi intestinale ero- . nica. siano controindicate le derivazioni, che l'ano del cieco non derivi bene e deve essere, salvo i casi di necessità., posposto a quello del trasverso. Circa. la. colectomia ritiene che debba essere praticata in un tempo, se a. destra., in due tempi, se del colon medio o di sinistra. Nel volvulo del sigma preferisce fusa.re l'ansa. detorta alla parete addominale e reaecarla, a.nzichè eseguire la. deto~·sione e la colectomia secondaria. OA PPEJ,LI riferisce 19 casi di chirurgia. del colon da lui operati in un sol tempo, con resezione colica latero-la.terale, che è molto più benigna della. termino-terminale.
TADDEI ritiene che la lisi delle membrane pericoliche congenite sia. opportuna solo qua udo <leterminano stenosi, sia pure lieve. Quella d elle membrane a-cquisite non giova a nulla. È favorevole alle anastomosi latero·laterali ed è contrario all'ano cecale. Si dichiara inoltre favorevole all'ipotesi della disfunzione del simpatico nelle lesioni del colon, disfunzioni che si osservano specia-lmente in ammalati di tubercolosi polmonare. GAVI~.\ ritiene che nei casi di volvulo del cieco o del sigma sia su.flìciente la detorsione: nei casi invece in cui siasi manifestata la cangrena. anche inir.iale dell'ansa volvolata, necessita eseguire in primo tempo la resezione e fissazione dci due monconi alla }>arete ed in sP.Condo t empo la chiusura dell'ano.
DoMINIO!, rispondendo, precisa in quali casi dà buoni risultati la pericolonlisi. Rit.iene inoltre che l'influenza del simpatico sul colon non sia. ancora da tutti accettat.a.
SoLIE&r comunica aver osservato, nell'ultima epidemia influenzale estiva con localizzazioni addominali, alcuni casi di sierositi peritonea.li, guariti rapidamente con apertura della sierosa., immersione in essa di argento colloidale e chiusura della parete a~dorninale.
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S'l'OCOADA riferisce aver trovftto da eirca quattro anni, nPgli ammalati con sospetta lesione dell'addome destro, il punto di Mac Burney più doloroso mettendo il pa.zicutc in decubito laterale sinistro: l'atto operat.ivo in questi casi ha rivela.to ch e l'app endice era retro-cecale. FALCONE R. comunica alcuni casi di individui a.ffetti da ta.rt" organich e, nei quali, dopo atta.ccbi di appendicite ft·anca, seguiti ùaun periodo di benesserE', si è manilestat a una forma essudativa di tubercolosi peritonea1('. E gli ritiene cht> scariche ripetute da foci latenti creino uno st.a.to a1lergico df'll'appendice e surcf'ssivam ente il substrato ana,tomi<'o pE>r l'invasione del p eritonE>o.
Chirurgia delle bronchiectasie. Prof. R. A.LESSANDRJ, Relatore. Il t<>ma è stato t.rattato in comune con il prof. Amodei-Zorini per la p:utP medica e con i l prof. Lasagna per la parte otorinolaringoiatrica. Il prof. AJ,ESSAJio'"DRJ, prPmessi alcuni dat.i sulla patogenesi della lesione, ricorda che, Rpccie per opera dei chirnrgi, è stata notata una differem~a essenziale t ra. le bronchiectasie cong<>nite cf sviluppatesi su base congenita e quelle acquisite : le prim(• sono molto più frequent-i, secondo Sauerbruch, R rissle e Borst ; mentre quelle acquisite, quasi sempre secondarie· ad affezioni polmonari o pleuriche, sono più rare e spesso, complicandosi con suppurazioni diffuse e multiple, talvolta a tipo ganp:r enoso, richiedono anche l'opera del chirurgo. Il R. a.ccenna poscia alla importanza che banno assunto l'esame broncoscopico o la ricf'n~a radiologica, sp ecie con olii opachl di contrasto, per precisare la diagnosi e differPnziarla dalla tubercolosi e dalJe suppurazioni del polmone ; nè tralascia di indicare la importanza, per i risultati delle operazioni, che ha la stretta collabor azione con i laringoiatri e con i medici per la preparazione dl.'i malati, specialmente col vuotamento broncoscopico e col drenaggio di postnra. Lasciando al relatorc mcclico la t rattazione del pneumotorace, che t>gli ritiene poco utile a scopo curativo delle broncoectasie, il pfof. Alessandri è del parere ch e i risultati ot.tenut.i con la collassoterapia (frenicoexeresi, t oracoplast.ica 1.' piomba.p:gio) siano discreti, specie n<>i casi Jimitat.i e precoci. ~ei casi gravi, specie se complicati a suppurazioni diffuse, a forma di ascessi multipli e talvolta gangrenosi, nec<'Ssita ricorreTe alla pneumotomia, o più spesso alla pnPumectoruia parziale progt·essiva col ca'l~torio alla Grahm, operazione che, s<· compiuta con le modalità rcc<•ntemente pr<>cisate, riesce spesso a salvare la vita (mortalità 25 %). La lobectomia si esegue in un tempo solo e in dtw o più tempi. Questa. si pratica dopo aver ot tenut o l 'isolamento per aderenze d('l campo opera torio dal cavo pJeurico, resecando ed asportando poscia un lobo e talvolta un intero pohnone , con la tecnica sistematizzata da Sauerbn1ch, ch e dice aver avuto 6 decessi su 57 casi (10,52 % dj mortalità). L a. lobectomia in un tempo invece a plen.ra libera, proposta ed usat.a prima da Lilienthal e poi abbandonata per l 'alta mortalità, ba subìto succef>sivi perfeziona-
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XLI CONGRE SSO ITALIAN O D! CliiRUltGIA
ment i t f>cnici per opera del Bruno , del Roberts, e dell'Ed ards, che riferisce aver a vut i 4 soli morti su 45 casi (8,88 % di mortalità). Infine il R. riporta i risultati della sua esperienza. per sonale sn casi di bronchiectasie curati 21 volte con la frenicoexeresi, 2 con la toracoplastica, l con pncumectomia a.lla Grahm, l con lobcct.omia a lla Sauerbruch.
La broncos.copia e la diagnosi broncoscopica delle bronchiectasie. Pruf'. F. L .\SAGKA, Rdatot'('.
L 'O. mettr in evidenz<~ il particolare intt•ress•' c:he lm a:;!lunto l 'cnduS('O}Ji!l, petomlr nello stuùio delle malatt ie brvnchiali, e pP.rciò ritiene• che I' SS<t debba coa-diuvare il clinico <'d il radiologo ndla diagno~-;i e n ella tf:rapia. d<' Il<' brouchirct asie . .Per l'intern·nto occorre, tra l 'altro, che il hroncoscopista abbù~ complda conoscenza delle anomalie (li disposizionr dPllc r amifica-zioni bron thic~li primarie e se<:ondarie, della funzione fìsiologie~t dd1P ciglia e dt:>lla mww.olatura dei bronchi; t:he lo strumentario Pia con1pletu (tra i broucoii(·.<•Pi italiani comiglin quello di Orlandini P t ra. gli str<lni~>ri qu,.llo <li J :w kon); che m t>diantt> il bloccaggio del lariugeo si ottNJ,ga una buona an~·st.esia ; che si.'lno tt:>r\UT·<' prescnt.i le controindica.zi oni e i p~>ri~oli d<· lln. hroncoscovia, sia. in rapport,o all'<ltnN;tt-sia che agli stati morbosi polmunari (t>mottisi, caverne) ~ o generali (eachessia, ecc.). Secondo il R. le bronchieotasir si dividono in: b . da infer.ioru•; b. rla. alt t• razione delle pareti bronchiali<' ùPi tessttt.i p(•ribronchia.li; b. d a st<·nosi trachea.li e bronchiali, in cui solo il broncoscopio pt•ò d efinire la les ionf'. a~<porta.re gH eventuali <1orpi estranei cd (•samina rl' la 8ott.of:ta.ntt> rf.'gio rw dilatat.a; b. da r istagno di secrt:>zionf', in <:ui il broncoxeopista può df'fìnir t> la nfl.t,ura d ei liqttidi e lo stato delle p a reti. Infine fa la diagnosi differenziale tra. broncl1it>etasi('. a.sc<>s!li pulmoll'ltri, tuberr.olosi: bronchiti croniche. ed asma ed afferma ehe il metodo broncoacopico ha g1·ande Yalore nHl campo diagnostico d~lle bronc hit·ctasie St> <'f:flo è a.p plica.to in collaborazione col clinico e col r adiologo e con IJicna cunof!cPnza di ciò che possa dari'. Alla discussione sulle relazioni, p er la. f'hirurgia e l 'otoriuolaringoiatria, }1l'l·l\rlono parte, tra gli altri: PrETRANTONI: è fat~tort> della b roncoscopi:t, sia a seopo diagnostico elw <'l\ra.t.ivo, poich~ nt>i casi curati con la bronchioaspira.r.ione, S<' non si ha una gua rigione, si ha un miglioramento, che rendt' più facil<> il sucr ('l;r;i,·o inten ,Pnto chirnrgi<~o.
Po-roTSCIINJG riferisce sn due casi di brorlCOI'Cta.sia curati ehinLr~icanwntc: è fautore rlt>lla lobectomia. CmURcò riporta numerosi c:tsi di broncof'ctasia. opPrati di lolwctomia m·llH· rlinica ili Saùcrbrnch. Au:ssANDRI ribadiSCI' il conct>tto già <>spresso m•lla rclazion<> cirra la pt·<•mlcnr.a numerica d(%~ bronchiectasie primitive, dovutt:> ad alt~>ra zionP primaria rlell!\ pa.rt>tc broncl1ialt>. Ritien<' cht:> la broncoscopia abbia
XLI CONGRESSO n'ALIANO DI CB!RUJWIA
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il suo valort' dia,onostico e curativo, potE•ndo d<U'<• pPrfino la. gmnigione,
quando l'cctasia non è molto avanzata ed è sostenuta da un corpo estra.ncv, che può essere asport.ato. E poichè il pneumotorace 11011 può dare che miglioramenti transitori e cosi pure la frenico-exeresi - e~he pt>r altro nelle poche localizzazioni a lte non ha alcuna azione - , e la toracoplastica ed il piombaggio non dànno la guarigiont-, egli consiglia come cura radica1e la lobectomia t'be dallP statistiehe er;tNP risulta. avPr d!lto solo 1'8 % di mnrtalità.. Vru-ie alt.t·e comunicn.zioni si sono !W1\fe D<'ll'ultimo giorno del congre>sso. ALESSANDlU dice che in 7 casi di ittero emolitico ed anemia. splenica
ha Pseguito la « doppia legatura e rl'St>zione dell'arteria. !>plenica » ed ha avuto buoni rist\ltati. La necrosi vieM evitM.a perohè il circolo si compie
attraverso i vasi brevi. Fa notare inoltre che ht legatura dell'arteria non deve sostitu.ire la splenectomia) ma dt've prat.icarsi quando gli amm<Llati non possono sopportare nn grave interwnto. CRIAROLANZA riferisc-e di aver operato 4 casi di « cisti del pantl'<'a~ >• : quando l'estirpazione non è possibile, occorre limitarsi alla m:J.rsupializzazioue della cisti.
s'intrattiPnc su «le altNazioni funzionali del fegato nelle sindromi associate dell'addome clPstro »:è del parere che in ogni intrrven to addominalP. occorra <•saminare la funzione epatica . A ta.lf~ flcopo l'iperlevlùosemia alim('nt~~re è da preferirsi alla prova col glucosio: col primo metodo ha avuto 1'83 % ili ea!:i positivi, ment-re 'il controllo col glucosio ha dato il 38 %L AURO
SANV.E:.NERO- RosSELLI proietta alcuni casi di cc chirurgia plastica del vil'o » e ricorda (lbe nelle plastichP modPrne va e>sclnso dagli imwst.i ogni materiale Ptt>rogene<>. CHIAROLANZA osserva che le plastiche con lembi di pannicolo adiposo ~ubiscono un ragg-rinziamento in epoca non lonta-na.
0ATTERThA riferU.cc che in seguito a ricerche anatom\(:he da lui Psegnite sulla fascia traB'VersaUs ba notato r:he essa è costit-u ita da tre foglietti: uno è la. fascia. vera e propria e gli altri due sono r<.'sidni delle arJonevrosi d el piccolo obliquo e d<.'l trasv~rso.
L ATTERI, infìn<', riporta il risultato dei suoi stndi su cc la dissociazione batterica in alcune infezioni cJ1irurgiche » (eresipela, favo, flemmoni). Egli ha notato che l'agente microbico si presenta in primo tempo in fase S, mentre in secondo tempo, quando il process'O infiammatorio ~i arr<>sta o 1·cgredisce, compaiono le forme RS ed R, <'he rivelano fenomeni di dissociazione battcri<:a. E ritiene che, nei riguardi di unn. terapia immunitaria, le forme S provocl)ino una. immunità- evid<>nt<', mentr<> quelle R n<' sia.no del tntto od in pa.rt<• incapaci.
Xl CONGRESSO NAZIONALE DI MEDICINA DEL LAVORO (Torino, 29-31 ottobre 1934-XI I I)
R elnzione d el maggiore m odico Cesare Salvlnl
Nt•ll'Aula Magna dell'Ateneo torine~P., il ma.ttin,o dd29 ottobre è sto-tto immgm·ato 1'11 o Oongresso nazionale di medicina del lavoro d a S. E . il Sottosegr~tario di Stato, on. Arca.ng<·li. L'aula, rigttrgitante di congressisti, il cui numero si calcola a circa JUO, pl'l·,wntava. un aspett.o vera.mentf' imponente. Presenti numerose personalità nel campo della MPùiciua, le maggiori ~,utorità ('ivili e milita ri nonchè i rappresentanti di alcuni Ministeri, organb~r.azioni e corporazioni maggiormente interessate. Rappresent.ava. il Oorpo sanitario militare del R. El>t~rcito il direttore di Sanità del Oo11lo d 'Armata di Torino, colonnello medico Montanari. D opo i discorsi inaUooura.li del rappresentante del Governo Naziona.le 1 <lei senatore prof. D evoto, dirett ore della Olinica del lavoro di Milano, del prof. Quarelli, direttore della Olinica d<-'llavoro di Torino, del podestà seru~tore Thaon di Revel e del prof. Maggiora per la facoltà di Medicina, ha fn.tto seguito la lettura delle varie rela.zioni e le relative discussioni. Inizia il prof. on. NICOLO' 0ASTELLiN0 1 titolare della Oa.ttedra ddla medicina del lavoro tli Napoli, con una interessantissima. relazione stù tE'ma: Il lavoro sul mare. Il relatore, dopo aver trattato abbastanza minuta.mente della immatricolazione, dell'arruola.mento, dell'inquadramento nella organizzazione corporativa, pone in evidenza i risultati ddl~: recenti disposizioni legislative fasciste. Tratta. quindi molto esaurientem~>nte del problema. dt~ll 'alimentazionc della gente di mare, prohlE>nl!t invE'ro di notevole importanza, facendo prt.>sente quali siano le d efì<'iPnzt· di quella a.ttualmt>ntc ir uso c proponendo dt>lle tabelle alimentari Ul·llP quali figurano un maggior consumo di sostanze proteichc ed una diminuzione dei carboidrati il cui uso sembra al relatore veramente ecces!'in1. Pa.rlando della morbilità accer~na alla frequenza d<>lle malattie veu.ereP 1wlla. gente di mare e propone l'adozione di misure profilattiche eonfurmi a quelle pTe~critte. negli ambienti militari in cui si sono ottenuti ottimi ris1ùtati. Si addentra poi su due affezioni proprie dt'i marinai e cioè ::u qut' llc reumatiehe e cardiovase;olari, accenna a i vari momenti ctiolo::rici riguardanti le prime e, pur afl<'rmando che esse sono da r itenersi coml' dt>terminatc d~~u·ambieute in <'ni si effettua il lavoro, nel va-lutare i ra,pporti ira organismo e tale malat t ia, t<•nuto eon,to ili alcune partkolarità ritiene. che bisogna tener prt>se nt ~> ancho il fattort> individtlèt.lt> coneludl'nrlo con l'affermazione che ognuno ha l'a.ffe?.ione t·eumatica eh r. la. propria. prrsonalità organica prepara. <! eomport.a. Passando <\ qtwlle carrliovascolari, l'O. ricorda che bisogna tener cont o por spiE>garsi Ja. loro in~or gf·Hza,, delle Tapid<' mutazioni di clima, t• di stagione, dPi bnuwhi !"quilihri
XI CONGRESSO NAZIONALE DI MEDICIN A D EL LAVO.ll.0
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di p rf•ssion<•, dei veleni d a stan ~he zza <' da ('CC<•ssiva traspirazione per l'azion<' dirett:~ o indirPtta cho esercitano sulle pa reti vasali. .Agginngc c:he da.to r a mbieut<.' in cui i marinai vivono, a mbir.nte saturo di cloruri e di va-pori di iodio, essi sono dei fisiologici ipertiroidei. Questo rilievo devo s pingen~ ad esercita re un'accorta profilassi o ad ispirarsi a criteri molto rigorosi di scelta nella st>l(•zionr degli aspiranti. Trat.tando iufin(\ ctrlle malattie d eU 'apparato respiratorio, eh(' occupano il se~onùo posto fra q1.wlle che colpiscono la gente di m a re·, l 'O. ricorda la. nott>vole importanza che dev<· attribuir!li nC'lla loro determinazione ai faLtori umiùitiL E' nebbia che p ossono rnpprPse.ntare il veieolo per i /?"<' l'IDi infettanti e JH'l' i Yapori nocivi : ;tggiw1ge che la ma.p;gior pl'H'te ùrll<' malattie del genPr<" sono, nella g<'P te di man' ch P na.viga, q nasi tut. t(• di n& tura rong1·stizb, mentre r<>lativn.mente piuttosto scarse sono le affer.ioni tubercolari, contrm:iamt•nte a quanto capita di ossNvarc• n l;'i ma.rin~~i portna.li. ll prof. Q UARF.Ll.I svolge il t c·ma : Il lavoro sul mare e sulle acque interne. Eg-li si addentra sp ecialmt•nte sullP ma.lat.ti<~ dei pPscatori che cUvide in mal at~ tin da eccPs~o di lavoro; da. ambi(• n ti' eli lavoro; da attf'ggiam <.>nti: ~"omprP>:s ioni P movimf'nto di lavoro; da qna.Utà e matPriale di la,voro. Affprma r h e se è pur vt•ro rhP in li nN\ di ma~<Rimf~ la profe::H!i011e del p escatore, dato l 'a.mbir nte in cui si svolgr, è tra lr più Slme salvo qualche eccezion(> (pPr csrmpio: p <\SCa in lo('alit:\ ma1nriche), tuttavia essa compor ta. c·omP riferisce anche l'H E'ljf'rmans, talora molt i disa.gi, Sp(>(•ie nei pPs<:atori c:h e sono en!>tr(' tti a vivPre molti mMi lontani dallft easa, in eondizi<,ni ig-ienieh(' quasi spmpre por-o bnone, con lavoro spesso protra tto, iv climi fn•ddi c>d umidi. Qu,rstc• cireostanze debbono te.nersi pre~c • ~ti perchè olt r e> essere ca.u!>a di demoralizzazionE', possono esercitare una grande in fhwnza. sulla. morbilit à e sulla mortalità. Non alt rettanto però l'i può dir<· per i pescatori d('ll!' cost<' (' delle acque int<>rne perchè in essi il morale è elevato e la. loro opera. no11chè la loro rRistcnza sono intima mE'nte legate· alla famiglia. nPlla qun.lr (>RRi t rovano dei coopera tori nella loro . a bitualt? fatica. Tr;.~- lt• l'~msP di malatt.ic profes:>ionali imputa.bili acl c·ccPSSC\ di lavoro vanno pres<' i11 conRiù ..razionp lo st.r::tpazzo c11i talom si associa uno stato d \ mimo pi('llO di angoRcia pcr l' e n•ntual~ ina.niti\ <' pc>r i pericoli del lavoro q1Nndo CR'30 è condotto fm burra.i;(•,}l(• 0 con turni di hworo trC\ppo lunghi. Tra qtu'lle rif,.ribili ad M.teggiamcnt.o <' posizion<" d i la.vnro ha nno importa.n.za la staziouC' eretta od assisa che il pescatori" dovrà eontinuamente t<•ncre in alcuni luog-hi di pesca: sono fr<>quenti le varil'i alle g-;tmb e in coloro c·he dPvono J)Pr lunghC' orE' l"tarc> nella posizifmP (>l't>tht speci<> qruw do con quNtn. si a;;1\ociano fattori secondari quali il freddo, l 'umidità <' ~li sforzi. R ieorda. l 'O. che• va attribuit.o a.nchP a.U'n.ttE>ggiamrnto , qu<'l gmno più o m c·no ar~<entun.to ili òPviazione e d(>formaziouE> della. r.olonna <loTl;a.l<> n<'i rem a tori (Id in qnelli <'hP nevono tirare l~ r<'t i alla riva.. P~ssando alle mH.la.ttir da compn·ssione ramme>nta la forte• t' S~"I1''l~>7.illnt• df'lla fn ssct.t a sottodavea.re dt'stra nei b attellieri del Roda no, i rn.lli dcllr mani dovuti al remare ed al tirarr le corde delle ret.i, calli chP talvolta, SP('I1 ÌP n<'i novizi, sono prE'ceduti da uno stato infiammatorio i!E>lh~ cut<' con forma.?.ionf' di vf'sciche a contt'nut.> sierocmatico. Nè dimPntica l'O.
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XJ: CONGRESSO NAZIONALE DI MEDI CL"<A DEL LA\'ORO
le dit'cinesie fra le quali enumera. i crampi che talora. colpiscouo i uuotat,ori e nf'J ea.so part-icolare, i pescatori che si tuffano sott 'acqua . Un rapido cenno fa, del mal di mare. P<>r quanto riguarda le· malil.ttie da ambi<'ntt· di lavoro, l'O. ltfferma. che esso giuoca un ruolo molto import~:~;nte nt>lla patologil~ dei pescatori. Così il freddo intenso deve essere considerato per la })rovocazione dci geloni, di congelamenti, di assideramenti. L 'eccesso di luce è da rit•"nNsi ùau:sn. di fn·quenti <'ritemi cut.anei; il colpo di caJoro è facilitatu dalla immobilit.à " da fa.ttori predisponenti; la pre~s i one atmosfPrica. ha una lHtrticohtrc importanza nelle ma.latLie dei pescatori che u i\ano lo scafa.ndro •~ che si manifestano come sindromi talunì. gnwissinw a carico dd sist«?ma n<'rvoso, con paralisi di origine centrale che vanno sotto il nome g<•nt•ric;O di malatti<> dci casRon.i. Trn. le ma.h>ttie da ambiente di lavoro, riconia qudla evdemico-infdt i H' e quelle imputabili alla necessità di ali.rnl)ntarsi, in alcune loc:ilità, cnn il frutto della pese n (la malattia d<>l golfo). T1·a.tta infin<> delle a:ff<•zioni morbose da ma.t<'J'ia.le di lavol.'t' quali quelle dovute aJJ.'u.so di r<>ti imbevute di sostanzP organiclw rlecompost(• {.,he provocano delle derm~~t.osi di -vario genHre, a. tipo ora. soabbiosu ora. purulento; rioorda. la pntolo~ia degli accidenti dovuta ai celente.ra.ti, quella. d ei molluschi, di alcuni pesci che sono dotati, oomc organi di dHesa o di offt:"sa, di denti, pungiglioni, ecc., e capae.i di iuocularc sosta1tz1~ ch'' sogliono provocare l<'sion i talm·a non solo gravi ma anche mortali. L o studio della pesca nelle lagune, con le loro vaJli, cioè con i loro ba~Ss ifo ndi da vegetazioni' palu~>tre, porta a cousiderar c un granò.<' probl t• m::~ : la bonifica, delll' lagunP. Orll. qu<>sta. potrehbt- (•sscrf' ri.'wl ta non <·on la. bonifica agi·aria ma, come è stato già auspicato, con qu<>lla id l'O biologica. Il rela.tore tl'l'miHa. la sua dotta con.feronr.a ricordando che il hworo s1ù mare e sulle acqne int.<>rue è, nella maggioranza dei casi, sana pur potendo essere causa di varie malattie ; ·e poichè nessun provve<limcuto lE.>~islativo, salvo quello della morbilit.à t' vecchiaia, provvede in modo particolare alla inva.lidità dei pt>scat.ori, riti<'fie in a.t.tesa che si possano fornir(· dati più pr(•cisi sulle varie malattie, eh r. dovrebbero forse fin d 'ora esRere aggiunte alla tabella della legge 15 maggio 1929- vn le malattie dei })<>SCatori palombari e quf'lle dovute alla ÌnOCUlaY.ione di VPleno por p~~rte dci pesci, celenterati, ccc., che producono una vera e dannosa invalidit-à,, .n.onchè la mala·ria per colorCI chP lavorano forzatament-e in una localit-à ove l'anofelismo è endPmico. In sede di disenssione hanno int('.rloquito Dmz, ~fORI, SavoiNO c FERRANNI.l\'1. Il DIEz ha f<.\tto voti che si trovi il modo affinchè la benemerita. classe dei pescatori possa godere dei benefici che la legge accorda ad altre categ'H'ie di lavor!l.t.ori. Il MoRI accf'nna alla frequenza. di forme bronc:o-pleuro-polmonari
nri marchinist.i ed alla particolare forma di piede piatto bilaterale riscontrabile dopo vario t<'mpo in molti marinai di bordo. Questi sogli.ono camminare con gli arti piuttoRto divaricati ed essendo la coperta delle navi convessa, cal:!i, anche per mantenersi in piedi specie nei momenti burrnst·o~>i, devono far forza sni viedi in una posizione che si allontana un po' da qu0lla comun<>.
XI CONGRESSO NAZIONALE DI MEDICINA DEL LAVORO
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Il SAVOIJ\0 t•ù il FERRANNINI si associano al concetto della n<?ces:;ità. di provvedimenti a.s sicurativi per i lavoratori del mare. I dut• relatori, proff. CASTELLINO 1: QUARELLI rispondono t'i:muricntenwnte ai vari cougr·p~sisti che hanno interloquito <' ehc ha.tmo comun quo apportato un contrihuto di Wtl'ia natura nllo studio ilei t<·mi . L. PRETI parla ~ulla cura d01Ja eolint sa.t1uninu t'OH init•zioni Pu<loveno$;(• di doruro di calcio. D oNAGGro rif<.'risM l!tùht. ~1u1 :;peciaJe rl'a~.ione (f<:uomeno Ù('li'ostacolo) utile }H'l' alcune indagini medico-legali, per il vaglio della fatica, ecc. Dr R.E t'~:potw alcune sue ricerche sulla pn•ssione sangttigna uel persona.lt- di hordo con partirolan• rigtlardo a qu<'llo di macclùna nei div<•rsi climi cd affl'rma ni aYPr ri:::r.ontrato modiche diminuzioni S]J<'Cie nella zona tropicale n('l pPrr-;onale di macchina. c di t•opc>rta, pitl spicc::th? invece nel p<·rstmale cl i (\amc>ra. 11 sr·natorC' prof. DEVOTO auspica, trl'.mit<• la Fedemzione FaRcista dq:di Arl igiani, an 'a.ssicurn.zione di operai isolati, indipendenti <·d autonomi t> rlw, a, seconda del lavoro che esl'rcitano, sono colpiti SJIP~~:o da grnvi malattie· prof('Rfìionali Umturnismo, merrnrinlismo .. Il srnator<· proi. F . 1\>IrcHRJ.T, din•ttore drlla Clinica medica di Torino, ri(·ltiama l'attenzione sull'importante tema.: La superinfezione esogena nei suoi rapporti con la questione della tubercolosi professionale. Egli a·lft•rma che la. quN;tione è ~ul t.appeto da var i anni e eh<• essa è tutto1·a moltt) t·ontrovC'rsa.. Talr qut>stionP t::i collega. tl!t 1m lato al problr>ma rlella opporh1nitù o mtmo di cont::idcnue come mahtt.ia. prof(>ssion::tlC' la tu,bercolo;~i polmooare che si sviluppa nelle >arit- catt•gorie di p~r svne chE> sono Mldettr all'assistrnza cd alla cura d<>i tubercolosi, dall'altro t<1N·a argom<.'nti di uotrvol<.' intN<>SS('> scientifico <' pra.tico quali quelli rlPlla tisiogenesi, drliA- profìlasRi, eec. Orben<•, la questionP sulla origine' ddla. tubPrcolosi, erroneamente detta dell'adulto, Rìa essa Psogena od <'lldogena, è ancora o~~!Ì molto eontrovflr~a Jlf' rchè mentre una scuola segue il t;oncetto pat.ogent-tico che risale alle ri('rrch<' dì Behring ~ di R eimer erl ammette che la tubercolosi dell'adulto rapprPsenta il prodotto di una rf'inft' zione endogena cioè di una esarcebazione di }H'~'<'sistenti focolai e lll'l;('l~ valore al contagio tubcrcola.n·, un'a.ltra ammette invece l'origine Psogena. (Asehoff) consii!Praudo, almeno fino a. qualche anno fa., il male com<' ma.nifestazione rli dul.' inte~ioni, :tmberlne er-:og<'lle ma distinte fra loro. Tra l'una e l'a.lt,ra. t€oria ne esistono indubbiamente delle altre interID(•òiP. l 1a tisiogt-nc>si moderna propend<' verso il· concetto della origint' t·ndogena. che l'O. condivide confort.andolo Mn argomenti di vario ordine come la frequenza clelia bacillemia, la prcRenza di germi vivi e vitali nellt> ~hiandole tra.cheo-bronchiali anche qu~1ndo ~ono oaleificatP c dalle quali penetrano facilmente in circolo. La modPrna. dottrina ~ulla immunità afferma inoltre oggi che mentre l'organismo è eapa.ce eli reagire, di dominare e-o n faeilitn. la prima infezione t ubercola1·e, non è poi aJt.rettanto capace di distntg"gere i germi che l'infezione tubercolare gli ha apportato, germi C\he J'imangono vivi an<'he nei prcet•ssi cicatriziali di calcificazione. Tratt a poi l'O. d('lla dottrina flell 'infiltra.to precoce affermando che I.'SSo è la E>spression.<' df•lla l'Ì<'~'Jacerbazionc> di piccoli focolai più o meno antiPhi, più
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o nll·no :attivi, contornati da un alone di infiammazionf' es~ndat.iva . confortando questo concetto con vari ed interessanti argomenti. Con il prof. L APO proietta rarliografìe polmona.ri molto intcrl'ssanti p(·r gli scopi dimostrativi che vuol raggiunger<'. Afferma infine che poicbè la 1·einf• ·· zion<.• h ~1 pnr certo la sua parte nel det-erminare la tub('rcolosi nell ':Wulto, come indubbiamente accade in alcuni casi, è nec~sRario adottar<' tuttf\ lf' mi:-:nre vrofilattich"' specie per qnt.•i lavoratori eh~> sono addetti alla cura l·d all'assistenza della tubercolosi e consid<'ntre la loro Pventua lf' infezione come malattia, professiona-le. TI pro!. R ANELLE'ITI, direttor P. dellà Scuola di pcrfeziOU;l.mento della tnl'llic:ina del lavoro di Roma, tratta il: Solfocarbonlsmo. D opo fLWr accennato alb importanza dello st11diu rlc•lla intosSÌl'<k zioHI' da. ~olfuro di carbonio per i c:asi che sono stati riscontrati, afferma. chf> h\ principali mani.fér>tàZioui morbose int.(•rf'ssano il sistema nervo~o . E sse f;i pres('ntano sotto forma di psicosi, a t ipo maniacale, cortfusionale, dt•menzia>le; di polincuriti inten•ssanti tutti c quattro gli ar t i e con loc·a · liiw.azioni non solo a cn.ril~o dei nervi c museoli degli cstens!)ri ma aul'hl' dc•i flt·ssori: fatt.i qu<•sti che costituiscono caratteri nott•voli Pl'r la diagw) .~i diffl' rùnziale con polinenriti di altra natura. F enomeni morbosi sono :;t;, t i ril<'vati anche a carico d"'gli apparati digerente, circolatorio, urinar·io. Jrl·nitale, del te~sntn sanguigno ecc., Rileva la necessità c la imporhlinza dell'accertamento diagnostico ai fini medico-legali ed <>spri.me il suo compiacimento per la riduzione> rlei casi di intossicazione vcrificatasi in qm•sti tùt.imi tf!tnpi per le m isure di previdenza prese dai dator i di lavoro. D opo la suddetta r elazione• riferiscono alcuni congressisti su argomenti vari. Oosi il K.M'!PAR.IAN su le proteine plal3matiche in venti C<'l>~ i di anemia da anchilostomiasi; il COT.APINTO sulle ricerche d el calcio e f! E>l potasl'>io nel siero di sang-ue e del fosforo t otale e le sue fra.zioui nel sa.tmnismo a<:nt o c cronico; F. B. BoNA sulla fangoterapia nelle V<'ne va.rieose d1•gli arti inferiori, ccc. G. B. .A.uno-GIANO'rTI tratta delle Alterazioni neuro-vegetative ed endocrine ne11a Intossicazione solfo--carbonfca con particolare riferimento alle capsule 'surrenall. n la-voro, molto int<>r~ssante dal punto di vista tl' w rico e pratico, si presenta completo. L'O. ci prospetta in modo molto chiaro rln-1 punto di ~ist.a. clinico le alterazioni morbose d<'l sistema urrvcso dl'lla vita. vegetat·iva nonchè dell~ ghiandole a s~>crezione intt•rna per effetto della intossicazione> da solfuro di carbonio E>, dopo aver descritto i divf'r~i sifltemi di inrlaginP S('g'ltiti , <:onclud"' con l'flffermart' chf' esistono in t ali circostanze uno specia-le stato di !abilità del sistE>ma pa.ra.simpn.tico t•d a.ltf'razioni endocrin<' Pvirlcnti che intereflsano in via decr<'s0<>ott' l<• ghiandole sessuali, le> isole di Langherans, la 'corteccia surrf'ml-1«', <'C'C .
n dott. Dr D òNNA nella sua anche impòrtante r elazione sulla. Prevenzione Igienica del solfocarbonlsmo a fferma che il' problema della inwssica zione da solfuro di carbonio è oggi degna di grande studio a. causa, d<'llt• vaste applicazioni di detto gas nella fabbricazione rlel rayon alla viscosa, r ritiene esser e necessario eh<' si impediscano, dato che la via. di introduzione più frcquent<' è qu<>lla rf'spiratoria, nel miglior modo la, formazione
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<> la. diffusiorw dei suoi vapori. Ciò si può raggiangere o col compiere in :;istemi chiusi lo lavorazioni ehe richiedono l'uso del solfuro di carbonio, o c:on l'impedire che i vapori di tali gas si espandano n<>ll'ambieute mediante impianti Sll('(:ia.li di aspil·a,zione P ' 'cntilar.ionc mrcc<mie~b. Considera infine le no1·me prolih1ttiehe individuali che sono egu.a li a quelle cho si prescrivono per gli u si industriali di tutt.e le sostanze g<~ssose, cioè protezione <li retta d <'l le Yie r espirat orie t' della }Wlle con adatte maschere e rivestimenti. lntPrloquiscono vari congrt>ssisti ha cui il prof. Tovo il quale esprime il d ubbio {']w fon;<' vi è una tendenza dei medici ad attribuire a,! sulfocarhonismo alterazioni patologiche cihe non gli competono; il prof. LoRmA, che riportandosi alla twcessità di assicrua.re una completa wntilazione, suggf'riscn qualche metodo; il prof. CAROZZI che richiama l'attenzione sul modo di pn>sentarC' lP sta,tistiche; il prof. PELI.EGRJNI che insiste sulla necessità di accerta.re sempre nel modo migliore il rapporto di caasalità nel giudicare i singoli casi clinici di malattia professionale.
L 'ultima rPhLzioHe è quella del prof. GuGLIANJ.11'TJ. L 'O. illttStra i
Danni che provengono all'occhio per eccesso df lavoro e che rappresentano la fatica. oculare; enumera. le varie cause dPll'atTaticamento oculare mettendo in rilirvo l'importanza dei vi.:r.i di rl'fra.zione e la utilità della loro correzione. Tra,tta minut llmE>nte del nistagmo d ei mina.tori, eht> è una nelle più tipichP manifest<tzioui morbose profPssionaU; riferisce poi sulle malattie da ambi(•ntf' di la,voro illustrando quelle prodotte da htcc· difettosa e dalle radiazioni; accenna alla cataratta dei lii>boratori del fno~.\o, ph\ abitua lmente conosciuta sotto H nome di cataratta dei soffiatori di vetro, e poi allr lt>sioni octùari pPr azione dei raggi Roengtcn . Rammenta le alterazioni che si rilevano nell'occhio nella malattlli dei cassoni, descrivo le affezioni provocati' dall'azione diretta dci gas e vapori c;ontenuti nell 'a.: ia dl•gli ambienti di lavor·o hcendo ril!'vare comP nell'industria di Torino - per mPrito di un ottimo rNtolaml•nto - non sono stati la.mc·utati in quef;ti ult imi anni speciali stati morbo~i prof<'sSiona.li dell'organo visivo. lllnstra infine le aJterazioni oculari dei gas da romb attim~;nto e chi11de dopo avf'r esposto ::~.mpiampntc i problt>mi rt>la.t ivi alle affezioni morbosP dcll'oc<'hlo per azione di.rt>t.tn. i!elle polveri c di piccole pa.rt.icelle del ma.terialt> di lavoro. In sede rli discu~>sione interviene il prof. Dmz . .MARRADI F ABRONI parla sull'azione produttiva del berillio di fronte ad alcuni avvelcnam<'nti profrssionali afft' rma.ndo che esso avrebbe la proprietà di sensibilizzarc in modo pronto ed energico e di esaltare i potPri di difesa organica. CA VAGLIANO fa. rilevare la. diffusione dell'anchilostoma fra i lavoratori
agricoli che in alcune rrgioni hanno assunto il cu.rattere di vere epidemie ed invoca eh<' tale malattia sia considerata come vero e proprio infortunio agricolo. Su tale argomento intervengono il prof. DEVO'ro, il prof. PELLEGRINI r d il prof. Q.UARELLI.
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H nLSTEIN, n l.'lla I'Ua eomuaicuzione l<'tta. dal dott. VIGLUNI, fa r ilt>WU'(• degli st.fl>ti di intossicazione da mcrutu-io in alcune f:;lbbriche rli Cllp[wlli . VIGLIANl, rlopo avPr accc·onato a bf'n condotte ind~ini, riferisc· ~· snlla pa,tologia dPi veruiciatori a spruzzo delle carrozzerie di automobi li. ~1.ft'Nm c.mdo che l'apparat o piit culpito è il dig~rente con ~peciale parh·e ipa.z.i one d<.>l fegato. ~finime sono state le alter azioni del Rnngtw.
n
prol'~imo COI1)!ff'SSO Rarà tE>mltO a Napoli E'd i t t'nlÌ prPSCI·Iti ~ono i S~>)!lwnti:
l ) l ntmori (patologhb
ed igien(· ).
2) L'tt-9Sicum zione contro le malattie 1>rojessi<•nali n ella 8114 prim'' ptO'Va d ei tre anni . . :{) A vveltmamenti projP.Sfliunrùi da.ll' llSO di n!Wlli pro<ltJfti <Jhi u~w i.
LEZIONI E CONFERENZE OSPE D .-\LE
:\'liLr!'ARb~
DI P ADOVA
LA DIAGNOSI DI CARCINOMA PRIMITIVO DELLA TESTA DEL PANCREAS Confere n:r.a. d e l 1wof. Antonio Gasbarrinl Dirt'ttore d eil 'Lstituto di Clinica. m·•dica g.-neralo d ello. H.. Uni,·er~it' à di Padova (2 giu~o l9 :-l-XII). ra ccolta. dA.! d ott. COSTA::-!Tr~o C A t.ABltESE, >~ssistente Yol.
Invitato du,/.la Dire.::ione eli ~(mità JIWtai'C <ll'l C. A. , a pw·larvi di wn argomento clinico, ne ho sceUo uno particolarm ente cnro alla Scuola, da c·u.i provengo ed alle~ -m·i a S cuola, p erch~ oggetto di stw.U appassi onat·i, protratti per 11iìt am1 i con costan::tt ecl amore: ho pen.salo cio~ d·i intrattenncr1.:i sulla cliagnosi del carcinoma p ri-Jn-itivo della testa clcl pa.ncrea.s. S e comideriamo la patologi a del pMu:reas a.ttrat•erso la -~tori(t della m edioina, salta subito agli occh·i com e, per la. ·ubicazionc projmula lli questo viscere, difficilmente accessibile ad una diretttt e -~ icura ossttTazione, per etw:re esso cù·cotidato da molteplici organi soggetti a.d ammalare, per la non esaltct vrùutazione elci ?'C]Jr>rti dl!s nnt-i dagli esperimenti, infine, p m· la 110ca attencli bU'ità dei m etod·i propogti n el pai!I!Ctlo per l'indaginr funzionale dell'organo stesso, la diagnostica delle malattie pancreatiche i n gen.ere e quindi anche dci t1~rnori pri·mitivi (li questa ghia.-mlola .'lia appttrsa a molti cli-ni.ci piena eli incertezze, talor·a i-n11uperabili. S erwnchè, Q1t.esto importante capitolo della patologia. 1tmana ha S11,pera.(o con fortuna l'evol7tzione dci te·rnpi, soprattutto per quanto eonee.1·nc le afle::ioni (e tra queste in particola.r modo i twnori), localizzate nella tf!.~ta del panwrea.~. I ?'I'Centi eontrib11fi clinici su tale argom ento, mirant·i a valorizzare semp1·e piit la sintomalologia dri >U:07JlMmi clella testa del parwrca.<~, passata per il ·vaglio eli 1ma C>'itica serera , quale~ clata d.al controllo a-n-atomo-patologico, hamno 1·eso a-~sai pi it ehim·o, ed ·in molti ca.~i, di facile interpretaz ionr il g·i udizio diagnosi ìco. Inoltre le ricerr:lte si.~te matiche, specie eli q·uesti 1tltùni anni, tmlla diagnostica fu·n zionalc dt•Zl'orga.no. la. cu.i applicazione al letto clel malato ha. valorizzato -il complPM!O di fatti (la tempo 1·accolti, sono sta.tc d·i valido() ai1tto, consentenc7;Q spe.<~IIO eli inrlivi(l·ualizzare precocemente la malattia . .Ad O'M ·re del 'IWStro Paese, io elevo ricm'(lare che il più valitlo contributo su questo a1·go-mento è stato pm·tato dallo ZOIA c claUa. sua Scuola. Allo ZorA spetta, infatti, il grande m.erito di avere precisato nettam ente l'influenza del 81tcco parwreatico n ella scissione dei gra.<Jsi, e .~oprattutto di avPrc ad<litato wna particolltre formula di eliminazione di e:ssi nP.l cnncro della testa del pancreafl, in r·appo·rto al ma·twato afflusso di snrco panC'reati.co ?1ell 'intestitto. PTi-ma di aiùZentrarmi ·nella disous.sione (lella parte 1mramente clinica àell'argo·nunto, mi si conceda di ricordare somma1·iamente i principali r·a.pporti anatomici della testa del pam.creas, che ci saranno di (l!i1tto pm· l'interpretazione di alcuni ferwmeni clinici.
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l.A DIAGNOSI DI CARCINOMA Pl.UMITI\'0 ECC.
La proiezione del pancreM sulla pa1·ete add(mtinale coùu:id~ oon unr' Unea orizzontale, che taglia la. xifo-ombelicale fra il terzo superiore ed il teru> medio. La testa giunge cm. 5 a dest1·a. della linea rMdiana: essa ha rapporti. attraverso la sua faccia a1~teri01·e, con l'ant1·o pilorico dello stonlaco, il piloro ed il bulbo del duodeno; nella sua porzione destra è disegn.ata una doccia. che accoglie il duodeno discendente. La testa è cotdarnata d4 Utl'ama a concavità mediale, formata dall'anastomo.<ti (lell'a. pa1w·eatico-d1wd.enale superiore (ramo dell'a. gMtro-duodenale, dell'a. epatica) e dall'a. pancreaticod7wden4le inferiore (collaterale dell'a. mesenterica supm·iore); spesso q~ste due a1·terie, subito dopo la loro origine, si biforcano, dando luogo a due ans" pancreatico-duodenali, una amerùn·e ed wna posteriore. La faccia anteriore (lella testa contrae T apporti a.ncora co·n l'a. colica media ( costitttita dai va.'{ i nu·.9enterioi .<lupmwri). In ba~so la testa è incrociata clall'inserzione del mesecolon trasvcrso. Inoltre contrae rapporti col colon trMverso e, tlella sua faccia posterio1·e, col coledoco, che spesso l'attraversa, con la cava inferiore, con l'aorta addominale e con la vena porta, situata in un piano ventrale, rispetto alla cava. Lungo il mm·gine superi01·e del panm·eM scorrono, la fies.~uosa a1·teria splenica e la vena splenic;a.. Il patu:reM è fornito di dttCd.ott·i e.~cretori. Il priM·ipale, dotto di W irsung, che percorre tutto l'asse del corpo, gittnto a-ll 'istmo, pi-ega bruscamente in ba-sso e quivi corn-uniea col dotto accessorio, indi ?'aggiunge la papilla di V ater 'nel dttodeno, dove sbocca in.~ieme col coledoco. Il Wirs'ltng aume·nta di calibro p1·ogressivamente, ma. n mano che riceve i canalicoli accessori.. Esso sbocca in <luodeno per mezzo di wn orifì.cio, a.mpolla (caruncola major); in corrù;po-ndenzct della sua flr.s.<~ura Ùltmica, si climma il dotto accessm·io o di 8ant.orini, che ha. 1m lwne mnpio al suo estremo wirsunghiano, stretto all'est1·emo duodetur.le, ove sbocca i1~ un piccolo t?tbereolo, detto carnncola minor. Lo sbocco duollenale è com1memente :sottilissimo ed impervio (20 volte su 100). AUre volte, in.rece, il il.otto del 8a.-ntorini n.on solo p1tò essere a.perto, ma anche piit volumùw.<~o dello stesso Wù·su?l.g,: in tali eMi può Msumere funzione vù:ariante del Wù·sw~g. dùtrutto od occlu.No: ciò pu.ò dat· ragimlC di alcune Mwmalie di sintomi. riferibili alla, chiusura del ilotto principale. In dtte terzi il.ei casi. cole(loco c Wirsumg sboccano in 1m canale co·mune (il canale coledooicopa.ncreatico), di forma mnpolla.re. Da. n'cerche compiute ?lel nostro Istit'ltto a Bologna. è 1·isult.ato che il coledoco ed .;z Wi1·stmg, a monte del canale comwu, sono fornit·i da u·1w sfi.ntere. che pu.ò Ùltercetta·re ogni comunicazi.one fra duodeno e vie patU:I'eatiche e bilia.ri. n ?'efl?tS$0 di bile O di Contenut.o duodenale nel W irsung non è 110sgibile, se non per la coeRistenza di ·una lesione anato-mica o funzio-nale della papilla e ilRlla pm·zione intrapari.etalr del co-ndotto di W i rsung, apponendovisi, allo stato n.ortnale, 'ltn sistema di chiwntra valvolare. 01Ulra.to sia dall'obbliqttif.à di d.ccf)rso del tratto i·ntramurale del Wirs1mg, sia drrlla. ton.icità dell.o sftntere di Oddi. Il re{l?l.SSo spontaneo di contenut.o duode· nale, anche quando nel cluoden,o esista una pressimlC su. pm-iore di molto a quella d-i secrezione (lel pancreas e del fegato, non sembra possibile, come risulta da esperienze condotte nel mio Istituto dal V iviani. I n taU ca.•d, le pareti <1e7l'ampolla oollabiscono ed il dotto di Wi1·s1mg si chiud-e. I l-infatici del pancreas fm•mano un .,istema assn.i ricco e cOI»J!lesso. di grande impm·tamza fisiopatologica. Essi, originatis·i ila ~ma. rete perilobularl'. corrono nei setti e si portano alltt .•m]?erficie dell'm·gano per raggilmgtn le 1·i-
L.'\ DIAGNOSI Dl c.~RCL"lOMA PRIMITIVO E CC.
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8pettive linfoghiandole. A mezzo di queste assumono rapporti con i linfatici del duodeno, del mesocolon, (lel fegato, della cistifella, del coledoco, dello stomaco, della milza; anastomosi dirette si hanno poi col duodeno e col coledoco . Ciò è Msai ilnportante, quando si pensi che i processi carcinomatosi ha.nno la tendenza a propaga1·si pe1· le vie linfatiche. I n ervi vengono dal plesso sola1·e e spettano al vago ed al simpatico; han·no terminazioni vaso-motrici, eccito-secret·rici, e sen.<tili1Je; queste ultime si trovano in ispecial mod<> i·nto-rno alla testa e spiegano la viva sensibilità dell'organo nelle sue affezioni acute e croniche. Fatte queste brevi 7Jrnnesse, pass·i amo alla parte clinica del carcinoma primitivo della testa del pancreM. I rman.zitutto dobb·iamo tenere presente che il ca·r cinoma primitivo della testa del pancrea~~ non ha wna sintomatologia netta e costante, ma variabile, a seconda della sede precisa di impianto del tumore, della sua estensione, e della di1·ezione, secondo cui esso si svil1tppa. La sintomatologia, che p1'à ave1·si, a seconda di ques(e circostanze differenti, può essere riferita a lesioni del pancreas di natura diversa dalla neoplastica (pancreatite cronica e IJOp?'attutto a lesioni di o1'gani vicini. Non possiamo pera.ltro dimenticare che molteplici condizioni 1wssono gimtificare l'incostanza della fisionomia clinica della malattia: la sede profonda dell'organo, che impedisce di ap1·ezzare, nel maggior numero dei casi, quelle modifica::ioni di volume e di consistenza, che sogliono verifìcarai in esso, allorclzè vi si impiant·i 1m tumore maligno; la prevalenza cli sintomi cUnioi collaterali, indiretti, anzicchè di1·etti, dati i s1tddetti rapporti anatomo-topografici dell'o1·gano; la diffi.coltà, talora anche in seguito ad un 'i-ndagine acc1tratissima, di svela1·e segni di lleficit funzionale, resi spesso ancora incerti da possibili sttpplenze vicarianti da parte di altri organiintestinaU; il nessun carattere univoco per la malattia irt pa1·ola dei segni dù·etti ed indiretti rilevati, potendo essi combaciare, comprese le alte1·azioni della secrezione esocrina. ed endocrina, con altre affezioni; le anomalie anatomiche n<>n infrequenti del pancreas; la diversa evol·llZione del processo ncoplastico, ora lenta, ora i·nvece straord·i na·ria1nente rapida ed invasiva; vn alcwni cMi, l'insO'rgenza ed il prevalere di una complicanza, che tende a rnasoherm·e l'insieme dei segni m egli-o riferibili al patimento della ghiandola; infi-ne, l'esistenza eli cMi cott sintomatologia p1·essochè mttta ed incompleta della localizzazione pri·mitiva. T tttti questi fatti su ricordati non solo possono indun·e ad incertezze ocl anche a-d e-rrori diagnostici. ma rendono anche, come abbiamo già detto, -molto diffìcile ogni tentati·vo di .<tistematizzazione applicabile per tutti i casi. Ciò non toglie che il eotnplesso clelle manifestazioni cliniche, offerte dal carcinoma primitivo della testa del pancreas, com· preso il decorso generalmente rapido del male, sia, nella maggiO'ranza d.ei casi, sufficientemente caratteristica ai fini della diagno.~i. Discutiamo ora brevemente il significato e l'in~portanza di alcuni sintomi del carcinoma. primitivo della testa del pancrea.s. Fra essi distilngttiamo sintomi soggettivi ed obbiettivi, questi ultimi dist·i nti in generali, locali e fun· zionali:
2-
Gio'Ynale di medicina milita.'Ye.
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I..A Dl.AONOSl DI CARCINOMA PRIMI'tlYO ECC.
A) soggettivi
l
a) manifestazioni doloroa~ b) disturbi gastro-intestinali a) generali . . .
!
l ) febbre
2) cachess.ia. 3) itiero
l) cistifellea. 2) f ogat<O
Sintomi B) obbiettivi
3) milza \ 4) tumore pa.nnrea.tico b) locali ...... . 5) reperto radiologico
l c) fww.ionali..
l
6) dolori alla. pa.lpazione 7) fenomeni d1 compre:<sione ve-
nosa. e d arteriosa i ) stea.torrea 2) indice de llo Zoja 3) disordini endocrini
.A) SINTOMI s o GGETTIVI: a) Manifestazioni dolorose. Meritano grande i1nportanza le manifestazioni doloros(•, le quali, se pure non costanti. po.9sono e,.<~sere precoci, pi·ÌI, spesso ta1·àive, transitm·ie o perman~nti. I do~ori. spècie all'inizio della ·malattia, non sono in genere intensi, nè offrono caratteri particola1·i, ntentre, in fase avanzata, possono est~ere tanto impatlMtti da richiamare l'attenzione sul pa·ncreas. P eralt1·o, in linea di nw.ssima, possiamo d'i?·e che essi sono varia.b ili pel' ca1·attere, per du1·ata ed intensitlì. Il d<Jl.ore può essere ora gravativo, ora lancinam.te, m·a a gui.sa di pesantezza epigastt-ica (Mo ~DIÈRE ), che si esacerba a crisi, senza ca1ue apparenti; ora, nei casi in Cl'i vi è interessamento dei ga.n gli celiaci, e quand<J il t11.more int•ade le ghian.dole circostanti (ZolA., RossONI ), i (lolori satw estremamente ·violenti, resistenti ai 11arf sedativi. Si m.anifesta.no in ore diverse, spesso lontan·i dai pasti, alt?·e 'Volte dopo aver m.angi.ato (D OGI.IONI e GIANl'\ELLI), speMissimo clurante la notte. La serle a.b ituale dci dolm·i è l'epigast1·io ed 'ltna zona epiga.strio-ombelicale. .Alcune volte si hanno, come manifestazione iniziale della1nalattilt (SCHU P FER, GnE&ÀRDINl), crisi dol01·ose, che 1·ipetono in t1ttto il q1tad1·o della colica epatica, wn diffusione alla spalla destra; alt1·e volte, i dolori .~i i1·radia.-no a httia la regione lom.bm·e, aUa .ypalla sinistra, lungo le·arcate costali corr-i.spondenti, verso l'angolo coRto-vertebrale di de.<~tra ed anche di sinistra. Il dolore nelle zone suddette p1tò essere sia spontaneo, sia p1·ovoca.to dalla pre.'lsionc digitale. a volte il llolore profondo (ZOIA) viene provocato unicamente d.ai m()vimetui o dagli sforzi corporei. KATSCH ha descritto una zona di iperrstesia. c1tlanea (zona di H ead) a sinistra clella linea mediana, contornante a cit~tura l'ipocondrio .~inistro e che giunge posteriormente a livello della X- X I I 1Je?"iebra Zom.bm·e. Queste manife.~tazi&n ·i dolorose sono (la riferirsi a 1nolti fatto1-i: a stasi del secreto pancrcatieo, ad inva.sione o com.promissi01~e delle bramclte nerrose e specialmente dei gangli semiluna1·i, il destt·o sopraltutto, diRposti l1mgo l 'aorta, per parte della testa del pancreas ingrossata ed indu1·ita; in{ìnu, a rea...-ion~ peritoneale. I dolm·i violenti, a tipo celiaco. come abbiamo già ricorda-to, 80ft0 espres.9ione della diffusione del tum<Jre in direzione del corpo pancreatico. b) D i~;tnrbi gastro-int('Rtinali: sono frequenti nel carcinmna d.ella testa del pancreas e ciò non sorprende, quando si pensi alle ftmzioni che c&mpe-
LA OlAt:NOS t 01 CARCINOMA l'H.UilTIVO E CC.
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tono a qnl'iile vi,scere. f:Ji p-uò dire che spes~;o costit1tisoono i pri1ni segni della nutlaltia (OnAUFFARD). l pa.::ienti, oho hanno sempre digerito bene per il pas.~ato, oominciano ad appre::::are sutza oausa un senso d·i ripienezza epigastrica po~;t-prandiale, ad avere disapp etenza e ripug·n anza pe1· alcuni alimenti, specie per i gra,~si (OLU.Rl). Spesso, alle pr·i me fa.<Ji, esiste pù·osi gastrica. Talora si haw1w na?tsec, cn,tta;;ioni, 1·igurgil'i, vomiti. È caratteristico, dopo aver ma?tgiato, l '(tppre;;:::amrnto da parte degli i·nfer·mi di gm·gogUi i·n.temi, dovuti al pttSsaggio clel dbo (tttraver8o il piloro, che si ripetono acl intC1·valli regolari (FtES::>INGE R.) e sono la sp·i a d·i fatti ste1wtici g·ià stabiliti. Accanto a q·u esti distw·bi g<tstri<:i, e:<isto1w <list·urbi intestinali, caratterizzati, nei pl'riotli precoci~;.~imi, da sti psi; tnolto più frequente è la diarrea, con aumentQ di ·volume delle feci (per tlifetto di <Ugestione e di assilnilazione), che possono e.~sere t·ipicamente grasse. Tali arwrnalie digestive SO'IW connesse con l'i-nrmfficienza pancreatica esterna. Della steatorrea dù·emo fra. poco. Talora può av&rsi scialmna. B) 81:-<TOMI OBBTETTIVI:
a) Generali: l 0 ) F ebbre. P ttò ma:ncare aiJsolutamente, oppure può esservi, ora a tipo remitte.n,te, ora a tipo intcrmittente, sptJN.~o preced1~ta cla. brivido di freiùlo e segttita eta sudori. E.y.sa, qua·ndo esiste, è riferibile sia ad infezioni seconcla.ric delle v ie biliari o delle v ie pa·ncreal'iche, sia ad assorbime?Vtodi prodotti pirugeni, di origine tunwrale. 20) Cachessia. -La gratnde frcqttenza, la co1npariia precoce e la rapiclità d·i s·vilttppo assegnano a questo sintomo un alto valore diagiWIJt·ico. Forse in nessun'aUra malattùt, con~e nel cm·cinoma prùniti vo clella testa del pancreas, si stabilisoe cosi rapidamente tm'astenia intensa ed un impressionante scadimento dello stato di n utrizio·ne, che inducono una. perdita del peso cotp(Jreo, oospicua in pochi rne11i, tanto che gli infc~rm·i acquista/W ben presto un aspetto scheletrico. 30) Ittero. - Qttesto sintoma, spesso precoce, è molto frequen te (le statistiche da?mo t'alori .Yttperiori al90 % clei erMi). Pttò 1m·altro ma.n;()are, anche per tutto il decorso clella ntalattia, in quesi casi in cui, cotn'è fa cile comprendere, il coledoco, per anonutlia congenita, decon·e più. o rneno lontano dalla testa del ·pancreas. L ' ittero è meccanico, progre.ss·ivo, cronico, contimH>, rara?nente intermittente. Come aovùme pe1· tutti gli i tteri cronici, cul1tn certo m.o·mento la pelle a.~IJIWW 'U'II.-a colorazwnc particolarmente oscura con riflessi verdastri (icterus viricl-is). I n f(tse av(tnzata del male, di solito si aJ>prezza 1ma diminu::io·ne dell'intensità delrittero, dov1tla non atl una vera J'iapert1lra delle v·ie bilitwi, e8BCJulo i1nmo(Ufìcata l' abilinia intest·inale, bensì ad una grave i-nsufficienza Mlla cellula epatica. L'ittero, come si comprende, si accompagna a t-utti i fenmneni di colemia ed a scol&rmnento delle feci. b) Locali. -Fra i sintonti obbiettivi locali ricorderemo: l O) La dist<•nsinn<' della ci~;tifell f'a. ..A questo sintoma gli autori assegna,·orw un 11.0tevole valore diag·nostico. Il fatto ste.çso che la colecisti sia distesa, parla per l'i-ntegrità clelle sue pareti. e subor(linatamente per un'occlusione delle vie biliari extra-epati;()he al disotto dello sbocco del cistico nel coled<Jco. La presenza del sintoma vale mwora ad escludere l'esistenza eli tma calcolo~;·i della oUtifellea e àel coledoco, nel qual caso, di solito, la colec~fi, essenclo alterata
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LA DlACNOSl DI CARCI NOMA PRrMITf'i'O E CC.
dal processo flogistico cron.ico, e speeialtnente raggrin.zita, non riesce piil a dilatarsi. (Courvoisit>r e Terrier ). I ndubbiamente il sintoma descritto; nella maggioranza dei casi, con8erva molto va~ore diagnostico. 8appiam{) peraltro che la legge di CourvoÌRÌ('r e T crrit>r non va C01Uliderata in senso assoluto, potendo qualche volta manca1·e ogni dilatazione della cistifellea nel carcinoma della testa del pancreas. Cir) può avvenire o in casi di sede anomala della vesciche tta biliare, o perchè essa aia fissa alla f~ccìa infe?-iore del fegato e spitlta v erso l'ilo, in modo che riesca impossibile la sua estri-nseca;...--i<m.e anteriore, o perchè il cistico sia occluso (cingolo fibroso, atenosi infì.atnmat'oria), o in casi di metastasi ilm-i, che comprimano i dotti biliari, oà infine perchè le stte pareti siano infìltrate p er diff1t.<(ionP del neo7Jlasma. zo) FPgato. Possiamo aflermarP con lo ZolA che non esiste una form.a di fegato caratteristico per il ca-rcinoma lklla. testa à.el pancreas; n(}n ai p•ò più q1tindi accetta·re oggi l'asserzione di BARD e Prc, che cioè n el neoplasma della t.esta del pa·ncrerMJ il viscere in parola ris1tlti sempre itnpicciolito. Sappiamo· che lo stato del fega.to, è in rapporto a condizi(}11.i preesistenti: cos1 non potrà esso ingrand·irsi, 1}1talora p ·r eesista una su.a aUerazione str1ttturale. Lo Zou dà inoltre importanza alle lesioni vascolari croniche, di tipo arterioscle?·otico, congiunto ad un certo grado di iperplasia diffusa c01mettivale. Si c01nprende come in simili casi il v iscf're non si lasci distendere dalla stasi bilia,·e, avendo perduto la 81ta normale distenHibilità. Al volume d~l fegato contribuiscono altresi l'età dell'infermo e l'eventuale alcoolismo, tna soprattutto l 'e.~ùltenza di noduli m etastatici , nonchè le lesioni funzi01ULli della cell1tla epatica, la qttale, a lungo andare, elaborerà ttn mino1·e acereto biliare; vnfine, secondo SCHUPFER, fatti di w>c1·o.vi cellulare pitì o meno diffusi. l\'e segue cM., !Je p·1~re il fegato 1mò in alcuni ca·l'li di carcinoma d-ella testa <k~ pancrea~ trQvarsi atrofico e quindi impicciolito~ ciò non toglie che in altri casi, e for.se 8(}110 i più, può essere più o meno 'ingrandito. 3°) Milza.. - Di solito rs.sa. non .o;i most1·a au·rnentata di v olume, fìrw a q1wndo non esisterà un ostacolo n el territorio della vena porta, sia per opera diretta sul vaso da parte della testa 7>anereatica ingrandita, sia da parte di ghiandole li1tfatiche interessate. In taJi circosta.nze il htmore di 'milza è riferibile a congestione passiva di que.yto vi.vcere. Quasi mai vi ~ a1tmento d~la milza p er impianto di metasta.'l'i t?tmomle. 4°) TumorC' p a,nnreatico. - I l più d.elle volte, a.nehe dopo 1m m-i nuzioso esame, n01~ si rir.sce a palpare la neopla.~ia. cefalica,· più frequentemente. invece, è dato apprezza.1·e. una CPrfa n~iste·nza all'cpiga.strio. La. palpadone apes· 110 è r t>sa difficile dai dolori pro,•o('ati dal tumore, dall'ascitè, dal tnet~. dalla particolm·c tenRione dcllP pw·Pti addo-minali. È 11em1>re buona reg(}[a pra.ticare la palpazione con le norme dettate dal RrvA e confermate dallo Zou, e cioè a soggetto digi'~.tno, con a:lt·o vuoto, in posizi01w di completo rila~ciamento e talora mentre il P. sia immerso in un bagno caldo. 5°) Indagin<' ra-diologira. Jtfaggiore aiuto diagrwstico ci potrà fornire l'inrlagine radiologic·a. La ghiandola di per sè è difficiln~ente visibile; aow con l'1t>1o del pncmnopcritonro è po11sibilc forse ric011ottcm·la e C()1!,8tatarne in. mQtio diretto le altera.;io-ni rli VQltunP ( VIVIA:-11). ~Molto più chiarir signifì.cat·i vi sono i sintomi inrlirclti. chf' 1Ja,rla.no per wn au1nento d el t:olum.e d.el t•ù cere, s1tlla. base dPllr m odifìcazioni clPgli organi circostanti e pre~isamtmte lkllo stomaco, del d1wdrno. e dPl colon trasv erso. A carico del primo si htmno
LA DIAGNOSI DI CARCINOllA PRIMlTIVO ECC.
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difetti di rie-mpime-nto della piccola curva e della regione antrale e pilorica; il duodeno può presentare segni di sterwNi, di deviazione, di all1m.gamento, e, alt~ra::im~e pi1ì caratteristica, una conformazione a O (DORNE&); anche a carico del trasverso, in special modo ·nelle forme di cctrcirwma a sviluppo inferiore, sintomi eli spostame·nto e di compressione. 6°) Si è data itnportan;;a al t·'ilievo di scllsàzioui dolorose esistenti alla palpazione: cosi la dolorabilità della zona coledocico- pancreatica di OHAUFFARD, e nel punto di DESJARDI NS, o pi1ì esattamente di O&LOWSKI e di B&OCQ e MADtr&o• .Ma questi pw~ti dolor·osi possono mancare e, quando e8istono, vanrw val·ut(tti sempre con molta p1·udenza. 7°) Segni di compressione ven()sa ed arteriosa. - Manifestazioni perlopiù. tardive, di solito s?.wcessvL'6 all'ittero, sono i sintomi di co-rnpressùme della porta (aMite), della cava (edemi agli arti Ùlfm·iori, ai gen·i tali, alla parete aildominale, con circolo collaterale alla r·egiorte dei fianchi). N elle forme a sviluppo infero-mediale si possono avere segni di compressione dell'a. colica media, ed anche dell'a. ileo-col·ica e colica t1ini8tra, do·nd.e l'insorge-nza di 1tna sindrome pseudo-a;neurismatica (violenti dolori addominali, vomiti, meteor,i smo, sogni di peritonite, 1nelnw). Queste n~a;nifestazioni tardive, aggiunte agU altri si1ttomi sopt·a ricordati, comtnpletarw il 9.1tadr·o olinieo della malattia. c) Sintomi funzionali. - l disturbi d-i tipod·igestivo sono, co·m'è noto, assai freq1ten,ti o co.~titu·iscono indubbiatne-nte gli clementi più sicuri di diag1wsi . Se si tengono presenti le tre attività fonilatnentali del succo pam.creatieo, è chiaro come la deficiente ftm~one dell'organo si debba t-ifl.ette1·e sulla digestiotte dei grassi, dei proteioi, e degli ùlrati di carbonio. Si avrà innanzitutto: l 0 ) Steatorrea. - ln omulizioni normali la per·dita con le feci del grasso ingerito è del5-l0 %, mentre si arriva al 70-75 % dei grassi introdotti nei casi di soppt·essa f1tnzione pam-creatica. Bisogna 1·icord.are la netta d-istinzione che va fatta fnt feci saponacee e feci grassfJ; lo prime hanno aspetto cretaceo, lli pomata grigiastra e sono dov·ute ad occlusione del coledoco ed anche a difettosa /1tnzione assorbente dell'epitelio inte.9tinale e dei chiliferi, se»w ricoh6 di saponi acidi r. q·ztindi insolubili. Le feci grasse, invece, dovute ad occlusione clel WirHtvng, sorw ricche di grMsi ne1ttri e di aoid·i grassi, mentre contongorw scarsissim,i saponi acidi. A succo parwreatico assente, la scissiotte dei grassi può a·vven·ire vn gran parte per opera dei micl·m·ganismi nelle ultime porzimli dell'intestino ten·ue ed arwor più nel orasso, dove, difettando l'al.cali, di sol1:to fornito dalla bile e dal s1wco enterico, olh·e che dal 81tcco pam.creatico, si formeramnw pochissimi saponi acidi insolubili, ·mentre la maggior parte degli acidi grassi non 'VÌ611.6 salifioata, per tal nlodo non si potranrw jornwre saponi netdri. 2°) Indice di Zoja. Acoa;n.to alla stea.torrea, consider·ia1no di valore fon(lamentale pm· la diagrwsi di carcinoma della testa del pa•twreas lo studio dell'indice di Zoja. Secondo l'A., i-n casi di Ì11.8ufficienza pancreatica, per la dimi-nuzione dei saponi in rappo,.to ai grassi 1teutri ed agli acidi grassi, si ha che il rapporto ft·a queste ·varie j1·atzioni, che in conclizioni ~wrmali si aggira intor1w all'unità, diventa più. o meno elevato e P'ttò 1·aggiunger·e cifre altissime (20-30). Al contrario, le indagini 81ti fermenti fecali, sulla (Uastasi del sa·ngue e delle urine, rwnchè, tranne in casi di insufficienza gra,ve, i 1·i8ultati dei sondag-
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LA DIAGNOSI DI CARCINOMA PRIMITIVO ECC.
gi dMdenali, hanno mi?Wr valore e so-no inca.pa<Ji di svela1·ci qualche dato , che parli per una compartecipazione pa.ncreatica. L o studio della digestione e della eliminazio-ne dei grassi per»~tte altresì, secondo il nostro parere, di valutare, entro certi limiti, la gravità ,d ella lesio-ne pancreatica e perciò conse:nte 1tn fond-ato giudizio p1·ogn(}stico. L e prove di carico con i grassi possO?W da sole nel cm·ci?Wma pri?nitivo della testa del pancreas svelare la chiusura del W irsung. N o-n v a tuttavia dimenticato che tal i anomalie di tipo digestivo possO'IW mwhe manca1·e o non d-are rispo8te chiare. come ad es., nei casi in mti sia funzion.amte il d.otto di Santwi?~i. I disordini endocrin·i ·di tipo diabetico non sono frequ~mti nel tumore della testa del pancreas, t1tttavia la glicos1tria, quando esiste, acq1tista notevole importanza, specie se transitoria. No-n ha alcun valo-re l'assenza dell'indacano nelte 1trine.
Forme cliniche. -
Del carci?W?na 1Jrimiti·vo della te.<Jta d.el pancreas si sono clescritte svariate forme, tanto diverse da n01i poterai rav·vi.<~a1·e fra loro spi.ccate analogie. Gli A.A.., che ha.n?W tentato di classificarle, han·no ùuxm.trato grandi difficoltà, e ?Wn poche forme anomale 8on,o rimaste al d·i fuori di ogni clas8ifì.cazione. A. noi 8embra gi1Mti8si1no eriterio quello ana.to-mo-clinico, seg1dto dallo Zoja nella class~ficaziMte, ed in base ad esso disti•ng1tiamo: a) forma a sviluppo poRtero-inferiore, in c1ti possO'IW mCllncare completam.ente i fenomeni di occlusiO?te del coledoco, del Wirsu.ng e del duode?W, mentre sogli.ono co-mpat-ire fenomeni di oonwressione della eava inferiore e della caps1t.la 81trrenale destra; b) forma a svil'ttppo supC'riorP. in C?ti si ha o sola occl?UJio?u del cole· àoco o stenosi del piloro, del duodeno, isola.tamente oà QilWhe a.~soeiate a<l o-cclusione del colecloco, mratnente occlusione de~ Wirsung; c) forma a fìviluppo lateralE' destro, in mti si ha solitCll11tente occlmione del celedoco e cl,el Wirsun.g con o senza sten.osi duodenale. Q?te.'lta è la f&rma più classica della malattia e q1tindi di diagnosi pi·ù. agevole.
Diagnosi differ('nziale. - Prendia1no m·a in e.~am.e le principali affezioni, che per le 1nolteplic-i ma.nifesta.zioni i1~ com?t.ne a carico dei sist01ni pancreatico e bi.liare, po.~sO?W confondersi con il ca.rcitwma primitivo della tesf4 del pancreas. Calcolosi del coledoco. - I orif.e?'i fondamtentali, che valgO'?w a differ enziare l'ostr11.zione calcolosa del coledoco d.aUa cowpressio-ne od occlusione di esso per tteoplasia della testa clel pancreas, 80'/W rappresentati: nel caso di un calcolo, dall'insorgenza. bnuwa dell'ittero, solitamente preced1tto da cri8i più o me1w classiche di colica epatica, da alteN~tive di aumento e diminuzione della sua intensità, cl.alla. coe8istenza. di una febbre a vario tipo, dalla mancanza di clistensiO'?te della cistifellea, daUa presenza di t1tmore .di milza. T!n calcolo. migra.to dalla cistifellea per ostruire il coledoco, ecceziona.l1nente ?tOn determina ne.981t.na ,<Jensazio-ne dolorosa nel suo camtnino. Itwltre, l'ernigraziO"'&.e di 1.m calcolo dalla cistifellea e la. 81ta perma.n.e11Za ?tel coledoco sotw abitualmMl16 cau.sa di 1ma febbre, talora grave (intermittent.e. parossistica. .'fettico-piem,ù:a), collegata al p1·ocesso di Cllngiocolite, ch.e 81t.ole a{X)ompagnat·si a questi CtU-i. N ella calcolo,~i manca. la steatorrea, mentre le feci so-no saponacee. ed inoltre mancano il rapido decadimento e la cachessia, dell'i!ltfermo.
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LA DIAGNOSI DI OABOINOltA PRIMITIVO ECC.
Vi sono peralt1·o casi particolarmente difficili, nei quali, e perchè non si palpa la colecisti, e percM l'ittero si era stabilito rapidamente con dolori a tipo d·i coliche epatiche, si è tratti a pensare ad una calcolosi. È 1·ecentissima una mia osservazione di questo tipo. Seco·nào la nota legge di Gourvoisier e T errier, ogni qualvolta una itterizia sia da riferire ad un'occlusione calcolosa del coledoco, la cistifellea, avendo, CO'me si è ·ricordato wn tnomento fa , le pareti ispessite e retratte dalla coesistenza di colecist-ite cronica, not~ potrà più distendersi e perciò essa nm sarà più apprezzabile a mezzo della palpazi,0'1UJ. Questo s·i ntoma di Go·urvO'isim· e Terrier, se pure, ripetiamolo, 1·appresenta un argomento di prim'ordine in favO're della steno.~i calcolosa del coledoco, riscmtrandosi in un'altssima percentuale di casi, n0'1t p1tò avere, com'è facile cornprendere, un significato unico; esso acquista t·uttavia maggiO'r valore, ove ai accompagni ad altri criteri diagnostici della colelitiasi . .Aggiungimno che si possono avere oasi di calcolosi con empiema della cist-ifellea, ed infim che non è infrequente l'associaziom della oalcolosi cm neoplasia del coledoco e della testa del pancreas, come io stesso ho potuto C0'1tatatare malcun·i infenni. Pa.ncreatite cronica con it.tero. - La differenziazime da questo procesrw ntorboso è di estrema difficoltà. Basti rioO'rdare che neppu,re la laparatomia e.~plorativa vale talora a risolvere il giudizio diagnostico, che soltanto l'evoluzione 1tlteriore del male (sopravvivenza prol1mgata, ripresa dello stato gene-rale) potà chiarire. La sintomatolgia, nel caso di cefalo-pancreat·ite, C0'1tlbacia con q·1ulla di una ?Moplasia della testa del pancreas. Occorrerà qui considerare attent.ammlfe l'anamnesi; in essa ora fig?tra una lunga storia di coliche epatiche sofferte dai pazienti, tUJi casi s1t0cessivi a colelitiasi, altre volte, invece, htmno preceduto il disturbi d-ispeptici dell'1tlcera gastrica e duodenale. N ella pancreat-ite cronica la febbre, dovuta ad infezioM, è più, frequente che n el ca.ncro ed ha notevole valm·e. In essa si hanno spesso dolO'ri 1t.guali a quelli del cancro del corpo, n~a la lO'ro compa1·sa precede di molto tempo l'i1tawgenza dell'ittero. Al01t.ne volte p·uò servire l'indagine radiologica, la quale può mette-re in evidenza il focolaio primitivo di partenza (uloera gastro-duodenale, colecistite, pericolecistite, periduodenite, etc.). Ca lcolosi pancrea.tica.- Questa forma è caratterizzata da attacchi dolorosi tipicamente pancreatici, spesso con febbre, ittero, dimagramento, segni di insufficienza esocrina ed e1tdoari·n a pancreatica; vnoltre si accompagnano segni di tipo pancreatitico. Bisognerà in questi casi ricercare il fattore litiasico. N el periodo intervallm·e dei dolori il benessere può essere oompleto. riconoscimento di calcoli ?UJlle feci potrà chiarire la diagnosi. Cisti del pancreas. criterio differenziale pi1't. importanw sarà dato dalla facile palpazione di una fO'rmazione cistioa e dalla abituale manoanza della steaton·ea. Processi iperplastici delle ghiandole reg-ion.ali. - I processi infiammatori acuti e crmici, di qual1t.nque tipo e nat?tra, possono localizzarsi a livello delle ghiandole regionali della testa del pancreas e dare origitUJ a masse, che facilmente si scambiano con un cancro della testa. I n questi casi, pm· CO'mpressione sui viscm·i circostanti, poasO'nO ittaorgm·e ainto1ni collaterali: ittero, compressime venosa per ohiusura dei dotti, manca però di solito la steatO'rrea. Si comprende come i-r~ questi oasi riesca difficile una diagnosi esatta; occorrerà perciò un'attenta valutazio1U! dei criteri anamMstici, obbiettivi e funzionali.
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LA DIAGNOSI .DI CARCINOMA PRIMITIVO ECC.
Restano a con8·iderare ancora tre possibilità: il carcihumta prinlitivo del (htodeno, il carcinoma prin~itivo della papilla di Vater, il catwro prim.i tivo del coledoco. Cancro del duodeno.- Un C(J.Incro P~'ò prin~itivamente ZocalizzarBi nel d1wàeno, sia in corrispo?Ulenza della papilla, sia in sede extra-pa.p·i llare.. M ettere nei tmnori sopt·a e sotto papillari è meno difficile l'errore col carcinoma primitivo della testa del pancreas, perchè conduce di Bolito rapidam.ente all'interessamento anulare di t1uta la parete del <loodeno e comporta fatti di stenosi, d·i solito gravi, nei tumari ad inizio papillare spesso manca la diffu.~i.one ad anello, mancano quùuli i fatti di stenosi, mentre sono presenti ·i seg·ni di occlusione del coledoco e <lel Wissu.ng. Sono questi i casi, che pii1 si
prestano a confusione. La diagnosi clifferenziale si impern·ierà su quattro elementi fondamentali: l o) precedenza eli dist1trbi intestinali; 2°) precoeità e costanza cl.elle etnorragie ituestinali, palesi e più spesso occulte: 3°) variabilità, dell'ittero e dei segni eli compressione del Wirstmg; 4°) assenza del tumore paipabile e (lei 1·elativi fatti di compt·essùme (edemi, as&ite, dolori). Infine, chiarit·à. la clic~gnosi l'w~gine 1·adiologica. Carcinoma dell 'ampollàt di Vater. -Assai difficile e talora impossibile è la eliagnosi d·if!C?·enziale con il carcitwma dell'ampolla di Vater, specialmente se si t·r atta di 1m cancro originato dall'epitelio del ®tto di Wirsung: itl. questo caso esiBteramw sintomi, che tnolto d·iffi&iltnente potranno distinguersi da quelli del carcinoma <Iella. testa del pancreas, avendosi l' occllt,Sione del pmwrea· tico e del coledoco, come in questo; e cioè i segni di insufficienza della secrezione panereati.ca, quelli che hanno n~aggior val~t·e per far propende·re p er il cancro della testa, esi.st01w semp1·e nel ca1wro ampolla1·e W irsunghiatw. I n ogni modo, si può dire che i sinto<mi differenziali più costanti e di maggior v a.lor.e nel cancro ampollare, s01w soprattutto la frequente pervietà del ®tto pcmcrea.tico, talvolta la lieve o variabile ocelusi01~ del coledoco, la precoce presenz a del sang1te nel contem,to lluodenale e nelle feci, l'assenza di tumore palpabile., il prulominio di clisttt,r bi intestinali, l'assenza delle speciali znne dolorose pa?Wreaticlte, specialmente di quelle degli angoli costo-ve1·tebrali. Qtusti ultimi segni hanno pertant.o, secon.do me, poco valore, come 1w già. ricordato. Cancro primitivo del coledoco. - I l sintom.a jondame'tltale q1'i è clato dalla insorgenza di un itte1·o, il quale, attentamente valutato, pttò talora dif· feren.zim·si da q1tello del carcinoma p1·imitivo della testa del pam.crea.s; si tratta di wn ittero a decorso 1neno lentn, p~r il fatto che il processo neoplastioo tenil.e abitua.l mentc in q1testi casi ad infutrat·e ad anello la parete del dotto, stenosand.olo rapidwmenl.e. .Ma accan.to ai .<tegni cotnuni di occlusione ba.ssa (ÙJlle vie bilia1·i (distensione della epleciste), manca ogni segtw di patiment.o (lel pancreas, sia riguar® alla stt,a, aUività funzionale eso&rina ed endocrina, .<tia rispetto ai suoi rapporti di vici1W>?'IZa , Tuttavia 8arà difficile diflerenzùJre il ea1·&ino-ma primitivo del eol.edoco dal car&i-Mtna primitivo della test-a drl pancreas ad impianto superiore, che, came si è lletto, si accompagna ad i.f.tero .~enza steatorrea. M a in questi casi eoesisteramw i sintami di stenosi d~d~ttale, pilarica e, d'altra parte, ben presto oomparit·amw i segt~i di defì.cit esocrino drl pcvncreas. Nel cancro primitivo del coledoco manchera1mo i sintomi di com.pressione della cava e della porta (a meno non esistano 1wdi mel-astatici ilari). ilell' oorta, clel plesso solat·e (dolori); l 'ù~gine radiologica potrà recar l1we. Si comprende come la diagnosi sia pi·it, facile all 'inizio del ma-le, in ba.f.e
LA DIAGN()SI Dl GARClNOi\tA PRIMlTIVO },;CC.
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alla manca;nza di q·u alsiasi segno di insufficie-nza pancreatica (feci 1wn grMse, ma saponacee), che a n~alattia itwltrata, allorchè il processo neoplastico si sia esteso alla testa del pancreM. Allora, neppure all' a·utopsia riuscirà age-· vale dire se il neoplasma .gia partito clal coledoco o dalla testa del pancreM. Potranno, forse, servire a delucùlare l'm·igi1w d 'impianto, in CMo di metasta8i epatiche, la n<JziMw che i norluli epatici, in cMo eli carci1wma del coledoco, sono più sp<rrgenti e più grossi di quelli della testa clel pancreas e spesso ombelicati e dolenti.
Prognosi. - Una volta stabilita la. dùtgnosi, la prog1wsi ?Wn può es.yere che infa1tata, a scadenza più o m etw rapida, in 1·app<rrto ad alcuni elementi, ·va·r iabili da ca.so a caso. La chirurgia si è llimo,~trata fino ad oggi inefficace, anche allorcltè si abb·ia la fortuna d·i inten,enire ù~ periodo ini:::icùe del male. D a quando Ro?W ct·n-<lato st~c&intame·nte esponnulo, risulta che la diagnosi eli carai-rwma prin~itivo clella testa del pancreM è possibile nella m aggioranza dei oasi . .M i sembra pertanto che sia -utile insistere sui seguenti fatti. l o) Il carci·noma clella te11ta cl.el pancreas va dùstinto dal cancro delle altre parti dell'orgctno. zo) La sintomatologia del tumore pri?nitivo pancreat·ico è molto varia e sop-rattutto sttbor<linata alla sua sede precisa, alla sua estensione e !lireziMw eli sviluppo. 30) P er una esatta diag·t wsi di selle è tltile partù·e clalla conoscenza precisa clelle conclizioni delle vie b-iliari e panc1·eatiche. A l chiarimento clella diagnosi clin·ica dobbia1no molto, come si è detto poc'anzi, ai pregevoli contributi del mio Maestro prof. ZOJA e della sua Scuola, che hanno lu:n~eggiato la diag1wstica funzi011ale del pancreas. E se ancora oggi, i?~ qtusto campo, al01tn·i pttnti restano da chiarire, almme lacune da colmat·e, è certo che ci t1·oviamo in piena fa~e di studio e di evoluzione, in cui, cl·inica, diagnostica f1tnzionale ed mwt<rmia patologica procedono in,~ieme verso una m-éta di sempre maggiore a8cesa.
OSP .EDALP. 1\ULI TARF. DI PALERMO
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LA TRASFUSIONE DEL SANGUE E SUA TECNICA Conferenza del prof. Francesco Purpura Dirett.ore d ell' I stit-uto di Pato logia. chirurgica. della. R. Università di Palermo (16 giugno 193!--XII)
Accenni all'tJ-So del sangue come m etodo di cura si trovano nell'an,tichità e ne trovian~o man m011w ?Ml corso dei secol·i, fÌAW a quando La leggenda cede il posto alla st-oria e le conoscen.ze di·ventano sicttre, dettagliate e d'impor~za crescente. S e si v twle, p er la storia, fissare lviW. data, relativa11tente alla trasfusione del sangue, sernhra che si debba 1·isal·ire al Z.uglio 1492. Fu allora praticata dall'archiatra Gabriele Zerbi la trasf'usione di sa-ngue eterogeneo al Pontefi,ce b mo(}enzo VIII, come ,·iferisce Sismondi che visse in quell' epoc<t. Francesco Folli praticò nel 165! la trasfusione per la prima volta e poi ripet1dam ente. D opo di lui, altri scienz·iati italiani e, tra questi, Borelli e Frtw.assati, Ganas.~ini, G1'if!oni, J.l fagni, esegui.rmw esperimen~i con in~missiO?~ di sangue da 1m ani111,ale ad 1~n altro della stessa specie e di Sl>Ccie diversa (da cane a cane, da agnello a catne) . .Anche in Inghilterra f'urono praticate da Lower nel 1666 ricerche suUa trasfMiO?te del sangue negli anùnali da e~;perimento. Giovanni D eny11 noi 1067 eseguì i n Francia. la trasfusiol~ di sangWJ dall'ani1nale nell'uonw; ed in un uomo in Inghilterra, nello 11tesso antw 1667, L ower e King praticarono ciasmmo a quindici giorni di. distatnza u-na trasfusione di 180 a 200 grammi di 8011'/,QUe di agnello. I S1J,CCCSsi, ottenuti dai detti atuori, portavOIIW a Gl'edere alla possibilità deUa trasfusione di MtevoZi qua-ntità di 80/l~ue dall'allim-ale aU'·1wmo. Ma si verificò la morte di U ??, ammalato, che fu attribuita ad m~a trasf1uione praticata da Denys. In segt~ito a questo inszwce.~so, il Parlamtmto fra?Wose, su, proposta della Fa-coltà, di Medici-na di Parig·i, proibiva la trasf1tsio-~ del 8at~U6; 6 questa in seguito cadde nell'oblio. Si iùve arrivare alla fÌA'/,6 del secolo xvm ed al principio del XIX, p er vedere risorgere la trasfusi<me di aatngue, specialnwnte CQ-Il le ricero1WJ di Michele De Rosa da M od&na, il quale alfennò la pm~sibilità doU'dnn68to 61ntr tico » e la possibilità <li ra·vvivare col sa-ngue arterioso di 1m an·imal8 un aUro animal6 di speci6 diver.~a, che era stato prima diaaang1~to. Prescnziò a tali esperime1t.ti .Antonzi> Scarpa, che li ripetè a Parigi CO?l · ottimo riszlltato. Pitì, tardi, però, Giuseppe Colasat1t.ti af!Brmava che la trasfuswne et/JrogBJ~a era sotm1~amc-1lte d011~1W8a e doveva proscriverai dalla pratica chirurgica. D'altra parte 'IWJl 1857 e 8UCC68sivamente, Brown-Sequ.ard dinlostrò ohf;, p6r rida·re la vita atl tm at~limale diss011~uato, ?wn era it~ispensabile il sangtu di un animale della atessa specie. Tuttavia, nella co·n-vinzio'IWJ che con la trasfusÌ0?'/,6 eteroge'Ma ai avBBaero
LA ' tRASFUSIONE DEL SAN(:UE E SliA 'l'ECNlCA
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imuccessi, si rù.'orse alla. t·raRfugione con .~rtngue di individui della dtos.va specie; ma anche con questo met.odo gli i·nsucces8i contiwuarono ft'CQttenti ed impressio·nM~t i. Si attribui·rono dapprima gli inconueni.e•nti a.U'azione tot~sica della fibri·n a e al fenomeno llella coa.gulazione, per <nti fu proposta da Bischoff ed accolta con grande favm·e la trasfusiomJ con sa·ngu,e defibrina.to, ma anche ool Slmgtte defibrinato gli esiti letali 1l0n ma·t~carono: Orè riferisce di aveme registrato 172 su 372 trasfttsioni; e le ricerche di d·i-versi autori dirnostrarono che il sangue defìb·rinato non è prit•o di ac-ione tossica, dot"uta. specia.lmen te all'altera::·ione dci globuli ·ro.9si e delle piastrine. P er gli Ì1Mttecessi ottemdi con l'ini.czione di s<mgue •integrale, si credette responsabile la coagttl(l,zione del sa·ngue; si ricorse alla trasfusiO?~e diretta con la sutura pmv-risoria del vaso del do l~at&re a.l vaso del 1'icet·ente o mettendo in comttnicazione i dtw ·vasi cot• canmtle di ·vetro paraffinato. ]}fa per le difficoltà tecniche e per l'incom:eniente d.i rendere i?npossibile il controlla della quantità. di sangtte traBfuso, qtM.~ta pratica ·veniva. abba;tHlo·nata e ftt sostituit(t oon la trasfusione indi·retta. Sia con l' wno che con l'altro tn.etod,o fur&no osset·vat·i 1~otevoli inconve11ienti, e talvolta, leta.l i; cosicchè si rimaneva co?Jtutri alla pratica della trasfusione. JPu. lo studio recn1te dell'inclivid?talità del sangue e delle S?te compatibilità, e incompatibilità biologiche che venne a far conoscere la 1·agi.one di gran pa1·te degli instwcessi lamentati e re.9e di pratica pitì sicu1·a la trasfusime. La trasfusime oggi è eseguita frequ.entertte1•te in t·utte le N azi01~i ed il suo campo di a.pplica. zim e si allal'ga sernpte più ool fervm·e incessante delle ricerche sugli animali d(J, espe1·imento e con le osserva.zioni sttll'uorno. Da.v,anti a(l 1m'emo-rragia che compromette la v·i ta, si affaccia s1~bito alla mente l'idea della trasfusione. Ora pensando che nelle f&rti em01·ragie, la morte tWvi ene per mancanza delle condizioni i-dmuliche neces.9al'ie alla circolazione e n&~~ per deficiem:a dei 1nateriaz.i ?J·utritivi del sangue, KTonecker propose di sostitu.i ·re alla trM/ttSione di san~ue la semplice iniezione ?lelle vene di una soluzione di cl&rw·o di sodio in acqua distillata al 0,9 %: questa soluzione sarebbe stata capace di mantenere la circolazi01le e di da1· tempo all'organismo 7Jer la formazim~e di ntwvo sangue. N elle grandi emorragie 1Je1·ò ?lOn si può fare affidamento sulle inieziml·i endovenose di solu::iotJe di climt·ro di sodio, perchè questa per la sua facile diffusibilità negli spazi lacu1•ari non è ca.pace <li stabilizzare ?l rialzo della pressime arteriosa. Non si può fìda.re 'l'~mmeno sulle iniezioni di soluzwn6 di cl(}ruro di sodio, a Ctti sia stato aggiwnto gltwosio, e nemmeno sttlliquido d·i Ringer, a cui sia stata aggi1mta gomma arabica, perchè detti liquidi innalzano l a pressione solta?•to in ?nodo preca.rio e fugace. n satJgue è quello che si presta, più ll'oglli altro liqtddo, all'innesto ne·i vasi di un individuo dissanguato, perchè porta nel nuO'Vo individuo t1ttti gli elementi e le proprietà del sangue perduto. n sangne trasfuso riesce benefì.co, nm~ solo pet la S1ta maBsa e per le funzioni vitali esercitate dai·s1wi elementi, ma per lo stimolo esercitato sugli organi emopaietici, midollo delle ossa, milza e ghiandole Unfa.tiohe. n 8a·ngtu trasftt80 oon t1ttti i S1WÌ elementi abbrevia il tempo di em-orragia e di ooag'ltla.zione, per cui la trasfusione ha potere e·mostatico e tro·va indicazione i-n caso di diatesi· emorragica.
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J..A TRAS}'lJSIONE DEL SANGUE E SUA TECN I CA
Interessante si presenta alla considerazione dei chirurghi la trasfusione pre-operatoria e la post-operatoria. Prima di esegu·i·re un atto operativo in un individuo fortemente anetnico è sempre consigliabile la tra<JfUJJione. Quamiw dopo una grande operazùme si verifichi lo shock in rapporto alla limitata resiste1lza dei vari fattori biologici dell'individuo, si può ricavare vantaggio dalla tras j1urione. Essa può ri1tScire utile nelle ·malattie itofetti·ve. Pa1whet la m ccomanda twlle gangrene gctssose. Sec01'Hlo Dogliotti il sangue normale trasf1t80 esalta il potere jagocitario, determinand<> quindi un aumento dei poteri di difesa dell'organismo. S&no stati ottenuti r·isultati favorevoli con la tra.sjusione di sangue di convalescM~ti t~el tnorbil/,(), in easi eli parotite, tifo, n eUe forme influenzali con complicazioni pnettmon·iche. Rabitw e Rava~zoni hanno int;rapreso a Torino w st1ulio della tra{lfusiotle di sangue eli t1tbercolotici e011 ·risultati incoraggianti. Dagli studi, tra cui ricordo quelli del mio aiuto Proj. Carmona, sappiam.o oggi a-bbastanza r·igua1·do al comportamento etei singoli clementi del sangue trasjuso. La p1·ova dell'esi.stenza tli agglutinine ed aggl1ttùwgeni nel sangue, variabili cla in-dividuo ad ùHlividuo, è ve1utta a far stabilire l'eRistenza d·i i1~divi d1uùità sangu,igne ed a far distinguere quattro gruppi o tipi di sangue. Detti quattro gr1tppi SD1W co.si, d·ist·ùnti: 1 o GRUPPO: Il siero di 8Mlg1te degli indit•id1ti di questo gruppo contiene due agglutinine a e (3 ed agglutina i glob1tli rossi di tutti gli cùtri gruppi: le ema.zie, non avenclo agglutinogeni, non sono agglutinai-e dai sieri degli altri gmppi. Gli individui appartenenti a questo gruppo sono jreqttentissimi e rappresentano i cosicldetti cc datori universali ,; smw invece i peggiori 1'icct:itori. zo GRUPPO: Il s·iero degli indivicl11,i di q1testo gruppo possiede l'agglutinina (3 e agglutit•a gli eritrociti del3° e d.el 40 gruppo: le emaz·ie di que-sto gruppo cmtengo·1•o l' aggl?ttitwgetw A e sono agglutinate dai sieri del gruppo l v e 3o. Gli i'ndiviclui appartenent·i a questo gruppo possono pertanto ricet~ere sang1te da q1telli del l 0 e del zo gruppo. 3o GRU PPO: Il siero di sang1te clegli Ì'ndividui di questo gr·uppo tien-6 un serio cml l' agglutih~ina a ecl agglutina i globuli rossi del 2 o e 40 gruppo: le emazi.e di questo gntppo han1w l'aggl1tt·inoguw B e sono aggluti·n ate dal siero c1.ell 0 e 2o gr1tppo. Gli ind'ÌIV'id1ti del 3° gru1)PO possorw ricevere ilsallgue dagli individui del l 0 e del 3° gr'!tppo. 40 GRUPPO: Il siero degli individui di q·uesto gruppo non contiene aggl1ttinitw e perciò non aggl11.tit•a i gl.ob·u li rossi del sangue degli altri gru71pi; contiene emazie con agglutinogeno A e B, le q1tali vengono agglutinate dai sieri degli altri gruppi. Gli individui appartenenti a q1testo gruppo s&no ·rari e 11orw i cosid<let:ti cc ricev·itori 1miverscùi ». La cmosce1•za di questi gr1tppi sat&guigni ha contribuito assai a rendere accettabile la pratica della trasf'usione, evitandone i pericoli dipendenti dalla incompatibilità eli d1te sa'n gui mescolati, incompatibilità dovuta all'azione isoagglutinante ed isoemolitica. . BisogtHJ nella pratica della trasfusione adoperare i tipi di sa1~gue che abbta?&O le stesse qucùità biologiche e perciò siatw tra loro compatibili.
LA 'fHASFtJSIONE DEL SAl'."GUE E SUA TECNIC'A
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\ Ri8ulta che sia preferibile di eseguire la trMfusione tra individui ap· partetlenti allo stesso qruppo sa1~guigno nei confronti della trMfusione operata tra individui CO?l qualità di sangue compatibile, ma appartenenti a gruppi differenti. La trMfusione pttò essere diretta ed indiretta. La trMfus·ione indiretta trovò larga applicazione per la facilità di praticarla. Si co?~osce dalle espm-ienze di Sabbatani che per rendere i?woag1~labile 500 gr. di sangue è necessario un grammo di citrato di sodio. P e-rò la trMft~iO?HJ CO?l sang1te cit·ratato non è scevra eli inoonvtmienti. E ' stata adoperata inoltre la trMj?tsiune del sangue mescolato a soluzione di siero gl?tcosato, che am·ebbe pregio nella pratica delle qmndi trasfus~i e quando si richiede 'l.m'a;iO?M sull'equilibrio idraulico e sull'attività cinetica del miocardio. Riassumendo, per la pratica della tra.sf?~ÌO?le si può dire che bisogna pre· ferire individui appa·rtenenti allo stesso gru.ppo sanguig-no, in modo che i due sangui non presentino reazi01~i reciproche. Si deve perta11to prima della ltrMfusione eseguire le ricerche dell'i8oetnoagglutinazione e la prova biologica. (ì,'ltando ,~ti pratica la trasfusione con sangue citrata.to, il citrato di sodio deve essere chimicamente p1tro. Il datore deve essere sottoposto ad un rigoro.~o esam.e clinico per accertare che sia i?l ottùne cO?ldizioni di sanità. Tra i donatori bisog·n a preferire i soggetti pletorioi: ·risulta che il loro sangtuJ e.9erciti 1m maggiore stimolo sttgU orga1ii emopoietici. L'O. si intrat· tiene a parlare della trMf1UJWnc di sa.ngue eterogeneo, riferendo sugli 8t1~i di Cruchet, Ragot e Ca.w1aimon. Secondo le ricerche di q1testi a16tm-i, 11are aia preferibile il sangue di cavallo diluito al tm·zo o a metà n ella soluzione fisiologica, cit·ratato in ragione di 1m mn3 (clella soluzione di citrato di sodi<> allO %) per 100 cm3 d·i 1niscela. M a la tra.~f1~ione dall'animale all'uomo attende con ferma dell' esperimento: essa potrebbe ri1~oire ricca di utili applicazim~i. La prima organizzazione di datori di sangue si ebbe durante la guerra nell'esercito amm·icano. Dopo la guerra cia.scuna N azi01~e comi1~ciò ad orga.n izzare i suoi centri. b~ Italia il primo centro sorse a Milarw nell927; (lopo furono istituit$ quelli di Torino e Roma. A:nche a Palermo, per iniziativa dell'Istituto di Pa.tolog-ia Chirurgica diretta d<tll'O . e dell'Istituto di .llfedioina Legale diretto dal Prof. Mi·rto, si è costituito 1m piccolo gruppo di dato·r i di sang1te. L'O., accenna infine all'organizz~e dei datori di sangue, che si va compiendo nel nostro EsCf'oito (*), alle cui fortune irn-.eggia ed a quelle del Corpo Sanitario 11!ilitare, sempre pronto a tutto dalre, quando l' occasiO?M lo richiede. · (•) L'organizzazione del datori di saugue nell'Esercito può dirsi compiuta. I militari dell e sono , per questo sco po, divisi Lo gruppi, secondo t risultati dell'esame del stLilg'UO, ebe sono riportati sui llbrettl poraonalt. Reoontementc su proposte. del Direttore generalo della :òauità militare è stato stabilito, d'accordo col Corpo di S. M.. d'Istituire per ogni Sezione di 1!3nitè. del gruvpl di 25 uomini di •datori universali• a disposizione del rlspetth•o direttore di sanità di Corpo d'armata, per Idi oventuall blso~mi (n. cL r.). COWTJa@'Dhl di st<ntltà
MEMORIE ORIGINA L I OSPEDALE MILITARE D I BOLOG~A Direttore: Colonnello medico PAOLO MooESTINI
IL TIPO MORFOLOGICO PREDOMINANTE NEI PLEURITICI (*) P1'0f. Giovanni Piccoli, maggiore medico
Tra le malattie più frequenti nell'Esercito è senza dubbio la pleurite, infermità grave per la sua lunga dm·ata, e per le conseguenze che arreca all'individuo che spesso diviene tubercoloso, e per la ripercussione che arreca alla compagine dell'Esercito allontana.ndo dalle sue file per ina· bilità al servizio quasi sempre definitiva. un numero impressionante di militari, e per le consPguenze sociali I'endendo inabili al lavoro per lungo tempo tanti individui nel fiore degli anni. n .ricercare quindi se esist.a per caM in certi individui una predispo· sizione costituzionale ad ammahue di pleurite e massimamente il modo di riconoscere certi caratteri predisponenti, è senza dubbio molto inte· rC'ssant<' sia sotto il punto di vista teorico-scientifico, ma specWmente sotto qut•llo pratico per le applicazioni d 'ordine essenzialmente profìla.t· tico preventivo che si possono fare, come ad esempio la tempestiva. as· segnazione di questi militari individuati come predisposti, all'a,tto del loro arruolatnf'nto, a servizi speciali meno gravosi, oppure la. loro elimi· nazion<' dalle file quali inabili alle fatiche della vita militare. P oichò la costituzione di un organismo è stabilita. come è noto dalla forma r.orporea (abito) e dalla. sua funzione (tempe>ramento ), esst•ndo forma e funzione strettamente collega,te t ra. loro, occorre ricercare il t ipo morfologico e il trmp<'ramento funzionale degli individui affetti da. pleurite, per vNlere se c>sista e.-ent'ltalm<'nte in essi un t ipo prcdominan~ carattcristir.o, chP pot.remo ritenere come predisponente a contrarre tale in· fprmità. Col prN•Pnte lavoro ho voluto ricerCM'P 1 SE'guendo il metodo antropometrico del Viola,, il tipo morfologico di 200 militari di 21 anni già affetti da plf•urite c·ssuda.tiva, tenendo pr('Sente il conc.ctto del Viola., elle " l'a.ntroponwtria rstt>rna dd corpo va int.esa come indice della cosi i· tuzionc funzionale', ed è prr qu('sta ragione u.na valutazione indirt>tta di qnella costituzione funzionale che rappresenta il >ero scopo finale dd cofltituzionalista ». J;r risultanze di qurste ricerche ritengo che rivE'stano un certo in· tPu· ~;Re per il fatto che sono state eseguite su di 'llD cospicuo numrro d 'in· dividui (200), delln. st(•ssa età, dello stesso sesso, posti nelle st<•:>S<' eondi· zioni di vita. I riRlùtati poi devono ritenersi ma.ggionnente attendibili per il fatto che i rilievi sono stati ricercati tutti dalla stessa. mano, e s<•m· pre con lo stesso metodo, e i valori antropometrici riscontrati sono stati riferiti. r,omc tE'rmine di confronto, alle tabelle del t ipo medio milit,are (l) Qll~Mto lnvol'O è stato comnnloato nl XLrCongresso ltall&no d.l medlo.lna Interna (fui· mn, ottobre 1934· XII ). · ·
IL TIPO MORlWLOGI CO PREDOMINANTE NEI PLEIJRI'l'IOI
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di 21 anni da mc pn·cedent('m<•nte rilevate e ch<· sono oggetto di tm lavoro in corso di pubblicazion(• : ciò è important e perchè offrt! gamnzia. di maggiore precisione dri d ati rilevati. È importante sta.billi'e, se delle due form c> di deviazione (ectipi) che si distacea,no in senso oppoRto da.l normot ipc>, è ~~ prefer<>nza predisposto a contrarre hb plt>urit(• piuttosto l'una che l 'ltltm, cioè se quell}O caratt erizzata da d<·fici<•nza d<•l tronco e quindi delle su<· cavità sph~ncn iche rispetto a.lla lungh<•zz:t. d t>gli a.rti, e perciò d i pn·vaknza, ch•gli organi della >it a, di n ·lazion<' su qlw lli d(•lla vit<t vrg<•lativa (l• C. M. di D e Giovanni, longilin<·i , micr m•plancnici dd ViohL), O'-'VNo l'altnL che è carattcrizzMa. d~L Nmb('ranm dc>l tronco e quindi cl ellt• sn«' cavità splancniche sugli <irti con pn•va.lt•nza perciò délla vit a wgeta.t iva su quella di relazione (3• C. ~L di D <· Giova.nni, breviliul'i, m<·ga.losphmcnici deJ Viola). P okbè la ph•urite è 1m 'affPzione ch e colpi ~<·<' un orga.no del t oraet>, cosi ho porta.to una sp«•cia.l{• attenzione su qu.-sto S<·gmento d(•l t ronco confront.and olo col torace df•l tipo medio normalt·. RISULTATI DELLA CLASSJFJC.AZIOl'\E DEI
200 MILITARI PLEURITICI.
Tipo morfologico. - Ola ~:sifi e;mdo i 200 milita.ri plenritici S<'COndo le tabelle del t ipo nwd io militar11 ott<>nuto dalla serhl.zione di 300 sold;tt i sani dell'età. d i 21 a.nni , il gruppo dei piPuritid ri;;1ùtò così composto :
Bra.cl1 itipi Longit ipi Normot·ipi :Misti -
4,29 %;
25,76 %; 23,93 %; 46:02 %.
Mentr<' i normotipi <' i misti si trovano pn·s~o a poco nella stt•ssa percentuale clt>i f;olrla.ti sani, vi è illV<'Ct' un divario !Wlla. Pl'fC('Uhmle dei brachitipi f' d1·i longitipi. E pn •f·isa m('ntr 1w i plt:uriti('i la percentna.Je dd bra.(•hit ipi è inferiore d Pl 12,10 % a qu<'lla, dPi soldati sani ; la percentuale d r i lougitipi invecl.', è SnJ•erion· fl <'l15,73 % a quella dei sohhl·ti f>;tni. Se si <'1<1!\Hifkano J)0i i pl<•uritici secondo Il' tabt>lle clt•l ti})O mt'dio adulto E-miliano chP ro1npn•ncle individui da i 20 ai 60 anni, Il.<' r isulta chfl la pcrct•ntualc dt•i pl<•uriti<·i aumf'nta consiclf' rPvolmentc> m<>nt r<> l'CO ID· pare quella. dPi bra<'hitipi . DifM.ti, m entre i loHgitipi raggiungono la percen tua,JP dr l 63,20 %, la JWr<•rntunle dPi brnrhitipi è i-Plnmt>ntr 1'1<'1 OJH %, con 5,51 % di'i normotipi (l 30,68 % dei miRti. Ciò si compl'(•nd P b c>HP perrhè, <'OID<• rislùta dallr ricerche dl'lln. scuola del Viuln., l'individuo col div<>nirt• ndult.o aumPnta. lfl. massA soma.tica. e si ha nn progressivo cn.mbin.m t·ntu delle proporr.i()ni corporf'<' wrso il tipo bra.chilinf•o m t•g-alMplancniro.
Valore -~Mnatwn. -
P er qua nto riguarda il v~~lOl't' >~om:ttic.•, m.-diante il <mi indice si determina la ma,ssa corporea n.ssolnta in senso dimensionale e per il quale gli individni si dividono Ìl' megalosomici, normosomici, microsomi<'i a s<>ccmda che il detto va.lore (V. S.) è rispett.iva m<>nte
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IL TIPO MORI'"OLO GI OO PREOO]I(INA.N:l'E NEl PI.JilUBITICl
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sup(•riorc a 2,9, o è compr<'so tra + 'l ,9 e - 2,9, o è irlferiore a - 2,91 ristùta <.:he le mt•die del valore somat ioo dei pleuritici sono tutte sen~i bilmPnte inft'rÌ<lri a - ~ ,9. L a, m edia totnlc è - 1 14; i plc llritiui f>Ono oioè dei microsomici: Brachitipi . ............................... . Longihpl ................................ . Normotipi ......................... . . .. .. . l\Iisti ............ . . .. .................... . TOTALP. .....
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1,9 1,8 0,8 1,4: -
1,4
Ermre .<tpecifì(Jt.. - P t>r qtt:l,nt.o CtmCt' rne l'errore sp ecifico m.~diante il qw1.lc• si mi~ru·fl> il grado maggiore o miuorl' di brachitipia o di lougitipia, risulta, dali<' merlit> chP ffi(!Ut re l'errore dei brachitipi in senso positivo è pkculo, è M\é('lltuato inVl'C!' quC'llo d f•i longitipi. Errwe generi.~o. - La media dell'errore generieo è di 5,3. L 'errore gent'rico massimo lo si trova n<'i longitipi (5,9). Rapporto fondamentale. P~i>O : Va.lore somatico (Pesom). QuPsto l'apporto è indice dello st:ato <li nut,rizione dt'l corpo umano in rapport.o con la grandcz:,:a. del soma. Confrontando il rapporto Pc~om dei pleuritici con quello dei mili· ta.ri sani, si nota cho le medie ristùtanti nei vari tipi sono precedute tut te da.I fl~·gno n<>gat.ivo olw indiNI rn.ppot:to in snnso longitipico. E sono negative l<' medie non solo d1•i longitipi, ma anche quelle df>i brachit ipi, dei normotipi, d<'i misti. Brac hit ip i . ... Tsongitipi .... ~ormotipi ....... )fi~ti ..... o
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flarattPrizzati adunque da una magrezz.a
~.;ost itu:r.ionall:.
R ttJitlf)rto P <J8u : .stat·ut·a. - Confrontando il rapp1)rto P eso: Sta.tura dei plt>uritici col rapport-o P eso : Statnra del tipo militn.re medio, s i nota eht> le med i<' sono tntte nega.t ive. Bradnt1p1 I.ongitipi .......... o
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lL Tll'O MORFOLOQ.lCO PREDOMINANTE NE l PLEURITIC.I
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l1a deficienza è maggiore nei longitipi. 1 pleurit.ici dunque hanno un peso rispetto alla statura. inferiore a quello del t ipo mili tare. medio norma!::.
T urace. - Al par ticolare confronto del torace d ei ma lati plcuritici col tura.ce d<:' l militare mt•dio normale, risulta che il toraM dci pleuritici ba. i seguenti <:aratkri: l o è più lungo ( 2) 1 e la lunghezza. è maggiore nei longilinei; 2 ° ha il diametro tr asvcrso uu poco più ristretto (-l) di q~ello d el tipo medio uormale; 3o ha il diametro antero- postcrioro più corto (- 3) {'d ò q11indi schiacciato. Lo schiaccia.mento maggiore si trov:t nei longilinei il cui dia m('tro a.ntcro-_postcriorc (> di 6 gradi (- 6) più corto rispetto :11 tipo medio. Quet>ti ri!<ultati uooferm:>no in modo evidente quanto il De Giovanni prima) e il Ga.ldi, poi avevano osservt\to, dell'esist.eoza cioè nei plenritici di un torace schiacciato, p er cui ci si sente :mtorizzati a dedurre che il t oracc schiaccia.to rappresenta un~L specia.le disposizione alla pleurite.
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CON CL USI ONE
Concludendo, i soldati plenritici confrontati col tipo medio del militare sano: l o sono in grande prevalenza dei longilinei con esclusione quasi d ei brachilioci; zo sono dei microsomici; 3 o hanno un peso inferiore alla media. normale rispetto al soma; 4 o hanno un peso inferiore alla media normale rispetto alla statura. 5o hanno un torace più lungo, un poco più stretto e più schiacciato. RIASSUNTO.- L'A. seguendo il metodo antropometrico del Viola, ha ricer ca to
il tipo morfologico costituzionale d i 200 soldati già effett.i da. pleurite essudati va,
e rifer endo i valori antropometrici rii~eontrati come termine di confronto alle tabelle del t.ipo medio militare di 21 anni da lui preced entemente r ilevate, ha. potu to constatare che i pleuritici : 1° sono in grande prevalenza. dei longitipi con quasi esclusione dei brachitip i; 2o sono dei microsomici ; 3° hanno un peso inferiore alla m edia. normale r ispetto alla gr?'ndezza somatica; 4° ha nno un peso infot"riore alla media normale r ispett.o alla. statura.; 5° ha nno un torace più lungo, un poco più stretto e più schiacciato. 3 -
Gio'Miale di medicina miHta1'e.
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IL TIPO MORFOLOGICO
PREDOMI.NA..."'TE NEl PLEUIUTICI
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da
ISTITUTO D'IGIENE SPERIMENTALE DELLA R. UNIVERSITÀ DI PAVIA Direttore: Prof. E. B ERTARELLI
Rl[fJI[HE ED O!!ERYAZIOftl !OPRA l YAftTA6ru DI lillA liR6A OTILI1lAZIOnE DB PRODOm [A!fJRI nEL HAZIOnAMEnTO DB.L' ESEft[ITO Dott. Filippo Batsamelll, capitano medico, assi:stente militare e dott. E. Casltio, &'>Sistente chimico
I prodotti caseari sono considerati nella pratica, presso quasi tutti i popoli civili, come un complemento destinato assai più ad integrare ia assunzione della frazione alimentare proteica che non a formare la base della pa.rte plastica ahmentare. N elle classi agiate, anzi, la realtà. vuole che i formaggi costituiscano solamente una parte del complemento del pasto che si suole raggruppare con il comprensivo termine francese di << dessHt )). Fa eccezione solamente una modesta aliquota. della popola.zione rurale, specialmente di montagma, per la quale popolazione il formaggio è realmente il nucleo principale deUa quota proteica di a.hmento. È facile dimostrare che in questa abitudine, inveterata certamente da qualche secolo, è insito un doppio errore: biologico ed economico. Un errore biologico facilmente comprensibile quando si tenga conto che le sostanze protciche del latte, in modo particolare la caseina~ rappresentano l'aggruppamento più variamente ed armonicamente ricco di aminoacidi fra quanti siano forniti dagli abituali alimenti, vovrattutto in rapporto al triptofano ('d alla 1isina (23). Questo vantaggio ba. minore interesse pratico, nell'ahmentazione degli adulti, per il latte, in quanto per lo stato di particolare diluizione delle sostanze proteicbe in esso, per la debole consPrvabilità di questo materiale, il latte ha nella pratica un campo di applicazione alquanto limitato. Queste obbiezioni, per contro, perdono il loro valore nel caso dei caseari. Uno studioso di dietetica potrebbe aggiungere ancora la considerazione che, di norma, i derivati dellatte sono privi di complessi purinici e quindi meglio si prestano che non la carne alla somministra.zione proteica in tutti gli individui con metabolisno leso e con facilità di formazione di a.cido urico. Ma anche prescindendo da questa considerazione, che possiede un valore limitato a piccoli gruppi di popolazione, resta i1 fatto basale che le sosta,nze proteiche dei latticini offrono per l'organismo nmano un complesso di amino-acidi più alto e più armonico (21). Le considerazioni per quelli che si possono chiamare i caratteri organolettici rispettivi delle carni e dei derivati caseari spingono ad ammettere, anche, che le variazioni di sapidità, e quindi di piacevolezza, dei casear i sono almeno altrettanto considerevoli di quelle offerte dalle varie carni,
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RlCERCH'E ED OSSERVAZIONl SOPRA l VA.h"'TAOOI E CC.
int<•ndendo questo termine con una significa.zione molto ampia. Inv<'ro le tonalità di sapore offerte dai formaggi sono cosi varie e diver se che difficilmente altrettanto poS$Ono riscontra.rsi nel tf'ssuto muscolare t> negli organi ghiandolari comunemente impi<.'gati nell'alimentazione carm•a. Nessun sospetto, quindi, che ad un alimento plastico, qual'è il formaggio, facciano difetto quelle caratteristiche di sapidità che formano un indispensabile complemento per il richiamo verso l'alimento, per la sua facile assunzione e per la verosinùle bùona utilizzazione. Nei rap·porti biologici a favore del largo consumo di prodotto cas<'ari stanno ancora altre considerazioni: la quasi totalità d ci formaggi contit>nt' aliquote discrete od abbondanti di un grasso che, dal punto di vista della buona alimentazione, deve rit!'nersi fi.s iologicamente superiore a quello delle carni comuni, coll'aggravante che t<1lora esso, in alcune masse muscolari, pu6 essere scarso od assolutamente insufficiente. L'importanza della presenza del grasso unito al matt>riale prott>ico è noto da tempo; ancora di r ecen te Maignon (22) ha dimostrato eh<' una certa quota di grasso unita alla sostanza proteica permette la più fadle e completa. utilizzazione di quest'ultima. N è occorre insistere sulla superiorità del burro, pr\'sente n<> l formaggio, in confronto con i comuni grassi delle carni: superiorità ,organolettica cho tutti i palati possono riscontrare, superiorità fisiologica non dubbia p('r· chè da tutt i i fisiologi è affermato che il grasso del latte rappresenta la somma di gliceridi meglio assunti e meglio ntilizzabili. Un altro punto che riprova la superiorità igienica dei caseari è quello che riguarda i catalizzatori inorga.nici e le vitamine: in essi, o pt>r lo meno nella. grande maggioranza, è certa. la presenza dei catalizzatori utili al buon metabolismo: fosforo, calcio, potassio e ferro e, come deriva dai lavori di Cultrera o Mameli (l) e di Allegri (2), delle vitamine liposolubili A. e D. e della. idrosolubile B., il che non si verifica o si verifica solo parzialmente per lo carni. Infine è da tener presente che, per i formaggi, i pericoli d'intollera.nza, di ana.filassii ed anche di avvelenamento vE!l'i e proprii, se sono possibili in linea teorica, praticamente non debbono essere presi in considerazione dall' igienista dato lo sparut-o numero di casi registrati. Detti pericoli diventano ancora più trascurabili se confrontati con quelli presentati dagli altri alimenti ricchi di proteine animaU. Così che, riassumendo tutto quanto si è detto, der iva cltiaro che in rapporto a.l buon m.eta.bolismo i for01aggi rappresenta.no un aliménto enf'rgetico e plastico più armonico e più utile all'organismo che non le carni. La seconda questione, quella cioè di natura economica, è aneora più limpida e pacifica in favore dei prodotti casea.!i di quanto non si~ favorevole al consumo delle carni. I dati del Pirotti, ripbrtati dal Foà (3), dimostrano chiaramente che non conviene incrementare la. prod~ione della carne ingrassando i vitelli con alimentazione lattea perchè per ottenere in questi vitt>lli un aumento di un chilogrammo di carne, che puo dare solo gr. 253 di sostanze nutritive, occorrono 10 litri di latte che ne contengono gr. 1210. È ancora da tener presente che con il latte si ricavano il 23 % delle calorie somm,inil!trate coll'alimenoo alla mucca mentre colla. oorne se ne possono ricuperare solo il 14 % circa.
RICERCHE ED OSSERVAZIONI SOPRA I VANTAGGI ECC.
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Questi dati dimostrano in maniera luminosa che dal punto di vista. generale economico tutti i paesi agricoli hanno un maggior interesse nella utilizzazione dùl suolo coltivato a produrre latte e derivati che non carni alimentari. Si potrebbe sin tetizzare questo pensiero a:fferma.ndo che la m edesima unità di superficie di suolo coltivo dà all'uomo colla produzione di !atto e di latticini il 30 % circa in più di a.zoto proteico alimentare che non con la produzione di carne. U rilievo, ch e è d' importanza capitale per l'economia mondiale, acquista un valore ancora maggiore se si tiene ancora conto che l' utilizza.zione metabolica nell'uomo del latt e e derivat-i è uguale so non maggiore di quella corrispondente alla carne. I1a conclusione di tntti questi rilievi è che le Nazioni in genere, quelle agricole in ispec.ie, h anno tutto il dovere e l'interesse di promuovere in prevalenza la produzione e il consumo del latte e derivati. Il quesito assmne una importa.nza specifica. ancora maggiore per l'Italia. Infatti il nostro paese non è soltanto una nazione prevalentemente agricola., ma presenta una limitata superficie in rapporto coll'alta densità di popolazione, donde il dovere e l'utilità ad ottenere il massimo rendim ento possibile dal proprio territorio e, n el caso specifico, a preferire, in linea di massima, la produzione latte e d erivat i in confronto con le carni. L 'Italia si dimo"stra, da secoli, capace di produrre numerose qualita di prodotti caseari, ottime tutte, per l'intrinseco valore e per i caratteri orga.no-lcttici, è quindi nel suo interesse diretto di promuovere la maggiore utilizzazione possibile di tali prodotti. Si potrebbe da t ahmo obbiettare che la quota italiana di consumo carneo è molto basso non giunge.ndo ai kg. 30 annui per abitante; ma con tutto ci6 sta di fatto che dobbiamo ancora importare dai vari paesi quantità non indifferenti di carni. Basta pensare alle 28 mila tonnellate di carne congelata forniteci annualmen te dalla sola .Argen tina. Nè, com e abbiamo accennato sopra, dobbiamo utilizzare i nostri pascoli per una maggiore produzione di carne perchè non ci conviene economicamente e, data la ristrettezza relativa del nostro territorio e sist ema di cultura intensivo di a.lmeno parte di esso, non potremmo incrementare a tal punto la produzione di animali da macello da emanciparci dalle importazioni delle carni. È perci6 per noi conveniente utilizzare il latte e i suoi derivati per colmare, almeno in parte, il deficit di proteine animali riscontrato nella bilancia fisiologica del nostro pop olo. Conviene a questo punto far notare che in I talia si producono dai 50 ai 60 milioni di ettolitri di latte all'anno, e di questi attorno ai 30 milioni di ettolitri vengono utilizzati all'industria casearie con una produ· zione di 2.500.000 di quintali all'anno di formaggi dei più svariati tipi che permetterebbe perci6 un consumo di caseari di almeno kg. 6 per abitante. Sarebbe anche da augurare che la produzione qellatte fosse maggiormente incoraggiata. Il solo ostacolo che si oppone all'aumento è l'attuale scarso consumo di esso e dei suoi derivati il che costituisce un vero errore nei rapporti dell'economia nazionale. Tralasciàndo quanto riguarda il consumo diretto del latte e del burro conviene notare, per es., che la Sviz-
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RICERCHE ED OSSERVAZIONI SOPRA I VANTAGGI ECC.
zera, l'Olanda e l'Inghilterra, pur avendo un consumo alto di carne hanno un consumo di forma-ggio medio annuale, per abitant€', rispettivamente di kg. 12, 6 e 5 mentre l'Italia ne ha nno solo di kg. 2-3, secondo i calcoli riportati dal Bottazzi. (4). Promuo-~ere quindi la massima utilizzazione dei caseari è un dovE-re che risponde alla razionalità biologica ed all'economia na.zionale .
•* * Il problema, poi, di una più larga utilizzazione dei caseari nel razionamento militare ha un particolare valore, non solo per le ragioni generali già. esposte, sia di carattere biologico che economico, ma, anche, per ra-gioni di praticità. specifica, che, in determinate circostanze della vita dell'esercito, possono assumere una parte quasi preponderante. Riteniamo che si possano accettare, St'IlZa ~iscussioni, le seguenti norme che, oltre a quelle igieniche ed economiche, debbono essere di guida nella scelta degli alimenti da somministrare al soldato: cibi largamente e sicuramente ritrovabili sul mercato nazional€', facilmente trasportabili e lungamente conservabili, non bisognevoli di complicate namipolazioni culinarie, ben a<~cetti alla grande maggiorallZa, di faeile dosatura nettamente costante così da evitare involontarie o volontarie disuguaglianze nella ripartizione. Tanto meglio, poi, se tali materiali a.limentari, per la loro natura o per il modo di preparazione, si prestino ad una facilt· difesa dai toccamenti o dagli imbrattamenti in genere. I caseari, od almeno 'alcuni di essi, posseggono in modo veramente spiccato, come diremo più appresso, tutti questi requisiti ed è anche per questa ragione che riteniamo possa essere conveniente una più larga utilizzazione di ossi nel rancio militare, a parziale sostituzione della carne. Attualmente quasi tutti i grassi e le proteine animali della razione del nostro soldato vengono forniti dalle carni, che importiamo congelate, da paesi di oltre oceano, mentre la nostra industria e il nostro mercato potrebbero largamente fornirci ed assicurarci in ogni evenienza i1 rifornimento di parte di tali proteine e di tali grassi con i formaggi, con indubbio vantaggio igienico e fisiologico e con un vantaggio non indifferente dal punto di vista della ec0nomia nazionale. Questa considerazione gii\. molto importante oggi, potrebbe domani assumere un valore incalcola.bile se dovesse ancora una volta infuriare alle porte d'Italia la bufera, in ogni flutto nascondersi una insidia ed ogni chilogrammo di pane straniero costare tanto sangue generoso. Ai fini militari bisogna inoltre tener presente la relativa lunga con· servabilità. della maggior parte dei caseari e la loro facile trasportabilità: due vantaggi quest i di cui si capisce l'importanza quando ai è edotti delle non lievi difficoltà. che s'incontrano, non tanto per il rifornimento d('i ma-gazzini di sussistenza, quanto per l'approvvigionamento dci singoli reparti, specie se sono dialogati in località non servite da strade ferrat.('; coll'aggravante che, data la deteriorabilità. delle carni fresche e la diffi· cile conservabilità di quelle congelate, si è costretti a r ifornimenti giorna· lieri che implicano spese non indifferenti, sciupio di uomini e di materiali. Oltre alla facile tras.I>Ortabilità e alla detta buona conservabilità il formaggio offre il vantaggio di essere nn alimento da consuma.rsi crudo.
RICERCHE ED OSSERVAZIONI SOPRA I VANTAGGI E CC.
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Ci6 nelle varie contingenze della vita militare pu6 essere molto utile~ infatti non è sempre possibile fare arrivare ai singoli reparti e da questi ai singoli individui, occupati in esercitazioni di campagna o in servizi speciali, l'ordinario rancio caldo di carne e brodo; tanto che, alle volte, si deve ricorrere al ripirgo di far consumare il rancio prima della partenza, con qua.Iche ora di· auticipo sul normale orario dei pasti, o si è obbligati a far percorrere al soldato qualche chilometro di spesso cattiva strada per arrivare dal posto ass«·gnat.o al luogo di distribuzione del vitto che, non raramente, trova già freddo. È in tutt i questi casi che il formaggio, E'SSeudo un alimento di facile rapida ed esatta distribuzione e non bisognevole di alcuna preparazione culinaria trova il suo pratico impiego e, fa-cilitando i servizi logistici, aumenta l'autonomia dei singoli anche piccoli reparti e favorisce l'impiego tattico di essi. Accanto a t utti questi vantaggi che i caseari hanno nei confronti delle carni essi presentano alcuni inconvenienti a cui accenneremo brevemente: La sostituzione complPta per qualch e giorno alla settimana del formaggio alla carne senza al~re aggiunte implich erebbe l'introduzione di un pasto freddo. Pur facendo rilevare che, si pu6 dire, la grande maggioranza degli uomini dal contadino all'operaio e all'impi('gato nelle grandi cit tà consuma il primo pasto freddo, non riteniamo che tale innovazione, se applicata costantemente e metodicamente, possa riuscire gradita alla maggioranza. n primo rancio è abitualmente costituito di brodo e carne; ora il brodo, pur non avendo virt t't nutritive vere e proprie e tali da poter essere prese in considerazione, possiede proprietà stimolatrici della secre· zione gastrica ed è utile p ertato p er rendere più gradevole l'assunzione e la con.•wguentc migliore u tilizzazione df'_gli altri cibi. Dà inoltre quell' im· m ediato senso di euforia o, nella stagione fredda, è ben accetto a tutti. Riteniamo che nelle ordinarie condizioni di vita del soldato e durante la stagione invernale, quando più si sente il bisogno dell'asstmzione di una quota alimentare calda, il formaggio dovrebbe essere distribuito insieme con una minestra o con una parte dell'attuale razione di carne, come dir~mo più appresso. In ogni caso l'obbiezione posta. innanzi conduce alla conclusione che se, p er ragioni di servizio, non si possa accedere all'idea di un pasto misto con razione minestra-formaggio, la somministrazione di ef!so dovrebbe essere limitata ai soli mesi caldi quando l'utilità e il desiderio del brodo è indubbiamente minore o nullo. Altre critiche che si possono fare ai formaggi, specie di quelli che a prima. vista sembrerebbero più idonei per un largo razionamento dell'esercito, sono: il rilevante contenuto di cloruro sodico e l e forti fermentaZlODI.
Il sale da. cucina è un alimento indispensabile alla vita e se assunto con una dieta prevalentemente vegetariana è fisiologicamente utile anche in dosi relativamente alte. In ogni caso pero non è b ene superare i 18-22 grammi al giorno. Quantità maggiori, oltre a rompere l'annonia del ricambio, potrebbero favorire l'insorgenza di l esioni r enali, di proliferazioni connettiva.li, ecc. ecc.
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RICERCHE ED OSSERVA:t10NI SOPRA J VA}ITAG(;J E CC.
Le forti fermentazioni, specie se proteolitiche, oltre a. dare un gust.o piccante non a~etto ai più, possono produrre fatti d'int olleranza gastrointestinale, di anafilassi ed anche, sebbene molto raramente, avvelenamenti veri e proprii. Sono ancora da tenere in considerazione lo spessore della crosta, a lle volte rilevan te, e la più difficiledivisibilità., la framlllentabilità P la facilità di inquinamenti con i toccamenti ripetuti a cui sarebbero obbligati il distributore ed il consumatore. Questa ultima considerazione ha più un valore teorico che pratico perchè: il distributore è da ritenersi, a priori, un individuo sano ed obbligato a mantenersi pulito nè d'altro canto con la r azione di carne i pericoli di toccamenti sono evitati, specie da parte dell'utente che, quando mangia nella gavetta, è costretto a ricorrere largament e all'aiuto diretto delle mani anche se non perfettamente pulite. Ad og ni mod o questi due ultimi gruppi d'inconvenienti potrebbero essere eliminati o per lo meno di molto attenuati con una razionale scelta del tipo o dei tipi di formaggi. Da quanto abbiamo detto prima e da guesto rapido esame comparativo tra. caseari e carni rileviamo che la somma dei vantaggi offerti dai primi è veramente notevole e supera e largamente compensa gli inevitabili svantaggi consigliando perci6, a parer nostro, una più larga utilizzazione di essi nel razionamento militare. Quindi per giungere a suggerimen ti realmente pratici in merito alla eventuale somministrazione di determinati tipi di formaggio nel razionamento d ell'esercito, abbiamo voluto a.nzitutto stabilire ricerche ed esanù per verificare i seguenti punti: 10 peso reale delle singolt> razioni di carne e brodo effettivamente distribuite ed eventuali variazioni ponderali fra razione e razione. 20 valore energetico di esse; 30 valore e variazione delle singole quote proteiche grassi. A questo scopo abbia,mo cosi proceduto: ci sia.mo procurate le r a~doni di carne e brodo, in numero di tre alla volta, durante i mesi di ma.rzo e aprile corrente anno, in un Presidio Militare. In ciascuna razione, appena dopo la distribuzione, abbiamo verificato il peso tota,le; quindi, tolte le parti cartilaginee, assolutamente non commestibili, abbiamo proceduto alla determinazione del grasso e dell e sost anze proteiche. Abbiamo determinato tutto il grasso, anche quando per quantjtà e per il modo di distribuzione ritenevamo non fosse appetibile perchè, almeno teoricamente, poteva esser e considerato commestibile. La determinazione di esso è stata fatta ponderalmente estraendo eon etere; quella delle sostanze proteiche seguendo il metodo Kieldahl, moltiplicando per il fattore 6,25. I ristùtati ottenuti risultano dalle tabelle che riportiamo qui presso . I nostri saggi, pur essendo fatalmente limitati di numero, hanno un valore di campionamento e ci permettono un certo orientamento m<'t· tendoci in grallO di fare i seguenti rilievi: 1° il peso m edio di ciascuna razione di carne cotta effett.ivamen te distribuita, oscilla at torno agli 83-84 grammi (Mariotti Bianchi e Costa {5ì
1225
RICERCHE KD OSSERVAZIONI SOPRA l VAN'l'AOGI ECC.
T ABELLA N . l. Valori medi trovati In 21 razioni di brodo. Quantità In cc.
'"
Sostanze pr otefobe %
97,80
0,~0
Acqua.
l
IO
220
l
Grassi %
Calorie
l , 10
13,50
T ABEf,LA N. 2. Valori trovati In 21 razioni di carne. o .,_ ~
Peso raziQno
" o Z1::
Peso In grammi
Scarto per razione
t>rivntu.
l
80
3
2
87
3
.. d
S'E
Sostanze Sostarue Calorie Conorl protelche estrattive (Rnbner}
Acqua
Grasso
'77
41, 21
15,01
19, 16
1,12
0,40
21R,l5
7
80
39 -
17, 84
18, 99
1,52
l, 92
243,36
5
so
39,40
21,29
15, 04
1,56
1,90
259,65
4
86 92
7
85
41 -
18, 70
20,90
1,48
2-
259,60
5
90
5
85
39, 95
21, 20
19, 95
1,27
l, 78
278,95
6
88
6
82
41,30
16,20
20,50
l, 30
l, 69
234,71
7
91
6
8:>
40-
19, 15
20,60
1, 43
2,75
262,55
8
98
8
00
40,35
20,30
25,70
1,25
1,90
294,16
9
95
7
88
40,80
20,40
23,10
1,20
l, 82
284,43
IO
85
3
82
42,50
12,30
23, 70
l, 35
l , 78
211,56
11
87
2
85
42,10
14,20
23,90
l, 45
1,90
230,05
12
90
8
82
42,95
18, 30
17,20
l , 35
l, 48
240, 71
13
85
5
80
39, 05
18, IO
18,75
l , 40
1, 85
245, 20
14
90
8
82
40,10
17, 90
19,20
1,48
l , 95
245, 19
15
87
5
82
39, IO
19 -
18, 90
1, 42
2, IO
254, 19
16
80
5
'15
37 -
18, IO
16 -
1,20
1,90
233, 1!3
17
87
5
82
0,90
15 -
21-
l , •10
1, 88
228, 46
18
83
4:
79
40,85
14,50
20,35
l, 28
1,95
213,93
19
90
5
85
41,55
18, 10
20,45
1,36
l , 66
252,17
20
87
7
80
39,15
18, 25
18,60
l, 35
1,75
245, 98
21
8-i
4
80
39, 15
21,05
15,45
1,06
2,05
263,.29
scarto
1226
RICERCHE ED OSSERVAZIONI SOPRA I VANTAGGI ECC.
calcolano a circa gr. 80 la rn.zione di carne cotta utilizzabile). Gli so..'l>rti quantitativi tra porzione e porzione, pur mantenendosi nei limiti modesti del 14-15 %, non sono assolutamente trascurabili; 2o il contenuto medio di grasso è di gr. 18-19, di proteine di gr. 21-22 e con larghe oscillazioni tra razione e razione. Tali oscillazioni, che raggiungono anche il 40 %, si ripercuotono sul valore energetico delle varie razioni singolarmente considerate. Infatti, accanto a una razione che, per un contenuto di grasso di gr. 15 e di sostanze proteiche di grammi 19,16, può avere un valore energetico di sole 218 calorie, ne troviamo, invece, un'altra che~ contenendo grammi 20,30 di grasso e 25,60 di sostanze protciche, può fornire 294,16 calorie; 3o pur facendo notare questo inco'nveniente della disuguaglianza nutritiva delle varie razioni di carne ed il fatto che non tutto il grasso in esse contenuto può essere consumato perchè non appetibile, ai fini delle nostre ricerche, sostituzione dei formaggi alle carni, ci atterremo ai valori m edi da noi trovati Ora, per arrivare a pratich e deduzioni, occorre stabilire la qualità di cado più idoneo per un razionale approvvigionamento nelle speciali condizioni di vita dell'esercito. Più sopra abbiamo detto i requisiti che deve possedere un formaggio per poter essere largamente utilizzato come ali· m ento fondamentale, nel razionamento del soldato ed è in base a tali nostri rilievi che riteniamo che si possano scartare: 1o i formaggi esteri; 2° i formaggi a pasta molle sia freschi (robbiole, mozzarelle, mascarponi), che stagionati, (crescenza, gorgonzola, fresa, pecorino umbro); 3° quelli a pasta dura cotta (grana lodigia.na, parmigiano, fontina, bitto~ asiago, sbrinz ita.Iiano, pecorini). In ultima analisi rimangono in discussione come possibili i formaggi italiani a pasta dura cruda: provolone e cacio-cavallo e quelli pastorizzati. I primi due (provolone e cacio-cavallo) si possono considerare fra di loro come omologhi e noi li considereremo sotto il nome generico di provolone. Questo tipo, provolone, ha a suo vantaggio: la sapidità generalment<' accetta, il valore morale di un nome già entrato nelle abitudini e ben valutato, la ricchezza notevole di grassi e proteine con un valore energetico di calorie 439 % in media e la larga produzione nazionale. Per contro ha. qualche modesto inconveniente: la notevole salatura, la presenza di un pò di crosta, la non facile divisione matematica data la. forma dei cad, la necessità di ripetuti toccamenti durante la distribuzione dei pezzi, salvo il non pratico uso di macchine dosatrici. Ad ogni modo questo tipo di formaggio rimane quello che meglio si presta per il razionamento dell'esercito salvo quello che si osserverà per i pastorizzati che, da qualche anno, sono largamente entrati nell'uso comune di molti paesi e discretamente anche nell'alimentazione del popolo italiano tanto che oggi il rifornimento di caci delle ferrovie dello Stato è fatto con questo tipo. I vantaggi dei pastorizzati possono cosi schematizzarsi: 10 facile trasportabilità anche per piccoli rifornimenti dato che è comodo confezionarli in scatole di scarso valort~; 2o limiti di eonservabilità abbastanza ampi sino a tre-quattro m esii
RICEitCHE ED 0SSERVA710NI SOPRA l VA<"'TACGI ECC.
1227
3° debole salatura. e moderata fermentazione; 40 sapidità bene accetta alla grande maggioranza.;
5o facilità di distribuzionE>. con razioni ma.t ematicamente uguali; 6o dato l'avvolgimento di stagnola la difesa dai toccamenti e dagli imbrattamenti è facile c sicura (tanto che pt>r questo requisito è lecito affermare che i pastorizzati stanno agli altri formaggi come le banane alle altre frutta); 7o mancanza assoluta di crosta; 8. possibilità di fabbricazione di un tipo speciale per l'esercito a defì· nita e costante percentuale di grasso e proteine; Si potrebbe obbiettare che un formaggio past{)rizzato, qua.le noi siamo per proporre, non si trovi facilmente sul mercato na.zionale. Basta però conoscere la tecnica di produzione industriale di quc.'sti casi per comprendere come sia facilissimo ottenere la produzione giornaliera che si desidera con costanza a·ssoluta di costituzione bromatologica e con il vantaggio di una rigida controllabilità di struttura. Si potrebbe ancora obbiettare che non è possibile ottenere pastorizzati cosi ricchi di gra~:~si come lo è il provolone (che può rag'giUIJgere, secondo i dati del Savini (6), il 37 % sul formaggio fresco). Questa considerazione è giustissima; però, aJmeno durante i mesi caldi, riteniamo che una maggiore percentuale di proteine possa essere utile mentre alla relativa scarsezza di gra.ssi si potrebbe sempre ovviare con una razione di maggior peso. L'ultimo punto è quello dci costi con la conseguente eventuale convenienza econoinica.. Per maggiormente chiarire questo punto riportiamo nella tabella che segue insieme con la composizione broma.tologica c con i valori nutritivi i prezzi medi comparativi fra le carni e i formaggi presi in considera.zione. TABELLA N. 3.
QUALITÀ RAZIONE
Grasso per razione
Sostanze proteloho razione
Calorie per raziono
Costo medio razione L.
Condimen ti oombu· ati bile sfrldlo utensili L.
TOTALE
coato medio L.
Carne gr. 200 (l) (hol· lita 84 gr. circa) ..
16,20
21,00
239,55
0,85
0,30
1,1 5
19,25
16,05
244,83
0,32
-
0,3 2
Formaggio p rovo'one
gr. 55,00 {2) ...... Formaggio pastor iz·
zato gr. 70 (2) ....
\
17,50
19,50
242, 70
0,35
-
0,35
(l) Da. l n!ormazioni assunto presso un magazzino militare abbiamo calcolato li prezzo deUa. carne congelato. a. L. 4,25 il chilo. (2) Per Informazioni assunto presso alcuni oaselflcl d ella. Lombardia abbiamo potuto aJcolare che il costo di nn formaggio provo Ione, oontouente il 35 % di grtul•l ed il Sl % di roteino, si aggira. attorno a L. 5,70 per chilo e quello del pastorizzati, contenenti li 25 % dJ nssi e Il 28% dl protolne, lntot'no alle L. ~. l u tale p rozzo è comvrcso, per i pastorizzati, avvolgimento in stagnola. ed il con!ezionamento In l'Ohuste scatole di cartone.
1228
lUCERCHE ED OSSERVA7.IONI SOPRA l VANTAGGI E CO.
Dalle su esposte cifre risulta evidente che, sostituendo il valore nutritivo della razione di carne con al trettanto valore nutritivo in formaggio, sia esso pastorizzato o provolone, si verrebbe a realizzare un'economia di L. 0,90-0,95 per porzione. Volendo distribuiro insieme con i formaggi ancht' un minestrone (per es. grammi 100 di riso) si dovrebbe sottrarre dalla suddetta cifra il costo di tale minestra che si può calcolare, grosso modo, aggirantesi sulle L. 0,40-0,45. La distribuzione df'l formaggio potrebbe essere attuata tre-quattro volte la B<'ttimana: due volte utili~zando i pastorizzati ed 1-2 volte U prO\Olone insieme con la somministrazione di una minestra calda durante la stagione invernale.
•*• Dato il basso costo dei caseari si potrebbe a,f frontarc con pit'l facili tà il problema del miglioramento quantitativo e qnalitativo del rancio militare ritenuto insufficiente da quasi tutti i ricercatori che si sono occupati dell'argomento. Infatt i il vitto che attualmente viene distribuito al soldato è capace di fornire, secondo i dati sperimentalmente ottenuti dal Mcmmo, (7), all'incirca 3.000 calorie. Già dal periodo della guerra una razione aggirantesi fra le 2800 e 3000 calorie è stata giudicata insufficiente dalla Commission Scientitìque lnteralliée du Ravitaillament che aveva stabilito per il nost.ro soldato un 'alimentazione capace di fornire effettivamente almeno 3300 calorie pt>r le truppe territoriali e 4100 per le reclute. Successivamente Grixoni, Sa.linari, Bottazzi, Ottolex1ghi e Bruni banno fatto notare oltre alla insufficienza quantitativa anche quella quali tativa per deficienza di grassi e di proteine animali c, mentre l\fenuno dl"finisce la razione alimentare del soldato solo lievementt> ddìci(:>nte di graRsi e di valore energetico, Bottazzi (8) ritiene taJe affermazione troppo ottimista c precisa che a tale razione mancano almeno 4 72 calorie e 4 7 grammi di grasso. Salioari (9) ritiene che la razione dovrt>bbe essere capace di fornire p t>r lo meno 3440 calorie al soldato in guarnigione con una percentualt> dd 3032 % di proteine animali rispetto alla razione proteica. totale. Grixoni (10) ba ripetutamente fatto notare la necessità di un miglioramento d ella razione aUmentare del soldato auspicando specialment e ad un aumento delle proteine a.nimali e dei grassi. Bruni (11) ha proposto quattro tipi di razioni; una t<>rritoriaic di 35CO calorie (con congrui supplementi durant<' l'inizio del servizio di rcdu1 a) una di manovra di 3800 calorie (con supplemento per le tn1ppe di montagna) una di guerra di 4200 calorie ed una. d i riserva di 2500. Riassum<'ndo riteniamo che si possa., a ragione, a.fiermare che l'attuale alimentazione del soldato è deficente complessivamente di 400-450 calorie e particolarmente dcfì.cente di proteine animali e di grassi. Si potrebbe obbietta.re che l'alimentazione della grande maggioranza, del popolo italiano, da cui il soldato provien(', non è più ricca quantit.ati,amente nò meglio equilibl'ata qualitativamiC'n~ e che, anzi, durante il servizio mili tare, i soggett.i di questo popolo si nutrono mrglio e più razionalmente di quanto facessero prima di venire alle armi. Conveniamo che il
RICERCHE ED 0SSEIWA7.IONI SOPRA I VANTAGGI ECc-.
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nostro popolo abbia una bilancia fisiologica marcatamente pa.ssiva, riteniamo però che ciò è un male per l'int<'grità della ra,zza e come tale bisogna cercare di f•liminarlo e non pronderlo come norma nelle collettività. Facciamo inoltre osservare che il giovane, quando presta, il servizio militare, è ancora in periodo di sviluppo fisico ed intellettuale e che, assoggettato ad una vita molto attiva, ha bisoguo di una congn1a alimentazione ben rispondentE' alle esigenze di età e di servizio per potersi mantenere sano e per poter dare quel migliore rendimento che da esso si richiede.
Cons( guenza logica di tutto ciò è che un miglioramento dell'alimentazione del soldato è una nece:;1:1ità igienica n fisiologica. L 'utilizzazione dei caseari oHrirebbo, come abbiamo accennato sopra, il vantaggio di realizzare tal<' miglioramento SC\nza un notevole aggravio per il bilancio del mini~t~;>ro della guena. Infatti raddoppiando o quasi le quantità di formaggio proposto, portanto a 250 grammi le JlOl'Zioni di carne e, mantenendo quando fosse possibile ed in ogni caso dmante tutta la stagione invernale, la distribuzione delle minestre calde si avn•bbo un primo ordinario pasto di guarnigione COIDJlOStO prf'SS'a JlOCO COSi : 2 giorni alla settimana grammi 250 di carne 2 giorni alla Sf'ttimana grammi 100 di carne (variam. preparata) e grammi 90 di provolone. 2 giorni alla settimana minestra di riso (grammi 100) e grammi 130 di pastorizzati. l giorno alla settimana distribuzione di pesce (con un certo aume.nto della ra;done attuale). Con un miglioramento medio giornali(•ro di grarruni 15-~0 di grassi, 18-22 di protl'ine e 20-22 di idrocarburi complessivamente equivalenti a 350-400 calorie in più, al giorno, in media. Il costo di un razionamento cosi migliorato, o più appetibile perchè più va,riato, verrebbe ad essere uguale o solo lievemente superiore all'attuale con il vantaggio, uoo indifferente dal punto di vista dell'economia nazionale, di un risparmio di carne di grammi 300-500 settimanali per soldato. Duran te il periodo delle esercitazioni di campagna e durante quello di recluta si dovrebbero inoltre concedere quei congrui miglioramenti previsti dell'attuale regolamento.
• ** Accenneremo infine fugacemente alla possibilità della. utiliz.eazione dei caseari: l) Nella dieta ordinaria ospedaliera militare, dove i derivati dal latte in g enere ed i formaggi grassi in specie, per il loro alto valore nutritivo e vitaminico e per la loro facile digeribilità, potrebbero apportare dei vantaggi non indifferenti integrando ed utilmente variando la lista dei cibi componenti tale dieta. 2) Nella r azione viveri di riserva, dove la sostituzione di una certa aliquota (50 %) di scatolette di carne con altrettanti formaggi pa-storizzati, che sono i più idonei per tale impiego, risponderebbe sia a vedute economiche, perchè a parità di contenuto grasso-proteine e di valore energetico, essi costano circa la metà. della corrispondente carne in scatola, sia alle ragioni di indole biologica e pratica già. da noi precedentemente illustrate.
1230
RICERCHE ED OSSERVAZIONI SOPRA I VANTAGGI E OC.
Ci basta qui far notare che la superiorità igienico-fisiologica dei formaggi nei confronti della ca.rne in iscatola è ancora. più evidentt> di quella. che non sia per la carne fresca o covgelata e che l'utilizzazione di essi in detta razione viveri di riserva servirebbe ad integrarne il valore nutritivo e vitaminico ed a wgliorarne l'appetibilità rendendola ben sopportabile, senza pericoli per l'organismo, per più lurgo tempo. La conservabilità dei pastorizzati, se confezionati in scatole di cartone, contenenti dascnna nna sola porzione in nn unico pezzo ben avvolto in stsgnola, potrebbe essere di circa un anno, compatibile perciò con le esigenze di magazzino. Riassumendo concludiamo: 1o la maggiore e migliore utilizzazione del latte e derivati (ca~eari in speci~) nell'alimentazione umana risponde alla razionalità biologica ed economica; 2o promuovere il maggior consumo di essi è, per le speciali condizioni d'Italia, di interesse Nazionale; 3o la introduzione di una più larga aliquota di formaggi nell'alimenta,zione del soldato, mantenendo invariata la percentuale grassi-prott>ine, rappresentcr<>bbe una economia r eale e definita in confronto al raziona mento esclusivamente carneo, risponderebbe a ragioni di igiene e di praticità e faciliterebbP ia soluzione del probh·ma del miglioramento qualitativo e quantitativo del rancio; 40 i t ipi che più si prest erebbero per il razionamento dell'esercito sono: il provolone ed i pastorizzati, quest'ultimi, lievemento inf<'riori dal punto di vista economico, hanno, nel caso in ispecie, requisiti di particolare praticità: 5o la introduzione d ei formaggi nella. dieta ospedaliera. militar(' e
di quelli pastorizzat i nella razione viveri di riserva potrebbe offrire dei Tan· taggi igienici ed economici non indifferenti (*). (• ) Meritava ettettlvamente spendere ri cerche sperimentali ed ossorvuzlonl per valo rtnaro un alimento che il nostro Paeae produce in abbondanza e n el quale la rleohtJLza. di grASSI è acooJ'>lliata a Q uclla. di sostanze protelobe ad elevato coeffieente di utilizzazione e dotato di valore p!Mtioo. P er questi attrlb\ltl ftslologlcl. per l vantaggi d'Indole loglstlcn e di nl t ro ordine prntrco, Il formnggio è certamente una derrat a adatta a far parte della raziono militare , specie p e r ele...arno il tllllSO globale del grussi . Nella guerra roon<li ale, quando Imperiose n ecessi tà obbligarono a ridurre a 250 l prlmltlv1 876 g-ramw l della razione carnea gloroallcra delle t rnppe 'n linea, s i aggiunsero rcr. 40 di f<:> r· maggio per o!aaeun convlvonto al rancio. Suoocsslvamcnte, e oloè prima <li Intraprendere la reeiAtenza sul Piave, pur os~ondo s tata aumentata a 350 grammJ la raziono della ca rne, s i Aom mlnistrarono 60 grammi di to rmagglo pro co:pi.te ogol gi or no . .A.ncbo della razione delle truppe territoriali toce parte il formaggio, sino dall'inizio del conftitto . In pace, dal dicembre 192!1 In poi, In certi periodi dell'anno stabllitl di volta In volte dal ll!lnlstero, In 2 glorn1 della settimana, è stata sostituita la e<•rne oon gr. 60 dl pro vo Ione ed IlO minestrone di riso oppure di pasta, lasciando Invariato per l 'altro Pn.titO dolln.glorn at.a Il rancio di minestra aaclutta. Oggi, li for maggio conti.Dua a figurare nel vitto del soldato; aggiungasi cbo n ello esercitazioni di oa.mp84Jna s vol tosi quoet'a.nno, lnvooe del 250 grammi d i carne al giorno , como lu· pas;ato, se n e dettero 200 con aggiunt.n di almeno 30 grammi eU formonl o. L'esperienza di guerra o di pa.co dimostra cbe l'Introduzione <lei formaggi<> n ell'aUmenta· zlone delle t ru ppe non ba portato con sè IDconvenlentl o cbe ò stata bene a.ccct ti\. Con questo non l nt cn•Uamo, nè lo hanno Inteso gli autori <lei la'l'oro, dimluulro l'Importanza che ba la c arne nell'alhnentazione del soldato; ogil J'à sompro grQ(Uta o la gradisce molto o tale elcmooto pAicologlco è tutt'a ltro che t r iUicnrabile n el riguardi del m o ra le delle t ruppe. E neppuro lntcn<llarno togliere valore alla camo in oonacrva, vecchi o cd ott.lmo Yi vere di r lso.:rva, ohe la ~ hl n.sura ermetica del proprio Involucro proteggo anche dall'in•ltlla dell'arma chhJ•ica. Credi amo poi obe gU autori a bbiano calcolato con larghezza Il r isparmio di 00-!15 conteslmi che s i ot.terrebhe snetltuendo la razione lndlvl<luale di carne con gr. 55 dJ provolone o gr. ;o dJ pastorlzznto, elle <Il quella banno all'In ci rca lo ete88o valore energetico. Intatti sommando agli 86 contesiml di costo della razione di carne cruda, ccot. 1:>-li (oll.rO
RICEitCHE ED OSSERVAZIONI SOPRA l VANl'AC(H ECC.
1231
In q nesto lavoro le ricerche analitiche sono sta.te eseguite ed i dati economici sono stati forniti dal dott. Caserio. La compilazione, le applicazioni e le considerazi!ni di indole igienica fisiologica e tecnico militare sono opera del dott. Balsarnelli. AUTORIA.SSUNTO - Gli aa., dopo aver messo in evidenza le ragioni di indole b iologica ed economica generale di una maggior e e migliore utilizzazione d ei caseari nella al imen i azione umana, hanno illustrat o le ragioni di inter esse nazionale che ha l 'Italia per tale più razionale utilizzazione. Hanno poi, in seguito a dati spe rimentalmente ottenuti, dimostrata la reale e definita convenienza economica della sostituzione, n el razionamento dell'Esercito, d i una certa aliquota di can1e con fonnaggi (pastorizzati e provolone-), che, oltre a d offrire vantaggi non indifferenti dal lato igienico, fisiologico e pratico, darebbe la possibilità di risolvere, s enza ulteriore sensibile a ggra.vio di sposa., il problema. del miglioramento qua.litativo e quantitativo del rancio militare. BIBLIOGRAFIA. l ) E. MAKELI e R. CULTRERA. - b1dmtrie delle coMerve alimentari 1933 (azion~ vitaminica del laUe di alcum: formaggi. 2) ALLEGRI. - Il valore vitaminico di alcuni forrnagg~ Italiani « B ollettino Soc. Med. Cbir. », P avia., 1933-XI. 3) C. Fo.~. - Norme e mi.mre di economia degli alimenti « Archivio scienze biol. », novembre 1930 vol. XV. n. 5. 4 ) F . BOTTAZZI. - Il problema nazionale dell'alimentazione. - Atti Soc. I tal per il ProgreRso delle Scien ze XVI Riunione 30 ottobre 5 novembre 1827 pubbL a. Roma 1928. 5) G. 1tLilliOTTI-BI.A.NClii e F. COSTA. - I giene militare (pag. 37) Studio editoriale d egli Istituti Univ. R oma. 6) E. SA vmi. - Chimica del latte e laUicini Edizione H oep li Milano 1927. 7) G. M.EMMO. - L'alimentazione delBolda.W in tempo di pace Provveditorato Gene· rale d e llo Stato 1927 (rilevato da B ottazzi). 8) B OTTAZZI. - P roblemi di alimentazione dell'uomo «Archivio scienze biologiche ~ n. 3, 1922. BoTTAZZI. - Il problema nazionale deU'alirnentazione. - Atti Soc. ital. per il progresso delle scienze XVI riunione 1927. 9) S. SALINARI. - La razione alimentare del Boldato in pace e in guerra. - Provveditorato generale dello Stato Roma. 1926 (rilevato da Bottazzi). 10) G. GRIXONI. - Per una nuova razione alimentare delBoldato- Atti II Congresso Internazionale Medicina Militare, Tomo II, Roma. 1923. GRIXONI. - Sulla razione di pace e di guerra delBoldato italiano - Archivio Scienze
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« Gior-
medio) a titolo di condimento, combustibile e sfridlo di utensili (la quota. d.l cen t . SO, a tale titolo calcolata nel lavoro, è eccessivo.), si tocca Il costo di L. 1- 1,02 della raziono <li oarne cotta. Dato obe l 55 grammi di provolone od l 70 di pastorlz:r.o.to costo.no rispettivamente 32 e 35 centesimi, l'economia. nella sostituzione 1U1$ldetta, al aggirerebbe sul 6.5- 70 conteehnl. È lndubltat.o però che Il far consumare un rancio freddo (di formaggio}, non ri uscirebbe gradito alla mll8Sa delle truppe ed emergo di conseguenza la necessità. cbo, In condizlonJ ordinario, ala dato il formaggio o con un minestrone (come al fa attualmente) o con una ro.zlono ridotta di car ne. Perciò, nel camJ)o della pratica, l'economia di 65-iO centesimi verrebbe a rldu.r sl In modo a.saal sensibile agli cftettl del costo medio globale della razione, pur ammettendo, Datoralmente, che questa guadagnerebbe In valore nutritivo (n. d. r. ).
123:2
RICERCHE ED OSSERVAZIONl SOPRA I VANTAOOI ECC.
GRIXONI. - Il form.aggio nell'alimentazione del soldato. • Giornale Medicinale Militare » fase. Il, 1934. 11 ) N. BRUNI. - Trattato di igiene di D. Ottolenghi Vol. II parte IIo. Ed. F. Vallardi . Milano 1933. 12) A. ScALA. - Applicazioni di fisica e chimica aU'lgiene Un. Tip. Ed. Torinese T orino 1926. 13) D. 0Tl'OLENOIII. - Tratta.to d'Igiene, vol. II parte I , Ed. F. Valla.rdi. Milano 1933. 14) A. PuOLIESE. - Fisiologia II, ediz. parte I cap. l. (AUmenti ed ali1nentazione) ediz. Hoepli Milano 1930. 15) E. CASERIO. - Osservazioni eui formaggi pa8tarizza.ti. I ndustria conserve ali· m entari febbraio marzo 1923. 16 ) E. SClUOPPA ed. E. CABERIO. - Ricerche B'Ui form.aggi pa8torizzati c I ndustria Ital·iana Conserve Alimentari • n. 9. Parma 1923. 17) G. Q uAGLIARELLO. - L'alimentazione deU'·uomc dal punto di vista qualitalitiO· Atti Società per il progres.'3o delle scienze XVI riw1ione 30 ottobre 5 novembre 1927, pubbl. A Roma 1928. 18) T. GAYDA. - La razione alimentare dell'uomc dal punto eli vista quantiJ.atioo. • Atti Società p er i1 progresso delle Scienze XVI riunione 30 ottobre 5 n ovembre 1927. 19) F. BoTI'AZZI. - n latte e i euoi derivati nell'alimentazione umatta. c Rassegna clinico-scientifica », n. 8, 1932. 20) MoRGAN. - R icerche neU'Emmenthal nel Oheddan e nel L itnbeurg della vitamilw A. « An. Journ. Phisiology •, 1926 • 78. 21) E . BERTABELLI. - l formaggi italiani nei rapporti nell'igiene alimentare. u Industria Italia.na d elle Conserve aHmentari » n . 6, giugno 1934. 22) F. MAIONON. - R6le de8 gra·isses darUJ l'utilisat·i on de8 protéines. Expli cation ck l'action bienfaillante dt8 aliments gras dan8 les maladies cachectisanles c Presse Médicale », n. 31, avril 1933. 23) S. VIsco. - L es derives du lait cJan,g l'alimentation humaitte Congresso in.te,rnaz. del latte. Rapport générale zo D. R oma · Milano 1934. 24) P. RoNDONI. - Biochimica-Parte Il. Oap. III· Noz ioni d·i chimica diatetica e e medica. U nione Tipografica T orinese. Torino 1928.
CASISTICA CLINICA ISTITUTO NEVROLOCICO VITTORIO EMANUELE 111 CLINICA DELLE MALATTIE NERVOSE E MENTALI DELLA R. UNIVERSITÀ DI MI ~A NO Direttore : prnf.
CAitLO BESTA
llftDROM~ Dll~fRTfft~IOftf fftDO[ftlftl[l. fO~IftOfiUA Dfl li~UOR DIAGNOSI : CISTICERCOSI CEREBRALE D ott. Francesco DI Maggio, capitano medico, as.~istcnte militare Comu n icazi on e fatta il giorno 8 luglio 1934- XII alla Sezione lombarda d ella Societ,à ita liana di OtoneuroftalmologiA
Non privo di interesse mi sembra il seguente caso clinico venuto alla osservazione durante l'anno in corso nel quale, acca.nto ad evidenti segni di ipertensione endocranica, fu trovata una forte eosinofilia del liquor, che permise di fare in vita la diagnosi di cisticercosi cerebrale. -
C. Achille, di anni 33 da Lovioo. Entra in Clinica il 6 febbraio 1934-XII.
n padre morì a 50 anni p<>r carcinoma ~astrico. La. madre, vivente e sana, ebbe
una sola wavidanza condotta a t~rmine. Dichiara di easere stata affetta d a tenia, circa~20 anni or sono, e di essersi liberata dal parassita con cure opportune. Il soggetto, nato a termine da parto :fisiologico, fu allatt.ato artificialmente e sviluppò in modo r egolare. P are ch e non abbia avuto malattie degne di n ota s ino a 17 anni, epoca in cui si ammalò di tifo. Sposò a 22 anni con donna sana, la quale abbe un solo aborto, dopo 5 anni di matrimonio. L' at.tua.l~:~ malattia iniziò tre anni e ro'3zzo fa. Egli afferma che dopo avere percosso violen temente un ladro, J)Qnotrato in casa S\H~, ebbe vomito biliare, dolori ai bulbi oculari, e senso di barcollament.o per la durata di circa tma sett.i· mana.
Da allora, in S('gnito a contrarietà o senza cauSP. apprezzabili, soffre saltua· ri amonte g li ste!'tsi disturbi. Affidatosi alle cure di un sanitario, gli furono praticatt' due punture lombari, la. prima nel gennaio e la seconda ne l luglio 1933, c fu fatta la diagnosi di meningitc s ierosa.. In seguito aii P due t•strnzioni di liquido cefalorachidiano il paziente migliorò n otcvolm.-nte. Ma da poco tt>mpo lo.> s ue condizioni di saluto tornar ono come prima. Riferisce di avcr('t nauS<'a prima d el vomito, SAitua.ri rialzi t.ermici non superiori a i 37°, 8 e di non essersi mai accorto di emettere con le feci prog lottidi di tE-nia. È modico fumatore . non bcvitor·e. L'alvo è stitico, la minzione regolare, la funziono scsi'òuale è molto inde bolita dall'epoca di inizio doi suoi disturbi. EsAME OE:!<."ERAT,E - Il soggetto si presenta in buone condizioni di nutrizione e sanguificazionc. A carico de i diversi apparati organici m11la si rileva di patologico. Prùssione massimo. (Pachon) 115, minima 60, indice oscillomotrico massimo 4°. Polso 70, temperatura 36.4. E sam e d elle urine n<>gativo. Esame d el sangue: emoglobina (Hellige) 102, globuli rossi 6.400.000. Globuli bianchi 4.800. Formula leucocitaria: Ne utrofili 64 %· rosinofìli l2 %, basofili l %. gtossi mononuclt·ati l %, liniociti 22 %· Reazioni di Was.sermann e ~l 111ler sul siero eli sangue negative. ESAllfE PSICHICO - Nulla di notevole ad eccezione di un certo grado di stato d epressivo. 1\femoria l.e ggennente compromessa. Parola intRgra . ~ -
.,
Gio.,.nale di medicina milita,.e.
1234
SINDROME DI ll'E'R'l'ENSIONE EN'DOCRAl<lCA Er.C.
Es.um NEUROLOGICO - Atteggiamento. In decubito dorsale si nota att.Pggiamento estensorio bilaterale degli alluci e delle altre dita dei piedi. La stazione eretta ed il cammino sono integri anche a.d occhi chiusi. Nella posizione crot.t.a. permane l'estensione dell'alluce sinist-ro. Trofìsmo . - Non segni apparenti di disfunzione endocrina. Masse muscolari bene sviluppate. Ntùla a carico del trofi.~mo della cute con anne.~i e d ello scheletro. Sensi specifici - Occhio: Pupille isocoriche, di m~dia ampiezza bene rea~enti alla. luce, accomoda.zione e convergenza. Visus %in 00 non corret.to. Campus: lieve restringimento bilaterale per il bianco. Fundus: edema bilatorale imponc nu• tft le da cancellare qua.c:~i l'immagine pa,Pillare. ' Orecchio: funzione cocleare: l esame con i diapason e con la. voce afona e di conversazione dimostra bilateralmente una funziona acustica ottima. Funzione vestibolare. All'esame vestibolare si ha reazione niste.gmica lievemenw maggiore della norma, fenomeno J.>robabilmente fisiologico e non legato con stato di iper· tensione endocranica, poiChè non accompagnato de. corrispondenti reazioni toniche e vegetative. Olfatto e gusto normali. Sensibilità - Tutte le sensibilità. appaiono bene conservate nei vari territori dei nervi cranici e spinali. Sensibilità profonda integra. Stereognosi perfetta. Non Romberg. Motilità passiva - Ipotonia lieve delle masse muscolari, senza apprezzabili asimmetrie del tono. Assenza di tremori alle dita distese a braccia in a.vanti. Motilità attiva - Integra la motilità oculare emrinseca., salvo qualcho fine scossa nistagroica bilaterale. L ieve ipocinesia. facciale sinistra Lù1gua sirnrnetrica. diritta e mobile in tutti i sensi. Integra la motilità del capo, tronco, ed arti. Prove dito-naso, tallone-ginocchio e di Bara.ny negative. D iadococinesia. Bene eseguite lo prove dell'arresto brusco. Insistendo nelle prove di posizione, si nota una certa t.end<'nza alla pronazione della mano e avambraccio a destra. Si nota inoltre, specie a sinistra, una. tendenza sincinetica. delle quattro ultime dita del piflde e talvolta dell'a.lluce, nelle prove complesse e forzate della motilità. Reflettività - Presenti,
vivaci, simmetrici i
rifl('ssi corneo-congiwltivali
nasali e faringei. Riflessi tendinei e periostei agli arti superiori simmetrici e di modicn. intensità. Addominali e cremasterici vivaci e simmetrici. Rotulei di m edia intensità con tendenza alla pendolarità. Con le manovre di Oppenheim G01•don e Besta si provoca a destra estensione delle ultime quattro dita ed a sinistra un accenno estensorio di tutte le dita. La stimolazione f!utanea. piantare a destra provoca flessione d ell'alluce e deUe altre <lite., a sinistra, specie la. stimolazione piantare laterale, provoca. estensione dell'alluce e vont.a.glio delle ultime quattro dita. Mancano riflessi d'appoggio e di prensione. R ADIOGRAFIA DEL CAPO: frontale, laterale e assiale. Cranio di forma. regolare, volume un po· maggiore del normale. Teca piuttosto sottile. Non si notano digi· tazioni. Le suture sono calcificate. La sella presenta dorso sellare molto assotti· gliato e reclinato in avanti. (Sindrome di Sch'iller, prevalente nelle tumefazioni della. fossa posteriore). (Figura l). PuNTo'RA LOMBARE P.re&!ione iniziale 48. Terminale 30 (manometro di Seeligor). Queckenstedt positivo. cc. lO di liquor limpido lievemente xa.ntocro· mico. Reazione di Nonne Apelt + + , Pandy + + +, Weichbrodt + + + • Albumina (Nis.'!l) 0,32 per mille. Citometria 31 cellule bianche per mmc. Assen.z a di emazie (cellula di Fucs Rosentha.l). Reazione del mastice 003333. Reazione di Wa.~ermann e Miiller negative. L'esame del centrifugato sul liquor colorato con May Griinwald e Giemsa, dopo fissazione nella miscela di Nikikoroff, rilevò la presen~ di cellule eosinofile nella. proporzione del 34 %% sugli altri ell"menti cellulan. · Un successivo esame neurologico mette in evidenza un nista.gmo molto più
e~en~uato SJ?OCi~ nello _sguardo, verso s~tra o vel'S? l'alto. La pendola.rità d,•i
r1fless1 rotulo1 e l ostens1one dell alluce slJUst.ro alla st1molazione cutaneo-piantare
•
STNDR OM:& DI IPERTENSIONE ENDOCRANICA E CC •
.Fig. l.
sono molto netti. Nella stazione eretta ad occhi ohiusi si nota una certa tendenza. alla. caduta all'indietro e verso destra. Più apprezzabile flaccidità delle masse muscolari in toto. Nella prova dello. lat('ropulsione l'ammalato incrocia sia verso destra che verso sÌJli$tra l'arto opposto J)f'r mant-enere l'equilibrio. n giom o 15 febb raio si tenta l'encefalografia alla Bingei, iniettando per via. lombare 40 oo. d i aria ed es t raendo cc. 50 di Jiquor limpid) inc.,loro. Preasion e ini· ziale del liquor 43 (manometro di S<'eliger ). Queckenstedt positivo. Pre88ione terminale 34. E same de l liquor: Nonne Apelt Pandy Weichbrodt Albumina 0,30 (Nissl), ma.'!tice 003333. Citometria (cellula di l<'ucs Roaenthal ) 83 cellule biancho per mmc. Lo ess.me del c<>ntrifugato sul liquor , colorato con :\Iay Gri:inwaldQiemsa e con ema.tossilina ed eosina, d :>p o fissazion e nella. miscela di Nikikoroff mette ancora in evidenza una eosinofilia. del 44 % sugli altri elementi cellulari.
+ + +, + + +. + + +•
Fig. 2.
1235
1236
Sl.'IDROME DJ IPERTENSI ONE El\"DOCRANICA E CC.
Il reperto enct>falografico dimostra. che l'aria. non ba. rit>rnpito i v<· ntricoli e ch e sono inc ~ta.ti qua e Ji1 de i solchi su ba.ra.cnoidoi (figura H ). 17 fc·bbraio 1934 - Si pratica la puntura ventrioolare alla Dandy dal lato dl'stro. Da ll'ago di punt ura fuoriesce del Iiquor limpido a ge~to forte ndl~ quan · tità eli oltro cc. 40. S'iniettano cc. 40 di aria. Il reperto ventlcologra.fi!.'o dimostra che i vent ricoli sono dilatati a tipo idrocefalico con prevalenza pe1·ò di que llo di do· sHa. I vC'nt1·icoli appaiono inoJt.re lievemente spostati da d!.'stra veT$0 sinistr~. Da l lato d t>stro s i rile,·ano anche:> Iacun~ ripiene di aria (figura_ lll). E'>llme d:'l IJ . quor - Nonn.e Apc-It +, Pa.ndy +. WPtchbrodt + +, Albumma {NJ5sl). O,l o p<'~'
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~~ Cellule eosiuoftlo di un preparato dalla seconda puntura lorubare t'lstc In un campo d'!DJmorsione.
( Tn~rrandlmonto 4!'>0 d iametri. Mlcrosoopio Zeill3. I mmersione omogenea 1/ 11 Oculare <'Ornpense.to n. 4).
millt', mastice 333310. Citometria 26 cl:'l!ulA bia nche per mmc. (cellula di Fucs Rosenthal). Il centrifugato nel liquor colorato con May Orumwald e Gie msa dim 0 • t~trò la presenza di eosinofili del 9,6% sugli altri c lementi ccllula.ri. 21 febbraio 1934 - Negativa. la intradermorea.zione del Casoni nel soggett<~ (' !:'UÌ controlli costituiti da. ammalati di sclerosi a placche, emiplegia, tabe dorsale. Pure negativa la ricerca di proglottidi e di uova di tenia nelle fooi. Fundus notevolmente migliorato: la. temperatura dopo etflrnero rialzo termico. successivo alla puntura ventricolare, è ritornata normale. 22 febbraio 1934 - Puntura lombare con estrazione di co. 8 di liqnor xant<~ · cromico a scopo decomprc.>ssivo. Esame dolliquor - Nonne Apelt + +, Paody + 'Weiohbrodt + + +. Albumina 0,31 per mille. Citomet ria. 76 cellule bianche per mmc. alla cellula di Fucs RoSP.nthal. Il 33 % di questi elementi è costituito di cellule eosino6le. (<À· !orazione di May Griinwald e Giemsa).
+
+ +.
SINDROME DI II'EB'l'ENSIONE ENDOCRANICA E CC.
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Dopo la puntura lombare l'ammalato ha accusato violenta cefaleà frontale, dolori ai bulbi oculari ed ha avuto nausea e vomito. In giornata la temperatura. è salita a 390. 23 febbraio 1934 - Temperatura 37.4. Persiste lieve nausea con vomito. La cefalea, sempre intensa, cede rapidamente con l'iniezione di cc. 40 di siero ipertonico per via. endovenosa.. Si mette in evidenza. all'esame obbiettivo accenno a c lono del piede bilateralmente. Polso 95. A sera. riprende la cefalea violenta. · Temperatura 37,2; polso 55. Si pratica una puntura ventricolaro e si estraggono cc. 20 di liquor Limpido incolo1-e. L 'ammalato sente sollievo: il polso ritorna. a 65. Esame del liquor +- Nonne Apelt +, P andy + +. Weichbrodt ++, Albumina 0,10 permille(Nissl}, mastice 333310. Citometria. 35 elem enti per mmc. (cellula di Fucs Ro senthal). Eosinofilia ckll'S % mossa in evidenza col metodo precedente. 28 febbraio 1934 - Le condizioni del soggetto sono nùgliorate. Dall'insieme dei dati clinic i obbiett ivi e dal reperto encefalografico essendo risultato evidt)nte la presenza di un quid tumorale nella fossa. cranica posteriore, tale da. prod urre anche blocco dei ventricoli cerebrali viene proposta l'esplorazione chirurgica di questa regione e si propara l'ammalato per l'intervento. Però il 2 marzo l'ammalato è ripreso da. fortis.<rima cefalea e peggiorano le condizioni generali. Temperatura massima 36,9. La stazione eretta è mantenuta con difficoltà, il cammino ad arti divaricati è barcollante, l'astenia più accentuata. Si pratica una punt ura. ventricola.re. Cellule eosinofile nelliquorestratto, messe in evidenza. col metodo solito, nella proporzione 3,1% 4 marzo - Ricompaiono la cefalea, la nausea. ed il vomito che ceFig. s. d :mo alla. iniezione endovenosa di siero ipertonico. Manca rialzo termico. 5 ma.rzo 1934 - Vera:> sera cefalea, vomit o, singhiozzo. L'ammalato b in stat:> di profondo sopore ed ha respiro superficiale con lunghe pause. P olso 45 al minuto primo. Tempe ratura. massima 36,7. Nuova estrazione di liquor ventricolare che esce a. forte pressione. Rapidamente l'ammalato si riprende e riacquista piena coscienza.. Esame d el liquor = Nonne Apelt + +, Pandy + +, Weichl:!rodt + + +, Albwnina 0,08 per mille (Nissl). Cik>metriu 187 c~:~tlule biunch e. ::-.!astice 033338. La. colorazione con May Griinwald e Ciemsa del centrifugato sul liquor n on mette in evidenza cellule eosinofile. 6 marzo 193-l - Esame de l sangue: Emoglobina (H ellige) 95.1. Globuli r ossi 5.120.000. Globtùi bianchi 21.000. Formula leucocitaria.: Neutrofìli 90%, linf ociti 7, forme di passaggio 3. Persiste vomito e singhiozz:>. La cefalea r iprende con grande intensità, abolendo quasi la c oscienza. de ll'ammala t o. Si inietta del s iero ipertonico. Il p olso ha delle oscillazioni eccezionali passanti da un ritmo di 180-200 a 50- 60 in pochi minuti. L'ammalato dece de alle ore 21. Per vol~re della famiglia non si è potuto eseguire l'autopsia.
1238
SL.,"DROME DI IPERTENSIONE ENDOCRANICA E CC.
Prima di prendere in discussione il caso clinico, mi sembra. necesvalore della eosinofilia delliquor. . Risale al 1913 la prima. constatazione di eosinofilia nel liquido cefalo rachidiano di un individuo, con cisticerco del IV ventricolo, nella proporz:ioue dell'8·10 %Fu Grund che mise in evidenza questo reperto, in base al qua.le egli aveva fatto in vita diagnosi di natura che fu conferm.a.ta all'autopsia.. Lo stesso anno Waterhouse trovava un~\ eosinofilia nel liquor del 32 % in un altro caso di cisticercosi cerebra.l.e. Guccione nella sua. monografia sulla cisticercosi cerebrale, pubblicata. nel 1919, descrive due casi con eosinofilia delliquor del 5,4 % n el primo e del 29 % nel secondo. L'anno appresso Schenk faceva. la diagnosi di cisticercosi cerebrale in vita, confermata al tavolo anatomico , su un reperto di eosinofilia delliquor del 6 %- Ne11926 Verga. e Dazz:i in un caso di cisticerco racemoso a localizzazione spinale, diagnosticato all'autopsia, trovarono nel liquiflo vcntricolare, estratto al tavolo anatomico, il 20 % di neutrofili buon~b parte dei qua.li, dopo colorazione con Ma.y Gri.imwa.ld e Giemsa, presentava grossi granuli eosinofili. Buscaino nel 1927, avendo trovato il 30 % di eosinofili nt>l liquor di un paziente, faceva in vita diagnosi di cisticercosi cerebrale, che la autopsia confermava. Pure nel 1927 Guillain, Perrisson, Bertrand e Schimite d('scrivono un altro caso di cisticercosi cerebrale, diagnosticato aJ tavolo anatomico, in cui durante la vita solo alla seconda puntura lombare, su 312 celhùo por mmc., trovarono qualche p olinucloato eosi· nofilo. Con la 1 8 puntma lombare e con la puntura. ventricolare, sobbeno abbiano trovato linfociti, dei mono e polinuclea.ti, non pare che sia stata eseguita la ricerca dt'gli eosinofili. È dello stesso anno una diagnosi in vita di cisticercosi ccrebra.le di Rizzo in ba,.,c ad un reperto liquorale del 45 %, 48 % e 47 % di oosinofili, di agnosi confermata poi al tavolo anatomico. Lo stesso Autore due auui dopo ha, in un altro ammalato, il 45 % ùi eosinofili alla prima puntura lombare, il 6 % alla seconda puntura cd il 43 % alla terza puntura. Pone ancora. in vita. la diagnosi di cisticercosi cerebrale che viene confermata aU'autopsia Beumer nel 1930 riscontrò una eosinofilia dell'8 per conto in. un caso di meningite cistieercotica. .Altro ca.so di esosinofilia del liquor descrive Rizzo nel 1931 con un reperto del 40 % di eosinofili alla. prima puntura lombare, del 42 % alla seconda puntura e del 30 % alla terza puntura. Anche qui egli faceva in vita la diagno1>i di cisticercosi cerebrale la quale ancora veniva confermata al tavolo ana.tomico. Lo stesso anno Ugurgieri, in ba.se ad un reperto del 3 % <li eosinofili nel liquor alla prima. puntura lombare, del3,1 % di eosinofìli alla se· conda puntma. lombare, e del 7 % alla terza puntura. lombare, sospetta la presenza di infestazione elxnintiatica. del cervello e pone la diagnosi ?i cisticercosi cerebrale alla quarta puntura. lombare daJ.la quale ottiene il 12 % di eosinofili e dei frustoli di una sostanza. ialina. Busse, pure nell'anno 1931, trovava. nel liquor sporadici elementi eosinofili in un probabile caso di echinococco cerebrale. s~io accennare al
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Riassumendo, sono stati descritti sino ad oggi tredici casi di eosinofilia del liquor nella cisticercosi cerebrale. In tutti gli altri casi della letteratura si ha l'impression.e che le ricerche sul liquor non siano state condotte in modo tale da mettere in evidenza questo dato di importanza fondamentale. Tale concetto ribadisce Rizzo in una sua. recentissima pubblicazione. È in apparente contraddizione, con quanto è detto sopra, quello .chE> scrive Forni a proposito di un suo caso, in cui la ricerca· della eosinofilia fu negativa. Ma questo reperto mal si accorda con quanto dicono altri autori ed egli stesso sulle alterazioni degenerative e proliferative dei tessuti cerebra.li per az,ione del cisticerco, il quale provoca, come afferma ancora receutissimamente G. Patr.u~si, la comparsa di notevole eosinofilia nelle cellule degli infiltrati. Se dunque la eosinofilia è una manifestazione reattiva da cisticerco non si spiega come il liquor sia privo di cellule eosinofile. Rimane poi dubbia l'osservazione del Rovasio il quale nel suo caso trovò 5 linfociti per mmc. alla cellula di Nageotte e qualche polinucleato neutrofilo nel primo liquor esaminato, 8 linfocìti nel liquor delJa seconda. puntura lombare e 14 linfociti alla terza puntura lombare. Egli non dice di avere colorato gli elementi, per cui, se il riconoscimento di essi fu fatto solo alla cellula di Nageotte, è lecito pensare che quegli elementi da lui cla.ssificati, al primo esame, come neutrofili siano stati degli eosinofili. Non può passare sotto silenzio quanto Schmite scrive ne1la sua monografia e cioè che le forme cistiche interne, senta reazioni meningee, decorrono con reperto liquorale negativo. Questa a,ffermazione merita ulteriore conferma . l\fa l'eosinofilia delliquor, prima di Grund, era stata trovata in due casi di lue nervosa da Mosny ed Harvier nella proporzione del 3,5 % e del 9 %, e da 1\Ieyer che parla di enorme aumento di cellule eosinofile in un p~ralitico progressivo. Dopo di loro le osserva.zioni fauno ammettere nella sifilide nervosa. la presenza eli eosino:fìli, ma la loro p3rcentuale è sempre inferiore, come dicono Guccione e Rizzo, all'l %- Invece nella cisticercosi, detta percentuale viene superata di molto. Per questo i loro reperti non si poRsono attribuire alla lue, ma a cisticercosi cerebrale in soggetti luetici. Mari di recente, in base alle sue.OSS('rva.zioni, afferma ancora che nella lue nervosa gli eosinofili del liquor sono rarissimi. Il lavoro di l\bri mette in rilievo che l'eosinofilia nelliquor manca pure nella sclerosi a placche, nell'ascesso cerebrale, nella meningite tuoorcolare, nei gliomi, nella demenza p:>stapoplettica, nella melanconift, delirium tremens, demenza precoce, nell'anchilostoma duodenale con <>osinotìlia ematica senza alterazioni nevrologiche. Eosinofilia evidente nel liquor riscontrarono Carrol nell923 ed Iza.rd nel 1925 in seguito ad inie:tione endorachidea di siero di cavallo, il primo in dementi precoci ed il secondo in un caso di meningite cerebro spinale. Ma Rizzo di recente scrive «nelle meningiti asettiche sperimentali provocate da unica iniezione endorachidea di siero inattivato di cavallo, i1 liquido cefalo rachidia.no non contiene polinucleati eosinofìli, ma rarissimi, 0,1 %, monnnclea.ti eosinofili e delle rare, 0,4 %, cellule endoteliali con qualche granulo eosinofilo ». Comunque nei casi della letteratura. ed
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in quello che forma. oggetto della presente nota, non è stata mai praticata iniezione endora.chidea di siero di ca-vallo che sia :potuto entrare in causa. a produrre eosinofilia.. Che se ci si attiene a quanto dice Rizzo evidentemonte non si può parlare di eosinofilia. Resta a considerre l'echinococco cerebrale come forma morbosa capa.ce di provocare eosinofilia nel liquor, dopo che Busse trovò elem enti eosinofili sporadici in un caso di ,Probabile echinococco del cervello. E sebbene Mari dica che «è logico supporre che uguali siano le cose per l'echinococco» riferendosi a.ll'eosinofilia delliquor nel cisticerco cerebrale, Rizzo di recente, in base alle osservaziorù di altri ed a due casi personali, fiL rilevare che la cisti da echinococco non produce nel liquor sindrom.e umorale specifica, come la cisticercosi cerebrale, per assenza di eosinofilia. Nel caso clinico in oggetto i dati semeiologici rilevati permettono di stabilire da soli l 'esistenza di una sindrome di ipertonsione endocranica. L~l. ventricolografìa conferma questo supposto e m ette in evidenza un idrocefalo di cui furono detti i pa.rticolari. Questo rep urto con quello aV'llto da mancata peoetra,zione di aria nei -ventricoli stessi per via lombare e con quello radiografico fecero pensare a.d una condizione di blocco nella fossa crarùca posteriore che si mise in rapporto alla cisticercosi cerebrale per l'eosinofilia nel liquido cefalo rachidiano del 34 Y2 o,~, 44 %, 33 % e del 9, 6, 8 e 3 12 % nel liquor ventricolaro. Con qual(' meccanismo si era prodotto il blocco ventricolare con il su ccessivo idrocefalo t La spiegazione più semplice a darsi, f;(muto cot\to della sintoma.tologia clinica, è quella di una chiusura delle vie di defluss.o delliquor. In conformità poi di quanto gli autori hanno osservato, questa chiusura sarebbt' dovuta alla meningite cisticercotica. L 'ammalato non presentav~• seg11i clinici a focolaio. Questo dato f.-. pcns:~re che egli non avesse una cisti o gruppo di cisti localizzat-e ma ::~.<l una condizione anatomo-patologica più vasta quaJe si ha nella cisticercosi cerebrale a. tipo racemoso. A conferma di questo supposto vi è l'alta. percentuale di eosinoflli riscontrata nel liquor, la quale si ha como di<W Scl:unit-e, quando il processo infìanunatorio è meningeo. È bene far rilevare l'importanza che assume la papilla. da stas i, la quale non sempre però è stata riscontrata nella cisticercosi cerebrale. Ma quando è presente bisogna. pensare che una d.e lle varie cause atte a produrla può essere data dalla cisticercosi cerebrale. Anche in quest{) caso le reazioni per la rioorca delle proteine sul liquido furono semprt' fortemente positive ed alta fu la p ercentuale di albumina p er mille. Ma non ebbero nulla di specifico rispetto a quanto può aversi in altri procl'ssi patologici del sist~ma nervoso. L'esame dei proparati, oltre agli eosinofili, dimostrò che il maggior numero degli element.i era costituito da linfociti. Il metodo usato J)(lrò non fu tale da poter permetter-e di differenziare b ene tutte le altre sp ecie di ~llnJc, come potè fare Ugurgieri con l'Unna Pappenhein. Lu percentuali {uron fatte perciò, tenendo conto degli eosinofili riferiti aJ numero degli altri elementi della serie bianca trovati -per ~~mpo
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d'immersione. Data l'incertezza. delle prove biologiche per la cisticercosi non fu fatta la. loro ricerca, ad eccezione della prova di Casoni anch'essa incerta, per vedere se eventualmente fosse positiva, pur tenendo presente quello che scrive Rizzo sull'echinococcosi. Nè si r:icercò il bacillo di Koch nel liquor perchè l'eosinofilia mai è stata trova.t a nella tubercolosi del sistema. nervoso. !Ja Wassermann e la Miiller negative sul sangue e sul liquor e l'alta percentuale di eosinofìli, quale mai s i riBcontra nella sifilide, fanno sca,rtare l' ipotesi di questa infezione. l /eosinofilia delsan.,crue, scomparsa, come quella del liquor, poco tempo prima dell'e::dtus, starebbe a dimostrare, come è scritto sull'argomento, una loc~~lizzazione extranervosa. L 'esame clinico però non la fece rilevare. Infinr, circa la modalità dell'iufestJll.zione nel caso in esame, è da tenere prescnw l 'infestazione della madre circa venti anni prima; la qu.a.le fa supporre che il soggetto abbia pot uto pure infestarsi in que.ll'epoca. Che se le ma.niJE>sta.zioni nervose comparvero tanto tPmp J dopo, ciò è la. caratteristieil in genere della cisticercosi che può avere un periodo di lat(•nza lunghis»imo. D 'altro canto si sa. che qualche v,)lta la ~:istioercosi C('rebrale è stato nn reperto occasionale di autopsia. Concludendo, nel caso in oggetto la diagnosi di cisticercosi cerebrale fu posta con sufficiente sicurezza in base all 'eosi11.ofìlia del liquor, per il valore che tale reperto ha assunto nei rigt~.<'brdi di questa affezione. Tale diagnosi avrebbe p otuto essere fatta uu anno prima so il liquor fosse stato esaminato in maniera completa nei suoi elementi celhùari. Perciò risulta evidente da questa osservazione la necessità di esami liquorati sistematici quali vengono fatti abitttalmente in questa clinica. E ssi p ermetterebbero in parecchi easi di riconoscere. la dipendenza da eistk.ercosi di sindromi neurologiche nel ezialogia. apparentemente ignota. L'autore d escrive un caso clinico d i ipertensione endroc>ranica. d iagnost.icato in precedenza come meningite sierosa, in cui gli esami liquorali misero in Avidenza. un'alta per centuale di cellule eosinofile. Fu posta pertanto in vita la diagnosi di cisticercosi cerobralo a. tipo racemoso p er il valore assunto da. questo :repert-o n ei riguardi de ll'affezione. Ricorda. la. n ecessità di eseguire esami sistematici completi sul liquor i quali possono permettere di riconoscere, dipendenti da cisticercosi sindromi neurologiche ad eziologia. apparentemente ignota. RlASSUNTO. -
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SINDROME OI IPERTENSIONE ENDOCRANICA ECC.
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RIVISTA DILLA STAIPA miCA ITALIANA ESTRANIXRA SANITÀ Mn.ITARE P . BRtrl:RE. -
Ricoveri &anltari, permanenti e Improvvisati, per soccorso " Z • ( l ). -
(Libreria Le Franc;ois: Parigi. l 934 ).
Fra le tante pu bblicazioni- p e1· la massima p a rte di indole teorica - di cui è ric·ca o rmai la lcttNaturn sull'argom(>n to, ci sembra degna di nota questa p regevole memoria, con la qual€' l'A. entra n el camp o d elle realizzazioni per uno dei lati di maggiore in tPresse dPlla prot<' zione antiaPrca e c ioè i ricoveri sanitari permane nti e improvvisati - a U!lO della p op:>lazione c ivile, n e lla evE-ntualità di incursioni n e miche . P iù Cfillttnm<•nto - considerand o t-gli le finalità all1· quali debbono rispondl"re questi impianti - si occupa de lla loro cost.ruziont> ex-twoo e d AII'adnttamento di p reeHistenti stabili scelti fra i più appropria ti allo scopo, dd la loro att re zzntura e. in modo spc•ciale. de lla rigenemzione de ll'aria col sist-E'ma ùe ll'aumc:nto di prPs~< i ont> intprna. Questo sistema, che egli giudica il piil va nt~g gioso, viene consi;:diat,o tanto per i ricove ri, quant • per i veicoli c he saranno Ùl·st.inati sia ai soccors i di urj<cnzfl e sia all'approvvigionamen to dci vivE> ri d eperibili, ricovcJ'i e V(•icoli >'!uscettibili ent.1·ambi di E's <'rne p rofìc uam!'nte attrezzati e di funzionare normalml'nt<' fin d Al temp o di pace. La monografia è onorata da una lusinghiera prefazione d el generale medico ispettore G. O. Siour - membro d ell 'Accadem ia d i medicina e vice-pn•sidente de lla Commis ione mista nazionale del Comitato centrale d e lla Croce Rossa FranOf'S(\ con la qualt> si richiama l'attenzione d egli interessati sulle conclusioni concrete c he, in luc id1~ sintesi, sono esposte da Bruère, secondo gli scopi p N'fìssi o c h fl risultano fc licement,e t rad otti in pratica. N •l p rimo capitolo, l'A. - considerati i casi d egli attacchi aerei - accenna ai fini cui d ebbono tender(' le misure di difesa per assicumre i primi aiuti ai colpiti di ogni nat.ura e cioè: p er ordigni es-plosivi (feriti ), tostfiçi (l.esionati da aggrt>.s.'<ivi chimici), incernl'-,ri (ust.ionati). Dipendentemente, si occupa d e lle previl"ioni concrete - piano sanitar1:o di protezione - che occorre stabilire fin dal tmnpo di p ace, per conl!cntire l'efficRCia d e i pronti soccorsi, in ca!lO di allanne, st>eondo fp due princ ip~li ip >tesi: aggressioni brusche; attacch i in massa e ripetuti. P er t u tti e due i casi contemplati egli indica come necessarie le seguenti provvidenze: a) OspedaU intportanti - o_pportunamente scelti e dotati d e i mezzi indispenc;abi l i d i protozion · - destinat.J ad accogliere con sicurezza i colpiti (feriti, gn.ssati. u fltionat.i) sgoml>f'rati dai ricoveri sanitari, dove banno ricevuto i primi trattamenti ; b ) Rù;overi sanitari, costituiti in p rincipio dall'unione di un posto d i soccorso e di smistamento e di un p osto di lavaggio, disinfezione e d isimpN'gna· zio n E' to;;.«ica; c) Veicoli - adibiti al trasport,o d ei lesionat,i della strada - atti a fWJzio· nare, con o sen2'.a rimorchio sanitario, come posti di 80CC01'80 nwbiU; d) Posti di soccorso-ricamhio (stazioni di raccolta) - da moltiplicarsi secondo lE> E'sigenze - installati n e lle auto-rimesse che servimnno, nello sWs..~ temp o. o rieoverare i posti di soccorso mobili, per evitare dispersione di personale e di materiale. Si diffonde, quindi. sulle caratteristiche che d eve presentare il ricovero AAnital'io - fo•·ma ziono di base d e lla p rotezione - contemplando i due mod\·lli: p e r mnnE>nt(· (SUp i'r- ricovcro sanitario, in maggior parte sotterraneo) c impro \'· visato, doi quali fornisce i eiettagli tecnici, costmttivi o di adattamento, <'hP li rijl;nnrdano. PttRsa poi a corl.Sid!'rare i posti di soccorso mobili e li riferisce & due tipi : l ) wicoli specialmente alle1;titi per il rilievo e lo sgombero dei colp iti. p n' vi>:~ti 1• u t.ili?.z~tt i fin dfd t1•mp :> d i pé\ce in servizi affini. o u tilitari; 2) veicoli ut.trez?.ati al mo ment<> d e l bisogno e il più sovente forniti di rimorchio 81\ni~rio. (Il ()n n In slgh< • Z . o.nt IKu:-o.
''en~tono
ùeslgmlt.l, in Francia, t utti l quc.~lti riguardanlì la dl!c~a
RlVISTA DELtA STAMPA MEDICA ITALIANA E STRANIERA
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Il Sl'condo capitolo è d eùi(:ato all'equipaggiamento de i ricovE-ri !>l:mitDri e in esso si trova eif'ncatn f'l d e~critta la dotazione nece!;.~aria, sc·condo lo previsioni piì1 indicate. Cos ì, ad esempio: dii-'po:sitivo per il fìl tmggio d('JI'arin e per p rodurre la >OYraprN;sion l·; app•JJ'<:cchio n d occia, calda e frN idu, p t'l r liquidi s1.pono:;i o n eut rn lizzant.i; : cor·tt• eli mntl' riHii \'O ri, C'll;ssifìl'r.ti in s<'i principali categorie: m <'dicam.·nti terA p<•ut ic i di urgrnza e O.!.!'g<~ tti di m edicaturo., in{!rt:dirnti e utensili per dìsinfezior11•, rn utt• riaiP pc·r· os..,igr-nntcrupia . s trumt nti e accf'S.<;Or per piccola chimrgin , ri>:>e r·ve d i binnc ht•ri H f' \ Tst ia r·io . dotazioni' d i bl\rPIIf' (tipo i<'ggero ) e di a pp11 ro:>cehi p C'r la dif.·:;a irtdividual<• (filtnlllti , e i>:10ll\nti o a c i<·lo c hiuso). Nd tf'r-zo c11pitolo l' A. t mt t u il pwblema <i<· Jln r·igt•m·rozione d t>ll'aria col siste ma d e llu sovrllpn·s.-<ioot•. EJ.:li. VR!!Iitwdt\ i diversi m pzzi !'SCop:itn ti pN la protezione coll<•ttiva contl'o !l'ii oggro:>sl'< ivi c himic i, concl'd<' solo a qun lch e caso di eccf'zione - spc>c if' nt'l funzioll!.ml'nto di C<·r·t i !'wrvizi t-<'c nic i - il rifornim<'nto diretto di ossigeno in locali a c hiusura E'l'lllt' t.ica; ed è indotto, invcc<', a riconosce re la su~r·iorità f' i moltf'plic i vn nt np:f!Ì offf'rti dal sist.o.>ma d ell'aumento di pressione d ell'ar·ia, p rev ontiv&m<'ntP tìlt.rn tn . Con t:.lt> a pplicazionf' non s i r<'ncle indispensabile chf• l'ambien te si trovi a p PrfE·ttn c hius ura; è nect•ssnrio, nnz i, che d ellf' perdite di cariche possano pr·odursi ve r"SO l'este mo. affinchè l'e liminazione d ell'aria vizintD si effettui sotto l' influenzn dello sovropre>:>Sione. D escrive, quindj,l'appnrecchio più adatto chA risulta d i un supporto, costituito dal cofano di fìltrczione, sormontato eia un coperchio sul quale sono fiS>3Ht i il vt>ntilatore- a spiratore e il dispositivo di comundo (moto!'\' c·lc•ttr·ico: oppure azìonamf'n.to mt•ccanico con manovella o pedale . n e lla evf'ntunlità di IHrf'sto df'i motore ). I l m('zzo suindicnto ri sct• di somma utilità non soltnnto p<'r assicUJ'Ill'e il rinnovnment.o dell'aria da respirure, senza c he vi s ia bisogno di di~'<tr·ibuire l'o;;.<;igt>no t' provvf'df'rf' nll'as orbimt'nto dell'anidridt'. csubonicn, mt~ eguo lment~ per rt'alizzal'f' In protezione dei diversi mate riali che nc•gli ste8>5i locali s i ti'Ovnno d<•positati. A questo riguardo, si r ende indispenSflbilf' nzionorfl il funzionamento fin d n l primo alln1·mp,, per evitr.re ogni p ossibile coot11minaziono rldi E> scortR di v-iv{·ri, m edicnture, Vf'Stia r , o altro. P er o~uno de i qu<:siti trattati ne i differenti cap itoli , l' A. si sofferma a f'saminare le possibi lit,,\ di ap p licozione . già durante il tempo di p ace. dC'lle norme suggPr ite, con l' in tt'nto pr-atico di conciliare le esigenze dc> Ila protf•zione contro gli aggre-~«ivi c himic i col miglioramento de lle norma.li condizioni igieniche . Questo s i può ft<cilmen te realizzare spc>ciE' per i locali molto affo ll!>ti o m a le llf'rati (st-abi limenti pubblici e p rivati prc>visti per· u so di ricovt•ri): la bomt.ori. edifici scc lasti• ·i, d ispe nsar i, ecc., col giudizio!<O impif'go del s ist ema df'lla sovr&pressìone de ll'nria, p rev entiva rnontf' fìltratn - u volontà- sui cofnni epurat.ori. L'istt'sso mPzzo può, s imilmt>nte, eRtf'nd,..rsi ai Vf' ic•oli adibiti a tmsporto dt>i vivt'ri deperibili (cam e, p an e . legumi vt>rdi, frutto frt•sca.) - a tut.to vantaggio sulla garanzia d el servizio di appt·ovvigionam(•nto - co l destinarvi, fin rlal t e mpo di p ace. dC'lle vetture per trasp orto individuale (tipo camion), o collt>t.t.ivo (tipo vagont>). le quali, a loro volto, pos..'>Ono prl's tarsi a servire da . p osti di soccorso mobili ~ - Nè trascu1·u, infine , di ric hiama re l'attPnzione sul modo di custodire in pcrf<> tta officipnza i.l materiale di riserva, prev••dendo la p ossibilità di rota zio no de lle l'\COrt<' immagazzinate. Il lavoro è corredato di varie tavole (piante e sezioni) riguardanti lo divflrse unità contemp late: sup t•r-ricovero tipo permanenttl; ricovero Sllnitario per soccorso • Z •; ve icolo da tra~po l·to (camion) dotato di apparecc hio Aspiratorev entilatore dell'aria filtrata: nonchè lo s tesso cofano-fìlt.ro (C' quf'Hi di ricamb' o) col disp ositivo aspirante e I<OvrapreK'Iante ; tavole cht> illus tmno -e pnfezionano la chiarezza d ell'esp osizion t>. La p mtìcità di questo studio è tanto evidente da non richi<>dere ulteriori delucidazioni che vnl.l{ano ad esalu1rne l'interesse. È doveroso, inv:oce, dar rilievo alla p oliedrica attività dell'esimio A. il quale, oltre i molt.eplici suoi lavori di c himica applicata, offre ora un Sl.lggio concrt>to d ella sua grande competen7.a p ratica anche n el campo assai fe condo della difesa antiaerea di cui, a ogni modo, non si trova alle prime armi. L 'attuale monogr-afia, infatti, integra e completa i suoi nu merosi preceden ti studi in mate ria di p rotezione contro le aggres!lion i a e ree, n ei quali p ossono con profitto riscontrarsi notizie supplementari sui ri coveri in gene re e le masc here antigas; s\li rive l!ltori (biologici, fisici, chimici) e la neutralizzazione degl·i aggres.'!ivi chimici; sugli allarmi e le disposizioni, o consegne, alle q uali occorre at.tRnersi. A. PAONIELLO.
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RIVISTA D ELLA STAMPA ME DICA ITALIAN.~ F: S'l'R ANU:R..-1.
A. KLING. - Contributo allo studio del procasl chimici che Intervengono per produrre l'edema polmonare acqto nei polmoni che nngooo a contatto con certi ras aggtesslvl che furono utilizzati come armi chimiche di guerra. (Comp. Rend. Acadèm. Scienc. 1933, n. 197). L' A. con l'aiuto d e i suoi assistc>nti ha. riprt'SO un lavoro abbozzato fin da l l 915. allorchè constatata, in:o;iC'Hlc a M. Ht'nriot, l'azione neutralizzante dei grn!<:<i sui gas usati in quell'epocl>, Jn·opose " fece adottare una benda impregnata di gra~i p ·r protcg:zt>re i combuttendi contro i loro effetti. P er un insil'mo di consiclr J'f~zioni, egli ha pensato c he i gas come il cloro. i l bromo, il fosgene. ecc., hanno tw 'azione così p otf'nte sul p a.renc hima polmonaro p archè questi gnR vengono assorbiti dai grassi <' probabilmentt- si svolgP una reazione tra i grassi swssi t' le stearine di cui sono ricchi tutti i grossi . ma specialmente i gma.'>i d ei polmoni che ne contengono m•lla proporzione del 0.4 %Comunica alcuni risultati che dimostrato J'esatt-f>zza di questa S.Upposizionf', e riservandosi di svolgere ulteriorm<:'nte questo s tudio, conc lude che la forrn c.zione di un edema acuto p er nvYeiC'JWmento con gas asfissianti q uali il c loro, il brornn. il fosg1>.ne e i suoi derivnti, è princip 1lmcnte> coDSPguenza dello modificazionf' d··lln idrofilia subita dai grassi dello cellule p :>lmonari ; tale modificazion,u avvi< nf' in seguito alla trasformazione di una pnrk· de>lla colest<>rina di quel!ti g rassi d a uno stato libero, cioè da una forma nttiva che è causa dell'idrofilia, in prodotti addizionali inat.tivi. FEB.RALORO.
WoEM.s e LEROo:x-RoBERT. Le grandi dllatazJonl dell'esofago secondarie a intossicazione da iprlte. (Les Annales d'Oto-Laryng. luglio- 1934).
Nel capitolo ormai vastil!:•in:o c!c llo le>sioni prodotti? da aggrel'si~; c himic·i be llici adeguato trattazione hmmo quelle da iprit.' su l'spparato digl:'rent-E', ma le lesioni dell'esofago non sono menzionate. Gli AA. hanno avuto occasione di SC'guire nella scuola d.i Val--de-Grilct'. dPgli intos8icati da iprite, con disturbi dipendenti da grandi dilatazioni esofagPP. Li banno studiati dal punto di vista clinico e radiologico, traendone delle interprt>tazioni patogeniche in riguardo alla eziologia ancora diSCUS88 del m egaesofngo. Il fatto più degno di rilievo negli intossicati da iprite è la rapidità con cui si cost ituiscono enormi dilatuzioni delJ'esofugo. Queste, quando non vi è st.at.a alctma intos.<Jicr.ziono da iprite, ripatono la loro origine o a malformazioni congenite o scJguono a spasmo d el cardias (BARD) e non hanno la carattcri.o>tica di dilntaziont> totale e rapida di quella che gli AA. hanno osservata nei m.ilitari intos.o:;icati da iprite. Le 5 osservazioni son discusse una per una e corredate da r-adiogrammi. &.gue uno studio comparativo con le dilatazioni bronchiali consecutive a intossicazione ipritica e con gli accidenti oculari da medesima causa. In tutti i cnsi, sic.. le.. lesione doll'&ppe>rot<O digoron te sin bronchiale sia oculare, un fatto è evidente, l'affinità dell'iprite per il sistema n ervoso. Nel!li organi tubulari (bronchi, .e sofago) una paralisi o una paresi d elle terminazioru nervost• con sfìaucam€mto e dilatazione; negli occhi ad accidenti acuti ad andamento piuttosto banale che guariscono senza cicatrice, seguono accidenti S<'condari anche a distanza, con atrofia ottica bilaterale ('l'EVLIEREs), neurite rotrobu lba.re (D UFOUR), neuroretinit.e (JESS). BEAUVIEUX spiega i disturbi vascolari secondari nell'occhio, con la lesione del simpatico: il tossico agisce direttamente sul simpatico parolizzandone le fibre vasomotrici. PERLANOE dimostra. sperimentalmente l'imp regnazione diretta del aimpatico. Ora, s i domandano, non è illogico di pensare che simili cause paralizzanti agiscano su la formazione di un mcgaesofago negli ipritizzati dPl sistema digerent.e. Alle eventuali lesioni ulccrative mucose. segue una sindrome di « neurit... esofng( a • ad nudatura neuroparalitica. Ad int.ossicazioni massive, segue u na sid erazione bntsca d f'l sist.erua nervoso loco- rf>gionnle, con la dilatazione- rapida, paralitica del tubo esofageo che si lascin allungare e distendere passivamente in assenza di qualsiasi spasmo o stenosi
RIVISTA DELt-A STAMPA MEDICA ITALIANA E STRANIE RA
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d el cardias. St'nza voler t·iportare a formula troppo esclusiva un p roblema cosi vast-o e ancora cont rovf'rso d f' lla patogenesi d el m egaesoftogo, g li AA. a mmettono che un certo numoro di quesU> a ltRrazioni sonda riportare a fatti di • esofago ni' U· rite diffusa •, d 'orig ine infiam matoria, tossica o infet t iva, a lla qua le è lega ta la perdita di tono d e lla p nrete. RAFFONE.
M. Pr.Ear, M. AMB&oor e M. P EYRONEL. Ricerche sul valore della pressione arteriosa e particolarmente della pressione media nelle unità alpine. (Arc:h. d e mèd. et de phann. milit., sottembt•e 1934). Se non è possibile sot toporre le truppE' a lpine a prove così severe comP q uelle a c ui vengono sot toposte le formAzioni dd l'a<'ronau t ica, d ella. marina, d elle colonie e d el genio, pm·e esse, dt-stinatt' a compi(•re sforzi considerevoli ad a ltitudini t& lora e levate, debbo no esse re selt-:r.ionate con de lle pro vo funzionali qua li la. misu m zione d P!Ia p ressione m edia P d ~>lla p!'<'&'> ione artE-ri osa in g"l!nert-. Gli AA. esaminano lE> condizioni fisiologichf' d e lla vita cii mon tagna : a nzitutto la marc in ric hiE-d e, per la P TPS<'nza di ostacoli vari, una collo bomzione CE'rebra le di cui non vi è necessità n ella marcia su strada ne lla. qua le g li uomini camm innno spesi>O m uno stato di aboliz ione completa d e lle facoltà psichiche; questi sforzi si compiono ad al tezze c he possono produrre il mal di monu.gna con i suoi sintomi nervosi. circolatori, d igestiv i; inoltre le difficoltà di ve tto vngliamento rendono J'alimE'n tazione diffioil<>. N aturalmente in guerm tali difficoltà si' a ccentuano tanto da rcmd{'re necessari o un secondo scarto per il reclutamento d ei pattugliatori, d{'gli scia tori, d f' i p orta foriti. Lo studio de lla capacità vitale insieme allo eaame raclioscopico polmonare sono eccellenti mezzi di valutazione, ma occorre per ossi un ins ieme di apparecchi non sempre fac ili a procurarsi e non rivela no Io stato della circolazione, come anche I'<'Sflme delle urine che c i svela solo a lbuminurie e glicosurie latenti. Solamen te l'esame de lla pressione arteriosa a riposo o d opo sforzo ci può illuminare circa lo stato d 'eq t1ilihrio cardio-Yascola.re c per la sua semplicità .potrà essere periodicamE-n te ripetuto . Gli AA. s i o ccupano sopmtt utt.o de lla pressione media S('nzn per queste toglit" re alcun valore alla d eterminazione della massima e d ella minima. J...a p ressione m edia è ,quella pressione ideale, di valore costante, che manterrebbe nel lette circolatorio una portata uguale a quella che nello stesso intervallo di t <'mpo dà la pressione varia bile che in realté. vi regna . .Mentre quindi la massima e la minima n on sono ch e d E'i valori momen tanei d ella p ressione che x·egolano la c ircolnriono, In media può es.o:;ere considemta come il fa t tore energetico essenziale de lla c irco lazione. Y AQlJEZ e DE CH.ArS EMART IX stuùiando lo. pres.o::ione negli sforzi hanno t rovnto che m Pn t re la massima s i e leva di m m. 40 la m edia ha un aumento di mm. 12 e che un aumento superiore ai rom . 30 t-d una diminuzione maggiore di rom. 10- 20 sono segni sospetti d i d eficien7..a cardio-vascola re. Go MEz e LA.JOIE ha nno trovato che la massima s i e leva di mm. 20-30, la minima s i eleva molto meno e la media p resenta una notevole invaria bilità. Queste ricerche nei corpi di t ruppa sqno intRressanti, perchè permet tono di svelare le piccole insufficienze cardiache e di classificare g li uomini in allenati, non allenat i e sovra-allenati. Nelle loro ricerche g li AA. s i sono servit i d ell'oscillometro del Pa chon e segnavano la massima alle prime oscillazioni net tamen te differenziate, la media Al momento d ell'oscillazione massimale, la minima q uando vi è un cambiamento netto nella forma d elle oscillazioni d ecrescenti. Gli AA. dop o uno s forzo breve e violent.o hanno ot.tE'n uto elevazione della p ressione da l5a 75 millimetri di Hg.; dopo uno s forzo vio lento e sostenuto: aumento p iù spiccato d ella minima che ritorna al normale in 2 minut i, mentre la massima rimane aumentata per maggior tem po, la m edia subisce piccole variazioni di 5-20 millimetri; si può dire c he essa. è relativamente .fissa. Quanc!o esiste una elevazione della media bisogna considerarla come p atologica . Uno s forzo prolungato e regolare d~· tcrm ' nu, un'elevazione de lla massima di mm. 5-10.
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RI\' ISTA DELLA STAMPA Ml'.:OICA ITALIANA E
STRM~UERA
N .. i !<Of!C:<'! ti a!Jpnnti si ha tu1 num r nto dP!Ia m assime l' di'Ila medi& con In (' un ritorno npido a l normale. Nf·i >~OJZ~('tti poco a l lcnr.ti si hn un nllungarnE'nto d E'l t E'mpo di ritorno al n c,rmn l" d t· lla nwd io e d:('IIA m nsE<ima. Nt'i ,;ogg<.-tti non allem.ti o SOVTl:l-aiiC>nati con lo sforzo la prcRSione m edia si aiC>\'1\ a m m. l :30 e In minima si abbt;,._.:q,, Gli AA. rit('ngono chi' è d a l complt>Sl!O cl\-llf' m isurazioni 'chP s i può trarre un giudizio ,;ul valon• funzionale d<'l sistt'ma cardio-vascolare (' <·hf' ogni anom«lin in un sPnso o nell'altro della p l'("f!Sione E' sopratutto un'elf'vazione e<:C<'l"!<iva, ogni ritardo nel ritornare iJ normale dopo uno sfono d ebbono essere consid('n,ti comE' p >tologici. Ltl de t('rminazione della prE>s..::ione mediante un ap parecchio S(>mplicf' e poeo comp licato pot.rebbe utilmente diffondersi ne lla pratica corrente militare per poter scflgliere gli uomini Pd anche p t>r clnAAificarli SC'condo le funzioni sp!'Cializ7.at•• c he >~i dE'bbono compiere. ~<for·zo
FLORIO.
IGJ.EHE G. SANnrorwr. -
« Balfllla • (Edit.. G. F avia, Bari).
Questa raccolta di d.iacorsi fatti in diverse occasioni e di articoli pubblicati in q uotidiani e in riviste ch e il distinto igienista di Bari chiiama m c.:destilmentt• u Asterisch i " son o dedicati all'educazione della g ioventù italiana. Arde vemmf'nte una fiamma di fede in quest-e p agine, il cui motivo dominante, come dice l'A.. ne è univoco ed inconfondibile: Educare la gioventù italiana, attroverso specia\. ment-e la scuola, dalla primaria oll'universitaria, perch è si formi quella ~ coscil'nza igienica • che sta a base di ogni p rogresso umano e quindi del potenziamcnto d e i popoli civili . I l fervore con cui il Fascismo dalla multifom1e attività ha affrontato il p roblema di un più saldo e p iù armonico svilupp<1 fisico e spirituale d e lla ~ioventù italiana è ampiamente dimostrato dall'Autore, che n e ha 8V1.1to fin dall ' inizio una larga visiont' . Tal uni cap itoli com€' « Ruralizzare l'f.>ducazione fisica •, "' N ettezza corpo1~·a Nl Pd~Jcaziom.> fisica "• • L 'educazione sessuale dei giovani c l'avanguardismo • intN(':<!;3llO molto da vic ino il m E-dico militare, il quale può rendere frs I'nl tro n otR\·oli servigi al pael*' con la sua mf'tod~ca e intelligente opera dj propaganda ip:iE'ni ea fm la g iovl'ntù chiamata alle arm1. Il piccolo balilla di oggi è il futuro soldato di domani, I'Italia.n o promo a difende r.-. i sacri diritti dc·lla Patria: tutte lo provvidenze e le cure che la gran· dlo:>a Istit.uzi o nt' rlel Regime n L'op era Nazionale Balilla D hA. per i fanciul li (' gli adolescent.i co minciAno g·ià a dare i risultati p revisti dal Sangiorgi. Qu~>><to piccolo libro scritto con stile SE'mp lice agile ed efficaci', permeato di amore f' di fede. <'ome clebbon o esser qul'lli che Ri rivolgono p articolarm<'nte nl p opolo. m••l'it<"l'•'bbt> veramente una larga diffusione .
Prove di vaccinazione sperimentale a mezzo del prodotti deJ.Ia lisi naturale del B. di KO!Ch (Giornale di Batteriologia e Immunologia, Yo l. XI1. 11. 6, giugno 1934·XII.).
SPANTER PL. -
L'A .. introduccndo una certa quantità di b. tubercolr.ri in un asc<'sso stc riiP dd can<' p i'<>ttoponendo quindi il pu~" Ùt'll'uscesso all'autolil'i in vitro, ha pN'pnrato i pr~ldo~t i di Autol_isi del b. tub.>rcolarf'. Con tal_i pr~dc;>tti_ ~n .e~ndotto un n. ;:;,~ril· dr f'Rp<'l'l<'nze c hf' rrporta n e l present<· lavoro. Da1 ctat1 rtferrtr S I nlf.'va come 1 pro dotti d Pila lis i naturale del b. tubf'rcolare. inc;ctllati, sia ali<' cavie cht> ai c onijdi 3- 6 mt>.~i prima d E'IIn i.n:fe zione spf' rim('ntale dPgli animali Sì<'ssi con uno do:<;• le tal e di b. tub.>r-cola re. svolgano una notevole influenza favorevol<' sul comp<~rta m ento e >"ulla t'voluzione del procf'sso infe ttivo, d eterminando un allungamento della Jumt a dolla vita d egli Animali vaccinati , in confronto di que lli n on nH··
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cinati. Dallo esperienze stesse non risulterebbe però alcuna azione terapeutica consecUtiva alla introduzione dei prodotti della lisi del b. tubercolare negli animali antecedentemente infettati. Secondo l'A.: • I prodotti di distruzione del b . tubercolare svolgerebbero una aziono considcrPvole nei riguardi dell'allergia e della immunità tubercolare, e Io studio del meccanismo dei proc<'ssi della lisi del b . tubercolare farebbe intravedere la possibilità dj utilizzare questo fenotneno nella immunoterapia della tubercolosi ». PIAZZA.
LEnoux L. - L'Igiene nelle piscine. (Rcvue d'Hygiène et de médecine preventive, ottobre 1934, n. 8). Tra i vari sports, il nuoto occupa oggi un posto addirittura preminente e, dato il gran numero di piscine pubbliche e private che continuamente sorgono in molte città, è n ecessario che l'igiene pubblica eserciti un opp ortuno controllo, sia per la costruzione, che il funzionamento e l'organizzazione delle piscine stesoo. L'A. si occupa anzitutto dei criteri da seguire nella costruzione dello piscine, sia per quel che concerne il materiale da impiegare, sia per quanto riguarda la sistemazione dci diversi locali accessori. Tratta quindi il problema del rinnovamento dell'aria, tanto nel locale della piscina, che nelle cabine e nelle sale d'aspetto, e passa poi esaminare l'importantissima questione dell'acqua, che considera nm suoi vari aspetti: riscaldamento, rinnovamento, depurazione. Il rinnovamento dell'acqua dovrebbe essere fatto almeno due volte al giorno curando, al tempo stesso, la ripulitura del fondo della piscina. In p ratica, porò, si cerca di combinare il rinnovamento con la dEpurazione, facendo in modo che l'acqua della p iscina entri automaticamente e frazionat11mente in un sistema di dt>p urazione, dal quale p oi ritorna. alla piscina stessa. Questa circolazione continua avviene in ragione di 100 a 150 mt:'t ri cubi per ora e quindi, per il circwto completo, che prende dalla piscina e ad essa riporta la totalità del suo volume di ac9.ua, occorrono parecchie ore. Di tanto in tanto, poi, la piscina è vuotata per ripuhre il fondo e le pareti con acqua. di Javel dilwta. Per la depurazione rispondono beno i grandi filtri a sabbia, contenuti in cilindri di acciaio nei qùali l'acqua si fa filtrare sotto p r<'S.'>ione. Alla supe1ficie del filtro si può stratifìcare dell'idrato di alluminio che ingloba le fini particelle e i microrgamsmi contenuti nell'acqua. La velocità di filtrazione può essere regolata secondo il bisogno. Prima che l'acqua, così filtrata, tomi alla piscina, si completa la depurazione con cloro (gassoso; ipoclorito; clomro dj calcio; etc.) in g_uantità sufficiente, a seconda della ricchezza dell'acqua in sostanze organiche. Questo trattamento col cloro può farsi, molto agevolmente, a m <'zzo di apRarccchi automatici. L 'A. ricorda anche come in certe p iscine la depurazione dell'acqua sia affidata all'azione oligodinamica di certi m etalli, specie dell'argento. Si occupa, infine, del p roblema del funzionamento di una pisciJ1a, sia per quel che riguarda l'educazione del pubblico che la frequenta, sia per quanto concerne i controlli batteriologici e chlmici, che possono garantire circa le condizioni di purezza delle acque destinnte ad uso sportivo ed igierùco della colettività.
ad
PIAZZA.
F . ARA. -
Sul comportamento di batteri del gruppo colf Isolati da ambienti d.lvenl.
(L'Igiene Moderna, n. 10, 1934),
La ricerca di un carattere differenziale biologico colturale atto a svelare la p rovenienza dei vari stipiti dj bncterium coli,e precipuamente la differenziazione fra il b. coli Esoherich, o coli fecale, ed il b . coli iierogenes, o coli ubiquitario, è sempre una questione aperta e di attualità. L'A., isolati alcuni ceppi di b . coli provenienti da tre «habitat» ' difierenti e p rccisumcnte: dall'intestino di uomini adulti saru, dallè acque superficiali di tre fiumi e dalle acque di tre pozzi situati nell'abitato della città di CEilpi, le cui opere di presa erano apparentemente in buone condizioni di p rotezione e di conser6-
GioTnale di medicina militaTe.
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vazione, ne ha esperimentut.o il comportamento sui terreni di Koser-Simmons e di Pulcher, la resistenza al fenolo, la produzione di indolo, l'agglutinabilità con i sieri antitifo- parati.fici. Di fronte a questi vari saggi, sebbene non tutti i ceppi a seconda della loro provenienza, abbiano totalmente e nettamente un carattere differenziale costante, tuttavia p er i risultati di rapporto. percentuale raccolti molto accuratamente in chiare tavole, l'A. conclude mettendo in luco alcune caratteristiche biologiche colturali p ossedu te dai vari gruppi di ceppi, che possono servire come criterio differenziale fra il coli focale e ':l.uello iierogenes. Intanto nelle acque profonde riscontrò con fre que nza ceppi di coli identificabili coll'iiorogenes perchè fanno virare ji terreno di KoSf\r e si sviluppano su quello di PuJcher , non producono indo!o,.sono pochis.<>imo resistenti al f<•nolo e vengono agglutinati dai s ieri antitifoparatifici, ment.re per contro, i ceppi di coli che p oSE;eggono di fronte ai saggi s udd<'tti qualità opposte, sono da considerarsi di provenienza fecale ed il reperirli in acque è indice sicuro di inquinamentQ fecale e recente. Voltmdo ancora l'A. espe rimentare, se, come ritiene, i germi del gruppo coli nelle acque profonde subiscano una selezione che lascia sopravvivere il t ipo iicro· genes più idoneo alla vita idrica, oppure vadano incontro ad una mutazione, ha seminato un coli fecale in un pallone contenente acqua di conduttura priva di coli e ne ha seguitQ per 5 mesi le eventuali mutazioni. Pur ammE-ttendo che le condizioni dell'esperimento in vitro sono molto dir· ferenti da quelle naturali, l'A. notò ne llo stipite insemenzato solo una diminu· zione de lla fcnolorcsistenza ed il comparire di una lieve sensibilità alla aggluti· nazione con il siero anti paratifico B, ment re conservò immutati a ltri carat.t.t•ri specifici del tipo fecalb, quali la produzione di indolo, il non attecchire sul terreno di Pulcher e la mancanza di viraggio sul terreno di Koser.
E. DE ALEssx. MEDICINA INTERNA
E. URBACH. -
Parallergla e metallergla. (Kiinische Wochenschrift, n. 40, 6 ot.·
tobre 1934). I l f(lnomeno comploSE;o e di non sempre agevole interpretazione e comprm· sione, l'allergia, espressione, S(:'condo forse la maggior parte degli autori, di uno stato d'immunità e d'ipersensibilità di un organismo, verso un agente morboso o altre ~$<>Stanze, in seguito a sistematiche ricerche da nume rosi autori p raticatf', s'è dimostrato come parte soltanto di uno stato biologico particola.r e, molto più vasto e complesso, dell'organismo, il cosidetto stato p atergico o patergia e che sts a base di molti fenomeni osservati nel campo clinico e sperimentale, riconosc<'nti nolla loro intima essenza meccanismi biologici fondamentalmente identici. t:na revisione dei risultati di queste ricerche l'autore ha ritenuto necessaria ad evitart> che tale concetto p erda il suo contenut-o preciso. Accanto all'allergia, esprcSE;ione di una reazione speci.fica a.ntigen~c~anti· corpo, Moao e KELLER designano col nome di p arallergia quel fenomeno biologiro. che nell'organismo speci.ficamente sensibilizzato si osserva e consistente nt>llo capacità d i esso a reagire ad antigeni diversi (parsntigeni) con fenomeni all!'rgi ri, clinicamente p arò differenti da quelli determinati dal primo antigone , cioè qu.-Jio specifico. Come esempio di parallergia gli a utori riportano il diventar posit.iva ddla reazione tubercolinica, di Schick e di Dick 9-12 gion1i dopo la vaccinazione anti· vaiolosa o la varicella, il manifestarsi dell'angina vaccinale, dell'encefalite 'llll('· cinale, dell'enct>falite paramorbillosa. Fenomeno parallergico è ugualmente consi· de rato il riattivarsi di lesioni bacillari polmonari in coincidenza dell'inft>uoue grippale, della pertoSE;e, de l morbillo; secondo VEIEL e BERGMANN il riattivan:i di un'appendicite, di una colecistite, di una pielite nel decorso d i altre inft·zioni. BmLTNO d'altronde ha dimostrato sperimentalmente che in conigli allergizzati ron ~cilli di K?c~ l'in~roduzio.n~ di ~tteri di .per sé _apatogeni detennina fenomeni sioroeSE;udatiVl ed infiltrat1V1 gravi e persmo flUidificazioni cavernose.
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Accanto a questi fenomeni di ìperst111sibilità parnllergica sono stati ben m essi in rilievo altri fenomeni di ipo o insensibilità parallergica. È noto che malattie da infezione (morbillo, tifo, influenza) possono indebolire o annullare reazioni al· lergiohe, così l'viAYER e KAROZAK in seguito a vaccinazione antitifica notarono chiaro indebolimento d e lla Pirquet. Analogamen te va interpretata l'osservazione fatta durante il d ecorso di una malattia acuta in asmatici, nei quali gli accessi spesso mancano lungamente . Ancora in un organismo specificamente sensibilizznto e nel <J,uale di tale stato residuano scarse manifE>stazioni o queste mancano d el tutto. SJ può per azione consecutiva di un antigene diverso provocare una reazione a llergica specifica, come per azione d e l primo antigene specifico. Tale particolnl·e fenomeno, da Mo ao e K:Et.LER d esignato anche come parnllergia, l ' A. ritiene più opportuno indi· care col nome di allergia metantigenetica o metallergia, in quanto la reazione riveste i caratteri d e ll 'allergia (reazione specifica antigene- anticorpo), ma essa non è provocata d a ll'antigene specifico, ma da tm antigene diverso, il metantigene. La me tallergia è la conS('guenza lontana e di lunga durata d ello stato allergico e porta s icuramen te al la pa.tergia non allergica poi ivalente, cioè ad un'aumentata eccitabilità non specifica d e i tessuti da parte di parecchie sostanze antigeni e per le quali s i r.mmotte in part.e un gruppo spec.fico, in parte un gruppo ~llergico comune. Con la conoscenza d e lla me tallergiA. noi poss iamo ora chiarire molte osservazioni finora oggetto di aspra discus.<>ione; così la reazione cutanea che su animali tubercolotic i si ha con de uteroalbumosi (Matthes) ed in uomini ugualmente tubercolotici con albumine estranee, la daccensione di vecchi focolai non t"ubercolari mediante l'iniezione di tubercolina (Sorgo); ancora l'osservazioni fatto da anni da WEICRAADT. che in organismi sensibil iz7-ati si può esaltare la capacità alla formazione di anticorpi specifici s ia per azione di stimoli specifici che non sp<>cifici; si provoca così una renzione metantigcnf'- anticorpo. Una reazione m etallergica dimostrano ancora le ricerche sperimentali di Fabry, il quale, inoculando a conigli ogni cinque giorni sottocuto 5 cc. di albumine diverse, constatò che questi dopo parecchie iniezioni reagivano anche verso un'albumina fin allora non u sata, come pure le rice rche di BrELING il quale immunizzando cavie con una d eterminata specie batterica osservo dopo un certo tempo che in esse si abbassava il contenuto in anticorpi, che si poteva però far risalire m edian te iniezioni di proteine di altra specie batterica e persino dì origine non batterica (metantigeni); ancora un organismo ricco in anticorpi reagisce prima con un metantigene che un organismo che ne è povero. Tale processo da "YI' EICHAAD'l' chiamato << immunizzazione non specifica », l'A. in base alla comparsa di fenomeni allergici specific.i sotto l 'azione di un metantigene ritiene più gius to far rientrare nel dominio d ell 'allergia metantigenetica o Jnetallergia. Ne l campo clinico URBA CH porta a dimostrazione eli tale stato biologico l'eczema ve rum infantum, in cui il piccolo bambino, scnsibilizzato verso la chiara di uovo nella vita intrauterina, reagisce con sistemi allergici non solo ad iniezioni di essa, ma anche se viene stimolato da altri fattori esogeni ed endogeni; certe allergosi (eczemi alle rgici rec idivanti d egli adulti, neurodermiti, parecchi casi di orticaria, fenomeni allergici gastro- intestinali), in cui dopo lunga stabilità non l'allergene specifico, ma an.che metantigeni possono provocare reazioni specifiche evidenti. Importante è l'applicazione d e l concetto di metallergia nel campo pratico, in quanto può servire di base alla comprens ione d ella tex·apia finora detta non specifica de ll'allergosi. Così si comprende la cura a base di iniezioni di peptone, la cura di sole, di luce, di acqua, in quanto si provoca un'aumentata formazione di anticorpi d e lla cu te e pertanto l'A. tale terapia designa col nome di d esinsibilizzazione m etaspecifica. . Cospicuo quinui è il contributo che la conoscenza dello stato patr:rgico .. p orta alla comprensione di fenomeni finoru oscuri o ùivtmmmente intecpretuti; per esso m eglio risalta l 'importanza del fattore terreno, nelle sue modificazìoni molteplic i, ne l determinisno patogenetìco, clinico e terapeutico di molte forme morbose.
R. D'ALESSANDRO.
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U.
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BACCARANI. -
Le rlnobronehltl pseudotubereolarl. (La Medicina internazio·
naie, agosto 1934-Xll). Molte malatt ie possono avere la jaciea clinica della tubercolosi ed essere poi di t u tt'altra natura.; ciò è dimos trato sovante dal fatto che amm alat.i, inviati in sanatori con la diagnosi di t ubercolosi polmonare e sottoposti ad ulteriore osservazione, hanno visto, con loro immensa gioia, abbandonare la. precedente diagnosi. Una. delle forme più interessanti di: pseudotubercolosi è quella mppresentata dalla rinobronchite cronica, che alle volte può assumere un decorso ed un aspetto così simile a quello della tubercolosi da rendere assai indaginosa la d iagnosi differenziale. Le rinobronchiti croniche, cioè quelle bronchiti che hanno il loro nutrimento etiologico e patogenico in un'affezione nasale, sono molto frequenti nella pratica come tali ed anc he sotto la forma di rinobronchite pseudotubercolaro. Tutte le malattie capaci di p rovocare e di mantenere una stenosi nasale (deviazioni e deformità dell'apparato scheletrico del naso, infiammazioni c roniche della mucosa nasale con le relative conseguenze, polipi nasali, vegetazioni adenoidee, ecc.) possono diventare la causa di una rinobronchite cronica. Gli ammalati affetti da queate forme bronchitiche hanno tutti i segni di una tubercolosi p olmonare iniziale: si lamentano di malessere generale e gmnde astenia, sono un p o' denutriti ed oligoemici, hanno qualche dolore alle spalle, qualche colpo di tosse con un p )' di catarro specie la mattina., dichiamno di aver p oco appt>tito e digestioni la boriose, presentano una febbretta vespertina, qualche sudore notturno, ecc. All'esame obbiettivo si ha: respiro ruvido su tutto l'ambito respiratorio, respirazione m olto sensibile e nella regione apicale del lato della stenosi nasale si constatano i segni di un lieve catarro. Questa coincidenza, cioè riscontrare i s intomi, di un catarro apicale proprio dallo stesso lato della lesione nasale, è m olto importante e deve risvegliare nel medico il fondato sospetto di essere di fronte a una rinobronchite a tipo pi3eudot ubercolare. La psrcus.~ione è invece del tutto negativa: rammen ta, p s rcuotendo molto
sup3rfìcialmente, si può rilevare una lieve ipofoneai di un apice specie quoUo oor· rispondente al lato della stenosi nasale. L'esame radiografico, se non esistono contemporaneamente lesioni tubercolari è negativo. Il p olso è p oco frequente, p roporzionale alla fe bbretta e allo stato genere le. Queste forme di rinobronchiti oscillano facilmente, m olto più della tuberco· losi p olmonare, in rapporto .alla stagione. Naturalmente in q uoste forme di rinobronchiti pseudotubercolari manca il bacillo di Koch nello sputo e mancano pure le fibre elastiche. Cdrto che desistere dal p orre una diagnosi di tubercolosi pol.monaro davanti a simili casi clinici non è facile cosa, ma la p ·r atica, istruendo quotidianamente il m edico, ha di molto facilitato il compito de l terribile momento in cui s i diagnostica. un caso di tubercolosi. A trarre poi in erro.r o il medico poco pmtico di queste curiose forme di rinobronchiti, alle volte concorre il fatto che la lesione nasale può essere lieve, tanto da pass~re inosservata allo stesso malato; e l'esame obbiettivo, in questi casi un p o' indaginosi, dev'essere praticato da uuo spacialista, ma da uno specialista con mentalità m edica. Queste rinobronchiti pseudotubercolari guariscono abbastanza facilmen te quando il medico ha fatto la diagnosi esatta ed ha consigliato le provvidenze tem· peutiche n ecessarie. È ovvio dire che è molto grave non ri.conosoere un ammalato di tubercolosi p olmonare, ma anche più grave è dare l'etichetta di tubercolosi ad un ammalato che ha una semplice rinobronehite pseudotubercolare. Nell'e~me dell'apparato reapiratorio non deve essere mai dimenticato l'appa rato nasale. Certo che sarebbe una leggerezza imperdonabile o pericolosa se si volesse • ammettere in tutti gli affetti da insufficienza nasale e da bronchite discendente monoapicale una forma d i rinobronchite pseudotubercola.re. Ci sono dei oasi, e non sono purtropp o rari, nei quali nello stesso soggetto s i ha una rinobronchite e una tubercolosi p olmonare iniziale e le due formo m or bose possono vivere in perfetta simbiosi clinica nello stesso individuo.
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Di fronte quindi a un ammalato con sogni manifesti di una rinobronchite il medico ha il dove re di eseguire o far eseguire tutte le ricerche necessarie per esclu· dere Ja eventuale coesistenza d i una forma tubercolare. S i comprende facilmente la grande importanza di tale pratica e per ragioni di profilassi e anche per la cura. S. VITALE.
Il tubo digerente e Il sistema nervoso autonomo nella poliomielite ( Journal of the Amcrican Medica! As.<>ociation, 15 sette mbre 1934). Fra le a lterazioni iniziali d ella poliomielite sono assai importanti queUè relative ai disturbi d el tubo gastro-int<:stinale. Secondo quanto viene riferito in un articolo oditorialo de l J oumal, g ià molto tempo fa è stato de tto che la poliomielite è una malatt,ia a sede pr·imitiva inte stinale da cui l'agente infettivo poteva esser tras portato a i cent.ri nervosi p er la via d ei nervi simpatici. Questa tesi sembrò cadere de l tutto quando er;perimentttndo largamente su animali, cui si e ra fatto inj:!erire de l virus poliomie litico, non si potè mai vm·ificare lo scoppio de lla malattia. Fu allora che prevalse il concetto d e lla p redominan te importanza dello vie aeree superiori, come principale porta d 'entrata d el virus. R ecen temente però numerose ricerche sperimentali di Clark e altri hanno riafformato il valore deJJe prime osservazioni: difatti se s i inietta direttamente il virus in un'ansa intestinale della scimmia, ne lle feci successivamente raccolte o in un dializzato di esse si trova un virus che inoculato in altre scimmie p uò p rodurre una poliomielite tipica. Passando nel campo clinico, il1'oomey ha pubblicat o ultimamente il r :sultato di una !urga serie di osservazioni confermando che disturbi gnstro intestinali caratteristici s i hanno con grandissima frequenza in pazienti di p oliomielite in fase iniziale (251 volte su 386 casi). In molti di essi si ha paralisi acuta d ell'intestino ribl•lle alle cure usuali. Si possono pure notai"e associati disturbi d ella escrezione urinaria riferibili a pa ralisi transitoria d ella vescica. Iniettando sottoc u te a d elle cavie piccole quant ità di feci o di orine appat·tenenti a malati di poliomie lite si produco una mortalità d ii gran lm1ga più grande che non usando del materiale pro veniente da soggetti normali. Lo lesioni osservate nel midollo spinale delle cavie presentano grande rassomiglianza con que lle viste abitualmente nella poliomielite. La iniezione p reventiva di siero di convalescenti o di siero ottenuto durante i primi giorni de lla malattia preveniva del tutto o atte nuava i sintomi degli animali cosi trattati. 1'oomey e D ettingen hanno anche dimostrato che la perfusione dell'intestino di coniglio in vivo con emulsioni di feci provenienti da animali infettati colla inoculaziono intracranica di virus poliomielitico produceva tma p rofonda depressione d ella muscolatura intestinale, che non era più capace di reagire al cloruro di bario ad alta concentrazione, per lesione diretta d ella muscolatura stessa. Altre osservazioni ci dimostrano per altra via la partecipazione d el tubo intestinale n ella poliomielite : nella fase acuta di e ssa, ad esempi.o , il potere agglutinante d el sie r<> sanguigno ne i riguardi dei germi d e l gruppo tifo-coli è più basso che n_on n e lla convalescenza. Controlli numerosi eseguiti relativamente ad altre malatt i e acute non fecero rilevare eguale fenomeno. Ino ltre, quando le sc immie vengono inoculato cere bralmente con virus poliom~elitico, occoiTe un p n iodo di una. settimana e anche più prima che si manifestmo i fatti paralitic i. Invece, se il virus prima d ella iniezione è mescolato con filtrati d i vecchie colture di germi del gruppo tifo-coli può sviluppare una emiparesi in 24 ore, una quadriplegia in 2-3 giorni. Questi fatti unitamont6 ad altri dimostrano che il tmtto gastro=intestinale ha una importanza ne i riguardi d ella poliomielite assai p iù importante di quello che si creda. generalmente. Dagli esperimenti di Toomey, p raticati su larga scala n~lle scinunle, appare certo che la p oliomielite p u ò svilupparsi avendosi comè porta ~ entrata. il tubo digerente. Rimane però da p rovare se nell'uomo è attraverso l'mtestino che usualmente si sviluppa la malattia, non dovendosi infatti dimenti· ca~e che il tubo digerente dell' uomo ha particolarità speciali, non possedute dagli anunali da esperimento, comp resa la scimmia.
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Malgrado queste diverse riserve è indubitato che gli ingegnosi e anche faticosi esp erimenti d el Toomey hanno ravvivato, dandole una considerevole concretezza, la ve cchia ipotesi de l Sicard risalente al 1906, secondo la quale il virus caratteristico della poliomielite può esser assorbito dalla cavità intestinale attraverso le fibre grigie dell'intestino e trasmesso al midollo spinale p sr mezzo d ei nervi simpatici, onde la importanza d el s istem•t nervoso autonomo nella patogenesì de lla infezione. BERTOLUCCI.
O. MUNTsca. -
Intorno a un nuovo metodo (jelllnek) di respirazione artificiale. (Dìe Medizini..'.!che We lt 1934, n. 31).
Ne l IV Congresso Internazionale sulle Istituzioni di salvataggio e Pronto soccorso, tenutosi a Kopenaghen nel giugno 1934, il dottor J e ll ine k, di Vienna, riferl su un nuovo me todo di r m.- pimzione artificiale da lui proposto. Tale metodo cons iste in ciò: si corica il paziente sul dorso, appoggiando la spina dorsale sopra un cuscino (coperta di lana, carta) in modo da lasciare quasi sospese le parti Jatt'· rali d el dorso; sì esercita quindi, ad ambo i lati, sulla t esta dell'omero, all'attac· oatura d ella scapola, una forte pressione in basso (primo tempo); poscìa si lasc iano andare rep entinamente le parti del braccio e d ella spalla c he e mno stato abbassate (secondo tempo). Con la r egolare ripetizione di questi movimenti s i produce una scossa sul tomce e Const'guentomente si ottiene un'attivazione d E'i movime nti respiratori. Con questo m etodo, secondo Jollinek, si evita il pericolo di fratture , ecc., che p ossono verificarsi adottando il metodo Silvcster. L'A., però obbietta che in origine il m etodo Silvester consisteva unicame nte in movimenti dì distensione antero- laterale d e lle braccia, e che solo più t~ rdi furono aggiunti i movimenti di pressione sulle costole, per renderlo più attivo. Inoltre col nuovo m etodo Jellinek non si evita uno d e i pericoli maggiori dd metodo Silvester, pericolo rappresentato dalla posizione d e l paziente che rende p ossibile l 'abbassarsi d ella lingua e con ciò la chiusura d elle vie respimt.orie (questa obbiezione fatW. al metodo Sìlvester è notoriamente la ragione per cui alcuni praticano la respirazione art.ificiale secondo il m etodo Schafer). È vl:'ro che il J E'Ilinl:'k p ropone dì mantenere libere le vie respiratorie mettendo ne lla bocca aperta d el paziente uno o più dita contorte della sua st-essa mano, pos izione qu Psta tipica dì quas i tutti gli asfissiati: il peso della mano e del braccio tien0 abbas.c;ata la lingua restando così libero il passnggio per l'aria: ma è da notare cho col procedimento di respirazione artificiale proposto da J e llinek la p osizione del braccio e con c iò anche d ella mano e delle dita vengono ad alterarsi, e che ben !'?resto lE> dita scivolano fuori dalla bocca. Inolt.re praticando la respirazione artificiale le dita m.8ntengono per brove tempo la p osizione contorta, la quale soltanto è in grado di garantire una sufficiente pressione sulla lingua. Lo stes.c;o J ellinek d 'altm parte ammette c he il suo metodo non dà una ventilazione cosi abbondante come s i ha col m etodo Silves te r. Pertanto l' A., non ved e la ragione per cui i metodi di respirazione artific iale d ebbono essere arricchiti di procedimenti meno attivi, ed anche dopo i risultati de l Congresso di Kopennghen ritiene che il m etodo Silvester sia finora superiore a tutti gli altri metodi. Se in passat-o vi sono stati d egli insuccessi adottando un tale m etodo, essi non parlano contro il metodo stesso, ma si debbono attribuire ad un errato impiego d el medesimo. FERRA.LORO.
CHJRURGIA GENERALE
N. BARDEsco. -
Sull'ernia epigastrica occulta. (Revue d e chirurgie, ottobre
1934-XIII). L 'A., d esigna sotto il nome di ernia epigastrica occulta quei casi ne i quali il tumore erniario è così p oco e vidente da p otcrlo difficilmente riconoscere all'E'S8DlO c linico, per cui i disturbi cui dà luogo ve ngono riferiti, p~r l'assenza d <'l t umore, ad altre affe zioni di organi addominali, e sp ecialrn.e nte de llo stomaco. Per questo
RIVI!lTA DELLA SPAMPA llfEDIOA ITALIANA E STRANIERA
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fatto tali ernie meritano una particolare atwnzione, essendo indispensabile, per dare ai malati una gual'igione completa, una diagnosi esatta ed un trattamento chirurgico il più precoce p ossibile. L'A., conside ra questn ernia non come una varietà clinica a sè, ma come una fase di sviluppo delle ernie comuni, fase di inizio, carat terizzata soltanto da speciali manifestazioni dolorose e da disturbi gastrici di natura riflessa. Clinicamente, semprechè siano state p rima escluse lesioni determinate di organi profondi, il punto e rnario s i può d etBrminare con l'esplornzione attenta de lla r c:-gione , attraverso un esam e ripetuto del malato e p<.Jr mezzo della p alpazione eseguita in differenti p osizioni. I n questo modo si potrà. vedere, qualche volta, un p iccolo nodulo molle , come un lo buio di gra sso non d('pressibile, dolente alla p ressione sulla linea xifo-om!x>llicale; altre volw, scorrendo con il dito lungo la medesima linea, si potrà. scoprire un ptmto doloroso che provoca delle contrazioni di difesa. L 'A., poi, dallo studio d e i numeros i casi di ernio cpigast.riche occulte venute alla sun O*IRI'r·vazione con la s intomatolog ia rifcrentesi a lesioni d ello stomaco o d ell'appendice, trne le sPguenti conclus ioni per dimostrare l'interesse pratico che presenta la conoscenza di qu<•ste ernie : 1 ° cht> bisogna esplorare attentamente la. linea. xifo-ombellicale in tutti i casi in cui il tumoro ern iArio resta nascosto; 2° eh<' l'ernia epigastrica occul ta, nella maggioranza de i casi p resenta tutti i caratteri d(>ll'ulct'ra d ello stomaco, la cui sintomatologia poi scompare dopo avere operato soltanto l'ernia; 3° c he le gastrorragia (ematemesi-mclena) che accompagnano qualche volta le ernie epigastriche occulte, scompaiono d opo l'operazione d e ll'etnia, ciò che dimostra c he non esistevano lesioni ulcerative concomitanti con l'ernia epigastrica; 4 ° che s i p otrà stabilire una diagnosi esatta quando l'esame radio logico è confetmato dall 'esame c linico. L o studio di questa affezione è completata dalla esposizione di numerose o~>.~ervnzioni cliniche, nt'llo quali i grandi disturbi gast1·ici sono scomparsi unicamente in S('guito all'opt•razione dell'emia epigastrica occulta e la guarigione si è mnnw nuta tale per molto tempo senza c he gli ammalati avessero seguito alcun trattamen to o regime dietetico speciale. MANIERI.
TRAUMATOLOGIA A. CoMou..r. - Un segno patognomonfco df frattura dell' omoplata. ( La Presse Mòclicale n . 55, ll luglio 1934). L'A. nel 1932 ha d escrit.to un s<'gno che aveva trovato in parecchi casi di fratturo de ll'omoplata consistenti ne ll 'insorgenza, poco dopo il trauma, di una. tumefazione riproducente p resso a poco la forma d el corpo della scapola. Questa tume fazione triangolare sembra dovuta al formarsi di un copioso versamento sanguigno nelle tre logge sopra, sotto spinosa e sotto scapolare. n triangolo, sotto la pelle, appare diviso dalla spina dell'omoplata. in due triangoli, il più piccolo in alto, il più grondo in basso. Questa tumefazione appare nelle prime ore dopo il trauma e persiste per otto o nove giorni, poi comincia a diminuire: il sintoma non si trova, naturalmente, nelle fratture dell'acrornion e d ell'apo&i c01-acoid e , ma si p uò presentare. non costantemente, in quelle d el collo chirurgico d ella scapola. Altre volte il sintomn può mancare e ciò avviene o per mancata lesione di vasi importanti oppure quando i muscoli e le aponevrosi sono fortemente lacerate ed i frammenti notevolmente spostati, in modo che le logge osteofìbrose sono largamente aperte ed il sangue non vi si può raccogljere. Quando questo esiste esso è caratteristico e patognomonico .d elle fratture d ella scapola ed è molto utile nella pratica in quanto, spesso permette di f~re la diagnos i prima di procedere nlla palpazione. Il lavoro è coiTedato da chiarissime figure e. da nitidi radiogrammi. PLASTI NA.
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RIVISTA DlllLLA STAMPA :.IEOICA ITALIANA E STRANIER A
L . HounARo e J. JunET. - Valore del metodi attuali di osteosintesi con fissatore esterno nell'adulto. (Journal de chirurgie, novembre 1934). Antica è l'idea di realizzare l'osteosintesi con fissatore esterno. I vantaggi del metodo sono: allontanare il materiale metallico dal focolaio di frattura e dal callo osseo in formazione; praticare tutte le manovre esternamente all'arto e a distanza dalla regione d el campo operatorio; immobilizzare leve ossee più lunghe; infine p oter semp re abolire l'apparecchio gessato e mobilizza r a prest issimo le art.icolazioni vicine, donde migliori effetti funzionali. Gli inconvenienti rilevati da alcuni AA., e le obbiezioni mosse sono le seguenti: p rima di tutto le difficoltà di ap plicazione d ell'app!U'ecchio. Ma questa obbiezione cade con gli apparecchi attuali di facile applicazione e controllo. P oi l'intolleranza d e i tes.o;uti di fronte alle viti m etalliche , guida ideale dell'infezione dall'est.erno verso il focolaio di frattura. Ma l'esp~rienza sta a provare che queste sono sop ratutto obbiezioni teoriche. D unque piuttosto che contro il m e todo in sè stesso, è contro i m ezzi da ndot.· tare per m etterlo in pratica, che si p os«ono trovare critiche per condannare il p rocedimento di osteosiotesi con fissatore esterno. P er ottenere buoni risultati gli apparecchi devono soddisfare a due condizioni essenziali: esser e di facile applicazione, dare una rigidità assoluta. Oggi è in uso il fis.cmtore di Ombredrume, ma si applica n el fanciullo. Boev er per il p rimo n e l 1931 h a ideato u n apparecchio molto ingegnoso, cho peraltro presenta qualche p iccolo inconveniente, eliminato dagli AA., adottando il dispositivo ideato da H. Judnt, che si fonda sullo stesso principio, ma è più semplice. In esso la guida a contatto con l'os.o;o è soppressa, ed il suo ufficio viene adempiuto dal tutore esterno, c h e si fissa sul grande fe rro ad L di Lambotte. il quale mantien e la riduzione. D elle lingue tte p erme ttono di variare la sua posizione o m e ttere le viti in orientazion t- e situazione convenienti. L'esp erienza ha dimostrato che q uesto d ispositivo risp ondo bene; la contenzione d e i frammenti è migliore, e vi è la possibilità di correggere , con l'aiuto di radiografie o sotto il controllo diretto d e i raggi, i possibili e rTori commessi facendo p enetrare troppo o insufficiente mente, una o più viti n ell'osso. T ECNICA. Ecco alcune regole essenziali da osservarsi nell'applica~ione di q uesti apparecchi. D ep eriostare il meno p ossibile l'osso e piazzare le viti il p iù lontano possibile dal focolaio di frattura. L e viti d evono attraversare la corticale, la m idoiiare e }Y.'lnetrare app~na n ella corticale opposta. Ad evitare di infossarle trop po. è conveniente perforare col p unteruolo solo la prima cotricale, quindi introdurre la vite, e, quando si avverte una resistenza, an·estarsi dopo aver fatti, co lla vite stessa, 2, 3 giri circa. Altra regola da osservare infine è di n on fissare l'apparec· chio nelle vicinanze immediate di nervi imp ortanti o di gros.'>i vas i. Le c ure postop sratorie sono molto semp lificate. Bisogna p reoccup arsi al p iù p resto delle vicine articolazioni e mobilizzarle subito. L 'allontanamento d c ll'appa · racchio non presenta alcw1a difficoltà e si fa sen7A anestesia. Il tempo di consoli· dazione varia da individuo a individuo, e d è in rapporto a vari fattori. Gli AA., n e i casi da essi osservati hanno trovato, come termici massimi, 40, 100 giorni p .•r la comp leta consolidazione . Il controllo dell'andamento di questa, prima di tog liere definitivamente l'apparecch io, è molto facile : basta allentare qualche vite e far uscire il fissatore p er esplorare la solidità ossea. I risultati lontani sono ottimi, grazio all'assenza di rigidità ed atrofie . Il metodo di osteosintesi d escritto risponde bene anche n elle fratture a ntiche e nei casi di p :;eudo artrosi, ed è p articolarmente indicato dop o la riduzione sotto cutanea di alcune fratture, ad esempio quelle d ella clavicola, fac ili a rid ursi TJ\1\ difficili a contenere. E _non è temerario tentare la immobilizzazione con qu<'sto p rocesso di sintesi anche nelle fratture esposte, in quanto che la sorveglianza d ella lesione . le medicature di essa e le irrigazioni continue, p ossono essere rnolt,o m ogi io assicurate che con la immobilizzazione g essata. Ad evitare l'insorg('lnZG di oste ite grave ed estesa, chiudendo t ropp o p resto il midollo osseo infetto, M:. P roust, hn propo~to l'impiego di caviglie cuve c he p ormcttono il ùrormggio e l'irrigazione dd lu cavità midollnre . . Gli AA., concludono esprimendo la convinzione che il procedimento di osteosintesi con fissatore esterno a cquisterà il favore d e i chirurgi e vedrà estendere le sue indicazioni a casi sempre più gravi.
RIVISTA D ELLA S'rAMPA l\1EDICA ITALIANA E STRANI ERA
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Sono riportati 27 CflSi, molto dimostrativi di fratturati che hanno avuto il trattamento di osteosinoosi d escritto, con risultati ottimi. Le osservazioni degli AA., sono corredate da 21 belle e nitido radiog1·afie. SALSA NO .
NEUROPSICHIATRIA S. KaAus. - Alterazioni post-corelche della personalità. (a Schw. Arc h. f. N cur. u. P sy. • , I fase. 1934). Allo scopo di mettere in rilievo le alterazioni della personalità che si stabiliscono in seguito a un'affezione coreica l'au tore ha p reso in esnm e 24 casi che avevano soffe rto preced entemente della malattia, ora molto tempo prima, ora solo
da qualche anno.
N ella gronde magg iornn~a d oi caRi fu dimostrata una tara psicopatica schizo. frenica tanto cht' per l'autore s i può ri tenere che la corea sia una malattia da infe zione però condizionata (bedi·I'I{Jte) da predisposizione morbosa insita a particolari territori ce re brali che sono quelli ben noti per costituire il sub-strato anat.omico d ella corea d el Sydenham. L'autore affe rma d 'essere riuscito a dimostrare in tutti i casi studiati la presenza totale o parziale di que llo che egli chiama «complesso sintomatico coreico • costituito da ipercincsie, dn sint.omi novmstenici o psicastenici, da alterazioni d el carattere presso a poco iden t iche in tutti i casi, da attitudini di vita anomale e da un modo peculiaro dli reagire di fronte agli stimoli ambientali. In 17 ca.c;i, perciò, ha riscontmto s intomi ipercinetici caratteriz7.ati da tic, tremori, irrequièwzza rnotoria; in 12, sintomi nevrastenici (fàèlle esnuribilità al lavoro fisico e mentale, ce.ifalea, vertigini) in 16, sintomi psicastenici (stati osses.c;ivi e angosciosi, volontà fiacca, ecc.). L o unomalir d r> l oo.ra ttere, comuni a tutti i casi, appaiono s opmtut to contras· s egnnte da irrito,bilità o susct-ttibilità m orbosa, diffidf'nza con t onut>nza a viver~ appartati da tutti c nd agire prepot ent0monto ne i comuni contrasti d ella vita. P 0r· c iò questi malati, nolle loro possibilità di vita sociale, appaiono, come dice l'autore c coartati • da questa loro incapacità d'adattamento all'ambiente. Essi nell'insieme d elle loro carattoris·t iche psichic he possono essere a giusto diritto ravvicinati al ben noto temperamento schizoido di Kretschmer. I rilievi fatti dal Kraus in questo studio servono a mettere in guardia lo specialista militare che sia troppo corrivo- in sed e di osservazione ospedaliera a ritenere idone i al se rvizio militare soggetti che, ave ndo sofferto in pt·ecedenza di corea minor, non presentano in atto sintomi neurologici appa1·iscE>nti. Uno studio fine e accurato d ella personalità che darà risultati tanto più concreti quanto più a lungo venga protratto, servirà a m ettere in evidenza le turba caratteristiche sudescritte. Tali anomalie se passano inosservate ·nell'ambiente domestico ove il paz. non incontra per lo più gmvi conflitti, affiorano facilmente estrinsecandosi con la. fenomenologia dello schizoide, appena il giovane, distolto dalla quiete d el proprio focolare, venga messo a contat·t o colle necessità della vita collettiva in g enere e coUe restrizioni imposte dalla vita militare in particolare. P er questi anomali è perciò più che mai opportuna l'applicazione d el 2o capoverso dell'articolo 27 del nostro Elenco Imperi. e Infe r., che riesce già di tanto utile applicnzione in parecchi e disparati stati morbosi e che .è stato creato allo scopo di tRner lontano dalle file dell'Esercito la mas.~ rilevante e caotica, dal punto di vis ta etiologico, degli anormali psichici che, per essere a cavallo fra la sanità e la p~zzia, d evono essere giudicati non soltanto per se stessi non idonei ma pregiudizievoli per la compagine d ell'Esercito. SA CORETTI.
COIFEREIZE E OIIDSTRlliDII CLIIICHE IULI OSPEDALI IILITUI ELENCO E SOMMARI DEGLI ARGOMENTI TRA'I"FATI (Dal proceul verbali pervenuti alla Direzione a•nerale di 8aniU militare nel novembre 1984-XIII)
Sottotenente medico GrosEPPE FRANCOLI : Un caso di atrofia mtl800lare progreeeiva paeudt>itpertrofìca.
BRESCI A. -
Il caso riguarda l' inscritto di leva P . Gerolamo appartenente a famig lia senza t-are n europa tichP. o distroftche. Solo fatto importante n oll'anamnesi famigliare è la morte d el padre, che p are fosse alcoolista, avvenuta per ic.ttU~ a 26 anni. Il paziente fu perfettamen te normale, anzi assai vivace ed intelligf'nte fino a 13 am1i, cioè dopo un anno che em addetto come garzone in una fabbri ca. In tale ep oca cominciò ad avve rtire i primi s intomi d e ll'attuale infermità . L'O. p assa p oi all'esame obiettivo m ettendo sopra tutto in evidenza l' ipcrtrofìa apparente de i mu,.coli d elle snre, che contrasta in modo evidente coll'atrofia di grado e levato dei muscoli d e ll'articolazione coxo-femomle e del cingolo scapolare. La restan te muscolat ura dello scheletro è apparentemente normale ma forte· m e nte ipotonica, anc he il cu ore partec ipa a questo quadro, perchè è aumentato di volume, com e è stato dimostrato anche colla radiografia, mentre la forza di contrazione è scarsa. L'O. discute il caso facendo la diagnos i differenziale l 0 - colle forme di atrofia muscolare progressiva di origine mie logena, 2o - colle forme di origine mie loneurogene., 30 - colle forme di natura miopaticn. venendo alla conclusione trattarsi di una forma di atrofia muscolare progressiva pseudoipe rtrofica, varie tà « Duchenne •· Illustra ancora le alteror.doni anato- patologicbe nelle. forma d ('sc ritta che sono unicamente a enrico d e lle fibre muscolari. Infine wrmina esp onendo le teorie etiopatogen etiche, p rospettando n el caso presente il dubbio di un disturbo neuro~rmonioo, favorito dal p recoce lavoro in
soggetto particolarmente predisposto per taro paterne. - Sottotenc nte m edico FEDERICO TORRITI: Un caso di anemia pernicio~tiforme da anchiwstomi.as-i. L'O., doj>o ave r passato in rassegna tutti i sintomi presentati dal paziente s i trattien e principalmente s ul quadro ematologico richiamando a tal proposito l'attenzione dell'uditorio s ul reperto microscopico di m ege.loìblasti basofili ed ortocromatici, sulla spiccat,a anisocitosi e poichilocitosi, sulla. constatazione di ipercromjn e d e l valore globulare superiore a ll'unità. A questo punto discut~ la diagnos i diffe renziale con le seguen,ti forme m orbose: l o - ane mia di Bie rmer; 20 - mielosi globnle aplastioa; 3° - anemie. p scudo- leu comica infantwn; 4 0 - anomia da malaria; 50 - anomia da itter o e molitico. Conc lude dicendo di trovarsi di fronte ad uno d i quei rari casi di anemia pernic ios.iforme da anchilost.omiasi già d escritti dal F errata, dall'E spos ito e dal Di Gug lie lmo. Circa la terapia a ccenna ai nuovi studi specialmen te fatti n ella Clinica della Medicina. del Lavo ro di D evoto a Milano, i quali banno dimostrato esaurien tem ente come la vecchie. t erapia anti~lmintice. sia inadeguata e mal sicuro, non avendo mai essa offerto una statistica completa di guarigioni; e chiude esaltando
CONFERENZE E DIMOSTRAZIONI CLINltCBE ECC.
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l'azione terapeutica del cloroformio somministrato in soluzione oleosa ad azione rapida sicura ed innocua che offre sin ora una statistica del 100/100 di guarigione. CAGLIARI. - Primo capitano medico UMBERTO SANTOBONI: Due casi di echinococco del polmone. Traendo argomento da duo casi di echinococco polmonare, operati con esito in guarigione, l'O. prospetta le varie ipotesi emesse pe r spiegare la localizzazione polmonnro dell'echinococco e discute i vari metodi operativi proposti, accennando anche al valore pratico del pneumotorace artificiale preoperatorio a scopo diagnostico e preventivo. CHIETI. -
Maggiore medico ENRICO LoMBARDI: PZetJ:rocorticalibi.
GORIZIA. - Maggiore medico GIOROIO SACCOMANI: Cenni epidemiologici, sinto. matologici, eziologici e te rapeutici, riguardanti ventidue ca~ di fehbre tifoide, manifestatisi fra i soldati di un reggimento di fanteria negli ultimi giorni del campo estivo, svoltosi nella zonu dell'alto e medio Isonzo. LIVORNO. - Tenente colonnello m edico Ar..EssA...'IDRO ABATE: Un caso di ermafrodi ti8mo. ' L 'O . illus tra un caso di ermafroditismo avuto in osservazione, enumerando le teorie più accreditate circa la patogenesi dell'e., esponendo poi dettagliatamente le difficoltà c he sovente offre la diagnosi del sesso. Tratta infine dell'e. dal punto di vista della medicina legale militare, della m edicina legale comune e dal lato sociale. - Sottotonente m edico EMANUELE SAMEK: S ind1·om.i di occl'U8ione della vena cava. · L'O. preme tte che tali evenienze morbose, di gran de interesse clinico e fisiop atologico, non sono eccezionalmente rare come prima si credeva. D tlscrive la sintomatologia fondamentale, 1·ichiamando l'attenzione sull'esistenza di casi in cui una circolazione superficiale imponente richiama subito l'attenzione, ai quali fanno riscontro altri, in cui questa può mancare completamente e il decorso può essere d~l tutto silente o accompagnato da sintomi lievi o m eno noti. Sono queste forme assai difficili a diagnost,icare. Insiste sui molteplici aspetti c.l inici che la forma morbosa spesso assume, tantochè si può affermare che non un caso somiglia ad un altro. Tratta infine il problema della diagnosi di sede dell'occlusione, dell'etiologia
e della prognosi. -
Su di un caso di anemia aplastica.
NovARA. - Tenente colonnello m edico AN'IONlNO PANAGIA: Inabilità a lavoro profteUCJ. L 'O. ha. discusso sul concetto della inabilità. a lavoro proficuo in medicina legale militare, e specificatament~ su quanto rigua1·da le dizioni: «inabilità. perman ente ed insanabile •; • modo costante e continuo »; «qualsiasi proficua occupazione». - Sottotenente medico DoMENICO BELLo: Un caso di atrofia mmcolare progreuioo miopatica scxvpolo-mnerale di Erb.
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CONFERENZE E DIMOSTRAZIONI CLINICHE ECC.
PADOVA. -
Sottotenente m edico GxocoNDO PRoTTI: 5Radiazioni biologiche ed
aJ.cm~.e possi~ilità di appl·icazione pratica.
Dopo aver rammentato quali furono le origini del movimento scienÙfico radiobiologico che, sorto in Italia, condusse la Società internazionale di Radiobiologia a convocare il suo primo congresso a Venezia nel settembre scorso, con la approvazione del Duce, sotto la presidenza di S. E. Marconi e del Conte Volpi di Misurata, Ministro di Stato, con l'intervento di scienziati appartenenti a 23 nazioni, l'O. enuncia la definizione della radio- biologia come «la scienza che si propone di studiare simultaneamente tutto ciò che vibra e tutto ciò che vive, non solo nei rifiessi de lle azioni che hanno e possono esercitare le vibrazioni meccanich!' ed elettromagnetiche sulle cellule e sui tessuti viventi, ma anche nei confronti di quella liberazione di energia elettromagnetica che è spesso associata ai fenomeni chimicobilogici •· Dal vasto complesso delJa materia comprendente la radio biologia, complesso che si estende dagli ultrasuoni, alle onde elettriche, all'infrarosso, allo spettro visibile, all'ultravioletto, ai raggi X, a quelli del Radium, ai cosmici, l'O. sceglie, per la esposizione attuale, il capitolo relativo ai raggi mitogenetici scoperti dall'istologo russo Alessandro Gunvitsch. Delineate le basi della scoperta, porta gli argomenti sperimentali pià certi a conferma di questo fe nomeno radiante biologico ormai studiato in tutto il mondo. Dopo averne illustrata la natura, la specie e la portata scientifica, presenta l'emoradimetro,, l'apparecchio usato dall'O. per la determinazione del potere radiante del sangue con il quale condusse una lunga serie di ricerche di emoradi· m etria clinica e d!>lle quali risulta come il potere radiante possa variare in moltissime condizioni organiche sia fisiologiche come patologiche; tali variazioni, messe in rapporto con il consueto studio del metabolismo permettono di concludere che a cifre emoradimetricho eguali corrispondono ritmi metabolici eguali od equivalenti. L'iniezione intramuscolare di sangue ricco di radiazioni (emoinnesto) si rivela provvidenza utile per equilibrare molte funzioni neuroendocrino alterate, regolarizzando, nello stesso tempo, i valori del potere radiante del sangue se questi deviano dalla norma. D egli esperimenti di oncologia, finora condotti al lume di queste nuove acquisizioni, ricorda i pià significativi e fra questi il fatto che mentre il tumore maligno è ricco di radiazioni, il sangue del portatore del tumore perde le proprie attività radianti. . AU'O. è stato inoltre possibile otte.nere fenomeni di citolisi neoplastica facendo agire su cellnle tumorali di varia origine - attraverso lastre di quarzo radiazioni omesse da culture di saccaromiceti (effetto cito-fotolitico). Esperienze condotte su animali e su malati incoraggerebbero a insistere su quosto pa.rtioolare indirizzo radiobiologico, ricco di promesse del tutto nuovi'.
PALERMO. -
Primo capitano lUedico GroSEPPE PAVONE: Diabete pancrealico e
PERUGIA. -
Tenente m edico ENRICO ~ CANCELLOTTI: illustrazione di un caso di
glicosurie.
ascessi cerebrali multipli.
-
Primo capitano m!ldico MA.Rro GIANNANTONI: Lo 8pirito degli alimenti. L'O., recensisce il recente volume di Giuseppe Tallarico: La vita degli alimenti (od. Sansoni), mettendo in rilievo l'importanza che oggi, specie dopo lo osservazioni sulle vitamine, sulle proteine plastiche e sui sali, ha acquistato l'elemento qualita.tivo dei cibi. Nel segnalare questo libro, mette in evidenza, sui vari alimenti fondamentali, le os.<>ervazioni acute che l'autore riferisce,Je considerazioni di interesse immediato applicativo per l'individuo e per la razza, le intuizioni, i pensieri origi· nali e genia!i, elementi q uesti che faranno diventare il libro popolare, come prevede il senatore Giovanni Gentile nella prosa limina.re che ha posto dinanzi al volume. -
CONFERENZE E DIMOSTRAZIONI CLINICBE ECC.
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RoMA. - Tf'nente colonnello m edico OnESTE PELLEORINI: Unità di bonifu;a chimùXL. Autobagni. Mezzi di bom:{ica chùm:ca. Materiale aBBegnato alJ,e, Sezioni di boni(u;a chimica (cofani per gassati ecc.).lm;piego deU'autobagno nella bonifica antypritica. Per8onale. T empo di apprrmtamento della un·ità. Mezzi proteUivi del per8onale. R endimento orario e giornaliet·o deU'a'P.parecchio.1 L'O. dopo avere sommariamente accennato come fu orgruùzzato il servizio sanitario contro gli aggres.'!ivi chimici nella pas.'>Uta guerra, ed avere ricordato i principali aggressivi che potrebbero avere ancora impiego nelle future guerre, parla in p ,uticolare dell'azione della yprite ricordandone i caratteri fisici, chimici, e la caratteristica sintomatologia che essa determina sul corpo umano per azione locale e generale. Parlando della cura mette in rilievo l'importanza che hanno le norme di profilassi e di bonifica umana. A proposito di questa ricorda come fu organizzata durante la passata guen-a la bonifica umana con gli Autotreni-bagni e gli studi relativi nel dopoguerra per migliorare il Servizio Bagni facente parte es.'«"nziale della Sezione di Bonifica, unità di nuova formazione, ancora non completamente elaborata nei suoi dettagli circa i mezzi e il personale. P assando quindi ai nuovi Autobagni, ne mette in rilievo i tipi e le caratteristiche speciali notando che w1o di essi può fomire circa 2000 docce giornaliere. Tratta infine la cura di pronto soccorso delle intossicazioni da yprite, dimostrando il materiale contenuto nella Coppia Cofani antigas in dotazione per le Sezioni Sanità ed Ospedali da O~mpo. AIJa conferenza intervennero S. E. il generale GoooiA comandante del Corpo d'Armata di Roma, il direttore di sunità colonnello medico NAFOLITANI e numerosi ufficiali medici in servizio ed in congedo. -
Primo capitano medico FRANcEsco PiccARRETA: Ambulanza odontoiatrica. Generalità. Descrizion~ . Impiego.
TRmsTE. - Primo capitano medico GIUSEPPE BARBIERA: Un caso di ascesso subfrenico. · L 'O. presenta un caso di ascesso subfrenico facendone minuziosamente la diagnosi differenziale. Dopo aver esposto la storia del paziente ed i sintomi clinici presentati, che erano per una pleurite fibrinosa della base destra, espone i successivi sintomi clinici ed ematologici p_er cui si imponeva la diagnosi di una forma suppurativa chiusa o della base del! emitorace destro o della regione epato-periepatica. P er i sintomi presenti e per quelli assenti esclude successivamente, oltre le malattie che dànno un aumento del fegato, anche la pleurite diaframmatica saccata, la pileflebite suppurativa, la colangitQ suppurativa, l'ascesso epatico e arriva alla diagnosi di ascosso subfrenico. La diagnosi è stata poi conformata dall'atto operativo, praticato al paziente, ch e dimostrò una raccolta purulenta saccat.a della loggia subfrenica destra. Prinla dell'inizio della conferenza il direttore di sanità del C. A. colonnello medico ZAFFIRO, nella veste di antico discepolo, commemorò con elevate parole, ricorrendo il trigesimo della morte, il senatore Francesco Durante.
UDINE. - Primo capitano medico FRANCESCO CoLA: Etmoiditi. Forme clinichetrattamento terapeutico. L'O. dopo avere esposto, in succinta e chiara sintesi, l'anatomia e la fisiologia delle fosse nasali e dei seni circostanti, presenta un militare affetto da sinusite etmoidale. Ne illustra in modo esauriente la etiologia e la sintomatologia.
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OONFE.RENZE E DIMOSTRAZIONI CLINICHE ECC.
Accenna all'importanza della tmnsilluminazione e della radiografia dei seni, come mezzi ausiliari per la diagnosi, e infine tratta diffusamente dei vari metodi tempeutici da adottarsi nelle diverse forme di etmoiditi. -
Capitano medico NroOLò COLOMBA: Sullo strabi8mo concomitante.
L'O. dopo breve cenno sulla etiologia e patogenesi dello strabismo concomi· ·tante, si sofferma a lungo sullo stato della visione negli strabici. C.m argomentazioni, confermate da risultati ottenuti da autorevoli studiosi, l'O. dimostra che l'occhio strabico, anche quando presenti un'acutezza visiva centrale relativamente elevata, è sempre menomato in molte sue funzioni retiniche. Dà notizie di uno studio che sta completando in modo particolareggiato, riguardante la valutazione medico-legale di tali soggetti. -
Primo capitano medico ANToNio FARAONE: Un caso di tab()-J{Jarali~i.
L'O. espone il caso e ne trae argomento per richiamare l'attenzione su taluni • piccoli sogni psichici » rivelatori di demenza: essi, bene osservati, possono avere per la diagnosi (Vurpas e Corman) altrettanto, se non maggior valore che le manifestazioni più c rumorose •. -
'
Primo capitano medico GAETANO RoNGA: Un caso di dermatité delDul.:ring.
L'O. presenta un militare affetto da una forma di dermatosi, caratterizzata da vaste chiazze eritematose con presenza di papule, veseicole e bolle a tipo erpetico senza pustole, ma con formazione di croste, dovute all'essiccamento del contenuto delle bolle. Tale dermatosi, che all'inizio è stata notevolmente p ruriginosa non si è accompagnata nè a dolori nè a febbre. L'infermo appare in condizioni generali ottime e nulla si trova d 'importanza nella sua anamnesi. Discute la diagnosi differenziale con l'impetigo bollosa ed il pemfigo acuto e formula quella di dermatite erpetiforme del Dukring, accennando alle probabili diverse etiologia. Segue un'interessante discussione a cui prendono parte vari ufficiali medici, i quali portano all'argomento il contributo delle loro conoscenze teoriche ed esperienza clinica.
N O T I .Z l E Tenenti medici e chimici-farmacisti che hanno superato gli esami per l' avanzamento a scelta speciale. Con c ircolari 902 e 922 ed in rife rimento alla c ircolare 734 Giornale m ilitare c. a. sono stati comunicati i nomi d e i tenenti de l Corpo sanitario che hanno sostenuto, con esito favorovolo, gl i esami por l'avanzamen to a scel ta s pec ia le: tenenti tMrlici Co LOZZA Giovanni. AoaARDI Antonino, lMPALLO~IENI R osario, CARERJ Leo nardo, D 'ATTILlO Evandro; tenen.ti chimici-far maci-sti GoFFREOI E tto re , SPADAVECOHIA Domenico, RrPA.RBELLI R oberto.
Perfezionamento di ufficiali chimici-farmacisti. Con c ircolare 931 ·Giornale m ilitare c. a . si di ~pone, con speciali norme, che per il prossimo anno due uffic iali chimic i-farmacisti in s.p.o. s iano comandati presso laboratori di c himica specializzati de llo Stato per pe1-fezio narsi, rispettivamente, nelle analisi di chimica applicata all 'ig iene ed all'esam e d e lle sostanze alimentari e nelle analis i di chimica appl ica.ta all'esame de i prodotti indm;triali e commerciali.
Corsi allievi ufficiali di complemento del Corpo sanitario. P re:'ISO l&Souoll\ di a.pplioa?>ione di Sani tà militare, a Firenze, dal 20 gflnnaio al 20 giugn o 1935-X UI si svolge ranno i corsi per 1\llievi ufficio.! i medici e chi mici farmacisti d i complemento, con norme stabilite n ella circolare n. 905 del Giornale militare d e l 23 novembre c. a.
Bollettino dei Corpo sanitario militare. UFFICIALI MEDICI TENENTI. ARAGONA Filippo, R. corpo truppe coloniali Som~lia.
20 fanteria, dal
25 novembre 1934-XII.
Dal BoUettino U{fteiale, disp. 69, 2 novembre 1934-XIII .
UFFI CIALI MEDICI PRIMI CAPITANI. AMoROSI Osvaldo, ospedale militare Piacenza in aspettativa infe rmità servizio. - In data 19 g iugno 1934-XII è collocato a riposo per infe rm ità provenienti da catL<;e di servizio e d inscritto nella r iserva. CARRUOOIO Antonino, ministero aeronautica. - In data 15 nove mbre 1934XITI è collocato in ausiliaria per età . Sarà assunto in for2a anche agli effetti amministrativi comando distretto F irenze.
NOTIZIE
126!
I seguenti primi capitani sono confermati, per l'anno accademico 1934-1935, quali assistenti militari presso le cliniche ed istituti scientifici universitari a fianco di ognuno indicati: DE PAOLI Paolo, ospedale militare Genova. - Clinica medica R. università Genova. SARDONE Antonio, 10 fanteria. - Clinica. neuropsichiatrica R. università Bari. PLA.STINA Mario, ospedale militare Roma.. - Clinica chirurgica R. università Roma. ' TROINA Francesco, id. id. Firenze. - Clinica otorinolaringoiatrica R. uruversità Firenze. CAUENDO Michele, id. id. Padova. - Clinica otorinolaringoiatrica R. università P adova.
I soguenti primi capitani sono trasferiti agli enti e comandati alle cliniche ed istituti scientifici delle R. università del Regno a fianco di ognuno indicati; nella qualità di assistenti militari per l'anno accademico 1934-1935 TAFPl Primo, ospedale militare Brescia. - Distretto Pavia, clinica neuropsichiatrica R. università Pavia. MAGGIO Pie tro, l bersaglieri. - Clinica chirurgica R. università Napoli. FENGA Edgardo, 9 artiglieria armata. - Ospedale militare Firenze clinica neuropsichiatrica R. università Firenze. RosA Guido, scuola applicazione sanità militare (insegnante aggiunto). Ospedale militare Firenze, clinica. chirurgica R. università Firenze, cessando dalla carica di cui s:>pra. 1 SCA.FÈ Amedeo, 157 fanteria. - Ospedale militare Roma, istituto di radiologia. R. università R oma. TANCREDl Urbano, direzione sanità militax·e comando corpo armata Napoli. 40 fanteria. CAPITANI. I seguenti capitani sono trasferiti agli e nti e coma.ndati alle cliniche ed istituti scientifici delle R. università del Regno a fianco di ognuno indicati, nella qualità di assistenti militari per l'apno accademico 1934-1935. MAsTROIAl-c~'I Decio, cavalleggeri Monferrato. Distretto Pavia, clinica dermosifilopatica. R. università Pavia. CAPUTO Biagio, ospedale militare Gorizia. - Ospedale militare Torino, clinica chirurgica R. università Torino. STAONITTI Francesco, 4 artiglieria divisione fanteria. - Id. id. Paova, clinica. m edica R. università Padova. BEu.A Vincenzo, 8 alpini. - Id. id. Milano, istituto di radiologia R. univer-
sità Milano. Cnocco Giuseppe, 40 fanteria. - Clinica medica. R. università Napoli. PURPURA Giovanni, 22 id. - Olinica medica. R. università Pisa. I seguenti capitani sono confermati, per l'anno accademico 1934-1935, quali assistenti militari presso le cliniche ed istituti scientifici Wliversitari a fianco di ognuno indicati: Dt MAGGIO Francesco, ospedale militare Milano. - Clinica neuropsichiatrica. R. università Milano. VENTURA. Vittorio distretto Siena. - Id. id. id. id. Siena.) BALSAMELLI Filippo, id. Pavia. - Istituto igiene R. università Pavia.
1265
NOTlZT.E
Horwm L>onidG, lnnc ieri Vittorio Emnnn" l" II.
nia li Cirenaica dnl 2 settembre 1934-XII. SPATAFORA Giuseppe, Il bf'J-:>nglinri. -
-
R . corpo t .mppe colo-
22 fan teria.
TENENTI. FEDELl AII:K·r't.o, officina nutomobili;.;t ic·a R. f'SI'rc ito B ologna. In data 4 s.. ttE>mbM 1.934-XII r·i<>ntra n<:'i quad1·i aVf'mlo cf'ssat o di appartenere a.l R. co1-po
tr·uppe colo ni nli Tripolitnnia. DI MoNACO Mie ht• lt>, 5 contrnf'r" i autoc:;arnpnlf'. - I n d ata 9 giu~no 19:l4X T1 è collocato fuo ri qundro p<•rchò tn;,;f<·rito. rl'autoritiì. R. cor-po t rupJX' coloniali Tripolitania. GRIMALDI Vnll'nt.ino, 36 fant~oJr ia . - 55 fnntl'rin. GRANDE Pa.~qual e , 70 fa nterin. - 71 fant e1·ia . ZAFFIRO Edonl'flo , 2f) artig lic•rin. divif'ione fanteria. 0spf'rlalf' militfu•e Go,·iz.ia . T...lNO Francef'co, R. corpo truppi' coloniali Eritrf'n. 9 artiglif'rin armnta ùa l 28 di combro 19:l4- ,111. Ruocoo Alessandro, 14 fante ria . - 157 fanwria. ALBERGO Vito, 27 a rtig lieria division e fa nterin. 4 artiglieria divisione fanteria. ARC'ARr Onetano, 152 fanteria. LI bN'Sllglit• ri.. PERCOPO Vincenzo, 3 artiglif'l·in divisiono fanteria. - Cavalleggeri Monfe rrato . Dal R ullettino uffìcia.le, di:-!p. 70n, 9 n ovembre 1934 -XIII.
UFFICIALI MEDICI l\IAOOIORI. GUERRA Vinc ..n zo, R. corpo truppe colonia li Tripolitania. l its\re Roma d o.l l5 novembre 1934-XIII.
Ospf'dale mi-
TENENTI.
ÙE)ULA Salvatore, 89 fanteria - In data 30 agosto 1934-XII è collo('ato fuori quadro, quale uisp::mibile pd ministero finanze. Da l Bollettino ufficiale, disp. 73 1", 16 nove mbre 1934-Xlll.
YFFI OIAT...I 1\fEDICI MAGGIORI. :\I.AsTROIANNl Antonino, ospedale milital'f' Bari. - I n d a ta 10 ottobre 1934Xll, è collocato in aspettativa per infe rmità temp ornnt'l' proveniP.nt-i dn cause d i servizio, per m esi dod ici. TENENTI.
DE )[.Eo Enzo, 6 genio. In data 31 agosto 1934-XII, è collocato fuori quadr o, quale disponibil.e pel ministero aeronautica. Dal Bolle/tino ufTt.Ciak, disp. 74"', 23 novembre 1934-XJIJ .
fl -
Giornale di meclicirnJ mflito'l',_
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NOTIZIE
UFFICIALI MEDICI TEI'o'ENTI. PALI.ERONI Dino, R. corpo trupp<' coloniali Tripo litaniR. - 7 fa.ntNin dol 7 nove mbre 1934 · X I II. ELJSEr Carlo, 6 artiglieria corpo annatA. - Comanci11to istituto patologi» colonifll<• de lla R. università di Modt•nn, in qualità di ass isl;(>nto militare per l'anno accademico 1934-35.
UFFICIALI CHIMICI FARMACISTI PRIMI CAPITANI.
LABRuzzo Menotti. - In data 9 luglio 1933-XI è collocato in ausiliaria 1'. dalla st.E>;;sn data, è ric hiamato in l;f'rvizio temporaneo fino a tutto il 31 gon.nnio 1934-XII. Sarà assunto in f01-za anche agli effetti amministrativi comando distretto Roma II. Dal Bollettino uffìcilùe, disp. 76~>, 30 novf'mbre 1934-XIII.
Titoli di studio. I l capitano m edico Gerardo !'IIENNONNA ha sostenuto gli esami per la li berA docenza in b ntteriolog ill e<l immunologia con brilla.nk risultnt.o, tan to do • ·s~·crc· di.c:pensnto dalla prova prat.icn. Cordiali felicitazioni.
Alle gare nazionali df scherma fra ufhclall. Alle gare nazionali di F"che troa fra ufficiali, teatè svolte~i in R oma per il titolo di cam-pione dell'Eserci$o deU'anno 19.'/4- Xl Il, il maggiore m edico ~1a.rcello BER'rtNE'l'TI, dell'ospcdal<· milit!lJ'f' di N ovara, è stato dichiarato C'lmpione n el fioretto.
L'Istituto tt Benito Musso11nt ». Il l o di combro, a Roma. è stato solennc>mcnte inaugura.t.o l'Istituto • Be nit o Mu'>.'!lolini ~ alla proS<'nza del Duco, dc>lle alte cariche de llo Stato, d e lle alte gorn.rchi<:', clolle o.utorit.à sn.nitur·io militari e civili, de ll~, più distinte pon:;onalità m edicb rdello. Capitai<· e di numet·osi ins ignì tisiologi italiani e stranie ri. L'ls~itnto, Mlla Sltt\ duplice funzione di Ospedale sanrttoria.le e di Clinica d e lle t ubot·colosi e do li~ m a lattiP dHII'a.pparato reflpiro.torio, costituisce un indiscutibik primato italiano per la imponenza d e lle opere e d e ll'arroda.mento scil;ntifico. Sorgo sul d eclivio d e lla ridente ROla.tia. collina di Monteverde, in prossimità del grande ospedale d e l L ittorio, sulla. va.'lta piazza. int.itola.ta. a Cado Forlanini . .ìt costituito da !!ette gr·a.ndio!!e ooRtruzioni, con verande ed immense terrazze, od h a In cn.pacità di circa li'iOO lotti distribuiti noi padiglioni sanatoria.li e n Pi reparti di ROsta. maternitll., ortopPdia. pediatria., otorinolaringoiatria, olin.ica. m P.dica, clinica chirurgica. Spoc iali re parti di 64 posti sono riservat.i pe r il ricovero di stucient.i e meciici ammalati. Vi sono un teatro. due ch iose cd inol tre. d ormitori per il personale di fatica, 50 ca.mcr·e pe r le ao;s is t enti sanitarie, camere per rnt·diri, cl\mc rate per le suore occ. L 'aula por le lezioni, i laboratori e tutto il mc.•t<.'t'ial(' d'inda.gino o didA.ttioo, sono qut\nto di più moderno e perfetto po>'sa. concl'p ir~<i. L 'aroa coporta dallo COE!tru.z ioni è di 28.000 m etri quadrati, qutllls d r-i parchi è di 260.000. Il costo c0mplessivo l'l d i circa ~inquanta milioni d i lire. L'I Rt ituto di Pr:lvidonza Sociale h a r:o'ltru.ito gli e difici: gl'industriali it~~oliani , a m e7.zo rle iiA loro Confe derazione, h l\llDO dato i fonni pe r tutta. l'organizzazione scient,ifica. L'L<~t ituto è diratt.o dn,ll'on. prof. E ugenio More lli, titolare d e lla cat.t.E>dra di tifliologia a.li' Univ<lrsità di Roma; i ropFt.rti s pecializzati ~<ono affidati ai profl'ssor i Alessandri, Bilancioni, Bu'li , D oiiB Vedova, P o.'!ltalozza, Spolve rini ed è chiaro che con un cos;ì imponon tfl stato magg ioro, quo.'lt.o superbo Jst.itut.o, unico al moncit>. costitui~a l'It.a lia come M d otto il senntoro M ar Rglia.no - maestra n l'lln lotta scientifica e sociale contro la tubercolosi..
NOTIZIE
1267
VIII Congresso Internazionale di medfdna e fannacia mflftare. L 'VIII Congres.'!o internazionale di m edicina e farmacia militare si terrà a BucareRt dal l 0 all'S settembre 1935. Come abbiamo annunciato n el fascicolo di luglio d el 1933 di ques~to Giornale, i temi di relazione e i paesi relatori saranno i seguenti: l 0 Principì d ' organizzazione e di funzionamento d e l servizio sauit.ario n ')ll tt guerra dì montagna. (Romanio.-It.a.lia). 2° D 3tat·mina.zione dell'a.ttit.udine alle diveffle specialità delle Forzo Armate .di terra., di mare e d e ll'ariA. (Romania-Francia.). 3° I po'!tumi d elle ferite d ell'addome (Romania-Stati Uniti dell'America. ·del Nord). • 4° Ri corch1 p ' r nnific~~ore i m :•todi di analisi degli alimenti e delle bevande ·d t!l soldato (Roma.n·ia-Cecoslova.cchia). 5° Cure bucco-deuto.de pt·os~ le truppe avanzate (Roma.nia.-Lit u.an.ia). 6° St.u !io c:>mpn.ra.tivo de lle a.ttribuzioni d ei S(\t'Vizi amministrat.ivi sanitari n 311e Forze Arm'l.te di terra., di mare e de ll'aria. d e i diversi paesi (Romania.·Cile). S econdo un progr~:~omma. preliminare, la. seduta. inaugurale avrà luogo alle o1·e 10 di d om .,nic.a, l 0 scctembro. Alle ot·e 12 dello stesso giorno avverrà. la. pro'<entazion" d .li d 'Jieg.1 ti uffic ia l i o alle ore 15 la. riunione d el Comitato P ermanente. I lav~ri d ('] Congre.:;~o Ai svolge ranno dal 2 al 6 settembre, dnlle ore 9 alle 13 e d11.lle 16 ali<~ 18. Allo ore 11 1le l giorno 5 si riunirà l'as&Jmbleo. internazionale d e i -c.~pi d e i S >r,·i?.i san.itar i d oli e Forze annate. Il g iorno 7 assemblea. genera. le e banch!>tto. D :>menica. 8 c luoe dl 9 settembre, escursione aSinaia.
111 Congresso Internazionale di Aviazione sanitaria. Organizzato dal R eale Aero-Club belga. dall' Il al 17 giugno 1936, avrà :luogo a Bruxoll()s il 30 Congresso internaziont<l*' di Aviazione sanitaria. I temi eli •·e la.zione sono i SC'gul:lnt i: Utilizzazione de ll 'aeroplano privato e comme,·ciale a scop• sanitari, nel t erritorio na zionale e nelle Colonie; L1. collabora;r;ione d ei servizi pubblici e degli enti privati per l'utilizzazione -de ll'Aviazione sanitaria. in tempo di pa.ee; Organizza:r.ione e funzionamento d e i primi soccor::;i ne i tra..~porti pubblici aerei; Il concorso d!ell'A via.zione in periodi di calamità..
VI Congresso della Società italiana df anatomia umana. Il mattino d e l 11.9 dicembre, a. Roma, nell'Istituto di anatomia della R. Univ ersit-à., in viale R egina. Mtwgherita., è stata. inaugurata. la VI Riunione de lla. Società italia.na di anat.omia umana., alla. presenza. di S. E. il Ministro dell'Educazione n a zionale on. Ercole, dei direttori genera.li di Sa.nità. del R . Esercito e della. R. Marina, del vice di.ret.tore della Sanità pubblica., del segretario d e l Sindacato n11.zionalo fascista. d e i m edici e di altre autorità sanitarie e accademiche. Il presidente della Società, sen. Versari, h 'l> pt-onuncia.to un elevato discorso ric:>rda.ndo le tradizioni italiane n e lle discipline anatomiche e rialla.cciando le V.)~chie glorie col rinnovato fervore ch" pet-vttrle la. vita. scientifica. dell'Italia. F tl.Scisea. S'è quindi lovato a parlare S. E. il M inistro che ha. porto i l saluto d el Gov arno nazionale, sempre vigile sui probl<'mi d ell'alta coltura., ed h a dichiarato aperto il congresso nel nome augusto di S. M. il Re. I lavori a.i qua..!i hanno parteci pato i più autorevoli esponenti delle S cuole anotornich 3 del R egno, in questa sessione hanno avuto eccezionale interesse per il .numero e l'importanza. delle relazioni e delle comunicazioni presentate. 7 -
Giornale di medicina mllita1"e.
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NOTIZIE·
Nella stampa militare. Al principio dell'anno XIII ha iniziato le sue pubblicazioni il nuovo periodico trimestrale Riviaw di Commi8sariato e dei Servizi ammini8trativi militari (Ministero della guerra). Il primo numero riporta, con messaggi augurali delle alte autorità militari, un indirizzo del tenente generale medico Franchi che, come Capo del Corpo Sanitario e quale direttore del nostro Giornale, ha dato alla nascente Rivista un fervido benvenuto ne l più cordiale cameratismo.
Scuola di perfezionamento in patologia coloniale. È stata istituita la Scuola di Patologia Coloniale nella R. Università di Modena, con un corso per laureati in medicina e chirurgia e zooiat.ria per ottenere il diploma di specialista in :Medicina Coloniale. n programma comprende i seguenti insegnamenti: Patologia delle malattie coloniali; Igiene colonial-e; Protozoologia; Elmintologia; Entorrwlogia; Batteriologi<z.; Sierologia; Malattie cutanee da ifcnniceti; MedicirnJ coloniale degli indigeni. Insegnanti: FRANCHINI - 0oLOMBINI- RAVENNA - CROVERI- SARNELLI. Alle lezioni teoriche si alternano esercizi pratici e dimostrativi essendo l'Istituto fornito di abbondante materiale scientifico e di Laboratorio. L'Istituto resta aperto tutto l'anno.
Errata corrige. A pag. i o5 (fase. VII), l60 rigo, invece di •Antonio Nellu kggtui: • AntoniG Corda •. A pag. 1077 (fase. X), 24° rigo, aggiungasi dopo cMariotti-Bianchi Giovanni Battista •: a maggiore generale medico ». A pag. 1126 (fase. Xl), 31° rigo, invece di «radioscopia•, leggasi: •radioscopica
~ pag. 1129 (fase. XI), 24o rigo, invece di • V. Pende • leggasi: ~N. Pende».
INDICE GENERALE DELLE MATERIE PER L'ANNO 1934
BmLIOORA.FIA MEDICA~ MILITARE ITALIANA. . . . • . • .•. .•••• . . • . . . . . . . • • h. TENENTlll GENERALE MEDICO GIOVANNI BA'I'I'IBTA CALEGARI ...... . L 'ADUNATA DELLl!: FORZE SANITARIE MILITARI .......... ....... . .. .. .
Pag. 77- 743 » 641 » 1081
Congressi. IX Sessione della Commissione internazionale di standardizzazione del
materiale sanitario. - BASSI ... . . .. ........ .. ............... . Pag. XIV Riunione nevrologica internazionale (I centri vegetativi del dience· falo mediano). - Rxzzo....................................... . » Convegno della Sezione Emilia-Romagna della Federazione Nazionale Fascista per la lotta contro la tubercolosi. - Tlui:PIOCIONI . ........ . l> IX Conferenza dell'Unione internazionale contro la tubercolosi. - 'l'Bil· PICCIONI . ........................ ..... . ...... •........... . ... » XI Congresso italiano di radiologia medica. - CREP:mLr.ANI e CooLIA.TIDEZZA ..•..••.•.•.....•..•.•...•....•••..• • •••••••• . ••• . ••• .
XL Congresso della Società italiana di medicina interna. - PiccoLI ...••. d'ALEssANDRO. - Le pleuropatie nell'Esercito. Relazione al XL Con· gresso della Società italiana di medicina interna (autoriassunto) .. . XLI Congresso italiano di chirurgia. - VoLl"ll: .................... . XI Congresso nazionale di medicina del lavoro. - SALVINI .... . ... .
761 766 775 1101
» »
1117 1120
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1185
»
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Pag.
408 305
Lezioni e Conferenze BtzzOZEBO E. - Dimostrazioni cliniche ... .. .................. .. . . CANNATA S. - Leishmaniosi .~viscerale ....... ......... ...... .. ..... . CABAOB.ANDI O. - Igiene di guerra ..... .. ....................... . CoLELLA R . - Sifilide del sistema nervoso .............. . .......... . La cura ideale delle ferite lacero-contuse e loro equivalenti di guerra ................................................... . Fo! C. - La regolazione neuro-umorale della pressione arterio8B •... GABBAlUUNI A. La diagnosi di carcinoma primitivo della testa del pancreas .............. ...... . . ..... .. .•. .... . . ..... · . • .. . ... GIU117BÈ L. Se e come si debba. curare la febbre .........•.... . . GUEBBI:NI G. Trauma e malattia ..•.... . .......•.............. !zAR G. - Lel brucellosi. ....... .. ............................... . LoDATO G. - La microscopi& dell'occhio vivente nei suoi rapporti con la clinica e con la medicina legale ............. . ..... . .. •. ...•. O'I'I'oLE:Nom D. - La profilassi dellla malaria e, in particolare, la pro· fìla:ssi medicamento8B ..................................... . ... . P.A.BINI A. - L'artrite gonococcica! ............................... . PA.VONlll M. Spunti ed appunti di pratica urologica ...... . ...... .
• •
113
101-208 309
COMOLLI A. -
Il
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521 307
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301 881
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INDICE GENERALE DELLE MATERIE Pi:R L'ANNO 1934
P &REZ G. - Impostazione nosografica delle diverse forme m orbose . .. Pag. PEausSIA F . - La radiologia della tubercolosi polmonare per il medico fì.c;cale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . .1 • PtmPUR.A. F. La trasfu.<>ione del sangue e sua tecnica .. • •..... . . . . Q u.A.RELLI G. Sintesi di storia delle malattie professionali ..... ... . Q UARELLI G . -Sguardo generale sulla clinica delle malattie prof€'ssionali RrQUIE.R. G. C. - L'opera del R egime p er l'igiene mentale .... ....... . » ROASE.NDA G. - L'insulto apoplettico .... . ...... . . . .. .. ........ ..• • VALENTI A. - Esiste un c quid divinum • n el meccanismo di azione d elle acque mine rali da bagno ? • . ••.• .•....•....... •. . • . ••.••••.. • • • ZANETTI G. ~Moderni indirizzi di ricerca negli studi sui tumori ....
..
• • •
•
IlO 207 1210 401 981 201
994 779 649
Memorie originali. BALSAl\IELLI FILIPPO, capitano medico e dott. E . CA.SE.R.IO. - Ricerch e ed osservazioni sopra i vantaggi di una larga utilizzazione dei pro· dotti caseari n el razionamento dell'esercito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. B RUNI prof. NICOLA, ten ent-e colonnello m edico. - È la sifilide in au· mento n egli eserciti ? (Studi e considemzioni relativi all'andamento epi~en: i ologico della sifilide fra le truppe di terra e di mare n e lle varie naZIOni) . . . . • • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . » CA.SSINIS prof. Uoo, maggiore medico. - L a misura dei diametri tor acioi in confronto a quella ù0l perimetro nel giudizio di idoneità fisica . . . . . . • Co.n.s1 .ALFR.EDO, maggiore medico. - Stato sanitario delle RR. trup pe coloniali n el 1932 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . • . • . • . . . . • • DE CESA.ll.E GIAN"NIN"O, primo capitano medico. - Il poter-e sterilizzante di alcune sostanM chimiche sul latte sul vino e sul succo di pomodoro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • F&ASSETTO prof. FABIO. - li p rob lema della tubercolosi n elle razze di colore. (Note antropologiche e costituzionalistiche di grupp i di ascari polmonari, tubercolotici e sani) . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • GlACOBBE prof. CORRADINO, primo capitano m edico. - L 'anca a scatto. . • GRIXONI pro f. GrovANYI, maggiore generale m edico. - n formaggio nell'alimentAzione d e l soldato.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • LEoN..utDI DoMENICO, capitano modico. - Le infezioni gas.c;ose da inie zioni di adr~nalina . • . . . . . . . . • • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • 1\f.A.."GA...,.,..A..R.O CAR:>.IELO, tenente colonnello medico. - L 'uso d e lla ma· sch era antigas nei militari affetti da vizi di refrazione . . . . . . . . . . . • 'ltL\SS.A. FILIPPO, primo cap itano medico. - L a p urificazione d ell'acqua, per le truppe, con il c loro e carboni attivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • • MASSA FILIPPO, primo capitano m edico. - Il bleu di m etilene come indicatore d e lla ricchezza batterica de lle acque in esame per giudizio di potabilità . . • • • • . . . . . • • • . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . • • "MENNONN.A. GER..utDO, capitano m edico. - D ella vaccinazione antitifica mediante frizioni cutanee . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . • . . . . . . . . . . • MENNONNA GEn..utoo, capitano m edico. - Sulla azione antibatterica in vitro clell'aurotiosolfato di sodio (sanocrisina), con partico lare riguardo al B. di Kooh. . . . ... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • MoNouzzr U:~mERTO, tenente colonnello m edico. - La p ressione media e la sua importanza n ella fisiop atologia dell'aviatore . . . • . . . . . . . . • OTTOLENOBI prof. D ., Gwv.A.N..utDI prof. A., e MASSA F'ILIPro, primo capitano medico. - Di un vaccino a dose unica per la p rofìll\..«si del tifo e d ei p amt.ifi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . •
1219
785 4- 124
445 1004 527 150 116
27 1153 134 465 13 887
709 411
INDICE GENERALE DELLE ~lATERIE PER L'ANNO 193-1-
1271
P ANARA CARLO, capitano medico. - Infezioni acute del sist.ema. nf'rvoso e sindromi psicopatiche tossi- infettive. /Critica e contributi ) . .... Pag. PAOLlLLO STAlollSLAO, primo capitano medico. - Su una formula indi)) cativa del volume minuto circolato rio ...... . .. .. ......... . .. . . Pl.ACENTINI GIUSEPPE, primo capitano m edico di complement-o. - Resoconto statistiro dell'attività chirurgica operatoria negli s tabilirnE"nti » sanitari militari del Rt>gno dumntf' il quadriennio 1930-33 ...... . PuzzA GUIDo, capitano medico. - Azioni o ligodinnmicht> dei m etalli ... . • PICOIOLI ERMDNEOILDO, primo capitano medico. - La deviazione de l complt'mento con l'antigene di Beilrf'dka ne lle formt> tubercolari ed in que lle sospette ........................................... . • PiccOLI prof. GIOVANNI, maggiore mPdico. - n tipo morfologico predo» minante nei fpleurit ic i ....................................... . RIZZUTI GIUSEPPE, maggiore ge nerale medico. - La. lambliasi da sola od associata alle ame biasi ................................... . • RoM"BY prof. PAOLO, tf'nente colonnello medico. - Sul pigmento dei pamssiti de lll1 malaria ............. . .......................... . » SABATINI pro!. ARTURO, primo capitano m edico e RIC<-'1 EMANUELE, tenente medico. I valori cranio-facciali dei Tebu (Cufra).......... . SAB.ATINI prof. ARTURO, primo capitano medico e 0LIVERIO ALVISE, te)) nente medico. L'indice scelico delle popolazioni di Gialo ... ..... . SABATINI prof. ARTURO, primo capitano medico. - Le figure tatti! i delle » dita della mano e delle regioni plantari nei Tebu di Cufra ..... . VIOLA prof. DoMENICO, primo capitano medico. - Sul peso corporeo D m edio in rapporto alla statura . . .. ...... .. . . ... .......• . .. . ... VITA GUIDo, capitano medico. - Della necessità dell'indagine radiolo· u;ica nelle nevralgie del trigemino .. ... .. .............. .. ..... .
•
222 720
663 323
911 121-! 1145 716
39 242 549 998
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556
Pag.
249
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836
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486
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253
Pag.
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Servizio sanitario militare. CuLTRONE ;:SALVATORE, primo capitano mE-dico. - Attacco speciale per slitta-barella improvvisata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . !tiA.."l"GANARO CARMELO, tenente colonnello medico. - n servizio sanitario nella gue rra di movimento................................
Medicina legale militare. !MPALLOMENI RosARio, tenente medico. - A propos ito della valutazione medico-legale dell'amebiasi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . TADDIA LEo. capitano medico. - L'amebiasi nella pratica medicolegale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . VIOLA prof. DOliDilNICO, primo capitano medico. - Contributo allo studio dei rapporti fra caratteri gruppo-specifici e caratteri psicocostituzionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Casistica clinica. AliATE ALEssANDRO, tenente colonnello medico. - Circa un caso di tetano guarito con il siero antitetanico Tizzoni. . . . . . . . . . . . . . . . . . CASsrrro FRANCESco, maggiore medico. - Sulla. rottura trawnatica d i una idronefrosi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1272
INDICE GENERALE DELLE MATERIE P.S:R L'ANNO
1934
CAVANIGLIA ALJ'REDO, primo capitano medico. - Su di un caso di microttalmo unilaterale . .. . .... . .. . . . ........ . .................. . CmA.lrFA..Rli:LLI RoBERTO, sottotenente medico. Contributo casi.stico in tema di avvelenamento da ingestione di semi di ricino freschi Dr MAooro FRANCESCO, capitano m edico. - Sindrome di ipertensione endocrina. Eosinofilia del liquor. Diagnosi: cisticercosi cerebrale . . FENGA EDGARDO, primo capitano medico. - Alcoolismo cronico. (Conside~z~o~i .~e~ico-legali e diagnostiche sopra due casi con manifestazlOnl tntztah) .......... . .. . .... . ..... . .. . . . .. . ...... . . , ... . FioRE ~o, magg_iore medico. - Un caso di leptomeningite linfocitana acuta bentgna ...... .. ..... . ... . ............. . .... . .... . GIA.OOBB.l!l prof. CoaRADINO, primo capitano medico. - Sulla cura chil'Ul'gica delle cisti di echinococco del polmone .... . ............. . MOSOB:E"l"l'A GrovANNI, primo capitano medico. - Su di un caso di morbo di Kiembock ........... . . . .. . .. . . . ............ ... ........ . . . PANAGIA ANTONINO, tenente colonnello medico. -Un caso di neurite ottica post-infiuenzale con cecità temporanea ...... ...... ...... . PANARA CABLO, capitano medico. - Un caso di amaurosi isterica bila· terale •............. . . . ........................ . ...... . ..... . . P .ANDOLFI EDOARDO, primo capitano medico. - Il trattamento di elezione della dacriocistite cronica nei militari •. .... • ........ . . . ... PAOLILLO STANISLAO, primo capitano medico. - 1\'Ieningiti sierose e parotite epidemica •• . ....... . . . .. . .... . ............. . .. . ...... Rizzo prof. CABLO, primo capitano medico. - Sopra un caso di diabPte insipido guarito colla rachicentesi . .... ..... .... ....... . . ..... . TAURO FRA.Ncl!lSCO, tenente medico. - Un caso di fleb ite luetica complicata da infarto polmona.re........ . . . ..... . ...• . .............
Pag.
1030
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Note di igiene pratica. CoNF~ONE. R~AELE, maggiore medico. -
Il latte dal punto di vista eptde1n1olog1co . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. CoNI!"ALONE RArFAELE, maggiore m edico- - n latte igienico •. . . . . . . . • CoNFALOBE RArJ'AELE maggiore m edico. - Aspetti economico-sociali della questione del latte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • CCTRATOLO LoRENZO, tenente chimico-farmacista. - L 'uso generalizzato dell'allumi.nio ed i suoi rapporti con l'igiene alimentare . . . . . •
4 71 597 l 044 479
Attualità e commenti. GIACOBBE prof. CoRRADINO, primo capitano medico. - L 'anestesia generale per via endovenosa............... . ...... . ... . .......... MAD.IoNB DOGALINO, maggiore medico. - No te sulla cura della sifilide. . MARro'l'TI-BI.A.Ncm prof. GrovANNI BA'l"riSTA, maggiore generale medico. - Esiti di lesioni tubercolari e idoneità al servizio militare P AGNlE~'! p~f. .Al.FREDo, _colonnello chimico-farmacista. - Piante medictnab e loro estratti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Pag. •
27" 493
•
270
•
371
IND IOE GE:t-'ERALE DELLE MATERIE PER L.A1\'NO 1934
1273
Riviste sintetiche. Le sinusiti in rapporto all'età ............. . ........... . ...................... . .. . ... . PCI{J. BRIGUGUO S.Q<TI, tenent~ colonnello medico. Sulla mielosi aleu~» mica ..... ........... .... . . · · · · · · · · · · · · · · · · · · · ·- · · · · · · · · · · · · · FENGA EDGARDO, primo capitano medico. Malarioterapia nella tabe... » PiccARRETA FRANCEsco, primo capitano m edico. - Le moderne vedute sull'anestesia generale .......................... . ............. . • REITANO prof. Uoo, maggiore medico. - Il problema della profilassi immunitaria contro il tifo petecchia.le . .......... . ............. . » ScARPA ANGELO, primo capitano medico. - Le attuali vedute sulla • malattia di Nicolas-Favre • ... .... ................ .. ...... .. ..... . • ScARPA ANGELO, primo capitano m edico-- ::\-Ioderne vedute sull'allergia cutanea .. ... .. ......... .... ...... ..... .... .. ................... . Il SPAONOLETTI GALILEO, primo capitano medioo. L'emogramma. di » Schilling e il suo valore prognostico nelle malattie infettive ...... .
BELLELLI CARLO, primo capitano medico. -
950
364 161 45
933 259 848 942
Rivista della stampa medica italiana e straniera. SANO'À MILITARE. Aeronautica militare. (Carailtristiclle dlllla nroriJiliUìdd per8Qn(lle rolante dell').- Rt:SZEZA PQ.{J. Ambulanze aeree . - CO\\' ELL .................................................. . Arma (L') chimica nel rapporti con la medicina e l'organ1zzazione sanitaria mUltare. - i\tANIE!ll . ... . ............. . ........... ... ..•........ .. ................. .A.aftssle (Le) del temvo d! pace e del tempo di guerra. - CoT ..................... . Aviazione (L') sanitaria francese nel teatri esterni di operazione e nell'Attica del nord, nel 1933. - SCHlCKJ::I.tl: .................................................... . Aviazione (T.') sanitaria nella difesa passi 'l'a. - KoaR .......... . .................. . Barelle su sci. - Eou-rcnR:o o TmOFEEYsrn·. .... ... •.•.................. . ......... Chirurgia di guerra. (L'et:ol11zione deUt•)· - BUTOIAXO.... ... . .................... . Doveri (l) di un utnclalo del Corpo sanitario militare ,·èr~o l snidai l <11 !"lnnltà. T. 0 ........ ..... ....... ..... ....... ...................................... . Gas aggrcssl\·1. (ConJrilntto allo studio dti proct~i chimict che itltervett(I07to ver produrre l'edtm<~ pol~re acuto nei polmoni cM. ,;enOQlto a contatto con cerlL ~ /U1'0tto utilizzati otnnll armi chimiche di cn«:rra) . -
Kuxo . . .•.•..••............. . . . ....
Gas di combattimento. (Studio sull4 di,sinju ione e la netttrali.zza..-ione dti n=zi di trasporto che hanno subito l'a.zim~ dlli). Tao~IAN s ............................. . Gas di guerra. (E(fetti dei - ad uso d~ i medici). - LOBTIG ....... . . . .......•... . ... Gas (l) tossici. - DAOTREliANDE ........•........ .. .............................. Guerra cbinlica. (Oli sviluppi del dopo(llUr ra neglt MJ>Ill« medici della). - KooN'l'S ... Intossicazione da lprlte. (Lil urandi dilatazioni ddl'esofQ.{JO secondarie a). - • Wonw3 e L&ROtrx .•.•.•..........• • .... ...... •..•••.... ..•• ...• ·. .......... ....... ... . Ipr lte. - ANTCR:OFF, SELENEFF e l•ABTOCKIX .... ..... ............................ . lprlte. (Errori riQIUJrdanti lepo88i/Jllitd di protezioni! Il di. soccorso contro l'azimU dell'). -
1165
732 731 962 1052 1055
377 63 67 12,6 1053 608 609 1163 1246 610
MUI'.'TSCR • • • •• ..•••• •.•• •••••••••.•• ' ••••••• •••••••..•••••.• •••••• •••••••••
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Postumi (l) da gas bell1cl: l'uso del cloro. Casistica. - GILCHRIST HARRY e :\I:ATZ .•• . Postumi (I) da gas bellici: l'uso del composti arsenicali. Casistica - GILOHRIST BARRY Postumi (I) delle lesioni da iprlte. - Gn.cumST RARRY e ~TZ .... . .... .......... . Pressione arteriosa. (Ricerche sul 'l>alo~ dlllla - e parlicolarmllnte della 1)f'U8ione media nelle unità alpine) - PIEJU, .A.biBROGI e PEYRONEL •..........•....... .. . · · · · · · Sgombro del terltl . (L'impùoo degli aeroplani autogiri nello) - L &\VJU!:l'CE ..... ...... . Sostanze anressive. (La protezione dellll me re&piratorie contro le) - l\IUREB.......... . &!azione sanitaria sull'esercito tedesco nella guerra mondiale 1914·1918 ..••.......... :Ricoveri (Dei) adi blU a posti di soccorso. - R olL!.Nl e l1AGRONE ....•............. R icoveri sanitari, permanent.l e lmpro~lsat.l, per soccorso • Z •· - Baotru: ........ .
6' 66 166 12<17 377
277 1159 1162 12U
1274
INDIOE GENERALE DELLE MATERIE PER L 'ANNO 1934
IGIENE. Acido (L' ) a.aaorbloo: (VitmninaC.J - GY6ROY e 1\UZZ-'·......................... .. Pag. Allergia (SuU') comparata VCl"llo l& tubercolina e verso l ftltratJ d'ultra'rlrus tuberco· la.ro. - PAISSIUU, VALTIS e van DEI!>'SE........ .. . . ......................... • Altre du&eentomlla. vite possono essere risparmiate ogni anno lo Italia. - PEru:Lu .... Ana.llsf della farina e del pane. (fl doaamento colorlmetrico e d~l mmrgmwse a-pplicaU> all') - BRUÈRB ••.••............ .....•................. .... ... ...••....... . Anatosstna difterica e tetanlca.. (lnflutllza del rr:-klamento ltUllt propridà anti(ltM. dell') - A. J. van den HOVES e van GENDEREN .................•..•..•...•......• Bacillo difterico. (~ sul potere emolitico- del) - BRANCATO ............ .... .... . Bacillo di Koch. (La ricerca del - con prelievo laringeo e il suo mlore tumteiolotrico) GEDDA e PRE\'E ...... .... . . .. .............................. . . . ...... .. .. ... . • Ballllla •. - SAXGIORGI ..................... •.. ....... .•.•.•. ..... ..•....... ..• Batteri del gruppo colf. (Sul CO'rwporllUiltnto di - isolati da ambienti diversi) - ARA • Brucella Bang. (LMloni anatomn·palolcqich~ da iperrectttif>ltil aZZa - ~tella ca via). Ricerche sperimentali. Nota 1 •. - AIELLO •.• ......•. .•..••...•.•............• Cnltnra nel virus vaoclnlco nel tessuU. Corpi elementari nel contenuto delle vescloole di va.rlcella e di borpes zoator. - P -'SCHEX ................ . . ...... . .... . . . ... . Febbre tl!olde. (Ricerche auUa epi.tkmiolcqia della) - RoSSETTI ••.•................. Febbre tlfolde. (L'Inttuen.sza deUe stagioni sulle rorlazioni epidtmiche della) - HORNUS Germi patogeul vegetali ed a.nlma.JJ. (L'imporlanza deUe UNlttrt: nella diullmit&Q.tiont dei) J\flHAELOFF •....... •..... ... ..••.................................... Igiene (L') nelle piscino. - LEaoux . •....•. ....•.. ................... ........... Immunità antitetanica. (Ricerche sulla) - MA.Rru ....•....... . .•.••••.•..•.•.••.••. . Immunità a.ntltete.nlce.. (Ricerche 8uU' ) Nota seconda. - MARJU.. .. . • . . . . . . . . . • • . . . • Immunologia (L'). - RE.u.E ACCA.DEMIA D'InLU ............ . .................•.. Iodio e gozzo, con particolare riferimento all'Estremo Oriente. - Mc. C'LExno:s .... Ipersensiblllzzazlono della. cute a.lla tubercollo.a mediante l)rodottl tubercolari a.ot.lgt;nl. - 'l'Rl:PICCIONI •....................•........•..... . ...................... Larve anofelloe. (LoUa contro l e) - DE BBXEDETTl••.....•.. .... ................. Llster lnstltntc of preventivo medicine ... , , ................................. . ..... . Longevità. - BIZZARRINl •. .... .......•.•. ..............•....•.............•.•... Malattia (Sulla) da oonservo. - LE Ml>HAUTÈ, MACBEBOEv~·. TOtiERNIAKOFSI>ì' OCHEI'TEL Ma.la.ttle socla.ll. - DE BERARDINIS L ........ ... ..... . ......................... . Mlalgla (La) opldem!ca. - Bus.<>•.•.....•• .••••• ••.•••• ••• .••.•••.•. .• •••••• • •••• Perniciose. (Sopra un particolare meccanUmr.o di at>iluppo (amitosi) della • Lavem.nla ma la· riao • Il sulla (Jent.si delle) - ALESSANDRINI ....... ... ......... . .............. • Ste.tlstJe& delle cause di morte. - DE BERARDJ:-."Is L •........ . ...•............. .. .. S pfroohetosllttero·omorraglca. Ina.da. (Sttlla profilasM, della- (malattia di Wtil) per nu::-zo della t:accina.'"'ione)- HIDETSO!\'E \VANI • ••••••••• ••••. ••• ••.• •••••••••••.•••.• Tifo (Il) esantcmatJco dl S. Paolo e suoi rapporti con la febbre ma.culosa deUe Monte.· gne lRooc!ose alla prova d'Immunità. crociata. - L~toa lllo~>"TEIRO. . . . • • . . . • • . . . • Tipi serol oglcl di virus e corrispondenti tipi di! Proteue. - FELIX. . . • . . . . . • . . . . . . . • . • • Tosslcità del sier o. (Un nuooo tenorncno per la dinr.ostrazione della) - BAUllASN e \Vl·
16S
498 7S5S~8
278 1167
378 858 166
733
859 l U~
167 734
1056 27~
277 963. 96S. 611
96, 6T
963 6&68-
500 611 378-
TEIISRY •• • , •••••••••••• •••••••••• ••.• •• •••.••..•••••••••••••••••.•••••••.•
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Ve.oolna.zlone aaaoolata antlt1ftca·anUdltterlca.. - 8A."'DRA8, LE ?otER e CHAUZY .••••• , • Vaoolnadone sperlmonta.le a mezzo dei prodotti della Usi na.tul'ale del D. di Koc b. • SPANlER •.••.••.•.....•... ........ ...••.......•...............•.•..•....... Vernici (Le) dJ rivestimento le a.lteradonl obe 'POssono produrre negli aUmenti eoneervatl In scatola. - CERRUTr . .... . ... . .................. . ........ . .... ... ..... .. . . Virus (fl) sifllltlco: (Stu t:ariazioni nr.orjolo(Jiche, Bila molU-plicazione e IIUa azione -paio·
10~6
gena) -
1166
1058 1051"
NYKA . •••• •••••••• •.•••• , .••••••••••••• ••• •• ••.• ••.•••.••• •• ••••• YALTIB e DF.INSE .•• •••
Virus tubercolare. (~rche suUe 11ari=ion\ biol017iclle del) -
MEDICINA LEGAI E Angina. pootorls. (Infortunio da corrente elettrica catt.a di) - BULLSTRVNG •..•.••••• Danno {Il) del nefrectomfzzatf e l criteri per la sua valutazione. - PISENTI. .•••. .••• Fattore ( n) traum.atJco nello sviluppo 'delle IIU\lattle nervose organlobe. - BAlUUS •• Paralisi o.gitante e t.raum.a. - GRIMBERG........ •.•....•...••• ... .••.. .. ......••. &umatl8mf oronlci. (Le constQUenU economiclle e 80Ci4li dd) - Ml8ure deatloa.te a pre· venlrll e a combatterli. - WElSSENBACB e FltANCON •••.•••••••• •••.•••••••••• Sordità simulata. (fl llt(I1W dell'imitazione della 'VOce. Stra utiliz::a--ione nella diaQtloBi di ) ' - BAI.DESWECK •..•••..•.............•..... .... •.....•......•............•
Pau.
612 170
10 611 69 73$
Th'DICl!l GENERALE DELLE MATERIE PEB L 'ANNO 1934
1275
MEDICINA INTERNA. A.nemla. ed angina di petto. - P .l..SCIJKIS.... .... ..••••••...•..................... Azotem:le (Le) di origine norvo~a.. - CoURTOIS •............. ... .................. Circolaz.lone <L<•) negli stati anomie!. - BOLOER E. NIELBEN . .. ..... .... .......... . Costituzione e rigenerazione del iUtngue nell'aria rarefatta. - lh:UtA:<x ............. . De rivati della chinolina. (L'CJ--i<l'~ dei - 81&i oametcciti di plasmodi-um praeco:~:) ARITSODEWSKI e PIX.E8 •••.•••.•.••••••••••••••••••••.•••••••.•• •• •.••••••.•• Dlnbetl('i. (Gli t(}etU del lavoro nei) - MOBHARDT .•...•..........................
Pao.
9M 96'T 1060 737 861 968
In1e2io11i focall dentogene. - Tnau...'l . . . . . . . •. . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . lperlnsullnlsmo (L'l come eutlth morbosa definita. - BARRIS: ..................... . Ittero (L') nella lltlnAI del colodoco. - BR OLF. ................. . ................. . Liquido cerebro·ra chidiano. (Diagnostica dd - nel q11adr o del diss«camento) - BE:<· l<II:G e BECK .. ...........• ..... .............................. . .... ... ..•.. Nefrltl. (Le classif/corioni delle) - RA•rBERY e PROMENT ••••••••••••••••••.••.•••••.• Ne!rltl. ({.'n 8{1{/0t:o d i clossi(lc(IZi01'U tù/le) - RATRERV e F'RO)I:ENT . . , ... ....... ... . , Nicturla !La) come s intomo di disturbi nervosi oontratl. - JOR.EZ•••••••.••••••••••• Parallergja e metallcrgla. - URnA Cf! •..•.••••••• ••••• . . .••. ••••• .• . •.••.••••••••• Patologia dello morti improvnso. - BEDf'OHD. ................................•... Reaplrndone artlfldnle. (intorno a un n11.ovo nulodo (Jtl/.intk) eli) - :\IoNTSCH •. ••. • Reumat lsmo (l l) artlcolal'e acuto o cronko nel loro rnppurti soprattutto ezlologiol. -
860 171 280 6 13 615 736
279 125()-
71 1254 1059 1262.
:\IIC RE(.I • •.•••••. • ••.•••••• , ••••. ,, .• , •••• ,, •• , , . , •.•.•• •••••••••.•••••.•••
Rtnobronchitl (Le) tlseudotubercolarl. - BACCARAXI ............ ..... .•..•......... Tubo (!l) di geronto o Il s istema nervoso autonomo nella poli omielite .....•..•.... ...
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CHIRURGIA GENERALE. Ascessi (mi) osslflucntt cr onld da st.n6Jococco. (Periostiu albuminosa d'OUier e Pon.cet). - :\fouLONOt'E'I' e Hon<st:r. . . ...................... . ............... . ...... Calcolosi (1-a) della vescicola bill are. - SCHIASSI. . • . • . . . . • • . . . . . . . . • . • . . . . . . . . • . . . • Cancro vo.tcriano. ('I'ratlamento chirt<rgico tùl) - LAUWERS.. . . . . . . . . . . . . . . • . . . • . • . . Ernia (SuU') eplgoatrlce. occulta. - BARD ESCO . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • • • . • Malattia del mete.tarsl di Kohler. (Traiùun.et1J.o c11irttr(lico della ) - Poz:>>AKov. .... . . • Miasl (Le) nella pratica chirurgica. - BROMPT. .... . . ...... ... .................... NetropCilsla. (l risultati lont~ni della - ptr mezzo tkUa • arri8ali<m • della fascia r enalc) Kl..tim~ER . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . O cclu~lone l ntesUnale. ( Tecnit:a e indiC(!Zioni ddl'tnler ost<rmia stù tenue, neltralùnMnto tkU') - MoCQUOT e PAnovA:-'1............................................... Uicera?.ioni gMtro·duodenall. (Conlril>uto allo /lttldio della flMn nncrobica delle - e della 8t1a importanza •~Ua etiotoqia delle infezioni. polmonar i posi-oper atorie). La protllassl di q ueste Infezioni) - BOIRON . . . . . . . . . • • • • • • . . • . . . . • . • . . . . . . • . • . . • . . . . • . . . .
Pao.
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TRAUMATOLOCIA. Artriti suppurate traumatiche del collo del piede. - PAT.EL e ADA..\!ES'rEA.NU ....... Pao. Frattura dell'omoplata. (Cn afono patoqnomhniro di) - CoMOLLI......•••••. . ........ Fratture (l-e) del margine anteriore della estremità Interiore del radio. - Rooss.E.~u AD..ULY.l;rEAN O . .....•.. ....•.. ............. -~ ••...•.. .. •..... ...... •....... . Fratture dell'astragalo e loro trattamento. - DlY"NOGORICY ... ...... .. .......... .... . Fratture (Le) delle apofisi trasvcl'8e della colonna vertebra!&. - FITTE . ... . . ....•..... Lnssazlonl inveterate del gomito. (TraUan~ del!~) . Tecnica della riduzione cruenta. • - TA.VERNlEJl e P002ET . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Traumi cranJo-rerebrall. (Il 11alore della enu/al.ooraf/a ~tella diaqn01ti e prognosi e mlu· taziont. dei relìQUal.i di). LIPPENS e DEJ ARDI N ••• •••• •••• •••••• • • • •••••••••••••• OsteO!Jinteal. (Vatore dei 1'/tetodi attuaii di - con fl88atore esterno nell'adtilto) - BouDARD e JUDET ••• ••• ••••••. •.• • • ••••••••••••••••••••••••••••••• •••• •••••• •••
1167 12~1>
1062 970
28, 282 502 126&
RADIOLOCIA. Calclflcazloni delle arterie coronarle. (Di?no3tr(!Zi.()ne radiol()(tica eU - nel t>i~). \VosiKA. e SoeMANN.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . • . . • . .. . . . • • . . . . . . . . . . • . . . . . StJtlchozza. (Diaon.oBi raàiolooìca di alcu'~ for'IM di) - HA.A.S . .. .. . . . . . . . . . • . . • . . . . Tubo digerente. (Il meccanismo del) - BA.MLAv......................... . . ........ Valutazione (Sulla) dei segni radlologlci di affezioni e lesioni della colona vertebrale In medicina legale mllltare. - CRESPELL.L'n........... ...... ............. ..... ..
Pao.
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INDICE G~NERALl!: DELLX IU.TERIE PER L ' ANNO 1934
1276
NEUROPSICHIATRIA.. Alteralzoni post-coreicbe della. pen~on&l.ltà. - Kuus . •.•..••.•... ... .............. Annali della. Clin ica delle malattie nervose e mentali della. Regia. Univel'!lità di Palermo Complesse sintomatico neuraetenlco. ( ù particolarità della ~ne all'adf'enalina ~ malati<»>~)- SCB.AROORODSI;:.Y.............................................. . I pogllcemla.. (ManitestaziO'IIoi •teurowoiche in due và:ienti eon - spontanea) - Wou, BARE e Rwos ..........................................•...............••• Ma.ni!cata.~loni sl6Jltlche precool del sistema nervoso centrale e loro terapia.. KAUDERS Morbosltà (w) per malattie mentali In Italia. nel triennio 1926·28. - MovE:-..~ •..... Paralisi pror;ressiva. (1'\uotri dati sulla profilaui t la cura della) - D l>'Sc.uso •.••.•• ... Radioterapla. (La) delle malattie del sistema nervoso. - MA..scHERPA . .......•....... Reazione (Lo.) di precipitazione microscopica. secondo Kl1ne per la diagnosi di sltUfde nei liquidi cerebro-spinali. - CAMPA.!'iA........••........•.••..••............. Sensazione di temperatura. (ConsidtraziO'IIoi ~pra qli organi periferici. della) - KIESOV • • Schizofrenia. (SuUa questione dell'etiolO(Tia t della paloq~ della) - Lnm!'.'F.R •....... Tra.tt.amento (Il) chlru.rgico del dolore. - DA.VIS.................................. . Urologla pra.Uca. - E. Ml!<GAZZI!\'1 ............................................. .
Paq.
Angine acute. (n bismuto nel trattamento delle - •~ apeci/f.che) - MoNTErRO........ Apparato veatlbolare. (Detenninazione deUt CUMOt in wicoli t:tloc:i. a mezzo dell' - )
Pag.
EYERLI~O
1.257 380
738 73 1062 75 862 862 7-l
6 17 285 616 971
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HO
Cefalee (Le) rlnogene. - SEGRE . ...... ........ •..... ..... ........ .. ........ ..... Esame radiologlco della laringe. (Quanto importi l' - nella pratica lisiatrica) - J AOCBL\ Menlugltl. (Trattamento delle - purulente, settiche, otoqene e rinoqene) - CAUSSR . ... Otlte medla pnrulcnta.. (,<tpplicazione del tn.etodo di sostitu.."ione· al t rattamento deU') J\f!GNON ••••.•. , ....... ..... ...... ...... ................ ..... ... ..... ..... . Otltl medie pnrulente. (Rea....;one pupiUare mlle) - CURCIO . ..•.•. . ... .. .... ... ...... Otoeelerosl. (Contributo alle COMSCe>tze suUa etioW(Jia delL') - TORR.Il\"1 .•............ Owna e paratiroidi. - BRU.NI .. ... . .. ...... ....... .•.. ...... ...•............... Ricerche la.blrlntlche e clroolatorle In giovani aviatori. - ZUECKE •••••• ••• ••••••••• Seni parann.sa!J posteriori. (SuUa 11eceuità t BUUe modalità dell'uame ttilltematico e co,,. pleto del) - MARClA:\"1 . Stenosl hronohla.ll neoplaatlohe. - BRITh"E''TT ..• • ....... ..•...... . .....••.•....•... Tonsille. (Sulla prese=a di bacilli /u$iformi e di BpiriUf. (llimbiasi /1t80·BpiriUare) neUe cripte dtlù - cronicmnenle infiammate e 8Ul loro probabile lrignifieato) - Al.AGNA Tonsllleotomla. (Comportamento della tonnula lttiCOCitaria negli operati d i ) - A!>'llREOU Trauma dell' orecchlo sinistro con rltenzlone dJ grossi frammenti dJ vetro o lesione del taoolale. - BOMBELLI ......•........••...............•.............•.... .•. Tubercolosi (ù) associate dellarlngc e del pulmone. - H.UrBERT.. . . . . . . . . . • . . . . . . . .
1 064 1065 l H
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:{82 3!!2
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OI'TALMOLOCIA. Aoetlloollna . (Ricerche e eonsidera....;oni sull'influenza dell' -
neoli 8pa811&i accomodativi)
SANTONA8TA80 •••••• ••• •••• o • • • • o • • • • • • • • • • • o • • • • • • • • • o . o o • • • • • • o o o . o o . .
Paq.
A11!e%loni e ferite corneali. (Azione dei rag(Ti ultratrloletti sulù) - O.u..t.~'TE ...•.......•. Anatomia dell'angolo lrldo-corneale. (Di alcune parlicolarità della fine - mll'110tno) NICOLA.TO ........ . ... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , • • • • • . • • •
Congiuntiva tracoma.tosa. (Forme iperplasticltt nella) - CA'ITANXO ................... . l'lfiopia elO'V8ta.. (Il tratl4menic chirur(Tico della) - MOTOLESE .. ... . ............ . ..... . Ptoei amiotrofica dl Fuchs. - DE LIETO VOLX..ARO ... ........ . ... ... . . ..••..•••... Secrezione e fiora batterica congiunti vale. (Ricerc:J1e slltr'imtntali nl comportamento ddla - dopo /a«:i.atura per 24 ore) J ONA •...... . ........•....................•. T raooma.. (Le ruidive e le leg(Ti dd vero) - PABCHEFF.............................. . Tracema. (Ulùriori r icerche sulla contOQioaU(l, immunitd, reinfeziOM nel) - F"-\'ALORO Tubercolosi polmonare. (Sintomi oculari '~Ila) - GX.U.~ANTO~'l e POSSENTI. . . . . . . . . •
•
381 86( 178
1067 178
S03
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865 502 1066 286
127i
INDlOE GENERALE DELLE MATERIE PE;R L'ANNO 1934
DERMOSIFILOGRAFIA. Acne polimorfa. (Ricerolte sperimentali sulla pr~unla ori.{Jù~ tt~r<:-nlare cùU') - DE BLABIO •. , , .... , . . . , , , , , , .. , ........ . , , .. , . , . , .. . , . , . , . , . ...... , , .. , ....... , .. EozollU!.. (J..a àiatmOBi deU' - nella BU4 ooBCezione attuale) - Fuatm................ . Eritema. nodoso e poroadenite inguinale. - FRA.Ncm . •...• .•.•. ..••......••.•...•• Eritema polimor!o di Bcbra. { A. proposito di un caso di) - PALAZZI ..... .. ....•..... . Herpes zoster. (Trall4mento cùU') - M.ILIAN ...•.•.•.•. .. ...•....•..•..•••.....•.. Lupus "olgare. (Def!cenu e insu(flcenu di ordine prali.M nel.la terapia del). I ndicazioni e norme clinico·ttlrapeutkbt>. - VERRO'L'TI. ... .... ......... ....... ... ..... .•.. Poradcnite inguluale. (Sul/n, pm'MUa"ill>~ del vii"U$ deUa - alla <-nte sopraslante) }~RA..'<CBY . .. , .. ............ , , .... ..... , .. , , . . ... .. . .. . ..... .... , , ... , , , . , , , Proftlasel Individuale antl"enerea. (Riar.ùtati della - nel R. Esercito e neUa R. Marina ilaliatla) -
1169
Pau.
868 621 180 506 622
50!
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~
179 50' 505 383
TO:\IMASI ..• .••••••••••....•••.•.•••• •. •••••••••.•••••••••••••••
Reiu!c~ionc si111itlca. (Caso classico di
pre1mmìbile) - Ct.utali:LLO'ITI . • ......•. •.•. ..• Siftlide. (Nwve rieercM- sperimentali su~la) - LBVADITI, VAIS~u.N, SCIIOE~ e hl&'J'ZER .• Slftlide. (OBCillazioni neUa di(Jusione e gra-cità ctella - iu Italia). - ì\lARtAm .•••..•• S latollU!. pillfero. (Su una duplice anomalia, congeni.ta ed ereditaria, del - : peli tortì e fraq-Ui (spirotricom:xi) ed aplasia monili/orm.e (tnolliletrix) - FRA~ cm •.... .... ..• Sporotri cosi. (Ricerclttt atw.tom.opatolO(Jiclte 8perim.enlali 8ulla) - RODIGIUERO .•..••. ... Uretrlti cronlcbo. ( l nlìuen:a <lttlle catLSe ue•~ttralisuUa persistet,.;;a delle) - Lii:OUEU e 1-~oll
621 1068 623
PATOLOGIA ESOTICA. Ulcerl (u) tagedoniche od il loro tratta.tnooto con la 'raccinazlone locale specifica. -
NORMl:.'T e HABLÈ • ....•....•.•. .. ..•...•.• .. .....• . ..•.•••.... .•.•.•.•.•..• ,
Pau.
62!
Pau.
Hl
•
1169
Pa1.
509 183
STOMATOLOGIA.. Denti (l) ritenuti. - SARAV.\L.. ...... .... . . . . . .................................. Frattura e n ecrosl di un ampio to·atto della mandibol a di origine dentaria. - PrOOAR· RETA .. •. , , •.• , •.•... .. •...•. , ...•.•. , .• , •. . • , , , , , . , , • , , , , .• , •• , • , .• .• . , . .
TERAPIA. Anemia dJ Blermer. (Sulla m.i.{Jliore 6 pià €CO>Wmica terapia deU') - KORT FRAXI{E. • • • • • Angina peotorla. (Trattan~.e>lto cl•irurqico dell') - RosA...... • . . . . . . . • . • . . . • . . . . . . . . Dono (Il) del sangue alla madre e al neonato. - BAOIA.LLI.. . . . . • . . . . . . . • • • . . . . . . . . .11-Ialarioterapla por via ondocorebrale... .................. ..... .. ............. ..... Opoterapla antitubercolare e nuo<"l orizzonti deUa zomoterapla. - DEL Vxccmo ....
507
181 181
FARMACOLOGIA. Ce.outobouc. (Azione cletl'olio di para0i1l4 sul - urezz.o e sopra il gel poliprctlll·SOl/o a diver8i gradi eli wlcanizzazione) BROÈRE e GRIOORIN .•• • ... ........•.. .• . , . , Caoutohouo manlfatturato. (Nuovior(zz.oiUi nella /abbrica:rione del)- BRUÈR!Il ...•..•• Dotennlnazlone del grassi, degli ollf e degli acidi grassi mediante fusione con cera. e ceresina. - ROJAH.N o Ha.uoo•.... , ......................... .. .. .......•.. . . :Manuale del medicamenti por uso dogli stabilimenti sanitari militari. Volume primo - edizione 1933 ................. ... .. . .......... .... .. ................. .... . :r•lante medicinali e loro estratti In terapia. - INVERNI .••..•. ..•...•.•.• . •• .'. , ••. •
Pau.
868 U2
•
1170 62!
183
ANATOMIA UMANA,. Anatomia topogratlca.. (Guida pratica per uli esercizi di) -
VEMARI.,..... .. . • . . . . •
Pau.
501
A nticbl (Sugli) rapporti fra la. m edicina araba e la medicina Italiana - Notizie prellml.narl s ul risultati della mia m.laslono sanitaria nell'alto Yemen. - S AR..'<JU.LI.. 11 chirurgo di Napoleone. - SPALLINCI . .............•. ,., .• , •••• ...... .••. ,,, .•. ,
Pau.
1111 1173
STORIA DELLA MEDICINA.
1278
INDIO!: GENERALE Dl!ILLJl MATEB.IE PBB L'A.lm"O 1934
SCIENZE NATURALI. Chimica. (~rumdo l4 - divenM scienza) - POCE.................................. Fauna Italiana. - CoLOSI... . ... ..... ................. .......................... Ff.~toa moderna. (Pro8f)etti~:.e e risultati deUa) ORSo OoRBINO ••••..•••..•••••••••• R espirazione (La) nello. stratosfera. - HERLITZKA . .. ...•... ... ....................
Pa.q.
•
1069
Sl() 1<171
1 07$
Conferenze e dimostrazioni cliniche negli ospedali militari. Paou. 82, 185, 287, 38·1, 612, 627, 747, 870, 972, 1074, 1175, JD3.
Notizie. Adunanza generale del Consiglio superiore di sanità. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pau. l OiT .Appendice all'Istruzione sul servizio del portaferiU, Infermieri e aiutanti d1 sanità .... 51 6 Allslstentl militari pre<~so elhuche oeu.IJstlcbe wl1versitarle ..•...•.•...............•. u so A vo.nzamento degli ufficiali ..................................................... . 9H • 107$, 11 71) Avanzamento degU umciall del Corpo sanitario militare .••....... . ................. Blbllotcca (Per una) oontrale della malaria ..... .. . . ....•........ . ........... . ..... 9S Biblloteco. (Per uno) mcclicaltallanaln Egitto . . ..........•...... . ...............•... 9S Bollettlno del Corpo sanitario militare ....... : ........... ..... ..... .... .......... . 9.& 195, 295, 395. 516, 636, 757, 874, 976, 1076. 118(1 , 1.263 Campagne nazionali an t.! tubercolarl. ........................................ .•... 393 Caricamento del treno attrezzato per U trasporto del feriti e malo.U (modello 1933) .... 39-1 • Casa (Per la) d1 riposo del medico ..........•..•....................•.......... . 61~ Colonie marine e montane per l figli degli nffloJ ali e sottuftlciall . ........ ..... ... .. . 393 Commissioni giudicatrici por gli esami eli avanzamento a scelta degli ufficiali del Corpo sanitario •...... •. .•.........•....•........•.............•................ . 1 9-l Commissioni giudicatrici per l concorsi alla nomina a tenente In s. p. e. nel Corpo 39{> sanitario Inllltare •..........••..............•.....•.•.........•......•.. . ... Concorsi nella Sanità pubblica del Regno .................................... . .. . 300 Concorsi per tenenti In s . p. o. nel Corpo sanitario militare ........ ... .......... ..... . 93 Concorso a premi della rl vista • Croce Rossa • ...... ... ...................... .... . 631) 9;:-. Concorso al premio Rioorl per gli uffiolo.JI medlci del R. Esercito e delia R . Marlna Concorso per 11 premio Ribcrl ...............•....•...........•.............•..... 9-4. 400 Concorso presso I'IsUt11to ortopedico Rlzzoll In Bologna ........................... . Concorso presso l'Opera lnvalldl dJ guerra .... .............. ... ............... ... . 98. Conferenza (Una) del prof. Boccbettl a Parigi ....................................•. 63S IX Conferenza dell'Unione lnternadenalc contro la. tubercolosi. ..........•.. . ....... ZOO, 7 SI) Conferenze sclent111obe alla Scuola di appUoazlono dJ san! ti'!. mJlitare .... . . ... ........ . 5 18 Congresso della Società Italiana otorlnolaringologloa ................ ... .........•..• 1 9 1) 1 91) V Congresso nazionale dJ microblologla..................•.. . ..................... I Congresso Internazionale di elettro·radloblologla. ........... ......... .... , ........ . 200, 76{) XXIII Congre88o nasionalo dJ ldro·cllmatologla, to.IMsologia. e terapia ftslca ......•.•. 399 V Congresso dJ medicina o Igiene oolonlale ...... ... ............ ......... ......... . 760 II Congre88o della Società medloo-ehlrurgtca degli .AbrUMJ .............. ....... .... . 879 XL CongreBSo della. Società Italiana di medicina. Interna ............ .. .......... .. . . 979 X I Congresso na.zlonalo dJ medicina del lavoro ..................•................. 979 XXX Congresso di otorlnolarlngologla .......... . .......•..... .... .... .... ........ 1078 r Congresso Internazionale d1 gastto·enterologla ............................. . . . .. . . 1079 II Congresso dJ studl coloniali ...•.•............... . .... . ....................... 1183 v m Congre88o Internazionale di medicina. e farmao.la mJlltare .... . .... ..... . ......... . 1267 III Congresso Internazionale di aviazione sanitaria . .... . .............................. . • 1.267 VI Congresso della Soolotà Italiana dJ anatomia............ . ........... . ........... . .. . 1te8 Convogul reatonall della Federazione nazionale fascista per la lotta contro la tuberoolosf. • 838 Oonveguo regionale ligure contro la tubercolosi .........•..•................. .. .... • 398 I Convegno del Comitato lnterna.zionalo por la atandardl.zza.zlone del metodl e la slntesl l.n antropologia ed In eugenlca (8. A.. S.) ... ................... .. .........• • M9 Coni allievi uftlciall d i compiEIJJlOnto del Corpo Sanitario •.............................. ~ Corsi preparatori per ~ami di avanzamento dJ uftlclall del Corpo sanlt&rfo ... ........ . 9H Corso complementare dJ Igiene pratica per gli aspiranti n1J!ciall sanit&ri ••••..•....••. • 4 00 Corso di malarlolotrfa •.. . ....... ....... .................................. · · · · · · · · 5 19
L.'llDICI!: GENERALE DELLE HATEBIE PER L'A.NNO 1934 ( i l r l l h ~< lnAo-t.Ar.mnll
..•. .. ... ......•..••..••••......... ..................•...•..
1279 Pag. 194, 1180
Esu.ml a scelta speciale per l t-enenti del Corpo aaultarlo .......................•...•.. 872 J::st.mi d'avanzamento per ufttciall del Corpo sanitario ............................... . 9;4 Fa.oillta.zìcnl por cure aalsolodicbe nelle RR. tenne di Salsomaggiore .............. ... . 394 Festa (La) del Corpo sanlta.rto •...............•..•................................. 634 Gare (.dUe) na.zlono.ll di scberma fra ufficlall ........ .. .......................... .. ....... . 12M Giornalismo (Nel) modico ...........•.•.................... . ...................... 97,399 Grodnntorln dei dicblarati i<looei nel concorso r><"r la. nomina n tenente in s. p. e. nel Corpo sanitario militare (ruolo ufficiali cblmlcf.farmaclstl) . ........ .... ........ . 7~6 Graduatoriall.ei dlcblarnti idouei noi concorso per lo. ooruiuo. o. tenonto In s. p. e. noi Corpo ~a.nita.rio militare (ruolo ufflèinli medici) ....................................•... 872 Inaugurazione (L') dell'anno a.cca.domlco alla Scuola. di applicazione di Sanità militare .. 29\t I~criziono degli ufflclall del Corpo sanitario s ui Quadri d'avanzamento 193-1·35 ........... . 756 Istituto (L') • Benito Mussolinl • ......................... . ....... . ........ ~............... . 1266 Jijtituto • Regina. Elena • per io studio e la cura del tumori ....... ... ............ ... .. . 299 'Largo contributo doli a Scuola! tallaon a l Congresso internazionale a.nt-ltnbercolare ..•.•.•. 978 La • 'Rivisto di Fanteria • .....•..•................... .. ....... ... ................ 194 Limiti di anzl.anltà degli ufficiali del Corpo saultnrio In s . p. c. per concorrere all'avanza· monto a scelta .............................................. . ... .......... . 19-i )ianuale <lolmodicamontl - Volume l. ...... . .. .' ................................. . 394 Mocuucazloot &Lla taritta\ ed alle norme di oosslone del medicinali ed a\ltrl materiali sanitari 63!l Morto (La) del prof. Dttra.nt~ •........................ , ........•............. . ...• 1080 :Morte (La) del prot. N ovaro ........... . .............. • ....•...................... 979 Kormolgicnicbo perla chiamata della classe.... ..................... .... .. : ........ . 294 Nuovi prodott-i tera.peutlcl . .......................... •........................... 399 Onorillccn?.e •......•........•..•................... . ........................... 198 397, 518, 638, 759, 879, 978, 1182 Ordinamento <lei Corpo sanitario rnillta.rc ........... ................ ............... . 1179 Pertozlonamcnto di ufflciall cblrui<li·farmacistl ...........................•.......... 1268 Premio della • Fondazione Fcrroro di CavallerhH)ne • pro utllolt\1! me<llcl <lo l R. Esercito l n 9iG s. p . e . ....... ..... .... .............. . .............. ..................... . . 879 Premio c Loronzo i\Caunlno • .......•...... . ......................................• Premi c Bert-I e Galani • per U !I 934. ••• ..... ...••• ·~- •• ... ....•.••.... . ..•..••...•. 880 Primo (Il) capitano metUco. Tomma.so Sarnelli ri<;e~uto cln S. E. Il Cavo del Governo ...• 879 Problema (Il) della diagnosi e dell'a.sslst.cnza precoce del tubercolotlcl •...........•...... 96 Prof. (Il) Sanarclll membro doli' Aooadcmla dello scienze dell'Istituto di Francia ..•....... 760 Propaganda Igienica nell'Esercito ......•.......................................... 93 Ridw.lone delle rotto di degenza. nogllstabiUmeuti sanitari mUltar! ............... ..... . 975 Rlsulto.to del concorso al premio della. c Fondazione Riherl pro ufficiali modici del R. Eser· cito e della R . l\lari.na •scaduto il 31 dicembre 1933·Xll ...............•..•.....•. SH Nuovo (Il) Sanatorio militare dJ Anzio . ........ .... .... '· ...........•.•...........• 190 Scuola di perfezionamento in patologia colonJa.lc ......... : . •......................... 1268 Soci d'onore doli'As8oclazlono tuutilati e Invalidi di guerra..........•......••.........• 1183 97,199 Soclcèàitallnna di antropologia. c psicologia. criminale..................•.•...........• Società l tali ana. di medicina e igiene colonJa.le ... ............. ..... ...... ....... ..... . 398 Società it,aliona per l'anestesia ..................... . .. . .......................... . 1080 1268 Stampa. (NeUa) militare ..... •.•......... .......... •... . ••. . .. .••• .•... ... ........ 'T enenti colcn.nell! medici cbe entrano in turno di anzianità. per assumere la carica. di dirct· toro di OSJ)C<la.le ............................................................. . 975 Tenenti modici e cblmioHarmacist.l che banno superato gli esami per l'a nmzamcnto ascolta speciale . . . . . . . . . • • . . • • . . . • . . . . . . • . . • • . . • • • . . . . . • . • • • . . . . . . . . . • . • • • . . . . . • . • 1263 Titoli eli studio • . . . . . . . • . . . . . . . • • . . . . . . . . . . . . • . • . . . • • . . . . . . . . • . . . . • . . . . . . . . . . . . . • 9& 298, 397, 518, 759, 879, 1183, 1266 Trasformazione del eamPoSt\natorlale ollmatlco di Anzio In Infermeria presidia.rla . . • • . • • • 636 Uffl.cialt c a. disposizione • e c tuori ol'ganlco •. . • . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . 872 "Uill.ciall In a. p. e. del Corpo aanltario ammessi agli esami per l'avanzamento a. scelta. facol· tatlva . .........................................•......•...•.•......•..... 394 Uffl.cia.ll medici In s. p. e. a~sistentl alle clln.icbo ed agli lstltutlsclentiftol delle RR. univo.r· 636 sitl\ del Rogno .............•............................. ..... ..•.........••. 92 Visita di S. E.ll generale Baistrocchl all'ospedale militare dl Roma ..•..•..............
1280
INDICE DEGLI AUTORI
I nostri morti. Bentivosdlo sa...orìo, mA~Niore cb!mlco·tarmaclsta. del ruolo IIJ)eCla.le •.......... .. •• ... CaJtarelli Benedetto, tenente colonnello medico in s. p. e • .•... ... .... .. .... ... . .... ... Ciroo Giuseppe, tenente colonnello medico in s. p. e. . ............. . ................ . D'Amore Clemente, tenente medico in s. p. e ..................... . .... ........ .. .... . Darra. Vittorio, tenente genora.le medico della. rlser,.a. . ..... ~ ......................... . Ferretti Arrigo, tenente colonnello medico In p. a .....•............................... Ga.lasso Antonio, tenente colonnello medico a. rl poso ................................. . Gla.ni Pietro, maggiore generale medico della rl ser.-a .. ......... ... ... ... ........ .. .. . Gia.nnelli Alessandro, eolonnello modico in s. p. e ................................ ... . . Groeo Domenico, maggiore medieo !ns. p. e ............. ......... ..... .... ......... . La bruna Fra.noesco, Primo capitano medlco in s . p.~ •................ . ........ ..... .. . Ponnotta Mario, colonnello medico in a . r. q . .. ... ............• ..• ...... ••..•.•..•. •.
Pao.
640
soo 980
640 520 99 980 520
98 99 1 00 9!)
Errata corrige. Pa.gg. 300, 1268.
INDICE DEGLI AUTORI Pao.
Paq.
735 BOIRON ••. • ••• • .•••••••• Bt.IJIAMELLI F . . . . . . . . . . . . 1219 Bolii:BELLJ U . ... ... .. ....• BARBtEIU. G .. .•.........• 1Z61 BONA F. B ......•...... .• BARCJ..AY A. E............ 173 BIU.OALOZO." l L ......... i1,
86&
A Paq. B ALDE!<-wli:OK L .. . ........ ABATE A. . • 388, 513, 629, 1008 1259 ACOOlUNTJ V . . . . . . . 1078, 1176 AD.AJmBTitA.N U C ..... 1062, 1167 AD1:LL0 G.... .......... .. 289 A.rBI.LO L.. . . . . . . . . . . . ... 87 8 .ALAGNA A. . . . . . . . . . . . . . . 382 A.J.BERTl ... .... ......... . 1127 A.LESI!ANDBI R. .. 1189. 1190, 1191 Axp•u:NDBINI G. . . . . . . . . 69 .A..'\fATO A.. ....... ..... ...
630
Alii:BROGI M •..•. .... : . • . . 1247 AN.t.BTASI 87
G...... . .......
BA.RDESOO ~ . . . . . . . . . . . . .
7Z 11~
81
l26t. BRANCATO F . . . . . . . . . . . . . 1167
BA.Srr•.e G .. ....... ... .... 1077 BASSI G...... .......... . 761 BATI'AGUA G............. 186 BAUllAN'N A •.. ......... .• 1167 BBCK A .... . ............. 613 BEDFORD T. H............ 71 BBGTBUP • HANs~;s . ••• , .•. 1113 BEL•NOF : •••••..... 1018, 1079 Bmnut C. : ... ...... ... 950 Bm:to D. . . . . . . . . . . . . . • • • 1259 BBNASBI ...... .. ...... ... 1118
BB.U.NI A. A ... .......... . BBIGUOUO S.. . 364, 388,
620 751
774. BButBBP .... Hl, 858,868, ~ BBtl'Ù M. .............. .. 280 DR'UXPI' ••••••.••. ... • ..• 28ll BB00881tAU .•.•••• •• •••••
BBUNmTI F ..... . ..... . . .
111
Bnmn N. . . . . • . • . . • • 7 85, lll. S BBUlfO 753, 07 8 , 117& BuA G ..••. .. . ......•.••• 38, BUOOI P ................ . 18:. BUFANO M . .••....•. ..•.• 1121>
0 .......
Al!<"DBEOLI G . . . . . . . . . . . . • 382 .ANDRÈ·TBO)IAB . . . . . . 771, 773 ANGKLn.LO A. . . .. .... .... 886 BE.N ltDETl'J ••••••. • • •.• •• 1127 ANIOKOFF .. .. .. .. .. . . . .. 610 BEroiABD L .............. 1112 BUGLJ4R.BLLO F ......... .. AB..l F ................... 1249 BERTOLUCCI G ... 292, 755, 1177 BUGLIABI G . R. .. 87, 291,
753 888
AB8LAN ................. 1078 BE'I"'LAOQUA .'\. .... .... ... ,
752
8'
611., 830, 1-lS.
AsooLI ::\t .••••••••• 1106, 112·1 BII:Z..I.NQON F .. ... .. .. 1109, 1112 BUBOAINO V. M. • .. • • • · • · · 86! 63 .ÀUDO GtANOTl'I G . B...... 1196 BIAGim G... ...... ..... .. 77 DUTOUNO • · • • · · • · • • .••.• 1078 AYALA........ ...... ... .... 77 3 BIA...'t'OIIIllll A .......... ..... 11.88 BtTY& · · · · · · · · · · · · · · · · · · · BIZZUilUlfl
G......... .... 811
BIZZOZEBO E .. .. ........ .
B Pa(},
BAOCAB..Uii U •••••.•. ..... 1252 BAOlALLJ L. . . . . . . . . . . . . . . 607
B.A.JBTBoocm F . • . . . . . . . . . 1082
408 BLit<llDU.NN • . • • • . • . • • • • • 1106 BLiiloa. ....... ...... .... 1116 BOOOA T........ .... .... . 90 BOOOS::Clll F. . . . . . . 638, '778 BODI G ................. 1123
c ()AGNETTO ••••••• •••••••• 107 9
OU.OAONI A ..•••• ••• , ••• • 0ALIOABI8 0 ••• • • •• •••••••
OALOODOD ............ .
870 391 82
12~1
INDICE DEGLI AU'l'ORt
O.U.VAXO
Paq.
Paq.
u ........... .... 1175
CONFALO:>'l'l R.... . .... . . . 78 386, 4.71, 597, HS, lO H ('ORniNO M. 0 ....... . ..... 1071 CoRCJONl 513, 747 CORDA A ... . ....... ... ,.. 755 CORSI A................. 445 COSSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 774 COST."-'\TINI G....... 176, 1115 COTC •••.••••.•.•.•••.•. 902 COUHMOX'r P ••...• . ... , , . 1108 COURTOIS 967 COYA. • .. .. . .. .. .. . .. .... 777 CoWELL . . . . . . . . . .... ,, , , 732 CRESPELJ.ANI C. 78, 1117, 1119, 1168 CUL'rHONE 249 0URATOLO L.............. 479 ConCIO 176 391. 515, 632, 75~, 973
OA>fOIUANO I'.. . . . . . . . . . . .
1 88
C... ... ...
0A3I:P.!NA A. . . . . . . . . . il. 77 C.c.IPANl .. . • • . • • • . i77. 778 CA!'ICELLOTTI E. . . . . . . 390, 1260 CANCER 290, 628 CANDIDORI E............. 753 CAN"NATA S. ..... .. . . . . . . . 305 0ANTAN1 ......•... . ..... 112! CAPPELLI •.••......... , . . 1188 CAPUTO B .... . 629, 751, SiO, 972 0AROZZI . . . . . . . . . . . . . . . . • 11117 CARPI U .....•....... 1143, 1144 OA.RVAGLIO 90 0ABAGRAND1 0. . . . . . . . . . . . l H CASAZZA ......•.....•.... 1121 CAB&LLA D............ 82, 185 CAl'ERIO E.... . . . . . . . . . . . 1219 CAS.~INTS u ...... ::. ·1, 77, 124 D CASSt'M'O F . . . . . . . . . . 815, 1074 Paq. CJ.STEL.Lt G. D. . . . . . . . . . . 77 C.\STELLINo ::-<..... . . . . • . . 1192 DABnowsKI K... .... . . . . . nH CA.~TRONOVO . . . . . . . . . . . . . 1 12t DAL COLLO A . . . . . . . . . . . . . 892 0ATTAN:F.O 0 ............. 1067 D'ALESSA.NllRO R.H3, 1124, 1182 CA'ITERINA...... .. ...... . 1191 D'ANGELO 513, 972 CAUCCl.................. 1188 D'A.~NA 8l CAUSSt. 174 DAU'rHERAl\'DE .. .. .. .. .. . 609 CA.VAGLIANO .. .. .. .. .. .. . 1197 D ,\\'18 L................. 616 CAVANlGLIA A . . . . . . . . . . . . 1030 DEANO&LlSA. .. .. . . . .... 86 CEBHELLI G ........ 755,1177 Dl=:BEN:&DE'ITIA . . . . . . . . . 968 0Et :!92, 1176 DE BERARDI"Nlti L . ... 67, 68 CELIJNtL ........ . . . ..... 289 DEBLASID ..... ......... 1077 CBNTA.'Oil . . . . . . . . . . . . . . . 1124 DE BLASIO R ............. 1169 OE~>"TORE E.. .. . .. .. .. .. .. 870 DF. CARLI G.. .. .. . 291, 888, 1>14 CtPUt.IOV.......... 1112, 1118 DE CATA................. 82 CERNlQLIA D............. 752 DE 0:&8ARE G ........... . 1004 CF.RRUTTI C. F ..•......... 1166 DECINA C ..... .......... . 78 C.ESA·BIANCH1 ........ , . , 1124 DE DOM:ENIOO F.......... 618 0BAUZY l\1., .......... .... 1056 DE FRANCESCO D ........ . 1076 0UAVANXE ••.••.•. .... ••• 1078 DE HIERONnfl'B R....... . 85 Om:FI'EL H.. • . . . . . . . . . • • • 964 DEINSE . • ... ••.......... 1057 CBJAFFAR&LLI R.......... 690 DEJARDIN L .. .. .. .. .. .. .. 502 Cm.AROLANZ& .. • .. • .. .. .. 1191 D &L BUONO.. .. .. .. • .. .. . 1118 CmASSERINI •. . . . • . •••••• 1127 DELC'I'[EF 1111 0JIIE8A E............. 82, 384 DEL FA'ITORE 0........... 86 CBIEYIIZ . . . . . . . . . . . . . . . . 1112 DE LIETO VoLt.ARO A...... 508
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F'ILIPMNl L... . .. .. • .. .. .. 1188 FlORE M.. .. .. .. .. . 7 64, 927 FIORINl M . . . . . . . . . . . . . . . 298 FIS<JB J.................. 6 23 FlTT:& M . J ........... . .. · 284 FLARERF ................ 868 Fo.\ C...... .. ........... 646 FONTÈS .. . . . . . . . . . . . . . . . 1106 FONZON:& L... ... .. .. • . . . . 870 FORINO S................ 86 FORlU ••... ..•.......... . 1 327 FORTI I . . • • . • • • • • . . 390, 681 FluNOHI F.... .. • .. 604, 623 FRANOBI L ..... 1077 , 1083, llH FRANOOLl G. . . . . • • • • • • • . • 1t68 FluNOON F . ... . . . • . . . . . . . 69 Flu.SS.ETTO F ...... . .... .. 62 7 FBoKCNT P ...... 616, 786, 778 FBUGONI O ........... 1017, lt2'
1282
INDTCE DEGLI AUTORI
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RIVISTE _l\IIEDICHE MILITARI - - - - - -()- - - - - ANNALI D! !lfF:DICINA. NAVALE E COT.. ONU.LE. - Direzione conl.r~lo della. sanità militare marittlmn, )Uni9tero delle.?IIarina.: ihmo XL - Vol. II. Fase. Hl-I V, seUembre-ottotrre 1934-:X.U. zar-e: Stntlio ijperlmcntale della lp n(:loromil~ poSI -oporatot•Ja. - Glotdano: Un caso dJ t\inhum Jn Tripoll tania. - Bogllolo : Le ~'Ml c!ctlo t:lsor1·e rlol virus lcis llmanlosico. - 8estlnl : È possibile una (morra b a.t.t.orlologi<:e.'l
AR.GENTIN A: REVISTA DE LA S.AN' lDAD )IlLl TAR. - Direzione gen~ri.Ùe ùl sanità.. Ministero della Guerre.. llucuos·Ai t'QS. ToYM XX.XU l , IU{Jlio·aoosto 1934. Rabelllnl Plzanoo : Sindromi a.mebia.~icbo. - D'OIIwerla Eatewu : I Hmiti d i tolleranza nell'crome p er l 'Idoneità flsiua dol pil oli tWiuto ri. - Orocco e Bauo Daatupe : Col\t rlbuto a llo studio di u.na. piauL" usuale 1\olln- medici no. po polare argent.lna.: la • carquoja • (Ba.ccba.r is gonistclloidee J>c•-s.). - Torrea : l-'erba. mate o 11 latte como ali m enU i u ~:ampagna.. - Metto Oclmez : l perico li •lcll'elctl ricità. - Ontaneda e Paa~ulllnl : La s i t:Uide dello ploura. - Oataldl: Osservazioni snn!t ari o ijll <li un d istaccamento In m ontagna.
CE COSLOVACCIHA : VOJE~Sll:JÌJ 7.0 fl. \ VO:-<'T lGll:È Lf~TY. -
ONano sci<'ntllloo <1ot m odici, veterinari c farmacisti m llitari c.•co~lovnccb.i. Roda.ziou u : P raba, B ubouee, ~!.NO. - :6dra v. oddcleni. Fase. 3, 193,. Aaman : SL•>ria dell'ospedale divisdnnale n. IO. - Frejka: O•·tcpcdia. e servizio mlli tnt·o . - Ltanp: Oom(} a·uicu•·at·o lo materie J)l·inu nuc<•ssa r lo p ~r la prevara.zlono doi modicinali durante una guN·ra. - Maaek : La tonslouo m~d ia. a rtoriora ne ll'esame funzionalo <loll'apparat.c oardlc· VMcolar<'. - Meglaka: L n gué rra. clllmlca oousidClr&t.c dal punto di vi sta modico. - Valllelc: li problema dt•ll 'i duutlftcMir> nn civl milì ta.-i noll'csèrcito. - Yanlcek: Stuto a ttualo delle. vaoc ina.zi nnc a.ntit lllca c<l a.ntlpumtiflca ncll'csorc it.c. - Wllhelm : Contr ibuto all'o vari otomia dolio giumente.
FRANCI A: ARCHlVES DE )lÈDEOlNE ET P!II.\ft)L\QfE .\HLI'r.HRE::I. - Pa rigi, Dirozione del servizio di Sltnltà., .\flnistoro <lulla. Gutn·m. Fase . Uf, s;:ttembre, tomo, CI, 1934. ltam1141u : L a ~In <l rome dolor.,~a uollo ma.la.'.t i" oro nlc ho iutoijtlnall. - Amblogl o I'IJI'Onll: Rioorcbe ani valort' dulia prcs•i on ' arteriosa n ~p<•ci almento clelia prOil-'! ione m edia presso uni tà alpin•l. - CCMidrar: l rime<ll nuovi uoU'oe<lrcltc. ' Fase. TV, otwbr e, tonw C!, Hl34. worms: I Joei t.on~illari. l..oro lmportunza. nella c linica oorront.o. - Dol miglior m odo di disin· !azi one (LI'! c<>rnm~. 'l'(•cnica o r isu lt ati. Peeker: Sguardo alla loglsla7. ione clvllo delle sostanze velenose e sua aP11licazi ono a.U 'o•crciLo. ARCHI VES DE :'>IÈDEt.m:m E'l' PillA.ltMAO IE N AVALES. - Servizio cent rale di san.i tà.. Ministero d olio. ~[arino.. FfUIC. [Il. luolic -s;:ttcmbrc, t.omo C.X:X:I V, 1934. Brunot : A. de Trnllos. un precursore d ella medicina militare o coloniale noi VI secolo. - Godal: 11 timo è un organo a funziono lillt'l J>olotiot~ '! - Soublgou : L a cncllossl a. dogli oppi emani Ronde! e de Tanouarnd : Aut.c- ln ncnlazione involontarin servi l a di controllo por l bncllll d1 Ducrey. - LA! Moult e Plrot : ,\.l e uni dati statistici e clinici su l I)O.r~i Lismo Intestinale dei solda t i sencognlosi di guarnigione a T e lone. - Sulla tornpla dcll'anob.llostomiBB i. - Mature o Quero : () .m t eibuto allo s tudio dogli crit.cmi <carlattlni!(lrml. - Trattamonto semplice cd emcaM d cU'ulcora moli<·. - Brtull: Alcuni risultacl ottonuLI col metodo di L oewerlst.clo n ella pr-atica corrente di labora to rio . - Boucher o Mar: hand: Seml-mi crodosaggio del sodio nel ~lo ro iU ><1\Dgue. - Aultrlc: La d otormlnazl ouo del potero ca.loritloo del oombustl bllf volatili.- Yver: La m iorosoo pia doll 'oochlo vjvonte.
P OL ONIA: LEKARZ W.T:3KO WY. - OrC{ano ù >gli utllclali <lei :S!lrviY-lo sa.nltnrlo. Oentrum Wys zkolonta ; Sa· nit. Gòrnoslaqka. 45, Varsa.vla,N. 5, l settembre 11134. Cluklewlcz: Sull'lnt~rveulo cbi rn.rglco noll'appondlcìto. - Popowskl: Cura della t u.borcol osi nel ranolulli (continua:-vme e !i>.e). - Ba1eckl: lstaiJa·-.lo no ttuprovvlsat.a. sem plice por la dlslnfc ?.lonu o disintm;ta.7.1o.ne. - Balankl: Igiene della marcia (continuaziQIM). - Kauanowllcl: L'eduoa.-.iono dull'infermlero. N. 6, 15 setteml>re t9S!. PIUitlewicz : Le al!ozionl delle vie biliari o:<:tl'I\Opa.t loho. - Fle:k: Sulla penuria dei batterl ologl. Babetkl: Doooo da viaggio • Va.ùo mecnm • · - Bularskl : Igiene della m arcia (continuazione). TomiiiZewtkl : La funziono e l doveri del ·,rned lco co me igien i~ta.
RUSSIAr VOENNO S.,\ NfT ARNOE DElLO. Gesuda.rst.wonnoc isd-wo, ~fosca. Fase. !1, 19M. ZOCIIk... : L'it:'icno nelle cuoino de[l'osncito ro ..so. - Molodzev : Il problema. p er Il miglioramen to qualltutlvo delle reclute doll'ea:>rcito roSi!o . - Flllppov : Il Congresso internazlone.lo sul reumatismo. - Bzalhev: L'apparcoollio Z<1mbro-Brait zev per la trMtu!Oion e del sangue. - MeaclanlltoY: Il pr·oblema del t rooporto degli ammalat i nei vagoni forrovlarl ordinari. - Prl· •oacelm : L'oopcrimcntc della vacoina.zionc locale contro l'angina.. - Boldlny: La lavat ura Igieni ca. dcgJJ abltl. - Boseecoskl : Il pro blcma del ser Vizio ecla.lorio. - Tbunko : La. lo t ta contro la soni> bio..
SVIZZERA: R lVlS'rA 'l'RDfESTR \ J,E DEGLI UFF'TC LA LI DELLA SANITÀ ì\I ILJT.:I..RE. - Rcda.zlouc :·san O barali~. ? . Vollemvoider, Scllwarztcrat-r, 26, B(lrna, Edito re : Bcnno Scbwabo o c. Basilea. Falle. Jl, settembre 1934. II pro bl<'nta cleUa. rlorganizzazion o lloll'oscroito.
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